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Banco BPM SpA

Quarterly Report Aug 9, 2017

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Quarterly Report

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Relazione finanziaria semestrale consolidata

30 giugno 2017

Banco BPM S.p.A.

Sede Legale: Piazza F. Meda, 4 - 20121 Milano Sede Amministrativa: Piazza Nogara, 2 - 37121 Verona Capitale sociale al 30 giugno 2017: euro 7.100.000.00,00 i.v. Codice fiscale, P.IVA e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano: 09722490969 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ed al Fondo Nazionale di Garanzia Capogruppo del Gruppo Bancario Banco BPM Iscritto all'Albo delle Banche della Banca d'Italia e all'Albo dei Gruppi Bancari

CARICHE SOCIALI E SOCIETÀ DI REVISIONE AL 30 GIUGNO 2017

Vice Presidente Vicario Mauro Paoloni (*) Vice Presidente Guido Castellotti (*) Vice Presidente Maurizio Comoli (*) Amministratore Delegato Giuseppe Castagna (*) Consiglieri Mario Anolli

(*) componenti del Comitato Esecutivo

Presidente Marcello Priori

Direttore Generale Maurizio Faroni Condirettore Generale Domenico De Angelis Condirettore Generale Salvatore Poloni

Consiglio di Amministrazione

Presidente Carlo Fratta Pasini Michele Cerqua Rita Laura D'Ecclesia Carlo Frascarolo Paola Elisabetta Maria Galbiati Cristina Galeotti Marisa Golo Piero Sergio Lonardi (*) Giulio Pedrollo Fabio Ravanelli Pier Francesco Saviotti (*) Manuela Soffientini Costanza Torricelli Cristina Zucchetti

Collegio Sindacale

Sindaci Effettivi Maria Luisa Mosconi Gabriele Camillo Erba Claudia Rossi Alfonso Sonato Sindaci Supplenti Chiara Benciolini Marco Bronzato Paola Simonelli

Direzione Generale

Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari Gianpietro Val

Società di Revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A.

Struttura del Gruppo 6
Distribuzione territoriale delle filiali 8
Dati di sintesi e indici economico-finanziari del Gruppo 10
Relazione intermedia sulla gestione 13
Il contesto economico 14
Fatti di rilievo del periodo 19
Il presidio dei rischi 26
I ratio patrimoniali 38
Informativa sulle operazioni con parti correlate 42
Evoluzione prevedibile della gestione 42
Bilancio consolidato semestrale abbreviato 44
Prospetti contabili 45
Note illustrative 52
Politiche contabili 52
A.1 Parte generale 52
Principi generali di redazione 52
Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali 53
Le incertezze sull'utilizzo di stime nella predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato 60
Aspetti rilevanti ai fini delle politiche contabili di Gruppo 65
Area e metodi di consolidamento 68
A.2 Parte relativa alle principali voci di bilancio 73
A.3 Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie 99
A.4 Informativa sul fair value 100
Informativa sui prodotti strutturati di credito 110
Risultati 111
Dati economici consolidati 111
Dati patrimoniali consolidati 123
Dati delle principali società del Gruppo 141
Informativa di settore 141
Informativa sulle azioni Banco BPM 146
Informativa relativa sul risultato per azione 147
Informativa sugli accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 147
Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda 150
Operazioni con parti correlate 158
Fatti di rilievo successivi alla chiusura del semestre 161
Attestazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato ai sensi dell'art. 81-ter
del Regolamento Consob n. 11971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche e integrazioni 163
Relazione della Società di Revisione 167
Allegati 171

STRUTTURA DEL GRUPPO: PRINCIPALI SOCIETà

6

STRUTTURA DEL GRUPPO: business line

  • Società Gestione Servizi
  • Bipielle Real Estate
  • Tecmarket Servizi
  • Holding di Partecipazioni

Società collegate

  • Agos Ducato - Factorit

7

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DELLE FILIALI

Filiali italiane del Gruppo Banco BPM Numero
Banco BPM 1.662
Banca Popolare di Milano 604
Banca Aletti 33
Banca Akros 3
Totale 2.302

Presenza all'estero

Il Gruppo è presente all'estero con la società controllata Banca Aletti Suisse e tramite Uffici di Rappresentanza in Cina (Hong Kong e Shanghai), India (Mumbai) e Russia (Mosca).

Dati di sintesi e indici economico-finanziari del Gruppo

Dati di sintesi

Di seguito vengono riportati i dati di sintesi e i principali indici del Gruppo, calcolati sulla base dei prospetti contabili riclassificati, le cui modalità di costruzione sono illustrate nella sezione "Risultati" contenuta nel Bilancio consolidato semestrale abbreviato della presente Relazione.

(milioni di euro) I sem. 2017 I sem. 2016
aggregato
Variaz.
Dati economici
Margine finanziario 1.141,9 1.171,7 (2,5%)
Commissioni nette 1.090,7 942,7 15,7%
Proventi operativi 2.378,9 2.388,6 (0,4%)
Oneri operativi (1.525,3) (1.613,7) (5,5%)
Risultato della gestione operativa 853,6 774,9 10,2%
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 131,5 (343,3)
Risultato del periodo senza Badwill 94,2 (230,0)
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 3.170,4 (230,0)
(milioni di euro) 30/06/2017 31/12/2016
aggregato
Variaz.
Dati patrimoniali
Totale dell'attivo 167.720,3 168.254,9 (0,3%)
Crediti verso clientela (lordi) 123.499,6 120.668,6 2,3%
Attività finanziarie e derivati di copertura 38.145,7 25.650,4 48,7%
Patrimonio netto 12.390,2 11.940,9 3,8%
Attività finanziarie della clientela
Raccolta diretta 110.240,4 116.773,1 (5,6%)
Raccolta indiretta 104.096,2 69.201,8 50,4%
- Risparmio gestito 61.919,0 36.425,6 70,0%
- Fondi comuni e Sicav 37.995,9 21.107,4 80,0%
- Gestioni patrimoniali mobiliari e in fondi 7.300,6 4.866,0 50,0%
- Polizze assicurative 16.622,5 10.452,1 59,0%
- Risparmio amministrato 42.177,2 32.776,3 28,7%
Dati della struttura
Numero medio dei dipendenti e altro personale (*) 23.652 23.777
Numero degli sportelli bancari 2.302 2.349

(*) Media ponderata del personale calcolata su base mensile. Non comprende gli Amministratori e Sindaci delle Società del Gruppo.

Indici economici, finanziari e altri dati del Gruppo

I sem. 2017 (*)
Indicatori alternativi di performance
Indici di redditività (%)
ROE annualizzato (**) 1,53%
Return on asset (ROA) annualizzato (**) 0,11%
Margine finanziario / Proventi operativi 48,00%
Commissioni nette / Proventi operativi 45,85%
Oneri operativi / Proventi operativi 64,12%
Dati sulla produttività operativa (€/1000)
Crediti a clientela (lordi) per dipendente (***) 5.221,5
Proventi operativi per dipendente annualizzati (***) 201,2
Oneri operativi per dipendente annualizzati (***) 129,0
Indici di rischiosità del credito (%)
Sofferenze nette / Crediti verso clientela (netti) 6,33%
Inadempienze probabili / Crediti verso clientela (netti) 6,58%
Sofferenze nette / Patrimonio netto 55,93%
Altri indici
Attività finanziarie e derivati di copertura / Totale attivo 22,74%
Derivati attivi / Totale attivo 1,64%
- derivati di negoziazione attivi / totale attivo 1,45%
- derivati di copertura attivi / totale attivo 0,19%
Derivati di negoziazione netti (****) / Totale attivo 0,74%
Impieghi lordi / Raccolta diretta 112,03%
Indici regolamentari di patrimonializzazione e di liquidità
Common equity tier 1 ratio (CET1 capital ratio) 11,07%
Tier 1 capital ratio 11,31%
Total capital ratio 13,43%
Tier 1 Capital / Attivo tangibile 5,31%
Liquidity Coverage Ratio (LCR) 159,81%
Indice di leva finanziaria 5,00%
Titolo azionario Banco BPM
Numero di azioni in essere 1.515.182.126
Prezzi di chiusura ufficiali dell'azione
- Massimo 3,11
- Minimo 2,16
- Media 2,69
EPS base annualizzato (**) 0,062
EPS diluito annualizzato (**) 0,062

(*) Gli indici sono calcolati escludendo la differenza di fusione (badwill a conto economico).

(**) Il risultato annualizzato non rappresenta la previsione della redditività riferita all'intero esercizio.

(***) Media aritmetica calcolata su base mensile che non comprende gli Amministratori e Sindaci delle Società del Gruppo, il cui valore è esposto nella precedente tabella.

(****) L'aggregato dei derivati di negoziazione netti corrisponde allo sbilancio, in valore assoluto, tra i derivati compresi nella voce di bilancio 20 dell'attivo "Attività finanziarie detenute per la negoziazione" e 40 del passivo "Passività finanziarie di negoziazione".

Gli indicatori alternativi di performance (IAP) esposti nella precedente tabella sono stati individuati dagli amministratori per facilitare la comprensione dell'andamento economico e finanziario della gestione del Gruppo Banco BPM. Gli IAP non sono previsti dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e, pur essendo calcolati su dati di bilancio, non sono soggetti a revisione contabile completa o limitata.

I suddetti indicatori si basano sulle linee guida dell'European Securities and Markets Authority (ESMA) del 5 ottobre 2015 (ESMA/2015/1415), applicabili dal 3 luglio 2016, ed incorporate nella Comunicazione Consob n. 0092543 del 3 dicembre 2015.

Al riguardo si deve precisare che per ciascun IAP è fornita evidenza della formula di calcolo e le grandezze ivi utilizzate sono tracciabili attraverso le informazioni contenute nella precedente tabella o negli schemi di bilancio riclassificati contenuti nella sezione "Bilancio consolidato semestrale abbreviato".

IL CONTESTO ECONOMICO

L'economia internazionale

La chiusura del primo semestre 2017 ha archiviato un nuovo consolidamento della ripresa economica globale, trascinata da un tasso di attività più vigoroso in molte aree geografiche combinato con una domanda globale più robusta, ridotte spinte deflattive e un clima di ottimismo prevalente sui mercati finanziari. Gli indicatori congiunturali hanno continuato ad essere coerenti con l'ipotesi di continuazione della fase espansiva; il FMI stima per il 2017 una crescita dell'economia mondiale al +3,5%.

In questo quadro macroeconomico complessivamente positivo permangono sullo sfondo alcuni rischi di un certo rilievo, in una fase in cui l'intonazione ultra espansiva delle politiche monetarie negli Usa e nella Eurozona è in corso di revisione: qualche incertezza negli equilibri geopolitici, la capacità di tenuta della crescita in diverse aree emergenti, specie in Cina, l'efficacia, oltre che l'attuabilità, delle politiche di bilancio proposte dall'Amministrazione Trump, l'elevato grado di leverage di molti operatori pubblici e privati ancora diffuso e apprezzabile nelle principali economie avanzate. Al contrario il mancato materializzarsi, almeno allo stato attuale, delle minacce protezionistiche USA che si erano profilate con l'insediamento dell'Amministrazione Trump e l'impatto favorevole delle misure di stimolo fiscale e monetario adottate dalle autorità cinesi, stanno contribuendo ad alimentare un clima di moderato ottimismo.

In dettaglio, negli Stati Uniti dopo il rafforzamento della domanda interna, che ha beneficiato della tenuta dei consumi e della crescita degli investimenti sul finire del 2016, l'andamento favorevole dell'attività economica è proseguito nel corso del semestre,spinto dal miglioramento del clima di fiducia sia delle famiglie sia delle imprese, intorno ai livelli massimi degli ultimi due anni. Il PIL dopo il progresso dell'1,2% trimestrale annualizzato nei primi tre mesi del 2017, secondo le stime ufficiali ha accelerato al +2,6% nel secondo. L'aggregato è stato trainato nel primo periodo dal contributo positivo degli investimenti fissi non residenziali, delle esportazioni e dei consumi delle famiglie, solo parzialmente compensati dall'andamento non brillante delle scorte, della spesa pubblica federale e di quella locale. Per il secondo trimestre il contributo positivo è venuto dai consumi delle famiglie, dagli investimenti fissi non residenziali, dalle esportazioni e dalla spesa pubblica del Governo Federale. I consumi, in particolare, hanno beneficiato del favorevole clima di fiducia e dell'andamento del mercato del lavoro. L'occupazione è, infatti, cresciuta nel periodo: anche a giugno le buste paga nei settori non agricoli sono aumentate in misura coerente con la fase di espansione economica (+222 mila unità) e la revisione dei dati relativi al bimestre precedente ha aggiunto ulteriori 47.000 nuovi occupati alle stime iniziali. Il tasso di disoccupazione è sceso nel semestre dal 4,8% a gennaio, al 4,4% di fine periodo. Anche i salari orari sono migliorati, in misura contenuta ma generalizzata, dello 0,2% mensile a giugno (+2,3% rispetto ai 12 mesi precedenti).

Il tasso d'inflazione nel periodo ha mostrato segnali di cedimento: a giugno la variazione congiunturale dell'indice dei prezzi al consumo è risultata nulla (-0,1% in maggio) e la variazione sui 12 mesi precedenti è scesa al +1,6% (+1,9%).

In Cina, grazie al protrarsi degli effetti delle citate misure di sostegno pubblico - specie nell'ambito degli investimenti - il PIL nel primo trimestre è cresciuto del +6,9% tendenziale - un dato superiore alle attese - complice anche il contributo delle esportazioni reali nette, tornato positivo dopo sei trimestri. L'intervento pubblico ha parzialmente compensato la moderazione nella dinamica degli investimenti privati. Per il secondo trimestre le stime sono di un rallentamento della crescita al +6,8% tendenziale, come effetto delle misure tese ad arginare la speculazione nel settore edilizio, l'attività del sistema finanziario non bancario (cd. "Shadow Banking") e contenere l'inflazione delle attività finanziarie.

La crescita dell'economia giapponese, si è attestata al +1,0% nel primo trimestre, in termini annualizzati, e, in base alle previsioni più recenti, al +1,6% per il secondo quarto dell'anno, sancendo così il sesto trimestre consecutivo di espansione del PIL. La crescita robusta delle esportazioni nette, tradizionale motore della crescita nipponica ha reso più consistente l'espansione nel primo trimestre della spesa in investimenti non residenziali, favorita dalla politica accomodante della Banca Centrale. A ciò si è associato un contributo positivo dei consumi, sospinti dalla crescita dei salari e da una disoccupazione su livelli assai ridotti (2,8%, ai minimi dal 1994), mai registrati in precedenza. Restano peraltro positive le prospettive: il tasso di utilizzo degli impianti è in crescita rapida, gli indici PMI sono sopra la soglia che indica espansione.

Nel Regno Unito il consistente indebolimento della crescita nel settore dei servizi (+0,3% il contributo al PIL nel primo trimestre 2017 contro il +0,7% del trimestre precedente), centrale e decisivo per l'economia inglese, e il brusco rallentamento dei consumi, hanno portato nel primo trimestre il tasso di crescita del PIL al 0,2% congiunturale (+0,7% nel trimestre precedente), il valore più basso dal 4° trimestre 2014. Per il secondo trimestre le stime disponibili sono di un modesto miglioramento al +0,3%. Tale rallentamento appare collegato ai riflessi della Brexit, di cui il settore dei servizi risente in modo diretto e pronunciato. I consumi, nel semestre, pagano un dazio all'accelerazione del tasso d'inflazione, influenzato dal marcato deprezzamento della sterlina verso le principali divise che a sua volta incide sui prezzi all'importazione, e alla dinamica contenuta dei salari per addetto.

Il commercio internazionale nelle previsioni dell'IMF (+3,8% nel 2017), dovrebbe accelerare sensibilmente rispetto al deludente dato dello scorso anno, contribuendo in misura determinante alla generalizzata fase espansiva dell'economia mondiale. I corsi petroliferi, a seguito dell'accordo sui tagli alla produzione raggiunto alla fine di novembre tra i paesi dell'OPEC e alcuni paesi non OPEC, hanno messo a segno una rapida risalita, nel durante del primo trimestre, stabilizzandosi intorno ai 55 dollari al barile ad inizio di marzo. In seguito, l'aumento della produzione negli Stati Uniti e il consequenziale accumulo di scorte hanno innescato una repentina correzione dei prezzi. Il rimbalzo del prezzo del greggio a inizio anno è stato accompagnato dalla risalita dei corsi anche di alcune tra le altre principali materie prime. Questi rincari non hanno destato serie preoccupazioni sul lato dell'inflazione mentre sembrano aver agevolato un migliore tono economico di fondo tra le economie di nuova industrializzazione e emergenti, specie in Brasile e in Russia, portando significativi benefici ai paesi produttori.

L'economia europea ed italiana

Nonostante le incertezze dello scenario geopolitico, e complice una ripresa moderata dell'inflazione, l'attività economica in Eurozona si è intensificata, specie nel primo trimestre, trainata dalla domanda interna e da un tono più fermo, a tratti vivace, del commercio con l'estero. Sono migliorate inoltre le prospettive: le indagini sulla fiducia delle imprese indicano, per i principali paesi partner dell'Area, un miglioramento delle attese sul breve. Sono migliorati, in particolare nell'industria manifatturiera, i giudizi degli imprenditori sugli ordini esteri.

Nello specifico la crescita del PIL di Eurozona ha toccato il +0,5% congiunturale (+1,9% tendenziale) nel primo trimestre, riflettendo il contributo positivo dei consumi delle famiglie (+0,4% rispetto al trimestre precedente e +1,6% tendenziale), un andamento leggermente cedente degli investimenti fissi lordi (-0,5% congiunturale ma +3,5% tendenziale) ed un apporto significativo delle esportazioni nette (110,6 miliardi il saldo della bilancia commerciale). La stima preliminare di Eurostat relativa al secondo trimestre indica una crescita ancora in accelerazione: +0,6% sul trimestre precedente, +2,1% tendenziale. La buona intonazione della crescita si è riflessa in un tasso d'inflazione stimato al +1,3% annuo in giugno (+0,1% nel giugno 2016), in attenuazione tuttavia rispetto ai valori osservati nel corso del semestre quando aveva toccato il +2,0%, a febbraio, e successivamente il +1,9% in aprile. Il favorevole momento congiunturale ha interessato anche il mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione nell'Area a maggio si è attestato al 9,3%, in apprezzabile flessione rispetto al 10,2% registrato nel maggio 2016. Uno stimolo alla crescita e alla dinamica dei prezzi continua a venire, infine, dalla politica monetaria della BCE, rafforzata dalle nuove operazioni di rifinanziamento che hanno avuto lungo nel marzo scorso.

L'economia italiana procede lungo un sentiero di crescita modesto e, nonostante l'accelerazione del primo trimestre, su livelli inferiori rispetto sia ai principali partner dell'Area sia alla media della medesima. Nel primo trimestre il PIL ha segnato un progresso del +0,4% congiunturale (+1,2% tendenziale). Il sostegno principale alla crescita di periodo è venuto dalla domanda interna. Riguardo al contributo delle componenti, il rafforzamento del mercato del lavoro e la tenuta del potere di acquisto hanno sostenuto i consumi delle famiglie (+0,5% sul trimestre precedente e +1,4% sul trimestre corrispondente del 2016), soprattutto di beni durevoli e servizi. Gli investimenti fissi lordi hanno segnato, invece, una flessione congiunturale del -0,8% - che risente del picco di attività di investimento a fine 2016 (+1,4% rispetto al terzo trimestre 2016) legata ai vantaggi fiscali - ma un deciso incremento su base tendenziale: +2,3%. Le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del +0,7% congiunturale e del +5,1% tendenziale, confermando il tono positivo della domanda estera in esordio d'anno. Riguardo al secondo trimestre il PIL, in base alle stime disponibili, dovrebbe essere progredito del +0,2% sul trimestre precedente e del +1,2% sul corrispondente (Banca d'Italia ha recentemente previsto una crescita al +1,4% per l'intero 2017), trainato anche dalla forte accelerazione degli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto che sono stimati in aumento del +1,7% sul trimestre precedente (-2,2% nel primo trimestre). Continuano comunque a sostenere le decisioni di spesa delle imprese sia la politica monetaria, assai accomodante, sia l'intonazione espansiva della politica di bilancio. L'occupazione mantiene un tono positivo: in miglioramento negli ultimi mesi nonostante il calo del -0,2% per gli occupati a maggio, che elide solo in parte il forte progresso registrato ad aprile (+0,4%). Nel periodo marzomaggio si è infatti registrata una crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,3%, pari a +65 mila unità), determinata dall'aumento dei dipendenti, sia permanenti sia a termine. Il tasso di disoccupazione a maggio ha toccato l'11,3% (+0,2% rispetto ad aprile ma in calo dello 0,3% rispetto ai 12 mesi precedenti ): l'aumento nel mese in parola è principalmente riferibile al forte incremento delle persone in cerca di occupazione, +1,5% (+44 mila unità). A giugno l'indice dei prezzi al consumo ha segnato una marginale flessione rispetto a maggio (-0,1%) ma conserva un aumento del +1,2% tendenziale, in assestamento rispetto al +1,4% registrato a maggio. Il rallentamento della dinamica dei prezzi per il secondo mese consecutivo si deve principalmente alle componenti merceologiche i cui prezzi presentano maggiore volatilità: alimentari non lavorati e energetici non regolamentati, che decelerano rispetto al mese precedente.

La politica monetaria ed i mercati finanziari

La principale novità del semestre è il cambiamento negli orientamenti delle politiche delle principali banche centrali occidentali. La Fed prosegue nel suo percorso di "normalizzazione" della politica monetaria e dagli annunci si è passati ancora all'attuazione operativa. La Banca Centrale USA ha infatti aumentato, a giugno, i tassi sui Fed Funds, il quarto rialzo consecutivo da fine 2015, portando il relativo corridoio all'1,00%-1,25%, ed ha annunciato l'inizio, entro l'anno, della riduzione del sostegno al mercato attraverso il riacquisto di titoli con l'obiettivo di giungere ad una riduzione, pur graduale, dell'attivo (ora intorno ai 4.500 miliardi di USD), sino ad arrivare a 30 miliardi in meno di titoli di Stato e 20 miliardi di Asset Backed Security. Sul finire del semestre, però, a seguito di una maggior incertezza percepita circa la politica di bilancio statunitense, le attese di un rapido irrigidimento nel profilo dei tassi USA a breve si sono ridimensionate, nell'ipotesi che la FED possa essere più cauta nel prossimo futuro.

La politica monetaria in Eurozona è rimasta nettamente espansiva per il periodo in parola. Tuttavia, la BCE, alla luce di una stabilizzazione dell'inflazione su livelli relativamente bassi, implicita nelle stime rilasciate dalla medesima, pur confermando l'intenzione di mantenere i tassi invariati per un periodo prolungato ha anche escluso possibili nuove riduzioni dei tassi sui depositi. A giugno il dibattito tra i "falchi e le colombe" sui tempi della normalizzazione dei tassi ufficiali BCE si è intensificato, profilando un inizio del tapering già da settembre. L'ipotesi, fatta propria dal mercato, con un corollario di rafforzamento dell'Euro e rialzo tassi dei Bund, è stata successivamente smentita dalle dichiarazioni del Presidente Draghi il quale, nella riunione di luglio, ha dichiarato che ancora non ci sono segni convincenti di rialzo dell'inflazione, il cui percorso resta condizionato da una politica monetaria molto accomodante, sottolineando che la forward guidance rimane immutata e non è opportuno fissare date entro le quali verrà rivista.

Grazie anche all'intonazione delle politiche monetarie e al favorevole quadro congiunturale, i mercati azionari internazionali hanno continuato a guadagnare terreno in un clima ancora caratterizzato da volatilità sui minimi storici. Negli Stati Uniti i principali indici hanno segnato una sequela di nuovi record storici e registrato consistenti progressi: lo Standard & Poor's 500 è cresciuto dell'8,2% nel semestre, il Nasdaq del 14,1%. In Europa l'Eurostoxx 600 è aumentato del 7,6% nello stesso periodo mentre il nostro l'FTSE Mib ha segnato un progresso analogo del 7,7%, beneficiando delle diffuse attese di crescita media degli utili delle società quotate. Sui mercati emergenti i progressi sono stati ancora più evidenti: l'Msci Emerging market index (USD) è aumentato del 17,3%.

L'aumento delle quotazioni azionarie ha interessato in misura assai significativa anche i titoli del settore bancario: nel medesimo periodo l'Eurostoxx bancario ha infatti segnato una performance del +12,6%. Le differenze in termini di valutazione nel confronto con il settore bancario statunitense rimangono comunque ampie, come riportato recentemente da Banca d'Italia (circa 1,25 il price-to-book ratio dell'indice delle banche USA contro circa 0,80 delle banche di Eurozona), riflettendo il livello di redditività più contenuto. Nel semestre il rischio percepito delle banche italiane si è progressivamente ridotto, complice le soluzioni delle principali situazioni di crisi. In particolare dalla fine del primo trimestre i premi sui credit default swap (CDS) relativi ai titoli bancari, sono in media scesi di circa 80 punti base.

Del clima positivo sui mercati finanziari hanno beneficiato anche le obbligazioni corporate emesse su entrambe le sponde dell'Oceano Atlantico. Si è infatti assistito ad un restringimento degli spread dei corporate nei confronti dei titoli risk-free (titoli di stato): gli option-adjusted spread, una misura del citato differenziale, relativi ad alcuni significativi indici di titoli corporate "investment grade", sono diminuiti sia negli USA (oltre 10 p.b.) sia in Europa (circa 20 p.b.), flessione che è stata ancor maggiore per gli indici relativi ai titoli high yield". Infine si segnala che, nel primo trimestre, le emissioni nette di obbligazioni da parte delle società non finanziarie italiane sono state positive, sostituendo con una certa intensità il ricorso al credito bancario.

Sul mercato dei titoli di stato è degno di nota l'aumento nel periodo di circa 40 b.p. dei Bund decennali in corrispondenza di un calo di circa 13 p.b. dei rendimenti dei T-Bond decennali statunitensi, un fenomeno che ha accompagnato l'indebolimento del dollaro USA nei confronti della divisa di Eurozona, giunta a quotare, intorno a fine semestre, circa 1,14 USD dai minimi di inizio anno collocati in area 1,04. Nel periodo i rendimenti dei titoli di Stato italiani non hanno accusato il declassamento del rating dell'Italia da BBB+ a BBB avvenuto in aprile da parte dell'agenzia di rating Fitch. Il rendimento del BTP decennale, dopo essere sceso pur con oscillazioni fino alla seconda decade di giugno, è in seguito risalito collocandosi al 2,3% per cento. Il differenziale di rendimento del titolo decennale con quello tedesco è diminuito di oltre 40 p.b. dal massimo toccato nel semestre intorno a 210, portandosi a 170 p.b. sul finire del periodo.

Il sistema bancario italiano

Il primo trimestre ha registrato un apprezzabile miglioramento della dinamica dei prestiti, nel secondo quarto il trend positivo si è prevalentemente consolidato. La conferma della ripresa congiunturale ha favorito una maggiore disponibilità degli intermediari ad erogare ed una maggiore distensione delle condizioni di accesso al credito. Si è inoltre consolidata la ripresa della domanda di prestiti da parte delle famiglie, ancora sospinta dal migliorato clima del mercato immobiliare che – come risulta dal sondaggio congiunturale di Banca d'Italia - ha registrato nel periodo: un aumento dei potenziali acquirenti, un maggior numero di incarichi ed una riduzione dei tempi di vendita. Le condizioni di offerta accomodanti continuano ad essere anche il riflesso dell'abbondante liquidità, resa disponibile dalla BCE alle banche nel periodo anche attraverso l'ultima TLTRO II di marzo (67 miliardi di liquidità lorda) e con il programma di acquisto di titoli da parte dell'Eurosistema, esteso fino a dicembre.

Nel dettaglio, in base alle stime ABI, gli impieghi ad imprese e famiglie in giugno hanno avuto un incremento del +1,5% tendenziale (+1,6% a maggio), calcolato al netto dei prestiti non rilevati nei bilanci bancari, in quanto cartolarizzati, e delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, sospinti dalla componente rivolta alle famiglie (a maggio, ultimo dati disponibile, +2,5% gli impieghi alle famiglie, +0,3% quelli alle imprese). Senza queste correzioni, l'aggregato segna invece una flessione del -0,2%.

L'andamento degli impieghi registra, tuttavia, un ampio divario sia tra settori sia tra classi dimensionali di imprese: quelle di minori dimensioni continuano a essere penalizzate per la minore solidità delle condizioni finanziarie e per la maggiori difficoltà che incontra il processo di valutazione del merito creditizio. I prestiti hanno segnato un aumento pronunciato nei servizi (+2,3% tendenziale a maggio), crescono in misura contenuta nella manifattura (+0,6%), continuano a diminuire nelle costruzioni (-5,4%). La gradualità della crescita degli impieghi risente anche, in parte, della timidezza sul lato della domanda di credito, come emerge dall'ultimo Bank Lending Survey (BLS). La componente delle imprese, infatti, pur beneficiando delle misure di sostegno fiscale già in essere, ha dato segni di fiacchezza nel primo trimestre stante la minore necessità di finanziamento degli investimenti e delle operazioni di ristrutturazione societaria e, soprattutto, la significativa disponibilità di attività liquide.

Il consolidamento della crescita congiunturale e la maggiore redditività e capacità di autofinanziamento delle imprese si sono riflesse favorevolmente nel periodo, sebbene con gradualità, sulla qualità del credito media del sistema. Nei tre mesi terminanti a maggio l'incidenza dei prestiti deteriorati sul totale dei finanziamenti è diminuita nel confronto con il trimestre precedente, tanto al lordo che al netto delle rettifiche di valore (rispettivamente dal 17,6% al 17,5% e dal 9,4% al 9,2%); le sofferenze nette hanno toccato i 76,5 miliardi, in calo di 7,5 miliardi sui dodici mesi. Il rapporto tra sofferenze ed impieghi si attesta, sempre a maggio, al 4,4% in diminuzione rispetto al 4,7% del maggio 2016.

La flessione delle sofferenze rientra nel più ampio fenomeno della riduzione dei Non Performing Loans (NPL) che il sistema bancario italiano sta perseguendo negli ultimi trimestri attraverso cessioni e cartolarizzazioni e che ha registrato importanti sviluppi in particolare nella prima parte del 2017. Le disposizioni legislative e regolamentari delle autorità competenti sono state decisive: nel periodo è risultato, in particolare, di tutto rilievo l'inserimento nella Manovra finanziaria bis di provvedimenti legislativi riguardanti il tema. Nel dettaglio è stato disposto che le società di cartolarizzazione, cessionarie dei crediti deteriorati ceduti da banche e intermediari finanziari iscritti all'albo, possano concedere finanziamenti finalizzati a migliorare le prospettive di recupero di questi crediti e favorire il ritorno in bonis del debitore ceduto, nonché di "acquisire o sottoscrivere azioni, quote od altri titoli e strumenti partecipativi derivanti dalla conversione di parte dei crediti del cedente e concedere finanziamenti al fine di migliorare le prospettive dei crediti oggetto di cessione". Le banche potranno infine costituire società veicolo, al fine di "acquisire, gestire e valorizzare" i beni immobili e mobili e altri beni che sono stato posti a garanzia dei crediti oggetto di cartolarizzazione. Tutti elementi correttivi questi che dovrebbero facilitare in modo assai significativo lo scambio degli stock degli Npl sul mercato.

Riguardo alle singole operazioni di cessione tra le più significative del primo semestre vi è certamente la cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza per 693 milioni effettuata da Banco BPM a favore di un veicolo gestito dal Fondo Algebris, avvenuta a prezzi particolarmente vantaggiosi per il Banco e tra i migliori (grazie al buon profilo delle garanzie sottostanti) spuntati sul mercato: 37%-38% rispetto a minimi di mercato intorno al 13%.

Sul lato del funding nei primi sei mesi dell'anno il sistema bancario ha continuato a trovare, come accennato, un forte supporto alla liquidità nel finanziamento della Banca Centrale. In presenza di un ciclo del credito ancora debole, non è stato necessario esercitare alcuna particolare pressione promozionale sulle fonti di raccolta retail tanto a breve che a medio e lungo termine. Nel dettaglio la raccolta diretta, ha evidenziato a giugno un aumento dello 0,4% rispetto ai dodici mesi precedenti. Il risultato deriva da un aumento del 4,3% dei depositi da residenti e di un'ulteriore contrazione, pari al -14,2%, delle obbligazioni bancarie. La dinamica della raccolta è stata quindi sostenuta dalle forme più liquide di deposito: i ridotti rendimenti alimentano la preferenza per la liquidità delle famiglie. I conti correnti a maggio – stime disponibili più recenti - sono cresciuti (8,6% tendenziale, pari a 78,7 miliardi) mentre le altre tipologie di deposito si sono ridotte (-2,9%): i depositi a tempo - al netto di quelli connessi con operazioni di cartolarizzazione - registrano una contrazione del -5,8% e, tra questi, i depositi con durata prestabilita segnano una caduta del -15,4%.

I tassi bancari attivi, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese non finanziarie, si sono attestati a giugno al 2,76% contro il 3,05% di dodici mesi prima. I tassi passivi per l'aggregato della raccolta totale sono diminuiti dall'1,09%, allo 0,96% nello stesso periodo, mentre i tassi sui depositi complessivi in euro sono passati dallo 0,45% allo 0,40%; i tassi sulle obbligazioni, infine, sono anch'essi diminuiti, passando dal 2,87% al 2,67% del giugno u.s.. La forbice bancaria, calcolata come differenza tra tasso medio sui prestiti e tasso medio sulla raccolta totale da famiglie e società non finanziarie, si è conseguentemente chiusa di 16 p.b., passando dall'1,96% del giugno 2016 all'1,80% del giugno u.s.. Il mark-up, calcolato come differenza tra il tasso medio sugli impieghi succitato ed il tasso Euribor a 3 mesi, è diminuito a 309 p.b. (332 p.b. a giugno 2016), mentre il mark-down, calcolato come differenza tra tasso Euribor a 3 mesi e tasso sulla raccolta totale, si è assottigliato chiudendosi a -129 p.b. (-136 p.b. a giugno 2016).

Nel primi cinque mesi dell'anno l'industria del risparmio gestito ha conseguito una raccolta netta di 48,4 miliardi (33,1 miliardi a maggio 2016) mentre il patrimonio dei fondi aperti diritto italiano ed estero a fine maggio ammontava a 958,7 miliardi, contro gli 856,4 miliardi del maggio 2016 (900,3 miliardi a dicembre 2016).

La soluzione delle crisi strutturali nel sistema

Dalla fine del 2016 ad inizio luglio le vicende relative alle banche italiane in difficoltà, in particolare le banche venete e Monte dei Paschi di Siena a cui si affianca Carige, hanno registrato ulteriori sviluppi avviandosi verso una positiva conclusione. Dopo vari tentativi di risanamento promossi dal fondo Atlante e arenatisi di fronte a varie difficoltà, anche sul fronte regolamentare, il Ministero dell'Economia e delle Finanze con decreto del 25 giugno – su proposta della Banca d'Italia - ha risolto la crisi di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Le due banche sono infatti state messe in liquidazione coatta amministrativa e, mentre le esposizioni deteriorate di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (cumulativamente 16,8 miliardi a fine 2016) saranno cedute alla Bad Bank pubblica SGA incaricata della successiva liquidazione delle medesime, la parte sana delle attività e delle passività è stata ceduta, sulla base di una procedura aperta e concorrenziale affiancata da un sostegno statale, a Intesa Sanpaolo. E' stata così garantita la continuità gestionale e minimizzato l'impatto sul sistema economico nazionale. La procedura di bail-in non è stata in effetti applicata, sebbene azionisti e detentori di obbligazioni subordinate abbiano comunque concorso alla copertura delle perdite, fatto salvo la previsione di un rimborso forfettario (ristoro) per gli obbligazionisti subordinati retail sottoposto a specifiche condizioni.

Ad inizio anno Banca d'Italia ha deliberato la stipula del contratto per la cessione a UBI Banca S.p.A. di tre delle quattro banche nate con la risoluzione – del novembre 2015 - di Banca delle Marche, Banca dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara. Il 30 giugno si è invece perfezionata la cessione a BPER Banca S.p.A. di Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, chiudendo la vicenda delle quattro banche succitate oggetto di procedura di risoluzione. Il 4 luglio è stato inoltre approvato dalle autorità europee il piano di ristrutturazione di Banca MPS, concludendosi così l'iter per l'accesso della medesima alla ricapitalizzazione precauzionale contemplata dalla Direttiva BRRD. Il Piano prevede un aumento di capitale di 8,1 miliardi così composto: 4,2 provenienti dalla conversione in azioni degli strumenti patrimoniali oggetto delle misure di ripartizione degli oneri (burden sharing) e 3,9 dallo Stato. Riguardo le sofferenze di MPS (29,4 miliardi a fine 2016) stata concessa un'esclusiva al Fondo Atlante per la gestione e la cessione delle stesse. Infine Banca Carige, altro istituto in particolare difficoltà, ha concluso una cartolarizzazione di crediti dubbi per 938 milioni ed ha già annunciato un'ulteriore cessione di 1,2 miliardi entro la fine dell'anno mentre il piano presentato dal nuovo Amministratore Delegato prevede un aumento di capitale con diritto di opzione da 500 milioni e un programma di cessioni, soprattutto immobiliari, che dovrebbero riportarla in rotta.

FATTI DI RILIEVO DEL PERIODO

Nel seguito sono descritti i principali eventi che hanno caratterizzato il primo semestre dell'esercizio.

L'operazione di aggregazione aziendale fra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano

In data 1° gennaio 2017 si è perfezionata la fusione propria tra Banco Popolare Soc. Coop. ("Banco Popolare") e Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. ("BPM") che ha dato origine a una nuova società bancaria, avente forma di società per azioni, denominata Banco BPM S.p.A., capogruppo dell'omonimo Gruppo Bancario.

Nel dettaglio, il progetto di fusione e lo statuto della nuova Capogruppo, approvati dal Consiglio di Amministrazione del Banco Popolare e dal Consiglio di Gestione della Banca Popolare di Milano in data 24 maggio 2016 - in linea con quanto stabilito nel protocollo di intesa (il "Protocollo") sottoscritto tra le due banche nel mese di marzo 2016 - sono stati deliberati dalle rispettive Assemblee Straordinarie in data 15 ottobre 2016, con data di efficacia dal 1° gennaio 2017.

Di seguito si riepilogano le principali tappe che hanno portato alla realizzazione dell'operazione di aggregazione

Struttura dell'operazione

Come previsto dal Protocollo, l'operazione è stata realizzata attraverso una cosiddetta fusione "propria", ossia mediante la costituzione della nuova capogruppo, destinata a svolgere al contempo attività bancaria e di holding capogruppo con funzioni operative e di coordinamento e direzione unitaria su tutte le società appartenenti al nuovo Gruppo.

La nuova Capogruppo ha la propria sede legale a Milano e la propria sede amministrativa a Verona.

Attraverso la fusione si è realizzata pertanto la trasformazione del Banco Popolare e della Banca Popolare di Milano da società cooperative in società per azioni, in conformità con quanto previsto dalla Riforma delle Banche Popolari.

Le principali tappe del percorso per la realizzazione dell'operazione di fusione

Gli organi amministrativi delle parti hanno concordato che, tenuto conto delle rispettive contribuzioni, nonché degli effetti dell'aumento di capitale perfezionato dal Banco Popolare e della distribuzione dei dividendi ordinari a valere sull'utile dell'esercizio chiuso al 31 dicembre 2015 agli azionisti del Banco Popolare e di Banca Popolare di Milano, la fusione avvenisse sulla base dei seguenti rapporti di partecipazione:

  • agli azionisti del Banco Popolare è stato assegnato il 54,626% del capitale della nuova Capogruppo;

  • agli azionisti di BPM è stato assegnato il 45,374% del capitale della nuova Capogruppo.

Nel mese di maggio 2016 è terminata l'attività di due diligence confirmatoria incrociata condotta sulle due banche dalla quale non sono emersi elementi tali da richiedere una modifica dei rapporti di partecipazione.

Successivamente alla conclusione dell'operazione di aumento di capitale del Banco Popolare e in applicazione dei citati rapporti di partecipazione, i rapporti di cambio della fusione tra il Banco Popolare e BPM sono stati determinati in 1 azione della nuova Capogruppo per ogni azione Banco Popolare e in 1 azione della nuova Capogruppo per ogni 6,386 azioni di BPM in circolazione al momento dell'efficacia della fusione.

Nel mese di luglio 2016 l'operazione ha avuto il nulla osta da parte dell'Autorità Garante della concorrenza e del mercato, ai sensi dell'art. 16, comma 4, della Legge 10 ottobre 1990 n. 287.

L'iter autorizzativo, a seguito del completamento dell'istruttoria, si è concluso nel mese di settembre 2016, con il rilascio da parte della Banca d'Italia, in data 8 settembre 2016, dell'autorizzazione alla fusione ai sensi dell'art. 57 del Testo Unico Bancario. La Banca Centrale Europea ha altresì rilasciato, in data 9 settembre 2016, l'autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria in capo alla nuova Capogruppo. Nel mese di ottobre 2016 l'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) ha autorizzato la nuova Capogruppo a detenere le partecipazioni qualificate nelle compagnie di assicurazione AviPop Assicurazioni, AviPop Vita, Popolare Vita, Bipiemme Vita e Bipiemme Assicurazioni, attualmente facenti capo alle società partecipanti alla fusione.

Le Assemblee straordinarie dei soci del Banco Popolare e della Banca Popolare di Milano, riunitesi in data 15 ottobre 2016, hanno approvato il Progetto di Fusione, nonché l'atto costitutivo e lo statuto della società risultante dalla fusione, denominata Banco BPM S.p.A.

A seguito di tali deliberazioni sono state avviate le tappe successive del processo di aggregazione, con la richiesta di ammissione alla quotazione sul Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana delle azioni di nuova emissione di Banco BPM.

In data 13 dicembre 2016 è stato stipulato l'atto di fusione.

Il perfezionamento dell'operazione

L'operazione di fusione ha trovato il suo perfezionamento a seguito dell'iscrizione presso i competenti Registri delle Imprese di Verona e Milano dell'atto di fusione avvenuta il 1° gennaio 2017. Dalla stessa data decorrono gli effetti contabili e fiscali.

La nuova Capogruppo Banco BPM S.p.A. ha un capitale sociale di euro 7.100.000.000, rappresentato da n. 1.515.182.126 azioni ordinarie prive di valore nominale. Le azioni sono state quotate sull'MTA a partire dal 2 gennaio 2017, contestualmente alla revoca dalle negoziazioni delle azioni delle due banche partecipanti alla fusione.

Il processo di definizione dell'assetto societario e organizzativo del Gruppo Banco BPM

Con la nascita del Gruppo Banco BPM hanno preso il via anche le attività di definizione dell'assetto societario e organizzativo, nel seguito descritte.

Conferimento rete sportelli della ex Banca Popolare di Milano S.c.a r.l.

Con decorrenza 1° gennaio 2017, in attuazione degli accordi contenuti nel protocollo d'intesa siglato nel marzo 2016, si è perfezionato il conferimento di un ramo d'azienda da parte della ex Banca Popolare di Milano S.c.a r.l., rappresentato dall'intera rete di sportelli di quest'ultima, a favore della Banca Popolare di Mantova S.p.A., che, con pari decorrenza, ha variato la denominazione sociale in Banca Popolare di Milano S.p.A..

Fusione di società del Gruppo

Nel mese di giugno si sono perfezionate, con le iscrizioni degli atti di fusione presso i competenti Registri Imprese, le operazioni di fusione per incorporazione di:

  • Italease Gestione Beni, Sviluppo Comparto 2, TT Toscana Tissue e Essegibi Promozioni Immobiliari in Bipielle Real Estate;
  • HCS in Terme Ioniche.

Tali operazioni hanno avuto decorrenza giuridica dal 28 giugno, con retrodatazione degli effetti contabili e fiscali al 1° gennaio 2017, non hanno comportato alcun aumento di capitale per le società incorporanti e sono avvenute senza rapporto di cambio né conguaglio in denaro.

Per effetto della fusione, la società incorporata Italease Gestione Beni viene espunta dal Gruppo Bancario Banco BPM.

Riorganizzazione delle attività di Private Banking e Corporate & Investment Banking del Gruppo

Nel primo semestre ha preso il via il riassetto delle attività di Private Banking e Corporate & Investment Banking del Gruppo previsto dal Piano Strategico 2016-2019. Tale riassetto prevede l'accentramento delle attività di Private Banking in Banca Aletti e quello delle attività Corporate & Investment Banking in Banca Akros.

In particolare, nel mese di giugno le controllate BPM S.p.A. e Banca Aletti hanno sottoscritto, con decorrenza 1° luglio, l'atto di cessione del ramo d'azienda Private Banking di BPM a favore di Banca Aletti.

Il complesso aziendale ceduto da BPM ad Aletti è costituito dall'insieme di beni e rapporti funzionali all'esercizio dell'attività del Private Banking con la clientela ad esso connessa, nonché da tutti i rapporti correlati all'attività Private Banking.

L''accentramento in Banca Aletti dell'attività private banking del Gruppo proseguirà nel secondo semestre con il trasferimento da Banco BPM a Banca Aletti del ramo d'azienda "accreditati private". E' previsto che tale operazione si perfezioni entro la fine del corrente esercizio. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo dell'11 maggio 2017 ha altresì approvato un'operazione di ristrutturazione societaria che prevede da un lato la scissione parziale di Banca Akros a favore di Banca Aletti del ramo d'azienda relativo all'attività di Private Banking e parallelamente la scissione parziale di Banca Aletti a favore di Banca Akros del ramo d'azienda relativo alle attività di Corporate & Investment Banking.

Riassetto nel settore della bancassicurazione

In coerenza con il piano strategico ed in concomitanza con la naturale scadenza delle partnership dell'ex Gruppo Banco Popolare rispettivamente con il Gruppo Unipol (ramo vita) e con il gruppo Aviva (ramo protezione), il Gruppo Banco BPM ha avviato il processo di complessiva razionalizzazione delle proprie reti distributive. La scadenza al 30 giugno 2017 dei termini per la disdetta degli accordi di Bancassurance dell'ex Gruppo Banco Popolare ha costituito l'occasione per un confronto con gli attuali partner.

Dalle interlocuzioni intercorse è emersa la volontà di concludere l'esperienza finora maturata, mediante la risoluzione delle due partnership. Tale volontà ha trovato manifestazione, in entrambi i casi, nella comunicazione dell'intenzione di non rinnovare gli accordi distributivi scadenti il prossimo 31 dicembre 2017.

Oltre alla disdetta degli accordi distributivi con la rete ex Banco Popolare, Unipol Assicurazioni ha comunicato l'esercizio dell'opzione di vendita della propria partecipazione di controllo in Popolare Vita, il tutto sulla base di quanto stabilito nel patto parasociale sottoscritto il 7 settembre 2007 tra l'ex Banco Popolare e FondiariaSai (oggi UnipolSai Assicurazioni). Salvo eventuale diverso accordo tra le parti, la determinazione del prezzo di acquisto è disciplinata da una specifica procedura che demanda la definizione del corrispettivo a due esperti indipendenti (una banca d'affari o una primaria società di revisione e un esperto attuariale).

Per quanto concerne invece il ramo protezione, sulla base di quanto previsto nel patto parasociale sottoscritto il 14 dicembre 2007 tra l'ex Banco Popolare e Aviva, quest'ultima potrà esercitare l'opzione di vendita dell'intera quota partecipativa di controllo dalla stessa detenuta in Avipop Assicurazioni. Come nel caso della partnership nel ramo vita, gli accordi demandano la definizione del prezzo a due esperti indipendenti salvo eventuale diverso accordo tra le parti.

L'effettivo trasferimento delle quote partecipative conseguente all'esercizio delle citate opzioni è subordinato al rilascio delle autorizzazioni da parte delle competenti autorità.

La risoluzione delle due partnership offre a Banco BPM l'opportunità di promuovere un processo volto a identificare nuovi assetti strategici nel settore del Bancassurance, in linea con gli obiettivi di sviluppo ed efficientamento del business assicurativo del Gruppo, a beneficio della clientela. Nell'ambito di tale processo, già avviato, primarie compagnie assicurative hanno manifestato il loro interesse a sviluppare la partnership con Banco BPM.

Gli impatti patrimoniali per il Banco BPM, a valle dell'intero processo di riassetto della Bancassurance, dipenderanno, da un lato, dai valori che saranno definiti per l'esercizio delle opzioni put con gli attuali partner e, dall'altro, dalle valorizzazioni riconosciute dai nuovi partner con i quali saranno definiti gli accordi di Bancassurance. Sulla base delle stime preliminari, delle interlocuzioni in corso sul mercato e tenuto conto delle leve disponibili per la configurazione delle nuove partnership, si ritengono, allo stato, non significativi gli impatti complessivi sui ratio patrimoniali del Gruppo al termine del processo di razionalizzazione del comparto.

Altre attività in corso e cantieri progettuali

Sviluppo Wealth Management e Private Banking del Gruppo

Ancora con riferimento alle attività di Private Banking, in linea con gli obiettivi del Piano Industriale, sono in corso gli ulteriori interventi finalizzati ad accentrare in Banca Aletti tutta la clientela private presente nel Gruppo, ad implementare una customer proposition efficace grazie a un catalogo di prodotti e servizi unico ed integrato, nonché ad incrementare la cooperazione ed il cross-selling con il Corporate.

Sviluppo delle attività di Corporate & Investiment Banking

In relazione alle attività di Corporate & Investment Banking, sono in corso gli interventi finalizzati ad accentrare in Banca Akros l'Investment Banking di Gruppo e ad implementare le iniziative volte a far diventare il Gruppo stesso un punto di riferimento per le Mid-cap italiane mediante lo sviluppo di processi di erogazione del credito, l'incremento della share of wallet nei servizi a valore aggiunto, la crescita nel Corporate Hedging & Advisory.

Digital & Omnichannel Transformation

E' stato avviato un programma di evoluzione dell'offering e del modello distributivo in ottica digitale/omnicanale.

Il percorso previsto si pone al centro della strategia per la clientela SME/Mid Cap e Retail.

A supporto del programma sono stati previsti investimenti in arco-piano sulla piattaforma digitale.

Il programma nasce all'interno del contesto più generale del post-fusione, che ha comportato un impegno profuso per la migrazione informatica prevista a fine luglio 2017.

Altri eventi del periodo

Cessione pro soluto di crediti in sofferenza

Nell'ambito del Piano Industriale del Gruppo, che prevede la cessione di sofferenze per un totale di 8 miliardi, Banco BPM nel primo semestre ha perfezionato due operazioni di cessione pro-soluto di crediti, portando a circa 2,5 miliardi il totale delle cessioni di sofferenze realizzate a partire dal 2016.

La prima operazione, conclusa nel mese di gennaio, ha avuto per oggetto un portafoglio di crediti in sofferenza di natura chirografaria relativo a circa 1.800 posizioni per un valore nominale complessivo pari a 641 milioni.

Il portafoglio è stato acquistato da Marte SPV, veicolo di proprietà di Hoist Finance, istituto finanziario tra i più importanti operatori pan-europei nel mercato dei Non Performing Loans.

La seconda operazione, perfezionata a fine giugno, ha comportato la cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza del settore turistico alberghiero e residenziale assistiti da garanzie reali (cosiddetto portafoglio "Project Rainbow") per un valore nominale complessivo pari a 693 milioni.

Il portafoglio è stato trasferito alla società veicolo Algebris.

Le descritte operazioni di cessione sono state perfezionate in blocco ai sensi della Legge 130/1999 e hanno comportato per il Gruppo il reale e definitivo trasferimento dei rischi di credito connessi alle partite cedute e la conseguente cancellazione contabile dei crediti dal bilancio.

Fissati dalla BCE i requisiti patrimoniali per il nuovo Gruppo

Il Banco BPM ha ricevuto nel mese di febbraio la notifica, da parte della Banca Centrale Europea della decisione prudenziale "SREP decision" contenente gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process – SREP).

Tenuto conto delle analisi e delle valutazioni effettuate nel 2016 dall'Autorità di Vigilanza a valere sul Banco Popolare e su BPM, la BCE ha determinato per il 2017 i seguenti requisiti prudenziali su base consolidata:

  • 8,15% Common Equity Tier 1 ratio, secondo i criteri transitori in vigore per il 2017;
  • 10,40% Total SREP Capital Requirement, secondo i criteri transitori in vigore per il 2017;
  • 11,65% Total Capital ratio.

Conclusione delle attività ispettive condotte nel 2016 dalla BCE nei confronti del Banco Popolare e della Banca Popolare di Milano

Nel corso del 2016 le due banche dalla cui fusione è originato il Banco BPM S.p.A. (Banco Popolare Soc. Coop. e Banca Popolare di Milano S.c.a r.l.), sono state oggetto, tra l'altro, di attività ispettive da parte della Banca Centrale Europea ("BCE"), aventi per oggetto la gestione del rischio di credito e di controparte ed il sistema di controllo del rischio. In data 18 maggio 2017, la BCE ha inviato a Banco BPM la lettera contenente le raccomandazioni circa le azioni che l'Organo di Vigilanza si attende vengano poste in essere da Banco BPM in relazione ai rilievi formulati all'esito delle ispezioni, che riguardano, tra l'altro, talune carenze, debolezze ed aree di miglioramento riscontrate nella governance, il sistema dei controlli interni, i processi di gestione, monitoraggio classificazione e valutazione del credito delle due precedenti banche.

A fronte di tali raccomandazioni la banca ha approvato e inviato all'Autorità uno specifico piano d'azione che dà atto delle azioni già poste in essere a seguito della fusione nonché degli ulteriori interventi correttivi che sono in corso di realizzazione; il completamento e l'implementazione operativa di tale piano sono previsti entro il corrente anno.

Per ulteriori informazioni sugli impatti sulla classificazione e valutazione dei crediti al 30 giugno 2016 si rimanda alla lettura di quanto riportato in proposito nell'ambito del paragrafo "Le incertezze sull'utilizzo di stime nella predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato" contenuto nell'ambito della sezione "Note illustrative".

Partecipazione al Fondo Atlante

Nel primo semestre Banco BPM ha effettuato i versamenti del quinto e del sesto richiamo di capitale del Fondo Atlante per un importo complessivo pari a 9,9 milioni (9,4 milioni nel mese di maggio e 0,5 milioni il 19 giugno).

L'impegno complessivo iniziale assunto nel 2016 dal Gruppo nel fondo di investimento in parola ammontava a 150 milioni; a seguito dei versamenti effettuati, il committment residuo risulta pari a 18,4 milioni.

Per ulteriori dettagli sul Fondo Atlante e sulla valutazione di bilancio che al 30 giugno 2017 si attesta a 11,7 milioni, si fa rinvio alle Note Illustrative, parte A.4 – Informativa sul fair value.

Liquidazione di società partecipate

Nel mese di gennaio si è completata la liquidazione della società controllata BPV Mortgages S.r.l., a seguito dell'approvazione del bilancio finale di liquidazione e del relativo piano di riparto, cui è seguita la cancellazione dal Registro delle imprese di Verona in data 27 febbraio.

Nel primo trimestre si è altresì conclusa la procedura di liquidazione della controllata Bipitalia Residential S.r.l., a seguito della cancellazione dal Registro delle imprese di Milano in data 16 marzo.

Infine, in data 10 aprile, l'assemblea dei soci della controllata Liberty S.r.l. ha deliberato lo scioglimento anticipato e la conseguente messa in liquidazione della società.

Tali operazioni non hanno comportato impatti significativi sulla situazione patrimoniale ed economica del Gruppo.

Riacquisto di obbligazioni Banco BPM

Nel primo semestre il Banco BPM ha avviato due distinte operazioni di riacquisto di obbligazioni emesse, finalizzate alla razionalizzazione e alla ottimizzazione delle fonti di finanziamento.

La prima operazione ha avuto per oggetto il prestito obbligazionario subordinato "Banco BPM S.p.A. Serie 359 Obbligazioni Subordinate Lower Tier II a Tasso Fisso con ammortamento periodico, 18.11.2013-18.11.2020" originariamente emesso dal Banco Popolare, e quotato sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT) presso Borsa Italiana per un valore nominale complessivo pari a circa 640 milioni.

Il valore nominale aggregato dei titoli riacquistati durante il periodo di adesione è stato complessivamente pari a 199,7 milioni, corrispondente al 31,21% dell'ammontare nominale complessivo dei titoli in circolazione.

La seconda operazione, perfezionata nel mese di giugno, ha avuto per oggetto il riacquisto parziale di alcuni prestiti obbligazionari originariamente emessi da BPM, Banca di Legnano e Cassa di Risparmio di Alessandria, collocati presso la clientela retail.

Nel periodo di validità dell'offerta sono stati portati in adesione titoli per complessivi nominali 123 milioni rispetto ai 200 milioni costituenti l'ammontare massimo dell'offerta.

Le suddette operazioni rientrano nell'ambito della più ampia strategia finalizzata a ridurre le forme di raccolta maggiormente onerose.

Rating del Gruppo

Società di rating Tipo di Rating Banco BPM
Lungo Termine sui Depositi Ba1 (Outlook Stabile)
Issuer Rating Ba2 (Outlook Negativo)
Moody's Investors Breve Termine NP
Service Baseline Credit Assessment (BCA) b1
Counterparty Risk Assessment Ba1(cr) / NP(cr)
BBB low
Lungo Temine (Issuer e Debt rating) (Trend Stabile)
R-2 middle
DBRS Breve Termine (Issuer e Debt rating) (Trend Stabile)
Intrinsic Assessment BBB low
Support Assessment SA-3

Nella tabella seguente sono riportati i rating del Gruppo Banco BPM al 30 giugno 2017.

Di seguito vengono descritte le azioni ai rating che hanno riguardato il Gruppo Banco BPM nel primo semestre 2017, suddivise per agenzia di rating.

Moody's Investors Service (Moody's)

Moody's ha assegnato i rating a Banco BPM in data 3 gennaio 2017, a seguito della fusione tra Banco Popolare e BPM, divenuta efficace il 1° gennaio 2017.

In dettaglio, i rating di lungo e breve termine sui depositi di Banco BPM sono pari rispettivamente a "Ba1" e "Not Prime", il Rating Emittente (valutazione di lungo termine sul debito senior unsecured) a "Ba2", il rating Baseline Credit Assessment a "b1" e il Counterparty Risk Assessment a "Ba1(cr)/Not Prime(cr)". L'Outlook sul rating di lungo termine sui depositi è Stabile, mentre quello sul Rating Emittente (rating di lungo termine sul debito senior unsecured) è Negativo.

DBRS

DBRS ha assegnato i rating a Banco BPM in data 5 gennaio 2017, a seguito della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, divenuta efficace il 1° gennaio 2017.

In dettaglio, il rating di lungo termine (rating emittente, sul debito senior e sui depositi) è pari a "BBB (low)" e quello di breve termine su debito e depositi a "R-2 (middle)". Entrambi i rating hanno Trend Stabile. A questi si aggiungono i cosiddetti Critical Obligations Ratings di lungo e breve termine pari a "BBB (high) / R-1 (low), con Trend Stabile, l'Intrinsic Assessment "BBB (low)" e il Support Assessment "SA3".

Fitch Ratings (Fitch)

Il 24 gennaio 2017, Fitch, a seguito della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, ha ritirato i rating in precedenza assegnati a Banco Popolare e a BPM, nonché alle controllate Banca Aletti e Banca Akros. Ne consegue che il nuovo gruppo Banco BPM S.p.A. non risulta oggetto di copertura da parte di Fitch.

Accordi concernenti il personale dipendente

Nel corso del primo semestre le relazioni industriali hanno registrato una intensa attività di confronto con le Organizzazioni Sindacali che si è incentrata su tematiche prioritariamente connesse con l'applicazione del Piano Strategico 2016 - 2019 e degli accordi di fusione del 23 dicembre 2016.

Tra queste si evidenziano in particolare:

  • la definizione di un premio a favore del personale inquadrato nelle Aree Professionali e nei Quadri Direttivi, da erogarsi in strumenti di welfare;
  • l'attivazione, per il triennio 2017 2019, di un piano di sospensione volontaria dell'attività lavorativa per un ammontare complessivo di 200.000 giornate, previa verifica delle esigenze organizzative aziendali;
  • l'applicazione ai lavoratori di Banca Akros del CCNL del credito in sostituzione dei previgenti contratti nazionali "CCNL per i dipendenti del terziario: commercio, distribuzione e servizi" e "CCNL per dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi";
  • l'ulteriore estensione del Fondo di Solidarietà a 71 risorse in possesso dei requisiti per l'accesso al Fondo stesso, le cui richieste erano rimaste inevase per saturazione dei posti e a 5 risorse di Banca Akros che, avendone i requisiti, intendano farne richiesta, oltre all'attivazione di una nuova finestra di accesso al Fondo di solidarietà prevista per il 30 novembre a favore della platea dei colleghi dell'ex Gruppo BPM.

Operazioni di Covered Bond e cartolarizzazione

Nell'ambito del Programma Banco OBG Residenziale in data 31 marzo 2017 è stata integralmente rimborsata la Prima Serie di OBG emesse per un valore nominale complessivo pari a 1.400 milioni. Con riferimento ad entrambi i Programmi OBG Residenziale e OBG Commerciale realizzati dall'ex Banco Popolare, nel corso del primo semestre, sono state perfezionate talune modifiche contrattuali al fine di assegnare il ruolo di Cash Manager al Banco BPM S.p.A. in sostituzione di BNP Paribas che rimane in entrambi i programmi con il ruolo di Back up Account Bank.

Nell'ambito dei Programmi BPM Covered Bond (OBG1) e BPM Covered Bond 2 (OBG2) realizzati dall'ex Gruppo Bipiemme, a seguito delle citate operazioni di fusione e scorporo, nel mese di maggio 2017 sono state finalizzate delle modifiche ad alcuni dei contratti al fine di riflettere la riallocazione dei ruoli, originariamente ricoperti da BPM S.c.ar.l., tra Banco BPM S.p.A. e BPM S.p.A. Inoltre, con riferimento al Programma BPM Covered Bond, sempre nel mese di maggio 2017, tutti i conti del veicolo BPM Covered Bond S.r.l. sono stati trasferiti presso Banco BPM (ad eccezione del Collection Account che continuerà ad essere detenuto presso BPM S.p.A.) che ha assunto pertanto il ruolo di Account Bank, mentre il ruolo di Back up Account Bank è stato assegnato a Bank of New York Mellon.

In data 28 aprile 2017 BPM S.p.A. ha ceduto alla Società Veicolo BPM Covered Bond 2 S.r.l. un nuovo portafoglio di attivi idonei (quinta cessione) avente un debito residuo pari a circa 558 milioni e costituito da mutui residenziali ipotecari e fondiari originati da BPM S.p.A.. Il pagamento del prezzo di portafoglio da parte della Società Veicolo è stato interamente effettuato mediante utilizzo di una linea di credito subordinata messa a disposizione da BPM S.p.A..

Per quanto concerne, invece, le operazioni di cartolarizzazione, nel mese di maggio 2017 l'agenzia Fitch ha (i) diminuito, a seguito del downgrading del paese Italia, il rating dei Titoli di Classe A2 di entrambe le operazioni "BP Mortgages 2007 -1" e "BP Mortgages 2007- 2" da "AA+" ad "AA" e (ii) ha incrementato il rating dei Titoli di Classe C rispettivamente da "BBB-" ad "AA" per quanto riguarda l'operazione "BP Mortgages 2007 - 1" e da "BBB" ad "AA" per quanto riguarda l'operazione "BP Mortgages 2007 - 2". Con riferimento all'operazione di cartolarizzazione "BPM Securitisation 2", nel mese di maggio l'agenzia Fitch ha diminuito il rating dei titoli di classe A2 e di classe B da "AA+" ad "AA", mentre l'agenzia Moody's ha upgradato il rating del titolo di classe C da "Baa2" a "Baa1". Infine, sempre nel mese di maggio 2017, l'agenzia Fitch ha aumentato il rating del titolo Senior (Series 1-B Notes) dell'operazione di cartolarizzazione "ITA9" dal rating "A-" ad "A+".

IL PRESIDIO DEI RISCHI

Premessa

Il Gruppo Banco BPM attua il processo di gestione dei rischi originati dall'attività bancaria e finanziaria al fine di perseguire obiettivi di crescita stabile e sostenibile nel tempo, coerentemente con gli indirizzi generali deliberati dal Consiglio di Amministrazione.

Profilo di rischio e sistemi di gestione e misurazione dei rischi

A seguito dell'operazione di fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo Banco BPM ha approvato il nuovo Risk Appetite Framework (di seguito anche "RAF") attraverso il quale l'Organo con Funzione di Supervisione Strategica approva il livello di rischio che il Gruppo è disposto ad assumere nel perseguimento dei propri obiettivi strategici.

Il nuovo framework si compone dei seguenti elementi fondanti:

    1. la Governance, che definisce i ruoli e le responsabilità degli attori coinvolti e i flussi informativi tra gli stessi;
    1. il "sistema delle metriche", che sintetizzano l'esposizione ai rischi;
    1. il "sistema delle soglie", attraverso il quale viene definita la propensione al rischio;
    1. il processo di escalation, che si attiva con diversi intensità e attori al superamento delle diverse soglie;
    1. gli strumenti e le procedure, che supportano la rappresentazione e gestione operativa del RAF, incluse le cd. "Operazioni di Maggior Rilievo (OMR)";
    1. il documento cd. "Risk Appetite Statement (RAS)", nel quale sono esplicitati in modo analitico le modalità di calcolo di soglie e metriche.

Il RAF è lo strumento che consente in modo unitario e sinergico di stabilire, formalizzare, comunicare e monitorare la coerenza del profilo di rischio (del Gruppo e delle singole società rilevanti) con la propensione al rischio approvata dal Consiglio di Amministrazione e costituisce elemento di indirizzo per la predisposizione dei principali processi aziendali.

Il "sistema delle metriche" tiene conto delle recenti indicazioni normative in tema di Risk Governance e fa leva sul processo interno di Risk Identification, che ha identificato 5 ambiti di rischio come rilevanti per il Gruppo ai fini RAF: Adeguatezza del Capitale di Primo e Secondo Pilastro, Adeguatezza della Liquidità, Qualità del credito, Redditività, Operativo/di Condotta.

Gli indicatori selezionati per il monitoraggio dell'esposizione del Gruppo nei citati ambiti di rischio sono stati suddivisi in 2 livelli, ossia "strategici" – in quanto consentono al Consiglio di Amministrazione di indirizzare le scelte strategiche del Gruppo – e "gestionali", in quanto integrano gli indicatori strategici e, ove possibile, ne anticipano le dinamiche attraverso una maggior frequenza di monitoraggio.

Il "sistema delle soglie" per gli indicatori strategici prevede la definizione di 4 thresholds: i) Risk Target (Obiettivo di Medio-Lungo termine); ii) Risk Trigger, il cui superamento attiva i processi di escalation previsti dal Framework; iii) Risk Tolerance (soglia di tolleranza) e iv) Risk Capacity (massimo rischio assumibile). Per gli indicatori Gestionali, invece, viene declinata solo la soglia di Risk Trigger.

La Funzione Rischi sviluppa il RAF a supporto dell'Organo con Funzione di Gestione (OFG), in collaborazione con la Funzione Pianificazione e le altre Funzioni competenti, rivedendo almeno annualmente il framework anche in funzione dei mutamenti delle condizioni interne ed esterne in cui il Gruppo opera.

L'attività di prevenzione dei rischi trova esplicitazione operativa anche nel processo di gestione delle Operazioni di Maggior Rilievo (relative a operazioni in ambito credito, finanza, etc.), che coinvolge in primo luogo la Funzione Rischi tenuta a esprimere un parere preventivo e non vincolante su tutte le operazioni che rientrano in tale perimetro.

Attività di monitoraggio e reporting

L'attività di monitoraggio e controllo dei rischi svolta dalla Funzione Rischi ha il compito di assicurare, a livello di Gruppo e di singole società, il presidio unitario dei rischi di propria competenza garantendo informazioni appropriate e tempestive agli Organi Aziendali e alle Unità Organizzative coinvolte nella gestione dei rischi stessi, assicurando lo sviluppo e il miglioramento continuo delle metodologie e dei modelli relativi alla loro misurazione. A tali fini, la Capogruppo procede con la predisposizione della reportistica verso gli Organi Aziendali in linea con le policy interne del Gruppo. Nell'ambito della reportistica integrata dei rischi la Funzione Rischi effettua l'assessment periodico del Risk Profile degli indicatori RAF comparandolo con le soglie definite nel framework.

Adeguatezza patrimoniale di primo e secondo pilastro

Il Gruppo Banco BPM, al fine di fornire al proprio management e all'Autorità di Vigilanza un'informativa completa e consapevole che testimoni l'adeguatezza dei fondi propri, primo presidio a fronte dei rischi assunti, valuta la propria situazione patrimoniale in ottica attuale e prospettica, sia in ambito di Primo che di Secondo Pilastro sulla base delle regole di Basilea 3 (che trovano applicazione tramite la CRR/CRD IV) e le linee guida specifiche comunicate alle banche dall'Autorità di Vigilanza.

Per quanto concerne il Primo Pilastro, l'adeguatezza patrimoniale del Gruppo si sostanzia nelle attività di monitoraggio e gestione nel continuo dei coefficienti patrimoniali calcolati in applicazione delle regole stabilite dalla Normativa di Vigilanza, al fine di verificare il rispetto dei limiti normativi e di assicurare il mantenimento dei livelli minimi di patrimonializzazione richiesti dalla Normativa di Vigilanza. Tali coefficienti vengono inoltre stimati in sede di Budget o Piano Strategico e ne viene verificata la coerenza con le soglie fissate in ambito Risk Appetite Framework e le stime effettuate nel Capital Plan.

In ambito Secondo Pilastro, la Funzione Rischi coordina il processo interno di determinazione dell'adeguatezza patrimoniale del Gruppo, coerentemente con le disposizioni normative, e di effettuare le stime attuali e prospettiche sintetizzate nell'annuale resoconto ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process).

La valutazione dell'adeguatezza patrimoniale, in ambito ICAAP, avviene attraverso il monitoraggio di indicatori patrimoniali specifici che tengono conto del capitale economico originato dai rischi di secondo pilastro, attivando i processi di escalation in caso di superamento.

L'esito dell'autovalutazione dell'adeguatezza patrimoniale, condotto su base pluriennale, tiene in considerazione le simulazioni effettuate sia secondo l'ottica regolamentare che attraverso l'applicazione di metodologie interne gestionali. Le simulazioni vengono condotte in condizione di normale corso degli affari e tengono conto anche dei risultati derivanti dall'applicazione di scenari di stress.

L'autovalutazione dell'adeguatezza patrimoniale secondo l'ottica gestionale è imperniata sul confronto tra le AFR (dotazione di patrimonio a disposizione del Gruppo) e i fabbisogni di capitale calcolati tramite metodologie avanzate sviluppate internamente e validate dalla competente Funzione aziendale.

Rischi di credito

Il Gruppo Banco BPM persegue gli obiettivi di politica creditizia indirizzati a:

  • supportare lo sviluppo delle attività nel territorio in cui opera, con lo scopo di presidiare e governare l'evoluzione del posizionamento del Gruppo, in coerenza con gli indirizzi di Risk Appetite Framework e degli obiettivi di budget, focalizzando il sostegno e lo sviluppo delle relazioni con la clientela;
  • diversificare il portafoglio, limitando la concentrazione delle esposizioni su singole controparti/gruppi e su singoli settori di attività economica o aree geografiche;
  • applicare un modello omogeneo e univoco di gestione del credito basato su regole, metodologie, processi, procedure informatiche e normative interne armonizzate e standardizzate per tutte le banche e società del Gruppo.

Al fine di perseguire l'obiettivo di ottimizzare la qualità del credito e minimizzare il costo complessivo del rischio creditizio per il Gruppo e per le singole società, il modello organizzativo assegna alla Funzione Crediti della Capogruppo il ruolo di indirizzo delle politiche creditizie sia per le banche sia per le società del Gruppo.

Nell'ambito del Gruppo sono stabilite inoltre linee di comportamento in merito all'assunzione del rischio creditizio al fine di evitare eccessive concentrazioni, limitare le potenziali perdite e garantire la qualità del credito. In particolare, nella fase di concessione del credito la Capogruppo esercita il ruolo di indirizzo, governo e supporto del Gruppo.

Il monitoraggio del portafoglio crediti, svolto dalla sopra citata Funzione, è focalizzato sull'analisi dell'andamento del profilo di rischio dei settori economici, delle aree geografiche, dei segmenti di clientela e delle tipologie di affidamento accordato e su altre dimensioni di analisi, che permettono a livello centrale di definire le eventuali azioni correttive.

La Funzione Rischi della Capogruppo ha il compito di supportare l'Alta Direzione nella pianificazione e controllo dell'esposizione al rischio e dell'assorbimento di capitale, in ordine al mantenimento di condizioni di stabilità del Gruppo, verificando l'adeguatezza patrimoniale prospettica e stressata nonché il rispetto delle soglie RAF, dei limiti di rischio e di propensione al rischio del Gruppo. In particolare, la Funzione è incaricata di sviluppare, gestire e ottimizzare nel tempo i modelli interni di rating (Primo Pilastro), il modello di portafoglio del credito (Secondo Pilastro) e di presidiare - nell'ambito dei controlli di secondo livello di pertinenza - il calcolo delle attività di rischio ponderate con metodi avanzati.

L'attività di monitoraggio dei rischi di credito a livello di portafoglio è condotta tramite l'utilizzo di un modello appartenente alla categoria dei "default model", applicato con frequenza mensile principalmente alle esposizioni creditizie del Gruppo Banco BPM, limitatamente ai crediti in bonis, di cassa e di firma, della clientela residente.

Qualità del credito

Il Gruppo Banco BPM si avvale di un articolato insieme di strumenti per concedere e gestire il credito e per monitorare l'andamento della qualità del portafoglio.

Il rating riveste un ruolo centrale nei processi di concessione del credito, di erogazione dei prodotti creditizi e di monitoraggio e gestione andamentale. In particolare, esso concorre alla determinazione degli organi competenti per la delibera degli affidamenti, influisce sull'applicazione del meccanismo di rinnovo automatico delle posizioni con fidi a revoca e contribuisce a determinare l'intercettamento automatico del processo di monitoraggio e gestione (Watch list).

La classificazione delle posizioni a credito deteriorato è effettuata in conformità con i criteri definiti dalla Banca d'Italia.

La gestione dei crediti deteriorati nel Gruppo è basata, in via prevalente, su un modello che assegna a risorse specializzate la gestione di un insieme definito (portafoglio) di posizioni. In particolare il Gruppo a inizio anno si è dotato di un'unità dedicata alla gestione delle posizioni in sofferenza, anche attraverso la cessione di portafogli, denominata NPL Unit, coerentemente con quanto previsto dalle linee guida del Piano Strategico 2016-2019. La funzione NPL, a riporto dell'Amministratore Delegato, è volta a gestire i crediti in sofferenza con l'obiettivo di ottimizzare l'efficienza e la velocità di recupero e di creare opportunità di massimizzazione di valore.

La valutazione del credito finalizzata a determinare l'ammontare della previsione di perdita dei crediti deteriorati prevede modalità differenziate in relazione allo status e alla dimensione dell'esposizione. Le previsioni di perdita valutate analiticamente dal gestore sono periodicamente sottoposte a revisione.

Per quanto concerne la qualità del credito, nelle tabelle seguenti si forniscono informazioni di maggior dettaglio sulla composizione del portafoglio dei crediti verso la clientela del Gruppo Banco BPM al 30 giugno 2017, confrontati con i dati a fine esercizio 2016 riferiti al Gruppo Banco Popolare e con quelli alla stessa data esposti su base aggregata per omogeneità di confronto. Per una corretta comprensione dei dati riportati nelle tabelle si forniscono le seguenti precisazioni:

Modalità di esposizione dei crediti apportati alla fusione dall'ex Gruppo BPM

Al riguardo si precisa che la quota parte delle esposizioni apportate nell'ambito della fusione da parte dell'ex Gruppo BPM comprende gli impatti conseguenti alla valutazione al fair value delle medesime esposizioni condotta nell'ambito del processo di Purchase Price Allocation previsto dal principio contabile IFRS 3.

Sotto il profilo contabile i crediti apportati alla fusione dall'ex Gruppo BPM dovrebbero essere rappresentati nella tabella come "Esposizioni lorde", al netto delle rettifiche di valore rilevate dal suddetto ex Gruppo nel proprio bilancio al 31 dicembre 2016. Il valore delle "Esposizioni lorde" dovrebbe comprendere anche il differenziale rispetto al valore contabile al 31 dicembre 2016 derivante dalla valutazione al fair value nell'ambito del processo di Purchase Price Allocation. Tale modalità di rilevazione contabile, ancorché conforme a quanto previsto dai principi di riferimento, non fornisce una informativa corretta sul livello di copertura delle esposizioni. Il rapporto tra le "Rettifiche di valore complessive" e l'"Esposizione lorda" evidenzierebbe infatti una percentuale media di copertura significativamente inferiore a quella effettiva. Per tale motivo nella tabella seguente i crediti apportati alla fusione dall'ex Gruppo BPM sono esposti in continuità con la rappresentazione che avevano nel bilancio del suddetto ex Gruppo al 31 dicembre 2016, cioè distinguendo "Esposizione lorda" e "Rettifiche di valore complessive". Il differenziale tra il loro valore contabile al 31 dicembre 2016 ed il valore derivante dalla valutazione al fair value nell'ambito del processo di Purchase Price Allocation è esposto ad integrazione delle "rettifiche di valore complessive".

Modalità di esposizione dei crediti apportati alla fusione dall'ex Gruppo Banco Popolare

Con riferimento alla contabilizzazione delle rettifiche di valore sui crediti deteriorati, nelle politiche contabili al 31 dicembre 2016 l'ex Gruppo Banco Popolare aveva fornito informativa in merito al trattamento contabile perseguito per talune esposizione deteriorate rappresentate dai crediti in sofferenza nei confronti di debitori assoggettati a procedure concorsuali (ad esempio, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo, amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi). In relazione a queste ultime esposizioni, le rettifiche di valore erano rilevate in base alla tecnica contabile dello stralcio (cosiddetto "write off"), ossia procedendo a cancellare la quota parte ritenuta prevedibilmente non recuperabile. Era stata inoltre fornita precisazione del fatto che la prassi della cancellazione dei crediti doveva intendersi come esatta alternativa rispetto al mantenimento del credito in bilancio con l'iscrizione di un coerente fondo rettificativo; in altri termini, la prassi dello stralcio non era intesa in alcun modo a significare una diversa probabilità di recupero del credito rispetto a quella di un credito oggetto di svalutazione mediante un fondo. Al 31 dicembre 2016, i crediti oggetto di cancellazione da parte dell'ex Gruppo Banco Popolare, sulla base della prassi contabile in precedenza illustrata, ammontavano a 4,7 miliardi. L'utilizzo dello stralcio determinava una sottostima dei tassi di copertura, in quanto veniva eliminata la quota parte del credito in sofferenza che risultava svalutata, mantenendo invece iscritta in bilancio la quota parte del credito ritenuta recuperabile, in quanto supportata da valide garanzie. Per tale ragione, ai fini del calcolo dell'indice di copertura delle posizioni a sofferenza e conseguentemente del complesso delle esposizioni deteriorate, nella situazione aggregata al 31 dicembre 2016, Banco BPM aveva considerato, sia al numeratore rappresentato dalle rettifiche di valore, sia al denominatore rappresentato dall'esposizione lorda, l'ammontare dei crediti oggetto di stralcio.

Diversamente dall'ex Gruppo Banco Popolare, l'ex Gruppo BPM aveva abbandonato da qualche anno la prassi di stralciare la quota presumibilmente non recuperabile dei crediti in sofferenza vantati nei confronti di debitori assoggettati a procedure concorsuali. Alla data del 31 dicembre 2016 l'ammontare residuo dei crediti che in passato erano stati oggetto di stralcio ammontava a circa 0,5 miliardi.

A seguito dell'operazione di fusione il nuovo Gruppo ha dovuto scegliere una modalità di rappresentazione contabile univoca per la fattispecie in esame. Alla luce delle analisi svolte sin dal primo trimestre si è deciso di procedere a iscrivere nuovamente in contabilità ed in bilancio i crediti stralciati dall'ex Gruppo Banco Popolare fino al 31 dicembre 2016 (pari a 4,7 miliardi) rilevando in contropartita un corrispondente aumento del relativo fondo rettificativo. Tale trattamento non ha riguardato gli stralci effettuati dall'ex Gruppo BPM che, in quanto crediti acquisiti dal Banco Popolare nell'ambito dell'operazione di aggregazione con la Banca Popolare di Milano, sono stati valutati al fair value alla data dell'1 gennaio 2017. Tale decisione non ha comportato alcun impatto sulla situazione patrimoniale ed economica di Banco BPM in quanto la scelta tra la cancellazione della quota parte del credito giudicata prevedibilmente non recuperabile ed il mantenimento del medesimo credito in bilancio, fronteggiato da un fondo rettificativo di ammontare pari alla quota prevedibilmente non recuperabile, è assolutamente neutrale.

Sempre a partire dal primo trimestre, nelle more di procedere alla definizione di una specifica policy di write-off coerente con le indicazioni contenute nella NPL Guidance emanata dalla BCE a marzo 2017, sono stati adottati alcuni criteri forfettari per identificare i crediti in sofferenza da cancellare parzialmente. Al 30 giugno 2017 l'ammontare residuo dei crediti in sofferenza stralciati parzialmente ma per i quali le azioni di recupero sono ancora in corso (comprensivo del residuo dei crediti stralciati in passato da parte dell'ex Gruppo BPM) è pari a 1,0 miliardi.

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(*) al 31 dicembre 2016 gli importi delle sofferenze lorde e delle relative rettifiche di valore non includono la quota ritenuta irrecuperabile dei crediti verso debitori assoggettati a procedure concorsuali ancora in essere e oggetto di cancellazione anticipata rispetto alla data di chiusura della procedura concorsuale pari a 4.682,3 milioni.

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Le esposizioni deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute deteriorate), al netto delle rettifiche di valore, ammontano al 30 giugno 2017 a 14.236,5 milioni in calo del 12,1% rispetto ai 16.204,4 milioni del dato aggregato al 31 dicembre 2016. La riduzione dell'aggregato è stata resa possibile dai contenuti flussi netti di nuovi ingressi nella categoria dei crediti deteriorati, che nel primo semestre 2017 sono risultati pari a circa 530,2 milioni (in calo del 52,9% rispetto al dato aggregato del primo semestre 2016 pari a 1.125,5 milioni), dalle operazioni di cessione realizzate per circa 1,5 miliardi nominali realizzate nel semestre, nonché dall'incremento dei fondi rettificativi sui crediti deteriorati dell'ex Gruppo BPM in seguito alla valutazione al fair value dei crediti stessi nell'ambito del processo di Purchase Price Allocation (PPA).

L'incidenza delle attività deteriorate nette sul totale dei crediti verso la clientela netti è pari al 13,0%, in flessione rispetto al 14,7% del dato aggregato di fine esercizio 2016; analoga dinamica per il livello di incidenza calcolato al lordo delle rettifiche di valore che risulta pari al 22,6% (21,5% a fine esercizio 2016). Includendo anche i crediti oggetto di stralcio, la copertura dei crediti deteriorati è pari al 50,7%, in crescita di circa tre punti percentuali rispetto al 47,9% del dato aggregato al 31 dicembre 2016.

In maggior dettaglio, le sofferenze al lordo e al netto delle rettifiche di valore ammontano rispettivamente a 17.264,1 milioni ed a 6.930,0 milioni, mentre l'incidenza sul totale dei crediti verso la clientela al lordo ed al netto delle rettifiche di valore ammonta rispettivamente al 14,0% ed al 6,3%. Tenendo conto dei crediti in sofferenza vantati nei confronti di debitori assoggettati a procedure concorsuali che alla data del 30 giugno sono ancora in corso ma che sono stati già oggetto di cancellazione, il livello di copertura risulta pari al 62,1% rispetto al dato aggregato del 31 dicembre 2016 pari al 60,0%.

Le inadempienze probabili al lordo e al netto delle rettifiche di valore ammontano rispettivamente a 10.510,9 milioni ed a 7.203,3 milioni (rispettivamente -7,4% e -12,8% rispetto al dato aggregato al 31 dicembre 2016), mentre l'incidenza sul totale dei crediti verso la clientela al lordo ed al netto delle rettifiche di valore ammonta rispettivamente all'8,5% ed al 6,6% (9,4% e 7,5% i corrispondenti dati aggregati della fine dello scorso esercizio). Il livello di copertura si attesta al 31,5%, rispetto al 27,2% registrato dal dato aggregato dello scorso esercizio.

Le esposizioni scadute deteriorate al lordo e al netto delle rettifiche di valore risultano pari rispettivamente a 128,4 milioni ed a 103,2 milioni in calo rispettivamente del 16,0% e del 17,4% rispetto al dato aggregato del 31 dicembre 2016. Il livello di copertura è pari al 19,6% (18,2% il dato aggregato a fine esercizio 2016).

La copertura dei crediti in bonis si attesta allo 0,41%, in leggero calo rispetto allo 0,43% del dato aggregato al 31 dicembre 2016 e riflette la sempre migliore qualità del portafoglio performing. Escludendo dal computo le esposizioni in pronti contro termine ed in prestito titoli, sostanzialmente prive di rischio, l'indice di copertura è pari allo 0,44% (0,46% al 31 dicembre 2016).

Esiti backtesting sistemi di rating

ll Gruppo Banco BPM adotta - ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del Rischio di Credito e sul solo perimetro della Capogruppo - stime interne di probabilità di default (PD) e di loss given default (LGD) per i portafogli Imprese e Privati.

Il confronto tra stime e dati empirici viene effettuato separatamente, per PD con cadenza almeno semestrale, per LGD con cadenza annuale, mediante attività di backtesting condotta dalla Funzione di Validazione Interna. L'ultimo backtesting ha avuto a oggetto i modelli PD e LGD aggiornati, a seguito dell'estensione delle serie storiche, e in vigore a partire dalla segnalazione del 31 dicembre 2015.

Con riferimento ai modelli PD, il Gruppo Banco BPM adotta misure di performance per verificare la capacità discriminante delle stime (accuracy ratio-AR) e test di calibrazione (test binomiali "classici", multi-periodali e monoperiodali, e test binomiali "adjusted", tra cui quelli corretti per la ciclicità dello scenario macroeconomico di riferimento) per confrontare i tassi di decadimento (TD) realizzati su un orizzonte temporale annuale con i valori stimati di PD.

Relativamente al segmento Imprese, dall'ultimo backtesting emerge una buona capacità discriminante dei modelli a livello sia di singoli moduli sia di score integrato finale, che si attesta su valori comparabili, e a volte superiori, rispetto a quelli ottenuti nella fase di sviluppo.

Per quanto concerne la calibrazione, si rilevano valori soddisfacenti per il modello Large Corporate. Con riferimento al test binomiale classico "multi-periodale", i segmenti Mid Corporate Plus, Mid Corporate e Small Business evidenziano, invece, un maggior numero di classi non calibrate, sebbene si cominci a registrare sulla coorte annuale di riferimento del backtesting un miglioramento delle percentuali di default per classe di rating (in cui si osserva, nel test binomiale mono-periodale, un numero di classi non calibrate tendenzialmente in linea con quello del periodo precedente). La non ottimale risposta dei test di calibrazione è spiegata daI fatto che i tassi di default continuano a risentire del periodo di forte crisi recessiva.

Relativamente al segmento Privati, si osserva nel complesso un buon livello di performance del modello. In diversi moduli si riscontrano performance in linea o migliori di quanto ottenuto in fase di sviluppo. Si registra una diminuzione delle performance del modulo sociologico che viene applicato, tuttavia, a un numero esiguo di controparti rispetto alla totalità del portafoglio. Per quanto riguarda la calibrazione, gli esiti del test binomiale "multi-periodale" e "mono-periodale" sono soddisfacenti, mentre quelli del test "adjusted" confermano quanto già rilevato per le Imprese.

In generale si segnala che sono in corso attività di fine-tuning dei modelli finalizzati a superare i punti di attenzione precedentemente individuati.

A seguito dell'aggiornamento delle serie storiche, sono state condotte le analisi sul modello LGD in produzione confrontando, sia per il segmento Imprese che per il segmento Privati, per i parametri considerati più rilevanti (Probabilità di Sofferenza, Loss Given Default Bonis/Chiusura, Loss Given Sofferenza), i valori ottenuti in fase di stima con quelli derivanti dall'aggiornamento suddetto, al fine di evidenziare eventuali scostamenti.

I valori aggiornati del parametro "Probabilità di Sofferenza" sono, sia per il segmento Imprese sia per il segmento Privati, inferiori a quelli calcolati nella fase di sviluppo (modello in produzione) evidenziando una prudenzialità nelle stime.

La "LGD Bonis/Chiusura", sia per il segmento Imprese che per quello Privati, ha registrato diminuzioni per gli stati "Bonis" e "Past Due"; presenta invece aumenti per lo stato di "Unlikely to pay".

Per quanto riguarda, infine, la "Loss Given Sofferenza" relativa al segmento Imprese, si registra un generale incremento per i mutui; al contrario diminuiscono i valori relativi ai prodotti residuali. Per i conti correnti si registrano aumenti in caso di presenza di garanzia personale. Nel segmento Privati si registrano aumenti per tutti i driver fatta eccezione dei prodotti rateali in assenza di garanzia personale. I driver di stima della LGS mantengono, comunque, una sostanziale stabilità nel campione di backtesting.

Rischio di controparte

Il rischio di controparte viene definito come il rischio che la controparte di un'operazione risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi di cassa dell'operazione stessa (Regolamento UE nr. 575/2013). Relativamente a tale tipologia di rischio, la Capogruppo e Banca Aletti utilizzano, a fini gestionali e a supporto dei processi di valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (processo ICAAP), metodologie interne per la stima delle esposizioni a rischio di eventuale default delle controparti di operazioni in derivati OTC.

Tali metodologie sono basate prevalentemente su approcci di tipo statistico-quantitativo, in parte riconducibili alle tecniche utilizzate per la stima del VaR (Value at Risk), che consentono di valutare gli impatti che i fattori di rischio di mercato possono produrre sul valore positivo futuro di mercato del portafoglio complessivo delle posizioni in derivati.

La stima dell'esposizione al rischio di controparte, relativamente alle posizioni in essere con controparti con le quali è stato sottoscritto un "collateral agreement" (Credit Support Annex – CSA), viene effettuata con metodologia semplificata "Shortcut Method" e valutata sulla base delle possibili variazioni del Mark to Market dei singoli contratti sottostanti al medesimo CSA di riferimento su un orizzonte temporale dato dal "periodo di margine a rischio" caratteristico di ciascun contratto.

La misura è implementata anche nella filiera dei processi creditizi della Capogruppo e Banca Aletti, con un sistema di monitoraggio e reporting giornaliero.

Banca Akros, per il monitoraggio gestionale del rischio controparte riveniente dalla propria operatività non assistita da accordi di CSA, utilizza una misurazione basata sul mark-to-market netto incrementato di un add-on differenziato per scadenza e per asset class.

L'adesione in via indiretta (per il tramite di Clearing Brokers) a una Clearing House per l'operatività in Derivati OTC ha consentito di conseguire i seguenti obiettivi:

  • mitigazione del rischio di controparte attraverso meccanismi di compensazione, che comporta una riduzione degli affidamenti verso controparti di mercato per la parte di swap plain vanilla trasferiti in LCH;
  • diminuzione dei requisiti patrimoniali;

  • conformità alla Direttiva Europea European Market Infrastructure Regulation (cd "EMIR");

  • mitigazione dei rischi operativi.

In conformità allo Schema di Regolamentazione Basilea 3 sono inoltre calcolati i requisiti di capitale aggiuntivi in materia di:

  • fondi propri per il Credit Valuation Adjustment (CVA) tramite l'adozione del Metodo standardizzato, come previsto dal Regolamento (UE) n. 575/13 per le banche non autorizzate a utilizzare il metodo IMM per il rischio di controparte e il metodo dei modelli interni per l'Incremental Risk Charge (IRC);
  • esposizioni relative all'operatività verso Controparti Centrali Qualificate (QCCP), tramite l'adozione delle modalità previste agli art. 306-308 del Regolamento UE nr. 575/2013.

Per il calcolo delle esposizioni al rischio di controparte, ai fini Segnaletici di Vigilanza, sono utilizzate dal Gruppo metodologie standard sull'intero perimetro di riferimento (derivati, pronti contro termine, prestito titoli e finanziamenti a medio e lungo termine).

Rischi finanziari

Portafoglio di negoziazione

Il modello organizzativo adottato dal Gruppo Banco BPM per i portafogli di negoziazione soggetti al rischio tasso di interesse e al rischio di prezzo prevede:

  • l'accentramento nella Finanza di Gruppo della gestione delle posizioni di Tesoreria e del portafoglio di Proprietà;
  • l'accentramento nella controllata Banca Aletti delle posizioni di rischio e dei flussi operativi concernenti l'attività di negoziazione e trading di titoli, divise, derivati OTC e altre attività finanziarie. A queste si aggiungono le principali esposizioni al rischio tasso del portafoglio di negoziazione di Banca Aletti riconducibili all'operatività sia sui mercati a contante e i connessi derivati quotati o plain vanilla, sia sui mercati dei derivati, sia quotati che OTC, e prodotti strutturati;
  • la gestione presso Banca Akros del proprio portafoglio di negoziazione, le cui esposizioni rivengono dalle attività svolte dalla Banca stessa in qualità di market making su mercati regolamentati e OTC per i diversi comparti d'investimento, oltre che dall'assunzione del rischio di mercato in conto proprio.

L'attività di controllo della gestione dei rischi finanziari, volta all'individuazione delle diverse tipologie di rischi, alla definizione delle metodologie di misurazione degli stessi, al controllo dei limiti a livello strategico e della coerenza dell'operatività delle stesse con gli obiettivi di rischio/rendimento assegnati è accentrata nella Capogruppo sotto la responsabilità della Funzione Rischi per tutte le banche del Gruppo.

L'analisi del rischio relativo al portafoglio di Trading viene effettuata mediante l'utilizzo di indicatori sia deterministici, quali la sensitività ai fattori di rischio di mercato, sia probabilistici quali il VaR (Value at Risk), che è una misura di massima perdita potenziale del portafoglio entro un certo orizzonte temporale e con un dato livello di confidenza.

Relativamente al perimetro Banco BPM e Banca Aletti, le stime di capitale a rischio con approccio VaR sono effettuate utilizzando la metodologia historical simulation e considerando un orizzonte temporale di un giorno lavorativo e un intervallo di confidenza statistica del 99%. Viene calcolato un VaR sia applicando un coefficiente Lambda (fattore di decadimento) pari a 0,99, così da rendere più reattiva la stima alle variazioni più recenti dei parametri di mercato, sia equipesando le osservazioni storiche. Quest'ultimo viene utilizzato, se maggiore rispetto al VaR calcolato con il fattore di decadimento citato, ai fini della stima del rischio.

Il rischio dipende in particolare dalla componente generica ed in particolare alle posizioni su titoli governativi in essere sul portafoglio di proprietà del Banco BPM che generano sia rischio tasso di interesse che rischio specifico sui titoli di debito.

Banca Akros, per la misurazione dei rischi di mercato del portafoglio di negoziazione e la quantificazione dei relativi requisiti patrimoniali utilizza, con riferimento ai rischi generici (di tasso di interesse, di prezzo, di volatilità di tasso di cambio), il proprio modello interno, basato sulla metrica del VaR e riconosciuto a fini regolamentari. La metodologia di generazione degli scenari è basata sulla Montecarlo simulation e i parametri del modello VaR adottati sono: lookback period: 1 anno; intervallo di confidenza: 99%: holding period: 1 giorno; fattore di decadimento: 0,992. Il requisito patrimoniale relativo alla componente di rischio specifico è calcolato tramite la metodologia standardizzata. Gestionalmente, i rischi del portafoglio di negoziazione sono misurati mediante la metrica del credit spread VaR, che è estesa anche al rischio emittente, oltre che da un insieme di misure di rischio deterministiche e di livello, su cui sono posti limiti operativi.

Di seguito il rischio del portafoglio, in cui dati puntuali relativi al 30 giugno 2017 comprendono anche le posizioni di rischio presenti sul portafoglio di negoziazione di Banca Akros.

Portafoglio di negoziazione vigilanza 1° semestre 2017
(in milioni di euro) 30 giugno media massimo minimo
Rischio tasso 2,403 1,970 4,003 0,377
Rischio cambio 0,405 0,359 0,854 0,128
Rischio azionario 0,741 2,022 3,530 0,739
Dividendi e Correlazioni 0,102 0,304 0,719 0,036
Totale non correlato 3,651
Effetto diversificazione -0,479
Totale Rischio Generico 3,171 3,041 6,277 1,199
Rischio Specifico Titoli di Debito 2,509 3,155 5,515 1,921
Rischio Congiunto 3,589 4,720 7,808 2,316

A seguito della validazione del modello interno per la determinazione del requisito patrimoniale sui rischi di mercato vengono condotti, su base quotidiana, test retrospettivi (backtesting) finalizzati a verificare la bontà del modello VaR adottato. Tali test vengono eseguiti sul portafoglio di negoziazione di vigilanza della Capogruppo Banco BPM e di Banca Aletti.

Viene di seguito riportato il "backtesting" della Capogruppo Banco BPM riferito alla metodologia VaR calcolato sulla sola componente di rischio generico titoli di debito, generico e specifico titoli azionari, rischio tasso di interesse e rischio cambio. Ai fini di backtesting, così come previsto dalla normativa di vigilanza in vigore, si utilizza la misura di VaR equipesata, invece dell'applicazione di un fattore di decadimento utilizzato in ambito gestionale.

Portafoglio bancario

Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario deriva eminentemente dall'attività caratteristica esercitata in qualità di intermediario impegnato nel processo di trasformazione delle scadenze. In particolare, costituiscono fonte di rischio di tasso da "fair value" le emissioni di prestiti obbligazionari a tasso fisso, l'erogazione di mutui e impieghi commerciali a tasso fisso e la raccolta mediante conti correnti a vista mentre costituiscono fonte di rischio di tasso di interesse da flussi di cassa le attività/passività finanziarie a tasso variabile.

La struttura deputata alla gestione del rischio di tasso d'interesse è rappresentata dalla struttura ALM della Funzione Finanza della Capogruppo e opera in ottica di massimizzazione della contribuzione economica riveniente dall'attività commerciale della banca, nel rispetto dei limiti di esposizione al rischio tasso d'interesse definiti nell'ambito del Risk Appetite Framework (RAF).

L'attività di monitoraggio e controllo del rischio di tasso d'interesse del portafoglio bancario è svolta dalla Funzione Rischi della Capogruppo, che la svolge anche per le società finanziarie controllate. L'attività, condotta su base mensile, si pone l'obiettivo di verificare il rispetto dei limiti fissati in termini di variazione del margine di interesse e del valore economico del portafoglio bancario in relazione ai fondi propri.

Nel corso del primo semestre del 2017 il Consiglio di Amministrazione ha approvato il "Regolamento in materia di rischio di tasso" che stabilisce ruoli e responsabilità di Organi e funzioni aziendali in materia di rischio di tasso di interesse del banking book e i modelli e le metriche utilizzate per la misurazione del rischio. Nel medesimo periodo il Gruppo ha avviato le attività di ristima dei modelli comportamentali utilizzati per la misurazione del rischio di tasso di interesse.

Il Gruppo Banco BPM monitora il rischio di tasso di interesse sia dal punto di vista reddituale che patrimoniale secondo le metodologie della sensitivity analysis e del Value at Risk (VaR) parametrico. In particolare, le misure di rischio utilizzate internamente sono:

  • la variazione del margine di interesse atteso a seguito di uno shock parallelo delle curve dei tassi spot di +/- 40 basis point (prospettiva reddituale) su un orizzonte temporale di dodici mesi;
  • la variazione del valore economico a seguito di uno shock parallelo delle curve dei tassi spot di +/-200 basis point (prospettiva patrimoniale);
  • il valore a rischio del portafoglio bancario attraverso la metodologia VaR (Value at Risk) su un orizzonte temporale di 12 mesi e con un intervallo di confidenza del 99,9%.

A fronte di uno scenario di mercato caratterizzato dalla persistenza di tassi prossimi allo zero e negativi sulle scadenze di breve termine, ai fini delle analisi di sensitivity le metriche di misurazione del rischio sono monitorate applicando un floor di -75 punti base allo sviluppo dei tassi futuri utilizzati per il calcolo.

Nel corso del primo semestre del 2017 l'esposizione al rischio di tasso di interesse, sia dal punto di vista reddituale sia dal punto di vista patrimoniale, si è mantenuta costantemente entro i limiti di rischio stabiliti nel Risk Appetite Framework.

Nella tabella seguente si riporta l'esposizione al rischio di tasso di interesse alla fine del primo semestre del 2017 secondo le misure di rischio gestionali.

esercizio 2017 (1° semestre)
Indici di rischiosità (%) 30 giugno media massimo minimo
Per shift + 40 bp
Margine finanziario a rischio /
Margine finanziario
4,26% 4,47% 5,04% 4,00%
Per shift - 40 bp (floor -75 bps)
Margine finanziario a rischio /
Margine finanziario
-3,54% -4,05% -3,50% -4,84%
Per shift + 200 bp
Valore economico a rischio /
Valore economico del capitale
-3,21% -2,94% -0,52% -5,24%
Per shift - 200 bp (floor -75bps)
Valore economico a rischio /
Valore economico del capitale
-0,66% -0,40% 3,58% -3,03%

Al 30 giugno 2017, prendendo in considerazione uno shock istantaneo e parallelo delle curve dei tassi spot di +100 bps (-100 bps con l'applicazione di un floor pari a -75 bps), dal punto di vista reddituale la sensitivity del margine di interesse risulta pari a 10,6% (-5,70%) del margine di interesse atteso. Dal punto di vista patrimoniale, la sensitivity del valore economico in caso di shock parallelo di +100 bps (-100 bps con l'applicazione di un floor pari a -75 bps) risulta pari a -1,62% (1,79%) dei fondi propri.

Rischi operativi

Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l'altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell'operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. All'interno del rischio operativo è ricompreso il rischio giuridico mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione.

Il Gruppo Banco BPM è stato autorizzato dalla Vigilanza Europea a utilizzare ai fini regolamentari l'utilizzo combinato dell'approccio AMA (Advanced Measurement Approach), relativamente al perimetro validato ex Gruppo Banco Popolare (Banco Popolare, Banca Aletti, Aletti Gestielle SGR, SGS BP, e BP Property Management), del metodo TSA (Traditional Standardised Approach) sul perimetro ex Gruppo Banca Popolare di Milano (BPM S.p.A., ProFamily e Banca Akros) e BIA (Basic Indicator Approach) per le altre società residuali che compongono il Gruppo Banco BPM.

Il requisito patrimoniale secondo il metodo AMA viene determinato combinando la misura di rischio ottenuta dal modello basato sulle perdite operative storiche, sia interne che esterne, con quella ottenuta sulla base del modello che impiega le evidenze delle analisi di scenario. Entrambi i modelli seguono l'approccio noto come Loss Distribution Approach, che si fonda sulla modellizzazione della perdita aggregata annua, definita come somma degli importi di perdita (severity) associati a ciascuno degli eventi di perdita che accadono in un anno (frequency). La stima di rischio viene effettuata mediante una misura di Value at Risk con un intervallo di confidenza del 99,9% e sull'orizzonte temporale di un anno. Il requisito patrimoniale relativo al perimetro AMA tiene conto degli eventuali benefici di diversificazione dall'esposizione alle differenti tipologie di rischio operativo e prevede la detrazione degli accantonamenti passati a conto economico nel limite delle perdita attesa.

Rischi di liquidità

Per rischio di liquidità si intende il rischio che il Gruppo non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, certi o previsti con ragionevole certezza. Normalmente vengono individuate due manifestazioni del rischio di liquidità: il Funding e Liquidity Risk, ovvero il rischio che il Gruppo non sia in grado, nel breve (liquidity) e lungo termine (funding), di far fronte ai propri impegni di pagamento e alle proprie obbligazioni in modo efficiente per incapacità di reperire fondi senza pregiudicare la sua attività caratteristica e/o la sua situazione finanziaria; il Market Liquidity Risk, cioè il rischio che il Gruppo non sia in grado di liquidare una attività se non a costo di incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa profondità del mercato di riferimento e/o in conseguenza del timing con cui è necessario realizzare l'operazione.

Nel Gruppo Banco BPM il rischio di liquidità e di funding è normato dal "Regolamento in materia di rischio di liquidità, funding e ILAAP" che è stato approvato nel corso del primo semestre del 2017 e che stabilisce: ruoli e responsabilità degli organi societari e delle funzioni aziendali, i modelli e le metriche utilizzati per la misurazione del rischio, le linee guida per l'esecuzione delle analisi di stress e il Liquidity Contingency Plan.

Il rischio di liquidità viene gestito e monitorato nell'ambito del processo di valutazione interna dell'adeguatezza della liquidità (ILAAP – Internal Liquidity Adequacy Assessment Process) che è il processo con cui il Gruppo identifica, misura, monitora, mitiga e rendiconta il profilo di rischio di liquidità del Gruppo. Nell'ambito di tale processo il Gruppo procede a un'auto-valutazione annuale circa l'adeguatezza del framework complessivo di gestione e misurazione del rischio di liquidità che include, inoltre, governance, metodologie, sistemi informativi, strumenti di misurazione e reporting. I risultati della valutazione di adeguatezza del profilo di rischio e dell'autovalutazione complessiva sono rendicontati agli Organi aziendali e portati a conoscenza dell'Autorità di Vigilanza.

Il governo della liquidità è accentrato presso la Capogruppo. La gestione operativa della liquidità è coordinata dalla Capogruppo e avviene in maniera accentrata pur consentendo, nell'ambito di opportune deroghe, che parte della gestione avvenga in modo decentrato a livello di singola entità comunque nell'ambito della propensione al rischio definita dal Gruppo.

L'attività di monitoraggio e controllo del rischio di liquidità è condotta su base giornaliera (liquidità di breve termine) e mensile (liquidità strutturale) e si pone l'obiettivo di monitorare l'evoluzione del profilo di rischio verificandone l'adeguatezza rispetto al Risk Appetite Framework e ai limiti operativi previsti. Su base trimestrale vengono svolte analisi di stress al fine di testare la capacità del Gruppo di resistere a scenari sfavorevoli e vengono aggiornate le stime di liquidità generabile con le contromisure (il cosiddetto action plan, parte integrante del Liquidity Contingency Plan) attivabili al realizzarsi di uno scenario di stress.

In particolare il Gruppo utilizza un sistema di monitoraggio che include indicatori di liquidità sia di breve termine (orizzonte temporale da infra-giornaliero fino a dodici mesi) sia di lungo termine (oltre dodici mesi). A tal fine sono utilizzate sia metriche regolamentari (LCR, NSFR, ALMM) sia metriche elaborate internamente e che includono l'utilizzo di modelli di stima di parametri comportamentali e/o opzionali.

Nel corso del primo semestre del 2017 il profilo di liquidità del nuovo Gruppo Banco BPM si è mostrato adeguato sia a breve sia a lungo termine, rispettando i limiti di rischio previsti sia internamente sia, laddove presenti, a livello regolamentare.

I RATIO PATRIMONIALI

Dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 ("CRR") e nella direttiva 2013/36/UE ("CRD IV") del 26 giugno 2013 che traspongono nell'Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. framework Basilea 3).

Le nuove norme hanno introdotto un periodo transitorio nel corso del quale alcune voci sono computabili o deducibili con percentuali differenziate per ciascun anno. Generalmente viene imputata una quota al capitale primario di classe 1 (CET1, "Common Equity Tier 1") mentre la restante parte dell'aggregato viene ripartita fra il capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1, "Additional Tier 1") e il capitale di classe 2 (T2, "Tier 2") oppure attribuita alle attività di rischio ponderate (RWA, "Risk Weighted Assets").

Un trattamento di eliminazione progressiva ("phase-out" in un arco temporale esteso fino al 2021 in regime di "grandfathering") è previsto anche per gli strumenti patrimoniali che non rispettano integralmente i requisiti di computabilità delle nuove norme.

I requisiti minimi patrimoniali per il 2017 sono i seguenti:

  • coefficiente di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 ratio: "CET1 ratio") minimo: 4,5% + 1,25% di buffer di conservazione di capitale (Capital Conservation Buffer: "CCB"); (1)
  • coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) minimo: 6,0% + 1,25% di CCB;
  • coefficiente di capitale totale minimo: 8% + 1,25% di CCB.

La riserva di conservazione del capitale deve essere comunque costituita con fondi di qualità primaria.

Con riferimento alla misurazione delle attività di rischio ponderate si precisa che il Gruppo Banco BPM è autorizzato ad utilizzare le seguenti metodologie basate sui propri modelli interni:

sistema interno di misurazione del rischio di credito relativo alle esposizioni verso imprese e al dettaglio, secondo l'approccio avanzato (Advanced – IRB), per la determinazione del relativo requisito patrimoniale consolidato e individuale.

Il modello si applica alle sole esposizioni creditizie figuranti nel bilancio della Capogruppo Banco BPM S.p.A.;

modello interno di misurazione dei rischi di mercato (generico e specifico sui titoli di capitale, generico sui titoli di debito e di posizione su quote di OICR) per la determinazione del relativo requisito patrimoniale individuale e consolidato.

Il modello si applica alle sole esposizioni figuranti nei bilanci della Capogruppo Banco BPM S.p.A. e della controllata Banca Aletti S.p.A.

Le esposizioni figuranti nel bilancio della controllata Banca Akros S.p.A. sono valutate sulla base di un diverso modello interno;

modello interno di misurazione del rischio operativo (AMA) per la determinazione del relativo requisito patrimoniale individuale e consolidato.

Il modello si applica alla Capogruppo Banco BPM S.p.A., a Banca Aletti S.p.A, a SGS Soc. cons., a BP Property Management Scarl ad Aletti Gestielle SGR S.p.A. e alla Divisione Leasing della Capogruppo.

La Banca d'Italia, con comunicazione del 24 marzo 2017, ha stabilito che il coefficiente della riserva di capitale anticiclica (CCyB,"Countercyclical Capital Buffer") per il secondo trimestre del 2017 sia fissato allo zero per cento.

In data 24 febbraio 2017 la Banca Centrale Europea (BCE) ha comunicato al Banco BPM la propria definitiva decisione riguardante i ratio patrimoniali minimi che il Gruppo è tenuto a rispettare in via continuativa.

La decisione si fonda sul processo di valutazione e revisione prudenziale (SREP) condotto conformemente all'art. 4(1)(f) del Regolamento (UE) n. 1024/2013, basata sulle valutazioni individuali dei precedenti Gruppi Banco Popolare e Banca Popolare di Milano.

Pertanto, in conformità all'art. 16(2)(a) dello stesso Regolamento n. 1024/2013, che attribuisce alla BCE il potere di richiedere alle banche vigilate di mantenere un ammontare di fondi propri superiore ai requisiti patrimoniali

(1) Il 4 ottobre 2016 la Banca d'Italia, con l'aggiornamento 18 della Circ. 285, ha stabilito il CCB a 1,25% per il 2017 e a 1,875% per il 2018.

minimi stabiliti dalla normativa vigente, è stato introdotto un requisito del 2,40% da sommare ai requisiti sopra evidenziati.

Tenuto conto dei requisiti derivanti da CCB, CCyB e SREP, il Gruppo Banco BPM è tenuto a rispettare, a livello consolidato, i seguenti ratio patrimoniali:

  • CET1 ratio: 8,15%;
  • Tier 1 ratio: 9,65%;
  • Total Capital ratio: 11,65%.

Applicando il regime transitorio in vigore al 30 giugno 2017, i ratio patrimoniali calcolati includendo l'intero ammontare del risultato economico in corso di formazione al 30 giugno 2017(1) sono i seguenti:

  • Common Equity Tier1 (CET1) Ratio pari all'11,1% rispetto al dato aggregato(2) del 1° gennaio 2017 pari all' 11,9%;
  • Tier 1 Capital Ratio pari al 11,3% rispetto al 12,3% aggregato;
  • Total Capital Ratio pari al 13,4% rispetto al 14,8% aggregato.

L'attuale livello dei fondi propri consente al Gruppo Banco BPM di rispettare ampiamente la richiesta degli Organi di Vigilanza, sia avendo a riferimento le regole di calcolo oggi applicabili nel cosiddetto periodo transitorio, sia considerando le regole che dovranno essere utilizzate a regime.

Il CET1 ratio calcolato sulla base delle regole che saranno in vigore al termine del periodo transitorio (c.d. CET1 ratio fully phased) è stimato pari al 10,4% circa.

Comunicazione in merito ai filtri prudenziali del portafoglio "Attività finanziarie disponibili per la vendita"

La possibilità di neutralizzare gli utili e le perdite non realizzate per i titoli emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all'Unione Europea è venuta meno dal 1° ottobre 2016, conformemente all'entrata in vigore del Regolamento (UE) n. 445 del 14 marzo 2016, che ha introdotto una nuova disciplina sull'esercizio delle opzioni e delle discrezionalità previste dal diritto dell'Unione, tra cui quelle relative agli artt. 467 e 468 del CRR. Nel dettaglio, l'art. 14 del citato Regolamento n. 445 prevede che:

le perdite non realizzate ai sensi dell'art. 467, par. 1, del CRR, debbano essere comprese nel capitale primario di classe 1 per il 60% nell'esercizio 2016 e per l'80% nell'esercizio 2017, "ivi comprese le perdite relative alle esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita". E' comunque fatta salva la normativa nazionale vigente prima dell'entrata in vigore del Regolamento n. 445, qualora preveda percentuali applicabili superiori rispetto a quanto in precedenza illustrato.

Viceversa, l'art. 15 dello stesso Regolamento prevede che:

i profitti non realizzati, ai sensi dell'art. 468, par 3, del CRR, debbano essere esclusi dal capitale primario di classe 1 per una percentuale pari al 40% nel 2016 e al 20% nel 2017, "ivi compresi i profitti relativi alle esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria "Attività finanziarie disponibili per la vendita". E' fatta salva la normativa nazionale vigente prima dell'entrata in vigore del Regolamento n. 445, qualora tale normativa stabilisca percentuali applicabili superiori rispetto a quelle in precedenza illustrate.

Con propria nota del 23 gennaio 2017(3), la Banca d'Italia ha chiarito che, a seguito dell'entrata in vigore del Regolamento BCE, dal mese di ottobre 2016, le banche significative devono includere nel o dedurre dal CET1, rispettivamente, i profitti e le perdite non realizzati derivanti da esposizioni verso amministrazioni centrali classificate nel portafoglio AFS secondo le seguenti percentuali: 60% per il 2016; 80% per il 2017.

(1) In base a quanto previsto dall'art. 26 comma 2 del Regolamento UE n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (CRR), l'inclusione degli utili intermedi nell'ambito del capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 Capital – CET1) è subordinata alla preventiva autorizzazione dell'autorità competente (la BCE).

In attesa del completamento del procedimento da parte dell'autorità e subordinatamente al rilascio della connessa autorizzazione, i ratio patrimoniali indicati nel presente documento sono stati calcolati includendo nel CET 1 l'intero importo dell'utile netto del primo semestre 2017.

(2) I dati di confronto al 1° gennaio 2017 del Gruppo Banco BPM rappresentano la somma dei dati risultanti dai bilanci consolidati al 31/12/2016 dell'ex Gruppo Banco Popolare e dell'ex Gruppo BPM al netto dei rapporti infragruppo e delle rettifiche illustrate nella sezione "Risultati" del bilancio consolidato semestrale abbreviato.

(3) Chiarimenti sul trattamento prudenziale di profitti e perdite non realizzati derivanti da esposizioni verso amministrazioni centrali classificate nel portafoglio "Attività finanziarie disponibili per la vendita".

Gli importi che residuano dall'applicazione di queste percentuali (i.e. 40% per il 2016; 20% per il 2017) non devono essere computati ai fini del calcolo dei fondi propri, continuando a essere oggetto di sterilizzazione. In attuazione del regime transitorio previsto dal CRR si applica, infatti, il regime nazionale in vigore al 31 dicembre 2013.

Al 30 giugno 2017 la riserva di valutazione dei titoli emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all'Unione europea al netto dei relativi effetti fiscali è negativa per circa 25 milioni; in assenza di "sterilizzazione" l'importo residuo (20%, pari a circa 5 milioni) avrebbe comportato un decremento di pari importo del CET1.

La posizione di liquidità e la leva finanziaria

Dal 1° ottobre 2015 è entrato in vigore il Regolamento delegato (UE) n. 61/2015 che impone alle banche di mantenere un determinato livello di liquidità misurata con riferimento ad un orizzonte di breve termine (Liquidity Coverage Ratio, "LCR"). La normativa prevede un percorso di adeguamento progressivo ("phase in")(1). Il Banco BPM presenta al 30 giugno 2017 un indice LCR superiore al 150%.

E' prevista nel prossimo futuro l'introduzione di un ulteriore requisito di liquidità misurato su un orizzonte temporale più lungo, denominato Net Stable Funding Ratio ("NSFR"). Il suddetto indice, calcolato secondo le più recenti regole fissate dal Quantitative Impact Study ed includendo i certificates a capitale protetto è superiore al 100%.

Per quanto riguarda infine il coefficiente di leva finanziaria ("Leverage ratio"), si informa che a partire da settembre 2016 sono vigenti le modifiche normative di cui al Regolamento delegato (UE) 2015/62 del 10 ottobre 2014 ed i nuovi standard tecnici di cui al Regolamento di esecuzione (UE) 2016/428 del 23 marzo 2016. Si ricorda che tale indicatore è attualmente non vincolante. La Commissione Europea, nell'ambito di una bozza di revisione complessiva del CRR(2), ha proposto un livello minimo del 3%. Il suddetto indice, calcolato secondo le regole in vigore nel periodo transitorio si attesta al 30 giugno 2017 al 5,0%. Il medesimo rapporto calcolato applicando le regole che saranno in vigore al termine del periodo transitorio è stimato paria al 4,6%.

Totale
COMPOSIZIONE DEI FONDI PROPRI 30/06/2017 31/12/2016
aggregato
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) prima dell'applicazione dei
filtri prudenziali
12.360.407 11.926.965
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie - -
B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) (15.983) (31.471)
C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B) 12.344.424 11.895.494
D. Elementi da dedurre dal CET1 (4.328.152) (3.426.651)
E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di
disposizioni transitorie
577.703 716.035
F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) (C - D +/- E) 8.593.975 9.184.878
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) al lordo degli elementi da dedurre
e degli effetti del regime transitorio
326.269 345.724
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie 320.515 337.855
H. Elementi da dedurre dall'AT1 - -
I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi
nell'AT1 per effetto di disposizioni transitorie
(138.422) (184.174)
L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier1 - AT1) (G - H +/- I) 187.847 161.551
M. Capitale di classe 2 (Tier2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del
regime transitorio
1.864.745 2.009.896
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie 116.455 163.276
N. Elementi da dedurre dal T2 (108.168) (55.802)
O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nel
T2 per effetto di disposizioni transitorie
(115.879) (144.110)
P. Totale Capitale di classe 2 (Tier2 - T2) (M - N +/- O) 1.640.698 1.809.984
Q. Totale fondi propri (F + L + P) 10.422.520 11.156.413

(1) 60% dal 1° ottobre 2015; 70% dal 1° gennaio 2016; 80% dal 1° gennaio 2017; 100% dal 1° gennaio 2018. (2) Documento "COM(2016) 850 final" del 23.11.2016.

Importi non ponderati Importi ponderati/requisiti
CATEGORIE/VALORI 30/06/2017 31/12/2016
aggregato
30/06/2017 31/12/2016
aggregato
A. ATTIVITA' DI RISCHIO
A.1
Rischio di credito e di controparte
1. Metodologia standardizzata 99.982.457 100.485.749 50.374.150 51.940.855
2. Metodologia basata sui rating interni
2.1 Base - - - -
2.2 Avanzata 75.349.669 71.170.452 18.227.367 14.913.071
3. Cartolarizzazioni 78.937 92.793 60.357 95.644
B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA
B.1 Rischio di credito e di controparte 5.492.950 5.355.966
B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito 23.762 30.122
B.3 Rischio di regolamento 31 90
B.4 Rischi di mercato
1. Metodologia standard 44.446 39.022
2. Modelli interni 206.227 105.628
3. Rischio di concentrazione - -
B.5 Rischio operativo
1. Metodo base 14.359 14.359
2. Metodo standardizzato 211.673 211.673
3. Metodo avanzato 216.695 217.495
B.6 Altri elementi del calcolo -
B.7 Totale requisiti prudenziali 6.210.143 5.974.354
C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA
C.1 Attività di rischio ponderate 77.626.784 74.679.429
C.2 Capitale primario di classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1
capital ratio)
11,07% 12,30%
Totale capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Tier 1
C.3
capital ratio)
11,31% 12,52%
C.4 Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital
ratio)
13,43% 14,94%

Per ulteriori dettagli sulla composizione e sulle variazioni del patrimonio netto consolidato si fa rinvio alla sezione "Risultati" del bilancio consolidato semestrale abbreviato.

INFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Le informazioni sui rapporti con parti correlate sono riportate nelle note illustrative al bilancio consolidato semestrale abbreviato, cui si fa rinvio.

EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE

La prima parte dell'anno ha registrato un irrobustimento della congiuntura internazionale ed un risultato superiore alle attese per quella nazionale, nonostante un ritmo di crescita ancora inferiore a quello medio dell'Eurozona. Nel seguito del periodo, la stima di un'accelerazione degli investimenti nel secondo semestre e la tenuta dei consumi dovrebbero dare nuovo slancio alla domanda interna. Questo, associato a un andamento più dinamico delle esportazioni, dovrebbe permettere una crescita più vivace del PIL, stimato da Banca d'Italia in progresso dell'1,4%. La buona intonazione dello scenario e la distensione delle condizioni sul lato dell'offerta di credito a fronte

all'ingente liquidità resa disponibile dalla Banca Centrale Europea, dovrebbero favorire un'evoluzione positiva degli aggregati creditizi del sistema bancario italiano nell'anno in corso, al lordo delle ingenti operazioni di cartolarizzazione e/o cessione dei crediti deteriorati previste nel periodo.

Tale dinamica dovrebbe accompagnarsi alla ricomposizione già in atto a favore della componente a medio - lungo termine degli impieghi, tenuto conto del peso preponderante delle famiglie nell'aumentata domanda di credito, finalizzata all'acquisto di immobili a fronte della maggiore vivacità del mercato residenziale.

La stance monetaria ancora espansiva della Banca centrale e la domanda di credito non particolarmente vivace dal lato delle imprese, parzialmente compensata dalla maggiore domanda proveniente dalle famiglie, non favoriranno una tenuta dei tassi attivi e quindi del mark-up, stimati in leggero calo nel 2017. Il prosieguo della ricomposizione del funding verso forme meno costose per il sistema bancario e la marginale flessione dei tassi di mercato monetario, favorita dall'azione espansiva della BCE, dovrebbero invece consentire un lieve ulteriore miglioramento del mark-down. L'impatto di queste dinamiche sul margine da clientela delle istituzioni creditizie dovrebbe quindi essere marginale e legato essenzialmente allo sviluppo delle masse. Il margine d'interesse è previsto in modesta crescita e, a seguito della ripresa dei volumi creditizi, dovrebbe beneficiare del raggiungimento dei requisiti per ottenere il beneficio di competenza garantito dalla BCE sull'ammontare di liquidità ricevuta nelle aste TLTRO II.

La crescita delle commissioni nette, nelle stime, non consentirà un aumento dei ricavi diversi dagli interessi. La maggiore vivacità del collocamento di risparmio gestito è attesa riflettersi in un aumento dei ricavi da gestione del risparmio, ma l'ulteriore calo del risultato della negoziazione e valutazione al fair value, ne dovrebbe controbilanciarne gli effetti positivi.

Il margine d'intermediazione nel suo complesso, quindi, per effetto delle dinamiche descritte è previsto flettere ancora marginalmente, mentre il margine di gestione dovrebbe crescere nell'anno in corso, dopo il forte calo dello scorso esercizio. Proseguiranno, infatti, gli sforzi di miglioramento dell'efficienza operativa che favoriranno il recupero dei margini attraverso una contenuta flessione dei costi del personale, ancora gravati dalle componenti straordinarie legate ai piani di incentivazione all'esodo, e una più cospicua riduzione dei costi diversi, nonostante gli oneri legati agli obblighi di compliance e ai processi di digitalizzazione, grazie anche al venir meno dei contributi straordinari al fondo di risoluzione che hanno inciso sui conti delle banche nel 2016.

L'utile netto del sistema creditizio tornerà ad essere positivo grazie al forte calo delle rettifiche e accantonamenti atteso, nonostante le ingenti operazioni di cartolarizzazione e/o cessione dei crediti deteriorati previste nel periodo. Gli impatti sul conto economico derivanti da queste, infatti, sono state in parte spesati nell'esercizio precedente attraverso consistenti svalutazioni. Quelle del periodo, pertanto, potranno essere minori, grazie anche all'assottigliarsi del flusso di nuovi crediti deteriorati che si osserva da alcuni mesi, che risente positivamente del miglioramento congiunturale in atto, e alla riduzione dello stock di sofferenze lorde, in virtù delle cessioni pregresse e in atto.

Nel prosieguo dell'esercizio 2017 il Gruppo, avendo reso pienamente operativa l'unità organizzativa dedicata alla gestione dei non performing loans e completato l'integrazione informatica, continuerà ad essere impegnato nella realizzazione delle iniziative progettuali delineate nel Piano Strategico 2016-2019, con priorità per la razionalizzazione delle attività di private e investment banking e la definizione delle partnership nell'asset management e nel bancassurance.

La gestione ordinaria resterà improntata al recupero di redditività, che trarrà vantaggio dagli effetti sinergici derivanti dalla fusione.

L'andamento dei proventi, pur permanendo pressioni competitive sulla marginalità, potrà beneficiare di un ulteriore contenimento del costo della raccolta, grazie al proseguimento dell'azione commerciale volta alla riduzione dei volumi sulle forme tecniche più costose, dello sviluppo degli impieghi e delle tendenze che caratterizzano l'aggregato delle commissioni derivanti da servizi di gestione, intermediazione e consulenza.

Il contenimento dei costi operativi, mediante il miglioramento dell'efficienza, la realizzazione di specifiche azioni volte all'ottimizzazione della spesa e la razionalizzazione delle funzioni organizzative, sarà uno dei fattori di maggior attenzione.

I livelli di copertura dei crediti deteriorati si manterranno elevati, e la riduzione degli stock proseguirà sia attraverso workout interno che dando esecuzione al previsto programma di cessione di posizioni classificate a sofferenza.

Bilancio consolidato semestrale abbreviato

Prospetti contabili

Stato patrimoniale consolidato

Voci dell'attivo
(migliaia di euro)
30/06/2017 31/12/2016
10. Cassa e disponibilità liquide 790.196 648.255
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 6.237.117 4.743.425
30. Attività finanziarie valutate al fair value 10.173 4.304
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 20.095.421 12.090.988
50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 11.482.696 8.368.223
60. Crediti verso banche 4.897.797 4.559.188
70. Crediti verso clientela 109.440.543 75.840.234
80. Derivati di copertura 320.332 443.411
90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie
oggetto di copertura generica (+/-) 58.535 66.914
100. Partecipazioni 1.344.125 1.195.214
120. Attività materiali 2.985.957 1.977.766
130. Attività immateriali 2.394.868 1.751.895
di cui: avviamento 1.109.895 1.109.895
140. Attività fiscali 4.848.869 3.677.941
a) correnti 650.064 211.989
b) anticipate 4.198.805 3.465.952
di cui alla L. 214/2011 2.711.496 2.447.962
150. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 6.722 77.369
160. Altre attività 2.806.982 1.965.876
Totale dell'attivo 167.720.333 117.411.003
Voci del passivo e del patrimonio netto
(migliaia di euro) 30/06/2017 31/12/2016
10. Debiti verso banche 26.286.161 16.017.401
20. Debiti verso clientela 87.079.372 58.671.580
30. Titoli in circolazione 17.906.574 15.041.815
40. Passività finanziarie di negoziazione 8.735.438 8.145.975
50. Passività finanziarie valutate al fair value 5.254.433 6.733.306
60. Derivati di copertura 1.273.243 1.292.087
70. Adeguamento di valore delle passività finanziarie
oggetto di copertura generica (+/-) 11.453 -
80. Passività fiscali 760.630 274.146
a) correnti 20.221 8.554
b) differite 740.409 265.592
90. Passività associate ad attività in via di dismissione 101 960
100. Altre passività 6.368.318 2.455.451
110. Trattamento di fine rapporto del personale 451.024 325.339
120. Fondi per rischi ed oneri 1.150.234 808.095
a) quiescenza e obblighi simili 173.933 94.180
b) altri fondi 976.301 713.915
140. Riserve da valutazione 175.975 28.796
170. Riserve 1.943.888 2.140.394
190. Capitale 7.100.000 7.089.340
200. Azioni proprie ( - ) - (1.590)
210. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 53.120 69.568
220. Utile (Perdita) del periodo (+/-) 3.170.369 (1.681.660)
Totale del passivo e del patrimonio netto 167.720.333 117.411.003

Conto economico consolidato

Voci del conto economico
(migliaia di euro)
I Sem. 2017 I Sem. 2016
10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.499.246 1.216.909
20. Interessi passivi e oneri assimilati (513.221) (524.456)
30. Margine di interesse 986.025 692.453
40. Commissioni attive 1.161.320 681.863
50. Commissioni passive (70.590) (42.555)
60. Commissioni nette 1.090.730 639.308
70. Dividendi e proventi simili 44.625 19.608
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 24.584 29.299
90. Risultato netto dell'attività di copertura (1.125) (2.692)
100. Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di: (64.263) 49.691
a) crediti (94.681) (9.672)
b) attività finanziarie disponibili per la vendita 37.011 61.172
d) passività finanziarie (6.593) (1.809)
110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate
al fair value 2.476 2.946
120. Margine di intermediazione 2.083.052 1.430.613
130. Rettifiche / Riprese di valore nette per deterioramento di: (556.990) (978.119)
a) crediti (489.135) (972.723)
b) attività finanziarie disponibili per la vendita (78.951) (8.912)
d) altre operazioni finanziarie 11.096 3.516
140. Risultato netto della gestione finanziaria 1.526.062 452.494
170. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa 1.526.062 452.494
180. Spese amministrative: (1.569.994) (1.156.458)
a) spese per il personale (910.752) (642.011)
b) altre spese amministrative (659.242) (514.447)
190. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (9.137) (10.518)
200. Rettifiche / Riprese di valore nette su attività materiali (55.769) (36.900)
210. Rettifiche / Riprese di valore nette su attività immateriali (70.325) (33.433)
220. Altri proventi (oneri) di gestione 3.291.586 157.253
230. Costi operativi 1.586.361 (1.080.056)
240. Utili (Perdite) delle partecipazioni 93.617 63.476
270. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 1.623 285
280. Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 3.207.663 (563.801)
290. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (45.090) 179.537
300. Risultato dell'operatività corrente al netto delle imposte 3.162.573 (384.264)
310. Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione
al netto delle imposte 402 (1.485)
320. Utile (Perdita) del periodo 3.162.975 (385.749)
330. Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 7.394 5.580
340. Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 3.170.369 (380.169)
EPS Base (euro) 2,098 (0,994)
EPS Diluito (euro) 2,098 (0,994)
Voci 30/06/2017 30/06/2016
(migliaia di euro)
10. Utile (Perdita) del periodo 3.162.975 (385.749)
Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico
40. Piani a benefici definiti 2.519 (32.782)
60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate
a patrimonio netto 14 (19)
65. Passività finanziarie valutate al fair value - variazioni del proprio merito creditizio (7.373) -
Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico
70. Copertura di investimenti esteri 342 13
80. Differenze di cambio (1.411) -
90. Copertura flussi finanziari (2.735) 680
100. Attività finanziarie disponibili per la vendita 87.629 (115.548)
120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate
a patrimonio netto 14.375 4.544
130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 93.360 (143.112)
140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 3.256.335 (528.861)
150. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi 7.390 5.602
160. Redditività consolidata complessiva di pertinenza della Capogruppo 3.263.725 (523.259)

Prospetto della redditività consolidata complessiva

Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato

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(*) Trattasi del "restatement" relativo al diverso trattamento contabile operato dal Gruppo, a partire dal 1° gennaio 2017, per la rappresentazione degli utili e delle perdite correlati alla variazione del merito creditizio delle passività finanziarie in fair value option, come descritto in dettaglio nello specifico paragrafo contenuto nella sezione delle "Note illustrative", a cui si fa rinvio per ulteriori dettagli.

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Rendiconto finanziario consolidato

Metodo indiretto

A. Attività operativa 30/06/2017 30/06/2016 (*)
1. Gestione 3.922.839 554.114
- risultato d'esercizio (+/) 3.170.369 (380.169)
- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività
finanziarie valutate al fair value (/+)
110.080 120.226
- plus/minusvalenze su attività di copertura (/+) - -
- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/) 556.990 978.119
- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/) 126.094 70.333
- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/) 11.745 15.676
- premi netti non incassati () - -
- altri proventi/oneri assicurativi non incassati (/+) - -
-
-
imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+)
rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell'effetto
29.500
-
(186.595)
-
- fiscale (+/) (81.939) (63.476)
altri aggiustamenti (+/)
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie
(45.758.072) (3.804.295)
- attività finanziarie detenute per la negoziazione (1.611.120) (1.404.077)
- attività finanziarie valutate al fair value 1.479 (5.688)
- attività finanziarie disponibili per la vendita (8.083.384) (60.880)
- crediti verso la clientela (34.089.853) (1.996.933)
- crediti verso banche: a vista (698.944) (553.552)
- crediti verso banche: altri crediti 360.744 (124.152)
- altre attività (1.636.994) 340.987
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 47.123.444 2.887.100
- debiti verso banche: a vista 348.606 163.351
- debiti verso banche: altri debiti 9.920.154 (294.027)
- debiti verso clientela 28.407.792 5.163.917
- titoli in circolazione 2.864.759 (926.112)
- passività finanziarie di negoziazione 589.463 1.448.099
- passività finanziarie valutate al fair value (1.478.873) (3.233.006)
- altre passività 6.471.543 564.878
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa 5.288.211 (363.081)
B. Attività di investimento
1. Liquidità generata da: 554.010 373.461
- vendite di partecipazioni - -
- dividendi incassati su partecipazioni - -
- vendite/rimborsi di attività finanziarie detenute sino alla scadenza 546.581 364.234
- vendite di attività materiali 7.429 9.227
- vendite di attività immateriali - -
- vendite di società controllate e di rami d'azienda - -
2. Liquidità assorbita da: (5.710.513) (959.982)
- acquisti di partecipazioni (254.314) -
- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza (3.696.754) (904.662)
- acquisti di attività materiali (986.561) (20.744)
- acquisti di attività immateriali (772.884) (34.576)
- acquisti di società controllate e di rami d'azienda
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di investimento
-
(5.156.503)
-
(586.521)
C. Attività di provvista
- emissioni/acquisti di azioni proprie 10.660 1.003.057
- emissioni/acquisti di strumenti di capitale - -
- distribuzione dividendi e altre finalità (427) (60.168)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista 10.233 942.889
Liquidità netta generata/assorbita nell'esercizio 141.941 (6.713)

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per omogeneità di confronto.

Riconciliazione 30/06/2017 30/06/2016
- Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 648.255 587.383
- Liquidità netta generata/assorbita nell'esercizio 141.941 (6.713)
- Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi - -
Cassa e disponibilità liquide alla fine dell'esercizio 790.196 580.670

Premessa

Origine del Banco BPM S.p.A. ed informazioni comparative

In data 1° gennaio 2017 si è perfezionata la fusione propria tra Banco Popolare Soc. Coop. e Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. che ha dato origine a una nuova società bancaria, avente forma di società per azioni, denominata Banco BPM S.p.A., capogruppo dell'omonimo Gruppo Bancario.

Come più ampiamente illustrato nel paragrafo "Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda" contenuto nella sezione "Risultati", sulla base di alcuni parametri dimensionali e qualitativi previsti dal principio contabile IFRS 3, che disciplina le aggregazioni aziendali, l'operazione di fusione in oggetto si configura, ai soli fini contabili, come un'acquisizione di Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. da parte di Banco Popolare Soc. Coop..

Considerato che Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. e relative società controllate confluiscono nel nuovo Gruppo a decorrere dal 1° gennaio 2017, i saldi riportati ai fini comparativi nei prospetti contabili e nelle note illustrative sono quelli del bilancio consolidato al 31 dicembre 2016 e del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2016 di Banco Popolare Soc. Coop., ossia del soggetto considerato ai fini contabili come acquirente. Al fine di favorire un confronto per quanto possibile su basi omogenee, nei prospetti riclassificati e nelle tabelle di dettaglio contenuti nella sezione "Risultati" sono altresì indicati i valori patrimoniali ed economici rispettivamente al 31 dicembre 2016 e al 30 giugno 2016 su base aggregata, la cui modalità di costruzione è illustrata in dettaglio nella citata sezione a cui si fa pertanto rinvio. Tali informazioni non sono state oggetto di revisione contabile limitata.

In aggiunta, si precisa che la contabilizzazione dell'operazione di aggregazione aziendale in base al principio contabile IFRS 3 e la relativa allocazione del prezzo dell'acquisizione (PPA) è stata completata in via definitiva ed i relativi impatti sono integralmente riflessi nella presente Relazione finanziaria semestrale, come descritto nel citato paragrafo "Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda", a cui si fa rinvio per una completa disamina.

NOTE ILLUSTRATIVE

Politiche contabili

A.1 - PARTE GENERALE

Principi generali di redazione

La Relazione finanziaria semestrale consolidata (di seguito anche "Relazione semestrale" o "Relazione"), predisposta ai sensi dell'art. 154-ter del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (TUF) e successivi aggiornamenti, è costituita dal bilancio consolidato semestrale abbreviato ed è corredata da una relazione intermedia sulla gestione contenente i fatti di rilievo del semestre, l'informativa sulle operazioni con parti correlate ed una descrizione dei principali rischi ed incertezze anche correlati all'evoluzione prevedibile della gestione.

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato (di seguito anche "bilancio consolidato"), costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalle note illustrative e di commento dei risultati di periodo.

Per la predisposizione degli schemi di bilancio sono state applicate le disposizioni della Circolare di Banca d'Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 "Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione" e successivi aggiornamenti (da ultimo quello pubblicato in data 15 dicembre 2015). Gli schemi di bilancio forniscono, oltre al dato contabile al 30 giugno 2017, l'informativa comparativa relativa al corrispondente periodo dell'esercizio precedente, ad eccezione dello stato patrimoniale che risulta comparato con l'ultimo bilancio approvato al 31 dicembre 2016. Come indicato nella premessa, a seguito dell'operazione di fusione, i dati comparativi sono quelli riferiti all'acquirente, Banco Popolare Soc. Coop.. Con riferimento al Prospetto del Rendiconto Finanziario Consolidato si segnala che lo stesso è stato predisposto al 30 giugno 2017 in base al metodo "indiretto". Al fine di consentire il confronto su base omogenea lo schema comparativo al 30 giugno 2016 redatto in base al metodo "diretto" è stato oggetto di riesposizione.

A partire da tali schemi sono stati redatti i prospetti di stato patrimoniale e di conto economico in forma riclassificata, sulla base dei criteri illustrati nella successiva sezione dedicata ai "Risultati". L'esposizione dei citati prospetti riclassificati ha lo scopo di fornire una più immediata illustrazione dell'evoluzione patrimoniale, finanziaria ed economica intervenuta nel semestre, in quanto basata su criteri gestionali.

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato, approvato dal Consiglio di Amministrazione di Banco BPM in data 4 agosto 2017, è sottoposto a revisione contabile limitata da parte della società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A., in applicazione dell'incarico conferito a detta società con delibere assembleari di Banco Popolare Soc. Coop. e Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. del 15 ottobre 2016.

Il presente documento è redatto adottando l'euro come moneta di conto; gli importi sono esposti, ove non diversamente specificato, in migliaia di euro.

Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il bilancio consolidato al 30 giugno 2017 è redatto secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS e relative interpretazioni (IFRIC), omologati dall'Unione Europea ed in vigore al momento della sua approvazione, come stabilito dal Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002.

Per l'illustrazione dei principi contabili adottati ai fini della predisposizione della presente relazione si fa rinvio alla successiva parte "A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio".

Tali politiche risultano sostanzialmente allineate rispetto a quelle adottate nell'esercizio 2016 dalle due società partecipanti alla fusione - Banco Popolare Soc. Coop. e dalla Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. – ad eccezione del trattamento contabile degli utili/perdite connessi al proprio merito creditizio delle passività valutate in base alla fair value option, per il quale il Gruppo ha deciso di avvalersi della facoltà di applicare anticipatamente le nuove regole introdotte dal principio IFRS 9, come descritto in dettaglio nel successivo paragrafo "Trattamento contabile del proprio merito creditizio per le passività finanziarie designate al fair value – Applicazione anticipata IFRS 9".

Con riferimento all'informativa fornita, si rappresenta che il bilancio consolidato al 30 giugno 2017 è redatto in forma sintetica, in conformità a quanto previsto dal principio contabile IAS 34 "Bilanci intermedi".

I processi di stima utilizzati per la redazione del bilancio consolidato semestrale sono quelli normalmente adottati in sede di redazione dei conti annuali, con un maggiore ricorso a procedimenti di stima con particolare riferimento a talune fattispecie di spese amministrative.

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2017 è predisposto nella prospettiva della continuità del Gruppo, in quanto gli amministratori non hanno rilevato, nell'andamento operativo e nell'evoluzione della situazione patrimoniale e finanziaria, elementi tali da mettere in dubbio la capacità delle imprese del Gruppo di poter continuare ad operare normalmente e secondo il principio della rilevazione dei costi e dei ricavi per competenza economica, privilegiando la prevalenza della sostanza sulla forma.

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è redatto con intento di chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, nonché il risultato economico del Banco BPM e delle società controllate al 30 giugno 2017, come descritto nel paragrafo "Area e metodi di consolidamento".

Trattamento contabile del proprio merito creditizio per le passività finanziarie designate al fair value – Applicazione anticipata dell'IFRS 9

Con Regolamento UE n. 2067 del 22 novembre 2016 è stato omologato il principio contabile IFRS 9, applicabile in via obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2018. E' comunque prevista un'opzione di adozione anticipata selettiva delle sole disposizioni riguardanti la modalità di rappresentazione delle variazioni del proprio merito creditizio ("own credit risk") per le passività finanziarie designate al fair value (cosiddetta "Fair Value Option - FVO"). Tale opzione è stata prevista con l'intento di superare le critiche mosse all'attuale principio contabile IAS 39, in base al quale un peggioramento del proprio merito creditizio comporta la rilevazione di un contro intuitivo effetto positivo a conto economico, che peraltro potrebbe non essere oggetto di effettivo realizzo, trattandosi di passività non detenute per la negoziazione. Nel dettaglio, il nuovo trattamento contabile previsto dall'IFRS 9 per le citate passività prevede che le variazioni di fair value associate al proprio merito creditizio per le passività designate al fair value debbano essere rilevate in contropartita di una specifica riserva di patrimonio netto ("Riserve da valutazione"), a meno che tale trattamento non sia tale da creare o amplificare un'asimmetria contabile nel risultato economico; in quest'ultimo caso l'intera variazione di fair value della passività deve essere imputata a conto economico.

Il principio stabilisce inoltre che l'importo imputato nella specifica riserva di patrimonio netto non sarà oggetto di successivo "rigiro" a conto economico, anche qualora la passività dovesse essere regolata o estinta.

Gli effetti correlati alla variazione del proprio merito creditizio sono oggetto di presentazione nel prospetto della redditività complessiva, al netto del relativo effetto fiscale, in corrispondenza delle altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico.

In relazione a quanto sopra illustrato, ricorrendone i presupposti, il Gruppo ha deciso di avvalersi della facoltà di applicare anticipatamente le nuove regole previste dal principio IFRS 9 relativamente alla presentazione degli utili e delle perdite sulle passività in fair value option attribuibili alle variazioni del proprio merito creditizio, senza applicare le altre parti del principio.

Il Gruppo si è altresì avvalso della facoltà di non procedere alla rideterminazione dei dati comparativi come consentito dalle disposizioni transitorie del principio medesimo (IFRS 9, par. 7.2.15).

L'adozione anticipata delle disposizioni contenute nel principio contabile IFRS 9 relative al proprio merito creditizio ha quindi comportato:

  • la costituzione al 1° gennaio 2017 di una riserva da valutazione (voce 140 del passivo consolidato), positiva per 27,5 milioni, in contropartita di una riduzione delle riserve di utili (voce 170 del passivo consolidato) di pari importo. Tale ammontare corrisponde alle plusvalenze nette cumulate imputabili alle variazioni del merito creditizio delle emissioni obbligazionarie in essere al 31 dicembre 2016 intervenute dalla data di emissione fino alla suddetta data (+41,1 milioni), al netto della relativa fiscalità (-13,6 milioni);
  • la rilevazione dell'effetto connesso alla variazione del proprio merito creditizio relativo al primo semestre 2017, negativo per 10,2 milioni, in contropartita di una riserva patrimoniale, anziché nel conto economico (voce 110 del conto economico). Parimenti la relativa fiscalità, positiva per 2,8 milioni, è stata rilevata nella citata riserva, tale effetto è oggetto di presentazione nel prospetto della redditività complessiva. Al riguardo si deve segnalare che questo ultimo prospetto è stato adattato mediante l'inserimento di una nuova voce denominata "65". Passività finanziarie valutate al fair value – variazioni del proprio merito creditizio", sulla base delle modifiche che si prevede Banca d'Italia introdurrà al fine di disciplinare la fattispecie nella propria Circolare n. 262.

Al 30 giugno 2017, l'effetto cumulato ascrivibile alla variazione del proprio merito creditizio per le emissioni in fair value option è positivo per 30,9 milioni (20,1 milioni al netto della relativa fiscalità) e risulta imputato nella riserva patrimoniale "140. Riserve da valutazione".

Principi contabili IAS/IFRS e interpretazioni SIC/IFRIC omologati, la cui applicazione decorre successivamente al 30 giugno 2017

Di seguito si fornisce un'illustrazione dei principi contabili/interpretazioni o modifiche degli stessi emanati dallo IASB/IFRIC ed omologati dalla Commissione Europea, che troveranno applicazione obbligatoria successivamente all'esercizio 2017.

Regolamento n. 2067 del 22 novembre 2016 - IFRS 9 "Strumenti finanziari"

Le principali novità riguardano i seguenti quattro aspetti:

la classificazione e la misurazione delle attività finanziarie (di seguito anche definita ber brevità "Classification and Measurement o C&M). Essa è fondata sulla modalità di gestione (business model) e sulle caratteristiche dei flussi di cassa degli strumenti finanziari e prevede tre categorie contabili: attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico, attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Rispetto all'attuale principio IAS 39, vengono quindi eliminati i portafogli delle attività finanziarie

disponibili per la vendita e delle attività finanziarie detenute sino alla scadenza, nonché la

possibilità di effettuare lo scorporo dei derivati impliciti per tutte le attività finanziarie.

Nel dettaglio, le categorie del business model sono le seguenti:

  • "Hold to Collect": vi rientrano le attività finanziarie detenute con l'obiettivo di realizzare i flussi di cassa contrattuali, mantenendo lo strumento finanziario sino alla scadenza;
  • "Hold to Collect and Sell": include le attività finanziarie detenute con l'obiettivo sia di realizzare i flussi di cassa contrattuali nel corso della durata dell'attività, sia di incassare i proventi della vendita della stessa;
  • "Other": comprende gli strumenti finanziari non classificabili nelle precedenti categorie, principalmente rappresentati dalle attività finanziarie detenute al fine di realizzare flussi di cassa tramite la vendita ("Sell").
  • per le passività finanziarie restano confermate le attuali regole di classificazione e di misurazione, salvo la già illustrata modifica della modalità di rilevazione del proprio merito creditizio ("own credit risk") per le passività finanziarie designate al fair value;
  • il riconoscimento e la rilevazione delle relazioni di copertura (di seguito anche definito per brevità hedge accounting), con l'obiettivo di garantire un maggiore allineamento tra la rappresentazione contabile delle coperture e le logiche gestionali sottostanti (risk management);
  • l'introduzione di un unico modello di impairment, da applicare a tutte le attività finanziarie non valutate al fair value con impatti a conto economico, basato su un concetto di perdita attesa ("forward-looking expected loss"). Obiettivo del nuovo approccio è quello di garantire un più immediato riconoscimento delle perdite rispetto al modello "incurred loss" previsto dallo IAS 39, in base al quale le perdite devono essere rilevate qualora si riscontrino evidenze obiettive di perdita di valore successivamente all'iscrizione iniziale dell'attività. Nel dettaglio, il modello prevede che le attività finanziarie misurate al costo ammortizzato debbano essere classificate in tre distinti "stage" a cui corrispondono diversi criteri di valutazione:
  • stage 1: da valutare sulla base di una stima di perdita attesa avente a riferimento un orizzonte temporale pari ad un anno. Rientrano nello stage 1 le attività finanziarie in bonis per le quali non si è osservato un deterioramento significativo del rischio di credito rispetto alla data di rilevazione iniziale;
  • stage 2: da valutare sulla base di una stima di perdita attesa avente a riferimento un orizzonte temporale pari all'intera vita residua dell'attività finanziaria. Rientrano nello stage 2 le attività finanziarie che hanno subito un significativo deterioramento del rischio di credito rispetto alla rilevazione iniziale;
  • stage 3: da valutare sulla base di una stima della perdita attesa che assume la probabilità di default pari al 100%. Rientrano nello stage 3 le attività finanziarie considerate deteriorate.

L'applicazione obbligatoria del principio è prevista a partire dal 1° gennaio 2018.

Il progetto di implementazione del Gruppo Banco BPM

In considerazione della rilevanza delle modifiche introdotte dal nuovo principio IFRS 9 ed in seguito all'operazione di fusione del'ex Gruppo Banco Popolare e dell'ex Gruppo BPM, a partire da gennaio 2017, il Gruppo Banco BPM ha unificato gli specifici progetti già avviati a livello individuale dagli ex gruppi. Il nuovo progetto unificato è finalizzato a:

confermare ed aggiornare gli impatti del nuovo principio sui processi amministrativi e contabili in essere e più in generale su tutte le attività e sull'organizzazione del Gruppo nato dall'operazione di fusione (conferma analisi e scelte preliminari);

  • definire le modifiche da apportare ai suddetti processi ed attività al fine di garantire la compliance del nuovo Gruppo rispetto alla nuova norma (disegno del modello operativo target);
  • implementare le modifiche necessarie nel sistema organizzativo, nel sistema informativo e più in generale in tutti i processi del nuovo Gruppo interessati dalla novità normativa introdotta (sviluppo ed analisi d'impatto).

L'articolazione del progetto rispecchia i quattro filoni di novità introdotte dal nuovo principio in precedenza illustrate: Classificazione e Misurazione (C&M), Impairment, Own credit risk e Hedge Accounting; per ciascuna area tematica è stato attivato uno specifico gruppo di lavoro a cui è affidata la relativa responsabilità.

Per ciascuna delle principali direttrici del progetto, viene utilizzato il medesimo approccio metodologico declinato nelle seguenti già citate tre macro fasi di attività: conferma analisi e scelte preliminari, disegno del modello operativo target, sviluppo ed analisi d'impatto. Al riguardo va sottolineato che per la direttrice "impairment", a partire dal secondo trimestre 2017 sono state aperti due filoni paralleli di implementazione, il primo dei quali riguarda lo "stage assignment", affidato alla responsabilità della Funzione Crediti, mentre il secondo riguarda il "motore di calcolo ed i modelli", guidato dalla Funzione Rischi.

Il progetto complessivo è guidato dal Responsabile della Funzione Amministrazione e Bilancio, coadiuvato dalla Funzione Progetti Speciali e Monitoraggio, e vi partecipano attivamente i rappresentanti delle Funzioni Rischi, Crediti, Commerciale, Organizzazione, IT, Finanza, Pianificazione e Controllo, Audit ed NPL Unit. I risultati delle attività svolte e le scelte strategiche da assumere sono portate all'attenzione di un Comitato Operativo, costituito da tutti i responsabili delle Funzioni aziendali coinvolte in modo diretto ed indiretto dall'implementazione delle nuove regole. Le principali scelte o decisioni da assumere sono sottoposte all'attenzione di un Comitato Guida (costituito dall'Amministratore Delegato, dal Direttore Generale, dai Condirettori Generali, dal Responsabile di Progetto e dal Responsabile della Funzione Progetti Speciali e Monitoraggio), come pure al Consiglio di Amministrazione. In particolare al Comitato Guida sono state sottoposte le risultanze dell'analisi preliminare di impatto (Impact Assessment) richiesta dall'EBA sulla situazione di riferimento sia al 30 settembre 2016 (sul perimetro separato degli ex Gruppi Banco Popolare e Banco BPM), consegnata tra febbraio e marzo 2017. Il progetto complessivo così come le decisioni assunte e le iniziative intraprese sono oggetto di specifica analisi e valutazione da parte della BCE (c.d. IFRS 9 Thematic Review), che, nel corso del primo semestre 2017, ha effettuato un'analisi dello stato di avanzamento del progetto del Gruppo Banco BPM. Si è in attesa di ricevere il feedback di tale verifica.

Si riporta di seguito una sintetica descrizione dello stato di avanzamento e delle principali decisioni assunte alla data per ciascuna area progettuale.

Classificazione e Misurazione - Al fine di rispettare il principio IFRS 9, che introduce un modello per cui la classificazione delle attività finanziarie è guidata, da un lato, dalle caratteristiche contrattuali dei flussi di cassa degli strumenti (c.d. SPPI test) e, dall'altro, dall'intento gestionale per il quale sono detenute (c.d. Business Model), le attività progettuali sono state indirizzate ad individuare il business model in uso e quello a tendere, nonché a stabilire le modalità di effettuazione del test sulle caratteristiche contrattuali dei cash flow.

Lo sviluppo del "business model", effettuato sia a livello di Gruppo che di singola entità giuridica, è stato effettuato considerando tutte le informazioni al riguardo rilevanti, tra cui anche le evidenze desumibili dall'ICAAP e dall'ILAAP del Gruppo Banco BPM, che sono stati stilati prendendo a riferimento le considerazioni riportate nel Piano Strategico predisposto a supporto dell'operazione di fusione.

Tenendo conto di tutti i driver di analisi previsti dal principio, la proposta di "business model" in sede di First Time Adoption (FTA) prevede di fatto che: i portafogli di attività finanziarie acquisite rappresentate dai portafogli di trading siano riconducibili al modello di business "Sell", mentre l'attuale portafoglio di attività finanziarie disponibili per la vendita (AFS) sia assimilabile al modello "Hold to Collect and Sell", ad eccezione di quelle attività finanziarie che non superano l'SPPI test (ad oggi molto marginali), che saranno ricondotte al modello "Other". Al riguardo, in seguito alla recente interpretazione data dall'IFRIC sull'argomento, le quote di OICR incluse nell'attuale portafoglio AFS saranno ricondotte nelle attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value. Allo stato attuale degli approfondimenti in corso, per gli investimenti partecipativi inclusi nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita si è ipotizzato di esercitare l'opzione per la loro classificazione nella categoria "Hold to collect and sell" che prevede, come si è già detto la valutazione al fair value con imputazione diretta in una riserva patrimoniale (FVTOCI senza recycling a conto economico). In relazione alle attività finanziarie classificate come crediti o attività finanziarie detenute sino alla scadenza, le analisi condotte (confermate dall'evoluzione storica delle vendite dei suddetti portafogli) hanno confermato la sostanziale coerenza con un modello di business di tipo "Hold To Collect".

La proposta di "business model" in sede di FTA descritta sarà sottoposta all'approvazione del Comitato Guida del Progetto. Nel frattempo sono in fase di formalizzazione le regole operative per il business model assessment e per il monitoraggio "on going" dei portafogli, in particolare definendo apposite soglie quantitative a supporto delle valutazioni necessarie. Sfruttando l'esperienza maturata nell'analisi degli strumenti finanziari (sia titoli che crediti) presenti nel bilancio al 31 dicembre 2016 dei Gruppi da cui il Banco BPM ha avuto origine al fine di individuarne la corretta classificazione al momento della futura First Time Adoption (FTA) del principio, sono state definite le linee guida dell'SSPI test delle attività finanziarie del Gruppo Banco BPM. Tali linee guida sono state sviluppate sulla base di alberi decisionali tenendo conto delle specificità dei singoli portafogli. Sono stati inoltre definiti ed approvati i modelli operativi target per lo svolgimento dell'SPPI test sia in ambito finanza sia in ambito crediti.

A fronte degli strumenti finanziari di debito già presenti in bilancio classificati secondo lo IAS 39 nelle categorie crediti, attività detenute fino a scadenza ed attività finanziarie disponibili per la vendita è stato condotto il test sulle caratteristiche contrattuali dei cash flow (cosiddetto Solely Payment of Principal and Interests o per brevità SPPI test).

Dalle analisi condotte, risulta confermato che solo una percentuale limitata di strumenti di debito non supererebbe il test. Si tratta principalmente di strumenti finanziari che creano concentrazioni del rischio di credito (es. titoli di operazioni di cartolarizzazione) ed alcuni titoli strutturati.

Per gli strumenti finanziari rappresentati da finanziamenti, l'approccio di analisi è stato differenziato a seconda che gli stessi facessero riferimento a prodotti standard, codificati come tali sulla base di cataloghi o schede prodotto, tipiche del mondo retail, small business o mid corporate, piuttosto che ad erogazioni "tailor made".

Per la prima tipologia di strumenti finanziari, l'analisi è stata incentrata sull'esame delle schede descrittive dei prodotti attualmente in vendita.

Per la seconda tipologia di strumenti finanziari, l'analisi è stata incentrata sull'esame puntuale dei singoli contratti di finanziamento, secondo un approccio campionario.

L'analisi dello stock è stata effettuata sulla base dei portafogli in essere alla data del 31 marzo 2017 e sarà aggiornata periodicamente in base all'evoluzione del portafoglio fino al 31 dicembre 2017.

Sono stati identificati una specifica tipologia di prodotti standard (che interessa un numero di strumenti finanziari del tutto marginali rispetto alle esposizioni complessive del Gruppo) ed alcuni contratti "tailor made" che, in virtù di specifiche clausole contrattuali, non superano il test.

Per tutte le attività finanziarie, sia finanziamenti che titoli di debito, che presentano un valore temporale del denaro modificato e quindi a titolo esemplificativo evidenziano un mismatch tra la periodicità della rata ed il tenor del tasso, è in corso di completamento la verifica del superamento del test tramite il Benchmark Cash Flow Test. È altresì in corso di definizione una metodologia per lo svolgimento del credit risk assessment (parte integrante del cosiddetto "look through test"), previsto dal principio ai fini dell'analisi degli strumenti con tranching del rischio di credito (come ad esempio i titoli cartolarizzati).

In conclusione, dall'applicazione delle nuove regole di classificazione e misurazione introdotte dal principio contabile IFRS 9 non si attendono impatti quantitativi significativi in sede di prima applicazione, anche se è ragionevole allo stato attuale prevedere un incremento del volume degli strumenti finanziari da valutare al fair value con imputazione a conto economico con conseguente possibile relativo aumento della volatilità dei risultati economici negli esercizi successivi.

Impairment - In relazione cantiere impairment, che prevede filoni progettuali specifici e distinti tra crediti e titoli, lo stato di avanzamento del progetto è il seguente:

  • sono in avanzata fase di definizione il modello, i parametri e le soglie in base alle quali sarà identificata la sussistenza o meno di un significativo deterioramento del rischio di credito e la conseguente classificazione dei crediti in bonis dallo stage 1 allo stage 2 (c.d. regole di staging o stage assignement). In relazione alle esposizioni "impaired", il Gruppo ha ipotizzato allo stato attuale un allineamento delle definizioni di default contabile e regolamentare e questo permette di ipotizzare che le correnti logiche di classificazione delle esposizioni nella categoria "esposizioni deteriorate/impaired" potranno essere le medesime che saranno in futuro applicate per identificare le attività da classificare nel cosiddetto stage 3;
  • sono stati definiti i modelli, inclusivi delle informazioni forward-looking, sia per lo staging (relativamente all'utilizzo della PD come indicatore relativo di deterioramento) sia per il calcolo dell'Expected Credit Loss (ECL) ad un anno (per le esposizioni dello stage 1) e lifetime (per le esposizioni dello stage 2 e 3).

Con riferimento al c.d. "tracking" della qualità creditizia, in linea con le linee guida del regolatore volte a favorire un'implementazione di elevata qualità del principio, il significativo deterioramento del merito creditizio sarà determinato a livello di singolo rapporto tramite il confronto tra la qualità dello strumento finanziario all'atto della valutazione e quella al momento iniziale dell'erogazione o dell'acquisizione. Ciò ha richiesto un'analisi del livello di

rischiosità di ciascuna esposizione alle due diverse date di riferimento, ciò al fine di valutare la sussistenza di un effettivo significativo incremento del rischio di credito.

Solo in sede di prima applicazione, per alcune categorie di esposizioni (tipicamente titoli di debito acquisiti) sarebbe possibile usufruire della cosiddetta "low credit risk exemption", prevista dal principio, che porterebbe a considerare nello stage 1 le esposizioni che, alla data di transizione al nuovo standard, risulteranno essere "investment grade" (o di qualità equivalente) e nello stage 2 le restanti esposizioni.

Allo stadio attuale di sviluppo del progetto, i principali fattori identificati ai fini del trasferimento dell'esposizione dallo stage 1 allo stage 2 sono stati identificati:

  • nella variazione della probabilità di default lifetime rispetto al momento dell'iscrizione iniziale in bilancio dello strumento finanziario;
  • nell'eventuale presenza di uno scaduto superiore a 30 giorni. In altre parole alla presenza di uno sconfino maggiore di 30 giorni, si presume che l'esposizione abbia subito un significativo deterioramento;
  • nell'eventuale concessione successivamente all'erogazione del credito di "forbearance measures".

Con riferimento al modello di calcolo dell'expected credit loss appare opportuno evidenziare che il suo sviluppo è stato fondato sul nuovo modello interno di misurazione del rischio di credito che è attualmente sottoposto alla validazione dell'Organo di Vigilanza. Oggetto della richiesta di validazione è anche l'estensione dell'applicazione del suddetto nuovo modello interno anche alle esposizioni creditizie apportate in fusione dall'ex Gruppo BPM.

La prima applicazione del nuovo modello di impairment comporterà sicuramente un incremento delle rettifiche di valore delle attività finanziarie (sia crediti che titoli di debito) rispetto a quelle rilevate in bilancio in applicazione dell'attuale principio contabile IAS 39. Alla luce della peculiare situazione del Banco BPM (recente costituzione e significativa evoluzione in corso dei modelli interni per la misurazione del rischio di credito) ancorché siano state fornite simulazioni sugli impatti patrimoniali dell'adozione del nuovo modello di impairment all'EBA(1) ed all'Organo di Vigilanza, si ritiene che queste simulazioni non posseggano le caratteristiche necessarie per poter essere comunicate al mercato.

Hedge Accounting – Il Gruppo Banco BPM ha formalizzato le considerazioni che lo hanno portato ad esercitare l'opzione prevista dal principio di continuare ad applicare le attuali regole previste dal principio IAS 39.

Regolamento n. 1905 del 22 settembre 2016 - IFRS 15 "Ricavi provenienti da contratti con i clienti"

Il principio, pubblicato dallo IASB in data 28 maggio 2014, introduce un unico modello per la rilevazione di tutti i ricavi derivanti dai contratti stipulati con la clientela e sostituisce i precedenti standard/interpretazioni sui ricavi (IAS 18, IAS 11, IFRIC 13, IFRIC 15, IFRIC 18, SIC 31). In base a tale modello, l'entità deve riconoscere i ricavi in base al compenso che ci si attende di ricevere a fronte dei beni e dei servizi forniti, determinato sulla base dei seguenti cinque passi:

  • identificazione del contratto, definito come un accordo avente sostanza commerciale tra due o più pari in grado di generare diritti ed obbligazioni;
  • individuazione delle singole obbligazioni ("performance obligations") contenute nel contratto;
  • determinazione del prezzo della transazione, ossia il corrispettivo atteso per il trasferimento al cliente dei beni o dei servizi;
  • allocazione del prezzo della transazione a ciascuna "performance obligations", sulla base dei prezzi di vendita della singola obbligazione ("stand-alone selling price");
  • riconoscimento dei ricavi allocati alla singola obbligazione quando la stessa viene regolata, ossia quando il cliente ottiene il controllo dei bene e dei servizi. Detto riconoscimento tiene conto del fatto che alcuni servizi possono essere resi in uno specifico momento oppure nel corso di un periodo temporale.

A titolo di esempio, la commissione di ingresso ("up front") incassata da un cliente per il servizio di gestione patrimoniale comporta il riconoscimento di un ricavo in funzione delle "performance obligations" identificate nel

(1) Lo scorso 13 luglio, l'EBA ha pubblicato un report con i risultati di un'analisi di impatto condotta su un campione di banche europee volta a monitorare il processo e gli impatti attesi dell'adozione del nuovo principio. In tale ambito all'ex Banco Popolare era stato richiesto di fornire informazioni specifiche sulla base del progetto di introduzione del nuovo principio riferite alla data del 30 settembre e del 31 dicembre 2016.

contratto, indipendentemente dal fatto che il ricavo sia certo. In tal caso, qualora alla data di stipula non sia possibile identificare un bene o un servizio trasferito, la commissione up front dovrà essere considerata come un anticipo e rilevata a conto economico nel momento in cui si ritiene adempiuta l'obbligazione a fronte della quale è stato pattuito il compenso.

Al riguardo si precisa che, sulla base di una preliminare ricognizione delle potenziali fattispecie, il Gruppo non ha ancora avviato una formale attività di valutazione degli impatti, che si prevedono comunque non essere significativi.

Principi contabili IAS/IFRS e interpretazioni SIC/IFRIC emanati dallo IASB/IFRIC, in attesa di omologazione

Tra i principi contabili emanati dallo IASB, di potenziale interesse per il Gruppo, si segnala lo standard IFRS 16 "Leasing", la cui applicazione obbligatoria è prevista a partire dal 1° gennaio 2019, subordinatamente alla futura omologazione da parte della Commissione Europea.

Nel dettaglio, il principio IFRS 16, emanato dallo IASB in data 13 gennaio 2016, introduce nuove regole per la rappresentazione contabile dei contratti di leasing sia per i locatori sia per i locatari, sostituendo i precedenti standard/interpretazioni (IAS 17, IFRIC 4, SIC 15 e SIC 27). Il leasing è definito come quel contratto la cui esecuzione dipende dall'uso di un bene identificato e che attribuisce il diritto di controllare l'utilizzo del bene per un periodo di tempo in cambio di un corrispettivo.

Le novità riguardano la rappresentazione nel bilancio del locatario, per il quale viene meno la distinzione, ai fini contabili, tra i leasing operativi e finanziari. Il nuovo standard prevede di rilevare nello stato patrimoniale le attività e le passività derivanti dal contratto; più specificatamente, il locatario deve rilevare una passività sulla base del valore attuale dei canoni futuri in contropartita dell'iscrizione tra le attività del diritto d'uso ("the right to use") del bene oggetto del contratto di leasing. Successivamente all'iscrizione iniziale, il diritto d'uso è oggetto di ammortamento lungo la durata del contratto o la vita utile del bene; la passività verrà progressivamente ridotta per effetto del pagamento dei canoni e sulla stessa saranno riconosciuti gli interessi da imputare a conto economico. Sono previste delle esenzioni, al fine di ridurre i costi derivanti dall'adozione del nuovo principio per i contratti aventi durata inferiore a dodici mesi e per quelli di importo non significativo.

Per il locatore restano sostanzialmente confermate le attuali regole di contabilizzazione dei contratti di leasing, differenziate a seconda che trattasi di leasing operativo o leasing finanziario.

A tal proposito si segnala che il Gruppo non ha ancora avviato un'attività di valutazione degli impatti, finalizzati a definire il perimetro e relativo trattamento contabile delle attività utilizzate sulla base di un contratto di leasing; per quanto riguarda le attività concesse in leasing non si prevedono impatti significativi, in quanto per il locatore sono sostanzialmente confermate le regole contabili stabilite dall'attuale principio contabile IAS 17.

Per completezza si fornisce di seguito un'elencazione degli ulteriori principi ed interpretazioni, emanati dallo IAS/IFRIC ma non ancora omologati che, pur essendo di potenziale interesse per il Gruppo, non sono ritenuti tali da impattare in modo significativo sulla situazione patrimoniale ed economica del Gruppo, nonché sull'informativa di bilancio:

  • Interpretazione IFRIC 23 "Incertezza sui trattamenti dell'imposta sul reddito" emessa dall'IFRIC in data 7 giugno 2017, con lo scopo di fornire chiarimenti sul come applicare i criteri d'iscrizione e misurazione previsti dallo IAS 12 in caso di incertezza sui trattamenti per la determinazione dell'imposta sul reddito.
  • Interpretazione IFRIC 22 in tema di "Transazioni in valuta estera e corrispettivi anticipati" emessa dall'IFRIC in data 8 dicembre 2016, con lo scopo di chiarire il trattamento contabile delle transazioni che includono il pagamento di corrispettivi anticipati in valuta estera;
  • Modifiche allo IAS 40 "Trasferimento degli investimenti immobiliari" emesse dallo IASB in data 8 dicembre 2016, al fine di chiarire il momento del trasferimento di un bene dalla/alla categoria di investimento immobiliare, identificato con il "change in use";
  • Progetti di miglioramento di alcuni IFRS "2014 2016" (IFRS1, IFRS12 e IAS28) emesso dallo IASB l'8 dicembre 2016, con l'obiettivo di fornire alcuni chiarimenti volti a risolvere talune incoerenze o precisazioni di carattere metodologico.
  • Modifiche all'IFRS 4 "Applicazione dell'IFRS9 Strumenti finanziari ai contratti d'assicurazione IFRS4" emesse dallo IASB il 12 settembre 2016, al fine di risolvere per le società che svolgono attività assicurativa le problematiche legate all'applicazione del principio IFRS 9, prima dell'implementazione dello standard che sostituirà l'IFRS 4 sui contratti d'assicurazione;
  • Modifiche al principio IFRS 2 "Chiarimenti e misurazione dei pagamenti basati su azioni" emesse dallo IASB il 20 giugno 2016, che mirano a chiarire i criteri di valutazione e rilevazione da adottare per alcuni tipi di operazioni con pagamento basato su azioni;

  • Modifiche al principio IFRS 15 "Chiarimenti sull'IFRS 15 Ricavi generati dai contratti con la clientela" emesse dallo IASB in data 12 aprile 2016, con le quali vengono forniti alcuni chiarimenti ed espedienti pratici per la transizione al nuovo standard;

  • Modifiche allo IAS 7 "Iniziativa informativa" emesse dallo IASB il 29 gennaio 2016 che mirano a fornire agli utilizzatori del bilancio maggiori informazioni per valutare se le variazioni delle passività per finanziamenti siano da imputare o meno a variazioni di flussi finanziari per cassa;
  • Modifiche allo IAS 12 "Imposte sul reddito" emesse dallo IASB il 19 gennaio 2016 al fine di fornire taluni chiarimenti ed esempi sulla rilevazione delle attività per imposte differite relative a minusvalenze su strumenti di debito misurati al fair value.

Le incertezze sull'utilizzo di stime nella predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato

L'applicazione di alcuni principi contabili implica necessariamente il ricorso a stime ed assunzioni che hanno effetto sui valori delle attività e delle passività iscritti in bilancio, e sull'informativa fornita in merito alle attività e alle passività potenziali.

Le assunzioni alla base delle stime tengono in considerazione tutte le informazioni disponibili alla data di redazione della presente Relazione semestrale, nonché ipotesi considerate ragionevoli alla luce dell'esperienza storica e del particolare momento caratterizzante i mercati finanziari. A tal proposito si evidenzia che la situazione causata dall'attuale crisi economica e finanziaria ha reso necessarie assunzioni riguardanti l'andamento futuro caratterizzate da significativa incertezza.

Proprio in considerazione della situazione di incertezza non si può escludere che le ipotesi assunte, per quanto ragionevoli, possano non trovare conferma nei futuri scenari in cui il Gruppo si troverà ad operare. I risultati che si consuntiveranno in futuro potrebbero pertanto differire dalle stime effettuate ai fini della redazione della presente Relazione semestrale e potrebbero conseguentemente rendersi necessarie rettifiche ad oggi non prevedibili né stimabili rispetto al valore contabile delle attività e delle passività iscritte in bilancio.

Di seguito si elencano i processi di stima considerati maggiormente critici al fine della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria del Gruppo, sia per la materialità dei valori di bilancio impattati dai citati processi sia per l'elevato grado di giudizio richiesto nelle valutazioni che implica il ricorso a stime ed assunzioni da parte della Direzione aziendale:

  • determinazione delle rettifiche di valore dei crediti erogati iscritti nell'attivo patrimoniale;
  • stima delle perdite presunte di valore a fronte di attività immateriali (incluso l'avviamento) e di investimenti partecipativi;
  • determinazione del fair value di attività e passività finanziarie;
  • valutazione relative all'impairment di attività finanziarie disponibili per la vendita;
  • stima delle recuperabilità delle attività fiscali per imposte anticipate;
  • stima dei fondi per rischi e oneri;
  • stima del valore recuperabile degli immobili detenuti a scopo di investimento;
  • stima delle obbligazioni relative ai benefici a favore dei dipendenti.

Determinazione delle rettifiche di valore dei crediti erogati iscritti nell'attivo patrimoniale

I crediti rappresentano una delle poste valutative maggiormente esposte alle scelte effettuate dal Gruppo in materia di erogazione, gestione e monitoraggio del rischio.

Nel dettaglio, il Gruppo gestisce il rischio di inadempimento delle controparti finanziate, seguendo nel continuo l'evoluzione dei rapporti con la clientela al fine di valutarne le capacità di rimborso, sulla base della loro situazione economico-finanziaria. Tale attività di monitoraggio consente di intercettare i segnali di deterioramento dei crediti e conseguentemente di stimare l'ammontare delle rettifiche di valore da rilevare a fronte dei crediti o su base analitica o su base forfettaria, queste ultime calcolate tenuto conto delle probabilità di insolvenza e delle perdite registrate storicamente su crediti aventi caratteristiche omogenee.

Per i crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita viene attuato un processo di valutazione collettiva sulla base di percentuali di perdite costruite su serie storiche, opportunamente corrette per tenere conto delle condizioni correnti alla data di valutazione.

Nella valutazione dei crediti assumono rilievo centrale non solo i dati consuntivi e le informazioni certe esistenti alla data di redazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato, ma altri fattori quali:

  • il contesto di riferimento, a livello macroeconomico e normativo regolamentare, il quale influenza la visione del management in termini di aspettative future e di rigore nel processo valutativo. Tale contesto assume particolare rilievo stante il carattere prolungato dell'attuale crisi economico-finanziaria, che potrebbe comportare un ulteriore deterioramento della clientela debitrice nonché dei valori delle garanzie che assistono i crediti;
  • le risultanze dell'applicazione di modelli di stima dei flussi di cassa che si prevede i singoli debitori (o portafogli di debitori omogenei in termini di rischio) siano in grado di corrispondere al fine di soddisfare, in tutto o in parte, le obbligazioni assunte nei confronti del Gruppo, le stime dei tempi di recupero e le stime del valore di presumibile realizzo degli immobili e delle garanzie collaterali. Nell'ambito di un ventaglio di possibili approcci relativi ai modelli di stima consentiti dai principi contabili internazionali di riferimento, il ricorso ad una metodologia o la selezione di taluni parametri estimativi possono influenzare in modo significativo la valutazione dei crediti. Tali metodologie e parametri sono necessariamente soggetti ad un continuo processo di aggiornamento al fine di meglio rappresentare il valore presumibile di realizzo dell'esposizione creditizia;
  • il mutamento della strategia di recupero di taluni selezionati crediti, assunta dai competenti organi deliberativi, orientata a favorire la recuperabilità mediante la cessione a terzi operatori specializzati.

Va inoltre evidenziato che, come già illustrato nella Relazione intermedia sulla gestione, nel corso del 2016 le due banche dalla cui fusione è originato il Banco BPM S.p.A. (Banco Popolare Soc. Coop. e Banca Popolare di Milano S.c.a r.l.), sono state oggetto, tra l'altro, di attività ispettive da parte della Banca Centrale Europea ("BCE"), aventi per oggetto la gestione del rischio di credito e di controparte ed il sistema di controllo del rischio.

In data 18 maggio 2017, la BCE ha inviato a Banco BPM la lettera contenente le raccomandazioni circa le azioni che l'Organo di Vigilanza si attende vengano poste in essere da Banco BPM in relazione ai rilievi formulati all'esito delle ispezioni che riguardano, tra l'altro, talune carenze, debolezze ed aree di miglioramento, riscontrate nella governance, il sistema dei controlli interni, i processi di gestione, monitoraggio classificazione e valutazione del credito delle due precedenti banche .

Le diverse valutazioni espresse dal team ispettivo della BCE a fronte delle esposizioni oggetto di "credit file review" (quantitative findings) sono state oggetto di attento esame sin dalla redazione dei bilanci al 31 dicembre 2016 delle due banche dalla cui fusione Banco BPM ha tratto origine. Le suddette esposizioni sono state oggetto di attento monitoraggio anche nel corso del primo semestre. Tutte le nuove informazioni ed eventi intervenuti nel corso del semestre sono stati tenuti in debita considerazione nell'aggiornamento delle valutazioni effettuate ai fini della redazione della presente Relazione Finanziaria Semestrale.

La BCE ha espresso anche delle raccomandazioni di tipo qualitativo sui processi adottati dalle precedenti banche nella classificazione e valutazione dei crediti. A fronte di tali raccomandazioni Banco BPM ha predisposto uno specifico piano d'azione finalizzato a porre in essere gli interventi correttivi richiesti dall'Organo di Vigilanza che è già stato sottoposto a quest'ultimo ed è attualmente in corso di realizzazione; il completamento e l'implementazione operativa dello stesso sono previsti entro il corrente anno.

Alla luce di quanto sopra esposto, si evidenzia che l'implementazione degli interventi correttivi raccomandati ed alla data non ancora realizzati e delle conseguenti procedure e politiche in materia di classificazione e valutazione del credito, inclusi eventuali nuovi criteri di monitoraggio o differenti metodologie, parametri, assunzioni nel processo di stima del valore recuperabile delle esposizioni creditizie, influenzati peraltro anche dalle possibili strategie alternative poste in essere per il recupero delle stesse, potrebbe determinare valutazioni differenti rispetto a quelle condotte ai fini della redazione dei Prospetti contabili al 30 giugno 2017.

Stima delle perdite presunte di valore a fronte di attività immateriali (incluso l'avviamento) e di investimenti partecipativi

Ai sensi dello IAS 36, tutte le attività immateriali a vita utile indefinita devono essere sottoposte almeno annualmente al test di impairment, al fine di verificarne la recuperabilità del valore. In aggiunta, il principio stabilisce che il calcolo di dettaglio annuo possa essere considerato valido ai fini delle successive valutazioni, purché sia considerata remota la probabilità che il valore recuperabile delle attività immateriali sia inferiore rispetto al valore contabile. Tale giudizio può basarsi sull'analisi dei fatti intervenuti e delle circostanze modificatesi successivamente al più recente test di impairment annuale.

Sulla base delle disposizioni contenute nel citato principio, il Gruppo Banco BPM ha scelto di effettuare una verifica di impairment delle attività immateriali a vita utile indefinita con riferimento al 31 dicembre di ogni anno. Al 30 giugno 2017, le attività immateriali a vita indefinita del Gruppo ammontano a 1.332 milioni e sono rappresentate per 1.110 milioni da avviamenti e per 222 milioni da marchi. Le suddette attività immateriali risultano allocate per 838 milioni sulla Cash Generation Unit (CGU) "Rete Commerciale", per 418 milioni sulla CGU "Private & Investment Banking", per 51 milioni sulla CGU "Bancassurance Protezione" e per 25 milioni sulla CGU "Bancassurance Vita". Nel corso del periodo non è intervenuta alcuna variazione nelle CGU indicate che esprimono pertanto valori allineati a quelli residui al 31 dicembre 2016.

Ai fini della presente Relazione finanziaria semestrale è stata condotta una ricognizione volta ad identificare l'eventuale esistenza di ulteriori indicatori di impairment rispetto a quelli già considerati ai fini del test condotto al 31 dicembre 2016, da parte dell'ex Gruppo Banco Popolare, a cui facevano riferimento le attività in esame. In particolare, al 30 giugno 2017 si osserva un incremento del costo del capitale, determinato in base al metodo del Capital Asset Pricing Model (CAPM) ed utilizzato al fine dell'attualizzazione dei flussi finanziari delle CGU, rispetto al 31 dicembre 2016, come di seguito dettagliato:

  • CGU "Rete Commerciale": il costo del capitale si attesta all'8,25% rispetto al 7,84% del 31 dicembre 2016;
  • CGU "Private & Investment Banking": il costo del capitale si attesta all'8,05% rispetto al 7,66% del 31 dicembre 2016;
  • CGU "Bancassurance Protezione" e "Bancassurance Vita": il costo del capitale si attesta al 7,81% rispetto al 7,46% del 31 dicembre 2016.

Detto incremento è imputabile alla componente priva di rischio, determinata in base alla media di un anno dei rendimento dei titoli di stato italiani BTP a 10 anni, che ha segnato nel semestre un incremento di 34 punti percentuali.

A fronte dell'evoluzione intervenuta nel costo del capitale, che a parità di tutte le altre condizioni influenzerebbe negativamente il test di impairment, si contrappone, per le CGU "Rete Commerciale" e "Private & Investment Banking", un effetto positivo conseguente alla riduzione del livello patrimoniale mimino, in termini di Common Equity Tier 1 (CET 1), che il Gruppo Banco BPM è tenuto a rispettare in via continuativa; in data 24 febbraio 2017 la Banca Centrale Europea ha infatti comunicato la propria definitiva decisione riguardante i ratio patrimoniali minimi per il Gruppo Banco BPM che fissa nell'8,15% il livello target del CET 1. Ai fini del test di impairment al 31 dicembre 2016, non essendo ancora pervenuta la citata decisione, si era invece utilizzato un target CET 1 del 9,55%, corrispondente all'ultima Capital Decision comunicata dalla BCE per l'ex Gruppo Banco Popolare.

In base alla ricognizione sopra illustrata, tenuto conto dell'analisi di sensitività al 31 dicembre 2016, non sono emerse evidenze giudicate tali da richiedere la conduzione anticipata di un nuovo test di impairment; non si è conseguentemente proceduto ad un aggiornamento della stima del valore recuperabile delle attività immateriali a vita indefinita.

Si evidenzia che la valutazione dell'esistenza o meno di effettive indicazioni di impairment, soprattutto in uno scenario economico e di mercato turbolento come quello attuale, costituisce un esercizio particolarmente difficile che comporta un elevato grado di giudizio e che implica il ricorso a stime ed assunzioni, con particolare riferimento allo sviluppo dei flussi di cassa delle CGU ed ai relativi tassi di attualizzazione, che potrebbero dover essere modificate in futuro alla luce delle informazioni che si renderanno disponibili o di evoluzioni non prevedibili alla data di redazione della presente Relazione. Nel corso del secondo semestre il Gruppo effettuerà un continuo monitoraggio al fine di cogliere eventuali fatti e circostanze che possano mettere in mettere in dubbio la recuperabilità dei valori contabili; od ogni modo, la verifica di impairment verrà formalmente condotta in occasione della redazione del bilancio al 31 dicembre 2017.

Per quanto concerne gli investimenti partecipativi si evidenzia che l'eventuale indisponibilità, alla data di redazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato, di situazioni patrimoniali ed economiche delle partecipate e dei loro piani industriali previsionali aggiornati potrebbe introdurre ulteriori elementi di incertezza nell'ambito del processo di valutazione del valore delle partecipazioni. In tali circostanze non si può quindi escludere che il valore attribuito alle partecipazioni, sulla base delle informazioni disponibili, possa eventualmente differire da successive valutazioni formulate alla luce di diversi elementi informativi disponibili.

Determinazione del fair value di attività e passività finanziarie

In presenza di strumenti finanziari non quotati su mercati attivi o di strumenti illiquidi e complessi si rende necessario attivare adeguati processi valutativi caratterizzati da una certa componente di giudizio in merito alla scelta dei modelli di valutazione e dei relativi parametri di input, che potrebbero talvolta non essere osservabili sul mercato.

Margini di soggettività esistono nella valutazione in merito all'osservabilità o meno di taluni parametri e nella conseguente classificazione in corrispondenza dei livelli di gerarchia dei fair value.

Per l'informativa qualitativa e quantitativa sulle modalità di determinazione del fair value per gli strumenti misurati in bilancio al fair value e per quelli valutati al costo ammortizzato, si rimanda a quanto contenuto nella successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value"

Valutazione relativa all'impairment di attività finanziarie disponibili per la vendita

Per le attività finanziarie disponibili per la vendita un elemento critico è rappresentato dall'individuazione di obiettive evidenze di perdita, in presenza delle quali si rende necessario rilevare la riduzione del fair value in contropartita del conto economico, anziché della specifica riserva di patrimonio netto. Per i titoli di capitale e gli investimenti in fondi e in veicoli di investimento assimilabili, la policy approvata dal Gruppo prevede delle soglie parametriche connesse al carattere significativo o perdurante della riduzione del fair value, al superamento delle quali risulta necessario rilevare una perdita a conto economico, salvo circostanze eccezionali e motivate.

Stima della recuperabilità delle attività fiscali per imposte anticipate

Il Gruppo presenta tra le proprie attività patrimoniali significative attività fiscali per imposte anticipate principalmente derivanti da differenze temporanee tra la data di iscrizione nel conto economico di determinati costi aziendali e la data nella quale i medesimi costi potranno essere dedotti nonché derivanti da perdite fiscali riportabili a nuovo. L'iscrizione di tali attività ed il successivo mantenimento in bilancio presuppone un giudizio di probabilità in merito al recupero delle stesse. Tale giudizio di recuperabilità è peraltro fondato sulle disposizioni normative fiscali vigenti alla data di redazione della presente relazione. Tali disposizioni consentono per le attività per imposte anticipate che rispondono ai requisiti richiesti dalla Legge 22 dicembre 2011, n. 214 la trasformazione in crediti di imposta nell'ipotesi di rilevazione di una "perdita civilistica", di una "perdita fiscale" ai fini IRES e di un "valore della produzione netto negativo" ai fini IRAP, rendendo quindi certo il loro recupero a prescindere dalla capacità di generare una redditività futura. Con riferimento alle attività per imposte anticipate derivanti da perdite fiscali IRES, la normativa in vigore ne consente il riporto a nuovo senza alcuna limitazione temporale. Per tali attività per imposte anticipate e per le residue attività derivanti da differenze temporanee diverse da quelle precedentemente citate, il giudizio di probabilità è fondato sulle previsioni reddituali desumibili sulla base dei piani strategici e previsionali approvati.

Al riguardo si deve sottolineare che la verifica sulla recuperabilità dei valori di iscrizione delle attività fiscali per imposte anticipate è una valutazione che richiede rilevanti elementi di giudizio.

La recuperabilità potrebbe inoltre risultare negativamente influenzata da circostanze non prevedibili allo stato attuale, quali modifiche nella normativa fiscale vigente o mutamenti nello scenario macroeconomico e di mercato tali da richiedere un aggiornamento delle proiezioni reddituali assunte a riferimento per la stima dei redditi imponibili futuri. Per tale motivo, la recuperabilità delle DTA non trasformabili in crediti d'imposta è oggetto di costante monitoraggio in relazione all'evoluzione della normativa fiscale e dei risultati conseguiti, che potranno risultare negativamente influenzati dallo scenario economico e di mercato.

Stima dei fondi per rischi e oneri

Le società facenti parte del Gruppo sono soggetti passivi in una vasta tipologia di cause legali e contenziosi fiscali e sono altresì esposte a numerose tipologie di passività potenziali. La complessità delle situazioni ed operazioni societarie che sono alla base dei contenziosi in essere, unitamente alle problematiche interpretative riguardanti la legislazione applicabile, richiedono significativi elementi di giudizio nella stima delle passività che potranno emergere al momento della definizione delle liti pendenti. Le difficoltà di valutazione interessano sia l'an sia il quantum nonché i tempi di eventuale manifestazione della passività, e risultano particolarmente evidenti qualora il procedimento avviato sia nella fase iniziale e/o sia in corso la relativa istruttoria. La peculiarità dell'oggetto del contendere e la conseguente assenza di giurisprudenza riferita a vertenze paragonabili, nonché i diversi orientamenti espressi dagli organi giudicanti, sia ai vari livelli del procedimento contenzioso, sia da organi del medesimo livello a distanza di tempo, rendono difficile la valutazione delle passività potenziali anche qualora siano disponibili le sentenze provvisorie emesse a seguito dei primi gradi di giudizio. L'esperienza storica dimostra che in diversi casi le decisioni assunte dai giudici nei primi gradi di giudizio sono state completamente sovvertite nei giudizi di appello o di cassazione e ciò sia a favore che a sfavore delle società del Gruppo. In tale contesto la classificazione delle passività potenziali e la conseguente valutazione degli accantonamenti necessari è basata su elementi di giudizio non oggettivi e che richiedono il ricorso a procedimenti di stima talvolta estremamente complessi. Non si può quindi escludere che a seguito dell'emissione delle sentenze definitive gli accantonamenti ai fondi rischi ed oneri stanziati a fronte delle passività potenziali connesse alle vertenze legali e fiscali possano rivelarsi carenti od eccedenti.

Stima del valore recuperabile degli investimenti immobiliari a scopo di investimento

Il Gruppo detiene proprietà immobiliari a scopo di investimento, derivanti principalmente da immobili ritirati a seguito della chiusura originaria della posizione creditoria (cosiddetto "datio in solutum") o di un accordo transattivo a chiusura di una vertenza. Per tali attività, in presenza di indicatori potenzialmente espressivi di una perdita di valore, si rende necessario determinare il valore recuperabile, procedendo alla rilevazione di una svalutazione, qualora detto valore dovesse risultare inferiore rispetto al valore contabile. La stima del valore recuperabile, condotta mediante perizie esterne, risente di una inevitabile componente di soggettività in alcune circostanze amplificata dalle caratteristiche peculiari di ciascun immobile. Al riguardo si segnala che le difficoltà correlate a detto processo di stima risultano particolarmente evidenti nell'attuale scenario del mercato immobiliare italiano, mercato di riferimento per la quasi totalità delle proprietà del Gruppo. In prospettiva non si può pertanto escludere l'eventualità di un'ulteriore riduzione del valore recuperabile qualora la crisi del settore immobiliare dovesse acuirsi rispetto alla situazione esistente alla data di riferimento delle perizie.

Stima delle obbligazioni relative ai benefici a favore dei dipendenti

La determinazione delle passività associate ai benefici a favore dei dipendenti, con particolare riferimento ai piani a benefici definiti ed ai benefici a lungo termine, implica un certo grado di complessità; le risultanze della valutazione dipendono, in larga misura, dalle ipotesi attuariali utilizzate di natura sia demografica (quali tassi di mortalità e di turnover dei dipendenti) sia finanziaria (quali tassi di attualizzazione e tassi di inflazione). Risulta pertanto fondamentale il giudizio espresso dal management nella selezione delle basi tecniche più opportune per la valutazione della fattispecie, che risulta influenzato dal contesto socio economico in cui il Gruppo si trova ad operare, nonché dall'andamento dei mercati finanziari.

L'elenco dei processi valutativi sopra indicati viene fornito al solo fine di consentire al lettore una migliore comprensione delle principali aree di incertezza, ma non è inteso in alcun modo a suggerire che assunzioni alternative, allo stato attuale, possano essere più appropriate. In aggiunta, le valutazioni sono formulate sulla base del presupposto della continuità aziendale: gli amministratori, infatti, non hanno rilevato nell'andamento operativo e nell'evoluzione della situazione patrimoniale e finanziaria elementi tali da mettere in dubbio la capacità delle imprese del Gruppo di poter continuare ad operare normalmente.

Di seguito si elencano le principali ipotesi attuariali utilizzate dal Gruppo al 30 giugno 2017, confrontate con quelle utilizzate dai due gruppi partecipanti alla fusione ai fini della determinazione dei saldi comparativi delle passività per benefici ai dipendenti al 31 dicembre 2016 per l'ex Gruppo Banco Popolare e dei saldi delle medesima passività riferite all'ex Gruppo BPM, rilevate in sede di aggregazione aziendale (1° gennaio 2017):

Ipotesi demografiche
30/06/2017: IPS55 Base demografica per le assicurazioni di rendita
Tasso di mortalità dei dipendenti 31/12/2016: IPS55 Base demografica per le assicurazioni di rendita
Frequenze ed ammontare delle 30/06/2017; 1,5%
anticipazioni di TFR 31/12/2016: fino all'1,5%
30/06/2017; 1,0%
Frequenze del turnover 31/12/2016: 1,0%-3,5%
Ipotesi finanziarie
Tasso annuo di attualizzazione (*) 30/06/2017: indice Iboxx Euro Corporate AA, con riferimento temporale corrispondente alla
durata media dei piani a benefici definiti (previdenza, TFR e premi di anzianità)
31/12/2016: indice Iboxx Euro Corporate AA, con riferimento temporale corrispondente alla
durata media dei piani a benefici definiti (previdenza, TFR e premi di anzianità)
Tasso annuo di inflazione 30/06/2017: 1,50%
31/12/2016: 1,50%

(*) Al 30 giugno 2017 l'indice Iboxx Euro Corporate AA 7-10 anni è pari all'1,08% (0,99% al 31 dicembre 2016), l'indice Iboxx Euro Corporate AA 10+ è pari all'1,67% (1,31% al 31 dicembre 2016)

Aspetti rilevanti ai fini delle politiche contabili di Gruppo

Canone per la garanzia della trasformabilità delle DTA - evoluzioni normative al Decreto Legge n. 59/2016

Si ricorda che l'articolo 11 del D.L. n. 59 del 3 maggio 2016, convertito con modificazioni dalla L. n. 119 del 30 giugno 2016, ha introdotto un regime opzionale, in virtù del quale la garanzia sulla trasformabilità in crediti di imposta delle attività fiscali per imposte anticipate (DTA – Deferred Tax Asset) che rispondono ai requisiti richiesti dalla Legge 22 dicembre 2011, n. 214 risulta subordinata al pagamento di un canone, dovuto per gli esercizi a partire dal 31 dicembre 2015 fino al 31 dicembre 2029, da determinarsi annualmente. L'esercizio di tale opzione è considerato irrevocabile.

Più in dettaglio, il canone annuale da versare per assicurare la convertibilità delle suddette attività per imposte anticipate in crediti d'imposta deve essere determinato annualmente applicando l'aliquota dell'1,5% ad una "base" ottenuta sommando alla differenza tra le attività per imposte anticipate trasformabili iscritte nel bilancio dell'esercizio di riferimento e le corrispondenti attività per imposte anticipate iscritte nel bilancio 2007, l'importo delle trasformazioni delle stesse attività per imposte anticipate operate dal 2008 fino all'esercizio di riferimento, e sottraendo le imposte previste dal Decreto e versate con riferimento ai predetti periodi di imposta (base detta anche "DTA di tipo 2"). I canoni sono deducibili sia ai fini IRES che ai fini IRAP nell'esercizio in cui vengono pagati.

Al riguardo si precisa che per l'esercizio 2016 i due gruppi partecipanti alla fusione avevano esercitato l'opzione mediante il versamento del canone, effettuato entro il 31 luglio 2016, dell'onere riferito all'esercizio 2015, per un ammontare complessivo pari a 27,2 milioni, interamente addebitato nel secondo trimestre del 2016.

In data 21 febbraio 2017 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la legge di conversione (L. 17 febbraio 2017, n. 15) del Decreto Legge Salva Risparmio; nel dettaglio, l'art. 26 bis, comma 4, ha modificato l'articolo 11 del D. L. 59/2016, posticipando il periodo per il quale è dovuto il canone anno che è ora stabilito con partenza dal 31 dicembre 2016 fino al 31 dicembre 2030. In virtù delle nuove disposizioni normative, la voce di conto economico "180. b) Altre spese amministrative" del primo semestre del 2017 accoglie il provento conseguente allo storno del canone "straordinario" di competenza del 2015 e rilevato nel bilancio 2016 da parte dell'ex Gruppo Banco Popolare (pari a 27,2 milioni).

La citata voce accoglie altresì il canone di competenza del primo semestre 2017, stimato pari a 13,4 milioni.

Operazioni TLTRO II – "Targeted Longer Term Refinancing Operations"

Al 30 giugno 2017 le operazioni di raccolta da BCE, interamente costituite dai finanziamenti TLTRO II, ammontano a 21,4 miliardi, di cui 15 miliardi relativi alla capogruppo Banco BPM e 6,4 miliardi alla controllata BPM S.p.A..

Per ciascuna operazione TLTRO II, avente scadenza fissa di quattro anni dal momento dell'erogazione (avvenuta in base a quattro aste trimestrali a partire da giugno 2016), il tasso di riferimento è quello applicato alle operazioni di rifinanziamento principale alla data di ciascuna aggiudicazione, pari allo zero. E' tuttavia prevista la possibilità di beneficiare del più favorevole tasso di interesse sui depositi presso la BCE, nella misura massima dello 0,4%, qualora, nel periodo dal 1° febbraio 2016 al 31 gennaio 2018, i prestiti netti idonei dovessero superare di almeno il 2,5% un determinato livello benchmark.

Al 30 giugno 2017, tenuto conto del raggiungimento da parte sia di Banco BPM sia di BPM S.p.A. del target fissato al 31 gennaio 2018 e dell'esistenza di un piano volto al mantenimento di tale risultato, si è proceduto ad accertare gli interessi del finanziamento prendendo come riferimento il tasso di interesse negativo dello 0,4%, in base al criterio del costo ammortizzato previsto dal principio contabile IAS 39, ritenuto applicabile per l'operazione della specie.

Al riguardo si precisa che gli interessi così accertati nel corso del primo semestre del 2017 ammontano complessivamente a 71,7 milioni e si riferiscono per 31,7 milioni a competenze non rilevate nel bilancio dell'esercizio precedente (di cui 7 milioni relativi all'ex Gruppo BPM), non sussistendo alla data di redazione di tale bilancio elementi chiari e sostenibili per poter supportare la probabilità di conseguimento del beneficio potenziale.

Contribuzioni ai sistemi di garanzia dei depositi e a meccanismi di risoluzione

Con le Direttive 2014/49/UE (Deposit Guarantee Schemes Directive –"DGSD") del 16 aprile 2014 e 2014/59/UE (Bank Recovery and Resolution Directive – "BRRD") del 15 maggio 2014 e l'istituzione del Meccanismo di Risoluzione Unico (Regolamento UE n. 806/2014 del 15 luglio 2014), il legislatore europeo ha impresso modifiche significative alla disciplina delle crisi bancarie, con l'obiettivo strategico di rafforzare il mercato unico e la stabilità sistemica. A seguito del recepimento di tali direttive nell'ordinamento nazionale, a partire dall'esercizio 2015, gli enti creditizi sono obbligati a fornire le risorse finanziarie necessarie per il finanziamento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e del Fondo di Risoluzione Nazionale (confluito nel Fondo di Risoluzione Unico (FRU), a partire dall'esercizio 2016), tramite il versamento di contributi ordinari e di eventuali contributi straordinari.

In ottemperanza alla direttiva DGSD, il FITD ha previsto che le banche italiane debbano versare contributi ordinari annuali fino al raggiungimento del livello obiettivo, pari allo 0,8% del totale dei depositi protetti delle banche italiane aderenti al FITD. Tale livello deve essere raggiunto obbligatoriamente entro il 3 luglio 2024. L'entità del contributo richiesto alla singola banca è commisurato alla consistenza dei propri depositi protetti esistenti alla data del 30 settembre di ogni anno rispetto al totale dei depositi protetti delle banche italiane aderenti al FITD e del grado di rischio relativo alla banca consorziata avente depositi protetti rispetto al grado di rischio di tutte le altre banche aderenti al FITD.

Secondo quanto previsto dalla BRRD, le banche italiane devono versare contributi ordinari annuali fino a dotare il FRU di risorse finanziarie almeno pari all'1% del totale dei depositi protetti di tutti gli enti creditizi autorizzati in tutti gli Stati membri partecipanti. Tale livello deve essere raggiunto obbligatoriamente entro il 1° gennaio 2024. I contributi di ciascun ente sono calcolati in funzione del rapporto tra l'ammontare delle proprie passività (al netto dei depositi protetti e dei fondi propri e, per gli enti appartenenti ad un gruppo, al netto delle passività infragruppo) rispetto al totale del passivo (al netto dei depositi protetti e dei fondi propri) delle banche italiane e del grado di rischio relativo a ciascun ente creditizio rispetto al grado di rischio di tutte le altre banche italiane.

Si evidenzia che qualora i mezzi finanziari disponibili del FITD e/o del FRU non dovessero risultare sufficienti, rispettivamente per garantire il rimborso ai depositanti o per finanziare la risoluzione, è previsto che gli enti creditizi debbano provvedere mediante versamento di contributi straordinari.

La contribuzione ordinaria è oggetto di rilevazione nella voce "180. b) Altre spese amministrative" in applicazione dell'interpretazione IFRIC 21 "Tributi", in base alla quale la passività relativa al pagamento di un tributo - le contribuzioni in esame sono state considerate assimilabili ad un tributo sotto il profilo contabile - nasce nel momento in cui si verifica il cosiddetto "fatto vincolante", ossia nel momento in cui sorge l'obbligazione al pagamento della quota annuale. Per la contribuzione in oggetto, il momento dell'insorgenza del "fatto vincolante" è stato individuato nel primo trimestre per il FRU e nel terzo trimestre per il FITD.

Nel dettaglio, la contribuzione ordinaria al FRU per l'esercizio 2017 ammonta a 62,4 milioni, interamente addebitata nel conto economico del primo trimestre; detta contribuzione è stata integralmente versata per "cassa", in quanto il Gruppo non si è avvalso della facoltà di versare la quota del 15% mediante impegni irrevocabili di pagamento collateralizzati (cosiddetti "Irrevocable Payment Committments").

Riassetto del "Bancassurance" – impatti connessi alla disdetta degli accordi distributivi ed all'esercizio delle opzioni previste dai patti parasociali

Come descritto nella sezione dedicata ai "Fatti di rilievo del periodo" contenuta nella Relazione intermedia sulla gestione, a cui si rimanda per ulteriori dettagli, nel corso del semestre il Gruppo Banco BPM ha intrapreso il processo di riassetto del settore Bancassurance, che ha preso avvio dal mancato rinnovo degli accordi distributivi, in scadenza al 31 dicembre 2017, con il gruppo Unipol (ramo vita), a seguito della disdetta pervenuta da Popolare Vita, e dalla conseguente disdetta, da parte di Banco BPM, degli accordi con il gruppo Aviva (ramo protezione).

In particolare, la partnership con il Gruppo Unipol prevedeva la fornitura di prodotti vita del Gruppo Unipol in esclusiva alle reti del Gruppo Banco BPM per il tramite della società Popolare Vita, posseduta da UnipolSai Assicurazione (Gruppo Unipol) per il 50% +1 delle azioni e per la restante quota da Banco BPM. Nel dettaglio, in base alle clausole contenute nel patto parasociale sottoscritto in data 7 settembre 2007, tra l'ex Banco Popolare (oggi Banco BPM) e FondiariaSai (oggi UnipolSai Assicurazione), a seguito del mancato rinnovo dell'accordo distributivo, UnipolSai Assicurazioni ha comunicato l'esercizio dell'opzione di vendita (opzione Put) a Banco BPM della propria quota di capitale detenuta in Popolare Vita. In virtù del citato patto, la determinazione del prezzo di esercizio dell'opzione è disciplinata da una specifica procedura/metodologia che demanda la definizione del corrispettivo a due esperti indipendenti (una banca d'affari o una primaria società di revisione e un esperto attuariale) individuati all'interno di una rosa di candidati, salvo diverso futuro accordo tra le parti. Al riguardo si deve precisare che, sempre fatti salvi eventuali diversi futuri accordi tra le parti, l'opzione put potrà considerarsi efficace solo dopo il 31 dicembre 2017; l'accertamento della condizioni di underperformance alla quale il patto parasociale subordina l'efficacia dell'opzione Put - volume dei premi inferiore del 20% rispetto al valore previsto nel Business Plan - potrà infatti essere accertata solo con l'approvazione del bilancio 2017 di Popolare Vita.

Con riferimento agli accordi con il Gruppo Aviva, si segnala che in data 29 giugno 2017 Banco BPM ha deliberato e comunicato ad Avipop Assicurazioni e Avipop Vita (controllata al 100% da Avipop Assicurazioni) la disdetta dell'accordo distributivo dei prodotti assicurativi collocati in esclusiva presso le reti del Gruppo Banco BPM. Nel dettaglio, Avipop Assicurazioni è una compagnia assicurativa posseduta da Aviva Italia Holding (Gruppo Aviva) per il 50% + 1 delle azioni e per la restante quota da Banco BPM. Sulla base di quanto previsto nel patto parasociale sottoscritto in data 14 dicembre 2007 tra l'ex Banco Popolare (ora Banco BPM) e Aviva Italia Holding, quest'ultima potrà esercitare un'opzione di vendita dell'intera quota dalla stessa detenuta in Avipop Assicurazioni; nel dettaglio, l'esercizio dell'opzione, non ancora comunicato alla data di redazione della presente relazione, potrà avvenire entro il 31 agosto 2017. Come nel caso della partnership nel ramo vita, gli accordi demandano la definizione del prezzo a due esperti indipendenti (una banca d'affari o una primaria società di revisione e un esperto attuariale) individuati all'interno di una rosa di candidati sulla base di criteri e metodologie concordate; anche in questo caso nulla esclude la possibilità per le parti di definire di comune accordo il prezzo di esercizio dell'opzione put.

Alla luce di quanto in precedenza descritto, le analisi svolte hanno portato a ritenere che, ai fini della redazione della presente relazione finanziaria semestrale, gli investimenti partecipativi in Popolare Vita e Avipop Assicurazioni continuino a configurarsi di collegamento, ai sensi del principio contabile IAS 28. In aggiunta, tenuto conto che il valore di compravendita verrebbe determinato da un esperto indipendente sulla base della metodologia corrente di mercato specificata negli accordi parasociali, nessun impatto economico deve essere rilevato a fronte dell'esercizio opzione Put, in linea peraltro con il trattamento contabile operato durante la vita del contratto di opzione.

Con riferimento al patrimonio di vigilanza, si è invece ritenuto che i fatti intervenuti nel periodo, conseguenti alla disdetta degli accordi distributivi, siano tali da comportare un incremento degli elementi da dedurre dal "CET1 capital"; l'opzione Put esercitata per Popolare Vita e quella divenuta esercitabile per Avipop Assicurazione sono infatti assimilabili ad un'esposizione sintetica nei confronti di soggetti del settore finanziario, quantificabile in base alla migliore stima disponibile del prezzo di esercizio.

Da ultimo si deve segnalare che l'effettivo trasferimento delle quote partecipative conseguenti all'esercizio delle sopramenzionate opzioni è subordinato al rilascio delle autorizzazioni da parte delle competenti autorità.

Nuova modalità di esposizione in bilancio dei crediti in sofferenza vantati nei confronti di debitori assoggettati a procedure concorsuali

A seguito del perfezionamento dell'operazione di fusione propria tra l'ex Gruppo Banco Popolare e l'ex Gruppo BPM, che ha dato origine al Banco BPM S.p.A., si è reso necessario individuare una politica contabile omogenea a livello di Gruppo per la rilevazione delle rettifiche di valore su crediti nei confronti di debitori assoggettati a procedure concorsuali (ad esempio, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo, amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi).

Al riguardo si deve infatti precisare che i due gruppi partecipanti alla fusione adottavano differenti modalità di rilevazione contabile.

Nel dettaglio, come illustrato, nel bilancio al 31 dicembre 2016 dell'ex Gruppo Banco Popolare, la politica contabile adottata da tale gruppo prevedeva che, a partire dall'avvio di una procedura concorsuale, la quota parte del credito a sofferenza corrispondente ai fondi rettificativi rilevati in contabilità fosse oggetto di cancellazione (cosiddetto "stralcio"). La prassi di stralcio dei crediti in sofferenza originava dall'esigenza di garantire un immediato riscontro contabile delle perdite relative ai crediti assoggettati a procedura concorsuale, in ragione del diverso trattamento fiscale delle perdite su crediti rispetto alle svalutazioni dei crediti previsto dalla normativa in essere antecedentemente all'entrata in vigore della Legge 6 agosto 2015, n. 132. La citata prassi era quindi da intendersi come esatta alternativa rispetto al mantenimento del credito in bilancio e l'iscrizione di un corrispondente fondo rettificativo, non volendo esprimere in alcun modo una differente probabilità di recupero dell'esposizione.

In relazione all'esigenza di armonizzare le politiche contabili dei due gruppi partecipanti alla fusione, Banco BPM ha quindi deciso di adottare una rappresentazione contabile in base alla quale i crediti in sofferenza sono esposti al lordo delle cancellazioni in essere al 31 dicembre 2016 riferite all'ex Banco Popolare, in contropartita di un corrispondente incremento dei fondi rettificativi (la "nuova modalità espositiva"). Assumendo a riferimento la data del 30 giugno 2017, tale decisione ha comportato un incremento dell'esposizione lorda e dei relativi fondi rettificativi per un ammontare residuo pari a 3,2 miliardi. Rispetto alle cancellazioni in essere al 31 dicembre 2016 dell'ex Banco Popolare, che ammontavano a 4,7 miliardi, la riduzione intervenuta nel semestre (1,5 miliardi) è imputabile alle posizioni estinte anche a seguito di operazioni di cessione, nonché a nuove cancellazioni rilevate a partire dal primo trimestre adottando alcuni criteri forfettari nelle more di procedere alla definizione di una specifica policy di write-off coerente con le indicazioni contenute nella NPL Guidance emanata dalla BCE a marzo 2017.

In relazione a quanto sopra illustrato, ai fini dell'informativa contenuta nella presente relazione semestrale sulla qualità del credito, il valore dell'esposizione lorda e quello delle rettifiche di valore al 30 giugno 2017 sono quelli risultanti dalla contabilità a seguito dell'adozione della "nuova modalità espositiva" descritta.

Area e metodi di consolidamento

(A) Società controllate

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato comprende le risultanze patrimoniali ed economiche della Capogruppo Banco BPM S.p.A. e delle sue entità controllate dirette e indirette, incluse le entità strutturate, ai sensi di quanto previsto dal principio contabile IFRS 10. In base al citato principio, il requisito del controllo è alla base del consolidamento di tutti i tipi di entità, incluse le entità strutturate, e si realizza quando un investitore ha contemporaneamente:

  • il potere di decidere sulle attività rilevanti dell'entità;
  • è esposto o beneficia dei rendimenti variabili derivanti dal rapporto con l'entità;
  • ha la capacità di esercitare il proprio potere per incidere sull'ammontare dei suoi rendimenti (collegamento tra potere e rendimenti).

L'IFRS 10 stabilisce quindi che, per detenere il controllo l'investitore deve avere la capacità di dirigere le attività rilevanti dell'entità, per effetto di un diritto giuridico o per una mera situazione di fatto, ed essere altresì esposto alla variabilità dei risultati che derivano da tale potere.

Il Gruppo consolida pertanto tutti i tipi di entità quando tutti e tre gli elementi del controllo risultano essere presenti.

Generalmente, quando un'entità è diretta per il tramite dei diritti di voto, il controllo deriva dalla detenzione di più della metà dei diritti di voto.

Negli altri casi, la determinazione dell'area di consolidamento richiede di considerare tutti i fattori e le circostanze che conferiscono all'investitore la capacità pratica di condurre unilateralmente le attività rilevanti dell'entità (controllo di fatto). A tal fine risulta necessario considerare un insieme di fattori, quali, a mero titolo di esempio:

  • lo scopo ed il disegno dell'entità;
  • l'individuazione delle attività rilevanti e di come sono gestite;
  • qualsiasi diritto detenuto tramite accordi contrattuali che attribuiscono il potere di governare le attività rilevanti, quali il potere di determinare le politiche finanziarie e gestionali dell'entità, il potere di esercitare la maggioranza dei diritti di voto nell'organo deliberativo o il potere di nominare o di rimuovere la maggioranza dell'organo con funzioni deliberative;
  • eventuali diritti di voto potenziali esercitabili e considerati sostanziali;
  • coinvolgimento nell'entità nel ruolo di agente o di principale;
  • la natura e la dispersione di eventuali diritti detenuti da altri investitori.

Di seguito si forniscono considerazioni di maggiore dettaglio sul perimetro delle entità controllate in via esclusiva al 30 giugno 2017, separatamente tra le società governate attraverso diritti di voto e le entità strutturate.

Società governate mediante diritti di voto

Con riferimento alla situazione del Gruppo esistente al 30 giugno 2017, sono considerate controllate in via esclusiva tutte le società di cui si detiene la maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria, in quanto non sono state individuate evidenze che altri investitori abbiano la capacità pratica di dirigere le attività rilevanti.

Per le società di cui si possiede la metà o una quota inferiore dei diritti di voto, al 30 giugno 2017 non è stato individuato alcun accordo, clausola statutaria, situazione in grado di attribuire al Gruppo la capacità pratica di governare unilateralmente le attività rilevanti.

Entità strutturate consolidate

Il controllo delle entità strutturate, ossia delle entità per le quali i diritti di voto non sono considerati rilevanti per stabilire il controllo, è ritenuto esistere laddove il Gruppo disponga dei diritti contrattuali di gestire le attività rilevanti dell'entità e risulti esposto ai rendimenti variabili delle stesse. Su tali basi, le entità strutturate consolidate identificate dal Gruppo sono rappresentate dalle Società veicolo di operazioni di cartolarizzazione e dai Fondi comuni di investimento.

Società veicolo di operazioni di cartolarizzazione

Per le società veicolo di operazioni di cartolarizzazione, gli elementi ritenuti rilevanti ai fini dell'identificazione del controllo e quindi della necessità di un eventuale consolidamento sono rappresentati da:

  • lo scopo di tali veicoli;
  • l'esposizione ai risultati dell'operazione;
  • la capacità di strutturare le operazioni e di dirigere le attività rilevanti e assumere le decisioni critiche per mezzo di contratti di servicing;
  • l'abilità di disporre della loro liquidazione.

Fondi comuni di investimento

Per i fondi comuni di investimento, al fine di stabilire l'esistenza o meno del controllo, il Gruppo considera tutti i fatti e le circostanze per determinare se stia agendo in qualità di "agente" o di "principale". Si ritiene che il Gruppo agisca in veste di "principale", e quindi controlli e debba consolidare i fondi, qualora siano verificate contemporaneamente le seguenti condizioni:

  • agisca come gestore del fondo e non siano stati identificati diritti sostanziali di destituzione da parte di altri investitori;
  • abbia un'esposizione ai rendimenti variabili del fondo, attraverso la detenzione diretta di quote significative, in aggiunta a qualsiasi altra forma di esposizione al rischio correlato ai risultati economici del fondo (quali commissioni di gestione e di performance);
  • sia in grado di influenzare tali rendimenti attraverso l'esercizio del potere, trattandosi del gestore del fondo.

Al 30 giugno 2017, così come al 31 dicembre 2016, l'unica entità della specie oggetto di consolidamento è rappresentato dal fondo Gestielle Hedge Low Volatility. Trattasi di fondo gestito dalla società del Gruppo Aletti Gestielle SGR S.p.A. per il quale l'esposizione ai rendimenti variabili, principalmente riconducibile alle quote detenute dalla Capogruppo, è stata ritenuta significativa. Nel complesso il Gruppo detiene al 30 giugno 2017 93,88% delle quote in circolazione del fondo (55,932% era la quota detenuta la 31 dicembre 2016).

Metodo di consolidamento integrale

Le entità controllate sono oggetto di consolidamento a partire dalla data in cui il Gruppo acquisisce il controllo, secondo il metodo dell'acquisto ("purchase method"), e cessano di essere consolidate dal momento in cui viene a mancare una situazione di controllo, come descritto nel paragrafo "Aggregazioni aziendali, avviamento e modifiche interessenze azionarie" contenuto nella successiva sezione "A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio" a cui si fa rinvio.

Il consolidamento integrale consiste nell'acquisizione "linea per linea" degli aggregati di stato patrimoniale e di conto economico delle entità controllate. Ai fini del consolidamento, il valore contabile delle interessenze partecipative detenute dalla Capogruppo o dalle altre società del Gruppo è eliminato, a fronte dell'assunzione delle attività e delle passività delle partecipate, in contropartita della corrispondente frazione di patrimonio netto di pertinenza del Gruppo e della quota di spettanza di terzi, tenuto altresì conto dell'allocazione del costo in sede di acquisizione del controllo (cosiddetto "Purchase Price Allocation").

Per le entità controllate, diverse dai fondi comuni di investimento, la quota di terzi relativa al patrimonio, al risultato dell'esercizio e alla redditività complessiva è oggetto di rappresentazione separata nei rispettivi schemi di bilancio consolidato (rispettivamente nelle voci: "210. Patrimonio di pertinenza di terzi", "330. Utile (Perdita) dell'esercizio di pertinenza di terzi", "150. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi"). Per i fondi comuni di investimento, oggetto di consolidamento, la quota di terzi trova rappresentazione nella voce del passivo di stato patrimoniale "100. Altre passività", mentre per il conto economico il contributo di terzi è portato a riduzione delle voci di conto economico interessate dal consolidamento.

Al riguardo si precisa che nessun effetto sul patrimonio, sul risultato economico e sulla redditività complessiva di pertinenza di terzi è conseguente al consolidamento dei patrimoni separati detenuti dalle società veicolo delle cartolarizzazioni originate dal Gruppo, non oggetto di "derecognition" nei bilanci separati delle banche del Gruppo cedenti. Per l'illustrazione degli effetti del consolidamento di tali patrimoni si fa rinvio a quanto descritto nella successiva parte "A.2. Parte relativa alle principali voci di bilancio", paragrafo "18- Altre informazioni, Cartolarizzazioni – cancellazione dal bilancio delle attività finanziarie cedute".

I costi e i ricavi dell'entità controllata sono inclusi nel consolidato a partire dalla data di acquisizione del controllo. I costi e i ricavi di una controllata ceduta sono inclusi nel conto economico fino alla data di cessione; la differenza tra il corrispettivo della cessione ed il valore contabile delle attività nette della stessa è oggetto di rilevazione nella voce di conto economico "270. Utili (Perdite) da cessione di investimenti". In presenza di una cessione parziale dell'entità controllata che non determina la perdita di controllo, la differenza tra il corrispettivo della cessione ed il relativo valore contabile viene rilevata in contropartita del patrimonio netto.

Le attività, le passività, le operazioni fuori bilancio, i proventi e gli oneri relativi a transazioni intercorse tra imprese consolidate vengono integralmente eliminati.

La situazione patrimoniale - finanziaria e il risultato economico delle società consolidate la cui moneta di conto è diversa dall'euro vengono convertiti sulla base delle seguenti regole:

  • le attività e le passività patrimoniali vengono convertite al tasso di cambio di fine periodo;
  • i ricavi e i costi di conto economico vengono convertiti ai tassi di cambio medi del periodo.

Tutte le differenze di cambio derivanti dalla conversione vengono rilevate in una specifica riserva da valutazione del patrimonio netto. La suddetta riserva viene eliminata con contestuale addebito/accredito a conto economico al momento dell'eventuale cessione della partecipazione. Le variazioni di valore della riserva da valutazione per differenze di cambio figurano nel Prospetto della redditività complessiva.

Ai fini della predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2017, tutte le società controllate in via esclusiva hanno predisposto una situazione patrimoniale ed economica redatta in conformità di principi contabili del Gruppo.

Le partecipazioni in via di dismissione sono trattate in conformità al principio contabile internazionale di riferimento IFRS 5, che disciplina il trattamento delle attività non correnti destinate alla vendita. In tal caso, le attività e le passività in via di dismissione vengono ricondotte nelle voci di stato patrimoniale "150. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione" e "90. Passività associate ad attività in via di dismissione". Per quanto riguarda il conto economico, gli oneri e i proventi associati alle attività ed alle passività in via di dismissione, al netto dell'effetto fiscale, sono esposti nella voce separata del conto economico "310. Utile/perdita dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell'imposte". Nel caso in cui il fair value delle attività e delle passività in via di dismissione, al netto dei costi di vendita, dovesse risultare inferiore al valore di carico, si procedere ad effettuare una rettifica di valore da imputare a conto economico.

Elenco delle partecipazioni in società controllate in via esclusiva

Tipo di Rapporto dipartecipazione Disponib.
Denominazione Sede operativa Sede legale rapporto
(1)
Impresa
partecipante
Quota % voti % (2)
Banco BPM S.p.A. Verona Milano Capogruppo
1. Aletti & C. Banca di Investimento Mobiliare S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 83,440% 100,000%
Holding di Partecipazioni 16,560%
2. Aletti Fiduciaria S.p.A. Milano Milano 1 Banca Aletti & C. 100,000% 100,000%
3. Aletti Gestielle SGR S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
4. Arena Broker S.r.l. Verona Verona 1 Holding di Partecipazioni 57,300% 57,300%
Tipo di Rapporto dipartecipazione Disponib.
Denominazione Sede operativa Sede legale rapporto
(1)
Impresa
partecipante
Quota % voti % (2)
5. Banca Akros S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
6. Banca Aletti & C. (Suisse) S.A. CH - Lugano CH - Lugano 1 Banca Aletti & C. 100,000% 100,000%
7. Banca Popolare di Milano S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 99,970% 99,970%
8. Bipielle Bank (Suisse) S.A. (in liquidazione) CH - Lugano CH - Lugano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
9. Bipielle Real Estate S.p.A. Lodi Lodi 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
10. BPM Covered Bond S.r.l. Roma Roma 1 Banco BPM 80,000% 80,000%
11. BPM Covered Bond 2 S.r.l. Roma Roma 1 Banco BPM 80,000% 80,000%
12. BRF Property S.p.A. Parma Parma 1 Partecipazioni Italiane 51,114% 51,114%
Banco BPM 14,314% 14,314%
13. BP Covered Bond S.r.l. Milano Milano 1 Banco BPM 60,000% 60,000%
14. BP Property Management Soc. Consortile a r.l. Verona Verona 1 Banco BPM 92,309% 100,000%
Bipielle Real Estate 4,615%
Banca Aletti & C. 1,000%
S.G.S. BP 1,000%
Aletti Gestielle SGR 0,538%
Holding di Partecipazioni 0,538%
15. BP Trading Immobiliare S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
16. Consorzio AT01 Lodi Lodi 1 Sviluppo Comparto 8 95,000% 95,000%
17. FIN.E.R.T. S.p.A. (in liquidazione) Roma Roma 1 Banco BPM 80,000% 80,000%
18. Ge.Se.So. S.r.l. Milano Milano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
19. Holding di Partecipazioni Finanziarie Banco Verona Verona 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
20. Popolare S.p.A.
Immobiliare Marinai d'Italia S.r.l.
Lodi Lodi 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
21. Liberty S.r.l. (in liquidazione) Lodi Lodi 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
22. Lido dei Coralli S.r.l. S.T. di Gallura (SS) S.T. di Gallura (SS) 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
23. Manzoni 65 S.r.l. Milano Milano 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
24. Mariner S.r.l. (*) Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
25. Meleti S.r.l. Lodi Lodi Perca 100,000% 100,000%
26. Milano Leasing S.p.A. (in liquidazione) Milano Milano 1 Banco BPM 99,999% 99,999%
27. Nadir Immobiliare S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
28. Partecipazioni Italiane S.p.A. (in liquidazione) Milano Milano 1 Banco BPM 99,966% 100,000%
29. Perca S.r.l. Lodi Lodi Immobiliare Marinai d'Italia 100,000% 100,000%
30. P.M.G. S.r.l. (in liquidazione) Milano Milano 1 Banco BPM 84,000% 84,000%
31. ProFamily S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
32. Release S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 82,920% 82,920%
33. Sirio Immobiliare S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
34. Società Gestione Servizi BP Soc. Consortile p. az. Verona Verona 1 Banco BPM 87,500% 100,000%
Banca Aletti & C. 10,000%
Banca Popolare di Milano 1,000%
Aletti Gestielle SGR 0,500%
Bipielle Real Estate 0,500%
Holding di Partecipazioni 0,500%
35. Sviluppo Comparto 6 S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
36. Sviluppo Comparto 8 S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
37. Tecmarket Servizi S.p.A. Verona Verona 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
38. Terme Ioniche S.r.l. Milano Milano 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
39. Tiepolo Finance S.r.l. Lodi Lodi 1 Banco BPM 60,000% 60,000%
40. BP Mortgages S.r.l. (**) Milano Milano 4 - 0,000%
41. BPL Mortgages S.r.l.
(**)
Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
42. BPM Securitisation 2 S.r.l. (**) Roma Roma 4 Banco BPM 0,000%
43. BPM Securitisation 3 S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 Banco BPM 0,000%
44. Erice Finance S.r.l.
(**)
Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
Tipo di Rapporto dipartecipazione Disponib.
Denominazione Sede operativa Sede legale rapporto
(1)
Impresa
partecipante
Quota % voti % (2)
45. Gestielle Hedge Low Volatility (***) Milano Milano 4 Banco BPM 73,580%
Banca Aletti & C. 20,300%
46. Italfinance Securitisation VH 1 S.r.l.
(**)
Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 Banco BPM 9,900% 9,900%
47. Italfinance Securitisation VH 2 S.r.l.
(**)
Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
48. Leasimpresa Finance S.r.l.
(**)
Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
49. Pami Finance S.r.l.
(**)
Milano Milano 4 - 0,000%
50. Profamily Securitisation S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 ProFamily S.p.A. 0,000%

(1) Tipo di rapporto:

1 = maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria

4 = altre forme di controllo

(2) Disponibilità voti nell'assemblea ordinaria, distinguendo tra effettivi e potenziali

(*) Società in dismissione ai sensi dell'IFRS 5.

(**) Società veicolo di operazioni di cartolarizzazione originate dal Gruppo.

(***) Quote di OICR gestite dal Gruppo.

(B) Partecipazioni in imprese controllate in modo congiunto e sottoposte a influenza notevole

Nella seguente tabella si forniscono le informazioni sui rapporti partecipativi in imprese sottoposte a controllo congiunto e ad influenza notevole da parte del Gruppo Banco BPM.

Tipo di Rapporto di partecipazione Disponib.
Denominazione Sede legale Sede operativa rapporto
(a)
Impresa partecipante Quota % voti %
A. Imprese controllate in modo congiunto
1. Calliope Finance S.r.l. in liquidazione Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 1 Banco BPM 50,000% 50,000%
B. Imprese sottoposte a influenza notevole
1. Agos Ducato S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 39,000% 39,000%
2. Alba Leasing S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 39,189% 39,189%
3. Aosta Factor S.p.A. Aosta Aosta 1 Banco BPM 20,690% 20,690%
4. Arcene Immobili S.r.l. (in liquidazione) Lodi Lodi 1 Banco BPM 50,000% 50,000%
5. Arcene Infra S.r.l. (in liquidazione) Lodi Lodi 1 Banco BPM 50,000% 50,000%
6. AviPop Assicurazioni S.p.A. Milano Milano 1 Holding di Partecipazioni 49,999% 49,999%
7. Bipiemme Vita S.p.A. (*) Milano Milano 1 Banco BPM 19,000% 19,000%
8. Bussentina S.c.a r.l. (in liquidazione) Roma Roma 1 Bipielle Real Estate 20,000% 20,000%
9. Etica SGR S.p.A. (*) Milano Milano 1 Banco BPM 19,444% 19,444%
10. Factorit S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 39,500% 39,500%
11. GEMA Magazzini Generali BPV-BSGSP S.p.A. Castelnovo Sotto (RE) Castelnovo Sotto (RE) 1 Banco BPM 33,333% 33,333%
12. HI-MTF SIM S.p.A. Milano Milano 1 Banca Aletti 25,000% 25,000%
13. Immobiliare Centro Milano S.p.A. Milano Milano 1 Release 33,333% 33,333%
14. Motia Compagnia di Navigazione S.p.A. Venezia Venezia 1 Banco BPM 25,000% 25,000%
15. Popolare Vita S.p.A. Novara Novara 1 Banco BPM 25,612% 50,000%
Holding di Partecipazioni 24,388%
16. Renting Italease S.r.l. Roma Roma 1 Bipielle Real Estate 50,000% 50,000%
17. SelmaBipiemme Leasing S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 40,000% 40,000%
18. S.E.T.A. Società Edilizia Tavazzano S.r.l. (in
liquidazione)
Milano Milano 1 Banco BPM 32,500% 32,500%
19. Soc. Coop. fra le Banche Pop. "L.Luzzatti" S.c.a
r.l.
Roma Roma 1 Banco BPM 27,490% 27,490%

(a) Tipo di rapporto:

1 = partecipazione al capitale sociale

(*) Società sottoposte a influenza notevole in base ad accordi di partnership o di natura parasociale con altri soci

Per l'illustrazione dei criteri di classificazione, iscrizione, valutazione in base al metodo del patrimonio netto, cancellazione si fa rinvio alla successiva parte "A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio" – "7. Partecipazioni".

Variazioni dell'area di consolidamento

Le variazioni dell'area di consolidamento intervenute rispetto alla situazione al 31 dicembre 2016 sono principalmente riconducibili al perfezionamento dell'operazione di fusione con la Banca Popolare di Milano che ha comportato, con decorrenza 1° gennaio 2017, l'ingresso delle seguenti società:

  • società controllate consolidate integralmente:
  • Banca Akros S.p.A.
  • Banca Popolare di Milano S.p.A.
  • Ge.Se.So. S.r.l.
  • ProFamily S.p.A.
  • BPM Covered Bond S.r.l.
  • BPM Covered Bond 2 S.r.l.
  • BPM Securitisation 2 S.r.l.
  • BPM Securitisation 3 S.r.l.
  • Profamily Securitisation S.r.l.
  • società controllata in modo congiunto consolidata con il metodo del patrimonio netto:
  • Calliope Finance S.r.l. (in liquidazione)
  • società collegate consolidate con il metodo del patrimonio netto:
  • Bipiemme Vita S.p.A.
  • Etica SGR S.p.A.
  • Factorit S.p.A.
  • Selma BPM Leasing S.p.A.

Si segnala altresì che, a seguito del completamento delle procedure di liquidazione e della conseguente cancellazione dal competente registro delle imprese, le società controllate Bipitalia Residential e BPV Mortgages escono dal perimetro di consolidamento integrale con decorrenza primo trimestre.

Inoltre, per effetto del perfezionamento di due operazioni di fusione, escono dal perimetro di consolidamento integrale le controllate Italease Gestione Beni, Sviluppo Comparto 2, TT Toscana Tissue, Essegibi Promozioni Immobiliari (incorporate in Bipielle Real Estate) e HCS (incorporata in Terme Ioniche).

Infine si rileva l'uscita della collegata Energreen dal comparto delle partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto in quanto, a seguito dei fatti intervenuti nel corso del semestre, sono venuti meno i requisiti e le condizioni per l'esercizio dell'influenza dominante sulla società da parte della Capogruppo, ed è stato conseguentemente disposto il trasferimento della partecipazione tra le attività finanziarie destinate alla vendita sulla base del fair value determinato alla data di trasferimento.

Per maggiori dettagli si fa rinvio alla sezione dedicata ai fatti di rilievo del periodo.

A.2 - PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO

Si riportano nel seguito i principi contabili, dettagliati per voce di bilancio, che sono stati adottati per la predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2017, con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione, valutazione e cancellazione delle diverse poste dell'attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.

1- Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Criteri di classificazione

Sono classificati in questa categoria esclusivamente i titoli di debito e di capitale, le quote di OICR ed il valore positivo dei contratti derivati detenuti con finalità di negoziazione, nonché i derivati connessi con le attività/passività valutate al fair value. Fra i contratti derivati sono inclusi quelli incorporati in strumenti finanziari complessi che sono stati oggetto di rilevazione separata in quanto:

  • le loro caratteristiche economiche e i rischi non sono strettamente correlati alle caratteristiche del contratto sottostante;
  • gli strumenti incorporati, anche se separati, soddisfano la definizione di derivato;
  • gli strumenti ibridi cui appartengono non sono contabilizzati a fair value con le relative variazioni rilevate a conto economico.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento, per i titoli di debito e di capitale e alla data di sottoscrizione per i contratti derivati.

All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value, che normalmente corrisponde al corrispettivo pagato, senza considerare i costi o i proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento finanziario, che risultano imputati nel conto economico. Eventuali derivati impliciti presenti in contratti complessi non strettamente correlati agli stessi ed aventi le caratteristiche per soddisfare la definizione di derivato vengono scorporati dal contratto primario e valutati al fair value, mentre al contratto primario è applicato il criterio contabile proprio di riferimento.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value, con rilevazione delle variazioni in contropartita al conto economico. Per gli strumenti derivati, nel caso in cui il fair value di un'attività finanziaria diventi negativo, tale posta è contabilizzata come passività finanziaria di negoziazione.

Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in un mercato attivo, vengono utilizzate quotazioni di mercato rilevate alla data di riferimento del bilancio. In assenza di un mercato attivo, vengono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono basati su dati rilevabili sul mercato quali: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati, modelli di determinazione del prezzo di opzioni, valori rilevati in recenti transazioni comparabili. Per le modalità di determinazione del fair value si si rimanda a quanto contenuto nella successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

I titoli di capitale ed i correlati strumenti derivati, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile secondo le linee guida sopra indicate, sono mantenuti al costo e svalutati nell'eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore. Tali perdite di valore non possono essere oggetto di successivo ripristino.

Gli utili e le perdite da negoziazione e le plusvalenze e le minusvalenze da valutazione del portafoglio di negoziazione sono iscritti nel conto economico nella voce "80. Risultato netto dell'attività di negoziazione", ad eccezione di quelli relativi a strumenti derivati connessi con la fair value option che sono classificati nella voce "110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value".

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando le attività finanziarie vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi.

Le riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie (Crediti, Attività finanziarie disponibili per la vendita, Attività finanziarie detenute sino alla scadenza) sono ammissibili in presenza di rare circostanze o qualora siano rispettate certe condizioni per l'iscrizione. Nel dettaglio:

  • per la riclassifica tra i Crediti, la condizione per l'ammissibilità della riclassifica è che lo strumento finanziario rispetti, alla data del trasferimento, i requisiti previsti per la classificazione nel portafoglio dei "Crediti" e che la società non intenda più negoziare i titoli oggetto di riclassifica, avendo maturato l'intenzione di detenere lo strumento finanziario nel prevedibile futuro o fino a scadenza;
  • per la riclassifica tra le Attività finanziarie disponibili per la vendita o le Attività finanziarie detenute sino alla scadenza, la condizione per l'ammissibilità della riclassifica è che lo strumento non sia più detenuto per essere oggetto di negoziazione nel breve termine; ciò è tuttavia ammissibile solamente in rare circostanze.

Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassifica, che rappresenta il nuovo costo o costo ammortizzato. In sede di riclassificazione viene effettuata la verifica dell'eventuale presenza di contratti derivati incorporati da scorporare.

2- Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di classificazione

Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate come Crediti, Attività finanziarie detenute per la negoziazione, Attività finanziarie detenute sino alla scadenza o Attività finanziarie valutate al fair value.

In particolare, vengono incluse in questa voce le interessenze azionarie non gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto, inclusi gli investimenti di private equity, la quota dei prestiti sindacati sottoscritti che, sin dall'origine, viene destinata alla cessione ed i titoli obbligazionari che non sono oggetto di attività di negoziazione.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale dell'attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i titoli di debito o di capitale ed alla data di erogazione nel caso delle altre attività finanziarie non classificate come crediti.

All'atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, che normalmente corrisponde al corrispettivo pagato, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Per le attività iscritte a seguito della riclassifica dal portafoglio delle "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza" la differenza tra il fair value, alla data di riclassifica, ed il valore contabile viene rilevata in una specifica riserva di patrimonio netto, al pari delle successive variazioni di fair value.

L'iscrizione a seguito della riclassifica dal comparto delle "Attività finanziarie detenute per la negoziazione" può avvenire solo in rare circostanze e comunque qualora l'attività non sia più detenuta per essere negoziata nel breve periodo. In tal caso, il valore di iscrizione è rappresentato dal fair value alla data del trasferimento, che rappresenta il nuovo costo ammortizzato per i titoli di debito.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value, con la rilevazione a conto economico della quota di interesse risultante dall'applicazione del costo ammortizzato, mentre gli utili o le perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto sino a che l'attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore (impairment), con conseguente imputazione a conto economico dell'intera differenza tra valore di carico e prezzo di cessione o fair value. Per le modalità di determinazione del fair value si fa rinvio alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

I titoli di capitale ed i correlati strumenti derivati, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile, sono mantenuti al costo e svalutati nell'eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore.

La verifica dell'esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore (test di impairment) viene effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale. Per le modalità di determinazione del fair value si fa rinvio alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Per quanto riguarda i titoli di capitale costituisce evidenza di impairment una riduzione significativa o prolungata del fair value al di sotto del valore di acquisto. La policy di impairment del Gruppo prevede quindi delle soglie parametriche (connesse al carattere significativo o perdurante della riduzione del fair value) al superamento delle quali è necessario rilevare una perdita a conto economico, salvo circostanze eccezionali. Tali soglie sono individuate tenendo conto delle peculiarità e dei caratteri distintivi che contraddistinguono le diverse tipologie di investimento.

In particolare, per i titoli di capitale costituisce evidenza di impairment il superamento di una delle seguenti soglie:

  • decremento di fair value al di sotto del costo di acquisto superiore al 30% rispetto al valore contabile originario; o
  • decremento perdurante per un periodo ininterrotto superiore ai 24 mesi.

Oltre agli investimenti diretti nel capitale di società (titoli di capitale in senso stretto), il Gruppo detiene investimenti in fondi di private equity e in veicoli di investimento assimilabili (OICR, Sicav, holding di partecipazioni o altre strutture assimilabili) aventi come obiettivo quello di investire in strumenti di capitale e assimilabili, direttamente e/o tramite altri fondi di private equity e veicoli societari. Per questa tipologia di investimenti, aventi un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, costituisce evidenza di impairment il superamento di una delle seguenti soglie:

  • decremento di fair value superiore al 40% rispetto al valore contabile originario; o
  • decremento perdurante per un periodo ininterrotto superiore ai 60 mesi; o
  • decremento di fair value superiore al 30% e perdurante per un periodo ininterrotto superiore ai 36 mesi.

In mancanza del superamento di dette soglie automatiche, vengono effettuate delle analisi qualitative volte a verificare la presenza di un eventuale impairment:

  • per quei titoli di debito che presentano un decremento di fair value superiore al 20% del valore contabile originario, rettificato del costo ammortizzato;
  • per quei titoli di capitale che presentano un decremento di fair value superiore al 20% del valore contabile originario o perdurante da più di 12 mesi.

In questi ultimi casi, la differenza tra il fair value ed il valore di carico non costituisce di per sé elemento sufficiente per concludere che vi sia una perdita di valore. Tale evidenza rappresenta semplicemente un primo segnale di un eventuale impairment, che deve essere tuttavia integrato da un'analisi qualitativa, volta all'individuazione di possibili eventi negativi, che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di carico delle attività stesse.

Se sussiste l'evidenza di una perdita di valore, l'importo della svalutazione, misurato come differenza tra il costo d'acquisto originario dell'attività ed il fair value corrente, è registrato nel conto economico come costo dell'esercizio nella voce "130. b) Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita", al netto di eventuali perdite di valore già precedentemente rilevate nel conto economico. Qualora i motivi della perdita di valore vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione, viene iscritta una ripresa di valore nel conto economico se riferita a titoli di debito o crediti, o ad una specifica riserva di patrimonio netto nel caso di titoli di capitale o strumenti assimilati. Per i titoli di debito e per i crediti detto ripristino di valore non determina in ogni caso un valore contabile superiore a quello che sarebbe stato il costo ammortizzato qualora la perdita non fosse stata rilevata.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando le attività finanziarie vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi.

Le attività finanziarie disponibili per la vendita possono essere riclassificate nelle "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza", qualora:

  • si verifichi un cambiamento nell'intento o nella capacità di detenere lo strumento fino a scadenza;
  • non sia più disponibile una misura affidabile del fair value (rare circostanze);
  • sia trascorso il periodo previsto dalla tainting rule ed il portafoglio delle attività finanziarie detenute sino

alla scadenza possa essere ricostituito.

Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassifica; gli utili e le perdite precedentemente sospesi nella riserva di patrimonio netto sono oggetto di ammortamento lungo la durata residua dell'investimento in base al metodo del tasso di interesse effettivo.

È inoltre possibile effettuare una riclassifica nel portafoglio dei "Crediti", se lo strumento finanziario rispetta, alla data della riclassifica, la definizione di "Crediti" e la società ha l'intento e la capacità di detenerlo nel prevedibile futuro o fino alla scadenza.

3- Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Criteri di classificazione

Sono classificati nella presente categoria i titoli di debito con pagamenti fissi o determinabili e scadenza fissa, che si ha intenzione e capacità di detenere sino a scadenza. Se in seguito ad un cambiamento di volontà o di capacità non risulta più appropriato mantenere un investimento come detenuto sino a scadenza, questo viene riclassificato tra le attività finanziarie disponibili per la vendita.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale dell'attività finanziaria avviene alla data di regolamento. All'atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al fair value, che normalmente corrisponde al corrispettivo pagato, comprensivo degli eventuali costi e proventi direttamente attribuibili.

Se la rilevazione in questa categoria avviene per riclassificazione dalle "Attività finanziarie disponibili per la vendita" o dalle "Attività finanziarie detenute per la negoziazione", il fair value dell'attività alla data di riclassificazione viene assunto come nuovo costo ammortizzato dell'attività stessa.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute sino alla scadenza sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo. Gli utili o le perdite riferiti alle variazioni del fair value delle attività finanziarie detenute sino alla scadenza sono rilevati nel conto economico nel momento in cui le attività sono cancellate. In sede di chiusura del bilancio e delle situazioni infrannuali, viene effettuata la verifica dell'esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore. Se sussistono tali evidenze l'importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell'attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati, scontati al tasso di interesse effettivo originario. L'importo della perdita viene rilevato nel conto economico. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando le attività finanziarie vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi.

L'unica riclassifica ammessa in uscita è quella nel portafoglio delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita", qualora non sussista più l'intento o la capacità di detenere l'attività sino alla scadenza.

L'alienazione o il trasferimento, per un importo significativo, di "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza", prima della scadenza stessa, comporta il trasferimento dell'intero portafoglio alla categoria delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita" ed il divieto di utilizzare il portafoglio delle "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza" per l'esercizio in corso e per i due esercizi successivi (cosiddetta "tainting rule"), a meno che le vendite e le riclassifiche:

siano così prossime alla scadenza o alla data di esercizio dell'opzione call dell'attività finanziaria che le oscillazioni del tasso di interesse del mercato non avrebbero un effetto significativo sul fair value dell'attività finanziaria;

  • si verifichino dopo aver incassato sostanzialmente tutto il capitale originario dell'attività finanziaria;
  • siano attribuibili ad un evento isolato non controllabile, che non sia ricorrente e non si possa pertanto ragionevolmente prevedere, come ad esempio un significativo deterioramento del merito creditizio dell'entità che ha emesso l'attività finanziaria.

4- Crediti

Criteri di classificazione

I crediti includono gli impieghi con clientela e con banche, sia erogati direttamente sia acquistati da terzi, che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili, che non sono quotati in un mercato attivo e che non sono stati classificati all'origine tra le attività finanziarie disponibili per la vendita. Nella voce crediti rientrano inoltre i crediti commerciali ed i titoli acquistati in sottoscrizione o collocamento privato, con pagamenti determinati o determinabili, non quotati in mercati attivi. Per quanto riguarda i crediti acquistati pro-soluto, gli stessi sono inclusi nella voce crediti, previo accertamento dell'inesistenza di clausole contrattuali che alterino in modo significativo l'esposizione al rischio della società cessionaria.

Tra i crediti per cassa rientrano i crediti originati da operazioni di leasing finanziario (che, conformemente allo IAS 17, vengono rilevati secondo il cosiddetto "metodo finanziario"). Sono altresì compresi i beni in attesa di essere concessi in locazione finanziaria, inclusi gli immobili in corso di costruzione. Le attività in attesa di locazione vengono iscritte all'atto della stipula del contratto tra i crediti per "Altri finanziamenti" e vengono trasferite tra i crediti per "Leasing finanziario" nel momento in cui i contratti vengono messi a reddito.

Sono altresì incluse le operazioni di "Pronti contro termine" con obbligo di vendita a termine dei titoli e le operazioni di "prestito titoli" con versamento di garanzia in denaro che rientra nella piena disponibilità del prestatore. Tali operazioni sono contabilizzate come operazioni di impiego e non determinano alcuna movimentazione del portafoglio titoli di proprietà.

Rientrano nella presente categoria anche i crediti di funzionamento connessi con la fornitura di servizi finanziari come definiti nel Testo Unico Bancario e nel Testo Unico della Finanza.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di un credito avviene alla data di erogazione o, nel caso di un titolo di debito, a quella di regolamento, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Quest'ultimo è normalmente pari all'ammontare erogato, o al prezzo di sottoscrizione, comprensivo dei costi/proventi direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall'origine dell'operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo. Nel caso in cui non vi sia coincidenza tra la data di sottoscrizione del contratto e quella di erogazione si provvede ad iscrivere un impegno ad erogare fondi che si chiude alla data di erogazione del finanziamento.

Se la rilevazione in questa categoria avviene per riclassificazione dalle "Attività finanziarie disponibili per la vendita" o dalle "Attività finanziarie detenute per la negoziazione", il valore di iscrizione corrisponde al fair value esistente alla data in cui viene deliberato il trasferimento, che viene assunto come nuovo costo ammortizzato dell'attività stessa.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Dopo la rilevazione iniziale, i crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell'ammortamento - calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo - della differenza tra l'ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito. Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interesse, all'ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti al credito. La stima dei flussi finanziari deve tenere conto di tutte le clausole contrattuali che possono influire sugli importi e sulle scadenze, senza considerare invece le perdite attese sul finanziamento. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l'effetto economico dei costi/proventi lungo la vita residua attesa del credito. Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l'effetto dell'applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al costo storico ed i costi/proventi agli stessi riferibili sono attribuiti a conto economico in modo lineare lungo la durata contrattuale del credito. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale viene effettuata una ricognizione dei crediti volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore, così come rappresentate nel successivo paragrafo "18- Altre informazioni, Modalità di determinazione delle perdite di valore di attività finanziarie (impairment)". Rientrano in tale ambito i crediti considerati deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute deteriorate) secondo le definizioni stabilite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza (Circolare di Banca d'Italia n. 272 "Matrice dei conti") e richiamate dalla Circolare di Banca d'Italia n. 262 "Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione", in quanto ritenute coerenti con la normativa contabile IAS/IFRS in termini di evidenze obiettive di impairment. In base alle citate circolari, il perimetro delle esposizioni deteriorate corrisponde all'aggregato "Non Performing Exposure", definito dal Regolamento UE 2015/227 con il quale è stato recepito l'Implementation Tecnichal Standard (ITS) dell'EBA. Nel dettaglio le richiamate circolari individuano le seguenti categorie attività deteriorate, ritenute espressive:

  • Sofferenze: rappresentano il complesso delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca;
  • Inadempienze probabili ("unlikely to pay"): rappresentano le esposizioni per cassa e fuori bilancio, per cui non ricorrono le condizioni per la classificazione del debitore fra le sofferenze e per le quali si ritiene improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione viene effettuata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati. La classificazione tra le inadempienze probabili non è necessariamente legata alla presenza esplicita di anomalie, quali il mancato rimborso, ma è legata alla sussistenza di elementi indicativi di una situazione di rischio di inadempimento del debitore (ad esempio, una crisi del settore industriale in cui opera il debitore);
  • Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: le esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento, presentano una posizione scaduta e/o sconfinante da più di 90 giorni. Per il Gruppo Banco BPM le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate sono determinate facendo riferimento alla posizione del singolo debitore.

In aggiunta, la normativa di Banca d'Italia, in linea con gli standard dell'EBA, ha introdotto la definizione di "esposizioni oggetto di concessione" (cosiddette "Forborne Exposure"). Trattasi in particolare delle esposizioni beneficiarie di misure di tolleranza, che consistono in concessioni, in termini di modifica e/o di rifinanziamento di un preesistente credito, nei confronti di un debitore esclusivamente in ragione di, o per prevenire, un suo stato di difficoltà finanziaria che potrebbe avere effetti negativi sulla sua capacità di adempiere agli impegni contrattuali originariamente assunti, e che non sarebbero state concesse ad un altro debitore con analogo profilo di rischio non in difficoltà finanziaria. Dette concessioni devono essere identificate a livello di singola linea di credito e possono riguardare esposizioni di debitori classificati sia in bonis che in status non performing. In ogni caso, le esposizioni rinegoziate non devono essere considerate forborne quando il debitore non si trovi in una situazione di difficoltà finanziaria (rinegoziazioni concesse per motivi commerciali).

I crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica volto all'individuazione dei previsti flussi di cassa. Per alcune categorie omogenee di crediti deteriorati, i processi valutativi prevedono che le previsioni di perdita siano basate su metodologie di calcolo di tipo forfetario/statistico, da ricondurre in modo analitico ad ogni singola posizione; trattasi, ad esempio, dei crediti di importo non significativo o delle esposizioni scadute (cosiddette "past due"), ossia i crediti che presentano sconfinamenti continuativi o ritardati pagamenti, individuate in via automatica a cura delle procedure informatiche del Gruppo, secondo le citate regole dell'Organo di Vigilanza. Il complesso delle rettifiche di valore su crediti deteriorati risultano rappresentate come "Rettifiche di valore specifiche", nel rispetto delle disposizioni contenute nella Circolare di Banca d'Italia n. 262.

L'ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio o della situazione infrannuale dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. Per i crediti a tasso di interesse variabile, il tasso utilizzato per l'attualizzazione dei flussi viene aggiornato relativamente al parametro di indicizzazione, mantenendo invece costante lo spread originariamente fissato.

I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell'esposizione creditizia. I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve durata non vengono attualizzati.

In caso di rettifica di valore, il valore contabile di carico dell'attività è ridotto attraverso la costituzione in contabilità di un apposito fondo svalutazione rettificativo dell'attivo e l'ammontare di tale rettifica di valore è iscritta a conto economico alla voce "130a) Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti". Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. In aggiunta, anche le riprese di valore relative ai ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo, corrispondenti agli interessi maturati nell'esercizio sulla base dell'originario tasso di interesse effettivo (precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore), sono rilevate ad ogni data di bilancio a conto economico nella voce "130. a) Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti".

I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè i crediti in bonis sono sottoposti a valutazione collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentono di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti. In particolare, le rettifiche collettive di valore sono determinate come prodotto tra l'esposizione ed i parametri PD (Probability of Default) e LGD (Loss Given Default), costruiti secondo le logiche della normativa di Basilea 2, opportunamente corretti al fine di considerare le condizioni correnti alla data di valutazione e del tempo che intercorre tra il deterioramento del merito di credito del debitore e la classificazione tra le esposizioni deteriorate, espresso in ragione d'anno.

Criteri di cancellazione

I crediti sono cancellati allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa dall'attività finanziaria è estinto, quando sono stati trasferiti in maniera sostanziale tutti i rischi ed i benefici connessi alla detenzione di quella determinata attività o nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile, dopo che tutte le necessarie procedure di recupero sono state completate.

La cancellazione del credito può avvenire anche in presenza di modifiche sostanziali dei termini contrattuali quali a titolo esemplificativo accordi di ristrutturazione, cosiddetti debt-equity swap, che prevedono uno scambio tra strumenti di debito e strumenti di capitale (quali azioni, strumenti finanziari partecipativi). Tale operazione, comportando una modifica sostanziale dei termini contrattuali, determinano da un punto di vista contabile la cancellazione del preesistente rapporto e l'iscrizione al fair value dei nuovi strumenti ricevuti, con conseguente rilevazione a conto economico della differenza tra il fair value delle attività ricevute ed il valore contabile del credito estinto.

I crediti ceduti vengono cancellati dalle attività in bilancio o nella situazione infrannuale solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi. Per contro, qualora siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio o della situazione infrannuale, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita. Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, i crediti vengono cancellati dal bilancio o dalla situazione infrannuale qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sugli stessi. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio o nella situazione infrannuale dei crediti in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall'esposizione ai cambiamenti di valore dei crediti ceduti ed alle variazioni dei flussi finanziari degli stessi. Infine, i crediti ceduti vengono cancellati dal bilancio o dalla situazione infrannuale nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un'obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi, ad altri soggetti terzi.

Non sono ammesse riclassifiche nelle altre categorie di attività finanziarie previste dallo IAS 39.

5- Attività finanziarie valutate al fair value

Criteri di classificazione

Un'attività finanziaria viene designata al fair value in sede di rilevazione iniziale, con i risultati valutativi rilevati a conto economico, solo quando:

  • si tratta di un contratto ibrido contenente uno o più derivati incorporati e il derivato incorporato modifica significativamente i flussi finanziari che altrimenti sarebbero previsti dal contratto;
  • la designazione al fair value rilevato a conto economico consente di fornire una migliore informativa in quanto:
  • elimina o riduce notevolmente una mancanza di uniformità nella valutazione o nella rilevazione che altrimenti risulterebbe dalla valutazione di attività o passività o dalla rilevazione dei relativi utili e perdite su basi diverse;
  • un gruppo di attività finanziarie, passività finanziarie o entrambi è gestito e il suo andamento viene valutato in base al fair value secondo una documentata gestione del rischio o strategia di investimento, e l'informativa sul gruppo è fornita internamente su tale base ai dirigenti con responsabilità strategiche.

Criteri di iscrizione

Le attività finanziarie in esame vengono valutate al fair value fin dal momento della prima iscrizione, che avviene sulla base della data di regolamento. I proventi ed oneri iniziali sono immediatamente imputati al conto economico. Per le modalità di determinazione del fair value si fa rinvio alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente all'iscrizione iniziale le attività finanziarie sono valutate al relativo fair value corrente. Gli effetti dell'applicazione di tale criterio di valutazione, unitamente agli utili e alle perdite realizzate, sono imputati nel conto economico nella voce "110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value".

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando le attività finanziarie vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi.

Non sono ammesse riclassifiche in altre categorie di attività finanziarie.

6- Operazioni di copertura

Criteri di classificazione

Nelle voci dell'attivo e del passivo figurano i derivati finanziari di copertura, che alla data di riferimento del bilancio o della situazione infrannuale presentano rispettivamente un fair value positivo e negativo.

Le operazioni di copertura dei rischi sono finalizzate a neutralizzare potenziali perdite rilevabili su un determinato strumento finanziario o su un gruppo di strumenti finanziari, attribuibili ad un determinato rischio, tramite gli utili rilevabili su un diverso strumento finanziario o gruppo di strumenti finanziari nel caso in cui quel particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi.

Lo IAS 39 prevede le seguenti tipologie di coperture:

  • copertura di fair value, che ha l'obiettivo di coprire l'esposizione alla variazione del fair value di un'attività o passività di bilancio attribuibile ad un particolare rischio. E' inoltre possibile attivare coperture generiche di fair value ("macrohedging") aventi l'obiettivo di ridurre le oscillazioni di fair value, imputabili al rischio tasso di interesse, di un importo monetario, riveniente da un portafoglio di attività e di passività finanziarie (inclusi i "core deposit"). Non possono essere oggetto di copertura generica importi netti derivanti dallo sbilancio di attività e passività;
  • copertura di flussi finanziari, che ha l'obiettivo di coprire l'esposizione a variazioni dei flussi di cassa futuri attribuibili a particolari rischi associati a poste del bilancio o ad una operazione prevista altamente probabile;

copertura di un investimento in valuta, che attiene alla copertura dei rischi di un investimento in un'impresa estera espresso in valuta differente dall'Euro.

A livello di bilancio consolidato, la designazione del derivato come strumento di copertura è possibile solo se risulta stipulato nei confronti di una controparte esterna al Gruppo. I risultati riconducibili a transazioni interne effettuate tra diverse entità del Gruppo sono eliminati.

Lo strumento derivato è designato di copertura se esiste una documentazione formalizzata della relazione tra lo strumento coperto e lo strumento di copertura e se tale relazione è efficace nel momento in cui la copertura ha inizio e, prospetticamente, durante tutta la vita della stessa. L'efficacia della copertura dipende dalla misura in cui le variazioni di fair value dello strumento coperto o dei relativi flussi finanziari attesi risultano compensati da quelle dello strumento di copertura. Pertanto l'efficacia è apprezzata dal confronto di suddette variazioni, tenuto conto dell'intento perseguito dall'impresa nel momento in cui la copertura è stata posta in essere.

Si ha efficacia (nei limiti stabiliti dall'intervallo 80-125%) quando le variazioni di fair value (o dei flussi di cassa) dello strumento finanziario di copertura neutralizzano quasi integralmente le variazioni dello strumento coperto, per l'elemento di rischio oggetto di copertura. La valutazione dell'efficacia è effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale utilizzando:

  • test prospettici, che giustificano l'applicazione della contabilizzazione di copertura, in quanto dimostrano l'attesa sua efficacia;
  • test retrospettivi, che evidenziano il grado di efficacia della copertura raggiunto nel periodo cui si riferiscono. In altre parole, misurano quanto i risultati effettivi si siano discostati dalla copertura perfetta.

Criteri d'iscrizione

Gli strumenti finanziari derivati di copertura sono iscritti al fair value, alla data di stipula dei relativi contratti (data di contrattazione o trade date).

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

I derivati di copertura sono valutati al fair value. In particolare:

  • nel caso di copertura di fair value, la variazione del fair value dell'elemento coperto si compensa con la variazione del fair value dello strumento di copertura. Tale compensazione è riconosciuta attraverso la rilevazione a conto economico, nella voce "90. Risultato netto dell'attività di copertura", delle variazioni di valore, riferite sia all'elemento coperto (per quanto riguarda le variazioni prodotte dal fattore di rischio sottostante), sia allo strumento di copertura. L'eventuale differenza, che rappresenta la parziale inefficacia della copertura, ne costituisce di conseguenza l'effetto economico netto. La rilevazione a conto economico della variazione di fair value dell'elemento coperto, imputabile al rischio oggetto di copertura, si applica anche se l'elemento coperto è un'attività finanziaria disponibile per la vendita; in assenza di copertura, detta variazione risulterebbe contabilizzata in contropartita del patrimonio netto. Se la relazione di copertura termina, lo strumento coperto riacquisisce il criterio di valutazione della classe di appartenenza originaria; per gli strumenti valutati al costo ammortizzato le rivalutazioni/svalutazioni cumulate iscritte per effetto della variazioni di fair value del rischio coperto è rilevato nel conto economico tra gli interessi attivi e passivi lungo la vita residua dell'elemento coperto, sulla base del tasso di interesse effettivo. Se l'elemento coperto è venduto o rimborsato, la quota di fair value non ancora ammortizzata è riconosciuta immediatamente a conto economico;
  • nel caso di copertura di flussi finanziari, le variazioni di fair value del derivato sono riportate a patrimonio netto (voce "140. Riserve da valutazione"), per la quota efficace della copertura, e sono rilevate a conto economico solo quando, con riferimento alla posta coperta, si manifesti la variazione dei flussi di cassa da compensare. La porzione dell'utile o della perdita dello strumento di copertura considerata inefficace viene iscritta a conto economico (voce "90. Risultato netto dell'attività di copertura"). Tale porzione è pari all'eventuale eccedenza del fair value cumulato dello strumento di copertura rispetto al fair value cumulato dello strumento coperto; in ogni caso, l'oscillazione del fair value della posta coperta e della relativa operazione di copertura deve essere mantenuta nel range di 80%-125%. Se la copertura dei flussi finanziari non è più considerata efficace, oppure la relazione di copertura è terminata, l'ammontare complessivo dei profitti o delle perdite sullo strumento di copertura, già rilevato tra le "Riserve da valutazione", viene imputato a conto economico solo nel momento in cui la transazione di copertura avrà luogo o nel momento in cui non sia più ritenuto possibile che la transazione si verifichi; in quest'ultima circostanza i profitti o le perdite sono trasferite dalla voce del patrimonio netto alla voce di conto

economico "90. Risultato netto dell'attività di copertura";

le coperture di un investimento in valuta sono contabilizzate allo stesso modo delle coperture di flussi finanziari.

Se i test non confermano l'efficacia della copertura, sia retrospettivamente che prospetticamente, la contabilizzazione delle operazioni di copertura, secondo quanto sopra esposto, viene interrotta. In questa circostanza il contratto derivato di copertura viene riclassificato tra gli strumenti di negoziazione. In aggiunta, la relazione di copertura cessa quando:

  • il derivato scade, viene estinto o esercitato;
  • l'elemento coperto viene venuto, scade o è rimborsato;
  • non è più altamente probabile che l'operazione futura coperta venga posta in essere.

7- Partecipazioni

Criteri di classificazione

La voce include le interessenze detenute in società collegate o sottoposte a controllo congiunto, che vengono iscritte in base al metodo del patrimonio netto.

Si considerano collegate le società non controllate in cui si esercita un'influenza significativa. Si presume che la società eserciti un'influenza significativa in tutti i casi in cui detiene il 20% o una quota superiore dei diritti di voto e, indipendentemente dalla quota posseduta, qualora sussista il potere di partecipare alle decisioni gestionali e finanziarie delle partecipate, in virtù di particolari legami giuridici, quali patti parasociali, aventi la finalità per i partecipanti al patto di assicurare la rappresentatività negli organi di gestione e di salvaguardare l'unitarietà di indirizzo della gestione, senza tuttavia averne il controllo.

Sono considerate società a controllo congiunto quelle per cui vi sono accordi contrattuali o di altra natura in base ai quali è necessario il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo per l'assunzione di decisioni finanziarie e gestionali aventi valenza strategica. Ciò si verifica qualora i diritti di voto ed il controllo dell'attività economica della partecipata sono condivisi in modo paritetico da Banco BPM ed un altro soggetto. In aggiunta, viene qualificato come controllo congiunto un investimento partecipativo nel quale, pur in assenza di una quota paritetica di diritti di voto, al fine dell'assunzione delle decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consento unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

Criteri d'iscrizione

L'iscrizione iniziale dell'attività finanziaria avviene alla data di regolamento. All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al costo, inclusivo dell'eventuale avviamento pagato in sede di acquisizione, il quale non è pertanto oggetto di autonoma e separata rilevazione.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Il valore contabile viene successivamente aumentato o diminuito per rilevare la quota degli utili e delle perdite delle partecipate di pertinenza del Gruppo realizzati dopo la data di acquisizione, in contropartita della voce di conto economico consolidato "240. Utili (perdite) delle partecipazioni". I dividendi ricevuti da una partecipata sono portati in riduzione del valore contabile della partecipazione.

Qualora sia necessario effettuare delle rettifiche di valore derivanti da variazioni nel patrimonio netto della partecipata che la stessa non ha rilevato nel conto economico (es. variazioni derivanti dalla valutazione al fair value di attività finanziarie disponibili per la vendita, dalla valutazione degli utili/perdite attuariali di piani a benefici definiti), la quota parte di tali variazioni, di pertinenza del Gruppo, è rilevata direttamente nella voce del patrimonio netto "140. Riserve da valutazione".

Nell'applicare il metodo del patrimonio netto, si utilizzano i più recenti bilanci disponibili della società collegata/sottoposta a controllo congiunto, opportunamente rettificati per tenere conto di eventuali eventi o transazioni significative, intervenute tra l'ultimo bilancio disponibile della partecipata a la data di riferimento del bilancio consolidato. Qualora la partecipata utilizzi principi contabili difformi rispetto a quelli impiegati dal Gruppo, sono apportate modifiche al bilancio della partecipata.

Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del

valore recuperabile della partecipazione stessa, che rappresenta il maggiore tra il fair value, al netto dei costi di vendita, ed il valore d'uso. Il valore d'uso viene determinato attualizzando i flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell'investimento. Si procede alla rilevazione a conto economico di una perdita di valore qualora il valore contabile, inclusivo dell'avviamento, risulti inferiore rispetto al valore recuperabile. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, fino a concorrenza dell'impairment in precedenza rilevato.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate in presenza di una cessione che trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

In presenza di una situazione che determina la perdita dell'influenza notevole o del controllo congiunto l'eventuale partecipazione residua è oggetto di riclassifica nei portafogli delle attività finanziarie IAS 39, di norma in quello delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita", sulla base del relativo fair value. La cancellazione dalla voce "Partecipazioni" può inoltre avvenire in presenza di circostanze che determinato il conseguimento di una situazione di controllo (cosiddette "step acquisition"). Per ulteriori dettagli si fa rinvio a quanto illustrato nel successivo paragrafo "18 – Altre informazioni, Aggregazioni aziendali, avviamento e modifiche interessenze azionarie".

8- Attività materiali

Criteri di classificazione

Le attività materiali comprendono i terreni, gli immobili strumentali, gli investimenti immobiliari, gli impianti tecnici, i mobili e gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo. Si tratta di attività materiali detenute per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni e servizi, per essere affittate a terzi, o per scopi amministrativi e che si ritiene di utilizzare per più di un periodo. Tra le attività materiali risultano iscritti quei beni connessi con contratti di locazione finanziaria rientrati in possesso della società a seguito della risoluzione dei contratti e della contestuale chiusura dell'originaria posizione creditoria. Sono inoltre iscritti in questa voce i beni utilizzati nell'ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la titolarità giuridica degli stessi rimanga alla società locatrice.

La voce include infine le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi, qualora rappresentino attività materiali identificabili e separabili. Nello specifico, trattasi dei costi di ristrutturazione di immobili presi in affitto sostenuti al fine di renderli idonei all'uso per i quali sono destinati. Tali costi sono oggetto di classificazione nella specifica categoria a cui si riferiscono (esempio impianti tecnici, attrezzature).

Criteri d'iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo che comprende, oltre al prezzo di acquisto, tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all'acquisto e alla messa in funzione del bene. Le spese di manutenzione straordinaria che comportano un incremento dei benefici economici futuri, vengono imputate ad incremento del valore dei cespiti, mentre gli altri costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a conto economico.

Nel caso di immobili ritirati a seguito di chiusura della originaria posizione creditoria (cd "datio in solutum"), l'iscrizione avviene al minore tra il valore del credito lordo rilevato al momento del rientro del bene e:

  • il "valore di mercato" risultante da apposita perizia, qualora non sia prevedibile una loro classificazione tra le "attività in via di dismissione" in un orizzonte temporale di breve periodo;
  • il "valore di pronto realizzo" desunto da apposita perizia, che rettifica il "valore di mercato" nella prospettiva di una cessione in un arco temporale assai breve, qualora alla data di risoluzione sia nota la successiva destinazione tra le "attività in via di dismissione";
  • al prezzo in corso di negoziazione, se al momento della rilevazione iniziale esistono concrete trattative di cessione, dimostrate da impegni assunti dalle parti interessate alla trattativa.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, sono valutate al costo, dedotti eventuali ammortamenti e perdite di valore. Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate lungo la loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti, ad eccezione:

  • dei terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto hanno vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, in virtù dell'applicazione dell'approccio per componenti, sono considerati beni separabili dall'edificio; alla data di acquisizione, la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizie di esperti indipendenti;
  • del patrimonio artistico, in quanto la vita utile di un'opera d'arte non può essere stimata ed il suo valore è normalmente destinato ad aumentare nel tempo.

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, se esiste qualche indicazione che dimostri che un'attività possa aver subito una perdita di valore, si procede al confronto tra il valore di carico del cespite ed il suo valore di recupero, pari al maggiore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il valore d'uso del bene, inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche vengono rilevate a conto economico. Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, si da luogo ad una ripresa di valore, che non può superare il valore che l'attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.

Criteri di cancellazione

Un'attività materiale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione o quando il bene è permanentemente ritirato dall'uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene e sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.

9- Attività immateriali

Criteri di classificazione

Le attività immateriali sono attività non monetarie, identificabili e prive di consistenza fisica, originate da diritti legali o contrattuali, possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale dalle quali è probabile che affluiranno benefici economici futuri. Tra le attività immateriali è inoltre compreso l'avviamento, pari alla differenza tra il corrispettivo sostenuto per un'aggregazione aziendale ed il fair value dell'attività nette identificabili acquisite, come meglio precisato nel paragrafo "18 – Altre informazioni, Aggregazioni aziendali, avviamento e modifiche interessenze azionarie".

Criteri d'iscrizione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, solo se è probabile che i benefici economici attribuibili all'attività si realizzino e che il costo della stessa attività possa essere determinato in modo attendibile. In caso contrario, il costo dell'attività immateriale è rilevato a conto economico nell'esercizio in cui è sostenuto.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Il costo delle attività immateriali a vita utile definita è ammortizzato a quote costanti sulla base della relativa vita utile. Qualora la vita utile sia indefinita non si procede all'ammortamento, ma solamente alla periodica verifica dell'adeguatezza del valore di iscrizione. Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell'attività. L'ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell'attività ed il valore recuperabile.

Tra le attività immateriali sono inclusi i software, le attività immateriali legate alla valorizzazione dei rapporti con la clientela (client relationship) o alla valorizzazione del marchio iscritte in occasione di operazioni di aggregazioni aziendali.

Con riferimento all'avviamento, lo stesso non è soggetto ad ammortamento, ma ad una verifica periodica dell'adeguatezza del valore di iscrizione in bilancio. In particolare, ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore e comunque almeno una volta all'anno, viene effettuata una verifica dell'inesistenza di riduzioni durevoli di valore. A tal fine viene identificata l'unità generatrice di flussi finanziari cui attribuire l'avviamento. Detta unità rappresenta il livello minimo al quale l'avviamento è monitorato per finalità gestionali interne e non deve essere maggiore rispetto al settore operativo determinato in conformità al principio IFRS 8.

L'ammontare dell'eventuale riduzione di valore è determinato sulla base della differenza tra il valore di iscrizione dell'avviamento ed il suo valore di recupero, se inferiore. Detto valore di recupero è pari al maggiore tra il fair value dell'unità generatrice di flussi finanziari, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d'uso. Il valore d'uso è il valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi dalle unità generatrici alle quali l'avviamento è stato attribuito. Le conseguenti rettifiche di valore vengono rilevate a conto economico. Non è ammessa la contabilizzazione di eventuali successive riprese di valore.

Criteri di cancellazione

Un'attività immateriale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione e qualora non siano attesi benefici economici futuri.

10- Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate ad attività in via di dismissione

Criteri di classificazione

Vengono classificate nelle presenti voci le attività/passività non correnti ed i gruppi di attività/passività in via di dismissione. La classificazione in tale voce è possibile qualora la cessione sia ritenuta altamente probabile.

Criteri di iscrizione

Le attività/passività non correnti ed i gruppi di attività/passività in via di dismissione sono valutate al minore tra il valore di carico ed il loro fair value al netto dei costi di cessione.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

In seguito alla classificazione nella suddetta categoria tali attività sono valutate al minore tra il loro valore contabile ed il relativo fair value, al netto dei costi di vendita.

Nell'ipotesi in cui i beni in dismissione siano ammortizzabili, a decorrere dall'esercizio di classificazione tra le attività non correnti in via di dismissione, cessa il processo di ammortamento. I relativi proventi ed oneri sono esposti nel conto economico in voce separata al netto dell'effetto fiscale quando sono relativi ad unità operative dismesse (discontinued operations); in tal caso viene ripresentata la stessa informativa economica in voce separata anche per i periodi comparativi presentati in bilancio.

Criteri di cancellazione

Le attività ed i gruppi di attività non correnti in via di dismissione sono eliminati dallo stato patrimoniale dal momento della dismissione.

11- Fiscalità corrente e differita

Le voci includono rispettivamente le attività fiscali correnti ed anticipate e le passività fiscali correnti e differite relative alle imposte sul reddito.

Le imposte sul reddito, calcolate nel rispetto della vigente normativa fiscale, sono contabilizzate in base al criterio della competenza, coerentemente con la rilevazione in bilancio dei costi e dei ricavi che le hanno generate. Esse rappresentano pertanto l'onere fiscale, pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella anticipata e differita, relativo al reddito dell'esercizio. Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a partite addebitate o accreditate direttamente a patrimonio netto, per le quali la rilevazione della relativa fiscalità avviene, per coerenza, a patrimonio netto.

In particolare, le passività (attività) fiscali correnti, dell'esercizio in corso e di quelli precedenti, riflettono l'ammontare delle imposte sul reddito che ci si aspetta di pagare (recuperare) nei confronti delle autorità fiscali, in base ad una stima prudente, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigente alla data di riferimento del bilancio (situazione infrannuale). Le attività e le passività fiscali correnti sono esposte nello stato patrimoniale a saldi compensati, qualora il regolamento avverrà sulla base del saldo netto, per l'esistenza di un diritto legale alla compensazione.

Le imposte anticipate e differite sono calcolate sulle differenze temporanee, senza limiti temporali, tra i valori contabili ed i valori fiscali delle singole attività o passività.

Le attività per imposte anticipate sono iscritte in bilancio o nella situazione infrannuale, nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero, valutata sulla base della capacità della società interessata e del Gruppo, per effetto dell'esercizio dell'opzione relativa al c.d. "consolidato fiscale", di generare con continuità redditi imponibili positivi nei futuri esercizi, tenuto altresì conto delle disposizioni fiscali tempo per tempo vigenti, come ad esempio la Legge 214/2011 che prevede, a certe condizioni, la trasformabilità in crediti di talune attività per imposte anticipate. Le passività per imposte differite sono iscritte in bilancio o nella situazione infrannuale, con le sole eccezioni delle attività iscritte in bilancio per un importo superiore al valore fiscalmente riconosciuto e delle riserve in sospensione d'imposta, per le quali è ragionevole ritenere che non saranno effettuate d'iniziativa operazioni che ne comportino la tassazione.

Le attività e le passività iscritte per imposte anticipate e differite vengono sistematicamente valutate per tenere conto sia di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote sia di eventuali diverse situazioni soggettive delle società del Gruppo.

12- Fondi per rischi ed oneri

I fondi per rischi ed oneri sono costituiti da passività di ammontare o scadenza incerti e rilevate in bilancio se:

  • esiste un'obbligazione attuale (legale o implicita) quale risultato di un evento passato;
  • è probabile che sarà necessario l'impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere l'obbligazione;
  • può essere effettuata una stima attendibile del probabile esborso futuro.

Nella voce fondi per rischi ed oneri sono inclusi i fondi relativi a prestazioni di lungo termine e a prestazione successive alla cessazione del rapporto di lavoro trattati dallo IAS 19 e i fondi per rischi ed oneri trattati dallo IAS 37.

Nella voce dei fondi per rischi ed oneri non sono comprese le svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, dei derivati creditizi ad esse assimilati ai sensi dello IAS 39 e degli impegni irrevocabili ad erogare fondi che risultano iscritte nella voce "100. Altre passività".

Nella sottovoce "Altri fondi per rischi ed oneri" sono compresi gli stanziamenti a fronte degli esborsi stimati per obbligazioni legali o implicite derivanti da eventi passati. Tali esborsi possono essere di natura contrattuale, come ad esempio gli stanziamenti per incentivi all'esodo del personale, gli indennizzi previsti da clausole contrattuali al verificarsi di determinati eventi, o di natura risarcitoria e/o restitutoria, come quelli a fronte di perdite presunte sulle cause passive, incluse le azioni revocatorie, gli esborsi stimati a fronte dei reclami della clientela per l'attività di intermediazione in titoli, i contenziosi di natura fiscale.

L'importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima dell'esborso finanziario necessario per assolvere all'obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio e riflette i rischi e le incertezze insite nei fatti e nelle circostanze esaminate. Laddove l'elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato. L'accantonamento e l'effetto dell'attualizzazione sono rilevati a conto economico nella voce "190. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri", così come l'incremento del fondo per effetto del passare del tempo.

I fondi accantonati sono riesaminati ad ogni data di riferimento del bilancio e rettificati per riflettere la migliore stima corrente. Quando l'impiego di risorse, atte a produrre benefici economici per adempire all'obbligazione, diviene improbabile, l'accantonamento viene stornato.

In aggiunta, ciascun fondo è utilizzato unicamente per far fronte a quelle uscite per le quali è stato originariamente costituito.

Nella sottovoce "Fondi di quiescenza e obblighi simili" figurano i fondi a prestazioni definite, ovvero i fondi di previdenza per i quali è stata rilasciata una garanzia sulla restituzione del capitale e/o sul rendimento a favore dei beneficiari, come riportato nel successivo paragrafo "18- Altre informazioni, Trattamento di fine rapporto e altri benefici per i dipendenti". I benefici che dovranno essere erogati in futuro sono valutati da un attuario esterno, utilizzando il "metodo della proiezione unitaria del credito", come richiesto dallo IAS 19.

13- Debiti e titoli in circolazione

Criteri di classificazione

Le voci "10. Debiti verso banche", "20. Debiti verso clientela" e "30. Titoli in circolazione" comprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli obbligazionari in circolazione, al netto, pertanto, dell'eventuale ammontare riacquistato. Sono inoltre inclusi i debiti iscritti dal locatario nell'ambito di operazioni di leasing finanziario, nonché le operazioni di pronti contro termine e di titoli dati a prestito con ricevimento di garanzia in denaro, che rientra nella piena disponibilità del prestatore. Tra i debiti rientrano anche i debiti di funzionamento connessi con la fornitura di servizi finanziari come definiti nel Testo Unico Bancario e nel Testo Unico della Finanza.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all'atto della ricezione delle somme raccolte o della emissione dei titoli di debito. La prima iscrizione è effettuata sulla base del fair value delle passività, normalmente pari all'ammontare incassato o al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Sono esclusi i costi interni di carattere amministrativo.

Le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto sono iscritte in bilancio come operazioni di raccolta per l'importo corrisposto a pronti.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie vengono valutate al costo ammortizzato col metodo del tasso di interesse effettivo. Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato ed i cui costi eventualmente imputati sono attribuiti a conto economico in modo lineare lungo la durata contrattuale della passività. Si evidenzia, inoltre, che gli strumenti di raccolta oggetto di una relazione di copertura efficace vengono valutati sulla base delle regole previste per le operazioni di copertura.

Per gli strumenti strutturati, qualora vengano rispettati i requisiti previsti dallo IAS 39, il derivato incorporato è separato dal contratto ospite e rilevato al fair value come "Attività/Passività di negoziazione". In quest'ultimo caso il contratto ospite è iscritto al costo ammortizzato.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio o dalla situazione infrannuale quando risultano scadute o estinte. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi. La differenza tra valore contabile della passività e l'ammontare pagato per acquistarla viene registrato a conto economico. Il ricollocamento sul mercato di titoli propri successivamente al loro riacquisto è considerato come una nuova emissione con iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a conto economico.

14- Passività finanziarie di negoziazione

Criteri di classificazione

La voce include il valore negativo dei contratti derivati di trading valutati al fair value e le passività finanziarie per cassa detenute per finalità di negoziazione.

Sono compresi, inoltre, le valutazioni negative dei derivati collegati alle attività ed alle passività valutate al fair

value, i derivati impliciti che ai sensi dello IAS 39 sono stati scorporati dagli strumenti finanziari composti ospiti, nonché le passività che si originano da scoperti tecnici generati dall'attività di negoziazione di titoli.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale delle passività finanziarie di negoziazione avviene alla data di regolamento per le passività per cassa e alla data di sottoscrizione per i contratti derivati.

La prima iscrizione è effettuata sulla base del fair value della passività, normalmente pari all'ammontare incassato, senza considerare i costi o i proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso, che sono imputati direttamente a conto economico.

Per le modalità di determinazione del fair value si fa rinvio alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione del fair value e/o dalla cessione degli strumenti di trading sono contabilizzati nel conto economico. Per gli strumenti derivati, nel caso in cui il fair value di una passività finanziaria diventi positivo, tale posta è contabilizzata nell'attivo nella voce "20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione".

Gli utili e le perdite da negoziazione e le plusvalenze e le minusvalenze da valutazione del portafoglio di negoziazione sono iscritti nel conto economico nella voce "80. Risultato netto dell'attività di negoziazione", ad eccezione di quelli relativi a strumenti derivati connessi con la fair value option che sono classificati nella voce "110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value".

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie di negoziazione vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui relativi flussi finanziari o quando la passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà delle stesse.

15- Passività finanziarie valutate al fair value

Criteri di classificazione

Una passività finanziaria viene designata al fair value rilevato a conto economico in sede di rilevazione iniziale solo:

  • quando si tratta di un contratto ibrido contenente uno o più derivati incorporati e il derivato incorporato modifica significativamente i flussi finanziari che altrimenti sarebbero previsti dal contratto;
  • o la designazione al fair value rilevato a conto economico consente di fornire una migliore informativa, in quanto:
  • elimina o riduce notevolmente una mancanza di uniformità nella valutazione o nella rilevazione che altrimenti risulterebbe dalla valutazione di attività o passività o dalla rilevazione dei relativi utili e perdite su basi diverse;
  • un gruppo di attività finanziarie, passività finanziarie o entrambi è gestito e il suo andamento viene valutato in base al fair value secondo una documentata gestione del rischio o strategia di investimento. Su tale base l'informativa sul gruppo è fornita internamente ai dirigenti con responsabilità strategiche.

Per approfondimenti sul perimetro del Gruppo delle passività in fair value option, sulla metodologia di determinazione del fair value e della quantificazione del proprio merito creditizio si fa rinvio a quanto contenuto nel paragrafo "18- Altre informazioni" ed alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Criteri di iscrizione

Le passività finanziarie in esame vengono valutate al fair value fin dal momento della prima iscrizione. I proventi ed oneri iniziali sono immediatamente imputati al conto economico.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente all'iscrizione iniziale le attività finanziarie sono valutate al relativo fair value corrente. La variazione di fair value è imputata nel conto economico, ad eccezione degli effetti conseguenti alla variazione del proprio merito creditizio che sono rilevati in una specifica riserva da valutazione, a meno che tale trattamento non sia tale da creare o amplificare un'asimmetria contabile nel risultato economico. Un'asimmetria contabile viene creata o amplificata quando la rilevazione degli effetti del proprio merito creditizio in una riserva patrimoniale è tale da comportare nel conto economico un'asimmetria più rilevante di quella che si avrebbe rilevando nel conto economico tutta la variazione di fair value della passività. In quest'ultimo caso l'intera variazione di fair value della passività, comprensiva dell'effetto di variazione del proprio merito creditizio, deve essere rilevata nel conto economico.

Gli effetti correlati alla variazione del proprio merito creditizio sono oggetto di presentazione nel prospetto della redditività complessiva, al netto del relativo effetto fiscale, in corrispondenza delle altre componenti reddituali senza rigiro nel conto economico.

L'importo imputato nella specifica riserva patrimoniale non è oggetto di successivo "rigiro" nel conto economico, anche qualora la passività dovesse essere scaduta o estinta; in tal caso è possibile riclassificare l'utile (perdita) cumulato in altre componenti di patrimonio netto.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio o dalla situazione infrannuale quando risultano scadute o estinte. Nel caso di passività finanziarie rappresentate da titoli emessi, la cancellazione avviene anche in presenza del riacquisto: la differenza tra il valore contabile della passività e l'ammontare pagato per acquistarla viene registrato a conto economico, ad eccezione degli utili/perdite connesse alla variazione del proprio merito creditizio che sono rilevati in una riserva di patrimonio netto, come in precedenza illustrato. Il ricollocamento sul mercato dei titoli propri successivamente al loro riacquisto è considerato come una nuova emissione con iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a conto economico.

16- Operazioni in valuta

Criteri di classificazione

Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall'euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell'euro con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.

Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste monetarie e non monetarie.

Gli elementi monetari consistono nelle somme in denaro e nelle attività e passività che esprimono il diritto di ricevere o l'obbligo di pagare importi di denaro fissi o determinabili (crediti, titoli di debito, passività finanziarie). Gli elementi non monetari (quali, ad esempio, i titoli di capitale) sono attività o passività che non contemplano il diritto di ricevere o l'obbligo di pagare importi di denaro fissi o determinabili.

Criteri di iscrizione

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all'importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell'operazione.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, le poste di bilancio in valuta estera vengono valutate come segue:

  • le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura;
  • le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data dell'operazione;

le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite utilizzando i tassi di cambio in essere alla data di chiusura.

Le differenze di cambio che derivano dal regolamento di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione del bilancio precedente, sono rilevate nel conto economico del periodo in cui sorgono.

Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, la differenza cambio relativa a tale elemento è rilevata anch'essa a patrimonio. Per contro, quando un utile o una perdita di un elemento non monetario sono rilevati a conto economico, è rilevata in conto economico anche la relativa differenza cambio.

17- Attività e passività assicurative

Non sono presenti imprese di assicurazione nel perimetro di consolidamento.

18- Altre informazioni

a) Contenuto di altre voci di bilancio

Cassa e disponibilità liquide

La voce comprende le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere ed i depositi liberi verso la Banca Centrale del Paese o dei Paesi in cui il Gruppo opera con proprie società o filiali. La voce è iscritta per il valore facciale. Per le divise estere il valore facciale viene convertito in euro al cambio di chiusura della data di fine periodo.

Adeguamento di valore delle attività finanziarie e delle passività finanziarie oggetto di copertura generica

Nelle presenti voci figurano rispettivamente le variazioni di fair value di attività e passività finanziarie oggetto di copertura generica ("macrohedging") dal rischio di tasso di interesse, in base al rispettivo saldo, sia esso positivo che negativo.

Altre attività

Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell'attivo dello stato patrimoniale. La voce può includere a titolo esemplificativo:

  • a) l'oro, l'argento e i metalli preziosi;
  • b) i ratei attivi diversi da quelli che vanno capitalizzati sulle relative attività finanziarie;
  • c) eventuali rimanenze di beni secondo la definizione dello IAS 2;
  • d) i crediti connessi alla fornitura di beni o servizi non finanziari;
  • e) le partite fiscali debitorie diverse da quelle rilevate nella voce "Attività fiscali".

Sono inoltre comprese le migliorie e le spese incrementative sostenute sui beni di terzi in affitto, diverse da quelle riconducibili alla voce "120. Attività materiali", in quanto non separabili dai beni cui si riferiscono e quindi non utilizzabili in modo autonomo (esempio opere murarie). Tali costi sono rilevati in questa voce in quanto il contratto di affitto rappresenta per la società utilizzatrice una forma di controllo sui beni, dal cui utilizzo sono attesi benefici economici futuri. Tali costi sono imputati a conto economico nel periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese incrementative possono essere utilizzate e la durata residua del contratto di affitto, comprensivo del periodo di rinnovo, qualora vi siano evidenze in tal senso.

Possono anche figurarvi eventuali rimanenze (di "saldo debitore") di partite viaggianti e sospese non attribuite ai conti di pertinenza, purché di importo complessivamente irrilevante.

Altre passività

Nella presente voce figurano le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale. La voce include a titolo esemplificativo:

  • a) gli accordi di pagamento che l'IFRS 2 impone di classificare come debiti;
  • b) il valore di prima iscrizione delle garanzie rilasciate, dei derivati su crediti ad esse assimilati ai sensi dello IAS 39 e degli impegni irrevocabili ad erogare fondi nonché le successive svalutazioni dovute al loro deterioramento;
  • c) i debiti connessi con il pagamento di forniture di beni e servizi non finanziari;
  • d) i ratei passivi diversi da quelli da capitalizzare sulle pertinenti passività finanziarie;
  • e) le partite fiscali creditorie varie diverse da quelle rilevate nella voce "Passività fiscali" (connesse ad esempio all'attività di sostituto d'imposta).

Trattamento di fine rapporto e altri benefici per i dipendenti

Il trattamento di fine rapporto rappresenta, ai sensi dello IAS 19, un "beneficio successivo al rapporto di lavoro".

A seguito della riforma della previdenza complementare, di cui al D. Lgs. 5 dicembre 2005, n. 252, sono state introdotte nuove regole per il trattamento di fine rapporto maturato a partire dal 1° gennaio 2007, che rilevano ai fini del relativo trattamento contabile.

In particolare, per le società con in media almeno 50 dipendenti nel corso del 2006, le quote del trattamento di fine rapporto del personale maturate a partire dal 1° gennaio 2007 si configurano contabilmente come un "piano a contribuzione definita"; l'onere è limitato alla contribuzione stabilita dalla normativa prevista dal Codice Civile, senza applicazione di alcuna metodologia attuariale.

Diversamente, il fondo di trattamento di fine rapporto maturato alla data del 31 dicembre 2006 continua a qualificarsi contabilmente come un "piano a benefici definiti".

In linea generale, i "piani successivi al rapporto di lavoro" - che comprendono, oltre al Fondo trattamento di fine rapporto, i Fondi di quiescenza - sono distinti nelle due categorie a "prestazioni definite" o a "contributi definiti" in base alle relative caratteristiche.

In particolare, per i piani a contributi definiti il costo è rappresentato dai contributi maturati nell'esercizio, dato che la società ha solo l'obbligo di versare dei contributi fissati su base contrattuale ad un fondo e conseguentemente non ha alcuna obbligazione legale o implicita a corrispondere, oltre al versamento della contribuzione, ulteriori importi qualora il fondo non disponga di sufficienti attività per pagare tutti i benefici ai dipendenti.

Per i piani a prestazioni definite, il rischio attuariale e di investimento, ossia il rischio di un'eventuale insufficienza di contributi o di un insufficiente rendimento degli asset in cui i contributi sono investiti, ricade sulla società. La passività viene determinata da un attuario esterno secondo la metodologia attuariale della "Proiezione unitaria del credito". In base alla citata metodologia è necessario prevedere gli esborsi futuri sulla base di ipotesi demografiche e finanziarie, da attualizzare per tenere conto del tempo che trascorrerà prima dell'effettivo pagamento e da riproporzionare in base al rapporto tra gli anni di servizio maturati e l'anzianità teorica stimata al momento dell'erogazione del beneficio. Il valore attuariale della passività così determinato deve poi essere rettificato del fair value delle eventuali attività al servizio del piano (passività/attività netta).

Gli utili e le perdite attuariali, che si originano per effetto di aggiustamenti delle precedenti ipotesi attuariali formulate, a seguito dell'esperienza effettivamente riscontrata o a causa di modificazione delle stesse ipotesi attuariali, comportano una rimisurazione della passività netta e sono imputati in contropartita di una riserva di patrimonio netto. Tali utili e perdite sono oggetto di rappresentazione nel "Prospetto della redditività complessiva".

La variazione della passività conseguente ad una modifica o ad una riduzione di piano è rilevata nel conto economico come utile o perdita. Nel dettaglio, la fattispecie della modifica interviene qualora venga introdotto un nuovo piano, piuttosto che venga ritirato o modificato un piano esistente. Si ha invece una riduzione in presenza di una significativa variazione negativa del numero dei dipendenti compresi nel piano, come ad esempio nel caso di piani di riduzione di personale in esubero (accesso al Fondo di Solidarietà).

La metodologia della "Proiezione unitaria del credito", in precedenza descritta, viene seguita anche per la valutazione dei benefici a lungo termine, quali i "premi di anzianità" a favore dei dipendenti. A differenza di quanto descritto per i "piani a benefici definiti", gli utili e le perdite attuariali connessi alla valutazione dei benefici a lungo termine vengono rilevati immediatamente nel conto economico.

Riserve da valutazione

Nella presente voce figurano le riserve da valutazione relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita, alla

copertura di investimenti esteri, alla copertura dei flussi finanziari, alle differenze di cambio da conversione, alle "singole attività" e ai gruppi di attività in via di dismissione, alla quota parte delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto, agli utili (perdite) attuariali su piani a benefici definiti, agli utili/perdite connessi alla variazione del proprio merito creditizio relativamente alle passività in fair value option. Sono altresì incluse le riserve di rivalutazione iscritte in applicazione di leggi speciali di rivalutazione, anche se oggetto di "affrancamento" fiscale.

Capitale e azioni proprie

La voce capitale include l'importo delle azioni, sia ordinarie che privilegiate, emesse al netto dell'importo dell'eventuale capitale sottoscritto ma non ancora versato alla data di bilancio o della situazione infrannuale. La voce è esposta al lordo delle eventuali azioni proprie detenute dalla banca. Queste ultime vengono iscritte in bilancio a voce propria come componente negativa del patrimonio netto.

Il costo originario delle azioni proprie riacquistate e gli utili o le perdite derivanti dalla loro successiva vendita sono rilevati come movimenti del patrimonio netto.

I costi di transazione relativi ad un'operazione sul capitale, quale ad esempio un aumento del capitale sociale, sono contabilizzati come una riduzione del patrimonio netto, al netto di qualsiasi beneficio fiscale connesso.

I dividendi su azioni ordinarie sono contabilizzati a riduzione del patrimonio netto nell'esercizio in cui l'assemblea degli azionisti ne ha deliberato la distribuzione. Eventuali acconti sui dividendi erogati ai soci sono rilevati nella voce del passivo dello stato patrimoniale "Acconti su dividendi" con il segno negativo.

Patrimonio di pertinenza di terzi

La voce rappresenta la frazione calcolata in base agli "equity ratios" del patrimonio netto consolidato attribuibile ad azioni di pertinenza dei soci di minoranza. L'importo è calcolato al netto delle eventuali azioni proprie riacquistate dalle imprese consolidate.

b) Illustrazione di altri trattamenti contabili significativi

Dividendi e riconoscimento dei ricavi e dei costi

I ricavi sono riconosciuti quando sono percepiti o comunque quando è probabile che saranno ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile. I costi sono rilevati in conto economico nei periodi nei quali sono contabilizzati i relativi ricavi; i costi che non presentano una diretta associazione con i ricavi sono imputati immediatamente a conto economico. In particolare:

  • gli interessi sono rilevati pro-rata temporis sulla base del tasso di interesse contrattuale o di quello effettivo nel caso di applicazione del costo ammortizzato. La voce interessi attivi (ovvero interessi passivi) comprende anche i differenziali o i margini, positivi (o negativi), maturati sino alla data di riferimento del bilancio, relativi a contratti derivati finanziari:
  • di copertura di attività e passività che generano interessi;
  • classificati nello stato patrimoniale nel portafoglio di negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività e/o passività finanziarie valutate al fair value (Fair value Option);
  • connessi gestionalmente con attività e passività classificate nel portafoglio di negoziazione e che prevedono la liquidazione di differenziali o di margini a più scadenze;
  • gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso;
  • i dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui sorge il diritto legale ad incassarli, e quindi nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione;
  • le commissioni per ricavi da servizi sono iscritte, sulla base dell'esistenza di accordi contrattuali, nel periodo in cui i servizi stessi sono stati prestati. Le commissioni considerate nel costo ammortizzato ai fini della determinazione del tasso di interesse effettivo, sono rilevate tra gli interessi;
  • gli utili e le perdite derivanti dall'intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione sono riconosciuti a conto economico, in sede di rilevazione dell'operazione, sulla base della differenza tra il corrispettivo pagato o incassato ed il fair value dello strumento, solamente quando il fair value è determinabile facendo riferimento a transazioni di mercato correnti ed osservabili sul mercato oppure attraverso tecniche di valutazione i cui input siano parametri di mercato osservabili; diversamente, detti utili e perdite sono

distribuiti nel tempo tenuto conto della natura e della durata dello strumento;

i ricavi derivanti dalla vendita di attività non finanziarie sono rilevati al momento del perfezionamento della vendita, a meno che sia stata mantenuta la maggior parte dei rischi e benefici connessi con l'attività.

Pagamenti basati su azioni

Si tratta di pagamenti a favore dei dipendenti, come corrispettivo dell'attività lavorativa prestata, basati su azioni rappresentative del capitale, che consistono, ad esempio, nell'assegnazione di:

  • diritti a sottoscrivere aumenti di capitale a pagamento (stock option);
  • diritti a ricevere azioni al raggiungimento di determinati obiettivi.

In considerazione delle difficoltà di stimare direttamente il fair value delle prestazioni lavorative ricevute in contropartita dell'assegnazione di azioni, è possibile misurare il valore delle prestazioni ricevute, in modo indiretto, facendo riferimento al fair value degli strumenti rappresentativi di capitale, alla data della loro assegnazione. Il fair value dei pagamenti regolati con l'emissione di azioni è rilevato in base al criterio di competenza della prestazione fornita come nella voce "180. a) Spese per il personale" in contropartita di un incremento della voce "170. Riserve".

In particolare, quando le azioni assegnate non sono immediatamente "usufruibili" dal dipendente, ma lo saranno quando il dipendente avrà completato uno specifico periodo di servizio, l'impresa riconosce il costo come corrispettivo della prestazione resa lungo il periodo di maturazione delle condizioni stesse ("vesting period").

Pronti contro termine, prestito titoli e riporti

Le operazioni di pronti contro termine o di riporto con le quali il Gruppo vende a terzi dei titoli con l'obbligo di riacquisto degli stessi alla scadenza delle operazioni ad un prezzo predeterminato vengono iscritte nei debiti verso altre banche o verso clientela a seconda della controparte. Analogamente, le operazioni di pronti contro termine o di riporto con le quali il Gruppo acquista da terzi dei titoli con l'obbligo di rivendita degli stessi alla scadenza delle operazioni ad un prezzo predeterminato sono contabilizzate come crediti altre verso banche o clientela, a seconda della controparte. La differenza tra il prezzo a pronti e il prezzo a termine delle predette operazioni è contabilizzata come interesse (passivo o attivo a seconda dei casi) e registrata per competenza lungo la vita dell'operazione. Le operazioni di prestito titoli nelle quali la garanzia è rappresentata da contante che rientra nella piena disponibilità economica del prestatore vengono rilevate in bilancio come le anzidette operazioni pronti contro termine.

Nel caso di operazioni di prestito titoli con garanzia costituita da altri titoli, ovvero senza garanzia, il prestatore e il prestatario continuano a rilevare nell'attivo dello stato patrimoniale, rispettivamente, il titolo oggetto del prestito e quello eventualmente dato in garanzia. La remunerazione di tale operatività è rilevata dal prestatore nella voce "40. Commissioni attive" e dal prestatario nella voce "50. Commissioni passive".

Compensazione di strumenti finanziari

Ai sensi dello IAS 32, paragrafo 42, le attività finanziarie e le passività finanziarie sono oggetto di compensazione ed evidenziate in bilancio per il saldo netto, qualora l'entità:

  • abbia un diritto legale ad operare tale compensazione, correntemente esercitabile in tutte le circostanze, siano esse afferenti al normale svolgimento del business siano esse relative ad situazioni di inadempimento, insolvenza, fallimento delle parti;
  • intenda regolare le transazioni per il saldo netto o in base ad un regolamento su base lorda i cui effetti sostanziali siano equivalenti ad un regolamento netto.

Per gli strumenti derivati rientranti in accordi di compensazione che rispettano i requisiti in precedenza illustrati, la Circolare n. 262 prevede di effettuare la compensazione tra tutti i derivati di negoziazione e tutti i derivati di copertura. Qualora lo sbilancio dei derivati di negoziazione dovesse essere di segno opposto rispetto allo sbilancio di tutti i derivati di copertura, è prevista una rappresentazione su base netta di tali sbilanci: convenzionalmente, il saldo netto viene allocato nel portafoglio di negoziazione piuttosto che nei derivati di copertura, in funzione della prevalenza del valore assoluto tra lo sbilancio dei derivati di negoziazione e quello dei derivati di copertura.

Cartolarizzazioni – cancellazione dal bilancio delle attività finanziarie cedute

Nelle operazioni di cartolarizzazione, la cessione delle attività finanziarie ad una società veicolo, anche se pro soluto, comporta la cancellazione dal bilancio di tali attività (cosiddetta "derecogniton"), soltanto nell'ipotesi in cui vi sia un sostanziale trasferimento dei rischi e dei benefici.

Per le cartolarizzazioni originate dal Gruppo, alla data di perfezionamento dell'operazione, non si è proceduto ad effettuare alcuna "derecognition" dal bilancio dei crediti, ancorché ceduti. Il Gruppo ha mantenuto, infatti, il rischio di credito associato al portafoglio cartolarizzato ed i relativi benefici, per il tramite della sottoscrizione della tranche dei titoli junior, ossia dei titoli che sopportano il rischio delle prime perdite, o dell'assunzione di esposizioni analoghe. Conseguentemente, nel bilancio separato della banca originator i crediti continuano a rimanere iscritti in bilancio, come "Attività cedute e non cancellate"; il corrispettivo incassato dalla cessione viene rilevato in contropartita di un debito verso la società veicolo, al netto dei titoli sottoscritti dalla banca stessa. Nel bilancio consolidato, il consolidamento della società veicolo e del relativo patrimonio della cartolarizzazione, qualora rispettati i requisiti del controllo previsti dal principio IFRS 10, ha come principale effetto che, nella situazione patrimoniale, figurano i titoli emessi dal veicolo e sottoscritti da entità non appartenenti al Gruppo.

Ai fini della Parte E della presente nota integrativa consolidata, i crediti ceduti in operazioni di cartolarizzazione si considerato come "Attività cedute e non cancellate", a meno che le banche originator del Gruppo non abbiano sottoscritto, fin dalla data di emissione, il complesso di tutte le passività emesse dalla società veicolo (cosiddette operazioni di auto cartolarizzazione).

Alla regola generale sopra descritta, fa eccezione la cartolarizzazione Tiepolo Finance per la quale, in sede di prima applicazione dei principi contabili internazionali, ci si è avvalsi della facoltà di non iscrivere in bilancio gli attivi sottostanti alle operazioni di cartolarizzazione effettuate prima del 1° gennaio 2004, che risultavano cancellati in base ai precedenti principi contabili. Al 30 giugno 2017, il titolo junior emesso dalla società Tiepolo Finance, sottoscritto per un valore nominale di 50,5 milioni e classificato nel portafoglio delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita", presenta un valore nullo in quanto interamente svalutato.

In aggiunta, per le cartolarizzazioni perfezionate dall'ex Gruppo Italease, gli accordi intervenuti in data 24 dicembre 2009 tra Banca Italease ed Alba Leasing S.p.A., in corrispondenza del perfezionamento dell'acquisizione del controllo di Banca Italease da parte del Gruppo Banco BPM e della relativa riorganizzazione dell'attività di leasing, hanno comportato una cancellazione integrale dei crediti originati dal canale bancario i cui rischi e benefici sono stati posti interamente a carico di Alba Leasing a seguito di appositi accordi contrattuali.

Esposizioni creditizie fuori bilancio - garanzie rilasciate ed impegni

Le esposizioni creditizie fuori bilancio, rappresentate dalle garanzie rilasciate e dagli impegni irrevocabili ad erogare fondi, danno luogo ad accantonamenti nella misura in cui sia ritenuta probabile una fuoriuscita di risorse economiche per adempiere all'obbligazione legale. Dette esposizioni sono oggetto di un processo di valutazione analitica, qualora vi sia un'elevata probabilità di default sulla singola posizione; diversamente, l'accantonamento viene determinato su base collettiva, tenuto conto della probabilità di perdita rilevata su un portafoglio di obbligazioni omogenee. Il procedimento di stima collettiva delle esposizioni fuori bilancio in bonis è condotto applicando i medesimi criteri utilizzati per la valutazione collettiva dei crediti, tenuto conto di un fattore di conversione. Come rappresentato nel precedente paragrafo "12 – Fondi per rischi ed oneri", i fondi correlati alla svalutazione di garanzie rilasciate ed impegni ad erogare fondi sono iscritti nella voce di stato patrimoniale "100. Altre passività", in conformità alle disposizioni contenute nella Circolare n. 262; la contropartita è la voce di conto economico "130. d) Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie".

Aggregazioni aziendali, avviamento e modifiche interessenze azionarie

Un'aggregazione aziendale consiste nell'unione di imprese o di attività aziendali distinte in un unico soggetto tenuto alla redazione del bilancio.

Un'aggregazione può dar luogo ad un legame partecipativo tra la Capogruppo acquirente e la controllata acquisita. In tale circostanza, l'acquirente applica il principio IFRS 3 nel bilancio consolidato mentre nel bilancio separato rileva l'interessenza acquisita come partecipazione in una controllata applicando il principio contabile IAS 27 "Bilancio separato".

Un'aggregazione può anche prevedere l'acquisto dell'attivo netto di un'altra entità, incluso l'eventuale avviamento, oppure l'acquisto del capitale di un'altra entità (fusioni, conferimenti, acquisizioni di rami d'azienda). Una tale aggregazione non si traduce in un legame partecipativo analogo a quello tra controllante e controllata e quindi in tal casi si applica il principio contabile IFRS 3 anche nel bilancio separato dell'acquirente.

Le aggregazioni aziendali sono contabilizzate usando il metodo dell'acquisto ("purchase method"), che richiede: (i) l'identificazione dell'acquirente; (ii) la determinazione del costo dell'aggregazione; (iii) l'allocazione del prezzo di acquisizione ("Purchase Price Allocation").

Identificazione dell'acquirente

Il principio IFRS 3 richiede che per tutte le aggregazione aziendali venga individuato un acquirente, identificato nel soggetto che ottiene il controllo su un'altra entità, inteso come il potere di determinare le politiche finanziarie e gestionali di tale entità al fine di ottenere benefici dalle sue attività. In presenza di operazioni di aggregazione che determinato lo scambio di interessenze partecipative, l'individuazione dell'acquirente deve considerare fattori quali: (i) il numero delle nuove azioni ordinarie con diritto di voto emesse rispetto al totale delle azioni ordinarie con diritto di voto che costituiranno il capitale della società esistente dopo l'aggregazione; (ii) il fair value delle entità che partecipano all'aggregazione; (iii) la composizione dei nuovi organi societari; (iv) l'entità che emette le nuove azioni.

Determinazione del costo dell'aggregazione

Il corrispettivo trasferito in un'aggregazione aziendale è pari al fair value, alla data dell'acquisizione, delle attività cedute, delle passività sostenute e degli strumenti di capitale emessi dall'acquirente in cambio dell'ottenimento del controllo dell'acquisito. Il corrispettivo che l'acquirente trasferisce in cambio dell'acquisita comprende qualsiasi attività e passività risultante da un accordo sul corrispettivo potenziale, da rilevare alla data di acquisizione sulla base del fair value. Modifiche al corrispettivo trasferito sono possibili se derivano da informazioni addizionali su fatti e circostanze che esistevano alla data di acquisizione e sono riconoscibili entro il periodo di misurazione dell'aggregazione aziendale (ossia entro dodici mesi dalla data dell'acquisizione, come di seguito verrà precisato). Ogni altra modifica che deriva da eventi o circostanze successive all'acquisizione, come ad esempio quella riconosciuta al venditore legata al raggiungimento di determinate performance reddituali, deve essere rilevata nel conto economico.

I costi correlati all'acquisizione, che includono provvigioni di intermediazione, spese di consulenza, legali, contabili, professionali, costi amministrativi generali, inclusi quelli per il mantenimento di un ufficio acquisizioni, sono registrati nel conto economico al momento del loro sostenimento, ad eccezione dei costi di emissione di titoli azionari e di titoli di debito che sono rilevati sulla base di quanto disposto dai principi IAS 32 e IAS 39.

Allocazione del prezzo di acquisizione (Purchase Price Allocation)

In base al metodo dell'acquisto, alla data di acquisizione, l'acquirente deve allocare il costo dell'aggregazione (c.d. PPA, "Purchase Price Allocation") alle attività identificabili acquisite, alle passività assunte misurate ai relativi fair value a tale data, rilevando altresì il valore degli interessi di minoranza dell'entità acquisita. Occorre pertanto redigere una situazione patrimoniale della società acquisita, alla data dell'acquisizione, valorizzando al fair value le attività identificabili acquisite (comprese eventuali attività immateriali in precedenza non rilevata dall'entità acquisita) e le passività identificabili assunte (comprese quelle potenziali).

Per ogni aggregazione aziendale, le interessenze di minoranza possono essere rilevate al fair value o in proporzione alla quota detenuta nelle attività nette identificabili della società acquisita.

In aggiunta, se il controllo viene realizzato mediante acquisti successivi (aggregazioni aziendali realizzate in più fasi), l'interessenza azionaria in precedenza detenuta è oggetto di misurazione al fair value alla data dell'acquisizione e la differenza rispetto al precedente valore di carico deve essere rilevata nel conto economico. Alla data di acquisizione l'acquirente deve quindi determinare la differenza tra:

  • la sommatoria di:
  • il costo dell'aggregazione;
  • l'importo di qualsiasi interessenza di minoranza come sopra illustrato;
  • il fair value delle eventuali interessenze azionarie in precedenza detenute dall'acquirente;
  • il fair value delle attività nette identificabili acquisite, comprese le passività potenziali

L'eventuale differenza positiva deve essere iscritta come avviamento (Goodwill); diversamente, l'eventuale differenza negativa deve essere rilevata nel conto economico dell'entità risultante dall'aggregazione aziendale quale utile derivante dall'acquisto a prezzi favorevoli (avviamento negativo o Badwill), dopo avere effettuato una nuova misurazione volta ad accertare il corretto processo di identificazione di tutte le attività acquisite e delle passività assunte.

L'identificazione del fair value delle attività e delle passività deve essere perfezionata in modo definitivo entro il termine massimo di dodici mesi dalla data di acquisizione (periodo di misurazione).

Una volta ottenuto il controllo ed applicato il metodo dell'acquisizione in precedenza descritto, qualsiasi ulteriore variazione in aumento o diminuzione nell'interessenza partecipativa in una società controllata che continua a mantenersi di controllo è contabilizzata come una transazione tra soci. Pertanto, i valori contabili del patrimonio netto di gruppo e di terzi devono essere rettificati per riflettere le modifiche di interessenze nella controllata. Qualsiasi differenza tra il valore per il quale le interessenze di minoranza vengono rettificate ed il fair value del corrispettivo pagato o ricevuto deve essere rilevata direttamente nel patrimonio netto di gruppo.

In presenza di un evento che determina la perdita di controllo, viene rilevato un effetto di conto economico pari alla differenza tra (i) la somma del fair value del corrispettivo ricevuto e del fair value dell'interessenza residua detenuta e (ii) il precedente valore contabile delle attività (incluso avviamento), delle passività della controllata, dell'eventuale patrimonio di terzi. Gli ammontari in precedenza riconosciuti nel prospetto della redditività complessiva (come ad esempio le riserve da valutazione di attività finanziarie disponibili per la vendita) devono essere contabilizzati analogamente a quanto richiesto nel caso in cui la controllante avesse dismesso direttamente le attività o le relative passività (mediante riclassifica nel conto economico o negli utili a nuovo).

Il fair value di una qualsiasi interessenza detenuta nella ex partecipazione di controllo deve essere considerato pari al fair value al momento della rilevazione iniziale di un'attività finanziaria in base allo IAS 39, oppure, laddove appropriato, pari al costo al momento della rilevazione iniziale in una società collegata o in un'entità a controllo congiunto.

Non sono considerate aggregazioni aziendali le operazioni realizzate con finalità riorganizzative, tra due o più imprese o attività aziendali facenti parte del Gruppo. I principi contabili internazionali non regolano infatti le transazioni sotto comune controllo, che sono contabilizzate in continuità di valori dell'acquisita nel bilancio dell'acquirente, qualora non presentino una significativa influenza sui flussi di cassa futuri. Ciò in aderenza a quanto previsto dallo IAS 8 par.10, che richiede, in assenza di un principio specifico, di fare uso del proprio giudizio nell'applicare un principio contabile al fine di fornire un'informativa rilevante, attendibile, prudente e che rifletta la sostanza economica dell'operazione.

Modalità di determinazione delle perdite di valore di attività finanziarie (impairment)

Ad ogni data di bilancio tutte le attività finanziarie, eccetto quelle valutate al fair value rilevato a conto economico, sono soggette ad una verifica per riduzione di valore (test di impairment) al fine di verificare l'esistenza di obiettive evidenze di riduzione valore, tali da compromettere la recuperabilità dell'investimento.

In particolare, l'obiettiva evidenza di perdita di valore di un'attività o un gruppo di attività finanziarie è riconducibile ai seguenti eventi negativi:

  • significative difficoltà finanziarie dell'emittente o del debitore;
  • violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale;
  • concessione al beneficiario di un'agevolazione che la banca ha preso in considerazione prevalentemente per ragioni economiche o legali relative alle difficoltà finanziarie dello stesso e che altrimenti non avrebbe concesso;
  • probabilità che il debitore possa entrare in procedure fallimentari o altre riorganizzazioni finanziarie;
  • scomparsa di un mercato attivo relativamente all'attività finanziaria in oggetto a causa delle difficoltà finanziarie dello stesso emittente. Tuttavia la scomparsa di un mercato attivo dovuta al fatto che gli strumenti della società non sono più pubblicamente negoziati non è evidenza di una riduzione di fair value;
  • accadimenti che indichino un'apprezzabile diminuzione dei flussi finanziari futuri dell'emittente (in tale fattispecie rientrano le condizioni generali dell'economia locale o nazionale di riferimento in cui opera l'emittente).

In aggiunta, per un investimento in uno strumento rappresentativo di capitale vi è obiettiva evidenza di perdita di valore in corrispondenza ai seguenti ulteriori eventi negativi:

  • cambiamenti significativi con un impatto negativo nell'ambiente tecnologico, economico o normativo in cui l'emittente opera, tali da indicare che l'investimento nello stesso non possa essere recuperato;
  • una prolungata o significativa diminuzione del fair value al di sotto del costo di acquisto.

Qualora si evidenzi un'obiettiva riduzione di valore in seguito a uno o più eventi che si sono verificati dopo la rilevazione iniziale dell'attività, è necessario calcolare la perdita di valore, secondo regole differenti per gli strumenti finanziari valutati al costo ammortizzato o per le attività valutate al fair value con imputazione delle variazioni a patrimonio netto.

Per il modello di determinazione delle perdite di valore si rimanda a quanto descritto nei precedenti paragrafi "3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza", "4. Crediti" per le attività valutate al costo ammortizzato e "2. Attività finanziarie disponibili per la vendita" per le attività valutate al fair value in contropartita di una specifica riserva di patrimonio netto.

Passività finanziarie valutate al fair value e determinazione del proprio merito creditizio

Ai fini della raccolta, il Gruppo emette diverse tipologie di prestiti obbligazionari, sia a tasso fisso sia di tipo strutturato (con indicizzazione a componenti azionarie, a tassi di cambio, a strutture di tasso di interesse, tasso di inflazione o indici assimilabili). I rischi conseguenti a tali emissioni sono oggetto di copertura da parte del Gruppo, nell'ambito della complessiva gestione dei rischi di mercato, anche mediante la stipula di contratti derivati.

Da un punto di vista contabile, alcuni di questi contratti sono designati come copertura secondo le regole dell'Hedge Accounting, ed in particolare del "fair value hedge", come descritto nel precedente paragrafo "6 – Operazioni di copertura".

Per le relazioni di copertura, non qualificate secondo le regole contabili dell'Hedge Accounting, si verrebbe a creare un'asimmetria contabile, derivante dal diverso criterio di misurazione dell'emissione obbligazionaria valutata al costo ammortizzato - e del derivato di copertura gestionale - valutato al fair value. Tale asimmetria viene superata dal Gruppo designando al fair value i prestiti obbligazionari oggetto di copertura gestionale (cosiddetta "Fair value Option"). L'adozione della Fair value Option, in alternativa all'Hedge Accounting, oltre ad essere motivata dall'esigenza di semplificare il processo amministrativo contabile delle coperture, con particolare riferimento alle emissioni strutturate, è strettamente correlata alle modalità effettive con cui il Gruppo realizza le proprie politiche di copertura, gestendo l'esposizione con il mercato in termini complessivi e non mediante una relazione univoca con il prestito emesso.

A differenza dell'Hedge Accounting, le cui regole di contabilizzazione prevedono che sullo strumento coperto si rilevino le sole variazioni di fair value attribuibili al rischio coperto, la Fair value Option comporta la rilevazione di tutte le variazioni di fair value, indipendentemente dal fattore di rischio oggetto di copertura.

Per le emissioni in oggetto, la misurazione al fair value viene effettuata, in primis, facendo ricorso a prezzi osservabili sui mercati considerati attivi, quali mercati regolamentati, circuiti elettronici di negoziazione (es. Bloomberg) o sistemi di scambio organizzati o assimilabili.

In assenza di prezzi osservabili su mercati attivi, la valutazione viene effettuata sulla base dei prezzi di transazioni recenti avvenute sullo stesso strumento in mercati non attivi piuttosto che ricorrendo a tecniche di valutazione, basate su un modello di attualizzazione dei flussi di cassa, le quali devono considerare tutti i fattori considerati rilevanti dai partecipanti del mercato nella determinazione di un'ipotetica transazioni di scambio. In particolare, per la determinazione del merito creditizio si ricorre agli spread impliciti nelle emissioni comparabili dello stesso emittente contribuite su mercati attivi piuttosto che alla curva dei Credit Default Swap a nome Banco BPM a parità di grado di subordinazione con il titolo oggetto di valutazione. La quantificazione degli effetti conseguenti alla variazione del proprio merito creditizio, intervenuta tra la data di emissione e la data di valutazione, è ottenuta per differenza tra il fair value ottenuto considerando tutti i fattori di rischio a cui il prestito è soggetto, compreso il rischio creditizio, ed il fair value ottenuto considerando gli stessi fattori, ad esclusione della variazione del rischio creditizio intervenuta nel periodo.

Per ulteriori dettagli sulla modalità di determinazione del fair value, si fa rinvio a quanto illustrato in dettaglio nello specifico paragrafo riportato nella "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Con riferimento ai criteri di rilevazione delle componenti patrimoniali ed economiche si fa presente che:

  • i derivati gestionalmente collegati alle passività valutate al fair value sono classificati tra le "Attività finanziarie detenute per la negoziazione" o le "Passività finanziarie di negoziazione";
  • i differenziali ed i margini maturati sui derivati fino alla data di valutazione sono esposti, in funzione del saldo, tra gli "interessi attivi" o tra gli "interessi passivi", coerentemente con le competenze registrate sui prestiti obbligazionari oggetto di copertura gestionale;
  • gli utili e le perdite da realizzo e da valutazione, sia dei prestiti in Fair value Option sia dei derivati correlati, sono rilevati nella voce di conto economico "110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value", ad eccezione degli effetti valutativi e realizzativi correlati alla variazione

del proprio merito creditizio che sono contabilizzati in contropartita di una specifica riserva patrimoniale (voce "140. Riserva da valutazione"), a meno questo ultimo trattamento sia tale da creare o amplificare un'asimmetria nel risultato economico, come descritto in maggior dettaglio in corrispondenza della voce paragrafo "15 – Passività finanziarie valutate al fair value".

A.3 – INFORMATIVA SUI TRASFERIMENTI TRA PORTAFOGLI DI ATTIVITA' FINANZIARIE

Nella seguente tabella viene fornita l'informativa sul valore di bilancio delle attività riclassificate che residuano al 30 giugno 2017, sul relativo fair value, sulle componenti reddituali registrate nel periodo e sugli effetti economici che si sarebbero rilevati nello stesso periodo in assenza del trasferimento.

Trattasi delle residue attività oggetto di riclassifica da parte dell'ex Banco Popolare nel secondo semestre del 2008, quando la situazione di crisi che caratterizzava i mercati finanziari, definita dallo stesso IASB come esempio di "rara circostanza", non avrebbe ragionevolmente consentito di perseguire gli intenti che ne avevano giustificato l'iscrizione nell'ambito della categoria delle "attività finanziarie detenute per la negoziazione", imponendone, di fatto, la detenzione nel prevedibile futuro o fino a scadenza.

Nel corso del primo semestre del 2017 non sono intervenute ulteriori riclassifiche di portafoglio.

Tipologia di
strumento
Portafoglio di
provenienza
Portafoglio di
destinazione
Valore di
bilancio al
Fair value al
30/06/2017
Componenti reddituali in
assenza del trasferimento
(ante imposte)
Componenti reddituali
registrate nell'esercizio
(ante imposte)
finanziario 30/06/2017 Valutative Altre Valutative Altre
Titoli di debito Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione (voce 20)
Crediti verso clientela
(voce 70)
30.125 30.512 989 281 331
Totale 30.125 30.512 989 281 331

Al 30 giugno 2017 il portafoglio riclassificato dalle attività di negoziazione al portafoglio dei crediti verso la clientela è rappresentato da un numero limitato di titoli di debito (n. 3), ed in particolare:

  • da un'emissione subordinata di primaria istituzione finanziaria italiana per un valore nominale di 25 milioni (valore di bilancio pari a 24,1 milioni);
  • da due titoli Asset Backed Securities (ABS),appartenenti alla tranche senior, il cui valore nominale e di bilancio ammontano a 6 milioni. Nel corso del primo semestre del 2017 si è registrata una riduzione di 0,5 milioni in termini di valore nominale dovuta ai rimborsi effettuati.

Al 30 giugno 2017 la valorizzazione al costo ammortizzato, anziché al fair value, ha comportato un effetto cumulato negativo pari a 0,4 milioni (come risulta dalla differenza tra la colonna "Valore di bilancio al 30/06/2017" e "Fair value al 30/06/2017") mentre al 31 dicembre 2016 l'effetto cumulato risultava esser positivo per 0,6 milioni. Nel dettaglio tale effetto deriva:

  • dalla mancata rilevazione di plusvalenze nette per effetto dell'adeguamento al fair value per 1,5 milioni, che sarebbero state invece registrate qualora i titoli fossero stati mantenuti tra le attività detenute per la negoziazione;
  • dalla rilevazione di componenti reddituali rappresentate da maggiori interessi attivi per effetto dell'applicazione del costo ammortizzato alle attività riclassificate per 1,1 milioni.

Per quanto riguarda l'impatto sulla redditività complessiva del semestre, la riclassifica ha comportato la rilevazione di minori componenti reddituali pari a 0,9 milioni, principalmente imputabili alla plusvalenza che sarebbe stata invece registrata per effetto della misurazione a fair value delle attività finanziarie detenute per la negoziazione oggetto di riclassifica (pari alla differenza tra la colonna "Componenti reddituali registrate nell'esercizio" e la colonna "Componenti reddituali in assenza del trasferimento").

A.4 – INFORMATIVA SUL FAIR VALUE

Il fair value è definito come il prezzo che verrebbe percepito per la vendita di un'attività o pagato per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato, alle condizioni correnti alla data di valutazione nel mercato principale o nel mercato più vantaggioso (prezzo di uscita). Sottostante alla misurazione del fair value vi è la presunzione che l'entità si trovi in una situazione di continuità aziendale (going concern), ossia che si trovi in una situazione pienamente operativa e che non intenda quindi liquidare o ridurre sensibilmente la propria operatività o intraprendere operazioni a condizioni sfavorevoli. Il fair value non è quindi l'importo che l'entità riceverebbe o pagherebbe in caso di operazioni forzose o vendite sottocosto.

Il fair value è un criterio di valutazione di mercato e non specificamente riferito alle stime circa i possibili cash flow futuri elaborati dalla singola impresa; il fair value deve infatti essere determinato adottando le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nella determinazione del prezzo dell'attività e della passività, presumendo che essi agiscano nel migliore dei modi al fine di soddisfare il proprio interesse economico.

Ai fini della misurazione al fair value delle attività e passività, finanziarie e non, il principio IFRS 13 definisce una triplice gerarchia di fair value, basata sulla fonte e sulla qualità degli input utilizzati:

  • Livello 1: gli input sono rappresentati dai prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività e passività identiche.;
  • Livello 2: gli input sono rappresentati:
  • dai prezzi quotati in mercati attivi per attività e passività similari;
  • dai prezzi quotati in mercati non attivi per attività o passività identiche o similari;
  • da parametri osservabili sul mercato o corroborati da dati di mercato (ad esempio, tassi di interesse, spread creditizi, volatilità implicite, tassi di cambio) ed utilizzati nella tecnica di valutazione;
  • Livello 3: gli input utilizzati non sono osservabili sul mercato.

Per gli strumenti finanziari, oggetto di misurazione in bilancio al fair value, il nuovo Gruppo si è dotato di una "Fair Value Policy" che attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati su mercati attivi (livello 1) e priorità più bassa all'utilizzo di input non osservabili (livello 3), in quanto maggiormente discrezionali, in linea con la gerarchia di fair value sopra rappresentata. Nel dettaglio tale policy definisce:

  • le regole di individuazione dei dati di mercato, la selezione/gerarchia delle fonti informative e le configurazioni di prezzo necessarie per valorizzare gli strumenti finanziari contribuiti su mercati attivi e classificati in corrispondenza del livello 1 della gerarchia di fair value ("Mark to Market Policy");
  • le tecniche di valutazione ed i relativi parametri di input in tutti i casi in cui non sia possibile adottare la Mark to Market Policy ("Mark to Model Policy").

Mark to Market

Nel determinare il fair value, il Gruppo utilizza, ogni volta che sono disponibili, informazioni basate su dati di mercato ottenuti da fonti indipendenti, in quanto considerate la migliore evidenza del fair value. In tal caso, il fair value è il prezzo di mercato dello stesso strumento oggetto di valutazione, ossia senza modifiche o ricomposizioni dello stesso strumento, desumibile dalle quotazioni espresse da un mercato attivo (e classificato nel livello 1 della gerarchia di fair value). Un mercato si considera attivo quando i prezzi di quotazione esprimono effettivi e regolari operazioni di mercato e risultano prontamente e regolarmente disponibili tramite borse, mediatori, intermediari, società del settore, servizi di quotazione o enti autorizzati.

Mark to Model

Qualora non sia applicabile la "Mark to Market Policy", per l'assenza di prezzi direttamente osservabili su mercati considerati attivi, è necessario fare ricorso a tecniche di valutazione che massimizzino il ricorso alle informazioni disponibili sul mercato, in base ai seguenti approcci valutativi:

    1. Comparable approach: in tal caso il fair value dello strumento è desunto dai prezzi osservati su transazioni recenti avvenute su strumenti similari in mercati attivi, opportunamente aggiustati per tenere conto delle differenze negli strumenti e nelle condizioni di mercato, piuttosto che dai prezzi di recenti transazioni sullo stesso strumento oggetto di valutazione non quotato su mercati attivi;
    1. Model Valuation: in mancanza di prezzi di transazioni osservabili per lo strumento oggetto di valutazione o per strumenti simili, è necessario adottare un modello di valutazione; tale modello deve essere di provata affidabilità nella stima di ipotetici prezzi "operativi" e pertanto deve trovare ampio riscontro negli operatori di mercato.

La classificazione nel livello 2 piuttosto che nel livello 3 è determinata in base all'osservabilità sui mercati degli input significativi utilizzati ai fini della determinazione del fair value. Uno strumento finanziario deve essere classificato nella sua interezza in un unico livello; pertanto, qualora nella tecnica di valutazione siano impiegati input appartenenti a diversi livelli, l'intera valutazione deve essere classificata in corrispondenza del livello della gerarchia in cui è classificato l'input di più basso livello, qualora sia ritenuto significativo per la determinazione del fair value nel suo complesso.

Sono normalmente considerati di livello 2 le seguenti tipologie di investimento:

  • strumenti finanziari derivati OTC il cui fair value è ottenuto mediante l'utilizzo di modelli di pricing che possono fare uso sia di input osservabili sia di input non osservabili; questi ultimi parametri sono tuttavia giudicati non significativi nella determinazione dell'intero fair value;
  • titoli di capitale non quotati su mercati attivi, valutati mediante la tecnica dei multipli di mercato, facendo riferimento ad un selezionato campione di società comparabili rispetto all'oggetto della valutazione piuttosto che valutati sulla base di effettive transazioni avvenute in un arco temporale ragionevolmente prossimo alla data di riferimento;
  • titoli di debito di terzi o di propria emissione, non quotati su mercati attivi, per i quali gli input, compresi gli spread creditizi, sono reperiti da fonti di mercato;
  • fondi hedge caratterizzati da significativi livelli di trasparenza e liquidità, valorizzati sulla base dei NAV forniti dalla società di gestione/fund administrator.

Sono di regola considerati di livello 3 i seguenti strumenti finanziari:

  • fondi hedge caratterizzati da significativi livelli di illiquidità e per i quali si ritiene che il processo di valorizzazione del patrimonio del fondo richieda, in misura significativa, una serie di assunzione e stime. La misurazione al fair value viene effettuata sulla base del NAV. Tale NAV potrà essere opportunamente corretto per tenere conto della scarsa liquidabilità dell'investimento, ossia dell'intervallo di tempo intercorrente tra la data di richiesta di rimborso e quella di rimborso effettivo, nonché per tenere conto di eventuali commissioni di uscita dall'investimento;
  • fondi immobiliari valutati sulla base degli ultimi NAV disponibili;
  • fondi di private equity valutati sulla base dell'ultimo NAV disponibile, eventualmente rettificato per tenere conto degli eventi non recepiti nella valorizzazione della quota o per riflettere una diversa valorizzazione degli asset sottostanti il fondo stesso;
  • titoli azionari illiquidi per i quali non sono osservabili transazioni recenti o comparabili, di norma valutati sulla base del modello patrimoniale;
  • titoli di debito caratterizzati da strutture finanziarie complesse per i quali vengono di regola utilizzate fonti pubblicamente non disponibili. Trattasi di quotazioni non vincolanti e altresì non corroborate da evidenze di mercato;
  • titoli di debito emessi da soggetti in difficoltà finanziaria per i quali il management deve utilizzare il proprio giudizio nella definizione del "recovery rate", non esistendo prezzi significativi osservabili sul mercato;
  • strumenti finanziari derivati OTC per i quali i parametri di input non osservabili utilizzati dal modello di pricing sono ritenuti significativi ai fini della misurazione del fair value.

A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati

Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente

Le attività e le passività valutate al fair value su base ricorrente sono rappresentate per il Gruppo Banco BPM dalle attività e passività finanziarie. Per tali strumenti, in assenza di prezzi direttamente osservabili su mercati attivi, risulta necessario determinare un fair value sulla base dell'approccio valutativo del "Comparable Approach" o del "Model Valuation", come descritto nel precedente paragrafo. Di seguito si fornisce illustrazione sulle principali tecniche di valutazione adottate per ogni tipologia di strumento finanziario.

Titoli di debito

Vengono valutati in base alla metodologia dell'attualizzazione dei previsti flussi di cassa (Discounted Cash Flow), opportunamente corretti per tenere conto del rischio emittente. Le fonti informative da cui attingere lo spread ritenuto espressivo del rischio emittente, in ordine gerarchico, sono le seguenti: i) curva di "credit spread cash" ricavata dai prezzi dei titoli dello stesso emittente, caratterizzati dalla medesima seniority e divisa, quotati su mercati considerati attivi; (ii) curva "Credit Default Swap" dell'emittente a parità di seniority; (iii) curva di credit spread di titoli di debito quotati su mercati attivi relativa ad emittente "comparable"; (iv) curve credit spread cash di rating/settore (v) curva di credit default swap settoriali.

Titoli di capitale non quotati

Sono valutati con riferimento a transazioni dirette sullo stesso titolo o su titoli similari osservate in un congruo arco temporale rispetto alla data di valutazione, al metodo dei multipli di mercato di società comparabili e in via subordinata a metodi di valutazione finanziari, reddituali e patrimoniali.

Investimenti in OICR, diversi da quelli aperti armonizzati

Sono valutati sulla base dei NAV messi a disposizione dal fund administrator o dalla società di gestione. In tali investimenti rientrano tipicamente i fondi di private equity, i fondi immobiliari ed i fondi hedge.

Derivati Over The Counter (OTC)

Sono valutati sulla base di una molteplicità di modelli, in funzione della tipologia di strumento e dei fattori di input (rischio tasso, volatilità, rischio cambio, rischio prezzo, ecc.) che ne influenzano la relativa valutazione. Il riferimento al tasso risk free, ai fini dell'attualizzazione dei flussi di cassa futuri, è identificato nella curva OIS ("Overnight Indexed Swap").

Nel dettaglio, per gli strumenti non opzionali (come ad esempio, interest rate swap, forward rate agreement, overnight interest swap, domestic currency swap) le tecniche valutative adottate appartengono alla categoria dei "discount cash flow models", basata sull'attualizzazione dei flussi di cassa certi o tendenziali.

Per gli strumenti di natura opzionale, vengono utilizzati modelli comunemente riconosciuti nelle prassi di mercato, quali, a titolo di esempio, Black&Scholes, Black-like, Hull&White. In particolare:

  • per le opzioni "plain vanilla", le metodologie più utilizzate ricadono nel framework "forward risk-neutral" e si basano su formule analitiche black-like, in cui la volatilità dipende dalla scadenza e dallo strike (volatility skew);
  • per le opzioni più complesse (esempio, opzioni esotiche, opzioni con barriera, opzioni autocallable) le metodologie più utilizzate, sempre nell'ambito risk-neutral, si basano sulle simulazioni Monte Carlo, secondo le quali il pay-off dell'opzione è valutato mediante simulazioni per un numero sufficientemente elevato di ripetizioni relative all'evoluzione nel tempo dei fattori di rischio sottostanti all'opzione. Tali modelli stimano la probabilità che uno specifico evento si verifichi incorporando assunzioni come la volatilità delle stime o il prezzo dello strumento sottostante. Il prezzo del derivato è quindi ottenuto come media aritmetica scontata dei valori ottenuti per ogni scenario.

Nel caso di strumenti che contengano componenti derivative di natura differente, opzionali e non opzionali, la valutazione viene effettuata applicando a ciascuna componente dello strumento l'appropriata metodologia di valutazione.

In aggiunta, al fine della misurazione del fair value sono considerati alcuni "fair value adjustment", con l'obiettivo di riflettere al meglio il prezzo di realizzo di una transazione di mercato effettivamente possibile. Trattasi, in particolare, del rischio modello, del rischio di liquidità e del rischio di controparte di seguito esposti.

Rischio modello: tale rettifica è operata al fine di fronteggiare il rischio che i modelli di pricing, pur se validati, possano generare valori di fair value non direttamente osservabili o non immediatamente comparabili con i prezzi di mercato. E' il caso, in genere, di prodotti strutturati che presentano una notevole complessità nella valutazione e per i quali la tecnica di scomposizione in componenti elementari "sommabili" (strumento ospite e derivato incorporato) può generare qualche imprecisione nelle valutazione, oppure nel caso di algoritmi di pricing o tipologie di pay-off particolarmente "esotiche" che non presentano un adeguato grado di diffusione sul mercato o in presenza di modelli particolarmente sensibili a variabili difficilmente osservabili sul mercato.

Rischio liquidità: tale rettifica viene effettuata al fine di tenere conto dell'ampiezza del cosiddetto "bid/ask spread", ossia del costo effettivo di smobilizzo della posizione in derivati OTC in mercati scarsamente efficienti. L'effetto di correzione del rischio di liquidità è tanto maggiore quanto più il prodotto è strutturato, per i connessi costi di copertura/smobilizzo, e quanto più il modello di valutazione non sia sufficientemente affermato e diffuso tra gli operatori, poiché ciò rende le valutazioni maggiormente aleatorie.

Rischio di controparte: le rettifiche per il rischio di controparte dei derivati in bonis sono operate al fine di riflettere:

il rischio di credito della controparte, denominato Credit Valuation Adjustment (CVA);

il rischio di mancato adempimento delle proprie obbligazioni contrattuali ("own credit risk"), denominato Debit Valuation Adjustment (DVA).

La considerazione del proprio rischio di credito nella valutazione al fair value di una passività finanziaria è coerente con la valutazione operata nella prospettiva dell'entità che detiene lo stesso strumento come un'attività finanziaria ed è espressamente previsto dal principio IFRS 13 ("non-performance risk").

I correttivi CVA/DVA sono determinati per ogni singola entità giuridica appartenente al Gruppo, in funzione dell'esposizione futura attesa generata dai contratti derivati, delle probabilità di default delle parti (PD) e delle relative perdite (LGD). In particolare, il calcolo dell'esposizione attesa è variamente configurato per considerare gli effetti derivanti dall'esistenza di "netting e collateral agreement", in grado di mitigare il rischio di controparte. Per il Gruppo, detti "collateral agreement" sono rappresentati dai contratti di "Credit Support Annex" (CSA), stipulati con le controparti la cui operatività in derivati è disciplinata dall'"ISDA Master Agreement", in base ai quali le parti devono procedere al versamento di garanzie reali finanziarie, in funzione dell'andamento del mark to market del complesso dei derivati sottostanti al medesimo CSA. Nella stima delle PD si è massimizzato il ricorso ai parametri di mercato, facendo riferimento alle quotazioni dei Credit Default Swap, laddove disponibili, rispetto a parametri interni.

Categoria di derivati Prodotto Modelli di valutazione Principali input del modello
Swap Discounted cash flow e Iibor Convexity
adjustment
Cap - Floor Bachelier - analitico
Swaption europee Bachelier - analitico
Swaption bermudiane Mistura di Hull-White a un fattore –
albero trinomiale
CMS spread option Bachelier - analitico Curve dei tassi d'interesse, volatilità
Derivati finanziari su
tassi di interesse
CMS cap/floor/swap Bachelier e Cms Convexity adjustment
(Hagan)
tassi di interesse, correlazione dei
tassi di interesse
FRA Discounted cash flow – analitico
Interest Rate Futures Analitico con convexity adjustment Hull
White a un fattore
Bond Option Black - analitico
Discounted cash flow - analitico Bond Futures e Bond Repo
Bond Futures option Albero binomiale
Derivati su tassi di
inflazione
Swap, Cap – floor Lognormal Forward Inflation Model -
analitico
Curve dei tassi d'interesse e dei tassi
di inflazione, volatilità/correlazioni
tassi di interesse/inflazione calibrati
sulla base dei prezzi di mercato
Opzioni plain vanilla single asset Black and Scholes - Analitico Volatilità equity/forex, curve dei tassi
Opzioni americane single asset Black and Scholes – albero binomiale
(equity) – albero trinomiale (forex)
d'interesse, tassi di cambio, prezzo
spot indici azionari, dividendi, tassi
repo
Opzioni esotiche Black and Scholes – Monte Carlo
Opzioni europee su basket Black and Scholes /Mistura di Black
and Scholes - Analitico
Volatilità equity/forex, curve dei tassi
d'interesse, tassi di cambio, prezzo
Derivati su azioni/ Opzioni con barriera americana Local volatility – Monte Carlo spot indici azionari, dividendi, tassi
indici azionari /
cambi
Opzioni con barriera americana
su cambio
Albero trinomiale repo, correlazioni
Opzioni autocallable Ibrido Black and Scholes, Hull e White
a due fattori – Monte Carlo
Volatilità equity/forex/tassi di
interesse, correlazioni, tassi
d'interesse, tassi di cambio, prezzo
spot indici azionari dividendi, tassi
repo
Dividend Swap e Total Return
Swap
Discounted cash flow - analitico Tassi d'interesse, tassi di cambio,
dividendi, tassi repo
Derivati su crediti Credit Default Swap Discounted cash flow - analitico Tassi d'interesse, curva Credit Default
Swap

Nella seguente tabella si riporta un riepilogo delle principali tipologie di derivati in essere presso il Gruppo con evidenza dei relativi modelli di valutazione e dei principali input.

Le tecniche ed i parametri per la determinazione del fair value, nonché i criteri per l'assegnazione della gerarchia

di fair value sono definiti e formalizzati in un'apposita "fair value policy" adottata dal Gruppo. L'attendibilità delle valutazioni al fair value risulta inoltre garantita dalle attività di verifica svolte da una struttura di Risk Management. Questa ultima struttura, che risulta indipendente dalle unità di Front Office che detengono le posizioni, si occupa di rivedere periodicamente l'elenco dei modelli di pricing da utilizzare ai fini della Fair Value Policy: tali modelli devono infatti rappresentare standard o best practices di mercato e le relative tecniche di calibrazione devono garantire un risultato in linea con valutazioni che siano in grado di riflettere le "correnti condizioni di mercato". Nel dettaglio, ai fini di una corretta determinazione del fair value, per ogni prodotto risulta associato un modello di pricing, generalmente accettato dal mercato e selezionato in funzione delle caratteristiche e delle variabili di mercato sottostanti al prodotto stesso. Nel caso di prodotti particolarmente complessi o nel caso in cui si ritenesse mancante o non adeguato il modello di valutazione esistente per i prodotti in essere viene attivato un processo interno volto ad integrare gli attuali modelli. In base a tale processo, la citata struttura di Risk Management effettua una prima fase di validazione dei modelli di pricing, che possono essere nativi del sistema di Position Keeping o essere rilasciati da un'apposita struttura interna; segue poi una fase, da parte della medesima struttura, volta a garantire una costante affidabilità del modello in precedenza validato.

Nel dettaglio, l'attività di validazione è volta a verificare la robustezza teorica del modello, mediante un repricing indipendente del prezzo, un'eventuale calibrazione dei parametri ed un confronto con i prezzi delle controparti. Qualora tali attività abbiano dato esito positivo, l'utilizzo dei modelli è comunque ulteriormente subordinato all'approvazione da parte di appositi Comitati interni al Gruppo. Successivamente alla fase di validazione, è prevista una continua attività di revisione al fine di confermare l'accuratezza e l'aderenza al mercato dei modelli di pricing in uso presso il Gruppo, mediante opportuni interventi, se necessari, sui modelli e sulle relative ipotesi teoriche sottostanti. Al fine di fronteggiare il rischio che i modelli di pricing, pur se validati, possano generare valori di fair value non immediatamente comparabili con i prezzi di mercato è prevista una adeguata rettifica per il cosiddetto "Rischio modello", come in precedenza descritto.

Attività e passività finanziarie valutate in bilancio al costo ammortizzato

Per le attività e passività finanziarie iscritte in bilancio in base al costo ammortizzato, classificate nei portafogli contabili dei "Crediti/Debiti verso banche o clientela", "Titoli in circolazione" o "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza", si procede alla determinazione del fair value, ai solo fini informativi, come richiesto dal principio contabile di riferimento IFRS 7. In particolare:

  • per gli impieghi a medio-lungo termine "performing" (prevalentemente mutui e leasing), il fair value è determinato sulla base dei flussi di cassa, opportunamente rettificati per le perdite attese, in funzione dei parametri PD e LGD, e di un premio ritenuto espressivo dei rischi e delle incertezze;
  • per gli impieghi "deteriorati" (sofferenze, inadempienze probabili, past due), la misurazione del fair value tiene conto dei flussi previsti di recupero, dei tempi attesi di recupero e della stima dei tassi di attualizzazione richiesti dal mercato per investimenti in attività simili;
  • per i titoli di debito classificati nel portafoglio delle "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza" o dei "Crediti verso banche o clientela", anche a seguito di riclassifica di portafogli, il fair value è stato determinato attraverso l'utilizzo di prezzi contribuiti su mercati attivi o mediante l'utilizzo di modelli valutativi, come descritto precedenza nel precedente paragrafo per le attività e le passività finanziarie iscritte in bilancio al fair value.

Per i crediti e debiti a vista o a breve termine, il valore di bilancio viene considerato come buona approssimazione del fair value come consentito dal principio contabile IFRS 7.

Con riferimento agli impieghi a medio-lungo termine performing e per quelli deteriorati si deve precisare che i metodi e le assunzioni utilizzati per la stima del fair value sono frutto di valutazioni soggettive; per tale ragione, il fair value riportato in bilancio ai soli fini di disclosure potrebbe risultare significativamente diverso rispetto ai valori determinati per finalità differenti così come potrebbe non risultare comparabile con quello fornito da altre istituzioni finanziarie.

A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni

Per una disanima delle tecniche, degli input e dei processi di valutazione adottati dal Gruppo per gli strumenti classificati al livello 3 della gerarchia del fair value, si rimanda a quanto riportato nel precedente paragrafo.

Le esposizioni di livello 3 ammontano complessivamente a 767,8 milioni e sono rappresentate per circa il 97% da titoli di capitale, da quote di OICR ed in misura residuale da alcuni titoli ABS; per tali investimenti non è stata elaborata alcuna analisi quantitativa di sensibilità del fair value rispetto al cambiamento degli input non osservabili, in quanto o il fair value è stato attinto da fonti terze, senza apportare alcuna rettifica, oppure è frutto di un modello i cui input sono specifici dell'entità oggetto di valutazione (esempio valori patrimoniali della società) e per i quali non è ragionevolmente ipotizzabile prevedere valori alternativi.

A.4.3 Gerarchia del fair value

Ai fini della compilazione dell'informativa sui trasferimenti tra i livelli fornita nei successivi paragrafi si segnala che, per i titoli in posizione al 30 giugno 2017 e che presentano un livello di fair value differente rispetto a quello attribuito al 31 dicembre 2016, si è ipotizzato che il trasferimento tra i livelli sia avvenuto con riferimento ai saldi esistenti all'inizio del periodo di riferimento.

A.4.4 Altre informazioni

Si deve precisare che il Gruppo si è avvalso della possibilità di misurare il fair value a livello di esposizione complessiva di portafoglio, al fine di apprezzare compiutamente il rischio di controparte associato alle posizioni in contratti derivati rientranti in un medesimo accordo di "Credit Support Annex" - CSA, come descritto nel precedente paragrafo "A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati".

Informativa di natura quantitativa

A.4.5 Gerarchia del fair value

Attività e passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente

Sulla base di quanto in precedenza rappresentato, nella seguente tabella si fornisce la ripartizione, in base alla gerarchia di fair value, delle attività e passività finanziarie oggetto di misurazione al fair value su base ricorrente. Come definito dal citato principio IFRS 13, le valutazioni ricorrenti si riferiscono a quelle attività o passività misurate al fair value nel prospetto di stato patrimoniale, sulla base di quanto previsto o permesso dai principi contabili internazionali di riferimento.

Al riguardo si deve precisare che per il Gruppo Banco BPM le uniche attività e passività valutate al fair value su base ricorrente sono di natura finanziaria.

30/06/2017 31/12/2016
Level 1 Level 2 Level 3 Totale Level 1 Level 2 Level 3 Totale
1. Attività finanziarie detenute
per la negoziazione
3.931.004 2.271.096 35.017 6.237.117 3.278.325 1.449.371 15.729 4.743.425
Titoli di debito 2.924.985 59.726 567 2.985.278 2.668.092 18.725 2 2.686.819
Titoli di capitale 642.331 - 31 642.362 270.456 - 14 270.470
Quote di O.I.C.R. 123.762 42.028 13.707 179.497 191.540 - 15.713 207.253
Derivati finanziari 239.926 2.169.342 20.712 2.429.980 148.237 1.430.646 1.578.883
2. Attività finanziarie valutate al
fair value
7.897 621 1.655 10.173 3.532 559 213 4.304
Titoli di debito 7.897 - 1.490 9.387 - - - --
Titoli di capitale - 620 8 628 - 559 6 565
Quote di O.I.C.R. - 1 157 158 3.532 - 207 3.739
3. Attività finanziarie disponibili
per la vendita
18.705.134 659.158 731.129 20.095.421 11.348.833 382.967 359.188 12.090.988
Titoli di debito 18.153.078 437.822 4.573 18.595.473 10.763.619 206.764 8.974 10.979.357
Titoli di capitale 287.349 221.210 520.766 1.029.325 12.193 176.203 264.529 452.925
Quote di O.I.C.R. 264.707 126 205.790 470.623 573.021 85.685 658.706
4. Derivati di copertura - 320.332 - 320.332 - 443.411 - 443.411
Derivati finanziari - 320.332 - 320.332 - 443.411 - 443.411
Totale 22.644.035 3.251.207 767.801 26.663.043 14.630.690 2.276.308 375.130 17.282.128
1. Passività finanziarie detenute
per la negoziazione
990.654 7.740.709 4.075 8.735.438 705.798 7.440.177 - 8.145.975
Debiti verso banche 16.730 10.125 - 26.855 795 - - 795
Debiti verso clientela 708.525 173 - 708.698 449.344 - - 449.344
Titoli di debito - 4.328.791 1.643 4.330.434 4.555.286 - 4.555.286
Derivati finanziari 265.399 3.399.156 2.432 3.666.987 255.659 2.883.462 - 3.139.121
Derivati creditizi - 2.464 - 2.464 - 1.429 - 1.429
2. Passività finanziarie valutate
al fair value
4.887.038 367.395 - 5.254.433 6.352.952 380.354 - 6.733.306
Titoli di debito 4.887.038 367.395 - 5.254.433 6.352.952 380.354 - 6.733.306
3. Derivati di copertura - 1.273.243 - 1.273.243 - 1.292.087 - 1.292.087
Derivati finanziari - 1.273.243 - 1.273.243 - 1.292.087 - 1.292.087
Totale 5.877.692 9.381.347 4.075 15.263.114 7.058.750 9.112.618 - 16.171.368

Attività finanziarie misurate al fair value su base ricorrente

Gli strumenti finanziari valorizzati sulla base di prezzi attinti da mercati attivi (livello 1) o determinati sulla base di parametri osservabili sul mercato (livello 2) rappresentano il 97,1% del totale delle attività finanziarie valutate al fair value.

Gli strumenti valutati in modo significativo sulla base di parametri non osservabili (Livello 3) costituiscono una quota marginale (pari al 2,9%) del totale delle attività finanziarie valutate al fair value e sono rappresentati per il 95,2% da attività finanziarie disponibili per la vendita.

Nel dettaglio, le attività finanziarie di livello 3 ammontano a 767,8 milioni e sono rappresentate dalle seguenti tipologie di investimenti:

  • titoli di capitale non quotati per 520,8 milioni, valorizzati principalmente sulla base di modelli interni di tipo patrimoniale;
  • quote di O.I.C.R. per 219,7 milioni, rappresentate da fondi di private equity (108,6 milioni), fondi immobiliari (82,4 milioni), fondi hedge (13,1 milioni) e fondi obbligazionari (15,6 milioni); trattasi di fondi caratterizzati da significativi livelli di illiquidità e per i quali si ritiene che il processo di valorizzazione del patrimonio del fondo richieda, in misura significativa, una serie di assunzioni e stime;
  • titoli di debito per 6,6 milioni, rappresentati da alcuni strumenti collegati ad obbligazioni emesse da banche islandesi assoggettate a procedure di liquidazione (0,6 milioni), dai titoli ABS emessi dalla società veicolo Sunrise S.r.l. costituita per la cartolarizzazione dei crediti al consumo di Agos Ducato S.p.A. (2,4

milioni), da alcune obbligazioni acquisite nell'ambito della ristrutturazione di alcune esposizioni creditizie (3 milioni) mentre i rimanenti 0,6 milioni si riferiscono principalmente (0,5 milioni) ad un'obbligazione strutturata emessa da istituto di credito appartenente a primario gruppo bancario italiano.

derivati Over the Counter OTC per 20,7 milioni per i quali i parametri di input non osservabili utilizzati dal modello di pricing sono ritenuti significativi ai fini della misurazione del fair value.

Tra le quote di O.I.C.R. figura per 11,7 milioni l'investimento nel "Fondo Atlante", dopo aver addebitato nel corso del primo semestre rettifiche di valore da deterioramento per 61 milioni, rilevate nella voce "130. b) Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita".

Per la valorizzazione del Fondo Atlante, effettuata in base al NAV del 30 giugno 2017, si rimanda a quanto di seguito illustrato.

Come descritto nella relazione sulla gestione, il Fondo Atlante è un fondo di investimento alternativo (FIA) mobiliare chiuso di diritto italiano, gestito da Quaestio Capital Management SGR S.p.A., avviato in data 29 aprile 2016 con l'obiettivo di sostenere la parte inoptata di futuri aumenti di capitale promossi da banche italiane e contribuire alla dismissione dei crediti deteriorati nei portafogli degli intermediari nazionali. Al 30 giugno 2017, le sottoscrizione complessivamente richiamate ammontano a 3.728,7 milioni (pari all'87,76% della dotazione patrimoniale pari a 4.249 milioni, costituita da n. 4.249 quote del valore nominale unitario di 1 milione di euro). Sulla base della relazione del fondo Atlante al 30 giugno 2017, il valore complessivo netto del fondo si attesta a 331,9 milioni (euro 78.100,986 è il valore unitario della quota), costituito per 281,7 milioni dall'investimento detenuto nel Fondo Atlante II, per 51 milioni dalla liquidità disponibile e per il valore residuo da passività. La differenza tra il valore complessivo del fondo al 30 giugno 2017 e le sottoscrizioni ricevute è principalmente imputabile agli investimenti effettuati in Banca Popolare di Vicenza S.p.A. (99,33%) ed in Veneto Banca S.p.A. (97,64%), pari a 3.426,6 milioni, che sono stati interamente azzerati a seguito della liquidazione coatta amministrativa delle due banche disposta dal D. L. 25 giugno 2017, n. 99, per il quale in data 27 luglio 2017 l'Aula del Senato ha approvato e dato il via libera definitivo alla conversione in legge.

Tenuto conto che al 30 giugno 2017 le sottoscrizioni complessivamente effettuate dal Gruppo Banco BPM sono pari a 131,6 milioni (dato comprensivo delle sottoscrizioni effettuate dai due gruppi partecipanti alla fusione nel periodo aprile 2016 - dicembre 2016), l'impegno residuo ad investire nel fondo si attesta a 18,4 milioni.

Le attività finanziarie sono costituite per 2.750,3 milioni da strumenti derivati detenuti con finalità di negoziazione e di copertura, di cui 2.729,6 milioni (pari al 99,2% degli strumenti) classificati a livello 1 e 2 della gerarchia. In particolare:

  • i derivati quotati (future e opzioni), pari 239,9 milioni, sono valutati sulla base dei prezzi forniti dalle Clearing House (livello 1);
  • i derivati Over the Counter OTC, che ammontano a 2.489,7 milioni, sono valutati sulla base di modelli che utilizzano in misura significativa parametri osservabili sul mercato o sulla base di prezzi attinti da fonti indipendenti (livello 2).

Passività finanziarie misurate al fair value su base ricorrente

Le passività finanziarie di negoziazione classificate nel livello 1 si riferiscono a derivati quotati per 265,4 milioni e a scoperti tecnici su titoli quotati in mercati attivi per 725,3 milioni; le restanti passività finanziarie di negoziazione, pari a 7.744,7 milioni, sono quasi interamente classificate in corrispondenza del livello 2.

Le passività finanziarie valutate al fair value sono rappresentate dalle proprie emissioni obbligazionarie oggetto di copertura mediante strumenti derivati, per le quali è stata attivata la "fair value option". In particolare, i titoli classificati in corrispondenza del livello 1, che al 30 giugno 2017 rappresentano il 93% del totale delle passività valutate al fair value (voce 50 dello stato patrimoniale passivo), sono costituite dalle emissioni per le quali si è ritenuto sussistere un mercato attivo (mercato regolamentato, circuiti elettronici di negoziazione, sistemi di scambio organizzati o assimilabili).

I derivati di copertura presentano un fair value negativo pari a 1.273,2 milioni e sono classificati interamente in corrispondenza del livello 2.

Trasferimenti tra livelli del fair value (Livello 1 e Livello 2) per attività/passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente

Nel corso del primo semestre 2017, i trasferimenti dal livello 1 al livello 2 hanno interessato le seguenti voci:

  • attività finanziarie detenute per la negoziazione per 0,6 milioni (valore di inizio esercizio);
  • attività finanziarie disponibili per la vendita 41,2 milioni (valore di inizio esercizio);
  • passività finanziarie di negoziazione 21 milioni (valore di inizio esercizio).

I trasferimenti delle attività e passività finanziarie nel livello 2 si riferiscono ad un numero limitato di posizioni rappresentate da titoli di debito (le passività finanziarie si riferiscono a scoperti tecnici su un unico titolo). Per questi strumenti finanziari al 30 giugno 2017 non si sono verificate le condizioni previste dalla "Fair Vale Policy" di Gruppo per potere assumere una quotazione espressa da un mercato attivo, come invece era stato possibile riscontrare all'inizio dell'esercizio.

Nello stesso periodo si sono verificati trasferimenti, dal livello 2 al livello 1, per 8,3 milioni (valore di inizio esercizio) di attività finanziarie, appartenenti in massima parte al portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita (8,1 milioni). Trattasi di un numero limitato di obbligazioni per le quali, al 30 giugno 2017, è stato possibile fare affidamento sui prezzi osservati su mercati considerati attivi.

Variazioni del periodo delle attività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Attività
finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
Attività
finanziarie
disponibili per
la vendita
Derivati di
copertura
Attività
materiali
Attività
immateriali
1. Esistenze iniziali 15.729 213 359.188 - - -
2. Aumenti 84.025 1.606 525.444 - - -
2.1. Acquisti 61.570 - 66.233 - - -
2.2. Profitti imputati a:
2.2.1. Conto Economico 3.026 - 4.857 - - -
- di cui plusvalenze 2.886 - 1 - - -
2.2.2. Patrimonio Netto X X 37.057 - - -
2.3. Trasferimenti da altri livelli 32 - - - - -
2.4. Altre variazioni in aumento 19.397 1.606 417.297 - - -
3. Diminuzioni (64.737) (165) (153.502) - - -
3.1. Vendite (64.064) - (57.643) - - -
3.2. Rimborsi (1) - (3.484) - - -
3.3. Perdite imputate a:
3.3.1. Conto Economico (125) (165) (63.495) - - -
- di cui minusvalenze (114) (161) (63.471) - - -
3.3.2. Patrimonio Netto X X (5.385) - - -
3.4. Trasferimenti ad altri livelli (240) - - - - -
3.5. Altre variazioni in diminuzione (307) - (23.495) - - -
4. Rimanenze finali 35.017 1.654 731.130 - - -
Passività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Passività finanziarie
valutate al fair
value
Derivati di
copertura
1. Esistenze iniziali - - -
2. Aumenti 4.220 - -
2.1. Emissioni - - -
2.2. Perdite imputate a:
2.2.1. Conto Economico 351 - -
- di cui minusvalenze 351 - -
2.2.2. Patrimonio Netto X X -
2.3. Trasferimenti da altri livelli - - -
2.4. Altre variazioni in aumento 3.869 - -
3. Diminuzioni (145) - -
3.1. Rimborsi - - -
3.2. Riacquisti - - -
3.3. Profitti imputati a:
3.3.1. Conto Economico (140) - -
- di cui plusvalenze (4) - -
3.3.2. Patrimonio Netto X X -
3.4. Trasferimento ad altri livelli - - -
3.5. Altre variazioni in diminuzione (5) - -
4. Rimanenze finali 4.075 - -

Variazioni del periodo delle passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Informativa sul c.d. "day one profit/loss"

Ai sensi dell'IFRS 7 paragrafo 28 si rappresenta che nel periodo, nell'ambito degli strumenti finanziari, non sono stati rilevati effetti conseguenti alla rilevazione del cosiddetto "Day 1 Profit" inteso come differenza tra il fair value al momento della rilevazione iniziale (prezzo della transazione) e l'importo determinato a quella data utilizzando una tecnica di valutazione.

Informativa sul fair value delle attività e delle passività finanziarie valutate al costo

Di seguito si riporta l'informativa richiesta dai paragrafi 25 e 26 dell'IFRS 7, richiamati dal principio IAS 34, relativamente al fair value delle attività e passività finanziarie iscritte in bilancio al costo ammortizzato. Per i criteri di determinazione del fair value al fine di confronto con il valore di bilancio, si fa rinvio alla disclosure fornita nel paragrafo "Attività e passività finanziarie valutate in bilancio al costo ammortizzato" della "Parte A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati".

31/12/2016
Attività/Passività non misurate al fair value o misurate al fair
value su base non ricorrente
Valore di
Bilancio
Fair Value Valore di
Bilancio
Fair Value
1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 11.482.696 11.525.369 8.368.223 8.512.204
2. Crediti verso banche 4.897.797 4.904.130 4.559.188 4.558.552
3. Crediti verso clientela 109.440.543 110.233.860 75.840.234 77.734.014
Totale 125.821.036 126.663.359 88.767.645 90.804.770
1. Debiti verso banche 26.286.161 26.280.507 16.017.401 16.011.482
2. Debiti verso clientela 87.079.372 87.079.372 58.671.580 58.671.580
3. Titoli in circolazione 17.906.574 18.250.502 15.041.815 15.256.518
Totale 131.272.107 131.610.381 89.730.796 89.939.580

Informativa sui prodotti strutturati di credito

Si segnala che al 30 giugno 2017 l'esposizione del Gruppo in titoli strutturati di credito ammonta a 78,6 milioni e si riferisce a titoli Asset Backed Securities (ABS) derivanti da operazioni di cartolarizzazione di terzi.

Nello specifico 16,9 milioni si riferiscono a n. 5 titoli appartenenti alla tranche senior ovvero alla categoria con diritto contrattuale di priorità di rimborso nei pagamenti delle quote di capitale e delle quote di interesse mentre 4,4 milioni si riferiscono a n. 2 titoli appartenente alla tranche mezzanine.

I rimanenti 57,3 milioni si riferiscono al valore di bilancio dell'interessenza detenuta nella società veicolo "BNT Portfolio SPV"; trattasi in particolare della società costituita nell'esercizio 2014 al fine di perfezionare la cartolarizzazione dei crediti agrari di Banca della Nuova Terra, finanziata mediante l'emissione di un'unica tranche di titoli per un valore nominale di 397,8 milioni sottoscritta dalle banche pattiste di Banca della Nuova Terra, tra cui ex Banco Popolare per un valore nominale di 84,6 milioni. Per il titoli in esame le rettifiche cumulate ammontano a 15,3 milioni, di cui 2,1 milioni addebitate nel conto economico del primo semestre 2017).

RISULTATI

Premessa

Gli schemi di stato patrimoniale e di conto economico vengono di seguito rappresentati in forma riclassificata, secondo criteri gestionali, al fine di fornire in modo tempestivo indicazioni sull'andamento generale del Gruppo fondate su dati economici-finanziari di rapida e facile determinazione.

Con l'obiettivo di consentire un'adeguata informativa sull'evoluzione della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica del Gruppo sono stati predisposti gli schemi di bilancio comparativi riclassificati nei quali vengono fornite a fini comparativi oltre alle informazioni relative al Gruppo Banco Popolare anche informazioni su base aggregata, relative al 31 dicembre 2016 per lo stato patrimoniale (denominato "31/12/2016 aggregato") ed al 30 giugno 2016 per il conto economico (denominato "I sem. 2016 aggregato"). Nel dettaglio tali informazioni sono state ottenute mediante aggregazione dei dati risultanti dai bilanci consolidati al 31/12/2016 ed al 30/06/2016 dell'ex Gruppo Banco Popolare e dell'ex Gruppo BPM ed apportando le seguenti rettifiche:

  • elisione dei principali rapporti patrimoniali ed economici infragruppo;
  • adeguamento della valutazione in base al metodo del patrimonio netto degli investimenti detenuti nelle partecipazioni di collegamento in Alba Leasing e Factorit, per la quota di possesso che, anteriormente all'operazione di fusione, risultava classificata nel portafoglio delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita", dell'ex Gruppo BPM, per Alba Leasing, e dell'ex Gruppo Banco Popolare, per Factorit;
  • eliminazione dell'investimento detenuto dall'ex Gruppo BPM in Release S.p.A. nel comparto delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita", in contropartita della riduzione del "Patrimonio di pertinenza dei terzi", in quanto società controllata dall'ex Gruppo Banco Popolare ed oggetto di consolidamento integrale.

Si fa inoltre presente che i prospetti riclassificati contenuti nella presente relazione sono stati costruiti a partire dagli schemi di bilancio previsti dalla Circolare di Banca d'Italia n. 262/2005, in continuità con i criteri di aggregazione e di classificazione illustrati nel bilancio al 31 dicembre 2016 dell'ex Gruppo Banco Popolare, salvo le modifiche introdotte al fine di fornire specifica evidenza della "Differenza di fusione (Badwill)", ed eliminare la rappresentazione nel conto economico del risultato correlato alla variazione del merito creditizio delle passività in fair value option, che risultava peraltro già evidenziato in una voce ad hoc, in quanto non considerato rilevante ai fini dell'apprezzamento dell'andamento di gestione. In relazione all'informazione comparativa fornita, si specifica che la stessa è stata ottenuta predisponendo delle situazioni patrimoniali ed economiche aggregate, costruite partendo dalle relazioni trimestrali e semestrali del 2016 e dal relativo bilancio dello scorso esercizio 2016 approvati dagli ex Gruppi Banco Popolare e BPM.

Dati economici consolidati

Di seguito si fornisce informativa sulle aggregazioni e sulle principali riclassificazioni sistematicamente effettuate rispetto agli schemi di bilancio previsti dalla Circolare n. 262/05, in conformità a quanto richiesto dalla Consob con la comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006:

  • l'impatto positivo del "reversal effect" a conto economico del minor valore riconosciuto in sede di PPA alle inadempienze probabili del gruppo BPM acquisite nell'ambito dell'operazione di aggregazione è stato riclassificato dalla voce 130 Rettifiche / Riprese nette di valore per deterioramento alla voce margine di interesse;
  • i dividendi su azioni classificate tra le attività finanziarie disponibili per la vendita e le attività finanziarie detenute per la negoziazione (voce 70) sono stati ricondotti nell'ambito del risultato netto finanziario;
  • gli utili e perdite da cessione di crediti, non rappresentati da titoli di debito (inclusi nella voce 100), sono stati accorpati, insieme alle rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti, nella voce "Rettifiche nette su crediti verso clientela";
  • gli utili e le perdite da cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita, di crediti rappresentati da titoli di debito e di passività finanziarie (rilevati nella voce 100) sono stati esposti nell'ambito del risultato netto finanziario. In questo ultimo aggregato sono altresì comprese le rettifiche per impairment su titoli di debito classificati nel portafoglio crediti, che in bilancio figurano all'interno della voce 130;
  • i recuperi di imposte e tasse e di altre spese (compresi nella voce 220) sono stati portati a diretta riduzione

delle altre spese amministrative, dove risulta contabilizzato il relativo costo, anziché essere indicati nell'aggregato riclassificato degli "altri proventi netti di gestione";

  • l'ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi (contabilizzato nella voce 220) è stato esposto insieme alle rettifiche di valore su attività materiali e immateriali, anziché essere evidenziato unitamente agli altri proventi netti di gestione;
  • la quota di pertinenza dei risultati economici dalle partecipate valutate a patrimonio netto (compresi nella voce 240) è stata esposta in una specifica voce che costituisce, unitamente al margine di interesse, l'aggregato definito margine finanziario.

Conto economico consolidato riclassificato

Voci del conto economico riclassificate
(migliaia di euro)
I Sem. 2017 I Sem. 2016 (*) I Sem. 2016
aggregato
Variaz. su
aggregato
Margine di interesse 1.059.989 691.257 1.094.342 (3,1%)
Utili (Perdite) delle partecipazioni valutate al patrimonio netto 81.939 63.476 77.394 5,9%
Margine finanziario 1.141.928 754.733 1.171.736 (2,5%)
Commissioni nette 1.090.730 639.308 942.652 15,7%
Altri proventi netti di gestione 44.662 46.579 65.849 (32,2%)
Risultato netto finanziario 101.540 98.772 208.346 (51,3%)
Altri proventi operativi 1.236.932 784.659 1.216.847 1,7%
Proventi operativi 2.378.860 1.539.392 2.388.583 (0,4%)
Spese per il personale (917.107) (648.907) (963.759) (4,8%)
Altre spese amministrative (498.731) (404.001) (548.988) (9,2%)
Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (109.463) (63.209) (100.981) 8,4%
Oneri operativi (1.525.301) (1.116.117) (1.613.728) (5,5%)
Risultato della gestione operativa 853.559 423.275 774.855 10,2%
Rettifiche nette su crediti verso clientela (647.020) (980.422) (1.135.512) (43,0%)
Rettifiche nette su crediti verso banche e altre attività (79.177) (7.374) (17.901) 342,3%
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (9.137) (1.987) 2.800
Utili (Perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti 13.301 285 32.456 (59,0%)
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 131.526 (566.223) (343.302)
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (45.090) 174.885 110.549
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione
al netto delle imposte 402 (1.485) (1.485)
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 7.394 5.580 4.209 75,7%
Risultato del periodo senza Badwill 94.232 (387.243) (230.029)
Differenza di fusione (Badwill) 3.076.137 - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 3.170.369 (387.243) (230.029)
(*) I dati relativi al 30 giugno 2016 sono stati rettificati per escludere l'impatto della FVO coerentemente con i periodi posti a confronto.

Conto economico consolidato riclassificato – Evoluzione trimestrale

Voci del conto economico riclassificate Es. 2017 Es. 2016 aggregato
(migliaia di euro) II trim. I trim. IV trim. III trim. II trim. I trim.
Margine di interesse 511.276 548.713 496.246 517.183 535.841 558.501
Utili (Perdite) delle partecipazioni valutate al patrimonio netto 40.354 41.585 36.642 33.826 32.779 44.615
Margine finanziario 551.630 590.298 532.888 551.009 568.620 603.116
Commissioni nette 543.373 547.357 511.456 449.288 474.532 468.120
Altri proventi netti di gestione 14.464 30.198 40.744 32.622 32.794 33.055
Risultato netto finanziario 63.841 37.699 119.770 111.967 132.722 75.624
Altri proventi operativi 621.678 615.254 671.970 593.877 640.048 576.799
Proventi operativi 1.173.308 1.205.552 1.204.858 1.144.886 1.208.668 1.179.915
Spese per il personale (458.386) (458.721) (661.419) (620.291) (483.205) (480.554)
Altre spese amministrative (235.551) (263.180) (372.397) (269.118) (265.507) (283.481)
Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (56.495) (52.968) (152.668) (67.282) (52.168) (48.813)
Oneri operativi (750.432) (774.869) (1.186.484) (956.691) (800.880) (812.848)
Risultato della gestione operativa 422.876 430.683 18.374 188.195 407.788 367.067
Rettifiche nette su crediti verso clientela (354.530) (292.490) (1.029.512) (793.128) (385.944) (749.568)
Rettifiche nette su crediti verso banche e altre attività (70.820) (8.357) (88.619) (5.941) (12.964) (4.937)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (9.641) 504 (41.489) (16.373) 5.887 (3.087)
Rettifiche di valore su avviamenti - - (279.000) - - -
Utili (Perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti (3.765) 17.066 122.846 2.688 30.894 1.562
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte (15.880) 147.406 (1.297.400) (624.559) 45.661 (388.963)
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (9.761) (35.329) 310.027 209.098 (869) 111.418
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione - - -
al netto delle imposte 415 (13) 4.009 - (5) (1.480)
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 4.256 3.138 2.311 12.832 1.991 2.218
Risultato del periodo senza Badwill (20.970) 115.202 (981.053) (402.629) 46.778 (276.807)
Differenza di fusione (Badwill) - 3.076.137 - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo (20.970) 3.191.339 (981.053) (402.629) 46.778 (276.807)

In conformità alle indicazioni della Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006 di seguito vengono fornite informazioni sugli effetti che gli eventi od operazioni aventi carattere non ricorrente hanno avuto sul risultato economico consolidato dei periodi posti a confronto.

Si precisa che ai fini della identificazione delle componenti non ricorrenti vengono utilizzati di massima i seguenti criteri:

  • sono considerati non ricorrenti i risultati delle operazioni di cessione di tutte le attività immobilizzate (partecipazioni, immobilizzazioni materiali);
  • sono considerati non ricorrenti gli utili e le perdite delle attività non correnti in via di dismissione;
  • sono considerate non ricorrenti le componenti economiche connesse ad operazioni di efficientamento, ristrutturazione, eccetera (es. oneri per il ricorso al fondo esuberi, incentivazioni all'esodo);
  • sono considerate non ricorrenti le componenti economiche di importo significativo che non sono destinate a ripetersi frequentemente (es. penali, impairment di attività immobilizzate, effetti connessi a cambi di normativa, risultati eccezionali);
  • sono invece considerati ricorrenti gli impatti economici, ancorché significativi, derivanti da aspetti valutativi e/o da variazioni di parametri nell'applicazione delle metodologie di valutazione applicate in modo continuativo.

Alla luce dei criteri sopra enunciati, oltre agli importi già evidenziati in voci aventi di per sé natura non ricorrente (es. risultato delle attività in via di dimissione), il risultato economico del primo semestre 2017 risente dei seguenti impatti non ricorrenti:

la voce "Margine di interesse" include gli interessi attivi sul finanziamento TLTRO II relativi all'esercizio 2016 per un importo complessivo pari a 31,7 milioni al lordo degli effetti fiscali, come pure l'impatto negativo derivante dagli interessi passivi, per 4,1 milioni, pagati sulla transazione per la chiusura del contenzioso fiscale pregresso relativo all'ex Banca Italease, come meglio specificato nella sezione della presente relazione relativa ai rischi legati a controversie con l'Amministrazione Finanziaria;

  • la voce "Utili (Perdite) delle partecipazioni valutate al patrimonio netto" include il risultato negativo di SelmaBipiemme Leasing del 2° trimestre 2017, pari a -10,5 milioni (quota di spettanza del Gruppo Banco BPM) pressoché interamente attribuibile agli oneri straordinari connessi alla rottamazione di cartelle di pagamento legate al contenzioso fiscale;
  • la voce "Spese per il personale" comprende l'onere, pari a 1,3 milioni, relativo al ricalcolo del fondo esuberi che tiene conto dell'accordo firmato nel corso del mese di giugno 2017 per estenderne l'adesione ad ulteriori 71 risorse;
  • nella voce "Altre spese amministrative" è stata rilevata la sopravvenienza attiva, pari a 27,2 milioni al lordo dell'effetto fiscale, correlata allo storno del canone di competenza dell'esercizio 2015 per garantirsi la trasformabilità di talune DTA, addebitato nell'esercizio 2016, ma non più dovuto par tale annualità in base alle disposizioni normative introdotte con la legge del 17 febbraio 2017 n. 15;
  • nella voce "Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali" sono state rilevate le svalutazioni, pari a 3,5 milioni, del software che verrà dismesso in seguito alle attività di migrazione in corso di perfezionamento (nel primo semestre 2016 la voce in esame includeva oneri non ricorrenti relativi a svalutazione di immobili per 2,0 milioni);
  • nella voce "Rettifiche di valore nette su crediti verso banche e altre attività" sono incluse le svalutazioni relative agli investimenti nel Fondo Atlante e nel titolo subordinato emesso dalla Banca Popolare di Vicenza, classificati nelle attività finanziarie disponibili per la vendita, rispettivamente per -61,0 milioni (8,7 milioni al 31 marzo 2017) e per 15,3 milioni al lordo dei relativi effetti fiscali;
  • la voce "Utili (Perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti" comprende proventi netti non ricorrenti per 13,3 milioni, al lordo degli effetti fiscali. La principale componente (11,7 milioni) è rappresentata dagli effetti valutativi conseguente alla riclassifica dell'investimento detenuto in Energreen nel portafoglio delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita", come illustrato in precedenza;
  • la voce "Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente" include l'onere sostenuto per la chiusura del contenzioso ex Banca Italease sopra citato per l'importo di 13,7 milioni, oltre agli effetti fiscali sugli impatti elencati ai punti precedenti pari a 4,1 milioni;
  • nella voce separata "Differenza di fusione" è stato rilevato il badwill, pari a 3.076,1 milioni, accreditato a conto economico a seguito del completamento del processo di Puchase Price Allocation (PPA) al 1° gennaio 2017, data di efficacia della fusione tra i Gruppi Banco Popolare e BPM.

Nel seguito vengono illustrate le principali grandezze economiche al 30 giugno 2016 comparate rispettivamente con i dati dell'ex Gruppo Banco Popolare al 30 giugno 2016 e con i dati aggregati del primo semestre dello scorso esercizio.

Proventi operativi

Margine di interesse

(migliaia di euro) I sem. 2017 I sem. 2016 I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Attività finanziarie detenute per la negoziazione 45.630 65.688 70.408 (24.778) (35,2%)
Attività finanziarie valutate al fair value 111 468 1.323 (1.212) (91,6%)
Attività finanziarie disponibili per la vendita 187.245 162.447 233.975 (46.730) (20,0%)
Attività finanziarie detenute sino a scadenza 94.537 87.987 87.987 6.550 7,4%
Interessi netti verso banche (19.750) (21.600) (31.957) (12.207) (38,2%)
Interessi netti verso clientela 1.064.769 798.542 1.191.685 (126.916) (10,7%)
Derivati di copertura (saldo netto) (26.369) (9.430) 4.208 (30.577)
Interessi netti su altre attività/passività 79.699 8.970 20.358 59.341 291,5%
Titoli in circolazione (320.002) (296.818) (377.334) (57.332) (15,2%)
Passività finanziarie di negoziazione (7.533) (8.966) (10.028) (2.495) (24,9%)
Passività finanziarie valutate al fair value (38.348) (96.031) (96.283) (57.935) (60,2%)
Totale 1.059.989 691.257 1.094.342 (34.353) (3,1%)

Il margine di interesse si attesta a 1.060,0 milioni rispetto ai 1.094,3 milioni del dato aggregato al 30 giugno 2016 (-3,1%). Il calo annuale è imputabile sia al minor contributo del margine finanziario legato al portafoglio titoli (-55 milioni rispetto al dato del primo semestre 2016), sia alla discesa del mark-up (-22 b.p.) che si è riflessa negativamente sullo spread a clientela (-17 b.p. a/a). Il dato del secondo trimestre 2017 è pari a 511,3 milioni, in calo rispetto al contributo del primo trimestre pari a 548,7 milioni, che beneficiava del maggior impatto positivo degli interessi riconosciuti sui finanziamenti TLTRO, pari a 50,0 milioni (21,7 milioni nel corrente trimestre), e dell'impatto della PPA sui crediti, pari a 14,1 milioni, che invece è pari a 5,9 milioni nel secondo trimestre per effetto delle chiusure anticipate di alcune esposizioni in bonis. Il secondo trimestre risente anche dell'impatto negativo degli interessi pagati su una vertenza fiscale chiusa relativa alla ex Italease, pari a 4,1 milioni. Al netto delle componenti indicate la crescita trimestrale si attesta all'1,2% per effetto dell'aumento sia del margine commerciale sia di quello finanziario.

(migliaia di euro) I sem. 2017 I sem. 2016 (*) I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Rete Commerciale 783.720 540.934 855.110 (71.390) (8,3%)
Private & Investment Banking 65.029 81.406 86.272 (21.243) (24,6%)
Wealth Management (2.196) (1.110) (922) (1.274) 138,2%
Leasing 18.021 18.752 18.517 (496) (2,7%)
Corporate Center 195.415 51.275 135.365 60.050 (44,4%)
Totale margine di interesse 1.059.989 691.257 1.094.342 (34.353) (3,1%)

(*) I dati relativi all'esercizio precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

La Rete Commerciale, che rappresenta il 74% del risultato della voce, evidenzia interessi netti in decremento dell'8,3%. Il calo del margine di interesse del primo semestre del 2017 rispetto a quello del primo semestre aggregato dello scorso esercizio è imputabile alla riduzione dello spread medio alla clientela, passato dai 169 b.p. di fine giugno 2016 ai 157 b.p. del 30 giugno 2017. Tale calo è concentrato nel secondo semestre del 2016, in quanto nel corso del primo semestre 2017 lo spread medio alla clientela si è mantenuto stabile con un mark-up in calo di circa 5 b.p. compensato dal contemporaneo calo del mark-down di 4 b.p.

Il margine di interesse del Private & Investment Banking e dell'Asset Management evidenzia una flessione legata al minor rendimento del portafoglio titoli delle società controllate Banca Akros e Banca Aletti, che costituiscono il settore. In particolare il margine di interesse di quest'ultima società è influenzato a sua volta dal ridotto volume di collocamento di certificates nel periodo, dal quale si origina la liquidità che va ad incrementare il volume del portafoglio stesso.

La divisione Leasing mantiene sostanzialmente invariata la contribuzione al risultato del Gruppo, nonostante la progressiva riduzione del portafoglio degli impieghi in run-off.

Il Corporate Center presenta un margine di interesse in miglioramento nel confronto anno su anno grazie agli interessi sui finanziamenti TLTRO (pari a oltre 71 milioni) ed alla riduzione del costo del funding rappresentato dai prestiti emessi in progressiva riduzione nelle consistenze. Tali effetti positivi sono stati in parte bilanciati dal minor contributo del portafoglio titoli (- 55 milioni anno su anno) su cui ha investito il Gruppo.

Utili/(perdite) delle partecipazioni valutate al patrimonio netto

Il risultato delle società partecipate valutate con il metodo del patrimonio netto è positivo per 81,9 milioni in crescita rispetto ai 77,4 milioni su base aggregata del primo semestre dello scorso esercizio (che includevano anche il contributo di Anima Holding per 9,2 milioni, non più inclusa tra le società valutate a patrimonio netto dopo la vendita parziale della quota di interessenza nella stessa e la successiva riclassifica nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita), con una contribuzione del secondo trimestre pari a 40,4 milioni in leggero calo rispetto a quella del primo trimestre, pari a 41,6 milioni, per effetto del contributo negativo registrato nel secondo trimestre su SelmaBipiemme Leasing pari a 10,5 milioni. Nell'ambito di tale aggregato la contribuzione principale è stata fornita dal credito al consumo veicolato dalla quota partecipativa detenuta in Agos Ducato (+62,5 milioni, rispetto ai +47,2 milioni del primo semestre 2016), seguita da quella del comparto assicurativo per un totale di 20,6 milioni (16,6 milioni al 30 giugno 2016). Positivo anche il contributo di Factorit per 4,4 milioni (1,4 milioni nel primo semestre 2016), di Alba Leasing per 2,8 milioni (- 0,9 milioni al 30 giugno 2016).

In termini di settore di attività economica, il contributo del settore Leasing è negativo e pari a -6,8 milioni, rappresentato dalla somma delle valutazioni a patrimonio netto di Alba Leasing e SelmaBipiemme Leasing. Il contributo del settore Wealth Management è rappresentato dalle società del comparto assicurativo per 21 milioni, mentre quello del Corporate Center è sostanzialmente dato dai contributi di Agos Ducato e di Factorit, per un importo totale di 67,7 milioni.

Commissioni nette

(migliaia di euro) I sem. 2017 I sem. 2016 (*) I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Servizi di gestione, intermediazione e consulenza 604.603 290.894 439.748 164.855 37,5%
Distribuzione di prodotti di risparmio 523.111 210.997 337.958 185.153 54,8%
- Collocamento strumenti finanziari 314.984 75.298 172.305 142.679 82,8%
- Gestione di portafogli 142.617 82.412 86.587 56.030 64,7%
- Bancassurance 65.510 53.287 79.066 (13.556) (17,1%)
Credito al consumo 17.651 15.633 15.633 2.018 12,9%
Carte di credito 13.679 13.801 13.801 (122) (0,9%)
Banca depositaria 9.339 8.815 8.815 524 5,9%
Negoziazione titoli, valute e raccolta ordini 38.914 24.855 43.493 (4.579) (10,5%)
Altri 1.909 16.793 20.048 (18.139) (90,5%)
Tenuta e gestione su c/c e finanziamenti 323.515 237.154 329.918 (6.403) (1,9%)
Servizi di incasso e pagamento 89.130 56.089 91.562 (2.432) (2,7%)
Garanzie rilasciate e ricevute 40.676 27.716 45.066 (4.390) (9,7%)
Altri servizi 32.806 27.455 36.358 (3.552) (9,8%)
Totale 1.090.730 639.308 942.652 148.078 15,7%

(*) I dati relativi all'esercizio precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

Le commissioni nette ammontano a 1.090,7 milioni e sono in crescita del 15,7% rispetto ai 942,7 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio. La crescita è imputabile al comparto dei servizi di intermediazione, gestione e consulenza, che registra un incremento di 164,9 milioni in valore assoluto rispetto al dato aggregato del primo semestre 2016, grazie all'attività di collocamento dei prodotti di risparmio ed a quella delle gestioni patrimoniali; la crescita è in parte contenuta dal minor apporto del contributo commissionale legato agli altri servizi, con una contribuzione del secondo trimestre 2017 di 300,3 milioni sostanzialmente in linea con quella del primo pari a 304,2 milioni.

La contribuzione del secondo trimestre pari 543,4 milioni risulta sostanzialmente stabile rispetto ai 547,4 milioni del primo.

(migliaia di euro) I sem. 2017 I sem. 2016 (*) I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Rete Commerciale 980.410 595.418 891.711 88.699 9,9%
Private & Investment Banking 42.421 9.844 20.472 21.949 107,2%
Wealth Management 71.726 28.726 28.726 43.000 149,7%
Leasing 4 26 26 (22) (84,6%)
Totale aree di business 1.094.561 634.014 940.935 153.626 16,3%
Corporate Center (3.831) 5.294 1.717 (5.548)
Totale commissioni nette 1.090.730 639.308 942.652 148.078 15,7%

(*) I dati relativi all'esercizio precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

L'ottimo andamento dell'attività di collocamento di prodotti di investimento ed in particolare di fondi ha permesso alla Rete Commerciale di ottenere nel primo semestre 2017 un volume commissionale pari a 980,4 milioni, in crescita di circa il 10% rispetto al dato del primo semestre dello scorso esercizio. Alla performance di periodo del Gruppo ha contribuito Aletti Gestielle SGR grazie alla vendita dei propri fondi ed anche all'aumento delle masse medie gestite, che hanno portato il settore del Wealth Management a quasi triplicare il risultato commissionale del semestre.

Il settore Private & Investment Banking raddoppia le commissioni semestrali rispetto al primo semestre 2017.

Altri proventi netti di gestione

(migliaia di euro) I sem. 2017 I sem. 2016 I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Proventi su c/c e finanziamenti 28.599 24.380 35.461 (6.862) (19,4%)
Fitti attivi 31.868 27.413 30.193 1.675 5,5%
Oneri su beni rivenienti dal leasing (8.805) (5.878) (5.878) 2.927 49,8%
Altri proventi ed oneri 16.092 11.593 17.002 (910) (5,4%)
Subtotale 67.754 57.508 76.778 (9.024) (11,8%)
Client relationship (PPA) (23.092) (10.929) (10.929) 12.163 111,3%
Totale 44.662 46.579 65.849 (21.187) (32,2%)

Gli altri proventi netti di gestione sono pari a 44,7 milioni rispetto ai 65,8 milioni del primo semestre 2016. Il minor contributo è imputabile alle maggiori rettifiche della "client relationship", legate alla capitalizzazione della quota parte delle stesse conseguenti alla PPA dell'operazione di fusione dell'ex Gruppo BPM, pari a circa 12,2 milioni, ed alla minor contribuzione legata alle commissioni di istruttoria veloce per circa 6,9 milioni.

(migliaia di euro) I sem. 2017 I sem. 2016 (*) I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Rete Commerciale 2.350 24.230 21.453 (19.103) (89,0%)
Private & Investment Banking 242 130 436 (194) (44,5%)
Wealth Management 61 54 54 7 13,0%
Leasing 7.805 10.502 10.502 (2.697) (25,7%)
Corporate Center 34.204 11.663 33.404 800 2,4%
Totale altri proventi netti di gestione 44.662 46.579 65.849 (21.187) (32,2%)

(*) I dati relativi all'esercizio precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

Nell'ambito della Rete Commerciale, il risultato dei primi sei mesi del 2017 è prevalentemente legato alle commissioni di istruttoria veloce, pari a 25,4 milioni, al netto delle quote di ammortamento della "client relationship", pari a 23,1 milioni. Il dato è in flessione rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo dello scorso esercizio in quanto il corrente semestre sostiene l'ammortamento della "client relationship" iscritta con il processo di PPA al 1° gennaio 2017. Il contributo al risultato consolidato dato dal Leasing, in calo rispetto a quello del primo semestre del 2016, è legato ai proventi degli affitti degli immobili rivenienti dal recupero dei crediti, al netto dei minori oneri legati alla manutenzione degli stessi. Il risultato del Corporate Center è invece legato agli affitti a terzi degli immobili delle altre società immobiliari del Gruppo, nonché ai proventi di Tecmarket, questi ultimi in ulteriore crescita rispetto al dato del corrispondente periodo dello scorso esercizio, nonché dagli altri proventi netti.

Risultato netto finanziario

(migliaia di euro) I sem.
2017
I sem. 2016
(*)
I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Risultato netto dell'attività di negoziazione 40.952 37.840 41.081 (129) (0,3%)
Utili/Perdite da cessioni di attività finanziarie 37.573 61.172 167.951 (130.378) (77,6%)
Dividendi e proventi simili su attività finanziarie 28.257 11.067 22.656 5.601 24,7%
Utili/Perdite da riacquisto di passività finanziarie (6.593) (1.809) (1.769) 4.824 272,7%
Risultato netto dell'attività di copertura (1.125) (2.692) (15.445) (14.320) (92,7%)
Altri proventi/oneri 2.476 (6.806) (6.128) 8.604
Totale 101.540 98.772 208.346 (106.806) (51,3%)

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

Risultato Netto Finanziario

Il risultato netto finanziario è positivo e pari a 101,5 milioni rispetto ai 208,3 milioni del primo semestre 2016, con una contribuzione del secondo trimestre pari a 63,8 milioni, superiore ai 37,7 milioni del primo, per effetto dei dividendi incassati su quote partecipative classificate tra le attività finanziarie disponibili per la vendita, pari a 20,1 milioni (12,1 milioni in più rispetto allo scorso trimestre) e del risultato dell'attività di negoziazione, pari a 22,5 milioni, che ha generato 4 milioni in più del primo trimestre. A livello semestrale, la minor contribuzione è interamente imputabile alla più ridotta attività di dismissione di attività finanziarie disponibili per le vendita ed in particolare di titoli di debito, che ha generato utili complessivamente per 37,6 milioni (168,0 milioni al 30 giugno 2016).

(migliaia di euro) I sem. 2017 I sem. 2016 (*) I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Rete Commerciale 10.850 8.228 8.502 2.348 27,6%
Private & Investment Banking 5.609 12.437 30.521 (24.912) (81,6%)
Wealth Management 12.355 (330) (330) 12.685
Leasing - (96) (96)
Corporate Center 72.726 78.533 169.749 (97.023) (57,2%)
Totale risultato netto finanziario 101.540 98.772 208.346 (106.806) (51,3%)

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

La Rete Commerciale realizza un contributo legato ai ricavi finanziari connessi alla vendita dei derivati alla clientela, con un andamento pressoché analogo a quello del primo semestre dello scorso esercizio. Il contributo del segmento del Private & Investment Banking è associato alla somma dei risultati finanziari prodotti da Banca Aletti (pari a -6,4 milioni) e da Banca Akros (pari a +12,0 milioni), che è comunque in flessione rispetto a quanto ottenuto nel primo semestre 2016. In particolare, nel caso di Banca Aletti la performance risente della decisione di non effettuare collocamenti di certificates, mentre per entrambe le società l'attività di trading è stata più contenuta nel periodo. Il contributo fornito dal settore del Wealth Management è legato esclusivamente all'incasso di dividendi da quote partecipative (in particolare quelle detenute in Anima Holding).

Il contributo del Corporate Center al risultato netto finanziario, inferiore rispetto al quello del primo semestre dello scorso esercizio, deriva prevalentemente dalle plusvalenze (pari a 37,6 milioni) generate dalle vendite di titoli del portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, dagli utili di negoziazione realizzati dalla tesoreria della Capogruppo, nonché dai dividendi su quote partecipative.

Core Banking Business

Prendendo in considerazione i soli ricavi del "core business bancario", rappresentati dalla somma degli aggregati relativi al margine di interesse e alle commissioni nette, i primi sei mesi del 2017 si attestano a 2.150,7 milioni, in crescita del 5,6% rispetto ai 2.037,0 milioni del primo semestre aggregato del 2016.

Oneri operativi

Le spese per il personale, pari a 917,1 milioni, evidenziano un decremento del 4,8% rispetto a 963,8 milioni del dato aggregato del corrispondente periodo dello scorso esercizio, grazie al contenimento delle retribuzioni variabili ed alla riduzione dell'organico (-362 risorse rispetto al 31 dicembre 2016). Nel secondo trimestre il costo include anche l'onere per gli accantonamenti al fondo esuberi relativi a 71 risorse per le quali l'accordo è stato firmato nel corso del mese di giugno. Il numero totale dei dipendenti è pari a 24.318 risorse in organico alla data del 30 giugno 2017, rispetto alle 24.680 risorse di fine 2016.

Le altre spese amministrative ammontano a 498,7 milioni con un decremento del 9,2% rispetto al dato del corrispondente periodo dello scorso esercizio. La voce include un impatto positivo, a riduzione della voce, pari a 27,2 milioni legato al recupero dell'onere stanziato nel 2016 per la trasformabilità delle DTA per l'esercizio 2015, nonché gli "oneri sistemici" (rappresentati dai contributi ordinari al Single Resolution Fund (SRF) per 62,4 milioni - 58,8 milioni nell'esercizio 2016 - e dal canone per il mantenimento della deducibilità delle DTA dell'esercizio per 13,3 milioni),pari a complessivi 75,6 milioni. Escludendo le componenti evidenziate nel confronto con il dato del primo semestre 2016, la voce risulta sostanzialmente stabile, nonostante includa anche oneri di integrazione.

Le rettifiche di valore su attività materiali ed immateriali del periodo ammontano a 109,5 milioni, in crescita dell'8,4% rispetto ai 101,0 milioni del 30 giugno 2016. La voce include rettifiche di valore per deterioramento pari a 3,5 milioni (2,0 milioni al 30 giugno 2017). Al netto di tali componenti non ricorrenti, l'aumento è pari al 7,1% ed è imputabile sia ai maggiori ammortamenti, pari a circa 4,5 milioni conseguenti all'iscrizione degli immobili del Gruppo BPM al fair value in sede di applicazione del processo di PPA, sia alle maggiori rettifiche legate all'accelerazione del processo di ammortamento per effetto della riduzione della vita utile del software oggetto di razionalizzazione in conseguenza dell'operazione di fusione.

Il totale degli oneri operativi ammonta a 1.525,3 milioni rispetto a 1.613,7 milioni del primo semestre 2016, con una contrazione del 5,5%. Il cost-income del primo semestre (misurato come rapporto tra proventi operativi e oneri operativi al netto delle componenti straordinarie e degli oneri sistemici) è pari al 62,3%, in contrazione rispetto al 63,3% del primo semestre dello scorso esercizio.

Risultato della gestione operativa

Il risultato della gestione operativa ammonta quindi a 853,6 milioni rispetto ai 744,9 milioni del primo semestre aggregato del 2016, in crescita del 10,2%.

Rettifiche e accantonamenti

(migliaia di euro) I sem. 2017 I sem. 2016 (*) I sem. 2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Rettifiche di valore nette su crediti verso clientela (563.508) (972.755) (1.152.647) (589.139) (51,1%)
Rettifiche di valore specifiche: cancellazioni (55.114) (418.954) (426.860) (371.746) (87,1%)
Rettifiche di valore specifiche: altre (1.054.192) (1.006.735) (1.257.433) (203.241) (16,2%)
Riprese di valore specifiche 538.227 442.192 531.646 6.581 1,2%
Rettifiche/riprese nette di portafoglio 7.571 10.742 26.282 (18.711) (71,2%)
Rettifiche nette su garanzie rilasciate 11.731 2.010 4.824 6.907 143,2%
Utili/(perdite) da cessione di crediti (95.243) (9.677) (13.971) 81.272 581,7%
Totale (647.020) (980.422) (1.135.512) (498.938) (43,0%)

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

Le rettifiche di valore nette su crediti verso clientela sono pari a 647,0 milioni rispetto a 1.135,5 milioni del primo semestre 2016 e includono l'impatto negativo delle cessioni di crediti realizzate nel semestre per 95,2 milioni. Il costo del credito, misurato dal rapporto tra le rettifiche nette di valore su crediti e gli impieghi netti, risulta pari a 118 b.p. in forte diminuzione rispetto al dato del primo semestre aggregato dello scorso esercizio pari a 268 b.p., che risentiva degli impatti conseguenti alle decisioni finalizzate all'innalzamento del livello medio di copertura dei crediti deteriorati, nell'ottica dell'ottenimento dell'autorizzazione della BCE all'operazione di fusione. In forte contrazione anche i flussi netti di ingresso da crediti in bonis a deteriorati (-52,9%, pari a 530,2 milioni contro 1.125,5 milioni del primo semestre aggregato dello scorso esercizio).

Al conto economico del periodo sono state inoltre accreditate rettifiche di valore nette per deterioramento di altre attività per 79,2 milioni (-17,9 milioni al 30 giugno 2016), che includono le svalutazioni delle quote detenute nel Fondo Atlante per 61,0 milioni (delle quali 52,1 milioni nel solo secondo trimestre) e del titolo subordinato di Banca Popolare di Vicenza per 15,3 milioni.

Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri comportano un onere pari a 9,1 milioni rispetto alla ripresa di 2,8 milioni del primo semestre dell'esercizio precedente.

Nel primo semestre 2017 sono stati registrati utili da cessione di partecipazioni ed investimenti per 13,3 milioni derivanti per 11,7 milioni dalla valutazione al fair value delle quote detenute nella partecipata Energreen, conseguente alla decisione di riclassificare la partecipazione nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita in quanto non più sottoposta ad influenza notevole, e per 1,6 milioni dalla cessione di immobili di proprietà (nel primo semestre 2016 vi era stato un utile di 32,5 milioni).

Il risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte è pari a 131,5 milioni rispetto a quello negativo e pari a 343,3 milioni del primo semestre aggregato del 2016.

Altre voci di ricavo e costo

Le imposte sul reddito dell'operatività corrente alla data del 30 giugno 2017 sono pari a 45,1 milioni (+110,5 milioni al 30 giugno 2016 ) ed includono l'onere pari a 13,7 milioni legato alla chiusura del contenzioso fiscale della ex Banca Italease citato in precedenza.

Considerata la quota del risultato economico attribuibile ai soci terzi (+7,4 milioni), il primo semestre 2017 si chiude con un utile netto di periodo senza "badwill" pari a 94,2 milioni, rispetto ad una perdita netta di 230,0 milioni realizzata nel primo semestre aggregato dello scorso esercizio.

Il "badwill" rilevato a conto economico al 30 giugno 2017 per effetto del completamento del processo di PPA al 1° gennaio 2017, data di efficacia della fusione tra i Gruppi Banco Popolare e BPM, è pari a 3.076,1 milioni e porta il risultato del primo semestre 2017 ad un utile netto di periodo pari a 3.170,4 milioni.

Dati patrimoniali consolidati

Lo stato patrimoniale riclassificato rappresenta una semplice aggregazione delle voci previste dallo schema dello stato patrimoniale di cui alla circolare Banca d'Italia N. 262 del 22 dicembre 2005.

Le principali aggregazioni riguardanti lo stato patrimoniale sono:

  • la voce dell'attivo "Attività finanziarie e derivati di copertura" aggrega gli strumenti finanziari esposti nei portafogli delle "Attività finanziarie detenute per la negoziazione", delle "Attività finanziarie valutate al fair value", delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita", delle "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza" e dei "Derivati di copertura" rispettivamente esposti nelle voci 20, 30, 40, 50, 80 dell'attivo dello schema di Banca d'Italia;
  • la voce residuale dell'attivo "Altre voci dell'attivo" aggrega l'"Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura specifica", le "Attività fiscali", le "Altre attività" (rispettivamente le voci 90, 140 e 160 dell'attivo);
  • il raggruppamento in un'unica voce dell'ammontare dei debiti verso clientela (voce 20) e dei titoli emessi (classificati nelle voci 30 e 50, in funzione dell'attivazione o meno della fair value option);
  • l'inclusione in un unico aggregato degli strumenti finanziari raccordati in bilancio nei portafogli delle "Passività finanziarie di negoziazione" e dei "Derivati di copertura" (rispettivamente voci 40 e 60 del passivo);
  • il raggruppamento in un'unica voce "Fondi del passivo" del "Trattamento di fine rapporto" (voce 110) e dei "Fondi per rischi ed oneri" (voce 120);
  • la voce residuale del passivo "Altre voci del passivo" include l'"Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica", le "Passività fiscali" e le "Altre passività" (rispettivamente le voci 70, 80 e 100 del passivo);
  • l'indicazione del "capitale e delle riserve" in modo aggregato, al netto delle eventuali azioni proprie detenute (voci di bilancio 140, 160, 170, 180, 190, 200).
Voci dell'attivo riclassificate
(migliaia di euro)
30/06/2017 31/12/2016 31/12/2016
aggregato
Variazioni
su aggregato
Cassa e disponibilità liquide 790.196 648.255 897.704 (107.508) (12,0%)
Attività finanziarie e derivati di copertura 38.145.739 25.650.351 36.580.435 1.565.304 4,3%
Crediti verso banche 4.897.797 4.559.188 6.678.493 (1.780.696) (26,7%)
Crediti verso clientela 109.440.543 75.840.234 110.550.576 (1.110.033) (1,0%)
Partecipazioni 1.344.125 1.195.214 1.594.849 (250.724) (15,7%)
Attività materiali 2.985.957 1.977.766 2.695.781 290.176 10,8%
Attività immateriali 2.394.868 1.751.895 1.833.509 561.359 30,6%
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 6.722 77.369 77.369 (70.647) (91,3%)
Altre voci dell'attivo 7.714.386 5.710.731 7.346.204 368.182 5,0%
Totale 167.720.333 117.411.003 168.254.920 (534.587) (0,3%)
Voci del passivo riclassificate
(migliaia di euro)
30/06/2017 31/12/2016 31/12/2016
aggregato
Variazioni
su aggregato
Debiti verso banche 26.286.161 16.017.401 23.276.415 3.009.746 12,9%
Debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività
finanziarie valutate al fair value 110.240.379 80.446.701 116.773.095 (6.532.716) (5,6%)
Passività finanziarie e derivati di copertura 10.008.681 9.438.062 10.682.892 (674.211) (6,3%)
Fondi del passivo 1.601.258 1.133.434 1.706.089 (104.831) (6,1%)
Passività associate ad attività in via di dismissione 101 960 960 (859) (89,5%)
Altre voci del passivo 7.140.401 2.729.597 3.816.296 3.324.105 87,1%
Patrimonio di pertinenza di terzi 53.120 69.568 58.238 (5.118) (8,8%)
Patrimonio netto 12.390.232 7.575.280 11.940.935 449.297 3,8%
Totale 167.720.333 117.411.003 168.254.920 (534.587) (0,3%)

Nel seguito sono illustrate le dinamiche delle principali grandezze patrimoniali al 30 giugno 2017, comparate con i dati del 31 dicembre 2016 dell'ex Gruppo Banco Popolare e con quelli aggregati alla medesima data.

L'attività di intermediazione creditizia

La raccolta diretta

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Debiti verso clientela 87.079.372 79,0% 58.671.580 72,9% 89.360.019 76,5% (2.280.647) ( 2,6%)
Depositi e conti correnti 76.701.004 69,6% 48.546.250 60,3% 75.627.409 64,8% 1.073.595 1,4%
conti correnti e depositi a
risparmio non vincolati
72.203.467 65,5% 46.332.101 57,6% 70.855.862 60,7% 1.347.605 1,9%
depositi
vincolati
e
altra
raccolta a scadenza
4.497.537 4,1% 2.214.149 2,8% 4.771.547 4,1% (274.010) ( 5,7%)
Pronti contro termine 7.758.531 7,0% 7.704.649 9,6% 11.311.929 9,7% (3.553.398) ( 31,4%)
Finanziamenti ed altri debiti 2.619.837 2,4% 2.420.681 3,0% 2.420.681 2,1% 199.156 8,2%
Titoli 23.161.007 21,0% 21.775.121 27,1% 27.413.076 23,5% (4.252.069) ( 15,5%)
Obbligazioni e altri titoli 21.848.754 19,8% 20.147.800 25,0% 25.771.458 22,1% (3.922.704) ( 15,2%)
Certificati di deposito 1.312.253 1,2% 1.627.321 2,0% 1.641.618 1,4% (329.365) ( 20,1%)
Totale raccolta diretta 110.240.379 100,0% 80.446.701 100,0% 116.773.095 100,0% (6.532.716) (5,6%)

La raccolta diretta al 30 giugno 2017 ammonta a 110,2 miliardi ed evidenzia un decremento del 5,6% rispetto a 116,8 miliardi del dato aggregato al 31 dicembre 2016. Il calo registrato nel primo semestre 2017 è principalmente imputabile al calo delle obbligazioni e degli altri titoli per 3,9 miliardi, al quale si è aggiunto quello legato alle operazioni di pronti contro termine (-3,6 miliardi), solo in parte compensati dalla crescita della raccolta rappresentata dai depositi e conti correnti per 1,1 miliardi. Escludendo le operazioni di pronti contro termine e di prestito titoli, che rappresentano forme di raccolta molto volatili, la raccolta diretta risulta in calo del semestre del 2,9%. La riduzione della componente obbligazionaria è spiegata dalla strategia di contenimento del costo complessivo della raccolta, che interessa la raccolta vincolata, rappresentata dai depositi vincolati e dai certificati di deposito, che nel semestre passa da 6,4 miliardi del dato aggregato al 31 dicembre 2016 a 5,8 miliardi del 30 giugno 2017 (-9,4%). Si evidenzia che l'aggregato non comprende la stabile provvista garantita dallo stock di certificates emessi dal Gruppo, che al 30 giugno 2017 è pari a 4,3 miliardi in calo del 5,0% rispetto alle consistenze aggregate al 31 dicembre 2016 pari a 4,6 miliardi.

La raccolta indiretta

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Raccolta gestita 61.918.965 59,5% 36.425.550 52,6% 58.125.705 57,1% 3.793.260 6,5%
fondi comuni e SICAV 37.995.912 36,5% 21.107.402 30,5% 34.358.375 33,8% 3.637.537 10,6%
gestioni patrimoniali mobiliari e GPF 7.300.593 7,0% 4.866.045 7,0% 6.936.164 6,8% 364.429 5,3%
polizze assicurative 16.622.460 16,0% 10.452.103 15,1% 16.831.166 16,5% (208.706) (1,2%)
Raccolta amministrata 42.177.199 40,5% 32.776.296 47,4% 43.604.225 42,9% (1.427.026) ( 3,3%)
Totale raccolta indiretta 104.096.164 100,0% 69.201.847 100,0% 101.729.930 100,0% 2.366.234 2,3%

La raccolta indiretta inclusiva dei certificates ammonta al 30 giugno 2017 a 104,1 miliardi in crescita del 2,3% rispetto a 101,7 miliardi del 31 dicembre 2016 aggregato. La raccolta indiretta al netto dei certificates a capitale protetto, pari a 99,8 miliardi, registra un incremento del 2,6% rispetto ai 97,2 miliardi del 31 dicembre 2016. La crescita nel semestre è imputabile all'incremento del comparto del risparmio gestito, che registra un aumento di circa 3,8 miliardi rispetto al dato di dicembre 2016, grazie al buon andamento innanzitutto del collocamento di fondi e sicav, in gran parte strutturati, da Aletti Gestielle SGR, ed anche delle gestioni patrimoniali. La raccolta amministrata, che si attesta a 42,2 miliardi, presenta invece una contrazione nel semestre del 3,3%, pari a circa 1,4 miliardi.

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Mutui 57.792.889 52,8% 38.128.508 50,3% 56.941.022 51,5% 851.867 1,5%
Conti correnti 13.761.614 12,6% 9.529.672 12,6% 13.016.867 11,8% 744.747 5,7%
Pronti contro termine 5.946.328 5,4% 6.540.186 8,6% 6.720.281 6,1% (773.953) (11,5%)
Leasing finanziario 2.829.865 2,6% 2.969.384 3,9% 3.214.490 2,9% (384.625) (12,0%)
Carte di credito, prestiti personali e
cessioni del quinto
2.158.846 2,0% 355.346 0,5% 2.009.079 1,8% 149.767 7,5%
Titoli di debito 359.037 0,3% 342.610 0,5% 386.253 0,3% (27.216) (7,0%)
Altre operazioni 26.591.964 24,3% 17.974.528 23,7% 28.262.584 25,6% (1.670.620) (5,9%)
Totale crediti netti verso la
clientela
109.440.543 100,0% 75.840.234 100,0% 110.550.576 100,0% (1.110.033) (1,0%)

I crediti verso la clientela

Al 30 giugno 2017, gli impieghi netti complessivi hanno raggiunto la consistenza di 109,4 miliardi ed evidenziano un decremento rispetto al dato aggregato di 110,6 miliardi del 31 dicembre 2016.

Il calo dell'aggregato nel semestre è imputabile esclusivamente alla forte diminuzione dei crediti deteriorati netti, scesi nel semestre di circa 2 miliardi; andamento opposto registrano i crediti in bonis, in crescita di circa 0,9 miliardi, importo che sale a 1,7 miliardi escludendo la componente relativa alle operazioni di pronti contro termine, che nel semestre registra una contrazione pari a 0,8 miliardi, e quella della divisione Leasing, che scende di circa 0,1 miliardi.

Nel corso del primo semestre 2017 i mutui presentano un trend positivo in crescita dell'1,5%, mentre le erogazioni di prestiti e finanziamenti a medio e lungo termine sono state pari a 9,4 miliardi, dei quali 7,2 miliardi ad imprese e 2,2 miliardi a privati.

La qualità del credito

(migliaia di euro) 30/06/2017 31/12/2016 31/12/2016
aggregato
Esposizione
netta
Inc.% Esposizione
netta
Inc.% Esposizione
netta
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Sofferenze 6.930.032 6,3% 6.238.860 8,2% 7.822.246 7,1% (892.214) (11,4%)
Inadempienze probabili 7.203.305 6,6% 6.234.237 8,2% 8.257.139 7,5% (1.053.834) (12,8%)
Esposizioni scadute deteriorate 103.209 0,1% 95.265 0,1% 124.969 0,1% (21.760) (17,4%)
Esposizioni deteriorate 14.236.546 13,0% 12.568.362 16,6% 16.204.354 14,7% (1.967.808) (12,1%)
Esposizioni in bonis 95.203.997 87,0% 63.271.872 83,4% 94.346.222 85,3% 857.775 0,9%
Totale crediti verso la clientela 109.440.543 100,0% 75.840.234 100,0% 110.550.576 100,0% (1.110.033) (1,0%)

Per maggiori dettagli si fa rinvio alla sezione relativa al presidio dei rischi, paragrafo "Qualità del credito".

Le attività finanziarie

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Attività finanziarie detenute per la negoziazione 3.807.137 10,0% 3.164.542 12,3% 3.459.542 9,5% 347.595 10,0%
Attività finanziarie valutate al fair value 10.173 0,0% 4.304 0,0% 13.548 0,0% (3.375) (24,9%)
Attività finanziarie disponibili per la vendita 20.095.421 52,7% 12.090.988 47,1% 21.451.883 58,6% (1.356.462) (6,3%)
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 11.482.696 30,1% 8.368.223 32,6% 8.368.223 22,9% 3.114.473 37,2%
Totale Portafoglio titoli 35.395.427 92,8% 23.628.057 92,1% 33.293.196 91,0% 2.102.231 6,3%
Strumenti derivati di negoziazione e di copertura 2.750.312 7,2% 2.022.294 7,9% 3.287.239 9,0% (536.927) (16,3%)
Totale Attività finanziarie 38.145.739 100,0% 25.650.351 100,0% 36.580.435 100,0% 1.565.304 4,3%

Il dettaglio per tipologia di attività è il seguente:

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Titoli di debito 33.072.834 86,7% 22.034.399 85,9% 31.075.538 85,0% 1.997.296 6,4%
Titoli di capitale 1.672.315 4,4% 723.960 2,8% 1.169.960 3,2% 502.355 42,9%
Quote di O.I.C.R. 650.278 1,7% 869.698 3,4% 1.047.698 2,9% (397.420) (37,9%)
Totale Portafoglio titoli 35.395.427 92,8% 23.628.057 92,1% 33.293.196 91,0% 2.102.231 6,3%
Strumenti derivati di negoziazione e di copertura 2.750.312 7,2% 2.022.294 7,9% 3.287.239 9,0% (536.927) (16,3%)
Totale Attività finanziarie 38.145.739 100,0% 25.650.351 100,0% 36.580.435 100,0% 1.565.304 4,3%

Le attività finanziarie del Gruppo, inclusive degli strumenti derivati, ammontano al 30 giugno 2017 a 38.145,7 milioni, in crescita rispetto a 36.580,4 milioni del dato aggregato al 31 dicembre 2016 (+4,3%); l'incremento è osservabile prevalentemente nel comparto delle attività finanziarie detenute sino alla scadenza, che registra una variazione del 37,2% (+3.114,5 milioni), dovuta in parte alla nuova e diversa classificazione, in sede di PPA, di un portafoglio di titoli di Stato italiani detenuti nelle attività finanziarie disponibili per la vendita dall'ex Gruppo BPM per circa 2 miliardi e per il residuo da ulteriori acquisti nel periodo. Per converso risultano in diminuzione le attività finanziarie disponibili per la vendita che nel semestre calano di 1,4 miliardi. L'analisi per tipologia di attività indica che l'incremento è interamente concentrato sui titoli di debito che al 30 giugno 2017 rappresentano l'86,7% del portafoglio (rispetto all'85% osservato al 31 dicembre 2016).

Attività finanziarie detenute per la negoziazione

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Titoli di debito 2.985.278 47,9% 2.686.819 56,6% 2.909.819 46,5% 75.459 2,6%
Titoli di capitale 642.362 10,3% 270.470 5,7% 342.470 5,5% 299.892 87,6%
Quote di O.I.C.R. 179.497 2,9% 207.253 4,4% 207.253 3,3% (27.756) (13,4%)
Totale Portafoglio titoli 3.807.137 61,0% 3.164.542 66,7% 3.459.542 55,3% 347.595 10,0%
Derivati finanziari e creditizi 2.429.980 39,0% 1.578.883 33,3% 2.798.993 44,7% (369.013) (13,2%)
Totale 6.237.117 100,0% 4.743.425 100,0% 6.258.535 100,0% (21.418) (0,3%)

La componente dei titoli di debito delle attività finanziarie detenute per la negoziazione è rappresentata per 1,3 miliardi da titoli di Stato italiani, mentre il residuo è composto prevalentemente da titoli corporate emessi da banche italiane ed estere per un valore pari 0,9 miliardi (di cui 0,3 miliardi di titoli subordinati).

Il portafoglio azionario della negoziazione si riferisce prevalentemente a titoli relativi a primarie società italiane ed estere.

Attività finanziarie valutate al fair value

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Titoli di debito 9.387 92,3% - 0,0% 9.244 68,2% 143 1,5%
Titoli di capitale 628 6,2% 565 13,1% 565 4,2% 63 11,2%
Quote di O.I.C.R. 158 1,6% 3.739 86,9% 3.739 27,6% (3.581) (95,8%)
Totale 10.173 100,0% 4.304 100,0% 13.548 100,0% (3.375) (24,9%)

Le attività finanziarie valutate al fair value includono gli investimenti in quote di Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio, prevalentemente costituite dalle quote dei fondi hedge speculativi gestiti dalla controllata Aletti Gestielle SGR.

I titoli di capitale sono costituiti esclusivamente dal valore di una polizza assicurativa sottoscritta dalla Capogruppo per coprire le passività legate al S.I.PRE. riconosciuto ad alcuni dirigenti.

Attività finanziarie disponibili per la vendita

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Titoli di debito 18.595.473 92,5% 10.979.357 90,8% 19.788.252 92,2% (1.192.779) (6,0%)
Titoli di capitale 1.029.325 5,1% 452.925 3,7% 826.925 3,9% 202.400 24,5%
Quote di O.I.C.R. 470.623 2,3% 658.706 5,4% 836.706 3,9% (366.083) (43,8%)
Totale 20.095.421 100,0% 12.090.988 100,0% 21.451.883 100,0% (1.356.462) (6,3%)

Al 30 giugno 2017 il portafoglio costituito dai titoli di debito è composto da titoli di Stato italiani per un valore complessivo di bilancio pari a 14,2 miliardi.

Il residuo del portafoglio titoli di debito è composto prevalentemente da titoli corporate emessi da banche italiane ed estere per un valore pari a 2 miliardi ( di cui 0,3 miliardi di titoli subordinati).

Le quote di O.I.C.R. includono principalmente fondi immobiliari per 80,4 milioni, fondi azionari per 115,4 milioni, fondi obbligazionari per 15,7 milioni e fondi flessibili per 194,1 milioni.

Il portafoglio dei titoli di capitale è rappresentato dalle quote partecipative inferiori al 20% del capitale sociale di società che non costituiscono un investimento strategico per il Gruppo Banco BPM. I principali investimenti in tali quote partecipative si riferiscono ad Anima Holding per 275,9 milioni, alla partecipazione in Banca d'Italia per 113,5 milioni, a Dexia Crediop per 110,9 milioni, alla Cassa di Risparmio di Asti per 93,0 milioni, a SIA per 80,4 milioni, all'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane per 65,3 milioni, a Energreen per 61,0 milioni, a Palladio Finanziaria per 29,3 milioni, a S.A.C.B.O. per 25,1 milioni, ad Autostrade del Brennero per 22,6 milioni, alla società Genextra per 15,8 milioni ed infine a Seief per 12,3 milioni.

Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Titoli di debito 11.482.696 100,0% 8.368.223 100,0% 8.368.223 100,0% 3.114.473 37,2%
Totale 11.482.696 100,0% 8.368.223 100,0% 8.368.223 100,0% 3.114.473 37,2%

La voce è rappresentata pressoché integralmente da titoli di debito dello Stato italiano e, con riferimento ai prezzi al 30 giugno 2017, le plusvalenze latenti sono pari a circa 43 milioni.

L'incremento registrato nel periodo si riferisce prevalentemente agli investimenti effettuati dalla Capogruppo in titoli di Stato francesi e spagnoli.

Esposizione al rischio sovrano

Il rafforzamento del quadro congiunturale, in Eurozona e a livello globale, e il proseguire, in alcuni Paesi, dell'opera di stabilizzazione delle finanze pubbliche, hanno contribuito al processo di normalizzazione dei rischi sovrani nei primi sei mesi del 2017. Si sono dissipate inoltre le preoccupazioni circa la possibilità d'impatti particolarmente deleteri della Brexit sulla stabilità finanziaria dell'area.

Nel periodo sono accaduti eventi di rilievo. Sotto il profilo politico spiccano i risultati delle elezioni presidenziali francesi che hanno assestato un duro colpo alle tendenze euroscettiche che, nei mesi precedenti, avevano tratto forte alimento dagli esiti dei referendum in Inghilterra e persino dai risultati elettorali negli USA.

Ad inizio semestre si è manifestato inoltre un nuovo episodio di tensione in Grecia. Il governo ellenico ha infatti chiesto il rilascio della tranche in scadenza e concordata in occasione dell'accordo di bail-out raggiunto nel 2015 di fronte alla carenza di liquidità per onorare i debiti in scadenza in luglio, tra cui quelli verso la Banca Centrale Europea. La richiesta, pari ad 8,5 miliardi, è stata accolta dall'Eurogruppo, dopo un lungo negoziato, solo a metà giugno, con una serie di stringenti condizioni (tra cui una riduzione delle pensioni e dei limiti di esenzione fiscale). Tra gli eventi positivi, infine, merita menzione l'uscita dalla procedura europea di deficit eccessivo del Portogallo nell'ultima decade di maggio, che si avvia verso un aumento del PIL pari all'1,8% nel 2017 a fronte di un deficit/PIL sotto il 2,0%.

Nonostante questi sviluppi positivi i rischi rimangono significativi e la crescita di alcuni partner periferici rimane sotto quella media dell'Area. Tuttavia di fronte ai progressi oggettivi, alla determinazione delle autorità europee nel mantenere sotto controllo eventuali focolai di tensione e ad alcune timide aperture da parte di esponenti politici dell'eurozona verso una maggiore integrazione delle politiche economiche tra i partner, i mercati hanno continuato a manifestare interesse per gli strumenti finanziari, specie i titoli pubblici, dei Paesi periferici. Nel dettaglio, i differenziali di rendimento tra i titoli decennali dei Paesi periferici e il Bund tedesco hanno iniziato il semestre generalmente in tensione, anche sull'onda delle preoccupazioni circa le conseguenze della Brexit. Nel corso di gennaio, tali preoccupazioni si sono stemperate ed è prevalso l'ottimismo, accompagnato da una graduale chiusura degli spread sino alla seconda decade del mese. Da fine mese hanno però iniziato a montare i timori legati alla ventura tornata elettorale francese ed alla collegata possibilità di un'uscita della Francia dall'Eurozona. I differenziali sono quindi tornati ad aprirsi sino alla prima decade di febbraio. Lo spread del BTP decennale ha raggiunto i 210 p.b. – oltre il livello raggiunto con le dimissioni dell'Esecutivo Renzi, sostituito nel dicembre 2016 dal Governo Gentiloni - dai 165 p.b. di inizio anno, i Bonos spagnoli hanno sfiorato i 150 p.b. (125 p.b.). Lo spread dei titoli di Stato decennali portoghesi ha segnato il picco del periodo a circa 410 p.b. (360 al principio del semestre) mentre quello dei titoli di Stato decennali greci è arrivato al massimo semestrale, in area 760 p.b., scontando anche la succitata crisi finanziaria nel frattempo apertasi.

Da metà di febbraio per gli spread dei titoli greci e portoghesi è iniziata una graduale, ma pressoché continua, distensione sino a fine periodo mentre gli spread italiani e spagnoli si sono ridotti in misura più limitata, scontando le difficoltà dei rispettivi sistemi bancari (in particolare MPS, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca in Italia, Banco Popular in Spagna), e segnando poi qualche momento di nervosismo sino ad aprile inoltrato. Da quel momento i favorevoli sviluppi succitati e la revisione al rialzo delle stime di crescita rilasciate dal FMI hanno permesso anche agli spread italiani e spagnoli di riprendere il trend discendente. Lo spread sui BTP ha così chiuso il periodo intorno ai 168 p.b.; i titoli spagnoli e portoghesi hanno toccato il minimo di periodo, rispettivamente a circa 106 e 255 p.b.; i titoli greci si sono fermati nell'area dei 495 p.b.

L'esposizione complessivamente detenuta dal Gruppo nei confronti degli Stati sovrani al 30 giugno 2017 ammonta a 28.894,2 milioni, così ripartita per singolo Paese (importi in migliaia di euro):

Paesi Titoli di debito Finanziamenti Totale
Italia 25.976.202 272.930 26.249.132
Spagna 297.605 - 297.605
Francia 2.019.152 2.019.152
Totale Paesi UE 28.292.959 272.930 28.565.889
USA 328.010 - 328.010
Argentina 324 - 324
Totale altri Paesi 328.334 - 328.334
Totale 28.621.293 272.930 28.894.223

L'esposizione è rappresentata quasi esclusivamente da titoli di debito emessi da governi centrali e locali, pari a 28.621,3 milioni, in massima parte di emittenti di Paesi UE. Tale posizione è concentrata prevalentemente nella Capogruppo Banco BPM che, alla data del 30 giugno, detiene complessivamente 24.595,1 milioni, riferiti in massima parte a titoli di Stato italiani.

Marginale è l'esposizione rappresentata da finanziamenti per prestiti concessi allo Stato italiano che ammontano a 272,9 milioni.

Per quanto riguarda l'esposizione in titoli di debito nei confronti di Paesi UE, che rappresenta la quasi totalità dell'esposizione complessiva, nelle successive tabelle si forniscono informazioni di maggiore dettaglio in termini di ripartizione per portafogli contabili di appartenenza, scaglioni temporali di vita residua e gerarchia di fair value.

Attività finanziarie detenute per la negoziazione

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Attività finanziarie disponibili per la vendita

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5
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24
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-

Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

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Tot
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Gli investimenti in titoli di debito sovrano verso Paesi UE sono concentrati prevalentemente in titoli di Stato italiani e, come in precedenza evidenziato, sono designati nel portafoglio delle attività finanziarie detenute per la negoziazione per circa il 5%, per il 55% nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, mentre il restante 40% risulta classificato nel comparto delle attività finanziarie detenute sino alla scadenza.

Posizione Interbancaria Netta

Crediti verso banche

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Crediti verso banche centrali 732.488 15,0% 1.977.986 43,4% 2.368.445 35,5% (1.635.957) ( 69,1%)
Crediti verso altre banche 4.165.309 85,0% 2.581.202 56,6% 4.310.048 64,5% (144.739) ( 3,4%)
Conti correnti e depositi liberi 1.294.852 26,4% 595.904 13,1% 1.346.916 20,2% (52.064) ( 3,9%)
Depositi vincolati 474.885 9,7% 110.941 2,4% 221.871 3,3% 253.014 114,0%
Pronti contro termine 401.478 8,2% 508.004 11,1% 528.284 7,9% (126.806) ( 24,0%)
Titoli di debito 159.213 3,3% 100.198 2,2% 129.216 1,9% 29.997 23,2%
Altri crediti 1.834.881 37,5% 1.266.155 27,8% 2.083.761 31,2% (248.880) ( 11,9%)
Totale crediti (A) 4.897.797 100,0% 4.559.188 100,0% 6.678.493 100,0% (1.780.696) ( 26,7%)

Debiti verso banche

(migliaia di euro) 30/06/2017 Inc.% 31/12/2016 Inc.% 31/12/2016
aggregato
Inc.% Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Debiti verso banche centrali 21.839.403 83,1% 12.020.001 75,0% 18.329.489 78,7% 3.509.914 19,1%
Operazioni di rifinanziamento
(TLTRO, TLTRO2)
21.368.285 81,3% 12.000.000 74,9% 18.300.000 78,6% 3.068.285 16,8%
Altri debiti 471.118 1,8% 20.001 0,1% 29.489 0,1% 441.629 1497,6%
Debiti verso altre banche 4.446.758 16,9% 3.997.400 25,0% 4.946.926 21,3% (500.168) ( 10,1%)
Conti correnti e depositi liberi 960.309 3,7% 611.703 3,8% 748.853 3,2% 211.456 28,2%
Depositi vincolati 211.020 0,8% 75.759 0,5% 371.083 1,6% (160.063) ( 43,1%)
Pronti contro termine 1.697.286 6,5% 1.328.609 8,3% 1.599.601 6,9% 97.685 6,1%
Altri debiti 1.578.143 6,0% 1.981.329 12,4% 2.227.389 9,6% (649.246) ( 29,1%)
Totale debiti (B) 26.286.161 100,0% 16.017.401 100,0% 23.276.415 100,0% 3.009.746 12,9%
Sbilancio crediti/debiti (A) - (B) (21.388.364) (11.458.213) (16.597.922) 4.790.442 28,9%
Debiti verso banche centrali:
operaz. di rifinanz.
(21.368.285) (12.000.000) (18.300.000) 3.068.285 16,8%
Saldo interbancario (escl.
operaz. di rifinanz.)
(20.079) 541.787 1.702.078 (1.722.157)
Sbilancio v/banche centrali (escl.
operaz. di rifin.)
261.370 1.957.985 2.338.956 (2.077.586) ( 88,8%)
Saldo interbancario verso altre
banche
(281.449) (1.416.198) (636.878) (355.429) ( 55,8%)

L'esposizione interbancaria netta complessiva al 30 giugno 2017 ammonta a 21.388,4 milioni e si confronta con il saldo di 16.597,9 milioni della fine dello scorso esercizio. L'esposizione in BCE ammonta a 21,4 miliardi, in crescita di 3,1 miliardi rispetto al dato aggregato del 31 dicembre scorso, ed è interamente composta da operazioni di TLTRO, incrementatesi nel periodo per effetto dei maggiori tiraggi effettuati dalla BPM S.p.A. Escludendo le esposizioni nette verso le banche centrali (di fatto legate alla riserva obbligatoria), il saldo netto dell'interbancario verso le altre banche è negativo e pari a -281,4 milioni (-636,9 milioni al 31 dicembre dello scorso esercizio).

Le partecipazioni

Gli investimenti in partecipazioni in società sottoposte a influenza notevole al 30 giugno 2017 ammontano a 1.344,1 milioni rispetto ai 1.594,8 milioni del 31 dicembre 2016 reso omogeneo.

In sede di allocazione dei valori di fair value nell'ambito del processo di purchase price allocation (PPA), le partecipazioni sono state interessate da una riduzione di valore per 31,8 milioni.

La variazione registrata nel semestre include gli effetti derivanti dalla valutazione con il metodo del patrimonio netto delle partecipazioni in imprese collegate, riferiti alla quota di pertinenza dei risultati conseguiti dalle stesse nel periodo (+81,9 milioni), gli effetti della riduzione del patrimonio di Agos Ducato (-67,1 milioni), di Popolare Vita (-76,0 milioni) e di Avipop Assicurazioni (-7,5 milioni) a seguito della distribuzione di dividendi, nonché le variazioni di pertinenza del Gruppo delle riserve delle suddette società (+14,4 milioni).

Nel corso del semestre inoltre il Gruppo ha provveduto a riclassificare alcuni investimenti partecipativi nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita (tra cui Dexia Crediop per 111 milioni ed Energreen per 49 milioni), in quanto, a seguito della fusione, non vi sono più i presupposti per l'esercizio dell'influenza notevole da parte della Capogruppo.

Le attività materiali

(migliaia di euro) 30/06/2017 31/12/2016 31/12/2016
aggregato
Var. ass. su
aggregato
Var. % su
aggregato
Attività materiali ad uso funzionale 1.603.422 634.426 1.331.243 272.179 20,4%
Attività materiali a scopo di investimento 1.382.535 1.343.340 1.364.538 17.997 1,3%
- detenute da Release 750.851 758.483 758.483 (7.632) (1,0%)
- detenute da altre società del Gruppo 631.684 584.857 606.055 25.629 4,2%
Totale attività materiali (voce 120) 2.985.957 1.977.766 2.695.781 290.176 10,8%
Attività materiali in dismissione (voce 150) 6.660 77.023 77.023 (70.363) (91,4%)
Totale attività materiali 2.992.617 2.054.789 2.772.804 219.813 7,9%

La composizione per tipologia delle attività materiali ad uso funzionale è riportata nella tabella seguente:

Attività materiali ad uso funzionale 30/06/2017 31/12/2016 31/12/2016
aggregato
(migliaia di euro) Valore di bilancio Valore di bilancio Valore di bilancio
1. Attività di proprietà 1.603.147 634.144 1.330.961
- terreni 511.443 213.737 505.276
- fabbricati 909.057 348.140 643.367
- altre 182.647 72.267 182.318
2. Attività acquisite in leasing finanziario 275 282 282
- terreni - - -
- fabbricati 275 282 282
- altre - - -
Totale 1.603.422 634.426 1.331.243

La composizione per tipologia delle attività materiali a scopo di investimento è riportata nella tabella seguente:

Attività materiali a scopo di investimento 30/06/2017 31/12/2016 31/12/2016
aggregato
(migliaia di euro) Valore di bilancio Valore di bilancio Valore di bilancio
1. Attività di proprietà 1.374.589 1.335.350 1.356.548
- terreni 633.223 631.929 636.568
- fabbricati 741.366 703.421 719.980
2. Attività acquisite in leasing finanziario 7.946 7.990 7.990
- terreni 5.720 5.720 5.720
- fabbricati 2.226 2.270 2.270
Totale 1.382.535 1.343.340 1.364.538

Al 30 giugno 2017 le attività materiali detenute complessivamente dal Gruppo ammontano a 2.992,6 milioni; rispetto ai 2.772,8 milioni del dato aggregato riferito alla fine dello scorso esercizio. Nel comparto delle attività materiali ad uso funzionale, l'incremento è imputabile al processo di allocazione (PPA) del fair value agli immobili dell'ex Gruppo BPM oggetto di acquisizione tramite l'operazione di fusione, che ha determinato l'iscrizione di un maggiore valore consolidato pari a circa 311 milioni. Nel periodo si sono inoltre perfezionate operazioni di cessioni di immobili che hanno determinato l'iscrizione di plusvalenze a conto economico per circa 1,6 milioni. Nel comparto delle attività in via di dismissione al 30 giugno 2017 figurano 6,7 milioni di attività materiali (77,0 milioni al 31 dicembre 2016), riferibili in massima parte agli immobili derivanti da operazioni di recupero crediti

dell'ex Gruppo Italease.

I fondi del passivo

Alla data del 30 giugno i fondi del passivo ammontano a 1.601,3 milioni (1.706,1 milioni il dato aggregato al 31 dicembre scorso) e includono il fondo trattamento di fine rapporto per il personale per 451,0 milioni (457,7 milioni alla fine dello scorso esercizio), i fondi di quiescenza per 173,9 milioni (180,7 milioni al 31 dicembre 2016) ed altri fondi per rischi ed oneri per 976,3 milioni (1.067,6 milioni il dato aggregato di fine 2016).

Questi ultimi includono stanziamenti per oneri del personale per 664,3 milioni, principalmente imputabili agli stanziamenti per i Fondi di Solidarietà relativi agli accordi riferiti ai piani per l'uscita volontaria del Personale.

Di seguito si forniscono i dettagli relativi ai principali procedimenti legali pendenti e ai principali contenziosi in essere nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria.

Rischi connessi ai procedimenti legali pendenti

Il Gruppo opera in un contesto legale e normativo che lo espone ad una vasta tipologia di vertenze legali, connesse, ad esempio, alle condizioni praticate alla propria clientela, alla natura ed alle caratteristiche dei prodotti e dei servizi finanziari prestati, alle irregolarità amministrative, alle revocatorie fallimentari, alle liti giuslavoristiche. I relativi rischi sono oggetto di specifica analisi da parte del Gruppo, al fine di procedere ad effettuare uno specifico stanziamento al fondo rischi ed oneri, qualora l'esborso sia ritenuto probabile, sulla base delle informazioni di volta in volta disponibili. Come indicato nel paragrafo "Le incertezze sull'utilizzo di stime nella predisposizione della relazione finanziaria semestrale", cui si fa rinvio, la complessità delle situazioni e delle operazioni societarie che sono alla base dei contenziosi implicano significativi elementi di giudizio che possono interessare sia l'an, sia il quantum e relativi tempi di manifestazione della passività.

Nel seguito sono dettagliate le principali controversie legali in corso alla chiusura del semestre, caratterizzate da significativi profili di complessità e/o potenziale onerosità, con la mera finalità di rappresentare la massima esposizione al rischio, a prescindere dal giudizio espresso dal Gruppo in merito al relativo grado di soccombenza. Per molte di tali vertenze, il Gruppo reputa infatti che vi siano limitati profili di rischio e quindi, trattandosi di passività possibili, non ha effettuato alcun accantonamento; per le passività considerate probabili, l'informativa su tale giudizio e sull'ammontare dello stanziamento viene fornita solo nell'eventualità in cui non possa recare pregiudizio nell'evoluzione del contenzioso con la controparte, per via giudiziale o transattiva. Al riguardo si deve sottolineare che, per quanto le stime condotte dal Gruppo siano ritenute attendibili e conformi ai dettami dei principi contabili di riferimento, non si può tuttavia escludere che i costi per la definizione delle vertenze possano rivelarsi significativamente più alti rispetto a quelli accantonati.

Raffaele Viscardi S.r.l.

La causa, notificata il 30 aprile 2009 con un petitum di circa 46 milioni, verte sull'operato di una filiale di Salerno in ordine alla concessione di finanziamenti agrari alla società attrice che assume di essere stata indotta a sottoscrivere obbligazioni della banca in garanzia di somme erogatele, e lamenta un danno di immagine per la segnalazione in Centrale Rischi. Il 5 maggio 2015 il Tribunale di Salerno ha emesso sentenza favorevole alla banca avverso la quale è stato proposto appello da controparte.

Maflow S.p.A. in Amministrazione Straordinaria

Con atto di citazione del 14 aprile 2014 Maflow S.p.A., in amministrazione straordinaria, ha convenuto in giudizio il Banco Popolare chiedendo: (i) la condanna, in solido con altri, al risarcimento del danno per 199 milioni pari al complessivo dissesto finanziario della Maflow così come calcolato da controparte; (ii) la condanna alla restituzione di quanto asseritamente percepito dalla banca illegittimamente a fronte di finanziamenti concessi a Maflow dalla costituzione sino al default. Tutto ciò sul presupposto che l'istituto di credito avrebbe rivestito un ruolo dominante influenzando la gestione finanziaria di Maflow.

Il Tribunale di Milano con sentenza del 14 dicembre 2016, poi appellata, ha integralmente respinto le domande della Procedura che è stata condannata anche alla refusione delle spese di lite.

Potenza Giovanni

La vertenza trae origine dai rapporti intercorsi tra l'ex ICCRI e la società CRIA per la ristrutturazione di un grande complesso immobiliare a Milano. ICCRI, nel 1984, concedeva varie linee di finanziamento, tutte garantite ipotecariamente. Il socio di riferimento della CRIA era Giovanni Potenza il quale, in seguito alle difficoltà economiche della società, concordò con ICCRI la cessione dell'87% delle quote della società a IMMOCRI (società immobiliare dell'ICCRI) mediante stipula di patto parasociale.

A seguito della cessione del patrimonio immobiliare della CRIA al Gruppo Norman, il signor Giovanni Potenza ha avviato, a partire dal 22 novembre 2001, una serie di azioni giudiziali dirette a dimostrare il danno subìto per la vendita di tale patrimonio da parte di ICCRI e IMMOCRI ad un prezzo da lui ritenuto non congruo nonché ad ottenere la nullità sia degli accordi transattivi tra il Gruppo Norman e l'ICCRI sia dei relativi contratti di vendita dei cespiti.

Nelle more del primo grado del giudizio civile, l'attore ha anche instaurato un procedimento penale per il reato di estorsione a carico di funzionari dell'ICCRI e di società collegate, poi archiviato dal Pubblico Ministero.

Il 25 maggio 2017 la Corte d'Appello di Roma ha rigettato integralmente le domande proposte da controparte e confermato la fondatezza logico giuridica della sentenza di primo grado.

Procedimento Amministrativo

Il 17 luglio 2014 è stato notificato al Banco Popolare, in qualità di obbligato in solido con i possibili responsabili della violazione, un verbale di contestazione per asserita violazione della normativa antiriciclaggio (D.Lgs. n. 231/2007). Viene contestata l'omessa segnalazione di operazione ritenuta sospetta all'esito degli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza; i fatti contestati risalgono al 2009 e sono relativi ad una operazione di versamento di n. 41 assegni circolari non trasferibili per un importo complessivo di 10,1 milioni.

Fallimento Porta Vittoria

La società, appartenente al Gruppo Coppola, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano in data 29/09/2016. Il credito vantato nei confronti della società deriva quasi interamente da un finanziamento garantito ipotecariamente (219,4 milioni) e in via residuale da scoperto di conto corrente (5,6 milioni). La Banca ha ritualmente formulato istanza di ammissione al passivo del fallimento. Con provvedimento del 22/03/2017 il Giudice Delegato, adeguandosi alla proposta del Curatore, ha ammesso il credito ipotecario, pari a 219,5 milioni ma con postergazione ex art 2497 quinquies c.c nei confronti di tutti gli atri creditori e con privilegio ipotecario che avrà rilievo soltanto nei confronti degli altri creditori postergati. Il GD ha invece ammesso in via chirografaria il credito da derivato nella misura richiesta di 5,6 milioni. Il provvedimento del Giudice Delegato è stato assunto sulla base di una presunta attività di direzione e coordinamento che l'ex Banco Popolare avrebbe esercitato nei confronti di Porta Vittoria proprio in forza del contratto di finanziamento concesso con conseguente forte influenza sulle scelte operative della società. La Banca ritenendo infondato il provvedimento ha impugnato lo stato passivo dopo la dichiarazione della sua esecutività, chiedendo l'ammissione del credito da finanziamento in via ipotecaria senza postergazione, ritenuta indebita, non avendo la banca esercitato alcuna attività per direzione e coordinamento.

Ittierre S.p.A. ex Banco Popolare

Società ammessa alla procedura di Amministrazione Straordinaria. La procedura ha notificato atto di citazione chiedendo sia alla ex BPL sia alla ex Banca Popolare di Novara S.p.A. ("BPN") la restituzione, ex art. 67 L.F. della complessiva somma di 16,6 milioni in via principale e di 4,9 milioni in via subordinata. E' stata eccepita l'erronea duplicazione della domanda in realtà relativa al medesimo conto corrente migrato a seguito dello swap di filiali dalla BPL alla BPN. E' stata inoltre eccepita la nullità della domanda per indeterminatezza dell'oggetto dal momento che controparte non ha precisato quali fossero le rimesse contestate. Per la causa ex BPN è ancora in corso la sostituzione del giudice e per l'altra la CTU contabile ha escluso l'esistenza di rimesse restitutorie revocabili, circostanza positiva per l'esito delle cause. In pendenza di trattative, l'udienza di precisazione delle conclusioni è stata rinviata ad ottobre 2017.

Ittierre S.p.A. ex Banca Popolare di Milano

Società ammessa alla procedura di Amministrazione Straordinaria. La procedura ha notificato atto di citazione chiedendo la restituzione di 30,9 milioni. ex art 67LF. La CTU contabile ha ritenuto revocabili rimesse per soli 35 mila euro, circostanza positiva per l'esito della causa. L'udienza di precisazione delle conclusioni è fissata per dicembre 2017.

Impresa S.p.A. ex Banca Popolare di Milano

Società in Amministrazione Straordinaria. La procedura di A.S. ha citato avanti il Tribunale di Roma il ceto bancario componente di un pool, di cui BPM partecipava per solo l'8%, oltre agli amministratori della società per risarcimento danni quantificati in solido per 166,9 milioni. L'udienza di comparizione è fissata per la fine del mese di ottobre 2017.

Send S.r.l.

Società fallita nel 2009. Il credito deriva da un'operazione in pool di 49,5 milioni con Unicredit capofila, finalizzata alla realizzazione di un centro commerciale in Vicenza e garantita da ipoteca in pari grado sul complesso immobiliare finanziato. La quota di partecipazione del Banco era del 28,80%. I crediti del pool (e pertanto anche quello del Banco) sono stati regolarmente ammessi allo stato passivo fallimentare in via privilegiata ipotecaria.

La curatela del fallimento ha avviato azione risarcitoria in solido nei confronti delle Banche del Pool per l'importo del finanziamento. Il Tribunale adito dalla curatela ha dichiarato nell'agosto 2015 la propria incompetenza. La curatela ha riassunto la causa avanti il Tribunale di Venezia sezione specializzata delle imprese, con udienza di precisazione delle conclusioni fissata per ottobre 2017.

Procedimenti civili e penali relativi ai Fallimenti delle società del Gruppo Dimafin

Banco BPM è stato coinvolto in alcuni giudizi di natura civile promossi dalle procedure fallimentari, dagli ex amministratori e dalla ex proprietà del Gruppo Dimafin, nonché nel procedimento penale che accompagna il default dello stesso gruppo imprenditoriale.

Il Fallimento Dimafin, dichiarato soccombente dal Tribunale di Roma con sentenza del 22 aprile 2013, ha proposto appello per far valere la pretesa inefficacia del contratto di risoluzione per mutuo consenso avente ad oggetto la locazione finanziaria dell'immobile denominato Palazzo Sturzo in Roma e così rientrare nella disponibilità dell'immobile (ovvero, nell'impossibilità, ricevere l'equivalente in denaro) con relativa restituzione di tutti i canoni di locazione corrisposti.

I Fallimenti delle sette società appartenenti al gruppo Dimafin (Dimafin, Dima Costruzioni, Diemme Costruzioni, Ponente, Belchi, Stone & Project, Dimatour), in persona dei rispettivi curatori fallimentari, nel giugno del 2015 hanno citato in giudizio Banco Popolare quale incorporante Banca Italease, insieme ad altri istituti di credito, chiedendone la condanna al risarcimento del danno asseritamente patito in conseguenza degli accordi di ristrutturazione stipulati con i convenuti e quantificato in circa 179 milioni.

Gli stessi Fallimenti, nel dicembre del 2016, hanno chiamato in giudizio il pool di banche (tra queste Banco Popolare quale incorporante di Banca Italease) che finanziò un'operazione di ristrutturazione al fine di ottenere: 1) la revoca dei collegati atti con cui il Gruppo Dimafin conferì i propri immobili nel Fondo Diaphora 1 (gestito dalla SGR Raetia) e 2) l'inefficacia delle relative ipoteche concesse. Le cause costituiscono una riproposizione di giudizi già instaurati nel 2013 dalle medesime curatele e conclusi, nel 2015, con sentenza di improcedibilità a seguito dell'intervenuta liquidazione del fondo Diaphora 1. In base alla ricostruzione avversaria gli istituti citati avrebbero tenuto condotte illecite finalizzate al rientro delle proprie esposizioni creditorie nei confronti del gruppo Dimafin. Su tali basi le curatele attrici chiedono la condanna degli istituti convenuti al pagamento di complessivi 88,5 milioni.

Anche il Sig. Lucio Giulio Capasso, ex Amministratore Unico delle società del Gruppo Dimafin, a inizio 2016 ha instaurato in maniera irrituale autonomo giudizio nei confronti di Banco Popolare e Release che, unitamente ad altri istituti di credito, vengono chiamati a risarcire asseriti danni per complessivi 3,7 milioni riferibili alle medesime condotte già contestate dalle procedure in ordine agli accordi di ristrutturazione del debito del Gruppo Dimafin.

Nel marzo del 2016 la stessa proprietà del Gruppo Dimafin, rappresentata dal Sig. Raffaele Di Mario, ha convenuto in giudizio 23 soggetti, tra cui numerosi istituti di credito, chiamati a rispondere in via solidale di asserite condotte dolose e colpose ascrivibili ai convenuti ritenuti responsabili del maggior dissesto finanziario delle società del Gruppo Dimafin e del conseguente fallimento delle stesse. Tali condotte avrebbero provocato l'azzeramento del valore delle partecipazioni detenute dall'attore, da qui le pretese risarcitorie del signor Di Mario per 700 milioni.

Nell'ambito del procedimento penale pendente presso il Tribunale di Roma che accompagna il default del Gruppo Dimafin, il Giudice per l'udienza preliminare ha rinviato a giudizio gli esponenti del Comitato Esecutivo e del Collegio Sindacale di Banca Italease (in carica a gennaio 2009). L'accusa sostiene che un'operazione di finanziamento in pool con Unicredit e Cassa di Risparmio di Bolzano, in favore della SGR Raetia, deliberata dal Comitato Esecutivo di Banca Italease nel gennaio 2009 (contratto poi conferito alla Società Release), avrebbe integrato gli estremi della bancarotta fraudolenta e preferenziale, nonché il reato di omesso versamento IVA in concorso con gli amministratori delle società fallite.

Il 20 giugno 2012, in corso di indagini, è stato inoltre notificato a Banca Italease un decreto di sequestro preventivo per 7,9 milioni, corrispondente alla somma oggetto del pagamento supposto preferenziale o privo di causa in relazione alla medesima operazione in pool.

Alle fine del 2014 è stato notificato a Banca Italease, unitamente con altri soggetti, un ulteriore atto di citazione in relazione a tre distinti contratti di locazione finanziaria stipulati con società del Gruppo Di Mario (Dimafin Spa e Dimatour). In tale giudizio parte attrice, Fallimento Diemme Costruzioni Spa, chiede l'annullamento dell'atto di compravendita avente ad oggetto un compendio immobiliare sito in Pomezia nonché la nullità dei contratti di leasing ad esso collegati e per l'effetto la restituzione a Banca Italease dell'importo complessivo di 21,2 milioni. Il procedimento è oggetto di rinvio al 14 marzo 2019 per la precisazione delle conclusioni.

Fallimento Tikal S.r.l. in liquidazione/Release S.p.A.

Il 5 aprile 2017 il Fallimento Tikal S.r.l. in liquidazione, già conduttore dell'immobile in cui veniva esercitata l'attività alberghiera dell'Hotel Cicerone in Roma, ha notificato atto di citazione con il quale ha convenuto in giudizio Release e Cicerone S.a.r.l. (società di diritto lussemburghese appartenente al Gruppo Coppola) per ottenere un risarcimento danni per responsabilità extracontrattuale per complessivi 19,9 milioni a titolo di mancato riconoscimento di indennità di avviamento ed asserita perdita di valore dell'azienda, per aver dovuto riconsegnare l'immobile locato in anticipo rispetto alla scadenza prevista dal contratto di affitto. La consegna anticipata è stata una conseguenza della scadenza del contratto di leasing in essere tra Release Spa e Cicerone S.a.r.l..

L'atto di citazione è seguito alla richiesta di Release S.p.A. di ammissione al passivo del credito vantato a titolo di indennità di occupazione; la domanda è stata accolta dal Tribunale che ha riconosciuto il credito, in parte anche in via di prededuzione.

Classificazione e valutazione delle passività potenziali in ottemperanza a quanto previsto dal principio contabile IAS 37

Le passività potenziali collegate a vertenze di natura legale, comprensive delle pretese il cui rischio è remoto, ammontano complessivamente a 2.262,1 milioni di petitum.

Alla luce degli esiti favorevoli riscontrati nei primi gradi di giudizio e/o dell'esistenza di validi e fondati motivi per contrastare le pretese avanzate, considerati anche gli specifici pareri espressi da autorevoli studi esterni, le passività potenziali classificate come remote o possibili ma non probabili ammontano complessivamente a 1.930,8 milioni di petitum.

Le passività potenziali classificate come probabili ammontano complessivamente a 331,4 milioni di petitum e risultano essere coperte dagli accantonamenti stanziati nella voce altri fondi per rischi ed oneri – altri per un ammontare complessivo di 141,6 milioni.

Rischi connessi a contenziosi in essere nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria

Il Banco BPM, le società dalla cui fusione per unione il Banco BPM ha avuto origine, le società controllate incorporate e le società controllate sono state fatte oggetto di varie attività di verifica da parte dell'Amministrazione Finanziaria sia nell'esercizio 2017 che nei precedenti. Tali attività hanno riguardato la determinazione dei redditi imponibili dichiarati ai fini delle imposte sui redditi, dell'IVA, dell'imposta di registro e più in generale le modalità di applicazione della normativa fiscale tempo per tempo vigente. Come conseguenza di tali attività di controllo il Gruppo Banco BPM è coinvolto in una pluralità di contenziosi.

Le passività potenziali connesse a contenziosi fiscali avviati che interessano il Banco BPM e le proprie società controllate ammontano alla data del 30 giugno 2017 a 351,5 milioni (470,9 milioni al 31 dicembre 2016) di cui 313,5 milioni desumibili dagli avvisi di accertamento, cartelle esattoriali e avvisi di liquidazione e 38,0 milioni desumibili dai processi verbali di constatazione notificati o in fase di notifica (rilievi desunti dalla lettura dei processi verbali giornalieri della verifica in corso). Si precisa a tale proposito che nella stima delle passività potenziali relative agli avvisi di accertamento non sono considerati gli eventuali interessi (ad eccezione che per gli accertamenti relativi all'esercizio 2005 dell'ex Banca Popolare Italiana e per le passività classificate come probabili), mentre nella stima delle passività potenziali relative ai processi verbali di constatazione notificati o in fase di notifica non sono inclusi né gli interessi né le sanzioni in quanto non indicate nell'atto (ad eccezione che per le passività classificate come probabili).

Evoluzione intervenuta nel primo semestre dell'esercizio

Nuovi contenziosi sorti nel periodo e/o incremento di quelli già esistenti a seguito della notifica di avvisi di accertamento e cartelle esattoriali

Nel periodo non sono sorti nuovi contenziosi.

Contenziosi terminati e/o definiti nel corso dell'esercizio

Nel corso del periodo si è registrata una riduzione dei contenziosi in essere per complessivi 120,0 milioni.

La riduzione principale pari a 82,5 milioni si riferisce alla definizione extragiudiziale in data 26 maggio u.s. della vertenza originata dagli avvisi di accertamento relativi all'esercizio 2011 delle società Banca Italease, Mercantile Leasing ed Italease Gestione Beni. La definizione ha comportato il sostenimento di un onere immediato pari a 27,8 milioni rispetto al mantenimento di un rischio di entità ben superiore connesso ad un possibile esito negativo del giudizio. Tale importo non comprende alcuna sanzione, avendo l'Agenzia delle Entrate riconosciuto la sussistenza di una oggettiva incertezza normativa. La quota parte di tale onere addebitato al conto economico del periodo ammonta a 17,8 milioni, essendo la differenza coperta dallo specifico fondo già esistente al 31 dicembre 2016.

L'altra riduzione rilevante consegue agli accordi di definizione stragiudiziale raggiunti dal Banco BPM con l'Amministrazione Finanziaria alla fine del mese di aprile per un ammontare complessivo di 35,6 milioni, in relazione alle vertenze riguardanti gli avvisi di accertamento relativi all'omessa applicazione della ritenuta sugli interessi pagati negli esercizi dal 2009 al 2011 dal Banco Popolare dalla controllata Banca Italease S.p.A. a favore delle società controllate residenti nel Delaware. Nell'ambito della suddetta definizione l'Agenzia delle Entrate, riconoscendo la sussistenza di una oggettiva incertezza normativa, non ha applicato alcuna sanzione. Ulteriori riduzioni delle passività potenziali derivano:

  • per 1,5 milioni, dall'estinzione del contenzioso concernente la cartella di pagamento relativa all'anno d'imposta 2011, a mezzo della quale era stato richiesto all'ex Banco Popolare s.c., il pagamento di tale somma a titolo di IRAP, interessi, sanzioni a seguito della trasmissione della dichiarazione oltre il termine fissato dall'art. 2, comma 8, del DPR n. 322/1988. La cartella è stata sgravata in autotutela da parte dell'Ufficio;
  • per 0,2 milioni, dall'estinzione del contenzioso concernente gli avvisi di liquidazione dell'imposta di registro relativi al finanziamento concesso nel 2011 dall'ex Banca Popolare di Lodi e dall'ex Banca Italease al gruppo Pininfarina, che sono stati annullati in autotutela dall'Ufficio;
  • per 0,2 milioni, dall'estinzione del contenzioso concernente la cartella di pagamento riguardante l'imposta IRAP versata alla Regione Veneto per l'esercizio 2003 dell'ex Credito Bergamasco. La Corte di Cassazione, accogliendo parzialmente il ricorso dell'Ufficio, ha confermato la legittimità dell'addizionale regionale all'IRAP limitatamente alla misura del 4,75%.

Dettaglio dei contenziosi in essere al 30 giugno 2017

Per effetto dell'evoluzione descritta nel precedente paragrafo i principali contenziosi fiscali in essere alla data del 30 giugno 2017 (passività potenziali maggiori o uguali a 1 milione) sono i seguenti:

Contenziosi riferiti al Banco BPM

  • Banco BPM (Ex Banca Popolare di Verona e Novara Soc. Coop.) cartella di pagamento riguardante l'imposta IRAP versata alla Regione Veneto per l'esercizio 2006. La pretesa si riferisce all'applicazione al valore della produzione netta derivante dall'attività esercitata in Veneto ed in Toscana dell'aliquota ordinaria del 4,25% anziché nella misura maggiorata del 5,25% ed ammonta complessivamente a 7,1 milioni. La cartella di pagamento è stata impugnata. La Commissione Tributaria Provinciale ha parzialmente accolto il ricorso dichiarando non dovute le sanzioni irrogate. La Commissione Tributaria Regionale ha confermato la sentenza di primo grado, annullando altresì la pretesa fiscale relativa alla maggiorazione IRAP riferita alla Regione Toscana. E' pendente il ricorso presentato alla Corte di Cassazione;
  • Banco BPM (Ex Banca Popolare Italiana Soc. Coop.) avviso di liquidazione riguardante l'imposta di registro conseguente alla riqualificazione in cessione di ramo d'azienda della cessione di un portafoglio di titoli effettuata nel 2002 tra la Cassa di Risparmio di Pisa e la Banca Popolare Italiana. Le pretese ammontano a 14,5 milioni. La Commissione Tributaria Regionale di Firenze nella sentenza del 18 ottobre 2011 ha integralmente accolto il ricorso presentato dall'ex Banco Popolare. È pendente il ricorso presentato alla Corte di Cassazione;
  • Banco BPM (Ex Banca Popolare Italiana Soc. Coop.) avvisi di accertamento relativi al periodo d'imposta

2005 riguardanti la pretesa indeducibilità ai fini IRES ed IRAP di costi e rettifiche di valore su crediti ritenuti riconducibili a fatti o atti qualificabili come reato (si tratta dei reati di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza e turbativa di mercato contestati alla Banca Popolare Italiana in relazione al tentativo di scalata a Banca Antonveneta). Le pretese ammontano a 199,8 milioni (interessi ed aggi esattoriali compresi). Con separate sentenze depositate in data 15 ottobre 2014, n. 8562 (IRES) e n. 8561 (IRAP), la Commissione Tributaria Provinciale di Milano, Sez. 22, ha integralmente rigettato i ricorsi presentati dalla Banca, seppur non motivando in alcun modo le ragioni poste a fondamento della conferma della pretesa fiscale. La predetta sentenza è stata appellata avanti la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia. In data 6 maggio 2015 si è tenuta la discussione avanti alla Commissione Tributaria Regionale di Milano, sezione 2, degli appelli depositati il 3 febbraio 2015. La Commissione, con sentenza n. 670 depositata in data 19 maggio 2015, ha rigettato gli appelli riuniti presentati e confermato le sentenze impugnate. E' stato presentato ricorso alla Corte di Cassazione;

  • Banco BPM (Ex Banca Popolare Italiana Soc. Coop.) avvisi di accertamento notificati il 22 dicembre 2014 in relazione al processo verbale di constatazione del 30 giugno 2011 per i periodi d'imposta 2006 - 2009. Anche questi avvisi riguardano la pretesa indeducibilità ai fini IRES ed IRAP dei costi ritenuti riconducibili a fatti o atti qualificabili come reato. Si tratta in particolare delle rettifiche di valore su crediti già oggetto di contestazione con riferimento all'esercizio 2005. Tali rettifiche di valore, ancorché rilevate da Banca Popolare Italiana nel proprio bilancio relativo all'esercizio 2005, risultavano deducibili in quote costanti nei 18 esercizi successivi ai sensi della versione allora vigente dell'art. 106, terzo comma, D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917. Gli avvisi di accertamento notificati contestano pertanto la pretesa indeducibilità delle quote delle suddette rettifiche su crediti dedotte negli esercizi 2006, 2007, 2008 e 2009. Le pretese ammontano complessivamente a 15,8 milioni. E' stato presentato il ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale;
  • Banco BPM avvisi di accertamento e atti di contestazione delle sanzioni che recepiscono il rilievo relativo all'omessa applicazione di ritenute alla fonte di cui all'art. 26, comma 5, DPR n. 600/1973 sugli interessi dovuti a fronte dei depositi effettuati dalle società controllate estere residenti nello stato americano del Delaware in relazione agli esercizi 2012, 2013, 2014 e 2015. Le pretese ammontano a 33,2 milioni. Tali vertenze rientrano nell'accordo di definizione extragiudiziale con l'Agenzia delle Entrate che ha condotto nel 2016 e nel 2017 alla chiusura delle analoghe vertenze riferite ad altri esercizi e altri soggetti giuridici incorporati senza l'applicazione di alcuna sanzione;
  • Banco BPM avvisi di accertamento notificati il 23 dicembre 2014 riguardanti l'esercizio 2009 delle ex controllate Banca Popolare di Lodi, Credito Bergamasco ed Efibanca. La pretesa complessiva ammonta a 58,4 milioni. La Commissione Tributaria Provinciale ha accolto tutti i ricorsi presentati annullando gli avvisi di accertamento. L'Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso;
  • Banco BPM (Ex Banca Italease) avvisi di liquidazione per il recupero delle imposte ipotecarie e catastali relative ad un finanziamento stipulato nel 2006. La pretesa ammonta a complessivi 3,2 milioni. Il ricorso presentato da Banca Italease è stato accolto sia in primo che in secondo grado. E' pendente il ricorso presentato alla Corte di Cassazione.

Contenziosi riferiti ad altre società controllate

  • Bipielle Real Estate avvisi di accertamento relativi alle imposte Iva ed Irap per l'esercizio 2005 notificati a Basileus S.r.l., (società controllata ceduta nel 2008 i cui rischi fiscali gravano su Bipielle Real Estate con riferimento agli esercizi anteriori alla cessione). Le pretese ammontano a 11,3 milioni. Nel corso del mese di gennaio 2012 è stata depositata la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Lodi. La sentenza ha annullato gli avvisi di accertamento emessi nei confronti della società, condannando l'Ufficio al pagamento delle spese di giudizio. Con sentenza depositata nel corso del maggio 2013, la Commissione Tributaria Regionale di Milano, in riforma della sentenza di primo grado, ha accolto l'appello presentato dall'Agenzia delle Entrate confermando tutti gli atti impugnati. Si è presentato ricorso in Cassazione.
  • Aletti Fiduciaria atto di recupero delle imposte dovute da società intestata fiduciariamente ai sensi della responsabilità personale del socio ex art. 36, comma 3, del DPR n. 602/1973. La pretesa ammonta a 7,9 milioni. Il ricorso della società è stato integralmente accolto sia in primo che in secondo grado. E' pendente il ricorso in Cassazione presentato dall'Agenzia delle Entrate.

Classificazione e valutazione delle passività potenziali in ottemperanza a quanto previsto dal principio contabile IAS 37

Passività potenziali collegate alla vertenza relativa alla pretesa indeducibilità dei costi riconducibili al tentativo di scalata alla Banca Antonveneta da parte della ex Banca Popolare Italiana

La passività potenziale relativa al solo esercizio 2005 ammonta a 199,8 milioni alla quale deve aggiungersi la passività potenziale relativa gli avvisi di accertamento correlati relativi agli esercizi 2006, 2007, 2008 e 2009, stimata in 15,8 milioni, interessi ed aggi esattoriali esclusi.

A fronte della vertenza, al 30 giugno 2017, risultano rilevati crediti nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria, per 201,9 milioni, a seguito dei versamenti effettuati a titolo provvisorio. La somma versata risulta iscritta in bilancio nella voce "Altre attività". Al riguardo si deve sottolineare che tali versamenti non sono ritenuti tali da influire sul rischio di soccombenza della controversia, la cui valutazione è stata effettuata in base alle disposizioni previste dallo IAS 37: trattasi, infatti, di somme versate in base ad un meccanismo automatico del tutto sganciato dalla fondatezza o meno delle connesse pretese fiscali che sarà nota solo a seguito dell'ultimo grado di giudizio.

Le suddette passività potenziali sono state oggetto di attenta valutazione anche alla luce dell'esito sfavorevole dei primi due gradi di giudizio.

Dall'esame del dispositivo e del contenuto della sentenza della Commissione Tributaria Regionale, è stato riscontrato che la decisione della Commissione sugli aspetti di merito non contiene alcuna specifica motivazione e si basa su un mero rimando alle tesi dell'Agenzia, senza alcuna espressa indicazione delle ragioni del mancato accoglimento delle puntuali argomentazioni sviluppate dal Banco Popolare a supporto del proprio ricorso. Su tali basi si è ritenuto che la sentenza sia fondatamente impugnabile davanti alla Corte di Cassazione potendo di fatto riproporre in giudizio tutte le argomentazioni difensive riguardanti aspetti di legittimità non considerate dai giudici di primo e secondo grado. In data 18 dicembre 2015 è stato presentato il ricorso alla Suprema Corte.

Le approfondite analisi della vicenda svolte con il supporto dei consulenti incaricati della predisposizione del ricorso, nonché l'ulteriore parere richiesto ad altro autorevole esperto della materia, hanno confermato il convincimento che la pretesa dell'Agenzia delle Entrate sia illegittima e che rimane immutata la possibilità di riuscire a vedere finalmente considerate e condivise le argomentazioni difensive nel giudizio avanti alla Suprema Corte. Le medesime analisi hanno condotto il Consiglio di Amministrazione a confermare la classificazione della passività potenziale come possibile ma non probabile.

Alla luce delle valutazioni condotte nessun accantonamento risulta stanziato a fronte delle passività in esame nel bilancio al 30 giugno 2017.

Passività potenziali collegate alle altre vertenze in essere

Le residue passività potenziali collegate a vertenze di natura fiscale ammontano complessivamente a 135,9 milioni. A fronte del complesso delle suddette controversie al 30 giugno 2017 risultano rilevati crediti nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria, per 15,8 milioni, a seguito dei versamenti effettuati a titolo provvisorio. Anche tale importo risulta iscritto nel bilancio nella voce di bilancio delle "Altre attività".

Alla luce degli esiti favorevoli riscontrati nei primi gradi di giudizio e/o dell'esistenza di validi e fondati motivi per contrastare le pretese avanzate dall'Amministrazione Finanziaria nell'ambito dei procedimenti giudiziali avviati, considerati anche gli specifici pareri espressi da autorevoli studi esterni, le passività potenziali classificate come possibili ma non probabili ammontano complessivamente a 90,3 milioni.

Le passività potenziali classificate come probabili ammontano complessivamente a 45,6 milioni e risultano essere state integralmente addebitate a conto economico in occasione del pagamento delle cartelle esattoriali pervenute o integralmente coperte dagli accantonamenti stanziati nella voce altri fondi per rischi ed oneri - altri.

Attività di verifica in corso al 30 giugno 2017

Alla data del 30 giugno 2017 è in corso nei confronti dell'ex Banco Popolare una verifica ai fini IRES, IRAP e IVA per le annualità 2013, 2014 e 2015 (sino al 15 settembre).

La verifica è stata avviata il 16 settembre 2015 dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Verona ed è stata estesa:

in data 21 settembre 2015 anche alle annualità 2010 (esercizio che peraltro era già stato fatto oggetto di verifica da parte dell'Agenzia delle Entrate), 2011 e 2012;

  • in data 16 febbraio 2016 anche alle annualità 2010, 2011 e 2012 dell'incorporata Banca Italease;
  • in data 15 marzo 2016 estensione al 31 dicembre 2015.

Le attività di verifica sono costantemente seguite dal personale del Banco Popolare. I rilievi finora anticipati nei processi verbali giornalieri di verifica sono principalmente rappresentati dalle già citate contestazioni relative all'omessa applicazione di ritenute alla fonte di cui all'art. 26, comma 5, DPR n. 600/1973 sugli interessi dovuti a fronte dei depositi effettuati dalle società controllate estere residenti nello stato americano del Delaware. Tali rilievi sono stati attentamente analizzati e, in coerenza con le valutazioni già espresse in relazione alle analoghe passività riconducibili agli avvisi di accertamento già ricevuti, le relative passività potenziali ritenute probabili risultano coperte da specifici accantonamenti.

Il patrimonio netto e i coefficienti di solvibilità

Il patrimonio netto consolidato di Gruppo al 30 giugno 2017, comprensivo delle riserve da valutazione e del risultato del periodo, ammonta a 12.390,2 milioni e si confronta con il dato aggregato di fine esercizio 2016, pari a 11.940,9 milioni.

La variazione osservata nel periodo, positiva per 449,3 milioni, include innanzitutto gli effetti del processo di allocazione (PPA) del fair value alle attività e passività dell'ex Gruppo BPM oggetto di aggregazione, che ha determinato l'iscrizione di maggiori valori al netto del relativo effetto fiscale per l'importo complessivo di 259,9 milioni.

La redditività complessiva registrata al 30 giugno 2017, per la quota di pertinenza del Gruppo, è risultata positiva per 3.263,7 milioni nel primo semestre per effetto di un utile netto pari a 3.170,4 milioni (di cui 3.076,1 milioni di "badwill" derivante dal processo di PPA) e della variazione positiva delle riserve da valutazione pari a 93,4 milioni.

(migliaia di euro) Attività
finanziarie
disponibili
per la
vendita
Attività
materiali
Passività
finanziarie
al fair
value -
variazioni
del proprio
merito
creditizio
Copertura
di
investimenti
esteri
Copertura
dei flussi
finanziari
Differenze
di cambio
Leggi
speciali di
rivalutazione
Utile/(Perdite)
attuariali su
piani
previdenziali
a benefici
definiti
Partecipazioni
valutate con il
metodo del
patrimonio
netto
Totale
Saldo iniziale 116.394 217 (226) (189) - 2.314 (78.369) (11.345) 28.796
Incrementi 201.622 - 30.247 342 1.187 23.450 - 30.971 18.804 306.623
Diminuzioni (113.993) - (10.107) - (3.922) - - (28.456) (2.966) (159.444)
Saldo finale 204.023 217 20.140 116 (2.924) 23.450 2.314 (75.854) 4.493 175.975

Nel prospetto seguente è rappresentata la composizione delle riserve da valutazione e la variazione intervenuta nel periodo:

Le riserve da valutazione di attività finanziarie disponibili per la vendita di spettanza del Gruppo, al netto del relativo effetto fiscale, sono complessivamente positive per 204,0 milioni e derivano dallo sbilancio di riserve positive nette per 278,1 milioni e di riserve negative nette per 74,1 milioni. Una parte delle riserve complessive è costituita dalle riserve relative alla valutazione dei titoli di debito per 17,9 milioni (dei quali -25,1 sono relative ai titoli governativi italiani). Le riserve relative alla valutazione dei titoli di capitale ammontano complessivamente a 181,9 milioni e sono principalmente riconducibili alle quote partecipative detenute in Anima Holding per 45,8 milioni, nell''I.C.B.P.I. S.p.A. per 28,0 milioni, nella SIA S.p.A. per 27,3 milioni e nelle Autostrade del Brennero per circa 21,0 milioni.

Nella tabella seguente è fornito il raccordo tra il patrimonio netto e il risultato della Capogruppo e gli stessi dati a livello consolidato.

(migliaia di euro) Patrimonio netto Risultato del
periodo
Saldi al 30/06/2017 come da bilancio della Capogruppo 10.907.430 3.131.503
Effetto del consolidamento di società controllate 1.309.957 157.021
Effetto della valutazione a patrimonio netto di società collegate 141.631 68.133
Elisione dei dividendi incassati nel periodo da società controllate e collegate (180.014)
Altre rettifiche di consolidamento 31.214 (6.274)
Saldi al 30/06/2017 come da bilancio consolidato 12.390.232 3.170.369

Per ulteriori dettagli sulla composizione dei fondi propri e sui ratio patrimoniali si fa rinvio alla Relazione intermedia sulla gestione.

Dati delle principali società del Gruppo

Di seguito si riporta un riepilogo delle principali partecipazioni in imprese del Gruppo con evidenza dei più significativi dati patrimoniali, reddituali e operativi al 30 giugno 2017.

Totale
dell'attivo
Patrimonio
netto (*)
Raccolta
Diretta
Raccolta
Indiretta
Impieghi
netti
Utile
(Perdita)
(milioni di euro)
Istituzioni creditizie
Banca Popolare di Milano 40.872,8 4.115,1 26.205,7 31.331,0 34.046,8 89,9
Banca Aletti & C. 14.472,9 963,0 1.416,9 18.139,5 1.192,0 19,9
Banca Akros 2.614,1 201,4 1.044,7 1.196,5 289,3 4,5
Banca Aletti & C. (Suisse) 112,0 32,2 79,0 337,1 13,0 (0,8)
Bipielle Bank (Suisse) 91,4 47,2 4,3 - - 0,8
Società finanziarie
Aletti Gestielle SGR 368,7 246,8 1,2 16.520,7 65,0 45,4
Aletti Fiduciaria 10,9 7,9 - 1.179,1 1,9 0,0
Release 2.211,5 293,2 11,3 - 1.317,9 (44,4)
Altre società
Bipielle Real Estate 1.185,5 1.104,4 - - 7,1 13,2
Holding di Partecipazioni Finanziarie Banco Popolare 594,3 592,8 - - - 43,6
Società Gestione Servizi - BP 461,9 106,1 - - 0,4 0,1
Italease Gestione Beni - - - - - -
Tecmarket Servizi 31,3 19,3 - - - 2,6
Ge.Se.So. 1,5 0,4 - - - 0,1

(*) importo comprensivo del risultato del periodo.

Informativa di settore

In base al principio IFRS 8 un'impresa deve fornire le informazioni che consentano agli utilizzatori del bilancio di valutare la natura e gli effetti sul bilancio delle attività da essa intraprese e i contesti economici nei quali opera. E' quindi necessario evidenziare il contributo dei diversi "settori operativi" alla formazione del risultato economico del gruppo.

L'identificazione dei "settori operativi" deve essere coerente con le modalità adottate dalla Direzione Aziendale per l'assunzione di decisioni operative.

Per effetto dell'operazione di aggregazione si è resa necessaria una parziale modifica dei settori operativi precedentemente identificati dal Banco Popolare (in qualità di soggetto definito come acquirente sotto il profilo contabile).

I nuovi settori operativi sono stati identificati tenendo in debita considerazione lo stato attuale del processo evolutivo del modello di business del Gruppo previsto dal Piano Strategico 2016-2019. In particolare per l'esercizio 2017 i suddetti settori operativi assunti a riferimento per la fornitura dell'informativa in esame sono i seguenti:

  • Rete Commerciale;
  • Private & Investment Banking;
  • Wealth Management;
  • Leasing;
  • Corporate Center.

Si precisa che l'identificazione del leasing come settore operativo trova la sua giustificazione nell'esigenza di fornire evidenza separata del contributo economico di un'attività che è stata abbandonata da tempo dal Gruppo in quanto non strategica. Il contributo economico evidenziato è pertanto rappresentato unicamente dal risultato derivante dalla gestione della progressiva riduzione delle attività e passività dell'ex Banca Italease (oggi incorporata nel Banco BPM) e della controllata Release.

Di seguito si fornisce una breve illustrazione della composizione dei diversi segmenti.

Il segmento "Rete Commerciale" rappresenta l'elemento fondante dello sviluppo dell'attività commerciale del Gruppo sul territorio nazionale ed è alla base dell'assetto organizzativo del Gruppo. Tale modello organizzativo, incentrato sulle Divisioni Territoriali, con una presenza complementare a livello nazionale, permette di sviluppare un'offerta di prodotti e servizi attenta alle esigenze della clientela che caratterizza i diversi ambiti territoriali di operatività delle banche.

Il business di tale segmento è rappresentato dalla tradizionale attività di intermediazione creditizia nel territorio nazionale e dall'offerta di servizi finanziari correlati rivolti sia alla clientela retail (privati e piccole imprese) sia alla clientela corporate.

Il settore "Private & Investment Banking" include le società:

  • Banca Aletti S.p.A.
  • Banca Akros S.p.A.

Il settore "Wealth Management" include le società attive nel risparmio gestito. In particolare:

  • Aletti Gestielle SGR S.p.A.
  • le partecipazioni detenute in società attive in tale settore: Popolare Vita, Avipop, Bipiemme Vita, Etica SGR, Anima SGR.

Il settore "Leasing" include i dati delle attività relative al business del Leasing del Gruppo, il cui perimetro comprende:

  • le attività relative ai contratti della ex Banca Italease S.p.A.
  • la società Release S.p.A.
  • le partecipazioni detenute in società attive in tale settore: Alba Leasing e SelmaBipiemme Leasing.

Il settore "Corporate Center" include, tra le altre attività, anche le funzioni di governo e supporto, il portafoglio titoli di proprietà, la tesoreria e la gestione dell'Asset and Liability Management del Gruppo, lo stock delle emissioni obbligazionarie collocate sui mercati istituzionali, le partecipazioni non allocate nel Wealth Management e nel Leasing (in particolare, le partecipazioni nelle società Agos Ducato, attiva nel credito al consumo, e Factorit), le società di servizi e le società operanti nel settore immobiliare.

In tale segmento residuale sono infine ricondotte tutte le scritture di consolidamento non imputabili in modo specifico ai precedenti segmenti di business.

Ai fini della riconciliazione dei risultati di settore con il risultato consolidato, si sottolinea che gli effetti conseguenti al processo di allocazione del costo delle aggregazioni aziendali ("PPA – Purchase Price Allocation"), relativi all'operazione di acquisizione dell'ex Gruppo Banca Popolare Italiana e dell'ex Gruppo Bipiemme, sono stati allocati sulla Rete Commerciale, sul Leasing e sul Corporate Center.

Risultati di settore - dati economici

I sem. 2017 Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Margine di interesse 1.059.989 783.720 65.029 (2.196) 18.021 195.415
Utili (Perdite) delle partecipazioni valutate al
patrimonio netto
81.939 - - 21.026 (6.820) 67.733
Margine finanziario 1.141.928 783.720 65.029 18.830 11.201 263.148
Commissioni nette 1.090.730 980.410 42.421 71.726 4 (3.831)
Altri proventi netti di gestione 44.662 2.350 242 61 7.805 34.204
Risultato netto finanziario 101.540 10.850 5.609 12.355 - 72.726
Altri proventi operativi 1.236.932 993.610 48.272 84.142 7.809 103.099
Proventi operativi 2.378.860 1.777.330 113.301 102.972 19.010 366.247
Spese per il personale (917.107) (644.566) (35.903) (3.677) (3.903) (229.058)
Altre spese amministrative (498.731) (557.577) (39.819) (5.427) (19.715) 123.807
Rettifiche di valore nette su attività materiali e
immateriali
(109.463) (20.847) (4.855) (174) (6.895) (76.692)
Oneri operativi (1.525.301) (1.222.990) (80.577) (9.278) (30.513) (181.943)
Risultato della gestione operativa 853.559 554.340 32.724 93.694 (11.503) 184.304
Rettifiche nette su crediti verso clientela (647.020) (570.020) 1.062 - (78.289) 227
Rettifiche nette su crediti verso banche e altre attività (79.177) - 25 - - (79.202)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (9.137) - 1.119 - (37) (10.219)
Utili (perdite) da cessione di partecipazioni e
investimenti
13.301 - - - (10) 13.311
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle
imposte
131.526 (15.680) 34.930 93.694 (89.839) 108.421
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività
corrente
(45.090) 2.095 (10.534) (18.367) 13.498 (31.782)
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di
dismissione al netto delle imposte
402 - - - - 402
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 7.394 - - 7.578 (184)
Risultato del periodo senza Badwill 94.232 (13.585) 24.396 75.327 (68.763) 76.857
Differenza di fusione (Badwill) 3.076.137 3.076.137
Utile (perdita) del periodo di pertinenza della
Capogruppo
3.170.369 (13.585) 24.396 75.327 (68.763) 3.152.994
I sem. 2016 (*) Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Margine di interesse 691.257 540.934 81.406 (1.110) 18.752 51.275
Utili (Perdite) delle partecipazioni valutate al
patrimonio netto
63.476 - - 15.295 (928) 49.109
Margine finanziario 754.733 540.934 81.406 14.185 17.824 100.384
Commissioni nette 639.308 595.418 9.844 28.726 26 5.294
Altri proventi netti di gestione 46.579 24.230 130 54 10.502 11.663
Risultato netto finanziario 98.772 8.228 12.437 (330) (96) 78.533
Altri proventi operativi 784.659 627.876 22.411 28.450 10.432 95.490
Proventi operativi 1.539.392 1.168.810 103.817 42.635 28.256 195.874
Spese per il personale (648.907) (462.331) (25.274) (3.805) (4.335) (153.162)
Altre spese amministrative (404.001) (393.719) (26.798) (6.127) (22.781) 45.424
Rettifiche di valore nette su attività materiali e
immateriali
(63.209) (8.851) (65) (172) (7.184) (46.937)
Oneri operativi (1.116.117) (864.901) (52.137) (10.104) (34.300) (154.675)
Risultato della gestione operativa 423.275 303.909 51.680 32.531 (6.044) 41.199
Rettifiche nette su crediti verso clientela (980.422) (874.225) (54) - (72.015) (34.128)
Rettifiche nette su crediti verso banche e altre attività (7.374) - - - - (7.374)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (1.987) - 58 - (440) (1.605)
Riprese (Rettifiche) di valore su partecipazioni,
avviamenti e altre attività immateriali
- - (1.305) - - 1.305
Utili (perdite) da cessione di partecipazioni e
investimenti
285 - - - (426) 711
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle (566.223) (570.316) 50.379 32.531 (78.925) 108
imposte
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività
corrente
174.885 156.837 (15.240) (5.297) 21.599 16.986
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di
dismissione al netto delle imposte
(1.485) - - - - (1.485)
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 5.580 - - - 5.983 (403)
Utile (perdita) del periodo di pertinenza della
Capogruppo
(387.243) (413.479) 35.139 27.234 (51.343) 15.206

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

I sem. 2016 aggregato Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Margine di interesse 1.094.342 855.110 86.272 (922) 18.517 135.365
Utili (Perdite) delle partecipazioni valutate al
patrimonio netto
77.394 - - 26.153 821 50.420
Margine finanziario 1.171.736 855.110 86.272 25.231 19.338 185.785
Commissioni nette 942.652 891.711 20.472 28.726 26 1.717
Altri proventi netti di gestione 65.849 21.453 436 54 10.502 33.404
Risultato netto finanziario 208.346 8.502 30.521 (330) (96) 169.749
Altri proventi operativi 1.216.847 921.666 51.429 28.450 10.432 204.870
Proventi operativi 2.388.583 1.776.776 137.701 53.681 29.770 390.655
Spese per il personale (963.759) (657.555) (40.279) (3.805) (4.335) (257.785)
Altre spese amministrative (548.988) (556.376) (37.809) (6.127) (22.782) 74.106
Rettifiche di valore nette su attività materiali e
immateriali
(100.981) (19.841) (2.588) (172) (7.183) (71.197)
Oneri operativi (1.613.728) (1.233.772) (80.676) (10.104) (34.300) (254.876)
Risultato della gestione operativa 774.855 543.004 57.025 43.577 (4.530) 135.779
Rettifiche nette su crediti verso clientela (1.135.512) (1.028.231) 1.027 - (72.015) (36.293)
Rettifiche nette su crediti verso banche e altre attività (17.901) - - - - (17.901)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri 2.800 - (94) - (440) 3.334
Riprese (Rettifiche) di valore su partecipazioni,
avviamenti e altre attività immateriali
- - (1.305) - - 1.305
Utili (perdite) da cessione di partecipazioni e
investimenti
32.456 - - 9.740 21.156 1.560
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle
imposte
(343.302) (485.227) 56.653 53.317 (55.829) 87.784
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività
corrente
110.549 128.185 (17.436) (5.493) 15.741 (10.448)
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di
dismissione al netto delle imposte
(1.485) - - - - (1.485)
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 4.209 - - - 5.109 (900)
Utile (perdita) del periodo di pertinenza della
Capogruppo
(230.029) (357.042) 39.217 47.824 (34.979) 74.951

Risultati di settore - dati patrimoniali

30 giugno 2017 Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Crediti verso clientela 109.440.543 94.670.707 1.481.281 64.987 3.515.879 9.707.689
31/12/2016 (*) Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Crediti verso clientela 75.840.234 61.115.109 1.387.484 37.702 3.709.461 9.590.478

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

31/12/2016 aggregato Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Crediti verso clientela 110.550.576 94.038.381 1.847.362 37.702 3.709.461 10.917.670
30 giugno 2017 Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Debiti verso clientela, titoli in
circolazione e passività finanziarie
valutate al fair value
110.240.379 89.410.846 2.461.578 1.184 11.325 18.355.446
31/12/2016 (*) Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Debiti
verso
clientela,
titoli
in
circolazione e passività finanziarie
valutate al fair value
80.446.701 62.721.705 1.192.833 2.554 18.835 16.510.774

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

31/12/2016 aggregato Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Debiti verso clientela, titoli in
circolazione e passività finanziarie
valutate al fair value
116.773.095 90.844.045 2.289.621 2.554 18.835 23.618.040
30/06/2017 Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Partecipazioni 1.344.125 - - 314.978 223.178 805.969
31/12/2016 (*) Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Partecipazioni 1.195.214 - - 307.069 120.623 767.522

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

31/12/2016 aggregato Totale Rete
Commerciale
Private &
Investment
Banking
Wealth
Management
Leasing Corporate
Center
Partecipazioni 1.594.849 - - 378.002 248.630 968.217

Si segnala che la maggior parte delle attività e dei proventi operativi sono conseguiti in Italia, a conferma del radicamento sul territorio nazionale, considerato quale raggio primario di azione del Gruppo. Il peso delle attività e dei proventi operativi conseguiti all'estero è ampiamente inferiore alla soglia del 5%.

Informativa sulle azioni Banco BPM

Informazioni relative ad emissioni e compravendite di titoli azionari di propria emissione

Con l'iscrizione in data 1° gennaio 2017 presso i competenti Registri delle Imprese di Verona e Milano dell'atto di fusione si è perfezionata l'operazione di fusione tra il Gruppo Banco Popolare e il Gruppo BPM.

La nuova Capogruppo Banco BPM S.p.A. nasce con un capitale sociale di 7,1 miliardi, rappresentato da 1.515.182.126 azioni ordinarie prive di valore nominale.

Nel corso del semestre non sono intervenute ulteriori variazioni alla composizione del capitale sociale.

Alla data del 30 giugno 2017 non risultano azioni proprie in portafoglio.

Informazioni relative ad emissioni e compravendite di titoli obbligazionari convertibili di propria emissione

Alla data del 30 giugno 2017 non risultano in essere strumenti obbligazionari convertibili di propria emissione.

Informativa relativa al risultato per azione

30/06/2017
EPS Base EPS diluito
Media ponderata azioni ordinarie (numero) 1.511.383.883 1.511.383.883
Risultato attribuibile (migliaia di euro) 3.170.369 3.170.369
EPS (euro) 2,098 2,098
Risultato attribuibile senza badwill (migliaia di euro) 94.232 94.232
EPS (euro) 0,062 0,062
Risultato attribuibile senza badwill annualizzato(
*)
(migliaia di euro)
188.464 188.464
EPS (euro) 0,125 0,125

(*) Il risultato annualizzato non rappresenta la previsione della redditività riferita all'intero esercizio.

Al 30 giugno 2017, l'EPS base coincide con l'EPS diluito in quanto non risultano in essere strumenti finanziari con potenziali effetti diluitivi.

Informativa sugli accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

Informazioni di natura qualitativa

1. Remunerazione collegata a sistemi di incentivazione: piani di compensi basati su azioni

Banco BPM, in qualità di Capogruppo, predispone l'annuale Relazione sulla Remunerazione ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione della Banca d'Italia (Circolare n. 285/2013, 7° aggiornamento del 18 novembre 2014, Parte Prima, Titolo IV, Capitolo 2 "Politiche e prassi di remunerazione e incentivazione"), dell'art.123-ter del Decreto Legislativo 58/1998 ("Testo Unico della Finanza" o "TUF") e dell'art. 84-quater della delibera Consob n.11971/1999 e successive modificazioni ("Regolamento Emittenti").

Le politiche di remunerazione ivi statuite ("Policy") definiscono, nell'interesse di tutti gli stakeholder, le linee guida dei sistemi di remunerazione e incentivazione del personale del Gruppo con l'obiettivo, da un lato, di favorire il perseguimento delle strategie, degli obiettivi e dei risultati di lungo periodo, in coerenza con il quadro generale di politiche di governo e di gestione dei rischi e con i livelli di liquidità e patrimonializzazione, dall'altro, di attrarre e mantenere nel Gruppo soggetti aventi professionalità e capacità adeguate alle esigenze d'impresa, a vantaggio della competitività e del buon governo, perseguendo l'equità interna e verso il mercato del lavoro esterno.

È inoltre scopo delle politiche di remunerazione del Gruppo garantire un'adeguata remunerazione a fronte di una performance durevole, che permetta, al contempo, di valorizzare il personale, riconoscere il contributo individuale al raggiungimento dei risultati e disincentivare condotte non improntate a criteri di correttezza nelle relazioni con la clientela e di rispetto delle norme o che propendano verso un'eccessiva esposizione al rischio o inducano a violazioni normative.

Il sistema di remunerazione prevede un'eventuale componente variabile collegata ai sistemi di incentivazione con periodicità annuale ("bonus"), correlata all'attivazione di un sistema di incentivazione da parte della società del Gruppo presso cui si opera; il riconoscimento del bonus è subordinato al rispetto integrale di predefinite condizioni di accesso ("cancelli di accesso") e viene erogato in coerenza con gli indirizzi di volta in volta emanati dall'Autorità di Vigilanza.

Il bonus del cosiddetto personale più rilevante ("PPR" ossia i soggetti la cui attività professionale ha o può avere un impatto rilevante sul profilo di rischio del Gruppo stesso, identificati sulla base del Regolamento Delegato (UE) 604/2014) è suddiviso in:

  • una quota up-front, pari al 60% del bonus;
  • tre quote annue di pari importo, complessivamente pari al 40% del bonus, differite nel periodo triennale successivo all'anno di maturazione della quota up-front.

Nei casi in cui il bonus riconosciuto fosse superiore a 300.000 euro, la quota soggetta al periodo di differimento sarebbe pari al 60% del bonus, corrisposta in cinque quote annue di uguale importo, differite nel periodo quinquennale successivo all'anno di maturazione della quota up-front.

Sia il 50% della quota up-front, sia il 50% di quelle differite del bonus è corrisposto in azioni ordinarie Banco BPM.

Inoltre, in coerenza con le prassi del sistema bancario nazionale e nel rispetto dello spirito delle disposizioni vigenti, nei casi in cui il bonus riconosciuto risultasse inferiore o pari alla soglia di rilevanza di 50.000 euro e contestualmente inferiore o pari a un terzo della retribuzione annua fissa lorda (RAL) individuale, esso sarebbe erogato in contanti e in un'unica soluzione; tale previsione non riguarda il personale più rilevante di fascia alta(1), a cui pertanto è sempre applicata integralmente la norma in termini di differimento e di attribuzione di azioni.

A partire dal 2017, è introdotto nel Gruppo un sistema di incentivazione di lungo termine (ILT) su base triennale ("bonus ILT"), correlato agli obiettivi del Piano Strategico 2016-2019; tale scelta nasce dalla volontà di legare parte della remunerazione dei manager del vertice aziendale agli interessi degli azionisti che richiedono creazione di valore per l'impresa nel tempo.

Oltre all'Amministratore Delegato ed ai componenti la Direzione Generale di Capogruppo, il perimetro dei destinatari del sistema ILT include un numero ristretto di ruoli manageriali selezionati in base alla posizione e/o alla responsabilità e all'impatto dell'attività sul business.

Anche il riconoscimento del bonus ILT è subordinato al rispetto integrale di predefinite condizioni di accesso ("cancelli di accesso") e viene erogato in coerenza con gli indirizzi di volta in volta emanati dall'Autorità di Vigilanza.

Il sistema ILT prevede, previa positiva verifica delle condizioni e degli obiettivi assegnati, il riconoscimento di un incentivo (bonus ILT) corrisposto interamente in azioni ordinarie Banco BPM ("performance share") che è suddiviso in:

una quota up-front, pari al 40% del bonus ILT;

tre quote annue di pari importo, complessivamente pari al 60%, differite nel periodo triennale successivo all'anno di maturazione della quota up-front.

In entrambi i sistemi (annuale e triennale) per le azioni maturate è previsto un periodo di retention (vincolo alla vendita) di due anni per quelle up-front e di un anno per le differite; per queste ultime il periodo di retention decorre dal momento in cui la remunerazione differita è maturata. L'assegnazione delle azioni ai rispettivi beneficiari (e quindi l'effettiva entrata in possesso) avviene al termine del periodo di retention.

Sia la quota up-front sia le quote differite sono soggette a meccanismi di malus e di claw-back, così come declinati nella Policy.

L'Assemblea Ordinaria dei Soci di Banco BPM in data 8 aprile 2017 ha approvato, ai sensi dell'articolo 114-bis del TUF e dell'articolo 84-bis del Regolamento Emittenti i piani di compensi basati su azioni del Banco BPM, così come definiti nei rispettivi Documenti Informativi allo scopo predisposti dal Consiglio di Amministrazione in data 28 febbraio 2017, sulla base delle Politiche di Remunerazione 2017:

  • un Piano Annuale che prevede la valorizzazione di una quota della componente variabile della remunerazione al personale più rilevante del Gruppo, da corrispondersi mediante assegnazione gratuita di azioni ordinarie di Banco BPM S.p.A. a valere sul sistema incentivante annuale 2017;
  • un Piano Triennale che prevede la valorizzazione di tale componente variabile della remunerazione a componenti esecutivi del Consiglio di Amministrazione e a dipendenti e collaboratori del Gruppo bancario Banco BPM riconducibili alla categoria dei manager di vertice del Gruppo, da corrispondersi mediante assegnazione gratuita di azioni ordinarie di Banco BPM S.p.A. a valere sul sistema incentivante di lungo termine 2017-2019.

L'Assemblea Ordinaria dei Soci ha approvato il Piano Annuale, con un fabbisogno massimo teorico di azioni pari a circa 12 milioni (inclusi eventuali golden parachute), e il Piano Triennale, con un costo complessivo massimo teorico che non potrà eccedere l'1% dell'utile dell'operatività corrente al lordo delle imposte (al netto delle componenti non ricorrenti) consolidato previsto a fine Piano Strategico, pari a circa 14 milioni.

(1) Il personale più rilevante di fascia alta è identificato nei seguenti soggetti: Amministratore Delegato, Direttore Generale, Condirettori Generali e Responsabili della prima linea manageriale di Capogruppo, Amministratore Delegato, Direttore Generale, Condirettore Generale e Vice Direttore Generale (ove presenti) di Banca Popolare di Milano, Aletti & C. Banca d'Investimento Mobiliare, Aletti Gestielle SGR, Banca Akros, ProFamily e Società Gestione Servizi BP.

La Relazione sulla Remunerazione, il Piano Annuale e il Piano Triennale sono disponibili sul sito internet www.bancobpm.it (Sezione Corporate Governance – Politiche di Remunerazione).

2. Piani compensi basati su azioni di anni precedenti

Il Consiglio di Amministrazione di Banco BPM in data 28 febbraio 2017 ha certificato l'apertura dei cancelli di accesso al Sistema di Incentivazione 2016 dell'ex Gruppo Bancario BPM, deliberando conseguentemente:

  • l'attuazione del Piano 2016 già approvato dall'Assemblea Ordinaria dei Soci della ex Banca Popolare di Milano S.c.a r.l. in data 30 aprile 2016, per un controvalore complessivo pari a 1,45 milioni (stima importo massimo erogabile) a fronte di un fabbisogno massimo approvato in sede assembleare di 1,6 milioni;
  • l'accesso alle quote differite di competenza di esercizi precedenti, attribuendo le quote azionarie differite relative ai Sistemi di Incentivazione 2014 (2a quota differita) e 2015 (1 a quota differita), definiti nell'ambito delle annuali politiche di remunerazione, approvate rispettivamente dalle Assemblee Ordinarie dei Soci dell'ex Banca Popolare di Milano S.c.a r.l. in data 12 aprile 2014 e 11 aprile 2015.

Al riguardo si segnala che non si sono invece verificate le condizioni per l'accesso al Sistema di Incentivazione 2016 dell'ex Gruppo Bancario Banco Popolare.

Per quanto riguarda il Sistema di Incentivazione 2015 dell'ex Gruppo Bancario Banco Popolare, l'Assemblea dei Soci svoltasi in data 19 marzo 2016 ha approvato il piano compensi e l'attuazione delle Politiche di Remunerazione 2015, in cui sono contenute le informazioni relative all'apertura dei cancelli, al pagamento dei premi per il PPR e all'assegnazione delle relative azioni.

Come previsto dal regolamento del Sistema di Incentivazione 2015, la quota azionaria di bonus a breve termine maturata dal personale più rilevante nel 2016, è soggetta ad un periodo di mantenimento (retention) pari a 2 anni.

In relazione alle quote azionarie, di competenza di esercizi precedenti, il numero di azioni ordinarie della ex Banca Popolare di Milano S.c.a r.l. riconosciute è stato convertito in azioni Banco BPM – in virtù dell'avvenuta fusione con l'ex Banco Popolare Soc. Coop. - sulla base del valore stabilito per il concambio pari a 1 azione Banco BPM ogni 6,386 azioni della ex Banca Popolare di Milano S.c.a r.l.; anche le azioni ordinarie dell'ex Banco Popolare Soc. Coop. riconosciute sono state convertite in azioni Banco BPM – in virtù dell'avvenuta fusione con Banca Popolare di Milano S.c.a r.l. - sulla base del valore stabilito per il concambio pari un'azione Banco BPM per ogni azione dell'ex Banco Popolare Soc. Coop.

Per un maggior dettaglio sulle modalità e termini di attribuzione delle azioni a valere sui Piani sopra descritti, si rinvia ai rispettivi documenti informativi predisposti ai sensi dell'art. 84-bis del Regolamento Emittenti, depositati presso la Sede sociale, Borsa Italiana S.p.A. e a disposizione del pubblico, tra l'altro, sul sito internet del Banco BPM S.p.A. all'indirizzo www.bancobpm.it (sezione Documentazione Storica – Assemblee dei Soci).

3. Compensi di fine rapporto

Per alcuni soggetti ricompresi tra il personale più rilevante, in determinati casi di risoluzione del rapporto di lavoro, è facoltà pattuire – secondo le modalità definite nella Policy - eventuali cosiddetti "golden parachute", nella misura massima di due annualità della retribuzione annua fissa lorda ed entro il limite massimo di 2,4 milioni (lordo dipendente).

Fatte salve le deroghe previste dalle Disposizioni di Vigilanza della Banca d'Italia, l'erogazione avviene nel rispetto dei seguenti criteri:

  • in una quota up-front, pari al 60%, e in tre quote annue di pari importo, complessivamente pari al 40%, per i soggetti per cui l'importo del golden parachute sia inferiore o pari a 600.000 euro;
  • in una quota up-front, pari al 40%, e in cinque quote annue di pari importo, complessivamente pari al 60%, per i soggetti per cui l'importo sia superiore a 600.000 euro;
  • per il 50% di ciascuna quota in contanti e per il 50% in azioni ordinarie Banco BPM.

Per le azioni attribuite è previsto un periodo di retention (vincolo alla vendita) di due anni per quelle up-front e di un anno per le differite; per queste ultime il periodo di retention decorre dal momento in cui la remunerazione differita è maturata.

Sia la quota up-front, sia le quote differite sono soggette a meccanismi di malus e di claw-back, così come declinati nelle vigenti politiche di remunerazione.

Informazioni di natura quantitativa

4. Variazioni annue

Per effetto della fusione si è proceduto all'annullamento di tutte le azioni in circolazione dell'ex Banca Popolare di Milano S.c.a r.l. e dell'ex Banco Popolare Soc. Coop.. I rispettivi cosiddetti "magazzini titoli", implementati - a seguito delle previste autorizzazioni ricevute dalla Banca Centrale Europea - anche per adempiere alle obbligazioni derivanti dalle politiche di remunerazione, sono stati azzerati.

L'Assemblea Ordinaria dei Soci di Banco BPM in data 8 aprile 2017 ha deliberato l'autorizzazione all'acquisto di azioni ordinarie della Banca per un ammontare massimo complessivo pari all'1% del capitale sociale, al fine, tra l'altro, di dare attuazione - anche mediante la costituzione di un c.d. "magazzino titoli", nel rispetto delle prassi di mercato ammesse ai sensi dell'articolo 180, comma 1, lett. c), del TUF (le "Prassi di Mercato") - alle politiche di remunerazione adottate dalla Banca (ivi comprese, ove occorresse, le politiche di remunerazione adottate nei precedenti esercizi da Banco Popolare Soc. Coop. e/o Banca Popolare di Milano S.c.a r.l.).

5. Altre informazioni

Relativamente al sistema di incentivazione del personale più rilevante dell'ex Gruppo Bancario BPM, il superamento dei "cancelli di accesso" relativi all'anno di performance 2016, ha comportato la maturazione dei seguenti importi riferiti, a livello consolidato, alla componente azionaria della remunerazione:

  • Sistema di Incentivazione 2016 quota up-front 602.171 euro (lordo dipendente);
  • Sistema di Incentivazione 2015 1° quota differita 159.579 euro (lordo dipendente); in relazione a tale quota (e alle successive residue) è stato applicato un malus a fronte di un soggetto cessato nel 2016 per un importo complessivo pari a 15.782 euro (lordo dipendente);
  • Sistema di Incentivazione 2014 2° quota differita 122.400 euro (lordo dipendente); in relazione a tale quota (e alla successiva residua) è stato applicato un malus a fronte di un soggetto cessato nel 2016 per un importo complessivo pari a 11.520 euro (lordo dipendente).

In relazione ad un Golden parachute riconosciuto nel 2015 ad un soggetto identificato tra personale più rilevante dell'ex Gruppo bancario BPM, si prevede l'attribuzione nel 2017 della 2a quota differita azionaria, pari a 33.000 euro (lordo dipendente).

Per quanto riguarda il Sistema di Incentivazione 2015 dell'ex Gruppo Bancario Banco Popolare, si segnala che nel 2017 non è giunta a maturazione alcuna quota azionaria.

Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda

Operazioni realizzate durante il periodo

Come illustrato nella sezione dedicata ai fatti di rilievo del periodo della presente relazione, in data 1° gennaio 2017 si è perfezionata la fusione propria tra il Banco Popolare Soc. Coop. e la Banca Popolare di Milano S.c.a r.l. (di seguito "BPM") che ha dato origine a una nuova società bancaria, avente forma di società per azioni, denominata Banco BPM S.p.A..

Le risultanze della contabilizzazione dell'aggregazione aziendale in esame, oggetto di illustrazione nel presente paragrafo, sono state approvate dal Consiglio di Amministrazione di Banco BPM S.p.A. in data 8 giugno 2017 e sono da considerarsi come definitive.

Illustrazione degli effetti derivanti dall'applicazione del principio IFRS 3

Sulla base di quanto indicato nelle Politiche contabili delle Note Illustrative al bilancio consolidato semestrale abbreviato, il principio contabile IFRS 3 richiede che qualsiasi operazione di aggregazione aziendale debba essere contabilizzata sulla base del metodo dell'acquisto, che prevede le seguenti fasi:

  • a) Identificazione dell'acquirente;
  • b) Determinazione della data dell'acquisizione;
  • c) Determinazione del costo dell'acquisizione;
  • d) Rilevazione e valutazione delle attività identificabili acquisite e delle passività assunte allocazione del prezzo di acquisto (PPA);
  • e) Rilevazione del goodwill o di un utile derivante da un acquisto a prezzi favorevoli ("bargain purchase").

Tale metodo si applica all'operazione di aggregazione tra Banco Popolare e BPM, anche se la stessa è stata perfezionata sotto la forma di un'operazione di fusione propria, che dà origine ad una nuova società alla quale partecipano gli azionisti delle società fuse.

(a) Identificazione dell'acquirente

Ai sensi del principio IFRS 3, l'acquirente è identificato nell'entità che ottiene il controllo, inteso come il potere di determinare le politiche finanziarie e gestionali dell'entità acquisita al fine di ottenere benefici dalle sue attività. Nel caso specifico della fusione, i principali indicatori di tale potere sono rappresentati (i) dal numero delle nuove azioni ordinarie con diritto di voto emesse rispetto al totale delle azioni ordinarie con diritto di voto che costituiranno il capitale della società acquirente dopo la fusione, (ii) dal fair value delle entità che partecipano alla fusione, (iii) dalla composizione dei nuovi organi societari della società acquirente, (iv) dall'entità che emette le nuove azioni.

Con riferimento all'operazione di aggregazione in esame, il soggetto acquirente da un punto di vista contabile è stato individuato nel Banco Popolare sulla base dei fattori quantitativi inerenti il numero delle nuove azioni emesse (54,626% in capo agli azionisti ex Banco Popolare e 45,374% in capo agli azionisti ex BPM) e gli aggregati patrimoniali dei due gruppi partecipanti alla fusione.

(b) Determinazione della data dell'acquisizione

La data della business combination è stata identificata nel 1° gennaio 2017, in quanto da tale data decorrono gli effetti giuridici, contabili e fiscali dell'operazione. Le azioni della nuova entità sono state, infatti, attribuite ai soci delle due banche fuse con effetto da tale data e sono negoziabili in Borsa a partire dal 2 gennaio 2017 (primo giorno lavorativo successivo). Non sono stati previsti accordi tali da garantire ad una categoria di soci il controllo prima di tale data.

(c) Determinazione del costo dell'acquisizione

L'IFRS 3 richiede che il costo di un'aggregazione aziendale sia determinato come somma del fair value, alla data dello scambio: (i) delle attività cedute, (ii) delle passività sostenute e (iii) degli strumenti di capitale emessi dall'acquirente in cambio del controllo dell'acquisito.

Nell'operazione in oggetto il corrispettivo trasferito è rappresentato dal fair value delle azioni emesse dalla nuova entità ed assegnate ai soci dell'ex Banca Popolare di Milano (soggetto acquisito). L'ammontare in questione è risultato pari a 1.548,2 milioni ed è pari al numero di nuove azioni di Banco BPM assegnate agli ex soci di Banca Popolare di Milano (n. 687.482.024 azioni) moltiplicato per il prezzo di apertura dell'azione Banco BPM registrato in data 2 gennaio 2017 (euro 2,252).

In ragione della natura specifica dell'operazione di fusione propria non sono previsti meccanismi di aggiustamento prezzo né corrispettivi potenziali.

In aggiunta, nel costo dell'aggregazione non si è tenuto conto dei costi correlati all'acquisizione, che sono stati contabilizzati dall'acquirente come spese d'esercizio nella misura in cui i costi sono stati sostenuti e/o i servizi sono stati ricevuti, come stabilito dal principio IFRS 3.

(d) Rilevazione e valutazione delle attività identificabili acquisite e delle passività assunte – allocazione del prezzo di acquisto (PPA)

Sulla base di quanto previsto dall'IFRS 3, il costo dell'aggregazione deve essere allocato alle attività identificabili acquisite, alle passività assunte, comprese quelle potenziali, che devono essere misurate sulla base dei rispettivi fair value alla data dell'aggregazione; deve essere altresì rilevato il valore delle interessenze di minoranza dell'entità acquisita.

Come richiesto dal citato principio contabile, il costo dell'aggregazione deve essere allocato alle attività identificabili acquisite, alle passività identificabili assunte, comprese quelle potenziali, che devono essere misurate sulla base del fair value alla data dell'aggregazione, e deve essere altresì rilevato il valore delle interessenze di minoranza dell'entità acquisita.

Nel dettaglio, la misurazione al fair value delle attività identificabili acquisite e delle passività assunte (incluse le passività potenziali identificate) relative al Gruppo BPM ha comportato l'identificazione di un patrimonio netto consolidato acquisito pari a 4.624,3 milioni e quindi superiore di 259,9 milioni, al netto dei correlati effetti fiscali, rispetto al patrimonio netto consolidato risultante dal bilancio consolidato del Gruppo BPM alla data del 31 dicembre 2016 (4.364,4 milioni), come riepilogato nel prospetto di seguito riportato:

PATRIMONIO NETTO CONTABILE GRUPPO BPM AL 31/12/2016 4.364.450
(in migliaia di euro)
INCREMENTO DI VALORE DELLE ATTIVITA'
Attività materiali (voce 120 A) 311.149
Attività immateriali (voce 130 A) 581.374
Derivati di copertura (voce 80 A) 817
DECREMENTO DI VALORE DELLE PASSIVITA'
Debiti verso clientela (voce 20 P) 34
Titoli in circolazione (voce 30 P) 32.559
Passività finanziarie di negoziazione (voce 40 P) 1.989
Derivati di copertura (voce 60 P) 95
Patrimonio di pertinenza di terzi (voce 210 P) 64
DECREMENTO DI VALORE DELLE ATTIVITA'
Attività finanziarie detenute per la negoziazione (voce 20 A) (2.385)
Attività finanziarie disponibili per la vendita (voce 40 A) (713)
Crediti verso banche (voce 60 A) 7.063
Crediti verso clientela (voce 70 A) (489.552)
Partecipazioni (voce 100 A) (31.763)
Altre attività (voce 160 A) (1.271)
INCREMENTO DI VALORE DELLE PASSIVITA'
Fondi per rischi ed oneri - altri fondi (voce 120 P) (4.000)
DIFFERENZA COMPLESSIVA FAIR VALUE (AL LORDO DELL'EFFETTO FISCALE) 405.460
EFFETTO FISCALE
Attività fiscali anticipate (voce 140 A) 285.896
Passività fiscali differite (voce 80 P) (431.459)
EFFETTO FISCALE NETTO (145.563)
DIFFERENZA COMPLESSIVA FAIR VALUE (AL NETTO DELL'EFFETTO FISCALE) 259.897
PATRIMONIO NETTO GRUPPO BPM AL 31.12.2016 ESPRESSO A FAIR VALUE 4.624.347

Legenda: A = Attivo di Stato Patrimoniale; P = Passivo di Stato Patrimoniale

Sulla base degli effetti relativi alla misurazione al fair value delle attività nette identificabili, comprese le passività potenziali, in precedenza indicati, si riporta di seguito la situazione patrimoniale dell'ex Gruppo BPM così come contabilizzata alla data di aggregazione aziendale da parte del Gruppo Banco BPM.

Nel dettaglio, la situazione patrimoniale fornisce evidenza dei seguenti dati:

Valori riportati nella colonna denominata "31/12/2016": trattasi dei dati patrimoniali del Gruppo BPM risultanti dal bilancio consolidato al 31 dicembre 2016, redatto in base ai principi contabili internazionali IAS/IFRS (International Accounting Standards/International Financial Reporting Standards) emanati dall'International Accounting Standards Board (IASB) e alle relative interpretazioni emanate dall'International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC) e dallo Standing Interpretations Committee (SIC), omologati dalla Commissione Europea come stabilito dal Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002. Detto bilancio è stato sottoposto a revisione contabile da parte della società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A. che ha emesso la propria relazione senza eccezioni in data 15 marzo 2017;

  • Valori riportati nella colonna denominata "PPA": trattasi dei maggiori o minori valori delle attività acquisite e delle passività assunte (ivi incluse le passività potenziali identificate) del Gruppo BPM rivenienti dalla loro valutazione al fair value alla data di efficacia dell'operazione di aggregazione;
  • Valori riportati nella colonna denominata "31/12/2016 Post PPA": trattasi dei valori determinati sommando per ciascuna voce della situazione patrimoniale i rispettivi importi indicati nelle due colonne in precedenza citate. Tali valori rappresentano le attività acquisite identificabili e le passività assunte espresse sulla base dei loro rispettivi fair value, determinati in applicazione di quanto previsto dal principio contabile IFRS 3.
VOCI DELL'ATTIVO
(in migliaia di euro)
31/12/2016 PPA 31/12/2016
10. Cassa e disponibilità liquide 249.449 Post PPA
249.449
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1.562.491 (2.385) 1.560.106
30. Attività finanziarie valutate al fair value 19.240 19.240
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 9.633.116 (713) 9.632.403
60. Crediti verso banche 2.185.297 7.063 2.192.360
70. Crediti verso clientela 34.771.008 (489.552) 34.281.456
80. Derivati di copertura 44.835 817 45.652
90. eguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-
)
10.514 10.514
100. Partecipazioni 231.677 (31.763) 199.914
120. Attività materiali 718.015 311.149 1.029.164
130. Attività immateriali 81.614 581.374 662.988
di cui:
avviamento
-
- -
140. Attività fiscali 1.064.350 285.896 1.350.246
a) correnti 135.558 135.558
b) anticipate 928.792 285.896 1.214.688
di cui alla L. 214/11 695.899 695.899
160. Altre attività 559.433 (1.271) 558.162
TOTALE DELL'ATTIVO 51.131.039 660.615 51.791.654
VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO
(in migliaia di euro)
31/12/2016 PPA 31/12/2016
Post PPA
10. Debiti verso banche 7.385.667 7.385.667
20. Debiti verso clientela 30.688.439 (34) 30.688.405
30. Titoli in circolazione 5.687.758 (32.559) 5.655.199
40. Passività finanziarie di negoziazione 1.215.764 (1.989) 1.213.775
50. Passività finanziarie valutate al fair value 94.899 94.899
60. Derivati di copertura 32.894 (95) 32.799
70. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica
(+/-)
19.941 19.941
80. Passività fiscali 68.114 431.459 499.573
a) correnti 141 141
b) differite 67.973 431.459 499.432
100. Altre passività 999.152 999.152
110. Trattamento di fine rapporto del personale 132.398 132.398
120. Fondi per rischi e oneri: 440.257 4.000 444.257
a) quiescenza e obblighi simili 86.555 86.555
b) altri fondi 353.702 4.000 357.702
140. Riserve da valutazione 20.809 20.809
170. Riserve 906.099 906.099
190. Capitale 3.365.439 3.365.439
200. Azioni proprie (-) (621) (621)
210. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 1.306 (64) 1.242
220. Utile (Perdita) del periodo (+/-) 72.724 72.724
EFFETTO COMPLESSIVO FAIR VALUE SUL PATRIMONIO NETTO 259.897 259.897
TOTALE DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO 51.131.039 660.615 51.791.654

Per le voci di bilancio maggiormente impattate si fornisce di seguito una breve illustrazione della metodologia valutativa e delle relative risultanze.

Crediti verso Clientela (voce 70 dell'attivo)

Il fair value del complesso dei crediti in esame risulta inferiore rispetto al relativo valore contabile per 489,6 milioni. Tale differenza complessiva è il risultato della composizione di due effetti di segno opposto:

  • la valutazione al fair value delle esposizioni performing è risultata complessivamente superiore di 356,0 milioni rispetto al loro valore contabile, che è pari a 31,1 miliardi;
  • la valutazione al fair value delle esposizioni non performing è risultata complessivamente inferiore di 845,6 milioni rispetto al loro valore contabile. Nel dettaglio, il fair value delle sofferenze risulta inferiore di 481,2 milioni rispetto al valore contabile (pari a 1,6 miliardi); quello delle inadempienze probabili è sempre inferiore di 364,4 milioni rispetto al valore contabile (pari a 2 miliardi).

Il fair value è stato determinato attualizzando i flussi di cassa lordi attesi, opportunamente corretti per tenere conto delle perdite attese e dei relativi costi operativi (costi di recupero per le posizioni a sofferenza), in base ad un tasso di attualizzazione determinato in base al modello "Weighted Average Cost of Capital (WACC)". Questo ultimo modello consente di determinare un tasso rappresentativo del costo medio ponderato del capitale, considerato espressivo della remunerazione richiesta dagli investitori per un'operazione di acquisto, a normali condizioni contrattuali e di mercato, di un portafoglio di crediti assimilabile rispetto a quello oggetto di valutazione.

Per i crediti deteriorati, l'attualizzazione ha tenuto altresì in considerazione dei tempi di recupero relativi ai flussi di cassa attesi.

Da ultimo si segnala che nella determinazione dei parametri sopramenzionati si è fatto massimo ricorso ai parametri osservati sul mercato.

Crediti verso banche (voce 60 dell'attivo)

Sulla base delle metodologia illustrata per la voce "crediti verso clientela", la misurazione al fair value dei crediti verso banche ha comportato un maggior valore pari a 7,1 milioni, riconducibile alle esposizioni performing.

Partecipazioni (voce 100 dell'attivo)

Gli investimenti partecipativi in società collegate detenute dal Gruppo BPM al 31 dicembre 2016 si riferiscono a: i) Selma Bipiemme Leasing S.p.A. ii) Factorit S.p.A. iii) Bipiemme Vita S.p.A. iv) Etica SGR S.p.A. e v) Calliope Finance S.r.l. in liquidazione.

Nella seguente tabella, per ogni investimento partecipativo detenuto in società collegate, viene fornita evidenza del valore di carico nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2016 di BPM, della corrispondente valutazione al fair value nonché delle metodologie di determinazione del fair value allineate alle più consolidate tecniche di valutazione utilizzate dalle aziende finanziarie:

(in milioni di euro) (A) (B) (A)-(B)
SOCIETA' % METODOLOGIA FAIR VALUE
(PRO-QUOTA)
VALORE BILANCIO
CONSOLIDATO
31/12/2016
DELTA FAIR
VALUE
SelmaBipiemme Leasing 40% Dividend Discount Model 72,1 91,8 -19,7
Factorit 30% Dividend Discount Model 56,0 68,8 -12,8
Bipiemme Vita 19% Appraisal Value 66,4 69 -2,6
Etica SGR 19,44% Transazioni sul capitale 5,4 1,9 3,5
Calliope Finance - in liquidazione 50% Stima recupero dalla liquidazione 0,0 0,2 -0,2
TOTALE -31,8

La misurazione al fair value degli investimenti partecipativi in società collegate risulta quindi complessivamente inferiore rispetto ai valori contabili iscritti nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2016 per 31,8 milioni.

Attività Materiali (voce 120 dell'attivo)

La valutazione al fair value ha riguardato esclusivamente gli immobili, il cui valore di bilancio al 31 dicembre 2016 ammonta a 608,0 milioni, ed è stata condotta con il supporto della società Nomisma.

La maggior parte degli immobili sono stati valutati con un sistema parametrico, basato su un metodo sinteticocomparativo, utilizzando la banca dati Nomisma ed i dati dell'OMI (Osservatorio sul Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate), ai fini di individuare prezzi comparabili oggetto di transazioni recenti. Per gli immobili di maggior valore è stata invece effettuata un'analisi dettagliata, basata su una valutazione di tipo "full". Queste ultime sono state effettuate attraverso un sopralluogo interno ed esterno dei beni da valutare per rilevarne il grado di funzionalità ed efficienza, nonché mediante un'approfondita analisi del programma economico locale. Per queste valutazioni è stata utilizzata la metodologia di volta in volta ritenuta più idonea, in funzione della tipologia dei beni da periziare. La metodologia che è stata utilizzata in prevalenza è quella basata sul metodo finanziario; tale metodo è basato sull'analisi dei flussi di cassa netti generabili da un immobile entro un determinato periodo di tempo in quanto ritenuto il più idoneo a rappresentare adeguatamente il valore reale dei cespiti in esame, suscettibili di essere acquisiti sia come beni immobili per utilizzo diretto (uso strumentale), sia ai fini d'investimento, poiché fonte di reddito perdurante da canoni di locazione.

In base a quanto illustrato, il fair value del patrimonio immobiliare iscritto nella voce "attività materiali" è stato stimato essere pari a 919,1 milioni. Tale valore risulta quindi superiore per 311,1 milioni rispetto al valore contabile.

Attività Immateriali (voce 130 dell'attivo)

Nell'ambito di business combination tra soggetti che svolgono attività bancaria assumono rilievo le seguenti attività immateriali identificabili:

  • attività legate al marketing, quali Brand di pertinenza del gruppo, marchi di prodotto, marchi di servizio, nomi di dominio internet;
  • attività legate al cliente (customer relationship related), quali relazioni con la clientela relative all'attività di Asset Management e all'attività di raccolta diretta o a vista (Core Deposit).

La valorizzazione degli intangibili relativi alle attività legate al marketing ed alla clientela relativi al Gruppo BPM ha comportato le rilevazione da parte del Gruppo Banco BPM di nuove attività per un importo complessivo pari a 581,4 milioni, come riepilogato nella tabella di seguito riportata.

(in migliaia di euro)
Marchi 282.073
Client Relationship 299.303
TOTALE 581.376

Per quanto riguarda i marchi (BPM, WeBank, Akros) il relativo fair value è stato determinato capitalizzando la stima del contributo economico ad essi attribuibile, al netto del relativo effetto fiscale, sulla base di un costo del capitale ed assumendo una durata utile indefinita. Il costo del capitale è stato determinato sulla base dell'approccio Capital Asset Pricing Model ("CAPM"), in base al quale il costo del capitale è pari alla somma tra un tasso di rendimento nominale delle attività prive di rischio ed un premio per il rischio specifico, in grado di riflettere la rischiosità del contesto del settore di riferimento e dei rischi specifici legati all'operatività dell'attività in oggetto.

Con riferimento alle "Client Relationship", la valorizzazione ha riguardato l'intangibile rappresentato dalla gestione dei rapporti di risparmio gestito e amministrato ed è stata condotta attualizzando i flussi economici netti futuri riferibili a tali rapporti, in base alla metodologia del CAPM in precedenza illustrata. In coerenza alle linee guida dettate dall'IFRS 3, la clientela presa a riferimento ha riguardato solo quei rapporti instaurati prima della data di acquisizione; non è stata in alcun modo valorizzata la capacità di generazione di nuovi rapporti.

Titoli in circolazione (voce 30 del passivo)

La stima del fair value delle passività finanziarie è stata effettuata sulla base della "fair value policy" del Gruppo, in linea con la gerarchia di fair value stabilita dal principio contabile IFRS 13. Sono stati quindi considerati prioritariamente i prezzi di mercato osservabili su mercati attivi e, in mancanza, si è fatto ricorso ad una tecnica di valutazione utilizzando come fattori di input i parametri osservabili sul mercato, in termini di tassi di interesse e dello spread ritenuto espressivo del merito creditizio dell'emittente.

Tale processo di stima ha condotto alla determinazione di un minor fair value di 32,6 milioni rispetto al relativo valore contabile delle passività in oggetto che al 31 dicembre 2016 ammonta a 5,7 miliardi.

Attività fiscali anticipate (voce 140 dell'attivo) Passività fiscali differite (voce 80 del passivo)

La valutazione al fair value di attività e passività ha comportato l'iscrizione di maggiori o minori valori che, in ragione della neutralità fiscale dell'operazione di fusione, non hanno comportato una corrispondente variazione del valore fiscalmente riconosciuto di dette attività e passività. Si è reso pertanto necessario iscrivere la fiscalità differita sulle differenze temporanee tra i nuovi valori contabili determinati e i valori fiscali. Tale fiscalità è stata determinata sulla base delle aliquote attualmente vigenti e tenendo conto del trattamento fiscale delle specifiche poste oggetto di rivalutazione/svalutazione.

In particolare:

  • a fronte delle riduzioni di valore delle attività e degli incrementi di valore delle passività conseguenti alla valutazione al fair value, si è reso necessario rilevare le corrispondenti imposte differite attive (attività per imposte anticipate), che ammontano a 285,9 milioni;
  • a fronte delle riduzioni di valore delle passività e degli incrementi di valore delle attività conseguenti alla valutazione al fair value, si è reso necessario rilevare le corrispondenti imposte differite passive (passività per imposte differite), che ammontano 431,5 milioni.
  • (e) Rilevazione del goodwill o di un utile derivante da un acquisto a prezzi favorevoli ("bargain purchase")

La differenza tra il costo dell'aggregazione e il valore, misurato al fair value, delle attività identificabili acquisite e delle passività assunte ivi comprese le passività potenziali deve essere rilevata:

  • come avviamento, se positiva (goodwill);
  • come provento di conto economico (cosiddetto "bargain purchase"), se negativa.

Con riferimento all'operazione di aggregazione in esame, come risulta in dettaglio dalla tabella di seguito esposta, la differenza tra il costo dell'aggregazione (1.548,2 milioni) ed il fair value delle attività acquisite e delle passività assunte (4.624,3 milioni), risulta negativa per 3.076,1 milioni. Tale differenza è stata accreditata nel conto economico del periodo come utile da "Bargain Purchase" (voce di conto economico "220. Altri oneri/proventi di gestione").

PATRIMONIO NETTO CONTABILE GRUPPO BPM AL 31/12/2016
(in migliaia di euro)
4.364.450 A
DIFFERENZA COMPLESSIVA FAIR VALUE (AL NETTO DELL'EFFETTO FISCALE) 259.897 B
FAIR VALUE DELLE ATTIVITA' E PASSIVISTA' OGGETTO DI ACQUISIZIONE 4.624.347 C=A+B
CORRISPETTIVO TRASFERITO 1.548.210 D
BARGAIN PURCHASE (BADWILL) 3.076.137 E=C-D

Si evidenza che l'operazione di aggregazione è stata realizzata attraverso una fusione propria che non ha comportato alcun trasferimento di cassa. Di conseguenza, da un punto di vista strettamente contabile, secondo quanto previsto dall'IFRS 3, il "Bargain Purchase" comporta una mera riclassifica fra riserve patrimoniali del Gruppo BPM e una posta di conto economico.

L'ammontare del Bargain Purchase emerso dipende in larga misura dalla valutazione delle banche italiane implicita nelle quotazioni di mercato; infatti le principali banche italiane hanno quotazioni di borsa ben al di sotto del loro tangible net equity, mentre i principali competitors a livello europeo quotano al di sopra dell'equity.

In particolare BPM e Banco Popolare presentavano al momento dell'operazione un rapporto prezzo/tangible book value pari a circa 33% (sostanzialmente allineato a quello delle principali banche quotate italiane). Questa circostanza è di fatto l'elemento determinante che ha portato all'emersione di un Bargain Purchase.

E' quindi ragionevole ritenere che l'applicazione di una metodologia analitica, basata sulle proiezioni economiche non avrebbe comportato l'emersione di alcun Bargain Purchase e avrebbe invece confermato il valore del patrimonio netto contabile.

Sintesi del processo valutativo condotto

L'applicazione del principio contabile IFRS 3 richiede di effettuare complesse e diffuse attività valutative.

In tale contesto, Banco BPM ha chiesto a KPMG Corporate Finance, divisione di KPMG Advisory S.p.A. ("KPMG"), di assisterla in alcune fasi del processo di PPA. In maggior dettaglio le attività svolte da KPMG sono state le seguenti:

  • Analisi della transazione e della coerenza dell'impostazione contabile adottata con il principio IFRS 3 (identificazione dell'acquirente, determinazione della data di acquisizione, quantificazione del corrispettivo trasferito, trattamento dei costi correlati, trattamento del bargain, ecc.);
  • Determinazione del differenziale tra costo della transazione e fair value delle attività nette acquisite e definizione del relativo trattamento contabile;
  • Identificazione del perimetro delle attività e delle passività del Gruppo BPM alla data di acquisizione, 1 gennaio 2017, ("Data di Acquisizione"), oggetto di valutazione a fair value;
  • Identificazione e valorizzazione di Intangibili specifici attraverso modelli di determinazione del fair value.
  • Determinazione del fair value dei crediti verso la clientela (portafoglio in bonis, Unlikely to Pay e Sofferenze);
  • Determinazione del fair value delle società sottoposte ad influenza notevole;
  • Analisi degli impatti derivanti dalle determinazioni di cui al punto precedente sul bilancio individuale di Banco BPM;
  • Determinazione del fair value delle società controllate da BPM alla Data di Acquisizione;
  • Analisi del trattamento fiscale dei differenziali tra valore di fair value e valore contabile delle attività e passività acquisite.

A completamento del proprio lavoro KPMG ha emesso in data 10 maggio 2017 la propria relazione riassuntiva delle attività svolte e delle conclusioni raggiunte.

L'incarico conferito a KPMG non ha previsto la stima del fair value degli immobili che è stata invece effettuata con il supporto della società Nomisma S.p.A. ("Nomisma"). Nomisma ha effettuato la valutazione del patrimonio immobiliare di proprietà dell'ex Gruppo BPM (BPM, BP Mantova e Akros), composto da 358 immobili, al fine di determinarne il valore di mercato o "fair value" alla data di riferimento.

L'esito complessivo del processo valutativo condotto con il supporto dei consulenti sopra indicati è stato sottoposto all'approvazione del Consiglio di Amministrazione del Banco BPM S.p.A. in data 11 maggio 2017. Tale processo valutativo ha condotto all'identificazione di una differenza negativa ("Bargain Purchase") tra il costo dell'aggregazione e il fair value delle attività nette identificabili acquisite.

I risultati di tale processo valutativo a tale data sono tuttavia stati approvati in via provvisoria prevedendo il principio contabile IFRS 3 un periodo massimo di dodici mesi dalla data di acquisizione per il completamento della rilevazione contabile dell'operazione di aggregazione.

Al riguardo si evidenzia che il paragrafo 36 dell'IFRS 3 prevede che l'acquirente, al fine di garantire che le valutazioni riflettano correttamente tutte le informazioni alla data di acquisizione, prima di rilevare a conto economico un "Bargain Purchase", debba effettuare un "reassessment" del processo valutativo già condotto volto ad accertare la completezza e la correttezza del processo di identificazione e valutazione di tutte le attività acquisite e delle passività assunte.

In tale ambito Banco BPM ha provveduto sia direttamente che con il supporto dei propri consulenti precedentemente indicati ad un riesame delle principali valutazioni affinando tra l'altro la base informativa ed i database a supporto delle valutazioni medesime. Ad esito di tali attività sia KPMG che Nomisma hanno provveduto ad aggiornare le proprie relazioni. Si è quindi rideterminata la differenza tra il costo dell'aggregazione e il fair value delle attività identificabili acquisite e delle passività assunte che è stata confermata essere negativa ancorché marginalmente diversa rispetto al risultato dell'allocazione provvisoria in precedenza citata. Nel dettaglio, rispetto ai risultati della PPA determinata in provvisoria, e presa come riferimento per la redazione della situazione patrimoniale ed economica al 31 marzo 2017, si rileva come il "bargain purchase" sia stato ridotto di 47,7 milioni, in seguito alla rideterminazione dei fair value degli attivi relativi ai crediti in bonis e degli immobili.

Quale ulteriore attività di verifica della correttezza e ragionevolezza delle conclusioni raggiunte e del "Bargain Purchase" emergente destinato ad essere accreditato al conto economico dell'esercizio 2017, la Banca ha richiesto ad un diverso esperto terzo indipendente identificato nella società Deloitte Financial Advisory S.r.l. (Deloitte) di svolgere un esame critico dei metodi di valutazione adottati, verificando in particolare la ragionevolezza e non arbitrarietà delle metodologie e dei parametri di valutazione adottati.

Ad esito del processo sopra menzionato, le risultanze della contabilizzazione dell'aggregazione aziendale in esame, oggetto di illustrazione nel precedente paragrafo, sono state approvate dal Consiglio di Amministrazione di Banco BPM S.p.A. in data 8 giugno 2017 e sono da considerarsi come definitive.

Da ultimo si segnala, per completezza di informativa, che il conto economico riclassificato al 31 marzo 2017, contenuto nella sezione dei "Risultati" del Bilancio consolidato semestrale abbreviato, è stato rideterminato rispetto a quanto approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'11 maggio 2017 e comunicato al mercato in pari data, al fine di riflettere retroattivamente gli effetti della "Purchase Price Allocation", così come approvati in via definitiva.

Operazioni realizzate dopo la chiusura del periodo

Non si sono realizzate operazioni di aggregazione aziendale esterne al Gruppo dopo la chiusura del semestre.

Operazioni con parti correlate

Banco BPM ha adottato una "Norma di processo per la gestione delle parti correlate IAS 24". Tale "Norma di processo", che è valida per lo stesso Banco BPM e per tutte le società del Gruppo, definisce i seguenti criteri operativi per l'identificazione delle parti correlate:

  • a) società soggette ad influenza notevole e a controllo congiunto: ossia le entità nelle quali la Capogruppo Banco BPM o le Entità controllate esercitano influenza notevole ai sensi del principio contabile IAS 28 o un controllo congiunto ai sensi del principio contabile IFRS 11. Trattasi in particolare delle "Imprese controllate in modo congiunto e sottoposte a influenza notevole" indicate nella sezione "Politiche contabili – Area e metodi di consolidamento";
  • b) dirigenti con responsabilità strategiche: sono qualificati come tali oltre ai componenti del Consiglio di Amministrazione, i componenti effettivi del Collegio Sindacale, il Direttore Generale e i Condirettori Generali della Capogruppo e delle società del Gruppo, i vertici operativi e direttivi di Banco BPM, individuati da apposita determinazione consiliare, il Dirigente preposto alla redazione dei documenti

contabili societari, il Responsabile della funzione di conformità, il Responsabile della funzione Internal Audit di Banco BPM, ulteriori responsabili di strutture individuati dal Consiglio di Amministrazione di Banco BPM ed eventuali liquidatori straordinari;

  • c) stretti familiari dei dirigenti con responsabilità strategiche: rilevano i soli familiari in grado di influenzare il (o di essere influenzati dal) soggetto interessato nel proprio rapporto con il Banco BPM o le società del Gruppo. Si presumono tali, salvo diversa dichiarazione scritta del dirigente, resa sotto propria responsabilità e recante adeguata ed analitica motivazione delle ragioni che escludono la possibilità di influenza: il coniuge, il convivente more uxorio (compresi conviventi di fatto il cui stato non si rilevi dal certificato di famiglia), i figli del soggetto, del coniuge o del convivente more uxorio, le persone a carico del soggetto, del coniuge o del convivente more uxorio. È inoltre parte correlata ogni altra persona che il soggetto ritiene lo possa influenzare (o essere da lui influenzata) nel proprio rapporto con il Banco BPM o con le altre società del Gruppo;
  • d) rapporti partecipativi riconducibili ai dirigenti con responsabilità strategiche e ai loro stretti familiari: sono considerate parti correlate le entità nelle quali i dirigenti con responsabilità strategiche o i loro stretti familiari detengono il controllo ex art. 2359, comma 1, Codice Civile, o il controllo congiungo o esercitano un'influenza notevole che si presume qualora detengono, direttamente o indirettamente, almeno il 20% dei diritti di voto esercitabili nell'assemblea ordinaria, o il 10% se la società ha azioni quotate in mercati regolamentati;
  • e) fondi pensionistici del Gruppo: i Fondi Pensione per il personale del Gruppo e di qualsiasi altra entità correlata;
  • f) titolari di una partecipazione rilevante: sono considerati parti correlate gli azionisti e i relativi gruppi societari (entità giuridiche controllanti, controllate o sottoposte a controllo congiunto) che controllano la Capogruppo, anche congiuntamente, o che esercitano un'influenza notevole su Banco BPM. Si presume sussistere, come minimo, una situazione di influenza notevole qualora l'azionista detenga un'interessenza con diritto di voto superiore al 10% del capitale sociale di Banco BPM. Sono inoltre considerati parti correlate i soggetti non appartenenti al Gruppo che detengono nelle altre società del Gruppo, una partecipazione superiore al 20% dei diritti di voto esercitabili nell'assemblea ordinaria, ovvero il 10% se la società ha azioni quotate in mercati regolamentati;
  • g) soggetti in grado, ex se, di nominare componenti del Consiglio di Amministrazione, in virtù di statuto o di accordi parasociali.

Rapporti finanziari e commerciali tra le società controllate e quelle sottoposte ad influenza notevole e a controllo congiunto.

I rapporti finanziari e commerciali intrattenuti con le parti correlate rientrano nell'ambito della normale gestione e sono stati conclusi a condizioni sostanzialmente allineate al mercato.

Nella tabelle che seguono vengono indicati i rapporti patrimoniali ed economici al 30 giugno 2017 con le società sottoposte a influenza notevole, le joint venture, il management con responsabilità strategiche (che include gli organi di controllo) e le altre parti correlate.

(migliaia di euro) Entità che
esercitano
un'influenza
notevole (1)
Società
collegate
Joint
venture
Dirigenti con
responsabilità
strategica
Altre parti
correlate
TOTALE % sul
consolidato
Attività finanziarie detenute per la
negoziazione
- 6.556 - - 1.332 7.888 0,13%
Crediti verso clientela - 2.197.476 - 9.629 108.959 2.316.064 2,12%
Altre voci dell'attivo - 5.748 - - - 5.748 0,04%
Debiti verso banche - - - - 316.398 316.398 1,20%
Debiti verso clientela - 335.538 - 27.583 437.696 800.817 0,92%
Titoli in circolazione - - - 2.417 151.388 153.805 0,86%
Passività finanziarie di negoziazione - 43 - - - 43 0,00%
Passività finanziarie valutate al fair value - - - 120 90.413 90.533 1,72%
Altre voci del passivo - 3.212 - 300 2 3.514 0,04%
Garanzie rilasciate e impegni - 154.951 - 7.588 95.559 258.098 1,51%

(1) Fondi o altri soggetti autorizzati che rivestono la qualità di Socio e che possiedono una quota di partecipazione superiore al 10% del capitale

(migliaia di euro) Entità che
esercitano
un'influenza
notevole (1)
Società
collegate
Joint
venture
Dirigenti con
responsabilità
strategica
Altre parti
correlate
TOTALE % sul
consolidato
Margine d'interesse - 10.269 122 (1.158) 9.233 0,94%
Commissioni nette - 88.132 - 54 227 88.413 8,11%
Spese amministrative/recuperi di spesa - 202 - (8.109) - (7.907) 0,50%
Altri costi/ricavi - (214) - (4) - (218) 0,01%

(1) Fondi o altri soggetti autorizzati che rivestono la qualità di Socio e che possiedono una quota di partecipazione superiore al 10% del capitale

Altre operazioni con altre parti correlate

Nella seguente tabella vengono evidenziate le altre operazioni - forniture di beni e servizi e operazioni su immobili poste in essere con le parti correlate esposte nella precedente tabella in corrispondenza dei "dirigenti con responsabilità strategica" ed "altre parti correlate".

Acquisti e
vendite di beni e
servizi
Locazioni
attive
Locazioni
passive
a) Amministratori - - -
b) Dirigenti con responsabilità strategiche - 10 -
c) Stretto familiare dei soggetti di cui alle lettere a) e b) - - -
d) Società controllata collegata o soggetta a influenza notevole dai soggetti di
cui alle lettere a) e b)
164 1.277 22

Altre informazioni

Con riferimento al comma 8 dell'art. 5 "Informazioni al pubblico sulle operazioni con parti correlate" del Regolamento Consob recante le disposizioni in materia di operazioni con parti correlate (adottato dalla Consob con delibera n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n. 17389 del 23 giugno 2010) nel seguito vengono riportate le operazioni di maggiore rilevanza concluse nel primo semestre 2017.

Emissione, da parte del Banco BPM S.p.A., di Prestiti obbligazionari sottoscritti da Banca Aletti

L'attività in oggetto concerne l'emissione di prestiti obbligazionari del Banco BPM sottoscritti da Banca Aletti con l'impiego della liquidità riveniente dall'attività di raccolta tramite l'emissione di Certificates.

Le obbligazioni del Banco BPM sono emesse al medesimo spread di funding dei Certificates emessi da Banca Aletti, i quali presentano condizioni economiche tempo per tempo in linea con quelle applicate sui prodotti retail per la raccolta cosiddetta "fresca".

Per il Gruppo Banco BPM, l'operatività descritta rientra nell'ambito delle strategie di diversificazione delle fonti di raccolta e di stabilizzazione del profilo di liquidità, che consente di soddisfare le esigenze della clientela attraverso l'ampliamento della gamma prodotti.

Alla data del 30 giugno 2017 sono stati emessi dal Banco BPM n. 6 prestiti obbligazionari per complessivi 91,9 milioni, a valere sul plafond di 1 miliardo definito dalla delibera quadro del 28 marzo 2017 e valido per il periodo aprile-dicembre 2017.

Programma di Emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite del Gruppo Banco BPM: cessione di un nuovo portafoglio di mutui residenziali a BPM Covered Bond 2 srl

L'operazione, deliberata dal Consiglio di Amministrazione del 20 aprile 2017, consiste nella cessione del quinto portafoglio di crediti derivanti da mutui residenziali erogati a privati da Banca Popolare di Milano S.p.A. ("BPM S.p.A.") alla società veicolo BPM Covered Bond 2 S.r.l. (il "Quinto Portafoglio"), nell'ambito del Programma di emissione di OBG realizzato nel 2015 dall'ex BPM ("BPM OBG2").

In tale contesto, il 22 aprile scorso BPM S.p.A. ha ceduto a BPM Covered Bond 2 S.r.l. (la "Società Veicolo") il Quinto Portafoglio per un ammontare pari a circa 558 milioni.

Il prezzo di cessione del Quinto Portafoglio è stato determinato in conformità con quanto disposto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d'Italia e il pagamento del relativo prezzo di acquisto è stato effettuato mediante l'erogazione di una linea di credito subordinata da parte di BPM S.p.A. a BPM Covered Bond 2 S.r.l.. La nuova cessione ha consentito BPM Covered Bond 2 S.r.l. di rimborsare parte dei prestiti subordinati di volta in volta ricevuti da BPM S.p.A. per l'acquisizione di precedenti portafogli con conseguente incremento della posizione di liquidità del Gruppo.

Attuazione del Piano Strategico 2016-2019

Nella seduta dell'11 maggio 2017, il Consiglio di Amministrazione della capogruppo Banco BPM ha approvato una pluralità di operazioni riconducibili all'attuazione del Piano Strategico 2016-2019.

In particolare, mediante approvazione dell'avvio di un'operazione di ristrutturazione societaria di Gruppo che prevede i) la scissione parziale di Banca Akros a favore di Banca Aletti del ramo d'azienda costituito dal complesso di beni e risorse organizzate per lo svolgimento dell'attività di private banking e parallelamente ii) la scissione parziale di Banca Aletti a favore di Banca Akros del ramo d'azienda costituito dal complesso di beni e risorse organizzate per lo svolgimento dell'attività di corporate ed investment banking, la capogruppo intende conseguire l'obiettivo strategico delineato nel proprio piano industriale di accentrare l'attività private banking in Banca Aletti e l'attività corporate ed investment banking in Banca Akros.

Le menzionate scissioni avranno presumibilmente efficacia giuridica la prima entro la fine del corrente esercizio e la seconda nel corso del primo trimestre 2018.

All'accentramento in Banca Aletti dell'attività private banking di Gruppo concorre altresì il trasferimento da Banco BPM a Banca Aletti del ramo d'azienda "accreditati private"; tale operazione sarà eseguita entro la fine del corrente esercizio mediante apporto in natura di ramo d'azienda incremento con conseguente aumento del patrimonio netto della beneficiaria.

BPM S.p.A. - revisione linee di credito

L'operazione, perfezionata nel mese di aprile 2017, riguarda la revisione e la rimodulazione delle linee di credito da parte del Banco BPM a favore di BPM Spa, che passano da 598,3 milioni a 3.955,2 milioni.

Alba Leasing S.p.A. - revisione linee di credito

L'operazione, perfezionata nel mese di marzo 2017, riguarda la revisione e la rimodulazione delle linee di credito da parte del Gruppo Banco BPM a favore di Alba Leasing Spa, che passano da 878,3 milioni a 976,3 milioni.

Fatti di rilievo successivi alla chiusura del semestre

Aggiornamento rating del Gruppo

In data 14 luglio 2017, DBRS ha introdotto dei cambiamenti nella propria "Global Banking Methodology", procedendo, tra l'altro, a un'armonizzazione della nomenclatura dei rating a breve e lungo termine assegnati alle banche dell'Europa e della zona Asia-Pacific.

Per quanto riguarda l'Europa, quest'armonizzazione ha comportato la separazione tra i "Senior Debt Rating" ed i "Deposit Rating", come di seguito specificato:

  • Long-Term Issuer Rating;
  • Long-Term Senior Debt Rating;
  • Long-Term Deposit Rating;
  • Short-Term Issuer Rating;
  • Short-Term Debt Rating;
  • Short-Term Deposit Rating.

Per quanto riguarda il Gruppo Banco BPM, tutti i rating a lungo e breve termine e i rispettivi trend sono stati confermati, e suddivisi nelle seguenti categorie di debito:

DBRS Lungo Temine Issuer Rating BBB low
(Trend Stabile)
Lungo Temine Senior Debt Rating BBB low
(Trend Stabile)
Lungo Temine Deposit Rating BBB low
(Trend Stabile)
Breve Termine Issuer Rating R-2 middle
(Trend Stabile)
Breve Termine Debt Rating R-2 middle
(Trend Stabile)
Breve Termine Deposit Rating R-2 middle
(Trend Stabile)

Attestazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato ai sensi dell'art. 81-ter del Regolamento Consob n. 11971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche e integrazioni

ATTESTAZIONE DEL BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO AI SENSI DELL'ART. 81-TER DEL REGOLAMENTO CONSOB N. 11971 DEL 14 MAGGIO 1999 E SUCCESSIVE MODIFICHE E INTEGRAZIONI

    1. I sottoscritti Giuseppe Castagna, in qualità di Amministratore Delegato di Banco BPM S.p.A., e Gianpietro Val, in qualità di Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Banco BPM S.p.A., attestano, tenuto anche conto di quanto previsto dall'art. 154-bis, commi 3 e 4, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58:
  • l'adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell'impresa e
  • l'effettiva applicazione

delle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato, nel corso del primo semestre 2017.

    1. La valutazione dell'adeguatezza e la verifica dell'effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2017 si è basata su un modello interno definito da Banco BPM S.p.A., sviluppato utilizzando quale riferimento l'"Internal Control – Integrated Framework (COSO)" e, per la componente IT, il "Control Objectives for IT and related Technology (COBIT)", che rappresentano gli standard per il sistema di controllo interno generalmente accettati a livello internazionale.
    1. Si attesta, inoltre, che:
  • 3.1 il bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2017:

a) è redatto in conformità ai principi contabili internazionali applicabili riconosciuti nella Comunità europea ai sensi del regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002;

b) corrisponde alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;

c) è idoneo a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell'emittente e dell'insieme delle imprese incluse nel consolidamento.

3.2 La relazione intermedia sulla gestione comprende un'analisi attendibile dei riferimenti agli eventi importanti che si sono verificati nei primi sei mesi dell'esercizio e alla loro incidenza sul bilancio consolidato semestrale abbreviato, unitamente a una descrizione dei principali rischi e incertezze per i sei mesi restanti dell'esercizio. La relazione intermedia sulla gestione comprende, altresì, un'analisi attendibile delle informazioni sulle operazioni rilevanti con parti correlate.

Verona, 4 agosto 2017

Giuseppe Castagna Gianpietro Val

Amministratore Delegato Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari

Raccordo tra le voci del conto economico consolidato e lo schema del conto economico consolidato riclassificato del primo semestre 2017

Voci del conto economico riclassificate
(migliaia di euro)
I Sem. 2017 Riclassifiche Schema
riclassificato
10 Interessi attivi e proventi assimilati 1.499.246 73.964 g)
20 Interessi passivi e oneri assimilati (513.221)
Margine di interesse 1.059.989
Utili (Perdite) delle partecipazioni 81.939 a)
Utili (Perdite) delle partecipazioni valutate al patrimonio netto 81.939
Margine finanziario 1.141.928
40 Commissioni attive 1.161.320
50 Commissioni passive (70.590)
Commissioni nette 1.090.730
220 Altri oneri / proventi di gestione 3.291.586 (170.787) b)
(3.076.137) d)
Altri proventi netti di gestione 44.662
70 Dividendi e proventi simili 44.625
80 Risultato netto dell'attività di negoziazione 24.584
90 Risultato netto dell'attività di copertura (1.125)
100 Utile (Perdita) da cessione o riacquisto (64.263) 95.243 c)
Rettifiche / Riprese di valore nette per deterioramento
110 Risultato netto delle attività e passività finanz. valutate al FV 2.476 -
Risultato netto finanziario 101.540
Altri proventi operativi 1.236.932
Proventi operativi 2.378.860
180 a) Spese per il personale (910.752) (6.745) f) (917.107)
390 b2)
180 b) Altre spese amministrative (659.242)
6.745 f) (498.731)
153.766 b1)
200 Rettifiche / Riprese di valore nette su attività materiali (55.769) (6.461) b3)
210 Rettifiche / Riprese di valore nette su attività immateriali (70.325) 23.092 b4)
Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (109.463)
Oneri operativi (1.525.301)
Risultato della gestione operativa 853.559
130 Rettifiche / Riprese di valore nette per deterioramento (556.990)
Utile (Perdita) da cessione o riacquisto (95.243) c)
Rettifiche nette su crediti verso clientela (73.964) g) (647.020)
Rettifiche nette su crediti verso banche e altre attività - (79.177)
190 Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (9.137) - (9.137)
240 Utili (Perdite) delle partecipazioni 93.617 (81.939) a)
270 Utili (Perdite) da cessione di investimenti 1.623 -
Utili (Perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti 13.301
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte - 131.526
290 Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (45.090) -
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (45.090)
310 Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle
imposte
402
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle
imposte
402
330 Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 7.394
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 7.394
Differenza di fusione (Badwill) 3.076.137 d)
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 3.170.369 - 3.170.369

Le lettere riportate in corrispondenza della colonna "Riclassifiche" sono poste con l'obiettivo di consentire una più immediata comprensione delle riclassifiche effettuate.

Con riferimento al prospetto di raccordo in precedenza riportato, si evidenzia che:

  • La voce "Margine di interesse" comprende oltre al saldo algebrico degli interessi attivi e proventi assimilati (voce 10) ed interessi passivi ed oneri assimilati (voce 20) anche l'impatto positivo del "reversal effect" a conto economico (74,0 milioni) (g) del minor valore riconosciuto in sede di PPA alle inadempienze probabili del gruppo BPM acquisite nell'ambito dell'operazione di aggregazione in virtù della riclassificazione dalla voce 130 Rettifiche / Riprese nette dei valore per deterioramento;
  • la voce "Utile (Perdite) delle partecipazioni valutate al patrimonio netto" evidenzia la quota di pertinenza dei risultati economici delle partecipate valutate al patrimonio netto (compresi nella voce 240), complessivamente positivi per 81,9 milioni (a) ed unitamente al margine di interesse, rappresenta l'aggregato definito "Margine finanziario";
  • la voce "Altri proventi netti di gestione" è rappresentata dalla voce di bilancio "220 Altri oneri/proventi di gestione" depurata (i) dai recuperi per imposte indirette, spese legali ed altre spese pari complessivamente a 153,8 milioni (b1), che ai fini riclassificati sono esposti nella voce "Altre spese amministrative", e (ii) dal recupero dei costi per la formazione pari a 0,4 milioni (b2) classificati nelle "Spese per il personale". L'aggregato degli "Altri proventi netti di gestione" non comprende, inoltre, le quote di ammortamento dei costi per migliorie su beni di terzi per 6,5 milioni (b3) (ricondotti nella voce riclassificata tra le "Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali") ed include le rettifiche di valore su attività intangibili a vita definita (client relationship) per 23,1 milioni (b4) (prelevati dalla voce 210 dello schema ufficiale). L'effetto delle citate riclassifiche è complessivamente negativo per 170,8 milioni (b). L'aggregato è stato inoltre depurato dell'importo rilevato a titolo di differenza di fusione (badwill a conto economico), pari a 3.076,1 milioni (d), esposto in una voce separata del conto economico riclassificato;
  • la voce "Spese per il personale" è rappresentata dalla voce di bilancio "180 a) Spese per il personale", da alcuni oneri funzionalmente connessi con il personale, pari a 6,7 (f) milioni, rilevati in bilancio nella voce "180 b) Altre spese amministrative" e dal recupero dei costi per la formazione pari a 0,4 milioni (b2) compresi nella voce "220 Altri oneri/proventi di gestione", come in precedenza descritto;
  • la voce del conto economico "Risultato netto finanziario" include i dividendi su azioni classificate tra le attività finanziarie disponibili per la vendita e le attività finanziarie detenute per la negoziazione (voce 70), il "Risultato netto dell'attività di negoziazione" (voce 80), il "Risultato netto dell'attività di copertura" (voce 90), il "Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value" (voce 110). Comprende inoltre gli "utili e le perdite da cessione o riacquisto" (voce 100), ad eccezione del risultato negativo di 95,2 milioni (c) riferito alla cessione di crediti non rappresentati da titoli di debito, ricondotto nell'aggregato gestionale delle "Rettifiche nette di valore su crediti verso clientela;
  • la voce "Altre spese amministrative" corrisponde alla voce di bilancio 180 b) al netto dei recuperi per imposte indirette, spese legali ed altre spese, pari a 153,8 milioni (b1), comprese nella voce "220 Altri oneri/proventi di gestione", come in precedenza descritto, e di alcuni oneri funzionalmente connessi al personale rilevati nella voce riclassificata "Spese per il personale" per 6,7 milioni (f);
  • la voce "Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali" corrisponde alle voci di bilancio 200 e 210, al lordo delle quota di ammortamento dei costi per migliorie su beni di terzi, per 6,5 milioni (b3), contabilizzati nella voce "220 Altri oneri/proventi di gestione" ed al netto delle rettifiche di intangibili a vita definita (client relationship), raccordati nell'aggregato riclassificato "Altri proventi netti di gestione", per 23,1 milioni (b4). L'effetto complessivo sull'aggregato delle citate rettifiche è positivo per 16,6 milioni;
  • il totale delle "Rettifiche nette su crediti verso clientela" e "Rettifiche nette su crediti verso banche ed altre attività" prende avvio dalla voce 130 del conto economico "Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento". In particolare, tra le "Rettifiche nette su crediti verso clientela" sono ricondotte le rettifiche di valore su esposizioni classificate nel portafoglio dei crediti verso la clientela, su garanzie, impegni e derivati creditizi (comprese nella citata voce 130), ed il risultato negativo delle cessioni di crediti, pari a 95,2 milioni (c) (compreso nella voce 100). E' escluso da tale voce l'impatto positivo del "reversal effect" a conto economico (74,0 milioni) (g) del minor valore riconosciuto in sede di PPA alle inadempienze probabili del gruppo BPM acquisite nell'ambito dell'operazione di aggregazione che nel conto economico riclassificato è stato rilevato nel margine di interesse;

L'aggregato delle "Rettifiche nette su crediti verso banche ed altre attività" comprende le rettifiche nette per deterioramento di esposizioni classificate nel portafoglio dei "crediti verso banche", "attività finanziarie disponibili per la vendita" e di altre operazioni (comprese nella voce 130);

  • gli "Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri" corrispondono alla voce 190 del conto economico ufficiale;
  • gli "Utili (perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti" corrispondono alla voce 270 del conto economico ufficiale e al risultato da cessione delle partecipazioni valutate al patrimonio netto (voce 240 del conto economico ufficiale) al netto della quota di pertinenza dei risultati economici delle partecipate valutate al patrimonio netto, complessivamente positivi per 81,9 milioni (a) raccordati nell'aggregato riclassificato "Utile (Perdite) delle partecipazioni valutate al patrimonio netto".

Raccordo tra le voci dello stato patrimoniale consolidato e lo schema dello stato patrimoniale consolidato riclassificato al 30 giugno 2017

Voci dell'attivo
(migliaia di euro) 30/06/2017
10. Cassa e disponibilità liquide 790.196
Cassa e disponibilità liquide 790.196
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 6.237.117
30. Attività finanziarie valutate al fair value 10.173
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 20.095.421
50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 11.482.696
80. Derivati di copertura 320.332
Attività finanziarie e derivati di copertura 38.145.739
60. Crediti verso banche 4.897.797
Crediti verso banche 4.897.797
70. Crediti verso clientela 109.440.543
Crediti verso clientela 109.440.543
100. Partecipazioni 1.344.125
Partecipazioni 1.344.125
120. Attività materiali 2.985.957
Attività materiali 2.985.957
130. Attività immateriali 2.394.868
Attività immateriali 2.394.868
150. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 6.722
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 6.722
90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica 58.535
140. Attività fiscali 4.848.869
160. Altre attività 2.806.982
Altre voci dell'attivo 7.714.386
Totale dell'attivo 167.720.333
Voci del passivo e del patrimonio netto 30/06/2017
(migliaia di euro)
10. Debiti verso banche 26.286.161
Debiti verso banche 26.286.161
20. Debiti verso clientela 87.079.372
30. Titoli in circolazione 17.906.574
50. Passività finanziarie valutate al fair value 5.254.433
Debiti verso clientela, titoli in circolazione
e passività finanziarie valutate al fair value 110.240.379
40. Passività finanziarie di negoziazione 8.735.438
60. Derivati di copertura 1.273.243
Passività finanziarie e derivati di copertura 10.008.681
110. Trattamento di fine rapporto del personale 451.024
120. Fondi per rischi e oneri 1.150.234
Fondi del passivo 1.601.258
90. Passività associate ad attività in via di dismissione 101
Passività associate ad attività in via di dismissione 101
70. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica 11.453
80. Passività fiscali 760.630
100. Altre passività 6.368.318
Altre voci del passivo 7.140.401
210. Patrimonio di pertinenza di terzi 53.120
Patrimonio di pertinenza di terzi 53.120
Patrimonio netto
140. Riserve da valutazione 175.975
170. Riserve 1.943.888
190. Capitale 7.100.000
200. Azioni proprie (-) -
Capitale e riserve 9.219.863
220. Utile (Perdita) del periodo 3.170.369
Utile (Perdita) del periodo 3.170.369
Totale del passivo e del patrimonio netto 167.720.333

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