Quarterly Report • May 11, 2023
Quarterly Report
Open in ViewerOpens in native device viewer


Biesse S.p.A.
Pag. 1 di 18

| IL GRUPPO BIESSE 3 | |
|---|---|
| STRUTTURA DEL GRUPPO BIESSE 3 | |
| PROFILO DEL GRUPPO BIESSE 4 | |
| INTRODUZIONE 4 | |
| INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE 4 | |
| FINANCIAL HIGHLIGHTS 5 | |
| COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI SOCIALI 8 | |
| RELAZIONE SULL'ANDAMENTO DELLA GESTIONE 9 | |
| IL CONTESTO ECONOMICO 9 | |
| IL SETTORE DI RIFERIMENTO 11 | |
| L'EVOLUZIONE DELLA GESTIONE12 | |
| PRINCIPALI EVENTI 13 | |
| SINTESI DATI ECONOMICI14 | |
| SINTESI DATI PATRIMONIALI16 | |
| SEGMENT REPORTING 18 | |
| ATTESTAZIONE AI SENSI DEL COMMA 2 ART. 154 BIS TUF 18 |

Le società appartenenti al Gruppo Biesse rientranti all'interno dell'area di consolidamento sono le seguenti:

Note: i diversi colori rappresentano i sottogruppi della catena di controllo

Il Gruppo Biesse è una multinazionale che produce linee integrate e macchine per la lavorazione del legno, del vetro, della pietra, della plastica, dei materiali compositi e dei materiali che verranno. Nato in Italia nel 1969 e quotato dal Giugno 2001 al segmento Euronext Star di Borsa Italiana, il Gruppo Biesse supporta l'evoluzione del business dei clienti che operano nei settori del mobile, dell'housing & construction, dell'automotive e dell'aerospace. Oggi, più del 75% del fatturato consolidato è realizzato all'estero grazie ad una rete mondiale in continua crescita con 4 campus produttivi e oltre 30 showroom attraverso i quali vengono raggiunti oltre 160 paesi. Grazie alle competenze di più di 4.100 dipendenti, si incoraggia l'immaginazione di aziende leader dei propri settori e dei nomi prestigiosi del design italiano e internazionale per dar luce alle potenzialità di qualsiasi materiale.
Rispetto al bilancio consolidato chiuso al 31 dicembre 2022, non ci sono modifiche nell'area di consolidamento.
La relazione trimestrale consolidata del Gruppo Biesse al 31 marzo 2023, non sottoposta a revisione contabile, redatta ai sensi dell'art. 154-ter, comma 2, del Testo Unico della Finanza, è predisposta conformemente ai criteri di valutazione e di misurazione stabiliti dagli International Financial Reporting Standards (IFRS).
I principi contabili ed i criteri di valutazione sono conformi a quelli del bilancio al 31/12/2022 ai quali si fa rinvio. In questa sede, inoltre, si evidenzia quanto segue:
Il Management utilizza alcuni indicatori di performance, che non sono identificati come misure contabili nell'ambito degli IFRS (NON-GAAP measures), per consentire una migliore valutazione dell'andamento del Gruppo Biesse. Il criterio di determinazione applicato dal Gruppo Biesse potrebbe non essere omogeneo con quello adottato da altri Gruppi e gli indicatori potrebbero non essere comparabili con quelli determinati da questi ultimi. Tali indicatori di performance, determinati in conformità a quanto stabilito dagli Orientamenti sugli indicatori di performance emessi dall'ESMA/2015/1415 e adottati dalla CONSOB con comunicazione n.92543 del 3 dicembre 2015, si riferiscono alla performance del periodo contabile oggetto del presente Resoconto Annuale di Gestione e dell'esercizio precedente posto a confronto.
Gli indicatori di performance devono essere considerati come complementari e non sostituiscono i dati finanziari redatti secondo gli IFRS. Di seguito la descrizione dei principali indicatori adottati.

| 31 Marzo | % su | 31 Marzo | % su | De lta % | |
|---|---|---|---|---|---|
| 20 23 | ricavi | 20 22 | ricavi | ||
| Migliaia di euro | |||||
| Ricavi delle vendite e delle prestazioni | 209.515 | 100,0% | 196.599 | 100,0% | 6,6% |
| Valore aggiunto prima degli eventi non ricorrenti (1) | 89.928 | 42,9% | 87.392 | 44,5% | 2,9% |
| EBITDA adjusted(1) | 27.969 | 13,3% | 26.098 | 13,3% | 7,2% |
| EBIT adjusted (1) | 16.464 | 7,9% | 15.146 | 7,7% | 8,7% |
| EBIT (1) | 18.401 | 8,8% | 15.146 | 7,7% | 21,5% |
| Risultato dell'esercizio | 12.330 | 5,9% | 9.758 | 5,0% | 26,4% |


| 31 Marzo | 31 Dice mbre | |
|---|---|---|
| 20 23 | 20 22 | |
| Migliaia di euro | ||
| Capitale Investito Netto (1) | 164.596 | 144.147 |
| Patrimonio Netto | 271.924 | 260.793 |
| Posizione Finanziaria Netta (1) | 107.322 | 116.646 |
| Capitale Circolante Netto Operativo (1) | 35.966 | 7.908 |
| Portafoglio ordini | 340.631 | 384.659 |
(1) grandezze riferite a livelli intermedi di risultato e ad aggregati patrimoniali e finanziari per le quali sono forniti nella Relazione sulla Gestione e nelle Note al Bilancio i criteri adottati per la loro determinazione.


| 31 Marzo | 31 Marzo | |
|---|---|---|
| 20 23 | 20 22 | |
| Numero dipendenti a fine periodo | 4.120 | 4.337 |

* sono inclusi nel dato i lavoratori somministrati.

| Presidente | Giancarlo Selci |
|---|---|
| Amministratore delegato | Roberto Selci |
| Co-Amministratore Delegato | Massimo Potenza |
| Consigliere non esecutivo | Alessandra Baronciani |
| Consigliere indipendente (Lead Indipendent Director) Rossella Schiavini | |
| Consigliere indipendente | Ferruccio Borsani |
| Consigliere indipendente | Federica Ricceri |
| Presidente | Paolo De Mitri |
|---|---|
| Sindaco effettivo | Giovanni Ciurlo |
| Sindaco effettivo | Enrica Perusia |
| Sindaco supplente | Silvia Muzi |
| Sindaco supplente | Maurizio Gennari |
Federica Ricceri Rossella Schiavini
Ferruccio Borsani Rossella Schiavini
Deloitte & Touche S.p.A.

L'attività economica mondiale si è confermata modesta al volgere dell'anno, ma le prospettive a breve termine sono migliorate, favorite dalla riapertura delle attività economiche in Cina e dalla perdurante capacità di tenuta dei mercati del lavoro nelle economie avanzate. L'allentamento dei vincoli dal lato dell'offerta continua a sostenere l'interscambio mondiale. Sebbene l'inflazione complessiva sia in calo, le pressioni di fondo sui prezzi rimangono vigorose. In tale contesto, le prospettive di crescita mondiale per il 2023 e il 2024, incorporate nelle proiezioni macroeconomiche formulate a marzo 2023 dagli esperti della BCE per l'area dell'euro, sono state riviste al rialzo rispetto all'esercizio condotto a dicembre 2022 dagli esperti dell'Eurosistema. Benché la riapertura delle attività economiche in Cina rafforzerà l'espansione mondiale nell'anno in corso, l'attività economica internazionale si conferma relativamente modesta, con tassi di crescita ancora inferiori alle medie storiche per l'intero orizzonte temporale di proiezione, dal 2023 al 2025. Anche le proiezioni sul commercio internazionale sono state riviste al rialzo per dar conto della ripresa economica cinese e dell'ulteriore allentamento delle tensioni lungo le catene mondiali di approvvigionamento. Secondo segnali sempre più numerosi l'inflazione misurata sull'indice dei prezzi al consumo (IPC) a livello mondiale avrebbe già raggiunto il proprio valore massimo nel 2022, sebbene le pressioni sui prezzi nell'economia internazionale permangano elevate. La disinflazione è sostenuta dall'affievolirsi delle tensioni dal lato dell'offerta, dal calo dei prezzi dell'energia e dall'inasprimento sincrono della politica monetaria in tutto il mondo. Tuttavia, la buona capacità di tenuta dei mercati del lavoro e la robusta dinamica salariale, soprattutto nelle principali economie avanzate, suggeriscono che le pressioni inflazionistiche di fondo nell'economia mondiale rimangono vigorose.
Negli Stati Uniti, secondo le proiezioni, l'attività economica dovrebbe rallentare nella prima metà di quest'anno, mentre è probabile che la disinflazione sia più graduale del previsto. Nel quarto trimestre del 2022 la crescita del PIL in termini reali è aumentata dello 0,8 per cento sul periodo precedente, trainata dal vigore degli investimenti nelle scorte, mentre è proseguita la moderazione della domanda interna. Gli indicatori recenti segnalano una crescita modesta della spesa per consumi, in parte riconducibile all'inasprimento delle condizioni finanziarie nell'ultimo anno; inoltre, l'attività nel settore degli immobili residenziali continua a indebolirsi, soprattutto per effetto dell'aumento dei tassi sui mutui ipotecari. I più elevati tassi di interesse e la più lenta crescita del prodotto sembrano gravare anche sugli investimenti fissi lordi delle imprese. In prospettiva, il perdurante rallentamento della domanda interna indica una crescita debole nella prima metà dell'anno, seppure a fronte di una moderazione dell'inflazione e di robusti mercati del lavoro. Nonostante tale rallentamento, le condizioni sul mercato del lavoro si confermano molto tese, con scarsi segnali di allentamento, e la crescita dei salari nominali permane elevata, avvalorando la tesi secondo cui l'inflazione negli Stati Uniti potrebbe essere più persistente di quanto previsto. A febbraio 2023 l'inflazione complessiva sui dodici mesi misurata sull'IPC è scesa al 6,0 per cento a causa del calo dei prezzi dei beni alimentari ed energetici e quella di fondo si è contratta lievemente, collocandosi al 5,5 per cento. Sebbene le tensioni nei mercati finanziari innescate dai fallimenti bancari possano gravare ulteriormente sulla crescita dell'economia statunitense, il loro impatto resta ampiamente incerto.
In Giappone la crescita del PIL in termini reali è rimasta invariata nel quarto trimestre del 2022, in un contesto caratterizzato dalla relativa debolezza della domanda interna. Tale risultato è stato più debole del previsto, a fronte dell'aspettativa, in generale, di una ripresa più dinamica data la contrazione della crescita osservata nel terzo trimestre. Secondo le proiezioni, per il 2023, l'attività economica dovrebbe aumentare gradualmente, favorita dalla domanda repressa, dalla riapertura delle attività economiche in Cina e dal protrarsi del sostegno monetario e di bilancio. A gennaio l'inflazione complessiva sui dodici mesi misurata sull'IPC è salita al 4,3 per cento. Nel breve periodo l'inflazione dovrebbe segnare una moderazione, per via degli effetti base favorevoli connessi ai rincari dei beni energetici e alimentari registrati lo scorso anno e dell'estensione dei sussidi energetici erogati dal governo.
Nel Regno Unito l'attività economica dovrebbe confermarsi debole nella prima metà del 2023. Dopo che l'economia aveva a stento evitato una recessione tecnica alla fine del 2022, al volgere dell'anno la dinamica della crescita è stata negativa. Ciò, unitamente a valori modesti degli indicatori di breve periodo, suggerisce che la crescita potrebbe tornare negativa nel primo trimestre, in quanto tali indicatori ne segnalano una protratta debolezza e le famiglie continuano a essere interessate dal calo dei salari reali e dall'inasprimento delle condizioni finanziarie. A gennaio l'inflazione complessiva sui dodici mesi misurata sull'IPC è scesa al 10,1 per cento, di riflesso ai più bassi prezzi del carburante, e quella di fondo ha mostrato

i primi segnali di moderazione grazie alla minore inflazione nei servizi alberghieri. Tuttavia, tenuto conto delle condizioni ancora tese nel mercato del lavoro e del vigoroso aumento dei salari, le pressioni inflazionistiche dovrebbero essere più persistenti anche nell'economia del Regno Unito, malgrado la debolezza della crescita.
In Cina la ripresa dalle recenti difficoltà connesse alla pandemia è ben avviata. Nel quarto trimestre del 2022 la crescita del PIL in termini reali sul periodo precedente è rimasta invariata dopo l'improvvisa decisione delle autorità di abbandonare la strategia dinamica di tolleranza zero nei confronti del COVID-19, che ha inizialmente determinato un forte aumento dei tassi di contagio. Tuttavia, con il progressivo esaurirsi di quell'ondata di contagi, già nel primo trimestre del 2023 l'attività economica dovrebbe segnare una ripresa, che dovrebbe rafforzarsi a partire dal trimestre successivo con l'attenuarsi delle limitazioni connesse alla pandemia. Tale ipotesi è sostenuta dal marcato aumento della mobilità e del traffico intenso osservato nelle principali città, sebbene altri indicatori per il monitoraggio dell'attività economica, come quelli relativi ai prezzi del carbone e alla qualità dell'aria, abbiano finora registrato un rialzo più moderato. Il turismo cinese in uscita starebbe segnando un recupero mentre la ripresa del settore immobiliare è soltanto modesta; le ragioni sono rintracciabili nel perdurare degli effetti della pandemia sulla propensione agli acquisti di importo elevato e nel protrarsi delle percezioni negative circa la solidità finanziaria degli operatori privati del settore immobiliare. In tale contesto, le prospettive di crescita per la Cina sono state riviste al rialzo per il 2023 e dovrebbero raggiungere tassi medi di espansione prossimi all'obiettivo "del 5 per cento circa" recentemente annunciato dal governo. Le pressioni inflazionistiche rimangono moderate e non dovrebbero aumentare in misura significativa con la riapertura delle attività economiche.
Nel 2022 il PIL in termini reali dell'area dell'euro è cresciuto del 3,5 per cento e per la fine dell'anno si è collocato su un livello del 2,4 per cento superiore a quello precedente la pandemia. Tale risultato ha celato, tuttavia, un significativo rallentamento dell'attività nella seconda metà dell'anno, rispecchiando l'esaurirsi di fattori che nei mesi precedenti erano stati di stimolo all'economia, in particolare la forte ripresa della domanda di servizi ad alta intensità di contatti dopo l'allentamento delle restrizioni dovute al COVID-19. Inoltre, i rincari dei prezzi dei beni energetici hanno avuto un impatto negativo sulla spesa e la produzione. L'attività economica nell'area dell'euro ha ristagnato nell'ultimo trimestre del 2022, come risultato di fattori di segno opposto. Mentre l'interscambio netto ha avuto un forte impatto positivo sulla crescita, tutte le componenti della domanda interna privata hanno subito una contrazione, in un contesto caratterizzato da una diminuzione del reddito disponibile reale, da una persistente incertezza e da condizioni di finanziamento più restrittive. I dati ricavati dalle indagini più recenti segnalano un lieve aumento dell'attività e della fiducia, lasciando attendere l'inizio di un percorso di graduale ripresa dell'economia dell'area dell'euro per la prima parte del 2023. Nei prossimi trimestri fonti energetiche più sicure, prezzi dell'energia significativamente inferiori, l'alleviarsi delle criticità legate alle catene di approvvigionamento e il sostegno pubblico dovrebbero continuare a dare un po' di sollievo a famiglie e industrie. Nel medio periodo un mercato del lavoro solido, un miglioramento della fiducia e una ripresa dei redditi reali dovrebbero sostenere un recupero della crescita del PIL dell'area dell'euro, ma ci si attende che il graduale irrigidimento delle condizioni di finanziamento eserciti un effetto frenante sull'attività. Questa valutazione trova ampio riscontro nello scenario di base delle proiezioni macroeconomiche di marzo 2023 formulate dagli esperti della BCE per l'area dell'euro. Si prevede che il tasso annuo di crescita del PIL in termini reali rallenti all'1,0 per cento nel 2023, per poi salire all'1,6 nel 2024 e nel 2025. Rispetto all'esercizio di dicembre 2022 condotto dagli esperti dell'Eurosistema per l'area dell'euro, le prospettive sono state riviste al rialzo di 0,5 punti percentuali per il 2023 e al ribasso di 0,3 e 0,2 punti percentuali, rispettivamente, per il 2024 e il 2025. Poiché le proiezioni sono state ultimate agli inizi di marzo, prima delle recenti tensioni emerse nei mercati finanziari, tali prospettive sono caratterizzate da ulteriore incertezza. Nel quarto trimestre del 2022 l'attività dell'area dell'euro ha ristagnato. La scomposizione della spesa mostra un contributo fortemente negativo della domanda interna, a causa della marcata diminuzione sia dei consumi privati sia degli investimenti. Tuttavia, ciò è stato compensato da un contributo positivo dell'interscambio netto, dovuto alla debolezza delle esportazioni e al calo delle importazioni. Mentre la dinamica degli investimenti e delle importazioni nell'ultimo trimestre del 2022 ha risentito degli andamenti volatili in Irlanda, la contrazione della domanda interna privata suggerisce un profilo di fondo della crescita molto debole alla fine dell'anno. Quest'ultimo dato trimestrale ha portato la crescita annua del PIL in termini reali dell'area dell'euro al 3,5 per cento nel 2022, con un effetto di trascinamento stimato allo 0,4 per cento nel 2023, lievemente inferiore alla media storica. Nel primo trimestre del 2023 la crescita attesa del PIL dell'area dell'euro sarebbe di nuovo lievemente positiva, sulla scorta di segnali contrastanti provenienti dagli indicatori economici più recenti. I dati ricavati dalle indagini più recenti suggeriscono che l'economia dell'area dell'euro potrebbe aver registrato una modesta espansione nel primo trimestre dell'anno. L'indice composito deiresponsabili degli acquisti (Purchasing Managers' Index, PMI) relativo al prodotto per l'area dell'euro è aumentato ulteriormente a febbraio, raggiungendo un valore senza precedenti negli ultimi nove mesi e mostrandosi

ora in linea con la sua media di lungo periodo. Tale ripresa è stata trainata principalmente dall'attività delle imprese nel settore dei servizi. Il vigore persistente osservato all'inizio del 2023 nell'attività dei servizi ad alta intensità di contatti lascia dedurre che gli effetti della riapertura dell'economia siano parzialmente duraturi. L'indice relativo alla produzione manifatturiera è salito al di sopra di 50 in febbraio, segnalando una crescita per la prima volta da maggio 2022. L'industria manifatturiera ha beneficiato di un miglioramento delle criticità lungo la filiera produttiva, come mostra il forte calo dell'indicatore dei tempi di consegna dei fornitori registrato a febbraio. Ciò nonostante, le deboli condizioni della domanda hanno continuato a pesare sulla produzione manifatturiera, che di recente dipende soprattutto da ordini arretrati.
Alla fine del 2022 si è interrotta la fase di espansione dell'economia italiana, soprattutto a causa della contrazione della spesa delle famiglie. Secondo gli indicatori disponibili, nel primo trimestre dell'anno in corso la dinamica del PIL sarebbe tornata lievemente positiva, beneficiando della discesa dei corsi energetici e dell'allentamento delle strozzature lungo le catene di approvvigionamento. Nel quarto trimestre del 2022 in Italia il PIL ha sostanzialmente ristagnato. Al netto calo della spesa delle famiglie si è contrapposta l'accelerazione degli investimenti, che hanno registrato variazioni positive in tutte le principali componenti. La diminuzione delle scorte ha sottratto 1,1 punti percentuali alla dinamica del PIL; per contro l'interscambio con l'estero ha contribuito positivamente per 1,4 punti, a causa dell'aumento delle esportazioni e della flessione delle importazioni. Dal lato dell'offerta il valore aggiunto è salito in misura sostenuta nelle costruzioni, mentre si è ridotto nell'industria in senso stretto ed è rimasto pressoché stabile nei servizi, interrompendo una prolungata espansione. Nel complesso del 2022 il PIL è cresciuto del 3,7 per cento (dal 7,0 nel 2021). I modelli di Banca d'Italia, che impiegano un ampio insieme di dati, prefigurano per il primo trimestre del 2023 un recupero del prodotto. Quest'ultimo avrebbe beneficiato della discesa dei corsi energetici e della normalizzazione delle condizioni di approvvigionamento lungo le catene del valore. A una tenuta dell'attività nei servizi si sarebbe accompagnata una crescita nelle costruzioni e nella manifattura. Nello stesso periodo l'indicatore Ita-coin, che misura la dinamica del prodotto al netto delle componenti più erratiche, segnala un lieve miglioramento rispetto alla fine del 2022.
Nel primo trimestre 2023, l'indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE segna un calo del 23,7% rispetto al periodo gennaio-marzo 2022. In valore assoluto l'indice si è attestato a 125,1 (base 100 nel 2015). Il risultato è frutto della riduzione della raccolta ordinativi che i costruttori hanno registrato sia sul mercato estero che sul mercato interno. In particolare, gli ordinativi raccolti all'estero risultano in calo del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il valore assoluto dell'indice si attesta a 125,9. Sul fronte interno, gli ordini raccolti hanno segnato un arretramento del 24,1%, per un valore assoluto di 124,8.
Dalla rilevazione del Centro Studi emerge inoltre, che, nel primo trimestre 2023, l'utilizzo della capacità produttiva dei costruttori italiani di macchine utensili è risultato superiore all'86% ma vi sono anche aziende che hanno toccato il 100%. Il carnet ordini ha raggiunto, in questo trimestre, livelli mai registrati prima, arrivando a 8,6 mesi di produzione assicurata.
Barbara Colombo, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha affermato: "l'indice degli ordini relativo al primo trimestre appena elaborato dal nostro Centro Studi mostra un evidente rallentamento dell'attività di raccolta commesse sia in Italia che all'estero. Le aziende stanno comunque lavorando bene. Il calo registrato in questo primo scorcio di anno non ci preoccupa, piuttosto deve farci riflettere attentamente sulle strategie che le nostre aziende devono definire per il futuro di medio periodo. Sul fronte estero, la diminuzione registrata in questo trimestre, considerata anche la pressoché totale saturazione della capacità produttiva delle nostre aziende, impegnate a evadere il boom di commesse pregresse, potrebbe essere determinata, almeno in parte, dalla decisione dei costruttori italiani di concentrarsi per lo più sul mercato interno il cui presidio è certamente più agevole. Siamo ben consapevoli che, a tendere - ha aggiunto Barbara Colombo - questo atteggiamento potrebbe divenire un problema per le nostre imprese che rischierebbero così, nel lungo periodo, di perdere quote di mercato conquistate in decenni di attività. Per contrastare questo fenomeno, in un momento di avvio della riorganizzazione delle catene del valore e del loro accorciamento, UCIMU intende potenziare le iniziative a sostegno dell'attività di internazionalizzazione delle imprese. Ne è un esempio l'avvio del progetto di rete di imprese in Vietnam, il cui obiettivo è facilitare la penetrazione delle aziende in una delle aree del pianeta più interessanti e dinamiche".
"Sul fronte interno, la diminuzione delle commesse è determinata da più fattori: anzitutto l'anticipo al trimestre precedente (quarto trimestre 2022) di gran parte degli investimenti che erano in programma da

parte degli utilizzatori italiani che si sono voluti assicurare l'incentivo del credito di imposta al 40% sapendo che, con l'anno nuovo, l'aliquota sarebbe stata dimezzata; la fiammata registrata dall'indice del quarto trimestre 2022 lo dimostra. In secondo luogo, il calo è conseguenza del naturale ridimensionamento della domanda che non poteva certo reggere i ritmi a cui ci aveva abituato negli ultimi tempi. Detto questo, il mercato italiano - ha continuato la presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE - è comunque ancora predisposto ad investire. Il processo di ammodernamento dell'Officina Italia non è concluso. Deve raggiungere ancora una parte delle imprese, specie quelle di piccole dimensioni, che sicuramente hanno bisogno di più tempo per approcciare un tema di questo genere che ha implicazioni sull'intera organizzazione aziendale".
"In ragione di ciò, occorre assicurare continuità al piano transizione 4.0, a nostro avviso, legando al tema della digitalizzazione quello della sostenibilità che, insieme, rappresentano i pilastri della produzione manifatturiera del futuro. Per questo ribadiamo alle autorità di governo la necessità di poter disporre di un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati al crescere della complessità del sistema prodotto. Il programma, in concreto, dovrebbe prevedere tre differenti crediti di imposta anche cumulabili tra loro" Alla prima misura - che è quella attualmente in vigore, che consiste nel credito di imposta per gli investimenti in tecnologie di produzione digitali di ultima generazione (con riferimento agli allegati A e B), - dovrebbe aggiungersi un secondo credito di imposta per gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale. Infine - ha concluso la presidente Barbara Colombo - il programma dovrebbe prevedere una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità. Questo provvedimento, nella nostra visione, dovrebbe supportare le azioni in grado di portare allo sviluppo integrato di nuove generazioni di prodotti, tenendo conto anche dell'impatto in termini di footprint ambientale, certificato secondo i relativi standard internazionali".
Come noto, il perdurare delle tensioni tra Russia e Ucraina iniziate dal mese di gennaio 2022 (che hanno poi ha portato alla dichiarazione di guerra della Russia all'Ucraina e all'invasione del territorio ucraino da parte dell'esercito russo in data 24 febbraio 2022) stanno continuando ad avere importanti ripercussioni sui mercati internazionali, anche in termini di andamento dei mercati finanziari.
In questo contesto piuttosto instabile, il Gruppo Biesse, che opera in Russia attraverso la controllata commerciale Biesse Russia a Mosca, ha continuato a lavorare al fine di consentire il mantenimento dell'operatività e il livello di occupazione della propria filiale. Si aggiunge inoltre che la fatturazione in Euro sul mercato russo ha protetto la società controllata dall'impatto di fluttuazione del Rublo.
Il contesto di riferimento continua pertanto ad essere caratterizzato da rilevanti incertezze dovute all'evolversi del contesto geopolitico internazionale con conseguenti riflessi sull'evoluzione degli approvvigionamenti energetici e all'inflazionamento dei costi dei materiali.
Alla fine del primo trimestre 2023, il portafoglio del Gruppo Biesse si attesta a € 340.631 mila, in diminuzione del 11,4% rispetto a dicembre 2022 (€ 384.659 mila).
In questo scenario, i ricavi al 31 marzo 2023 del Gruppo Biesse sono stati pari a € 209.515 mila, in aumento del 6,6% rispetto al 31 marzo 2022. L'incremento ha riguardato le seguenti aree geografiche di riferimento: Europa Occidentale (14,0%) e Nord America (2,3%). L'Europa Orientale rimane pressoché stabile mentre Asia-Oceania e Resto del Mondo registrano invece un decremento rispettivamente del 3,8% e 21,6%.
L'Europa Occidentale conferma il suo ruolo di mercato di riferimento del Gruppo Biesse, chiudendo con un fatturato pari a € 116.749 mila, pari al 55,7% del totale. Se analizziamo la ripartizione dei ricavi per segmenti operativi, Macchine-Sistemi e Meccatronica registra un aumento rispetto a primo trimestre 2022 del 7,2%, mentre non si evidenziano invece variazioni significative per il segmento Meccatronica.
La ripartizione dei ricavi per segmento operativo rimane sostanzialmente invariata con il segmento Macchine-Sistemi (che rappresenta circa il 91,0% del fatturato di Gruppo Biesse) che registra un aumento del 7,2%. Nessuna variazione significativa invece per il segmento Meccatronica.
Analizzando invece il fatturato per area geografica, l'incremento ha riguardato le seguenti aree geografiche di riferimento: Europa Occidentale (14,0%) e Nord America (2,3%). L'Europa Orientale rimane pressoché stabile mentre Asia-Oceania e Resto del Mondo registrano invece un decremento rispettivamente del 3,8% e 21,6%.
Tale performance è stata resa possibile grazie alla capillare rete di distribuzione del Gruppo Biesse, che ha permesso di contrastare le incertezze manifestatesi su determinate aree geografiche.

L'incremento dei volumi si è riflesso sulla redditività operativa di periodo, così come indicato dall'Ebitda Adjusted, che, al lordo degli oneri non ricorrenti, si attesta a € 27.969 mila, in aumento del 7,2%. Si evidenzia anche il miglioramento del risultato operativo prima degli eventi non ricorrenti (EBIT Adjusted) (€ 16.464 mila nel primo trimestre 2023 contro € 15.146 mila nel pari periodo del 2022) con un delta positivo di € 1.318 mila e un'incidenza sui ricavi in lieve incremento, che passa al 7,7% dal 7,9%.
Si segnala che il risultato economico del Gruppo Biesse, per il periodo in esame, è influenzato positivamente da "eventi non ricorrenti" pari a € 1.937 mila, unicamente riferibile alla plusvalenza derivante dalla vendita del fabbricato e relativo terreno di pertinenza di Thiene.
Nonostante il positivo andamento nella performance economica (con ricavi in crescita e margini pressoché costanti) fin qui descritto, la performance finanziaria risente invece delle dinamiche del capitale circolante netto operativo che aumenta rispetto a dicembre 2022 per € 28.058 mila (con una conseguente contrazione nella generazione di cassa). Tale fenomeno è prevalentemente riconducibile al decremento delle passività contrattuali (pari ad € 15.779 mila) influenzato dall'andamento dell'ingresso ordini del primo trimestre 2023, che ha risentito dell'anticipo al trimestre precedente (quarto trimestre 2022) di gran parte degli investimenti che erano in programma da parte degli utilizzatori italiani che si sono voluti assicurare l'incentivo del credito di imposta relativa all'industria 4.0 al 40% sapendo che, con l'anno nuovo, l'aliquota sarebbe stata dimezzata.
Rimanendo sempre in tema di movimentazione del capitale circolante netto, la restante parte della variazione è invece attribuibile a molteplici fattori quali la diminuzione dei debiti commerciali (pari ad € 3.566) che trova evidenza nella riduzione dei giorni medi di pagamento (DPO), complici le dinamiche dei pagamenti del fine anno, l'aumento dei magazzini (pari ad € 2.508 mila) e infine l'aumento dei crediti commerciali (pari ad € 6.206), in linea con il trenddel fatturato di periodo.
La Posizione Finanziaria Netta (di seguito anche "PFN") di Gruppo Biesse al 31 marzo 2023 è positiva per € 107.322, in diminuzione di € 9.324 mila rispetto al dato del 31 dicembre 2022 (8,0%). La variazione è principalmente influenzata dalle dinamiche del capitale circolante netto sopracitate, nonostante i positivi risultati ottenuti a livello di gestione operativa nel corso del trimestre.
Lo scenario fin qui descritto, conferma come nel corso del primo trimestre del 2023 il Gruppo Biesse abbia beneficiato delle dinamiche legate alla domanda di beni strumentali del precedente esercizio.
Tuttavia, il rallentamento dell'ingresso ordini che si è manifestato già a partire dal secondo trimestre del 2022 influenzerà le dinamiche dell'andamento del fatturato della restante parte dell'anno.
Il Gruppo Biesse, sulla base di questo conteso, proseguirà per l'intero esercizio 2023 nell'implementare con determinazione le azioni volte al perseguimento degli obiettivi fissati.
In data 27 febbraio 2023 è stato approvato il progetto di fusione delle società Montresor & Co S.r.l., con unico socio, nella società Biesse S.p.A..
In data 26 aprile 2023, l'Assemblea di Biesse S.p.A., ha approvato:
Biesse ha partecipato all'Euronext STAR Conference 2023 organizzata da Borsa Italiana che si è tenuta a Milano presso Palazzo Mezzanotte dal 21 al 23 marzo. Durante tale occasione il management di Biesse ha incontrato investitori internazionali ed analisti finanziari per condividere i risultati recentemente conseguiti e le più immediate prospettive economiche e finanziarie.

| 31 Marzo | 31 Marzo | ||||
|---|---|---|---|---|---|
| 20 23 | % su ricavi | 20 22 | % su ricavi | DELTA % | |
| migliaia di euro | |||||
| R icavi de lle ve ndite e de lle pre stazio ni | 20 9 .5 15 | 10 0 ,0 % | 19 6 .5 9 9 | 10 0 ,0 % | 6 ,6 % |
| Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti |
541 | 0,3% | 17.931 | 9,1% | (97,0)% |
| Altri Proventi | 2.116 | 1,0% | 995 | 0,5% | 112,7% |
| Valo re de lla pro duzio ne | 212.172 | 10 1,3% | 215 .5 24 | 10 9 ,6 % | (1,6 )% |
| Consumo materie prime, sussidiarie di consumo e merci | (86.565) | (41,3)% | (94.574) | (48,1)% | (8,5)% |
| Altre spese operative | (35.679) | (17,0)% | (33.558) | (17,1)% | 6,3% |
| Costo del personale | (61.959) | (29,6)% | (61.294) | (31,2)% | 1,1% |
| Ebitda adjuste d | 27.9 6 9 | 13,3% | 26 .0 9 8 | 13,3% | 7,2% |
| Ammortamenti | (7.811) | (3,7)% | (7.991) | (4,1)% | (2,3)% |
| Accantonamenti e Impairment | (3.694) | (1,8)% | (2.961) | (1,5)% | 24,8% |
| Ebit adjuste d | 16 .46 4 | 7,9 % | 15 .146 | 7,7% | 8,7% |
| Componenti non ricorrenti | 1.937 | 0,9% | - | - | - |
| Ebit | 18.40 1 | 8,8% | 15 .146 | 7,7% | 21,5 % |
| Proventi finanziari | 284 | 0,1% | 89 | 0,0% | - |
| Oneri Finanziari | (604) | (0,3)% | (439) | (0,2)% | 37,6% |
| Proventi (oneri) netti su cambi | (579) | (0,3)% | (1.427) | (0,7)% | (59,4)% |
| R isultato ante impo ste | 17.5 0 2 | 8,4% | 13.36 8 | 6 ,8% | 30 ,9 % |
| Imposte sul reddito | (5.173) | (2,5)% | (3.611) | (1,8)% | 43,3% |
| R isultato de ll'e se rcizio | 12.330 | 5 ,9 % | 9 .75 8 | 5 ,0 % | 26 ,4% |
Si precisa che i risultati intermedi esposti in tabella non sono identificati come una misura contabile nell'ambito dei Principi contabili internazionali e, pertanto, non devono essere considerati una misura sostitutiva per la valutazione dell'andamento e del risultato del Gruppo Biesse. Si segnala inoltre che il criterio di determinazione dei risultati intermedi applicato dal Gruppo Biesse potrebbe non essere omogeneo con quello adottato da altre società e/o gruppi del settore e, conseguentemente, che tali dati potrebbero non essere comparabili.
I ricavi al 31 marzo 2023 sono pari a € 209.515 mila, in aumento del 6,6% rispetto al dato dello stesso periodo del 2022 (ricavi pari a € 196.599 mila), incremento da imputarsi al generale positivo trend delle vendite avvenuto nel corso del trimestre.
Il valore della produzione è pari a € 212.172 mila, in lieve diminuzione (-1,6%) rispetto al dato relativo al primo trimestre del 2022 (€ 215.524 mila).

Di seguito si riporta il dettaglio delle incidenze percentuali dei costi calcolate sul valore della produzione.
| 31 Marzo | 31 Marzo % 20 22 |
|||
|---|---|---|---|---|
| 20 23 | ||||
| migliaia di euro | ||||
| Valo re de lla pro duzio ne | 212.172 | 10 0 ,0 % | 215 .5 24 | 10 0 ,0 % |
| Consumo materie prime e merci | 86.565 | 40,8% | 94.574 | 43,9% |
| Altre spese operative | 35.679 | 16,8% | 33.558 | 15,6% |
| Costi per servizi | 32.143 | 15,1% | 29.420 | 13,7% |
| Costi per godimento beni di terzi | 1.129 | 0,5% | 964 | 0,4% |
| Oneri diversi di gestione | 2.407 | 1,1% | 3.175 | 1,5% |
| Valo re aggiunto | 89 .9 28 | 42,4% | 87.39 2 | 40 ,5 % |
L'analisi delle incidenze percentuali dei consumi e delle altre spese operative, calcolate sul valore della produzione, anziché sui ricavi, evidenzia come l'assorbimento delle materie prime risulti in diminuzione (pari al 40,8% contro il 43,9% del 31 marzo 2022), riconducibile all'incremento dei prezzi di vendita effettuato a partire dal 2021 che si è progressivamente manifestato durante il 2022 con una maggiore evidenza nell'ultimo trimestre del 2022 e nel primo trimestre del 2023. Le altre spese operative aumentano in valore assoluto (€ 2.121 mila), incrementando il proprio peso percentuale rispetto all'esercizio precedente (dal 15,6% al 16,8%). Tale fenomeno è prevalentemente attribuibile alla voce costi per servizi, che passa da € 29.420 mila a € 32.143 mila, in aumento del 9,3%: la variazione è principalmente dovuta a maggiori costi legati alla partecipazione a fiere ed eventi (in aumento per € 2.110 mila), prestazioni tecniche (in aumento di € 406 mila) e quelli relativi a viaggi e trasferte (in aumento per € 1.066 mila). Le spese di consulenza rimangono sostanzialmente invariate rispetto al primo trimestre 2022, mentre diminuiscono i costi relativi per prestazioni di servizi alla produzione, tra cui lavorazioni esterne e trasporti su acquisiti (in diminuzione rispettivamente per € 1.346 mila e € 196 mila) e i costi per le utenze (in diminuzione di € 436 mila).
Concludendo, si sottolinea che il valore aggiunto al 31 marzo 2023 è pari ad € 89.928 mila, in crescita del 2,9% rispetto al pari periodo del 2022 (€ 87.392 mila). La sua incidenza sul valore della produzione passa da 40,5% a 42,4%.
Il costo del personale al 31 marzo del 2023 è pari ad € 61.959 mila e registra un lieve incremento di valore di € 665 mila rispetto al dato del 2022 (€ 61.294 mila, +1,1% sul pari periodo 2022), sostanzialmente legato alla componente salari, stipendi e relativi oneri sociali. Diminuisce invece l'incidenza in termini percentuali, passando dal 31,2% al 29,6%.
L'EBITDA adjusted del primo trimestre 2023 è positivo per € 27.969 mila, mentre nello stesso periodo del 2022 era positivo per € 26.098 mila, con una crescita del 7,2%.
Gli ammortamenti registrano nel complesso una leggera diminuzione pari al 2,3% (passando da € 7.991 mila al 31 marzo 2022 a € 7.811 mila al 31 marzo 2023): la componente relativa alle immobilizzazioni materiali (comprensive dei diritti d'uso) è in lieve aumento di € 68 mila (+1,5%), mentre quella relativa alle immobilizzazioni immateriali diminuisce di € 247 mila (-7,4%).
La voce accantonamenti e impairment ammonta a € 3.694 mila, ed include accantonamenti per € 2.450 mila (prevalentemente riconducibili a € 1.833 mila per adeguamenti fondi rischi e oneri futuri, a € 515 mila per fondo ristrutturazione ed infine a € 117 mila per l'adeguamento di stima del fondo garanzia prodotti) e svalutazioni per impairment per € 1.244 mila, relativi ad attività immateriali, tra cui costi di sviluppo.
L'EBIT adjusted è positivo per € 16.464 mila, in aumento del 8,7% rispetto al pari periodo dello scorso anno (pari a € 15.146 mila).
I componenti non ricorrenti evidenziano un valore positivo pari a € 1.937 mila, unicamente riferibile alla plusvalenza derivante dalla vendita del fabbricato e relativo terreno di pertinenza di Thiene.
In riferimento alla gestione finanziaria si registrano oneri netti per € 320 mila, pressoché invariati rispetto al dato di marzo 2022 (oneri netti pari ad € 350 mila).
Per quanto riguarda la gestione del rischio cambio, si registrano componenti negative nette per € 579 mila, in miglioramento rispetto al pari periodo dell'anno precedente (negativo per € 1.427 mila).
Il risultato prima delle imposte è quindi positivo per € 17.502 mila in aumento rispetto al 2022 (pari a € 13.368 mila).

La stima del saldo delle componenti fiscali è negativa per complessivi € 5.173 mila. L'incidenza relativa alle imposte correnti è negativa per € 6.291 mila (IRES: € 2.525 mila, IRAP: € 776 mila; imposte giurisdizioni estere: € 3.358 mila; altre imposte sul reddito e imposte relative ad esercizi precedenti: positive per € 367 mila), mentre l'incidenza relativa alle imposte differite è positiva e pari a € 1.118 mila.
Ne consegue che il risultato netto al 31 marzo 2023 è positivo per € 12.330 mila
| 31 Marzo | 31 Dice mbre | |
|---|---|---|
| 20 23 | 20 22 | |
| migliaia di euro | ||
| Immateriali | 88.432 | 88.177 |
| Materiali | 114.108 | 117.625 |
| Finanziarie | 3.484 | 4.688 |
| Immo bilizzazio ni | 20 6 .0 24 | 210 .489 |
| Rimanenze | 218.096 | 215.588 |
| Crediti commerciali e attività contrattuali | 118.719 | 112.513 |
| Debiti commerciali | (178.430) | (181.996) |
| Passività contrattuali | (122.418) | (138.197) |
| Capitale Circo lante Ne tto O pe rativo | 35 .9 6 6 | 7.9 0 8 |
| Fondi relativi al personale | (10.196) | (10.567) |
| Fondi per rischi ed oneri | (28.608) | (25.015) |
| Altri debiti/crediti netti | (55.380) | (54.629) |
| Attività nette per imposte anticipate | 16.791 | 15.961 |
| Altre Attività/(P assività) Ne tte | (77.39 4) | (74.249 ) |
| Capitale Inve stito Ne tto | 16 4.5 9 6 | 144.147 |
| Capitale sociale | 27.403 | 27.403 |
| Risultato del periodo precedente e altre riserve | 231.945 | 202.898 |
| Risultato dell'esercizio | 12.330 | 30.248 |
| Patrimonio netto di terzi | 241 | 245 |
| P atrimo nio Ne tto | 271.9 18 | 26 0 .79 3 |
| Debiti finanziari verso banche e altri finanziatori | 25.059 | 28.937 |
| Altre attività finanziarie | (20.696) | (7.164) |
| Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | (111.685) | (138.419) |
| P o sizio ne Finanziaria Ne tta | (10 7.322) | (116 .6 46 ) |
| To tale Fo nti di Finanziame nto | 16 4.5 9 6 | 144.147 |
Il capitale investito netto è pari a € 164.596 mila in aumento rispetto al 31 dicembre 2022 (€ 144.147 mila).
Rispetto al 31 dicembre 2022, le immobilizzazioni nette sono diminuite di € 4.465 mila, decremento derivante dal fatto che gli ammortamenti sono maggiori dei nuovi investimenti di periodo.

Il capitale circolante netto operativo aumenta di € 28.058 mila rispetto al 31 dicembre 2022. La variazione è dovuta principalmente al decremento delle passività contrattuali (pari ad € 15.779 mila) riconducibile all'andamento dell'ingresso ordini del primo trimestre 2023, che ha risentito dell'anticipo al trimestre precedente (quarto trimestre 2022) di gran parte degli investimenti che erano in programma da parte degli utilizzatori italiani che si sono voluti assicurare l'incentivo del credito di imposta relativa all'industria 4.0. al 40% sapendo che, con l'anno nuovo, l'aliquota sarebbe stata dimezzata. La restante parte della variazione è invece attribuibile all'insieme di più fattori ovvero alla diminuzione dei debiti commerciali (pari ad € 3.566) che trova evidenza nella riduzione dei giorni medi di pagamento (DPO), complici le dinamiche dei pagamenti del fine anno, all'aumento dei magazzini (pari ad € 2.508 mila) e infine all'aumento dei crediti commerciali (pari ad € 6.206), in linea con il trenddel fatturato di periodo.
Il patrimonio netto è pari a € 271.918 mila (€ 260.793 mila al 31 dicembre 2022).
| (Dati consolidati in migliaia di Euro) | Al 31 marzo | Al 31 dice mbre | Al 30 se tte mbre | Al 30 giugno | Al 31 marzo |
|---|---|---|---|---|---|
| 20 23 | 20 22 | 20 22 | 20 22 | 20 22 | |
| migliaia di euro | |||||
| Attività finanziarie: | 132.381 | 145.583 | 108.061 | 117.201 | 136.539 |
| Attività finanziarie correnti | 20.696 | 20.544 | 7.157 | 7.266 | 27.141 |
| Disponibilità liquide | 111.685 | 125.039 | 100.903 | 109.935 | 109.398 |
| Debiti per locazioni finanziarie a breve termine | (7.072) | (7.504) | (7.983) | (8.524) | (7.194) |
| Debiti bancari e altri debiti finanziari a breve termine | (1.412) | (4.222) | (4.761) | (7.493) | (5.826) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta a bre ve te rmine | 123.89 7 | 133.85 8 | 9 5 .317 | 10 1.185 | 123.5 20 |
| Debiti per locazioni finanziarie a medio/lungo termine | (16.114) | (16.496) | (14.997) | (15.508) | (15.179) |
| Debiti bancari e altri debiti finanziari a medio/lungo termine | (320) | (561) | (573) | (525) | (395) |
| Debiti commerciali e altri debiti finanziari a medio/lungo termine | (140) | (155) | (171) | (185) | (285) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta a me dio /lungo te rmine | (16 .5 75 ) | (17.212) | (15 .740 ) | (16 .218) | (15 .85 9 ) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta to tale | 10 7.322 | 116 .6 46 | 79 .5 77 | 84.9 6 5 | 10 7.6 6 1 |
Nello schema di PFN al 31.03.2023, in applicazione delle disposizioni contenute nella Comunicazione n. 5/21 del 29 aprile 2021 emessa da Consob che rimanda alle Raccomandazioni ESMA del 4 marzo 2021, sono stati ricompresi i debiti commerciali scadenti oltre l'esercizio.
Ai fini di una migliore rappresentazione sono inoltre stati esclusi dalle attività finanziarie il fair value attivo dei derivati.
La Posizione Finanziaria Netta di Gruppo Biesse al 31 marzo 2023 è positiva per € 107.322 mila, in diminuzione rispetto al dato dell'esercizio precedente (positiva per € 116.646 mila), mentre il valore consuntivo senza considerare gli effetti dei debiti per affitti e leasing derivanti dall'applicazione dell'IFRS 16, sarebbe stato positivo per € 129.594 mila (positivo per € 139.387 mila al 31 dicembre 2022). Nel confronto con il fine anno 2022 l'indicatore diminuisce di € 9.324 mila, principalmente influenzato dalle dinamiche del capitale circolante netto come precedentemente commentato, nonostante i positivi risultati ottenuti a livello di gestione operativa.
Alla data di approvazione della presente relazione, il Gruppo Biesse ha linee di credito superiori a Euro 215,7 milioni, di cui Euro 90,7 milioni a revoca con duration entro i 12 mesi e di conseguenza Euro 125 milioni committed con duration oltre i 12 mesi. Tutte le linee di credito, peraltro non utilizzate, sono chirografarie esenti da ogni garanzia reale.

| 31 Marzo 20 23 |
% | 31 Marzo 20 22 |
% | Var % 20 23/20 22 |
|
|---|---|---|---|---|---|
| migliaia di euro | |||||
| Segmento Macchine e Sistemi | 190.828 | 91,1% | 178.023 | 90,6% | 7,2% |
| Segmento Meccatronica | 27.090 | 12,9% | 26.853 | 13,7% | 0,9% |
| Elisioni Inter segmento | (8.403) | (4,0)% | (8.277) | (4,2)% | 1,5% |
| To tale | 20 9 .5 15 | 10 0 ,0 % | 19 6 .5 9 9 | 10 0 ,0 % | 6 ,6 % |
| 31 Marzo | % | 31 Marzo | % | Var % | |
|---|---|---|---|---|---|
| 20 23 | 20 22 | ||||
| migliaia di euro | |||||
| Europa Occidentale | 116.749 | 55,7% | 102.420 | 52,1% | 14,0% |
| Asia – Oceania | 23.788 | 11,4% | 24.721 | 12,6% | (3,8)% |
| Europa Orientale | 27.343 | 13,1% | 27.301 | 13,9% | 0,2% |
| Nord America | 36.794 | 17,6% | 35.983 | 18,3% | 2,3% |
| Resto del Mondo | 4.842 | 2,3% | 6.174 | 3,1% | (21,6)% |
| To tale | 20 9 .5 15 | 10 0 ,0 % | 19 6 .5 9 9 | 10 0 ,0 % | 6 ,6 % |
La ripartizione dei ricavi per segmento operativo rimane sostanzialmente invariata con il segmento Macchine-Sistemi (che rappresenta circa il 91,0% del fatturato di Gruppo Biesse) che registra un aumento del 7,2%. Nessuna variazione significativa invece per il segmento Meccatronica.
Analizzando invece il fatturato per area geografica, l'incremento ha riguardato le seguenti aree geografiche di riferimento: Europa Occidentale (14,0%) e Nord America (2,3%). L'Europa Orientale rimane pressoché stabile mentre Asia-Oceania e Resto del Mondo registrano invece un decremento rispettivamente del 3,8% e 21,6%.
Pesaro, 11 maggio 2023
Giancarlo Selci
Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari dichiara, ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza, che l'informativa contabile contenuta nel presente documento corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili
Pesaro, 11 maggio 2023
Pierre Giorgio Sallier de La Tour
Building tools?
Free accounts include 100 API calls/year for testing.
Have a question? We'll get back to you promptly.