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Banca Ifis

Regulatory Filings Mar 26, 2025

4153_sr_2025-03-26_db3ba01e-46d3-4e9b-94c6-54833d238015.pdf

Regulatory Filings

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1.1. CONTESTO NORMATIVO 1
1.2. STRUTTURA DEL DOCUMENTO 1
2. IL GRUPPO BANCA IFIS 7
2.1. METRICHE DI RIFERIMENTO 7
Metodologia di valutazione dell'adeguatezza del capitale interno 7
Risultati del processo di valutazione dell'adeguatezza del capitale interno 7
Informativa quantitativa 8
2.2. OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO 10
Dichiarazione ai sensi dell'articolo 435, paragrafo 1, lettere e) ed f) del Regolamento 575/2013
10
Struttura di governance per ogni tipologia di rischio 10
Strategie e processi per la gestione dei rischi per ciascuna categoria di rischio 17
Informativa sui sistemi di governance 21
2.3. AMBITO DI APPLICAZIONE 23
Informativa qualitativa 23
Informativa quantitativa 24
3. ADEGUATEZZA PATRIMONIALE28
3.1. FONDI PROPRI 31
Fondi propri e coefficienti patrimoniali consolidati al 31 dicembre 2024 31
Informativa in merito al Debito Sovrano 34
Attività fiscali 34
Principali caratteristiche degli strumenti di fondi propri regolamentari e degli strumenti di
passività ammissibili 36
Informativa quantitativa 38
3.2. RISERVA DI CAPITALE ANTICICLICA 43
Informativa quantitativa 43
4. LEVA FINANZIARIA 47
4.1. COEFFICIENTE DI LEVA FINANZIARIA 47
Processo di gestione del rischio di leva finanziaria 47
Fattori che hanno avuto impatto sulla variazione del coefficiente di leva finanziaria 47
Informativa quantitativa 48
5. RISCHIO DI LIQUIDITÀ51
5.1. REQUISITI IN MATERIA DI LIQUIDITÀ 51
Strategie e processi per la gestione del rischio di liquidità 51
Struttura organizzativa della funzione di gestione del rischio di liquidità 54
Gestione della liquidità infragruppo 55
Piani di finanziamento di emergenza 55
Prove di stress sul rischio di liquidità 56
Liquidity Coverage ratio 57
Informativa quantitativa 57
6. RISCHIO DI CREDITO60
6.1. ESPOSIZIONI AL RISCHIO DI CREDITO 60
Modello di business ed assunzione del rischio di credito 60
Strategie e processi di gestione del rischio di credito 63
Organizzazione della funzione di gestione e controllo dei rischi di credito 66
Coordinamento tra funzioni di controllo interno 70

Esposizioni scadute e deteriorate 70
Rettifiche di valore su crediti 72
Informativa quantitativa 80
6.2.
TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO 86
Informativa quantitativa 88
6.3.
METODO STD PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO 88
Informativa qualitativa 88
Informativa quantitativa 89
6.4.
FINANZIAMENTI SPECIALIZZATI E STRUMENTI DI CAPITALE 90
Informativa quantitativa 90
7. RISCHIO DI CONTROPARTE91
7.1.
ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CONTROPARTE 91
Informativa qualitativa 91
Informativa quantitativa 93
8. CARTOLARIZZAZIONI96
8.1.
POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE 96
Informativa qualitativa 96
Informativa quantitativa 100
9. RISCHIO DI MERCATO104
9.1.
ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI MERCATO 104
Strategie e processi dell'ente per la gestione del rischio di mercato104
Struttura e organizzazione della funzione di gestione del rischio di mercato 106
Sistemi di segnalazione e di misurazione del rischio107
Informativa quantitativa 107
10. RISCHIO OPERATIVO 109
10.1.
ESPOSIZIONE AL RISCHIO OPERATIVO109
Obiettivi e politiche di gestione del rischio operativo 109
Metodi di valutazione dei requisiti minimi di fondi propri 111
Informativa quantitativa 112
11. RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E DIFFERENZIALE CREDITIZIO SUL BANKING BOOK113
11.1.
RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SUL BANKING BOOK113
Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di
negoziazione113
11.1.1.1
Il processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul banking book113
11.1.1.2
La strategia di attenuazione del rischio di tasso di interesse sul banking book 114
11.1.1.3
Analisi dei risultati115
11.1.1.4
Informativa quantitativa116
11.2.
RISCHIO DI DIFFERENZIALE CREDITIZIO SUL BANKING BOOK 116
Esposizione al rischio di differenziale creditizio su posizioni non incluse nel portafoglio di
negoziazione116
11.2.1.1
Il processo di gestione del rischio di differenziale creditizio sul banking book 116
11.2.1.2
Analisi dei risultati117
12. REMUNERAZIONI 118
12.1.
SISTEMA DI REMUNERAZIONE ED INCENTIVAZIONE DI GRUPPO118
Gli organi preposti alla vigilanza sulle remunerazioni118
Struttura del sistema di remunerazione del personale più rilevante118
Incidenza dei rischi sulle remunerazioni 119
Rapporti tra componenti fisse e variabile della remunerazione 120

14. DICHIARAZIONE DEL DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI
SOCIETARI 129
13.1. ATTIVITÀ VINCOLATE E NON126
Informativa quantitativa 127
13. ATTIVITÀ VINCOLATE E NON 126
Informativa quantitativa 122
Meccanismi di correzione ex post (malus/claw back)122
Piano di Long Term Incentive (LTI) 121
Il Sistema Incentivante di breve periodo – Short Term Incentive121

1.Introduzione

1.1. Contesto normativo

  • REGOLAMENTO (UE) N. 575/2013 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 26 giugno 2013 relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento (e successivi aggiornamenti);
  • REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2021/637 DELLA COMMISSIONE del 15 marzo 2021 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda la pubblicazione da parte degli enti delle informazioni di cui alla parte otto, titoli II e III, del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga il regolamento di esecuzione (UE) n. 1423/2013 della Commissione, il regolamento delegato (UE) 2015/1555 della Commissione, il regolamento di esecuzione (UE) 2016/200 della Commissione e il regolamento delegato (UE) 2017/2295 della Commissione;
  • REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2022/631 DELLA COMMISSIONE del 13 aprile 2022 che modifica le norme tecniche di attuazione stabilite dal regolamento di esecuzione (UE) 2021/637 per quanto riguarda l'informativa sulle esposizioni al rischio di tasso di interesse su posizioni non detenute nel portafoglio di negoziazione;
  • Disposizioni di vigilanza per le banche, CIRCOLARE n. 285 del 17 dicembre 2013 (e successivi aggiornamenti).

I dati sono esposti in milioni di euro, ove non diversamente indicato.

Il Gruppo Banca Ifis pubblica questa informativa al pubblico e gli eventuali successivi aggiornamenti sul proprio sito Internet all'indirizzo www.bancaifis.it, nella sezione Investor Relations – Risultati finanziari e presentazioni.

Banca IFIS rientra nella categoria dei c.d. Altri Enti (e, cioè, la categoria degli enti diversi sia dai Grandi Enti sia dagli Enti piccoli e non complessi) e, pertanto, ai fini della produzione dell'informativa di mercato, si attiene alle previsioni ex art. 433 quater del CRR.

In tale ambito, è tenuta a produrre:

  • su base annuale, una informativa di mercato che tenga conto dell'intera "parte otto" del CRR;
  • su base semestrale, una informativa di mercato che tenga conto del solo Art. 447 (metriche principali) del CRR.

1.2. Struttura del documento

Il PILLAR III pubblicato da Banca IFIS è stato redatto nel rispetto del seguente schema, i cui capitoli, paragrafi e sottoparagrafi sono stati previsti in relazione a quanto specificamente indicato dalle tabelle qualitative del Regolamento di Esecuzione (UE) 2021/637 nonché, per quanto attiene al rischio di tasso di interesse sul banking book, del Regolamento di Esecuzione (UE) 2022/631. Inoltre, per ciascuna delle tematiche su cui la Banca è tenuta a fornire specifica disclosure, è stata prevista una sezione dedicata all'informativa quantitativa in cui sono riportate tutte le tabelle analitiche

espressamente richieste dalla citata disciplina e, laddove opportuno ai fini di una più agevole interpretazione delle relative informazioni, un breve commento esplicativo delle stesse.

Tabella 1 - Struttura del documento e fonti normative di esecuzione
-- -- ---------------------------------------------------------------------
Capitolo Titolo Paragrafo Sotto Paragrafo Fonte Normativa Articolo Titolo Articolo
1 INTRODUZIONE Contesto normativo
Struttura del
documento
NA NA NA NA
IL GRUPPO BANCA IFIS Metriche principali Metodologia di valutazione
dell'adeguatezza del
capitale interno
Risultati del processo di
valutazione
dell'adeguatezza del
capitale interno
Informativa quantitativa
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 1 Informativa sulle
metriche principali
e sul quadro
d'insieme degli
importi delle
esposizioni
ponderati per il
rischio
2 Obiettivi e politiche di
gestione del rischio
Dichiarazione ai sensi
dell'articolo 435, paragrafo
1, lettere e) ed f), del
Regolamento 575/2013
Struttura di governance per
ogni tipologia di rischio
Strategie e processi per la
gestione dei rischi per
ciascuna categoria di
rischio
Informativa sui sistemi di
governance
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 2 Informativa su
obiettivi e
politiche di
gestione del
rischio
Ambito di applicazione Informativa qualitativa
Informativa quantitativa
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 3 Informativa
sull'ambito di
applicazione
3 ADEGUATEZZA
PATRIMONIALE
Fondi propri Fondi propri e coefficienti
patrimoniali consolidati al
31 dicembre 2024
Informativa in merito al
Debito Sovrano
Attività fiscali
Principali caratteristiche
degli strumenti di fondi
propri regolamentari e degli
strumenti di passività
ammissibili
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 4 Informativa sui
fondi propri
Riserva di capitale
anticiclica
Informativa quantitativa
Informativa quantitativa
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 5 Informativa sulle
riserve di capitale
anticicliche
4 LEVA FINANZIARIA Coefficiente di leva
finanziaria
Processo di gestione del
rischio di leva finanziaria
Fattori che hanno avuto
impatto sulla variazione del
coefficiente di leva
finanziaria
Informativa quantitativa
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 6 Informativa sul
coefficiente di
leva finanziaria
5 RISCHIO DI LIQUIDITA' Requisiti in materia di
liquidità
Strategie e processi per la
gestione del rischio di
liquidità
Struttura organizzativa della
funzione di gestione del
rischio di liquidità
Gestione della liquidità
infragruppo
Piani di finanziamento di
emergenza
Prove di stress sul rischio di
liquidità
Liquidity Coverage ratio
Informativa quantitativa
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 7 Informativa sui
requisiti in materia
di liquidità
6 RISCHIO DI CREDITO Esposizioni al rischio di
credito
Modello di business ed
assunzione del rischio di
credito
Strategie e processi di
gestione del rischio di
credito
Organizzazione della
funzione di gestione e
controllo del rischio di
credito
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 8 Informativa sulle
esposizioni al
rischio di credito e
al rischio di
diluizione e sulla
qualità creditizia

Capitolo Titolo Paragrafo Sotto Paragrafo Fonte Normativa Articolo Titolo Articolo
Coordinamento tra funzioni
di controllo interno
Esposizioni scadute e
deteriorate
Rettifiche di valore su
crediti
Informativa quantitativa
Informativa
Tecniche di REGOLAMENTO DI sull'uso di
attenuazione del Informativa quantitativa ESECUZIONE (UE) Art. 9 tecniche di
rischio di credito 2021/637 attenuazione del
rischio di credito
Informativa
Metodo STD per la Informativa qualitativa REGOLAMENTO DI sull'uso del
misurazione del rischio Informativa quantitativa ESECUZIONE (UE) Art. 10 metodo
di credito 2021/637 standardizzato
Informativa sui
finanziamenti
specializzati e
Finanziamenti REGOLAMENTO DI sulle esposizioni
specializzati e
strumenti di capitale
Informativa quantitativa ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 12 in strumenti di
capitale secondo
il metodo della
ponderazione
semplice
Informativa qualitativa Informativa sulle
7 RISCHIO DI CONTROPARTE Esposizione al rischio REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
Art. 13 esposizioni al
di controparte Informativa quantitativa 2021/637 rischio di
controparte
Informativa qualitativa REGOLAMENTO DI Informativa sulle
8 CARTOLARIZZAZIONI Posizioni verso la ESECUZIONE (UE) Art. 14 esposizioni in
cartolarizzazione Informativa quantitativa 2021/637 posizioni verso la
cartolarizzazione
Strategie e processi
dell'ente per la gestione del
rischio di mercato Informativa
sull'uso del
Struttura e organizzazione REGOLAMENTO DI metodo
9 RISCHIO DI MERCATO Esposizione al rischio della funzione di gestione ESECUZIONE (UE) Art. 15 standardizzato e
di mercato del rischio di mercato 2021/637 dei modelli interni
Sistemi di segnalazione e di per il rischio di
mercato
misurazione del rischio
Informativa quantitativa
Obiettivi e politiche di REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
Art. 16
gestione del rischio Informativa sul
rischio operativo
Esposizione al rischio operativo
10 RISCHIO OPERATIVO operativo Metodi di valutazione dei
requisiti minimi di fondi
propri
2021/637
Informativa quantitativa
Il processo di gestione del
rischio di tasso di interesse
REGOLAMENTO DI Informativa sulle
RISCHIO DI
TASSO DI
INTERESSE SUL
BANKING
BOOK
Esposizione al rischio
di tasso di interesse su
posizioni non incluse
nel portafoglio di
negoziazione
sul banking book ESECUZIONE (UE)
2021/631CHE
MODIFICA IL
REGOLAMENTO DI
Art. 16
bis
esposizioni al
La strategia di attenuazione rischio di tasso di
interesse su
del rischio di tasso di
RISCHIO DI
TASSO DI
INTERESSE
SUL
BANKING
BOOK
interesse sul banking book posizioni non
detenute nel
Analisi dei risultati ESECUZIONE (UE) portafoglio di
11 Informativa quantitativa 2021/637 negoziazione
Esposizione al rischio Il processo di gestione del Circolare Banca d'Italia 285/2013 (e.s.a)
RISCHIO DI di differenziale
creditizio su posizioni
non incluse nel
portafoglio di
rischio di differenziale Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1:
DIFFERENZIALE creditizio sul banking book - Sezione III, Paragrafo 2.2 (La misurazione dei
CREDITIZIO singoli rischi e la determinazione del capitale interno
SUL BANKING
BOOK
Analisi dei risultati relativo a ciascuno di essi) ;
negoziazione - Allegato A.
Gli organi preposti alla
vigilanza sulle
remunerazioni
Struttura del sistema di
remunerazione del
personale più rilevante
Sistema di Incidenza dei rischi sulle
remunerazione ed
incentivazione di
Gruppo
remunerazioni REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 17 Informativa sulla
politica di
remunerazione
12 REMUNERAZIONI Rapporti tra componenti
fisse e variabile della
remunerazione
La componente variabile
della retribuzione
Il Sistema Incentivante di
breve periodo – Short Term
Incentive

Capitolo Titolo Paragrafo Sotto Paragrafo Fonte Normativa Articolo Titolo Articolo
Piano di Long Term
Incentive (LTI)
Meccanismi di correzione
ex post (malus/claw back)
Informativa quantitativa
12 ATTIVITA' VINCOLATE E NON Attività vincolate e non Informativa quantitativa REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Art. 18 Informativa sulle
attività vincolate e
non vincolate
14 DICHIARAZIONE DEL
DIRIGENTE PREPOSTO ALLA
REDAZIONE DEI DOCUMENTI
CONTABILI SOCIETARI
- - TUF - TESTO UNICO
DELLA FINANZA
Art. 154
bis
comma
2
Dirigente preposto
alla redazione dei
documenti
contabili societari

Tabella 2 - Tabelle quali – quantitative della normativa di esecuzione e riferimenti al Regolamento 575/13 (come modificato dal Regolamento 876/19)

Articolo Titolo Articolo Tabelle qualitative Tabelle quantitative Riferimenti puntuali al Regolamento UE N.
575/13
Art. 1 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sulle
metriche principali e
sul quadro d'insieme
degli
importi
delle
esposizioni ponderati
per
il
rischio
EU OVC: Informazioni
ICAAP
EU KM1: Metriche principali
EU OV1: Quadro sinottico
degli
importi
complessivi
dell'esposizione
al
rischio
EU INS1: Partecipazioni in
assicurazioni
Articolo 447, lettere da a) a g), e articolo 438,
lettera b), del regolamento (UE) n. 575/2013
utilizzando
il
modello
EU
KM1
Articolo 438, lettera d), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU OV1
Articolo 438, lettere a) e c), del regolamento (UE)
n. 575/2013 utilizzando la tabella EU OVC
Articolo 438, lettere f) e g), del regolamento (UE)
n. 575/2013 utilizzando i modelli EU INS1 ed EU
INS2
Art. 2 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa su obiettivi
e politiche di gestione
del rischio
EU OVA: Metodo di
gestione del rischio
dell'Ente
EU OVB: Informativa
sui
sistemi
di
governance
Gli enti pubblicano le informazioni di cui
all'articolo 435 del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando le tabelle EU OVA ed EU
OVB
Art. 3 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sull'ambito
di
applicazione
EU LIA:
Descrizione
delle differenze tra gli
ambiti
di
consolidamento
(soggetto
per
soggetto)
EU
LIB:
Altre
informazioni
qualitative sull'ambito
di applicazione
EU LI1: Differenze tra l'ambito
del consolidamento contabile
e quello del consolidamento
prudenziale e associazione
delle categorie di bilancio alle
categorie
di
rischio
regolamentari
EU LI2: Principali fonti di
differenze tra gli importi delle
esposizioni determinati a fini
regolamentari
e
i
valori
contabili
nel
bilancio
EU LI3: Descrizione delle
differenze tra gli ambiti di
consolidamento
(soggetto
per
soggetto)
EU PV1: Aggiustamenti per la
valutazione prudente (PVA)
Articolo 436, lettere b) e c), del regolamento (UE)
n. 575/2013 utilizzando i modelli EU LI1 ed EU
LI3
Articolo 436, lettere b) e d), del regolamento (UE)
n. 575/2013 utilizzando il modello EU LI2 e la
tabella
EU
LIA
Articolo 436, lettera e), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU PV1
Articolo 436, lettere f), g) e h), del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando la tabella EU LIB
Art. 4 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa sui fondi
propri
EU
CCA:
principali
caratteristiche
degli
strumenti
di
fondi
propri regolamentari e
degli
strumenti
di
passività ammissibili
EU CC1: Composizione dei
Fondi Propri regolamentari
EU CC2: Riconciliazione dei
fondi propri regolamentari
con lo stato patrimoniale nel
bilancio
sottoposto
a
revisione contabile
IFRS9-FL -
Confronto dei
Fondi Propri, dei coefficienti
patrimoniali
e
di
leva
finanziaria
con
e
senza
l'applicazione di disposizioni
transitorie per l'IFRS9
Articolo 437, lettere a), d), e) ed f), del
regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando i
modelli
EU
CC1
ed
EU
CC2
Articolo 437, lettere b) e c), del regolamento (UE)
n. 575/2013 utilizzando la tabella EU CCA
Art. 5 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sulle
riserve
di
capitale
anticicliche
EU
CCYB1:
Distribuzione
geografica delle esposizioni
creditizie rilevanti ai fini del
calcolo
della
riserva
di
capitale
anticiclica
EU CCYB2: Importo della
riserva di capitale anticiclica
dell'Ente
Articolo 440, lettera a), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CCYB1
Articolo 440, lettera b), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CCYB2
Art. 6 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sul
coefficiente
di
leva
finanziaria
EU
LRA:
Comunicazione
di
informazioni
qualitative
sul
coefficiente
di
leva
finanziaria
EU LR1 - LRSum: Riepilogo
della
riconciliazione
tra
attività contabili e esposizioni
del
coefficiente
di
leva
finanziaria
EULR2 - LRCom: Informativa
armonizzata sul coefficiente
di
leva
finanziaria
Articolo 451, paragrafo 1, lettere a), b) e c), e
all'articolo 451, paragrafi 2 e 3, del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando i modelli EU LR1 -
LRSum, EU LR2 - LRCom ed EU LR3 - LRSpl
Articolo 451, paragrafo 1, lettere d) ed e), del
regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando la
tabella EU LRA

Articolo Titolo Articolo Tabelle qualitative Tabelle quantitative Riferimenti puntuali al Regolamento UE N.
575/13
EU
LR3
-
LRSpl:
Disaggregazione
delle
esposizioni
in
bilancio
(esclusi
derivati,
SFT
e
esposizioni esentate)
Art. 7 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sui
requisiti in materia di
liquidità
EU LIQA: Gestione del
rischio
di
liquidità
EU LIQB: informazioni
qualitative sull'LCR, ad
integrazione
del
modello EU LIQ1
EU
LIQ1:
Informazioni
quantitative
dell'LCR
EU LIQ2: Coefficiente netto di
finanziamento stabile
Articolo 435, paragrafo 1, e all'articolo 451 bis,
paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013
utilizzando
la
tabella
EU
LIQA
Articolo 451 bis, paragrafo 2, del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando il modello EU LIQ1
e
la
tabella
EU
LIQB
Articolo 451 bis, paragrafo 3, del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando il modello EU LIQ2
Art. 8 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sulle
esposizioni al rischio
di credito e al rischio di
diluizione
e
sulla
qualità creditizia
EU CRA: Informazioni
qualitative generali sul
rischio
di
credito
EU
CRB:
Ulteriori
informazioni
da
pubblicare
sulla
qualità creditizia degli
attivi
EU CR1: Esposizioni in bonis
ed esposizioni deteriorate e
relativi accantonamenti
CR1-A:
Durata
delle
esposizioni
EU CR2: Variazioni dello stock
di prestiti e anticipazioni
deteriorati
EU CQ1:
Qualità creditizia
delle esposizioni oggetto di
misure di concessione
EU CQ2: Qualità delle misure
di concessione
EU CQ3:
Qualità creditizia
delle esposizioni in bonis e
deteriorate suddivise in base
ai giorni di arretrati
EU
CQ4:
Qualità
delle
esposizioni deteriorate per
zona geografica
EU CQ5: Qualità creditizia dei
prestiti e delle anticipazioni a
società non finanziarie per
settore economico
EU CQ6: Valutazione delle
garanzie reali -
prestiti e
anticipazioni
EU
CQ7:
Garanzie
reali
ottenute
acquisendone
il
possesso e tramite procedure
di escussione
EU
CQ8:
Garanzie
reali
ottenute
acquisendone
il
possesso e tramite procedure
di
escussione
-
disaggregazione
per
anzianità
Articolo 435, paragrafo 1, lettere a), b), d) ed f),
del regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando la
tabella EU CRA
Articolo 442, lettere a) e b), del regolamento (UE)
n. 575/2013 utilizzando la tabella EU CRB
Articolo 442, lettera d), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CQ3
Articolo 442, lettera g), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CR1-A
Articolo 442, lettera f), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CR2
Articolo 442, lettere c), e) ed f), del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando i modelli EU CR1,
EU CQ1, EU CQ7, EU CQ4 (colonne a, c, e, f e g),
EU CQ5 (colonne a, c, e, f, g)
Articolo 442, lettere c), e) ed f), del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando i modelli EU CR1,
EU CQ1 ed EU CQ7, il modello EU CQ4 (colonne
a, c, e, f, g) e il modello EU CQ5 (colonne a, c, e,
f)
Art. 9 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa sull'uso di
tecniche
di
attenuazione
del
rischio di credito
EU CRC: Obblighi di
informativa qualitativa
sulle tecniche di CRM
EU CR2A: Variazioni dello
stock
di
prestiti
e
anticipazioni
deteriorati
e
relativi
recuperi
netti
accumulati
EU CR3 – Tecniche di CRM -
Quadro d'insieme: informativa
sull'uso
di
tecniche
di
attenuazione del rischio di
credito
Articolo 453, lettere da a) a e), del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando la tabella EU CRC
Articolo 453, lettera f), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CR3
Art. 10 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sull'uso
del
metodo
standardizzato
EU CRD: obblighi di
informativa qualitativa
sul
metodo
standardizzato
EU
CR4

Metodo
standardizzato: esposizione
al rischio di credito ed effetti
della
CRM
EU
CR5:
Metodo
standardizzato
EU CC1: Composizione dei
fondi propri regolamentari
Articolo 444, lettere da a) a d), del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando la tabella EU CRD
Articolo 453, lettere g), h) e i), e all'articolo 444,
lettera e), del regolamento (UE) n. 575/2013
utilizzando
il
modello
EU
CR4
Articolo 444, lettera e), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CR5 e, per le
informazioni sui valori delle esposizioni dedotti
dai fondi propri di cui al medesimo articolo,
utilizzando il modello EU CC1
Art. 12 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sui
finanziamenti
specializzati e sulle
esposizioni
in
strumenti di capitale
secondo
il
metodo
della
ponderazione
semplice
EU CR10:
Esposizioni da
finanziamenti specializzati e
in strumenti di capitale in
base
al
metodo
della
ponderazione semplice
Articolo 438, lettera e), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CR10
Art. 13 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sulle
esposizioni al rischio
di controparte
EU CCRA: Informativa
qualitativa sul CCR
EU
CCR1:
Analisi
dell'esposizione al CCR per
metodo
EU
CCR2:
Operazioni
Articolo 439, lettere a), b), c) e d), del
regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando la
tabella
EU
CCRA
Articolo 439, lettere f), g), k) ed m), del

Articolo Titolo Articolo Tabelle qualitative Tabelle quantitative Riferimenti puntuali al Regolamento UE N.
575/13
soggette a requisiti di fondi
propri per il rischio di CVA
EU
CCR3

Metodo
standardizzato:
esposizioni
soggette al CCR per classe di
esposizioni regolamentare e
ponderazione
del
rischio
EU CCR5: Composizione delle
garanzie
reali
per
le
esposizioni soggette al CCR
EU CCR6: Esposizioni
in
derivati
su
crediti
EU CCR8: Esposizioni verso
CCP
regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando il
modello
EU
CCR1
Articolo 439, lettera h), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CCR2
Articolo 439, lettera l), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il
modello
EU CCR3
Articolo 439, lettera e), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CCR5
Articolo 439, lettera j), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CCR6
Articolo 438, lettera h), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CCR7
Articolo 439, lettera i), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU CCR8
Art. 14 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sulle
esposizioni
in
posizioni
verso
la
cartolarizzazione
EU SECA: obblighi di
informativa qualitativa
sulle esposizioni verso
la cartolarizzazione
EU SEC1: esposizioni verso la
cartolarizzazione esterne al
portafoglio di negoziazione
EU SEC2: esposizioni verso la
cartolarizzazione incluse nel
portafoglio di negoziazione
EU SEC3 – Esposizioni verso
la cartolarizzazione esterne al
portafoglio di negoziazione e
relativi requisiti patrimoniali
regolamentari: l'ente agisce in
qualità
di
cedente
o
promotore
EU SEC4 – Esposizioni verso
la cartolarizzazione esterne al
portafoglio di negoziazione e
relativi requisiti patrimoniali
regolamentari: l'ente agisce in
qualità
di
investitore
EU
SEC5

Esposizioni
cartolarizzate
dall'ente:
esposizioni in stato di default
e rettifiche di valore su crediti
specifiche
Articolo 449, lettere da a) a i), del regolamento
(UE) n. 575/2013 utilizzando la tabella EU SECA
Articolo 449, lettera j), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando i modelli EU SEC1 ed EU
SEC2
Articolo 449, lettera k), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando i modelli EU SEC3 ed EU
SEC4
Articolo 449, lettera l), del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando il modello EU SEC5
Art. 15 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sull'uso
del
metodo
standardizzato e dei
modelli interni per il
rischio di mercato
EU MRA: Obblighi di
informativa qualitativa
sul rischio di mercato
EU MR1: rischio di mercato in
base
al
metodo
standardizzato
Informazioni
di
cui
all'articolo
445
del
regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando il
modello
EU
MR1
Informazioni riguardanti il rischio di mercato di
cui all'articolo 435, paragrafo 1, lettere da a) a d),
del regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando la
tabella EU MRA
Art. 16 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa sul rischio
operativo
EU ORA: Informazioni
qualitative sul rischio
operativo
EU OR1: Requisiti di fondi
propri per il rischio operativo e
importi
delle
esposizioni
ponderati per il rischio
Informazioni di cui all'articolo 435, all'articolo
438, lettera d), e agli articoli 446 e 454 del
regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando la
tabella EU ORA e il modello EU OR1
Art. 16 bis Istruzioni
per
la
compilazione
degli
schemi informativi sul
rischio di tasso di
interesse su posizioni
non
incluse
nel
portafoglio
di
negoziazione
EU
IRRBBA:
Informazioni
qualitative sui rischi di
tasso di interesse delle
attività
esterne
al
portafoglio
di
negoziazione
EU IRRBB1: Rischi di tasso di
interesse delle attività esterne
al portafoglio di negoziazione
Informazioni di cui all'art. 448, paragrafo 1,
lettere a) e b) del regolamento (UE) n. 575/2013,
utilizzando il modello EU IIRR1
Informazioni di cui all'art. 448, paragrafo 1,
lettere da c) a g) del regolamento (UE) n.
575/2013 utilizzando la tabella EU IRRBBA
Art. 17 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sulla
politica
di
remunerazione
EU REMA: Politica di
remunerazione
EU REM1:
Remunerazione
riconosciuta per l'esercizio
EU REM2: Pagamenti speciali
al personale le cui attività
professionali
hanno
un
impatto rilevante sul profilo di
rischio dell'ente (personale
più
rilevante)
EU REM3:
Remunerazione
differita
EU REM4: Remunerazione di
1 milione di EUR o più per
esercizio
EU REM5: Informazioni sulla
remunerazione del personale
le cui attività professionali
hanno un impatto rilevante sul
profilo di rischio dell'ente
(personale più rilevante)
Articolo 450, paragrafo 1, lettere da a) a f) e
lettere j) e k), e paragrafo 2, utilizzando la tabella
EU
REMA
Articolo 450, paragrafo 1, lettera h), punti i) e ii),
del regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando il
modello
EU
REM1
Articolo 450, paragrafo 1, lettera h), punti v), vi) e
vii),
del
regolamento
(UE)
n.
575/2013
utilizzando il modello EU REM2 Articolo 450,
paragrafo 1, lettera h), punti iii) e iv), del
regolamento (UE) n. 575/2013 utilizzando il
modello EU REM3 Articolo 450, paragrafo 1,
lettere g) e i), del regolamento (UE) n. 575/2013
utilizzando i modelli EU REM4 ed EU REM5
Art. 18 -
REGOLAMENTO DI
ESECUZIONE (UE)
2021/637
Informativa
sulle
attività vincolate e non
vincolate
EU AE4: Informazioni
descrittive
di
accompagnamento
EU AE1: Attività vincolate e
non
vincolate
EU
AE2:
Garanzie
reali
ricevute e titoli di debito di
propria
emissione
EU AE3: Fonti di gravame
Articolo 443 del regolamento (UE) n. 575/2013
utilizzando i modelli EU AE1, EU AE2 ed EU AE3
e la tabella EU AE4

2.Il Gruppo Banca Ifis

2.1. Metriche di riferimento

Metodologia di valutazione dell'adeguatezza del capitale interno

Avvalendosi del criterio di proporzionalità, in virtù del quale le banche possono, in sede di applicazione dell'ICAAP, valutare il capitale interno avvalendosi di metodologie semplificate di misurazione, la Capogruppo Banca Ifis ha determinato il capitale interno a fronte dei seguenti rischi quantificabili:

Tabella 3 – Rischi quantificabili

Rischi quantificabili
Rischio di credito e di controparte
Rischi di mercato
Primo Pilastro Rischio di aggiustamento della valutazione del credito
Rischio operativo
Secondo Pilastro Rischio di concentrazione
Rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario
Rischio di differenziale creditizio sul portafoglio bancario
Rischio strategico
Rischio sovrano

La quantificazione del capitale interno considera anche le risultanze delle prove di stress condotte, in modo da allocare risorse patrimoniali in grado di assorbire impatti derivanti da eventi eccezionali ma plausibili.

La determinazione del capitale interno complessivo avviene nelle seguenti fasi:

  • aggregazione dei capitali interni a fronte dei rischi di Primo Pilastro calcolati sulla base delle metodologie standard stabilite dalla normativa ed utilizzate per il calcolo dei requisiti patrimoniali;
  • determinazione dei capitali interni a fronte dei rischi di Secondo Pilastro;
  • calcolo del capitale interno complessivo mediante l'approccio "building block", che consiste nel sommare i capitali interni relativi a tutti i rischi misurati, sia di primo che di secondo pilastro. Questo approccio ipotizza una perfetta correlazione positiva tra i rischi e trascura, quindi, gli eventuali benefici derivanti dalla diversificazione.

Risultati del processo di valutazione dell'adeguatezza del capitale interno

Si riporta di seguito la tabella riepilogativa dei valori dei singoli capitali interni nonché del capitale interno complessivo, stimati su base consolidata al 31/12/2024.

Tabella 4 – Sintesi del capitale interno al 31/12/2024

Sintesi capitale Interno
(unità in milioni di euro)
31-dic-24 Incidenza 24
Rischio di credito, controparte e cartolarizzazioni1 694,03 79,6%
Rischio operativo 83,06 9,5%
Rischio di mercato 3,18 0,4%
Rischio di aggiustamento della valutazione del credito 6,62 0,8%
REQUISITI PATRIMONIALI (RISCHI I° PILASTRO) 786,89 90,3%

1 Nel calcolo è stato imputato anche il "Contributo Default Fund Cassa Compensazione e Garanzia" pari a 28.614 Euro.

Sintesi capitale Interno
(unità in milioni di euro)
31-dic-24 Incidenza 24
Rischio di concentrazione 22,92 2,6%
Rischio di tasso d'interesse del Banking Book 38,98 4,5%
Rischio di differenziale creditizio del Banking Book 17,11 2,0%
Rischio Sovrano 5,58 0,6%
Rischio Strategico 0,00 0,0%
CAPITALE INTERNO COMPLESSIVO (RISCHI I° E II° PILASTRO) 871,47 100,0%
Totale Fondi Propri 1.781,42
CAPITALE DISPONIBILE (Fondi propri – Capitale Interno Complessivo) 909,95

Come si può ben osservare dalle evidenze riportate nella tabella di cui sopra, il requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito è preponderante rispetto agli altri.

Dalle evidenze sopra esposte i fondi propri consolidati sono ampiamente sufficienti a coprire il capitale interno complessivo.

Informativa quantitativa

Tabella 5 – Modello EU KM1: Metriche Principali

31/12/2024 30/06/2024 31/12/2023
Fondi propri disponibili (importi)
1 Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.584 1.570 1.544
2 Capitale di classe 1 1.585 1.571 1.545
3 Capitale totale 1.781 1.803 1.812
Importi dell'esposizione ponderati per il rischio
4 Importo complessivo dell'esposizione al rischio 9.836 10.246 10.390
Coefficienti di capitale (in percentuale dell'importo dell'esposizione ponderato per il rischio)
5 Coefficiente del capitale primario di classe 1 (%) 16,10% 15,32% 14,87%
6 Coefficiente del capitale di classe 1 (%) 16,11% 15,33% 14,87%
7 Coefficiente di capitale totale (in %) 18,11% 17,59% 17,44%
Requisiti aggiuntivi di Fondi Propri per far fronte a rischi diversi dal rischio di leva finanziaria eccessiva (in percentuale dell'importo dell'esposizione
ponderato per il rischio)
EU 7a Requisiti aggiuntivi di Fondi Propri per far fronte a rischi diversi dal rischio di leva
finanziaria eccessiva (in %)
1,80% 1,80% 1,65%
EU 7b Di cui costituiti da capitale CET1 (punti percentuali) 1,00% 1,00% 0,90%
EU 7c Di cui costituiti da capitale di classe 1 (punti percentuali) 1,40% 1,40% 1,25%
EU 7d Requisiti di Fondi Propri SREP totali (%) 9,80% 9,80% 9,65%
Requisito combinato di riserva e requisito patrimoniale complessivo (in percentuale dell'importo dell'esposizione ponderato per il rischio)
8 Riserva di conservazione del capitale (%) 2,50% 2,50% 2,50%
EU 8a Riserva di conservazione dovuta al rischio macroprudenziale o sistemico individuato a
livello di uno Stato membro (%)
- - -
9 Riserva di capitale anticiclica specifica dell'ente (%) 0,04% 0,04% 0,03%
EU 9a Riserva di capitale a fronte del rischio sistemico (%) 0,40% - -
10 Riserva degli Enti a rilevanza sistemica a livello globale (%) - - -
EU
10a
Riserva di altri Enti a rilevanza sistemica (%) - - -
11 Requisito combinato di riserva di capitale (%) 2,94% 2,54% 2,53%
EU
11a
Requisiti patrimoniali complessivi (%) 12,74% 12,34% 12,18%
12 CET1 disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti di Fondi Propri SREP totali (%) 8,31% 7,79% 7,62%
Coefficiente di leva finanziaria
13 Misura dell'esposizione complessiva 14.790 14.212 14.860
14 Coefficiente di leva finanziaria (%) 10,71% 11,05% 10,40%
Requisiti aggiuntivi di Fondi Propri per far fronte al rischio di leva finanziaria eccessiva (in percentuale della misura dell'esposizione complessiva)
EU
14a
Requisiti aggiuntivi di Fondi Propri per far fronte al rischio di leva finanziaria eccessiva (in
%)
- - -
EU
14b
di cui costituiti da capitale CET1 (punti percentuali) - - -
EU
14c
Requisiti del coefficiente di leva finanziaria totali SREP (%) 3,00% 3,00% 3,00%
totale) Riserva del coefficiente di leva finanziaria e requisito complessivo del coefficiente di leva finanziaria (in percentuale della misura dell'esposizione

31/12/2024 30/06/2024 31/12/2023
EU
14d
Requisito di riserva del coefficiente di leva finanziaria (%) - - 0%
EU
14e
Requisito del coefficiente di leva finanziaria complessivo (%) 3,00% 3,00% 3,00%
Coefficiente di copertura della liquidità
15 Totale delle attività liquide di elevata qualità (HQLA) (valore ponderato - media) 913 1.171 1.342
EU
16a
Deflussi di cassa - Valore ponderato totale 495 362 467
EU
16b
Afflussi di cassa - Valore ponderato totale 933 960 883
16 Totale dei deflussi di cassa netti (valore corretto) 124 90 117
17 Coefficiente di copertura della liquidità (%) 738,03% 1.295,33% 1.149,19%
Coefficiente netto di finanziamento stabile
18 Finanziamento stabile disponibile totale 11.011 10.977 11.006
19 Finanziamento stabile richiesto totale 8.193 7.905 8.254
20 Coefficiente NSFR (%) 134,39% 138,86% 133,33%

Tabella 6 – Modello EU OV1: Quadro sinottico degli importi complessivi dell'esposizione al rischio

Importi complessivi dell'esposizione al
rischio (TREA)
Requisiti totali di
Fondi Propri
31/12/2024 31/12/2023 T
1 Rischio di credito (escluso il CCR) 8.508 9.115 681
2 Di cui metodo standardizzato 8.508 9.115 681
3 Di cui metodo IRB di base (F-IRB) - - -
4 Di cui metodo di assegnazione - - -
EU 4a Di cui strumenti di capitale soggetti al metodo della ponderazione
semplice
- - -
5 Di cui metodo IRB avanzato (A-IRB) - - -
6 Rischio di controparte (CCR) 186 161 15
7 Di cui metodo standardizzato - - -
8 Di cui metodo dei modelli interni (IMM) - - -
EU 8a Di cui esposizioni verso una CCP - - -
EU 8b Di cui aggiustamento della valutazione del credito (CVA) 83 89 7
9 Di cui altri CCR 104 72 8
15 Rischio di regolamento -
16 Esposizioni verso le cartolarizzazioni esterne al portafoglio di
negoziazione (tenendo conto del massimale)
64 62 5
17 Di cui metodo SEC-IRBA - - -
18 Di cui metodo SEC-ERBA (compreso IAA) 2 2 0
19 Di cui metodo SEC-SA 37 57 3
EU 19a Di cui 1250 % / deduzione - - -
20 Rischi di posizione, di cambio e di posizione in merci (rischio di mercato) 40 23 3
21 Di cui metodo standardizzato 40 23 3
22 Di cui IMA - - -
EU 22a Grandi esposizioni - - -
23 Rischio operativo 1.038 1.028 83
EU 23a Di cui metodo base 1.038 1.028 83
EU 23b Di cui metodo standardizzato - - -
EU 23c Di cui metodo avanzato di misurazione - - -
24 Importo al di sotto delle soglie per la deduzione (soggetto a fattore di
ponderazione del rischio del 250 %)
45 55 4
29 Totale 9.836 10.390 787

Tabella 7 – Modello EU INS1: Partecipazioni in assicurazioni

Valore
dell'esposizione
Importo
dell'esposizione al
rischio
1 Strumenti di fondi propri detenuti in imprese di assicurazione o di riassicurazione o società di
partecipazione assicurativa non dedotti dai fondi propri
- -

2.2. Obiettivi e politiche di gestione del rischio

Dichiarazione ai sensi dell'articolo 435, paragrafo 1, lettere e) ed f) del Regolamento 575/2013

L'Amministratore Delegato, Frederik Herman Geertman, su mandato del Consiglio di Amministrazione, dichiara ai sensi dell'art, 435 comma 1, lettere e) ed f) del Regolamento 575/2013 (CRR) che:

  • i sistemi di gestione dei rischi messi in atto dal Gruppo Banca Ifis e descritti nel documento "Informativa al Pubblico al 31 dicembre 2024 – Pillar 3", sono in linea con il profilo e la strategia del Gruppo;
  • nel suddetto documento, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, sono rappresentati i profili di rischio complessivo del Gruppo e che gli stessi sono coerenti e raccordati con la strategia aziendale.

Venezia, lì 6 marzo 2025

L'Amministratore Delegato

Frederik Herman Geertman

Struttura di governance per ogni tipologia di rischio

Il complessivo processo di gestione e controllo dei rischi coinvolge, con diversi ruoli, gli organi amministrativi e di controllo delle società del Gruppo e delle Controllate nonché la Direzione Generale della Capogruppo e le strutture operative di tutto il Gruppo.

Nel modello adottato dalla Capogruppo Banca Ifis Spa2 :

  • la funzione di supervisione strategica è svolta dal Consiglio di Amministrazione;
  • l'Organo con funzione di gestione è stato individuato nell'Amministratore Delegato. Alla funzione di gestione partecipano i Condirettori Generali (Chief Operating Officer, Chief Commercial Officer);
  • la funzione di controllo è svolta dal Collegio Sindacale.

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo riveste un ruolo centrale nell'organizzazione societaria in quanto è l'Organo deputato alla determinazione degli indirizzi e degli obiettivi aziendali strategici e alla verifica della loro attuazione, all'applicazione dei piani industriali e di operazioni strategiche, dettando inoltre i principi dell'attività di direzione e coordinamento delle società del Gruppo Banca Ifis S.p.A., nell'interesse dei Soci. Esso svolge una funzione di vigilanza in ordine al

2 Anche le società controllate vigilate domestiche adottano il medesimo modello di governance assegnando:

la funzione di supervisione strategica al Consiglio di Amministrazione;

la funzione di gestione all'Amministratore Delegato;

la funzione di controllo al Collegio Sindacale.

raggiungimento degli obiettivi strategici della Banca e del Gruppo nel suo complesso. In particolare, relativamente al sistema di governo e controllo dei rischi, ha la responsabilità di:

  • definire e approvare gli indirizzi strategici, gli obiettivi di rischio, le linee di indirizzo per la progettazione del sistema dei controlli interni e le politiche di governo dei rischi provvedendo ad un loro riesame periodico grazie anche ad un sistema di flussi informativi accurato, completo e tempestivo;
  • approvare la costituzione della Funzione Internal Audit. i relativi compiti e responsabilità, le modalità di coordinamento e collaborazione, i flussi informativi rivolti alle altre funzioni di controllo e agli Organi Aziendali;
  • su proposta dell'Amministratore Delegato e con il coinvolgimento della Presidenza approvare i) la costituzione delle Unità Organizzative che incardinano le funzioni aziendali di controllo (diverse dall'Internal Audit), i relativi compiti e responsabilità, le modalità di coordinamento e collaborazione, i flussi informativi tra tali unità e tra queste e gli Organi Aziendali; ii) il processo di gestione dei rischi, valutandone la compatibilità con gli indirizzi strategici e le politiche di governo dei rischi; iii) le politiche e i processi di valutazione delle attività aziendali e, in particolare, degli strumenti finanziari; iv) il processo per lo sviluppo e la convalida dei sistemi interni di misurazione dei rischi; v) il processo per l'approvazione di nuovi prodotti e servizi, per l'avvio di nuove attività, per l'inserimento in nuovi mercati, vi) il processo per la gestione del personale dipendente; vii) le politiche in materia di partecipazioni in imprese non finanziarie; viii) la Politica di Gruppo in materia di esternalizzazione di funzioni aziendali; ix) il Codice Etico cui gli Organi Aziendali e i dipendenti sono tenuti ad uniformarsi per l'attenuazione dei rischi operativi e di reputazione; x) i sistemi interni di segnalazione delle violazioni; xi) l'articolazione delle deleghe e dei poteri decisionali coerentemente con le linee strategiche e gli orientamenti al rischio stabiliti, verificandone l'esercizio; xii) con riguardo al rischio di credito e di controparte, le linee generali del sistema di gestione delle tecniche di attenuazione del rischio che presiede all'intero processo di acquisizione, valutazione, controllo e realizzo degli strumenti di attenuazione del rischio utilizzati;
  • provvedere, anche per il tramite delle unità organizzative deputate ai controlli di secondo e terzo livello, a verificare la coerenza tra quanto definito e approvato e la relativa attuazione.

All'interno del Consiglio di Amministrazione sono costituiti:

  • il Comitato Controllo e Rischi, avente funzioni istruttorie di natura propositiva e consultiva di supporto alle delibere del Consiglio di Amministrazione relative, in particolare, al sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
  • il Comitato Nomine, avente funzioni istruttorie di natura propositiva e consultiva di supporto nella nomina e cooptazione dei consiglieri, nell'autovalutazione degli Organi Aziendali (Consiglio di Amministrazione e Amministratore Delegato), nella verifica della presenza in capo agli Organi Aziendali (Consiglio di Amministrazione e Amministratore Delegato) di conoscenze, abilità ed esperienze adeguate a comprendere i rischi di riciclaggio correlati all'attività e al modello di business, nella verifica della sussistenza dei requisiti di

professionalità, onorabilità e indipendenza nonché i criteri di competenza e correttezza degli esponenti aziendali, nella predisposizione dei piani di successione delle posizioni di vertice dell'esecutivo e ne coordina il processo;

• il Comitato Remunerazioni, con funzioni istruttorie di natura propositiva e consultiva di supporto del Consiglio di Amministrazione nella definizione delle politiche di remunerazione ed incentivazione di Gruppo.

All'interno del Consiglio di Amministrazione sono nominati:

  • Esponente Responsabile per l'Antiriciclaggio3 , che costituisce il principale punto di contatto tra il responsabile della Funzione Antiriciclaggio, il Consiglio di Amministrazione e l'Amministratore Delegato (salva l'ipotesi in cui Esponente e Amministratore Delegato coincidano) e assicura che questi ultimi abbiano le informazioni necessarie per comprendere pienamente la rilevanza dei rischi di riciclaggio cui la Banca è esposta, ai fini dell'esercizio delle rispettive attribuzioni.
  • Esponente Responsabile per l'Antiriciclaggio di Gruppo, che costituisce il principale punto di contatto tra il Responsabile della Funzione Antiriciclaggio di Gruppo, il Consiglio di Amministrazione e l'Amministratore Delegato di Capogruppo (salva naturalmente l'ipotesi in cui Esponente e Amministratore Delegato coincidano) e assicura che: i) questi ultimi abbiano le informazioni necessarie per comprendere pienamente la rilevanza dei rischi di riciclaggio cui la Capogruppo e le Controllate del Gruppo Bancario sono esposte, ai fini dell'esercizio delle rispettive attribuzioni; ii) il Responsabile della Funzione Antiriciclaggio di gruppo svolga in maniera efficace i propri compiti. L'Esponente Responsabile per l'Antiriciclaggio di Gruppo svolge inoltre un ruolo di coordinamento degli Esponenti Responsabili per l'Antiriciclaggio delle Controllate, incluse le Controllate di diritto estero.

La funzione di gestione è svolta dall'Amministratore Delegato che la esercita anche avvalendosi dei Condirettori Generali. È responsabile dell'attuazione degli orientamenti strategici, del Risk Appetite Framework e delle politiche di governo dei rischi definiti dal Consiglio di Amministrazione cui riporta direttamente in proposito, nonché dell'adozione di tutti gli interventi necessari ad assicurare l'aderenza dell'organizzazione e del sistema dei controlli interni ai principi e requisiti regolamentari applicabili, monitorandone nel continuo il rispetto. A tale scopo definisce e cura l'attuazione dei processi di gestione dei rischi.

Sono stati costituiti i seguenti Comitati di Direzione:

  • Comitato Finanza, avente compiti di natura consultiva, propositiva e deliberativa, , nei limiti previsti e nelle modalità definiti dal Consiglio di Amministrazione, relativamente alle tematiche di asset & liability management e di liquidità e di gestione del portafoglio di proprietà della Banca presidiate rispettivamente dal Comitato Tecnico ALM e dal Comitato Tecnico Finanza Proprietaria, costituiti al suo interno;
  • Comitato di Direzione, avente funzione di supporto all'Amministratore Delegato nell'attuazione ed esecuzione delle linee guida dell'attività di impresa deliberate dal Consiglio

3 Anche le società controllate vigilate domestiche nominano l'Esponente Responsabile per l'Antiriciclaggio.

di Amministrazione verificando costantemente l'andamento economico, lo sviluppo dei programmi, i piani e le iniziative rilevanti per il Gruppo;

  • Comitato Brand & Sport, avente il compito di promuovere la diffusione interna ed esterna dell'immagine della Banca e del Gruppo nel suo compresso, curandone la brand identity e di definire e approvare le iniziative ad elevato impatto sull'immagine della Banca;
  • Comitato Illiquidi, avente funzione consultiva e di coordinamento relativa all'analisi delle iniziative e delle posizioni di portafoglio con riferimento agli investimenti in attivi finanziari illiquidi della Banca;
  • Comitato Crediti, avente il compito di valutare in forma collegiale, nell'ambito delle autonomie conferite dal sistema delle deleghe di assunzione del rischio di credito e dal sistema delle deleghe di gestione del rischio di credito, le operazioni creditizie originate dalla filiera del Condirettore Generale Chief Commercial Officer e dalla Direzione Lending;
  • Comitato Prodotti, avente il compito di governare il catalogo prodotti attraverso il vaglio preliminare delle nuove business idea aventi ad oggetto lo sviluppo di nuovi prodotti o la modifica sostanziale di quelli già esistenti;
  • Comitato di Qualità Operativa, avente lo scopo di tracciare, condividendoli, i miglioramenti operativi che permettano di affinare nel continuo l'attenzione della Banca verso l'impianto normativo interno/esterno e la sicurezza informatica;
  • Comitato Sostenibilità, ha funzioni di natura istruttoria, propositiva e consultiva nell'ambito del processo valutativo e decisionale della Banca e del Gruppo avente ad oggetto Tematiche ESG in qualunque sede trattate, collaborando con i competenti Organi Aziendali e le competenti strutture della Banca;
  • Comitato Arte, ha funzioni di natura istruttorie, propositive, consultive e deliberative in relazione ai progetti di mecenatismo e investimento in ambito artistico e culturale e di valorizzazione del patrimonio del Gruppo.

Il Collegio Sindacale vigila sull'osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie, sulla corretta amministrazione, sulla adeguatezza degli assetti contabili ed organizzativi della Banca, sulle funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni. Considerata la pluralità di funzioni e strutture aziendali aventi compiti e responsabilità di controllo, tale Organo è tenuto ad accertare l'efficacia di tutte le strutture e funzioni coinvolte nel sistema dei controlli interni e l'adeguato coordinamento delle medesime, promuovendo gli interventi correttivi delle carenze e delle irregolarità rilevate. Per l'importanza che detti compiti rivestono ai fini della vigilanza, il Collegio Sindacale informa senza indugio la Banca d'Italia di tutti i fatti e gli atti di cui venga a conoscenza che possano costituire una irregolarità nella gestione della Banca o una violazione delle norme disciplinanti l'attività bancaria.

Il sistema dei controlli interni

Il Sistema dei Controlli Interni del Gruppo Banca Ifis riveste un ruolo centrale nell'organizzazione aziendale. Esso rappresenta un elemento fondamentale di conoscenza per gli Organi Aziendali in modo da i) garantire piena consapevolezza della situazione ed un efficace presidio dei rischi

aziendali e delle loro interrelazioni; ii) orientare i mutamenti delle linee strategiche e delle politiche aziendali; iii) adattare in modo coerente il contesto organizzativo; iv) presidiare la funzionalità dei sistemi gestionali e il rispetto degli istituti di vigilanza prudenziale; v) favorire la diffusione di una corretta cultura dei rischi, della legalità e dei valori aziendali.

Esso è costituito dall'insieme delle regole, delle funzioni, delle strutture, delle risorse, dei processi e delle procedure che mirano ad assicurare, nel rispetto della sana e prudente gestione, il conseguimento delle seguenti finalità:

  • la verifica dell'attuazione delle strategie e delle politiche aziendali;
  • il contenimento del rischio entro i limiti indicati nel quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio della Banca (Risk Appetite Framework - "RAF");
  • la salvaguardia del valore delle attività e la protezione dalle perdite;
  • l'efficacia e l'efficienza dei processi aziendali;
  • l'affidabilità e la sicurezza delle informazioni aziendali e delle procedure informatiche;
  • la prevenzione del rischio che la Banca sia coinvolta, anche involontariamente, in attività illecite (con particolare riferimento a quelle connesse con il riciclaggio, l'usura ed il finanziamento al terrorismo);
  • la conformità delle operazioni con la legge e la normativa di vigilanza, nonché con le politiche, i regolamenti e le procedure interne.

Presupposto di un sistema dei controlli interni completo e funzionale è l'esistenza di una organizzazione aziendale adeguata ad assicurare la sana e prudente gestione della Banca e l'osservanza delle disposizioni applicabili.

In tale ambito il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce l'assetto complessivo di governo e approva l'assetto organizzativo di Banca Ifis e delle sue Controllate garantendo la chiara distinzione di compiti e funzioni nonché la prevenzione dei conflitti di interesse e in particolare la necessaria separatezza tra le funzioni operative e quelle di controllo, ne verifica la corretta attuazione e promuove tempestivamente le misure correttive a fronte di eventuali lacune o inadeguatezze.

La Capogruppo Banca Ifis S.p.A. formalizza e rende noti alle Controllate i criteri che presiedono le diverse fasi che costituiscono il processo di gestione dei rischi. Essa, inoltre, convalida i processi di gestione dei rischi all'interno del Gruppo. Per quanto riguarda in particolare il rischio di credito, la Capogruppo fissa i criteri di valutazione delle posizioni e crea una base informativa comune che consenta alle Controllate di conoscere l'esposizione dei clienti nei confronti del Gruppo nonché le valutazioni inerenti alle posizioni dei soggetti affidati. La Capogruppo decide in merito all'adozione dei sistemi interni di misurazione dei rischi e ne determina le caratteristiche essenziali, assumendosi la responsabilità della realizzazione del progetto nonché della supervisione sul corretto funzionamento di tali sistemi e sul loro costante adeguamento sotto il profilo metodologico, organizzativo e procedurale.

La Capogruppo impartisce inoltre alle Controllate gli indirizzi per la progettazione del sistema dei controlli interni aziendali. Le Controllate si dotano di un sistema dei controlli interni che sia coerente con la strategia e la politica del Gruppo in materia di controlli, fermo restando il rispetto della disciplina eventualmente applicabile su base individuale. È comunque necessario che la Capogruppo, nel rispetto dei vincoli locali, adotti tutte le iniziative atte a garantire standard di controllo e presidi comparabili a quelli previsti dalle disposizioni di vigilanza italiane, anche nei casi in cui la normativa estera non preveda analoghi livelli di attenzione.

Per verificare la rispondenza dei comportamenti delle Società appartenenti al Gruppo agli indirizzi della Capogruppo, nonché l'efficacia del sistema dei controlli interni, la Capogruppo si attiva affinché, nei limiti dell'ordinamento, la funzione di revisione interna a livello consolidato effettui periodicamente verifiche in loco sulle componenti del Gruppo, tenuto conto della rilevanza delle diverse tipologie di rischio assunte dalle diverse entità.

Il sistema dei controlli interni è progettato tenendo conto della normativa applicabile e delle peculiarità del business esercitato sia da Banca Ifis S.p.A. sia dalle sue Controllate e prevede, in linea generale, l'istituzione delle funzioni aziendali di controllo. Tale regola può essere derogata in ragione delle caratteristiche operative, nonché del limitato livello di rischio apportato dalle singole società al Gruppo.

Alla data del presente documento, le funzioni di controllo di Ifis NPL Investing S.p.A., Ifis NPL Servicing S.p.A., Banca Credifarma S.p.A., Cap.Ital. Fin S.p.A. sono accentrate presso la Capogruppo, mentre con riferimento a Ifis Finance IFN SA sono state costituite e accentrate in Capogruppo la funzione di revisione interna e la funzione di controllo dei rischi. Con riferimento, infine, a Ifis Rental Services, Ifis Npl 2021-1 SPV S.r.l. e Ifis Finance Sp. z o.o, viste le caratteristiche operative nonché il limitato livello di rischio delle stesse apportato al Gruppo, non sono state istituite le funzioni di controllo. Presso Ifis Finance Sp. z o.o, però, nel rispetto della normativa locale vigente, si è comunque provveduto alla designazione di un membro del relativo Board quale responsabile degli adempimenti in materia di antiriciclaggio.

I controlli coinvolgono, con diversi ruoli, gli Organi Aziendali delle società del Gruppo e delle Controllate, la Direzione Generale della Capogruppo e tutto il personale del Gruppo.

Di seguito sono evidenziate alcune tipologie:

  • i controlli di primo livello o di linea, diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni. Essi sono effettuati dalle stesse strutture produttive ovvero eseguiti nell'ambito dell'attività di back office. Le strutture operative sono le prime responsabili del processo di gestione dei rischi: nel corso dell'operatività giornaliera tali strutture devono identificare, misurare o valutare, monitorare, attenuare e riportare i rischi derivanti dall'ordinaria attività aziendale in conformità con il processo di gestione dei rischi; esse devono rispettare i limiti operativi loro assegnati coerentemente con gli obiettivi di rischio e con le procedure in cui si articola il processo di gestione dei rischi;
  • i controlli di secondo livello, svolti dal Risk Management, dalla Compliance e dall'Anti-Money Laundering, hanno l'obiettivo di assicurare la corretta attuazione del processo di gestione dei

rischi, il rispetto dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni, la conformità dell'operatività aziendale alle norme, incluse quelle di autoregolamentazione;

• i controlli di terzo livello" svolti dall'Internal Audit, sono volti a individuare violazioni delle procedure e della regolamentazione nonché a valutare periodicamente la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità (in termini di efficienza ed efficacia) e l'affidabilità del sistema dei controlli interni e del sistema informativo, con cadenza prefissata in relazione alla natura e all'intensità dei rischi.

Gli Organi Aziendali promuovono una cultura aziendale che valorizzi la funzione di controllo: tutti i livelli di personale all'interno dell'organizzazione devono essere consapevoli del ruolo ad essi attribuito nel sistema dei controlli interni ed esserne pienamente coinvolti.

I ruoli dei diversi attori del sistema dei controlli interni (Consiglio di Amministrazione, Comitato Controllo e Rischi, l'Esponente Responsabile per l'Antiriciclaggio, l'Esponente Responsabile per l'Antiriciclaggio di Gruppo, Amministratore Delegato, Organismo di Vigilanza ai sensi del D.lgs. 231/2001, Funzione Internal Audit, Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Funzione di Risk Management, Funzione di Compliance e Funzione Antiriciclaggio) sono dettagliatamente descritti nella Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari predisposta in conformità al terzo comma dell'art. 123 bis del D.lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (TUF) e successivi aggiornamenti, la cui ultima versione è approvata dal Consiglio di Amministrazione in data 9 marzo 2023 e pubblicata sul sito internet della Banca nella sezione Corporate Governance.

Brevemente, in aggiunta a quanto già riportato nel precedente paragrafo in termini di ruoli e compiti svolti dagli Organi Aziendali, si riassumono nel seguito i ruoli e i compiti assegnati ai restanti attori del sistema dei controlli interni, in particolare:

  • Organismo di Vigilanza ai sensi del D. Lgs. 231/2001: per la completa osservanza ed interpretazione del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 di Banca Ifis è istituito con delibera del Consiglio d'Amministrazione del 26 ottobre 2004, l'Organismo di Vigilanza4 . I membri dell'Organismo sono scelti tra soggetti qualificati ed esperti in ambito legale o contabile o fiscale, dotati di adeguata professionalità nelle anzidette materie ed in possesso dei requisiti di indipendenza e di autonomia. I membri dell'Organismo non sono soggetti, in tale qualità e nell'ambito dello svolgimento della propria funzione, al potere gerarchico e disciplinare di alcun organo o funzione societaria. L'Organismo di Vigilanza è composto da un Sindaco, a scelta del Collegio Sindacale, dai Responsabili, tempo per tempo in carica, delle funzioni Internal Audit e Compliance oltre che da due consiglieri indipendenti, a scelta del Consiglio di Amministrazione, uno dei quali con l'incarico di presidente;
  • Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili: il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili, coerentemente con quanto previsto dall'art. 154-bis TUF, provvede ad assicurare l'attendibilità della situazione patrimoniale, economica e finanziaria

4 Anche le società controllate domestiche hanno istituito il proprio Organismo di Vigilanza, composto da un Sindaco, a scelta del Collegio Sindacale, e dai Responsabili, tempo per tempo in carica, delle funzioni Internal Audit e Compliance.

della Banca e del Gruppo contribuendo alla complessiva valutazione di adeguatezza del sistema di controllo interno sull'informativa finanziaria;

  • Funzione Internal Audit: l'Internal Audit della Capogruppo controlla, in un'ottica di controlli di terzo livello, anche con verifiche in loco, il regolare andamento dell'operatività e l'evoluzione dei rischi con un approccio risk based, e verifica la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità (in termini di efficienza ed efficacia) e l'affidabilità della struttura organizzativa, e delle altre componenti del sistema dei controlli interni e del sistema informativo, portando all'attenzione degli Organi Aziendali della Capogruppo e, se del caso, delle Controllate i possibili miglioramenti, con particolare riferimento al Risk Appetite Framework - "RAF" di Gruppo, al processo di gestione dei rischi nonché agli strumenti di misurazione e controllo degli stessi. Sulla base dei risultati dei propri controlli l'Internal Audit formula rilievi e/o raccomandazioni alle altre Funzioni aziendali siano esse operative o di controllo;
  • Funzione Risk Management: la funzione di controllo Risk Management della Capogruppo; è coinvolta nella definizione del Risk Appetite Framework - "RAF", delle politiche di governo dei rischi e delle varie fasi che costituiscono il processo di gestione dei rischi nonché nella fissazione dei limiti operativi all'assunzione delle varie tipologie di rischio. In tale ambito, ha, tra l'altro, il compito di proporre i parametri quantitativi e qualitativi necessari per la definizione del Risk Appetite Framework - "RAF", che fanno riferimento anche a scenari di stress e, in caso di modifiche del contesto operativo interno ed esterno della Banca, l'adeguamento di tali parametri. Inoltre, verifica l'adeguatezza del Risk Appetite Framework - "RAF" nonché, nel continuo, del processo di gestione dei rischi e dei limiti operativi;
  • Funzione Compliance: la funzione di controllo Compliance della Capogruppo presiede, secondo un approccio risk based, alla gestione del rischio di non conformità con riguardo a tutta l'attività aziendale. Ciò attraverso la valutazione dell'adeguatezza delle procedure interne a prevenire la violazione di norme esterne (leggi e regolamenti) e di autoregolamentazione (ad esempio codici di condotta e codici etici) applicabili sia alla Banca sia alle sue Controllate. Inoltre, Compliance fornisce consulenza e assistenza agli Organi Aziendali in tutte le materie in cui assume rilievo il rischio di non conformità;
  • Funzione Antiriciclaggio: la funzione di controllo Antiriciclaggio della Capogruppo verifica nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l'obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di norme esterne (leggi e regolamenti) e di autoregolamentazione in materia di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.

Strategie e processi per la gestione dei rischi per ciascuna categoria di rischio

L'individuazione dei rischi e l'aggiornamento periodico della tassonomia viene effettuata dal Risk Management e sottoposta all'Internal Audit per relativa condivisione.

Tale identificazione e valutazione dei rischi si integra con la fase di definizione del Risk Appetite Framework e costituisce la cornice all'interno della quale si sviluppano tutte le altre attività di misurazione, valutazione e monitoraggio dei rischi. Al fine di valutare la rilevanza potenziale dei diversi rischi all'interno del Gruppo sono stati considerati i seguenti driver:

  • modello di business;
  • piano strategico;
  • numerosità delle unità operative generatrici del rischio;
  • assorbimento patrimoniale (ove applicabile);
  • livello attuale di esposizione al rischio (ove misurabile/ valutabile);
  • opportuni driver definiti ad hoc e descritti in seguito;
  • elementi potenzialmente forieri di rischi operativi / di reputazione insiti nell'attività caratteristica.

La rilevanza potenziale dei singoli rischi viene sintetizzata su una scala a tre valori (Alta, Media, Bassa) sulla base di una valutazione soggettiva congiunta delle funzioni di controllo della Capogruppo (cd. approccio judgemental).

La Capogruppo, ai fini dei processi di gruppo per la valutazione dell'adeguatezza del capitale (ICAAP) e del sistema di governo e gestione della liquidità (ILAAP), considera rischi rilevanti le tipologie di rischio alle quali ha assegnato, alla conclusione del sopra esposto processo di valutazione dei rischi, i livelli di rilevanza "Alta" e "Media".

La tabella seguente riporta i rischi complessivamente identificati a livello di Gruppo e la relativa rilevanza:

Tabella 8 – Rischi identificati all'interno del gruppo e loro livello di rilevanza
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Rischio Descrizione Rilevanza
Rischio di credito Rappresenta il rischio di perdita derivante dall'insolvenza o dal peggioramento del merito creditizio delle
controparti affidate dal Gruppo; si compone:

della dimensione di rischio controparte. Riguarda il rischio di insolvenza o di peggioramento del merito
creditizio delle controparti verso cui il Gruppo è esposto;

della dimensione di rischio operazione. Riguarda sia le perdite che il Gruppo sostiene per il mancato
recupero dei crediti vantati verso controparti in default, sia l'incremento dei valori di esposizione verso
soggetti che, in seguito ad un peggioramento della propria situazione economico – finanziaria,
tendono (in tutti quei casi di forme tecniche di affidamento a c.d. "valore incerto") ad utilizzare
maggiormente il fido loro concesso riducendo così il residuale margine disponibile.
Alta
Rischio di
controparte
Rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto strumenti finanziari per i
quali il fair value non incorpora il rischio di credito della controparte stessa, risulti inadempiente prima del
regolamento definitivo dei flussi finanziari della transazione stessa
Bassa
Rischio di
concentrazione del
credito
Rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti
connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o
che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall'applicazione di tecniche di
attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come,
ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie
Rischio paese Rappresenta il rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un paese diverso dall'Italia. Il concetto
di rischio paese è più ampio di quello di rischio sovrano in quanto è riferito a tutte le esposizioni
indipendentemente dalla natura delle controparti, siano esse persone fisiche, imprese, banche o
amministrazioni pubbliche
Bassa
Rischio sovrano Rappresenta il rischio che il governo italiano non rispetti le proprie obbligazioni finanziarie per fattori
economici, finanziari e politici
Media
Rischio
trasferimento
Rischio che il Gruppo, affidatario di un soggetto che percepisce le sue principali fonti di reddito in una valuta
diversa da quella dell'affidamento, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di convertire la
propria valuta nella valuta in cui è denominata l'esposizione
Bassa
Rischio residuo Rappresenta il rischio che le tecniche riconosciute per l'attenuazione del rischio di credito utilizzate dal
Gruppo (cd. Credit Risk Mitigation) risultino meno efficaci del previsto
Bassa
Rischio di
regolamento e
consegna
Rappresenta il rischio che una controparte non adempia al proprio obbligo di consegna o pagamento
nell'ambito di una transazione di strumenti finanziari
Bassa
Rischio derivante
da operazioni di
cartolarizzazione
Rappresenta il rischio che la sostanza economica dell'operazione di cartolarizzazione non sia pienamente
rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.
Bassa
Rischio da
partecipazioni
Rischio di una perdita di valore della partecipazione (in imprese finanziarie e non) detenuta dal Gruppo
derivante dalla possibilità di incorrere in perdite in conto capitale, di conseguire un rendimento inferiore a
quanto previsto e/o di dover sostenere immobilizzi per periodi superiori alle attese iniziali. Tale rischio
include eventuali conflitti di interesse e di inadeguata separatezza organizzativa o societaria fra l'attività di
investimento in partecipazioni e la rimanente attività bancaria.
Bassa

Rischio Descrizione Rilevanza
Rischio operativo Per rischio operativo si intende il rischio di perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di
procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Tale definizione ricomprende il rischio
legale; non sono invece inclusi i rischi strategici e di reputazione.
Alta
Rischio ICT e di
Sicurezza
Il rischio ICT e di Sicurezza consiste nel rischio di incorrere in perdite dovuto alla violazione della
riservatezza, carente integrità dei sistemi e dei dati, inadeguatezza o indisponibilità dei sistemi e dei dati o
incapacità di sostituire la tecnologia dell'informazione (IT) entro ragionevoli limiti di tempo e costi in caso
di modifica dei requisiti del contesto esterno o dell'attività (agility), nonché i rischi di sicurezza derivanti da
processi interni inadeguati o errati o da eventi esterni, inclusi gli attacchi informatici o un livello di sicurezza
fisica inadeguata.
Alta
Rischio di modello Rappresenta il rischio di incorrere in perdite finanziarie, errate decisioni strategiche nonché ad un
danneggiamento della reputazione del Gruppo derivante da un uso improprio o errato dei risultati e dei report
prodotti dai modelli utilizzati
Media
Rischio di
reputazione
Rappresenta il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione
negativa dell'immagine del Gruppo da parte di clienti, controparti, azionisti del Gruppo, investitori o Autorità
di Vigilanza.
Media
Rischio di mercato Rappresenta il rischio di perdita derivante dai movimenti avversi dei prezzi di mercato (corsi azionari, tassi di
interesse, tassi di cambio, prezzi di merci, volatilità dei risk factor, e così via) con riferimento al portafoglio di
negoziazione ai fini di Vigilanza (rischi di posizione, regolamento e concentrazione) e all'intero bilancio del
Gruppo (rischio di cambio e di posizione su merci).
Bassa
Rischio di
aggiustamento
della valutazione
del credito
Si intende un aggiustamento alla valutazione intermedia di mercato del portafoglio di operazioni di una
controparte riconducibile agli strumenti derivati OTC. Tale aggiustamento riflette il valore di mercato corrente
del rischio di controparte dell'ente ma non riflette il valore di mercato corrente del rischio di credito dell'ente
nei confronti della controparte.
Bassa
Interest Rate Risk
Banking Book
(IRRBB)
Rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse, con riferimento alle attività diverse dalla
negoziazione. Esso rappresenta il rischio che variazioni inattese dei tassi di interesse possano determinare
effetti negativi sia in termini reddituali, riducendo il margine di interesse, sia in termini patrimoniali, riducendo
il valore economico della Banca.
Alta
Credit Spread Risk
Banking Book
(CSRBB)
Rischio determinato dalle variazioni del prezzo di mercato per il rischio di credito, per la liquidità e per altre
potenziali caratteristiche degli strumenti a rischio di credito, che non viene rilevato da un altro framework
prudenziale esistente come l'IRRBB o dal rischio di credito/di default atteso.
Il CSRBB rileva il rischio di variazione del differenziale di uno strumento ipotizzando lo stesso livello di merito
di credito, ossia l'andamento del differenziale creditizio all'interno di un determinato intervallo di rating/PD.
Media
Rischio di liquidità Rappresenta la situazione di difficoltà o incapacità dell'azienda di far fronte puntualmente ai propri impegni
di pagamento per l'incapacità sia di reperire fondi sul mercato (funding liquidity risk), sia di smobilizzare i
propri attivi (market liquidity risk).
Alta
Rischio connesso
alla quota di attività
vincolate
Il rischio connesso alla quota di attività vincolate deriva dall'indisponibilità di attivi prontamente liquidabili
tramite vendita, vendita con patto di riacquisto, cessione in garanzia o cartolarizzazione.
Alta
Rischio di leva
finanziaria
eccessiva
Rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda il
Gruppo vulnerabile, rendendo necessaria l'adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa
la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche
sulle restanti attività.
Bassa
Rischio strategico e
di business
Rappresenta il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del
contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a
variazioni del contesto competitivo.
Media

Nell'ambito del RAF, l'Organo con Funzione di Supervisione Strategica (di seguito OFSS) definisce gli indicatori strategici, necessari al monitoraggio degli obiettivi strategico-finanziari del Gruppo. Nel più ampio ambito del processo di gestione dei rischi, il Risk Management identifica altresì ulteriori indicatori di rischio finalizzati a rafforzare il proprio presidio, sottoponendoli per approvazione all'OFSS.

Le categorie di indicatori sono oggetto di monitoraggio periodico da parte del Risk Management, anche avvalendosi delle analoghe strutture delle controllate e sono, in base alla tipologia, trasmessi sia agli organi aziendali che alle altre strutture aziendali. Con riferimento agli indicatori strategici, questi sono suddivisi in indicatori strategici che presentano dei vincoli regolamentari, misurati secondo una logica consolidata, e indicatori strategici per i quali non è definito alcun vincolo regolamentare.

La motivazione che ha condotto a tale distinzione è da ricercarsi nel fatto che per gli indicatori strategici senza vincoli espressamente previsti dal regolatore, la conseguenza del superamento delle soglie di attenzione ed allarme potrebbe avere degli impatti potenziali sulla sostenibilità del modello di business del Gruppo, tuttavia senza pregiudicare in maniera repentina la vulnerabilità patrimoniale o di liquidità.

Per ciascun indicatore sono stati definiti i seguenti concetti rilevanti ai fini RAF:

  • Risk Profile (rischio effettivo): rappresenta il rischio effettivamente assunto, misurato in un determinato istante temporale;
  • Risk Appetite (obiettivo di rischio o propensione al rischio): rappresenta il livello di rischio, complessivo e per tipologia, che il Gruppo intende assumere per il perseguimento dei suoi obiettivi strategici;
  • Risk Tolerance (soglia di tolleranza): rappresenta la devianza massima dal risk appetite consentita; la soglia di tolleranza è fissata in modo da assicurare in ogni caso al Gruppo margini sufficienti per operare, anche in condizioni di stress, entro il massimo rischio assumibile;
  • Allarme: soglia definita per i soli indicatori strategici privi di vincoli regolamentari, rappresenta il livello massimo di rischio assumibile nel raggiungimento degli obiettivi strategici del Gruppo;
  • Risk Capacity (massimo rischio assumibile): soglia definita per i soli indicatori strategici che prevedono dei vincoli regolamentari, rappresenta il livello massimo di rischio che il Gruppo è tecnicamente in grado di assumere senza violare i requisiti regolamentari o gli altri vincoli imposti dagli azionisti o dall'autorità di vigilanza (tenendo conto anche degli eventuali requisiti patrimoniali specifici aggiuntivi imposti ad esito del Processo SREP).

In caso di violazione delle soglie sopra indicate, è attivato un articolato processo di escalation che, previa analisi delle relative cause da parte delle funzioni aziendali competenti, richiede la tempestiva definizione delle procedure e degli interventi gestionali da attuare per il ripristino di una condizione di equilibrio.

La verifica e la rendicontazione trimestrale del posizionamento aziendale con riferimento agli indicatori individuati è integrata nel sistema di reporting periodico per i vertici aziendali (Tableau de Bord).

Il monitoraggio degli obiettivi di rischio è funzionale all'individuazione di eventuali criticità dei momenti di pianificazione e gestione aziendale dei rischi ed è propedeutica all'implementazione di azioni correttive e di riallineamento, nel rispetto dei principi generali di sana e prudente gestione aziendale.

Tale attività fa capo al Risk Management che ha il compito di assicurare il presidio e la gestione integrata dei rischi garantendo lo sviluppo e il miglioramento delle metodologie e dei modelli relativi alla loro misurazione.

Il Risk Management, coadiuvato dalle unità organizzative specialistiche e dalle altre unità organizzative di controllo, produce una reportistica periodica verso gli Organi e le unità aziendali al fine di permettere la verifica della coerenza tra l'attuazione del RAF, gli obiettivi strategici e le soglie approvate.

Annualmente vengono redatti, fra gli altri per rilevanza, i documenti di aggiornamento relativi a:

• determinazione della propensione al rischio del Gruppo (Risk Appetite Framework - RAF);

  • valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process – ICAAP) e della liquidità (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process – ILAAP);
  • piano di emergenza per fronteggiare situazioni avverse nel reperimento di fondi e per il pronto ripianamento di eventuali carenze di liquidità (Contingency Funding and Recovery Plan - CFRP).

Nel corso del 2024 è stato altresì redatto il Piano di Risanamento di Gruppo (Recovery Plan), un documento contenente le misure preparatorie volte a prevenire ed a risolvere tempestivamente eventuali situazioni di crisi; in esso sono descritte le modalità con cui il Gruppo intende ripristinare una condizione di equilibrio patrimoniale e finanziario in condizioni di severo deterioramento tecnico (near to default).

In aggiunta, con cadenza trimestrale, la funzione di Risk Management predispone idonea reportistica per il Consiglio di Amministrazione (Tableau de Bord) che consente il monitoraggio non solo degli indicatori strategici ma anche degli indicatori di rischio gestionali. Si affianca, infine, un'articolata reportistica periodica di supporto alle strutture di business del Gruppo.

Informativa sui sistemi di governance

Lo Statuto prevede che la Società sia amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da un minimo di cinque a un massimo di quindici membri eletti dall'Assemblea la cui carica dura per un periodo non superiore a tre esercizi, stabilito all'atto della nomina, e scade alla data dell'Assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica. Gli Amministratori vengono nominati, in ottemperanza alle vigenti disposizioni nonché sulla base del meccanismo del voto di lista previsto dallo Statuto, da parte dell'Assemblea degli Azionisti.

Al fine di favorire una ottimale individuazione delle candidature da proporre per il rinnovo dell'Organo Amministrativo, a supporto degli azionisti ed in ottemperanza alle Disposizioni di Vigilanza per le Banche in materia di Governo societario, il Consiglio di Amministrazione identifica preventivamente, con il supporto del Comitato Nomine, la propria composizione quali-quantitativa ritenuta ottimale individuando e motivando il profilo teorico dei candidati. Le analisi condotte, riportate nel documento "Composizione quali-quantitativa ottimale del Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis", vengono pubblicate nel sito internet della Banca nella sezione "Chi Siamo – Corporate governance – Assemblea degli azionisti".

Gli azionisti, in occasione dell'Assemblea del 28 aprile 2022, hanno nominato il Consiglio di Amministrazione in carica per il triennio 2022-2024 eleggendo 13 consiglieri, rispettando la composizione quali-quantitativa dell'Organo adeguata in termini di diversificazione di genere (la componente femminile è passata da 4 a 7 elementi rispetto al precedente mandato) e di ruolo attribuito ai consiglieri (il numero di amministratori indipendenti è passato da 7 a 9); nonché adeguata alla complessità e ai lavori dell'Organo e in linea con gli attuali orientamenti che prediligono una composizione dello stesso non pletorica e dotata di un grado di eterogeneità adeguato a consentire agli amministratori un fattivo contributo alle attività del Consiglio.

Il Consiglio neoeletto si è riunito al termine dell'Assemblea degli azionisti e ha verificato ed accertato il possesso dei requisiti d'indipendenza ai sensi della normativa vigente e del Codice di Corporate

Governance delle Società Quotate procedendo con la nomina dei componenti dei Comitati Endoconsiliari (Comitato Controllo e Rischi, Comitato Nomine e Comitato Remunerazioni), dell'Organismo di Vigilanza, della Lead Independent Director e dell'Amministratore incaricato del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei rischi.

In data 12 maggio 2022 il Consiglio, con il supporto del Comitato Nomine, in ottemperanza alle Disposizioni di vigilanza in materia di procedura di valutazione dell'idoneità degli esponenti di Banche, intermediari finanziari, istituti di moneta elettronica, istituti di pagamento e sistemi di garanzia dei depositanti, entro trenta giorni dalla nomina, ha verificato:

  • la sussistenza dei requisiti di idoneità previsti dall'art. 26 del D.L. n. 385 del 1° settembre 1993 ("TUB"), come attuato dal Decreto del MEF n. 169/2020;
  • il rispetto dei limiti al cumulo degli incarichi;
  • l'insussistenza di situazioni rilevanti ai fini del c.d. "divieto di interlocking" ai sensi dell'art. 36 del D.L. n. 201 del 6 dicembre 2011, convertito con modificazioni dalla Legge n. 314 del 22 dicembre 2011; e
  • la rispondenza tra la composizione quali-quantitativa ottimale indicata nel documento "Composizione quali-quantitativa ritenuta ottimale del Consiglio di Amministrazione 2022" e quella effettiva risultante dal processo di nomina.

Il Consiglio verifica il permanere dei requisiti dinnanzi indicati con cadenza annuale, in concomitanza con l'avvio del processo di autovalutazione previsto dalla Circolare di Banca d'Italia n. 285/2013 (Titolo IV, Capitolo 1). Tale processo è finalizzato ad assicurare una verifica del corretto ed efficace funzionamento dell'organo e della sua adeguata composizione, ad individuare i principali punti di debolezza, a promuoverne la discussione all'interno dell'Organo e definire le azioni correttive da adottare, nonché a rafforzare i rapporti di collaborazione e di fiducia tra i singoli componenti.

In considerazione delle dimissioni del fondatore della Banca Sebastien Egon Fürstenberg, rassegnate dalla sola carica di Amministratore, gli Azionisti, in occasione dell'Assemblea del 18 aprile 2024, hanno nominato lo stesso quale Presidente Onorario e reintegrato il numero di 13 consiglieri nominando Nicola Borri quale Amministratore Indipendente. In pari data, il Consiglio di Amministrazione, ha confermato la rispondenza del nuovo assetto dell'Organo rispetto alla composizione quali-quantitativa ritenuta ottimale e preventivamente individuata dallo stesso.

A tal riguardo, la nuova composizione ha mantenuto invariata la diversificazione di genere (la componente femminile è rimasta la medesima rispetto al precedente assetto), mentre il numero di amministratori indipendenti è passato da 9 a 10.

Per una disanima completa delle informazioni relative al processo di selezione dei membri del Consiglio, al numero degli incarichi ricoperti dai membri dell'Organo di Amministrazione, alle politiche di diversità adottate e ulteriori informazioni relative alla governance si rimanda alla "Relazione su Governo Societario e Assetti Proprietari per l'esercizio 2024" pubblicata sul sito internet di Banca Ifis (https://www.bancaifis.it/chi-siamo/corporate-governance/relazionidocumenti/assetti-organizzazione-governo-societario/).

Il Consiglio di Amministrazione, in ottemperanza alle disposizioni dettate dalla Circolare 285 e dal Codice di Corporate Governance, ha costituito nel proprio ambito un Comitato Controllo e Rischi composto da cinque dei tredici componenti del Consiglio di Amministrazione scelti tra gli Amministratori non esecutivi, tutti indipendenti.

Nel corso del 2024 il Comitato si è riunito per 21 volte, cinque delle quali in forma congiunta con il Collegio Sindacale. Dall'inizio dell'anno 2025 sino alla data di approvazione del presente documento il Comitato si è riunito sei volte, delle quali due in via congiunta con il Collegio Sindacale. Il Comitato Controllo e Rischi ha il compito di supportare le valutazioni e le decisioni del Consiglio di Amministrazione relative al sistema di controllo interno e rischi, all'approvazione delle relazioni periodiche di carattere finanziario e non finanziario e di supportare il Consiglio in tema di analisi dei temi rilevanti per la generazione di valore nel lungo termine nell'ottica di successo sostenibile. Con particolare riferimento ai compiti in materia di gestione e controllo dei rischi, il Comitato svolge funzioni di supporto all'Organo con funzione di supervisione strategica ne:

  • la definizione e approvazione degli indirizzi strategici e delle politiche di governo dei rischi. Nell'ambito del RAF, il Comitato Controllo e Rischi svolge l'attività valutativa e propositiva necessaria affinché il Consiglio di Amministrazione possa definire e approvare gli obiettivi di rischio e la soglia di tolleranza;
  • la verifica della corretta attuazione delle strategie, delle politiche di governo dei rischi e del RAF;
  • la definizione delle politiche e dei processi di valutazione delle attività aziendali, inclusa la verifica che il prezzo e le condizioni delle operazioni con la clientela siano coerenti con il modello di business e le strategie in materia di rischi.

Il flusso informativo sui rischi che è destinato al Consiglio di Amministrazione è individuato con specifica regolamentazione interna e si compone principalmente di documenti predisposti dalle funzioni di controllo e concernenti la pianificazione delle attività e la relativa rendicontazione (relazioni annuali e Tableau de Bord trimestrali che sono successivamente trasmessi alla Banca d'Italia) nonché altre verifiche previste dalla normativa vigente (reportistica sui rischi rilevanti assunti dal gruppo, informativa sulle verifiche concernenti il governo e la gestione del rischio di liquidità, relazione sulle funzioni operative importanti esternalizzate, RAF, resoconto ICAAP e ILAAP, Recovery Plan etc.).

2.3. Ambito di applicazione

Informativa qualitativa

Alla data del 31 dicembre 2024 il Gruppo risulta composto dalla Capogruppo Banca Ifis S.p.A. e dalle società controllate Ifis NPL Servicing S.p.A., Ifis NPL Investing, S.p.A., Cap.Ital.Fin. S.p.A., Banca Credifarma S.p.A., Ifis Finance Sp. z o.o., Ifis Finance I.F.N. S.A., Ifis Npl 2021-1 SPV e Ifis Rental Services S.r.l.

Di seguito la rappresentazione grafica del Gruppo Banca Ifis alla data del 31/12/2024.

Sono incluse nel perimetro di consolidamento alla data di riferimento le società controllate elencate precedentemente, nonché le SPV (Special Purpose Vehicle) istituite per le operazioni di cartolarizzazione per le quali si è valutato sussistere una relazione di controllo ai sensi dell'IFRS 10. Tali SPV, ad esclusione del veicolo Ifis Npl 2021-1 SPV S.r.l. per il quale il Gruppo detiene la maggioranza delle quote partecipative, non sono società giuridicamente facenti parte del Gruppo Banca Ifis e sono di seguito riepilogate:

  • Indigo Lease S.r.l;
  • Ifis ABCP Programme S.r.l.;
  • Emma S.P.V. S.r.l.

Informativa quantitativa

La tabella EU LI1 riporta, con riferimento al 31 dicembre 2024, la riconciliazione dei dati di Stato patrimoniale consolidato (Bilancio pubblicato) con i dati di Stato Patrimoniale secondo il perimetro di Vigilanza, nonché la ripartizione delle poste di bilancio tra le categorie di rischio regolamentari. Le differenze tra i valori di bilancio secondo il perimetro contabile e i valori di bilancio nel rispetto del perimetro regolamentare sono riconducibili al deconsolidamento delle società non facenti parte del Gruppo Bancario e al loro consolidamento con il metodo del patrimonio netto nel perimetro prudenziale.

Tabella 9 – Modello EU LI1: Differenze tra l'ambito del consolidamento contabile e quello del consolidamento prudenziale e associazione delle categorie di bilancio alle categorie di rischio regolamentari

Valori contabili degli elementi
Valori
contabili
riportati nel
bilancio
pubblicato
Valori contabili
nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
soggetti al
quadro
relativo al
rischio di
credito
soggetti
al quadro
relativo
al CCR
soggetti al quadro
relativo alla
cartolarizzazione
soggetti
al quadro
relativo
al rischio
di
mercato
non
soggetti a
requisiti di
Fondi
Propri o
soggetti a
deduzione
dai Fondi
Propri
Attività
10 Cassa e disponibilità 505 499 499
20 Attività finanziarie valutate al fair
value con impatto a conto
economico
249 249 235 12 2 12
30 Attività finanziarie valutate al fair
value con impatto sulla redditività
complessiva
702 702 702
40 Attività finanziarie valutate al
costo ammortizzato
11.514 11.333 10.885 197 213 37
50 Derivati di copertura 7 7 0 7
60 Adeguamento al valore delle
attività finanziarie oggetto di
copertura generica
0 0 0
70 Partecipazioni 0 191 191
80 Riserve tecniche a carico dei
riassicuratori
0 0 0
90 Attività materiali 167 166 166
100 Attività immateriali 85 85 24 61
110 Attività fiscali 213 200 160 40
120 Attività non correnti e gruppi di
attività in via di dismissione
0 0
130 Altre attività 383 378 378
Totale attività 13.826 13.810 13.239 216 216 12 138
Passività
10 Passività finanziarie valutate al
costo ammortizzato
11.598 11.598 1.676 196
20 Passività finanziarie di
negoziazione
14 14 14 14
30 Passività finanziarie designate al
fair value
0 0
40 Derivati di copertura 15 15 15
50 Adeguamento di valore delle
passività finanziarie oggetto di
copertura
0 0
60 Passività fiscali 52 51 29
70 Passività associate ad attività in
via di dismissione
0 0
80 Altre passività 339 324
90 Trattamento di fine rapporto del
personale
8 7
100 Fondi per rischi e oneri 52 52
110 Riserve tecniche 0 0
120 Riserve da valutazione -28 -28 -28
130 Azioni rimborsabili 0 0
140 Strumenti di capitale 0 0
150 Riserve 1.544 1.544 1.544
155 Acconti su dividendi -63 -63
160
170
Sovraprezzo di emissione
Capitale
85
54
85
54
85
54
180 Azioni proprie -21 -21 -21
190 Patrimonio di pertinenza di terzi 16 16 6
200 Utile d'esercizio 162 162 50
Totale passività e patrimonio
netto
13.826 13.810 1914

Tabella 10 – Modello EU LI2: Principali fonti di differenze tra gli importi delle esposizioni determinati a fini regolamentari e i valori contabili nel bilancio

Esposizioni soggette al
Totale quadro relativo
al rischio di
credito
quadro relativo alla
cartolarizzazione
quadro relativo
al CCR
quadro relativo
al rischio di
mercato
1 Valore contabile delle attività nell'ambito del
consolidamento prudenziale (come nel modello
LI1)
13.683 13.239 216 216 12
2 Valore contabile delle passività nell'ambito del
consolidamento prudenziale (come nel modello
LI1)
1.719 1.705 14
3 Importo netto totale nell'ambito del
consolidamento prudenziale
15.402 13.239 216 1.921 26
4 Importi fuori bilancio 1.320 1.320
5 Differenze di valutazione
6 Differenze dovute a regole di compensazione
diverse da quelle già incluse nella riga 2
7 Differenze dovute al trattamento delle rettifiche di
valore
8 Differenze dovute all'uso di tecniche di
attenuazione del rischio di credito (CRM)
0 41 -41
9 Differenze dovute ai fattori di conversione del
credito
-863 -863
10 Differenze dovute alla cartolarizzazione con
trasferimento del rischio
11 Altre differenze 356 -6 362,42
12 Importi delle esposizioni considerati a fini
regolamentari
16.189,04 13.730,20 175,35 2.283,49

La tabella EU LI2 espone la riconciliazione tra l'importo totale in base al perimetro di consolidamento regolamentare (valori di bilancio) e il valore dell'esposizione soggetto ai requisiti patrimoniali, per ogni tipologia di rischio. Le principali differenze tra i valori contabili determinati in base al perimetro di consolidamento regolamentare e gli importi delle esposizioni determinate a fini regolamentari, per quanto riguarda il rischio di credito, si possono ascrivere principalmente ai seguenti fenomeni:

  • importi fuori bilancio;
  • differenze dovute ai fattori di conversione del credito;
  • altre differenze tra cui esposizione al CVA, rischio di controparte legato ad operazioni SFT, ed esposizioni in derivati.
Metodo di consolidamento prudenziale
Denominazione del
soggetto
Metodo di
consolidam
ento
contabile
Consolidament
o integrale
Consolidament
o proporzionale
Metodo del
patrimonio netto

consolidato
né dedotto
Dedotto Descrizione del
soggetto
BANCA IFIS S.P.A. Integrale X Ente creditizio
IFIS FINANCE SP ZOO Integrale X Ente finanziario
IFIS FINANCE I.F.N. S.A. Integrale X Ente finanziario
IFIS RENTAL SERVICES
S.R.L.
Integrale X Impresa noleggio beni
mobili
CAP.ITAL.FIN S.P.A. Integrale X Ente finanziario
BANCA CREDIFARMA
S.P.A.
Integrale X Ente creditizio
IFIS NPL INVESTING
S.P.A.
Integrale X Ente finanziario
IFIS NPL SERVICING
S.P.A.
Integrale X Ente finanziario
IFIS ABC PROGRAMME
S.R.L.
Integrale X Società veicolo
INDIGO LEASE S.R.L. (*) Integrale X Società veicolo
EMMA SPV S.R.L. (*) Integrale X Società veicolo
IFIS NPL 2021-1 SPV
S.R.L.
Integrale X Società veicolo

Tabella 11 – Modello EU LI3: Descrizione delle differenze tra gli ambiti di consolidamento (soggetto per soggetto)

(*) Special Purpose Vehicle, non giuridicamente facenti parte del Gruppo Banca Ifis, istituite per le operazioni di cartolarizzazione per le quali si è valutato sussistere una relazione di controllo ai sensi dell'IFRS 10

Tabella 12 – Modello EU PV1: Aggiustamenti per la valutazione prudente (PVA)

a b c d e EU e1 EU e2 f g h
AVA a livello di categoria Categoria di rischio AVA a livello di categoria -
Incertezza della valutazione
Totale a livello di categoria post
diversificazione
Strumenti
di
capitale
Tassi
d'interesse
Cambi Credito Merci AVA per
differenziali
creditizi
non
realizzati
AVA per costi
di
investimento
e di
finanziamento
(funding)
di cui
metodo di
base totale
nel
portafoglio
di
negoziazione
di cui
metodo di
base
totale nel
portafoglio
bancario
1 Incertezza delle
quotazioni di mercato
- - - - - - - - - -
2 Non applicabile
3 Costi di chiusura - - - - - - - - - -
4 Posizioni concentrate - - - - - - - -
5 Chiusure anticipate delle
posizioni
- - - - - - - -
6 Rischio del modello - - - - - - - - - -
7 Rischio operativo - - - - - - - -
8 Non applicabile
9 Non applicabile
10 Costi amministrativi futuri - - - - - - - -
11 Non applicabile
12 Totale degli
aggiustamenti di
valutazione
supplementari (AVA)
1 - -

Si precisa che all'interno del Gruppo non vi sono impedimenti che ostacolino il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi

3.Adeguatezza Patrimoniale

Per comparazione con i risultati conseguiti, si segnala inoltre che fino al 31 dicembre 2024, Banca Ifis, a livello consolidato, nell'ambito del processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) è tenuta a rispettare i seguenti requisiti di capitale:

  • soglia OCR del coefficiente di capitale primario di classe 1 (CET 1 ratio) pari al 8,436%, vincolante nella misura del 5,50%;
  • soglia OCR del coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) pari al 10,336%%, vincolante nella misura del 7,40%;
  • soglia OCR del coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari al 12,736%, vincolante nella misura del 9,80%.

Al fine di garantire un livello di capitale che possa assorbire eventuali perdite derivanti da scenari di stress, di cui all'articolo 104 ter della direttiva UE 36/2013, Banca d'Italia ha previsto altresì che il Gruppo Banca Ifis detenga i seguenti livelli di capitale:

  • coefficiente di capitale primario di classe 1 (CET 1 ratio) pari al 9,436%, composto da un OCR CET1 ratio pari a 8,436% e da una componente target (Pillar 2 Guidance) pari a 1%;
  • coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) pari al 11,336%, composto da un OCR T1 ratio pari a 10,336% e da una componente target (Pillar 2 Guidance) pari a 1%;
  • coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari al 13,736%, composto da un OCR TC ratio pari a 12,736% e da una componente target (Pillar 2 Guidance) pari a 1%.

La Banca d'Italia ha deciso di applicare a tutte le banche autorizzate in Italia un SyRB (Sistemic Risk Buffer) pari all'1,0% delle esposizioni ponderate per il rischio di credito e di controparte verso i residenti in Italia5 (la base di calcolo, quindi, non è come per la riserva di conservazione del capitale o la riserva anticiclica l'esposizione complessiva al rischio). Il tasso obiettivo dell'1,0% dovrà essere raggiunto gradualmente costituendo una riserva pari allo 0,5% delle esposizioni rilevanti entro il 31 dicembre 2024 e il rimanente 0,5% entro il 30 giugno 2025. Il SyRB va applicato a livello sia consolidato sia individuale.

Ne consegue che per esprimere il Requisito Combinato di Riserva del Capitale, comprensivo anche della Riserva da rischio sistemico, in percentuale del TREA, è necessario moltiplicare la percentuale fissata dalla Banca d'Italia (da 0,5% ad 1%) per il rapporto tra:

  • esposizioni ponderate per il rischio di credito e di controparte verso i residenti in Italia (ERCCR);
  • esposizione complessiva al rischio (TREA).

5 Il requisito va calcolato sulla somma delle esposizioni verso residenti in Italia di cui alle righe 170, colonna 90 della tavola Corep C09.01 e 150, colonna 125 della tavola Corep C09.02.

Essendo tale rapporto sempre inferiore all'unità (in quanto il numeratore è un di cui del denominatore), moltiplicando per tale valore la percentuale dettata dalla Banca d'Italia, il risultato restituirà una nuova percentuale inferiore. In estrema sintesi:

$$X\% * TREA = R\text{y}\% * ERCR$$

Dove:

  • X% è il nuovo requisito percentuale da determinare per calcolare la Riserva da rischio sistemico in funzione del TREA e non più del ERCCR;
  • Ry% è la percentuale espressa dalla Banca d'Italia per il calcolo della Riserva da rischio sistemico in funzione del ERCCR.

Da cui:

% = % ∗ .

In questo modo si potrà esprimere il coefficiente della riserva da rischio sistemico in funzione del TREA e, quindi, anche il complessivo requisito combinato di riserva del capitale potrà essere espresso in percentuale rispetto al TREA.

Di seguito si riporta una tabella comparativa dei requisiti validi per il 2024.

Tabella 13 –Soglie di riferimento per i ratios patrimoniali ex art. 92, par.1 CRR

Soglie di riferimento CET 1 Ratio TIER 1 Ratio Total Capital Ratio
Requisito minimo regolamentare (A) ex art. 92, paragrafo 1 del CRR 4,50% 6% 8%
Requisito aggiuntivo SREP – Componete P2R (B) 1,00% 1,40% 1,80%
Total SREP Capital Requirement (soglia TSCR) (C = A + B) 5,50% 7,40% 9,80%
Coefficiente di Riserva di conservazione del capitale (D) 2,50% 2,50% 2,50%
Coefficiente anticiclico specifico
Riserva di capitale anticiclica (E)6
0,040% 0,040% 0,040%
SyRB rettificato
Riserva di capitale a fronte del rischio sistemico (G)
0,396% 0,396% 0,396%
Coefficiente complessivo
Requisito combinato di riserva del capitale (H = D + E + F + G)
2,936% 2,936% 2,936%
Soglia OCR – Overall Capital Requirement (I = C + H) 8,436% 10,336% 12,736%
Componente P2G – Pillar 2 Guidance (L) 1,00% 1,00% 1,00%
Requisito complessivo (M = I + L) 9,436% 11,336% 13,736%
Risultato effettivo 16,102% 16,111% 18,111%

Al 31 dicembre 2024, il Gruppo Banca Ifis soddisfa ampiamente i requisiti sopra menzionati.

Procedimento di determinazione del requisito minimo di passività soggette a bail-in

Le soglie del MREL- TREA sono determinate dalla Autorità di Risoluzione considerando:

  • il requisito ex art. 92, p1, lett c) del Regolamento 575/13 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione (che nel caso di specie riguarda la soglia minima del TCR che è fissata all'8%);
  • il requisito ex art. 104 bis della direttiva 2013/36/UE: requisito di 2° Pilastro P2R così come determinato dalla Banca d'Italia nel provvedimento "Decisioni sul capitale" ai sensi dell'art. 67 ter, paragrafo 1, lettera d) del TUB. L'ultimo provvedimento sul capitale è pervenuto a

6 Componente che varia in base ai dati di input utilizzati per il relativo calcolo. Il calcolo viene effettuato trimestralmente

Banca IFIS nel gennaio 2024 e da quel momento in poi la soglia P2R prevista per il TCR è stata fissata all'1,8%:

• Add-On aggiuntivo pari al requisito combinato di riserva del capitale tempo per tempo vigente

Tabella 14 –Coefficienti di capitale a livello consolidato (2 di 2)

MREL - TREA
Requisito minimo regolamentare ex art. 92, p1, lettera c) del Regolamento 575/13 del Parlamento Europeo e del Consiglio
dell'Unione
8%
Requisito aggiuntivo SREP – Componete P2R (Requisito ex art. 104 bis della direttiva 2013/36/UE) 1,80%
Add-On pari al requisito combinato di riserva del capitale tempo per tempo vigente 2,936%
SOGLIA MREL – TREA 12,736%

Dal numeratore del MREL – TREA (determinato dalla somma tra fondi propri e passività ammissibili) e, in particolare, dal CET 1, va poi dedotto il Requisito Combinato di Riserva del Capitale (tempo per tempo segnalato). Il rapporto tra tale grandezza e il TREA deve soddisfare le soglie di cui sopra.

In alternativa, il calcolo del MREL – TREA può essere effettuato:

  • non deducendo dal numeratore il requisito combinato di riserva del capitale;
  • calcolando la soglia minima come di seguito:
    • o requisito minimo regolamentare ex art. 92, paragrafo 1, lettera c) del Regolamento 2013/575 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione, pari all'8%;
    • o requisito aggiuntivo SREP componente P2R (requisito ex art. 104 bis della direttiva 2013/36/UE), pari ad 1,8%;
    • o add on pari al doppio del requisito combinato di riserva del capitale tempo per tempo vigente che, alla data di riferimento, è pari al 5,872%.

La soglia minima del MREL – TREA calcolata sommando le suddette componenti è pari a 15,672%

Si riportano di seguito i risultati del MREL – TREA al 31dicembre 2024, considerando le due opzioni sopra descritte:

Tabella 15 –MREL – TREA al 31 dicembre 2024

Valori opzione 1 Valori opzione 2
MREL – TREA Soglia minima 12,736% 15,672%
MREL – TREA effettivo 27,710% 30,646%
Differenza tra valore effettivo e soglia minima 14,974% 14,974%

Per il calcolo del MREL – LRE si considera:

  • al numeratore, la somma tra i fondi propri e le passività ammissibili. A differenza del MREL – TREA, nel calcolo del numeratore del MREL – LRE non va dedotto il requisito combinato di riserva del capitale.
  • al denominatore, la LRE come segnalata tempo per tempo.

L'indicatore così calcolato non deve mai scendere al di sotto del 4,468%, valore questo ultimo determinato come somma tra:

  • il requisito minimo regolamentare ex art. 92, paragrafo 1, del Regolamento 2013/575 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione, pari al 3%;
  • un add on pari alla metà del requisito combinato di riserva del capitale tempo per tempo vigente che, alla data di riferimento, è pari a 1,468%.

Si riporta di seguito il risultato del MREL – LRE al 31dicembre 2024

Tabella 16 –MREL – LRE effettivo al 31 dicembre 2024

Valori
MREL - LRE Soglia minima 4,468%
MREL - LRE Effettivo 20,38%
Differenza tra valore effettivo e soglia minima 15,913%

Posizione e coefficienti di liquidità del Gruppo

Nel corso del 2024 il Gruppo ha proseguito la strategia di differenziazione dei canali distributivi, con l'obiettivo di garantire un miglior equilibrio rispetto alla raccolta retail. Il Gruppo dispone di una dotazione di liquidità al 31 dicembre 2024 (tra riserve e attivi liberi finanziabili in BCE) tale da permettere un ampio rispetto dei limiti di LCR (con indice superiore al 700%).

3.1. Fondi propri

Fondi propri e coefficienti patrimoniali consolidati al 31 dicembre 2024

I Fondi propri, le attività di rischio ponderate e i coefficienti di vigilanza consolidati al 31 dicembre 2024 sono stati determinati avendo a riferimento le modifiche regolamentari introdotte dalla Direttiva 2019/878/UE (CRD V) e dal Regolamento (UE) 876/2019 (CRR2), che hanno modificato i principi regolamentari contenuti nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento (UE) 575/2013 (CRR) e successive modifiche, recepiti nella Circolare della Banca d'Italia n. 285.

Ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali al 31 dicembre 2024, in continuità con quanto fatto a partire dal 30 giugno 2020, il Gruppo Banca Ifis ha applicato le disposizioni temporanee di sostegno ancora in vigore alla presente data contabile previste dal Regolamento UE 873/2020 (c.d. "quickfix").

Tra le novità del terzo trimestre 2024 si segnala l'applicazione del trattamento temporaneo dei profitti e delle perdite non realizzate misurate al valore equo per le esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria FVOCI, reintrodotte con il Regolamento UE n. 1623/2024 in modifica dell'art. 468 della CRR.

Tra le novità di fine anno rileva l'attivazione da parte di Banca d'Italia della riserva di capitale a fronte del rischio sistemico. Al 31 dicembre la riserva da raggiungere costituisce lo 0,5% delle esposizioni ponderate per il rischio di credito e di controparte verso i residenti in Italia. Il tasso obiettivo dell'1,0% dovrà essere raggiunto entro il 30 giugno 2025.

Il Regolamento UE 873/2020, relativamente alle disposizioni transitorie volte ad attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9 sui Fondi Propri - definisce per gli Enti la possibilità di includere nel loro capitale primario di classe 1 una porzione degli accantonamenti accresciuti per perdite attese su crediti attraverso modalità che differiscono sulla base del periodo transitorio di riferimento (1° gennaio 2018-31 dicembre 2019 e 1° gennaio 2020-31 dicembre 2024).

Si fa presente che Banca Ifis aveva - a suo tempo - già provveduto ad informare la Banca d'Italia della decisione di applicare le disposizioni transitorie per l'intero periodo.

L'inclusione nel CET1 avverrà in modo graduale applicando i seguenti fattori:

Tabella 17 – Trattamento temporaneo IFRS 9

2018-2019 2020-2024
0,70 dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 1,00 dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020
0,50 dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 1,00 dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021
0,25 dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 0,75 dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022
0,00 dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 0,50 dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023
0,00 dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 0,25 dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024

Tabella 18 – Fondi Propri e coefficienti patrimoniali (Consistenze con applicazione delle disposizioni transitorie IFRS9)

Fondi Propri e Coefficienti Patrimoniali: Dati al
(in migliaia di euro) 31.12.2024 (*) 31.12.2023 (**)
Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.583.801 1.544.497
Capitale di classe 1 (T1) 1.584.703 1.545.424
Totale Fondi propri 1.781.416 1.812.324
Totale attività ponderate per il rischio 9.836.093 10.390.002
Ratio – Capitale primario di classe 1 16,10% 14,87%
Ratio – Capitale di classe 1 16,11% 14,87%
Ratio – Totale Fondi propri 18,11% 17,44%

(*) Il CET1, il Tier1 e il totale Fondi Propri (Total Capital) includono gli utili maturati dal Gruppo Bancario al 31 dicembre 2024, al netto del relativo dividendo, inclusa la quota distribuita in acconto nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 4 dell'art. 2433 del Codice civile.

(**) Il CET1, il TIER1 e il totale Fondi propri (Total Capital) includono gli utili maturati dal Gruppo Bancario al 31 dicembre 2023, al netto del relativo dividendo, inclusa la quota distribuita in acconto nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 4 dell'art. 2433 del Codice civile.

Al 31 dicembre 2024, tenendo conto del trattamento transitorio adottato per mitigare gli impatti dell'IFRS 9 sul CET1, i Fondi Propri ammontano a 1.781 milioni di euro, registrando una variazione negativa pari a circa 30,9 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023. Tale variazione è riconducibile principalmente alle seguenti componenti:

  • all'inclusione dell'utile maturato al 31 dicembre 2024, pari a 161,6 milioni di euro, al netto dell'ipotesi di dividendo pari a 111,5 milioni di euro comprensivo della quota distribuita in acconto; la variazione positiva ammonta a 50,1 milioni di euro;
  • alla minore deduzione delle attività fiscali differite, pari a 4,9 milioni di euro;
  • alla variazione positiva di altre riserve pari a 3 milioni di euro;
  • all'applicazione del filtro transitorio introdotto per attenuare l'impatto dell'FTA IFRS 9 (art. 473 bis CRR) che determina una variazione negativa pari a 19,9 milioni di euro, compensato dall'introduzione del filtro sulla riserva OCI sui titoli governativi per un ammontare positivo pari a 15,9 milioni; la variazione totale negativa ammonta a 3,9 milioni di euro;
  • alla maggior deduzione derivante dai crediti in perimetro Calendar Provisioning, pari a 14,8 milioni di euro;
  • alla minor computabilità nel Capitale di Classe 2 del prestito subordinato con scadenza inferiore a 5 anni, principalmente dovuto all'effetto congiunto dell'applicazione dell'ammortamento ai sensi dell'articolo 64 della CRR e della deduzione dell'obbligo al riacquisto autorizzato da Banca d'Italia che ha comportato una variazione complessiva in diminuzione pari a 70,2 milioni di euro.

La variazione negativa dei Fondi Propri dovuta ai fenomeni sopra richiamati è stata mitigata da una riduzione delle attività ponderate per il rischio pari a 553,9 milioni di euro come descritto al paragrafo successivo. Al 31 dicembre 2024, il CET1 ratio si attesta al 16,10%, in aumento di 123 Basis Point rispetto al 31 dicembre 2023; il Total Capital ratio si attesta al 18,11%, registrando un aumento di 67 Basis Point.

Tabella 19 – Fondi Propri e coefficienti patrimoniali (Consistenze senza applicazione delle disposizioni transitorie IFRS9)

Fondi Propri e Coefficienti Patrimoniali: Dati al
(in migliaia di euro) 31.12.2024 (*) 31.12.2023 (**)
Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.561.703 1.518.451
Capitale di classe 1 (T1) 1.562.605 1.519.378
Totale Fondi propri 1.759.318 1.786.278
Totale attività ponderate per il rischio 9.836.093 10.386.270
Ratio – Capitale primario di classe 1 15,88% 14,62%
Ratio – Capitale di classe 1 15,89% 14,63%
Ratio – Totale Fondi propri 17,89% 17,20%

(*) Il CET1, il TIER1 e il totale Fondi propri (Total Capital) includono gli utili maturati dal Gruppo Bancario al 31 dicembre 2024, al netto del relativo dividendo, inclusa la quota distribuita in acconto nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 4 dell'art. 2433 del Codice civile. (**) Il CET1, il TIER1 e il totale Fondi propri (Total Capital) includono gli utili maturati dal Gruppo Bancario al 31 dicembre 2023, al netto del relativo dividendo, inclusa la quota distribuita in acconto nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 4 dell'art. 2433 del Codice civile.

Al 31 dicembre 2024, non considerando il filtro relativo al regime transitorio IFRS9 né considerando il filtro prudenziale per le esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria FVOCI, i Fondi Propri Fully Loaded ammontano a 1.759 milioni di euro e gli RWA in regime di piena applicazione ammontano a 9.836 milioni di euro.

Attività ponderate per il rischio

Tabella 20 – Attività ponderate per il rischio

DATI PATRIMONIALI SETTORE SETTORE COMMERCIAL &
CORPORATE BANKING
SETTORE SETTORE TOTALE
(in migliaia di euro) COMMERCIAL &
CORPORATE BANKING
di cui: AREA
FACTORING
di cui: AREA
di cui: AREA
CORPORATE
LEASING
BANKING &
LENDING
NPL NON CORE &
GOVERNANC
E & SERVIZI
CONS. DI
GRUPPO
Totale RWA settore 5.769.725 2.729.714 1.200.451 1.839.560 1.733.692 1.171.961 8.675.378
Rischio mercato 39.749
Rischio operativo
(metodo base)
1.038.251
Rischio di
aggiustamento della
valutazione del credito
82.715
Totale RWA 9.836.093

Al 31 dicembre 2024, tenendo conto del trattamento transitorio adottato per mitigare l'impatto dell'IFRS 9, l'ammontare complessivo delle esposizioni ponderate per il rischio è pari a 9.836 milioni di euro, con una diminuzione di 553,9 milioni di euro rispetto a dicembre 2023. In particolare, si segnala:

  • una diminuzione del rischio di credito pari a 574,2 milioni di euro riconducibile principalmente alle seguenti variazioni:
    • o riduzione di 89 milioni di euro registrata sulla classe di esposizioni Corporate e Retail, imputabile al recupero del patrimonio informativo utile all'applicazione di fattori di ponderazione preferenziali;

  • o riduzione di 222,6 milioni di euro relativi alla classe di esposizioni Enti, dovuta alla diminuzione dell'operatività in Repo e Titoli nel primo semestre e, a partire dal terzo trimestre, all'introduzione delle valutazioni del merito di credito dell'agenzia (ECAI) Fitch Ratings Ireland Limited;
  • o riduzione registrata sulla classe di esposizioni Default pari a 234,7 milioni di euro il cui effetto è imputabile ad una riduzione degli attivi del settore NPL (- 130 milioni di euro);
  • o al decremento registrato sulle altre classi di esposizione pari complessivamente a 27,7 milioni di euro;
  • un incremento delle componenti del rischio di mercato e CVA, pari complessivamente a 9,9 milioni di euro, dovuto principalmente all'aumento dell'operatività in derivati;
  • un incremento del rischio operativo pari a 10,3 milioni di euro dovuto al miglioramento dell'indicatore rilevante.

Informativa in merito al Debito Sovrano

In data 5 agosto 2011 la CONSOB (riprendendo il documento ESMA n. 2011/266 del 28 luglio 2011) ha emesso la Comunicazione n. DEM/11070007, in materia di informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito alle esposizioni detenute dalle società quotate nei titoli di debito sovrano ed in merito all'evoluzione dei mercati, alla gestione delle esposizioni al debito sovrano ed agli effetti economici e patrimoniali.

In conformità a quanto richiesto dalla citata comunicazione, si segnala che al 31 dicembre 2024 il valore di bilancio delle esposizioni al debito sovrano ammonta a 2.059 milioni di euro al netto della riserva da valutazione negativa pari a 15,9 milioni di euro.

Si segnala inoltre che tali titoli, il cui valore nominale ammonta a circa 2.122 milioni di euro, presentano una vita media residua ponderata di circa 67 mesi.

I Fair Value utilizzati per la valutazione delle esposizioni in Titoli del debito Sovrano, al 31 dicembre 2024, sono considerati di livello 1.

In conformità alla comunicazione CONSOB, oltre alle esposizioni in titoli del debito Sovrano, devono essere considerati gli impieghi erogati nei confronti dello Stato italiano: tali esposizioni alla data del 31 dicembre 2024 ammontano a 281 milioni di euro, di cui 73 milioni di euro relativi a crediti fiscali.

Attività fiscali

Le attività fiscali rientrano nel calcolo dei "requisiti patrimoniali per il rischio di credito", in applicazione del Regolamento (UE) 575/2013 (CRR) e successive modificazioni, recepiti nelle Circolari della Banca d'Italia n. 285.

Di seguito si elencano i vari trattamenti suddivisi per tipologia e l'impatto sul CET1 e sulle attività a rischio ponderate al 31 dicembre 2024:

• le "attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee" sono oggetto di detrazione dal CET1; al 30 dicembre 2024 la deduzione, è pari

a 40 milioni di euro. Si precisa inoltre che l'importo delle DTA dedotte dal CET1, così come previsto dall'art. 38 par. 5 ex CRR, risulta essere compensato per un importo pari 13,3 milioni di euro dalle corrispondenti passività fiscali differite. Tale deduzione sarà progressivamente assorbita dal futuro utilizzo di tali attività fiscali differite;

  • le "attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e derivano da differenze temporanee", non vengono detratte dal CET1, ma ricevono una ponderazione di rischio pari al 250%; al 31 dicembre 2024 tali attività, ammontano a 33,4 milioni di euro. L'importo sottoposto a ponderazione secondo un fattore del 250%, così come previsto dall'art. 38 par 5 ex CRR, è esposto al netto della compensazione con le corrispondenti passività fiscali differite per un importo pari 15,3 milioni di euro;
  • le "attività fiscali anticipate di cui alla L. 214/2011", relative a rettifiche di valore su crediti e convertibili in crediti d'imposta, ricevono una ponderazione di rischio pari al 100%; al 31 dicembre 2024 la corrispondente ponderazione ammonta a 85,1 milioni di euro;
  • le "attività fiscali correnti" ricevono una ponderazione dello 0% in quanto esposizioni nei confronti dell'Amministrazione Centrale.
Tabella 21– IFRS9-FL - Confronto dei Fondi Propri, dei coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria con e senza l'applicazione di
disposizioni transitorie per l'IFRS9
Capitale disponibile (importi) 31/12/2024 31/12/2023 31/12/2022
1 Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.584 1.544 1.521
2 Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fossero state applicate le disposizioni
transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti
1.578 1.518 1.489
2a Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo
previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo
rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo
1.568 1.544 1.508
3 Capitale di classe 1 1.585 1.545 1.521
4 Capitale di classe 1 (CET1) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in
materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti
1.579 1.519 1.490
4a Capitale di classe 1 come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo
468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo
1.569 1.545 1.508
5 Capitale totale 1.781 1.812 1.906
6 Capitale totale come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o
analoghe perdite attese su crediti
1.775 1.786 1.875
6a Capitale totale come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468
del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti
di conto economico complessivo
1.765 1.812 1.893
Attività ponderate per il rischio (importi)
7 Totale delle attività ponderate per il rischio 9.836 10.390 10.128
8 Totale delle attività ponderate per il rischio come se non fossero state applicate le disposizioni
transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti
9.836 10.386 10.116

Coefficienti patrimoniali
9 Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 16,10% 14,87% 15,01%
10 Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se
non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese
su crediti
16,04% 14,62% 14,72%
10a Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se
non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e
perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico
complessivo
15,94% 14,87% 14,88%
11 Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 16,11% 14,87% 15,02%
12 Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non
fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su
crediti
16,05% 14,63% 14,73%
12a Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se
non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e
perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico
complessivo
15,95% 14,87% 14,89%
13 Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 18,11% 17,44% 18,82%
14 Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero
state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti
18,05% 17,20% 18,53%
14a Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse
applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non
realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo
17,95% 17,44% 18,69%
Coefficiente di leva finanziaria
15 Misurazione dell'esposizione totale del coefficiente di leva finanziaria 14.790 14.860 14.213
16 Coefficiente di leva finanziaria 10,71% 10,40% 10,71%
17 Coefficiente di leva finanziaria come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in
materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti
10,68% 10,22% 10,48%
17a Coefficiente di leva finanziaria come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto
dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle
altre componenti di conto economico complessivo
10,62% 10,40% 10,61%

Principali caratteristiche degli strumenti di fondi propri regolamentari e degli strumenti di passività ammissibili

Di seguito si forniscono le informazioni in formato tabulare previste dall'art. 447 del Regolamento 876/2019 e recepite nel Modello EU CCA del Regolamento 637/2021.

Tabella 22– Modello EU CCA: principali caratteristiche degli strumenti di fondi propri regolamentari e degli strumenti di passività ammissibili

Informazioni qualitative o quantitative
30/06/2024 31/12/2024
1 Emittente BANCA IFIS SPA BANCA IFIS SPA
2 Identificativo unico (ad es. identificativo CUSIP, ISIN o Bloomberg per i collocamenti
privati)
IT0003188064 IT0003188064
2a Collocamento pubblico o privato Pubblico Pubblico
3 Legislazione applicabile allo strumento Legge italiana Legge italiana
3a Riconoscimento contrattuale dei poteri di svalutazione e di conversione delle autorità di
risoluzione
N/A N/A
Trattamento regolamentare
4 Trattamento corrente tenendo conto, se del caso, delle disposizioni transitorie del CRR Capitale primario di
classe 1
Capitale primario di
classe 1
5 Disposizioni post-transitorie del CRR Capitale primario di
classe 1
Capitale primario di
classe 1
6 Ammissibile a livello solo/(sub-)consolidato / solo & (sub) consolidato Singolo ente e
consolidato
Singolo ente e
consolidato
7 Tipo di strumento (i tipi devono essere specificati per ciascuna giurisdizione) Azioni ordinarie Azioni ordinarie
8 Importo rilevato nel capitale regolamentare o nelle passività ammissibili (moneta in
milioni, alla più recente data di riferimento per la segnalazione)
118 118
9 Importo nominale dello strumento 54 54
EU-9a Prezzo di emissione 54 54
EU-9b Prezzo di rimborso N/A N/A
10 Classificazione contabile Patrimonio Netto Patrimonio Netto
11 Data di emissione originaria 07/10/2003 07/10/2003
12 Irredimibile o a scadenza Irredimibile Irredimibile
13 Data di scadenza originaria N/A N/A
14 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto ad approvazione preventiva
dell'autorità di vigilanza
N/A N/A
15 Data del rimborso anticipato facoltativo, date del rimborso anticipato eventuale e
importo del rimborso
N/A N/A

Informazioni qualitative o quantitative
30/06/2024 31/12/2024
16 Date successive di rimborso anticipato, se del caso N/A N/A
Cedole/dividendi
17 Dividendi/cedole fissi o variabili Variabili Variabili
18 Tasso della cedola ed eventuale indice collegato N/A N/A
19 Esistenza di un "dividend stopper" NO NO
EU
20a
Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di
tempo)
N/A N/A
EU
20b
Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di
importo)
N/A N/A
21 Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso N/A N/A
22 Non cumulativo o cumulativo N/A N/A
23 Convertibile o non convertibile N/A N/A
24 Se convertibile, evento(i) che determina(no) la conversione N/A N/A
25 Se convertibile, integralmente o parzialmente N/A N/A
26 Se convertibile, tasso di conversione N/A N/A
27 Se convertibile, conversione obbligatoria o facoltativa N/A N/A
28 Se convertibile, precisare il tipo di strumento nel quale la conversione è possibile N/A N/A
29 Se convertibile, precisare l'emittente dello strumento nel quale viene convertito N/A N/A
30 Meccanismi di svalutazione (write down) N/A N/A
31 In caso di svalutazione, evento(i) che la determina(no) N/A N/A
32 In caso di svalutazione, svalutazione totale o parziale N/A N/A
33 In caso di svalutazione, svalutazione permanente o temporanea N/A N/A
34 In caso di svalutazione temporanea, descrizione del meccanismo di rivalutazione N/A N/A
34a Tipo di subordinazione (solo per le passività ammissibili) N/A N/A
EU
34b
Rango dello strumento nella procedura ordinaria di insolvenza N/A N/A
35 Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di
strumento di rango immediatamente superiore (senior))
N/A N/A
36 Caratteristiche non conformi oggetto di disposizioni transitorie NO NO
37 In caso affermativo, specificare le caratteristiche non conformi N/A N/A
37a Link alla versione integrale dei termini e delle condizioni dello strumento (signposting) https://www.bancaifis.it/app/uploads/2020/06/st0
40408.pdf
Inserire "N/A" se l'informazione non si applica
Informazioni qualitative o quantitative
30/06/2024 31/12/2024
1 Emittente Banca Ifis S.p.A. Banca Ifis S.p.A.
2 Identificativo unico (ad es. identificativo CUSIP, ISIN o Bloomberg per i collocamenti
privati)
XS1700435453 XS1700435453
2a Collocamento pubblico o privato Pubblico Pubblico
3 Legislazione applicabile allo strumento English Law English Law
3a Riconoscimento contrattuale dei poteri di svalutazione e di conversione delle autorità di
risoluzione
N.A. N.A.
Trattamento regolamentare
4 Trattamento corrente tenendo conto, se del caso, delle disposizioni transitorie del CRR Capitale di classe 2 Capitale di classe 2
5 Disposizioni post-transitorie del CRR Capitale di classe 2 Capitale di classe 2
6 Ammissibile a livello solo/(sub-) consolidato / solo & (sub-) consolidato Singolo Ente e
consolidamento
Singolo Ente e
consolidamento
7 Tipo di strumento (i tipi devono essere specificati per ciascuna giurisdizione) Obbligazione
subordinata - art. 62 CRR
Obbligazione
subordinata - art. 62 CRR
8 Importo rilevato nel capitale regolamentare o nelle passività ammissibili (moneta in
milioni, alla più recente data di riferimento per la segnalazione)
231 196
9 Importo nominale dello strumento 400 400
EU-9a Prezzo di emissione 100 100
EU-9b Prezzo di rimborso 100 100
10 Classificazione contabile Passività- costo
ammortizzato
Passività- costo
ammortizzato
11 Data di emissione originaria 17/10/2017 17/10/2017
12 Irredimibile o a scadenza scadenza scadenza
13 Data di scadenza originaria 17/10/2027 17/10/2027
14 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto ad approvazione preventiva
dell'autorità di vigilanza
SI SI
15 Data del rimborso anticipato facoltativo, date del rimborso anticipato eventuale e
importo del rimborso
17/10/2022 17/10/2022
16 Date successive di rimborso anticipato, se del caso N.A. N.A.
Cedole/dividendi

Informazioni qualitative o quantitative
30/06/2024 31/12/2024
17 Dividendi/cedole fissi o variabili Cedola Fissa 4.50% fino
al 17.10.2022 con
possibile successivo
reset
Cedola Fissa 4.50% fino
al 17.10.2022 con
possibile successivo
reset
18 Tasso della cedola ed eventuale indice collegato 4.50% fino al
17.10.2022.
Successivamente 7.38%
fino al 17.10.2027
4.50% fino al
17.10.2022.
Successivamente 7.38%
fino al 17.10.2027
19 Esistenza di un "dividend stopper" NO NO
EU
20a
Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di tempo) N.A. N.A.
EU
20b
Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di
importo)
N.A. N.A.
21 Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso Reset della cedola al
17.10.2022 in Tasso
Swap 5Y + 4.251%
Reset della cedola al
17.10.2022 in Tasso
Swap 5Y + 4.251%
22 Non cumulativo o cumulativo Non cumulativo Non cumulativo
23 Convertibile o non convertibile Non Convertibile Non Convertibile
24 Se convertibile, evento(i) che determina(no) la conversione N.A. N.A.
25 Se convertibile, integralmente o parzialmente N.A. N.A.
26 Se convertibile, tasso di conversione N.A. N.A.
27 Se convertibile, conversione obbligatoria o facoltativa N.A. N.A.
28 Se convertibile, precisare il tipo di strumento nel quale la conversione è possibile N.A. N.A.
29 Se convertibile, precisare l'emittente dello strumento nel quale viene convertito N.A. N.A.
30 Meccanismi di svalutazione (write down) N.A. N.A.
31 In caso di svalutazione, evento(i) che la determina(no) N.A. N.A.
32 In caso di svalutazione, svalutazione totale o parziale N.A. N.A.
33 In caso di svalutazione, svalutazione permanente o temporanea N.A. N.A.
34 In caso di svalutazione temporanea, descrizione del meccanismo di rivalutazione N.A. N.A.
34a Tipo di subordinazione (solo per le passività ammissibili) N.A. N.A.
EU
34b
Rango dello strumento nella procedura ordinaria di insolvenza N.A. N.A.
35 Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di
strumento di rango immediatamente superiore (senior))
Junior rispetto agli
strumenti senior
unsecured
Junior rispetto agli
strumenti senior
unsecured
36 Caratteristiche non conformi oggetto di disposizioni transitorie No No
37 In caso affermativo, specificare le caratteristiche non conformi N.A. N.A.
37a Link alla versione integrale dei termini e delle condizioni dello strumento (signposting) https://www.bancaifis.it/app/uploads/2020/06/Ban
ca-IFIS-Bond-Sub.-2017-2027-450-Final-Terms-1.pdf

Inserire "N/A" se l'informazione non si applica

Informativa quantitativa

Tabella 23– Modello EU CC1: Composizione dei Fondi Propri regolamentari

Importi Fonte basata su numeri /lettere di
riferimento dello stato patrimoniale
nell'ambito del consolidamento prudenziale
Capitale primario di classe 1 (CET1): strumenti e riserve
Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni 139 160,170
Di cui tipo di strumento 1 - -
1 Di cui tipo di strumento 2 - -
Di cui tipo di strumento 3 - -
2 Utili non distribuiti 1.531 150
3 Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre
riserve)
(15) 120,150
EU
3a
Fondi per rischi bancari generali - -
4 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 3, del CRR
e le relative riserve sovrapprezzo azioni soggetti a eliminazione progressiva
dal CET1
- -
5 Interessi di minoranza (importo consentito nel CET1 consolidato) 4 190
EU
5a
Utili di periodo verificati da persone indipendenti al netto di tutti gli oneri o
dividendi prevedibili
50 200
6 Capitale primario di classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari 1.709 -
Capitale primario di classe 1 (CET1): rettifiche regolamentari
7 Rettifiche di valore supplementari (importo negativo) (1) 1
8 Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali) (importo negativo) (61) 100

Fonte basata su numeri /lettere di
Importi riferimento dello stato patrimoniale
nell'ambito del consolidamento prudenziale
9 Non applicabile - -
10 Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura, escluse quelle
derivanti da differenze temporanee (al netto delle relative passività fiscali per
le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3, del
CRR) (importo negativo)
(27) 110,60
11 Riserve di valore equo relative ai profitti e alle perdite generati dalla copertura
dei flussi di cassa degli strumenti finanziari che non sono valutati al valore
equo
- -
12 Importi negativi risultanti dal calcolo degli importi delle perdite attese - -
13 Qualsiasi aumento del patrimonio netto risultante da attività cartolarizzate - -
14 (importo negativo)
I profitti o le perdite sulle passività dell'ente valutate al valore equo dovuti a
variazioni del merito di credito
- -
15 Attività dei fondi pensione a prestazioni definite (importo negativo) - -
16 Propri strumenti del CET1 detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o
sinteticamente (importo negativo)
(21) 180
17 Strumenti del CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente,
indirettamente o sinteticamente, quando tali soggetti detengono con l'ente una
partecipazione incrociata reciproca concepita per gonfiare artificialmente i
Fondi Propri dell'ente (importo negativo)
- -
18 Strumenti del CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente
direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente non ha un
investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del
10 % e al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
- -
19 Strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente
direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un
investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10%
e al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
- -
20 Non applicabile - -
EU
20a
Importo dell'esposizione dei seguenti elementi, che possiedono i requisiti per
ricevere un fattore di ponderazione del rischio pari al 1250%, quando l'ente
opta per la deduzione
- -
EU Di cui partecipazioni qualificate al di fuori del settore finanziario (importo - -
20b
EU
20c
negativo)
Di cui posizioni verso la cartolarizzazione (importo negativo)
- -
EU
20d
Di cui operazioni con regolamento non contestuale (importo negativo) - -
21 Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo
superiore alla soglia del 10 %, al netto delle relative passività fiscali per le quali
sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3, del CRR)
(importo negativo)
- -
22 Importo che supera la soglia del 17,65 % (importo negativo) - -
23 Di cui strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente
direttamente, indirettamente e sinteticamente, quando l'ente ha un
investimento significativo in tali soggetti
- -
24 Non applicabile - -
25 Di cui attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee - -
EU Perdite relative all'esercizio in corso (importo negativo) - -
25a
EU
25b
Tributi prevedibili relativi agli elementi del CET1, ad eccezione dei casi in cui
l'ente adatta, di conseguenza, l'importo degli elementi del CET1 nella misura in
cui tali tributi riducano l'importo fino a concorrenza del quale questi elementi
- -
26 possono essere destinati alla copertura di rischi o perdite (importo negativo)
Non applicabile
- -
27 Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) che superano
gli elementi dell'AT1 dell'ente (importo negativo)
- -
27a Altre rettifiche regolamentari (15) 2,3
28 Totale delle rettifiche regolamentari del capitale primario di classe 1 (CET1) (125) -
29 Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.584 -
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): strumenti
30 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni - -
31 Di cui classificati come patrimonio netto a norma dei principi contabili
applicabili
- -
32 Di cui classificati come passività a norma dei principi contabili applicabili - -
33 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 4, del CRR
e le relative riserve sovrapprezzo azioni soggetti a eliminazione progressiva
dall'AT1
- -
EU
33a
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 494 bis, paragrafo 1, del
CRR soggetti a eliminazione graduale dall'AT1
- -
EU
33b
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 494 ter, paragrafo 1, del
CRR soggetti a eliminazione graduale dall'AT1
- -

Importi Fonte basata su numeri /lettere di
riferimento dello stato patrimoniale
nell'ambito del consolidamento prudenziale
34 Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale AT1 consolidato
(compresi gli interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) emesso da
1 190
35 filiazioni e detenuto da terzi
di cui strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva
- -
36 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) prima delle rettifiche regolamentari 1 -
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): rettifiche regolamentari
37 Propri strumenti di AT1 detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o - 10
sinteticamente (importo negativo)
38 Strumenti di AT1 di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente,
indirettamente o sinteticamente, quando tali soggetti detengono con l'ente una
partecipazione incrociata reciproca concepita per gonfiare artificialmente i
Fondi Propri dell'ente (importo negativo)
- -
39 Strumenti di AT1 di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente,
indirettamente o sinteticamente, quando l'ente non ha un investimento
significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10 % e al netto di
posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
- -
40 Strumenti di AT1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente
direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un
investimento significativo in tali soggetti (al netto di posizioni corte
ammissibili) (importo negativo)
- -
41 Non applicabile - 190
42 Deduzioni ammissibili dal capitale di classe 2 (T2) che superano gli elementi
del T2 dell'ente (importo negativo)
- -
42a Altre rettifiche regolamentari del capitale AT1 - -
43 Totale delle rettifiche regolamentari del capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) - -
44 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) 1 10
45 Capitale di classe 1 (T1 = CET1 + AT1) 1.585 -
Capitale di classe 2 (T2) strumenti
46 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni 246 10
47 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 5, del CRR
e le relative riserve sovrapprezzo azioni soggetti a eliminazione progressiva
dal T2 ai sensi dell'articolo 486, paragrafo 4, del CRR
- -
EU
47a
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 494 bis, paragrafo 2, del
CRR soggetti a eliminazione graduale dal T2
- -
EU
47b
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 494 ter, paragrafo 2, del
CRR soggetti a eliminazione graduale dal T2
Strumenti di Fondi Propri ammissibili inclusi nel capitale T2 consolidato
- -
48 (compresi gli interessi di minoranza e strumenti di AT1 non inclusi nella riga 5
o nella riga 34) emessi da filiazioni e detenuti da terzi
1 -
49 di cui strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva - -
50 Rettifiche di valore su crediti - -
51 Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari 247 -
Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari
52 Strumenti propri di T2 e prestiti subordinati detenuti dall'ente direttamente,
indirettamente o sinteticamente (importo negativo)
Strumenti di T2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti
(50) -
53 direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando tali soggetti detengono
con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per gonfiare
artificialmente i Fondi Propri dell'ente (importo negativo)
- -
54 Strumenti di T2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti
direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente non ha un
investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del
10 % e al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
- -
54a Non applicabile - -
55 Strumenti di T2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti
dall'ente direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un
investimento significativo in tali soggetti (al netto di posizioni corte
ammissibili) (importo negativo)
- -
56 Non applicabile - -
EU Deduzioni di passività ammissibili che superano gli elementi delle passività - -
56a
EU
56b
ammissibili dell'ente (importo negativo)
Altre rettifiche regolamentari del capitale T2
- -
57 Totale delle rettifiche regolamentari del capitale di classe 2 (T2) (50) -
58 Capitale di classe 2 (T2) 197 -
59 Capitale totale (TC = T1 + T2) 1.781 -
60 Importo complessivo dell'esposizione al rischio 9.836 -
Coefficienti e requisiti patrimoniali, comprese le riserve di capitale
61 Capitale primario di classe 1 16,10% -
62 Capitale di classe 1 16,11% -
63 Capitale totale 18,11% -

Importi Fonte basata su numeri /lettere di
riferimento dello stato patrimoniale
nell'ambito del consolidamento prudenziale
64 Requisiti patrimoniali complessivi CET1 dell'ente 8,44% -
65 Di cui requisito della riserva di conservazione del capitale 2,50% -
66 Di cui requisito della riserva di capitale anticiclica 0,04% -
67 Di cui requisito della riserva a fronte del rischio sistemico 0,4% -
EU
67a
Di cui requisito della riserva di capitale degli Enti a rilevanza sistemica a livello
globale (G-SII) o degli altri Enti a rilevanza sistemica (O-SII)
- -
EU
67b
Di cui requisiti aggiuntivi di Fondi Propri per far fronte a rischi diversi dal
rischio di leva finanziaria eccessiva
1,00% -
68 Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al
rischio) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti patrimoniali minimi
8,31% -
Minimi nazionali (se diversi da Basilea III)
69 Non applicabile - -
70 Non applicabile - -
71 Non applicabile - -
Importi inferiori alle soglie di deduzione (prima della ponderazione del rischio)
72 Fondi propri e passività ammissibili di soggetti del settore finanziario detenuti
direttamente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento
significativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di
posizioni corte ammissibili)
62 -
73 Strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente
direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo
in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 17,65 % e al netto di posizioni
corte ammissibili)
20 -
74 Non applicabile - -
75 Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo
inferiore alla soglia del 17,65 %, al netto delle relative passività fiscali per le
quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3, del CRR)
18 -
Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di classe 2
76 Rettifiche di valore su crediti incluse nel T2 in relazione alle esposizioni
soggette al metodo standardizzato (prima dell'applicazione del massimale)
- -
77 Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel T2 nel quadro del
metodo standardizzato
- -
78 Rettifiche di valore su crediti incluse nel T2 in relazione alle esposizioni
soggette al metodo basato sui rating interni (prima dell'applicazione del
massimale)
- -
79 Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel T2 nel quadro del
metodo basato sui rating interni
- -
Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile soltanto tra il 1° gennaio 2014 e il 1° gennaio 2022)
80 Massimale corrente sugli strumenti di CET1 soggetti a eliminazione
progressiva
- -
81 Importo escluso dal CET1 in ragione del massimale (superamento del
massimale dopo i rimborsi e le scadenze)
- -
82 Massimale corrente sugli strumenti di AT1 soggetti a eliminazione progressiva - -
83 Importo escluso dall'AT1 in ragione del massimale (superamento del
massimale dopo i rimborsi e le scadenze)
- -
84 Massimale corrente sugli strumenti di T2 soggetti a eliminazione progressiva - -
85 Importo escluso dal T2 in ragione del massimale (superamento del massimale
dopo i rimborsi e le scadenze)
- -

Tabella 24– Modello EU CC2: Riconciliazione dei fondi propri regolamentari con lo stato patrimoniale nel bilancio sottoposto a revisione contabile

Stato
patrimonia
Nell'ambito Ammontari Rilevanti ai fini
dei fondi propri
le incluso
nel
bilancio
pubblicato
del
consolidamen
to
prudenziale
Capital
e
Primari
o di
Capitale
Aggiuntiv
o di
Capital
e di
Riferimen
to
Alla fine
del
periodo
Alla fine del
periodo
Classe
1
(CET1)
Classe 1
(AT1)
Classe
2 (T2)
Attività
10. Cassa e disponibilità liquide 505 499 - - - -
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 249 249 - - - -
A) Attività finanziarie detenute per la negoziazione 12 12 - - - -
B) Attività finanziarie designate al fair value - - - - - -
C) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 237 237 - - - -
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
702 702 - - - -
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 11.514 11.333 - - - -

Stato
patrimonia
Nell'ambito
del
Ammontari Rilevanti ai fini
dei fondi propri
le incluso
nel
bilancio
pubblicato
Alla fine
del
consolidamen
to
prudenziale
Alla fine del
periodo
Capital
e
Primari
o di
Classe
1
Capitale
Aggiuntiv
o di
Classe 1
(AT1)
Capital
e di
Classe
2 (T2)
Riferimen
to
periodo (CET1)
A) Crediti verso banche 148 147 - - - -
B) Crediti verso clientela 8.861 8.681 - - - -
C) Titoli di debito 2.505 2.505 - - - -
- Banche 556 556 - - - -
- Clientela
50. Derivati di copertura
1.949
7
1.949
7
-
-
-
-
-
-
-
-
60. Adeguamento di valore delle attivita' finanziarie oggetto di copertura
generica (+/-)
70. Partecipazioni
-
0
-
191
-
-
-
-
-
-
-
-
80. Attività assicurative - - - - - -
a) contratti di assicurazione emessi che costituiscono attività - - - - - -
b) cessioni in riassicurazione che costituiscono attività - - - - - -
90. Attivita' materiali 167 166 - - - -
100. Attivita' immateriali 85 85 (61) - - 8
- Avviamento 38 38 (38) - - 8
- Altre attività immateriali 47 47 (23) - - 8
110. Attivita' fiscali 213 200 - - - -
A) Correnti 42 41 - - - -
B) Anticipate 171 158 (40) - - 10
120. Attivita' non correnti e gruppi di attivita' in via di dismissione - - - - - -
130. Altre attivita' 383 378 - - - -
Totale Attivo 13.826 13.810 (101) - -
Passività e Patrimonio Netto
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 11.598 11.598 - - - -
A) Debiti verso banche 1.443 1.443 - - - -
B) Debiti verso clientela 7.002 7.002 - - - -
C) Titoli in circolazione 3.153 3.153 - - 196 46/52
20. Passivita' finanziarie di negoziazione 14 14 - - - -
30. Passivita' finanziarie designate al fair value - - - - - -
40. Derivati di copertura
50. Adeguamento di valore delle passivita' finanziarie oggetto di copertura
15
-
15
-
-
-
-
-
-
-
-
-
generica (+/-)
60. Passivita' fiscali 52 51 - - - -
A) correnti 23 23 - - - -
B) differite 29 29 13 - - 10
70. Passivita' associate a gruppi di attivita' in via di dismissione - - - - - -
80. Altre passivita' 339 324 - - - -
90. Trattamento di fine rapporto del personale 8 7 - - - -
100. Fondi per rischi e oneri
A) Impegni e garanzie rilasciate
52
6
52
6
-
-
-
-
-
-
-
-
B) Quiescenza e obblighi simili 0 0 - - - -
C) Altri fondi per rischi e oneri 47 46 - - - -
110. Passività assicurative - - - - - -
a) Contratti di assicurazione emessi che costituiscono passività - - - - - -
b) cessioni in riassicurazione che costituiscono passività - - - - - -
120. Riserve da valutazione (28) (28) (28) - - 3
120. RISERVE DA VALUTAZIONE - di cui attività operative cessate - - - - - -
130. Azioni rimborsabili - - - - - -
140. Strumenti di capitale - - - - - -
145. Acconti su dividendi (63) (63) - - - -
150. Riserve 1.544 1.544 1.544 - - -
150. A) riserve di utili 1.531 1.531 1.531 - - 2
150. B) riserve altre 13 13 13 - - 3

Stato
patrimonia
Ammontari Rilevanti ai fini
dei fondi propri
le incluso
nel
bilancio
pubblicato
del
consolidamen
to
prudenziale
Capital
e
Primari
o di
Capitale
Aggiuntiv
o di
Capital
e di
Riferimen
to
Alla fine
del
periodo
Alla fine del
periodo
Classe
1
(CET1)
Classe 1
(AT1)
Classe
2 (T2)
170. Capitale 54 54 54 - - 1
180. Azioni proprie (-) (21) (21) (21) - - 16
190. Patrimonio di pertinenza dei terzi (+/-) 16 16 - - - -
190. Patrimonio di pertinenza dei terzi (+/-) - di cui attività operative cessate - - 4 1 1 5,34,48
200. Utile (perdita) d'esercizio 162 162 50 - - EU-5a
Totale Passivo e Patrimonio Netto 13.826 13.810 1.701 1 197
Fondi Propri
(-) Rettifiche di valore dovute ai requisiti per la valutazione prudente - - (1) - - 7
Filtri Transitori - - 22 - - 27a
(-) Copertura insufficiente per le esposizioni deteriorate - - (38) - - 27a
FONDI PROPRI - - 1.584 1 197 -

3.2. Riserva di capitale anticiclica

Informativa quantitativa

Tabella 25– Modello EU CCYB1: Distribuzione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo della riserva di capitale anticiclica

Esposizioni
creditizie
generiche
Esposizioni
creditizie
rilevanti —
Rischio di
mercato
Requisiti di fondi propri
Valore dell'esposizione secondo il metodo
standardizzato
Valore dell'esposizione secondo il metodo IRB esposizioni contenute nel portafoglio di negoziazione
Somma delle posizioni lunghe e corte delle
Valore delle esposizioni nel portafoglio di
negoziazione secondo i modelli interni
secondo il metodo standardizzato
Valore
dell'esposizione
delle esposizioni
verso la
cartolarizzazione
esterne al
portafoglio di
negoziazione
Valore
dell'esposizione
complessiva
Rischio di credito

Esposizioni creditizie rilevanti
Rischio di mercato

Esposizioni creditizie rilevanti
Posizioni verso la
cartolarizzazione esterne al portafoglio di

Esposizioni creditizie rilevanti
negoziazione
Totale
Importi
delle
esposizioni
ponderati
per il
rischio
Fattori di
ponderazione
dei requisiti
di fondi
propri
Coefficiente
anticiclico
Abu Dhabi 1 - - - - 1 - - - - - 0,02 0,00%
Albania - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Algeria - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Arabia
Saudita
6 - - - - 6 - - - - - 0,08 0,00%
Argentina - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Armenia - - - - - - - - - - - 0 1,50%
Australia - - - - - - - - - - - 0 1,00%
Austria 7 - - - - 7 1 - - 1 7 0,08 0,00%
Belgio 3 - - - - 3 - - - - - 0,04 1,00%
Bielorussia - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Bolivia - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Bosnia e
Erzegovina
1 - - - - 1 - - - - - 0 0,00%

Esposizioni
creditizie
generiche
Esposizioni
creditizie
rilevanti —
Rischio di
mercato
Requisiti di fondi propri
Valore dell'esposizione secondo il metodo
standardizzato
Valore dell'esposizione secondo il metodo IRB esposizioni contenute nel portafoglio di negoziazione
Somma delle posizioni lunghe e corte delle
Valore delle esposizioni nel portafoglio di
negoziazione secondo i modelli interni
secondo il metodo standardizzato
Valore
dell'esposizione
delle esposizioni
verso la
cartolarizzazione
esterne al
portafoglio di
negoziazione
Valore
dell'esposizione
complessiva
Rischio di credito

Esposizioni creditizie rilevanti
Rischio di mercato

Esposizioni creditizie rilevanti
Posizioni verso la
cartolarizzazione esterne al portafoglio di

Esposizioni creditizie rilevanti
negoziazione
Totale
Importi
delle
esposizioni
ponderati
per il
rischio
Fattori di
ponderazione
dei requisiti
di fondi
propri
Coefficiente
anticiclico
Brasile 2 - - - - 2 - - - - - 0,03 0,00%
Bulgaria - - - - - - - - - - - 0 2,00%
Canada 4 - - - - 4 - - - - - 0,06 0,00%
Ceca
(Repubblica)
6 - - - - 6 - - - - - 0,07 1,25%
Cile - - - - - - - - - - - 0 0,50%
Cina - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Cipro - - - - - - - - - - - 0 1,00%
Colombia - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Corea del
Sud
(Repubblica
di)
1 - - - - 1 - - - - - 0,01 1,00%
Costa Rica - - - - - - - - - - - 0,01 0,00%
Croazia 2 - - - - 2 - - - - - 0,02 1,50%
Danimarca - - - - - - - - - - - 0 2,50%
Dominicana
(Repubblica)
- - - - - - - - - - - 0 0,00%
Egitto - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Estonia - - - - - - - - - - - 0 1,50%
Filippine - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Finlandia 1 - - - - 1 - - - - - 0,02 0,00%
Francia 83 - - - - 83 7 - - 7 83 1,05 1,00%
Georgia - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Germania 48 - - - - 48 4 - - 4 51 0,65 0,75%
Giappone - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Grecia 7 - - - - 7 1 - - 1 7 0,09 0,00%
Guernsey - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Hong Kong - - - - - - - - - - - 0 0,50%
India 3 - - - - 3 - - - - - 0,04 0,00%
Iraq - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Irlanda 6 - - - - 6 - - - - - 0,07 1,50%
Islanda - - - - - - - - - - - 0 2,50%
Italia 9.123 - - - 175 9.298 577 - 6 583 7.287 92,62 0,00%

Esposizioni
creditizie
generiche
Esposizioni
creditizie
rilevanti —
Rischio di
mercato
Requisiti di fondi propri
Valore dell'esposizione secondo il metodo
standardizzato
Valore dell'esposizione secondo il metodo IRB esposizioni contenute nel portafoglio di negoziazione
Somma delle posizioni lunghe e corte delle
Valore delle esposizioni nel portafoglio di
negoziazione secondo i modelli interni
secondo il metodo standardizzato
Valore
dell'esposizione
delle esposizioni
verso la
cartolarizzazione
esterne al
portafoglio di
negoziazione
Valore
dell'esposizione
complessiva
Rischio di credito

Esposizioni creditizie rilevanti
Rischio di mercato

Esposizioni creditizie rilevanti
Posizioni verso la
cartolarizzazione esterne al portafoglio di

Esposizioni creditizie rilevanti
negoziazione
Totale
Importi
delle
esposizioni
ponderati
per il
rischio
Fattori di
ponderazione
dei requisiti
di fondi
propri
Coefficiente
anticiclico
Lettonia - - - - - - - - - - - 0 0,50%
Libia - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Lituania - - - - - - - - - - - 0 1,00%
Lussemburgo 35 - - - - 35 3 - - 3 35 0,44 0,50%
Malta 1 - - - - 1 - - - - - 0,01 0,00%
Marocco - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Messico 3 - - - - 3 - - - - - 0,03 0,00%
Moldavia
(Repubblica
di)
1 - - - - 1 - - - - - 0,01 0,00%
Montenegro - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Nigeria - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Norvegia 1 - - - - 1 - - - - - 0,01 2,50%
Paesi Bassi 15 - - - - 15 1 - - 1 15 0,19 2,00%
Perù - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Polonia 85 - - - - 85 7 - - 7 85 1,08 0,00%
Portogallo 1 - - - - 1 - - - - - 0,01 0,00%
Principato di
Monaco
3 - - - - 3 - - - - - 0,04 0,00%
Qatar - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Regno Unito 27 - - - - 27 2 - - 2 27 0,35 2,00%
Romania 37 - - - - 37 3 - - 3 37 0,47 1,00%
Russia
(Federazione
di)
- - - - - - - - - - - 0 0,00%
San Marino 8 - - - - 8 1 - - 1 8 0,1 0,00%
Senegal - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Serbia - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Slovacchia 6 - - - - 6 - - - - - 0,05 1,50%
Slovenia - - - - - - - - - - - 0 0,50%
Spagna 43 - - - - 43 3 - - 3 41 0,52 0,00%
Stati Uniti 9 - - - - 9 1 - - 1 9 0,12 0,00%
Sudafricana
(Repubblica)
- - - - - - - - - - - 0 1,00%
Sudan - - - - - - - - - - - 0 0,00%

Esposizioni
creditizie
generiche
Esposizioni
creditizie
rilevanti —
Rischio di
mercato
Requisiti di fondi propri
Valore dell'esposizione secondo il metodo
standardizzato
Valore dell'esposizione secondo il metodo IRB esposizioni contenute nel portafoglio di negoziazione
Somma delle posizioni lunghe e corte delle
Valore delle esposizioni nel portafoglio di
negoziazione secondo i modelli interni
secondo il metodo standardizzato
Valore
dell'esposizione
delle esposizioni
verso la
cartolarizzazione
esterne al
portafoglio di
negoziazione
Valore
dell'esposizione
complessiva
Rischio di credito

Esposizioni creditizie rilevanti
Rischio di mercato

Esposizioni creditizie rilevanti
Posizioni verso la
cartolarizzazione esterne al portafoglio di

Esposizioni creditizie rilevanti
negoziazione
Totale
Importi
delle
esposizioni
ponderati
per il
rischio
Fattori di
ponderazione
dei requisiti
di fondi
propri
Coefficiente
anticiclico
Svezia 12 - - - - 12 1 - - 1 12 0,15 2,00%
Svizzera 93 - - - - 93 7 - - 7 93 1,19 0,00%
Tunisia 2 - - - - 2 - - - - - 0,02 0,00%
Turchia 19 - - - - 19 1 - - 1 19 0,24 0,00%
Uganda - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Ungheria - - - - - - - - - - - 0 0,50%
Venezuela - - - - - - - - - - - 0 0,00%
Vietnam 1 - - - - 1 - - - - - 0 0,50%
Totale 9.705 - - - 175 9.880 619 - 6 625 7.814 0 0,00%

Tabella 26– Modello EU CCYB2: Importo della riserva di capitale anticiclica dell'Ente

a
1 Importo complessivo dell'esposizione al rischio 9.836
2 Coefficiente anticiclico specifico dell'ente 0,04%
3 Requisito di riserva di capitale anticiclica specifica dell'ente 4

4.Leva Finanziaria

4.1. Coefficiente di leva finanziaria

Processo di gestione del rischio di leva finanziaria

Il rischio di eccessiva leva finanziaria è il rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda il Gruppo vulnerabile, rendendo necessaria l'adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività.

L'art. 92, paragrafo 1, lettera d) prevede che gli enti soddisfino sempre un coefficiente di leva finanziaria del 3%. Al riguardo si precisa che nel Provvedimento Decisione sul capitale 0140859/24/24 del 23/01/24, la Banca d'Italia non ha imposto la componente P2R – LR né, tantomeno, ha richiesto l'applicazione della componente P2G – LR.

L'indice di leva consente di vincolare l'espansione delle esposizioni complessive alla disponibilità di un'adeguata base patrimoniale e contenere, nelle fasi espansive del ciclo economico, il livello di indebitamento delle Banche, contribuendo in tal modo a ridurre il rischio di processi di deleveraging in situazioni di crisi.

L'indicatore deriva dal rapporto tra i Fondi Propri per la componente rappresentata dagli elementi e strumenti del Capitale di classe 1 e la dimensione delle attività a rischio del Gruppo Bancario, in bilancio e fuori bilancio, opportunamente calibrate in applicazione di specifici fattori di conversione. Ai fini regolamentari la misurazione dell'indice di leva finanziaria viene effettuata tramite procedure informatiche dedicate alla produzione periodica delle segnalazioni statistiche e di vigilanza prudenziale consolidata. La frequenza di produzione del leverage ratio è trimestrale. L'indicatore è soggetto a monitoraggio a livello di Gruppo Bancario.

L'indicatore, calcolato trimestralmente a livello consolidato, è oggetto di monitoraggio ed è una delle metriche di riferimento nell'ambito del Risk Appetite Framework per il presidio dei rischi e dell'adeguatezza patrimoniale del Gruppo. Solo ai fini informativi, con l'entrata in vigore della CRR2, è richiesto, nell'ambito della segnalazione prudenziale, di dare informativa anche dei valori medi delle esposizioni in Secured Financial Transaction, senza impatto però sul ratio che continua ad essere calcolato con il dato puntuale.

Alla data di riferimento del presente Resoconto il coefficiente di leva finanziaria è risultato essere pari a 10,71%, oltre 3 volte superiore rispetto al valore minimo regolamentare del 3%.

Fattori che hanno avuto impatto sulla variazione del coefficiente di leva finanziaria

La leva finanziaria è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al valore al 31.12.2023 quando era pari a 10,4%. Il marginale incremento è stato determinato in prevalenza dall'aumento Year Over Year del TIER1 del 2,5%, a fronte di una sostanziale stabilità dell'esposizione complessiva usata ai fini del calcolo della leva.

Informativa quantitativa

Tabella 27– Modello EU LR1 - LRSum: Riepilogo della riconciliazione tra attività contabili e esposizioni del coefficiente di leva finanziaria

Importo applicabile
1 Attività totali come da bilancio pubblicato 13.826
2 Rettifica per i soggetti consolidati a fini contabili ma esclusi dall'ambito del consolidamento prudenziale -16
3 (Rettifica per le esposizioni cartolarizzate che soddisfano i requisiti operativi per il riconoscimento del trasferimento del rischio) 0,00
4 (Rettifica per l'esenzione temporanea delle esposizioni verso Banche Centrali (se del caso)) 0
5 (Rettifica per le attività fiduciarie iscritte a bilancio a norma della disciplina contabile applicabile ma escluse dalla misura
dell'esposizione complessiva conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera i), del CRR)
0
6 Rettifica per gli acquisti e le vendite standardizzati di attività finanziarie soggette alla registrazione sulla base della data di
negoziazione
0
7 Rettifica per le operazioni di tesoreria accentrata ammissibili 0
8 Rettifica per gli strumenti finanziari derivati 163
9 Rettifica per le operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT) 394
10 Rettifica per gli elementi fuori bilancio (conversione delle esposizioni fuori bilancio in importi equivalenti di credito) 531
11 (Rettifica per gli aggiustamenti per la valutazione prudente e gli accantonamenti specifici e generici che hanno ridotto il capitale di
classe 1)
0,00
EU
11a
(Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1,
lettera c), del CRR)
0,00
EU
11b
(Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1,
lettera j), del CRR)
0
12 Altre rettifiche -108
13 Misura dell'esposizione complessiva 14.790
Tabella 28– Modello EU LR2 - LRCom: Informativa armonizzata sul coefficiente di leva finanziaria
-------------------------------------------------------------------------------------------------- --
Esposizioni del coefficiente di leva
finanziaria (CRR)
31/12/2024 31/12/2023
Esposizioni in bilancio (esclusi derivati e SFT)
1 Elementi in bilancio (esclusi derivati e SFT, ma comprese le garanzie reali) 13.625 14.019
2 Maggiorazione per le garanzie reali fornite su derivati se dedotte dalle attività in bilancio in base alla
disciplina contabile applicabile
- -
3 (Deduzioni dei crediti per il margine di variazione in contante fornito in operazioni su derivati) - -
4 (Rettifica per i titoli ricevuti nell'ambito di operazioni di finanziamento tramite titoli che sono iscritti come
attività)
- -
5 (Rettifiche di valore su crediti generiche degli elementi in bilancio) - -
6 (Importi delle attività dedotte nella determinazione del capitale di classe 1) (120) (111)
7 Esposizioni in bilancio complessive (esclusi derivati e SFT) 13.505 13.909
Esposizioni su derivati
8 Costo di sostituzione associato alle operazioni su derivati SA-CCR (al netto del margine di variazione in
contante ammissibile)
- -
EU-8a Deroga per derivati: contributo ai costi di sostituzione nel quadro del metodo standardizzato
semplificato
- -
9 Importi delle maggiorazioni per le esposizioni potenziali future associate alle operazioni su derivati SA
CCR
- -
EU-9a Deroga per derivati: contributo all'esposizione potenziale futura nel quadro del metodo standardizzato
semplificato
EU-9b Esposizione calcolata secondo il metodo dell'esposizione originaria 182 82
10 (Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente) (SA
CCR)
- -
EU
10a
(Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente)
(metodo standardizzato semplificato)
- -
EU
10b
(Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente)
(metodo dell'esposizione originaria)
- -
11 Importo nozionale effettivo rettificato dei derivati su crediti venduti - -
12 (Compensazioni nozionali effettive rettificate e deduzione delle maggiorazioni per i derivati su crediti
venduti)
- -
13 Totale delle esposizioni in derivati 182 82
Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT)
14 Attività SFT lorde (senza riconoscimento della compensazione) previa rettifica per le operazioni
contabilizzate come vendita
179 -
15 (Importi compensati risultanti dai debiti e crediti in contante delle attività SFT lorde) - -
16 Esposizione al rischio di controparte per le attività SFT - -
EU
16a
Deroga per SFT: esposizione al rischio di controparte conformemente all'articolo 429 sexies, paragrafo
5, e all'articolo 222 del CRR.
394 265
17 Esposizioni su operazioni effettuate come agente - -
EU
17a
(Componente CCP esentata delle esposizioni su SFT compensate per conto del cliente) - -
18 Totale delle esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli 573 265

Esposizioni del coefficiente di leva
finanziaria (CRR)
31/12/2024 31/12/2023
Altre esposizioni fuori bilancio
19 Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio 1.326 1.436
20 (Rettifiche per conversione in importi equivalenti di credito) (796) (831)
21 (Accantonamenti generici dedotti nella determinazione del capitale di classe 1 e accantonamenti
specifici associati alle esposizioni fuori bilancio)
- -
22 Esposizioni fuori bilancio 530 604
Esposizioni escluse
EU
22a
(Esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva conformemente all'articolo 429 bis,
paragrafo 1, lettera c), del CRR)
- -
EU
22b
(Esposizioni esentate conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera j), del CRR (in bilancio e
fuori bilancio))
- -
EU
22c
(Esposizioni di Banche (o unità) pubbliche di sviluppo escluse - Investimenti del settore pubblico) - -
EU
22d
(Esposizioni di Banche (o unità) pubbliche di sviluppo escluse - Prestiti agevolati) - -
EU
22e
(Esposizioni escluse derivanti da trasferimenti (passing - through) di prestiti agevolati da parte di un ente
che non sia una banca (o unità) pubblica di sviluppo)
- -
EU-22f (Parti garantite escluse delle esposizioni derivanti da crediti all'esportazione) - -
EU
22g
(Garanzie reali in eccesso depositate presso agenti triparty escluse) - -
EU
22h
(Servizi connessi a un CSD di CSD/enti esclusi conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera
o), del CRR)
- -
EU-22i (Servizi connessi a un CSD di Enti designati esclusi conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1,
lettera p), del CRR)
- -
EU-22j (Riduzione del valore dell'esposizione di prestiti di prefinanziamento o di prestiti intermedi) - -
EU
22k
(Totale delle esposizioni escluse) - -
Capitale e misura dell'esposizione complessiva
23 Capitale di classe 1 1.585 1.545
24 Misura dell'esposizione complessiva 14.790 14.860
Coefficiente di leva finanziaria
25 Coefficiente di leva finanziaria (%) 10,71% 10,40%
EU-25 Coefficiente di leva finanziaria (escluso l'impatto dell'esenzione degli investimenti del settore pubblico e
dei prestiti agevolati) (%)
10,71% 10,40%
25a Coefficiente di leva finanziaria (escluso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea applicabile delle
riserve della banca centrale) (%)
10,71% 10,40%
26 Requisito regolamentare del coefficiente minimo di leva finanziaria (%) 3,00% 3,00%
EU
26a
Requisiti aggiuntivi di fondi propri per far fronte al rischio di leva finanziaria eccessiva (%) - -
EU
26b
Di cui costituiti da capitale CET1 - -
27 Requisito di riserva del coefficiente di leva finanziaria (%) - -
EU
27a
Requisito del coefficiente di leva finanziaria complessivo (%) 3,00% 3,00%
Scelta in merito a disposizioni transitorie ed esposizioni rilevanti
EU
27b
Scelta in merito alle disposizioni transitorie per la definizione della misura del capitale - -
Informazioni sui valori medi
28 Media dei valori giornalieri delle attività lorde di SFT, dopo le rettifiche per le operazioni contabili di
vendita e al netto dei debiti e dei crediti in contante associati
- -
29 Valore di fine trimestre delle attività lorde di SFT, dopo le rettifiche per le operazioni contabili di vendita e
al netto dei debiti e dei crediti in contante associati
179 -
30 Misura dell'esposizione complessiva (compreso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea
applicabile delle riserve della banca centrale) comprendente i valori medi della riga 28 delle attività lorde
di SFT (dopo la rettifica per le operazioni contabili)
14.611 14.860
30a Misura dell'esposizione complessiva (escluso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea
applicabile delle riserve della banca centrale) comprendente i valori medi della riga 28 delle attività lorde
di SFT (dopo la rettifica per le operazioni contabili di vendita e al netto dei debiti e dei crediti in contante
associati)
14.611 14.860
31 Coefficiente di leva finanziaria (compreso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea applicabile
delle riserve della banca centrale) comprendente i valori medi della riga 28 delle attività lorde di SFT
(dopo la rettifica per le operazioni contabili di vendita e al netto dei debiti e dei crediti in contante
associati)
10,85% 10,40%
31a Coefficiente di leva finanziaria (escluso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea applicabile delle
riserve della banca centrale) comprendente i valori medi della riga 28 delle attività lorde di SFT (dopo la
rettifica per le operazioni contabili di vendita e al netto dei debiti e dei crediti in contante associati)
10,85% 10,40%

Tabella 29– Modello EU LR3 - LRSpl: Disaggregazione delle esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate)

Esposizioni del coefficiente di
leva finanziaria (CRR)
EU-1 Totale delle esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT ed esposizioni esentate), di cui 13.625
EU-2 Esposizioni nel portafoglio di negoziazione 1

Esposizioni del coefficiente di
leva finanziaria (CRR)
EU-3 Esposizioni nel portafoglio bancario, di cui 13.624
EU-4 Obbligazioni garantite -
EU-5 Esposizioni trattate come emittenti sovrani 2.815
EU-6 Esposizioni verso Amministrazioni Regionali, Banche multilaterali di sviluppo, organizzazioni
internazionali e organismi del settore pubblico non trattati come emittenti sovrani
201
EU-7 Esposizioni verso enti 1.010
EU-8 Esposizioni garantite da ipoteche su beni immobili 178
EU-9 Esposizioni al dettaglio 2.714
EU-10 Esposizioni verso imprese 3.763
EU-11 Esposizioni in stato di default 1.721
EU-12 Altre esposizioni (ad es. in strumenti di capitale, cartolarizzazioni e altre attività diverse da crediti) 1.222

5.Rischio di Liquidità

5.1. Requisiti in materia di liquidità

Strategie e processi per la gestione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità è rappresentato dalla possibilità che il Gruppo non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell'incapacità di reperire fondi o dell'incapacità di cedere attività sul mercato per far fronte ad esigenze di liquidità. Rappresenta, altresì, rischio di liquidità l'incapacità di reperire nuove risorse finanziarie adeguate, in termini di ammontare e di costo, rispetto alle necessità/opportunità operative, che costringa il Gruppo a rallentare o fermare lo sviluppo dell'attività, o sostenere costi di raccolta eccessivi per fronteggiare i propri impegni, con impatti negativi significativi sulla marginalità della propria attività.

Il governo del rischio di liquidità a breve termine ha lo scopo di gestire gli eventi che impattano sulla posizione di liquidità operativa del Gruppo con l'obiettivo primario del mantenimento della capacità del Gruppo di far fronte agli impegni di pagamento ordinari e straordinari, minimizzandone i costi.

Il governo della liquidità strutturale, ossia degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità del Gruppo nell'orizzonte temporale oltre l'anno, ha l'obiettivo primario del mantenimento di un adeguato rapporto tra passività ed attività a medio-lungo termine evitando pressioni sulle fonti di liquidità a breve termine attuali e prospettiche, ottimizzando contestualmente il costo della provvista.

La gestione dei rischi menzionati viene effettuata a livello integrato per tutte le società rientranti nel perimetro.

Il modello di governo del rischio di liquidità e funding del Gruppo Banca Ifis si pone i seguenti obiettivi:

  • consentire al Gruppo di essere solvibile sia in condizioni di normale corso degli affari, che in condizioni di stress;
  • assicurare l'equilibrio finanziario della struttura per scadenze sul medio e lungo periodo, al fine di evitare pressioni sulle fonti, attuali e prospettiche, a breve termine;
  • recepire le indicazioni dell'Autorità di Vigilanza tenendo conto delle proprie specificità operative;
  • garantire una netta separazione tra funzioni di gestione e funzioni di controllo del rischio.

Al 31 dicembre 2024 le fonti finanziarie sono rappresentate principalmente dal patrimonio, dalla raccolta online (prodotto Rendimax) composta da depositi a vista e vincolati, dai prestiti obbligazionari a medio-lungo termine emessi nell'ambito del programma EMTN, da operazioni di cartolarizzazione a medio-lungo termine nonché dalla raccolta da clientela corporate; la raccolta sotto forma di pronti contro termine, stipulati con primarie realtà bancarie, si è confermata anche nel 2024 una rilevante fonte di funding. Per quanto infine concerne la raccolta presso l'Eurosistema, si segnala che nel corso del 2024 è continuata l'unwinding, già iniziato a fine 2023, del finanziamento c.d. TLTRO, in naturale scadenza nel corso del 2024. Più precisamente, nel corso del primo semestre 2024 si è provveduto a rimborsare anticipatamente un totale di 1,1 miliardi di euro, facendo scendere

l'ammontare ancora in essere (che al 31 dicembre 2023 era pari a 1,6 miliardi di euro) a residui 0,4 miliardi di euro, i quali sono stati poi integralmente rimborsati alla scadenza di settembre 2024. A dicembre 2024 la Capogruppo ha partecipato ad una nuova operazione di finanziamento presso l'Eurosistema (LTRO) per 400 milioni di euro con scadenza 8 gennaio 2025.

Con riferimento alle attività del Gruppo, esse sono composte:

  • dall'operatività inerente al factoring, derivante principalmente da crediti commerciali e presso la Pubblica Amministrazione con scadenze entro l'anno;
  • da crediti con durata a medio-lungo termine rivenienti principalmente dall'operatività di leasing, corporate banking, finanza strutturata e work-out and recovery;
  • dall'attività di gestione del portafoglio titoli, composto principalmente da titoli governativi italiani eleggibili e prontamente liquidabili.

Relativamente all'attività svolta dal Gruppo nel Settore NPL ed acquisto crediti fiscali da procedure concorsuali, le caratteristiche del modello di business determinano un non trascurabile grado di variabilità con riferimento sia all'importo che alla data di effettivo incasso. In tale ottica, assume particolare rilevanza una puntuale ed attenta gestione dei flussi di cassa. Al fine di assicurare una corretta valutazione dei flussi attesi, anche in ottica di un pricing corretto delle operazioni poste in essere, l'evoluzione degli incassi rispetto ai flussi previsionali viene posta sotto attento monitoraggio. Il Gruppo è costantemente impegnato nell'armonico sviluppo delle proprie risorse finanziarie, sia dal punto di vista dimensionale, dell'equilibrio strutturale tra attivo e passivo in termini di durata, che dei costi, al fine di disporre di riserve di liquidità disponibili adeguate ai volumi di attività attuali e prospettici.

L'ammontare di riserve di liquidità di elevata qualità (principalmente detenute dal Gruppo presso il conto corrente con Banca d'Italia e titoli governativi facenti parte della riserva infra-giornaliera) consente di soddisfare i requisiti normativi (rispetto dei limiti LCR e NSFR) e interni relativi alla prudente gestione del rischio di liquidità sia con riferimento all'orizzonte di breve termine (liquidità operativa) che di medio-lungo termine (liquidità strutturale).

Le funzioni aziendali della Capogruppo preposte a garantire la corretta applicazione della politica di liquidità fanno riferimento all'Area Capital Markets, in relazione alla gestione diretta e centralizzata della liquidità, alla funzione di Risk Management, che concorre alla definizione delle politiche, dei processi e degli strumenti di identificazione, valutazione, monitoraggio, mitigazione e reporting di Gruppo con riguardo al rischio di liquidità. Il Risk Management verifica, inoltre, il rispetto dei limiti imposti alle varie funzioni aziendali e propone al Consiglio di amministrazione ed all'Amministratore Delegato iniziative di attenuazione dei rischi. Al Risk Management spetta inoltre il compito di proporre l'appetito al rischio, individuare gli indicatori di rischio più opportuni e monitorarne l'andamento in relazione ai limiti prefissati e supportare l'attività dell'Alta Direzione cui spetta il compito, con il supporto Capital Markets, di proporre annualmente al Consiglio di Amministrazione le politiche di funding e di gestione del rischio liquidità e suggerire in corso d'anno gli eventuali opportuni interventi per assicurare lo svolgimento dell'attività in piena coerenza con le politiche di rischio approvate.

La posizione di rischio di liquidità è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca predisposto dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali.

Nell'ambito del continuo processo di adeguamento delle procedure e politiche inerenti al rischio di liquidità e tenuto conto dell'evoluzione delle disposizioni di vigilanza prudenziale di riferimento, la Capogruppo utilizza un framework interno di governo, monitoraggio e gestione del rischio di liquidità a livello di Gruppo.

In termini di ambito di applicazione e misurazione del rischio di liquidità il Gruppo garantisce un livello di liquidità adeguato e bilanciato, tale da assicurare la costante disponibilità di sufficienti fondi per far fronte agli impegni di pagamento quotidiani (liquidità infragiornaliera) e nel breve e lungo periodo, come di seguito sinteticamente descritto.

La gestione della liquidità infragiornaliera del Gruppo è demandata a Capital Markets, che svolge nel contempo attività di controllo di primo livello garantendo l'adozione di azioni operative atte ad assicurare che i flussi di uscita previsti nel corso della giornata siano adeguatamente monitorati e che ci siano disponibilità finanziarie liquide sufficienti ad eseguirli. Inoltre, la misurazione dei livelli di riserve di liquidità infragiornaliera, intese come attività che possono essere prontamente rimborsate o vendute anche in condizioni di stress, viene effettuata giornalmente dal Risk Management tramite la counterbalancing capacity.

Il Risk Management effettua giornalmente una ricognizione dei flussi di cassa in entrata e in uscita, certi e attesi – e dei conseguenti sbilanci o eccedenze – nelle diverse fasce di scadenza che compongono la Maturity Ladder. La granularità delle scadenze prese in considerazione e fissate all'interno della Maturity Ladder operativa di cui il Gruppo si è dotato è coerente con le caratteristiche operative del business e, quindi, con la durata delle attività e passività aziendali (relativamente all'orizzonte di breve termine che caratterizza la liquidità operativa). Nell'ambito della misurazione della liquidità operativa, l'obiettivo è di assicurare l'adeguatezza e il bilanciamento dei flussi di cassa in entrata e in uscita aventi scadenza certa o stimata compresa nell'orizzonte temporale di 12 mesi.

Il Risk Management misura la liquidità strutturale allo scopo di garantire l'equilibrio e la stabilità del profilo di liquidità sull'orizzonte temporale superiore a 12 mesi ed il raccordo con la gestione della liquidità di breve termine. In particolare, la misurazione della liquidità strutturale ha l'obiettivo primario di garantire il mantenimento di un adeguato rapporto tra passività ed attività a medio-lungo termine evitando pressioni sulle fonti di liquidità a breve termine attuali e prospettiche ed ottimizzando contestualmente il costo della provvista.

La gestione dei rischi menzionati viene effettuata a livello integrato dal Gruppo Banca Ifis per tutte le società rientranti nel perimetro.

Il Risk Management definisce un set di indicatori di rischio in grado di evidenziare tempestivamente l'insorgenza di vulnerabilità nella liquidità del Gruppo e definisce il relativo sistema dei limiti (operativi con riferimento agli indicatori strategici definiti nel RAF e gestionali per le altre tipologie di indicatori) che comporta l'attivazione di specifici processi di escalation in funzione della gravità della situazione riscontrata. Il complessivo sistema dei limiti viene revisionato almeno una volta nel corso dell'anno nonché con frequenza maggiore in presenza di specifiche esigenze derivanti, ad esempio, dall'evoluzione nella struttura e/o del modello di business del Gruppo, da cambiamenti

intercorsi nel piano strategico e nei budget, nella disciplina prudenziale, nelle metodologie di misurazione dei rischi.

Struttura organizzativa della funzione di gestione del rischio di liquidità

All'interno del Risk Management Parent Company, unità organizzativa direttamente sottoposta al CRO, opera l'Unità Organizzativa Financial Risk che concorre alla definizione delle politiche e dei processi di gestione del rischio di liquidità, verifica il rispetto dei limiti imposti alle varie funzioni aziendali e propone iniziative di attenuazione del rischio. In tale ambito, in particolare:

  • presidia i sistemi di misurazione e procede alla valutazione del rischio di liquidità cui la banca è esposta. In tale ambito, è chiamata a fornire valutazioni sui punti di forza e di debolezza e sul grado di prudenza dei parametri dei modelli utilizzati per stimare i cash flow attesi7 ;
  • concorre a definire ed effettuare gli stress test;
  • propone e controlla il rispetto dei limiti operativi all'assunzione dei rischi di liquidità;
  • concorre8 allo sviluppo e valuta il sistema di prezzi di trasferimento interno dei fondi;
  • predispone e aggiorna la reportistica per gli organi aziendali in cui viene illustrata l'esposizione al rischio di liquidità9 , determinata anche sulla base delle prove di stress;
  • verifica periodicamente la qualità dei dati utilizzati nella metodologia di misurazione del rischio;
  • valuta la congruità delle riserve di liquidità e verifica in modo indipendente il prezzo delle attività che le compongono e, ove diversi da quelli regolamentari, l'adeguatezza degli scarti di garanzia (haircut) applicati.

Inoltre, assicura che le prove di stress siano complete. A tal fine, verifica che siano:

  • estese a tutto il gruppo e ai singoli centri di approvvigionamento e utilizzo della liquidità;
  • effettuate con periodicità adeguata (almeno trimestrale);
  • plausibili, in modo da tenere conto della struttura dei flussi di cassa delle società del gruppo bancario e delle fonti di rischio ad essa relative.

Si confronta costantemente con la tesoreria per il monitoraggio del rischio di liquidità che, fondato sulla valutazione di indicatori (early warning indicators) e sul rispetto di limiti operativi, è funzionale alla tempestiva attivazione dei piani di emergenza. Pertanto, verifica giornalmente il rispetto dei limiti e attiva, previo confronto con i riporti gerarchici superiori e per il tramite del CRO, le procedure di reporting nei confronti dei competenti organi aziendali in caso di superamento degli stessi.

7 L'attività di valutazione interna del sistema di misurazione deve essere svolta da soggetti qualificati e indipendenti da quelli che sviluppano il sistema stesso, anche se è ammissibile che queste due funzioni siano collocate all'interno della stessa unità. In particolare, la parte di sviluppo delle metriche è affidata a "Credit Risk".

8 In tale ambito, fornisce supporto a Capital Markets nella definizione e revisione del complessivo sistema di prezzi di trasferimento interno dei fondi

9 In tale ambito, predispone la reportistica settimanale sull'esposizione ai rischi di liquidità per il successivo invio alla Banca d'Italia

Gestione della liquidità infragruppo

La gestione del funding viene effettuata da banca IFIS a livello integrato per tutte le società controllate. In particolare, Banca IFIS provvede alla raccolta delle fonti finanziarie che, successivamente, trasferisce, secondo specifiche necessità, alle proprie controllate.

Con riguardo a Credifarma, però, occorre precisare che una quota significativa del relativo attivo viene finanziata mediante la cartolarizzazione dei mutui concessi alla propria clientela (cartolarizzazione EMMA).

Piani di finanziamento di emergenza

In conformità alle disposizioni di vigilanza la Banca è altresì dotata di un piano di emergenza (Contingency Funding Plan) al fine di salvaguardare il Gruppo bancario da danni o pericoli derivanti da una eventuale crisi di liquidità e garantire la continuità operativa aziendale anche in condizioni di grave emergenza derivante dagli assetti interni e/o dalla situazione dei mercati. Le linee di azione del Contingency Funding Plan possono avere o lo scopo di generare riserve di liquidità o di trattenere gli outflow. Le suddette linee di azione possono essere attivate in funzione della natura (sistemica o specifica) e dello stato (allerta o crisi). Gli interventi sono focalizzati in primis ad incrementare le riserve di liquidità disponibili sia attraverso manovre atte ad aumentare velocemente il funding disponibile (es. interventi sulla raccolta diretta) che a ridurre, ove possibile, l'ammontare futuro di erogazioni.

Il CFP si applica a tutto il Gruppo e ogni attività connessa viene svolta dalle strutture di Capogruppo, tenuto presente il fatto che la gestione delle eventuali esigenze/disponibilità finanziarie viene sviluppata in coordinamento con la Tesoreria di Capogruppo.

Maggiori dettagli informativi di natura quantitativa sono riportati nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Bancario Banca Ifis.

Nel corso del 2024, si è assistito ad una lenta normalizzazione dei tassi di interesse, sia in EU che in USA. In tale contesto la raccolta online (Rendimax) ha avuto un marginale incremento di volumi nel corso dell'anno, ma la preferenza degli investitori si è spostata verso scadenze più brevi, rendendo pertanto i flussi ad essa associati più volatili.

Le riserve di liquidità disponibili e prontamente utilizzabili, anche a seguito di tali aggiustamenti, si sono mantenute ampiamente capienti rispetto alle obbligazioni del Gruppo, rilevando costantemente, per gli indicatori regolamentari LCR e NSFR, valori significativamente superiori alle soglie richieste. Anche in termini di survival period, che considera il verificarsi di un severo scenario di stress combinato, si sono rilevati valori in linea con l'appetito al rischio definito.

In coerenza con la strategia menzionata in termini di gestione e appetito al rischio, malgrado l'incerto scenario geopolitico internazionale che ha visto aggiungersi le tensioni in medio-oriente al perdurare degli effetti derivanti dal conflitto Russia-Ucraina, non sono state rilevate nel corso del 2024 violazioni significative delle soglie di rischio assegnate internamente.

Prove di stress sul rischio di liquidità

La posizione di liquidità del Gruppo è monitorata quotidianamente sia in condizioni di normale corso degli affari che in condizioni di stress. Il framework utilizzato prevede la simulazione di stress temporanei e quindi di breve termine impattanti sulla liquidità operativa. L'orizzonte di simulazione misurato nei vari scenari è quindi pari ad un anno. Relativamente alla liquidità strutturale, avente come finalità la verifica dell'equilibrio finanziario nel medio-lungo termine, vengono definiti all'interno dei relativi processi di pianificazione strategica gli scenari di stress da utilizzare.

Gli stress test effettuati sono condotti a livello di Gruppo e non di singola società poiché, come precedentemente menzionato, il modello di gestione di liquidità del Gruppo Banca Ifis è accentrato a livello di Gruppo.

Le risultanze delle prove di stress sono messe a disposizione degli Organi e delle Funzioni aziendali con frequenza mensile, in particolare a:

  • Consiglio di Amministrazione, nell'ambito della reportistica mensile;
  • Comitato Tecnico ALM e Liquidità.

Il Comitato Finanza viene aggiornato con frequenza pari a quella della sua convocazione (attualmente trimestrale).

Le analisi di stress test forniscono informazioni a fronte delle quali possono eventualmente essere intraprese azioni operative volte a:

  • pianificare/anticipare operazioni di raccolta a compensazione di potenziali deflussi attesi;
  • intervenire sul profilo di liquidità delle attività e/o sulla struttura complessiva di composizione dello stato patrimoniale.

In linea generale, gli esiti derivanti dall'applicazione degli stress test vengono utilizzati per verificare:

  • se il Gruppo detiene sufficienti riserve tali da superare gli stress oggetto di simulazione (survival period in linea con il livello di propensione al rischio definito);
  • il potenziale fabbisogno di funding in caso di crisi;
  • la robustezza della ricalibrazione dei limiti definiti in ipotesi di normale corso degli affari;
  • la coerenza in ottica stressata del piano strategico con il livello di propensione al rischio e con i limiti vigenti;
  • le potenziali vulnerabilità in modo da consentire l'adozione delle necessarie azioni correttive.

Altresì, le evidenze degli scenari di stress test vengono utilizzate in fase sia di pianificazione strategica della liquidità che di definizione dei limiti operativi e di RAF.

I ruoli e le responsabilità nonché le metodologie per l'applicazione di stress test e la frequenza per la produzione e rendicontazione agli Organi e alle Funzioni aziendali delle evidenze derivanti dalle prove di stress sono formalizzati all'interno della normativa interna che disciplina il framework interno di governo e gestione del rischio di liquidità.

Liquidity Coverage ratio

Il Liquidity Coverage Ratio (LCR) rappresenta l'indicatore di liquidità di breve termine e corrisponde al rapporto tra l'ammontare degli High Quality Liquidity Asset (attività liquide di elevata qualità) e il totale dei deflussi di cassa netti nei 30 giorni di calendario successivi. Il totale dei deflussi di cassa netti rappresenta il totale dei deflussi di cassa attesi al netto del totale degli afflussi di cassa attesi nell'arco dei 30 giorni di calendario successivi e che Il totale degli afflussi di cassa è soggetto ad un massimale del 75% del totale dei deflussi di cassa attesi.

A partire dal 2018, coerentemente a quanto previsto dall'art. 460 paragrafo 2 del CRR, l'indicatore è soggetto ad un requisito minimo regolamentare del 100%. Nel corso dell'anno 2024 l'indicatore si è mantenuto ampiamente sopra i limiti regolamentari in virtù sia di un alto livello di HQLA sia, soprattutto, di un livello di deflussi netti tipicamente molto contenuto.

Informativa quantitativa

Tabella 30– Modello EU LIQ1: Informazioni quantitative dell'LCR

Totale valore non ponderato (media) Totale valore ponderato (media)
EU 1a Trimestre che termina il 31.12.2024 30.09.2024 30.06.2024 31.03.2024 31.12.2024
30.09.2024
30.06.2024
31.03.2024
EU 1b Numero di punti di dati usati
per il calcolo delle medie
12 12 12 12 12 12 12 12
ATTIVITÀ LIQUIDE DI ELEVATA QUALITÀ
1 Totale delle attività liquide di
elevata qualità (HQLA)
1.573 1.678 1.702 1.521
DEFLUSSI DI CASSA
2 Depositi al dettaglio e
depositi di piccole imprese, di
cui
4.924 4.788 4.590 4.347 87 86 88 91
3 Depositi stabili 144 146 149 152 7 7 7 8
4 Depositi meno stabili 784 780 792 823 80 79 80 84
5 Finanziamento all'ingrosso
non garantito
378 401 392 372 203 219 214 186
6 Depositi operativi (tutte le
controparti) e depositi in reti
di banche cooperative
- - - - - - - -
7 Depositi non operativi (tutte le
controparti)
351 374 365 372 176 192 187 186
8 Debito non garantito 27 27 27 - 27 27 27 -
9 Finanziamento all'ingrosso
garantito
39 36 60 73
10 Obblighi aggiuntivi 89,76 93 88 82 22 21 14 12
11 Deflussi connessi ad
esposizioni in derivati e altri
obblighi in materia di garanzie
reali
- - - - - - - -
12 Deflussi connessi alla perdita
di finanziamenti su prodotti di
debito
2 3 3 3 2 3 3 3
13 Linee di credito e di liquidità 87 90 85 80 19 18 11 10
14 Altre obbligazioni di
finanziamento contrattuali
96 94 104 107 96 94 104 107
15 Altre obbligazioni di
finanziamento potenziali
- - - - - - - -
16 TOTALE DEI DEFLUSSI DI
CASSA
447 456 480 470
17 Prestiti garantiti (ad es.
contratti di vendita con patto
di riacquisto passivo)
15 4 2 - 10 4 2 -
18 Afflussi da esposizioni
pienamente in bonis
1.196 1.216 1.215 1.160 812 828 829 786
19 Altri afflussi di cassa 156 153 158 171 52 52 56 59
EU-19a (Differenza tra gli afflussi
ponderati totali e i deflussi
ponderati totali derivanti da
- - - -

Totale valore non ponderato (media) Totale valore ponderato (media)
EU 1a Trimestre che termina il 31.12.2024 30.09.2024
30.06.2024
31.03.2024
31.12.2024
30.09.2024
30.06.2024
31.03.2024
EU 1b Numero di punti di dati usati
per il calcolo delle medie
12 12 12 12 12 12 12 12
operazioni in paesi terzi in cui
vigono restrizioni al
trasferimento o che sono
denominate in valute non
convertibili)
EU-19b (Afflussi in eccesso da un
ente creditizio specializzato
connesso)
- - - -
20 TOTALE DEGLI AFFLUSSI DI
CASSA
1.366 1.374 1.374 1.330 873 884 887 845
EU-20a Afflussi totalmente esenti - - - - - - - -
EU-20b Afflussi soggetti al
massimale del 90 %
- - - - - - - -
EU-20c Afflussi soggetti al
massimale del 75 %
1.366 1.374 1.374 1.330 873 884 887 845
EU-21 RISERVA DI LIQUIDITÀ 1.573 1.678 1.702 1.521
22 TOTALE DEI DEFLUSSI DI
CASSA NETTI
112 114 120 118
23 COEFFICIENTE DI
COPERTURA DELLA
LIQUIDITÀ
1.408% 1.473% 1.419% 1.294%

La tabella espone le informazioni quantitative inerenti al Liquidity Coverage Ratio (LCR) del Gruppo, misurato secondo Normativa Regolamentare europea (CRR e CRD IV) ed oggetto di segnalazione mensile all'autorità di Vigilanza competente (tale indicatore include la stima prudenziale dei "deflussi aggiuntivi per altri prodotti e servizi" in ottemperanza all'art. 23 del Regolamento Delegato (UE) No 2015/61). I dati esposti sono calcolati come media semplice delle osservazioni di fine mese rilevate nei dodici mesi precedenti il termine di ciascun trimestre. La media risulta stabile nel tempo e l'indicatore è in linea con i limiti del citato regolamento.

Tabella 31– Modello EU LIQ2: Coefficiente netto di finanziamento stabile

Valore non ponderato per durata residua Valore
(Importo in valuta) Privo di < 6 da 6 mesi ≥ 1 ponderato
scadenza mesi a < 1 anno anno
Elementi di finanziamento stabile disponibile (ASF)
1 Elementi e strumenti di capitale 1.755 - - 196 1.951
2 Fondi propri 1.755 - - 196 1.951
3 Altri strumenti di capitale - - - -
4 Depositi al dettaglio 2.149 885 1.970 4.707
5 Depositi stabili 135 1 1 130
6 Depositi meno stabili 2.014 884 1.969 4.577
7 Finanziamento all'ingrosso: 2.314 151 3.938 4.212
8 Depositi operativi - - - -
9 Altri finanziamenti all'ingrosso 2.314 151 3.938 4.212
10 Passività correlate - - - -
11 Altre passività: 29 94 34 124 141
12 NSFR derivati passivi 29
13 Tutte le altre passività e gli altri strumenti di capitale non compresi nelle
categorie di cui sopra
94 34 124 141
14 Finanziamento stabile disponibile (ASF) totale 11.011
Elementi di finanziamento stabile richiesto (RSF)
15 Totale delle attività liquide di elevata qualità (HQLA) 309
EU-15a Attività vincolate per una durata residua pari o superiore a un anno in un aggregato
di copertura
- - - -
16 Depositi detenuti presso altri Enti finanziari a fini operativi - - - -
17 Prestiti e titoli in bonis: 3.478 755 4.749 5.251
18 Operazioni di finanziamento tramite titoli in bonis con clienti finanziari garantite
da HQLA di livello 1 soggette a un coefficiente di scarto dello 0%
- - - -
19 Operazioni di finanziamento tramite titoli in bonis con clienti finanziari garantite
da altre attività e prestiti e anticipazioni a Enti finanziari
545 27 116 206

Valore non ponderato per durata residua Valore
(Importo in valuta) Privo di
scadenza
< 6
mesi
da 6 mesi
a < 1 anno
≥ 1
anno
ponderato
20 Prestiti in bonis a clienti costituiti da società non finanziarie, clienti al dettaglio
e piccole imprese e prestiti a emittenti sovrani e organismi del settore pubblico, di
cui
613 356 2.882 3.074
21 Con un fattore di ponderazione del rischio pari o inferiore al 35 % nel
quadro del metodo standardizzato di Basilea II per il rischio di credito
148 84 637 682
22 Mutui ipotecari su immobili residenziali in bonis, di cui 2 2 80 -
23 Con un fattore di ponderazione del rischio pari o inferiore al 35 % nel
quadro del metodo standardizzato di Basilea II per il rischio di credito
2 2 78 -
24 Altri prestiti e titoli che non sono in stato di default e che non sono ammissibili
come HQLA, compresi gli strumenti di capitale negoziati in mercati e i prodotti in
bilancio relativi al finanziamento al commercio
2.318 371 1.672 1.971
25 Attività correlate - - - -
26 Altre attività: - 796 121 1.965 2.600
27 Merci negoziate fisicamente - -
28 Attività fornite come margine iniziale per i contratti derivati e come contributo
ai fondi di garanzia delle CCP
18 - - 15
29 NSFR derivati attivi 19 19
30 NSFR derivati passivi prima della deduzione del margine di variazione fornito 29 1
31 Tutte le altre attività non comprese nelle categorie di cui sopra 730 121 1.965 2.563
32 Elementi fuori bilancio 307 7 17 33
33 RSF totale 8.193
34 Coefficiente netto di finanziamento stabile (%) 134,39%

La tabella EU LIQ2 espone le informazioni quantitative inerenti al coefficiente netto di finanziamento stabile (NSFR) del Gruppo. L'indicatore si attesta ad un livello del 134,39%, superiore al limite regolamentare del 100% (ex art. 428 ter paragrafo 2 del CRR). Sebbene l'indicatore segnali un livello di attività altamente liquide sufficientemente capiente, lo stesso è molto concentrato sulle attività di Livello 1 emesse da Enti Sovrani.

6.Rischio di Credito

6.1. Esposizioni al rischio di credito

Modello di business ed assunzione del rischio di credito

Il Gruppo, nell'ambito delle linee guida approvate dall'Organo Amministrativo della Capogruppo e in coerenza con l'evoluzione del quadro normativo di vigilanza, persegue l'obiettivo di rafforzare la propria posizione competitiva nel mercato delle piccole e medie imprese. In questo ambito il Gruppo si prefigge di ampliare la propria quota di mercato nei segmenti del credito commerciale, anche nei confronti di soggetti con fabbisogni specialistici come le farmacie, del leasing, del credito fiscale e di quello di dubbia esigibilità, tramite l'offerta di servizi finanziari di alta qualità, elevato livello di personalizzazione, controllo del rischio di credito e redditività coerente con la qualità offerta.

La struttura organizzativa di Banca Ifis si articola, in particolare, nelle seguenti Business Unit declinate per tipologia di attività, accentrate nell'area del Condirettore Generale Chief Commercial Officer (CCO):

  • Commercial & Corporate Banking Underwriting dedicata sia con riferimento alla prima concessione del credito sia con riguardo alle attività di rinnovo - revisione, alla valutazione del merito di credito delle controparti nonché il rischio insito nelle operazioni e delibera gli affidamenti nel rispetto dei poteri ad essa attribuiti dal Consiglio di Amministrazione e formalizzati nel Sistema delle Deleghe di Gruppo per l'assunzione del rischio di credito;
  • Commercial Banking, dedicata alla promozione di servizi di finanziamento alle imprese domestiche e straniere e alla cura del corretto rapporto con le controparti sviluppate direttamente o indirettamente, oltre ai debitori (domestici o esteri) acquisiti nell'ambito delle operazioni effettuate;
  • Corporate & Investment Banking, dedicata all'offerta di operazioni di finanza strutturata o di investimento in imprese non finanziarie in bonis o in quote di organismi interposti;
  • Farmacie, gestisce direttamente i rapporti del portafoglio in essere con controparti farmacie domestiche in stretta collaborazione con le unità organizzative della controllata Banca Credifarma;
  • Insurance, dedicata ai prodotti assicurativi offerti alla propria clientela;
  • Leasing & Rental, dedicata all'erogazione e alla gestione di prodotti di leasing e renting;
  • Marketing & Business Strategy, a supporto delle business unit che riferiscono al Condirettore Generale Chief Commercial Officer. Unità che si occupa delle attività di pianificazione e monitoraggio della produzione commerciale e della realizzazione di specifiche campagne commerciali, individuandone il target, i canali di contatto e gli strumenti di monitoraggio;
  • Tax Credit and Distressed Financing, dedicata all'acquisto di crediti erariali da società in procedura concorsuale, in liquidazione volontaria e da aziende in bonis e al supporto finanziario delle aziende, non già clienti del Gruppo Banca Ifis, che si trovino in uno stato di temporanea tensione finanziaria ma con prospettive di continuità;

  • Individuals; dedicata allo sviluppo di prodotti, servizi e opportunità di business legati ai servizi transazionali e ai servizi bancari di raccolta in relazione al segmento della clientela Privati;
  • Anti-Fraud dedicata al presidio del coordinamento trasversale delle strutture del Gruppo che gestiscono l'offerta di prodotti alla clientela rispetto all'esecuzione dei controlli in materia di prevenzione e valutazione dei tentativi di frode e di attuazione delle azioni di risposta.

Nel processo del credito, intervengono inoltre, alla data di riferimento della presente informativa, le attività creditizie svolte dalle controllate:

  • Ifis Npl Investing S.p.A., società dedicata all'acquisizione e alla cessione di crediti non performing (Npl), prevalentemente originati da Istituzioni Finanziarie e Banche
  • Ifis Npl Servicing S.p.A., società specializzata nella gestione di crediti Npl e nell'attività di servicing e recupero per conto terzi
  • Cap.Ital. Fin. S.p.A., società operante nel comparto della cessione del quinto dello stipendio/pensione (CQS/CQP), delegazione di pagamento (DP) e nell'attività distributiva di prodotti finanziari quali mutuo e prestito personale
  • Banca Credifarma S.p.A., operatore bancario rivolto prevalentemente al mondo delle farmacie e della sanità e operante nel business relativo alla concessione a farmacie di anticipazioni, finanziamenti a medio- lungo termine e servizi finanziari
  • Ifis Finance Sp. z o.o., società di factoring operante in Polonia
  • Ifis Finance I.F.N. S.A., società finanziaria con prevalente operatività factoring, operante in Romania e sottoposta alla vigilanza della Banca Nazionale Rumena
  • Ifis Rental Services S.r.l., società non regolata specializzata nel segmento del noleggio operativo.

In via iniziale, ciascuna unità organizzativa, relativamente al proprio settore di attività, sviluppa e gestisce le relazioni commerciali e le opportunità di business in collaborazione con le Filiali presenti sul territorio nazionale, nel rispetto degli indirizzi e degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione.

Relativamente al processo di concessione del credito, ciascuna area di business individua la possibilità di nuove operazioni nel rispetto delle politiche di credito vigenti e sulla base del risk appetite definito; in tale contesto effettua l'esame istruttorio delle domande di nuovi affidamenti e procede alla formalizzazione di una proposta da sottoporre ai competenti soggetti deliberanti, assicurando l'applicazione delle politiche di credito, dei controlli stabiliti ed effettuando un'analisi di merito creditizio come previsto dalla normativa interna vigente.

Le proposte di affidamento e/o di acquisizione di crediti vengono presentate ai competenti soggetti deliberanti che, sulla base dei rispettivi poteri delegati, esprimono la propria decisione in materia di concessione del fido richiesto; la decisione creditizia si riferisce sempre alla globalità dell'esposizione concessa alla controparte (o eventuali gruppi collegati).

Le Filiali di Banca Ifis S.p.a. non hanno autonomia deliberativa nell'assunzione del rischio di credito; ad esse viene attribuita, nei limiti e con le modalità stabilite in delibera da parte dei soggetti

competenti di Direzione, la gestione dell'ordinaria operatività dei rapporti con la clientela sotto il costante monitoraggio delle strutture centrali.

Le operatività delle società controllate prevedono delle autonomie deliberative locali definite nell'ambito del perimetro operativo ed organizzativo definito dalla Capogruppo Banca Ifis.

Segue la fase di perfezionamento del credito che si riflette nella stipula del contratto, nelle attività relative all'acquisizione delle eventuali garanzie, nell'erogazione del finanziamento concesso. In tali fasi le aree di business sono affiancate da specifiche unità organizzative di supporto cui competono la predisposizione del contratto coerentemente ai disposti di delibera, nonché i controlli sul corretto adempimento di tutte le attività che portano all'erogazione del finanziamento.

La gestione operativa del credito, svolta per la clientela performing, comprende principalmente le attività di gestione ordinaria e di monitoraggio effettuate da strutture istituite presso ciascuna società del Gruppo al fine di garantire la verifica continua e proattiva della clientela affidata. Tale attività è affiancata da un monitoraggio svolto a livello di Gruppo da una specifica unità organizzativa istituita presso la Capogruppo, allo scopo di identificare le controparti che presentano anomalie andamentali, al fine di anticipare il manifestarsi di casi problematici e a fornire un adeguato reporting alle competenti funzioni aziendali.

Nel caso in cui la posizione di credito presenti oggettive situazioni di problematicità nel rimborso, la stessa viene trasferita a specifiche funzioni specializzate per prodotto nella gestione e recupero di operazioni deteriorate.

Il processo di acquisizione del portafoglio crediti non performing adottato dalle strutture del Settore NPL prevede analoghe fasi organizzative riassumibili in:

  • origination, con l'individuazione delle controparti con cui effettuare le operazioni di acquisto e la valutazione dell'interesse commerciale nell'eseguire dette operazioni;
  • due diligence, con le attività di valutazione del portafoglio oggetto di acquisizione svolte da personale altamente qualificato, tese a valutare la qualità del portafoglio oggetto di cessione, nonché gli impatti organizzativi. Successivamente alla fase di due diligence vengono fissate le condizioni economiche di offerta/acquisto del portafoglio crediti e definite le modalità di gestione interna (analitica o massiva) con i relativi impatti sulle strutture operative;
  • delibera, con le attività di predisposizione del fascicolo istruttorio, assunzione, recepimento ed attuazione della delibera da parte del competente soggetto deliberante;
  • perfezionamento, con le attività di predisposizione e successiva stipula del contratto di acquisto e pagamento del prezzo.

Gli acquisti sono effettuati direttamente da originator e/o veicoli dedicati (mercato primario) o, in alcune circostanze, da operatori che abbiano acquistato sul mercato primario e che intendano dismettere per varie ragioni il loro investimento (mercato secondario). I crediti (derivanti da operazioni di credito al consumo tradizionale, carte di credito e prestiti finalizzati) si caratterizzano per essere prevalentemente non garantiti ("unsecured"); si riscontra anche la presenza di saldi di conto corrente nel caso di cessioni da parte di banche.

Nella fase immediatamente successiva all'acquisto, in attesa che vengano espletate tutte le attività di ricerca di informazioni propedeutiche al corretto instradamento della posizione verso le modalità di recupero più adeguate, il credito viene classificato in un'area cosiddetta di "staging" e contabilmente valorizzato al costo di acquisto senza contribuzione a conto economico in termini di margine.

A valle di tale fase, che dura di norma 6-12 mesi, le posizioni vengono indirizzate verso la forma di gestione più adeguata alle loro caratteristiche (gestione stragiudiziale e gestione giudiziale), che svolge un'attività strettamente connessa alla trasformazione in posizioni paganti e all'incasso dei crediti.

La gestione operativa del recupero dei crediti rivenienti da operazioni di acquisto di crediti di difficile esigibilità è curata sia da risorse interne alle controllate Ifis NPL Investing S.p.A., Ifis NPL Servicing S.p.A., sia da una diffusa e collaudata rete di società di esazione e di agenti in attività finanziaria operanti sull'intero territorio nazionale. L'attività di gestione stragiudiziale consiste prevalentemente nell'attivazione del credito mediante sottoscrizione da parte del debitore di piani cambiari o piani di rientro volontari; l'attività di gestione giudiziale consiste, invece, nella trasformazione mediante azione legale volta all'ottenimento da parte del tribunale dell'ordinanza di assegnazione (OdA) del quinto della pensione o dello stipendio (la cui esistenza è il presupposto necessario per l'avvio di tale forma di trasformazione) o della vendita sul mercato dell'asset a garanzia del credito (gestione secured).

Viene infine valutata altresì la convenienza ad effettuare operazioni di cessione di portafogli di crediti non performing, prevalentemente rappresentati da code di lavorazione, crediti prescritti o di proprietà di debitori deceduti, da sottoporre – per l'approvazione – ai competenti Organi deliberanti, coerentemente agli obiettivi di redditività prefissati e previa analisi degli impatti contabili, segnaletici, legali ed operativi che da esse discendono. A tal fine, si avvale degli approfondimenti operati per gli ambiti di rispettiva competenza dalle pertinenti funzioni aziendali della Capogruppo.

Esposizioni al rischio di credito Sovrano Italia

Il portafoglio titoli del banking book valorizza complessivamente 2,9 miliardi di euro ed è composto principalmente da strumenti finanziari con rischio Italia per 1,8 miliardi di euro.

Il Gruppo nel corso del 2024 ha ridotto lievemente la sua esposizione verso lo Stato italiano per investimenti in titoli governativi allungando la scadenza media di portafoglio.

È necessario sottolineare che, oltre alle strategie gestionali adottate ai fini di contenimento del rischio, la componente di titoli di stato italiani classificata in HTCS e quindi le cui variazioni di valore di mercato possono determinare potenziali impatti sul patrimonio è pari al 16,9% del totale governativi italiani in portafoglio.

Si rileva che, rispetto al totale attivo, la quota parte di liquidità investita in titoli di Stato italiani risulta essere pari a circa il 13% a fine 2024.

Strategie e processi di gestione del rischio di credito

Il rischio di credito è presidiato nel continuo con l'ausilio di procedure e strumenti che consentono una tempestiva individuazione delle posizioni che presentano particolari anomalie.

Il Gruppo Banca Ifis nel tempo si è dotato di strumenti e procedure che consentono di valutare e monitorare il rischio in modo specifico per ciascuna tipologia di clientela e di prodotto.

Superata con esito positivo la fase di valutazione e avviata l'operatività con il cliente, si procede con il monitoraggio nel continuo del rischio di credito verificando la puntualità dei rimborsi, la correttezza del rapporto, le informazioni segnalate dal Sistema alla Centrale dei Rischi o a banche dati selezionate e il profilo reputazionale e ad esaminare, per ciascuna di queste, le cause sottostanti.

Con riferimento alle attività di controllo del portafoglio, come riportato in precedenza, i crediti verso la clientela sono monitorati da specifiche unità all'interno delle citate aree di business alle quali è demandata la verifica continua e proattiva della clientela affidata (controlli di primo livello); si affiancano ulteriori attività di controllo svolte a livello centralizzato da specifica unità organizzativa basate principalmente sull'utilizzo di modelli di analisi andamentale tra cui quelli sviluppati dalla funzione di Risk Management della Capogruppo, volti ad identificare situazioni di anomalia negli indicatori di Early Warning specificatamente individuati.

Alle esposizioni di rischio creditizio verso imprese viene attribuito un rating sulla base di modelli sviluppati internamente. Tali modelli sono differenziati per segmento di clientela, in modo da garantire l'applicazione di modelli appropriati su popolazione omogenea dal punto di vista delle caratteristiche e della rischiosità. Esistono dunque modelli per società di capitali, differenziati per due cluster dimensionali, e un modello per società semplici o di persone e ditte individuali. I modelli di rating si compongono di diversi moduli che indagano più aree informative a seconda della tipologia di controparte e si integrano con informazioni qualitative di diversa natura.

La classe di rating rappresenta un driver fondamentale per il calcolo delle svalutazioni sui crediti performing; oltre a collegare direttamente la perdita attesa al livello di rischio specifico della singola controparte i modelli di rating consentono l'attivazione del criterio di stage allocation quantitativo, che prevede, mediante il confronto tra la rischiosità al momento della concessione e quella attuale, di valutare il significativo incremento di rischio e quindi l'appostazione a Stage 2 della posizione. Nel framework di determinazione della perdita attesa rientrano anche i modelli satellite funzionali all'introduzione di elementi forward looking nelle stime dei parametri di rischio in totale conformità con quanto richiesto dal principio contabile IFRS9.

Nel corso dell'esercizio 2024 sono state completate le progettualità relative all'implementazione di un modello di rating volto a valutare il merito creditizio delle controparti afferenti alla società controllata Banca Credifarma, mediante l'estensione dei modelli di rating di Capogruppo a Banca Credifarma in modo tale da garantire copertura e conservatività in termini di svalutazioni e controllo del rischio.

Nell'espletamento delle attività di misurazione e controllo assume un'importanza fondamentale l'attività svolta dal Risk Management nell'ambito dei controlli di secondo livello.

Con riferimento ai rischi creditizi, la funzione di Risk Management:

  • presidia, monitora e valuta i rischi creditizi, eseguendo i controlli e le analisi secondo le linee guida definite; in particolare:
    • o valuta la qualità del credito, garantendo il rispetto degli indirizzi e delle strategie creditizie attraverso il monitoraggio nel continuo degli indicatori di rischio di credito;

  • o monitora costantemente l'esposizione al rischio di credito e il rispetto dei limiti operativi assegnati alle strutture operative in relazione all'assunzione del rischio di credito;
  • o verifica, mediante controlli di secondo livello, il corretto svolgimento del monitoraggio andamentale sulle singole esposizioni, in particolare di quelle deteriorate, e valuta la coerenza delle classificazioni e la congruità degli accantonamenti;
  • o monitora l'esposizione al rischio di concentrazione e l'andamento delle esposizioni classificate come Grandi Esposizioni;
  • svolge attività di analisi quantitativa a supporto delle business unit per l'utilizzo gestionale delle misure di rischio;
  • presidia il processo di sorveglianza del valore delle garanzie reali, personali e finanziarie acquisite;
  • analizza la coerenza rispetto al RAF di Gruppo per quanto riguarda gli ambiti di asset quality e costo del credito.

Il Gruppo Banca Ifis pone particolare attenzione alla concentrazione del rischio di credito con riferimento a tutte le società del Gruppo sia a livello individuale che consolidato. Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis ha dato mandato all'Alta Direzione di agire in funzione di un contenimento delle "Grandi esposizioni". In linea con le indicazioni del Consiglio, sono sottoposte a monitoraggio in via sistematica anche le posizioni a rischio che impegnano il Gruppo in misura rilevante.

In relazione al rischio di credito connesso agli investimenti in titoli obbligazionari e di capitale, il Gruppo è costantemente impegnato nel monitoraggio della qualità creditizia; adeguata informativa periodica viene fornita al Consiglio di Amministrazione ed all'Alta Direzione della Capogruppo Banca Ifis.

La Funzione di Risk Management predispone e trasmette l'informativa periodica sull'evoluzione dei rischi creditizi assunti dal Gruppo e dalle singole società del Gruppo, con evidenza degli scostamenti tra i livelli di esposizione effettivi e gli obiettivi di rischio fissati. In particolare, nell'ambito del processo di sorveglianza dell'andamento degli indicatori di rischio, la funzione garantisce un efficace sistema di segnalazione e reporting degli scostamenti registrati informando tempestivamente le aree produttive in caso di approssimazione alle soglie di attenzione; in caso di raggiungimento attiva le conseguenti procedure di escalation e i necessari interventi di riallineamento, informando opportunamente gli Organi aziendali, l'Alta Direzione e l'Internal Audit per le valutazioni del caso. La verifica e la rendicontazione trimestrale del posizionamento aziendale con riferimento agli indicatori individuati è integrata nel sistema di reporting periodico per i vertici aziendali (Tableau de Bord). Il Risk Management fornisce alle strutture di business del Gruppo un'articolata reportistica periodica di supporto. Un dettaglio maggiore in merito alle grandezze individuate ai fini della gestione, monitoraggio e reporting del rischio di credito è descritto nella specifica documentazione interna.

Nell'ambito dei principi Basilea 3, per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di credito di primo pilastro, Banca Ifis ha scelto di avvalersi del metodo standardizzato; con

riferimento alla determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di concentrazione single-name, incluso fra i rischi di secondo pilastro, il Gruppo applica il metodo Granularity Adjustment definito nell'allegato B, Titolo III della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 al quale viene aggiunto un Add - On di capitale calcolato con la metodologia ABI per la stima del rischio di concentrazione geo-settoriale.

La Capogruppo Banca Ifis, al fine di valutare le proprie vulnerabilità a livello di gestione del capitale e della liquidità, ha sviluppato delle tecniche quantitative e qualitative con le quali valuta la propria esposizione ad eventi eccezionali ma plausibili. Tali analisi, definite analisi di stress, misurano gli effetti per la Banca e le sue controllate, in termini di rischiosità, derivanti da movimenti congiunti delle variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi. Tali analisi interessano in maniera rilevante il rischio di credito.

Le analisi di stress consentono di verificare la resilienza del Gruppo, simulando e stimando gli impatti di situazioni avverse, e forniscono importanti indicazioni in merito alla propria esposizione ai rischi, all'adeguatezza dei relativi sistemi di mitigazione e controllo ed alla capacità di far fronte a perdite inattese anche in ottica prospettica e di pianificazione. Al fine dell'esecuzione delle prove di stress test la Banca ha sviluppato internamente delle metodologie, che permettono, anche sfruttando sinergie con i modelli satellite utilizzati in ambito IFRS9, di proiettare la qualità degli attivi in coerenza con scenari macroeconomici avversi e valutare le ricadute in termini di diversi indicatori di qualità del credito quali l'allocazione in stage 2 della clientela performing, l'incidenza del credito deteriorato o l'incremento delle rettifiche sui crediti.

La Capogruppo Banca Ifis, a fini regolamentari, effettua esercizi di stress nell'ambito della definizione del Risk Appetite Framework (RAF), della predisposizione del Recovery Plan e del Resoconto ICAAP e ILAAP, almeno su base annuale, come richiesto dalla normativa di vigilanza prudenziale vigente. In tale contesto valuta, fra gli altri, la sostenibilità delle strategie creditizie in condizioni avverse.

Organizzazione della funzione di gestione e controllo dei rischi di credito

L'Unità Organizzativa Credit Risk opera all'interno del Risk Management Parent Company, unità organizzativa a riporto diretto del CRO, a cui sono affidate le attività di gestione dei rischi di credito, concentrazione, trasferimento, paese e residuo con specifico riferimento alla Capogruppo ed alle società finanziarie estere, nel rispetto del principio di proporzionalità e ove applicabile. In tale ambito:

  • sviluppa e manutiene metriche e modelli (da utilizzare a fini gestionali) per la misurazione dei rischi creditizi10;
  • determina il capitale interno sul rischio di credito, in ottica attuale e prospettica, in condizioni di mercato ordinarie e stressate11;

10 In tale ambito, con riferimento ai singoli e specifici portafogli creditizi di cui alla segmentazione, stima i relativi parametri di rischio per il calcolo delle riserve generiche e la valutazione di congruità delle riserve specifiche integrando, ove previsto, informazioni forward looking avvalendosi di modelli satellite e scenari prospettici.

11 In tale ambito, provvede a definire scenari di stress test e reverse stress test sui rischi creditizi e a valutarne gli impatti sulla dotazione di capitale

  • analizza i portafogli in essere suddividendoli per status amministrativo delle controparti (qualità del credito) e per tipologia di prodotto; in tale ambito, verifica il rispetto dei limiti strategici (contenuti nel RAF e nel RP) ed operativi (contenuti nelle politiche creditizie) ed in caso di superamento delle soglie di attenzione o allarme si adopera per l'attivazione dei relativi meccanismi di escalation;
  • misura il rischio di concentrazione single name e geo settoriale, calcolando il relativo capitale interno;
  • promuove l'integrazione dei rischi climatici e ambientali (e, più in generale, dei rischi ESG) nelle diverse fasi del processo di gestione del rischio di credito;
  • verifica il corretto svolgimento del monitoraggio andamentale del credito, sia a livello di portafoglio che sulle singole esposizioni, in particolare quelle deteriorate, valutando la coerenza del grado di rischio assegnato, la congruità degli accantonamenti relativi ai crediti deteriorati;
  • valuta l'efficienza del processo di recupero dei crediti anomali e, ove ritenuto opportuno, fornisce indicazioni specifiche sui passaggi a perdita da registrare;
  • predispone la reportistica sugli esiti delle attività di controllo del rischio di credito. Inoltre, espone i relativi risultati alle funzioni operative direttamente interessate;
  • predispone il Tableau de Bord con specifico riferimento alla Capogruppo, su base sia individuale che consolidata.

Con specifico riferimento alle società controllate italiane rientranti nel perimetro di gruppo bancario ed aventi un business simile a quello della Capogruppo, sviluppa e manutiene metriche e modelli, a fini gestionali, per la misurazione dei rischi creditizi. Ciò, allo scopo di garantire a livello di Gruppo bancario l'uniformità delle metriche e la coerenza delle metodologie di misurazione.

Per lo svolgimento del proprio ruolo, "Credit Risk" è a sua volta suddiviso in due unità organizzative, ciascuna con un perimetro specialistico, quali:

  • "Corporate Credit Risk";
  • "Leasing Risk".

"Corporate Credit Risk" gestisce i rischi creditizi relativi:

  • al portafoglio di crediti commerciali (che ricomprende, inter alia, le operazioni di factoring, di cessione di crediti commerciali verso ASL e PPAA, …) e di finanziamenti agevolati garantiti dal MISE;
  • alle operazioni di finanza d'impresa e strutturata;
  • agli investimenti in equity, in quote di OICR, in ABS di tranches senior di cartolarizzazioni di crediti a sofferenza garantite dallo Stato (GACS).

In particolare, Corporate Credit Risk:

  • monitora, anche attraverso analisi su dati andamentali, le esposizioni verso la clientela Corporate, evidenziandone le specificità di rischio, anche in considerazione delle peculiarità dei diversi prodotti;
  • monitora il rischio di credito delle controllate estere, fornendo, inter alia, le metriche a supporto della stage allocation nonché, più in generale, per il calcolo, mediante approccio forfettario, delle riserve generiche e specifiche;
  • verifica, su base trimestrale, che le valutazioni del fair value di quote di fondi ed OICR effettuate dalle business units siano adeguate;
  • esegue annualmente l'impairment test sull'avviamento delle società controllate e, su base trimestrale, accerta il verificarsi dei c.d. trigger events previsti;
  • contribuisce allo svolgimento del Significant Risk Transfer (SRT), laddove previsto dalla disciplina di vigilanza per le operazioni di cartolarizzazione nel ruolo di cedente.

"Leasing Risk", invece, gestisce i rischi creditizi relativi:

  • al portafoglio di operazioni di leasing finanziario in ambito strumentale e transportation poste in essere dalla Capogruppo;
  • al portafoglio di operazioni di leasing operativo poste in essere dalla controllata Ifis Rental Services.

In particolare, Leasing Risk:

  • analizza i portafogli sulla base di misure di rischio, verifica il corretto svolgimento del monitoraggio andamentale nonché l'adeguata attuazione delle strategie di gestione del rischio di credito, anche sviluppando, ove necessario, analisi di impatto sugli aggregati economico-patrimoniali;
  • stima e aggiorna il valore residuo massimo applicabile al bene locato;
  • analizza le performance dei canali distributivi attivi in termini di rischiosità creditizia;
  • valuta l'efficienza del processo di recupero dei crediti deteriorati, anche attraverso analisi dedicate di impatto sugli aggregati economico finanziari, e informa dei relativi esiti le unità operative direttamente coinvolte;
  • con riferimento al segmento transportation, valuta l'efficienza del processo di vendita dei beni in leasing rientrati a seguito di inadempimento del cliente o di mancato esercizio da parte dello stesso dell'opzione di riscatto.

L'unità organizzativa specialistica che all'interno del Risk Management Parent Company presidia il rischio Sovrano, invece, è Financial Risk che, in tale ambito:

  • provvede a calcolare l'impatto derivante da cambiamenti dei credit spread sui titoli governativi italiani detenuti in portafoglio;
  • definisce la metodologia gestionale per il relativo monitoraggio e propone i limiti strategici e operativi ad essa legati controllando giornalmente il rispetto degli stessi;

  • esegue prove di stress per la documentazione regolamentare (i.e. RAF, ICAAP e Recovery Plan) con lo scopo di quantificare gli impatti sulle riserve patrimoniali a fronte di rialzi consistenti dei credit spread sui titoli governativi italiani;
  • predispone e aggiorna la reportistica per gli organi aziendali in cui viene illustrata la relativa esposizione.

Con specifico riferimento alle società controllate di diritto italiano facenti parte del gruppo bancario, il Risk Management Subsidiaries è l'unità organizzativa a riporto diretto del CRO, a cui, tra le altre, sono affidate le attività di gestione dei rischi di credito e concentrazione. In tale ambito:

  • verifica nel continuo l'adeguatezza del processo di gestione dei rischi e dei relativi limiti operativi. Con particolare riferimento al rischio di credito, analizza i portafogli in essere, sia in condizioni di mercato ordinario che di stress, calcolando anche specifici indicatori di anomalia. Verifica, quindi, la coerenza di tali grandezze rispetto alle relative soglie fissate nel RAF e/o nelle politiche;
  • sviluppa e manutiene i sistemi di misurazione e controllo dei rischi per le controllate caratterizzate da business significativamente diversi da quelli tipici di Capogruppo. In tale ambito, sviluppa e calcola su base periodica indicatori in grado di evidenziare situazioni di anomalie specifiche;

Con specifico riferimento al rischio di credito e per le controllate caratterizzate da un business analogo a quello di Capogruppo, invece, coordina il processo di stima e manutenzione delle metriche e dei modelli sviluppati dall'unità specialistica "Credit Risk";

  • con riferimento ai portafogli di crediti non performing acquistati, definisce ed aggiorna:
    • o i modelli per la valorizzazione dei flussi di cassa attesi;
    • o processo di calcolo del costo ammortizzato e delle rettifiche e riprese di valore;
    • o schede modello e documentazione tecnica;

garantisce inoltre la coerenza dei modelli e dei processi automatizzati relativi a pricing, riallocazione del prezzo di acquisto e costi giudiziali e stragiudiziali con il processo di calcolo del costo ammortizzato e in riferimento ai nuovi modelli di valorizzazione dei flussi di cassa che vengono periodicamente sviluppati.

  • verifica il corretto svolgimento del monitoraggio andamentale del credito, sia a livello di portafoglio che sulle singole esposizioni, in particolare quelle deteriorate, valutando la coerenza del grado di rischio assegnato, la congruità degli accantonamenti relativi ai crediti deteriorati;
  • valuta l'efficienza del processo di recupero dei crediti anomali e, ove ritenuto opportuno, fornisce indicazioni specifiche sui passaggi a perdita da registrare;
  • verifica, su base periodica, che le previsioni di recupero sui crediti deteriorati siano coerenti con gli incassi effettivamente registrate, in funzione delle risultanze emerse, richiede l'adozione di ulteriori o alternativi presidi a mitigazione del rischio di mancato recupero;

• predispone la reportistica sugli esiti delle attività di controllo del rischio di credito. Inoltre, espone i relativi risultati alle funzioni operative direttamente interessate.

Coordinamento tra funzioni di controllo interno

Il Risk Management partecipa a momenti formalizzati di coordinamento tra le unità di controllo, pianificati con cadenza almeno trimestrale e quantomeno in occasione della condivisione della reportistica trasmessa periodicamente agli Organi aziendali (Tableau de Bord, Relazione annuale, Relazione semestrale del Dirigente Preposto, ecc.) e della pianificazione annuale delle unità di controllo. Tali incontri sono finalizzati:

  • alla condivisione della pianificazione delle principali attività di verifica/controllo (in particolare con riguardo al rischio di credito, principale rischio cui il Gruppo complessivamente inteso – è esposto);
  • all'analisi delle principali risultanze degli interventi svolti, delle azioni di rimedio avviate o richieste;
  • all'analisi dell'evoluzione dei livelli di esposizione ai diversi rischi (particolare enfasi viene posta sul rischio di credito);
  • alla condivisione di reportistiche, metodologie e terminologie;
  • nonché, più in generale, ad un proficuo scambio di informazioni ed all'esame di possibili forme di collaborazione.

Fermo restando che anche il Risk Management potrà attivarsi per la convocazione di ulteriori incontri qualora ne ravvisi l'opportunità/ necessità, di norma, sarà cura dell'Internal Audit farsi promotrice di detti incontri.

Il Responsabile del Risk Management informa i Responsabili delle altre unità di controllo delle criticità rilevate nelle proprie attività di controllo che possano essere di interesse per l'attività di ciascuna. È inoltre prevista la reciproca trasmissione, di norma per conoscenza ed in relazione dell'ambito di competenza, delle risultanze dei singoli interventi svolti.

Il Risk Management invia all'Internal Audit di Capogruppo gli esiti delle analisi condotte per accertare il livello dei rischi assunti ed assumibili sia della Capogruppo sia delle Società del Gruppo.

Esposizioni scadute e deteriorate

Il Gruppo adotta un business model che presenta elementi peculiari rispetto alla maggior parte degli istituti bancari nazionali che operano sul mercato prevalentemente come banche generaliste.

Tale peculiarità del business si riverbera nei processi e sugli assetti gestionali, generando dinamiche dei flussi e degli stock che si riflettono nelle poste dell'attivo e relativi indicatori.

Nondimeno, la Capogruppo ritiene che il riferimento a ratio gestionali e strutturali "di sistema" e il mantenimento dei propri indicatori su livelli di eccellenza, rappresenti un elemento di qualità e valore da perseguire come specifico obiettivo, sia per il rafforzamento degli assetti aziendali sia per il miglioramento dei processi interni.

Tra questi, la qualità degli attivi riveste un carattere di assoluta priorità che deve esprimersi sia nella capacità di erogare credito, minimizzando i rischi di deterioramento delle esposizioni, sia nella capacità di gestire le esposizioni deteriorate, ottimizzando le performance di recupero in termini di ammontare e tempistiche di recupero.

In tal senso l'azione del Gruppo è orientata verso una duplice direzione:

  • una costante tensione al miglioramento non solo dei processi di selezione ed erogazione del credito, ma anche dei processi di gestione dei crediti in bonis, risalendo, ove opportuno, fino alle politiche commerciali e/o di selezione delle singole operazioni, al fine di contenere al meglio la generazione di crediti deteriorati;
  • la definizione di obiettivi quantitativi (quali limiti massimi) in termini di esposizioni deteriorate nonché di interventi predefiniti da attuarsi secondo idonei criteri di applicazione e priorità, al fine di assicurare nel tempo il rispetto dei limiti prefissati.

Nella gestione di tali aspetti il Gruppo deve, peraltro, necessariamente tenere conto dei diversi segmenti di attività e correlate tipologie di credito, declinando soluzioni ed azioni coerenti con le specificità dei singoli comparti, al fine di assicurare il miglior risultato in termini di tutela del valore e velocità di soluzione.

Ciò premesso, il Gruppo in sede dell'aggiornamento annuale del "Piano operativo di gestione degli Npl", presentato a Banca d'Italia a marzo 2024, ha mantenuto quali indicatori di performance e obiettivi espliciti da perseguire con una gestione attenta e proattiva, i seguenti due indicatori:

  • "Npe ratio lordo" (Gross Npe ratio), costituito dal rapporto tra le "esposizioni deteriorate lorde" e il "totale dei crediti erogati alla clientela", escludendo i crediti del settore Npl;
  • "Npe ratio netto" (Net Npe ratio), costituito dal rapporto tra le "esposizioni deteriorate al netto delle relative rettifiche" e il "totale dei crediti erogati alla clientela", escludendo i crediti del settore Npl.

Con riferimento alle esposizioni creditizie per cassa verso clientela in essere alla data del 31 dicembre 2024, escluse le posizioni rivenienti dall'acquisto e gestione di crediti deteriorati di terzi originator gestite dalle controllate Ifis Npl Investing e Ifis Npl Servicing, nonché i portafogli di crediti retail, in considerazione anche dell'incertezza sull'andamento dell'economia globale, i livelli di Npe ratio risultano inferiore rispetto all'ultimo piano di gestione degli Npl definito a inizio 2024. Indipendentemente dalla congiuntura in atto, il perseguimento dell'obiettivo di generale contenimento dello stock di crediti deteriorati permane ed è atteso che avvenga attraverso una strategia differenziata in relazione alla specificità dei singoli portafogli interessati (tenendo in considerazione la tipologia di controparte e la specificità dei singoli prodotti). In linea generale, le azioni che verranno adottate sono essenzialmente riconducibili alle seguenti direttrici, peraltro da tempo perseguite:

• contenimento del default rate al fine di ridurre l'afflusso di posizioni a non performing attraverso l'estensione e il rafforzamento dell'attività di monitoraggio delle relazioni creditizie volta ad anticipare, ed eventualmente a prevenire, il deterioramento delle posizioni;

  • miglioramento dei tassi di rientro "in bonis" attraverso un impiego più rilevante di misure di concessione nei confronti delle controparti che presentano segnali di difficoltà finanziaria;
  • sfruttamento dell'expertise presenti nel Gruppo Banca Ifis alla data di riferimento del Bilancio e dei virtuosi processi di recupero esistenti per massimizzare i tassi di recupero;
  • riduzione dello stock di crediti deteriorati attraverso la valutazione di cessioni selettive di singole posizioni rilevanti, nonché attraverso l'applicazione delle vigenti politiche di write-off.

Le posizioni deteriorate o le posizioni performing che presentano comunque criticità marcate sono gestite direttamente da specifiche unità organizzative istituite in ciascuna società del Gruppo che:

  • verificano la volontà e la capacità della controparte di far fronte al pagamento del debito al fine di stabilire la più idonea strategia di recupero da adottare;
  • gestiscono il contenzioso, giudiziale e stragiudiziale relativo al recupero del credito;
  • definiscono e propongono al competente soggetto deliberante l'eventuale modifica dello stato amministrativo e la quantificazione dei "dubbi esiti analitici" sulle posizioni assegnate;
  • assicurano il monitoraggio della consistenza delle esposizioni classificate a sofferenza e delle relative attività di recupero in corso.

Rettifiche di valore su crediti

Ai sensi dell'IFRS 9, sono soggette alle relative previsioni in materia di impairment le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva diverse dai titoli di capitale e gli impegni all'erogazione di finanziamenti e le garanzie rilasciate che non sono valutati al fair value con impatto a Conto economico.

La quantificazione delle "Expected Credit Losses" (ECL) è determinata in funzione della presenza o meno di un incremento significativo del rischio di credito dello strumento finanziario rispetto a quello determinato alla data di rilevazione iniziale del medesimo.

Il modello generale di deterioramento richiede la classificazione in tre Stage degli strumenti finanziari inclusi nel perimetro di applicazione dell'IFRS 9. I tre Stage riflettono il modello di deterioramento della qualità del credito:

  • Stage 1: strumenti finanziari che non hanno avuto un aumento significativo del rischio di credito dal momento della rilevazione iniziale o con un basso rischio di credito alla data di riferimento del bilancio;
  • Stage 2: strumenti finanziari che hanno avuto un aumento significativo del rischio di credito dal momento della rilevazione iniziale (a meno che abbiano basso rischio di credito alla data di riferimento del bilancio), ma che singolarmente non hanno evidenze oggettive di riduzione di valore;
  • Stage 3: attività finanziarie che hanno avuto un aumento significativo del rischio di credito dal momento della rilevazione iniziale con oggettiva evidenza di perdita alla data di riferimento del Bilancio. Coincide con le attività deteriorate, cioè quelle per le quali è stato

attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile o esposizione scaduta deteriorata secondo le regole di Banca d'Italia.

Si evidenzia preliminarmente che con riferimento al calcolo delle perdite attese, nel corso del 2024 è proseguito il processo di rivisitazione e di fine tuning dei modelli in uso con l'obiettivo di riflettere più puntualmente le perdite attese delle esposizioni non deteriorate (performing), anche in conseguenza delle evidenze storiche disponibili e delle persistenti incertezze nel contesto macroeconomico di riferimento.

In particolare, relativamente ai modelli sviluppati internamente, sono state aggiornate le stime dei parametri di rischio (PD ed LGD) sia per quanto riguarda la componente Through the Cycle (di seguito anche TTC), mediante allungamento delle serie storiche, sia relativamente alle componenti Point in Time (di seguito anche PIT) e Forward Looking (di seguito anche FL). In riferimento al parametro di PD è stato introdotto un model change nelle modalità di inclusione di elementi PIT e FL che prevede di calibrare i primi 3 nodi annuali della curva delle PD TTC a degli Anchor Point calcolati sulla base di un opportuno mix di informazioni storiche e prospettiche. Nel corso del 2024 è stato sviluppato un nuovo modello quantitativo di Stage Allocation con l'obiettivo di irrobustire le stime e di migliorare l'allineamento con il principio IFRS9. Il nuovo modello è stato rilasciato in produzione in corrispondenza della chiusura trimestrale del 30 Settembre 2024 e contestualmente validato da parte della funzione predisposta alla convalida dei modelli interni, e gli effetti di tale rilascio sui risultati economico-finanziari del Gruppo sono stati non significativi. Altra novità introdotta riguarda gli scenari macroeconomici sottesi al condizionamento forward looking; in corrispondenza del fine semestre e del fine anno sono stati aggiornati gli scenari, i cui dettagli sono riportati più avanti in questa sezione, per consentire una valutazione dei crediti quanto più conforme possibile al principio contabile. Le attività di sviluppo e manutenzione del framework di impairment IFRS 9 non hanno avuto impatti significativi né in termini assoluti né in termini di livello di copertura del portafoglio.

La perdita attesa definita sulla base del modello viene integrata con una serie di aggiustamenti manageriali (cosiddetti "Post model adjustment" o "Overlays") al fine di fattorizzare taluni elementi valutativi non adeguatamente intercettati dai modelli in uso.

Di seguito viene fornita illustrazione del framework di misurazione delle perdite attese adottato dal Gruppo, compresi eventuali cambiamenti introdotti nei modelli e nei criteri di calcolo delle perdite attese nell'ambito del continuo processo di revisione dei modelli, in funzione della tipologia di intervento (valutazione del SICR, stima delle forward-looking information, altre modifiche del modello, e utilizzo di eventuali management overlays).

In base al principio IFRS 9, tutte le attività finanziarie non oggetto di misurazione in bilancio al fair value con impatto nel conto economico e diverse dai POCI per i quali si rimanda a quanto precedentemente illustrato, rappresentate da titoli di debito e finanziamenti, e le esposizioni fuori bilancio (impegni e garanzie rilasciate) devono essere assoggettate al modello di impairment basato sulle perdite attese (ECL - Expected Credit Losses).

Gli aspetti più significativi che caratterizzano tale approccio riguardano:

  • la classificazione dei crediti in tre diversi livelli (o "Stage") a cui corrispondono distinte metodologie di calcolo delle perdite da rilevare; nello Stage 1 rientrano le posizioni performing che non hanno subito un incremento significativo del rischio creditizio altrimenti posizionate in Stage 2; nello Stage 3 rientrano tutte le posizioni classificate come non performing classificate a sofferenza, inadempienza probabile o scaduto deteriorato secondo i criteri e le regole specificatamente adottate dal Gruppo;
  • il calcolo della perdita attesa calcolata a 12 mesi per lo Stage 1 o per l'intera vita utile del credito (lifetime) per gli Stage 2 e 3;
  • le condizioni del ciclo economico corrente (Point-in-Time) in sostituzione di una misurazione dei parametri lungo il ciclo economico (Through the cycle) richiesta ai fini regolamentari;
  • le informazioni previsionali riguardanti la futura dinamica dei fattori di macroeconomici (forward looking) ritenuti potenzialmente in grado di influenzare la situazione del debitore.

In tale contesto, il Gruppo ha adottato una metodologia di determinazione dell'incremento "significativo" del rischio di credito rispetto alla data di rilevazione iniziale, che comporti il passaggio dallo Stage 1 e 2, combinando elementi statistici (c.d. quantitativi) e andamentali (c.d. qualitativi). Si fa presente che non viene applicato un probation period per l'uscita delle posizioni performing da Stage 2.

Per indicare il significativo aumento del rischio di credito, il Gruppo Banca Ifis si avvale dei "transfer criteria" quantitativi e qualitativi descritti di seguito, applicati al portafoglio crediti in funzione della tipologia di controparte definita mediante opportuna portafogliazione creditizia:

  • l'unico transfer criteria quantitativo è il c.d. "PD comparison" per il quale, al fine di identificare il significativo aumento del rischio di credito, per le esposizioni dei portafogli rated, è stato impiegato un approccio sostenuto da analisi quantitative che determina la classificazione in Stage 2 qualora la variazione della PD a un anno tra la data di origination e quella di valutazione risulti superiore ad una soglia predefinita. La scelta di ricorrere al confronto tra le PD a 1 anno in luogo di un approccio lifetime, determinata anche in considerazione della soluzione messa a disposizione dall'outsourcer del motore di impairment, è supportata da apposite analisi che evidenziano un'elevata correlazione tra la metrica SICR calcolata in ottica lifetime e quella calcolata in ottica 1 anno. Tale soglia viene assegnata in base al rating ad origination (se disponibile) e al tipo di prodotto per ogni rapporto;
  • i Transfer criteria qualitativi, invece, sono tre e vengono di seguito descritti.
    • o "Rebuttable presumption 30 days past due": l'IFRS 9 stabilisce che, indipendentemente dal modo in cui l'entità valuti aumenti significativi del rischio di credito, vi è una presunzione relativa che il rischio di credito dell'attività finanziaria sia aumentato significativamente dopo la rilevazione iniziale quando i pagamenti contrattuali sia scaduti da oltre 30 giorni. L'entità può confutare tale presunzione qualora abbia informazioni ragionevoli che dimostrino che il rischio di credito non sia significativamente aumentato dopo la rilevazione iniziale anche se i pagamenti contrattuali fossero scaduti da oltre 30 giorni. Tale possibilità non è stata però perseguita dal Gruppo Ifis;

  • o "Forbearance": tale criterio prevede che uno strumento finanziario venga allocato in Stage 2 nel momento in cui per tale esposizione venisse registrato uno status di forbearance;
  • o "Watchlist": il criterio prevede di identificare dei criteri qualitativi di deterioramento definiti dal Gruppo nell'ambito del processo di definizione di posizioni particolarmente rischiose nella fase di monitoraggio dei crediti;
  • o "ECB Backstop": il criterio prevede di trasferire a Stage 2 posizioni con PD alla "reporting date" con una variazione superiore del 200% (c.d. threefold) rispetto all'"origination date" oppure con PD alla "reporting date" superiore al 20%.

Secondo l'IFRS 9, un'entità può ritenere che il rischio di credito su uno strumento finanziario non sia notevolmente aumentato dalla rilevazione iniziale se lo strumento presenta un rischio di credito basso alla data di riferimento del bilancio, cioè:

  • possieda un rischio di default basso;
  • il debitore, nel breve termine, dimostri di avere una forte capacità di far fronte ai propri obblighi;
  • il creditore si aspetti che, nel lungo termine, i cambiamenti avversi nelle condizioni economiche e di business non possano ridurre la capacità del debitore di adempiere ai propri obblighi.

La valutazione delle perdite attese su crediti (Expected Credit Losses – ECL) considera i mancati incassi (cash shortfall), la probabilità di default, e il valore monetario del tempo. In particolare, il Gruppo valuta il fondo a copertura delle perdite dello strumento finanziario per un importo pari alle:

  • perdite attese entro 12 mesi per i rapporti che non hanno subito un significativo deterioramento del merito creditizio (Stage 1); in altri termini il Gruppo stima i mancati pagamenti derivanti da possibili eventi di default entro i successivi 12 mesi, ponderati per la probabilità che tali eventi si verifichino;
  • perdite attese "lifetime" per i rapporti che hanno subito un significativo deterioramento del merito creditizio (Stage 2); ossia il Gruppo stima i mancati pagamenti derivanti da possibili eventi di default lungo tutta la vita residua dello strumento, ponderati per la probabilità che tali eventi si verifichino ed attualizzati alla data di valutazione.

Al fine di realizzare la maggiore aderenza possibile ai requisiti normativi nei processi di calcolo delle proprie svalutazioni collettive, il Gruppo ha definito uno specifico framework metodologico. Tale attività ha previsto lo sviluppo di metodologie e analisi quantitative basate su dati proprietari e di natura qualitativa, volte essenzialmente alla modellazione dei seguenti parametri di rischio ed aspetti metodologici rilevanti per il calcolo dell'impairment IFRS 9:

• stima della Probability of Default (PD), che esprime la probabilità di accadimento di un evento di insolvenza della posizione creditizia in un determinato arco temporale. La metodologia di stima prevede di ricorrere ad un opportuno stimatore per il calcolo dei Cumulative Default Rate (di seguito anche CDR), cioè della probabilità storicamente osservata che si realizzi un

evento di default entro un determinato orizzonte di tempo. I CDR vengono successivamente interpolati utilizzando una forma funzionale appropriata;

  • stima della Loss Given Default (LGD), che esprime la percentuale di perdita stimata in caso di insolvenza della posizione creditizia. È stato scelto un approccio "workout LGD" basato su dati interni; pertanto, tale parametro viene definito sulla base delle evidenze di recupero storiche osservate per ogni perimetro ove possibile;
  • definizione dei transfer logic di Stage allocation, che prevedono la ricalibrazione delle soglie di SICR;
  • calcolo delle perdite attese comprensive di elementi point-in-time: i parametri creditizi sono calibrati su un orizzonte che considera l'intero ciclo economico, pertanto, in accordo con il principio contabile IFRS 9, si rende necessaria una correzione PIT ("point in time") per riflettere nei parametri la condizione corrente;
  • calcolo delle perdite attese comprensive di elementi forward looking: i parametri creditizi sono calibrati su un orizzonte che considera l'intero ciclo economico; pertanto, in accordo con il principio contabile IFRS 9, si rende necessaria l'inclusione di elementi forward looking per riflettere le aspettative sull'evoluzione futura del ciclo economico.

Le suddette metodologie sono state sviluppate tenendo conto di molteplici soluzioni, della complessità attuale e prospettica del portafoglio del Gruppo nonché delle logiche di mantenimento e aggiornamento dei parametri di rischio.

Le serie storiche alla base della stima dei parametri di rischio sono aggiornate con cadenza annuale; calibrazioni che vedono coinvolte la componente di scenari prospettici sono aggiornate con cadenza almeno annuale, ovvero sulla base dell'evoluzione del contesto. Per quanto riguarda l'EAD non insiste una modellistica interna, e il valore di EAD è pari al valore contabile corretto mediante l'applicazione del fattore di conversione creditizia o CCF (Credit Conversion Factor) per tutta la durata dell'esposizione.

Con riferimento alle esposizioni nei confronti di Banche, Amministrazioni Centrali ed Enti del settore pubblico (low default portfolios) sono stati usati tassi di default associati a matrici di migrazioni fornite da informazioni pubbliche della società di rating Moody's o da altri provider esterni.

La LGD è stimata su evidenze storiche proprietarie ad eccezione di alcune residuali operatività (per mancanza di sufficienti dati storici oggettivi dato il business recente o data la particolare tipologia di controparte – i.e. banche, amministrazioni centrali ed enti territoriali) per le quali è stato fatto ricorso ad una LGD di settore. I flussi di cassa utilizzati nella stima della LGD sono attualizzati al tasso di interesse effettivo (EIR - Effective Interest Rate).

Al fine di determinare i parametri di rischio in una logica forward looking, il Gruppo si è dotato di modelli econometrici (basati sul framework degli stress test - c.d. modelli satellite) finalizzati a prevedere l'evoluzione dei fattori di rischio dell'istituto (cioè principalmente PD e migrazioni tra stati per rischio di credito) sulla base di una previsione congiunta dell'evoluzione degli indicatori economici e finanziari (scenario macroeconomico). I modelli satellite utilizzati rispondono alla necessità di individuare l'esistenza di una relazione significativa tra le condizioni economiche generali (variabili macroeconomiche e finanziarie) e una variabile proxy del fattore di rischio

(variabile target), cioè il merito creditizio delle controparti (che rappresenta la rispettiva probabilità d'insolvenza a sintesi del fattore PD) che nella sua forma aggregata a livello di istituto viene rappresentato da un'attenta calibrazione dei tassi di deterioramento rilevati da Banca d'Italia.

Sfruttando la relazione individuata tra variabile target e i fattori macroeconomici, è dunque possibile ottenere valori previsionali dei tassi di deterioramento applicando le proiezioni future delle variabili esplicative provenienti da info-provider esterno, impiegate anche a fini di informativa istituzionale e dalla funzione di Strategic Planning nell'ambito delle attività di competenza. La funzione Risk Management, in ottemperanza al principio IFRS 9, impiega scenari macroeconomici che descrivono due contesti caratterizzati da livelli crescenti di severità e criticità delle previsioni: uno scenario "baseline" e uno scenario "adverse". Rispetto allo scorso esercizio, non viene più impiegato uno scenario "benigno" (scenario c.d. "upside") in quanto non incluso nella fornitura. Tali scenari producono due diverse previsioni dei modelli satellite, rendendo necessaria una ponderazione: per l'esercizio in corso è stato definito di bilanciare i pesi dello scenario baseline e dello scenario adverse in considerazione dell'incertezza del quadro macroeconomico, che vede, da un lato, nel contesto geopolitico uno dei principali fattori di instabilità, e dall'altro il possibile manifestarsi di rischi non trascurabili connessi con l'evoluzione dell'attività economica globale.

La funzione Risk Management ha pertanto incluso le previsioni definite dai propri modelli satellite nelle strutture a termine di PD lifetime sfruttando il framework di Merton. Sono state infatti definite le matrici di migrazione tra stati del credito di ciascun perimetro e, attraverso l'applicazione degli shift macroeconomici output dei modelli satellite, sono state ottenute le proiezioni stressate delle matrici, permettendo di derivare degli scaling factor calcolati sui tassi di default stressati da applicare alle curve di PD come da metodologia definita.

I modelli satellite sviluppati per la PD sono stati applicati in maniera speculare anche al Danger Rate, cioè alle migrazioni tra stati del credito, utilizzato in ambito LGD, il quale nella sua configurazione point in time & forward looking conferisce una struttura multi periodale alla LGD.

Con riferimento all'inclusione dei fattori Forward Looking alimentanti il processo di provisioning IFRS 9, mediante utilizzo dei modelli satellite, la funzione Risk Management nel quarto trimestre del 2024 ha provveduto ad aggiornare gli scenari macroeconomici reperendoli da un info provider esterno e ponendoli a confronto con fonti ufficiali.

L'attuale contesto macroeconomico incorpora sia un cauto ottimismo sulla prosecuzione della crescita economica, con segnali di riduzione dell'inflazione e attesa di allentamento della politica monetaria in Europa, sia le ripercussioni dell'incerto contesto geopolitico, con possibili ripercussioni sul commercio globale e sui prezzi di materie prime ed energia. Il Gruppo adotta due scenari, al fine di riflettere l'incertezza del contesto macroeconomico:

• Scenario base: è il principale scenario di riferimento che prevede un'attività economica globale in crescita ma in rallentamento. Anche in Italia prosegue la crescita moderata del PIL trainata dalla domanda interna. L'inflazione non è più considerata il problema più urgente per l'economia italiana. Gli shock prodotti dai prezzi dell'energia si sono attenuati, non si è verificata una spirale salari-prezzi e l'inflazione non è più alimentata dai profitti. Timori di recessione e discesa dell'inflazione accelerano il percorso di riduzione dei tassi di policy. Oltre ai rischi geopolitici dei conflitti in corso ai confini dell'Europa, preoccupa la situazione

dell'industria tedesca, con i suoi impatti negative sulle economie europee e quella italiana in particolare;

• Scenario avverso: è lo scenario severo ma plausibile secondo cui la situazione geopolitica globale è prevista in peggioramento a causa dell'escalation dei conflitti. Il prezzo del petrolio si impenna per i rischi di blocchi navali nel Golfo, così come i trasporti vengono ostacolati nel loro transito acuendo la pressione sui prezzi delle commodity. L'inflazione smette di scendere, rimanendo superiore ai target delle banche centrali rallentando il percorso di normalizzazione delle politiche monetarie nel 2025. La crescente incertezza blocca le decisioni di investimento e frena la spesa delle famiglie nei paesi avanzati. L'Italia risulta particolarmente esposta al rischio di maggiori tassi interesse, con un debito pubblico rapportato al PIL in crescita, e al rallentamento dell'industria tedesca.

INDICATORI FINANZIARI Scenario Base Scenario Avverso
FINE ESERCIZIO (%) 2025 2026 2027 2025 2026 2027
Crescita del PIL reale italiano a/a, % 0,8 0,7 0,4 0,1 0,4 0,3
Disoccupazione italiana, % 7,0 6,8 6,6 7,3 7,5 7,5
Euribor 3M, % 2,7 2,5 2,5 2,9 2,6 2,5
BTP 10 anni, % 4,0 4,2 4,6 4,2 4,6 5,0
Crescita del barile Brent a/a, % -1,5 5,6 1,3 4,6 5,2 0,1
Inflazione italiana, % 1,9 2,0 2,0 2,3 2,1 2,0

Con riferimento alle probabilità di accadimento degli scenari, quello baseline è caratterizzato da una probabilità di accadimento del 60% mentre lo scenario avverso da una probabilità del 40% al fine di riflettere l'incerto contesto macroeconomico.

Al fine di fornire informazioni tali da consentire una chiara comprensione degli elementi di giudizio utilizzati dal management e i relativi impatti, sono estate effettuate apposite analisi di sensitività. L'inclusione dei fattori forward looking per la misurazione delle perdite attese risulta, infatti, essere un esercizio particolarmente complesso, in quanto richiede di formulare previsioni macroeconomiche, di selezionare scenari e relative probabilità di accadimento nonché di definire un modello in grado di esprimere la relazione tra i citati fattori macroeconomici e i tassi di deterioramento delle esposizioni oggetto di valutazione.

Per tale motivo, al fine di poter apprezzare gli impatti sulle perdite attese conseguenti alla selezione di differenti scenari macroeconomici e in ottemperanza alle raccomandazioni formulate dall'ESMA, da ultimo con il documento del 13 maggio 2022, vengono di seguito fornite apposite analisi di sensitivity, in termini di ECL. Tali analisi sono state condotte attribuendo una ponderazione del 100% a ciascun singolo scenario macroeconomico ("base" e "avverso") rispetto all'approccio multiscenario seguito ai fini della redazione del presente Bilancio.

La selezione di una sensitività multifattoriale, ottenuta facendo variare più parametri contemporaneamente ed implicita nella scelta di considerare scenari macroeconomici alternativi, è giustificata dal fatto che vi sono innumerevoli interrelazioni tra i diversi fattori macroeconomici tali da rendere meno rappresentativa un'analisi di sensitività basata sul singolo fattore (a titolo di esempio, alla variazione del PIL sarebbero infatti correlate le variazioni di molte altre variabili macroeconomiche).

La base di riferimento per le analisi di sensitivity è rappresentata dalle perdite attese (ECL) relative alle esposizioni creditizie verso la clientela del Gruppo - finanziamenti per cassa e crediti di firma.

Trattasi, in particolare, dell'ECL determinata sulla base dei modelli in uso, e quindi non inclusiva dei post model adjustment illustrati successivamente.

In particolare, la ponderazione al 100% "adverse" porterebbe ad un impatto sull'ECL da modello pari a circa il +0,5%, mentre la ponderazione 100% "baseline" porterebbe ad un impatto di circa -0,3%.

Con riferimento al portafoglio titoli, vista la complessità metodologica legata allo sviluppo di un modello dedicato, il Gruppo ha optato per l'utilizzo del processo di calcolo dell'impairment IFRS 9 che l'outsourcer del sistema informativo mette a disposizione a livello consortile (cioè stima dei parametri di rischio, calcolo Stage allocation ed ECL). Nello specifico, la formula di calcolo dell'impairment per le tranches dei titoli in Stage 1 e 2 risulta coerente con l'approccio utilizzato per le esposizioni creditizie. La Stage allocation dei titoli di debito performing, presuppone l'utilizzo di un rating esterno dell'emissione o, se non disponibile, dell'emittente; in sintesi, la classificazione in Stage viene definita secondo specifici transfer criteria connessi a tale tipologia di portafoglio. Le esposizioni sono classificate in Stage 3 nei casi in cui il rischio creditizio sia deteriorato al punto da considerare il titolo impaired, ossia classificato tra i deteriorati, ivi inclusi le fattispecie di strumenti finanziari in default.

L'emergenza sanitaria connessa al Covid-19 di inizio marzo 2020 ha generato impatti senza precedenti sulla crescita economica mondiale. Tale circostanza ha spinto gli intermediari a considerare possibili impatti sul rischio di credito prodotti da tali fattori di rischio straordinari non adeguatamente intercettati dai modelli di calcolo della perdita attesa (ECL) in uso. Quanto premesso, unito alla necessità di cogliere in ottica "forward looking" le aspettative di un rapido deterioramento delle condizioni macroeconomiche, ha portato il Gruppo ad introdurre nel tempo correttivi di tipo prudenziale (c.d. management overlay) nella determinazione delle perdite attese (ECL); tali correttivi avevano in particolare l'obiettivo di cogliere i rischi connessi alle esposizioni nei confronti di controparti appartenenti ai settori economici potenzialmente più vulnerabili.

Successivamente al 2021, a seguito delle tensioni geopolitiche connesse al conflitto Russia-Ucraina e a quello in Medio-Oriente, dello scenario inflattivo e del rallentamento della crescita economica, i correttivi prudenziali applicati e precedentemente descritti sono stati sostituiti e rideterminati con l'obiettivo di fattorizzare i rischi emergenti dal contesto macroeconomico di riferimento. In particolare, sono stati introdotti alcuni nuovi correttivi prudenziali per tener conto del contesto macroeconomico fortemente influenzato dalle tensioni geopolitiche, dall'impatto della crescita dei prezzi energetici, dalla dinamica inflattiva, e dal significativo incremento dei tassi di interesse al fine di intercettare fattori di rischio relativi alle controparti appartenenti a settori ritenuti particolarmente esposti ai nuovi rischi emergenti; in particolare, imprese dei settori manifatturiero, agricolo, trasporti e commercio energia. L'approccio e i criteri utilizzati sono stati resi progressivamente più analitici e coerenti nel tempo attraverso affinamenti introdotti al fine di riflettere la migliore percezione del Gruppo in merito all'evoluzione dei rischi connessi.

Conseguentemente al 31 dicembre 2023 l'ammontare complessivo dei correttivi prudenziali descritti (management overlay) era pari a circa 52,3 milioni di euro suddivisi quasi equamente tra correttivi a copertura di multipli fattori di rischio (in particolare connessi ai rischi inflattivi, geopolitici e di approvvigionamento energetici) e correttivi a copertura delle aspettative macro-economiche avverse, le cui quantificazioni sono anche supportate da analisi di stress scenario e di sensitivity. Al

31 dicembre 2023 erano stati altresì previsti ulteriori 12,8 milioni di euro di correttivi prudenziali a protezione di posizioni specificatamente individuate per tenere in considerazione di un loro possibile deterioramento stimabile in un orizzonte di tempo ragionevolmente breve e non colto dagli attuali modelli (valutazioni "expert based").

Nel corso del 2024 sono stati interamente utilizzati i correttivi prudenziali, contabilizzati negli esercizi precedenti, derivanti da valutazioni "expert based" a seguito dell'effettiva classificazione tra le esposizioni deteriorate delle posizioni specificatamente individuate. Inoltre, i "management overlay" accantonati, negli esercizi precedenti, a copertura di multipli fattori di rischio (in particolare connessi ai rischi inflattivi, geopolitici e di approvvigionamento energetici) e a copertura delle aspettative macro-economiche avverse, sono stati utilizzati a fronte delle dinamiche di deterioramento dei cluster di portafoglio a questi sottesi in quanto si è ritenuto che si siano manifestati i rischi a fronte dei quali tali overlay erano stati costituiti. L'ammontare totale residuo dei management overlay al 31 dicembre 2024 è quindi pari a 25,2 milioni di euro.

Come più ampiamente illustrato nella sezione "Gestione dei rischi legati al climate change" del Bilancio, si è infine effettuato uno studio degli effetti dei rischi climatici e ambientali sul rischio di credito, analizzando i possibili impatti che eventi climatici potrebbero causare sui parametri di rischio (PD e LGD) e conseguentemente sull'ECL del portafoglio performing. Le analisi effettuate hanno evidenziato come, con riferimento allo scenario overall del 2024 (ponderato per il 60% come "baseline" e per il 40% come "adverse"), l'impatto dei rischi climatici sui parametri di rischio (PD ed LGD) del Gruppo Banca Ifis sia da ritenersi del tutto marginale a livello di incremento di ECL. Fermo restando che il Gruppo continuerà nel prossimo futuro ad aggiornare le analisi per la valutazione dei rischi climatici e misurare i relativi impatti, data la bassa materialità, nella predisposizione del bilancio al 31 dicembre 2024 non si è proceduto a incorporare tali effetti nella determinazione della ECL per il tramite di aggiustamento dei parametri di rischio o di un overlay specifico.

Infine, per quanto riguarda la determinazione delle perdite attese sulle esposizioni classificate nello Stage 3 valutate analiticamente, la quantificazione delle stesse è determinata in base alle previsioni di recupero, formulate dal gestore, attualizzate in funzione dei tassi di interesse effettivi originari e della relativa tempistica di recupero. Per le esposizioni in Stage 3 non soggette a svalutazione analitica, il Gruppo definisce una provision lifetime in linea con il concetto di Expected Credit Loss (ECL). Viene quindi applicato il parametro di LGD, definito in coerenza con le metriche adottate per i crediti performing, per calcolare le perdite collettive delle esposizioni in Stage 3.

Informativa quantitativa

Tabella 32– Modello EU CR1: Esposizioni in bonis ed esposizioni deteriorate e relativi accantonamenti (1 di 2)
Valore contabile lordo / importo nominale
Esposizioni in bonis Esposizioni deteriorate
Di cui fase 1 Di cui fase
2
Di cui fase
2
Di cui fase 3
005 Disponibilità presso Banche Centrali e altri depositi a vista 573 573 - - - -
010 Prestiti e anticipazioni 7.108 6.488 595 1.921 - 411
020 Banche Centrali - - - - - -
030 Amministrazioni pubbliche 252 172 81 33 - 33
040 Enti creditizi 74 74 - - - -
050 Altre società finanziarie 523 515 8 3 - 1
060 Società non finanziarie 5.532 5.059 459 484 - 328

Valore contabile lordo / importo nominale
Esposizioni in bonis Esposizioni deteriorate
Di cui fase 1 Di cui fase
2
Di cui fase
2
Di cui fase 3
070 Di cui PMI 3.229 2.956 264 104 - 98
080 Famiglie 726 668 47 1.401 - 50
090 Titoli di debito 3.119 3.046 4 3 - 3
100 Banche Centrali - - - - - -
110 Amministrazioni pubbliche 2.059 2.059 - - - -
120 Enti creditizi 591 590 1 - - -
130 Altre società finanziarie 356 284 3 3 - 3
140 Società non finanziarie 113 113 - - - -
150 Esposizioni fuori bilancio 1.381 1.217 57 25 - 23
160 Banche Centrali - - - - - -
170 Amministrazioni Pubbliche - - - - - -
180 Enti creditizi 15 15 - - - -
190 Altre società finanziarie 241 175 - 3 - 3
200 Società non finanziarie 977 884 51 20 - 18
210 Famiglie 149 143 6 2 - 2
220 Totale 12.181 11.324 656 1.948 - 437

Tabella 33– Modello EU CR1: Esposizioni in bonis ed esposizioni deteriorate e relativi accantonamenti (2 di 2)

Riduzione di valore accumulata, variazioni negative Garanzie reali e finanziarie
ricevute
accumulate del valore equo dovute al rischio di credito
e accantonamenti
Esposizioni in bonis -
Riduzione di valore
accumulata e
accantonamenti
Esposizioni deteriorate –
Riduzione di valore
accumulata, variazioni
negative accumulate del
valore equo dovute al
rischio di credito e
accantonamenti
Cancellazioni
parziali
accumulate
Su
esposizioni
in bonis
Su
esposizioni
deteriorate
Di cui
fase
1
Di cui
fase 2
Di cui
fase 2
Di cui
fase 3
005 Disponibilità presso Banche Centrali e
altri depositi a vista
(1) (1) - - - - - - -
010 Prestiti e anticipazioni (69) (43) (26) (202) - (202) 13 3.157 249
020 Banche Centrali - - - - - - - - -
030 Amministrazioni pubbliche (2) - (2) (2) - (2) - - -
040 Enti creditizi - - - - - - - 25 -
050 Altre società finanziarie (4) (4) - - - - - 188 2
060 Società non finanziarie (58) (36) (22) (182) - (182) 4 2.359 150
070 Di cui PMI (29) (20) (10) (44) - (44) - 1.871 37
080 Famiglie (6) (4) (2) (18) - (18) 9 584 97
090 Titoli di debito (2) (2) - (1) - (1) - 41 -
100 Banche Centrali - - - - - - - - -
110 Amministrazioni pubbliche (1) (1) - - - - - - -
120 Enti creditizi (1) (1) - - - - - - -
130 Altre società finanziarie (1) (1) - (1) - (1) - 41 -
140 Società non finanziarie - - - - - - - - -
150 Esposizioni fuori bilancio (3) (2) - (3) - (2) 37 -
160 Banche Centrali - - - - - - - -
170 Amministrazioni pubbliche - - - - - - - -
180 Enti creditizi - - - - - - - -
190 Altre società finanziarie (1) (1) - - - - - -
200 Società non finanziarie (2) (1) - (3) - (2) 34 -
210 Famiglie - - - - - - 3 -
220 Totale (69) (43) (26) (201) - (201) 13 3.234 249

Tabella 34– Modello EU CR1-A: Durata delle esposizioni

Valore netto dell'esposizione
Su richiesta <= 1 anno
> 1 anno <= 5 anni
> 5 anni Nessuna durata
indicata
Totale
1 Prestiti e
anticipazioni
38.506.966 4.552.371.798 2.652.843.008 1.243.523.482 268.739.406 8.755.984.660

Valore netto dell'esposizione
Su richiesta <= 1 anno
> 1 anno <= 5 anni
> 5 anni Nessuna durata
indicata
Totale
2 Titoli di debito - 512.723.745 1.279.727.709 1.326.156.776 - 3.118.608.230
3 Totale 38.506.966 5.065.095.542 3.932.570.717 2.569.680.259 268.739.406 11.874.592.890

Tabella 35– Modello EU CR2: Variazioni dello stock di prestiti e anticipazioni deteriorati

Valore contabile lordo
010 Stock iniziale di prestiti e anticipazioni deteriorati 2.042
020 Afflussi verso portafogli deteriorati 1.288
030 Deflussi da portafogli deteriorati 1.410
040 Deflusso dovuto alle cancellazioni 42
050 Deflusso dovuto ad altre situazioni 1.368
060 Stock finale di prestiti e anticipazioni deteriorati 1.921

Tabella 36– Modello EU CQ1: Qualità creditizia delle esposizioni oggetto di misure di concessione

Valore contabile lordo / importo nominale delle
esposizioni oggetto di misure di concessione
di credito e accantonamenti Riduzione di valore
accumulata, variazioni
negative accumulate del
valore equo dovute al rischio
Garanzie reali e garanzie
finanziarie ricevute su
esposizioni oggetto di
misure di concessione
Deteriorate oggetto di misure di
concessione
Di cui
garanzie reali
In bonis
oggetto di
misure di
concessione
di cui in
stato di
default
di cui
hanno
subito una
riduzione
di valore
Su
esposizioni in
bonis oggetto
di misure di
concessione
Su
esposizioni
deteriorate
oggetto di
misure di
concessione
e garanzie
finanziarie
ricevute su
esposizioni
deteriorate
oggetto di
misure di
concessione
005 Disponibilità presso Banche
Centrali e altri depositi a
vista
- - - - - - - -
010 Prestiti e anticipazioni 69 350 350 34 (8) (15) 70 24
020 Banche Centrali - - - - - - - -
030 Amministrazioni pubbliche - - - - - - - -
040 Enti creditizi - - - - - - - -
050 Altre società finanziarie 4 - - - - - 4 -
060 Società non finanziarie 56 38 38 24 (8) (11) 41 6
070 Famiglie 9 312 312 11 - (3) 25 17
080 Titoli di debito - - - - - - - -
090 Impegni all'erogazione di
finanziamenti dati
2 - - - - - - -
100 Totale 71 350 350 34 (8) (15) 70 24

Tabella 37– Modello EU CQ2: Qualità delle misure di concessione

Valore contabile lordo delle esposizioni
oggetto di misure di concessione
010 Prestiti e anticipazioni che sono stati oggetto di misure di concessione più di due volte 222
020 Prestiti e anticipazioni deteriorati oggetto di misure di concessione che non sono riusciti a
soddisfare i criteri di esclusione dalla categoria "deteriorati"
94

Tabella 38– Modello EU CQ3: Qualità creditizia delle esposizioni in bonis e deteriorate suddivise in base ai giorni di arretrati

Valore contabile lordo / importo nominale
Esposizioni in bonis Esposizioni deteriorate
Non
scadute
o
scadute
da ≤ 30
giorni
Scadu
te da >
30
giorni
≤ 90
giorni
Inadempie
nze
probabili
che non
sono
scadute o
che sono
scadute da
≤ 90 giorni
Scadute da
> 90 giorni
≤ 180
giorni
Scadu
te da
> 180
giorni
≤ 1
anno
Scadu
te da
> 1
anno ≤
2 anni
Scadut
e da
> 2 an
ni
<= 5 a
nni
Scadute
da
> 5 anni
<= 7 anni
Scadute
da
> 7 anni
Di cui
in
stato
di
default
005 Disponibilità
presso Banche
Centrali e altri
depositi a vista
573 573 - - - - - - - - - -
010 Prestiti e
anticipazioni
7.107 6.965 143 1.920 216 50 41 61 625 382 545 1.921
020 Banche Centrali - - - - - - - - - - - -

Valore contabile lordo / importo nominale
Esposizioni in bonis Esposizioni deteriorate
Non
scadute
o
scadute
da ≤ 30
giorni
Scadu
te da >
30
giorni
≤ 90
giorni
Inadempie
nze
probabili
che non
sono
scadute o
che sono
scadute da
≤ 90 giorni
Scadute da
> 90 giorni
≤ 180
giorni
Scadu
te da
> 180
giorni
≤ 1
anno
Scadu
te da
> 1
anno ≤
2 anni
Scadut
e da
> 2 an
ni
<= 5 a
nni
Scadute
da
> 5 anni
<= 7 anni
Scadute
da
> 7 anni
Di cui
in
stato
di
default
030 Amministrazion
i pubbliche
252 173 79 33 23 - - - 3 3 4 33
040 Enti creditizi 74 74 - - - - - - - - - -
050 Altre società
finanziarie
523 523 - 2 1 - 1 - - 1 - 3
060 Società non
finanziarie
5.532 5.482 49 484 160 43 28 31 79 92 51 484
070 Di cui PMI 3.229 3.205 24 104 64 11 10 4 2 8 5 104
080 Famiglie 726 712 14 1.401 32 8 12 30 543 287 490 1.401
090 Titoli di debito 3.119 3.119 - 3 3 - - - - - - 3
100 Banche Centrali - - - - - - - - - - - -
110 Amministrazion
i pubbliche
2.059 2.059 - - - - - - - - - -
120 Enti creditizi 591 591 - - - - - - - - - -
130 Altre società
finanziarie
356 356 - 3 3 - - - - - - 3
140 Società non
finanziarie
113 113 - - - - - - - - - -
150 Esposizioni fuori
bilancio
1.381 25 25
160 Banche centrali - - -
170 Amministrazion
i pubbliche
- - -
180 Enti creditizi 15 - -
190 Altre società
finanziarie
241 3 3
200 Società non
finanziarie
977 20 20
210 Famiglie 149 2 2
220 Totale 12.181 10.657 143 1.948 219 50 41 61 625 382 545 1.948

Tabella 39– Modello EU CQ4: Qualità delle esposizioni deteriorate per zona geografica

Valore contabile lordo / importo nominale Variazioni
Di cui deteriorate Accantonamenti negative
accumulate
Di cui in stato
di default
Di cui
soggette a
riduzione di
valore
Riduzione di
valore
accumulata
per gli impegni
fuori bilancio e le
garanzie
finanziarie date
del valore
equo dovute
al rischio di
credito su
esposizioni
deteriorate
010 Esposizioni in bilancio 12.147 1.923 1.923 12.077 (273) -
020 Italia 11.063 1.921 1.921 11.003 (271) -
030 Francia 285 1 1 285 - -
040 Germania 268 - - 268 (1) -
050 Svizzera 98 - - 98 (1) -
060 Spagna 87 - - 87 - -
070 Altri Stati 345 1 1 335 (1) -
080 Esposizioni fuori bilancio 1.404 24 24 5
090 Italia 1.256 24 24 5
100 Polonia 92 - - -
110 Irlanda 20 - - -
120 Turchia 11 - - -
130 Romania 10 - - -
140 Altri Stati 14 - - -
150 TOTALE 13.551 1.947 1.947 12.077 (273) 5 -

Tabella 40– Modello EU CQ5: Qualità creditizia dei prestiti e delle anticipazioni a società non finanziarie per settore economico

Valore contabile lordo Variazioni
Di cui deteriorate negative
accumulate del
Di cui in stato di
default
Di cui prestiti e
anticipazioni
soggetti a riduzione
di valore
Riduzione di
valore
accumulata
valore equo
dovute al
rischio di
credito su
esposizioni
deteriorate
010 Agricoltura, silvicoltura
e pesca
106 14 14 106 (3) -
020 Attività estrattiva 9 - - 9 - -
030 Attività manifatturiera 1.927 163 163 1.927 (101) -
040 Fornitura di energia
elettrica, gas, vapore e
aria condizionata
58 8 8 58 (3) -
050 Approvvigionamento
idrico
85 3 3 85 (1) -
060 Costruzioni 480 68 68 480 (35) -
070 Commercio all'ingrosso
e al dettaglio
1.645 118 118 1.645 (41) -
080 Trasporto e stoccaggio 424 23 23 424 (13) -
090 Servizi di alloggio e di
ristorazione
71 13 13 71 (2) -
100 Servizi di informazione
e comunicazione
182 14 14 182 (9) -
110 Attività finanziarie e
assicurative
9 - - 9 - -
120 Attività immobiliari 84 17 17 83 (3) -
130 Attività professionali,
scientifiche e tecniche
227 17 17 227 (15) -
140 Attività amministrative
e di servizi di supporto
260 9 9 260 (4) -
150 Amministrazione
pubblica e difesa,
previdenza sociale
obbligatoria
- - - - - -
160 Istruzione 37 - - 37 (1) -
170 Attività dei servizi
sanitari e di assistenza
sociale
120 4 4 120 (2) -
180 Attività artistiche, di
intrattenimento e
divertimento
258 6 6 258 (5) -
190 Altri servizi 31 7 7 31 (1) -
200 Totale 6.016 483 483 6.014 (239) -

Tabella 41– Modello EU CQ6: Valutazione delle garanzie reali - prestiti e anticipazioni

Prestiti e anticipazioni
In bonis DETERIORATI
Inadempienze Scaduti da > 90 giorni
Di cui
scaduti
da > 30
giorni ≤
90
giorni
probabili che
non sono
scadute o che
sono scadute
da ≤ 90 giorni
Di cui
scaduti
da > 90
giorni ≤
180
giorni
Di cui
scaduti
da >
180
giorni ≤
1 anno
Di cui
scaduti
da > 1
anno ≤
2 anni
Di cui
scaduti
da > 2
anni ≤ 5
anni
Di cui
scaduti
da > 5
anni ≤ 7
anni
Di cui
scaduti
da > 7
anni
010 Valore contabile lordo 9.028 7.108 143 1.921 216 1.705 51 41 61 625 382 545
020 di cui garantiti 3.627 3.289 19 338 99 239 30 25 30 59 46 48
030 di cui garantiti da
beni immobili
451 351 4 100 17 83 5 5 9 15 16 34
040 Di cui strumenti con
rapporto LTV superiore
al 60 % e inferiore o
pari all'80 %
73 62 11 3 8
050 Di cui strumenti con
rapporto LTV superiore
all'80 % e inferiore o
pari al 100 %
85 75 10 1 9
060 Di cui strumenti con
LTV superiore al 100 %
150 122 28 2 25
070 Riduzione di valore
accumulata per attività
garantite
120 37 1 83 29 54 9 9 16 4 9 6
080 Garanzie reali

Prestiti e anticipazioni
DETERIORATI
In bonis Inadempienze Scaduti da > 90 giorni
Di cui
scaduti
da > 30
giorni ≤
90
giorni
probabili che
non sono
scadute o che
sono scadute
da ≤ 90 giorni
Di cui
scaduti
da > 90
giorni ≤
180
giorni
Di cui
scaduti
da >
180
giorni ≤
1 anno
Di cui
scaduti
da > 1
anno ≤
2 anni
Di cui
scaduti
da > 2
anni ≤ 5
anni
Di cui
scaduti
da > 5
anni ≤ 7
anni
Di cui
scaduti
da > 7
anni
090 Di cui valore limitato
al valore
dell'esposizione
2.329 2.216 11 113 25 88 8 5 7 15 17 36
100 Di cui beni immobili 386 311 4 75 13 62 3 3 3 13 13 26
110 Di cui valore oltre il
limite
567 254 9 314 48 266
120 Di cui beni immobili 660 375 9 285 38 246
130 Garanzie finanziarie
ricevute
1.076 940 7 136 43 93 13 10 7 39 19 5
140 Cancellazioni parziali
accumulate
12 - - 12 1 11 - - - 1 1 9

Tabella 42– Modello EU CQ7: Garanzie reali ottenute acquisendone il possesso e tramite procedure di escussione

Garanzie reali ottenute acquisendone il possesso
Valore al momento della rilevazione iniziale Variazioni negative accumulate
010 Immobili, impianti e macchinari (PP&E) - -
020 Diverse da PP&E - -
030 Beni immobili residenziali - -
040 Beni immobili non residenziali - -
050 Beni mobili (auto, imbarcazioni, ecc.) - -
060 Strumenti di capitale e di debito - -
070 Altre garanzie reali - -
080 Totale - -

Tabella 43– Modello EU CQ8: Garanzie reali ottenute acquisendone il possesso e tramite procedure di escussione - disaggregazione per anzianità

Riduzione del
debito residuo
Totale delle garanzie reali ottenute acquisendone il possesso
Esecuzione forzata
≤ 2 anni
Esecuzione forzata
> 2 anni ≤ 5 anni
Esecuzione forzata
> 5 anni
Di cui attività non
correnti possedute
per la vendita
Valore
contab
ile
lordo
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
01
0
Garanzie
reali
ottenute
acquisend
one il
possesso
classificat
e come
PP&E
- - - -
02
0
Garanzie
reali
ottenute
acquisend
one il
possesso
diverse da
quelle
classificat
e come
PP&E
- - - - - - - - - - - -
03
0
Beni
immobili
residenzial
i
- - - - - - - - - - - -
04
0
Beni
immobili
non
residenzial
i
- - - - - - - - - - - -

Riduzione del
debito residuo
Totale delle garanzie reali ottenute acquisendone il possesso
Esecuzione forzata
≤ 2 anni
Esecuzione forzata
> 2 anni ≤ 5 anni
Esecuzione forzata
> 5 anni
Di cui attività non
correnti possedute
per la vendita
Valore
contab
ile
lordo
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
Valore
al
moment
o della
rilevazio
ne
iniziale
Variazio
ni
negative
accumul
ate
05
0
Beni
mobili
(auto,
imbarcazio
ni, ecc.)
- - - - - - - - - - - -
06
0
Strumen
ti di
capitale e
di debito
- - - - - - - - - - - -
07
0
Altre
garanzie
reali
- - - - - - - - - - - -
08
0
Totale - - - - - - - - - - - -

6.2. Tecniche di attenuazione del rischio di credito

Rientrano nell'ambito delle tecniche di mitigazione del rischio di credito gli strumenti che contribuiscono a ridurre la perdita che il Gruppo andrebbe a sopportare in caso di default della controparte; nello specifico, ci si riferisce alle garanzie ricevute dalla clientela, sia di tipo reale sia personale, e ad eventuali contratti che possono determinare una riduzione del rischio di credito.

In linea generale, nell'ambito del processo di concessione e gestione del credito, per talune tipologie di affidamenti, viene incentivato il rilascio da parte della clientela di idonee garanzie atte a ridurne la rischiosità. Esse possono essere rappresentate:

  • da garanzie reali che gravano su beni, quali ad esempio i pegni su attività finanziarie, le ipoteche su immobili (residenziali/non residenziali); e/o
  • da garanzie personali (tipicamente le fideiussioni) che gravano su un soggetto terzo ove la persona (fisica o giuridica) si costituisce garante della posizione debitoria del cliente in caso di insolvenza.

In particolare:

• nell'ambito dell'attività di factoring pro-solvendo, qualora la tipologia e/o la qualità del credito ceduto non risultino pienamente soddisfacenti o, più in generale, il cliente cedente non risulti avere merito creditizio sufficiente, è prassi consolidata, a maggior tutela del rischio di credito assunto dal Gruppo nei confronti del cliente cedente, acquisire garanzie fideiussorie aggiuntive da parte di soci o amministratori dei clienti cedenti. Per quanto riguarda i debitori ceduti nei rapporti di factoring con operatività pro-soluto, ove si ritiene che gli elementi di valutazione disponibili sul debitore ceduto non siano adeguati a una corretta valutazione/assunzione del rischio di credito connesso alla controparte debitrice, o piuttosto che l'ammontare di rischio proposto superi i limiti individuati nella valutazione della controparte, si acquisisce idonea copertura dal rischio di default del debitore ceduto. La copertura prevalentemente utilizzata su debitori ceduti esteri con operatività pro-soluto è

realizzata attraverso garanzie rilasciate da factors corrispondenti e/o polizze assicurative sottoscritte con operatori specializzati;

  • in ambito finanziamenti verso imprese, ove possibile, si acquisiscono idonee garanzie del Fondo Centrale di Garanzia o da altre società rientranti nel perimetro pubblico come SACE S.p.A.;
  • in relazione all'operatività Finanza Strutturata, si acquisiscono garanzie in funzione allo standing della controparte, alla durata ed alla tipologia del finanziamento. Tra queste garanzie rientrano le ipoteche, i privilegi su impianti e macchinari, i pegni, le fideiussioni, le assicurazioni del credito ed i depositi collaterali;
  • in relazione all'operatività leasing finanziario, occorre sottolineare che il rischio di credito è attenuato dalla presenza del bene oggetto del leasing. Il locatore ne mantiene la proprietà sino all'esercizio dell'eventuale opzione di acquisto finale, garantendosi un maggior tasso di recupero in caso di insolvenza del cliente;
  • in relazione all'operatività in crediti di difficile esigibilità ed acquisto di crediti fiscali da procedure concorsuali, ed al relativo modello di business, non vengono di norma poste in essere azioni volte ad acquisire copertura a fronte dei rischi creditizi;
  • la cessione del quinto è senza dubbio una forma tecnica poco rischiosa, in considerazione delle particolarità di questo prodotto che prevede obbligatoriamente una copertura assicurativa per il rischio di decesso e/o di perdita di impiego del cliente ed il vincolo, a maggior garanzia del finanziamento, del Trattamento di Fine Rapporto maturato dal cliente;
  • l'operatività di finanziamento alle farmacie prevede un'anticipazione accompagnata da una cessione o da un mandato all'incasso dei crediti con la possibilità di utilizzare le anticipazioni successive a decurtazione dei finanziamenti in essere.

In linea con quanto stabilito dal Decreto Liquidità (D.L. 8 aprile 2020 n. 23 e modifiche seguenti) il Gruppo ha usufruito delle garanzie offerte dal Fondo di Garanzia statale per la tipologia di clientela e finanziamenti previsti dal Decreto, con coperture che possono arrivare fino al 100%. Tale garanzia consente una riduzione degli RWA relativi al rischio di credito, in proporzione alla quota di esposizione coperta dal Fondo.

Nell'ambito dei portafogli NPL acquisiti sono incluse posizioni garantite da ipoteche su immobili che presentano una rischiosità inferiore rispetto al portafoglio complessivo acquisito. La determinazione dell'ammontare complessivo degli affidamenti concedibili allo stesso cliente e/o gruppo giuridico ed economico tiene conto di appositi criteri per la ponderazione delle diverse categorie di rischio e delle garanzie. In particolare, al valore di stima delle garanzie reali vengono applicati "scarti" prudenziali, differenziati per tipologia di garanzia.

Il Gruppo verifica nel continuo la qualità e l'adeguatezza delle garanzie acquisite sul portafoglio crediti, con presidi di secondo livello effettuati dalla funzione di Risk Management della Capogruppo e svolti in ambito Single File Review (SFR).

Informativa quantitativa

Tabella 44– EU CR2A: Variazioni dello stock di prestiti e anticipazioni deteriorati e relativi recuperi netti accumulati

Valore Contabile Lordo Relativi Recuperi Netti Cumulati
010 Stock iniziale di prestiti e anticipazioni deteriorati 2.042
020 Afflussi verso portafogli deteriorati 1.288
030 Deflussi da portafogli deteriorati 1.410
040 Deflusso verso portafoglio in bonis 31
050 Deflusso dovuto al rimborso parziale o totale del prestito 444
060 Deflusso dovuto alle liquidazioni di garanzie reali 11 11
070 Deflusso dovuto alla presa di possesso di garanzie reali - -
080 Deflusso dovuto alla vendita di strumenti 81 16
090 Deflusso dovuto ai trasferimenti del rischio - -
100 Deflusso dovuto alle cancellazioni 42
110 Deflusso dovuto ad altre situazioni 802
120 Deflusso dovuto alla riclassificazione in posseduti per la vendita -
130 Stock finale di prestiti e anticipazioni deteriorati 1.921

Tabella 45– Modello EU CR3 – Tecniche di CRM - Quadro d'insieme: informativa sull'uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito

Valore contabile garantito
Valore contabile di cui garantito di cui garantito da garanzie finanziarie
non garantito da garanzie reali di cui garantito da
derivati su crediti
1 Prestiti e anticipazioni 5.923 3.405 2.329 1.076 -
2 Titoli di debito 3.078 41 - 41
3 Totale 9.001 3.446 2.329 1.117 -
4 di cui esposizioni deteriorate 1.472 249 113 136 -
EU-5 di cui in stato di default 1.472 249

6.3. Metodo STD per la misurazione del rischio di credito

Informativa qualitativa

Ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito, Banca Ifis utilizza l'agenzia di rating esterna di valutazione (ECAI) Fitch Ratings solo per le posizioni incluse nella classe "Esposizioni verso Amministrazioni centrali e Banche centrali". Banca Ifis inoltre utilizza il rating ECAI Cerved per le controparti imprese, aventi alcune specifiche caratteristiche di dimensione e impiego, al fine di calcolare gli assorbimenti patrimoniali a fini di vigilanza. Queste posizioni sono incluse nelle classi "Esposizione verso Imprese". Per le altre asset class non sono utilizzati rating esterni.

Tabella 46– Metodologie di rating per classi regolamentari
Classi regolamentari ECA/ECAI Caratteristiche del rating
Esposizioni verso Amministrazioni centrali e banche centrali Fitch Ratings Solicited/Unsolicited
Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali - -
Esposizioni verso organismi del settore pubblico - -
Esposizioni verso enti12 Fitch Ratings Solicited/Unsolicited
Esposizioni verso imprese Cerved Solicited/Unsolicited
Esposizioni al dettaglio - -
Esposizioni in stato di default - -
Esposizioni associate a un rischio particolarmente elevato - -
Esposizioni in strumenti di capitale - -

12 I rating emessi da Fitch sono utilizzati dalla Banca per le Esposizioni classificate nel portafoglio Enti dal 30 settembre 2024

Informativa quantitativa

Tabella 47– Modello EU CR4 – Metodo standardizzato: esposizione al rischio di credito ed effetti della CRM

Classi di esposizioni Esposizioni pre-CCF e pre-CRM Esposizioni post-CCF e post-CRM RWA e densità degli
RWA
Esposizioni in
bilancio
Esposizioni fuori
bilancio
Esposizioni in
bilancio
Esposizioni fuori
bilancio
RWA Densità degli
RWA (%)
1 Amministrazioni centrali o Banche
Centrali
2.747 - 3.477 - 130 3,75%
2 Amministrazioni regionali o autorità
locali
21 - 21 - 4 20,00%
3 Organismi del settore pubblico 180 - 180 - 116 64,59%
4 Banche multilaterali di sviluppo - - - - - -
5 Organizzazioni internazionali - - - - - -
6 Enti 992 38 992 30 404 39,48%
7 Imprese 3.763 651 3.553 340 3.608 92,67%
8 Al dettaglio 2.714 555 2.302 48 1.336 56,85%
9 Garantite da ipoteche su beni immobili 178 - 178 - 60 33,65%
10 Esposizioni in stato di default 1.683 22 1.616 8 1.742 107,30%
11 Esposizioni associate a un rischio
particolarmente elevato
104 3 104 2 158 150,00%
12 Obbligazioni garantite - - - - - -
13 Enti e imprese con valutazione del merito
di credito a breve termine
- - - - - -
14 Organismi di investimento collettivo 98 51 98 25 170 137,97%
15 Strumenti di capitale 377 1 377 1 405 107,13%
16 Altre posizioni 375 - 376 3 375 99,01%
17 TOTALE 13.233 1.320 13.274 456 8.508 61,96%

Tabella 48– Modello EU CR5 - Metodo standardizzato

Fattori di ponderazione del rischio Totale Di cui
prive
Classi di esposizioni 2% 4% 10% 20% 35% 50% 70% 75% 100% 150% 250% 370% 1250% Altri di
rating
1 Amministrazioni
centrali o Banche
Centrali
3.374 - - - - - - - - 85 - 18 - - - 3.477 1.437
2 Amministrazioni
regionali o
autorità locali
- - - - 21 - - - - - - - - - - 21 21
3 Organismi del
settore pubblico
- - - - 80 - - - - 100 - - - - - 180 180
4 Banche
multilaterali di
sviluppo
- - - - - - - - - - - - - - - - -
5 Organizzazioni
internazionali
- - - - - - - - - - - - - - - - -
6 Enti 2 41 - - 464 - 412 - - 104 - - - - - 1.022 420
7 Imprese - - - - 33 - 343 - - 3.223 294 - - - - 3.893 2.064
8 Esposizioni al
dettaglio
- - - - - 138 - - 2.212 - - - - - - 2.350 2.350
9 Esposizioni
garantite da
ipoteche su beni
immobili
- - - - - 139 39 - - - - - - - - 178 175
10 Esposizioni in
stato di default
- - - - - - - - - 1.387 237 - - - - 1.624 1.611
11 Esposizioni
associate a un
rischio
particolarmente
elevato
- - - - - - - - - - 106 - - - - 106 106
12 Obbligazioni
garantite
- - - - - - - - - - - - - - - - -

Classi di esposizioni Fattori di ponderazione del rischio Di cui
prive
0% 2% 4% 10% 20% 35% 50% 70% 75% 100% 150% 250% 370% 1250% Altri Totale di
rating
13 Esposizioni verso
Enti e imprese con
valutazione del
merito di credito a
breve termine
- - - - - - - - - - - - - - - - -
14 Quote o azioni in
organismi di
investimento
collettivo
- - - - 5 - - - - 32 62 - - 1 23 123 123
15 Esposizioni in
strumenti di
capitale
- - - - - - - - - 360 - 18 - - - 378 378
16 Altre posizioni 4 - - - - - - - - 375 - - - - - 379 379
17 TOTALE 3.380 41 - - 602 278 794 - 2.212 5.665 699 36 - 1 23 13.730 9.244

In relazione al Modello EU CC1 - Composizione dei Fondi Propri regolamentari, si rimanda a quanto già presente al paragrafo 3.1.5Tabella 23.

6.4. Finanziamenti specializzati e strumenti di capitale

Informativa quantitativa

Tabella 49– Modello EU CR10: Esposizioni da finanziamenti specializzati e in strumenti di capitale in base al metodo della ponderazione semplice

Finanziamenti specializzati: finanziamento di progetti (project finance) (metodo di assegnazione)
Categorie
regolamentari
Durata residua Esposizioni
in bilancio
Esposizioni
fuori bilancio
Fattore di
ponderazione
del rischio
Valore
dell'esposizione
Importo
dell'esposizione
ponderato per il
rischio
Importo
delle
perdite
attese
Inferiore a 2,5 anni - - - - - -
Categoria 1 Pari o superiore a 2,5 anni - - - - - -
Inferiore a 2,5 anni - - - - - -
Categoria 2 Pari o superiore a 2,5 anni - - - - - -
Inferiore a 2,5 anni - - - - - -
Categoria 3 Pari o superiore a 2,5 anni - - - - - -
Inferiore a 2,5 anni - - - - - -
Categoria 4 Pari o superiore a 2,5 anni - - - - - -
Inferiore a 2,5 anni - - - - - -
Categoria 5 Pari o superiore a 2,5 anni - - - - - -
Inferiore a 2,5 anni - - - - - -
Totale Pari o superiore a 2,5 anni - - - - - -

7.Rischio di Controparte

7.1. Esposizione al rischio di controparte

Informativa qualitativa

Il rischio di controparte rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari della transazione stessa.

Il rischio di controparte insiste attualmente sull'operatività in prodotti derivati generata dall'attività di Finanza Proprietaria, Area appartenente alla Direzione Capital Markets e deputata ad individuare, implementare e realizzare le strategie di investimento per il Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis; sono inoltre presenti due interest rate swap rivenienti dall'attività di Corporate in cui venivano offerti contratti derivati alla clientela a copertura dei rischi finanziari da questa assunti; tali operazioni ancora in essere sono coperte con operazioni "back to back", nelle quali si è assunta, con controparti di mercato esterne, una posizione opposta a quella venduta alla clientela corporate.

Nel corso del 2021 inoltre, per finalità di copertura economica della componente di tasso di interesse dell'operazione di auto-cartolarizzazione eseguita da IFIS NPL Investing, è stata posta in essere un'operazione derivata (acquisto di un'opzione cap venduta da una primaria controparte finanziaria). Tale operazione, oggetto di ristrutturazione nel corso del 2023, potrebbe implicare un aumento del rischio di controparte conseguente al fatto che, a seguito di cambiamenti dei tassi, il relativo mark to market risulti positivo e, conseguentemente, la controparte venditrice dell'opzione in oggetto risulti essere debitrice nei confronti di IFIS NPL Investing. Nel corso del 2024, inoltre, è stato chiuso un ulteriore derivato sulla cartolarizzazione Indigo Lease, di tipo IRS, in cui la Banca paga il tasso fisso e riceve il variabile, che ulteriormente potrebbe avere effetti peggioramenti sul rischio in oggetto.

A livello organizzativo la gestione dell'operatività in strumenti finanziari è curata dalla Direzione Capital Markets in conformità alle politiche definite e agli indirizzi assegnati secondo limiti operativi e di rischio ed obiettivi di redditività.

Da un punto di vista prospettico non ci si attende un impatto significativo su tale rischio in relazione alla tipologia di operatività, alla natura delle controparti ed ai sistemi di marginazione previsti.

Per quanto riguarda il rischio di controparte connaturato all'attività di raccolta in pronti contro termine, il relativo monitoraggio si sostanzia in una puntuale e costante verifica della struttura e qualità del portafoglio titoli di proprietà, in quanto il rischio sottostante è direttamente connesso al merito creditizio delle controparti con le quali vengono poste in essere le operazioni di finanziamento collateralizzato (generalmente controparti centrali quali Cassa Compensazione e Garanzia e Banca Centrale Europea) e proporzionale alla volatilità di prezzo dei titoli in portafoglio dati in garanzia.

In relazione sia al basso livello di esposizione del portafoglio di prodotti derivati, sia alla scarsa incidenza dei capitali interni assorbiti connessi al rischio di controparte (CCR) sul totale complessivo del capitale interno assorbito sui rischi, si ritiene che la rilevanza potenziale del suddetto rischio a livello di Gruppo sia "bassa".

Il Gruppo, per la misurazione del rischio di controparte e la misurazione del relativo requisito patrimoniale, si basa sulle metodologie prescritte dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo II, Capo 6 (CCR) e, per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013, ai fini del computo dei pertinenti requisiti patrimoniali regolamentari.

Per rischio di aggiustamento della valutazione del credito si intende un aggiustamento alla valutazione intermedia di mercato del portafoglio di operazioni di una controparte riconducibile agli strumenti derivati OTC. Tale aggiustamento riflette il valore di mercato corrente del rischio di controparte dell'ente ma non riflette il valore di mercato corrente del rischio di credito dell'ente nei confronti della controparte.

Il rischio di aggiustamento della valutazione del credito (Credit Value Adjustment – CVA) insiste sul medesimo portafoglio assoggettato al rischio di controparte precedentemente analizzato. Esso riflette il valore di mercato corrente al rischio stesso.

La Banca, per la misurazione dei rischi di aggiustamento della valutazione del credito e la misurazione del relativo capitale interno, si basa sulla metodologia prescritta dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo VI e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013, ai fini del computo del pertinente requisito patrimoniale regolamentare. In particolare, per le transazioni riguardanti i derivati, ai fini della misurazione del rischio di aggiustamento della valutazione del credito, adotta il "metodo standardizzato" (articolo 384 CRR).

Financial Risk è l'unità organizzativa specialistica del Risk Management che concorre alla definizione delle politiche e dei processi di gestione del rischio di controparte e regolamento e propone le relative iniziative di attenuazione. In tale ambito:

  • concorre a stabilire la metodologia da adottare per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di controparte sulla base degli strumenti negoziati e delle strategie attuate;
  • recepisce da Segnalazioni di Vigilanza i valori del requisito patrimoniale in funzione del quale elabora eventualmente indicatori specifici ai fini di una completa ed esaustiva valutazione del rischio in argomento;
  • monitora attentamente l'andamento dei valori di mercato del contratto derivato (e del relativo asset sottostante) durante tutta la sua durata;
  • propone e definisce la metodologia che quantifica l'assorbimento di capitale sulle linee di fido relative agli strumenti finanziari soggetti al rischio di controparte e regolamento;
  • predispone e aggiorna la reportistica per gli organi aziendali in cui viene illustrata l'esposizione al rischio di controparte;
  • verifica periodicamente la qualità dei dati utilizzati nella metodologia di misurazione del rischio.

Informativa quantitativa

Costo di
sostituzione
(RC)
Esposizione
potenziale
futura (PFE)
EPE
effettiva
Alfa utilizzata
per il calcolo
del valore
dell'esposizione
a fini
regolamentari
Valore
dell'esposizione
pre-CRM
Valore
dell'esposizione
post-CRM
Valore
dell'esposizione
RWEA
EU
1
EU - Metodo
dell'esposizione
originaria (per i
derivati)
19 111 1.4 182 182 182 58
EU
2
EU - SA-CCR
semplificato (per i
derivati)
- - 1.4 - - - -
1 SA-CCR (per i
derivati)
- - 1.4 - - - -
2 IMM (per derivati e
SFT)
- - - - - -
2a di cui insiemi di
attività soggette a
compensazione
contenenti
operazioni di
finanziamento
tramite titoli
- - - - -
2b di cui insiemi di
attività soggette a
compensazione
contenenti derivati e
operazioni con
regolamento a lungo
termine
- - - - -
2c di cui da insiemi di
attività soggette ad
accordo di
compensazione
contrattuale tra
prodotti differenti
- - - - -
3 Metodo semplificato
per il trattamento
delle garanzie reali
finanziarie (per le
SFT)
1.919 1.919 1.919 45
4 Metodo integrale per
il trattamento delle
garanzie reali
finanziarie (per le
SFT)
- - - -
5 VaR per le SFT - - - -
6 Totale 2.101 2.101 2.101 103

Tabella 50– Modello EU CCR1: Analisi dell'esposizione al CCR per metodo

Tabella 51– Modello EU CCR2: Operazioni soggette a requisiti di fondi propri per il rischio di CVA

Valore dell'esposizione RWEA
1 Totale delle operazioni soggette al metodo avanzato - -
2 i) componente VaR (incluso il moltiplicatore 3×) - -
3 ii) componente VaR in condizioni di stress (incluso il moltiplicatore 3×) - -
4 Operazioni soggette al metodo standardizzato 182 83
EU-4 Operazioni soggette al metodo alternativo (sulla base del metodo dell'esposizione originaria) - -
5 Totale operazioni soggette a requisiti di Fondi Propri per il rischio di CVA 182 83

Tabella 52– Modello EU CCR3 – Metodo standardizzato: esposizioni soggette al CCR per classe di esposizioni regolamentare e ponderazione del rischio

Classi di esposizioni Fattore di ponderazione del rischio
0% 2% 4% 10% 20% 50% 70% 75% 100% 150% Altri Valore
dell'esposizione
complessiva
1 Amministrazioni centrali o
Banche Centrali
79 - - - - - - - - - - 79
2 Amministrazioni regionali o
autorità locali
- - - - - - - - - - - -
3 Organismi del settore
pubblico
- - - - - - - - - - - -

Classi di esposizioni Fattore di ponderazione del rischio
0% 2% 4% 10% 20% 50% 70% 75% 100% 150% Altri Valore
dell'esposizione
complessiva
4 Banche multilaterali di
sviluppo
- - - - - - - - - - - -
5 Organizzazioni
internazionali
- - - - - - - - - - - -
6 Enti - 1 - - 252 105 - - - - - 358
7 Imprese - - - - - - - - - - - -
8 Al dettaglio - - - - - - - - - - - -
9 Enti e imprese con
valutazione del merito di
credito a breve termine
- - - - - - - - - - - -
10 Altre posizioni 1.664 - - - - - - - - - - 1.664
11 Valore dell'esposizione
complessiva
1.743 1 - - 252 105 - - - - - 2.101

Tabella 53– Modello EU CCR5: Composizione delle garanzie reali per le esposizioni soggette al CCR

Tipo di garanzia reale Garanzie reali utilizzate in operazioni su derivati Garanzie reali utilizzate in SFT
Fair value (valore equo) delle
garanzie reali ricevute
Fair value (valore equo) delle
garanzie reali fornite
Fair value (valore equo) delle
garanzie reali ricevute
Fair value (valore equo) delle
garanzie reali fornite
Separate Non separate Separate Non separate Separate Non separate Separate Non separate
1 Cassa - valuta
nazionale
- 3 - 23 - 1.678 - 240
2 Cassa - altre
valute
- - - - - - - -
3 Debito sovrano
nazionale
- - - - - 99 - -
4 Altro debito
sovrano
- - - - - - - -
5 Debito delle
agenzie pubbliche
- - - - - 80 - -
6 Obbligazioni
societarie
- - - - - - - 1.740
7 Titoli di capitale - - - - - - - -
8 Altre garanzie
reali
- - - - - - - -
9 Totale - 3 - 23 - 1.857 - 1.980

Tabella 54– Modello EU CCR6: Esposizioni in derivati su crediti

Protezione acquistata Protezione venduta
31/12/2024 31/12/2024
Nozionali
1 Single-name credit default swap - -
2 Index credit default swap - -
3 Total return swap - -
4 Credit option - -
5 Altri derivati su crediti - -
6 Totale Nozionali - -
Fair value (valori equi)
7 Fair value positivo (attività) - -
8 Fair Value negativo (passività) - -

Tabella 55– Modello EU CCR8: Esposizioni verso CCP

Valore
dell'esposizione
RWEA
1 Esposizioni verso QCCP (totale) 0
2 Esposizioni per negoziazioni presso QCCP (esclusi il margine iniziale e i contributi al fondo di garanzia)
di cui:
889 0
3 i) derivati OTC - 0
4 ii) derivati negoziati in borsa - 0
5 iii) SFT 889 0
6 iv) insiemi di attività soggette a compensazione per i quali è stata approvata la compensazione tra
prodotti differenti
- 0
7 Margine iniziale separato 41 0
8 Margine iniziale non separato - 0
9 Contributi prefinanziati al fondo di garanzia 18 0
10 Contributi non finanziati al fondo di garanzia - 0

Valore
dell'esposizione
RWEA
11 Esposizioni verso non QCCP (totale) 0 0
12 Esposizioni per negoziazioni presso non QCCP (esclusi il margine iniziale e i contributi al fondo di
garanzia) di cui:
0 0
13 i) derivati OTC 0 0
14 ii) derivati negoziati in borsa 0 0
15 iii) SFT 0 0
16 iv) insiemi di attività soggette a compensazione per i quali è stata approvata la compensazione tra
prodotti differenti
0 0
17 Margine iniziale separato 0 0
18 Margine iniziale non separato 0 0
19 Contributi prefinanziati al fondo di garanzia 0 0
20 Contributi non finanziati al fondo di garanzia 0 0

8.Cartolarizzazioni

8.1. Posizioni verso la cartolarizzazione

Informativa qualitativa

Non formano oggetto di rilevazione nella presente sezione le operazioni di cartolarizzazione nelle quali siano originator banche del medesimo consolidato prudenziale e il complesso delle passività emesse (ad esempio, titoli ABS, finanziamenti nella fase di warehousing, ecc.) dalle società veicolo sia sottoscritto all'atto dell'emissione da una o più società del medesimo consolidato prudenziale. In altri termini, le operazioni di autocartolarizzazione interamente sottoscritte da società appartenenti al consolidato prudenziale del Gruppo Banca Ifis, quali quella del veicolo Ifis Npl 2021- 1 SPV S.r.l., sono trattate in una sezione successiva a cui si rimanda

Il Gruppo Banca Ifis ha predisposto la "Politica di Gruppo per la gestione delle operazioni di cartolarizzazione nel ruolo di Cedente/Promotore/Investitore", con la quale disciplina il processo di gestione delle operazioni di cartolarizzazione nelle ipotesi in cui intervenga nel ruolo di "cedente" (cioè di soggetto che ha partecipato al contratto originario che ha costituito le obbligazioni che originano le esposizioni cartolarizzate o che ha acquistato le esposizioni di un terzo e successivamente procede alla loro cartolarizzazione), di "investitore" (cioè di soggetto sottoscrittore dei titoli) o di "promotore" (cioè di soggetto che struttura l'operazione così come definito dell'art. 2 del Regolamento UE 2017/2402). Tale politica definisce con chiarezza, per ciascuna delle fattispecie identificate, i compiti delle unità organizzative e degli organi aziendali coinvolti, sia con riferimento alle attività propedeutiche di due diligence sia con riguardo al monitoraggio, nel continuo, delle performance dell'operazione.

Di seguito sono elencate le operazioni di cartolarizzazione in essere al 31 dicembre 2024.

IFIS ABCP PROGRAMME

Nel 2016 ha preso avvio un programma revolving di cartolarizzazione di crediti commerciali verso debitori ceduti di durata triennale. A fronte della ricessione iniziale dei crediti da parte di Banca Ifis (originator) per un ammontare pari a 1.254,3 milioni di euro, il veicolo denominato Ifis ABCP Programme S.r.l. ha emesso titoli senior, sottoscritti da veicoli di investimento che fanno riferimento alle banche co-arrangers dell'operazione, per un ammontare pari a 850 milioni di euro, aumentato a 1.000 milioni di euro nel corso del 2018, contestualmente all'allungamento di due anni del periodo revolving. Un ulteriore quota di titoli senior, del valore nominale massimo di 150 milioni di euro, inizialmente emessi per 19,2 milioni di euro e con adeguamento successivo in funzione della composizione del portafoglio riceduto, era stata sottoscritta da Banca Ifis. Nel corso del 2019 tale quota è stata dapprima parzialmente rimborsata dal veicolo e successivamente ceduta ad una banca terza per il valore complessivo residuo di 98,9 milioni di euro. Il differenziale fra il valore del portafoglio crediti e i titoli senior emessi rappresenta il supporto di credito per i portatori dei titoli stessi, che ha la forma di un prezzo di cessione differito (c.d. deferred purchase price).

A fine giugno 2024 tale cartolarizzazione è stata oggetto di ristrutturazione per un valore di 1,2 miliardi di euro. Tale operazione di ristrutturazione ha portato Banca Ifis, che ha assunto il ruolo di Lead-Arranger e Calculation Agent, a migliorare le condizioni economiche della cartolarizzazione e

ad allargare la platea degli investitori, che è passata da sei a otto istituti. Alle banche già coinvolte nel progetto si sono aggiunte Cassa Depositi e Prestiti (CDP), il cui impegno mira a garantire nuova finanza alle Pmi, e Natixis CIB, quest'ultima assumendo anche il ruolo di co-arranger. La ristrutturazione ha previsto complessivamente il mantenimento delle caratteristiche strutturali attuali, al netto dell'estensione del revolving period per un periodo di 24 mesi, dell'estensione della final maturity date dei titoli e di una revisione delle condizioni economiche applicate. I titoli della cartolarizzazione sono oggi quotati presso il segmento ExtraMOT PRO di Borsa Italiana. Tale operazione di ristrutturazione non ha avuto impatti sulla situazione economica e patrimoniale del Gruppo Banca Ifis.

L'attività di servicing è svolta dalla stessa Banca Ifis che, con la propria struttura, si occupa di:

  • seguire giornalmente le attività per la gestione degli incassi e la verifica dei flussi di cassa;
  • assicurare ad ogni cut off date la quadratura delle evidenze di fine periodo;
  • procedere ad ogni cut off date alla verifica, al completamento e alla trasmissione del Service report contenente le informazioni del portafoglio cartolarizzato richieste dal veicolo e dalle banche finanziatrici.

Il programma di cartolarizzazione prevede che gli incassi ricevuti dalla Banca vengano trasmessi al veicolo quotidianamente, mentre le ricessioni periodiche del nuovo portafoglio avvengono con cadenza di circa sei volte al mese; in questo modo viene garantito un elapsed temporale ravvicinato fra i flussi in uscita dalla Banca e i flussi in entrata relativi al pagamento delle nuove cessioni.

Si evidenzia che i crediti verso debitori ceduti cartolarizzati sono solo in parte iscritti nell'attivo di bilancio, in particolare per la parte che la Banca ha acquistato dal cedente a titolo definitivo, cioè con il trasferimento al cessionario di tutti i rischi e benefici. Le tabelle riportate nell'informativa quantitativa riportano pertanto solamente tale porzione di portafoglio.

In ossequio ai principi contabili IAS/IFRS, l'operazione di cartolarizzazione allo stato non configura trasferimento sostanziale di tutti i rischi e benefici, in quanto non soddisfa i requisiti per la derecognition. Inoltre, si è provveduto al consolidamento del veicolo Ifis ABCP Programme S.r.l. in quanto, a seguito di un'analisi circa i requisiti stabiliti dall'IFRS 10, esso è risultato come soggetto al controllo di Banca Ifis (per maggiori dettagli si rimanda alla "Sezione 3 - Area e metodi di consolidamento" del paragrafo "A.1 - Parte generale" della "Parte A - Politiche contabili" della presente Nota integrativa consolidata).

La perdita teorica massima che può subire Banca Ifis è rappresentata dalle eventuali perdite che possono manifestarsi all'interno del portafoglio crediti riceduti, i cui impatti sono i medesimi che Banca Ifis subirebbe in assenza del programma di cartolarizzazione stesso; di conseguenza, la cartolarizzazione in bilancio è stata rilevata come segue:

i crediti acquistati a titolo definitivo cartolarizzati rimangono iscritti, nell'ambito dei "crediti verso clientela", alla sottovoce "factoring";

• il finanziamento ottenuto attraverso l'emissione dei titoli senior sottoscritti da terzi è stato iscritto nella voce "titoli in circolazione" del passivo di stato patrimoniale;

  • gli interessi attivi sui crediti sono rimasti iscritti nella medesima voce di conto economico "interessi attivi e proventi assimilati";
  • gli interessi passivi maturati sui titoli sono iscritti negli "interessi passivi e oneri assimilati" nella sottovoce "titoli in circolazione";
  • le commissioni di organizzazione dell'operazione sono state interamente spesate nel conto economico dell'esercizio in cui ha avuto inizio il programma.

EMMA

L'operazione di cartolarizzazione denominata Emma, predisposta dall'ex Farbanca (ora ridenominata Banca Credifarma a seguito della fusione per incorporazione dell'ex Credifarma realizzatasi ad aprile 2022), è entrata nell'ambito del Gruppo Banca Ifis per effetto dell'acquisizione del controllo di tale società nel corso del 2020.

Tale cartolarizzazione è stata perfezionata autonomamente dall'ex Farbanca a marzo 2018 per un valore nominale complessivo pari a 460 milioni euro. Il portafoglio dei crediti oggetto di cessione ha riguardato crediti in bonis relativi a contratti di mutuo fondiari, ipotecari e chirografari, caratterizzati da un seasoning medio di 7 anni. L'operazione, strutturata da Banca IMI (Gruppo Intesa Sanpaolo), è stata perfezionata con l'acquisizione dei crediti da parte della società veicolo Legge n. 130/1999 denominata Emma S.P.V. S.r.l.. I titoli sono stati emessi in tre classi: una classe senior per un importo pari a 322 milioni di euro (interamente sottoscritta da investitori istituzionali tramite collocamento privato), una classe mezzanine pari a 46 milioni di euro e una classe junior pari a 96 milioni di euro (entrambe sottoscritte integralmente dall'ex Farbanca).

L'operazione in questione è stata oggetto di ristrutturazione nel corso del mese di giugno 2021. La ristrutturazione, che ha previsto l'estensione del c.d. revolving period ed un size increase dell'operazione fino a complessivi 540 milioni di euro, è stata realizzata con il coinvolgimento della Capogruppo Banca Ifis e di Intesa Sanpaolo in qualità di co-arrangers. A seguito di tale ristrutturazione, i titoli sono stati emessi in tre classi con natura partly paid: la classe senior, per un valore nominale pari a 397,5 milioni di euro, è stata interamente sottoscritta da Duomo Funding Plc mentre le classi mezzanine e junior, con un valore nominale pari rispettivamente a 53,0 milioni di euro e 90,1 milioni di euro, sono state interamente sottoscritte dall'ex Farbanca (ora Banca Credifarma), la quale adempie anche agli obblighi di retention ai sensi della CRR in qualità di originator.

Per effetto della struttura revolving dell'operazione, nel corso del 2023 sono state effettuate cessioni di ulteriori n. 312 nuovi crediti, per un controvalore complessivo di 104,7 milioni di euro (importo di stipula residuo in essere, compreso di capitale non pagato e interessi e spese su rate scadute e non pagate).

L'importo outstanding dei titoli senior, mezzanine e junior al 31 dicembre 2024 risulta pari rispettivamente a 266,6 milioni di euro, 53,0 milioni di euro e 83,5 milioni di euro.

La suddetta operazione di cartolarizzazione non soddisfa i requisiti per la derecognition ai sensi dell'IFRS 9, non configurando un trasferimento sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi. Pertanto, le attività cedute e non cancellate riferibili a crediti oggetto di tali cartolarizzazioni, non

presentando i requisiti previsti per la derecognition, sono state "riprese" nei saldi contabili consolidati del Gruppo Banca Ifis.

INDIGO LEASE

Nel 2016 il Gruppo Banca Ifis, tramite la società originator ex Ifis Leasing S.p.A. (da maggio 2018 incorporata in Banca Ifis), ha perfezionato un'operazione di cartolarizzazione che ha comportato la cessione alla società veicolo Indigo Lease S.r.l. di un portafoglio di crediti in bonis per un ammontare di 489 milioni di euro.

All'operazione è stato attribuito un rating dalle agenzie Moody's e da DBRS, le quali si occupano inoltre del monitoraggio annuale per tutta la durata dell'operazione.

Il prezzo a pronti del portafoglio crediti ceduto, pari a 489 milioni di euro, è stato pagato dal veicolo all'incorporata ex Ifis Leasing utilizzando i fondi rivenienti dall'emissione di titoli senior per l'importo di 366 milioni di euro, a cui è stato attribuito un rating di Aa3 (sf) da parte di Moody's e di AA (sf) da parte di DBRS, il cui rimborso è legato agli incassi realizzati sul portafoglio crediti. Inoltre, sono stati emessi dal veicolo titoli junior acquistati dalla stessa ex Ifis Leasing, a cui non è stato attribuito un rating, per un valore pari a 138 milioni di euro. Inoltre, a quest'ultima è stato conferito specifico mandato di servicing per la riscossione e la gestione dei crediti.

Nel corso del 2017, a seguito della ristrutturazione dell'operazione, è stato avviato un sistema revolving che prevede ricessioni mensili di nuovi crediti al veicolo, fino a luglio 2021. Contestualmente è stato incrementato il valore nominale massimo dei titoli senior e junior rispettivamente a 609,5 e 169,7 milioni di euro. Nello stesso periodo, Banca Ifis ha acquistato la totalità dei titoli senior emessi dal veicolo. A seguito della fusione per incorporazione a maggio 2018 dell'ex Ifis Leasing in Banca Ifis, quest'ultima è divenuta sottoscrittrice anche dei titoli junior.

Una seconda ristrutturazione è poi avvenuta a giugno 2021, con conferma del valore nominale dei titoli e contestuale prolungamento del periodo di revolving fino a luglio 2023.

A luglio 2023 Banca Ifis ha finalizzato la ristrutturazione della cartolarizzazione, la quale ha comportato l'estensione del revolving period per un ulteriore biennio ed un incremento del principal amount outstanding dei titoli senior, nonché il derating ed il delisting degli stessi dalla Borsa di Lussemburgo (a far data dal 20 luglio 2023), oltre all'ottenimento della qualifica di cartolarizzazione STS (cartolarizzazioni "Semplici, Trasparenti e Standardizzate") ai sensi del Regolamento UE 2017/2402 ("Regolamento Cartolarizzazioni").

Nell'ambito dell'operazione Banca Ifis ha ceduto ad UniCredit Bank AG l'intero ammontare dei titoli senior, corrispondenti ad un valore nominale pari a 609,5 milioni di euro e un principal amount outstanding pari a 400 milioni di euro. I titoli junior, per un principal amount outstanding pari a 147,6 milioni di euro, sono stati integralmente ritenuti dal Banca Ifis in qualità di originator. Pertanto, da luglio 2023 Indigo Lease non si configura più come un'autocartolarizzazione.

La suddetta operazione di cartolarizzazione non soddisfa i requisiti per la derecognition ai sensi dell'IFRS 9, non configurando un trasferimento sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi. Pertanto, le attività cedute e non cancellate riferibili a crediti oggetto di tali cartolarizzazioni, non presentando i requisiti previsti per la derecognition, sono state "riprese" nei saldi contabili consolidati del Gruppo Banca Ifis.

ALTRE CARTOLARIZZAZIONI

Al 31 dicembre 2024 il Gruppo Banca Ifis detiene complessivamente un portafoglio di titoli emessi da veicoli di cartolarizzazione per complessivi 286,0 milioni di euro, di cui 216,9 milioni di euro valutati al costo ammortizzato e 69,0 milioni di euro valutati al fair value con impatto a conto economico. Tali dati includono:

  • cartolarizzazioni multioriginator nelle quali il Gruppo ha assunto, insieme ad altre banche, anche il ruolo di cedente. Il Gruppo ha sottoscritto titoli il cui valore di bilancio al 31 dicembre 2024 è pari a 47,6 milioni di euro (al 31 dicembre 2023 il valore di bilancio era pari a 44,1 milioni di euro). Per ulteriori dettagli si rimanda al successivo paragrafo "C. Attività finanziarie cedute e cancellate integralmente", all'interno della sottosezione "D. Operazioni di cessione" della presente "Sezione 2 - Rischi del consolidato prudenziale" della Parte E;
  • titoli monotranche caratterizzati da un valore di bilancio al 31 dicembre 2024 pari a 33,1 milioni di euro;
  • titoli con sottostante attività non finanziarie per un valore di bilancio al 31 dicembre 2024 pari a 21,8 milioni di euro.

Informativa quantitativa

Tabella 56– Modello EU SEC1: esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione (1 di 2)

L'ente agisce in qualità di cedente
Tradizionali Sintetiche
STS Non-STS Totale
parziale
di cui SRT di cui SRT di cui SRT
1 Totale delle esposizioni 144 - 165 - - - 309
2 Al dettaglio (totale) - - 79 - - - 79
3 Mutui ipotecari su immobili
residenziali
- - - - - - -
4 Carte di credito - - - - - - -
5 Altre esposizioni al dettaglio - - 79 - - - 79
6 Ricartolarizzazione - - - - - - -
7 All'ingrosso (totale) 144 - 86 - - - 230
8 Prestiti a imprese - - 86 - - - 86
9 Mutui ipotecari su immobili non
residenziali
- - - - - - -
10 Leasing e Crediti 144 - - - - - 144
11 Altre all'ingrosso - - - - - - -
12 Ricartolarizzazione - - - - - - -

Tabella 57– Modello EU SEC1: esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione (2 di 2)

L'ente agisce in qualità di promotore L'ente agisce in qualità di investitore
Tradizionali Tradizionali
STS Non-STS Sintetiche Totale
parziale
STS Non-STS Sintetiche Totale
parziale
1 Totale delle esposizioni - - - - 126 50 - 175
2 Al dettaglio (totale) - - - - 77 11 - 87
3 Mutui ipotecari su immobili
residenziali
- - - - - 2 - 2
4 Carte di credito - - - - - - - -
5 Altre esposizioni al dettaglio - - - - 77 9 - 85
6 Ricartolarizzazione - - - - - - - -
7 All'ingrosso (totale) - - - - 49 38 - 87
8 Prestiti a imprese - - - - 45 12 - 56

L'ente agisce in qualità di promotore
L'ente agisce in qualità di investitore
Tradizionali Tradizionali
STS Non-STS Sintetiche Totale
parziale
STS Non-STS Sintetiche Totale
parziale
9 Mutui ipotecari su immobili non
residenziali
- - - - - - - -
10 Leasing e Crediti - - - - 4 27 - 31
11 Altre all'ingrosso - - - - - - - -
12 Ricartolarizzazione - - - - - - - -
Tabella 58– Modello EU SEC2: esposizioni verso la cartolarizzazione incluse nel portafoglio di negoziazione
-- -- -------------------------------------------------------------------------------------------------------------
L'ente agisce in qualità di cedente L'ente agisce in qualità di promotore L'ente agisce in qualità di investitore
Tradizionali Totale Tradizionali Totale Tradizionali Totale
STS Non-STS Sintetiche parziale STS Non-STS Sintetiche parziale STS Non-STS Sintetiche parziale
1 Totale delle esposizioni - - - - - - - - - - - -
2 Al dettaglio (totale) - - - - - - - - - - - -
3 Mutui ipotecari su
immobili residenziali
- - - - - - - - - - - -
4 Carte di credito - - - - - - - - - - - -
5 Altre esposizioni al
dettaglio
- - - - - - - - - - - -
6 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - - - -
7 All'ingrosso (totale) - - - - - - - - - - - -
8 Prestiti a imprese - - - - - - - - - - - -
9 Mutui ipotecari su
immobili non residenziali
- - - - - - - - - - - -
10 Leasing e Crediti - - - - - - - - - - - -
11 Altre all'ingrosso - - - - - - - - - - - -
12 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - - - -

Tabella 59– Modello EU SEC3 Esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione e relativi requisiti patrimoniali regolamentari: l'ente agisce in qualità di cedente o promotore (1 di 2)

Valori dell'esposizione (per fascia di RW/deduzione) Valori dell'esposizione (per metodo regolamentare)
≤20 %
RW
DA
>20% A
50% RW
DA
>50% A
100%
RW
DA
>100%
A
<1250%
RW
1250%
RW/
DEDUZIONI
SEC
IRBA
SEC-ERBA
(COMPRESO
IAA)
SEC-SA 1250%
RW/
DEDUZIONI
Specific
treatment for
senior
tranches of
qualifying NPE
securitisations
1 Totale delle
esposizioni
- - - - - - - - - -
2 Operazioni
tradizionali
- - - - - - - - - -
3 Cartolarizzazioni - - - - - - - - - -
4 Al dettaglio - - - - - - - - - -
5 di cui STS - - - - - - - - - -
6 All'ingrosso - - - - - - - - - -
7 di cui STS - - - - - - - - - -
8 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - -
9 Operazioni sintetiche - - - - - - - - - -
10 Cartolarizzazioni - - - - - - - - - -
11 Sottostante al
dettaglio
- - - - - - - - - -
12 All'ingrosso - - - - - - - - - -
13 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - -

Tabella 60– Modello EU SEC3 Esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione e relativi requisiti patrimoniali regolamentari: l'ente agisce in qualità di cedente o promotore (2 di 2)

RWEA (per metodo regolamentare) Requisito patrimoniale dopo l'applicazione del massimale
SEC
IRBA
SEC-ERBA
(COMPRESO
IAA)
SEC-SA 1250%
RW
Specific
treatment for
senior
tranches of
qualifying NPE
securitisations
SEC
IRBA
SEC-ERBA
(COMPRESO
IAA)
SEC-SA 1250%
RW
Specific
treatment for
senior
tranches of
qualifying NPE
securitisations
1 Totale delle
esposizioni
- 2 - - - - - - - -
2 Operazioni
tradizionali
- 2 - - - - - - - -
3 Cartolarizzazioni - 2 - - - - - - - -
4 Al dettaglio - - - - - - - - - -
5 di cui STS - - - - - - - - - -
6 All'ingrosso - 2 - - - - - - - -
7 di cui STS - - - - - - - - - -
8 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - -
9 Operazioni sintetiche - - - - - - - - - -
10 Cartolarizzazioni - - - - - - - - - -
11 Sottostante al
dettaglio
- - - - - - - - - -
12 All'ingrosso - - - - - - - - - -
13 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - -

Tabella 61– Modello EU SEC4: Esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione e relativi requisiti patrimoniali regolamentari: l'ente agisce in qualità di investitore (1 di 2)

Valori dell'esposizione (per fascia di RW/deduzione) Valori dell'esposizione (per metodo regolamentare)
≤20 %
RW
DA
>20% A
50% RW
DA
>50% A
100%
RW
DA
>100%
A
<1250%
RW
1250%
RW/
DEDUZIONI
SEC
IRBA
SEC-ERBA
(COMPRESO
IAA)
SEC-SA 1250%
RW/
DEDUZIONI
Specific
treatment for
senior
tranches of
qualifying NPE
securitisations
1 Totale delle
esposizioni
146 2 25 1 1 - - 150 - -
2 Cartolarizzazione
tradizionale
146 2 25 1 1 - - 150 - -
3 Cartolarizzazioni 146 2 25 1 1 - - 150 - -
4 Sottostante al
dettaglio
85 2 - - - - - 87 - -
5 di cui STS 77 - - - - - - 77 - -
6 All'ingrosso 61 - 25 1 1 - - 63 - -
7 di cui STS 49 - - - - - - 49 - -
8 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - -
9 Cartolarizzazione
sintetica
- - - - - - - - - -
10 Cartolarizzazioni - - - - - - - - - -
11 Sottostante al
dettaglio
- - - - - - - - - -
12 All'ingrosso - - - - - - - - - -
13 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - -
14 Totale delle
esposizioni
- - - - - - - - - -

Tabella 62– Modello EU SEC4: Esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione e relativi requisiti patrimoniali regolamentari: l'ente agisce in qualità di investitore (2 di 2)

RWEA (per metodo regolamentare) Requisito patrimoniale dopo l'applicazione del massimale
SEC
IRBA
SEC-ERBA
(COMPRESO
IAA)
SEC
SA
1250%
RW
Specific
treatment for
senior
tranches of
qualifying NPE
securitisations
SEC
IRBA
SEC-ERBA
(COMPRESO
IAA)
SEC-SA 1250%
RW
Specific
treatment for
senior
tranches of
qualifying NPE
securitisations
1 Totale delle
esposizioni
- - 37 - - - - 3 - -
2 Cartolarizzazione
tradizionale
- - 37 - - - - 3 - -
3 Cartolarizzazioni - - 37 - - - - 3 - -
4 Sottostante al
dettaglio
- - 10 - - - - 1 - -
5 di cui STS - - 8 - - - - 1 - -
6 All'ingrosso - - 28 - - - - 2 - -
7 di cui STS - - 6 - - - - - - -
8 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - -
9 Cartolarizzazione
sintetica
- - - - - - - - - -
10 Cartolarizzazioni - - - - - - - - - -
11 Sottostante al
dettaglio
- - - - - - - - - -
12 All'ingrosso - - - - - - - - - -
13 Ricartolarizzazione - - - - - - - - - -

Tabella 63– Modello EU SEC5: Esposizioni cartolarizzate dall'ente: esposizioni in stato di default e rettifiche di valore su crediti specifiche

Esposizioni cartolarizzate dall'ente — L'ente agisce in qualità di cedente o promotore
Importo nominale in essere totale Importo totale delle rettifiche di valore su crediti
specifiche effettuate nel periodo
di cui esposizioni in stato di default
1 Totale delle esposizioni 4.492 2.185 8
2 Al dettaglio (totale) 427 39 -
3 Mutui ipotecari su immobili
residenziali
- - -
4 Carte di credito - - -
5 Altre esposizioni al dettaglio 427 39 -
6 Ricartolarizzazione - - -
7 All'ingrosso (totale) 4.065 2.146 8
8 Prestiti a imprese 2.145 2.145 -
9 Mutui ipotecari su immobili non
residenziali
- - -
10 Leasing e crediti 1.919 1 8
11 Altre all'ingrosso - - -
12 Ricartolarizzazione - - -

9.Rischio di Mercato

9.1. Esposizione al rischio di mercato

Strategie e processi dell'ente per la gestione del rischio di mercato

Nel corso del 2024 sono proseguite le strategie di investimento disciplinate nella "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis" e nella "Politica di gestione dell'operatività di investimento di Securitization & Structured Solutions", articolata in coerenza con l'appetito al rischio formulato dal Consiglio di Amministrazione nell'ambito del processo del Risk Appetite Framework (RAF) e declinato nella "Politica di Gruppo del Risk Management per la gestione dei rischi di mercato" e con il sistema di obiettivi e limiti.

In coerenza con la "stance" conservativa declinata nei documenti sopra citati, per buona parte dell'anno la strategia di investimento complessiva si è focalizzata nel contenimento del rischio, attuata principalmente ricercando titoli caratterizzati da un'elevata liquidabilità e da una strategia di ritorni costanti nel medio termine. Nel corso dell'anno è stato comunque scelto di aumentare progressivamente la duration del portafoglio, seppure in presenza di una sostanziale stabilità dei controvalori investiti, scelta finalizzata a perseguire una maggior stabilità dei flussi di interesse in presenza di rendimenti futuri attesi in ribasso. La modifica della composizione del portafoglio è stata accompagnata da un continuo monitoraggio dell'esposizione dei rischi da essa generati. Il rispetto dei limiti di rischio stabiliti dal Gruppo Banca Ifis è stato verificato nel continuo dalla funzione Risk Management.

Si segnala inoltre che nel corso del 2024 sono state poste in essere alcune operazioni di Hedge Accounting (Micro Fair Value hedge) su alcuni titoli di capitale valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva, realizzate mediante combinazioni di opzioni call e put ed aventi scadenza entro i 12-24 mesi. Tali operazioni perseguono una finalità di riduzione del rischio prezzo dei titoli sottostanti.

La componente afferente al "portafoglio di negoziazione" (trading book) da cui si origina il rischio di mercato in oggetto è risultata marginale rispetto al totale degli investimenti nel banking book, sia in termini assoluti di valori di rischio rilevati che rispetto ai limiti stabiliti. Il portafoglio di negoziazione risulta principalmente composto da opzioni e future derivanti da operazioni di hedging ed enhancement ancillari alla strategia di investimento negli asset facenti parte del "portafoglio bancario" (banking book) e dal portafoglio di "discretionary trading", caratterizzato da un'ottica speculativa di breve periodo e da un'esposizione marginale.

All'interno del portafoglio di negoziazione sono inoltre presenti operazioni residue rivenienti dall'attività di Corporate Banking in cui venivano offerti contratti derivati alla clientela a copertura dei rischi finanziari da questa assunti; tutte le operazioni ancora in essere sono coperte, ai fini dell'annullamento del rischio di mercato, con operazioni "back to back", nelle quali si è assunta, con controparti di mercato esterne, una posizione opposta a quella venduta alla clientela corporate.

Da un punto di vista gestionale interno, in ottica più ampia e in generale relativa all'operatività sui mercati finanziari, viene prudenzialmente monitorato secondo la logica dei rischi di mercato e soggetto a specifici limiti anche il portafoglio bancario, ossia le posizioni postate in HTC&S e

contabilizzate come FVOCI, le cui variazioni di valore potrebbero avere impatti significativi sulle riserve e conseguentemente sui valori patrimoniali della Banca.

Oltre a quanto sopra descritto rientrano, tra le attività generatrici di rischio di mercato, le posizioni in valuta assoggettate al rischio cambio e i contratti derivati stipulati con controparti corporate inerenti a un legacy portfolio attualmente in fase di run-off.

In relazione al rischio di cambio, le operazioni in divisa si sostanziano principalmente:

  • in operazioni poste in essere con la clientela di norma correlate alla tipica attività di factoring e lending, originate sia dalle Business Unit italiane che dalle controllate estere (in Polonia e Romania) per le quali il rischio di cambio viene mitigato sin dall'origine ricorrendo a provvista avente la medesima valuta originaria;
  • in operazioni rientranti nell'attività tipica della Tesoreria per la gestione del mismatching tra gli utilizzi da parte della clientela ed i relativi approvvigionamenti di valuta effettuati sul mercato.

A livello gestionale, le linee guida sull'assunzione e sul monitoraggio del rischio di mercato sono declinate a livello di Gruppo nella "Politica di Gruppo del Risk Management per la gestione dei Rischi di Mercato", in cui sono state altresì indicate, ai fini di una più rigorosa e dettagliata rappresentazione delle attività di processo, le metriche di misurazione e monitoraggio del rischio in argomento.

Il livello di appetito al rischio è definito nel Risk Appetite Framework, declinato nelle principali strategie di investimento e gestione definite nella "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis".

In particolare, la misurazione e valutazione dei rischi di mercato si basa sulle diverse caratteristiche (in termini di orizzonte temporale, strumenti di investimento, etc.,) delle strategie di investimento del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis. Coerentemente con quanto delineato nel documento "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis", in cui sono definite le strategie che si intendono seguire in termini di struttura dei portafogli, strumenti oggetto di operatività e attività in dettaglio.

In tale ambito, il monitoraggio della coerenza del profilo di rischio dei portafogli del Gruppo rispetto agli obiettivi di rischio/rendimento si basa su un sistema di limiti (strategici e operativi) che prevede l'utilizzo combinato di diversi indicatori. In particolare, sono definiti:

  • Limite di Massima Perdita Accettabile;
  • Limite di Massimo Impatto Finanziario Lordo negativo;
  • Limite di VaR;
  • Limiti di sensitivity e di greche;
  • Eventuali limiti sulla tipologia di strumenti finanziari ammessi;
  • Eventuali limiti di composizione.

Il rispetto dei limiti assegnati a ogni portafoglio è oggetto di verifica giornaliera.

L'indicatore gestionale di sintesi utilizzato per la valutazione dell'esposizione ai rischi in oggetto è il Value at Risk (VaR), che rappresenta una misura statistica che consente di stimare la perdita che potrebbe verificarsi a seguito di movimenti avversi dei fattori di rischio.

Il VaR viene misurato utilizzando un intervallo di confidenza del 99% e un holding period pari a 1 giorno; esprime la "soglia" di perdita giornaliera che, sulla base di ipotesi probabilistiche, potrebbe essere superata solo nell'1% dei casi. La metodologia utilizzata per il calcolo del VaR è quella della simulazione storica. Con questo approccio il portafoglio viene rivalutato applicando tutte le variazioni dei fattori di rischio registrate nell'anno precedente (256 osservazioni). I valori così ottenuti sono confrontati con il valore corrente del portafoglio, determinando la relativa serie di perdite o guadagni ipotetici. Il VaR corrisponde alla media tra il secondo e terzo peggior risultato tra quelli ottenuti.

Il VaR viene inoltre ripartito, con finalità di monitoraggio, tra i fattori di rischio afferenti al portafoglio.

Ad integrazione delle indicazioni di rischio derivanti dal VaR, viene utilizzato gestionalmente, con finalità di monitoraggio, anche l'Expected Shortfall (ES), che esprime la perdita giornaliera che eccede il dato di VaR, e lo Stressed VaR, che rappresenta un VaR calcolato in un periodo storico particolarmente turbolento, che nel caso specifico corrisponde alla crisi del debito italiano del 2011- 2012 e alla pandemia Covid-19 del 2020.

Struttura e organizzazione della funzione di gestione del rischio di mercato

L'unità organizzativa "Financial Risk":

  • concorre alla definizione delle politiche e dei processi di gestione del rischio di mercato rinvenienti dall'operatività in strumenti finanziari posta in essere dall'Area Capital Markets;
  • definisce la metodologia gestionale per il monitoraggio dei rischi di mercato e propone i limiti strategici e gestionali ad essa legati controllando giornalmente il rispetto degli stessi;
  • verifica giornalmente la qualità dei dati utilizzati nella metodologia di misurazione del rischio e della corretta configurazione del position keeper;
  • verifica il rispetto dei limiti strategici e gestionali fissati con riferimento sia alle attività di trading del portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza, sia con riferimento alle attività parte del portafoglio bancario della Capogruppo.

Propone inoltre iniziative di attenuazione del rischio in argomento. In tale ambito:

  • concorre a stabilire la metodologia da adottare per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di mercato sulla base degli strumenti negoziati e delle strategie attuate e sulla base delle evoluzioni normative;
  • recepisce da Segnalazioni di Vigilanza i valori del requisito patrimoniale in funzione del quale elabora eventualmente indicatori specifici ai fini di una completa ed esaustiva valutazione del rischio in argomento;
  • quantifica le stesse metriche di rischio di cui sopra in condizioni di stress dei mercati finanziari;

  • predispone e aggiorna la reportistica per gli organi aziendali in cui viene illustrata l'esposizione ai rischi di competenza;
  • verifica tramite degli opportuni indicatori che le posizioni presenti nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza abbiano effettivamente finalità di trading.

Sistemi di segnalazione e di misurazione del rischio

La Banca, per la misurazione dei rischi di mercato del portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza e per la misurazione del rischio di cambio si basa sulle metodologie prescritte dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo IV, e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013 per il computo del pertinente requisito patrimoniale regolamentare.

In particolare, la metodologia standardizzata permette di calcolare il requisito patrimoniale complessivo, sulla base del cosiddetto "approccio a blocchi" (building-block approach), secondo il quale il requisito complessivo viene ottenuto come somma dei requisiti di capitale a fronte dei seguenti rischi:

  • rischio di posizione che esprime il rischio che deriva dall'oscillazione del prezzo dei valori mobiliari per fattori attinenti all'andamento dei mercati e alla situazione della società emittente; in tale ambito rileva, laddove presente, il rischio di base che esprime il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche;
  • rischio di regolamento che esprime il rischio di perdita derivante dal mancato regolamento delle transazioni in titoli di debito, titoli di capitale, contratti derivati, valute e merci;
  • rischio di concentrazione che rappresenta l'eventuale copertura patrimoniale aggiuntiva richiesta in caso di superamento temporaneo del limite individuale di fido regolamentare per effetto di posizioni di rischio relative al portafoglio di negoziazione;
  • rischio di cambio che rappresenta il rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere sulle posizioni detenute, indipendentemente dal portafoglio di allocazione (portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza e portafoglio bancario).

La capacità previsionale del modello di misurazione dei rischi adottato è verificata attraverso un'analisi giornaliera di backtesting che effettua un test retrospettivo, in cui viene confrontato il VaR relativo alle posizioni presenti nel portafoglio al tempo t-1 con il conto economico generato da tali posizioni al tempo t.

Il posizionamento rispetto ai rischi di mercato è oggetto di periodico reporting predisposto dal Risk Management al Consiglio di Amministrazione, sia in termini di specifica reportistica mensile, sia nell'ambito del Tableau de Bord trimestrale.

Informativa quantitativa

Tabella 64– Modello EU MR1: rischio di mercato in base al metodo standardizzato

RWEA
Prodotti outright -
1 Rischio di tasso di interesse (generico e specifico) 12

RWEA
2 Rischio azionario (generico e specifico) 28
3 Rischio di cambio -
4 Rischio di posizioni in merci -
Opzioni
5 Metodo semplificato -
6 Metodo delta plus -
7 Metodo di scenario -
8 Cartolarizzazione (rischio specifico) -
9 Totale 40

10. Rischio Operativo13

10.1. Esposizione al rischio operativo

Obiettivi e politiche di gestione del rischio operativo

Il Gruppo Banca Ifis ha da tempo definito, coerentemente alle apposite prescrizioni normative ed alle best practices di settore, il quadro complessivo per la gestione del rischio operativo, rappresentato da un insieme di regole, procedure, risorse (umane, tecnologiche e organizzative) ed attività di controllo volte a identificare, valutare, monitorare, prevenire o attenuare nonché comunicare ai livelli gerarchici appropriati tutti i rischi operativi assunti o assumibili nelle diverse unità organizzative. I processi chiave per la gestione del rischio operativo sono rappresentati:

  • dall'attività di Loss Data Collection, ovvero di raccolta strutturata e censimento delle perdite derivanti da eventi di rischio operativo che risulta consolidato grazie anche ad una costante attività da parte del Risk Management di diffusione tra le strutture aziendali di una cultura orientata alla sensibilizzazione e gestione proattiva dei rischi operativi;
  • dall'autovalutazione prospettica dell'esposizione al rischio mediante l'esecuzione delle campagne periodiche di Risk Self Assessment e Model Risk Self Assessment, finalizzate ad avere una visione complessiva dei rischi in termini di frequenza e/o impatto finanziario potenziale e dei relativi presidi organizzativi.

Con specifico riferimento al monitoraggio dell'evoluzione del rischio ICT e di Sicurezza e della valutazione dell'efficacia delle misure di protezione delle risorse ICT, il Gruppo Banca Ifis, in conformità con il requisito normativo14 ha optato per un modello condiviso di responsabilità assegnando i compiti alle funzioni aziendali di controllo Risk Management e Compliance, in relazione ai ruoli, alle responsabilità e alle competenze proprie di ciascuna delle due funzioni. In particolare, la funzione Risk Management conduce i processi di analisi dei rischi ICT e di sicurezza secondo il quadro di riferimento organizzativo e metodologico approvato dal Consiglio di amministrazione al fine, ad esempio, di verificare il rispetto del livello di propensione al rischio ICT e di sicurezza, dei relativi obiettivi di rischio che la Banca intende raggiungere e i conseguenti limiti operativi. Qualora il livello di rischio ICT e di sicurezza ecceda il valore soglia definito, al fine di ricondurlo all'interno della soglia di rischio accettabile, vengono identificate delle misure per il suo trattamento che confluiscono nel "Piano dei Trattamenti" che individua le responsabilità per l'implementazione delle singole azioni correttive.

I risultati delle sopraccitate analisi sono rendicontati all'interno del "Rapporto sintetico sulla situazione del rischio ICT e di sicurezza" soggetto ad approvazione annuale da parte dell'Amministratore Delegato in qualità di organo con funzione di gestione.

13 Nel presente capitolo sono considerati anche il Rischio Reputazionale ed il Rischio ICT e di Sicurezza

14 Il 2 novembre 2022 Banca d'Italia ha emanato il 40° aggiornamento delle "Disposizioni di vigilanza per le Banche", modificando il Capitolo 4 "Il sistema informativo" e il Capitolo 5 "La continuità operativa" della Parte Prima, Titolo IV, per dare attuazione agli "Orientamenti sulla gestione dei rischi relativi alle tecnologie dell'informazione (ICT) e di sicurezza" (EBA/GL/2019/04) emanati dall'EBA. Con l'occasione sono stati inoltre effettuati alcuni interventi di raccordo e aggiornamento dei riferimenti interni alla Sezione I del Capitolo 3 "Il sistema dei controlli interni".

Oltre alle sopraccitate attività, il framework di Gruppo per la gestione del rischio operativo (inclusi il rischio ICT e di Sicurezza) prevede la definizione di un set di indicatori in grado di evidenziare tempestivamente l'insorgenza di vulnerabilità nella esposizione della Banca e delle sue controllate ai rischi operativi e informatici. Tali indicatori vengono monitorati nel continuo e illustrati all'interno di report periodici tramite misure sintetiche di rischio condivise con le strutture e gli organi di competenza: al superamento di determinate soglie o in caso di andamenti anomali, si attivano specifici processi di escalation volti a definire e implementare appropriati interventi di mitigazione. In aggiunta, nell'ambito della definizione del Risk Appetite Framework (RAF), della predisposizione del Recovery Plan e del Resoconto ICAAP, la funzione Risk Management effettua delle analisi con le quali valuta la propria esposizione ad eventi di rischio operativo eccezionali ma plausibili. Tali analisi, definite analisi di stress, contribuiscono a verificare la resilienza del Gruppo, simulando gli impatti di situazioni avverse in termini di rischiosità in ipotesi di scenari avversi.

Si segnala inoltre che, al fine di prevenire e gestire il rischio operativo, la funzione Risk Management di Capogruppo è impegnata, in collaborazione con le altre funzioni aziendali, nelle attività di supervisione dei rischi connessi ai rapporti di fornitura con terze parti nonché alle esternalizzazioni delle funzioni operative semplici, essenziali o importanti, nella valutazione dei rischi associati all'introduzione di nuovi prodotti e servizi e nella valutazione preliminare dell'impatto in termini operativi delle modifiche massive delle condizioni economiche e contrattuali dei prodotti.

La fase di mitigazione del rischio operativo, ICT e di sicurezza si concretizza nell'individuazione di interventi orientati alla prevenzione e all'attenuazione dell'esposizione al rischio operativo e informatico. In particolare, gli interventi di mitigazione sono valutati ed eventualmente attivati sulla base dell'analisi delle evidenze risultanti dalle diverse attività di monitoraggio oppure in caso di violazione delle soglie prefissate per gli indicatori di rischio.

In relazione alle società del Gruppo Banca Ifis, si specifica che la gestione del rischio operativo risulta, allo stato attuale, assicurata dallo stretto coinvolgimento della Capogruppo che assume decisioni in ordine alle strategie per quanto riguarda la gestione dei rischi. Il framework complessivo di gestione del rischio operativo è stato pertanto esteso, sulla base del principio di proporzionalità, mediante l'adozione del medesimo approccio metodologico e degli strumenti informatici sviluppati presso la Capogruppo.

Si segnala che, parallelamente alla gestione del rischio operativo, è attivo un processo di gestione del rischio reputazionale.

Il rischio reputazionale rappresenta il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell'immagine del Gruppo da parte di clienti, controparti, azionisti del Gruppo, investitori o Autorità di Vigilanza. Il rischio di reputazione è generato dalla manifestazione di altre tipologie di rischio, quali il rischio di non conformità, il rischio strategico e in particolar modo i rischi operativi.

La gestione del rischio reputazionale risulta, come per il rischio operativo, assicurata dalla funzione Risk Management della Capogruppo che definisce il framework complessivo di Gruppo per la gestione di tale rischio. Il framework prevede l'autovalutazione prospettica dell'esposizione al rischio reputazionale (Risk Self Assessment) e la definizione di un set di indicatori di rischio monitorati nel continuo.

I principi e le linee guida che il Gruppo Banca Ifis intende darsi in materia di gestione dei rischi operativi e reputazionali sono espressi all'interno della "Politica di Gruppo per la gestione dei rischi operativi e di reputazione" applicata e diffusa, per quanto di competenza, a tutte le unità organizzative della Banca e delle società del Gruppo. Allo stesso modo, per quanto riguarda i fondamenti che ispirano la gestione del rischio informatico, è in vigore la "Politica di Gruppo per la gestione del Rischio ICT e di Sicurezza" che agisce sia a livello della Banca Capogruppo che di società controllate.

Metodi di valutazione dei requisiti minimi di fondi propri

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio operativo e per la misurazione del capitale interno si basa sul "metodo base" disciplinato dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo III e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013 ai fini del computo del requisito patrimoniale regolamentare.

In particolare, calcola il requisito patrimoniale minimo obbligatorio a fronte dei rischi operativi ricorrendo al metodo dell'indicatore di base (BIA – Basic Indicator Approach) 15. Il metodo quantifica l'assorbimento di capitale nella misura del 15% della media degli ultimi tre esercizi dei valori dell'"indicatore rilevante" di cui all'art. 316 Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 rappresentativo dei volumi di operatività aziendale.

Ai fini regolamentari, la misurazione del rischio operativo viene effettuata tramite procedure informatiche dedicate alla produzione periodica delle segnalazioni statistiche e di vigilanza prudenziale consolidata.

L'adozione del "metodo base" ha determinato a livello consolidato un requisito patrimoniale al 31 dicembre 2024 pari a circa 83.060 milioni di euro, dalla Banca ritenuto in grado di fronteggiare gli impatti finanziari inattesi di potenziali eventi rischiosi che dovessero accadere nel corso del 2024.

Con riguardo al processo di Loss Data Collection in uso, le perdite operative sono classificate in ragione delle categorie di rischio definite dalla disciplina di Vigilanza ed elencate di seguito:

  • frodi interne: perdite dovute ad attività non autorizzata, frode, appropriazione indebita o violazione di leggi, regolamenti o direttive aziendali che coinvolgano almeno una risorsa interna dell'intermediario;
  • frodi esterne: perdite dovute a frode, appropriazione indebita, o violazione di leggi da parte di soggetti esterni all'intermediario;
  • rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite derivanti da atti non conformi alle leggi od agli accordi in materia di impiego, salute e sicurezza sul lavoro, dal pagamento di risarcimenti a titolo di lesioni personali o da episodi di discriminazione o di mancata applicazione di condizioni paritarie;

15 La CRR III ha introdotto un nuovo ed unico metodo di calcolo del capitale regolamentare. A partire dalle segnalazioni riferite all'anno 2025, infatti, è prevista l'adozione dello "Standardized Measurement Approach" (c.d. SMA) per il calcolo del patrimonio di Vigilanza.

  • clienti, prodotti e prassi operative: perdite derivanti da inadempienze relative ad obblighi professionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizio prestato;
  • danni a beni materiali: perdite derivanti da eventi esterni, quali catastrofi naturali, atti vandalici, terrorismo, etc.;
  • interruzioni dell'operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute ad interruzioni dell'operatività, a disfunzioni o a indisponibilità dei sistemi;
  • esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a carenze nel perfezionamento delle operazioni o nella gestione dei processi, nonché perdite dovute alle relazioni con controparti commerciali, venditori, fornitori.

I risultati del processo di raccolta delle perdite operative nel 2024 riferibili al Gruppo Bancario sono rappresentati nei grafici sottostante dove si riporta la distribuzione percentuale della numerosità degli eventi e delle perdite operative, suddivise nelle 7 categorie di Event Type sopra elencate.

Informativa quantitativa

Tabella 65– Modello EU OR1: Requisiti di fondi propri per il rischio operativo e importi delle esposizioni ponderati per il rischio

Attività bancarie Indicatore rilevante Requisiti di Fondi Importo
Anno-3 Anno-2 Ultimo anno Propri dell'esposizione
al rischio
1 Attività bancarie soggette al metodo base (BIA) 560 577 524 83 1.038
2 Attività bancarie soggette al metodo standardizzato
(TSA) / al metodo standardizzato alternativo (ASA)
- - - - -
3 Soggette al metodo TSA - - - - -
4 Soggette al metodo ASA - - - - -
5 Attività bancarie soggette a metodi avanzati di
misurazione (AMA)
- - - - -

11. Rischio di Tasso di Interesse e Differenziale Creditizio sul Banking Book

11.1. Rischio di Tasso di Interesse sul Banking Book

Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione

11.1.1.1 Il processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul banking book

Il rischio di tasso d'interesse sul portafoglio bancario è un rischio trasversale che incide su tutte le società del Gruppo e la cui gestione è accentrata presso la Capogruppo. L'assunzione di rischio di tasso d'interesse significativa è in linea di principio estranea alla gestione della Banca e del Gruppo.

L'esposizione a tale rischio viene analizzata attraverso la sensitività del margine di interesse e del valore economico a variazioni dei tassi di interesse. Le analisi riguardanti la sensitività del margine di interesse vengono utilizzate a livello gestionale per verificare il posizionamento del Gruppo a breve termine, mentre l'approccio del valore economico ha per sua natura una rilevanza di medio-lungo termine.

Il monitoraggio del rischio di tasso si avvale di una serie di indicatori di rischio che sono verificati e rendicontati mensilmente nel reporting periodico di gruppo indirizzato ai vertici aziendali. Sono valutate ed attivate laddove ritenuto opportuno azioni di mitigazione di copertura del rischio tasso al superamento delle soglie prefissate.

L'Area aziendale preposta a garantire la gestione del rischio di tasso è Capital Markets, che, in linea con l'appetito al rischio stabilito, definisce le azioni necessarie al perseguimento dello stesso. Alla funzione di Risk Management spetta il compito di proporre l'appetito al rischio, individuare gli indicatori di rischio più opportuni e monitorarne l'andamento delle masse attive e passive in relazione ai limiti prefissati. L'Alta Direzione propone annualmente al Consiglio della Banca le politiche di impiego e raccolta e di gestione del rischio di tasso, nonché suggerisce in corso d'anno gli eventuali opportuni interventi per assicurare lo svolgimento dell'attività in coerenza con le politiche di rischio approvate dalla Banca.

La posizione di rischio di tasso è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca sia nell'ambito del Tableau de Bord trimestrale predisposto dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali, che in termini di reportistica mensile specifica.

Ai fini della valutazione aziendale dell'adeguatezza patrimoniale, è richiesto ai Gruppi bancari di Classe 2, e quindi al nostro gruppo Banca Ifis, di predisporre sistemi di misurazione, controllo e attenuazione adeguati a valutare il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, in termini di variazioni sia del valore economico sia del margine di interesse.

Nel corso del 2024 è stata aggiornata la Circolare 285, recependo le linee guida EBA 2022/14, e introducendo l'obbligo di monitoraggio anche delle variazioni del margine di interesse (ora sottoposte espressamente ad uno specifico requisito SOT). La Banca, nel corso del 2024 è andata in produzione con un sistema di monitoraggio interno, già in uso per finalità gestionali, ora in uso

per il monitoraggio del rischio tasso anche ai fini regolamentari, in linea con quanto normativamente richiesto.

Il rischio di tasso di interesse trova collocazione tra i rischi di secondo pilastro; le linee guida sull'assunzione e sul monitoraggio del rischio sono declinate a livello di Gruppo nella vigente "Politica di Gruppo per la gestione del Rischio di Tasso di interesse e del Differenziale Creditizio sul banking book", in cui sono state altresì indicate, ai fini di una più rigorosa e dettagliata rappresentazione delle attività di processo, le metriche di misurazione e monitoraggio del rischio in argomento. Il monitoraggio viene effettuato sia a livello consolidato che, ove previsto, a livello di singola società del Gruppo.

11.1.1.2 La strategia di attenuazione del rischio di tasso di interesse sul banking book

In termini di composizione dello stato patrimoniale con riferimento alla fattispecie di rischio in oggetto, relativamente alla componente passiva, la fonte di provvista prevalente continua ad essere costituita dai conti di deposito online e conti corrente Rendimax, declinati nelle forme tecniche di conti deposito della clientela a tasso fisso per la componente vincolata, e a tasso variabile non indicizzato, rivedibile unilateralmente da parte del Gruppo nel rispetto delle norme e dei contratti, per le forme tecniche di conti correnti liberi a vista e a chiamata. Le ulteriori componenti principali di provvista riguardano raccolta obbligazionaria a tasso fisso, operazioni di cartolarizzazione a tasso variabile, pronti contro termine (PCT) sia a tasso fisso che variabile e i prestiti con l'Eurosistema (c.d. LTRO) a tasso variabile. L'operazione con Eurosistema TLTRO, già oggetto di parziale unwinding a partire da fine 2023, è stata completamente rimborsata a settembre 2024.

Relativamente all'attivo gli impieghi alla clientela rimangono prevalentemente a tasso variabile, sia con riguardo alla componente di credito commerciale e che di finanziamenti corporate.

Nell'ambito dell'operatività in crediti di difficile esigibilità svolta dalle controllate Ifis Npl Investing e Ifis Npl Servicing, la prima risulta caratterizzata da un modello di business focalizzato sull'acquisto di crediti a valori inferiori rispetto al nominale e rileva un potenziale rischio di tasso d'interesse connesso all'incertezza sui tempi di incasso.

Al 31 dicembre 2024 il portafoglio titoli obbligazionari complessivo è composto principalmente da titoli governativi, per una percentuale pari al 68%; la modified duration media e scadenza media del portafoglio risultano rispettivamente pari a 3,8 anni e a 4,8 anni.

A partire dal 2023 il Gruppo Banca Ifis utilizza strumenti di copertura del rischio tasso classificati in regime di hedge accounting. In particolare, il Gruppo adotta una strategia di tipo "fair value hedge", in cui gli strumenti di copertura sono contratti derivati di tipo IRS plain vanilla e Asset Swap e gli "elementi coperti" sono alcuni titoli di Stato (nella fattispecie BTP italiani) valutati al costo ammortizzato. Sulla data del 31/12/2024 l'effetto delle operazioni di Hedge Accounting risulta essere pari a 50,5 milioni, e ha prodotto une riduzione del valore di rischio tasso (misurato sullo scenario SOT di 'Parallel Up') pari a 3,2%. Tali operazioni, in aggiunta alla gestione attiva del portafoglio titoli, sono esempi di attività poste in essere dal Gruppo al fine della mitigazione del rischio tasso.

11.1.1.3 Analisi dei risultati

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio di tasso di interesse relativo al "portafoglio bancario", utilizza la suite Ermas che, in full evaluation, stima l'impatto sia sul Valore Economico che sul margine di interesse degli scenari regolamentari previsti nella circolare Banca d'Italia 285/2013.

In particolare, per quanto concerne il margine di interesse, la misurazione del rischio è calcolata su un orizzonte temporale di 12 mesi e in un'ipotesi di 'constant balance sheet', ossia ipotizzando il 'rolling' delle posizioni di attivo e passivo patrimoniale in scadenza nel periodo di analisi e senza quindi ipotesi di 'new business'. La misurazione è declinata come confronto tra il margine di interesse nello 'realized scenario' (basato sulla struttura a termine dei tassi a data analisi) e quello calcolato nello scenario stressato, secondo gli scenari previsti dalla normativa. La metrica viene poi aggiusta di ulteriori componenti, quali il 'basis risk', e il 'market value change'.

Il calcolo del rischio riferito al Valore Economico si realizza attraverso il confronto dei valori di bilancio che si avrebbero tra 12 mesi sia in presenza di uno scenario baseline che in presenza di uno scenario stressato (anche in questo caso utilizzando gli scenari previsti dalla normativa). Nel calcolo del valore economico viene considerata, infine, la componente di 'option risk'.

Si segnala che la suite Ermas è stata arricchita da un modello comportamentale per la stima di stock e flussi di alcune forme tecniche qualificate come Poste a Vista, ove sia stato possibile sviluppare un modello statisticamente significativo. Per le forme tecniche per le quali non sia stato possibile sviluppare un modello statisticamente robusto, si è optato per l'utilizzo delle ipotesi previste nella circolare Banca d'Italia 285/2013. Tale modello comportamentale è formato da un modello 'Tassi', finalizzato a stimare quanto i tassi contrattuali cambino in presenza di variazioni dei tassi di mercato, e un modello 'Volumi' che descrive, anche in funzione delle risultanze del modello 'Tassi', quale sia la quota 'core' di tali depositi e quale sia il relativo profilo di decalage lungo l'orizzonte temporale. Da queste informazioni è possibile quindi calcolare quale sia la duration media delle Poste a Vista. Alla data del 31/12/2024 il modello stimava una duration media baseline delle Poste a Vista pari a 2,0 anni.

La durata media e massima dei depositi 'core', per le poste modellizzate, è riassunta nella seguente tabella.

Tipologia Controparte Dettaglio Durata Media Durata Massima
Controparti al dettaglio Totale 2,9 anni 13,8 anni
Controparti al dettaglio "di cui" core 8,8 anni 13,8 anni
Controparti all'ingrosso non finanziarie Totale 0,5 anni 13,8 anni
Controparti all'ingrosso non finanziarie "di cui" core 5,1 anni 13,8 anni

Tabella 66– Durata media e massima dei depositi "core" per le poste modellizzate

La sintesi delle misurazioni sviluppate in sede di quantificazione del Capitale Interno assorbito dal rischio di tasso d'interesse, in termini di variazioni del valore economico, alla data del 31 dicembre 2024, è pari a 26.818 mila euro.

Di seguito si presentano i valori del rischio tasso di interesse alla data del 31/12/2024, confrontati con quelli emersi alla data precedente del 31/12/2023. Si precisa tuttavia che i valori espressi alla data del 31/12/2023 risultano non essere direttamente confrontabili con quelli presentati sulla data

del 31/12/2024, in quanto basati sulle semplificazioni previste nella circolare 285/2013 allegato C e non su un modello di stima più evoluto, quale quello ora utilizzato dal Gruppo.

11.1.1.4 Informativa quantitativa

Tabella 67– Modello EU IRRBB1: Rischio di tasso di interesse delle attività esterne al portafoglio di negoziazione

Supervisory shock scenario Changes of the economic value of equity Changes of the net interest income
Current period Last period Current period Last period
1 Parallel up -203.385 26.818 25.421 26.664
2 Parallel down 278.570 -26.818 -26.132 -27.202
3 Steepener -84.400 33.704 - -
4 Flattener 56.385 -30.324 - -
5 Short rates up -16.311 -21.421 - -
6 Short rates down 15.522 21.421 - -

11.2. Rischio di Differenziale Creditizio sul Banking Book

Esposizione al rischio di differenziale creditizio su posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione

11.2.1.1 Il processo di gestione del rischio di differenziale creditizio sul banking book

Il rischio di differenziale creditizio sul portafoglio bancario è un rischio trasversale che incide su tutte le società del Gruppo e la cui gestione è accentrata presso la Capogruppo. L'assunzione di un livello significativo di tale rischio è in linea di principio estranea alla gestione della Banca e del Gruppo.

La circolare Banca d'Italia n.285/2013 nell'aggiornamento n. 44 del 21 Dicembre 2023 ha richiesto agli istituti bancari di adottare dei sistemi di misurazione del rischio di differenziale creditizio del portafoglio non di negoziazione. A differenza di quanto richiesto per il rischio tasso di interesse, tuttavia, non viene fornita una chiara indicazione di come tale misurazione deve avvenire, né di come provvedere al calcolo in ipotesi di stress.

La Banca ha pertanto definito un proprio framework di misurazione del rischio in oggetto, le cui risultanze sono oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca sia nell'ambito del Tableau de Bord trimestrale predisposto dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali, che in termini di reportistica mensile specifica.

La funzione Risk Management provvede a calcolare l'esposizione al rischio di differenziale creditizio sul portafoglio bancario attraverso un'analisi di sensitività del margine di interesse e del valore economico a variazioni dei differenziali creditizi. Le analisi riguardanti la sensitività del margine di interesse vengono utilizzate a livello gestionale per verificare il posizionamento del Gruppo a breve termine, mentre l'approccio del valore economico ha per sua natura una rilevanza di medio-lungo termine.

Il rischio di differenziale creditizio del portafoglio bancario trova collocazione tra i rischi di secondo pilastro; le linee guida sull'assunzione e sul monitoraggio del rischio sono declinate a livello di Gruppo nella vigente "Politica di Gruppo per la gestione del Rischio di Tasso di interesse e di Differenziale Creditizio sul banking book", in cui sono state altresì indicate, ai fini di una più rigorosa e dettagliata rappresentazione delle attività di processo, le metriche di misurazione e monitoraggio del rischio in argomento.

11.2.1.2 Analisi dei risultati

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio di differenziale creditizio relativo al "portafoglio bancario" ai fini gestionali, utilizza la suite Ermas che, in full evaluation, stima l'impatto sia sul Valore Economico che sul margine di interesse di scenari definiti internamente e relativi ad un potenziale ampliamente e a un restringimento degli spread creditizi di mercato.

In particolare, per quanto concerne il margine di interesse, la misurazione del rischio è calcolata su un orizzonte temporale di 12 mesi e in un'ipotesi di 'constant balance sheet', ossia ipotizzando il 'rolling' delle posizioni di attivo e passivo patrimoniale in scadenza nel periodo di analisi e senza quindi ipotesi di 'new business'. Il calcolo del rischio riferito al Valore Economico si realizza sotto ipotesi statica, vale a dire a volumi costanti.

La quantificazione del Capitale Interno assorbito derivanti dal rischio di differenziala creditizio del banking book alla data del 31 dicembre 2024 è pari a 17.107 mila euro.

12. Remunerazioni

12.1. Sistema di remunerazione ed incentivazione di Gruppo

Gli organi preposti alla vigilanza sulle remunerazioni

I principali organi e soggetti della Capogruppo coinvolti nella predisposizione, approvazione ed eventuale revisione della politica di remunerazione e incentivazione sono: l'Assemblea, il Consiglio di Amministrazione, il Comitato Remunerazioni, il Comitato Sostenibilità, l'Amministratore Delegato, la Direzione Generale, le Human Resources, le Funzioni di Controllo, Strategic Planning, Risk Management.

Struttura del sistema di remunerazione del personale più rilevante

Le politiche di remunerazione e incentivazione di cui alla Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrispostiti si applicano a tutte le Società del Gruppo con sede in Italia e alle Società con sede all'estero (laddove compatibile con la normativa locale). Le stesse politiche contengono un focus sulle disposizioni di maggior dettaglio previste per i soli membri del personale che hanno un impatto sostanziale sul profilo di rischio del Gruppo (c.d. personale più rilevante, PPR).

La politica di remunerazione e incentivazione, che ha durata annuale, è definita dalla Capogruppo con la finalità di attrarre, motivare e trattenere persone in possesso delle qualità professionali richieste per perseguire proficuamente, in accordo con i valori aziendali e secondo una politica di prudente gestione del rischio (in coerenza con quanto definito nell'ambito delle disposizioni sul processo di controllo prudenziale), gli obiettivi, di breve e/o di medio-lungo termine, correlati agli obiettivi strategici del Gruppo, contribuendo, così, al conseguimento di risultati volti a rafforzare la solidità operativa, economica e finanziaria della Società in un'ottica di lungo termine e alla salvaguardia della sostenibilità del Gruppo Banca Ifis.

La struttura della componente variabile della remunerazione deve essere comunque compatibile con le analisi di rischio intraprese dal gruppo bancario e, per essere sostenibile, deve essere compatibile con i livelli di capitale e liquidità nel medio e lungo periodo.

In linea con le Disposizioni di Vigilanza, il Gruppo Banca Ifis non è classificabile come "banche di minori dimensioni o complessità operativa" e pertanto è tenuto ad applicare l'intera disciplina "proporzionalmente", cioè tenendo conto delle caratteristiche e dimensioni nonché della rischiosità e della complessità dell'attività svolta.

Il Gruppo non è tuttavia tenuto ad applicare le suddette regole di maggior dettaglio della Sezione III delle Disposizioni di Vigilanza al personale più rilevante la cui remunerazione variabile annua rispetti la duplice seguente condizione (la c.d. "soglia di materialità"):

  • non superi 50.000 euro; e
  • non rappresenti più di un terzo della remunerazione totale annua.

In conformità con le Disposizioni di Vigilanza, il Gruppo definisce quale "importo di remunerazione variabile «particolarmente elevato" il minore tra:

  • il 25% della remunerazione complessiva media degli high earners italiani, come risultante dal più recente rapporto pubblicato dall'EBA; e
  • 10 volte la remunerazione complessiva media dei dipendenti del Gruppo Ifis.

Con riferimento al Gruppo, tale importo è stato individuato in € 424.260, pari al 25% della remunerazione complessiva media degli high earners italiani.

Di seguito il prospetto illustrativo e riepilogativo relativo alla struttura della componente variabile, del periodo di differimento e delle quote differite in linea con le Disposizioni di Vigilanza.

Upfront Differimento
pari o inferiore alla
soglia di materialità
100% cash
superiore alla
soglia di materialità
e non di importo
particolarmente
elevato
60% upfront, di cui:
- 50% (ovvero il 30% della remunerazione
variabile complessiva) in azioni Banca Ifis,
che saranno esercitabili al termine del
periodo di retention) di un 1 anno
- 50% (ovvero il 30% della remunerazione
variabile complessiva) erogato cash
40% differito in 4 anni a decorrere dall'anno
successivo all'anno di maturazione della quota
up-front, di cui:
50% (ovvero il 20% della remunerazione variabile
complessiva) in azioni Banca Ifis, che saranno
esercitabili al termine dell'ulteriore periodo di
retention di un 1 anno
50% (ovvero il 20% della remunerazione variabile
complessiva) cash, oggetto di rivalutazione
annuale al tasso legale tempo per tempo vigente.
di importo
particolarmente
elevato
40% upfront, di cui:
- 50% (ovvero il 20% della remunerazione
variabile complessiva) in azioni Banca Ifis,
che saranno esercitabili al termine del
periodo di retention) di un 1 anno
50% (ovvero il 20% della remunerazione
variabile complessiva) erogato cash
60% differito in 5 anni a decorrere dall'anno
successivo all'anno di maturazione della quota
up-front, , di cui:
55% (ovvero il 33% della remunerazione variabile
complessiva) in azioni Banca Ifis, che saranno
esercitabili al termine dell'ulteriore periodo di
retention di un 1 anno
45% (ovvero il 27% della remunerazione variabile
complessiva) cash, oggetto di rivalutazione
annuale al tasso legale tempo per tempo vigente.

Incidenza dei rischi sulle remunerazioni

L'accesso alla parte variabile per tutto il personale è subordinato al rispetto delle condizioni di accesso (c.d. "gate") previste dai seguenti indicatori rilevati alla data del fine anno:

  • sulla base di una misura di redditività corretta per il rischio, quale il RORAC (Return On Risk-Adjusted Capital) definito come il rapporto tra l'Utile netto consolidato e il Capitale assorbito dai rischi di primo pilastro (i.e. 8% Risk Weighted Asset (RWA) di primo pilastro (Pillar 1)) del Gruppo Banca Ifis. L'indicatore RORAC deve essere superiore alla soglia di tolerance, definita annualmente nel Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo Banca Ifis a livello consolidato.
  • rispetto della soglia di tolerance, superiore al minimo regolamentare pari al 100%, dell'indicatore di liquidità a breve Liquidity Coverage Ratio (LCR) di Gruppo, rilevato trimestralmente nell'anno di riferimento. La soglia di tolerance è definita annualmente nel Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo Banca Ifis a livello consolidato, nel rispetto della normativa di vigilanza prudenziale vigente.
  • rispetto della soglia di tolerance, superiore al minimo regolamentare pari al 100%, per l'indicatore di liquidità di medio-lungo periodo Net Stable Funding Ratio (NSFR) di Gruppo. La

soglia di tolerance è definita annualmente nel Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo Banca Ifis a livello consolidato nel rispetto della normativa di vigilanza prudenziale vigente.

• Ratio Totale Fondi Propri consolidato superiore alla soglia di tolerance definita annualmente nel Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo Banca Ifis a livello consolidato e quindi, per costruzione, superiore ai requisiti di capitale dall'Organo di Vigilanza nell'ambito delle "Decisioni sul Capitale" a conclusione del periodico processo di revisione prudenziale SREP.

Il mancato raggiungimento di uno dei suddetti parametri impedirà la corresponsione della componente variabile.

Ferma l'apertura dei gate di accesso, in presenza di scenari avversi, di situazioni eccezionali e non prevedibili, nonché in caso di una misura dell'Utile Lordo a livello di Bilancio Consolidato inferiore alle attese del 20%, il Consiglio di Amministrazione può valutare – su proposta del Comitato Remunerazioni, previo parere del Comitato Controllo e Rischi - una ridefinizione dell'ammontare di remunerazione variabile per le differenti categorie di personale, con conseguente riduzione pro quota.

Rapporti tra componenti fisse e variabile della remunerazione

La remunerazione del personale più rilevante si compone di una retribuzione annua fissa (RAL) e di una componente variabile definita preventivamente (a target) per singolo soggetto, in relazione al ruolo ricoperto. Il limite al rapporto fisso/variabile è pari a 1:1, ad eccezione:

  • Dell'Amministratore Delegato per il quale l'Assemblea dei Soci del 21 dicembre 2021, ha approvato la definizione, a valere dall'esercizio 2022, di un rapporto tra la componente variabile e la componente fissa della remunerazione in misura massima pari all'1,5:1 in conformità a quanto consentito dal Titolo IV, Capitolo 2, Sezione III delle Disposizioni di Vigilanza;
  • dei Responsabili delle funzioni di controllo (Risk Management, Compliance, Internal Audit, Antiriciclaggio) per i quali il pacchetto retributivo è strutturato con una prevalente componente fissa e una contenuta parte variabile che non può superare il 33% della retribuzione fissa.

Per la determinazione dei compensi del personale più rilevante appartenente alle funzioni di controllo sono in ogni caso esclusi meccanismi di incentivazione collegati ai risultati economici

Per quanto attiene il Dirigente preposto e il Responsabile della Direzione Human Resources, la remunerazione variabile è comunque contenuta.

La componente variabile della retribuzione

Nell'ambito della remunerazione variabile oltre ai sistemi incentivanti di breve e lungo termine rientrano:

  • il "premio aziendale di produttività" o "premio variabile di risultato";
  • riconoscimenti "una tantum";

  • altri riconoscimenti "una tantum" e/o contest;
  • patti di stabilità o di retention bonus;
  • bonus di ingresso;
  • patti di non concorrenza;
  • patti di prolungamento del preavviso.

Il Sistema Incentivante di breve periodo – Short Term Incentive

La Banca definisce annualmente un piano di incentivazione di breve termine (cd Short Term Incentive Plan, STI), la cui erogazione – subordinata all'apertura dei gate d'accesso – è legata al raggiungimento di specifici obiettivi di performance qualitativi e quantitativi, assegnati ai destinatari del piano.

Gli obiettivi sono declinati all'interno di una performance scorecard.

La scheda obiettivi contempla un numero predefinito di indicatori; ad ogni indicatore è attribuito un peso in termini percentuali sul totale pari almeno al 10% per assicurare la significatività dell'obiettivo e non superiore al 30% per garantire un'adeguata ponderazione dei molteplici obiettivi.

La retribuzione variabile matura secondo una curva di risultato su livelli di raggiungimento degli obiettivi; il risultato ottenuto da ciascun KPI determina un punteggio pesato, in una curva di riconoscimento variabile tra un minimo e un massimo raggiungibili; la somma dei punteggi pesati ottenuti corrisponde alla performance conseguita in proporzione alla quale, solo se almeno pari a un punteggio minimo prefissato, è quantificato l'importo dell'incentivo; quest'ultimo in ogni caso non può superare un livello massimo prefissato.

Infine, e fatto esplicito divieto al singolo dipendente di effettuare strategie di copertura personale o di assicurazione sulla remunerazione (hedging strategy) o su altri aspetti che possano alterare o inficiare gli effetti di allineamento al rischio aziendale insiti nei meccanismi di remunerazione previsti.

La descrizione dei principali parametri e delle motivazioni per qualsiasi regime di remunerazione variabile e di ogni altra prestazione non monetaria conformemente all'articolo 450, paragrafo 1, lettera f), del CRR.

Piano di Long Term Incentive (LTI)

Il sistema di incentivazione del Gruppo può comprendere anche sistemi incentivanti di medio-lungo termine, funzionali ad allineare il management verso il raggiungimento dei piani industriali e strategici di medio-lungo periodo tempo per tempo adottati dai competenti organi.

Il periodo di vesting del piano LTI 2021-2023 (per la descrizione dei relativi esiti si rinvia alla Sezione II Parte I parr. 3 e 4 della presente Relazione) è giunto a scadenza con l'approvazione del Bilancio 2023 (aprile 2024).

Meccanismi di correzione ex post (malus/claw back)

Quanto ai meccanismi di correzione ex post si precisa quanto segue.

La componente variabile differita è soggetta ai seguenti meccanismi di malus, i quali vanno a ridurre, sino ad azzerare, prima dell'erogazione l'importo precedentemente determinato.

I meccanismi di correzione ex post non possono condurre a un incremento della remunerazione variabile inizialmente riconosciuta né della remunerazione variabile precedentemente ridotta o azzerata a seguito dell'applicazione del malus.

I criteri innanzi citati sono verificati in ciascuno degli esercizi di differimento della componente variabile differita chiusi successivamente alla determinazione della componente variabile (accrual period) e applicati al verificarsi delle condizioni sopra identificate. E così la condizione di malus quanto al bonus variabile verrà verificata prima di ogni erogazione differita.

Quanto al claw back, i relativi criteri sono verificati in ognuno dei tre esercizi chiusi successivamente alla determinazione della componente variabile (accrual period) e applicati al verificarsi delle condizioni previste, ad eccezione del personale più rilevante per il quale tale verifica deve essere effettuata in ognuno dei successivi cinque esercizi chiusi.

Infine, e fatto esplicito divieto al singolo dipendente di effettuare strategie di copertura personale o di assicurazione sulla remunerazione (hedging strategy) o su altri aspetti che possano alterare o inficiare gli effetti di allineamento al rischio aziendale insiti nei meccanismi di remunerazione previsti.

Informativa quantitativa

Tabella 68– Modello EU REM1: Remunerazione riconosciuta per l'esercizio

Dati in euro Organo di
amministrazione
- funzione di
supervisione
strategica
Organo di
amministrazione
- funzione di
gestione
Altri membri
dell'alta
dirigenza
Altri membri
del personale
più rilevante
1 Numero dei membri del personale più rilevante 12 1 8 44
2 Remunerazione fissa complessiva 2.194.750 1.258.189 1.962.830 7.784.373
3 Di cui in contanti 2.194.750 1.115.000 1.786.005 7.082.283
4 (Non applicabile nell'UE) - - - -
EU-4a Remunerazione Di cui azioni o partecipazioni al capitale
equivalenti
- - - -
5 fissa Di cui strumenti collegati alle azioni o
strumenti non monetari equivalenti
- - - -
EU-5x Di cui altri strumenti - - - -
6 (Non applicabile nell'UE) - - - -
7 Di cui altre forme 143.189 176.825 702.089
8 (Non applicabile nell'UE)
9 Numero dei membri del personale più rilevante 12 1 8 44
10 Remunerazione variabile complessiva 656.789 777.716 2.665.812
11 Di cui in contanti 308.691 421.663 1.675.201
12 Di cui differita 177.333 142.421 396.245
EU-13a Remunerazione Di cui azioni o partecipazioni al capitale
equivalenti
348.098 356.054 990.612
EU-14a variabile Di cui differita 216.740 142.421 396.245
EU-13b Di cui strumenti collegati alle azioni o
strumenti non monetari equivalenti
- - - -
EU-14b Di cui differita - - - -
EU-14x Di cui altri strumenti - - - -
EU-14y Di cui differita - - - -

Dati in euro Organo di
amministrazione
- funzione di
supervisione
strategica
Organo di
amministrazione
- funzione di
gestione
Altri membri
dell'alta
dirigenza
Altri membri
del personale
più rilevante
15 Di cui altre forme - - - -
16 Di cui differita - - - -
17 Remunerazione complessiva (2 + 10) 2.194.750 1.914.978 2.740.546 10.450.185

Tabella 69– Modello EU REM2: Pagamenti speciali al personale le cui attività professionali hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio dell'ente (personale più rilevante)

Organo di
amministrazione
- funzione di
supervisione
strategica
Organo di
amministrazione
- funzione di
gestione
Altri
membri
dell'alta
dirigenza
Altri
membri
del
personale
più
rilevante
Premi facenti parte della remunerazione variabile garantita
1 Premi facenti parte della remunerazione variabile garantita – Numero dei membri del
personale più rilevante
- - - 0
2 Premi facenti parte della remunerazione variabile garantita – Importo complessivo - - - -
3 Di cui premi facenti parte della remunerazione variabile garantita versati nel
corso dell'esercizio che non sono presi in considerazione nel limite massimo dei
bonus
- - - -
Trattamenti di fine rapporto riconosciuti in periodi precedenti che sono stati versati nel corso dell'esercizio
4 Trattamenti di fine rapporto riconosciuti in periodi precedenti che sono stati versati
nel corso dell'esercizio – Numero dei membri del personale più rilevante
- - - -
5 Trattamenti di fine rapporto riconosciuti in periodi precedenti che sono stati versati
nel corso dell'esercizio – Importo complessivo
- - - -
Trattamenti di fine rapporto riconosciuti nel corso dell'esercizio
6 Trattamenti di fine rapporto riconosciuti nel corso dell'esercizio – Numero dei
membri del personale più rilevante
- - - 0
7 Trattamenti di fine rapporto riconosciuti nel corso dell'esercizio – Importo
complessivo
- - - -
8 Di cui versati nel corso dell'esercizio - - - -
9 Di cui differiti - - - -
10 Di cui trattamenti di fine rapporto versati nel corso dell'esercizio non considerati
nel limite massimo dei bonus
- - - -
11 Di cui l'importo più elevato riconosciuto a una singola persona - - - -

Tabella 70– Modello EU REM3: Remunerazione differita

Remunerazione
differita e
soggetta a
mantenimento
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
per periodi di
prestazione
precedenti
Di cui
importi che
maturano
nel corso
dell'esercizio
Di cui
importi che
matureranno
negli
esercizi
successivi
Importo della
correzione
delle
performance,
effettuata
nell'esercizio,
sulla
remunerazione
differita che
sarebbe
dovuta
maturare nel
corso
dell'esercizio
Importo della
correzione
delle
performance,
effettuata
nell'esercizio,
sulla
remunerazione
differita che
sarebbe
dovuta
maturare in
successivi
anni di
prestazione
Importo
complessivo
delle
correzioni
effettuate nel
corso
dell'esercizio
dovute a
correzioni
implicite ex
post (ossia
variazioni di
valore della
remunerazione
differita
dovute alle
variazioni dei
prezzi degli
strumenti)
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
prima
dell'esercizio,
effettivamente
versato nel
corso
dell'esercizio
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
per il
precedente
periodo di
prestazione che
è stata
maturata ma è
soggetta a
periodi di
mantenimento
Dati in euro
1 Organo di
amministrazione
- funzione di
supervisione
strategica
- - - - - - - -
2 In contanti - - - - - - - -
3 Azioni o
partecipazioni al
capitale
equivalenti
- - - - - - - -
4 Strumenti
collegati alle
azioni o
strumenti non
monetari
equivalenti
- - - - - - - -

Importo
Remunerazione
differita e
soggetta a
mantenimento
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
per periodi di
prestazione
precedenti
Di cui
importi che
maturano
nel corso
dell'esercizio
Di cui
importi che
matureranno
negli
esercizi
successivi
Importo della
correzione
delle
performance,
effettuata
nell'esercizio,
sulla
remunerazione
differita che
sarebbe
dovuta
maturare nel
corso
dell'esercizio
Importo della
correzione
delle
performance,
effettuata
nell'esercizio,
sulla
remunerazione
differita che
sarebbe
dovuta
maturare in
successivi
anni di
prestazione
complessivo
delle
correzioni
effettuate nel
corso
dell'esercizio
dovute a
correzioni
implicite ex
post (ossia
variazioni di
valore della
remunerazione
differita
dovute alle
variazioni dei
prezzi degli
strumenti)
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
prima
dell'esercizio,
effettivamente
versato nel
corso
dell'esercizio
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
per il
precedente
periodo di
prestazione che
è stata
maturata ma è
soggetta a
periodi di
mantenimento
Dati in euro
5 Altri strumenti - - - - - - - -
6 Altre forme - - - - - - - -
7 Organo di
amministrazione
- funzione di
gestione
- - - - - - - -
8 In contanti 447.840 117.900 329.940 28.080
9 Azioni o
partecipazioni al
capitale
equivalenti
572.751 35.639 537.112 537.112
10 Strumenti
collegati alle
azioni o
strumenti non
monetari
equivalenti
11 Altri strumenti
12 Altre forme
13 Altri membri
dell'alta
dirigenza
- - - - - - - -
14 In contanti 273.287 100.167 173.120
15 Azioni o
partecipazioni al
capitale
equivalenti
273.287 51.500 221.787 221.787
16 Strumenti
collegati alle
azioni o
strumenti non
monetari
equivalenti
17 Altri strumenti
18 Altre forme
19 Altri membri del
personale più
rilevante
- - - - - - - -
20 In contanti 781.054 331.131 449.923
21 Azioni o
partecipazioni al
capitale
equivalenti
781.054 139.003 642.051 642.051
22 Strumenti
collegati alle
azioni o
strumenti non
monetari
equivalenti
23 Altri strumenti - - - - - - - -
24 Altre forme - - - - - - - -
25 Importo totale 3.129.273 775.340 2.353.933 - - - 28.080 1.400.950

Tabella 71– Modello EU REM4: Remunerazione di 1 milione di EUR o più per esercizio

EUR Membri del personale più rilevante che hanno una remunerazione
elevata ai sensi dell'articolo 450, lettera i), del CRR.
1 Da 1 000 000 a meno di 1 500 000
2 Da 1 500 000 a meno di 2 000 000 1
3 Da 2 000 000 a meno di 2 500 000
4 Da 2 500 000 a meno di 3 000 000
5 Da 3 000 000 a meno di 3 500 000
6 Da 3 500 000 a meno di 4 000 000
7 Da 4 000 000 a meno di 4 500 000
8 Da 4 500 000 a meno di 5 000 000
9 Da 5 000 000 a meno di 6 000 000
10 Da 6 000 000 a meno di 7 000 000
11 Da 7 000 000 a meno di 8 000 000

Tabella 72– Modello EU REM5: Informazioni sulla remunerazione del personale le cui attività professionali hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio dell'ente (personale più rilevante)

Dati in euro Remunerazione dell'organo di amministrazione Aree di business
Organo di
amministrazione
- funzione di
supervisione
strategica
Organo di
amministrazione
- funzione di
gestione
Totale
organo di
amministrazi
one
Funzioni
aziendali
Funzioni di
controllo
interno
indipendenti
Tutte le
altre
Totale
1 Numero complessivo dei membri del
personale più rilevante
65
2 Di cui membri dell'organo di
amministrazione
12 1 13
3 Di cui altri membri dell'alta
dirigenza
8
4 Di cui altri membri del personale
più rilevante
16 4 24
5 Remunerazione complessiva del
personale più rilevante
2.194.750 1.914.978 4.109.728 5.011.919 934.844 7.243.968 17.300.459
6 Di cui remunerazione variabile 0 656.789 656.789 1.434.018 203.250 1.806.260 4.100.317
7 Di cui remunerazione fissa 2.194.750 1.258.189 3.452.939 3.577.901 731.594 5.437.708 13.200.142

13. Attività Vincolate e Non

13.1. Attività vincolate e non

Viene definito "vincolato" oppure "encumbered" l'attivo che è stato ceduto a garanzia o, a qualunque titolo, è stato destinato a costituire la copertura al credito ricevuto e pertanto non può essere liberamente utilizzato. Non viene considerato vincolato ciò che eccede il credito ricevuto – tecnicamente l'overcollateralization. L'Asset Encumbrance Ratio rappresenta, a livello di Gruppo, il rapporto tra: al Numeratore la quota di attivi di Bilancio impegnati sommata alla quota delle garanzie collaterali ricevute e riutilizzate e al Denominatore il totale degli attivi di Bilancio (vincolati e non) sommati alle garanzie collaterali ricevute (vincolate e non). Se da un lato l'obiettivo dell'Asset Encumbrance Ratio è quello di fornire un'informazione al pubblico ed ai creditori sul livello delle attività impegnate del Gruppo, e quindi non disponibili, dall'altro fornisce un'indicazione preziosa sulla strategia di finanziamento di un'istituzione e sulla sua capacità prospettica di raccolta, a prezzi ragionevoli, attraverso funding secured. Di converso e più in generale l'indicatore fornisce una misura sintetica dello stato di salute del mercato non garantito. Adeguatamente analizzato, e se corredato da indicazioni di durata del vincolo, può fornire ulteriori utili indicazioni su rischio di rifinanziamento (tecnicamente rollover risk), rischio di liquidità e rischio operativo.

Il rischio connesso alla quota di attività vincolate (asset encumbrance) determina:

  • la riduzione della quota di attivi a disposizione dei creditori e dei depositanti non garantiti;
  • l'incremento del rischio di funding e di liquidità, in quanto la quota di attivi impegnati riduce sia la possibilità di ottenere nuova raccolta secured, sia, in caso si tratti di asset di elevata qualità, l'ammontare delle riserve di liquidità disponibili.

Le operazioni per le quali il Gruppo di norma vincola una parte delle proprie attività finanziarie sono riferibili alle seguenti fattispecie:

  • deposito presso Banca d'Italia in qualità di riserva obbligatoria, per la quota eventualmente ancora dovuta in ciascun periodo di mantenimento;
  • operazioni in contratti derivati;
  • titoli di debito dati in garanzia a finanziamenti agevolati, ricevuti dalla Banca europea per gli investimenti;
  • Titoli di debito utilizzati come collateral in operazioni di pronti contro termine passivi;
  • Titoli di debito dati in garanzia alla Banca d'Italia correlati ad operazioni di anticipazione infragiornaliera;
  • Titoli di debito dati in garanzia alla Banca Centrale Europea per operazioni di LTRO;
  • Crediti eligible per la collateralizzazione presso la Banca d'Italia attraverso il programma ABACO;
  • Finanziamenti erogati in parte con fondi Cassa Depositi e Prestiti e messi a garanzia dei fondi medesimi;

• Attivi utilizzati nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione.

Per monitorare il livello di esposizione a tale rischio il Gruppo utilizza il c.d. "asset encumbrance ratio".

La gestione operativa del rischio connesso alla quota di attività vincolate è in capo all'Area Capital Market.

A copertura di tale tipologia di rischio non viene allocato capitale interno; tuttavia, sono definiti presidi di controllo dedicati svolti dalla funzione Risk Management della Banca. Tali controlli si sostanziano nello svolgimento di stress test giornalieri sul valore delle attività poste in garanzia ad operazioni di finanziamento fornite dalla Banca Centrale Europea ed atti a verificare il potenziale impatto di un detrimento delle stesse nell'ambito del rischio di liquidità.

In considerazione della importanza assunta dalla provvista collateralizzata nel corso del 2024 e dell'importanza prevista anche per il 2025, la rilevanza potenziale del rischio connesso alla quota di attività vincolate è valutata come alta. Per tale ragione, all'interno del processo di pianificazione strategica e definizione del Funding Plan, il Risk Management provvede a misurare la quota prospettica di encumbered asset ed a valutarne il livello complessivo e la sua sostenibilità rispetto al benchmark di mercato, provvedendo anche in tale sede a sottoporle a stress test sulla base degli scenari definiti.

Informativa quantitativa

Tabella 73– Modello EU AE1: Attività vincolate e non vincolate

Valore contabile delle
attività vincolate
Fair value (valore equo)
delle attività vincolate
Valore contabile
delle attività
non vincolate
Fair value
(valore equo)
delle attività
non vincolate
di cui EHQLA
ed HQLA
nozionalmente
ammissibili
di cui EHQLA
ed HQLA
nozionalmente
ammissibili
di cui
EHQLA
ed
HQLA
di cui
EHQLA
ed
HQLA
010 Attività dell'ente che pubblica l'informativa 1.683 575 5.014 432
030 Strumenti rappresentativi di capitale - - - - 136 - 136 -
040 Titoli di debito 682 575 658 551 678 285 681 281
050 di cui obbligazioni garantite 1 - 1 - 4 - 4 -
060 di cui cartolarizzazioni 15 - 15 - 88 - 87 -
070 di cui emessi da amministrazioni pubbliche 601 575 577 551 292 285 290 281
080 di cui emessi da società finanziarie 74 - 74 - 341 - 346 -
090 di cui emessi da società non finanziarie 7 - 7 - 46 - 45 -
120 Altre attività 1.001 - 4.102 147
Valore equo delle garanzie reali
ricevute o dei titoli di debito di propria
emissione vincolati
Non vincolati
Valore equo delle garanzie reali
ricevute o dei titoli di debito di propria
emissione vincolabili
di cui EHQLA ed
HQLA
nozionalmente
ammissibili
di cui EHQLA ed
HQLA
130 Garanzie reali ricevute dall'ente che pubblica l'informativa 4 - 36 -
140 Finanziamenti a vista - - - -
150 Strumenti rappresentativi di capitale - - - -
160 Titoli di debito 4 - 36 -
170 di cui obbligazioni garantite - - - -
180 di cui cartolarizzazioni - - - -
190 di cui emessi da amministrazioni pubbliche - - - -

Valore equo delle garanzie reali
ricevute o dei titoli di debito di propria
Non vincolati
Valore equo delle garanzie reali
emissione vincolati ricevute o dei titoli di debito di propria
emissione vincolabili
di cui EHQLA ed
HQLA
nozionalmente
ammissibili
di cui EHQLA ed
HQLA
200 di cui emessi da società finanziarie 4 - 34 -
210 di cui emessi da società non finanziarie - - - -
220 Prestiti e anticipazioni diversi dai finanziamenti a vista - - - -
230 Altre garanzie reali ricevute - - - -
240 Titoli di debito di propria emissione diversi da obbligazioni
garantite o cartolarizzazioni proprie
- - 23 -
241 Obbligazioni garantite e cartolarizzazioni di propria
emissione non ancora costituite in garanzia
- -
250 TOTALE DELLE GARANZIE REALI RICEVUTE E DEI TITOLI DI
DEBITO DI PROPRIA EMISSIONE AL
1.687 575

Tabella 75– Modello EU AE3: Fonti di gravame

Passività
corrispondenti,
passività potenziali o
titoli concessi in
prestito
Attività, garanzie reali ricevute e
titoli di debito di propria
emissione diversi da
obbligazioni garantite e
cartolarizzazioni, vincolati
010 Valore contabile delle passività finanziarie selezionate 1.987 1.570

14. Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

Il sottoscritto Massimo Luigi Zanaboni, Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Banca Ifis S.p.A., dichiara ai sensi dell'art. 154 bis del "Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria" che l'informativa contabile contenuta nel presente documento "Informativa al Pubblico al 31 dicembre 2024 – Pillar III" corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

Venezia, lì 6 marzo 2025

Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

Massimo Luigi Zanaboni

Firmato digitalmente da: FREDERIK HERMAN GEERTMAN Data: 21/03/2025 11:19:51

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