Regulatory Filings • Mar 31, 2021
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31.12.2020 www.bancaifis.it

| Introduzione 2 | |
|---|---|
| 1. | Obiettivi e politiche di gestione del rischio (Art. 435 CRR) 7 |
| 2. | Ambito di applicazione (Art. 436 CRR) 57 |
| 3. | Fondi Propri (Artt. 437 e 492 CRR) 59 |
| 4. | Requisiti di capitale (Art. 438 CRR) 68 |
| 5. | Esposizione al rischio di controparte (Art. 439 CRR) 73 |
| 6. | Riserve di capitale (Art. 440 CRR) 75 |
| 7. | Rettifiche per il rischio di credito (Art. 442 CRR) 78 |
| 8. | Attività non vincolate (Art. 443 CRR) 86 |
| 9. | Uso dell'ECAI (Art. 444 CRR) 88 |
| 10. | Esposizione al rischio di mercato (Art. 445 CRR) 90 |
| 11. | Rischio operativo (Art. 446 CRR) 91 |
| 12. | Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione (Art. 447 CRR) 94 |
| 13. | Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione (Art. 448 CRR) 96 |
| 14. | Esposizione in posizioni verso la cartolarizzazione (Art. 449 CRR) 99 |
| 15. | Politica di remunerazione (Art. 450 CRR) 104 |
| 16. | Leva finanziaria (Art. 451 CRR) 105 |
| 17. | Uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito (Art. 453 CRR) 109 |
| 18. | Informativa su adeguamenti IFRS9 (Art. 473 bis CRR) e trattamento temporaneo per riserva OCI (Art. 468 CRR)…………. 111 |
| 19. | Informativa sulle esposizioni deteriorate e oggetto di misure di concessione (Linee guida EBA/2018/10) 114 |
| 20. | Informativa sulle esposizioni soggette alle misure applicate in risposta alla crisi di Covid-19 (Linee Guida EBA GL/2020/07) 121 |
| 21. | Adeguatezza delle misure di gestione dei rischi e raccordo tra il profilo di rischio complessivo e la strategia aziendale (Art. 435 e) ed f)) 124 |
| 22. | Dichiarazione dell'Amministratore delegato ai sensi dell'art. 435, lettere e) ed f) del regolamento UE 575/2013…… 126 |
| 23. | Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari 127 |

A far data dal 1° gennaio 2014, sono state trasposte nell'ordinamento dell'Unione Europea le riforme degli accordi del Comitato di Basilea ("Basilea 3") volte a rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, indipendentemente dalla loro origine, a migliorare la gestione del rischio e la governance, a rafforzare la trasparenza e l'informativa delle banche stesse. In tale azione, il Comitato di Basilea ha mantenuto l'approccio basato su tre Pilastri che era alla base del precedente accordo sul capitale noto come "Basilea 2", integrandolo e rafforzandolo per accrescere in termini qualitativi e quantitativi la dotazione di capitale degli intermediari, introducendo strumenti di vigilanza anticiclici, norme sulla gestione del rischio di liquidità e sul contenimento della leva finanziaria.
In particolare, il Terzo Pilastro (in seguito anche "Pillar 3") si basa sul presupposto che la Disciplina del Mercato (Market Discipline) possa contribuire a rafforzare la regolamentazione del capitale e quindi promuovere la stabilità e la solidità delle banche e del settore finanziario.
Lo scopo del Terzo Pilastro è pertanto quello di integrare i requisiti patrimoniali minimi (Primo Pilastro) e il processo di controllo prudenziale (Secondo Pilastro), attraverso l'individuazione di un insieme di requisiti di trasparenza informativa che consentano agli operatori del Mercato di disporre di informazioni rilevanti, complete e affidabili circa l'adeguatezza patrimoniale, l'esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all'identificazione, misurazione e gestione di tali rischi.
In ambito comunitario, i contenuti di "Basilea 3" sono stati recepiti in due atti normativi:
Alla normativa dell'Unione Europea si aggiungono le disposizioni emesse dalla Banca d'Italia, in particolare con la Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 (in seguito "Circolare n. 285/2013"), che raccoglie le disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi bancari italiani, riviste e aggiornate per adeguare la normativa interna alle novità intervenute nel quadro regolamentare internazionale, con particolare riguardo al nuovo assetto normativo e istituzionale della vigilanza bancaria dell'Unione Europea, nonché per tener conto delle esigenze emerse nell'esercizio della vigilanza sulle banche e sugli altri intermediari.
La suddetta Circolare non detta specifiche regole per la predisposizione e la pubblicazione del Pillar 3, ma si limita a riportare l'elenco delle disposizioni allo scopo previste dal CRR. La materia, quindi, è direttamente regolata da:

Indicazioni ulteriori sono state poi fornite dall'EBA con uno specifico documento riguardante gli orientamenti sulla rilevanza, esclusività e riservatezza e sulla frequenza delle informazioni da fornire nel Terzo Pilastro (EBA/GL/2014/14 - Guidelines on materiality, proprietary and confidentiality and on disclosures frequency under Articles 432(1), 432(2) and 433 of Regulation No (EU) 575/2013) che regola ulteriori aspetti di rilievo nella redazione dell'informativa: (i) l'applicazione da parte degli enti del criterio della rilevanza dell'informativa; (ii) l'applicazione da parte degli enti dell'esclusività e della riservatezza dell'informativa; (iii) la necessità di pubblicare le informazioni con maggiore frequenza di quella annuale. Sulla base dell'art. 433 CRR, le informazioni al pubblico previste dalla normativa comunitaria devono essere pubblicate dalle banche con una frequenza almeno annuale, congiuntamente ai documenti di bilancio. Il CRR non richiede espressamente la pubblicazione di una informativa infrannuale, lasciando facoltà alle banche di pubblicare alcune o tutte le informazioni più frequentemente. Banca Ifis ha ritenuto di mantenere una frequenza di pubblicazione dell'informativa annuale, non utilizzando sistemi interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di credito od operativi.
Il tema dell'Informativa al Pubblico Pillar 3 è stato anche oggetto di analisi da parte del Comitato di Basilea con il suo documento del gennaio 2015 "Revised Pillar 3 disclosure requirements". Tale documento dà indicazioni agli organismi di vigilanza, che dovrebbero farle recepire nella normativa nazionale (nel nostro caso UE) affinché entrino in vigore. In tale ambito l'EBA ha pubblicato a dicembre 2016 la versione finale delle "EBA/GL/2016/11 - Guidelines on disclosure requirements under part Eight of Regulation No (EU) 575/2013" fornendo orientamenti finalizzati ad accrescere e migliorare la coerenza e la comparabilità delle informazioni da fornire nel Terzo Pilastro. Tali indicazioni sono state recepite nella bozza proposta di modifica al CRR pubblicato a novembre 2016. A fine marzo 2017, il Comitato di Basilea ha pubblicato il documento "Pillar 3 disclosure requirements - consolidated and enhanced framework" che costituisce la seconda fase della revisione del quadro normativo di riferimento dell'Informativa al Pubblico, avviata con il citato documento del gennaio 2015. Tale revisione mira a promuovere ulteriormente la disciplina di mercato attraverso il consolidamento di tutti i requisiti già introdotti e la previsione di una selezione degli indicatori più rappresentativi delle principali dimensioni di natura prudenziale per supportare il mercato nell'analisi dei dati, rendendoli tra loro più comparabili. Tali orientamenti sono applicabili, dal 31 dicembre 2017, alle sole "Globally and Other Systemically Important Institutions" (G-SII and O-SII), mentre le autorità competenti possono imporre agli altri enti l'applicazione di alcune o tutte le indicazioni in essi contenute. La Banca d'Italia, tenuto conto del principio di proporzionalità, nel mese di aprile 2018, ha ritenuto per le banche meno significative (LSI) italiane di richiedere unicamente la pubblicazione delle informazioni specifiche sulla Governance congiuntamente alla pubblicazione del Bilancio relativo all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2018.
Nel mese di maggio 2018 si è conclusa la fase di consultazione del documento "Pillar 3 disclosure requirements - updated framework", pubblicato in bozza nel mese di febbraio 2018 dal Comitato di Basilea. Tale documento, rappresenta la terza fase di revisione dei requisiti di disclosure emanati nel 2004 e, in continuità con le precedenti fasi di revisione, si pone l'obiettivo di costituire un framework di riferimento unico in tema di disclosure, nell'ottica di armonizzare così la disciplina di mercato. Nel mese di dicembre 2018 è stata pubblicata la versione definitiva del documento; il termine ultimo per la completa attuazione dei nuovi obblighi informativi è fissato al 1° gennaio 2022. Nello stesso mese, infine, il Comitato di Basilea ha posto in consultazione un documento relativo alle proposte di modifica dell'indice di leva finanziaria e dei requisiti di informativa al pubblico. La fase di consultazione ha avuto termine il 13 marzo 2019 con l'obiettivo di fissare, di nuovo, entro il 1° gennaio 2022 l'attuazione dei nuovi obblighi informativi.
L'EBA ha, inoltre, integrato quanto previsto dai suddetti orientamenti, emanando nel giugno 2017 le "Guidelines on LCR disclosure to complement the disclosure of liquidity risk management under Article 435 of Regulation (EU) No 575/2013" (EBA/GL/2017/01) con ulteriori requisiti informativi sul rischio di liquidità misurato attraverso il liquidity coverage ratio. Gli orientamenti richiedono alle sole "Globally and Other Systemically Important Institutions" (G-SII and O-SII), di pubblicare le informazioni quantitative di dettaglio sul Liquidity Coverage Ratio (LCR); alle restanti Banche viene richiesto di limitarsi a pubblicare

i valori medi di un ridotto numero di aggregati. Al riguardo Banca Ifis ha inserito tale informativa di natura quantitativa, in modalità semplificata, nel § 1.4.3.2 del presente documento.
A seguire, nel gennaio 2018 l'EBA ha emesso le "Guidelines on uniform disclosures under Article 473a of Regulation (EU) No 575/2013 as regards the transitional period for mitigating the impact of the introduction of IFRS 9 on own funds" (EBA/GL/2018/01) che definiscono gli schemi idonei a pubblicare le informazioni relative agli impatti sui fondi propri derivanti dall'introduzione del regolamento (UE) 2017/2395 contenente "Disposizioni transitorie volte ad attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9 sui fondi propri". Considerato che il Gruppo Banca Ifis ha optato per il trattamento transitorio con il c.d. approccio "statico" per attenuare tale impatto, è tenuto a fornire al mercato anche le informazioni relative agli importi dei fondi propri, del capitale primario di classe 1, del capitale di classe 1, del CET1 ratio, del Tier 1 ratio, del Total ratio e del Leverage ratio a regime («fully loaded»), come se non avesse applicato tale trattamento transitorio. Al riguardo Banca Ifis ha inserito tale informativa nel § 18 del presente documento, tenendo conto anche dei recenti aggiornamenti richiamati dal Regolamento (UE) 2020/873, che modifica i Regolamenti 575/2013 e 2019/876 in risposta alla pandemia da Covid-19.
In data 27 aprile 2018 EBA ha sottoposto a consultazione pubblica fino al 27 luglio 2018 il documento "Draft Guidelines on disclosure of non-performing and forborne exposures" (EBA/CP/2018/06), che contiene indicazioni in merito all'informativa da fornire relativamente ai crediti deteriorati e alle esposizioni oggetto di rinegoziazione. Nel mese di dicembre 2018 l'EBA ha reso disponibile la versione finale del documento "Guidelines on disclosures of non-performing and forborne exposures" (EBA/GL/2018/10). Il Gruppo ha provveduto ad allinearsi alle linee guida al paragrafo § 19 secondo il principio di proporzionalità.
A seguito della pubblicazione sulla Gazzetta dell'Unione Europea in data 7 giugno 2019 del Regolamento (UE) 2019/876 - noto anche come CRR II (Capital Requirements Regulation) - rientrante nel più ampio pacchetto di riforme normative che comprende anche la CRD V (Capital Requirements Directive), la BRRD II (Banking Recovery and Resolution Directive) e il SRMR II (Single Resolution Mechanism Regulation) - con riguardo agli obblighi di disclosure EBA ha elaborato, nel quarto trimestre 2019, progetti di norme tecniche di regolamentazione e attuazione al fine di razionalizzare e omogeneizzare, in coerenza con le modifiche normative introdotte dalla CRR II, che si applicheranno dal 2021, l'informativa da fornire periodicamente al mercato. Nello specifico, EBA ha sottoposto a consultazione pubblica:
Nel corso del 2020 la BCE e l'EBA hanno attuato una serie di misure volte alla mitigazione degli effetti negativi derivanti dalla pandemia da Covid-19.
In data 2 Aprile 2020, l'EBA ha emanato il documento "Guidelines on legislative and non-legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID-19 crisis", relativo alla concessione di moratorie legislative e non legislative attuate mediante la modifica del piano dei pagamenti a favore di controparti richiedenti con difficoltà finanziarie sopravvenute a seguito della crisi generatasi da Covid-19. Il termine iniziale per la concessione delle moratorie era inizialmente previsto per il 30 giugno 2020; successivamente, tale scadenza è stata prorogata al 30 settembre con l'emanazione del documento EBA/GL/2020/08 "Guidelines amending Guidelines EBA/GL/2020/02". A seguito della recrudescenza

della pandemia, in data 2 dicembre 2020 l'applicazione delle moratorie è stata estesa fino al 31 marzo 2021 (EBA/GL/2020/15 "Guidelines amending Guidelines EBA/GL/2020/02"); tali orientamenti consentono di prorogare per un termine massimo di nove mesi le moratorie concesse dopo il 30 settembre, mentre mantengono invariate le tempistiche riferite alle moratorie concesse prima di tale data.
In data 2 giugno 2020, è stato pubblicato il documento "Guidelines on reporting and disclosure of exposures subject to measures applied in response to the COVID‐19 crisis" (EBA/GL/2020/07) che richiede informativa sulle esposizioni oggetto di moratorie di pagamento, misure di «forbearance» connesse alla crisi Covid-19, soggette a schemi di garanzia pubblica. All'interno del § 20 sono state riportate le tabelle informative a recepimento di tali orientamenti.
A causa della persistenza del periodo emergenziale, in data 24 giugno 2020 il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'Unione Europea, attraverso l'iter approvativo accelerato (c.d. "Quick fix"), hanno emanato il Regolamento (UE) 2020/873 anticipando, di fatto, l'applicabilità di alcune norme contenute nel Regolamento 2019/876 (CRR2), inizialmente prevista per il 28 giugno 2021, nonché adottando alcuni interventi mirati a mitigare gli impatti sul sistema in risposta alla pandemia da Covid-19.
Ulteriori linee guida in merito alle modifiche richieste da tale Regolamento sono contenute negli Orientamenti EBA/GL/2020/11 e GL/2020/12.
Banca Ifis, con riferimento al documento di Informativa al Pubblico, prevede che:
Il presente documento è redatto a livello consolidato a cura della Banca con riferimento all'area di consolidamento prudenziale che vede l'inclusione della Holding di partecipazione La Scogliera S.p.A., in applicazione della normativa di riferimento, con conseguente computabilità nei fondi propri consolidati degli interessi di minoranza.
Ulteriori informazioni sul profilo di rischio del Gruppo Bancario, sulla base dell'art. 434 del CRR, sono pubblicate anche nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2020. Alla luce del suddetto articolo, se una informazione analoga è già divulgata attraverso due o più mezzi, in ciascuno di essi è inserito il riferimento e pertanto il Gruppo Bancario si avvale di tale possibilità per completare le informazioni indicando opportunamente il rimando. Ulteriori informazioni relative alle varie categorie di rischio cui è esposto il Gruppo Bancario sono riportate nella parte E della Nota Integrativa del bilancio consolidato.
Con particolare riferimento alle informazioni riguardanti la leva finanziaria, si segnala che nel febbraio 2016 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale UE il Regolamento di esecuzione 2016/200 della Commissione, che stabilisce le norme tecniche di attuazione per quanto riguarda l'informativa sul coefficiente di Leva Finanziaria, ai sensi del Regolamento UE 575/2013.
A decorrere dal 31 dicembre 2016 hanno trovato applicazione anche gli obblighi di informativa in materia di riserve di capitale anticicliche; l'informativa include quindi – oltre all'importo della riserva di capitale anticiclica – il dettaglio della distribuzione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo della riserva di capitale anticiclica secondo il dettaglio prescritto. Al riguardo Banca Ifis S.p.A., per effetto di non avere esposizioni significative di rischio verso paesi ai quali viene attribuito un coefficiente anticiclico specifico non nullo, con riferimento alla data del 31 dicembre 2020, non è chiamata ad effettuare accantonamenti a tale tipologia di riserva di capitale.

Maggiori informazioni sul sistema dei controlli interni, sulla revisione legale dei conti e sull'attestazione di corrispondenza dei documenti contabili alle risultanze dei libri e delle scritture contabili da parte del Dirigente Preposto sono presenti nella Relazione sul governo societario e sugli assetti proprietari.
Laddove non diversamente specificato, i dati contenuti nelle sezioni dedicate all'informativa quantitativa sono espressi in migliaia di euro. I prospetti privi di informazioni, in quanto non applicabili per il Gruppo Bancario, non sono pubblicati; non sono presenti, altresì, informazioni riguardanti le metodologie di modelli interni, al momento non utilizzate dal Gruppo Bancario.
Il Gruppo Banca Ifis pubblica questa informativa al pubblico e gli eventuali successivi aggiornamenti sul proprio sito Internet all'indirizzo www.bancaifis.it, nella sezione Investor Relations – Risultati finanziari e presentazioni.
Il processo di Risk Management dedicato alla predisposizione del presente documento è in continua evoluzione per assicurare la rispondenza ai requisiti normativi e alle best practices sviluppate dagli intermediari bancari, nel rispetto del principio di proporzionalità che informa ampie parti della disciplina di vigilanza prudenziale, in considerazione del livello e delle complessità delle attività svolte da ciascun intermediario, nonché dai modelli di business e dei sistemi di gestione dei rischi specificatamente utilizzati.

La disciplina di vigilanza si è dotata di un sistema di regole ed incentivi che consentono di perseguire con maggiore efficacia gli obiettivi di una misurazione più accurata dei potenziali rischi connessi all'attività bancaria e finanziaria, nonché del mantenimento di una dotazione patrimoniale più strettamente commisurata all'effettivo grado di esposizione al rischio di ciascun intermediario.
Alla data del 31 dicembre 2020 il Gruppo Bancario Banca Ifis, controllato dalla società La Scogliera S.p.A., a seguito dell'acquisizione dell'operatore bancario Farbanca S.p.A., avvenuta in data 27 novembre 2020 e dell'autorizzazione ad operare per Ifis Finance I.F.N. S.A.1 , rilasciata dalla National Bank of Romania in data 23 dicembre 2020, risulta composto dalla Capogruppo Banca Ifis S.p.A. e dalle società controllate Ifis NPL Servicing S.p.A., Ifis NPL S.p.A. 2 , Cap.Ital.Fin. S.p.A., Credifarma S.p.A., Farbanca S.p.A., Ifis Finance Sp. z o.o. e Ifis Finance I.F.N. S.A..
Per una valutazione completa dei rischi del Gruppo si è tenuto conto anche della controllata Ifis Rental Services S.r.l. esclusa dal perimetro di gruppo bancario e dal perimetro di consolidamento prudenziale, in quanto società non finanziaria operante nel mercato del noleggio a lungo termine di beni strumentali.
Il Gruppo Banca Ifis, alla data di riferimento del 31/12/2020 risulta così composto:

1 Ifis Finance I.F.N S.A. viene inclusa nel perimetro bancario in data 31 Dicembre 2020 a seguito dell'autorizzazione ricevuta dalla National Bank of Romania, ma da un punto di vista operativo la sua attività inizierà nel corso del 2021.
2 La controllata di Ifis NPL è Gemini S.p.A., società iscritta all'Albo di cui all'art. 106 del D.lgs. 385/1993 TUB in data 15 dicembre 2020, non operativa nel corso dell'esercizio 2020.

La struttura organizzativa si articola nei seguenti settori:
• Settore Governance & Servizi e Non core.
Il Settore Commercial and Corporate Banking rappresenta l'offerta commerciale del Gruppo dedicata alle imprese e si sostanzia nelle Aree di business Factoring, Leasing, Corporate Banking & Lending di seguito evidenziate:
Corporate Banking & Lending: Area di business che aggrega più unità: Finanza Strutturata, Area dedicata al supporto delle imprese e dei fondi private equity nella strutturazione di finanziamenti, sia bilaterali che in pool; Special Situations, Area dedicata al supporto del riequilibrio finanziario di imprese che hanno superato tensioni finanziarie; Equity Investments, Area dedicata ad investimenti in partecipazioni di imprese non finanziarie e in quote di organismi interposti; Area Lending dedicata all'operatività del Gruppo a medio/lungo termine, orientata al sostegno del ciclo operativo dell'impresa con interventi che spaziano dall'ottimizzazione delle fonti di finanziamenti al sostegno del capitale circolante, fino al supporto degli investimenti produttivi.
È il Settore del Gruppo Banca Ifis dedicato all'acquisizione pro-soluto e gestione di crediti sia unsecured che secured di difficile esigibilità, nonché all'attività di gestione di portafogli di terzi. L'attività è strettamente connessa alla trasformazione in attività paganti e all'incasso di crediti deteriorati.
Nel Settore confluiscono, fra le altre, le risorse necessarie allo svolgimento dei servizi delle funzioni di Controllo, Amministrativo-contabile, Finanziaria, Pianificazione, Organizzazione, ICT, Marketing e Comunicazione, HR, nonché le strutture preposte alla raccolta, alla gestione e all'allocazione ai settori operativi delle risorse finanziarie. Comprende anche l'attività di Finanza Proprietaria (desk titoli di proprietà) e i risultati economici della controllata Cap.Ital.Fin. S.p.A., società attiva nell'ambito della cessione del quinto dello stipendio o pensione. Il Settore include inoltre i portafogli in run-off originati dall'ex Interbanca nonché altri portafogli di prestiti personali.

Il complessivo processo di gestione e controllo dei rischi coinvolge, con diversi ruoli, gli organi amministrativi e di controllo delle società del Gruppo e delle Controllate nonché la Direzione Generale della Capogruppo e le strutture operative di tutto il Gruppo.
Nel modello adottato dalla Capogruppo Banca Ifis S.p.A.:
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo riveste un ruolo centrale nell'organizzazione societaria in quanto è l'Organo deputato alla determinazione degli indirizzi e degli obiettivi aziendali strategici e alla verifica della loro attuazione, all'applicazione dei piani industriali e di operazioni strategiche, dettando inoltre i principi dell'attività di direzione e coordinamento delle società del Gruppo Banca Ifis S.p.A., nell'interesse dei Soci. Esso svolge una funzione di vigilanza in ordine al raggiungimento degli obiettivi strategici della Banca e del Gruppo nel suo complesso. In particolare, relativamente al sistema di governo e controllo dei rischi, ha la responsabilità di:
All'interno del Consiglio di Amministrazione sono costituiti:
La funzione di gestione è svolta dall'Amministratore Delegato; alla funzione partecipa il Direttore Generale. È responsabile dell'attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definiti dal Consiglio di Amministrazione cui riporta direttamente in proposito, nonché dell'adozione di tutti gli interventi necessari ad assicurare l'aderenza dell'organizzazione e del sistema dei controlli interni ai principi e requisiti stabiliti dalle disposizioni di vigilanza, monitorandone nel continuo il rispetto. A tale scopo definisce i processi di gestione, controllo e mitigazione dei rischi.
Sono stati costituiti di recente i seguenti Comitati di Direzione:
• il Comitato di Direzione, avente funzione di supporto all'Amministratore Delegato nell'attuazione ed esecuzione delle linee guida dell'attività di impresa deliberate dal Consiglio di Amministrazione verificando costantemente l'andamento economico, lo sviluppo dei programmi, i piani e le iniziative rilevanti per il Gruppo;

Il Collegio Sindacale vigila sull'osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie, sulla corretta amministrazione, sulla adeguatezza degli assetti contabili ed organizzativi della Banca, sulle funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni. Considerata la pluralità di funzioni e strutture aziendali aventi compiti e responsabilità di controllo, tale Organo è tenuto ad accertare l'efficacia di tutte le strutture e funzioni coinvolte nel sistema dei controlli interni e l'adeguato coordinamento delle medesime, promuovendo gli interventi correttivi delle carenze e delle irregolarità rilevate. Per l'importanza che detti compiti rivestono ai fini della vigilanza, il Collegio Sindacale deve informare senza indugio la Banca d'Italia di tutti i fatti e gli atti di cui venga a conoscenza che possano costituire una irregolarità nella gestione della Banca o una violazione delle norme disciplinanti l'attività bancaria.
Il Sistema dei Controlli Interni del Gruppo Banca Ifis riveste un ruolo centrale nell'organizzazione aziendale. Esso rappresenta un elemento fondamentale di conoscenza per gli organi gestionali in modo da garantire piena consapevolezza della situazione ed un efficace presidio dei rischi aziendali e delle loro interrelazioni. In tale contesto: i) orienta i mutamenti delle linee strategiche e delle politiche aziendali e consente di adattarle in modo coerente al contesto organizzativo; ii) presidia la funzionalità dei sistemi gestionali e il rispetto degli istituti di vigilanza prudenziale; iii) favorisce la diffusione di una corretta cultura dei rischi, della legalità e dei valori aziendali. .
Esso è costituito dall'insieme delle regole, delle funzioni, delle strutture, delle risorse, dei processi e delle procedure che mirano ad assicurare, nel rispetto della sana e prudente gestione, il conseguimento delle seguenti finalità:

• la conformità delle operazioni con la legge e la normativa di vigilanza, nonché con le politiche, i regolamenti e le procedure interne.
La Capogruppo Banca Ifis S.p.A. formalizza e rende noti alle Controllate i criteri che presiedono le diverse fasi che costituiscono il processo di gestione dei rischi. Essa, inoltre, convalida i processi di gestione dei rischi all'interno del Gruppo. Per quanto riguarda in particolare il rischio di credito, la Capogruppo fissa i criteri di valutazione delle posizioni e crea una base informativa comune che consenta alle Controllate di conoscere l'esposizione dei clienti nei confronti del Gruppo nonché le valutazioni inerenti alle posizioni dei soggetti affidati. La Capogruppo decide in merito all'adozione dei sistemi interni di misurazione dei rischi e ne determina le caratteristiche essenziali, assumendosi la responsabilità della realizzazione del progetto nonché della supervisione sul corretto funzionamento di tali sistemi e sul loro costante adeguamento sotto il profilo metodologico, organizzativo e procedurale.
La Capogruppo impartisce inoltre alle Controllate direttive per la progettazione del sistema dei controlli interni aziendali. Le Controllate si dotano di un sistema dei controlli interni che sia coerente con la strategia e la politica del Gruppo in materia di controlli, fermo restando il rispetto della disciplina eventualmente applicabile su base individuale. È comunque necessario che la Capogruppo, nel rispetto dei vincoli locali, adotti tutte le iniziative atte a garantire standard di controllo e presidi comparabili a quelli previsti dalle disposizioni di vigilanza italiane, anche nei casi in cui la normativa estera non preveda analoghi livelli di attenzione.
Per verificare la rispondenza dei comportamenti delle Società appartenenti al Gruppo agli indirizzi della Capogruppo, nonché l'efficacia del sistema dei controlli interni, la Capogruppo si attiva affinché, nei limiti dell'ordinamento, la funzione di revisione interna a livello consolidato effettui periodicamente verifiche in loco sulle componenti del Gruppo, tenuto conto della rilevanza delle diverse tipologie di rischio assunte dalle diverse entità.
Il sistema dei controlli interni è progettato tenendo conto della normativa applicabile e delle peculiarità del business esercitato sia da Banca Ifis S.p.A. sia dalle sue Controllate. Alla data del presente documento, le funzioni di controllo di Ifis NPL S.p.A. e Ifis NPL Servicing S.p.A. sono accentrate presso la Capogruppo, mentre con riferimento a Ifis Rental Services, Ifis Real Estate e Ifis Finance Sp. z o.o, viste le caratteristiche operative nonché il limitato livello di rischio delle stesse apportato al Gruppo, non sono state istituite le funzioni di controllo. Presso Ifis Finance Sp. z o.o , però, nel rispetto della normativa locale vigente, si è comunque provveduto alla designazione di un membro del relativo Board quale responsabile degli adempimenti in materia di antiriciclaggio.
Con riferimento alle società Cap.Ital.Fin. S.p.A. e Credifarma S.p.A., la funzione di Internal Audit è stata accentrata nella capogruppo, mentre è stata costituita una struttura organizzativa che incardina la funzione di controllo dei rischi, la funzione di gestione del rischio di non conformità alle norme e la funzione antiriciclaggio, in ottica di rafforzamento del presidio di sana e prudente gestione dell'intermediario. A seguito dell'acquisizione di Farbanca S.p.A., perfezionatasi il 27 novembre 2020, si è perseguita la scelta del Gruppo di accentrare tutte le funzioni di controllo in Capogruppo. In data 23 dicembre 2020 è stata rilasciata l'autorizzazione da parte della National Bank of Romania alla controllata di diritto rumeno Ifis Finance I.F.N. S.A., iscritta al "registro generale" del regolatore rumeno, con riferimento alla quale è richiesta da normativa locale solo la costituzione della funzione di controllo di terzo livello per la quale si è scelto di esternalizzarla in Capogruppo.
I controlli coinvolgono, con diversi ruoli, gli Organi aziendali delle società del Gruppo e delle Controllate, la Direzione Generale della Capogruppo e tutto il personale del Gruppo.
Di seguito sono evidenziate alcune tipologie:
• i controlli di linea, diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni. Essi sono effettuati dalle stesse strutture operative o incorporati nelle procedure ovvero eseguiti nell'ambito dell'attività di back office. Le strutture operative sono le prime responsabili del processo di gestione dei rischi: nel corso dell'operatività giornaliera tali strutture devono identificare, misurare o valutare, monitorare, attenuare e riportare i rischi derivanti dall'ordinaria attività

aziendale in conformità con il processo di gestione dei rischi; esse devono rispettare i limiti operativi loro assegnati coerentemente con gli obiettivi di rischio e con le procedure in cui si articola il processo di gestione dei rischi;
Gli Organi societari promuovono una cultura aziendale che valorizzi la funzione di controllo: tutti i livelli di personale all'interno dell'organizzazione devono essere consapevoli del ruolo ad essi attribuito nel sistema dei controlli interni ed esserne pienamente coinvolti.
I ruoli dei diversi attori del sistema dei controlli interni (Consiglio di Amministrazione, Comitato Controllo e Rischi, Amministratore incaricato del Sistema di Controllo Interno e gestione dei Rischi, Organismo di Vigilanza ai sensi del D.Lgs. 231/2001, Funzione Internal Audit, Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Funzione di Risk Management, Funzione di Compliance e Funzione Antiriciclaggio) sono dettagliatamente descritti nella Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari predisposta in conformità al terzo comma dell'art. 123 bis del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (TUF) e successivi aggiornamenti, la cui ultima versione è approvata dal Consiglio di Amministrazione in data 11 marzo 2021 e pubblicata sul sito internet della Banca nella sezione Corporate Governance.
Brevemente, in aggiunta a quanto già riportato nel precedente paragrafo in termini di ruoli e compiti svolti dagli organi amministrativi, si riassumono nel seguito i ruoli e i compiti assegnati ai restanti attori del sistema dei controlli interni, in particolare:

del sistema dei controlli interni, portando all'attenzione degli organi aziendali i possibili miglioramenti, con particolare riferimento al RAF di Gruppo, al processo di gestione dei rischi nonché agli strumenti di misurazione e controllo degli stessi;

Il Risk Management di Capogruppo ha la missione di:
Il Risk Management di Capogruppo esercita le proprie funzioni per Banca Ifis S.p.A. e, nell'ambito delle attività di direzione e coordinamento, estende il suo perimetro di competenza a tutte le Società del Gruppo.
Nell'ambito del sistema dei controlli interni, la funzione di controllo dei rischi è incardinata nel Risk Management, che dipende gerarchicamente dell'Amministratore Delegato. Il Responsabile del Risk Management (di seguito anche "Chief Risk Officer" oppure "CRO") ha accesso diretto al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio Sindacale e comunica con essi senza restrizioni o intermediazioni.
Il Risk Management:
Il Risk Management è separato sotto il profilo organizzativo dall'Internal Audit, dalla Compliance e dall'Antiriciclaggio. Inoltre, non è coinvolto nei processi di assunzione del rischio. Si considerano coinvolte nell'assunzione del rischio le strutture che hanno, anche non cumulativamente, le seguenti caratteristiche:
• autorizzano l'assunzione del rischio;

Il Risk Management di Capogruppo, nel rispetto della propria missione, svolge un ruolo centrale nel governo e gestione dei rischi.
Il responsabile della Funzione, ovvero il Chief Risk Officer, per il tramite dell'Amministratore Delegato, supporta il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nella definizione del RAF di Gruppo, delle linee generali dei processi ICAAP e ILAAP, del Contingency Funding Plan, delle politiche di Gruppo per il governo e la gestione dei rischi e delle varie fasi che costituiscono il processo di gestione dei rischi.
La Funzione identifica i rischi ai quali la Capogruppo e le società del Gruppo sono esposte e provvede alla misurazione e al monitoraggio periodico degli stessi attraverso specifici indicatori di rischio, pianificando le eventuali azioni di mitigazione per i rischi rilevanti. In tale ambito assicura un'adeguata informativa agli Organi di governo.
Le attività del Risk Management sono oggetto di periodica rendicontazione agli Organi aziendali e ai Comitati tramite il Tableau de Bord, e, ove previsto, anche alla Banca d'Italia, alla Consob ed al Mercato. In particolare, la Funzione garantisce la produzione, per le parti di competenza, delle informative di gruppo sui diversi profili di rischio di natura regolamentare (Mappa dei rischi, RAF, Resoconto ICAAP e ILAAP, Contingency Funding Plan e Recovery Plan di Gruppo) e di mercato (la presente informativa Pillar 3, sezioni E delle note integrative del bilancio consolidato e individuale).
Il CRO, all'inizio di ogni ciclo gestionale, definisce il Programma di attività delle unità organizzative che sovraintende, considerando sia le eventuali carenze emerse nei controlli, sia gli eventuali nuovi rischi. Il programma prevede le attività da svolgere sia per la Banca su base individuale sia per il Gruppo complessivamente inteso. Tale documento è condiviso con l'Amministratore Delegato, sottoposto al Comitato Controllo e Rischi ed al Collegio Sindacale, approvato dal Consiglio di Amministrazione.
Al termine di ogni ciclo gestionale e con cadenza almeno annuale, il CRO predispone una Relazione che illustra le verifiche effettuate, i risultati emersi, i punti di debolezza rilevati e le proposte di intervento da adottare per la relativa rimozione. Tale relazione viene condivisa con l'Amministratore Delegato e trasmessa successivamente al Comitato Controllo e Rischi ed al Collegio Sindacale, nonché al Consiglio di Amministrazione.
Il CRO riferisce all'Amministratore Delegato, per gli aspetti di propria competenza, in ordine alla completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei controlli interni di Gruppo e lo informa tempestivamente su ogni violazione o carenza rilevante riscontrata. Inoltre, supporta l'Amministratore Delegato nell'attuazione del RAF di Gruppo.
Il CRO garantisce lo sviluppo e la manutenzione delle metodologie, modelli, metriche e strumenti per la misurazione e la gestione integrata dei rischi. Inoltre, presidia il processo di convalida dei modelli interni gestionali utilizzati per la misurazione dei rischi di Gruppo.
Il CRO supporta il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nella definizione dei criteri e dei processi per l'identificazione delle OMR e per il tramite delle unità organizzative a suo riporto, formula i pareri preventivi sulla coerenza con il RAF delle Operazioni di Maggior Rilievo (OMR) che sono sottoposte alla sua valutazione, acquisendo, in funzione della natura dell'operazione, il parere di altre funzioni coinvolte nel processo di gestione dei rischi.
Inoltre, per il tramite delle unità organizzative a suo riporto, il CRO:

Il Risk Management, alla data di riferimento, comprende al suo interno quattro unità di secondo livello, specializzate in relazione ai singoli profili di rischio ("Rischi Creditizi Corporate" 3 , "NPL e Crediti Erariali", "Rischi Operativi e di Reputazione", "Rischi Finanziari"). Ad esse si aggiungono ulteriori tre unità organizzative di secondo livello: i) "Risk Data Governance", con l'obiettivo di sviluppare e garantire l'adeguatezza degli standard di data quality su tutti gli ambiti di rischio; ii) "Sviluppo Modelli", con l'obiettivo di sviluppare e migliorare nel continuo le metodologie, i modelli e le metriche di misurazione dei rischi; iii) "Presidio Antifrode" con l'obiettivo di presidiare il rischio di azioni fraudolente che possono essere perpetrate ai danni del Gruppo nell'ambito dell'operatività svolta.
La struttura di Risk Management si completa con la presenza di ulteriori due unità organizzative poste in staff al Chief Risk Officer: i) "Risk Governance", con il compito di supportare il CRO nei processi decisionali e di garantire una visione di insieme dei diversi rischi e della loro reciproca interazione; ii) "Convalida", preposta alla validazione dei sistemi di misurazione interna dei rischi a fini gestionali.
Le suesposte unità organizzative, nell'ambito delle attività di propria competenza, hanno l'obiettivo principale di:
Il Regolamento del Risk Management di Capogruppo, nel rispetto delle Disposizioni di Vigilanza per banche di cui alla Circolare n. 285/2013 della Banca d'Italia, descrive nel dettaglio il perimetro e la mission dello stesso, anche con riferimento all'attività di direzione e coordinamento esercitata dalla Capogruppo sulle Società controllate, il relativo assetto organizzativo, i compiti delle unità organizzative di staff e di secondo e terzo livello che lo compongono, i rapporti che la Funzione intrattiene con gli Organi aziendali e le altre unità organizzative di Banca Ifis S.p.A. nonché con le società del Gruppo coinvolte nel processo di gestione dei rischi ed infine i principali flussi informativi predisposti.
Le società appartenenti al Gruppo, laddove dotate della funzione di controllo dei rischi, svolgono autonomamente, per il tramite di unità organizzative dedicate, le attività di presidio e gestione di alcuni rischi, coerentemente alle direttive definite dalla Capogruppo nell'ambito delle attività di direzione e coordinamento delle controllate. Nello specifico, le attività di gestione del rischio di credito, operativo, di reputazione, di mercato e di controparte, ove presenti, sono svolte autonomamente dalle singole società
3 In ambito "Rischi Creditizi Corporate", al fine di valorizzare le differenti competenze e le specifiche verticalità delle strutture, sono istituite due unità organizzative di 3° livello, individuate in funzione dei business specifici svolti dal Gruppo: "Crediti verso Imprese", "Leasing".

del gruppo attraverso le proprie strutture di Risk Management. Tale soluzione organizzativa è stata adottata per le controllate Credifarma S.p.A. e Cap.Ital.Fin. S.p.A. mentre le attività di gestione e controllo dei rischi delle controllate Ifis NPL S.p.A., Ifis NPL Servicing S.p.A. e Farbanca S.p.A. sono state accentrate presso la funzione di Risk Management di Capogruppo, a seguito degli esiti delle valutazioni effettuate dalla Capogruppo della convenienza ad accentrare presso la stessa l'attività di controllo dei rischi.

Il Risk Appetite Framework è da intendersi come il quadro di riferimento che disciplina, in coerenza con il modello di business e il piano strategico, la propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di rischio, nonché raccoglie in un unico "punto" la sintesi delle politiche di governo dei rischi e i processi di riferimento necessari per definirli e attuarli.
Nell'ambito del RAF, l'Organo con Funzione di Supervisione Strategica (di seguito OFSS) definisce gli indicatori strategici, necessari al monitoraggio degli obiettivi strategico-finanziari del Gruppo.
Per il Gruppo Banca Ifis sono state definite due categorie di indicatori:
Nel più ampio ambito del processo di gestione dei rischi, il Risk Management identifica altresì ulteriori indicatori di rischio finalizzati a rafforzare il proprio presidio, sottoponendoli per approvazione all'OFSS.
Le categorie di indicatori sopra esposte sono oggetto di monitoraggio periodico da parte del Risk Management, anche avvalendosi delle analoghe strutture delle controllate e sono, in base alla tipologia, trasmessi sia agli organi aziendali che alle altre strutture aziendali.
Con riferimento agli indicatori strategici, questi sono suddivisi in indicatori strategici che presentano dei vincoli regolamentari, misurati secondo una logica consolidata, e indicatori strategici per i quali non è definito alcun vincolo regolamentare, misurati ove opportuno a livello di singola business unit o società del gruppo.
La motivazione che ha condotto a tale distinzione è da ricercarsi nel fatto che per gli indicatori strategici senza vincoli espressamente previsti dal regolatore, la conseguenza del superamento delle soglie di attenzione ed allarme potrebbe avere degli impatti potenziali sulla sostenibilità del modello di business del Gruppo, tuttavia senza pregiudicare in maniera repentina la vulnerabilità patrimoniale o di liquidità.
Per ciascun indicatore sono stati definiti i seguenti concetti rilevanti ai fini RAF:

| Indicatori strategici | Profile | Appetite | Tolerance | Allarme | Capacity |
|---|---|---|---|---|---|
| Con vincoli regolamentari | √ | √ | √ | √ | |
| Senza vincoli regolamentari | √ | √ | √ | √ |
Gli indicatori strategici sono principalmente ascrivibili a dimensioni di:
In caso di violazione delle soglie sopra indicate, è attivato un articolato processo di escalation che richiede la tempestiva definizione delle procedure e degli interventi gestionali da attivare per il raggiungimento della soglia di tolleranza, previa analisi delle ragioni che hanno determinato il superamento delle soglie.

Banca Ifis S.p.A. ha definito una Tassonomia dei Rischi all'interno della quale sono descritte le logiche seguite nell'identificazione dei rischi attuali e/o potenziali a cui il Gruppo potrebbe essere esposto nel conseguire i propri obiettivi strategici e, per ciascuna tipologia, gli strumenti di prevenzione e mitigazione previsti.
La Capogruppo effettua una prima identificazione dei rischi partendo dalla lista di rischi minimi identificati dalla normativa di vigilanza vigente e ampliandola con ulteriori rischi significativi emersi dall'analisi del modello di business e dei mercati di riferimento in cui operano le diverse società del Gruppo, delle prospettive strategiche, delle modalità operative e delle caratteristiche degli impieghi e delle fonti di finanziamento. Al fine di garantire maggiore aderenza con gli specifici modelli di business del Gruppo, i rischi sono stati raggruppati in macro-ambiti.
L'individuazione dei rischi e l'aggiornamento periodico della tassonomia dei rischi sono frutto di un lavoro congiunto delle Funzioni di controllo di secondo livello (Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio, Dirigente Preposto) e di terzo livello (Internal Audit), che annualmente si riuniscono ed esaminano, sulla base dei risultati della gestione dei rischi dell'anno precedente, l'eventuale introduzione di nuovi eventi di rischio e/o una variazione nella valutazione dei rischi potenziali.
Il processo di valutazione della rilevanza potenziale dei rischi (cd. "rischio inerente") non considera i possibili controlli o altri fattori di mitigazione che il Gruppo ha posto in essere.
La rilevanza potenziale dei singoli rischi viene sintetizzata su una scala a tre valori (Alta, Media, Bassa) sulla base di una valutazione soggettiva congiunta delle funzioni di controllo della Capogruppo (cd. approccio judgemental).
La Capogruppo, ai fini dei processi di gruppo per la valutazione dell'adeguatezza del capitale (ICAAP) e del sistema di governo e gestione della liquidità (ILAAP), considera rischi rilevanti le tipologie di rischio alle quali ha assegnato, alla conclusione del sopra esposto processo di valutazione dei rischi, i livelli di rilevanza "Alta" e "Media".
Rientrano tra i "rischi rilevanti" le seguenti tipologie di rischio:
Ambito Rischi Creditizi, all'interno del quale assumono rilevanza i seguenti rischi:
Ambito Rischi Finanziari, all'interno del quale assumono rilevanza i seguenti rischi:
Ambito Rischi Operativi e di Reputazione, all'interno del quale assumono rilevanza i seguenti rischi:
Ambito altre tipologie, assume rilevanza:
• Rischio strategico.
Nei paragrafi successivi viene fornita una disamina delle singole categorie di rischio sopra riportate in termini di obiettivi e politiche di gestione del rischio.

I restanti rischi, considerati a rilevanza bassa, sono attenzionati dalla funzione di Risk Management della Capogruppo. Si rimanda alla normativa interna aziendale per la descrizione, per alcuni di essi, dei processi di gestione e controllo rischi.
Rientrano in questa categoria, a "rilevanza bassa", le seguenti tipologie di rischio:
Ambito Rischi Creditizi:
Ambito Rischi Finanziari:
Ambiti altre tipologie:
• Rischio di leva finanziaria eccessiva.

Rappresenta il rischio di perdita derivante dall'insolvenza o dal peggioramento del merito creditizio delle controparti affidate dal Gruppo; si compone:
Il Gruppo, nell'ambito delle linee guida approvate dall'Organo Amministrativo della Capogruppo e in coerenza con l'evoluzione del quadro normativo di vigilanza, persegue l'obiettivo di rafforzare la propria posizione competitiva nel mercato che viene offerto alle piccole e medie imprese. In questo ambito il Gruppo si prefigge di ampliare la propria quota di mercato nei segmenti del credito commerciale, anche nei confronti di soggetti con fabbisogni specialistici come le farmacie, del leasing, del credito fiscale e di quello di dubbia esigibilità, tramite l'offerta di servizi finanziari di alta qualità, elevato livello di personalizzazione, controllo del rischio di credito e redditività coerente con la qualità offerta.
In considerazione delle particolari attività svolte dalle società del Gruppo, il rischio di credito configura l'aspetto più rilevante della rischiosità complessiva assunta. Il mantenimento di un'efficace gestione del rischio di credito costituisce un obiettivo strategico per il Gruppo Banca Ifis ed è perseguito adottando strumenti e processi integrati al fine di assicurare una corretta gestione del credito in tutte le sue fasi (istruttoria, concessione, monitoraggio e gestione, intervento su crediti problematici).
Nell'ambito del Gruppo Banca Ifis, un ruolo fondamentale nella gestione e nel controllo del rischio di credito è svolto dagli Organi Societari della Banca e delle società controllate che, secondo le rispettive competenze, assicurano l'adeguato presidio del rischio di credito individuando gli orientamenti strategici, le politiche di gestione e controllo del rischio, verificandone nel continuo l'efficienza e l'efficacia e definendo i compiti e le responsabilità delle funzioni aziendali coinvolte nei relativi processi.
Nell'attuale assetto organizzativo intervengono nel presidio e governo del rischio di credito specifiche aree di responsabilità centrali che garantiscono, con l'adeguato livello di segregazione, lo svolgimento delle attività di gestione e dei controlli di primo e secondo livello del rischio, mediante l'adozione di adeguati processi e applicativi informatici.
In linea generale, il processo creditizio nel suo insieme, pur conservando le specificità derivanti dai differenti prodotti/portafogli, risponde ad un criterio organizzativo comune articolato principalmente su fasi operative, ruoli, responsabilità e controlli di vario livello.
La struttura organizzativa si articola, dunque, nelle seguenti Aree di business declinate per tipologia di attività:
• Credito Commerciale (Italia), unità organizzativa dedicata all'erogazione di servizi di finanziamento alle imprese domestiche;

Nel processo del credito, intervengono inoltre, alla data di riferimento della presente informativa, le attività creditizie svolte dalle controllate:
In via iniziale, ciascuna unità organizzativa, relativamente al proprio settore di attività, sviluppa e gestisce le relazioni commerciali e le opportunità di business in collaborazione con le Filiali presenti sul territorio nazionale, nel rispetto degli indirizzi e degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione.
Relativamente al processo di concessione del credito, ciascuna area di business individua la possibilità di nuove operazioni nel rispetto delle politiche di credito vigenti e sulla base del risk appetite definito; in tale contesto effettua l'esame istruttorio delle domande di nuovi affidamenti e procede alla formalizzazione di una proposta da sottoporre ai competenti soggetti deliberanti, assicurando l'applicazione delle politiche di credito, dei controlli stabiliti ed effettuando un'analisi di merito creditizio come previsto dalla normativa interna vigente.
Le proposte di affidamento e/o di acquisizione di crediti vengono presentate ai competenti soggetti deliberanti che, sulla base dei rispettivi poteri delegati, esprimono la propria decisione in materia di

concessione del fido richiesto; la decisione creditizia si riferisce sempre alla globalità dell'esposizione concessa alla controparte (o eventuali gruppi collegati).
Le Filiali di Banca Ifis S.p.a. non hanno autonomia deliberativa nell'assunzione del rischio di credito; ad esse viene attribuita, nei limiti e con le modalità stabilite in delibera da parte dei soggetti competenti di Direzione, la gestione dell'ordinaria operatività dei rapporti con la clientela sotto il costante monitoraggio delle strutture centrali.
Le operatività delle società controllate prevedono delle autonomie deliberative locali definite nell'ambito del perimetro operativo ed organizzativo definito dalla Capogruppo Banca Ifis.
Segue la fase di perfezionamento del credito che si riflette nella stipula del contratto, nelle attività relative all'acquisizione delle eventuali garanzie, nell'erogazione del finanziamento concesso. In tali fasi le aree di business sono affiancate da specifiche unità organizzative di supporto cui competono la predisposizione del contratto coerentemente ai disposti di delibera, nonché i controlli sul corretto adempimento di tutte le attività che portano all'erogazione del finanziamento.
Il processo di acquisizione del portafoglio crediti non performing adottato dalle strutture del Settore NPL prevede analoghe fasi organizzative riassumibili in:
La gestione operativa del credito, svolta per la clientela performing, comprende principalmente l'attività di gestione ordinaria e di monitoraggio effettuate da strutture istituite presso ciascuna società del Gruppo al fine di garantire la verifica continua e proattiva della clientela affidata. Tale attività è affiancata da un'attività di monitoraggio effettuata a livello di Gruppo da una specifica unità organizzativa istituita presso la Capogruppo, allo scopo di identificare le controparti che presentano anomalie andamentali, al fine di anticipare il manifestarsi di casi problematici e a fornire un adeguato reporting alle competenti funzioni aziendali.
Nel caso in cui la posizione di credito presenti oggettive situazioni di problematicità nel rimborso, la stessa viene trasferita a specifiche funzioni specializzate per prodotto nella gestione e recupero di operazioni deteriorate.
La gestione operativa del recupero dei crediti rivenienti da operazioni di acquisto di crediti di difficile esigibilità è curata sia da risorse interne alla controllata Ifis NPL S.p.A. e Ifis NPL Servicing S.p.A., sia da una diffusa e collaudata rete di società di esazione e di agenti in attività finanziaria operanti sull'intero territorio nazionale. L'attività di gestione stragiudiziale consiste prevalentemente nell'attivazione del credito mediante sottoscrizione da parte del debitore di piani cambiari o piani di rientro volontari; l'attività di gestione giudiziale consiste, invece, nella trasformazione mediante azione legale volta all'ottenimento da parte del tribunale dell'ordinanza di assegnazione (OdA) del quinto della pensione o dello stipendio (la cui esistenza è il presupposto necessario per l'avvio di tale forma di trasformazione) o della vendita sul mercato dell'asset a garanzia del credito (gestione secured).
Viene infine valutata altresì la convenienza ad effettuare operazioni di cessione di portafogli di crediti non performing, prevalentemente rappresentati da code di lavorazione, da sottoporre – per l'approvazione – ai competenti Organi deliberanti, coerentemente agli obiettivi di redditività prefissati e previa analisi degli impatti contabili, segnaletici, legali ed operativi che da esse discendono. A tal fine,

si avvale degli approfondimenti operati per gli ambiti di rispettiva competenza dalle pertinenti funzioni aziendali della Capogruppo.
Durante il corso dell'anno 2020, allo scopo di recepire gli impatti dell'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19 nei modelli di valutazione contabile dei crediti NPL, sono state effettuate analisi ed implementate nuove logiche prudenziali, oltre alle misure Istituzionali introdotte per il sostentamento temporaneo dell'economia nazionale.
Il Governo italiano ha introdotto misure volte a fornire sostegno finanziario a imprese e famiglie, attraverso moratorie e rafforzamento del sistema pubblico di garanzia sui crediti, allo scopo di alleviare le tensioni di liquidità causate dall'emergenza e favorire il nuovo credito. Tali misure consentono altresì di mitigare eventuali impatti sulla qualità del credito delle banche. Il Gruppo è quindi intervenuto nel rivedere la stima delle perdite attese e la valutazione dei portafogli, sia a livello di riserve collettive sia di riserve specifiche.
In particolare, per il Settore NPL, durante il periodo di emergenza sanitaria, sono state rafforzate le attività di recupero attraverso la modalità telefonica (phone collection) essendo state temporaneamente sospese le attività della rete agenti. Le restrizioni imposte a seguito della diffusione del Covid-19 hanno comportato la chiusura parziale delle attività produttive, tra le quali la chiusura temporanea (in particolare nel primo semestre 2020) dei tribunali, rallentando lo svolgimento delle attività legali orientate all'ottenimento di precetti, pignoramenti e ordinanze di assegnazione somme (OdA), con conseguente allungamento delle tempistiche di incasso; tale situazione ha richiesto un intervento di calibrazione ai modelli di valutazione che ha comportato una minore contribuzione al margine di interesse per un importo pari a circa 31 milioni di euro.
Per quanto concerne i finanziamenti a privati sotto forma di CQS e CQP concessi tramite la controllata Cap.Ital.Fin. S.p.A., il Gruppo ha subito l'effetto della chiusura e del blocco della produzione di numerose aziende che hanno fatto uso, in molti casi, dell'ammortizzatore sociale della Cassa Integrazione in Deroga; ciò ha comportato l'erogazione della retribuzione direttamente dall'INPS generando, in molti casi, ritardi nell'erogazione dei fondi e, di conseguenza, nella ricezione dei pagamenti. Il Gruppo ha concesso ad alcune controparti la sospensione delle rate di pagamento previste dal piano di ammortamento.
In ambito Corporate, il Gruppo Banca Ifis ha aderito al Decreto Cura Italia, all'Accordo per il credito Abi e al Decreto Liquidità, con la conseguente concessione di moratorie ed erogazione di nuovi finanziamenti coperti dalla Garanzia del Fondo Centrale.
Durante il 2020 il Gruppo Banca Ifis, in linea con il Decreto Cura Italia, ha implementato le seguenti misure di sostegno per le micro, piccole e medie imprese aventi sede in Italia che risultavano classificate in bonis e con carenza di liquidità a seguito dell'epidemia Covid-19:
Nell'ambito dei finanziamenti alle farmacie, coerentemente alle previsioni di cui al Decreto Cura Italia e delle successive proroghe introdotte al fine di tenere conto degli sviluppi della pandemia, è stata concessa ad alcune controparti che ne hanno fatto richiesta (previo accertamento della riduzione del loro fatturato aziendale) la sospensione delle rate dei finanziamenti in corso.
Il rischio di credito è presidiato nel continuo con l'ausilio di procedure e strumenti che consentono una tempestiva individuazione delle posizioni che presentano particolari anomalie.
Il Gruppo Banca Ifis nel tempo si è dotato di strumenti e procedure che consentono di valutare e monitorare il rischio in modo specifico per ciascuna tipologia di clientela e di prodotto.

Superata con esito positivo la fase di valutazione e avviata l'operatività con il cliente, si procede con il monitoraggio nel continuo del rischio di credito verificando la puntualità dei rimborsi, la correttezza del rapporto, le informazioni segnalate dal Sistema alla Centrale dei Rischi o a banche dati selezionate e il profilo reputazionale e ad esaminare, per ciascuna di queste, le cause sottostanti.
Con riferimento alle attività di controllo del portafoglio, come riportato in precedenza, i crediti verso la clientela sono monitorati da specifiche unità all'interno delle citate aree di business alle quali è demandata la verifica continua e proattiva della clientela affidata (controlli di primo livello); si affiancano ulteriori attività di controllo svolte a livello centralizzato da specifica unità organizzativa basate principalmente sull'utilizzo di modelli di analisi andamentale tra cui quelli sviluppati dalla funzione di Risk Management della Capogruppo, volti ad identificare situazioni di anomalia negli indicatori di early warning specificatamente individuati.
Alle esposizioni di rischio creditizio verso imprese domestiche viene attribuito un rating interno sulla base di un modello sviluppato internamente per il portafoglio credito commerciale. Nel corso del 2020 si sono completati gli sviluppi di nuovi modelli di rating stimati su una popolazione allargata, oltre ai crediti commerciali, anche ad altri business (i.e. leasing). L'introduzione di tali modelli nei processi della Banca è fissata a inizio 2021 in quanto la Banca ha ritenuto di allineare temporalmente l'entrata in vigore della nuova definizione di default con le regole di classificazione delle esposizioni ed i metodi per la misurazione della perdita attesa. Infatti l'attività di calibrazione della PD associata alle rating class è stata effettuata sulla base della nuova definizione di default come da EBA Guidelines.
Nell'espletamento delle attività di misurazione e controllo assume un'importanza fondamentale l'attività svolta dal Risk Management nell'ambito dei controlli di secondo livello.
Con riferimento ai rischi creditizi, la funzione di Risk Management:
Nell'ambito dei principi Basilea 3, per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di credito di primo pilastro, Banca Ifis ha scelto di avvalersi del metodo standardizzato.
La Capogruppo Banca Ifis, al fine di valutare le proprie vulnerabilità a livello di gestione del capitale e della liquidità, ha sviluppato delle tecniche quantitative e qualitative con le quali valuta la propria esposizione ad eventi eccezionali ma plausibili. Tali analisi, definite analisi di stress, misurano gli effetti per la Banca e le sue controllate, in termini di rischiosità, derivanti da movimenti congiunti delle variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi. Tali analisi interessano in maniera rilevante il rischio di credito.
Le analisi di stress consentono di verificare la resilienza del Gruppo, simulando e stimando gli impatti di situazioni avverse, e forniscono importanti indicazioni in merito alla propria esposizione ai rischi e agli

strumenti, all'adeguatezza dei relativi sistemi di mitigazione e controllo ed alla capacità di far fronte a perdite inattese anche in ottica prospettica e di pianificazione.
La Capogruppo Banca Ifis, a fini regolamentari, effettua esercizi di stress nell'ambito della definizione del Risk Appetite Framework, della predisposizione del Recovery Plan e del resoconto ICAAP e ILAAP, almeno su base annuale, come richiesto dalla normativa di vigilanza prudenziale vigente. In tale contesto valuta, fra gli altri, la sostenibilità delle strategie creditizie in condizioni avverse.
Rientrano nell'ambito delle tecniche di mitigazione del rischio di credito quegli strumenti che contribuiscono a ridurre la perdita che il Gruppo andrebbe a sopportare in caso di default della controparte; nello specifico, ci si riferisce alle garanzie ricevute dalla clientela, sia di tipo reale sia personale, e ad eventuali contratti che possono determinare una riduzione del rischio di credito.
In linea generale, nell'ambito del processo di concessione e gestione del credito, per talune tipologie di affidamenti, viene incentivato il rilascio da parte della clientela di idonee garanzie atte a ridurne la rischiosità. Esse possono essere rappresentate da garanzie reali che gravano su beni, quali ad esempio i pegni su attività finanziarie, le ipoteche su immobili (residenziali/non residenziali) e/o da garanzie personali (tipicamente le fideiussioni) che gravano su un soggetto terzo ove la persona (fisica o giuridica) si costituisce garante della posizione debitoria del cliente in caso di insolvenza.
In particolare:

• l'operatività di finanziamento alle farmacie prevede un'anticipazione accompagnata da una cessione o da un mandato all'incasso dei crediti con la possibilità di utilizzare le anticipazioni successive a decurtazione dei finanziamenti in essere.
In linea con quanto stabilito dal Decreto Liquidità (D.L. 8 aprile 2020 n. 23) il Gruppo ha usufruito delle garanzie offerte dal Fondo di Garanzia statale per la tipologia di clientela e finanziamenti previsti dal Decreto, con coperture che possono arrivare fino al 100%. Tale garanzia consente una riduzione degli RWA relativi al rischio di credito, in proporzione alla quota di esposizione coperta dal Fondo.
Nell'ambito dei portafogli NPL acquisiti sono incluse posizioni garantite da ipoteche su immobili che presentano una rischiosità inferiore rispetto al portafoglio complessivo acquisito.
La determinazione dell'ammontare complessivo degli affidamenti concedibili allo stesso cliente e/o gruppo giuridico ed economico tiene conto di appositi criteri per la ponderazione delle diverse categorie di rischio e delle garanzie. In particolare, al valore di stima delle garanzie reali vengono applicati "scarti" prudenziali, differenziati per tipologia di garanzia.
Banca Ifis S.p.A. verifica nel continuo la qualità e l'adeguatezza delle garanzie acquisite sul portafoglio crediti, con presidi di secondo livello effettuati dalla funzione di Risk Management della Banca e svolti in ambito Single File Review.
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 17 del presente documento.
Le modalità di classificazione dei crediti deteriorati si attengono ai criteri definiti da Banca d'Italia.
Le posizioni deteriorate o che presentano criticità marcate sono gestite direttamente da specifiche unità organizzative istituite in ciascuna società del Gruppo Bancario che:
Rientrano tra le attività deteriorate i crediti acquisiti principalmente dalla controllata Ifis NPL S.p.A. e Ifis NPL Servicing S.p.A. acquistati a valori sensibilmente inferiori rispetto al valore nominale, nonché gli attivi deteriorati rivenienti prevalentemente dalla business combination con l'ex Gruppo GE Capital Interbanca al momento dell'acquisizione come previsto dal principio IFRS9.
L'azione del Gruppo è orientata verso una duplice direzione:
Nella gestione di tali aspetti il Gruppo deve, peraltro, necessariamente tenere conto dei diversi segmenti di attività e correlate tipologie di credito, declinando soluzioni ed azioni coerenti con le specificità dei singoli comparti, al fine di assicurare il miglior risultato in termini di tutela del valore e velocità di soluzione.

Ciò premesso, il Gruppo in sede dell'aggiornamento annuale del piano operativo di gestione degli NPL di breve e di medio e lungo periodo, presentato all'Autorità di Vigilanza lo scorso marzo 2020, ha mantenuto quali indicatori di performance e obiettivi espliciti da perseguire con una gestione attenta e proattiva, i seguenti due indicatori:
Con riferimento alle esposizioni creditizie per cassa verso clientela in essere alla data del 31 dicembre 2020, escluse le posizioni rivenienti dall'acquisto e gestione di crediti deteriorati di terzi originators gestite dalle controllate Ifis NPL S.p.A. e Ifis NPL Servicing S.p.A., nonostante gli impatti economici derivanti dalla situazione emergenziale da Covid-19 in corso, i livelli di ratio NPE risultano migliori rispetto agli obiettivi prefissati in sede di definizione delle direttrici strategiche contenute nel Piano Industriale 2020-2022. Tale risultato è principalmente imputabile agli effetti positivi derivanti dalla concessione delle moratorie sui finanziamenti e dalle cessioni di crediti deteriorati cartolarizzati e garantiti dallo Stato (GACS). Indipendentemente dalla congiuntura in atto, il perseguimento dell'obiettivo di generale riduzione dello stock di crediti deteriorati di medio/lungo termine permane ed è atteso che avvenga attraverso una strategia differenziata in relazione alla specificità dei singoli portafogli interessati (tenendo in considerazione la tipologia di controparte e la specificità dei singoli prodotti). In linea generale, le azioni che verranno adottate sono essenzialmente riconducibili alle seguenti direttrici, peraltro da tempo perseguite:
Le posizioni deteriorate o che presentano criticità marcate sono gestite direttamente da specifiche unità organizzative istituite in ciascuna società del Gruppo che:
Maggiori dettagli informativi di tale operatività sono riportati nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Banca Ifis.
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 7 del presente documento.

Rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall'applicazione di tecniche di attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie.
Il Gruppo Banca Ifis pone particolare attenzione alla concentrazione del rischio di credito con riferimento a tutte le società del Gruppo sia a livello individuale che consolidato. Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis ha dato mandato all'Alta Direzione di agire in funzione di un contenimento dei grandi rischi. In linea con le indicazioni del Consiglio sono sottoposti a monitoraggio in via sistematica anche le posizioni a rischio che impegnano il Gruppo in misura rilevante.
In linea con le prescrizioni di vigilanza nel processo del credito, ai fini della gestione e del controllo del rischio di concentrazione, si possono distinguere due differenti fasi: la prima rappresentata dall'affidamento, in particolare in sede di assunzione delle "Grandi Esposizioni" e la seconda, è identificabile nel monitoraggio continuativo della qualità delle esposizioni in essere, soprattutto di maggiore ammontare.
Il Gruppo Banca Ifis, con modalità correlate alla natura dei prodotti/clientela intermediati, si è dotato di procedure interne coerenti con l'assunzione e il monitoraggio delle "Grandi Esposizioni", da applicare in via cautelativa anche ai finanziamenti che pur non risultando "Grandi Esposizioni" abbiano dimensioni tali da poter avere effetti di rilievo sulla solidità patrimoniale della società finanziatrice in caso di crisi del soggetto/gruppo affidato. In particolare, le società del Gruppo Bancario, avvalendosi anzitutto delle evidenze fornite dall'anagrafe della Banca che identifica per tutta la clientela del Gruppo Bancario i rapporti in essere e gli eventuali legami giuridici ed economici, acquisiscono nel corso dell'istruttoria per la concessione di un nuovo finanziamento o del monitoraggio della posizione, tutti i dati e le informazioni ritenute necessarie per valutare la singola operazione nel coacervo complessivo dell'esposizione con il gruppo di appartenenza della controparte, la cui composizione viene mantenuta nel tempo aggiornata.
La funzione Risk Management monitora periodicamente la composizione della clientela ed il relativo grado di concentrazione, con particolare focus verso i prenditori di grande rilievo, al fine di mantenere, per quanto possibile un soddisfacente frazionamento del rischio creditizio e di limitare le potenziali perdite in caso di insolvenza di controparti con esposizioni debitorie rilevanti. Con riguardo ai portafogli con caratteristiche retail l'attività di monitoraggio in materia di concentrazione si declina con logiche di portafoglio e attraverso fattispecie differenziate in relazione alla tipologia di prodotto e di gestione.
La Banca assicura il costante rispetto dei limiti regolamentari alla concentrazione dei rischi sia su base individuale che consolidata, nonché il rispetto dei limiti regolamentari più stringenti riferiti a soggetti collegati. I risultati delle verifiche sono riportati all'Alta Direzione all'interno del Tableau de Bord a cadenza trimestrale.
Una rappresentazione quantitativa delle "Grandi Esposizioni" in essere alla data del 31 dicembre 2020 è riportata nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Bancario Banca Ifis. L'ammontare complessivo delle Grandi Esposizioni al valore ponderato al 31 dicembre 2020 è costituito per 232 milioni di euro da attività fiscali, per 193 milioni di euro da esposizioni nei confronti di controparti non rientranti nel perimetro di consolidamento prudenziale.
Al fine di compiere una completa misurazione dei rischi a cui il Gruppo è esposto, nell'ambito del secondo pilastro Banca Ifis calcola l'add-on di capitale a fronte del rischio di concentrazione singlename e geo-settoriale.

Come noto, il rischio di concentrazione single-name mira a "correggere" ed integrare la quantificazione del rischio di credito, misurato con metodologia standardizzata, definendo un add-on di capitale che miri a coprire il rischio derivante dalla eccessiva concentrazione verso gruppi di imprese connesse. Il Gruppo misura il rischio di concentrazione relativo al "portafoglio bancario", attraverso la metodologia semplificata prescritta dalla Circolare 285/2013 – Parte Prima - Titolo III "Processo di controllo prudenziale" – Capitolo 1 – allegato B, ai fini del computo del relativo requisito patrimoniale regolamentare.
Specifico processo è utilizzato per calcolare il capitale interno a fronte del rischio di concentrazione di natura geo-settoriale secondo la proposta metodologica ABI di recente revisionata, che si propone di fornire una modalità semplificata per la determinazione dell'eventuale add-on di capitale interno riferito alla differenza tra la concentrazione del portafoglio aziendale e quella del portafoglio benchmark geosettoriale di riferimento. Nell'applicazione della metodologia, non avendo il Gruppo un'area geografica di prevalenza, utilizza come riferimento il portafoglio su base nazionale.
Una non trascurabile esposizione al rischio di concentrazione può essere generata dai crediti erogati dalla Banca nei confronti di controparti classificabili come medie e grandi aziende principalmente per le attività di corporate lending e Finanza Strutturata. I crediti vantati dal Gruppo nei confronti di controparti appartenenti alle classi retail e alle imprese di medie dimensioni, generalmente riferibili alle attività di factoring, leasing, farmacie, prestiti alle famiglie, nonché alle posizioni di rischio provenienti dall'acquisizione di crediti non performing, considerate la granularità e la tipologia delle esposizioni a rischio, influiscono in una misura nettamente inferiore sul rischio di concentrazione.
Rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari della transazione stessa.
Il rischio di controparte insiste attualmente nell'operatività in prodotti derivati generata dall'attività di Finanza Proprietaria, Area appartenente alla Direzione Capital Markets e deputata ad individuare, implementare e realizzare le strategie di investimento per il Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis; è inoltre presente un portafoglio residuale di prodotti derivati, principalmente su tassi di interesse, riveniente dall'attività di Corporate in cui venivano offerti contratti derivati alla clientela a copertura dei rischi finanziari da questa assunti; tutte le operazioni ancora in essere sono coperte con operazioni "back to back", nelle quali si è assunta, con controparti di mercato esterne, una posizione opposta a quella venduta alla clientela corporate.
A livello organizzativo la gestione dell'operatività in strumenti finanziari è curata dalla Direzione Capital Markets in conformità alle politiche definite e agli indirizzi assegnati secondo limiti operativi e di rischio ed obiettivi di redditività.
Per quanto riguarda il rischio di controparte connaturato all'attività di raccolta in pronti contro termine, il suo monitoraggio si sostanzia in una puntuale e costante verifica della struttura e qualità del portafoglio titoli di proprietà, in quanto il rischio sottostante è direttamente connesso al merito creditizio delle controparti con le quali vengono poste in essere le operazioni di finanziamento collateralizzato (generalmente controparti centrali quali Cassa Compensazione e Garanzia e Banca Centrale Europea) e proporzionale alla volatilità di prezzo dei titoli in portafoglio dati in garanzia.
In relazione sia al basso livello di esposizione del portafoglio di prodotti derivati, sia alla scarsa incidenza dei capitali interni assorbiti connessi al rischio di controparte (CCR) sul totale complessivo del capitale interno assorbito sui rischi, si ritiene che la rilevanza potenziale del suddetto rischio a livello di Gruppo sia "bassa".
La Banca, per la misurazione del rischio di controparte e la misurazione del relativo capitale interno, si basa sulle metodologie prescritte dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo II, Capo 6 (CCR) e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013, ai fini del computo

dei pertinenti requisiti patrimoniali regolamentari. In particolare per le transazioni riguardanti i derivati, ai fini della misurazione del rischio di controparte applica il "metodo del valore di mercato" (articolo 274 CRR).
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 5 del presente documento.
Rappresenta il rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un paese diverso dall'Italia. Il concetto di rischio paese è più ampio di quello di rischio sovrano in quanto è riferito a tutte le esposizioni indipendentemente dalla natura delle controparti, siano esse persone fisiche, imprese, banche o amministrazioni pubbliche.
Il rischio paese rappresenta una componente aggiuntiva del rischio di insolvenza dei singoli prenditori, misurato nell'ambito dei sistemi di controllo dei rischi creditizi del Gruppo.
In generale il rischio paese deriva dalla possibilità di perdita dovuta ad eventi non dipendenti dalla solvenza del debitore, ma riconducibili al paese, inteso in senso lato, in cui esso è residente. Qualunque prestito internazionale presenta un rischio paese, in ragione del fatto che le capacità e/o le possibilità di rimborso del debitore possono essere condizionate da fattori economici, politici e sociali che trascendono la dimensione microeconomica del rapporto creditizio. Nel caso in cui il debitore sia un operatore privato, tale rischio si concretizza in una serie di impedimenti politici, economici e/o tecnici di cui è responsabile, in ultima istanza, l'autorità pubblica; nel caso in cui, invece, il debitore si identifichi con il governo di un paese o con qualsiasi altro ente pubblico o pubblicamente garantito (debitore c.d. "sovrano"), tale rischio si manifesta con la diretta incapacità (tecnica, economica, finanziaria) o rifiuto di tali soggetti ad ottemperare agli impegni assunti.
La gran parte delle esposizioni del Gruppo è concentrata in Italia; le esposizioni restanti verso clientela non domestica sono riferite principalmente a controparti residenti in Polonia, altri paesi dell'Unione Europea, Regno Unito, Svizzera e USA, con un peso relativo pari o inferiore all' 1%.
Le unità operative di business aventi esposizioni creditizie con clientela estera sono: l'Area Commerciale Italia, l'Area International, l'Area Finanza Proprietaria, la controllata Ifis Finance Sp. z o.o., l'Area Corporate Finance. L'Area Commerciale Italia opera con l'estero tramite l'operatività di factoring con cessioni a titolo definitivo con controparte debitore avente sede estera. Il target di clientela a cui si rivolge l'Area International riguarda servizi di finanziamento alle imprese domestiche che effettuano attività di export nonché ad imprese estere, operando direttamente o avvalendosi della collaborazione di corrispondenti esteri. Lo sviluppo delle relazioni con corrispondenti esteri (banche estere o intermediari factoring non bancari) avviene nel mercato import e nel mercato export prevalentemente nell'ambito della rete mondiale di società factoring "Factors Chain International" (FCI). La controllata Ifis Finance Sp. z o.o. è la società del Gruppo specializzata in servizi di factoring (import/export) nel mercato polacco. Risultano altresì in essere esposizioni verso clientela corporate avente sede all'estero collegata all'operatività gestita dai Servizi di Finanza Strutturata e di Workout & Recovery.
In riferimento alle esposizioni verso debitori esteri "sovrani", il Gruppo non presenta esposizioni di rischio.
Una rappresentazione quantitativa della distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso la clientela è riportata nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Banca Ifis. La maggioranza delle esposizioni creditizie nette è riferita a clientela domestica. Alla luce di quanto esposto, si ritiene che la rilevanza potenziale del suddetto rischio a livello di Gruppo sia "bassa".

Rappresenta il rischio che il governo italiano non rispetti le proprie obbligazioni finanziarie per fattori economici, finanziari e politici.
Il Gruppo nel corso del 2020 ha incrementato la sua esposizione verso lo Stato italiano per investimenti in titoli governativi.
Sulla base dell'andamento del corso dei titoli registrato nel 2020 il Gruppo non prevede di subire variazioni rilevanti sul patrimonio, avvalendosi, altresì, della facoltà di neutralizzare i profitti e le perdite non realizzate nelle misure previste dall'art. 468 del Regolamento 575/2013; con riferimento alla liquidità, non si prevedono deprezzamenti significativi sulle garanzie disponibili utilizzabili per il rifinanziamento sul mercato collateralizzato.
Si rileva che, rispetto al totale attivo, la quota parte di liquidità investita in titoli di Stato italiani risulta essere pari a circa il 15% a fine 2020.
Specifica informativa in merito al Debito Sovrano è riportata nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Bancario Banca Ifis. Alla data del 31 dicembre 2020 il valore di bilancio dei titoli di debito emessi dalla Repubblica Italiana ammontava a 1.808 milioni di euro al netto della riserva da valutazione negativa pari a 2,7 milioni di euro.
In conformità alla comunicazione CONSOB, oltre alle esposizioni in titoli di debito sovrano devono essere considerati gli impieghi nei confronti dello Stato Italiano; tali esposizioni alla data del 31 dicembre 2020 ammontano a 646 milioni di euro, di cui 96 milioni di euro relativi a crediti fiscali.
La valutazione dell'incidenza del rischio sovrano Italia è di natura qualitativa; si ritiene che la rilevanza potenziale del rischio sovrano Italia a livello di Gruppo sia "bassa".
Rischio che il Gruppo, affidatario di un soggetto che percepisce le sue principali fonti di reddito in una valuta diversa da quella dell'affidamento, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l'esposizione.
Il rischio trasferimento impatta sull'operatività generata dal Gruppo, in particolare nell'ambito dell'operatività su import/export, ovvero factoring estero su estero.
La valutazione dell'incidenza del rischio trasferimento è qualitativa; il driver considerato è la numerosità delle controparti che si finanziano con una valuta diversa rispetto a quella in cui percepiscono le principali fonti di reddito.
Inoltre nell'ambito del processo di erogazione del credito, al fine di individuare potenziali perdite future dovute alla difficoltà della controparte di convertire la propria valuta, è posta particolare attenzione nella fase di underwriting a fattori di rischio quali:
La rilevanza potenziale del rischio di trasferimento a livello di Gruppo è valutata "bassa".
Rappresenta il rischio che le tecniche riconosciute per l'attenuazione del rischio di credito utilizzate dal Gruppo (cd. Credit Risk Mitigation) risultino meno efficaci del previsto.
Il rischio residuo è collegato alla possibilità che le tecniche riconosciute per l'attenuazione del rischio di credito, utilizzate ai fini dell'abbattimento del requisito patrimoniale, risultino meno efficaci del previsto,

generando nelle esposizioni garantite delle perdite superiori a quelle coperte dai corrispondenti requisiti patrimoniali calcolati dal Gruppo secondo la metodologia standardizzata di misurazione del rischio di credito del portafoglio bancario.
Le strategie perseguite dal Gruppo prevedono che le linee di credito vengano preferibilmente assistite da idonee garanzie e strumenti di mitigazione del rischio. In particolare Banca Ifis S.p.A., in relazione all'operatività Corporate Finance, concedendo prevalentemente affidamenti a medio termine, privilegia operazioni caratterizzate dall'acquisizione di garanzie in relazione allo standing della controparte e alla durata del finanziamento, ad esempio garanzie ipotecarie, privilegi su impianti e macchinari, pegni, fideiussioni, assicurazioni del credito e depositi collaterali. In relazione alla finanza agevolata si procede a finanziare le PMI con il sostegno del Fondo di Garanzia concesso dal Ministero dello Sviluppo Economico, con l'obiettivo duplice di dare la possibilità all'impresa di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) per la parte garantita dal Fondo e alla Banca di attenuare il rischio di credito per l'esposizione garantita.
All'interno del contesto pandemico, in linea con quanto stabilito dal Decreto Liquidità (D.L. 8 aprile 2020 n. 23), il Gruppo ha usufruito delle garanzie offerte dal Fondo di Garanzia statale per la tipologia di clientela e finanziamenti previsti dal Decreto, con coperture che possono arrivare fino al 100%. Tale garanzia consente una riduzione degli RWA relativi al rischio di credito, in proporzione alla quota di esposizione coperta dal Fondo.
Criteri analoghi sono seguiti dalle controllate del Gruppo in funzione dei prodotti dalle stesse intermediati.
Il rischio residuo è valutato qualitativamente formulando un giudizio sull'adeguatezza delle procedure di gestione degli strumenti di CRM, avendo presenti i requisiti generali e specifici previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali.
Nell'ambito dei portafogli NPL acquisiti, seppur con un non diretto impatto sulle tecniche di CRM, sono incluse posizioni garantite da ipoteche su immobili che presentano una rischiosità inferiore rispetto al portafoglio complessivo acquisito.
La rilevanza potenziale del rischio residuo a livello di Gruppo è valutata "bassa".
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 17 del presente documento.
Rappresenta il rischio che una controparte non adempia al proprio obbligo di consegna o pagamento nell'ambito di una transazione di strumenti finanziari.
Il rischio di regolamento e consegna insiste nell'ambito di transazioni in strumenti finanziari, di conseguenza tale rischio incide potenzialmente sui processi gestiti dalla Direzione Capital Markets.
Per la valutazione dell'incidenza del rischio di regolamento e consegna la banca ha considerati come driver:
La rilevanza potenziale del rischio di regolamento e consegna a livello di Gruppo è valutata "bassa".

Rappresenta il rischio che la sostanza economica dell'operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.
Nel corso del 2020 è stata eseguita dal Gruppo un'operazione di cessione di crediti avente come oggetto un portafoglio di crediti derivanti da finanziamenti verso debitori classificati "a sofferenza". Tale cessione si è configurata all'interno di una operazione di cartolarizzazione che ha visto la partecipazione di un pool di banche cedenti dei rispettivi portafogli; quota parte delle notes relative alla cartolarizzazione sono state sottoscritte dal Gruppo.
Il Gruppo, inoltre, presenta ulteriori esposizioni verso operazioni di cartolarizzazione di terzi di importo contenuto, acquisite con finalità di investimento allo scopo di generare margine di profitto e di realizzare un apprezzabile ritorno a medio-lungo termine sul capitale. Tali operazioni possono essere originate dalle diverse aree di business del Gruppo, in relazione alle caratteristiche del portafoglio sottostante, sia in bonis che deteriorato, ovvero nell'ambito dell'attività di investimento della liquidità.
Con finalità di funding (senza trasferimento di rischi e benefici) sono presenti operazioni di cartolarizzazione aventi come sottostante alcune forme tecniche di attività (crediti commerciali, finanziamenti a medio-lungo termine) nonché alcune operazioni di auto-cartolarizzazione sul leasing e residuali sulla controllata Farbanca.
Le attività di acquisizione, presidio e mitigazione vengono svolte in conformità con le politiche e procedure relative al rischio di credito, ed in particolare con la "Politica per la gestione delle operazioni di cartolarizzazione", e nel rispetto della propensione al rischio stabilite nell'ambito del Risk Appetite Framework. Il Gruppo investe in cartolarizzazioni di cui è in grado di valutare, in forza dell'esperienza maturata, i relativi asset sottostanti. In particolare, l'unità proponente, identificata l'opportunità di investimento, svolge le attività di due diligence al fine di valutare i flussi di cassa futuri e la congruità del prezzo, coordinando, a tal fine, le unità organizzative di volta in volta competenti e formalizzando i relativi esiti da sottoporre all'organo deliberante competente. Successivamente all'acquisizione, l'investimento è oggetto di monitoraggio, su base continuativa, con riferimento agli indicatori di performance delle esposizioni sottostanti e all'aderenza dei flussi di cassa rispetto alle valutazioni effettuate in sede di acquisizione.
La rilevanza potenziale del rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione a livello di Gruppo è valutata "bassa".
Maggiori dettagli informativi di tale operatività sono riportati nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Bancario Banca Ifis.
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 14 del presente documento.
Rischio di una perdita di valore della partecipazione (in imprese finanziarie e non) detenuta dal Gruppo derivante dalla possibilità di incorrere in perdite in conto capitale, di conseguire un rendimento inferiore a quanto previsto e/o di dover sostenere immobilizzi per periodi superiori alle attese iniziali. Tale rischio include eventuali conflitti di interesse e di inadeguata separatezza organizzativa o societaria fra l'attività di investimento in partecipazioni e la rimanente attività bancaria.
Il rischio da partecipazioni è generato da operazioni di differente natura fra le quali rilevano:

L'attività di presidio del rischio da partecipazioni è esercitata dall'Area Corporate Finance, unità dedicata, fra gli altri, all'offerta di operazioni di investimento in imprese finanziarie in bonis o in quote di organismi interposti. In tale ambito analizza le prospettive di rendimento insite nell'investimento e verifica l'adeguatezza rispetto al complessivo profilo di rischio, valuta la convenienza per la Banca ad effettuare l'investimento e infine gestisce nel continuo le operazioni presenti nel portafoglio investimenti della Banca.
La funzione di Risk Management sovrintende l'attività di monitoraggio ovvero di controllo del rispetto dei limiti regolamentari in termini di detenzione sugli investimenti in partecipazioni.
La rilevanza potenziale del rischio da partecipazioni a livello di Gruppo è valutata "bassa".
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 12 del presente documento.

Rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse, con riferimento alle attività diverse dalla negoziazione. Esso rappresenta il rischio che variazioni inattese dei tassi di interesse possano determinare effetti negativi sia in termini reddituali, riducendo il margine di interesse, sia in termini patrimoniali, riducendo il valore economico della Banca.
L'assunzione del rischio di tasso di interesse costituisce una componente ordinaria dell'attività bancaria e può essere un'importante fonte di reddito e di valore patrimoniale. Tuttavia, movimenti avversi nei tassi di mercato possono avere effetti negativi sia sul livello degli utili che sul valore del capitale della Banca e delle sue controllate: cambiamenti nei tassi incidono infatti sul livello reddituale corrente attraverso variazioni nel margine di interesse e influenzano al tempo stesso anche il valore delle attività, delle passività e delle poste fuori bilancio. Pertanto, un efficace sistema di gestione del rischio che mantenga l'esposizione al rischio di tasso di interesse entro livelli ritenuti accettabili è essenziale per la sicurezza e la solidità finanziaria del Gruppo.
Il rischio di tasso d'interesse sul portafoglio bancario è un rischio trasversale che incide su tutte le società del Gruppo e la cui gestione è accentrata presso la Capogruppo. L'assunzione di rischi di tasso d'interesse significativi è in linea di principio estranea alla gestione della Banca e del Gruppo.
L'esposizione a tale rischio viene analizzata attraverso la sensitività del margine di interesse e del valore economico a variazioni dei tassi di interesse. Le analisi riguardanti la sensitività del margine di interesse vengono utilizzate a livello gestionale per verificare il posizionamento del Gruppo a breve termine, mentre l'approccio del valore economico ha per sua natura una rilevanza di medio-lungo termine.
Il monitoraggio del rischio di tasso si avvale di una serie di indicatori di rischio che sono verificati e rendicontati trimestralmente nel reporting periodico di gruppo indirizzato ai vertici aziendali. Sono valutate ed attivate laddove ritenuto opportuno azioni di mitigazione di copertura del rischio tasso al superamento delle soglie prefissate.
La funzione aziendale preposta a garantire la gestione del rischio di tasso è la Direzione Centrale Capital Markets, che in linea con l'appetito al rischio stabilito, definisce le azioni necessarie al perseguimento dello stesso. Alla funzione di Risk Management spetta il compito di proporre l'appetito al rischio, individuare gli indicatori di rischio più opportuni e monitorarne l'andamento delle masse attive e passive in relazione ai limiti prefissati. L'Alta Direzione propone annualmente al Consiglio della Banca le politiche di impiego e raccolta e di gestione del rischio di tasso, nonché suggerisce in corso d'anno gli eventuali opportuni interventi per assicurare lo svolgimento dell'attività in coerenza con le politiche di rischio approvate dalla Banca.
La posizione di rischio di tasso è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca nell'ambito del Tableau de Bord trimestrale predisposto dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali.
Ai fini della valutazione aziendale dell'adeguatezza patrimoniale, è richiesto ai Gruppi bancari di Classe 2, e quindi al nostro gruppo Banca Ifis, di predisporre sistemi di misurazione, controllo e attenuazione adeguati a valutare il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, in termini di variazioni sia del valore economico sia del margine di interesse.
Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio di tasso di interesse relativo al "portafoglio bancario" ai fini del computo del pertinente requisito patrimoniale regolamentare, si è basato sulla metodologia semplificata prescritta dalla Circolare 285/2013 – Parte Prima - Titolo III "Processo di controllo prudenziale" – Capitolo 1 – allegato C (variazioni del valore economico).

Il Gruppo si approvvigiona principalmente attraverso la raccolta retail, a tasso fisso per la parte vincolata e a tasso variabile non indicizzato, rivedibile unilateralmente da parte della Capogruppo, per i depositi liberi a vista e a chiamata. L'offerta del Gruppo prevede la possibilità di vincolare le somme con durata massima fino a cinque anni. Altre componenti di raccolta rilevanti risultano essere le operazioni di autocartolarizzazione, caratterizzate da un tasso indicizzato, di crediti commerciali e finanziamenti a medio-lungo termine, la raccolta da Eurosistema (TLTRO) e l'emissione di prestiti obbligazionari generalmente a tasso fisso e riservati a investitori qualificati.
L'attivo del Gruppo riguardante i crediti verso clientela risulta essere prevalentemente costituito da operazioni a tasso variabile, relative al credito commerciale, al corporate lending, al leasing ed a finanziamenti a medio-lungo termine. La componente principale di asset a tasso fisso riguarda il comparto NPL ed una parte significativa del portafoglio titoli di proprietà.
Nel corso del 2020 l'esposizione al rischio di tasso del Gruppo Banca Ifis è rimasta su livelli contenuti ed in linea con i valori di risk appetite definiti.
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 13 del presente documento.
Rappresenta la situazione di difficoltà o incapacità dell'azienda di far fronte puntualmente ai propri impegni di pagamento per l'incapacità sia di reperire fondi sul mercato (funding liquidity risk), sia di smobilizzare i propri attivi (market liquidity risk).
Il rischio di liquidità è rappresentato dalla possibilità che il Gruppo non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell'incapacità di reperire fondi o dell'incapacità di cedere attività sul mercato per far fronte ad esigenze di liquidità. Rappresenta, altresì, rischio di liquidità l'incapacità di reperire nuove risorse finanziarie adeguate, in termini di ammontare e di costo, rispetto alle necessità/opportunità operative, che costringa il Gruppo a rallentare o fermare lo sviluppo dell'attività, o sostenere costi di raccolta eccessivi per fronteggiare i propri impegni, con impatti negativi significativi sulla marginalità della propria attività.
Nel corso del 2020 si è rilevata, in linea con la strategia adottata, una riduzione della componente di raccolta retail, in particolare riferibile alle componenti a vista e a chiamata, ed un significativo incremento dell'accesso alla forma di finanziamento, via Eurosistema, inerente all'operazione TLTRO III.
Al 31 dicembre 2020 le fonti finanziarie sono rappresentate principalmente dal patrimonio, dalla raccolta on-line presso la clientela retail e composta da depositi a vista e vincolati, dai prestiti obbligazionari a medio-lungo termine emessi nell'ambito del programma EMTN, dalla raccolta effettuata presso l'Eurosistema (TLTRO), da operazioni di cartolarizzazione a medio-lungo termine, dal canale Abaco presso la Banca d'Italia.
Con riferimento alle attività del Gruppo esse sono composte dall'operatività inerente al factoring, derivante principalmente da crediti commerciali e presso la Pubblica Amministrazione con scadenze entro l'anno, da crediti con durata a medio-lungo termine rivenienti dall'operatività di leasing, di finanza strutturata, da crediti verso clientela concessi da Farbanca e da operazioni di work-out and recovery.
Relativamente all'attività svolta dal Gruppo nei Settori NPL ed acquisto crediti fiscali da procedure concorsuali, le caratteristiche del modello di business determinano un elevato grado di variabilità con riferimento sia all'importo che alla data di effettivo incasso. In tale ottica, assume particolare rilevanza una puntuale ed attenta gestione dei flussi di cassa. Al fine di assicurare una corretta valutazione dei flussi attesi, anche in ottica di un pricing corretto delle operazioni poste in essere, l'evoluzione degli incassi rispetto ai flussi previsionali viene posta sotto attento monitoraggio.
L'ammontare di riserve di liquidità di elevata qualità (principalmente detenute dal Gruppo presso il conto corrente con Banca d'Italia e titoli governativi facenti parte della riserva infra-giornaliera) consente di soddisfare i requisiti normativi (rispetto dei limiti LCR e NSFR) e interni relativi alla prudente gestione del rischio di liquidità.
Il Gruppo è costantemente impegnato nell'armonico sviluppo delle proprie risorse finanziarie, sia dal punto di vista dimensionale che dei costi, al fine di disporre di riserve di liquidità disponibili adeguate ai volumi di attività attuali e prospettici.
Le funzioni aziendali della Capogruppo preposte a garantire la corretta applicazione della politica di liquidità fanno riferimento alla Direzione Centrale Capital Markets, in riferimento alla gestione diretta della liquidità, alla funzione di Risk Management, cui spetta il compito di proporre l'appetito al rischio, individuare gli indicatori di rischio più opportuni e monitorarne l'andamento in relazione ai limiti prefissati e supportare l'attività dell'Alta Direzione cui spetta il compito, con il supporto della Direzione Centrale Capital Markets, di proporre annualmente al Consiglio di Amministrazione le politiche di funding e di gestione del rischio liquidità e suggerire in corso d'anno gli eventuali opportuni interventi per assicurare lo svolgimento dell'attività in piena coerenza con le politiche di rischio approvate.
Nell'ambito del continuo processo di adeguamento delle procedure e politiche inerenti il rischio di liquidità e tenuto conto dell'evoluzione delle disposizioni di vigilanza prudenziale di riferimento, la Capogruppo utilizza un framework interno di governo, monitoraggio e gestione del rischio di liquidità a livello di Gruppo.
In conformità alle disposizioni di vigilanza la Banca è altresì dotata di un piano di emergenza (Contingency Funding Plan) al fine di salvaguardare il Gruppo bancario da danni o pericoli derivanti da una eventuale crisi di liquidità e garantire la continuità operativa aziendale anche in condizioni di grave emergenza derivante dagli assetti interni e/o dalla situazione dei mercati.
La posizione di rischio di liquidità è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca predisposto dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali.
Con riferimento alla partecipata polacca, l'attività di tesoreria è coordinata dalla Capogruppo.
Maggiori dettagli informativi di natura quantitativa sono riportati nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Bancario Banca Ifis.
Di seguito viene riportato il valore dell'indicatore LCR calcolato conformemente alle linee guida EBA/GL/2017/01 "Sull'informativa relativa al coefficiente di copertura della liquidità, a integrazione dell'informativa sulla gestione del rischio di liquidità ai sensi dell'articolo 435 del regolamento (UE) n. 575/2013". I dati esposti si riferiscono alla media semplice delle ultime 12 osservazioni mensili a partire dal LCR rilevato a fine esercizio 2020.
| Mod. EU LIQ1 - Liquidity Coverage Ratio (LCR) | 31/12/2020 in milioni di Euro |
|---|---|
| 21 - Riserva di liquidità | 1.305,29 |
| 22 - Totale dei deflussi di cassa netti | 93,73 |
| 23 - Coefficiente di copertura della liquidità | 1461,5% |
|---|---|
Al verificarsi della pandemia Covid-19, relativamente al rischio di liquidità, il Gruppo ha prontamente definito un rafforzamento dei presidi interni sia attraverso l'incremento della frequenza (da mensile a settimanale) di convocazione del Comitato Tecnico ALM, avvenuta a prescindere da eventuali segnalazioni di situazioni di allerta o crisi rilevate attraverso il Contingency Funding Plan, sia con un ulteriore potenziamento degli strumenti e dei processi di monitoraggio e controllo della posizione di liquidità.

Nel periodo di maggiore crisi, le riserve di liquidità disponibili e prontamente utilizzabili si sono mantenute ampiamente capienti rispetto alle obbligazioni del Gruppo, rilevando costantemente, per gli indicatori regolamentari LCR e NSFR, valori significativamente superiori alle soglie richieste. Anche in termini di survival period, che considera il verificarsi di un severo scenario di stress combinato, si sono rilevati valori in linea con l'appetito al rischio definito.
Relativamente all'evoluzione dei volumi di provvista nel corso del 2020 ascrivibile agli effetti della pandemia, si rileva una riduzione dello stock di raccolta cartolarizzata avente come collateral crediti commerciali, avvenuta in conseguenza della riduzione delle consistenze dei crediti sottostanti e derivante dal rallentamento economico. Anche al fine di sopperire a potenziali ulteriori riduzioni di tali forme di raccolta e, in considerazione del freezing del mercato di funding wholesale al tempo esistente, nel corso del mese di giugno 2020 il Gruppo ha aderito per un importo significativo alla nuova operazione di finanziamento straordinario (c.d. TLTRO 3) promossa dalla BCE finanziandosi quindi a medio-lungo termine ad un costo competitivo.
Nel corso del mese di febbraio 2020 (pre-pandemia) è stata effettuata come previsto da funding plan un'emissione obbligazionaria.
In coerenza con la strategia menzionata in termini di gestione e appetito al rischio, malgrado l'eccezionalità dell'evento pandemico, non sono state rilevate nel corso dell'esercizio 2020 violazioni delle soglie di rischio assegnate internamente.
Nel corso del 2020 è stato avviato un progetto di improvement metodologico e tecnologico riguardante, tra l'altro, la misurazione ed il controllo del rischio di liquidità e che prevede l'adozione da parte delle funzioni interessate di una suite di ALM fornita da un vendor esterno.
Il rischio connesso alla quota di attività vincolate deriva dall'indisponibilità di attivi prontamente liquidabili tramite vendita, vendita con patto di riacquisto, cessione in garanzia o cartolarizzazione.
Il rischio connesso alla quota di attività vincolate (asset encumbrance) determina:
Le operazioni per le quali il Gruppo di norma vincola una parte delle proprie attività finanziarie sono riferibili alle seguenti fattispecie:
operazioni in contratti derivati;
depositi vincolati dati in garanzia a banche ad operazioni sindacate (iblor deposit);
Per monitorare il livello di esposizione a tale rischio il Gruppo utilizza il c.d. "asset encumbrance ratio".
La gestione operativa del rischio connesso alla quota di attività vincolate è in capo alla Direzione Capital Market.

A copertura di tale tipologia di rischio non viene allocato capitale interno, tuttavia sono definiti presidi di controllo dedicati svolti dalla funzione Risk Management della Banca. Tali controlli si sostanziano nello svolgimento di stress test giornalieri sul valore delle attività poste in garanzia ad operazioni di finanziamento fornite dalla Banca Centrale Europea ed atti a verificare il potenziale impatto di un detrimento delle stesse nell'ambito del rischio di liquidità.
Inoltre, all'interno del processo di pianificazione strategica e definizione del Funding Plan, il Risk Management provvede a misurare la quota prospettica di encumbered asset ed a valutarne il livello complessivo e la sua sostenibilità rispetto al benchmark di mercato, provvedendo anche in tale sede a sottoporle a stress test sulla base degli scenari definiti.
Sulla base delle evidenze consuntive si rileva che la quota di attività vincolate rimane in linea con i valori medi attuali del mercato.
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 8 del presente documento.
Rappresenta il rischio di perdita derivante dai movimenti avversi dei prezzi di mercato (corsi azionari, tassi di interesse, tassi di cambio, prezzi di merci, volatilità dei risk factor, e così via) con riferimento al portafoglio di negoziazione ai fini di Vigilanza (rischi di posizione, regolamento e concentrazione) e all'intero bilancio della Banca (rischio di cambio e di posizione su merci).
Nel corso del 2020 è proseguita la strategia di investimento disciplinata nella "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis", articolata in coerenza con l'appetito al rischio formulato nel 2020 dal Consiglio di Amministrazione nell'ambito del processo del Risk Appetite Framework e declinata nella "Politica di Gruppo per la gestione dei Rischi di Mercato" e con il sistema di obiettivi e limiti.
All'interno di tale processo, la strategia di investimento complessiva ha continuato ad attribuire centralità alla "stance" conservativa, costituita principalmente da un portafoglio obbligazionario la cui componente principale è costituita da titoli governativi italiani, caratterizzato complessivamente da un'elevata liquidabilità e da una strategia di ritorni costanti nel medio termine.
Le inerenti attività a costituzione di tale portafoglio sono quindi principalmente valutate a costo ammortizzato o attraverso il metodo FVOCI; esse rientrano nel perimetro del portafoglio bancario e non configurano, quindi, rischio di mercato.
In tale ambito, la componente afferente al "portafoglio di negoziazione" da cui si origina il rischio di mercato in oggetto è risultata marginale sia in termini assoluti di valori di rischio rilevati che rispetto ai limiti stabiliti. Il portafoglio di negoziazione risulta principalmente composto da opzioni e future derivanti da operazioni di hedging ed enhancement ancillari alla strategia di investimento negli asset facenti parte del "portafoglio bancario" e dal portafoglio "Principal-discretionary trading", caratterizzato da un'ottica speculativa di breve periodo. È inoltre presente per importi residuali un titolo di capitale.
All'interno del portafoglio di negoziazione sono inoltre presenti operazioni residue rivenienti dall'attività di Corporate in cui venivano offerti contratti derivati alla clientela a copertura dei rischi finanziari da questa assunti; tutte le operazioni ancora in essere sono coperte, ai fini dell'annullamento del rischio di mercato, con operazioni "back to back", nelle quali si è assunta, con controparti di mercato esterne, una posizione opposta a quella venduta alla clientela corporate.
In relazione al rischio di cambio, le operazioni in divisa si sostanziano principalmente:

La Banca, per la misurazione dei rischi di mercato del portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza e per la misurazione del rischio di cambio si basa sulle metodologie prescritte dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo IV, e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013 per il computo del pertinente requisito patrimoniale regolamentare.
In particolare la metodologia standardizzata permette di calcolare il requisito patrimoniale complessivo, sulla base del cosiddetto "approccio a blocchi" (building-block approach), secondo il quale il requisito complessivo viene ottenuto come somma dei requisiti di capitale a fronte dei seguenti rischi:
A livello gestionale, le linee guida sull'assunzione e sul monitoraggio del rischio di mercato sono declinate a livello di Gruppo nella "Politica di Gruppo per la gestione dei Rischi di Mercato", in cui sono state altresì indicate, ai fini di una più rigorosa e dettagliata rappresentazione delle attività di processo, le metriche di misurazione e monitoraggio del rischio in argomento.
Il livello di appetito al rischio è definito nel Risk Appetite Framework, declinato nelle principali strategie di investimento e gestione definite nella "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis".
In particolare, la misurazione e valutazione dei rischi di mercato si basa sulle diverse caratteristiche (in termini di orizzonte temporale, strumenti di investimento, etc,) delle strategie di investimento del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis. Coerentemente con quanto delineato nel documento "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca IFIS", in cui sono definite le strategie che si intendono seguire in termini di struttura dei portafogli, strumenti oggetto di operatività e attività in dettaglio.
In tale ambito, il monitoraggio della coerenza del profilo di rischio dei portafogli del Gruppo rispetto agli obiettivi di rischio/rendimento si basa su un sistema di limiti (strategici e operativi) che prevede l'utilizzo combinato di diversi indicatori. In particolare, sono definiti:
Il rispetto dei limiti assegnati a ogni portafoglio è oggetto di verifica giornaliera.
L'indicatore gestionale di sintesi utilizzato per la valutazione dell'esposizione ai rischi in oggetto è il Value at Risk (VaR), che rappresenta una misura statistica che consente di stimare la perdita che potrebbe verificarsi a seguito di movimenti avversi dei fattori di rischio.
Il VaR viene misurato utilizzando un intervallo di confidenza del 99% e un holding period pari a 1 giorno; esprime la "soglia" di perdita giornaliera che, sulla base di ipotesi probabilistiche, potrebbe essere superata solo nell'1% dei casi. La metodologia utilizzata per il calcolo del VaR è quella della simulazione storica. Con questo approccio il portafoglio viene rivalutato applicando tutte le variazioni dei fattori di rischio registrate nell'anno precedente (256 osservazioni). I valori così ottenuti sono confrontati con il

valore corrente del portafoglio, determinando la relativa serie di perdite o guadagni ipotetici. Il VaR corrisponde al novantanovesimo peggior risultato tra quelli ottenuti.
Il VaR viene inoltre ripartito, con finalità di monitoraggio, tra i fattori di rischio afferenti al portafoglio.
Ad integrazione delle indicazioni di rischio derivanti dal VaR, viene utilizzato gestionalmente, con finalità di monitoraggio, anche l'Expected Shortfall (ES), che esprime la perdita media giornaliera che eccede il dato di VaR.
La capacità previsionale del modello di misurazione dei rischi adottato è verificata attraverso un'analisi giornaliera di backtesting che effettua un test retrospettivo, in cui viene confrontato il VaR relativo alle posizioni presenti nel portafoglio al tempo t-1 con il P&L generato da tali posizioni al tempo t.
Il posizionamento sul fronte dei rischi di mercato è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione, nell'ambito del Tableau de Bord trimestrale predisposto dal Risk Management.
Alla luce di quanto esposto, si ritiene che la rilevanza potenziale dei rischi di mercato a livello di Gruppo sia "bassa".
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 10 del presente documento.
Gli effetti della pandemia Covid-19, relativamente al rischio di mercato inerente le poste facenti parte del portafoglio di negoziazione, sono stati caratterizzati da impatti contenuti, in linea con la marginalità e la dimensione di tale portafoglio rispetto al complessivo portafoglio di proprietà del Gruppo, come statuito internamente dal Risk Appetite Framework.
Il palesarsi della pandemia ed il significativo risk off che ha caratterizzato le diverse asset class nel corso del primo trimestre ha comunque determinato, da parte della funzione preposta alla gestione del portafoglio di proprietà, una strategia caratterizzata da una tendenziale riduzione della componente di rischio, anche attraverso la dismissione progressiva di alcune posizioni pregresse.
L'operatività in oggetto, d'altro canto, ha rilevato una picture gestionale costantemente caratterizzata da un accurato e stringente controllo del rischio declinato operativamente sia attraverso un accorto impiego di strumenti derivati in un'ottica di copertura (economica, non contabile) ed enhancement economico del portafoglio bancario, sia in una marginale allocazione di liquidità relativa al portafoglio di negoziazione e stabilita in termini di investimento potenziale.
In coerenza con la strategia gestionale menzionata, malgrado l'eccezionalità dell'evento pandemico, non sono state rilevate nel corso dell'esercizio 2020 violazioni delle soglie di rischio assegnate internamente.
Si intende un aggiustamento alla valutazione intermedia di mercato del portafoglio di operazioni di una controparte riconducibile agli strumenti derivati OTC. Tale aggiustamento riflette il valore di mercato corrente del rischio di controparte dell'ente ma non riflette il valore di mercato corrente del rischio di credito dell'ente nei confronti della controparte.
Il rischio di aggiustamento della valutazione del credito (Credit Value Adjustment – CVA) insiste sul medesimo portafoglio assoggettato al rischio di controparte precedente analizzato (cfr. § 1.4.2.3); esso riflette il valore di mercato corrente del rischio stesso.
La Banca, per la misurazione dei rischi di aggiustamento della valutazione del credito e la misurazione del relativo capitale interno, si basa sulla metodologia prescritta dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo VI e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013, ai fini del computo del pertinente requisito patrimoniale regolamentare. In particolare per le transazioni

riguardanti i derivati, ai fini della misurazione del rischio di aggiustamento della valutazione del credito, adotta il "metodo standardizzato" (articolo 384 CRR).
In relazione sia al basso livello di esposizione del portafoglio di prodotti derivati, sia alla scarsa incidenza del capitale interno assorbito connesso al rischio di aggiustamento della valutazione del credito (CVA) sul totale complessivo del capitale interno assorbito sui rischi, si ritiene che la rilevanza potenziale del suddetto rischio a livello di Gruppo sia "bassa".

Rappresenta il rischio di subire perdite derivanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane, sistemi interni o da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l'altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell'operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Rientrano nel rischio operativo diverse fattispecie di rischi, che per la rilevanza assunta dalle stesse all'interno del Gruppo, vengono poi valutate separatamente.
Il Gruppo Banca Ifis ha da tempo definito – coerentemente alle apposite prescrizioni normative ed alle best practices di settore – il quadro complessivo per la gestione del rischio operativo, rappresentato da un insieme di regole, procedure, risorse (umane, tecnologiche e organizzative) ed attività di controllo volte a identificare, valutare, monitorare, prevenire o attenuare nonché comunicare ai livelli gerarchici appropriati tutti i rischi operativi assunti o assumibili nelle diverse unità organizzative. I processi chiave per una corretta gestione del rischio operativo sono peraltro rappresentati dalla raccolta dei dati di perdita operativa (Loss Data Collection - LDC) e dall'autovalutazione prospettica dell'esposizione al rischio operativo (Risk Self Assessment – RSA). In aggiunta, un ulteriore elemento fondamentale del processo di governo e gestione del rischio operativo è, peraltro, rappresentato da un'adeguata formazione delle risorse. Il Gruppo Banca Ifis è costantemente impegnato nella formazione e crescita professionale delle proprie risorse.
Il monitoraggio del rischio operativo è volto ad assicurare un continuo controllo dell'esposizione alla suddetta tipologia di rischio e si esplica attraverso:
In particolare, gli indicatori di rischio si contraddistinguono per:
Considerando l'evolversi del business e del contesto operativo interno ed esterno in cui opera il Gruppo, gli indicatori sono oggetto di periodico aggiornamento/revisione, al fine di censire il mutato perimetro di rischio.
Si segnala che nel corso del primo semestre 2020 si è conclusa la campagna periodica di Risk Self Assessment avviata nell'ultimo trimestre del 2019 che ha incluso il perimetro societario in essere a fine anno ad eccezione della controllata Ifis NPL Servicing S.p.A (già Fbs S.p.A.). A seguito della campagna sono state identificate le principali criticità operative e di conseguenza sono stati definiti ed avviati specifici interventi di mitigazione volti a rafforzare ulteriormente i presidi a fronte dei rischi operativi.
Nel medesimo periodo, si è conclusa inoltre la campagna di Model Risk Self Assessment, condotta considerando le unità organizzative in qualità di Model Owner presenti presso la Capogruppo e presso la Controllata Ifis NPL, in quanto la responsabilità dello sviluppo e della manutenzione dei modelli risulta attribuita al Risk Management di Capogruppo. A seguito della campagna, sono stati individuati i modelli

maggiormente esposti al rischio e segnalati alla funzione Convalida per la definizione di opportune azioni di mitigazione.
Oltre alle sopra citate attività, il framework di Gruppo per la gestione del rischio operativo prevede la definizione di un set di indicatori di rischio in grado di evidenziare tempestivamente l'insorgenza di vulnerabilità nella esposizione della Banca e delle sue controllate ai rischi operativi. Tali indicatori vengono monitorati nel continuo e illustrati all'interno di report periodici condivisi con le strutture e gli organi di competenza: al superamento di determinate soglie o in caso di andamenti anomali, si attivano specifici processi di escalation volti a definire e implementare appropriati interventi di mitigazione.
Si segnala inoltre che al fine di prevenire e gestire il rischio operativo, il Risk Management di Capogruppo è impegnato, in collaborazione con le altre funzioni aziendali, nelle attività di valutazione delle esternalizzazioni delle funzioni operative e nella valutazione dei rischi associati all'introduzione di nuovi prodotti e servizi. Infine contribuisce al monitoraggio dell'evoluzione del rischio informatico nonché dell'efficacia delle misure di protezione delle risorse ICT.
In relazione alle società del Gruppo Banca Ifis, si specifica che la gestione del rischio operativo risulta, allo stato attuale, assicurata dallo stretto coinvolgimento della Capogruppo che assume decisioni in ordine alle strategie anche per quanto riguarda la gestione dei rischi.
Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi, il Gruppo ha adottato il cosiddetto Metodo Base previsto dalla normativa prudenziale.
La fase di mitigazione del rischio operativo si concretizza nell'individuazione e nell'esecuzione di interventi orientati alla prevenzione e all'attenuazione dell'esposizione al rischio operativo (attraverso iniziative correttive o di adeguamento di processi, sistemi, ecc.) oppure di interventi di trasferimento del rischio (attraverso la stipula di polizze assicurative). In particolare, gli interventi di mitigazione sono valutati ed eventualmente attivati in sede di identificazione di specifiche aree di vulnerabilità sulla base dell'analisi delle evidenze risultanti dalle attività di LDC e RSA oppure di violazione delle soglie prefissate per gli indicatori di rischio; le fasi possono essere così sintetizzate:
In relazione alle società del Gruppo Banca Ifis, si specifica che la gestione del rischio operativo risulta, allo stato attuale, assicurata dallo stretto coinvolgimento della Capogruppo che assume decisioni in ordine alle strategie per quanto riguarda la gestione dei rischi e il framework complessivo di gestione del rischio operativo è stato integrato, come precedentemente riportato, nelle società controllate. Le funzioni principalmente preposte all'allestimento di adeguati presidi dei rischi operativi sono l'unità Organizzazione, cui compete la definizione e l'adeguamento nel tempo degli assetti organizzativi e dei processi aziendali, e l'unità ICT, cui compete gli interventi correttivi o evolutivi sugli applicativi utilizzati. Spetta alle singole strutture operative il presidio diretto dei rischi operativi (controlli di linea); ulteriori presidi di controllo sono affidati alle funzioni di controllo di secondo livello ed in particolare con riferimento al Risk Management, nel cui ambito sono presenti delle professionalità dedicate al monitoraggio dei rischi operativi.
Nel perimetro dei rischi operativi rientrano diverse fattispecie di rischi. Al riguardo rilevano:
• il rischio di frode, inteso come il rischio del Business di incorrere nello svolgimento della propria attività di intermediario finanziario in atti illeciti rappresentati - a mero titolo di esempio - da alterazioni, contraffazioni, falsificazioni documentali, appropriazioni indebite e/o mancata consegna beni, furti di identità, truffe carosello e/o generate da collusione tra soggetti coinvolti nei contratti conclusi per i prodotti finanziati. La rilevazione, lo studio e l'analisi dei casi di frode subita, la valutazione dei processi, l'individuazione delle debolezze e l'identificazione dei presidi

volti alla mitigazione del rischio frode, sono attività ordinarie e giornaliere che consentono alla funzione Antifrode di affinare i presidi esistenti finalizzati all'identificazione delle cosiddette "red flags antifrode" (indicatori di rischio frode) e di crearne nuovi all'occorrenza; tale attività è supportata dall'utilizzo di banche dati (Cerved, Crif, Assilea) e di strumenti informatici dedicati (Scipafi, sistemi di detection fraud relativi agli strumenti di pagamento) e dalle persone dei team delle funzioni coinvolte (es. Pagamenti e Monetica e Prodotti di conto per ecc.) a cui vengono date indicazioni su eventuali casistiche rilevate. L'attività di mitigazione del rischio si completa attraverso l'erogazione di specifici training antifrode erogati alle strutture operative e non del gruppo che possono essere coinvolte – nel quotidiano - nel processo di prevenzione frodi; particolare attenzione viene posta al supporto qualora venissero riscontrate anomalie che necessitino di approfondimenti e successive azioni preventive, quali l'inserimento in black list antifrode dei nominativi classificati come potenzialmente fraudolenti o il blocco delle operazioni in valutazione.

• il rischio di errata informativa finanziaria, inteso come azione volontaria o involontaria potenzialmente generatrice di errori nel bilancio del Gruppo. Il processo di valutazione, sviluppato internamente, si ispira ai principi e alle linee guida definiti dall'Internal Control – Integrated Framework emanate dal Committee of Sponsoring Organizations of the Treadway Commission (noto come CoSO) e dal Control Objectives for Information and related Technology (noto come CobiT), considerati modelli di riferimento accettati a livello internazionale. L'analisi è volta ad identificare e mitigare i principali rischi cui la società è esposta nell'esecuzione delle transazioni rilevanti che generano le informazioni contenute nel bilancio e in generale in ogni altra informativa di natura finanziaria. La funzione preposta all'allestimento e al monitoraggio di adeguati presidi è la funzione Monitoraggio e Controllo dell'Informativa Finanziaria.
I rischi informatico, di non conformità, di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, di errata informativa finanziaria, vengono valutati e rappresentati separatamente attraverso degli assessment qualitativi dedicati, definiti dalle rispettive unità competenti. Per quanto riguarda il rischio frode, questo viene valutato nell'ambito del più ampio processo di gestione dei rischi operativi; tuttavia, vista la peculiarità di tale rischio, come sopra riportato all'interno della funzione di Risk Management della Banca sono presenti attività di prevention e detection dedicate.
Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio operativo e per la misurazione del capitale interno, in considerazione delle dimensioni e della limitata complessità operativa, si è basato sul "metodo base" disciplinato dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo III e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013 ai fini del computo del requisito patrimoniale regolamentare. In particolare calcola il requisito patrimoniale minimo obbligatorio a fronte dei rischi operativi ricorrendo al metodo dell'indicatore di base (BIA – Basic Indicator Approach). Il metodo quantifica l'assorbimento di capitale nella misura del 15% della media degli ultimi tre esercizi dei valori dell' "indicatore rilevante" di cui all'art. 316 Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 rappresentativo dei volumi di operatività aziendale.
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 11 del presente documento.
Con riferimento agli impatti derivanti dall'emergenza Covid-19, le strategie di gestione dei rischi operativi e di reputazione hanno subito delle modifiche sia a seguito di specifiche richieste da parte del regolatore, sia per ricalibrare il sistema dei controlli interni al fine di rendere le attività di monitoraggio più rispondenti alle mutate modalità di svolgimento di alcune attività di business a seguito delle restrizioni imposte. Nello specifico, sono state implementate iniziative dedicate a minimizzare gli impatti sull'ordinario svolgimento dell'operatività nonché a ridurre i rischi di interruzione o scadimento della qualità dei servizi alla clientela. Allo scopo, sono state revisionate ed integrate le modalità di svolgimento delle attività di monitoraggio e reporting negli ambiti Loss Data Collection (ivi compresi gli impatti sui sistemi informativi della Banca) e contestazioni. Per entrambi gli ambiti, è stato circoscritto il perimetro delle analisi e reso più approfondito l'ambito di applicazione delle stesse prendendo in considerazione e fornendo specifica disclosure delle conseguenze derivanti dalla situazione di emergenza sanitaria in termini di perdite operative e reclami ricevuti.
In aggiunta, si è provveduto ad aumentare sensibilmente la frequenza di esecuzione delle rilevazioni e di condivisione dei risultati. La periodicità del monitoraggio è infatti passata da trimestrale a quindicinale permettendo di intervenire in maniera tempestiva con specifiche azioni di mitigazione in presenza di particolari situazioni di criticità legate al periodo emergenziale in corso.
Con riferimento al settore dei Non Performing Loans, in particolare alle modalità di recupero stragiudiziale dei crediti, durante il periodo di emergenza sanitaria sono state rafforzate le attività di recupero attraverso la modalità telefonica (phone collection) a causa della temporanea sospensione delle attività door to door della rete agenti. Sono stati definiti spefici Key Risk Indicators per monitorare il rispetto della soglia massima di clienti/debitori affidati per singolo agente recuperatore. A seguito della pandemia tale soglia è stata innalzata in considerazione del fatto che ai carichi mensili affidati ai funzionari della rete interna sono state integrate posizioni per le quali era possibile procedere con il recupero telefonico, lasciando in sospeso (senza revoca) quelle per l'esazione domiciliare.

Rappresenta la possibilità che si registrino impatti economici e/o patrimoniali derivanti dallo sviluppo e implementazione di qualsiasi modello, proprietario e non, da parte del Gruppo e dall'uso improprio o errato dei risultati prodotti dai modelli utilizzati.
Un modello può essere definito come "un sistema, una metodologia quantitativa o un approccio che applica tecniche statistiche, economiche, finanziarie o teorie matematiche e assunzioni al fine di processare i dati di input ed ottenere stime quantitative"4 .
Un modello è costituito da tre componenti:
Nell'accezione del Gruppo Banca Ifis, il rischio di modello coinvolge l'utilizzo di modelli interni anche se utilizzati esclusivamente per fini gestionali. In particolare, per ordine di rilevanza, ci si riferisce ai modelli utilizzabili dalla Banca e/o dal Gruppo per la valutazione delle poste patrimoniali, il calcolo dei requisiti di capitale e dei parametri connessi alla quantificazione della posizione di liquidità dei piani strategici e dei business plan.
L'esposizione al rischio modello viene realizzata attraverso la conduzione delle attività di Model Risk Self Assessment (MRSA) volte a:
A copertura di tale tipologia di rischio non viene allocato capitale interno, tuttavia sono definiti presidi di controllo dedicati svolti dalla funzione Convalida, posta in staff al Chief Risk Officer.
Rappresenta il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell'immagine della Banca da parte di clienti, controparti, azionisti della Banca, investitori o Autorità di Vigilanza.
Il rischio di reputazione è un rischio trasversale che impatta tutte le entità del Gruppo che, per la loro operatività, hanno rapporti con l'esterno. Il rischio di reputazione è considerato un rischio di secondo livello, in quanto è generato dalla manifestazione di altre tipologie di rischio, quali il rischio di non conformità, il rischio strategico e in particolar modo i rischi operativi.
Al fine di valutare l'incidenza del rischio di reputazione sono considerati i fattori sia esterni che interni che potrebbero creare danni reputazionali al Gruppo e gli stakeholders di volta in volta impattati.
4 Cfr. "Supervisory guidance on model risk management" pubblicato nel 2011 di concerto dal "Board of Governors of the Federal Reserve System" e dall'"Office of the Controller of the Currencies".

Tra i principali fattori endogeni rientrano:
Tra i principali fattori esogeni si riscontrano i commenti e i dibattiti sviluppatisi sui media, sui social network, sui blog, e/o sugli altri strumenti di comunicazione digitale, riguardanti informazioni od opinioni lesive della reputazione del Gruppo e/ o delle Società che lo compongono.
Gli stakeholders impattati possono essere diversi:
Gli effetti derivanti dalla manifestazione di eventi reputazionali posso essere:
Il Gruppo ha concentrato l'attività di gestione e monitoraggio del rischio di reputazione sugli ambiti di operatività che possono essere recepiti dagli stakeholder come elementi di valutazione negativi; nello specifico:

dirette e dalla natura professionale delle controparti stesse, nonché da una crescente diversificazione delle fonti di finanziamento posta in essere dal Gruppo.
Il Gruppo ha definito e adottato un framework complessivo per il governo e la gestione del rischio di reputazione suddiviso nelle seguenti fasi:
In particolare, la metodologia di Risk Self Assessment in ambito rischio di reputazione si basa sull'identificazione della lista di minacce alla reputazione, partendo dai rischi operativi presenti nell'RSA; tali minacce sono poi oggetto di valutazione a livello di singola unità organizzativa al fine di tracciare:
Il processo valutativo conduce ad un giudizio di sintesi relativo al rischio di reputazione, espresso su scala ordinale. A copertura di tale tipologia di rischio non viene allocato capitale interno.
La gestione del rischio reputazionale risulta, come per il rischio operativo, assicurata dal Risk Management della Capogruppo che definisce il framework complessivo di Gruppo – coerentemente alle apposite prescrizioni normative ed alle best practice di settore – per la gestione del rischio reputazionale volto a identificare, valutare, monitorare i rischi reputazionali assunti o assumibili nelle diverse Società del Gruppo e nelle diverse unità organizzative. Il framework prevede la raccolta degli eventi di rischio reputazionale che si manifestano, l'autovalutazione prospettica dell'esposizione al rischio reputazionale (Risk Self Assessment) e un set di indicatori di rischio monitorati nel continuo.
Si segnala che nel corso del primo semestre 2020 si è conclusa la campagna periodica di Risk Self Assessment, avviata nell'ultimo trimestre 2019. A seguito della campagna, di concerto con quanto effettuato in ambito rischio operativo, sono state identificate le aree maggiormente esposte al rischio reputazionale e di conseguenza sono stati definiti ed avviati specifici interventi di mitigazione volti a rafforzare ulteriormente i presidi già in essere.

Rappresenta il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.
Il rischio strategico riveste una particolare importanza nell'ambito del processo di valutazione della sostenibilità del modello di business del Gruppo; esso è considerato un rischio rilevante.
Come specificato nel documento "Politica di Gruppo per la Pianificazione Strategica", la definizione del modello di business complessivo del Gruppo e l'identificazione delle strategie di business sono in capo al Consiglio di Amministrazione e all'Amministratore Delegato della Capogruppo.
A valle di un processo di condivisione con il Direttore Generale ed i Responsabili delle diverse unità operative, la Direzione Governo Piano Industriale, Pianificazione e Controllo di Gestione ha predisposto il budget per l'anno 2021 contenente gli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione e ha valutato i rischi e la sostenibilità in termini di dotazione di capitale. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha valutato il rischio di attuazione, ovvero il grado di vulnerabilità della strategia aziendale e della posizione patrimoniale del Gruppo.
La gestione del rischio strategico è quindi in capo agli Organi di Supervisione Strategica e di Gestione della Capogruppo. L'Organo di Supervisione Strategica di ogni singola società del gruppo, nell'ambito del processo di pianificazione strategica di Gruppo, effettuate le opportune valutazioni per la miglior tutela degli interessi della società e nell'ambito delle prescrizioni ricevute, recepisce il Piano Strategico di Gruppo ed il business model di gruppo, con particolare riferimento alla componente di propria competenza.
Il Risk Management della Capogruppo supporta gli Organi aziendali nella valutazione della sostenibilità delle strategie di business e l'incidenza del rischio strategico attraverso degli opportuni presidi di controllo, quali:
La verifica e la rendicontazione trimestrale del posizionamento aziendale con riferimento agli indicatori individuati è integrata nel sistema di reporting periodico per i vertici aziendali (Tableau de Bord).
Tale tipologia di rischio è di difficile quantificazione e rientra, per la sua natura qualitativa, tra i rischi non misurabili.

Rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda il Gruppo vulnerabile, rendendo necessaria l'adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività.
Il rischio di leva finanziaria eccessiva impatta in modo trasversale il Gruppo e la valutazione dell'incidenza di tale rischio è puramente qualitativa.
Il rischio di leva è soggetto a limiti quantitativi: non è previsto un requisito patrimoniale di primo pilastro, né il rischio concorre alla definizione del capitale interno complessivo. Il rischio viene monitorato trimestralmente attraverso il calcolo dell'indicatore di leverage ratio in linea con quello regolamentare e calcolato come rapporto fra Capitale di classe 1 (Tier 1) e una misura dell'esposizione complessiva che comprende poste in bilancio ed elementi fuori bilancio non dedotti.
Il rischio di leva finanziaria è incluso nel RAF e pertanto è assoggettato alle procedure e ai meccanismi di controllo in esso previste. Il Leverage Ratio è uno dei Key Risk Indicator monitorati in ambito RAF per l'anno 2020; nel corso del 2020 è risultato circa tre volte superiore rispetto al valore minimo EBA del 3% coincidente con la Risk Capacity definita nel RAF.
La rilevanza potenziale del rischio di leva finanziaria a livello di Gruppo è valutata "bassa".
Ulteriori informazioni sono riportate nel § 16 del presente documento.

Il monitoraggio degli obiettivi di rischio è funzionale all'individuazione di eventuali criticità dei momenti di pianificazione e gestione aziendale dei rischi ed è propedeutica all'implementazione di azioni correttive e di riallineamento, nel rispetto dei principi generali di sana e prudente gestione aziendale.
Tale attività fa capo al Risk Management che ha il compito di assicurare il presidio e la gestione integrata dei rischi garantendo lo sviluppo e il miglioramento delle metodologie e dei modelli relativi alla loro misurazione.
Il Risk Management, coadiuvato dalle unità organizzative specialistiche e dalle altre unità organizzative di controllo, produce una reportistica periodica verso gli Organi e le unità aziendali al fine di permettere la verifica della coerenza tra l'attuazione del RAF, gli obiettivi strategici e le soglie approvate.
Annualmente vengono redatti, fra gli altri per rilevanza, i documenti di aggiornamento: (i) per la determinazione della propensione al rischio del Gruppo (Risk Appetite Framework - RAF); (ii) di valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process – ICAAP) e della liquidità (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process – ILAAP); (iii) del piano di emergenza per fronteggiare situazioni avverse nel reperimento di fondi e per il pronto ripianamento di eventuali carenze di liquidità (Contingency Funding and Recovery Plan - CFRP).
Nel corso del 2019 è stato altresì redatto il Piano di Risanamento di Gruppo (Recovery Plan), un documento contenente le misure preparatorie volte a prevenire ed a risolvere tempestivamente eventuali situazioni di crisi; in esso sono descritte le modalità con cui il Gruppo intende ripristinare una condizione di equilibrio patrimoniale e finanziario in condizioni di severo deterioramento tecnico (near to default). Su comunicazione della Banca d'Italia del 25 gennaio 2021, ai sensi degli artt. 5 e 6 del Provvedimento della Banca d'Italia del 1° settembre 2020, il Gruppo Banca Ifis è tenuto a trasmettere al regolatore l'aggiornamento di tale documento in forma ordinaria entro il 30 aprile 2021.
Nel mese di marzo la funzione Risk Management ha collaborato all'aggiornamento annuale del piano operativo di gestione degli NPL di breve e di medio e lungo termine, successivamente approvato dal Consiglio di Amministrazione e trasmesso alla Banca d'Italia, all'interno del quale sono state descritte le strategie di gestione per la riduzione dello stock dei crediti deteriorati e le azioni da intraprendere per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione prefissati per il triennio 2020-2022 per i principali comparti in cui il Gruppo opera.
In aggiunta, con cadenza trimestrale, la funzione di Risk Management predispone idonea reportistica per il Consiglio di Amministrazione (Tableau de Bord) che consente il monitoraggio non solo degli indicatori strategici ma anche degli indicatori di rischio gestionali. Si affianca, infine, un'articolata reportistica periodica di supporto alle strutture di business del Gruppo.

Lo Statuto prevede che la Società sia amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da un minimo di cinque a un massimo di quindici membri eletti dall'Assemblea la cui carica dura per un periodo non superiore a tre esercizi, stabilito all'atto della nomina, e scade alla data dell'Assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica. La nomina degli Amministratori avviene sulla base del meccanismo del voto di lista da parte dell'assemblea dei soci, in ottemperanza alle vigenti disposizioni e al rispetto dei criteri di composizione relativi alla presenza di amministratori di minoranza, indipendenti, e che rispettino l'equilibrio fra generi.
Al fine di favorire una ottimale individuazione delle candidature da proporre per il rinnovo dell'Organo Amministrativo, a supporto dei Soci ed in ottemperanza alle Disposizioni di Vigilanza per le banche in materia di Governo societario, il Consiglio di Amministrazione identifica preventivamente, con il supporto del Comitato Nomine, la propria composizione quali-quantitativa considerata ottimale individuando e motivando il profilo teorico dei candidati. Le analisi condotte, riportate nel documento "Composizione quali-quantitativa ottimale del Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis", vengono pubblicate sul sito internet della Banca.
I soci, in occasione dell'Assemblea del 19 marzo 2019, hanno nominato il Consiglio di Amministrazione in carica per il triennio 2019-2021 eleggendo 12 consiglieri, rispettando la composizione qualiquantitativa dell'Organo adeguata in termini di diversificazione di genere (la componente femminile è passata da 3 a 4 elementi rispetto al precedente mandato) e di ruolo attribuito ai consiglieri (il numero di amministratori indipendenti è passato da 4 a 7); nonché adeguata alla complessità e ai lavori dell'Organo e in linea con gli attuali orientamenti che prediligono una composizione dello stesso non pletorica e dotata di un grado di eterogeneità adeguato a consentire agli amministratori un fattivo contributo alle attività del Consiglio.
Il Consiglio, con il supporto del Comitato Nomine, in ottemperanza delle Istruzioni di Vigilanza per le banche (Titolo II, Capitolo 2, sezioni I e II) in data 9 maggio 2019, entro trenta giorni dalla nomina, ha effettuato la verifica per ognuno dei suoi componenti del possesso dei requisiti di professionalità e onorabilità di cui agli artt. 1, 3, 4 e 5 del D. M. 161/98, l'inesistenza delle cause di sospensione di cui all'art. 6 del medesimo D.M. 161/98 nonché l'assenza di cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti. Altresì, in conformità a quanto previsto dal Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana, ha svolto i necessari accertamenti in ordine al possesso dei requisiti di indipendenza.
Il Consiglio verifica il permanere dei requisiti dinnanzi indicati con cadenza annuale, in prossimità dell'avvio del processo di autovalutazione previsto dalla Circolare di Banca d'Italia n. 285/2013 (Titolo IV, Capitolo 1). Tale processo è finalizzato ad assicurare una verifica del corretto ed efficace funzionamento dell'organo e della sua adeguata composizione, ad individuare i principali punti di debolezza, a promuoverne la discussione all'interno dell'Organo e definire le azioni correttive da adottare, nonché a rafforzare i rapporti di collaborazione e di fiducia tra i singoli componenti.
Maggiori informazioni relative al processo di selezione dei membri del Consiglio, al numero degli incarichi di amministratore affidati ai membri dell'organo di gestione e ulteriori informazioni relative alla governance sono fornite nella "Relazione su Governo Societario e Assetti Proprietari per l'esercizio 2020".
Il Consiglio di Amministrazione, in ottemperanza alle disposizioni dettate dalla Circolare 285/2013 e dal Codice di Autodisciplina, ha costituito nel proprio ambito un Comitato Controllo e Rischi composto da cinque dei dodici componenti del Consiglio di Amministrazione scelti tra gli amministratori non esecutivi, tutti indipendenti.
Nel corso del 2020 il Comitato si è riunito per 21 volte, cinque delle quali in forma congiunta con il Collegio Sindacale. Dall'inizio dell'anno 2020 sino alla data di approvazione del presente documento il Comitato si è riunito sei volte, delle quali due in via congiunta con il Collegio Sindacale. Il Comitato Controllo e Rischi ha il compito di supportare le valutazioni e le decisioni del Consiglio di

Amministrazione relative al sistema di controllo interno e rischi, all'approvazione delle relazioni periodiche di carattere finanziario e non finanziario e di supportare il Consiglio in tema di analisi dei temi rilevanti per la generazione di valore nel lungo termine nell'ottica di successo sostenibile. Con particolare riferimento ai compiti in materia di gestione e controllo dei rischi, il Comitato svolge funzioni di supporto all'organo con funzione di supervisione strategica:
Il flusso informativo sui rischi che è destinato al Consiglio di Amministrazione è individuato con specifica regolamentazione interna e si compone principalmente di documenti predisposti dalle funzioni di controllo e concernenti la pianificazione delle attività e la relativa rendicontazione (relazioni annuali e tableau de bord trimestrali che sono successivamente trasmessi alla Banca d'Italia) nonché altre verifiche previste dalla normativa vigente (reportistica sui rischi rilevanti assunti dal gruppo, informativa sulle verifiche concernenti il governo e la gestione del rischio di liquidità, relazione sulle funzioni operative importanti esternalizzate, RAF, resoconto ICAAP e ILAAP, Recovery Plan etc.).
In qualità di Capogruppo, Banca Ifis ha la responsabilità di assicurare, attraverso l'attività di direzione e coordinamento, la coerenza complessiva dell'assetto del Gruppo e di verificare l'adempimento da parte delle società controllate delle disposizioni necessarie per dare attuazione alle istruzioni di carattere generale e particolare impartite dalla Banca d'Italia nell'interesse della stabilità del Gruppo con riguardo, per ciò che in questa sede rileva, alla vigilanza informativa e regolamentare riferita al governo societario.
In ottemperanza di tale principio, il Consiglio di Banca Ifis si esprime in tema di designazioni dei componenti degli Organi Societari delle società controllate e di compensi. Sulla base del principio di semplificazione societaria che la Banca persegue, e in considerazione del fatto che questi Organi sono tenuti ad operare all'interno della direzione e coordinamento della Capogruppo la maggior parte dei soggetti inseriti sono diretta espressione della gestione e del business di Banca Ifis; in tal modo, è assicurata l'immediata integrazione nei segmenti di business in cui il Gruppo è coinvolto e contemporaneamente una rispondenza alle indicazioni di direzione al coordinamento della Capogruppo.

Gli obblighi di informativa di cui al presente documento si applicano a Banca Ifis S.p.A. Capogruppo del Gruppo Bancario Banca Ifis iscritto all'Albo dei Gruppi Bancari.
L'area di consolidamento ai fini del bilancio è definita sulla base dei principi contabili internazionali (IAS/IFRS) e più in particolare dallo IFRS 10, mentre l'articolo 19 del CRR prevede l'inclusione ai fini del consolidamento prudenziale della Holding del gruppo bancario non consolidata nel patrimonio netto contabile.
Ai fini prudenziali si sono applicati i metodi di consolidamento previsti dalla Circolare della Banca d'Italia n° 285 del 17 dicembre 2013 (e successivi aggiornamenti) – "Disposizioni di vigilanza per le banche". In particolare si è applicato il metodo di consolidamento integrale alle società bancarie, finanziarie e strumentali appartenenti al Gruppo Bancario.
Si rappresenta la struttura del Gruppo Banca Ifis al 31 dicembre 2020:
| Settore | Sede | Rapporto di partecipazione Disponibilità |
||||
|---|---|---|---|---|---|---|
| Ragione sociale | Tipo di rapporto (*) |
Impresa partecipante | Quota % | voti | ||
| La Scogliera S.p.A. | Holding operativa finanziaria |
Mestre (Italia) |
X | X | X | X |
| Banca Ifis S.p.A. | Attività bancaria | Mestre (Italia) |
- | - | - | - |
| Ifis Finance Sp. Z.o.o. | Società finanziaria | Varsavia (Polonia) |
1 | Banca Ifis S.p.A. | 100% | 100% |
| Ifis Rental Services S.r.l. | Società non finanziaria | Milano (Italia) |
1 | Banca Ifis S.p.A. | 100% | 100% |
| Ifis NPL S.p.A. (i) | Società finanziaria | Mestre (Italia) |
1 | Banca Ifis S.p.A. | 100% | 100% |
| Cap.Ital.Fin. S.p.A. | Società finanziaria | Napoli | 1 | Banca Ifis S.p.A. | 100% | 100% |
| Credifarma S.p.A. | Società finanziaria | Roma | 1 | Banca Ifis S.p.A. | 70% | 70% |
| Ifis NPL Servicing S.p.A. (già Fbs S.p.A.) (ii) | Società finanziaria | Milano (Italia) |
1 | Banca Ifis S.p.A. | 100% | 100% |
| Ifis Real Estate S.p.A. (già Fbs Real Estate S.p.A.) |
Società non finanziaria | Milano (Italia) |
1 | Ifis NPL Servicing S.p.A. (già Fbs S.p.A.) (ii) |
100% | 100% |
| Gemini S.p.A. (iii) | Società finanziaria | Mestre (Italia) |
1 | Ifis NPL S.p.A. (i) | 100% | 100% |
| Ifis Finance IFN S.A. | Società finanziaria | Bucarest (Romania) |
1 | Banca Ifis S.p.A. | 99,99% | 99,99% |
| Farbanca S.p.A. | Attività bancaria | Bologna | 1 | Banca Ifis S.p.A. | 70,77% | 70,77% |
| IFIS ABCP Programme S.r.l. | Veicolo di cartolarizzazione |
Conegliano (Italia) |
4 | Altra | 0% | 0% |
| Indigo Lease S.r.l. | Veicolo di cartolarizzazione |
Conegliano (Italia) |
4 | Altra | 0% | 0% |
(i) Con decorrenza 1° gennaio 2021, nell'ambito del processo di riorganizzazione del Settore NPL, la società Ifis NPL S.p.A. è stata ridenominata Ifis NPL Investing S.p.A.
(ii) Con decorrenza 1° gennaio 2021, nell'ambito del processo di riorganizzazione del Settore NPL, la società Ifis NPL Servicing S.p.A. è stata fusa per incorporazione in Ifis NPL Investing S.p.A.
(iii) Con decorrenza 1° gennaio 2021, nell'ambito del processo di riorganizzazione del Settore NPL, la società Gemini S.p.A. è stata ridenominata Ifis NPL Servicing S.p.A.
(*) Tipo di rapporto:

87/92"
7 = controllo congiunto
Il Gruppo al 31 dicembre 2020 è composto dalla controllante Banca Ifis S.p.A., dalle società controllate al 100% Ifis Finance Sp. z o.o., Ifis Rental Services S.r.l., Ifis NPL S.p.A., Cap.Ital.Fin. S.p.A., Ifis NPL Servicing S.p.A. (già Fbs S.p.A.), Ifis Real Estate S.p.A. (già Fbs Real Estate S.p.A.) e Gemini S.p.A., dalla neo-costituita Ifis Finance IFN S.A. controllata al 99,99%, dalla società controllata al 70% Credifarma S.p.A e dalla neo-acquisita Farbanca S.p.A. controllata al 70,77%.
Nel corso del 2020, oltre all'avvenuta acquisizione del 70,77% delle quote di Farbanca, è stato acquistato lo 0,72% residuo del capitale di Ifis Real Estate S.p.A. (già Fbs Real Estate S.p.A.), sono state costituite le società Gemini S.p.A. e Ifis Finance IFN S.A. e si è provveduto alla cessione della quota di proprietà della società Elipso Finance S.r.l., la quale era controllata in modo congiunto al 50%.
Tutte le società sono state consolidate utilizzando il metodo integrale.
Si precisa che all'interno del Gruppo non vi sono impedimenti che ostacolino il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi.

Il 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova normativa armonizzata per le banche e per le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (Capital Requirements Regulation, cd CRR) e nella Direttiva 2013/36/UE (Capital Requirements Directive, cd CRD IV). Tale quadro normativo, che costituisce la disciplina unica volta ad armonizzare le normative prudenziali degli Stati membri della Comunità Europea, è stato recepito nell'ordinamento nazionale con le Circolari n. 285 "Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche" e n. 286 "Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare".
Tale framework regolamentare ha introdotto importanti novità soprattutto nelle modalità di calcolo del capitale valido ai fini di vigilanza (c.d. "Fondi Propri"). Al fine di accrescere la qualità patrimoniale delle banche, sono state privilegiate le azioni ordinarie emesse dall'ente e le riserve di utili (c.d. common equity), mentre sono stati previsti criteri più stringenti per l'eleggibilità degli altri strumenti di capitale ed è stata limitata la computabilità degli interessi di minoranza.
A partire dal 1° gennaio 2018 ha preso avvio il periodo transitorio volto a mitigare gli impatti patrimoniali legati all'introduzione del nuovo principio contabile IFRS9; per le specifiche informazioni di natura qualitativa e quantitativa si rimanda a quanto rappresentato nel § 18 del presente documento.
Con pari decorrenza sono terminate le disposizioni transitorie introdotte dal Regolamento n. 575/2013 (CRR) volte ad attenuare progressivamente la deduzione dal CET1 delle "Attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee" (art. 478 CRR) e la parziale computabilità delle partecipazioni di minoranza (art.480 CRR).
Nel contesto caratterizzato dalla pandemia Covid-19, sono state introdotte delle misure per mitigare gli effetti negativi sui fondi propri delle banche, contenute nel Regolamento (UE) 2020/873 del 24 giugno 2020. Nello specifico:
Il perimetro di consolidamento prudenziale differisce dal perimetro del Gruppo Bancario in quanto viene inclusa la Holding di partecipazione La Scogliera S.p.A., in applicazione dell'art.19 del CRR, con conseguente computabilità nei Fondi Propri consolidati degli interessi di minoranza; in particolare, la regolamentazione in merito alla computabilità delle partecipazioni di minoranza richiede che il capitale necessario a soddisfare il requisito minimo regolamentare sia il minore tra il capitale della filiazione (requisito minimo % per RWA della filiazione) e il capitale consolidato (requisito minimo % per RWA del

consolidato). L'eccedenza tra il totale dei Fondi Propri e il requisito minimo può essere computata per la quota di pertinenza del Gruppo, attribuendo il residuo alle partecipazioni di minoranza.
L'informativa sui requisiti dei fondi propri del Gruppo è stata redatta sulla base degli schemi richiesti dal Regolamento di Esecuzione (UE) 1423/2013, in coerenza con le disposizioni della Parte otto Titolo II del Regolamento (UE) 575/2013.
I Fondi Propri sono costituiti dal Capitale di classe 1 (Tier 1 – T1), a sua volta costituito dal Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) e dal Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1), e dal Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2).
Il Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) include principalmente:
al netto degli elementi da dedurre:
Il Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) include gli interessi di minoranza ammessi nell'AT1.
Il Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2) include:

Il Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) include:
Gli elementi da dedurre dal CET1 includono:
Le disposizioni transitorie che impattano sul CET1 (+/-) includono:
• rettifiche positive a fronte accantonamenti per perdite attese su crediti, in applicazione IFRS9, pari a 11,3 milioni di euro (+) (Regolamento 2017/2395);
Il Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) include gli interessi di minoranza per 53,1 milioni di euro.
Il Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2) include:
| A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) prima dell'applicazione dei filtri prudenziali | 1.175.825 |
|---|---|
| di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie | |
| B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) | -954 |
| C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A+/-B) | 1.174.871 |
| D. Elementi da dedurre dal CET1 | 148.837 |
| E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di disposizioni transitorie | 12.681 |
| F. Totale capitale primario di classe 1 (TIER1 -CET1) (C-D +/-E) | 1.038.715 |
| G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier1 - AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio | 53.142 |
| di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie | |
| H. Elementi da dedurre dall'AT1 | |
| I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nell'AT1 Per effetto di disposizioni transitorie | |
| L. Totale capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional TIER1 - AT1) (G-H+/-I) | 53.142 |
| M. Capitale di classe 2 (Tier2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio | 274.564 |
| di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie | |
| N. Elementi da dedurre dal T2 | |
| O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nel T2 per effetto di disposizioni transitorie | |
| P. Totale capitale di classe 2 (Tier2 - T2) (M - N +/- O) | 274.564 |
| Q. Totale fondi propri (F + L + P) (T) | 1.366.421 |
| Q. Totale fondi propri (F + L + P) (T-1) | 1.342.069 |

Di seguito si riportano le informazioni esposte secondo la metodologia di riconciliazione dello Stato patrimoniale prevista nell'Allegato I del Regolamento di Esecuzione (UE) n. 1423/2013 della Commissione Europea del 20 dicembre 2013.
| VOCI DELL'ATTIVO | Perimetro consolidato contabile |
Perimetro regolamentare |
Ammontari rilevanti ai fini dei Fondi Propri |
Rif. Tavola "Modello transitorio per la pubblicazione delle informazioni sui Fondi Propri" |
|---|---|---|---|---|
| 100. Attività immateriali, di cui: | 60.970 | 96.526 | -92.672 | 8 |
| Avviamento | 38.798 | 74.427 | -74.427 | 8 |
| Altre attività immateriali | 22.172 | 22.099 | -18.245 | 8 |
| 110. Attività fiscali | 381.431 | 387.524 | -56.165 | |
| a) correnti | 74.255 | 73.741 | 0 | |
| b) anticipate | 307.176 | 313.783 | -56.165 | 10 |
| VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO | Perimetro consolidato contabile |
Perimetro regolamentare |
Ammontari rilevanti ai fini dei Fondi Propri |
Rif. Tavola "Modello transitorio per la pubblicazione delle informazioni sui Fondi Propri |
| 10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato -Titoli in circolazione | 2.069.083 | 2.069.083 | 203.326 | 46 |
| 120. Riserve da valutazione, di cui: | -19.337 | -9.812 | -9.812 | 3-9-26° |
| -effetto differenze cambi | -8.175 | -4.146 | -4.146 | 3 |
| -effetto valutazione a fair value impatto redditività complessiva | -10.733 | -5.456 | -5.456 | 3-26° |
| -effetto attualizzazione TFR | -429 | -210 | -210 | 3-9 |
| 150. Riserve | 1.320.871 | 789.535 | 801.263 | 2-3 |
| 160. Sovraprezzi di emissione | 102.491 | 10.894 | 10.894 | 1 |
| 170. Capitale | 53.811 | 11.085 | 11.085 | 1 |
| 180. Azioni proprie (-) | -2.948 | -1.437 | -1.437 | 16 |
| 190. Patrimonio di pertinenza di terzi | 26.270 | 775.447 | 486.059 | 5-34-48 |
| 220. Utile d'esercizio | 68.804 | 24.380 | 13.880 | 5° |
| TOTALE FONDI PROPRI TRANSITORI | 1.366.421 |

Di seguito si riportano le informazioni esposte secondo il modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale previsto dall'Allegato II del Regolamento di Esecuzione (UE) n. 1423/2013 della Commissione Europea del 20 dicembre 2013.
Gli strumenti di capitale riportati sono tutti strumenti di CET1; l'identificativo univoco non è disponibile in quanto le azioni della Scogliera non hanno ISIN; l'importo rilevato nel capitale regolamentare e l'importo nominale dello strumento non considerano il sovraprezzo delle azioni.
| 1 | Emittente | LA SCOGLIERA SPA |
|---|---|---|
| 2 | Identificativo unico | |
| 3 | Legislazione applicabile allo strumento | Intero strumento - Legge italiana |
| Trattamento regolamentare | ||
| 4 | Disposizioni transitorie del CRR | Common Equity Tier 1 |
| 5 | Disposizioni post transitorie del CRR | Common Equity Tier 1 |
| 6 | Ammissibile a livello di singolo ente/(sub-)consolidamento / di singolo ente e di (sub-)consolidamento | Singolo ente e consolidato |
| 7 | Tipo di strumento | Azioni ordinarie |
| 8 | Importo rilevato nel capitale regolamentare (milioni di euro) | 9,64812 |
| 9 | Importo nominale dello strumento (milioni di euro) | 9,64812 |
| 9a | Prezzo di emissione | 5 |
| 9b | Prezzo di rimborso | N/A |
| 10 | Classificazione contabile | Patrimonio Netto |
| 11 | Data di emissione originaria | N/A |
| 12 | Irredimibile o a scadenza | N/A |
| 13 | Data di scadenza originaria | N/A |
| 14 | Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto a approvazione preventiva dell'autorità di vigilanza | N/A |
| 15 | Data del rimborso anticipato facoltativo, data del rimborso anticipato eventuale e importo del rimborso | N/A |
| 16 | Date successive di rimborso anticipato, se del caso | N/A |
| Cedole e dividendi | ||
| 17 | Dividendi/cedole fissi o variabili | N/A |
| 18 | Tasso della cedola ed eventuale indice correlato | N/A |
| 19 | Presenza di un meccanismo di "dividend stopper" | N/A |
| 20a | Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di tempo) | N/A |
| 20b | Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di importo) | N/A |
| 21 | Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso | N/A |
| 22 | Non cumulativo o cumulativo | N/A |
| 23 | Convertibile o non convertibile | N/A |
| 24 | Se convertibile, evento(i) che determina(no) la conversione | N/A |
| 25 | Se convertibile, in tutto o in parte | N/A |
| 26 | Se convertibile, tasso di conversione | N/A |
| 27 | Se convertibile, conversione obbligatoria o facoltativa | N/A |
| 28 | Se convertibile, precisare il tipo di strumento nel quale la conversione è possibile | N/A |
| 29 | Se convertibile, precisare l'emittente dello strumento nel quale viene convertito | N/A |
| 30 | Meccanismi di svalutazione (write down) | N/A |
| 31 | In caso di meccanismo di svalutazione (write down), evento(i) che la determina(no) | N/A |
| 32 | In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale | N/A |
| 33 | In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea | N/A |
| 34 | In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizione del meccanismo di rivalutazione | N/A |
| 35 | Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango immediatamente superiore (senior)) |
N/A |
| 36 | Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie | N/A |
| 37 | In caso affermativo, specificare le caratteristiche non conformi | N/A |

Di seguito si riportano le informazioni esposte secondo il modello generale per la pubblicazione delle informazioni sui Fondi Propri previsto dall'Allegato V del Regolamento di Esecuzione (UE) n. 1423/2013 della Commissione Europea del 20 dicembre 2013.
| Capitale primario di classe 1: strumenti e riserve | ||
|---|---|---|
| 1 | Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni | 21.979 |
| di cui: azioni ordinarie | 21.979 | |
| 2 | Utili non distribuiti | 719.094 |
| 3 | Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre riserve) | 73.310 |
| 5 | Interessi di minoranza (importo consentito nel capitale primario di classe 1 consolidato) | 361.680 |
| 5a | Utili di periodo verificati da persone indipendenti al netto di tutti gli oneri o dividendi prevedibili | 13.880 |
| 6 | Capitale primario di classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari | 1.189.943 |
| Capitale primario di classe 1 (CET1): rettifiche regolamentari | ||
| 7 | Rettifiche di valore supplementari (importo negativo) | - 954 |
| 8 | Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali) (importo negativo) | - 92.672 |
| 9 | campo vuoto nell'UE | |
| 10 | Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura,escluse quelle derivanti da differenze | |
| temporanee (al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all' | - 56.165 | |
| articolo 38, par 3) (importo negativo) | ||
| 12 | Importi negativi risultanti dal calcolo degli importi delle perdite attese | |
| 16 | Strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente (importo negativo) |
- 1.437 |
| 28 | Totale delle rettifiche regolamentari al capitale primario di classe 1 (CET1) | - 151.228 |
| 29 | Capitale primario di classe 1 (CET1) | 1.038.715 |
| Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): strumenti | ||
| 34 | Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale aggiuntivo di classe 1 consolidato (compresi gli | 53.142 |
| interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) emesso da filiazioni e detenuto da terzi | ||
| 35 | di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva | - |
| 36 | Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) prima delle rettifiche regolamentari | 53.142 |
| Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): rettifiche regolamentari | ||
| 43 | Totale delle rettifiche regolamentari al capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) | |
| 44 | Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) | 53.142 |
| 45 | Capitale di classe 1 (T1= CET1 + AT1) | 1.091.857 |
| Capitale di classe 2 (T2): strumenti e accantonamenti | ||
| 46 | Strumenti di capitale e le relative riserve sovraprezzo azioni | 203.326 |
| 48 | Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel capitale di classe 2 consolidato (compresi gli interessi di | |
| minoranza strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 non inclusi nella riga 5 o nella riga 34) emessi da | 71.237 | |
| filiazioni e detenuti da terzi | ||
| 51 | Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari | 274.563 |
| 57 | Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari Totale delle rettifiche regolamentari al capitale di classe 2 (T2) |
|
| 58 | Capitale di classe 2 (T2) | 274.563 |
| 59 | ||
| Capitale totale1 (TC= T1+T2) |
1.366.421 | |
| 60 | Totale delle attività ponderate per il rischio | 9.203.971 |

| Coefficienti e riserve di capitale | ||
|---|---|---|
| 61 | Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo complessivo dell'esposizione al rischio)1 | 11,29% |
| 62 | Capitale di classe 1 (in percentuale dell'importo complessivo dell'esposizione al rischio)1 | 11,86% |
| 63 | Capitale totale (in percentuale dell'importo complessivo dell'esposizione al rischio)1 | 14,85% |
| 64 | Requisito della riserva di capitale specifica dell'ente (requisito relativo al capitale primario di classe 1 a norma dell'articolo 92 (1) (a)), più requisiti della riserva di conservazione del capitale, della riserva di capitale anticiclica, della riserva di capitale a fronte del rischio sistemico, della riserva di capitale degli enti a rilevanza sistemica (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) |
644.278 |
| 65 | di cui: requisito della riserva di conservazione del capitale | 230.099 |
| 68 | Capitale primario di classe 1 disponibile per le riserve (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) (L) |
4,29% |
| Importi inferiori alle soglie di deduzione (prima della ponderazione del rischio) | ||
| 72 | Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) |
8 |
| 73 | Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) |
7.271 |
| 75 | Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo inferiore alla soglia del 10% al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'art. 38, paragrafo 3) |
- |

Di seguito si riportano le informazioni relative all'evoluzione dei Fondi Propri dal dato di inizio periodo (01.01.2020) al dato di fine periodo (31.12.2020) attraverso le variazioni avvenute nel suddetto periodo di analisi.
La variazione positiva dei Fondi propri di 24,3 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 è riconducibile principalmente a:

| Capitale Primario di Classe 1 | |
|---|---|
| Inizio del periodo | |
| Strumenti e riserve (A) | |
| 1. Capitale proprio (B) | - |
| 2. Riserve e sovrapprezzi di emissione propri | 34.102 |
| 3. Altre componenti di conto economico complessivo accumulate, di cui: (C) | - 8.274 |
| 3.1. Riserve di valutazione delle perdite attuariali nette e differenza cambio sull'avviamento | - 150 |
| 3.2 CRR: riserve di cash flow hedge, differenze di cambio, utili / perdite non realizzate; etc. | - 8.124 |
| 4. Utile del periodo (al netto di interessi di minoranza, beneficenza e dividendi prevedibili del Gruppo) (D) | - 12.257 |
| 5. Interessi di minoranza ammissibili (E) | - 46.389 |
| Rettifiche regolamentari | |
| 11. Strumenti propri di capitale detenuti direttamente o indirettamente, di cui: | |
| 12. Avviamento | 744 |
| 13. Altre immobilizzazioni immateriali | 3.043 |
| 14. CRR: attività fiscali differite basate sulla redditività futura, escluse quelle derivanti da differenze temporanee | 47.649 |
| 20. Altri aggiustamenti transitori, di cui: | 11.232 |
| 20.1 Aggiustamento transitorio connesso allo IAS 19 (I) | |
| 20.2 CRR: Rettifiche regolamentari relative agli utili e alle perdite non realizzate (J) | |
| 20.3 CRR: Aggiustamento transitorio connesso alle attività fiscali differite basate sulla redditività futura, escluse quelle derivanti da differenze temporanee |
|
| Fine del periodo | |
| Capitale aggiuntivo di classe 1 | |
| Inizio del periodo | |
| Strumenti | |
| 22. Strumenti computabili, inclusi strumenti emessi da filiazioni (L) | - 2.517 |
| Rettifiche regolamentari | |
| Fine del periodo | |
| Capitale di classe 2 | |
| Inizio del periodo | |
| 25. Strumenti e prestiti subordinati computabili (M) | - 2.981 |
| 29.2 CRR: Aggiustamento transitorio relativo a utili non realizzati su titoli AFS soggetti a filtro nazionale aggiuntivo R | |
| Fine del periodo | |
| Totale Fondi Propri alla fine del periodo | |
| Fondi Propri 31/12/2019 | 1.342.069 |
| Variazioni | 24.352 |
| Totale | 1.366.421 |
Fondi Propri 31/12/2020 1.366.421

Con le "Disposizioni di vigilanza per le banche" (Circolare n. 285/13) l'Autorità di Vigilanza disciplina il processo di autovalutazione sull'adeguatezza patrimoniale condotto dalle banche (ICAAP - Internal Capital Adequacy Assessment Process). In particolare, con il Secondo Pilastro si regola il processo di controllo prudenziale articolandolo in due fasi integrate.
Con la prima fase si richiede agli intermediari di svolgere un'autonoma valutazione della propria adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, in relazione ai rischi ai quali sono esposte e alle proprie scelte strategiche.
La seconda fase (SREP - Supervisory Review and Evaluation Process), di pertinenza dell'Organo di vigilanza, prevede il riesame di tale processo di autovalutazione e la formulazione di un giudizio complessivo sugli intermediari stessi.
Banca d'Italia, in seguito al processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) al fine di rivedere gli obiettivi di patrimonializzazione dei principali intermediari del sistema, ha richiesto al Gruppo Bancario Banca Ifis di adottare per il 2020 i seguenti requisiti di capitale a livello consolidato, comprensivi del 2,5% a titolo di riserva di conservazione del capitale:
In osservanza al principio di proporzionalità, ed in considerazione della dimensione dell'attivo consolidato, il Gruppo si colloca nella categoria di intermediari di Classe 2. In virtù di tale collocazione ed in linea con le proprie caratteristiche operative, il Gruppo Banca Ifis determina il capitale interno complessivo adottando metodologie semplificate in merito alla quantificazione del requisito a fronte dei rischi di I° e II° Pilastro ed alla conseguente aggregazione degli stessi (building block approach). Per capitale interno complessivo si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti e che l'intermediario ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso, incluse le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di carattere strategico.
Nella tabella seguente si riportano sinteticamente le metodologie utilizzate per la misurazione del capitale interno a fronte dei singoli rischi quantificabili di I° e II° Pilastro.
| CATEGORIA | TIPOLOGIA DI RISCHIO | METODOLOGIA |
|---|---|---|
| Rischio di Credito | Metodo Standardizzato | |
| Rischio di Controparte Metodo del Valore di Mercato |
||
| RISCHI DI PRIMO PILASTRO | Rischio di Mercato | Metodo Standardizzato |
| Rischio Operativo | Metodo Base (BIA) | |
| RISCHI DI SECONDO PILASTRO | Rischio di Concentrazione | Metodo GA - Granularity Adjustment (Allegato B, Titolo III, Circ. 285/13) Metodologia ABI per la stima del Rischio di Concentrazione Geo Settoriale |
| Rischio di Tasso d'Interesse | Metodo Semplificato (Allegato C, Titolo III, Circ. 285/13) |

Per quanto riguarda invece i rischi non quantificabili, coerentemente con le indicazioni fornite dalla Banca d'Italia nella citata normativa, il Gruppo Banca Ifis ha predisposto adeguati presidi interni di controllo ed attenuazione. Nell'ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti.
Nell'ottica di un progressivo adeguamento ai principi internazionali per la misurazione ed il monitoraggio del rischio di liquidità (Basilea 3) sono misurati l'indicatore di breve termine Liquidity Coverage Ratio (LCR) e l'indicatore strutturale Net Stable Funding Ratio (NSFR).
Il livello prospettico è determinato con cadenza annuale - in sede di predisposizione del resoconto ICAAP - con riferimento alla fine dell'esercizio in corso, tenendo conto della prevedibile evoluzione dell'ambito di applicazione, dei rischi del Gruppo e dell'operatività. Eventuali ulteriori valutazioni sul capitale interno complessivo vengono altresì poste in essere in corso d'esercizio in relazione ad eventuali eventi innovativi o straordinari.
Al fine di valutare prospetticamente il livello di capitale interno complessivo, il Gruppo Banca Ifis:
A copertura del capitale interno complessivo attuale e prospettico il Gruppo Banca Ifis utilizza una definizione di capitale complessivo coincidente con quella di Fondi Propri regolamentari, valutato prospetticamente nell'ambito della pianificazione strategica del Gruppo.
Di seguito la sintesi delle misurazioni sviluppate in sede di quantificazione del capitale interno assorbito sui rischi di I° Pilastro.
Il capitale interno a fronte del rischio di credito al 31/12/2020 è di 660.985 mila Euro, mentre Il capitale interno a fronte del rischio di controparte è di 800 mila Euro.

| RISCHIO DI CREDITO | RISCHIO DI CONTROPARTE | ||||
|---|---|---|---|---|---|
| Classi regolamentari | Attivo ponderato (RWA) | Requisito patrimoniale | Attivo ponderato (RWA) | Requisito patrimoniale |
|
| Esposizioni verso amministrazioni centrali o banche centrali |
237.462 | 18.997 | |||
| Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali |
8.267 | 661 | |||
| Esposizioni verso organismi del settore pubblico |
197.458 | 15.797 | |||
| Esposizioni verso enti | 122.221 | 9.778 | 2.885 | 231 | |
| Esposizioni verso imprese | 3.529.686 | 282.375 | 7.076 | 565 | |
| Esposizioni al dettaglio | 1.016.827 | 81.346 | |||
| Esposizioni garantite da ipoteche su beni immobili |
77.903 | 6.232 | |||
| Esposizioni in stato di default | 2.210.687 | 176.855 | 45 | 4 | |
| Esposizioni associate a un rischio particolarmente elevato |
134.510 | 10.761 | |||
| Esposizioni sotto forma di quote o di azioni in OIC |
54.845 | 4.387 | |||
| Esposizioni in strumenti di capitale | 231.134 | 18.491 | |||
| Altre posizioni | 362.246 | 28.980 | |||
| Cartolarizzazioni | 79.061 | 6.325 | |||
| Alto rischio | - | - | |||
| REQUISITO PATRIMONIALE A FRONTE DEL RISCHIO DI CREDITO E CONTROPARTE (T) |
8.262.307 | 660.985 | 10.006 | 800 | |
| REQUISITO PATRIMONIALE A FRONTE DEL RISCHIO DI CREDITO E CONTROPARTE (T-1) |
8.202.293 | 656.183 | 18.266 | 1.461 |
Il capitale interno a fronte del rischio di mercato al 31/12/2020 è di 4.606 mila Euro.
Tab.9 - Rischio di mercato: requisito patrimoniale per attività comprese nel portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza e per l'intero bilancio
| Tipologia di rischio | Attivo ponderato equivalente (RWA) | Requisito patrimoniale |
|---|---|---|
| Rischio di posizione (Trading Book) | 5.381 | 431 |
| Rischio di regolamento (Trading Book) | ||
| Rischio di posizioni in merci | ||
| Rischio di cambio | 52.191 | 4.175 |
| REQUISITO PATRIMONIALE A FRONTE DEL RISCHIO DI MERCATO (T) |
57.572 | 4.606 |
| REQUISITO PATRIMONIALE A FRONTE DEL RISCHIO DI MERCATO (T-1) |
86.085 | 6.887 |

Il capitale interno a fronte del rischio di aggiustamento della valutazione del credito (CVA) al 31/12/2020 è di 351 mila Euro.
| Tipologia di rischio | Attivo ponderato equivalente (RWA) | Requisito patrimoniale |
|---|---|---|
| Rischio di CVA | 4.386 | 351 |
| REQUISITO PATRIMONIALE A FRONTE DEL RISCHIO CVA (T) |
4.386 | 351 |
| REQUISITO PATRIMONIALE A FRONTE DEL RISCHIO CVA (T-1) |
10.194 | 816 |
Il capitale interno a fronte del rischio operativo al 31/12/2020 è di 69.576 mila Euro.
| Indicatore Rilevante Dicembre -2 | 459.937 | |
|---|---|---|
| Indicatore Rilevante Dicembre -1 | 475.702 | |
| Indicatore Rilevante Dicembre | 455.877 | |
| Media Indicatore Rilevante ultimi 3 esercizi | 463.839 | |
| REQUISITO PATRIMONIALE RISCHIO OPERATIVO | ||
| (T) | 69.576 | |
Nella tabella successiva sono riportati i ratios patrimoniali riferiti al 31 dicembre 2020 in raffronto con quelli riferiti al 31 dicembre 2019.
| Tab.12 - Ratios patrimoniali | 31/12/2020 | 31/12/2019 |
|---|---|---|
| Capitale primario di classe 1 (CET1) | 1.038.715 | 1.008.865 |
| Capitale di classe 1 | 1.091.857 | 1.064.524 |
| Totale Fondi Propri | 1.366.421 | 1.342.069 |
| Totale attività ponderate per il rischio | 9.203.971 | 9.206.155 |
| Ratio – Capitale primario di classe 1 | 11,29% | 10,96% |
| Requisito minimo CET1 | 8,12% | 8,12% |
| Eccedenza requisito mimino CET 1 | 291.353 | 261.325 |
| Eccedenza in RWA | 2.581.652 | 2.384.660 |
| Ratio – Capitale di classe 1 | 11,86% | 11,56% |
| Requisito minimo T1 | 10,00% | 10,00% |
| Eccedenza requisito mimino T1 | 171.460 | 143.909 |
| Eccedenza RWA | 1.445.347 | 1.244.541 |
| Ratio – Totale fondi propri | 14,85% | 14,58% |
| Requisito minimo Fondi Propri | 12,50% | 12,50% |
| Eccedenza requisito mimino Fondi Propri | 215.925 | 191.300 |
| Eccedenza RWA | 1.454.430 | 1.312.253 |

Come precedentemente riportato Banca d'Italia ha richiesto al Gruppo Bancario di adottare per il 2020 i seguenti requisiti di capitale a livello consolidato, comprensivi del 2,5% a titolo di riserva di conservazione del capitale:
Il Gruppo Bancario Banca Ifis soddisfa al 31 dicembre 2020 i suddetti requisiti prudenziali; la dotazione patrimoniale risulta adeguata rispetto all'esposizione complessiva ai rischi.

Il rischio di controparte, rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari della transazione stessa.
Il rischio di controparte insiste attualmente sull'operatività in prodotti derivati generata dall'attività di Finanza Proprietaria, Area appartenente alla Direzione Capital Markets e deputata ad individuare, implementare e realizzare le strategie di investimento per il Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis; è inoltre presente un portafoglio residuale di prodotti derivati, principalmente su tassi di interesse, riveniente dall'attività di Corporate in cui venivano offerti contratti derivati alla clientela a copertura dei rischi finanziari da questa assunti; tutte le operazioni ancora in essere sono coperte con operazioni "back to back", nelle quali si è assunta, con controparti di mercato esterne, una posizione opposta a quella venduta alla clientela corporate.
Da un punto di vista prospettico ci si attende un impatto non significativo su tale rischio in relazione alla tipologia di operatività, alla natura delle controparti ed ai sistemi di marginazione previsti.
Per quanto riguarda il rischio di controparte connaturato all'attività di raccolta in pronti contro termine, il suo monitoraggio si sostanzia in una puntuale e costante verifica della struttura e qualità del portafoglio titoli di proprietà, in quanto il rischio sottostante è direttamente connesso al merito creditizio delle controparti con le quali vengono poste in essere le operazioni di finanziamento collateralizzato (generalmente controparti centrali quali Cassa Compensazione e Garanzia e Banca Centrale Europea) e proporzionale alla volatilità di prezzo dei titoli in portafoglio dati in garanzia. Alla chiusura dell'esercizio risulta in essere un'unica operazione di pronti contro termine con controparte centrale.
Per ulteriori informazioni, in merito ai processi gestionali seguiti dal Gruppo, si rimanda a quanto rappresentato nel § 1.4.2.3 del presente documento.
Tab.13 - Rischio di controparte - metodo del valore di mercato
| Classi regolamentari di attività | Valore dell'esposizione |
Valore ponderato |
Requisito patrimoniale |
|---|---|---|---|
| Esposizioni verso enti | 13.930 | 2.885 | 231 |
| Esposizioni verso imprese ed altri soggetti | 7.076 | 7.076 | 565 |
| Esposizioni in stato di default | 45 | 45 | 4 |
| Totale | 21.051 | 10.006 | 800 |

| Tipologia sottostanti | Valore nozionale | Fair value lordo positivo al lordo degli accordi di compensazione |
Fair value positivo al netto degli accordi di compensazione |
Garanzie reali ricevute |
Fair value positivo al netto degli accordi di compensazione e degli accordi di garanzia |
Metodo valore di mercato Esposizione futura |
Metodo valore di mercato EAD |
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza |
172.665 | 19.250 | 19.250 | - | 19.250 | 1.801 | 21.051 |
| - Contratti derivati su titoli di debito e tassi di interesse |
152.435 | 18.193 | 18.193 | - | 18.193 | 502 | 18.695 |
| - Contratti derivati su titoli di capitale e indici azionari |
20.230 | - | - | - | - | 1.299 | 1.299 |
| - Contratti derivati su tassi di cambio e oro |
1.057 | 1.057 | - | 1.057 | 1.057 | ||
| - Contratti derivati su altri valori |
- | - | - | - | - | - | - |
| Portafoglio bancario - Derivati di copertura |
- | - | - | - | - | - | - |
| - Contratti derivati su titoli di debito e tassi di interesse |
- | - | - | - | - | - | - |
| - Contratti derivati su titoli di capitale e indici azionari |
- | - | - | - | - | - | - |
| - Contratti derivati su tassi di cambio e oro |
- | - | - | - | - | - | - |
| - Contratti derivati su altri valori |
- | - | - | - | - | - | - |
| Portafoglio bancario - Altri derivati |
- | - | - | - | - | - | - |
| - Contratti derivati su titoli di debito e tassi di interesse |
- | - | - | - | - | - | - |
| - Contratti derivati su titoli di capitale e indici azionari |
- | - | - | - | - | - | - |
| - Contratti derivati su tassi di cambio e oro |
- | - | - | - | - | - | - |
| - Contratti derivati su altri valori |
- | - | - | - | - | - | - |
| Totale | 172.665 | 19.250 | 19.250 | - | 19.250 | 1.801 | 21.051 |

A decorrere dal 1° gennaio 2016, le banche hanno l'obbligo di detenere una riserva di capitale anticiclica (countercyclical capital buffer, CCyB) secondo quanto previsto dall'art. 136 della direttiva UE 2013/36 (CRD IV), al fine di accumulare, nei periodi di crescita del credito, capitale primario di Classe 1 da poter utilizzare nei momenti di tensione del mercato.
A differenza della riserva di conservazione del capitale, la riserva di capitale anticiclica è imposta soltanto nei periodi di crescita del credito ed è calcolata secondo quanto previsto dalla CRD IV dalle autorità nazionali competenti.
Come stabilito all'articolo 140, paragrafo 1 della direttiva UE 2013/36, il coefficiente anticiclico specifico dell'ente consiste nella media ponderata dei coefficienti anticiclici che si applicano nei paesi in cui sono situate le esposizioni creditizie rilevanti dell'ente. Il coefficiente è soggetto a revisione con cadenza trimestrale.
La normativa europea è stata attuata in Italia con la circolare n. 285 della Banca d'Italia che contiene apposite norme in materia di CCyB. Sulla base dell'analisi degli indicatori di riferimento la Banca d'Italia ha deciso di mantenere per tutto l'anno 2020 il coefficiente anticiclico (relativo alle esposizioni verso controparti italiane) allo zero per cento. Per le altre esposizioni creditizie il Gruppo utilizza i valori del coefficiente anticiclico stabilito dalle autorità competenti dello Stato della controparte, secondo la disciplina applicabile.
Al riguardo il Gruppo Banca Ifis, con riferimento alla data del 31 dicembre 2020, in assenza di esposizioni di rischio rilevanti verso paesi ai quali viene attribuito un coefficiente anticiclico specifico non nullo, non è chiamata ad effettuare accantonamenti a tale tipologia di riserva di capitale.
Di seguito è riportata l'informativa sull'obbligo di detenere una riserva di capitale anticiclica prevista dall'articolo 440 del Regolamento (UE) n. 575/2013, redatta secondo le norme tecniche di attuazione contenute nel Regolamento UE n. 2015/1555. Le informazioni di seguito riportate, riferite al 31.12.2020, sono a livello consolidato.

| Esposizioni creditizie generiche |
Esposizione nel portafoglio di negoziazione |
Esposizione verso la cartolarizzazione |
Requisiti di fondi propri | ||||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Riga | Ripartizione per paese |
Valore dell'esposizione per il metodo SA | Valore dell'esposizione per il metodo IRB | Somma della posizione lunga e corta del portafoglio di negoziazione |
Valore dell'esposizione nel portafoglio di negoziazione per i modelli interni |
Valore dell'esposizione per il metodo SA | Valore dell'esposizione per il metodo IRB | Di cui: esposizioni creditizie generiche | Di cui: esposizioni nel portafoglio di negoziazione | Di cui: esposizioni verso la cartolarizzazione | Totale | Fattori di ponderazione dei requisiti di fondi propri | Coefficiente anticiclico |
| 010 | 020 | 030 | 040 | 050 | 060 | 070 | 080 | 090 | 100 | 110 | 120 | ||
| 010 | Italia | 8.559.342 | 57.572 | 79.062 | 684.747 | 4.606 | 6.325 | 695.678 | 94,46% | 0,00% | |||
| Polonia | 103.541 | 8.283 | 8.283 | 1,12% | 0,00% | ||||||||
| Francia | 87.090 | 6.967 | 6.967 | 0,95% | 0,00% | ||||||||
| Stati Uniti D'America |
66.210 | 5.297 | 5.297 | 0,72% | 0,00% | ||||||||
| Svizzera | 65.492 | 5.239 | 5.239 | 0,71% | 0,00% | ||||||||
| Irlanda | 18.381 | 1.470 | 1.470 | 0,20% | 0,00% | ||||||||
| Arabia Saudita | 17.716 | 1.417 | 1.417 | 0,19% | 0,00% | ||||||||
| Germania R.F.T. | 16.686 | 1.335 | 1.335 | 0,18% | 0,00% | ||||||||
| Regno Unito | 16.240 | 1.299 | 1.299 | 0,18% | 0,00% | ||||||||
| Romania | 15.778 | 1.262 | 1.262 | 0,17% | 0,00% | ||||||||
| Turchia | 12.312 | 985 | 985 | 0,13% | 0,00% | ||||||||
| Panama | 11.476 | 918 | 918 | 0,12% | 0,00% | ||||||||
| Spagna | 10.992 | 879 | 879 | 0,12% | 0,00% | ||||||||
| Lussemburgo | 9.667 | 773 | 773 | 0,11% | 0,25% | ||||||||
| Dubai | 8.734 | 699 | 699 | 0,09% | 0,00% | ||||||||
| Paesi Bassi | 7.031 | 562 | 562 | 0,08% | 0,00% | ||||||||
| Portogallo | 6.094 | 4887 | 4887 | 0,07% | 0,00% | ||||||||
| Repubblica Ceca |
5.590 | 447 | 447 | 0,06% | 0,00% | ||||||||
| Lituania | 4.883 | 391 | 391 | 0,05% | 0,00% | ||||||||
| Israele | 3.780 | 302 | 302 | 0,04% | 0,00% | ||||||||
| Messico | 3.368 | 269 | 269 | 0,04% | 0,00% | ||||||||
| Singapore | 2.880 | 230 | 230 | 0,03% | 0,00% | ||||||||
| India | 1.913 | 153 | 153 | 0,02% | 0,00% | ||||||||
| Corea del Sud | 1.711 | 137 | 137 | 0,02% | 0,00% | ||||||||
| Egitto | 1.373 | 110 | 110 | 0,01% | 0,00% | ||||||||
| Australia | 1.359 | 109 | 109 | 0,01% | 0,00% | ||||||||
| Finlandia | 991 | 79 | 79 | 0,01% | 0,00% | ||||||||
| Canada | 826 | 66 | 66 | 0,01% | 0,00% | ||||||||
| San Marino | 771 | 62 | 62 | 0,01% | 0,00% | ||||||||
| Russia | 692 | 55 | 55 | 0,01% | 0,00% | ||||||||
| Vietnam Svezia |
595 536 |
48 43 |
48 43 |
0,01% 0,01% |
0,00% 0,00% |
||||||||
| Belgio | 532 | 43 | 43 | 0,01% | 0,50% | ||||||||

| Repubblica Slov | 520 | 42 | 42 | 0,01% | 0,00% | ||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Grecia | 372 | 30 | 30 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Bosnia | 348 | 28 | 28 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Bielorussia | 292 | 23 | 23 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Croazia | 258 | 21 | 21 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Ungheria | 258 | 21 | 21 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Tunisia | 182 | 15 | 15 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Austria | 172 | 14 | 14 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Bulgaria | 84 | 7 | 7 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Giappone | 81 | 7 | 7 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Cile | 63 | 5 | 5 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Albania | 62 | 5 | 5 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Danimarca | 57 | 5 | 5 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Slovenia | 3 | 0 | 0 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Brasile | 2 | 0 | 0 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Malta | 1 | 0 | 0 | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Cina Rep. | |||||||||||||
| Popolare | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Colombia | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Tailandia | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Polinesia | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Francese | |||||||||||||
| Norvegia | - | - | - | 0,00% | 1,00% | ||||||||
| Cipro | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Sudafricana | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Rep | |||||||||||||
| Taiwan | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Costa Rica | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Cuba | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Afganistan | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Bolivia | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Equador | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Giamaica | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Gibilterra | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Guernsey | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Hong Kong | - | - | - | 0,00% | 1,00% | ||||||||
| Libia | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Marocco | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Nigeria | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Senegal | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| Serbia | - | - | - | 0,00% | 0,00% | ||||||||
| 020 | Totale Paesi | 9.067.337 | - | 57.572 | - | 79.062 | - | 725.387 | 4.606 | 6.325 | 736.318 | 100,00% |
| Colonna | ||
|---|---|---|
| Riga | 010 | |
| 010 | Importo complessivo dell'esposizione al rischio | 9.203.971 |
| 020 | Coefficiente anticiclico specifico dell'ente | 0,00% |
| 030 | Requisito di riserva di capitale anticiclica specifica dell'ente | - |

La definizione di crediti "deteriorati" adottata dal Gruppo Banca Ifis a fini contabili coincide con quella utilizzata a fini di vigilanza. In particolare, la Circolare n. 272 del 30 luglio 2008 e successivi aggiornamenti, "Matrice dei conti", nell'ambito della definizione dei parametri relativi alla qualità del credito, stabilisce:
"si definiscono esposizioni creditizie "deteriorate" le esposizioni creditizie per cassa (finanziamenti e titoli di debito) e "fuori bilancio" (garanzie rilasciate, impegni irrevocabili e revocabili a erogare fondi, ecc.) verso debitori che ricadono nella categoria "Non-performing" ai sensi del Regolamento 630/2019 che modifica il Regolamento (UE) n. 575/2013 e del Regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 della Commissione, e successive modificazioni e integrazioni (Implementing Technical Standards; di seguito, ITS). Ai fini delle segnalazioni statistiche di vigilanza le esposizioni creditizie deteriorate sono ripartite nelle categorie delle sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate. La classificazione delle esposizioni nelle tre categorie dovrà essere univoca tra i soggetti ricompresi nel perimetro delle segnalazioni di vigilanza su base consolidata, sulla base di una valutazione condivisa sullo stato di deterioramento del cliente (ivi inclusa l'insolvenza) che tenga conto di tutti gli elementi informativi a disposizione del gruppo".
Ai sensi dell'IFRS 9, sono soggette alle relative previsioni in materia di impairment le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva diverse dai titoli di capitale e gli impegni all'erogazione di finanziamenti e le garanzie rilasciate che non sono valutati al fair value con impatto a Conto economico.
La quantificazione delle "Expected Credit Losses" (ECL) è determinata in funzione della presenza o meno di un incremento significativo del rischio di credito dello strumento finanziario rispetto a quello determinato alla data di rilevazione iniziale del medesimo.
Il modello generale di deterioramento richiede la classificazione in tre Stage degli strumenti finanziari inclusi nel perimetro di applicazione dell'IFRS 9. I tre Stage riflettono il modello di deterioramento della qualità del credito:

Per indicare il significativo aumento del rischio di credito, il Gruppo Banca Ifis si avvale dei "transfer criteria" quantitativi e qualitativi descritti di seguito, applicati al portafoglio crediti in funzione della tipologia di controparte definita mediante opportuna portafogliazione creditizia:
"Forbearance": tale criterio prevede che uno strumento finanziario venga allocato in Stage 2 nel momento in cui per tale esposizione viene registrato uno status di forbearance;
"Watchlist": il criterio prevede di identificare dei criteri qualitativi di deterioramento definiti dal Gruppo nell'ambito del processo di definizione di posizioni particolarmente rischiose nella fase di monitoraggio dei crediti.
Secondo l'IFRS 9, un'entità può ritenere che il rischio di credito su uno strumento finanziario non sia notevolmente aumentato dalla rilevazione iniziale se lo strumento finanziario ha un rischio di credito basso alla data di riferimento del bilancio, ovvero:
La valutazione delle perdite attese su crediti (Expected Credit Loss – ECL) considera i mancati incassi (cash shortfall), la probabilità di default, e il valore monetario del tempo. In particolare il Gruppo valuta il fondo a copertura delle perdite dello strumento finanziario per un importo pari alle:
Al fine di realizzare la maggiore aderenza possibile ai requisiti normativi nei processi di calcolo delle proprie svalutazioni collettive, il Gruppo ha definito uno specifico framework metodologico. Tale attività ha previsto lo sviluppo di metodologie e analisi di natura quantitativa basate su dati proprietari e di natura qualitativa, volte essenzialmente alla modellazione dei seguenti parametri di rischio ed aspetti metodologici rilevanti per il calcolo dell'impairment IFRS 9:

Con riferimento al portafoglio titoli, vista la complessità metodologica legata allo sviluppo di un modello dedicato, il Gruppo ha optato per l'utilizzo del processo di calcolo dell'impairment IFRS 9 messa a disposizione a livello consortile dall'outsourcer del sistema informativo (i.e. stima dei parametri di rischio, calcolo Stage allocation ed ECL). Nello specifico, la formula di calcolo dell'impairment per le tranches dei titoli in Stage 1 e 2 risulta coerente con l'approccio utilizzato per le esposizioni creditizie. La Stage allocation dei titoli di debito performing, presuppone l'utilizzo di un rating esterno dell'emissione o, se non disponibile, dell'emittente; in sintesi, la classificazione in Stage viene definita secondo specifici transfer criteria connessi a tale tipologia di portafoglio. Le esposizioni sono classificate in Stage 3 nei casi in cui il rischio creditizio sia deteriorato al punto da considerare il titolo impaired, ossia classificato tra i deteriorati, ivi inclusi le fattispecie di strumenti finanziari in default.
Le suddette metodologie sono state sviluppate tenendo conto di molteplici soluzioni, della complessità attuale e prospettica del portafoglio del Gruppo nonché delle logiche di mantenimento e aggiornamento dei parametri di rischio.
Lo sviluppo delle logiche multi-periodali su parametri di rischio è stato definito esclusivamente per la PD; gli altri parametri di rischio di credito (LGD e CCF) vengono applicati in modo costante fino alla scadenza. La LGD è stata stimata su evidenze storiche proprietarie ad eccezione delle controparti Banche, Amministrazioni Centrali ed Enti Territoriali (esclusi i comuni) e delle operatività ove non sia disponibile una base dati adeguatamente profonda per la stima dei recuperi sulle posizioni a sofferenza, per le quali, in assenza di dati storici oggettivi, è stata utilizzata una LGD pari al floor regolamentare.
Il Gruppo si è dotato di modelli econometrici (basati sul framework degli stress test – c.d. modelli satellite) finalizzati a prevedere l'evoluzione dei fattori di rischio dell'istituto (i.e. principalmente PD, LGD, EAD e migrazioni tra stati per rischio di credito) sulla base di una previsione congiunta dell'evoluzione degli indicatori economici e finanziari (cfr. scenario macro economico).
I modelli satellite rispondono alla necessità di individuare l'esistenza di una relazione significativa tra le condizioni economiche generali (i.e. variabili macro-economiche e finanziarie) e una variabile proxy del fattore di rischio (i.e. variabile target), ad esempio il merito creditizio delle controparti (che rappresenta la rispettiva probabilità d'insolvenza a sintesi del fattore PD) nonché degli stessi recovery rates (a sintesi del fattore LGD per sofferenze).
I crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica o collettiva e l'ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell'esposizione creditizia.
Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. Il valore originario dei crediti è ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta

a conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.
I crediti a sofferenza, ad esclusione di quelli riferibili ai portafogli leasing e retail di prestiti personali o mutui, con importo lordo residuo superiore a 100 mila euro sono oggetto di un processo di valutazione analitica, mentre le sofferenze con importo lordo residuo inferiore a 100 mila euro nonché le sofferenze con importo lordo residuo maggiore di 100 mila euro ma la cui classificazione risale a oltre 10 anni dalla data di riferimento sono svalutate integralmente.
I crediti ad inadempienza probabile, ad esclusione di quelli riferibili ai portafogli leasing e retail di prestiti personali o mutui, di importo superiore ai 100 mila euro sono valutati analiticamente mentre quelle di importo inferiore ai 100 mila euro sono sottoposti a valutazione collettiva di perdita di valore.
Per le esposizioni in Stage 3 non soggette a svalutazione analitica, il Gruppo definisce una provision lifetime in linea con il concetto di Expected Credit Loss (ECL). Con particolare riferimento al parametro di LGD, ai fini del calcolo delle perdite collettive delle esposizioni in Stage 3 (principalmente scaduto deteriorato e inadempienza probabile), sono stati effettuati degli adeguamenti per garantire la coerenza con le metriche adottate per i crediti performing.
Tab.17 - Esposizioni creditizie nette per tipologie di esposizione e di controparte (Art. 442 c)
| Portafoglio/qualità | Sofferenze | Inadempienze probabili |
Esposizioni scadute deteriorate |
Esposizioni scadute non deteriorate |
Esposizioni non deteriorate |
Totale |
|---|---|---|---|---|---|---|
| 1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato | 1.099.967 | 458.639 | 33.249 | 309.260 | 8.317.568 | 10.218.683 |
| 2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva |
- | - | - | - | 721.216 | 721.216 |
| 3. Attività finanziarie designate al fair value | - | - | - | - | - | - |
| 4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value | 3.809 | 20.596 | - | 4.114 | 6.297 | 34.816 |
| 5. Attività finanziarie in corso di dismissione | - | - | - | - | - | - |
| Totale | 1.103.776 | 479.235 | 33.249 | 313.374 | 9.045.081 | 10.974.715 |
La tabella non riporta i valori medi in quanto si ritiene che il dato di fine periodo sia rappresentativo dell'esposizione al rischio durante l'esercizio.

| ITALIA | ALTRI PAESI EUROPEI | AMERICA | ASIA | RESTO DEL MONDO | |||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Esposizioni/Are e geografiche |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
|
| A. Esposizioni per cassa |
|||||||||||
| A.1 Sofferenze | 1.099.213 | 117.396 | 596 | 88 | 13 | - | 1 | 1 | 8 | - | |
| A.2 Inadempienze probabili |
457.659 | 103.742 | 872 | 1.766 | 3 | - | - | - | 4 | - | |
| A.3 Esposizioni scadute deteriorate |
32.127 | 2.792 | 501 | 29 | - | - | - | - | - | - | |
| A.4 Esposizioni non deteriorate |
7.014.614 | 58.570 | 258.430 | 8.404 | 81.964 | 1.171 | 36.255 | 176 | 2.707 | 13 | |
| Totale A | 8.603.613 | 282.500 | 260.399 | 10.287 | 81.980 | 1.171 | 36.256 | 177 | 2.719 | 13 | |
| B. Esposizioni fuori bilancio |
|||||||||||
| B.1 Esposizioni deteriorate |
56.926 | 7.750 | 1.820 | - | - | - | - | - | - | - | |
| B.2 Esposizioni non deteriorate |
1.319.989 | 3.047 | 67.832 | 191 | - | - | 1.661 | - | 416 | - | |
| Totale B | 1.376.915 | 10.797 | 69.652 | 191 | - | - | 1.661 | - | 416 | - | |
| Totale A+B | 9.980.528 | 293.297 | 330.051 | 10.478 | 81.980 | 1.171 | 37.917 | 177 | 3.135 | 13 |
| ITALIA | ALTRI PAESI EUROPEI | AMERICA | ASIA | RESTO DEL MONDO | |||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Esposizioni/Are e geografiche |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
|
| A. Esposizioni per cassa |
|||||||||||
| A.1 Sofferenze | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | |
| A.2 Inadempienze probabili |
- | - | - | - | - | - | - | - | - | - | |
| A.3 Esposizioni scadute deteriorate |
- | - | - | - | - | - | - | - | - | ||
| A.4 Esposizioni non deteriorate |
1.049.473 | 1.234 | 15.197 | 40 | 9.465 | 35 | - | - | - | - | |
| Totale A | 1.049.473 | 1.234 | 15.197 | 40 | 9.465 | 35 | - | - | - | - | |
| B. Esposizioni fuori bilancio |
|||||||||||
| B.1 Esposizioni deteriorate |
- | - | - | - | - | - | - | - | - | - | |
| B.3 Esposizioni non deteriorate |
81.769 | - | 1.206 | - | 11.225 | - | - | - | - | - | |
| Totale B | 81.769 | - | 1.206 | - | 11.225 | - | - | - | - | - | |
| Totale A+B | 1.131.242 | 1.234 | 16.403 | 40 | 20.690 | 35 | - | - | - | - |

| Amministrazioni pubbliche |
Società finanziarie | cui: imprese di assicurazione) |
Società non finanziarie | Famiglie | ||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Esposizioni/Contropa rti |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
Esposizion e netta |
Rettifiche valore complessiv e |
| A. Esposizioni per cassa |
||||||||||
| A.1 Sofferenze | 3.489 | 8.291 | 1.239 | 106 | - | - | 187.200 | 100.504 | 907.903 | 8.584 |
| - di cui esposizioni oggetto di concessioni |
- | - | 9 | - | - | - | 3.822 | 3.120 | 113.318 | 416 |
| A.2 Inadempienze probabili |
806 | 131 | 1.656 | 2.124 | 11 | 3 | 147.197 | 95.010 | 308.879 | 8.243 |
| - di cui esposizioni oggetto di concessioni |
- | - | 9 | 5 | - | - | 12.968 | 6.768 | 62.214 | 2.781 |
| A.3 Esposizioni scadute deteriorate |
9.974 | 279 | 22 | 4 | - | - | 17.831 | 1.638 | 4.801 | 900 |
| - di cui esposizioni oggetto di concessioni |
- | - | - | - | - | - | 771 | 70 | 1793 | 433 |
| A.4 Esposizioni non deteriorate |
2.439.898 | 1.299 | 333.822 | 3.377 | 315 | 6 | 3.900.497 | 54.391 | 719.753 | 9.267 |
| - di cui esposizioni oggetto di concessioni |
1.220 | 25 | 4.543 | - | - | - | 18.392 | 472 | 14.243 | 734 |
| Totale A 2.454.167 | 10.000 | 336.739 | 5.611 | 326 | 9 | 4.252.725 | 251.543 | 1.941.336 | 26.994 | |
| B. Esposizioni "fuori bilancio" |
||||||||||
| B.1 Esposizioni deteriorate |
- | - | - | - | - | - | 43.650 | 7548 | 15.096 | 202 |
| B.2 Esposizioni non deteriorate |
- | - | 131.806 | 843 | - | - | 927.912 | 2307 | 330.180 | 88 |
| Totale B | - | - | 131.806 | 843 | - | - | 971.562 | 9.855 | 345.276 | 290 |
| Totale (A+B) | 2.454.167 | 10.000 | 468.545 | 6.454 | 326 | 9 | 5.224.287 | 261.398 | 2.286.612 | 27.284 |
Società finanziarie (di
La tabella 21 riporta la distribuzione su fasce temporali di durata contrattuale residua delle attività per cassa e delle operazioni fuori bilancio.

| Voci/Scaglioni temporali |
A vista | da oltre 1 a 7 giorni |
da oltre 7 a 15 giorni |
da oltre 15 giorni a 1 mese |
da oltre 1 a 3 mesi |
da oltre 3 mesi fino a 6 mesi |
da oltre 6 mesi fino a 1 anno |
da oltre 1 anno fino a 5 anni |
Oltre 5 anni |
Indeterminata | Totale |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Attività per | |||||||||||
| cassa | |||||||||||
| Titoli di Stato | 376 | - | 380 | - | 1.029 | 190.910 | 6.581 | 1.122.500 | 470.000 | - | 1.791.776 |
| Altri titoli di debito |
23.463 | - | - | 110 | 218 | 4.620 | 4.675 | 99.146 | 141.790 | - | 274.022 |
| Quote O.I.C.R. | 96.762 | 61.584 | 25.688 | 11.259 | 71.945 | 5.177 | 4.353 | 12.391 | - | - | 289.159 |
| Finanziamenti | 1.325.528 | 85.884 | 172.117 | 343.937 | 1.202.546 | 473.950 | 716.236 | 2.745.831 | 967.535 | 714.975 | 8.748.539 |
| - banche | 198.717 | 31.967 | 25.689 | 18.538 | 132.948 | 5.276 | 4.551 | 12.661 | - | 690.570 | 1.120.917 |
| - clientela | 1.124.858 | 37.267 | 172.116 | 336.658 | 1.141.543 | 473.851 | 716.038 | 2.745.561 | 967.535 | 24.405 | 7.739.832 |
| Operazioni fuori | |||||||||||
| bilancio | |||||||||||
| Derivati | |||||||||||
| finanziari con | |||||||||||
| scambio di | |||||||||||
| capitale | |||||||||||
| - posizioni | - | - | - | - | - | - | 82 | - | - | - | 82 |
| lunghe | |||||||||||
| - posizioni | - | - | - | - | 232 | - | - | - | - | - | 232 |
| corte | |||||||||||
| Derivati | |||||||||||
| finanziari senza | |||||||||||
| scambio di | |||||||||||
| capitale | |||||||||||
| - posizioni | 19.236 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 19.236 |
| lunghe | |||||||||||
| - posizioni corte |
18.551 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 18.551 |
| Depositi e finanziamenti |
|||||||||||
| da ricevere | |||||||||||
| - posizioni | |||||||||||
| lunghe | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| - posizioni | |||||||||||
| corte | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Impegni | |||||||||||
| irrevocabili a | |||||||||||
| erogare fondi | |||||||||||
| - posizioni | |||||||||||
| lunghe | 18.113 | - | 6.600 | 186 | 1.673 | 3.596 | 13.000 | 54.687 | 36.430 | - | 134.285 |
| - posizioni | |||||||||||
| corte | 74.064 | - | 3.200 | - | 182 | 265 | 1.000 | 35.212 | 20.192 | - | 134.115 |
| Garanzie | |||||||||||
| finanziarie | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| rilasciate |
Per quanto attiene alla descrizione delle modalità di determinazione delle rettifiche di valore si rinvia a quanto indicato nella sezione qualitativa del presente documento.

| Causali/categorie | Sofferenze | Inadempienze probabili |
Esposizioni scadute | Totale |
|---|---|---|---|---|
| A. Rettifiche complessive iniziali | 167.004 | 120.312 | 6.477 | 293.793 |
| - di cui: esposizioni cedute non cancellate | - | 1.680 | - | 1.680 |
| B. Variazioni in aumento | 52.408 | 64.428 | 4.355 | 121.191 |
| B.1 rettifiche di valore da attività finanziarie impaired acquisite o originate |
- | - | - | - |
| B.2. altre rettifiche di valore | 36.785 | 62.556 | 3.833 | 103.174 |
| B.3 perdite da cessione | 9.688 | - | - | 9.688 |
| B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate |
4.959 | 1.706 | 329 | 6.994 |
| B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni | - | - | - | - |
| B.6 altre variazioni in aumento | 976 | 166 | 193 | 1.335 |
| C. Variazioni in diminuzione | 101.927 | 79.232 | 8.011 | 189.170 |
| C.1 riprese di valore da valutazione | 13.239 | 23.779 | 6.256 | 43.274 |
| C.2 riprese di valore da incasso | 13.414 | 32.824 | 59 | 46.297 |
| C.3 utili da cessione | 124 | - | - | 124 |
| C.4 write-off | 74.663 | 17.016 | 4 | 91.683 |
| C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate |
7 | 5.463 | 1.524 | 6.994 |
| C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni | - | - | - | - |
| C.7 altre variazioni in diminuzione | 480 | 150 | 168 | 798 |
| D. Rettifiche complessive finali | 117.485 | 105.508 | 2.821 | 225.814 |

Nel presente capitolo, in conformità all'articolo 443 del regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), si dà evidenza circa le attività non vincolate nonché di quelle vincolate.
Si intende attività vincolata ogni attività che è stata impegnata o che è oggetto di un accordo per fornire garanzie (security o collateral) o supporto di credito a delle operazioni iscritte in bilancio o fuori bilancio dalle quali l'attività non possa essere ritirata liberamente.
Le attività impegnate il cui ritiro è soggetto a qualsiasi tipo di restrizione, come ad esempio una preventiva approvazione prima di essere ritirate o sostituite da altre attività, sono ritenute vincolate.
Le operazioni per le quali il Gruppo di norma vincola una parte delle proprie attività finanziarie sono riferibili alle seguenti fattispecie:
Per ulteriori informazioni, in merito ai processi gestionali seguiti dal Gruppo, si rimanda a quanto rappresentato nel § 1.4.3.3 del presente documento.
L'informativa relativa alle attività vincolate e non vincolate del Gruppo è stata redatta sulla base degli orientamenti EBA/GL/2014/03 e dello schema richiesto dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2015/79, in coerenza con le disposizioni della Parte otto Titolo II del Regolamento (UE) 575/2013.
Di seguito si riporta l'importo delle mediane trimestrali registrate nel corso del 2020 delle attività vincolate e di quelle non vincolate per tipo di attività.

| ATTIVITA' | Valore contabile delle attività vincolate |
Fair value delle attività vincolate |
Valore contabile delle attività non vincolate |
Fair value delle attività non vincolate |
|---|---|---|---|---|
| Attività dell'ente segnalante | 2.905.932 | 8.742.418 | 650.038 | |
| Finanziamenti a vista | 884.671 | |||
| Titoli di capitale | 138.933 | 127.219 | ||
| Titoli di debito | 1.604.277 | 1.628.485 | 537.996 | 540.595 |
| -di cui: emessi da amministrazioni pubbliche | 1.564.078 | 1.586.191 | 375.725 | 378.051 |
| -di cui: emessi da intermediari finanziari | 23.344 | 24.354 | 115.204 | 114.606 |
| Finanziamenti diversi da quelli a vista | 1.301.654 | 6.015.323 | ||
| Altre attività | 1.136.451 |
| ATTIVITA' VINCOLATE E PASSIVITA' ASSOCIATE | Passività finanziarie, passività potenziali e titoli in prestito |
Attività, garanzie ricevute e propri titoli di debito emessi vincolati diversi da obbligazioni bancarie garantite e titoli ABS |
||
|---|---|---|---|---|
| Valore contabile delle passività finanziarie | 2.911.314 | 2.816.466 | ||
| Derivati | 2.062 | |||
| Depositi | ||||
| Pronti contro termine | 52.556 | 52.555 | ||
| di cui: con banche centrali | ||||
| Depositi collateralizzati diversi dai pronti contro termine |
2.886.900 | 2.797.897 | ||
| di cui: con banche centrali | 2.057.128 | 1.983.429 | ||
| Altro | 66.169 | |||

Il Gruppo Banca Ifis, ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito e di controparte, utilizza l'agenzia di rating esterna di valutazione (ECAI) "Fitch Ratings" solo per le posizioni incluse nella classe "Esposizioni verso Amministrazioni centrali e Banche centrali"; per le altre asset class non utilizza rating esterni.
Le valutazioni dell'ECAI prescelta si applicano alle seguenti classi di attività:
| Classi regolamentari | ECA/ECAI | Caratteristiche del rating |
|
|---|---|---|---|
| Esposizioni verso Amministrazioni centrali e banche centrali | Fitch Ratings | Solicited/Unsolicited | |
| Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali | - | - | |
| Esposizioni verso organismi del settore pubblico | - | - | |
| Esposizioni verso enti | - | - | |
| Esposizioni verso imprese | - | - | |
| Esposizioni al dettaglio | - | - | |
| Esposizioni in stato di default | - | - | |
| Esposizioni associate a un rischio particolarmente elevato | - | - | |
| Esposizioni in strumenti di capitale | - | - |
Nella tabella seguente il mapping pubblicato dalla Banca d'Italia dei rating a lungo termine rilasciati da "Fitch Ratings".
| ECAI | |||||
|---|---|---|---|---|---|
| Classe di merito di credito | Amministrazioni centrali e banche centrali |
Intermediari vigilati, enti del settore pubblico, enti territoriali* |
Banche multilaterali di sviluppo |
Imprese e altri soggetti |
Fitch Ratings |
| 0% | 20% | 20% | 20% | da AAA a AA- | |
| 2 | 20% | 50% | 50% | 50% | da A+ a A- |
| 3 | 50% | 100% | 50% | 100% | da BBB+ a BBB- |
| বা | 100% | 100% | 100% | 100% | da BB+ a BB- |
| 5 | 100% | 100% | 100% | 150% | da B+ a B- |
| 6 | 150% | 150% | 150% | 150% | CCC+ e inferiori |

La tabella successiva mostra la distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito sulla base dei fattori di ponderazione (classi di merito di credito).
| Classe regolamentare di attività/Ponderazione |
0% | 20% | 35% | 50% | 75% | 100% | 150% | 200% | 250% | 1250% | Altre | Deduzioni dai Fondi Propri |
Totale |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Esposizioni verso amministrazioni centrali o banche centrali |
3.327.066 | 219.374 | 7.235 | 56.165 | 3.609.840 | ||||||||
| Esposizioni verso enti | 3.393 | 311.947 | 62.716 | 378.056 | |||||||||
| Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali |
41.336 | 41.336 | |||||||||||
| Esposizioni verso organismi del settore pubblico |
354.577 | 126.543 | 481.120 | ||||||||||
| Banche Multilaterali di Sviluppo | 0 | ||||||||||||
| Organizzazioni Internazionali | 0 | ||||||||||||
| Imprese ed altri soggetti | 3.741.905 | 1.032 | 3.742.937 | ||||||||||
| Esposizioni al dettaglio | 28.880 | 1.698.731 | 1.727.611 | ||||||||||
| Esposizioni a breve termine verso imprese |
0 | ||||||||||||
| Esposizioni verso O.I.C.R. | 42.352 | 8.329 | 50.681 | ||||||||||
| Esposizioni garantite da immobili | 150.387 | 71.524 | 221.911 | ||||||||||
| Esposizioni in stato di default | 553.959 | 1.104.515 | 1.658.474 | ||||||||||
| Esposizioni associate a un rischio particolarmente elevato |
89.673 | 89.673 | |||||||||||
| Cartolarizzazioni | 78.975 | 78.975 | |||||||||||
| Esposizioni in strumenti di capitale | 212.955 | 7.272 | 220.227 | ||||||||||
| Altre posizioni | 5.796 | 29.550 | 356.336 | 391.682 | |||||||||
| Totale rischio di credito | 3.336.255 | 737.410 | 179.267 | 71.524 | 1.698.731 | 5.316.140 | 1.203.549 | 0 | 14.507 | 0 | 78.975 | 56.165 | 12.692.523 |

L'esposizione al rischio di mercato – come riportato nel § 1.4.3.4 a fini regolamentari, è calcolata con la "metodologia standardizzata".
Nella tabella seguente viene fornito il dettaglio dei requisiti regolamentari misurati alla data del 31 dicembre 2020 per il Gruppo Bancario. L'esposizione complessiva riferisce alle posizioni appartenenti al portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza della Banca; il Gruppo Bancario, in riferimento alle posizioni appartenenti al portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza, ha misurato essenzialmente il rischio di posizione.
Il requisito patrimoniale in materia di fondi propri richiesto per il rischio di cambio risulta pari a 4.175 mila euro avendo il Gruppo Bancario, alla data di riferimento, registrato una "posizione complessiva netta aperta in cambi" superiore al 2% del totale dei "Fondi propri" ad uso consolidato.
Tab.9 - Rischio di mercato: requisito patrimoniale per attività comprese nel portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza e per l'intero bilancio
| Tipologia di rischio | Attivo ponderato equivalente (RWA) | Requisito patrimoniale |
|---|---|---|
| Rischio di posizione (Trading Book) | 5.381 | 431 |
| Rischio di regolamento (Trading Book) | ||
| Rischio di posizioni in merci | ||
| Rischio di cambio | 52.191 | 4.175 |
| REQUISITO PATRIMONIALE A FRONTE DEL RISCHIO DI MERCATO (T) | 57.572 | 4.606 |
| REQUISITO PATRIMONIALE A FRONTE DEL RISCHIO DI MERCATO (T-1) | 86.085 | 6.887 |

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio operativo e per la misurazione del capitale interno, in considerazione delle dimensioni e della limitata complessità operativa, si è basato sul "metodo base" disciplinato dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo III e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013 ai fini del computo del requisito patrimoniale regolamentare. In particolare calcola il requisito patrimoniale minimo obbligatorio a fronte dei rischi operativi ricorrendo al metodo dell'indicatore di base (BIA – Basic Indicator Approach). Il metodo quantifica l'assorbimento di capitale nella misura del 15% della media degli ultimi tre esercizi dei valori dell'"indicatore rilevante" di cui all'art. 316 Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 rappresentativo dei volumi di operatività aziendale.
Ai fini regolamentari, la misurazione del rischio operativo viene effettuata tramite procedure informatiche dedicate alla produzione periodica delle segnalazioni statistiche e di vigilanza prudenziale consolidata.
A livello gestionale, per la misurazione del rischio operativo si fa riferimento ai processi gestionali rappresentati nel § 1.4.4.1del presente documento.
Il Gruppo Banca Ifis ha da tempo definito – coerentemente alle apposite prescrizioni normative ed alle best practice di settore – il quadro complessivo per la gestione del rischio operativo, rappresentato da un insieme di regole, procedure, risorse (umane, tecnologiche e organizzative) ed attività di controllo volte a identificare, valutare, monitorare, prevenire o attenuare nonché comunicare ai livelli gerarchici appropriati tutti i rischi operativi assunti o assumibili nelle diverse unità organizzative. I processi chiave per una corretta gestione del rischio operativo sono peraltro rappresentati dalla raccolta dei dati di perdita operativa (Loss Data Collection - LDC) e dall'autovalutazione prospettica dell'esposizione al rischio operativo (Risk Self Assessment - RSA) e dall'autovalutazione del grado di esposizione al rischio di modello, ovvero il rischio di incorrere in perdite finanziarie o errate decisioni strategiche derivante da un uso improprio o errato dei risultati e dei report prodotti dai modelli utilizzati (Model Risk Self Assessment). In aggiunta, un ulteriore elemento fondamentale del processo di governo e gestione del rischio operativo è, peraltro, rappresentato da un'adeguata formazione delle risorse. Il Gruppo Banca Ifis è costantemente impegnato nella formazione e crescita professionale delle proprie risorse.
Con riguardo al processo di Loss Data Collection in uso, le perdite operative sono classificate in ragione delle categorie di rischio definite dalla disciplina di Vigilanza ed elencate di seguito:

(g) esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a carenze nel perfezionamento delle operazioni o nella gestione dei processi, nonché perdite dovute alle relazioni con controparti commerciali, venditori, fornitori.
I risultati del processo di raccolta delle perdite operative nel 2020 riferibili al Gruppo Bancario sono rappresentati nel grafico sottostante dove si riporta la distribuzione percentuale della numerosità degli eventi registrati suddivisi nelle classi di rischio sopra elencate:

Nel successivo grafico, per completezza, si riporta la distribuzione percentuale della perdita effettiva degli eventi di rischio operativo registrati suddivisi nelle 7 classi di rischio regolamentari.


Per completezza, si segnala che il processo di Risk Self Assessment svolto nel 2019 ha evidenziato i potenziali rischi a cui il Gruppo Bancario è esposto in chiave prospettica sulla base delle autovalutazioni effettuate dai principali process owner aziendali. Opportuna informativa sulle aree di miglioramento individuate e sulle azioni concordate per la mitigazione dei potenziali rischi viene fornita ai competenti Organi sociali.
L'adozione del "metodo base" ha determinato a livello consolidato un requisito patrimoniale al 31 dicembre 2020 pari a circa 69.576 milioni di euro, dalla Banca ritenuto in grado di fronteggiare gli impatti finanziari inattesi di potenziali eventi rischiosi che dovessero accadere nel corso del 2020.
| Indicatore Rilevante Dicembre -2 | 459.937 |
|---|---|
| Indicatore Rilevante Dicembre -1 | 475.702 |
| Indicatore Rilevante Dicembre | 455.877 |
| Media Indicatore Rilevante ultimi 3 esercizi | 463.839 |
| REQUISITO PATRIMONIALE RISCHIO OPERATIVO (T) |
69.576 |
| REQUISITO PATRIMONIALE RISCHIO OPERATIVO (T-1) |
71.145 |

Come già riportato nel § 1.4.2.10 del presente documento relativamente al rischio di partecipazione, alla data del 31 dicembre 2020, il Gruppo detiene nel proprio portafoglio attività di equity investment riconducibili a interessenze azionarie di minoranza classificate o tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" o tra le "Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value con impatto a conto economico".
In particolare, il Gruppo classifica tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" gli strumenti di capitale non detenuti per finalità di negoziazione, per i quali al momento della rilevazione iniziale è esercitata l'opzione per la designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva (cosiddetta "OCI Option"). Al contrario, gli strumenti di capitale per i quali il Gruppo non applica tale opzione, sono classificati tra le "Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value con impatto a conto economico".
L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento. Tali attività sono inizialmente iscritte al fair value comprensivo degli eventuali costi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.
L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento. All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono rilevate ad un valore pari al corrispettivo pagato, inteso come il fair value dello strumento, senza considerare i costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso, che vengono imputati a conto economico.
Gli strumenti di capitale per i quali è stata effettuata la scelta per la classificazione nella presente categoria sono valutati al fair value e gli importi rilevati in contropartita del patrimonio netto (Prospetto della redditività complessiva) non devono essere successivamente trasferiti a conto economico, neanche in caso di cessione. La sola componente riferibile ai titoli di capitale in questione che è oggetto di rilevazione a conto economico è rappresentata dai relativi dividendi.
La determinazione del fair value degli strumenti finanziari classificati nel presente portafoglio è basata su prezzi rilevati in mercati attivi, su prezzi forniti da operatori di mercato o su modelli interni di valutazione, generalmente utilizzati dalla pratica finanziaria, che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono basati su dati rilevabili sul mercato.

Anche successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie sono valorizzate al fair value e gli effetti dell'applicazione di questo criterio sono imputati nel conto economico. Il fair value viene determinato sulla base dei criteri già illustrati per le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.
Tab.27 - Esposizioni in strumenti di capitale - Portafoglio Bancario
| Valore di bilancio | Fair Value | Market Value |
Utili/perdite realizzati nel periodo |
Plus/Minus sospese a patrimonio netto |
Plus/Minus sospese a patrimonio netto computate a F.di Propri |
|||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Livello | Livello | Livello | Livello | Livello | Livello | Livello | ||||
| Titoli di capitale | 1 | 2 | 3 | 1 | 2 | 3 | 1 | |||
| Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value |
- | - | 20.683 | - | - | 20.683 | (117) | - | - | |
| Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva |
28.106 | - | 25.233 | 28.106 | - | 25.233 | (3.655) | (12.524) | (6.366) | |
| Totale | 28.106 | - | 45.916 | 28.106 | - | 45.916 | - | (3.772) | (12.524) | (6.366) |

L'assunzione di un significativo rischio di tasso d'interesse è in linea di principio estranea alla gestione del Gruppo. In termini di composizione dello stato patrimoniale con riferimento alla fattispecie di rischio in oggetto, relativamente alla componente passiva, la fonte di provvista prevalente continua ad essere costituita dal conto di deposito online "Rendimax", i depositi della clientela a tasso fisso per la componente vincolata, e a tasso variabile non indicizzato, rivedibile unilateralmente da parte della Banca nel rispetto delle norme e dei contratti, per i depositi liberi a vista e a chiamata. Le ulteriori componenti principali di provvista riguardano raccolta obbligazionaria principalmente a tasso fisso, operazioni di auto-cartolarizzazione a tasso variabile e i prestiti con l'Eurosistema (c.d. TLTRO).
Relativamente all'attivo gli impieghi alla clientela rimangono prevalentemente a tasso variabile, sia con riguardo alla componente di credito commerciale e che di finanziamenti corporate.
Nell'ambito dell'operatività in crediti di difficile esigibilità (svolta dalle controllate Ifis NPL S.p.A. e Ifis NPL Servicing S.p.A.), caratterizzata da un modello di business focalizzato sull'acquisto di crediti a valori inferiori rispetto al nominale, rileva un potenziale rischio di tasso d'interesse connesso anche all'incertezza sui tempi di incasso.
Al 31 dicembre 2020 il portafoglio titoli obbligazionari complessivo è composto principalmente da titoli governativi, per una percentuale pari a circa l'85%; la modified duration media complessiva è pari a circa 2,6 anni.
La funzione aziendale preposta a garantire la gestione del rischio di tasso è la Direzione Centrale Capital Markets, che in linea con l'appetito al rischio stabilito, definisce le azioni necessarie al perseguimento dello stesso. Alla funzione di Risk Management spetta il compito di proporre l'appetito al rischio, individuare gli indicatori di rischio più opportuni e monitorarne l'andamento delle masse attive e passive in relazione ai limiti prefissati. L'Alta Direzione propone annualmente al Consiglio della Banca le politiche di impiego e raccolta e di gestione del rischio di tasso, nonché suggerisce in corso d'anno gli eventuali opportuni interventi per assicurare lo svolgimento dell'attività in coerenza con le politiche di rischio approvate dalla Banca.
La posizione di rischio di tasso è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca nell'ambito della specifica reportistica mensile predisposta dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali.
Il rischio di tasso di interesse trova collocazione tra i rischi di secondo pilastro; le linee guida sull'assunzione e sul monitoraggio del rischio di mercato sono declinate a livello di Gruppo nella vigente "Politica di Gruppo per la gestione del Rischio di Tasso di interesse sul banking book", in cui sono state altresì indicate, ai fini di una più rigorosa e dettagliata rappresentazione delle attività di processo, le metriche di misurazione e monitoraggio del rischio in argomento. Il monitoraggio viene effettuato a livello consolidato.
In considerazione dell'entità del rischio assunto, il Gruppo Banca Ifis generalmente non utilizza strumenti di copertura specifica del rischio tasso.
Per ulteriori informazioni, in merito ai processi gestionali seguiti dal Gruppo, si rimanda a quanto rappresentato nel § 1.4.3.1 del presente documento.

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio di tasso di interesse relativo al "portafoglio bancario", si è basato sulla metodologia semplificata prescritta dalla Circolare 285/2013 – Parte Prima - Titolo III "Processo di controllo prudenziale" – Capitolo 1 (allegati C e C-bis).
La metodologia semplificata, di cui all'allegato C della Circolare 285/2013, recentemente modificata dalla Banca d'Italia in recepimento degli orientamenti EBA/GL/2018/02, prevede che tutte le attività e le passività siano classificate in 19 fasce temporali in base alla loro vita residua, se poste a tasso fisso e sulla data di repricing se poste a tasso variabile. All'interno di ciascuna fascia viene calcolata l'esposizione netta, ottenuta dalla compensazione tra posizioni attive e posizioni passive. Le esposizioni nette di ogni fascia sono poi moltiplicate per i fattori di ponderazione ottenuti dal prodotto fra la variazione ipotetica dei tassi prescelta e l'approssimazione di duration modificata relativa a ciascuna fascia fornita. Le esposizioni ponderate delle diverse fasce sono sommate fra di loro. L'esposizione ponderata netta ottenuta approssima la variazione del valore attuale delle poste patrimoniali nell'eventualità dello shock di tasso ipotizzato.
La sintesi delle misurazioni sviluppate in sede di quantificazione del Capitale Interno assorbito dal rischio di tasso d'interesse, in termini di variazioni del valore economico, alla data del 31 dicembre 2020, è riportata nella tavola che segue. Il requisito patrimoniale in materia di fondi propri richiesto per il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, alla data di riferimento risulta essere pari a 29.255 mila Euro.
| ATTIVI | PASSIVI | Posizione Netta | Fattore Ponderazione | Esposizione Ponderata | |
|---|---|---|---|---|---|
| A vista o a revoca | 1.334.103 | -501.940 | 832.163 | 0,00% | - |
| Fino a 1 mese | 2.968.218 | -1.559.085 | 1.409.132 | -0,01% | - 177 |
| da oltre 1 mese a 3 mesi | 1.786.638 | -635.678 | 1.150.959 | -0,05% | - 610 |
| da oltre 3 mesi a 6 mesi | 1.124.257 | -430.981 | 693.276 | -0,13% | - 898 |
| da oltre 6 mesi a 9 mesi | 174.309 | -438.270 | -263.961 | -0,24% | 625 |
| da oltre 9 mesi a 1 anno | 137.118 | -318.173 | -181.055 | -0,36% | 648 |
| da oltre 1 anno a 1,5 anni | 828.016 | -506.357 | 321.659 | -0,43% | - 1.387 |
| da oltre 1,5 anni a 2 anni | 298.918 | -853.681 | -554.762 | -0,67% | 3.739 |
| da oltre 2 anni a 3 anni | 406.945 | -2.848.599 | -2.441.654 | -1,17% | 28.516 |
| da oltre 3 anni a 4 anni | 497.424 | -1.150.201 | -652.777 | -1,54% | 10.055 |
| da oltre 4 anni a 5 anni | 323.343 | -626.154 | -302.812 | -1,83% | 5.530 |
| da oltre 5 anni a 6 anni | 278.002 | -34.129 | 243.872 | -2,04% | - 4.980 |
| da oltre 6 anni a 7 anni | 230.630 | -4.283 | 226.347 | -2,14% | - 4.835 |
| da oltre 7 anni a 8 anni | 59.849 | -462 | 59.387 | -2,18% | - 1.292 |
| da oltre 8 anni a 9 anni | 106.279 | -462 | 105.817 | -2,12% | - 2.243 |
| da oltre 9 anni a 10 anni | 125.772 | -462 | 125.310 | -2,06% | - 2.582 |
| da oltre 10 anni a 15 anni | 115.072 | -327 | 114.745 | -0,71% | - 818 |
| da oltre 15 anni a 20 anni | 12.773 | 0 | 12.773 | -0,07% | - 9 |
| oltre 20 anni | 6.675 | 0 | 6.675 | -0,42% | - 28 |
| Variazione di valore economico aziendale | 29.255 |
|---|---|
| Fondi Propri | 1.366.421 |
| Indicatore di rischiosità (soglia di attenzione 20%) | 2,14% |

La metodologia semplificata, di cui all'allegato C-bis della Circolare 285/2013, introdotta recentemente dalla Banca d'Italia in recepimento degli orientamenti EBA/GL/2018/02, prevede che tutte le attività e le passività siano classificate in 9 fasce temporali in base alla loro vita residua se poste a tasso fisso e sulla data di repricing se poste a tasso variabile. All'interno di ciascuna fascia viene calcolata l'esposizione netta, ottenuta dalla compensazione tra posizioni attive e posizioni passive. Le esposizioni nette di ogni fascia sono poi moltiplicate per specifici fattori di ponderazione indicati dal Regolatore su un orizzonte temporale di riferimento pari a tre anni. L'esposizione complessiva è determinata dalla somma delle esposizioni per fascia. Il valore così ottenuto rappresenta la variazione del margine di interesse a fronte dell'ipotizzato scenario sui tassi di interesse.
La sintesi delle misurazioni sviluppate in termini di variazioni del margine di interesse alla data del 31 dicembre 2020 è riportata nella tavola che segue. Tale misurazione, al momento, non prefigura alcun obbligo per l'intermediario.
Banca Ifis sta implementando un nuovo sistema di monitoraggio gestionale del rischio di tasso di interesse coerentemente alle best practices del mercato.
| ATTIVI | PASSIVI | Posizione Netta |
Peso temporale | Shock positivo |
Shock negativo |
Shock al rialzo | Shock al ribasso | |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| A vista o a revoca | 1.334.103 | -501.940 | 832.163 | 3,00 | 2,00% | -2,00% | 49.930 | -49.930 |
| Fino a 1 mese | 2.968.218 | -1.559.085 | 1.409.132 | 2,96 | 2,00% | -2,00% | 83.421 | -83.421 |
| da oltre 1 mese a 3 mesi |
1.786.638 | -635.678 | 1.150.959 | 2,83 | 2,00% | -2,00% | 65.144 | -65.144 |
| da oltre 3 mesi a 6 mesi |
1.124.257 | -430.981 | 693.276 | 2,62 | 2,00% | -2,00% | 36.328 | -36.328 |
| da oltre 6 mesi a 9 mesi |
174.309 | -438.270 | -263.961 | 2,37 | 2,00% | -2,00% | -12.512 | 12.512 |
| da oltre 9 mesi a 1 anno |
137.118 | -318.173 | -181.055 | 2,12 | 2,00% | -2,00% | -7.677 | 7.677 |
| da oltre 1 anno a 1,5 anni |
828.016 | -506.357 | 321.659 | 1,75 | 2,00% | -2,00% | 11.258 | -11.258 |
| da oltre 1,5 anni a 2 anni |
298.918 | -853.681 | -554.762 | 1,25 | 2,00% | -2,00% | -13.869 | 13.869 |
| da oltre 2 anni a 3 anni |
406.945 | -2.848.599 | -2.441.654 | 0,50 | 2,00% | -2,00% | -24.417 | 24.417 |
Variazione del Margine di Interesse 187.606 -187.606

Nella presente sezione viene fornita illustrazione sulle esposizioni del Gruppo verso le operazioni di cartolarizzazione; in tali operazioni il Gruppo riveste, a seconda dei casi, il ruolo di originator, sponsor o investitore.
La Banca si è dotata di una "Politica per la gestione delle operazioni di cartolarizzazione" con la quale disciplina il processo di gestione delle operazioni di cartolarizzazione nelle ipotesi in cui intervenga nel ruolo di "investitore" (cioè di soggetto sottoscrittore dei titoli) ovvero di "promotore" (cioè di soggetto che struttura l'operazione). La politica definisce con chiarezza, per ciascuna delle fattispecie identificate, i compiti delle unità organizzative e degli organi aziendali coinvolti, sia con riferimento alle attività propedeutiche di due diligence sia con riguardo al monitoraggio, nel continuo, delle performance dell'operazione.
In data 7 ottobre 2016 ha preso avvio un programma revolving di cartolarizzazione di crediti commerciali verso debitori ceduti di durata triennale. A fronte della ricessione iniziale dei crediti da parte di Banca Ifis (originator) per un ammontare pari a 1.254,3 milioni di euro, il veicolo denominato Ifis ABCP Programme S.r.l. ha emesso titoli senior, sottoscritti da veicoli di investimento che fanno riferimento alle banche co-arrengers dell'operazione, per un iniziale ammontare pari a 850 milioni di euro, aumentato a 1.000 milioni di euro nel corso del secondo trimestre del 2018, contestualmente all'allungamento di due anni del periodo revolving. Un ulteriore quota di titoli senior, del valore nominale massimo di 150 milioni di euro, inizialmente emessi per 19,2 milioni di euro, con adeguamento successivo in funzione della composizione del portafoglio riceduto, era stata sottoscritta da Banca Ifis. Nel corso del primo semestre 2019 tale quota è stata dapprima parzialmente rimborsata dal veicolo, successivamente ceduta ad una banca terza per il valore complessivo residuo di 98,9 milioni di euro. Il differenziale fra il valore del portafoglio crediti e i titoli senior emessi rappresenta il supporto di credito per i portatori dei titoli stessi, che ha la forma di un prezzo di cessione differito (c.d. deferred purchase price).
L'attività di servicing è svolta dalla stessa Banca Ifis che, con la propria struttura, si occupa di:
Il programma di cartolarizzazione prevede che gli incassi ricevuti dalla Banca vengano trasmessi al veicolo quotidianamente, mentre le ricessioni periodiche del nuovo portafoglio avvengono con cadenza di circa sei volte al mese; in questo modo viene garantito un elapsed temporale ravvicinato fra i flussi in uscita dalla Banca e i flussi in entrata relativi al pagamento delle nuove cessioni.
Si evidenzia che i crediti verso debitori ceduti cartolarizzati sono solo in parte iscritti nell'attivo di bilancio, in particolare per la parte che la Banca ha acquistato dal cedente a titolo definitivo, ovvero con il trasferimento al cessionario di tutti i rischi e benefici. Le tabelle riportate nell'informativa quantitativa riportano pertanto solamente tale porzione di portafoglio.

In ossequio ai principi contabili IAS/IFRS, l'operazione di cartolarizzazione allo stato non configura trasferimento sostanziale di tutti i rischi e benefici, in quanto non soddisfa i requisiti per la derecognition. Inoltre si è provveduto al consolidamento dei veicoli al fine di meglio rappresentare l'operazione nel suo insieme.
La perdita teorica massima che può subire Banca Ifis è rappresentata dalle eventuali perdite che possono manifestarsi all'interno del portafoglio crediti riceduti, i cui impatti sono i medesimi che Banca Ifis subirebbe in assenza del programma di cartolarizzazione stesso; di conseguenza, la cartolarizzazione in bilancio è stata rilevata come segue:
Al 31 dicembre 2020 gli interessi passivi sulle senior notes iscritti a conto economico sono pari a 7,0 milioni di euro.
Alla data di riferimento del Bilancio al 31 dicembre 2020 risultano in essere due operazioni di cartolarizzazione denominate rispettivamente Ambra ed Emma, predisposte da Farbanca ed entrate nell'ambito del Gruppo Banca Ifis per effetto dell'acquisizione del 70,77% di tale società nel corso del 2020.
Per quanto riguarda Ambra, si è perfezionata in data 1° gennaio 2017 ai sensi della legge 130/1999 e costituisce un'operazione di cartolarizzazione di natura multioriginator che ha interessato oltre a Farbanca anche altre due società facenti dell'ex Gruppo Banca Popolare di Vicenza. L'operazione ha avuto per oggetto un portafoglio di sofferenze (Contratti di finanziamento, chirografari e ipotecari, aperture di credito ed altri rapporti contrattuali di diversa natura) per un valore nominale di complessivi 4,3 miliardi di euro ceduti ad un prezzo di 1,7 miliardi di euro. Tutti i titoli ABS emessi in tre tranche (senior, mezzanine e junior) dalla società veicolo Ambra S.r.l. sono stati sottoscritti "pro quota" dai tre originator in relazione al portafoglio ceduto (c.d. operazione di auto-cartolarizzazione). Nella fattispecie, Farbanca ha sottoscritto 0,8 milioni di euro di tranche senior (su 250 milioni di euro totali), 2,0 milioni di euro a titolo di tranche mezzanine (su 656 milioni di euro complessivi) e 2,6 milioni di euro di titoli junior (rispetto ad un totale di 780 milioni di euro). Per tale operazione Farbanca, per la quota di propria competenza, ha sottoscritto con la società veicolo uno specifico contratti di servicing per il coordinamento e la supervisione dell'attività di gestione, amministrazione ed incasso dei mutui cartolarizzati, oltre che per l'attività di recupero in caso di inadempimento da parte dei debitori.
A marzo 2018 è stata perfezionata autonomamente da Farbanca l'operazione di cartolarizzazione di crediti denominata Emma, per un valore nominale complessivo pari a circa 460 milioni euro. Il portafoglio dei crediti oggetto di cessione ha riguardato crediti in bonis relativi a contratti di mutuo fondiari, ipotecari e chirografari, caratterizzati da un seasoning medio di 7 anni. L'operazione, strutturata da Banca IMI (Gruppo Intesa Sanpaolo), è stata perfezionata con l'acquisizione dei crediti da parte della società veicolo Legge n. 130/1999 Emma S.P.V. S.r.l.. I titoli sono stati emessi in tre classi: una classe senior per un importo pari a 322 milioni di euro, interamente sottoscritta da investitori istituzionali tramite collocamento privato; una classe mezzanine pari a 46 milioni di euro e una classe junior pari a 96 milioni di euro, entrambe sottoscritte integralmente da Farbanca.
Le operazioni di cartolarizzazione suddette Emma ed Ambra non soddisfano i requisiti per la derecognition ai sensi dell'IFRS 9, non configurando un trasferimento sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi. Pertanto le attività cedute e non cancellate riferibili a crediti oggetto di tali cartolarizzazioni, non presentando i requisiti previsti per la derecognition, sono stati "ripresi" in Bilancio.
Al 31 dicembre 2020 il Gruppo detiene un portafoglio di titoli derivanti da cartolarizzazioni di terzi per complessivi 121,0 milioni di euro: in particolare detiene titoli senior per 117,5 milioni di euro, titoli mezzanine e junior per complessivi 2,8 milioni di euro e titoli c.d. "monotranche" per 0,8 milioni di euro. Il valore del portafoglio registra un significativo incremento rispetto al dato di 62,9 milioni di euro al 31 dicembre 2019, principalmente per effetto delle nuove sottoscrizioni di titoli effettuate dal Gruppo nel corso del 2020, come maggiormente dettagliato nel paragrafo successivo.
Di seguito si riportano le caratteristiche principali delle operazioni in essere alla data di riferimento:

quota dei titoli senior, con scadenza legale a settembre 2035, emessi dal veicolo per la cartolarizzazione Auxilio SPV S.r.l., con sottostante crediti derivanti da finanziamenti assistiti dalla garanzia del Fondo Centrale di Garanzia. L'operazione è caratterizzata da un periodo di ramp up durante il quale l'emittente potrà acquistare ulteriori crediti a valere sui proventi derivanti dal versamento di ulteriori tranches del prezzo di sottoscrizione dei titoli; per effetto dei versamenti effettuati tra la data di acquisto e la fine dell'esercizio il valore nominale della tranche senior detenuta è pari ad 4,5 milioni di euro. Non sono intervenuti rimborsi in linea capitale nei mesi intercorrenti tra la data di investimento e la fine del 2020 e, al 31 dicembre 2020, la quota sottoscritta presenta un valore di bilancio pari a 4,5 milioni di euro;
Si segnala per completezza che il Gruppo partecipa, attraverso il più ampio intervento compiuto nel 2017 dallo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, a quote delle notes mezzanine e junior della cartolarizzazione "Berenice" per complessivi 0,1 milioni di euro.
Nel corso del mese di dicembre 2016, il Gruppo Banca Ifis, tramite la società oggi incorporata ex Ifis Leasing S.p.A. (originator), ha perfezionato un'operazione di cartolarizzazione che ha comportato la cessione alla società veicolo Indigo Lease S.r.l. di un portafoglio di crediti in bonis per un ammontare di 489 milioni di euro.

All'operazione è stato attribuito un rating da Moody's e da DBRS. Le medesime agenzie si occuperanno del monitoraggio annuale per tutta la durata dell'operazione.
Il prezzo a pronti del portafoglio crediti ceduto, pari a 489 milioni di euro, è stato pagato dal veicolo all'incorporata Ifis Leasing S.p.A. utilizzando i fondi rivenienti dall'emissione di titoli senior per l'importo di 366 milioni di euro, a cui è stato attribuito un rating di Aa3 (sf) (Moody's) e di AA (sf) (DBRS), il cui rimborso è legato agli incassi realizzati sul portafoglio crediti. Inoltre sono stati emessi dal veicolo titoli junior acquistati dalla stessa Ifis Leasing S.p.A. (oggi incorporata in Banca Ifis S.p.A.), a cui non è stato attribuito un rating, per un valore pari a 138 milioni di euro. Inoltre, a quest'ultima è stato conferito specifico mandato di servicing per la riscossione e la gestione dei crediti.
Nel corso del 2017, a seguito ristrutturazione dell'operazione, è stato avviato un sistema revolving che prevede ricessioni mensili di nuovi crediti al veicolo, fino al mese di luglio 2021. Contestualmente è stato incrementato il valore nominale massimo dei titoli senior e junior rispettivamente a 609,5 e 169,7 milioni di euro. Nello stesso periodo, la controllante Banca Ifis S.p.A. ha acquistato la totalità dei titoli senior emessi dal veicolo. A seguito fusione di Ifis Leasing S.p.A. a maggio 2018, Banca Ifis è divenuta sottoscrittrice anche dei titoli junior.
Alla data del 31 dicembre 2020 la totalità dei titoli emessi dal veicolo risulta pertanto sottoscritta dal Gruppo Banca Ifis.
Si segnala che, in forza delle condizioni contrattuali sottostanti l'operazione, non si configura trasferimento sostanziale di tutti i rischi e benefici relativi alle attività cedute (crediti).
Si fa rinvio alle tabelle riportate nella sezione E della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato del Gruppo Banca Ifis 2020.

La Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti è stata predisposta per il Gruppo Banca Ifis ai sensi:
La Relazione tiene altresì in considerazione la normativa europea in materia, in particolare:
Sono inoltre state considerate le disposizioni contenute nel "Codice di Autodisciplina" nonché il format di Borsa Italiana S.p.A. per la Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari ai sensi dell'art. 123 bis del TUF.
Le informazioni in tema di Politica di remunerazione sono riportate nella "Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti" alla quale si fa espresso rinvio.
La Relazione è consultabile sul sito internet della banca all'indirizzo: www.bancaifis.it.

Nell'ambito del framework regolamentare Basilea 3, è stato introdotto, in via definitiva a partire dal 1° gennaio 2015, il coefficiente di leva finanziaria (leverage ratio), quale requisito supplementare rispetto ai requisiti patrimoniali basati sul rischio.
L'inserimento dell'indice di leva nell'assetto normativo risponde ai seguenti obiettivi:
La Banca, per la misurazione dell'indice di leva finanziaria si basa sulla metodologia prescritta dal Regolamento CRR – Parte Sette e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare n. 285/2013. Sinteticamente l'indicatore deriva dal rapporto tra i fondi propri per la componente rappresentata dagli elementi e strumenti del Capitale primario di classe 1 e la dimensione delle attività a rischio del Gruppo Bancario, in bilancio e fuori bilancio, opportunamente calibrate in applicazione di specifici fattori di conversione. Ai fini regolamentari la misurazione dell'indice di leva finanziaria viene effettuata tramite procedure informatiche dedicate alla produzione periodica delle segnalazioni statistiche e di vigilanza prudenziale consolidata. La frequenza di produzione del leverage ratio è trimestrale. L'indicatore è soggetto a monitoraggio sia a livello individuale che di Gruppo Bancario.
A livello regolamentare il rischio di leva finanziaria non concorre alla definizione del capitale interno complessivo nel processo di valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (ICAAP) svolto annualmente dal Gruppo Bancario.
Il rischio di leva finanziaria è incluso nel RAF e pertanto è assoggettato alle procedure e ai meccanismi di controllo in esso previste. Nel corso del 2020 è risultato circa tre volte superiore rispetto al valore minimo EBA del 3% coincidente con la Risk Capacity definita nel RAF.
Per ulteriori informazioni, in merito ai processi gestionali seguiti dal Gruppo, si rimanda a quanto rappresentato nel § 1.4.5.2 del presente documento.
Il coefficiente di leva finanziaria è calcolato secondo le regole sancite dal "Regolamento Delegato (UE) 2015/62 della Commissione del 10 ottobre 2014 che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il coefficiente di leva finanziaria".
La presente informativa viene resa, altresì, secondo quanto stabilito dal "Regolamento di Esecuzione (UE) 2016/200 della Commissione del 15 febbraio 2016 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda l'informativa sul coefficiente di leva finanziaria degli enti ai sensi del Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio."
Nel contesto della crisi di pandemia da Covid-19, il Regolamento 2020/873 ha introdotto modifiche per quanto concerne la determinazione dell'indice di leva finanziaria. L'articolo 500ter consente di escludere, fino al 27 giugno 2021, dalla misura dell'esposizione complessiva le esposizioni verso la banca centrale rappresentate da: a) monete e banconote che costituiscono la valuta legale nel paese della banca centrale; e b) attività che rappresentano crediti nei confronti della banca centrale, comprese

le riserve detenute presso la banca centrale. In data 10 novembre 2020, la Banca d'Italia ha dichiarato pubblicamente l'esistenza di circostanze eccezionali che giustificano l'applicazione di tale articolo.
Le tabelle di seguito riportano l'indicatore di leva finanziaria al 31 Dicembre 2020 e l'apertura dell'esposizione totale nelle principali categorie, secondo quanto disposto dagli articoli 451(1)(a), 451(1)(b) e 451(1)(c). del CRR. Le grandezze esposte sono relative al calcolo dell'indice di leva finanziaria secondo le disposizioni vigenti ai fini segnaletici.
Il modello LRCom sottostante fornisce l'apertura dell'esposizioni per i diversi aggregati segnaletici, la misura del Capitale primario di Classe e il valore percentuale del coefficiente di leva finanziaria.

Esposizione coefficiente di
| leva finanziaria (CRR) | ||||||
|---|---|---|---|---|---|---|
| Esposizioni in bilancio (esclusi derivati e SFT) | ||||||
| 1 | Elementi in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie, ma comprese le garanzie reali) | 12.013.831 | ||||
| 2 | (Importi delle attività dedotte nella determinazione del capitale di classe 1) | -151.228 | ||||
| 3 | Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie) (somma delle righe 1 e 2) 16.2.2016 L 39/9 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT |
11.862.603 | ||||
| Esposizioni su derivati | ||||||
| 4 | Costo di sostituzione associato a tutte le operazioni su derivati (al netto del margine di variazione in contante ammissibile) |
19.249 | ||||
| 5 | Maggiorazioni per le potenziali esposizioni future associate a tutte le operazioni su derivati (metodo del valore di mercato) |
1.802 | ||||
| UE -5a | Esposizione calcolata secondo il metodo dell'esposizione originaria | |||||
| 6 | Lordizzazione delle garanzie reali fornite su derivati se dedotte dalle attività in bilancio in base alla disciplina contabile applicabile |
|||||
| 7 | (Deduzione dei crediti per il margine di variazione in contante fornito in operazioni su derivati) | |||||
| 8 | (Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente) | |||||
| 9 | Importo nozionale effettivo rettificato dei derivati su crediti venduti | |||||
| 10 | (Compensazioni nozionali effettive rettificate e deduzione delle maggiorazioni per i derivati su crediti venduti) | |||||
| 11 | Totale Esposizioni su derivati (somma delle righe da 4 a 10) | 21.051 | ||||
| Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli | ||||||
| 12 | Attività SFT lorde (senza rilevamento della compensazione) previa rettifica per le operazioni contabilizzate come vendita |
|||||
| 13 | (Importi compensati risultanti dai debiti e crediti in contante delle attività SFT lorde) | |||||
| 14 | Esposizione al rischio di controparte per le attività SFT | |||||
| UE-14a | Deroga per SFT: esposizione al rischio di controparte ai sensi dell'articolo 429ter, paragrafo 4, e dell'articolo 222 del regolamento (UE) n. 575/2013 |
|||||
| 15 | Esposizioni su operazioni effettuate come agente | |||||
| UE -15a | (Componente CCP esentata delle esposizioni su SFT compensate per conto del cliente) | |||||
| 16 | Totale Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli (somma delle righe da 12 a 15a) | 0 | ||||
| Altre esposizioni fuori bilancio | ||||||
| 17 | Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio 16.2.2016 L 39/10 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT | 1.412.167 | ||||
| 18 | (Rettifica per conversione in importi equivalenti di credito) | -796.639 | ||||
| 19 | Totale Altre esposizioni fuori bilancio (somma delle righe 17 e 18) | 615.528 | ||||
| (Esposizioni esentate a norma dell'articolo 429, paragrafi 7 e 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) | ||||||
| UE-19a | (Esposizioni infragruppo (su base individuale) esentate a norma dell'articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) |
|||||
| UE-19b | (Esposizioni esentate a norma dell'articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) | -664.880 | ||||
| Capitale e misura dell'esposizione complessiva | ||||||
| 20 | Capitale di classe 1 | 1.091.857 | ||||
| 21 | Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria (somma delle righe 3, 11, 16, 19, UE-19a e UE-19b) |
11.834.302 | ||||
| Coefficiente di leva finanziaria | ||||||
| 22 | Coefficiente di leva finanziaria | 9,23% | ||||
| UE -22a | Coefficiente di leva finanziaria (escluso l'impatto di qualsiasi esenzione temporanea applicabile delle esposizioni verso le banche centrali) |
8,74% | ||||
| Scelta delle disposizioni transitorie e importo degli elementi fiduciari eliminati | ||||||
| UE -23 | Scelta delle disposizioni transitorie per la definizione della misura del capitale | |||||
| UE -24 | Importo degli elementi fiduciari eliminati ai sensi dell'articolo 429, paragrafo 11, del regolamento (UE) n. 575/2013 |

Il modello LRSum sottostante fornisce la riconciliazione tra l'esposizione totale (denominatore dell'indicatore) ed i valori di bilancio.
| Importi applicabili |
||
|---|---|---|
| 1 | Attività totale come da bilancio pubblicato | 12.026.196 |
| 2 | Rettifica per i soggetti consolidati a fini contabili ma esclusi dall'ambito del consolidamento regolamentare | 34.087 |
| 3 | (Rettifica per le attività fiduciarie contabilizzate in bilancio in base alla disciplina contabile applicabile ma escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell'articolo 429, paragrafo 13, del regolamento (UE) n. 575/2013) |
|
| 4 | Rettifica per gli strumenti finanziari derivati | 1.802 |
| 5 | Rettifica per le operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT) | |
| 6 | Rettifica per gli elementi fuori bilancio (conversione delle esposizioni fuori bilancio in importi equivalenti di credito) | 615.528 |
| UE 6a |
(Rettifica per le esposizioni infragruppo escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell'articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 575/2013) |
|
| UE 6b |
(Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell'articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013) |
|
| 7 | Altre rettifiche | -843.311 |
| 8 | Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria | 11.834.302 |
Il modello LRSpl fornisce, per le esposizioni diverse da Derivati e SFT, la distribuzione per classe di controparte.
| Esposizione del coefficiente di leva finanziaria (CRR) |
||
|---|---|---|
| UE-1 | Totale Esposizioni in bilancio ( esclusi derivati, SFT ed esposizioni esentate), di cui: | 11.348.950 |
| UE-2 | Esposizioninel portafoglio di negoziazione | 2804 |
| UE-3 | Esposizione nel portafoglio bancario, di cui: | |
| UE-4 | Obbligazioni garantite | |
| UE-5 | Esposizioni trattate come emittenti sovrani | 2.360.238 |
| UE-6 | Esposizioni verso amministrazioni regionali, banche multilaterali di sviluppo, organizzazioni internazionali e organismi del settore pubblico non trattati come emittenti sovrani |
41.336 |
| UE-7 | Enti | 388.917 |
| UE-8 | garantite da ipoteche su beni immobili | 222.028 |
| UE-9 | esposizioni al dettaglio | 1.868.984 |
| UE-10 | Imprese | 3.477.941 |
| UE-11 | esposizioni in stato di default | 1.614.204 |
| UE-12 | altre esposizioni ( ad es. in strumenti di capitale, cartolarizzazioni e altre attività diverse da crediti) | 891.379 |

Le strategie perseguite dal Gruppo Bancario prevedono che le linee di credito vengano preferibilmente assistite da idonee garanzie e strumenti di mitigazione del rischio.
Le garanzie per la loro capacità di frazionare il rischio di credito, se gestite in maniera integrata con la conoscenza del cliente, diventano strumento principale e più efficace per la mitigazione effettiva del rischio.
Il Gruppo Banca Ifis ha posto in essere i requisiti previsti dal Regolamento (UE) 575/2013 ai fini del riconoscimento degli effetti di attenuazione del rischio di credito prodotto dalla presenza di garanzie reali e personali a protezione del credito.
Il processo di controllo sull'acquisizione delle garanzie ed utilizzo delle tecniche di attenuazione del rischio di credito è incentrato sulla definizione di opportuni presidi, strumenti e processi finalizzati a garantire in primo luogo la verifica dell'allineamento con i requisiti di Vigilanza, distinguendo tra:
La verifica nel continuo della qualità ed adeguatezza delle procedure di valutazione delle garanzie viene svolta dalla funzione di Risk Management della Banca, con l'obiettivo di presidiare, in via accentrata, il processo di valutazione e sorveglianza delle garanzie acquisite sul portafoglio crediti del Gruppo Banca Ifis.
Per ulteriori informazioni, in merito ai processi gestionali seguiti dal Gruppo, si rimanda a quanto rappresentato nel § 1.4.2.7 del presente documento.
La Banca non applica processi di compensazione delle esposizioni a rischio di credito con partite di segno opposto in ambito di bilancio o "fuori bilancio".
Il Gruppo Bancario non detiene operazioni su derivati creditizi.
Non si registrano livelli di concentrazione dei rischi significativi nell'ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati.

Nella presente Sezione vengono riportate, secondo quanto disposto dagli articoli 453(f), e 453(g) del CRR, con riferimento alla situazione del 31 dicembre 2020, le quote di esposizioni garantite.
| Portafogli | Garanzie reali finanziarie |
Garanzie personali |
Totale |
|---|---|---|---|
| Amministrazioni centrali e banche centrali | 359.733 | 359.733 | |
| Amministrazioni regionali o autorità locali | - | ||
| Organismi del settore pubblico | - | ||
| Intermediari vigilati | 7 | 7 | |
| Imprese e altri soggetti | 4.306 | 3 | 4.309 |
| Esposizioni al dettaglio | 1.594 | 1.594 | |
| Esposizioni garantite da immobili | 121 | 121 | |
| Esposizioni in stato di default | - | ||
| Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R.) | - | ||
| Esposizioni in strumenti di capitale | - | ||
| Altre esposizioni | - | ||
| Totale | 6.021 | 359.743 | 365.764 |

A partire dal 1° gennaio 2018 il Gruppo ha adottato il nuovo principio contabile "IFRS 9 Strumenti finanziari" (cd. IFRS 9).
Con riferimento all'introduzione dell'IFRS9, in data 12 dicembre 2017 il Parlamento Europeo ha emanato il Regolamento (UE) 2017/2395, che aggiorna il CRR, inserendo il nuovo articolo 473 bis "Introduzione dell'IFRS 9", il quale offre la possibilità alle banche di mitigare gli impatti sui fondi propri derivanti dall'introduzione del nuovo principio contabile; in particolare, le disposizioni transitorie definiscono per gli Enti la possibilità di includere nel loro capitale primario di classe 1 una porzione degli accantonamenti accresciuti per perdite attese su crediti, in applicazione dell'IFRS 9 e fino al termine del periodo transitorio prorogato dal Regolamento (UE) 2020/873 fino al 31 dicembre 2024.
Al riguardo Banca Ifis aveva già provveduto ad informare la Banca d'Italia della decisione di applicare le disposizioni transitorie per l'intero periodo. Inoltre, il Regolamento (UE) 2020/873 che apporta modifiche all'articolo 473bis, introduce un secondo fattore di aggiustamento da applicare agli accantonamenti da includere al CET1 per gli incrementi di rettifiche avvenuti dal 1° gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2024. I fattori di aggiustamento da tenere in considerazione sono di seguito riportati:
| TRATTAMENTO TEMPORANEO IFRS 9 2018/2019 | TRATTAMENTO TEMPORANEO IFRS 9 2020/2024 |
|---|---|
| 0,70 dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020; | 1,00 dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020; |
| 0,50 dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021; | 1,00 dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021; |
| 0,25 dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 | 0,75 dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 |
| 0,00 dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 | 0,50 dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 |
| 0,00 dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 | 0,25 dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 |
Sempre con riferimento alle novità normative introdotte dal Regolamento EU 873/2020 con potenziale impatto sul CET1, si segnala il trattamento temporaneo di profitti e perdite non realizzati per variazioni del FV di strumenti di debito emessi dalle Amministrazioni centrali, regionali e locali; Banca Ifis ha informato Banca d'Italia della propria decisione di applicare le nuove disposizioni transitorie a partire dal 31 dicembre 2020.

L'inclusione nel CET1 avverrà in modo graduale applicando i seguenti fattori.
| TRATTAMENTO TEMPORANEO PER RISERVA OCI | ||||||
|---|---|---|---|---|---|---|
| 1,00 dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 | ||||||
| 0,7 dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 | ||||||
| 0,4 dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 |
Il Regolamento UE 2017/2395 disciplina anche gli obblighi informativi che gli enti sono tenuti a pubblicare, rimandando all'EBA l'emanazione degli orientamenti specifici sul tema. Recependo quanto previsto dalla normativa EBA/GL/2018/01 e dalle relative modifiche apportate tramite gli orientamenti EBA/GL/2020/12, il regolatore ha emesso specifiche linee guida secondo cui le banche che adottano un trattamento transitorio con riferimento all'impatto IFRS 9 sono tenute a fornire un confronto dei fondi propri e dei coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria con e senza l'applicazione delle correlate disposizioni transitorie
Al 31 dicembre 2020, l'applicazione dell'IFRS 9 ha comportato un aumento degli accantonamenti per perdite attese su crediti per 22,3 di milioni di euro, al netto dell'effetto fiscale. Pertanto, in applicazione delle disposizioni transitorie – "approccio dinamico" - è stato riconosciuto nel capitale primario di classe 1 - CET1 - di pertinenza del Gruppo, l'importo di 11,3 milioni di euro.
Al 31 dicembre 2020, le riserve negative OCI su strumenti di debito emessi dalle Amministrazioni centrali, regionali e locali, al netto dell'effetto fiscale, ammontano a 2,7 milioni di euro.
Pertanto, in applicazione del trattamento temporaneo, è stato sterilizzato dal capitale primario di classe 1 - CET1 - di pertinenza del Gruppo, l'importo negativo di 1,4 milioni di euro.
In applicazione dei trattamenti temporanei volti ad attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9 e delle riserve OCI su titoli Governativi sui Fondi propri, il Gruppo Bancario Banca Ifis è tenuto durante il periodo transitorio a pubblicare gli importi dei Fondi propri e dei relativi coefficienti di capitale e di leva finanziaria di cui disporrebbe se non avesse applicato tali disposizioni transitorie. L'applicazione del regime transitorio ha un impatto sui Fondi propri totali pari a 24 bps.

Tab.33 - Confronto dei fondi propri, dei coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria con e senza l'applicazione di disposizioni transitorie per l'IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti, con e senza l'applicazione del trattamento temporaneo in conformità dell'art. 468 del CRR. (EBA GL/2020/12)
| Capitale disponibile (importi) | ||
|---|---|---|
| 1 | Capitale primario di classe 1 (CET1) | 1.038.715 |
| 2 | Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti |
1.020.044 |
| 2° | Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
1.037.346 |
| 3 | Capitale di classe 1 | 1.091.857 |
| 4 | Capitale di classe 1 (CET1) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti |
1.073.187 |
| 4° | Capitale di classe 1 come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
1.090.488 |
| 5 | Capitale totale | 1.366.421 |
| 6 | Capitale totale come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti |
1.347.750 |
| 6° | Capitale totale come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
1.365.052 |
| Attività ponderate per il rischio (importi) | ||
| 7 | Totale delle attività ponderate per il rischio | 9.203.971 |
| 8 | Totale delle attività ponderate per il rischio come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti |
9.189.248 |
| Coefficienti patrimoniali | ||
| 9 | Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) | 11,29% |
| 10 | Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti |
11,10% |
| 10a | Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
11,27% |
| 11 | Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) | 11,86% |
| 12 | Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti |
11,68% |
| 12a | Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
11,85% |
| 13 | Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) | 14,85% |
| 14 | Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti |
14,67% |
| 14a | Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
14,83% |
| Coefficiente di leva finanziaria | ||
| 15 | Misurazione dell'esposizione totale del coefficiente di leva finanziaria | 11.834.302 |
| 16 | Coefficiente di leva finanziaria | 9,23% |
| 17 | Coefficiente di leva finanziaria come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti |
9,07% |
| 17a | Coefficiente di leva finanziaria come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
9,21% |

Nella presente sezione viene riportata l'informativa sulle esposizioni deteriorate e oggetto di misure di concessione prevista dagli orientamenti EBA/GL/2018/10.
Nel 2017, il Consiglio Europeo ha approvato un Piano d'Azione mirato al contenimento del livello dei crediti deteriorati, proponendo un approccio che preveda l'interazione complementare di diverse politiche, sia nazionali che europee, che intervengono su tali aspetti:
All'interno di questo contesto, per favorire una maggior trasparenza al mercato sulla qualità degli asset detenuti dalle banche e ridurre l'asimmetria informativa tra gli operatori di mercato, l'EBA è intervenuta emanando le linee guida 2018/10, "Orientamenti relativi all'informativa sulle esposizioni deteriorate e oggetto di misure di concessione", specificando i contenuti informativi che gli enti creditizi sono tenuti ad utilizzare per le informative riguardanti le esposizioni deteriorate, oggetto di misure di concessione e le attività pignorate, secondo un principio di proporzionalità.
Di seguito si forniscono le tabelle richieste dagli Orientamenti previste per tutti gli entri creditizi secondo una frequenza armonizzata.

Tab.34 - Qualità creditizia delle esposizioni oggetto di misure di concessione
| a | b | c | d | e | f | g | h | ||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Valore contabile lordo/importo nominale delle esposizioni oggetto di misure di concessione |
Rettifiche di valore cumulate, variazioni negative cumulate del fair value (valore equo) dovute al rischio di credito e accantonamenti |
Garanzie reali ricevute e garanzie finanziarie ricevute sulle esposizioni oggetto di misure di concessione |
|||||||
| Esposizioni oggetto di misure di concessione non deteriorate |
Esposizioni oggetto di misure di concessione deteriorate |
Su esposizioni oggetto di misure di concessione non deteriorate |
Su esposizioni oggetto di misure di concessione deteriorate |
Di cui garanzie reali e garanzie finanziarie ricevute su esposizioni deteriorate oggetto di misure di |
|||||
| Di cui in stato di in stato di default |
Di cui impaired |
concessione | |||||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni | 39.629 | 208.495 | 208.495 | 208.495 | - 1.230 | - 13.594 | 42.812 | 20.737 |
| 2 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | - | - |
| 3 | Amministrazioni pubbliche |
1.244 | - | - | - | -25 | - | - | - |
| 4 | Enti creditizi | - | - | - | - | - | - | - | - |
| 5 | Altre società finanziarie |
4.543 | 22 | 22 | 22 | - | - 5 | 16 | - |
| 6 | Società non finanziarie |
18.696 | 27.518 | 27.518 | 27.518 | - 470 | - 9.958 | 20.239 | 11.065 |
| 7 | Famiglie | 15.146 | 180.955 | 180.955 | 180.955 | - 735 | - 3.631 | 22.557 | 9.673 |
| 8 | Titoli di debito | - | - | - | - | - | - | - | - |
| 9 | Impegni all'erogazione di finanziamenti |
29 | - | - | - | - | - | - | - |
| 10 | Totale | 39.658 | 208.495 | 208.495 | 208.495 | - 1.230 | - 13.594 | 42.812 | 20.737 |

| a | b | c | d | e | f | |||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Valore contabile lordo/importo nominale | ||||||||
| Esposizioni non deteriorate | Esposizioni deteriorate | |||||||
| Non scadute o scadute da ≤ 30 giorni |
Scadute da > 30 giorni e ≤ 90 giorni |
Inadempienze probabili che non sono scadute o sono scadute da≤ 90 giorni |
Scadute da > 90 giorni e ≤ 180 giorni |
|||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni | 6.246.346 | 5.862.732 | 383.614 | 1.841.214 | 235.370 | 54.561 | |
| 2 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | |
| 3 | Amministrazioni pubbliche | 632.698 | 349.376 | 283.322 | 22.966 | 1.279 | 792 | |
| 4 | Enti creditizi | 44.060 | 44.060 | - | - | - | - | |
| 5 | Altre società finanziarie | 185.456 | 184.970 | 486 | 5.136 | 233 | 225 | |
| 6 | Società non finanziarie | 4.655.096 | 4.581.435 | 73.661 | 549.344 | 100.734 | 33.600 | |
| 7 | Di cui PMI | 2.250.393 | 2.210.765 | 39.628 | 127.803 | 30.485 | 5.573 | |
| 8 | Famiglie | 729.036 | 702.891 | 26.145 | 1.263.769 | 133.124 | 19.944 | |
| 9 | Titolo di debito | 2.048.647 | 2.048.647 | - | 1 | 1 | - | |
| 10 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | |
| 11 | Amministrazioni pubbliche | 1.808.490 | 1.808.490 | - | - | - | - | |
| 12 | Enti creditizi | 56.786 | 56.786 | - | - | - | - | |
| 13 | Altre società finanziarie | 153.188 | 153.188 | - | - | - | - | |
| 14 | Società non finanziarie | 30.183 | 30.183 | - | 1 | 1 | - | |
| 15 | Esposizioni fuori bilancio | 1.368.395 | 66.593 | |||||
| 16 | Banche centrali | - | - | |||||
| 17 | Amministrazioni pubbliche | - | - | |||||
| 18 | Enti creditizi | - | - | |||||
| 19 | Altre società finanziarie | 114.727 | - | |||||
| 20 | Società non finanziarie | 923.401 | 51.265 | |||||
| 21 | Famiglie | 330.267 | 15.328 | |||||
| 22 | Totale | 9.663.387 | 7.911.378 | 383.614 | 1.907.809 | 235.371 | 54.561 |

| g | h | i | j | K | l | ||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Valore contabile lordo/importo nominale | |||||||||
| Esposizioni deteriorate | |||||||||
| Scadute da > 180 giorni e ≤ 1 anno |
Scadute da > 1 anno e ≤ 2 anni |
Scadute da > 2 anni e ≤ 5 anni |
Scadute da > 5 anni e ≤ 7 anni |
Scadute da > 7 anni |
Di cui in stato di default |
||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni | 136.823 | 278.716 | 730.966 | 292.161 | 112.619 | 1.839.986 | ||
| 2 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | ||
| 3 | Amministrazioni pubbliche | 490 | 2.753 | 13.849 | 3.280 | 523 | 22.966 | ||
| 4 | Enti creditizi | - | - | - | - | - | - | ||
| 5 | Altre società finanziarie | 14 | 809 | 3.775 | 38 | 43 | 5.136 | ||
| 6 | Società non finanziarie | 52.902 | 97.972 | 209.768 | 14.412 | 548.941 | |||
| 7 | Di cui PMI | 14.849 | 46.500 | 21.520 1.923 |
6.955 | 127.400 | |||
| 8 | Famiglie | 83.417 | 177.181 | 503.573 | 274.431 | 72.098 | 1.262.943 | ||
| 9 | Titolo di debito | - | - | - | - | - | 1 | ||
| 10 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | ||
| 11 | Amministrazioni pubbliche | - | - | - | - | - | - | ||
| 12 | Enti creditizi | - | - | - | - | - | - | ||
| 13 | Altre società finanziarie | - | - | - | - | - | - | ||
| 14 | Società non finanziarie | - | - | - | - | - | 1 | ||
| 15 | Esposizioni fuori bilancio | 64.515 | |||||||
| 16 | Banche centrali | - | |||||||
| 17 | Amministrazioni pubbliche | - | |||||||
| 18 | Enti creditizi | - | |||||||
| 19 | Altre società finanziarie | - | |||||||
| 20 | Società non finanziarie | 50.735 | |||||||
| 21 | Famiglie | 13.780 | |||||||
| 22 | Totale | 136.823 | 278.716 | 730.966 | 292.161 | 112.619 | 1.904.502 |

| a | b | c | d | e | f | |||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Valore contabile lordo/valore nominale | ||||||||
| Esposizioni non deteriorate | Esposizioni deteriorate | |||||||
| Di cui stadio 1 | Di cui stadio 2 | Di cui stadio 2 | Di cui stadio 3 | |||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni | 6.246.346 | 5.848.073 | 391.384 | 1.841.214 | - | 1.816.810 | |
| 2 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | |
| 3 | Amministrazioni pubbliche | 632.698 | 412.975 | 219.723 | 22.966 | - | 22.966 | |
| 4 | Enti creditizi | 44.060 | 44.050 | - | - | - | - | |
| 5 | Altre società finanziarie | 185.456 | 177.909 | 5.022 | 5.136 | - | ||
| 6 | Società non finanziarie | 4.655.096 | 4.530.560 120.301 549.344 - |
524.939 | ||||
| 7 | Di cui PMI | 2.250.393 | 2.175.438 | 74.870 | 127.803 | - | 127.803 | |
| 8 | Famiglie | 729.036 | 682.578 | 46.338 | 1.263.769 | - | 1.263.769 | |
| 9 | Titolo di debito | 2.048.647 | 2.045.115 | - | 1 | - | 1 | |
| 10 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | |
| 11 | Amministrazioni pubbliche | 1.808.490 | 1.808.490 | - | - | - | - | |
| 12 | Enti creditizi | 56.786 | 56.786 | - | - | - | - | |
| 13 | Altre società finanziarie | 153.188 | 149.656 | - | - | - | - | |
| 14 | Società non finanziarie | 30.183 | 30.183 | - | 1 - |
1 | ||
| 15 | Esposizioni fuori bilancio | 1.368.395 | 1.327.915 | 2.670 | 66.593 | - | 66.582 | |
| 16 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | |
| 17 | Amministrazioni pubbliche | - | - | - | - | - | - | |
| 18 | Enti creditizi | - | - | - | - | - | - | |
| 19 | Altre società finanziarie | 114.727 | 82.379 | - | - | - | - | |
| 20 | Società non finanziarie | 923.401 | 916.168 | 1.770 | 51.265 | - | 51.254 | |
| 21 | Famiglie | 330.267 | 329.368 | 899 | 15.328 | - | 15.328 | |
| 22 | Totale | 9.663.387 | 9.221.103 | 394.054 | 1.907.809 | - | 1.883.393 |

| g | h | i | j | k | l | ||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Rettifiche di valore cumulate, variazioni negative cumulate del fair value (valore equo) dovute al rischio di credito e accantonamenti |
|||||||||
| Esposizioni non deteriorate – rettifiche di valore cumulate e accantonamenti |
Esposizioni deteriorate – rettifiche di valore cumulate, variazioni negative cumulate del fair value (valore equo) dovute al rischio di credito e accantonamenti |
||||||||
| Di cui stadio 1 | Di cui stadio 2 | Di cui stadio 2 | Di cui stadio 3 | ||||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni | -67.603 | -61.969 | -5.635 | -225.813 | - | -225.813 | ||
| 2 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | ||
| 3 | Amministrazioni pubbliche | -796 | -478 | -318 | -8.698 | 0 | -8.698 | ||
| 4 | Enti creditizi | -235 | -235 | - | - | - | - | ||
| 5 | Altre società finanziarie | -2.851 | -2.848 | -3 | -2.232 | - | -2.232 | ||
| 6 | Società non finanziarie | -54.453 | -50.795 | -3.659 | -197.115 | - | -197.115 | ||
| 7 | Di cui PMI | -23.923 | -21.289 | -2.634 | -56.711 | - | -56.711 | ||
| 8 | Famiglie | -9.267 | -7.612 | -1.655 | -17.769 - |
-17.769 | |||
| 9 | Titolo di debito | -1.237 | -1.237 | - | - - |
- | |||
| 10 | Banche centrali | - | - | - | - | - | - | ||
| 11 | Amministrazioni pubbliche | -502 | -502 | - | - | - | - | ||
| 12 | Enti creditizi | -53 | -53 | - | - | - | - | ||
| 13 | Altre società finanziarie | -527 | -527 | - | - | - | - | ||
| 14 | Società non finanziarie | -155 | -155 | - | - | - | - | ||
| 15 | Esposizioni fuori bilancio | 3.236 | 3.234 | 2 | 7.751 | - | 7.751 | ||
| 16 | Banche centrali | - | - | - | - | - | |||
| 17 | Amministrazioni pubbliche | - | - | - | - | - | |||
| 18 | Enti creditizi | - | - | - | - | - | |||
| 19 | Altre società finanziarie | 844 | 844 | - | - | - | |||
| 20 | Società non finanziarie | 2.305 | 2.305 | - | 7.549 | - | |||
| 21 | Famiglie | 87 | 85 | 2 | 202 | - | |||
| 22 | Totale | - 65.604 |
- 59.972 |
- 5.632 |
- 218.062 | - | - 218.062 |

| m | n | o | ||||
|---|---|---|---|---|---|---|
| Garanzie reali e garanzie finanziarie ricevute | ||||||
| Cancellazioni parziali cumulate | Su esposizioni non deteriorate |
Su esposizioni deteriorate |
||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni | -45.931 | 1.931.798 | 169.765 | ||
| 2 | Banche centrali | - | - | - | ||
| 3 | Amministrazioni pubbliche | -38.374 | 357 | - | ||
| 4 | Enti creditizi | - | 781 | - | ||
| 5 | Altre società finanziarie | - | 37.225 | 1.500 | ||
| 6 | Società non finanziarie | -1.762 | 1.422.821 | 86.651 | ||
| 7 | Di cui PMI | -490 | 799.736 | 19.282 | ||
| 8 | Famiglie | -5.794 | 470.614 | 81.614 | ||
| 9 | Titolo di debito | - | - | - | ||
| 10 | Banche centrali | - | - | - | ||
| 11 | Amministrazioni pubbliche | - | - | - | ||
| 12 | Enti creditizi | - | - | - | ||
| 13 | Altre società finanziarie | - | - | - | ||
| 14 | Società non finanziarie | - | - | - | ||
| 15 | Esposizioni fuori bilancio | 8.297 | - | |||
| 16 | Banche centrali | - | - | |||
| 17 | Amministrazioni pubbliche | - | - | |||
| 18 | Enti creditizi | - | - | |||
| 19 | Altre società finanziarie | 2.624 | - | |||
| 20 | Società non finanziarie | 5.125 | - | |||
| 21 | Famiglie | 549 | - | |||
| 22 | Totale | - 45.931 | 1.940.095 | 169.765 |

Con comunicazione del 30 giugno 2020, la Banca d'Italia ha dato attuazione agli Orientamenti EBA relativi agli obblighi di segnalazione e di informativa al pubblico sulle esposizioni oggetto di misure applicate alla luce della crisi Covid-19 (EBA/GL/2020/07). L'obiettivo delle linee guida è monitorare, a livello europeo ed in misura armonizzata, le moratorie concesse a sostegno della clientela in risposta alla crisi scaturita da Covid-19 nonché fornire un'adeguata e idonea comprensione del profilo di rischio degli enti vigilati, in coerenza con le informazioni relative alla segnalazione consolidata Finrep. A tal fine, gli enti sono tenuti a pubblicare informativa in merito a:
Di seguito sono esposte le tre nuove tabelle previste dall'Allegato 3 EBA/GL/2020/07).

| A | b | c | d | e | f | g | |||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Valore contabile lordo | |||||||||
| In bonis | Deteriorate | ||||||||
| Di cui: esposizioni oggetto di misure di «forbearance» |
Di cui: strumenti con un aumento significativo del rischio di credito dopo la rilevazione iniziale ma che non sono deteriorati (Fase 2) |
Di cui: esposizioni oggetto di misure di «forbearance» |
Di cui: inadempienze probabili che non sono scadute o che sono scadute da non più di 90 giorni |
||||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni soggetti a moratoria |
657.390 | 652.188 | 8.387 | 22.693 | 5.203 | 348 | 2.782 | |
| 2 | di cui: a famiglie | 93.285 | 92.641 | 807 | 1.464 | 644 | 173 | 595 | |
| 3 | di cui: garantiti da beni immobili residenziali a titolo di garanzia reale |
10.303 | 10.147 | 144 | 245 | 157 | 98 | 157 | |
| 4 | di cui: a società non finanziarie |
555.906 | 551.348 | 3.054 | 16.370 | 4.558 | 174 | 2.186 | |
| 5 | di cui: a piccole e medie imprese |
419.356 | 416.101 | 2.108 | 11.965 | 3.255 | 52 | 1.940 | |
| 6 | di cui: garantiti da beni immobili non residenziali a titolo di garanzia reale |
63.573 | 62.911 | - | 11.965 | 662 | - | - |
| h | i | j | k | l | m | n | o | ||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Riduzione di valore accumulata, variazioni negative accumulate del fair value (valore equo) dovute al rischio di credito |
|||||||||
| In bonis Deteriorate |
|||||||||
| Di cui: esposizioni oggetto di misure di «forbearance» |
Di cui: strumenti con un aumento significativo del rischio di credito dopo la rilevazione iniziale ma che non sono deteriorati (Fase 2) |
Di cui: esposizioni oggetto di misure di «forbearance» |
Di cui: inadempienze probabili che non sono scadute o che sono scadute da non più di 90 giorni |
Afflussi nelle esposizioni deteriorate |
|||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni soggetti a moratoria |
-11.436 | -9.729 | -123 | -635 | -1.706 | -42 | -750 | 1.462 |
| 2 | di cui: a famiglie | -2.082 | -1.806 | -30 | -48 | -276 | -16 | -259 | - |
| 3 | di cui: garantiti da beni immobili residenziali a titolo di garanzia reale |
-119 | -79 | -10 | -10 | -40 | -15 | -40 | - |
| 4 | di cui: a società non finanziarie |
-9.270 | -7.839 | -93 | -587 | -1.431 | -27 | -491 | 1.462 |
| 5 | di cui: a piccole e medie imprese |
-6.112 | -5.444 | -66 | -330 | -667 | -6 | -408 | 661 |
| 6 | di cui: garantiti da beni immobili non residenziali a titolo di garanzia reale |
-1.006 | -684 | - | -133 | -322 | - | - | 662 |

| a | b | c | d | e | f | g | h | I | |||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Valore contabile lordo | |||||||||||
| Numero | Di cui: moratorie legislative |
Di cui: scadute |
Durata residua delle moratorie | ||||||||
| di debitori |
<= 3 mesi | > 3 mesi <= 6 mesi |
> 6 mesi <= 9 mesi |
> 9 mesi <= 12 mesi |
> 1 anno | ||||||
| 1 | Prestiti e anticipazioni per i quali è stata offerta una moratoria |
10.206 | 710.782 | ||||||||
| 2 | Prestiti e anticipazioni soggetti a moratoria (concessa) |
10.198 | 706.745 | 630.569 | 49.355 | 643.635 | 2.010 | 56 | 4.856 | 6.344 | |
| 3 | di cui: a famiglie | 100.685 | 92.730 | 7.400 | 92.665 | 323 | 56 | - | - | ||
| 4 | di cui: garantiti da beni immobili residenziali a titolo di garanzia reale |
12.171 | 12.171 | 1.868 | 9.996 | 90 | 56 | - | - | ||
| 5 | di cui: a società non finanziarie |
597.712 | 534.653 | 41.806 | 547.627 | 1.687 | - | - | 6.344 | ||
| 6 | di cui: a piccole e medie imprese |
450.713 | 406.798 | 31.358 | 417.879 | 1.228 | - | - | - | ||
| 7 | di cui: garantiti da beni immobili non residenziali a titolo di garanzia reale |
66.064 | 62.448 | 2.491 | 63.573 | - | - | - | - |
Tab.39: Informazioni su nuovi prestiti e anticipazioni soggetti a schemi di garanzia pubblica di nuova applicazione introdotti in risposta alla crisi Covid-19
| a | b | c | d | ||
|---|---|---|---|---|---|
| Valore contabile lordo | Importo massimo della garanzia che può essere considerato |
Valore contabile lordo |
|||
| di cui: oggetto di misure di «forbearance» |
Garanzie pubbliche ricevute |
Afflussi nelle esposizioni deteriorate |
|||
| 1 | Nuovi prestiti e anticipazioni soggetti a schemi di garanzia pubblica |
214.600 | 190.456 | ||
| 2 | di cui: a famiglie | 2.735 | |||
| 3 | di cui: garantiti da beni immobili residenziali a titolo di garanzia reale |
- | |||
| 4 | di cui: a società non finanziarie | 211.865 | 187.918 | ||
| 5 | di cui: a piccole e medie imprese | 178.555 | |||
| 6 | di cui: garantiti da beni immobili non residenziali a titolo di garanzia reale |
- |

Con riferimento a quanto prescritto dall'articolo 435 – comma 1, alle lettere e) ed f) del Regolamento (UE) n. 575/2013, si evidenziano di seguito le sintesi conclusive in merito all'adeguatezza delle misure di gestione dei rischi e al raccordo tra il profilo di rischio complessivo e la strategia aziendale. Si rimanda per una più esaustiva trattazione ai paragrafi 1.3 "Profilo di rischio e sistemi di gestione e misurazione dei rischi" e 1.4 "Strategie e processi per la gestione dei rischi".
Il Gruppo Banca Ifis svolge nel continuo attività di manutenzione ed evoluzione sui sistemi e processi utilizzati al fine di migliorare il proprio sistema di gestione dei rischi.
Il Risk Management ha il compito di assicurare il presidio e la gestione integrata dei rischi garantendo lo sviluppo e il miglioramento delle metodologie e dei modelli relativi alla loro misurazione.
Per un'adeguata gestione dei rischi, riveste un ruolo fondamentale il sistema dei controlli interni del Gruppo che ha l'obiettivo di assicurare una corretta informativa ed un'adeguata copertura di controllo su tutte le attività e in particolar modo nelle aree di maggiore rischio aziendale. I controlli coinvolgono, con diversi ruoli, gli Organi aziendali delle società del Gruppo, la Direzione Generale della Capogruppo e tutto il personale del Gruppo. Tra i principali attori del sistema dei controlli interni svolge un ruolo di primaria importanza il Comitato Controllo e Rischi che ha il compito di supportare le valutazioni e decisioni del Consiglio di Amministrazione.
Il Gruppo assicura una stretta coerenza e un puntuale raccordo tra: il modello di business, il piano strategico, il budget, il Risk Appetite Framework (RAF), i processi per la valutazione dell'adeguatezza del capitale (ICAAP) e del sistema di governo e gestione della liquidità (ILAAP), il Piano di Risanamento (Recovery Plan), l'organizzazione aziendale e il sistema dei controlli interni. Il RAF rappresenta il quadro di riferimento che disciplina, in coerenza con il business model e il piano strategico, la propensione al rischio, le soglie di tolleranza e i limiti di rischio.
I processi di definizione del RAF e di pianificazione strategica risultano fortemente interrelati in quanto, alla base di entrambi, vi sono assunti legati ad una visione di reddittività corretta per il rischio, di robustezza patrimoniale e di solidità da un punto di vista di liquidità.
I criteri di definizione del RAF tengono conto del modello di business e dei mercati di riferimento in cui opera il Gruppo, degli obiettivi strategici e di una visione integrata dei rischi valutati in coerenza con quanto effettuato ai fini ICAAP e ILAAP.
La propensione al rischio è declinata a livello di Gruppo ed è espressa attraverso degli indicatori rappresentativi degli obiettivi strategico-finanziari del Gruppo e dei vincoli regolamentari in coerenza con la verifica dell'adeguatezza patrimoniale e della liquidità e con i processi di gestione del rischio. Tali indicatori sono declinati su specifici rischi di rilievo per la Banca e su specifiche business unit e sono

principalmente ascrivibili a dimensioni di capitale e adeguatezza patrimoniale, liquidità, reddittività e qualità dell'attivo. Gli indicatori vengono monitorati periodicamente dal Risk Management e ne viene data informativa all'Organo con funzione di gestione e all'Organo con funzione di supervisione strategica. In aggiunta agli indicatori strategici definiti nel RAF, viene monitorato un ulteriore set di indicatori di rischio.
Il principale rischio a cui il Gruppo è esposto è, per il modello di business specifico adottato, il rischio di credito.
Il rischio operativo, essendo un rischio trasversale che potenzialmente può coinvolgere tutte le strutture e business della Banca, viene ascritto tra i rischi rilevanti per il Gruppo. Risulta, altresì, di medesima rilevanza il rischio modello, per la significativa incidenza e numerosità dei modelli di valutazione operanti nel comparto dei crediti non performing acquisiti da terzi (controllata Ifis NPL).
Per quanto riguarda il rischio di liquidità, questo incide potenzialmente su gran parte delle unità operative del Gruppo Bancario e riveste una significativa importanza per tutti gli Istituti di Credito e per l'Autorità di Vigilanza. Al fine di garantire una corretta gestione del rischio di liquidità, vengono periodicamente monitorati un set di indicatori quali LCR, NSFR, Maturity Ladder e valutate le unità di business che possono generare inflow, outflow e la durata delle poste attive e passive.
Le tipologie di rischio a rilevanza media, che insistono sul Gruppo Bancario, sono riferibili al rischio di concentrazione, al rischio di reputazione, al rischio connesso alla quota di attività vincolate, al rischio strategico ed al rischio di tasso di interesse.
Marginali risultano essere anche altre tipologie di rischio, quali il rischio di mercato, il rischio di controparte e CVA, il rischio paese e trasferimento, il rischio sovrano Italia, il rischio residuo, il rischio di regolamento e consegna, il rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione, il rischio da partecipazioni ed il rischio di leva finanziaria eccessiva.


La sottoscritta, Mariacristina Taormina, Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Banca Ifis S.p.A., dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del "Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria" che l'informativa contabile contenuta nel presente documento "Informativa al Pubblico al 31 dicembre 2020 – Pillar 3" corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.
Venezia, lì 11 marzo 2021
Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari
Mariacristina Taormina
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