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Banca Ifis

Regulatory Filings Mar 31, 2022

4153_cgr_2022-03-31_ad460608-016e-4d98-8c48-0fd8409f21c0.pdf

Regulatory Filings

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Informativa al Pubblico

Pillar 3

31.12.2021 www.bancaifis.it

1

Premessa 3
Riferimenti ai requisiti regolamentari di informativa
4
1. Requisito informativo generale
7
1.1. Organizzazione della unità organizzativa di controllo Risk Management15
1.2. Profilo di rischio e sistemi di gestione e misurazione dei rischi
18
1.3. Monitoraggio e Reporting
30
1.4. Sistema di Governance
30
2. Ambito di applicazione
33
3. Composizione dei Fondi Propri 38
4. Adeguatezza patrimoniale 52
5. Leva finanziaria 58
6. Rischio di liquidità
64
7. Rischio di credito 72
7.1. Informazioni generali72
7.1.1.
Dettagli per segmento di attività
72
7.1.2.
Metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore
82
7.2. Uso dell'ECAI97
8. Attività vincolate
101
9. Rischio di controparte
104
10. Tecniche di attenuazione del rischio
108
11. Operazioni di cartolarizzazione
110
12. Rischio operativo 114
13. Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario
121
14. Rischio di tasso di interesse
123
15. Rischio di mercato
129
16. Rischio di concentrazione e grandi esposizioni
133
17. Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione
135
18. Dichiarazione dell'Amministratore delegato ai sensi dell'art. 435, lettere e) ed f) del regolamento UE 575/2013
151
19. Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari 152

Premessa

A far data dal 1° gennaio 2014, sono state trasposte nell'ordinamento dell'Unione Europea le riforme degli accordi del Comitato di Basilea ("Basilea 3") volte a rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, indipendentemente dalla loro origine, a migliorare la gestione del rischio e la governance, a rafforzare la trasparenza e l'informativa delle banche stesse. In tale azione, il Comitato di Basilea ha mantenuto l'approccio basato su tre Pilastri che era alla base del precedente accordo sul capitale noto come "Basilea 2", integrandolo e rafforzandolo per accrescere in termini qualitativi e quantitativi la dotazione di capitale degli intermediari, introducendo strumenti di vigilanza anticiclici, norme sulla gestione del rischio di liquidità e sul contenimento della leva finanziaria.

In particolare, il Terzo Pilastro (in seguito anche "Pillar 3") si basa sul presupposto che la Disciplina del Mercato (Market Discipline) possa contribuire a rafforzare la regolamentazione del capitale e quindi promuovere la stabilità e la solidità delle banche e del settore finanziario.

Lo scopo del Terzo Pilastro è pertanto quello di integrare i requisiti patrimoniali minimi (Primo Pilastro) e il processo di controllo prudenziale (Secondo Pilastro), attraverso l'individuazione di un insieme di requisiti di trasparenza informativa che consentano agli operatori del Mercato di disporre di informazioni rilevanti, complete e affidabili circa l'adeguatezza patrimoniale, l'esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all'identificazione, misurazione e gestione di tali rischi.

In ambito comunitario, i contenuti di "Basilea 3" sono stati recepiti nei seguenti atti normativi:

  • la Direttiva 2013/36/UE del 26 giugno 2013 (di seguito "CRD IV") recepita da Banca d'Italia a seguito dell'emanazione della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 "Disposizioni di vigilanza per le banche". Tale normativa comunitaria disciplina, fra l'altro, le condizioni per l'accesso all'attività bancaria, la libertà di stabilimento e la libera prestazione di servizi, il processo di controllo prudenziale, le riserve di patrimonio addizionali;
  • il Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (di seguito "CRR"), che disciplina gli istituti di vigilanza prudenziale del Primo Pilastro e le regole sull'Informativa al Pubblico (Terzo Pilastro). Indicazioni ulteriori sul Pillar 3 sono state poi fornite dall'EBA (European Banking Authority) attraverso alcuni documenti.
  • Con comunicazione del 30 giugno 2020, la Banca d'Italia ha dato attuazione agli Orientamenti EBA relativi agli obblighi di segnalazione e di informativa al pubblico sulle esposizioni oggetto di misure applicate alla luce della crisi Covid-19 (EBA/GL/2020/07). L'obiettivo delle linee guida è monitorare, a livello europeo ed in misura armonizzata, le moratorie concesse a sostegno della clientela in risposta alla crisi scaturita da Covid-19 nonché fornire un'adeguata e idonea comprensione del profilo di rischio degli enti vigilati, in coerenza con le informazioni relative alla segnalazione consolidata Finrep.

Con la pubblicazione del Regolamento (UE) No 876/2019 (CRR2), l'EBA ha introdotto una serie di modifiche significative al framework normativo. Tali cambiamenti, riguardanti in particolare la parte Otto della CRR, hanno come obiettivo quello di omogeneizzare l'informativa periodica da fornire al mercato. A tal proposito, nel Regolamento di Esecuzione (UE) No 637/2021 sono state fornite agli operatori le istruzioni per il mapping tra le informazioni da pubblicare. Secondo quanto stabilito dal Regolamento CRR2, le banche pubblicano le informazioni richieste almeno su base annua; spetta agli stessi enti valutare la necessità di fornire con maggior frequenza le informazioni richieste, alla luce delle caratteristiche rilevanti dell'attività in essere e di elementi suscettibili di rapidi cambiamenti. Le linee guida indicano un contenuto minimo coerente con la rilevanza dell'ente segnalante, con particolare riferimento ai requisiti di capitale, composizione ed adeguatezza patrimoniale, leverage ratio, esposizione ai rischi e caratteristiche generali dei sistemi preposti all'identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali rischi

I dati sono esposti in milioni di euro, ove non diversamente indicato.

Il Gruppo Banca Ifis pubblica questa informativa al pubblico e gli eventuali successivi aggiornamenti sul proprio sito Internet all'indirizzo www.bancaifis.it, nella sezione Investor Relations – Risultati finanziari e presentazioni.

Riferimenti ai requisiti regolamentari di informativa

Le tabelle di seguito elencate riportano una sintesi della collocazione dell'informativa resa al mercato, in conformità con i requisiti informativi regolamentari disciplinati dalla normativa europea, in particolare CRR2 parte VIII e Regolamento (UE) No 637/2021.

Riferimento alle informazioni richieste dal CRR2

Articolo CRR2 Riferimento sezione Pillar 3
435 – Obiettivi e politiche di gestione del rischio Paragrafo 1 - Requisito informativo generale
436 – Ambito di applicazione Paragrafo 2 - Ambito di applicazione
437 – Fondi propri Paragrafo 3 - Composizione dei Fondi Propri
438 – Requisiti di capitale Paragrafo 4 - Adeguatezza patrimoniale
439 – Esposizione al rischio di controparte Paragrafo 9 - Rischio di controparte: metodo standardizzato
Paragrafo
440 – Riserve di capitale anticicliche Paragrafo 4 - Adeguatezza patrimoniale
441 – Indicatori dell'importanza sistemica a livello mondiale N.A.
442 – Rettifiche per il rischio di credito Paragrafo 7 - Rischio di credito: informazioni generali
443 – Attività non vincolate Paragrafo 8 – Attività vincolate
444 – Uso delle ECAI Paragrafo 7.2 - Rischio di credito: uso delle ECAI

Articolo CRR2 Riferimento sezione Pillar 3
445 – Esposizione al rischio di mercato Paragrafo 15 - Rischio di mercato
446 – Rischio operativo Paragrafo 12 – Rischio operativo
447 – Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio Paragrafo
13
-
Esposizioni
in
strumenti
di
capitale:
di negoziazione informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario
448 – Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non Paragrafo 14 - Rischio di tasso di interesse sulle posizioni
incluse nel portafoglio di negoziazione incluse nel portafoglio bancario
449 – Esposizione in posizioni verso la cartolarizzazione Paragrafo 11 - Operazioni di cartolarizzazione
450 – Politica di remunerazione Paragrafo 17 -
Sistemi e prassi di remunerazione e
incentivazione
451- Leva finanziaria Paragrafo 5 - Leva finanziaria
452 – Uso del metodo IRB per Il rischio di credito N.A.
453 – Uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito Paragrafo 10 - Tecniche di attenuazione del rischio
454 – Uso dei metodi avanzati di misurazione per il rischio operativo N.A.
455 – Uso di modelli interni per il rischio di mercato N.A.

Riferimento ai requisiti EBA - Regolamento (UE) 637/2021, EBA/GL/2020/07 ed EBA/GL/2020/12

Tavole Tipologia informazioni Paragrafo
EU OVA, EU OVB, EU OVC Qualitativa Paragrafo 1 - Requisito informativo generale
EU LI1, EU LI2, EU LI3, EU LIA, EU LIB Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 2 - Ambito di applicazione
EU CC1, EU CC2, EU CCA Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 3 - Composizione dei Fondi Propri
EU KM1 Quantitativa Paragrafo 4 - Adeguatezza patrimoniale
IFRS9-FL Qualitativa & Quantitativa
EU OV1 Quantitativa
EU CCyB1, EU CCyB2 Quantitativa
EU LR1, EU LR2, EU LR3, EU LRA Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 5 - Leva finanziaria
EU LIQ, EU LIQ2, EU LIQA, EU LIQB Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 6 – Rischio di liquidità
EU CRA, EU CRB, EU CR1, EU CR1-A, EU CR2, EU
CQ1, EU CQ3, EU CQ5, Tabella 1, Tabella 2,
Tabella 3
Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 7.1 - Rischio di credito:
informazioni generali e tabelle qualità del
credito
EU CR4, EU CR5 Quantitativa Paragrafo 7.2- Rischio di credito: ECAI
EU AE1, EU AE2, EU AE3, EU AE4 Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 8 – Attività vincolate
EU CCR1, EU CCR2, EU CCR3, EU CCR4,
EU CCR5, EU CCRA
Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 9 - Rischio di controparte

Tavole Tipologia informazioni Paragrafo
EU CR3, EU CRC Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 10 - Tecniche di attenuazione del
rischio
EU-SEC, EU-SEC2 ,EU-SEC4, EU-SEC5,
EU-SECA
Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 11 - Operazioni di cartolarizzazione
EU-OR1 Quantitativa Paragrafo 12 - Rischio operativo
Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 13 - Esposizioni in strumenti di
capitale: informazioni sulle posizioni incluse
nel portafoglio bancario
Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 14 - Rischio di tasso di interesse
sulle posizioni incluse nel portafoglio
bancario
EU MR1 EU MRA Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 15 - Rischio di mercato
EU REMA, EU REM1, EU REM2, EU REM3
EU REM4, EU REM5
Qualitativa & Quantitativa Paragrafo 17 - Sistemi e prassi di
remunerazione e incentivazione

1.Requisito informativo generale

La disciplina di vigilanza si è dotata di un sistema di regole ed incentivi che consentono di perseguire con maggiore efficacia gli obiettivi di una misurazione più accurata dei potenziali rischi connessi all'attività bancaria e finanziaria, nonché del mantenimento di una dotazione patrimoniale più strettamente commisurata all'effettivo grado di esposizione al rischio di ciascun intermediario.

Il Gruppo Banca Ifis

Alla data del 31 dicembre 2021 il Gruppo Banca Ifis risulta composto dalla Capogruppo Banca Ifis S.p.A. e dalle società controllate Ifis Rental Servcing S.p.A., Ifis NPL Servicing S.p.A., Ifis NPL Investing S.p.A., Ifis Real Estate S.p.A., Cap.Ital.Fin. S.p.A., Credifarma S.p.A., Farbanca S.p.A., Ifis Finance Sp. z o.o., Ifis Finance I.F.N. S.A. e Ifis Npl 2021-1 SPV S.r.l.

Il Gruppo Banca Ifis, alla data di riferimento del 31/12/2021 risulta così composto:

Sono incluse nel perimetro di consolidamento alla data di riferimento le società controllate elencate precedentemente, nonché le SPV (Special Purpose Vehicle) istituite per le operazioni di cartolarizzazione per le quali si è valutato sussistere una relazione di controllo ai sensi dell'IFRS 10. Tali SPV, ad esclusione del veicolo Ifis Npl 2021-1 SPV S.r.l. per il quale al 31 dicembre 2021 il Gruppo detiene la maggioranza delle quote partecipative, non sono società giuridicamente facenti parte del Gruppo Banca Ifis e sono di seguito riepilogate:

• Indigo Lease S.r.l.

  • Ifis ABCP Programme S.r.l.
  • Emma S.P.V. S.r.l.
  • Urano S.P.V. S.r.l.

La mission e la responsabilità sociale

La struttura organizzativa si articola nei seguenti settori:

  • Settore Commercial and Corporate Banking;
  • Settore NPL;
  • Settore Governance & Servizi e Non core.

Settore Commercial and Corporate Banking

Il Settore Commercial and Corporate Banking rappresenta l'offerta commerciale del Gruppo dedicata alle imprese e si sostanzia nelle Aree di business Factoring, Leasing, Corporate Banking & Lending di seguito evidenziate:

  • Factoring: Area dedicata a supportare il credito commerciale delle PMI che operano nel mercato domestico, che si sviluppano verso l'estero o che dall'estero si rivolgono a clientela italiana; include inoltre una unità organizzativa dedicata al sostegno del credito commerciale dei fornitori delle ASL e una unità organizzativa specializzata nel credito alle farmacie, attività svolta anche tramite la società controllata Credifarma oltre ad una business unit specializzata nell'acquisto di crediti fiscali ceduti da procedure concorsuali. Tale unità acquista crediti fiscali, maturati e maturandi, già chiesti a rimborso oppure futuri, sorti in costanza di procedura oppure nelle annualità precedenti.
  • Leasing: Area che si rivolge al segmento dei piccoli operatori economici e delle PMI attraverso i prodotti del leasing finanziario e del leasing operativo, con esclusione del leasing real estate non trattato dal Gruppo.
  • Corporate Banking & Lending: Area di business che aggrega più unità: Finanza Strutturata, Area dedicata al supporto delle imprese e dei fondi private equity nella strutturazione di finanziamenti, sia bilaterali che in pool; Special Situations, Area dedicata al supporto del riequilibrio finanziario di imprese che hanno superato tensioni finanziarie; Equity Investments, Area dedicata ad investimenti in partecipazioni di imprese non finanziarie e in quote di organismi interposti; Area Lending dedicata all'operatività del Gruppo a medio/lungo termine, orientata al sostegno del ciclo operativo dell'impresa con interventi che spaziano dall'ottimizzazione delle fonti di finanziamenti al sostegno del capitale circolante, fino al supporto degli investimenti produttivi.

Settore NPL

È il Settore del Gruppo Banca Ifis dedicato all'acquisizione pro-soluto e gestione di crediti sia unsecured che secured di difficile esigibilità, nonché all'attività di gestione di portafogli di terzi. L'attività è strettamente connessa alla trasformazione in attività paganti e all'incasso di crediti deteriorati. Tale attività può essere suddivisa in tre macrocategorie:

  • gestione post acquisto, dove vengono espletate tutte le attività di ricerca informazioni propedeutiche all'instradamento della posizione verso le modalità di trasformazione più adeguate. Ciò, di norma, avviene dopo 6- 12 mesi;
  • gestione stragiudiziale, che accoglie le pratiche che possono essere gestite tramite attività di recupero a carattere transattivo;
  • gestione giudiziale, che accoglie tutte le pratiche nei diversi stadi di lavorazione giudiziale che vanno dall'ottenimento del decreto ingiuntivo all'ottenimento di una ordinanza di assegnazione "ODA".

Settore Governance & Servizi e Non Core

Nel Settore confluiscono, fra le altre, le risorse necessarie allo svolgimento dei servizi delle funzioni di Controllo, Amministrativo-contabile, Finanziaria, Pianificazione, Organizzazione, ICT, Marketing e Comunicazione, HR, nonché le strutture preposte alla raccolta, alla gestione e all'allocazione ai settori operativi delle risorse finanziarie. Comprende anche l'attività di Finanza Proprietaria (desk titoli di proprietà) e i risultati economici della controllata Cap.Ital.Fin. S.p.A., società attiva nell'ambito della cessione del quinto dello stipendio o pensione. Il Settore include inoltre i portafogli in run-off originati dall'ex Interbanca nonché altri portafogli di prestiti personali.

Gli Organi di governo strategico, di gestione e di controllo

Il complessivo processo di gestione e controllo dei rischi coinvolge, con diversi ruoli, gli organi amministrativi e di controllo delle società del Gruppo e delle Controllate nonché la Direzione Generale della Capogruppo e le strutture operative di tutto il Gruppo.

Nel modello adottato dalla Capogruppo Banca Ifis S.p.A.:

  • la funzione di supervisione strategica è svolta dal Consiglio di Amministrazione;
  • l'Organo con funzione di gestione è stato individuato nell'Amministratore Delegato. Alla funzione di gestione partecipano i Condirettori Generali (Chief Operating Officer, Chief Commercial Officer)
  • la funzione di controllo è svolta dal Collegio Sindacale.

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo riveste un ruolo centrale nell'organizzazione societaria in quanto è l'Organo deputato alla determinazione degli indirizzi e degli obiettivi aziendali strategici e alla verifica della loro attuazione, all'applicazione dei piani industriali e di operazioni strategiche, dettando inoltre i principi dell'attività di direzione e coordinamento delle società del Gruppo Banca Ifis S.p.A., nell'interesse dei Soci. Esso svolge una funzione di vigilanza in ordine al raggiungimento degli obiettivi strategici della Banca e del Gruppo nel suo complesso. In particolare, relativamente al sistema di governo e controllo dei rischi, ha la responsabilità di:

  • definire gli indirizzi strategici e le politiche di assunzione e gestione e controllo dei rischi provvedendo ad un loro riesame periodico grazie anche ad un sistema di flussi informativi accurato, completo e tempestivo;
  • approvare e revisionare periodicamente le procedure organizzative, informative e del sistema di controllo dei rischi;
  • definire ed aggiornare i ruoli e le responsabilità delle funzioni organizzative deputate allo svolgimento dei processi aziendali connessi al processo di risk management;

• garantire la funzionalità, l'efficienza e l'efficacia del sistema di gestione e controllo dei rischi con verifiche periodiche deliberando gli interventi al fine di eliminare le carenze e le disfunzioni eventualmente emerse nel processo di risk management.

All'interno del Consiglio di Amministrazione sono costituiti:

  • il Comitato Controllo e Rischi, avente funzioni consultive e di supporto alle delibere del Consiglio di Amministrazione relative, in particolare, al sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, nonché all'approvazione delle relazioni finanziarie periodiche;
  • il Comitato Nomine, avente funzioni di supporto nella nomina e cooptazione dei consiglieri, nell'autovalutazione degli Organi Aziendali (Consiglio di Amministrazione e Comitati Interni), nella verifica della sussistenza dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza degli esponenti aziendali, nella definizione dei piani di successione delle posizioni di vertice dell'esecutivo;
  • il Comitato Remunerazioni, con funzioni propositive, consultive e di monitoraggio in materia di politiche di remunerazione ed incentivazione, in applicazione delle disposizioni di vigilanza sul tema.

La funzione di gestione è svolta dall'Amministratore Delegato che la esercita anche avvalendosi dei Condirettori Generali. È responsabile dell'attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definiti dal Consiglio di Amministrazione cui riporta direttamente in proposito, nonché dell'adozione di tutti gli interventi necessari ad assicurare l'aderenza dell'organizzazione e del sistema dei controlli interni ai principi e requisiti stabiliti dalle disposizioni di vigilanza, monitorandone nel continuo il rispetto. A tale scopo definisce i processi di gestione, controllo e mitigazione dei rischi.

Sono stati costituiti i seguenti Comitati di Direzione:

  • il Comitato di Direzione, avente funzione di supporto all'Amministratore Delegato nell'attuazione ed esecuzione delle linee guida dell'attività di impresa deliberate dal Consiglio di Amministrazione verificando costantemente l'andamento economico, lo sviluppo dei programmi, i piani e le iniziative rilevanti per il Gruppo;
  • il Comitato Crediti, avente il compito di valutare in forma collegiale le operazioni creditizie originate dalla filiera del Condirettore Generale Chief Commercial Officer e dalla Direzione Crediti.;
  • il Comitato Finanza, avente compiti deliberativi, nei limiti previsti nei limiti e nelle modalità definiti dal Consiglio di Amministrazione nel Sistema delle Deleghe di assunzione dei rischi finanziari e di supporto alle tematiche di asset & liability management e di liquidità e di gestione del portafoglio di proprietà della Banca presidiate rispettivamente dal Comitato Tecnico ALM e di liquidità e dal Comitato Tecnico Finanza Proprietaria;
  • il Comitato Prodotti, avente il compito di governare il catalogo prodotti attraverso il vaglio preliminare delle nuove business idea aventi ad oggetto lo sviluppo di nuovi prodotti o la modifica sostanziale di quelli già esistenti;
  • il Comitato Brand, avente funzioni consultive nella definizione delle linee guida dell'attività di impresa in tema di brand identity;

  • Comitato Investimenti in attivi finanziari illiquidi, avente funzione consultiva e di coordinamento relativa all'analisi delle iniziative e delle posizioni di portafoglio con riferimento agli investimenti in attivi finanziari illiquidi della Banca.
  • Comitato di Qualità Operativa, avente lo scopo di tracciare, condividendoli, i miglioramenti operativi che permettano di affinare nel continuo l'attenzione della Banca verso l'impianto normativo interno/esterno e la sicurezza informatica.
  • Comitato Sostenibilità, ha funzioni di natura istruttoria, propositiva e consultiva nell'ambito del processo valutativo e decisionale della Banca e del Gruppo avente ad oggetto Tematiche ESG in qualunque sede trattate, collaborando con i competenti organi aziendali e le competenti strutture della Banca.

Il Collegio Sindacale vigila sull'osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie, sulla corretta amministrazione, sulla adeguatezza degli assetti contabili ed organizzativi della Banca, sulle funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni. Considerata la pluralità di funzioni e strutture aziendali aventi compiti e responsabilità di controllo, tale Organo è tenuto ad accertare l'efficacia di tutte le strutture e funzioni coinvolte nel sistema dei controlli interni e l'adeguato coordinamento delle medesime, promuovendo gli interventi correttivi delle carenze e delle irregolarità rilevate. Per l'importanza che detti compiti rivestono ai fini della vigilanza, il Collegio Sindacale deve informare senza indugio la Banca d'Italia di tutti i fatti e gli atti di cui venga a conoscenza che possano costituire una irregolarità nella gestione della Banca o una violazione delle norme disciplinanti l'attività bancaria.

Il sistema dei controlli interni

Il Sistema dei Controlli Interni del Gruppo Banca Ifis riveste un ruolo centrale nell'organizzazione aziendale. Esso rappresenta un elemento fondamentale di conoscenza per gli organi gestionali in modo da garantire piena consapevolezza della situazione ed un efficace presidio dei rischi aziendali e delle loro interrelazioni. In tale contesto: i) orienta i mutamenti delle linee strategiche e delle politiche aziendali e consente di adattarle in modo coerente al contesto organizzativo; ii) presidia la funzionalità dei sistemi gestionali e il rispetto degli istituti di vigilanza prudenziale; iii) favorisce la diffusione di una corretta cultura dei rischi, della legalità e dei valori aziendali.

Esso è costituito dall'insieme delle regole, delle funzioni, delle strutture, delle risorse, dei processi e delle procedure che mirano ad assicurare, nel rispetto della sana e prudente gestione, il conseguimento delle seguenti finalità:

  • l'attuazione delle strategie e delle politiche aziendali;
  • l'individuazione di compiti e responsabilità tali da garantire la separatezza fra le funzioni operative e quelle di controllo;
  • il contenimento del rischio entro i limiti indicati nel quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio della Banca (Risk Appetite Framework - "RAF");
  • la salvaguardia del valore delle attività e la protezione dalle perdite; l'efficacia e l'efficienza dei processi aziendali; l'affidabilità e la sicurezza delle informazioni aziendali e delle procedure informatiche;

  • la prevenzione del rischio che il Gruppo sia coinvolto, anche involontariamente, in attività illecite (con particolare riferimento a quelle connesse con il riciclaggio, l'usura ed il finanziamento al terrorismo);
  • la conformità delle operazioni con la legge e la normativa di vigilanza, nonché con le politiche, i regolamenti e le procedure interne.

La Capogruppo Banca Ifis S.p.A. formalizza e rende noti alle Controllate i criteri che presiedono le diverse fasi che costituiscono il processo di gestione dei rischi. Essa, inoltre, convalida i processi di gestione dei rischi all'interno del Gruppo. Per quanto riguarda in particolare il rischio di credito, la Capogruppo fissa i criteri di valutazione delle posizioni e crea una base informativa comune che consenta alle Controllate di conoscere l'esposizione dei clienti nei confronti del Gruppo nonché le valutazioni inerenti alle posizioni dei soggetti affidati. La Capogruppo decide in merito all'adozione dei sistemi interni di misurazione dei rischi e ne determina le caratteristiche essenziali, assumendosi la responsabilità della realizzazione del progetto nonché della supervisione sul corretto funzionamento di tali sistemi e sul loro costante adeguamento sotto il profilo metodologico, organizzativo e procedurale.

La Capogruppo impartisce inoltre alle Controllate direttive per la progettazione del sistema dei controlli interni aziendali. Le Controllate si dotano di un sistema dei controlli interni che sia coerente con la strategia e la politica del Gruppo in materia di controlli, fermo restando il rispetto della disciplina eventualmente applicabile su base individuale. È comunque necessario che la Capogruppo, nel rispetto dei vincoli locali, adotti tutte le iniziative atte a garantire standard di controllo e presidi comparabili a quelli previsti dalle disposizioni di vigilanza italiane, anche nei casi in cui la normativa estera non preveda analoghi livelli di attenzione.

Per verificare la rispondenza dei comportamenti delle Società appartenenti al Gruppo agli indirizzi della Capogruppo, nonché l'efficacia del sistema dei controlli interni, la Capogruppo si attiva affinché, nei limiti dell'ordinamento, la funzione di revisione interna a livello consolidato effettui periodicamente verifiche in loco sulle componenti del Gruppo, tenuto conto della rilevanza delle diverse tipologie di rischio assunte dalle diverse entità.

Il sistema dei controlli interni è progettato tenendo conto della normativa applicabile e delle peculiarità del business esercitato sia da Banca Ifis S.p.A. sia dalle sue Controllate. Alla data del presente documento, le funzioni di controllo di Ifis NPL Investing S.p.A., Ifis NPL Servicing S.p.A., Farbanca S.p.A., Credifarma S.p.A., Cap.Ital.Fin S.p.A. sono accentrate presso la Capogruppo, mentre con riferimento a Ifis Rental Services, Ifis Real Estate, Ifis Npl 2021-1 SPV S.r.l. e Ifis Finance Sp. z o.o, Ifis Finance IFN SA, viste le caratteristiche operative nonché il limitato livello di rischio delle stesse apportato al Gruppo, non sono state istituite le funzioni di controllo. Presso Ifis Finance Sp. z o.o , però, nel rispetto della normativa locale vigente, si è comunque provveduto alla designazione di un membro del relativo Board quale responsabile degli adempimenti in materia di antiriciclaggio.

I controlli coinvolgono, con diversi ruoli, gli Organi aziendali delle società del Gruppo e delle Controllate, la Direzione Generale della Capogruppo e tutto il personale del Gruppo.

Di seguito sono evidenziate alcune tipologie:

  • i controlli di linea, diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni. Essi sono effettuati dalle stesse strutture operative o incorporati nelle procedure ovvero eseguiti nell'ambito dell'attività di back office. Le strutture operative sono le prime responsabili del processo di gestione dei rischi: nel corso dell'operatività giornaliera tali strutture devono identificare, misurare o valutare, monitorare, attenuare e riportare i rischi derivanti dall'ordinaria attività aziendale in conformità con il processo di gestione dei rischi; esse devono rispettare i limiti operativi loro assegnati coerentemente con gli obiettivi di rischio e con le procedure in cui si articola il processo di gestione dei rischi;
  • i controlli sui rischi e sulla conformità (c.d. "controlli di secondo livello"), con l'obiettivo di assicurare la corretta attuazione del processo di gestione dei rischi, il rispetto dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni, la conformità dell'operatività aziendale alle norme, incluse quelle di autoregolamentazione;
  • l'attività di revisione interna (c.d. "controlli di terzo livello"), volta a individuare violazioni delle procedure e della regolamentazione nonché a valutare periodicamente la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità (in termini di efficienza ed efficacia) e l'affidabilità del sistema dei controlli interni e del sistema informativo, con cadenza prefissata in relazione alla natura e all'intensità dei rischi.

Gli Organi societari promuovono una cultura aziendale che valorizzi la funzione di controllo: tutti i livelli di personale all'interno dell'organizzazione devono essere consapevoli del ruolo ad essi attribuito nel sistema dei controlli interni ed esserne pienamente coinvolti.

I ruoli dei diversi attori del sistema dei controlli interni (Consiglio di Amministrazione, Comitato Controllo e Rischi, Amministratore incaricato del Sistema di Controllo Interno e gestione dei Rischi, Organismo di Vigilanza ai sensi del D.Lgs. 231/2001, Funzione Internal Audit, Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Funzione di Risk Management, Funzione di Compliance e Funzione Antiriciclaggio) sono dettagliatamente descritti nella Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari predisposta in conformità al terzo comma dell'art. 123 bis del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (TUF) e successivi aggiornamenti, la cui ultima versione è approvata dal Consiglio di Amministrazione in data 11 marzo 2021 e pubblicata sul sito internet della Banca nella sezione Corporate Governance.

Brevemente, in aggiunta a quanto già riportato nel precedente paragrafo in termini di ruoli e compiti svolti dagli organi amministrativi, si riassumono nel seguito i ruoli e i compiti assegnati ai restanti attori del sistema dei controlli interni, in particolare:

• Amministratore incaricato del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi: il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha individuato nell'Amministratore Delegato l'amministratore incaricato di sovrintendere alla funzionalità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. L'Amministratore Delegato, avvalendosi in particolare dei Condirettori Generali e del Responsabile dell'unità organizzativa di controllo Internal Audit, assicura un'efficace gestione dell'operatività e dei rischi connessi; verifica nel continuo la funzionalità, l'efficacia e l'efficienza

complessiva del Sistema dei Controlli Interni, adeguandolo ove opportuno; individua e valuta i fattori di rischio; definisce i compiti delle unità di controllo e i relativi flussi informativi;

  • Organismo di Vigilanza ai sensi del D. Lgs. 231/2001: per la completa osservanza ed interpretazione del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 di Banca Ifis è istituito, con delibera del Consiglio d'Amministrazione del 26 ottobre 2004, l'Organismo di Vigilanza. I membri dell'Organismo non sono soggetti, in tale qualità e nell'ambito dello svolgimento della propria funzione, al potere gerarchico e disciplinare di alcun organo o funzione societaria. L'Organismo di Vigilanza è composto da un Sindaco, a scelta del Collegio Sindacale, dai Responsabili, tempo per tempo in carica, delle funzioni Internal Audit e Compliance oltre che da due Consiglieri indipendenti, a scelta del Consiglio, uno dei quali con l'incarico di presidente;
  • Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili: il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili, coerentemente con quanto previsto dall'art. 154-bis TUF, provvede ad assicurare l'attendibilità della situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca e del Gruppo contribuendo alla complessiva valutazione di adeguatezza del sistema di controllo interno sull'informativa finanziaria;
  • Funzione Internal Audit: l'Internal Audit della Capogruppo ha la missione, da un lato, di controllare, in un'ottica di controlli di terzo livello, anche con verifiche in loco, il regolare andamento dell'operatività e l'evoluzione dei rischi, e, dall'altro, di valutare la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità e l'affidabilità della struttura organizzativa e delle altre componenti del sistema dei controlli interni, portando all'attenzione degli organi aziendali i possibili miglioramenti, con particolare riferimento al RAF di Gruppo, al processo di gestione dei rischi nonché agli strumenti di misurazione e controllo degli stessi;
  • Funzione Risk Management: la funzione di controllo Risk Management della Capogruppo ha la missione di: (i) identificare i rischi rilevanti cui la Capogruppo e le società del Gruppo sono esposte; (ii) valutare, misurare, monitorare e mitigare i rischi rilevanti; (iii) garantire una visione olistica e integrata dei rischi cui il Gruppo nel suo complesso e le società che lo compongono sono esposti, assicurando un'adeguata informativa agli organi di governo;
  • Funzione Compliance: la funzione di controllo Compliance della Capogruppo ha la missione di presiedere, secondo un approccio risk based, alla gestione del rischio di non conformità con riguardo a tutta l'attività aziendale. Ciò attraverso la valutazione dell'adeguatezza delle procedure interne a prevenire la violazione di norme esterne (leggi e regolamenti) e di autoregolamentazione (ad esempio codici di condotta e codici etici) applicabili sia alla Banca sia alle sue Controllate;
  • Funzione Antiriciclaggio: la funzione di controllo Antiriciclaggio della Capogruppo verifica nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l'obiettivo di prevenire il coinvolgimento e contrastare la realizzazione di operazioni di riciclaggio o finanziamento del terrorismo nonché evitare la violazione di norme esterne (leggi e regolamenti) e di autoregolamentazione in materia di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.

1.1. Organizzazione della unità organizzativa di controllo Risk Management

Missione del Risk Management di Capogruppo

Il Risk Management di Capogruppo ha la missione di:

  • garantire una visione olistica ed integrata dei rischi cui il Gruppo e le Società che lo compongono sono esposte e ne assicura un'adeguata informativa agli Organi aziendali;
  • identificare, misurare, valutare, monitorare i rischi rilevanti per il Gruppo;
  • assicurare un'adeguata informativa sui rischi assunti agli Organi e Comitati aziendali, alle Funzioni di controllo e ai Responsabili delle strutture coinvolte nel processo di gestione dei rischi;
  • presidiare i processi di governo e gestione dei rischi in coerenza con le strategie e le politiche definite dagli Organi aziendali;
  • garantire lo sviluppo ed il miglioramento continuativo di metodologie, modelli, metriche e strumenti di misurazione ed integrazione dei rischi;
  • favorire il recepimento delle normative e delle direttive di Vigilanza;
  • agevolare gli Organi aziendali nello svolgimento dei rispettivi compiti in materia di sistema dei controlli interni, favorendo: (i) la tempestiva e coordinata intercettazione delle informazioni rilevanti ai fini della quantificazione e della gestione dei rischi; (ii) una rappresentazione di sintesi dei rischi aziendali e delle principali problematiche evidenziate dal sistema di gestione dei rischi; (iii) l'adozione di eventuali interventi correttivi tempestivi e coerenti con le problematiche e le priorità riscontrate.

Il Risk Management di Capogruppo esercita le proprie funzioni per Banca Ifis S.p.A. e, nell'ambito delle attività di direzione e coordinamento, estende il suo perimetro di competenza a tutte le Società del Gruppo.

Posizionamento organizzativo del Risk Management di Capogruppo

Nell'ambito del sistema dei controlli interni, la funzione di controllo dei rischi è incardinata nel Risk Management, che dipende gerarchicamente dell'Amministratore Delegato. Il Responsabile del Risk Management (di seguito anche "Chief Risk Officer" oppure "CRO") ha accesso diretto al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio Sindacale e comunica con essi senza restrizioni o intermediazioni.

Il Risk Management:

  • dispone dell'autorità, delle risorse e delle competenze necessarie per lo svolgimento dei propri compiti;
  • ha accesso ai dati aziendali e a quelli esterni necessari per svolgere in modo appropriato i propri compiti;
  • ha accesso a tutte le attività della Capogruppo e delle altre Società del Gruppo svolte sia presso gli uffici centrali sia presso le strutture periferiche, nonché a qualsiasi informazione rilevante per lo svolgimento dei propri compiti, anche attraverso il colloquio diretto con il personale;

• dispone di risorse qualitativamente e quantitativamente adeguate per numero, competenze tecnico-professionali, aggiornamento, anche attraverso l'inserimento in programmi di formazione nel continuo.

Il Risk Management è separato sotto il profilo organizzativo dall'Internal Audit, dalla Compliance e dall'Antiriciclaggio. Inoltre, non è coinvolto nei processi di assunzione del rischio. Si considerano coinvolte nell'assunzione del rischio le strutture che hanno, anche non cumulativamente, le seguenti caratteristiche:

  • autorizzano l'assunzione del rischio;
  • sono remunerate in proporzione ai risultati aziendali;
  • hanno obiettivi che comportano l'assunzione di rischi.

Principali attività

Il Risk Management di Capogruppo, nel rispetto della propria missione, svolge un ruolo centrale nel governo e gestione dei rischi.

Il responsabile della Funzione, ovvero il Chief Risk Officer, per il tramite dell'Amministratore Delegato, supporta il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nella definizione del RAF di Gruppo, delle linee generali dei processi ICAAP e ILAAP, del Contingency Funding Plan, delle politiche di Gruppo per il governo e la gestione dei rischi e delle varie fasi che costituiscono il processo di gestione dei rischi.

La Funzione identifica i rischi ai quali la Capogruppo e le società del Gruppo sono esposte e provvede alla misurazione e al monitoraggio periodico degli stessi attraverso specifici indicatori di rischio, pianificando le eventuali azioni di mitigazione per i rischi rilevanti. In tale ambito assicura un'adeguata informativa agli Organi di governo.

Le attività del Risk Management sono oggetto di periodica rendicontazione agli Organi aziendali e ai Comitati tramite il Tableau de Bord, e, ove previsto, anche alla Banca d'Italia, alla Consob ed al Mercato. In particolare, la Funzione garantisce la produzione, per le parti di competenza, delle informative di gruppo sui diversi profili di rischio di natura regolamentare (Mappa dei rischi, RAF, Resoconto ICAAP e ILAAP, Contingency Funding Plan e Recovery Plan di Gruppo) e di mercato (la presente informativa Pillar 3, sezioni E delle note integrative del bilancio consolidato e individuale).

Il CRO, all'inizio di ogni ciclo gestionale, definisce il Programma di attività delle unità organizzative che sovraintende, considerando sia le eventuali carenze emerse nei controlli, sia gli eventuali nuovi rischi. Il programma prevede le attività da svolgere sia per la Banca su base individuale sia per il Gruppo complessivamente inteso. Tale documento è condiviso con l'Amministratore Delegato, sottoposto al Comitato Controllo e Rischi ed al Collegio Sindacale, approvato dal Consiglio di Amministrazione.

Al termine di ogni ciclo gestionale e con cadenza almeno annuale, il CRO predispone una Relazione che illustra le verifiche effettuate, i risultati emersi, i punti di debolezza rilevati e le proposte di intervento da adottare per la relativa rimozione. Tale relazione viene condivisa con l'Amministratore Delegato e trasmessa successivamente al Comitato Controllo e Rischi ed al Collegio Sindacale, nonché al Consiglio di Amministrazione.

Il CRO riferisce all'Amministratore Delegato, per gli aspetti di propria competenza, in ordine alla completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei controlli interni di Gruppo e lo informa tempestivamente su ogni violazione o carenza rilevante riscontrata. Inoltre, supporta l'Amministratore Delegato nell'attuazione del RAF di Gruppo.

Il CRO garantisce lo sviluppo e la manutenzione delle metodologie, modelli, metriche e strumenti per la misurazione e la gestione integrata dei rischi. Inoltre, presidia il processo di convalida dei modelli interni gestionali utilizzati per la misurazione dei rischi di Gruppo.

Il CRO supporta il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nella definizione dei criteri e dei processi per l'identificazione delle OMR e per il tramite delle unità organizzative a suo riporto, formula i pareri preventivi sulla coerenza con il RAF delle Operazioni di Maggior Rilievo (OMR) che sono sottoposte alla sua valutazione, acquisendo, in funzione della natura dell'operazione, il parere di altre funzioni coinvolte nel processo di gestione dei rischi.

Inoltre, per il tramite delle unità organizzative a suo riporto, il CRO:

  • garantisce il presidio sui rischi dei nuovi prodotti e servizi e di quelli derivanti dall'ingresso in nuovi segmenti operativi e di mercato;
  • garantisce il presidio dei rischi derivanti da operazioni con soggetti collegati e parti correlate;
  • partecipa alla definizione delle politiche di remunerazione e incentivazione;
  • partecipa al processo di pianificazione strategica con riferimento agli aspetti relativi ad esigenze di capitale, necessità prospettica di funding e valutazione prospettica dei rischi di Gruppo;
  • supporta Finance, per le attività di propria competenza, nella predisposizione dell'informativa finanziaria periodica di Gruppo;
  • garantisce lo svolgimento dei controlli di secondo livello sull'attività creditizia e, in generale, per quanto di competenza, sui rischi del Gruppo;
  • garantisce il processo di sensibilizzazione al rischio anche tramite formazione specifica erogata alle diverse strutture del Gruppo;
  • predispone analisi e informative a fronte di richieste specifiche dell'Autorità di Vigilanza per l'ambito di propria competenza.

Il Risk Management, alla data di riferimento, comprende al suo interno quattro unità di secondo livello, specializzate in relazione ai singoli profili di rischio ("Rischi Creditizi Corporate"1 , "NPL e Crediti Erariali", "Rischi Operativi e di Reputazione", "Rischi Finanziari"). Ad esse si aggiungono ulteriori tre unità organizzative di secondo livello: i) "Risk Data Governance", con l'obiettivo di sviluppare e garantire l'adeguatezza degli standard di data quality su tutti gli ambiti di rischio; ii) "Sviluppo

1 In ambito "Rischi Creditizi Corporate", al fine di valorizzare le differenti competenze e le specifiche verticalità delle strutture, sono istituite due unità organizzative di terzo livello, individuate in funzione dei business specifici svolti dal Gruppo: "Crediti verso Imprese", "Leasing".

Modelli", con l'obiettivo di sviluppare e migliorare nel continuo le metodologie, i modelli e le metriche di misurazione dei rischi; iii) "Presidio Antifrode" con l'obiettivo di presidiare il rischio di azioni fraudolente che possono essere perpetrate ai danni del Gruppo nell'ambito dell'operatività svolta.

La struttura di Risk Management si completa con la presenza di ulteriori due unità organizzative poste in staff al Chief Risk Officer: i) "Risk Governance", con il compito di supportare il CRO nei processi decisionali e di garantire una visione di insieme dei diversi rischi e della loro reciproca interazione; ii) "Convalida", preposta alla validazione dei sistemi di misurazione interna dei rischi a fini gestionali.

Le suesposte unità organizzative, nell'ambito delle attività di propria competenza, hanno l'obiettivo principale di:

  • fornire il proprio supporto al CRO nella definizione dei processi e degli strumenti di identificazione, valutazione, monitoraggio, mitigazione e reporting di Gruppo, raccordandosi con le strutture di Risk Management delle altre Società;
  • presidiare, monitorare e valutare i profili di rischi, eseguendo i controlli e le analisi definite nelle pertinenti politiche di gruppo di gestione dei rischi creditizi, finanziari, operativi e reputazionali;
  • garantire lo sviluppo e il miglioramento delle metodologie, dei modelli e delle metriche di misurazione dei rischi valutandone nel continuo l'affidabilità e la coerenza dei risultati;
  • collaborare nella predisposizione e nell'aggiornamento della reportistica e delle informative direzionali e regolamentari di competenza della Funzione di Risk Management.

Il Regolamento del Risk Management di Capogruppo, nel rispetto delle Disposizioni di Vigilanza per banche di cui alla Circolare n. 285/2013 della Banca d'Italia, descrive nel dettaglio il perimetro e la mission dello stesso, anche con riferimento all'attività di direzione e coordinamento esercitata dalla Capogruppo sulle Società controllate, il relativo assetto organizzativo, i compiti delle unità organizzative di staff e di secondo e terzo livello che lo compongono, i rapporti che la Funzione intrattiene con gli Organi aziendali e le altre unità organizzative di Banca Ifis S.p.A. nonché con le società del Gruppo coinvolte nel processo di gestione dei rischi ed infine i principali flussi informativi predisposti.

Per le società appartenenti al Gruppo, le attività di gestione e controllo dei rischi sono state accentrate presso la funzione di Risk Management di Capogruppo, a seguito degli esiti delle valutazioni effettuale sulla convenienza ad accentrare presso la stessa l'attività di controllo dei rischi.

1.2. Profilo di rischio e sistemi di gestione e misurazione dei rischi

Determinazione della propensione al rischio e processi per la gestione dei rischi rilevanti

Il Gruppo Banca Ifis S.p.A. ha definito una Tassonomia dei Rischi all'interno della quale sono descritte le logiche seguite nell'identificazione dei rischi attuali e/o potenziali a cui il Gruppo potrebbe essere esposto nel conseguire i propri obiettivi strategici e, per ciascuna tipologia, gli strumenti di prevenzione e mitigazione previsti.

La Capogruppo effettua una prima identificazione dei rischi partendo dalla lista di rischi minimi identificati dalla normativa di vigilanza vigente e ampliandola con ulteriori rischi significativi emersi dall'analisi del modello di business e dei mercati di riferimento in cui operano le diverse società del Gruppo, delle prospettive strategiche, delle modalità operative e delle caratteristiche degli impieghi e delle fonti di finanziamento. Al fine di garantire maggiore aderenza con gli specifici modelli di business del Gruppo, i rischi sono stati raggruppati in macro-ambiti.

L'individuazione dei rischi e l'aggiornamento periodico della tassonomia dei rischi sono frutto di un lavoro congiunto delle Funzioni di controllo di secondo livello (Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio, Dirigente Preposto) e di terzo livello (Internal Audit), che annualmente si riuniscono ed esaminano, sulla base dei risultati della gestione dei rischi dell'anno precedente, l'eventuale introduzione di nuovi eventi di rischio e/o una variazione nella valutazione dei rischi potenziali.

Il processo di valutazione della rilevanza potenziale dei rischi (cd. "rischio inerente") non considera i possibili controlli o altri fattori di mitigazione che il Gruppo ha posto in essere.

La rilevanza potenziale dei singoli rischi viene sintetizzata su una scala a tre valori (Alta, Media, Bassa) sulla base di una valutazione soggettiva congiunta delle funzioni di controllo della Capogruppo (cd. approccio judgemental).

La Capogruppo, ai fini dei processi di gruppo per la valutazione dell'adeguatezza del capitale (ICAAP) e del sistema di governo e gestione della liquidità (ILAAP), considera rischi rilevanti le tipologie di rischio alle quali ha assegnato, alla conclusione del sopra esposto processo di valutazione dei rischi, i livelli di rilevanza "Alta" e "Media".

Rientrano tra i "rischi rilevanti" le seguenti tipologie di rischio:

Ambito Rischi Creditizi, all'interno del quale assumono rilevanza i seguenti rischi:

  • Rischio di credito;
  • Rischio di concentrazione.

Ambito Rischi Finanziari, all'interno del quale assumono rilevanza i seguenti rischi:

  • Rischio di tasso di interesse;
  • Rischio di liquidità;
  • Rischio connesso alla quota di attività vincolate.

Ambito Rischi Operativi e di Reputazione, all'interno del quale assumono rilevanza i seguenti rischi:

  • Rischio operativo;
  • Rischio di reputazione;
  • Rischio informatico;
  • Rischio di modello.

Ambito altre tipologie, assume rilevanza:

• Rischio strategico.

I restanti rischi, considerati a rilevanza bassa, sono attenzionati dalla funzione di Risk Management della Capogruppo. Si rimanda alla normativa interna aziendale per la descrizione, per alcuni di essi, dei processi di gestione e controllo rischi.

Rientrano in questa categoria, a "rilevanza bassa", le seguenti tipologie di rischio:

Ambito Rischi Creditizi:

  • Rischio di controparte;
  • Rischio paese;
  • Rischio di trasferimento;
  • Rischio sovrano Italia;
  • Rischio residuo;
  • Rischio di regolamento e consegna;
  • Rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione;
  • Rischio da partecipazioni.

Ambito Rischi Finanziari:

  • Rischio di mercato;
  • Rischio di aggiustamento della valutazione del credito.

Ambiti altre tipologie:

• Rischio di leva finanziaria eccessiva.

Il Gruppo Banca Ifis svolge nel continuo attività di manutenzione ed evoluzione sui sistemi e processi utilizzati al fine di migliorare il proprio sistema di gestione dei rischi.

Il Risk Management ha il compito di assicurare il presidio e la gestione integrata dei rischi garantendo lo sviluppo e il miglioramento delle metodologie e dei modelli relativi alla loro misurazione.

Per un'adeguata gestione dei rischi, riveste un ruolo fondamentale il sistema dei controlli interni del Gruppo che ha l'obiettivo di assicurare una corretta informativa ed un'adeguata copertura di controllo su tutte le attività e in particolar modo nelle aree di maggiore rischio aziendale. I controlli coinvolgono, con diversi ruoli, gli Organi aziendali delle società del Gruppo, la Direzione Generale della Capogruppo e tutto il personale del Gruppo. Tra i principali attori del sistema dei controlli interni svolge un ruolo di primaria importanza il Comitato Controllo e Rischi che ha il compito di supportare le valutazioni e decisioni del Consiglio di Amministrazione.

Il Risk Appetite Framework è da intendersi come il quadro di riferimento che disciplina, in coerenza con il modello di business e il piano strategico, la propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di rischio, nonché raccoglie in un unico "punto" la sintesi delle politiche di governo dei rischi e i processi di riferimento necessari per definirli e attuarli.

Nell'ambito del RAF, l'Organo con Funzione di Supervisione Strategica (di seguito OFSS) definisce gli indicatori strategici, necessari al monitoraggio degli obiettivi strategico-finanziari del Gruppo.

Per il Gruppo Banca Ifis sono state definite due categorie di indicatori:

  • indicatori strategici: definiti dall'Organismo con Funzione di Supervisione Strategica (di seguito anche OFSS) e necessari al monitoraggio degli obiettivi strategico-finanziari del Gruppo, declinati nel RAF;
  • indicatori di rischio: approvati dall'OFSS i quali declinano operativamente un set di limiti per singola tipologia di rischio, che mirano a rafforzare il presidio dei rischi in maniera più granulare; essi sono definiti nelle diverse politiche di gestione dei rischi aziendali.

Le categorie di indicatori sopra esposte sono oggetto di monitoraggio periodico da parte del Risk Management, anche avvalendosi delle analoghe strutture delle controllate e sono, in base alla tipologia, trasmessi sia agli organi aziendali che alle altre strutture aziendali.

Con riferimento agli indicatori strategici, questi sono suddivisi in indicatori strategici che presentano dei vincoli regolamentari, misurati secondo una logica consolidata, e indicatori strategici per i quali non è definito alcun vincolo regolamentare, misurati ove opportuno a livello di singola business unit o società del gruppo. Gli indicatori strategici sono principalmente ascrivibili a dimensioni di, capitale e adeguatezza patrimoniale, liquidità, redditività, qualità dell'attivo. La motivazione che ha condotto a tale distinzione è da ricercarsi nel fatto che per gli indicatori strategici senza vincoli espressamente previsti dal regolatore, la conseguenza del superamento delle soglie di attenzione ed allarme potrebbe avere degli impatti potenziali sulla sostenibilità del modello di business del Gruppo, tuttavia senza pregiudicare in maniera repentina la vulnerabilità patrimoniale o di liquidità.

Per ciascun indicatore sono stati definiti i seguenti concetti rilevanti ai fini RAF:

  • Risk Profile (rischio effettivo): rappresenta il rischio effettivamente assunto, misurato in un determinato istante temporale;
  • Risk Appetite (obiettivo di rischio o propensione al rischio): rappresenta il livello di rischio, complessivo e per tipologia, che il Gruppo intende assumere per il perseguimento dei suoi obiettivi strategici;
  • Risk Tolerance (soglia di tolleranza): rappresenta la devianza massima dal risk appetite consentita; la soglia di tolleranza è fissata in modo da assicurare in ogni caso al Gruppo margini sufficienti per operare, anche in condizioni di stress, entro il massimo rischio assumibile;
  • Allarme: soglia definita per i soli indicatori strategici privi di vincoli regolamentari, rappresenta il livello massimo di rischio assumibile nel raggiungimento degli obiettivi strategici del Gruppo;
  • Risk Capacity (massimo rischio assumibile): soglia definita per i soli indicatori strategici che prevedono dei vincoli regolamentari, rappresenta il livello massimo di rischio che il Gruppo è tecnicamente in grado di assumere senza violare i requisiti regolamentari o gli altri vincoli imposti dagli azionisti o dall'autorità di vigilanza (tenendo conto anche degli eventuali requisiti patrimoniali specifici aggiuntivi imposti ad esito del Processo SREP).

In caso di violazione delle soglie sopra indicate, è attivato un articolato processo di escalation che richiede la tempestiva definizione delle procedure e degli interventi gestionali da attivare per il raggiungimento della soglia di tolleranza, previa analisi delle ragioni che hanno determinato il superamento delle soglie.

Rischio di leva finanziaria

Il coefficiente di leva finanziaria (o "Leverage Ratio"), calcolato come rapporto tra il capitale di Classe 1 e l'esposizione complessiva dell'ente, misura il grado di copertura del capitale rispetto alle esposizioni totali (sono comprese le Esposizioni per cassa, al netto di eventuali deduzioni dal Capitale di Classe 1 e le Esposizioni fuori bilancio). L'obiettivo dell'indicatore è quello di garantire un livello di indebitamento contenuto rispetto alla dotazione di mezzi propri: misura accuratamente il grado di leva controllando il rischio di una leva finanziaria eccessiva.

Rischio di liquidità

Il rischio di liquidità è il rischio che il Gruppo non sia in grado di soddisfare i propri obblighi di pagamento ordinari e straordinari o di incorrere in significativi aumenti dei costi per ottemperare a tali impegni. Il processo di valutazione interna dell'adeguatezza della liquidità (ILAAP) è adottato allo scopo di identificare, misurare e monitorare il rischio di liquidità garantendo che lo sbilancio tra flussi di liquidità in entrata e in uscita sia sostenibile per il Gruppo e sufficiente a superare dei periodi di stress sia di breve che di medio-lungo termine. A tale scopo le riserve di liquidità sono da intendersi quale strumento di mitigazione del rischio e di gestione di tali sbilanci.

Rischio di credito

In considerazione delle particolari attività svolte dalle società del Gruppo, il rischio di credito configura l'aspetto più rilevante della rischiosità complessiva assunta. Il mantenimento di un'efficace gestione del rischio di credito costituisce un obiettivo strategico per il Gruppo Banca Ifis ed è perseguito adottando strumenti e processi integrati al fine di assicurare una corretta gestione del credito in tutte le sue fasi (istruttoria, concessione, monitoraggio e gestione, intervento su crediti problematici).

Asset Encumbrance (Attività vincolate)

L'Asset Encumbrance ratio rappresenta il rapporto tra la quota di attivi impegnati e/o utilizzati e quelli disponibili, tra gli attivi rientrano non solo le attività di bilancio ma anche gli strumenti finanziari ricevuti a collateral e riutilizzabili. L'obiettivo della ratio è quello di fornire un'informazione al pubblico ed ai creditori sul livello delle attività impegnate dalla Banca e quindi non disponibili, e quindi implicitamente un'indicazione sulla futura capacità di raccolta dell'Istituto in maniera agevole e conveniente attraverso funding secured.

Rischio di controparte

Il rischio di controparte rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari della transazione stessa.

Il rischio di controparte insiste attualmente sull'operatività in prodotti derivati generata dall'attività di Finanza Proprietaria, Area appartenente alla Direzione Capital Markets e deputata ad individuare, implementare e realizzare le strategie di investimento per il Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis; è inoltre presente un portafoglio residuale di prodotti derivati, principalmente su tassi di interesse, riveniente dall'attività di Corporate in cui venivano offerti contratti derivati alla clientela a copertura dei rischi finanziari da questa assunti; tutte le operazioni ancora in essere sono coperte con operazioni "back to back", nelle quali si è assunta, con controparti di mercato esterne, una posizione opposta a quella venduta alla clientela corporate.

Rischio operativo

Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di processi e sistemi informativi, da errori umani o da eventi esterni. Il Gruppo adotta il Basic Indicator Approach ("BIA") per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo applicando il coefficiente regolamentare del 15% della media triennale dell'indicatore rilevante. I rischi operativi sono presidiati a livello di Capogruppo e delle principali controllate dalla struttura Operational Risk Management collocata nella funzione Risk Management.

Rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario

L'assunzione del rischio di tasso di interesse costituisce una componente ordinaria dell'attività bancaria e può essere un'importante fonte di reddito e di valore patrimoniale. Tuttavia, movimenti avversi nei tassi di mercato possono avere effetti negativi sia sul livello degli utili che sul valore del capitale della Banca e delle sue controllate: cambiamenti nei tassi incidono infatti sul livello reddituale corrente attraverso variazioni nel margine di interesse e influenzano al tempo stesso anche il valore delle attività, delle passività e delle poste fuori bilancio. Pertanto, un efficace sistema di gestione del rischio che mantenga l'esposizione al rischio di tasso di interesse entro livelli ritenuti accettabili è essenziale per la sicurezza e la solidità finanziaria del Gruppo.

Il rischio di tasso d'interesse sul portafoglio bancario è un rischio trasversale che incide su tutte le società del Gruppo e la cui gestione è accentrata presso la Capogruppo. L'assunzione di rischi di tasso d'interesse significativi è in linea di principio estranea alla gestione della Banca e del Gruppo.

Rischi di mercato

Rappresenta il rischio di perdita derivante dai movimenti avversi dei prezzi di mercato (corsi azionari, tassi di interesse, tassi di cambio, prezzi di merci, volatilità dei risk factor, e così via) con riferimento al portafoglio di negoziazione ai fini di Vigilanza (rischi di posizione, regolamento e concentrazione) e all'intero bilancio della Banca (rischio di cambio e di posizione su merci).

Rischio di concentrazione

Rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall'applicazione di tecniche di attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie.

Altri Rischi

Rischio paese

Il rischio rappresenta una componente aggiuntiva del rischio di insolvenza dei singoli prenditori, misurato nell'ambito dei sistemi di controllo dei rischi creditizi del Gruppo.

La gran parte delle esposizioni del Gruppo è concentrata in Italia; le esposizioni restanti verso clientela non domestica sono riferite principalmente a controparti residenti in Polonia, altri paesi dell'Unione Europea, Regno Unito, Svizzera e USA, con un peso relativo pari o inferiore all' 1%.

La maggioranza delle esposizioni creditizie nette è riferita a clientela domestica. Alla luce di quanto esposto, si ritiene che la rilevanza potenziale del suddetto rischio a livello di Gruppo sia "bassa".

Rischio trasferimento

Il rischio trasferimento impatta sull'operatività generata dal Gruppo, in particolare nell'ambito dell'operatività su import/export, ovvero factoring estero su estero.

La valutazione dell'incidenza del rischio trasferimento è qualitativa; il driver considerato è la numerosità delle controparti che si finanziano con una valuta diversa rispetto a quella in cui percepiscono le principali fonti di reddito.

La rilevanza potenziale del rischio di trasferimento a livello di Gruppo è valutata "bassa".

Rischio residuo

Il rischio residuo è collegato alla possibilità che le tecniche riconosciute per l'attenuazione del rischio di credito, utilizzate ai fini dell'abbattimento del requisito patrimoniale, risultino meno efficaci del previsto, generando nelle esposizioni garantite delle perdite superiori a quelle coperte dai corrispondenti requisiti patrimoniali calcolati dal Gruppo secondo la metodologia standardizzata di misurazione del rischio di credito del portafoglio bancario.

Il rischio residuo è valutato qualitativamente formulando un giudizio sull'adeguatezza delle procedure di gestione degli strumenti di CRM, avendo presenti i requisiti generali e specifici previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali.

Nell'ambito dei portafogli NPL acquisiti, seppur con un non diretto impatto sulle tecniche di CRM, sono incluse posizioni garantite da ipoteche su immobili che presentano una rischiosità inferiore rispetto al portafoglio complessivo acquisito. La rilevanza potenziale del rischio residuo a livello di Gruppo è valutata "bassa".

Rischio di regolamento e consegna

Il rischio di regolamento e consegna insiste nell'ambito di transazioni in strumenti finanziari, di conseguenza tale rischio incide potenzialmente sui processi gestiti dalla Direzione Capital Markets. La rilevanza potenziale del rischio di regolamento e consegna a livello di Gruppo è valutata "bassa".

Rischio di modello

Un modello può essere definito come "un sistema, una metodologia quantitativa o un approccio che applica tecniche statistiche, economiche, finanziarie o teorie matematiche e assunzioni al fine di processare i dati di input ed ottenere stime quantitative.

Nell'accezione del Gruppo Banca Ifis, il rischio di modello coinvolge l'utilizzo di modelli interni anche se utilizzati esclusivamente per fini gestionali. In particolare, per ordine di rilevanza, ci si riferisce ai modelli utilizzabili dalla Banca e/o dal Gruppo per la valutazione delle poste patrimoniali, il calcolo dei requisiti di capitale e dei parametri connessi alla quantificazione della posizione di liquidità dei piani strategici e dei business plan.

A copertura di tale tipologia di rischio non viene allocato capitale interno, tuttavia sono definiti presidi di controllo dedicati svolti dalla funzione Convalida, posta in staff al Chief Risk Officer.

Rischio informatico

Le principali fonti del presente rischio sono riconducibili ai seguenti ambiti:

  • Governance e strategia ICT, ovvero alla definizione del sistema dei controlli interni ICT, all'allineamento della strategia ICT con la strategia aziendale generale e al ricorso alle esternalizzazioni e a fornitori terzi.
  • Sicurezza dell'informazione, ovvero ai rischi sulla riservatezza, integrità e disponibilità dei dati e delle informazioni, sia per gli aspetti di sicurezza logica che di sicurezza fisica.
  • Gestione delle operazioni ICT, ovvero alla manutenzione ordinaria dei sistemi, alle attività di monitoraggio e controllo dei servizi, e alla gestione degli incidenti e dei problemi operativi e di sicurezza.
  • Gestione dei progetti e dei cambiamenti ICT, con particolar riguardo alla gestione dei progetti ICT, all'acquisizione e sviluppo di nuovi sistemi ICT e alla gestione dei cambiamenti.
  • Gestione della continuità operativa, finalizzata a massimizzare la capacità di prestare servizi su base continuativa e limitare le perdite in caso di gravi interruzioni dell'operatività.

Il Gruppo Banca Ifis mantiene un assetto organizzativo, metodologico e procedurale per il processo di analisi del rischio informatico: politiche, procedure organizzative e note operative sono periodicamente aggiornate con l'obiettivo di accrescere la resilienza alle avversità del sistema informatico e presidiare nel tempo i rischi ICT emergenti. La principale normativa interna di riferimento è:

  • la "Politica di Gruppo per la valutazione e la gestione del rischio informatico", dove sono definiti i principi e il perimetro di applicazione. Il documento è in fase di aggiornamento principalmente per recepire le modifiche organizzative interne.
  • Il "Manuale metodologico per la valutazione e la gestione del rischio informatico", che descrive le regole e gli elementi da considerare nella valutazione annuale dei rischi ICT. La metodologia è stata disegnata con il supporto di primaria società di consulenza secondo gli standard di riferimento (ISO 31000 e ISO 27005).

Nel corso del 2021, con un impegno significativo negli investimenti, la Banca ha avviato il Cyber Security Plan per accrescere il livello generale di maturità della propria sicurezza informatica. L'iniziativa, intrapresa in seguito ad un assesment iniziale, è realizzata attraverso diversi stream progettuali ed è monitorata da uno Steering Commitee appositamente costituito. La crescita del livello di maturità della sicurezza informatica è misurata attraverso indici mappati secondo i domini NIST (Governance, Predict, Prevent, Detect e Respond) ed è raffrontata con il benchmark del settore finanziario.

Da agosto 2021, il Risk Management ha incrementato la propria struttura con l'inserimento di nuove professionalità dedicate alla gestione del presente rischio. I presidi, sono in fase di rafforzamento, e sono volti ad assicurare un continuo controllo dell'esposizione al rischio attraverso:

  • l'IT Risk Assessment annuale, volta a identificare gli eventuali rischi presenti nei sistemi, individuare le corrispondenti azioni correttive e monitorarne la messa in opera;
  • analisi del rischio informatico nelle iniziative progettuali ICT più significative;
  • la definizione e il calcolo di specifici indicatori di rischio operativi e strategici, e la verifica periodica del rispetto delle relative soglie di monitoraggio (tali indicatori sono rendicontati trimestralmente nel reporting periodico agli Organi aziendali o in report specifici indirizzati alle strutture interessate).

Rischio di reputazione

Il rischio di reputazione è un rischio trasversale che impatta tutte le entità del Gruppo che, per la loro operatività, hanno rapporti con l'esterno. Il rischio di reputazione è considerato un rischio di secondo livello, in quanto è generato dalla manifestazione di altre tipologie di rischio, quali il rischio di non conformità, il rischio strategico e in particolar modo i rischi operativi.

Al fine di valutare l'incidenza del rischio di reputazione sono considerati i fattori sia esterni che interni che potrebbero creare danni reputazionali al Gruppo e gli stakeholders di volta in volta impattati.

Tra i principali fattori endogeni rientrano:

  • eventi di manifestazione del rischio operativo;
  • la violazione di norme di etero regolamentazione (leggi e regolamenti) e autoregolamentazione (codici di condotta, codici etici);

  • il manifestarsi di altri rischi non adeguatamente presidiati (ad es. rischi di mercato, di liquidità, legali, strategici);
  • l'inefficace o errata gestione della comunicazione interna o esterna;
  • comportamenti degli esponenti aziendali, dei dipendenti o dei collaboratori.

Tra i principali fattori esogeni si riscontrano i commenti e i dibattiti sviluppatisi sui media, sui social network, sui blog, e/o sugli altri strumenti di comunicazione digitale, riguardanti informazioni od opinioni lesive della reputazione del Gruppo e/ o delle Società che lo compongono.

Gli stakeholders impattati possono essere diversi:

  • Autorità di Vigilanza: perdita o diminuzione di fiducia/ stima delle Autorità di Vigilanza nei confronti del Gruppo a causa di omissioni o inadempienze derivanti dal mancato rispetto di obblighi previsti dalla legge o da disposizioni regolamentari;
  • azionisti e investitori: perdita o diminuzione di fiducia/ stima degli azionisti e dei mercati finanziari a causa di fattori quali, ad esempio, la presunta incapacità di raggiungere dei risultati soddisfacenti, comportamenti incoerenti rispetto a principi etici, percezione di non integrità manageriale, ecc.;
  • clienti: viene pregiudicata la componente fiduciaria insita nel rapporto con il pubblico dovuta, ad esempio, ad inefficienze nelle prassi operative o a forzature commerciali;
  • fornitori e controparti: perdita o diminuzione di fiducia/ stima dei fornitori e delle controparti;
  • dipendenti e collaboratori: perdita o diminuzione di fiducia/ stima dei dipendenti e collaboratori nei confronti dell'azienda derivanti, ad esempio, da eventi relativi all'ambito giuslavoristico;
  • territorialità e collettività: perdite o diminuzione di fiducia/stima delle comunità territoriali e degli opinion maker.

Gli effetti derivanti dalla manifestazione di eventi reputazionali posso essere:

  • turnover del personale e perdita di figure con elevato know-how;
  • insoddisfazione e riduzione della clientela;
  • lamentele e contestazioni;
  • contenziosi legali;
  • sanzioni amministrative/civili/penali;
  • variazione del rating attribuito da agenzie esterne;
  • percezione di rumors relativi al Gruppo;
  • articoli negativi presenti sui media locali, nazionali o internazionali;
  • pubblicazione di commenti negativi sui social network.

Il Gruppo ha concentrato l'attività di gestione e monitoraggio del rischio di reputazione sugli ambiti di operatività che possono essere recepiti dagli stakeholder come elementi di valutazione negativi; nello specifico:

  • le caratteristiche e le dinamiche di sviluppo della raccolta online configurano un rischio di reputazione elevato sul fronte della raccolta da clientela retail;
  • l'elevata numerosità delle controparti debitrici riconducibili all'operatività nel settore dei crediti di difficile esigibilità ed il coinvolgimento di soggetti esterni al Gruppo nell'attività di recupero introduce un fattore potenzialmente rilevante dal punto di vista reputazionale;
  • il segmento Leasing, inoltre, si avvale di una rete di agenti esterni per lo sviluppo del business, ed anche questo aspetto può comportare dei danni reputazionali per il Gruppo.

Il Gruppo ha definito e adottato un framework complessivo per il governo e la gestione del rischio di reputazione suddiviso nelle seguenti fasi:

  • identificazione delle minacce reputazionali che insistono sull'operatività del Gruppo;
  • valutazione e monitoraggio dell'esposizione al rischio di reputazione attraverso: (i) la conduzione di un periodico esercizio di Risk Self Assessment; (ii) la definizione e il calcolo di specifici indicatori di rischio nonché la verifica del rispetto delle relative soglie di monitoraggio; (iii) il censimento, nell'ambito dell'attività di Loss Data Collection propria del processo di gestione del rischio operativo, di eventuali effetti reputazionali derivanti dagli eventi di rischio operativo;
  • mitigazione del rischio di reputazione attraverso l'identificazione e l'esecuzione di interventi correttivi o di adeguamento volti a prevenire e attenuare l'esposizione al rischio di reputazione;
  • predisposizione di flussi informativi periodici volti a raccogliere e rendicontare le evidenze risultati dalle attività previste nel processo di gestione del rischio di reputazione.

In particolare, la metodologia di Risk Self Assessment in ambito rischio di reputazione si basa sull'identificazione della lista di minacce alla reputazione, partendo dai rischi operativi identificati in sede di RSA; tali minacce sono poi oggetto di valutazione a livello di singola unità organizzativa al fine di tracciare:

  • l'impatto reputazionale, ovvero le conseguenze reputazionali che si possono potenzialmente manifestare;
  • la frequenza, intesa in termini di numero di probabilità di accadimento della potenziale minaccia reputazionale;
  • i presidi in essere, ovvero il livello di mitigazione presente.

Il processo valutativo conduce ad un giudizio di sintesi relativo al rischio di reputazione, espresso su scala ordinale. A copertura di tale tipologia di rischio non viene allocato capitale interno.

La gestione del rischio reputazionale risulta, come per il rischio operativo, assicurata dal Risk Management della Capogruppo che definisce il framework complessivo di Gruppo – coerentemente alle apposite prescrizioni normative ed alle best practice di settore – per la gestione del rischio reputazionale volto a identificare, valutare, monitorare i rischi reputazionali assunti o assumibili nelle diverse Società del Gruppo e nelle diverse unità organizzative. Il framework prevede la raccolta degli eventi di rischio reputazionale che si manifestano, l'autovalutazione prospettica dell'esposizione al rischio reputazionale (Risk Self Assessment) e un set di indicatori di rischio monitorati nel continuo.

Si segnala che nel corso del primo semestre 2021 si è conclusa la campagna periodica di Risk Self Assessment, avviata nell'ultimo trimestre 2020. A seguito della campagna, di concerto con quanto effettuato in ambito rischio operativo, sono state identificate le aree maggiormente esposte al rischio reputazionale e di conseguenza sono stati definiti ed avviati specifici interventi di mitigazione volti a rafforzare ulteriormente i presidi già in essere.

Rischio strategico

Il rischio strategico riveste una particolare importanza nell'ambito del processo di valutazione della sostenibilità del modello di business del Gruppo.

Come specificato nel documento "Politica di Gruppo per la Pianificazione Strategica", la definizione del modello di business complessivo del Gruppo e l'identificazione delle strategie di business sono in capo al Consiglio di Amministrazione e all'Amministratore Delegato della Capogruppo.

A valle di un processo di condivisione con il Direttore Generale ed i Responsabili delle diverse unità operative, la Direzione Governo Piano Industriale, Pianificazione e Controllo di Gestione ha predisposto il budget per l'anno 2021 contenente gli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione e ha valutato i rischi e la sostenibilità in termini di dotazione di capitale. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha valutato il rischio di attuazione, ovvero il grado di vulnerabilità della strategia aziendale e della posizione patrimoniale del Gruppo.

La gestione del rischio strategico è quindi in capo agli Organi di Supervisione Strategica e di Gestione della Capogruppo. L'Organo di Supervisione Strategica di ogni singola società del gruppo, nell'ambito del processo di pianificazione strategica di Gruppo, effettuate le opportune valutazioni per la miglior tutela degli interessi della società e nell'ambito delle prescrizioni ricevute, recepisce il Piano Strategico di Gruppo ed il business model di gruppo, con particolare riferimento alla componente di propria competenza.

Il Risk Management della Capogruppo supporta gli Organi aziendali nella valutazione della sostenibilità delle strategie di business e l'incidenza del rischio strategico attraverso degli opportuni presidi di controllo, quali:

  • il monitoraggio degli obiettivi previsti dal piano strategico, che attualizza, tempo per tempo, le direttrici di sviluppo in relazione all'avanzamento della gestione;
  • la verifica nel continuo della sostenibilità patrimoniale del piano strategico, attraverso il monitoraggio degli indicatori strategici e delle relative soglie di risk appetite, risk tolerance, soglie di allarme e risk capacity;
  • la verifica della redditività a rischio del capitale investito.

La verifica e la rendicontazione trimestrale del posizionamento aziendale con riferimento agli indicatori individuati è integrata nel sistema di reporting periodico per i vertici aziendali (Tableau de Bord).

Tale tipologia di rischio è di difficile quantificazione e rientra, per la sua natura qualitativa, tra i rischi non misurabili.

1.3. Monitoraggio e Reporting

Il monitoraggio degli obiettivi di rischio è funzionale all'individuazione di eventuali criticità dei momenti di pianificazione e gestione aziendale dei rischi ed è propedeutica all'implementazione di azioni correttive e di riallineamento, nel rispetto dei principi generali di sana e prudente gestione aziendale.

Tale attività fa capo al Risk Management che ha il compito di assicurare il presidio e la gestione integrata dei rischi garantendo lo sviluppo e il miglioramento delle metodologie e dei modelli relativi alla loro misurazione.

Il Risk Management, coadiuvato dalle unità organizzative specialistiche e dalle altre unità organizzative di controllo, produce una reportistica periodica verso gli Organi e le unità aziendali al fine di permettere la verifica della coerenza tra l'attuazione del RAF, gli obiettivi strategici e le soglie approvate.

Annualmente vengono redatti, fra gli altri per rilevanza, i documenti di aggiornamento: (i) per la determinazione della propensione al rischio del Gruppo (Risk Appetite Framework - RAF); (ii) di valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process – ICAAP) e della liquidità (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process – ILAAP); (iii) del piano di emergenza per fronteggiare situazioni avverse nel reperimento di fondi e per il pronto ripianamento di eventuali carenze di liquidità (Contingency Funding and Recovery Plan - CFRP).

Nel corso del 2021 è stato altresì redatto il Piano di Risanamento di Gruppo (Recovery Plan), un documento contenente le misure preparatorie volte a prevenire ed a risolvere tempestivamente eventuali situazioni di crisi; in esso sono descritte le modalità con cui il Gruppo intende ripristinare una condizione di equilibrio patrimoniale e finanziario in condizioni di severo deterioramento tecnico (near to default).

In aggiunta, con cadenza trimestrale, la funzione di Risk Management predispone idonea reportistica per il Consiglio di Amministrazione (Tableau de Bord) che consente il monitoraggio non solo degli indicatori strategici ma anche degli indicatori di rischio gestionali. Si affianca, infine, un'articolata reportistica periodica di supporto alle strutture di business del Gruppo.

1.4. Sistema di Governance

Lo Statuto prevede che la Società sia amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da un minimo di cinque a un massimo di quindici membri eletti dall'Assemblea la cui carica dura per un periodo non superiore a tre esercizi, stabilito all'atto della nomina, e scade alla data dell'Assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica. La nomina degli Amministratori avviene sulla base del meccanismo del voto di lista da parte dell'assemblea dei soci, in ottemperanza alle vigenti disposizioni e al rispetto dei criteri di composizione relativi alla presenza di amministratori di minoranza, indipendenti, e che rispettino l'equilibrio fra generi.

Al fine di favorire una ottimale individuazione delle candidature da proporre per il rinnovo dell'Organo Amministrativo, a supporto degli azionisti ed in ottemperanza alle Disposizioni di Vigilanza per le banche in materia di Governo societario, il Consiglio di Amministrazione identifica preventivamente, con il supporto del Comitato Nomine, la propria composizione

quali-quantitativa considerata ottimale individuando e motivando il profilo teorico dei candidati. Le analisi condotte, riportate nel documento "Composizione quali-quantitativa ottimale del Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis", vengono pubblicate sul sito internet della Banca.

I soci, in occasione dell'Assemblea del 19 marzo 2019, hanno nominato il Consiglio di Amministrazione in carica per il triennio 2019-2021 eleggendo 12 consiglieri, rispettando la composizione quali-quantitativa dell'Organo adeguata in termini di diversificazione di genere (la componente femminile è passata da 3 a 4 elementi rispetto al precedente mandato) e di ruolo attribuito ai consiglieri (il numero di amministratori indipendenti è passato da 4 a 7); nonché adeguata alla complessità e ai lavori dell'Organo e in linea con gli attuali orientamenti che prediligono una composizione dello stesso non pletorica e dotata di un grado di eterogeneità adeguato a consentire agli amministratori un fattivo contributo alle attività del Consiglio.

Il Consiglio, con il supporto del Comitato Nomine, in ottemperanza delle Istruzioni di Vigilanza per le banche (Titolo II, Capitolo 2, sezioni I e II) in data 9 maggio 2019, entro trenta giorni dalla nomina, ha effettuato la verifica per ognuno dei suoi componenti del possesso dei requisiti di professionalità e onorabilità di cui agli artt. 1, 3, 4 e 5 del D. M. 161/98, l'inesistenza delle cause di sospensione di cui all'art. 6 del medesimo D.M. 161/98 nonché l'assenza di cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti. Altresì, in conformità a quanto previsto dal Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana, ha svolto i necessari accertamenti in ordine al possesso dei requisiti di indipendenza.

Il Consiglio verifica il permanere dei requisiti dinnanzi indicati con cadenza annuale, in prossimità dell'avvio del processo di autovalutazione previsto dalla Circolare di Banca d'Italia n. 285/2013 (Titolo IV, Capitolo 1). Tale processo è finalizzato ad assicurare una verifica del corretto ed efficace funzionamento dell'organo e della sua adeguata composizione, ad individuare i principali punti di debolezza, a promuoverne la discussione all'interno dell'Organo e definire le azioni correttive da adottare, nonché a rafforzare i rapporti di collaborazione e di fiducia tra i singoli componenti.

Maggiori informazioni relative al processo di selezione dei membri del Consiglio, al numero degli incarichi di amministratore affidati ai membri dell'organo di gestione e ulteriori informazioni relative alla governance sono fornite nella "Relazione su Governo Societario e Assetti Proprietari per l'esercizio 2021".

Il Consiglio di Amministrazione, in ottemperanza alle disposizioni dettate dalla Circolare 285/2013 e dal Codice di Corporate Governance, ha costituito nel proprio ambito un Comitato Controllo e Rischi composto da cinque dei dodici componenti del Consiglio di Amministrazione scelti tra gli amministratori non esecutivi, tutti indipendenti.

Nel corso del 2021 il Comitato si è riunito per 21 volte, cinque delle quali in forma congiunta con il Collegio Sindacale. Dall'inizio dell'anno 2021 sino alla data di approvazione del presente documento il Comitato si è riunito sei volte, delle quali due in via congiunta con il Collegio Sindacale. Il Comitato Controllo e Rischi ha il compito di supportare le valutazioni e le decisioni del Consiglio di Amministrazione relative al sistema di controllo interno e rischi, all'approvazione delle relazioni periodiche di carattere finanziario e non finanziario e di supportare il Consiglio in tema di analisi dei temi rilevanti per la generazione di valore nel lungo termine nell'ottica di successo sostenibile. Con particolare riferimento ai compiti in materia di gestione e controllo dei rischi, il Comitato svolge funzioni di supporto all'organo con funzione di supervisione strategica:

  • nella definizione e approvazione degli indirizzi strategici e delle politiche di governo dei rischi. Nell'ambito del RAF, il Comitato Controllo e Rischi svolge l'attività valutativa e propositiva necessaria affinché il Consiglio di Amministrazione possa definire e approvare gli obiettivi di rischio e la soglia di tolleranza;
  • nella verifica della corretta attuazione delle strategie, delle politiche di governo dei rischi e del RAF;
  • nella definizione delle politiche e dei processi di valutazione delle attività aziendali, inclusa la verifica che il prezzo e le condizioni delle operazioni con la clientela siano coerenti con il modello di business e le strategie in materia di rischi.

Il flusso informativo sui rischi che è destinato al Consiglio di Amministrazione è individuato con specifica regolamentazione interna e si compone principalmente di documenti predisposti dalle funzioni di controllo e concernenti la pianificazione delle attività e la relativa rendicontazione (relazioni annuali e tableau de bord trimestrali che sono successivamente trasmessi alla Banca d'Italia) nonché altre verifiche previste dalla normativa vigente (reportistica sui rischi rilevanti assunti dal gruppo, informativa sulle verifiche concernenti il governo e la gestione del rischio di liquidità, relazione sulle funzioni operative importanti esternalizzate, RAF, resoconto ICAAP e ILAAP, Recovery Plan etc.).

2.Ambito di applicazione

Informativa qualitativa

Il Consiglio di Amministrazione della Holding del Gruppo Bancario "La Scogliera", riunitosi in assemblea straordinaria in data 27 dicembre 2021, preso atto dell'avveramento delle condizioni sospensive apposte alla deliberazione dell'assemblea straordinaria in data 18 giugno 2021, ha deliberato l'approvazione del trasferimento della sede legale al di fuori dell'Unione Europea (Svizzera con sede Losanna) e relativo cambio di denominazione in La Scogliera SA con mantenimento in Italia della sede secondaria.

Sulla base delle modifiche intervenute a livello societario registrate a inizio anno 2022 si è provveduto a calcolare i requisiti patrimoniali consolidati senza l'inclusione della Holding La Scogliera.

Gli obblighi di informativa di cui al presente documento si applicano a Banca Ifis S.p.A. Capogruppo del Gruppo Bancario Banca Ifis iscritto all'Albo dei Gruppi Bancari.

Ai fini prudenziali si sono applicati i metodi di consolidamento previsti dalla Circolare della Banca d'Italia n° 285 del 17 dicembre 2013 (e successivi aggiornamenti) – "Disposizioni di vigilanza per le banche". In particolare, si è applicato il metodo di consolidamento integrale alle società bancarie, finanziarie e strumentali appartenenti al Gruppo Bancario.

Informativa quantitativa

Modello EU LI1: differenze tra l'ambito del consolidamento contabile e quello del consolidamento prudenziale e associazione delle categorie di bilancio alle categorie di rischio regolamentari

La tabella EU LI1 riporta, con riferimento al 31 dicembre 2021, la riconciliazione dei dati di Stato patrimoniale consolidato (Bilancio pubblicato) con i dati di Stato Patrimoniale secondo il perimetro di Vigilanza, nonché la ripartizione delle poste di bilancio tra le categorie di rischio regolamentari. Le differenze tra i valori di bilancio perimetro contabile e i valori di bilancio perimetro regolamentare sono riconducibili al deconsolidamento delle società non facenti parte del Gruppo Bancario e al loro consolidamento con il metodo del patrimonio netto nel perimetro prudenziale.

Valori
contabili
riportati nel
bilancio
pubblicato
Valori
contabili
nell'ambito del
consolidamen
to prudenziale
soggetti al
quadro
relativo al
rischio di
credito
soggetti al
quadro
relativo al
CCR
Valori contabili degli elementi
soggetti al
quadro
relativo alla
cartolarizzazio
ne
soggetti al
quadro
relativo al
rischio di
mercato
non soggetti a
requisiti di
fondi propri o
soggetti a
deduzione dai
fondi propri
Attività
10 Cassa e disponibilità 355 349 349

Valori contabili degli elementi
Valori
contabili
riportati nel
bilancio
pubblicato
Valori
contabili
nell'ambito del
consolidamen
to prudenziale
soggetti al
quadro
relativo al
rischio di
credito
soggetti al
quadro
relativo al
CCR
soggetti al
quadro
relativo alla
cartolarizzazio
ne
soggetti al
quadro
relativo al
rischio di
mercato
non soggetti a
requisiti di
fondi propri o
soggetti a
deduzione dai
fondi propri
20 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a
conto economico
153 153 142 7 3 8
30 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
614 614 614
40 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 10.857 10.695 10.500 195
50 Derivati di copertura
60 Adeguamento al valore delle attività finanziarie oggetto
di copertura generica
70 Partecipazioni 175 175
80 Riserve tecniche a carico dei riassicuratori
90 Attività materiali 120 120 120
100 Attività immateriali 62 62 8 54
110 Attività fiscali 330 324 294 30
120 Attività non correnti e gruppi di attività in via di
dismissione
130 Altre attività 487 486 486
Totale attività 12.978 12.978 12.687 7 198 8 84
Passività
10 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 10.786 10.790 218 400
20 Passività finanziarie di negoziazione 6 6 6 6
30 Passività finanziarie designate al fair value
40 Derivati di copertura
50 Adeguamento di valore delle passività finanziarie
oggetto di copertura
60 Passività fiscali 49 49 32
70 Passività associate ad attività in via di dismissione
80 Altre passività 436 432
90 Trattamento di fine rapporto del personale 9 9
100 Fondi per rischi e oneri 67 67
110 Riserve tecniche
120 Riserve da valutazione -25 - 25 -25

Valori contabili degli elementi
Valori
contabili
riportati nel
bilancio
pubblicato
Valori
contabili
nell'ambito del
consolidamen
to prudenziale
soggetti al
quadro
relativo al
rischio di
credito
soggetti al
quadro
relativo al
CCR
soggetti al
quadro
relativo alla
cartolarizzazio
ne
soggetti al
quadro
relativo al
rischio di
mercato
non soggetti a
requisiti di
fondi propri o
soggetti a
deduzione dai
fondi propri
130 Azioni rimborsabili
140 Strumenti di capitale
150 Riserve 1.367 1.375 1.375
160 Sovraprezzo di emissione 103 103 103
170 Capitale 54 54 54
180 Azioni proprie - 3 -3 - 3
190 Patrimonio di pertinenza di terzi 28 28 14
200 Utile d'esercizio 101 93 42
Totale passività e patrimonio netto 12.978 12.978 224 6 1.992

Modello EU LI2: principali fonti di differenze tra gli importi delle esposizioni determinati a fini regolamentari e i valori contabili nel bilancio

La tabella EU LI2 espone la riconciliazione tra l'importo totale in base al perimetro di consolidamento regolamentare (Valori di bilancio) e il valore dell'esposizione soggetto ai requisiti patrimoniali, per ogni tipologia di rischio. Le principali differenze tra i valori contabili determinati in base al perimetro di consolidamento regolamentare e gli importi delle esposizioni determinate a fini regolamentari, per quanto riguarda il rischio di credito, si possono ascrivere ai seguenti fenomeni:

Esposizioni soggette al
Totale quadro relativo al
rischio di credito
quadro relativo
alla
cartolarizzazione
quadro relativo al
CCR
quadro relativo al
rischio di mercato
1 Valore contabile delle attività nell'ambito del
consolidamento prudenziale (come nel modello LI1)
12.901 12.687 198 7 8
2 Valore contabile delle passività nell'ambito del
consolidamento prudenziale (come nel modello LI1)
230 0 0 224 6
3 Importo netto totale nell'ambito del consolidamento
prudenziale
13.131 12.687 198 231 14
4 Importi fuori bilancio 584
5 Differenze di valutazione 78
6 Differenze dovute a regole di compensazione diverse da
quelle già incluse nella riga 2
11
7 Differenze dovute al trattamento delle rettifiche di valore 19

Totale Esposizioni soggette al
quadro relativo al
rischio di credito
quadro relativo
alla
cartolarizzazione
quadro relativo al
CCR
quadro relativo al
rischio di mercato
8 Differenze dovute all'uso di tecniche di attenuazione del
rischio di credito (CRM)
72 -72
9 Differenze dovute ai fattori di conversione del credito
10 Differenze dovute alla cartolarizzazione con trasferimento
del rischio
8 -8
11 Altre differenze 40
12 Importi delle esposizioni considerati a fini
regolamentari
13.848 13.381 119 349

Modello EU LI3: descrizione delle differenze tra gli ambiti di consolidamento (soggetto per soggetto)

Metodo di consolidamento prudenziale
Denominazione del soggetto Metodo di
consolidamento
contabile
Consolidamento
integrale
Consolidamento
proporzionale
Metodo del
patrimonio netto
Né consolidato
né dedotto
Dedotto Descrizione del
soggetto
BANCA IFIS SPA Integrale X Ente creditizio
IFIS FINANCE SP ZOO Integrale X Ente finanziario
IFIS FINANCE IFN Integrale X Ente finanziario
IFIS RENTAL SERVICES S.R.L. Integrale X Impresa
noleggio beni
mobili
CAP.ITAL.FIN S.P.A. Integrale X Ente finanziario
CREDIFARMA S.P.A. Integrale X Ente finanziario
FARBANCA S.P.A. Integrale X Ente creditizio
IFIS NPL INVESTING S.P.A. Integrale X Ente finanziario
IFIS NPL SERVICING S.P.A. Integrale X Ente finanziario
IFIS REAL ESTATE S.P.A. Integrale X Impresa servizi
finanziari
assicurativi
IFIS ABC PROGRAMME S.R.L.
(*)
Integrale X Società veicolo
INDIGO LEASE S.R.L. (*) Integrale X Società veicolo
EMMA SPV S.R.L. (*) Integrale X Società veicolo
URANO SPV S.R.L. (*) Integrale X Società veicolo
IFIS NPL 2021-1 SPV S.R.L. Integrale X Società veicolo

(*) Special Purpose Vehicle, non giuridicamente facenti parte del Gruppo Banca Ifis, istituite per le operazioni di cartolarizzazione per le quali si è valutato sussistere una relazione di controllo ai sensi dell'IFRS 10

Si precisa che all'interno del Gruppo non vi sono impedimenti che ostacolino il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi.

3.Composizione dei Fondi Propri

Informativa qualitativa

Il Consiglio di Amministrazione della controllante del La Scogliera s.p.a., riunitosi in assemblea straordinaria in data 27 dicembre 2021, preso atto dell'avveramento delle condizioni sospensive apposte alla deliberazione dell'assemblea straordinaria in data 18 giugno 2021, ha deliberato l'approvazione del trasferimento della sede legale al di fuori dell'Unione Europea (Svizzera con sede Losanna) e relativo cambio di denominazione in La Scogliera SA con mantenimento in Italia della sede secondaria.

Sulla base delle modifiche intervenute a livello societario registrate a inizio anno 2022 si è provveduto a calcolare i requisiti patrimoniali consolidati senza l'inclusione della Holding La Scogliera.

FONDI PROPRI E COEFFICIENTI PATRIMONIALI CONSISTENZE
31.12.2021 31.12.2020
Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.487 1.039
Capitale di classe 1 (TIER1) 1.489 1.092
Totale Fondi propri 1.891 1.366
Totale attività ponderate per il rischio (RWA) 9.633 9.204
CET1 Ratio 15,44% 11,29%
TIER1 Ratio 15,45% 11,86%
Total Capital Ratio 19,63% 14,85%

Il CET1, il TIER1 e il totale Fondi propri (Total Capital) includono gli utili generati dal Gruppo Bancario al 31 dicembre 2021, al netto del dividendo stimato.

I dati comparativi si riferiscono al perimetro di consolidamento prudenziale in essere alla data del 31 dicembre 2020, comprensivo de La Scogliera Spa. Gli stessi dati, riesposti a parità di perimetro di consolidamento prudenziale al 31 dicembre 2021, sarebbero pari a: CET1 15,47%, TIER1 15,49% e Total Capital 19,87%.

I Fondi propri, le attività di rischio ponderate e i coefficienti di vigilanza consolidati al 31 dicembre 2021 sono stati determinati avendo a riferimento le modifiche regolamentari introdotte dalla Direttiva 2019/878/UE (CRD V) e dal Regolamento (UE) 876/2019 (CRR2), che hanno modificato i principi regolamentari contenuti nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento (UE) 575/2013 (CRR) e successive modifiche, recepiti nelle Circolari della Banca d'Italia n. 285 e n. 286.

Ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali al 31 dicembre 2021, in continuità con quanto fatto a partire dal 30 giugno 2020, il Gruppo ha applicato le disposizioni temporanee di sostegno previste dal Regolamento UE 873/2020 (c.d. "quick-fix").

Il Regolamento UE 873/2020, relativamente alle disposizioni transitorie volte ad attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9 sui Fondi Propri - definisce per gli Enti la possibilità di includere nel loro capitale primario di classe 1 una porzione

degli accantonamenti accresciuti per perdite attese su crediti attraverso modalità che differiscono sulla base del periodo transitorio di riferimento (1° gennaio 2018-31 dicembre 2019 e 1° gennaio 2020-31 dicembre 2024).

Banca Ifis aveva - a suo tempo - già provveduto ad informare la Banca d'Italia della decisione di applicare le disposizioni transitorie per l'intero periodo.

L'inclusione nel CET1 avverrà in modo graduale applicando i seguenti fattori:

TRATTAMENTO TEMPORANEO IFRS 9 2018-2019 TRATTAMENTO TEMPORANEO IFRS 9 2020-2024
0,70 dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 1,00 dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020
0,50 dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 1,00 dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021
0,25 dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 0,75 dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022
0,00 dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 0,50 dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023
0,00 dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 0,25 dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024

Sempre con riferimento alle novità normative introdotte dal Regolamento UE 873/2020 con potenziale impatto sul CET1, si segnala il trattamento temporaneo di profitti e perdite non realizzati per variazioni del fair value di strumenti di debito emessi dalle Amministrazioni centrali, regionali e locali; Banca Ifis ha informato la Banca d'Italia della propria decisione di applicare le nuove disposizioni transitorie a partire dal 31 dicembre 2020.

L'inclusione nel CET1 avverrà in modo graduale applicando i seguenti fattori.

TRATTAMENTO TEMPORANEO PER RISERVA OCI
1,00 dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020
0,70 dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021
0,40 dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022

Informativa su adeguamenti IFRS9 (Art. 473 bis CRR) e trattamento temporaneo per riserva OCI (Art. 468 CRR)

A partire dal 1° gennaio 2018 il Gruppo ha adottato il nuovo principio contabile "IFRS 9 Strumenti finanziari" (cd. IFRS 9). Con riferimento all'introduzione dell'IFRS9, in data 12 dicembre 2017 il Parlamento Europeo ha emanato il Regolamento (UE) 2017/2395, che aggiorna il CRR, inserendo il nuovo articolo 473 bis "Introduzione dell'IFRS 9", il quale offre la possibilità alle banche di mitigare gli impatti sui fondi propri derivanti dall'introduzione del nuovo principio contabile; in particolare, le disposizioni transitorie definiscono per gli Enti la possibilità di includere nel loro capitale primario di classe 1 una porzione degli accantonamenti accresciuti per perdite attese su crediti, in applicazione dell'IFRS 9 e fino al termine del periodo transitorio prorogato dal Regolamento (UE) 2020/873 fino al 31 dicembre 2024.

Al riguardo Banca Ifis aveva già provveduto ad informare la Banca d'Italia della decisione di applicare le disposizioni transitorie per l'intero periodo. Le banche che adottano un trattamento transitorio con riferimento all'impatto IFRS 9 sono

tenute a fornire un confronto dei fondi propri e dei coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria con e senza l'applicazione delle correlate disposizioni transitorie.

Capitale disponibile (importi)
1 Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.487
2 Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe
perdite attese su crediti
1.455
2a Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i
profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo
3 Capitale di classe 1 1.489
4 Capitale di classe 1 (CET1) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite
attese su crediti
1.457
4a Capitale di classe 1 come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite
non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo
1.429
5 Capitale totale 1.891
6 Capitale totale come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su
crediti
1.859
6a Capitale totale come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non
realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo
1.831
Attività ponderate per il rischio (importi)
7 Totale delle attività ponderate per il rischio 9.633
8 Totale delle attività ponderate per il rischio come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o
analoghe perdite attese su crediti
9.614
Coefficienti patrimoniali
9 Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 15,44%
10 Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le
disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti
15,13%
10a Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento
temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo
14,81%
11 Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 15,45%
12 Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni
transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti
15,15%
12a Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento
temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo
14,83%
13 Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 19,63%

Coefficienti patrimoniali
14 Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni 19,34%
transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite attese su crediti
Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo
14a previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di 19,01%
conto economico complessivo
Coefficiente di leva finanziaria
15 Misurazione dell'esposizione totale del coefficiente di leva finanziaria 13.716
16 Coefficiente di leva finanziaria 10,86%
17 Coefficiente di leva finanziaria come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS9 o analoghe perdite 10,62%
attese su crediti
17a Coefficiente di leva finanziaria come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i 10,41%
profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

Al 31 dicembre 2021, tenendo conto del trattamento transitorio adottato per mitigare gli impatti dell'IFRS 9 sul CET 1 e del filtro prudenziale per utili e perdite non realizzati su attività finanziarie valutate al fair value, i Fondi Propri ammontano a 1.891 milioni di euro.

il deconsolidamento della controllante La Scogliera ha comportato un aumento di Fondi Propri pari a 461 milioni di euro e un impatto minimo sui RWA di 9 milioni di euro.

I Fondi propri consolidati includono:

  • gli aggiustamenti transitori IFRS 9, di cui all'articolo 473 bis del CRR, i quali ammontano a 31,9 milioni di euro;
  • Il filtro prudenziale positivo relativo ai profitti e alle perdite non realizzate valutate al fair value a partire dal 31 dicembre 2019, che ammonta a 2,5 milioni di euro;
  • l'esenzione alla deduzione delle attività immateriali ascrivibili a software dagli elementi del CET1 per la quota di ammortamento prudenziale calcolato su tre anni eccedente l'ammortamento contabile; al 31 dicembre 2021 la quota non dedotta ammonta a 8,2 milioni di euro;
  • l'impatto negativo derivante dall'applicazione del Calendar Provisioning è pari a 2 milioni di euro.

La variazione positiva di 524,9 milioni di euro dei Fondi Propri rispetto al 31 dicembre 2020 è riconducibile principalmente alle seguenti componenti:

  • l'effetto positivo del deconsolidamento della controllante La Scogliera pari a 461 milioni di euro;
  • l'inclusione dell'utile d'esercizio, al netto dei dividendi stimati, per 41,8 milioni di euro;

• l'aumento delle riserve da utili per 10,5 milioni di euro;

  • la minor deduzione dal CET1 del 100% delle "Attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee" per un ammontare pari a 25,3 milioni di euro rispetto ai 63,5 milioni di euro dedotti al 31 dicembre 2020; a tal proposito si sottolinea come tale deduzione sarà ulteriormente assorbita dal futuro utilizzo di tali attività fiscali differite;
  • la maggior deduzione delle altre componenti di conto economico imputabili alla riserva di valutazione sui titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva per 6 milioni di euro;
  • la deduzione del plafond massimo di azioni proprie acquistabili a supporto del piano LTI pari a 20,9 milioni di euro.

La variazione dei Fondi Propri dovuta ai fenomeni sopra richiamati ha fatto sì che al 31 dicembre 2021 il Total capital ratio si attesti al 19,63%, in aumento rispetto alle risultanze conseguite al 31 dicembre 2020, pari al 14,85%; tale trend si riscontra anche per il CET1 ratio, ora pari all'15,44%, rispetto al dato relativo al 31 dicembre 2020, pari all'11,29%.

Al 31 dicembre 2021, non considerando il filtro relativo al regime transitorio IFRS 9 né considerando il filtro prudenziale per le esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria FVOCI, i Fondi Propri Fully Loaded ammontano a 1.856,9 milioni di euro e conseguentemente gli RWA in regime di piena applicazione ammontano a 9.615,5 milioni di euro.

FONDI PROPRI E COEFFICIENTI PATRIMONIALI SENZA
APPLICAZIONE DISPOSIZIONI TRANSITORIE IFRS 9
CONSISTENZE
31.12.2021 31.12.2020
Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.452 1.015
Capitale di classe 1 (TIER1) 1.454 1.068
Totale Fondi propri 1.857 1.343
Totale attività ponderate per il rischio 9.615 9.189
CET1 Ratio 15,10% 11,04%
TIER1 Ratio 15,12% 11,62%
Total Capital Ratio 19,31% 14,61%

Il capitale primario di classe 1, il capitale di classe 1 e il totale Fondi propri includono gli utili generati dal Gruppo Bancario al 31 dicembre 2021, al netto del dividendo stimato.

Al 31 dicembre 2021, tenendo conto del trattamento transitorio adottato per mitigare l'impatto dell'IFRS 9, le attività ponderate per il rischio ammontano a 9.633 milioni di euro, derivanti dai rischi di credito e di controparte per 8.638 milioni, dal rischio operativo per 878 milioni di euro, dal rischio di mercato per 82 milioni di euro e dal rischio di aggiustamento della valutazione del credito per 35 milioni di euro.

Modello EU CC1: composizione dei fondi propri regolamentari

Fonte basata su numeri
/lettere di riferimento
dello stato patrimoniale
Importi nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
Capitale primario di classe 1 (CET1): strumenti e riserve
Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni 157 160/170
1 Di cui tipo di strumento 1 157 160/170
Di cui tipo di strumento 2
Di cui tipo di strumento 3
2 Utili non distribuiti 725 150
3 Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre riserve) 625 120/150
EU-3a Fondi per rischi bancari generali
4 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 3, del CRR e le relative
riserve sovrapprezzo azioni soggetti a eliminazione progressiva dal CET1
5 Interessi di minoranza (importo consentito nel CET1 consolidato) 9 190
EU-5a Utili di periodo verificati da persone indipendenti al netto di tutti gli oneri o dividendi
prevedibili
42 200
6 Capitale primario di classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari 1.557
Capitale primario di classe 1 (CET1): rettifiche regolamentari
7 Rettifiche di valore supplementari (importo negativo) -1 1
8 Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali) (importo negativo) -53 100
9 Non applicabile
Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura, escluse quelle derivanti da
10 differenze temporanee (al netto delle relative passività fiscali per le quali sono -25 110/60
soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3, del CRR) (importo negativo)
Riserve di valore equo relative ai profitti e alle perdite generati dalla copertura dei flussi di
11 cassa degli strumenti finanziari che non sono valutati al valore equo
12 Importi negativi risultanti dal calcolo degli importi delle perdite attese
13 Qualsiasi aumento del patrimonio netto risultante da attività cartolarizzate (importo
negativo)
14 I profitti o le perdite sulle passività dell'ente valutate al valore equo dovuti a variazioni del
merito di credito
15 Attività dei fondi pensione a prestazioni definite (importo negativo)

Importi Fonte basata su numeri
/lettere di riferimento
dello stato patrimoniale
nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
Propri strumenti del CET1 detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o
16 sinteticamente (importo negativo) -24 180/30
17 Strumenti del CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente,
indirettamente o sinteticamente, quando tali soggetti detengono con l'ente una
partecipazione incrociata reciproca concepita per gonfiare artificialmente i fondi propri
dell'ente (importo negativo)
18 Strumenti del CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente,
indirettamente o sinteticamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali
soggetti (importo superiore alla soglia del 10 % e al netto di posizioni corte ammissibili)
(importo negativo)
19 Strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente,
indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali
soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
(importo negativo)
20 Non applicabile
EU-20a Importo dell'esposizione dei seguenti elementi, che possiedono i requisiti per ricevere un
fattore di ponderazione del rischio pari al 1250%, quando l'ente opta per la deduzione
EU-20b Di cui partecipazioni qualificate al di fuori del settore finanziario (importo negativo)
EU-20c Di cui posizioni verso la cartolarizzazione (importo negativo)
EU-20d Di cui operazioni con regolamento non contestuale (importo negativo)
21 Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo superiore alla
soglia del 10 %, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le
condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3, del CRR) (importo negativo)
22 Importo che supera la soglia del 17,65 % (importo negativo)
23 Di cui strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente
direttamente, indirettamente e sinteticamente, quando l'ente ha un investimento
significativo in tali soggetti
24 Non applicabile
25 Di cui attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee
EU-25a Perdite relative all'esercizio in corso (importo negativo)
EU-25b Tributi prevedibili relativi agli elementi del CET1, ad eccezione dei casi in cui l'ente adatta
di conseguenza l'importo degli elementi del CET1 nella misura in cui tali tributi riducano
l'importo fino a concorrenza del quale questi elementi possono essere destinati alla
copertura di rischi o perdite (importo negativo)
26 Non applicabile
27 Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) che superano gli elementi
dell'AT1 dell'ente (importo negativo)
27a Altre rettifiche regolamentari 33 2/4
28 Totale delle rettifiche regolamentari del capitale primario di classe 1 (CET1)

Importi Fonte basata su numeri
/lettere di riferimento
dello stato patrimoniale
nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
29 Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.487
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): strumenti
30 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni
31 Di cui classificati come patrimonio netto a norma dei principi contabili applicabili
32 Di cui classificati come passività a norma dei principi contabili applicabili
33 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 4, del CRR e le relative
riserve sovrapprezzo azioni soggetti a eliminazione progressiva dall'AT1
EU-33a Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 494 bis, paragrafo 1, del CRR
soggetti a eliminazione graduale dall'AT1
EU-33b Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 494 ter, paragrafo 1, del CRR
soggetti a eliminazione graduale dall'AT1
34 Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale AT1 consolidato (compresi gli
interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) emesso da filiazioni e detenuto da terzi
2 190
35 di cui strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva
36 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) prima delle rettifiche regolamentari 2
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): rettifiche regolamentari
37 Propri strumenti di AT1 detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o sinteticamente
(importo negativo)
38 Strumenti di AT1 di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente, indirettamente
o sinteticamente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione
incrociata reciproca concepita per gonfiare artificialmente i fondi propri dell'ente
(importo negativo)
39 Strumenti di AT1 di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente, indirettamente
o sinteticamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti
(importo superiore alla soglia del 10 % e al netto di posizioni corte ammissibili) (importo
negativo)
40 Strumenti di AT1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente,
indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali
soggetti (al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
41 Non applicabile
42 Deduzioni ammissibili dal capitale di classe 2 (T2) che superano gli elementi del T2
dell'ente (importo negativo)
42a Altre rettifiche regolamentari del capitale AT1
43 Totale delle rettifiche regolamentari del capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1)
44 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) 2
45 Capitale di classe 1 (T1 = CET1 + AT1) 1.489
Capitale di classe 2 (T2) strumenti

Importi Fonte basata su numeri
/lettere di riferimento
dello stato patrimoniale
nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
46 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni 400 10
47 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 5, del CRR e le relative
riserve sovrapprezzo azioni soggetti a eliminazione progressiva dal T2 ai sensi
dell'articolo 486, paragrafo 4, del CRR
EU-47a Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 494 bis, paragrafo 2, del CRR
soggetti a eliminazione graduale dal T2
EU-47b Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 494 ter, paragrafo 2, del CRR
soggetti a eliminazione graduale dal T2
48 Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel capitale T2 consolidato (compresi gli
interessi di minoranza e strumenti di AT1 non inclusi nella riga 5 o nella riga 34) emessi
da filiazioni e detenuti da terzi
3 190
49 di cui strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva
50 Rettifiche di valore su crediti
51 Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari 403
Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari
52 Strumenti propri di T2 e prestiti subordinati detenuti dall'ente direttamente,
indirettamente o sinteticamente (importo negativo)
53 Strumenti di T2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti
direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando tali soggetti detengono con l'ente
una partecipazione incrociata reciproca concepita per gonfiare artificialmente i fondi
propri dell'ente (importo negativo)
54 Strumenti di T2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti
direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente non ha un investimento
significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10 % e al netto di posizioni
corte ammissibili) (importo negativo)
54a Non applicabile
55 Strumenti di T2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente
direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un investimento
significativo in tali soggetti (al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
56 Non applicabile
EU-56a Deduzioni di passività ammissibili che superano gli elementi delle passività ammissibili
dell'ente (importo negativo)
EU-56b Altre rettifiche regolamentari del capitale T2
57 Totale delle rettifiche regolamentari del capitale di classe 2 (T2)
58 Capitale di classe 2 (T2) 403
59 Capitale totale (TC = T1 + T2) 1.891
60 Importo complessivo dell'esposizione al rischio 9.633
Coefficienti e requisiti patrimoniali, comprese le riserve di capitale

Importi Fonte basata su numeri
/lettere di riferimento
dello stato patrimoniale
nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
61 Capitale primario di classe 1 15,44%
62 Capitale di classe 1 15,45%
63 Capitale totale 19,63%
64 Requisiti patrimoniali complessivi CET1 dell'ente 8,12%
65 Di cui requisito della riserva di conservazione del capitale 2,50%
66 Di cui requisito della riserva di capitale anticiclica
67 Di cui requisito della riserva a fronte del rischio sistemico
EU-67a Di cui requisito della riserva di capitale degli enti a rilevanza sistemica a livello globale
(G-SII) o degli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII)
EU-67b Di cui requisiti aggiuntivi di fondi propri per far fronte a rischi diversi dal rischio di leva
finanziaria eccessiva
1,12%
68 Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)
disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti patrimoniali minimi
7,32%
Minimi nazionali (se diversi da Basilea III)
69 Non applicabile
70 Non applicabile
71 Non applicabile
Importi inferiori alle soglie di deduzione (prima della ponderazione del rischio)
72 Fondi propri e passività ammissibili di soggetti del settore finanziario detenuti
direttamente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali
soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
24
73 Strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o
indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo
inferiore alla soglia del 17,65 % e al netto di posizioni corte ammissibili)
15
74 Non applicabile
75 Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo inferiore alla
soglia del 17,65 %, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le
condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3, del CRR)
Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di classe 2
76 Rettifiche di valore su crediti incluse nel T2 in relazione alle esposizioni soggette al
metodo standardizzato (prima dell'applicazione del massimale)
77 Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel T2 nel quadro del metodo
standardizzato
78 Rettifiche di valore su crediti incluse nel T2 in relazione alle esposizioni soggette al
metodo basato sui rating interni (prima dell'applicazione del massimale)

Importi dello stato patrimoniale
nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
79 Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel T2 nel quadro del metodo
basato sui rating interni
Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile soltanto tra il 1° gennaio 2014 e il 1° gennaio 2022)
80 Massimale corrente sugli strumenti di CET1 soggetti a eliminazione progressiva
81 Importo escluso dal CET1 in ragione del massimale (superamento del massimale dopo i
rimborsi e le scadenze)
82 Massimale corrente sugli strumenti di AT1 soggetti a eliminazione progressiva
83 Importo escluso dall'AT1 in ragione del massimale (superamento del massimale dopo i
rimborsi e le scadenze)
84 Massimale corrente sugli strumenti di T2 soggetti a eliminazione progressiva
85 Importo escluso dal T2 in ragione del massimale (superamento del massimale dopo i
rimborsi e le scadenze)

Modello EU CC2: riconciliazione dei fondi propri regolamentari con lo stato patrimoniale nel bilancio sottoposto a revisione contabile

Stato
patrimoniale
incluso nel
bilancio
pubblicato
Alla fine del
periodo
Nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
Alla fine del
periodo
Ammontare
rilevante ai
fini dei fondi
propri
Rif. Tavola "EU
CC1 -
Composizione
dei
fondi propri
Riga
regolamentari"
Attività
100 Attività immateriali 62 61 -53 8
110 Attività fiscali :b) anticipate 284 279 -39 10
Totale attivo 346 340 -92
Passività
10 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: c) Titoli in
circolazione
400 400 400 46
60 Passività fiscali: b) differite 32 32 14 10
120 Riserve da valutazione -25 -25 -25 3
150 Riserve 1.367 1.375 1.375 2, 30
160 Sovraprezzo di emissione 103 103 103 1

Stato
patrimoniale
incluso nel
bilancio
pubblicato
Alla fine del
periodo
Nell'ambito del
consolidamento
prudenziale
Alla fine del
periodo
Ammontare
rilevante ai
fini dei fondi
propri
Rif. Tavola "EU
CC1 -
Composizione
dei
fondi propri
Riga
regolamentari"
170 Capitale 54 54 54 1
180 Azioni Proprie (-) -3 -3 -3 16
190 Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 28 28 14 5, 34 , 48
200 Utile (Perdita) d'Esercizio (+/-) 101 93 42 EU 5a
Totale passivo 2.057 2.057 1.974
Capitale proprio
1 (-) Rettifiche di valore dovute ai requisiti per la valutazione prudente -1 7
2 Filtri Transitori 34 27a
3 (-) Obblighi effettivi o potenziali di acquistare strumenti propri di
capitale primario di classe 1
-21 16
4 (-) Copertura insufficiente per le esposizioni deteriorate -2 27°
Capitale proprio totale 1.891

Modello EU CCA: principali caratteristiche degli strumenti di fondi propri regolamentari e degli strumenti di passività ammissibili

Informazioni qualitative o
quantitative
1 Emittente BANCA IFIS SPA
2 Identificativo unico (ad es. identificativo CUSIP, ISIN o Bloomberg per i collocamenti privati) IT0003188064
2a Collocamento pubblico o privato Pubblico
3 Legislazione applicabile allo strumento Legge italiana
3a Riconoscimento contrattuale dei poteri di svalutazione e di conversione delle autorità di risoluzione N/A
Trattamento regolamentare
4 Trattamento corrente tenendo conto, se del caso, delle disposizioni transitorie del CRR Capitale primario di classe 1
5 Disposizioni post-transitorie del CRR Capitale primario di classe 1
6 Ammissibile a livello solo/(sub-)consolidato / solo & (sub-)consolidato Singolo ente e consolidato
7 Tipo di strumento (i tipi devono essere specificati per ciascuna giurisdizione) Azioni ordinarie

Informazioni qualitative o
quantitative
8 Importo rilevato nel capitale regolamentare o nelle passività ammissibili (moneta in milioni, alla più recente
data di riferimento per la segnalazione)
54
9 Importo nominale dello strumento 54
EU-9a Prezzo di emissione 54
EU-9b Prezzo di rimborso N/A
10 Classificazione contabile Patrimonio Netto
11 Data di emissione originaria 07/10/2003
12 Irredimibile o a scadenza Irredimibile
13 Data di scadenza originaria N/A
14 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto ad approvazione preventiva dell'autorità di
vigilanza
N/A
15 Data del rimborso anticipato facoltativo, date del rimborso anticipato eventuale e importo del rimborso N/A
16 Date successive di rimborso anticipato, se del caso N/A
Cedole/dividendi
17 Dividendi/cedole fissi o variabili Variabili
18 Tasso della cedola ed eventuale indice collegato N/A
19 Esistenza di un "dividend stopper" NO
EU-20a Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di tempo) N/A
EU-20b Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di importo) N/A
21 Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso N/A
22 Non cumulativo o cumulativo N/A
23 Convertibile o non convertibile N/A
24 Se convertibile, evento(i) che determina(no) la conversione N/A
25 Se convertibile, integralmente o parzialmente N/A
26 Se convertibile, tasso di conversione N/A
27 Se convertibile, conversione obbligatoria o facoltativa N/A
28 Se convertibile, precisare il tipo di strumento nel quale la conversione è possibile N/A
29 Se convertibile, precisare l'emittente dello strumento nel quale viene convertito N/A
30 Meccanismi di svalutazione (write down) NO

Informazioni qualitative o
quantitative
31 In caso di svalutazione, evento(i) che la determina(no) N/A
32 In caso di svalutazione, svalutazione totale o parziale N/A
33 In caso di svalutazione, svalutazione permanente o temporanea N/A
34 In caso di svalutazione temporanea, descrizione del meccanismo di rivalutazione N/A
34a Tipo di subordinazione (solo per le passività ammissibili) N/A
EU-34b Rango dello strumento nella procedura ordinaria di insolvenza N/A
35 Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango
immediatamente superiore (senior))
N/A
36 Caratteristiche non conformi oggetto di disposizioni transitorie NO
37 In caso affermativo, specificare le caratteristiche non conformi N/A
37a Link alla versione integrale dei termini e delle condizioni dello strumento (signposting) N/A

4.Adeguatezza patrimoniale

Informativa qualitativa

Il Gruppo pone particolare attenzione al monitoraggio della propria adeguatezza patrimoniale, al fine di assicurare che la dotazione di capitale sia coerente con la propria propensione al rischio e con i requisiti di vigilanza. In sede di processo ICAAP, il Gruppo valuta la propria adeguatezza patrimoniale considerando i fabbisogni di capitale derivanti dall'esposizione ai rischi rilevanti di primo e secondo Pilastro cui il Gruppo è o potrebbe essere esposto nello svolgimento della propria operatività attuale e prospettica. Vengono, inoltre, svolte delle analisi di sensibilità per valutare l'impatto di condizioni economiche particolarmente avverse sui fabbisogni di capitale derivanti dall'esposizione ai principali rischi (c.d. "prove di stress"), al fine di valutare la propria dotazione di capitale anche in condizioni estreme.

La valutazione dell'adeguatezza patrimoniale si sostanzia nella produzione del Resoconto sul processo ICAAP che viene inviato annualmente alla Banca d'Italia, unitamente alle delibere ed alle relazioni con le quali gli Organi Aziendali si sono espressi in merito, secondo le rispettive competenze ed attribuzioni.

Per comparazione con i risultati conseguiti, si segnala che Banca d'Italia, in seguito al processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) al fine di rivedere gli obiettivi di patrimonializzazione dei principali intermediari del sistema, ha comunicato al Gruppo Bancario Banca Ifis di adottare per il 2021, in continuità con il 2020, i seguenti requisiti di capitale a livello consolidato, comprensivi del 2,5% a titolo di riserva di conservazione del capitale:

  • coefficiente di capitale primario di classe 1 (CET1 ratio) pari all'8,12%, vincolante nella misura del 5,62%;
  • coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) pari al 10,0%, vincolante nella misura del 7,5%;
  • coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari al 12,5%, vincolante nella misura del 10,0%.

Il Gruppo Bancario Banca Ifis soddisfa al 31 dicembre 2021 i predetti requisiti prudenziali.

Nel terzo trimestre 2021 Banca d'Italia ha comunicato alla capogruppo Banca Ifis S.p.A. e alla sua controllata Farbanca S.p.A. la conclusione del processo di determinazione del requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL). I requisiti minimi da rispettare a partire dal 1° gennaio 2022 sono i seguenti:

REQUISITO MREL
BANCA IFIS FARBANCA
10% del Total Risk Exposure Amount 8% del Total Risk Exposure Amount
3% del Leverage Ratio Exposure 3% del Leverage Ratio Exposure

Al 31 dicembre 2021, a seguito del processo di monitoraggio, entrambi gli indicatori per entrambe le entità risultano soddisfatti al di sopra del limite predefinito.

Informazioni quantitativa

Modello EU KM1: metriche principali

31/12/2021 30/06/2021
Fondi propri disponibili (importi)
1 Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.487 1.066
2 Capitale di classe 1 1.489 1.124
3 Capitale totale 1.891 1.405
Importi dell'esposizione ponderati per il rischio
4 Importo complessivo dell'esposizione al rischio 9.633 9.320
Coefficienti di capitale (in percentuale dell'importo dell'esposizione ponderato per il rischio)
5 Coefficiente del capitale primario di classe 1 (%) 15,44% 11,44%
6 Coefficiente del capitale di classe 1 (%) 15,45% 12,06%
7 Coefficiente di capitale totale (in %) 19,63% 15,08%
Requisiti aggiuntivi di fondi propri per far fronte a rischi diversi dal rischio di leva finanziaria eccessiva (in percentuale dell'importo dell'esposizione ponderato per
il rischio)
EU 7a Requisiti aggiuntivi di fondi propri per far fronte a rischi diversi dal rischio di leva finanziaria eccessiva (in %) 2,00% 2,00%
EU 7b Di cui costituiti da capitale CET1 (punti percentuali) 1,12% 1,12%
EU 7c Di cui costituiti da capitale di classe 1 (punti percentuali) 1,50% 1,50%
EU 7d Requisiti di fondi propri SREP totali (%) 10,00% 10,00%
Requisito combinato di riserva e requisito patrimoniale complessivo (in percentuale dell'importo dell'esposizione ponderato per il rischio)
8 Riserva di conservazione del capitale (%) 2,50% 2,50%
EU 8a Riserva di conservazione dovuta al rischio macroprudenziale o sistemico individuato a livello di uno Stato
membro (%)
-
9 Riserva di capitale anticiclica specifica dell'ente (%) -
EU 9a Riserva di capitale a fronte del rischio sistemico (%) -
10 Riserva degli enti a rilevanza sistemica a livello globale (%) -
EU 10a Riserva di altri enti a rilevanza sistemica (%) -
11 Requisito combinato di riserva di capitale (%) 2,50% 2,50%
EU 11a Requisiti patrimoniali complessivi (%) 12,50% 12,50%
12 CET1 disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti di fondi propri SREP totali (%) 705 309
Coefficiente di leva finanziaria
13 Misura dell'esposizione complessiva 13.367 12.874
14 Coefficiente di leva finanziaria (%) 11,14% 8,73%
Requisiti aggiuntivi di fondi propri per far fronte al rischio di leva finanziaria eccessiva (in percentuale della misura dell'esposizione complessiva)
EU 14a Requisiti aggiuntivi di fondi propri per far fronte al rischio di leva finanziaria eccessiva (in %)

31/12/2021 30/06/2021
EU 14b di cui costituiti da capitale CET1 (punti percentuali)
EU 14c Requisiti del coefficiente di leva finanziaria totali SREP (%) 3,18% 3,18%
Riserva del coefficiente di leva finanziaria e requisito complessivo del coefficiente di leva finanziaria (in percentuale della misura dell'esposizione totale)
EU 14d Requisito di riserva del coefficiente di leva finanziaria (%)
EU 14e Requisito del coefficiente di leva finanziaria complessivo (%) 3,18% 3,18%
Coefficiente di copertura della liquidità
15 Totale delle attività liquide di elevata qualità (HQLA) (valore ponderato - media) 1.032 1.908
EU 16a Deflussi di cassa - Valore ponderato totale 415 447
EU 16b Afflussi di cassa - Valore ponderato totale 728 784
16 Totale dei deflussi di cassa netti (valore corretto) 104 112
17 Coefficiente di copertura della liquidità (%) 995,62% 1.708,12%
Coefficiente netto di finanziamento stabile
18 Finanziamento stabile disponibile totale 10.902 10.943
19 Finanziamento stabile richiesto totale 8.092 7.918
20 Coefficiente NSFR (%) 134,73% 138,21%

Modello EU OV1: quadro sinottico degli importi complessivi dell'esposizione al rischio

Importi complessivi dell'esposizione al Requisiti totali di fondi
propri
31/12/2021 31/12/2020 T
1 Rischio di credito (escluso il CCR) 8.476 8.183 678
2 Di cui metodo standardizzato 8.476 8.183 678
3 Di cui metodo IRB di base (F-IRB)
4 Di cui metodo di assegnazione
EU 4a Di cui strumenti di capitale soggetti al metodo della ponderazione semplice
5 Di cui metodo IRB avanzato (A-IRB)
6 Rischio di controparte (CCR) 114 14 9
7 Di cui metodo standardizzato
8 Di cui metodo dei modelli interni (IMM)
EU 8a Di cui esposizioni verso una CCP
EU 8b Di cui aggiustamento della valutazione del credito (CVA) 35 4 3
9 Di cui altri CCR 79 10 6

Importi complessivi dell'esposizione al
rischio (TREA)
31/12/2021 31/12/2020 T
10 Non applicabile
11 Non applicabile
12 Non applicabile
13 Non applicabile
14 Non applicabile
15 Rischio di regolamento
16 Esposizioni verso le cartolarizzazioni esterne al portafoglio di negoziazione
(tenendo conto del massimale)
83 79 7
17 Di cui metodo SEC-IRBA
18 Di cui metodo SEC-ERBA (compreso IAA) 57
19 Di cui metodo SEC-SA 83 22 7
EU 19a Di cui 1250 % / deduzione
20 Rischi di posizione, di cambio e di posizione in merci (rischio di mercato) 82 58 7
21 Di cui metodo standardizzato 82 58 7
22 Di cui IMA
EU 22a Grandi esposizioni
23 Rischio operativo 878 870 70
EU 23a Di cui metodo base 878 870 70
EU 23b Di cui metodo standardizzato
EU 23c Di cui metodo avanzato di misurazione
24 Importo al di sotto delle soglie per la deduzione (soggetto a fattore di
ponderazione del rischio del 250 %)
39 18 3
25 Non applicabile
26 Non applicabile
27 Non applicabile
28 Non applicabile
29 Totale 9.633 9.204 771

A differenza della riserva di conservazione del capitale, la riserva di capitale anticiclica è imposta soltanto nei periodi di crescita del credito ed è calcolata secondo quanto previsto dalla CRD IV dalle autorità nazionali competenti.

Al riguardo il Gruppo Banca Ifis, con riferimento alla data del 31 dicembre 2021, in assenza di esposizioni di rischio rilevanti verso paesi ai quali viene attribuito un coefficiente anticiclico specifico prossimo allo zero.

Modello EU CCyB1: distribuzione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo della riserva di capitale anticiclica (1/2)

Esposizioni creditizie generiche Esposizioni creditizie rilevanti — Rischio di
mercato
Valore dell'esposizione
delle esposizioni verso la
Valore
Valore
dell'esposizione
secondo il metodo
standardizzato
Valore
dell'esposizione
secondo il metodo
IRB
Somma delle posizioni
lunghe e corte delle
esposizioni contenute nel
portafoglio di
negoziazione secondo il
metodo standardizzato
Valore delle
esposizioni nel
portafoglio di
negoziazione
secondo i modelli
interni
cartolarizzazione esterne
al portafoglio di
negoziazione
dell'esposizione
complessiva
010 Ripartizione per
paese:
10 20 30 40 55
ITALIA 9.072,87 0,76 387,51 9.461,13
POLONIA 165,73 165,73
SVIZZERA 73,08 73,08
STATI UNITI 65,99 65,99
FRANCIA 64,93 64,93
ROMANIA 41,18 41,18
ARABIA
SAUDITA
40,11 40,11
GERMANIA 39,76 39,76
REGNO UNITO 32,30 32,30
IRLANDA 21,28 21,28
SPAGNA 20,43 20,43
LUSSEMBURGO 16,88 16,88
PORTOGALLO 15,47 15,47
Altri paesi 79,46 79,46
020 Totale 9.749,45 0,76 387,51 10.137,72

Modello EU CCyB1: distribuzione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo della riserva di capitale anticiclica (2/2)

Requisiti di fondi propri Fattori di
Importi delle
ponderazione dei
Coefficiente
Esposizioni
creditizie rilevanti
— Rischio di
credito
Esposizioni
creditizie rilevanti
— Rischio di
mercato
Esposizioni creditizie
rilevanti — Posizioni
verso la
cartolarizzazione
esterne al portafoglio
di negoziazione
Totale esposizioni
ponderati per il
rischio
requisiti di fondi
propri
(%)
anticiclico
(%)
010 Ripartizione per
paese:
80 90 100 70 110 COL 20 120 COL 20
ITALIA 586,83 0,06 28,16 615,05 7.688,14 0,91926
POLONIA 13,35 13,35 166,83 0,01995
SVIZZERA 5,85 5,85 73,11 0,00874
STATI UNITI 4,77 4,77 59,58 0,00712
FRANCIA 5,24 5,24 65,50 0,00783
ROMANIA 3,31 3,31 41,36 0,00495
ARABIA
SAUDITA
3,21 3,21 40,11 0,00480
GERMANIA 3,18 3,18 39,79 0,00476
REGNO UNITO 2,83 2,83 35,34 0,00423
IRLANDA 1,70 1,70 21,28 0,00254
SPAGNA 1,64 1,64 20,48 0,00245
LUSSEMBURGO 1,51 1,51 18,88 0,00226 0,00500
PORTOGALLO 1,10 1,10 13,79 0,00165
Altri paesi 6,34 6,34 79,20 da 0,00001 a
0,00147
020 Totale 640,85 28,16 669,07 8.363,38

Modello EU CCyB2: importo della riserva di capitale anticiclica specifica dell'ente

a
1 Importo complessivo dell'esposizione al rischio 9.633
2 Coefficiente anticiclico specifico dell'ente 0,00
3 Requisito di riserva di capitale anticiclica specifica dell'ente 0,2

5.Leva finanziaria

Informazione qualitativa

Rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda il Gruppo vulnerabile, rendendo necessaria l'adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività.

Nell'ambito del framework regolamentare Basilea 3, è stato introdotto, in via definitiva a partire dal 1° gennaio 2015, il coefficiente di leva finanziaria (leverage ratio), quale requisito supplementare rispetto ai requisiti patrimoniali basati sul rischio. L'inserimento dell'indice di leva nell'assetto normativo risponde ai seguenti obiettivi:

  • vincolare l'espansione delle esposizioni complessive alla disponibilità di un'adeguata base patrimoniale e contenere, nelle fasi espansive del ciclo economico, il livello di indebitamento delle banche, contribuendo in tal modo a ridurre il rischio di processi di deleveraging in situazioni di crisi;
  • introdurre un presidio aggiuntivo a fronte del rischio modello attraverso una misura semplice e non basata sul rischio - con funzione di backstop del requisito patrimoniale basato sul rischio.

L'indicatore deriva dal rapporto tra i fondi propri per la componente rappresentata dagli elementi e strumenti del Capitale primario di classe 1 e la dimensione delle attività a rischio del Gruppo Bancario, in bilancio e fuori bilancio, opportunamente calibrate in applicazione di specifici fattori di conversione. Ai fini regolamentari la misurazione dell'indice di leva finanziaria viene effettuata tramite procedure informatiche dedicate alla produzione periodica delle segnalazioni statistiche e di vigilanza prudenziale consolidata. La frequenza di produzione del leverage ratio è trimestrale. L'indicatore è soggetto a monitoraggio sia a livello individuale che di Gruppo Bancario.

L'indicatore, calcolato trimestralmente sul dato puntuale alla data di fine trimestre sia a livello individuale che di Gruppo, è oggetto di monitoraggio, metrica di riferimento nell'ambito del Risk Appetite Framework per il presidio dei rischi e dell'adeguatezza patrimoniale del Gruppo. Solo ai fini informativi, con l'entrata in vigore della CRR2, è richiesto, nell'ambito della segnalazione prudenziale, di dare informativa anche dei valori medi delle esposizioni in Secured Financial Transaction, senza impatto però sulla ratio che continua ad essere calcolato con il dato puntuale.

A livello regolamentare il rischio di leva finanziaria non concorre alla definizione del capitale interno complessivo nel processo di valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (ICAAP) svolto annualmente dal Gruppo Bancario.

La rilevanza potenziale del rischio di leva finanziaria a livello di Gruppo è valutata "bassa".

Informazioni quantitativa

Il rischio di leva è soggetto a limiti quantitativi: non è previsto un requisito patrimoniale di primo pilastro, né il rischio concorre alla definizione del capitale interno complessivo. Il rischio viene monitorato trimestralmente attraverso il calcolo

dell'indicatore di leverage ratio in linea con quello regolamentare e calcolato come rapporto fra Capitale di classe 1 (Tier 1) e una misura dell'esposizione complessiva che comprende poste in bilancio ed elementi fuori bilancio non dedotti. Il rischio di leva finanziaria è incluso nel RAF e pertanto è assoggettato alle procedure e ai meccanismi di controllo in esso previste. Il Leverage Ratio è uno dei Key Risk Indicator monitorati in ambito RAF per l'anno 2021; nel corso del 2021 è risultato circa tre volte superiore rispetto al valore minimo EBA del 3% coincidente con la Risk Capacity definita nel RAF.

Modello EU LR1 - LRSum: riepilogo della riconciliazione tra attività contabili e esposizioni del coefficiente di leva finanziaria

Importo applicabile
1 Attività totali come da bilancio pubblicato 12.978
2 Rettifica per i soggetti consolidati a fini contabili ma esclusi dall'ambito del consolidamento prudenziale
3 (Rettifica per le esposizioni cartolarizzate che soddisfano i requisiti operativi per il riconoscimento del trasferimento del rischio)
4 (Rettifica per l'esenzione temporanea delle esposizioni verso banche centrali (se del caso)) -349
5 (Rettifica per le attività fiduciarie iscritte a bilancio a norma della disciplina contabile applicabile ma escluse dalla misura dell'esposizione
complessiva conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera i), del CRR)
6 Rettifica per gli acquisti e le vendite standardizzati di attività finanziarie soggette alla registrazione sulla base della data di negoziazione
7 Rettifica per le operazioni di tesoreria accentrata ammissibili
8 Rettifica per gli strumenti finanziari derivati 33
9 Rettifica per le operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT) 66
10 Rettifica per gli elementi fuori bilancio (conversione delle esposizioni fuori bilancio in importi equivalenti di credito) 713
11 (Rettifica per gli aggiustamenti per la valutazione prudente e gli accantonamenti specifici e generici che hanno ridotto il capitale di classe 1)
EU-11a (Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera c), del CRR)
EU-11b (Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera j), del CRR)
12 Altre rettifiche 275
13 Misura dell'esposizione complessiva 13.716

Modello EU LR2 - LRCom: informativa armonizzata sul coefficiente di leva finanziaria

Esposizioni del
coefficiente di leva
finanziaria (CRR)
31/12/2021 30/06/2021
Esposizioni in bilancio (esclusi derivati e SFT)
1 Elementi in bilancio (esclusi derivati e SFT, ma comprese le garanzie reali) 12.925 13.248
2 Maggiorazione per le garanzie reali fornite su derivati se dedotte dalle attività in bilancio in base alla disciplina
contabile applicabile
3 (Deduzioni dei crediti per il margine di variazione in contante fornito in operazioni su derivati)
4 (Rettifica per i titoli ricevuti nell'ambito di operazioni di finanziamento tramite titoli che sono iscritti come attività)
5 (Rettifiche di valore su crediti generiche degli elementi in bilancio)
6 (Importi delle attività dedotte nella determinazione del capitale di classe 1) -28 -111
7 Esposizioni in bilancio complessive (esclusi derivati e SFT) 12.897 13.137
Esposizioni su derivati
8 Costo di sostituzione associato alle operazioni su derivati SA-CCR (al netto del margine di variazione in contante
ammissibile)
EU-8a Deroga per derivati: contributo ai costi di sostituzione nel quadro del metodo standardizzato semplificato
9 Importi delle maggiorazioni per le esposizioni potenziali future associate alle operazioni su derivati SA-CCR
EU-9a Deroga per derivati: contributo all'esposizione potenziale futura nel quadro del metodo standardizzato semplificato
EU-9b Esposizione calcolata secondo il metodo dell'esposizione originaria 40 35
10 (Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente) (SA-CCR)
EU-10a (Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente) (metodo
standardizzato semplificato)
EU-10b (Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente) (metodo
dell'esposizione originaria)
11 Importo nozionale effettivo rettificato dei derivati su crediti venduti
12 (Compensazioni nozionali effettive rettificate e deduzione delle maggiorazioni per i derivati su crediti venduti)
13 Totale delle esposizioni in derivati 40 35
Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT)
14 Attività SFT lorde (senza riconoscimento della compensazione) previa rettifica per le operazioni contabilizzate come
vendita
15 (Importi compensati risultanti dai debiti e crediti in contante delle attività SFT lorde)
16 Esposizione al rischio di controparte per le attività SFT
EU-16a Deroga per SFT: esposizione al rischio di controparte conformemente all'articolo 429 sexies, paragrafo 5, e
all'articolo 222 del CRR.
66 64
17 Esposizioni su operazioni effettuate come agente

Esposizioni del
coefficiente di leva
finanziaria (CRR)
31/12/2021 30/06/2021
EU-17a (Componente CCP esentata delle esposizioni su SFT compensate per conto del cliente)
18 Totale delle esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli 66 64
Altre esposizioni fuori bilancio
19 Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio 1.595 1.302
20 (Rettifiche per conversione in importi equivalenti di credito) -882 -577
21 (Accantonamenti generici dedotti nella determinazione del capitale di classe 1 e accantonamenti specifici associati
alle esposizioni fuori bilancio)
22 Esposizioni fuori bilancio 713 725
Esposizioni escluse
EU-22a (Esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1,
lettera c), del CRR)
EU-22b (Esposizioni esentate conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera j), del CRR (in bilancio e fuori bilancio))
EU-22c (Esposizioni di banche (o unità) pubbliche di sviluppo escluse - Investimenti del settore pubblico)
EU-22d (Esposizioni di banche (o unità) pubbliche di sviluppo escluse - Prestiti agevolati)
EU-22e (Esposizioni escluse derivanti da trasferimenti (passing-through) di prestiti agevolati da parte di un ente che non sia
una banca (o unità) pubblica di sviluppo)
EU-22f (Parti garantite escluse delle esposizioni derivanti da crediti all'esportazione)
EU-22g (Garanzie reali in eccesso depositate presso agenti triparty escluse)
EU-22h (Servizi connessi a un CSD di CSD/enti esclusi conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera o), del CRR)
EU-22i (Servizi connessi a un CSD di enti designati esclusi conformemente all'articolo 429 bis, paragrafo 1, lettera p), del
CRR)
EU-22j (Riduzione del valore dell'esposizione di prestiti di prefinanziamento o di prestiti intermedi)
EU-22k (Totale delle esposizioni escluse)
Capitale e misura dell'esposizione complessiva
23 Capitale di classe 1 1.489 1.124
24 Misura dell'esposizione complessiva 13.716 13.962
Coefficiente di leva finanziaria
25 Coefficiente di leva finanziaria (%) 10,86% 8,05%
EU-25 Coefficiente di leva finanziaria (escluso l'impatto dell'esenzione degli investimenti del settore pubblico e dei prestiti
agevolati) (%)
10,86% 8,05%
25a Coefficiente di leva finanziaria (escluso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea applicabile delle riserve
della banca centrale) (%)
10,59% 7,47%
26 Requisito regolamentare del coefficiente minimo di leva finanziaria (%) 3,18% 3,18%

Esposizioni del
coefficiente di leva
finanziaria (CRR)
31/12/2021 30/06/2021
EU-26a Requisiti aggiuntivi di fondi propri per far fronte al rischio di leva finanziaria eccessiva (%)
EU-26b Di cui costituiti da capitale CET1
27 Requisito di riserva del coefficiente di leva finanziaria (%)
EU-27a Requisito del coefficiente di leva finanziaria complessivo (%) 3,18% 3,18%
Scelta in merito a disposizioni transitorie e esposizioni rilevanti
EU-27b Scelta in merito alle disposizioni transitorie per la definizione della misura del capitale
Informazioni sui valori medi
28 Media dei valori giornalieri delle attività lorde di SFT, dopo le rettifiche per le operazioni contabili di vendita e al netto
dei debiti e dei crediti in contante associati
29 Valore di fine trimestre delle attività lorde di SFT, dopo le rettifiche per le operazioni contabili di vendita e al netto dei
debiti e dei crediti in contante associati
Misura dell'esposizione complessiva (compreso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea applicabile delle
30 riserve della banca centrale) comprendente i valori medi della riga 28 delle attività lorde di SFT (dopo la rettifica per 13.716 13.962
le operazioni contabili di vendita e al netto dei debiti e dei crediti in contante associati)
Misura dell'esposizione complessiva (escluso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea applicabile delle
30a riserve della banca centrale) comprendente i valori medi della riga 28 delle attività lorde di SFT (dopo la rettifica per 13.367 15.051
le operazioni contabili di vendita e al netto dei debiti e dei crediti in contante associati)
31 Coefficiente di leva finanziaria (compreso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea applicabile delle riserve
della banca centrale) comprendente i valori medi della riga 28 delle attività lorde di SFT (dopo la rettifica per le 10,86% 8,05%
operazioni contabili di vendita e al netto dei debiti e dei crediti in contante associati)
31a Coefficiente di leva finanziaria (escluso l'impatto di un'eventuale esenzione temporanea applicabile delle riserve
della banca centrale) comprendente i valori medi della riga 28 delle attività lorde di SFT (dopo la rettifica per le 11,14% 7,47%
operazioni contabili di vendita e al netto dei debiti e dei crediti in contante associati)

Modello EU LR3 - LRSpl: disaggregazione delle esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate)

Esposizioni del coefficiente di
leva finanziaria (CRR)
EU-1 Totale delle esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate), di cui 12.576
EU-2 Esposizioni nel portafoglio di negoziazione 1
EU-3 Esposizioni nel portafoglio bancario, di cui 12.575
EU-4 Obbligazioni garantite
EU-5 Esposizioni trattate come emittenti sovrani 2.902
EU-6 Esposizioni verso amministrazioni regionali, banche multilaterali di sviluppo, organizzazioni internazionali e
organismi del settore pubblico non trattati come emittenti sovrani
510
EU-7 Esposizioni verso enti 485
EU-8 Esposizioni garantite da ipoteche su beni immobili 212

Esposizioni del coefficiente di
leva finanziaria (CRR)
EU-9 Esposizioni al dettaglio 1.955
EU-10 Esposizioni verso imprese 3.834
EU-11 Esposizioni in stato di default 1.760
EU-12 Altre esposizioni (ad es. in strumenti di capitale, cartolarizzazioni e altre attività diverse da crediti) 916

6.Rischio di liquidità

Obiettivi e politiche di gestione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità è rappresentato dalla possibilità che il Gruppo non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell'incapacità di reperire fondi o dell'incapacità di cedere attività sul mercato per far fronte ad esigenze di liquidità. Rappresenta, altresì, rischio di liquidità l'incapacità di reperire nuove risorse finanziarie adeguate, in termini di ammontare e di costo, rispetto alle necessità/opportunità operative, che costringa il Gruppo a rallentare o fermare lo sviluppo dell'attività, o sostenere costi di raccolta eccessivi per fronteggiare i propri impegni, con impatti negativi significativi sulla marginalità della propria attività.

Il governo del rischio di liquidità a breve termine ha lo scopo di gestire gli eventi che impattano sulla posizione di liquidità operativa del Gruppo con l'obiettivo primario del mantenimento della capacità del Gruppo di far fronte agli impegni di pagamento ordinari e straordinari, minimizzandone i costi.

Il governo della liquidità strutturale, ossia degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità del Gruppo nell'orizzonte temporale oltre l'anno, ha l'obiettivo primario del mantenimento di un adeguato rapporto tra passività ed attività a mediolungo termine evitando pressioni sulle fonti di liquidità a breve termine attuali e prospettiche, ottimizzando contestualmente il costo della provvista.

La gestione dei rischi menzionati viene effettuata a livello integrato per tutte le società rientranti nel perimetro.

Il modello di governo del rischio di liquidità e funding del Gruppo Banca Ifis si pone i seguenti obiettivi:

  • consentire al Gruppo di essere solvibile sia in condizioni di normale corso degli affari, che in condizioni di stress;
  • assicurare l'equilibrio finanziario della struttura per scadenze sul medio e lungo periodo, al fine di evitare pressioni sulle fonti, attuali e prospettiche, a breve termine;
  • recepire le indicazioni dell'Autorità di Vigilanza tenendo conto delle proprie specificità operative;
  • garantire una netta separazione tra funzioni di gestione e funzioni di controllo del rischio.

Nel corso del 2021, in linea con la strategia definita nel funding plan, il Gruppo ha incrementato la componente di raccolta cartolarizzata, sia collocata direttamente a investitori istituzionali che utilizzata indirettamente come collaterale in operazioni di repo a medio termine con investitori istituzionali. Le altre forme principali di provvista (raccolta da clientela, Eurosistema, emissioni obbligazionarie) sono rimaste sostanzialmente stabili.

Al 31 dicembre 2021 le fonti finanziarie sono rappresentate principalmente dal patrimonio, dalla raccolta on-line presso la clientela retail e composta da depositi a vista e vincolati, dai prestiti obbligazionari a medio-lungo termine emessi nell'ambito del programma EMTN, dalla raccolta effettuata presso l'Eurosistema (TLTRO), da operazioni di cartolarizzazione a mediolungo termine nonché dal canale Abaco presso la Banca d'Italia.

Con riferimento alle attività del Gruppo esse sono composte dall'operatività inerente al factoring, derivante principalmente da crediti commerciali e presso la Pubblica Amministrazione con scadenze entro l'anno, da crediti con durata a medio-lungo termine rivenienti principalmente dall'operatività di leasing, corporate banking, finanza strutturata e work-out and recovery.

Relativamente all'attività svolta dal Gruppo nel Settore NPL ed acquisto crediti fiscali da procedure concorsuali, le caratteristiche del modello di business determinano un elevato grado di variabilità con riferimento sia all'importo che alla data di effettivo incasso. In tale ottica, assume particolare rilevanza una puntuale ed attenta gestione dei flussi di cassa. Al fine di assicurare una corretta valutazione dei flussi attesi, anche in ottica di un pricing corretto delle operazioni poste in essere, l'evoluzione degli incassi rispetto ai flussi previsionali viene posta sotto attento monitoraggio.

L'ammontare di riserve di liquidità di elevata qualità (principalmente detenute dal Gruppo presso il conto corrente con Banca d'Italia e titoli governativi facenti parte della riserva infra-giornaliera) consente di soddisfare i requisiti normativi (rispetto dei limiti LCR e NSFR) e interni relativi alla prudente gestione del rischio di liquidità sia con riferimento all'orizzonte di breve termine (liquidità operativa) che di medio-lungo termine (liquidità strutturale).

Il Gruppo è costantemente impegnato nell'armonico sviluppo delle proprie risorse finanziarie, sia dal punto di vista dimensionale, dell'equilibrio strutturale tra attivo e passivo in termini di durata, che dei costi, al fine di disporre di riserve di liquidità disponibili adeguate ai volumi di attività attuali e prospettici.

Le funzioni aziendali della Capogruppo preposte a garantire la corretta applicazione della politica di liquidità fanno riferimento alla Direzione Centrale Capital Markets, in relazione alla gestione diretta e centralizzata della liquidità, alla funzione di Risk Management, che concorre alla definizione delle politiche, dei processi e degli strumenti di identificazione, valutazione, monitoraggio, mitigazione e reporting di Gruppo con riguardo al rischio di liquidità. Il Risk Management verifica, inoltre, il rispetto dei limiti imposti alle varie funzioni aziendali e propone al Consiglio di Amministrazione ed all'Amministratore Delegato iniziative di attenuazione dei rischi. Al Risk Management spetta inoltre il compito di proporre l'appetito al rischio, individuare gli indicatori di rischio più opportuni e monitorarne l'andamento in relazione ai limiti prefissati e supportare l'attività dell'Alta Direzione cui spetta il compito, con il supporto della Direzione Centrale Capital Markets, di proporre annualmente al Consiglio di Amministrazione le politiche di funding e di gestione del rischio liquidità e suggerire in corso d'anno gli eventuali opportuni interventi per assicurare lo svolgimento dell'attività in piena coerenza con le politiche di rischio approvate.

La posizione di rischio di liquidità è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca predisposto dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali.

Nell'ambito del continuo processo di adeguamento delle procedure e politiche inerenti al rischio di liquidità e tenuto conto dell'evoluzione delle disposizioni di vigilanza prudenziale di riferimento, la Capogruppo utilizza un framework interno di governo, monitoraggio e gestione del rischio di liquidità a livello di Gruppo.

In termini di ambito di applicazione e misurazione del rischio di liquidità il Gruppo garantisce un livello di liquidità adeguato e bilanciato, tale da assicurare la costante disponibilità di sufficienti fondi per far fronte agli impegni di pagamento quotidiani (liquidità infragiornaliera) e nel breve e lungo periodo, come di seguito sinteticamente descritto.

La gestione della liquidità infragiornaliera del Gruppo è demandata a Direzione Centrale Capital Markets, che svolge nel contempo attività di controllo di primo livello garantendo l'adozione di azioni operative atte ad assicurare che i flussi di uscita previsti nel corso della giornata siano adeguatamente monitorati e che ci siano disponibilità finanziarie liquide sufficienti ad eseguirli. Inoltre, la misurazione dei livelli di riserve di liquidità infragiornaliera, intese come attività che possono essere prontamente rimborsate o vendute anche in condizioni di stress, viene effettuata giornalmente dal Risk Management tramite la counterbalancing capacity.

Il Risk Management effettua giornalmente una ricognizione dei flussi di cassa in entrata e in uscita, certi e attesi – e dei conseguenti sbilanci o eccedenze – nelle diverse fasce di scadenza che compongono la Maturity Ladder. La granularità delle scadenze prese in considerazione e fissate all'interno della Maturity Ladder operativa di cui il Gruppo si è dotato è coerente con le caratteristiche operative del business e, quindi, con la durata delle attività e passività aziendali (relativamente all'orizzonte di breve termine che caratterizza la liquidità operativa). Nell'ambito della misurazione della liquidità operativa, l'obiettivo è di assicurare l'adeguatezza e il bilanciamento dei flussi di cassa in entrata e in uscita aventi scadenza certa o stimata compresa nell'orizzonte temporale di 12 mesi.

Il Risk Management misura la liquidità strutturale allo scopo di garantire l'equilibrio e la stabilità del profilo di liquidità sull'orizzonte temporale superiore a 12 mesi ed il raccordo con la gestione della liquidità di breve termine. In particolare, la misurazione della liquidità strutturale ha l'obiettivo primario di garantire il mantenimento di un adeguato rapporto tra passività ed attività a medio-lungo termine evitando pressioni sulle fonti di liquidità a breve termine attuali e prospettiche ed ottimizzando contestualmente il costo della provvista.

La gestione dei rischi menzionati viene effettuata a livello integrato dal Gruppo Banca IFIS per tutte le società rientranti nel perimetro.

Il Risk Management definisce un set di indicatori di rischio in grado di evidenziare tempestivamente l'insorgenza di vulnerabilità nella liquidità del Gruppo e definisce il relativo sistema dei limiti (operativi con riferimento agli indicatori strategici definiti nel RAF e gestionali per le altre tipologie di indicatori) che comporta l'attivazione di specifici processi di escalation in funzione della gravità della situazione riscontrata. Il complessivo sistema dei limiti viene revisionato almeno una volta nel corso dell'anno nonché con frequenza maggiore in presenza di specifiche esigenze derivanti, ad esempio, dall'evoluzione nella struttura e/o del modello di business del Gruppo, da cambiamenti intercorsi nel piano strategico e nei budget, nella disciplina prudenziale, nelle metodologie di misurazione dei rischi.

La posizione di liquidità del Gruppo è monitorata quotidianamente sia in condizioni di normale corso degli affari che in condizioni di stress. Il framework utilizzato prevede la simulazione di stress temporanei e quindi di breve termine impattanti sulla liquidità operativa. L'orizzonte di simulazione misurato nei vari scenari è quindi pari ad un anno. Relativamente alla

liquidità strutturale, avente come finalità la verifica dell'equilibrio finanziario nel medio-lungo termine, vengono definiti all'interno dei relativi processi di pianificazione strategica gli scenari di stress da utilizzare.

Gli stress test effettuati sono condotti a livello di Gruppo e non di singola società poiché, come precedentemente menzionato, il modello di gestione di liquidità del Gruppo Banca Ifis è accentrato a livello di Gruppo.

Le risultanze delle prove di stress sono messe a disposizione degli Organi e delle Funzioni aziendali con frequenza mensile, in particolare a:

  • Consiglio di Amministrazione, nell'ambito della reportistica mensile;
  • Comitato Finanza;
  • Comitato Tecnico ALM e Liquidità.

Le analisi di stress test forniscono informazioni a fronte delle quali possono eventualmente essere intraprese azioni operative volte a:

  • pianificare/anticipare operazioni di raccolta a compensazione di potenziali deflussi attesi;
  • intervenire sul profilo di liquidità delle attività e/o sulla struttura complessiva di composizione dello stato patrimoniale.

In linea generale, gli esiti derivanti dall'applicazione degli stress test vengono utilizzati per verificare:

  • se il Gruppo detiene sufficienti riserve tali da superare gli stress oggetto di simulazione (survival period in linea con il livello di propensione al rischio definito);
  • il potenziale fabbisogno di funding in caso di crisi;
  • la robustezza della ricalibrazione dei limiti definiti in ipotesi di normale corso degli affari;
  • la coerenza in ottica stressata del piano strategico con il livello di propensione al rischio e con i limiti vigenti;
  • le potenziali vulnerabilità in modo da consentire l'adozione delle necessarie azioni correttive.

Altresì, le evidenze degli scenari di stress test vengono utilizzate in fase sia di pianificazione strategica della liquidità che di definizione dei limiti operativi e di RAF.

I ruoli e le responsabilità nonché le metodologie per l'applicazione di stress test e la frequenza per la produzione e rendicontazione agli Organi e alle Funzioni aziendali delle evidenze derivanti dalle prove di stress sono formalizzati all'interno della normativa interna che disciplina il framework interno di governo e gestione del rischio di liquidità.

In conformità alle disposizioni di vigilanza la Banca è altresì dotata di un piano di emergenza (Contingency Funding Plan) al fine di salvaguardare il Gruppo bancario da danni o pericoli derivanti da una eventuale crisi di liquidità e garantire la continuità operativa aziendale anche in condizioni di grave emergenza derivante dagli assetti interni e/o dalla situazione dei mercati. Le linee di azione del Contingency Funding Plan possono avere o lo scopo di generare riserve di liquidità o di trattenere gli outflow. Le suddette linee di azione possono essere attivate in funzione della natura (sistemica o specifica) e dello stato

(allerta o crisi). Gli interventi sono focalizzati in primis ad incrementare le riserve di liquidità disponibili sia attraverso manovre atte ad aumentare velocemente il funding disponibile (es. interventi sulla raccolta diretta) che a ridurre, ove possibile, l'ammontare futuro di erogazioni.

Con riferimento alle partecipate estere (in Polonia e Romania), l'attività di tesoreria è coordinata dalla Capogruppo.

Maggiori dettagli informativi di natura quantitativa sono riportati nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Bancario Banca Ifis.

Nel periodo di maggiore turbolenza dei mercati a seguito della pandemia Covid-19, le riserve di liquidità disponibili e prontamente utilizzabili si sono mantenute ampiamente capienti rispetto alle obbligazioni del Gruppo, rilevando costantemente, per gli indicatori regolamentari LCR e NSFR, valori significativamente superiori alle soglie richieste. Anche in termini di survival period, che considera il verificarsi di un severo scenario di stress combinato, si sono rilevati valori in linea con l'appetito al rischio definito.

Relativamente all'evoluzione dei volumi di provvista ascrivibile agli effetti della pandemia nel corso del 2021, la liquidità disponibile si è mantenuta su livelli significativamente superiori ai limiti regolamentari ed interni ed in incremento rispetto al livello medio del 2020.

In coerenza con la strategia menzionata in termini di gestione e appetito al rischio, malgrado l'eccezionalità dell'evento pandemico, non sono state rilevate nel corso del 2021 violazioni delle soglie di rischio assegnate internamente.

Informazioni quantitativa

Modello EU LIQ1: informazioni quantitative dell'LCR

Totale valore non ponderato (media) Totale valore ponderato (media)
EU
1a
Trimestre che termina il (GG Mese AAAA) 31/12/21 30/09/21 30/06/21 31/03/21 31/12/21 30/09/21 30/06/21 31/03/21
EU
1b
Numero di punti di dati usati per il calcolo delle medie 12 12 12 12 12 12 12 12
ATTIVITÀ LIQUIDE DI ELEVATA QUALITÀ
1 Totale delle attività liquide di elevata qualità (HQLA) 1.531 1.477 1.326 1.219
DEFLUSSI DI CASSA
2 Depositi al dettaglio e depositi di piccole imprese, di cui 4.551 3.784 3.626 3.460 113 108 102 98
3 Depositi stabili 168 153 115 88 8 8 6 4
4 Depositi meno stabili 1.025 990 952 931 104 100 96 94
5 Finanziamento all'ingrosso non garantito 423 388 345 327 180 168 156 166
6 Depositi operativi (tutte le controparti) e depositi in reti di banche
cooperative
7 Depositi non operativi (tutte le controparti) 420 384 342 299 177 164 153 138
8 Debito non garantito 3 3 3 28 3 3 3 28

Finanziamento all'ingrosso garantito
9
79
75
72
71
9
1
1
Obblighi aggiuntivi
10
Deflussi connessi ad esposizioni in derivati e altri obblighi in
1
1
1
1
1
1
1
11
materia di garanzie reali
1
1
Deflussi connessi alla perdita di finanziamenti su prodotti di debito
12
77
74
71
70
7
7
6
Linee di credito e di liquidità
13
162
174
172
148
129
139
136
Altre obbligazioni di finanziamento contrattuali
14
14
12
6
2
2
2
Altre obbligazioni di finanziamento potenziali
15
433
426
402
TOTALE DEI DEFLUSSI DI CASSA
16
AFFLUSSI DI CASSA
Prestiti garantiti (ad es. contratti di vendita con patto di riacquisto
17
passivo)
1.178
1.189
1.193
1.199
712
731
739
Afflussi da esposizioni pienamente in bonis
18
94
86
77
60
24
21
19
Altri afflussi di cassa
19
(Differenza tra gli afflussi ponderati totali e i deflussi ponderati
totali derivanti da operazioni in paesi terzi in cui vigono restrizioni
EU
19a
al trasferimento o che sono denominate in valute non
convertibili)
EU
(Afflussi in eccesso da un ente creditizio specializzato connesso)
19b
1.272
1.274
1.270
1.259
736
752
758
TOTALE DEGLI AFFLUSSI DI CASSA
20
EU
Afflussi totalmente esenti
20a
EU
Afflussi soggetti al massimale del 90 %
20b
EU
1.272
1.274
1.270
1.259
736
752
758
Afflussi soggetti al massimale del 75 %
20c
EU
1.531
1.384
1.326
RISERVA DI LIQUIDITÀ
21
108
96
101
TOTALE DEI DEFLUSSI DI CASSA NETTI
22
1.414%
1.434%
1.318%
COEFFICIENTE DI COPERTURA DELLA LIQUIDITÀ
23
Totale valore non ponderato (media) Totale valore ponderato (media)
7
1
6
111
383
736
16
752
752
1.219
96
1.274%

La tabella espone le informazioni quantitative inerenti al Liquidity Coverage Ratio (LCR) del Gruppo, misurato secondo Normativa Regolamentare europea (CRR e CRD IV) ed oggetto di segnalazione mensile all'autorità di Vigilanza competente (tale indicatore include la stima prudenziale dei "deflussi aggiuntivi per altri prodotti e servizi" in ottemperanza all'art. 23 del

Regolamento Delegato (UE) No 2015/61). I dati esposti sono calcolati come media semplice delle osservazioni di fine mese rilevate nei dodici mesi precedenti il termine di ciascun trimestre. La media risulta stabile nel tempo e l'indicatore si attesta sui livelli del 1.274%, perfettamente in linea con i limiti del regolamento.

Modello EU LIQ2: coefficiente netto di finanziamento stabile

Valore non ponderato per durata
residua
da 6 Valore
(Importo in valuta) Privo di < 6 mesi ≥ 1 ponderato
scadenza mesi a < 1 anno
anno
Elementi di finanziamento stabile disponibile (ASF)
1 Elementi e strumenti di capitale 1.608 2.008
2 Fondi propri 1.608 400 2.008
3 Altri strumenti di capitale
4 Depositi al dettaglio 2.501 402 1.850 4.471
5 Depositi stabili 161 2 2 157
6 Depositi meno stabili 2.340 401 1.848 4.314
7 Finanziamento all'ingrosso: 1.477 54 3.588 4.047
8 Depositi operativi
9 Altri finanziamenti all'ingrosso 1.477 915 4.434 864
10 Passività correlate
11 Altre passività: 1.074 9 371 376
12 NSFR derivati passivi
13 Tutte le altre passività e gli altri strumenti di capitale non compresi nelle categorie di cui sopra 1.074 9 371 376
14 Finanziamento stabile disponibile (ASF) totale 10.902
Elementi di finanziamento stabile richiesto (RSF)
15 Totale delle attività liquide di elevata qualità (HQLA) 8.083
EU
15a
Attività vincolate per una durata residua pari o superiore a un anno in un aggregato di copertura
16 Depositi detenuti presso altri enti finanziari a fini operativi
17 Prestiti e titoli in bonis: 3.543 517 3.822 4.421
18 Operazioni di finanziamento tramite titoli in bonis con clienti finanziari garantite da HQLA di
livello 1 soggette a un coefficiente di scarto dello 0%
19 Operazioni di finanziamento tramite titoli in bonis con clienti finanziari garantite da altre
attività e prestiti e anticipazioni a enti finanziari
428 5 68 113
Prestiti in bonis a clienti costituiti da società non finanziarie, clienti al dettaglio e piccole
20 imprese e prestiti a emittenti sovrani e organismi del settore pubblico, di cui 627 317 2.746 3.021

Valore non ponderato per durata
residua
da 6 Valore
(Importo in valuta) Privo di < 6 mesi ≥ 1 ponderato
scadenza mesi a < 1 anno
anno
Con un fattore di ponderazione del rischio pari o inferiore al 35 % nel quadro del metodo 169 61 710 765
21 standardizzato di Basilea II per il rischio di credito
22 Mutui ipotecari su immobili residenziali in bonis, di cui 2 2 74
23 Con un fattore di ponderazione del rischio pari o inferiore al 35 % nel quadro del metodo 1 1 71
standardizzato di Basilea II per il rischio di credito
Altri prestiti e titoli che non sono in stato di default e che non sono ammissibili come HQLA,
24 compresi gli strumenti di capitale negoziati in mercati e i prodotti in bilancio relativi al 2.486 194 934 1.286
finanziamento al commercio
25 Attività correlate
26 Altre attività: 1.209 54 1.700 2.601
27 Merci negoziate fisicamente
28 Attività fornite come margine iniziale per i contratti derivati e come contributo ai fondi di 4 3
garanzia delle CCP
29 NSFR derivati attivi 6 6
30 NSFR derivati passivi prima della deduzione del margine di variazione fornito 3 0
31 Tutte le altre attività non comprese nelle categorie di cui sopra 1.200 54 1.696 2.592
32 Elementi fuori bilancio 243 6 11 24
33 RSF totale 8.083
34 Coefficiente netto di finanziamento stabile (%) 134,73%

La tabella EU LIQ2 espone le informazioni quantitative inerenti al coefficiente netto di finanziamento stabile (NSFR) del Gruppo. L'indicatore si attesta ad un livello del 135%, superiore al limite regolamentare del 100%. Sebbene l'indicatore segnali un livello di attività altamente liquide sufficientemente capiente, lo stesso è molto concentrato sulle attività di Livello 1 emesse da enti sovrani.

7.Rischio di credito

7.1. Informazioni generali

Obiettivi e politiche di gestione del rischio di credito

Il Gruppo, nell'ambito delle linee guida approvate dall'Organo Amministrativo della Capogruppo e in coerenza con l'evoluzione del quadro normativo di vigilanza, persegue l'obiettivo di rafforzare la propria posizione competitiva nel mercato che viene offerto alle piccole e medie imprese. In questo ambito il Gruppo si prefigge di ampliare la propria quota di mercato nei segmenti del credito commerciale, anche nei confronti di soggetti con fabbisogni specialistici come le farmacie, del leasing, del credito fiscale e di quello di dubbia esigibilità, tramite l'offerta di servizi finanziari di alta qualità, elevato livello di personalizzazione, controllo del rischio di credito e redditività coerente con la qualità offerta.

In considerazione delle particolari attività svolte dalle società del Gruppo, il rischio di credito configura l'aspetto più rilevante della rischiosità complessiva assunta. Il mantenimento di un'efficace gestione del rischio di credito costituisce un obiettivo strategico per il Gruppo Banca Ifis ed è perseguito adottando strumenti e processi integrati al fine di assicurare una corretta gestione del credito in tutte le sue fasi (istruttoria, concessione, monitoraggio e gestione, intervento su crediti problematici).

7.1.1. Dettagli per segmento di attività

Aspetti organizzativi

Nell'ambito del Gruppo Banca Ifis, un ruolo fondamentale nella gestione e nel controllo del rischio di credito è svolto dagli Organi Societari della Banca e delle società controllate che, secondo le rispettive competenze, assicurano l'adeguato presidio del rischio di credito individuando gli orientamenti strategici, le politiche di gestione e controllo del rischio, verificandone nel continuo l'efficienza e l'efficacia e definendo i compiti e le responsabilità delle funzioni aziendali coinvolte nei relativi processi.

Nell'attuale assetto organizzativo intervengono nel presidio e governo del rischio di credito specifiche aree di responsabilità centrali che garantiscono, con l'adeguato livello di segregazione, lo svolgimento delle attività di gestione e dei controlli di primo e secondo livello del rischio, mediante l'adozione di adeguati processi e applicativi informatici.

In linea generale, il processo creditizio nel suo insieme, pur conservando le specificità derivanti dai differenti prodotti/portafogli, risponde ad un criterio organizzativo comune articolato principalmente su fasi operative, ruoli, responsabilità e controlli di vario livello.

La struttura organizzativa si articola, dunque, nelle seguenti Aree di business declinate per tipologia di attività:

  • Rete Commerciale Italia, unità organizzativa dedicata all'erogazione di servizi di finanziamento alle imprese domestiche e straniere e alla cura del corretto rapporto con le controparti sviluppate direttamente o indirettamente, oltre ai debitori (domestici o esteri) acquisiti nell'ambito delle operazioni effettuate;
  • Farmacie, unità organizzativa dedicata all'erogazione di servizi di finanziamento alle farmacie domestiche, sia sviluppate internamente che segnalate dalla rete commerciale della società controllata Credifarma;
  • Crediti Erariali, unità organizzativa dedicata all'acquisto di crediti erariali, prevalentemente da società in procedura concorsuale o in stato di liquidazione;
  • Corporate Finance, unità organizzativa dedicata all'offerta di operazioni di finanza strutturata o di investimento in imprese non finanziarie in bonis o in quote di organismi interposti;
  • Leasing e Noleggio, unità organizzativa dedicata all'erogazione e alla gestione di prodotti di leasing e di renting;
  • Sviluppo Assicurazioni, unità organizzativa dedicata all'offerta di prodotti assicurativi;
  • Marketing e Business Strategy, unità organizzativa che si occupa delle attività di pianificazione e monitoraggio della produzione commerciale e della realizzazione di specifiche campagne commerciali, individuandone il target, i canali di contatto e gli strumenti di monitoraggio;
  • Valutazione Operazioni, unità organizzativa che si occupa, sia con riferimento alla prima concessione del credito sia con riguardo alle attività di rinnovo – revisione, di: i) valutare il merito di credito delle controparti nonché il rischio insito nelle operazioni; ii) deliberare gli affidamenti nel rispetto dei poteri ad essa attribuiti dal Consiglio di Amministrazione e formalizzati nel Sistema delle Deleghe di Gruppo per l'assunzione del rischio di credito;
  • Pharma: unità organizzativa dedicata al mercato farmaceutico che opera fornendo supporto specialistico alle reti commerciali (es. Rete Commerciale Italia), sviluppando in autonomia relazioni di business con aziende farmaceutiche e/o operatori del settore.

Nel processo del credito, intervengono inoltre, alla data di riferimento della presente informativa, le attività creditizie svolte dalle controllate:

  • Ifis NPL Investing S.p.A., società dedicata all'acquisizione, gestione e alla cessione di crediti non performing, prevalentemente originati da istituzioni finanziarie e banche;
  • Ifis NPL Servicing S.p.A., società specializzata nella gestione di crediti NPL e nelle attività di servicing e recupero per conto terzi;
  • Cap.Ital.Fin. S.p.A., società operante nel settore della cessione del quinto dello stipendio/pensione, delegazione di pagamento e nell'attività distributiva di prodotti finanziari quali mutuo e prestito personale;
  • Credifarma S.p.A., società di riferimento per le farmacie per la concessione di anticipazioni, finanziamenti a medio e lungo termine, leasing strumentale e servizi finanziari;
  • Ifis Finance Sp. z o.o., società di factoring operante in Polonia;
  • Ifis Finance I.F.N. S.A., società finanziaria operante in Romania;

• Farbanca S.p.A., operatore bancario rivolto prevalentemente al mondo della farmacia e della sanità.

In via iniziale, ciascuna unità organizzativa, relativamente al proprio settore di attività, sviluppa e gestisce le relazioni commerciali e le opportunità di business in collaborazione con le Filiali presenti sul territorio nazionale, nel rispetto degli indirizzi e degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione.

Relativamente al processo di concessione del credito, ciascuna area di business individua la possibilità di nuove operazioni nel rispetto delle politiche di credito vigenti e sulla base del risk appetite definito; in tale contesto effettua l'esame istruttorio delle domande di nuovi affidamenti e procede alla formalizzazione di una proposta da sottoporre ai competenti soggetti deliberanti, assicurando l'applicazione delle politiche di credito, dei controlli stabiliti ed effettuando un'analisi di merito creditizio come previsto dalla normativa interna vigente.

Le proposte di affidamento e/o di acquisizione di crediti vengono presentate ai competenti soggetti deliberanti che, sulla base dei rispettivi poteri delegati, esprimono la propria decisione in materia di concessione del fido richiesto; la decisione creditizia si riferisce sempre alla globalità dell'esposizione concessa alla controparte (o eventuali gruppi collegati).

Le Filiali di Banca Ifis S.p.a. non hanno autonomia deliberativa nell'assunzione del rischio di credito; ad esse viene attribuita, nei limiti e con le modalità stabilite in delibera da parte dei soggetti competenti di Direzione, la gestione dell'ordinaria operatività dei rapporti con la clientela sotto il costante monitoraggio delle strutture centrali.

Le operatività delle società controllate prevedono delle autonomie deliberative locali definite nell'ambito del perimetro operativo ed organizzativo definito dalla Capogruppo Banca Ifis.

Segue la fase di perfezionamento del credito che si riflette nella stipula del contratto, nelle attività relative all'acquisizione delle eventuali garanzie, nell'erogazione del finanziamento concesso. In tali fasi le aree di business sono affiancate da specifiche unità organizzative di supporto cui competono la predisposizione del contratto coerentemente ai disposti di delibera, nonché i controlli sul corretto adempimento di tutte le attività che portano all'erogazione del finanziamento.

Il processo di acquisizione del portafoglio crediti non performing adottato dalle strutture del Settore NPL prevede analoghe fasi organizzative riassumibili in:

  • origination, con l'individuazione delle controparti con cui effettuare le operazioni di acquisto e la valutazione dell'interesse commerciale nell'eseguire dette operazioni;
  • due diligence, con le attività di valutazione del portafoglio oggetto di acquisizione svolte da personale altamente qualificato, tese a valutare la qualità del portafoglio oggetto di cessione, nonché gli impatti organizzativi. Successivamente alla fase di due diligence vengono fissate le condizioni economiche di offerta/acquisto del portafoglio crediti e definite le modalità di gestione interna (analitica o massiva) con i relativi impatti sulle strutture operative;
  • delibera, con le attività di predisposizione del fascicolo istruttorio, assunzione, recepimento ed attuazione della delibera da parte del competente soggetto deliberante;

• perfezionamento, con le attività di predisposizione e successiva stipula del contratto di acquisto e pagamento del prezzo.

La gestione operativa del credito, svolta per la clientela performing, comprende principalmente l'attività di gestione ordinaria e di monitoraggio effettuate da strutture istituite presso ciascuna società del Gruppo al fine di garantire la verifica continua e proattiva della clientela affidata. Tale attività è affiancata da un'attività di monitoraggio effettuata a livello di Gruppo da una specifica unità organizzativa istituita presso la Capogruppo, allo scopo di identificare le controparti che presentano anomalie andamentali, al fine di anticipare il manifestarsi di casi problematici e a fornire un adeguato reporting alle competenti funzioni aziendali.

Nel caso in cui la posizione di credito presenti oggettive situazioni di problematicità nel rimborso, la stessa viene trasferita a specifiche funzioni specializzate per prodotto nella gestione e recupero di operazioni deteriorate.

La gestione operativa del recupero dei crediti rivenienti da operazioni di acquisto di crediti di difficile esigibilità è curata sia da risorse interne alla controllata Ifis NPL Investing S.p.A. e Ifis NPL Servicing S.p.A., sia da una diffusa e collaudata rete di società di esazione e di agenti in attività finanziaria operanti sull'intero territorio nazionale. L'attività di gestione stragiudiziale consiste prevalentemente nell'attivazione del credito mediante sottoscrizione da parte del debitore di piani cambiari o piani di rientro volontari; l'attività di gestione giudiziale consiste, invece, nella trasformazione mediante azione legale volta all'ottenimento da parte del tribunale dell'ordinanza di assegnazione (OdA) del quinto della pensione o dello stipendio (la cui esistenza è il presupposto necessario per l'avvio di tale forma di trasformazione) o della vendita sul mercato dell'asset a garanzia del credito (gestione secured).

Viene infine valutata altresì la convenienza ad effettuare operazioni di cessione di portafogli di crediti non performing, prevalentemente rappresentati da code di lavorazione, da sottoporre – per l'approvazione – ai competenti Organi deliberanti, coerentemente agli obiettivi di redditività prefissati e previa analisi degli impatti contabili, segnaletici, legali ed operativi che da esse discendono. A tal fine, si avvale degli approfondimenti operati per gli ambiti di rispettiva competenza dalle pertinenti funzioni aziendali della Capogruppo.

Durante il 2020, allo scopo di recepire gli impatti dell'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19 nei modelli di valutazione contabile dei crediti Npl, sono state effettuate analisi ed implementate nuove logiche prudenziali, oltre alle misure istituzionali introdotte per il sostentamento temporaneo dell'economia nazionale, ancora valide per l'anno 2021.

Il Governo italiano, allo scopo di continuare a supportare dal punto di vista finanziario le PMI alleviando le tensioni di liquidità causate dall'emergenza da Covid-19, ha emanato il Decreto-legge 25 maggio 2021 nr 73 (Decreto Sostegni bis) che contiene i seguenti provvedimenti:

• relativamente alle garanzie su portafogli di nuovi finanziamenti a medio lungo termine rivolti a imprese con numero di dipendenti non superiore a 499 per la realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione e/o di programmi di investimenti, la concessione dell'innalzamento dei portafogli di investimenti a 500 milioni di euro, a condizione

che la durata sia compresa tra un minimo di 6 anni e un massimo di 15 anni e siano finalizzati per almeno il 60% a progetti di ricerca, sviluppo e innovazione e/o di programmi di investimenti;

  • proroga sino al 31 dicembre 2021 delle misure temporanee per il sostegno alla liquidità delle imprese, ed estensione fino a 10 anni della durata massima dei finanziamenti con garanzia pubblica (Sace), rispetto al limite di 6 anni fissato in precedenza;
  • proroga sino al 31 dicembre 2021 della moratoria per le PMI, per le aperture di credito a revoca e per i prestiti accordati a fronte di anticipi su crediti esistenti alla data del 29 febbraio 2020 o, se superiori, sia per la parte utilizzata sia per quella non ancora utilizzata.

Tali misure consentono, altresì, di mitigare eventuali impatti negativi sulla qualità del credito delle banche.

In particolare, per il Settore Npl, durante il periodo di emergenza sanitaria, sono state rafforzate le attività di recupero attraverso la modalità telefonica (phone collection) essendo state temporaneamente sospese le attività door to door della rete agenti. Le restrizioni imposte a seguito della diffusione del Covid-19 risultano in parte superate nel primo semestre del 2021, ove si è rilevato un sostanziale ritorno dell'attività dei tribunali ai livelli di pre-pandemia.

Al fine di incorporare nella stima dei flussi di cassa gli effetti legati alla temporanea chiusura delle attività produttive, sono stati apportati alcuni correttivi ai modelli di stima che hanno comportato, con riferimento alla gestione stragiudiziale, una limitata contrazione degli incassi attesi per gli esercizi 2021 e 2022 in coerenza con le generali proiezioni macroeconomiche di scenario utilizzate per le proiezioni di medio termine.

In coerenza con le normative emanate, sono stati apportati alcuni correttivi ai modelli che trattano sia le posizioni secured Npl, per effetto dell'allungamento delle tempistiche di incasso dovuto alla sospensione a procedere al pignoramento degli immobili ricevuti a garanzia, sia le posizioni per le quali sono in corso Procedure Concorsuali.

Per quanto concerne i finanziamenti a privati sotto forma di CQS e CQP concessi tramite la controllata Cap.Ital.Fin. S.p.A., il Gruppo ha subito l'effetto della chiusura e del blocco della produzione di numerose aziende che hanno fatto uso, in molti casi, dell'ammortizzatore sociale della Cassa Integrazione in Deroga; ciò ha comportato l'erogazione della retribuzione direttamente dall'INPS generando, in molti casi, ritardi nell'erogazione dei fondi e, di conseguenza, nella ricezione dei pagamenti.

Il Gruppo ha ritenuto opportuno provvedere al congelamento selettivo delle rate del piano di ammortamento per tutta la durata del meccanismo contributivo. A dicembre 2021 non risultano più in essere posizioni interessate da tale sospensione, e i relativi effetti economici e finanziari complessivi prodotti nel periodo di sospensione sono da considerarsi irrilevanti.

In ambito Corporate, a seguito dell'emergenza Covid-19 il Gruppo Banca Ifis ha implementato varie attività per rispondere al meglio alla situazione emergenziale e in linea alla nuova normativa. Nello specifico, ha aderito al Decreto Cura Italia,

all'Accordo per il credito Abi e al Decreto Liquidità, con la conseguente concessione di moratorie ed erogazione di nuovi finanziamenti coperti dalla Garanzia del Fondo Centrale.

A partire dal 2020 il Gruppo Banca Ifis, in linea con il Decreto Cura Italia e successive modifiche, ha implementato le seguenti misure di sostegno per le micro, piccole e medie imprese aventi sede in Italia che risultavano classificate in bonis e con carenza di liquidità a seguito dell'epidemia Covid-19:

  • limitazione alla revoca di affidamenti fino al 31 dicembre 2021;
  • proroga fino al 31 dicembre 2021 dei prestiti non rateali con scadenza contrattuale antecedente.
  • sospensione fino al 31 dicembre 2021 e dilazione delle rate di mutuo e dei canoni di leasing.

Alla data del 31 dicembre 2021 le posizioni oggetto di moratoria sono state singolarmente riviste e, laddove ne ricorressero i presupposti, classificate a forborne.

Con riferimento a Credifarma, al 31 dicembre 2021 sussistono n. 14 controparti (per un'esposizione complessiva pari a 1,7 milioni di euro) che hanno beneficiato del prolungamento della sospensione della quota di capitale ex decreto "Cura Italia".

Con riferimento a Farbanca, al 31 dicembre 2021 sussistono n. 127 controparti che hanno beneficiato del prolungamento della sospensione della quota di capitale ex decreto "Cura Italia" per un controvalore pari a circa 3,0 milioni di euro.

Con riferimento all'entrata in vigore delle nuove regole in materia di "Classificazione in Default delle controparti" con decorrenza dal 1° gennaio 2021 (c.d. "New DoD – Definition of Default"), ad eccezione di quanto segue in merito alle esposizioni verso enti del Sistema Sanitario Nazionale, si ritiene che essa non abbia prodotto un impatto significativo in termini di deterioramento della qualità degli attivi creditizi del Gruppo Banca Ifis.

Con riferimento allo specifico comparto degli enti del SSN, il conteggio dei giorni di arretrato in applicazione della New DoD ha trovato una sostanziale sospensione ad esito degli interventi legislativi emergenziali correlati alla pandemia da Covid-19 e, in particolare, a seguito dell'introduzione dell'art. 117, comma 4, del decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020 che ha previsto la sospensione delle esecuzioni e l'inefficacia dei pignoramenti nei confronti degli enti del SSN (c.d. blocco delle esecuzioni) fino al 31 dicembre 2020, successivamente prorogata fino al 31 dicembre 202rza dell'art. 3, comma 8, del decretolegge n. 183 del 31 dicembre 2020.

Infatti, a giudizio della Banca, il blocco delle esecuzioni:

  • aveva lo scopo di consentire agli enti del SSN di non pagare i propri debiti (pur temporaneamente) ai fini della realizzazione di superiori interessi pubblici legati anche all'emergenza sanitaria; e conseguentemente
  • ha sospeso il conteggio dei giorni di arretrato ex art. 178 CRR in relazione alle esposizioni delle ASL nei confronti della Banca.

Pertanto, le nuove modalità di trattamento dei crediti scaduti, con riferimento alla specifica ed unica fattispecie dei crediti commerciali verso enti del SSN acquistati dal Gruppo a titolo definitivo, avrebbero avuto concreta applicazione a partire dal 1° gennaio 2022.

Solo in data 8 dicembre 2021, è intervenuta la sentenza della Corte Costituzionale 236/2021 (la "Sentenza"), che ha dichiarato costituzionalmente illegittima la proroga del blocco delle esecuzioni disposta dall'art. 3, comma 8, del summenzionato decreto-legge n. 183/2021.

In tale contesto, in sede di ultimazione e chiusura del bilancio al 31 dicembre 2021, tenuto conto della "tardiva" emanazione della Sentenza, la Banca ha avviato un processo di analisi volto ad individuare un approccio, improntato a responsabilità e ragionevolezza, per rappresentare la realtà fattuale dei contesti di riferimento e fornirne una corretta rappresentazione, anche sotto i profili della rischiosità del credito e della classificazione delle esposizioni nei confronti degli enti del SSN.

Alla luce, tra l'altro, dell'assenza di consolidate prassi di mercato o indicazioni di autorità o associazioni di categoria circa gli effetti della Sentenza sulla data da cui far decorrere il conteggio dei giorni di arretrato delle esposizioni nei confronti degli enti del SSN (i.e., a decorrere dal 1 gennaio 2021 ovvero dal 7 dicembre 2021, data di pubblicazione della Sentenza), il Gruppo, quindi, ha adottato un approccio sostanzialistico nella classificazione al 31 dicembre 2021 delle esposizioni relative a crediti commerciali acquistati pro-soluto e a titolo definitivo, in cui il debitore sia un ente del SSN.

L'approccio adottato dalla Banca - salvo ulteriori affinamenti che potranno essere effettuati anche ad esito di eventuali chiarimenti in merito da parte delle competenti Autorità - prevede che, in relazione alle esposizioni in oggetto verso controparti debitrici nei cui confronti il Gruppo abbia maturato dirette, autonome, oggettive, consolidate e solide evidenze che dimostrino il costante avvenuto pagamento, anno per anno di una quota sostanziale dei crediti acquistati, indipendentemente dalle relative tempistiche, il ritardo nel pagamento dei relativi crediti da parte di una controparte che risponda ai criteri citati, sia oggettivamente ed evidentemente connesso ad una contestazione rilevante ai fini della sospensione del conteggio dei giorni di arretrato ai sensi della New DoD, anche se non ancora specificatamente formalizzato (c.d. "contestazione implicita").

Sulla base di questo approccio, il Gruppo ha classificato tra le esposizioni scadute deteriorate circa 65 milioni di crediti per esposizioni verso enti del SSN.

Sistemi di gestione, misurazione, controllo e reporting

Il rischio di credito è presidiato nel continuo con l'ausilio di procedure e strumenti che consentono una tempestiva individuazione delle posizioni che presentano particolari anomalie.

Il Gruppo Banca Ifis nel tempo si è dotato di strumenti e procedure che consentono di valutare e monitorare il rischio in modo specifico per ciascuna tipologia di clientela e di prodotto.

Superata con esito positivo la fase di valutazione e avviata l'operatività con il cliente, si procede con il monitoraggio nel continuo del rischio di credito verificando la puntualità dei rimborsi, la correttezza del rapporto, le informazioni segnalate dal

Sistema alla Centrale dei Rischi o a banche dati selezionate e il profilo reputazionale e ad esaminare, per ciascuna di queste, le cause sottostanti.

Con riferimento alle attività di controllo del portafoglio, come riportato in precedenza, i crediti verso la clientela sono monitorati da specifiche unità all'interno delle citate aree di business alle quali è demandata la verifica continua e proattiva della clientela affidata (controlli di primo livello); si affiancano ulteriori attività di controllo svolte a livello centralizzato da specifica unità organizzativa basate principalmente sull'utilizzo di modelli di analisi andamentale tra cui quelli sviluppati dalla funzione di Risk Management della Capogruppo, volti ad identificare situazioni di anomalia negli indicatori di early warning specificatamente individuati.

Alle esposizioni di rischio creditizio verso imprese viene attribuito un rating sulla base di modelli sviluppati internamente. Tali modelli sono stati portati in produzione a inizio 2021 e sono differenziati per segmento, in modo da garantire l'applicazione di modelli appropriati su popolazione omogenea dal punto di vista delle caratteristiche e della rischiosità. Esistono dunque modelli per società di capitali, differenziati per due cluster dimensionali, e un modello per società semplici o di persone e ditte individuali. I modelli di rating si compongono di diversi moduli che indagano più aree informative a seconda della tipologia di controparte e si integrano con informazioni qualitative di diversa natura. L'estensione all'utilizzo dei modelli su tutta l'operatività verso imprese di Capogruppo ha permesso, mediante l'aumento della copertura dei modelli, la realizzazione di obiettivi di omogeneità in termini di misurazione dei rischi lungo il processo del credito. Il processo di provisioning ha visto ampliare la popolazione a cui è possibile applicare il criterio di stage allocation per significativo incremento del rischio di credito, mediante confronto tra rating al momento della concessione e rating attuale, in ottica di conformità con quanto richiesto dal principio contabile IFRS9.

Nell'espletamento delle attività di misurazione e controllo assume un'importanza fondamentale l'attività svolta dal Risk Management nell'ambito dei controlli di secondo livello.

Con riferimento ai rischi creditizi, la funzione di Risk Management:

  • presidia, monitora e valuta i rischi creditizi, eseguendo i controlli e le analisi secondo le linee guida definite; in particolare: (i) valuta la qualità del credito, garantendo il rispetto degli indirizzi e delle strategie creditizie attraverso il monitoraggio nel continuo degli indicatori di rischio di credito; (ii) monitora costantemente l'esposizione al rischio di credito e il rispetto dei limiti operativi assegnati alle strutture operative in relazione all'assunzione del rischio di credito; (iii) verifica, mediante controlli di secondo livello, il corretto svolgimento del monitoraggio andamentale sulle singole esposizioni, in particolare di quelle deteriorate, e valuta la coerenza delle classificazioni e la congruità degli accantonamenti; (iv) monitora l'esposizione al rischio di concentrazione e l'andamento delle esposizioni classificate come Grandi Esposizioni;
  • svolge attività di analisi quantitativa a supporto delle business units per l'utilizzo gestionale delle misure di rischio;
  • presidia il processo di sorveglianza del valore delle garanzie reali, personali e finanziarie acquisite. In relazione al rischio di credito connesso agli investimenti in titoli obbligazionari e di equity la Banca è costantemente impegnata

nel monitoraggio della qualità creditizia; adeguata informativa periodica viene fornita al Consiglio di Amministrazione ed all'Alta Direzione di Banca Ifis.

Nell'ambito dei principi Basilea 3, per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di credito di primo pilastro, Banca Ifis ha scelto di avvalersi del metodo standardizzato.

La Capogruppo Banca Ifis, al fine di valutare le proprie vulnerabilità a livello di gestione del capitale e della liquidità, ha sviluppato delle tecniche quantitative e qualitative con le quali valuta la propria esposizione ad eventi eccezionali ma plausibili. Tali analisi, definite analisi di stress, misurano gli effetti per la Banca e le sue controllate, in termini di rischiosità, derivanti da movimenti congiunti delle variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi. Tali analisi interessano in maniera rilevante il rischio di credito.

Le analisi di stress consentono di verificare la resilienza del Gruppo, simulando e stimando gli impatti di situazioni avverse, e forniscono importanti indicazioni in merito alla propria esposizione ai rischi e agli strumenti, all'adeguatezza dei relativi sistemi di mitigazione e controllo ed alla capacità di far fronte a perdite inattese anche in ottica prospettica e di pianificazione.

La Capogruppo Banca Ifis, a fini regolamentari, effettua esercizi di stress nell'ambito della definizione del Risk Appetite Framework, della predisposizione del Recovery Plan e del resoconto ICAAP e ILAAP, almeno su base annuale, come richiesto dalla normativa di vigilanza prudenziale vigente. In tale contesto valuta, fra gli altri, la sostenibilità delle strategie creditizie in condizioni avverse.

Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Rientrano nell'ambito delle tecniche di mitigazione del rischio di credito quegli strumenti che contribuiscono a ridurre la perdita che il Gruppo andrebbe a sopportare in caso di default della controparte; nello specifico, ci si riferisce alle garanzie ricevute dalla clientela, sia di tipo reale sia personale, e ad eventuali contratti che possono determinare una riduzione del rischio di credito.

In linea generale, nell'ambito del processo di concessione e gestione del credito, per talune tipologie di affidamenti, viene incentivato il rilascio da parte della clientela di idonee garanzie atte a ridurne la rischiosità. Esse possono essere rappresentate da garanzie reali che gravano su beni, quali ad esempio i pegni su attività finanziarie, le ipoteche su immobili (residenziali/non residenziali) e/o da garanzie personali (tipicamente le fideiussioni) che gravano su un soggetto terzo ove la persona (fisica o giuridica) si costituisce garante della posizione debitoria del cliente in caso di insolvenza.

In particolare:

• nell'ambito dell'attività di factoring, qualora la tipologia e/o la qualità del credito ceduto non risultino pienamente soddisfacenti o, più in generale, il cliente cedente non risulti di merito creditizio sufficiente, è prassi consolidata, a maggior tutela del rischio di credito assunto dal Gruppo nei confronti del cliente cedente, acquisire garanzie fideiussorie aggiuntive da parte di soci o amministratori dei clienti cedenti. Per quanto riguarda i debitori ceduti nei

rapporti di factoring, ove si ritiene che gli elementi di valutazione disponibili sul debitore ceduto non siano adeguati a una corretta valutazione/assunzione del rischio di credito connesso alla controparte debitrice, o che l'ammontare di rischio proposto superi i limiti individuati nella valutazione della controparte, si acquisisce idonea copertura dal rischio di default del debitore ceduto. La copertura prevalentemente utilizzata su debitori ceduti esteri con operatività pro soluto è realizzata attraverso garanzie rilasciate da factors corrispondenti e/o polizze assicurative sottoscritte con operatori specializzati;

  • in ambito finanziamenti verso imprese, ove possibile, si acquisiscono idonee garanzie del Fondo Centrale di Garanzia o da altre società rientranti nel perimetro pubblico come SACE S.p.A.;
  • in relazione all'operatività Finanza Strutturata, si acquisiscono garanzie in funzione allo standing della controparte, alla durata ed alla tipologia del finanziamento. Tra queste garanzie rientrano oltre alle garanzie ipotecarie, i privilegi su impianti e macchinari, i pegni, le fideiussioni, le assicurazioni del credito ed i depositi collaterali;
  • in relazione all'operatività leasing finanziario, occorre sottolineare che il rischio di credito è attenuato dalla presenza del bene oggetto del leasing. Il locatore ne mantiene la proprietà sino all'esercizio dell'eventuale opzione di acquisto finale, garantendosi un maggior tasso di recupero in caso di insolvenza del cliente;
  • in relazione all'operatività in crediti di difficile esigibilità ed acquisto di crediti fiscali da procedure concorsuali, ed al relativo modello di business, non vengono di norma attuate azioni volte ad acquisire copertura a fronte dei rischi creditizi;
  • la cessione del quinto è senza dubbio una forma tecnica poco rischiosa, in considerazione delle particolarità di questo prodotto che prevede obbligatoriamente una copertura assicurativa per il rischio di decesso e/o di perdita di impiego del cliente ed il vincolo, a maggior garanzia del finanziamento, del trattamento di fine rapporto maturato dal cliente;
  • l'operatività di finanziamento alle farmacie prevede un'anticipazione accompagnata da una cessione o da un mandato all'incasso dei crediti con la possibilità di utilizzare le anticipazioni successive a decurtazione dei finanziamenti in essere.

In linea con quanto stabilito dal Decreto Liquidità (D.L. 8 aprile 2020 n. 23) e successivamente con il Decreto Legge 25 maggio 2021 nr 73 (Decreto Sostegni bis), il Gruppo ha usufruito delle garanzie offerte dal Fondo di Garanzia statale per la tipologia di clientela e finanziamenti previsti dal Decreto, con coperture che possono arrivare fino al 100%. Tale garanzia consente una riduzione degli RWA relativi al rischio di credito, in proporzione alla quota di esposizione coperta dal Fondo.

Nell'ambito dei portafogli NPL acquisiti sono incluse posizioni garantite da ipoteche su immobili che presentano una rischiosità inferiore rispetto al portafoglio complessivo acquisito.

La determinazione dell'ammontare complessivo degli affidamenti concedibili allo stesso cliente e/o gruppo giuridico ed economico tiene conto di appositi criteri per la ponderazione delle diverse categorie di rischio e delle garanzie. In particolare, al valore di stima delle garanzie reali vengono applicati "scarti" prudenziali, differenziati per tipologia di garanzia.

Banca Ifis S.p.A. verifica nel continuo la qualità e l'adeguatezza delle garanzie acquisite sul portafoglio crediti, con presidi di secondo livello effettuati dalla funzione di Risk Management della Banca e svolti in ambito Single File Review.

7.1.2. Metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore

Esposizioni creditizie deteriorate

Le modalità di classificazione dei crediti deteriorati si attengono ai criteri definiti da Banca d'Italia. Le posizioni deteriorate o che presentano criticità marcate sono gestite direttamente da specifiche unità organizzative istituite in ciascuna società del Gruppo Bancario che:

  • verificano la volontà e la capacità della controparte di far fronte al pagamento del debito al fine di stabilire la più idonea strategia di recupero da adottare;
  • gestiscono il contenzioso, giudiziale e stragiudiziale relativo al recupero del credito;
  • definiscono e propongono al competente soggetto deliberante l'eventuale modifica dello stato amministrativo e la quantificazione dei "dubbi esiti analitici" sulle posizioni assegnate;
  • assicurano il monitoraggio della consistenza delle esposizioni classificate a sofferenza e delle relative attività di recupero in corso.

Rientrano tra le "attività deteriorate acquisite" i crediti acquisiti dalle controllate Ifis Npl Investing S.p.A. e Ifis Npl Servicing S.p.A. acquistati a valori sensibilmente inferiori rispetto al valore nominale, nonché gli attivi deteriorati rinvenienti dalle varie business combination in ambito IFRS 3 effettuate dal Gruppo Banca Ifis (come quelle relative all'ex Gruppo GE Capital Interbanca, all'ex Gruppo Fbs, alle società Credifarma S.p.A., Cap.Ital.Fin. S.p.A. e Farbanca S.p.A. nonché al ramo d'azienda ex Aigis Banca). Tali attivi deteriorati sono inseriti all'interno del perimetro POCI sulla base della sussistenza, per ciascun singolo rapporto, della qualità del credito deteriorata al momento della relativa acquisizione, come previsto dal principio IFRS 9.

L'azione del Gruppo è orientata verso una duplice direzione:

  • una costante tensione al miglioramento non solo ai processi di selezione ed erogazione del credito, ma anche dei processi di gestione dei crediti in bonis risalendo, ove opportuno, fino alle politiche commerciali e/o di selezione delle singole operazioni, al fine di contenere al meglio la generazione dei crediti deteriorati;
  • la definizione di obiettivi quantitativi (quali limiti massimi) in termini di esposizioni deteriorate nonché di interventi predefiniti da attuarsi secondo idonei criteri di applicazione e priorità, al fine di assicurare nel tempo il rispetto dei limiti prefissati.

Nella gestione di tali aspetti il Gruppo deve, peraltro, necessariamente tenere conto dei diversi segmenti di attività e correlate tipologie di credito, declinando soluzioni ed azioni coerenti con le specificità dei singoli comparti, al fine di assicurare il miglior risultato in termini di tutela del valore e velocità di soluzione.

Ciò premesso, il Gruppo in sede dell'aggiornamento annuale del piano operativo di gestione degli NPL di breve e di medio e lungo periodo, presentato all'Autorità di Vigilanza lo scorso marzo 2021, ha mantenuto quali indicatori di performance e obiettivi espliciti da perseguire con una gestione attenta e proattiva, i seguenti due indicatori:

  • "npe ratio lordo", costituto dal rapporto tra le "esposizioni deteriorate lorde" e il "totale dei crediti erogati alla clientela";
  • "npe ratio netto", costituito dal rapporto tra le "esposizioni deteriorate al netto delle relative rettifiche" e il "totale dei crediti erogati alla clientela".

Con riferimento alle esposizioni creditizie per cassa verso clientela in essere alla data del 31 dicembre 2021, escluse le posizioni rivenienti dall'acquisto e gestione di crediti deteriorati di terzi originators gestite dalle controllate Ifis Npl Investing S.p.A. e Ifis Npl Servicing S.p.A., nonché i portafogli di crediti retail, in considerazione anche degli impatti che l'emergenza Covid 19 sta avendo sull'economia, i livelli di Npe ratio risultano in linea rispetto agli obiettivi prefissati in sede di definizione delle proiezioni del Piano industriale 2022-2024.

Indipendentemente dalla congiuntura in atto, il perseguimento dell'obiettivo di generale contenimento dello stock di crediti deteriorati di medio/lungo termine permane ed è atteso che avvenga attraverso una strategia differenziata in relazione alla specificità dei singoli portafogli interessati (tenendo in considerazione la tipologia di controparte e la specificità dei singoli prodotti). In linea generale, le azioni che verranno adottate sono essenzialmente riconducibili alle seguenti direttrici, peraltro da tempo perseguite:

  • contenimento del default rate al fine di ridurre l'afflusso di posizioni a non performing attraverso l'estensione e il rafforzamento dell'attività di monitoraggio delle relazioni creditizie volta ad anticipare, ed eventualmente a prevenire, il deterioramento delle posizioni;
  • miglioramento dei tassi di rientro "in bonis" attraverso un impiego di misure di concessione nei confronti delle controparti che presentano segnali di difficoltà finanziaria;
  • sfruttamento dell'expertise attualmente presenti nel Gruppo Banca Ifis e dei virtuosi processi di recupero esistenti per massimizzare i saggi di recupero;
  • riduzione dello stock di crediti deteriorati attraverso la valutazione di cessioni selettive di singole posizioni rilevanti, nonché attraverso l'applicazione delle vigenti politiche di write-off.

Le posizioni deteriorate o che presentano criticità marcate sono gestite direttamente da specifiche unità organizzative istituite in ciascuna società del Gruppo che:

  • verificano la volontà e la capacità della controparte di far fronte al pagamento del debito al fine di stabilire la più idonea strategia di recupero da adottare;
  • gestiscono il contenzioso, giudiziale e stragiudiziale relativo al recupero del credito;

  • definiscono e propongono al competente soggetto deliberante l'eventuale modifica dello stato amministrativo e la quantificazione dei "dubbi esiti analitici" sulle posizioni assegnate;
  • assicurano il monitoraggio della consistenza delle esposizioni classificate a sofferenza e delle relative attività di recupero in corso.

Definizione di crediti deteriorati utilizzati a fini contabili

La definizione di crediti "deteriorati" adottata dal Gruppo Banca Ifis a fini contabili coincide con quella utilizzata a fini di vigilanza. In particolare, la Circolare n. 272 del 30 luglio 2008 e successivi aggiornamenti, "Matrice dei conti", nell'ambito della definizione dei parametri relativi alla qualità del credito, stabilisce:

"si definiscono esposizioni creditizie "deteriorate" le esposizioni creditizie per cassa (finanziamenti e titoli di debito) e "fuori bilancio" (garanzie rilasciate, impegni irrevocabili e revocabili a erogare fondi, ecc.) verso debitori che ricadono nella categoria "Non-performing" ai sensi del Regolamento 630/2019 che modifica il Regolamento (UE) n. 575/2013 e del Regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 della Commissione, e successive modificazioni e integrazioni (Implementing Technical Standards; di seguito, ITS). Ai fini delle segnalazioni statistiche di vigilanza le esposizioni creditizie deteriorate sono ripartite nelle categorie delle sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate. La classificazione delle esposizioni nelle tre categorie dovrà essere univoca tra i soggetti ricompresi nel perimetro delle segnalazioni di vigilanza su base consolidata, sulla base di una valutazione condivisa sullo stato di deterioramento del cliente (ivi inclusa l'insolvenza) che tenga conto di tutti gli elementi informativi a disposizione del gruppo".

Metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore

Ai sensi dell'IFRS 9, sono soggette alle relative previsioni in materia di impairment le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva diverse dai titoli di capitale e gli impegni all'erogazione di finanziamenti e le garanzie rilasciate che non sono valutati al fair value con impatto a Conto economico.

La quantificazione delle "Expected Credit Losses" (ECL) è determinata in funzione della presenza o meno di un incremento significativo del rischio di credito dello strumento finanziario rispetto a quello determinato alla data di rilevazione iniziale del medesimo.

Il modello generale di deterioramento richiede la classificazione in tre Stage degli strumenti finanziari inclusi nel perimetro di applicazione dell'IFRS 9. I tre Stage riflettono il modello di deterioramento della qualità del credito:

  • Stage 1: strumenti finanziari che non hanno avuto un aumento significativo del rischio di credito dal momento della rilevazione iniziale o con un basso rischio di credito alla data di riferimento del bilancio;
  • Stage 2: strumenti finanziari che hanno avuto un aumento significativo del rischio di credito dal momento della rilevazione iniziale (a meno che abbiano basso rischio di credito alla data di riferimento del bilancio), ma che singolarmente non hanno evidenze oggettive di riduzione di valore;

• Stage 3: attività finanziarie che hanno avuto un aumento significativo del rischio di credito dal momento della rilevazione iniziale con oggettiva evidenza di perdita alla data di riferimento del bilancio. Coincide con le attività deteriorate, ovvero quelle per le quali è stato attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile o esposizione scaduta deteriorata.

Per indicare il significativo aumento del rischio di credito, il Gruppo Banca Ifis si avvale dei "transfer criteria" quantitativi e qualitativi descritti di seguito, applicati al portafoglio crediti in funzione della tipologia di controparte definita mediante opportuna portafogliazione creditizia:

  • L'unico transfer criteria quantitativo è la Significant Deterioration per il quale, al fine di identificare il significativo aumento del rischio di credito, per le esposizioni dei portafogli rated (imprese domestiche), è stato impiegato un approccio sostenuto da analisi quantitative che determina la classificazione in Stage 2 qualora la variazione della PD a un anno tra la data di origination e quella di valutazione, risulti superiori ad una soglia predefinita.
  • Transfer criteria qualitativi

"Rebuttable presumption – 30 days past due": il principio afferma che, indipendentemente dal modo in cui l'entità valuti aumenti significativi del rischio di credito, vi è una presunzione relativa che il rischio di credito dell'attività finanziaria sia aumentato significativamente dopo la rilevazione iniziale quando i pagamenti contrattuali sono scaduti da oltre 30 giorni. L'entità può confutare tale presunzione qualora abbia informazioni ragionevoli che dimostrano che il rischio di credito non è significativamente aumentato dopo la rilevazione iniziale anche se i pagamenti contrattuali sono scaduti da oltre 30 giorni. Tale possibilità non è stata però perseguita dal Gruppo Ifis; "Forbearance": tale criterio prevede che uno strumento finanziario venga allocato in Stage 2 nel momento in cui per tale esposizione viene registrato uno status di forbearance;

"Watchlist": il criterio prevede di identificare dei criteri qualitativi di deterioramento definiti dal Gruppo nell'ambito del processo di definizione di posizioni particolarmente rischiose nella fase di monitoraggio dei crediti.

Secondo l'IFRS 9, un'entità può ritenere che il rischio di credito su uno strumento finanziario non sia notevolmente aumentato dalla rilevazione iniziale se lo strumento finanziario ha un rischio di credito basso alla data di riferimento del bilancio, ovvero:

  • deve possedere un rischio di default basso;
  • il debitore, nel breve termine, dimostra di avere una forte capacità di far fronte ai propri obblighi;
  • il creditore si aspetta che, nel lungo termine, i cambiamenti avversi nelle condizioni economiche e di business potrebbero ridurre la capacità del debitore di adempiere ai suoi obblighi.

La valutazione delle perdite attese su crediti (Expected Credit Loss – ECL) considera i mancati incassi (cash shortfall), la probabilità di default, e il valore monetario del tempo. In particolare, il Gruppo valuta il fondo a copertura delle perdite dello strumento finanziario per un importo pari alle:

  • perdite attese a 12 mesi per i rapporti che non hanno subito un significativo deterioramento del merito creditizio (cd. Stage 1); ossia stima i mancati pagamenti derivanti da possibili eventi di default nei successivi 12 mesi, ponderati per la probabilità che tali eventi si verifichino;
  • perdite attese "Lifetime" per i rapporti che hanno subito un significativo deterioramento del merito creditizio (cd. Stage 2); ossia stima mancati pagamenti derivanti da possibili eventi di default lungo tutta la vita residua dello strumento, ponderati per la probabilità che tali eventi si verifichino ed attualizzati alla data di valutazione (ECL).

Al fine di realizzare la maggiore aderenza possibile ai requisiti normativi nei processi di calcolo delle proprie svalutazioni collettive, il Gruppo ha definito uno specifico framework metodologico. Tale attività ha previsto lo sviluppo di metodologie e analisi quantitativa basate su dati proprietari e di natura qualitativa, volte essenzialmente alla modellazione dei seguenti parametri di rischio ed aspetti metodologici rilevanti per il calcolo dell'impairment IFRS 9:

  • stima della Probability of Default (PD);
  • stima della Loss Given Default (LGD);
  • stima della Exposure at Default (EAD);
  • definizione dei transfer logic di stage allocation;
  • calcolo delle perdite attese comprensive di elementi point-in-time;
  • calcolo delle perdite attese comprensive di elementi forward looking.

Con riferimento al portafoglio titoli, vista la complessità metodologica legata allo sviluppo di un modello dedicato, il Gruppo ha optato per l'utilizzo del processo di calcolo dell'impairment IFRS 9 messa a disposizione a livello consortile dall'outsourcer del sistema informativo (i.e. stima dei parametri di rischio, calcolo Stage allocation ed ECL). Nello specifico, la formula di calcolo dell'impairment per le tranches dei titoli in Stage 1 e 2 risulta coerente con l'approccio utilizzato per le esposizioni creditizie. La Stage allocation dei titoli di debito performing, presuppone l'utilizzo di un rating esterno dell'emissione o, se non disponibile, dell'emittente; in sintesi, la classificazione in Stage viene definita secondo specifici transfer criteria connessi a tale tipologia di portafoglio. Le esposizioni sono classificate in Stage 3 nei casi in cui il rischio creditizio sia deteriorato al punto da considerare il titolo impaired, ossia classificato tra i deteriorati, ivi inclusi le fattispecie di strumenti finanziari in default.

Le suddette metodologie sono state sviluppate tenendo conto di molteplici soluzioni, della complessità attuale e prospettica del portafoglio del Gruppo nonché delle logiche di mantenimento e aggiornamento dei parametri di rischio.

Lo sviluppo delle logiche multi-periodali su parametri di rischio è stato definito esclusivamente per la PD; gli altri parametri di rischio di credito (LGD e CCF) vengono applicati in modo costante fino alla scadenza. La LGD è stata stimata su evidenze storiche proprietarie ad eccezione delle controparti Banche, Amministrazioni Centrali ed Enti Territoriali (esclusi i comuni) e delle operatività ove non sia disponibile una base dati adeguatamente profonda per la stima dei recuperi sulle posizioni a sofferenza, per le quali, in assenza di dati storici oggettivi, è stata utilizzata una LGD pari al floor regolamentare.

Il Gruppo si è dotato di modelli econometrici (basati sul framework degli stress test – c.d. modelli satellite) finalizzati a prevedere l'evoluzione dei fattori di rischio dell'istituto (i.e. principalmente PD, LGD, EAD e migrazioni tra stati per rischio di credito) sulla base di una previsione congiunta dell'evoluzione degli indicatori economici e finanziari (cfr. scenario macroeconomico).

I modelli satellite rispondono alla necessità di individuare l'esistenza di una relazione significativa tra le condizioni economiche generali (i.e. variabili macroeconomiche e finanziarie) e una variabile proxy del fattore di rischio (i.e. variabile target), ad esempio il merito creditizio delle controparti (che rappresenta la rispettiva probabilità d'insolvenza a sintesi del fattore PD) nonché degli stessi recovery rates (a sintesi del fattore LGD per sofferenze).

I crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica o collettiva e l'ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell'esposizione creditizia.

Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. Il valore originario dei crediti è ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta a conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

I crediti a sofferenza, ad esclusione di quelli riferibili ai portafogli leasing e retail di prestiti personali o mutui, con importo lordo residuo superiore a 100 mila euro sono oggetto di un processo di valutazione analitica, mentre le sofferenze con importo lordo residuo inferiore a 100 mila euro nonché le sofferenze con importo lordo residuo maggiore di 100 mila euro ma la cui classificazione risale a oltre 10 anni dalla data di riferimento sono svalutate integralmente.

I crediti ad inadempienza probabile, ad esclusione di quelli riferibili ai portafogli leasing e retail di prestiti personali o mutui, di importo superiore ai 100 mila euro sono valutati analiticamente mentre quelle di importo inferiore ai 100 mila euro sono sottoposti a valutazione collettiva di perdita di valore.

Per le esposizioni in Stage 3 non soggette a svalutazione analitica, il Gruppo definisce una provision lifetime in linea con il concetto di Expected Credit Loss (ECL). Con particolare riferimento al parametro di LGD, ai fini del calcolo delle perdite collettive delle esposizioni in Stage 3 (principalmente scaduto deteriorato e inadempienza probabile), sono stati effettuati degli adeguamenti per garantire la coerenza con le metriche adottate per i crediti performing.

Informazione quantitativa

Modello EU CR1: esposizioni in bonis ed esposizioni deteriorate e relativi accantonamenti (1/2)

Valore contabile lordo / importo nominale
Esposizioni in bonis Esposizioni deteriorate
Di cui fase 1 Di cui fase 2 Di cui fase 2 Di cui fase 3
005 Disponibilità presso banche centrali e altri depositi a vista 699 699
010 Prestiti e anticipazioni 6.554 5.970 524 1.937 436
020 Banche centrali
030 Amministrazioni pubbliche 616 452 163 87 86
040 Enti creditizi 36 36
050 Altre società finanziarie 141 137 1 10 9
060 Società non finanziarie 5.044 4.712 298 480 300
070 Di cui PMI 2.539 2.351 177 82 71
080 Famiglie 374 327 29 82 71
090 Titoli di debito 2.677 2.661
100 Banche centrali
110 Amministrazioni pubbliche 2.146 2.146
120 Enti creditizi 149 149
130 Altre società finanziarie 276 261
140 Società non finanziarie 105 105 0
150 Esposizioni fuori bilancio 1.512 1470 42 65 65
160 Banche centrali
170 Amministrazioni pubbliche
180 Enti creditizi
190 Altre società finanziarie 132 132 2 2
200 Società non finanziarie 1.083 1.044 62 62
210 Famiglie 297 294 2 2
220 Totale 11.442 10.800 566 2.003 502

Modello EU CR1: esposizioni in bonis ed esposizioni deteriorate e relativi accantonamenti (2/2)

Riduzione di valore accumulata, variazioni negative accumulate Garanzie reali e
del valore equo dovute al rischio di credito e accantonamenti finanziarie ricevute
Esposizioni deteriorate – Cancellazioni
parziali
Esposizioni in bonis - Riduzione di valore accumulata, Su Su
Riduzione di valore variazioni negative accumulate accumulate esposizioni esposizioni
accumulata e accantonamenti del valore equo dovute al rischio in bonis deteriorate
di credito e accantonamenti
Di cui Di cui Di cui Di cui
fase 1 fase 2 fase 2 fase 3
Disponibilità presso banche centrali e altri
005 depositi a vista -1 -1
010 Prestiti e anticipazioni -77 -59 -187 -187 -64 2.947 234
020 Banche centrali
030 Amministrazioni pubbliche -2 -1 -9 -9 -44
040 Enti creditizi
050 Altre società finanziarie -3 -3 -1 -1 49 7
060 Società non finanziarie -63 -50 -159 -159 -13 2.386 139
070 Di cui PMI -26 -18 -31 -31 1.439 29
080 Famiglie -12 -7 -18 -18 -6 281 37
090 Titoli di debito -2 -2 72
100 Banche centrali
110 Amministrazioni pubbliche
120 Enti creditizi
130 Altre società finanziarie -1 -1 72
140 Società non finanziarie
150 Esposizioni fuori bilancio 5 3 7 7 35 2
160 Banche centrali
170 Amministrazioni pubbliche
180 Enti creditizi
190 Altre società finanziarie 1
200 Società non finanziarie 4 6 6 31 2
210 Famiglie 5
220 Totale -75 -59 -181 -180 -63,72 3.055 236

Modello EU CR1-A: durata delle esposizioni

Valore netto dell'esposizione
Su richiesta <= 1 anno > 1 anno <= 5
anni
> 5 anni Nessuna durata
indicata
Totale
1 Prestiti e anticipazioni 25 4.473 2.375 1.209 1.260 9.342
2 Titoli di debito 778 1.049 848 2.675
3 Totale 25 5.251 3.424 2.057 1.260 12.017

Modello EU CR2: variazioni dello stock di prestiti e anticipazioni deteriorati

Valore contabile lordo
010 Stock iniziale di prestiti e anticipazioni deteriorati 1.841
020 Afflussi verso portafogli deteriorati 1.515
030 Deflussi da portafogli deteriorati -1.419
040 Deflusso dovuto alle cancellazioni -127
050 Deflusso dovuto ad altre situazioni -1.416
060 Stock finale di prestiti e anticipazioni deteriorati 1.937

Modello EU CQ1: qualità creditizia delle esposizioni oggetto di misure di concessione

Riduzione di valore accumulata, Garanzie reali e garanzie
Valore contabile lordo / importo nominale delle variazioni negative accumulate finanziarie ricevute su
esposizioni oggetto di
esposizioni oggetto di misure di concessione del valore equo dovute al rischio
di credito e accantonamenti misure di concessione
Deteriorate oggetto di misure di Di cui
concessione garanzie
reali e
Su esposizioni Su esposizioni garanzie
In bonis in bonis deteriorate finanziarie
oggetto di di cui in di cui hanno oggetto di oggetto di ricevute su
misure di stato di subito una misure di misure di esposizioni
concessione default riduzione di concessione concessione deteriorate
valore oggetto di
misure di
concessione
Disponibilità presso banche
005 centrali e altri depositi a vista
010 Prestiti e anticipazioni 99 307 307 72 -6 -27 111 38
020 Banche centrali
030 Amministrazioni pubbliche 1
040 Enti creditizi
050 Altre società finanziarie
060 Società non finanziarie 78 71 71 60 -5 -23 81 26
070 Famiglie 20 236 236 12 -1 -4 30 12
080 Titoli di debito
090 Impegni all'erogazione di
finanziamenti dati
2 2 2
100 Totale 99 309 309 74 -6 -27 111 38

Valore contabile lordo / importo nominale
Esposizioni in bonis Esposizioni deteriorate
Non
scadute o
scadute
da ≤ 30
giorni
Scadut
e da >
30
giorni ≤
90
giorni
Inadempi
enze
probabili
che non
sono
scadute o
che sono
scadute
da ≤ 90
giorni
Scadut
e da
> 90
giorni
≤ 180
giorni
Scadut
e da
> 180
giorni
≤ 1
anno
Scadut
e da
> 1
anno ≤
2 anni
Scadute
da
> 2 anni
<= 5 anni
Scadute
da
> 5 anni
<= 7 anni
Scadute
da
> 7 anni
Di cui in
stato di
default
005 Disponibilità
presso banche
centrali e altri
depositi a vista
699 699
010 Prestiti e
anticipazioni
6.553 6.326 227 1.936 701 50 37 213 553 279 104 1.936
020 Banche
centrali
030 Amministrazi
oni pubbliche
615 453 162 87 33 2 4 10 30 8 87
040 Enti creditizi 35 35
050 Altre società
finanziarie
141 141 9 8 1 10
060 Società non
finanziarie
5.045 4.996 49 479 154 12 15 58 189 29 22 479
070 Di cui PMI 2.539 2.519 20 81 38 5 4 4 24 1 5 81
080 Famiglie 717 701 16 1.360 514 28 18 145 333 242 82 1.360
090 Titoli di debito 2.677 2.677
100 Banche
centrali
110 Amministrazi
oni pubbliche
2.146 2.146
120 Enti creditizi 149 149
130 Altre società
finanziarie
276 276
140 Società non
finanziarie
105 105
150 Esposizioni
fuori bilancio
1.512 66 66
160 Banche
centrali
170 Amministrazi
oni pubbliche
180 Enti creditizi

Modello EU CQ3: qualità creditizia delle esposizioni in bonis e deteriorate suddivise in base ai giorni di arretrato

Valore contabile lordo / importo nominale
Esposizioni in bonis Esposizioni deteriorate
Non
scadute o
scadute
da ≤ 30
giorni
Scadut
e da >
30
giorni ≤
90
giorni
Inadempi
enze
probabili
che non
sono
scadute o
che sono
scadute
da ≤ 90
giorni
Scadut
e da
> 90
giorni
≤ 180
giorni
Scadut
e da
> 180
giorni
≤ 1
anno
Scadut
e da
> 1
anno ≤
2 anni
Scadute
da
> 2 anni
<= 5 anni
Scadute
da
> 5 anni
<= 7 anni
Scadute
da
> 7 anni
Di cui in
stato di
default
190 Altre società
finanziarie
132 2 2
200 Società non
finanziarie
1.083 62 62
210 Famiglie 297 2 2
220 Totale 11.442 9.702 227 2.002 701 50 37 213 553 279 104 2.002

Modello EU CQ5: qualità creditizia dei prestiti e delle anticipazioni a società non finanziarie per settore economico

Valore contabile lordo Variazioni
negative
Di cui
deteriorate
Di cui prestiti e
anticipazioni
Riduzione di accumulate del
valore equo
Di cui in
stato di
default
soggetti a
riduzione di
valore
valore
accumulata
dovute al rischio di
credito su
esposizioni
deteriorate
010 Agricoltura, silvicoltura e pesca 10 61
020 Attività estrattiva 1 9
030 Attività manifatturiera 132 2.071
040 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 4 133
050 Approvvigionamento idrico 2 47
060 Costruzioni 90 408
070 Commercio all'ingrosso e al dettaglio 120 1.520
080 Trasporto e stoccaggio 25 378
090 Servizi di alloggio e di ristorazione 21 58
100 Servizi di informazione e comunicazione 3 88
105 Attività finanziarie e assicurative 1

Valore contabile lordo Variazioni
Di cui
deteriorate
Di cui prestiti e Riduzione di negative
accumulate del
valore equo
Di cui in
stato di
default
anticipazioni
soggetti a
riduzione di
valore
valore
accumulata
dovute al rischio di
credito su
esposizioni
deteriorate
110 Attività immobiliari 21 87
120 Attività professionali, scientifiche e tecniche 14 164
130 Attività amministrative e di servizi di supporto 27 230
140 Amministrazione pubblica e difesa, previdenza sociale
obbligatoria
5
150 Istruzione 5
160 Attività dei servizi sanitari e di assistenza sociale 4 99
170 Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento 2 118
180 Altri servizi 2 22
190 Totale 478 5.504

Esposizioni al rischio di credito sovrano

Il portafoglio titoli del banking book valorizza complessivamente 2,8 miliardi di euro ed è composto principalmente da strumenti finanziari con rischio Italia 2,1 miliardi di euro.

Il Gruppo nel corso del 2021 ha incrementato la sua esposizione verso lo Stato italiano per investimenti in titoli governativi. Il Gruppo si avvale della facoltà di neutralizzare (parzialmente) i profitti e le perdite non realizzate nelle misure previste dall'art. 468 del Regolamento 575/2013; è inoltre necessario sottolineare che, oltre alle strategie gestionali adottate ai fini di contenimento del rischio, la componente di titoli di stato italiani classificata in HTCS e quindi le cui variazioni di valore di mercato possono determinare potenziali impatti sul patrimonio è pari al 22% del totale governativi italiani in portafoglio. Si rileva che, rispetto al totale attivo, la quota parte di liquidità investita in titoli di Stato italiani risulta essere pari a circa il 16% a fine 2021.

Esposizioni soggette alle misure applicate in risposta alla crisi di Covid-19

Con comunicazione del 30 giugno 2020, la Banca d'Italia ha dato attuazione agli Orientamenti EBA relativi agli obblighi di segnalazione e di informativa al pubblico sulle esposizioni oggetto di misure applicate alla luce della crisi Covid-19 (EBA/GL/2020/07). L'obiettivo delle linee guida è monitorare, a livello europeo ed in misura armonizzata, le moratorie concesse a sostegno della clientela in risposta alla crisi scaturita da Covid-19 nonché fornire un'adeguata e idonea

comprensione del profilo di rischio degli enti vigilati, in coerenza con le informazioni relative alla segnalazione consolidata Finrep. A tal fine, gli enti sono tenuti a pubblicare informativa in merito a:

  • esposizioni oggetto di moratorie legislative e non legislative applicate alla luce della crisi Covid-19 (EBA/GL/2020/02);
  • esposizioni oggetto di misure di forbearance applicate a seguito della crisi Covid-19;
  • nuove esposizioni soggette agli schemi di garanzia pubblica introdotti negli Stati membri.

Di seguito sono esposte le tre nuove tabelle previste dall'Allegato 3 EBA/GL/2020/07).

Tabella 1: Informazioni su prestiti e anticipazioni soggetti a moratorie legislative e non legislative

Nella presente tabella si riporta una panoramica della qualità creditizia dei prestiti e anticipazioni assoggettati a moratoria sul rimborso dei prestiti applicata alla luce della crisi per Covid-19 (EBA/GL/2020/07, EBA/GL/2020/02). Vengono in essa rappresentate solo le esposizioni assoggettate a una moratoria non ancora scaduta, escludendo quindi le estinte, per le quali è decaduto il periodo di sospensione dei pagamenti.

Valore contabile lordo
In bonis Deteriorate
Di cui:
esposizioni oggetto
di misure di
«forbearance»
Di cui:
strumenti con un
aumento significativo
del rischio di credito
dopo la rilevazione
iniziale ma che non sono
deteriorati (Fase 2)
Di cui:
esposizioni
oggetto di
misure di
«forbearance»
Di cui:
inadempienze
probabili che
non sono
scadute o che
sono scadute
da non più di
90 giorni
1 Prestiti e anticipazioni
soggetti a moratoria
90 90 2 2
2 di cui: a famiglie 21 21 1 1
3 di cui: garantiti da beni
immobili residenziali a titolo
di garanzia reale
9 9 1 1
4 di cui: a società non
finanziarie
70 70 1 1
5 di cui: a piccole e medie
imprese
59 59 1 1
6 di cui: garantiti da beni
immobili non residenziali a
titolo di garanzia reale
34 34 0 0

Riduzione di valore accumulata, variazioni negative accumulate del fair value (valore equo) dovute al rischio di
credito
In bonis
Di cui:
esposizioni
oggetto di misure
di «forbearance»
Di cui:
strumenti con un
aumento
significativo del
rischio di credito
dopo la rilevazione
iniziale ma che non
sono deteriorati
(Fase 2)
Di cui:
esposizioni
oggetto di misure
di «forbearance»
Di cui:
inadempienze
probabili che non
sono scadute o
che sono scadute
da non più di
90 giorni
Afflussi nelle
esposizioni
deteriorate
1 Prestiti e anticipazioni
soggetti a moratoria
-1 -1
2 di cui: a famiglie
3 di cui: garantiti da
beni immobili
residenziali a titolo di
garanzia reale
4 di cui: a società non
finanziarie
5 di cui: a piccole e
medie imprese
6 di cui: garantiti da
beni immobili non
residenziali a titolo di
garanzia reale

Tabella 2: Disaggregazione dei prestiti delle anticipazioni soggetti a moratorie legislative e non legislative per durata residua delle moratorie

La tabella seguente riporta il dettaglio delle esposizioni che siano state assoggettate nel corso della propria esistenza a moratorie in base alle linee guida EBA/GL/2020/02. Sono quindi incluse anche le posizioni per le quali è decaduto il periodo di sospensione dei pagamenti o che abbiano nel tempo perso la conformità ai requisiti stabiliti dall'EBA.

Valore contabile lordo
Durata residua delle moratorie
Numero di
debitori
Di cui:
moratorie
legislative
Di cui:
scadute
<= 3 mesi > 3 mesi
<= 6 mesi
> 1 anno
1 Prestiti e anticipazioni per i
quali è stata offerta una
moratoria
9.717 696
2 Prestiti e anticipazioni
soggetti a moratoria
(concessa)
9.713 693 688 602 90

Valore contabile lordo
Durata residua delle moratorie
Numero di
debitori
Di cui:
moratorie
legislative
Di cui:
scadute
<= 3 mesi > 3 mesi
<= 6 mesi
> 6 mesi
<= 9 mesi
> 9 mesi
<= 12 mesi
> 1 anno
3 di cui: a famiglie 92 92 72 21
4 di cui: garantiti da beni
immobili residenziali a titolo di
garanzia reale
14 14 5 9
5 di cui: a società non
finanziarie
597 592 527 69
6 di cui: a piccole e medie
imprese
436 432 378 58
7 di cui: garantiti da beni
immobili non residenziali a
titolo di garanzia reale
70 68 36 34

Tabella 3: Informazioni su nuovi prestiti e anticipazioni soggetti a schemi di garanzia pubblica di nuova applicazione introdotti in risposta alla crisi COVID – 19

La tabella riporta una panoramica dello stock di nuove erogazioni supportate dalle garanzie governative introdotte per aiutare le imprese a far fronte alla crisi provocata dall'epidemia Covid19.

Valore contabile lordo Importo massimo della
garanzia che può essere
considerato
Valore contabile
lordo
di cui: oggetto di misure
di «forbearance»
Garanzie pubbliche
ricevute
Afflussi nelle
esposizioni
deteriorate
1 Nuovi prestiti e anticipazioni soggetti a schemi di
garanzia pubblica
472 405 3
2 di cui: a famiglie 11
3 di cui: garantiti da beni immobili residenziali a titolo di
garanzia reale
4 di cui: a società non finanziarie 460 397 3
5 di cui: a piccole e medie imprese 352
6 di cui: garantiti da beni immobili non residenziali a
titolo di garanzia reale

7.2. Uso dell'ECAI

Il Gruppo Banca Ifis, ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito e di controparte, utilizza l'agenzia di rating esterna di valutazione (ECAI) "Fitch Ratings" solo per le posizioni incluse nella classe "Esposizioni verso

Amministrazioni centrali e Banche centrali"; per le altre asset class non utilizza rating esterni. Le valutazioni dell'ECAI prescelta si applicano alle seguenti classi di attività:

Classi regolamentari ECA/ECAI Caratteristiche del rating
Esposizioni verso Amministrazioni centrali e banche centrali Fitch Ratings Solicited/Unsolicited
Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali - -
Esposizioni verso organismi del settore pubblico - -
Esposizioni verso enti - -
Esposizioni verso imprese Cerved Solicited/Unsolicited
Esposizioni al dettaglio - -
Esposizioni in stato di default - -
Esposizioni associate a un rischio particolarmente elevato - -
Esposizioni in strumenti di capitale - -

Modello EU CR4 – Metodo standardizzato: esposizione al rischio di credito ed effetti della CRM

Esposizioni pre-CCF e pre-CRM Esposizioni post-CCF e post-CRM RWA e densità degli RWA
Classi di esposizioni Esposizioni in
bilancio
Esposizioni fuori
bilancio
Esposizioni in
bilancio
Esposizioni fuori
bilancio
RWA Densità degli
RWA (%)
1 Amministrazioni centrali o banche centrali 3.220 - 4.025 - 244 6,06%
2 Amministrazioni regionali o autorità locali 24 - 24 - 5 20,00%
3 Organismi del settore pubblico 486 0 486 - 192 39,41%
4 Banche multilaterali di sviluppo - - - - -
5 Organizzazioni internazionali - - - - -
6 Enti 539 2 539 2 234 43,21%
7 Imprese 3.821 743 3.441 481 3.596 91,66%
8 Al dettaglio 1.955 692 1.620 28 970 58,83%
9 Garantite da ipoteche su beni immobili 212 0 212 0 74 34,62%
10 Esposizioni in stato di default 1.760 58 1.741 47 2.366 132,31%
11 Esposizioni associate a un rischio
particolarmente elevato
40 - 40 - 61 150,00%
12 Obbligazioni garantite - - - - -
13 Enti e imprese con valutazione del merito di
credito a breve termine
- - - - -
14 Organismi di investimento collettivo 79 45 79 23 145 141,47%

Esposizioni pre-CCF e pre-CRM Esposizioni post-CCF e post-CRM RWA e densità degli RWA
Classi di esposizioni Esposizioni in
bilancio
Esposizioni fuori
bilancio
Esposizioni in
bilancio
Esposizioni fuori
bilancio
RWA Densità degli
RWA (%)
15 Strumenti di capitale 274 - 275 - 284 103,43%
16 Altre posizioni 315 - 315 3 309 97,15%
17 TOTALE 12.725 1.540 12.795 584 8.478 63,34%

Modello EU CR5: metodo standardizzato

Classi di Fattori di ponderazione del rischio Totale Di cui
prive di
rating
esposizioni 0% 2% 4% 10% 20% 35% 50% 70% 75% 100% 150% 250% 370% 1250% Altri
Amministrazio
1 ni centrali o 3.804 205 15 4.024 4.024
banche centrali
Amministrazio
2 ni regionali o 24 24 24
autorità locali
Organismi del
3 settore 368 118 486 486
pubblico
Banche
4 multilaterali di
sviluppo
5 Organizzazioni
internazionali
6 Enti 2 381 158 541 541
7 Imprese 13 314 3.484 112 3.923 2.347
8 Esposizioni al 28 1.620 1.648 1.648
dettaglio
Esposizioni
9 garantite da 145 67 212 199
ipoteche su
beni immobili
10 Esposizioni in 632 1.155 1.788 1.788
stato di default
Esposizioni
associate a un
11 rischio 40 40 40
particolarment
e elevato
12 Obbligazioni
garantite
Esposizioni
verso enti e
13 imprese con
valutazione del
merito di

Classi di Fattori di ponderazione del rischio Totale Di cui
prive di
rating
esposizioni 0% 2% 4% 10% 20% 35% 50% 70% 75% 100% 150% 250% 370% 1250% Altri
credito a breve
termine
Quote o azioni
in organismi di
14 investimento 5 26 48 1 23 102 102
collettivo
Esposizioni in
15 strumenti di 268 6 274 274
capitale
16 Altre posizioni 4 7 308 319 319
17 TOTALE 3.810 798 173 381 1.620 5.199 1.355 21 1 23 13.381 11.792

8.Attività vincolate

Obiettivi e politiche di gestione del rischio connesso alla quota di attività vincolate e non

Viene definito "vincolato" oppure "encumbered" l'attivo che è stato ceduto a garanzia o, a qualunque titolo, è stato destinato a costituire la copertura al credito ricevuto e pertanto non può essere liberamente utilizzato. Non viene considerato vincolato ciò che eccede il credito ricevuto – tecnicamente l'overcollateralization. L'Asset Encumbrance Ratio rappresenta, a livello di Gruppo, il rapporto tra: al Numeratore la quota di attivi di Bilancio impegnati sommata alla quota delle garanzie collaterali ricevute e riutilizzate e al Denominatore il totale degli attivi di Bilancio (vincolati e non) sommati alle garanzie collaterali ricevute (vincolate e non). Se da un lato l'obiettivo dell'Asset Encumbrance Ratio è quello di fornire un'informazione al pubblico ed ai creditori sul livello delle attività impegnate del Gruppo, e quindi non disponibili, dall'altro fornisce un'indicazione preziosa sulla strategia di finanziamento di un'istituzione e sulla sua capacità prospettica di raccolta, a prezzi ragionevoli, attraverso funding secured. Di converso e più in generale l'indicatore fornisce una misura sintetica dello stato di salute del mercato non garantito. Adeguatamente analizzato, e se corredato da indicazioni di durata del vincolo, può fornire ulteriori utili indicazioni su rischio di rifinanziamento (tecnicamente rollover risk), rischio di liquidità e rischio operativo.

Il rischio connesso alla quota di attività vincolate (asset encumbrance) determina:

  • la riduzione della quota di attivi a disposizione dei creditori e dei depositanti non garantiti;
  • l'incremento del rischio di funding e di liquidità, in quanto la quota di attivi impegnati riduce sia la possibilità di ottenere nuova raccolta secured, sia, in caso si tratti di asset di elevata qualità, l'ammontare delle riserve di liquidità disponibili.

Le operazioni per le quali il Gruppo di norma vincola una parte delle proprie attività finanziarie sono riferibili alle seguenti fattispecie:

  • deposito presso Banca d'Italia in qualità di riserva obbligatoria;
  • operazioni in contratti derivati;
  • depositi vincolati dati in garanzia a banche ad operazioni sindacate (iblor deposit);
  • titoli di debito dati in garanzia alla Banca d'Italia correlati ad operazioni di anticipazione infragiornaliera;
  • titoli di debito dati in garanzia alla Banca Centrale Europea per operazioni di TLTRO;
  • crediti eligible per la collateralizzazione presso la Banca d'Italia attraverso il programma ABACO;
  • attivi utilizzati nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione.

Per monitorare il livello di esposizione a tale rischio il Gruppo utilizza il c.d. "asset encumbrance ratio".

La gestione operativa del rischio connesso alla quota di attività vincolate è in capo alla Direzione Capital Market.

A copertura di tale tipologia di rischio non viene allocato capitale interno, tuttavia sono definiti presidi di controllo dedicati svolti dalla funzione Risk Management della Banca. Tali controlli si sostanziano nello svolgimento di stress test giornalieri

sul valore delle attività poste in garanzia ad operazioni di finanziamento fornite dalla Banca Centrale Europea ed atti a verificare il potenziale impatto di un detrimento delle stesse nell'ambito del rischio di liquidità.

Inoltre, all'interno del processo di pianificazione strategica e definizione del Funding Plan, il Risk Management provvede a misurare la quota prospettica di encumbered asset ed a valutarne il livello complessivo e la sua sostenibilità rispetto al benchmark di mercato, provvedendo anche in tale sede a sottoporle a stress test sulla base degli scenari definiti.

Sulla base delle evidenze consuntive si rileva che la quota di attività vincolate nel corso del 2021, in linea con le operazioni di diversificazione delle fonti di funding effettuate, è risultata sensibilmente superiore all'esercizio precedente.

Informazioni quantitativa

Modello EU AE1: attività vincolate e non vincolate

Valore contabile delle attività
vincolate
Fair value (valore equo) delle attività
vincolate
Valore contabile delle
attività non vincolate
Fair value (valore equo)
delle attività non vincolate
di cui EHQLA ed HQLA
nozionalmente ammissibili
di cui EHQLA ed HQLA
nozionalmente ammissibili
di cui EHQLA ed
HQLA
di cui EHQLA ed
HQLA
010 030 040 050 060 080 090 100
Attività dell'ente che
pubblica l'informativa
3.942 1.542 9.604 580
Strumenti
rappresentativi di capitale
198 349 190
Titoli di debito 1.924 1.542 1.948 1.566 615 922 416
di cui obbligazioni
garantite
412
di cui
cartolarizzazioni
214 214 242 239
di cui emessi da
amministrazioni pubbliche
1.564 1.542 1.589 1.566 484 488 416
di cui emessi da
società finanziarie
272 274 373 412 372
di cui emessi da
società non finanziarie
24 25 67 67
Altre attività 2.017 7.952

Modello EU AE2: garanzie reali ricevute e titoli di debito di propria emissione

Valore equo delle garanzie reali ricevute o dei Non vincolati
titoli di debito di propria emissione vincolati Valore equo delle garanzie reali ricevute o
dei titoli di debito di propria emissione
vincolabili
di cui EHQLA ed HQLA nozionalmente
ammissibili
di cui EHQLA ed HQLA
010 030 040 060
130 Garanzie reali ricevute dall'ente che pubblica
l'informativa
101
140 Finanziamenti a vista
150 Strumenti rappresentativi di capitale
160 Titoli di debito 101
170 di cui obbligazioni garantite
180 di cui cartolarizzazioni
190 di cui emessi da amministrazioni pubbliche 101
200 di cui emessi da società finanziarie
210 di cui emessi da società non finanziarie
220 Prestiti e anicipazioni diversi da finanziamenti
a vista
230 Altre garanzie reali ricevute
Titoli di debito di propria emissione diversi da
240 obbligazioni garantite o cartolarizzazioni
proprie
49
Obbligazioni garantite e cartolarizzazioni di
241 propria emissione non ancora costituite in
garanzia
250 TOTALE DELLE GARANZIE REALI RICEVUTE E 3.942 1.542
DEI TITOLI DI DEBITO DI PROPRIA EMISSIONE

Modello EU AE3: fonti di gravame

Passività corrispondenti, passività
potenziali o titoli concessi in prestito
Attività, garanzie reali ricevute e titoli di debito di propria
emissione diversi da obbligazioni garantite e cartolarizzazioni,
vincolati
010 030
010 Valore contabile delle passività
finanziarie selezionate
3.264 3.825

9.Rischio di controparte

Informazione qualitativa

Il rischio di controparte rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari della transazione stessa.

Il rischio di controparte insiste attualmente sull'operatività in prodotti derivati generata dall'attività di Finanza Proprietaria, Area appartenente alla Direzione Capital Markets e deputata ad individuare, implementare e realizzare le strategie di investimento per il Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis; è inoltre presente un portafoglio residuale di prodotti derivati, principalmente su tassi di interesse, riveniente dall'attività di Corporate in cui venivano offerti contratti derivati alla clientela a copertura dei rischi finanziari da questa assunti; tutte le operazioni ancora in essere sono coperte con operazioni "back to back", nelle quali si è assunta, con controparti di mercato esterne, una posizione opposta a quella venduta alla clientela corporate.

Nel corso del 2021 inoltre, in merito al rischio di controporte, per finalità di copertura economica della componente di tasso di interesse dell'operazione di auto-cartolarizzazione eseguita da IFIS NPL Investing è stata posta in essere un'operazione derivata (acquisto di un'opzione cap vendita da una primaria controparte finanziaria). Tale operazione derivata, in caso di superamento dei livelli (strike) di tasso di interesse definiti dall'opzione alle previste date di regolamento, comporterebbe che la controparte venditrice dell'opzione in oggetto risulterebbe quindi debitrice nei confronti di IFIS NPL Investing. A livello organizzativo la gestione dell'operatività in strumenti finanziari è curata dalla Direzione Capital Markets in conformità alle politiche definite e agli indirizzi assegnati secondo limiti operativi e di rischio ed obiettivi di redditività.

Da un punto di vista prospettico ci si attende un impatto non significativo su tale rischio in relazione alla tipologia di operatività, alla natura delle controparti ed ai sistemi di marginazione previsti.

Per quanto riguarda il rischio di controparte connaturato all'attività di raccolta in pronti contro termine, il suo monitoraggio si sostanzia in una puntuale e costante verifica della struttura e qualità del portafoglio titoli di proprietà, in quanto il rischio sottostante è direttamente connesso al merito creditizio delle controparti con le quali vengono poste in essere le operazioni di finanziamento collateralizzato (generalmente controparti centrali quali Cassa Compensazione e Garanzia e Banca Centrale Europea) e proporzionale alla volatilità di prezzo dei titoli in portafoglio dati in garanzia.

In relazione sia al basso livello di esposizione del portafoglio di prodotti derivati, sia alla scarsa incidenza dei capitali interni assorbiti connessi al rischio di controparte (CCR) sul totale complessivo del capitale interno assorbito sui rischi, si ritiene che la rilevanza potenziale del suddetto rischio a livello di Gruppo sia "bassa".

Il Gruppo, per la misurazione del rischio di controparte e la misurazione del relativo capitale interno, si basa sulle metodologie prescritte dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo II, Capo 6 (CCR) e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013, ai fini del computo dei pertinenti requisiti patrimoniali regolamentari.

Informazioni quantitativa

Modello EU CCR1: analisi dell'esposizione al CCR per metodo

Costo di
sostituzione
(RC)
Esposizione
potenziale
futura (PFE)
EPE
effettiva
Alfa utilizzata per il
calcolo del valore
dell'esposizione a
fini regolamentari
Valore
dell'esposizione
pre-CRM
Valore
dell'esposizione
post-CRM
Valore
dell'esposizione
RWEA
EU
1
EU - Metodo
dell'esposizione
originaria (per i derivati)
3 26 1.4 40 40 40 13
EU
2
EU - SA-CCR
semplificato (per i
derivati)
1.4
1 SA-CCR (per i derivati) 1.4
2 IMM (per derivati e SFT)
2a di cui insiemi di attività
soggette a
compensazione
contenenti operazioni di
finanziamento tramite
titoli
2b di cui insiemi di attività
soggette a
compensazione
contenenti derivati e
operazioni con
regolamento a lungo
termine
2c di cui da insiemi di
attività soggette ad
accordo di
compensazione
contrattuale tra prodotti
differenti
3 Metodo semplificato per
il trattamento delle
garanzie reali finanziarie
(per le SFT)
267 267 267 66
4 Metodo integrale per il
trattamento delle
garanzie reali finanziarie
(per le SFT)
5 VaR per le SFT
6 Totale 307 307 307 79

Modello EU CCR2: operazioni soggette a requisiti di fondi propri per il rischio di CVA

Valore dell'esposizione RWEA
1 Totale delle operazioni soggette al metodo avanzato
2 i) componente VaR (incluso il moltiplicatore 3×)
3 ii) componente VaR in condizioni di stress (incluso il moltiplicatore 3×)
4 Operazioni soggette al metodo standardizzato 40 35
EU-4 Operazioni soggette al metodo alternativo (sulla base del metodo dell'esposizione originaria)
5 Totale operazioni soggette a requisiti di fondi propri per il rischio di CVA 40 35

Modello EU CCR3 – Metodo standardizzato: esposizioni soggette al CCR per classe di esposizioni regolamentare e ponderazione del rischio

Classi di esposizioni Fattore di ponderazione del rischio
0% 2% 4% 10% 20% 50% 70% 75% 100% 150% Altri Valore
dell'esposizione
complessiva
1 Amministrazioni
centrali o banche
centrali
2 Amministrazioni
regionali o autorità
locali
3 Organismi del
settore pubblico
4 Banche multilaterali
di sviluppo
5 Organizzazioni
internazionali
6 Enti 203 20 223
7 Imprese 2 2
8 Al dettaglio
9 Enti e imprese con
valutazione del
merito di credito a
breve termine
10 Altre posizioni (*) 83 83
11 Valore
dell'esposizione
complessiva
286 22 307

Tipo di garanzia reale aGaranzie reali utilizzate in operazioni su derivati Garanzie reali utilizzate in SFT
Fair value (valore equo) delle
garanzie reali ricevute
Fair value (valore equo) delle
garanzie reali fornite
Fair value (valore equo) delle
garanzie reali ricevute
Fair value (valore equo) delle
garanzie reali fornite
Separate Non separate Separate Non separate Separate Non separate Separate Non separate
1 Cassa - valuta
nazionale
218
2 Cassa - altre valute
3 Debito sovrano
nazionale
4 Altro debito sovrano
5 Debito delle agenzie
pubbliche
6 Obbligazioni
societarie
267
7 Titoli di capitale
8 Altre garanzie reali
9 Totale 218 267

Modello EU CCR5: composizione delle garanzie reali per le esposizioni soggette al CCR

Rischio aggiustamento della valutazione del credito

Si intende un aggiustamento alla valutazione intermedia di mercato del portafoglio di operazioni di una controparte riconducibile agli strumenti derivati OTC. Tale aggiustamento riflette il valore di mercato corrente del rischio di controparte dell'ente ma non riflette il valore di mercato corrente del rischio di credito dell'ente nei confronti della controparte.

Il rischio di aggiustamento della valutazione del credito (Credit Value Adjustment – CVA) insiste sul medesimo portafoglio assoggettato al rischio di controparte precedentemente analizzato. Esso riflette il valore di mercato corrente al rischio stesso.

La Banca, per la misurazione dei rischi di aggiustamento della valutazione del credito e la misurazione del relativo capitale interno, si basa sulla metodologia prescritta dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo VI e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013, ai fini del computo del pertinente requisito patrimoniale regolamentare. In particolare, per le transazioni riguardanti i derivati, ai fini della misurazione del rischio di aggiustamento della valutazione del credito, adotta il "metodo standardizzato" (articolo 384 CRR).

In relazione sia al basso livello di esposizione del portafoglio di prodotti derivati, sia alla scarsa incidenza del capitale interno assorbito connesso al rischio di aggiustamento della valutazione del credito (CVA) sul totale complessivo del capitale interno assorbito sui rischi, si ritiene che la rilevanza potenziale del suddetto rischio a livello di Gruppo sia "bassa".

10. Tecniche di attenuazione del rischio

Informazione qualitativa

Le strategie perseguite dal Gruppo Bancario prevedono che le linee di credito vengano preferibilmente assistite da idonee garanzie e strumenti di mitigazione del rischio.

Le garanzie per la loro capacità di frazionare il rischio di credito, se gestite in maniera integrata con la conoscenza del cliente, diventano strumento principale e più efficace per la mitigazione effettiva del rischio.

Il Gruppo Banca Ifis ha posto in essere i requisiti previsti dal Regolamento (UE) 575/2013 ai fini del riconoscimento degli effetti di attenuazione del rischio di credito prodotto dalla presenza di garanzie reali e personali a protezione del credito.

Il processo di controllo sull'acquisizione delle garanzie ed utilizzo delle tecniche di attenuazione del rischio di credito è incentrato sulla definizione di opportuni presidi, strumenti e processi finalizzati a garantire in primo luogo la verifica dell'allineamento con i requisiti di Vigilanza, distinguendo tra:

  • "requisiti generali", quali la certezza giuridica, la tempestività di realizzo ed i requisiti organizzativi;
  • "requisiti specifici", con particolare attenzione alla rivalutazione e monitoraggio del valore delle garanzie e alla verifica dell'assenza di correlazione rilevante tra la capacità di rimborso/ merito creditizio del debitore e la garanzia.

La verifica nel continuo della qualità ed adeguatezza delle procedure di valutazione delle garanzie viene svolta dalla funzione di Risk Management della Banca, con l'obiettivo di presidiare, in via accentrata, il processo di valutazione e sorveglianza delle garanzie acquisite sul portafoglio crediti del Gruppo Banca Ifis.

Politiche e processi in materia di compensazione

La Banca non applica processi di compensazione delle esposizioni a rischio di credito con partite di segno opposto in ambito di bilancio o "fuori bilancio".

Principali tipologie di garanti e di controparti in operazioni su derivati creditizi e il loro merito di credito

Il Gruppo Bancario non detiene operazioni su derivati creditizi.

Informazioni sulle concentrazioni del rischio di mercato o di credito nell'ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati

Non si registrano livelli di concentrazione dei rischi significativi nell'ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati.

Informazione quantitativa

Modello EU CR3 – Tecniche di CRM - Quadro d'insieme: informativa sull'uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito

Valore contabile
non garantito
Valore contabile
garantito
di cui garantito da
garanzie reali
di cui garantito da
garanzie finanziarie
di cui garantito da
derivati su crediti
1 Prestiti e anticipazioni 5.808 3.181 2.003 1.178
2 Titoli di debito 2.605 72 72
3 Totale 8.413 3.253 2.003 1.250
4 di cui esposizioni deteriorate 1.703 234 165 69
EU-5 di cui in stato di default 1.703 234 165 69

11. Operazioni di cartolarizzazione

Informazione qualitativa

Rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione rappresenta il rischio che la sostanza economica dell'operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.

Nella presente sezione viene fornita illustrazione sulle esposizioni del Gruppo verso le operazioni di cartolarizzazione; in tali operazioni il Gruppo riveste, a seconda dei casi, il ruolo di originator, sponsor o investitore.

Il Gruppo si è dotato di una "Politica per la gestione delle operazioni di cartolarizzazione" con la quale disciplina il processo di gestione delle operazioni di cartolarizzazione nelle ipotesi in cui intervenga nel ruolo di "investitore" (cioè di soggetto sottoscrittore dei titoli) ovvero di "promotore" (cioè di soggetto che struttura l'operazione). La politica definisce con chiarezza, per ciascuna delle fattispecie identificate, i compiti delle unità organizzative e degli organi aziendali coinvolti, sia con riferimento alle attività propedeutiche di due diligence sia con riguardo al monitoraggio, nel continuo, delle performance dell'operazione.

Nel corso del 2021 è stata eseguita dal Gruppo un'operazione di cessione di crediti avente come oggetto un portafoglio di crediti derivanti da finanziamenti verso debitori classificati "a sofferenza". Tale cessione si è configurata all'interno di una operazione di cartolarizzazione che ha visto la partecipazione di un pool di banche cedenti dei rispettivi portafogli; quota parte delle notes relative alla cartolarizzazione sono state sottoscritte dal Gruppo.

A questo proposito, nel corso del 2021 è stata attivata la garanzia GACS per la cartolarizzazione eseguita a fine 2020, mentre si attende la garanzia GACS per la cartolarizzazione del 2021.

Il Gruppo, inoltre, presenta ulteriori esposizioni verso operazioni di cartolarizzazione di terzi di importo contenuto, acquisite con finalità di investimento allo scopo di generare margine di profitto e di realizzare un apprezzabile ritorno a medio-lungo termine sul capitale. Tali operazioni possono essere originate dalle diverse aree di business del Gruppo, con il supporto e coordinamento dell'unita Securitization & Structured Solutions a riporto della Direzione Capital Markets, in relazione alle caratteristiche del portafoglio sottostante, sia in bonis che deteriorato, ovvero nell'ambito dell'attività di investimento della liquidità.

Con finalità di funding (senza trasferimento di rischi e benefici) sono presenti operazioni di cartolarizzazione aventi come sottostante alcune forme tecniche di attività (crediti commerciali, finanziamenti a medio-lungo termine) nonché alcune operazioni di auto-cartolarizzazione sul leasing, sulla Capogruppo Banca Ifis e sulla controllata Farbanca, alle quali si è aggiunta, nel corso del 2021, l'operazione effettuata sui portafogli deteriorati acquisiti precedentemente da IFIS NPL Investing.

Le attività di acquisizione, presidio e mitigazione vengono svolte in conformità con le politiche e procedure relative al rischio di credito, ed in particolare con la "Politica per la gestione delle operazioni di cartolarizzazione", e nel rispetto della propensione al rischio stabilite nell'ambito del Risk Appetite Framework. Il Gruppo investe in cartolarizzazioni di cui è in

grado di valutare, in forza dell'esperienza maturata, i relativi asset sottostanti. In particolare, l'unità proponente, identificata l'opportunità di investimento, svolge le attività di due diligence al fine di valutare i flussi di cassa futuri e la congruità del prezzo, coordinando, a tal fine, le unità organizzative di volta in volta competenti e formalizzando i relativi esiti da sottoporre all'organo deliberante competente. Successivamente all'acquisizione, l'investimento è oggetto di monitoraggio, su base continuativa, con riferimento agli indicatori di performance delle esposizioni sottostanti e all'aderenza dei flussi di cassa rispetto alle valutazioni effettuate in sede di acquisizione. Ai fini di un miglioramento del governance framework relativo a tale tematica, occorre rilevare che nel corso del 2021 è inoltre stato istituito il "Comitato investimenti in attivi finanziari illiquidi", nonché definito e aggiornato il perimetro di attività, a tale proposito, dell'unità Securitization & Structured Solutions.

La rilevanza potenziale del rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione a livello di Gruppo è valutata "bassa".

Maggiori dettagli informativi di tale operatività sono riportati nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Bancario Banca Ifis.

Informazione quantitativa

Modello EU SEC1: esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione2

L'ente agisce in qualità di investitore
Tradizionali Totale parziale
STS Non-STS Sintetiche
1 Totale delle esposizioni 4 114 118
2 Al dettaglio (totale)
3 Mutui ipotecari su immobili residenziali
4 Carte di credito
5 Altre esposizioni al dettaglio 4 62 66
6 Ricartolarizzazione
7 All'ingrosso (totale)
8 Prestiti a imprese
9 Mutui ipotecari su immobili non residenziali
10 Leasing e crediti
11 Altre all'ingrosso
12 Ricartolarizzazione

2 Porzione di tabella EU SEC1 rilevante per il Gruppo.

Modello EU SEC4 – Esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione e relativi requisiti patrimoniali regolamentari: l'ente agisce in qualità di investitore (1/2)

Valori dell'esposizione Valori dell'esposizione
(per fascia di RW/deduzione) (per metodo regolamentare)
≤20 % da da >50 % a da >100 % 1 250 % SEC-ERBA 1 250 %
>20 % a a <1 250 % RW/ded SEC-IRBA (compreso SEC-SA RW/deduzio
RW 50% RW 100 % RW RW uzioni IAA) ni
1 Totale delle esposizioni 45 15 47 12 118
2 Cartolarizzazione tradizionale 45 15 47 12 118
3 Cartolarizzazioni 45 15 47 12 118
4 Sottostante al dettaglio
5 di cui STS
6 All'ingrosso
7 di cui STS
8 Ricartolarizzazione
9 Cartolarizzazione sintetica
10 Cartolarizzazioni
11 Sottostante al dettaglio
12 All'ingrosso
13 Ricartolarizzazione

Modello EU SEC4 – Esposizioni verso la cartolarizzazione esterne al portafoglio di negoziazione e relativi requisiti patrimoniali regolamentari: l'ente agisce in qualità di investitore (2/2)

RWEA (per metodo regolamentare) Requisito patrimoniale dopo l'applicazione del massimale
SEC-IRBA SEC-ERBA
(compreso IAA)
SEC-SA 1 250 %
RW/deduzioni
SEC
IRBA
SEC-ERBA
(compreso IAA)
SEC-SA 1 250 %
RW/deduzioni
1 Totale delle esposizioni 87 1 7
2 Cartolarizzazione tradizionale 87 1 7
3 Cartolarizzazioni 87 1 7
4 Sottostante al dettaglio
5 di cui STS
6 All'ingrosso

RWEA (per metodo regolamentare) Requisito patrimoniale dopo l'applicazione del massimale
SEC-IRBA SEC-ERBA
(compreso IAA)
SEC-SA 1 250 %
RW/deduzioni
SEC
IRBA
SEC-ERBA
(compreso IAA)
SEC-SA 1 250 %
RW/deduzioni
7 di cui STS
8 Ricartolarizzazione
9 Cartolarizzazione sintetica
10 Cartolarizzazioni
11 Sottostante al dettaglio
12 All'ingrosso
13 Ricartolarizzazione

Modello EU SEC5 – Esposizioni cartolarizzate dall'ente: esposizioni in stato di default e rettifiche di valore su crediti specifiche

Esposizioni cartolarizzate dall'ente — L'ente agisce in qualità di cedente o promotore
Importo nominale in essere totale Importo totale delle rettifiche di valore su crediti specifiche effettuate
di cui esposizioni in stato di
default
nel periodo
1 Totale delle esposizioni 767 11 12
2 Al dettaglio (totale)
3 Mutui ipotecari su immobili
residenziali
4 Carte di credito
5 Altre esposizioni al dettaglio
6 Ricartolarizzazione
7 All'ingrosso (totale)
8 Prestiti a imprese
9 Mutui ipotecari su immobili non
residenziali
10 Leasing e crediti
11 Altre all'ingrosso
12 Ricartolarizzazione

12. Rischio operativo

Obiettivi e politiche di gestione del rischio operativo

Il Gruppo Banca Ifis ha da tempo definito – coerentemente alle apposite prescrizioni normative ed alle best practices di settore – il quadro complessivo per la gestione del rischio operativo, rappresentato da un insieme di regole, procedure, risorse (umane, tecnologiche e organizzative) ed attività di controllo volte a identificare, valutare, monitorare, prevenire o attenuare nonché comunicare ai livelli gerarchici appropriati tutti i rischi operativi assunti o assumibili nelle diverse unità organizzative. I processi chiave per una corretta gestione del rischio operativo sono rappresentati dalla raccolta dei dati di perdita operativa (Loss Data Collection - LDC) e dall'autovalutazione prospettica dell'esposizione al rischio operativo (Risk Self Assessment – RSA). In aggiunta, un ulteriore elemento fondamentale del processo di governo e gestione del rischio operativo è, peraltro, rappresentato da un'adeguata formazione delle risorse. Il Gruppo Banca Ifis è costantemente impegnato nella formazione e crescita professionale delle proprie risorse.

Il monitoraggio del rischio operativo è volto ad assicurare un continuo controllo dell'esposizione alla suddetta tipologia di rischio e si esplica attraverso:

  • l'analisi delle evidenze emerse dalle attività di Risk Self Assessment e di Loss Data Collection; nel caso in cui le risultanze dovessero far emergere delle criticità rilevanti, si procede alla identificazione, condivisione e successiva pianificazione delle opportune azioni di remediation con le diverse unità operative impattate e responsabili;
  • la definizione e il calcolo di specifici indicatori di rischio e la verifica periodica del rispetto delle relative soglie di monitoraggio (tali indicatori sono rendicontati trimestralmente nel reporting periodico agli Organi aziendali o in report specifici indirizzati alle strutture interessate).

Più nello specifico, si segnala che nel corso del primo semestre 2021 si è conclusa la campagna periodica di Risk Self Assessment avviata nell'ultimo trimestre 2020. A seguito dell'esercizio sono state identificate le principali criticità operative e di conseguenza sono stati definiti ed avviati specifici interventi di mitigazione volti a rafforzare ulteriormente i presidi a fronte dei rischi operativi.

Nel medesimo periodo, si è conclusa inoltre la campagna di Model Risk Self Assessment, condotta considerando le unità organizzative in qualità di Model Owner presenti presso la Capogruppo e presso la Controllata Ifis Npl Investing, in quanto la responsabilità dello sviluppo e della manutenzione dei modelli risulta attribuita al Risk Management di Capogruppo. A seguito della campagna, sono stati individuati i modelli maggiormente esposti al rischio e segnalati alla funzione Convalida per la definizione di opportune azioni di mitigazione.

Il framework di Gruppo per la gestione del rischio operativo prevede inoltre la definizione di un set di indicatori di rischio in grado di evidenziare tempestivamente l'insorgenza di vulnerabilità nella esposizione della Banca e delle sue controllate ai rischi operativi. Tali indicatori vengono monitorati nel continuo e illustrati all'interno di report periodici condivisi con le

strutture e gli organi di competenza: al superamento di determinate soglie o in caso di andamenti anomali, si attivano specifici processi di escalation volti a definire e implementare appropriati interventi di mitigazione. Considerando l'evolversi del business e del contesto operativo interno ed esterno in cui opera il Gruppo, gli indicatori sono oggetto di periodico aggiornamento/revisione. Nell'ultimo trimestre 2021, è stato infatti completato il progetto di adeguamento e revisione completa della Politica di Gruppo per la Gestione dei Rischi Operativi e di Reputazione, approvata e pubblicata e nel mese di gennaio 2022, nella quale tutti Key Risk Indicators sviluppati trovano la loro declinazione operativa.

Si segnala inoltre che al fine di prevenire e gestire il rischio operativo, il Risk Management di Capogruppo è impegnato, in collaborazione con le altre funzioni aziendali, nelle attività di valutazione delle esternalizzazioni delle funzioni operative e nella valutazione dei rischi associati all'introduzione di nuovi prodotti e servizi mediante specifiche attività di product testing. Contribuisce, infine, al monitoraggio dell'evoluzione del rischio informatico nonché dell'efficacia delle misure di protezione delle risorse ICT.

La fase di mitigazione del rischio operativo si concretizza nell'individuazione e nell'esecuzione di interventi orientati alla prevenzione e all'attenuazione dell'esposizione al rischio operativo (ad esempio attraverso iniziative correttive o di adeguamento di processi, sistemi, ecc.) In particolare, gli interventi di mitigazione sono valutati ed eventualmente attivati in sede di identificazione di specifiche aree di vulnerabilità sulla base dell'analisi delle evidenze risultanti dalle attività di LDC e RSA oppure di violazione delle soglie prefissate per gli indicatori di rischio; le fasi possono essere così sintetizzate:

  • esaminare e condividere le proposte di azioni correttive relative ai processi aziendali con un livello di rischio operativo ritenuto rilevante;
  • definire il piano di attuazione degli interventi proposti, individuando priorità, tempi e risorse coinvolte;
  • razionalizzare ed ottimizzare le azioni di mitigazione in un'ottica costi/ benefici;
  • verificare nel continuo lo stato di avanzamento e l'efficacia degli interventi attivati.

In relazione alle società del Gruppo Banca Ifis, si specifica che la gestione del rischio operativo risulta, allo stato attuale, assicurata dallo stretto coinvolgimento della Capogruppo che assume decisioni in ordine alle strategie per quanto riguarda la gestione dei rischi. Il framework complessivo di gestione del rischio operativo è stato pertanto esteso, sulla base del principio di proporzionalità, mediante l'adozione del medesimo approccio metodologico e degli strumenti informatici sviluppati presso la Capogruppo.

Nel perimetro dei rischi operativi rientrano diverse fattispecie di rischi. Al riguardo rilevano:

• il rischio di frode, inteso come il rischio del Business di incorrere nello svolgimento della propria attività di intermediario finanziario in atti illeciti rappresentati - a mero titolo di esempio - da alterazioni, contraffazioni, falsificazioni documentali, appropriazioni indebite e/o mancata consegna beni, furti di identità, truffe carosello e/o generate da collusione tra soggetti coinvolti nei contratti conclusi per i prodotti finanziati. La rilevazione, lo studio e l'analisi dei casi di frode subita, la valutazione dei processi, l'individuazione delle debolezze e l'identificazione dei presidi volti alla mitigazione del rischio frode, sono attività ordinarie e giornaliere che consentono alla funzione

Antifrode di affinare i presidi esistenti finalizzati all'identificazione delle cosiddette "red flags antifrode" (indicatori di rischio frode) e di crearne nuovi all'occorrenza; tale attività è supportata dall'utilizzo di banche dati (Cerved, Crif, Assilea) e di strumenti informatici dedicati (Scipafi, sistemi di detection fraud relativi agli strumenti di pagamento) e dalle persone dei team delle funzioni coinvolte (es. Pagamenti e Monetica e Prodotti di conto per ecc.) a cui vengono date indicazioni su eventuali casistiche rilevate. L'attività di mitigazione del rischio si completa attraverso l'erogazione di specifici training antifrode erogati alle strutture operative e non del gruppo che possono essere coinvolte – nel quotidiano - nel processo di prevenzione frodi; particolare attenzione viene posta al supporto qualora venissero riscontrate anomalie che necessitino di approfondimenti e successive azioni preventive, quali l'inserimento in black list antifrode dei nominativi classificati come potenzialmente fraudolenti o il blocco delle operazioni in valutazione.

  • il rischio informatico è il rischio di perdita dovuta alla violazione della riservatezza, la carente integrità dei sistemi e dei dati, l'inadeguatezza o l'indisponibilità dei sistemi e dei dati o l'incapacità di sostituire la tecnologia dell'informazione (IT) entro ragionevoli limiti di tempo e costi nel caso di modifica dei requisiti del contesto esterno o dall'attività. Questo comprende i rischi di sicurezza derivanti da processi interni inadeguati o errati o da eventi esterni, compresi gli attacchi informatici o una sicurezza fisica inadeguata.
  • il rischio di non conformità, ovvero il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione. Al riguardo, il Gruppo si è dotato di una metodologia qualitativa per la valutazione dello stesso, la quale prevede in particolare: i) lo svolgimento di verifiche di conformità, secondo un approccio risk based, che permette di valutare la completezza e l'adeguatezza dei processi nonché la funzionalità e l'affidabilità dei presidi posti in essere al fine di garantire una corretta gestione del rischio di non conformità; ii) lo svolgimento di controlli continuativi per mezzo dei quali viene testata l'effettività dei presidi in essere; iii) la mappa dei controlli continuativi viene aggiornata al fine di includere ulteriori controlli atti ad esaminare i presidi individuati e /o richiesti nell'ambito delle proprie verifiche. La funzione Compliance presiede, secondo un approccio risk based, alla gestione del rischio di non conformità con riguardo a tutta l'attività del Gruppo.
  • il rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, ovvero il rischio attuale o prospettico di perdite derivanti dalle ripercussioni, anche reputazionali, di attività di riciclaggio e finanziamento al terrorismo. Al riguardo il Gruppo effettua un esercizio di autovalutazione (risk self assessment) in linea con le previsioni di cui all'art. 15 del D.Lgs. 231/2007 e con le "Disposizioni in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l'utilizzo degli intermediari a fini di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo" emanate da Banca d'Italia il 27 marzo 2019. Tale esercizio di autovalutazione è basato su una metodologia quali-quantitativa atta a identificare il livello potenziale di esposizione al rischio nonché a misurare la vulnerabilità dei sistemi di presidio in essere. I driver utilizzati per la valutazione dell'incidenza del rischio di riciclaggio di denaro e finanziamento al terrorismo attengono alle seguenti categorie: clientela, prodotti e servizi, transazioni e canali distributivi. Per ciascun driver sono

identificati specifici risk factors, singolarmente misurati in termini di frequenza ed impatto per ogni unità operativa del Gruppo. La funzione preposta alla gestione per il Gruppo del rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo è la funzione Antiriciclaggio.

• il rischio di errata informativa finanziaria, inteso come azione volontaria o involontaria potenzialmente generatrice di errori nel bilancio del Gruppo. Il processo di valutazione, sviluppato internamente, si ispira ai principi e alle linee guida definiti dall'Internal Control – Integrated Framework emanate dal Committee of Sponsoring Organizations of the Treadway Commission (noto come CoSO) e dal Control Objectives for Information and related Technology (noto come CobiT), considerati modelli di riferimento accettati a livello internazionale. L'analisi è volta ad identificare e mitigare i principali rischi cui la società è esposta nell'esecuzione delle transazioni rilevanti che generano le informazioni contenute nel bilancio e in generale in ogni altra informativa di natura finanziaria. La funzione preposta all'allestimento e al monitoraggio di adeguati presidi è la funzione Monitoraggio e Controllo dell'Informativa Finanziaria.

I rischi di non conformità, di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, di errata informativa finanziaria, nonostante rientrino nella definizione di rischio operativo e vengano pertanto considerati nei normali processi di valutazione, data la loro rilevanza, sono valutati e rappresentati in maniera più verticale dalle rispettive unità competenti. Per quanto riguarda il rischio frode e il rischio informatico vengono valutati nell'ambito del più ampio processo di gestione dei rischi operativi e, vista la loro peculiarità e rilevanza, vi sono specifiche attività di presidio a questi dedicate (fraud prevention e detection; ICT Risk Self Assesment annuale).

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio operativo e per la misurazione del capitale interno, in considerazione delle dimensioni e della limitata complessità operativa, si è basato sul "metodo base" disciplinato dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo III e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013 ai fini del computo del requisito patrimoniale regolamentare. In particolare, calcola il requisito patrimoniale minimo obbligatorio a fronte dei rischi operativi ricorrendo al metodo dell'indicatore di base (BIA – Basic Indicator Approach). Il metodo quantifica l'assorbimento di capitale nella misura del 15% della media degli ultimi tre esercizi dei valori dell'"indicatore rilevante" di cui all'art. 316 Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 rappresentativo dei volumi di operatività aziendale.

Con riferimento agli impatti derivanti dall'emergenza Covid-19, le strategie di gestione dei rischi operativi e di reputazione avevano subito, durante l'anno 2020, delle modifiche sia a seguito di specifiche richieste da parte del regolatore, sia per ricalibrare il sistema dei controlli interni al fine di rendere le attività di monitoraggio più rispondenti alle mutate modalità di svolgimento di alcune attività di business a seguito delle restrizioni imposte. A seguito dell'alleggerimento delle misure restrittive e la conseguente ripresa delle attività di business su dimensioni operative ordinarie, anche le strategie di gestione dei rischi operativi e di reputazione sono state gradualmente riadattate. In particolare, le modalità di svolgimento delle attività di Risk Management inerenti il monitoraggio ed il reporting nei diversi ambiti (ad esempio Contestazioni, Affidamenti Npl, ecc.), nonché gli indicatori di rischio (Key Risk Indicators) che avevano subito delle rimodulazioni nell'ottica di rendere i

controlli maggiormente aderenti alle diverse condizioni operative ed esigenze di business sono stati ripristinati su livelli regolari e non hanno subito ulteriori variazioni significative da ciò determinate nel corso del 2021.

Informazione qualitativa

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio operativo e per la misurazione del capitale interno, in considerazione delle dimensioni e della limitata complessità operativa, si è basato sul "metodo base" disciplinato dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre, Titolo III e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013 ai fini del computo del requisito patrimoniale regolamentare.

In particolare, calcola il requisito patrimoniale minimo obbligatorio a fronte dei rischi operativi ricorrendo al metodo dell'indicatore di base (BIA – Basic Indicator Approach). Il metodo quantifica l'assorbimento di capitale nella misura del 15% della media degli ultimi tre esercizi dei valori dell'"indicatore rilevante" di cui all'art. 316 Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 rappresentativo dei volumi di operatività aziendale.

Ai fini regolamentari, la misurazione del rischio operativo viene effettuata tramite procedure informatiche dedicate alla produzione periodica delle segnalazioni statistiche e di vigilanza prudenziale consolidata.

Il Gruppo Banca Ifis ha da tempo definito – coerentemente alle apposite prescrizioni normative ed alle best practice di settore – il quadro complessivo per la gestione del rischio operativo, rappresentato da un insieme di regole, procedure, risorse (umane, tecnologiche e organizzative) ed attività di controllo volte a identificare, valutare, monitorare, prevenire o attenuare nonché comunicare ai livelli gerarchici appropriati tutti i rischi operativi assunti o assumibili nelle diverse unità organizzative. I processi chiave per una corretta gestione del rischio operativo sono rappresentati dalla raccolta dei dati di perdita operativa (Loss Data Collection - LDC) e dall'autovalutazione prospettica dell'esposizione al rischio operativo (Risk Self Assessment - RSA) e dall'autovalutazione del grado di esposizione al rischio di modello, ovvero il rischio di incorrere in perdite finanziarie o errate decisioni strategiche derivante da un uso improprio o errato dei risultati e dei report prodotti dai modelli utilizzati (Model Risk Self Assessment).

Con riguardo al processo di Loss Data Collection in uso, le perdite operative sono classificate in ragione delle categorie di rischio definite dalla disciplina di Vigilanza ed elencate di seguito:

  • (a) frodi interne: perdite dovute ad attività non autorizzata, frode, appropriazione indebita o violazione di leggi, regolamenti o direttive aziendali che coinvolgano almeno una risorsa interna dell'intermediario;
  • (b) frodi esterne: perdite dovute a frode, appropriazione indebita, o violazione di leggi da parte di soggetti esterni all'intermediario;
  • (c) rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite derivanti da atti non conformi alle leggi od agli accordi in materia di impiego, salute e sicurezza sul lavoro, dal pagamento di risarcimenti a titolo di lesioni personali o da episodi di discriminazione o di mancata applicazione di condizioni paritarie;

  • (d) clienti, prodotti e prassi operative: perdite derivanti da inadempienze relative ad obblighi professionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizio prestato;
  • (e) danni a beni materiali: perdite derivanti da eventi esterni, quali catastrofi naturali, atti vandalici, terrorismo, etc.;
  • (f) interruzioni dell'operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute ad interruzioni dell'operatività, a disfunzioni o a indisponibilità dei sistemi;
  • (g) esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a carenze nel perfezionamento delle operazioni o nella gestione dei processi, nonché perdite dovute alle relazioni con controparti commerciali, venditori, fornitori.

I risultati del processo di raccolta delle perdite operative nel 2021 riferibili al Gruppo Bancario sono rappresentati nel grafico sottostante dove si riporta la distribuzione percentuale della numerosità degli eventi registrati suddivisi nelle classi di rischio sopra elencate. Nel successivo grafico, per completezza, si riporta la distribuzione percentuale della perdita effettiva degli eventi di rischio operativo registrati suddivisi nelle 7 classi di rischio regolamentari.

Per completezza, si segnala che il processo di Risk Self Assessment svolto nel 2021 ha evidenziato i potenziali rischi a cui il Gruppo Bancario è esposto in chiave prospettica sulla base delle autovalutazioni effettuate dai principali process owner aziendali. Opportuna informativa sulle aree di miglioramento individuate e sulle azioni concordate per la mitigazione dei potenziali rischi viene fornita ai competenti Organi Sociali.

Informazione quantitativa

L'adozione del "metodo base" ha determinato a livello consolidato un requisito patrimoniale al 31 dicembre 2021 pari a circa 70,2 milioni di euro, dalla Banca ritenuto in grado di fronteggiare gli impatti finanziari inattesi di potenziali eventi rischiosi che dovessero accadere nel corso del 2022.

Modello EU OR1: requisiti di fondi propri per il rischio operativo e importi delle esposizioni ponderati per il rischio

Indicatore rilevante Requisiti di fondi Importo
dell'esposizione
al rischio
Attività bancarie Anno
3
Anno
2
Ultimo
anno
propri
1 Attività bancarie soggette al metodo base (BIA) 473 456 476 70 878
2 Attività bancarie soggette al metodo standardizzato (TSA) / al metodo
standardizzato alternativo (ASA)
3 Soggette al metodo TSA
4 Soggette al metodo ASA
5 Attività bancarie soggette a metodi avanzati di misurazione (AMA)

13. Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario

Rischio di una perdita di valore della partecipazione (in imprese finanziarie e non) detenuta dal Gruppo derivante dalla possibilità di incorrere in perdite in conto capitale, di conseguire un rendimento inferiore a quanto previsto e/o di dover sostenere immobilizzi per periodi superiori alle attese iniziali. Tale rischio include eventuali conflitti di interesse e di inadeguata separatezza organizzativa o societaria fra l'attività di investimento in partecipazioni e la rimanente attività bancaria.

Il rischio da partecipazioni è generato da operazioni di differente natura fra le quali rilevano:

  • attività di equity investment di società industriali, commerciali o servizi in fase di sviluppo o maturità;
  • ulteriori posizioni di equity investment derivanti da operazioni di ristrutturazione di clienti in temporanea difficoltà nell'ambito delle quali è stata richiesta la conversione del debito in capitale o strumenti partecipativi assimilabili;
  • nuove opportunità di investimento attese in conformità agli indirizzi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo;
  • le controllate Ifis Rental Services S.r.l. e Ifis Real Estate S.p.A escluse dal perimetro di gruppo bancario e dal perimetro di consolidamento prudenziale, in quanto società non finanziaria esercitante attività connessa.

L'attività di presidio del rischio da partecipazioni è esercitata dall'Area Corporate Finance, unità dedicata, fra gli altri, all'offerta di operazioni di investimento in imprese finanziarie in bonis o in quote di organismi interposti. In tale ambito analizza le prospettive di rendimento insite nell'investimento e verifica l'adeguatezza rispetto al complessivo profilo di rischio, valuta la convenienza per il Gruppo ad effettuare l'investimento e infine gestisce nel continuo le operazioni presenti nel portafoglio investimenti del Gruppo.

La funzione di Risk Management sovrintende l'attività di monitoraggio ovvero di controllo del rispetto dei limiti regolamentari in termini di detenzione sugli investimenti in partecipazioni, mentre la rilevanza potenziale del rischio da partecipazioni a livello di Gruppo è valutata "bassa".

Alla data del 31 dicembre 20201 il Gruppo detiene nel proprio portafoglio attività di equity investment riconducibili a interessenze azionarie di minoranza classificate o tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" o tra le "Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value con impatto a conto economico". In particolare, il Gruppo classifica tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" gli strumenti di capitale non detenuti per finalità di negoziazione, per i quali al momento della rilevazione iniziale è esercitata l'opzione per la designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva (cosiddetta "OCI Option"). Al contrario, gli strumenti di capitale per i quali il Gruppo non applica tale opzione, sono classificati tra le "Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value con impatto a conto economico".

Criteri di iscrizione

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento. Tali attività sono inizialmente iscritte al fair value comprensivo degli eventuali costi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value con impatto a conto economico

L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento. All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono rilevate ad un valore pari al corrispettivo pagato, inteso come il fair value dello strumento, senza considerare i costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso, che vengono imputati a conto economico.

Criteri di valutazione

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

Gli strumenti di capitale per i quali è stata effettuata la scelta per la classificazione nella presente categoria sono valutati al fair value e gli importi rilevati in contropartita del patrimonio netto (Prospetto della redditività complessiva) non devono essere successivamente trasferiti a conto economico, neanche in caso di cessione. La sola componente riferibile ai titoli di capitale in questione che è oggetto di rilevazione a conto economico è rappresentata dai relativi dividendi.

La determinazione del fair value degli strumenti finanziari classificati nel presente portafoglio è basata su prezzi rilevati in mercati attivi, su prezzi forniti da operatori di mercato o su modelli interni di valutazione, generalmente utilizzati dalla pratica finanziaria, che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono basati su dati rilevabili sul mercato.

Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value con impatto a conto economico

Anche successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie sono valorizzate al fair value e gli effetti dell'applicazione di questo criterio sono imputati nel conto economico. Il fair value viene determinato sulla base dei criteri già illustrati per le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Valore di bilancio
Fair Value
Market
Value
Utili/perdite
realizzati nel
periodo
Plus/Minus
sospese a
patrimonio netto
Plus/Minus sospese a
patrimonio netto
computate a F.di Propri
Livello
1
Livello
2
Livello
3
Livello
1
Livello
2
Livello
3
Livello 1
Titoli di capitale
Attività finanziarie
obbligatoriamente valutate al
fair value
- - 26 - - 26,5 - 4,5
Attività finanziarie valutate al fair
value con impatto sulla
redditività complessiva
60,1 - 39 60,1 - 38,7 - 1,6 (12,50) (12,50)
Totale 60,1 - 65 60,1 - 65,2 - 6,1 (12,50) (12,50)

Portafoglio bancario: esposizioni per cassa in titoli di capitale e OICR

14. Rischio di tasso di interesse

Obiettivi e politiche di gestione del rischio di tasso di interesse

L'assunzione del rischio di tasso di interesse costituisce una componente ordinaria dell'attività bancaria e può essere un'importante fonte di reddito e di valore patrimoniale. Tuttavia, movimenti avversi nei tassi di mercato possono avere effetti negativi sia sul livello degli utili che sul valore del capitale della Banca e delle sue controllate: cambiamenti nei tassi incidono infatti sul livello reddituale corrente attraverso variazioni nel margine di interesse e influenzano al tempo stesso anche il valore delle attività, delle passività e delle poste fuori bilancio. Pertanto, un efficace sistema di gestione del rischio che mantenga l'esposizione al rischio di tasso di interesse entro livelli ritenuti accettabili è essenziale per la sicurezza e la solidità finanziaria del Gruppo.

Il rischio di tasso d'interesse sul portafoglio bancario è un rischio trasversale che incide su tutte le società del Gruppo e la cui gestione è accentrata presso la Capogruppo. L'assunzione di rischi di tasso d'interesse significativi è in linea di principio estranea alla gestione della Banca e del Gruppo.

L'esposizione a tale rischio viene analizzata attraverso la sensitività del margine di interesse e del valore economico a variazioni dei tassi di interesse. Le analisi riguardanti la sensitività del margine di interesse vengono utilizzate a livello gestionale per verificare il posizionamento del Gruppo a breve termine, mentre l'approccio del valore economico ha per sua natura una rilevanza di medio-lungo termine.

Il monitoraggio del rischio di tasso si avvale di una serie di indicatori di rischio che sono verificati e rendicontati mensilmente nel reporting periodico di gruppo indirizzato ai vertici aziendali. Sono valutate ed attivate laddove ritenuto opportuno azioni di mitigazione di copertura del rischio tasso al superamento delle soglie prefissate.

La funzione aziendale preposta a garantire la gestione del rischio di tasso è la Direzione Centrale Capital Markets, che in linea con l'appetito al rischio stabilito, definisce le azioni necessarie al perseguimento dello stesso. Alla funzione di Risk Management spetta il compito di proporre l'appetito al rischio, individuare gli indicatori di rischio più opportuni e monitorarne l'andamento delle masse attive e passive in relazione ai limiti prefissati. L'Alta Direzione propone annualmente al Consiglio della Banca le politiche di impiego e raccolta e di gestione del rischio di tasso, nonché suggerisce in corso d'anno gli eventuali opportuni interventi per assicurare lo svolgimento dell'attività in coerenza con le politiche di rischio approvate dalla Banca.

La posizione di rischio di tasso è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca sia nell'ambito del Tableau de Bord trimestrale predisposto dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali, che in termini di reportistica mensile specifica.

Ai fini della valutazione aziendale dell'adeguatezza patrimoniale, è richiesto ai Gruppi bancari di Classe 2, e quindi al nostro gruppo Banca Ifis, di predisporre sistemi di misurazione, controllo e attenuazione adeguati a valutare il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, in termini di variazioni sia del valore economico sia del margine di interesse.

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio di tasso di interesse relativo al "portafoglio bancario" ai fini del computo del pertinente requisito patrimoniale regolamentare, si è basato sulla metodologia semplificata prescritta dalla Circolare 285/2013 – Parte Prima - Titolo III "Processo di controllo prudenziale" – Capitolo 1 – allegato C (variazioni del valore economico).

Il Gruppo si approvvigiona principalmente attraverso la raccolta retail, a tasso fisso per la parte vincolata e a tasso variabile non indicizzato, rivedibile unilateralmente da parte della Capogruppo, per i depositi liberi a vista e a chiamata. L'offerta del Gruppo prevede la possibilità di vincolare le somme con durata massima fino a cinque anni. Altre componenti di raccolta rilevanti risultano essere le operazioni di auto-cartolarizzazione, caratterizzate da un tasso indicizzato, di crediti commerciali e finanziamenti a medio-lungo termine, la raccolta da Eurosistema (TLTRO) e l'emissione di prestiti obbligazionari generalmente a tasso fisso e riservati a investitori qualificati.

L'attivo del Gruppo riguardante i crediti verso clientela risulta essere prevalentemente costituito da operazioni a tasso variabile, relative al credito commerciale, al corporate lending, al leasing ed a finanziamenti a medio-lungo termine. La componente principale di asset a tasso fisso riguarda il comparto NPL ed una parte significativa del portafoglio titoli di proprietà.

Nel corso del 2021 l'esposizione al rischio di tasso del Gruppo Banca Ifis è rimasta su livelli contenuti ed in linea con i valori di risk appetite definiti.

L'assunzione di un significativo rischio di tasso d'interesse è in linea di principio estranea alla gestione del Gruppo. In termini di composizione dello stato patrimoniale con riferimento alla fattispecie di rischio in oggetto, relativamente alla componente passiva, la fonte di provvista prevalente continua ad essere costituita dal conto di deposito online "Rendimax", i depositi della clientela a tasso fisso per la componente vincolata, e a tasso variabile non indicizzato, rivedibile unilateralmente da parte della Banca nel rispetto delle norme e dei contratti, per i depositi liberi a vista e a chiamata. Le ulteriori componenti principali di provvista riguardano raccolta obbligazionaria principalmente a tasso fisso, operazioni di auto-cartolarizzazione a tasso variabile e i prestiti con l'Eurosistema (c.d. TLTRO).

Relativamente all'attivo gli impieghi alla clientela rimangono prevalentemente a tasso variabile, sia con riguardo alla componente di credito commerciale e che di finanziamenti corporate.

Nell'ambito dell'operatività in crediti di difficile esigibilità (svolta dalle controllate Ifis NPL Investing S.p.A. e Ifis NPL Servicing S.p.A.), caratterizzata da un modello di business focalizzato sull'acquisto di crediti a valori inferiori rispetto al nominale, rileva un potenziale rischio di tasso d'interesse connesso anche all'incertezza sui tempi di incasso.

Al 31 dicembre 2021 il portafoglio titoli obbligazionari complessivo è composto principalmente da titoli governativi, per una percentuale pari a circa l'87%; la modified duration media complessiva è pari a circa 2,5 anni.

La funzione aziendale preposta a garantire la gestione del rischio di tasso è la Direzione Centrale Capital Markets, che in linea con l'appetito al rischio stabilito, definisce le azioni necessarie al perseguimento dello stesso. Alla funzione di Risk

Management spetta il compito di proporre l'appetito al rischio, individuare gli indicatori di rischio più opportuni e monitorarne l'andamento delle masse attive e passive in relazione ai limiti prefissati. L'Alta Direzione propone annualmente al Consiglio della Banca le politiche di impiego e raccolta e di gestione del rischio di tasso, nonché suggerisce in corso d'anno gli eventuali opportuni interventi per assicurare lo svolgimento dell'attività in coerenza con le politiche di rischio approvate dalla Banca.

La posizione di rischio di tasso è oggetto di periodico reporting al Consiglio di Amministrazione della Banca nell'ambito della specifica reportistica mensile predisposta dalla funzione Risk Management per i vertici aziendali.

Il rischio di tasso di interesse trova collocazione tra i rischi di secondo pilastro; le linee guida sull'assunzione e sul monitoraggio del rischio di mercato sono declinate a livello di Gruppo nella vigente "Politica di Gruppo per la gestione del Rischio di Tasso di interesse sul banking book", in cui sono state altresì indicate, ai fini di una più rigorosa e dettagliata rappresentazione delle attività di processo, le metriche di misurazione e monitoraggio del rischio in argomento. Il monitoraggio viene effettuato a livello consolidato.

In considerazione dell'entità del rischio assunto, il Gruppo Banca Ifis generalmente non utilizza strumenti di copertura specifica del rischio tasso.

Informazione quantitativa

Il Gruppo Bancario, per la misurazione del rischio di tasso di interesse relativo al "portafoglio bancario", si è basato sulla metodologia semplificata prescritta dalla Circolare 285/2013 – Parte Prima - Titolo III "Processo di controllo prudenziale" – Capitolo 1 (allegati C e C-bis).

Rischio di tasso d'interesse sul portafoglio bancario in termini di variazioni del valore economico

La metodologia semplificata, di cui all'allegato C della Circolare 285/2013, recentemente modificata dalla Banca d'Italia in recepimento degli orientamenti EBA/GL/2018/02, prevede che tutte le attività e le passività siano classificate in 19 fasce temporali in base alla loro vita residua, se poste a tasso fisso e sulla data di repricing se poste a tasso variabile. All'interno di ciascuna fascia viene calcolata l'esposizione netta, ottenuta dalla compensazione tra posizioni attive e posizioni passive. Le esposizioni nette di ogni fascia sono poi moltiplicate per i fattori di ponderazione ottenuti dal prodotto fra la variazione ipotetica dei tassi prescelta e l'approssimazione di duration modificata relativa a ciascuna fascia fornita. Le esposizioni ponderate delle diverse fasce sono sommate fra di loro. L'esposizione ponderata netta ottenuta approssima la variazione del valore attuale delle poste patrimoniali nell'eventualità dello shock di tasso ipotizzato.

La sintesi delle misurazioni sviluppate in sede di quantificazione del Capitale Interno assorbito dal rischio di tasso d'interesse, in termini di variazioni del valore economico, alla data del 31 dicembre 2021, è riportata nella tavola che segue. Il requisito patrimoniale in materia di fondi propri richiesto per il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, alla data di riferimento risulta essere pari a 14.403 mila euro.

ATTIVI PASSIVI Posizione Netta Fattore
Ponderazione
Esposizione
Ponderata
A vista o a revoca 1.603 -672 932 0,00% 0,00
Fino a 1 mese 2.845 -1.899 946 0,00% 0,00
da oltre 1 mese a 3 mesi 2.159 -643 1.516 0,01% 0,13
da oltre 3 mesi a 6 mesi 1.722 -375 1.347 0,03% 0,43
da oltre 6 mesi a 9 mesi 130 -310 -180 0,04% -0,08
da oltre 9 mesi a 1 anno 124 -705 -581 0,07% -0,41
da oltre 1 anno a 1,5 anni 212 -878 -666 0,14% -0,93
da oltre 1,5 anni a 2 anni 219 -530 -311 0,33% -1,01
da oltre 2 anni a 3 anni 520 -3.440 -2.920 0,70% -20,51
da oltre 3 anni a 4 anni 454 -707 -253 1,22% -3,08
da oltre 4 anni a 5 anni 465 -566 -101 1,72% -1,74
da oltre 5 anni a 6 anni 338 -28 310 2,33% 7,23
da oltre 6 anni a 7 anni 165 -1 164 2,94% 4,82
da oltre 7 anni a 8 anni 136 0 136 3,56% 4,84
da oltre 8 anni a 9 anni 197 0 197 4,13% 8,12
da oltre 9 anni a 10 anni 187 0 187 4,73% 8,83
da oltre 10 anni a 15 anni 82 0 82 6,70% 5,48
da oltre 15 anni a 20 anni 17 0 17 9,15% 1,53
oltre 20 anni 6 0 6 11,71% 0,76

Rischio di tasso d'interesse sul portafoglio bancario in termini di variazioni del valore economico

Rischio di tasso d'interesse sul portafoglio bancario in termini di variazioni del margine d'interesse o degli utili attesi

La metodologia semplificata, di cui all'allegato C-bis della Circolare 285/2013, introdotta recentemente dalla Banca d'Italia in recepimento degli orientamenti EBA/GL/2018/02, prevede che tutte le attività e le passività siano classificate in 9 fasce temporali in base alla loro vita residua se poste a tasso fisso e sulla data di repricing se poste a tasso variabile. All'interno di ciascuna fascia viene calcolata l'esposizione netta, ottenuta dalla compensazione tra posizioni attive e posizioni passive. Le esposizioni nette di ogni fascia sono poi moltiplicate per specifici fattori di ponderazione indicati dal Regolatore su un orizzonte temporale di riferimento pari a tre anni. L'esposizione complessiva è determinata dalla somma delle esposizioni per fascia. Il valore così ottenuto rappresenta la variazione del margine di interesse a fronte dell'ipotizzato scenario sui tassi di interesse.

La sintesi delle misurazioni sviluppate in termini di variazioni del margine di interesse alla data del 31 dicembre 2021 è riportata nella tavola che segue, in cui non viene applicato alcun floor allo shock negativo. Tale misurazione, al momento, non prefigura alcun obbligo per l'intermediario.

Banca Ifis sta implementando un nuovo sistema di monitoraggio gestionale del rischio di tasso di interesse coerentemente alle best practices del mercato.

Rischio di tasso d'interesse sul portafoglio bancario in termini di variazioni del margine di interesse

ATTIVI PASSIVI Posizione
Netta
Peso
temporale
Shock
positivo
Shock
negativo
Shock al
rialzo
Shock al
ribasso
A vista o a revoca 1.603 -672 932 3,00 2,00% -2,00% 56 -56
Fino a 1 mese 2.845 -1.899 946 2,96 2,00% -2,00% 56 -56
da oltre 1 mese a 3 mesi 2.159 -643 1.516 2,83 2,00% -2,00% 86 -86
da oltre 3 mesi a 6 mesi 1.722 -375 1.347 2,62 2,00% -2,00% 71 -71
da oltre 6 mesi a 9 mesi 130 -310 -180 2,37 2,00% -2,00% -9 9
da oltre 9 mesi a 1 anno 124 -705 -581 2,12 2,00% -2,00% -25 25
da oltre 1 anno a 1,5 anni 212 -878 -666 1,75 2,00% -2,00% -23 23
da oltre 1,5 anni a 2 anni 219 -530 -311 1,25 2,00% -2,00% -8 8
da oltre 2 anni a 3 anni 520 -3.440 -2.920 0,50 2,00% -2,00% -29 29
Variazione del Margine di Interesse 175 -175

15. Rischio di mercato

Informazione qualitativa

Rappresenta il rischio di perdita derivante dai movimenti avversi dei prezzi di mercato (corsi azionari, tassi di interesse, tassi di cambio, prezzi di merci, volatilità dei risk factor, e così via) con riferimento al portafoglio di negoziazione ai fini di Vigilanza (rischi di posizione, regolamento e concentrazione) e all'intero bilancio della Banca (rischio di cambio e di posizione su merci).

Nel corso del 2021 la strategia complessiva di investimento del portafoglio proprietario del Gruppo, disciplinata nella "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis", ha continuato ad essere caratterizzata, in coerenza con la propensione al rischio formulata dal Consiglio di Amministrazione e declinata nella "Politica di Gruppo per la gestione dei Rischi di Mercato", da una "stance" conservativa, costituita principalmente da un portafoglio a basso rischio caratterizzato da un'elevata liquidabilità e da una strategia di ritorni costanti nel medio termine.

In tale ambito la componente afferente al "portafoglio di negoziazione" da cui si origina il rischio di mercato in oggetto, è risultata marginale sia in termini assoluti di valori di rischio rilevati che rispetto ai limiti stabiliti. Il portafoglio di negoziazione risulta principalmente composto dalle componenti opzionali derivanti principalmente da operazioni di hedging ed enhancement ancillari alla strategia di investimento negli asset facenti parte del "portafoglio bancario" e dal portafoglio di "discretionary trading", caratterizzato da un'ottica speculativa di breve periodo.

Da un punto di vista gestionale interno, in ottica più ampia e in generale relativa all'operatività sui mercati finanziari, viene prudenzialmente monitorato secondo la logica dei rischi di mercato e soggetto a specifici limiti anche il portafoglio bancario, ossia le posizioni postate in HTC&S e contabilizzate come FVOCI, le cui variazioni di valore potrebbero avere impatti significativi sulle riserve e conseguentemente sui valori patrimoniali della Banca.

Oltre a quanto sopra descritto rientrano, tra le attività generatrici di rischio di mercato, le posizioni in valuta assoggettate al rischio cambio e i contratti derivati stipulati con controparti corporate inerenti un legacy portfolio attualmente in fase di runoff.

In relazione al rischio di cambio, le operazioni in divisa si sostanziano principalmente:

  • in operazioni poste in essere con la clientela di norma correlate alla tipica attività di factoring e lending, originate sia dalle Business Unit italiane che dalle controllate estere (in Polonia e Romania) per le quali il rischio di cambio viene mitigato sin dall'origine ricorrendo a provvista avente la medesima valuta originaria;
  • in operazioni rientranti nell'attività tipica della Tesoreria per la gestione del mismatching tra gli utilizzi da parte della clientela ed i relativi approvvigionamenti di valuta effettuati sul mercato.

La Banca, per la misurazione dei rischi di mercato del portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza e per la misurazione del rischio di cambio si basa sulle metodologie prescritte dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 – Parte Tre,

Titolo IV, e per la relativa applicazione in Italia dalla Circolare 285/2013 per il computo del pertinente requisito patrimoniale regolamentare.

In particolare, la metodologia standardizzata permette di calcolare il requisito patrimoniale complessivo, sulla base del cosiddetto "approccio a blocchi" (building-block approach), secondo il quale il requisito complessivo viene ottenuto come somma dei requisiti di capitale a fronte dei seguenti rischi:

  • rischio di posizione che esprime il rischio che deriva dall'oscillazione del prezzo dei valori mobiliari per fattori attinenti all'andamento dei mercati e alla situazione della società emittente; in tale ambito rileva, laddove presente, il rischio di base che esprime il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche;
  • rischio di regolamento che esprime il rischio di perdita derivante dal mancato regolamento delle transazioni in titoli di debito, titoli di capitale, contratti derivati, valute e merci;
  • rischio di concentrazione che rappresenta l'eventuale copertura patrimoniale aggiuntiva richiesta in caso di superamento temporaneo del limite individuale di fido regolamentare per effetto di posizioni di rischio relative al portafoglio di negoziazione;
  • rischio di cambio che rappresenta il rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere sulle posizioni detenute, indipendentemente dal portafoglio di allocazione (portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza e portafoglio bancario).

A livello gestionale, le linee guida sull'assunzione e sul monitoraggio del rischio di mercato sono declinate a livello di Gruppo nella "Politica di Gruppo per la gestione dei Rischi di Mercato", in cui sono state altresì indicate, ai fini di una più rigorosa e dettagliata rappresentazione delle attività di processo, le metriche di misurazione e monitoraggio del rischio in argomento.

Il livello di appetito al rischio è definito nel Risk Appetite Framework, declinato nelle principali strategie di investimento e gestione definite nella "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis".

In particolare, la misurazione e valutazione dei rischi di mercato si basa sulle diverse caratteristiche (in termini di orizzonte temporale, strumenti di investimento, etc,) delle strategie di investimento del Portafoglio di Proprietà di Banca Ifis. Coerentemente con quanto delineato nel documento "Politica di gestione del Portafoglio di Proprietà di Banca IFIS", in cui sono definite le strategie che si intendono seguire in termini di struttura dei portafogli, strumenti oggetto di operatività e attività in dettaglio.

In tale ambito, il monitoraggio della coerenza del profilo di rischio dei portafogli del Gruppo rispetto agli obiettivi di rischio/rendimento si basa su un sistema di limiti (strategici e operativi) che prevede l'utilizzo combinato di diversi indicatori. In particolare, sono definiti:

  • Limite di Massima Perdita Accettabile;
  • Limite di Massimo Impatto Finanziario Lordo negativo

  • Limite di VaR;
  • Limiti di sensitivity e di greche;
  • Eventuali limiti sulla tipologia di strumenti finanziari ammessi;
  • Eventuali limiti di composizione.

Il rispetto dei limiti assegnati a ogni portafoglio è oggetto di verifica giornaliera.

L'indicatore gestionale di sintesi utilizzato per la valutazione dell'esposizione ai rischi in oggetto è il Value at Risk (VaR), che rappresenta una misura statistica che consente di stimare la perdita che potrebbe verificarsi a seguito di movimenti avversi dei fattori di rischio.

Il VaR viene misurato utilizzando un intervallo di confidenza del 99% e un holding period pari a 1 giorno; esprime la "soglia" di perdita giornaliera che, sulla base di ipotesi probabilistiche, potrebbe essere superata solo nell'1% dei casi. La metodologia utilizzata per il calcolo del VaR è quella della simulazione storica. Con questo approccio il portafoglio viene rivalutato applicando tutte le variazioni dei fattori di rischio registrate nell'anno precedente (256 osservazioni). I valori così ottenuti sono confrontati con il valore corrente del portafoglio, determinando la relativa serie di perdite o guadagni ipotetici. Il VaR corrisponde alla media tra il secondo e terzo peggior risultato tra quelli ottenuti.

Il VaR viene inoltre ripartito, con finalità di monitoraggio, tra i fattori di rischio afferenti il portafoglio.

Ad integrazione delle indicazioni di rischio derivanti dal VaR, viene utilizzato gestionalmente, con finalità di monitoraggio, anche l'Expected Shortfall (ES), che esprime la perdita giornaliera media che eccede il dato di VaR, e lo Stressed VaR, che rappresenta un VaR calcolato in un periodo storico particolarmente turbolento che nel caso specifico corrisponde alla crisi del debito italiano del 2011-2012.

La capacità previsionale del modello di misurazione dei rischi adottato è verificata attraverso un'analisi giornaliera di backtesting che effettua un test retrospettivo, in cui viene confrontato il VaR relativo alle posizioni presenti nel portafoglio al tempo t-1 con il conto economico generato da tali posizioni al tempo t.

Il posizionamento rispetto ai rischi di mercato è oggetto di periodico reporting predisposto dal Risk Management al Consiglio di Amministrazione, sia in termini di specifica reportistica mensile, sia nell'ambito del Tableau de Bord trimestrale.

Alla luce di quanto esposto, si ritiene che la rilevanza potenziale dei rischi di mercato a livello di Gruppo sia "bassa".

Nel corso del 2021 gli effetti della pandemia Covid-19, relativamente al rischio di mercato inerente le poste facenti parte del portafoglio di negoziazione, sono stati caratterizzati da impatti immateriali, in linea con la marginalità e la dimensione di tale portafoglio rispetto al complessivo portafoglio di proprietà del Gruppo, come statuito internamente dal Risk Appetite Framework.

L'operatività in oggetto, d'altro canto, ha rilevato una picture gestionale costantemente caratterizzata da un accurato e stringente controllo del rischio declinato operativamente sia attraverso un accorto impiego di strumenti derivati in un'ottica

di copertura (economica, non contabile) ed enhancement economico del portafoglio bancario, sia in una marginale allocazione di liquidità relativa al portafoglio di negoziazione e stabilita in termini di investimento potenziale.

In coerenza con la strategia gestionale menzionata, non sono state rilevate nel corso dell'esercizio 2021 violazioni delle soglie di rischio assegnate internamente.

Informazione quantitativa

Il requisito patrimoniale in materia di fondi propri richiesto per il rischio di cambio risulta pari a 4,4 milioni di euro.

Modello EU MR1: rischio di mercato in base al metodo standardizzato

RWEA
Prodotti outright
1 Rischio di tasso di interesse (generico e specifico) 4
2 Rischio azionario (generico e specifico) 23
3 Rischio di cambio 55
4 Rischio di posizioni in merci
Opzioni
5 Metodo semplificato
6 Metodo delta plus
7 Metodo di scenario
8 Cartolarizzazione (rischio specifico)
9 Totale 82

16. Rischio di concentrazione e grandi esposizioni

Obiettivi e politiche di gestione del rischio di concentrazione

Il Gruppo Banca Ifis pone particolare attenzione alla concentrazione del rischio di credito con riferimento a tutte le società del Gruppo sia a livello individuale che consolidato. Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis ha dato mandato all'Alta Direzione di agire in funzione di un contenimento dei grandi rischi. In linea con le indicazioni del Consiglio sono sottoposti a monitoraggio in via sistematica anche le posizioni a rischio che impegnano il Gruppo in misura rilevante.

In linea con le prescrizioni di vigilanza nel processo del credito, ai fini della gestione e del controllo del rischio di concentrazione, si possono distinguere due differenti fasi: la prima rappresentata dall'affidamento, in particolare in sede di assunzione delle "Grandi Esposizioni" e la seconda, è identificabile nel monitoraggio continuativo della qualità delle esposizioni in essere, soprattutto di maggiore ammontare.

Il Gruppo Banca Ifis, con modalità correlate alla natura dei prodotti/clientela intermediati, si è dotato di procedure interne coerenti con l'assunzione e il monitoraggio delle "Grandi Esposizioni", da applicare in via cautelativa anche ai finanziamenti che pur non risultando "Grandi Esposizioni" abbiano dimensioni tali da poter avere effetti di rilievo sulla solidità patrimoniale della società finanziatrice in caso di crisi del soggetto/gruppo affidato. In particolare, le società del Gruppo Bancario, avvalendosi anzitutto delle evidenze fornite dall'anagrafe della Banca che identifica per tutta la clientela del Gruppo Bancario i rapporti in essere e gli eventuali legami giuridici ed economici, acquisiscono nel corso dell'istruttoria per la concessione di un nuovo finanziamento o del monitoraggio della posizione, tutti i dati e le informazioni ritenute necessarie per valutare la singola operazione nel coacervo complessivo dell'esposizione con il gruppo di appartenenza della controparte, la cui composizione viene mantenuta nel tempo aggiornata.

La funzione Risk Management monitora periodicamente la composizione della clientela ed il relativo grado di concentrazione, con particolare focus verso i prenditori di grande rilievo, al fine di mantenere, per quanto possibile un soddisfacente frazionamento del rischio creditizio e di limitare le potenziali perdite in caso di insolvenza di controparti con esposizioni debitorie rilevanti. Con riguardo ai portafogli con caratteristiche retail l'attività di monitoraggio in materia di concentrazione si declina con logiche di portafoglio e attraverso fattispecie differenziate in relazione alla tipologia di prodotto e di gestione.

Ai fini della segnalazione delle Grandi esposizioni prevista dalla CRR2, il limite previsto è pari al 10% del Tier 1 capital (relativo al valore nominale delle esposizioni), mentre il limite di concentrazione è pari al 25% dello stesso Tier 1 capital (in questo caso relativo al valore ponderato successivamente all'applicazione delle traslazioni e della CRM ai fini del rischio di credito in base alla metodologia applicata dal Gruppo (Metodo integrale in caso di garanzie reali finanziarie).

La Banca assicura il costante rispetto dei limiti regolamentari alla concentrazione dei rischi sia su base individuale che consolidata, nonché il rispetto dei limiti regolamentari più stringenti riferiti a soggetti collegati. I risultati delle verifiche sono riportati all'Alta Direzione all'interno del Tableau de Bord a cadenza trimestrale.

Al fine di compiere una completa misurazione dei rischi a cui il Gruppo è esposto, nell'ambito del secondo pilastro Banca Ifis calcola l'Add-On di capitale a fronte del rischio di concentrazione single-name e geo-settoriale.

Informativa quantitativa

Una rappresentazione quantitativa delle "Grandi Esposizioni" in essere alla data del 31 dicembre 2021 è riportata nella sezione E della nota integrativa del Bilancio consolidato del Gruppo Bancario Banca Ifis. L'ammontare complessivo delle Grandi Esposizioni al valore ponderato al 31 dicembre 2021 è costituito per 255 milioni di euro da attività fiscali, per 180 milioni di euro da esposizioni nei confronti di controparti non rientranti nel perimetro di consolidamento prudenziale.

17. Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione

La Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti (nel seguito anche Relazione) è stata predisposta per il Gruppo Banca IFIS ai sensi:

  • dell'articolo 123 ter del TUF, rubricato "Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti";
  • dell'articolo 114 bis del TUF, rubricato "Informazione al mercato in materia di attribuzione di strumenti finanziari a esponenti aziendali, dipendenti o collaboratori";
  • del Regolamento Consob n. 11971/1999 come aggiornato con le modifiche apportate dalla delibera n. 21623 del 10 dicembre 2020 (nel seguito anche Regolamento Emittenti), con particolare riferimento agli articoli 84 quater, rubricato "Relazione sulla remunerazione", e 84 bis, rubricato "Informazioni sull'attribuzione di strumenti finanziari a esponenti aziendali, dipendenti o collaboratori", oltre che all'Allegato 3A, Schema n. 7 bis "Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti"", del Regolamento Emittenti e Schema n. 7 "Documento informativo che forma oggetto di relazione illustrativa dell'organo amministrativo per l'assemblea convocata per deliberare i piani di compensi basati su strumenti finanziari";
  • delle Disposizioni in materia di "Politiche e prassi di remunerazione e incentivazione" attualmente vigenti, emanate dalla Banca d'Italia e contenute nella Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 (di seguito, le "Disposizioni di Vigilanza");
  • della Banca d'Italia Correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti, pubblicate dalla Banca d'Italia con Provvedimento del 19 marzo 2019 in attuazione agli Orientamenti dell'Autorità Bancaria Europea in materia di politiche e prassi di remunerazione per il personale preposto all'offerta dei prodotti bancari e per i terzi addetti alla rete di vendita;
  • della normativa europea in materia e, in particolare del Regolamento delegato (UE) del 4 marzo 2014, n. 604,3 che individua norme tecniche di regolamentazione relative ai criteri qualitativi e quantitativi adeguati a identificare le categorie di personale le cui attività professionali hanno un impatto sostanziale sul profilo di

3 Con il 37° aggiornamento del 24 novembre 2021 della Circolare n. 285/2013, la Banca d'Italia ha pubblicato le nuove disposizioni di vigilanza in materia di "Politiche e prassi di remunerazione e incentivazione" finalizzate a recepire le novità introdotte dalla CRDV (direttiva 2019/878/UE) in materia e a conformarsi agli Orientamenti per sane politiche di remunerazione dell'Autorità Bancaria Europea di attuazione della predetta direttiva. La citata direttiva introduce alcuni importanti cambiamenti, tra i quali i criteri per l'identificazione del personale che assume rischi rilevanti per la banca o per il gruppo di appartenenza, il c.d. personale più rilevante o risk-takers. Diversamente dalla previgente normativa, che non includeva nella direttiva la lista dei risk-takers e rimetteva a specifici Requisiti Standard Regolamentati (RTS) dell'EBA la definizione di criteri per la loro identificazione, la CRDV individua la lista – non esaustiva – di componenti del personale che devono considerarsi risk-takers e attribuisce all'EBA il potere di chiarire alcune definizioni per la corretta individuazione di questi soggetti, nonché di definire criteri per l'identificazione di ulteriori soggetti la cui attività ha un impatto rilevante sul profilo di rischio dell'ente

rischio dell'ente (c.d. Personale più rilevante o Soggetti Risk Taker) e del Regolamento (UE) del 26 giugno 2013, n. 575, con riferimento alle disposizioni riguardanti la politica di remunerazione.

Sono inoltre state considerate le disposizioni contenute nel "Codice di Corporate Governance", nonché il format di Borsa Italiana S.p.A. per la Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari ai sensi dell'art. 123 bis del TUF.

La Relazione è consultabile sul sito internet della banca all'indirizzo: www.bancaifis.it.

a) Informazioni relative agli organi preposti alla vigilanza sulle remunerazioni

Il Consiglio di Amministrazione è stato nominato dall'Assemblea dei soci del 19 aprile 2019 e rimane in carica fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2021 (aprile 2022). Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis (Capogruppo) è composto da 12 membri (di cui 5 consiglieri donne su 12): Sebastien Egon Furstenberg (Presidente), Ernesto Furstenberg Fassio (Vice Presidente), Frederik Geertman (Amministratore Delegato), Riccardo Preve, Simona Arduini, Antonella Malinconico, Beatrice Colleoni, Monica Billio, Daniele Umberto Santosuosso, Roberto Diacetti, Luca Lo Giudice, Monica Regazzi.

Il Comitato Remunerazioni è composto da tre membri scelti tra i componenti non esecutivi del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, la maggioranza dei quali indipendenti.

Così come deliberato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 19 aprile 2019, i componenti del Comitato – che restano in carica fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2021 - sono:

  • Antonella Malinconico (Amministratore non esecutivo e Indipendente);
  • Beatrice Colleoni (Amministratore non esecutivo e Indipendente);
  • Luca Lo Giudice (Amministratore non esecutivo e non Indipendente).

Il Comitato Remunerazioni è presieduto dalla consigliera Antonella Malinconico.

Il Comitato può avvalersi e/o richiedere la presenza:

  • di consulenti esterni esperti in materia di politiche retributive, che possono essere individuati anche tra i Consiglieri di Amministrazione della Capogruppo, a condizione che tali esperti non forniscano nel contempo alle Risorse Umane, agli Amministratori esecutivi o ai dirigenti con responsabilità strategiche della Capogruppo e/o delle altre società del Gruppo servizi di significatività tale da compromettere in concreto l'indipendenza di giudizio dei consulenti stessi;
  • di qualsiasi esponente o addetto aziendale della Capogruppo o di altra società del Gruppo.

Le politiche di remunerazione e incentivazione di cui alla Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrispostiti si applicano a tutte le Società del Gruppo con sede in Italia e alle Società con sede all'estero (laddove compatibile

con la normativa locale). Le stesse politiche contengono un focus sulle disposizioni di maggior dettaglio previste per i soli membri del personale che hanno un impatto sostanziale sul profilo di rischio del Gruppo (c.d. personale più rilevante, PPR).

In quanto Capogruppo, ai sensi delle Disposizioni di Vigilanza, la Banca è infatti tenuta a identificare il personale più rilevante per il Gruppo avendo riguardo a tutte le società del Gruppo, siano esse assoggettate o meno a tale obbligo su base individuale.

Il perimetro di analisi considera quindi il personale del Gruppo nel suo complesso. L'individuazione di tale perimetro è stata effettuata sulla base degli esiti della valutazione condotta dalla Capogruppo, includendo nell'analisi tutte le società del gruppo e tenendo in considerazione le specificità dell'attuale modello organizzativo del Gruppo, secondo il quale la Capogruppo svolge funzioni di direzione strategica, coordinamento e controllo.

b) Informazioni relative alle caratteristiche e alla struttura del sistema di remunerazione del personale più rilevante.

I principali organi e soggetti della Capogruppo coinvolti nella predisposizione, approvazione ed eventuale revisione della politica di remunerazione e incentivazione sono: l'Assemblea, il Consiglio di Amministrazione, il Comitato Remunerazioni, l'Amministratore Delegato, il Direttore Generale, le Risorse Umane, le Funzioni di Controllo e la Direzione Governo Piano Industriale, Pianificazione e Controllo di Gestione.

La Capogruppo, nell'esercizio dei suoi poteri di direzione e coordinamento, definisce la presente politica di remunerazione e incentivazione del Gruppo coerentemente alle caratteristiche del Gruppo e di ciascuna Società controllata e in conformità alle disposizioni vigenti. La politica retributiva ha durata annuale.

La politica di remunerazione e incentivazione è definita dalla Capogruppo con la finalità di attrarre, motivare e trattenere persone in possesso delle qualità professionali richieste per perseguire proficuamente, in accordo con i valori aziendali e secondo una politica di prudente gestione del rischio (in coerenza con quanto definito nell'ambito delle disposizioni sul processo di controllo prudenziale), gli obiettivi, di breve e/o di medio-lungo termine, correlati agli obiettivi strategici del Gruppo, contribuendo, così, al conseguimento di risultati volti a rafforzare la solidità operativa, economica e finanziaria della Società in un'ottica di lungo termine e alla salvaguardia della sostenibilità del Gruppo Banca Ifis.

Il sistema di remunerazione ed incentivazione del Gruppo Banca Ifis vuole, in particolare:

  • promuovere una gestione sana ed efficace del rischio, non incoraggiando un'assunzione di rischi superiori al livello di rischio tollerato;
  • favorire la competitività e il buon governo del Gruppo;
  • attrarre e mantenere nell'azienda soggetti aventi professionalità e capacità adeguate alle esigenze del Gruppo, in particolare nel caso in cui rivestano ruoli rilevanti all'interno dell'organizzazione aziendale;
  • favorire il rispetto del complesso delle disposizioni di legge e regolamentari, oltre che la trasparenza e la correttezza nelle relazioni con la clientela, disincentivando qualsiasi violazione e/o pratica commerciale scorretta;
  • rendere coerenti gli obiettivi aziendali con obiettivi di crescita sostenibile del Gruppo;

  • ricercare il migliore allineamento tra gli interessi dei diversi stakeholder;
  • focalizzare l'attenzione sulle politiche di contenimento del rischio;
  • evitare di alterare o inficiare gli effetti di allineamento al rischio insiti nei meccanismi retributivi;
  • evitare di creare situazioni di conflitto d'interessi.

La struttura della componente variabile della remunerazione deve essere compatibile con le analisi di rischio intraprese dal gruppo bancario e, per essere sostenibile, deve essere compatibile con i livelli di capitale e liquidità nel medio e lungo periodo.

La componente variabile è soggetta ai meccanismi malus i quali vanno a ridurre, sino ad azzerare, prima dell'erogazione l'importo precedentemente determinato.

I meccanismi di correzione ex post non possono condurre a un incremento della remunerazione variabile inizialmente riconosciuta né della remunerazione variabile precedentemente ridotta o azzerata a seguito dell'applicazione di malus.

I criteri innanzi citati sono verificati in ognuno dei tre esercizi chiusi successivamente alla determinazione della componente variabile (accrual period) e applicati al verificarsi delle condizioni sopra esposte tenendo in considerazione il risultato peggiore registrato nel periodo di riferimento. E così, a mero titolo esemplificativo, la condizione di malus quanto al bonus variabile del 2021 verrà verificata in ciascuno dei tre esercizi chiusi successivamente alla determinazione della componente variabile (e, dunque, il 2022, il 2023 e il 2024) e verrà applicato al verificarsi di tali condizioni in almeno uno dei tre anni di osservazione.

La Banca inoltre si riserva di promuovere le azioni opportune per la restituzione (c.d. meccanismo di clawback) della componente variabile riconosciuta e/o pagata al personale qualora il soggetto abbia determinato o concorso a determinare determinate condizioni.

I meccanismi di correzione ex post non possono condurre a un incremento della remunerazione variabile inizialmente riconosciuta né della remunerazione variabile precedentemente ridotta o azzerata a seguito dell'applicazione di claw back. Anche tali criteri sono verificati in ognuno dei tre esercizi4, chiusi successivamente alla determinazione della componente variabile (accrual period) e applicati al verificarsi delle condizioni sopra esposte, ad eccezione del personale più rilevante per il quale tale verifica deve essere effettuata in ognuno dei successivi cinque esercizi chiusi.

Nel corso dell'esercizio 2021, l'Assemblea dei Soci si è riunita tre volte e precisamente:

  • in data 22 aprile 2021 per l'approvazione delle politiche di remunerazione e incentivazione di Gruppo relative all'esercizio 2021;
  • in data 28 luglio 2021 (i) per apportare alcune modifiche allo Statuto Sociale, tra le quali quella che ha determinato la facoltà dell'Assemblea ordinaria, in sede di approvazione delle politiche di remunerazione, di deliberare un

4 Condizione sufficiente all'applicazione dei meccanismi correttivi è il verificarsi di una delle condizioni citate, in almeno uno dei tre anni di osservazione (accrual period).

rapporto tra la componente variabile e quella fissa della remunerazione individuale del personale in misura superiore al 100% (rapporto 1:1), ma comunque non eccedente il limite previsto, ai sensi delle applicabili disposizioni legislative e regolamentari pro tempore vigenti e attualmente pari al 200% (rapporto di 2:1) nonché (ii) per aggiornare la Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti con l'approvazione di un Addendum finalizzato ad adeguare le politiche in materia di remunerazione del Gruppo Banca Ifis per incentivare la retention dell'Amministratore Delegato e di altri eventuali Top Manager della Banca attraverso la previsione di un piano di long term incentive per il triennio 2021-2023, interamente basato su strumenti finanziari (iii) per l'approvazione del Piano di compensi basato su strumenti finanziari per alcune figure aziendali di cui al relativo documento informativo redatto ai sensi dell'art. 114-bis del D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 e s.m.i. e delle relative norme di attuazione (iii) per l'autorizzazione all'acquisto e alla disposizione di azioni proprie ai sensi degli artt. 2357 e 2357-ter del Codice Civile, dell'art. 132 del D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 e s.m.i. e dell'art. 144-bis del Regolamento Consob adottato con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999 e s.m.i.

• in data 21 dicembre 2021, per la l'autorizzazione all'innalzamento del rapporto massimo tra componente variabile e fissa del solo Amministratore Delegato, con decorrenza 2022, da 1:1 a 1,5:1.

Il pacchetto retributivo del personale più rilevante appartenente alle funzioni di controllo (Risk Management, Compliance, Internal Audit, Antiriciclaggio e Dirigente Preposto) e della funzione Risorse Umane è strutturato con una prevalente componente fissa e una contenuta parte variabile attribuita annualmente in base a criteri qualitativi e di efficienza, in ottemperanza alle Disposizioni di Vigilanza.

In sede di assunzione, fermo restando il ruolo consultivo e di proposta del Comitato Remunerazioni, la determinazione dei compensi è di competenza:

  • del Consiglio di Amministrazione, per il personale più rilevante delle funzioni di controllo in staff allo stesso o all'Amministratore Delegato; per esigenze di fluidità operativa il Consiglio di Amministrazione, in fase di analisi delle possibili candidature, sentito il Comitato Remunerazioni, può delegare l'Amministratore Delegato a definire la contrattazione indicandone i parametri di riferimento. Ad avvenuta formalizzazione l'Amministratore Delegato informa il Comitato Remunerazioni e il Consiglio;
  • dell'Amministratore Delegato per il personale più rilevante della funzione Risorse Umane. Ad avvenuta definizione l'Amministratore Delegato informa il Comitato Remunerazioni e il Consiglio.

Con cadenza almeno annuale, poi, il Comitato Remunerazioni analizza le singole posizioni e, sentito l'Amministratore Delegato e il Direttore Generale, in riferimento ai Responsabili delle funzioni di controllo e della funzione Risorse Umane, esprime il proprio parere e formula eventuali proposte al Consiglio di Amministrazione.

Il limite tra la componente variabile e quella fissa non può superare il rapporto di 1 a 3.

Per la determinazione dei compensi del personale più rilevante appartenente alle funzioni di controllo e alla funzione Risorse Umane sono in ogni caso esclusi meccanismi di incentivazione collegati ai risultati economici sia di Banca Ifis che del Gruppo nel suo complesso.

La remunerazione variabile garantita non è ammessa perché non risponde agli obiettivi della normativa di riferimento. La stessa normativa tuttavia prevede che solo in casi eccezionali essa sia consentita per l'assunzione di nuovo personale e limitatamente al primo anno d'impiego. Non può essere riconosciuta più di una volta alla stessa persona, né dalla banca né da altre società del gruppo bancario. Essa non è soggetta alle norme sulla struttura della remunerazione variabile; concorre alla determinazione del limite al rapporto variabile/fisso della remunerazione del primo anno salvo che sia corrisposta in un'unica soluzione al momento dell'assunzione.

Quanto al riconoscimento dei trattamenti di fine rapporto si applicano le disposizioni di legge e contrattuali in materia.

c) Descrizione del modo in cui i rischi correnti e futuri sono presi in considerazione nei processi di remunerazione. Le informazioni comprendono un riepilogo dei principali rischi, la loro misurazione e il modo in cui tali misure incidono sulla remunerazione.

L'accesso alla parte variabile per tutto il personale è subordinato al rispetto delle condizioni di accesso (c.d. "gate") previste dai seguenti indicatori rilevati alla data del fine anno:

  • sulla base di una misura di redditività corretta per il rischio, quale il RORAC (return on risk-adjusted capital) definito come il rapporto tra l'Utile netto e il Capitale assorbito dai rischi di primo pilastro (i.e. 8% Risk Weighted Asset (RWA) di primo pilastro (Pillar 1)), l'indicatore [RORAC/RORAC*], dove RORAC* è il RORAC definito dal Consiglio di Amministrazione per l'esercizio di riferimento, deve essere non inferiore all'80%. Questo indicatore permette di ponderare i profitti per i rischi sottesi in termini di capitale assorbito regolamentare.
  • rispetto della soglia di tolerance, superiore al minimo regolamentare pari al 100%, dell'indicatore di liquidità a breve Liquidity Coverage Ratio (LCR) di Gruppo, rilevato trimestralmente nell'anno di riferimento. La soglia di tolerance è definita annualmente nel Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo Banca Ifis a livello consolidato, nel rispetto della normativa di vigilanza prudenziale vigente.
  • rispetto della soglia di tolerance, superiore al minimo regolamentare pari al 100%, per l'indicatore di liquidità di medio-lungo periodo Net Stable Funding Ratio (NSFR) di Gruppo. La soglia di tolerance è definita annualmente nel Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo Banca Ifis a livello consolidato nel rispetto della normativa di vigilanza prudenziale vigente.

  • Ratio Totale Fondi Propri consolidato superiore alla soglia di tolerance prevista nel vigente RAF e quindi, superiore ai requisiti di capitale ("Overall Capital Requirement") comunicati dall'Organo di Vigilanza nell'ambito delle "Decisioni sul Capitale" a conclusione del periodico processo di revisione prudenziale SREP.
  • NPL ratio lordo e NPL ratio netto inferiore alla soglia di allarme previsti per il RAF vigente. Questi indicatori sono calcolati escludendo il segmento NPL5 .

Il mancato raggiungimento di oltre uno dei suddetti parametri in due ambiti diversi, ad esclusione di quello di solvibilità del capitale (i.e. Ratio Totale Fondi Propri consolidato) ed il mancato rispetto dei minimi regolamentari, che devono essere obbligatoriamente rispettati nel continuo, impedirà la corresponsione della componente variabile.

La componente variabile viene inoltre riconosciuta a condizione che il beneficiario sia ancora in carica/dipendente del Gruppo e non in periodo di preavviso per dimissioni volontarie o licenziamento, al momento dell'erogazione, fatta eccezione per i collocamenti in quiescenza e la naturale scadenza del mandato di amministratore. Viene inoltre sospesa l'erogazione della componente variabile in caso di procedimento disciplinare in corso per comportamenti fraudolenti o di colpa grave a danno della Banca o per comportamenti che possono portare al licenziamento per giusta causa del soggetto. 6

d) I rapporti tra le componenti fissa e variabile della remunerazione stabiliti conformemente all'articolo 94, paragrafo 1, lettera g), della CRD7 .

La remunerazione del personale più rilevante si compone di una retribuzione annua omnicomprensiva (RAL) e di una componente variabile definita preventivamente per singolo soggetto, in relazione al ruolo ricoperto. Il limite al rapporto variabile/fisso è pari a 1:1, fatto salvo il limite del rapporto variabile/fisso con riferimento alle funzioni di controllo che è pari a 1:1/3 (della retribuzione fissa).

e) Descrizione del modo in cui l'ente cerca di collegare le performance rilevate nel periodo di valutazione ai livelli di remunerazione

Il terzo pilastro (MBO) su cui si basa la determinazione della remunerazione variabile del personale più rilevante ha un peso diverso per ciascuna categoria professionale di appartenenza ed è declinato in parametri specifici in funzione del ruolo ricoperto ad esclusione dei Responsabili di Funzioni di Controllo e del Responsabile della Direzione Risorse Umane.

5 per "segmento NPL" si intendono i NPL acquisiti dall'esterno da IFIS NPL Investing e gestiti in IFIS NPL Servicing

6 Cfr. anche informazioni di cui alla precedente lett. b) con riferimento ai meccanismi di correzione ex post

7 Cfr. anche informazioni di cui alla precedente lett. c)

Fatta eccezione per coloro che, in considerazione del ruolo svolto, hanno solo obiettivi di carattere qualitativo all'interno del terzo pilastro, per tutti gli altri appartenenti alla categoria del Personale più rilevante vengono attribuiti più obiettivi quantitativi, il cui raggiungimento consente l'erogazione della rispettiva quota di variabile.

Per il 2021 viene preso a riferimento, nella definizione di tali obiettivi, quanto esposto nel Budget 2021. Sulla base del Conto Economico Gestionale e dei dati di fine esercizio 2021, confrontati con le previsioni di Budget, si provvederà alla determinazione del premio spettante.

Il Gruppo Banca Ifis è riconducibile, sulla base della grandezza degli attivi, della struttura, della rischiosità e complessità dell'attività svolta, al novero delle banche di dimensioni intermedie.

Tale classificazione impone l'applicazione della disciplina prevista per il solo personale più rilevante, consentendo l'applicazione di percentuali, periodi di differimento e retention almeno pari alla metà di quelli indicati per le banche di maggiori dimensioni e crescenti in funzione delle caratteristiche del gruppo bancario.

Ciò premesso, il Gruppo Banca Ifis mantiene una struttura della remunerazione variabile comunque più stringente e rigorosa rispetto al limite minimo regolamentare previsto per le banche intermedie. Peraltro, la quota di differimento, il periodo di differimento e la quota di bilanciamento della remunerazione variabile per i soggetti con remunerazione variabile di importo particolarmente elevato risultano allineati a quelli già previsti per gli altri soggetti che ricadono nel novero del personale più rilevante. La componente variabile non può superare il rapporto di 1:1 rispetto al fisso e viene determinata in sede di approvazione del Bilancio dell'esercizio chiuso il 31 dicembre dell'anno precedente.

  • La quota della remunerazione variabile da differire è pari al 40% e viene così corrisposta:
    • o il 50% in azioni di Banca Ifis S.p.A. che saranno assegnate successivamente alla scadenza del periodo di vesting8 di tre anni e che saranno esercitabili al termine del periodo di mantenimento (periodo di retention9 ) di un ulteriore anno a cui le azioni sono soggette;
    • o il restante 50% di remunerazione variabile sottoposta a differimento temporale viene invece corrisposta cash alla scadenza del periodo di tre anni ed è oggetto di rivalutazione annuale al tasso legale tempo per tempo vigente.
  • La componente variabile non sottoposta a differimento (il restante 60% up front) viene invece così corrisposta:
    • o il 50% cash;
    • o il restante 50% in azioni della Capogruppo disponibili al termine del periodo di mantenimento (periodo di retention) di tre anni a cui le azioni sono soggette, in linea con l'orizzonte di pianificazione strategica.

8 Periodo al termine del quale le azioni possono essere assegnate.

9 Periodo durante il quale vige un divieto di vendita delle azioni.

Il numero delle azioni da assegnare è calcolato prendendo come fair value dell'azione la media del prezzo di borsa dei tre mesi precedenti la determinazione della retribuzione variabile di competenza, quest'ultima da effettuarsi alla data dell'Assemblea che approva il bilancio. Il numero di azioni è determinato per arrotondamento all'intero più prossimo.

Coerentemente con le prassi di mercato si ritiene di applicare tali regole di differimento e di corresponsione parziale in azioni proprie della Banca qualora la remunerazione variabile sia superiore a 70.000 euro (soglia di materialità).

f) Descrizione delle modalità secondo cui l'ente cerca di adeguare la remunerazione per tenere conto delle performance a lungo termine10 .

Quanto ai meccanismi di correzione ex post si precisa quanto segue.

La componente variabile differita è soggetta ai seguenti meccanismi di malus, i quali vanno a ridurre, sino ad azzerare, prima dell'erogazione l'importo precedentemente determinato, secondo i criteri riportati nella successiva tabella:

Ratio Totale Fondi propri consolidato[2]
<=12,50% 12,50%< <=13,00% 13,00%< =13,50% >13,50%
≥ 12% -100% -20% -10% ---
RORAC di Gruppo 8%< < 12% -100% -30% -20% ---
< 8% -100% -40% -30% -20%

Fatto salvo quanto previsto dal CCNL di riferimento sui diritti e doveri dei dipendenti e dal Codice Disciplinare e dal Codice Etico via via vigenti, la componente variabile viene inoltre azzerata qualora il soggetto abbia determinato o concorso a determinare:

  • violazioni degli obblighi imposti ai sensi dell'articolo 26 o, quando il soggetto è parte interessata, dell'articolo 53, commi 4 e ss., del Testo Unico Bancario o degli obblighi in materia di remunerazione e incentivazione;
  • comportamenti non conformi a disposizioni di legge, regolamentari, o statutarie o a eventuali Codici Etici o di condotta applicabili alla Banca da cui sia derivata una perdita significativa per il Gruppo11 o per la clientela12;

10 Cfr. anche informazioni di cui alla precedente lett. c)

11 Perdita pari o superiore al 5% del patrimonio netto.

12 La Capogruppo identifica come "perdita significativa" per la clientela, qualunque perdita sia derivante da comportamenti devianti o comunque non conformi rispetto agli standard legali, regolamentari, statutari o etici applicabili al Gruppo. In particolare si fa riferimento a casi di frode interna, reclami accolti per comportamento scorretto, mancato rispetto intenzionale del sistema delle deleghe, qualora tali fattispecie abbiano effetti nei confronti della clientela. Resta inteso che nel caso si rilevi il verificarsi di questi eventi, saranno effettuati tutti gli approfondimenti richiesti dalle procedure disciplinari previste dalla legge e dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento applicabili a queste fattispecie e, qualora se ne ravvisassero i presupposti, saranno applicati i provvedimenti disciplinari più opportuni a seconda della gravità riscontrata e dell'entità della perdita subita.

  • ulteriori comportamenti non conformi a disposizioni di legge, regolamentari o statutarie o a eventuali Codici Etici o di condotta applicabili alla Banca nei casi da questa eventualmente previsti;
  • comportamenti fraudolenti o di colpa grave a danno del Gruppo;

o altresì qualora,

  • il Ratio Totale Fondi propri consolidato sia inferiore o uguale ai requisiti di capitale (Overall Capital Requirement) comunicati dall'Organo di Vigilanza nell'ambito delle "Decisioni sul capitale" a conclusione del periodico processo di revisione prudenziale (SREP);
  • l'Assemblea abbia deliberato la revoca dell'incarico per giusta causa ovvero il Consiglio di Amministrazione abbia deliberato il recesso per giusta causa dal contratto di lavoro.

I meccanismi di correzione ex post non possono condurre a un incremento della remunerazione variabile inizialmente riconosciuta né della remunerazione variabile precedentemente ridotta o azzerata a seguito dell'applicazione di malus.

I criteri innanzi citati sono verificati in ognuno dei tre esercizi13 chiusi successivamente alla determinazione della componente variabile (accrual period) e applicati al verificarsi delle condizioni sopra esposte tenendo in considerazione il risultato peggiore registrato nel periodo di riferimento. E così, a mero titolo esemplificativo, la condizione di malus quanto al bonus variabile del 2021 verrà verificata in ciascuno dei tre esercizi chiusi successivamente alla determinazione della componente variabile (e, dunque, il 2022, il 2023 e il 2024) e verrà applicato al verificarsi di tali condizioni in almeno uno dei tre anni di osservazione.

Inoltre, fatto salvo quanto previsto dal CCNL di riferimento sui diritti e doveri dei dipendenti e dal Codice Disciplinare e dal Codice Etico via via vigenti, il Gruppo si riserva di promuovere le azioni opportune per la restituzione (c.d. meccanismo di clawback) della componente variabile riconosciuta e/o pagata al personale qualora il soggetto abbia determinato o concorso a determinare:

  • violazioni degli obblighi imposti ai sensi dell'articolo 26 TUB o, quando il soggetto è parte interessata, dell'articolo 53, commi 4 e ss., del Testo Unico Bancario o degli obblighi in materia di remunerazione e incentivazione;
  • comportamenti non conformi a disposizioni di legge, regolamentari, o statutarie o a eventuali Codici Etici o di condotta applicabili alla Banca da cui sia derivata una perdita significativa per il Gruppo14 o per la clientela15;

13 Condizione sufficiente all'applicazione dei meccanismi correttivi è il verificarsi delle condizioni citate, in almeno uno dei tre anni di osservazione (accrual period).

14 Perdita pari o superiore al 5% del Patrimonio netto, da calcolarsi al netto di elementi che derivano da operatività straordinaria quali: aumenti di capitale, fusioni aziendali, scissioni, acquisizioni o comunque ogni altra operazione non ricorrente che il Consiglio di Amministrazione dovesse deliberare ed idonea a modificare il valore dell'indicatore.

15 La Capogruppo identifica come "perdita significativa" per la clientela, qualunque perdita sia derivante da comportamenti devianti o comunque non conformi rispetto agli standard legali, regolamentari, statutari o etici applicabili al Gruppo. In particolare si fa riferimento a casi di frode interna, reclami accolti per comportamento scorretto, mancato rispetto intenzionale del sistema delle deleghe, qualora tali fattispecie abbiano effetti nei confronti della clientela. Resta inteso che nel caso si rilevi il verificarsi di questi eventi, saranno effettuati tutti gli approfondimenti richiesti dalle procedure disciplinari previste dalla legge e dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di

  • ulteriori comportamenti non conformi a disposizioni di legge, regolamentari o statutarie o a eventuali Codici Etici o di condotta applicabili alla Banca nei casi da questa eventualmente previsti;
  • comportamenti fraudolenti o di colpa grave a danno del Gruppo, o altresì qualora il Ratio Totale Fondi propri consolidato sia inferiore o uguale ai requisiti di capitale (Overall Capital Requirement) comunicati dall'Organo di Vigilanza nell'ambito delle "Decisioni sul capitale" a conclusione del periodico processo di revisione prudenziale (SREP).

I meccanismi di correzione ex post non possono condurre a un incremento della remunerazione variabile inizialmente riconosciuta né della remunerazione variabile precedentemente ridotta o azzerata a seguito dell'applicazione di claw back. Anche tali criteri sono verificati in ognuno dei tre esercizi16, chiusi successivamente alla determinazione della componente variabile (accrual period) e applicati al verificarsi delle condizioni sopra esposte, ad eccezione del personale più rilevante per il quale tale verifica deve essere effettuata in ognuno dei successivi cinque esercizi chiusi.

Infine, e fatto esplicito divieto al singolo dipendente di effettuare strategie di copertura personale o di assicurazione sulla remunerazione (hedging strategy) o su altri aspetti che possano alterare o inficiare gli effetti di allineamento al rischio aziendale insiti nei meccanismi di remunerazione previsti.

In particolare la Capogruppo, al fine di garantire che il proprio personale più rilevante non sia remunerato o non riceva pagamenti o altri benefici tramite modalità comunque elusive delle disposizioni di vigilanza in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione, predispone specifiche pattuizioni individuali tramite le quali i destinatari si impegnano:

    1. a non avvalersi di strategie di copertura personale e/o a non ricorrere ad assicurazioni sulla retribuzione o a qualunque altra iniziativa finalizzata ad alterare e/o a inficiare gli effetti di allineamento al rischio insiti nei meccanismi retributivi;
    1. a comunicare l'esistenza o l'accensione di conti di custodia e amministrazione presso altri intermediari le informazioni relative alle operazioni di volta in volta effettuate.

Le tipologie di operazioni e investimenti finanziari effettuati dal personale più rilevante che potrebbero incidere sui meccanismi di allineamento ai rischi e, più in generale, sul perseguimento delle finalità della disciplina relativa alle politiche e prassi di remunerazione e incentivazione sono le operazioni e gli investimenti in strumenti finanziari emessi dalla banca, ivi compresi i derivati che hanno tali strumenti come sottostante.

g) La descrizione dei principali parametri e delle motivazioni per qualsiasi regime di remunerazione variabile e di ogni altra prestazione non monetaria conformemente all'articolo 450, paragrafo 1, lettera f), del CRR17 .

17 Cfr. anche informazioni di cui alla precedente lett. e)

riferimento applicabili a queste fattispecie e, qualora se ne ravvisassero i presupposti, saranno applicati i provvedimenti disciplinari più opportuni a seconda della gravità riscontrata e dell'entità della perdita subita.

16 Condizione sufficiente all'applicazione dei meccanismi correttivi è il verificarsi di una delle condizioni citate, in almeno uno dei tre anni di osservazione (accrual period).

La remunerazione variabile viene determinata e riconosciuta in relazione alla performance conseguita nel periodo di riferimento sulla base del livello di raggiungimento degli obiettivi (KPI) assegnati che includono anche obiettivi di carattere qualitativo.

h) A richiesta dello Stato membro pertinente o dell'autorità competente, la remunerazione complessiva per ciascun membro dell'organo di amministrazione o dell'alta dirigenza.

Modello EU REM1: remunerazione riconosciuta per l'esercizio

Organo di
amministrazione
- funzione di
supervisione
strategica
Organo di
amministrazione
- funzione di
gestione
Altri membri
dell'alta
dirigenza
Altri membri
del personale
più rilevante
1 Numero dei membri del personale più
rilevante
11 2 28 23
2 Remunerazione fissa complessiva 2.285 0.858 4.406 2.867
3 Di cui in contanti 2.285 0.858 4.406 2.867
4 (Non applicabile nell'UE)
EU-4a Di cui azioni o partecipazioni al capitale
equivalenti
5 Remunerazione fissa Di cui strumenti collegati alle azioni o
strumenti non monetari equivalenti
EU-5x Di cui altri strumenti
6 (Non applicabile nell'UE)
7 Di cui altre forme
8 (Non applicabile nell'UE)
9 Numero dei membri del personale più
rilevante
2 19 23
10 Remunerazione variabile complessiva 1.1191 2.0625 1.1192
11 Di cui in contanti 1.119 2.062 1.119
12 Di cui differita 0.196 0.346 0.103
EU-13a Di cui azioni o partecipazioni al capitale
equivalenti
0.131 0.230 0.069
EU-14a Remunerazione variabile Di cui differita 0.196 0.346 0.103
EU-13b Di cui strumenti collegati alle azioni o
strumenti non monetari equivalenti
EU-14b Di cui differita
EU-14x Di cui altri strumenti
EU-14y Di cui differita

Organo di
amministrazione
- funzione di
supervisione
strategica
Organo di
amministrazione
- funzione di
gestione
Altri membri
dell'alta
dirigenza
Altri membri
del personale
più rilevante
15 Di cui altre forme
16 Di cui differita
17 Remunerazione complessiva (2 + 10) 2.29 1.98 6.47 3.99

Modello EU REM2: pagamenti speciali al personale le cui attività professionali hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio dell'ente (personale più rilevante)

Organo di
amministrazione -
funzione di supervisione
strategica
Organo di
amministrazione -
funzione di gestione
Altri membri
dell'alta
dirigenza
Altri membri del
personale più
rilevante
Premi facenti parte della remunerazione variabile garantita
1 Premi facenti parte della remunerazione variabile
garantita – Numero dei membri del personale più
rilevante
2 Premi facenti parte della remunerazione variabile
garantita – Importo complessivo
3 Di cui premi facenti parte della remunerazione
variabile garantita versati nel corso dell'esercizio
che non sono presi in considerazione nel limite
massimo dei bonus
Trattamenti di fine rapporto riconosciuti in periodi precedenti che sono stati versati nel corso dell'esercizio
4 Trattamenti di fine rapporto riconosciuti in periodi
precedenti che sono stati versati nel corso
dell'esercizio – Numero dei membri del personale
più rilevante
5 Trattamenti di fine rapporto riconosciuti in periodi
precedenti che sono stati versati nel corso
dell'esercizio – Importo complessivo
Trattamenti di fine rapporto riconosciuti nel corso dell'esercizio
6 Trattamenti di fine rapporto riconosciuti nel corso
dell'esercizio – Numero dei membri del personale
più rilevante
1
7 Trattamenti di fine rapporto riconosciuti nel corso
dell'esercizio – Importo complessivo
0.125
8 Di cui versati nel corso dell'esercizio
9 Di cui differiti 0.125
10 Di cui trattamenti di fine rapporto versati nel corso
dell'esercizio non considerati nel limite massimo
dei bonus
11 Di cui l'importo più elevato riconosciuto a una
singola persona

Modello EU REM3: remunerazione differita

Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
per periodi di
prestazione
precedenti
Di cui
importi che
maturano
nel corso
dell'esercizio
Di cui importi
che
matureranno
negli esercizi
successivi
Importo della
correzione
delle
performance,
effettuata
nell'esercizio,
sulla
remunerazione
differita che
sarebbe
dovuta
maturare nel
corso
dell'esercizio
Importo della
correzione
delle
performance,
effettuata
nell'esercizio,
sulla
remunerazione
differita che
sarebbe
dovuta
maturare in
successivi
anni di
prestazione
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
prima
dell'esercizio,
effettivamente
versato nel
corso
dell'esercizio
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
per il
precedente
periodo di
prestazione
che è stata
maturata ma è
soggetta a
periodi di
mantenimento
1 Organo di amministrazione -
funzione di supervisione strategica
2 In contanti
3 Azioni o partecipazioni al capitale
equivalenti
4 Strumenti collegati alle azioni
o strumenti non monetari
equivalenti
5 Altri strumenti
6 Altre forme
7 Organo di amministrazione -
funzione di gestione
8 In contanti 0.06 0.030 0.030 0.007 0.007 0.030 0.030
9 Azioni o partecipazioni al capitale
equivalenti
0.09 0.030 0.059 0.007 0.015 0.037 0.059
10 Strumenti collegati alle azioni
o strumenti non monetari
equivalenti
11 Altri strumenti
12 Altre forme
13 Altri membri dell'alta dirigenza
14 In contanti 0.03 0.027 0.003 0.027
15 Azioni o partecipazioni al capitale
equivalenti
0.03 0.027 0.003 0.027
16 Strumenti collegati alle azioni
o strumenti non monetari
equivalenti
17 Altri strumenti
18 Altre forme
19 Altri membri del personale più
rilevante
20 In contanti 0.01 0.012 0.003 0.012
21 Azioni o partecipazioni al capitale
equivalenti
0.01 0.012 0.003 0.012
22 Strumenti collegati alle azioni
o strumenti non monetari
equivalenti
23 Altri strumenti
24 Altre forme

Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
per periodi di
prestazione
precedenti
Di cui
importi che
maturano
nel corso
dell'esercizio
Di cui importi
che
matureranno
negli esercizi
successivi
Importo della
correzione
delle
performance,
effettuata
nell'esercizio,
sulla
remunerazione
differita che
sarebbe
dovuta
maturare nel
corso
dell'esercizio
Importo della
correzione
delle
performance,
effettuata
nell'esercizio,
sulla
remunerazione
differita che
sarebbe
dovuta
maturare in
successivi
anni di
prestazione
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
prima
dell'esercizio,
effettivamente
versato nel
corso
dell'esercizio
Importo
complessivo
della
remunerazione
differita
riconosciuta
per il
precedente
periodo di
prestazione
che è stata
maturata ma è
soggetta a
periodi di
mantenimento
25 Importo totale 0.23 0.06 0.17 0.01 0.03 0.07 0.17

Modello EU REM4: remunerazione di 1 milione di EUR o più per esercizio

Membri del personale più rilevante che hanno una
remunerazione elevata ai sensi dell'articolo 450, lettera i),
del CRR
1 Da 1 000 000 a meno di 1 500 000 1
2 Da 1 500 000 a meno di 2 000 000
3 Da 2 000 000 a meno di 2 500 000
4 Da 2 500 000 a meno di 3 000 000
5 Da 3 000 000 a meno di 3 500 000
6 Da 3 500 000 a meno di 4 000 000
7 Da 4 000 000 a meno di 4 500 000
8 Da 4 500 000 a meno di 5 000 000
9 Da 5 000 000 a meno di 6 000 000
10 Da 6 000 000 a meno di 7 000 000
11 Da 7 000 000 a meno di 8 000 000

Modello EU REM5: informazioni sulla remunerazione del personale le cui attività professionali hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio dell'ente (personale più rilevante)

Remunerazione dell'organo di amministrazione Aree di business
Organo di
amministrazione -
funzione di
supervisione
strategica
Organo di
amministrazion
e - funzione di
gestione
Totale organo di
amministrazion
e
Funzioni
aziendali
Funzioni di
controllo
interno
indipendent
i
Tutte le altre
1 Numero complessivo dei membri del
personale più rilevante
2 Di cui membri dell'organo di
amministrazione
11 2 13

3 Di cui altri membri dell'alta dirigenza 9 5 37
4 Di cui altri membri del personale più
rilevante
5 Remunerazione complessiva del
personale più rilevante
2.29 1.98 4.26 2.38 1.04 7.03
6 Di cui remunerazione variabile 1.12 1.12 0.91 0.23 2.04
7 Di cui remunerazione fissa 2.29 0.86 3.14 1.47 0.81 4.98

18. Dichiarazione dell'Amministratore delegato ai sensi dell'art. 435, lettere e) ed f) del regolamento UE 575/2013

L'Amministratore Delegato, Frederik Geertman, su mandato del Consiglio di Amministrazione, dichiara ai sensi dell'art. 435 comma 1, lettere e) ed f) del Regolamento 575/2013 (CRR) che:

  • i sistemi di gestione dei rischi messi in atto dal Gruppo Banca Ifis e descritti nel documento "Informativa al Pubblico al 31 dicembre 2021 – Pillar 3", sono in linea con il profilo e la strategia del Gruppo;
  • nel suddetto documento, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, sono rappresentati i profili di rischio complessivo del Gruppo e che gli stessi sono coerenti e raccordati con la strategia aziendale.

Venezia, lì 10 marzo 2022

Firmato digitalmente da: Frederik Herman Geertman Limitazioni d'uso: Explicit Text: Certificate issued through Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) digital identity, not usable to require other SPID digital identity Data: 29/03/2022 12:57:42

L'Amministratore Delegato

19.Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

La sottoscritta, Mariacristina Taormina, Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Banca Ifis S.p.A., dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del "Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria" che l'informativa contabile contenuta nel presente documento "Informativa al Pubblico al 31 dicembre 2021 – Pillar 3" corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

Venezia, lì 10 marzo 2022

Il Dirigente preposto alla redazione

dei documenti contabili societari Mariacristina Taormina

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