Quarterly Report • Oct 28, 2025
Quarterly Report
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Biesse S.p.A.

| IL GRUPPO BIESSE | 3 |
|---|---|
| STRUTTURA DEL GRUPPO BIESSE | |
| PROFILO DEL GRUPPO BIESSE | 4 |
| INTRODUZIONE | 4 |
| INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE | 4 |
| FINANCIAL HIGHLIGHTS | 5 |
| COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI SOCIALI | 8 |
| RELAZIONE SULL'ANDAMENTO DELLA GESTIONE | 9 |
| IL CONTESTO ECONOMICO | |
| IL SETTORE DI RIFERIMENTO | |
| L'EVOLUZIONE DELLA GESTIONE | |
| PRINCIPALI EVENTI | |
| DATI ECONOMICI | 14 |
| DATI PATRIMONIALI | |
| SEGMENT REPORTING | 18 |
| ATTESTAZIONE AI SENSI DEL COMMA 2 ART. 154 BIS TUF | 18 |

Le società appartenenti al Gruppo Biesse rientranti all'interno dell'area di consolidamento sono le seguenti:


Il gruppo Biesse è un'azienda internazionale che produce linee integrate e macchine per la lavorazione del legno, del vetro, della pietra, della plastica, dei materiali compositi. Nato in Italia nel 1969 e quotato al segmento Euronext STAR di Borsa Italiana, il gruppo supporta l'evoluzione del business dei clienti che operano nei settori del mobile, del forniture & construction, dell'automotive e dell'aerospace. Oggi, circa l'85% del fatturato consolidato è realizzato all'estero grazie ad una rete globale in continua crescita con 3 aree produttive e showroom commerciali in 19 paesi. Grazie alle competenze dei nostri oltre 3.700 dipendenti, si incoraggia l'immaginazione di aziende leader dei propri settori e dei nomi prestigiosi del design italiano e internazionale per dar luce alle potenzialità di qualsiasi materiale.
Rispetto al bilancio consolidato chiuso al 31 dicembre 2024, il perimetro del gruppo Biesse si è modificato per effetto delle liquidazioni della controllata Biesse Group Israel Ltd. avvenuta in data 4 febbraio 2025, della controllata HSD Mechatronic Korea avvenuta in data 9 luglio e della controllata Bavelloni France Sasu avvenuta in data 31 luglio.
In aggiunta alle predette operazioni, il perimetro del gruppo si è ulteriormente modificato per effetto dei seguenti trasferimenti ovvero della cessione del 100% della partecipazione di Biesse Thailand Ltd. (ex Techni Waterjet Ltd.) dalla controllata Australiana Techni Waterjet Pty Ltd. alla controllata Biesse Asia Pte Ltd. Singapore, avvenuta in data 14 marzo 2025, della cessione del 100% della partecipazione di Techni Waterjet Pty Ltd. dalla controllata GMM S.p.A. alla controllata Biesse Australia Ltd., avvenuta in data 1 luglio 2025 e della cessione del 100% della partecipazione di Techni Waterjet LLC dalla controllata Australiana Techni Waterjet Pty Ltd. alla controllata Biesse America Inc., avvenuta sempre in data 1 luglio 2025. Si rammenta che tali operazioni di cessione, essendo intervenute all'interno del Gruppo, sono ininfluenti dal punto di vista degli effetti sul bilancio consolidato.
La relazione trimestrale consolidata del Gruppo Biesse al 30 settembre 2025, non sottoposta a revisione contabile, redatta ai sensi dell'art. 154-ter, comma 2, del Testo Unico della Finanza, è predisposta conformemente ai criteri di valutazione e di misurazione stabiliti dagli International Financial Reporting Standards (IFRS).
I principi contabili ed i criteri di valutazione sono conformi a quelli del bilancio al 31/12/2024 ai quali si fa rinvio. In questa sede, inoltre, si evidenzia quanto segue:
Il Management utilizza alcuni indicatori di performance, che non sono identificati come misure contabili nell'ambito degli IFRS (NON-GAAP measures), per consentire una migliore valutazione dell'andamento del gruppo Biesse. Il criterio di determinazione applicato dal gruppo Biesse potrebbe non essere omogeneo con quello adottato da altri Gruppi e gli indicatori potrebbero non essere comparabili con quelli determinati da questi ultimi. Tali indicatori di performance, determinati in conformità a quanto stabilito dagli Orientamenti sugli indicatori di performance emessi dall'ESMA/2015/1415 e adottati dalla CONSOB con comunicazione n.92543 del 3 dicembre 2015, si riferiscono alla performance del periodo contabile oggetto del presente Resoconto Annuale di Gestione e dell'esercizio precedente posto a confronto.
Gli indicatori di performance devono essere considerati come complementari e non sostituiscono i dati finanziari redatti secondo gli IFRS. Di seguito la descrizione dei principali indicatori adottati.
▪ Margine Operativo Lordo Adjusted o EBITDA Adjusted (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization Adjusted): tale indicatore è definito come Utile (Perdita) dell'esercizio al lordo delle imposte sul reddito, degli oneri e proventi finanziari, delle perdite ed utili su cambi, degli ammortamenti di immobilizzazioni materiali ed immateriali, delle svalutazioni di immobilizzazioni per impairment test, degli accantonamenti a fondi rischi ed oneri, nonché dei costi e ricavi derivanti da operazioni

considerate dalla Direzione di natura non ricorrente rispetto all'attività caratteristica del gruppo Biesse.
| 30 Settembre | % su | 30 Settembre | % su | Delta % | |
|---|---|---|---|---|---|
| 2025 | ricavi | 2024 | ricavi | ||
| Migliaia di euro | |||||
| Ricavi delle vendite e delle prestazioni | 482.430 | 100,0% | 560.803 | 100,0% | (14,0)% |
| EBITDA adjusted(1) | 25.233 | 5,2% | 44.042 | 7,9% | (42,7)% |
| EBIT adjusted (1) | (1.925) | (0,4)% | 14.481 | 2,6% | - |
| EBIT (1) | (6.668) | (1,4)% | 10.950 | 2,0% | - |
| Risultato dell'esercizio | (8.895) | (1,8)% | 2.572 | 0,5% | - |



| 30 S e tte mbre | 31 Dice mbre | |
|---|---|---|
| 20 25 | 20 24 | |
| Migliaia di euro | ||
| Capitale Investito Netto (1) | 290.399 | 268.112 |
| Patrimonio Netto | 242.224 | 263.373 |
| Posizione Finanziaria Netta (1) | (48.175) | (4.739) |
| Posizione Finanziaria Netta escluso IFRS16 (1) | (20.863) | 24.969 |
| Capitale Circolante Netto Operativo (1) | 90.645 | 77.623 |
| Portafoglio ordini | 210.857 | 255.207 |
(1) grandezze riferite a livelli intermedi di risultato e ad aggregati patrimoniali e finanziari per le quali sono forniti nella Relazione sulla Gestione e nelle Note al Bilancio i criteri adottati per la loro determinazione.



| 30 S e tte mbre | 30 S e tte mbre | |
|---|---|---|
| 20 25 | 20 24 | |
| Numero dipendenti a fine periodo | 3.723 | 4.131 |

* sono inclusi nel dato i lavoratori somministrati.

Presidente e Amministratore delegato Roberto Selci
Consigliere non esecutivo Alessandra Baronciani Consigliere non esecutivo Salvatore Giordano Consigliere indipendente (Lead Indipendent Director) Rossella Schiavini Consigliere indipendente Federica Ricceri
Consigliere indipendente Cristina Sgubin
Consigliere indipendente Pier Giorgio Bedogni
Presidente Paolo De Mitri Sindaco effettivo Giovanni Ciurlo Sindaco effettivo Benedetta Pinna
Sindaco supplente Silvia Muzi
Sindaco supplente Maurizio Gennari
Rossella Schiavini (Presidente)
Federica Ricceri
Federica Ricceri (Presidente)
Rossella Schiavini
Rossella Schiavini (Presidente)
Cristina Sgubin
Deloitte & Touche S.p.A.

L'attività economica mondiale dovrebbe rimanere stabile seppur contenuta nel breve periodo, a seguito di una crescita superiore alle attese nella prima metà del 2025, che probabilmente non si protrarrà. La crescita delle importazioni a livello mondiale dovrebbe ridursi, in quanto si prevede l'esaurimento dell'impennata legata all'anticipo degli scambi osservata all'inizio dell'anno in previsione degli aumenti dei dazi. L'aumento dei dazi statunitensi e il livello ancora elevato di incertezza stanno rimodellando i flussi commerciali internazionali e costituiscono un rischio per la logistica, sebbene le pressioni lungo le catene di approvvigionamento mondiali sembrino finora contenute. Il processo di disinflazione sembra essersi arrestato in alcune economie avanzate, con un rinnovato slancio dell'inflazione di fondo relativa ai beni, in particolare negli Stati Uniti. In tale contesto, le proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate a settembre 2025 dagli esperti della BCE prevedono un indebolimento delle prospettive della crescita mondiale nel periodo a venire. Tuttavia, il rallentamento dell'attività mondiale dovrebbe essere meno marcato rispetto a quanto previsto nelle proiezioni macroeconomiche formulate a giugno 2025 dagli esperti dell'Eurosistema, riflettendo dati migliori del previsto, mentre l'espansione fiscale negli Stati Uniti, l'attenuarsi dell'incertezza relativa alle politiche commerciali e l'allentamento delle condizioni finanziarie internazionali dovrebbero attutire l'impatto dei dazi annunciati di recente. Nell'orizzonte temporale di proiezione l'inflazione complessiva misurata sull'indice dei prezzi al consumo (IPC) dovrebbe diminuire a livello mondiale, nonostante sia previsto un aumento negli Stati Uniti nel 2026, dovuto ai dazi, all'espansione fiscale e al deprezzamento del dollaro.
Negli Stati Uniti le componenti di fondo del PIL (consumi privati e investimenti) hanno subito un rallentamento nella prima metà del 2025, mentre l'inflazione è aumentata in parte per effetto dei dazi. Sebbene nel secondo trimestre il PIL in termini reali abbia segnato una ripresa dello 0,7 per cento sul periodo precedente (dopo una contrazione dello 0,1 per cento del PIL nel trimestre precedente), la sua crescita è stata trainata dal forte contributo dell'interscambio netto e dal calo delle scorte, che hanno ampiamente compensato le precedenti dinamiche commerciali legate ai dazi. Per contro, le vendite finali in termini reali agli acquirenti privati nazionali (esclusa la spesa pubblica, l'interscambio netto e le scorte) hanno continuato a rallentare nel secondo trimestre. Nella seconda metà dell'anno l'attività dovrebbe diminuire, poiché i dazi, il debole clima di fiducia e il rallentamento della crescita del reddito disponibile reale gravano su consumi e investimenti. Ciò è in linea con i segnali di indebolimento della domanda di lavoro, poiché i dati sull'occupazione nel settore non agricolo sono stati inferiori alle aspettative a luglio e ad agosto, con revisioni al ribasso significative anche per i mesi precedenti. In termini nominali, a luglio l'inflazione complessiva misurata sulla spesa per consumi privati (SCP) è rimasta invariata al 2,6 per cento, mentre l'inflazione di fondo misurata sull'SCP è salita al 2,8 per cento (un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente) in presenza di segnali che indicano che i dazi iniziano a trasmettersi ai prezzi dei beni considerati nel calcolo di tale inflazione, soprattutto nelle categorie strettamente legate alle importazioni soggette a dazi (ad esempio arredamento e articoli ricreativi). Sebbene i produttori e gli esercenti al dettaglio statunitensi siano attualmente in grado di assorbire la maggior parte degli incrementi dei dazi, utilizzando gli elevati utili societari e l'accumulo preventivo di scorte come meccanismi di protezione temporanei, la trasmissione dell'aumento dei dazi ai prezzi al consumo dovrebbe accentuarsi nel tempo. In tale contesto, e in presenza di pressioni inflazionistiche innescate dall'espansione fiscale statunitense e dal deprezzamento del dollaro, le proiezioni macroeconomiche formulate a settembre 2025 dagli esperti della BCE prevedono che l'inflazione complessiva misurata sull'IPC salga al 3,3 per cento nel 2026, segnando un notevole incremento dal 2,8 per cento del 2025. Nel discorso pronunciato a Jackson Hole il 22 agosto, il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha riconosciuto che i rischi al ribasso per l'occupazione sono in aumento e ha osservato che il quadro complessivo dei rischi potrebbe giustificare l'adozione di misure di aggiustamento.
Nel Regno Unito la crescita del PIL in termini reali si è moderata nel secondo trimestre, mentre l'inflazione ha continuato ad aumentare. Nel secondo trimestre il prodotto è aumentato dello 0,3 per cento sul periodo precedente, facendo registrare un risultato superiore alle attese, seppure in calo rispetto al primo trimestre, quando l'attività era stata fortemente sostenuta dall'anticipazione della domanda in vista dell'introduzione dei dazi e delle misure fiscali. In prospettiva, l'attività dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo, in un contesto caratterizzato da andamenti sfavorevoli a livello mondiale e dall'incertezza che circonda il documento di bilancio autunnale, con un clima di fiducia che potrebbe risentire degli incrementi fiscali previsti. A luglio l'inflazione complessiva sui dodici mesi è salita ulteriormente al 3,8 per cento (un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente), sospinta dalla persistente

inflazione dei sevizi, riconducibile in larga misura al settore dei trasporti, in particolare per quanto riguarda le tariffe volatili dei trasporti aerei. L'inflazione dovrebbe raggiungere il livello massimo nel terzo trimestre, per effetto delle variazioni dei prezzi regolamentati dei beni energetici, per poi scendere gradualmente verso l'obiettivo. In tale contesto, ad agosto la Bank of England ha ridotto il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo al 4 per cento.
In Cina la crescita delle esportazioni ha continuato a evidenziare una buona tenuta, mentre la domanda interna si è ulteriormente indebolita. Nella prima metà del 2025 l'economia è rimasta sostanzialmente robusta in presenza di una forte crescita delle esportazioni, ma ha perso slancio nel terzo trimestre: i dati di luglio sulle vendite al dettaglio, sulla produzione industriale e sugli investimenti fissi sono stati tutti inferiori rispetto a quanto previsto. Ad eccezione dei settori sostenuti dalle politiche economiche, la domanda interna rimane contenuta, con una persistente debolezza del mercato degli immobili residenziali e una spesa per consumi modesta, se si escludono i beni sovvenzionati. Le esportazioni, tuttavia, hanno continuato a registrare risultati molto positivi a luglio e dovrebbero continuare a evidenziare una buona tenuta nel breve periodo, sostenute dalla proroga a novembre della sospensione dei dazi tra Stati Uniti e Cina. Le spinte inflazionistiche sono rimaste contenute a luglio, con i prezzi al consumo stabili allo 0,0 per cento sui dodici mesi (in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente) e i prezzi alla produzione in territorio fortemente negativo, al -3,6 per cento sui dodici mesi (invariati rispetto al mese precedente). Di conseguenza, a metà del 2025 le autorità hanno intensificato la campagna "anti-involuzione", introducendo misure più stringenti per contrastare la concorrenza sleale sui prezzi e l'eccesso di capacità, in particolare nei settori verdi, come quello dell'energia solare, delle batterie e dei veicoli elettrici. Tuttavia, non è chiaro se tali iniziative saranno sufficienti, in prospettiva, ad attenuare significativamente le pressioni deflazionistiche.
I dazi e la connessa incertezza hanno contribuito alle forti oscillazioni dell'attività economica nella prima metà del 2025, con anticipazione dell'attività, in particolare in Irlanda. Dopo la vigorosa dinamica registrata nel primo trimestre, quando ha raggiunto lo 0,6 per cento, la crescita del PIL in termini reali ha rallentato nel secondo, salendo dello 0,1 per cento sul periodo precedente. L'occupazione è aumentata dello 0,1 per cento nel secondo trimestre, allo stesso tasso del PIL. In un'ottica settoriale, il principale contributo alla crescita nel secondo trimestre è pervenuto dal comparto dei servizi, la cui espansione ha registrato un ritmo simile a quello del periodo precedente. Nel contempo, la crescita nell'industria ha rallentato rispetto al primo trimestre per il progressivo venir meno degli effetti di anticipazione, l'aumento dei dazi e l'ancora elevata incertezza connessa al contesto geopolitico e alle politiche commerciali. I dati ricavati dalle indagini forniscono segnali in qualche misura contrastanti, ma nel complesso indicano il protrarsi di una modesta espansione dell'attività nel terzo trimestre del 2025. L'incertezza, pur essendo diminuita dopo l'accordo commerciale tra Stati Uniti e UE, resta elevata nel confronto storico; ciò, assieme all'aumento dei dazi, al rafforzamento dell'euro e alla maggiore concorrenza mondiale, sta gravando sulle prospettive a breve termine, soprattutto per il settore manifatturiero. Allo stesso tempo, l'espansione dei servizi dovrebbe confermarsi la principale determinante della crescita, giacché i consumatori segnalano il protrarsi della spesa per servizi. Malgrado l'indebolimento, il mercato del lavoro rimane un elemento di forza. Nel corso del tempo la domanda interna dell'area dell'euro dovrebbe beneficiare dello stimolo fornito dall'aumento della spesa per consumi, specialmente se si ridurrà la quota di reddito destinata al risparmio, nonché dai nuovi investimenti pubblici per le infrastrutture e la difesa. Inoltre, anche le condizioni di finanziamento meno restrittive, connesse principalmente alle recenti decisioni di politica monetaria, dovrebbero sostenere una graduale ripresa.
Nel secondo trimestre la produzione industriale è lievemente cresciuta, dopo l'aumento nei mesi invernali, anche per l'esigenza di ricostituire le scorte ai valori desiderati. Si è ampliata la produzione di beni strumentali, mentre l'attività è diminuita in tutti gli altri principali comparti. Il fatturato in volume si è invece ridotto, in particolare quello estero, determinando una contrazione del valore aggiunto. La produzione industriale si è contratta nel bimestre luglio-agosto e le stime di Banca d'Italia, basate su indicatori quantitativi e qualitativi, suggeriscono un recupero in settembre. Nel complesso del terzo trimestre l'attività industriale segnerebbe tuttavia un calo moderato. Le più recenti valutazioni delle imprese manifatturiere sono coerenti con una debolezza del comparto, sebbene esse siano divenute meno sfavorevoli rispetto sia all'andamento degli ordini, sia al livello della produzione. L'indice PMI per il settore della manifattura si è collocato su livelli coerenti con la stagnazione dell'attività e le prospettive sui nuovi ordini sono migliorate. Secondo l'Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita condotta dalla Banca d'Italia tra agosto e settembre, le imprese sono lievemente meno ottimiste sulle proprie condizioni operative a breve, a causa dell'incertezza economica e geopolitica. Il sondaggio sullo stato della congiuntura territoriale condotto dalle Filiali della Banca d'Italia indica che in alcune aree del Centro Nord

le aziende esprimono timori sulle possibili maggiori pressioni concorrenziali dovute alle importazioni dall'Asia, soprattutto su prodotti standardizzati e di gamma non elevata. Dopo tre trimestri di ristagno, nei mesi estivi l'attività nei servizi ha mostrato segnali di ripresa. Sulla base di informazioni sia qualitative sia quantitative, il contributo alla crescita è venuto principalmente dai servizi di supporto alle imprese. I dati sui flussi dei viaggiatori nonché quelli della spesa turistica prefigurano un contributo modesto del turismo: alla prolungata espansione di quello internazionale si associa un lieve calo del turismo interno. Nei mesi estivi il settore delle costruzioni è ancora cresciuto, seppure in misura meno marcata rispetto al secondo trimestre. Un apporto significativo è giunto dalla realizzazione delle opere previste dal PNRR. Nelle indagini della Banca d'Italia le imprese di costruzione si attendono un miglioramento della dinamica delle vendite e del quadro operativo; continuano a esprimere prospettive più ottimistiche rispetto a quelle degli altri settori. Secondo la rilevazione più recente della Banca d'Italia sul mercato immobiliare, prosegue l'andamento favorevole nel segmento residenziale. Nel secondo trimestre gli investimenti sono saliti al passo sostenuto dei due periodi precedenti; vi hanno contribuito le elevate riserve di liquidità delle imprese e la flessione dei tassi di interesse, nonché la disponibilità di incentivi fiscali e l'attuazione di alcune misure del PNRR. La variazione è stata positiva per tutte le principali componenti. La spesa in macchinari, attrezzature e beni immateriali ha continuato ad ampliarsi e ha recuperato quasi interamente la flessione osservata tra la fine del 2023 e l'estate del 2024. In base alle informazioni più recenti, gli investimenti sono nuovamente cresciuti nel terzo trimestre, ancora sostenuti dalle agevolazioni fiscali e da altri interventi connessi con il PNRR. In particolare, la spesa in macchinari e attrezzature è stata sospinta anche dagli incentivi del piano Transizione 5.0, che termineranno alla fine di quest'anno e la cui richiesta è sensibilmente aumentata dalla scorsa primavera. Secondo i dati dell'Associazione italiana leasing (Assilea), vi è stato un deciso incremento dei contratti di leasing stipulati nel trimestre per l'acquisto di beni strumentali. Sia le valutazioni correnti sia quelle prospettiche sui livelli degli ordini e della produzione delle imprese del comparto dei beni di investimento sono divenute meno sfavorevoli. Sulle prospettive degli investimenti gravano tuttavia rischi al ribasso legati alle tensioni globali che alimentano l'incertezza e che potrebbero indurre a ritardare le decisioni di spesa.
Nel terzo trimestre 2025, l'indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE è risultato stazionario (+1,1%) rispetto al periodo lugliosettembre 2024.
In particolare, gli ordini raccolti sul mercato domestico hanno segnato un incremento del 12,4%, rispetto al terzo trimestre del 2024, per un valore assoluto di 15,4. Sul mercato estero la raccolta commesse è risultata in calo del 7,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il valore assoluto dell'indice si è attestato a 87,1.
Riccardo Rosa, presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha affermato: "anche se questa ultima rilevazione dell'indice UCIMU conferma l'andamento positivo della domanda interna, il valore assoluto dell'indice mostra che la stessa è ancora molto debole. Infatti, il calo dell'attività oltreconfine è a malapena bilanciato dalla ripresa del mercato domestico. Il contesto nel quale ci troviamo ad operare - ha continuato Riccardo Rosa - è davvero complicato. L'Europa soffre profondamente la crisi tedesca e l'instabilità geopolitica determinata dal conflitto tra Russia e Ucraina. In particolare, la transizione elettrica del motore ha innescato un pesante ridimensionamento dell'attività manifatturiera: i carmakers europei non investono perché non è chiaro cosa accadrà in futuro e le aziende della filiera annunciano con cadenza quasi quotidiana la chiusura di impianti e tagli del personale. D'altra parte, noi costruttori italiani vediamo che il ridimensionamento dell'attività del nostro principale settore di sbocco, vale a dire l'automotive, non può essere coperto dagli investimenti dei cosiddetti settori alternativi. In ragione di ciò, riteniamo fondamentale, per allontanare lo spettro della desertificazione industriale del Vecchio Continente, un allungamento dei tempi della transizione verso la mobilità green e un ragionamento ponderato, a livello di istituzioni comunitarie, su forme alternative di propulsione, in grado di assicurare basse emissioni e, al tempo stesso, di salvaguardare produzione, fabbriche e posti di lavoro".
"Rivolgendo lo sguardo oltreoceano - ha continuato il presidente di UCIMU - gli Stati Uniti, fino ad ora, hanno tenuto. Rileviamo però alcuni casi di aziende italiane in difficoltà con le consegne di macchinari destinate agli USA, a causa dei dazi. C'è grande preoccupazione anche su questo fronte perché l'atteggiamento dell'amministrazione americana ha gettato una pesante incertezza sul mercato internazionale causando, di fatto, il rallentamento dell'attività di esportazione, come il nostro indice degli ordini ben fotografa".
"Sul fronte interno - ha concluso il presidente Riccardo Rosa - sappiamo che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero dell'Economia e delle Finanze sono impegnati nella definizione di un nuovo programma di politica industriale che dovrebbe accompagnare le aziende nel prossimo biennio.

L'esperienza non positiva del 5.0, che solo nella sua fase finale ha portato risultati interessanti, deve essere da monito affinché le imprese possano disporre di uno strumento realmente utile e efficace per sostenere l'aggiornamento degli impianti produttivi italiani". Infine, fondamentale sarà la durata e la dotazione economica che deve sostenere la trasformazione delle nostre fabbriche in un momento in cui AI e digitalizzazione, se correttamente indirizzate, possono fare la differenza. Per la durata - ha concluso Riccardo Rosa - chiediamo che il provvedimento sia operativo da inizio anno, evitando l'effetto di attesa esasperata che abbiamo vissuto con il 5.0. Sulla dotazione, il pressing dell'offerta asiatica e l'instabilità generale, primo fattore determinante il blocco degli investimenti in beni strumentali, impongono un intervento serio in termini di risorse economiche complessive a sostegno della competitività del nostro manifatturiero".
Il contesto geopolitico internazionale permane fortemente condizionato dal perdurare delle tensioni commerciali causate dall'aumento dei dazi imposti dagli Stati Uniti, situazione che alimenta l'incertezza a livello mondiale con conseguenti ripercussioni sugli investimenti non solo con riferimento al mercato statunitense, ma con un impatto generalizzato su tutte le filiere su scala globale.
Al già complesso scenario mondiale, si sommano il protrarsi dei conflitti in Ucraina e in Palestina, nonché la crisi economica che interessa la Germania, uno dei principali mercati di riferimento per l'industria europea. Sul fronte interno, gli incentivi governativi legati al piano di transizione 5.0 hanno registrato una domanda inferiore alle aspettative, determinando un impatto negativo sull'intero comparto manifatturiero. A ciò si aggiungono crescenti pressioni concorrenziali derivanti dalle importazioni provenienti dall'Asia, in particolare per prodotti standardizzati e di fascia medio-bassa, che hanno ulteriormente condizionato la competitività delle imprese nazionali.
Il quadro economico di riferimento continua a essere fortemente influenzato dalle incertezze legate all'evoluzione del contesto geopolitico internazionale precedentemente descritto. Le tensioni in atto hanno determinato un rallentamento delle esportazioni verso alcuni mercati strategici, confermando la persistenza di condizioni generali di instabilità e di elevata volatilità. Tali fattori hanno avuto ripercussioni anche sui mercati finanziari, sebbene negli ultimi mesi si sia registrato un miglioramento delle condizioni di accesso al credito, grazie a politiche monetarie meno restrittive rispetto al recente passato.
Alla fine del terzo trimestre 2025, il portafoglio del gruppo Biesse si attesta a € 210.857 mila, in diminuzione del 17,4% rispetto a dicembre 2024 (€ 255.207 mila), il decremento è influenzato sia dall'andamento in flessione dell'ingresso ordini che dalla contrazione del fatturato manifestatosi nel corso dell'anno. L'aumento dei dazi statunitensi e la connessa incertezza sul mercato americano – secondo mercato di riferimento per il gruppo Biesse – hanno continuato ad avere ripercussioni negative sull'acquisizione degli ordini di periodo, oltre che il rallentamento del fatturato delle società controllate commerciali statunitensi del Gruppo, come di seguito rappresentato.
Questi elementi confermano un contesto operativo piuttosto complicato, in cui le dinamiche macroeconomiche e le tensioni commerciali continuano a influenzare in modo significativo le performance del Gruppo.
In questo scenario, i ricavi al 30 settembre 2025 del gruppo Biesse sono stati pari a € 482.430 mila, in diminuzione del 14,0% rispetto al 30 settembre 2024.
L'analisi del fatturato per aree geografiche evidenzia come il decremento sia generalizzato su tutte le aree, EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) -17,5%, America –8,3% e APAC (Asia e Pacifico) -7,8%. L'area EMEA permane quella di riferimento del gruppo Biesse, chiudendo con un fatturato pari a € 290.190 mila, rappresentando il 60,2% del totale (€ 351.634 mila al 30 settembre 2024, rappresentando il 62,7% del totale).
La ripartizione dei ricavi per segmento operativo rimane invece sostanzialmente invariata (con il segmento Macchine-Sistemi che rappresenta il 92,1% del fatturato di gruppo Biesse), mentre entrambi i segmenti registrano un decremento rispettivamente del 14,5% per Macchine-Sistemi e 5,8% per la Meccatronica.
La contrazione dei volumi di vendita registrata nel periodo ha avuto un impatto significativo sulla redditività operativa. L'EBITDA Adjusted, calcolato al lordo degli oneri non ricorrenti, si attesta a € 25,2 milioni, evidenziando una riduzione del 42,7% rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente.
Parallelamente, il risultato operativo prima degli eventi non ricorrenti (EBIT Adjusted) mostra una dinamica negativa, passando da € 14,5 milioni nel terzo trimestre 2024 a € -1,9 milioni nel terzo trimestre 2025, con un delta sfavorevole di € 16,4 milioni in valore assoluto.
Tale andamento riflette principalmente la pressione sui volumi e il contesto di mercato sfidante, che hanno conseguentemente inciso sulla marginalità operativa del Gruppo.

Si segnala che il risultato economico del gruppo Biesse, per il periodo in esame, è influenzato negativamente da "eventi non ricorrenti" pari a € 4.743 mila, riferibili per € 1.771 mila all'adeguamento del fondo di ristrutturazione aziendale già iscritto in bilancio al 31 dicembre 2024 e per € 2.972 mila a incentivi all'esodo sia futuri che già erogati.
In aggiunta alle considerazioni sull'andamento della performance economica, si evidenzia come la performance finanziaria sia condizionata anche dalle dinamiche del capitale circolante netto operativo che aumenta rispetto a dicembre 2024 per € 13.023 mila, impattando negativamente sulle dinamiche di cassa. L'assorbimento di cassa è prevalentemente attribuibile alla diminuzione delle passività contrattuali (pari ad € 15.935 mila), influenzati dal rallentamento dell'ingresso ordini di periodo. A ciò si aggiunge l'incremento del magazzino (pari ad € 3.870 mila) e dei crediti commerciali (pari ad € 1.395 mila), solo parzialmente compensati dall'incremento dei debiti commerciali (pari a € 8.177 mila).
La Posizione Finanziaria Netta del gruppo Biesse al 30 settembre 2025 è negativa per € 48.175 mila (negativa per € 20.863 mila se si escludono gli effetti dell'IFRS 16), in diminuzione di € 43.436 mila rispetto al dato del 31 dicembre 2024, in cui era negativa per € 4.739 mila (e positiva per € 24.969 mila escludendo gli effetti dell'IFRS16). La variazione è principalmente attribuibile all' acquisto di azioni proprie, alla distribuzione di dividendi avvenuta nel corso del primo semestre 2025, al pagamento dal debito per l'aggiustamento prezzo relativo all'acquisizione del gruppo GMM, alle uscite finanziarie non ricorrenti derivanti dal pagamento di incentivi all'esodo e dagli investimenti effettuati in attività fisse materiali ed immateriali, oltre che alle dinamiche del capitale circolante netto operativo sopra commentate. Tali effetti sono stati solo parzialmente compensati dai flussi generati dalla gestione operativa, determinando un impatto complessivo negativo sulla posizione finanziaria netta del Gruppo.
Nonostante il contesto turbolento e complesso sopra descritto, il gruppo Biesse è determinato nel continuare ad operare con flessibilità gestionale e disciplina finanziaria rivedendo, ove opportuno, i processi e le strutture di costo, senza compromettere la solidità patrimoniale di Gruppo, nonché la crescita futura.
In data 28 aprile 2025, l'Assemblea Ordinaria di Biesse S.p.A., ha approvato:
In data 28 aprile 2025, l'Assemblea Straordinaria di Biesse S.p.A., ha approvato:
In data 14 maggio 2025, il Consiglio di Amministrazione di Biesse S.p.A. ha deliberato di ritirare il Piano Triennale 2024-2026, riservandosi di adottare un nuovo piano in futuro, quando il contesto di mercato dovesse diventare più stabile. In particolare, il Consiglio di Amministrazione ha rilevato che la congiuntura economica attuale, unitamente alle gravi incertezze derivanti dal contesto geopolitico e macroeconomico, non permettono più di ritenere raggiungibili gli obiettivi economici e finanziari contenuti nel Piano Triennale 2024-2026. Rimangono tuttavia confermati le linee guida e gli obiettivi strategici inclusi nel Piano Triennale 2024-2026 stesso.
In data 12 giugno 2025, Biesse S.p.A. ha comunicato che il dott. Massimo Potenza, amministratore non indipendente, ha rinunciato all'incarico di amministratore delegato, chief executive officer e direttore generale per valutare nuovi percorsi professionali. La rinuncia all'Incarico ha efficacia a decorrere dalla data del 12 giugno 2025. Il Consiglio di Amministrazione di Biesse S.p.A. ha proceduto alla nomina quale

nuovo Amministratore Delegato del Presidente Roberto Selci, conferendo allo stesso i medesimi poteri che erano stati conferiti al Dott. Massimo Potenza.
In data 1 agosto 2025, il Consiglio di Amministrazione di Biesse S.p.A. ha approvato l'operazione di fusione per incorporazione in Biesse della società interamente controllata, Bavelloni S.p.A..
| 30 se tte mbre % ricavi 20 25 |
30 se tte mbre 20 24 |
% ricavi | DELTA % | |||
|---|---|---|---|---|---|---|
| migliaia di euro R icavi de lle ve ndite e de lle pre stazio ni |
482.430 | 10 0 ,0 % | 5 6 0 .80 3 | 10 0 ,0 % | (14,0 )% | |
| Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti |
11.178 | 2,3% | 1.312 | 0,2% | 752,2% | |
| Altri Proventi | 4.603 | 1,0% | 4.796 | 0,9% | (4,0)% | |
| Valo re de lla pro duzio ne | 49 8.211 | 10 3,3% | 5 6 6 .9 11 | 10 1,1% | (12,1)% | |
| Consumi di materie prime e materiali di consumo e merci | (207.529) | (43,0)% | (223.139) | (39,8)% | (7,0)% | |
| Altre spese operative | (94.778) | (19,6)% | (115.904) | (20,7)% | (18,2)% | |
| Costi del personale | (170.672) | (35,4)% | (183.826) | (32,8)% | (7,2)% | |
| Ebitda adjuste d | 25 .233 | 5 ,2% | 44.0 42 | 7,9 % | (42,7)% | |
| Ammortamenti | (26.361) | (5,5)% | (26.978) | (4,8)% | (2,3)% | |
| Accantonamenti e Impairment | (797) | (0,2)% | (2.583) | (0,5)% | (69,1)% | |
| Ebit adjuste d | (1.9 25 ) | (0 ,4)% | 14.481 | 2,6 % | (113,3)% | |
| Componenti non ricorrenti | (4.743) | (1,0)% | (3.531) | (0,6)% | 34,3% | |
| Ebit | (6 .6 6 8) | (1,4)% | 10 .9 5 0 | 2,0 % | (16 0 ,9 )% | |
| Proventi finanziari | 3.993 | 0,8% | 2.102 | 0,4% | 90,0% | |
| Oneri finanziari | (5.720) | (1,2)% | (4.759) | (0,8)% | 20,2% | |
| Proventi (oneri) netti su cambi | 140 | 0,0% | (1.447) | (0,3)% | (109,7)% | |
| R isultato ante impo ste | (8.25 5 ) | (1,7)% | 6 .846 | 1,2% | (220 ,6 )% | |
| Imposte sul reddito | (640) | (0,1)% | (4.274) | (0,8)% | (85,0)% | |
| R isultato de ll'e se rcizio | (8.89 5 ) | (1,8)% | 2.5 72 | 0 ,5 % | (445 ,9 )% |
Si precisa che i risultati intermedi esposti in tabella non sono identificati come una misura contabile nell'ambito dei Principi contabili internazionali e, pertanto, non devono essere considerati una misura sostitutiva per la valutazione dell'andamento e del risultato del Gruppo Biesse. Si segnala inoltre che il criterio di determinazione dei risultati intermedi applicato dal Gruppo Biesse potrebbe non essere omogeneo con quello adottato da altre società e/o gruppi del settore e, conseguentemente, che tali dati potrebbero non essere comparabili.
I ricavi al 30 settembre 2025 sono pari a € 482.430 mila, in diminuzione del 14,0% rispetto al dato dello stesso periodo del 2024 (ricavi pari a € 560.803 mila), negativamente influenzati dal trend delle vendite di periodo e dalla conseguente riduzione dei volumi.
Il valore della produzione è pari a € 498.211 mila, in diminuzione del 12,1% rispetto al dato relativo al terzo trimestre 2024 (€ 566.911 mila).
L'incidenza percentuale dei consumi al netto della variazione delle rimanenze registra un incremento di 1,1 p.p. sulle vendite, condizionata dalla diversa composizione del mix prodotto, seppure parzialmente compensato da minori svalutazioni di magazzino.
Le altre spese operative diminuiscono in valore assoluto per € 21.126 mila, e diminuiscono il proprio peso percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (passando dal 20,7% al 19,6%). Tale fenomeno è integralmente riconducibile ad un decremento generalizzato della voce attribuibile ai costi per servizi, che passa da € 83.825 mila a € 103.154 mila, in diminuzione del 18,7%: la variazione è principalmente dovuta a minori costi per servizi alla produzione (in diminuzione per € 4.909 mila), che comprendono lavorazioni esterne, trasporti su acquisti e prestazioni tecniche, a quelli relativi a provvigioni passive e trasporti su vendite (in diminuzione per € 5.174 mila), a costi per fiere e pubblicità (in diminuzione per € 818

mila), a costi relativi alle consulenze (in diminuzione per € 3.548 mila); e alla diminuzione pari ad € 2.175 mila dei costi per viaggi e trasferte del personale. Rimangono sostanzialmente costanti rispetto all'esercizio precedente i costi per servizi assicurativi e per le utenze.
Il costo del personale al 30 settembre del 2025 è pari ad € 170.672 mila e registra un decremento di valore di € 13.154 mila rispetto al dato dello stesso periodo del 2024 (€ 183.826) mila, -7,2% sul pari periodo 2024, sostanzialmente legato alla componente salari, stipendi e relativi oneri sociali riconducibile alla diminuzione delle teste (3.723 unità al 30 settembre 2025 rispetto a 4.131 unità al 30 settembre 2024), oltre che dalla riduzione di costo realizzato grazie all'azionamento dello strumento della solidarietà.
L'EBITDA adjusted del terzo trimestre 2025 è positivo per € 25.233 mila, mentre nello stesso periodo del 2024 era positivo per € 44.042 mila, in calo del 42,7% per effetto della dinamica di variazione dei ricavi e costi sopra indicati.
Gli ammortamenti nel complesso registrano una riduzione pari al 2,3% (passando da € 26.978 mila al 30 settembre 2024 a € 26.361 mila al 30 settembre 2025): la componente relativa alle immobilizzazioni materiali (comprensive dei diritti d'uso) aumenta di € 386 mila (+4,1%), mentre quella relativa alle immobilizzazioni immateriali diminuisce di € 1.004 mila (-10,9%).
La voce accantonamenti e impairment ammonta a € 797 mila, ed include accantonamenti prevalentemente riconducibili a € 1.220 mila per svalutazione crediti commerciali, a € 90 mila per svalutazioni immobilizzazioni immateriali, a € 453 mila per fondo indennità supplettiva di clientela, a € 269 mila per vertenze legali al netto degli utilizzi effettuati nel corso del 2025.
L'EBIT adjusted è negativo per € 1.925 mila, in diminuzione € 16.406 rispetto al pari periodo dello scorso anno (positivo per € 14.481 mila).
I componenti non ricorrenti evidenziano un valore negativo pari a € 4.743 mila, riferibili per € 1.771 mila all'adeguamento del fondo di ristrutturazione aziendale già iscritto in bilancio al 31 dicembre 2024 e per € 2.972 mila a incentivi all'esodo sia futuri che già erogati.
In riferimento alla gestione finanziaria si registrano oneri netti per € 1.727 mila, in diminuzione rispetto al dato di settembre 2024 (oneri netti pari ad € 2.657 mila), di cui € 3.993 mila relativi a interessi attivi e proventi finanziari ed € 5.720 mila relativi a interessi passivi e oneri finanziari.
Per quanto riguarda la gestione del rischio cambio, si registrano componenti positive nette per € 140 mila, in controtendenza rispetto al pari periodo dell'anno precedente (negativo per € 1.447 mila).
Il risultato prima delle imposte è negativo per € 8.255 mila rispetto al dato positivo del 2024 (pari a € 6.846 mila).
Le imposte, negative, sono pari a complessivi € 640 mila; tale saldo si determina per effetto dei seguenti elementi: imposte IRES e altre imposte differite (positive per € 3.102 mila) e IRAP (negativa per € 337 mila); accantonamenti per imposte sul reddito di società estere (negative per € 3.055 mila) e imposte relative a esercizi precedenti (negative per € 350 mila).
Il gruppo Biesse consuntiva un risultato netto negativo pari a € 8.895 mila.

| 30 S e tte mbre 20 25 |
31 Dice mbre 20 24 |
|
|---|---|---|
| migliaia di euro | ||
| Immateriali | 122.612 | 128.775 |
| Materiali | 139.146 | 137.923 |
| Finanziarie | 2.483 | 2.967 |
| Immo bilizzazio ni | 26 4.241 | 26 9 .6 6 4 |
| Rimanenze | 181.200 | 177.331 |
| Crediti commerciali e attività contrattuali | 122.196 | 120.801 |
| Debiti commerciali | (129.114) | (120.937) |
| Passività contrattuali | (83.637) | (99.572) |
| Capitale Circo lante Ne tto O pe rativo | 9 0 .6 45 | 77.6 23 |
| Fondi relativi al personale | (11.636) | (11.860) |
| Fondi per rischi e oneri | (29.570) | (33.319) |
| Altri debiti/crediti netti | (42.475) | (47.512) |
| Attività nette per imposte anticipate | 19.193 | 13.516 |
| Altre Attività/(P assività) Ne tte | (6 4.488) | (79 .175 ) |
| Capitale Inve stito Ne tto | 29 0 .39 9 | 26 8.112 |
| Capitale sociale | 27.403 | 27.403 |
| Risultato del periodo precedente e altre riserve | 223.716 | 232.221 |
| Utile/(Perdita) del periodo | (8.895) | 3.750 |
| P atrimo nio Ne tto | 242.224 | 26 3.373 |
| Debiti finanziari verso banche e altri finanziatori | 174.231 | 208.489 |
| Attività finanziarie correnti | (66.022) | (22.739) |
| Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | (60.034) | (181.012) |
| P o sizio ne Finanziaria Ne tta | 48.175 | 4.739 |
| To tale Fo nti di Finanziame nto | 29 0 .39 9 | 26 8.112 |
Il capitale investito netto è pari a € 290.399 mila in aumento rispetto al 31 dicembre 2024 (€ 268.112 mila).
Rispetto al 31 dicembre 2024, le immobilizzazioni nette sono diminuite di € 5.423 mila, decremento derivante dal fatto che gli ammortamenti sono maggiori dei nuovi investimenti di periodo.
Il capitale circolante netto operativo aumenta di € 13.022 mila rispetto al 31 dicembre 2024. La variazione è dovuta principalmente alla diminuzione delle passività contrattuali (pari ad € 15.935 mila), influenzati dal rallentamento dell'ingresso ordini di periodo. A ciò si aggiunge l'incremento del magazzino (pari ad € 3.870 mila) e dei crediti commerciali (pari ad € 1.395 mila), solo parzialmente compensati dall'incremento dei debiti commerciali (pari a € 8.177 mila).
Il patrimonio netto è pari a € 242.224 mila (€ 263.373 mila al 31 dicembre 2024).

| (Dati consolidati in migliaia di Euro) | Al 30 S e tte mbre 20 25 |
Al 30 G iugno 20 25 |
Al 31 Marzo 20 25 |
Al 31 Dice mbre 20 24 |
Al 30 S e tte mbre 20 24 |
|---|---|---|---|---|---|
| migliaia di euro | |||||
| Attività Finanziarie | 126.056 | 126.674 | 112.047 | 203.750 | 103.636 |
| Attività finanziarie correnti | 66.022 | 79.551 | 68.673 | 22.739 | 23.985 |
| Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | 60.034 | 47.123 | 43.374 | 181.012 | 79.651 |
| Debiti per locazioni finanziarie a breve termine | (8.849) | (9.222) | (9.844) | (10.139) | (10.257) |
| Debiti bancari e altri debiti finanziari a breve termine | (54.103) | (29.124) | (7.039) | (78.824) | (99.221) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta a bre ve te rmine | 6 3.10 4 | 88.329 | 9 5 .16 4 | 114.787 | (5 .842) |
| Debiti per locazioni finanziarie a medio/lungo termine | (18.463) | (21.053) | (18.657) | (19.569) | (22.002) |
| Debiti bancari e altri debiti finanziari a medio/lungo termine | (92.759) | (92.770) | (99.877) | (99.857) | (41) |
| Debiti commerciali e altri debiti a medio/lungo termine | (58) | (69) | (89) | (101) | (196) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta a me dio /lungo te rmine | (111.279 ) | (113.89 2) | (118.6 22) | (119 .5 26 ) | (22.239 ) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta to tale | (48.175 ) | (25 .5 6 4) | (23.45 9 ) | (4.739 ) | (28.0 81) |
Nello schema di PFN al 30.09.2025, in applicazione delle disposizioni contenute nella Comunicazione n. 5/21 del 29 aprile 2021 emessa da Consob che rimanda alle Raccomandazioni ESMA del 4 marzo 2021, sono stati ricompresi i debiti commerciali scadenti oltre l'esercizio.
Ai fini di una migliore rappresentazione sono inoltre stati esclusi dalle attività finanziarie il fair value attivo dei derivati.
La Posizione Finanziaria Netta del gruppo Biesse al 30 settembre 2025 è negativa per € 48.175 mila (negativa per € 20.863 mila se si escludono gli effetti dell'IFRS 16), in diminuzione di € 43.436 mila rispetto al dato del 31 dicembre 2024, in cui era negativa per € 4.739 mila (e positiva per € 24.969 mila escludendo gli effetti dell'IFRS16). La variazione è principalmente attribuibile all' acquisto di azioni proprie, alla distribuzione di dividendi avvenuta nel corso del primo semestre 2025, al pagamento dal debito per l'aggiustamento prezzo relativo all'acquisizione del gruppo GMM, alle uscite finanziarie non ricorrenti derivanti dal pagamento di incentivi all'esodo e agli investimenti effettuati in attività fisse materiali ed immateriali, oltre che alle dinamiche del capitale circolante netto operativo di periodo.
Tali effetti sono stati solo parzialmente compensati dai flussi generati dalla gestione operativa, determinando un impatto complessivo negativo sulla posizione finanziaria netta del Gruppo.
Alla data di approvazione della presente relazione, il gruppo Biesse ha linee di credito pari a € 224,8 milioni così suddivise:
Nessuna delle linee sopra riportate è soggetta a garanzia reale.

| 30 S e tte mbre 20 25 |
% | 30 S e tte mbre 20 24 |
% | Var % 20 25 /20 24 |
|
|---|---|---|---|---|---|
| migliaia di euro | |||||
| Segmento Macchine e Sistemi | 444.353 | 92,1% | 519.872 | 92,7% | (14,5)% |
| Segmento Meccatronica | 54.224 | 11,2% | 57.537 | 10,3% | (5,8)% |
| Elisioni Inter segmento | (16.147) | (3,3)% | (16.606) | (3,0)% | (2,8)% |
| To tale | 482.430 | 10 0 ,0 % | 5 6 0 .80 3 | 10 0 ,0 % | (14,0 )% |
| 30 S e tte mbre 20 25 |
% | 30 S e tte mbre 20 24 |
% | Var % 20 25 /20 24 |
|
|---|---|---|---|---|---|
| migliaia di euro | |||||
| EMEA | 290.190 | 60,2% | 351.634 | 62,7% | (17,5)% |
| AMERICAS | 121.075 | 25,1% | 131.981 | 23,5% | (8,3)% |
| APAC | 71.165 | 14,8% | 77.188 | 13,8% | (7,8)% |
| To tale | 482.430 | 10 0 ,0 % | 5 6 0 .80 3 | 10 0 ,0 % | (14,0 )% |
La ripartizione dei ricavi per segmento operativo rimane sostanzialmente invariata (con il segmento Macchine-Sistemi che rappresenta il 92,1% del fatturato di gruppo Biesse), mentre entrambi i segmenti registrano un decremento rispettivamente del 14,5% per Macchine-Sistemi e 5,8% per la Meccatronica.
L'analisi del fatturato per aree geografiche evidenzia come il decremento abbia riguardato tutte le aree, EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) -17,5%, America –8,3% e APAC (Asia e Pacifico) -7,8%. L'area EMEA permane quella di riferimento del gruppo Biesse, chiudendo con un fatturato pari a € 290.190 mila, rappresentando il 60,2% del totale.
Pesaro, 28 ottobre 2025
Roberto Selci
Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari dichiara, ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza, che l'informativa contabile contenuta nel presente documento corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili
Pesaro, 28 ottobre 2025
Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili
Pierre Giorgio Sallier de La Tour
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