Governance Information • Apr 4, 2016
Governance Information
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ai sensi dell'art. 123-bis del TUF
(Relazione approvata dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 17 marzo 2016 disponibile sul sito internet www.telecomitalia.com)
| Glossario | Pag. | 6 | |
|---|---|---|---|
| 1. | Premessa | Pag. | 7 |
| 2. | Tavola di comparazione | Pag. | 8 |
| 3. | Informazioni sugli assetti proprietari (ex art. 123 bis TUF) | Pag. | 20 |
| a) Struttura del capitale sociale |
Pag. | 20 | |
| b) Restrizione al trasferimento di titoli |
Pag. | 20 | |
| c) Partecipazioni rilevanti nel capitale |
Pag. | 20 | |
| d) Titoli che conferiscono diritti speciali di controllo |
Pag. | 20 | |
| e) Partecipazione azionaria dei dipendenti: meccanismo di esercizio dei diritti di voto |
Pag. | 21 | |
| f) Restrizioni al diritto di voto |
Pag. | 21 | |
| g) Accordi tra azionisti |
Pag. | 21 | |
| h) Clausole di change of control e disposizioni statutarie in materia di OPA |
Pag. | 22 | |
| i) Deleghe ad aumentare il capitale sociale e autorizzazioni all'acquisto di azioni proprie |
Pag. | 25 | |
| j) Attività di direzione e coordinamento |
Pag. | 25 | |
| 4. | Compliance | Pag. | 25 |
| 5. | Consiglio di Amministrazione | Pag. | 26 |
| 5.1 Nomina e sostituzione | Pag. | 26 | |
| 5.2 Composizione | Pag. | 27 | |
| 5.3 Ruolo del Consiglio di Amministrazione | Pag. | 28 | |
| 5.4 Organi delegati | Pag. | 29 | |
| 5.5 Altri Consiglieri esecutivi | Pag. | 30 | |
| 5.6 Amministratori indipendenti | Pag. | 31 | |
| 5.7 Lead Independent Director | Pag. | 31 | |
| 6. | Trattamento delle informazioni societarie | Pag. | 31 |
| 7. | Comitati interni al consiglio | Pag. | 32 |
| 8. | Comitato per le nomine e la remunerazione | Pag. | 32 |
| 9. | Remunerazione degli amministratori, dei direttori generali e dei dirigenti con responsabilità | ||
| strategiche 10. Comitato per il controllo e i rischi |
Pag. Pag. |
33 33 |
|
| 11. Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi | Pag. | 34 | |
| 11.1 Amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi | Pag. | 38 | |
| 11.2 Responsabile della direzione audit | Pag. | 38 | |
| 11.3 Modello organizzativo ex d.lgs. 231/2001 | Pag. | 39 | |
| 11.4 Società di revisione | Pag. | 40 | |
| 11.5 Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari e altri ruoli e | |||
| funzioni aziendali | Pag. | 41 | |
| 11.6 Coordinamento tra i soggetti coinvolti nel sistema di controllo interno e di gestione dei | |||
| rischi 12. Interessi degli amministratori e operazioni con parti correlate |
Pag. Pag. |
41 42 |
|
| 13. Nomina dei sindaci | Pag. | 44 | |
| 14. Composizione e funzionamento del Collegio Sindacale | Pag. | 44 | |
| 15. Rapporti con gli azionisti | Pag. | 45 | |
| 16. Assemblee | Pag. | 46 | |
| 17. Ulteriori pratiche di governo societario | Pag. | 46 |
|---|---|---|
| 18. Cambiamenti dalla chiusura dell'esercizio di riferimento | Pag. | 47 |
| Tabelle | ||
|---|---|---|
| Tabella 1 – Informazioni sugli assetti proprietari | Pag. | 48 |
| Struttura del capitale sociale al 31 dicembre 2014 |
Pag. | 48 |
| Altri strumenti finanziari (attribuenti il diritto di sottoscrivere azioni di nuova |
||
| emissione) | Pag. | 48 |
| Partecipazioni rilevanti nel capitale |
Pag. | 48 |
| Tabella 2 – Struttura del Consiglio di Amministrazione e dei Comitati | ||
| e altri incarichi ricoperti | Pag. | 50 |
| Tabella 3 – Struttura del Collegio Sindacale | 52 |
Codice di Borsa/Codice di Autodisciplina: il Codice di Autodisciplina delle società quotate approvato nel luglio 2015 dal Comitato per la Corporate Governance e promosso da Borsa Italiana S.p.A., ABI, Ania, Assogestioni, Assonime e Confindustria, disponibile al pubblico sul sito internet www.borsaitaliana.it.
Cod. civ./ c.c.: il codice civile.
Emittente o Società: Telecom Italia S.p.A.
Esercizio: l'esercizio sociale 2015, cui si riferisce la Relazione.
Principi di Autodisciplina: il documento recante le regole stabilite in via di autodisciplina dal Consiglio di Amministrazione dell'Emittente, a integrazione e completamento di quanto previsto dal Codice di Borsa a cui la Società aderisce
Regolamento Emittenti Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 11971 del 1999 (come successivamente modificato) in materia di emittenti.
Regolamento Parti Correlate Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 17221 del 12 marzo 2010 (come successivamente modificato) in materia di operazioni con parti correlate.
Relazione: la relazione sul governo societario e gli assetti societari redatta dall'Emittente ai sensi dell'art. 123 bis TUF.
Relazione sulla Remunerazione: la relazione sulla remunerazione redatta ai sensi dell'art. 123-ter TUF e dell'art. 84-quater Regolamento Emittenti Consob, disponibile ai sensi di legge presso la sede sociale, sul sito internet dell'Emittente all'indirizzo www.telecomitalia.com sezione Il Gruppo canale Remunerazione nonché presso il meccanismo di stoccaggio autorizzato , consultabile al sito .
Testo Unico della Finanza/TUF: il Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (come successivamente modificato).
Il sistema di corporate governance di Telecom Italia è articolato secondo il modello tradizionale, di cui agli artt. 2380 e ss. del Codice Civile.
La presente Relazione, approvata dal Consiglio di Amministrazione il 17 marzo 2016, intende fornire un quadro generale del sistema di governo societario adottato da Telecom Italia. Adempiendo alla disciplina vigente in materia, la Relazione riporta le informazioni sugli assetti proprietari e sull'adesione della Società al Codice di Autodisciplina, ivi incluse le principali pratiche di governance applicate e le principali caratteristiche del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, anche in relazione al processo di informativa finanziaria. L'eventuale mancato o parziale allineamento a specifiche disposizioni del Codice di Autodisciplina è motivata nell'ambito della sezione della Relazione che riguarda la pratica di governo altrimenti applicata dalla Società, come da tavola di raffronto riportata di seguito.
Le informazioni contenute nella presente Relazione sono riferite all'esercizio 2015 e, rispetto a specifici temi, aggiornate alla data della riunione del Consiglio di Amministrazione che l'ha approvata (17 marzo 2016); per dettagli sulla materia dei compensi, si rinvia alla Relazione sulla Remunerazione.
| Art. 1 Ruolo del consiglio di amministrazione | Comply or explain |
|---|---|
| Principi | |
| 1.P.1. L'emittente è guidato da un consiglio di amministrazione che si | (cfr. Capitolo 5. della Relazione |
| riunisce con regolare cadenza e che si organizza e opera in modo da | sul Governo Societario e gli |
| garantire un efficace svolgimento delle proprie funzioni. | Assetti Proprietari - RCG) |
| 1.P.2. Gli amministratori agiscono e deliberano con cognizione di causa e in autonomia, perseguendo l'obiettivo prioritario della creazione di valore |
(cfr. Capitoli 5.3 e 5.4. della RCG) |
| per gli azionisti in un orizzonte di medio-lungo periodo. | |
| Criteri applicativi | |
| 1.C.1. Il consiglio di amministrazione: | |
| a) esamina e approva i piani strategici, industriali e finanziari | |
| dell'emittente e del gruppo di cui esso sia a capo, monitorandone | |
| periodicamente l'attuazione; definisce il sistema di governo |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG)) |
| societario dell'emittente e la struttura del gruppo; | |
| b) definisce la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi |
|
| strategici dell'emittente, includendo nelle proprie valutazioni tutti i | (cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| rischi che possono assumere rilievo nell'ottica della sostenibilità nel medio-lungo periodo dell'attività dell'emittente; |
|
| c) valuta l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e | |
| contabile dell'emittente nonché quello delle controllate aventi | |
| rilevanza strategica, con particolare riferimento al sistema di | (cfr. Capitoli 5.3 e 11 - RCG) |
| controllo interno e di gestione dei rischi; | |
| d) stabilisce la periodicità, comunque non superiore al trimestre, con la | |
| quale gli organi delegati devono riferire al consiglio circa l'attività | (cfr. Capitolo 5.4. della RCG) |
| svolta nell'esercizio delle deleghe loro conferite; | |
| e) valuta il generale andamento della gestione, tenendo in |
|
| considerazione, in particolare, le informazioni ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti |
(cfr. Capitoli 5.3 e 5.4. della RCG) |
| con quelli programmati; | |
| f) delibera in merito alle operazioni dell'emittente e delle sue |
|
| controllate, quando tali operazioni abbiano un significativo rilievo | |
| strategico, economico, patrimoniale o finanziario per l'emittente | (cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| stesso; a tal fine stabilisce criteri generali per individuare le | |
| operazioni di significativo rilievo; | |
| g) effettua, almeno una volta all'anno, una valutazione sul |
|
| funzionamento del consiglio stesso e dei suoi comitati nonché sulla | |
| loro dimensione e composizione, tenendo anche conto di elementi quali le caratteristiche professionali, di esperienza, anche |
|
| manageriale, e di genere dei suoi componenti, nonché della loro | (cfr. Capitolo 5.3 e Tabella 2 della |
| anzianità di carica. Nel caso in cui il consiglio di amministrazione si | RCG) |
| avvalga dell'opera di consulenti esterni ai fini dell'autovalutazione, la | |
| relazione sul governo societario fornisce informazioni sull'identità di | |
| tali consulenti e sugli eventuali ulteriori servizi da essi forniti | |
| all'emittente o a società in rapporto di controllo con lo stesso; | |
| h) tenuto conto degli esiti della valutazione di cui alla lettera g), esprime | |
| agli azionisti, prima della nomina del nuovo consiglio, orientamenti sulle figure manageriali e professionali la cui presenza in consiglio sia |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| ritenuta opportuna; | |
| i) fornisce informativa nella relazione sul governo societario: (1) sulla |
|
| propria composizione, indicando per ciascun componente la qualifica | |
| (esecutivo, non esecutivo, indipendente), il ruolo ricoperto all'interno | |
| del consiglio (ad esempio presidente o chief executive officer, come | |
| definito nell'articolo 2), le principali caratteristiche professionali | |
| nonché l'anzianità di carica dalla prima nomina; (2) sulle modalità di | (cfr. Capitoli 5.3 e 5.4. e Tabella |
| applicazione del presente articolo 1 e, in particolare, sul numero e | 2 della RCG) |
| sulla durata media delle riunioni del consiglio e del comitato esecutivo, ove presente, tenutesi nel corso dell'esercizio nonché |
|
| sulla partecipazione di ciascun amministratore; (3) sulle modalità di | |
| svolgimento del processo di valutazione di cui alla precedente lettera | |
| g); | |
| j) al fine di assicurare la corretta gestione delle informazioni societarie, |
(cfr. Capitoli 5.4. e 6 della RCG) |
| adotta, su proposta dell'amministratore delegato o del presidente del consiglio di amministrazione, una procedura per la gestione interna e la comunicazione all'esterno di documenti e informazioni riguardanti l'emittente, con particolare riferimento alle informazioni privilegiate. |
|
|---|---|
| 1.C.2. Gli amministratori accettano la carica quando ritengono di poter dedicare allo svolgimento diligente dei loro compiti il tempo necessario, anche tenendo conto dell'impegno connesso alle proprie attività lavorative e professionali, del numero di cariche di amministratore o sindaco da essi ricoperte in altre società quotate in mercati regolamentati (anche esteri), in società finanziarie, bancarie, assicurative o di rilevanti dimensioni. Il consiglio, sulla base delle informazioni ricevute dagli amministratori, rileva annualmente e rende note nella relazione sul governo societario le cariche di amministratore o sindaco ricoperte dai consiglieri nelle predette società. |
(cfr. Capitolo 5.2 e Nota a Tabella 2 della RCG) |
| 1.C.3. Il consiglio esprime il proprio orientamento in merito al numero massimo di incarichi di amministratore o sindaco nelle società di cui al paragrafo precedente che possa essere considerato compatibile con un efficace svolgimento dell'incarico di amministratore dell'emittente, tenendo conto della partecipazione dei consiglieri ai comitati costituiti all'interno del consiglio. A tal fine individua criteri generali differenziati in ragione dell'impegno connesso a ciascun ruolo (di consigliere esecutivo, non esecutivo o indipendente), anche in relazione alla natura e alle dimensioni delle società in cui gli incarichi sono ricoperti nonché alla loro eventuale appartenenza al gruppo dell'emittente. |
(cfr. Capitolo 5.2. della RCG) |
| 1.C.4. Qualora l'assemblea, per far fronte ad esigenze di carattere organizzativo, autorizzi in via generale e preventiva deroghe al divieto di concorrenza previsto dall'art. 2390 cod. civ., il consiglio di amministrazione valuta nel merito ciascuna fattispecie problematica e segnala alla prima assemblea utile eventuali criticità. A tal fine, ciascun amministratore informa il consiglio, all'atto dell'accettazione della nomina, di eventuali attività esercitate in concorrenza con l'emittente e, successivamente, di ogni modifica rilevante. |
(cfr. Capitolo 5.2 della RCG) |
| 1.C.5. Il presidente del consiglio di amministrazione si adopera affinché la documentazione relativa agli argomenti all'ordine del giorno sia portata a conoscenza degli amministratori e dei sindaci con congruo anticipo rispetto alla data della riunione consiliare. Il consiglio fornisce nella relazione sul governo societario informazioni sulla tempestività e completezza dell'informativa pre-consiliare, fornendo indicazioni, tra l'altro, in merito al preavviso ritenuto generalmente congruo per l'invio della documentazione e indicando se tale termine sia stato normalmente rispettato. |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| 1.C.6. Il presidente del consiglio di amministrazione, anche su richiesta di uno o più amministratori, può chiedere agli amministratori delegati che i dirigenti dell'emittente e quelli delle società del gruppo che ad esso fa capo, responsabili delle funzioni aziendali competenti secondo la materia, intervengano alle riunioni consiliari per fornire gli opportuni approfondimenti sugli argomenti posti all'ordine del giorno. La relazione sul governo societario fornisce informazioni sulla loro effettiva partecipazione. Art. 2 – Composizione del consiglio di amministrazione |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| Principi | |
| 2.P.1. Il consiglio di amministrazione è composto da amministratori esecutivi e non esecutivi, dotati di adeguata competenza e professionalità. |
(cfr. Capitoli 5.2 e 5.3 della RCG) |
| 2.P.2. Gli amministratori non esecutivi apportano le loro specifiche competenze alle discussioni consiliari, contribuendo all'assunzione di decisioni consapevoli e prestando particolare cura alle aree in cui possono manifestarsi conflitti di interesse. |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| 2.P.3. Il numero, la competenza, l'autorevolezza e la disponibilità di tempo degli amministratori non esecutivi sono tali da garantire che il loro giudizio possa avere un peso significativo nell'assunzione delle decisioni consiliari. |
(cfr. Capitoli 5.2 e 5.3 della RCG) |
| 2.P.4. È opportuno evitare la concentrazione di cariche sociali in una sola persona. |
(cfr. Capitoli 5.4 e 5.5 della RCG) |
| 2.P.5. Il consiglio di amministrazione, allorché abbia conferito deleghe gestionali al presidente, fornisce adeguata informativa nella relazione sul governo societario in merito alle ragioni di tale scelta organizzativa. |
(cfr. Capitoli 5.4 e 5.5 della RCG) |
| Criteri applicativi | |
| 2.C.1. Sono qualificati amministratori esecutivi dell'emittente: |
| gli amministratori delegati dell'emittente o di una società controllata avente rilevanza strategica, ivi compresi i relativi presidenti quando ad essi vengano attribuite deleghe individuali di gestione o quando essi abbiano uno specifico ruolo nell'elaborazione delle strategie aziendali; gli amministratori che ricoprono incarichi direttivi nell'emittente o in una società controllata avente rilevanza strategica, ovvero nella società controllante quando l'incarico riguardi anche l'emittente; gli amministratori che ricoprono incarichi direttivi nell'emittente o in una società controllata avente rilevanza strategica, ovvero nella società controllante quando l'incarico riguardi anche l'emittente; gli amministratori che fanno parte del comitato esecutivo dell'emittente, quando manchi l'identificazione di un amministratore delegato o quando la partecipazione al comitato esecutivo, tenuto conto della frequenza delle riunioni e dell'oggetto delle relative delibere, comporti, di fatto, il coinvolgimento sistematico dei suoi componenti nella gestione corrente dell'emittente. L'attribuzione di poteri vicari o per i soli casi di urgenza ad amministratori non muniti di deleghe gestionali non vale, di per sé, a configurarli come amministratori esecutivi, salvo che tali poteri siano, di fatto, utilizzati con notevole frequenza. |
(cfr. Capitoli 5.4 e 5.5 della RCG – si segnala peraltro che allo stato non è previsto nel Consiglio di Amministrazione un amministratore con funzioni vicarie e che il Consiglio di Amministrazione in carica ha deciso di non ricostituire il Comitato Esecutivo) |
|---|---|
| 2.C.2. Gli amministratori sono tenuti a conoscere i compiti e le | |
| responsabilità inerenti alla carica. Il presidente del consiglio di amministrazione cura che gli amministratori e i sindaci possano partecipare, successivamente alla nomina e durante il mandato, nelle forme più opportune, a iniziative finalizzate a fornire loro un'adeguata conoscenza del settore di attività in cui opera l'emittente, delle dinamiche aziendali e della loro evoluzione, dei principi di corretta gestione dei rischi nonché del quadro normativo e autoregolamentare di riferimento. L'emittente riporta nella relazione sul governo societario la tipologia e le modalità organizzative delle iniziative che hanno avuto luogo durante l'esercizio di riferimento. |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| 2.C.3. Il consiglio di amministrazione designa un amministratore indipendente quale lead independent director, nei seguenti casi: (i) se il presidente del consiglio di amministrazione è il principale responsabile della gestione dell'impresa (chief executive officer); (ii) se la carica di presidente è ricoperta dalla persona che controlla l'emittente. Il consiglio di amministrazione degli emittenti appartenenti all'indice FTSE Mib designa un lead independent director se ciò è richiesto dalla maggioranza degli amministratori indipendenti, salvo diversa e motivata valutazione da parte del consiglio da rendere nota nell'ambito della relazione sul governo societario. |
(pur non rientrando in nessuna delle due ipotesi indicate nel criterio applicativo il CdA - su designazione degli amministratori indipendenti - ha nominato un LID - cfr. Capitolo 5.7 RCG) |
| 2.C.4. Il lead independent director: a) rappresenta un punto di riferimento e di coordinamento delle istanze e dei contributi degli amministratori non esecutivi e, in particolare, di quelli che sono indipendenti ai sensi del successivo articolo 3; b) collabora con il presidente del consiglio di amministrazione al fine di garantire che gli amministratori siano destinatari di flussi informativi completi e tempestivi. |
(cfr. Capitolo 5.7 della RCG) |
| 2.C.5. Il chief executive officer di un emittente (A) non assume l'incarico di amministratore di un altro emittente (B) non appartenente allo stesso gruppo, di cui sia chief executive officer un amministratore dell'emittente (A). |
(allo stato il CEO di Telecom Italia non ricopre incarichi di amministratore in altre società nelle quali sia CEO un amministratore di Telecom Italia; cfr. Tabella 2 della RCG) |
| Art. 3 – Amministratori indipendenti | |
| Principi | |
| 3.P.1. Un numero adeguato di amministratori non esecutivi sono indipendenti, nel senso che non intrattengono, né hanno di recente intrattenuto, neppure indirettamente, con l'emittente o con soggetti legati all'emittente, relazioni tali da condizionarne attualmente l'autonomia di giudizio. |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| 3.P.2. L'indipendenza degli amministratori è valutata dal consiglio di | (cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| amministrazione dopo la | nomina e, successivamente, con cadenza annuale. L'esito delle valutazioni del consiglio è comunicato al mercato. |
|
|---|---|---|
| Criteri applicativi | ||
| a) sull'emittente; b) di esercitare sullo stesso un'influenza notevole c) |
3.C.1. Il consiglio di amministrazione valuta l'indipendenza dei propri componenti non esecutivi avendo riguardo più alla sostanza che alla forma e tenendo presente che un amministratore non appare, di norma, indipendente nelle seguenti ipotesi, da considerarsi come non tassative: se, direttamente o indirettamente, anche attraverso società controllate, fiduciari o interposta persona, controlla l'emittente o è in grado di esercitare su di esso un'influenza notevole, o partecipa a un patto parasociale attraverso il quale uno o più soggetti possono esercitare il controllo o un'influenza notevole se è, o è stato nei precedenti tre esercizi, un esponente di rilievo dell'emittente, di una sua controllata avente rilevanza strategica o di una società sottoposta a comune controllo con l'emittente, ovvero di una società o di un ente che, anche insieme con altri attraverso un patto parasociale, controlla l'emittente o è in grado se, direttamente o indirettamente (ad esempio attraverso società controllate o delle quali sia esponente di rilievo, ovvero in qualità di partner di uno studio professionale o di una società di consulenza), ha, o ha avuto nell'esercizio precedente, una significativa relazione commerciale, finanziaria o professionale: |
|
| relativi esponenti di rilievo; dipendente di uno dei predetti soggetti; d) e) ultimi dodici anni; f) incarico di amministratore; g) legale dell'emittente; h) situazioni di cui ai precedenti punti. |
con l'emittente, una sua controllata, o con alcuno dei con un soggetto che, anche insieme con altri attraverso un patto parasociale, controlla l'emittente, ovvero – trattandosi di società o ente – con i relativi esponenti di rilievo; ovvero è, o è stato nei precedenti tre esercizi, lavoratore se riceve, o ha ricevuto nei precedenti tre esercizi, dall'emittente o da una società controllata o controllante una significativa remunerazione aggiuntiva (rispetto all'emolumento "fisso" di amministratore non esecutivo dell'emittente e al compenso per la partecipazione ai comitati raccomandati dal presente Codice) anche sotto forma di partecipazione a piani di incentivazione legati alla performance aziendale, anche a base azionaria; se è stato amministratore dell'emittente per più di nove anni negli se riveste la carica di amministratore esecutivo in un'altra società nella quale un amministratore esecutivo dell'emittente abbia un se è socio o amministratore di una società o di un'entità appartenente alla rete della società incaricata della revisione se è uno stretto familiare di una persona che si trovi in una delle |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| responsabilità strategiche della società o dell'ente considerato. | 3.C.2. Ai fini di quanto sopra, sono da considerarsi "esponenti di rilievo" di una società o di un ente: il presidente dell'ente, il presidente del consiglio di amministrazione, gli amministratori esecutivi e i dirigenti con |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| 3.C.3. Il numero e le competenze degli amministratori indipendenti sono | ||
| all'interno del consiglio, secondo le indicazioni contenute nel Codice. arrotondato per difetto. In ogni caso gli amministratori indipendenti non sono meno di due. |
adeguati in relazione alle dimensioni del consiglio e all'attività svolta dall'emittente; sono inoltre tali da consentire la costituzione di comitati Negli emittenti appartenenti all'indice FTSE-Mib almeno un terzo del consiglio di amministrazione è costituito da amministratori indipendenti. Se a tale quota corrisponde un numero non intero, quest'ultimo è |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| successivamente, al ricorrere amministrazione valuta, sulla |
3.C.4. Dopo la nomina di un amministratore che si qualifica indipendente e di circostanze rilevanti ai fini dell'indipendenza e comunque almeno una volta all'anno, il consiglio di base delle informazioni fornite |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| dall'interessato o a disposizione dell'emittente, le relazioni che potrebbero essere o apparire tali da compromettere l'autonomia di giudizio di tale |
|
|---|---|
| amministratore. Il consiglio di amministrazione rende noto l'esito delle proprie valutazioni, dopo la nomina, mediante un comunicato diffuso al mercato e, successivamente, nell'ambito della relazione sul governo societario. In tali documenti il consiglio di amministrazione: |
|
| riferisce se siano stati adottati e, in tal caso, con quale motivazione, parametri di valutazione differenti da quelli indicati nel Codice, anche con riferimento a singoli amministratori |
|
| illustra i criteri quantitativi e/o qualitativi eventualmente utilizzati per valutare la significatività dei rapporti oggetto di valutazione |
|
| 3.C.5. Il collegio sindacale, nell'ambito dei compiti ad esso attribuiti dalla legge, verifica la corretta applicazione dei criteri e delle procedure di accertamento adottati dal consiglio per valutare l'indipendenza dei propri membri. L'esito di tali controlli è reso noto al mercato nell'ambito della relazione sul governo societario o della relazione dei sindaci all'assemblea. |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| 3.C.6. Gli amministratori indipendenti si riuniscono almeno una volta | (cfr. Capitolo 5.7 della RCG) |
| all'anno in assenza degli altri amministratori. Art. 4 – Istituzione e funzionamento dei comitati interni al consiglio di |
|
| amministrazione | |
| Principi 4.P.1. Il consiglio di amministrazione istituisce al proprio interno uno o più |
|
| comitati con funzioni propositive e consultive secondo quanto indicato nei successivi articoli. |
(cfr. Capitolo 7 della RCG) |
| Criteri applicativi | |
| 4.C.1. L'istituzione e il funzionamento dei comitati previsti dal Codice rispondono ai seguenti criteri: |
|
| a) i comitati sono composti da non meno di tre membri. Tuttavia, negli emittenti il cui consiglio di amministrazione è composto da non più di otto membri, i comitati possono essere composti da due soli consiglieri, purché indipendenti. I lavori dei comitati sono coordinati da un presidente; |
|
| b) i compiti dei singoli comitati sono stabiliti con la deliberazione con cui sono costituiti e possono essere integrati o modificati con successiva deliberazione del consiglio di amministrazione; c) le funzioni che il Codice attribuisce a diversi comitati possono |
|
| essere distribuite in modo differente o demandate ad un numero di comitati inferiore a quello previsto, purché si rispettino le regole per la composizione di volta in volta indicate dal Codice e si garantisca il raggiungimento degli obiettivi sottostanti; |
|
| d) le riunioni di ciascun comitato sono verbalizzate e il presidente del comitato ne dà informazione al primo consiglio di amministrazione utile; |
|
| e) nello svolgimento delle proprie funzioni, i comitati hanno la facoltà di accedere alle informazioni e alle funzioni aziendali necessarie per lo svolgimento dei loro compiti nonché di avvalersi di consulenti esterni, nei termini stabiliti dal consiglio di amministrazione. L'emittente mette a disposizione dei comitati risorse finanziarie adeguate per l'adempimento dei propri |
(cfr. Capitoli 8 e 10 della RCG) |
| compiti, nei limiti del budget approvato dal consiglio; f) alle riunioni di ciascun comitato possono partecipare soggetti che non ne sono membri, inclusi altri componenti del consiglio o della struttura dell'emittente, su invito del comitato stesso, con riferimento a singoli punti all'ordine del giorno; |
|
| g) l'emittente fornisce adeguata informativa, nell'ambito della relazione sul governo societario, sull'istituzione e sulla composizione dei comitati, sul contenuto dell'incarico ad essi conferito nonché, in base alle indicazioni fornite da ogni comitato, sull'attività effettivamente svolta nel corso dell'esercizio, sul numero e sulla durata media delle riunioni tenutesi e sulla relativa percentuale di partecipazione di ciascun membro. |
|
| 4.C.2. L'istituzione di uno o più comitati può essere evitata riservando le relative funzioni all'intero consiglio, sotto il coordinamento del presidente e |
Pur essendo il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia |
| all'unità inferiore qualora il consiglio sia formato da un numero dispari di come indipendenti, sono stati persone; (ii) all'espletamento delle funzioni che il Codice attribuisce ai istituiti sia il Comitato per il comitati medesimi siano dedicati, all'interno delle sedute consiliari, Controllo e Rischi che il Comitato adeguati spazi, dei quali venga dato conto nella relazione sul governo per le nomine e la remunerazione societario; (iii) limitatamente al comitato controllo e rischi, l'emittente non sia controllato da un'altra società quotata, o sottoposto a direzione e coordinamento. Il consiglio di amministrazione illustra analiticamente nella relazione sul governo societario i motivi sottesi alla scelta di non istituire uno o più comitati; in particolare, motiva adeguatamente la scelta di non istituire il comitato controllo e rischi in relazione al grado di complessità dell'emittente e al settore in cui esso opera. Inoltre il consiglio procede periodicamente a rivalutare la scelta effettuata. Art. 5 – Nomina degli amministratori Principi 5.P.1. Il consiglio di amministrazione costituisce al proprio interno un comitato per le nomine, composto, in maggioranza, da amministratori (cfr. Capitolo 8 della RCG indipendenti. Criteri applicativi 5.C.1. Il comitato per le nomine è investito delle seguenti funzioni: a) formulare pareri al consiglio di amministrazione in merito alla dimensione e alla composizione dello stesso ed esprimere raccomandazioni in merito alle figure professionali la cui presenza all'interno del consiglio sia ritenuta opportuna nonché (cfr. Capitolo 8 della RCG sugli argomenti di cui agli artt. 1.C.3 e 1.C.4; b) proporre al consiglio di amministrazione candidati alla carica di amministratore nei casi di cooptazione, ove occorra sostituire amministratori indipendenti. 5.C.2. Il consiglio di amministrazione valuta se adottare un piano per la successione degli amministratori esecutivi. Nel caso in cui abbia adottato tale piano, l'emittente ne dà informativa nella relazione sul governo (cfr. Capitolo 5.1 della RCG) societario. L'istruttoria sulla predisposizione del piano è effettuata dal comitato per le nomine o da altro comitato interno al consiglio a ciò preposto. Art. 6 – Remunerazione degli amministratori Principi 6.P.1. La remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche è stabilita in misura sufficiente ad attrarre, (cfr. Capitolo 9 della RCG ) trattenere e motivare persone dotate delle qualità professionali richieste per gestire con successo l'emittente. 6.P.2. La remunerazione degli amministratori esecutivi e dei dirigenti con responsabilità strategiche è definita in modo tale da allineare i loro interessi con il perseguimento dell'obiettivo prioritario della creazione di valore per gli azionisti in un orizzonte di medio-lungo periodo. Per gli amministratori che sono destinatari di deleghe gestionali o che svolgono, anche solo di fatto, funzioni attinenti alla gestione dell'impresa nonché per i dirigenti con responsabilità strategiche, una parte significativa della (cfr. Capitolo 9 della RCG) remunerazione è legata al raggiungimento di specifici obiettivi di performance, anche di natura non economica, preventivamente indicati e determinati in coerenza con le linee guida contenute nella politica di cui al successivo principio 6.P.4. La remunerazione degli amministratori non esecutivi è commisurata all'impegno richiesto a ciascuno di essi, tenuto anche conto dell'eventuale partecipazione ad uno o più comitati. 6.P.3. Il consiglio di amministrazione costituisce al proprio interno un comitato per la remunerazione, composto da amministratori indipendenti. In alternativa, il comitato può essere composto da amministratori non esecutivi, in maggioranza indipendenti; in tal caso, il presidente del (cfr. Capitolo 8 della RCG ) comitato è scelto tra gli amministratori indipendenti. Almeno un componente del comitato possiede una adeguata conoscenza ed esperienza in materia finanziaria o di politiche retributive, da valutarsi dal consiglio di amministrazione al momento della nomina. |
alle seguenti condizioni: (i) gli amministratori indipendenti rappresentino | composto in maggioranza da |
|---|---|---|
| almeno la metà del consiglio di amministrazione, con arrotondamento | consiglieri che si qualificano | |
| 6.P.4. Il consiglio di amministrazione, su proposta del comitato per la | (cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| remunerazione, definisce una politica per la remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche. |
|
|---|---|
| 6.P.5. L'emittente, in occasione della cessazione dalla carica e/o dello scioglimento del rapporto con un amministratore esecutivo o un direttore generale, rende note, ad esito dei processi interni che conducono all'attribuzione o al riconoscimento di indennità e/o altri benefici, informazioni dettagliate in merito, mediante un comunicato diffuso al mercato. |
(cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| Criteri applicativi | |
| 6.C.1. La politica per la remunerazione degli amministratori esecutivi o investiti di particolari cariche definisce linee guida con riferimento alle tematiche e in coerenza con i criteri di seguito indicati: a) la componente fissa e la componente variabile sono adeguatamente bilanciate in funzione degli obiettivi strategici e della politica di gestione dei rischi dell'emittente, tenuto anche conto del settore di attività in cui esso opera e delle caratteristiche dell'attività d'impresa concretamente svolta; b) sono previsti limiti massimi per le componenti variabili; c) la componente fissa è sufficiente a remunerare la prestazione dell'amministratore nel caso in cui la componente variabile non fosse erogata a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi di performance indicati dal consiglio di amministrazione; d) gli obiettivi di performance -ovvero i risultati economici e gli eventuali altri obiettivi specifici cui è collegata l'erogazione delle componenti variabili (ivi compresi gli obiettivi definiti per i piani di remunerazione basati su azioni) -sono predeterminati, misurabili e collegati alla creazione di valore per gli azionisti in un orizzonte di medio-lungo periodo; e) la corresponsione di una porzione rilevante della componente variabile della remunerazione è differita di un adeguato lasso temporale rispetto al momento della maturazione; la misura di tale |
(cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| porzione e la durata del differimento sono coerenti con le caratteristiche dell'attività d'impresa svolta e con i connessi profili di rischio; f) sono previste intese contrattuali che consentono alla società di |
|
| chiedere la restituzione, in tutto o in parte, di componenti variabili della remunerazione versate (o di trattenere somme oggetto di differimento), determinate sulla base di dati che si siano rivelati in seguito manifestamente errati; |
(cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| g) l'indennità eventualmente prevista per la cessazione del rapporto di amministrazione è definita in modo tale che il suo ammontare |
|
| complessivo non superi un determinato importo o un determinato numero di anni di remunerazione. Tale indennità non è corrisposta se la cessazione del rapporto è dovuta al raggiungimento di risultati obiettivamente inadeguati. |
(cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| 6.C.2. Nel predisporre piani di remunerazione basati su azioni, il consiglio | |
| di amministrazione assicura che: | |
| a) le azioni, le opzioni e ogni altro diritto assegnato agli amministratori di acquistare azioni o di essere remunerati sulla base dell'andamento del prezzo delle azioni abbiano un periodo medio di vesting pari ad almeno tre anni; |
(cfr. Capitolo 9 della RCG ) Allo stato il solo Amministratore Delegato è beneficiario di piani di |
| b) il vesting di cui al punto a) sia soggetto a obiettivi di performance predeterminati e misurabili; |
stock option |
| c) gli amministratori mantengano sino al termine del mandato una quota delle azioni assegnate o acquistate attraverso l'esercizio dei diritti di cui al punto a). |
|
| 6.C.3. I criteri 6.C.1 e 6.C.2 si applicano, in quanto compatibili, anche alla determinazione -da parte degli organi a ciò delegati -della remunerazione dei dirigenti con responsabilità strategiche. I meccanismi di incentivazione del responsabile della funzione di internal audit e del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari sono coerenti con i compiti ad essi assegnati. |
(cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| 6.C.4. La remunerazione degli amministratori non esecutivi non è -se non | |
| per una parte non significativa - legata ai risultati economici conseguiti dall'emittente. Gli amministratori non esecutivi non sono destinatari di |
(cfr. Capitolo 9 della RCG) |
| piani di remunerazione basati su azioni, salvo motivata decisione dell'assemblea dei soci. |
|
|---|---|
| 6.C.5. Il comitato per la remunerazione: valuta periodicamente l'adeguatezza, la coerenza complessiva e la concreta applicazione della politica per la remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche, avvalendosi a tale ultimo riguardo delle informazioni fornite dagli amministratori delegati; formula al consiglio di amministrazione proposte in materia; presenta proposte o esprime pareri al consiglio di |
(cfr. Capitoli 8 - 9 della RCG) |
| amministrazione sulla remunerazione degli amministratori esecutivi e degli altri amministratori che ricoprono particolari cariche nonché sulla fissazione degli obiettivi di performance correlati alla componente variabile di tale remunerazione; monitora l'applicazione delle decisioni adottate dal consiglio stesso verificando, in particolare, l'effettivo raggiungimento degli obiettivi di performance. |
|
| 6.C.6. Nessun amministratore prende parte alle riunioni del comitato per la remunerazione in cui vengono formulate le proposte al consiglio di amministrazione relative alla propria remunerazione. |
(cfr. Capitoli 8 - 9 della RCG ed art. 2.4 del regolamento del Comitato per le nomine e la remunerazione) |
| 6.C.7. Qualora intenda avvalersi dei servizi di un consulente al fine di ottenere informazioni sulle pratiche di mercato in materia di politiche retributive, il comitato per le remunerazioni verifica preventivamente che esso non si trovi in situazioni che ne compromettano l'indipendenza di giudizio. |
(cfr. Capitoli 8 - 9 della RCG ) |
| 6.C.8. La comunicazione al mercato di cui al principio 6.P.5 comprende: a) adeguate informazioni sull'indennità e/o altri benefici, incluso il relativo ammontare, la tempistica di erogazione -distinguendo la parte corrisposta immediatamente da quella eventualmente soggetta a meccanismi di differimento e distinguendo altresì le componenti attribuite in forza della carica di amministratore da quelle relative a eventuali rapporti di lavoro dipendente -ed eventuali clausole di restituzione, con particolare riferimento a: indennità di fine carica o di cessazione del rapporto di lavoro, specificando la fattispecie che ne giustifica la maturazione (ad esempio, per scadenza dalla carica, revoca dalla medesima o accordo transattivo); mantenimento dei diritti connessi ad eventuali piani di incentivazione monetaria o basati su strumenti finanziari; benefici (monetari o non monetari) successivi alla cessazione dalla carica; impegni di non concorrenza, descrivendone i principali contenuti; ogni altro compenso attribuito a qualsiasi titolo e in qualsiasi forma; b) informazioni circa la conformità o meno dell'indennità e/o degli altri benefici alle indicazioni contenute nella politica per la remunerazione, nel caso di difformità anche parziale rispetto alle indicazioni della politica medesima, informazioni sulle procedure deliberative seguite in applicazione della disciplina Consob in materia di operazioni con parti correlate; c) indicazioni circa l'applicazione, o meno, di eventuali meccanismi che pongono vincoli o correttivi alla corresponsione dell'indennità nel caso in cui la cessazione del rapporto sia dovuta al raggiungimento di risultati obiettivamente inadeguati, nonché circa l'eventuale formulazione di richieste di restituzione di compensi già corrisposti; d) informazione circa il fatto che la sostituzione dell'amministratore esecutivo o del direttore generale cessato è regolata da un piano per la successione eventualmente adottato dalla società e, in ogni caso, indicazioni in merito alle procedure che sono state o saranno seguite nella sostituzione dell'amministratore o del direttore. Art. 7 – Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi |
(cfr. Capitolo 9 della RCG) |
| Principi 7.P.1. Ogni emittente si dota di un sistema di controllo interno e di gestione dei rischi costituito dall'insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative volte a consentire l'identificazione, la misurazione, la gestione e il monitoraggio dei principali rischi. Tale sistema è integrato nei più generali assetti organizzativi e di governo societario adottati dall'emittente e tiene in adeguata considerazione i modelli di riferimento e le best practices esistenti in ambito nazionale e internazionale. |
(cfr. Capitolo 11 della RCG) |
|---|---|
| 7.P.2. Un efficace sistema di controllo interno e di gestione dei rischi contribuisce a una conduzione dell'impresa coerente con gli obiettivi aziendali definiti dal consiglio di amministrazione, favorendo l'assunzione di decisioni consapevoli. Esso concorre ad assicurare la salvaguardia del patrimonio sociale, l'efficienza e l'efficacia dei processi aziendali, l'affidabilità delle informazioni fornite agli organi sociali ed al mercato, il rispetto di leggi e regolamenti nonché dello statuto sociale e delle procedure interne. |
(cfr. Capitolo 11 della RCG) |
| 7.P.3. Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi coinvolge, ciascuno per le proprie competenze: |
|
| a) il consiglio di amministrazione, che svolge un ruolo di indirizzo e di valutazione dell'adeguatezza del sistema e individua al suo interno: |
(cfr. Capitolo 11 della RCG) |
| i. uno o più amministratori, incaricati dell'istituzione e del mantenimento di un efficace sistema di controllo interno e di gestione dei rischi (nel seguito dell'articolo 7, l'"amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi"), nonché |
(cfr. Capitolo 11.1 della RCG) |
| ii. un comitato controllo e rischi, avente le caratteristiche indicate nel principio 7.P.4, con il compito di supportare, con un'adeguata attività istruttoria, le valutazioni e le decisioni del consiglio di amministrazione relative al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, nonché quelle relative all'approvazione delle relazioni finanziarie periodiche; |
(cfr. Capitolo 10 della RCG) |
| b) il responsabile della funzione di internal audit, incaricato di verificare che il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi sia funzionante e adeguato; |
(cfr. Capitolo 11.2 della RCG) |
| c) gli altri ruoli e funzioni aziendali con specifici compiti in tema di controllo interno e gestione dei rischi, articolati in relazione a dimensioni, complessità e profilo di rischio dell'impresa; |
(cfr. Capitolo 11.6 della RCG) |
| d) il collegio sindacale, anche in quanto comitato per il controllo interno e la revisione contabile, che vigila sull'efficacia del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. L'emittente prevede modalità di coordinamento tra i soggetti sopra elencati al fine di massimizzare l'efficienza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e di ridurre le duplicazioni di attività. |
(cfr. Capitolo 11.6 della RCG) |
| 7.P.4. Il comitato controllo e rischi è composto da amministratori indipendenti. In alternativa, il comitato può essere composto da amministratori non esecutivi, in maggioranza indipendenti; in tal caso, il presidente del comitato è scelto tra gli amministratori indipendenti. Se l'emittente è controllato da altra società quotata o è soggetto all'attività di direzione e coordinamento di un'altra società, il comitato è comunque composto esclusivamente da amministratori indipendenti. Almeno un componente del comitato possiede un'adeguata esperienza in materia contabile e finanziaria o di gestione dei rischi, da valutarsi da parte del consiglio di amministrazione al momento della nomina. Criteri applicativi |
(cfr. Capitolo 10 della RCG) |
| 7.C.1. Il consiglio di amministrazione, previo parere del comitato controllo | |
| e rischi: a) definisce le linee di indirizzo del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, in modo che i principali rischi afferenti all'emittente e alle sue controllate risultino correttamente identificati, nonché adeguatamente misurati, gestiti e monitorati, determinando inoltre il grado di compatibilità di tali rischi con una gestione dell'impresa coerente con gli obiettivi strategici individuati; b) valuta, con cadenza almeno annuale, l'adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi rispetto alle caratteristiche |
(cfr. Capitolo 11 della RCG) |
| c) d) e) |
dell'impresa e al profilo di rischio assunto, nonché la sua efficacia; approva, con cadenza almeno annuale, il piano di lavoro predisposto dal responsabile della funzione di internal audit, sentiti il collegio sindacale e l'amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi; descrive, nella relazione sul governo societario, le principali caratteristiche del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e le modalità di coordinamento tra i soggetti in esso coinvolti, esprimendo la propria valutazione sull'adeguatezza dello stesso; valuta, sentito il collegio sindacale, i risultati esposti dal revisore |
|
|---|---|---|
| legale nella eventuale lettera di suggerimenti e nella relazione sulle questioni fondamentali emerse in sede di revisione legale. |
||
| Il consiglio di amministrazione, su proposta dell'amministratore incaricato | (la nomina dell'attuale | |
| del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e previo parere favorevole del comitato controllo e rischi, nonché sentito il collegio |
responsabile della funzione | |
| sindacale: | Internal Audit è avvenuta - con il | |
| | nomina e revoca il responsabile della funzione di internal audit; | coinvolgimento di tutti gli attori |
| | assicura che lo stesso sia dotato delle risorse adeguate | previsti dal Codice di |
| all'espletamento delle proprie responsabilità; | Autodisciplina - secondo il | |
| | ne definisce la remunerazione coerentemente con le politiche | processo riepilogato nel . Capitolo 11.2 della RCG) |
| aziendali. | ||
| 7.C.2. Il comitato controllo e rischi, nell'assistere il consiglio di | ||
| amministrazione: | ||
| a. | valuta, unitamente al dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari e sentiti il revisore legale e il collegio sindacale, il corretto utilizzo dei principi contabili e, nel caso di gruppi, la loro omogeneità ai fini della redazione del bilancio consolidato; |
|
| b. | esprime pareri su specifici aspetti inerenti alla identificazione dei | |
| principali rischi aziendali; | ||
| c. | esamina le relazioni periodiche, aventi per oggetto la valutazione del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, e quelle di |
|
| d. | particolare rilevanza predisposte dalla funzione internal audit; monitora l'autonomia, l'adeguatezza, l'efficacia e l'efficienza |
(cfr. Capitolo 10 della RCG) |
| e. | della funzione di internal audit; può chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di |
|
| verifiche su specifiche aree operative, dandone contestuale comunicazione al presidente del collegio sindacale; |
||
| f. | riferisce al consiglio, almeno semestralmente, in occasione | |
| dell'approvazione della relazione finanziaria annuale e |
||
| semestrale, sull'attività svolta nonché sull'adeguatezza del | ||
| sistema di controllo interno e di gestione dei rischi; | ||
| g. | supporta, con un'adeguata attività istruttoria, le valutazioni e le | |
| decisioni del consiglio di amministrazione relative alla gestione di | ||
| rischi derivanti da fatti pregiudizievoli di cui il consiglio di | ||
| amministrazione sia venuto a conoscenza. | ||
| 7.C.3. Ai lavori del comitato controllo e rischi partecipa il presidente del | ||
| collegio sindacale o altro sindaco da lui designato; possono comunque partecipare anche gli altri sindaci. |
(cfr. Capitolo 10 della RCG) | |
| 7.C.4. L'amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di | ||
| gestione dei rischi: | ||
| a) | cura l'identificazione dei principali rischi aziendali, tenendo conto | |
| delle caratteristiche delle attività svolte dall'emittente e dalle sue | ||
| controllate, e li sottopone periodicamente all'esame del consiglio | ||
| di amministrazione; | ||
| b) | dà esecuzione alle linee di indirizzo definite dal consiglio di | |
| amministrazione, curando la progettazione, realizzazione e | (cfr. Capitolo 11.1 della RCG) | |
| gestione del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e | ||
| verificandone costantemente l'adeguatezza e l'efficacia; | ||
| c) | si occupa dell'adattamento di tale sistema alla dinamica delle condizioni operative e del panorama legislativo e regolamentare; |
|
| d) | può chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di | |
| verifiche su specifiche aree operative e sul rispetto delle regole e | ||
| procedure interne nell'esecuzione di operazioni aziendali, |
||
| dandone contestuale comunicazione al presidente del consiglio |
| di amministrazione, al presidente del comitato controllo e rischi e al presidente del collegio sindacale; e) riferisce tempestivamente al comitato controllo e rischi (o al consiglio di amministrazione) in merito a problematiche e criticità |
|
|---|---|
| emerse nello svolgimento della propria attività o di cui abbia avuto comunque notizia, affinché il comitato (o il consiglio) possa prendere le opportune iniziative. |
|
| 7.C.5. Il responsabile della funzione di internal audit: a) verifica, sia in via continuativa sia in relazione a specifiche |
|
| necessità e nel rispetto degli standard internazionali, l'operatività e l'idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, attraverso un piano di audit, approvato dal consiglio di |
|
| amministrazione, basato su un processo strutturato di analisi e prioritizzazione dei principali rischi; |
|
| b) non è responsabile di alcuna area operativa e dipende gerarchicamente dal consiglio di amministrazione; c) ha accesso diretto a tutte le informazioni utili per lo svolgimento |
|
| dell'incarico; | |
| d) predispone relazioni periodiche contenenti adeguate informazioni sulla propria attività, sulle modalità con cui viene condotta la gestione dei rischi nonché sul rispetto dei piani definiti per il loro contenimento. Le relazioni periodiche contengono una valutazione sull'idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi; e) predispone tempestivamente relazioni su eventi di particolare |
(cfr. Capitolo 11.2 della RCG) |
| rilevanza; | |
| f) trasmette le relazioni di cui ai punti d) ed e) ai presidenti del collegio sindacale, del comitato controllo e rischi e del consiglio di amministrazione nonché all'amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi; g) verifica, nell'ambito del piano di audit, l'affidabilità dei sistemi |
|
| informativi inclusi i sistemi di rilevazione contabile. 7.C.6. La funzione di internal audit, nel suo complesso o per segmenti di |
|
| operatività, può essere affidata a un soggetto esterno all'emittente, purché dotato di adeguati requisiti di professionalità, indipendenza e organizzazione. L'adozione di tali scelte organizzative, adeguatamente motivata, è comunicata agli azionisti e al mercato nell'ambito della relazione sul governo societario. |
N.A. (la responsabilità della funzione Internal Audit è affidata ad un dipendente della Società) |
| Art. 8 – Sindaci | |
| Principi | |
| 8.P.1. I sindaci agiscono con autonomia ed indipendenza anche nei confronti degli azionisti che li hanno eletti. |
(cfr. Capitoli 13 - 14 e Tabella 3 della RCG) |
| 8.P.2. L'emittente predispone le misure atte a garantire un efficace svolgimento dei compiti propri del collegio sindacale. |
(cfr. Capitoli 13 - 14 e Tabella 3 della RCG) |
| Criteri applicativi | |
| 8.C.1. I sindaci sono scelti tra persone che possono essere qualificate come indipendenti anche in base ai criteri previsti dal presente Codice con riferimento agli amministratori. Il collegio verifica il rispetto di detti criteri dopo la nomina e successivamente con cadenza annuale, trasmettendo |
(cfr. Capitoli 13 – 14 e Tabella 3 |
| l'esito di tali verifiche al consiglio di amministrazione che le espone, dopo la nomina, mediante un comunicato diffuso al mercato, e, successivamente, nell'ambito della relazione sul governo societario con |
della RCG) |
| modalità conformi a quelle previste per gli amministratori. | |
| 8.C.2. I sindaci accettano la carica quando ritengono di poter dedicare allo svolgimento diligente dei loro compiti il tempo necessario. |
(cfr. Capitoli 13 – 14 e Tabella 3 della RCG) |
| 8.C.3. La remunerazione dei sindaci è commisurata all'impegno richiesto, alla rilevanza del ruolo ricoperto nonché alle caratteristiche dimensionali e settoriali dell'impresa. |
(cfr. Capitolo 14 della RCG) |
| 8.C.4. Il sindaco che, per conto proprio o di terzi, abbia un interesse in una | |
| determinata operazione dell'emittente informa tempestivamente e in modo esauriente gli altri sindaci e il presidente del consiglio di amministrazione circa natura, termini, origine e portata del proprio interesse. |
(cfr. Capitoli 13 – 14 e Tabella 3 della RCG) |
| 8.C.5. Nell'ambito delle proprie attività, i sindaci possono chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree |
(cfr. Capitolo 11 della RCG) |
| operative od operazioni aziendali. | |
|---|---|
| 8.C.6. Il collegio sindacale e il comitato controllo e rischi si scambiano | |
| tempestivamente le informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi | (cfr. Capitolo 10 della RCG) |
| compiti. Art. 9 – Rapporti con gli azionisti |
|
| Principi | |
| 9.P.1. Il consiglio di amministrazione promuove iniziative volte a favorire la | |
| partecipazione più ampia possibile degli azionisti alle assemblee e a | (cfr. Capitolo 16 della RCG) |
| rendere agevole l'esercizio dei diritti dei soci. | |
| 9.P.2. Il consiglio di amministrazione si adopera per instaurare un dialogo | (cfr. Capitolo 16 della RCG) |
| continuativo con gli azionisti fondato sulla comprensione dei reciproci ruoli. | |
| Criteri applicativi | |
| 9.C.1. Il consiglio di amministrazione assicura che venga identificato un | |
| responsabile incaricato della gestione dei rapporti con gli azionisti e valuta | (cfr. Capitolo 15 della RCG) |
| periodicamente l'opportunità di procedere alla costituzione di una struttura | |
| aziendale incaricata di tale funzione. | |
| 9.C.2. Alle assemblee, di norma, partecipano tutti gli amministratori. Le assemblee sono occasione anche per la comunicazione agli azionisti di |
|
| informazioni sull'emittente, nel rispetto della disciplina sulle informazioni | |
| privilegiate. In particolare, il consiglio di amministrazione riferisce in | |
| assemblea sull'attività svolta e programmata e si adopera per assicurare | (cfr. Capitolo 16 della RCG) |
| agli azionisti un'adeguata informativa circa gli elementi necessari perché | |
| essi possano assumere, con cognizione di causa, le decisioni di | |
| competenza assembleare. | |
| 9.C.3. Il consiglio di amministrazione propone all'approvazione |
|
| dell'assemblea un regolamento che indichi le procedure da seguire al fine | (cfr. Capitolo 16 della RCG) |
| di consentire l'ordinato e funzionale svolgimento delle riunioni |
|
| assembleari, garantendo, al contempo, il diritto di ciascun socio di | |
| prendere la parola sugli argomenti posti in discussione. | |
| 9.C.4. Il consiglio di amministrazione, in caso di variazioni significative | |
| nella capitalizzazione di mercato delle azioni dell'emittente o nella composizione della sua compagine sociale, valuta l'opportunità di proporre |
(cfr. Capitolo 16 della RCG) |
| all'assemblea modifiche dello statuto in merito alle percentuali stabilite | |
| per l'esercizio delle azioni e delle prerogative poste a tutela delle | |
| minoranze. | |
(ex art. 123-bis, comma 1, TUF) alla data del 31 dicembre 2015
Il capitale sociale sottoscritto e versato è riportato nella Tabella 1 - Struttura del capitale sociale al 31 dicembre 2015.
Le azioni ordinarie e di risparmio della Società, prive di indicazione del valore nominale, sono quotate, oltre che alla Borsa Italiana, presso il New York Stock Exchange nella forma di American Depositary Shares, ciascuna corrispondente a n. 10 azioni ordinarie o di risparmio, rappresentate da American Depositary Receipts emesse da JPMorgan Chase Bank.
Le caratteristiche delle azioni di risparmio sono disciplinate all'art. 6 dello Statuto (consultabile sul sito internet www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Statuto Sociale).
In relazione al piano di incentivazione a base azionaria denominato "Piano di stock options 2014-2016" ed all'aumento di capitale al suo servizio, si rinvia alla nota "Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale" del bilancio separato della Società al 31 dicembre 2015 e all'apposito documento informativo consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione il Gruppo, canale Remunerazione.
Non esistono limitazioni statutarie alla disponibilità dei titoli azionari emessi dalla Società.
Telecom Italia è peraltro oggetto dei poteri speciali nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, ex d.l. n. 21/2012, convertito con modificazioni dalla legge n. 56/2012. Per una descrizione delle prerogative che l'autorità governativa è abilitata ad esercitare, si rinvia alla successiva lettera d) ("Titoli che conferiscono diritti speciali di controllo").
Il Piano di stock options 2014-2016 non prevede meccanismi di lock up.
Le partecipazioni rilevanti nel capitale ordinario di Telecom Italia alla data del 31 dicembre 2015, oltre a successive evoluzioni, risultano dalla Tabella 1 – Informazioni sugli assetti proprietari.
Non sono emessi titoli che conferiscono diritti speciali di controllo.
A seguito dell'entrata in vigore dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri d'individuazione de "le reti e gli impianti, i beni e i rapporti di rilevanza strategica per il settore […] delle comunicazioni" (di cui all'art. 2 del d.l. n. 21/2012, recante "Norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni"), hanno cessato di avere efficacia le clausole statutarie in materia di poteri speciali del Ministro dell'Economia e delle Finanze ex legge n. 474/1994, già riportati all'art. 22 dello Statuto. Conseguentemente in data 26 giugno 2014 è stata eliminata detta previsione dallo Statuto sociale.
In estrema sintesi la normativa sugli attivi strategici nel settore delle comunicazioni contempla:
un potere di assoggettamento a condizioni ed eventualmente di opposizione all'acquisto a qualsiasi titolo, da parte di soggetti non UE, di partecipazioni di controllo nelle società che detengano detta tipologia di asset. L'acquisto è consentito comunque solo a condizione di reciprocità. Fino al decorso del termine per l'imposizione di condizioni o per l'esercizio del potere di opposizione, i diritti di voto (e comunque quelli aventi contenuto diverso da quello patrimoniale), connessi alle azioni la cui cessione comporta il trasferimento del controllo, sono sospesi. Gli stessi diritti sono sospesi in caso di eventuale inadempimento o violazione delle condizioni imposte all'acquirente, per tutto il periodo in cui perdura l'inadempimento o la violazione. Le delibere eventualmente adottate con il voto determinante di tali azioni o quote, nonché le delibere o gli atti adottati con violazione o inadempimento delle condizioni imposte, sono nulli;
un potere di veto (anche nella forma di imposizione di prescrizioni o condizioni) a ogni delibera, atto od operazione che abbia per effetto modifiche della titolarità, del controllo o della disponibilità degli stessi asset strategici o il cambiamento della loro destinazione, ivi incluse le delibere di fusione, scissione, trasferimento della sede all'estero, trasferimento dell'azienda o di rami dell'azienda che contengano gli asset strategici ovvero la loro assegnazione a titolo di garanzia. Le delibere o gli atti adottati in violazione di dette prescrizioni sono nulli. Il Governo può altresì ingiungere alla Società e all'eventuale controparte di ripristinare a proprie spese la situazione antecedente.
Non sono previste per i dipendenti azionisti modalità o limiti specifici all'esercizio del diritto di voto, a prescindere dalla provenienza (anche da specifici piani azionari loro dedicati) delle azioni detenute.
Non esistono restrizioni al diritto di voto delle azioni costituenti il capitale sociale ordinario di Telecom Italia. Alle azioni di risparmio non è attribuito il diritto di voto nelle assemblee degli azionisti ordinari.
Per una descrizione delle restrizioni al diritto di voto derivanti dall'esercizio dei poteri speciali riservati allo Stato, si rimanda al precedente paragrafo d).
Con riferimento all'esercizio dei diritti di voto di Telefónica S.A. in Telecom Italia, si segnala la previsione dell'art. 20-bis dello Statuto Sociale, secondo il quale, in conformità con quanto prescritto dall'Agência Nacional de Telecomunicações (ANATEL) nella decisione del 22 dicembre 2014, come successivamente modificata in data 12 marzo 2015, si intende sospeso l'esercizio di tutti i diritti amministrativi (direitos políticos) di Telefónica S.A. in Telecom Italia e nelle sue controllate (ivi incluse Tim Celular S.A. e Intelig Telecomunicações Ltda.), con particolare riguardo a:
Le restrizioni anzidette prevalgono rispetto alle altre previsioni dello Statuto di Telecom Italia con esse incompatibili, di modo che a Telefónica S.A. sia sempre precluso di partecipare, intervenire, esercitare il diritto di voto o il veto, o registrare la sua presenza (ai fini del computo dei quorum costitutivi e deliberativi), in relazione a qualsivoglia delibera adottata da Telecom Italia o da dette società.
Il contenuto dell'articolo 20-bis avrà efficacia fino a quando Telefónica rimarrà azionista di Telecom Italia, a prescindere dal numero di azioni, ovvero fino al momento in cui cesseranno di avere efficacia le fattispecie di controllo oggetto di restrizione individuate nel caso ANATEL (Ato nº 454 22 gennaio 2015).
Allo stato non sussistono accordi parasociali rilevanti per Telecom Italia ai sensi dell'art. 122 del TUF. In particolare a far data dal 17 giugno 2015, a seguito dell'efficacia della scissione di Telco S.p.A. (veicolo societario già detentore della quota di maggioranza relativa del capitale ordinario della Società, partecipato da gruppo Generali, Mediobanca S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A. e Telefónica S.A.), si è determinato lo scioglimento del patto parasociale intercorrente fra i soci di Telco S.p.A. (il c.d. Patto Telco), come da avvisi pubblicati ai sensi della disciplina in vigore. Il Patto Telco aveva a oggetto, tra l'altro, la presentazione di una lista di candidati per la nomina del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia.
In una serie di accordi di cui Telecom Italia e/o le sue controllate sono parti, è previsto l'onere di comunicazione del cambiamento di controllo e talvolta il fenomeno del change of control comporta una modifica o l'estinzione del rapporto. Si riferisce di seguito delle situazioni in cui il cambio di controllo è significativo, non soggette a vincoli contrattuali di confidenzialità.
Rispetto ai rapporti di finanziamento di seguito indicati:
Telecom Italia deve dare comunicazione del cambiamento di controllo alla banca ovvero all'agente, ove previsto, entro 5 giorni lavorativi e la banca ovvero l'agente, per conto delle banche finanziatrici, negozierà in buona fede come proseguire il rapporto entro un termine di 30 giorni, alla scadenza del quale la banca con la quale non si è raggiunto l'accordo potrà chiedere il rimborso della quota di finanziamento erogata e/o la cancellazione della quota relativa al suo commitment. Non si configura convenzionalmente change of control nel caso in cui il controllo sia acquisito (i) da soci che alla data di firma dell'accordo detenevano, direttamente o indirettamente, più del 13% dei diritti di voto in assemblea, ovvero (ii) dalle parti del Patto Telco, ovvero (iii) da una combinazione di soggetti appartenenti alle due categorie. La violazione dell'obbligo di comunicazione dell'avvenuto cambiamento di controllo, ove non rimediato, implica il verificarsi di un Event of Default. Rispetto agli stessi rapporti di finanziamento Telecom Italia ha altresì assunto l'impegno a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale Event of Default può implicare, se richiesto dalla banca, ovvero dall'agente per conto delle banche finanziatrici, a seconda dei casi, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.
─ ● ─ Si segnalano i seguenti accordi che, pur non avendo una vera e propria clausola di change of control, prevedono comunque un impegno da parte di Telecom Italia a non porre in essere operazioni societarie al di fuori del gruppo:
Facility Agreement firmato con THE BANK OF TOKYO MITSUBISHI il 14/10/2011 dell'importo di Euro 107.827.531 e scadenza 11 febbraio 2020.
Facility Agreement firmato con NORDEA il 28/11/2011 dell'importo di Euro 59.339.525 e scadenza 23 aprile 2020.
─ ● ─
Con riferimento ai prestiti obbligazionari in essere, si precisa quanto segue:
─ ● ─
Infine, nelle relazioni con Banca Europea Investimenti (BEI):
in un primo set di contratti per un ammontare di 0,9 miliardi di euro, è previsto l'obbligo di comunicare sollecitamente alla BEI le modifiche riguardanti lo Statuto o la ripartizione del capitale fra gli azionisti che possano portare ad un cambiamento del controllo. In caso di mancata comunicazione è prevista la risoluzione del contratto. Inoltre, quando un socio, che non detenesse alla data di firma del contratto almeno il 2% del capitale sociale, venga a detenere più del 50% dei diritti di voto nell'Assemblea ordinaria o comunque del capitale sociale e, secondo il giudizio ragionevole della BEI, ciò possa ad essa arrecare un pregiudizio o compromettere l'esecuzione del progetto di finanziamento, è previsto che Telecom Italia dovrà darne immediata comunicazione alla Banca che avrà la facoltà di consultare Telecom e richiedere informazioni. Qualora la Banca reputi, a proprio ragionevole giudizio, che le modifiche societarie possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di Telecom Italia, essa ha la facoltà di chiedere la costituzione di garanzie ovvero modifiche al contratto ovvero una soluzione alternativa. Qualora Telecom Italia non ottemperi alle richieste della BEI, quest'ultima ha la facoltà di risolvere il contratto;
nei contratti stipulati nel 2011, nel 2013, nel 2014 e nel 2015, per un importo complessivo di 1,65 miliardi di euro, è previsto l'obbligo per Telecom Italia di comunicare immediatamente alla BEI ogni modificazione sostanziale riguardante lo Statuto o il proprio azionariato. In caso di mancata comunicazione è prevista la risoluzione del contratto, previa diffida ad adempiere. Ai sensi dei contratti in esame il change of control si produce se un soggetto o un gruppo di soggetti agendo di concerto acquisiscano il controllo di Telecom Italia, o dell'entità che direttamente o indirettamente la controlla. Nei contratti stipulati con la BEI nel 2011, nel 2013 e nel 2014, non si configura un cambiamento del controllo nel caso in cui il controllo sia acquisito direttamente o indirettamente da (i) qualsiasi azionista che alla data del contratto detenesse direttamente o indirettamente almeno il 13% dei diritti di voto in assemblea ordinaria ovvero (ii) dagli investitori Telefonica S.A., Assicurazioni Generali S.p.A., Intesa San Paolo S.p.A. o Mediobanca S.p.A. o da loro controllate. Nel contratto stipulato nel 2015, non si configura un cambiamento di controllo nel caso in cui il controllo sia acquisito direttamente o indirettamente da: (i) qualsiasi azionista di Telecom Italia che alla data del contratto detenesse direttamente o indirettamente almeno il 13% dei diritti di voto in assemblea ordinaria, ovvero (ii) qualsiasi azionista che alla data del contratto detenesse direttamente o indirettamente la maggioranza dei diritti di voto in assemblea ordinaria degli azionisti di cui al punto (i) che precede. Nell'ipotesi in cui si verifichi un cambio di controllo è prevista, in tutti i contratti in esame, allo scadere di un termine entro il quale porre in essere consultazioni eventualmente richieste dalla BEI, la facoltà per quest'ultima di richiedere il rimborso anticipato del prestito.
─ ● ─ In alcuni contratti di finanziamento stipulati da Tim Celular SA, per un ammontare complessivo equivalente in euro a circa 290 milioni e rimborso nel 2019 e 2020, è prevista una clausola di cambio di controllo che può essere azionata anche per eventi di mutamento di controllo che riguardano Telecom Italia. Nell'ipotesi in cui si verifichi un cambio di controllo è prevista - allo scadere di un termine entro il quale porre in essere consultazioni eventualmente richieste dalla banca - la facoltà per quest'ultima di richiedere il rimborso anticipato del prestito.
In relazione alla disciplina dei poteri speciali per le attività di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni, si rinvia al precedente paragrafo d).
L'onere di comunicazione del cambiamento di controllo, previsto dalla legislazione nazionale in materia di titoli abilitativi, è inoltre contenuto nei titoli di autorizzazione generale assentiti a Telecom Italia per l'esercizio e la fornitura della rete e per l'offerta di servizi di comunicazione elettronica, oltre che nei titoli di concessione/autorizzazione generale assentiti alla controllata Persidera per le attività di operatore di rete.
Analogo onere risulta disciplinato in base alla legislazione locale e a quanto previsto nei titoli di concessione/licenza dei servizi di telecomunicazione a favore delle controllate estere del Gruppo, cui si aggiunge, in alcuni Paesi in base alla normativa applicabile, l'obbligo di approvazione specifica da parte delle Autorità competenti.
A seguito di processo di gara, il 21 novembre 2014 la controllata brasiliana TIM Celular S.A. ha sottoscritto con American Tower do Brasil – Cessão de Infraestruturas Ltda (ATC) appositi accordi per la cessione di parte dell'infrastruttura mobile (6.481 torri di telecomunicazioni). Al closing, avvenuto in data 29 aprile 2015, TIM Celular ha stipulato appositi contratti di locazione di spazi presso dette infrastrutture per l'installazione delle proprie antenne.
I contratti di locazione di spazi prevedono penali a carico di TIM Celular, entro l'importo massimo di 90 milioni di Reais, in caso di: (i) acquisizione del controllo di TIM Celular da parte di predeterminati soggetti; (ii) annuncio di un accordo definitivo o di principio volto al trasferimento del controllo di TIM Celular (ovvero lancio di un'offerta pubblica volta all'acquisizione del controllo della medesima) nei 18 mesi successivi alla firma degli accordi di cessione tra TIM Celular e ATC sopra menzionati (e sempre che, nel caso di accordi di principio, gli accordi definitivi e vincolanti siano conclusi entro i due mesi successivi), nonché, (iii) ferme alcune esclusioni, risoluzione da parte degli acquirenti il controllo di TIM Celular, entro 10 anni dalla cessione delle torri, dei contratti di locazione in essere alla data della cessione medesima.
─ ● ─ Lo Statuto non contiene deroghe alle disposizioni in materia di passivity rule, né l'applicazione di c.d. regole di neutralizzazione in caso di offerta pubblica di acquisto o di scambio avente a oggetto i titoli emessi dalla Società.
Come risulta dall'art. 5 dello Statuto, agli Amministratori è data facoltà di aumentare il capitale sociale per cinque anni dal 16 aprile 2014 a servizio del "Piano di stock options 2014-2016", anche in più tranches, per l'importo massimo di euro 107.800.000, mediante emissione di un massimo di 196.000.000 nuove azioni ordinarie prive di valore nominale, godimento regolare, con esclusione del diritto di opzione, da riservare a una parte del management di Telecom Italia e di società dalla medesima controllate. Il prezzo di emissione delle azioni (comprensivo di eventuale sovrapprezzo) e il termine per la loro sottoscrizione verranno fissati dal Consiglio di Amministrazione, prevedendo che, qualora l'aumento deliberato non venga integralmente sottoscritto entro detto termine, il capitale risulterà aumentato di un importo pari alle sottoscrizioni raccolte sino a tale termine.
Per una descrizione dello stato al 31 dicembre 2015 del piano di stock option citato, si rinvia alla nota del bilancio separato "Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale". ─ ● ─
Telecom Italia possiede 37.672.014 azioni ordinarie proprie; Telecom Italia Finance possiede n. 126.082.374 azioni ordinarie Telecom Italia. Non sono vigenti autorizzazioni all'acquisto di azioni proprie.
Per completezza si segnala che il concambio delle azioni Telecom Italia Media con azioni Telecom Italia, per effetto della fusione per incorporazione della prima nella seconda (efficace dalle ore 23,59 del 30 settembre 2015), ha comportato l'assegnazione a Telecom Italia Finance di 1.538.001 azioni ordinarie Telecom Italia, in concambio delle 2.330.306 azioni ordinarie Telecom Italia Media già detenute.
Telecom Italia non è soggetta ad attività di direzione e coordinamento ai sensi dell'art. 2497 e seguenti c.c..
Telecom Italia è una società per azioni con sede in Italia, soggetta alla disciplina nazionale e comunitaria. Inoltre,
Come indicato in Premessa, Telecom Italia aderisce al Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana e adegua il proprio sistema di corporate governance alle best practices nazionali e internazionali. ─ ● ─
Fra le controllate di Telecom Italia al 31 dicembre 2015, sono ricomprese:
Al riguardo, si segnala che in data 8 marzo 2016 il Gruppo Telecom Italia ha perfezionato la cessione dell'intera partecipazione residua in Sofora – Telecom Argentina con la vendita al Gruppo Fintech del 51% del capitale sociale di Sofora Telecomunicaçiones.
A seguito della scissione di Telco S.p.A., i provvedimenti delle autorità brasiliane volti ad assicurare la separazione tra i gruppi Telefónica e Telecom Italia nelle attività svolte nel Paese hanno cessato di avere effetto e pertanto le procedure volta ad assicurarne l'ottemperanza sono state superate. Lo stesso è avvenuto per l'analoga procedura correlata agli impegni assunti verso la CNDC argentina agli stessi fini adottata nel 4 novembre 2010, per effetto dell'operazione di cessione sopra citata.
Ai sensi dell'art. 9 dello Statuto sociale (modificato in data 20 maggio 2015) il Consiglio di Amministrazione (composto da un minimo di 7 a un massimo di 19 Consiglieri) è nominato sulla base di liste presentate da soci che complessivamente posseggano almeno lo 0,5% del capitale ordinario (come riportato altresì nella Delibera Consob n. 19499 del 28 gennaio 2016, recante "Pubblicazione della quota di partecipazione richiesta per la presentazione delle liste dei candidati per l'elezione degli organi di amministrazione e controllo"). Le liste che contengano un numero di candidati pari o superiore a tre debbono assicurare la presenza di entrambi i generi, così che i candidati del genere meno rappresentato siano almeno un terzo del totale, con arrotondamento, in caso di numero frazionario, all'unità superiore. Dalla lista che ha ottenuto il maggior numero di voti (c.d. Lista di Maggioranza) sono tratti, nell'ordine con il quale sono in essa elencati, i due terzi degli Amministratori da eleggere, con arrotondamento per difetto. I restanti Consiglieri sono tratti dalle altre liste con criterio proporzionale (c.d. metodo dei quozienti), fermo il rispetto dei requisiti di legge. Almeno la metà degli amministratori tratti da ciascuna lista (con arrotondamento per eccesso) deve possedere i requisiti di indipendenza previsti dall'art. 148 del TUF e/o dal Codice di Autodisciplina. In caso di necessità, gli ultimi eletti di una lista sprovvisti di tali requisiti verranno sostituiti, nell'ordine, dai primi dei non eletti della medesima lista che invece tali requisiti posseggano; in mancanza di candidati indipendenti all'interno della lista in numero sufficiente a procedere alla sostituzione, l'Assemblea integra l'organo con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito.
Per la nomina degli Amministratori, per qualsiasi ragione non nominati ai sensi del procedimento descritto, l'Assemblea delibera con le maggioranze di legge. Qualora la composizione dell'organo collegiale derivante dal voto di lista non consenta il rispetto dell'equilibrio tra i generi, gli ultimi eletti della Lista di Maggioranza del genere più rappresentato decadono nel numero necessario ad assicurare l'ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi candidati non eletti della stessa lista del genere meno rappresentato. In mancanza di candidati del genere meno rappresentato all'interno della Lista di Maggioranza in numero sufficiente a procedere alla sostituzione, l'Assemblea integra l'organo con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito.
Il Consiglio di Amministrazione si è dotato sin dal dicembre 2011 di una procedura per la pianificazione della successione degli Amministratori Esecutivi. Il Consiglio di Amministrazione ha affidato l'impostazione, l'aggiornamento e il monitoraggio del piano di successione al Comitato per le nomine e la remunerazione, che si avvale del supporto della struttura aziendale preposta alla gestione delle risorse umane.
L'architettura del processo, rivista nel corso del 2015, si svolge nelle fasi di seguito schematizzate:
In caso di necessità di sostituzione anticipata di un Amministratore Esecutivo, il Comitato per le nomine e la remunerazione formula e trasferisce raccomandazione non vincolante al Consiglio, il quale definisce le modalità di intervista dei candidati che ritiene più opportune. Peraltro si è previsto che, a fronte della cessazione dell'Amministratore Delegato, le sue deleghe siano di regola provvisoriamente assegnate al Presidente sino all'entrata in carica del nuovo Amministratore Delegato, salvo diversa determinazione consiliare; là dove sia il Presidente a cessare, la sua sostituzione nel ruolo di presidente dell'organo collegiale è regolato da Statuto (che ne prevede l'attribuzione al Vice Presidente, se nominato), mentre le eventuali deleghe gestionali saranno di regola affidate all'Amministratore Delegato, sino all'entrata in carica del nuovo Presidente, salvo diversa determinazione consiliare.
L'Assemblea del 16 aprile 2014 ha determinato in 13 il numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione e in tre esercizi la durata del mandato.
Ai sensi della disciplina statutaria in allora applicabile (che prevedeva l'assegnazione alla Lista di Maggioranza di quattro quinti degli Amministratori da eleggere, senza specifici requisiti di indipendenza), sono state presentate tre liste, rispettivamente dall'allora socio di maggioranza relativa Telco S.p.A., da Findim S.p.A. e da un gruppo di SGR e investitori istituzionali (e precisamente: Acomea SGR S.p.A., Anima SGR S.p.A., APG Algemene Pensioen Groep N.V., Arca SGR S.p.A., Eurizon Capital SGR S.p.A., Eurizon Capital S.A., FIL Investments International, Fideuram Gestions S.A., Fideuram Investimenti SGR S.p.A., Interfund Sicav, Mediolanum Gestione Fondi SGR p.A., Pioneer Asset Management S.A., Pioneer Investment Management SGR p.A.). Ad ottenere il maggior numero di voti (50,28% del capitale votante nell'Assemblea) è stata la lista SGR e Investitori Istituzionali, da cui si sarebbero pertanto dovuti trarre 10 Consiglieri. In assenza di altri candidati, sono stati così eletti Lucia Calvosa (indipendente), Davide Benello (indipendente), Francesca Cornelli (indipendente). Alla lista Telco (che ha ottenuto il 45,50% del capitale votante nell'Assemblea) sono stati assegnati i 3 seggi riservati dallo Statuto alle liste "di minoranza", e dunque sono stati così nominati Giuseppe Recchi, Marco Emilio Angelo Patuano e Denise Kingsmill (indipendente). Per i restanti 7 posti di Amministratore si è proceduto a separata votazione, con le maggioranze di legge (maggioranza assoluta dei voti a favore), sulla base di un elenco presentato da Telco, che ha proposto la nomina dei propri candidati già non eletti con voto di lista, con conseguente nomina di: Flavio Cattaneo (indipendente), Giorgina Gallo (indipendente), Tarak Ben Ammar, Laura Cioli (indipendente), Giorgio Valerio (indipendente), Jean Paul Fitoussi (indipendente ex art. 148 TUF), Luca Marzotto (indipendente). La lista Findim non ha ottenuto voti sufficienti a nominare alcun Consigliere (3,49% del capitale votante nell'Assemblea).
In data 15 dicembre 2015 l'Assemblea degli azionisti ordinari, sulla scorta di richiesta di integrazione dell'ordine del giorno formulata dal socio Vivendi S.A., ha poi rideterminato il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione, incrementandolo da 13 a 17, e nominato Amministratori (con voto favorevole pari al 52,94% del capitale votante) Arnaud Roy de Puyfontaine, Stéphane Roussel, Hervé Philippe e Félicité Herzog (indipendente). I nuovi Amministratori cesseranno alla scadenza del mandato del Consiglio di Amministrazione già in allora in carica, e dunque all'Assemblea convocata per l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2016.
Là dove l'Assemblea del 16 aprile 2014 ha autorizzato il proseguimento delle attività indicate nei rispettivi curricula vitae dei Consiglieri in quella sede nominati (con svincolo dal divieto di concorrenza ai sensi dell'art. 2390 c.c., per quanto occorrer possa), l'Assemblea del 15 dicembre 2015 non ha approvato lo svincolo dal divieto di concorrenza dei nuovi Amministratori rispetto a quelle stese attività, ai sensi dell'art. 2390 c.c., ove applicabile. A questo riguardo, il Consiglio di Amministrazione nella prima successiva riunione ha ritenuto opportuno procedere ad approfondimenti, all'esito dei quali (condotti con il supporto di esperti legali e aziendali) ha accertato che non sussistono i presupposti perché trovi applicazione il divieto di concorrenza a carico dei Consiglieri de Puyfontaine, Roussel, Philippe e Herzog, avuto riguardo alle attività da questi esercitate così come descritte nei rispettivi curricula vitae. L'analisi è stata occasione per ribadire responsabilità e obblighi dei singoli Amministratori e del plenum consiliare rispetto alla disciplina in materia di interessi dei Consiglieri.
I curricula vitae di tutti i componenti l'organo amministrativo sono disponibili sul sito internet www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Organi Sociali/Consiglio di Amministrazione.
Nella Tabella 2 sono riportate le informazioni in merito alla composizione del Consiglio di Amministrazione.
Secondo i Principi di Autodisciplina, non è considerato compatibile con lo svolgimento dell'incarico di amministratore dell'Emittente l'essere amministratore o sindaco in più di cinque società, diverse da quelle soggette a direzione e coordinamento di Telecom Italia ovvero da essa controllate o a essa collegate, che siano quotate ricomprese nell'indice FTSE/MIB e/o operanti in via prevalente nel settore finanziario nei confronti del pubblico e/o che svolgano attività bancaria o assicurativa. Ove si tratti di incarichi esecutivi in società con le caratteristiche di cui sopra, il limite è ridotto a tre. Non sono previste soglie diversificate per tener conto della partecipazione degli Amministratori ai comitati endoconsiliari. E' peraltro facoltà del Consiglio di Amministrazione effettuare una diversa valutazione (da render pubblica nell'ambito della Relazione), anche discostandosi dai criteri esposti. Qualora un Amministratore ricopra cariche in più società facenti parte del medesimo gruppo, si tiene conto, ai fini del computo del numero degli incarichi, di una sola carica ricoperta nell'ambito di tale gruppo.
I Consiglieri in carica nel corso dell'esercizio 2015 hanno rispettato i limiti di cumulo indicati innanzi.
Nel corso del 2015 si sono tenute tredici riunioni del Consiglio di Amministrazione; agli Amministratori è stata trasmessa, con la tempestività compatibile con le circostanze del caso (di regola: il venerdì della settimana precedente il giorno di tenuta della riunione), la documentazione volta a consentire una partecipazione informata ai lavori. In talune circostanze, esigenze di riservatezza o di urgenza (anche in riferimento all'avanzamento di negoziati con terze parti) hanno impedito il rispetto del suddetto preavviso e la documentazione necessaria per un esercizio informato dei doveri degli amministratori è stata fornita direttamente in riunione, con contestuale sua illustrazione. Quando richiesto dagli argomenti trattati, sono stati invitati a partecipare alle riunioni esponenti del management aziendale o consulenti esterni, che hanno assicurato il necessario supporto tecnico-professionale.
La durata media delle adunanze è stata di circa 6 ore e venti minuti. La percentuale di presenze è stata del 94,41% (92,10% per gli Amministratori indipendenti).
Le riunioni formali previste per l'anno 2016 sono nove, di cui tre già svolte.
Ferma l'applicazione del Codice di Borsa con riferimento alle materie riservate alla competenza del plenum consiliare, ai sensi dei Principi di autodisciplina si reputa incidano notevolmente sull'attività della Società e del Gruppo, e come tali sono soggetti a preventiva deliberazione consiliare:
La valutazione dell'andamento della gestione è basata su un flusso informativo continuativo verso Amministratori non esecutivi e Sindaci, coordinato dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, che all'uopo si avvale del Segretario. Essa avviene di volta in volta nel corso delle diverse riunioni e specificamente, con confronto dei risultati conseguiti con gli obiettivi di budget, in sede di esame delle relazioni finanziarie e dei dati di avanzamento gestionale.
Il Consiglio di Amministrazione valuta l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile generale dell'impresa sulla base delle informazioni rese dal management, che comprendono le evoluzioni dell'organigramma, fino al secondo livello di riporto gerarchico degli Amministratori Esecutivi, e comunque in sede di pianificazione industriale. Con riguardo al sistema di controllo interno e gestione dei rischi, il Consiglio si avvale dell'istruttoria svolta dal Comitato per il controllo e i rischi.
Nel corso del 2015 è stato realizzato uno studio volto alla disciplina a mezzo di regolamento della materia dei rapporti fra Capogruppo e controllate (in termini di ruolo di supervisione e indirizzo/intervento del Board di Telecom Italia, nonché di modalità di coordinamento fra questo e/o le sue articolazioni interne con gli organi sociali delle controllate). La materia sarà fatta oggetto di considerazione da parte del Consiglio di Amministrazione, nell'ambito delle iniziative di continuous improvement della corporate governance aziendale.
Nel corso del 2015 i Consiglieri hanno partecipato a specifici incontri con il management (anche di società controllate), finalizzati a fornire un'adeguata conoscenza del settore di attività in cui opera la Società, dei presidi e delle dinamiche aziendali e della loro evoluzione. In vista della discussione del piano industriale sono stati altresì organizzati appositi Strategy Days, secondo un corporate calendar oggetto di definizione annuale, che attribuisce a questi momenti una funzione d'istruttoria informale (oltre che di opportunità di reciproca conoscenza e networking) aperta ad Amministratori e Sindaci.
A quanti fra i Consiglieri ne abbiano fatto richiesta la Società ha organizzato occasioni personalizzate di induction e così pure consentito la partecipazione a eventi formativi e di approfondimento erogati da enti esterni,
Anche per il 2015 è stata effettuata, come ogni anno a partire dal 2005, l'autovalutazione del Consiglio e dei suoi Comitati. Tenuto anche conto della circostanza che il 2015 ha rappresentato il secondo anno di mandato del Consiglio in carica, e non si rendeva necessario esprimere agli azionisti orientamenti in vista del rinnovo (previsto solo in occasione dell'Assemblea che sarà chiamata a esaminare il bilancio al 31 dicembre 2016), la board review è stata svolta internamente mediante compilazione di un questionario on line, elaborato dagli uffici sotto la supervisione del Comitato per le nomine e la remunerazione, contenente una serie di domande sulle tre componenti dell'autovalutazione previste dal Codice di autodisciplina: dimensione, composizione, funzionamento.
Le risultanze dei questionari sono state discusse prima in Comitato per le nomine e la remunerazione e poi nel plenum consiliare, soffermandosi sul profilo del funzionamento, commentando punti di forza (completezza dell'informativa disponibile, qualità del dibattito e del contributo istruttorio del management e dei comitati interni) e aree di miglioramento (essenzialmente: esigenza di una diversa organizzazione dei lavori, posto che le numerose tematiche in agenda stentano a trovare spazio, nonostante la frequenza e la durata delle riunioni). Come ormai è prassi, il Consiglio di Amministrazione concluderà l'esercizio definendo una serie di azioni, in prospettiva di continuous improvement.
In coerenza con i Principi di autodisciplina, è stata definita una calendarizzazione di lungo periodo per l'esame dell'avanzamento gestionale, oltre che per il processo di pianificazione strategica, confermando il ricorso a momenti di approfondimento extraconsiliari di preparazione e istruttoria, soprattutto rispetto a tematiche di scenario, così da rendere più agevole ed efficace il dibattito in riunione.
Il 16 aprile 2014 l'Assemblea ha nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione Giuseppe Recchi.
Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 18 aprile 2014, ha nominato Amministratore Delegato Marco Patuano (Chief Executive Officer), stabilendo le attribuzioni sue e del Presidente; quest'ultimo ha ricevuto deleghe di supervisione e garanzia, coerenti e funzionali al ruolo attribuitogli dalla legge e dai documenti di autodisciplina in vista del governo delle attività dell'organo consiliare nella sua collegialità, nonché della rappresentanza istituzionale della Società e del Gruppo. Successivamente, il 25 settembre 2015, nel prendere atto del nuovo assetto del presidio delle tematiche regolatorie e istituzionali (con separazione delle due strutture già riunite nell'unica funzione Public and Regulatory Affairs), ha approvato la separazione delle corrispondenti responsabilità fra Presidente (componente Public Affairs) e Amministratore Delegato (componente Regulatory Affairs), fermo il principio di reciproco coordinamento in materia.
Le deleghe e i poteri del Presidente del Consiglio di Amministrazione e dell'Amministratore Delegato risultano pertanto attualmente quelli di seguito elencati:
Vista la frequenza con cui il Consiglio di Amministrazione si riunisce, gli Amministratori esecutivi ordinariamente riferiscono dell'attività svolta nel corso dei lavori collegiali, spesso con la trasmissione preventiva di apposita documentazione informativa.
L'Amministratore Delegato non ha incarichi di amministrazione in società in cui i restanti Consiglieri di Telecom Italia rivestono la carica di chief executive officers.
Alla data del 31 dicembre 2015 si considerano Amministratori esecutivi soltanto il Presidente e l'Amministratore Delegato.
Telecom Italia ha fatto propri i criteri stabiliti dal Codice di Autodisciplina per la qualificazione dell'indipendenza degli Amministratori.
A valle dell'integrazione della composizione consiliare avvenuta con l'Assemblea del 15 dicembre 2015, il Consiglio di Amministrazione ha rilevato che degli attuali 17 Consiglieri in carica, 10 risultano in possesso dei requisiti d'indipendenza stabiliti dal Codice di Borsa. Lo stesso Consiglio, nella riunione del 17 marzo 2016, ha effettuato la verifica della permanenza dei requisiti di indipendenza dei suoi componenti, ed ha preso atto (i) del possesso dei requisiti d'indipendenza qualificati, di cui al Codice di Autodisciplina, da parte dei Consiglieri Benello, Calvosa, Cattaneo, Cioli, Cornelli, Gallo, Herzog, Kingsmill, Marzotto e Valerio e (ii) del possesso dei requisiti d'indipendenza ai sensi del TUF da parte degli stessi Consiglieri, oltre che del Consigliere Fitoussi (che, in particolare, in data 6 maggio 2013 ha compiuto un novennio di carica dalla sua prima nomina nel Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia).
Nessuno degli Amministratori indipendenti in carica si è impegnato, in sede di candidatura, a mantenere l'indipendenza per l'intera durata del mandato. I Consiglieri nominati dall'Assemblea del 16 aprile 2014 si sono peraltro impegnati a comunicare tempestivamente alla Società eventuali variazioni delle informazioni rese in sede di accettazione di candidatura nelle rispettive liste di appartenenza.
Alla data della presente Relazione, la verifica da parte del Collegio Sindacale, sul corretto svolgimento delle attività di accertamento dei requisiti degli Amministratori e sulla corretta applicazione dei criteri d'indipendenza non si è ancora completata.
Nella riunione del 5 agosto 2014 il Consiglio di Amministrazione ha stabilito la durata dell'incarico per il Lead Independent Director in un esercizio, così da assicurare, nel corso del mandato consiliare, una turnazione fra diversi amministratori. Su designazione degli Amministratori indipendenti è stata pertanto nominata quale Lead Independent Director per il 2014 (vale a dire sino all'approvazione del relativo bilancio da parte dell'Assemblea) il Consigliere Cornelli. L'anno successivo (riunione del 26 giugno 2015), sulla base dello stesso meccanismo di previa designazione degli amministratori indipendenti, l'incarico per il 2015 (sino all'approvazione assembleare del corrispondente bilancio) è stato conferito al Consigliere Valerio.
La figura, ormai consolidata in Telecom Italia, rappresenta il punto di riferimento e coordinamento delle istanze e dei contributi degli Amministratori indipendenti e in genere degli Amministratori non esecutivi. Al Lead Independent Director è riconosciuta la facoltà di avvalersi delle strutture aziendali per l'esercizio dei compiti affidati e di convocare apposite riunioni di soli Amministratori indipendenti (Independent Directors' Executive Sessions) per la discussione di temi che interessino il funzionamento del Consiglio di Amministrazione o la gestione dell'impresa, con possibilità di invitare ai lavori esponenti del management del Gruppo. Nel corso del 2015 dette riunioni sono state 7. L'attenzione si è focalizzata sull'analisi di tematiche strategiche, in funzione degli argomenti oggetto di trattazione in sede consiliare.
Telecom Italia ha adottato e consolidato nel tempo un articolato insieme di regole e procedure per la corretta gestione delle informazioni e dei dati trattati in azienda, nel rispetto delle normative applicabili alle varie tipologie di dati; tali regole agiscono sul piano organizzativo, tecnologico e delle procedure operative. Il trattamento delle informazioni, in particolare, è supportato dai sistemi informativi e i processi legati al loro sviluppo, manutenzione ed esercizio, sui quali insistono specifici requisiti e regole aziendali, sono oggetto di un presidio organizzativo dedicato affidato alla funzione IT & Security Compliance.
Nell'ambito del sistema delle regole aziendali è stata adottata, in particolare, una "Procedura per la gestione interna e la comunicazione al pubblico delle informazioni privilegiate" in relazione alle modalità di comunicazione all'esterno di documenti ed informazioni riguardanti la Società, con specifico riferimento alle informazioni privilegiate. La vigente versione di detta procedura è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 5 agosto 2014, ed è accessibile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Procedure. Essa vale, altresì, come istruzione a tutte le società controllate, al fine di ottenere le informazioni necessarie per il tempestivo e corretto adempimento degli obblighi di comunicazione al pubblico. La procedura disciplina, infine, il registro delle persone aventi accesso alle informazioni privilegiate (artt. 152-bis e seguenti del Regolamento Emittenti), gestito con il supporto di un applicativo informatico di cui nel 2015 sono proseguite le attività di upgrade.
Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 17 gennaio 2013, ha deliberato di avvalersi della facoltà di derogare agli obblighi di pubblicazione dei documenti informativi in caso di operazioni significative di fusione, scissione, aumento di capitale mediante conferimento in natura, acquisizione e cessione.
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All'interno del Consiglio sono costituiti un Comitato per le nomine e la remunerazione e un Comitato per il controllo e i rischi, le cui funzioni sono descritte nei Principi di autodisciplina.
La conclusione di operazioni rilevanti con parti correlate è soggetta all'istruttoria del Comitato per il controllo e i rischi in caso di operazioni di minore rilevanza, ovvero di un Comitato composto da tutti gli Amministratori indipendenti in caso di operazioni di maggiore rilevanza (cfr. par. 12).
La disciplina del Comitato per le nomine e la remunerazione è contenuta, oltre che nei Principi di autodisciplina, nell'apposito Regolamento approvato dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 5 agosto 2014 (documento consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti; ivi è previsto, in particolare, il principio della verbalizzazione dei lavori del Comitato).
Il Comitato è composto da Amministratori non esecutivi, la maggioranza dei quali indipendenti, fra cui almeno un Consigliere tratto da una lista di minoranza presentata a norma di Statuto. I componenti del Comitato devono possedere competenze adeguate in relazione ai compiti che sono chiamati a svolgere; almeno un membro possiede adeguate competenze in materia finanziaria o di politiche retributive. Nell'attuale composizione (passata in data 15 febbraio 2016 da 4 a 5 membri), tutti i Consiglieri che siedono nel Comitato possiedono adeguate competenze in materia finanziaria e di politiche retributive.
Il Comitato nella riunione del 9 maggio 2014 ha nominato quale proprio Presidente il Consigliere Davide Benello. Per la composizione del Comitato si rinvia alla Tabella 2.
Il Comitato, che assomma in sé – in base a considerazioni di efficienza operativa – i compiti e le responsabilità attribuite dal Codice di Borsa al comitato nomine e al comitato remunerazione, ai sensi dei Principi di autodisciplina inoltre
Nel corso del 2015 il Comitato ha definito la programmazione delle proprie attività, in funzione dello svolgimento dei compiti a esso affidati, e le riunioni sono state sette (durata media: 2 ore e 15 minuti). In particolare il Comitato ha monitorato il deployment della politica di remunerazione per l'anno e ha sottoposto al Consiglio di Amministrazione la proposta degli obiettivi d'incentivazione a breve termine del Vertice aziendale, nonché – d'intesa con il Comitato per il controllo e i rischi – dei Responsabili delle funzioni di controllo; ha istruito la consuntivazione del piano LTI 2012-2014 e del MBO 2014 del Presidente e dell'Amministratore Delegato; ha definito le modalità realizzative della board evaluation 2015; ha curato l'aggiornamento del processo di succession planning per il Vertice Aziendale ed il Top Management; ha definito le linee guida della politica di remunerazione (introducendo – tra l'altro – la regola del clawback), sottoponendole all'esame del plenum consiliare. E' stato altresì svolto un benchmark sulla compensation dei Collegi Sindacali di società quotate nel MTA appartenenti all'indice FTSE/MIB. Delle diverse attività svolte il Consiglio di Amministrazione è stato informato di volta in volta, in occasione della prima riunione successiva.
Per ulteriori informazioni sull'operatività del Comitato in relazione alla politica di remunerazione 2016, si rinvia alla Relazione sulla remunerazione.
Il Comitato (alle cui riunioni assiste il Presidente del Collegio Sindacale o altro Sindaco da questi designato, ferma la possibilità di partecipazione di tutti i Sindaci) ha avuto la possibilità di accedere alle informazioni e alle funzioni aziendali necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, invitando di volta in volta a fornire supporto gli Amministratori esecutivi e/o i manager responsabili delle tematiche oggetto di discussione. Non sono state assegnate al Comitato risorse finanziarie di ammontare predeterminato, ma lo stesso ha avuto la possibilità di attivare autonomamente consulenti esterni. In particolare, ha individuato quale proprio advisor per il biennio 2015-2016 la società Mercer Italia, avendo preventivamente accertato che non si trovasse in situazioni tali da comprometterne l'indipendenza di giudizio.
La percentuale di partecipazione alle riunioni del 2015 è stata dell'89,25%. Nel corso del 2016 si sono già tenute due riunioni.
Le informazioni sul trattamento economico degli amministratori, dei direttori generali e dei dirigenti con responsabilità strategiche sono riportate nella Relazione sulla Remunerazione (cfr. la tavola di comparazione).
La disciplina del Comitato per il controllo e i rischi è contenuta, oltre che nei Principi di autodisciplina, nell'apposito Regolamento approvato dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 5 agosto 2014 (consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti; ivi è previsto, in particolare, il principio della verbalizzazione dei lavori del Comitato).
Il Comitato è composto da Amministratori non esecutivi, la maggioranza dei quali indipendenti, fra cui almeno un Consigliere tratto da una lista di minoranza presentata a norma di Statuto. I componenti del Comitato devono avere competenze adeguate in relazione ai compiti che sono chiamati a svolgere e almeno un membro possiede adeguate competenze in materia contabile e finanziaria o di gestione del rischio. Il Comitato nella riunione dell'8 maggio 2014 ha nominato il consigliere Lucia Calvosa suo Presidente. Per la composizione (incrementata in data 15 febbraio 2016 da 5 a 6 membri, tutti indipendenti) si rinvia alla Tabella 2.
Fermi i compiti attribuiti dal Codice di Borsa e dalle regole interne aziendali (che in particolare affidano al Comitato il presidio in merito alle operazioni con parti correlate), il Comitato:
condizioni standard o di mercato non predeterminate né definite in esito a una procedura di gara di valore superiore a 10 milioni di euro; (iii) sulle operazioni non ordinarie di valore superiore a 2 milioni di euro
Alle riunioni del Comitato che non si svolgono in forma congiunta con il Collegio Sindacale partecipa il suo Presidente (o, in caso di sua impossibilità, altro Sindaco da lui delegato), ferma la possibilità di partecipazione di tutti i Sindaci. Con riferimento alle tematiche di controllo viene invitato a prender parte ai lavori il Consigliere con ruolo di raccordo fra il Consiglio di Amministrazione e le strutture di controllo che dal Consiglio dipendono gerarchicamente (cfr. paragrafo 11.6); peraltro il ruolo in data 26 giugno 2014 è stato affidato al Consigliere Calvosa, che già ricopriva la carica di Presidente del Comitato.
Nel corso del 2015 il Comitato, fra l'altro, ha curato l'istruttoria in vista dell'aggiornamento dello Statuto (Assemblea del 20 maggio 2015) e della definizione della procedura per l'effettuazione dell'impairment test dell'avviamento, applicata in sede di redazione del bilancio al 31 dicembre 2015; ha approfondito i rischi connessi con le contestazioni di non compliance in ambito regolatorio, con particolare riferimento ai procedimenti A428 e I761, ricevendo puntuale informativa sulle azioni di miglioramento intraprese; ha seguito l'avanzamento delle attività di audit, compliance e IT & Security Compliance mediante audizioni dei relativi responsabili, verificando con loro l'adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi; ha ricevuto informativa sull'implementazione del processo di Enterprise Risk Management; ha espresso i pareri previsti dall'apposita procedura sulle operazioni con parti correlate rilevanti, acquisendo altresì informativa su tutte le operazioni registrate a sistema (cfr. paragrafo 12 della Relazione). Periodicamente ha esaminato i report relativi alla tenuta del registro delle persone aventi accesso a informazioni privilegiate ai sensi dell'art. 115-bis del TUF. Di tutto quanto sopra il Consiglio di Amministrazione è stato informato di volta in volta.
Il Comitato ha avuto la possibilità di accedere alle informazioni e alle funzioni aziendali necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti. Allo scopo non sono state assegnate risorse finanziarie di ammontare predeterminato, ma il Comitato ha avuto la possibilità di attivare autonomamente consulenti esterni di propria scelta.
Nel corso del 2015 il Comitato ha tenuto sedici riunioni (di cui 14 in forma congiunta con il Collegio Sindacale), supportate – su invito – dagli Amministratori esecutivi e/o dal contributo specialistico del management aziendale o di consulenti. La durata media delle riunioni è stata di circa 4 ore e dieci minuti, la percentuale di presenze è stata del 91,20%.
Nel 2016 il Comitato per il controllo e i rischi è già tornato a riunirsi cinque volte.
Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi (nel seguito, per brevità: il Sistema di controllo interno) si articola ed opera secondo i principi ed i criteri del Codice di Autodisciplina. Esso è parte integrante del generale assetto organizzativo della Società e del Gruppo e contempla una pluralità di attori che agiscono in modo coordinato in funzione delle responsabilità rispettivamente di indirizzo e supervisione strategica del Consiglio di Amministrazione, di presidio e gestione degli Amministratori Esecutivi e del management, di monitoraggio e supporto al Consiglio di Amministrazione del Comitato per il controllo e i rischi e del Responsabile della Direzione Audit, di vigilanza del Collegio Sindacale.
In particolare il Sistema di controllo interno è costituito dall'insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative volte a consentire - attraverso un adeguato processo di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi - una conduzione dell'impresa sana, corretta e coerente con gli obiettivi prefissati. Come tale è un processo finalizzato a perseguire i valori di fairness sostanziale e procedurale, di trasparenza e di accountability, ritenuti fondamenti dell'agire d'impresa di Telecom Italia, nel rispetto di quanto statuito dal Codice etico e di condotta del Gruppo (consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Codici) e dai Principi di autodisciplina. Detto processo, oggetto di continua verifica in ottica di progressivo miglioramento, è volto ad assicurare, in particolare, l'efficienza della gestione societaria ed imprenditoriale, la sua conoscibilità e verificabilità, l'affidabilità delle informazioni e dei dati contabili e gestionali, il rispetto delle leggi e dei regolamenti applicabili nonché la salvaguardia dell'integrità aziendale e degli asset dell'impresa, anche al fine di prevenire frodi a danno della Società e dei mercati finanziari.
Il Consiglio di Amministrazione (cui fa carico l'approvazione annuale dei piani di lavoro delle funzioni di controllo a suo diretto riporto gerarchico, sentiti il Collegio Sindacale e gli Amministratori esecutivi) definisce le linee di indirizzo del Sistema di controllo interno, verificandone l'adeguatezza, l'efficacia e il corretto funzionamento, così che i principali rischi aziendali (tra l'altro, quelli operativi, di compliance, economici, di natura finanziaria) siano correttamente identificati e gestiti nel tempo. Nell'effettuare la propria valutazione rispetto al 2015, il Consiglio ha fatto proprio il giudizio espresso dalla Funzione Internal Audit (già condiviso dal Comitato per il controllo e i rischi), secondo cui, con riferimento agli specifici contesti operativi analizzati nell'anno, viste le debolezze di varia intensità riscontrate e valutato il percorso realizzativo delle azioni di miglioramento intraprese dalle funzioni owner per il tempestivo superamento delle debolezze stesse, il Sistema di controllo interno può essere considerato in grado di ridurre i profili di rischio ad un livello accettabile per la corretta operatività dei processi aziendali.
Nel contempo, il Consiglio di Amministrazione ha confermato la centralità in Telecom Italia del processo di Enterprise Risk Management, manifestando l'indirizzo che il modello operativo in cui esso si sostanzia sia vieppiù applicato dal management con trasversalità rispetto alla realtà aziendale, esaltandone la funzione di gestione "attiva" dei rischi.
Nella già indicata prospettiva di continuous improvement, i modelli adottati dalle funzioni di controllo sono stati fatti oggetto di un processo di analisi indipendente a cura di Deloitte, in funzione di miglioramento delle soluzioni organizzative esistenti.
Il Gruppo Telecom Italia ha adottato un Modello di Enterprise Risk Management (di seguito ERM) che consente di individuare, valutare e gestire i rischi in modo omogeneo all'interno delle società del Gruppo, evidenziando potenziali sinergie tra gli attori coinvolti nella valutazione del Sistema di controllo interno. Particolare focus è posto sulla relazione tra il processo ERM e il processo di pianificazione industriale, in particolare nella proposizione del livello di rischio accettabile per il Gruppo (Risk Appetite) nonché nella sua declinazione nei livelli di scostamento accettabili sui principali obiettivi aziendali (Risk Tolerance).
Il processo è diretto dallo Steering Committee ERM che è presieduto e coordinato dal CFO. Lo Steering Committee assicura il governo della gestione dei rischi di Gruppo, finalizzato a garantire la continuità operativa del business monitorando l'efficacia delle contromisure adottate. Il processo ERM è progettato per individuare eventi potenziali che possano influire sull'attività d'impresa, per ricondurre il rischio entro limiti accettabili e per fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi aziendali.
Il processo adottato è ciclico e prevede i seguenti output:
1. Definizione del Risk Appetite e della Risk Tolerance
Il monitoraggio del rispetto del Risk Appetite e delle Risk Tolerances è trimestrale ed è oggetto di reporting verso il Comitato per il controllo e i rischi.
2. Identificazione del Profilo di rischio
Il Risk Universe è il documento che contiene la descrizione delle principali caratteristiche di tutti i rischi individuati, mediante un processo che coinvolge l'intera azienda. Tali rischi sono posizionati su un'apposita matrice, le cui dimensioni sono il livello di rischio inerente, legato al potenziale scostamento rispetto al Piano Industriale derivante dal verificarsi di un evento a rischio, e il livello di presidio. La matrice permette di indirizzare le priorità di intervento sui rischi mappati.
3. Azioni di mitigazione
I rischi che presentano livelli di presidio incompleti vengono affrontati con azioni di mitigazione specifiche alle quali sono associati progetti curati dagli owner di processo, con il supporto della funzione Risk Management.
4. Reporting
Informativa periodica allo Steering Committee ERM, agli Organi Sociali interessati e al Vertice Esecutivo, riguardo agli output sopra menzionati.
Per quanto riguarda i rischi di natura finanziaria, il Gruppo risulta esposto a:
Tali rischi vengono fronteggiati mediante (i) la definizione di linee guida alle quali deve essere ispirata la gestione operativa, (ii) l'attività di un comitato manageriale interno che monitora il livello di esposizione ai rischi in coerenza con gli obiettivi prefissati, (iii) il monitoraggio dei risultati conseguiti. In particolare, le politiche di gestione prevedono:
L'informativa finanziaria riveste un ruolo centrale nel mantenimento di relazioni positive tra l'impresa e la platea dei suoi interlocutori, contribuendo insieme alle performance aziendali alla creazione di valore per gli azionisti. Il sistema di controllo interno sul financial reporting è finalizzato a fornire una ragionevole assicurazione circa l'attendibilità, l'accuratezza, l'affidabilità e la tempestività dell'informativa finanziaria. In tale ambito, Telecom Italia ha predisposto e aggiorna costantemente un sistema normativo/documentale, composto di principi contabili di Gruppo, procedure amministrativo-contabili, linee guida, istruzioni operative, manuali contabili e piano dei conti, volto a garantire un efficiente coordinamento e scambio d'informazioni tra la Capogruppo e le società controllate, nonché la corretta formazione del bilancio separato e consolidato. La Società, anche al fine di garantire la compliance rispetto alla normativa italiana (art. 154-bis del TUF) e statunitense (Sezione 404 del Sarbanes Oxley Act), gestisce un modello di rilevazione e monitoraggio dei rischi, connessi all'informativa finanziaria, strutturato e documentato, che fa riferimento al CoSO 2013.
Il sistema di gestione dei rischi e di controllo interno sul financial reporting di Telecom Italia è un processo operante nel continuo, per il quale sono previste periodiche fasi di assessment, volte a documentarne e valutarne l'efficacia progettuale e operativa.
Il processo prende avvio con l'identificazione e la valutazione dei rischi sull'informativa finanziaria. In tale ambito, Telecom Italia definisce i criteri d'individuazione, sia del perimetro delle entità e dei processi "rilevanti" in termini di potenziale impatto sull'informativa finanziaria (intesa come insieme delle informazioni contenute nei prospetti di bilancio e nelle note esplicative), sia dei rischi conseguenti all'eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi generali di controllo, per effetto di potenziali errori non intenzionali o frodi, qualora suscettibili di incidere in misura rilevante sull'informativa finanziaria. In particolare, il processo annuale inizia con l'identificazione dei conti e disclosure di bilancio giudicati significativi, in base a valutazioni qualitative e con riferimento a parametri aggiornati di materialità.
Si individuano quindi le reporting unit che contribuiscono significativamente alla composizione delle voci
precedentemente selezionate. Parallelamente si identificano i processi associati a dette voci e, per ciascun processo, sono valutati i rischi inerenti, che contestualizzano, fase per fase, il rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi di controllo generali. La periodicità, almeno annuale, di tale valutazione permette di tenere conto di nuovi rischi inerenti sull'informativa finanziaria, derivanti dall'evoluzione di fattori esogeni o endogeni. I rischi inerenti riferiti alle componenti1 e ai principi del CoSO 2013 sono oggetto di valutazione, secondo la partizione presente nel framework di riferimento. Telecom Italia rappresenta il sistema di controllo interno sul financial reporting documentando in modo organizzato, in uno specifico applicativo, processi, controlli e attività di valutazione, con precise attribuzioni di responsabilità, nel rispetto del principio di accountability.
Il processo prosegue con una fase più operativa, che riguarda l'identificazione dei controlli a fronte dei rischi individuati, nel corso della quale Telecom Italia aggiorna e documenta i controlli svolti in azienda in grado di mitigare i rischi identificati. Telecom Italia utilizza nel proprio modello tipologie diverse di controlli, con lo scopo di valutare tutte le componenti del sistema di controllo riferite all'obiettivo dell'attendibilità del financial reporting. Gli Entity Level Control sono definiti a livello di Gruppo/Società/Unità organizzativa e hanno un impatto pervasivo sull'efficacia dei controlli definiti a livello di processo, transazione o applicativo; l'insieme di questi controlli fornisce quindi la rappresentazione di quale sia la sensibilità dell'organizzazione sui temi, ad esempio, del governo societario, della gestione del rischio, delle responsabilità relative al sistema di controllo interno, dell'attribuzione di poteri e responsabilità. Gli IT General Control sono controlli che si applicano a tutti i sistemi, processi e dati delle organizzazioni IT, e rispondono a specifici obiettivi2. I Process Control sono controlli posti a presidio dei processi aziendali e sono svolti tramite intervento umano e/o da applicazioni IT.
La fase di valutazione dei controlli a fronte dei rischi individuati si realizza attraverso attività di test, gestite in applicazione di una guida metodologica e una strategia aggiornate annualmente. Secondo logiche risk-based e top-down, le attività di test sono differenziate per tempificazione e profondità, in relazione alla tipologia, alla classificazione e alle altre caratteristiche dei controlli. Le attività di test sono volte a verificare sia l'efficacia del disegno sia l'efficacia operativa del controllo. Nel caso di esito negativo, per la mancata efficacia, nel disegno e/o nell'operatività, di un controllo, si procede a valutarne il rischio di errore in termini di probabilità e impatto; il rischio è quindi gestito attraverso l'apertura di una formale carenza di controllo e con la definizione, tempificazione e responsabilizzazione di appositi piani di rimedio.
Il processo di attestazione è guidato da una procedura organizzativa che identifica ruoli e responsabilità in merito alle diverse fasi di svolgimento. Il Chief Financial Officer mantiene la responsabilità finale sull'intero processo, e ha una responsabilità diretta nella definizione periodica del perimetro di applicazione della normativa di riferimento, nella valutazione finale e complessiva del sistema di controllo interno sul financial reporting e nella gestione del rapporto con la società di revisione. E' supportato in queste fasi dalla funzione Risk Management, che coordina le attività di scoping e condivide periodicamente con gli uffici del Group Compliance Officer le informazioni riguardanti lo svolgimento e gli esiti del processo. Il management, con il supporto di risorse che coordinano in ciascuna società/funzione aziendale le attività previste nel calendario di attestazione, ha responsabilità in merito a identificazione, realizzazione e valutazione dei controlli a fronte dei rischi individuati, e conseguentemente sulla valutazione e sulla gestione delle carenze di controllo, nonché sulla realizzazione dei piani di rimedio necessari per il loro superamento. Gli uffici del Group Compliance Officer sono responsabili per la definizione e l'aggiornamento della metodologia e per il monitoraggio del processo end-toend; assieme alla funzione IT & Security Compliance per l'ambito tecnologico, sovraintendono al disegno dei controlli e sono responsabili per le attività di assurance (test indipendenti, follow-up per la verifica della valutazione del superamento delle carenze di controllo) a rafforzamento dell'attestazione del management e prestano supporto al management e al Chief Financial Officer in tutte le fasi del processo. Il Chief Financial Officer è informato periodicamente dal Group Compliance Officer sull'avanzamento delle attività e sulle risultanze del processo d'attestazione. Il Group Compliance Officer porta altresì periodicamente all'attenzione del Comitato per il controllo e i rischi e del Collegio Sindacale le evidenze di quanto sopra descritto (e in particolare le eventuali carenze di controllo valutate significative/materiali in termini di potenziale impatto di errore/frode sul financial reporting), nonché una sintesi dell'evoluzione delle carenze di controllo per l'anno di attestazione in corso.
1 I componenti (Ambiente di controllo, Valutazione del rischio, Attività di controllo, Informazione e comunicazione, Monitoraggio), identificano ciò che è necessario al sistema di controllo interno per realizzare gli obiettivi che l'azienda persegue (nello specifico, l'attendibilità del financial reporting).
2 Quali l'integrità dei programmi, dei file e dei dati, il corretto sviluppo e produzione degli applicativi, la corretta gestione delle modifiche agli applicativi.
L'istituzione e il mantenimento del Sistema di controllo interno sono affidati agli Amministratori Esecutivi, ciascuno rispetto all'area delegata, e al Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili della Società per l'ambito di competenza, così da assicurare l'adeguatezza complessiva del Sistema di controllo interno e la sua concreta funzionalità, in una prospettiva di tipo risk based.
Gli Amministratori Esecutivi curano nell'ambito del processo di ERM l'identificazione dei principali rischi aziendali (strategici, operativi, finanziari e di compliance) rispetto agli ambiti operativi coperti dalla rispettiva delega. Essi danno esecuzione alle linee di indirizzo definite dal Consiglio, curando la progettazione, realizzazione e gestione del Sistema di controllo interno e verificandone costantemente l'adeguatezza e l'efficacia. Possono inoltre chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree operative e sul rispetto delle regole e procedure interne nell'esecuzione di operazioni aziendali, dandone contestuale comunicazione ai presidenti del Consiglio di Amministrazione, del Comitato per il controllo e i rischi e del Collegio Sindacale.
Ai sensi dei Principi di Autodisciplina, nell'esercizio della responsabilità che compete al Consiglio di Amministrazione sul Sistema di controllo interno, il Consiglio si avvale - oltre che del Comitato per il controllo e i rischi - anche del Responsabile della Direzione Audit, dotato di un adeguato livello di indipendenza e di mezzi idonei allo svolgimento della funzione. A questi compete di supportare gli organi di amministrazione e controllo nella verifica dell'adeguatezza, della piena operatività e dell'effettivo funzionamento del Sistema di controllo e conseguentemente di proporre misure correttive, in caso di sue anomalie o disfunzioni.
In particolare, nel rispetto di quanto disposto dal Codice di Autodisciplina il Responsabile della Direzione Audit:
Il Responsabile della Direzione Audit ricopre, altresì, un ruolo di garanzia del rispetto dei principi e dei valori espressi nel Codice etico e di condotta. Al medesimo, come da apposite procedure interne, i destinatari del Codice e quanti vi hanno aderito devono segnalare tempestivamente:
Al riguardo dal mese di novembre 2015 è in vigore in Telecom Italia la nuova procedura segnalazioni ("Procedura Whistleblowing"), che prevede la gestione accentrata, a cura della Direzione Audit, di tutte le segnalazioni - comprese quelle di competenza del Collegio Sindacale, anche nel suo ruolo di Organismo di Vigilanza 231 - tramite un applicativo informatico, al quale i segnalanti possono accedere dalla intranet aziendale. Da febbraio 2016, tale canale di segnalazione è accessibile anche dal sito internet di Gruppo. Le segnalazioni possono essere effettuate da qualsiasi dipendente, collaboratore, consulente, prestatore di lavoro, nonché terzo in rapporti d'affari con il Gruppo. Per ciascuna segnalazione il sistema assegna un codice identificativo univoco, che consente al segnalante di verificarne lo stato di lavorazione, in modo anonimo.
Il presidio complessivo del Responsabile della Direzione Audit è orientato ad esprimere una valutazione in ordine alla capacità del Sistema di controllo interno di incidere sull'effettivo conseguimento degli obiettivi assegnati alle singole strutture aziendali (profilo dell'efficacia), tenuto conto del razionale impiego delle risorse per la loro realizzazione (profilo dell'efficienza), alla luce della presenza di fattori di rischio (quali/quantitativi) e della probabilità degli stessi di influenzare il raggiungimento di detti obiettivi.
Tale presidio è assicurato attraverso:
In particolare la Direzione Audit gestisce le proprie attività di revisione secondo un approccio professionale e metodologico risk-based, operando sui seguenti ambiti:
Allo scopo si avvale di risorse professionali e finanziarie congruenti con il proprio mandato organizzativo, nel rispetto dei requisiti di autonomia, adeguatezza, efficacia ed efficienza della funzione richiesti dal Codice di Borsa.
Nel corso del 2015, la Direzione Audit, ha, inoltre, aggiornato e diffuso - all'interno del Gruppo - alcuni documenti metodologici con l'obiettivo di illustrare le linee guida metodologiche ed operative adottate, anche in coerenza con la disciplina prevista dal Codice di Borsa e con gli standard professionali vigenti.
─ ● ─ Nel mese di settembre 2015 la responsabilità della Direzione Audit è passata da Federico Maurizio d'Andrea (che ricopriva l'incarico dal 1° febbraio 2007) a Silvia Ponzoni, secondo una logica di periodico rinnovo.
Sulla base di un processo stabilito ad hoc, a fini di migliore presidio dell'indipendenza della figura sin dalla fase iniziale della selezione delle candidature, un apposito comitato ristretto (composto dai Presidenti dei due comitati interni, dal Lead Independent Director e dal Presidente del Collegio Sindacale) ha intervistato sei potenziali candidati, interni ed esterni, identificati con il supporto professionale di Egon Zehnder, stilando quindi una shortlist che è stata sottoposta al Comitato per il controllo e i rischi. Questo - sulla scorta dei curricula, del giudizio della società di executive search e della valutazione espressa dal comitato ristretto – ne ha individuati due, che sono stati sottoposti alla valutazione e all'approvazione del Board. Il Consiglio, avendo riconosciuto l'idoneità di entrambi, confermata dal parere positivo del Collegio Sindacale, ha invitato il Presidente e l'Amministratore Delegato a effettuare tra loro la scelta finale in base a considerazioni di natura gestionale, e conseguentemente a procedere al conferimento dell'incarico, definendone termini e condizioni, ciò che è avvenuto in coerenza con le policies aziendali in essere.
Il Sistema di controllo interno si completa con il c.d. Modello Organizzativo 231, vale a dire un modello di organizzazione e gestione, volto a prevenire la commissione dei reati che possono comportare una responsabilità della Società ai sensi del d.lgs. n. 231/2001 (di cui sono considerati i reati presupposto, ad esclusione di quelli valutati di non diretta pertinenza per il Gruppo).
Il Modello Organizzativo risulta adottato, oltre che da Telecom Italia, anche dalle società controllate nazionali del Gruppo e si articola:
nel Codice etico e di condotta, dove vengono indicati i principi generali (trasparenza, correttezza, lealtà) cui si ispira la Società nello svolgimento e nella conduzione degli affari;
Gli schemi di controllo interno sono stati elaborati nel rispetto dei seguenti principi di fondo: (i) la separazione dei ruoli nello svolgimento delle principali attività inerenti ai processi aziendali; (ii) la tracciabilità delle scelte, per consentire l'individuazione di precisi punti di responsabilità e la motivazione delle scelte stesse; (iii) l'oggettivazione dei processi decisionali, in modo che, in sede di assunzione delle decisioni, si prescinda da valutazioni meramente soggettive, facendosi invece riferimento a criteri precostituiti.
Il Modello Organizzativo è uno strumento dinamico, che incide sull'operatività aziendale e che a sua volta deve essere verificato e aggiornato alla luce dei riscontri applicativi, così come dell'evoluzione del quadro normativo di riferimento. Gli interventi modificativi sono elaborati da un comitato manageriale denominato Steering Committee 231, istruiti dall'Organismo di Vigilanza (i.e. il Collegio Sindacale: cfr. infra) e approvati dal Consiglio di Amministrazione quando di significativa entità.
Il Modello Organizzativo costituisce, inoltre, una componente integrante del compliance program di riferimento per l'applicazione delle normative anti-corruzione, quali – ad esempio – US Foreign Corrupt Practices Act e UK Bribery Act. In questo ambito risulta altresì definita una sua versione estera, ai fini dell'adozione da parte delle società controllate non nazionali, tenuto anche conto dell'eventuale applicazione di analoghe normative a livello locale.
Le funzioni dell'Organismo di Vigilanza sono attribuite al Collegio Sindacale, che come tale vigila sul funzionamento e sull'osservanza del Modello Organizzativo e riferisce al Consiglio in ordine alle attività di presidio e di verifica compiute e ai relativi esiti. Al riguardo, il Collegio Sindacale è supportato da struttura aziendale dedicata nell'ambito della Direzione Compliance..
Sul sito internet di Telecom Italia è presente una sezione dedicata al Modello Organizzativo 231 adottato (www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo, canale Sistema di Governance/Modello Organizzativo 231).
L'Assemblea degli azionisti tenutasi il 29 aprile 2010 ha conferito l'incarico di revisione legale (bilancio separato di Telecom Italia, bilancio consolidato annuale, bilancio consolidato semestrale abbreviato, annual report ai sensi delle US Securities Laws) a PricewaterhouseCoopers S.p.A. per il novennio 2010 – 2018.
Nel rispetto di apposite Linee Guida consultabili sul sito www.telecomitalia.com sezione Il Gruppo, canale Sistema di Governance/Procedure, la selezione di PricewaterhouseCoopers è avvenuta a seguito di analisi comparativa svolta sotto la supervisione del Collegio Sindacale. Nella valutazione delle candidature sono state in particolare considerate le competenze e le specifiche esperienze di revisione nel settore delle telecomunicazioni, l'adeguatezza della struttura tecnica rispetto alle esigenze connesse alla dimensione ed alla complessità della Società e del Gruppo, l'esperienza in società italiane SEC registrants, l'indipendenza e l'autonomia di giudizio, la coerenza dei corrispettivi richiesti in relazione ai tempi e ai livelli di professionalità indicati.
Il revisore incaricato della Capogruppo è il revisore principale dell'intero Gruppo Telecom Italia. A tutela della sua indipendenza, le Linee Guida statuiscono il principio per cui il conferimento di ulteriori incarichi (quando consentiti dalla normativa di riferimento) è limitato ai servizi e alle attività di stretta attinenza alla revisione dei bilanci. Esso è soggetto a preventivo parere favorevole del Collegio Sindacale, che si esprime di volta in volta ovvero ex ante per tipologie di incarichi (c.d. incarichi pre-approvati). In ogni caso, il Collegio Sindacale ha facoltà di stabilire linee guida e criteri quali-quantitativi in materia di conferimento di incarichi di revisione, a valere per l'intero Gruppo. Telecom Italia, a partire dal 1° gennaio 2012, si è dotata di una procedura operativa che prevede anche per gli incarichi pre-approvati, in presenza di determinate condizioni qualitative o al superamento di specifiche soglie quantitative, l'analisi preventiva da parte del Collegio Sindacale. Questo ha altresì precisato che farà proprie le corrispondenti determinazioni adottate dagli audit committees delle società controllate SEC registered (allo stato: Tim Participações S.A.; cfr. paragrafo 4), purché assunte sulla base di regole rispettose della disciplina applicabile e conformi alle Linee Guida di Gruppo in materia.
Come da Statuto (art. 13) è il Consiglio di Amministrazione che nomina il dirigente preposto, previo parere del Collegio Sindacale e - per scelta di autodisciplina - del Comitato per il controllo e i rischi. In sede di nomina ne sono definiti le attribuzioni e i poteri, disciplinati in apposito Regolamento, consultabile sul sito www.telecomitalia.com, Sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti.
Il rinnovo del Consiglio di Amministrazione ha imposto, nella riunione del 18 aprile 2014, di procedere anche al rinnovo del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili della Società. Il Consiglio ha confermato in tale ruolo il Responsabile della Funzione Administration Finance and Control, Piergiorgio Peluso.
In quanto per legge responsabile di predisporre adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio di esercizio e consolidato, nonché di ogni altra comunicazione di carattere finanziario, il Dirigente preposto è uno dei principali soggetti coinvolti nel funzionamento del Sistema di controllo interno. Il Regolamento gli riconosce una responsabilità funzionale (organizzativa e per materia) rispetto ai controlli interni per il financial reporting, chiarendo che, in relazione a tale ambito, è supportato dagli Amministratori esecutivi, oltre che dalla dirigenza della Società. Il Dirigente riferisce al Consiglio di Amministrazione, al Comitato per il controllo e rischi e - per quanto di competenza - al Collegio Sindacale. ─ ● ─
In tema di controllo interno e gestione dei rischi oltre agli attori "tipici" si aggiungono in Telecom Italia, senza comportare alcun contrasto con i principi del Codice di Borsa, fra gli altri, il responsabile della Direzione Compliance (altrimenti noto come Group Compliance Officer, Valerio Cavallo) e quello della Funzione IT & Security Compliance (Roberto Mazzilli), che gerarchicamente dipendono dal Consiglio di Amministrazione e ai quali sono attribuiti i presidi di Gruppo, rispettivamente, della compliance istituzionale/normativa e commerciale (Direzione Compliance) e della compliance tecnologica e dei processi di security (Funzione IT & Security Compliance).
I principali soggetti coinvolti nel funzionamento del Sistema di controllo interno sono:
A questi attori "tipici" alla data della presente Relazione si aggiungono in Telecom Italia, fra gli altri:
a. il responsabile della Direzione Compliance (altrimenti noto come Group Compliance Officer) e quello della Funzione IT & Security Compliance, che gerarchicamente dipendono dal Consiglio di Amministrazione e ai quali sono attribuiti i presidi di Gruppo, rispettivamente, della compliance istituzionale/normativa e commerciale (Direzione Compliance) e della compliance tecnologica e dei processi di security (Funzione IT & Security Compliance);
b. il Consigliere non esecutivo con ruolo di raccordo fra il Consiglio di Amministrazione e le strutture di controllo che dal Consiglio dipendono gerarchicamente (allo stato: il Consigliere Calvosa, che ricopre altresì la carica di Presidente del Comitato per il controllo e i rischi).
Le attribuzioni delle figure di cui ai numeri 1-6 corrispondono a quelle raccomandate dal Codice di Borsa, al quale sotto questo profilo Telecom Italia aderisce senza eccezioni. L'istituzione delle figure manageriali di cui alla lettera a. risponde alle specifiche necessità del Gruppo in tema di controlli interni e come tale è prevista dal Codice di Autodisciplina, che rimanda alle valutazioni organizzative dell'emittente (anche con riferimento alle corrispondenti relazioni gerarchiche). Il Consigliere "facilitatore" (lettera b.) svolge una funzione essenziale di garanzia, in presenza di un Presidente del Consiglio di Amministrazione con funzioni esecutive. Questo Consigliere non si occupa né degli aspetti operativi dei controlli né del flusso informativo fra le funzioni di controllo e il Consiglio di Amministrazione, ma è chiamato ad agevolare il presidio consiliare sull'adeguatezza delle risorse assegnate alle funzioni di controllo che dal Consiglio di Amministrazione dipendono gerarchicamente.
Agli Amministratori Esecutivi è affidata invece la cura degli aspetti burocratici del rapporto di lavoro dipendente intrattenuto dai managers responsabili delle strutture di controllo che dal Consiglio dipendono gerarchicamente. Questi non hanno un riferimento monocratico, ed è normale che gli accennati aspetti amministrativi siano affidati ai legali rappresentanti (che della volontà del board sono il fisiologico latore all'esterno), evitando la necessità di rilascio di una delega ad hoc.
Quanto al Presidente del Comitato per il controllo e rischi, questi esercita un ruolo servente l'organizzazione e il funzionamento dei lavori collegiali del Comitato: il board è un organo troppo ampio per il governo dei controlli e l'indelegabilità di (e/o la scelta consiliare di non delegare) molte responsabilità in materia di Sistema di controllo interno mette in risalto il Comitato, in quanto sua articolazione interna focalizzata e specializzata.
In Telecom Italia, a livello di autodisciplina, non vige una regola di allontanamento e/o astensione obbligatoria del Consigliere portatore di un interesse extrasociale, ma si applica un regime di disclosure, in coerenza con il sistema di legge. Il tema degli interessi degli amministratori rispetto all'attività aziendale e alle decisioni portate all'attenzione del Consiglio è peraltro oggetto di specifica attenzione (con puntuale richiamo scritto in occasione delle singole riunioni), nonché di attenta verifica da parte del Comitato per il controllo e i rischi e del Collegio Sindacale.
La procedura aziendale per l'effettuazione delle operazioni con parti correlate, redatta in ottemperanza al Regolamento Parti Correlate e adottata nel novembre 2010, è stata da ultimo aggiornata nel marzo 2016 ed è consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Procedure.
─ ● ─
Rispetto alle precedenti versioni l'attuale procedura elimina i riferimenti agli impegni a suo tempo assunti verso le autorità di regolazione brasiliane (Anatel e CADE) e affina la disciplina delle "operazioni infragruppo". Queste sono le operazioni con società controllate o collegate, che risultano sottratte dall'ambito di applicazione della procedura, sempre che nella parte correlata infragruppo non vi siano interessi di altra parte correlata non infragruppo: l'interesse che determina questo effetto è stato qualificato nella sussistenza di una partecipazione al capitale della parte correlata infragruppo sopra la soglia del 5%. Si è ritenuto che questo criterio rigoroso, unito alla facoltà di avocazione/devoluzione discrezionale dell'esame dell'operazione al livello istruttorio superiore, e comunque di escalation autorizzativa (cfr. infra), rappresenti idonea forma di presidio a tutela degli interessi sostanziali alla base della disciplina delle operazioni con parti correlate.
In sintesi, la procedura aziendale classifica le operazioni in diverse categorie, e sulla base di questa griglia di classificazione applica diversi percorsi di validazione e approvazione, quando quelle operazioni debbono essere realizzate con parti correlate. Le distinzioni fondamentali sono due:
Parti Correlate, e operazioni non rilevanti, alle quali il Regolamento Parti Correlate non si applica, ma che sono disciplinate dalla procedura in via di autodisciplina.
Secondo la definizione fornita dalla Consob, sono ordinarie le operazioni che rientrano nell'ordinario esercizio dell'attività operativa e della connessa attività finanziaria, ossia in sintesi (i) tutte le principali attività generatrici di ricavi della società e (ii) tutte le altre attività di gestione, purché non siano classificabili come attività di investimento o di finanziamento.
Tanto premesso circa la natura delle operazioni con parti correlate, la procedura di Telecom Italia prevede che:
La distinzione tra operazioni di maggiore e minore rilevanza avviene alla stregua degli indici di rilevanza stabiliti dalla Consob, secondo la soglia stabilita dalla stessa Autorità nella misura del 5% in termini di rapporto tra controvalore dell'operazione e patrimonio netto (consolidato)/capitalizzazione della società; rapporto tra totale attivo dell'entità oggetto dell'operazione e totale attivo (consolidato) della società; rapporto tra totale delle passività dell'entità acquisita e totale attivo (consolidato) della società.
Per la conclusione delle operazioni di maggior rilevanza la procedura richiede sempre l'approvazione del Consiglio di Amministrazione, previo parere di un Comitato composto da tutti gli amministratori indipendenti in carica. Per le operazioni di minore rilevanza la competenza a decidere resta quella standard: Consiglio di Amministrazione, Amministratore Delegato o management, a seconda dei casi, che devono tuttavia acquisire preventivamente il parere del Comitato per il controllo e i rischi. In base a considerazioni di opportunità, è peraltro facoltà
I pareri riguardano l'interesse della Società al compimento dell'operazione nonché la convenienza e la correttezza sostanziale delle relative condizioni. Per rilasciarli i Comitati svolgono specifica istruttoria, al quale il management è tenuto a prestare la propria collaborazione. Se i pareri su interesse e condizioni delle operazioni sono favorevoli, si procede con la finalizzazione dell'operazione, secondo le competenze citate. L'eventuale parere negativo del Comitato Consiliare è considerato vincolante e non superabile, con la conseguenza che l'operazione non può essere realizzata.
A supporto della corretta applicazione della procedura è attivo un applicativo informatico che consente di effettuare la verifica del rapporto di correlazione e dell'iter autorizzativo necessario per la sua finalizzazione. L'applicativo assicura altresì la tracciabilità delle iniziative con parti correlate.
Ai sensi dell'art. 17 dello Statuto il Collegio Sindacale è composto da cinque sindaci effettivi di cui gli esponenti del genere meno rappresentato sono almeno due. L'Assemblea nomina altresì quattro sindaci supplenti, due per ciascun genere.
La nomina avviene sulla base di liste presentate da soci che da soli o insieme ad altri siano complessivamente titolari di azioni rappresentanti almeno lo 0,5% del capitale con diritto di voto (come riportato altresì nella Delibera Consob n. 19499 del 28 gennaio 2016, recante "Pubblicazione della quota di partecipazione richiesta per la presentazione delle liste dei candidati per l'elezione degli organi di amministrazione e controllo"). Le liste si articolano in due sezioni: una per i candidati alla carica di sindaco effettivo e l'altra per i candidati alla carica di sindaco supplente. Le sezioni che contengano un numero di candidati pari o superiore a tre debbono assicurare la presenza di entrambi i generi, così che i candidati del genere meno rappresentato siano almeno un terzo del totale, con arrotondamento, in caso di numero frazionario, all'unità superiore. Il primo dei candidati di ciascuna sezione viene individuato tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro che abbiano esercitato l'attività di revisione legale dei conti per un periodo non inferiore a tre anni. Dalla lista che ha ottenuto la maggioranza dei voti (c.d. Lista di Maggioranza) sono tratti tre sindaci effettivi e due sindaci supplenti, mentre i restanti sindaci effettivi e supplenti sono tratti dalle altre liste (c.d. Liste di Minoranza) con criterio proporzionale (c.d. metodo dei quozienti), nel rispetto dei requisiti previsti dalla normativa applicabile.
Qualora la composizione dell'organo collegiale o della categoria dei sindaci supplenti che ne derivi non consenta il rispetto dell'equilibrio tra i generi, tenuto conto del loro ordine di elencazione nella rispettiva sezione, gli ultimi eletti della Lista di Maggioranza del genere più rappresentato decadono nel numero necessario ad assicurare l'ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi candidati non eletti della stessa lista e della stessa sezione del genere meno rappresentato. In assenza di candidati del genere meno rappresentato all'interno della sezione rilevante della Lista di Maggioranza in numero sufficiente a procedere alla sostituzione, l'Assemblea nomina i sindaci effettivi o supplenti mancanti con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito.
In caso di cessazione di un sindaco tratto rispettivamente dalla Lista di Maggioranza o da una delle Liste di Minoranza, subentrano, in ordine di età, i supplenti tratti dalla Lista di Maggioranza ovvero dalle Liste di Minoranza. La nomina di sindaci per l'integrazione del Collegio Sindacale ai sensi dell'art. 2401 del codice civile è deliberata dall'Assemblea a maggioranza assoluta dei votanti, e comunque nel rispetto del principio di necessaria rappresentanza delle minoranze, oltre che dei requisiti statutari in materia di equilibrio tra i generi. Alla cessazione di un sindaco effettivo tratto dalle Liste di Minoranza si intende rispettato il principio di necessaria rappresentanza delle minoranze in caso di nomina al suo posto di uno dei sindaci supplenti tratti dalle Liste di Minoranza.
In occasione del primo rinnovo del Collegio Sindacale con la regola dell'equilibrio tra i generi (Assemblea del 20 maggio 2015), la quota riservata al genere meno rappresentato è stata limitata – come per legge – a un quinto del totale.
L'Assemblea del 20 maggio 2015 ha nominato il Collegio Sindacale in carica, che scadrà con l'Assemblea che andrà ad approvare il bilancio dell'esercizio 2017.
Sono state presentate nei termini e con le modalità richieste dalla disciplina applicabile due liste, rispettivamente dall'allora azionista di maggioranza relativa Telco S.p.A. e da un gruppo di Società di Gestione del Risparmio ed investitori istituzionali internazionali (specificamente: Aletti Gestielle S.G.R. S.P.A., Anima S.G.R. S.p.A., APG Asset Management N.V., Arca S.G.R. S.p.A., Eurizon Capital S.G.R. S.P.A., Eurizon Capital S.A., Fil Investments International, Fideuram Investimenti S.G.R. S.p.A., Fideuram Asset Management (Ireland), Interfund Sicav, Legal & General Investment Management Limited - Legal & General Assurance (Pensions Management) Limited, Mediolanum Gestione Fondi S.G.R. S.p.A,, Mediolanum International Funds – Challenge Funds – Challenge Italian Equity; Pioneer Investment Management S.G.R.P.A., Pioneer Asset Management S.A., Standard Life Investments Limited). Dalla lista Telco, che ha ottenuto più voti (78,75% del capitale votante), sono stati tratti tre Sindaci Effettivi e due Sindaci Supplenti: Gianluca Ponzellini (Sindaco Effettivo), Ugo Rock (Sindaco Effettivo), Paola Maiorana (Sindaco Effettivo), Francesco Di Carlo (Sindaco Supplente) e Gabriella Chersicla (Sindaco Supplente). Dalla lista Società di Gestione del Risparmio (che ha ottenuto il 18,52% dei voti) sono stati tratti i restanti nominandi: Roberto Capone (Sindaco Effettivo), Vincenzo Cariello (Sindaco Effettivo), Piera Vitali (Sindaco Supplente) e Riccardo Schioppo (Sindaco Supplente).
L'Assemblea inoltre ha nominato il Presidente del Collegio Sindacale nella persona di Roberto Capone. I compensi annuali sono stati stabiliti, su proposta dell'azionista Telco, in euro 95.000 per ciascuno dei Sindaci Effettivi, ed euro 135.000 per il Presidente del Collegio Sindacale.
I curricula vitae dei componenti l'organo di controllo sono disponibili sul sito internet www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo – canale Organi Sociali/Collegio Sindacale.
Alla data della presente Relazione la verifica da parte del Collegio Sindacale della sussistenza dei requisiti di indipendenza, ai sensi dell'art. 148, comma 3, del TUF, e di quelli prescritti dal Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana non si è ancora completata.
─ ● ─
I Sindaci partecipano agli incontri con il management (anche di società controllate), finalizzati a fornire ai componenti del Consiglio di Amministrazione un'adeguata conoscenza del settore di attività in cui opera la Società, dei presidi e delle dinamiche aziendali e della loro evoluzione, ivi inclusi gli Strategy Days citati al paragrafo 5.3.
A quanti fra i Sindaci ne abbiano fatto richiesta la Società ha organizzato occasioni personalizzate di induction e così pure consentito la partecipazione a eventi formativi e di approfondimento erogati da enti esterni, ─ ● ─
Il Collegio Sindacale svolge le attività a esso affidate dall'ordinamento nazionale nonché i compiti dell'audit committee ai sensi della disciplina statunitense, in quanto applicabile alla Società nella qualità di foreign issuer quotato presso il New York Stock Exchange. Al Collegio Sindacale sono attribuite altresì le funzioni dell'organismo di vigilanza ai sensi del d.lgs. n. 231/2001.
Esso ha la possibilità di accedere alle informazioni e alle funzioni aziendali (in primis quelle di controllo) necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti. Non sono state assegnate all'organo di controllo risorse finanziarie di ammontare predeterminato, ma il Collegio Sindacale ha avuto la possibilità di attivare autonomamente consulenti esterni di propria scelta.
Nonostante l'assenza di una specifica disciplina sul punto, è prassi la segnalazione al Consiglio di Amministrazione di eventuali interessi che i Sindaci abbiano in operazioni della Società, per conto proprio o di terzi.
Nel corso del 2015 si sono tenute 42 riunioni (di cui 14 in forma congiunta con il Comitato per il controllo e i rischi, ai cui lavori tutti i Sindaci hanno comunque sempre la possibilità di partecipare). La durata media delle riunioni è stata di 3 ore e 23 minuti. La percentuale media di presenze è stata del 90,95%.
La Tabella 3 fornisce le informazioni in merito alla composizione del Collegio Sindacale.
Per informazioni dettagliate in merito alle attività svolte dal Collegio Sindacale si rimanda alla Relazione all'Assemblea degli Azionisti redatta ai sensi dell'art. 153 del TUF.
Nell'ambito della Funzione Administration Finance and Control è identificato un responsabile incaricato della gestione dei rapporti con la comunità finanziaria e con tutti gli azionisti (Investor Relations Manager), nella persona di Alex Pierre Bolis. I riferimenti sono:
Investitori istituzionali: Telecom Italia S.p.A. - rif. Investor Relations Via Gaetano Negri, 1 20123 Milano Telefono: +39 02 85954131 E-mail: [email protected] Investitori individuali:
Telecom Italia S.p.A. - rif. Investor Relations
Via Gaetano Negri, 1 20123 Milano Telefono: +39 02 85954131 E-mail: [email protected]
Nell'apposita sezione Investitori del sito internet www.telecomitalia.com sono disponibili informazioni rilevanti per gli azionisti e, in genere, per gli investitori (anche in titoli obbligazionari), attuali e potenziali.
Ai sensi di legge, è legittimato all'intervento in Assemblea e al voto colui per il quale l'intermediario di riferimento abbia trasmesso alla Società l'apposita comunicazione attestante la spettanza del diritto alla record date (settimo giorno di mercato aperto precedente la riunione in prima convocazione).
Inoltre in Telecom Italia gli azionisti ordinari possono esercitare il diritto di voto anche per corrispondenza, ed è facoltà del Consiglio di Amministrazione consentire il voto in via elettronica, specificandone le modalità nell'avviso di convocazione. All'uopo, è prassi l'attivazione di apposita piattaforma accessibile tramite il sito internet della Società. Al fine poi di facilitare la raccolta di deleghe presso gli azionisti ordinari dipendenti della Società e delle sue controllate associati ad associazioni di azionisti che rispondano ai requisiti previsti dalla normativa vigente, sono messi a disposizione appositi spazi e strumenti per la comunicazione e lo svolgimento dell'attività. Più in generale il Consiglio di Amministrazione si adopera per assicurare agli azionisti un'adeguata informativa circa gli elementi necessari per l'assunzione, con cognizione di causa, delle decisioni di competenza assembleare.
L'Assemblea ordinaria delibera sulle materie di legge, ma lo Statuto prevede che sono rimesse alla competenza del Consiglio di Amministrazione le determinazioni di incorporazione in Telecom Italia o di scissione a favore di Telecom Italia delle società possedute almeno al 90%, la riduzione del capitale sociale in caso di recesso del socio, l'adeguamento dello Statuto a disposizioni normative, il trasferimento della sede della Società all'interno del territorio nazionale, nonché l'istituzione o la soppressione di sedi secondarie.
Per permettere il regolare svolgimento dei lavori assembleari, la Società si è dotata fin dal 2000 di un Regolamento Assembleare, reperibile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti.
Nell'Assemblea del 20 maggio 2015 sono intervenuti 6 Amministratori e nell'Assemblea del 15 dicembre 2015 i Consiglieri intervenuti sono stati 7, su un totale di 13 Consiglieri in carica. All'atto delle convocazioni delle due riunioni assembleari, il Consiglio di Amministrazione non ha ritenuto opportuno nominare il rappresentante designato dalla Società per il rilascio delle deleghe alla partecipazione all'Assemblea ed ha invece consentito agli azionisti il voto in via elettronica.
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Nel corso dell'esercizio si sono verificate variazioni significative nella composizione della compagine sociale: a seguito dello scioglimento del Patto Telco, avvenuto in data dal 17 giugno 2015, Vivendi SA ha acquisito la quota di partecipazione in Telecom Italia già di pertinenza di Telefonica SA. Successivamente la società francese ha effettuato sul mercato acquisti di azioni ordinarie Telecom Italia (la percentuale è riportata nella tabella 1 "Informazioni sugli Assetti Proprietari – Partecipazioni rilevanti nel capitale").
Il Consiglio di Amministrazione in data 6 febbraio 2014 ha approvato una Procedura per la gestione di ogni eventuale operazione straordinaria riguardante le partecipazioni di Telecom Italia nelle società del gruppo Tim Brasil. Più esattamente, il documento disciplina il percorso istruttorio e decisionale per le operazioni che possano determinare il trasferimento, in tutto o in parte, a soggetti esterni al Gruppo Telecom Italia delle partecipazioni detenute nelle società del gruppo Tim Brasil, ovvero di assets delle relative aziende o rami d'azienda per un valore complessivamente superiore a 2 miliardi di euro (ivi incluse operazioni di business combination mediante conferimento, fusione o scambio azionario).
Il processo pone al centro il plenum consiliare e – al suo interno – i Consiglieri indipendenti. Per la conclusione di dette operazioni è richiesta infatti comunque l'approvazione del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, previo parere di un comitato composto da tutti gli Amministratori indipendenti in carica che non dichiarino un interesse rispetto all'operazione stessa. I Consiglieri indipendenti sono chiamati a esprimersi sull'interesse della Società al compimento dell'operazione nonché sulla convenienza e sulla correttezza sostanziale delle relative condizioni. In caso di parere negativo del comitato, per essere conclusa a quelle condizioni, l'operazione deve ottenere in Consiglio di Amministrazione una doppia maggioranza: quella di tutti i consiglieri partecipanti alla riunione e quella "specifica" della maggioranza dei Consiglieri indipendenti in carica non portatori di interessi per conto proprio o di terzi rispetto all'operazione. Se l'operazione non ottiene il via libera specifico degli indipendenti, il Consiglio di Amministrazione ha facoltà, a maggioranza, in via di autolimitazione volontaria, di sottoporla alla valutazione dell'Assemblea ordinaria dei soci, dove si intende approvata solo qualora riceva l'approvazione da parte della maggioranza dei soci partecipanti ai lavori che non abbiano dichiarato la sussistenza di un interesse per conto proprio o di terzi.
La procedura è reperibile sul sito della Società all'indirizzo www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo – canale Sistema di Governance/Procedure.
A valle della chiusura dell'esercizio i due preesistenti presidi di compliance, già affidati all'unico Group Compliance Officer (Valerio Cavallo), ma
sono stati ricomposti nell'unica Direzione Compliance, gerarchicamente dipendente dal Consiglio di Amministrazione, a rafforzamento dell'unitarietà e della riconoscibilità del presidio, a valere per la generalità dei processi operativi aziendali e rispetto all'intero quadro normativo di riferimento, con ruolo altresì di supporto metodologico alle società partecipate.
─ ● ─
In data 17 marzo 2016 il Consiglio di Amministrazione, inoltre:
| N° azioni | % rispetto al c.s. |
Quotato (indicare i mercati) / non quotato |
Diritti e obblighi | |
|---|---|---|---|---|
| Azioni ordinarie |
13.499.911.711 | 69,13% | Quotate presso Borsa Italiana S.p.A. |
Diritto di voto nelle Assemblee Ordinarie e Straordinarie della Società |
| Azioni di risparmio |
6.027.791.699 | 30,87% | Quotate presso Borsa Italiana S.p.A. |
Diritto di voto nelle assemblee speciali della categoria, privilegi patrimoniali previsti dall'art.6 dello Statuto sociale: dividendo privilegiato 5%, trascinamento biennale del diritto al dividendo privilegiato, dividendo maggiorato rispetto alle azioni ordinarie in misura del 2% |
| Altri strumenti finanziari (attribuenti il diritto di sottoscrivere azioni di nuova emissione) |
| Quotato (indicare i mercati)/non quotato |
Numero strumenti in circolazione |
Categoria di azioni al servizio della conversione/esercizio |
Numero azioni al servizio della conversione/esercizio |
|
|---|---|---|---|---|
| Obbligazioni | Borsa di | 13.000 | Ordinarie Telecom Italia | (2) |
| Convertibili(1) | Vienna, terzo mercato |
(1) Obbligazioni denominate "Guaranteed Subordinated Mandatory Convertible Bonds due 2016 convertible into ordinary shares of Telecom Italia S.p.A." emesse dalla società controllata Telecom Italia Finance S.A.
(2) Al servizio esclusivo del prestito obbligazionario emesso dalla società controllata Telecom Italia Finance S.A. è stato deliberato un aumento di capitale a pagamento per un controvalore massimo complessivo, comprensivo di sovrapprezzo, di euro 1,3 miliardi (oltre al controvalore degli interessi delle obbligazioni eventualmente da regolare in azioni, per un importo massimo di euro 238.875.000 ridotto a massimi euro 79.625.000 a seguito del pagamento degli interessi nel novembre 2014 e nel novembre 2015 avvenuti interamente in denaro). Il numero massimo di azioni di compendio emettibili è determinato in funzione del prezzo di emissione delle azioni stesse. Ogni strumento in circolazione equivale a 100.000 euro.
| Partecipazioni rilevanti nel capitale | ||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Dichiarante | Azionista diretto | Quota % su capitale ordinario |
Quota % su capitale votante | |||||
| Vivendi S.A. | Vivendi S.A.(*) | 13,169% | 13,169% |
| Vivendi S.A. | Societe' d'Investissements Gestion 108 – SIG 108 |
et de |
8,222% | 8,222% |
|---|---|---|---|---|
| JPMorgan Chase & Co. | JP Morgan Securities Plc (**) | 2,649% | 2,649% | |
| People's Bank of China People's Bank of China | 2,068% | 2,068% | ||
(*) partecipazione desunta a seguito del ricevimento di comunicazioni da parte di Vivendi S.A. ai sensi dell'art. 152 octies, comma 7, del Regolamento Emittenti di Consob.
(**) oltre a ulteriore 1,866% del capitale ordinario senza diritto di voto, anch'esso detenuto tramite la società controllata JP Morgan Securities Plc.
Inoltre, BlackRock Inc. ha comunicato alla Consob la disponibilità indiretta al 12 marzo 2014, in quanto società di gestione di risparmio, di una quantità di azioni ordinarie pari al 4,784% del totale delle azioni ordinarie di Telecom Italia al 31 dicembre 2015.
Si segnala infine che:
| Consiglio di Amministrazione | Comitato per il Comitato per le controllo e i rischi nomine e la remunerazione |
||||||||||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Carica | Componenti | Anno di nascita |
Data di prima nomina |
In carica dal | In carica fino al | Lista (M/m) (*) |
Esec | Non esec. |
Indip. Codice |
Indip. TUF | (**) | Numero altri incarichi (***) |
(****) | (**) | (****) | (**) | |
| Presidente | Giuseppe Recchi | 1964 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LT | X | 13/13 | 1 | ||||||||
| Amministratore Delegato |
Marco Patuano(1)(2) | 1964 | 12/04/2011 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LT | X | 13/13 | = | ||||||||
| Amministratore | Tarak Ben Ammar | 1949 | 14/04/2008 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | 12/13 | 2 | ||||||||
| Amministratore | Davide Benello | 1954 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LSGR | X | X | X | 12/13 | 1 | P | 7/7 | ||||
| Amministratore | Lucia Calvosa | 1961 | 04/08/2011 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LSGR | X | X | X | 13/13 | 1 | P | 16/16 | ||||
| Amministratore | Flavio Cattaneo(3) | 1963 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 11/13 | 1 | M | 2/2 | ||||
| Amministratore | Laura Cioli | 1963 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 11/13 | 2 | M | 12/16 | ||||
| Amministratore | Francesca Cornelli | 1962 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LSGR | X | X | X | 13/13 | 1 | M | 13/16 | ||||
| Amministratore | Jean Paul Fitoussi | 1942 | 06/05/2004 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | 12/13 | 1 | M | 7/7 | |||||
| Amministratore | Giorgina Gallo | 1960 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 13/13 | 1 | M | 16/16 | ||||
| Amministratore | Félicité Herzog | 1968 | 15/12/2015 | 15/12/2015 | 31/12/2016 | V | X | X | X | 1/1 | = | ||||||
| Amministratore | Denise Patricia Kingsmill | 1947 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LT | X | X | X | 8/13 | 2 | M | 4/7 | ||||
| Amministratore | Luca Marzotto(4) | 1971 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 13/13 | 1 | M | 5/5 | ||||
| Amministratore | Hervé Philippe | 1958 | 15/12/2015 | 15/12/2015 | 31/12/2016 | V | X | 1/1 | 1 | ||||||||
| Amministratore | Stephané Roussel | 1961 | 15/12/2015 | 15/12/2015 | 31/12/2016 | V | X | 1/1 | 1 | ||||||||
| Amministratore | Arnaud Roy De Puyfontaine |
1964 | 15/12/2015 | 15/12/2015 | 31/12/2016 | V | X | 1/1 | 1 | ||||||||
| Amministratore | Giorgio Giannino Valerio(5) | 1966 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 13/13 | = | M | 16/16 | ||||
| CDA: 13 Numero riunioni svolte durante l'esercizio di riferimento: |
CCR: 16 | CNR: 7 |
* In questa colonna (i) rispetto agli Amministratori nominati/confermati dall'Assemblea del 16 aprile 2014 è indicato LSGR in caso di nomina con voto di lista e candidatura da parte della Lista SGR e Investitori Istituzionali, LT in caso di nomina con voto di lista e candidatura da parte della Lista Telco, T in caso di originaria candidatura nella Lista Telco, ma nomina a parte dell'Assemblea con modalità di voto ordinaria (cfr. Paragrafo 5.2), V in caso di nomina di candidati proposti dal socio Vivendi SA avvenuta nel corso dell'Assemblea degli azionisti del 15 dicembre 2015..
** In questa colonna è indicata la partecipazione degli amministratori alle riunioni rispettivamente del CdA e dei Comitati (viene indicato il numero di riunioni cui il Consigliere ha partecipato rispetto al numero complessivo delle riunioni cui avrebbe potuto partecipare n. di presenze/n. di riunioni svolte durante l'effettivo periodo di carica del soggetto interessato).
***In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato in altre società quotate in mercati regolamentati, anche esteri, in società finanziarie, bancarie, assicurative o di rilevanti dimensioni. Per ulteriori informazioni sugli incarichi ricoperti, si rimanda ai curricula vitae disponibili sul sito internet www.telecomitalia.com sezione Il Gruppo canale Organi sociali/Consiglio di Amministrazione
**** In questa colonna è indicata la qualifica del Consigliere all'interno del Comitato "P" presidente "M" membro.
(1) Amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi
(2) Principale responsabile della gestione dell'Emittente
(3) Membro del Comitato Nomine e Remunerazione fino al 26 marzo 2015
(4) Membro del Comitato Nomine e Remunerazione dal 26 marzo 2015
(5) Lead Independent Director (LID)
Alla data del presente documento la composizione dei comitati consiliari è (i) Comitato per il Controllo e i Rischi: Lucia Calvosa (Presidente), Laura Cioli, Francesca Cornelli, Giorgina Gallo, Félicité Herzog (dal 15/2/2016) e Giorgio Valerio; (ii) Comitato per le nomine e la remunerazione: Davide Benello (Presidente), Luca Marzotto, Denise Kingsmill, Stéphane Roussel (dal 15/2/2016) e Arnaud Roy de Puyfontaine (dal 15/2/2016).
Si indicano di seguito le cariche ricoperte dagli Amministratori, attualmente in carica, in società ricomprese nell'indice FTSE/MIB, ovvero in società operanti in via prevalente nel settore finanziario nei confronti del pubblico (iscritte negli elenchi di cui agli artt. 106 e 107 del d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385) ovvero in società che svolgano attività bancaria o assicurativa, rilevanti ai sensi del terzo capitolo "Composizione del Consiglio di Amministrazione" paragrafo 3.2 dei Principi di autodisciplina di Telecom Italia.
| Giuseppe Recchi | Consigliere di Amministrazione di Unipol Sai Assicurazioni S.p.A. |
|---|---|
| Marco Emilio Angelo Patuano | - - - |
| Tarak Ben Ammar | Consigliere di Amministrazione di Mediobanca S.p.A. |
| Davide Benello | - - - |
| Lucia Calvosa | Consigliere di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. |
| Flavio Cattaneo | Consigliere di Amministrazione di Assicurazioni Generali S.p.A. |
| Laura Cioli | - - - |
| Francesca Cornelli | - - - |
| Arnaud Roy de Puyfontaine | - - - |
| Jean Paul Fitoussi | Membro del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo S.p.A. |
| Giorgina Gallo | Consigliere di Amministrazione di Autogrill S.p.A. |
| Félicité Herzog | - - - |
| Denise Patricia Kingsmill | - - - |
| Luca Marzotto | - - - |
| Hervé Philippe | - - - |
| Stephane Roussel | - - - |
| Giorgio Giannino Valerio | - - - |
| .TABELLA 3 – STRUTTURA DEL COLLEGIO SINDACALE |
|||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Carica | Componenti | Anno di nascita |
Data di prima nomina * |
In carica dal | In carica fino a | Lista ** |
Indipendenza da Codice |
Partecipazione alle riunioni del Collegio *** |
Numero altri incarichi **** |
| Presidente | Roberto Capone | 1955 | 16/9/2012 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | m | X | 42/42 | 19 |
| Sindaco effettivo | Vincenzo Cariello | 1965 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | 19/19 | = |
| Sindaco effettivo | Paola Maria Maiorana | 1965 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | m | X | 16/19 | 1 |
| Sindaco effettivo | Gianluca Ponzellini | 1947 | 8/4/2009 | 25/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | 38/42 | 17 |
| Sindaco effettivo | Ugo Rock | 1950 | 8/4/2009 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | 12/19 | 14 |
| Sindaco supplente | Piera Vitali | 1949 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | m | X | = | = |
| Sindaco supplente | Francesco Di Carlo | 1969 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | = | = |
| Sindaco supplente | Gabriella Chersica | 1962 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | = | = |
| Sindaco supplente | Riccardo Schioppo | 1950 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | m | X | = | = |
| SINDACI CESSATI DURANTE L'ESERCIZIO DI RIFERIMENTO (2015) | |||||||||
| Presidente | Enrico Maria Bignami | 1957 | 13/04/2006 | = | 20/05/2015 | m | X | 23/23 | = |
| Sindaco effettivo | Salvatore Spiniello | 1951 | 24/05/2003 | = | 20/05/2015 | M | X | 19/23 | = |
| Sindaco effettivo | Ferdinando Superti Furga |
1932 | 24/05/2003 | = | 20/05/2015 | M | X | 22/23 | = |
| Sindaco supplente | Vittorio Giacomo Mariani |
1938 | 8/04/2009 | = | 20/05/2015 | M | X | = | = |
| Sindaco supplente | Franco Patti | 1957 | 15/05/2012 | = | 20/05/2015 | m | X | = | = |
| Sindaco supplente | Fabrizio Riccardo Di Giusto |
1966 | 17/04/2013 | = | 20/05/2015 | m | X | = | = |
Quorum richiesto per la presentazione delle liste da parte delle minoranze per l'elezione di uno o più membri (ex art. 148 TUF): 0,5%
NOTE
* Per data di prima nomina di ciascun sindaco si intende la data in cui il sindaco è stato nominato per la prima volta (in assoluto) nel collegio sindacale di Telecom Italia.
**In questa colonna è indicata la lista da cui è stato tratto ciascun sindaco ("M": lista di maggioranza; "m": lista di minoranza).
*** In questa colonna è indicata la partecipazione dei sindaci alle riunioni del collegio sindacale (viene indicato il numero di riunioni cui il sindaco ha partecipato rispetto al numero complessivo delle riunioni cui avrebbe potuto partecipare n. di presenze/n. di riunioni svolte durante l'effettivo periodo di carica del soggetto interessato).
**** In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato rilevanti ai sensi dell'art. 148 bis TUF e delle relative disposizioni di attuazione contenute nel Regolamento Emittenti Consob. L'elenco completo degli incarichi è pubblicato dalla Consob sul proprio sito internet ai sensi dell'art. 144 quinquiesdecies del Regolamento Emittenti Consob.
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