Investor Presentation • May 18, 2023
Investor Presentation
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| Highlights | 3 |
|---|---|
| Performance ESG | 6 |
| Premessa | 7 |
| Principali variazioni del perimetro di consolidamento del Gruppo TIM | 7 |
| Risultati del Gruppo TIM per il primo trimestre 2023 | 7 |
| I risultati delle Business Unit | 10 |
| Indicatori After Lease | 14 |
| Evoluzione prevedibile della gestione per l'esercizio 2023 | 15 |
| Eventi successivi al 31 marzo 2023 | 15 |
| Principali rischi e incertezze | 15 |
| Gruppo TIM – Schemi Gruppo TIM - Conto economico separato consolidato Gruppo TIM - Conto economico complessivo consolidato Gruppo TIM - Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata Gruppo TIM - Rendiconto finanziario consolidato Gruppo TIM - Movimenti del patrimonio netto consolidato Gruppo TIM- Indebitamento finanziario netto Gruppo TIM - Variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato Gruppo TIM - Contratti complessi Gruppo TIM - Informazioni per settore operativo Domestic Brasile Gruppo TIM - Personale Gruppo TIM – Impatto sulle singole voci del conto economico separato consolidato degli eventi e operazioni di natura non ricorrente Gruppo TIM - Struttura del debito, emissioni obbligazionarie e obbligazioni in scadenza Gruppo TIM - Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti Indicatori alternativi di performance |
ALLEGATI | 17 |
|---|---|---|
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TIM S.p.A.
Sede Legale in Milano, Via Gaetano Negri n. 1 Direzione Generale e Sede Secondaria in Roma, Corso d'Italia n. 41 Casella PEC: [email protected] Capitale sociale euro 11.677.002.855,10 interamente versato Codice Fiscale/Partita IVA e numero iscrizione al Registro delle Imprese di Milano-Monza Brianza-Lodi 00488410010

Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi il 10 maggio 2023 sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha approvato l'Informativa finanziaria del Gruppo TIM al 31 marzo 2023.
I risultati del primo trimestre, durante il quale è proseguita l'azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l'accelerazione dello sviluppo di TIM Brasil, sono pienamente in linea con i target per l'esercizio 2023 che sono stati comunicati al mercato lo scorso febbraio.
In particolare, rispetto al primo trimestre 2022, a livello di Gruppo i ricavi totali ammontano a 3,8 miliardi di euro (+4,3% YoY) mentre i ricavi da servizi ammontano a 3,5 miliardi di euro (+2,8% YoY) grazie al miglioramento del trend domestico e al contributo positivo del Brasile. In Italia la strategia di posizionamento premium 'Value vs. Volume' è stata ulteriormente rafforzata con incrementi di prezzo selettivi per i clienti esistenti sia fissi sia mobili. Un'ulteriore spinta ad una maggiore razionalità del mercato domestico è attesa dall'approvazione definitiva da parte delle autorità delle tariffe wholesale 2023, che prevedono una riduzione dei prezzi per i servizi di accesso in fibra e un aumento per quelli in rame. In Brasile è stata completata l'integrazione degli asset mobili del Gruppo Oi e la strategia di crescita organica nel fisso.
Nel primo trimestre, la Business Unit Domestic registra un ulteriore miglioramento del trend dei ricavi totali che ammontano a 2,8 miliardi di euro (-0,2% YoY rispetto a -1,6% YoY nel trimestre precedente), mentre i ricavi da servizi sono pari a 2,6 miliardi di euro (-2,4% YoY rispetto a -1,5% YoY nel trimestre precedente), performance sulla quale ha pesato l'eliminazione dei contributi di attivazione per la maggior parte delle offerte di linea fissa. TIM Brasil segna una crescita del 19,3% YoY sia dei ricavi totali sia dei ricavi da servizi che ammontano a 1,0 miliardo di euro.
In forte miglioramento l'EBITDA di Gruppo che segna una crescita del 3,8% YoY attestandosi a 1,5 miliardi di euro, confermando il trend di miglioramento dei trimestri precedenti (+2,7% YoY nel quarto trimestre 2022, -6,5% YoY nel terzo trimestre, -8,5% YoY nel secondo trimestre e -13,3% YoY nel primo trimestre), grazie sia alla progressiva stabilizzazione della Business Unit Domestic (1,0 miliardi di euro, -2,8% YoY rispetto a -4,2% YoY nel quarto trimestre 2022, -16,2% YoY nel terzo trimestre, -16,3% YoY nel secondo trimestre e -18,3% YoY nel primo trimestre), sia al contributo sempre fortemente positivo di TIM Brasil (0,5 miliardi di euro, +21,8% YoY).
L'EBITDA After Lease di Gruppo si è attestato a 1,2 miliardi di euro (+0,5% YoY), di cui 0,9 miliardi di euro dalla Business Unit Domestic (-3,5% YoY, in forte miglioramento rispetto ai trimestri precedenti) e 0,3 miliardi di euro da TIM Brasil (+13,8% YoY).
Nel corso del trimestre sono inoltre proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale di TIM Domestic ('Piano di Trasformazione', target cumulato di riduzione dei cash cost di 1,5 miliardi di euro entro il 2024 rispetto all'andamento inerziale). Al 31 marzo, la riduzione dei costi operativi rispetto al trend inerziale è stata di circa 0,2 miliardi di euro, pari al 26% del target incrementale fissato per il 2023.
L'indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2023 è pari a 25,8 miliardi di euro, in aumento di 0,5 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2022. L'indebitamento finanziario netto after lease si attesta a 20,5 miliardi di euro, in aumento di 0,4 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2022.
Il margine di liquidità al 31 marzo 2023 risulta superiore a 8,0 miliardi di euro e copre le scadenze del debito fino a tutto il 2024. A supporto della propria posizione di liquidità, dopo due anni di assenza dal mercato dei capitali, a gennaio è stato collocato un bond unsecured da 0,85 miliardi di euro a tasso fisso offerto agli investitori istituzionali che ad aprile è stato riaperto per un importo pari a 0,4 miliardi di euro, il maggiore tap issue nel mercato high yield da ottobre 2021.
Inoltre, nel mese di maggio, la Banca Europea per gli Investimenti BEI, assistita con una garanzia al 60% da SACE, ha confermato l'impegno al fianco di TIM nello sviluppo delle infrastrutture di rete di ultima generazione, attraverso un finanziamento da 0,36 miliardi di euro, dedicato al potenziamento della copertura 5G in Italia. Il finanziamento consentirà al Gruppo TIM di avere accesso a uno strumento di debito a condizioni più favorevoli rispetto a quelle offerte dal mercato obbligazionario e bancario e conferma la strategicità degli investimenti di ampliamento della copertura 5G sul territorio nazionale entro fine 2025 in capo a TIM.
L'Equity free cash flow after lease del primo trimestre 2023 è negativo per 0,4 miliardi di euro, principalmente per l'assorbimento del capitale circolante (negativo per circa 0,1 miliardi di euro l'Equity free cash flow).
Di seguito un aggiornamento delle aree di business presentate lo scorso 7 luglio in occasione del Capital Market Day:

Nel loro complesso, i servizi ICT hanno generato il 58% dei ricavi complessivi, in linea con il 2022.
Nel trimestre il mix di ricavi è stato spostato su servizi a più alta marginalità, con un conseguente miglioramento del margine commerciale che, infatti, presenta una crescita più sostenuta rispetto a quella dei ricavi.
■ NetCo riporta ricavi totali in crescita del 3,4% YoY (anche grazie al contributo dell'accordo commerciale con Open Fiber nelle Aree Bianche) e una leggera flessione dei ricavi da servizi (-0,9% YoY), con un trend comunque in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti e che è atteso in ulteriore accelerazione a seguito dell'approvazione definitiva da parte delle Autorità dei prezzi regolamentati wholesale per il 2023 che saranno applicati a partire dal secondo trimestre.
Al 31 marzo 2023, NetCo gestiva circa 16 milioni di accessi fissi (di cui oltre il 72% in tecnologie UBB) con una quota di mercato del 79% e una copertura in FTTx superiore al 95% delle linee attive (circa il 60% con velocità superiore a 100 Mbps). Le unità tecniche raggiunte con tecnologia FTTH erano 7,8 milioni, pari a una copertura del 33%, in crescita di 7 punti percentuali rispetto al 31 marzo 2022.
■ TIM Brasil registra anche nel primo trimestre una significativa crescita dei ricavi totali (+19,3% YoY), dei ricavi da servizi (+19,3% YoY) e dell'EBITDA (+21,8% YoY) grazie a una solida performance organica e al contributo apportato dagli asset di Oi.
Nel primo trimestre il tasso di abbandono ('churn') è stabile rispetto allo stesso periodo 2022 sia nel segmento mobile sia nel fisso.
Nel mobile prosegue il trend di stabilizzazione della base clienti: nel primo trimestre la riduzione delle linee Human è stata inferiore del 45% rispetto allo stesso periodo 2022, mentre nella 'mobile number portability' (ovvero il flusso verso altri operatori) TIM registra il miglior risultato tra gli operatori infrastrutturati con un saldo netto pari a -58 mila linee. Al tempo stesso il settore vede il flusso delle portabilità ridursi complessivamente di circa il 14% YoY, a dimostrazione del raffreddamento della competizione.
Nel fisso, la riduzione degli accessi è stata inferiore del 31% rispetto al primo trimestre 2022 mentre accelera del 21% la crescita delle linee UBB. Nel primo trimestre le net adds retail e wholesale a banda ultralarga sono state pari a 105 mila, raggiungendo 10,7 milioni di unità con un incremento di oltre il 4% YoY.


| (milioni di euro) - dati reported | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni % | |
|---|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (a-b) | ||
| Ricavi | 3.847 | 3.644 | 5,6 | |
| EBITDA | (1) | 1.039 | 1.316 | (21,0) |
| EBITDA Margin | (1) | 27,0% | 36,1% | (9,1)pp |
| EBIT | (1) | (162) | 209 | — |
| EBIT Margin | (1) | (4,2%) | 5,7% | (9,9)pp |
| Utile (perdita) del periodo attribuibile ai Soci della Controllante |
(689) | (204) | — | |
| Investimenti industriali & spectrum | 837 | 932 | (10,2) | |
| 31.3.2023 | 31.12.2022 | Variazione assoluta |
||
| (a) | (b) | (a-b) | ||
| Indebitamento finanziario netto rettificato | (1) | 25.820 | 25.364 | 456 |
(1) Per i relativi dettagli si rimanda a quanto riportato nel capitolo "Indicatori alternativi di performance".
| (milioni di euro) - dati organici | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni % |
|---|---|---|---|
| (a) | (b) | ||
| RICAVI TOTALI | 3.847 | 3.689 | 4,3 |
| Domestic | 2.843 | 2.849 | (0,2) |
| Brasile | 1.012 | 848 | 19,3 |
| Altre attività, rettifiche e elisioni | (8) | (8) | — |
| RICAVI DA SERVIZI | 3.524 | 3.429 | 2,8 |
| Domestic | 2.551 | 2.615 | (2,4) |
| di cui Fisso | 1.986 | 2.023 | (1,8) |
| di cui Mobile | 701 | 728 | (3,8) |
| Brasile | 981 | 822 | 19,3 |
| Altre attività, rettifiche e elisioni | (8) | (8) | — |
| EBITDA | 1.459 | 1.406 | 3,8 |
| Domestic | 1.000 | 1.029 | (2,8) |
| Brasile | 461 | 379 | 21,8 |
| Altre attività, rettifiche e elisioni | (2) | (2) | — |
| EBITDA After Lease | 1.189 | 1.183 | 0,5 |
| Domestic | 872 | 904 | (3,5) |
| Brasile | 319 | 281 | 13,8 |
| Altre attività, rettifiche e elisioni | (2) | (2) | — |
| CAPEX (al netto delle licenze per telecomunicazioni) | 837 | 944 | (11,3) |
| Domestic | 606 | 706 | (14,2) |
| Brasile | 231 | 238 | (2,9) |
(1) I risultati organici escludono le partite non ricorrenti e la base comparabile è calcolata al netto dell'effetto di conversione dei bilanci in valuta e della variazione del perimetro di consolidamento.
| (milioni di euro) - dati reported | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni % |
|---|---|---|---|
| (a) | (b) | ||
| Equity Free Cash Flow | (117) | 301 | — |
| Equity Free Cash Flow After Lease | (397) | 123 | — |
| (2) Indebitamento Finanziario Netto Rettificato |
25.820 | 22.639 | 14,1 |
| (2) Indebitamento Finanziario Netto After Lease |
20.455 | 17.673 | 15,7 |
(2) Indebitamento finanziario netto rettificato. La variazione del fair value dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie è rettificata dall'Indebitamento Finanziario Netto contabile non avendo effetti monetari.

Nel primo trimestre del 2023 sono proseguite le attività finalizzate al raggiungimento dei target ESG del Piano Industriale.
Per quanto riguarda l'energia rinnovabile, TIM ed Enel X hanno concluso un accordo per l'installazione di un impianto fotovoltaico nella centrale telefonica di Pisa 'La Figuretta'. L'impianto sarà in grado di generare oltre 1,63 GWh annui, l'equivalente dell'energia necessaria ad alimentare un paese di circa 600 nuclei familiari. Inoltre, essendo l'energia al 100% green, genererà un risparmio pari a circa 740 mila kg di CO2 all'anno.
Per quanto riguarda le iniziative relative alle persone di TIM dal 1° febbraio è diventato operativo il nuovo accordo di smart working che prevede la chiusura delle sedi aziendali il venerdì ed il passaggio da 2 a 3 giornate a casa. Il nuovo accordo permette un risparmio annuo di circa 35 GWh relativo all'ottimizzazione nella gestione energetica degli edifici ed il contenimento dell'impatto emissivo di CO2 connesso al minore consumo di energia e ai ridotti spostamenti casa-lavoro, garantendo al contempo la collaborazione fra colleghi in ufficio negli altri giorni della settimana.
Continua inoltre l'implementazione del piano di formazione sulle competenze rilevanti per il settore ICT. A metà marzo sono stati consolidati i Piani Formativi Individuali e definiti i calendari delle giornate in cui si svolgerà la formazione. Ogni dipendente ha avuto la possibilità, inoltre, di definire il proprio percorso individuale scegliendo in un catalogo di 170 corsi.
Sul fronte dell'inclusione TIM è stata confermata nella top 20 del Diversity Brand Index 2023, l'unica ricerca italiana volta a misurare la capacità delle marche di sviluppare con efficacia una cultura orientata alla Diversity, equity and Inclusion. Nell'ambito del Diversity Brand Summit, ha anche ricevuto il premio "Digital" per il progetto "TIMVISION Ascolta" che permette a bambine/i cieche/i e ipovedenti di poter accedere ai cartoni animati grazie alle audiodescrizioni.
A marzo è stato approvato il nuovo Codice Etico del Gruppo, componente fondante del modello organizzativo e del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il nuovo codice riconosce la sostenibilità come punto di riferimento della strategia di lungo periodo di TIM e fissa, tra le principali ambizioni, la transizione energetica, lo sviluppo del business nel massimo rispetto dell'ambiente e dei diritti delle generazioni future.
TIM fa inoltre parte delle 19 aziende italiane incluse da S&P Global nel "Sustainability Yearbook 2023" riportando il punteggio Top 10% S&P Global ESG Score.


TIM redige e pubblica in via volontaria le informazioni finanziarie periodiche riferite al primo e al terzo trimestre di ciascun esercizio, nell'ambito di una policy aziendale di regolare informativa sulle performance finanziarie e operative rivolta al mercato e agli investitori, in linea con le migliori prassi di mercato.
I dati consolidati inclusi nelle informazioni finanziarie periodiche al 31 marzo 2023 del Gruppo TIM sono stati redatti in conformità ai principi contabili, ai criteri di rilevazione e di misurazione, nonché ai criteri e ai metodi di consolidamento, adottati per la predisposizione del Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2022, al quale si rimanda per una più ampia trattazione, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2023. Detti dati non sono sottoposti a revisione contabile.
Al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, il Gruppo TIM utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance.
In particolare, gli indicatori alternativi di performance si riferiscono a: EBITDA; EBIT; variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui ricavi, sull'EBITDA e sull'EBIT; EBITDA margin e EBIT margin; Indebitamento finanziario netto contabile e rettificato; Equity free cash flow, Flusso di cassa della gestione operativa; Flusso di cassa della gestione operativa (al netto delle licenze). A seguito dell'adozione dell'IFRS 16, inoltre, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance: EBITDA After Lease ("EBITDA-AL"), Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, Equity free cash flow After Lease.
In linea con gli orientamenti dell'ESMA sugli indicatori alternativi di performance (Orientamenti ESMA/2015/1415), il significato ed il contenuto degli stessi sono illustrati in allegato ed è anche fornito il dettaglio analitico degli importi delle riclassifiche apportate e delle modalità di determinazione degli indicatori.
Si segnala, infine, che il capitolo "Evoluzione prevedibile della gestione per l'esercizio 2023" contiene dichiarazioni previsionali (forward-looking statements) riguardanti intenzioni, convinzioni o attuali aspettative del Gruppo in relazione ai risultati finanziari e ad altri aspetti delle attività e strategie del Gruppo. Il lettore del presente comunicato non deve porre un indebito affidamento su tali dichiarazioni previsionali, in quanto i risultati consuntivi potrebbero differire significativamente da quelli contenuti in dette previsioni come conseguenza di rischi e incertezze dipendenti da molteplici fattori, la maggior parte dei quali è al di fuori della sfera di controllo del Gruppo. Per maggiori dettagli, si rimanda a quanto illustrato nel capitolo "Principali rischi e incertezze", nonché nella Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2022, in cui sono dettagliatamente riportati i principali rischi afferenti all'attività di business del Gruppo TIM che possono incidere, anche in modo considerevole, sulla capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Nel corso del primo trimestre 2023 e del primo trimestre 2022 non sono intervenute variazioni significative del perimetro di consolidamento.
I ricavi totali del Gruppo TIM del primo trimestre 2023 ammontano a 3.847 milioni di euro, +5,6% rispetto al primo trimestre 2022 (3.644 milioni di euro).
L'analisi dei ricavi totali del primo trimestre 2023 ripartiti per settore operativo in confronto al primo trimestre 2022 è la seguente:
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | ||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| peso % | peso % | assolute | % | % organica esclusi non ricorrenti |
|||
| Domestic | 2.843 | 73,9 | 2.846 | 78,1 | (3) | (0,1) | (0,2) |
| Brasile | 1.012 | 26,3 | 806 | 22,1 | 206 | 25,6 | 19,3 |
| Altre attività | — | — | — | — | — | ||
| Rettifiche ed elisioni | (8) | (0,2) | (8) | (0,2) | — | ||
| Totale consolidato | 3.847 | 100,0 | 3.644 | 100,0 | 203 | 5,6 | 4,3 |

La variazione organica dei ricavi consolidati di Gruppo è calcolata escludendo l'effetto delle variazioni dei tassi di cambio1 (+45 milioni di euro) e delle variazioni del perimetro di consolidamento.
L'EBITDA del Gruppo del primo trimestre 2023 è pari a 1.039 milioni di euro (1.316 milioni di euro nel primo trimestre 2022, -21,0% in termini reported, +3,8% in termini organici).
Il dettaglio dell'EBITDA e dell'incidenza percentuale del margine sui ricavi ripartiti per settore operativo del primo trimestre 2023 in confronto con il primo trimestre 2022 sono i seguenti:
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | ||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| peso % | peso % | assolute | % | % organica esclusi non ricorrenti |
|||
| Domestic | 582 | 56 | 962 | 73,1 | (380) | (39,5) | (2,8) |
| % sui Ricavi | 20,5 | 33,8 | (13,3)pp | (0,9)pp | |||
| Brasile | 459 | 44,2 | 356 | 27,1 | 103 | 28,9 | 21,8 |
| % sui Ricavi | 45,4 | 44,2 | 1,2pp | 0,9pp | |||
| Altre attività | (2) | (0,2) | (2) | (0,2) | — | ||
| Rettifiche ed elisioni | — | — | — | — | — | ||
| Totale consolidato | 1.039 | 100,0 | 1.316 | 100,0 | (277) | (21,0) | 3,8 |
L'EBITDA organico al netto della componente non ricorrente si attesta a 1.459 milioni di euro con un'incidenza sui ricavi del 37,9% (1.406 milioni di euro nel primo trimestre 2022, con un'incidenza sui ricavi del 38,1%).
L'EBITDA del primo trimestre 2023 sconta oneri netti non ricorrenti per complessivi 420 milioni di euro principalmente relativi a costi del personale e accantonamenti sul personale connessi anche all'applicazione dell'art. 4 della legge 28 giugno 2012 n. 92, come da accordo siglato in data 21 marzo 2023 dalla Capogruppo TIM S.p.A. con le Organizzazioni Sindacali. Tale accordo prevede un incentivo all'esodo per un numero massimo di 2.000 persone e ha validità fino al 30 novembre 2023.
Nel primo trimestre 2022 l'EBITDA scontava oneri netti non ricorrenti per complessivi 71 milioni di euro principalmente connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale, ad accantonamenti per contenziosi, sanzioni di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate ed oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti.
L'EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBITDA | 1.039 | 1.316 | (277) | (21,0) |
| Effetto conversione bilanci in valuta | 19 | (19) | ||
| Oneri/(Proventi) non ricorrenti | 420 | 71 | 349 | |
| EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 1.459 | 1.406 | 53 | 3,8 |
| % sui Ricavi | 37,9 | 38,1 | (0,2)pp |
L'effetto della variazione dei cambi è principalmente relativo alla Business Unit Brasile.
L'EBITDA organico escluso l'utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi del primo trimestre 2023 è pari a 1.451 milioni di euro (1.391 milioni di euro nel primo trimestre 2022).
L'EBIT del Gruppo TIM del primo trimestre 2023 è pari a -162 milioni di euro (209 milioni di euro nel primo trimestre 2022).
L'EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 258 milioni di euro (286 milioni di euro nel primo trimestre 2022) con un'incidenza sui ricavi del 6,7% (7,8% nel primo trimestre 2022).
L'EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, è calcolato come segue:
1 I tassi di cambio medi utilizzati per la conversione in euro (espressi in termini di unità di valuta locale per 1 euro) sono per il real brasiliano pari a 5,57246 nel primo trimestre 2023 e a 5,86784 nel primo trimestre 2022; per il dollaro americano sono pari a 1,07301 nel primo trimestre 2023 e a 1,12168 nel primo trimestre 2022. L'impatto della variazione dei tassi di cambio è calcolato applicando al periodo posto a confronto i tassi di conversione delle valute estere utilizzati per il periodo corrente.

| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBIT | (162) | 209 | (371) | — |
| Effetto conversione bilanci in valuta | 6 | (6) | ||
| Oneri/(Proventi) non ricorrenti | 420 | 71 | 349 | |
| EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 258 | 286 | (28) | (9,8) |
Il Risultato netto del primo trimestre 2023 attribuibile ai Soci della Controllante registra una perdita di 689 milioni di euro (-204 milioni di euro nel primo trimestre 2022) e sconta l'effetto negativo di oneri netti non ricorrenti per 427 milioni di euro (52 milioni di euro nel primo trimestre 2022).
Il personale del Gruppo TIM al 31 marzo 2023 è pari a 50.343 unità, di cui 40.671 in Italia (50.392 unità al 31 dicembre 2022, di cui 40.752 in Italia).
Nel primo trimestre 2023 gli investimenti industriali e per licenze di telefonia mobile/spectrum sono pari a 837 milioni di euro (932 milioni di euro nel primo trimestre 2022).
Gli investimenti industriali sono così ripartiti per settore operativo:
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazione | ||
|---|---|---|---|---|---|
| peso % | peso % | ||||
| Domestic | 606 | 72,4 | 706 | 75,8 | (100) |
| Brasile | 231 | 27,6 | 226 | 24,2 | 5 |
| Altre attività | — | — | — | — | — |
| Rettifiche ed elisioni | — | — | — | — | — |
| Totale consolidato | 837 | 100,0 | 932 | 100,0 | (95) |
| % sui Ricavi | 21,8 | 25,6 | (3,8)pp |
In particolare:
Il flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow) di Gruppo del primo trimestre 2023 è positivo per 298 milioni di euro (positivo per 304 milioni di euro nel primo trimestre 2022).
L'Equity Free Cash Flow del primo trimestre 2023 ammonta a -117 milioni di euro (+301 milioni di euro nel primo trimestre 2022). Tale indicatore rappresenta il Free Cash Flow disponibile per la remunerazione del capitale proprio, per il rimborso del debito e per la copertura degli eventuali investimenti finanziari e dei pagamenti di licenze e frequenze.
L'Indebitamento Finanziario Netto rettificato ammonta a 25.820 milioni di euro al 31 marzo 2023, in aumento di 456 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022 (25.364 milioni di euro). Tale aumento è ascrivibile principalmente alla dinamica operativa-finanziaria.
Per una migliore comprensione dell'informativa, nella tabella che segue sono illustrate le diverse modalità di rappresentazione dell'Indebitamento Finanziario Netto:
| (milioni di euro) | 31.3.2023 | 31.12.2022 | Variazione |
|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (a-b) | |
| Indebitamento Finanziario Netto contabile | 25.717 | 25.370 | 347 |
| Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/ attività finanziarie |
103 | (6) | 109 |
| Indebitamento Finanziario Netto rettificato | 25.820 | 25.364 | 456 |
| Leasing | (5.365) | (5.349) | (16) |
| Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease | 20.455 | 20.015 | 440 |
L'Indebitamento Finanziario Netto contabile al 31 marzo 2023 è pari a 25.717 milioni di euro, in aumento di 347 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022 (25.370 milioni di euro). Lo storno della valutazione al fair value

di derivati e correlate passività/attività finanziarie registra una variazione di 109 milioni di euro sostanzialmente a seguito del maggior impatto della riduzione dei tassi di interesse USD sulla porzione di curva oltre i 2 anni rispetto ai tassi EUR, che ha l'effetto di rivalutare le coperture in cash flow hedge. Tale variazione è rettificata nell'Indebitamento Finanziario Netto contabile non avendo effetti monetari.
L'Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease (al netto dei contratti di lease), metrica adottata dai principali peers europei, al 31 marzo 2023 risulta pari a 20.455 milioni di euro, in aumento di 440 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022 (20.015 milioni di euro), quale effetto netto della positiva dinamica operativa del trimestre cui si è contrapposto il fabbisogno derivante dalla gestione finanziaria e dal pagamento dei dividendi in Brasile.
Si rammenta inoltre, che in data 27 gennaio 2023, TIM S.p.A. ha collocato un bond unsecured per un importo di 850 milioni di euro a tasso fisso (cedola 6,875%) offerto agli investitori istituzionali.
Inoltre, in data 12 aprile 2023 TIM ha concluso la riapertura dello stesso prestito obbligazionario per un importo pari a 400 milioni di euro ('Tap Issue').
Il margine di liquidità disponibile per il Gruppo TIM è pari a 8.151 milioni di euro ed è calcolato considerando:
Tale margine consente una copertura delle passività finanziarie (correnti e non) di Gruppo in scadenza per i prossimi 21 mesi.
Si segnala che le cessioni di crediti commerciali pro soluto a società di factoring perfezionate nel primo trimestre 2023 hanno comportato un effetto positivo sull'indebitamento finanziario netto rettificato al 31 marzo 2023 pari a 867 milioni di euro (1.155 milioni di euro al 31 dicembre 2022).
I ricavi della Business Unit Domestic ammontano a 2.843 milioni di euro, in diminuzione di 3 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022 (-0,1%). In termini organici si riducono di 6 milioni di euro (-0,2% rispetto al primo trimestre 2022).
I ricavi da Servizi stand alone ammontano a 2.551 milioni di euro (-61 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022, -2,3%) e scontano gli impatti del contesto competitivo sulla customer base nonché il delta dei contributi di attivazione; in termini organici, si riducono di 64 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022 (-2,4%).
In dettaglio:
I ricavi Handset e Bundle & Handset, inclusa la variazione dei lavori in corso, sono pari, in termini organici, a 292 milioni di euro nel primo trimestre 2023, in aumento di 58 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022, attribuibile principalmente a quota parte dell'accordo commerciale siglato nel 2022 da TIM e FiberCop con Open Fiber che prevede che Open Fiber acquisti da FiberCop, nelle cosiddette aree bianche, il diritto d'uso (IRU) per infrastrutture aeree e collegamenti d'accesso alla casa del cliente.
I ricavi per segmento di clientela/aree di attività, a partire dal primo trimestre 2023, sono esposti coerentemente con le aree di responsabilità e con la relativa focalizzazione del mercato di riferimento. Conseguentemente, i dati comparativi dei periodi precedenti sono stati riespressi. Sono pertanto di seguito esposti il dettaglio sui ricavi suddivisi fra: Consumer e Small Medium Business, Enterprise, Wholesale National Market, Wholesale International Market, Other, completi della descrizione analitica del perimetro di riferimento, così come attualmente rappresentati ai fini delle analisi interne.
■ Consumer e Small Medium Business (SMB). Il perimetro di riferimento è costituito dall'insieme dei servizi e prodotti di fonia e internet gestiti e sviluppati nel Fisso e nel Mobile per le persone e le famiglie (dalla telefonia pubblica, dalle attività di caring e gestione amministrativa dei clienti) e per la clientela delle PMI (Piccole e medie imprese) e SOHO (Small Office Home Office); è inclusa la società TIM Retail, che coordina l'attività dei negozi di proprietà.

| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni (a-b) |
||
|---|---|---|---|---|---|
| (a) | (b) | assolute | % | % organica esclusi non ricorrenti |
|
| Ricavi Consumer e Small Medium Business | 1.379 | 1.467 | (88) | (6,0) | (6,0) |
| Ricavi da servizi | 1.247 | 1.335 | (88) | (6,6) | (6,6) |
| Ricavi Handset e Bundle & Handset | 132 | 132 | — | (0,1) | (0,1) |
In termini organici, i ricavi del segmento Consumer e SMB sono pari a 1.379 milioni di euro (-88 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022, -6,0%) e presentano un andamento, rispetto al primo trimestre 2022, che sconta l'impatto dello sfidante contesto competitivo. La dinamica osservata sui ricavi complessivi è presente anche sui ricavi da servizi, che sono pari a 1.247 milioni di euro, con una diminuzione di -88 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022 (-6,6%).
Inoltre:
I ricavi Handset e Bundle & Handset del segmento Consumer e SMB sono pari a 132 milioni di euro -0,2 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022 (di cui Mobile -14,1 milioni di euro, di cui Fisso +13,9 milioni di euro); la variazione è principalmente connessa al progressivo rallentamento del mercato dei terminali mobili.
■ Enterprise. Il perimetro di riferimento è costituito dall'insieme dei servizi e prodotti di connettività e soluzioni ICT gestiti e sviluppati per la clientela Top, Public Sector, Large Account. Sono incluse le società: Olivetti, TI Trust Technologies, Telsy e Noovle.
In termini organici, i ricavi del segmento sono pari a 692 milioni di euro (+25 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022, +3,8%, di cui +3,7% per la componente dei ricavi da servizi stand alone).
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni (a-b) |
||
|---|---|---|---|---|---|
| (a) | (b) | assolute | % | % organica esclusi non ricorrenti |
|
| Ricavi Enterprise | 692 | 667 | 25 | 3,8 | 3,8 |
| Ricavi da servizi | 618 | 596 | 22 | 3,7 | 3,7 |
| Ricavi Handset e Bundle & Handset | 74 | 71 | 3 | 4,5 | 4,5 |
In particolare:
Il segmento Wholesale National Market presenta nel primo trimestre 2023 ricavi pari a 494 milioni di euro, in aumento rispetto al primo trimestre 2022 di +16 milioni di euro (+3,3%), grazie anche all'impatto positivo della dinamica dei prezzi regolatori.
■ Wholesale International Market. In tale ambito sono ricomprese le attività del gruppo Telecom Italia Sparkle che opera nel mercato dei servizi internazionali voce, dati e internet destinati agli operatori di telecomunicazioni fisse e mobili, agli ISP/ASP (mercato Wholesale) e alle aziende multinazionali attraverso reti proprietarie nei mercati Europei, nel Mediterraneo e in Sud America.
I ricavi del primo trimestre 2023 del segmento Wholesale International Market sono pari a 228 milioni di euro, in riduzione rispetto al primo trimestre 2022 (-11 milioni di euro, -4,7%), per effetto principalmente della riduzione delle partite one off rispetto al primo trimestre 2022. Nel mix di ricavi si registra una crescita dei ricavi relativi alle soluzioni per operatori mobili a cui si affianca una strategia di razionalizzazione dei ricavi voce.
■ Other. Comprende:

I ricavi del primo trimestre 2023 sono pari a 103 milioni di euro, in aumento di 57 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022. Si segnala che i ricavi del primo trimestre 2023 comprendono circa 60 milioni di euro relativi a quota parte dell'accordo commerciale siglato nel 2022 da TIM e FiberCop con Open Fiber che prevede che Open Fiber acquisti da FiberCop, nelle cosiddette aree bianche, il diritto d'uso (IRU) per infrastrutture aeree e collegamenti d'accesso alla casa del cliente.
■ Eliminations: nel primo trimestre 2023 ammontano a 53 milioni di euro (51 milioni di euro nel primo trimestre 2022).
L'EBITDA del primo trimestre 2023 della Business Unit Domestic è pari a 582 milioni di euro, (-380 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022, -39,5%), con un'incidenza sui ricavi pari al 20,5% (-13,3 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2022).
L'EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 1.000 milioni di euro, (-29 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022, -2,8%). In particolare, l'EBITDA del primo trimestre 2023 sconta partite non ricorrenti per 418 milioni di euro, mentre nel primo trimestre 2022 scontava un impatto complessivo di 67 milioni di euro di partite non ricorrenti.
L'EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBITDA | 582 | 962 | (380) | (39,5) |
| Effetto conversione bilanci in valuta | — | — | ||
| Oneri/ (Proventi) non ricorrenti | 418 | 67 | 351 | |
| EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 1.000 | 1.029 | (29) | (2,8) |
L'EBITDA organico escluso l'utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi al primo trimestre 2023 è pari a 992 milioni di euro (1.014 milioni di euro nel primo trimestre 2022).
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBIT | (303) | 92 | (395) | |
| Oneri/ (Proventi) non ricorrenti | 418 | 67 | 351 | |
| EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 115 | 159 | (44) | (27,7) |
Il personale al 31 marzo 2023 è pari a 40.906 unità (40.984 unità al 31 dicembre 2022).
I ricavi del primo trimestre 2023 della Business Unit Brasile (gruppo TIM Brasil) ammontano a 5.640 milioni di reais (4.727 milioni di reais nel primo trimestre 2022, +19,3%).
L'accelerazione è stata determinata dai ricavi da servizi (5.467 milioni di reais rispetto ai 4.584 milioni di reais nel primo trimestre 2022, +19,3%) con i ricavi da servizi di telefonia mobile in crescita del 20,2% rispetto al primo trimestre 2022. Questa performance è riconducibile al continuo miglioramento dei segmenti pre-paid e post-paid sostenuto dall'acquisizione degli assets di telefonia mobile di Oi. I ricavi da servizi di telefonia fissa hanno mostrato una crescita del 6,0% rispetto al primo trimestre 2022, determinata dal ritmo di espansione di TIM Live.
I ricavi da vendite di prodotti si sono attestati a 173 milioni di reais (143 milioni di reais nel primo trimestre 2022).
L'ARPU mobile del primo trimestre 2023 è stato di 27,7 reais (27,4 reais nel primo trimestre 2022) torna a crescere (+0,9%) dopo aver scontato l'effetto diluitivo dell'integrazione con Oi negli ultimi trimestri.
Le linee mobili complessive al 31 marzo 2023 sono pari a 61,7 milioni, -0,8 milioni rispetto al 31 dicembre 2022 (62,5 milioni). Il decremento è attribuibile al segmento post-paid (-1,2 milioni) parzialmente compensata dalla crescita del segmento pre-paid (+0,4 milioni). Al 31 marzo 2023 i clienti post-paid rappresentano il 42,2% della base clienti (43,6% a dicembre 2022).
Le attività BroadBand di TIM Live hanno registrato, al 31 marzo 2023, una crescita netta positiva della base clienti di 16 mila unità rispetto al 31 dicembre 2022. Inoltre, la base clienti continua a concentrarsi nelle connessioni ad alta velocità, con più del 50% che supera i 100Mbps.
L'ARPU BroadBand del primo trimestre 2023 è stato di 97,8 reais (94,3 reais nel primo trimestre 2022).
L'EBITDA del primo trimestre 2023 ammonta a 2.559 milioni di reais (2.091 milioni di reais nel primo trimestre 2022, +22,4%) e il margine sui ricavi è pari al 45,4% (44,2% nel primo trimestre 2022).

L'EBITDA del primo trimestre 2023 sconta oneri non ricorrenti per 13 milioni di reais (20 milioni di reais nel primo trimestre 2022) principalmente connessi allo sviluppo di progetti non ricorrenti.
L'EBITDA organico al netto della componente non ricorrente è in crescita del 21,8% ed è calcolato come segue:
| (milioni di reais) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBITDA | 2.559 | 2.091 | 468 | 22,4 |
| Oneri/(Proventi) non ricorrenti | 13 | 20 | (7) | |
| EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 2.572 | 2.111 | 461 | 21,8 |
La crescita dell'EBITDA è attribuibile alla positiva performance dei ricavi da servizi rafforzata dall'acquisizione delle attività di Oi Móvel.
Il relativo margine sui ricavi, in termini organici si attesta al 45,6% (44,7% nel primo trimestre 2022).
L'EBIT del primo trimestre 2023 è pari a 796 milioni di reais (703 milioni di reais nel primo trimestre 2022, +13,2%).
L'EBIT organico al netto della componente non ricorrente si attesta nel primo trimestre 2023 a 809 milioni di reais (723 milioni di reais nel primo trimestre 2022) con un margine sui ricavi del 14,3% (15,3% nel primo trimestre 2022).
L'EBIT organico al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:
| (milioni di reais) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBIT | 796 | 703 | 93 | 13,2 |
| Oneri/(Proventi) non ricorrenti | 13 | 20 | (7) | |
| EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 809 | 723 | 86 | 11,9 |
Il personale al 31 marzo 2023 è pari a 9.424 unità (9.395 unità al 31 dicembre 2022).

Al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, il Gruppo TIM utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance. In particolare, a seguito dell'adozione dell'IFRS 16 il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 1.459 | 1.406 | 53 | 3,8 |
| Canoni per leasing | (270) | (223) | (47) | (21,1) |
| EBITDA After Lease (EBITDA-AL) | 1.189 | 1.183 | 6 | 0,5 |
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 1.000 | 1.029 | (29) | (2,8) |
| Canoni per leasing | (128) | (125) | (3) | (2,4) |
| EBITDA After Lease (EBITDA-AL) | 872 | 904 | (32) | (3,5) |
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| assolute | % | |||
| EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente | 461 | 379 | 82 | 21,8 |
| Canoni per leasing | (142) | (98) | (44) | (44,9) |
| EBITDA After Lease (EBITDA-AL) | 319 | 281 | 38 | 13,8 |
| (milioni di euro) | 31.3.2023 | 31.12.2022 | Variazione |
|---|---|---|---|
| Indebitamento Finanziario Netto Rettificato | 25.820 | 25.364 | 456 |
| Leasing | (5.365) | (5.349) | (16) |
| Indebitamento Finanziario Netto Rettificato - After Lease | 20.455 | 20.015 | 440 |
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazione |
|---|---|---|---|
| Equity Free Cash Flow | (117) | 301 | (418) |
| Variazione contratti di Leasing (quota capitale) | (280) | (178) | (102) |
| Equity Free Cash Flow After Lease | (397) | 123 | (520) |

Alla luce dell'andamento dei principali segmenti di business nel primo trimestre 2023, viene confermata la guidance già comunicata con l'approvazione del Piano Industriale TIM 2023-2025.
TIM: conclusa con successo la riapertura del bond emesso a gennaio 2023 per un importo di 400 milioni di euro
Si veda il comunicato stampa diffuso in data 3 aprile 2023.
Si vedano i comunicati stampa diffusi in data 18 aprile 2023 e 4 maggio 2023.
Si veda il comunicato stampa diffuso in data 5 maggio 2023.
Il governo dei rischi rappresenta uno strumento strategico per la creazione di valore.
Il Gruppo TIM ha adottato un Modello di Enterprise Risk Management in continua evoluzione, allineato con normative e standard internazionali, per consentire di individuare, valutare e gestire i rischi in modo omogeneo all'interno del Gruppo, evidenziando potenziali sinergie tra gli attori coinvolti nella valutazione del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi. Il processo Enterprise Risk Management è integrato con i processi di pianificazione strategica e operativa ed è progettato per individuare eventi potenziali che possono influire sull'attività d'impresa, al fine di gestire il rischio entro limiti accettabili e di fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi aziendali.
Il Modello di Enterprise Risk Management adottato dal Gruppo TIM:
In tale ambito, si evidenzia il perdurare del conflitto Russia-Ucraina e i possibili incrementi dei costi connessi alle pressioni inflattive. Inoltre, a titolo non esaustivo si richiamano i seguenti ulteriori fattori: l'evoluzione del contesto di mercato, l'ingresso di nuovi potenziali competitors in ambito fisso e mobile, l'avvio di procedimenti da parte delle Autorità e i conseguenti ritardi nell'implementazione delle nuove strategie, le problematiche connesse alle nuove reti e infrastrutture, gli adempimenti connessi all'esercizio dei Poteri Speciali da parte del Governo (Golden Power) con effetti da valutare in termini di scelte strategiche e di sviluppo temporale degli obiettivi di Piano.
La situazione economico-finanziaria del Gruppo TIM, ivi compresa la sua capacità di sostenere il livello atteso dei flussi di cassa e la marginalità del business, dipende dall'influenza di molteplici fattori macroeconomici come la crescita economica, la fiducia dei consumatori, i tassi di interesse, l'aumento del tasso di inflazione e dei tassi di cambio dei mercati in cui è presente.
A questi fattori si aggiungono le incertezze collegate all'evolversi della guerra in Ucraina e la trasformazione strutturale dei mercati energetici.
Le aspettative di crescita del PIL italiano nel 2022 sono state riviste al rialzo raggiungendo valori molto prossimi al 4%. Una crescita che è stata ottenuta grazie al contributo positivo del settore manifatturiero e del turismo, per contro, il protrarsi della guerra in Ucraina e l'andamento dei prezzi delle materie prime largamente al di sopra dei livelli medi, avrà un impatto negativo sui prossimi mesi ridimensionando la crescita prevista per il 2023 ad un valore inferiore a mezzo punto percentuale.
L'inflazione media annua registrata nel 2022 superiore all'8% è riconducibile ad un aumento dei prezzi più generalizzato e non più attribuibile ai soli beni energetici. Nonostante alcuni primi segnali di rallentamento le dinamiche inflazionistiche stanno riducendo il potere di acquisto e il valore degli asset finanziari delle famiglie

ed imprese. Gli elevati livelli di inflazione hanno portato la BCE a confermare la propria politica dei tassi d'interesse che ha ulteriormente indebolito la disponibilità finanziaria di famiglie e imprese.
La volatilità dei prezzi dell'energia colpisce l'industria europea, soprattutto i settori più energivori. Lo shock dell'offerta energetica ha evidenziato la dipendenza dei paesi europei dalle fonti di energia fossili. Le maggiori incertezze sono legate alla crescita delle altre principali economie mondiali, ai possibili sviluppi della guerra in Ucraina e alle sue possibili ripercussioni sia in termini di sanzioni e di impatti sul mercato energetico.
Con riferimento al costo dell'energia, va segnalato che il Gruppo TIM ha implementato un programma di coperture e saving che, sul perimetro domestico, hanno consentito di coprire con anticipo la maggior parte dei fabbisogni 2022 e buona parte di quelli 2023.
Un punto di particolare attenzione merita l'impatto che l'attuale contesto geopolitico può far registrare sulla supply chain. In particolare, uno scenario inflattivo dei costi dell'energia può incidere sui costi di trasporto e su quelli delle materie prime. Inoltre, il protrarsi degli effetti del lock-down cinese ha causato la congestione dei principali porti, l'aumento dei tempi medi di consegna e difficoltà nell'approvvigionamento di alcuni materiali e apparati necessari allo sviluppo della rete e di alcuni contratti.
Anche per il Brasile le previsioni di crescita per il 2022 sono state riviste al rialzo avvicinandosi al 3%. In generale il Brasile risente del rallentamento dell'economia globale, in particolare degli USA e della Cina.
Anche a seguito di una politica monetaria restrittiva che è servita a ridare credibilità e stabilità alla moneta brasiliana e a contenere l'inflazione, per l'economia brasiliana per il 2023 ci si attende un rallentamento della crescita che dovrebbe attestarsi intorno all'1%. Il ridimensionamento della crescita e la necessita di mantenere sussidi per la parte più povera della popolazione che fatica a fronteggiare i rincari di benzina e beni alimentari, così come il crescente indebitamento sia pubblico che privato rappresentano i principali rischi e sfide che il paese si trova ad affrontare dopo le elezioni presidenziali di fine anno.
Il conflitto Ucraina-Russia ha implicazioni incerte che dovrebbero diventare più chiare nel tempo. Al momento l'impatto più visibile della situazione geopolitica sull'attività del Gruppo è principalmente di natura indiretta con conseguente aumento vertiginoso del costo delle materie prime energetiche e dei costi di trasporto.
Nel caso in cui le tensioni militari, economiche e politiche continuassero a crescere, la situazione potrebbe avere gravi conseguenze sulla sicurezza globale con incremento dei rischi per il Gruppo (sicurezza e la protezione del personale, attacchi informatici sulle reti e sistemi informatici TIM e dei suoi clienti, shock della catena di fornitura).
Il Gruppo TIM non ha una presenza in Ucraina e ha una presenza molto ridotta in Russia attraverso la sua controllata Telecom Italia Sparkle S.p.A., per la quale potrebbero esserci ricadute nelle relazioni commerciali, ancorché ad oggi non presenti, nell'incasso dei crediti commerciali e negli asset presenti nel paese nonché sui tempi di realizzazione dei progetti di investimento internazionali, la cui variazione, pur dipendente dagli sviluppi del conflitto, è ritenuta dalla Società, al momento, non significativa.
Sebbene il picco della pandemia di COVID-19 sia passato, la possibilità di nuovi focolai della pandemia dovuti a nuove varianti non può essere completamente esclusa. Ciò potrebbe influire sull'operatività del Gruppo TIM e potrebbe determinare un calo dei volumi di roaming, una minore crescita dei clienti, un aumento dei crediti inesigibili, effetti negativi sulla manutenzione della rete e sulla catena di fornitura con conseguenti diminuzione di margini, ricavi o ritardi nei flussi di cassa.

Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Adrian Calaza Noia, dichiara ai sensi del comma 2 dell'art. 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

| Gruppo TIM – Schemi | 18 |
|---|---|
| Gruppo TIM - Conto economico separato consolidato | 18 |
| Gruppo TIM - Conto economico complessivo consolidato | 19 |
| Gruppo TIM - Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata | 20 |
| Gruppo TIM - Rendiconto finanziario consolidato | 22 |
| Gruppo TIM - Movimenti del patrimonio netto consolidato | 24 |
| Gruppo TIM- Indebitamento finanziario netto | 25 |
| Gruppo TIM - Variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato | 26 |
| Gruppo TIM - Contratti complessi | 27 |
| Gruppo TIM - Informazioni per settore operativo | 28 |
| Domestic | 28 |
| Brasile | 28 |
| Gruppo TIM - Personale | 29 |
| Gruppo TIM – Impatto sulle singole voci del conto economico separato consolidato degli eventi e operazioni di natura non ricorrente |
30 |
| Gruppo TIM - Struttura del debito, emissioni obbligazionarie e obbligazioni in scadenza | 31 |
| Gruppo TIM - Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti | 33 |
| Indicatori alternativi di performance | 42 |

Gli schemi di Conto Economico Separato Consolidato, Conto Economico Complessivo Consolidato, Situazione Patrimoniale Finanziaria Consolidata, Rendiconto Finanziario Consolidato, Movimenti del Patrimonio Netto Consolidato, nonché l'Indebitamento Finanziario Netto Consolidato del Gruppo TIM, nel seguito presentati, sono coerenti con gli schemi di bilancio consolidato inclusi nella Relazione finanziaria annuale e nella Relazione finanziaria semestrale. Tali schemi non sono stati oggetto di verifica da parte della società di revisione.
I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2022 ai quali si rimanda, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2023.
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| (a-b) | ||||
| (a) | (b) | assolute | % | |
| Ricavi | 3.847 | 3.644 | 203 | 5,6 |
| Altri proventi operativi | 37 | 37 | — | — |
| Totale ricavi e proventi operativi | 3.884 | 3.681 | 203 | 5,5 |
| Acquisti di materie e servizi | (1.756) | (1.620) | (136) | (8,4) |
| Costi del personale | (1.089) | (731) | (358) | (49,0) |
| Altri costi operativi | (181) | (168) | (13) | (7,7) |
| Variazione delle rimanenze | 41 | 20 | 21 | — |
| Attività realizzate internamente | 140 | 134 | 6 | 4,5 |
| Risultato operativo ante ammortamenti, plusvalenze/ (minusvalenze) e ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA) |
1.039 | 1.316 | (277) | (21,0) |
| Ammortamenti | (1.201) | (1.107) | (94) | (8,5) |
| Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non correnti |
— | — | — | — |
| Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti | — | — | — | — |
| Risultato operativo (EBIT) | (162) | 209 | (371) | — |
| Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto |
(4) | 16 | (20) | — |
| Altri proventi/(oneri) da partecipazioni | — | — | — | |
| Proventi finanziari | 322 | 325 | (3) | (0,9) |
| Oneri finanziari | (693) | (642) | (51) | (7,9) |
| Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento |
(537) | (92) | (445) | — |
| Imposte sul reddito | (85) | (50) | (35) | (70,0) |
| Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento | (622) | (142) | (480) | — |
| Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute |
— | — | — | — |
| Utile (perdita) del periodo | (622) | (142) | (480) | — |
| Attribuibile a: | ||||
| Soci della Controllante | (689) | (204) | (485) | — |
| Partecipazioni di minoranza | 67 | 62 | 5 | 8,1 |

Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio) è di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo Consolidato, comprensivo, oltre che dell'Utile (perdita) del periodo, come da Conto Economico Separato Consolidato, delle altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse dalle transazioni con gli Azionisti.
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
|---|---|---|
| Utile (perdita) del periodo (a) |
(622) | (142) |
| Altre componenti del conto economico complessivo consolidato | ||
| Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel conto economico separato consolidato |
||
| Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo: |
||
| Utili (perdite) da adeguamento al fair value | 1 | (2) |
| Effetto fiscale | — | — |
| (b) | 1 | (2) |
| Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19): | ||
| Utili (perdite) attuariali | — | — |
| Effetto fiscale | — | — |
| (c) | — | — |
| Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto: |
||
| Utili (perdite) | — | — |
| Effetto fiscale | — | — |
| (d) | — | — |
| Totale altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel conto economico separato consolidato (e=b+c+d) |
1 | (2) |
| Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel conto economico separato consolidato |
||
| Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo: |
||
| Utili (perdite) da adeguamento al fair value | 1 | (61) |
| Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato | 2 | 13 |
| Effetto fiscale | — | 1 |
| (f) | 3 | (47) |
| Strumenti derivati di copertura: | ||
| Utili (perdite) da adeguamento al fair value | (18) | 108 |
| Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato | 105 | (98) |
| Effetto fiscale | (22) | (2) |
| (g) | 65 | 8 |
| Differenze cambio di conversione di attività estere: | ||
| Utili (perdite) di conversione di attività estere | 31 | 884 |
| Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto economico separato consolidato |
— | — |
| Effetto fiscale | — | — |
| (h) | 31 | 884 |
| Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto: |
||
| Utili (perdite) | — | — |
| Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato | — | — |
| Effetto fiscale | — | — |
| (i) | — | — |
| Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel conto economico separato consolidato (k=f+g+h+i) |
99 | 845 |
| Totale altre componenti del conto economico complessivo consolidato (m=e+k) |
100 | 843 |
| Utile (perdita) complessivo del periodo (a+m) |
(522) | 701 |
| Attribuibile a: | ||
| Soci della Controllante | (599) | 366 |
| Partecipazioni di minoranza | 77 | 335 |

| (milioni di euro) | 31.3.2023 | 31.12.2022 | Variazioni |
|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (a-b) | |
| Attività | |||
| Attività non correnti | |||
| Attività immateriali | |||
| Avviamento | 19.118 | 19.111 | 7 |
| Attività immateriali a vita utile definita | 7.547 | 7.656 | (109) |
| 26.665 | 26.767 | (102) | |
| Attività materiali | |||
| Immobili, impianti e macchinari di proprietà | 14.094 | 14.100 | (6) |
| Diritti d'uso su beni di terzi | 5.545 | 5.488 | 57 |
| Altre attività non correnti | |||
| Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto |
537 | 539 | (2) |
| Altre partecipazioni | 111 | 116 | (5) |
| Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva |
48 | 49 | (1) |
| Altre attività finanziarie non correnti | 1.649 | 1.602 | 47 |
| Crediti vari e altre attività non correnti | 2.395 | 2.365 | 30 |
| Attività per imposte anticipate | 779 | 769 | 10 |
| 5.519 | 5.440 | 79 | |
| Totale Attività non correnti (a) |
51.823 | 51.795 | 28 |
| Attività correnti | |||
| Rimanenze di magazzino | 363 | 322 | 41 |
| Crediti commerciali, vari e altre attività correnti | 4.496 | 4.539 | (43) |
| Crediti per imposte sul reddito | 145 | 147 | (2) |
| Attività finanziarie correnti | |||
| Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva |
115 | 69 | 46 |
| Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti finanziari e altre attività finanziarie correnti |
1.679 | 1.600 | 79 |
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti | 2.660 | 3.555 | (895) |
| 4.454 | 5.224 | (770) | |
| Sub-totale Attività correnti | 9.458 | 10.232 | (774) |
| Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad essere cedute |
|||
| di natura finanziaria | — | — | — |
| di natura non finanziaria | — | — | — |
| — | — | — | |
| Totale Attività correnti (b) |
9.458 | 10.232 | (774) |
| Totale Attività (b+a) |
61.281 | 62.027 | (746) |

| (milioni di euro) | 31.3.2023 | 31.12.2022 | Variazioni | |
|---|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (a-b) | ||
| Patrimonio netto e Passività | ||||
| Patrimonio netto | ||||
| Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante |
14.463 | 15.061 | (598) | |
| Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di minoranza |
3.706 | 3.664 | 42 | |
| Totale Patrimonio netto | (c) | 18.169 | 18.725 | (556) |
| Passività non correnti | ||||
| Passività finanziarie non correnti per contratti di finanziamento e altri |
21.177 | 21.739 | (562) | |
| Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione passiva |
4.684 | 4.597 | 87 | |
| Fondi relativi al personale | 965 | 684 | 281 | |
| Passività per imposte differite | 172 | 84 | 88 | |
| Fondi per rischi e oneri | 942 | 910 | 32 | |
| Debiti vari e altre passività non correnti | 1.103 | 1.146 | (43) | |
| Totale Passività non correnti | (d) | 29.043 | 29.160 | (117) |
| Passività correnti | ||||
| Passività finanziarie correnti per contratti di finanziamento e altri |
5.163 | 5.039 | 124 | |
| Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva |
844 | 870 | (26) | |
| Debiti commerciali, vari e altre passività correnti | 8.019 | 8.199 | (180) | |
| Debiti per imposte sul reddito | 43 | 34 | 9 | |
| Sub-totale Passività correnti | 14.069 | 14.142 | (73) | |
| Passività direttamente correlate ad Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute |
||||
| di natura finanziaria | — | — | — | |
| di natura non finanziaria | — | — | — | |
| — | — | — | ||
| Totale Passività correnti | (e) | 14.069 | 14.142 | (73) |
| Totale Passività | (f=d+e) | 43.112 | 43.302 | (190) |
| Totale Patrimonio netto e passività | (c+f) | 61.281 | 62.027 | (746) |

| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
|---|---|---|
| Flusso monetario da attività operative: | ||
| Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento | (622) | (142) |
| Rettifiche per: | ||
| Ammortamenti | 1.201 | 1.107 |
| Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse partecipazioni) | 1 | 7 |
| Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate (differite) | 60 | 36 |
| Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse partecipazioni) |
— | — |
| Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto |
4 | (16) |
| Variazione dei fondi relativi al personale | 243 | 38 |
| Variazione delle rimanenze | (41) | (20) |
| Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti | 164 | 222 |
| Variazione dei debiti commerciali | (504) | (277) |
| Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito | 8 | (2) |
| Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività | 337 | 122 |
| Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative | 851 (a) |
1.075 |
| Flusso monetario da attività di investimento: | ||
| Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi per cassa |
(1.054) | (1.151) |
| Contributi in conto capitale incassati | — | — |
| Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle disponibilità acquisite |
— | — |
| Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni | (5) | (11) |
| Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i derivati attivi di copertura e non) |
(98) | 405 |
| Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese controllate e di rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute |
— | — |
| Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali, materiali e di altre attività non correnti |
2 | 1 |
| Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento | (1.155) (b) |
(756) |
| Flusso monetario da attività di finanziamento: | ||
| Variazione delle passività finanziarie correnti e altre | (82) | (628) |
| Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) | 850 | — |
| Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) | (1.323) | (3.431) |
| Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non | (3) | (16) |
| Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate) | — | — |
| Dividendi pagati | (38) | (26) |
| Variazioni di possesso in imprese controllate | — | — |
| Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento | (596) (c) |
(4.101) |
| Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute |
— (d) |
— |
| Flusso monetario complessivo (e=a+b+c+d) |
(900) | (3.782) |
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo | 3.555 (f) |
6.904 |
| Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette |
4 (g) |
144 |
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo (h=e+f+g) |
2.659 | 3.266 |

| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
|---|---|---|
| Acquisti di attività immateriali | (241) | (302) |
| Acquisti di attività materiali | (571) | (617) |
| Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi | (335) | (268) |
| Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi per competenza |
(1.147) | (1.187) |
| Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi |
93 | 36 |
| Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi per cassa |
(1.054) | (1.151) |
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
|---|---|---|
| Imposte sul reddito (pagate)/incassate | (28) | 2 |
| Interessi pagati | (510) | (470) |
| Interessi incassati | 113 | 129 |
| Dividendi incassati | — | — |
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
|---|---|---|
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo: | ||
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento | 3.555 | 6.904 |
| Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento | — | — |
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad essere cedute |
— | — |
| Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad essere cedute |
— | — |
| 3.555 | 6.904 | |
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo: | ||
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento | 2.660 | 3.272 |
| Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento | (1) | (6) |
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad essere cedute |
— | — |
| Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad essere cedute |
— | — |
| 2.659 | 3.266 |

| Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante | |||||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| (milioni di euro) | Capitale | Riserva da sovrapprezzo azioni |
Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
Riserva per adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura |
Riserva per differenze cambio di conversione di attività estere |
Riserva per rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19) |
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto |
Altre riserve e utili (perdite) accumulati, incluso l'utile (perdita) del periodo |
Totale | Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di minoranza |
Totale patrimonio netto |
| Saldo al 31 dicembre 2021 |
11.614 | 2.133 | 49 | (128) | (2.500) | (130) | — | 6.376 | 17.414 | 4.625 | 22.039 |
| Movimenti di patrimonio netto del periodo: |
|||||||||||
| Dividendi deliberati | — | — | — | — | — | — | — | — | — | (11) | (11) |
| Utile (perdita) complessivo del periodo |
— | — | (49) | 8 | 611 | — | — | (204) | 366 | 335 | 701 |
| Emissione di strumenti rappresentativi di patrimonio netto |
— | — | — | — | — | — | — | 4 | 4 | — | 4 |
| Altri movimenti | — | — | — | — | — | — | — | 2 | 2 | — | 2 |
| Saldo al 31 Marzo 2022 |
11.614 | 2.133 | — | (120) | (1.889) | (130) | — | 6.178 | 17.786 | 4.949 | 22.735 |
| Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante | |||||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| (milioni di euro) | Capitale | Riserva da sovrapprezzo azioni |
Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo |
Riserva per adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura |
Riserva per differenze cambio di conversione di attività estere |
Riserva per rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19) |
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto |
Altre riserve e utili (perdite) accumulati, incluso l'utile (perdita) del periodo |
Totale | Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di minoranza |
Totale patrimonio netto |
| Saldo al 31 dicembre 2022 |
11.614 | 2.133 | (58) | 65 | (2.085) | (71) | — | 3.463 | 15.061 | 3.664 | 18.725 |
| Movimenti di patrimonio netto del periodo: |
|||||||||||
| Dividendi deliberati | — | — | — | — | — | — | — | — | — | (36) | (36) |
| Utile (perdita) complessivo del periodo |
— | — | 4 | 65 | 21 | — | — | (689) | (599) | 77 | (522) |
| Assegnazione azioni proprie per LTI |
6 | — | — | — | — | — | — | (6) | — | — | — |
| Altri movimenti | — | — | — | — | — | — | — | 1 | 1 | 1 | 2 |
| Saldo al 31 Marzo 2023 |
11.620 | 2.133 | (54) | 130 | (2.064) | (71) | — | 2.769 | 14.463 | 3.706 | 18.169 |

| (milioni di euro) | 31.3.2023 | 31.12.2022 | Variazione |
|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (a-b) | |
| Passività finanziarie non correnti | |||
| Obbligazioni | 15.253 | 15.259 | (6) |
| Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie | 5.924 | 6.480 | (556) |
| Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione | |||
| passiva | 4.684 | 4.597 | 87 |
| 25.861 | 26.336 | (475) | |
| Passività finanziarie correnti (*) | |||
| Obbligazioni | 2.478 | 2.799 | (321) |
| Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie | 2.685 | 2.240 | 445 |
| Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva | 844 | 870 | (26) |
| 6.007 | 5.909 | 98 | |
| Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad essere cedute |
— | — | — |
| Totale debito finanziario lordo | 31.868 | 32.245 | (377) |
| Attività finanziarie non correnti | |||
| Titoli diversi dalle partecipazioni | — | — | — |
| Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva | (48) | (49) | 1 |
| Crediti finanziari e altre attività finanziarie non correnti | (1.649) | (1.602) | (47) |
| (1.697) | (1.651) | (46) | |
| Attività finanziarie correnti | |||
| Titoli diversi dalle partecipazioni | (1.491) | (1.446) | (45) |
| Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva | (115) | (69) | (46) |
| Crediti finanziari e altre attività finanziarie correnti | (188) | (154) | (34) |
| Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti | (2.660) | (3.555) | 895 |
| (4.454) | (5.224) | 770 | |
| Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute |
— | — | — |
| Totale attività finanziarie | (6.151) | (6.875) | 724 |
| Indebitamento finanziario netto contabile | 25.717 | 25.370 | 347 |
| Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/ attività finanziarie |
103 | (6) | 109 |
| Indebitamento finanziario netto rettificato | 25.820 | 25.364 | 456 |
| Così dettagliato: | |||
| Totale debito finanziario lordo rettificato | 31.287 | 31.682 | (395) |
| Totale attività finanziarie rettificate | (5.467) | (6.318) | 851 |
| (*) di cui quota corrente del debito a M/L termine: | |||
| Obbligazioni | 2.478 | 2.799 | (321) |
| Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie | 1.668 | 1.139 | 529 |
| Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva | 817 | 856 | (39) |

| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazione |
|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (a-b) | |
| EBITDA | 1.039 | 1.316 | (277) |
| Investimenti industriali di competenza | (837) | (932) | 95 |
| Variazione del capitale circolante netto operativo: | (157) | (91) | (66) |
| Variazione delle rimanenze | (41) | (20) | (21) |
| Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti | 164 | 222 | (58) |
| Variazione dei debiti commerciali | (722) | (311) | (411) |
| Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile / spectrum | — | (186) | 186 |
| Altre variazioni di crediti/debiti operativi | 442 | 204 | 238 |
| Variazione dei fondi relativi al personale | 243 | 38 | 205 |
| Variazione dei fondi operativi e altre variazioni | 10 | (27) | 37 |
| Operating free cash flow netto | 298 | 304 | (6) |
| % sui Ricavi | 7,7 | 8,3 | (0,6)pp |
| Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni | 2 | 1 | 1 |
| Aumenti/Rimborsi di capitale comprensivi di oneri accessori | — | — | — |
| Investimenti finanziari | (5) | (11) | 6 |
| Pagamento dividendi | (38) | (26) | (12) |
| Incrementi di contratti di leasing | (310) | (255) | (55) |
| Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti, non operativi | (403) | (465) | 62 |
| Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto rettificato delle attività in funzionamento |
(456) | (452) | (4) |
| Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto delle attività cessate/attività non correnti destinate ad essere cedute |
— | — | — |
| Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto rettificato |
(456) | (452) | (4) |
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazione |
|---|---|---|---|
| Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto rettificato delle attività in funzionamento |
(456) | (452) | (4) |
| Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali disdette/estinzioni anticipate di operazioni di leasing (+)) |
296 | 530 | (234) |
| Pagamento delle licenze tlc e per l'utilizzo di frequenze | — | 186 | (186) |
| Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o cessioni di partecipazioni |
5 | 11 | (6) |
| Pagamento dei dividendi e Change in Equity | 38 | 26 | 12 |
| Equity Free Cash Flow | (117) | 301 | (418) |

Il Gruppo TIM, nell'ambito di un processo volto ad assicurare l'identificazione e la definizione delle iniziative di evoluzione del sistema di controllo interno di gestione dei rischi aziendali, ha istituito nell'esercizio 2022 un Comitato Tecnico per la supervisione dei contratti complessi (il "Comitato Tecnico").
Il Comitato Tecnico ha definito:

Nel corso dell'esercizio 2021 alcuni contratti per l'offerta di contenuti multimedia connessi alle partnership in essere, fra cui quella fra TIM e DAZN, hanno evidenziato un margine complessivo lungo l'intera durata contrattuale negativo, con la necessità di effettuare un accantonamento per complessivi 548 milioni di euro per l'iscrizione al 31 dicembre 2021 di un Fondo Rischi contrattuali per contratti onerosi.
Nel corso dell'esercizio 2022 TIM S.p.A. ha inoltre registrato un accantonamento di 41 milioni di euro per contratti onerosi riguardante un accordo pluriennale stipulato nel corso del 2021 che impegnava la Società ad acquisti minimi e per il quale nel corso del 2022 si è manifestata l'onerosità complessiva stimata per il periodo di durata residua dell'accordo.
L'utilizzo del Fondo Rischi contrattuali per contratti onerosi lungo la durata contrattuale consente di compensare la componente negativa del margine (EBITDA) - riferibile sia all'andamento operativo dei business sia agli impegni in termini di corrispettivi che TIM è contrattualmente obbligata a riconoscere alle controparti rilevando una marginalità operativa (organica) nulla.
Il Fondo rischi contrattuali per contratti onerosi al 31 marzo 2023 ammonta a complessivi 247 milioni di euro.
Di seguito si evidenzia:
| Gruppo TIM | Business Unit Domestic | ||||
|---|---|---|---|---|---|
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
|
| EBITDA ORGANICO (incluso l'utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi) |
1.459 | 1.406 | 1.000 | 1.029 | |
| - Utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi a fronte del Margine negativo |
(8) | (15) | (8) | (15) | |
| EBITDA ORGANICO (escluso l'utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi) |
1.451 | 1.391 | 992 | 1.014 |
L'importo di 8 milioni di euro rappresenta il margine negativo a fronte del quale è stato utilizzato il fondo.
Sotto il profilo finanziario, il margine negativo coperto dal Fondo rischi, comporta un pari impatto sulla Posizione Finanziaria Netta e sui flussi di cassa.
Con riferimento ai contratti pluriennali che in alcuni casi impegnano TIM a riconoscere alla controparte corrispettivi a titolo di minimo garantito, occorre richiamare come la valutazione di tali contratti e la stima dei costi ad essi associati è soggetta a numerose incertezze che includono fra gli altri dinamiche di mercato, pronunciamenti delle autorità regolatorie del mercato, sviluppo delle nuove tecnologie a supporto del servizio. Tali stime vengono riviste periodicamente sulla base dei dati consuntivati al fine di assicurare che il dato previsionale rimanga nell'ambito di range ragionevolmente prevedibili. Non tutti i fattori citati sono sotto il controllo della società, potrebbero pertanto impattare anche in maniera significativa sulle previsioni future circa l'andamento dei contratti stessi, l'importo di marginalità (positiva o negativa) stimato, i flussi di cassa che verranno generati.

| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
Variazioni (a-b) |
||
|---|---|---|---|---|---|
| (a) | (b) | assolute | % | % organica esclusi non ricorrenti |
|
| Ricavi | 2.843 | 2.846 | (3) | (0,1) | (0,2) |
| EBITDA | 582 | 962 | (380) | (39,5) | (2,8) |
| % sui Ricavi | 20,5 | 33,8 | (13,3)pp | (0,9)pp | |
| EBIT | (303) | 92 | (395) | — | (27,7) |
| % sui Ricavi | (10,7) | 3,2 | (13,9)pp | (1,6)pp | |
| Personale a fine periodo (unità) (°) | 40.906 | (*)40.984 | (78) | (0,2) |
(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato 38 unità al 31 marzo 2023 (15 unità al 31 dicembre 2022). (*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2022.
| 31.3.2023 | 31.12.2022 | 31.3.2022 | |
|---|---|---|---|
| Accessi totali TIM Retail (migliaia) | 8.216 | 8.290 | 8.539 |
| (1) di cui NGN |
5.487 | 5.417 | 5.244 |
| Accessi totali TIM Wholesale (migliaia) | 7.453 | 7.525 | 7.729 |
| di cui NGN | 5.206 | 5.171 | 4.997 |
| Accessi broadband TIM Retail attivi (migliaia) | 7.379 | 7.443 | 7.643 |
| (2) ARPU Consumer (€/mese) |
27,3 | 28,3 | 28,4 |
| (3) ARPU Broadband (€/mese) |
34,5 | 35,6 | 33,0 |
(1) Accessi UltraBroadband in modalità FTTx e FWA, incluse anche le linee "solo dati" e GBE (Gigabit Ethernet).
(2) Ricavi da servizi retail organici Consumer rapportati alla consistenza media degli accessi Consumer.
(3) Ricavi da servizi broadband organici rapportati alla consistenza media degli accessi broadband TIM retail attivi.
| 31.3.2023 | 31.12.2022 | 31.3.2022 | |
|---|---|---|---|
| Consistenza linee a fine periodo (migliaia) | 30.201 | 30.407 | 30.395 |
| di cui Human | 18.297 | 18.438 | 18.799 |
| (4) Churn rate (%) |
3,7 | 13,3 | 3,7 |
| (5) Users broadband (migliaia) |
12.584 | 12.577 | 12.717 |
| (6) ARPU Retail (€/mese) |
6,7 | 7,1 | 7,0 |
| (7) ARPU Human (€/mese) |
11,1 | 11,5 | 11,3 |
(4) Percentuale di linee totali cessate nel periodo rispetto alla consistenza media totale.
(5) Linee mobili che utilizzano servizi dati.
(6) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee. (7) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media linee human.
| (milioni di euro) | (milioni di reais) | Variazioni | |||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
||||
| assolute | % | % organica esclusi non ricorrenti |
|||||
| (a) | (b) | (c) | (d) | (c-d) | (c-d)/d | ||
| Ricavi | 1.012 | 806 | 5.640 | 4.727 | 913 | 19,3 | 19,3 |
| EBITDA | 459 | 356 | 2.559 | 2.091 | 468 | 22,4 | 21,8 |
| % sui Ricavi | 45,4 | 44,2 | 45,4 | 44,2 | 1,2pp | 0,9pp | |
| EBIT | 143 | 120 | 796 | 703 | 93 | 13,2 | 11,9 |
| % sui Ricavi | 14,1 | 14,9 | 14,1 | 14,9 | (0,8)pp | (1,0)pp | |
| Personale a fine periodo (unità) | 9.424 | (°)9.395 | 29 | 0,3 |
(°) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2022.

| (unità equivalenti) | 1° Trimestre 2023 |
Esercizio 2022 |
1° Trimestre 2022 |
Variazione |
|---|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (c) | (a-c) | |
| Consistenza media retribuita–Italia | 34.746 | 36.866 | 37.018 | (2.272) |
| Consistenza media retribuita–Estero | 9.243 | 9.046 | 8.956 | 287 |
| (1) Totale consistenza media retribuita |
43.989 | 45.912 | 45.974 | (1.985) |
(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 30 unità medie in Italia nel primo trimestre 2023; 15 unità medie in Italia nell'esercizio 2022; 9 unità medie nel primo trimestre 2022.
| (unità) | 31.3.2023 | 31.12.2022 | 31.3.2022 | Variazione |
|---|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (c) | (a-b) | |
| Organico – Italia | 40.671 | 40.752 | 42.538 | (81) |
| Organico – Estero | 9.672 | 9.640 | 9.365 | 32 |
| (1) Totale organico a fine periodo |
50.343 | 50.392 | 51.903 | (49) |
(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 38 unità in Italia al 31.3.2023; 15 unità in Italia al 31.12.2022; 10 unità in Italia al 31.3.2022.
| (unità) | 31.3.2023 | 31.12.2022 | 31.3.2022 | Variazione |
|---|---|---|---|---|
| (a) | (b) | (c) | (a-b) | |
| Domestic | 40.906 | 40.984 | 42.782 | (78) |
| Brasile | 9.424 | 9.395 | 9.109 | 29 |
| Altre attività | 13 | 13 | 12 | — |
| Totale | 50.343 | 50.392 | 51.903 | (49) |

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DME/RM/9081707 del 16 settembre 2009, vengono di seguito esposte le informazioni circa l'impatto sulle singole voci di Conto Economico Separato Consolidato degli eventi e operazioni non ricorrenti:
| (milioni di euro) | 1° Trimestre 2023 |
1° Trimestre 2022 |
|---|---|---|
| Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze: | ||
| Consulenze, prestazioni professionali e altri costi | (4) | (5) |
| Costi del personale: | ||
| Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri | (416) | (60) |
| Altri costi operativi: | ||
| Altri oneri e accantonamenti | — | (6) |
| Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/(minusvalenze) e Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA) |
(420) | (71) |
| Impatto su Risultato operativo (EBIT) | (420) | (71) |
| Oneri finanziari: | ||
| Altri oneri finanziari | (9) | (1) |
| Impatto sull'Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento |
(429) | (72) |
| Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti | 2 | 19 |
| Impatto sull'Utile (perdita) del periodo | (427) | (53) |

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed(*) disponibili al 31 marzo 2023:
| (miliardi di euro) | 31.3.2023 | 31.12.2022 | ||
|---|---|---|---|---|
| Accordato | Utilizzato | Accordato | Utilizzato | |
| Sustainability-linked RCF – maggio 2026 | 4,0 | — | 4,0 | — |
| Totale | 4,0 | — | 4,0 | — |
(*) Ai sensi del contratto firmato le Banche sono impegnate a provvedere i fondi a chiamata (con un preavviso di almeno 3 giorni). Trattandosi di una linea "Committed", le banche non hanno meccanismi per non onorare la richiesta di fondi avanzata dalla Società, fatte salve le clausole di cancellazione obbligatoria anticipata standard di mercato (Scadenza naturale del contratto, Cambio di controllo, Borrower Illegality, Events of default, ognuna come definita nel contratto).
Relativamente all'evoluzione dei prestiti obbligazionari nel corso del primo trimestre 2023 si segnala quanto segue:
| (milioni di valuta originaria) | Valuta | Importo | Data di emissione |
|---|---|---|---|
| Nuove emissioni | |||
| TIM S.p.A. 850 milioni di euro 6,875% | Euro | 850 | 27/1/2023 |
| (milioni di valuta originaria) | Valuta | Importo | Data di rimborso |
| Rimborsi |
Inoltre, in data 12 aprile 2023 TIM ha concluso con successo la riapertura del prestito obbligazionario emesso in data 27 gennaio 2023 (cedola 6,875%, scadenza 15 febbraio 2028), per un importo pari a 400 milioni di euro ('Tap Issue').
Il valore nominale di rimborso, al netto dei titoli propri riacquistati, dei prestiti obbligazionari in scadenza nei 18 mesi successivi al 31 marzo 2023 emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A. (con garanzia piena e incondizionata da parte di TIM S.p.A.) è pari a 4.806 milioni di euro, come di seguito dettagliato:
I titoli obbligazionari emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom ltalia Capital S.A. non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di eventi diversi dall'insolvenza del Gruppo TIM; inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..
Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni analoghe effettuate sui medesimi mercati.
Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM con la Banca Europea degli Investimenti ("BEI"), in data 19 maggio 2021 TIM ha sottoscritto un nuovo finanziamento per un ammontare pari a 230 milioni di euro a supporto dei progetti per la digitalizzazione del Paese. Inoltre, nella stessa data, ha ampliato il finanziamento firmato nel 2019 (per un importo iniziale pari a 350 milioni di euro) per un importo addizionale pari a 120 milioni di euro.
Pertanto, alla data del 31 marzo 2023 il totale nominale dei finanziamenti in essere con la BEI è pari a 700 milioni di euro, tutti tirati e non assistiti da garanzia bancaria.
Nei due finanziamenti BEI firmati in data 25 novembre 2019 e 19 maggio 2021 si rilevano i seguenti covenant:

I contratti di finanziamento di TIM non contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporti l'obbligo di rimborso del prestito in essere ad eccezione del finanziamento sottoscritto in data 6 luglio 2022 che beneficia della "Garanzia Italia" (ai sensi dell'art. 1, comma 1, del Decreto-Legge n. 23 dell'8 aprile 2020 e successive modifiche e integrazioni).
Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l'impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge"), l'impegno a non modificare l'oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.
Nei contratti di finanziamento TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l'eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.
Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.
Nella documentazione dei prestiti concessi ad alcune società del Gruppo TIM, sono generalmente previsti obblighi di rispettare determinati indici finanziari, nonché gli usuali covenant di altro genere, pena la richiesta di rimborso anticipato del prestito.
Si segnala, infine, che al 31 marzo 2023, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui le società del Gruppo TIM sono coinvolte al 31 marzo 2023, nonché quelli chiusi nel corso del periodo.
Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, il Gruppo TIM ha iscritto passività per complessivi 271 milioni di euro.
Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura dell'Informativa finanziaria al 31 marzo 2023 e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.
Infine, relativamente ai procedimenti con l'Autorità Antitrust, si rammenta che in base all'art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 ("Norme per la tutela della concorrenza e del mercato"), l'Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.
Per i seguenti contenziosi e azioni giudiziarie pendenti non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2022:

Al 31 marzo 2023 le società della Business Unit Brasile risultano coinvolte in contenziosi di natura fiscale o regolatoria il cui esito è valutato di possibile soccombenza per un ammontare complessivo di circa 18,2 miliardi di reais (18,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2022), corrispondenti a circa 3,3 miliardi di euro al 31 marzo 2023. Sono di seguito evidenziate le principali tipologie di contenzioso, classificate in base all'imposta cui fanno riferimento.
In relazione all'imposizione a livello federale, si segnalano i seguenti filoni vertenziali:
Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,1 miliardi di reais (3,3 miliardi di reais al 31 dicembre 2022).

Nell'ambito del prelievo statale, si segnalano molteplici contestazioni in materia di ICMS, ed in particolare:
Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 9,8 miliardi di reais (9,6 miliardi di reais al 31 dicembre 2022).
Tra i contenziosi con un grado di rischio classificato come "possibile", vi sono alcune controversie relative alle imposte comunali (Municipal Taxes) il cui importo complessivo ammonta a circa 1,6 miliardi di reais (circa 1,6 miliardi di reais al 31 dicembre 2022).
Le principali contestazioni in materia di contribuzioni all'ente regolatorio (Anatel), e in particolare in termini di FUST e FUNTTEL, riguardano l'assoggettamento a tali prelievi dei ricavi da interconnessione.
Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,7 miliardi di reais (3,7 miliardi di reais al 31 dicembre 2022).
A conclusione del procedimento A428, nel mese di maggio 2013 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha comminato a TIM due sanzioni amministrative, per 88.182.000 euro e 15.612.000 euro, per abuso di posizione dominante. La Società (i) avrebbe ostacolato o ritardato l'attivazione dei servizi di accesso richiesti dagli OLO tramite rifiuti ingiustificati e pretestuosi; (ii) avrebbe offerto i propri servizi di accesso ai clienti finali a condizioni economiche e tecniche asseritamente non eguagliabili da parte dei concorrenti che acquistano servizi di accesso all'ingrosso dalla stessa TIM, nelle sole aree geografiche del Paese in cui sono disponibili i servizi di accesso disaggregato alla rete locale e dove, quindi, gli altri operatori possono svolgere un'azione concorrenziale più efficace nei confronti della Società.
TIM ha impugnato il provvedimento innanzi al TAR Lazio, con istanza di sospensiva del pagamento della sanzione. In particolare ha contestato: la lesione dei diritti di difesa all'interno del procedimento, la circostanza che le presunte scelte organizzative contestate da AGCM e asseritamente alla base dell'abuso in materia di processi di provisioning verso gli OLO fossero state oggetto di specifici provvedimenti dell'Autorità di settore (AGCom), la circostanza che la disamina comparata dei processi di provisioning interni/esterni portasse invero a risultanze migliorative per gli OLO rispetto alla direzione retail di TIM, essendo quindi assente ogni forma di disparità di trattamento e/o di comportamenti opportunistici da parte di TIM, nonché (con riferimento al secondo abuso) la inidoneità strutturale delle condotte contestate a determinare una compressione dei margini degli OLO.
Nel maggio 2014, è stata pubblicata la sentenza con la quale il TAR Lazio ha respinto il ricorso di TIM confermando le sanzioni statuite nel provvedimento impugnato. Avverso tale decisione la Società ha presentato, a settembre 2014, ricorso in appello.
Con sentenza n. 2497/15 del mese di maggio 2015, il Consiglio di Stato ha ritenuto la decisione di primo grado immune dai vizi denunciati da TIM e confermato quanto stabilito dall'AGCM. La società aveva provveduto, già in precedenza, al pagamento delle sanzioni e dei relativi interessi.
Con provvedimento notificato nel luglio 2015, l'AGCM ha infine avviato nei confronti di TIM un procedimento di inottemperanza per verificare se la Società abbia rispettato la diffida a non porre in essere comportamenti analoghi a quelli oggetto dell'infrazione accertata con il provvedimento di conclusione del procedimento A428 del maggio 2013.
Il 13 gennaio 2017 è stata notificata a TIM la valutazione conclusiva dell'AGCM, che riconosce che TIM ha pienamente ottemperato al provvedimento A428 e, dunque, che non sussistono i presupposti per l'irrogazione di alcuna sanzione per inottemperanza.
AGCM riconosce, altresì, che il comportamento di TIM successivo al provvedimento del 2013 è stato orientato a un continuo miglioramento delle performance nella fornitura dei servizi di accesso wholesale che ha riguardato, non solo i servizi oggetto dell'istruttoria, ma anche i nuovi servizi di accesso ultrabroadband. Nella valutazione di ottemperanza AGCM ha riconosciuto l'impatto positivo dell'implementazione, ancorché non

ancora conclusa, del Nuovo Modello di Equivalence (NME) di TIM. La decisione AGCM ha imposto a TIM di: (i) proseguire nell'attuazione del NME, fino al suo completamento previsto entro il 30 aprile 2017; (ii) informare l'Autorità sui livelli di prestazione dei sistemi di fornitura dei servizi di accesso wholesale e sul completamento del relativo progetto di riorganizzazione interna entro maggio 2017. Entrambe le imposizioni sono state oggetto di tempestivo adempimento valutato positivamente dall'Autorità con comunicazione del 9 agosto 2017.
Vodafone ha impugnato innanzi al TAR Lazio il provvedimento finale del procedimento di inottemperanza adottato da AGCM. TIM si è costituita in giudizio, così come negli ulteriori giudizi intentati nel mese di marzo 2017 dagli operatori CloudItalia, KPNQWest Italia e Digitel. Con sentenze rispettivamente 311 e 312/23 del 11 gennaio 2023, il TAR ha respinto i ricorsi di KPNQWest e CloudItalia. In data 11 aprile 2023, KPNQWest , ora Comm 3000, ha presentata ricorso in appello al Consiglio di Stato avverso la sentenza del TAR.
Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma, COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 37 milioni di euro, per asserite condotte abusive e anticoncorrenziali attuate nel periodo 2009-2011, mediante boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi all'ingrosso - KO); tali pretese sono fondate sui contenuti del provvedimento dell'AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. All'esito del giudizio, con sentenza di aprile 2019, il Tribunale di Roma ha accolto parzialmente le domande di COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) condannando TIM al pagamento di un importo significativamente inferiore a quanto oggetto delle pretese risarcitorie di controparte. Nel mese di giugno 2019, TIM ha proposto appello avverso la sentenza. Con sentenza di aprile 2021, la Corte di Appello di Roma ha accolto in parte l'appello di TIM riducendo l'importo del risarcimento dovuto a COMM 3000, che era comunque interamente coperto dal relativo fondo. Nel mese di novembre 2021, TIM ha proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma. L'adunanza in Camera di consiglio è stata fissata per il 13 giugno 2023.
Nel mese di gennaio 2022 Irideos ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Roma, avanzando una richiesta di risarcimento dei danni asseritamente subiti in conseguenza delle condotte illecite di TIM sanzionate dall'AGCM con il provvedimento conclusivo del proc. A514 (azione c.d. follow on). La richiesta risarcitoria è pari a 23.204.079,87 euro per danni provocati dai comportamenti anticoncorrenziali posti in essere da TIM dal 2017 al 2019 (con effetti anche negli anni successivi) nel mercato dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa a banda larga e ultra-larga (mercato wholesale) e nel mercato dei servizi di telecomunicazione al dettaglio su rete fissa a banda larga e ultra-larga (mercato retail). TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di controparte. All'udienza del 1° giugno 2022, il giudice istruttore ha (i) assegnato alle parti i termini per il deposito delle memorie istruttorie con decorrenza dal 15 febbraio 2023 e (ii) rinviato la causa all'udienza del 7 giugno 2023. L'udienza per l'assunzione dei mezzi di prova è stata fissata al 5 ottobre 2023.
Nel mese di giugno 2009, Eutelia e Voiceplus hanno chiesto l'accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium (basato sull'offerta al pubblico di servizi resi tramite le cosiddette Numerazioni Non Geografiche). Le attrici hanno quantificato i loro danni in un importo complessivo pari a circa 730 milioni di euro.
L'azione segue un procedimento cautelare in cui la Corte d'Appello di Milano ha inibito alla Società alcuni comportamenti in materia di gestione delle relazioni economiche con Eutelia e Voiceplus aventi a oggetto le Numerazioni Non Geografiche, per le quali TIM gestiva, per conto di tali OLO e in virtù di obblighi regolatori, l'incasso dai clienti finali. A seguito della sentenza con la quale la Corte d'Appello di Milano ha accolto le eccezioni di TIM dichiarando la propria incompetenza in favore del Tribunale Civile, Eutelia in amministrazione straordinaria e Voiceplus in liquidazione hanno riassunto il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. L'udienza di prima comparizione si è svolta nel mese di marzo 2014. TIM si è costituita in giudizio confutando le tesi delle controparti. A seguito del fallimento di Voiceplus il Tribunale di Milano, con ordinanza del mese di settembre 2015, ha dichiarato l'interruzione del giudizio che è stato successivamente riassunto da Voiceplus.
Con sentenza del mese di febbraio 2018, il Tribunale di Milano, in accoglimento delle tesi difensive di TIM, ha rigettato la domanda risarcitoria delle controparti condannando le stesse, in solido, alla rifusione delle spese legali. Nel mese di marzo 2018, Eutelia e Voiceplus hanno proposto appello avverso la sentenza di primo grado.
TIM si è costituita in appello chiedendo l'integrale conferma della sentenza di primo grado. Con sentenza del 5 agosto 2019, l'appello di Eutelia e di Voiceplus è stato integralmente rigettato. Nel mese di dicembre 2019 Eutelia e Voiceplus hanno proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata. L'udienza in Camera di Consiglio è fissata per il 16 febbraio 2023. All'udienza del 16 febbraio 2023, su istanza delle ricorrenti, è stata disposta la discussione in pubblica udienza, la cui data non è stata ancora fissata.
Con la delibera 121/17/CONS AGCom ha introdotto disposizioni sulla cadenza della fatturazione per la telefonia, prescrivendo per la telefonia fissa che essa dovesse essere su base mensile o suoi multipli e per la telefonia mobile su base almeno quadrisettimanale. TIM ha impugnato dinanzi al TAR la delibera n. 121/17/CONS. A febbraio 2018 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza che respinge il ricorso. Tale sentenza è stata impugnata da TIM innanzi al Consiglio di Stato nel giugno 2018. Il 23 settembre 2020 è stata pubblicata la sentenza non definitiva con cui il Consiglio di Stato ha riunito i ricorsi in appello di TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre ed ha disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) in merito alla sussistenza in capo all'Autorità del potere di regolamentare la cadenza di rinnovo delle offerte commerciali e dei periodi di fatturazione, rigettando al contempo gli altri motivi di ricorso degli operatori e sospendendo il giudizio. A febbraio 2021 TIM ha depositato le osservazioni scritte sulle domande di pronuncia pregiudiziale alla CGUE. Su richiesta della CGUE, Il Consiglio di Stato con ordinanza pubblicata il 23 novembre 2021 ha confermato il rinvio alla Corte di Giustizia sulle questioni pregiudiziali poste; il 15 dicembre 2022 sono state

presentate le conclusioni dell'avvocato generale e si attende ora la decisione della CGUE, il giudizio innanzi al Consiglio di Stato resta quindi sospeso.
AGCom, con la delibera 499/17/CONS, accertata la violazione della delibera 121/17/CONS ha applicato a TIM una sanzione di 1.160.000 euro, diffidandola a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese - a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile.
A marzo 2018 con la delibera n. 112/18/CONS AGCom ha (i) revocato la precedente delibera 499/17/CONS nella parte in cui TIM veniva diffidata a stornare gli importi presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale, (ii) diffidato TIM a posticipare, limitatamente ai servizi di telefonia fissa, la data di decorrenza delle fatture emesse dopo il ripristino della fatturazione con cadenza mensile di un numero di giorni pari a quelli presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale.
Con il decreto presidenziale n. 9/18/PRES AGCom, ha modificato la delibera n. 112/18/CONS nelle parti in cui prevedeva che il differimento della fatturazione dovesse avvenire in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o suoi multipli disponendo, altresì, che le tempistiche entro cui adempiere alla diffida sarebbero state individuate a seguito di audizioni con gli operatori e le principali associazioni dei consumatori.
A luglio 2018 AGCom con la delibera 269/18/CONS ha fissato al 31 dicembre 2018 il termine entro cui gli operatori dovevano restituire alla clientela di rete fissa un numero di giorni di servizio pari a quelli erosi per effetto della fatturazione a 28 giorni oppure proporre alla clientela interessata eventuali misure compensative alternative, previa comunicazione all'AGCom. TIM ha impugnato tutte le delibere sopra indicate.
Con dispositivo di sentenza pubblicato nel mese di novembre 2018 il TAR ha annullato la sanzione pecuniaria amministrativa di 1,16 milioni di euro comminata con la delibera 499/17/CONS ed ha confermato l'obbligo di restitutio in integrum alla clientela di rete fissa entro il 31 dicembre 2018, la pubblicazione delle motivazioni della sentenza è invece avvenuta il 10 maggio 2019. TIM ha impugnato la sentenza innanzi al Consiglio di Stato, l'udienza di trattazione del giudizio è stata differita al 10 novembre 2023 in attesa della decisione della Corte UE sulla compatibilità comunitaria del potere esercitato da AGCom di imporre una cadenza di fatturazione non inferiore al mese.
A settembre 2019 TIM ha impugnato dinnanzi al TAR anche la delibera 221/19/CONS con cui la sanzione di cui alla Delibera 499/17/CONS, annullata dal TAR del Lazio, è stata rideterminata in 580.000,00 euro, applicando il massimo edittale previsto dall'art. 98, comma 16 del CCE vigente all'epoca dei fatti. Si attende la fissazione dell'udienza di discussione.
Ad agosto 2019 è stato avviato da parte di AGCom un nuovo procedimento sanzionatorio (CONT 12/19/DTC) per inottemperanza all'ordine di restituzione dei giorni erosi dalla fatturazione a 28 giorni per i clienti di rete fissa e convergente, secondo le modalità stabilite nelle delibere nn. 112/18/CONS e 269/18/CONS. Con la delibera n. 75/20/CONS l'Autorità a conclusione di tale procedimento ha accertato l'inottemperanza di TIM alle delibere sopra indicate comminandole una sanzione di 3 milioni di euro. Il provvedimento è stato impugnato da TIM dinnanzi al TAR a luglio 2020. Si attende la fissazione dell'udienza di discussione.
Peraltro da giugno 2019, TIM offre ai propri clienti di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018 e che sono stati oggetto di fatturazione a 28 giorni, la possibilità di aderire ad una soluzione compensativa, alternativa alla restituzione dei giorni erosi di cui alla delibera AGCom n. 269/18/CONS e da settembre 2019 accoglie le richieste di rimborso dei giorni erosi. In entrambi i casi TIM ha provveduto ad informare la clientela con diversi messaggi in fattura, sul web e sulle principali testate giornalistiche. Le iniziative appena descritte sono state comunicate ad AGCom nell'ambito del sopra richiamato procedimento sanzionatorio.
Sul fronte civilistico con sentenza pubblicata il 14 ottobre 2021 il Tribunale di Milano nell'ambito del giudizio di merito avviato da Associazione Movimento dei Consumatori nel 2018, inerente la tariffazione e rinnovo a 28 giorni per le offerte di telefonia fissa e convergenti, ha confermato l'ordinanza del 4 giugno 2018, adottata dallo stesso Tribunale a chiusura del procedimento di reclamo promosso da TIM ex art 669 terdecies c.p.c., e le misure ivi previste ordinando a TIM di accogliere le richieste di restituzione dei corrispettivi versati per effetto della manovra da parte dei clienti - anche cessati, cosa che come noto TIM sta già facendo dal 2018, estendendo al contempo il periodo rilevante ai fini del riconoscimento del rimborso al 1° aprile 2017, quindi ad una data antecedente al 23 giugno 2017 data entro cui gli operatori dovevano adeguarsi alla Delibera n. 121/17/ CONS. TIM ha impugnato la sentenza del Tribunale di Milano, proponendo contestualmente istanza di sospensione della efficacia esecutiva. Con ordinanza dell'11 gennaio 2022 la Corte d'Appello di Milano ha accolto parzialmente l'istanza di TIM, sospendendo il capo di sentenza relativo all'ordine di inviare una raccomandata a tutti clienti cessati ai quali era stata applicata la fatturazione a 28 giorni per informarli della possibilità di ottenere la restituzione degli importi aggiuntivi versati per effetto della manovra. Con sentenza pubblicata il 9 dicembre 2022 la Corte d'Appello di Milano ha confermato integralmente la sentenza di primo grado. TIM ha notificato in data 12 gennaio 2023 il ricorso innanzi alla Corte di Cassazione e il 16 gennaio 2023 ha depositato anche il ricorso ex art. 373 c.p.c. dinanzi alla Corte di Appello di Milano, chiedendo la sospensione dell'esecuzione della sentenza fino all'esito del giudizio pendente innanzi alla Corte di Cassazione.
Con ordinanza del 14 febbraio 2023, la Corte d'Appello di Milano, in parziale accoglimento dell'istanza di TIM, ha disposto la sospensione della sentenza in relazione all'ordine di inviare le raccomandate agli ex clienti in attesa della decisione della Suprema Corte.
Con decisione del 15 dicembre 2020 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un'istruttoria nei confronti delle società Telecom Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Teemo Bidco S.r.l., FiberCop S.p.A., Tiscali Italia S.p.A. e KKR & Co. Inc. per accertare l'esistenza di eventuali violazioni dell'articolo 101 del TFUE relativa all'offerta di coinvestimento.
Più precisamente l'istruttoria riguarda i contratti che regolano la costituzione e il funzionamento di FiberCop e gli accordi di fornitura con Fastweb e Tiscali. AGCM intende verificare che tali accordi non creino ostacoli alla concorrenza tra gli operatori nel medio e lungo termine e siano volti ad assicurare il rapido ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione fissa del Paese.

Il 6 agosto 2021 TIM ha presentato ad AGCM una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell'istruttoria ed addivenire alla conclusione del procedimento senza l'irrogazione di alcuna sanzione.
Il 7 settembre 2021 AGCM ha giudicato gli impegni suddetti non manifestamente infondati e ne ha disposto la pubblicazione sul sito internet dell'Autorità a partire dal 13 settembre 2021; ha preso così avvio il c.d. market test che si è concluso il 13 ottobre 2021, data entro la quale tutti i soggetti interessati hanno trasmesso ad AGCM le loro osservazioni in merito agli impegni in questione.
Il 14 dicembre 2021 AGCM ha prorogato il termine di conclusione del procedimento, inizialmente previsto per il 31 dicembre 2021, fissandolo al 15 febbraio 2022.
E proprio nella sua adunanza del 15 febbraio 2022 AGCM ha infine deliberato l'approvazione degli impegni in quanto ritenuti idonei a far venire meno i presunti profili anticoncorrenziali oggetto dell'istruttoria.
Come previsto nel dispositivo del provvedimento finale, il 22 aprile 2022 TIM ha inviato ad AGCM una prima relazione sulle misure adottate per adempiere agli impegni assunti.
L'11 maggio 2022 AGCM ha comunicato a TIM la presa d'atto delle misure illustrate nell'ambito della relazione suddetta.
Il 31 gennaio 2023 TIM ha inviato ad AGCM una seconda relazione sullo stato di attuazione degli impegni assunti.
Con ricorso notificato ad aprile 2022. Open Fiber ha impugnato presso il TAR Lazio previo richiesta di adozione di misure cautelari, il suddetto provvedimento AGCM n. 3002 con cui è stato chiuso il procedimento rendendo obbligatori gli impegni che secondo la ricorrente non sarebbero idonei a rimuovere i profili anticoncorrenziali individuati con il provvedimento di avvio dell'istruttoria.
Ad esito dell'udienza cautelare dello scorso 1° giugno 2022, il TAR ha rigettato la richiesta e fissato il merito al 26 gennaio 2023. All'udienza del 26 gennaio dopo ampia discussione, il giudice si è riservato. Con sentenza del 14 aprile 2023, il TAR ha dichiarato infondato e respinto il ricorso di Open Fiber.
Il 6 luglio 2021 AGCM ha avviato un'istruttoria nei confronti di TIM e DAZN per possibile intesa restrittiva della concorrenza relativamente all'accordo per la distribuzione, e il supporto tecnologico, per i diritti TV della Serie A di calcio nel triennio 2021-2024.
L'istruttoria è, inoltre, volta a verificare la restrittività dell'intesa con riferimento a ulteriori elementi che riguardano la possibile adozione da parte di TIM di soluzioni tecniche non disponibili per gli operatori di telecomunicazione concorrenti e che potrebbero tradursi in ostacoli all'adozione di soluzioni tecnologiche proprie.
L'Autorità ha contestualmente anche avviato un sub procedimento per l'eventuale adozione di misure cautelari.
Con delibera del 27 luglio 2021 AGCM ha chiuso il procedimento cautelare, ritenendo che le iniziative e le modifiche all'accordo nel frattempo proposte da parte di TIM e di DAZN siano idonee, allo stato, a impedire che durante il procedimento di accertamento si produca un danno grave e irreparabile per la concorrenza.
Infatti, le misure suddette mirano, nel loro complesso, ad evitare possibili discriminazioni nella fruizione del servizio DAZN riconducibili alla sua attivazione da parte di utenti che utilizzano servizi di connessione internet diversi da quelli offerti da TIM. Inoltre, è stato modificato l'accordo tra TIM e DAZN al fine di garantire a DAZN una piena libertà nell'applicare sconti e promozioni. TIM si è anche impegnata a fornire a DAZN un quantitativo sufficiente di set-top-box white label per garantire anche ai clienti di DAZN la visione sul digitale terrestre delle partite in caso di problemi di connessione.
TIM, infine, si è impegnata a fornire servizi wholesale agli OAO interessati per la gestione di picchi di traffico derivanti da trasmissioni dati live, a prescindere dalla tipologia di contenuti trasportati.
Lo scorso 29 ottobre 2021 TIM ha presentato ad AGCM una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell'istruttoria e addivenire alla chiusura del procedimento senza l'accertamento di alcuna infrazione e quindi senza l'irrogazione di sanzione.
Il 14 dicembre 2021 AGCM ha deliberato la pubblicazione, sul sito internet della stessa Autorità, della proposta di impegni succitata in quanto tali impegni appaiono, nel loro complesso, non manifestamente infondati e tali da rimuovere le restrizioni alla concorrenza ipotizzate nel provvedimento di avvio dell'istruttoria in questione.
Il 5 gennaio 2022 con la succitata pubblicazione sul sito internet di AGCM ha preso avvio il c.d. market test.
Il termine per le controdeduzioni e la proposta di eventuali modifiche accessorie agli impegni presentati da TIM e DAZN viene fissato al 7 marzo.
Il 23 febbraio 2022 TIM e DAZN vengono convocati separatamente in audizione dagli Uffici di AGCM. Nel corso dell'audizione, gli Uffici comunicano a TIM – e successivamente confermano nel verbale dell'audizione – che il Collegio, in un'adunanza tenutasi il 15 febbraio, riteneva necessarie alcune modifiche "accessorie" al fine dell'approvazione degli impegni presentati.
TIM e DAZN provvedono il 4 marzo 2022 a richiedere una proroga del termine per la presentazione di osservazioni, anche in considerazione delle novità emerse il 23 febbraio. Il nuovo termine viene fissato al 23 marzo.
In data 22 marzo 2022 TIM rappresenta all'Autorità che le ulteriori modifiche ritenute necessarie dal Collegio al fine dell'approvazione degli impegni avrebbero comportato un completo stravolgimento del contenuto e dell'equilibrio economico degli accordi sottoscritti da TIM e DAZN, tale da non rendere più perseguibile il modello di business ipotizzato. Nel contempo TIM rendeva noto all'Autorità l'avvio di negoziazioni con DAZN aventi come possibile oggetto la revisione della clausola di esclusiva della distribuzione, che costituisce il

principale oggetto dell'attività istruttoria dell'Autorità. Considerata la complessità delle negoziazioni, TIM richiedeva una proroga di ulteriori 30 giorni per la presentazione di osservazioni. La proroga veniva accordata e il nuovo termine fissato al 23 aprile.
Il 20 aprile 2022 DAZN e TIM, in considerazione del protrarsi delle trattative, anche a causa della complessità e rilevanza economica di quanto oggetto di negoziazione, richiedevano un'ulteriore proroga. Il nuovo termine veniva fissato al 9 maggio.
Il 9 maggio 2022 TIM informava l'Autorità di aver manifestato a DAZN la propria disponibilità a rinunciare all'esclusività del rapporto di distribuzione dei diritti calcio della Serie A, come attualmente disciplinato dal Deal Memo, con la conseguente facoltà per DAZN di distribuire tali diritti anche attraverso operatori terzi e che, a fronte della disponibilità alla rinuncia a tale diritto, le Parti avevano avviato una negoziazione per la revisione dell'impegno economico contrattualmente previsto a carico di TIM.
Il 7 giugno 2022 l'Autorità disponeva il rigetto degli impegni presentati, i quali "appaiono, sia complessivamente sia singolarmente considerati, inidonei a far venire meno i profili anticoncorrenziali individuati nella delibera di avvio dell'istruttoria, in quanto non suscettibili di risolvere le preoccupazioni concorrenziali evidenziate nel provvedimento di avvio, laddove non si sono tradotti in modifiche contrattuali condivise, tali da eliminare le criticità concorrenziali" evidenziate dall'Autorità.
Sempre il 7 giugno 2022 l'Autorità disponeva il differimento del termine per la conclusione del procedimento al 31 marzo 2023.
Il 2 agosto 2022 TIM ha informato l'Autorità antitrust del raggiungimento di un nuovo accordo con DAZN, in forza del quale quest'ultima ha la facoltà di distribuire i diritti del calcio tramite qualsiasi terza parte, superando il previgente regime di esclusiva a favore di TIM.
Il 20 gennaio 2023 è stata notificata la comunicazione delle risultanze istruttorie (CRI).
AGCM ritiene che l'accordo del 27 gennaio 2021 (Deal Memo) abbia un contenuto ed abbia prodotto effetti anticoncorrenziali per tutta la sua durata (fino cioè alla sottoscrizione del nuovo accordo del 3 agosto 2022).
Il 31 gennaio 2023 AGCM ha deliberato la proroga del termine di conclusione del procedimento al 31 maggio 2023.
TIM ha depositato la propria memoria difensiva il 28 marzo scorso mentre l'audizione finale presso l'Autorità si è tenuta il 4 aprile 2023.
Il 28 aprile 2022 AGCM ha avviato verso TIM un procedimento per pratiche commerciali scorrette contestando presunte indebite fatturazioni successive alla richiesta di cessazione della linea, incluse le casistiche di passaggio ad altro operatore, con riferimento alla telefonia fissa e mobile Seppur convinta della diligenza della propria condotta, TIM ha previsto di dare attuazione ad una serie di misure per rendere ancora più efficienti e trasparenti per il cliente le procedure relative alla cessazione del rapporto contrattuale e, quindi, della relativa fatturazione. Il 31 marzo 2023 l'Autorità ha deliberato la conclusione del procedimento irrogando una sanzione di 200 mila euro, in quanto le azioni rimediali messe in campo da TIM sono state valutate positivamente nella quantificazione della sanzione. Procedimenti analoghi sono stati conclusi dall'Autorità nei confronti dei principali operatori di comunicazione.
Con decisione pubblicata nel mese di luglio 2015, il Consiglio di Stato ha rigettato l'appello proposto da AGCom e TIM avverso la sentenza del TAR Lazio in tema di finanziamento degli obblighi di Servizio Universale per il periodo 1999-2003. Con tale sentenza il giudice amministrativo ha accolto i ricorsi proposti da Vodafone annullando le delibere AGCom nn. 106, 107, 109/11/CONS di rinnovazione dei procedimenti relativi, che includevano anche Vodafone tra i soggetti tenuti al contributo, per un importo di circa 38 milioni di euro. La sentenza, in sostanza, afferma che l'Autorità non ha dimostrato quel certo grado di "sostituibilità" tra telefonia fissa e mobile propedeutica all'inclusione dei gestori mobili tra i soggetti tenuti a remunerare il costo del servizio universale, ciò che comporta per l'AGCom la necessità di emettere un nuovo provvedimento. TIM ha presentato istanza di rinnovazione all'AGCom e ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato (la Cassazione ha poi ritenuto inammissibile tale ricorso).
Nel mese di aprile 2016, Vodafone ha proposto ricorso dinanzi al Consiglio di Stato contro il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e nei confronti di TIM, per l'ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato. Tale ricorso si riferisce alla delibera AGCom n. 109/11/CONS (annualità 2003 per la quale Vodafone aveva versato la somma di circa 9 milioni di euro a titolo di contributo di cui chiede la restituzione).
Il Consiglio di Stato, con la sentenza di novembre 2016, ha rigettato il ricorso rinviando al TAR la decisione sulle modalità di ottemperanza. Nel mese di febbraio 2017, Vodafone ha presentato al TAR Lazio quattro nuovi ricorsi contro il MISE e nei confronti di TIM per l'ottemperanza della sentenza, confermata in secondo grado, di annullamento delle delibere per le annualità 1999-2003 e la restituzione dei citati importi di circa 38 milioni di euro già versati al MISE a titolo di contributo.
Il TAR, con sentenze del giugno 2018, ha rigettato tutti ricorsi per l'ottemperanza proposti da Vodafone affermando espressamente, così come chiesto da TIM, l'obbligo in capo all'Autorità di rinnovare i procedimenti con particolare riguardo alla determinazione dell'entità del grado di sostituibilità tra fisso e mobile. Le quattro sentenze sono state impugnate da Vodafone innanzi al Consiglio di Stato, il quale con decisione dell'ottobre del 2019 ha accolto l'appello di Vodafone affermando l'obbligo restitutorio delle somme in questione in capo a TIM.
Con delibera n. 263/20/CIR, AGCom ha avviato il procedimento per la rinnovazione dell'istruttoria relativa alla iniquità del costo netto del servizio universale per gli anni 1999-2009. e la ripartizione degli oneri del contributo. Vodafone ha impugnato dinanzi al TAR la predetta delibera. Il procedimento di rinnovazione si è concluso con la delibera 18/21/CIR che ha sostanzialmente confermato lo schema di provvedimento. Questa stessa delibera è stata impugnata al TAR da TIM esclusivamente per le annualità 1999 e 2000, mentre Vodafone, Wind e Fastweb hanno impugnato con motivazioni opposte la delibera in ordine a tutte le annualità interessate. Con

sentenze pubblicate nel mese di febbraio 2022, la delibera 18/21/CIR è stata parzialmente annullata, infatti il TAR ha respinto la censura principale con cui si denunciava l'esaurimento del potere di rinnovazione e accolto il solo motivo incentrato sulla presunta irragionevolezza della soglia prevista da AGCOM per l'analisi di iniquità seconda facie. Fastweb, Vodafone, Wind, AGCom e la stessa TIM hanno appellato di fronte al Consiglio di Stato la sentenza del TAR; le relative udienze di merito sono state fissate per il 4 aprile e 27 aprile 2023. All'esito dell'udienza del 4 aprile il relativo giudizio è stato trattenuto in decisione. Il 18 aprile il CdS ha emanato un'ordinanza collegiale con la quale ha rimesso alla Corte di Giustizia UE alcune questioni pregiudiziali.
In ordine ai giudizi promossi negli anni scorsi relativi alla richiesta di pagamento, da parte del Ministero delle Comunicazioni, di conguagli su quanto versato a titolo di canone di concessione per gli anni 1994-1998 (per un importo complessivo di 113 milioni di euro), il TAR Lazio ha respinto il ricorso della Società avverso la richiesta di conguaglio sul canone per l'esercizio 1994 per un importo di circa 11 milioni di euro, di cui 9 milioni di euro a fronte di fatturato non percepito per perdite su crediti. TIM ha proposto ricorso in appello. All'esito del giudizio, con sentenza di dicembre 2019, il Consiglio di Stato ha accolto in parte la tesi di TIM, stabilendo il principio secondo cui avrebbero potuto essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio i crediti riferiti all'annualità 1994 non riscossi per causa non imputabile al gestore. Poiché il MISE non ha dato seguito alle sollecitazioni di TIM finalizzate ad ottenere l'ottemperanza alla sentenza, TIM ha proposto un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato per mancata esecuzione del giudicato, ma con sentenza datata aprile 2022 la domanda di ottemperanza proposta da TIM è stata respinta. Avverso tale sentenza TIM ha presentato ricorso per revocazione al Consiglio di Stato, che con sentenza 3318/2023 è stato dichiarato inammissibile.
Con due ulteriori sentenze il TAR Lazio, ribadendo le motivazioni già espresse in precedenza, ha respinto anche i ricorsi con i quali la Società ha impugnato le richieste di conguagli per canoni di concessione relativi agli anni 1995 e 1996-1997-1998, per un importo di circa 46 milioni di euro. Anche per queste sentenze TIM ha proposto ricorso al Consiglio di Stato. Con sentenza pubblicata ad aprile 2022 il Consiglio di Stato ha ribadito i principi già fissati per l'esercizio 1994, e cioè che i crediti divenuti irrecuperabili per causa non imputabile al gestore, correttamente gestiti a livello contabile, bilancistico e fiscale, potevano essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio.
Con riferimento al conguaglio del canone 1998 (pari a circa 41 milioni di euro), il TAR Lazio con ordinanza del dicembre 2018 ha sospeso il giudizio, sollevando due questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia UE sulla corretta portata della direttiva comunitaria CE n. 97/13 (in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione alla base del contenzioso sul canone 1998 attualmente pendente dinanzi alla corte di appello di Roma ed illustrato in un successivo paragrafo).
Le questioni pregiudiziali si basavano, tra l'altro, sul quesito posto alla Corte di Giustizia in ordine al possibile contrasto tra la citata Direttiva CE 97/13 e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone (commisurato ad una porzione del fatturato) a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. Con sentenza di marzo 2020, la Corte di Giustizia UE ha ritenuto che il sistema normativo comunitario debba essere interpretato nel senso che esso non consenta a una normativa nazionale di prorogare per l'esercizio 1998 l'obbligo imposto a un'impresa di telecomunicazioni, precedentemente concessionaria (come TIM), di versare un canone calcolato in funzione del fatturato e non solo dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all'attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali. La Corte ha, tra l'altro, affermato che il Consiglio di Stato giudicando nella sentenza n. 7506/2009 che il canone imposto per il 1998 a TIM, titolare di un'autorizzazione esistente alla data di entrata in vigore della Direttiva 97/13, fosse dovuto, ha interpretato il diritto nazionale in un senso incompatibile con il diritto dell'UE, quale interpretato dalla Corte nella sua sentenza del 21 febbraio 2008. A seguito della sentenza della Corte di Giustizia UE il giudizio sul conguaglio del canone del 1998 è stato riassunto dinanzi al TAR Lazio che, con sentenza del febbraio scorso, ha dichiarato improcedibile il ricorso di TIM per una motivazione di carattere processuale, e cioè in ragione della prevalenza del giudicato formale rappresentato dalla sentenza n. 7506/09; sul piano sostanziale invece la sentenza della Corte di Giustizia UE ha accertato nuovamente l'illegittimità comunitaria della pretesa creditoria della PA di ottenere il pagamento del canone del 1998 e di conseguenza del conguaglio. La società ha impugnato la sentenza del TAR Lazio.
La curatela del fallimento Elinet S.p.A., e successivamente le curatele di Elitel S.r.l. e di Elitel Telecom S.p.A (allora controllante del gruppo Elitel), hanno impugnato nel 2014 la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha rigettato le domande risarcitorie delle curatele del Gruppo Elinet-Elitel, riproponendo una pretesa risarcitoria per complessivi 282 milioni di euro. Le contestazioni rivolte alla Società riguardano il presunto svolgimento di attività di direzione e coordinamento sull'attrice, e con essa sul gruppo Elitel (operatore alternativo nel cui capitale la TIM non ha mai avuto alcuna interessenza), che sarebbe stato attuato mediante la leva della gestione dei crediti commerciali. TIM si è costituita in giudizio confutando le pretese di controparte. Il giudizio di appello è stato deciso con sentenza del luglio 2019 che con riferimento a TIM ha confermato la piena liceità dei suoi comportamenti e la completa insussistenza di qualsivoglia elemento di direzione e coordinamento. Le curatele fallimentari Elinet S.p.A. e Elitel Telecom S.p.A. hanno proposto ricorso per Cassazione nel mese di gennaio 2020 per ottenere l'annullamento della sentenza di secondo grado. Ia curatela del fallimento Elitel S.r.l. non ha proposto ricorso per Cassazione e quindi la pretesa risarcitoria complessiva si è ridotta a complessivi 244 milioni di euro. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata.
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Fallimento Elinet e del Fallimento Elitel Telecom, condannando i due fallimenti, in solido tra di loro, alla rifusione in favore di TIM delle spese di lite del grado. La vicenda deve quindi essere considerata definitivamente chiusa.

Con atto di citazione notificato a settembre 2021, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per la asserita applicazione alla clientela di condizioni contrattuali illecite in termini di vincoli temporali ed oneri economici di recesso con riferimento ad offerte di telefonia mobile e fissa, con conseguente richiesta di condanna di TIM al risarcimento del danno al momento quantificato in 120,4 milioni di euro.
La causa è stata rinviata per la precisazione delle conclusioni all'udienza del 28 maggio 2024.
Con atto di citazione notificato a luglio 2022 Iliad Italia S.p.A. ha convenuto Telecom, Vodafone e Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. ("INWIT") dinanzi al Tribunale di Milano, per accertare l'asserita illiceità delle condotte di INWIT, Telecom e Vodafone consistenti nel rifiuto di consentire alla stessa Iliad di realizzare degli upgrade ai propri sistemi di trasmissione della telefonia mobile installati su infrastrutture di proprietà di INWIT. Per l'effetto di tali condotte, Iliad ha chiesto che Telecom sia condannata, in solido con INWIT e Vodafone, al risarcimento dei danni asseritamente subiti, che si è riservata di quantificare in corso di causa. L'udienza di prima comparizione si è svolta il 5 aprile 2023, il Giudice si è riservato sull'eccezione di nullità dell'atto di citazione sollevata da TIM.
Con riferimento alle vicende di seguito elencate non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2022:

TIM ha convenuto in giudizio in sede civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risarcimento del danno causato dallo Stato Italiano attraverso la sentenza d'appello n. 7506/09 pronunciata dal Consiglio di Stato in violazione, ad avviso della Società, dei principi del diritto comunitario.
La domanda principale su cui si fonda l'azione trova il suo fondamento nella giurisprudenza comunitaria che riconosce il diritto di far valere la responsabilità dello Stato rispetto alla violazione dei diritti riconosciuti dall'ordinamento comunitario e lesi da una sentenza divenuta definitiva, rispetto alla quale nessun altro rimedio sia più esperibile. La pronuncia del Consiglio di Stato ha definitivamente negato il diritto di TIM alla restituzione del canone di concessione per l'anno 1998 (pari a 386 milioni di euro per Telecom Italia e 143 milioni di euro per ex TIM, oltre ad interessi), già negato dal TAR Lazio nonostante la pronuncia favorevole e vincolante della Corte di Giustizia UE del mese di febbraio 2008. Tale pronuncia riguardava il contrasto tra la Direttiva CE 97/13 in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. La Società ha poi proposto, nell'ambito del medesimo procedimento, una domanda subordinata di risarcimento per fatto illecito ai sensi dell'art. 2043 c.c.. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 529 milioni di euro, oltre interessi legali e rivalutazione. L'Avvocatura di Stato si è costituita in giudizio avanzando domanda riconvenzionale per pari importo. L'azione è stata sottoposta a un vaglio di ammissibilità da parte del Tribunale, il quale ha dichiarato l'inammissibilità della domanda principale di TIM (azione per danni per manifesta violazione del diritto comunitario ai sensi della legge 117/88). Detta decisione è stata però riformata in appello, in senso favorevole alla Società. Nel mese di marzo 2015 il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza di primo grado dichiarando la domanda della società inammissibile.
TIM nel 2015 ha presentato appello avverso tale decisione ed il giudizio pende in fase di precisazione delle conclusioni. La Corte di Appello ha fissato l'udienza di precisazione delle conclusioni per il 2 aprile 2019. Successivamente, senza che sia intervenuta alcuna nuova attività processuale, la Corte di Appello ha apoditticamente rinviato prima nel 2020 e poi nel 2021 l'udienza di precisazione delle conclusioni (da cui decorrono i termini per conclusioni e repliche che portano in tempi stretti alla emissione della sentenza). A tali rinvii è seguito l'ultimo del 15 gennaio 2021 con fissazione della nuova udienza al 25 gennaio 2022.
Sulle questioni di fondo della causa si deve rilevare quanto segue:

C-296/06, come peraltro già statuito dalla stessa Corte di Appello di Roma, sez. I, con decreto 31 gennaio 2012 che ha sancito la ammissibilità processuale della azione legale di TIM);
■ sulla questione del diritto alla ripetizione del canone versato per l'anno 1998 – si è pronunciata la Corte di Cassazione, con sentenza 7 settembre 2020, n. 18603, respingendo il ricorso proposto dalla Presidenza del Consiglio avverso la sentenza con quale la stessa Corte di Appello di Roma aveva accolto la domanda restitutoria proposta da Vodafone (pagamento del canone relativo all'anno 1998) per il medesimo titolo in separato giudizio.
In sostanza, la società ha pagato il canone contestato nel 1998; ha prontamente impugnato dinanzi al giudica amministrativo il provvedimento amministrativo che le aveva ingiustamente imposto tale pagamento; il giudizio amministrativo dinanzi al Consiglio di Stato si è concluso negativamente nel 2009 (nonostante la richiamata sentenza di segno opposto della Corte di Giustizia europea); il giudizio civile di primo grado si è concluso nel marzo 2015 con sentenza di rigetto per motivi di ammissibilità (risolti poi nel senso indicato dalla società con la richiamata sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 14842/18) e a oltre 6 anni dalla sentenza di primo grado – passando di rinvio in rinvio – la sentenza di appello (che non potrà che valorizzare le citate sentenze della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione) non è stata ancora emessa (né sulla base di questi reiterati rinvii la società può prevedere quando sarà emessa).
La società sta esaminando i diversi scenari ed azioni giuridiche (nazionali, comunitarie, ecc.) che possano contribuire alla definizione della vertenza di appello. Si ritiene, infatti, che i principi della durata ragionevole del processo, ai sensi del comma 2 dell'articolo 111 della Costituzione nonché ai sensi dell'articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, risultino vulnerati nella presente vicenda considerando: (i) l'anno del pagamento del canone non dovuto è il 1998; (ii) Il valore di tale canone è di circa 529 milioni di euro cui aggiungere gli interessi da tale data; (iii) Il lunghissimo iter processuale che non ha portato neanche ad una sentenza di appello (il cui avvio è dell'anno 2015 e la cui conclusione non è prevedibile, attesi i continui rinvii); (iv) La circostanza che la questione giuridica appare di pronta soluzione, essendo state emesse ben due sentenze della Corte di Giustizia UE che dichiarano incompatibile il pagamento del canone con la disciplina comunitaria (sentenze che risultano, allo stato, disattese dal giudice nazionale).
Nell'ambito delle citate analisi volte a giungere alla definizione della sentenza di appello si deve segnalare che in data 25 gennaio 2021 la società ha depositato presso la corte di appello di Roma una istanza di anticipazione della udienza (slittata come detto al 25 gennaio 2022); ciò al fine di scongiurare l'ennesimo rinvio della causa, che – come noto - ha ad oggetto l'inottemperanza a ben due decisioni rese inter partes, sul medesimo oggetto, dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per manifesta violazione del diritto europeo da parte dello Stato-Giudice. Con provvedimento dell'8 febbraio 2021, la Corte di Appello di Roma (seconda sezione specializzata in materia di impresa) ha ritenuto di poter accogliere l'istanza di anticipazione, fissando l'udienza al 30 novembre 2021. In tale data la causa è stata assunta in decisione con assegnazione dei termini di legge per comparse conclusionali e repliche. Con ordinanza del 22 febbraio 2022, il Collegio, preso atto che uno dei suoi membri ha dichiarato di astenersi, ha rimesso la causa sul ruolo, disponendo la trasmissione degli atti al Presidente della Corte d'Appello. In data 4 marzo 2022, la causa è stata riassegnata ad altro giudice. Con provvedimento del 31 marzo 2022, il Collegio ha fissato l'udienza del 1° dicembre 2022 per la precisazione delle conclusioni. Il Collegio ha rinviato la causa all'udienza del 19 gennaio 2023 per la discussione orale. A seguito di istanza dell'avvocato dello Stato la causa è stata differita all'udienza del 9 marzo 2023 e risulta trattenuta in decisione.

In aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, il Gruppo TIM utilizza nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) alcuni indicatori alternativi di performance, al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della propria gestione economica e della propria situazione patrimoniale e finanziaria. Tali indicatori rappresentano, infatti, un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit). Tali indicatori, che sono presentati nelle relazioni finanziarie (annuali e infrannuali), non devono, comunque, essere considerati sostitutivi di quelli convenzionali previsti dagli IFRS. Poiché queste misure non sono definite dagli IFRS, il loro calcolo può differire dagli indicatori alternativi pubblicati da altre società. Per questo motivo, la comparabilità tra le società può essere limitata.
Gli indicatori alternativi di performance normalmente utilizzati sono nel seguito illustrati:
■ EBITDA: tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target in aggiunta all'EBIT. Questi indicatori sono determinati come segue:
EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività non correnti
Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell'indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito "Indebitamento finanziario netto contabile"), anche una misura denominata "Indebitamento finanziario netto rettificato", che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l'Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell'IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

L'indebitamento finanziario netto viene determinato come segue:
| + | Passività finanziarie non correnti |
|---|---|
| + | Passività finanziarie correnti |
| + | Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute |
| A) | Debito Finanziario lordo |
| + | Attività finanziarie non correnti |
| + | Attività finanziarie correnti |
| + | Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute |
| B) | Attività Finanziarie |
| C=(A - B) | Indebitamento finanziario netto contabile |
| D) | Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività / attività finanziarie |
| E=(C + D) | Indebitamento finanziario netto rettificato |
■ Equity Free Cash Flow (EFCF): tale indicatore rappresenta il Free Cash Flow disponibile per la remunerazione del capitale proprio, per il rimborso del debito e per la copertura degli eventuali investimenti finanziari e dei pagamenti di licenze e frequenze. L'indicatore, in particolare, evidenzia la variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato senza considerare gli impatti derivanti dal pagamento dei dividendi, dalle variazioni di capitale (change in equity), dalle attività di acquisizione/ cessione di partecipazioni, dagli esborsi per acquisti di licenze e frequenze, dalle variazioni in aumento/ diminuzione del debito relativo alle passività per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing, rinnovi e/ o proroghe, disdette/estinzioni anticipate di operazioni di leasing).
L'Equity Free Cash Flow viene determinato come segue:
Equity Free Cash Flow
Il flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow) e il flusso di cassa della gestione operativa (al netto delle licenze) sono calcolati come segue:
A seguito dell'adozione dell'IFRS 16, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:
Tale indicatore rappresenta un utile indicatore della capacità di generazione di Free Cash Flow.
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