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Eni

Proxy Solicitation & Information Statement Jun 12, 2025

4348_10-k_2025-06-12_86105ded-4ac9-418c-9744-af46d100762a.pdf

Proxy Solicitation & Information Statement

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ALLEGATO "

ROGITO 26385

Spazio dedicato ad altre eventuali istruzioni e dichiarazioni.

all delega gia pell frequently over "

F.to GIUSEPPE ZAFARANA

F.to PAOLO CASTELLINI - Notaio

Da: [email protected] ariapulitabasilicata@pec.it Inviato: mercoledì 14 maggio 2025 09:44

A: [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected];

[email protected]; [email protected]

Oggetto: Intervento-dichiarazione di voto del Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus, da trascrivere nel verbale dell'assemblea Eni del 14 maggio 2025 convocata a "porte chiuse" (per il 6° anno consecutivo dal 2020 al 2025), al 1º punto all'o.d.g. (bilancio 2024).

Ai Signori

Giuseppe Zafarana Presidente Eni spa
Claudio Descalzi
AD Eni spa
Trevisan e Associati Rappresentante designato dai vertici Eni
Paolo Savona Presidente Consob
Componenti Consober
Luca Giuseppe Filippa Direttore generale Consob
Francesco Lovoi Procuratore della Repubblica di Roma
Marcello Viola Procuratore della Repubblica di Milano
Maurizio Cardea Procuratore della Repubblica di Potenza ff.

Loro Sedi

Il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus, che ha espresso voto contrario al bilancio 2024 e proposto il 29 aprile 2025 l'azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori e alti dirigenti Eni, chiede la trascrizione del suo intervento-dichiarazione di voto nel verbale dell'assemblea dei soci Eni del 14 maggio 2025 (inizio alle ore 10:00), come di seguito riportato, unitamente all'allegazione dei documenti A/B/C che ne costituiscono parte integrante.

«« L'obbligo imposto ai soci dagli amministratori e dirigenti Eni di conferire delega assembleare al rappresentante di Trevisan Associati nell'assemblea del 14 maggio 2025 a "porte chiuse" è inaccettabile e lesivo della dignità del Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (titolare di una azione Eni), per avere Dario Trevisan (referente dello studio Trevisan Associati) richiesto il 03.07.2023 alla VI Commissione Finanze del Senato di inibire il diritto di intervento nei dibattiti assembleari ai soci titolari di partecipazioni minimali fino a 10.000 euro di azioni dallo stesso Trevisan soci "disturbatori" (link, https://www.trevisanlaw.it/rassegna-stampa/; cfr. anche video a 1 ora 50 minuti e 54 secondi dall'inizio audizione fino a 1 ora 58 minuti e 56 secondi, https://webtv.senato.it/4621?video_evento=243071).

ll Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus contesta l'omessa pubblicazione dal 1 maggio 2025 sul sito www.eni.com della sua proposta di azione sociale di responsabilità presentata il 29 aprile 2025 nei confronti degli amministratori e alti dirigenti Eni (all.A) per l'assemblea di bilancio del 14 maggio 2025, convocata ancora una volta a "porte chiuse" (per il 6ª anno consecutivo dal 2020 al 2025).

Detta omissione consolida la grave violazione della trasparenza e del fondamentale diritto di informazione ai soci e al pubblico, perché gli amministratori ed alti dirigenti Eni hanno voluto occultare (al pari della precedente assemblea dei soci del 15 maggio 2024 sul bilancio 2023) fatti di competenza anche del bilancio in esame 2024 ed attinenti:

1) al disastro ambientale causato da Eni-Shell in Basilicata, per cui pendono i processi penali riuniti r.g.t. nn. 1164/2019 e 426/2022 innanzi al Tribunale Collegiale di Potenza, con Presidente Rosario Baglioni e Giudici a latere Marianna Zampoli e Carmen Bonamico (nella variata composizione collegiale rispetto all'udienza pubblica del 11 novembre 2023);

2) alla totale oscurità da "buco nero" dei soggetti titolari degli organi di tutte le centinaia di società controllate/collegate del Gruppo Eni e dei dati contabili (esercizio 2024) di almeno 57 società collegate e 47 società collegate, di cui 11 società mancanti anche dei dati dei soci partecipanti (e quindi tenuti nascosti), come è risultato dalla consultazione dei relativi atti trasmessi a mezzo pec il 1 maggio 2025 al Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e il successivo 9 maggio 2025 consegnati in copia cartacea nella portineria della sede sociale Eni a Roma (all.B), a differenza del rifiuto illecito opposto dagli stessi responsabili societari allo stesso Comitato APB Onlus e alla Associazione Liberiamo la Basilicata nelle passate

Il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus contesta agli amministratori e alti dirigenti Eni di avere posto nella specifica Sezione del sito www.eni.com delle assemblee di bilancio del 10 maggio 2023 e del 15 maggio 2024 i relativi verbali (cd. "navigabili") senza i numerosi allegati che ne sono parte integrante, per occultare ai soci e al pubblico la piena informativa societaria (cfr. link del sito web Eni https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2024/verbale/Verb ale-navigabile-AA-2024.pdf , in cui mancano anche gli allegati G/H delle pec 02.05.2024 ore 23:57 e 15.05.2024 ore 09:58 del Comitato APB Onlus e Associazione LLB; cfr. altro link del sito web Eni https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2023/verbale/Verb ale-Assemblea-ordinaria-e-straordinaria-10-maggio-2023-Versione-navigabile.pdf , in cui manca anche l'integrale allegato H che include la pec 10.05.2023 ore 08:31 del Comitato APB Onlus e Associazione LLB).

Il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus si riserva la valutazione sulle recenti risposte ricevute dai responsabili Eni ai suoi quesiti tematici scritti presentati il 5 maggio 2025 ex art. 127-ter del Tuf, inclusa la risposta concernente la produzione di 890 milioni di standard metri cubi di gas e 1,65 milioni di tonnellate di petrolio nel giacimento concesso in Basilicata ad Eni-Shell (COVA di Viggiano), corrispondenti rispettivamente all'1,4% dei consumi di gas nazionale e al 2,8% di fabbisogno nazionale di petrolio, a fronte dei diversi dati di 1.050.746.614 di gas naturale (smc) e 3.703.668.586 di olio greggio (kg) forniti dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica per l'anno 2024 (all.C).

Il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus si riporta a quanto dichiarato, unitamente alla Associazione Liberiamo la Basilicata, nelle precedenti assemblee dei soci Eni tenute a "porte chiuse" nelle date 11 maggio 2022 (cfr. pgg.41-43 del verbale) e 10 maggio 2023 (cfr. l'allegato H del verbale) in merito sia al positivo utile economico-finanziario di 6.419.275.358,30 euro maturato dalla Società Eni nell'esercizio 2024 (dopo gli utili di 3.272.366.066,40 euro nell'esercizio 2023, di 5.403.018.837,87 euro nell'esercizio 2022 e di 7.674.594.670,59 euro nell'esercizio 2021), sia alle mega corresponsionibenefit che continuano ad essere elargiti ai vertici e dirigenti Eni e che appaiono veri e propri "privilegi" tipici di una casta caratterizzata da insaziabile ingordigia, avente in Eni al culmine l'Amministratore

1.8961 1133

delegato Claudio Descalzi già beneficiario da tempo di mega compensi (esclusi benefit-stock option) pari a quanto percepito annualmente da 50 magistrati italiani o da 59 parlamentari italiani o da 73 Consiglieri regionali o da 136 Presidenti di Provincia o da 320 Sindaci italiani, come è stato indicato al 10° quesito tematico scritto tra i 23 quesiti presentati congiuntamente dal Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e dalla Associazione Liberiamo la Basilicata prima della passata assemblea di bilancio Eni tenuta il 10 maggio 2023 a "porte chiuse" (cfr. pg. 147 del file "Risposte a domande pervenute prima dell'assemblea ai sensi dell'art.127-ter del d.lgs. n.58/1998", anche allegato "C" del verbale della assemblea Eni 10 maggio 2023, link

https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2023/Domande-erisposte-pre-assemblea-2023.pdf ) »».

Francescantonio Papa (Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus)

F.to GIUSEPPE ZAFARANA

F.to PAOLO CASTELLINI - Notaio

PROPOSTA

DI AZIONE SOCIALE DI RESPONSABILITA' NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI E DEGLI ALTI DIRIGENTI DI ENI s.p.a.

depositata

1925-11-11 11 11:22 12-21-2017

per l'assemblea degli azionisti di Eni s.p.a. convocata "a porte chiuse" in data 14 maggio 2025 a Roma

composta

da una relazione di 24 cartelle e da 2 documenti allegati che ne sono parte integrante

FIRMATA DAL SOCIO DI ENI s.p.a.

Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (titolare di 1 azione)

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Potenza (Sud Italia), 29 aprile 2025

Ai Signori

Giuseppe Zafarana Claudio Descalzi

Presidente Eni s.p.a Amministratore Delegato Eni s.p.a.

e per quanto di competenza Autorità Istituzionali

Loro Sedi

Oggetto: Proposta di azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e alti dirigenti di Eni s.p.a. depositata per l'assemblea dei soci di Eni s.p.a. convocata il giorno 14 maggio 2025 a Roma.

Il sottoscritto socio di Eni s.p.a. Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (c.f. 96069550760, di seguito detto anche "APB Onlus" in breve), in persona del Vice Presidente Francescantonio Papa (c.f. PPAFNC42S15C361U), deposita la presente proposta di azione sociale di responsabilità per l'assemblea dei soci del 14 maggio 2025, corredata da due documenti compositi che ne sono parte integrante.

PREMESSA

  • A. Il Gruppo Eni, già Agip, è stato destinatario nel tempo di permessi di ricerca di idrocarburi (petrolio e gas) e di concessioni per la loro coltivazione nei territori Val D'Agri nella provincia di Potenza nella regione Basilicata del Sud Italia, tra cui:
      1. la concessione "Grumento Nova" conferita con Decreto Ministeriale 9 ottobre 1990 alla società Agip s.p.a. (c.f. 00464580588);

1 Il Decreto Ministeriale venne firmato dall'allora Ministro dell'Industria Guido Bodrato del VI Governo presieduto da Giulio Andreotti.

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    1. la concessione "Caldarosa" conferita con Decreto Interministeriale 15 luglio 1991 2 alle società Agip s.p.a. (c.f. 00464580588) e Selm s.p.a. (c.f. 03594220158) per le rispettive quote 75% e 25%, quest'ultima trasferita alla Selm Petroleum s.r.l. (c.f. 08529670163);
    1. la concessione "Volturino" conferita con atto ministeriale del 27 dicembre 1993 3 alle società Agip s.p.a. (c.f. 00464580588), Enterprise Oil Exploration Ltd (c.f. 97036740583) e Fiat Rimi s.p.a. (c.f. 00686300013) per le rispettive quote 40%, 55%, 5%.
  • B. Dopo il rilascio delle su citate concessioni l'Eni s.p.a., subentrata ad Agip s.p.a., iniziò nel Comune di Viggiano - Val D'Agri della provincia di Potenza la costruzione del Centro Olio Monte Alpi con capacità lavorativa giornaliera di 7.500 barili di petrolio e di 300.000 metri cubi di gas ed esso venne messo in esercizio nel 1996 per processare gli idrocarburi estratti dai tanti pozzi posizionati nella zona della Val D'Agri.
  • C. Successivamente venne concesso l'ampliamento della concessione "Caldarosa" e la Giunta della Regione Basilicata emanò il 18 novembre 1998 a Roma, all'unanimità dei presenti 4, la delibera n.3530/'98, con cui approvò il "Protocollo di Intenti" per le compensazioni legate alle attività di sfruttamento del giacimento "Val D'Agri" a scadenza ventennale, contestualmente firmato da

2 Il Decreto Interministeriale venne firmato all'epoca dal Ministro dell'Industria Guido Bodrato e dal Ministro delle Partecipazioni Statali Adolfo Battaglia del VI Governo presieduto da Giulio Andreotti.

3 L'atto ministeriale venne firmato all'epoca da Ettore Rossoni, Direttore Generale delle Miniere del Ministero dell'Industria guidato da Paolo Savona nel Governo presieduto da Carlo Azelio Ciampi.

4 I componenti della Giunta Regionale presenti il 18 novembre 1998 a Roma, nella sede secondaria della Regione Basilicata in via Nizza n.35, furono all'epoca il Presidente Angelo Raffaeale Dinardo, il Vice Presidente Filippo Bubbico e gli Assessori Rocco Colangelo, Franco Mattia, Carlo Chiurazzi, Vito De Filippo.

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Angelo Raffaele Dinardo, Presidente della Regione Basilicata, e da Franco Barbabé, Presidente dell'Eni s.p.a.

  • D. Nell'anno 2001:
    • veniva disposto l'accorpamento delle sopra citate concessioni di coltivazione idrocarburi "Grumento Nova", "Caldarosa" e parte della "Volturino" a favore delle società Eni s.p.a. e Enterprise Oil Italiana s.p.a. rispettivamente titolari delle quote 71% e 29% della concessione "Grumento Nova ampliata" (a 398,39 Kmq);
    • veniva messo in esercizio dall'Eni s.p.a. il nuovo Centro Olio Val D'Agri (COVA), impianto di lavorazione degli idrocarburi autorizzato ad inglobare e ampliare il pregresso Centro Olio Monte Alpi di Viggiano.
  • E. Nell'anno 2003 le quote delle concessioni di coltivazione idrocarburi in Val D'Agri detenute da Enterprise Oil Italiana s.p.a. venivano trasferite a Shell Italia E&P s.p.a. e il successivo 2005 venivano accolte le istanze delle società concessionarie Eni s.p.a. e Shell Italia E&P s.p.a. 5 :
    • · per l'unificazione nella concessione denominata "Val D'Agri" delle due sole concessioni ormai esistenti (la "Grumento Nova ampliata" a 398,39 Kmq e la "Volturino ridotta" a 261,76 Kmq);
    • · per l'assegnazione ad Eni s.p.a. (c.f. 00484960588) e Shell Italia E&P s.p.a. (c.f. 05160421003) delle rispettive quote 66% e 34%;
    • · per la conferma della scadenza concessoria ventennale al 26 ottobre 2019.
  • F. Nel 2010 l'Eni s.p.a. variava il programma dei lavori della concessione "Val D'Agri" e venivano autorizzati ed effettuati nuovi interventi di modifica e ammodernamento del Centro Olio Val

5 L'atto di accoglimento delle istanze delle società concessionarie Eni s.p.a. e Shell Italia E&P s.p.a. venne firmato il 28 dicembre 2005 da Sergio Garribba, Direttore Generale dell'Energia e delle Risorse Minerarie del Ministero dello Sviluppo Economico all'epoca guidato da Gianfranco Micciché nel III Governo presieduto da Silvio Berlusconi.

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D'Agri, al fine di consentire l'aumento della trattazione di importanti e ambizioni quantitativi di idrocarburi estratti dal sottosuolo, elevando la capacità di lavorazione giornaliera del COVA a 104.000 barili di greggio e 4.660.000 metri cubi di gas.

  • G. Riguardo a talune attività connesse alla citata concessione "Val D'Agri" la competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza svolgeva indagini giudiziarie in merito al compimento dei reati di traffico e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi prodotti da attività estrattive effettuate in violazione dei codici del Catalogo europeo dei rifiuti (procedimento iscritto al r.g.n.r. n.4542 del 2010), da cui scaturiva il giudizio r.g.t. n.856/2020 6 innanzi al Tribunale Penale di Potenza nei confronti di 35 imputati.
  • H. Il giudizio penale si è concluso e il Tribunale di Potenza, all'esito dell'udienza del 10 marzo 2021, ha pronunciato e pubblicato mediante lettura del dispositivo la sentenza n.326/2021, riservando il deposito delle motivazioni, con la quale:
      1. sono stati condannati i dirigenti di Eni s.p.a. Gheller Ruggero, Trovato Enrico, Angelini Roberta, Allegro Nicola, Lisandrelli Vincenzo e Bagatti Luca, nonché il dirigente della Regione Basilicata Lambiase Salvatore (ai sensi degli articoli 452 quaterdecies e 28 e ss. codice penale);
      1. è stata condannata l'Eni s.p.a. a pagare la sanzione amministrativa pecuniaria di euro 700.0000,00 (per 700 quote), quale responsabile civile degli illeciti amministrativi compiuti;
      1. è stata disposta a carico dell'Eni s.p.a. la confisca di euro 44.248.071,00 per equivalente del profitto del reato, da cui detrarre i costi sostenuti per l'adeguamento dell'impianto;

6 Questo giudizio n.856/2020 è stato inizialmente iscritto al n.1753/2017 del Tribunale Penale di Potenza e la prima udienza dibattimentale si è tenuta il 6 novembre 2017.

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    1. sono stati condannati in solido i 7 dirigenti citati al precedente n. 1 e l'Eni s.p.a. al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, da liquidarsi in separata sede in favore delle numerose parti civili 7, nonché alla refusione delle spese giudiziarie alle stesse parti civili liquidate in complessivi euro 53.000,00;
    1. sono state rigettate le richieste di provvisionale;
    1. sono stati, con diverse formule, assolti gli altri 28 imputati e, per alcuni capi di imputazione, anche i 6 dirigenti dell'Eni s.p.a. indicati al precedente n.1;
    1. sono state escluse responsabilità per le 9 società coinvolte nella vicenda giudiziaria (Ecosistem s.r.l., Ireos s.p.a., Tecnoparco Valbasento s.p.a., Criscuolo Ecopetrol Service s.r.l., De Cristofaro s.r.l., Iam s.p.a., Consuleco s.r.l., Solvic s.r.l. e Uniproject s.r.l.) per la mancanza di prova dell'illecito amministrativo dipendente da reato;

e, depositate le motivazioni delle condanne, la detta sentenza penale è stata impugnata in 2º grado e allo stato pende il relativo giudizio innanzi alla competente Corte di Appello di Potenza.

I. Come dedotto dal sottoscritto proponente, in occasione delle precedenti assemblee tenute il 13 maggio 2020 e e nelle date 12

7 Tra le parti civili vi sono il Ministero dell'Ambiente, la Regione Basilicata, i Comuni di Grumento Nova, Montemurro, Pisticci e Viggiano della provincia di Potenza, oltre a molteplici cittadini della Basilicata e associazioni ambientaliste.

8 Cfr. la lettera G della "Premessa" nella (prima) proposta di azione di responsabilità, depositata dal sottoscritto proponente il 28 aprile 2020 per l'assemblea soci Eni s.p.a. del 13 maggio 2020, in merito alla «gigantesca perdita di greggio semi lavorato, stivato nelle cisterne del COVA e pompato 2 volte alla settimana a Taranto per la raffinazione finale».

Peraltro la detta assemblea del 13 maggio 2020 si svolgeva per la prima volta a "porte chiuse" con la partecipazione fisica del solo rappresentante di Trevisan & Associati designato dai vertici di Eni s.p.a. che, durante la pandemia covid-19, si erano avvalsi della facoltà opzionale introdotta dall'art.106 comma 4 del d.1. n.18/17.03.2020 (convertito dalla legge n.27/24.04.2020) «in deroga» alle disposizioni vigenti di tenere le assemblee nella modalità ordinaria a "porte aperte" e che così avevano vietato a tutti i soci di presenziare di persona ai lavori assembleari, obbligandoli a conferire delega al citato rappresentante di Trevisan & Associati. E tale facoltà opzionale era stata preferita rispetto a quella prevista

889611

maggio 2021, 11 maggio 2022 e 10 maggio 2023 9, la gravità della vicenda delle estrazioni di idrocarburi nella regione Basilicata ha avuto un'ulteriore impennata con i mega sversamenti di petrolio consistiti nella gigantesca e perdurante perdita di greggio semi lavorato accertata soltanto il 25 gennaio 2017, a seguito della denuncia-querela di Guido Bonifacio, dirigente del Consorzio industriale (ente gestore dell'area industriale di Viggiano), e di Antonio Zuddas, direttore della società Argaip (soggetto gestore del depuratore dell'area industriale consortile), presentata ai Carabinieri del NOE di Basilicata e citata nel cd. Piano di caratterizzazione degli eventi (cfr. cap.2 "cronistoria eventi") elaborato il 4 aprile 2017 per il COVA di Viggiano.

  • J. Tale perdita di greggio dai serbatoi e dalle condotte del COVA era ben nota prima del 2017, tra l'altro:
      1. perché il compianto dirigente di Eni s.p.a. Gianluca Griffa (responsabile della sicurezza del COVA) sin dal 2012 aveva comunicato gli sversamenti del COVA ai vertici e alti dirigenti della società;
      1. perché l'ispettore Domenico Di Donato dell'Istituto Italiano di saldatura (struttura altamente specialistica cui si era rivolta l'Eni nel 2012) in data 3 maggio 2018 aveva imputato gli sversamenti al «risultato di 7/8 anni di perdite» di greggio, uno stillicidio durato molti

al precedente 2º comma del citato articolo 106 D.L. n.18/2020 che, sempre «in deroga», autorizzava le società a tenere le assemblee anche mediante "mezzi di telecomunicazione", modalità introdotta oltre 10 anni prima (ex articolo 1 D.Lgs. n.27/2010 Attuazione della direttiva 2007/36/CE per l'esercizio di alcuni diritti dei soci) e più favorevole alla partecipazione assembleare in presenza fisica dei soci, la quale, pur essendo stata recepita dall'articolo 14.3 dello Statuto Eni, non è tuttora attuata dai vertici e dall'alta dirigenza di Eni s.p.a .; e l'uso dei detti "mezzi di telecomunicazione" sono previsti nello Statuto anche per tenere le riunioni degli altri organi societari, Consiglio di amministrazione (articolo 19.1) e Collegio sindacale (articolo 28.4).

9 Quanto dedotto alla precedente nota 8 veniva richiamato anche nella nota della lettera I nella "Premessa" delle proposte (seconda, terza e quarta) di azione di responsabilità depositate dai sottoscritti proponenti rispettivamente il 27 aprile 2021, il 26 aprile 2022 e il 24 aprile 2024 per le assemblee dei soci di Eni s.p.a. del 12 maggio 2021, dell'11 maggio 2022 e del 10 maggio 2023 tenute a "porte chiuse" con partecipazione fisica del solo rappresentante Trevisan & Associati designato dai vertici societari, a cui tutti i soci sono stati "obbligati" a conferire delega.

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anni, «antecedente al 2012 prima della perdita rilevata nel serbatoio A», ritenendo che le smisurate fuoriuscite accertate nel COVA non potevano essere attribuite ai soli «fori sul serbatoio D nelle parti periferiche», come sostenuto dai vertici e alti dirigenti aziendali dopo la denunzia-querela di Guido Bonifacio e Antonio Zuddas del 25 gennaio 2017 innanzi citata 40;

    1. perché il professore Luciano Lazzari del Dipartimento di Chimica e Materiali del Politecnico di Milano aveva dichiarato, dopo gli sversamenti accertati a gennaio 2017, che la corrosione rilevata nei serbatoi del COVA con eventi da «perforazione severa» (serbatoio C), su cui nel 2013 l'Eni gli aveva conferito incarico di studiare le cause, era dipesa dalla «insufficiente protezione catodica» 11 che obbligava i responsabili aziendali ad adottare interventi appropriati ed efficaci;
    1. perché taluni dipendenti dell'Eni s.p.a. avevano commentato il 19 giugno 2017 che i mega sversamenti non erano dipesi da un

10 Il fatto che la gigantesca e perdurante perdita di greggio fosse nota prima del 2017 si evince anche dalla nota 14 marzo 2017 prot. n.44585/23AB della Regione Basilicata Dipartimento Ambiente ed Energia inviata ai responsabili dell'Eni s.p.a. e avente ad oggetto «D.Lvo 152/2006 e dm.i. art. 29-decies, comma 9 lettera a. Centro Olio Val d'Agri della società Eni s.p.a. Diffida», la quale, nel fare riferimento al confronto tra lo standard internazionale AP1653 e lo storico dei controlli effettuati sui componenti dei serbatoi di stoccaggio del COVA, evidenziava tra l'altro:

- che già «nel novembre 2008 il rivestimento interno del serbatoio V220-TB-001D risultava degradato per il 70% della superficie» e che gli interventi di riparazione si riscontravano solo «di recente» (nel 2017);

- che già «nel 2009 la sigillatura dei giunti della pavimentazione del bacino di contenimento dell'altro serbatoio V220-TB-001D risultava usurata» e che le verifiche sul fondo del sopra citato serbatoio, fatte tra ottobre 2012 e maggio 2013, avevano riscontrato «un rivestimento quasi del tutto assente con corrosioni estese sul trincarino, sul fondo e sui pozzetti di drenaggio soprattutto nelle zone periferiche», nonché avevano confermato l'esistenza di «sottospessori rilevati visivamente» e avevano rilevato la presenza di «n.2 fori passanti con diametro equivalente di circa 25 mm» che avevano sversato greggio nei terreni e nelle falde acquifere.

11 In merito il professore Luciano Lazzari spiegava che detta protezione catodica è «una tecnica elettrochimica per prevenire la corrosione» del ferro dei serbatoi/tubazioni/lamiere e sposta il processo corrosivo dal ferro all'anodo, per cui necessita un numero di anodi sufficienti ad attrarre su di loro la corrosione per non farla riversare sul ferro.

evento istantaneo, bensì da «perdite così dette da stillicidio» che andavano avanti da anni.

  • K. La gigantesca e perdurante perdita di greggio accertata a gennaio 2017 avrebbe inquinato irreversibilmente la falda acquifera dei Comuni di Viggiano e Grumento Nova (viciniori al COVA) e in maniera grave il più vasto territorio della Val D'Agri e delle zone contermini (Vallo di Diano e del Cilento in provincia di Salerno) attraverso le ramificazioni e correnti sotterranee, elevando notevolmente il rischio di compromissione delle numerose sorgenti ivi presenti e del vicino invaso del Pertusillo, distante circa 2 chilometri dal COVA e avente capacità di circa 155 milioni di metri cubi di acqua potabile a servizio, tra l'altro, di milioni di abitanti delle regioni Puglia e Campania, confinanti con la Basilicata.
  • L. Per i mega sversamenti accertati nel gennaio 2017 la competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza svolgeva indagini, configurando il reato di disastro ambientale nel procedimento penale r.g.n.r. n.771 del 2017 a carico di Gheller Ruggero e Trovato Enrico (alti dirigente di Eni s.p.a. condannati il 10 marzo 2021 nel giudizio penale r.g.t. n.856/2020 di 1º grado 12), Palma Andrea (altro dirigente di Eni s.p.a.), Tuzzolo Antonio, De Bona Mario Carmelo e Laurenza Saverio (dirigenti dei Vigili del Fuoco in Basilicata), Mariella Divietri (responsabile Arpab), Vaccaro Giovanbattista (responsabile Inail), Amelina Antonella (responsabile del Comune di Viggiano), questi ultimi tutti componenti del Comitato Tecnico Regionale che avrebbe dovuto vigilare sulle installazioni a rischio incidenti rilevanti.
  • M. Al riguardo, l'allora Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, dichiarava che «gli esiti di questa inchiesta dimostrano come in Val D'Agri vi sia stato un disastro ambientale che ha compromesso tutte le matrici, terra e acqua in particolare,

12 Cfr. ante lettera H.

conseguenza di una politica aziendale, legittimamente interessata alla produzione, ma che non ha avuto di mira la tutela dell'ambiente e del territorio come avrebbe dovuto essere secondo legge» (cfr. conferenza stampa del 23 aprile 2017).

  • N. In seguito si dava luogo al giudizio dibattimentale r.g.t. n.1164/2019 avanti al Tribunale Penale di Potenza per la sola posizione di Trovato Enrico (alto dirigente di Eni s.p.a.) e, tra l'altro, nel dicembre 2019 venivano accolte molteplici istanze di parte civile, incluse quelle depositate il 28 ottobre 2019 dall'organismo territoriale firmatario di questo atto.
  • O. In relazione ai nefasti fatti sopra menzionati, successivamente, il GIP/Giudice delle Indagini Preliminari di Potenza disponeva il 10-24 febbraio 2022 nel giudizio r.g.Gip n.2891/2017 il rinvio a giudizio innanzi al Tribunale Penale di Potenza in composizione collegiale anche degli alti dirigenti di Eni s.p.a. Gheller Ruggero e Palma Andrea per il delitto di disastro ambientale p. e p. dagli artt 110 c.p. e 434 comma 2 c.p., nonché di altri soggetti, Tuzzolo Antonio, De Bona Mario Carmelo e Laurenza Saverio (dirigenti dei Vigili del Fuoco in Basilicata), Divietri Mariella (responsabile Arpab), Vaccaro Giovanbattista (responsabile Inail), Amelina Antonella (responsabile Comune di Viggiano); e il conseguente giudizio dibattimentale r.g.t. n.426/2022 veniva riunito a quello precedentemente iscritto n.1164/2019 dal Tribunale di Potenza all'udienza del 3 maggio 2023, seguita a quella del 27 marzo 2023, in cui il Tribunale aveva disposto sulle istanze di ammissione di parte civile e sulla richiesta della Shell Italia E&P spa (titolare della quota del 34% della concessione, come dedotto alla precedente lettera E) di essere esclusa dal giudizio penale, quale responsabile civile, per non essere suoi dipendenti diretti gli imputati Palma Andrea e Gheller Ruggero e comunque per non essere stata citata in alcun modo nel capo di imputazione formulato dalla Procura della Repubblica di Potenza.

88961 144

  • P. All'udienza pubblica del 6 marzo 2024 del citato giudizio penale r.g.t. n.1164/2019 innanzi al Tribunale di Potenza, con Presidente Rosario Baglioni e Giudici a latere Marianna Zampoli e Carmen Bonamico (nella variata composizione collegiale rispetto all'udienza 11 novembre 2023), è stato ascoltato Bruno Grego, l'esperto incaricato nel periodo marzo-ottobre 2017 dalla Procura di Potenza sui fatti attinenti al disastro ambientale in Val D'Agri e redattore di perizia tecnica, il quale ha confermato il rilevante inquinamento delle matrici ambientali di suolo, sottosuolo e acque superficiali e sotterranee, riconducibile al ciclo produttivo del COVA di Eni/Shell, rispondendo alle domande del Tribunale, del Pubblico Ministero (Vincenzo Montemurro), dei difensori di diverse parti civili (avv. Pietro Pesacane, avv. Giovanna Bellizzzi, avv. Maria Mazzei, avv. Vittorio Brancati), del difensore di un solo imputato (avv. Gervasio Cicoria) e del difensore del responsabile civile Eni s.p.a. (avv. Simone Marconi).
  • Q. In merito alla sciagurata vicenda è comunque utile rammentare che l'Associazione "Liberiamo La Basilicata" (di seguito detta anche "Associazione LLB" in breve, parte civile costituita nei su citati giudizi penali riuniti r.g.t. n.1164/2019 e n.426/2022) riceveva delega- incarico a campionare le acque della falda del Comune di Viggiano, del fiume Agri e dell'invaso del Pertusillo da parte degli uffici del compianto senatore Bartolomeo Pepe (membro Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti e reati connessi, cd. Commissione Ecomafie, XVII Legislatura 2013-2018) e le analisi del 29 maggio 2017 rilevavano gravi fuori limite:
      1. per le acque sotterranee (o di falda) nel Comune di Viggiano (rapporto di prova n. 3092/17, data prelievo 22.05.2017 in località Zona industriale di Viggiano in provincia di Potenza) 13 ;

13 I dati dell'analisi a cura del Centro Analisi Biochimiche certificato "Accredia" (laboratorio n.0859 con sede a Rizziconi in provincia di Reggio Calabria) sono risultati essere: SAR 92.710 fuori limite (max 10, metodo 0000-00 / metodo interno), nonché Richiesta biochimica di ossigeno (B.O.D.5 a 20°C. in mg O2 /1) 80.0 fuori limite (max 20 metodo 1035-00 / APAT CNR IRSA 5120 Man 29 - 2003), nonché Richiesta chimica di ossigeno (C.O.D. in mg 02 /1) 340.5 fuori limite (max 100 metodo: 1040-01 / ISPRA 5135 Man 117:2014), nonché

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    1. per le acque del fiume Agri (rapporto di prova n.3090/17 committente Liberiamo la Basilicata, data prelievo 22.05.2017 in località contrada Ponte delle Chianche fiume Agri in Grumento Nova nella provincia di Potenza, ore 11,35 del 22.05.2017, imballaggio con 1 bottiglia sterile, 1 bottiglia in plastica, 1 bottiglia in vetro, 1 vials in vetro) 14 ;
    1. per le acque invasate del Pertusillo (rapporto di prova n. 3091/17, data prelievo 22.05.2017 in località Pertusillo, Madonna Grumentina nel Comune di Grumento Nova in provincia di Potenza, ore 9,45 del 22.05.2017) 15.
  • R. Attualmente l'Eni s.p.a. stà continuando, ininterrottamente dal 2017, a svolgere la notevole attività di emungimento della gigantesca perdita di greggio dai serbatoi e dalle condotte del COVA tramite pompe sommerse, insieme ad altre attività per circoscrivere i danni prodotti dal disastro ambientale in Basilicata, essendo tuttora atteso un progetto efficace di bonifica dei territori inquinati da parte di Eni s.p.a., al fine di consentire l'effettiva valutazione dei rischi sanitari e ambientali da parte delle Autorità preposte, anche in considerazione dei pareri tecnici forniti dall'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
  • S. Nel contempo l'Eni s.p.a., dopo avere operato in regime di prorogatio della concessione di coltivazione idrocarburi "Val

Solfati (come SO4 in mg/l) 687.27 fuori limite (max 500 metodo 0000-00 / CNR-IRSA/94 Determinazione torbidimetrica), nonché Cloruri (in mg CI /1) 6925.29 (max 200 metodo: 0000-00 / CNR-IRSA/94 Met. A Determinazione argentometrica con indicatore 1155), nonché Solventi organici aromatici totali (in mg/1) 0.03 fuori limite (max 0.01 metodo: 0000-00 / EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006) e «limitatamente ai parametri analizzati, il campione risulta non conforme alla Tabella IV dell'allegato V D.Lgs. n.152 del 3 aprile 2006, per quanto concerne lo scarico su suolo».

14 I dati dell'analisi sono risultati essere:

Idrocarburi totali in mg/litro con risultato 1.310 fuori limite (max 0.05, metodo 0000-00 / EPA 3535A 2007 + EPA 8270D 2014) e «limitatamente ai parametri analizzati, il campione risulta non conforme alla tabella I/A, allegato 2, parte III del D.Lgs.152/2006 e s.m.i.».

15 I dati dell'analisi sono risultati essere:

Idrocarburi totali in mg/l con risultato 0.900 fuori limite (max 0.05, metodo 0000-00 / EPA 3535A 2007 + EPA 8270D 2014 A2711) e, «limitatamente ai parametri analizzati, il campione risulta non conforme alla tabella 1/A, allegato 2, parte III del D.Lgs.152/2006 e s.m.i.».

D'Agri" scaduta il 26 ottobre 2019, ha convenuto nel 2021 un nuovo accordo, perfezionato nel 2022, con le competenti Istituzioni pubbliche, le quali, nonostante i disastri ambientali verificatisi al COVA di Viggiano e in Basilicata, non sono riuscite a fare obbligo alla società petrolifera di fornire la garanzia cauzionale a carattere assicurativo e fideiussorio, escutibile a semplice richiesta scritta (anche fino tre volte il valore dell'investimento di circa dieci miliardi di euro di Eni s.p.a.) a totale copertura dei danni procurati (e procurandi) allo Stato e ai territori del Sud Italia; e tanto al fine di affermare il principio inderogabile che chi danneggia paga e risarcisce anche i singoli operatori economici dei territori lesi, come dedotto nelle 4 precedenti proposte di azione di responsabilità presentate dal sottoscritto proponente nelle assemblee dei soci Eni s.p.a. del 13 maggio 2020 (link, https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2020/Proposta-Associazione-Liberiamo-la-Basilicata.pdf ), del maggio 2021 (link. https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2021/Proposta-associazioneliberiamo-la-basilicata-e-altri-azionisti-per-azione-di-responsabilita.pdf ), dell'11 maggio 2022 (link, https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2022/propostaassociazione-liberiamo-basilicata.pdf ) e e del 10 maggio 2023 (link, https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2023/Azione-di-responsabilita-Basilicata.pdf ) 16, tenute tutte a "porte chiuse" .

  • 12 società a Londra nel Regno Unito
  • 16 società a Il Cairo in Egitto
  • 7 società a Dover e 3 a Wilmington nel Delaware-Usa
  • 3 società a Sandnes in Novergia
  • 1 società a Houston in Usa
  • 1 società a Caracas in Venezuela
  • 1 società a Maputo in Mozambico

16 Al riguardo cfr .:

· la lettera M della "Premessa" nella prima proposta di azione di responsabilità depositata dai sottoscritti proponenti il 28 aprile 2020 per l'assemblea soci Eni del 13 maggio 2020 a "porte chiuse", alla quale è unito il doc.1 della lettera del 26 maggio 2019 del compianto Giuseppe Di Bello inviata alle Autorità preposte in merito sia al suo intervento svolto a Roma il 19 maggio 2019, all'ultima assemblea soci Eni tenuta a "porte aperte", sia in merito a 50 società controllate dell'arcipelago del Gruppo Eni prive di dati ed informazioni, segnatamente:

88961 Mat

T. Il sottoscritto proponente richiama la dichiarazione di voto presentata, unitamente alla Associazione LLB, in occasione della precedente assemblea dei soci Eni s.p.a. dell'11 maggio 2022 tenuta a "porte chiuse" per il precedente esercizio 2021 (cfr. pgg.41-43 del relativo verbale-atto del notaio Paolo Castellini, riportate anche nel sito ariapulita.eu, cfr. Iink https://www.ariapulita.eu/wp-content/uploads/2024/10/Dichiarazione-voto-APB-LLB-in-verbaleassemblea-Eni-11.05.2022.pdf ), dichiarazione dal seguente tenore:

«« Gli azionisti di minoranza Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e Associazione Liberiamo la Basilicata affermano che l'utile economico-finanziario maturato dalla Società Eni nell'esercizio 2021, nella sua enorme ed abnorme entità di 7,6 miliardi di euro (1,6 miliardi di euro nell'esercizio 2020), è rivelatore di un sistema di governance delle risorse pubbliche di primario consumo degli idrocarburi, che è dominato dai principi del più bieco turbocapitalismo mirante esclusivamente alla massimizzazione dei profitti speculativi e dimentico degli interessi generali.

L'entità di tali ricavi rileva l'esistenza di un sistema di gestione Eni che, in presenza di uno Stato incapace di equilibrare ed armonizzare gli interessi delle parti coinvolte nell'impresa di interesse pubblico, ha calpestato ogni principio di equità economica e sociale, aumentando in maniera immotivata e sproporzionata i prezzi delle materie energetiche (gas, gasolio, benzine, ecc.), per di più in un periodo di massima tensione socioeconomica per il perdurare nel 2021 della pandemia covid.

- 1 società a Calgary in Canada

- 1 società a Safat in Kuwait

- 1 società a Saddar Town/Karachi in Pakistan

- 1 società ad Amsterdam in Olanda

- 1 società a San Donato Milanese e 1 a Livorno in Italia;

· la lettera Q della "Premessa" nella seconda proposta di azione di responsabilità depositata il 27 aprile 2021 per l'assemblea soci Eni del 12 maggio 2021;

· la lettera R della "Premessa" nella terza proposta di azione di responsabilità depositata il 26 aprile 2022 per l'assemblea soci Eni dell'11 maggio 2022 e nella quarta proposta depositata il 24 aprile 2023 per l'assemblea soci Eni del 10 maggio 2023.

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Così operando, tale sistema di gestione Eni ha calpestato i principi qualificanti del nostro Stato democratico sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana, per i quali i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia e le situazioni di monopolio, che abbiano carattere di preminente interesse generale, devono essere finalizzati alla utilità/interesse di tutti e non solo di qualcuno (art.43 Costituzione).

Gli azionisti di minoranza Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e Associazione Liberiamo la Basilicata, originari del territorio della regione Basilicata che offre alla nazione il 15% (e anche oltre) del fabbisogno di idrocarburi, ritengono che la Società Eni debba recuperare da subito i valori dell'utilità generale nella determinazione dei prezzi delle risorse energetiche, contrastando il sistema di sciacallaggio prevalso soprattutto negli ultimi anni a danno dei cittadini italiani consumatori.

Di conseguenza gli azionisti di controllo MEF/Ministero dell'Economia e delle Finanze (4,3% capitale) e CDP/Cassa Depositi e Prestiti (25,9% capitale), quali espressioni del Governo Italiano in Eni, se fossero coerenti con i principi affermati nella Costituzione, dovrebbero votare contro l'approvazione del bilancio 2021 in esame ed a favore della proposta di azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e degli alti dirigenti della Società »».

  • U. La dichiarazione di voto sopra trascritta, riferita alle risultanze dell'esercizio 2022, è stata ripresentata dal sottoscritto proponente, unitamente alla Associazione LLB, anche all'assemblea dei soci Eni s.p.a. del 10 maggio 2023 con testo aggiornato e riportato nella nota pec [email protected] , inviata prima dell'inizio dei lavori assembleari al "delegato obbligatorio" Trevisan & Associati.
  • V. L'Associazione LLB e APB Onlus, avendo verificato che è imperterrita dal 2017 l'azione di molteplici idrovore e pompe

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sommerse coperte nella zona principale interessata dal disastro ambientale causato da Eni-Shell in Basilicata, la cui finalità precipua è proprio quella di emungere le enormi quantità di petrolio confluite già dal 2017 in modo diffuso nei territori e nelle falde acquifere della vasta area esterna al Centro Oli della Val D'Agri di Eni-Shell e di lì al fiume Agri, all'invaso del Pertusillo, che fornisce acqua potabile a milioni di abitanti del Sud Italia (regioni di Puglia, Campani e Calabria) e nel vasto sottosuolo regionale, hanno depositato il 23.10.2024 denuncia-querela (DOC. A) innanzi all'ufficio della Procura della Repubblica di Potenza (link, https://www.ariapulita.eu/wpcontent/uploads/2024/10/Denunciapenale-LLB-APB-23.10.2024-contro-vertici-Eni-Shell-con-3A1.pdf ; cfr. anche articolo di Basilicata24 online, https://www.ariapulita.eu/wp-content/uploads/2024/10/Basilicata24-27.10.2024-Fuoriuscita-petrolio-Cova-denuncia-in-Procura.pdf ), attimente all'emungimento di enormi quantità di petrolio dalle falde acquifere effettuato in Val D'Agri da oltre 7 anni (2017-2024) e al danneggiamento della salute degli abitanti del Sud Italia e dei consumatori di alimenti e prodotti agricoli lavorati con acque di falde inquinate dal petrolio.

W. Alla passata assemblea di Eni s.p.a. tenuta il 15 maggio 2024 a "porte chiuse" il sottoscritto proponente, unitamente alla Associazione LLB, presentava proposta di azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e alti dirigenti di Eni s.p.a. sia per la sciagurata vicenda degli inquinamenti in Basilicata, sia per altro "fatto grave" attinente al diniego a trasmettere gli atti di bilancio e contabili delle società controllate/collegate del Gruppo Eni, opposto dai vertici e dirigenti di Eni s.p.a. alla assise di bilancio del 10 maggio 2023 tramite nota pec del 3 maggio 2023 inviata dalla segreteria societaria Eni, a riscontro della richiesta del 1 maggio 2023 presentata da entrambi gli organismi richiedenti (in base alla consolidata prassi di consegna-trasmissione della documentazione di specie nelle precedenti assemblee di bilancio della capogruppo Eni 2019-2020-2021-2022); e poiché tale proposta è stata valutata non ammissibile dalla Società e non è stata pubblicata sul relativo sito internet, per non essere stati

evidenziati, ad avviso dei vertici e dirigenti Eni, «fatti nuovi rispetto a quanto prospettato in altra precedente proposta di azione di responsabilità presentata in occasione dell'Assemblea 2023 e dalla stessa respinta» e per non essere attinente all'esercizio 2023 la deposizione resa il 6 marzo 2024 innanzi al Tribunale di Potenza dall'esperto Bruno Grego incaricato dalla locale Procura della Repubblica (cfr. verbale della assemblea di Eni s.p.a. 15 maggio 2024 a pgg.9/10).

  • X. Sempre in relazione alla passata assemblea del 15 maggio 2024, incaricati della Associazione LLB e APB Onlus, non avendo potuto ricevere la trasmissione della documentazione di bilancio/contabile delle circa 300 società partecipate del Gruppo Eni (a differenza di quanto avvenuto nelle precedenti assemblee di bilancio Eni 2020-2021-2022), sono stati costretti a recarsi per diversi giorni presso la sede sociale di Eni s.p.a. a Roma (in zona Eur) per averne conoscenza; e dalla documentazione raccolta in 4 volumi cartacei di 760 pagine per le società controllate e in altri 2 volumi cartacei di 296 pagine per le società collegate è risultata mancante l'informativa dei soggetti titolari degli organi di tutte le società controllate e collegate del Gruppo Eni e sono risultate prive di dati ed informative contabili almeno 34 società controllate e 42 società collegate dello stesso Gruppo Eni, di cui 9 società mancanti anche dei dati dei soci partecipanti (e quindi tenuti nascosti).
  • Y. Per quanto dedotto alle precedenti lettere W-X l'Associazione LLB e APB Onlus hanno presentato denuncia-querela (DOC. B) con nota 05.05.2024 e successive note 9/10/14/15/16 maggio 2024 tramite pec inviate alle Procure della Repubblica di Roma e Milano (località delle sedi della denunciata-querelata) e di Potenza (località delle sedi dei denunzianti-querelanti) e poi confermata il 30.07.2024 dai rappresentanti di entrambi gli organismi territoriali innanzi all'ufficio di Procura a Potenza (link, https://www.ariapulita.eu/wp-content/uploads/2024/09/Denuncia-penale-LLB-APB-5.5.2024contro-vertici-Eni-con-allegati.pdf ), attinente sia alla omessa pubblicazione del

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02.05.2024 sul sito www.eni.com della proposta di azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori e alti dirigenti Eni, sia al rifiuto di consegna della copia degli atti contabili e dell'esercizio 2023 delle società controllate/collegate del Gruppo Eni, sia alla totale oscurità da "buco nero" sugli amministratori di tutte le centinaia di società controllate/collegate del Gruppo Eni e sui dati contabili 2023 di almeno 76 società dello stesso Gruppo.

CONSIDERATO

  • 1) che per fatti ambientali consumati presso il Centro Olio Val D'Agri e nella regione Basilicata il 10 marzo 2021 sono stati condannati l'Eni s.p.a. e i suoi dirigenti Gheller Ruggero, Trovato Enrico, Angelini Roberta, Allegro Nicola, Lisandrelli Vincenzo e Bagatti Luca da parte del Tribunale Penale di Potenza, come dedotto alle lettere G-H della premessa;
  • 2) che per altri fatti ambientali consumati sempre presso il Centro Olio Val D'Agri e nella regione Basilicata è in corso altro giudizio penale ancora nei confronti dell'Eni s.p.a. e dei suoi alti dirigenti, giunto in fase dibattimentale davanti al Tribunale Penale di Potenza, come dedotto alle lettere I-J-K-L-M-N-O-P-Q-R della premessa, riguardanti soprattutto:
    • la grave compromissione della qualità delle acque superficiali risultate contaminate nei punti di prelievo a monte e a valle della S.S. 598, all'uscita della Fossa del Lupo;
    • la grave compromissione della qualità delle acque sotterranee all'interno e all'esterno del Centro Oli Val D'Agri (COVA);
    • la grave compromissione della matrice suolo e sottosuolo all'interno del COVA fino alla S.S. 598;

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  • 3) che per questi ultimi fatti, attinenti ai mega sversamenti di petrolio accertati a gennaio 2017, in base a quanto dedotto alla lettera J della premessa (dichiarazioni di Gianluca Griffa, Domenico Di Donato, Luciano Lazzari e dipendenti di Eni s.p.a., nonché nota di diffida 14 marzo 2017 prot. n.44585/23AB della Regione Basilicata) vengono smentite le tesi dell'incidente non prevedibile e dell'evento istantaneo o comunque di breve tempo (da associare ai fori del solo serbatoio D del COVA), che i vertici e gli alti dirigenti di Eni s.p.a. hanno sostenuto nelle loro osservazioni (link, https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2020/Osservazioni_Eni_proposta_azione_re sponsabilita_Associazione_Liberiamo_Basilicata_Comitato_Aria_Pulita_Basilicata_Onlus_altri_azionisti.pdf ) alla precedente (prima) proposta di azione sociale di responsabilità presentata all'assemblea di bilancio del 13 maggio 2020 di Eni s.p.a. dal sottoscritto proponente, unitamente alla Associazione LLB;
  • 4) che la persistenza degli ingenti danni causati al territorio e alle popolazioni della Basilicata e del Sud Italia richiamano in causa le responsabilità dei vertici e degli alti dirigenti di Eni s.p.a. sotto diversi profili, inclusi quelli risarcitori e quelli determinati dagli alti oneri per l'emungimento del greggio dal sottosuolo e dalla falda acquifera inquinata e per le altre attività tese a circoscrivere i danni prodotti dal disastro ambientale in Basilicata;
  • 5) che tali danni sono stati originati per non avere applicato tutte le tecnologie esistenti e gli strumenti di analisi già noti e soprattutto per aver dato - i vertici e gli alti dirigenti dell'Eni s.p.a. - priorità assoluta alla produzione rispetto ai temi della sicurezza e della cura dell'ambiente in Basilicata;
  • 6) che il comportamento dei diversi responsabili dell'Eni s.p.a. continua ad arrecare gravi danni ai territori danneggiati, ai loro contesti sociali e allo Stato per il mancato rispetto delle leggi, nonché, per altri aspetti, continua ad arrecare danni alla stessa Società e al suo corpo sociale;

  • 7) che, dopo i precedenti bilanci di esercizio di Eni s.p.a. 2019 (approvato in assemblea 13 maggio 2020), 2020 (approvato in assemblea 12 maggio 2021) 2021 (approvato in assemblea 11 maggio 2022), 2022 (approvato in assemblea 10 maggio 2023), 2023 (approvato in assemblea 15 maggio 2024), anche la bozza del bilancio societario al 31 dicembre 2024 (depositata per l'assemblea del 14 maggio 2025) offre notizie incomplete e parziali sui nefasti accadimenti avvenuti al COVA e nei territori di pertinenza della regione Basilicata 17, che comprovano ulteriormente le responsabilità dei vertici e dell'alta dirigenza dell'Eni s.p.a. (anche rispetto alle diverse informative diramate da Eni s.p.a.) Sull'intera e delicata vicenda ambientale, territoriale e sociale;

  • 8) che i gravi fatti innanzi menzionati continuano a coinvolgere i vertici e l'alta dirigenza della capogruppo Eni s.p.a. sia per diretta responsabilità gestionale, sia per avere determinato nel lungo periodo di pertinenza la nomina dei responsabili del Distretto Meridionale Val D'Agri e degli altri dirigenti coinvolti a vario titolo nel disastro ambientale accertato a gennaio 2017 e negli inquinamenti da estrazioni petrolifere procurati in Val D'Agri e nella regione Basilicata, come sostenuto nelle quattro precedenti proposte di azione di responsabilità presentate dal sottoscritto organismo territoriale e dall'Associazione LLB alle assemblee di bilancio di Eni s.p.a. del 13 maggio 2020, del 12 maggio 2021, dell'11 maggio 2022 e del 10 maggio 2023 tenute a "porte chiuse";
  • 9) che tali responsabilità dei vertici e dell'alta dirigenza di Eni s.p.a. sussistono in presenza del mega utile gestionale societario di

17 Cfr. la relazione finanziaria annuale Eni 2024, nelle note al bilancio consolidato nell'ambito dei «Contenziosi» al paragrafo 1.1 («Procedimenti in materia di salute, sicurezza e ambiente di natura penale») pgg.360-361 («Eni spa - Indagine Val D'Agri» e («Eni spa -Procedimento penale Val D'Agri - Spill serbatoio»).

Nella precedente relazione finanziaria 2023 possono confrontarsi le note al bilancio consolidato sempre in ambito «Contenziosi», paragrafo 1.1 («Procedimenti in materia di salute, sicurezza e ambiente di natura penale») alle pgg.329 e ss.

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6.419.275.358,30 euro al 31 dicembre 2024 (dopo gli utili di 3.272.366.066,40 euro nell'esercizio 2023, di 5.403.018.837,87 euro nell'esercizio 2022 e di 7.674.594.670,59 euro nell'esercizio 2021), in quanto l'ambiente e la sua tutela costituiscono valori primari e incommensurabili anche per la stessa Eni, società a carattere pubblicistico controllata dal MEF/Ministero dell'Economia e delle Finanze (2,084% capitale sociale, come sceso dal 4,797% dopo la vendita di circa il 2,8% nel maggio 2024 per il controvalore di 1,4 miliardi di euro, cfr. link https://www.mef.gov.i/ufficio-stampa/comunicati/2024/1-Ministero-delleconomia-e-delle-Finanze-colloca-il-28-de1-capitale-di-Eni-S.p.A.- per-circa-14-miliardi-di-euro/ ) C dalla Cassa Depositi e Prestiti (29,751% del capitale sociale); e MEF e Cassa Depositi e Prestiti, mentre hanno espresso voto di astensione sulla prima proposta di azione di responsabilità presentata dal sottoscritto proponente, unitamente all'Associazione LLB all'assise Eni del 13 maggio 2020 (respinta con il 44,78% del capitale), essi hanno diversamente espresso voto contrario sulla seconda, terza e quarta proposta di azione di responsabilità presentata dagli stessi organismi all'assise Eni del 12 maggio 2021 (respinta con il 98,93% del capitale), dell'11 maggio 2022 (respinta con il 99,52% del capitale) e del 10 maggio 2023 (respinta con il 99,14% del capitale), nella cui ultima risulta essere riportata a verbale la seguente dichiarazione del MEF: «Il Ministero dell'economia e delle finanze esprime, allo stato, voto contrario alla proposta di deliberazione dell'azione di responsabilità nei confronti degli Amministratori e degli alti dirigenti di Eni S.p.A. succedutisi nel tempo dall'entrata in esercizio del sito estrattivo Centro Oli Val d'Agri in quanto sulle tematiche oggetto della richiesta di azione non è, allo stato attuale, passata in giudicato alcuna sentenza di condanna. Il Ministero dell'economia e delle finanze si riserva comunque di rivalutare la propria posizione in ordine alle possibili azioni a tutela della Società e della propria partecipazione, in relazione all'evoluzione dei giudizi in corso»

(cfr. verbale della assemblea di Eni s.p.a. del 10 maggio 2023 a pg.57; le evidenze in azzurro sono integrazioni aggiunte dai responsabili del MEF rispetto alle loro

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precedenti dichiarazioni di specie riportate nei verbali delle precedenti assemblee di Eni s.p.a. del 12 maggio 2021 a pgg.31-32 e dell'11 maggio 2022 a pgg.43-44, curati dal notaio Paolo Castellini);

10) che, oltre al disastro ambientale causato da Eni-Shell in Basilicata, costituiscono anche fatti gravi, in tema di informativa societaria, l'omessa pubblicazione del 02.05.2024 sul sito www.eni.com della proposta di azione di responsabilità nei confronti di amministratori e alti dirigenti Eni, il rifiuto di consegna della copia degli atti contabili e dell'esercizio 2023 delle società controllate/collegate del Gruppo Eni, la totale oscurità da "buco nero" sugli amministratori di tutte le centinara di società controllate/collegate del Gruppo Eni e sui dati contabili 2023 di almeno 76 società dello stesso Gruppo, come riportato alle lettere W-X della premessa.

Per quanto premesso e considerato, il socio di Eni s.p.a. Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (partecipante alle precedenti assemblee di bilancio dei soci di Eni s.p.a. tenute "a porte chiuse" nel 2020, 2021, 2022, 2023, 2024),

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

propone

azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori e degli alti dirigenti di Eni s.p.a. e in primis dei Presidenti, degli Amministratori Delegati, dei Direttori e Vice Direttori Generali di Eni s.p.a. succedutisi nel tempo dall'entrata in esercizio del Centro Olio Val D'Agri (COVA) nella regione Basilicata del Sud Italia.

A seguito del divieto di partecipare fisicamente all'assemblea di bilancio del 14 maggio 2025 imposto ai soci dai vertici di Eni s.p.a. che, per il 6º anno consecutivo (dopo 2020-2021-2022-2023-2024), hanno nuovamente optato per tenere l'assemblea dei soci a "porte chiuse" (in

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virtù della facoltà loro concessa dall'art.106 comma 4 del d.l. n.18/2020, all'epoca varato per l'emergenza covid-19) 18 , per cui gli stessi vertici di Eni s.p.a. hanno stabilito che l'intervento e il voto in assemblea dei soci deve avvenire esclusivamente tramite Trevisan & Associati (rappresentante designato dai vertici di Eni s.p.a.), al quale il proponente è "obbligato" a dare delegasubdelega per esercitare il suo diritto di intervento e di voto in assemblea 19, il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus

chiede

che questa proposta di azione sociale di responsabilità venga confermata, letta e depositata per la sua votazione dal responsabile di Trevisan & Associati, nella veste di delegato "obbligatorio" (allo stato anche del Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus), al 1º punto all'ordine del giorno (bilancio 2024) dell'assemblea dei soci di Eni s.p.a. convocata

18 La facoltà opzionale ex art. 106 comma 4 del d.1. n. 18/17.03.2020 (convertito dalla legge n.27/24.04.2020), concessa «in deroga» alle disposizioni vigenti, era stata più volte prorogata per il perdurare della emergenza pandemico-sanitaria fino al 31.07.2022.

Detta facoltà opzionale è stata comunque reintrodotta anche dopo la cessazione dell'emergenza in base alla legge n. 14/24.02.2023 fino al 31.07.2023 (con modifiche apportate in sede di conversione all'art.3 del d.l. n.198/29.12.2022 con l'emendamento n.3.300 Atto Senato DDL n.452, link https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=19&id=1368771&idoggetto=1370048 proposto da Massimo Garavaglia, cfr. anche video della webtv del Senato a 51 minuti e 30 secondi dall'inizio lavori, link https://webry.senato.it/video.html?seduta=38&leg=19&id=00022963 ) e successivamente sia dalla legge n.18/23.02.2024 fino al 30.04.2024 (con modifiche apportate in sede di conversione al d.l. n.215/30.12.2023), sia dalla legge n.21/05.03.2024 fino al 31.12.2024 (legge approvativa del d.d.1. governati vo presentato il 21.04.2023 al Senato dal Ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti, in particolare vd. art.11, link https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Dditer/56988.htm ); e le forze politicoparlamentari italiane hanno voluto prorogarlo anche di recente, varando il D.L. n.202/27.12.2024 convertito con modificazioni dalla legge n. 15/21.02.2025.

19 Nonostante è il 6º anno consecutivo (dal 2020 al 2025) che i vertici di Eni s.p.a. esercitano l'opzione di vietare ai soci l'accesso fisico ai locali dell'assemblea, essi continuano pure a non mandare in onda sul sito www.eni.com la diretta pubblica audio-video dei lavori assembleari; e tale carenza costituisce grave vulnus alla piena e trasparente informativa societaria, attuata tramite le avanzate tecniche di comunicazione peraltro da molto tempo usate da primarie società dell'eurozona, tra cui Société Générale s.a. ( http://akah.event.novialys.com/Datas/societe_generale/1206349_5ccff3f981a98/index.php ) e e Crédit Agricole s.a.

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"a porte chiuse" il 14 maggio 2025 a Roma e venga allegata al verbale assembleare, unitamente ai seguenti documenti (compositi) A e B che costituiscono parte essenziale ed integrante della stessa proposta:

  • A) Denuncia-querela presentata il 23.10.2024 innanzi all'ufficio della Procura della Repubblica di Potenza dall'Associazione Liberiamo la Basilicata e dal Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (link, https://www.ariapulita.eu/wp-content/uploads/2024/10/Denunciapenale-LLB-APB-23.10.2024-contro-vertici-Eni-Shell-con-3All.pdf ; cfr. anche articolo di Basilicata24 online, https://www.ariapulita.eu/wpcontent/uploads/2024/10/Basilicata24-27.10.2024-Fuoriuscita-petrolio-Cova-denuncia-in-Procura.pdf )。 corredata da tre allegati (1. D.M. 18.05.2022 proroga a Eni e Shell concessione Val D'Agri, 2. Foto di idrovore e pompe sommerse per eliminare petrolio da falde acquifere, 3. Foto invaso del Pertusillo avente capacità di 155 milioni m3 di acqua per uso potabile) ed attinente:
    • all'emungimento di enormi quantità di petrolio dalle falde acquifere effettuato in Val D'Agri da oltre 7 anni (2017-2024) da parte dei responsabili di Eni e Shell con idrovore e pompe sommerse operanti a tutta forza (h 24);
    • al danneggiamento della salute degli abitanti del Sud Italia e dei consumatori di alimenti e prodotti agricoli lavorati con acque di falde inquinate dal petrolio.
  • B) Denuncia-querela presentata dall'Associazione Liberiamo la Basilicata e dal Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus con nota 05.05.2024 e successive note 9/10/14/15/16 maggio tramite pec inviate alle Procure della Repubblica di Roma e Milano (località delle sedi della denunciata-querelata) e di Potenza (località delle sede dei denunzianti-querelanti) e poi confermata il 30.07.2024 dai rappresentanti di entrambi gli organismi territoriali innanzi all'ufficio di Procura a Potenza (link, https://www.ariapulita.eu/wp-content/uploads/2024/09/Denuncia-penale-LLB-APB-5.5.2024-contro-vertici-Eni-conallegati.pdf ), attinente:
    • alla omessa pubblicazione il 02.05.2024 sul sito www.eni.com della "Proposta di azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori e alti dirigenti Eni" depositata dalla Associazione LLB e APB Onlus per l'assemblea dei soci Eni tenuta il 15.05.2024 (per il 5º anno consecutivo "a porte chiuse"), che è allegata alla 1ª nota pec del 05.05.2024 inviata alla Consob e alle Procure di Roma e Milano e Potenza e che contiene:
        1. la nota pec [email protected] inviata al responsabile di Trevisan & Associati, quale delegato "obbligatorio", prima

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dell'inizio dei lavori dell'assemblea dei soci Eni s.p.a. del 10 maggio 2023, contenente la dichiarazione di voto dei sottoscritti proponenti;

    1. la nota pec del 3 maggio 2023 inviata dai vertici di Eni s.p.a. tramite la segreteria societaria ([email protected] com) a riscontro della richiesta del 1 maggio 2023 degli organismi APB Onlus e Associazione LLB richiedenti il rilascio degli atti di bilancio e contabili delle società controllate/collegate del Gruppo Eni;
    1. il verbale fonoregistrato (con aggiunta di evidenze) dell'udienza pubblica dibattimentale 6 marzo 2024 relativa al giudizio r.g.t. n.1164/2019 innanzi al Tribunale Penale di Potenza, nella quale è stato ascoltato Bruno Grego, l'esperto incaricato nel periodo marzo-ottobre 2017 dalla Procura della Repubblica di Potenza sui fatti attinenti al disastro ambientale in Val D'Agri e redattore di perizia tecnica (cfr. articolo di Basilicata24 online, link https://www.ariapulita.eu/wp-content/uploads/2024/10/Basilicata24-6.3 2024-Nuova-udienza-processopenaleDA-di-Eni pdf ), il quale ha risposto alle domande formulate innanzi al Tribunale di Potenza con Presidente Rosario Baglioni e Giudici a latere Marianna Zampoli e Carmen Bonamico (nella variata composizione collegiale rispetto alla precedente udienza dell'11 novembre 2023);
  • al rifiuto di consegna della copia degli "Atti contabili e dell' esercizio 2023 delle società controllate/collegate del Gruppo Eni" opposto dai vertici e dirigenti Eni alle Associazioni LLB e APB ante approvazione del bilancio nell'assemblea del 15 maggio 2024;
  • alla totale oscurità da "buco nero" sia sugli amministratori di tutte le centinaia di società controllate/collegate del Gruppo Eni sia sui dati contabili 2023 di almeno 76 società dello stesso Gruppo.

Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus

DOCUMENTO A

DENUNCIA-QUERELA

DEPOSITATA IL 23.10.2024 INNANZI ALL'UFFICIO DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI POTENZA DA PARTE DELLE ASSOCIAZIONI LIBERIAMO LA BASILICATA E COMITATO ARIA PULITA BASILICATA ONLUS

ATTINENTE

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  • all'emungimento di enormi quantità di petrolio dalle falde acquifere effettuato in Val D'Agri da oltre 7 anni (2017-2024) da parte dei responsabili di Eni e Shell con idrovore e pompe sommerse operanti a tutta forza (h 24)
  • al danneggiamento della salute degli abitanti del Sud Italia e dei consumatori di alimenti e prodotti agricoli lavorati con acque di falde inquinate dal petrolio

COMPOSTA

da 4 pagine e 3 documenti allegati

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A FRANCESCO CURCIO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI POTENZA

Denuncia-querela

Gli scriventi organismi ambientalistici, Associazione Liberiamo la Basilicata (c.f. 96077030763, di seguito anche "LLB") in persona del Presidente Giuseppe Di Bello e Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (c.f. 96069550760, di seguito anche "APB") in persona del componente del Consiglio Direttivo debitamente autorizzato Tommaso Lotumolo, espongono alla S.V. quanto di seguito riportato.

Entrambi gli organismi, nel cui interesse i sottoscritti del presente atto agiscono, si sono costituiti parte civile nei procedimenti penali a carico di alti responsabili di Eni spa ed altri soggetti, distinti dai nn. 1164/' 19 e 426/'22 r.g.t. Tribunale di Potenza (trattasi di due giudizi riuniti per connessione oggettiva), la cui prossima udienza si terrà il 28.10.2024.

Ad oggi è stata già svolta attività istruttoria, sebbene non ancora conclusa, la quale ha comportato, tra l'altro, l'ascolto dei consulenti tecnici di fiducia del Pubblico Ministero e militi di Polizia Giudiziaria incaricati alle indagini preliminari.

Senza volere minimamente anticipare quello che potrà essere il prevedibile esito del giudi zio penale, va da subito evidenziato che l'attività istruttoria finora svolta ha confermato l'ipotesi di inquinamento nella ampia zona della Val D'Agri prospiciente al Centro Oli della Val D'Agri (C.O.V.A. di Viggiano) e nelle falde e ramificazioni acquifere collegate al vicino fiume Agri, nonché all'invaso del Pertusillo distante solo 2 Km circa dall'acclarato locus delicti e avente capacità di 155 milioni circa di metri cubi di acqua potabile a servizio di milioni di abitanti delle regioni Puglia. Campania e Calabria confinanti con la Basilicata.

Inquinamento delle falde acquifere causato dalle società proprietarie della concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi estesa km² 660,15 nella provincia di Potenza della regione Basilicata, denominata concessione "Val D'Agri" - (prorogata per 10 anni con D.M. 18.05.2022 Ministero Transizione Ecologica, All.1), e segnatamente:

  • Eni spa (c.f. 00484960588) con sede legale in piazzale Enrico Mattei n.1 a Roma (cap 00144) e con direzione generale ed uffici in via Emilia n.1 a San Donato Milanese (cap 20097), quale titolare del 66% della concessione;
  • Shell Italia E&P spa (c.f. 05160421003) con sede legale in piazza dell'Indipendenza n.11/B a Roma (c.a.p. 00185), titolare del 34% della stessa concessione.

1 Trattasi della concessione di cui al D.M. 28.12.2005, successivamente prorogata dal 26.10.2019 al 26.10.2029 con D.M. 18.05.2022 pubblicato il 31.05.2022 sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse del Ministero della Transizione Ecologica, alle pagine 12-16, link https://unmig.mase.gov.it/wp-content/uploads/2019/01/66-5.pdf .

Tuttavia le testimonianze e gli apporti tecnici, finora raccolti nell'istruttoria dibattimentale del giudizio rgt 1164/19, hanno circoscritto al 2017 la portata di quanto accertato, coincidente con il tumpus commissi delicti come contestato nell'editto accusatorio.

Ciò nondimeno, per quanto hanno potuto constatare de visu gli scriventi organismi fino ad oggi, nonché da quanto è emerso dalla stessa attività istruttoria svolta nel giudizio penale, sia pure incidentalmente, lo sversamento abnorme e copioso del surnatante causato dalle dette società concessionarie si perpetua ormai da lungo tempo in maniera indisturbata e senza alcuna soluzione di continuità.

Infatti nella zona è imperterrita dal 2017 l'azione di molteplici idrovore e pompe sommerse coperte (alcune delle quali fotografe, All.2), la cui finalità precipua è proprio quella di emungere le enormi quantità di petrolio confluite già dal 2017 in modo diffuso nei territori e nelle falde acquifere della vasta area esterna al Centro Oli della Val D'Agri di Eni-Shell e di lì al fiume Agri, all'invaso del Pertusillo, che (come già detto) fornisce acqua potabile a milioni di abitanti del Sud Italia, e nel vasto sottosuolo regionale.

La presenza delle molteplici idrovore e pompe sommerse coperte costituisce la prova più evidente e plastica che i responsabili di Eni spa e Shell Italia E&P spa, nonostante i loro interventi effettuati sui difettosi serbatoi di stoccaggio del greggio, non sono stati affatto in grado di accertare la causa emorragica del surnatante che, all'evidenza, non avrebbe potuto avere origine solo dalle fuoriuscite del greggio dai detti serbatoi.

Del resto le perdite di questi ultimi, ad avviso dei responsabili di Eni spa, sarebbero state di portata modesta, per cui giammai si sarebbe potuto ritenere che la genesi dell'inquinamento potesse essere riconducibile alla presenza di piccoli fori presenti nella base dei predetti serbatoi.

Per le ragioni sopra esposte, quindi, si impone di chiedere alla S.V. di accertare la veridicità di quanto or ora denunciato, evidenziando da subito che gli inconvenienti nei serbatoi di stoccaggio del greggio, come ipotizzati dai responsabili di Eni spa, potessero giustificare solo in minima parte gli ingenti quantitativi di petrolio che hanno inquinato le falde e diramazioni acquifere della Basilicata, a partire da quelle collegate al fiume Agri e all'invaso del Pertusillo e al vasto sottosuolo.

Dando per acquisito che l'Eni spa e la Shell Italia E&P spa si sarebbero attivate per bonificare i serbatoi, il fatto che le falde acquifere e il vasto sottosuolo in questione siano zuppi di petrolio è circostanza necessaria e sufficiente per inferire che la causa dell'inquinamento dovesse e debba essere ricercata aliunde.

Ragionare in termini contrari significherebbe non dare una spiegazione plausibile sul fatto che le idrovore e le pompe sommerse continuano a lavorare a tutta forza (h 24) per emungere petrolio da oltre 7 anni (dal 2017 tumpus commissi delicti ad oggi), nonostante gli interventi di riparazione e ripristino dei serbatoi di stoccaggio lesionati.

Non può essere sottaciuto il probabile perdurante danneggiamento della salute sia degli abitanti del Sud Italia fruitori delle acque potabili provenienti dalle falde acquifere inquinate e collegate all'importante invaso del Pertusillo (All.3) e ad altre ramificazioni del vasto sottosuolo, sia dei consumatori fruitori di alimenti e prodotti agricoli lavorati con le acque provenienti dalle dette falde inquinate.

La presente denuncia, in verità, trova ulteriore motivazione nel fatto che, ove davvero il tutto dovesse essere circoscritto temporalmente all'anno 2017, si andrebbe incontro ad una più che probabile prescrizione dei reati contestati.

In tal caso si avrebbe la doppia beffa:

  • a) per un verso i responsabili dell'inquinamento rimarrebbero impuniti;
  • b) per un altro verso la comunità della Basilicata (e non solo) continuerebbe ad essere indifesa e destinata a vedere marcatamente ridotte, se non proprio azzerate, le possibilità di sviluppo e crescita, per l'incapacità di accertare le cause dell'inquinamento tuttora ampiamente presente e diffuso.

Senza tralasciare che grazie soprattutto al giacimento di idrocarburi in Basilicata (il più grande d'Europa in terraferma) l'Eni spa, partecipata dallo Stato tramite il Ministero dell'Econo mia e Finanze titolare del 2% circa del capitale sociale 2 , sta realizzando da anni enormi utili gestionali, con picco massimo di 7,6 miliardi di euro nel 2021 (peraltro in piena pandemia covid) su cui gli organismi LLB e APB (titolari di 1 azione Eni ciascuno) si sono pronunciati nell'assemblea dei soci Eni tenuta a Roma l'11.05.2022 a "porte chiuse" (cfr. pgg.41-43 verbale d'assemblea al link https://www.eni.com/documents/ta/governance/assembiea2022/verbale/Verbale/Verbale-Assembleaordinaria-e-straordinaria-11-maggio-2022-versione-navigabile.pdf ) .

2 Il Ministero dell'Economia e Finanze - Mef deteneva la quota del 4,8% del capitale sociale di Eni spa, che il 16.05.2024 (giorno successivo all'assemblea soci Eni tenuta a Roma il 15.05.2024 a "porte chiuse") ha ridotto al 2% circa, per avere effettuato la "vendita riservata" ad investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri del restante 2,8% di azioni (che deteneva) al prezzo di € 14,855/az, per il controvalore complessivo di circa 1,4 miliardi di euro (cfr. comunicato stampa Mef, link hups://www.nef.gov.it/fficio-stampolcomunicati/2024/1-MinisterodellEconomia-e-delle-Finanze-colloca-il-28-del-capitale-di-Eni-S.p.A.-per-circa-14-miliardi-di-euro/ ).

3 Si trascrive di seguito breve stralcio della dichiarazione di LLB e APB riportata alle pgg.41-43 del verbale dell'assemblea dei soci Eni tenuta l'11.05.2022 a "porte chiuse" a Roma:

«« Gli azionisti di minoranza Comita Basilicata Onlus e Associazione Liberiamo la Basilicata affermano che l'utile economico-finanziario maturato dalla Società Eni nell'esercizio 2021, nella sua enorme ed abnorme entità di 7,6 miliardi di euro (1,6 miliardi di euro nell'esercizio 2020), è rivelatore di un sistema di governance delle risorse pubbliche di primario consumo degli idrocarburi, che è dominato dai principi del più bieco turbocapitalismo mirante esclusivamente alla massimizzazione dei profitti speculativi e dimentico degli interessi generali.

L'entità di tali ricavi (inclusi 7.674.594.670 euro nel 2021) rileva l'esistenza di un sistema di gestione Eni che, in presenza di uno Stato incapace di eguilibrare ed armonizzare gli interessi delle parti coinvolte nell'impresa di interesse pubblico, ha calpestato ogni principio di equità economica e sociale, aumentando in maniera immotivata e sproporzionata i prezzi delle materie energetiche (gas, gasolio, benzine, ecc.) ... Così operando, tale sistema di gestione Eni ha calpestato i principi qualificanti del nostro Stato democratico sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana, per i quali i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia e le situazioni di monopolio, che abbiano carattere di preminente interesse generale, devono essere finalizzati alla utilità/interesse di tutti e non solo di qualcuno (art.43 Costituzione) ... ».

In base a tutto quanto rappresentato e dedotto, l'Associazione Liberiamo la Basilicata e il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus, come innanzi rappresentati,

chiedono

alla S.V. di verificare se i fatti innanzi narrati configurino il compimento di reati, anche sotto il profilo della mancata o carente vigilanza istituzionale, e, quali organismi ambientalistici denuncianti-querelanti, chiedono di punire i soggetti ritenuti colpevoli dall'Autorità giudiziaria (anche in base a diversi livelli di corresponsabilità), nonché di essere informati dei relativi esiti del presente atto al loro domicilio eletto presso il loro difensore avv. Pietro Pesacane in via Galliano (palazzo Trapanese) a Rionero in Vulture (cap 85028), anche nel caso di richiesta di proroga del termine per le indagini preliminari o di richiesta di archiviazione.

Potenza, 23.10.2024

Associazione Liberiamo la Basilicata

Giuseppe Di Bello An

Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (Tommaso Coumolo n.gr)

Denuncia-querela 23.10.2024 per fatti attinenti all'inquinamento di petrolio nelle falde acquifere della Val D'Agri e al danneggiamento della salute degli abitanti del Sud Italia e dei consumatori di alimenti e prodotti agricoli.

Da ariapulitabasilicata ariapulitabasilicata@pec.it

[email protected] < [email protected]>, A francesco.curcio francesco.curcio@giustizia.it

Data giovedì 24 ottobre 2024 - 22:05

Francesco Curcio

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza

Sede

Gli scriventi organismi ambientalistici, Associazione Liberiamo la Basilicata (di seguito anche "LLB") e Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (di seguito anche "APB"), hanno presentato ieri alla S.V. la denuncia-querela di 4 pagine e 3 documenti allegati per fatti attinenti:

  • all'emungimento di enormi quantità di petrolio dalle falde acquifere che i responsabili di Eni spa e Shell Italia E&P spa stanno effettuando da oltre 7 anni (2017-2024) con molteplici idrovore e pompe sommerse coperte, operanti a tutta forza (h 24) nella vasta area esterna al Centro Oli Val D'Agri (COVA);
  • al danneggiamento della salute sia degli abitanti del Sud Italia fruitori delle acque potabili provenienti dalle falde acquifere inquinate e collegate all'importante invaso del Pertusillo (avente capacità di 155 milioni circa di metri cubi di acqua potabile a servizio di milioni di abitanti delle regioni Puglia, Campania e Calabria), sia dei consumatori fruitori di alimenti e prodotti agricoli lavorati con le acque provenienti dalle dette falde inquinate.

In merito LLB e APB hanno chiesto alla S.V. di verificare se i fatti rappresentati configurino il compimento di reati da parte dei vertici e responsabili di Eni spa e di Shell Italia E&P spa e di chiunque altro dovesse essere ritenuto ex officio penalmente responsabile, anche sotto il profilo della mancata o carente vigilanza istituzionale, con punizione dei colpevoli (in base ai diversi livelli di corresponsabilità); e, in qualità di parti offese, hanno chiesto di essere informati al domicilio eletto presso il loro difensore avv. Pietro Pesacane in via Galliano (palazzo Trapanese) a Rionero in Vulture (cap 85028), anche nel caso di richiesta di proroga del termine per le indagini preliminari o di richiesta di archiviazione.

Gli scriventi trasmettono in allegato la citata denuncia-querela (con aggiunta di copertina iniziale), sulla quale ieri a Potenza è stata apposta annotazione di ricezione dall'ufficio giudiziario.

Con riserva di presentare ulteriori deduzioni ed integrazioni e con osservanza.

Giuseppe Di Bello (Associazione Liberiamo la Basilicata) Tommaso Lotumolo (Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus)

ATTI denuncia penale 23.10.2024 di LLB-APB per inquinamento di petrolio nelle falde acquifere della Val D'Agri.pdf

Denuncia-querela depositata in cartaceo il 23.10.2024 a Potenza dai rappresentanti di LLB e APB presso il locale ufficio giudiziario della Procura della Repubblica

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D.M. 18.05.2022 proroga a Eni e Shell concessione Val D'Agri

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MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA DIPARTIMENTO PER L'ENERGIA E IL CLIMA (DiE) DIREZIONE GENERALE INFRASTRUTTURE E SICUREZZA (IS)

Anno LXVI - N. 5

31 Maggio 2022

BOLLETTINO UFFICIALE DEGLI IDROCARBURI E DELLE GEORISORSE

ROMA -UFFICIO NAZIONALE MINERARIO PER GLI IDROCARBURI E LE GEORISORSE

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Direttore responsabile: NICOLA SANTOCCHI Redazione: ANTONELLA DI MEO - MILETO RIGIDO - SERENA ZUPPARDI - GIANLUIGI SANETTI

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SOMMARIO

ATTIVITÀ DI RICERCA E COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI IN TERRA

ISTANZE DI PERMESSO DI RICERCA

DETERMINE DI RIGETTO

Chiusura del procedimento e rigetto dell'istanza di ricerca «FONTANA VILLANELLA»
presentata dalla Società ALEANNA ITALIA S.r.l.
Chiusura del procedimento e rigetto dell'istanza di permesso di ricerca «FORAPANE» presentata
dalla Società DELTA ENERGY LTD
Chiusura del procedimento e rigetto dell'istanza di ricerca «MASSERIA LA ROCCA»
presentata dalla Societa ROCKHOPPER CIVITA LTD.
Chiusura del procedimento e rigetto dell'istanza di permesso di ricerca «SCIASCITIELLO»
presentata dalla Società ALEANNA ITALIA S.r.l.
Chiusura del procedimento e rigetto dell'istanza di ricerca «SIGNORELLA» presentata
dalla Società MGO S.r.l
Chiusura del procedimento e rigetto dell'istanza di ricerca «TORRE DEL FERRO»
presentata dalla Società APENNINE ENERGY S.p.A.
Chiusura del procedimento e rigetto dell'istanza di ricerca «ZANZA» presentata dalla
Società ALEANNA RESOURCES LLC.

PERMESSI DI RICERCA

ISTANZE RELATIVE ALLA VIGENZA

Istanza di proroga dei permesso di ricerca «PONTE DEL DIAVOLO» presentata dalla Società
ALEANNA RESOURCES LLC

CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE

ISTANZE RELATIVE ALLA VIGENZA

Ritiro della istanze di proroga della concessione di coltivazione «CANDELA» presentate dalla
Società ENI S.p.A. (r.u.).
Istanza di proroga quinquennale della concessione di coltivazione «PIGAZZANO» presentata dalla
Società GAS PLUS ITALIANA S.r.l

DECRETI RELATIVI ALLA TITOLARITÀ

Cambio intestazione delle quote dei titolarità dei titoli minerari e istanze della società ROCKHOPPER ITALIA S.p.A. alla società ROCKHOPPER CIVITA Ltd. .................................................................................................................

DECRETI RELATIVI ALLA VIGENZA

Proroga decennale della concessione di coltivazione «VAL D'AGRI» della Società ENI S.p.A. (r.u.). .... 12

ATTIVITÀ DI RICERCA E COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI IN MARE

ISTANZE DI PERMESSO DI RICERCA

DETERMINE DI RIGETTO

Chiusura dei procedimento e rigetto dell'istanza di permesso di ricerca «d. 79.FR-EN» presentata
dalla Società ALEANNA ITALIA S.r.l.
Chiusura del procedimento e rigetto dell'istanza di permesso di ricerca «d.84.FR-EL» presentata
dalla Società ENERGEAN ITALY S.p.A

CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE

DECRETI RELATIVI ALLA TITOLARITÀ

Cambio intestazione delle quote dei titolarità della concessione di coltivazione «G.C 1.AG» dalla società ENI S.p.A. alla società ENI MEDITERRANEA IDROCARBURI S.p.A. ..........................................................................................................

ELENCHI

ELENCO DELLE PIATTAFORME E INFRASTRUTTURE DA DISMETTERE MINERARIAMENTE
TITOLI CANCELLATI DALL'ELENCO DEI TITOLI MINERARI VIGENTI
ELENCO DELLE ISTANZE PER IL CONFERIMENTO DI NUOVI TITOLI MINERARI
ELENCO DEI TITOLI MINERARI VIGENTI

OMISSIS

BUIG - Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse - Anno LXVI N. 5 - 31 Maggio 2022

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Art. 4 (Ricorsi)

  1. Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale Lazio, sede di Roma, secondo le modalità di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, ovvero ricorso Straordinario al Capo dello Stato, ai sensi del Presidente della Repubblica 25 novembre 1971, n. 1199, rispettivamente entro 60 e 120 giorni dalla data della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse del presente provvedimento.

Roma 2 maggio 2022

Il Direttore generale vicario: SERRA

DECRETI RELATIVI ALLA VIGENZA

NUMERO DI PUBBLICAZIONE: 81

DECRETO MINISTERIALE 18 maggio 2022

Proroga decennale della concessione di coltivazione «VAL D'AGRI» della Società ENI S.p.A. (r.u.).

DIREZIONE GENERALE INFRASTRUTTURE E SICUREZZA

VISTA la legge 11 gennaio 1957, n. 6, e successive modificazioni, recante "Ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi";

VISTA la legge 21 luglio 1967, n. 613, e successive modificazioni, recante "Ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale e modificazioni alla legge 11 gennaio 1957, n. 6, sulla ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi";

VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199, e successive modificazioni, recante "Semplificazione dei procedimenti in materia di ricorsi amministrativi";

VISTA la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi", e successive modificazioni;

VISTA la legge 9 gennaio 1991, n. 9, e successive modificazioni, recante "Norme per l'attuazione del nuovo Piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali";

VISTO il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 484, recante "Disciplina dei procedimenti di conferimento dei permessi di prospezione di concessione di coltivazione di idrocarburi in terraferma e in mare";

VISTO il decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 624, recante "Attuazione della direttiva 92/91/CEE relativa alla sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive per trivellazione e della direttiva 92/104/CEE relativa alla sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee";

VISTO il decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625 e successive modificazioni, recante "Attuazione della direttiva 94/22/CEE, relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi";

VISTO l'Accordo procedimentale (rep. n. 1247), sancito dalla Conferenza Stato-Regioni in data 24 aprile 2001 per l'acquisizione dell'intesa prevista dall'art. 29, comma 2, letterab) del D.Lgs. n. 112 del 1998;

VISTA la legge 20 agosto 2004, n. 239, e successive modificazioni, recante "Riordino del settore energetico, nonché delega al governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia";

VISTO il decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, e successive modificazioni, recante "Norme in materia ambientale";

VISTO il decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014. n. 164, e successive modificazioni, recante "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la sempificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive";

VISTO il documento "Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell'ambito delle attività antropiche" pubblicato dal Ministero dello sviluppo economico in data 24 novembre 2014;

VISTA la legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" (legge di stabilità 2016);

VISTO il decreto del Ministero dello sviluppo economico 7 dicembre 2016 e successive modificazioni recante "Disciplinare tipo per il rilascio e l'esercizio dei titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale";

VISTA la legge 11 febbraio 2019, n. 12, di conversione del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante "Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per la pubblica amministrazione";

VISTO il decreto-legge 1º marzo 2021, n. 22, recante "Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri", convertito, con modificazioni, dalla legge 22 aprile 2021, n. 55;

VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 luglio 2021, n. 128, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 228 del 23 settembre 2021, recante "Regolamento di Ministero della transizione ecologica";

VISTO il decreto ministeriale 28 dicembre 2005 con il quale le concessioni di coltivazione "GRUMENTO NOVA" e "VOLTURINO" sono state unificate nella concessione di coltivazione "VAL D'AGRI" con scadenza al 26 ottobre 2019 intestata alle Società ENI S.p.A. e SHELL ITALIAE&P S.p.A., con quote rispettivamente del 66% e 34%, rappresentate dalla prima, in territorio della Regione Basilicata in provincia di Potenza per l'estensione di km² 660,15;

VISTO il decreto ministeriale 23 gennaio 2012 con il quale è stato aggiornato ed approvato il programma dei lavori nell'ambito della concessione da realizzare entro il 31 dicembre 2016;

VISTI i decreti ministeriali 18 febbraio 2008, 23 gennaio 2012, 16 maggio 2018 e 7 giugno 2018 con i quali la titolarità della concessione è stata intestata, in ultimo, alle Società ENI S.p.A. e SHELL ITALIA E&P S.p.A., con quote rispettivamente del 61% e 39%, rappresentate dalla prima;

VISTO il provvedimento n. 6233 del 13 marzo 2017 con il quale è stata approvata la rimodulazione delle tempistiche di realizzazione dei lavori approvato con D.M. 23 gennaio 2012, con differimento dei termini di realizzazione dei lavori di ricerca e sviluppo al 26 ottobre 2019;

VISTO il D.M. 28 maggio 2021 con il quale è stata accettata la rinuncia parziale e la riduzione dell'area della concessione "VAL D'AGRI" da km²660,15 a km² 525,90;

VISTA l'istanza in data 24 ottobre 2017, con la quale la Società ENI S.p.A. ha chiesto la proroga decennale della concessione "VAL D'AGRI" dal 26 ottobre 2019 al 26 ottobre 2029;

VISTA l'istanza in data 2 maggio 2019 con la quale la Società ENI S.p.A. ha chiesto l'aggiornamento del programma dei lavori della istanza di proroga decennale della concessione "VAL D'AGRI" confermando che il programma lavori previsto per il prosieguo della vigenza consiste esclusivamente nella rimodulazione delle attività già previste nel programma lavori autorizzato con D.M. 23 gennaio 2012 e successivo provvedimento n. 6233 del 13 marzo 2017, con il contestuale annullamento dei progetti di conversione dei pozzi "Monte Alpi Est 1" da produttori ad iniettori e con conseguente esclusione della perforazione dei pozzi "Alli 5" e "Volturino 2";

VISTO il parere favorevole, con prescrizioni, espresso dalla Commissione CIRM sez. a) nella seduta del 21 aprile 2021;

VISTA la nota prot. n. 13594 del 3 maggio 2021, acquisita agli atti con prot. n. 13600 di pari data, con la quale la ex-Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari ha espresso parere favorevole, con prescrizioni, all'accoglimento della istanza di proroga decennale come modificata dall'aggiornamento presentato in data 02 maggio 2019;

VISTA la nota prot. n. 14677 dell'11 maggio 2021, rettificata con nota prot. 14791 del 12 maggio 2021, con la quale la Direzione Generale per l'Approvvigionamento, l'Efficienza e la Competitività Energetica ha chiesto alla Regione Basilicata l'intesa alla proroga della concessione "VAL D'AGRI", ai sensi dell'Accordo Stato-Regioni del 24 aprile 2001;

VISTO il Decreto del Presidente della Giunta della Regione Basilicata n. 10AE/202100216 del 25 ottobre 2021, facente parte integrante del presente decreto, con il quale è stata espressa, ai sensi dell'art. 3, comma 1, lettera b) dell'Accordo Stato-Regioni del 24 aprile 2001, l'intesa alla proroga decennale della concessione "VAL D'AGRI";

VISTO il Decreto del Ministro della transizione ecologica n. 548 in data 28 dicembre 2021, registrato presso la Corte dei Conti in data 29 gennaio 2022, con il quale è stato aprovato il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PITESAI), ai sensi dell'articolo 11 ter del D.L. 135/2018, convertito con modificazioni dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12 (con avviso di avvenuta pubblicazione del Piano riportata nella Gazzetta Ufficiale dell'11 febbraio 2022);

CONSIDERATO che la concessione "VAL D'AGRI", in fase di proroga, ricade nella CASISTICA 2.B.II.3 indicata nel Piano, attesa la presenza, come da rilevazione effettuata dai competenti uffici tecnici di questa Direzione, di infrastrutture minerarie specifiche, in essere o già approvate, ricadenti in area non idonea;

CONSIDERATO che per la suddetta casistica il suddetto Piano prevede che "nel caso di concessioni in terraferma, se le stesse infrastrutture sopra indicate si trovano tutte, o alcune di "aree non idonee nella situazione ante operam", e sono riferite a concessioni in stato di improduttività da meno di 5 anni precedenti dall'adozione del Piano, (soglia temporale di improduttività) che a seguito di una Analisi per la valutazione dei Costi e dei Benefici (CBA), secondo il modello di cui all'Appendice A in allegato, ottengano un risultato per cui i Costi della mancata proroga sono superiori ai Benefici, (saranno dichiarate compatibili secondo l'art. 11-ter, comma 8, della

L. 12/19), restando in vigore e continuando a poter essere prorogate fino a quando l'analisi Costi/Benefici ne giustificherà la prosecuzione, previo rispetto della normativa vigente applicabile, con ripermetrazione d'ufficio di tutte le altre aree non necessarie per le specifiche finalità di coltivazione residue in essere nelle concessioni";

VISTA la nota prot. 14242 del 10 maggio, con la quale la Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza ha trasmesso la scheda di verifica della concessione "VAL D'AGRI" in base a quanto disposto dal "PiTESAI" contenente le risultanze delle verifiche effettuate con particolare riferimento a: 1) Analisi per la valutazione dei Costi e dei Benefici (CBA), 2) verifica della "riperimetrazione" d'ufficio di tutte le altre aree non necessarie per le specifiche finalità di coltivazione residue in essere nella concessione;

CONSIDERATO che le risultanze delle suddette verifiche prevedono sostanzialmente che:

  • l'applicazione della CBA secondo il modello di cui all'Appendice A del PiTESAI restituiscono un valore tale da comportare il mantenimento della concessione, in quanto i costi della mancata proroga sono superiori ai benefici;

  • risulta non procedibile la riperimetrazione secondo normativa della concessione in quanto non sussistono attualmente nella stessa aree non necessarie per le specifiche finalità di coltivazione residue in essere nella concessione, fermo restando il rispetto dei vincoli assoluti e di esclusione del PiTESAI tramite l'interdizione nelle aree non idonee a nuove attività minerarie non ricomprese nel programma lavori approvato della concessione;

CONSIDERATO che sulla base delle predette verifiche effettuate a quanto previsto dal PiTESAI per la CASISTICA 2.B.II.3 la concessione "VAL D'AGRI" è dichiarata "in area compatibile" secondo l'art. 11-ter, comma 8, della I. 12/19, intesa come sostenibilità ambientale, sociale ed economica, alla prosecuzione delle attività di coltivazione già in essere o già approvate nella concessione in fase di proroga, e, pertanto, la concessione mantiene la prorogabilità della stessa;

CONSIDERATO che sulla base delle predette verifiche l'area della concessione rimane inalterata, fermo restando il rispetto dei vincoli assoluti e di esclusione del PiTESAI tramite l'interdizione nelle aree non idonee, come indicate nell'elaborato grafico allegato al presente decreto, a nuove attività minerarie non ricomprese nel programma lavori approvato della concessione.

PRESO ATTO di quanto ulteriormente indicato e prescritto nella nota citata prot. 14242 del 10 maggio 2022 della Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza riferito alla conclusione positiva in data 26 aprile 2022 della fase sperimentale delle attività di monitoraggio nella concessione in oggetto ai sensi degli «Indirizzi e linee quida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell'ambito delle attività antropiche» del MiSE del 2014 di cui all'Accodo Quadro siglato in data 27 febbraio 2017 nonché alla necessità di ottemperare alla prescrizione regionale in merito al monitoraggio della reiniezione del pozzo Costa Molina 2, secondo quanto previsto dal Decreto Ministeriale 7 dicembre 2016 art. 13;

PRESO ATTO che il programma dei lavori proposto prevede il recupero delle riserve residue del giacimento ricadente nella concessione con la sola rimodulazione delle attività approvate e previste nel programma dei lavori approvati con D.M. 23 gennaio 2012 (nuovo termine di realizzazione dei lavori di ricerca e sviluppo al 26 ottobre 2019) e con annullamento dei progetti di conversione dei pozzi "Monte Alpi Est 1" da produttori ad iniettori;

CONSIDERATO il perdurare dell'interesse minerario dei campi ricadenti nella concessione;

DECRETA:

Art. 1

(Proroga della concessione)

  1. Ai sensi del combinato disposto dell'articolo 29 della legge 21 luglio 1967, n. 613, dell'articolo 9, commi 3 e 8, della legge 9 gennaio 1991, n. 9, dell'articolo 13, comma 4, del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625, e dell'articolo 11-ter, comma 4, della legge 11 febbraio 2019, n. 12, la concessione di idrocarburi liquidi e gassosi denominata "VAL D'AGRI", in territorio della provincia di cui sono titolari le Società ENI S.p.A. (c.f. n. 00484960588) con sede legale in Roma, Piazzale E. Mattei, 1 (C.a.p. 00144), Direzione ed uffici in San Donato Milanese, Via Emilia, 1 (C.a.p. 20097) e SHELL ITALIA E&P S.p.A. (c.f. n. 05160421003) con sede in Roma, Piazza dell'Indipendenza, 11/B (C.a.p. 00185) è prorogata a decorrere dal 26 ottobre 2019 e fino al 26 ottobre 2029.

  2. L'area della concessione è confermata in km² 525,90 in quanto non riperimetrabile ai sensi del D.M. 548/ 2021, fermo restando il rispetto dei vincoli assoluti e di esclusione del PiTESAI tramite l'interdizione nelle aree non idonee a nuove attività minerarie non ricomprese nel programma lavori approvato con il presente decreto.

Art. 2

(Programma lavori)

  1. Il presente decreto autorizza la prosecuzione dell'esercizio della coltivazione senza ulteriori attività aggiuntive rispetto a quelle previste nel programma dei lavori in essere e già approvato con D.M. 23 gennaio 2012 e successivo provvedimento n. 6233 del 13 marzo 2017, con il contestuale annullamento dei progetti di conversione dei pozzi "Monte Alpi 9" e "Monte Alpi Est 1" da produttori ad iniettori nonché l'aggiornamento del programma lavori quale sola rimodulazione dei tempi di realizzazione delle attività già approvate con i citati provvedimenti;

  2. Il nuovo termine per la realizzazione del programma dei lavori di ricerca e sviluppo è fissato al 26 ottobre 2029.

Art. 3

(Obblighi e prescrizioni)

  1. La concessione è prorogata nel rispetto delle norme richiamate nel presente decreto e degli obblighi e prescrizioni stabiliti con il D.M. 23 gennaio 2012 nelle premesse citati.

  2. La Società è tenuta a:

a) condurre le attività nel rispetto della normativa vigente e, in particolare, delle norme di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128, e successive modificazioni, al decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 624, ed al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;

b) osservare, nel corso dello svolgimento delle attività, tutte le prescrizioni, indicazioni e condizioni riportate nel Decreto del Presidente della Giunta della Regione Basilicata n. 10AE/202100216 del 25 ottobre 2021 e consistenti in:

  • Eventuali aggiornamenti o variazione del programma lavori di sviluppo della concessione (derivante dalla rivalutazione complessiva degli aspetti geogiacimentologici dell'area del titolo, delle effettive riserve certe, probabili e possibili, nonché delle modalità di ottimizzazione del riserve stesse e la relativa gestione delle acque di strato), dovranno essere oggetto di nuova intesa, ai sensi dell'art. 3, comma 1, dell'Accordo del 24 aprile 2001;
  • Tutte le attività da realizzare nel periodo di vigenza della proroga decennale (26 ottobre 2019 26 ottobre 2029), già previste nel programma dei lavori e ricadenti nella fattispecie di cui all'art. 3, comma 2, dell'Accordo del 24 aprile 2001 dovranno essere oggetto di nuova intesa, ai sensi dell'art. 3, comma 2, dell'Accordo del 24 aprile 2001;
  • · Le operazioni riferite al recupero ambientale ed al ripristino delle aree oggetto di intervento, non essendo preventivate nel periodo di proroga decennale richiesto, dovranno essere oggetto di nuova intesa ai sensi dell'art. 3, comma 2, dell'Accordo del 24 aprile 2001;
  • Successivamente all'entrata in vigore del PiTESAI (Piano della Transizione Energetica Sostenibile e delle Aree Idonee), la coltivazione degli idrocarburi nella concessione "VAL D'AGRI" dovrà avvenire nel pieno rispetto di tutte le misure indicate nel Piano in parola;

c) proseguire a regime, al fine di ottemperare alle prescrizioni regionali in merito al monitoraggio della reiniezione del pozzo Costa Molina 2, in considerazione degli esiti positivi della sperimentazione di cui all'Accordo Quadro siglato in data 27 febbraio 2017, conclusosi in data 26 Aprile 2022, il monitoraggio ai sensi degli Indirizzi e Linee Guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro' - (ILG), individuate come specifiche tecniche avanzate da applicare ai sensi del comma 2, art. 13, del D. M. del 7 dicembre 2016, attraverso le modalità definite da successivo apposito Accordo Quadro. Tale accordo sarà stipulato dalla Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza di intesa con la Regione Basilicata, la Struttura Preposta al Monitoraggio - SPM designata e per accettazione dal concessionario;

d) osservare le eventuali ulteriori prescrizioni che potranno essere impartite dal Ministero della Transizione Ecologica - Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza - Sezione UNMIG di Napoli e dalle altre Amministrazioni interessate alla tutela di pubblici interessi ivi comprese quelle disposte dai competenti Uffici della Regione Basilicata;

e) dare comunicazione a questa Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza del rispetto di tutte le prescrizioni derivanti da nulla osta, pareri e atti di assenso comunque denominati acquisiti e dettate dalle amministrazioni competenti, cui attiene la rispettiva verifica di ottemperanza e i conseguenti controlli;

f) non apportare alcuna variazione al programma di lavoro approvato con il presente decreto senza la preventiva autorizzazione di questa Amministrazione d'intesa con la regione Basilicata, previa eventuale valutazione di compatibilità ambientale e nel rispetto di quanto previsto dal PiTESAI;

g) presentare, entro un anno dal presente decreto, alla competente divisione della Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza i risultati della rivisitazione tecnica del giacimento delle effettive riserve certe, probabili e possibili;

h) presentare, entro un anno dal presente decreto, alla competente divisione della Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza il correlato progetto minerario che, tenendo conto dei vari vincoli imposti nella realizzazione dei pozzi, delle condotte e delle restrizioni/ottimizzazioni per lo smaltimento e/o reimmissione delle acque di strato, consenta, come imposto dalla normativa mineraria, il maggior recupero delle riserve e il raggiungimento dei migliori risultati economici;

i) presentare, entro un anno dal presente decreto, alla competente divisione della Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza, sulla base del progetto minerario, un dettagliato cronoprogramma della attività da svolgersi nel periodo di proroga;

I) presentare, entro un anno dal presente decreto, alla competente divisione della Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza, la valutazione a vita intera dei tempi di conclusione della coltivazione mineraria, dello smantellamento, della bonifica, del recupero ambientale dei luoghi interessati dall'attività estrattiva e delle relative pertinenze;

m) provvedere, a seguito dell'avvenuta chiusura mineraria dei pozzi alla completa rimozione dei rispettivi impianti di produzione nonché al relativo ripristino ambientale, comprensivo della sistemazione finale delle aree di cantiere ad attività lavorativa cessata, subordinato ad intesa Stato-Regione, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, lettera c) dell'Accordo procedimentale del 24 aprile 2001;

BUIG - Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse - Anno LXVI N. 5 - 31 Maggio 2022

n) provvedere all'adeguata programmazione delle chiusure minerarie dei pozzi esistenti a fine vita produttiva dei pozzi stessi ed alla sistemazione delle aree ad attività lavorativa cessata;

o) corrispondere allo Stato, alla Regione ed ai Comuni interessati l'aliquota di prodotto, calcolata secondo le modalità di cui all'art. 19 del D.Lgs. n. 625/1996;

p) corrispondere il canone demaniale ai sensi dell'articolo 11-ter della legge 11 febbraio 2019, n. 12;

q) sollevare e rendere indenne l'Amministrazione da ogni azione che possa essere intentata da terzi in dipendenza dell'esecuzione dei lavori.

Art. 4 (Pubblicazione)

  1. Il presente decreto è pubblicato nel sito internet del Ministero e nel Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse e consegnato alla Società concessionaria tramite l'Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Basilicata.

Art. 5 (Ricorsi)

  1. Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale Lazio, sede di Roma, secondo le modalità di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato, ai sensi del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199, rispettivamente entro sessanta e centoventi giorni dalla data di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse del presente provvedimento.

Roma, 18 maggio 2022

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Il Direttore generale: BARBARO

OMISSIS

Denuncia-querela depositata in cartaceo il 23.10.2024 a Potenza dai rappresentanti di LLB e APB presso il locale ufficio giudiziario della Procura della Repubblica

88961 UTG

Allegato 2

Foto di idrovore e pompe sommerse per eliminare petrolio da falde acquifere

Denuncia-querela depositata in cartaceo il 23.10.2024 a Potenza dai rappresentanti di LLB e APB presso il locale ufficio giudiziario della Procura della Repubblica

88961 1182

Foto invaso del Pertusillo avente capacità di 155 milioni m3 di acqua

DENUNCIA-QUERELA

PRESENTATA IL 05.05.2024 CON PEC ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA DI ROMA MILANO E POTENZA DALLE ASSOCIAZIONI LIBERIAMO LA BASILICATA E COMITATO ARIA PULITA BASILICATA ONLUS E CONFERMATA IL 30.07.2024 DAI RISPETTIVI RAPPRESENTANTI INNANZI ALL'UFFICIO DI PROCURA A POTENZA

ATTINENTE

  • alla omessa pubblicazione del 02.05.2024 sul sito www.eni.com della "Proposta di azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori e alti dirigenti Eni" depositata dalle Associazioni LLB e APB per l'assemblea dei soci Eni tenuta il 15.05.2024 (per il 5° anno consecutivo) "a porte chiuse" a Roma
  • al rifiuto di consegna della copia degli "Atti contabili e dell' esercizio 2023 delle società controllate/collegate del Gruppo Eni" opposto dai vertici e dirigenti Eni alle Associazioni LLB e APB ante approvazione del bilancio nell'assemblea del 15.05.2024
  • alla totale oscurità da "buco nero" sia sugli amministratori di tutte le centinaia di società controllate/collegate del Gruppo Eni sia sui dati contabili 2023 di almeno 76 società del detto Gruppo

COMPOSTA

dalla nota pec 05.05.2024 (4 pgg. + 4 all.) inviata pure alla Consob e successive note pec 9/10/14/15/16 maggio 2024 inviate ai vertici di Eni Giuseppe Zafarana e Claudio Descalzi ed a Consob e Procure, in seguito integrata da addendum (2 pgg.) depositato il 18.09.2024

A FRANCESCO CURCIO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI POTENZA

Denuncia-querela

presentata con nota 05.05.2024 e successive note 9/10/14/15/16 maggio tramite pec

L'Associazione Liberiamo la Basilicata (c.f. 96077030763, di seguito anche "LLB") in persona del Presidente Giuseppe Di Bello, e il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (c.f. 96069550760, di seguito anche "APB"), in persona del componente del Consiglio Direttivo debitamente autorizzato Tommaso Lotumolo, con domicilio eletto presso il loro difensore avv. Pietro Pesacane (c.f. PSCPRB55D30F839X) a Rionero in Vulture (Potenza) in via Galliano, hanno congiuntamente presentato denuncia-querela:

  • per l'omessa pubblicazione in data 02.05.2024 sul sito web di Eni della loro "Proposta di azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori e alti dirigenti Eni depositata per l'assemblea dei soci Eni" tenuta a Roma il 15.05.2024 (per il 5e anno consecutivo) "a porte chiuse";
  • per il rifiuto di consegna della copia degli "Atti contabili e dell'esercizio 2023 delle socie tà controllate/collegate del Gruppo Eni" opposto dai vertici e dirigenti Eni alle richiedenti Associazioni ante approvazione bilancio alla citata assemblea dei soci Eni del 15.05.2024;
  • · per l'occultamento sia delle generalità degli amministratori e titolari degli organi di tutte le molteplici società controllate/collegate del Gruppo Eni, sia di tutti i dati contabili e dell'esercizio 2023 di almeno 76 società dello stesso Gruppo, che costituisce un vero e proprio "buco nero".

Gli atti della loro denuncia-querela sono contenuti nelle seguenti note inviate con la pec [email protected] :

    1. nota 05.05.2024 (con 4 allegati file: Proposta di azione responsabilità per assemblea Eni 2024 con tre allegali; Documenti proponenti e titolarità azioni Eni 2024; Nota pec 4.5.2024 Eni a risposta diffida 3.5.2024 APB-LLB; All.A Nota pec 3.5.2020 contestazione a vertici Eni con richieste a Consob e pregressa denunzia-querela a Procure) inviata ai Procuratori della Repubblica presso i Tribunali dei territori sede di Eni spa e LLB/APB e e pertanto ai Procuratori della Repubblica di Roma Francesco Lo Voi, di Milano Marcello Viola e di Potenza Francesco Curcio, nonché al Presidente Paolo Savona e ai componenti della Consob;
    1. nota 09.05.2024 inviata ai Procuratori della Repubblica di Roma, Milano e Potenza, nonché a Giuseppe Zafarana (Presidente Eni spa), Claudio Descalzi (AD Eni spa), Paolo Savona (Presidente Consob) e p.c. Fabio Panetta (Governatore Banca D'Italia);
    1. nota 10.05.2024 (con allegato file "Pec 3.5.2023 di rifiuto Eni a trasmettere atti società partecipate del Gruppo esercizio 2022") inviata ai Procuratori della Repubblica di Roma, Milano e Potenza, nonché ai vertici di Eni spa, di Consob e p.c. di Banca d'Italia;
    1. nota 14.05.2024 (con l'allegato file di 2 foto del vano della sede Eni di Roma dove il 13.05.2024 i responsabili di LLB e APB hanno potuto solo visionare i 6 volumi delle società controllate/collegate del Gruppo Eni) inviata ai Procuratori della Repubblica di Roma, Milano e Potenza, nonché

nonché ai vertici di Eni spa, di Consob e p.c. di Banca D'Italia;

    1. nota 15.05.2024 (con l'allegato file di 5 foto della sede il 14.05.2024 i responsabili di LLB e APB hanno potuto solo visionare i 6 volumi delle società controllate/collegate del Gruppo Eni) inviata ai Procuratori della Repubblica di Roma, Milano e Potenza, nonché ai vertici di Eni spa, di Consob e p.c. di Banca D'Italia;
    1. nota 16.05.2024 (con l'allegata schermata tratta il 16.05.2024 dal sito www.eni.com sullo slogan «Bilancio di sostenibilià, la più efficace dichiarazione di trasparenza») inviata ai Procuratori della Repubblica di Roma, Milano e Potenza, nonché ai vertici di Eni spa, di Consob e p.c. di Banca D'Italia.

Gli atti della denuncia-querela sopra indicati devono intendersi integralmente trascritti nel presente atto, essendone parte integrante, e vengono quì allegati con i relativi documenti, per cui, occorrendo,

viene confermato

I'intero contenuto delle citate note 5/9/10/14/15/16 maggio 2024 attinenti alla denunciaquerela effettuata via pec da entrambe le Associazioni LLB e APB con richiesta ai Procuratori della Repubblica presso i Tribunali dei territori sede di Eni spa e delle stesse Associazioni di verificare se i fatti ivi rappresentati configurino il compimento di reati e, in caso affermativo, di punire i soggetti ritenuti colpevoli (anche in base a differenti livelli di corresponsabilità), nonché con richiesta di essere informati dei relativi esiti al domicilio eletto presso il loro difensore avv. Pietro Pesacane a Rionero in Vulture in via Galliano (tel. 0972722568 cell. 3296166313), anche in caso di richiesta di archiviazione.

Potenza, 30 luglio 2024

Associazione Liberiamo la Basilicata

(Giuseppe Di Bello n.q.)

Comitat Aria Pulita Basilicata Onlus (Tommaso Lotumolo n.q.)

Atto depositato in cartaceo il 30.07.2024 dai rappresentanti di LLB e APB a Potenza presso il locale ufficio giudiziario per confermare la denuncia querela presentala ai Pocuratori della Repubblica di Roma-Milano-Potenza con nota pec 05.05.2024 (e successive pe 910/14/15/16 maggio 2024)

88961/184

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nota pec 05.05.2024 con allegati

Denunzia per omessa pubblicazione il 2 maggio 2024 della proposta di azione di responsabilità nei confronti degli amministratori ed alti dirigenti Eni presentata il 30 aprile 2024 per assemblea soci Eni del prossimo 15 maggio 2024 a "porte chiuse".

Da ariapulitabasilicata ariapulitabasilicata@pec.it

A [email protected] consob@pec.consob.it, prot.procura.milano@giustiziac prot.procura.milano@giustiziacert.it, [email protected] prot.procura.potenza@giustiziacert.it, [email protected] < prot. procura. [email protected]>

Data domenica 5 maggio 2024 - 23:56

Potenza, 5 maggio 2024

Ai Signori

Paolo Savona Presidente Consob Componenti Consob

Procuratori della Repubblica presso i Tribunali di Milano, di Roma e di Potenza

Loro Sedi

I sottoscritti Domenico Degregorio e Giuseppe Di Bello, rappresentanti dei rispettivi enti ambientalistici Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e Liberiamo la Basilicata, soci di Eni s.p.a. (di seguito "Eni"), espongono quanto di seguito riportato.

Il 30 aprile 2024 gli scriventi hanno inviato alla presidenza Eni una proposta di azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori e degli alti dirigenti Eni da porre in discussione e votazione all'assemblea di bilancio dei soci Eni convocata il prossimo 15 maggio 2024 a Roma e, per il quinto anno consecutivo, a "porte chiuse".

In base alle prescrizioni dell'avviso di convocazione assembleare del 5 aprile. 2024 la proposta andava pubblicata sul sito www.eni.com entro il 2 maggio 2024, a distanza di due giorni dal termine del 30 aprile 2024 per presentare proposte e così ridotta (tra la presentazione di proposte dei soci e loro pubblicazione sul sito web Eni) rispetto a quella di otto giorni prevista negli avvisi di convocazione delle ultime 4 assemblee Eni tenute a "porte chiuse" nel periodo 2020-2023, nelle quali gli scriventi avevano presentavato proposte di azione sociale di responsabilità:

  • il 28 aprile 2020 per l'assemblea Eni del 13 maggio 2020, pubblicata da Eni il 5 maggio 2020 sul sito www.eni.com (link, https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/it/governance/assembles/2020/ Proposta-Associazione-Liberiamo-la-Basilicaa.pdf ) insieme alle osservazioni critiche di Eni (link, hups:// www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assemblea/2020/ Osservazioni_Eni_proposta_azione_responsabilita_Associazione_Liberiano_Basilicata_Comitato_Aria_Arionist. pdf ):
  • il 27 aprile 2021 per l'assemblea Eni del 12 maggio 2021, pubblicata da Eni il 4 maggio 2021 sul sito www.eni.com (link, https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ita/governance/assembles/2021/ Proposta-associazione-liberiamo-la-basilicata-e-altri-azionisti-per-azione-di-responsabilita.pdf );
  • il 26 aprile 2022 per l'assemblea Eni dell'11 maggio 2022, pubblicata da Eni il 3 maggio 2022 sul sito www.eni.com (link, https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/it/governance/assemblea/202/2/ proposta-associazione-liberiamo-basilicata.pdf );
  • il 24 aprile 2023 per l'assemblea Eni del 10 maggio 2023, pubblicata da Eni il 2 maggio 2023 sul sito www.eni.com (link, https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ta/governance/assemblea/ 2023/Azione-di-responsabilita-Basilicata.pdf ).

Diversamente da quanto innanzi detto, la proposta degli scriventi presentata il recente 30

aprile 2024 non è stata pubblicata il 2 maggio 2024 sul sito www.eni.com dai vertici e dirigenti Eni, secondo quando previsto nell'avviso di convocazione del 5 aprile 2024 a firma di Giuseppe Zafarana, Presidente Eni.

Sul sito www.eni.com, invece, nella apposita sezione "Proposte" dei soci è stata pubblicata (per la prima volta e nella tarda serata del 2 maggio 2024) la seguente scarna comunicazione: «Roma, 2 maggio 2024 - Si informa che la Società ha ricevuto, nei termini previsti dall'avviso di convocazione, due proposte di azione sociale di responsabilità da parte: i) dell'azionista Marco Bava (titolare di I azione) e ii) degli azionisti "Associazione Liberiamo la Basilicata" e "Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus" (titolari ciascuno di 1 azione). Le valutazioni compiute in ordine alla loro ammissibilità saranno riportate nel verbale assembleare».

Alla successiva diffida dei proponenti del 3 maggio 2024, i vertici e dirigenti Eni hanno dato risposta ieri pomeriggio, 4 maggio 2024, tramite nota pec della segreteria societaria, scrivendo che «la proposta non è stata pubblicata poiché ritenuta inammissibile, ai sensi di legge. Le valutazioni compiute in ordine all'inammissibilità saranno riportate nel verbale assembleare. Informeremo anche Consob delle valutazioni effettuate dalla Società».

La risposta è del tutto infatti l'avviso di convocazione assembleare del 5 aprile 2024 a firma del Presidente Eni obbliga i vertici e dirigenti societari a pubblicare il 2 maggio 2024 sul sito www.eni.com le proposte presentate entro il 30 aprile 2024, come quella degli scriventi, e di conseguenza la sua omessa pubblicazione costituisce grave illecito commesso in Eni, soggetto operante sui mercati finanziari, la cui condotta è da considerarsi non corretta e non trasparente

Inoltre, l'illiceità e la opacità e la scorrettezza sono comprovate anche dal fatto che nelle precedenti assemblee societarie tenute nel 2020-2023 a "porte chiuse" i vertici e dirigenti Eni avevano pubblicato nel sito www.eni.com:

  • · sia le proposte di azione sociale di responsabilità depositate dagli scriventi e ritenute ammissibili in quattro assemblee Eni tenute a "porte chiuse" (nelle date 13 maggio 2020, 12 maggio 2021, 11 maggio 2022 e 10 maggio 2023);
  • · sia le proposte presentate da altri soci e ritenute inammissibili, come quella del socio Marco Bava depositata il 26 aprile 2022, pubblicata (dopo 7 giorni) il successivo 3 maggio 2022 nel sito www.eni.com (https://www.eni.com/content/daments/ita/governance/assemblea02022/ proposta-azionista-marco-bava-ita.pdf ) e poi dichiarata inammissibile l'11 maggio 2022, giorno dell'assemblea tenuta a "porte chiuse" con la presenza fisica del solo rappresentante di Trevisan Associati designato dai vertici societari ed imposto a tutti i soci quale "delegato obbligato" (cfr. pgg.44-45 verbale, link https://www.eni.com/content/dam/enicom/documents/it/governance/assemblea/ 2022/verbale/Verbale-Assemblea-ordinaria-e-straordinaria-11-maggio-2022-versione-navigabile.pdf ).

Senza tralasciare che il contenuto della espressione «le valutazioni compiute in ordine alla loro ammissibilità saranno riportate nel verbale assembleare», che si legge nella citata scarna comunicazione Eni posta sul sito www.eni.com, non esclude e non può escludere l'obbligo in capo ai vertici societari di pubblicare sul sito web la proposta degli scriventi entro il 2 maggio 2024, secondo le prescrizioni dell'avviso di convocazione assembleare Eni del 5 aprile 2024.

Del resto, nell'assemblea ordinaria a "porte aperte", a cui partecipano fisicamente tutti i soci interessati, la proposta di azione sociale di responsabilità viene presentata ed illustrata oralmente nei suoi contenuti durante il dibattito diretto con gli amministratori al punto del bilancio, al fine di farli conoscere e valutare dai soci partecipanti, e non solo dagli amministratori, indipendentemente dalla ammissibilità o meno alla votazione. Invece nel caso dell'assemblea a "porte chiuse" la presentazione/illustrazione della proposta è data per iscritto (e non oralmente) e per essere conosciuta dai soci viene pubblicata sul sito web; la qualcosa è stata finora omessa dai vertici e dirigenti Eni che non hanno rispettato i loro obblighi in tema di attuazione della piena informativa ai soci, al mercato e al pubblico e della trasparenza societaria.

La citata omissione integra la grave violazione della trasparenza e del fondamentale diritto alla informazione dei soci, del mercato e del pubblico, avendo i vertici e dirigenti

Eni occultato i contenuti della proposta di azione di responsabilità per fatti dell'esercizio 2023 attinenti al disastro ambientale causato da Eni in Basilicata e alla condotta negativa posta in essere da Eni per impedire agli scriventi di acquisire la pertinente informativa sulle società controllate/collegate del Gruppo Eni.

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In merito alle società partecipate, dopo esame dei relativi documenti contabili dell'esercizio 2018, lo scrivente Giuseppe Di Bello aveva rilevato nel maggio 2019 che 50 società del Gruppo Eni risultavano prive di dati ed informazioni, un vero e proprio "buco nero", e nella sua nota 26 maggio 2019 indirizzata all'allora Presidente Eni Emma Marcegaglia, poi allegata alla (prima) proposta di azione sociale di responsabilità presentata dagli scriventi all'assemblea Eni del 13 maggio 2020 a "porte chiuse" (cfr. il doc. 1 allegato alla proposta, link https:// www.eni.com/content/dam/enicom/documents/ta/governance/assemblea/2020/Proposta-Associazione-Liberiamo-la-Basilicata.pdf 9) ,

indicava le loro denominazioni sociali e rispettive sedi, nella quasi totalità ubicate all'estero (tra cui 16 società a Il Cairo-Egitto ed altre 12 società a Londra-Regno Unito, 7 a Dover e 3 a Wilmington nel Delaware-Usa, 3 a Sandnes-Novergia, 1 a Houston-Usa, 1 a Calgary-Canada, 1 a Caracas-Venezuela, 1 a Safat-Kuwait, 1 a Maputo-Mozambico, 1 a Saddar Town/Karachi-Pakistan, 1 ad Amsterdam-Olanda).

Il fenomeno dell'esistenza di molteplici società controllate/collegate nel Gruppo Eni prive di dati o informazioni è persistito negli esercizi successivi e lo scorso anno gli scriventi hanno presentato domande ex art.127-ter del Tuf,, nell'ultima delle quali hanno segnalato le denominazione delle società prive info-dati e hanno chiesto di sapere dai vertici e dirigenti Eni se «Per l'omessa indicazione dei dati di bilancio di molteplici società controllate e collegate del Gruppo Eni presentate alla passata assemblea Eni dell'II.05.2022 sono intervenute indagini da parte delle Autorità di controllo e sono state applicate sanzioni alla capogruppo Eni spa o alle relative società del Gruppo Eni? » (cfr. ultime pagine dell'opuscolo "Risposte a domande pervenute prima dell'assemblea" del 10.05.2023 e l'elenco specifico delle società prive di dati ed informazioni a pg.154, link, https://www.eni.com/content/documents/ia/governance/assemblea/023/ Domande-e-risposte-pre-assemblea-2023.pdf )

La risposta fornita dai vertici di Eni alla detta domanda degli scriventi (n.23) è stata generica e viene trascritta di seguito:

«Per quanto riguarda gli allegati al bilancio, Eni si attiene alle disposizioni civilistiche in materia. In base all'art. 2429 c.c., il bilancio, con le copie integrali dell'ultimo bilancio delle società controllate e un prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell'ultimo bilancio delle società collegate, deve restare depositato in copia nella società, insieme con le relazioni degli amministratori, dei sindaci e del soggetto incaricato della revisione legale dei conti, durante i quindici giorni che precedono l'assemblea, e finché sia approvato. I soci possono prenderne visione. Il deposito delle copie dell'ultimo bilancio delle società controllate può essere sostituito, per quelle incluse nel consolidamento, dal deposito di un prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell'ultimo bilancio delle medesime. La mancanza di alcune schede, come indicato nel testo della domanda, ha motivazioni precise che sono richiamate nelle schede medesime, ad esempio "la società non redige il bilancio poiché inclusa nel consolidamento di altra società", oppure sono società neocostituite che non hanno ancora concluso il primo esercizio sociale. Pertanto non sono state applicate né sanzioni né sono intervenute indagini da parte delle Autorità di controllo».

E potrebbe non essere stato un caso se, dopo aver presentato il 28-29 aprile 2023 la citata domanda, i vertici e dirigenti Eni hanno iniziato ad opporsi dal 3 maggio 2023 a trasmettere/ consegnare agli scriventi i documenti delle società controllate/collegate del Gruppo Eni, che erano stati trasmessi/consegnati in relazione ai precedenti esercizi 2018-2021, anche tramite il rappresentante di Trevisan Associati designato dagli stessi vertici ed imposto a tutti i soci quale "delegato obbligato" nelle assemblee a "porte chiuse".

La proposta di azione sociale di responsabilità presentata il 30 aprile 2024, di cui si discute, è già nota per essere stata allegata alla nota pec inviata dagli scriventi il 2 maggio 2024 ai vertici di Eni e Consob e ai Procuratori della Repubblica dei territori sede di Eni s.p.a. e Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus/Associazione Liberiamo la Basilicata, nella cui nota, alla luce di nuovi fatti intervenuti, è stato chiesto di considerare e valutare in maniera compiuta le precedenti contestazioni e denunzie degli scriventi presentate fin dal 3 maggio 2020 alle Autorità di vigilanza e giudiziaria.

Ad ogni modo sia la detta proposta del 30 aprile 2024, insieme alla nota 4 maggio 2024 dei vertici Eni a riscontro della diffida 3 maggio 2024 degli scriventi, sia le contestazionidenunzia del 3 maggio 2020 (all.A) vengono allegati al presente atto.

In base a quanto innanzi riportato e rappresentato, i sottoscritti rappresentanti delle rispettive associazioni ambientalistiche, nel richiamare tutti i loro precedenti atti di specie,

denunziano

al Presidente e ai Componenti della Consob la mancata pubblicazione il 2 maggio 2024 nel sito www.eni.com della proposta di azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori e degli alti dirigenti Eni presentata il 30 aprile 2024 dal Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e dall'Associazione Liberiamo la Basilicata per l'assemblea del prossimo 15 maggio 2024 a "porte chiuse" e in merito

chiedono

alla Consob, deputata a vigilare sulla trasparenza e sulla correttezza dei comportamenti dei soggetti operanti sui mercati finanziari, di adottare con urgenza i provvedimenti ritenuti necessari e/o opportuni nei confronti di Eni e dei suoi amministratori e dirigenti, nonché nei confronti di eventuali altri soggetti del Gruppo Eni che abbiano concorso nella commissione dei fatti, in primo luogo, per pubblicare al più presto sul sito www.eni.com la citata proposta, al fine di assicurare la piena trasparenza ed informativa ai soci, al mercato e al pubblico, finora occultate e negate dal vulnus della omessa pubblicazione.

Chiedono

inoltre, alla Consob di adottare con urgenza tutti i provvedimenti ritenuti necessari e/o opportuni nei confronti della società Eni e dei suoi vertici e dirigenti, sia affinché i rappresentanti o delegati del Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e della Associazione Liberiamo la Basilicata possano partecipare fisicamente a Roma all'assemblea dei soci Eni del prossimo 15 maggio 2024 (ore 10:00), a causa delle inadempienze ed incompatibilità del rappresentante di Trevisan Associati eccepite e documentate nella pregressa nota pec del 2 maggio 2024 inviata dagli scriventi anche al Presidente e al Direttore Generale Consob, sia affinché siano comunicati agli scriventi i riferimenti dei responsabili Eni con i loro recapiti telefonici, inclusi quelli della articolazione interna di segreteria Eni, al fine di poter meglio interloquire ed avere informazioni e chiarimenti.

Chiedono

ai Procuratori della Repubblica presso i Tribunali dei territori sede di Eni s.p.a. e Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus/Associazione Liberiamo la Basilicata di verificare se i fatti innanzi rappresentati configurino il compimento di reati, anche sotto il profilo della mancata o carente vigilanza istituzionale, e i sottoscritti, quali denuncianti-querelanti (docc. ric. in file "documenti proponenti"), chiedono di punire i soggetti ritenuti colpevoli (in base ai diversi livelli di corresponsabilità) dall'Autorità giudiziaria, nonché di essere informati dell'esito del presente atto al loro domicilio eletto in via Galliano (palazzo Trapanese c/o studio Pesacane) a Rionero in Vulture c.a.p. 85028 (tel. 0972 722568 cell. 329 6166313), anche nel caso di richiesta di archiviazione.

Si resta in attesa di riscontro

Distinti saluti

Domenico Degregorio (Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus) Giuseppe Di Bello (Associazione Liberiamo la Basilicata)

Proposta di azione responsabilità per assemblea Eni 2024 con 3 allegati parte integrante.pdf

Documenti proponenti e titolarità azioni Eni 2024.pdf

Nota pec 4.5.24 Eni a risposta diffida 3.5.24 APB-LLB.pdf

All.A) Nota pec 3.5.20 contestazione a vertici Eni con richieste a Consob e denunzia-querela a Procure.pdf

PROPOSTA

DI AZIONE SOCIALE DI RESPONSABILITA' NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI E DEGLI ALTI DIRIGENTI DI ENI s.p.a.

depositata

per l'assemblea degli azionisti di Eni s.p.a. convocata "a porte chiuse" in data 15 maggio 2024 a Roma

composta

da una relazione di 21 cartelle e da 3 documenti allegati che ne sono parte integrante

FIRMATA DA 2 AZIONISTI DI ENI s.p.a.

Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (titolare di 1 azione) Associazione Liberiamo la Basilicata (titolare di 1 azione)

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