AI Terminal

MODULE: AI_ANALYST
Interactive Q&A, Risk Assessment, Summarization
MODULE: DATA_EXTRACT
Excel Export, XBRL Parsing, Table Digitization
MODULE: PEER_COMP
Sector Benchmarking, Sentiment Analysis
SYSTEM ACCESS LOCKED
Authenticate / Register Log In

Banco BPM SpA

Quarterly Report Aug 10, 2018

4282_ir_2018-08-10_bbf3d282-6792-4383-ad73-4e3d0d4e70f9.pdf

Quarterly Report

Open in Viewer

Opens in native device viewer

Relazione finanziaria semestrale consolidata

30 giugno 2018

Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2018

Banco BPM S.p.A.

Sede Legale: Piazza F. Meda, 4 - 20121 Milano Sede Amministrativa: Piazza Nogara, 2 - 37121 Verona Capitale sociale al 30 giugno 2018: euro 7.100.000.00,00 i.v. Codice fiscale, P.IVA e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano: 09722490969 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ed al Fondo Nazionale di Garanzia Capogruppo del Gruppo Bancario Banco BPM Iscritto all'Albo delle Banche della Banca d'Italia e all'Albo dei Gruppi Bancari

CARICHE SOCIALI E SOCIETÀ DI REVISIONE AL 30 GIUGNO 2018

Vice Presidente Vicario Mauro Paoloni (*) Vice Presidente Guido Castellotti (*) Vice Presidente Maurizio Comoli (*) Amministratore Delegato Giuseppe Castagna (*) Consiglieri Mario Anolli

(*) componenti del Comitato Esecutivo

Presidente Marcello Priori

Direttore Generale Maurizio Faroni Condirettore Generale Domenico De Angelis Condirettore Generale Salvatore Poloni

Consiglio di Amministrazione

Presidente Carlo Fratta Pasini Michele Cerqua Rita Laura D'Ecclesia Carlo Frascarolo Paola Elisabetta Maria Galbiati Cristina Galeotti Marisa Golo Piero Sergio Lonardi (*) Giulio Pedrollo Fabio Ravanelli Pier Francesco Saviotti (*) Manuela Soffientini Costanza Torricelli Cristina Zucchetti

Collegio Sindacale

Sindaci Effettivi Maria Luisa Mosconi Gabriele Camillo Erba Claudia Rossi Alfonso Sonato Sindaci Supplenti Chiara Benciolini Marco Bronzato Paola Simonelli

Direzione Generale

Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari Gianpietro Val

Società di Revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A.

INDICE

Struttura del Gruppo 6
Distribuzione territoriale delle filiali 8
Dati di sintesi e indici economico-finanziari del Gruppo 10
Relazione intermedia sulla gestione 13
Il contesto economico 15
Fatti di rilievo del periodo 20
Fatti di rilievo successivi alla chiusura del semestre 24
Risultati 25
Dati economici consolidati 28
Dati patrimoniali consolidati 33
Dati delle principali società del Gruppo 40
Evoluzione prevedibile della gestione 41
Bilancio consolidato semestrale abbreviato 43
Informativa sulla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 Strumenti finanziari
e IFRS 15 Ricavi provenienti da contratti con i clienti 45
Informativa sulla prima applicazione del Principio contabile IFRS 9 - Strumenti finanziari 48
Informativa sulla prima applicazione del Principio contabile IFRS 15 - Ricavi provenienti
da contratti con i clienti 79
Prospetti contabili 80
Note illustrative 88
Parte A - Politiche contabili 88
A.1 Parte generale 88
A.2 Parte relativa alle principali voci di bilancio 104
A.3 Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie 135
A.4 Informativa sul fair value 135
Informativa sui prodotti strutturati di credito 147
Parte B – Informazioni sullo Stato Patrimoniale consolidato 148
Parte C – Informazioni sul Conto Economico consolidato 169
Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 177
Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato 189
Parte G – Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o ramo d'azienda 193
Parte H – Operazioni con parti correlate 194
Parte I – Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 201
Parte L – Informativa di settore 205
Attestazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato ai sensi
dell'art. 81-ter del Regolamento Consob n. 11971 del 14 maggio 1999 e
successive modifiche e integrazioni 211
Relazione della Società di Revisione 215
Allegati 219

STRUTTURA DEL GRUPPO: PRINCIPALI SOCIETà

Altre società partecipate

  • Anima Holding

STRUTTURA DEL GRUPPO: business line

  • BP Property Management

  • Società Gestioni Servizi

  • Bipielle Real Estate

ProFamily

Banche Estere

Società di servizio e immobiliari

  • Tecmarket Servizi

Società collegate

  • Etica SGR

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DELLE FILIALI

Filiali italiane del Gruppo Banco BPM Numero
Banco BPM 1.661
Banca Popolare di Milano 604
Banca Aletti 51
Banca Akros 3
Totale (
*)
2.319

___________________________________________________________________________________________________________________________________________ 9

(*) Nell'ambito del processo di razionalizzazione della rete commerciale, con efficacia 1 luglio 2018, il Gruppo ha proceduto alla chiusura di n. 310 sportelli, individuati fra le filiali meno performanti e/o per sovrapposizione territoriale.

Presenza all'estero

Il Gruppo è presente all'estero con la società controllata Banca Aletti Suisse e tramite Uffici di Rappresentanza in Cina (Hong Kong e Shanghai) e India (Mumbai).

Dati di sintesi e indici economico-finanziari del Gruppo

Dati di sintesi

Di seguito vengono riportati i dati di sintesi e i principali indici del Gruppo, calcolati sulla base dei prospetti contabili riclassificati, le cui modalità di costruzione sono illustrate nella sezione "Risultati" della presente Relazione.

(milioni di euro) I Sem. 2018
IFRS 9
I Sem. 2017
IAS 39 (*)
Variaz.
Dati economici
Margine finanziario 1.256,1 1.141,7 10,0%
Commissioni nette 927,5 1.019,4 (9,0%)
Proventi operativi 2.447,3 2.305,9 6,1%
Oneri operativi (1.390,7) (1.454,1) (4,4%)
Risultato della gestione operativa 1.056,6 851,9 24,0%
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 503,7 129,8 287,9%
Risultato del periodo senza Badwill 352,6 94,2 274,2%
Risultato del periodo di pertinenza della Capogruppo 352,6 3.170,4 (88,9%)

(*) I dati del periodo precedente, originariamente calcolati in conformità al principio contabile IAS 39, sono stati riesposti per omogeneità di confronto. Negli allegati è riportato un prospetto di riconciliazione tra lo schema di conto economico riclassificato pubblicato nella Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2017 e quello riesposto nel presente schema.

(milioni di euro) 30/06/2018
IFRS 9
01/01/2018
IFRS 9
31/12/2017
IAS 39
Variaz. su
31/12/2017
Dati patrimoniali
Totale dell'attivo 167.029,1 160.206,1 161.206,8 3,6%
Finanziamenti verso clientela (lordi) 117.073,5 120.000,7 120.453,0 (2,8%)
Attività finanziarie e derivati di copertura 41.048,6 34.884,8 34.533,2 18,9%
Patrimonio netto 10.834,0 10.834,6 11.900,2 (9,0%)
Attività finanziarie della clientela
Raccolta diretta 105.505,6 107.525,1 107.509,8 (1,9%)
Raccolta indiretta 93.597,5 101.328,5 101.328,5 (7,6%)
- Risparmio gestito 59.168,6 60.545,2 60.545,2 (2,3%)
- Fondi comuni e Sicav 38.324,3 37.605,3 37.605,3 1,9%
- Gestioni patrimoniali mobiliari e in fondi 5.739,2 6.941,1 6.941,1 (17,3%)
- Polizze assicurative 15.105,1 15.998,8 15.998,8 (5,6%)
- Risparmio amministrato 34.428,9 40.783,3 40.783,3 (15,6%)
Dati della struttura
Numero medio dei dipendenti e altro personale (*) 22.116 23.227 23.227
Numero degli sportelli bancari 2.319 2.320 2.320

(*) Media ponderata del personale calcolata su base mensile in termini di risorse full time equivalent. Non comprende gli Amministratori e Sindaci delle Società del Gruppo.

Indici economici, finanziari e altri dati del Gruppo

30/06/2018
IFRS 9
31/12/2017
IAS 39 (*)
Indicatori alternativi di performance
Indici di redditività (%)
ROE annualizzato (**) 6,73% 4,92%
Return on asset (ROA) annualizzato (**) 0,42% 0,35%
Margine finanziario / Proventi operativi 51,33% 50,84%
Commissioni nette / Proventi operativi 37,90% 43,50%
Oneri operativi / Proventi operativi 56,83% 65,22%
Dati sulla produttività operativa (€/1000)
Crediti a clientela (lordi) per dipendente (**) 5.293,6 5.185,9
Proventi operativi per dipendente annualizzati (***) 221,3 193,0
Oneri operativi per dipendente annualizzati (***) 125,8 125,9
Indici di rischiosità del credito (%)
Sofferenze nette / Crediti verso clientela (netti) 3,39% 6,02%
Inadempienze probabili / Crediti verso clientela (netti) 5,44% 5,99%
Sofferenze nette / Patrimonio netto 33,35% 54,52%
Altri indici
Attività finanziarie e derivati di copertura / Totale attivo 24,58% 21,42%
Derivati attivi / Totale attivo 1,34% 1,33%
- derivati di negoziazione attivi / totale attivo 1,24% 1,18%
- derivati di copertura attivi / totale attivo 0,11% 0,15%
Derivati di negoziazione netti (****) / Totale attivo 0,72% 0,78%
Impieghi lordi / Raccolta diretta 110,96% 112,04%
Indici regolamentari di patrimonializzazione e di liquidità
Common equity tier 1 ratio (CET1 capital ratio) 12,93% 12,36%
Tier 1 capital ratio 13,13% 12,66%
Total capital ratio 15,77% 15,21%
Tier 1 Capital / Attivo tangibile 5,33% 6,01%
Liquidity Coverage Ratio (LCR) 137,93% 125,61%
Indice di leva finanziaria 4,95% 5,59%
Titolo azionario Banco BPM
Numero di azioni in essere 1.515.182.126 1.515.182.126
Prezzi di chiusura ufficiali dell'azione
- Finale 2,512 2,620
- Massimo 3,146 3,508
- Minimo 2,100 2,162
- Media 2,834 2,863
EPS base annualizzato (**) 0,467 0,368
EPS diluito annualizzato (**) 0,467 0,368

(*) Gli indici sono determinati escludendo la differenza di fusione (badwill a conto economico) e con riferimento ai dati calcolati in conformità al principio contabile IAS 39.

(**) Il risultato annualizzato non rappresenta la previsione della redditività riferita all'intero esercizio.

(***) Media aritmetica calcolata su base mensile in termini di risorse full time equivalent, il cui valore è esposto nella precedente tabella. Non comprende gli Amministratori e Sindaci delle Società del Gruppo.

(****) L'aggregato dei derivati di negoziazione netti corrisponde allo sbilancio, in valore assoluto, tra i derivati compresi nella voce di bilancio 20 a) dell'attivo "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico - detenute per la negoziazione" e 20 del passivo "Passività finanziarie di negoziazione".

Gli indicatori alternativi di performance (IAP) esposti nella precedente tabella sono stati individuati dagli amministratori per facilitare la comprensione dell'andamento economico e finanziario della gestione del Gruppo Banco BPM. Gli IAP non sono previsti dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e, pur essendo calcolati su dati di bilancio, non sono soggetti a revisione contabile completa o limitata.

I suddetti indicatori si basano sulle linee guida dell'European Securities and Markets Authority (ESMA) del 5 ottobre 2015 (ESMA/2015/1415), applicabili dal 3 luglio 2016, ed incorporate nella Comunicazione Consob n. 0092543 del 3 dicembre 2015.

Al riguardo si deve precisare che per ciascun IAP è fornita evidenza della formula di calcolo e le grandezze ivi utilizzate sono tracciabili attraverso le informazioni contenute nella precedente tabella o negli schemi di bilancio riclassificati contenuti nella sezione "Risultati" della presente relazione.

Relazione intermedia sulla gestione

IL CONTESTO ECONOMICO

L'economia internazionale

Nel primo semestre del 2018 l'economia globale, sostenuta da politiche monetarie generalmente ancora accomodanti, ha proseguito lungo il robusto sentiero di crescita dell'anno precedente: l'Ocse, in maggio, ha stimato la crescita del PIL mondiale 2018 al +3,8% (+3,7% nel 2017). Rispetto alle previsioni di inizio anno, la velocità di espansione si è però ridotta nei mesi più recenti, seppur in misura contenuta, in diverse aree. Vari fattori stanno contribuendo a questa minor vivacità. Si osserva, in primis, un modesto rallentamento del commercio internazionale, principale motore dell'espansione globale nel 2017: la Banca Mondiale stima un aumento del +4,3% nell'intero 2018 contro il 4,8% del 2017, massimo tasso di espansione degli ultimi sei anni. L'introduzione da parte dell'Amministrazione Trump di misure protezionistiche in ambito commerciale a partire dal secondo trimestre, ha inciso, per ora, in misura ancora contenuta, sui flussi di commercio internazionale dei Paesi coinvolti, ma sta condizionando le aspettative delle imprese a livello globale, inducendole verosimilmente ad una maggiore prudenza nei piani di investimento. Le prospettive da questo punto di vista, inoltre, non sono benevole: la disputa è stata infatti resa più aspra dall'escalation di ritorsioni attuate dai Paesi, in primis la Cina, colpiti dai provvedimenti restrittivi. In Europa, inoltre, si sono materializzati alcuni fattori di natura idiosincratica, tra cui i rischi crescenti di una Brexit disordinata, condizioni climatiche avverse in Germania, picchi di conflittualità del lavoro e scioperi in Francia. L'aumento dei tassi d'interesse negli USA e il collegato apprezzamento del dollaro verso molte valute, poi, hanno provocato nel periodo in parola un inasprimento delle condizioni finanziarie per le economie emergenti che ha contribuito a rendere meno sincronizzato l'andamento della loro ripresa economica con quella dei Paesi industrializzati. Il rialzo apprezzabile dei corsi petroliferi ha impattato inoltre su diverse importanti economie avanzate, ormai prossime ai livelli di massima crescita potenziale, frenandone la dinamica per i maggiori costi di produzione.

Nello specifico, per il primo trimestre la crescita del PIL negli Stati Uniti è risultata più contenuta rispetto al periodo precedente: +2,0% annualizzato rispetto al +2,9% registrato nel quarto trimestre 2017. Ha pesato, in particolare, il rallentamento della spesa in consumi (+0,9% contro il +4,0% precedente) anche a causa dei ritardi registrati nei rimborsi fiscali e all'effetto statistico di stagionalità, già più volte rilevato negli ultimi anni, nelle stime del primo trimestre. Gli investimenti fissi lordi hanno avuto un andamento brillante (+7,5%), accompagnati da una spesa pubblica cresciuta del +1,3% e da esportazioni cresciute del +3,6%, parzialmente compensate da un aumento dell'import, del + 3,2%. Per il secondo trimestre le ultime stime disponibili indicano una crescita del +4,1% annualizzato, grazie principalmente al sostegno di consumi ed investimenti non residenziali, a conferma del ritmo di crescita ancora vivace dell'economia statunitense, che dovrebbe raggiungere un tasso di espansione del 2,9% per l'intero 2018. Sul fronte dei prezzi al consumo, a maggio l'aumento si è fermato al 2,8% rispetto a dodici mesi prima, proseguendo la tendenza al rialzo intrapresa dal principio dell'anno. A giugno la disoccupazione è risalita al 4,0%, dal 3,8% di maggio, nonostante 213 mila nuovi occupati nei settori non agricoli: un incremento da interpretarsi in senso positivo, poiché riflette un aumento delle persone in cerca di occupazione, precedentemente sfiduciate, stante il contesto più vivace e favorevole.

L'economia cinese è invece cresciuta a ritmi ancora sostenuti, specie nel primo trimestre con il PIL (+6,8% nell'arco di dodici mesi), sospinta da consumi vigorosi e sostenuta dalle misure di spesa pubblica e dal buon andamento delle esportazioni, compensando un tono dell'attività immobiliare più fiacco, sulla scorta dei maggiori vincoli al credito non bancario e di condizioni finanziarie più tese. Quanto accaduto pare in linea con le stime di una crescita annua al 6,5% per il PIL ed un tasso di inflazione al 2,5% (dal 2,9% del 2017).

Di contro, la crescita giapponese ha segnato una flessione. Il PIL è calato nel primo trimestre rispetto al precedente (-0,6% trimestrale annualizzato) per la prima volta in due anni, risentendo di un rallentamento dei consumi (-0,4%) e della spesa in costruzioni residenziali (-7,2%), smorzata probabilmente anche dalle avverse condizioni atmosferiche del periodo. Le prime informazioni indicano una contenuta ripresa nel secondo trimestre, favorita dal tono accomodante della politica monetaria. A maggio, il tasso di inflazione, sospinto anche dall'aumento improvviso dei salari nel mese (+2,1% tendenziale), ha raggiunto il +0,7% annuo, un livello talmente distante da quello obiettivo, da indurre la Bank of Japan ad abbandonare la definizione dell'orizzonte entro il quale raggiungerlo.

I Paesi esportatori di materie prime hanno infine vissuto un rafforzamento dell'attività economica. La Russia ha beneficiato del trend positivo dei prezzi delle materie prime energetiche, in particolare del petrolio. Il Brasile, grazie anche al perdurante sostegno della politica monetaria, nonostante l'incertezza politica e l'inversione delle pregresse condizioni finanziarie esterne favorevoli, ha visto migliorare le condizioni sul mercato del lavoro ed i consumi delle famiglie senza che si siano manifestate spinte inflattive significative.

Nonostante il rialzo dei corsi per i beni energetici e grazie alle pressioni salariali relativamente contenute nelle economie avanzate, l'inflazione al consumo su scala globale ha confermato una sostanziale stabilità: nei Paesi dell'OCSE è salita al 2,3% nel mese di aprile ed, al netto delle voci relative ad energia ed alimentari, è addirittura rallentata marginalmente, portandosi all'1,9%.

L'economia europea ed italiana

In Eurozona la crescita economica, pur rimanendo su livelli relativamente elevati, ha segnato un rallentamento: nel primo trimestre il PIL è cresciuto dello 0,4% congiunturale e +2,5% tendenziale (+0,7% congiunturale e +2,8% tendenziale nel quarto trimestre 2017). La frenata, a riflesso anche delle difficoltà attraversate da diverse importanti economie emergenti, è imputabile in primis alla domanda estera, -0,4% congiunturale l'export, con contributo negativo alla variazione del PIL (-0,2% contro il precedente +1,0%), e dall'infiacchimento degli investimenti (+0,5% congiunturale, contro il precedente +1,3%, e +0,1% di contributo alla crescita del PIL), specie nella componente dei beni strumentali ed impiantistica: due componenti, esportazioni ed investimenti, che avevano peraltro costituito la spina dorsale della crescita accelerata nel 2017. L'espansione dell'economia è comunque rimasta vivace ma a carico prevalentemente dei consumi delle famiglie, rafforzatisi (+0,5% congiunturale, +1,5% tendenziale e +0,3% il contributo alla crescita), e delle scorte, accumulatesi nel periodo (il contributo all'aumento del PIL passato dal -0,1% del 4° trimestre 2017 al +0,2% del primo trimestre 2018). Nel secondo trimestre l'evoluzione congiunturale si è stabilizzata, la produzione nel settore delle costruzioni è aumentata dell'1,8% ad aprile rispetto a marzo, mentre la produzione industriale a maggio ha segnato un balzo dell'1,3% rispetto ad aprile, grazie ai beni durevoli e non durevoli (+2,1% entrambe le componenti, contro il +1,6% dei beni intermedi e +0,7% dei beni strumentali e d'investimento). La stima preliminare di Eurostat attesta, per il periodo, una crescita del PIL +0,3% congiunturale (+2,1% tendenziale), che risente del propagarsi degli effetti di una minore vivacità delle esportazioni lungo le filiere e delle tensioni collegate alle misure restrittive in ambito di commercio internazionale rese operative dall'amministrazione Trump a partire da marzo. Le attese di una ripresa della dinamica positiva del PIL per la seconda metà dell'anno, specie nella componente degli investimenti, dovrebbero consentire di consolidare una crescita del PIL per l'intero 2018 stimata al +2,1%.

Nonostante la minor vivacità congiunturale, la dinamica dei prezzi al consumo si è rinforzata: l'inflazione a giugno ha toccato il 2,0%, nelle stime disponibili, contro l'1,3% di inizio anno e del giugno 2017, riverberando anche una dinamica del costo del lavoro più robusta (+2,0% nel 1° trimestre 2018 contro il +1,4% del quarto trimestre 2017). L'occupazione è anch'essa cresciuta: +0,4% congiunturale nel 1° trimestre (+1,4% tendenziale) a riflesso della persistente buona intonazione dell'attività produttiva.

In Italia, dopo il sostenuto andamento degli acquisti di attrezzature industriali nel corso del 2017, ci si attendeva il consolidamento del tono positivo mostrato dal ciclo degli investimenti con la propagazione dell'onda espansiva agli altri settori produttori, di beni strumentali in particolare, ed a tutto il comparto meccanico nel suo complesso. La fiacca dinamica degli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto nel primo trimestre (-2,9% congiunturale, ma ancora +11,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), invece, ha frenato l'andamento degli investimenti fissi lordi (-1,4% congiunturale e +4,5% tendenziale), nonostante il continuo exploit dei mezzi di trasporto. Questa battuta d'arresto ha però solo parzialmente smorzato lo slancio della domanda interna, alimentato nel periodo ancora dai consumi delle famiglie (+0,4% congiunturale e +0,8% tendenziale), sostenuti anche dal tono moderatamente espansivo della politica fiscale oltre che dal buon andamento del mercato del lavoro. Le esportazioni hanno inoltre rallentato (-2,1% rispetto al trimestre precedente) più di quanto sia accaduto in Eurozona, a causa prevalentemente del calo della domanda extra-UE. Il PIL è quindi cresciuto del +0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,4% tendenziale, deludendo le aspettative di un accelerazione rispetto al 4° trimestre 2017 (+0,3% congiunturale e +1,6% tendenziale nel trimestre in parola).

Anche a livello nazionale l'inflazione ha accelerato il passo, toccando l'1,3% annuo in giugno (+0,8% l'inflazione di fondo contro lo 0,6% di inizio anno) dal +0,6% di inizio anno (gennaio) e +0,8% a marzo. Continua, inoltre la crescita dell'occupazione, a maggio aumentata di 315 mila unità da inizio anno (+1,4%) e del 2,0% su base tendenziale, mentre il tasso di disoccupazione si è attestato al 10,7% (10,8% a dicembre 2017).

Nel secondo trimestre gli indicatori congiunturali del settore manifatturiero alternano segnali di rallentamento a indicazioni di maggiore vivacità. A maggio il fatturato dell'industria, secondo le stime ISTAT, è cresciuto dell'1,7% congiunturale, aumentando per il terzo mese consecutivo, mentre la produzione industriale ha segnato un progresso dello 0,7%, a valle di un calo ad aprile dell'1,3%. La prima stima flash disponibile del PIL per il secondo trimestre segnala quindi una stabilizzazione (+0,2% congiunturale e +1,1% tendenziale). Il rallentamento della congiuntura registrato nei primi mesi dell'anno ha comunque indotto gli osservatori economici più accreditati a rivedere in chiave conservativa le stime di espansione del PIL per l'intero 2018: l'istituto Prometeia le ha ridotte al +1,2%, dal precedente +1,4%, ipotizzando un aumento delle esportazioni pari al 2,3% rispetto al 2017, ed una crescita della domanda totale interna del +1,4%. Quest'ultima dovrebbe essere stimolata da un'accelerazione degli investimenti fissi lordi nella seconda parte dell'anno, grazie anche ad una moderata ripresa degli investimenti in costruzioni, attesi in progresso del +1,3% su base annua.

Riguardo le finanze pubbliche, nel periodo è proseguito il processo di risanamento dei conti: alla fine del primo trimestre l'indebitamento netto delle AP in rapporto al PIL si è attestato al 3,5%, un livello inferiore dello 0,5% rispetto allo stesso trimestre del 2017. Le entrate totali nel primo trimestre 2018 sono infatti aumentate in termini tendenziali dell'1,3% mentre le uscite hanno segnato un progresso dello 0,2%. Il DEF di aprile varato dal Governo uscente non contempla però il quadro programmatico ma ha previsto solamente un aggiornamento delle stime macroeconomiche: a legislazione vigente l'indebitamento sul PIL per l'intero 2018 si attesterebbe all'1,6%.

La politica monetaria ed i mercati finanziari

L'intonazione delle politiche monetarie attuate dalle principali banche centrali globali - come accennato - rimane accomodante, nonostante l'orientamento lievemente più restrittivo già assunto dalla Federal Reserve e prospettato, per quanto riguarda le misure straordinarie di politica monetaria, anche dalla Banca Centrale Europea. La prima a giugno ha portato il tasso di riferimento (Fed Funds) all'1,75%, completando il settimo rialzo dei tassi ufficiali dalla fine del 2015 (a marzo il tasso Fed Funds minimo era stato alzato all'1,5%) e le attese attualmente prevalenti sono di ulteriori due rialzi trimestrali, a settembre e dicembre per implementare il cd. Quantitative Tightening (QT). La BCE, pur ribadendo l'impegno ad acquistare, nell'ambito del PAA (Piano Acquisto Attività), titoli per un importo netto di 30 miliardi al mese sino a settembre 2018, ha affermato che da tale data l'importo dei titoli acquistati scenderà a 15 miliardi sino a dicembre 2018, se la tendenza dell'inflazione rimarrà immutata su un orizzonte di medio termine. Dal principio del 2019 gli acquisti cesseranno ma proseguirà la politica di reinvestimento del capitale rimborsato a scadenza dai titoli acquistati nell'ambito del PAA. Riguardo ai tassi, la BCE ha confermato l'intenzione di lasciarli sui livelli attuali sino a che sarà necessario per conseguire un tasso d'inflazione allineato all'obbiettivo del 2% e, comunque, almeno sino all'estate del 2019. I tassi ufficiali sono invece aumentati in Argentina e Turchia, in concomitanza con il deterioramento dei rispettivi contesti finanziari, e rimangono assai laschi in Giappone.

Nonostante i favorevoli orientamenti di politica monetaria, le condizioni finanziarie a livello internazionale sono diventate più tese e, pur in un contesto in cui i principali mercati dei Paesi industrializzati hanno chiuso il semestre in chiave positiva, l'andamento dei corsi, azionari ed obbligazionari, è divenuto più volatile. I mercati azionari, dopo un iniziale brusco rialzo nelle prime settimane, hanno intrapreso una fase di correzione, innescata dai timori di rialzo più marcato delle attese dei tassi ufficiali USA e da un aumento apprezzabile dei tassi a lungo termine sui T-Bond USA. Le repentine e disordinate ricoperture dell'eccesso di posizioni corte sulla volatilità dell'azionario USA hanno così temporaneamente destabilizzato a febbraio il mercato. Assorbita l'iniziale fase acuta della turbolenza è, però, seguito un pronto recupero dei livelli di corso precedenti, già a partire da marzo. In Eurozona, l'accresciuta incertezza, seguita ai risultati della consultazione politica italiana, ha fatto ritornare la volatilità sui mercati dei Treasury. Dalla metà di maggio, i timori di una linea di politica economica nazionale meno rigorosa hanno poi spinto nel giro di poche sedute lo spread tra BTP - Bund a 10 anni sino a superare nell'intraday i 290 p.b. a fine maggio ed il rendimento del BTP decennale oltre il 3%. Le tensioni dai titoli di stato hanno parzialmente contagiato gli altri mercati nazionali. Nel mercato azionario italiano la volatilità dei prezzi è aumentata e i premi sui CDS bancari nazionali sono cresciuti nel secondo trimestre 2018, in media di 56 p.b., pur a fronte delle migliorate condizioni economico-patrimoniali dei principali intermediari. Grazie anche alla presenza attiva della BCE sul mercato del debito sovrano ed a tassi di crescita economica positivi, le difficoltà dei treasury italiani non hanno però contagiato gli altri partner in Eurozona. L'impatto si è quindi ridimensionato e lo spread ha ripiegato sotto i 250 p.b. a fine semestre. Il rafforzamento del dollaro, specie verso Euro, nel frattempo verificatosi, combinato con altri effetti dell'aumento dei tassi di interesse USA a medio-lungo, ha aggravato le condizioni finanziarie di molte economie emergenti: i flussi di capitale verso queste ultime, sono rallentati mentre i differenziali sulle loro obbligazioni si ampliavano. Turchia e Argentina sono state particolarmente colpite, rese assai fragili dall'elevato fabbisogno finanziario esterno e dalla vivace dinamica dei prezzi interni al consumo. Negli USA, a fine semestre, i rendimenti dei T-Bond decennali sono cresciuti di oltre 50 punti base dall'inizio dell'anno, posizionandosi poco sopra il 2,8% a fine periodo, dopo aver raggiunto per alcune sedute livelli di rendimento superiori al 3%, soglia psicologica inviolata dal 2011. L'indice azionario S&P500, nonostante il rialzo dei tassi a lungo termine, a fine giugno ha chiuso a 2.718 punti con una performance positiva da inizio anno pari al +1,7% mentre l'indice Eurostoxx ha accusato una flessione del 2,2%: In leggera flessione è risultato anche l'indice FTSE MIB della borsa italiana che ha chiuso il semestre a 21.626, con una performance negativa dell'1,0% da inizio anno.

L'attività bancaria nazionale

Nei primi mesi del 2018 è proseguito l'aumento dei prestiti a famiglie e imprese, con un ritmo in moderata accelerazione già da gennaio, grazie a un aumento della domanda connesso con il consolidarsi del quadro congiunturale e con il rafforzarsi degli investimenti produttivi. La dinamica dei prestiti alle famiglie si è mantenuta solida, sia per l'acquisto di abitazioni sia per il credito al consumo. Continuano a diminuire i rischi sistemici. Le operazioni di cessione di sofferenze effettuate da diversi intermediari hanno determinato un miglioramento della qualità degli attivi. L'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti erogati dalle banche ha continuato quindi a diminuire. InoItre, il flusso di nuovi crediti deteriorati in rapporto al totale dei prestiti, calcolato in ragione d'anno, è tornato sui livelli precedenti la crisi finanziaria.

In questo quadro, a giugno 2018, in base ai dati diffusi dall'ABI, il credito bancario al settore privato (misurato includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari poiché cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni) è cresciuto del 2,5% tendenziale, mentre quello alle sole famiglie e imprese è aumentato del +2,6% annuo. Questi dati riflettono non solo il costante ritmo di crescita dei prestiti alle famiglie, il cui relativo stock a maggio (ultimo dato disponibile) cresce del 2,8%, il medesimo livello degli ultimi cinque mesi, ma anche la ritrovata vivacità di quelli alle imprese, che crescono dell'1,2% tendenziale dopo aver toccato il +2,2% ad aprile, dato più alto dal 2011.

Dal lato delle imprese, la crescita della domanda di credito è stata trainata nel primo trimestre dell'anno dalle richieste riferibili a scorte e capitale circolante e, in secondo luogo, per operazioni di fusioni, incorporazioni e ristrutturazione degli assetti societari, mentre le richieste di prestiti per rifinanziamento del debito sono stabili. L'offerta di credito, come evidenziato dall'indagine concernente il primo trimestre 2018 sul credito bancario nell'area dell'euro (Bank Lending Survey), è connotata da un leggero allentamento delle politiche di offerta sia per i prestiti erogati alle famiglie che per le imprese, anche in virtù delle pressioni concorrenziali tra gli intermediari. Di conseguenza, i margini applicati alla media dei prestiti hanno continuato a ridursi e gli importi medi dei finanziamenti erogati alle aziende sono ulteriormente aumentati.

Durante il primo semestre dell'anno si è ulteriormente irrobustito il trend dei finanziamenti complessivi richiesti dalle famiglie; hanno contribuito positivamente sia i mutui finalizzati all'acquisto di abitazioni, sostenuti dall'incremento delle compravendite immobiliari, sia la componente del credito al consumo, senza particolari differenziazioni su base geografica. I mutui in particolare hanno beneficiato delle condizioni ancora favorevoli; il tasso sui prestiti in euro alle famiglie per acquisto abitazioni, infatti, ha toccato il minimo storico, scendendo all'1,80% (1,83% a maggio). Analogamente, anche i tassi applicati alle nuove erogazioni di finanziamenti alle società non finanziarie hanno toccato il minimo storico a giugno 2018, collocandosi all'1,37% (1,43% a maggio).

Sul fronte della qualità del credito nazionale, nel primo trimestre il flusso dei nuovi crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti, al netto dei fattori stagionali e in ragione d'anno, si riduce rispetto al trimestre precedente e si colloca all'1,7%, grazie in particolare al miglioramento registrato sui prestiti alle imprese (al 2,6% dal 3,4% di fine 2017), in primis quelle del comparto delle costruzioni.

Per il complesso dei gruppi classificati come significativi ai fini di Vigilanza, nel primo trimestre del 2018 l'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti si è progressivamente ridimensionata, sia al lordo sia al netto delle rettifiche, attestandosi rispettivamente al 10,8% e al 5,1%, ratio calcolati in base alla definizione utilizzata da BCE. Per l'intero sistema bancario, a maggio 2018 (ultimo dato disponibile) lo stock di sofferenze nette si è ridotto a 49,3 miliardi, -23% rispetto a fine 2017. Questa favorevole dinamica è stata propiziata anche dall'adozione dal primo gennaio 2018 del nuovo principio contabile IFRS 9, in sostituzione dello IAS 39, che ha comportato un incremento significativo del tasso di copertura del totale dei crediti deteriorati, salito nel trimestre al 55,4% (50,6% a fine 2017).

Si è ridotta sensibilmente nel periodo anche l'esposizione delle banche italiane nei confronti del settore pubblico del Paese, con un calo tendenziale di 44 miliardi a febbraio. Lo stock relativo scende quindi a 295 miliardi e l'incidenza sul totale delle attività è scesa dal 9,6% all'8,5%.

Lo stock di raccolta diretta complessiva da clientela (depositi e obbligazioni) a giugno 2018 è cresciuto sia rispetto al dato di fine 2017 (+0,6%) che su base annua (+1,8%). In modo analogo a quanto riscontrato in passato, il risultato complessivo del semestre è frutto della costante crescita delle varie forme di deposito a breve termine e ha compensato l'evoluzione ancora decrescente della componente obbligazionaria della raccolta bancaria. I depositi da clientela residente, infatti, aumentano a fine semestre del 6,3% annuo mentre la variazione delle obbligazioni è stata pari a -18,3%.

La forbice bancaria, calcolata come differenza tra tasso medio sui prestiti e tasso medio sulla raccolta totale da famiglie e società non finanziarie, si è attestata all'1,87% a giugno 2018 (-17 p.b., rispetto al valore di 2,04 % a giugno 2017). Nello stesso mese il mark-up (calcolato come differenza tra il tasso medio sullo stock impieghi a famiglie e società non finanziarie e il tasso Euribor a 3 mesi) è sceso a 292 p.b. (-21 p.b. rispetto allo stesso mese dell'anno precedente), mentre il mark-down (calcolato come differenza tra tasso Euribor a 3 mesi e tasso sulla raccolta totale), nel confronto con giugno 2017, è migliorato di 4 p.b. passando da un valore negativo di 109 p.b. a 105 p.b..

Nei primi tre mesi dell'anno, le condizioni di solidità patrimoniale delle banche significative risultano stabili; infatti, secondo le più recenti stime fornite da Banca d'Italia, il Common equity tier 1 (CET1) di tale campione si è attestato a marzo 2018 al 13,2%, livello pressoché identico a quello segnalato alla fine del trimestre precedente (13,3% a dicembre 2017).

Infine, a maggio 2018 il risparmio gestito segna un flusso negativo di raccolta netta dei fondi aperti e pari a -2,4 miliardi, contro i +2,7 miliardi di aprile. Il patrimonio dei fondi aperti di diritto italiano ed estero al fine maggio è diminuito a 1.009,3 miliardi dai 1.013,3 miliardi di fine 2017, fenomeno imputabile alla correzione avvenuta sui mercati nel periodo.

FATTI DI RILIEVO DEL PERIODO

Nel seguito sono descritti i principali eventi che hanno caratterizzato il primo semestre dell'esercizio.

Il processo di definizione dell'assetto societario e organizzativo del Gruppo Banco BPM

Riorganizzazione del settore della bancassicurazione

Nel primo semestre è proseguito il processo di riassetto del comparto Bancassurance avviato nello scorso esercizio e formalizzato con gli accordi che prevedevano la cessione di una quota del 65% in Popolare Vita e in Avipop Assicurazioni e l'avvio di una partnership strategica fra Banco BPM e Cattolica della durata di 15 anni. Lo scorso 29 marzo, a seguito del rilascio delle prescritte autorizzazioni da parte delle competenti autorità, Banco BPM ha perfezionato l'acquisto del 50% + 1 azione di Avipop Assicurazioni e di Popolare Vita per un controvalore complessivo di 803,4 milioni, portando al 100% la propria quota di partecipazione nel capitale delle due compagnie. Nella stessa data si è perfezionata la cessione a Cattolica Assicurazioni del 65% del capitale complessivamente detenuto dal Gruppo in Avipop Assicurazioni e Popolare Vita per 819,6 milioni.

A completamento della riorganizzazione del comparto, le assemblee straordinarie di Avipop Assicurazioni e Popolare Vita hanno deliberato l'adozione di un nuovo statuto e il cambio di denominazione sociale in Vera Assicurazioni S.p.A. e Vera Vita S.p.A..

Per effetto della descritta operazione, il Gruppo Banco BPM ha beneficiato di una plusvalenza pari a 174,7 milioni, rilevata nel conto economico del primo trimestre del 2018.

Riorganizzazione della rete commerciale

Dal 1° gennaio 2018 è divenuto pienamente operativo il nuovo modello di Rete commerciale, un importante progetto che ha visto il coinvolgimento di tutta la rete commerciale e la definizione di nuovi ruoli professionali.

Il modello è ispirato ai principi di: centralità del cliente ed elevati livelli di servizio tramite un offerta specializzata e una maggior focalizzazione delle strutture commerciali; prossimità territoriale attraverso la configurazione di 8 Direzioni Territoriali dedicate a specifici territori di riferimento cui riportano 45 Aree che a loro volta garantiscono supporto e coordinamento a favore delle Filiali (suddivise in Hub, Indipendenti coordinate, Spoke e Indipendenti); celerità dei processi decisionali e soddisfazione delle esigenze della clientela in maniera proattiva.

Il progetto ha previsto anche la riorganizzazione della Rete Corporate in 5 Mercati e 18 Centri Corporate al fine di valorizzare la specializzazione necessaria alla gestione della clientela Corporate. La struttura organizzativa è divisa in due articolazioni di business (Corporate e Large Corporate) e prevede presenza di presidi di prodotto/specialistici per Origination, Finanza Strutturata, Estero e Trade Finance.

Tale processo di riorganizzazione è anche alla base della razionalizzazione della rete commerciale che ha visto, con efficacia 1 luglio, la chiusura di 310 sportelli, individuati tra le filiali prevalentemente spoke meno performanti e/o per sovrapposizione territoriale intra legal entity, identificando - in coerenza con il nuovo modello di Rete - la miglior riallocazione per la clientela con l'obiettivo di minimizzarne i disagi e riqualificando circa 750 risorse anche per la gestione del turnover delle risorse in esubero.

Riorganizzazione del comparto Asset Management

Il 7 febbraio 2018, nell'ambito dell'attività di riassetto e razionalizzazione del Gruppo Banco BPM e delle operazioni di capital management correlate al riassetto strategico del settore dell'asset management, conseguente alla cessione di Aletti Gestielle SGR perfezionatasi a fine 2017, Banco BPM ha definito, fra l'altro, due separati accordi finalizzati al trasferimento dei mandati di gestione in delega degli attivi assicurativi e alla cessione delle attività di banca depositaria e di fund administration.

Per quanto concerne la prima operazione, la Capogruppo ha sottoscritto con Anima Holding un accordo che prevede la cessione da Banca Aletti ad Anima SGR dei mandati di gestione in delega degli attivi assicurativi svolti per conto delle joint venture assicurative legate alla rete Bancassurance dell'ex Banco Popolare, nonché la definizione di una partnership ventennale relativa al conferimento ad Anima SGR della gestione in delega degli attivi sottostanti ai prodotti assicurativi collocati presso la rete del Gruppo Banco BPM.

In base a tale accordo Banca Aletti mantiene al proprio interno l'attività di Banca Custodian per i depositi relativi ai mandati ceduti.

L'operazione, perfezionata in data 29 giugno, ha comportato un impatto positivo sul conto economico del secondo trimestre pari all'incasso del corrispettivo di 113,6 milioni, al lordo degli effetti fiscali.

Il secondo accordo prevede invece la cessione a BNP Paribas Securities Services del ramo d'azienda di Banco BPM "Banca Depositaria", costituito dai servizi di Banca Depositaria, Fund Administration e Soggetto incaricato dei pagamenti per fondi comuni di Investimento, fondi chiusi, fondi pensione e real estate.

Il controvalore della cessione, il cui perfezionamento è previsto alla fine del prossimo mese di settembre, sarà pari a 200 milioni, da corrispondersi per cassa al closing, e comporterà un impatto positivo sui ratio patrimoniali e una sensibile riduzione di costi operativi.

Scissione del ramo d'azienda Private Banking di Banca Akros a favore di Banca Aletti

Nel mese di marzo è stato sottoscritto l'atto di scissione del ramo d'azienda Private Banking di Banca Akros a favore di Banca Aletti, con particolare riferimento ai rapporti contrattuali relativi alle attività di risparmio amministrato e gestito, ai rapporti di lavoro dei dipendenti del ramo, la succursale di Roma e ogni altro contratto afferente il ramo.

La scissione è stata perfezionata in data 1° aprile.

Semplificazione della struttura societaria del Gruppo

Nel corso del primo semestre si è completata la procedura di liquidazione della società veicolo controllata Pami Finance S.r.l., con la cancellazione dal Registro delle imprese di Milano.

Inoltre, nel mese di maggio, è stato sottoscritto l'atto di cessione della collegata Renting Italease S.r.l., partecipata al 50% da Bipielle Real Estate e consolidata con il metodo del patrimonio netto.

Tali operazioni non hanno avuto impatti sulla situazione patrimoniale ed economica del Gruppo.

In data 26 marzo 2018 si è perfezionata l'operazione di raggruppamento delle azioni ordinarie BPM, nel rapporto di n. 1 nuova azione ordinaria ogni n. 25.000 azioni possedute. L'operazione ha comportato l'eliminazione del valore nominale espresso delle azioni, con raggruppamento delle n. 126.648.570 azioni ordinarie esistenti in n. 5.065 nuove azioni ordinarie prive di valore nominale.

A seguito dell'operazione sopra descritta a decorrere dal 26 marzo 2018 Banco BPM detiene il 100% del capitale sociale di BPM.

Nell'ambito delle iniziative di razionalizzazione dell'assetto societario ed operativo del Gruppo si collocano anche i progetti di fusione per incorporazione nel Banco BPM delle controllate BPM S.p.A., SGS e BP Property Management, approvate dai rispettivi Consigli di Amministrazione in data 27 marzo (per BPM S.p.A.) e 9 maggio (per i due consorzi).

Tali operazioni, che rispondono alle esigenze di semplificazione e razionalizzazione della struttura, di ottimizzazione e valorizzazione delle risorse e di riduzione dei costi, si realizzeranno secondo le forme semplificate previste per le società interamente possedute, senza determinazione di concambio e senza predisposizione della relazione illustrativa da parte dell'Organo amministrativo.

Si prevede che le fusioni dei due consorzi produrranno effetto dal 2019, dopo l'ottenimento delle previste autorizzazioni da parte delle autorità competenti, con decorrenza degli effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2019. L'incorporazione di BPM S.p.A. è pianificata invece nell'ultimo trimestre 2018 e avrà decorrenza contabile e fiscale dal 1° gennaio 2018.

Il piano industriale e le attività di derisking

Cessione pro soluto di crediti in sofferenza

Nel quadro del più ampio processo di derisking, lo scorso 31 maggio la Capogruppo ha approvato la cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza originati dalle banche del Gruppo per un valore nominale lordo di circa 5,1 miliardi alla società veicolo Red Sea SPV S.r.l..

Tale cessione, denominata "Project Exodus", è stata realizzata tramite un'operazione di cartolarizzazione in relazione alla quale la Capogruppo ha richiesto il rilascio della garanzia dello Stato sui titoli senior emessi dalla società veicolo ai sensi del D.L. 18/2016 (cosiddetta GACS).

L'operazione è stata completata nel mese di giugno, mediante l'emissione, da parte della società veicolo, di titoli per complessivi 1,9 miliardi circa, così ripartiti:

  • titoli senior per 1.656,5 milioni, per i quali è stato attivato come sopra riportato l'iter per il rilascio della garanzia da parte dello Stato italiano;
  • titoli mezzanine per 152,9 milioni;
  • titoli junior per 51 milioni.

I titoli sono stati sottoscritti dal Banco BPM, che ha successivamente provveduto a cedere ad un terzo investitore (Christofferson Robb & Company) una quota pari al 95% dei titoli mezzanine e junior.

Con il collocamento dei titoli mezzanine e junior, al termine di un processo competitivo che ha visto la partecipazione di numerosi investitori italiani e internazionali, si sono realizzati i presupposti per poter procedere alla cancellazione contabile (derecognition) dei crediti in sofferenza ceduti al veicolo, a un prezzo di cessione complessivo pari al 34,3%, valore che si colloca ai livelli più alti realizzati sul mercato italiano per questa tipologia di operazioni.

L'operazione si inserisce nel piano di cessioni di 13 miliardi nominali varato dal Gruppo e si aggiunge ai 4,5 miliardi realizzati a partire dal 2016, portando la quota residua delle cessioni preventivate a 3,4 miliardi.

Altri eventi del periodo

Rating del Gruppo

Tabella sintetica dei rating del Gruppo Banco BPM al 30 giugno 2018

Società di rating Tipo di Rating Banco BPM
Lungo Termine sui Depositi Ba1 - Outlook Stabile
Lungo Termine su Debito Senior Ba2 - Outlook Negativo
Issuer Rating (Rating Emittente) Ba2 - Outlook Negativo
Moody's Investors Service Breve Termine NP
Baseline Credit Assessment b1
Counterparty Risk Assessment Ba1(cr) / NP(cr)
Lungo Temine Issuer Rating (Rating Emittente) BBB (low) - Trend Negativo
Lungo Temine su Debito Senior BBB (low) - Trend Negativo
Lungo Temine sui Depositi BBB (low) - Trend Negativo
Breve Termine Issuer Rating (Rating Emittente) R-2 (middle) - Trend Negativo
DBRS Breve Termine su Debito Senior R-2 (middle) - Trend Negativo
Breve Termine sui Depositi R-2 (middle) - Trend Negativo
Intrinsic Assessment BBB (low)
Support Assessment SA-3
Società di rating Tipo di Rating Banca Akros
Lungo Temine Issuer Rating (Rating Emittente) BBB (low) - Trend Negativo
Lungo Temine su Debito Senior BBB (low) - Trend Negativo
Lungo Temine sui Depositi BBB (low) - Trend Negativo
DBRS Breve Termine Issuer Rating (Rating Emittente) R-2 (middle) - Trend Negativo
Breve Termine su Debito Senior R-2 (middle) - Trend Negativo
Breve Termine sui Depositi R-2 (middle) - Trend Negativo
Support Assessment SA-1

Tabella sintetica dei rating di Banca Akros al 30 giugno 2018

Al 30 giugno 2018 i rating assegnati da Moody's e DBRS a Banco BPM e alla controllata Banca Akros sono rimasti invariati rispetto a fine 2017.

FATTI DI RILIEVO SUCCESSIVI ALLA CHIUSURA DEL SEMESTRE

Riorganizzazione della struttura societaria del Gruppo

In data 10 luglio 2018 è stato sottoscritto l'atto di cessione dell'intera partecipazione detenuta dalla controllata Bipielle Real Estate nella società Mariner, rappresentativa del 100% del capitale sociale. La cessione è avvenuta a favore della società BNP Paribas Real Estate Investment Management Italy SGR, quale società di gestione del Fondo comune di investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso riservato ad investitori professionali denominato "Hita 1", per un corrispettivo allineato al valore di carico della società, pari a circa 1 milione.

Evoluzione nelle cariche sociali: rinnovo composizione del Comitato Parti Correlate

Si segnala che il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 3 agosto 2018 ha deliberato di nominare al proprio interno la dott.ssa Cristina Galeotti quale componente e Presidente del Comitato Parti Correlate, fino all'approvazione del bilancio relativo all'esercizio 2019, in luogo della dott.ssa Cristina Zucchetti che mantiene la carica di Consigliere e componente del Comitato Remunerazioni. La composizione aggiornata del Comitato Parti Correlate è pertanto la seguente: Cristina Galeotti (Presidente), Mario Anolli (Vice Presidente), Marisa Golo e Costanza Torricelli.

RISULTATI

Premessa

Gli schemi di stato patrimoniale e di conto economico vengono di seguito rappresentati in forma riclassificata, secondo criteri gestionali, al fine di fornire in modo tempestivo indicazioni sull'andamento generale del Gruppo fondate su dati economici-finanziari di rapida e facile determinazione.

Nella presente relazione trovano applicazione i nuovi principi contabili IFRS 9 e IFRS 15, come descritto nella specifica sezione "Informativa sulla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 - Strumenti finanziari e IFRS 15 - Ricavi provenienti da contratti con i clienti" contenuta nel Bilancio consolidato semestrale abbreviato. In considerazione delle modifiche introdotte con l'applicazione del principio IFRS 9, al fine di garantire un'adeguata informativa sull'evoluzione della situazione patrimoniale e finanziaria del Gruppo, lo stato patrimoniale riclassificato è stato predisposto fornendo ai fini comparativi oltre alle informazioni relative al 31 dicembre 2017 anche le informazioni al 1° gennaio 2018 con l'applicazione dei nuovi principi contabili.

In maggior dettaglio, lo schema di stato patrimoniale riclassificato al 30 giugno 2018 è stato oggetto di adattamento al fine di recepire le nuove categorie contabili degli strumenti finanziari, così come introdotti dal 5° aggiornamento della Circolare di Banca d'Italia n. 262.

Nel dettaglio, i precedenti aggregati intitolati "Attività finanziarie e derivati di copertura", "Crediti verso banche" e "Crediti verso clientela" sono stati sostituiti dai seguenti nuovi aggregati:

  • "Finanziamenti valutati al costo ammortizzato (CA)", che comprende le seguenti voci:
  • o "Finanziamenti verso banche": trattasi dei crediti verso banche rappresentati da finanziamenti ed esposti nella voce dell'attivo dello schema di Banca d'Italia "40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: a) Crediti verso banche". Sono quindi esclusi i crediti rappresentati da titoli ricondotti nell'aggregato delle "Altre attività finanziarie";
  • o "Finanziamenti verso clientela": trattasi dei crediti verso clientela rappresentati da finanziamenti ed esposti nella voce dell'attivo dello schema di Banca d'Italia "40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: b) Crediti verso clientela". Sono quindi esclusi i crediti rappresentati da titoli ricondotti nell'aggregato delle "Altre attività finanziarie", fatta eccezione per l'esposizione rappresentata dai titoli "senior" sottoscritti nell'ambito dell'operazione di cartolarizzazione di crediti a sofferenza originati dal Gruppo (cessione Exodus) per 1.654 milioni.
  • "Altre attività finanziarie", costituita dalle seguenti voci:
  • o "Attività finanziarie valutate al Fair Value con impatto a Conto Economico" che comprende gli strumenti finanziari esposti nei portafogli delle "Attività finanziarie valutate al Fair value con impatto a conto economico" e dei "Derivati di copertura", rispettivamente esposti nella voce 20 e 50 dell'attivo dello schema di Banca d'Italia;
  • o "Attività finanziarie valutate al Fair Value con impatto sulla redditività complessiva (OCI)" che corrisponde alla voce 30 dell'attivo dello schema di Banca d'Italia;
  • o "Attività finanziarie valutate al Costo Ammortizzato (CA)" che comprende le esposizioni creditizie verso banche e clientela rappresentate da titoli di debito (inclusi nella voce 40 dell'attivo dello schema di Banca d'Italia) ad esclusione dei titoli "senior" rivenienti dalla cessione Exodus, come sopra illustrato.

Per quanto riguarda le voci del passivo riclassificato, il precedente aggregato "Debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie valutate al fair value" è stato ridenominato in "Raccolta diretta", aggregato per il quale viene fornita evidenza separata tra la voce "Debiti verso clientela" (voce 10 b) del passivo dello schema di Banca d'Italia) e "Titoli in circolazione e passività finanziarie designate al fair value" (pari alle voci 10 c) e 30 del passivo dello schema di Banca d'Italia).

Per le restanti voci dello stato patrimoniale riclassificato i criteri di aggregazione illustrati nel bilancio consolidato dell'esercizio 2017 non sono stati modificati.

Con riferimento al prospetto di conto economico riclassificato, l'applicazione dell'IFRS 9 ha comportato una ridefinizione degli aggregati relativi al risultato netto finanziario ed alle rettifiche di valore per impairment, in funzione delle nuove categorie di strumenti finanziari e dei relativi criteri di misurazione. Di seguito si illustra il raccordo delle nuove voci rispetto allo schema del conto economico redatto in base alla Circolare di Banca d'Italia n. 262:

  • la voce "Risultato netto finanziario" include i risultati derivanti dalla valutazione o dal realizzo di tutti gli strumenti finanziari, ad eccezione delle rettifiche per rischio di credito che sono oggetto di esposizione separata. In particolare, tale voce include i dividendi su azioni classificate nei portafogli delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico e sulla redditività complessiva (voce 70), il risultato netto dell'attività di negoziazione e di copertura (voci 80 e 90), gli utili e le perdite da cessione o riacquisto (voce 100), ad eccezione del risultato connesso alla cessione di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato rappresentate da finanziamenti, il risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (voce 110);
  • la voce "Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela" include la voce 130 a) "Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a: a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" relativamente alla sola componente rappresentata dai finanziamenti verso la clientela ed i relativi risultati economici derivanti dalla cessione degli stessi (inclusi nella voce 100 a) "Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato");
  • la voce "Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie" è rappresentata dalle perdite attese rilevate sui titoli e sui finanziamenti verso banche classificati nei portafogli delle "attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" (corrispondenti alla voce 130 b) "Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e al saldo residuale della già citata voce 130 a) dopo aver detratto la componente relativa ai finanziamenti verso la clientela);
  • la voce riclassificata "Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri" corrisponde alla voce 200 dello schema di conto economico previsto dalla Circolare di Banca d'Italia n. 262 e comprende anche gli accantonamenti per impegni e garanzie rilasciate.

Per le restanti voci del prospetto di conto economico riclassificato i criteri di aggregazione e di riclassificazione illustrati nel bilancio consolidato dell'esercizio 2017 non sono stati modificati ad eccezione degli oneri ordinari e straordinari introdotti a carico delle banche in forza dei meccanismi di risoluzione unico e nazionale (FRU e FRN) e del meccanismo di tutela dei depositi (DGS) che, a decorrere dalla presente relazione finanziaria semestrale consolidata, sono esposti, al netto del relativo effetto fiscale, in una voce separata del conto economico riclassificato denominata "Oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte".

Si segnala inoltre che, al fine di garantire un confronto su basi omogenee, gli oneri e i proventi dei periodi precedenti riferiti alla controllata Aletti Gestielle SGR, ceduta nel dicembre 2017, sono stati riesposti nella voce separata "Utile (Perdita) delle attività operative cessate", in linea con la rappresentazione retrospettiva prevista dal principio contabile IFRS 5 per le unità operative dismesse (discontinued operations), già operata nel bilancio al 31 dicembre 2017.

In allegato alla presente relazione è riportato un prospetto di riconciliazione tra il conto economico riclassificato pubblicato nella relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2017 e il conto economico riclassificato riesposto a fini comparativi inserito nel presente documento.

Si informa altresì che, come specificamente consentito dal principio contabile IFRS 9 (par. 7.2.15), Banco BPM si è avvalso della facoltà di non procedere ad alcuna rideterminazione dei saldi riferiti all'esercizio precedente applicando i nuovi criteri valutativi introdotti dal principio IFRS 9 dal 1° gennaio 2018. Si evidenzia che, al fine di favorire un confronto su basi più omogenee:

  • il prospetto dello stato patrimoniale riclassificato fornisce oltre ai saldi patrimoniali al 31 dicembre 2017 anche l'indicazione dei saldi al 1° gennaio 2018, rideterminati in conformità ai principi contabili IFRS 9 e IFRS 15. In allegato è riportato un prospetto di riconciliazione tra i saldi dello stato patrimoniale riclassificato al 31 dicembre 2017 e i saldi rideterminati alla data del 1° gennaio 2018;
  • nella redazione del prospetto di conto economico riclassificato si è provveduto per quanto possibile alla riesposizione dei risultati economici dei precedenti periodi sulla base delle informazioni disponibili. In maggior dettaglio:
  • il "Risultato netto finanziario" dei precedenti periodi posti a confronto è stato riesposto al fine di includere le rettifiche da impairment di titoli azionari classificati nell'ex portafoglio delle "Attività

finanziarie disponibili per la vendita", in precedenza incluse nell'aggregato delle "Rettifiche nette su crediti verso banche ed altre attività";

  • la voce "Rettifiche nette su finanziamenti a clientela" corrisponde al precedente aggregato "Rettifiche nette su crediti verso clientela", al netto delle rettifiche di valore su titoli valutati al costo ammortizzato ricondotte nella voce "Rettifiche per rischio di credito: titoli ed altre attività" e delle rettifiche di valore su garanzie ed impegni ora ricondotte nella voce "Accantonamenti netti agli altri fondi per rischi e oneri";
  • la voce "Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie" corrisponde al precedente aggregato "Rettifiche nette su crediti verso banche e altre attività", al netto delle rettifiche di valore su titoli azionari ma incrementata delle rettifiche di valore su titoli di debito valutati al costo ammortizzato, come esposto nei precedenti punti;
  • la voce "Accantonamenti netti agli altri fondi per rischi e oneri" corrisponde all'omonima voce del precedente aggregato ed è comprensiva delle rettifiche di valore su garanzie e impegni.

In aggiunta, con riferimento alla rappresentazione del margine di interesse, si evidenzia che il principio contabile IFRS 9 prevede che gli interessi maturati sulle attività finanziarie deteriorate (Stage 3) debbano essere esposti in bilancio sulla base della metodologia del costo ammortizzato, ossia sulla base del tasso di interesse effettivo calcolato tenendo conto dei flussi di incasso previsti. Il principio prevede inoltre che le riprese di valore su crediti derivanti dal decorrere del tempo (time value) debbano anch'esse essere incluse nel margine di interesse. Per effetto dell'applicazione delle suddette nuove regole di esposizione, il margine di interesse del primo semestre 2018 ha registrato complessivamente un incremento di 128,9 milioni per effetto congiunto dell'inclusione in tale aggregato delle riprese di valore derivanti dal decorrere del tempo che fino al 31 dicembre 2017 erano esposte nell'ambito dell'aggregato rettifiche di valore nette su crediti e della rappresentazione su base netta degli interessi maturati sulle esposizioni classificate come inadempienze probabili (fino al 31 dicembre 2017 la quota degli interessi considerati non recuperabili era rappresentata nella voce rettifiche di valore nette su crediti).

Come dettagliatamente descritto nel capitolo denominato "Informativa sulla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 - Strumenti finanziari e IFRS 15 - Ricavi provenienti da contratti con i clienti" del Bilancio consolidato semestrale abbreviato, si evidenzia che l'applicazione del principio IFRS 9 ha comportato impatti significativi sia sulla classificazione che sulla misurazione degli strumenti finanziari. Inoltre il nuovo modello di impairment introdotto dal principio ha comportato profonde modifiche sia sul perimetro che sul calcolo delle rettifiche di valore sia per le esposizioni in bonis che per quelle deteriorate. Pertanto, i dati riclassificati (sia patrimoniali che economici) riferiti ai periodi amministrativi posti a confronto con le modalità convenzionali più sopra illustrate, non sono determinati in modo omogeneo.

Dati economici consolidati

Conto economico consolidato riclassificato

Voci del conto economico riclassificate
(migliaia di euro)
I Sem. 2018 I Sem. 2017 (*) Variazioni
Margine di interesse 1.180.109 1.059.756 11,4%
Risultato delle partecipazioni valutate a patrimonio netto 75.998 81.939 (7,3%)
Margine finanziario 1.256.107 1.141.695 10,0%
Commissioni nette 927.513 1.019.379 (9,0%)
Altri proventi netti di gestione 154.179 44.678 245,1%
Risultato netto finanziario 109.490 100.177 9,3%
Altri proventi operativi 1.191.182 1.164.234 2,3%
Proventi operativi 2.447.289 2.305.929 6,1%
Spese per il personale (879.149) (913.430) (3,8%)
Altre spese amministrative (414.589) (431.348) (3,9%)
Rettifiche di valore nette su attività materiali ed immateriali (96.946) (109.289) (11,3%)
Oneri operativi (1.390.684) (1.454.067) (4,4%)
Risultato della gestione operativa 1.056.605 851.862 24,0%
Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela (686.451) (647.020) 6,1%
Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie 635 (79.177)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (45.671) (9.137) 399,8%
Utili (Perdite) da cessione di partecipazioni ed investimenti 178.550 13.301 non sign.
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 503.668 129.829 287,9%
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (87.257) (43.776) 99,3%
Oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte (67.428) (45.008) 49,8%
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 4 45.793 (100,0%)
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 3.590 7.394 (51,4%)
Risultato del periodo senza Badwill 352.577 94.232 274,2%
Differenza di fusione (Badwill) 3.076.137
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 352.577 3.170.369 (88,9%)

(*) I dati del periodo precedente sono stati riesposti per omogeneità di confronto.

Conto economico consolidato riclassificato - Evoluzione trimestrale

Voci del conto economico riclassificate Es. 2018 Es. 2017
(migliaia di euro) II trim. I trim. IV trim. (*) III trim. () II trim. () I trim. (*)
Margine di interesse 584.998 595.111 528.768 524.923 511.149 548.607
Risultato delle partecipazioni valutate a
patrimonio netto 33.413 42.585 45.166 38.931 40.354 41.585
Margine finanziario 618.411 637.696 573.934 563.854 551.503 590.192
Commissioni nette 450.993 476.520 472.096 458.935 503.605 515.774
Altri proventi netti di gestione 130.029 24.150 24.738 29.401 14.362 30.316
Risultato netto finanziario 80.182 29.308 41.915 12.957 63.320 36.857
Altri proventi operativi 661.204 529.978 538.749 501.293 581.287 582.947
Proventi operativi 1.279.615 1.167.674 1.112.683 1.065.147 1.132.790 1.173.139
Spese per il personale (437.060) (442.089) (420.796) (450.628) (456.711) (456.719)
Altre spese amministrative (203.102) (211.487) (204.704) (236.303) (233.055) (198.293)
Rettifiche di valore nette su attività materiali e
immateriali (49.020) (47.926) (95.466) (62.160) (56.406) (52.883)
Oneri operativi (689.182) (701.502) (720.966) (749.091) (746.172) (707.895)
Risultato della gestione operativa 590.433 466.172 391.717 316.056 386.618 465.244
Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela (360.212) (326.239) (673.127) (340.816) (354.530) (292.490)
Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie (1.593) 2.228 (12.718) (48.322) (70.820) (8.357)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (20.707) (24.964) (9.235) 4.615 (9.641) 504
Utili (Perdite) da cessione di partecipazioni
e investimenti (1.104) 179.654 12.064 333 (3.765) 17.066
Risultato dell'operatività corrente al lordo
delle imposte 206.817 296.851 (291.299) (68.134) (52.138) 181.967
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività
corrente
(61.320) (25.937) 101.759 34.806 1.122 (44.898)
Oneri relativi al sistema bancario al netto delle
imposte (18.391) (49.037) (6.187) (26.069) - (45.008)
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 18 (14) 699.971 16.498 25.790 20.003
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 2.160 1.430 867 1.397 4.256 3.138
Risultato del periodo senza Badwill 129.284 223.293 505.111 (41.502) (20.970) 115.202
Impairment su avviamenti e client relationship al
netto delle imposte
- - (1.017.616) - - -
Differenza di fusione (Badwill) - - - - - 3.076.137
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza
della Capogruppo
129.284 223.293 (512.505) (41.502) (20.970) 3.191.339

(*) I dati relativi ai periodi precedenti sono stati riesposti per omogeneità di confronto.

In conformità alle indicazioni della Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006 di seguito vengono fornite informazioni sugli effetti che gli eventi od operazioni aventi carattere non ricorrente hanno avuto sul risultato economico consolidato dei periodi posti a confronto.

Si precisa che ai fini della identificazione delle componenti non ricorrenti vengono utilizzati di massima i seguenti criteri:

  • sono considerati non ricorrenti i risultati delle operazioni di cessione di tutte le attività immobilizzate (partecipazioni, immobilizzazioni materiali);
  • sono considerati non ricorrenti gli utili e le perdite delle attività non correnti in via di dismissione;
  • sono considerate non ricorrenti le componenti economiche connesse ad operazioni di efficientamento, ristrutturazione, eccetera (es. oneri per il ricorso al fondo esuberi, incentivazioni all'esodo);
  • sono considerate non ricorrenti le componenti economiche di importo significativo che non sono destinate a ripetersi frequentemente (es. penali, impairment di attività immobilizzate, effetti connessi a cambi di normativa, risultati eccezionali);
  • sono invece considerati ricorrenti gli impatti economici, ancorché significativi, derivanti da aspetti valutativi e/o da variazioni di parametri nell'applicazione delle metodologie di valutazione adottate in modo continuativo.

Alla luce dei criteri sopra enunciati, oltre agli importi già evidenziati in voci aventi di per sé natura non ricorrente (es. risultato delle attività in via di dimissione), il risultato economico del primo semestre 2018 risente dei seguenti impatti non ricorrenti:

  • la voce "altri proventi netti di gestione" include il risultato derivante dalla cessione ad Anima SGR dei mandati di gestione in delega degli attivi assicurativi svolti per conto delle joint venture assicurative legate alla rete bancassurance dell'ex Banco Popolare per 113,6 milioni;
  • la voce "altre spese amministrative" include oneri di integrazione per 5,1 milioni;
  • la voce "rettifiche nette su attività materiali e immateriali" include svalutazioni dovute ad impairment su immobilizzazioni per 1,7 milioni;
  • la voce "Utili da cessione di partecipazioni ed investimenti" è pari a 178,6 milioni. La principale componente (pari a 174,7 milioni) è rappresentata dal risultato riveniente dal riassetto del settore Bancassurance che ha visto la cessione a Cattolica delle due interessenze nelle compagnie assicurative Popolare Vita (ora Vera Vita) e Avipop Assicurazioni (ora Vera Assicurazioni);
  • la voce "oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte" include 18,4 milioni relativi ai contributi addizionali relativi al Fondo di Risoluzione Nazionale (pari a 25,5 milioni) al netto del relativo effetto fiscale di 7,1 milioni.

Nel corrispondente periodo dell'esercizio precedente il conto economico includeva le seguenti componenti non ricorrenti:

  • la voce "margine di interesse" includeva gli interessi attivi sul finanziamento TLTRO II relativi all'esercizio 2016 per un importo complessivo pari a 31,7 milioni e gli interessi passivi, pari a 4,1 milioni, connessi alla chiusura di un contenzioso fiscale pregresso;
  • la voce "risultato delle partecipazioni valutate a patrimonio netto" includeva il risultato negativo di SelmaBipiemme Leasing del 2° trimestre 2017, pari a -10,5 milioni, avente natura straordinaria;
  • nella voce "spese per il personale" erano stati rilevati gli oneri, pari a 1,3 milioni, relativi al Fondo Esuberi;
  • nella voce "altre spese amministrative" era stata rilevata la sopravvenienza attiva, pari a 27,2 milioni, correlata allo storno del canone di competenza dell'esercizio 2015 versato al fine di ottenere la garanzia in merito alla trasformabilità di talune DTA in crediti d'imposta. Tale importo era stato addebitato al conto economico dell'esercizio 2016 ed era stato dichiarato non più dovuto in base alle disposizioni normative introdotte con la legge del 17 febbraio 2017 n. 15; la voce includeva inoltre oneri di integrazione e per operazioni straordinarie per 25 milioni; tale effetto, evidenziato separatamente come elemento non ricorrente a partire dal 30 settembre 2017, è stato rideterminato anche per i dati relativi al 30 giugno 2017;
  • nella voce "rettifiche di valore nette su attività materiali ed immateriali" erano state rilevate le svalutazioni, pari a 3,5 milioni, relative al software dismesso in seguito alla migrazione di BPM S.p.A. sul sistema informativo Target del Gruppo;
  • nella voce "rettifiche di valore nette su titoli ed altre attività finanziarie" erano incluse principalmente le svalutazioni relative all'investimento nel Fondo Atlante e nel titolo subordinato emesso dalla Banca Popolare di Vicenza rispettivamente per 61,0 milioni e per 15,3 milioni;
  • la voce "Utili/(perdite) da cessione di partecipazioni ed investimenti" comprendeva proventi netti non ricorrenti per 13,3 milioni.

Nel seguito vengono illustrate le principali grandezze economiche al 30 giugno 2018.

Il margine di interesse si attesta a 1.180,1 milioni. Tale dato non è pienamente confrontabile con quello del precedente esercizio, in quanto, a seguito dell'applicazione dell'IFRS 9, il margine di interesse è influenzato in positivo dalla riclassifica delle riprese di valore su crediti in sofferenza dipendenti dalla progressiva riduzione dei tempi di incasso dei flussi finanziari giudicati recuperabili che, anteriormente al 1° gennaio 2018, erano registrate fra le rettifiche nette su crediti. L'aggregato in esame è stato invece influenzato in negativo dalla non inclusione della quota parte degli interessi attivi maturati su esposizioni deteriorate ritenuti non recuperabili che, anteriormente al 1° gennaio 2018 erano invece inclusi e controbilanciati per pari importo dalla rilevazione di maggiori rettifiche di valore su crediti. Al netto di tali riclassifiche, complessivamente positive per 128,9 milioni, il margine si attesta a 1.051,2 milioni rispetto al dato "adjusted"1 di 1.032,2 milioni del 1° semestre 2017 (+1,8%). La contribuzione del

1 Nel primo semestre 2017 erano stati rilevati interessi sui finanziamenti TLTRO-II relativi all'esercizio 2016 per 31,7 milioni.

secondo trimestre è di 585,0 milioni che, al netto degli effetti riferibili all'introduzione dell'IFRS 9, risulta in crescita dell'1,9% nel confronto con il primo trimestre 2018.

Il risultato delle partecipazioni valutate al patrimonio netto è positivo per 76,0 milioni in flessione rispetto al dato di 81,9 milioni rilevato nel corrispondente periodo dello scorso esercizio. La contribuzione del secondo trimestre è pari a 33,4 milioni, in calo rispetto a 42,6 milioni registrati nel primo trimestre per effetto del minor contributo delle società del comparto assicurativo conseguente anche alla riduzione della quota di interessenza partecipativa. Nell'ambito di tale aggregato l'apporto principale è stato fornito dal credito al consumo veicolato dalla quota partecipativa detenuta in Agos Ducato per 62,7 milioni.

Le commissioni nette ammontano a 927,5 milioni, in calo del 9,0% nel confronto con il primo semestre 2017 che registrava commissioni nette pari a 1.019,4 milioni. Tale flessione è prevalentemente imputabile al comparto dei servizi di intermediazione, gestione e consulenza, che ha fornito un minor contributo pari a 68,0 milioni rispetto al dato del primo semestre 2017. Tale andamento è principalmente giustificato dalle note turbolenze che hanno interessato, soprattutto nei mesi di maggio e giugno, i titoli di Stato italiani ed i mercati azionari internazionali e dalla riorganizzazione della rete commerciale. Il passaggio da un modello di consulenza "di prodotto" a un modello "di portafoglio" ha infatti richiesto importanti attività di formazione e addestramento riducendo il tempo dedicato all'attività commerciale. Il confronto è inoltre influenzato dalla particolarmente intensa attività di collocamento di prodotti di risparmio gestito e gestioni patrimoniali registrata nel primo semestre 2017 dopo il rallentamento di fine 2016 conseguente alla fusione da cui la banca ha avuto origine.

Gli altri proventi netti di gestione ammontano a 154,2 milioni e includono la plusvalenza, pari a 113,6 milioni, realizzata a seguito della cessione ad Anima SGR dei mandati di gestione in delega degli attivi assicurativi svolti per conto delle joint venture assicurative legate alla rete bancassurance dell'ex Banco Popolare. Al netto di tale componente, l'aggregato è pari a 40,6 milioni rispetto ai 44,7 milioni del primo semestre 2017.

Il risultato netto finanziario è pari a 109,5 milioni rispetto a 100,2 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio. Tale risultato è influenzato dai maggiori utili da cessione realizzati perseguendo la strategia di riduzione dell'esposizione in titoli governativi italiani a favore di una maggior diversificazione degli investimenti in questa categoria di attività finanziarie. Anche per tale comparto il confronto con i dati dello scorso esercizio non è pienamente omogeneo a seguito dell'introduzione dell'IFRS 9; in particolare sono stati registrati a conto economico proventi da valutazione al fair value pari complessivamente a 28,1 milioni a fronte di attività finanziarie le cui variazioni di fair value, anteriormente al 1° gennaio 2018, erano rilevate direttamente a patrimonio netto.

In virtù delle dinamiche descritte, il totale dei proventi operativi ammonta quindi a 2.447,3 milioni. Tenendo conto degli effetti dovuti alle riclassifiche sopra ricordate dovute all'introduzione dell'IFRS 9, ed escludendo le componenti non ricorrenti, tale dato si attesta a livello "adjusted" a 2.333,7 milioni. Rispetto al primo trimestre 2018 i proventi operativi a livello "adjusted" risultano sostanzialmente allineati (-0,1%).

Le spese per il personale, pari a 879,1 milioni, evidenziano una riduzione del 3,8% rispetto a 913,4 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio. La contribuzione del secondo trimestre di 437,1 milioni fa segnare un calo dell'1,1% nel confronto con il dato del primo trimestre, pari a 442,1 milioni. Il costo del personale risulta in calo principalmente per effetto della riduzione dell'organico (- 544 risorse rispetto al 31 dicembre 2017). Il numero totale dei dipendenti è pari a 22.719 risorse alla data del 30 giugno 2018, rispetto alle 23.263 risorse a fine 2017 (erano n. 25.001 al 31 dicembre 2015).

Le altre spese amministrative ammontano a 414,6 milioni, in riduzione del 3,9% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. L'aggregato non comprende gli "oneri sistemici", rappresentati dai contributi al Single Resolution Fund (SRF) e al meccanismo di tutela dei depositi (DGS), esposti, al netto del relativo effetto fiscale, in una voce separata del conto economico riclassificato. Nell'aggregato delle altre spese amministrative è incluso il canone per il mantenimento della deducibilità delle DTA per 12,6 milioni (13,4 milioni al 30 giugno 2017) e gli oneri di integrazione e fusione per 5,1 milioni (25 milioni nel corrispondente periodo dello scorso esercizio). L'aggregato riferito al primo semestre del 2017 beneficiava di un importo, pari a 27,2 milioni, legato al recupero dell'onere stanziato nel 2016 per la trasformabilità delle DTA per l'esercizio 2015. Escludendo le componenti non ricorrenti sopra evidenziate, la voce risulta in calo del 5,6% rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente per effetto degli interventi di efficientamento realizzati. Nel secondo trimestre 2018 le spese amministrative risultano pari a 203,1 milioni, in calo del 4,0% rispetto al dato del primo trimestre.

Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali del periodo ammontano a 96,9 milioni, in calo dell'11,3% rispetto a 109,3 milioni del 30 giugno 2017 per effetto della razionalizzazione del sistema informativo del Gruppo.

Il totale degli oneri operativi risulta in calo del 4,4% rispetto al primo semestre 2017 e dell'1,8% rispetto al primo trimestre 2018.

Le rettifiche nette su finanziamenti verso clientela sono pari a 686,5 milioni. Anche tale aggregato risulta impattato dall'introduzione dell'IFRS 9 sia per le nuove modalità di determinazione della valutazione dei crediti introdotta dal nuovo principio sia per le riclassifiche che hanno avuto impatto sul margine di interesse già illustrate. Escludendo l'impatto delle sole riclassifiche il dato relativo al primo semestre 2018 si attesta a 557,5 milioni rispetto a 647,0 milioni del primo semestre 2017. Il costo del credito, misurato dal rapporto tra le rettifiche nette di valore su crediti al netto delle riclassifiche IFRS 9 e gli impieghi netti, risulta pari a 104 b.p. in diminuzione rispetto al dato dello scorso esercizio pari a 154 b.p.1 . Il livello di rettifiche su crediti riflette un approccio valutativo rigoroso finalizzato a mantenere elevati livelli di copertura e a cogliere eventuali ulteriori opportunità per l'accelerazione del processo di derisking.

Nel secondo trimestre 2018 il dato si attesta a 360,2 milioni, in crescita del 10,4% rispetto a 326,2 milioni registrati nel primo trimestre principalmente per effetto dell'impatto della cessione Exodus, risultato leggermente superiore alle attese a causa della situazione dei mercati finanziari.

Nel conto economico del primo semestre sono state inoltre registrate riprese nette su titoli ed altre attività finanziarie per 0,6 milioni (contro rettifiche nette di 79,2 milioni al 30 giugno 2017 che si riferivano prevalentemente alle svalutazioni delle quote detenute nel Fondo Atlante e delle altre esposizioni verso le banche venete).

Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri ammontano a 45,7 milioni rispetto ai 9,1 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio.

Nel primo semestre dell'esercizio 2018 sono stati registrati utili da cessione di partecipazioni e investimenti per 178,6 milioni riferiti quasi interamente all'impatto della citata riorganizzazione del comparto del bancassurance.

Per effetto delle dinamiche descritte, il risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte e degli oneri sistemici ammonta a 503,7 milioni rispetto al dato di 129,8 milioni registrato nel primo semestre dello scorso esercizio.

Le imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente alla data del 30 giugno 2018 sono pari a 87,3 milioni (43,8 milioni al 30 giugno 2017).

Al conto economico del primo semestre sono stati addebitati oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte per 67,4 milioni (45,0 milioni nel corrispondente periodo dello scorso esercizio) che includono, al netto del correlato effetto fiscale, i contributi ordinari al Single Resolution Fund SRF per 68,0 milioni lordi (62,4 milioni lordi nel primo semestre 2017) nonché i contributi addizionali richiesti dal Fondo di Risoluzione Nazionale pari a 25,5 milioni (non presenti nello scorso esercizio).

Considerata la quota del risultato economico attribuibile ai soci terzi (+ 3,6 milioni), il primo semestre 2018 si chiude con un utile netto di periodo pari a 352,6 milioni, rispetto al risultato netto senza Badwill di 94,2 milioni realizzato nel corrispondente periodo dello scorso esercizio (il Badwill emerso a seguito del completamento del processo di PPA, pari ad 3.076,1 milioni, portava il risultato economico netto del primo semestre 2017 a 3.170,4 milioni).

1 Il dato non è pienamente comparabile in quanto l'IFRS 9 ha introdotto un nuovo modello di impairment sui crediti.

Dati patrimoniali consolidati

Stato patrimoniale consolidato riclassificato

Di seguito si fornisce lo schema di stato patrimoniale al 30 giugno 2108 comparato con i saldi risultanti dal bilancio al 31 dicembre 2017 classificati in base ai nuovi aggregati patrimoniali introdotti a seguito della prima applicazione del principio contabile IFRS 9.

Viene altresì riportato il confronto con i saldi al 1° gennaio 2018 rideterminati per tenere conto della prima applicazione dei nuovi principi IFRS 9 e IFRS 15.

In allegato alla presente relazione è riportato un prospetto di riconciliazione tra i saldi al 31 dicembre 2017 e quelli determinati al 1° gennaio 2018.

(migliaia di euro) 30/06/2018 01/01/2018 31/12/2017 Variazioni su 31/12/2017
Cassa e disponibilità liquide 796.466 976.686 976.686 (180.220) (18,5)%
Finanziamenti valutati al CA 112.040.845 111.044.748 112.681.902 (641.057) (0,6)%
- Finanziamenti verso banche 5.309.943 4.936.507 4.939.223 370.720 7,5%
- Finanziamenti verso clientela (*) 106.730.902 106.108.241 107.742.679 (1.011.777) (0,9)%
Altre attività finanziarie e derivati di copertura 41.048.645 34.884.798 34.533.172 6.515.473 18,9%
- Valutate al FV con impatto a CE 7.977.461 6.417.083 5.184.586 2.792.875 53,9%
- Valutate al FV con impatto su OCI 19.017.645 16.750.072 17.128.622 1.889.023 11,0%
- Valutate al CA 14.053.539 11.717.643 12.219.964 1.833.575 15,0%
Partecipazioni 1.355.065 1.256.843 1.349.191 5.874 0,4%
Attività materiali 2.733.275 2.735.182 2.735.182 (1.907) (0,1)%
Attività immateriali 1.295.196 1.297.160 1.297.160 (1.964) (0,2)%
Attività fiscali 4.903.767 4.897.397 4.520.189 383.578 8,5%
Attività non correnti e gruppi di attività in dismissione 44.861 106.121 106.121 (61.260) (57,7)%
Altre voci dell'attivo 2.810.958 3.007.162 3.007.162 (196.204) (6,5)%
Totale attività 167.029.078 160.206.097 161.206.765 5.822.313 3,6%
Debiti verso banche 31.550.552 27.199.304 27.199.304 4.351.248 16,0%
Raccolta diretta 105.505.599 107.525.103 107.509.849 (2.004.250) (1,9)%
- Debiti verso clientela 87.659.619 87.848.146 87.848.146 (188.527) (0,2)%
- Titoli e passività finanziarie designate al FV 17.845.980 19.676.957 19.661.703 (1.815.723) (9,2)%
Altre passività finanziarie valutate al FV 8.964.218 8.704.348 8.707.966 256.252 2,9%
Fondi del passivo 1.532.028 1.617.312 1.580.461 (48.433) (3,1)%
Passività fiscali 606.246 691.723 669.494 (63.248) (9,4)%
Passività associate ad attività in via di dismissione 4.212.805 35 35 4.212.770 non sign.
Altre voci del passivo 3.771.085 3.576.116 3.576.116 194.969 5,5%
Totale passività 156.142.533 149.313.941 149.243.225 6.899.308 4,6%
Patrimonio di pertinenza di terzi 52.510 57.567 63.310 (10.800) (17,1)%
Patrimonio netto del Gruppo 10.834.035 10.834.589 11.900.230 (1.066.195) (9,0)%
Patrimonio netto consolidato 10.886.545 10.892.156 11.963.540 (1.076.995) (9,0)%
Totale passività e patrimonio netto 167.029.078 160.206.097 161.206.765 5.822.313 3,6%

(*) Include i titoli senior per i quali è stato attivato l'iter per il rilascio, da parte dello Stato italiano, della garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze ai sensi del D.L. 18/2016 ("GACS").

Nel seguito viene illustrata l'evoluzione dei principali aggregati patrimoniali al 30 giugno 2018.

La raccolta diretta al 30 giugno 2018 ammonta a 105,5 miliardi ed evidenzia un decremento dell'1,9% rispetto ai 107,5 miliardi del 31 dicembre 2017. La contrazione registrata nel periodo riguarda sia la componente rappresentata dai conti correnti e depositi a vista della rete commerciale, in calo di 1,1 miliardi, sia il comparto dei titoli obbligazionari e certificati di deposito (-1,8 miliardi). Tale evoluzione è in linea con la politica finalizzata alla progressiva riduzione del costo del funding grazie alla riduzione delle forme di raccolta più onerose. In crescita le operazioni di pronti contro termine con la clientela (+1,5 miliardi).

Si evidenzia che l'aggregato non comprende la stabile provvista garantita dallo stock di certificates emessi dal Gruppo, che al 30 giugno 2018 è pari a 3,8 miliardi in calo rispetto alle consistenze al 31 dicembre 2017 pari a 4,0 miliardi.

La raccolta indiretta inclusiva dei certificates ammonta al 30 giugno 2018 a 93,6 miliardi in calo rispetto a 101,3 miliardi del 31 dicembre 2017.

In maggior dettaglio, la componente della raccolta amministrata è pari a 34,4 miliardi ed evidenzia una contrazione di 6,4 miliardi. Nell'ambito dell'aggregato si segnala nel primo trimestre l'uscita di un cliente istituzionale, con masse amministrate pari a 4,8 miliardi, peraltro caratterizzate da una marginalità estremamente contenuta e, nel secondo trimestre, una flessione imputabile sostanzialmente all'andamento negativo dei mercati che si è riflesso sul valore dei titoli in custodia. Al netto di tali effetti, la raccolta amministrata risulta sostanzialmente in linea con il dato di fine dicembre 2017.

La componente della raccolta gestita ammonta invece a 59,2 miliardi, con una flessione del 2,3% rispetto al dato di 60,5 miliardi del 31 dicembre 2017, osservabile principalmente nelle gestioni patrimoniali e assicurative anche a causa dell'effetto temporaneo dovuto alla riorganizzazione in atto nel comparto. Positivo invece l'andamento dei fondi e sicav che ammontano a 38,3 miliardi ed evidenzia nel semestre una crescita dell'1,9%.

I crediti verso la clientela

Gli impieghi netti verso la clientela ammontano al 30 giugno 2018 a 106,7 miliardi, in calo di 1 miliardo rispetto al dato del 31 dicembre 2017 per effetto delle cessioni di crediti in sofferenza realizzate con il progetto Exodus e delle maggiori rettifiche registrate in sede di prima applicazione del principio IFRS 9 apportate principalmente sempre a fronte dei crediti in sofferenza. L'aggregato degli impieghi performing risulta in crescita del 2,7% rispetto al 31 dicembre 2017; senza considerare l'effetto dei titoli senior sottoscritti nell'ambito della cartolarizzazione Exodus, i crediti performing risultano comunque in crescita di 0,9 miliardi rispetto al 31 dicembre 2017 (+0,9%).

La qualità del credito

Premessa

La Circolare 262 di Banca d'Italia cosi come il principio contabile IFRS 3 prevedono che, in caso di operazioni di aggregazione aziendale, le attività e passività acquisite siano esposte al relativo fair value alla data di acquisizione; ne consegue che per le attività deteriorate acquistate il valore lordo non include la differenza positiva fra il valore nominale dei crediti ed il loro prezzo d'acquisto.

Tale previsione è, in linea teorica, applicabile anche alla fusione propria che ha dato vita con decorrenza 1° gennaio 2017 al Gruppo Banco BPM. Pertanto, le attività deteriorate facenti capo all'ex Gruppo BPM, che da un punto di vista meramente contabile è l'entità acquisita, sono rilevate al valore netto di acquisto (che nell'operazione in oggetto corrisponde al valore netto dei crediti deteriorati determinato in data 1° gennaio 2017 a seguito del processo di Purchase Price Allocation). A seguito di tale rappresentazione i suddetti crediti appaiono formalmente privi dei fondi rettificativi rilevati anteriormente all'aggregazione aziendale.

Tale modalità di rappresentazione, nel caso di specie, fornisce per taluni aspetti un'informativa parziale e potenzialmente distorta rispetto ad una rappresentazione che evidenzi i crediti acquisiti nell'ambito dell'aggregazione aziendale al valore nominale con indicazione distinta dei relativi fondi rettificativi. In particolare la modalità di rappresentazione richiesta dalla normativa indicata porta a fornire una rappresentazione nell'ambito della quale il livello di copertura dei crediti deteriorati è chiaramente inferiore a quello reale.

Va anche evidenziato che nel Piano Strategico, così come nelle interlocuzioni con l'Organo di Vigilanza anteriori alla autorizzazione dell'operazione di fusione, i crediti deteriorati dell'ex Gruppo BPM ed i relativi target di copertura sono sempre stati rappresentati evidenziando in modo separato il valore nominale lordo dei crediti ed i relativi fondi rettificativi. Lo stesso approccio è stato seguito in tutte le comunicazioni al mercato (comunicati stampa, presentazioni agli analisti) oltre che nella ordinaria gestione dei crediti deteriorati.

Conseguentemente, nelle tabelle sotto riportate che evidenziano distintamente l'esposizione lorda ed i fondi rettificativi, i crediti deteriorati riferiti all'ex Gruppo BPM acquisiti nell'ambito dell'aggregazione aziendale sono esposti "a saldi aperti": nell'esposizione lorda il loro valore nominale e nei fondi rettificativi la differenza tra il suddetto valore nominale ed il valore attribuito ai crediti nell'ambito del processo di Purchase Price Allocation.

30/06/2018 01/01/2018 31/12/2017 Var. su 31/12/2017
(migliaia di euro) Esposizione
netta
Inc.% Esposizione
netta
Inc.% Esposizione
netta
Inc.% ass. %
Sofferenze 3.613.074 3,4% 5.241.780 4,9% 6.487.624 6,0% (2.874.550) (44,3%)
Inadempienze probabili 5.808.344 5,4% 6.273.529 5,9% 6.458.818 6,0% (650.474) (10,1%)
Esposizioni scadute deteriorate 71.767 0,1% 80.426 0,1% 80.425 0,1% (8.658) (10,8%)
Esposizioni deteriorate 9.493.185 8,9% 11.595.735 10,9% 13.026.867 12,1% (3.533.682) (27,1%)
Esposizioni in bonis 97.237.717 91,1% 94.512.506 89,1% 94.715.812 87,9% 2.521.905 2,7%
Totale crediti verso la clientela 106.730.902 100,0% 106.108.241 100,0% 107.742.679 100,0% (1.011.777) (0,9%)
30/06/2018 31/12/2017 Variazione Variazione Variazione
(migliaia di euro) Esposizione
lorda
complessive
Rettifiche di
valore
Esposizione
netta
Copertura Esposizione
lorda
complessive
Rettifiche di
valore
Esposizione
netta
Copertura esposizione
lorda
esposizione
lorda %
complessive
rettifiche di
valore
Sofferenze 10.690.810 (7.077.736) 3.613.074 66,20% 15.793.632 (9.306.008) 6.487.624 58,92% (5.102.822) (32,3%) (2.228.272)
Inadempienze probabili 8.659.003 (2.850.659) 5.808.344 32,92% 9.545.664 (3.086.846) 6.458.818 32,34% (886.661) (9,3%) (236.187)
Esposizioni scadute deteriorate 88.603 (16.836) 71.767 19,00% 95.394 (14.969) 80.425 15,69% (6.791) (7,1%) 1.867
Esposizioni deteriorate 19.438.416 (9.945.231) 9.493.185 51,16% 25.434.690 (12.407.823) 13.026.867 48,78% (5.996.274) (23,6%) (2.462.592)
di cui: forborne 5.976.558 (2.106.022) 3.870.536 7.225.055 (2.538.408) 4.686.647 (1.248.497) (17,3%) (432.386)
Esposizioni in bonis (*) 97.635.059 (397.342) 97.237.717 0,41% 95.018.344 (302.532) 94.715.812 0,32% 2.616.715 2,8% 94.810
di cui: primo stadio 83.794.695 (137.156) 83.657.539 0,16%
di cui: secondo stadio 13.840.364 (260.186) 13.580.178 1,88%
di cui: forborne 2.223.159 (64.824) 2.158.335 2.430.545 (30.715) 2.399.830 (207.386) (8,5%) 34.109
Totale crediti verso la clientela 117.073.475 (10.342.573) 106.730.902 8,83% 120.453.034 (12.710.355) 107.742.679 10,55% (3.379.559) (2,8%) (2.367.782)

(*)Include i titoli senior relativi al Project Exodus per un importo pari a 1.654,2 milioni (di cui 1.656,5 milioni di esposizione lorda e 2,3 milioni di rettifiche di valore).

I dati della tabella sopra riportata corrispondono alla voce "Finanziamenti verso clientela" dello Stato Patrimoniale riclassificato e, come sopra indicato, comprendono anche i titoli "senior" sottoscritti da Banco BPM nell'ambito del progetto Exodus che ha visto la cessione di sofferenze per un valore lordo di circa 5 miliardi. Senza considerare tale riclassifica, l'importo netto indicato corrisponde alla voce "Finanziamenti" riportato nella tabella 4.2 del Bilancio consolidato semestrale abbreviato

"Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso clientela".

Le esposizioni nette deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinate) ammontano al 30 giugno 2018 a 9,5 miliardi ed evidenziano una diminuzione di 3,5 miliardi (-27,1%) rispetto al 31 dicembre 2017. La riduzione dell'aggregato deriva dall'incremento delle rettifiche di valore su crediti in sofferenza (+1,2 miliardi) rilevato in sede di prima applicazione del principio contabile IFRS 9, dalla successiva cessione perfezionata a fine semestre attraverso l'operazione di cartolarizzazione denominata "progetto Exodus", e dalla prosecuzione dell' attività di work out.

L'esame delle singole poste evidenzia la seguente dinamica:

  • sofferenze nette pari a 3,6 miliardi in calo del 44,3% rispetto al 31 dicembre 2017 per effetto della cessione Exodus e delle rettifiche IFRS 9;
  • inadempienze probabili nette pari a 5,8 miliardi in calo del 10,1% rispetto al 31 dicembre 2017;
  • esposizioni scadute nette pari a 72 milioni in diminuzione del 10,8% rispetto al 31 dicembre 2017.

L'indice di copertura dell'intero aggregato dei crediti deteriorati si attesta al 51,2%, in crescita rispetto al 48,8% del 31 dicembre 2017.

In maggior dettaglio, al 30 giugno 2018, il grado di copertura risulta essere il seguente:

  • sofferenze 66,2%, (58,9% al 31 dicembre 2017);
  • inadempienze probabili 32,9% (32,3% al 31 dicembre 2017);
  • esposizioni scadute 19,0% (15,7% al 31 dicembre 2017).

Si evidenzia che alla data di fine semestre il nuovo processo valutativo dei crediti in sofferenza, in coerenza con le indicazioni del principio IFRS 9, tiene in considerazione lo scenario di cessioni incluso nell'ambito della NPL Strategy approvata dal Consiglio di Amministrazione. Tenuto conto delle cessioni già perfezionate alla data del 30 giugno 2018, le cessioni previste dal suddetto piano da realizzare entro il 2020 sono pari a circa 3,4 miliardi nominali.

Il coverage ratio delle esposizioni in bonis è pari allo 0,41% rispetto allo 0,32% del 31 dicembre 2017. Al netto delle operazioni di pronti contro termine, sostanzialmente prive di rischio, il livello di copertura dei crediti in bonis sale allo 0,44% (0,34% alla data del 31 dicembre 2017). L'incremento della copertura è principalmente attribuibile all'applicazione del nuovo modello di impairment previsto dall'IFRS 9.

Le attività finanziarie ammontano complessivamente a 41,0 miliardi e sono in crescita del 18,9% rispetto a 34,5 miliardi del 31 dicembre 2017. In tale aggregato sono principalmente compresi i titoli di debito per 36,1 miliardi, i titoli di capitale e le quote di OICR per 2,4 miliardi e il fair value dei derivati per 2,2 miliardi; inoltre, a seguito dell'introduzione dell'IFRS 9, sono ricompresi fra le attività finanziarie (per un importo pari a 0,3 miliardi) anche i finanziamenti verso la clientela che devono essere obbligatoriamente valutati al fair value.

L'incremento complessivo rispetto alla fine del 2017 è imputabile alla crescita dei titoli di debito classificati nel portafoglio "Hold to Collect" (+ 1,8 miliardi), "Hold to Collect & Sell" (+ 2,6 miliardi) e "Trading" (+ 1,2 miliardi). I titoli governativi sono complessivamente pari a 30,4 miliardi (+ 5,2 miliardi rispetto al 31 dicembre 2017); in tale ambito prosegue la diversificazione, con il comparto dei titoli governativi italiani che è sceso al 62,2% del totale dei titoli governativi rispetto all'82,1% di dicembre 2017 e si attesta al 56% considerando i soli titoli governativi classificati nella categoria "Hold to Collect & Sell".

Al 30 giugno 2018 le riserve di valutazione, al lordo degli effetti fiscali, su tutti i titoli classificati nel portafoglio Hold to Collect & Sell risultano negative per complessivi 188 milioni, con una riduzione nel secondo trimestre 2018 di 490 milioni principalmente imputabile all'evoluzione negativa dei tassi di rendimento impliciti dei titoli governativi italiani e delle conseguenti ripercussioni sui prezzi di mercato delle altre attività finanziarie quotate sul mercato italiano.

Esposizione al rischio sovrano

A inizio semestre sui mercati finanziari prevaleva un clima di ottimismo, alimentato da vari fattori: attese di crescita economica robusta delle principali economie mondiali, rally del mercato azionario americano in un contesto di volatilità estremamente contenuta, clima disteso nelle contrattazioni dei titoli di stato periferici dell'Eurozona, anche sull'onda degli attenuati timori di derive populiste nell'area, in virtù dei risultati elettorali del 2017 in Olanda, Francia – soprattutto – e Germania. Il sentiment prevalente a inizio anno nei confronti dell'Italia, quindi, era sostanzialmente positivo, nonostante l'approssimarsi di una tornata elettorale dagli esiti relativamente incerti. Solamente a ridosso delle elezioni politiche italiane, svoltesi il 4 marzo, lo spread tra BTP decennali e Bund tedeschi di pari scadenza, dopo aver toccato un minimo ad inizio febbraio (127 p.b.), ha iniziato ad entrare in moderata tensione, toccando i 156 p.b. a fine mese.

Dalle urne è scaturito un risultato parzialmente inatteso, che ha reso difficile l'individuazione di una maggioranza parlamentare. Dopo tre tornate di consultazioni da parte del Presidente della Repubblica, è emersa la possibilità di un'alleanza tra il Movimento 5 Stelle e la Lega. Le due forze politiche, trascorse alcune settimane di trattative, hanno definito un programma di governo, attraverso la formula inedita del "contratto", e raggiunto l'accordo sul candidato premier, nella persona del Prof. Giuseppe Conte, che ha ricevuto l'incarico di formare il Governo. Tuttavia il varo definitivo del nuovo esecutivo non è stato immediato. Il Presidente della Repubblica, infatti, non ha nominato Ministro del Tesoro il candidato indicato dal premier incaricato e questi ha rimesso l'incarico. E' seguita una fase politicamente piuttosto tesa, in cui è stato anche esperito il tentativo, non riuscito, di formare un esecutivo per riportare il Paese alle urne dopo l'approvazione della legge annuale di Bilancio. In seguito, il 31 maggio, il Presidente del Consiglio nuovamente incaricato, Giuseppe Conte, ha presentato una nuova lista dei ministri, con alcune modifiche rispetto alla precedente, e il Governo si è costituito.

In questi frangenti è sensibilmente aumentata la volatilità dei corsi obbligazionari ed azionari italiani, favorendo il ritorno di una moderata turbolenza sui rischi sovrani europei. Tra gli operatori si sono, infatti, diffusi timori per l'atteggiamento programmatico più incline alla spesa e più permissivo riguardo al rispetto dei parametri di Maastricht del nuovo esecutivo, Il differenziale BTP-Bund ha quindi toccato un massimo (media giornaliera) a 283 p.b. sul finire di maggio. Nelle fasi più critiche delle trattative per il varo del nuovo Governo il rendimento dei BTP decennali si è spinto infatti oltre il 3,1%, mentre quello dei titoli a due anni nel giro di un paio di settimane è rapidamente passato da valori negativi ad un picco di oltre il 2,0%.

Nelle settimane seguenti, grazie anche alla vigilanza attiva della BCE, le tensioni sono quindi parzialmente scemate, ed il contagio sul mercato dei debiti sovrani europei è rimasto circoscritto, tanto nell'intensità quanto nel tempo. Lo spread dei Bonos spagnoli decennali rispetto ai Bund, dopo aver segnato il minimo di periodo a 66 p.b. ad inizio aprile, ha toccato i 134 p.b. a fine maggio, complice anche la crisi politica che ha colpito il governo Rajoy in Spagna; lo spread sugli analoghi titoli portoghesi ha raggiunto i 190 p.b. (minimo a 87 p.b. nella terza decade di aprile). Lo spread BTP-Bund ha quindi chiuso il semestre intorno ai 250 p.b.

Alla fine del periodo un ulteriore elemento ha contribuito a sopire le tensioni sui rischi sovrani di Eurozona: la Grecia, con un accordo storico in seno all'Eurogruppo, è finalmente uscita dal piano di sostegno finanziario previsto dall'ESM (European Stability Mechanism), ottenendo un'estensione di 10 anni per le scadenze del suo debito pubblico (al 180% del PIL) oltre all'ultima trance da 15 miliardi del prestito concesso dalle autorità europee.

L'esposizione complessivamente detenuta dal Gruppo nei confronti degli Stati sovrani al 30 giugno 2018 ammonta a 30.446,9 milioni, così ripartita per singolo Paese (importi in migliaia di euro):

Paesi Titoli di debito
Italia 18.939.544
Spagna 1.779.087
Germania 2.436.606
Francia 4.328.729
Austria 139.089
Altri Paesi UE 148.111
Totale Paesi UE 27.771.166
USA 2.675.748
Argentina 7
Totale altri Paesi 2.675.755
Totale 30.446.921

L'esposizione è rappresentata quasi esclusivamente da titoli di debito emessi da governi centrali e locali, in massima parte di emittenti di Paesi UE. Tale posizione è concentrata prevalentemente nella Capogruppo Banco BPM che, alla data del 30 giugno, detiene complessivamente 28.874,3 milioni.

Gli investimenti in titoli di debito sovrano verso Paesi UE sono classificati nel portafoglio delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico per circa il 7%, per il 52% nel portafoglio delle attività finanziarie al fair value con impatto sulla redditività complessiva, mentre il restante 41% risulta classificato nel comparto delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato.

Nelle successive tabelle si forniscono informazioni di maggiore dettaglio in termini di ripartizione per portafogli contabili di appartenenza, scaglioni temporali di vita residua e gerarchia di fair value.

mico
mpatto a conto econo
Attività finanziarie valutate al fair value con i
Scadenza Scadenza Scadenza Scadenza Totale fair value Totale fair value per gerarchia
Stato entro il 2018 dal 2018 al 2022 dal 2022 al 2027 oltre il 2027 al 30.06.18 LEVEL 1 LEVEL 2 LEVEL 3
Italia 866.209 113.731 582.191 2.967 1.565.098 1.563.469 1.627 2
Spagna - - 84.671 19.180 103.851 103.851 - -
Francia - - 136.676 59.800 196.476 196.476 - -
Altri Paesi UE - 45 43 4 92 77 11 4
Totale 866.209 113.776 803.581 81.951 1.865.517 1.863.873 1.638 6

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

Scadenza Scadenza Scadenza Scadenza Totale fair value Riserva AFS Rettifiche di Totale fair value per gerarchia
Stato entro il 2018 dal 2018 al
2022
dal 2022 al
2027
oltre il 2027 al 30.06.18 Netta valore LEVEL 1 LEVEL 2 LEVEL 3
Italia 52.447 5.190.730 2.891.823 285.370 8.420.370 (175.733) - 8.420.370 - -
Spagna - - 397.846 504.745 902.591 1.990 - 902.590 - -
Francia - - 1.181.405 2.130.884 3.312.289 44.095 - 3.312.289 - -
Germania 178.340 1.684.625 1.862.965 23.453 1.862.966
Totale 52.447 5.190.730 4.649.414 4.605.624 14.498.215 (106.195) - 14.498.215 - -

Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Scadenza Scadenza Scadenza Scadenza Totale valore di
bilancio al
Totale Totale fair value per gerarchia
Stato entro il 2018 dal 2018 al 2022 dal 2022 al 2027 oltre il 2027 30/06/18 fair value LEVEL 1 LEVEL 2 LEVEL 3
Italia - 3.555.297 5.398.779 - 8.954.076 8.671.152 8.671.152 - -
Spagna - - 696.973 75.672 772.645 786.054 786.054 - -
Francia - - - 819.964 819.964 837.276 837.276 - -
Irlanda - - - 19.808 19.808 20.198 20.198 - -
Germania 425.365 148.274 573.639 588.008 588.008
Altri Paesi UE - - 267.302 - 267.302 271.040 271.040 - -
Totale - 3.555.297 6.788.419 1.063.718 11.407.434 11.173.728 11.173.728 - -

Dati delle principali società del Gruppo

Di seguito si riporta un riepilogo delle principali partecipazioni in imprese del Gruppo con evidenza dei più significativi dati patrimoniali, reddituali e operativi al 30 giugno 2018.

(milioni di euro) Totale Patrimonio Raccolta Raccolta Impieghi Utile
dell'attivo netto (*) Diretta Indiretta netti (Perdita)
Istituzioni creditizie
Banca Popolare di Milano 45.756,7 3.901,3 26.963,8 24.979,3 31.514,0 118,9
Banca Aletti & C. 16.515,6 963,6 2.225,0 24.907,7 1.790,7 90,3
Banca Akros 2.492,6 191,1 711,7 - 244,2 2,1
Banca Aletti & C. (Suisse) 128,2 28,8 97,9 392,2 10,7 (0,7)
Bipielle Bank (Suisse) 84,6 43,2 4,2 - - (0,9)
Società finanziarie
Aletti Fiduciaria 10,4 7,9 - 997,9 1,6 (0,1)
Release 1.963,9 344,7 6,8 - 1.054,1 (23,4)
Altre società
Bipielle Real Estate 1.123,1 1.102,0 - - 7,1 9,8
Holding di Partecipazioni Finanziarie Banco Popolare 842,0 838,0 - - - 322,1
Società Gestione Servizi - BP 380,4 122,5 - - 1,1 0,2
Tecmarket Servizi 37,8 20,6 - - - 3,9
Ge.Se.So. 1,6 0,4 - - - 0,1

(*) importo comprensivo del risultato del periodo.

IL PRESIDIO DEI RISCHI

L'informativa sui rischi è riportata nelle note illustrative al bilancio consolidato semestrale abbreviato, cui si fa rinvio.

INFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Le informazioni sui rapporti con parti correlate sono riportate nelle note illustrative al bilancio consolidato semestrale abbreviato, cui si fa rinvio.

EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE

Il rallentamento del commercio estero e l'andamento più fiacco delle attese degli investimenti non hanno interrotto il trend espansivo dell'economia europea ed italiana. Per il prosieguo d'anno le attese sono orientate al mantenimento di questo sentiero di crescita, favorito anche da una politica monetaria che rimarrà fortemente espansiva almeno sino alla fine del 2019, nonostante l'interruzione prevista del PAA. Tra i rischi che incombono sullo scenario interno appaiono di rilievo gli effetti del quadro programmatico di finanza pubblica che verrà definito dal Governo italiano a partire da settembre/ottobre. In particolare saranno rilevanti gli effetti sui rendimenti dei titoli di stato provocati dalla reazione degli investitori internazionali a eventuali misure fiscali che comportino aumenti del deficit pubblico. In questo contesto le masse creditizie dovrebbero continuare a crescere. Sarà tuttavia una crescita frenata dall'abbondante liquidità delle imprese più dinamiche, che quindi ricorreranno meno al credito; dalla scarsa redditività del credito alle grandi imprese, determinata dalla concorrenza tra intermediari; dalla selettività dell'offerta, anche a fronte dell'entrata in vigore del nuovo criterio contabile IFRS 9 che prevede maggiori accantonamenti a fronte dei finanziamenti con rischio elevato. Un contributo positivo continuerà a venire dal lato degli impieghi alle famiglie, incentivati dalla progressiva stabilizzazione del mercato immobiliare e dai recenti segnali di una sua maggiore vitalità. Il veloce miglioramento della qualità del credito, a fronte della riduzione rapida e significativa dei crediti deteriorati, grazie alla riduzione dei tassi di decadimento del credito, alle cessioni a terzi ed alle azioni di recupero, dovrebbe proseguire nella seconda parte dell'anno, liberando ulteriori risorse dal lato degli attivi bancari.

La raccolta bancaria nel corso dell'anno dovrebbe continuare a ridursi, seppur marginalmente. La flessione deriva principalmente dalla continua erosione della componente obbligazionaria, accompagnata dalla ricomposizione tra forme tecniche a favore dei conti correnti. Il costo della raccolta contestualmente scenderà anch'esso sospinto dalla ricomposizione succitata. La forbice tra tassi bancari attivi e passivi per i fattori tenderà, quindi, a chiudersi marginalmente, esercitando pressione sul margine da clientela e sul margine di interesse che dovrebbe crescere in misura assai limitata grazie all'effetto volumi. A fronte di una dinamica insufficiente delle commissioni nette, penalizzate anche dal ridimensionamento degli utili da negoziazione e valutazione al fair value, il margine di intermediazione è atteso stabile sui livelli del 2017.

Il Gruppo, avendo già completato un numero rilevante di progetti del Piano Strategico 2016-2019, tra cui in particolare la messa a regime dell'unità organizzativa dedicata alla gestione dei non performing loans, l'integrazione informatica, la definizione degli assetti delle partnership nell'asset management e nel bancassurance, la riorganizzazione della rete commerciale, focalizzerà la propria attenzione sulla razionalizzazione delle attività di private e investment banking, sul progetto di digital transformation, sulla semplificazione del perimetro di Gruppo e sull'ottimizzazione della propria presenza territoriale.

Inoltre, potendo fare leva sull'esito positivo delle operazioni di NPL disposal completate, proseguirà nell'azione di complessivo derisking, in piena coerenza con i nuovi ambiziosi obiettivi annunciati.

La gestione ordinaria nel corso dei prossimi trimestri resterà improntata al recupero di redditività, che trarrà vantaggio dagli effetti sinergici derivanti dalla fusione.

L'andamento dei proventi, pur permanendo pressioni competitive sulla marginalità, potrà beneficiare dell'accelerazione dei volumi di impiego, di un ulteriore contenimento del costo medio della raccolta, grazie ai residui margini di ottimizzazione del suo mix, e del positivo contributo delle partecipate, mentre la dinamica delle commissioni, in particolare quelle derivanti da servizi di gestione, intermediazione e consulenza, non dovrebbe discostarsi significativamente dai valori del primo semestre, complici anche l'incertezza e la volatilità prevedibili dei mercati.

Il contenimento dei costi operativi, mediante il miglioramento dell'efficienza, la realizzazione di specifiche azioni volte all'ottimizzazione della spesa e la razionalizzazione delle funzioni organizzative, continuerà a costituire uno dei principali fattori di attenzione.

I livelli di copertura dei crediti deteriorati si manterranno elevati, e la riduzione degli stock proseguirà sia attraverso il workout interno che, come detto, attraverso l'implementazione delle azioni previste nel piano di derisking.

Bilancio consolidato semestrale abbreviato

INFORMATIVA SULLA PRIMA APPLICAZIONE DEI PRINCIPI CONTABILI IFRS 9 - STRUMENTI FINANZIARI E IFRS 15 - RICAVI PROVENIENTI DA CONTRATTI CON I CLIENTI"

Premessa

Con Regolamento n. 2067 del 22 novembre 2016 è stato omologato il nuovo principio contabile internazionale IFRS 9 "Strumenti finanziari", applicabile in via obbligatoria dal 1° gennaio 2018, che disciplina le fasi di classificazione e misurazione, impairment ed hedge accounting relative agli strumenti finanziari, in sostituzione del principio contabile IAS 39 "Strumenti Finanziari: rilevazione e valutazione".

Con Regolamento n. 1905 del 22 settembre 2016 è stato omologato il nuovo principio contabile internazionale IFRS 15 "Ricavi provenienti da contratti con i clienti", applicabile in via obbligatoria dal 1° gennaio 2018, con il quale è stato introdotto un unico quadro di riferimento per la rilevazione dei ricavi derivanti da contratti con la clientela, in sostituzione dei principi contabili IAS 18 "Ricavi" e IAS 11 "Lavori su ordinazione" e relative interpretazioni (IFRIC 13, IFRIC 15, IFRIC 18, SIC 31).

Con riferimento alla modalità di rappresentazione degli effetti di prima applicazione dei nuovi principi contabili (di seguito anche FTA – First Time Adoption), si deve premettere che nel primo bilancio di applicazione il Gruppo Banco BPM non ha proceduto a riesporre i dati di confronto, avvalendosi della facoltà prevista nelle disposizioni transitorie. L'applicazione dei nuovi principi contabili ha quindi comportato un aggiustamento del patrimonio netto di apertura al 1° gennaio 2018, che ha evidenziato una riduzione complessiva pari a 1.071,4 milioni.

Nella tabella di seguito riportata si espone il prospetto di stato patrimoniale redatto in conformità al 5° aggiornamento della Circolare di Banca d'Italia n. 262 con evidenza:

  • dei saldi riferiti al 31 dicembre 2017 riclassificati in base ai nuovi schemi e tenuto conto dei nuovi criteri di classificazione del principio IFRS 9;
  • degli impatti relativi all'applicazione del principio IFRS 9 derivanti dai nuovi criteri di misurazione e del principio IFRS 15;
  • dei saldi al 1° gennaio 2018 rideterminati a seguito dell'applicazione dei citati principi.

Per ulteriori dettagli sulla modalità di esposizione dei saldi al 31 dicembre 2017 e degli impatti di FTA si fa rinvio a quanto riportato nei successivi paragrafi.

Voci dell'attivo
(migliaia di euro)
31/12/2017
Saldi IAS 39
Riclassificati
Impatti IFRS 9 1/1/2018 IFRS 9 Impatti IFRS 15 1/1/2018
IFRS 9 +
IFRS 15
10. Cassa e disponibilità liquide 976.686 - 976.686 976.686
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a
conto economico
6.192.182 (18.908) 6.173.274 6.173.274
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 4.894.433 - 4.894.433 4.894.433
b) attività finanziarie designate al fair value - - - -
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate
al fair value
1.297.749 (18.908) 1.278.841 1.278.841
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto
sulla redditività complessiva
16.698.472 51.600 16.750.072 16.750.072
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 124.080.610 (1.318.220) 122.762.390 122.762.390
a) crediti verso banche 5.168.138 (2.987) 5.165.151 5.165.151
b) crediti verso clientela 118.912.472 (1.315.233) 117.597.239 117.597.239
50. Derivati di copertura 243.810 - 243.810 243.810
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie
oggetto di copertura generica (+/-)
54.531 - 54.531 54.531
70. Partecipazioni 1.349.191 (92.348) 1.256.843 1.256.843
80. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori - - - -
90. Attività materiali 2.735.182 - 2.735.182 2.735.182
100. Attività immateriali 1.297.160 - 1.297.160 1.297.160
di cui: - - - -
- avviamento 76.389 - 76.389 76.389
110. Attività fiscali 4.520.189 371.598 4.891.787 5.610 4.897.397
a) correnti 319.462 - 319.462 319.462
b) anticipate 4.200.727 371.598 4.572.325 5.610 4.577.935
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di
dismissione
106.121 - 106.121 106.121
130. Altre attività 2.952.631 - 2.952.631 2.952.631
Totale attivo 161.206.765 (1.006.278) 160.200.487 5.610 160.206.097
Voci del passivo e del patrimonio netto
(migliaia di euro)
31/12/2017
Saldi IAS 39
Riclassificati
Impatti IFRS 9 1/1/2018 IFRS 9 Impatti IFRS 15 1/1/2018
IFRS 9 +
IFRS 15
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 131.455.963 15.254 131.471.217 131.471.217
a) debiti verso banche 27.199.304 - 27.199.304 27.199.304
b) debiti verso clientela 87.848.146 - 87.848.146 87.848.146
c) titoli in circolazione 16.408.513 15.254 16.423.767 16.423.767
20. Passività finanziarie di negoziazione 7.942.063 (3.618) 7.938.445 7.938.445
30. Passività finanziarie designate al fair value 3.253.190 - 3.253.190 3.253.190
40. Derivati di copertura 765.903 - 765.903 765.903
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie
oggetto di copertura generica (+/-)
8.535 - 8.535 8.535
60. Passività fiscali 669.494 22.229 691.723 - 691.723
a) correnti 14.493 - 14.493 14.493
b) differite 655.001 22.229 677.230 677.230
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 35 - 35 35
80. Altre passività 3.567.581 - 3.567.581 3.567.581
90. Trattamento di fine rapporto del personale 408.160 - 408.160 408.160
100. Fondi per rischi e oneri: 1.172.301 16.451 1.188.752 20.400 1.209.152
a) impegni e garanzie rilasciate 119.472 16.451 135.923 135.923
b) quiescenza e obblighi simili 166.847 - 166.847 166.847
c) altri fondi per rischi e oneri 885.982 - 885.982 20.400 906.382
110. Riserve tecniche - - - -
120. Riserve da valutazione 251.706 (78.229) 173.477 173.477
130. Azioni rimborsabili - - - -
140. Strumenti di capitale - - - -
150. Riserve 1.946.308 (972.622) 973.686 (14.790) 958.896
160. Sovrapprezzi di emissione - - - -
170. Capitale 7.100.000 - 7.100.000 7.100.000
180. Azioni proprie (-) (14.146) - (14.146) (14.146)
190. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 63.310 (5.743) 57.567 57.567
200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 2.616.362 - 2.616.362 2.616.362
Totale passivo e patrimonio netto 161.206.765 (1.006.278) 160.200.487 5.610 160.206.097

INFORMATIVA SULLA PRIMA APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO CONTABILE IFRS 9 - STRUMENTI FINANZIARI

A partire dal 1° gennaio 2018 il Gruppo Banco BPM ha proceduto a riclassificare e a misurare le attività e le passività finanziarie in base a quanto previsto dal nuovo standard IFRS 9 e dal 5° aggiornamento della Circolare di Banca d'Italia n. 262, fatto salvo il trattamento degli impatti conseguenti alle variazioni del proprio merito creditizio ("own credit risk") sulle passività finanziarie valutate al fair value per il quale il Gruppo si era avvalso di un'applicazione anticipata fin dall'esercizio 2017.

Come indicato nella premessa, con riferimento alla modalità di rappresentazione degli effetti di prima applicazione del principio contabile (di seguito anche FTA – First Time Adoption), il Gruppo Banco BPM non ha proceduto a riesporre i dati di confronto, avvalendosi della facoltà prevista nelle disposizioni transitorie (IFRS 9, par. 7.2.15). L'applicazione del principio contabile IFRS 9 ha quindi comportato un aggiustamento del patrimonio netto di apertura al 1° gennaio 2018.

Al fine di consentire un apprezzamento degli effetti correlati all'applicazione delle nuove regole contabili, nella presente sezione si fornisce un'illustrazione dei principali requisiti normativi previsti dal principio IFRS 9 e relative scelte del Gruppo, degli effetti sul patrimonio netto contabile e sui fondi propri del Gruppo Banco BPM. Viene altresì fornita:

  • riconciliazione tra l'ultimo bilancio approvato (IAS 39) ed il primo bilancio IFRS 9, redatti secondo la normativa di Banca d'Italia e in forma riclassificata;
  • informazioni di dettaglio, in linea con i requisiti informativi previsti dal principio contabile IFRS 7 con riferimento alla prima applicazione IFRS 9: prospetti di riconciliazione tra i saldi ex IAS 39 al 31 dicembre 2017 e quelli rideterminati in base al nuovo principio IFRS 9, per singola categoria contabile e per singola tipologia di strumento finanziario, prospetti di riconciliazione tra fondi rettificativi IAS 39/IAS 37 e fondi rettificativi IFRS 9;
  • qualità del credito al 1° gennaio 2018 per tutte le attività finanziarie assoggettate al modello di impairment IFRS 9.

Da ultimo, nella presente sezione viene descritta la modalità con la quale il Gruppo Banco BPM ha deciso di esporre, ai fini comparativi, i saldi patrimoniali dell'esercizio/periodo precedente.

Illustrazione dei requisiti normativi e delle principali scelte del gruppo

Governance

Si deve premettere che la prima applicazione del nuovo principio contabile IFRS 9 ha richiesto significative implementazioni - in termini di processi, procedure, metodologie, sistemi informativi - che sono state governate mediante la costituzione, fin dall'esercizio 2016, di uno specifico progetto guidato dal Responsabile della funzione Amministrazione e Bilancio, coadiuvato dalla funzione Progetti Speciali e Monitoraggio, a cui vi hanno partecipato attivamente i rappresentanti delle funzioni Rischi, Crediti, Commerciale, Organizzazione, IT, Finanza, Pianificazione e Controllo NPL Unit, Audit e Validazione Interna.

Le principali decisioni del progetto sono state assunte da un Comitato Guida (costituito dall'Amministratore Delegato, dal Direttore Generale, dai Condirettori Generali, dal Responsabile di Progetto e dal Responsabile della Funzione Progetti Speciali e Monitoraggio), e portate all'attenzione del Consiglio di Amministrazione.

I risultati delle attività svolte sono stati periodicamente portati all'attenzione di un Comitato Operativo, costituito da tutti i responsabili delle funzioni aziendali coinvolte in modo diretto ed indiretto dall'implementazione delle nuove regole.

I modelli di calcolo delle perdite attese, relative alle esposizioni sia performing sia deteriorate, sono stati oggetto di validazione da parte della funzione di Validazione Interna, ossia di una funzione indipendente dalle strutture di business e dalle strutture responsabili dello sviluppo e dell'implementazione del modello.

Considerata la rilevanza degli impatti, con particolare riferimento alla determinazione delle perdite attese sui crediti sia performing sia deteriorati, si segnala che i modelli valutativi, i parametri utilizzati e le relative assunzioni sono stati sottoposti all'approvazione da parte dei competenti organi aziendali.

A presidio di una corretta classificazione degli strumenti finanziari e relativa misurazione ed impairment degli stessi, i processi contabili ed amministrativi del Gruppo sono stati adeguati, recependo le principali attività richieste dal nuovo principio IFRS 9 (con particolare riferimento al test SPPI ed al nuovo modello di impairment) e relativi controlli. Nel corso del primo semestre del 2018, i dati e le informazioni prodotti dai nuovi sistemi e processi sono stati oggetto di un'intensa attività di verifica, anche da parte degli organi di controllo interni e della società di revisione, a valle della quale si è intervenuti adeguando opportunamente le metodologie di calcolo, i processi, le procedure e da ultimo i sistemi informativi. Alla data di redazione della presente Relazione semestrale le citate attività di verifica risultano completate e pertanto si è proceduto a determinare in via definitiva gli impatti patrimoniali conseguenti all'applicazione del nuovo principio IFRS 9.

Al riguardo si deve segnalare che gli impatti così quantificati divergono in maniera del tutto marginale rispetto a quanto comunicato al mercato, in via provvisoria, in data 9 maggio 2018, in occasione della diffusione dei risultati riferiti al 31 marzo 2018. Nel dettaglio, la transizione definitiva all'IFRS 9 ha comportato un maggior addebito nel patrimonio netto consolidato pari 18,7 milioni; l'effetto sul patrimonio netto al 1 gennaio 2018, complessivamente negativo, si attesta quindi a 1.406,0 milioni, come meglio illustrato nella successiva tabella 1. La suddetta differenza trova spiegazione con il fatto che nel corso del secondo trimestre sono stati condotti una serie di approfondimenti sulla metodologia e sul perimetro di applicazione del modello di impairment che hanno consentito di affinare la stima delle perdite attese sulle esposizioni perfoming, sono state sistemate alcune limitate anomalie riscontrate nel calcolo delle perdite attese di ammontare comunque non significativo e si è tenuto conto della disponibilità di informazioni aggiornate sugli effetti indiretti relativi ad alcuni investimenti partecipativi di collegamento. Risultano tuttavia confermate le analisi e le principali scelte metodologiche effettuate dal Gruppo con riferimento alla classificazione e misurazione degli strumenti finanziari, già oggetto di illustrazione nella Relazione finanziaria annuale del Gruppo Banco BPM al 31 dicembre 2017, così come peraltro richiamate nel citato comunicato stampa.

Nel corso del secondo semestre 2018 il Gruppo proseguirà con le attività correlate all'adozione del nuovo principio IFRS 9, valutando l'opportunità di intervenire nell'affinamento dei modelli di calcolo delle perdite, nel rafforzamento dei presidi di controllo e, più in generale, nel miglioramento della complessiva governance richiesta dall'implementazione del citato principio.

Requisiti di classificazione e misurazione delle attività e passività finanziarie secondo l'IFRS 9

Il principio contabile IFRS 9 stabilisce che la classificazione delle attività finanziarie dipende dalla combinazione dei due seguenti driver:

  • Business Model dell'entità: che riflette gli obiettivi che la direzione aziendale intende perseguire mediante la detenzione delle attività finanziarie. Nel dettaglio:
  • "Hold To Collect" (HTC), qualora l'obiettivo sia la realizzazione dei flussi di cassa contrattuali, mantenendo lo strumento finanziario fino alla scadenza;
  • "Hold to Collect and Sell" (HTC&S), qualora le attività finanziarie siano detenute con l'obiettivo sia di realizzare i flussi di cassa contrattuali nel corso della durata dell'attività, sia di incassare i proventi derivanti dalla vendita della stessa;
  • "Other": qualora gli obiettivi siano diversi rispetto a quelli descritti nei precedenti punti, ascrivibili, ad esempio, alla volontà di realizzare flussi di cassa per il tramite di una negoziazione ("Sell").
  • Caratteristiche contrattuali dei flussi di cassa: a seconda che i flussi di cassa siano basati esclusivamente su capitale ed interesse (cosiddetto "Solely Payments of Principal and Interest", o SPPI) o se, diversamente, dipendano anche da altre variabili (ad esempio: partecipazione agli utili, come i dividendi, oppure rimborso del capitale investito in funzione delle performance finanziarie dell'emittente, ecc.). Le verifiche condotte al fine di accertare le caratteristiche contrattuali dei flussi di cassa sono indicate con il termine "test SPPI" o "SPPI test".

Sulla base delle combinazioni tra il business model e le caratteristiche contrattuali dei flussi finanziari sono individuabili le seguenti categorie contabili:

  • attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: vi rientrano quegli strumenti di debito (finanziamenti e titoli) con business model "Hold to Collect", i cui termini contrattuali sono rappresentati unicamente dal pagamento di capitale ed interessi (test SPPI superato);
  • attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, con riciclo nel conto economico delle componenti valutative e realizzative: vi rientrano quegli strumenti di debito (finanziamenti e titoli) con business model "Hold to Collect and Sell", i cui termini contrattuali sono rappresentati unicamente dal pagamento di capitale ed interessi (test SPPI superato);

  • attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: vi rientrano tutte le attività di negoziazione, compresi gli strumenti derivati non di copertura e, indipendentemente dal modello di business, quelle attività che devono essere valutate obbligatoriamente al fair value in quanto i flussi finanziari non rappresentano esclusivamente il pagamento di capitale e interessi (mancato superamento del test SPPI). Sono quindi ricompresi tutti i titoli di capitale, a meno che l'entità non scelga l'opzione irrevocabile di classificarli nella categoria delle attività finanziarie designate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, senza alcun riciclo nel conto economico delle componenti valutative e realizzative (ad eccezione dei dividendi che continuano ad essere rilevati a conto economico).

In aggiunta alle categorie in precedenza illustrate, è prevista la facoltà di utilizzare la categoria contabile delle attività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico; tale opzione è irrevocabile ed è ammessa solo per eliminare o ridurre significativamente un'incoerenza nella valutazione o nella rilevazione che altrimenti risulterebbe dalla valutazione delle attività o passività o dalla rilevazione dei relativi utili e perdite su basi diverse (cosiddetta "asimmetria contabile").

In relazione alle nuove regole di classificazione basate sulle caratteristiche dei flussi finanziari, l'IFRS 9 elimina le regole di scorporo dei derivati impliciti dalle attività finanziarie non oggetto di valutazione a fair value con impatto nel conto economico.

Sulla base di quanto in precedenza esposto, in sede di transizione all'IFRS 9, il Gruppo Banco BPM ha quindi proceduto a definire la classificazione degli strumenti finanziari in base alle nuove categorie contabili previste dall'IFRS 9 - tenuto conto del business model al 1° gennaio 2018 e delle caratteristiche dei flussi contrattuali dello strumento alla data di origine dello stesso – e ad effettuare una nuova misurazione degli stessi in base ai rispettivi criteri di valutazione.

Nella definizione del "business model", effettuata sia a livello di Gruppo che di singola entità giuridica, si sono tenute in considerazione tutte le informazioni rilevanti, tra cui i dati storici relativi alle vendite passate, alle metodologie di misurazione e di rendicontazione delle performance delle attività finanziarie, alla modalità di gestione e misurazione di rischi che possono influenzare le performance delle attività finanziarie, alle politiche di remunerazione dell'alta direzione. Sono state quindi elaborate specifiche linee guida volte a definire il business model del Gruppo ed eventuali suoi cambiamenti. Per il portafoglio delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, considerato che obiettivo del modello di business è l'incasso dei relativi flussi di cassa, sono stati definiti i criteri di ammissibilità delle vendite al verificarsi di determinate circostanze (come ad esempio un incremento significativo del rischio di credito o vendite prossime alla scadenza) o in relazione alla non significatività delle stesse in termini di ammontare o frequenza.

Per quanto riguarda il test SPPI è stato definito l'approccio metodologico di Gruppo e sono stati implementati i modelli target, in termini di procedure e processi, per lo svolgimento del test per tutte le attività finanziarie, siano esse rappresentate da titoli di debito piuttosto che da finanziamenti. Nell'ambito del citato approccio metodologico è stato definito lo specifico procedimento volto ad accertare il superamento del cosiddetto "Benchmark Cash Flow Test", necessario in presenza di strumenti finanziari che presentano un valore temporale del denaro modificato, rappresentato a titolo di esempio da un disallineamento tra le periodicità di fissazione del tasso di interesse per il pagamento della rispettiva rata (fixing) ed il tasso di riferimento (tenor).

Di seguito si illustrano le analisi che sono state condotte sulla base di un apposito tool sviluppato internamente, basato su una check list di indicatori volti ad accertare il superamento del test SPPI, piuttosto che sulla base di informazioni provenienti da provider esterni.

Per il portafoglio dei titoli di debito in essere al 31 dicembre 2017 detenuto con un business model Hold to Collect piuttosto che Hold to Collect and Sell è stato effettuato il cosiddetto test SPPI, al fine di verificare la possibilità di classificare i titoli in oggetto rispettivamente nelle categorie contabili delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" e delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva". Le analisi condotte hanno evidenziato il mancato superamento per una percentuale limitata di strumenti di debito, sia come numero sia come controvalore, rappresentati da titoli strutturati o del tipo Asset Backed Securities; i suddetti strumenti sono quindi stati classificati nella categoria contabile delle "Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value con impatto sul conto economico".

Per gli strumenti finanziari rappresentati da finanziamenti, l'approccio di analisi è stato differenziato a seconda che gli stessi facessero riferimento a prodotti standard, codificati come tali sulla base di cataloghi o schede prodotto, tipici del mondo retail, small business o mid corporate, piuttosto che ad erogazioni "tailor made"3 . Per la prima tipologia di strumenti finanziari, l'analisi è stata incentrata sull'esame delle schede descrittive dei prodotti attualmente in vendita. Per la seconda tipologia di strumenti finanziari, l'analisi è stata incentrata sull'esame puntuale dei singoli contratti di finanziamento. Le analisi svolte hanno portato ad identificare specifiche tipologie di prodotti standard (si tratta di un numero di strumenti finanziari del tutto marginale rispetto alle esposizioni complessive del Gruppo) ed alcuni contratti "tailor made" che, in virtù di specifiche clausole contrattuali, non superano il test.

Le attività rappresentate dalle quote di OICR sono state classificate tra le "altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value", anche sulla base dei chiarimenti forniti dall'IFRIC, come verrà meglio illustrato nel seguito.

Nell'ambito dei titoli di capitale detenuti con l'intento di un investimento strategico, non aventi finalità di negoziazione e non qualificabili come controllo esclusivo, collegamento o controllo congiunto, sono stati identificati gli strumenti per i quali ricorrere all'opzione di designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Con riferimento alle passività finanziarie, il nuovo principio contabile IFRS 9 conferma le regole di classificazione e misurazione previste dallo IAS 39, in base alle quali le stesse sono oggetto di misurazione al costo ammortizzato, ad eccezione delle passività finanziarie di negoziazione, compresi i derivati passivi, e delle passività finanziarie per le quali si ricorre all'opzione di designazione al fair value con impatto a conto economico. In relazione a quest'ultima tipologia di passività, l'IFRS 9 prevede che le variazioni di fair value associate al proprio merito creditizio debbano essere rilevate in contropartita di una specifica riserva di patrimonio netto, anziché a conto economico come previsto dallo IAS 39, a meno che tale trattamento non sia tale da creare o amplificare un'asimmetria contabile nel risultato economico; in quest'ultimo caso l'intera variazione di fair value della passività deve essere imputata a conto economico.

Al riguardo si ricorda che il Gruppo Banco BPM si è avvalso, fin dal bilancio dell'esercizio 2017, della facoltà di applicare anticipatamente le modifiche del trattamento contabile del proprio merito creditizio per le passività finanziarie designate al fair value. Considerato che lo standard IFRS 9 ha sostanzialmente ripreso i criteri di classificazione e di misurazione dello IAS 39, in sede di transizione al nuovo principio il Gruppo Banco BPM ha effettuato una riallocazione alle nuovi voci contabili, verificando per le passività designate al fair value al 31 dicembre 2017 la necessità di revocare tale designazione, non esistendo alcun problema di asimmetria contabile con il derivato di copertura gestionale che aveva motivato l'originaria designazione a fair value, in quanto nel frattempo estinto.

Per i dettagli in merito all'allocazione degli strumenti finanziari nelle nuove categorie contabili IFRS 9 si fa rinvio alle successive tabelle 4, 5, 6.

Metodologia di impairment IFRS 9 basata sulle perdite attese (ECL)

In base al principio IFRS 9, tutte le attività finanziarie non oggetto di misurazione in bilancio al fair value con impatto nel conto economico, rappresentate da titoli di debito e finanziamenti, e le esposizioni fuori bilancio (impegni e garanzie rilasciate) devono essere assoggettate al nuovo modello di impairment basato sulle perdite attese (ECL – Expected Credit Losses). L'obiettivo del nuovo approccio è quello di garantire un più tempestivo riconoscimento delle perdite rispetto al precedente modello dello IAS 39, in base al quale le perdite dovevano essere rilevate solo in presenza di evidenze obiettive intervenute successivamente all'iscrizione iniziale dell'attività (cosiddetto modello "incurred losses").

Nel dettaglio, il modello di impairment introdotto dal principio contabile IFRS 9 si basa sul concetto di valutazione "forward looking", ovvero sulla nozione di perdita attesa (Expected Credit Loss), sia essa calcolata a 12 mesi (Stage 1) o per l'intera vita residua dello strumento (perdita lifetime per gli Stage 2 e Stage 3). In particolare, il modello prevede che le attività finanziarie debbano essere classificate in tre distinti "stage" a cui corrispondono diversi criteri di valutazione:

  • Stage 1: da valutare sulla base di una stima di perdita attesa avente a riferimento un orizzonte temporale pari ad un anno. Rientrano nello Stage 1 le attività finanziarie in bonis per le quali non si è osservato un deterioramento significativo del rischio di credito rispetto alla data di rilevazione iniziale;

3 Nel perimetro dei prodotti "tailor made" - oggetto di analisi ai fini del test SPPI - vi rientrano tutte le esposizioni seguite da strutture specializzate del Gruppo riconducibili sia ad erogazioni personalizzate sulla base di specifiche esigenze finanziarie della clientela tipicamente corporate, sia ad esposizioni oggetto di interventi di ristrutturazione, la cui specificità ha richiesto l'intervento delle citate strutture specialistiche.

  • Stage 2: da valutare sulla base di una stima di perdita attesa avente a riferimento un orizzonte temporale pari all'intera vita residua dell'attività finanziaria. Rientrano nello Stage 2 le attività finanziarie che hanno subito un significativo deterioramento del rischio di credito rispetto alla rilevazione iniziale;
  • Stage 3: da valutare sulla base di una stima della perdita attesa che assume la probabilità di default pari al 100%. Rientrano nello Stage 3 le attività finanziarie considerate deteriorate.

Secondo il modello di calcolo delle Expected Credit Losses, le perdite devono essere registrate non solo facendo riferimento alle oggettive evidenze di perdite di valore già manifestatesi alla data di reporting, ma anche sulla base delle aspettative di perdite di valore future non ancora palesate, che devono riflettere:

  • la probabilità del verificarsi di diversi scenari;
  • l'effetto di attualizzazione mediante l'utilizzo del tasso di interesse effettivo;
  • le esperienze storiche e le valutazioni correnti e future.

Al fine di implementare i requisiti sopra illustrati:

  • è stato definito il framework di riferimento per accertare la sussistenza o meno di un significativo deterioramento del rischio di credito (cosiddetto "Framework Stage Assignment") e la conseguente classificazione delle esposizioni performing dallo Stage 1 allo Stage 2;
  • sono stati elaborati i modelli inclusivi delle informazioni forward looking da utilizzare sia ai fini dello stage assignment (PD lifetime) sia ai fini del calcolo dell'expected credit loss ad un anno e lifetime.

Framework stage assignment

Ai fini dell'allocazione delle esposizioni nei diversi stage il Gruppo Banco BPM ha classificato:

  • le esposizioni performing in corrispondenza degli Stage 1 e 2;
  • le esposizioni deteriorate in corrispondenza dello Stage 3. Le analisi svolte hanno portato a ritenere che il relativo perimetro risulti allineato a quello delle esposizioni deteriorate, determinato secondo le definizioni contenute nelle vigenti segnalazioni di vigilanza4 (sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute deteriorate), in quanto ritenute coerenti con la normativa contabile in termini di evidenze obiettive di impairment. Per ulteriori dettagli su tale perimetro si fa rinvio a quanto contenuto nella Parte "A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio" della presente Relazione finanziaria semestrale.

Con riferimento alle esposizioni performing, il significativo deterioramento del merito creditizio è stato definito a livello di singolo rapporto tramite confronto tra il rischio di credito associato allo strumento finanziario all'atto della valutazione e quello al momento iniziale dell'erogazione o dell'acquisizione. Tale confronto sarà effettuato assumendo a riferimento sia criteri quantitativi che qualitativi. Per lo staging dei titoli di debito, caratterizzati da più transazioni di acquisto a fronte di un medesimo ISIN, il Gruppo ha deciso di utilizzare il metodo FIFO (First In-First Out) quale metodologia per la determinazione del merito creditizio originario delle quantità oggetto di valutazione.

Più in dettaglio, al fine di accertare l'esistenza di un significativo deterioramento della qualità creditizia ed il conseguente passaggio dello strumento finanziario dallo Stage 1 allo Stage 2, il Gruppo ha individuato i seguenti criteri:

  • criteri quantitativi relativi, basati su osservazioni statistiche, ritenute espressione di intervenuto significativo incremento del rischio di credito nel tempo;
  • criteri qualitativi assoluti, rappresentati dall'identificazione di trigger event o dal superamento di soglie assolute nell'ambito del processo di monitoraggio del credito. Nel dettaglio, la selezione di tali criteri è avvenuta facendo riferimento a quegli indicatori contenuti nella "watch list", per l'individuazione dei crediti anomali, ritenuti rappresentativi di un deterioramento del merito creditizio. Vi rientrano tutte le esposizioni interessate da misure di forbearance e che presentano tale attributo ancora attivo, indipendentemente dalla regolarità o meno del probation period in corso;
  • backstop indicators, ovvero fattori di "delinquency" del credito, la cui manifestazione fa presumere che si sia verificato un significativo incremento del rischio di credito, a meno di evidenze contrarie. In via presuntiva, salvo casi eccezionali ascrivibili a particolari tipologie di controparti, quali le Amministrazioni pubbliche, il Gruppo ritiene che la rischiosità creditizia dell'esposizione debba ritenersi significativamente incrementata in presenza di uno scaduto/sconfino per un periodo maggiore di 30 giorni, ferma restando l'applicazione delle soglie di significatività previste dalla normativa di vigilanza.

4 Definizioni contenute nella Circolare di Banca d'Italia n. 272 del 30 luglio 2008 e successivi aggiornamenti, in base alle quali il perimetro delle esposizioni deteriorate corrisponde a quello delle "Non Performing Exposure" del Regolamento di esecuzione (UE) 680/2014, con il quale è stato recepito l'ITS dell'EBA (EBA/ITS/2013/rev1 del 24/07/2014).

Con particolare riferimento al criterio quantitativo relativo applicabile alle esposizioni creditizie nei confronti della clientela, il Gruppo Banco BPM ha definito di assumere come riferimento la variazione tra la probabilità di default (PD) alla data di origine dello strumento finanziario e la medesima probabilità misurata alla data di reporting. Lo sviluppo del modello ha comportato l'individuazione di specifiche soglie interne di variazione tra la probabilità di default rilevata all'origine del rapporto contrattuale e la probabilità di default rilevata alla data di valutazione, differenziate per Segmento di rischio, classe di Rating e vita residua; il superamento delle suddette soglie costituisce espressione di un significativo incremento del rischio di credito ed il conseguente trasferimento della singola linea di credito dallo Stage 1 allo Stage 2. La determinazione di tali soglie, sviluppata in base alle osservazioni storiche del Gruppo Banco BPM, è stata assoggettata ad un processo di calibrazione volto ad individuare il perimetro delle posizioni da classificare nello Stage 2 prima del passaggio ad esposizione deteriorata, nonché il perimetro delle posizioni da classificare nello Stage 1 in quanto ritenuto espressivo di un miglioramento del rischio di credito.

In aggiunta, ai fini del confronto tra le curve di PD lifetime alla data di reporting rispetto alla data di origine si sono considerate le informazioni forward looking, quali i fattori macroeconomici ed altri elementi rappresentati dal tipo di mercato, dal settore dell'attività, dal tipo di strumento finanziario, dalla durata residua dello strumento finanziario stesso.

Per i portafogli rappresentati dai finanziamenti verso controparti bancarie e dai titoli di debito che non presentano un rating pari all'investment grade il criterio quantitativo relativo è basato sulla variazione della probabilità di default a dodici mesi, anziché per tutta la vita residua dello strumento. Tale approccio semplificato, tenuto conto della tipologia di controparte/emittenti, è giustificato dalla non significatività della differenza di impatto rispetto al modello più complesso utilizzato sul portafoglio delle esposizioni rappresentate da finanziamenti verso clientela.

I titoli di debito che alla data di reporting presentano un rating pari all'investment grade, principalmente riconducibili ai titoli di Stato, sono classificati nello Stage 1 in quanto per tale fattispecie, e solo per essa, il Gruppo Banco BPM si è avvalso della "Low Credit Risk Exemption". Tale esenzione consiste nell'espediente pratico di non effettuare il test relativo al significativo deterioramento del rischio di credito, in presenza di esposizioni il cui rischio di credito è ritenuto basso.

Con riferimento al funzionamento del modello, il Gruppo Banco BPM ha deciso di adottare un modello di riclassificazione da Stage 2 a Stage 1 di tipo simmetrico: nei casi in cui le condizioni scatenanti il significativo deterioramento del rischio di credito cessino di sussistere ad una data di valutazione successiva, lo strumento finanziario torna ad essere misurato in base alla perdita attesa misurata su un orizzonte temporale di dodici mesi. Si precisa inoltre, che in caso di rientro in bonis dallo Stage 3, non è previsto un passaggio obbligatorio dei rapporti della controparte in Stage 2. La classificazione negli stadi delle esposizioni performing (Stage 1 o Stage 2) dipenderà quindi dall'applicazione automatica del framework di stage assignment precedentemente illustrato.

Stima della perdita attesa (Expected credit Loss) – Stage 1 e Stage 2

Con riferimento al modello di calcolo dell'Expected Credit Loss (ECL) per la misurazione dell'impairment degli strumenti classificati negli Stage 1 e 2 si ritiene opportuno premettere che il suo sviluppo è stato fondato sul nuovo modello interno per la misurazione del rischio di credito, oggetto di approvazione da parte dell'Organo di Vigilanza nel mese di febbraio 2018, con relativa estensione dello stesso alle esposizioni creditizie acquisite dall'ex Gruppo BPM nell'ambito dell'operazione di aggregazione aziendale da cui il Banco BPM ha avuto origine.

In base a tale modello, apportando specifici aggiustamenti, sono stati elaborati nuovi parametri di rischio IFRS 9 "compliant", in termini di:

  • probabilità di default (PD) ad un anno e lifetime: trattasi della probabilità di passare dallo stato performing a quello del deteriorato nell'orizzonte temporale di un anno (PD a 1 anno) o lungo l'intera durata dell'esposizione (PD lifetime);
  • perdita in caso di default (LGD): pari alla percentuale di perdita in caso di default, sulla base dell'esperienza storica osservata in un determinato periodo di osservazione;
  • esposizione al default (EaD): trattasi dell'ammontare dell'esposizione al momento del default.

Nella definizione dei parametri del modello, rispetto ai parametri regolamentari, si è tenuto conto:

  • delle condizioni del ciclo economico corrente (Point-in-Time risk measures);
  • di informazioni previsionali riguardanti la futura dinamica dei fattori di mercato (Forward looking risk measures) da cui dipende la perdita attesa lifetime. Tali informazioni previsionali fanno riferimento ad un definito arco temporale (tipicamente pari alla durata attesa dell'esposizione creditizia in valutazione).

In aggiunta sono stati rimossi quei fattori rilevanti solo ai fini regolamentari (quale la componente down turn considerata nel calcolo LGD regolamentare per tenere conto del ciclo economico avverso) e sono stati invece considerati i parametri di rischio per tutta la durata della vita dello strumento.

Come già indicato, la definizione di default adottata risulta allineata a quella in uso per fini regolamentari.

In aggiunta, nel rispetto dei requisiti previsti dallo standard, secondo il quale la stima dell'ECL deve essere il risultato della ponderazione di una serie di possibili scenari forward looking (c.d. "unbiased and probability weighted"), il Gruppo ha sviluppato una metodologia di generazione di scenari macroeconomici multipli ai quali sono associate le rispettive probabilità di accadimento. In maggior dettaglio, accanto allo scenario "baseline", ossia allo scenario macroeconomico previsionale sulla base del quale il Gruppo sviluppa le proprie proiezioni relative a dati economico/patrimoniali e di rischio lungo un orizzonte temporale di breve e di medio termine, ritenuto maggiormente probabile (50%), sono stati elaborati scenari alternativi migliorativi (positivo con probabilità del 20% e molto positivo con probabilità del 5%) e peggiorativi (severo con probabilità del 20% e molto severo con probabilità del 5%).

Di seguito si forniscono informazioni di maggior dettaglio sulla modalità con le quali il Gruppo ha determinato i citati parametri di rischio IFRS 9 compliant.

Stima del parametro PD

Come in precedenza illustrato, la probabilità di default deve essere stimata non solo nei dodici mesi successivi alla data di reporting, ma anche negli anni futuri, in modo da consentire il calcolo degli accantonamenti lifetime.

Per il Gruppo, le curve di PD sono state costruite moltiplicando tra loro le matrici di migrazioni PiT dei diversi segmenti di rischio definiti dai modelli di rating interni (Large Corporate, Mid Corporate, Mid Corporate Plus, Small Business, Privati) condizionate al ciclo economico. Di seguito i principali step metodologici utilizzati per la stima del parametro PD lifetime:

  • costruzione delle matrici di migrazione PiT storiche per ogni segmento di rischio definito dai modelli di rating e sulla base della media di tali matrici, ottenimento delle matrici di lungo periodo (TTC) per ogni segmento di rischio;
  • determinazione delle matrici PiT future per i primi tre anni successivi rispetto alla data di reporting, ottenute sulla base delle matrici PiT condizionate in base ad alcuni selezionati scenari macroeconomici, a cui sono associate le rispettive probabilità di accadimento, tramite modelli satellite (metodo Merton) in grado di esprimere la sensitività delle misure di PD rispetto alle variazioni delle principali grandezze economiche. Tali modelli satellite sono differenziati per cluster geo-settoriale (es. "industria", "società finanziarie", "famiglie consumatrici") e utilizzano variabili specifiche per ogni cluster;
  • ottenimento delle PD cumulate per classe di rating, moltiplicando le matrici Pit future come in precedenza calcolate per i primi tre anni, mentre dal quarto anno in poi viene utilizzata la matrice TTC. Qualora la matrice TTC dovesse presentare significative differenze rispetto all'ultima matrice PiT futura, calcolata per ogni scenario selezionato, è prevista una fase di ricongiungimento (Smoothing Phase);
  • generazione della curva PD cumulata lifetime come media delle curve di PD cumulate di ogni scenario macroeconomico selezionato ponderato per le rispettive probabilità di accadimento.

Stima del parametro LGD

Oltre alla rimozione dei correttivi utilizzati per fini regolamentari (costi indiretti e fattore di down turn), in ottica forward looking, la stima del parametro tiene conto del condizionamento al ciclo economico sia del valore delle garanzie immobiliari attraverso l'indice dei prezzi degli immobili (facendo quindi variare il rapporto tra il debito residuo ed il valore della garanzia) sia della componente rappresentata dalla probabilità di sofferenza attraverso un apposito scaling factor ottenuto simulando i cicli di default con le matrici di migrazione tra status.

Stima EAD

Ai fini della determinazione del parametro in esame, l'esposizione considerata ad ogni data di pagamento futura è rappresentata dal debito residuo, sulla base del piano di ammortamento, maggiorato delle eventuali rate impagate/scadute.

Per le esposizioni fuori bilancio (garanzie ed impegni ad erogare fondi siano essi irrevocabili o revocabili), l'EAD è pari al valore nominale ponderato per un apposito fattore di conversione creditizia (CCF – Credit Conversion Factor).

Stima della perdita attesa (Expected credit Loss) – Stage 3

Con riferimento alle esposizioni deteriorate, corrispondenti alle attività classificate nello Stage 3, pur in presenza di una sostanziale corrispondenza con il perimetro delle esposizioni deteriorate in base al previgente principio IAS 39, è stata elaborata una specifica metodologia volta ad includere elementi forward looking correlati a scenari di vendita, in aggiunta allo scenario che prevede di recuperare i flussi di cassa mediante l'attività di gestione interna (cosiddetto approccio "multi scenario"). Come espressamente previsto dall'ITG5 dello IASB, nella determinazione delle perdite attese è infatti possibile considerare i flussi recuperabili per il tramite della vendita, nella misura in cui sia possibile elaborare aspettative ed assunzioni desunte in base ad informazioni ragionevoli e dimostrabili (si veda al riguardo il documento: "Meeting Summary – 11 December 2015 - Inclusion of cash flows expected from the sale on default of a loan in the measurement of expected credit losses").

Nel definire la propria NPL Strategy, il Gruppo si è posto degli obiettivi da raggiungere in termini di riduzione dell'incidenza dei crediti in sofferenza e del totale dei crediti deteriorati rispetto all'ammontare complessivo dei crediti nei confronti della clientela. Il raggiungimento dei suddetti obiettivi presuppone che l'ammontare dei crediti deteriorati possa ridursi per effetto dell'attività di recupero dei medesimi. Posto che le previsioni di recupero mediante gestione all'interno del Gruppo non avrebbero garantito il raggiungimento degli obiettivi, il Gruppo ha previsto, nell'ambito della propria NPL Strategy, di cedere un ammontare complessivo pari a 8,5 miliardi nominali delle esposizioni in sofferenza esistenti alla data del 1° gennaio 2018. Alla luce di quanto esposto si è ritenuto che sussistessero i presupposti per considerare lo scenario di vendita approvato e reso pubblico nel determinare la nuova valutazione dei crediti in sofferenza alla data della transizione al nuovo principio IFRS 9.

Alla luce di quanto in precedenza illustrato, è stato elaborato un nuovo modello valutativo in base al quale, a ciascun credito in sofferenza, risultano associate due diverse stime dei flussi di cassa che il Gruppo si aspetta di ricevere:

  • la prima, determinata assumendo a riferimento lo scenario di recupero dal debitore sulla base dell'attività interna, coerente con le valutazioni effettuate ai sensi del principio contabile IAS 39 (cosiddetto "scenario workout");
  • la seconda, calcolata assumendo a riferimento lo scenario di recupero tramite cessione del credito (cosiddetto "scenario di vendita").

Tenuto conto che in sede di prima applicazione, così come a regime, i crediti oggetto di probabile cessione non possono essere singolarmente identificabili, il modello prevede che a ciascun credito sia associata una probabilità di cessione.

Le previsioni relative alle perdite attese di ciascun credito sono quindi pari alla media pondera della stima dei flussi di cassa recuperabili nei due scenari (workout e vendita), in funzione delle probabilità di accadimento degli stessi. L'assegnazione delle probabilità ai vari scenari avviene assumendo a riferimento la segmentazione del portafoglio complessivo dei crediti in sofferenza del Gruppo, in funzione delle principali caratteristiche che influenzano il valore attribuito dal mercato ai crediti della specie (esempio: vintage, ammontare delle esposizioni, tipologia di prodotto, presenza di garanzia e relativa tipologia, segmento clientela).

L'assegnazione delle probabilità ai vari cluster è stata guidata dall'ammontare del livello di cessioni target approvato dal Consiglio di Amministrazione e, come già detto, pari a 8,5 miliardi nominali nel triennio 2018- 2020. In altre parole, le probabilità sono state assegnate ai vari cluster in modo tale che la sommatoria dei valori nominali complessivi di ciascun cluster moltiplicata per la relativa probabilità di cessione (di seguito anche "valore atteso di cessione") sia pari ad 8,5 miliardi. In maggior dettaglio, le probabilità assegnate ai vari cluster variano da un valore minimo del 2% - assegnato al cluster che il Gruppo ritiene meno conveniente e quindi meno probabile vendere - fino ad un valore massimo dell'85% assegnato al cluster che il Gruppo ritiene più probabile vendere. A tal riguardo si segnala che, in sede di prima applicazione, questo ultimo cluster è stato popolato con le esposizioni che il Gruppo riteneva più probabile comprendere nel portafoglio di cessione relativo al progetto "Exodus", il cui perfezionamento era programmato entro la fine del primo semestre 2018, come illustrato nei fatti di rilievo della Relazione intermedia sulla gestione (5,1 miliardi di "valore atteso di cessione" corrispondente ad una popolazione di esposizioni pari a 6 miliardi di valore nominale).

Per la determinazione dei flussi di recupero tramite la vendita, la metodologia valutativa utilizzata è fondata su un processo di attualizzazione dei flussi di cassa recuperabili ("discounted cash flows"), che tiene in considerazione i principali parametri che vengono normalmente considerati dai potenziali acquirenti in sede di definizione del prezzo di acquisto

5 Trattasi dell'IFRS Transition Resource Group for impairment of financial instruments, ossia gruppo di lavoro istituito con l'obiettivo di supportare l'implementazione di alcune tematiche relativa al nuovo modello di impairment IFRS 9.

Hedge Accounting

Con riferimento alla contabilizzazione delle operazioni di copertura ("hedge accounting") le nuove regole introdotte dall'IFRS 9 hanno come obiettivo quello di garantire un maggiore allineamento tra la rappresentazione contabile delle coperture e le logiche gestionali sottostanti (risk management); dette regole non riguardano tuttavia il modello di "macro hedging" per il quale è stato intrapreso un progetto ad hoc e separato rispetto all'IFRS 9, non ancora sfociato ad oggi in nessun principio contabile.

In sede di prima applicazione, il Gruppo ha deciso di avvalersi dell'opzione "opt out", ossia di avvalersi della possibilità di continuare a gestire le operazioni di copertura secondo le regole dell'hedge accounting previste dallo IAS 39 attualmente omologato (nella versione "carve-out"). Detta scelta sarà oggetto di una nuova valutazione per i reporting successivi all'esercizio 2018.

Gli effetti della prima applicazione (FTA) dell'IFRS 9

Impatti dell'IFRS 9 sul patrimonio netto contabile al 1° gennaio 2018

Con l'adozione dell'IFRS 9 il patrimonio netto consolidato del Gruppo Banco BPM ha registrato una diminuzione di 1.056,6 milioni al netto degli effetti fiscali, passando da 11.963,5 milioni a 10.906,9 milioni. Nel dettaglio, tale diminuzione risulta attribuibile ai seguenti effetti:

  • -1.245,8 milioni a causa dell'incremento dei fondi rettificativi per l'applicazione del nuovo modello di impairment ai crediti deteriorati (esposizioni in sofferenza);
  • -90,1 milioni a causa dell'incremento dei fondi rettificativi a seguito dell'applicazione del nuovo modello di impairment alle esposizioni non deteriorate (classificate nello Stage 1 e nello Stage 2) rappresentate da finanziamenti e titoli di debito;
  • -16,5 milioni a causa dell'incremento dei fondi del passivo collegati alla valutazione delle garanzie rilasciate e degli impegni ad erogare fondo sia irrevocabili sia revocabili;
  • +38,8 milioni a seguito dell'applicazione delle nuove regole di classificazione e misurazione delle attività e delle passività finanziarie, esclusi gli impatti derivanti dal nuovo modello di calcolo delle perdite attese, come in precedenza illustrati;
  • -92,3 milioni a causa della riduzione del valore delle partecipazioni di collegamento valutate con il metodo del patrimonio netto, a seguito dell'impatto complessivamente negativo sul proprio patrimonio netto registrato dalle stesse partecipate in sede di prima applicazione del principio IFRS 96 ;
  • +349,3 milioni per effetto della rilevazione di maggiori attività per imposte anticipate relative a perdite fiscali in corso di formazione a fronte della riduzione del patrimonio netto contabile più sopra illustrata7 .

Gli effetti in precedenza menzionati si sono tradotti in una riduzione delle riserve da valutazione per 78,2 milioni e delle altre riserve patrimoniali per 978,4 milioni.

I suddetti impatti sono evidenziati in ancora maggior dettaglio nel seguente prospetto di riconciliazione tra il patrimonio netto al 31 dicembre 2017 determinato in conformità al principio contabile ex IAS 39 ed il patrimonio netto rideterminato al 1° gennaio 2018 per effetto dell'applicazione del nuovo standard contabile.

6 Detti impatti sono riconducibili alle partecipazioni detenute in Agos Ducato S.p.A., Alba Leasing S.p.A., SelmaBipiemme Leasing S.p.A., Factorit S.p.A.. Nessun impatto è invece relativo alle partecipazioni detenute in Vera Vita S.p.A. e Vera Assicurazioni S.p.A in quanto tali società continuano ad applicare il principio contabile IAS 39, avendo le stesse optato per il cosiddetto "deferral approach" in attesa dell'entrata in vigore del nuovo principio contabile internazionale sui contratti assicurativi (IFRS 17). A tal proposito si precisa che le imprese di assicurazioni hanno la facoltà di posticipare (comunque non oltre il 2021) l'entrata in vigore del principio IFRS 9 (cosiddetto "deferral approach") o di sospendere a patrimonio netto la maggior volatilità introdotta dal nuovo principio sui singoli titoli (cosiddetto

"overlay approach") . 7 Il Decreto emanato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze il 10 gennaio 2018 ha stabilito che l'impatto patrimoniale negativo conseguente all'applicazione del nuovo modello di impairment introdotto dal principio contabile IFRS 9 è deducibile dal reddito imponibile IRES ed IRAP dell'esercizio 2018. Alla data della prima applicazione si è conseguentemente generata una perdita fiscale in corso di formazione per le maggiori società del Gruppo. In base alla normativa in vigore le perdite fiscali IRES sono riportabili a nuovo e possono essere recuperate tramite la generazione di redditi imponibili negli esercizi successivi senza alcun limite temporale. Diversamente le perdite fiscali IRAP non sono riportabili a nuovo. Alla luce della suddetta normativa le attività fiscali iscritte in sede di FTA sono quasi esclusivamente riconducibili alla fiscalità IRES.

Importi in migliaia di euro - di cui impatto
FTA IFRS 9 su
voce "120.
Riserve da
valutazione"
di cui impatto
FTA IFRS 9 su
voce "150. Riserve"
A Patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2017
(ex IAS 39) 11.963.540
di cui: patrimonio netto di Gruppo 11.900.230
di cui: patrimonio netto di terzi 63.310
B Impatto IFRS 9 misurazione delle perdite attese (ECL) su
attività finanziarie deteriorate (Stage 3)
(1.245.844) - (1.245.844)
Attività fin. valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti a clientela (1.245.844) (1.245.844)
C Impatto IFRS 9 per misurazione delle perdite attese (ECL)
su attività finanziarie non deteriorate (Stage 1 e Stage 2) (90.089) 7.137 (97.226)
Attività fin. valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti a clientela (73.898) (73.898)
Attività fin. valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti a banche (2.716) (2.716)
Attività fin. valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito (13.475) (13.475)
Att. fin. valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - 7.137 (7.137)
D Impatto IFRS 9 per misurazione delle perdite attese (ECL)
sulle esposizioni fuori bilancio
(16.451) - (16.451)
Garanzie e impegni (16.451) (16.451)
E Impatto IFRS 9 Classificazione&Misurazione (esclusa
misurazione ECL) 38.769 (80.210) 118.979
Attività fin. valutate al FV con impatto a CE - titoli di debito (12.237) (6.823) (5.414)
Attività fin. Val. al FV con impatto a CE - titoli di capitale e OICR - (128.042) 128.042
Attività valutate al FV con impatto a CE - Finanziamenti a clientela (6.671) (6.671)
Att. fin. valutate al fair value con impatto OCI - Titoli di debito 51.600 51.859 (259)
Attività valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito 17.713 17.504 209
Passività finanziarie designate al fair value (15.254) (14.708) (546)
Passività finanziarie di negoziazione 3.618 3.618
F Impatto IFRS 9 su partecipazioni di collegamento (equity
method)
(92.348) - (92.348)
Partecipazione di collegamento (92.348) (92.348)
G=B+C
+D+E+F
H
Totale impatto IFRS 9 sul patrimonio netto consolidato al
1 gennaio 2018 (lordo fiscalità)
Impatto fiscale al 1 gennaio 2018
(1.405.963)
349.369
(73.073)
(5.156)
(1.332.890)
354.525

Tabella 1: prospetto di riconciliazione tra il patrimonio netto al 31 dicembre 2017 (IAS 39) ed il patrimonio netto al 1° gennaio 2018 (IFRS 9)

I=G+H Totale impatto IFRS 9 sul patrimonio netto consolidato al 1 gennaio 2018 (netto fiscalità) (1.056.594) (78.229) (978.365) di cui: impatto IFRS 9 sul patrimonio netto di Gruppo (1.050.851) (78.229) (972.622) di cui: impatto IFRS 9 sul patrimonio netto di terzi (5.743) (5.743) A+I Patrimonio netto consolidato al 1 gennaio 2018 (IFRS 9) 10.906.946 di cui: patrimonio netto di Gruppo 10.849.379 di cui: patrimonio netto di terzi 57.567 Legenda:

FV: Fair Value

CE: Conto Economico

OCI: Other Comprehensive Income (redditività complessiva)

Al riguardo si segnala che l'applicazione delle nuove regole di misurazione e di impairment IFRS 9 ha talvolta comportato la necessità di effettuare una mera riclassifica tra le riserve da valutazione (voce 120) e le altre riserve di utili (voce 150), con un impatto complessivamente nullo sul patrimonio netto complessivo del Gruppo. Le riserve da valutazione hanno infatti registrato complessivamente una riduzione pari a 114,6 milioni, compensata da un corrispondente incremento delle riserve da utili.

Nel dettaglio:

  • l'applicazione delle nuove regole di impairment ai titoli di debito classificati tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" ha comportato un effetto negativo sulle riserve da utili, pari a 7,1 milioni (4,8 milioni al netto della relativa fiscalità), in contropartita di un corrispondente incremento delle riserve da valutazione;
  • la riclassifica dei titoli di debito in precedenza classificati tra le attività finanziarie disponibili per la vendita alla nuova categoria delle "altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value" ha comportato l'accredito di riserve di utili per 6,8 milioni (4,6 milioni al netto della relativa fiscalità) in contropartita dell'addebito di un corrispondente ammontare nelle riserve da valutazione;

  • la riclassifica delle quote di OICR e dei titoli di capitale in precedenza classificati tra le attività finanziarie disponibili per la vendita alla nuova categoria delle "altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value" ha comportato l'accredito di riserve di utili per 128,0 milioni (115,0 milioni al netto della relativa fiscalità) in contropartita dell'addebito di un corrispondente ammontare nelle riserve da valutazione;

  • la riclassifica dei titoli di debito in precedenza classificati tra le attività finanziarie valutate al fair value alla nuova categoria delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva ha comportato la riallocazione degli effetti positivi (0,3 milioni) nelle riserve da valutazione, in contropartita dell'addebito della riserva da utili (0,2 milioni al netto degli effetti fiscali).

Impatto dell'IFRS 9 sui fondi propri al 1° gennaio 2018

A livello di ratio patrimoniali gli impatti al 1° gennaio 2018 illustrati nel precedente paragrafo comportano una riduzione di 182 bps del CET 1 ratio fully phased che passa dall'11,92% - valore anteriore alla prima applicazione del nuovo standard contabile - al 10,10%.

Tali impatti non tengono conto dell'opzione esercitata dal Gruppo per l'applicazione integrale della disciplina transitoria introdotta dal nuovo articolo 473 bis del Regolamento UE n. 575/2013 che dilaziona ("phase in") nel tempo l'impatto sui fondi propri derivante dall'applicazione del nuovo modello di impairment introdotto dal nuovo standard contabile.

La suddetta disciplina transitoria prevede la possibilità di includere nel capitale primario di classe 1 una componente positiva transitoria per una percentuale dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti per effetto dell'applicazione del principio contabile IFRS 9. Per le esposizioni fuori bilancio rappresentate dalle garanzie e impegni, per i quali al 31 dicembre 2017 esistevano fondi rettificativi in base al principio IAS 37, l'ammontare da includere nel CET1 non è limitato all'incremento dei fondi rettificativi ma è pari al valore assoluto dei fondi rettificativi per perdite attese IFRS 98 .

Tale percentuale è decrescente nel tempo in un arco temporale di cinque anni come di seguito indicato:

  • periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018: 95% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti per effetto dell'applicazione del principio contabile IFRS 9. L'impatto negativo che ci si attende derivi dall'applicazione del nuovo modello di impairment sui fondi propri è conseguentemente ridotto al 5% dell'impatto che sarà rilevato sul patrimonio netto contabile alla data del 1° gennaio 2018;
  • periodo dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019: 85% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti;
  • periodo dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020: 70% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti;
  • periodo dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021: 50% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti;
  • periodo dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022: 25% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti.

Dal 1° gennaio 2023 l'impatto derivante dalla prima applicazione del principio contabile IFRS 9 sarà pienamente riflesso nel computo dei fondi propri.

Oltre alla possibilità di dilazionare l'impatto derivante dalla prima applicazione del principio contabile alla data del 1° gennaio 2018, la disciplina transitoria prevede la possibilità di dilazionare gli eventuali impatti che l'applicazione del nuovo modello di impairment produrrà anche nei primi esercizi successivi alla prima applicazione del nuovo principio contabile ancorché limitatamente a quelli derivanti dalla valutazione delle attività finanziarie non deteriorate.

Tenendo conto della disciplina transitoria e del trattamento dei fondi rettificativi relativi alle esposizioni fuori bilancio, come in precedente illustrato, l'impatto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9 sul CET1 per tutto l'esercizio 2018 è positivo per 5 bps.

8 Al riguardo si veda Q&A EBA n. 2018/3923 del 25 maggio 2018

Stato patrimoniale consolidato - riconciliazione tra i saldi al 31 dicembre 2017 (IAS 39) ed i saldi al1° gennaio 2018 (IFRS 9)

Il seguente prospetto rappresenta lo schema di stato patrimoniale redatto secondo le voci previste dal 5° aggiornamento della Circolare n. 262. Nel dettaglio, il citato prospetto fornisce la riconciliazione tra i saldi al 31 dicembre 2017, determinati in base al principio IAS 39, e quelli rideterminati al 1° gennaio 2018, in base al principio IFRS 9, con evidenza separata:

  • dei saldi IAS 39 riclassificati in relazione ai nuovi criteri di classificazione introdotti dall'IFRS 9 (colonna "31/12/2017 Saldi IAS 39 riclassificati"), senza l'applicazione dei nuovi criteri di valutazione associati alle nuove categorie contabili (diversa base di misurazione di valore e relativo impairment);
  • degli impatti conseguenti ai nuovi criteri di misurazione (colonna "Impatti Measurement") ed al nuovo modello di impairment (colonna "Impatti ECL" - Expected Credit Losses").

Al fine di una migliore comprensione della transizione tra le categorie contabili di attività e passività finanziarie IAS 39 e quelle IFRS 9, i saldi risultanti dal bilancio pubblicato al 31 dicembre 2017 sono stati ricondotti in base ai nuovi schemi della Circolare n. 262 secondo alcuni criteri convenzionali di seguito descritti:

  • la voce "20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: a) attività finanziarie detenute per la negoziazione" corrisponde alla voce "20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione" del bilancio pubblicato al 31 dicembre 2017;
  • la voce "20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: b) attività finanziarie designate al fair value" corrisponde alla voce "30. Attività finanziarie valutate al fair value" del bilancio pubblicato al 31 dicembre 2017;
  • nella voce "30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" è stato ricondotto il saldo della voce "40. Attività finanziarie disponibili per la vendita" del bilancio pubblicato al 31 dicembre 2017;
  • la voce "40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" accoglie saldi delle voci "50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza", "60. Crediti verso banche", "70. Crediti verso clientela" esposte nel bilancio pubblicato al 31 dicembre 2017;
  • per le restanti voci i saldi esposti trovano corrispondenza con quelli originariamente pubblicati, ancorché la numerazione delle voci di bilancio sia differente in ragione delle modifiche introdotte negli schemi di bilancio IFRS 9 compliant.

La colonna "31/12/2017 Saldi IAS 39" espone quindi i saldi al 31 dicembre 2017 (IAS 39) sulla base dei criteri convenzionali in precedenza illustrati; nella colonna "Riclassifiche" sono invece evidenziate le differenze tra i saldi IAS 39 riesposti sulla base dei suddetti criteri convenzionali ed i medesimi saldi riesposti in base ai nuovi criteri di classificazione introdotti dal nuovo principio IFRS 9, guidati dal business model e dalle caratteristiche dei flussi finanziari.

Al riguardo si evidenzia che la riclassifica di passività dalla voce "80. Altre passività" alla voce "100. Fondi per rischi ed oneri" si riferisce ai fondi rettificativi su garanzie ed impegni da ricondurre nei fondi per rischi ed oneri, in base alle nuove disposizioni introdotte dal 5° aggiornamento della Circolare n. 262.

Per ulteriori dettagli della transizione tra i vecchi ed i nuovi portafogli di attività e passività finanziarie si fa rinvio a quanto illustrato nella successiva sezione.

Tabella 2: prospetto di riconciliazione tra il totale attivo al 31 dicembre 2017 (IAS 39) ed il totale attivo al 1° gennaio 2018 (IFRS 9)

(migliaia di euro)
Voci dell'attivo
31/12/2017
Saldi IAS 39
Riclassifiche 31/12/2017
Saldi IAS 39
Riclassificati
(a)
Impatti
Measurement (b)
ECL
Impatti
(c)
1/1/2018 Impatti
IFRS 9
(b+c)
10. Cassa e disponibilità liquide 976.686 976.686 976.686 -
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 4.940.776 1.251.406 6.192.182 (18.908) - 6.173.274 (18.908)
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 4.911.824 (17.391) 4.894.433 4.894.433 -
b) attività finanziarie designate al fair value 28.952 (28.952) - - -
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - 1.297.749 1.297.749 (18.908) 1.278.841 (18.908)
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 17.128.622 (430.150) 16.698.472 51.600 16.750.072 51.600
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 124.901.866 (821.256) 124.080.610 17.713 (1.335.933) 122.762.390 (1.318.220)
a) crediti verso banche 5.164.715 3.423 5.168.138 (2.987) 5.165.151 (2.987)
b) crediti verso clientela 119.737.151 (824.679) 118.912.472 17.713 (1.332.946) 117.597.239 (1.315.233)
50. Derivati di copertura 243.810 243.810 243.810 -
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 54.531 54.531 54.531 -
70. Partecipazioni 1.349.191 1.349.191 (92.348) 1.256.843 (92.348)
80. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori - - - -
90. Attività materiali 2.735.182 2.735.182 2.735.182 -
100. Attività immateriali 1.297.160 1.297.160 1.297.160 -
di cui: - - - -
- avviamento 76.389 76.389 76.389 -
110. Attività fiscali 4.520.189 - 4.520.189 923 370.675 4.891.787 371.598
a) correnti 319.462 319.462 319.462 -
b) anticipate 4.200.727 4.200.727 923 370.675 4.572.325 371.598
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 106.121 106.121 106.121 -
130. Altre attività 2.952.631 2.952.631 2.952.631 -
Totale attivo 161.206.765 - 161.206.765 (41.020) (965.258) 160.200.487 (1.006.278)
Impatti di FTA dell'IFRS 9 derivanti dai nuovi criteri di misurazione delle voci relative alle attività e passività finanziarie (esclusa ECL), comprensivo degli effetti indiretti conseguenti alla rideterminazione del patrimonio netto delle
Saldi al 31 dicembre 2017 in base al principio IAS 39, classificati in base ai nuovi criteri previsti per le attività e le passività finanziarie IFRS 9
a)
b)

partecipazioni di collegamento in base all'IFRS 9

c) Impatti di FTA dell'IFRS 9 derivanti dal nuovo modello di determinazione delle perdite attese (Expected Credit Losses - ECL)

60 BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO_______________________________________________________________________________________________

Tabella 3: prospetto di riconciliazione tra il totale passivo e patrimonio netto al 31 dicembre 2017 (IAS 39) ed il totale passivo e patrimonio netto al 1° gennaio 2018 (IFRS 9)

Voci del passivo e del patrimonio netto
(migliaia di euro)
31/12/2017
Saldi IAS 39
Riclassifiche 31/12/2017
Saldi IAS 39
Riclassificati
(a)
Impatti
Measurement (b)
ECL
Impatti
(c)
1/1/2018 Impatti
IFRS 9
(b+c)
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 131.295.593 160.370 131.455.963 15.254 - 131.471.217 15.254
a) debiti verso banche 27.199.304 27.199.304 27.199.304 -
b) debiti verso clientela 87.848.146 87.848.146 87.848.146 -
c) titoli in circolazione 16.248.143 160.370 16.408.513 15.254 16.423.767 15.254
20. Passività finanziarie di negoziazione 7.942.063 7.942.063 (3.618) 7.938.445 (3.618)
30. Passività finanziarie designate al fair value 3.413.560 (160.370) 3.253.190 3.253.190 -
40. Derivati di copertura 765.903 765.903 765.903 -
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 8.535 8.535 8.535 -
60. Passività fiscali 669.494 - 669.494 21.037 1.192 691.723 22.229
a) correnti 14.493 14.493 14.493 -
b) differite 655.001 655.001 21.037 1.192 677.230 22.229
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 35 35 35 -
80. Altre passività 3.687.053 (119.472) 3.567.581 3.567.581 -
90. Trattamento di fine rapporto del personale 408.160 408.160 408.160 -
100. Fondi per rischi e oneri: 1.052.829 119.472 1.172.301 - 16.451 1.188.752 16.451
a) impegni e garanzie rilasciate - 119.472 119.472 16.451 135.923 16.451
b) quiescenza e obblighi simili 166.847 166.847 166.847 -
c) altri fondi per rischi e oneri 885.982 885.982 885.982 -
110. Riserve tecniche - - - -
120. Riserve da valutazione 251.706 251.706 (83.005) 4.776 173.477 (78.229)
130. Azioni rimborsabili - - - -
140. Strumenti di capitale - - - -
150. Riserve 1.946.308 1.946.308 9.312 (981.934) 973.686 (972.622)
160. Sovrapprezzi di emissione - - - -
170. Capitale 7.100.000 7.100.000 7.100.000 -
180. Azioni proprie (-) (14.146) (14.146) (14.146) -
190. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 63.310 63.310 (5.743) 57.567 (5.743)
200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 2.616.362 2.616.362 2.616.362 -
Totale passivo e patrimonio netto 161.206.765 - 161.206.765 (41.020) (965.258) 160.200.487 (1.006.278)
Saldi al 31 dicembre 2017 in base al principio IAS 39, classificati in base ai nuovi criteri previsti per le attività e le passività finanziarie IFRS 9
Impatti di FTA dell'IFRS 9 derivanti dai nuovi criteri di misurazione delle voci relative alle attività e passività finanziarie (esclusa ECL)
a)
b)

c) Impatti di FTA dell'IFRS 9 derivanti dal nuovo modello di determinazione delle perdite attese (Expected Credit Losses - ECL)

Portafogli di attività e passività finanziarie – prospetti di raccordo tra le voci di bilancio dello Stato Patrimoniale pubblicato al 31 dicembre 2017 (IAS 39) e le voci di bilancio previste nel nuovo schema di Stato Patrimoniale IFRS 9

Nelle seguenti tabelle si forniscono informazioni di dettaglio sulla riconciliazione tra:

  • le voci di attività e passività finanziarie IAS 39, così come rappresentate nello schema di stato patrimoniale redatto in base ai criteri stabiliti nel 4° aggiornamento della Circolare di Banca d'Italia n. 262 originariamente pubblicato al 31 dicembre 2017;
  • le medesime attività e passività finanziarie, oggetto di riesposizione sulla base delle voci di bilancio introdotte dal 5° aggiornamento della Circolare di Banca d'Italia n. 262, in base ai nuovi criteri di classificazione, misurazione ed impairment previsti dal principio contabile IFRS 9.

Nel dettaglio, in linea con i requisiti informativi stabiliti dall'IFRS 7 con riferimento alla prima applicazione del principio:

  • nella tabella 4 si fornisce evidenza di come i saldi delle attività finanziarie relativi a ciascuna categoria contabile IAS 39 siano stati ricondotti alle nuove categorie contabili secondo le riclassificazioni resesi necessarie in relazione ai criteri di classificazione introdotti dall'IFRS 9 ("riclass. valori IAS 39"), nonché dei relativi impatti sulla misurazione e sulle perdite attese ("imp. Measurement" e "imp. ECL");
  • nella tabella 5 vengono illustrati gli impatti della prima applicazione IFRS 9 per ciascuna tipologia di strumento finanziario (titoli di debito, titoli di capitale e quote di OICR);
  • nella tabella 6 viene fornita evidenza della modalità con cui i saldi delle passività finanziarie relativi a ciascuna categoria contabile IAS 39 siano stati ricondotti alle nuove categorie contabili IFRS 9 e dei relativi impatti in termini di misurazione;
  • nella tabella 7 si fornisce evidenza, con riferimento alle esposizioni per cassa e fuori bilancio rappresentate da garanzie finanziarie rilasciate e da impegni ad erogare fondi, della riconciliazione tra i fondi rettificativi per perdita incurred determinati in base ai precedenti principi contabili IAS 39 e IAS 37 e le rettifiche di valore per le perdite attese determinate in base al nuovo modello di impairment IFRS 9.

Al riguardo si precisa che nelle tabelle sopra esposte non è fornita alcuna evidenza delle attività e delle passività finanziarie rappresentate dai derivati di copertura in quanto non sono risultate impattate dalla transizione al nuovo principio IFRS 9.

Tabella 4: riconciliazione tra le categorie contabili delle attività finanziarie al 31 dicembre 2017 (valori IAS 39) e le categorie contabili delle attività finanziarie al 1° gennaio 2018 (valori IAS IFRS 9 "compliant") con evidenza degli importi riclassificati e degli impatti C&M ed ECL

VOCI DI ATTIVITA' FINANZIARIE
AL 31.12.2017 - Valori IAS 39
VOCI DI ATTIVITA' FINANZIARIE ALL'1.1.2018 - Valori IFRS 9 "compliant" IMPATTO FTA IFRS 9 SUL PATRIMONIO NETTO
CONSOLIDATO AL 01.01.2018
(A) (B) (C) = (B) -(A)
20. Att. fin. valutate
al FV con impatto a
CE: a) negoziazione
20. Att. fin. valutate
al FV con impatto a
CE: b) designate al
FV
20. Att. fin. valutate
al FV con impatto a
obbligatoriamente
valutate al FV
CE: c)
30. Att. fin, valutate
al FV con impatto
sulla redditività
complessiva
40. Att. fin. valutate
crediti verso banche
ammortizzato: a)
al costo
crediti verso clientela
40. Att. fin. valutate
ammortizzato: b)
al costo
Impatto FTA IFRS 9
netto del Gruppo
sul patrimonio
all'1.1.2018
- di cui impatto FTA
IFRS 9 su "Riserve
da valutazione"
all'1.1.2018
- di cui impatto FTA
IFRS 9 su "Riserve"
all'1.1.2018
20. Att. fin. det. per la negoziazione 4.911.824 4.894.433 15.991 -1.400 -1.400
- riclass. valori IAS 39 -4.911.824 4.894.433 17.391
- imp. measurement 209 209 209
- impatti ECL -1.609 -1.609 -1.609
30. Att. fin. valutate al fair value 28.952 20.960 7.992 0 275 -275
- riclass. valori IAS 39 -28.952 20.960 7.992
- imp. measurement 0 259 -259
- impatti ECL 0 16 -16
40. Att. fin. disponibili per la vendita 17.128.622 832.072 14.290.445 2.023.403 17.298 -110.404 127.702
- riclass. valori IAS 39 -17.128.622 832.072 14.290.445 2.006.105
- imp. measurement 17.504 17.504 -117.361 134.865
- impatti ECL -206 -206 6.957 -7.163
50. Att. fin. detenute sino alla scadenza 11.560.769 2.451.635 3.423 9.155.664 49.953 51.764 -1.811
- riclass. valori IAS 39 -11.560.769 2.400.035 3.423 9.157.311
- imp. measurement 51.600 51.600 51.600 0
- impatti ECL -1.647 -1.647 164 -1.811
60. Crediti verso banche 5.164.715 5.161.728 -2.987 -2.987
- riclass. valori IAS 39 -5.164.715 5.164.715
- impatti ECL -2.987 -2.987 -2.987
70. Crediti verso clientela 108.176.382 425.809 106.402.181 -1.348.392 -1.348.392
- riclass. valori IAS 39 -108.176.382 444.717 107.731.665
- imp. measurement -18.908 -18.908 -18.908
- impatti ECL -1.329.484 -1.329.484 -1.329.484
Totale attività finanziarie 146.971.264 4.894.433 0 1.278.841 16.750.072 5.165.151 117.597.239 -1.285.528 -58.365 -1.227.163
- riclass. valori IAS 39 - titoli -34.289.362 4.894.433 983.051 16.698.472 225.492 11.484.491
- riclass. valori IAS 39 -finanziamenti -112.681.902 314.698 4.939.223 107.427.981
- imp. measurement -18.908 51.600 17.713 50.405 -65.502 115.907
- impatti ECL -2.987 -1.332.946 -1.335.933 7.137 -1.343.070

Tabella 5: riconciliazione tra le categorie contabili delle attività finanziarie al 31 dicembre 2017 (valori IAS 39) e le categorie contabili delle attività finanziarie al 1° gennaio 2018 (valori IAS IFRS 9 "compliant") per tipologia di strumento finanziario

VOCI DI ATTIVITA' FINANZIARIE
AL 31.12.2017 - Valori IAS 39
ALL'1.1.2018 - Valori IFRS 9 "compliant"
VOCI DI ATTIVITA' FINANZIARIE
IMPATTO FTA IFRS 9 SUL PATRIMONIO NETTO
CONSOLIDATO AL 01.01.2018
(A) (B) (C) = (B) -(A)
20. Att. fin. valutate
CE: a) negoziazione
al FV con impatto a
20. Att. fin. valutate
al FV con impatto a
CE: b) designate al
FV
20. Att. fin. valutate
al FV con impatto a
obbligatoriamente
valutate al FV
CE: c)
30. Att. fin, valutate
al FV con impatto
sulla redditività
complessiva
40. Att. fin. valutate
crediti verso banche
ammortizzato: a)
al costo
40. Att. fin. valutate
ammortizzato: b)
crediti verso
clientela
al costo
Impatto FTA IFRS 9
netto del Gruppo
sul patrimonio
all'1.1.2018
- di cui impatto FTA
IFRS 9 su "Riserve
da valutazione"
all'1.1.2018
- di cui impatto FTA
IFRS 9 su "Riserve"
all'1.1.2018
20. Att. fin. det. per la negoziazione 4.911.824 4.894.433 15.991 -1.400 -1.400
- titoli di debito 2.283.911 2.266.520 15.991 -1.400 -1.400
- titoli di capitale 693.004 693.004
- quote di OICR 29.661 29.661
- derivati 1.905.248 1.905.248
30. Att. fin. valutate al fair value 28.952 20.960 7.992 0 275 -275
- titoli di debito 9.412 1.420 7.992 0 275 -275
- titoli di capitale 579 579
- quote di OICR 18.961 18.961
40. Att. fin. disponibili per la vendita 17.128.622 832.072 14.290.445 2.023.403 17.298 -110.404 127.702
- titoli di debito 15.716.663 179.445 13.531.113 2.023.403 17.298 17.638 -340
- titoli di capitale 993.472 234.140 759.332 0 -112.391 112.391
- quote di OICR 418.487 418.487 0 0 -15.651 15.651
50. Att. fin. detenute sino alla scadenza 11.560.769 2.451.635 3.423 9.155.664 49.953 51.764 -1.811
- titoli di debito 11.560.769 2.451.635 3.423 9.155.664 49.953 51.764 -1.811
60. Crediti verso banche 5.164.715 5.161.728 -2.987 -2.987
- finanziamenti 4.939.223 4.936.507 -2.716 -2.716
- titoli di debito 225.492 225.221 -271 -271
70. Crediti verso clientela 108.176.382 425.809 106.402.181 -1.348.392 -1.348.392
- finanziamenti 107.742.679 308.027 106.108.239 -1.326.413 -1.326.413
- titoli di debito 433.703 117.782 293.942 -21.979 -21.979
Totale attività finanziarie 146.971.264 4.894.433 1.278.841 16.750.072 5.165.151 117.597.239 -1.285.528 -58.365 -1.227.163

Effetti della prima applicazione dell'IFRS 9 – Classificazione, misurazione e impairment di attività finanziarie

Sulla base di quanto evidenziato nelle precedenti tabelle, i criteri di misurazione delle nuove categorie contabili IFRS 9 in cui sono stati classificati gli strumenti in essere alla data di transizione risultano sostanzialmente allineati a quelli delle precedenti categorie IAS 39, salvo limitati casi imputabili a modifiche del modello di business, alle caratteristiche intrinseche degli strumenti finanziari, all'adozione di scelte contabili consentite dal principio. Al riguardo si deve premettere che il portafoglio rappresentato dalle quote di OICR è stato interamente ricondotto tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sul conto economico: c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value", in quanto i relativi flussi non costituiscono il pagamento esclusivo di capitale ed interessi. Per tali strumenti, anche sulla base dei chiarimenti forniti dall'IFRIC (IFRS Interpretation Committee) nel mese di maggio 2017, si è ritenuto non sussista la possibilità di utilizzare la categoria delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva poiché dette quote di OICR non sono di norma equiparabili ai titoli di capitale in quanto prevedono un'obbligazione contrattuale a consegnare determinate attività finanziarie o un attivo netto in caso di liquidazione o di richiesta di rimborso da parte del sottoscrittore.

In maggior dettaglio, alla data di prima applicazione, la classificazione del portafoglio di attività finanziarie, basata sul business model esistente al 1° gennaio 2018, è stata effettuata secondo le seguenti linee guida:

  • il portafoglio IAS 39 delle "Attività finanziarie detenute per la negoziazione" (4.911,8 milioni) è stato oggetto di pressoché integrale classificazione nella categoria contabile IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sul conto economico: a) attività finanziarie detenute per la negoziazione" (4.894,4 milioni), fatta eccezione per un titolo di debito emesso da una controparte corporate classificato nella categoria delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato". La misurazione al costo ammortizzato (pari a 16,0 milioni) rispetto al fair value (17,4 milioni) ha comportato l'addebito del patrimonio netto in sede di FTA pari a 1,4 milioni, per effetto congiunto tra lo storno di minusvalenze da valutazione (+ 0,2 milioni) e la rilevazione delle perdite attese (-1,6 milioni);
  • il portafoglio IAS 39 delle "Attività finanziarie valutate al fair value" (29,0 milioni) è stato prevalentemente ricondotto nella categoria contabile IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sul conto economico: c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value" (21,0 milioni) e, solo per posizioni residuali, nella categoria delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" (8,0 milioni). La riclassifica tra le "Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value", che riguarda principalmente le quote di OICR, è dovuta al mancato superamento del test SPPI. In sede di prima applicazione detta classificazione non ha comportato alcun impatto sul patrimonio netto complessivo, essendo il fair value il criterio di misurazione delle attività finanziarie in esame sia in base allo IAS 39 sia in base all'IFRS 9. Al 1° gennaio 2018 non vi sono strumenti finanziari per i quali il Gruppo si è avvalso della designazione al fair value con impatto sul conto economico;
  • il portafoglio IAS 39 dei titoli di debito inclusi nella categoria delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita" (15.716,7 milioni) è stato classificato prevalentemente nella categoria contabile IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" (13.531,1 milioni), fatta eccezione per alcuni titoli governativi (2.006,1 milioni) che sono stati classificati nella categoria IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato", in virtù della modalità di gestione di tali attivi alla data di transizione. Tale scelta ha comportato un impatto positivo di 17,5 milioni sul patrimonio netto pari alla differenza tra il valore contabile di iscrizione al 31 dicembre 2017 rappresentato dal fair value (2.006,1 milioni) ed il valore risultante dall'applicazione del costo ammortizzato (2.023,4 milioni), al netto delle perdite attese (-0,2 milioni). In aggiunta, si segnala la presenza di alcuni titoli di debito, limitati per numero e per controvalore (179,4 milioni), per i quali si è resa necessaria la classificazione IFRS 9 tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sul conto economico: c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value", a causa del mancato superamento del test SPPI;
  • il portafoglio IAS 39 dei titoli di capitale inclusi nella categoria delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita" (993,5 milioni) è stato prevalentemente classificato (759,3 milioni) tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva", in virtù dell'opzione consentita dal principio per gli strumenti detenuti senza finalità di trading. Il restante importo (234,1 milioni) è stato classificato nella categoria IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sul conto economico: c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value". Tale classificazione non ha comportato impatti sul patrimonio netto complessivo tenuto conto che le suddette attività erano e continuano ad essere valutate al fair value;

  • il portafoglio IAS 39 delle "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza" (11.560,8 milioni) è stato pressoché integralmente ricondotto nella categoria contabile IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" (9.160,7 milioni), fatta eccezione per alcune posizioni in titoli governativi (2.400,0 milioni) che sono state ricondotte nel portafoglio IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" in coerenza con gli obiettivi della loro detenzione. Per questi ultimi titoli in sede di prima applicazione si è determinato un impatto positivo sul patrimonio netto contabile (51,6 milioni) pari alla differenza tra il valore di carico al 31 dicembre 2017 rappresentato dal costo ammortizzato (2.400,0 milioni) ed il rispettivo fair value misurato alla data del 1° gennaio 2018 (2.451,6 milioni). Per i titoli ricondotti nella categoria del costo ammortizzato si è inoltre proceduto a calcolare le perdite attese con un conseguente impatto negativo sul patrimonio netto FTA pari a 1,6 milioni;

  • le posizioni classificate nel portafoglio IAS 39 dei "Crediti verso banche", pari a 5.164,7 milioni sono state interamente classificate nella categoria IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: a) crediti verso banche", in coerenza con gli obiettivi della loro detenzione. In sede di FTA la misurazione delle perdite attese ha comportato un incremento dei fondi rettificativi pari a 3,0 milioni;
  • le posizioni classificate nel portafoglio IAS 39 dei "Crediti verso clientela", pari a 108.176,4 milioni, sono state classificate per 107.731,7 milioni nella categoria IFRS 9 delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: b) crediti verso clientela"; la misurazione delle perdite attese in base al nuovo modello di impairment ha comportato un impatto negativo sul patrimonio netto pari a 1.329,5 milioni, di cui 1.245,8 milioni relative a sofferenze (Stage 3). Costituiscono eccezione alla suddetta regola le esposizioni pari a 444,7 milioni (rappresentate da finanziamenti per 314,7 milioni e da titoli di debito per 130,0 milioni), che, non superando il test SPPI, sono state ricondotte necessariamente nel portafoglio delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sul conto economico: c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value". Per queste ultime posizioni l'impatto sul patrimonio netto conseguente al diverso criterio di misurazione è negativo per 18,9 milioni (6,7 milioni relativi ai finanziamenti e 12,2 milioni relativi ai titoli di debito).

Posto che gli impatti di classificazione e valutazione delle attività finanziarie in sede di prima applicazione, non riconducibili al nuovo criterio di misurazione dell'impairment, non risultano complessivamente significativi, si segnala che l'incremento del titoli oggetto di valutazione al fair value con imputazione a conto economico, con particolare riferimento ai titoli di capitale ed alle quote di OICR in precedenza classificati nel portafoglio delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita", comporterà a parità di ogni altra condizione una maggior volatilità dei risultati economici rilevati a partire dal 1° gennaio 2018.

Informativa sui trasferimenti di portafoglio in sede di FTA

Di seguito si forniscono le informazioni richieste dall'IFRS 7 (paragrafi 42M e 42N) sugli effetti della riclassifica per gli strumenti finanziari riclassificati al costo ammortizzato – provenienti da categorie contabili valutate in base ad un criterio differente rispetto al costo ammortizzato – e per gli strumenti riclassificati tra le attività valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, in precedenza valutati al fair value con impatto a conto economico. In maggior dettaglio, per la prima rendicontazione in cui viene applicato l'IFRS 9, viene richiesto di fornire indicazioni del fair value degli strumenti finanziari riclassificati, degli utili o delle perdite che sarebbe stati rilevati nel conto economico o nelle riserve da valutazione se gli strumenti avessero continuato ad essere valutati in base al precedente criterio del fair value, gli interessi rilevati sugli strumenti finanziari riclassificati in base al tasso di interesse effettivo.

Come si evince dalla tabella 4, per il Gruppo Banco BPM gli unici strumenti degni di nota che sono stati riclassificati sono rappresentati da alcuni titoli governativi, precedentemente classificati nel portafoglio delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita" (2.006,1 milioni) sono stati ricondotti nella categoria delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" (2.023,4 milioni), in relazione alla modalità di gestione dei citati titoli basata, nella sostanza, sulla raccolta dei flussi contrattuali.

Al 30 giugno 2018 il fair value dei citati titoli ammonta a 1.981,2 milioni; qualora non riclassificati tra i titoli al costo ammortizzato la misurazione al fair value avrebbe comportato l'addebito nel semestre di riserve da valutazione per 41,2 milioni; gli interessi rilevati nel corso del primo semestre 2018 in base al tasso di interesse effettivo ammontano a 19,3 milioni, in linea con le competenze che sarebbero state rilevate nello stesso periodo in assenza della riclassifica.

Tabella 6: riconciliazione tra le categorie contabili delle passività finanziarie al 31 dicembre 2017 (valori IAS 39) e le categorie contabili delle passività finanziarie al 1° gennaio 2018 (valori IFRS 9 "compliant")

VOCI DI PASSIVITA' FINANZIARIE
AL 31.12.2017 - Valori IAS 39
ALL'1.1.2018 - Valori IFRS 9 "compliant"
VOCI DI PASSIVITA' FINANZIARIE
IMPATTO FTA IFRS 9 SUL PATRIMONIO NETTO
CONSOLIDATO ALL'1.1.2018
(A) (B) (C) = (B) -(A)
10. Pass. fin. valutate al
costo amm.: a) debiti
verso banche
10. Pass. fin. valutate al
costo amm.: b) debiti
verso la clientela
10. Pass. fin. valutate al
costo amm.: c) titoli in
circolazione
20. Pass. fin. di
negoziazione
30. Pass. fin. designate
al FV
Impatto FTA IFRS
9 sul patrimonio
netto del Gruppo
all'1.1.2018
- di cui impatto FTA
IFRS 9 su "Riserve
da valutazione"
all'1.1.2018
- di cui impatto FTA
IFRS 9 su "Riserve"
all'1.1.2018
10. Debiti verso banche 27.199.304 27.199.304 -
20. Debiti verso clientela 87.848.146 87.848.146 -
30. Titoli in circolazione 16.248.143 16.248.143 -
40. Passività finanziarie di negoziazione 7.942.063 7.938.445 3.618 3.618
- debiti verso banche 6.176 6.176 -
- debiti verso clientela 816.729 816.729 -
- titoli di debito 3.953.232 3.953.232 -
- strumenti derivati 3.165.926 3.162.308
- riclass. valori IAS 39 3.165.926 3.165.926
- imp. measurement (3.618) 3.618 3.618
50. Passività finanziarie valutate al FV 3.413.560 175.624 3.253.190 (15.254) (14.708) (546)
- riclass. valori IAS 39 3.413.560 160.370 3.253.190
- imp. measurement 15.254 (15.254) (14.708) (546)
Totali 142.651.216 27.199.304 87.848.146 16.423.767 7.938.445 3.253.190 (11.636) (14.708) 3.072
- riclass. valori IAS 39 6.579.486 160.370 3.165.926 3.253.190
- imp. measurement 15.254 (3.618) (11.636) (14.708) 3.072

Con riferimento alle passività finanziarie il Gruppo Banco BPM si è avvalso della facoltà di applicare anticipatamente, fin dal bilancio 2017, le modifiche del trattamento contabile delle variazioni del proprio merito creditizio in sede di valutazione delle passività finanziarie designate al fair value. Nessun impatto di FTA è quindi riconducibile alla presentazione degli effetti correlati alla diversa modalità di rilevazione del proprio merito creditizio. Considerato che lo standard IFRS 9 ha sostanzialmente ripreso i criteri di classificazione e di misurazione dello IAS 39, la transizione al nuovo principio non ha comportato impatti sul patrimonio netto, fatta eccezione per due obbligazioni classificate nel portafoglio IAS 39 delle "Passività finanziarie valutate al fair value" per le quali, tenendo conto delle disposizioni transitorie del principio, si è resa necessaria una riclassifica tra le ''Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato'', non essendo possibile giustificare la precedente valutazione con la necessità di eliminare un'asimmetria contabile esistente alla data di transizione al nuovo principio9 . Le passività finanziarie sono state quindi iscritte in base al costo ammortizzato che ammonta a 175,6 milioni, rispetto al precedente valore di iscrizione (fair value) pari a 160,4 milioni. La conseguente iscrizione nel passivo di un maggior valore ha quindi comportato un effetto negativo sul patrimonio netto complessivo pari a 15,2 milioni.

Da ultimo, la riduzione delle "Passività finanziarie di negoziazione", per 3,6 milioni, è imputabile allo storno del derivato implicito in alcuni contratti di finanziamento, tenuto conto delle nuove regole dell'IFRS 9 per lo scorporo dei derivati dalle attività finanziarie e del fatto che le citate attività sono state oggetto di riclassifica nella voce delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sul conto economico: c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value" a seguito del fallimento del test SPPI.

9 Il contratto derivato di copertura dei rischi connessi alle suddette passività che aveva motivato l'originaria designazione a fair value è stato successivamente estinto.

Tabella 7: Prospetto di riconciliazione delle rettifiche per rischio di credito IAS 39 e degli accantonamenti di cui allo IAS 37 (saldi al 31 dicembre 2017) e le rettifiche per rischio di credito al 1° gennaio 2018 (IFRS 9 "compliant")

DA VOCI DI BILANCIO IAS 39 A VOCI DI BILANCIO IFRS 9 Rettifiche complessive per
rischio di credito IAS 39
31/12/2017
Effetto per riclassifica Effetto per rimisurazione perdite Rettifiche complessive per
rischio di credito IFRS 9
1/1/2018
Attività deteriorate Attività non
deteriorate
Attività deteriorate
Stage 3
Attività non
Stage 1 e 2
deteriorate
Attività deteriorate
Stage 3
Attività non
Stage 1 e 2
deteriorate
Attività deteriorate
Stage 3
Attività non
Stage 1 e 2
deteriorate
40. Att. fin. disponibili per la vendita 20. Att. fin. valutate al FV con impatto a CE:
c) altre att. fin. obbligat. valutate al FV
39.251 -39.251
- titoli - titoli 39.251 -39.251
70. Crediti verso clientela 20. Att. fin. valutate al FV con impatto a CE:
c) altre att. fin. obbligat. valutate al FV
152.259 16.849 -152.259 -16.849
- titoli - titoli 15.032 16.380 -15.032 -16.380
- finanziamenti - finanziamenti 137.227 469 -137.227 -469
30. Attività finanziarie valutate al fair value 30. Att. fin. valutate al FV con impatto sulla
redditività complessiva
16 16
- titoli - titoli 16 16
40. Att. fin. disponibili per la vendita 30. Att. fin. valutate al FV con impatto sulla
redditività complessiva
6.957 6.957
- titoli - titoli 6.957 6.957
50. Att. fin. detenute sino alla scadenza 30. Att. fin. valutate al FV con impatto sulla
redditività complessiva
164 164
- titoli - titoli 164 164
20. Att. fin. det. per la negoziazione 40. Att. fin. valutate al costo ammortizzato 1.609 1.609
- titoli - titoli 1.609 1.609
40. Att. fin. disponibili per la vendita 40. Att. fin. valutate al costo ammortizzato 206 206
- titoli - titoli 206 206
50. Att. fin. detenute sino alla scadenza 40. Att. fin. valutate al CA:
b) crediti verso clientela
1.647 1.647
- titoli - titoli 1.647 1.647
60. Crediti verso banche 40. Att. fin. valutate al CA:
a) crediti verso banche
1.530 1.337 2.987 1.530 4.324
- titoli - titoli 271 271
- finanziamenti - finanziamenti 1.530 1.337 2.716 1.530 4.053
70. Crediti verso clientela 40. Att. fin. valutate al CA:
b) crediti verso clientela
12.270.694 302.064 1.245.844 83.640 13.516.538 385.704
- titoli - titoli 9.742 9.742
- finanziamenti - finanziamenti 12.270.694 302.064 1.245.844 73.898 13.516.538 375.962
Attività finanziarie per cassa 12.463.734 320.250 -191.510 -16.849 1.245.844 97.226 13.518.068 400.627
100. Altre passività 100. Fondi per rischi e oneri - a) fondi per
rischi e oneri
119.472 16.451 135.923
- garanzie rilasciate e impegni - garanzie rilasciate e impegni 119.472 16.451 135.923
Esposizioni fuori bilancio 119.472 16.451 135.923

Effetti della prima applicazione dell'IFRS 9 – Impatto sulle rettifiche di valore

Alla data di prima applicazione, le rettifiche complessive per rischio di credito sulle esposizioni da assoggettare a perdite attese ammontano a 14.054,6 milioni, di cui:

  • 13.918,7 milioni relativi ai portafogli contabili delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato e delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (13.518,1 milioni relativi ad esposizioni deteriorate – Stadio 3 - e 400,6 milioni ad esposizioni non deteriorate – Stadio 1 e Stadio 2);
  • 135,9 milioni relativi alle esposizioni fuori bilancio rappresentate da garanzie finanziarie rilasciate e da impegni ad erogare fondi di natura irrevocabili e revocabile.

L'incremento dei fondi rettificativi delle attività finanziarie pari a 1.134,7 milioni rispetto a quelli in essere al 31 dicembre 2017 (che ammontavano a 12.784,0 milioni), è imputabile all'effetto congiunto dei seguenti fattori:

  • con riferimento alle esposizioni deteriorate:
  • o alla riduzione di rettifiche di valore conseguenti a riclassifiche alla nuova categoria contabile non assoggettata al modello di impairment rappresentata dalle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value" e in dettaglio:
    • 39,3 milioni relativi ad alcuni titoli di debito deteriorati (41,5 milioni lordi), in precedenza iscritti tra le "Attività finanziarie disponibili per la vendita";
    • 152,2 milioni relativi: per 15,0 milioni alla riclassifica di titoli (20,5 milioni lordi) e per 137,3 milioni alla riclassifica di finanziamenti (323,5 milioni lordi) in precedenza iscritti tra i "Crediti verso clientela" che non hanno superato il test SPPI;
  • o incremento di 1.245,8 milioni sul portafoglio finanziamenti delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: b) crediti verso clientela" per effetto del nuovo modello di calcolo;
  • con riferimento alle esposizioni non deteriorate:
    • o alla riduzione di rettifiche di valore per 16,4 milioni riclassifica relativi ai titoli di debito (140,9 milioni lordi) e per 0,4 milioni relativi a finanziamenti (128,9 milioni lordi), in precedenza iscritti tra i "Crediti verso clientela" e riclassificati nella nuova categoria contabile non assoggettata al modello di impairment rappresentata dalle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value";
    • o alle rettifiche di valore su titoli di debito classificati nel portafoglio delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" per 7,1 milioni (nessun fondo rettificativo esisteva al 31 dicembre 2017 in base al modello incurred loss);
    • o alle rettifiche di valore su titoli di debito classificati nel portafoglio delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" per 13,5 milioni (nessun fondo rettificativo esisteva al 31 dicembre 2017 in base al modello incurred loss);
    • o al nuovo modello di perdite attese sui finanziamenti classificati tra le "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" rispetto a quello delle perdite attese per 76,6 milioni rispetto al precedente modello basato sulle perdite incurred;
  • con riferimento alle esposizioni fuori bilancio rappresentate dalle garanzie finanziarie rilasciate e dagli impegni ad erogare fondi, la misurazione dei fondi sulla base delle perdite attese ha comportato un incremento dei fondi rettificativi per 16,5 milioni, imputabile principalmente all'estensione del modello di impairment al perimetro dei margini revocabili (15,2 milioni). Al 1° gennaio 2018 i fondi rettificativi si attestano a 136,0 milioni e risultano esposti nella voce del passivo di stato patrimoniale "100. Fondi per rischi e oneri a) impegni e garanzie rilasciate".

Effetti della prima applicazione dell'IFRS 9 – Qualità del credito

Sulla base di quanto in precedenza illustrato, nelle seguenti tabelle 8 e 9 viene riportata l'analisi della qualità del credito al 1° gennaio 2018 per tutte le esposizioni assoggettate al modello di impairment IFRS 9, ossia per le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" e per le "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato – crediti verso banche e crediti verso clientela", suddivise tra le esposizioni rappresentate da titoli di debito e da finanziamenti.

In maggior dettaglio, la qualità del credito è espressa in una doppia formulazione, ossia esposizioni a "saldi chiusi" ed esposizioni a "saldi aperti".

La rappresentazione della qualità del credito a "saldi chiusi" è conseguente all'operazione di aggregazione dell'ex Gruppo BPM avvenuta in data 1° gennaio 2017 che ha comportato la necessità di esporre nel bilancio consolidato, quale esposizione lorda, il valore netto di acquisto senza tenere conto dei fondi rettificativi esistenti alla data di acquisizione.

Al fine di consentire un compiuto apprezzamento del grado di copertura delle esposizioni, con particolare riferimento a quelle deteriorate, è altresì fornita una rappresentazione a "saldi aperti", che evidenzia le complessive rettifiche di valore iscritte sui crediti a partire dalla data di erogazione degli stessi, in linea con i processi di gestione e di monitoraggio del credito.

Tabella 8: Qualità del credito al 1 gennaio 2018 (IFRS 9) – Esposizione a "saldi chiusi"

Di seguito viene riportata la composizione per stadi (Stage 1, Stage 2 e Stage 3) delle esposizioni assoggettate al modello di impairment IFRS 9, con evidenza dell'esposizione lorda, delle rettifiche di valore complessive e dell'esposizione netta.

Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta
Stage 1 Stage 2 Stage 3 Totale Stage 1 Stage 2 Stage 3 Totale Stage 1 Stage 2 Stage 3 Totale
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto
sulla redditività complessiva
15.891.003 106.875 - 15.997.878 (5.041) (2.097) - (7.138) 15.885.962 104.778 - 15.990.740
- titoli 15.891.003 106.875 - 15.997.878 (5.041) (2.097) - (7.138) 15.885.962 104.778 - 15.990.740
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 98.929.482 12.529.308 22.694.583 134.153.373 (63.590) (228.613) (11.098.780) (11.390.983) 98.865.892 12.300.695 11.595.803 122.762.390
a) crediti verso banche 4.452.582 715.488 1.598 5.169.668 (1.914) (1.073) (1.530) (4.517) 4.450.668 714.415 68 5.165.151
- finanziamenti 4.223.668 715.488 1.598 4.940.754 (1.645) (1.073) (1.530) (4.248) 4.222.023 714.415 68 4.936.506
- titoli 228.914 - - 228.914 (269) - - (269) 228.645 - - 228.645
b) crediti verso clientela 94.476.900 11.813.820 22.692.985 128.983.705 (61.676) (227.540) (11.097.250) (11.386.466) 94.415.224 11.586.280 11.595.735 117.597.239
- finanziamenti 83.171.805 11.616.712 22.692.985 117.481.502 (58.208) (217.803) (11.097.250) (11.373.261) 83.113.597 11.398.909 11.595.735 106.108.241
- titoli 11.305.095 197.108 - 11.502.203 (3.468) (9.737) - (13.205) 11.301.627 187.371 - 11.488.998
Totale 114.820.485 12.636.183 22.694.583 150.151.251 (68.631) (230.710) (11.098.780) (11.398.121) 114.751.854 12.405.473 11.595.803 138.753.130

Di seguito si riporta in maggior dettaglio la qualità del credito relativa alle esposizioni deteriorate (Stage 3), ripartita tra sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute deteriorate.

Stadio 3 - Crediti rappresentati da Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta
finanziamenti - qualità del credito Sofferenze Inadempienze
Probabili
deteriorate
Scadute
Totale Stage 3 Sofferenze Inadempienz
e Probabili
deteriorate
Scadute
Totale Stage 3 Sofferenze Inadempienze
Probabili
Scadute deteriorate Totale Stage 3
a) crediti verso banche 1.598 - - 1.598 (1.530) - - (1.530) 68 - - 68
- finanziamenti 1.598 1.598 (1.530) (1.530) 68 - - 68
b) crediti verso clientela 14.038.805 8.558.786 95.394 22.692.985 (8.797.025) (2.285.257) (14.968) (11.097.250) 5.241.780 6.273.529 80.426 11.595.735
- finanziamenti 14.038.805 8.558.786 95.394 22.692.985 (8.797.025) (2.285.257) (14.968) (11.097.250) 5.241.780 6.273.529 80.426 11.595.735
Totale 14.040.403 8.558.786 95.394 22.694.583 (8.798.555) (2.285.257) (14.968) (11.098.780) 5.241.848 6.273.529 80.426 11.595.803

Tabella 9: Qualità del credito al 1 gennaio 2018 (IFRS 9) – Esposizione a "saldi aperti"

Di seguito viene riportata la composizione per stadi (Stage 1, Stage 2 e Stage 3) delle esposizioni assoggettate al modello di impairment IFRS 9, con evidenza dell'esposizione lorda, delle rettifiche di valore complessive e dell'esposizione netta.

Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta
Stage 1 Stage 2 Stage 3 Totale Stage 1 Stage 2 Stage 3 Totale Stage 1 Stage 2 Stage 3 Totale
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto
sulla redditività complessiva
15.891.003 106.875 - 15.997.878 (5.041) (2.097) - (7.138) 15.885.962 104.778 - 15.990.740
- titoli 15.891.003 106.875 - 15.997.878 (5.041) (2.097) - (7.138) 15.885.962 104.778 - 15.990.740
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 98.985.821 12.574.254 25.113.870 136.673.945 (119.929) (273.559) (13.518.067) (13.911.555) 98.865.892 12.300.695 11.595.803 122.762.390
a) crediti verso banche 4.452.754 716.653 1.598 5.171.005 (2.086) (2.238) (1.530) (5.854) 4.450.668 714.415 68 5.165.151
- finanziamenti 4.223.840 716.653 1.598 4.942.091 (1.817) (2.238) (1.530) (5.585) 4.222.023 714.415 68 4.936.506
- titoli 228.914 - - 228.914 (269) - - (269) 228.645 - - 228.645
b) crediti verso clientela 94.533.067 11.857.601 25.112.272 131.502.940 (117.843) (271.321) (13.516.537) (13.905.701) 94.415.224 11.586.280 11.595.735 117.597.239
- finanziamenti 83.227.972 11.660.493 25.112.272 120.000.737 (114.375) (261.584) (13.516.537) (13.892.496) 83.113.597 11.398.909 11.595.735 106.108.241
- titoli 11.305.095 197.108 - 11.502.203 (3.468) (9.737) - (13.205) 11.301.627 187.371 - 11.488.998
Totale 114.876.824 12.681.129 25.113.870 152.671.823 (124.970) (275.656) (13.518.067) (13.918.693) 114.751.854 12.405.473 11.595.803 138.753.130

Come evidenziato nella tabella sopra riportata la quasi totalità delle esposizioni rappresentate da titoli di debito risulta classificata nello Stage 1, trattandosi per la maggior parte di titoli di stato con rating pari all'investment grade. Per quanto invece riguarda le esposizioni performing rappresentate da finanziamenti verso banche e verso clientela si segnala che le stesse sono classificate per circa l'88% nello Stage 1 e per il restante 12% nello Stage 2. Si segnala che circa il 77% delle esposizioni classificate nello stage 2 è riconducibile all'incremento della probabilità di default rispetto a soglie definite piuttosto a backstop indicator rappresentato dalla presenza di uno scaduto/sconfino per un periodo maggiore di 30 giorni. Concentrando l'analisi sul portafoglio dei finanziamenti classificati nei crediti verso clientela, la copertura dei crediti perfoming si attesta allo 0,4%; in maggior dettaglio è pari allo 0,14% per lo Stage 1 e al 2,24% per lo Stage 2. Di seguito si riporta in maggior dettaglio la qualità del credito relativa alle esposizioni deteriorate (Stage 3), ripartita tra sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute deteriorate.

Stadio 3 - Crediti rappresentati da Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta
finanziamenti - qualità del credito Sofferenze Inadempienze
Probabili
deteriorate
Scadute
Totale Stage 3 Sofferenze Inadempienze
Probabili
deteriorate
Scadute
Totale Stage 3 Sofferenze Inadempienze
Probabili
deteriorate
Scadute
Totale Stage 3
a) crediti verso banche 1.598 - - 1.598 (1.530) - - (1.530) 68 - - 68
- finanziamenti 1.598 1.598 (1.530) (1.530) 68 - - 68
b) crediti verso clientela 15.793.632 9.223.246 95.394 25.112.272 (10.551.852) (2.949.717) (14.968) (13.516.537) 5.241.780 6.273.529 80.426 11.595.735
- finanziamenti 15.793.632 9.223.246 95.394 25.112.272 (10.551.852) (2.949.717) (14.968) (13.516.537) 5.241.780 6.273.529 80.426 11.595.735
Totale 15.795.230 9.223.246 95.394 25.113.870 (10.553.382) (2.949.717) (14.968) (13.518.067) 5.241.848 6.273.529 80.426 11.595.803

Effetti della prima applicazione dell'IFRS 9 – Rilevazione di imposte differite attive (DTA)

Come evidenziato nella precedente tabella 1 la prima applicazione del principio contabile IFRS 9 ha comportato l'addebito a patrimonio netto di un ammontare pari a 1.406,0 milioni, al lordo dell'effetto fiscale, principalmente riconducibile al nuovo modello di impairment su esposizioni creditizie.

Con riferimento alla relativa fiscalità, si precisa che il Decreto emanato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze il 10 gennaio 2018 ha stabilito che l'impatto patrimoniale negativo conseguente all'applicazione del nuovo modello di impairment introdotto dal principio contabile IFRS 9 è deducibile dal reddito imponibile IRES ed IRAP dell'esercizio 2018.

Alla data della prima applicazione si è conseguentemente generata una perdita fiscale in corso di formazione per le maggiori società del Gruppo.

In base alla normativa in vigore le perdite fiscali IRES sono riportabili a nuovo e possono essere recuperate tramite la generazione di redditi imponibili negli esercizi successivi senza alcun limite temporale. Diversamente le perdite fiscali IRAP non sono riportabili a nuovo.

Alla luce della suddetta normativa si sono iscritte imposte differite attive (DTA – Deferred Tax Asset) pari 349,4 milioni, quasi esclusivamente riconducibili alle perdite fiscali IRES.

Al fine di verificare i presupposti per l'iscrizione delle suddette DTA si è proceduto ad aggiornare le stime condotte in occasione del bilancio 2017 con riferimento alle previsioni reddituali future, dalle quale è emerso che le DTA risultano recuperabili in un orizzonte temporale ragionevolmente definito.

Modalità di esposizione dei saldi relativi ai precedenti periodi ai fini comparativi

Come indicato in premessa della presente sezione, il Gruppo Banco BPM ha fatto ricorso all'esenzione dall'obbligo di rideterminazione dei valori comparativi prevista al paragrafo 7.2.15 dell'IFRS 9 e ai paragrafi E1 e E2 dell'IFRS 1 "First-Time Adoption of International Financial Reporting Standards", in base alla quale nel primo bilancio di applicazione del nuovo principio non è prevista la riesposizione obbligatoria su basi omogenee dei dati di confronto.

Ne deriva che i saldi patrimoniali ed economici relativi all'esercizio precedente, in quanto redatti in conformità al previgente principio contabile IAS 39, non sono perfettamente comparabili con le nuove categorie contabili e con i relativi criteri di valutazione introdotti dal nuovo principio IFRS 9.

Per tale motivo, tenuto anche conto che nell'atto di emanazione del 5° aggiornamento della Circolare n. 262 l'Organo di Vigilanza ha rimesso all'autonomia dei competenti organi aziendali la forma ed il contenuto dell'informativa relativa alla transizione IFRS 9, il Gruppo Banco BPM ha ritenuto di non effettuare alcuna comparazione delle voci impattate dall'IFRS 9 in quanto la mancata determinazione dei saldi dell'esercizio precedente, sia patrimoniali sia economici, non consentirebbe di effettuare un confronto su basi del tutto omogenee. Pertanto, ai fini dell'esposizione dei saldi riferiti all'esercizio/periodo precedente la scelta del Gruppo Banco BPM ha previsto:

  • la riconduzione in un unico schema dei saldi relativi alle voci patrimoniali ed economiche non impattate dall'IFRS 9;
  • una separata indicazione delle voci di bilancio destinate ad accogliere i saldi patrimoniali ed economici degli strumenti finanziari rientranti nell'ambito di applicazione dell'IFRS 9, che continueranno a trovare rappresentazione nelle voci pubblicate nell'ultimo bilancio d'esercizio (bilancio intermedio) approvato.

Di seguito si fornisce il raccordo tra le voci di bilancio al 31 dicembre 2017 redatte in base al 4° aggiornamento della Circolare n. 262 e le nuove voci di bilancio introdotte con il 5° aggiornamento della Circolare n. 262 con evidenza delle voci comparabili (ancorché con una diversa numerazione) e delle voci per le quali non si è fornito alcun confronto in quanto redatte su base non omogenee e quindi non comparabili. Tale raccordo è fornito con la finalità di consentire un'immediata comprensione dei prospetti contabili di stato patrimoniale e di conto economico riportati nel Bilancio consolidato semestrale abbreviato della presente Relazione.

Stato patrimoniale consolidato

Raccordo tra le voci ante IFRS 9 e post IFRS 9

Voci dell'attivo
Schema dell'attivo al 30.06.2018 (IFRS 9) Schema dell'attivo al 31.12.2017 (IAS 39)
10. Cassa e disponibilità liquide 10. Cassa e disponibilità liquide
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione
b) attività finanziarie designate al fair value
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
a) crediti verso banche
b) crediti verso clientela
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
30. Attività finanziarie valutate al fair value
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita
50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
60. Crediti verso banche
70. Crediti verso clientela
50. Derivati di copertura 80. Derivati di copertura
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura
generica (+/-)
90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura
generica (+/-)
70. Partecipazioni 100. Partecipazioni
80. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori 110. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori
90. Attività materiali 120. Attività materiali
100. Attività immateriali 130. Attività immateriali
di cui: di cui:
- avviamento - avviamento
110. Attività fiscali 140. Attività fiscali
a) correnti a) correnti
b) anticipate b) anticipate
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 150. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
130. Altre attività 160. Altre attività
Totale dell'attivo Totale dell'attivo
Voci del passivo e del patrimonio netto
Schema del passivo al 30.06.2018 (IFRS 9) Schema del passivo al 31.12.2017 (IAS 39)
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato
a) debiti verso banche 10. Debiti verso banche
b) debiti verso clientela 20. Debiti verso clientela
c) titoli in circolazione
30. Titoli in circolazione
20. Passività finanziarie di negoziazione 40. Passività finanziarie di negoziazione
30. Passività finanziarie designate al fair value
50. Passività finanziarie valutate al fair value
40. Derivati di copertura 60. Derivati di copertura
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di 70. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura
copertura generica (+/-) generica (+/-)
60. Passività fiscali 80. Passività fiscali
a) correnti a) correnti
b) differite b) differite
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 90. Passività associate ad attività in via di dismissione
80. Altre passività
100. Altre passività
90. Trattamento di fine rapporto del personale 110. Trattamento di fine rapporto del personale
100. Fondi per rischi e oneri:
a) impegni e garanzie rilasciate
120. Fondi per rischi e oneri:
b) quiescenza e obblighi simili a) quiescenza e obblighi simili
c) altri fondi per rischi e oneri b) altri fondi
110. Riserve tecniche 130. Riserve tecniche
120. Riserve da valutazione 140. Riserve da valutazione
130. Azioni rimborsabili 150. Azioni rimborsabili
140. Strumenti di capitale 160. Strumenti di capitale
150. Riserve 170. Riserve
160. Sovrapprezzi di emissione 180. Sovrapprezzi di emissione
170. Capitale 190. Capitale
180. Azioni proprie (-) 200. Azioni proprie (-)
190. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 210. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-)
200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 220. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-)
Totale del passivo e del patrimonio netto Totale del passivo e del patrimonio netto

Conto Economico consolidato

Raccordo tra le voci ante IFRS 9 e post IFRS 9

Voci del conto economico
Schema del conto economico al 30.06.2018 (IFRS 9) Schemi del conto economico al 31.12.2017 (IAS 39)
10. Interessi attivi e proventi assimilati
10. Interessi attivi e proventi assimilati
20. Interessi passivi e oneri assimilati 20. Interessi passivi e oneri assimilati
30. Margine di interesse
30. Margine di interesse
40. Commissioni attive 40. Commissioni attive
50. Commissioni passive 50. Commissioni passive
60. Commissioni nette 60. Commissioni nette
70. Dividendi e proventi simili 70. Dividendi e proventi simili
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione
90. Risultato netto dell'attività di copertura 90. Risultato netto dell'attività di copertura
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di:
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
c) passività finanziarie d) passività finanziarie
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair
value con impatto a conto economico
a) attività e passività finanziarie designate al fair value
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value
110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value
120. Margine di intermediazione
120. Margine di intermediazione
130. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a:
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
130. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) altre operazioni finanziarie
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni
150. Risultato netto della gestione finanziaria
140. Risultato netto della gestione finanziaria
160. Premi netti 150. Premi netti
170. Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa 160. Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa
180. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa
170. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa
190. Spese amministrative: 180. Spese amministrative:
a) spese per il personale a) spese per il personale
b) altre spese amministrative b) altre spese amministrative
200. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
a) impegni e garanzie rilasciate
b) altri accantonamenti netti 190. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
Voci del conto economico
Schema del conto economico al 30.06.2018 (IFRS 9) Schemi del conto economico al 31.12.2017 (IAS 39)
210. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali 200. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali
220. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali 210. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali
230. Altri oneri/proventi di gestione 220. Altri oneri/proventi di gestione
240. Costi operativi
230. Costi operativi
250. Utili (Perdite) delle partecipazioni 240. Utili (Perdite) delle partecipazioni
260. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e
immateriali
250. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e
immateriali
270. Rettifiche di valore dell'avviamento 260. Rettifiche di valore dell'avviamento
280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 270. Utili (Perdite) da cessione di investimenti
290. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle
imposte
280. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle
imposte
300. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente 290. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente
310. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle
imposte
300. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle
imposte
320. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte 310. Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle
imposte
330. Utile (Perdita) d'esercizio
320. Utile (Perdita) d'esercizio
340. Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi 330. Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi
350. Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza della capogruppo
340. Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza della capogruppo

INFORMATIVA SULLA PRIMA APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO CONTABILE IFRS 15 - RICAVI PROVENIENTI DA CONTRATTI CON I CLIENTI

Il principio contabile IFRS 15 "Ricavi provenienti da contratti con i clienti" introduce un unico modello per la rilevazione di tutti i ricavi derivanti dai contratti stipulati con la clientela e sostituisce i precedenti standard/interpretazioni sui ricavi (IAS 18, IAS 11, IFRIC 13, IFRIC 15, IFRIC 18, SIC 31).

Tale modello prevede che l'entità debba riconoscere i ricavi in base al compenso che ci si attende di ricevere a fronte dei beni e dei servizi forniti nell'ambito dell'attività ordinaria. Nel dettaglio, il riconoscimento dei ricavi deve avvenire sulla base dei seguenti cinque passi:

  • identificazione del contratto, definito come un accordo avente sostanza commerciale tra due o più parti in grado di generare diritti ed obbligazioni;
  • individuazione delle singole obbligazioni ("performance obligations") contenute nel contratto;
  • determinazione del prezzo della transazione, ossia il corrispettivo atteso per il trasferimento al cliente dei beni o dei servizi;
  • allocazione del prezzo della transazione a ciascuna "performance obligation", sulla base dei prezzi di vendita della singola obbligazione ("stand-alone selling price");
  • riconoscimento dei ricavi allocati alla singola obbligazione quando la stessa viene regolata, ossia quando il cliente ottiene il controllo dei beni e dei servizi. Detto riconoscimento tiene conto del fatto che alcuni servizi possono essere resi in uno specifico momento oppure nel corso di un periodo temporale.

Sono stati oggetto di analisi i servizi che hanno comportato il riconoscimento a conto economico di commissioni attive, con l'obiettivo di verificarne la corretta modalità dì riconoscimento dei ricavi. Nel dettaglio, l'analisi si è concentrata sulle componenti di ricavo potenzialmente "variabili" e su quelle oggetto di possibile storno, in particolar modo riconducibili alla prestazione del servizio di gestioni patrimoniali ed all'attività di collocamento.

In base alle analisi svolte è emerso che le modalità di riconoscimento dei ricavi introdotte dal nuovo principio contabile risultano sostanzialmente allineate con il previgente trattamento contabile.

Tenuto conto che il principio contabile IFRS 15 esplicita la necessità di rilevare una passività a fronte dei corrispettivi incassati ma oggetto di possibile storno (cosiddette "refund liabilities"), si è proceduto ad effettuare una stima della citata passività, che nel Gruppo è riconducibile alla fattispecie del collocamento di taluni prodotti assicurativi a premio unico per i quali, in presenza un'estinzione anticipata dei prodotti, la banca collocatrice è tenuta a restituire quota parte delle commissioni di collocamento a suo tempo incassate in proporzione alla durata residua.

La quantificazione della citata passività, condotta facendo riferimento all'osservazione storica delle estinzioni anticipate, ammonta a 20,4 milioni. Considerato il relativo effetto fiscale, pari a 5,6 milioni, la riduzione del patrimonio netto contabile ammonta a 14,8 milioni.

Per una più immediata evidenza dei suddetti impatti sulla situazione patrimoniale del Gruppo si fa rinvio al prospetto di riconciliazione tra lo stato patrimoniale al 31 dicembre 2017 e quello rideterminato al 1° gennaio 2018, riportato nella premessa al presente capitolo.

Oltre agli impatti quantitativi, il nuovo principio richiede una maggiore informativa sulla natura, l'ammontare, la tempistica, il grado di incertezza dei ricavi, nonché sui flussi di cassa rivenienti dai contratti con la clientela.

Per quanto riguarda la presente Relazione finanziaria semestrale consolidata il principio IFRS 15 - che ha modificato lo IAS 34 relativo ai bilanci intermedi - ha introdotto, quale requisito informativo, la necessità di fornire una ripartizione dei ricavi in base ai settori operativi, ai sensi dell'IFRS 8. Nel dettaglio, per la banca i ricavi provenienti dai contratti con la clientela sono rappresentati dalle commissioni attive che vengono esposte per tipologia di servizio prestato, ritenuto il criterio espositivo maggiormente idoneo al fine di rappresentare la natura del ricavo.

Per la relativa informativa si fa rinvio alla sezione "Parte L - Informativa di settore" della presente Relazione finanziaria semestrale consolidata.

PROSPETTI CONTABILI

Stato patrimoniale consolidato

Voci dell'attivo
(migliaia di euro)
30/06/2018 31/12/2017 (*)
10. Cassa e disponibilità liquide 796.466 976.686
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 7.800.964
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 6.522.922
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 1.278.042
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 19.017.645
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 126.094.384
a) crediti verso banche 5.489.437
b) crediti verso clientela 120.604.947
Attività finanziarie detenute per la negoziazione (ex IAS 39) 4.911.824
Attività finanziarie valutate al fair value (ex IAS 39) 28.952
Attività finanziarie disponibili per la vendita (ex IAS 39) 17.128.622
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza (ex IAS 39) 11.560.769
Crediti verso banche (ex IAS 39) 5.164.715
Crediti verso clientela (ex IAS 39) 108.176.382
50. Derivati di copertura 176.497 243.810
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 48.577 54.531
70. Partecipazioni 1.355.065 1.349.191
90. Attività materiali 2.733.275 2.735.182
100. Attività immateriali 1.295.196 1.297.160
di cui: avviamenti 76.389 76.389
110. Attività fiscali 4.903.767 4.520.189
a) correnti 308.562 319.462
b) anticipate 4.595.205 4.200.727
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 44.861 106.121
130. Altre attività 2.762.381 2.952.631
Totale dell'attivo 167.029.078 161.206.765

(*) Saldi risultanti dal bilancio pubblicato al 31 dicembre 2017 come illustrato nel paragrafo "Modalità di esposizione dei saldi relativi ai precedenti periodi ai fini comparativi" contenuto nella sezione "Informativa sulla prima applicazione dei principio cintabili IFRS 9 – Strumenti finanziari e IFRS 15 – Ricavi provenienti da contratti con i clienti".

Voci del passivo e del patrimonio netto
(migliaia di euro)
30/06/2018 31/12/2017 (*)
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 134.335.338
a) debiti verso banche 31.550.552 27.199.304
b) debiti verso clientela 87.659.619 87.848.146
c) titoli in circolazione 15.125.167
Titoli in circolazione (ex IAS 39) 16.248.143
20. Passività finanziarie di negoziazione 8.210.839 7.942.063
30. Passività finanziarie designate al fair value 2.720.813
Passività finanziarie valutate al fair value (ex IAS 39) 3.413.560
40. Derivati di copertura 753.379 765.903
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 36.830 8.535
60. Passività fiscali 606.246 669.494
a) correnti 13.737 14.493
b) anticipate 592.509 655.001
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 4.212.805 35
80. Altre passività 3.734.255
Altre passività (ex IAS 39) 3.687.053
90. Trattamento di fine rapporto del personale 396.185 408.160
100. Fondi per rischi ed oneri 1.135.843
a) impegni e garanzie rilasciate 120.664
Fondi per rischi e oneri: (ex IAS 39) 1.052.829
b) quiescenza e obblighi simili 159.489 166.847
c) altri fondi per rischi e oneri 855.690 885.982
120. Riserve da valutazione (178.829) 251.706
150. Riserve 3.573.442 1.946.308
170. Capitale 7.100.000 7.100.000
180. Azioni proprie (-) (13.155) (14.146)
190. Patrimonio di pertinenza dei terzi (+/-) 52.510 63.310
200. Utile/Perdita dell'esercizio 352.577 2.616.362
Totale del passivo e del patrimonio netto 167.029.078 161.206.765

(*) Saldi risultanti dal bilancio pubblicato al 31 dicembre 2017 come illustrato nel paragrafo "Modalità di esposizione dei saldi relativi ai precedenti periodi ai fini comparativi" contenuto nella sezione "Informativa sulla prima applicazione dei principio cintabili IFRS 9 – Strumenti finanziari e IFRS 15 – Ricavi provenienti da contratti con i clienti".

Conto economico consolidato

Voci (migliaia di euro) I Sem. 2018 I Sem. 2017 (*)
10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.480.257
Interessi attivi e proventi assimilati (ex IAS 39) 1.499.205
20. Interessi passivi e oneri assimilati (300.148) (513.413)
30. Margine di interesse 1.180.109 985.792
40. Commissioni attive 983.320 1.079.633
50. Commissioni passive (55.807) (60.254)
60. Commissioni nette 927.513 1.019.379
70. Dividendi e proventi simili 40.576 44.625
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione (66.287)
90. Risultato netto dell'attività di copertura (460) (1.125)
100. Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: (131.771)
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (260.552)
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 129.783
c) passività finanziarie (1.002)
110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a
conto economico
a) attività e passività finanziarie designate al fair value
5.689
(22.433)
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 28.122
Risultato netto dell'attività di negoziazione (ex IAS 39) 23.223
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: (ex IAS 39) (64.263)
a) crediti (ex IAS 39) (94.681)
b) attività finanziarie disponibili per la vendita (ex IAS 39) 37.011
d) passività finanziarie (ex IAS 39) (6.593)
Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value (ex IAS 39) 2.474
120. Margine di intermediazione 1.955.369 2.010.105
130. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a: (424.073)
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (420.875)
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (3.198)
Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: (ex IAS 39) (556.990)
a) crediti (ex IAS 39) (489.135)
b) attività finanziarie disponibili per la vendita (ex IAS 39) (78.951)
d) altre operazioni finanziarie (ex IAS 39) 11.096
140. Utile/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni -
150. Risultato netto della gestione finanziaria 1.531.296 1.453.115
180. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa 1.531.296 1.453.115
190. Spese amministrative: (1.534.180) (1.562.911)
a) spese per il personale (880.353) (907.123)
b) altre spese amministrative (653.827) (655.788)
200. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (45.671)
a) impegni e garanzie rilasciate 15.189
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (ex IAS 39) (9.137)
b) altri accantonamenti netti (60.860) (9.137)
210. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali (56.012) (55.653)
220. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali (52.838) (70.267)
230. Altri oneri/proventi di gestione 313.022 3.293.173
240. Costi operativi (1.375.679) 1.595.205
250. Utili (Perdite) delle partecipazioni 250.654 93.617
280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 3.894 1.623
290. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 410.165 3.143.560
300. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (61.182) (26.378)
310. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 348.983 3.117.182
Voci
(migliaia di euro)
I Sem. 2018 I Sem. 2017 (*)
320. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte 4 45.793
330. Utile (Perdita) del periodo 348.987 3.162.975
340. Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 3.590 7.394
350. Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della capogruppo 352.577 3.170.369
EPS Base (euro) 0,233 2,098
EPS Diluito (euro) 0,233 2,098

(*) Saldi risultanti dalla Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2017 riesposti ai sensi dell'IFRS 5. Per ulteriori dettagli si fa rinvio a quanto contenuto nel paragrafo "Modalità di esposizione dei saldi relativi ai precedenti periodi ai fini comparativi" contenuto nella sezione "Informativa sulla prima applicazione dei principio contabili IFRS 9 – Strumenti finanziari e IFRS 15 – Ricavi provenienti da contratti con i clienti"e nel paragrafo "Note per un corretto raffronto degli schemi di bilancio comparativi e dell'informativa comparativa " contenuto nella "Parte A - Politiche contabili".

Prospetto della redditività consolidata complessiva

30/06/2018 30/06/2017 (*)
348.987 3.162.975
(19.069)
7.690 (7.373)
4.080 2.519
(10) 14
(238) 342
820 (1.411)
(2.437) (2.735)
(337.686)
87.629
(5.451) 14.375
(352.301) 93.360
(3.314) 3.256.335
3.585 7.390
271 3.263.725

(*) I dati del periodo precedente sono stati redatti con i criteri di classificazione e misurazione IAS 39 e non sono quindi pienamente comparabili con i dati del periodo in corso.

monio netto consolidato
Prospetto delle variazioni del patri
Allocazione risultato Variazioni del periodo
Esistenze al Modifica Esistenze esercizio precedente Operazioni su patrimonio netto Patrimonio Patrimonio
netto del
Patrimonio
30 giugno 2018 31/12/2017 apertura (*)
saldi
all'1/01/2018 Riserve destinazioni
Dividendi e
altre
Variazioni
di riserve
Emissione
nuove
azioni
Acquisto
proprie
azioni
Distribuzione
straordinaria
dividendi
Variazione
strumenti
di capitale
options
Stock
Derivati
proprie
azioni
su
partecipative
interessenze
Variazioni
Redditività
complessiva
del periodo
30/06/2018
netto al
30/06/2018
Gruppo al
netto di terzi al
30/06/2018
Capitale: 7.164.561 - 7.164.561 - - - - (100) 7.164.461 7.100.000 64.461
a) azioni ordinarie 7.164.561 - 7.164.561 - - - - (100) 7.164.461 7.100.000 64.461
b) altre azioni - - - - - - - - - - -
Sovrapprezzi di emissione 1.216 - 1.216 - - - - (1.115) 101 - 101
Riserve: 1.953.356 (987.412) 960.201 2.606.512 (740) (1.137) - - - (5) 3.564.831 3.573.442 (8.611)
a) di utili 1.456.946 (987.412) 463.791 2.606.512 1.252 (1.137) - - (66) 3.070.352 3.078.961 (8.609)
b) altre 496.410 - 496.410 - (1.992) - - - 61 494.479 494.481 (2)
Riserve da valutazione 251.849 (78.229) 173.620 - - 1 (352.301) (178.680) (178.829) 149
Strumenti di capitale - - - - - - -
Azioni proprie (14.146) - (14.146) - 991 - (13.155) (13.155) -
Utile (Perdita) del periodo 2.606.704 - 2.606.704 (2.606.512) (192) 348.987 348.987 352.577 (3.590)
Patrimonio netto 11.963.540 (1.065.641) 10.892.156 - (192) (740) (146) - - - - (1.219) (3.314) 10.886.545 10.834.035 52.510
- del Gruppo 11.900.230 10.834.589 - - (740) (146) - - - - 61 271 10.834.035
- di terzi 63.310 (5.743) 57.567 - (192) - - - (1.280) (3.585) 52.510
(*)Trattasi degli impatti di "First Time Adoption - FTA"per l'applicazione dei principi contabili IFRS 9 e IFRS 15 come descritto in dettaglio nella sezione del bilancio semestrale abbreviato "Informativa sulla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 Strumenti Finanziari e IFRS 15 Ricavi provenienti

da contratti con i clienti".

Allocazione risultato Variazioni del periodo
30 giugno 2017 Esistenze al Modifica
saldi
Esistenze esercizio precedente Operazioni su patrimonio netto Patrimonio Patrimonio
netto del
Patrimonio
(migliaia di euro) 31/12/2016 apertura
(*)
all'1/01/2017 Riserve destinazioni
Dividendi
e altre
Variazioni
di riserve
Emissione
nuove
azioni
Acquisto
proprie
azioni
Distribuzione
straordinaria
dividendi
Variazione
di capitale
strumenti
Derivati
proprie
azioni
su
options
Stock
partecipative
interessenze
Variazioni
del periodo
Redditività
complessiva
30/06/2017
netto al
30/06/2017
Gruppo al
netto di terzi al
30/06/2017
Capitale sociale: 7.200.332 - 7.200.332 - 134 10.660 - (16.058) 7.195.068 7.100.000 95.068
a) azioni ordinarie 7.200.332 - 7.200.332 - 134 10.660 - (16.058) 7.195.068 7.100.000 95.068
b) altre azioni - - - - - - - - - - -
Sovrapprezzi di emissione - - - - 1.112 - - - 1.112 - 1.112
Riserve: 2.121.665 (27.513) 2.094.152 (1.704.935) 1.514.239 (1.590) - - - 6.198 1.908.064 1.943.888 (35.824)
a) di utili 2.077.009 - 2.077.009 (396.237) (259.418) (1.590) - - 6.198 1.425.962 1.461.675 (35.713)
b) altre 44.656 (27.513) 17.143 (1.308.698) 1.773.657 - - - - 482.102 482.213 (111)
Riserve da valutazione 28.949 27.513 56.462 - 26.310 1 93.360 176.133 175.975 158
Strumenti di capitale - - - - - - -
Azioni proprie (1.590) - (1.590) - 1.590 - - - -
Utile (Perdita) del periodo (1.704.508) - (1.704.508) 1.704.935 (427) 3.162.975 3.162.975 3.170.369 (7.394)
Patrimonio netto 7.644.848 - 7.644.848 - (427) 1.541.795 10.660 - - - - (9.859) 3.256.335 12.443.352 12.390.232 53.120
- del Gruppo 7.575.280 7.575.280 - - 1.540.567 10.660 - - - - - 3.263.725 12.390.232
- di terzi 69.568 - 69.568 - (427) 1.228 - - (9.859) (7.390) 53.120
(*)Trattasi del "restatement" relativo al diverso trattamento contabile operato dal Gruppo, partire dal 1° gennaio 2017, per la rappresentazione degli utili e delle perdite correlati alla variazione del merito creditizio delle passività finanziarie in fair value option.

Rendiconto finanziario consolidato

Metodo indiretto

A. Attività operativa 30/06/2018 30/06/2017 (*)
1. Gestione (**) 1.100.125 3.922.839
- risultato del periodo (+/-) 352.577 3.170.369
plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e sulle altre attività/passività
-
finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (-/+)
182.055 110.080
- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) -
- rettifiche/riprese di valore nette per rischi di credito (-/+) 424.073 556.990
- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 108.850 126.094
- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 56.668 11.745
- premi netti non incassati (-)
- altri proventi/oneri assicurativi non incassati (-/+)
- imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+/-) 51.900 29.500
- rettifiche/riprese di valore nette delle attività operative cessate al netto dell'effetto fiscale (-/+)
- altri aggiustamenti (+/-) (75.998) (81.939)
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (7.583.077) (48.908.245)
- attività finanziarie detenute per la negoziazione (1.812.782)
- attività finanziarie designate al fair value (22.880)
- altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 25.917
- attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (2.270.771)
- attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (3.754.714)
- attività finanziarie (ex IAS 39) (***) (47.271.251)
- altre attività 252.153 (1.636.994)
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 6.424.449 47.123.444
- passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 2.864.121 41.541.311
- passività finanziarie di negoziazione 272.394 589.463
- passività finanziarie designate al fair value (532.377) (1.478.873)
- altre passività 3.820.311 6.471.543
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (58.503) 2.138.038
B. Attività di investimento
1. Liquidità generata da: 818.625 7.429
- vendite di partecipazioni 813.691
- dividendi incassati su partecipazioni
- vendite di attività materiali 4.934 7.429
- vendite di attività immateriali -
- vendite di società controllate e di rami d'azienda
2. Liquidità assorbita da: (940.534) (2.013.759)
- acquisti di partecipazioni (803.409) (254.314)
- acquisti di attività materiali (86.308) (986.561)
- acquisti di attività immateriali (50.817) (772.884)
- acquisti di società controllate e di rami d'azienda
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di investimento (121.909) (2.006.330)
C. Attività di provvista
- emissioni/acquisti di azioni proprie 10.660
- emissioni/acquisti di strumenti di capitale
- distribuzione dividendi e altre finalità 192 (427)
- vendita/acquisto di controllo di terzi (427)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista 192 10.233
Liquidità netta generata/assorbita del periodo (180.220) 141.941
(*)
I dati del periodo precedente sono stati redatti con i criteri di classificazione e misurazione IAS 39 e non sono quindi pienamente comparabili con i dati del periodo in corso.
(**)
I dati del periodo precedente sono stati ricondotti nelle nuove voci del rendiconto finanziario secondo i criteri di classificazione e misurazione previsti dal principio contabile
IAS 39.

(***) Tra le "Attività finanziarie (ex IAS 39) " è ricondotta la liquidità assorbita da tutte le attività finanziarie ex IAS 39 comprese le attività finanziarie detenute sino alla scadenza che nel precedente rendiconto finanziario figuravano tra le attività di investimento, al fine di garantire un confronto il più possibile omogeneo con il periodo in corso. Nel dettaglio la liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie era la seguente:

  • AF detenute per la negoziazione: (1.611.120)

  • AF valutate al fair value: 1.479

  • AF disponibili per la vendita: (8.083.384)

  • crediti verso clientela: (34.089.853)

  • crediti verso banche: (338.200) - AF detenute sino alla scadenza: (3.150.173)

Riconciliazione 30/06/2018 30/06/2017
- Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 976.686 648.255
- Liquidità netta generata/assorbita nell'esercizio (180.220) 141.941
- Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi -
Cassa e disponibilità liquide alla fine del periodo 796.466 790.196

NOTE ILLUSTRATIVE

Si deve premettere che le presenti "Note illustrative" sono state predisposte facendo riferimento alla struttura della nota integrativa prevista dalla Circolare di Banca d'Italia 262 per il bilancio di esercizio, seppure con un contenuto informativo limitato trattandosi di un bilancio semestrale redatto in forma abbreviata. Per facilità di lettura si è mantenuta la numerazione prevista dalla citata Circolare seppure alcune parti, sezioni o tabelle possono essere omesse per i motivi in precedenza illustrati.

PARTE A - POLITICHE CONTABILI

A.1 - Parte generale

Principi generali di redazione

La Relazione finanziaria semestrale consolidata (di seguito anche "Relazione semestrale" o "Relazione"), predisposta ai sensi dell'art. 154-ter del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (TUF) e successivi aggiornamenti, è costituita dal bilancio consolidato semestrale abbreviato ed è corredata da una relazione intermedia sulla gestione contenente i fatti di rilievo del semestre, l'informativa sulle operazioni con parti correlate ed una descrizione dei principali rischi ed incertezze anche correlati all'evoluzione prevedibile della gestione.

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato (di seguito anche "bilancio consolidato") è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalle note illustrative e di commento dei risultati di periodo.

Per la predisposizione degli schemi di bilancio sono state applicate le disposizioni della Circolare di Banca d'Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 "Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione" e successivi aggiornamenti (da ultimo il 5° aggiornamento pubblicato in data 22 dicembre 2017).

Gli schemi di bilancio forniscono, oltre al dato contabile al 30 giugno 2018, l'informativa comparativa relativa al corrispondente periodo dell'esercizio precedente, ad eccezione dello stato patrimoniale che risulta comparato con l'ultimo bilancio approvato al 31 dicembre 2017.

In considerazione della First Time Adoption dei principi IFRS 9 e IFRS 15, si ricorda che il Gruppo Banco BPM si è avvalso della facoltà prevista nelle disposizioni transitorie dei citati principi di non riesporre i dati comparativi; gli impatti relativi alla prima applicazione sono quindi riflessi mediante un aggiustamento dei saldi del patrimonio netto consolidato di apertura al 1° gennaio 2018. Con particolare riferimento alla prima applicazione del principio IFRS 9 si deve precisare che i saldi patrimoniali ed economici relativi all'esercizio precedente, in quanto redatti in conformità al previgente principio IAS 39, non sono quindi pienamente comparabili con le nuove categorie contabili e con i relativi criteri di valutazione introdotti dal nuovo principio. Con riferimento all'esposizione dei saldi dell'esercizio/periodo precedente, nell'ottica di garantire un confronto il più possibile omogeneo per le voci comparabili, il Gruppo Banco BPM ha optato per:

  • la riconduzione in un unico schema dei saldi relativi alle voci patrimoniali ed economiche non impattate dall'IFRS 9;
  • una separata indicazione delle voci di bilancio destinate ad accogliere i saldi patrimoniali ed economici degli strumenti finanziari rientranti nell'ambito di applicazione dell'IFRS 9, che continueranno a trovare rappresentazione nelle voci pubblicate nell'ultimo bilancio d'esercizio/(bilancio intermedio) approvato. Per tali voci non viene pertanto fornito il saldo riferito al 30 giugno 2018 che troverà invece rappresentazione in base alle nuove voci di bilancio.

Per tale motivo le tabelle contenute nell'informativa sul fair value e nelle note illustrative, oltre al dato al 30 giugno 2018 riporteranno i saldi comparativi solo per quelle voci che negli schemi di bilancio presentano un saldo avvalorato sia per il periodo in corso sia per quello precedente.

Diversamente le tabelle verranno proposte in una doppia versione (tabelle al 30 giugno 2018 e, separatamente, tabelle al 31 dicembre 2017 per lo stato patrimoniale e al 30 giugno 2017 per il conto economico) in quanto non pienamente comparabili.

Per ulteriori dettagli sulla modalità di esposizione dei saldi comparativi si fa rinvio a quanto contenuto nel precedente capitolo "Informativa sulla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 – Strumenti finanziari e IFRS 15 Ricavi provenienti da contratti con i clienti".

A partire da tali schemi sono stati redatti i prospetti di stato patrimoniale e di conto economico in forma riclassificata, sulla base dei criteri illustrati nella successiva sezione dedicata ai "Risultati". L'esposizione dei citati prospetti riclassificati ha lo scopo di fornire una più immediata illustrazione dell'evoluzione patrimoniale, finanziaria ed economica intervenuta nel semestre, in quanto basata su criteri gestionali.

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato, approvato dal Consiglio di Amministrazione di Banco BPM in data 3 agosto 2018, è sottoposto a revisione contabile limitata da parte della società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A., in applicazione dell'incarico conferito a detta società con delibere assembleari di Banco Popolare Soc. Coop. e Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. del 15 ottobre 2016.

Il presente documento è redatto adottando l'euro come moneta di conto; gli importi sono esposti, ove non diversamente specificato, in migliaia di euro.

Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il bilancio consolidato al 30 giugno 2018 è redatto secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS e relative interpretazioni (IFRIC), omologati dall'Unione Europea ed in vigore al momento della sua approvazione, come stabilito dal Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002.

Tali principi risultano modificati rispetto a quelli adottati per la predisposizione del bilancio dell'esercizio 2017, a seguito dell'applicazione obbligatoria, a far data dal 1° gennaio 2018, dei principi contabili internazionali IFRS 9 e IFRS 15 come illustrato in maggior dettaglio nel capitolo dedicato riportato all'inizio del presente bilancio.

Per l'illustrazione dei principi contabili adottati ai fini della predisposizione della presente relazione si fa rinvio alla successiva parte "A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio".

Con riferimento all'informativa fornita, si rappresenta che il bilancio consolidato al 30 giugno 2018 è redatto in forma sintetica, in conformità a quanto previsto dal principio contabile IAS 34 "Bilanci intermedi".

I processi di stima utilizzati per la redazione del bilancio consolidato semestrale sono quelli normalmente adottati in sede di redazione dei conti annuali, prevedendo un maggiore ricorso a procedimenti di stima con particolare riferimento a talune fattispecie di spese amministrative.

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2018 è predisposto nella prospettiva della continuità del Gruppo, in quanto gli amministratori non hanno rilevato, nell'andamento operativo e nell'evoluzione della situazione patrimoniale e finanziaria, elementi tali da mettere in dubbio la capacità delle imprese del Gruppo di poter continuare ad operare normalmente e secondo il principio della rilevazione dei costi e dei ricavi per competenza economica, privilegiando la prevalenza della sostanza sulla forma.

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato è redatto con intento di chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, nonché il risultato economico del Banco BPM e delle società controllate al 30 giugno 2018, come descritto nel paragrafo "Area e metodi di consolidamento".

Nuovi principi contabili/interpretazioni o modifiche di quelli esistenti approvati dallo IASB/IFRIC

Di seguito si riporta un'illustrazione dei nuovi principi contabili o delle modifiche ai principi esistenti approvati dallo IASB, nonché delle nuove interpretazioni o modifiche di quelle esistenti, pubblicate dall'IFRIC, con evidenza separata di quelli applicabili nell'esercizio 2018 da quelli applicabili negli esercizi successivi.

Principi contabili IAS/IFRS e relative interpretazioni SIC/IFRIC omologati e da applicare obbligatoriamente ai fini della redazione del bilancio 2018

Regolamento n. 1905 del 22 settembre 2016 - IFRS 15 "Ricavi provenienti da contratti con i clienti" e successivi chiarimenti omologati con Regolamento n. 1987 del 31 ottobre 2017

Il principio IFRS 15, pubblicato dallo IASB in data 28 maggio 2014, introduce un unico modello per la rilevazione di tutti i ricavi derivanti dai contratti stipulati con la clientela e sostituisce i precedenti standard/interpretazioni sui ricavi (IAS 18, IAS 11, IFRIC 13, IFRIC 15, IFRIC 18, SIC 31).

Regolamento n. 2067 del 22 novembre 2016 - IFRS 9 "Strumenti finanziari"

Il principio IFRS 9, emanato dallo IASB a luglio 2014, disciplina le fasi di classificazione e misurazione degli strumenti finanziari, nonché il relativo processo di impairment e sostituisce il precedente principio contabile IAS 39.

Regolamento n. 1988 del 3 novembre 2017 – "Applicazione congiunta dell'IFRS 9 Strumenti finanziari e dell'IFRS 4 Contratti assicurativi". Le modifiche si pongono come obiettivo quello di risolvere, per le società che svolgono attività assicurativa, le problematiche legate all'applicazione del principio IFRS 9, prima dell'implementazione dello standard (IFRS 17 che entrerà in vigore il 1° gennaio 2021) che sostituirà l'IFRS 4 sui contratti assicurativi.

Regolamento n. 182 del 7 febbraio 2018 – "Ciclo annuale di miglioramenti agli IFRS 2014 – 2016". L'obiettivo è di fornire alcuni chiarimenti volti a risolvere talune incoerenze o precisazioni di carattere metodologico.

Regolamento n. 289 del 26 febbraio 2018 – "Modifiche all'IFRS 2". Le modifiche mirano a chiarire i criteri di valutazione e rilevazione da adottare per alcuni tipi di operazioni con pagamento basato su azioni.

Regolamento n. 400 del 14 marzo 2018 – "Modifiche allo IAS 40 – Cambiamenti di destinazione di investimenti immobiliari". Le modifiche chiariscono il momento del trasferimento di un bene dalla/alla categoria di "investimento immobiliare", identificato come "change in use".

Regolamento n. 519 del 28 marzo 2018 – "Interpretazione IFRIC 22 – Operazioni in valuta estera e anticipi". L'interpretazione chiarisce la contabilizzazione di operazioni che comprendono la ricezione o il pagamento di anticipi in valuta estera.

Fatta eccezione per la prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 e IFRS 15 per i quali si rimanda allo specifico capitolo "Informativa sulla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 – Strumenti finanziari e IFRS 15 - Ricavi provenienti da contratti con i clienti", le altre modifiche o interpretazioni non hanno avuto un impatto significativo sulla situazione patrimoniale ed economica del Gruppo.

Principi contabili IAS/IFRS e interpretazioni SIC/IFRIC omologati, la cui applicazione decorre successivamente al 30 giugno 2018

Di seguito si fornisce un'illustrazione dei principi contabili/interpretazioni o modifiche degli stessi emanati dallo IASB/IFRIC ed omologati dalla Commissione Europea, che troveranno applicazione obbligatoria successivamente all'esercizio 2018.

Regolamento n. 1986 del 31 ottobre 2017 - IFRS 16 "Leasing".

Il principio è stato pubblicato dallo IASB in data 13 gennaio 2016, con l'intento di migliorare la rendicontazione contabile dei contratti di leasing. L'applicazione obbligatoria è prevista a partire dal 1° gennaio 2019.

Nel dettaglio, il principio introduce nuove regole per la rappresentazione contabile dei contratti di leasing sia per i locatori sia per i locatari, sostituendo i precedenti standard/interpretazioni (IAS 17, IFRIC 4, SIC 15 e SIC 27). Il leasing è definito come quel contratto la cui esecuzione dipende dall'uso di un bene identificato e che attribuisce il diritto di controllare l'utilizzo del bene per un periodo di tempo in cambio di un corrispettivo.

L'IFRS 16 stabilisce i principi in materia di rilevazione, valutazione, esposizione nel bilancio e informazioni integrative sui leasing. La finalità è assicurare che locatari e locatori forniscano informazioni appropriate secondo modalità che rappresentino fedelmente le operazioni. Le informazioni forniscono agli utilizzatori del bilancio gli elementi per valutare l'effetto del leasing sulla situazione patrimoniale, il risultato economico e i flussi finanziari dell'entità.

Il Principio si applica a tutti i contratti che contengono il diritto ad utilizzare un bene (c.d. "Right of Use") per un certo periodo di tempo in cambio di un determinato corrispettivo. L'IFRS 16 si applica a tutte le transazioni che prevedono un diritto ad utilizzare il bene, indipendentemente dalla forma contrattuale, i.e. leasing finanziario o operativo, affitto o noleggio.

La principale novità riguarda la rappresentazione nella situazione patrimoniale del locatario in riferimento al "Right of use" ed all'impegno assunto relativamente ai leasing operativi, tramite l'iscrizione di un'attività e una passività. In particolare il locatario dovrà rilevare una passività sulla base del valore attuale dei canoni futuri in contropartita dell'iscrizione tra le attività del diritto d'uso del bene oggetto del contratto di leasing.

  • Successivamente all'iscrizione iniziale:
  • il diritto d'uso sarà oggetto di ammortamento lungo la durata del contratto o la vita utile del bene (sulla base dello IAS 16) o valutato con l'uso di un criterio alternativo – fair value – (IAS 16 o IAS 40);
  • la passività verrà progressivamente ridotta per effetto del pagamento dei canoni e sulla stessa saranno riconosciuti gli interessi da imputare a conto economico.

Rimangono esclusi dall'IFRS 16 i contratti con durata inferiore ai 12 mesi o che abbiano un valore unitario a nuovo del bene oggetto di leasing di modesto valore.

Per il locatore restano sostanzialmente confermate le regole di contabilizzazione dei contratti di leasing dello IAS 17, differenziate a seconda che si tratti di leasing operativo o leasing finanziario. In caso di leasing finanziario il locatore continuerà a rilevare nello stato patrimoniale un credito per i canoni di leasing futuri.

A tal proposito si segnala che il Gruppo avvierà nel secondo semestre 2018 un'attività volta a valutare gli impatti, finalizzati a definire il perimetro, il relativo trattamento contabile delle attività utilizzate sulla base di un contratto di leasing, e relative implementazioni informatiche; sulla base di un'analisi preliminare i principali impatti sono riconducibili al diritto d'uso di immobili per il tramite di contratti di affitto.

Per quanto riguarda le attività concesse in leasing non si prevedono impatti significativi, in quanto per il locatore sono sostanzialmente confermate le regole contabili stabilite dall'attuale principio contabile IAS 17.

Regolamento n. 498 del 22 marzo 2018 – "Modifiche all'IFRS 9 Strumenti finanziari – Elementi di pagamento anticipato con compensazione negativa". Le modifiche sono volte a chiarire la classificazione di determinate attività finanziarie rimborsabili anticipatamente quando si applica l'IFRS 9. In particolare:

  • per le attività finanziarie: si prevede la possibilità di valutare al costo ammortizzato anche quei finanziamenti che, in caso di rimborso anticipato, presuppongono un pagamento da parte del concedente;
  • per le passività finanziarie: nel caso di una modifica dei termini contrattuali di una passività, che non è tale da comportare la cancellazione dal bilancio (derecognition), è previsto che l'effetto della modifica sul costo ammortizzato debba essere imputato a conto economico alla data della modifica stessa.

Principi contabili IAS/IFRS e interpretazioni SIC/IFRIC emanati dallo IASB/IFRIC, in attesa di omologazione

Per completezza si fornisce di seguito un'elencazione degli ulteriori principi ed interpretazioni emanati dallo IAS/IFRIC, ma non ancora omologati, che pur essendo di potenziale interesse per il Gruppo, non sono ritenuti tali da impattare in modo significativo sulla situazione patrimoniale ed economica del Gruppo, nonché sull'informativa di bilancio:

  • Interpretazione IFRIC 23 "Incertezza sui trattamenti dell'imposta sul reddito" emessa dall'IFRIC in data 7 giugno 2017, con lo scopo di fornire chiarimenti sul come applicare i criteri d'iscrizione e misurazione previsti dallo IAS 12 in caso di incertezza sui trattamenti per la determinazione dell'imposta sul reddito.
  • Modifiche al principio IAS 28 "Interessi al lungo termine in società collegate e joint venture" emesse dallo IASB il 12 ottobre 2017, al fine di chiarire che un'entità applica l'IFRS 9 alle interessenze a medio lungo termine nelle società collegate o joint venture per le quali non utilizza il metodo del patrimonio netto.
  • Progetti di miglioramento di alcuni "IFRS 2015 2017" (IFRS 3, IFRS 11, IAS 12 e IAS 23) emesso dallo IASB il 12 dicembre 2017, con l'obiettivo di fornire alcuni chiarimenti volti a risolvere talune incoerenze o precisazioni di carattere metodologico.
  • Modifiche al principio IAS 19 "Modifiche, riduzioni o regolamento dei piani pensionistici" emesse dallo IASB il 7 febbraio 2018, con l'obiettivo di precisare come un'entità debba determinare le spese pensionistiche in presenza di cambiamenti nell'ambito di un piano a benefici definiti.
  • Modifiche al "Conceptual Framework" emesse il 29 marzo 2018, riguardano una rivisitazione del documento emanato nel 2010 afferente le definizioni ed i criteri fondamentali in base ai quali vengono predisposti i principi contabili.

Da ultimo, si segnala che in data 18 maggio 2017 lo IASB ha emanato il nuovo principio contabile IFRS 17 che disciplina le polizze emesse dalle compagnie di assicurazione e la cui applicazione è prevista a partire dal 1° gennaio 2021. Per l'operatività del Gruppo non sono previsti impatti diretti, in quanto né la Capogruppo né le società controllate esercitano attività assicurativa.

Le incertezze sull'utilizzo di stime nella predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato

L'applicazione di alcuni principi contabili implica necessariamente il ricorso a stime ed assunzioni che hanno effetto sui valori delle attività e delle passività iscritti in bilancio, e sull'informativa fornita in merito alle attività e alle passività potenziali.

Le assunzioni alla base delle stime tengono in considerazione le informazioni disponibili alla data di redazione della presente Relazione semestrale, nonché ipotesi considerate ragionevoli alla luce dell'esperienza storica e del particolare momento caratterizzante i mercati finanziari. A tal proposito si evidenzia che la situazione causata dalla crisi economica e finanziaria ha reso necessarie assunzioni riguardanti l'andamento futuro caratterizzate da significativa incertezza.

Proprio in considerazione della situazione di incertezza non si può escludere che le ipotesi assunte, per quanto ragionevoli, possano non trovare conferma nei futuri scenari in cui il Gruppo si troverà ad operare. I risultati che si consuntiveranno in futuro potrebbero pertanto differire dalle stime effettuate ai fini della redazione della presente Relazione semestrale e potrebbero conseguentemente rendersi necessarie rettifiche ad oggi non prevedibili né stimabili rispetto al valore contabile delle attività e delle passività iscritte in bilancio.

Di seguito si elencano i processi di stima considerati maggiormente critici al fine della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria del Gruppo, sia per la materialità dei valori di bilancio impattati dai citati processi sia per l'elevato grado di giudizio richiesto nelle valutazioni che implica il ricorso a stime ed assunzioni da parte della Direzione aziendale:

  • determinazione dell'impairment dei crediti erogati iscritti nell'attivo patrimoniale;
  • stima delle perdite presunte di valore a fronte di attività immateriali a vita utile indefinita e di investimenti partecipativi;
  • determinazione del fair value di attività e passività finanziarie;
  • stima delle recuperabilità delle attività fiscali per imposte anticipate;
  • stima dei fondi per rischi e oneri;
  • stima del valore recuperabile degli immobili detenuti a scopo di investimento;
  • stima delle obbligazioni relative ai benefici a favore dei dipendenti.

Determinazione dell'impairment dei crediti erogati iscritti nell'attivo patrimoniale

I crediti rappresentano una delle poste valutative maggiormente esposte alle scelte effettuate dal Gruppo in materia di erogazione, gestione e monitoraggio del rischio.

Nel dettaglio, il Gruppo gestisce il rischio di inadempimento delle controparti finanziate, seguendo nel continuo l'evoluzione dei rapporti con la clientela al fine di valutarne le capacità di rimborso, sulla base della loro situazione economico-finanziaria. Tale attività di monitoraggio è indirizzata ad intercettare i segnali di deterioramento dei crediti anche al fine di una tempestiva classificazione nel perimetro delle esposizioni deteriorate e di una puntuale stima delle relative rettifiche di valore complessive. Tale stima può avvenire, in funzione della rilevanza dell'esposizione oggetto di valutazione, su base analitica in funzione dei flussi recuperabili, oppure su base forfettaria in base a parametri statistici delle perdite registrate storicamente su crediti aventi caratteristiche omogenee.

Relativamente ai crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita, ossia per le esposizioni non deteriorate ("performing"), il nuovo modello di impairment, basato sulle perdite attese, richiede di implementare adeguati sistemi di monitoraggio volti ad individuare l'esistenza o meno di un significativo deterioramento rispetto alla data di rilevazione iniziale dell'esposizione. Il modello di impairment IFRS 9 richiede che le perdite siano determinate facendo riferimento all'orizzonte temporale di un anno per le attività finanziarie che non hanno subito un significativo deterioramento del merito creditizio rispetto alla rilevazione iniziale (Stage 1) piuttosto che facendo riferimento all'intera vita dell'attività finanziaria qualora si riscontri un significativo deterioramento (Stage 2).

Sulla base di quanto sopra illustrato ne deriva che le perdite sui crediti devono essere registrate facendo riferimento non solo alle oggettive evidenze di perdite di valore già manifestatesi alla data di reporting, ma anche sulla base delle aspettative di perdite di valore future non ancora palesate, che devono riflettere:

  • la probabilità del verificarsi di diversi scenari;
  • l'effetto di attualizzazione dei flussi finanziari attesi mediante l'utilizzo del tasso di interesse effettivo;
  • le esperienze storiche e le valutazioni correnti e future.

Ne consegue che la determinazione delle perdite attese è un esercizio complesso che richiede significativi elementi di giudizio e di stima. Nel dettaglio:

  • la determinazione del significativo deterioramento del merito creditizio rispetto alla data di iscrizione iniziale dell'esposizione è basata sull'identificazione di adeguati criteri qualitativi e quantitativi, che considerano anche informazioni prospettiche (cosiddette informazioni "forward looking"). L'eventuale modifica od affinamento dei suddetti criteri potrebbe quindi comportare variazioni anche significative sulla entità delle esposizioni da classificare nello Stage 2 con conseguenti impatti sull'ammontare complessivo delle relative perdite attese;
  • il risultato del modello di impairment deve riflettere una stima obiettiva della perdita attesa, ottenuta valutando una gamma di possibili risultati. Ciò implica la necessità di identificare possibili scenari, basati su assunzioni in merito alle future condizioni economiche, a cui associare le relative probabilità di accadimento. La selezione di differenti scenari e probabilità di accadimento, le modifiche nel set di variabili macroeconomiche da considerare nell'orizzonte temporale di previsione potrebbero avere effetti significativi sul calcolo delle perdite attese;
  • la determinazione delle perdite attese richiede di ricorrere a modelli di stima:
  • dei flussi di cassa che si prevede i singoli debitori (o portafogli di debitori omogenei in termini di rischio) siano in grado di corrispondere al fine di soddisfare, in tutto o in parte, le obbligazioni assunte nei confronti del Gruppo. Relativamente ai crediti deteriorati per i quali esiste un piano di dismissione, le perdite attese devono essere quantificate anche sulla base della stima dei flussi recuperabili tramite lo scenario di cessione, da considerare quale scenario alternativo rispetto a quello basato sulla gestione interna dell'attività di recupero ("work out") secondo l'approccio multi scenario sopra descritto,
  • dei tempi di recupero;
  • del valore di presumibile realizzo degli immobili e delle garanzie collaterali.

Nell'ambito di un ventaglio di possibili approcci relativi ai modelli di stima consentiti dai principi contabili internazionali di riferimento, il ricorso ad una metodologia o la selezione di taluni parametri estimativi possono influenzare in modo significativo la valutazione dei crediti. Tali metodologie e parametri sono necessariamente soggetti ad un continuo processo di aggiornamento, con l'obiettivo di addivenire ad una migliore stima da affinare al fine di meglio rappresentare il valore presumibile di realizzo dell'esposizione creditizia. Va inoltre evidenziato che, in coerenza con il nuovo modello di impairment introdotto dal principio contabile IFRS 9, eventuali modifiche degli obiettivi della NPL Strategy sugli scenari di vendita considerati o eventuali affinamenti dei modelli statistici su cui è basata la determinazione dei parametri di calcolo delle perdite attese a fronte delle esposizioni non deteriorate potrebbero anch'essi comportare impatti anche significativi sull'ammontare complessivo delle perdite attese.

Alla luce di quanto sopra esposto, non si può escludere che criteri di monitoraggio alternativi o differenti metodologie, parametri, assunzioni nella determinazione del valore recuperabile delle esposizioni creditizie del Gruppo - influenzati peraltro anche da possibili strategie alternative di recupero delle stesse deliberate dai competenti organi aziendali nonché dall'evoluzione del contesto economico-finanziario e regolamentare di riferimento - possano determinare valutazioni differenti rispetto a quelle condotte ai fini della redazione del bilancio semestrale consolidato abbreviato al 30 giugno 2018.

Stima delle perdite presunte di valore a fronte di attività immateriali a vita utile indefinita e di investimenti partecipativi

Ai sensi dello IAS 36, tutte le attività immateriali a vita utile indefinita devono essere sottoposte almeno annualmente al test di impairment, al fine di verificarne la recuperabilità del valore. In aggiunta, il principio stabilisce che i risultati del test annuale possano essere considerati validi ai fini delle successive valutazioni, purché sia considerata remota la probabilità che il valore recuperabile delle attività immateriali sia inferiore rispetto al valore contabile. Tale giudizio può basarsi sull'analisi dei fatti intervenuti e delle circostanze modificatesi successivamente al più recente test di impairment annuale condotto.

Sulla base delle disposizioni contenute nel citato principio, il Gruppo Banco BPM ha scelto di effettuare una verifica di impairment delle attività immateriali a vita utile indefinita con riferimento al 31 dicembre di ogni anno, valutando esclusivamente per le successive situazioni infrannuali, l'eventuale esistenza di nuovi indicatori di impairment tali da mettere in dubbio la recuperabilità dei valori di carico.

Al 30 giugno 2018 le attività immateriali a vita indefinita del Gruppo ammontano a complessivamente a 580,7 milioni, in linea con i valori in essere al 31 dicembre 2017, e sono rappresentate per 76,4 milioni da avviamenti attribuibili alla CGU "Bancassurance Protezione" e alla CGU "Bancassurance Vita" e per 504,3 milioni da marchi rilevati a seguito dell'operazione di aggregazione aziendale con l'ex Gruppo Banca Popolare di Lodi (222,2 milioni) e con l'ex Gruppo BPM (282,1 milioni).

Come illustrato nella sezione "Attività immateriali – voce 100" contenuta nella Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato delle presenti Note Illustrative, a cui si rimanda per ulteriori dettagli, nel corso del primo semestre è stata condotta una ricognizione volta ad escludere l'eventuale esistenza di ulteriori indicatori di impairment rispetto a quelli già considerati ai fini del test condotto al 31 dicembre 2017, tali da mettere in dubbio la recuperabilità dei valori di carico, facendo anche affidamento sull'analisi di sensitività prodotta per il bilancio 2017.

Al riguardo si deve comunque segnalare che la verifica della recuperabilità di tali attività immateriali è un esercizio complesso i cui risultati risentono delle metodologie valutative adottate, nonché dei parametri e delle assunzioni sottostanti, che potrebbero dover essere modificati per tenere conto delle nuove informazioni o di evoluzioni non prevedibili alla data di redazione della presente Relazione.

Per quanto concerne gli investimenti partecipativi si evidenzia che l'eventuale indisponibilità, alla data di redazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato, di situazioni patrimoniali ed economiche delle partecipate e dei loro piani industriali previsionali aggiornati potrebbe introdurre ulteriori elementi di incertezza nell'ambito del processo di valutazione del valore delle partecipazioni. In tali circostanze non si può quindi escludere che il valore attribuito alle partecipazioni, sulla base delle informazioni disponibili, possa eventualmente differire da successive valutazioni formulate alla luce di nuovi e diversi elementi informativi.

Determinazione del fair value di attività e passività finanziarie

In presenza di strumenti finanziari non quotati su mercati attivi o di strumenti illiquidi e complessi si rende necessario attivare adeguati processi valutativi caratterizzati da una certa componente di giudizio in merito alla scelta dei modelli di valutazione e dei relativi parametri di input, che potrebbero talvolta non essere osservabili sul mercato.

Margini di soggettività esistono nella valutazione in merito all'osservabilità o meno di taluni parametri e nella conseguente classificazione in corrispondenza dei livelli di gerarchia dei fair value.

Per l'informativa qualitativa e quantitativa sulle modalità di determinazione del fair value degli strumenti misurati in bilancio al fair value e di quelli valutati al costo ammortizzato, si rimanda a quanto contenuto nella successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value"

Stima della recuperabilità delle attività fiscali per imposte anticipate

Il Gruppo presenta, tra le proprie attività patrimoniali significative, attività fiscali per imposte anticipate (DTA – Deferred Tax Asset) principalmente derivanti da differenze temporanee tra la data di iscrizione nel conto economico di determinati costi aziendali e la data nella quale i medesimi costi potranno essere dedotti nonché derivanti da perdite fiscali riportabili a nuovo. L'iscrizione di tali attività ed il successivo mantenimento in bilancio presuppone un giudizio di probabilità in merito al recupero delle stesse. Tale giudizio di recuperabilità è peraltro fondato sulle disposizioni normative fiscali vigenti alla data di redazione della presente relazione. Tali disposizioni consentono per le attività per imposte anticipate che rispondono ai requisiti richiesti dalla Legge 22 dicembre 2011 n. 214 la trasformazione in crediti di imposta nell'ipotesi di rilevazione di una "perdita civilistica", di una "perdita fiscale" ai fini IRES e di un "valore della produzione netto negativo" ai fini IRAP, rendendo quindi certo il loro recupero a prescindere dalla capacità di generare una redditività futura. Con riferimento alle attività per imposte anticipate derivanti da perdite fiscali IRES, la normativa in vigore ne consente il riporto a nuovo senza alcuna limitazione temporale. Per tali attività per imposte anticipate e per le residue attività derivanti da differenze temporanee diverse da quelle precedentemente citate, il giudizio di probabilità è fondato sulle previsioni reddituali desumibili sulla base dei piani strategici e previsionali approvati.

Al riguardo si deve sottolineare che la verifica sulla recuperabilità dei valori di iscrizione delle attività fiscali per imposte anticipate è una valutazione che richiede rilevanti elementi di giudizio.

La recuperabilità potrebbe inoltre risultare negativamente influenzata da circostanze non prevedibili allo stato attuale, quali modifiche nella normativa fiscale vigente o mutamenti nello scenario macroeconomico e di mercato tali da richiedere un aggiornamento delle proiezioni reddituali assunte a riferimento per la stima dei redditi imponibili futuri. Per tale motivo, la recuperabilità delle DTA non trasformabili in crediti d'imposta è oggetto di costante monitoraggio in relazione all'evoluzione della normativa fiscale e dei risultati conseguiti, che potranno risultare negativamente influenzati dallo scenario economico e di mercato.

Stima dei fondi per rischi e oneri

Le società facenti parte del Gruppo sono soggetti passivi in una vasta tipologia di cause legali e contenziosi fiscali e sono altresì esposte a numerose tipologie di passività potenziali. La complessità delle situazioni ed operazioni societarie che sono alla base dei contenziosi in essere, unitamente alle problematiche interpretative riguardanti la legislazione applicabile, richiedono significativi elementi di giudizio nella stima delle passività che potranno emergere al momento della definizione delle liti pendenti. Le difficoltà di valutazione interessano sia l'an sia il quantum nonché i tempi di eventuale manifestazione della passività, e risultano particolarmente evidenti qualora il procedimento avviato sia nella fase iniziale e/o sia in corso la relativa istruttoria. La peculiarità dell'oggetto del contendere e la conseguente assenza di giurisprudenza riferita a vertenze paragonabili, nonché i diversi orientamenti espressi dagli organi giudicanti, sia ai vari livelli del procedimento contenzioso, sia da organi del medesimo livello a distanza di tempo, rendono difficile la valutazione delle passività potenziali anche qualora siano disponibili le sentenze provvisorie emesse a seguito dei primi gradi di giudizio. L'esperienza storica dimostra che in diversi casi le decisioni assunte dai giudici nei primi gradi di giudizio sono state completamente sovvertite nei giudizi di appello o di cassazione e ciò sia a favore che a sfavore delle società del Gruppo. In tale contesto la classificazione delle passività potenziali e la conseguente valutazione degli accantonamenti necessari è basata su elementi di giudizio non oggettivi e che richiedono il ricorso a procedimenti di stima talvolta estremamente complessi. Non si può quindi escludere che, a seguito dell'emissione delle sentenze definitive, gli accantonamenti ai fondi rischi ed oneri stanziati a fronte delle passività potenziali connesse alle vertenze legali e fiscali possano rivelarsi carenti od eccedenti.

Per l'informativa sulle principali posizioni di rischio del Gruppo relative a controversie legali (azioni revocatorie e cause in corso) e a controversie fiscali nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria, si fa rinvio alla sezioni "Fondi del passivo – voci 90 e 100" contenuta nella Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato delle presenti Note Illustrative.

Stima del valore recuperabile degli investimenti immobiliari a scopo di investimento

Il Gruppo detiene proprietà immobiliari a scopo di investimento, derivanti principalmente da immobili ritirati a seguito della chiusura originaria della posizione creditoria (cosiddetto "datio in solutum") o di un accordo transattivo a chiusura di una vertenza. Per tali attività, in presenza di indicatori potenzialmente espressivi di una perdita di valore, si rende necessario determinare il valore recuperabile, procedendo alla rilevazione di una svalutazione, qualora detto valore dovesse risultare inferiore rispetto al valore contabile. La stima del valore recuperabile, condotta mediante perizie esterne, risente di una inevitabile componente di soggettività in alcune circostanze amplificata dalle caratteristiche peculiari di ciascun immobile. Al riguardo si segnala che le difficoltà correlate a detto processo di stima risultano particolarmente evidenti nell'attuale scenario del mercato immobiliare italiano, mercato di riferimento per la quasi totalità delle proprietà del Gruppo. In prospettiva non si può pertanto escludere l'eventualità di un'ulteriore riduzione del valore recuperabile qualora l'andamento del settore immobiliare dovesse peggiorare e conseguentemente i valori espressi dal mercato dovessero risultare inferiori rispetto alla situazione esistente alla data di riferimento delle perizie.

Stima delle obbligazioni relative ai benefici a favore dei dipendenti

La determinazione delle passività associate ai benefici a favore dei dipendenti, con particolare riferimento ai piani a benefici definiti ed ai benefici a lungo termine, implica un certo grado di complessità; le risultanze della valutazione dipendono, in larga misura, dalle ipotesi attuariali utilizzate di natura sia demografica (quali tassi di mortalità e di turnover dei dipendenti) sia finanziaria (quali tassi di attualizzazione e tassi di inflazione). Risulta pertanto fondamentale il giudizio espresso dal management nella selezione delle basi tecniche più opportune per la valutazione della fattispecie, che risulta influenzato dal contesto socio economico in cui il Gruppo si trova ad operare, nonché dall'andamento dei mercati finanziari.

Di seguito si elencano le principali ipotesi attuariali utilizzate dal Gruppo al 30 giugno 2018, confrontate con quelle utilizzate al 31 dicembre 2017:

30/06/2018: IPS55 Base demografica per le assicurazioni di rendita
31/12/2017: IPS55 Base demografica per le assicurazioni di rendita
30/06/2018: fino all'1,5%
31/12/2017: fino all'1,5%
30/06/2018: 1,0%-3,5%
31/12/2017: 1,0%-3,5%
Tasso annuo di attualizzazione (*) 30/06/2018: indice Iboxx Euro Corporate AA, con riferimento temporale corrispondente alla
durata media dei piani a benefici definiti (previdenza, TFR e premi di anzianità)
31/12/2017: indice Iboxx Euro Corporate AA, con riferimento temporale corrispondente alla
durata media dei piani a benefici definiti (previdenza, TFR e premi di anzianità)
30/06/2018: 1,50%
31/12/2017: 1,50%

(*) Al 30 giugno 2018 l'indice Iboxx Euro Corporate AA 7-10 anni è pari allo 0,98% (0,88% al 31 dicembre 2017), l'indice Iboxx Euro Corporate AA 10+ è pari all'1,45% (1,30% al 31 dicembre 2017)

L'elenco dei processi valutativi sopra indicati viene fornito al solo fine di consentire al lettore una migliore comprensione delle principali aree di incertezza, ma non è inteso in alcun modo a suggerire che assunzioni alternative, allo stato attuale, possano essere più appropriate. In aggiunta, le valutazioni sono formulate sulla base del presupposto della continuità aziendale: gli amministratori, hanno, infatti, la ragionevole aspettativa che il Gruppo proseguirà la propria attuale attività in un futuro prevedibile e hanno predisposto il bilancio semestrale nella presunzione della continuità aziendale. L'informativa sui rischi e sui relativi presidi è contenuta nella successiva "Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura" delle presenti Note illustrative, nonché nell'ambito della relazione intermedia sulla gestione del Gruppo.

Note per un corretto raffronto degli schemi di bilancio comparativi e dell'informativa comparativa

Oltre a quanto rappresentato nella sezione iniziale dedicata all'illustrazione degli effetti conseguenti alla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 e IFRS 15, che rende i saldi al 30 giugno 2018 non pienamente comparabili con quelli dell'esercizio/periodo precedente, si deve segnalare che i saldi economici al 30 giugno 2017 - contenuti nello schema di bilancio e nelle tabelle delle note illustrative - sono stati riesposti rispetto a quelli originariamente pubblicati, al fine di riflettere retrospettivamente il contributo della controllata Aletti Gestielle SGR S,p.A. ai sensi del principio IFRS 5. A partire dal terzo trimestre del 2017, la partecipata in esame è stata classificata come unità operativa dismessa ("discontinued operations"), a seguito delle trattative con Anima Holding che si sono perfezionate con la cessione della partecipata in data 28 dicembre 2017. In virtù del citato principio, il contributo positivo della di Aletti Gestielle SGR S.p.A., pari a 45,4 milioni, che nel bilancio dell'esercizio precedente risultava rappresentato nelle diverse voci del conto economico per effetto del consolidamento "linea per linea", è stato oggetto di riclassifica nella voce sintetica del conto economico "320. Utile/perdita delle attività operative cessate al netto delle imposte".

In allegato al presente documento è riportato un prospetto di riconciliazione tra il conto economico del primo semestre 2017, riesposto come in precedenza illustrato, e quello originariamente pubblicato.

Applicazione delle politiche contabili di Gruppo ad operazioni perfezionate od eventi accaduti nel periodo

Cessione pro soluto delle sofferenze "Project Exodus"

Come illustrato nella sezione dei "Fatti di rilievo del periodo" della Relazione intermedia sulla gestione, nel mese di giugno 2018 si è perfezionata la cessione di un portafoglio di crediti classificati a sofferenza, mediante un'operazione di cartolarizzazione finalizzata all'ottenimento della garanzia statale sui titoli senior (cosiddetta Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze – GACS ai sensi del Decreto n. 18 del 14 febbraio 2016 convertito dalla Legge n. 49 del 8 Aprile 2016 e successivo decreto del MEF del 3 agosto 2016).

In maggior dettaglio, tale operazione, denominata "Project Exodus", ha comportato in data 1° giugno 2018 il trasferimento di un portafoglio di crediti a sofferenza, per un ammontare lordo pari a circa 5 miliardi nominali, ad una società veicolo appositamente costituita e non appartenente al Gruppo Banco BPM (Red Sea SPV S.r.l.).

Il pagamento del prezzo di acquisto da parte della società veicolo è stato finanziato in data 15 giugno 2018 mediante l'emissione di tre classi di note, che sono state inizialmente sottoscritte per intero dalle banche cedenti (Banco BPM e BPM S.p.A.), per un valore nominale pari a circa 1,9 miliardi così ripartiti:

  • titoli Senior (Class A) per 1.656,5 milioni. Tali titoli presentano un rating pari all'investment grade (Moody's: Baa2; Scope: BBB (SF)) ed il relativo rendimento è pari all'Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread annuo dello 0,6%;
  • titoli Mezzanine (Class B) 152,9 milioni. Tali titoli sprovvisti di rating prevedono un rendimento pari all'Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread annuo del 6 %;
  • titoli Junior (Class J) per 51 milioni. Tali titoli, sprovvisti di rating, prevedono una remunerazione variabile in funzione dell'andamento della cartolarizzazione.

Successivamente, in data 29 giugno 2018, nel rispetto della "retention rule" stabilita dalle disposizioni di vigilanza, il Gruppo ha trasferito a terzi il 95% delle quote junior ed il 95% delle quote mezzanine, ossia delle quote che sopportano la prima perdita e che eventualmente beneficiano dell'excess spread dell'operazione; il corrispettivo, pagato contestualmente alla cessione, ammonta nel complesso a 54,7 milioni.

A seguito di tale cessione, in data 29 giugno 2018 si sono verificati i presupposti per la cancellazione dal bilancio (cosiddetta "derecognition") del portafoglio delle sofferenze cedute, in quanto risultano trasferiti in modo sostanziale i diritti ed i benefici delle attività finanziarie cedute.

Con riferimento ai crediti ceduti si deve altresì segnalare che il Gruppo non detiene alcun potere - né di fatto né di diritto - di dirigere le attività rilevanti della società veicolo, rappresentate dalle attività finalizzate al recupero dei crediti. Sulla base della normativa di riferimento per la GACS sopra citata, il recupero dei crediti a sofferenza ceduti è stato infatti affidato ad un servicer esterno ed il Gruppo non mantiene alcuna forma di coinvolgimento.

Gli effetti economici relativi alla cessione, quantificati sulla base della differenza tra il valore di carico di inizio anno ed il corrispettivo netto ricevuto, incluso le nuove attività acquisite, sono negativi e pari a 221 milioni. Tenuto conto del reversal dell'attualizzazione delle esposizioni cedute, dovuto al passaggio del tempo e rilevato nel margine di interesse fino alla data di cessione, le perdite rilevate nella voce "100 a) Utili (perdite) da cessione di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" ammontano a circa 276 milioni.

Alla luce di quanto in precedenza illustrato, al 30 giugno 2018 il Gruppo detiene:

  • la totalità dei titoli senior classificati nel portafoglio delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: b) Crediti verso la clientela". Tenuto conto del modello di impairment basato sulle perdite attese il valore di bilancio ammonta a 1.654,2 milioni;
  • il 5% dei titoli mezzanine ed il 5% dei titoli junior classificati nel portafoglio delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sul conto economico" per valore di bilancio pari a 2,9 milioni. La valorizzazione al fair value ha assunto come riferimento il prezzo della transazione di vendita perfezionata il 29 giugno 2018 (livello 3 nella gerarchia del fair value).

Per completezza si segnala che tra le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato figura altresì il finanziamento concesso alla società veicolo ("limited recourse loan") per un ammontare pari a 72,4 milioni. Tale finanziamento è finalizzato a costituire una riserva di cassa corrispondente al 4% del valore nominale del titolo senior e mezzanine. Al riguardo si deve precisare che tale finanziamento non rappresenta alcuna forma di supporto creditizio nei confronti della cartolarizzazione; nella cascata dei pagamenti il rimborso del finanziamento in esame è infatti antergato rispetto al pagamento del capitale dei titoli senior e al pagamento del capitale e degli interessi dei titoli mezzanine.

Canone per la garanzia della trasformabilità delle DTA - evoluzioni normative al Decreto Legge n. 59/2016

Si ricorda che l'articolo 11 del D.L. n. 59 del 3 maggio 2016, convertito con modificazioni dalla L. n. 119 del 30 giugno 2016, ha introdotto un regime opzionale, in virtù del quale la garanzia sulla trasformabilità in crediti di imposta delle attività fiscali per imposte anticipate (DTA – Deferred Tax Asset) che rispondono ai requisiti richiesti dalla Legge 22 dicembre 2011, n. 214 risulta subordinata al pagamento di un canone, dovuto per gli esercizi a partire dal 31 dicembre 2015 fino al 31 dicembre 2029, da determinarsi annualmente.

In data 21 febbraio 2017 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la legge di conversione (L. 17 febbraio 2017, n. 15) del Decreto Legge Salva Risparmio; nel dettaglio, l'art. 26 bis, comma 4, ha modificato l'articolo 11 del D. L. 59/2016, posticipando il periodo per il quale è dovuto il canone anno che è stabilito con partenza dal 31 dicembre 2016 fino al 31 dicembre 2030.

Ai sensi dei citati riferimenti normativi l'esercizio di tale opzione, che è stato effettuato nel 2016 da entrambi i gruppi partecipanti alla fusione, è considerato irrevocabile.

Più in dettaglio, il canone annuale da versare per assicurare la convertibilità delle suddette attività per imposte anticipate in crediti d'imposta deve essere determinato annualmente applicando l'aliquota dell'1,5% ad una "base" ottenuta sommando alla differenza tra le attività per imposte anticipate trasformabili iscritte nel bilancio dell'esercizio precedente e le corrispondenti attività per imposte anticipate iscritte nel bilancio 2007, l'importo delle trasformazioni delle stesse attività per imposte anticipate operate dal 2008 fino all'esercizio precedente, e sottraendo le imposte previste dal Decreto e versate con riferimento ai predetti periodi di imposta (base detta anche "DTA di tipo 2"). I canoni sono deducibili sia ai fini IRES che ai fini IRAP nell'esercizio in cui vengono pagati.

In virtù delle citate disposizioni normative, nella voce di conto economico "190. b) Altre spese amministrative" del primo semestre del 2018 è stato addebitato un onere pari a 12,6 milioni, corrispondente alle competenze riferite ai primi sei mesi del canone annuo dell'esercizio 2018, come sopra determinato (13,4 milioni era l'importo addebitato nel conto economico del primo semestre del 2017).

Operazioni TLTRO II – "Targeted Longer Term Refinancing Operations"

Al 30 giugno 2018 le operazioni di raccolta da BCE, interamente costituite dai finanziamenti TLTRO II, ammontano a 21,4 miliardi, di cui 15 miliardi relativi alla capogruppo Banco BPM e 6,4 miliardi alla controllata BPM S.p.A..

Per ciascuna operazione TLTRO II, avente scadenza fissa di quattro anni dal momento dell'erogazione (avvenuta in base a quattro aste trimestrali a partire da giugno 2016), il tasso di riferimento è quello applicato alle operazioni di rifinanziamento principale alla data di ciascuna aggiudicazione, pari allo zero. Era tuttavia prevista la possibilità di beneficiare del più favorevole tasso di interesse sui depositi presso la BCE, nella misura massima dello 0,4%, qualora, nel periodo dal 1° febbraio 2016 al 31 gennaio 2018, i prestiti netti idonei avessero superato di almeno il 2,5% un determinato livello benchmark.

Al 31 gennaio 2018 è stato confermato il raggiungimento del livello benchmark sia da parte di Banco BPM sia da parte della controllata BPM S.p.A.. Risulta quindi confermata l'applicazione di un tasso di interesse negativo sulle operazioni di raccolta in esame nella misura massima dello 0,4%, in linea con il tasso di riferimento utilizzato per la rilevazione delle competenze a partire dall'esercizio 2017.

Al riguardo si precisa che gli interessi di competenza del primo semestre 2018 ammontano complessivamente a 43,1 milioni.

Gli interessi di competenza del primo semestre 2017 ammontavano invece a 71,7 milioni e comprendevano per 31,7 milioni competenze non rilevate nel precedente esercizio, in mancanza di presupposti per la loro iscrizione.

Detti interessi, ancorché riferiti a passività finanziarie, risultano iscritti nella voce di conto economico degli "interessi attivi".

Contribuzioni ai sistemi di garanzia dei depositi e a meccanismi di risoluzione

Con le Direttive 2014/49/UE (Deposit Guarantee Schemes Directive –"DGSD") del 16 aprile 2014 e 2014/59/UE (Bank Recovery and Resolution Directive – "BRRD") del 15 maggio 2014 e l'istituzione del Meccanismo di Risoluzione Unico (Regolamento UE n. 806/2014 del 15 luglio 2014), il legislatore europeo ha impresso modifiche significative alla disciplina delle crisi bancarie, con l'obiettivo strategico di rafforzare il mercato unico e la stabilità sistemica. A seguito del recepimento di tali direttive nell'ordinamento nazionale, a partire dall'esercizio 2015, gli enti creditizi sono obbligati a fornire le risorse finanziarie necessarie per il finanziamento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e del Fondo di Risoluzione Nazionale (confluito nel Fondo di Risoluzione Unico (FRU), a partire dall'esercizio 2016), tramite il versamento di contributi ordinari e di eventuali contributi straordinari.

In ottemperanza alla direttiva DGSD, il FITD ha previsto che le banche italiane debbano versare contributi ordinari annuali fino al raggiungimento del livello obiettivo, pari allo 0,8% del totale dei depositi protetti delle banche italiane aderenti al FITD. Tale livello deve essere raggiunto obbligatoriamente entro il 3 luglio 2024. L'entità del contributo richiesto alla singola banca è commisurato alla consistenza dei propri depositi protetti esistenti alla data del 30 settembre di ogni anno rispetto al totale dei depositi protetti delle banche italiane aderenti al FITD e del grado di rischio relativo alla banca consorziata avente depositi protetti rispetto al grado di rischio di tutte le altre banche aderenti al FITD.

Secondo quanto previsto dalla BRRD, le banche italiane devono versare contributi ordinari annuali fino a dotare il FRU di risorse finanziarie almeno pari all'1% del totale dei depositi protetti di tutti gli enti creditizi autorizzati in tutti gli Stati membri partecipanti. Tale livello deve essere raggiunto obbligatoriamente entro il 1° gennaio 2024. I contributi di ciascun ente sono calcolati in funzione del rapporto tra l'ammontare delle proprie passività (al netto dei depositi protetti e dei fondi propri e, per gli enti appartenenti ad un gruppo, al netto delle passività infragruppo) rispetto al totale del passivo (al netto dei depositi protetti e dei fondi propri) delle banche italiane e del grado di rischio relativo a ciascun ente creditizio rispetto al grado di rischio di tutte le altre banche italiane.

Si evidenzia che qualora i mezzi finanziari disponibili del FITD e/o del FRU non dovessero risultare sufficienti, rispettivamente per garantire il rimborso ai depositanti o per finanziare la risoluzione, è previsto che gli enti creditizi debbano provvedere mediante versamento di contributi straordinari.

La contribuzione ordinaria è oggetto di rilevazione nella voce "190. b) Altre spese amministrative" in applicazione dell'interpretazione IFRIC 21 "Tributi", in base alla quale la passività relativa al pagamento di un tributo - le contribuzioni in esame sono state considerate assimilabili ad un tributo sotto il profilo contabile - nasce nel momento in cui si verifica il cosiddetto "fatto vincolante", ossia nel momento in cui sorge l'obbligazione al pagamento della quota annuale. Per le contribuzione in oggetto, il momento dell'insorgenza del "fatto vincolante" è stato individuato nel primo trimestre per il FRU e nel terzo trimestre per il FITD.

Nel dettaglio, la contribuzione ordinaria al FRU per l'esercizio 2018 ammonta a 68,0 milioni, interamente addebitata nel conto economico del primo trimestre (62,4 milioni erano i contributi ordinari di competenza dell'esercizio 2017). Al riguardo si precisa che per il 2018, così come per l'esercizio precedente, il Gruppo non si è avvalso della possibilità di ottemperare alla richiesta mediante l'assunzione di un impegno irrevocabile al pagamento (cosiddetti "IPC - Irrevocable Payment Committments").

In aggiunta, nel mese di maggio 2018 sono state richiamate da Banca d'Italia contribuzioni addizionali al Fondo di Risoluzione Nazionale per un ammontare pari a 25,5 milioni, in relazione alle esigenze finanziarie connesse con gli interventi di risoluzione effettuati anteriormente all'avvio del FRU; detto importo è stato addebitato nel semestre nella voce "190. b) Altre spese amministrative" (nel 2017 non erano stati richiesti contributi addizionali).

Area e metodi di consolidamento

(A) Società controllate

Il bilancio consolidato semestrale abbreviato comprende le risultanze patrimoniali ed economiche della Capogruppo Banco BPM S.p.A. e delle sue entità controllate dirette e indirette, incluse le entità strutturate, ai sensi di quanto previsto dal principio contabile IFRS 10. In base al citato principio, il requisito del controllo è alla base del consolidamento di tutti i tipi di entità, incluse le entità strutturate, e si realizza quando un investitore ha contemporaneamente:

  • il potere di decidere sulle attività rilevanti dell'entità;
  • è esposto o beneficia dei rendimenti variabili derivanti dal rapporto con l'entità;
  • ha la capacità di esercitare il proprio potere per incidere sull'ammontare dei suoi rendimenti (collegamento tra potere e rendimenti).

L'IFRS 10 stabilisce quindi che, per detenere il controllo l'investitore deve avere la capacità di dirigere le attività rilevanti dell'entità, per effetto di un diritto giuridico o per una mera situazione di fatto, ed essere altresì esposto alla variabilità dei risultati che derivano da tale potere.

Il Gruppo consolida pertanto tutti i tipi di entità quando tutti e tre gli elementi del controllo risultano essere presenti.

Generalmente, quando un'entità è diretta per il tramite dei diritti di voto, il controllo deriva dalla detenzione di più della metà dei diritti di voto.

Negli altri casi, la determinazione dell'area di consolidamento richiede di considerare tutti i fattori e le circostanze che conferiscono all'investitore la capacità pratica di condurre unilateralmente le attività rilevanti dell'entità (controllo di fatto). A tal fine risulta necessario considerare un insieme di fattori, quali, a mero titolo di esempio:

  • lo scopo ed il disegno dell'entità;
  • l'individuazione delle attività rilevanti e di come sono gestite;
  • qualsiasi diritto detenuto tramite accordi contrattuali che attribuiscono il potere di governare le attività rilevanti, quali il potere di determinare le politiche finanziarie e gestionali dell'entità, il potere di esercitare

la maggioranza dei diritti di voto nell'organo deliberativo o il potere di nominare o di rimuovere la maggioranza dell'organo con funzioni deliberative;

  • eventuali diritti di voto potenziali esercitabili e considerati sostanziali;
  • coinvolgimento nell'entità nel ruolo di agente o di principale;
  • la natura e la dispersione di eventuali diritti detenuti da altri investitori.

Di seguito si forniscono considerazioni di maggiore dettaglio sul perimetro delle entità controllate in via esclusiva al 30 giugno 2018 separatamente tra le società governate attraverso diritti di voto e le entità strutturate.

Società governate mediante diritti di voto

Con riferimento alla situazione del Gruppo esistente al 30 giugno 2018, sono considerate controllate in via esclusiva tutte le società di cui si detiene la maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria, in quanto non sono state individuate evidenze che altri investitori abbiano la capacità pratica di dirigere le attività rilevanti. Per le società di cui si possiede la metà o una quota inferiore dei diritti di voto, al 30 giugno 2018 non è stato individuato alcun accordo, clausola statutaria, situazione in grado di attribuire al Gruppo la capacità pratica di

governare unilateralmente le attività rilevanti.

Entità strutturate consolidate

Il controllo delle entità strutturate, ossia delle entità per le quali i diritti di voto non sono considerati rilevanti per stabilire il controllo, è ritenuto esistere laddove il Gruppo disponga dei diritti contrattuali di gestire le attività rilevanti dell'entità e risulti esposto ai rendimenti variabili delle stesse. Su tali basi, al 30 giugno 2018, le entità strutturate consolidate identificate dal Gruppo sono rappresentate dalle Società veicolo di operazioni di cartolarizzazione.

Società veicolo di operazioni di cartolarizzazione

Per le società veicolo di operazioni di cartolarizzazione, gli elementi ritenuti rilevanti ai fini dell'identificazione del controllo e quindi della necessità di un eventuale consolidamento sono rappresentati da:

  • lo scopo di tali veicoli;
  • l'esposizione ai risultati dell'operazione;
  • la capacità di strutturare le operazioni e di dirigere le attività rilevanti e assumere le decisioni critiche per mezzo di contratti di servicing;
  • l'abilità di disporre della loro liquidazione.

Metodo di consolidamento integrale

Le entità controllate sono oggetto di consolidamento a partire dalla data in cui il Gruppo acquisisce il controllo, secondo il metodo dell'acquisto ("purchase method"), e cessano di essere consolidate dal momento in cui viene a mancare una situazione di controllo, come descritto nel paragrafo "Aggregazioni aziendali, avviamento e modifiche interessenze azionarie" contenuto nella successiva sezione "A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio" a cui si fa rinvio.

Il consolidamento integrale consiste nell'acquisizione "linea per linea" degli aggregati di stato patrimoniale e di conto economico delle entità controllate. Ai fini del consolidamento, il valore contabile delle interessenze partecipative detenute dalla Capogruppo o dalle altre società del Gruppo è eliminato, a fronte dell'assunzione delle attività e delle passività delle partecipate, in contropartita della corrispondente frazione di patrimonio netto di pertinenza del Gruppo e della quota di spettanza di terzi, tenuto altresì conto dell'allocazione del costo in sede di acquisizione del controllo (cosiddetto "Purchase Price Allocation").

Per le entità controllate, la quota di terzi relativa al patrimonio, al risultato dell'esercizio e alla redditività complessiva è oggetto di rappresentazione separata nei rispettivi schemi di bilancio consolidato (rispettivamente nelle voci: "190. Patrimonio di pertinenza di terzi", "340. Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi", "190. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi").

Al riguardo si precisa che nessun effetto sul patrimonio, sul risultato economico e sulla redditività complessiva di pertinenza di terzi è conseguente al consolidamento dei patrimoni separati detenuti dalle società veicolo delle cartolarizzazioni originate dal Gruppo, non oggetto di "derecognition" nei bilanci separati delle banche del Gruppo cedenti. Per l'illustrazione degli effetti del consolidamento di tali patrimoni si fa rinvio a quanto descritto nella successiva parte "A.2. Parte relativa alle principali voci di bilancio", paragrafo "16- Altre informazioni, Cartolarizzazioni - cancellazione dal bilancio delle attività finanziarie cedute".

I costi e i ricavi dell'entità controllata sono inclusi nel consolidato a partire dalla data di acquisizione del controllo. I costi e i ricavi di una controllata ceduta sono inclusi nel conto economico fino alla data di cessione; la differenza tra il corrispettivo della cessione ed il valore contabile delle attività nette della stessa è oggetto di rilevazione nella voce di conto economico "280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti". In presenza di una cessione parziale dell'entità controllata che non determina la perdita di controllo, la differenza tra il corrispettivo della cessione ed il relativo valore contabile viene rilevata in contropartita del patrimonio netto.

Le attività, le passività, le operazioni fuori bilancio, i proventi e gli oneri relativi a transazioni intercorse tra imprese consolidate vengono integralmente eliminati.

La situazione patrimoniale - finanziaria e il risultato economico delle società consolidate la cui moneta di conto è diversa dall'euro vengono convertiti sulla base delle seguenti regole:

  • le attività e le passività patrimoniali vengono convertite al tasso di cambio di fine periodo;
  • i ricavi e i costi di conto economico vengono convertiti ai tassi di cambio medi del periodo.

Tutte le differenze di cambio derivanti dalla conversione vengono rilevate in una specifica riserva da valutazione del patrimonio netto. La suddetta riserva viene eliminata con contestuale addebito/accredito a conto economico al momento dell'eventuale cessione della partecipazione. Le variazioni di valore della riserva da valutazione per differenze di cambio figurano nel Prospetto della redditività consolidata complessiva.

Ai fini della predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2018, tutte le società controllate in via esclusiva hanno predisposto una situazione patrimoniale ed economica redatta in conformità di principi contabili del Gruppo.

Le partecipazioni in via di dismissione sono trattate in conformità al principio contabile internazionale di riferimento IFRS 5, che disciplina il trattamento delle attività non correnti destinate alla vendita. In tal caso, le attività e le passività in via di dismissione vengono ricondotte nelle voci di stato patrimoniale "120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione" e "70. Passività associate ad attività in via di dismissione". Per quanto riguarda il conto economico, gli oneri e i proventi associati alle attività ed alle passività in via di dismissione, al netto dell'effetto fiscale, sono esposti nella voce separata del conto economico "320. Utile/perdita delle attività operative cessate al netto delle imposte". Nel caso in cui il fair value delle attività e delle passività in via di dismissione, al netto dei costi di vendita, dovesse risultare inferiore al valore di carico, si procede ad effettuare una rettifica di valore da imputare a conto economico.

Elenco delle partecipazioni in società controllate in via esclusiva

Tipo di Rapporto di partecipazione
Denominazione Sede operativa Sede legale rapporto
(1)
Impresa
partecipante
Quota % Disponib.
voti % (2)
Banco BPM S.p.A. Verona Milano Capogruppo
1. Agriurbe S.r.l. (in liquidazione) Milano Milano Banco BPM 100,000% 100,000%
2. Aletti & C. Banca di Investimento Mobiliare S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
3. Aletti Fiduciaria S.p.A. Milano Milano 1 Banca Aletti & C. 100,000% 100,000%
4. Arena Broker S.r.l. Verona Verona 1 Holding di Partecipazioni 57,300% 57,300%
5. Banca Akros S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
6. Banca Aletti & C. (Suisse) S.A. CH - Lugano CH - Lugano 1 Banca Aletti & C. 100,000% 100,000%
7. Banca Popolare di Milano S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
8. Bipielle Bank (Suisse) S.A. (in liquidazione) CH - Lugano CH - Lugano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
9. Bipielle Real Estate S.p.A. Lodi Lodi 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
10. BPM Covered Bond S.r.l. Roma Roma 1 Banco BPM 80,000% 80,000%
11. BPM Covered Bond 2 S.r.l. Roma Roma 1 Banco BPM 80,000% 80,000%
12. BRF Property S.p.A. Parma Parma 1 Partecipazioni Italiane 51,114% 51,114%
Banco BPM 14,314% 14,314%
13. BP Covered Bond S.r.l. Milano Milano 1 Banco BPM 60,000% 60,000%
14. BP Property Management Soc. Consortile a r.l. Verona Verona 1 Banco BPM 92,309% 99,462%
Bipielle Real Estate 4,615%
Banca Aletti & C. 1,000%
S.G.S. BP 1,000%
Holding di Partecipazioni 0,538%
15. BP Trading Immobiliare S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
16. Consorzio AT01 Lodi Lodi 1 Sviluppo Comparto 8 95,000% 95,000%
17. FIN.E.R.T. S.p.A. (in liquidazione) Roma Roma 1 Banco BPM 80,000% 80,000%
18. Ge.Se.So. S.r.l.
19. Holding di Partecipazioni Finanziarie Banco
Milano
Verona
Milano
Verona
1
1
Banco BPM
Banco BPM
100,000%
100,000%
100,000%
100,000%
Popolare S.p.A.
20. Immobiliare Marinai d'Italia S.r.l.
Lodi Lodi 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
21. Liberty S.r.l. (in liquidazione) Lodi Lodi 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
22. Lido dei Coralli S.r.l. Sassari Sassari 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
23. Manzoni 65 S.r.l. Milano Milano 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
24. Mariner S.r.l. (*) Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
25. Meleti S.r.l. Lodi Lodi 1 Perca 100,000% 100,000%
26. Milano Leasing S.p.A. (in liquidazione) Milano Milano 1 Banco BPM 99,999% 99,999%
27. Partecipazioni Italiane S.p.A. (in liquidazione) Milano Milano 1 Banco BPM 99,966% 100,000%
28. Perca S.r.l. Lodi Lodi 1 Immobiliare Marinai d'Italia 100,000% 100,000%
29. P.M.G. S.r.l. (in liquidazione) Milano Milano 1 Banco BPM 84,000% 84,000%
30. ProFamily S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
31. Release S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 85,387% 85,387%
32. Sagim S.r.l. Società Agricola Asciano (SI) Asciano (SI) 1 Agriurbe 100,000% 100,000%
33. Sirio Immobiliare S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
34. Società Gestione Servizi BP Soc. Consortile p.az. Verona Verona 1 Banco BPM 68,334% 99,562%
Banca Akros 4,093%
Banca Aletti & C. 8,753%
Banca Popolare di Milano 17,506%
Bipielle Real Estate 0,438%
Holding di Partecipazioni 0,438%
35. Sviluppo Comparto 6 S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
36. Sviluppo Comparto 8 S.r.l. Lodi Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
37. Tecmarket Servizi S.p.A. Verona Verona 1 Banco BPM 100,000% 100,000%
38. Terme Ioniche S.r.l. Cosenza Lodi 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
Tipo di Rapporto di partecipazione Disponib.
Denominazione Sede operativa Sede legale rapporto
(1)
Impresa
partecipante
Quota % voti % (2)
39. Terme Ioniche Società Agricola S.r.l. Cosenza Cosenza 1 Bipielle Real Estate 100,000% 100,000%
40. Tiepolo Finance S.r.l. Lodi Lodi 1 Banco BPM 60,000% 60,000%
41. BP Mortgages S.r.l. (**) Milano Milano 4 - 0,000%
42. BPL Mortgages S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
43. BPM Securitisation 2 S.r.l. (**) Roma Roma 4 - 0,000%
44. BPM Securitisation 3 S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
45. Erice Finance S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
46. Italfinance Securitisation VH 1 S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 Banco BPM 9,900% 9,900%
47. Italfinance Securitisation VH 2 S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
48. Leasimpresa Finance S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%
49. Profamily Securitisation S.r.l. (**) Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 4 - 0,000%

(1) Tipo di rapporto:

1 = maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria

4 = altre forme di controllo (2) Disponibilità voti nell'assemblea ordinaria, distinguendo tra effettivi e potenziali

(*) Società in dismissione ai sensi dell'IFRS 5.

(**) Società veicolo di operazioni di cartolarizzazione originate dal Gruppo.

(B) Partecipazioni in imprese controllate in modo congiunto e sottoposte a influenza notevole

Nella seguente tabella si forniscono le informazioni sui rapporti partecipativi in imprese sottoposte a controllo congiunto e ad influenza notevole da parte del Gruppo Banco BPM.

Tipo di Rapporto di partecipazione Disponib.
Denominazione Sede legale Sede operativa rapporto
(a)
Impresa partecipante Quota % voti %
A. Imprese controllate in modo congiunto
N/A
B. Imprese sottoposte a influenza notevole
1. Agos Ducato S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 39,000% 39,000%
2. Alba Leasing S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 39,189% 39,189%
3. Aosta Factor S.p.A. Aosta Aosta 1 Banco BPM 20,690% 20,690%
4. Arcene Immobili S.r.l. (in liquidazione) Lodi Lodi 1 Banco BPM 50,000% 50,000%
5. Arcene Infra S.r.l. (in liquidazione) Lodi Lodi 1 Banco BPM 50,000% 50,000%
6. Bipiemme Vita S.p.A. (*) Milano Milano 1 Banco BPM 19,000% 19,000%
7. Bussentina S.c.a r.l. (in liquidazione) Roma Roma 1 Bipielle Real Estate 20,000% 20,000%
8. Calliope Finance S.r.l. in liquidazione Conegliano V. (TV) Conegliano V. (TV) 1 Banco BPM 50,000% 50,000%
9. Etica SGR S.p.A. (*) Milano Milano 1 Banco BPM 19,444% 19,444%
10. Factorit S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 39,500% 39,500%
11. GEMA Magazzini Generali BPV-BSGSP S.p.A. Castelnovo Sotto (RE) Castelnovo Sotto (RE) 1 Banco BPM 33,333% 33,333%
12. HI-MTF SIM S.p.A. Milano Milano 1 Banca Aletti 25,000% 25,000%
13. Immobiliare Centro Milano S.p.A. Milano Milano 1 Release 33,333% 33,333%
14. Motia Compagnia di Navigazione S.p.A. Venezia Venezia 1 Banco BPM 25,000% 25,000%
15. SelmaBipiemme Leasing S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 40,000% 40,000%
16. S.E.T.A. Società Edilizia Tavazzano S.r.l. (in
liquidazione)
Milano Milano 1 Banco BPM 32,500% 32,500%
17. Vera Assicurazioni S.p.A. Milano Milano 1 Banco BPM 35,000% 35,000%
18. Vera Vita S.p.A. Novara Novara 1 Banco BPM 35,000% 35,000%

(a) Tipo di rapporto:

1 = partecipazione al capitale sociale

(*) Società sottoposte a influenza notevole in base ad accordi di partnership o di natura parasociale con altri soci.

Per l'illustrazione dei criteri di classificazione, iscrizione, valutazione in base al metodo del patrimonio netto, cancellazione si fa rinvio alla successiva parte "A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio" - "5. Partecipazioni".

Variazioni dell'area di consolidamento

Nel comparto delle società consolidate con il metodo integrale, l'unica variazione dell'area di consolidamento intervenuta nel semestre è riconducibile al completamento della procedura di liquidazione e alla conseguente cancellazione dal competente registro delle imprese della controllata Pami Finance S.r.l..

Con riferimento al perimetro delle società collegate, si segnala inoltre che, nell'ambito del processo di riorganizzazione del comparto Bancassurance, nel mese di marzo Banco BPM ha perfezionato l'acquisto del 50% + 1 azione di Avipop Assicurazioni e di Popolare Vita, portando al 100% la propria quota di partecipazione nel capitale delle due compagnie. Nella stessa data Banco BPM ha perfezionato la cessione a Cattolica Assicurazioni del 65% del capitale di Avipop Assicurazioni e di Popolare Vita. Per effetto di tali operazioni il Gruppo si trova a detenere una quota di partecipazione del 35% del capitale delle due compagnie che, nel mese di maggio, hanno modificato la propria denominazione sociale rispettivamente in Vera Assicurazioni e Vera Vita. Tali interessenze continuano ad essere classificate come partecipazioni di collegamento e valutate con il metodo del patrimonio netto.

Infine si rileva l'uscita della collegata Renting Italease S.r.l. dal comparto delle partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto, a seguito del perfezionamento della cessione a terzi dell'interessenza detenuta da Bipielle Real Estate, pari al 50% del capitale sociale.

Per maggiori dettagli si fa rinvio alla sezione dedicata ai fatti di rilievo del periodo.

A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio

Di seguito si riportano i principi contabili, dettagliati per voce di bilancio, che sono stati adottati a far tempo dal 1° gennaio 2018 per la predisposizione del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno 2018, con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione, valutazione e cancellazione delle diverse poste dell'attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.

1 - Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico

Criteri di classificazione

Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie diverse da quelle classificate tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" e tra le "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato". Vi rientrano:

  • i titoli di debito o i finanziamenti a cui è associato un Business Model "Other", ossia una modalità di gestione delle attività finanziarie non finalizzata alla raccolta dei flussi finanziari contrattuali (Business Model "Hold to collect") oppure alla raccolta dei flussi di cassa contrattuali e alla vendita di attività finanziarie (Business Model "Hold to collect and Sell");
  • i titoli di debito, i finanziamenti e le quote di OICR i cui termini contrattuali non prevedono esclusivamente rimborsi del capitale e pagamenti dell'interesse sull'importo del capitale da restituire (ossia che non superano il cosiddetto "SPPI test");
  • gli strumenti di capitale non qualificabili di controllo esclusivo, collegamento e controllo congiunto, detenuti per finalità di negoziazione o per i quali, in sede di prima rilevazione, non ci si è avvalsi dell'opzione di classificarli tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva".

Di seguito si forniscono informazioni di maggior dettaglio sulle tre sottovoci che compongono la categoria in esame, rappresentate da: "a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione", "b) Attività finanziarie designate al fair value"; "c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value".

a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Un'attività finanziaria (titoli di debito, titoli di capitale, finanziamenti, quote di OICR) è classificata come detenuta per la negoziazione se è gestita con l'obiettivo di realizzare i flussi finanziari mediante la vendita, ossia se è associata al Business Model "Other", in quanto:

• acquisita al fine di essere venduta a breve;

• fa parte di un portafoglio di strumenti finanziari che sono gestiti congiuntamente e per il quale esiste una provata strategia volta al conseguimento di profitti nel breve periodo.

Comprende altresì i contratti derivati aventi un fair value positivo, non designati nell'ambito di una relazione di copertura contabile. Fra i contratti derivati sono inclusi quelli incorporati in strumenti finanziari complessi, in cui il contratto primario è una passività finanziaria, che sono stati oggetto di rilevazione separata in quanto:

  • le loro caratteristiche economiche e i rischi non sono strettamente correlati alle caratteristiche del contratto sottostante;
  • gli strumenti incorporati, anche se separati, soddisfano la definizione di derivato;
  • gli strumenti ibridi cui appartengono non sono contabilizzati a fair value con le relative variazioni rilevate a conto economico.

Si considera come derivato uno strumento finanziario o altro contratto che presenta le seguenti caratteristiche:

  • il suo valore cambia in relazione alla variazione di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finanziario, del prezzo di una merce, del tasso di cambio in valuta etera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o di altra variabile prestabilita ("sottostante") a condizione che, nel caso di variabile non finanziaria, questa non sia specifica di una delle parti contrattuali;
  • non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una simile risposta a cambiamenti di fattori di mercato;
  • è regolato a data futura.

b) Attività finanziarie designate al fair value

Un'attività finanziaria (titoli di debito e finanziamenti) può essere designata al fair value in sede di rilevazione iniziale, con i risultati valutativi rilevati a conto economico, solo quando tale designazione consente di fornire una migliore informativa in quanto elimina o riduce notevolmente una mancanza di uniformità nella valutazione o nella rilevazione che altrimenti risulterebbe dalla valutazione di attività o passività o dalla rilevazione dei relativi utili e perdite su basi diverse (cosiddetto "accounting mismatch").

c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

Le altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value rappresentano una categoria residuale e sono composte dagli strumenti finanziari che non possiedono i requisiti, in termini di business model o di caratteristiche dei flussi finanziari, per la classificazione tra le attività valutate al costo ammortizzato o al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Nel dettaglio, vi rientrano:

  • titoli di debito, finanziamenti detenuti nell'ambito di un Business Model "Other", ma che non appartengono al portafoglio di negoziazione;
  • titoli di debito, finanziamenti, quote di OICR i cui termini contrattuali non prevedono esclusivamente rimborsi del capitale e pagamenti dell'interesse sull'importo del capitale da restituire (ossia che non superano il cosiddetto "SPPI test");
  • strumenti di capitale non detenuti per la negoziazione, per i quali non si è fatto ricorso all'opzione di classificarli tra le attività valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito, titoli di capitale e quote di OICR, alla data di erogazione per i finanziamenti e alla data di sottoscrizione per i contratti derivati. All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico vengono rilevate al fair value, che normalmente corrisponde al corrispettivo pagato, senza considerare i costi o i proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento finanziario, che vengono imputati nel conto economico.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico sono valorizzate al fair value, con rilevazione delle variazioni in contropartita al conto economico. Per gli strumenti derivati, nel caso in cui il fair value di un'attività finanziaria diventi negativo, tale posta è contabilizzata come passività finanziaria di negoziazione.

Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in un mercato attivo vengono utilizzate quotazioni di mercato rilevate alla data di riferimento del bilancio. In assenza di un mercato attivo vengono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono basati su dati rilevabili sul mercato, quali: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati, modelli di determinazione del prezzo di opzioni, valori rilevati in recenti transazioni comparabili. Per i titoli di capitale ed i correlati strumenti derivati per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile, il criterio del costo è utilizzato quale stima del fair value solo in via residuale e limitatamente a poche casistiche (non applicabilità dei metodi sopra richiamati o in presenza di una gamma di possibili valutazioni del fair value, tra le quali il costo rappresenta la stima più significativa).

Per le modalità di determinazione del fair value si fa rinvio alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Gli utili e le perdite da negoziazione e le plusvalenze e le minusvalenze da valutazione del portafoglio di negoziazione, compresi i derivati connessi con le attività/passività finanziarie designate al fair value, sono iscritti nel conto economico nella voce "80. Risultato netto dell'attività di negoziazione"; i medesimi effetti economici relativi alle attività finanziarie designate al fair value e a quelle obbligatoriamente valutate al fair value sono iscritti nella voce "110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico".

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività stesse o quando le attività finanziarie vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi ed i benefici ad esse connessi. Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e dei benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. Infine, le attività cedute sono cancellate dal bilancio nel caso in cui venga mantenuto il diritto contrattuale a ricevere i flussi di cassa delle stesse, ma contestualmente venga assunta un'obbligazione contrattuale a pagare detti flussi ad un soggetto terzo, senza ritardo e solamente nella misura di quelli ricevuti.

Per le attività finanziarie diverse dai titoli di capitale la cancellazione può altresì avvenire a seguito della riclassifica nelle categorie delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" e delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato". Detta riclassifica può avvenire nella circostanza molto rara in cui l'entità decida di modificare il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie. Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value alla data riclassifica, con effetti prospettici a partire da tale data. In tal caso il tasso di interesse effettivo dell'attività finanziaria riclassificata è determinato in base al suo fair value alla data di riclassifica, data che rappresenta il momento di iscrizione iniziale per l'allocazione dei diversi stadi di rischio creditizio (cosiddetto "stage assignment") ai fini dell'impairment.

2 - Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

Criteri di classificazione

Nella presente categoria sono rilevate le attività finanziarie (titoli di debito e finanziamenti) qualora siano soddisfatte entrambe le seguenti condizioni:

  • l'obiettivo del loro possesso è rappresentato sia dalla raccolta dei flussi finanziari contrattuali che dalla vendita delle stesse (Business model "Hold to collect and Sell");
  • i relativi flussi contrattuali sono rappresentati unicamente da pagamenti di capitale e interessi sul capitale da restituire (ossia che prevedono il superamento del cosiddetto "SPPI test" – "Solely Payment of Principal and Interest test").

Nella categoria vengono rilevati, inoltre, i titoli di capitale, non detenuti per finalità negoziazione e non qualificabili di controllo esclusivo, collegamento e controllo congiunto, per i quali si applica l'opzione di classificarli tra le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Tale opzione è esercitabile al momento dell'iscrizione iniziale del singolo strumento finanziario ed è irrevocabile.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale dell'attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i titoli di debito o di capitale ed alla data di erogazione nel caso dei finanziamenti.

All'atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, che normalmente corrisponde al corrispettivo pagato, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività classificate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, rappresentate da titoli di debito e finanziamenti, continuano ad essere valutate al fair value, con la rilevazione a conto economico della quota di interesse in base al criterio del tasso di interesse effettivo, degli effetti da rivalutazione del cambio, delle perdite attese (impairment). Gli utili o le perdite derivanti dalla misurazione a fair value vengono invece rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto, che sarà oggetto di riciclo nel conto economico al momento della cancellazione dell'attività finanziaria.

In particolare, ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale le citate attività sono assoggettate ad impairment al fine di stimare le perdite attese di valore relative al rischio di credito (cosiddette "Expected Credit Losses"), sulla base del modello di impairment previsto anche per le "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato". Dette rettifiche sono iscritte a conto economico nella voce "130. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito", in contropartita della specifica riserva da valutazione di patrimonio netto ("120. Riserve da valutazione"); lo stesso dicasi per i recuperi di parte o di tutte le svalutazioni effettuate in precedenti esercizi. Per approfondimenti sul modello di impairment si fa rinvio a quanto riportato nel successivo paragrafo "16 - Altre informazioni, Modalità di determinazione delle perdite di valore di attività finanziarie (impairment)".

Gli strumenti di capitale per cui si è optata la classificazione nella presente categoria sono valutati al fair value; gli utili e le perdite derivanti dalla misurazione a fair value sono rilevati in contropartita di una specifica riserva di patrimonio netto ("120. Riserve da valutazione"). Dette riserve non saranno mai oggetto di riciclo nel conto economico nemmeno se realizzate attraverso la cessione dell'attività; in tal caso sarà necessario procedere ad una riclassifica in un'altra voce di patrimonio netto ("150. Riserve"). Nessuna svalutazione di conto economico è inoltre prevista per tali attività in quanto non assoggettate ad alcun processo di impairment. L'unica componente rilevata nel conto economico è infatti rappresentata dai dividendi incassati.

Per le modalità di determinazione del fair value si fa rinvio ai criteri già illustrati per le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico" ed alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività stesse o quando le attività finanziarie vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad esse connessi. Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e dei benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse.

Infine, le attività cedute sono cancellate dal bilancio nel caso in cui venga mantenuto il diritto contrattuale a ricevere i flussi di cassa delle stesse, ma contestualmente venga assunta un'obbligazione contrattuale a pagare detti flussi ad un soggetto terzo, senza ritardo e solamente nella misura di quelli ricevuti.

Per le attività finanziarie diverse dai titoli di capitale la cancellazione può altresì avvenire a seguito della riclassifica nelle categorie delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico" e delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato". Detta riclassifica può avvenire nella circostanza molto rara in cui l'entità decida di modificare il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie. Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value alla data della riclassifica, con effetti prospettici a partire da tale data.

In caso di riclassifica tra le "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" l'utile/perdita cumulato nella riserva da valutazione è eliminato in contropartita di una rettifica del fair value dell'attività finanziaria alla data di riclassifica.

In caso di riclassifica tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico" l'utile/perdita cumulato nella riserva da valutazione è riclassificato dal patrimonio netto al conto economico.

3 - Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Criteri di classificazione

Nella presente categoria sono rilevate le attività finanziarie (finanziamenti e titoli di debito) qualora siano soddisfatte entrambe le seguenti condizioni:

  • l'obiettivo del loro possesso è rappresentato dalla raccolta dei flussi finanziari contrattuali (Business model "Hold to Collect");
  • i relativi flussi contrattuali sono rappresentati unicamente da pagamenti di capitale e interessi sul capitale da restituire (ossia che prevedono il superamento del cosiddetto "SPPI test").

In particolare, vi rientrano gli impieghi concessi a clientela e banche - in qualsiasi forma tecnica - ed i titoli di debito che rispettano i requisiti illustrati al precedente paragrafo.

Sono altresì da ricondurre in tale voce i crediti originati da operazioni di leasing finanziario che, conformemente allo IAS 17, vengono rilevati secondo il cosiddetto "metodo finanziario", compresi i valori riferiti ai beni in attesa di essere concessi in locazione finanziaria, inclusi gli immobili in corso di costruzione.

Sono inoltre incluse le operazioni di "Pronti contro termine" con obbligo di vendita a termine dei titoli e le operazioni di "Prestito titoli" con versamento di garanzia in denaro che rientra nella piena disponibilità del prestatore, per l'importo corrisposto a pronti, qualora le caratteristiche di tali operazioni siano tali da non comportare l'iscrizione nel portafoglio di proprietà del titolo oggetto di riporto o di prestito, non avendone acquisito alcun rischio e beneficio.

Nella categoria in esame rientrano, infine, i crediti di funzionamento connessi con la fornitura di servizi finanziari come definiti nel Testo Unico Bancario e nel Testo Unico della Finanza.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale dell'attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i titoli di debito e alla data di erogazione per i finanziamenti. All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al fair value, che normalmente corrisponde al corrispettivo pagato, comprensivo degli eventuali costi e proventi direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Nello specifico, la prima iscrizione di un credito avviene alla data di erogazione sulla base del fair value dello strumento finanziario. Quest'ultimo è normalmente pari all'ammontare erogato, o al prezzo di sottoscrizione, comprensivo dei costi/proventi direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall'origine dell'operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso ad opera della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.

Nel caso in cui non vi sia coincidenza tra la data di sottoscrizione del contratto di credito e quella di erogazione delle somme pattuite, si provvede ad iscrivere un impegno ad erogare fondi che sarà oggetto di chiusura in sede effettiva erogazione delle somme.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Dopo la rilevazione iniziale, le attività finanziarie in esame sono valutate al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione diminuito dei rimborsi di capitale, diminuito o aumentato dell'ammortamento - calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo - della differenza tra l'ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.

Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri dell'attività, per capitale ed interesse, all'ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti all'attività. La stima dei flussi finanziari deve tenere conto di tutte le clausole contrattuali che possono influire sugli importi e sulle scadenze, senza considerare invece le perdite attese sull'attività. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l'effetto economico, lungo la vita residua attesa dell'attività, di tutti i costi di transazione, commissioni, premi o sconti considerati parte integrante del tasso di interesse effettivo. Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per le attività la cui breve durata fa ritenere trascurabile l'effetto dell'applicazione della logica di attualizzazione. Dette attività vengono valorizzate al costo storico e gli eventuali costi/proventi agli stessi riferibili sono attribuiti a conto economico in modo lineare lungo la durata contrattuale del credito. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per le attività senza una scadenza definita o a revoca.

Il valore di bilancio delle attività finanziarie al costo ammortizzato è rettificato al fine di tenere conto dell'eventuale fondo a copertura delle perdite attese. Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale le citate attività sono infatti assoggettate ad impairment con l'obiettivo di stimare le perdite attese di valore relative al rischio di credito (cosiddette "ECL - Expected Credit Losses"). Dette perdite sono rilevate a conto economico nella voce "130. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito".

In maggior dettaglio, il modello di impairment prevede la classificazione delle attività in tre distinti "Stage" (Stage 1, Stage 2, Stage 3), in funzione dell'evoluzione del merito creditizio del debitore, a cui corrispondono diversi criteri di misurazione delle perdite attese:

  • Stage 1: vi rientrano le attività finanziarie non deteriorate (performing) per le quali non si sia osservato un significativo deterioramento del rischio di credito rispetto alla data di rilevazione iniziale oppure il cui rischio di credito sia ritenuto basso. L'impairment è basato sulla stima di perdita attesa avente a riferimento un orizzonte temporale pari ad un anno (perdita attesa che risulti da eventi di default sull'attività finanziaria che siano ritenuti possibili entro una anno dalla data di riferimento);
  • Stage 2: . vi rientrano le attività finanziarie non deteriorate (performing) che hanno subito un significativo deterioramento del rischio di credito rispetto alla rilevazione iniziale. L'impairment è commisurato alla stima della perdita attesa avente a riferimento un orizzonte temporale pari all'intera vita residua dell'attività finanziaria;
  • Stage 3: rappresentata dalle attività finanziarie deteriorate (probabilità di default pari al 100%), da valutare sulla base di una stima della perdita attesa lungo tutta la vita dello strumento.

Per le attività performing le perdite attese vengono determinate secondo un processo collettivo in funzione di alcuni parametri di rischio rappresentati dalla probabilità di default (PD), dal tasso di perdita in caso di default (LGD) e dal valore dell'esposizione (EAD), derivanti dai modelli interni di calcolo del rischio di credito regolamentare opportunamente adeguati per tenere conto dei requisiti specifici previsti dalla normativa contabile.

Per le attività deteriorate, ossia per le attività per le quali oltre ad un incremento significativo del rischio di credito siano state riscontrate evidenze obiettive di perdita di valore, le perdite di valore sono quantificate sulla base di un processo valutazione - analitica o forfettaria in base a categorie omogenee di rischio - volto a determinare il valore attuale dei previsti flussi futuri recuperabili, scontati sulla base del tasso di interesse effettivo originario.

Nel novero delle attività deteriorate rientrano le esposizioni alle quali è stato attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile o di scaduto/sconfinante da oltre novanta giorni secondo le definizioni stabilite dalla vigente normativa di vigilanza (Circolare di Banca d'Italia n. 272 "Matrice dei conti") e richiamate dalla Circolare di Banca d'Italia n. 262, in quanto ritenute coerenti con la normativa contabile prevista dall'IFRS 9 in termini di evidenze obiettive di impairment.

l flussi di cassa previsti tengono conto delle attese in termini di tempi di recupero e del presumibile valore netto di realizzo di eventuali garanzie.

Per le posizioni a tasso fisso, il tasso effettivo originario utilizzato per l'attualizzazione dei previsti flussi di recupero, determinato come in precedenza illustrato, rimane invariato nel tempo ancorché intervenga una modifica del tasso contrattuale imputabile a difficoltà finanziarie del debitore.

Per le posizioni a tasso di interesse variabile, il tasso utilizzato per l'attualizzazione dei flussi è oggetto di aggiornamento relativamente al parametri di indicizzazione (esempio Euribor), mantenendo invece costante lo spread originariamente fissato.

Il valore originario delle attività finanziarie viene ripristinato negli esercizi successivi, a fronte di un miglioramento della qualità creditizia dell'esposizione rispetto a quella che ne aveva comportato la precedente svalutazione. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico alla stessa voce e, in ogni caso, non può superare il costo ammortizzato che l'attività avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

Per approfondimenti sul modello di impairment si fa rinvio a quanto riportato nel successivo paragrafo "16 - Altre informazioni, Modalità di determinazione delle perdite di valore di attività finanziarie (impairment)".

Per le esposizioni deteriorate gli interessi di competenza sono calcolati sulla base del costo ammortizzato, ossia sulla base del valore dell'esposizione - determinato in basa al tasso di interesse effettivo - rettificato delle perdite attese. Per le esposizioni deteriorate che non maturano interessi contrattuali, quali le sofferenze detto interesse corrisponde ai ripristini di valore connessi all'attualizzazione delle previsioni di recupero, per effetto del semplice passaggio del tempo.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività stesse o quando le attività finanziarie vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad esse connessi. Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e dei benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. Infine, le attività cedute sono cancellate dal bilancio nel caso in cui venga mantenuto il diritto contrattuale a ricevere i flussi di cassa delle stesse, ma contestualmente venga assunta un'obbligazione contrattuale a pagare detti flussi ad un soggetto terzo, senza ritardo e solamente nella misura di quelli ricevuti.

Per quanto riguarda le attività finanziarie deteriorate, la cancellazione può avvenire a seguito della presa d'atto dell'irrecuperabilità dell'esposizione e la conseguente conclusione del processo di recupero (cancellazione definitiva), e comporta la riduzione del valore nominale e del valore lordo contabile del credito. Tale fattispecie ricorre in presenza di accordi transattivi perfezionati con il debitore che comportano una riduzione del credito (accordi di saldo e stralcio) oppure in presenza di situazioni specifiche quali, a titolo di esempio:

  • l'intervenuta sentenza passata in giudicato che dichiara estinto una parte o l'intero credito;
  • la chiusura di procedura concorsuale o esecutiva sia nei confronti del debitore principale sia nei confronti dei garanti;
  • la conclusione di tutte le possibili azioni giudiziali e stragiudiziali per il recupero del credito;
  • il perfezionamento di una restrizione ipotecaria di un bene in garanzia, con conseguente cancellazione del credito garantito dall'ipoteca oggetto di restrizione, in assenza di ulteriori garanzie specifiche o di ulteriori azioni percorribili per il recupero dell'esposizione.

Tali specifiche situazioni possono comportare una cancellazione totale o parziale dell'esposizione ma non implicano necessariamente una rinuncia al diritto giuridico di recuperare il credito.

In aggiunta, per le attività finanziarie deteriorate la cancellazione può avvenire a seguito di stralcio delle stesse (cosiddetto "write off"), a seguito della presa d'atto dell'insussistenza di ragionevoli aspettative di recupero, pur continuando con le azioni volte al loro recupero. Detto stralcio viene effettuato nell'esercizio in cui il credito o parte di esso è considerato non recuperabile – pur senza chiusura della pratica legale – e può avvenire prima che siano concluse definitivamente le azioni giudiziarie intraprese nei confronti del debitore e dei garanti per il recupero del credito. Esso non implica la rinuncia al diritto giuridico di recuperare il credito e viene effettuato qualora la documentazione creditizia contenga ragionevoli informazioni finanziarie da cui emerga l'impossibilità del debitore di rimborsare l'importo del debito. In tal caso il valore lordo nominale del credito rimane invariato, ma il valore lordo contabile viene ridotto di un ammontare pari all'importo oggetto di stralcio che può essere riferito all'intera esposizione o ad una quota parte della stessa. L'importo stralciato non può essere oggetto di successive riprese, di valore a seguito di una variazione migliorativa delle previsioni di recupero, ma unicamente a seguito di recuperi da incasso.

Da ultimo, per le attività finanziarie in esame la cancellazione può altresì avvenire a seguito della riclassifica nelle categorie delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" e delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico". Detta riclassifica può avvenire nella circostanza molto rata in cui l'entità decida di modificare il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie. Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value alla data della riclassifica, con effetti prospettici a partire da tale data. Gli utili o le perdite risultanti dalla differenza tra il costo ammortizzato dell'attività finanziaria e il relativo fair value sono rilevati:

  • a conto economico in caso di riclassifica tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico";
  • a patrimonio netto, in un'apposita riserva da valutazione, in caso di riclassifica tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva".

4 - Operazioni di copertura

Si premette che il Gruppo Banco BPM si avvale della facoltà consentita dal principio contabile IFRS 9 di continuare ad applicare integralmente le regole di copertura contabile ("hedge accounting") dettate dal principio contabile IAS 39, nella versione omologata dalla Commissione Europea (cosiddetta versione "carved out").

Criteri di classificazione

Nelle voci dell'attivo e del passivo figurano i derivati finanziari di copertura, che alla data di riferimento del bilancio o della situazione infrannuale presentano rispettivamente un fair value positivo e negativo.

Le operazioni di copertura dei rischi sono finalizzate a neutralizzare potenziali perdite rilevabili su un determinato strumento finanziario o su un gruppo di strumenti finanziari, attribuibili ad un determinato rischio, tramite gli utili rilevabili su un diverso strumento finanziario o gruppo di strumenti finanziari nel caso in cui quel particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi.

Sono previste le seguenti tipologie di coperture:

  • copertura di fair value, che ha l'obiettivo di coprire l'esposizione alla variazione del fair value di un'attività o passività di bilancio attribuibile ad un particolare rischio. E' inoltre possibile attivare coperture generiche di fair value ("macrohedging") aventi l'obiettivo di ridurre le oscillazioni di fair value, imputabili al rischio tasso di interesse, di un importo monetario, riveniente da un portafoglio di attività e di passività finanziarie (inclusi i "core deposit"). Non possono essere oggetto di copertura generica importi netti derivanti dallo sbilancio di attività e passività;
  • copertura di flussi finanziari, che ha l'obiettivo di coprire l'esposizione a variazioni dei flussi di cassa futuri attribuibili a particolari rischi associati a poste del bilancio o ad una operazione prevista altamente probabile;
  • copertura di un investimento in valuta, che attiene alla copertura dei rischi di un investimento in un'impresa estera espresso in valuta differente rispetto a quella di riferimento del Gruppo (euro).

A livello di bilancio consolidato, la designazione del derivato come strumento di copertura è possibile solo se risulta stipulato nei confronti di una controparte esterna al Gruppo. I risultati riconducibili a transazioni interne effettuate tra diverse entità del Gruppo sono eliminati.

Lo strumento derivato è designato di copertura se esiste una documentazione formalizzata della relazione tra lo strumento coperto e lo strumento di copertura e se tale relazione è efficace nel momento in cui la copertura ha inizio e, prospetticamente, durante tutta la vita della stessa. L'efficacia della copertura dipende dalla misura in cui le variazioni di fair value dello strumento coperto o dei relativi flussi finanziari attesi risultano compensati da quelle dello strumento di copertura. Pertanto l'efficacia è valutata dal confronto di suddette variazioni, tenuto conto dell'intento perseguito dall'entità nel momento in cui la copertura è stata posta in essere.

Si ha efficacia (nei limiti stabiliti dall'intervallo 80%-125%) quando le variazioni di fair value (o dei flussi di cassa) dello strumento finanziario di copertura neutralizzano quasi integralmente le variazioni dello strumento coperto, per l'elemento di rischio oggetto di copertura. La valutazione dell'efficacia è effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale utilizzando:

  • test prospettici, che giustificano l'applicazione della contabilizzazione di copertura, in quanto dimostrano l'attesa sua efficacia;
  • test retrospettivi, che evidenziano il grado di efficacia della copertura raggiunto nel periodo cui si riferiscono. In altre parole, misurano quanto i risultati effettivi si siano discostati dalla copertura perfetta.

Criteri d'iscrizione

Gli strumenti finanziari derivati di copertura sono iscritti al fair value, alla data di stipula dei relativi contratti.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente all'iscrizione iniziale, i derivati di copertura continuano ad essere valutati al fair value. In particolare:

• nel caso di copertura di fair value, la variazione del fair value dell'elemento coperto si compensa con la variazione del fair value dello strumento di copertura. Tale compensazione è riconosciuta attraverso la rilevazione a conto economico, nella voce "90. Risultato netto dell'attività di copertura", delle variazioni di valore, riferite sia all'elemento coperto (per quanto riguarda le variazioni prodotte dal fattore di rischio sottostante), sia allo strumento di copertura. L'eventuale differenza, che rappresenta la parziale inefficacia della copertura, ne costituisce di conseguenza l'effetto economico netto. Se la relazione di copertura termina, lo strumento coperto riacquisisce il criterio di valutazione originaria della classe di appartenenza; per gli strumenti valutati al costo ammortizzato le rivalutazioni/svalutazioni cumulate iscritte per effetto della variazioni di fair value del rischio coperto è rilevato nel conto economico tra gli interessi attivi e passivi lungo la vita residua dell'elemento coperto, sulla base del tasso di interesse effettivo. Se l'elemento coperto è venduto o rimborsato, la quota di fair value non ancora ammortizzata è riconosciuta immediatamente a conto economico;

  • nel caso di copertura di flussi finanziari, le variazioni di fair value del derivato sono riportate a patrimonio netto (voce "120. Riserve da valutazione"), per la quota efficace della copertura, e sono rilevate a conto economico solo quando, con riferimento alla posta coperta, si manifesti la variazione dei flussi di cassa da compensare. La porzione dell'utile o della perdita dello strumento di copertura considerata inefficace viene iscritta a conto economico (voce "90. Risultato netto dell'attività di copertura"). Tale porzione è pari all'eventuale eccedenza del fair value cumulato dello strumento di copertura rispetto al fair value cumulato dello strumento coperto; in ogni caso, l'oscillazione del fair value della posta coperta e della relativa operazione di copertura deve essere mantenuta nel range di 80%-125%. Se la copertura dei flussi finanziari non è più considerata efficace, oppure la relazione di copertura è terminata, l'ammontare complessivo dei profitti o delle perdite sullo strumento di copertura, già rilevato tra le "Riserve da valutazione", viene imputato a conto economico solo nel momento in cui la transazione di copertura avrà luogo o nel momento in cui non sia più ritenuto possibile che la transazione si verifichi; in quest'ultima circostanza i profitti o le perdite sono trasferite dalla voce del patrimonio netto alla voce di conto economico "90. Risultato netto dell'attività di copertura";
  • le coperture di un investimento in valuta sono contabilizzate allo stesso modo delle coperture di flussi finanziari.

Criteri di cancellazione

Se i test non confermano l'efficacia della copertura, sia retrospettivamente che prospetticamente, la contabilizzazione delle operazioni di copertura, secondo quanto sopra esposto, viene interrotta. In questa circostanza il contratto derivato di copertura viene riclassificato nell'ambito delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico" ed in particolare tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione. Inoltre, la relazione di copertura cessa quando:

  • il derivato scade, viene estinto o esercitato;
  • l'elemento coperto viene venduto, scade o è rimborsato;
  • non è più altamente probabile che l'operazione futura coperta venga posta in essere.

5 - Partecipazioni

Criteri di classificazione

La voce include le interessenze detenute in società collegate o sottoposte a controllo congiunto, che vengono iscritte in base al metodo del patrimonio netto.

Si considerano collegate le società non controllate in cui si esercita un'influenza significativa. Si presume che la società eserciti un'influenza significativa in tutti i casi in cui detiene il 20% o una quota superiore dei diritti di voto e, indipendentemente dalla quota posseduta, qualora sussista il potere di partecipare alle decisioni gestionali e finanziarie delle partecipate, in virtù di particolari legami giuridici, quali patti parasociali, aventi la finalità per i partecipanti al patto di assicurare la rappresentatività negli organi di gestione e di salvaguardare l'unitarietà di indirizzo della gestione, senza tuttavia averne il controllo.

Sono considerate società a controllo congiunto quelle per cui vi sono accordi contrattuali o di altra natura in base ai quali è necessario il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo per l'assunzione di decisioni finanziarie e gestionali aventi valenza strategica. Ciò si verifica qualora i diritti di voto ed il controllo dell'attività economica della partecipata sono condivisi in modo paritetico da Banco BPM ed un altro soggetto. Inoltre, viene qualificato come controllo congiunto un investimento partecipativo nel quale, pur in assenza di una quota paritetica di diritti di voto, al fine dell'assunzione delle decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consento unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

Criteri d'iscrizione

L'iscrizione iniziale dell'attività finanziaria avviene alla data di regolamento. All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al costo, inclusivo dell'eventuale avviamento pagato in sede di acquisizione, il quale non è pertanto oggetto di autonoma e separata rilevazione.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Il valore contabile viene successivamente aumentato o diminuito per rilevare la quota degli utili e delle perdite delle partecipate di pertinenza del Gruppo realizzati dopo la data di acquisizione, in contropartita della voce di conto economico consolidato "250. Utili (perdite) delle partecipazioni". I dividendi ricevuti da una partecipata sono portati in riduzione del valore contabile della partecipazione.

Qualora sia necessario effettuare delle rettifiche di valore derivanti da variazioni nel patrimonio netto della partecipata che la stessa non ha rilevato nel conto economico (es. variazioni derivanti dalla valutazione al fair value di "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva", dalla valutazione degli utili/perdite attuariali di piani a benefici definiti), la quota parte di tali variazioni, di pertinenza del Gruppo, è rilevata direttamente nella voce del patrimonio netto "120. Riserve da valutazione".

Nell'applicare il metodo del patrimonio netto, si utilizzano i più recenti bilanci disponibili della società collegata/sottoposta a controllo congiunto, opportunamente rettificati per tenere conto di eventuali eventi o transazioni significative, intervenute tra l'ultimo bilancio disponibile della partecipata e la data di riferimento del bilancio consolidato. Qualora la partecipata utilizzi principi contabili difformi rispetto a quelli impiegati dal Gruppo, sono apportate modifiche al bilancio della partecipata.

Dopo l'applicazione del metodo del patrimonio netto, l'investimento partecipativo in entità collegate o sottoposte a controllo congiunto è sottoposto al test di impairment qualora vi siano evidenze obiettive di riduzione di valore che possano avere impatto sui flussi finanziari della partecipata e quindi sulla recuperabilità del valore di iscrizione dell'investimento stesso.

Il processo di rilevazione di eventuali impairment prevede quindi la verifica di possibili indicatori considerati espressione di evidenze obiettive di perdita, quali:

  • significative difficoltà finanziarie della partecipata (a titolo esemplificativo, significative variazioni negative del patrimonio netto contabile, riduzione o interruzione della distribuzione dei dividendi, conseguimento di risultati operativi inferiori, oltre ad una soglia fisiologica, rispetto agli obiettivi del budget o del piano pluriennale o comunque in riduzione rispetto ad esercizi precedenti o rispetto alla situazione esistente alla data di acquisizione dell'investimento);
  • una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento da parte della partecipata;
  • l'estensione di concessioni per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria della partecipata, che diversamente non avrebbe preso in considerazione;
  • annuncio/avviso di un piano di ristrutturazione finanziaria o sussistenza di un'elevata probabilità che la partecipata possa annunciare operazioni di ristrutturazione o possa essere dichiarata fallita;
  • la scomparsa di un mercato attivo relativo all'investimento detenuto dovuta alle difficoltà finanziarie della partecipata;
  • importanti cambiamenti con effetto avverso per l'investimento verificatisi nell'ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui opera la partecipata;
  • una diminuzione significativa o prolungata di fair value al di sotto del suo costo. Per diminuzione significativa il Gruppo ritiene un decremento di fair value al di sotto del costo di acquisto superiore al 30%; per diminuzione prolungata il Gruppo ritiene un decremento perdurante per un periodo ininterrotto superiore ai 24 mesi.

Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, che rappresenta il maggiore tra il fair value, al netto dei costi di vendita, ed il valore d'uso. Il valore d'uso viene determinato attualizzando i flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell'investimento. Si procede alla rilevazione a conto economico di una perdita di valore qualora il valore contabile, inclusivo dell'avviamento, risulti inferiore rispetto al valore recuperabile. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, fino a concorrenza dell'impairment in precedenza rilevato.

Criteri di cancellazione

Le partecipazioni vengono cancellate in presenza di una cessione che trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

In presenza di una situazione che determina la perdita dell'influenza notevole o del controllo congiunto l'eventuale partecipazione residua è oggetto di riclassifica nei portafogli delle attività finanziarie previste dall'IFRS 9, di norma in quello delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva", sulla base del relativo fair value. La cancellazione dalla voce "Partecipazioni" può inoltre avvenire in presenza di circostanze che determinano il conseguimento di una situazione di controllo (cosiddette "step acquisition"). Per ulteriori dettagli si fa rinvio a quanto illustrato nel successivo paragrafo "16 – Altre informazioni, Aggregazioni aziendali, avviamento e modifiche interessenze azionarie".

6 - Attività materiali

Criteri di classificazione

Le attività materiali comprendono i terreni, gli immobili strumentali, il patrimonio artistico, gli investimenti immobiliari, gli impianti tecnici, i mobili e gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo. Nel dettaglio:

  • le attività detenute per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni e servizi sono classificate come "attività materiali ad uso funzionale" e iscritte secondo lo IAS 16;
  • gli immobili detenuti per essere affittati a terzi o per la valorizzazione del capitale investito, tramite la vendita, sono classificati come "attività materiali ad uso investimento" e seguono le regole previste dallo IAS 40;
  • gli immobili detenuti nell'ottica di valorizzazione dell'investimento attraverso lavori di ristrutturazione o di riqualificazione, al fine di una successiva vendita, sono classificati come rimanenze e seguono la disciplina prevista dallo IAS 2.

Tra le attività materiali risultano iscritti quei beni connessi con contratti di locazione finanziaria rientrati in possesso della società a seguito della risoluzione dei contratti e della contestuale chiusura dell'originaria posizione creditoria. Sono inoltre iscritti in questa voce i beni utilizzati nell'ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la titolarità giuridica degli stessi rimanga alla società locatrice.

La voce include infine le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi, qualora rappresentino attività materiali identificabili e separabili. Nello specifico, trattasi dei costi di ristrutturazione di immobili presi in affitto sostenuti al fine di renderli idonei all'uso per i quali sono destinati. Tali costi sono oggetto di classificazione nella specifica categoria a cui si riferiscono (esempio impianti tecnici, attrezzature).

Criteri d'iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo che comprende, oltre al prezzo di acquisto, tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all'acquisto e alla messa in funzione del bene. Le spese di manutenzione straordinaria, che comportano un incremento dei benefici economici futuri, vengono imputate ad incremento del valore dei cespiti, mentre gli altri costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a conto economico.

Nel caso di immobili ritirati a seguito di chiusura della originaria posizione creditoria (cd. "datio in solutum"), l'iscrizione avviene al minore tra il valore del credito lordo rilevato al momento del rientro del bene e:

  • il "valore di mercato" risultante da apposita perizia, qualora non sia prevedibile una loro classificazione tra le "attività in via di dismissione" in un orizzonte temporale di breve periodo;
  • il "valore di pronto realizzo" desunto da apposita perizia, che rettifica il "valore di mercato" nella prospettiva di una cessione in un arco temporale assai breve, qualora alla data di risoluzione sia nota la successiva destinazione tra le "attività in via di dismissione";
  • al prezzo in corso di negoziazione, se al momento della rilevazione iniziale esistono concrete trattative di cessione, dimostrate da impegni assunti dalle parti interessate alla trattativa.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente all'iscrizione iniziale, le attività materiali, ad esclusione di quelle rientranti nella disciplina dello IAS 2, sono valutate al costo, dedotti eventuali ammortamenti e perdite di valore.

Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate lungo la loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti, ad eccezione:

  • dei terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto hanno vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, in virtù dell'applicazione dell'approccio per componenti, sono considerati beni separabili dall'edificio; alla data di acquisizione, la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizie di esperti indipendenti;
  • del patrimonio artistico, in quanto la vita utile di un'opera d'arte non può essere stimata ed il suo valore è normalmente destinato ad aumentare nel tempo.

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, se esiste qualche indicazione che dimostri che un'attività possa aver subito una perdita di valore, si procede al confronto tra il valore di carico del cespite ed il suo valore di recupero, pari al maggiore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il valore d'uso del bene, inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche vengono rilevate a conto economico. Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, si dà luogo ad una ripresa di valore, che non può superare il valore che l'attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.

Le attività materiali rilevate ai sensi dello IAS 2 sono valutate al minore tra il costo ed il valore netto di realizzo, rappresentato dal prezzo di vendita stimato meno i costi presunti per il completamento e gli altri costi necessari per realizzare la vendita.

Criteri di cancellazione

Un'attività materiale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione o quando il bene è permanentemente ritirato dall'uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene e sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.

7 - Attività immateriali

Criteri di classificazione

Le attività immateriali sono attività non monetarie, identificabili e prive di consistenza fisica, originate da diritti legali o contrattuali, possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale, dalle quali è probabile che affluiranno benefici economici futuri. Tra le attività immateriali è inoltre compreso l'avviamento, pari alla differenza tra il corrispettivo sostenuto per un'aggregazione aziendale ed il fair value delle attività nette identificabili acquisite, come meglio precisato nel paragrafo "16 – Altre informazioni, Aggregazioni aziendali, avviamento e modifiche interessenze azionarie".

Criteri d'iscrizione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, solo se è probabile che i benefici economici attribuibili all'attività si realizzino e che il costo della stessa attività possa essere determinato in modo attendibile. In caso contrario, il costo dell'attività immateriale è rilevato a conto economico nell'esercizio in cui è sostenuto.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Il costo delle attività immateriali a vita utile definita è ammortizzato a quote costanti sulla base della relativa vita utile. Qualora la vita utile sia indefinita non si procede all'ammortamento, ma solamente alla periodica verifica dell'adeguatezza del valore di iscrizione. Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell'attività. L'ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell'attività ed il valore recuperabile.

Tra le attività immateriali sono inclusi i software, le attività immateriali legate alla valorizzazione dei rapporti con la clientela (client relationship) o alla valorizzazione dei marchi iscritte in occasione di operazioni di aggregazioni aziendali.

Con riferimento all'avviamento, lo stesso non è soggetto ad ammortamento, ma ad una verifica periodica dell'adeguatezza del valore di iscrizione in bilancio. In particolare, ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore, e comunque almeno una volta all'anno, viene effettuata una verifica dell'inesistenza di riduzioni durevoli di valore. A tal fine viene identificata l'unità generatrice di flussi finanziari cui attribuire l'avviamento. Detta unità rappresenta il livello minimo al quale l'avviamento è monitorato per finalità gestionali interne e non deve essere maggiore rispetto al settore operativo determinato in conformità al principio IFRS 8.

L'ammontare dell'eventuale riduzione di valore è determinato sulla base della differenza tra il valore di iscrizione dell'avviamento ed il suo valore di recupero, se inferiore. Detto valore di recupero è pari al maggiore tra il fair value dell'unità generatrice di flussi finanziari, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d'uso. Il valore d'uso è il valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi dalle unità generatrici alle quali l'avviamento è stato attribuito. Le conseguenti rettifiche di valore vengono rilevate a conto economico.

Non è ammessa la contabilizzazione di eventuali successive riprese di valore.

Criteri di cancellazione

Un'attività immateriale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione e qualora non siano più attesi benefici economici futuri.

8 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione

Criteri di classificazione

Vengono classificate nella voce dell'attivo "Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione" - e in quella del passivo "Passività associate ad attività in via di dismissione" - le attività/passività non correnti ed i gruppi di attività/passività per le quali il loro valore contabile sarà presumibilmente recuperato mediante la vendita anziché attraverso l'uso continuativo.

Per essere classificate nelle predette voci, le attività o passività (o gruppo in dismissione) devono essere immediatamente disponibili per la vendita e devono essere riscontrati programmi attivi e concreti tali da far ritenere come altamente probabile la loro dismissione entro il breve termine.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

In seguito alla classificazione nella suddetta categoria, tali attività sono valutate al minore tra il loro valore contabile ed il relativo fair value, al netto dei costi di vendita, fatta eccezione per alcune tipologie di attività - riconducibili ad esempio a tutti gli strumenti finanziarie rientranti nell'ambito di applicazione dell'IFRS 9 - per le quali devono continuare a trovare applicazione i criteri valutativi del principio contabile di riferimento.

Nell'ipotesi in cui i beni in dismissione siano ammortizzabili, a decorrere dall'esercizio di classificazione tra le attività non correnti in via di dismissione cessa il processo di ammortamento.

I proventi e gli oneri riconducibili a gruppi di attività e passività in via di dismissione sono esposti nel conto economico nella voce "320. Utile (Perdita) delle attività operative cessate", al netto dell'effetto fiscale, mentre quelli relativi a singole attività non correnti in via di dismissione sono iscritti nella voce di conto economica più idonea.

Criteri di cancellazione

Le attività ed i gruppi di attività non correnti in via di dismissione sono eliminati dallo stato patrimoniale al momento della dismissione.

9 - Fiscalità corrente e differita

Le voci includono rispettivamente le attività fiscali correnti ed anticipate e le passività fiscali correnti e differite relative alle imposte sul reddito.

Le imposte sul reddito, calcolate nel rispetto della vigente normativa fiscale, sono contabilizzate in base al criterio della competenza, coerentemente con la rilevazione in bilancio dei costi e dei ricavi che le hanno generate. Esse rappresentano pertanto l'onere fiscale, pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella anticipata e differita, relativo al reddito dell'esercizio. Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a partite addebitate o accreditate direttamente a patrimonio netto, per le quali la rilevazione della relativa fiscalità avviene, per coerenza, a patrimonio netto.

In particolare, le passività (attività) fiscali correnti, dell'esercizio in corso e di quelli precedenti, riflettono l'ammontare delle imposte sul reddito che ci si aspetta di pagare (recuperare) nei confronti delle autorità fiscali, in base ad una stima prudente, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigente alla data di riferimento del bilancio (situazione infrannuale). Le attività e le passività fiscali correnti sono esposte nello stato patrimoniale a saldi compensati, qualora il regolamento avverrà sulla base del saldo netto, per l'esistenza di un diritto legale alla compensazione.

Le imposte anticipate e differite sono calcolate sulle differenze temporanee, senza limiti temporali, tra i valori contabili ed i valori fiscali delle singole attività o passività.

Le attività per imposte anticipate sono iscritte in bilancio o nella situazione infrannuale, nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero, valutata sulla base della capacità della società interessata e del Gruppo, per effetto dell'esercizio dell'opzione relativa al c.d. "consolidato fiscale", di generare con continuità redditi imponibili positivi nei futuri esercizi, tenuto altresì conto delle disposizioni fiscali tempo per tempo vigenti, come ad esempio la Legge 214/2011 che prevede, a certe condizioni, la trasformabilità in crediti di talune attività per imposte anticipate. Le passività per imposte differite sono iscritte in bilancio o nella situazione infrannuale, con le sole eccezioni delle attività iscritte in bilancio per un importo superiore al valore fiscalmente riconosciuto e delle riserve in sospensione d'imposta, per le quali è ragionevole ritenere che non saranno effettuate d'iniziativa operazioni che ne comportino la tassazione.

Le attività e le passività iscritte per imposte anticipate e differite vengono sistematicamente valutate per tenere conto sia di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote, sia di eventuali diverse situazioni soggettive delle società del Gruppo.

10 - Fondi per rischi ed oneri

Fondi per rischi e oneri: impegni e garanzie rilasciate

La sottovoce in esame accoglie i fondi per rischio di credito a fronte degli impegni ad erogare fondi e delle garanzie rilasciate che sono soggetti alle regole di svalutazione (impairment) ai sensi dell'IFRS 9, al pari di quanto previsto per le "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" e per le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva". Per approfondimenti sul modello di impairment si fa rinvio a quanto riportato nel successivo paragrafo "16 - Altre informazioni, Modalità di determinazione delle perdite di valore di attività finanziarie (impairment)".

In aggiunta, sono inclusi nella sottovoce anche i fondi per rischi ed oneri costituiti a fronte di altre tipologie di impegni e di garanzie rilasciate che, in virtù delle proprie peculiarità, non rientrano nell'ambito applicativo dell'impairment ai sensi dell'IFRS 9.

Fondi per rischi e oneri: quiescenza e obblighi simili

Nella sottovoce "Fondi di quiescenza e obblighi simili" figurano i fondi a prestazioni definite, ovvero i fondi di previdenza per i quali è stata rilasciata una garanzia sulla restituzione del capitale e/o sul rendimento a favore dei beneficiari, come riportato nel successivo paragrafo "16 - Altre informazioni, Trattamento di fine rapporto e altri benefici per i dipendenti". I benefici che dovranno essere erogati in futuro sono valutati da un attuario esterno, utilizzando il "metodo della proiezione unitaria del credito", come richiesto dallo IAS 19.

Gli utili e le perdite attuariali, definiti quale differenza tra il valore di bilancio della passività ed il valore attuale degli impegni a fine periodo, sono contabilizzati per l'intero importo direttamente a patrimonio netto nella voce "Riserve da valutazione".

Fondi per rischi e oneri: altri fondi per rischi e oneri

Nella sottovoce "Altri fondi per rischi ed oneri" sono compresi gli stanziamenti a fronte degli esborsi stimati per obbligazioni legali o implicite derivanti da eventi passati. Tali esborsi possono essere di natura contrattuale, come ad esempio gli stanziamenti per il sistema incentivante al personale e per incentivi all'esodo del personale, gli indennizzi previsti da clausole contrattuali al verificarsi di determinati eventi, o di natura risarcitoria e/o restitutoria, come quelli a fronte di perdite presunte sulle cause passive, incluse le azioni revocatorie, gli esborsi stimati a fronte dei reclami della clientela per l'attività di intermediazione in titoli, i contenziosi di natura fiscale.

I fondi per rischi ed oneri sono costituiti da passività di ammontare o scadenza incerti e sono rilevati in bilancio se:

  • esiste un'obbligazione attuale (legale o implicita) quale risultato di un evento passato;
  • è probabile che sarà necessario l'impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere l'obbligazione;
  • può essere effettuata una stima attendibile del probabile esborso futuro.

L'importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima dell'esborso finanziario necessario per assolvere all'obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio e riflette i rischi e le incertezze insite nei fatti e nelle circostanze esaminate. Laddove l'elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato. L'accantonamento e l'effetto dell'attualizzazione sono rilevati a conto economico nella voce "200. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri", così come l'incremento del fondo per effetto del passare del tempo.

I fondi accantonati sono riesaminati ad ogni data di riferimento del bilancio e rettificati per riflettere la migliore stima corrente. Quando l'impiego di risorse, atte a produrre benefici economici per adempiere all'obbligazione, diviene improbabile, l'accantonamento viene stornato.

In aggiunta, ciascun fondo è utilizzato unicamente per far fronte a quelle uscite per le quali è stato originariamente costituito.

11 – Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Criteri di classificazione

La voce delle "Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato" comprende le sottovoci "Debiti verso banche", "Debiti verso clientela", "Titoli in circolazione" e sono costituite dalle varie forme di provvista interbancaria e con clientela e dalla raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli obbligazionari in circolazione.

Sono inoltre inclusi i debiti iscritti dal locatario nell'ambito di operazioni di leasing finanziario, nonché le operazioni di pronti contro termine di raccolta e di titoli dati a prestito con ricevimento di garanzia in denaro che rientra nella piena disponibilità del prestatore. Sono infine compresi i debiti di funzionamento connessi con la fornitura di servizi finanziari come definiti nel Testo Unico Bancario e nel Testo Unico della Finanza.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione finanziarie delle passività in esame avviene all'atto della ricezione delle somme raccolte o del regolamento dei titoli di debito emessi e viene effettuata sulla base del relativo fair value, normalmente pari all'ammontare incassato o al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Sono esclusi i costi interni di carattere amministrativo.

Le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto sono iscritte in bilancio come operazioni di raccolta per l'importo incassato a pronti.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie emesse, al netto degli eventuali rimborsi e/o riacquisti, vengono valutate al costo ammortizzato col metodo del tasso di interesse effettivo. Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, le quali rimangono iscritte per il valore incassato ed i cui costi eventualmente imputati sono attribuiti a conto economico in modo lineare lungo la durata contrattuale della passività. Si evidenzia, inoltre, che gli strumenti di raccolta oggetto di una relazione di copertura efficace vengono valutati sulla base delle regole previste per le operazioni di copertura.

Per gli strumenti strutturati che incorporano un derivato implicito - secondo quanto stabilito dall'IFRS 9 ed oggetto di illustrazione nella precedente voce delle "Attività finanziarie detenute per la negoziazione" - è prevista la separazione del derivato incorporato dal contratto ospite. In tal caso:

  • il derivato incorporato è classificato tra le attività/passività di negoziazione ed oggetto di misurazione al fair value;
  • il contratto ospite è classificato tra le passività valutate al costo ammortizzato.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio o dalla situazione infrannuale quando risultano scadute o estinte. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi. La differenza tra valore contabile della passività e l'ammontare pagato per acquistarla viene registrato a conto economico. Il ricollocamento sul mercato di titoli propri successivamente al loro riacquisto è considerato contabilmente come una nuova emissione con iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a conto economico.

12 - Passività finanziarie di negoziazione

Criteri di classificazione

La voce in esame comprende:

  • le passività finanziarie emesse con l'intento di riacquistarle nel breve periodo;
  • le passività facenti parte di un portafoglio di strumenti finanziari che sono gestiti congiuntamente e per il quale esiste una provata strategia volta al conseguimento di profitti nel breve periodo;
  • contratti derivati aventi un fair value negativo e non designati come strumenti di copertura, compresi quelli collegati alle attività/passività designate al fair value con impatto a conto economico ed i derivati impliciti oggetto di scorporo dalle passività valutate al costo ammortizzato.

Sono inoltre incluse le passività che si originano da scoperti tecnici generati dall'attività negoziazione di titoli e le proprie emissioni di certificates.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale delle passività finanziarie di negoziazione avviene alla data di regolamento per le passività per cassa e alla data di sottoscrizione per i contratti derivati.

La prima iscrizione è effettuata sulla base del fair value della passività, normalmente pari all'ammontare incassato, senza considerare i costi o i proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso, che sono imputati direttamente a conto economico.

Per le modalità di determinazione del fair value si fa rinvio alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione del fair value e/o dalla cessione degli strumenti di trading sono contabilizzati nel conto economico. Per gli strumenti derivati, nel caso in cui il fair value di una passività finanziaria diventi positivo, tale posta è contabilizzata nella voce delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: a) attività finanziarie detenute per la negoziazione".

Gli utili e le perdite da negoziazione e le plusvalenze e le minusvalenze da valutazione del portafoglio di negoziazione sono iscritti nel conto economico nella voce "80. Risultato netto dell'attività di negoziazione".

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie di negoziazione vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui relativi flussi finanziari o quando le passività finanziarie sono cedute con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà delle stesse.

13 - Passività finanziarie designate al fair value

Criteri di classificazione

Una passività finanziaria viene designata al fair value rilevato a conto economico in sede di rilevazione iniziale qualora ricorrano le seguenti circostanze:

  • si elimina o si riduce notevolmente una mancanza di uniformità nella valutazione o nella rilevazione che altrimenti risulterebbe dalla valutazione di attività o passività o dalla rilevazione dei relativi utili e perdite su basi diverse (cosiddetto "accounting mismatch");
  • un gruppo di attività finanziarie, passività finanziarie o entrambi è gestito e il suo andamento viene valutato in base al fair value secondo una documentata gestione del rischio o strategia di investimento, documentata internamente ai dirigenti con responsabilità strategiche;
  • si è in presenza di un contratto ibrido contenente uno o più derivati incorporati e il derivato incorporato è tale da modifica significativamente i flussi finanziari che altrimenti sarebbero previsti dal contratto.

L'opzione di designare una passività al fair value è irrevocabile, viene effettuata sul singolo strumento finanziario e non richiede la medesima applicazione a tutti gli strumenti aventi caratteristiche similari. Tuttavia non è ammessa la designazione al fair value di una sola parte di uno strumento finanziario, attribuibile ad una sola componente di rischio a cui lo strumento è assoggettato.

Per approfondimenti sul perimetro del Gruppo delle passività in fair value option, sulla metodologia di determinazione del fair value e della quantificazione del proprio merito creditizio, si fa rinvio a quanto contenuto nel paragrafo "16 - Altre informazioni, Passività finanziarie valutate al fair value e determinazione del proprio merito creditizio" ed alla successiva "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Criteri di iscrizione

Le passività finanziarie in esame vengono valutate al fair value fin dal momento della prima iscrizione. I proventi ed oneri iniziali sono immediatamente imputati a conto economico.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Successivamente all'iscrizione iniziale le passività finanziarie sono valutate al relativo fair value corrente. La variazione di fair value è imputata nel conto economico, ad eccezione degli effetti conseguenti alla variazione del proprio merito creditizio che sono rilevati in una specifica riserva da valutazione (voce "120. Riserva da valutazione"), a meno che tale trattamento non sia tale da creare o amplificare un'asimmetria contabile nel risultato economico. Un'asimmetria contabile viene creata o amplificata quando la rilevazione degli effetti del proprio merito creditizio in una riserva patrimoniale è tale da comportare nel conto economico una disarmonia più rilevante di quella che si avrebbe rilevando nel conto economico tutta la variazione di fair value della passività. In quest'ultimo caso l'intera variazione di fair value della passività, comprensiva dell'effetto di variazione del proprio merito creditizio, deve essere rilevata nel conto economico.

Gli effetti correlati alla variazione del proprio merito creditizio sono oggetto di presentazione nel prospetto della redditività complessiva, al netto del relativo effetto fiscale, in corrispondenza delle altre componenti reddituali senza rigiro nel conto economico.

L'importo imputato nella specifica riserva patrimoniale (voce "120. Riserve da valutazione") non sarà mai oggetto di rigiro nel conto economico nemmeno se la passività dovesse essere scaduta o estinta; in tal caso sarà necessario procedere a riclassificare l'utile (perdita) cumulato nella specifica riserva da valutazione in un'altra voce di patrimonio netto ("150. Riserve")

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio o dalla situazione infrannuale quando risultano scadute o estinte. Nel caso di passività finanziarie rappresentate da titoli emessi, la cancellazione avviene anche in presenza del riacquisto: la differenza tra il valore contabile della passività e l'ammontare pagato per acquistarla viene registrato a conto economico, ad eccezione degli utili/perdite connessi alla variazione del proprio merito creditizio che sono rilevati in una riserva di patrimonio netto, come in precedenza illustrato. Il ricollocamento sul mercato dei titoli propri successivamente al loro riacquisto è considerato contabilmente come una nuova emissione con iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a conto economico.

14 - Operazioni in valuta

Criteri di classificazione

Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall'euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell'euro con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.

Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste monetarie e non monetarie.

Gli elementi monetari consistono nelle somme in denaro e nelle attività e passività che esprimono il diritto di ricevere o l'obbligo di pagare importi di denaro fissi o determinabili (crediti, titoli di debito, passività finanziarie). Gli elementi non monetari (quali, ad esempio, i titoli di capitale) sono attività o passività che non contemplano il diritto di ricevere o l'obbligo di pagare importi di denaro fissi o determinabili.

Criteri di iscrizione

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all'importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell'operazione.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, le poste di bilancio in valuta estera vengono valutate come segue:

  • le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura;
  • le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data dell'operazione;
  • le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite utilizzando i tassi di cambio in essere alla data di chiusura.

Le differenze di cambio che derivano dal regolamento di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione del bilancio precedente, sono rilevate nel conto economico del periodo in cui sorgono.

Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, la differenza cambio relativa a tale elemento è rilevata anch'essa a patrimonio. Per contro, quando un utile o una perdita di un elemento non monetario sono rilevati a conto economico, è rilevata in conto economico anche la relativa differenza cambio.

Per la modalità conversione dei bilanci delle società controllate estere che adottano una moneta di conto diversa da quella di riferimento della Capogruppo (euro) si fa rinvio a quanto illustrato nella sezione "Area e metodi di consolidamento" contenuta nella precedente parte "A.1 – Parte generale".

15 - Attività e passività assicurative

Non sono presenti imprese di assicurazione nel perimetro di consolidamento.

16 - Altre informazioni

a) Contenuto di altre voci di bilancio

Cassa e disponibilità liquide

La voce comprende le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere ed i depositi "a vista" verso la Banca Centrale del Paese o dei Paesi in cui il Gruppo opera con proprie società o filiali, ad eccezione della riserva obbligatoria.

La voce è iscritta per il valore facciale. Per le divise estere il valore facciale viene convertito in euro al cambio di chiusura della data di fine periodo.

Adeguamento di valore delle attività finanziarie e delle passività finanziarie oggetto di copertura generica

Nelle presenti voci figurano rispettivamente le variazioni di fair value di attività e passività finanziarie oggetto di copertura generica ("macrohedging") dal rischio di tasso di interesse, in base al rispettivo saldo, sia esso positivo che negativo.

Altre attività

Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell'attivo dello stato patrimoniale. La voce può includere a titolo esemplificativo:

  • l'oro, l'argento e i metalli preziosi;
  • i ratei attivi diversi da quelli che vanno capitalizzati sulle relative attività finanziarie, ivi inclusi quelli derivanti da contratti con i clienti ai sensi dell'IFRS 15;
  • i crediti connessi alla fornitura di beni o servizi non finanziari;
  • le partite fiscali debitorie diverse da quelle rilevate nella voce "110. Attività fiscali".

Sono inoltre comprese le migliorie e le spese incrementative sostenute sui beni di terzi in affitto, diverse da quelle riconducibili alla voce "90. Attività materiali", in quanto non separabili dai beni cui si riferiscono e quindi non utilizzabili in modo autonomo (esempio opere murarie). Tali costi sono rilevati in questa voce in quanto il contratto di affitto rappresenta per la società utilizzatrice una forma di controllo sui beni, dal cui utilizzo sono attesi benefici economici futuri. I suddetti costi sono imputati a conto economico nel periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese incrementative possono essere utilizzate e la durata residua del contratto di affitto, comprensivo del periodo di rinnovo, qualora vi siano evidenze in tal senso.

Possono anche figurarvi eventuali rimanenze (di "saldo debitore") di partite viaggianti e sospese non attribuite ai conti di pertinenza, purché di importo complessivamente irrilevante.

Altre passività

Nella presente voce figurano le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale. La voce include a titolo esemplificativo:

  • gli accordi di pagamento che l'IFRS 2 impone di classificare come debiti;
  • i debiti connessi con il pagamento di forniture di beni e servizi non finanziari;
  • i ratei passivi diversi da quelli da capitalizzare sulle pertinenti passività finanziarie, ivi inclusi quelli derivanti da contratti con i clienti ai sensi dell'IFRS 15;
  • le partite fiscali creditorie varie diverse da quelle rilevate nella voce "60. Passività fiscali" connesse, ad esempio, all'attività di sostituto d'imposta.

Trattamento di fine rapporto e altri benefici per i dipendenti

Il trattamento di fine rapporto rappresenta, ai sensi dello IAS 19, un "beneficio successivo al rapporto di lavoro".

A seguito della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 5 dicembre 2005, n. 252, sono state introdotte nuove regole per il trattamento di fine rapporto maturato a partire dal 1° gennaio 2007, che rilevano ai fini del relativo trattamento contabile.

In particolare, per le società con in media almeno 50 dipendenti nel corso del 2006, le quote del trattamento di fine rapporto del personale maturate a partire dal 1° gennaio 2007 si configurano contabilmente come un "piano a contribuzione definita"; l'onere è limitato alla contribuzione stabilita dalla normativa prevista dal Codice Civile, senza applicazione di alcuna metodologia attuariale.

Diversamente, il fondo di trattamento di fine rapporto maturato alla data del 31 dicembre 2006 continua a qualificarsi contabilmente come un "piano a benefici definiti".

In linea generale, i "piani successivi al rapporto di lavoro" - che comprendono, oltre al Fondo trattamento di fine rapporto, i Fondi di quiescenza - sono distinti nelle due categorie a "prestazioni definite" o a "contributi definiti" in base alle relative caratteristiche.

In particolare, per i piani a contributi definiti il costo è rappresentato dai contributi maturati nell'esercizio, dato che la società ha solo l'obbligo di versare dei contributi fissati su base contrattuale ad un fondo e conseguentemente non ha alcuna obbligazione legale o implicita a corrispondere, oltre al versamento della contribuzione, ulteriori importi qualora il fondo non disponga di sufficienti attività per pagare tutti i benefici ai dipendenti.

Per i piani a prestazioni definite, il rischio attuariale e di investimento, ossia il rischio di un'eventuale insufficienza di contributi o di un insufficiente rendimento degli asset in cui i contributi sono investiti, ricade sulla società. La passività viene determinata da un attuario esterno secondo la metodologia attuariale della "Proiezione unitaria del credito". In base alla citata metodologia è necessario prevedere gli esborsi futuri sulla base di ipotesi demografiche e finanziarie, da attualizzare per tenere conto del tempo che trascorrerà prima dell'effettivo pagamento e da riproporzionare in base al rapporto tra gli anni di servizio maturati e l'anzianità teorica stimata al momento dell'erogazione del beneficio. Il valore attuariale della passività così determinato deve poi essere rettificato del fair value delle eventuali attività al servizio del piano (passività/attività netta).

Gli utili e le perdite attuariali che si originano per effetto di aggiustamenti delle precedenti ipotesi attuariali formulate, a seguito dell'esperienza effettivamente riscontrata o a causa di modifiche delle stesse ipotesi attuariali, comportano una rimisurazione della passività netta e sono imputati in contropartita di una riserva di patrimonio netto. Tali utili e perdite sono oggetto di rappresentazione nel "Prospetto della redditività complessiva".

La variazione della passività conseguente ad una modifica o ad una riduzione di piano è rilevata nel conto economico come utile o perdita. Nel dettaglio, la fattispecie della modifica interviene qualora venga introdotto un nuovo piano, piuttosto che venga ritirato o modificato un piano esistente. Si ha invece una riduzione in presenza di una significativa variazione negativa del numero dei dipendenti compresi nel piano, come ad esempio nel caso di piani di riduzione del personale in esubero (accesso al Fondo di Solidarietà).

La metodologia della "Proiezione unitaria del credito", in precedenza descritta, viene seguita anche per la valutazione dei benefici a lungo termine, quali i "premi di anzianità" a favore dei dipendenti. A differenza di quanto descritto per i "piani a benefici definiti", gli utili e le perdite attuariali connessi alla valutazione dei benefici a lungo termine vengono rilevati immediatamente nel conto economico.

Riserve da valutazione

Nella presente voce figurano le riserve da valutazione relative ai titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva, alle attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, alla copertura di investimenti esteri, alla copertura dei flussi finanziari, alle differenze di cambio da conversione, alle "singole attività" e ai gruppi di attività in via di dismissione, alla quota parte delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto, agli utili (perdite) attuariali su piani a benefici definiti, agli utili/perdite connessi alla variazione del proprio merito creditizio relativamente alle passività in fair value option. Sono altresì incluse le riserve di rivalutazione iscritte in applicazione di leggi speciali di rivalutazione, anche se oggetto di "affrancamento" fiscale.

Capitale e azioni proprie

La voce capitale include l'importo delle azioni, sia ordinarie che privilegiate, emesse al netto dell'importo dell'eventuale capitale sottoscritto ma non ancora versato alla data di bilancio o della situazione infrannuale. La voce è esposta al lordo delle eventuali azioni proprie detenute dalla banca. Queste ultime vengono iscritte in bilancio a voce propria come componente negativa del patrimonio netto.

Il costo originario delle azioni proprie riacquistate e gli utili o le perdite derivanti dalla loro successiva vendita sono rilevati come movimenti del patrimonio netto.

I costi di transazione relativi ad un'operazione sul capitale, quale ad esempio un aumento del capitale sociale, sono contabilizzati come una riduzione del patrimonio netto, al netto di qualsiasi beneficio fiscale connesso.

I dividendi su azioni ordinarie sono contabilizzati a riduzione del patrimonio netto nell'esercizio in cui l'Assemblea degli azionisti ne ha deliberato la distribuzione. Eventuali acconti sui dividendi erogati ai soci sono rilevati nella voce del passivo dello stato patrimoniale "Acconti su dividendi" con il segno negativo.

Patrimonio di pertinenza di terzi

La voce rappresenta la frazione calcolata in base agli "equity ratios" del patrimonio netto consolidato attribuibile ad azioni di pertinenza dei soci di minoranza. L'importo è calcolato al netto delle eventuali azioni proprie riacquistate dalle imprese consolidate.

b) Illustrazione di altri trattamenti contabili significativi

Dividendi e riconoscimento dei ricavi e dei costi

Ricavi derivanti da contratti con la clientela (IFRS 15)

I ricavi sono flussi lordi di benefici economici che affluiscono all'entità come corrispettivo per l'obbligazione di trasferire al cliente una vasta gamma di beni e servizi rientranti nell'ordinaria attività.

I ricavi derivanti da obbligazioni contrattuali con la clientela sono rilevati al conto economico qualora sia probabile che l'entità riceva il corrispettivo a cui ha diritto in cambio dei beni o dei servizi trasferiti al cliente. Tale corrispettivo deve essere allocato alle singole obbligazioni previste dal contratto e deve trovare riconoscimento come ricavo nel conto economico in funzione delle tempistiche di adempimento dell'obbligazione. Nel dettaglio, i ricavi possono trovare riconoscimento nel conto economico:

  • in un momento preciso, quando l'entità adempie l'obbligazione di fare trasferendo al cliente il bene o il servizio promesso, o
  • nel corso del tempo, mano a mano che l'entità adempie l'obbligazione di fare trasferendo al cliente il bene o il servizio promesso.

L'obbligazione di fare si considera adempiuta quando il cliente acquisisce il controllo del bene o del servizio trasferito.

Il corrispettivo promesso nel contratto con il cliente può includere importi fissi, importi variabili o entrambi. Nel dettaglio, il corrispettivo del contratto può variare a seguito di riduzioni, sconti, rimborsi, incentivi, premi di rendimento o altri elementi analoghi. La variabilità del corrispettivo può altresì dipendere dal verificarsi o meno di un evento futuro. In presenza di corrispettivi variabili, la rilevazione del ricavo nel conto economico viene effettuata qualora sia possibile stimare in modo attendibile il ricavo e solo se risulta altamente probabile che tale corrispettivo non debba essere successivamente stornato dal conto economico, in tutto o in una parte significativa.

Qualora l'entità riceva dal cliente un corrispettivo che prevede di rimborsare al cliente stesso, in tutto o in una parte, il ricavo ottenuto, deve essere rilevata una passività a fronte dei previsti futuri rimborsi. La stima di tale passività è oggetto di aggiornamento ad ogni data di bilancio o situazione infrannuale e viene condotta sulla base della quota parte del corrispettivo che l'entità si aspetta di non avere diritto.

I costi relativi all'ottenimento e all'adempimento dei contratti con la clientela sono rilevati in conto economico nei periodi nei quali sono contabilizzati i corrispondenti ricavi; i costi che non presentano una diretta associazione con i ricavi sono imputati immediatamente a conto economico.

Ricavi e costi relativi a strumenti finanziari

Con riferimento ai proventi ed oneri relativi alle attività/passività finanziarie si precisa che:

• gli interessi sono rilevati pro-rata temporis sulla base del tasso di interesse contrattuale o di quello effettivo nel caso di applicazione del costo ammortizzato. In quest'ultimo caso, eventuali costi e proventi marginali, ritenuti parte integrante del rendimento dello strumento finanziario, sono considerate nel tasso di interesse effettivo e rilevati tra gli interessi. La voce interessi attivi (ovvero interessi passivi) comprende anche i differenziali o i margini, positivi (o negativi), maturati sino alla data di riferimento del bilancio, relativi a contratti derivati finanziari:

  • di copertura di attività e passività che generano interessi;
  • classificati nello stato patrimoniale nel portafoglio di negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività e/o passività finanziarie designate al fair value (Fair value Option);
  • connessi gestionalmente con attività e passività classificate nel portafoglio di negoziazione e che prevedono la liquidazione di differenziali o di margini a più scadenze;
  • gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso;
  • i dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui sorge il diritto legale ad incassarli, e quindi nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione;
  • gli utili e le perdite conseguenti alla prima iscrizione al fair value degli strumenti finanziari sono riconosciuti a conto economico, in sede di rilevazione dell'operazione, sulla base della differenza tra il corrispettivo pagato o incassato ed il fair value dello strumento stesso, solamente quando il fair value è determinabile facendo riferimento a transazioni di mercato correnti ed osservabili sul mercato oppure attraverso tecniche di valutazione i cui input siano parametri di mercato osservabili; diversamente, detti utili e perdite sono distribuiti nel tempo tenuto conto della natura e della durata dello strumento;
  • gli utili e le perdite derivanti dalla cessione di strumenti finanziari sono riconosciuti nel conto economico al momento di perfezionamento della vendita, con relativo trasferimento dei rischi e dei benefici, sulla base della differenza tra il corrispettivo incassato ed il valore di iscrizione degli strumenti stessi.

Pagamenti basati su azioni

Si tratta di pagamenti a favore dei dipendenti, come corrispettivo dell'attività lavorativa prestata, regolati con strumenti rappresentativi del capitale, che consistono, ad esempio, nell'assegnazione di:

  • diritti a sottoscrivere aumenti di capitale a pagamento (stock option);
  • diritti a ricevere azioni al raggiungimento di determinati obiettivi.

In considerazione delle difficoltà di stima diretta del fair value delle prestazioni lavorative ricevute in contropartita dell'assegnazione di azioni, è possibile misurare il valore delle prestazioni ricevute, in modo indiretto, facendo riferimento al fair value degli strumenti rappresentativi di capitale, alla data della loro assegnazione. Il fair value dei pagamenti regolati con l'emissione di azioni è rilevato, in base al criterio di competenza della prestazione fornita, nella voce "190. a) Spese per il personale" in contropartita di un incremento della voce "150. Riserve".

In particolare, quando le azioni assegnate non sono immediatamente "usufruibili" dal dipendente, ma lo saranno quando il dipendente avrà completato uno specifico periodo di servizio, l'impresa riconosce il costo come corrispettivo della prestazione resa lungo il periodo di maturazione delle condizioni stesse ("vesting period").

Pronti contro termine, prestito titoli e riporti

Le operazioni di pronti contro termine o di riporto, con le quali il Gruppo vende a terzi dei titoli con l'obbligo di riacquisto degli stessi alla scadenza delle operazioni ad un prezzo predeterminato, vengono iscritte nei debiti verso banche o verso clientela a seconda della controparte. Analogamente, le operazioni di pronti contro termine o di riporto, con le quali il Gruppo acquista da terzi dei titoli con l'obbligo di rivendita degli stessi alla scadenza delle operazioni ad un prezzo predeterminato, sono contabilizzate come crediti verso banche o clientela (categoria contabile delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato"), a seconda della controparte. La differenza tra il prezzo a pronti e il prezzo a termine delle predette operazioni è contabilizzata come interesse (passivo o attivo a seconda dei casi) e registrata per competenza lungo la vita dell'operazione. Le operazioni di prestito titoli nelle quali la garanzia è rappresentata da contante che rientra nella piena disponibilità economica del prestatore vengono rilevate in bilancio come le anzidette operazioni di pronti contro termine.

Nel caso di operazioni di prestito titoli con garanzia costituita da altri titoli, ovvero senza garanzia, il prestatore e il prestatario continuano a rilevare nell'attivo dello stato patrimoniale, rispettivamente, il titolo oggetto del prestito e quello eventualmente dato in garanzia. La remunerazione di tale operatività è rilevata dal prestatore nella voce "40. Commissioni attive" e dal prestatario nella voce "50. Commissioni passive".

Compensazione di strumenti finanziari

Ai sensi dello IAS 32, paragrafo 42, le attività finanziarie e le passività finanziarie sono oggetto di compensazione ed evidenziate in bilancio per il saldo netto, qualora l'entità:

  • abbia un diritto legale ad operare tale compensazione, correntemente esercitabile in tutte le circostanze, siano esse afferenti al normale svolgimento del business siano esse relative a situazioni di inadempimento, insolvenza, fallimento delle parti;
  • intenda regolare le transazioni per il saldo netto o in base ad un regolamento su base lorda i cui effetti sostanziali siano equivalenti ad un regolamento netto.

Per gli strumenti derivati rientranti in accordi di compensazione che rispettano i requisiti in precedenza illustrati la Circolare n. 262 prevede di effettuare la compensazione tra tutti i derivati di negoziazione e tutti i derivati di copertura. Qualora lo sbilancio dei derivati di negoziazione dovesse essere di segno opposto rispetto allo sbilancio di tutti i derivati di copertura, è prevista una rappresentazione su base netta di tali sbilanci: convenzionalmente, il saldo netto viene allocato nel portafoglio di negoziazione piuttosto che nei derivati di copertura, in funzione della prevalenza del valore assoluto tra lo sbilancio dei derivati di negoziazione e quello dei derivati di copertura.

Cartolarizzazioni – cancellazione dal bilancio delle attività finanziarie cedute

Nelle operazioni di cartolarizzazione originate dal Gruppo, la cessione delle attività finanziarie ad una società veicolo, anche se pro soluto, è tale da comportarne la cancellazione dal bilancio (cosiddetta "derecognition"), soltanto nell'ipotesi in cui vi sia un sostanziale trasferimento dei rischi e dei benefici. Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento di rischi e benefici, le attività cedute vengono cancellate qualora il Gruppo non mantenga alcun tipo di controllo sulle stesse. Qualora ricorrano tali circostanze, la differenza tra il valore di carico delle attività cedute ed il corrispettivo ricevuto, incluse le nuove attività acquisite, è oggetto di rilevazione come utili o perdite di conto economico.

Diversamente, non si procede ad alcuna derecognition dal bilancio qualora il Gruppo abbia mantenuto i rischi ed i benefici associati al portafoglio cartolarizzato, ancorché ceduto pro-soluto, per il tramite, ad esempio, della sottoscrizione integrale della tranche dei titoli junior, ossia dei titoli che sopportano il rischio delle prime perdite, o dell'assunzione di esposizioni analoghe. Conseguentemente, nel bilancio separato della banca originator i crediti ceduti devono continuare a rimanere iscritti in bilancio come "Attività cedute e non cancellate", mentre il corrispettivo incassato dalla cessione deve essere rilevato in contropartita di un debito verso la società veicolo, al netto dei titoli sottoscritti dalla banca stessa. Nel bilancio consolidato, il consolidamento della società veicolo e del relativo patrimonio della cartolarizzazione, qualora rispettati i requisiti del controllo previsti dal principio IFRS 10, ha come principale effetto che, nella situazione patrimoniale consolidata, figureranno i titoli emessi dal veicolo e sottoscritti da entità non appartenenti al Gruppo.

Alla regola generale sopra descritta, fa eccezione la cartolarizzazione Tiepolo Finance per la quale, in sede di prima applicazione dei principi contabili internazionali, ci si è avvalsi della facoltà di non iscrivere in bilancio gli attivi sottostanti alle operazioni di cartolarizzazione effettuate prima del 1° gennaio 2004, che risultavano cancellati in base ai precedenti principi contabili. Al 30 giugno 2018, il titolo junior emesso dalla società Tiepolo Finance, classificato nel portafoglio delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value", presenta un valore nullo in quanto interamente svalutato.

Aggregazioni aziendali, avviamento e modifiche interessenze azionarie

Un'aggregazione aziendale consiste nell'unione di imprese o di attività aziendali distinte in un unico soggetto tenuto alla redazione del bilancio.

Un'aggregazione può dar luogo ad un legame partecipativo tra la Capogruppo acquirente e la controllata acquisita. In tale circostanza, l'acquirente applica il principio IFRS 3 nel bilancio consolidato mentre nel bilancio separato rileva l'interessenza acquisita come partecipazione in una controllata applicando il principio contabile IAS 27 "Bilancio separato".

Un'aggregazione può anche prevedere l'acquisto dell'attivo netto di un'altra entità, incluso l'eventuale avviamento, oppure l'acquisto del capitale di un'altra entità (fusioni, conferimenti, acquisizioni di rami d'azienda). Una tale aggregazione non si traduce in un legame partecipativo analogo a quello tra controllante e controllata e quindi in tali casi si applica il principio contabile IFRS 3 anche nel bilancio separato dell'acquirente.

Le aggregazioni aziendali sono contabilizzate usando il metodo dell'acquisto ("purchase method"), che richiede: (i) l'identificazione dell'acquirente; (ii) la determinazione del costo dell'aggregazione; (iii) l'allocazione del prezzo di acquisizione ("Purchase Price Allocation").

Identificazione dell'acquirente

Il principio IFRS 3 richiede che per tutte le aggregazioni aziendali venga individuato un acquirente, identificato nel soggetto che ottiene il controllo su un'altra entità, inteso come il potere di determinare le politiche finanziarie e gestionali di tale entità al fine di ricevere benefici dalle sue attività. In presenza di operazioni di aggregazione che determinano lo scambio di interessenze partecipative, l'individuazione dell'acquirente deve considerare fattori quali: (i) il numero delle nuove azioni ordinarie con diritto di voto emesse rispetto al totale delle azioni ordinarie con diritto di voto che costituiranno il capitale della società esistente dopo l'aggregazione; (ii) il fair value delle entità che partecipano all'aggregazione; (iii) la composizione dei nuovi organi societari; (iv) l'entità che emette le nuove azioni.

Determinazione del costo dell'aggregazione

Il corrispettivo trasferito in un'aggregazione aziendale è pari al fair value, alla data dell'acquisizione, delle attività cedute, delle passività sostenute e degli strumenti di capitale emessi dall'acquirente in cambio dell'ottenimento del controllo dell'acquisito. Il corrispettivo che l'acquirente trasferisce in cambio dell'entità acquisita comprende qualsiasi attività e passività risultante da un accordo sul "corrispettivo potenziale", da rilevare alla data di acquisizione sulla base del fair value. Modifiche al corrispettivo trasferito sono possibili se derivano da informazioni addizionali su fatti e circostanze che esistevano alla data di acquisizione e sono riconoscibili entro il periodo di misurazione dell'aggregazione aziendale (ossia entro dodici mesi dalla data dell'acquisizione, come di seguito verrà precisato). Ogni altra modifica che deriva da eventi o circostanze successive all'acquisizione, come ad esempio quella riconosciuta al venditore legata al raggiungimento di determinate performance reddituali, deve essere rilevata nel conto economico.

I costi correlati all'acquisizione, che includono provvigioni di intermediazione, spese di consulenza, legali, contabili, professionali, costi amministrativi generali, sono registrati nel conto economico al momento del loro sostenimento, ad eccezione dei costi di emissione di titoli azionari e di titoli di debito che sono rilevati sulla base di quanto disposto dai principi IAS 32 e IFRS 9.

Allocazione del prezzo di acquisizione (Purchase Price Allocation)

In base al metodo dell'acquisto, alla data di acquisizione, l'acquirente deve allocare il costo dell'aggregazione (c.d. PPA, "Purchase Price Allocation") alle attività identificabili acquisite, alle passività assunte misurate ai relativi fair value a tale data, rilevando altresì il valore degli interessi di minoranza dell'entità acquisita. Occorre pertanto redigere una situazione patrimoniale della società acquisita, alla data dell'acquisizione, valorizzando al fair value le attività identificabili acquisite (comprese eventuali attività immateriali in precedenza non rilevate dall'entità acquisita) e le passività identificabili assunte (comprese quelle potenziali).

Per ogni aggregazione aziendale, le interessenze di minoranza possono essere rilevate al fair value o in proporzione alla quota detenuta nelle attività nette identificabili della società acquisita.

In aggiunta, se il controllo viene realizzato mediante acquisti successivi (aggregazioni aziendali realizzate in più fasi), l'interessenza azionaria in precedenza detenuta è oggetto di misurazione al fair value alla data dell'acquisizione e la differenza rispetto al precedente valore di carico deve essere rilevata nel conto economico.

  • Alla data di acquisizione l'acquirente deve quindi determinare la differenza tra:
  • la sommatoria di:
    • il costo dell'aggregazione;
    • l'importo di qualsiasi interessenza di minoranza come sopra illustrato;
    • il fair value delle eventuali interessenze azionarie in precedenza detenute dall'acquirente;
  • il fair value delle attività nette identificabili acquisite, comprese le passività potenziali.

L'eventuale differenza positiva deve essere iscritta come avviamento (Goodwill); diversamente, l'eventuale differenza negativa deve essere rilevata nel conto economico dell'entità risultante dall'aggregazione aziendale quale utile derivante dall'acquisto a prezzi favorevoli (avviamento negativo o Badwill), dopo avere effettuato una nuova misurazione volta ad accertare il corretto processo di identificazione di tutte le attività acquisite e delle passività assunte.

L'identificazione del fair value delle attività e delle passività deve essere perfezionata in modo definitivo entro il termine massimo di dodici mesi dalla data di acquisizione (periodo di misurazione).

Una volta ottenuto il controllo ed applicato il metodo dell'acquisizione in precedenza descritto, qualsiasi ulteriore variazione in aumento o diminuzione nell'interessenza partecipativa in una società controllata che continua a mantenersi di controllo è contabilizzata come una transazione tra soci. Pertanto, i valori contabili del patrimonio netto di gruppo e di terzi devono essere rettificati per riflettere le modifiche di interessenze nella controllata. Qualsiasi differenza tra il valore per il quale le interessenze di minoranza vengono rettificate ed il fair value del corrispettivo pagato o ricevuto deve essere rilevata direttamente nel patrimonio netto di gruppo.

In presenza di un evento che determina la perdita del controllo, viene rilevato un effetto di conto economico pari alla differenza tra (i) la somma del fair value del corrispettivo ricevuto e del fair value dell'interessenza residua detenuta e (ii) il precedente valore contabile delle attività (incluso l'avviamento), delle passività della controllata, dell'eventuale patrimonio di terzi. Gli importi in precedenza riconosciuti nel prospetto della redditività complessiva (come ad esempio le riserve da valutazione di attività finanziarie vendita valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva) devono essere contabilizzati analogamente a quanto richiesto nel caso in cui la controllante avesse dismesso direttamente le attività o le relative passività (mediante riclassifica nel conto economico o nel patrimonio netto).

Il fair value di una qualsiasi interessenza detenuta nella ex partecipazione di controllo deve essere considerato pari al fair value al momento della rilevazione iniziale di un'attività finanziaria in base all'IFRS 9, oppure, laddove appropriato, pari al costo al momento della rilevazione iniziale in una società collegata o in un'entità a controllo congiunto.

Non sono considerate aggregazioni aziendali le operazioni realizzate con finalità riorganizzativa, tra due o più imprese o attività aziendali facenti parte del Gruppo. I principi contabili internazionali non regolano infatti le transazioni sotto controllo comune, che sono contabilizzate in continuità di valori dell'entità acquisita nel bilancio dell'acquirente, qualora non presentino una significativa influenza sui flussi di cassa futuri. Ciò in aderenza a quanto previsto dallo IAS 8, paragrafo 10, che richiede, in assenza di un principio specifico, di fare uso del proprio giudizio nell'applicare un principio contabile al fine di fornire un'informativa rilevante, attendibile, prudente e che rifletta la sostanza economica dell'operazione.

Modalità di determinazione delle perdite di valore degli strumenti finanziari IFRS 9 (impairment)

Ad ogni data di bilancio o di situazione infrannuale, i finanziamenti e i titoli di debito classificati nelle voci delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" e delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" - nonché le esposizioni fuori bilancio rappresentate dagli impegni ad erogare fondi e dalle garanzie rilasciate - devono essere assoggettate ad un processo di impairment, finalizzato a stimare le perdite di valore attese per rischio di credito (cosiddette "ECL – Expected Credit Losses").

Aspetti generali del modello di impairment

Secondo il modello di calcolo delle Expected Credit Losses le perdite devono essere registrate non solo facendo riferimento alle oggettive evidenze di perdite di valore già manifestatesi alla data di valutazione, ma anche sulla base dell'aspettativa di perdite di valore future non ancora verificatesi.

In particolare, il modello ECL prevede che i sopracitati strumenti debbano essere classificati in tre distinti "Stage", in funzione della loro qualità creditizia assoluta o relativa rispetto all'erogazione iniziale, a cui corrispondono diversi criteri di misurazione delle perdite attese. Nel dettaglio:

  • Stage 1: accoglie le attività finanziarie performing, originate o acquisite, per le quali non si osserva un significativo deterioramento del rischio di credito ("SICR – Significant Increase in Credit Risk") rispetto alla data di rilevazione iniziale;
  • Stadio 2: accoglie le attività finanziarie performing che alla data di valutazione hanno registrato un significativo deterioramento del rischio di credito rispetto alla prima iscrizione, sebbene non deteriorate;
  • Stadio 3: comprende tutte le esposizioni per le quali si riscontrino uno o più eventi in grado di impattare negativamente sui flussi finanziari (evidenze di impairment), ossia le esposizioni che sono considerate come deteriorate.

Per le esposizioni rientranti nello Stage 1 la perdita attesa viene contabilizzata, alla data di rilevazione iniziale e ad ogni data di reporting successiva, su un orizzonte temporale fino a un anno; per quelle riconducibili allo Stage 2 e 3 le perdite attese vengono rilevate in un orizzonte temporale che considera tutta la vita residua dello strumento (lifetime).

Eccezione a quanto sopra è rappresentata dalle attività finanziarie considerate come deteriorate fin dalla loro acquisizione o origine (cosiddetti "POCI – Purchased or Originates Credit Impaired"), per il cui trattamento si fa rinvio a quanto verrà illustrato nel successivo paragrafo ad esse dedicato.

Per il Gruppo Banco BPM, il perimetro delle esposizioni classificate nello Stage 3 corrisponde a quello delle esposizioni deteriorate, individuate sulla base delle definizioni stabilite dalla normativa di vigilanza (Circolare di Banca d'Italia n. 272 "Matrice dei conti") e richiamate dalla Circolare di Banca d'Italia n. 262 "Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione", in quanto ritenute coerenti con la normativa contabile IAS/IFRS, in termini di evidenze obiettive di impairment. In base alle citate circolari, il perimetro delle esposizioni deteriorate corrisponde all'aggregato "Non Performing Exposure", definito dal Regolamento UE 2015/227 con il quale è stato recepito l'ITS dell'EBA "Implementing Technical Standards (ITS) on Supervisory reporting on Forbearance and Non-Performing exposure" (EBA/ITS/2013/03/rev1 24/7/2014). Nel dettaglio, le richiamate circolari individuano le seguenti categorie di attività deteriorate:

  • Sofferenze: rappresentano il complesso delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca;
  • Inadempienze probabili ("unlikely to pay"): rappresentano le esposizioni per cassa e fuori bilancio, per cui non ricorrono le condizioni per la classificazione del debitore fra le sofferenze e per le quali si ritiene improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione viene effettuata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati. La classificazione tra le inadempienze probabili non è necessariamente legata alla presenza esplicita di anomalie, quali il mancato rimborso, ma è legata alla sussistenza di elementi indicativi di una situazione di rischio di inadempimento del debitore (ad esempio, una crisi del settore industriale in cui opera il debitore);
  • Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: le esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento, presentano una posizione scaduta e/o sconfinante da più di 90 giorni, secondo le soglie di significatività previste dalla citata normativa. Per il Gruppo Banco BPM le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate sono determinate facendo riferimento alla posizione del singolo debitore.

In aggiunta, la normativa di Banca d'Italia, in linea con gli standard dell'EBA, ha introdotto la definizione di "esposizioni oggetto di concessione" (cosiddette "Forborne Exposure"). Trattasi in particolare delle esposizioni beneficiarie di misure di tolleranza, che consistono in concessioni nei confronti di un debitore, in termini di modifica e/o di rifinanziamento di un preesistente credito, esclusivamente in ragione di, o per prevenire, un suo stato di difficoltà finanziaria che potrebbe avere effetti negativi sulla sua capacità di adempiere agli impegni contrattuali originariamente assunti e che non sarebbero state concesse ad un altro debitore con analogo profilo di rischio non in difficoltà finanziaria. Dette concessioni devono essere identificate a livello di singola linea di credito e possono riguardare esposizioni di debitori classificati sia nello status performing che nello status non performing (deteriorato). Per le esposizioni con misure di forbearance classificate tra le inadempienze probabili, il ritorno tra le esposizioni performing può avvenire solo dopo che sia trascorso un anno dal momento della concessione (cosiddetto "probation period") e che siano soddisfatte tutte le altre condizioni previste dal paragrafo 157 dell'ITS dell'EBA.

In ogni caso, le esposizioni rinegoziate non devono essere considerate forborne quando il debitore non si trovi in una situazione di difficoltà finanziaria (rinegoziazioni effettuate per motivi commerciali).

Perdite di valore su strumenti finanziari performing

Per le attività finanziarie performing, ossia per quelle attività non considerate come deteriorate, si rende necessario valutare, a livello di singolo rapporto, la presenza di un significativo deterioramento del rischio creditizio (SICR), tramite confronto tra il rischio di credito associato allo strumento finanziario all'atto della valutazione e quello al momento iniziale dell'erogazione o dell'acquisizione. Tale confronto viene effettuato assumendo a riferimento sia criteri quantitativi che qualitativi. Più in dettaglio, al fine di accertare l'esistenza di un significativo deterioramento della qualità creditizia ed il conseguente passaggio dello strumento finanziario dallo Stage 1 allo Stage 2, il Gruppo Banco BPM ha individuato i seguenti criteri ("Stage Assignment"):

• criteri quantitativi relativi, basati su osservazioni statistiche, ritenute espressione di intervenuto significativo incremento del rischio di credito nel tempo;

  • criteri qualitativi assoluti, rappresentati dall'identificazione di trigger event o dal superamento di soglie assolute nell'ambito del processo di monitoraggio del credito. Vi rientrano tutte le esposizioni interessate da misure di forbearance e che presentano tale attributo ancora attivo, indipendentemente dalla regolarità o meno del probation period in corso;
  • backstop indicators, ovvero fattori di "delinquency" del credito, la cui manifestazione fa presumere che si sia verificato un significativo incremento del rischio di credito, a meno di evidenze contrarie. In via presuntiva, salvo casi eccezionali ascrivibili a particolari tipologie di controparti, quali le Amministrazioni pubbliche, il Gruppo ritiene che la rischiosità creditizia dell'esposizione debba ritenersi significativamente incrementata in presenza di uno scaduto/sconfino per un periodo maggiore di 30 giorni, ferma restando l'applicazione delle soglie di significatività previste dalla normativa di vigilanza.

Con particolare riferimento al criterio quantitativo relativo applicabile alle esposizioni creditizie nei confronti della clientela, il Gruppo Banco BPM ha definito di assumere come riferimento la variazione tra la probabilità di default (PD) alla data di origine dello strumento finanziario e la medesima probabilità misurata alla data di reporting. Lo sviluppo del modello ha comportato l'individuazione di specifiche soglie interne di variazione tra la probabilità di default rilevata all'origine del rapporto contrattuale e la probabilità di default rilevata alla data di valutazione, differenziate per Segmento di rischio, classe di Rating e vita residua; il superamento delle suddette soglie costituisce espressione di un significativo incremento del rischio di credito e comporta il conseguente trasferimento della singola linea di credito dallo Stage 1 allo Stage 2. La determinazione di tali soglie, sviluppata in base alle osservazioni storiche del Gruppo, è stata assoggettata ad un processo di calibrazione volto a garantire l'effettiva capacità di discriminazione del modello di stage assignment.

Per i portafogli rappresentati dai crediti verso banche e dai titoli di debito, il criterio quantitativo relativo è basato sulla variazione della probabilità di default a dodici mesi, anziché su tutta la vita residua dello strumento. Tale approccio semplificato, tenuto conto della tipologia di controparte/emittenti, è giustificato dalla non significatività della differenza di impatto rispetto al modello più complesso utilizzato sul portafoglio dei crediti verso la clientela.

Con riferimento ai soli titoli di debito, ai fini della valutazione del significativo incremento del rischio di credito, il Gruppo applica la "Low Credit Risk Exemption", ossia l'espediente pratico che consiste nell'assumere che il rischio di credito non abbia subito significativi incrementi rispetto alla data di rilevazione iniziale dello strumento qualora il suo rischio di credito sia giudicato "basso". Tale esenzione trova applicazione ai titoli che presentano, alla data di valutazione, un livello di rating pari all'investment grade, in piena conformità a quanto previsto dal principio contabile IFRS 9. In aggiunta, considerata la presenza di più transazioni di acquisto a fronte del medesimo titolo fungibile (ISIN), si è reso necessario individuare una metodologia per identificare le tranche vendute al fine di determinare le quantità residue cui associare la qualità creditizia alla data di rilevazione iniziale da confrontare con quella alla data di valutazione: tale metodologia di movimentazione è basata sul metodo del FIFO (First In – First Out).

Per quanto riguarda il funzionamento del modello, il Gruppo Banco BPM ha deciso di adottare un modello di riclassificazione da Stage 2 a Stage 1 di tipo simmetrico: nei casi in cui le condizioni scatenanti il significativo deterioramento del rischio di credito cessino di sussistere ad una data di valutazione successiva, lo strumento finanziario torna ad essere misurato in base alla perdita attesa misurata su un orizzonte temporale di dodici mesi. Si precisa inoltre, che in caso di rientro tra le esposizioni performing dallo Stage 3, non è previsto alcun passaggio obbligatorio dei rapporti della controparte in Stage 2. La classificazione negli stadi delle esposizioni performing (Stage 1 o Stage 2) dipenderà dall'applicazione automatica del framework di Stage assignment.

Nel caso di esposizioni oggetto di concessione (forbearance) un eventuale ritorno al calcolo della perdita attesa a un anno avviene nel rispetto del cosiddetto "probation period", in linea con le tempistiche previste nel citato ITS dell'EBA recepito nelle disposizioni di vigilanza.

Una volta definita l'allocazione nei diversi stadi di rischio creditizio, le perdite attese (ECL) vengono determinate, attribuendo alla singola operazione o tranche di titolo, i seguenti parametri di rischio:

  • PD (Probabilità di Default): rappresenta la probabilità che un'esposizione performing possa migrare nello status di deteriorato, nell'orizzonte temporale di un anno. Tale fattore viene quantificato attraverso i modelli di rating interno dell'esposizione o sulla base di dati medi di segmento/portafoglio;
  • LGD (Loss Given Default): trattasi della percentuale di perdita in caso default, quantificata sull'esperienza storica dei recuperi attualizzati sulla base delle pratiche deteriorate;
  • (EAD Exposure At Default), ossia l'esposizione al momento del default.

Le rettifiche di valore per perdite attese sono quindi quantificate come prodotto tra i parametri di PD, LGD ed EAD. I modelli utilizzati per la stima di tali parametri fanno leva sugli omologhi parametri utilizzati ai fini regolamentari, apportando specifici adattamenti per tenere conto dei differenti requisiti e finalità della normativa contabile rispetto a quella prudenziale. In linea con il modello di impairment IFRS 9, i principali adeguamenti sono finalizzati a:

  • rimuovere i margini di cautela richiesti ai soli fini prudenziali;
  • tenere conto delle condizioni del ciclo economico corrente (PiT Point-in-Time) in sostituzione di una misurazione dei parametri lungo il ciclo economico (TTC – Through the cycle) richiesta ai fini regolamentari;
  • introdurre informazioni previsionali riguardanti la futura dinamica dei fattori di macroeconomici (forward looking) ritenuti potenzialmente in grado di influenzare la situazione del debitore;
  • estendere i parametri di rischio ad una prospettiva pluriennale, tenendo conto della durata dell'esposizione creditizia da valutare (lifetime).

Nel dettaglio, le PD calcolate lungo la vita dello strumento sono ottenute sulla base delle PD regolamentari, che considerano l'intero ciclo economico TTC, opportunamente calibrate, mediante modelli satellite, per riflettere i tassi di inadempienza in base alle condizioni correnti (PiT) e prospettiche (forward looking).

I valori di LGD sono assunti pari ai tassi di recupero regolamentari calcolati lungo il ciclo economico (TTC), opportunamente adattati al fine di rimuovere alcuni margini di cautela dei modelli regolamentari, rappresentati dai costi indiretti e dalla componente legata al ciclo economico avverso (cosiddetta componente "down turn"), nonché per riflettere i più attuali tassi di recupero (Pit) e le aspettative circa i futuri trend (forward looking). Nel dettaglio, nella stima del citato parametro si tiene conto del condizionamento del ciclo economico sia del valore associato alle garanzie immobiliari tramite l'indice dei prezzi degli immobili – facendo quindi variare il rapporto tra il debito residuo ed il valore della garanzia – sia della componente rappresentata dalla probabilità di sofferenza attraverso un apposito scaling factor ottenuto simulando i cicli di default con le matrici di migrazione tra status.

Per la determinazione delle EAD lifetime, l'esposizione ad ogni data futura di pagamento è rappresentata dal debito residuo, sulla base del piano di ammortamento, maggiorato delle eventuale rate impagate/scadute. Per le esposizioni fuori bilancio (impegni ad erogare fondi e garanzie rilasciate) l'EAD è pari al valore nominale ponderato per un apposito fattore di conversione creditizia (CCF – Credit Conversion Factor).

Le previsioni degli indicatori macroeconomici (forward looking) sono quantificati sulla base di cinque possibili scenari futuri ai quali sono assegnate le rispettive probabilità di accadimento, determinate internamente dal Gruppo. In maggior dettaglio, accanto allo scenario "baseline" ritenuto maggiormente probabile, ossia allo scenario macroeconomico previsionale sulla base del quale il Gruppo sviluppa le proprie proiezioni relative a dati economico/patrimoniali e di rischio lungo un orizzonte temporale di breve e di medio termine, sono stati elaborati scenari alternativi migliorativi (positivo e molto positivo) e peggiorativi (severo e molto severo).

Da ultimo, per la stima delle perdite attese lungo la vita dello strumento, l'arco temporale di riferimento è rappresentato dalla data di scadenza contrattuale; per gli strumenti senza scadenza, la stima delle perdite attese fa riferimento ad un orizzonte temporale di un anno rispetto alla data di reporting.

Perdite di valore su strumenti finanziari deteriorati

Come in precedenza illustrato, per le attività finanziarie deteriorate, alle quali è associata una probabilità di default del 100%, l'ammontare delle rettifiche di valore per le perdite attese relative a ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio (situazione infrannuale) dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato), ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato utilizzando il tasso di interesse effettivo originario (o una sua proxi ove non disponibile). I flussi finanziari sono stimati sulla base delle previsioni di recupero attesi lungo l'intera durata dell'attività (lifetime), tenendo conto del presumibile valore di realizzo netto delle eventuali garanzie.

Al fine della stima dei flussi di cassa futuri e dei relativi tempi di incasso, i crediti in esame di ammontare unitario significativo sono oggetto di un processo di valutazione analitica. Per alcune categorie omogenee di crediti deteriorati di ammontare unitario non significativo, i processi valutativi contemplano che le previsioni di perdita siano basate su metodologie di calcolo di tipo forfettario/statistico, da ricondurre in modo analitico ad ogni singola posizione. Il perimetro delle esposizioni assoggettate ad un processo di valutazione forfettaria/statistica, sulla base di griglie di LGD gestionale, differenziate in funzione del segmento e della permanenza nello stato di rischio ("vintage") è rappresentato:

• dalle sofferenze e inadempienze probabili con esposizioni inferiore o uguale ad una soglia di rilevanza stabilita pari a 300 mila euro;

• dal complesso delle esposizioni "past due" deteriorate a prescindere dalla soglia di rilevanza dell'esposizione. Trattasi in particolare dei crediti che presentano sconfinamenti continuativi o ritardati pagamenti, individuati in via automatica a cura delle procedure informatiche del Gruppo, secondo le citate regole dell'Organo di Vigilanza.

In funzione dello status di deterioramento e della tipologia di esposizione, la determinazione del valore di recupero viene effettuata prendendo come riferimento un approccio "going concern" piuttosto che "gone concern".

L'approccio going concern trova applicazione qualora si ritenga che l'attività operativa del debitore possa continuare a generare, in un futuro prevedibile, flussi di cassa da utilizzare per il pagamento dei debiti finanziari verso tutti i creditori, sulla base dei piani di rimborso previsti. L'approccio in esame prevede, quale fonte di rimborso, la redditività disponibile proveniente dall'attività operativa del cliente o da altre fonti finanziarie, nonché il corrispettivo stimato derivante dall'escussione delle eventuali garanzie reali o personali (per la quota parte non coperta dalla redditività disponibile). La valutazione della redditività disponibile è condotta in modo prudenziale mediante analisi differenti in funzione della tipologia di clientela e dei dati acquisiti dalla stessa.

L'approccio gone concern viene utilizzato qualora si riscontri o si profili la cessazione dell'attività operativa del cliente e prevede quale principale fonte di rimborso, il corrispettivo derivante dell'escussione delle garanzie reali (pegno o ipoteca), come avviene per tutte le esposizioni classificate nello status di sofferenza. In aggiunta, devono essere valutati i possibili flussi di rimborso rivenienti da beni aggredibili di proprietà del soggetto debitore o degli eventuali garanti fideiussori.

Con riferimento alle esposizioni a sofferenza, la quantificazione delle perdite attese include elementi forward looking correlati a specifici scenari di vendita, laddove la NPL Strategy del Gruppo preveda che il recupero delle citate esposizioni possa avvenire anche attraverso la loro cessione sul mercato.

Conseguentemente, la stima delle perdite attese delle esposizioni in sofferenza risulta variabile in funzione, oltre che della previsione dei flussi recuperabili mediante l'attività di gestione interna (work out), anche della previsione dei flussi recuperabili tramite l'eventuale cessione sul mercato delle medesime (cosiddetto approccio "multi scenario").

Come espressamente previsto dall'ITG( 1) dello IASB, nella determinazione delle perdite attese è infatti possibile considerare i flussi recuperabili per il tramite della vendita, nella misura in cui sia possibile elaborare aspettative ed assunzioni desunte in base ad informazioni ragionevoli e dimostrabili (si veda al riguardo il documento: "Meeting Summary – 11 December 2015 - Inclusion of cash flows expected from the sale on default of a loan in the measurement of expected credit losses").

Alla luce di quanto in precedenza illustrato, è stato elaborato un nuovo modello valutativo in base al quale a ciascuna esposizione risultano associate due diverse stime dei flussi di cassa che il Gruppo si aspetta di ricevere:

  • la prima determinata assumendo a riferimento lo scenario di recupero dal debitore sulla base dell'attività interna, secondo le linee guida di valutazione ordinaria seguite dal Gruppo in precedenza illustrate (cosiddetto scenario workout);
  • la seconda calcolata assumendo a riferimento lo scenario di recupero tramite cessione del credito (cosiddetto scenario di vendita).

Tenuto conto che le esposizioni oggetto di probabile cessione possono non essere singolarmente identificabili alla data di reporting, il modello prevede che a ciascun credito sia associata una probabilità di cessione.

La perdita attesa delle esposizioni in esame è quindi pari alla media ponderata per le probabilità assegnate ai due scenari delle stime dei flussi di cassa recuperabili nei due scenari (workout e vendita).

L'assegnazione delle probabilità ai vari scenari avviene assumendo a riferimento la segmentazione del portafoglio complessivo dei crediti in sofferenza del Gruppo in funzione delle principali caratteristiche che influenzano il valore attribuito dal mercato ai crediti della specie (esempio: vintage, ammontare delle esposizioni, tipologia di prodotto, presenza di garanzia e relativa tipologia, segmento clientela).

L'assegnazione delle probabilità ai vari cluster è guidata dall'ammontare delle cessioni target approvato dal Consiglio di Amministrazione in sede di definizione ed aggiornamento della NPL Strategy. In altre parole le probabilità sono assegnate ai vari cluster in modo tale che la sommatoria dei valori nominali complessivi di ciascun cluster moltiplicato per la relativa probabilità di cessione (di seguito anche "valore atteso di cessione") sia pari al suddetto ammontare di cessioni target approvato dal Consiglio di Amministrazione. Le probabilità assegnate ai vari cluster sono pertanto variabili nel tempo e possono andare da un minimo pari al 2%, assegnato al cluster che si ritiene meno conveniente e quindi meno probabile vendere, fino ad un massimo dell'85%, assegnato al cluster in cui sono inseriti i crediti che si ritiene più probabile possano essere ceduti. Anche la composizione dei cluster è

1) Trattasi dell'IFRS Transition Resource Group for impairment of financial instruments, ossia gruppo di lavoro istituito con l'obiettivo di supportare l'implementazione di alcune tematiche relativa al nuovo modello di impairment IFRS 9.

variabile nel tempo in funzione dell'andamento dell'appetito del mercato per le varie tipologie di esposizioni (es. secured vs unsecured) e delle conseguenti valutazioni di convenienza effettuate dai competenti organi della banca. Per la determinazione dei flussi di recupero tramite la vendita, la metodologia valutativa utilizzata è fondata su un processo di attualizzazione dei flussi di cassa recuperabili ("discounted cash flows"), che tiene in considerazione i

principali parametri che vengono normalmente considerati dai potenziali acquirenti in sede di definizione del prezzo di acquisto opportunamente calibrati al fine di tenere conto delle transazioni comparabili osservate sul mercato.

Attività finanziarie deteriorate acquisite o originate

Qualora all'atto della rilevazione iniziale un'esposizione creditizia classificata nelle voci delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva" o delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" risulti essere deteriorata, la stessa rientra nella categoria delle "Attività finanziarie deteriorate acquisite o originate" (cosiddette "POCI – Purchase or Originated Credit Impaired").

Un'attività si considera deteriorata al momento della rilevazione iniziale qualora il rischio di credito sia molto elevato e, in caso di acquisto, sia acquistata con significativi sconti rispetto al debito residuo contrattuale.

Con riferimento ai criteri di rilevazione iniziale, valutazione e cancellazione si rimanda a quanto illustrato in corrispondenza delle voci di attività in cui possono essere classificate, salvo quanto di seguito specificato, con riferimento alla modalità di determinazione del costo ammortizzato e dell'impairment.

Nel dettaglio il costo ammortizzato e conseguentemente gli interessi attivi sono calcolati considerando un tasso di interesse effettivo corretto per il credito (cosiddetto "credit-adjusted effective interest rate"). Rispetto alla determinazione del tasso di interesse effettivo, la citata correzione per il credito, consiste nel considerare nella stima dei flussi di cassa futuri anche le perdite creditizie attese lungo l'intera durata residua dell'attività.

In aggiunta, le attività in esame prevedono un trattamento particolare anche per quanto riguarda il processo dell'impairment, in quanto le stesse sono sempre soggette alla determinazione di una perdita attesa lungo la vita dello strumento finanziario; successivamente all'iniziale iscrizione deve quindi essere rilevato a conto economico l'utile o la perdita derivanti dall'eventuale variazione delle perdite attese lungo tutta la vita del credito rispetto a quelle iniziali. Per tali attività non è quindi possibile che il calcolo delle perdite attese possa avvenire prendendo come riferimento un orizzonte temporale pari a un anno.

Nel bilancio consolidato del Gruppo, nella fattispecie in esame rientrano le esposizioni deteriorate acquisite nell'ambito dell'operazione di aggregazione aziendale con l'ex Gruppo BPM.

Rinegoziazioni

In presenza di una rinegoziazione di un'attività finanziaria, ossia quando le condizioni contrattuali originarie sono modificate per volontà delle parti, occorre verificare se l'attività finanziaria debba continuare ad essere rilevata in bilancio o se, in caso contrario, si debba procedere a cancellare l'originaria attività finanziaria rilevando un nuovo strumento finanziario.

A tal fine occorre valutare se le modifiche dei termini contrattuali della rinegoziazione siano sostanziali o meno.

In presenza di modifiche sostanziali, l'entità deve eliminare contabilmente lo strumento finanziario oggetto di modifica e procedere all'iscrizione di una nuova attività finanziaria sulla base delle nuove previsioni contrattuali, sia nel caso che la rinegoziazione venga formalizzata attraverso la sottoscrizione di un nuovo contratto sia mediante una modifica di un contratto esistente. In particolare, sono considerate sostanziali le rinegoziazioni che introducono specifici elementi oggettivi che incidono sulle caratteristiche e/o sui flussi finanziari dello strumento finanziario (quali a titolo di esempio, il cambiamento della valuta di denominazione, l'introduzione di indicizzazioni a parametri azionari o di merci) in considerazione del significativo impatto atteso sui flussi finanziari originari o che sono effettuate nei confronti di clientela che non presenta difficoltà finanziarie, con l'obiettivo di adeguare l'onerosità del contratto alle correnti condizioni di mercato. In quest'ultimo caso, si deve precisare che qualora la banca non concedesse una rinegoziazione delle condizioni contrattuali, il cliente avrebbe la possibilità di finanziarsi presso altro intermediario con conseguente perdita per la banca dei flussi di ricavo previsti dal contratto rinegoziato; in altri termini, a fronte di una rinegoziazione di natura commerciale, si ritiene che per la banca non vi sia alcuna perdita da rilevare a conto economico conseguente al riallineamento alle migliori correnti condizioni di mercato per la propria clientela.

In caso contrario, in presenza di rinegoziazioni considerate non sostanziali si procede alla rideterminazione del valore lordo attraverso il calcolo del valore attuale dei flussi finanziari conseguenti alla rinegoziazione, sulla base del tasso originario dell'esposizione esistente prima della rinegoziazione. La differenza tra tale valore lordo ed il valore contabile lordo antecedente la modifica è rilevata nel conto economico come utile o perdita da modifiche contrattuali senza cancellazioni (cosiddetto "modification accounting"). Nella fattispecie di rinegoziazioni non sostanziali rientrano le modifiche concesse a controparti che presentano difficoltà finanziarie (concessioni di misure di forbearance) riconducibili al tentativo della banca di massimizzare il recupero dell'esposizione originaria, i cui rischi e benefici continuano tuttavia ad essere trattenuti dalla banca. Fanno eccezione le modifiche che introducono nel contratto elementi oggettivi sostanziali in grado di per sé di comportare la cancellazione dell'attività finanziaria, come in precedenza illustrato.

Passività finanziarie designate al fair value

Ai fini della raccolta, il Gruppo emette diverse tipologie di prestiti obbligazionari, sia a tasso fisso sia di tipo strutturato (con indicizzazione a componenti azionarie, a tassi di cambio, a strutture di tasso di interesse, tasso di inflazione o indici assimilabili). I rischi conseguenti a tali emissioni sono oggetto di copertura da parte del Gruppo, nell'ambito della complessiva gestione dei rischi di mercato, anche mediante la stipula di contratti derivati.

Da un punto di vista contabile, alcuni di questi contratti sono designati come copertura secondo le regole dell'Hedge Accounting, ed in particolare del "fair value hedge", come descritto nel precedente paragrafo "4. Operazioni di copertura".

Per altri contratti invece, per i quali la relazione di copertura non è qualificata secondo le regole contabili dell'Hedge Accounting, si verrebbe a creare un'asimmetria contabile, tra la passività finanziaria e l'operazione a copertura, derivante dal diverso criterio di misurazione dell'emissione obbligazionaria - valutata al costo ammortizzato - e del derivato di copertura gestionale - valutato al fair value. Tale asimmetria viene superata dal Gruppo designando al fair value i prestiti obbligazionari oggetto di copertura gestionale (cosiddetta "Fair value Option"). L'adozione della Fair value Option, in alternativa all'Hedge Accounting, oltre ad essere motivata dall'esigenza di semplificare il processo amministrativo contabile delle coperture, con particolare riferimento alle emissioni strutturate, è strettamente correlata alle modalità effettive con cui il Gruppo realizza le proprie politiche di copertura, gestendo l'esposizione con il mercato in termini complessivi e non mediante una relazione univoca con il prestito emesso.

A differenza dell'Hedge Accounting, le cui regole di contabilizzazione prevedono che sullo strumento coperto si rilevino le sole variazioni di fair value attribuibili al rischio coperto, la Fair value Option comporta la rilevazione di tutte le variazioni di fair value, indipendentemente dal fattore di rischio oggetto di copertura.

Per le emissioni in esame, la misurazione al fair value viene effettuata, in primis, facendo ricorso a prezzi osservabili sui mercati considerati attivi, quali mercati regolamentati, circuiti elettronici di negoziazione (es. Bloomberg) o sistemi di scambio organizzati o assimilabili.

In assenza di prezzi osservabili su mercati attivi, la valutazione viene effettuata sulla base dei prezzi di transazioni recenti avvenute sullo stesso strumento in mercati non attivi piuttosto che ricorrendo a tecniche di valutazione, basate su un modello di attualizzazione dei flussi di cassa, le quali devono considerare tutti i fattori considerati rilevanti dai partecipanti del mercato nella determinazione di un'ipotetica transazione di scambio. In particolare, per la determinazione del merito creditizio si ricorre agli spread impliciti nelle emissioni comparabili dello stesso emittente contribuite su mercati attivi piuttosto che alla curva dei Credit Default Swap a nome Banco BPM a parità di grado di subordinazione con il titolo oggetto di valutazione. La quantificazione degli effetti conseguenti alla variazione del proprio merito creditizio, intervenuta tra la data di emissione e la data di valutazione, è determinata per differenza tra il fair value ottenuto considerando tutti i fattori di rischio a cui il prestito è soggetto, compreso il rischio creditizio, ed il fair value ottenuto considerando gli stessi fattori, ad esclusione della variazione del rischio creditizio intervenuta nel periodo.

Per ulteriori specifiche sulla modalità di determinazione del fair value, si fa rinvio a quanto illustrato in dettaglio nel paragrafo dedicato, riportato nella "Parte A.4 – Informativa sul fair value".

Con riferimento ai criteri di rilevazione delle componenti patrimoniali ed economiche si fa presente che:

  • i derivati gestionalmente collegati alle passività valutate al fair value sono classificati tra le "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione" o le "Passività finanziarie di negoziazione";
  • i differenziali ed i margini maturati sui derivati fino alla data di valutazione sono esposti, in funzione del saldo, tra gli "interessi attivi" o tra gli "interessi passivi", coerentemente con le competenze registrate sui prestiti obbligazionari oggetto di copertura gestionale;

  • gli utili e le perdite da realizzo e da valutazione dei prestiti in Fair value Option sono rilevati nella voce di conto economico "110. Risultato netto delle altre attività e delle passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico", ad eccezione degli effetti valutativi e realizzativi correlati alla variazione del proprio merito creditizio che sono contabilizzati in contropartita di una specifica riserva patrimoniale (voce "120. Riserve da valutazione"), a meno che quest'ultimo trattamento sia tale da creare o amplificare un'asimmetria nel risultato economico, come descritto in maggior dettaglio in corrispondenza della voce paragrafo "13. Passività finanziarie designate al fair value";

  • i risultati della valutazione dei derivati connessi con i prestiti in Fair value Option, sono iscritti nella voce di conto economico "80. Risultato netto dell'attività di negoziazione".

A.3 – Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie

Nel corso del semestre non sono intervenuti trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie.

A.4 – Informativa sul fair value

Il fair value è definito come il prezzo che verrebbe percepito per la vendita di un'attività o pagato per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato, alle condizioni correnti alla data di valutazione nel mercato principale o nel mercato più vantaggioso (prezzo di uscita). Sottostante alla misurazione del fair value vi è la presunzione che l'entità si trovi in una situazione di continuità aziendale (going concern), ossia che si trovi in una situazione pienamente operativa e che non intenda quindi liquidare o ridurre sensibilmente la propria operatività o intraprendere operazioni a condizioni sfavorevoli. Il fair value non è quindi l'importo che l'entità riceverebbe o pagherebbe in caso di operazioni forzose o vendite sottocosto.

Il fair value è un criterio di valutazione di mercato e non specificamente riferito alle stime circa i possibili cash flow futuri elaborati dalla singola impresa; il fair value deve infatti essere determinato adottando le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nella determinazione del prezzo dell'attività e della passività, presumendo che essi agiscano nel migliore dei modi al fine di soddisfare il proprio interesse economico.

Ai fini della misurazione al fair value delle attività e passività, finanziarie e non, il principio IFRS 13 definisce una triplice gerarchia di fair value, basata sulla fonte e sulla qualità degli input utilizzati:

  • Livello 1: gli input sono rappresentati dai prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività e passività identiche;
  • Livello 2: gli input sono rappresentati:
  • dai prezzi quotati in mercati attivi per attività e passività similari;
  • dai prezzi quotati in mercati non attivi per attività o passività identiche o similari;
  • da parametri osservabili sul mercato o corroborati da dati di mercato (ad esempio, tassi di interesse, spread creditizi, volatilità implicite, tassi di cambio) ed utilizzati nella tecnica di valutazione;
  • Livello 3: gli input utilizzati non sono osservabili sul mercato.

Per gli strumenti finanziari, oggetto di misurazione in bilancio al fair value, il Gruppo si è dotato di una "Fair Value Policy" che attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati su mercati attivi (livello 1) e priorità più bassa all'utilizzo di input non osservabili (livello 3), in quanto maggiormente discrezionali, in linea con la gerarchia di fair value sopra rappresentata. Nel dettaglio tale policy definisce:

  • le regole di individuazione dei dati di mercato, la selezione/gerarchia delle fonti informative e le configurazioni di prezzo necessarie per valorizzare gli strumenti finanziari contribuiti su mercati attivi e classificati in corrispondenza del livello 1 della gerarchia di fair value ("Mark to Market Policy");
  • le tecniche di valutazione ed i relativi parametri di input in tutti i casi in cui non sia possibile adottare la Mark to Market Policy ("Mark to Model Policy").

Mark to Market

Nel determinare il fair value, il Gruppo utilizza, ogni volta che sono disponibili, informazioni basate su dati di mercato ottenuti da fonti indipendenti, in quanto considerate la migliore evidenza del fair value. In tal caso, il fair value è il prezzo di mercato dello stesso strumento oggetto di valutazione, ossia senza modifiche o ricomposizioni dello stesso strumento, desumibile dalle quotazioni espresse da un mercato attivo (e classificato nel livello 1 della gerarchia di fair value). Un mercato si considera attivo quando i prezzi di quotazione esprimono effettivi e regolari operazioni di mercato e risultano prontamente e regolarmente disponibili tramite borse, mediatori, intermediari, società del settore, servizi di quotazione o enti autorizzati.

Mark to Model

Qualora non sia applicabile la "Mark to Market Policy", per l'assenza di prezzi direttamente osservabili su mercati considerati attivi, è necessario fare ricorso a tecniche di valutazione che massimizzino il ricorso alle informazioni disponibili sul mercato, in base ai seguenti approcci valutativi:

    1. Comparable approach: in tal caso il fair value dello strumento è desunto dai prezzi osservati su transazioni recenti avvenute su strumenti similari in mercati attivi, opportunamente aggiustati per tenere conto delle differenze negli strumenti e nelle condizioni di mercato, piuttosto che dai prezzi di recenti transazioni sullo stesso strumento oggetto di valutazione non quotato su mercati attivi;
    1. Model Valuation: in mancanza di prezzi di transazioni osservabili per lo strumento oggetto di valutazione o per strumenti simili, è necessario adottare un modello di valutazione; tale modello deve essere di provata affidabilità nella stima di ipotetici prezzi "operativi" e pertanto deve trovare ampio riscontro negli operatori di mercato.

La classificazione nel livello 2 piuttosto che nel livello 3 è determinata in base all'osservabilità sui mercati degli input significativi utilizzati ai fini della determinazione del fair value. Uno strumento finanziario deve essere classificato nella sua interezza in un unico livello; pertanto, qualora nella tecnica di valutazione siano impiegati input appartenenti a diversi livelli, l'intera valutazione deve essere classificata in corrispondenza del livello della gerarchia in cui è classificato l'input di più basso livello, qualora sia ritenuto significativo per la determinazione del fair value nel suo complesso.

Sono normalmente considerati di livello 2 le seguenti tipologie di investimento:

  • strumenti finanziari derivati OTC il cui fair value è ottenuto mediante l'utilizzo di modelli di pricing che possono fare uso sia di input osservabili sia di input non osservabili; questi ultimi parametri sono tuttavia giudicati non significativi nella determinazione dell'intero fair value;
  • titoli di capitale non quotati su mercati attivi, valutati mediante la tecnica dei multipli di mercato, facendo riferimento ad un selezionato campione di società comparabili rispetto all'oggetto della valutazione piuttosto che valutati sulla base di effettive transazioni avvenute in un arco temporale ragionevolmente prossimo alla data di riferimento;
  • titoli di debito di terzi o di propria emissione, non quotati su mercati attivi, per i quali gli input, compresi gli spread creditizi, sono reperiti da fonti di mercato;
  • fondi hedge caratterizzati da significativi livelli di trasparenza e liquidità, valorizzati sulla base dei NAV forniti dalla società di gestione/fund administrator.

Sono di regola considerati di livello 3 i seguenti strumenti finanziari:

  • fondi hedge caratterizzati da significativi livelli di illiquidità e per i quali si ritiene che il processo di valorizzazione del patrimonio del fondo richieda, in misura significativa, una serie di assunzione e stime. La misurazione al fair value viene effettuata sulla base del NAV. Tale NAV potrà essere opportunamente corretto per tenere conto della scarsa liquidabilità dell'investimento, ossia dell'intervallo di tempo intercorrente tra la data di richiesta di rimborso e quella di rimborso effettivo, nonché per tenere conto di eventuali commissioni di uscita dall'investimento;
  • fondi immobiliari valutati sulla base degli ultimi NAV disponibili;
  • fondi di private equity valutati sulla base dell'ultimo NAV disponibile, eventualmente rettificato per tenere conto degli eventi non recepiti nella valorizzazione della quota o per riflettere una diversa valorizzazione degli asset sottostanti il fondo stesso;
  • titoli azionari illiquidi per i quali non sono osservabili transazioni recenti o comparabili, di norma valutati sulla base del modello patrimoniale;
  • titoli di debito caratterizzati da strutture finanziarie complesse per i quali vengono di regola utilizzate fonti pubblicamente non disponibili. Trattasi di quotazioni non vincolanti e altresì non corroborate da evidenze di mercato;
  • titoli di debito emessi da soggetti in difficoltà finanziaria per i quali il management deve utilizzare il proprio giudizio nella definizione del "recovery rate", non esistendo prezzi significativi osservabili sul mercato;

  • strumenti finanziari derivati OTC per i quali i parametri di input non osservabili utilizzati dal modello di pricing sono ritenuti significativi ai fini della misurazione del fair value;

  • finanziamenti a medio-lungo termine (performing e non performing) valutati sulla base dei flussi di cassa attesi determinati con modelli variamente configurati in funzione dello status della controparte ed attualizzati in base ad un tasso di interesse ritenuto rappresentativo nell'ottica del potenziale acquirente.

A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati

Attività e passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente

Le attività e le passività valutate al fair value su base ricorrente sono rappresentate, per il Gruppo Banco BPM, dalle attività e passività finanziarie. Per tali strumenti, in assenza di prezzi direttamente osservabili su mercati attivi, risulta necessario determinare un fair value sulla base dell'approccio valutativo del "Comparable Approach" o del "Model Valuation", come descritto nel precedente paragrafo. Di seguito si fornisce illustrazione sulle principali tecniche di valutazione adottate per ogni tipologia di strumento finanziario.

Titoli di debito

Vengono valutati in base alla metodologia dell'attualizzazione dei previsti flussi di cassa (Discounted Cash Flow), opportunamente corretti per tenere conto del rischio emittente. Le fonti informative da cui attingere lo spread ritenuto espressivo del rischio emittente, in ordine gerarchico, sono le seguenti: i) curva di "credit spread cash" ricavata dai prezzi dei titoli dello stesso emittente, caratterizzati dalla medesima seniority e divisa, quotati su mercati considerati attivi; (ii) curva "Credit Default Swap" dell'emittente a parità di seniority; (iii) curva di credit spread di titoli di debito quotati su mercati attivi relativa ad emittente "comparable"; (iv) curve credit spread cash di rating/settore; (v) curva di credit default swap settoriali.

Finanziamenti che non superano l'SPPI test

Di seguito si illustrano le tecniche utilizzate per i finanziamenti che sono valutati obbligatoriamente al fair value in quanto i flussi contrattuali non prevedono esclusivamente il rimborso del capitale e il pagamento dell'interesse sul capitale da restituire (ossia che non superano il cosiddetto "SPPI test"), sia in virtù di clausole originariamente previste nel contratto sia a seguito di successive modifiche.

In maggior dettaglio:

  • per quei finanziamenti che non superano il test SPPI per la presenza di clausole contrattuali originariamente previste nel contratto, il fair value è determinato sulla base dei flussi di cassa, opportunamente rettificati per le perdite attese, in funzione dei parametri PD e LGD. Detti flussi sono poi attualizzati sulla base di un tasso di interesse di mercato, rettificato per tenere conto di un premio ritenuto espressivo dei rischi e delle incertezze. In presenza di componenti opzionali implicite, che prevedono ad esempio la possibilità di variare il tasso di interesse, il fair value tiene altresì conto della valutazione di dette componenti;
  • per quei finanziamenti che non superano il test SPPI a seguito di modifiche contrattuali riconducibili ad accordi di ristrutturazione (trattasi nella specie di esposizioni forborne non performing) la misurazione del fair value prende come riferimento iniziale le previsioni dei flussi di cassa espresse dal gestore, in linea con la metodologia utilizzata per la determinazione dell'impairment dei finanziamenti al costo ammortizzato. Detti flussi sono oggetto di rettifica per tenere conto della probabilità o meno di successo della misura di forberance accordata alla controparte e delle spese di legali e di gestione considerate upfront nell'ottica del potenziale acquirente. I flussi di recupero così stimati sono attualizzati sulla base di tassi di interesse, desunti facendo affidamento a quelli osservati sul mercato nell'ambito di transazioni aventi ad oggetto crediti deteriorati, considerati per quanto possibile omogenei rispetto alle attività da valutare.

Titoli di capitale non quotati

Sono valutati con riferimento a transazioni dirette sullo stesso titolo o su titoli similari osservate in un congruo arco temporale rispetto alla data di valutazione, al metodo dei multipli di mercato di società comparabili e in via subordinata a metodi di valutazione finanziari, reddituali e patrimoniali.

Investimenti in OICR, diversi da quelli aperti armonizzati

Sono valutati sulla base dei NAV messi a disposizione dal fund administrator o dalla società di gestione. In tali investimenti rientrano tipicamente i fondi di private equity, i fondi immobiliari ed i fondi hedge.

Derivati Over The Counter (OTC)

Sono valutati sulla base di una molteplicità di modelli, in funzione della tipologia di strumento e dei fattori di input (rischio tasso, volatilità, rischio cambio, rischio prezzo, ecc.) che ne influenzano la relativa valutazione. Il riferimento al tasso risk free, ai fini dell'attualizzazione dei flussi di cassa futuri, è identificato nella curva OIS ("Overnight Indexed Swap").

Nel dettaglio, per gli strumenti non opzionali (come ad esempio, interest rate swap, forward rate agreement, overnight interest swap, domestic currency swap) le tecniche valutative adottate appartengono alla categoria dei "discount cash flow models", basata sull'attualizzazione dei flussi di cassa certi o tendenziali.

Per gli strumenti di natura opzionale, vengono utilizzati modelli comunemente riconosciuti nelle prassi di mercato, quali, a titolo di esempio, Black&Scholes, Black-like, Hull&White. In particolare:

  • per le opzioni "plain vanilla", le metodologie più utilizzate ricadono nel framework "forward risk-neutral" e si basano su formule analitiche black-like, in cui la volatilità dipende dalla scadenza e dallo strike (volatility skew);
  • per le opzioni più complesse (esempio, opzioni esotiche, opzioni con barriera, opzioni autocallable) le metodologie più utilizzate, sempre nell'ambito risk-neutral, si basano sulle simulazioni Monte Carlo, secondo le quali il pay-off dell'opzione è valutato mediante simulazioni per un numero sufficientemente elevato di ripetizioni relative all'evoluzione nel tempo dei fattori di rischio sottostanti all'opzione. Tali modelli stimano la probabilità che uno specifico evento si verifichi incorporando assunzioni come la volatilità delle stime o il prezzo dello strumento sottostante. Il prezzo del derivato è quindi ottenuto come media aritmetica scontata dei valori ottenuti per ogni scenario.

Nel caso di strumenti che contengano componenti derivative di natura differente, opzionali e non opzionali, la valutazione viene effettuata applicando a ciascuna componente dello strumento l'appropriata metodologia di valutazione.

In aggiunta, al fine della misurazione del fair value sono considerati alcuni "fair value adjustment", con l'obiettivo di riflettere al meglio il prezzo di realizzo di una transazione di mercato effettivamente possibile. Trattasi, in particolare, del rischio modello, del rischio di liquidità e del rischio di controparte di seguito esposti.

Rischio modello: tale rettifica è operata al fine di fronteggiare il rischio che i modelli di pricing, pur se validati, possano generare valori di fair value non direttamente osservabili o non immediatamente comparabili con i prezzi di mercato. E' il caso, in genere, di prodotti strutturati che presentano una notevole complessità nella valutazione e per i quali la tecnica di scomposizione in componenti elementari "sommabili" (strumento ospite e derivato incorporato) può generare qualche imprecisione nelle valutazione, oppure nel caso di algoritmi di pricing o tipologie di pay-off particolarmente "esotiche" che non presentano un adeguato grado di diffusione sul mercato o in presenza di modelli particolarmente sensibili a variabili difficilmente osservabili sul mercato.

Rischio liquidità: tale rettifica viene effettuata al fine di tenere conto dell'ampiezza del cosiddetto "bid/ask spread", ossia del costo effettivo di smobilizzo della posizione in derivati OTC in mercati scarsamente efficienti. L'effetto di correzione del rischio di liquidità è tanto maggiore quanto più il prodotto è strutturato, per i connessi costi di copertura/smobilizzo, e quanto più il modello di valutazione non sia sufficientemente affermato e diffuso tra gli operatori, poiché ciò rende le valutazioni maggiormente aleatorie.

Rischio di controparte: le rettifiche del valore di mercato sugli strumenti derivati OTC, classificati "in bonis" sono operate al fine di riflettere:

  • il rischio di possibile default della controparte; in tal caso l'"aggiustamento" è denominato Credit Valuation Adjustment (CVA);
  • il rischio di mancato adempimento delle proprie obbligazioni contrattuali nei confronti di una controparte ("own credit risk"), allo scopo di determinare il Debit Valuation Adjustment (DVA).

La considerazione del proprio rischio di credito, nella valutazione al fair value di una passività finanziaria, è coerente con la valutazione operata nella prospettiva dell'entità che detiene lo stesso strumento come un'attività finanziaria ed è espressamente previsto dal principio IFRS 13 ("non-performance risk").

I correttivi CVA/DVA sono determinati per ogni singola entità giuridica appartenente al Gruppo, in funzione dell'esposizione futura attesa degli strumenti derivati, delle probabilità di default delle parti (PD) e delle relative perdite attese (LGD). In particolare, il calcolo dell'esposizione attesa è variamente configurato per considerare gli effetti derivanti dall'esistenza di "netting e collateral agreement", in grado di mitigare il rischio di controparte. In particolare, i contratti di "Credit Support Annex" (CSA) negoziati con le controparti per l'operatività in derivati disciplinano le modalità di regolamento di garanzie reali finanziarie, in funzione dell'andamento del mark to market.

Nella stima delle PD, si è massimizzato il ricorso ai parametri osservabili sul mercato facendo, ad esempio, riferimento alle quotazioni dei Credit Default Swap, laddove disponibili, rispetto a parametri interni.

Nella seguente tabella si riporta un riepilogo delle principali tipologie di derivati in essere presso il Gruppo con evidenza dei relativi modelli di valutazione e dei principali input.

Categoria di
derivati
Prodotto Modelli di valutazione Principali input del modello
Swap Discounted cash flow e Iibor Convexity
adjustment
Cap - Floor Bachelier - analitico
Swaption europee Bachelier - analitico
Swaption bermudiane Mistura di Hull-White a un fattore –
albero trinomiale
CMS spread option Bachelier - analitico Curve dei tassi d'interesse, volatilità
Derivati finanziari
su tassi di interesse
CMS cap/floor/swap Bachelier e Cms Convexity adjustment
(Hagan)
tassi di interesse, correlazione dei
tassi di interesse
FRA Discounted cash flow – analitico
Interest Rate Futures Analitico con convexity adjustment Hull
White a un fattore
Bond Option Black - analitico
Discounted cash flow - analitico Bond Futures e Bond Repo
Bond Futures option Albero binomiale
Derivati su tassi di
inflazione
Swap, Cap – floor Lognormal Forward Inflation Model -
analitico
Curve dei tassi d'interesse e dei tassi
di inflazione, volatilità/correlazioni
tassi di interesse/inflazione calibrati
sulla base dei prezzi di mercato
Opzioni plain vanilla single asset Black and Scholes - Analitico Volatilità equity/forex, curve dei tassi
Opzioni americane single asset Black and Scholes – albero binomiale
(equity) – albero trinomiale (forex)
d'interesse, tassi di cambio, prezzo
spot indici azionari, dividendi, tassi
repo
Opzioni europee su indice a
volatilità controllata
Local volatility – Monte Carlo Volatilità equity/forex, curve dei tassi
d'interesse, tassi di cambio, prezzo
spot indici azionari, tassi repo
Derivati su azioni/
indici azionari /
Opzioni esotiche Black and Scholes – Monte Carlo Volatilità equity/forex, curve dei tassi
d'interesse, tassi di cambio, prezzo
spot indici azionari, dividendi, tassi
repo, correlazioni
cambi Opzioni europee su basket Black and Scholes /Mistura di Black
and Scholes - Analitico
Volatilità equity/forex/tassi di
Opzioni con barriera americana Local volatility – Monte Carlo interesse, correlazioni, tassi
Opzioni con barriera americana
su cambio
Albero trinomiale d'interesse, tassi di cambio, prezzo
spot indici azionari dividendi, tassi
Opzioni autocallable Ibrido Black and Scholes, Hull e White
a due fattori – Monte Carlo
repo
Dividend Swap e Total Return
Swap
Discounted cash flow - analitico Tassi d'interesse, tassi di cambio,
dividendi, tassi repo
Derivati su crediti Credit Default Swap Discounted cash flow - analitico Tassi d'interesse, curva Credit Default
Swap

Le tecniche ed i parametri per la determinazione del fair value, nonché i criteri per l'assegnazione della gerarchia di fair value sono definiti e formalizzati in un'apposita "fair value policy" adottata dal Gruppo. L'attendibilità delle valutazioni al fair value risulta inoltre garantita dalle attività di verifica svolte da una struttura di Risk Management. Questa ultima struttura, che risulta indipendente dalle unità di Front Office che detengono le posizioni, si occupa di rivedere periodicamente l'elenco dei modelli di pricing da utilizzare ai fini della Fair Value Policy: tali modelli devono infatti rappresentare standard o best practices di mercato e le relative tecniche di calibrazione devono garantire un risultato in linea con valutazioni che siano in grado di riflettere le "correnti condizioni di mercato". Nel dettaglio, ai fini di una corretta determinazione del fair value, per ogni prodotto risulta associato un modello di pricing, generalmente accettato dal mercato e selezionato in funzione delle caratteristiche e delle variabili di mercato sottostanti al prodotto stesso. Nel caso di prodotti particolarmente complessi o nel caso in cui si ritenesse mancante o non adeguato il modello di valutazione esistente per i prodotti in essere viene attivato un processo interno volto ad integrare gli attuali modelli. In base a tale processo, la citata struttura di Risk Management effettua una prima fase di validazione dei modelli di pricing, che possono essere nativi del sistema di Position Keeping o essere rilasciati da un'apposita struttura interna; segue poi una fase, da parte della medesima struttura, volta a garantire una costante affidabilità del modello in precedenza validato.

Nel dettaglio, l'attività di validazione è volta a verificare la robustezza teorica del modello, mediante un repricing indipendente del prezzo, un'eventuale calibrazione dei parametri ed un confronto con i prezzi delle controparti. Qualora tali attività abbiano dato esito positivo, l'utilizzo dei modelli è comunque ulteriormente subordinato all'approvazione da parte di appositi Comitati interni al Gruppo. Successivamente alla fase di validazione, è prevista una continua attività di revisione al fine di confermare l'accuratezza e l'aderenza al mercato dei modelli di pricing in uso presso il Gruppo, mediante opportuni interventi, se necessari, sui modelli e sulle relative ipotesi teoriche sottostanti. Al fine di fronteggiare il rischio che i modelli di pricing, pur se validati, possano generare valori di fair value non immediatamente comparabili con i prezzi di mercato è prevista una adeguata rettifica per il cosiddetto "Rischio modello", come in precedenza descritto.

Attività e passività finanziarie valutate in bilancio al costo ammortizzato

Per le attività e passività finanziarie iscritte in bilancio in base al costo ammortizzato, classificate nella categorie contabili delle "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" (crediti verso banche e clientela) e delle "Passività valutate al costo ammortizzato" (debiti verso banche e clientela e titoli in circolazione), si procede alla determinazione del fair value, solo ai fini informativi, come richiesto dal principio contabile di riferimento IFRS 7. In particolare:

  • per gli impieghi a medio-lungo termine "performing" (prevalentemente mutui e leasing), il fair value è determinato sulla base dei flussi di cassa, opportunamente rettificati per le perdite attese, in funzione dei parametri PD e LGD. Detti flussi sono attualizzati sulla base di un tasso di interesse di mercato rettificato per tenere conto di un premio ritenuto espressivo dei rischi e delle incertezze;
  • per gli impieghi "deteriorati" (sofferenze, inadempienze probabili, past due), il fair value è assunto pari al valore netto di bilancio. Al riguardo si deve segnalare che il mercato dei crediti deteriorati è caratterizzato da una significativa illiquidità e da un'elevata dispersione dei prezzi in funzione delle caratteristiche peculiari dei crediti. L'assenza di parametri osservabili da poter assumere a riferimento per la misurazione del fair value di esposizioni comparabili rispetto a quelle oggetto di valutazione potrebbe quindi comportare un'ampia gamma di possibili valori di fair value; per tale motivo, ai fini dell'informativa di bilancio, il fair value dei crediti deteriorati è posto pari al valore di bilancio;
  • per i titoli di debito classificati nel portafoglio dei "Crediti verso banche o clientela" o dei "Titoli in circolazione", il fair value è stato determinato attraverso l'utilizzo di prezzi contribuiti su mercati attivi o mediante l'utilizzo di modelli valutativi, come descritto nel precedente paragrafo "Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente".

Per i crediti e debiti a vista o a breve termine, il valore di bilancio viene considerato una buona approssimazione del fair value come consentito dal principio contabile IFRS 7.

Con riferimento agli impieghi a medio-lungo termine performing e per quelli deteriorati si deve precisare che i metodi e le assunzioni utilizzati per la stima del fair value sono frutto di valutazioni soggettive; per tale ragione, il fair value riportato in bilancio ai soli fini di disclosure potrebbe risultare significativamente diverso rispetto ai valori determinati per finalità differenti così come potrebbe non risultare comparabile con quello fornito da altre istituzioni finanziarie.

A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni

Per una disanima delle tecniche, degli input e dei processi di valutazione adottati dal Gruppo per gli strumenti classificati al livello 3 della gerarchia del fair value, si rimanda a quanto riportato nel precedente paragrafo. Le esposizioni di livello 3 ammontano complessivamente a 1.242,9 milioni rappresentate per circa il 67,7% da titoli di capitale e da quote di OICR per i quali non è stata elaborata alcuna analisi quantitativa di sensibilità del fair value rispetto al cambiamento degli input non osservabili, in quanto o il fair value è stato attinto da fonti terze, senza apportare alcuna rettifica, oppure è frutto di un modello i cui input sono specifici dell'entità oggetto di valutazione (esempio valori patrimoniali della società) e per i quali non è ragionevolmente ipotizzabile prevedere valori alternativi.

Fra le esposizioni di livello 3 è inoltre compreso, tra l'altro, un importo pari a circa 337 milioni di finanziamenti verso clientela che, in ragione delle loro caratteristiche contrattuali, non hanno superato l'SPPI test e, pertanto, devono obbligatoriamente essere valutati al fair value.

La determinazione del fair value di gran parte di tali finanziamenti è basata su ipotesi di rientro spesso asseverate da piani appositamente predisposti ed approvati per i quali non risulterebbe corretto ipotizzare scenari alternativi, mentre la componente finanziaria legata ai tassi di sconto applicati risulta scarsamente significativa. Conseguentemente anche per tali finanziamenti non è stata elaborata un'analisi di sensitività.

A.4.3 Gerarchia del fair value

Ai fini della compilazione dell'informativa sui trasferimenti tra i livelli fornita nei successivi paragrafi si segnala che, per i titoli in posizione al 30 giugno 2018 e che presentano un livello di fair value differente rispetto a quello attribuito al 1° gennaio 2018, si è ipotizzato che il trasferimento tra i livelli sia avvenuto con riferimento ai saldi esistenti all'inizio del periodo di riferimento.

A.4.4 Altre informazioni

Si deve precisare che il Gruppo si è avvalso della possibilità di misurare l'esposizione a livello complessivo netto, al fine di calcolare compiutamente il rischio di controparte associato ai contratti derivati rientranti in un medesimo accordo di Netting, come descritto nel precedente paragrafo "A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati". In presenza di collateral agreement (CSA), l'esposizione associata al singolo derivato viene determinata in funzione del suo contributo marginale all'esposizione netta attesa generata da tutti i contratti stipulati con una determinata controparte nell'ambito del medesimo CSA.

INFORMATIVA DI NATURA QUANTITATIVA

A.4.5 Gerarchia del fair value

Attività e passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente

Sulla base di quanto in precedenza rappresentato, nella seguente tabella si fornisce la ripartizione, in base alla gerarchia di fair value, delle attività e passività finanziarie oggetto di misurazione al fair value su base ricorrente. Come definito dal citato principio IFRS 13, le valutazioni ricorrenti si riferiscono a quelle attività o passività misurate al fair value nel prospetto di stato patrimoniale, sulla base di quanto previsto o permesso dai principi contabili internazionali di riferimento.

Al riguardo si deve precisare che per il Gruppo Banco BPM le uniche attività e passività valutate al fair value su base ricorrente sono di natura finanziaria.

30/06/2018
Attività/Passività finanziarie misurate al fair value L1 L2 L3
1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico di cui 4.794.622 2.132.064 874.278
- Attività finanziarie detenute per la negoziazione 4.551.299 1.970.539 1.084
- Attività finanziarie designate al fair value - - -
c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 243.323 161.525 873.194
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 18.303.666 345.367 368.612
3. Derivati di copertura - 176.497 -
Totale 23.098.288 2.653.928 1.242.890
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 1.263.362 6.945.877 1.600
2. Passività finanziarie designate al fair value 2.461.882 258.931 -
3. Derivati di copertura - 753.379 -
Totale 3.725.244 7.958.187 1.600

Nel seguito viene fornita, ancorché non pienamente confrontabile, la tabella al 31 dicembre 2017 relativa alla gerarchia del fair value delle attività e delle passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente redatta in conformità al principio contabile IAS 39, predisposta secondo quanto previsto dalla precedente versione della Circolare di Banca d'Italia n. 262 (4° aggiornamento).

31/12/2017
Level 1 Level 2 Level 3
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 3.079.405 1.798.733 33.686
2. Attività finanziarie valutate al fair value 7.991 19.389 1.572
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 15.761.099 624.079 743.444
4. Derivati di copertura - 243.810 -
Totale 18.848.495 2.686.011 778.702
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 987.343 6.951.183 3.537
2. Passività finanziarie valutate al fair value 3.065.348 348.212 -
3. Derivati di copertura - 765.903 -
Totale 4.052.691 8.065.298 3.537

Attività finanziarie misurate al fair value su base ricorrente

Gli strumenti valutati in modo significativo sulla base di parametri non osservabili (Livello 3) sono rappresentati per il 70,3% da strumenti classificati nel portafoglio delle attività obbligatoriamente valutate al fair value con impatto a conto economico, principalmente a seguito del mancato superamento del test SPPI, e per il 29,7% da titoli di capitale classificati nella categoria delle "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva"; il residuo è classificato tra le attività di negoziazione.

Nel dettaglio, le attività finanziarie di livello 3 ammontano a 1.242,9 milioni e sono rappresentate dalle seguenti tipologie di investimenti:

  • titoli di capitale non quotati per 581,4 milioni, valorizzati principalmente sulla base di modelli interni di tipo patrimoniale;
  • quote di O.I.C.R. per 260,2 milioni, rappresentate quasi integralmente da fondi di private equity (162,2 milioni), fondi immobiliari (79,9 milioni) e fondi obbligazionari (18,1 milioni); trattasi di fondi caratterizzati da significativi livelli di illiquidità e per i quali si ritiene che il processo di valorizzazione del patrimonio del fondo richieda, in misura significativa, una serie di assunzioni e stime;
  • finanziamenti verso la clientela per 337,4 milioni. Detti finanziamenti sono peraltro in grado di spiegare l'incremento delle attività valutate al fair value su base ricorrente di livello 3 rispetto a quelle esistenti al 31 dicembre 2017, a seguito dell'applicazione delle nuove regole di classificazione previste dal principio contabile IFRS 9 (mancato superamento del test SPPI);
  • titoli di debito per 63,3 milioni, rappresentati principalmente da titoli strutturati di credito per 54 milioni;
  • derivati Over the Counter OTC per 0,6 milioni per i quali i parametri di input non osservabili utilizzati dal modello di pricing sono ritenuti significativi ai fini della misurazione del fair value.

Le attività finanziarie sono costituite per 2.243,6 milioni da strumenti derivati detenuti con finalità di negoziazione e di copertura classificati per la quasi totalità (2.243,0 milioni pari al 99,97%) a livello 1 e 2 della gerarchia. In particolare:

  • i derivati quotati (future e opzioni), pari a 151,2 milioni, sono valutati sulla base dei prezzi forniti dalle Clearing House (livello 1);
  • i derivati Over the Counter OTC, che ammontano a 2.091,8 milioni, sono valutati sulla base di modelli che utilizzano in misura significativa parametri osservabili sul mercato o sulla base di prezzi attinti da fonti indipendenti (livello 2).

Passività finanziarie misurate al fair value su base ricorrente

Le passività finanziarie di negoziazione classificate nel livello 1 si riferiscono a derivati quotati per 164,7 milioni ed a scoperti tecnici su titoli quotati in mercati attivi per 1.098,6 milioni; le restanti passività finanziarie di negoziazione, pari a 3.850 milioni, sono classificate per la quasi totalità in corrispondenza del livello 2.

Le passività finanziarie valutate al fair value sono rappresentate dalle proprie emissioni obbligazionarie oggetto di copertura mediante strumenti derivati, per le quali è stata attivata la "fair value option". In particolare, i titoli classificati in corrispondenza del livello 1, che al 30 giugno 2018 rappresentano il 90,5% del totale delle passività designate al fair value (voce 30 dello stato patrimoniale passivo), sono costituite dalle emissioni per le quali si è ritenuto sussistere un mercato attivo (mercato regolamentato, circuiti elettronici di negoziazione, sistemi di scambio organizzati o assimilabili).

I derivati di copertura presentano un fair value negativo pari a 753,4 milioni e sono classificati interamente in corrispondenza del livello 2.

Trasferimenti tra livelli del fair value (Livello 1 e Livello 2) per attività/passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente

Nel corso del primo semestre 2018, i trasferimenti dal livello 1 al livello 2 hanno interessato il solo portafoglio delle "attività finanziarie detenute per la negoziazione", e si riferiscono ad un numero limitato di titoli di debito, per 4,6 milioni (valore di inizio esercizio), per i quali al 30 giugno non si sono verificate le condizioni previste dalla "Fair Value Policy" di Gruppo per poter assumere una quotazione espressa da un mercato attivo, come invece era stato possibile riscontrare all'inizio dell'esercizio.

Nello stesso periodo si sono verificati trasferimenti, dal livello 2 al livello 1, per 55,5 milioni (valore di inizio esercizio) di attività finanziarie, riferite in massima parte (50,3 milioni), ad un titolo di debito anch'esso appartenente al portafoglio delle "attività finanziarie detenute per la negoziazione", e per 10,8 milioni (valore di inizio esercizio) di passività finanziarie, relative ad un'unica emissione della capogruppo appartenente al portafoglio delle "passività finanziarie designate al fair value".

Trattasi di un numero limitato di obbligazioni per le quali, al 30 giugno 2018, è stato possibile fare affidamento sui prezzi osservati su mercati considerati attivi.

Variazioni del periodo delle attività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Di seguito si fornisce evidenza della variazione intervenuta nel semestre relativamente agli strumenti finanziari valutati al fair value classificati nel livello 3 della gerarchia del fair value. Si deve precisare che le esistenze iniziali riflettono i saldi al 1° gennaio 2018 rideterminati in base ai criteri di classificazione e misurazione introdotti dal nuovo principio contabile IFRS 9.

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico Attività finanziarie
Totale finanziarie detenute per
di cui: a) attività
la negoziazione
finanziarie designate al
di cui: b) attività
fair value
di cui: c) altre attività
valutate al fair value
obbligatoriamente
finanziarie
valutate al fair value
con impatto sulla
complessiva
redditività
Derivati di copertura
1. Esistenze iniziali 768.958 16.297 - 752.661 380.398 -
2. Aumenti 270.219 5.542 - 264.677 1.312 -
2.1. Acquisti 79.424 4.965 - 74.459 145 -
2.2. Profitti imputati a: 66.160 10 - 66.150 1.145 -
2.2.1. Conto Economico 66.160 10 - 66.150 153 -
- di cui plusvalenze 63.312 1 - 63.311 - -
2.2.2. Patrimonio netto - X X - 992 -
2.3. Trasferimenti da altri livelli 80.958 564 - 80.394 - -
2.4. Altre variazioni in aumento 43.677 3 - 43.674 22 -
3. Diminuzioni 164.899 20.755 - 144.144 13.098 -
3.1. Vendite 55.909 4.969 - 50.940 2.771 -
3.2. Rimborsi 25.472 4 - 25.468 - -
3.3. Perdite imputate a: 30.362 203 - 30.159 10.173 -
3.3.1. Conto Economico 30.362 203 - 30.159 13 -
- di cui minusvalenze 30.014 203 - 29.811 - -
3.3.2. Patrimonio netto - X X - 10.160 -
3.4. Trasferimenti da altri livelli 20.565 15.565 - 5.000 - -
3.5. Altre variazioni in diminuzione 32.591 14 - 32.577 154 -
4. Rimanenze finali 874.278 1.084 - 873.194 368.612 -
Passività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Passività
finanziarie
valutate al fair
value
Derivati di
copertura
1. Esistenze iniziali 3.537 - -
2. Aumenti 34 - -
2.1 Emissioni - - -
2.2. Perdite imputate a: 22 - -
2.2.1. Conto Economico 22 - -
- di cui minusvalenze 21 - -
2.2.2. Patrimonio Netto X - -
2.3. Trasferimenti da altri livelli - - -
2.4. Altre variazioni in aumento 12 - -
3. Diminuzioni 1.971 - -
3.1. Rimborsi - - -
3.2. Riacquisti 76 - -
3.3. Profitti imputati a : 4 - -
3.3.1. Conto Economico 4 - -
- di cui plusvalenze 4 - -
3.3.2. Patrimonio Netto X - -
3.4. Trasferimento ad altri livelli 1.891 - -
3.5. Altre variazioni in diminuzione - - -
4. Rimanenze finali 1.600 - -

Variazioni del periodo delle passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Informativa sul fair value delle attività e delle passività finanziarie valutate al costo

Con riferimento all'informativa sul fair value delle attività e passività finanziarie iscritte in bilancio al costo ammortizzato, richiesta dai paragrafi 25 e 26 dell'IFRS 7 richiamati dal principio IAS 34, si rimanda a quanto rappresentato nelle relative tabelle di composizione delle attività e passività finanziarie valutate al costo ammortizzato della "Parte B – Informazioni sullo Stato Patrimoniale consolidato".

A.5 Informativa sul c.d. "day one profit/loss"

Ai sensi dell'IFRS 7 paragrafo 28 nell'ambito degli strumenti finanziari del Gruppo, si rappresenta che l'impatto nell'esercizio della rilevazione del cosiddetto "Day 1 Profit", inteso come differenza tra il fair value al momento della rilevazione iniziale (prezzo della transazione) e l'importo determinato a quella data utilizzando una tecnica di valutazione, risulta essere di importo immateriale e dovuto all'emissione di certificates da parte di Banca Akros. L'ammontare dei ricavi sospesi al 30 giugno 2018 risulta essere pari a 18 mila euro e si riferiscono ad un'unica emissione del 2016 con scadenza 2021.

Informativa sui prodotti strutturati di credito

Si segnala che al 30 giugno 2018 l'esposizione del Gruppo in titoli strutturati di credito ammonta a 1.713,6 milioni e si riferisce a titoli Asset Backed Securities (ABS) derivanti da operazioni di cartolarizzazione. Nello specifico trattasi:

  • per 1.657,1 milioni dei titoli emessi dal veicolo Red Sea SPV, che il Gruppo detiene a seguito dell'operazione di cartolarizzazione GACS di crediti a sofferenza perfezionata nel mese di giugno 2018 (tranche senior pari a 1.654,2 milioni; tranche mezzanine pari a 2,9 milioni). Per maggior dettagli si rimanda a quanto descritto nella sezione "Applicazione delle politiche contabili di Gruppo ad operazioni perfezionate od eventi accaduti nel periodo" della parte A delle Note illustrative al bilancio semestrale consolidato abbreviato;
  • per 56,5 milioni dei titoli relativi ad operazioni di cartolarizzazione di terzi (tranche junior per 39,7 milioni; tranche mezzanine per 5,4 milioni; tranche senior per 11,4 milioni). Si segnala che l'esposizione junior è quasi esclusivamente riconducibile al titolo emesso dalla società "BNT Portfolio SPV" (38,4 milioni); trattasi in particolare del veicolo costituito nell'esercizio 2014 al fine di perfezionare la cartolarizzazione dei crediti agrari di Banca della Nuova Terra, finanziata mediante l'emissione di un'unica tranche di titoli.

PARTE B - INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO

Per le modalità con cui sono esposte le seguenti tabelle si fa rinvio a quanto illustrato nel paragrafo "Principi generali di redazione" contenuto nella parte "A.1 – Parte generale".

ATTIVO

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico – voce 20

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Totale 30/06/2018
Voci/Valori L1 L2 L3
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito 3.477.958 55.204 48
1.1 Titoli strutturati 49.805 32.441 37
1.2 Altri titoli di debito 3.428.153 22.763 11
2. Titoli di capitale 917.777 - 22
3. Quote di O.I.C.R. 4.340 - 451
4. Finanziamenti - - -
4.1 Pronti contro termine - - -
4.2 Altri - - -
Totale (A) 4.400.075 55.204 521
B. Strumenti derivati - - -
1. Derivati finanziari 151.224 1.915.335 563
1.1 di negoziazione 151.224 1.897.965 563
1.2 connessi con la fair value option - 17.150 -
1.3 altri - 220 -
2. Derivati creditizi - - -
2.1 di negoziazione - - -
2.2 connessi con la fair value option - - -
2.3 altri - - -
Totale (B) 151.224 1.915.335 563
Totale (A+B) 4.551.299 1.970.539 1.084

2.3 Attività finanziarie designate al fair value: composizione merceologica

Alla data del 30 giugno 2018 il Gruppo non detiene attività finanziarie designate al fair value.

Totale 30/06/2018
Voci/Valori L1 L2 L3
1. Titoli di debito 46.753 116.332 63.231
1.1 Titoli strutturati - - 9.200
1.2 Altri titoli di debito 46.753 116.332 54.031
2. Titoli di capitale 4.804 30.912 212.829
3. Quote di O.I.C.R. 191.766 14.281 259.741
4. Finanziamenti - - 337.393
4.1 Pronti contro termine - - -
4.2 Altri - - 337.393
Totale 243.323 161.525 873.194

2.5 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione merceologica

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva – voce 30

3.1 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione merceologica

Totale 30/06/2018
Voci/Valori L1 L2 L3
1. Titoli di debito 18.050.879 231.842 -
1.1 Titoli strutturati - - -
1.2 Altri titoli di debito 18.050.879 231.842 -
2. Titoli di capitale 252.787 113.525 368.612
3. Finanziamenti - - -
Totale 18.303.666 345.367 368.612

Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato – voce 40

Tipologia operazioni/Valori Totale 30/06/2018 Valore di bilancio Fair value Primo e secondo stadio Terzo stadio di cui: impaired acquisite o originate L1 L2 L3 A. Crediti verso Banche centrali 2.050.979 - - - 11.876 2.039.103 1. Depositi a scadenza - - - X X X 2. Riserva obbligatoria 2.018.043 - - X X X 3. Pronti contro termine - - - X X X 4. Altri 32.936 - - X X X B. Crediti verso banche 3.438.388 70 - 4.565 170.076 3.261.083 1. Finanziamenti 3.258.891 70 - - - 3.261.083 1.1 Conti correnti e depositi a vista 1.022.284 70 - X X X 1.2. Depositi a scadenza 137.383 - - X X X 1.3. Altri finanziamenti: 2.099.224 - - X X X - Pronti contro termine attivi 313.798 - - X X X - Leasing finanziario 2.236 - - X X X - Altri 1.783.190 - - X X X 2. Titoli di debito 179.497 - - 4.565 170.076 - 2.1 Titoli strutturati - - - - - - 2.2 Altri titoli di debito 179.497 - - 4.565 170.076 - Totale 5.489.367 70 - 4.565 181.952 5.300.186

4.1 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso banche

4.2 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso clientela

Totale 30/06/2018
Valore di bilancio Fair value
Tipologia operazioni/Valori Primo e
secondo
stadio
Terzo stadio di cui:
impaired
acquisite o
originate
L1 L2 L3
1. Finanziamenti 95.583.531 9.493.185 1.370.131 - - 109.855.718
1.1. Conti correnti 10.932.155 1.267.392 289.785 X X X
1.2. Pronti contro termine attivi 7.126.565 - - X X X
1.3. Mutui 56.033.410 4.721.772 863.894 X X X
1.4. Carte di credito, prestiti
personali e cessioni del quinto
2.131.518 20.095 4.093 X X X
1.5. Leasing finanziario 1.200.905 1.215.979 - X X X
1.6. Factoring 94.630 83 83 X X X
1.7. Altri finanziamenti 18.064.348 2.267.864 212.276 X X X
2. Titoli di debito 15.528.231 - - 13.246.660 279.257 1.734.477
2.1. Titoli strutturati - - - - - -
2.2. Altri titoli di debito 15.528.231 - - 13.246.660 279.257 1.734.477
Totale 111.111.762 9.493.185 1.370.131 13.246.660 279.257 111.590.195

La suddivisione dei finanziamenti verso clientela alla data del 30 giugno 2018 per stadi di rischio è riportata nella tabella seguente:

Tipologie esposizioni/stadi di rischio Primo stadio Secondo stadio Terzo stadio Totale
Sofferenze - - 3.613.074 3.613.074
Inadempienze probabili - - 5.808.344 5.808.344
Esposizioni scadute deteriorate - - 71.767 71.767
Esposizioni deteriorate - - 9.493.185 9.493.185
Esposizioni in bonis 82.003.353 13.580.178 - 95.583.531
Totale finanziamenti verso clientela 82.003.353 13.580.178 9.493.185 105.076.716

Nel seguito vengono fornite, ancorché non pienamente confrontabili, le tabelle al 31 dicembre 2017 relative alla composizione merceologica dei portafogli delle attività finanziarie IAS 39, predisposte secondo quanto previsto dalla precedente versione della Circolare di Banca d'Italia n. 262 (4° aggiornamento).

Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

31/12/2017
Voci/Valori L1 L2 L3
A. Attività per cassa
1Titoli di debito 2.223.393 42.230 18.288
1.1 Titoli strutturati 80.398 20.293 18.175
1.2 Altri titoli di debito 2.142.995 21.937 113
2 Titoli di capitale 692.974 - 30
3 Quote di O.I.C.R. 29.009 - 652
4 Finanziamenti - - -
4.1 Pronti contro termine attivi - - -
4.2 Altri - - -
Totale A 2.945.376 42.230 18.970
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari: 134.029 1.756.503 14.716
1.1 di negoziazione 134.029 1.710.374 14.716
1.2 connessi con la fair value option - 46.121 -
1.3 altri - 8 -
2. Derivati creditizi: - - -
2.1 di negoziazione - - -
2.2 connessi con la fair value option - - -
2.3 altri - - -
Totale B 134.029 1.756.503 14.716
Totale (A+B) 3.079.405 1.798.733 33.686

Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica

Totale 31/12/2017
Voci/Valori L1 L2 L3
1. Titoli di debito 7.991 - 1.421
1.1 Titoli strutturati - - 1.421
1.2 Altri titoli di debito 7.991 - -
2. Titoli di capitale - 579 -
3. Quote di O.I.C.R. - 18.810 151
4. Finanziamenti - - -
4.1 Strutturati - - -
4.2 Altri - - -
Totale 7.991 19.389 1.572

Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

31/12/2017
Voci/Valori L1 L2 L3
1. Titoli di debito 15.312.293 400.657 3.712
1.1 Titoli strutturati - - 1.420
1.2 Altri titoli di debito 15.312.293 400.657 2.292
2. Titoli di capitale 275.632 223.422 494.419
2.1 Valutati al fair value 275.632 223.422 491.713
2.2 Valutati al costo - - 2.706
3. Quote di O.I.C.R. 173.174 - 245.313
4. Finanziamenti - - -
Totale 15.761.099 624.079 743.444

Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione merceologica

Totale 31/12/2017
Valore di
Bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito 11.560.769 11.685.005 - -
- strutturati - - - -
- altri 11.560.769 11.685.005 - -
2. Finanziamenti - - - -
Totale 11.560.769 11.685.005 - -

Crediti verso banche: composizione merceologica

Totale 31/12/2017
Tipologia operazioni/Valori Valore di Fair Value
Bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Crediti verso Banche Centrali 2.001.231 - - 2.001.231
1. Depositi vincolati - X X X
2. Riserva obbligatoria 1.992.298 X X X
3. Pronti contro termine attivi - X X X
4. Altri 8.933 X X X
B. Crediti verso banche 3.163.484 - 228.807 2.927.937
1. Finanziamenti 2.937.992 - - 2.927.937
1.1 Conti correnti e depositi liberi 979.528 X X X
1.2 Depositi vincolati 208.181 X X X
1.3 Altri finanziamenti: 1.750.283 X X X
- Pronti contro termine attivi 94.612 X X X
- Leasing finanziario 2.426 X X X
- Altri 1.653.245 X X X
2. Titoli di debito 225.492 - 228.807 -
2.1 Titoli strutturati - X X X
2.2 Altri titoli di debito 225.492 X X X
Totale 5.164.715 - 228.807 4.929.168
Totale 31/12/2017
Valore di bilancio Fair Value
Tipologia operazioni/Valori Non Deteriorati
deteriorati Acquistati Altri L1 L2 L3
Finanziamenti 94.715.812 - 13.026.867 - - 109.600.355
1. Conti correnti 11.679.207 - 1.651.988 X X X
2. Pronti contro termine attivi 6.364.149 - - X X X
3. Mutui 55.589.969 - 7.073.545 X X X
4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 2.077.127 - 22.816 X X X
5. Leasing finanziario 1.203.993 - 1.416.729 X X X
6. Factoring 87.923 - 79 X X X
7. Altri finanziamenti 17.713.444 - 2.861.710 X X X
Titoli di debito 428.203 - 5.500 24.952 125.372 284.392
8. Titoli strutturati - - 5.000 X X X
9. Altri titoli di debito 428.203 - 500 X X X
Totale 95.144.015 - 13.032.367 24.952 125.372 109.884.747

Crediti verso clientela: composizione merceologica

Partecipazioni – voce 70

Gli investimenti in partecipazioni in società sottoposte a influenza notevole al 30 giugno 2018 ammontano a 1.355,1 milioni rispetto ai 1.349,2 milioni del 31 dicembre 2017.

Nell'ambito del processo di riorganizzazione del comparto Bancassurance, nel mese di marzo si è perfezionato l'acquisto del 50% di Avipop Assicurazioni e di Popolare Vita per un controvalore complessivo di 803,4 milioni. Nella stessa data si è perfezionata la vendita del 65% del capitale delle stesse partecipate per un corrispettivo, al

netto dei costi di vendita, pari a 813 milioni, con un effetto economico complessivo pari a 174,7 milioni. Al 31 dicembre 2017 le interessenze detenute nelle due compagnie erano state classificate per la quota del 35% nella voce "partecipazioni" e per la rimanente (15% di Popolare Vita e per il 14,999% di Avipop, complessivamente pari a 78,8 milioni) nella voce"Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione".

Le altre variazioni registrate nel semestre includono inoltre gli effetti derivanti dalla valutazione con il metodo del patrimonio netto delle partecipazioni in imprese collegate, riferiti alla quota di pertinenza dei risultati conseguiti dalle stesse nel periodo (+76,0 milioni); gli effetti della riduzione del patrimonio di Agos Ducato (-86,6 milioni), di Vera Vita (-110,2 milioni), di Vera Assicurazioni (-10,6 milioni), di Bipiemme Vita (-3,5 milioni), di Factorit (-2,3 milioni) e di Etica Sgr (-0,6 milioni) a seguito della distribuzione di dividendi; nonché le variazioni di pertinenza del Gruppo delle riserve delle suddette società, riferite alle riserve FTA relative agli effetti dell'introduzione del principio contabile IFRS 9 (-92,3 milioni) e delle riserve da valutazione (-3,6 milioni).

Attività materiali – voce 90

9.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

Totale Totale
Attività/Valori 30/06/2018 31/12/2017
1. Attività di proprietà 1.458.404 1.477.052
a) terreni 469.947 469.996
b) fabbricati 831.416 843.225
c) mobili 47.852 51.237
d) impianti elettronici 55.798 53.460
e) altre 53.391 59.134
2. Attività acquisite in leasing finanziario 261 268
a) terreni - -
b) fabbricati 261 268
c) mobili - -
d) impianti elettronici - -
e) altre - -
Totale 1.458.665 1.477.320

9.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Attività/Valori Totale
30/06/2018
Totale
31/12/2017
Attività di proprietà
a) terreni 565.007 565.261
b) fabbricati 709.603 692.601
Totale 1.274.610 1.257.862

Attività immateriali – voce 100

10.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Totale 30/06/2018 Totale 31/12/2017
Attività/Valori Durata definita Durata
indefinita
Durata definita Durata
indefinita
A.1 Avviamento - 76.389 - 76.389
A.1.1 di pertinenza del gruppo - 76.389 - 76.389
A.1.2 di pertinenza di terzi - - - -
A.2 Altre attività immateriali 714.535 504.272 716.499 504.272
A.2.1 Attività valutate al costo 714.535 504.272 716.499 504.272
a) Attività immateriali generate internamente - - - -
b) Altre attività 714.535 504.272 716.499 504.272
A.2.2 Attività valutate al fair value - - - -
a) Attività immateriali generate internamente - - - -
b) Altre attività - - - -
Totale 714.535 580.661 716.499 580.661

Attività immateriali a durata indefinita: l'attività di verifica dell'eventuale esistenza di perdite durevoli di valore (impairment test)

Al 30 giugno 2018, le attività immateriali a vita indefinita del Gruppo ammontano a 580,7 milioni e sono rappresentate per 76,4 milioni da avviamenti e per 504,3 milioni da marchi.

Gli avviamenti in essere al 30 giugno 2018 risultano allocati alle CGU "Bancassurance Protezione" per 51,1 milioni e "Bancassurance Vita" per 25,1 milioni (oltre ad un importo marginale riferito alla partecipata Arena Broker).

Nel corso del periodo non è intervenuta alcuna variazione nelle CGU indicate che esprimono pertanto valori allineati a quelli residui al 31 dicembre 2017.

Ai fini della presente Relazione finanziaria semestrale è stata condotta una ricognizione volta ad identificare l'eventuale esistenza di ulteriori indicatori di impairment rispetto a quelli già considerati ai fini del test condotto al 31 dicembre 2017.

In particolare, ai fini dell'impairment test delle CGU assicurative effettuato al 31 dicembre 2017, è stato preso a riferimento il fair value determinato dalla valorizzazione implicita nel prezzo concordato per la cessione a Cattolica Assicurazioni del 65% delle partecipazioni in Popolare Vita (ora Vera Vita) e Avipop Assicurazioni (ora Vera Assicurazioni).

In considerazione della sostanziale conferma di tali valori sia in sede di compravendita avvenuta a fine marzo sia a seguito delle evidenze emerse dal processo di verifica del prezzo da parte del compratore, non si ravvisano elementi che possano costituire indicatori di impairment degli avviamenti iscritti.

Le altre attività immateriali a vita utile indefinita sono costituite dal valore dei marchi che risultano allocati alle seguenti CGU:

  • Rete Commerciale per 222 milioni
  • BPM per 263 milioni
  • Banca Akros per 19 milioni.

Il marchio allocato alla Rete Commerciale è riferito alle operazioni di aggregazione effettuate in precedenti esercizi dall'ex Banco Popolare ed è stato valutato, ai fini dell'impairment test condotto al 31 dicembre 2017, unitamente all'avviamento allocato alla medesima CGU utilizzando il metodo del Dividend Discount Model. Nel corso del primo semestre 2018, il costo del capitale, determinato in base al metodo del Capital Asset Pricing Model (CAPM), è pari al 9,07% e risulta lievemente inferiore a quello del 31 dicembre 2017 (pari al 9,22%).

I marchi relativi a BPM e Banca Akros (iscritti nel corso del processo di Purchase Price Allocation effettuato in seguito alla fusione fra Banco Popolare e BPM) sono stati valutati al 31 dicembre 2017 sulla base delle royalties che il proprietario del marchio percepirebbe per la cessione in uso dello stesso a terzi.

In base alla ricognizione sopra illustrata non sono emerse evidenze giudicate tali da richiedere la conduzione anticipata di un nuovo test di impairment; non si è conseguentemente proceduto ad un aggiornamento della stima del valore recuperabile delle suddette attività immateriali a vita indefinita.

Si evidenzia che la valutazione dell'esistenza o meno di effettive indicazioni di impairment, soprattutto in uno scenario economico e di mercato turbolento come quello attuale, costituisce un esercizio particolarmente difficile che comporta un elevato grado di giudizio e che implica il ricorso a stime ed assunzioni che potrebbero dover essere modificate in futuro alla luce delle informazioni che si renderanno disponibili o di evoluzioni non prevedibili alla data di redazione della presente Relazione. Nel corso del secondo semestre il Gruppo effettuerà un continuo monitoraggio al fine di cogliere eventuali fatti e circostanze che possano mettere in mettere in dubbio la recuperabilità dei valori contabili; ad ogni modo, la verifica di impairment verrà formalmente condotta in occasione della redazione del bilancio al 31 dicembre 2018.

PASSIVO

Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato – voce 10

1.1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso banche

Totale 30/06/2018 Totale 31/12/2017
Tipologia operazioni/
Componenti del gruppo
Fair Value Fair Value
VB L1 L2 L3 VB L1 L2 L3
1. Debiti verso banche centrali 21.281.339 X X X 21.383.001 X X X
2. Debiti verso banche 10.269.213 X X X 5.816.303 X X X
2.1 Conti correnti e depositi a vista 577.241 X X X 594.482 X X X
2.2 Depositi a scadenza 212.597 X X X 187.645 X X X
2.3 Finanziamenti 9.275.040 X X X 4.746.234 X X X
2.3.1 Pronti contro termine passivi 8.157.457 X X X 3.534.794 X X X
2.3.2 Altri 1.117.583 X X X 1.211.440 X X X
2.4 Debiti per impegni di riacquisto
di propri strumenti patrimoniali
- X X X - X X X
2.5 Altri debiti 204.335 X X X 287.942 X X X
Totale 31.550.552 - - 31.777.068 27.199.304 - - 27.197.795

1.2 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso clientela

Tipologia Totale 30/06/2018 Totale 31/12/2017
operazioni/Componenti del Fair Value
VB
L1
L2
L3
Fair Value
gruppo VB L1 L2 L3
1. Conti correnti e depositi a vista 77.231.654 X X X 77.390.766 X X X
2. Depositi a scadenza 2.690.423 X X X 3.598.192 X X X
3. Finanziamenti 6.956.952 X X X 5.296.507 X X X
3.1 pronti contro termine passivi 5.820.312 X X X 4.180.122 X X X
3.2 Altri 1.136.640 X X X 1.116.385 X X X
4. Debiti per impegni di riacquisto di
propri strumenti patrimoniali
- X X X - X X X
5. Altri debiti 780.590 X X X 1.562.681 X X X
Totale 87.659.619 - - 87.659.619 87.848.146 - - 87.848.146

1.3 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei titoli in circolazione

30/06/2018 Totale
Tipologia titoli / Valori Fair Value
VB L1 L2 L3
A. Titoli
1. Obbligazioni 14.756.468 12.881.042 1.888.871 93.736
1.1 strutturate - - - -
1.2 altre 14.756.468 12.881.042 1.888.871 93.736
2. Altri titoli 368.699 - 364.175 4.453
2,1 strutturate - - - -
2.2 altre - - - -
Totale 15.125.167 12.881.042 2.253.046 98.189

Si riporta di seguito, ancorché non pienamente confrontabile, la tabella al 31 dicembre 2017 relativa alla composizione merceologica dei titoli in circolazione IAS 39, predisposta secondo quanto previsto dalla precedente versione della Circolare di Banca d'Italia n. 262 (4° aggiornamento).

Titoli in circolazione: composizione merceologica

Totale 31/12/2017
Tipologia titoli / Valori Valore Fair Value
Bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Titoli
1. Obbligazioni 15.481.103 13.047.720 2.876.324 -
1.1 strutturate - - - -
1.2 altre 15.481.103 13.047.720 2.876.324 -
2. Altri titoli 767.040 - 767.040 -
2.1 strutturati - - - -
2.2 altri 767.040 - 767.040 -
Totale 16.248.143 13.047.720 3.643.364 -
Totale 30/06/2018 Totale 31/12/2017
Tipologia operazioni/Valori Fair Value Fair Value
VN L1 L2 L3 Fair Value * VN L1 L2 L3 Fair Value *
A. Passività per cassa
1. Debiti verso banche 2.839 3.661 - - 3.661 2.126 6.176 - - 6.176
2. Debiti verso clientela 1.091.138 1.094.953 - - 1.094.953 775.890 816.729 - - 816.729
3. Titoli di debito 3.911.997 - 3.848.464 1.592 3.850.056 4.002.847 - 3.951.586 1.646 3.953.232
3.1 Obbligazioni - - - - - - - - -
3.1.1 Strutturate - - - - X - - - - X
3.1.2 Altre obbligazioni - - - - X - - - - X
3.2 Altri titoli 3.911.997 - 3.848.464 1.592 3.850.056 4.002.847 - 3.951.586 1.646 3.953.232
3.2.1 Strutturati 3.911.997 - 3.848.464 1.592 X 4.002.847 - 3.951.586 1.646 X
3.2.2 Altri - - - - X - - - - X
Totale A 5.005.974 1.098.614 3.848.464 1.592 4.948.670 4.780.863 822.905 3.951.586 1.646 4.776.137
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari X 164.748 3.096.264 8 X 164.438 2.996.770 1.891
1.1 Di negoziazione X 164.748 3.074.089 - X X 164.438 2.942.754 1.891 X
1.2 Connessi con la fair value option X - 21.643 8 X X - 53.728 - X
1.3 Altri X - 532 - X X - 288 - X
2. Derivati creditizi X - 1.149 - X - 2.827 -
2.1 Di negoziazione X - 1.149 - X X - 2.827 - X
2.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X
2.3 Altri X - - - X X - - - X
Totale B X 164.748 3.097.413 8 X X 164.438 2.999.597 1.891 X
Totale (A+B) X 1.263.362 6.945.877 1.600 X X 987.343 6.951.183 3.537 X

2.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica

Passività finanziarie di negoziazione – voce 20

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

Passività finanziarie designate al fair value – voce 30

Totale 30/06/2018
Tipologia operazioni/Valori Fair value
VN L1 L2 L3 Fair value *
1. Debiti verso banche - - - - -
1.1 Strutturati - - - - X
1.2 Altri - - - - X
di cui: #RIF!
- impegni a erogare fondi - X X X X
- garanzie finanziarie rilasciate - X X X X
2. Debiti verso clientela - - - - -
2.1 Strutturati - - - - X
2.2 Altri - - - - X
di cui: -
- impegni a erogare fondi - X X X X
- garanzie finanziarie rilasciate - X X X X
3. Titoli di debito 2.732.905 2.461.882 258.931 - 2.738.519
3.1 Strutturati - - - - X
3.2 Altri 2.732.905 2.461.882 258.931 - X
Totale 2.732.905 2.461.882 258.931 - 2.738.519

3.1 Passività finanziarie designate al fair value: composizione merceologica

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

Si riporta di seguito, ancorché non pienamente confrontabile, la tabella al 31 dicembre 2017 relativa alla composizione merceologica delle passività finanziarie valutate al fair value IAS 39, predisposta secondo quanto previsto dalla precedente versione della Circolare di Banca d'Italia n. 262 (4° aggiornamento).

Passività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica

31/12/2017
Tipologia operazioni/Valori FV
VN L1 L2 L3 FV*
1. Debiti verso banche - - - - -
1.1 Strutturati - - - - x
1.2 Altri - - - - x
2. Debiti verso clientela - - - - -
2.1 Strutturati - - - - x
2.2 Altri - - - - x
3. Titoli di debito 3.454.501 3.065.348 348.212 - 3.435.418
3.1 Strutturati - - - - x
3.2 Altri 3.454.501 3.065.348 348.212 - x
Totale 3.454.501 3.065.348 348.212 - 3.435.418

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

Fondi del passivo – voci 90 e 100

Alla data del 30 giugno i fondi del passivo ammontano a 1.532,0 milioni (1.461,0 milioni il dato al 31 dicembre scorso) e includono il fondo trattamento di fine rapporto per il personale per 396,2 milioni (408,2 milioni alla fine dello scorso esercizio), i fondi di quiescenza per 159,5 milioni (166,8 milioni al 31 dicembre 2017), i fondi rischi su impegni e garanzie rilasciate per 120,6 milioni (al 2017 nella voce "Altre passività" per 119,5 milioni) ed altri fondi per rischi ed oneri per 855,7 milioni (886,0 milioni il dato di fine 2017).

Questi ultimi includono:

  • gli stanziamenti per oneri del personale per 529,1 milioni, principalmente imputabili agli stanziamenti per i Fondi di Solidarietà relativi agli accordi riferiti ai piani per l'uscita volontaria del Personale;
  • gli oneri prevedibili connessi ad alcune transazioni legate all'operatività con la clientela e a possibili evoluzioni interpretative di talune norme regolamentanti l'attività bancaria. Considerato che una puntuale indicazione degli stanziamenti potrebbe seriamente pregiudicare la posizione della società nell'ambito della gestione delle vertenze connesse alle passività potenziali oggetto di valutazione, come consentito dal paragrafo 92 del principio contabile internazionale di riferimento (IAS 37), per alcune fattispecie non è stata fornita analitica indicazione in merito all'entità degli stanziamenti esistenti nell'ambito dei fondi per rischi ed oneri ed agli accantonamenti addebitati al conto economico.

10.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

Voci/Componenti 30/06/2018
1. Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate 67.925
2. Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate 52.739
3. Fondi di quiescenza aziendali 159.489
4. Altri fondi per rischi ed oneri 855.690
4.1 Controversie legali e fiscali 171.747
4.2 Oneri per il personale 529.053
4.3 Altri 154.890
Totale 1.135.843

Al 31 dicembre 2017 i fondi per rischi e oneri presentavano la seguente composizione:

Voci/Componenti 31/12/2017
1. Fondi di quiescenza aziendale 166.847
2. Altri fondi per rischi e oneri 885.982
2.1 controversie legali 166.207
2.2 oneri per il personale 611.208
2.3 altri 108.567
Totale 1.052.829

Di seguito si forniscono i dettagli relativi ai principali procedimenti legali pendenti e ai principali contenziosi in essere nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria.

Rischi connessi ai procedimenti legali pendenti

Il Gruppo opera in un contesto legale e normativo che lo espone ad una vasta tipologia di vertenze legali, connesse, ad esempio, alle condizioni praticate alla propria clientela, alla natura ed alle caratteristiche dei prodotti e dei servizi finanziari prestati, alle irregolarità amministrative, alle revocatorie fallimentari, alle liti giuslavoristiche. I relativi rischi sono oggetto di specifica analisi da parte del Gruppo, al fine di procedere ad effettuare uno specifico stanziamento al fondo rischi ed oneri, qualora, sulla base delle informazioni disponibili, l'esborso sia ritenuto probabile. Come indicato nel paragrafo "Le incertezze sull'utilizzo di stime nella predisposizione della relazione finanziaria semestrale", cui si fa rinvio, la complessità delle situazioni e delle operazioni societarie che sono alla base dei contenziosi implicano significativi elementi di giudizio che possono interessare sia l'an, sia il quantum e relativi tempi di manifestazione della passività.

Nel seguito sono dettagliate le principali controversie legali in corso alla chiusura del semestre, caratterizzate da significativi profili di complessità e/o potenziale onerosità, con la mera finalità di rappresentare la massima esposizione al rischio, a prescindere dal giudizio espresso dal Gruppo in merito al relativo grado di soccombenza. Per molte di tali vertenze, il Gruppo reputa infatti che vi siano limitati profili di rischio e quindi, trattandosi di passività possibili, non ha effettuato alcun accantonamento; per le passività considerate probabili, l'informativa su tale giudizio e sull'ammontare dello stanziamento viene fornita solo nell'eventualità in cui non possa recare pregiudizio nell'evoluzione del contenzioso con la controparte, per via giudiziale o transattiva. Al riguardo si deve sottolineare che, per quanto le stime condotte dal Gruppo siano ritenute attendibili e conformi ai dettami dei principi contabili di riferimento, non si può tuttavia escludere che gli oneri che emergeranno dalla definizione delle vertenze possano rivelarsi diversi, anche per importi significativi, rispetto a quelli accantonati.

Raffaele Viscardi S.r.l.

La causa, notificata il 30 aprile 2009 con un petitum di circa 46 milioni, verte sull'operato di una filiale di Salerno in ordine alla concessione di finanziamenti agrari alla società attrice che assume di essere stata indotta a sottoscrivere obbligazioni della banca in garanzia di somme erogatele, e lamenta un danno di immagine per la segnalazione in Centrale Rischi. Il 5 maggio 2015 il Tribunale di Salerno ha emesso sentenza favorevole alla banca avverso la quale è stato proposto appello da controparte.

Maflow S.p.A. in Amministrazione Straordinaria

Con atto di citazione del 14 aprile 2014 Maflow S.p.A., in amministrazione straordinaria, ha convenuto in giudizio l'ex Banco Popolare chiedendo: (i) la condanna, in solido con altri, al risarcimento del danno per 199 milioni pari al complessivo dissesto finanziario della Maflow così come calcolato da controparte; (ii) la condanna alla restituzione di quanto asseritamente percepito dalla banca illegittimamente a fronte di finanziamenti concessi a Maflow dalla costituzione sino al default. Tutto ciò sul presupposto che l'istituto di credito avrebbe rivestito un ruolo dominante influenzando la gestione finanziaria di Maflow.

Il Tribunale di Milano con sentenza del 14 dicembre 2016, poi appellata, ha integralmente respinto le domande della Procedura che è stata condannata anche alla refusione delle spese di lite.

Procedimento Amministrativo

Il 17 luglio 2014 è stato notificato all'ex Banco Popolare, in qualità di obbligato in solido con i possibili responsabili della violazione, un verbale di contestazione per asserita violazione della normativa antiriciclaggio (D.Lgs. n. 231/2007). Viene contestata l'omessa segnalazione di operazione ritenuta sospetta all'esito degli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza; i fatti contestati risalgono al 2009 e sono relativi ad una operazione di versamento di n. 41 assegni circolari non trasferibili per un importo complessivo di 10,1 milioni.

Fallimento Porta Vittoria

La società, già appartenente al Gruppo Coppola, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano il 29 settembre 2016. Il credito della banca assomma a complessivi 225,1 milioni di cui 219,5 milioni riferibili ad un finanziamento ipotecario e 5,6 milioni da scoperto di conto corrente generato dai differenziali di uno strumento derivato in essere con Porta Vittoria. La banca ha formulato istanza di ammissione al passivo fallimentare ed il Giudice Delegato, adeguandosi alla proposta del Curatore fallimentare, ha ammesso il credito ipotecario con postergazione nei confronti di tutti gli altri creditori e con privilegio ipotecario soltanto nei confronti degli altri creditori postergati. Il credito da derivato è stato regolarmente ed interamente ammesso in via chirografaria. La banca, ritenendo infondato il provvedimento, ha impugnato lo stato passivo, chiedendo l'ammissione del credito da finanziamento in via ipotecaria senza postergazione.

Il giudizio di opposizione allo stato passivo è tuttora pendente.

Fallimento Tikal S.r.l. in liquidazione/Release S.p.A.

Il 5 aprile 2017 il Fallimento Tikal S.r.l. in liquidazione, già conduttore dell'immobile in cui veniva esercitata l'attività alberghiera dell'Hotel Cicerone in Roma, ha notificato atto di citazione con il quale ha convenuto in giudizio Release e Cicerone S.a r.l. (società di diritto lussemburghese appartenente al Gruppo Coppola) al fine di ottenere un risarcimento danni quale responsabilità extracontrattuale per complessivi 19,9 milioni a titolo di mancato riconoscimento di indennità di avviamento ed asserita perdita di valore dell'azienda, dovuto alla riconsegna dell'immobile locato in anticipo rispetto alla scadenza prevista dal contratto di affitto. La consegna anticipata è stata una conseguenza della scadenza del contratto di leasing in essere tra Release S.p.A. e Cicerone S.a r.l..

L'atto di citazione fa seguito alla richiesta di ammissione al passivo da parte di Release S.p.A. del credito vantato a titolo di indennità di occupazione; la domanda è stata accolta dal Tribunale che ha riconosciuto il credito, in parte anche in via di prededuzione.

Cicerone S.a r.l.

Il 21 novembre 2017 Cicerone S.a r.l. ha citato in giudizio Release e Banco BPM contestando la nullità dell'accordo di ristrutturazione del debito, stipulato con la stessa Release il 19 ottobre 2010, che origina dal contratto di leasing avente ad oggetto il complesso alberghiero "Hotel Cicerone" in Roma. La controparte chiede di dichiarare la vigenza dell'originario contratto di locazione finanziaria del 29 novembre 2004 oltre al risarcimento del danno asseritamente patito, quantificato in circa 45 milioni. Il 13 aprile 2018 il Fallimento Porta Vittoria è intervenuto nel giudizio sostenendo la posizione dell'attrice.

La causa ricalca i contenuti dell'azione intrapresa nell'agosto del 2015 dalla stessa Cicerone S.a r.l. e da Porta Vittoria S.p.A. nei confronti dei medesimi convenuti ed estintasi, nel marzo del 2017, per mancata riassunzione del giudizio a seguito della dichiarazione di fallimento di Porta Vittoria.

Fallimento Trafileria del Lario S.p.A. in liquidazione

Il 12 ottobre 2017 il Fallimento Trafileria del Lario S.p.A. in liquidazione (già Trafilerie Brambilla S.p.A.) ha notificato atto di citazione spiegando autonome domande di risarcimento danni sia nei confronti degli ex sindaci e amministratori, anche di fatto, della società, sia nei confronti di Banco BPM e altri istituti di credito. Le doglianze riferite al ceto bancario coinvolto si sostanziano nel presunto aggravamento del dissesto societario, in concorso con gli stessi amministratori e sindaci, determinato dalla continuazione dell'attività di impresa in situazione di insolvenza e nell'accesso abusivo al credito attraverso fatturazioni false. In base alla ricostruzione della curatela, tali condotte avrebbero cagionato un danno all'azienda quantificato in 25 milioni.

Lucchini S.p.A.

Il 23 marzo 2018 l'amministrazione straordinaria della Lucchini S.p.A. ha citato in giudizio numerosi istituti bancari in solido fra i quali Banco BPM per ottenere un risarcimento danni complessivamente quantificato in circa 351 milioni.

L'iniziativa giudiziale trae origine dalle vicende che hanno condotto al dissesto economico-finanziario della società culminato, nel dicembre 2012, nell'assoggettamento alla procedura di amministrazione straordinaria. In particolare le banche sono chiamate a rispondere dei pretesi danni arrecati alla Lucchini a seguito della sottoscrizione e dell'esecuzione dell'accordo di ristrutturazione ex art. 182 bis della legge fallimentare perfezionato a dicembre 2011 e omologato dal Tribunale di Milano nel febbraio 2012.

Procedimenti civili e penali relativi ai Fallimenti delle società del Gruppo Dimafin

Il Gruppo Banco BPM è stato coinvolto in alcuni procedimenti civili intentati dalle curatele fallimentari, dagli ex componenti del Consiglio di Amministrazione e dalla proprietà del Gruppo Dimafin, nonché nel procedimento penale che accompagna il default dello stesso gruppo imprenditoriale.

In data 22 novembre 2017 è stato perfezionato e poi eseguito un accordo transattivo che consente l'abbandono di 9 giudizi civili intentati da parte delle curatele dei Fallimenti del Gruppo Di Mario e dall'ex management delle società fallite, e inoltre la revoca della costituzione di parte civile, già formalizzata, nel procedimento penale instaurato a seguito del default del gruppo Di Mario, con liberazione delle somme precedentemente sequestrate alla Banca su istanza della Procura di Roma.

Il perimetro della transazione non comprende la causa promossa dalla proprietà del Gruppo Dimafin, rappresentata dal Sig. Raffaele Di Mario, contro 23 soggetti, tra cui numerosi istituti di credito, chiamati a rispondere in via solidale di asserite condotte dolose e colpose ascrivibili ai convenuti ritenuti responsabili del dissesto finanziario delle società del Gruppo Dimafin e del conseguente fallimento delle stesse. Tali condotte, secondo la tesi attorea, avrebbero provocato l'azzeramento del valore delle partecipazioni detenute dall'attore, da qui le pretese risarcitorie del signor Di Mario per 700 milioni.

Inoltre, nel dicembre del 2017, il Fallimento del Sig. Raffaele Di Mario, in qualità di proprietario nonché finanziatore della capogruppo Dimafin S.p.A., ha notificato al Banco BPM e Release, oltre ad altri istituti di credito, un atto di citazione volto a riconoscere la responsabilità delle banche per l'aggravamento dello stato di insolvenza del Sig. Raffaele Di Mario. Il maggior dissesto, secondo la tesi attorea, sarebbe stato determinato dall'erogazione di credito in favore di società per le quali Di Mario avrebbe rilasciato fideiussioni. Le doglianze evidenziano quindi un danno, quantificato in 8,9 milioni, asseritamente cagionato alla massa dei creditori del fallito per il minor soddisfacimento delle loro ragioni di credito. La citazione mira inoltre ad ottenere una declaratoria di nullità per le fideiussioni rilasciate dall'imprenditore e collegate al piano di risanamento studiato per il Gruppo Dimafin.

Ittierre S.p.A. ex Banco Popolare

Società ammessa alla procedura di Amministrazione Straordinaria. La procedura ha notificato atto di citazione chiedendo sia alla ex Banca Popolare di Lodi (BPL) sia alla ex Banca Popolare di Novara S.p.A. (BPN) la restituzione, ex art. 67 L.F., della complessiva somma di 16,6 milioni in via principale e di 4,9 milioni in via subordinata. E' stata eccepita l'erronea duplicazione della domanda in realtà relativa al medesimo conto corrente migrato a seguito dello swap di filiali dalla BPL alla BPN. E' stata inoltre eccepita la nullità della domanda per indeterminatezza dell'oggetto dal momento che controparte non ha precisato quali fossero le rimesse contestate. Per la causa ex BPN è ancora in corso la sostituzione del giudice e per l'altra la CTU contabile ha escluso l'esistenza di rimesse restitutorie revocabili, circostanza positiva per l'esito delle cause. In pendenza di trattative, l'udienza di precisazione delle conclusioni è oggetto di rinvii. Nel marzo scorso si è perfezionato con le procedure di Amministrazione Straordinaria di Ittierre S.p.A., It Holding S.p.A. e Malo S.p.A., un accordo transattivo complessivo a definizione di tutti i giudizi per revocatoria pendenti fra le parti con un esborso complessivo di 200 mila euro.

Ittierre S.p.A ex Banca Popolare di Milano

Società ammessa alla procedura di Amministrazione Straordinaria. La procedura ha notificato atto di citazione chiedendo la restituzione di 30,9 milioni ex art 67 LF. La CTU contabile ha ritenuto revocabili rimesse per soli 35 mila euro, circostanza positiva per l'esito della causa. L'udienza di precisazione delle conclusioni è oggetto di rinvii per pendenza di trattative.

Impresa S.p.A. ex Banca Popolare di Milano

Società in Amministrazione Straordinaria. La procedura di A.S. ha citato avanti il Tribunale di Roma il ceto bancario componente di un pool, di cui BPM partecipava per solo l'8%, oltre agli amministratori della società per risarcimento danni quantificati in solido per 166,9 milioni. L'udienza di ammissione mezzi istruttori è fissata per la fine del mese di ottobre 2018.

Send S.r.l.

Società fallita nel 2009. Il credito deriva da un'operazione in pool di 49,5 milioni con Unicredit capofila, finalizzata alla realizzazione di un centro commerciale in Vicenza e garantita da ipoteca in pari grado sul complesso immobiliare finanziato. La quota di partecipazione dell'ex Banco era del 28,80%. I crediti del pool (e pertanto anche quello dell'ex Banco) sono stati regolarmente ammessi allo stato passivo fallimentare in via privilegiata ipotecaria.

La curatela del fallimento ha avviato azione risarcitoria in solido nei confronti delle Banche del Pool per l'importo del finanziamento. Il Tribunale adito dalla curatela ha dichiarato nel 2015 la propria incompetenza. La curatela ha riassunto la causa avanti il Tribunale di Venezia sezione specializzata delle imprese, sono state precisate le conclusioni e la causa è stata trattenuta in decisione.

Rischi connessi a contenziosi in essere nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria

Il Banco BPM, le società dalla cui fusione per unione il Banco BPM ha avuto origine, le società controllate incorporate e le società controllate sono state fatte oggetto di varie attività di verifica da parte dell'Amministrazione Finanziaria sia nell'esercizio 2018 che nei precedenti. Tali attività hanno riguardato la determinazione dei redditi imponibili dichiarati ai fini delle imposte sui redditi, dell'IVA, dell'imposta di registro e più in generale le modalità di applicazione della normativa fiscale tempo per tempo vigente. Come conseguenza di tali attività di controllo il Gruppo Banco BPM è coinvolto in una pluralità di contenziosi.

Le passività potenziali connesse a contenziosi fiscali avviati che interessano il Banco BPM e le proprie società controllate ammontano alla data del 30 giugno 2018 a 333,4 milioni (332,7 milioni al 31 dicembre 2017) di cui 306,8 milioni desumibili dagli avvisi di accertamento, cartelle esattoriali e avvisi di liquidazione e 26,6 milioni desumibili dai processi verbali di constatazione notificati o in fase di notifica (rilievi desunti dalla lettura dei processi verbali giornalieri della verifica in corso). Si precisa a tale proposito che nella stima delle passività potenziali relative agli avvisi di accertamento non sono considerati gli eventuali interessi (ad eccezione che per gli accertamenti relativi all'esercizio 2005 dell'ex Banca Popolare Italiana e per le passività classificate come probabili), mentre nella stima delle passività potenziali relative ai processi verbali di constatazione notificati o in fase di notifica non sono inclusi né gli interessi né le sanzioni in quanto non indicate nell'atto (ad eccezione che per le passività classificate come probabili).

Evoluzione intervenuta nel corso del semestre

Nel corso del semestre non sono sorti nuovi contenziosi e non sono terminati o stati definiti contenzioni già esistenti. Nel seguito viene fornito il dettaglio dei principali contenziosi fiscali in essere alla data del 30 giugno 2018.

Contenziosi riferiti al Banco BPM

  • Banco BPM (Ex Banca Popolare di Verona e Novara Soc. Coop.) cartella di pagamento riguardante l'imposta IRAP versata alla Regione Veneto per l'esercizio 2006. La pretesa si riferisce all'applicazione al valore della produzione netta derivante dall'attività esercitata in Veneto ed in Toscana dell'aliquota ordinaria del 4,25% anziché nella misura maggiorata del 5,25% ed ammonta complessivamente a 7,1 milioni. La cartella di pagamento è stata impugnata. La Commissione Tributaria Provinciale ha parzialmente accolto il ricorso dichiarando non dovute le sanzioni irrogate. La Commissione Tributaria Regionale ha confermato la sentenza di primo grado, annullando altresì la pretesa fiscale relativa alla maggiorazione IRAP riferita alla Regione Toscana. E' pendente il ricorso presentato alla Corte di Cassazione.
  • Banco BPM (Ex Banca Popolare Italiana Soc. Coop.) avviso di liquidazione riguardante l'imposta di registro conseguente alla riqualificazione in cessione di ramo d'azienda della vendita di un portafoglio di titoli effettuata nel 2002 tra la Cassa di Risparmio di Pisa e la Banca Popolare Italiana. Le pretese ammontano a 14,5 milioni. La Commissione Tributaria Regionale di Firenze nella sentenza del 18 ottobre 2011 ha integralmente accolto il ricorso presentato dall'ex Banco Popolare. È pendente il ricorso presentato alla Corte di Cassazione.
  • Banco BPM (Ex Banca Popolare Italiana Soc. Coop.) avvisi di accertamento relativi al periodo d'imposta 2005 riguardanti la pretesa indeducibilità ai fini IRES ed IRAP di costi e rettifiche di valore su crediti ritenuti riconducibili a fatti o atti qualificabili come reato (si tratta dei reati di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza e turbativa di mercato contestati alla Banca Popolare Italiana in relazione al tentativo di scalata a Banca Antonveneta). Le pretese ammontano a 199,8 milioni (interessi ed aggi esattoriali compresi). Con separate sentenze depositate in data 15 ottobre 2014, n. 8562 (IRES) e n. 8561 (IRAP), la Commissione Tributaria Provinciale di Milano, Sez. 22, ha integralmente rigettato i ricorsi presentati dalla Banca, seppur non motivando in alcun modo le ragioni poste a fondamento della conferma della pretesa fiscale. La predetta sentenza è stata appellata avanti la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia. In data 6 maggio 2015 si è tenuta la discussione avanti alla Commissione Tributaria Regionale di Milano, sezione 2, degli appelli depositati il 3 febbraio 2015. La Commissione, con sentenza n. 670 depositata in data 19 maggio 2015, anch'essa priva di adeguata motivazione, ha rigettato gli appelli riuniti presentati e confermato le sentenze impugnate. E' stato presentato ricorso alla Corte di Cassazione.
  • Banco BPM (Ex Banca Popolare Italiana Soc. Coop.) avvisi di accertamento notificati il 22 dicembre 2014 in relazione al processo verbale di constatazione del 30 giugno 2011 per i periodi d'imposta 2006-2009. Anche questi avvisi riguardano la pretesa indeducibilità ai fini IRES ed IRAP dei costi ritenuti riconducibili a fatti o atti qualificabili come reato. Si tratta in particolare delle rettifiche di valore su crediti già oggetto di contestazione con riferimento all'esercizio 2005. Tali rettifiche di valore, ancorché rilevate da Banca Popolare Italiana nel proprio bilancio relativo all'esercizio 2005, risultavano deducibili in quote costanti nei 18 esercizi successivi ai sensi della versione allora vigente dell'art. 106, terzo comma, D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917. Gli avvisi di accertamento notificati contestano pertanto la pretesa indeducibilità delle quote delle suddette rettifiche su crediti dedotte negli esercizi 2006, 2007, 2008 e 2009. Le pretese ammontano complessivamente a 15,8 milioni. E' stato presentato il ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale. La commissione ha sospeso il procedimento sino al passaggio in giudicato della sentenza della Corte di Cassazione sui costi reato - esercizio 2005, di cui al punto precedente.
  • Banco BPM avvisi di accertamento e atti di contestazione delle sanzioni che recepiscono il rilievo relativo all'omessa applicazione di ritenute alla fonte di cui all'art. 26, comma 5, DPR n. 600/1973 sugli interessi dovuti a fronte dei depositi effettuati dalle società controllate estere residenti nello stato americano del Delaware in relazione agli esercizi 2013, 2014 e 2015. Le pretese ammontano a 25,0 milioni. Tali vertenze rientrano nell'accordo di definizione extragiudiziale con l'Agenzia delle Entrate che ha condotto nel 2016 e nel 2017 alla chiusura delle analoghe vertenze riferite ad altri esercizi e altri soggetti giuridici incorporati senza l'applicazione di alcuna sanzione.
  • Banco BPM avvisi di accertamento notificati il 23 dicembre 2014 riguardanti l'esercizio 2009 delle ex controllate Banca Popolare di Lodi, Credito Bergamasco ed Efibanca. La pretesa complessiva ammonta a 58,4 milioni. La Commissione Tributaria Provinciale ha accolto tutti i ricorsi presentati annullando gli avvisi di accertamento. L'Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso. La discussione avanti alla Commissione Tributaria Regionale si è tenuta il 5 ottobre 2017. La Commissione ha confermato le decisioni di primo grado favorevoli alla banca. E' pendente il ricorso in Cassazione presentato dall'Agenzia delle Entrate.

  • Banco BPM processo verbale di constatazione consegnato il 7 agosto 2017 riguardante gli esercizi 2012, 2013, 2014 e 2015 recante rilievi relativi all'omesso versamento IRES ed IRAP con riferimento ad alcuni rapporti economici intercorsi tra Banca Italease S.p.A. e la controllata Banca Italease Funding LLC nell'ambito delle operazioni di rafforzamento patrimoniale poste in essere mediante l'emissione delle cosiddette "preference shares". La pretesa complessiva ammonta a 1,7 milioni.

  • Banco BPM (Ex Banca Italease) avvisi di liquidazione per il recupero delle imposte ipotecarie e catastali relative ad un finanziamento stipulato nel 2006. La pretesa ammonta a complessivi 3,2 milioni. Il ricorso presentato da Banca Italease è stato accolto sia in primo che in secondo grado. E' pendente il ricorso presentato alla Corte di Cassazione.

Oltre ai suddetti contenziosi si evidenzia che con riferimento ai 2 provvedimenti di diniego di rimborso emessi da parte dell'Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale di Novara e relativi a crediti IRPEG ed ILOR chiesti a rimborso dalla ex Banca Popolare di Novara S.c.a r.l. per l'anno 1995 per l'importo di complessivi 86,5 milioni, la Commissione Tributaria Regionale di Torino ha accolto entrambi i ricorsi riuniti condannando altresì l'Agenzia al pagamento delle spese di lite. Avverso la predetta sentenza, l'Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per Cassazione.

Contenziosi riferiti ad altre società controllate

  • Aletti Fiduciaria atto di recupero delle imposte dovute da società intestata fiduciariamente ai sensi della responsabilità personale del socio ex art. 36, comma 3, del DPR n. 602/1973. La pretesa ammonta a 7,9 milioni. Il ricorso della società è stato integralmente accolto sia in primo che in secondo grado. E' pendente il ricorso in Cassazione presentato dall'Agenzia delle Entrate.
  • Banca Aletti con riferimento alla posizione creditizia di Banca Aletti verso l'Amministrazione Finanziaria Svizzera relativa a crediti di imposta su dividendi esteri chiesti a rimborso su base convenzionale, il 9 marzo 2018 l'Amministrazione Federale Svizzera ha formalizzato il proprio diniego al rimborso dei crediti maturati negli esercizi 2008 e 2009. Il credito netto oggetto di diniego iscritto nel bilancio della controllata e quindi anche nel bilancio consolidato ammonta a 38,2 milioni di franchi svizzeri equivalenti a circa 33 milioni di euro. A fronte della posizione espressa dall'Amministrazione Elvetica, Banca Aletti ha provveduto ad impugnare il provvedimento amministrativo presso le autorità competenti per far valere i propri diritti.

Classificazione e valutazione delle passività potenziali in ottemperanza a quanto previsto dal principio contabile IAS 37

Passività potenziali collegate alla vertenza relativa alla pretesa indeducibilità dei costi riconducibili al tentativo di scalata alla Banca Antonveneta da parte della ex Banca Popolare Italiana

Come precedentemente illustrato, la passività potenziale relativa al solo esercizio 2005 ammonta a 199,8 milioni alla quale deve aggiungersi la passività potenziale relativa gli avvisi di accertamento correlati relativi agli esercizi 2006, 2007, 2008 e 2009, stimata in 15,8 milioni, interessi ed aggi esattoriali esclusi.

A fronte della vertenza, al 31 dicembre 2017, risultano rilevati crediti nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria per 201,9 milioni, a seguito dei versamenti effettuati a titolo provvisorio. La somma versata risulta iscritta in bilancio nella voce "Altre attività". Al riguardo si deve sottolineare che tali versamenti non sono ritenuti tali da influire sul rischio di soccombenza della controversia, la cui valutazione è stata effettuata in base alle disposizioni previste dallo IAS 37: trattasi, infatti, di somme versate in base ad un meccanismo automatico del tutto sganciato dalla fondatezza o meno delle connesse pretese fiscali che sarà nota solo a seguito dell'ultimo grado di giudizio.

Le suddette passività potenziali sono state oggetto di attenta valutazione anche alla luce dell'esito sfavorevole dei primi due gradi di giudizio.

Si ritiene che le decisioni espresse nei primi due gradi di giudizio siano illegittime.

Va in primo luogo evidenziato che, nei paralleli procedimenti penali avviati nei confronti dei firmatari delle dichiarazioni dei redditi per il reato di infedele dichiarazione (reato fondato sulle medesime contestazioni contenute negli avvisi di accertamento in esame), il giudice ha emesso sentenza di assoluzione degli imputati "perché il fatto non sussiste". Ancorché i procedimenti penali siano indipendenti rispetto alle vertenze amministrative, si sottolinea che, nel dispositivo della sentenza, il giudice penale ha motivato la propria decisione con le medesime argomentazioni formulate dalla banca a propria difesa nei ricorsi presentati nell'ambito dei procedimenti amministrativi oggetto di illustrazione.

Inoltre, dall'esame del dispositivo e del contenuto della sentenza della Commissione Tributaria Regionale, è stato riscontrato che la decisione della medesima sugli aspetti di merito non contiene alcuna specifica motivazione e si basa su un mero rimando alle tesi dell'Agenzia, senza alcuna espressa indicazione delle ragioni del mancato accoglimento delle puntuali argomentazioni sviluppate dal Banco Popolare a supporto del proprio ricorso.

Su tali basi si è ritenuto che la sentenza sia fondatamente impugnabile davanti alla Corte di Cassazione potendo di fatto riproporre in giudizio tutte le argomentazioni difensive riguardanti aspetti di legittimità non considerate dai giudici di primo e secondo grado.

In data 18 dicembre 2015 è stato presentato il ricorso alla Suprema Corte.

Le approfondite analisi della vicenda svolte con il supporto dei consulenti incaricati della predisposizione del ricorso, nonché l'ulteriore parere richiesto ad altro autorevole esperto della materia, hanno confermato il convincimento che la pretesa dell'Agenzia delle Entrate sia illegittima e che rimane immutata la possibilità di riuscire a vedere finalmente considerate e condivise le argomentazioni difensive nel giudizio avanti alla Suprema Corte. Le medesime analisi hanno condotto il Consiglio di Amministrazione a confermare la classificazione della passività potenziale come possibile ma non probabile.

Alla luce delle valutazioni condotte nessun accantonamento risulta stanziato a fronte delle passività potenziali in esame nel bilancio al 30 giugno 2018.

Passività potenziali collegate alle altre vertenze in essere

Le residue passività potenziali collegate a vertenze di natura fiscale ammontano complessivamente a 117,8 milioni.

Alla luce degli esiti favorevoli riscontrati nei primi gradi di giudizio e/o dell'esistenza di validi e fondati motivi per contrastare le pretese avanzate dall'Amministrazione Finanziaria nell'ambito dei procedimenti giudiziali avviati, considerati anche gli specifici pareri espressi da autorevoli studi esterni, le passività potenziali classificate come possibili ma non probabili ammontano complessivamente a 87,7 milioni.

Le passività potenziali classificate come probabili ammontano complessivamente a 30,1 milioni e risultano essere state integralmente addebitate a conto economico in occasione del pagamento delle cartelle esattoriali pervenute o integralmente coperte dagli accantonamenti stanziati nella voce Fondi per rischi e oneri.

Attività di verifica in corso al 30 giugno 2018

Alla data del 30 giugno 2018 è in corso nei confronti del Banco BPM (ex Banco Popolare) una verifica ai fini delle imposte dirette per l'annualità 2013.

La verifica è stata avviata il 29 novembre 2017 dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Verona ed è stata estesa in data 27 dicembre 2017 anche alle annualità 2014, 2015 e 2016.

Allo stato attuale i verificatori hanno avviato il contraddittorio con riferimento ad un unico rilievo. Il rilievo riguarda il trattamento economico delle garanzie a suo tempo rilasciate dalle ex Banca Popolare Italiana e dalla ex Banca Italease alle proprie società controllate residenti nello stato del Delaware, garanzie finalizzate alla raccolta di risorse finanziarie tramite le cosiddette "preferred shares". I verificatori non hanno fornito informazioni sulla quantificazione del potenziale rilievo. La banca in data 27 febbraio 2018 ha consegnato ai verificatori ai sensi e per gli effetti degli artt. 10 e 12 dello Statuto del Contribuente una propria memoria nell'ambito della quale ha espresso le motivazioni per le quali ritiene che il potenziale rilievo sia infondato. Successivamente alla consegna della suddetta memoria le attività di verifica sono state sospese.

Patrimonio del Gruppo – voci 120, 130, 140, 150, 160, 170 e 180

Il patrimonio netto consolidato di Gruppo al 30 giugno 2018, comprensivo delle riserve da valutazione e del risultato del periodo, ammonta a 10.834,0 milioni e si confronta con il dato di fine esercizio 2017, pari a 11.900,2 milioni.

La redditività complessiva registrata al 30 giugno 2018, per la quota di pertinenza del Gruppo, è risultata positiva per 0,3 milioni per effetto di un utile netto di periodo pari a 352,6 milioni e della variazione negativa delle riserve da valutazione pari a 352,3 milioni.

Nel prospetto seguente è rappresentata la composizione delle riserve da valutazione.

(migliaia di euro) 30/06/2018 31/12/2017
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (127.263)
Attività finanziarie disponibili per la vendita (ex IAS 39) 297.875
Attività materiali 217 217
Copertura di investimenti esteri 1.567 1.805
Copertura dei flussi finanziari (10.619) (8.182)
Differenze di cambio 19.098 18.278
Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico
(variazioni del proprio merito creditizio) 12.361 14.517
Utili (perdite) attuariali su piani previdenziali a benefici definiti (75.361) (79.436)
Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto (1.143) 4.318
Leggi speciali di rivalutazione 2.314 2.314
Totale (178.829) 251.706

Le riserve da valutazione alla data del 30 giugno sono negative e ammontano a 178,8 milioni e si confrontano con il dato positivo al 31 dicembre 2017 di 251,7 milioni.

La variazione negativa è imputabile per 78,2 milioni all'introduzione del principio contabile IFRS 9. In maggior dettaglio tale variazione negativa è pari all'effetto combinato:

  • di una riduzione delle riserve da valutazione per 114,6 milioni, compensata da un corrispondente incremento delle altre riserve da utili;
  • di un incremento di riserve da valutazione pari a 36,4 milioni, che si è tradotto in un corrispondente incremento di patrimonio netto.

Per ulteriori dettagli sugli effetti sopra descritti si fa rinvio alla sezione "Informativa sulla prima applicazione dei principio contabili IFRS 9 – Strumenti finanziari e IFRS 15 – Ricavi provenienti da contratti con i clienti".

L'ulteriore variazione negativa del semestre è risultata pari a - 352,3 milioni ed è in gran parte attribuibile all'andamento negativo degli spread sui titoli governativi registrata nel secondo trimestre del 2018 rilevate tra le attività valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Al 30 giugno 2018 le riserve su tali attività sono infatti negative per 127,3 milioni, al netto dei relativi effetti fiscali (+297,9 milioni erano le riserve positive al 31 dicembre 2017; +229,5 milioni è il dato di inizio anno che tiene conto degli effetti relativi alla prima applicazione IFRS 9 sulle attività della specie, compresi negli effetti in precedenza illustrati).

Concentrando l'analisi sull'evoluzione nel secondo trimestre, le suddette riserve, al lordo degli effetti fiscali, sono passate da un saldo al 31 marzo 2018 complessivamente positivo pari a 302 milioni ad un saldo al 30 giugno 2018 complessivamente negativo pari a 188 milioni. Come già detto, tale variazione è principalmente imputabile all'evoluzione negativa dei tassi di rendimento implicito dei titoli governativi italiani e delle conseguenti ripercussioni sui prezzi di mercato delle altre attività finanziarie quotate sul mercato italiano.

Al netto degli effetti fiscali la variazione negativa assoluta delle riserve da valutazione, registrata nel secondo trimestre per le attività in esame, è risultata pari a 342 milioni.

Nella tabella seguente è fornito il raccordo tra il patrimonio netto e il risultato della Capogruppo e gli stessi dati a livello consolidato.

(migliaia di euro) Patrimonio Risultato del
netto periodo
Saldi al 30/06/2018 come da bilancio della Capogruppo 9.695.169 169.607
Effetto del consolidamento di società controllate 1.105.820 690.938
Effetto della valutazione a patrimonio netto di società collegate (19.618) 75.998
Elisione dei dividendi incassati nell'esercizio da società controllate e collegate - (571.207)
Altre rettifiche di consolidamento 52.664 (12.759)
Saldi al 30/06/2018 come da bilancio consolidato 10.834.035 352.577

Per ulteriori dettagli sulla composizione dei fondi propri e sui ratio patrimoniali si fa rinvio alla successiva sezione F "Informazioni sul patrimonio consolidato".

13.1 Capitale e azioni proprie: composizione

Il capitale sociale al 30 giugno 2018 risulta pari a 7.100 milioni ed è costituito da n. 1.515.182.126 azioni ordinarie sottoscritte ed interamente versate.

La voce "azioni proprie" è rappresentata da n. 4.177.619 azioni della Capogruppo per un controvalore di bilancio di 14,1 milioni.

13.2 Capitale – numero azioni della Capogruppo: variazioni annue

Ordinarie Altre
A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 1.515.182.126 -
- interamente liberate 1.515.182.126 -
- non interamente liberate - -
A.1 Azioni proprie (-) (4.492.254) -
A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 1.510.689.872 -
B. Aumenti 314.635 -
B.1 Nuove emissioni - -
a pagamento: - -
- operazioni di aggregazioni di imprese - -
- conversione di obbligazioni - -
- esercizio di warrant - -
- altre - -
a titolo gratuito: - -
- a favore dei dipendenti - -
- a favore degli amministratori - -
- altre - -
B.2 Vendita azioni proprie 314.635 -
B.3 Altre variazioni - -
C. Diminuzioni - -
C.1 Annullamento - -
C.2 Acquisto di azioni proprie - -
C.3 Operazioni di cessione di imprese - -
C.4 Altre variazioni - -
D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 1.511.004.507 -
D.1 Azioni proprie (+) 4.177.619 -
D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 1.515.182.126 -
- interamente liberate 1.515.182.126 -
- non interamente liberate - -

Informazioni relative ad emissioni e compravendite di titoli azionari di propria emissione

Nel corso del semestre non sono intervenute variazioni nella composizione del capitale sociale.

Informazioni relative ad emissioni e compravendite di titoli obbligazionari convertibili di propria emissione

Alla data del 30 giugno 2018 non risultano in essere strumenti obbligazionari convertibili di propria emissione.

PARTE C - INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO

Per le modalità con cui sono esposte le seguenti tabella si fa rinvio a quanto illustrato nel paragrafo "Principi generali di redazione" contenuto nella parte "A.1 – Parte generale".

Interessi – voci 10 e 20

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Titoli di
debito
Finanziamenti Altre
operazioni
Totale
30/06/2018
1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto
a conto economico 30.807 - - 30.807
1.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione 24.455 - - 24.455
1.2 Attività finanziarie designate al fair value - - - -
1.3 Altre attività finanziarie obbligatoriamente
valutate al fair value 6.352 - - 6.352
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto
sulla redditività
151.281 - X 151.281
3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 86.268 1.202.973 X 1.289.241
3.1 Crediti verso banche 1.314 15.405 X 16.719
3.2 Crediti verso clientela 84.954 1.187.568 X 1.272.522
4. Derivati di copertura X X (59.272) (59.272)
5. Altre attività X X 3.417 3.417
6. Passività finanziarie X X X 64.783
Totale 268.356 1.202.973 (55.855) 1.480.257
di cui: interessi attivi su attività finanziarie impaired - 148.274 - 148.274

Si riporta di seguito, ancorché non pienamente confrontabile, la tabella al 30 giugno 2017 relativa alla composizione degli interessi attivi redatta in base ai criteri di classificazione e misurazione degli strumenti finanziari IAS 39, predisposta secondo quanto previsto dalla precedente versione della Circolare di Banca d'Italia n. 262 (4° aggiornamento).

Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Titoli di debito
(*)
Finanziamenti
(*)
Altre
operazioni
(*)
Totale
30/06/2017 (*)
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 20.905 - 24.687 45.592
2. Attività finanziarie valutate al fair value 111 - - 111
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 187.245 - - 187.245
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 94.522 15 - 94.537
5. Crediti verso banche 1.124 14.558 86 15.768
6. Crediti verso clientela 2.398 1.047.668 1.411 1.051.477
7. Derivati di copertura X X - -
8. Altre attività X X 104.475 104.475
Totale 306.305 1.062.241 130.659 1.499.205

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti ai sensi dell'IFRS 5.

1.3 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre
operazioni
Totale
30/06/2018
Totale
30/06/2017
(*)
1. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato (80.555) (196.030) - (276.585) (416.195)
1.1 Debiti verso banche centrali - X X - -
1.2 Debiti verso banche (38.728) X X (38.728) (35.521)
1.3 Debiti verso clientela (41.827) X X (41.827) (60.864)
1.4 Titoli in circolazione X (196.030) X (196.030) (320.002)
2. Passività finanziarie di negoziazione (6.482) - (28.244) (34.726) (7.533)
3. Passività finanziarie designate al fair value - (7.642) - (7.642) (38.348)
4. Altre passività e fondi X X (656) (656) (24.776)
5. Derivati di copertura X X 39.868 39.868 (26.369)
6. Attività finanziarie X X X (20.407) -
Totale (87.037) (203.672) 10.968 (300.148) (513.413)

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti ai sensi dell'IFRS 5.

Commissioni – voci 40 e 50

2.1 Commissioni attive: composizione

Totale Totale
Tipologia servizi/Valori 30/06/2018 30/06/2017 (*)
a) garanzie rilasciate 38.829 42.897
b) derivati su crediti - -
c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza 484.137 550.165
1. negoziazione di strumenti finanziari 19.215 15.074
2. negoziazione di valute 1.772 3.750
3. gestione di portafogli 15.233 18.285
3.1 individuali 15.233 18.285
3.2 collettive - -
4. custodia e amministrazione titoli 3.292 6.414
5. banca depositaria 9.396 9.339
6. collocamento titoli 324.107 367.289
7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 21.635 28.826
8. attività di consulenza 4.053 1.342
8.1 in materia di investimenti 347 525
8.2 in materia di struttura finanziaria 3.706 817
9. distribuzione di servizi di terzi 85.434 99.846
9.1 gestioni di portafogli 1.546 1.795
9.1.1 individuali 1.546 1.795
9.1.2 collettive - -
9.2 prodotti assicurativi 53.794 65.510
9.3 altri prodotti 30.094 32.541
d) servizi di incasso e pagamento 92.715 108.563
e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione 448 46
f) servizi per operazioni di factoring - -
g) esercizio di esattorie e ricevitorie - -
h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio - -
i) tenuta e gestione dei conti correnti 113.236 110.668
j) altri servizi 253.955 267.294
Totale 983.320 1.079.633

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti ai sensi dell'IFRS 5.

2.2 Commissioni passive: composizione

Servizi/Valori Totale
30/06/2018
Totale
30/06/2017 (*)
a) Garanzie ricevute (2.559) (2.221)
b) derivati su crediti - -
c) servizi di gestione e intermediazione: (18.929) (16.913)
1. negoziazione di strumenti finanziari (10.910) (8.736)
2. negoziazione di valute - -
3. gestione di portafogli (279) (534)
3.1 proprie (279) (534)
3.2 delegate da terzi - -
4. custodia e amministrazione di titoli (3.258) (3.702)
5. collocamento di strumenti finanziari (1.470) (585)
6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi (3.012) (3.356)
d) servizi di incasso e pagamento (5.900) (19.433)
e) altri servizi (28.419) (21.687)
Totale (55.807) (60.254)

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti ai sensi dell'IFRS 5.

Risultato netto dell'attività di negoziazione – voce 80

4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione

Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze
(A)
Utili da
negoziazione
(B)
Minusvalenze
(C)
Perdite da
negoziazione
(D)
Risultato
netto
1. Attività finanziarie di negoziazione 37.742 46.681 (112.339) (34.702) (62.618)
1.1 Titoli di debito 9.998 18.912 (72.075) (15.672) (58.837)
1.2 Titoli di capitale (Diversi dalle
partecipazioni) 27.710 26.856 (40.062) (18.221) (3.717)
1.3 Quote di O.I.C.R. 34 79 (202) (731) (820)
1.4 Finanziamenti - - - - -
1.5 Altre - 834 - (78) 756
2. Passività finanziarie di negoziazione 60.807 18.633 (25.119) (37.934) 16.387
2.1 Titoli di debito 31.764 10.365 (4.069) (359) 37.701
2.2 Debiti 57 2.648 (19) (1.176) 1.510
2.3 Altre 28.986 5.620 (21.031) (36.399) (22.824)
Attività e passività finanziarie:
differenze di cambio X X X X 86.471
3. Strumenti derivati 819.993 1.389.843 (965.377) (1.261.745) (106.527)
3.1 Derivati finanziari: 818.671 1.389.397 (965.310) (1.260.125) (106.608)
- Su titoli di debito e tassi di interesse 677.189 988.532 (779.618) (872.452) 13.651
- Su titoli di capitale e indici azionari 137.688 398.179 (181.222) (385.755) (31.110)
- Su valute e oro X X X X (89.241)
- Altri 3.794 2.686 (4.470) (1.918) 92
3.2 Derivati su crediti 1.322 446 (67) (1.620) 81
di cui: coperture naturali connesse con la fair
value option (IFRS 7, par. 9 lett. d)
X X X X -
Totale 918.542 1.455.157 (1.102.835) (1.334.381) (66.287)

Risultato netto dell'attività di copertura – voce 90

5.1 Risultato netto dell'attività di copertura

Componenti reddituali/Valori Totale
30/06/2018
Totale
30/06/2017
A. Proventi relativi a:
A.1 Derivati di copertura del fair value 86.596 178.856
A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) 80.164 35.376
A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) 27.900 77.316
A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari 356 -
A.5 Attività e passività in valuta 191 -
Totale proventi dell'attività di copertura (A) 195.207 291.548
B. Oneri relativi a:
B.1 Derivati di copertura del fair value (57.815) (86.379)
B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) (95.955) (195.772)
B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) (41.706) (10.010)
B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -
B.5 Attività e passività in valuta (191) (512)
Totale oneri dell'attività di copertura (B) (195.667) (292.673)
C. Risultato netto dell'attività di copertura (A - B) (460) (1.125)

Utili (Perdite) da cessione/riacquisto – voce 100

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Totale 30/06/2018
Voci/Componenti reddituali Utili Perdite Risultato netto
Attività finanziarie
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 634.260 (894.812) (260.552)
1.1 Crediti verso banche - (1.662) (1.662)
1.2 Crediti verso clientela 634.260 (893.150) (258.890)
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
174.198 (44.415) 129.783
2.1 Titoli di debito 174.198 (44.415) 129.783
2.2 Finanziamenti - - -
Totale attività 808.458 (939.227) (130.769)
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - - -
1. Debiti verso banche - - -
2. Debiti verso clientela - - -
3. Titoli in circolazione - (1.002) (1.002)
Totale passività - (1.002) (1.002)

Si riporta di seguito, ancorché non pienamente confrontabile, la tabella al 30 giugno 2017 relativa alla composizione degli utili/(perdite) da cessione/riacquisto redatta in base ai criteri di classificazione e misurazione degli strumenti finanziari IAS 39, predisposta secondo quanto previsto dalla precedente versione della Circolare di Banca d'Italia n. 262 (4° aggiornamento).

Utili/(perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Totale I sem. 2017
Voci/Componenti reddituali Utili Perdite Risultato netto
Attività finanziarie
1. Crediti verso banche 32 - 32
2. Crediti verso clientela 78.911 (173.624) (94.713)
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 39.852 (2.841) 37.011
3.1 Titoli di debito 24.223 (1.159) 23.064
3.2 Titoli di capitale 7.959 (120) 7.839
3.3 Quote di O.I.C.R. 7.670 (1.562) 6.108
3.4 Finanziamenti - - -
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - -
Totale attività 118.795 (176.465) (57.670)
Passività finanziarie
1. Debiti verso banche - - -
2. Debiti verso clientela - - -
3. Titoli in circolazione (1.151) (5.442) (6.593)
Totale passività (1.151) (5.442) (6.593)

Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico – voce 110

7.1 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle attività e delle passività finanziarie designate al fair value

Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze
(A)
realizzo (B) Utili da
Minusvalenze
(C)
Risultato
netto
1. Attività finanziarie di negoziazione - - - - -
1.1 Titoli di debito - - - - -
1.2 Finanziamenti - - - - -
2. Passività finanziarie 7.303 624 (30.183) (177) (22.433)
2.1 Titoli in circolazione 7.303 624 (30.183) (177) (22.433)
2.2 Debiti verso banche - - - - -
2.3 Debiti verso clientela - - - - -
3. Attività e passività finanziarie in valuta:
differenze di cambio X X X X -
Totale 7.303 624 (30.183) (177) (22.433)

7.2 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze
(A)
Utili da
realizzo (B)
Minusvalenz
e (C)
Perdite da
realizzo (D)
Risultato
netto [(A+B)
- (C+D)]
1. Attività finanziarie di negoziazione 64.205 4.181 (39.087) (1.177) 28.122
1.1 Titoli di debito 543 2.645 (5.858) (581) (3.251)
1.2 Titoli di capitale 20.165 287 (1.857) (274) 18.321
1.3 Quote di O.I.C.R. 4.051 992 (8.271) (322) (3.550)
1.4 Finanziamenti 39.446 257 (23.101) - 16.602
2. Attività finanziarie: differenze di cambio X X X X -
Totale 64.205 4.181 (39.087) (1.177) 28.122

Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito – voce 130

8.1 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione

Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2)
Operazioni/Componenti reddituali Primo e Terzo stadio Primo e Terzo Totale
secondo
stadio
Write-off Altre secondo
stadio
stadio
A. Crediti verso banche 380 - (4) 1.469 - 1.845
- finanziamenti 464 - (4) 1.449 - 1.909
- titoli di debito (84) - - 20 - (64)
di cui: crediti deteriorati acquisiti o originati - - - - - -
B. Crediti verso clientela (42.303) (60.848) (1.201.492) 20.062 861.861 (422.720)
- finanziamenti (36.830) (60.848) (1.201.492) 12.601 861.861 (424.708)
- titoli di debito (5.473) - - 7.461 - 1.988
di cui: crediti impaired acquisiti o originati - - - - - -
Totale (41.923) (60.848) (1.201.496) 21.531 861.861 (420.875)

8.2 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione

Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2)
Operazioni/Componenti reddituali Terzo stadio Primo e Primo e Totale
Write-off Altre secondo
stadio
Terzo stadio secondo
stadio
30/06/2018
A. Titoli di debito (5.028) - - 1.830 - (3.198)
B Finanziamenti - - - - - -
- verso clientela - - - - - -
- verso banche - - - - - -
Di cui: finanziamenti deteriorati acquisiti o originati - - - - - -
Totale (5.028) - - 1.830 - (3.198)

Si riportano di seguito, ancorché non pienamente confrontabili, le tabelle al 30 giugno 2017 relative alla composizione delle rettifiche nette da deterioramento dei portafogli di strumenti finanziari IAS 39 assoggettati ad impairment, predisposte secondo quanto previsto dalla precedente versione della Circolare di Banca d'Italia n. 262 (4° aggiornamento).

Rettifiche di valore
Riprese di valore
Totale
Operazioni/Componenti
reddituali
Specifiche Specifiche Di portafoglio I sem.
Cancellazioni Altre Di
portafoglio
A B A B 2017
A. Crediti verso banche - - (55) - 80 - 384 409
- Finanziamenti - - (55) - 80 - 384 409
- Titoli di debito - - - - - - - -
B. Crediti verso clientela (55.114) (1.054.192) (11.979) 157.860 454.331 - 19.550 (489.544)
Crediti deteriorati acquistati - - - - -
- Finanziamenti - - X - - X X -
- Titoli di debito - - X - - X X -
Altri crediti (55.114) (1.054.192) (11.979) 157.860 454.331 - 19.550 (489.544)
Finanziamenti (55.114) (1.054.192) (9.881) 157.860 454.331 - 19.550 (487.446)
Titoli di debito - - (2.098) - - - - (2.098)
C. Totale (55.114) (1.054.192) (12.034) 157.860 454.411 - 19.934 (489.135)
Legenda:

Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

A = Da Interessi

B = Altre riprese

Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Rettifiche di valore Totale
Operazioni/Componenti reddituali Specifiche I sem.
Cancellazioni Altre A B 2017
A. Titoli di debito - (15.410) - 1 (15.409)
B. Titoli di capitale - (1.924) - - (1.924)
C. Quote OICR - (61.618) x x (61.618)
D. Finanziamenti a banche - - x - -
E. Finanziamenti a clientela - - - - -
F. Totale - (78.952) - 1 (78.951)
Legenda:

A = Da Interessi

B = Altre riprese

Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione

Nel primo semestre 2017 non erano state rilevate rettifiche di valore su attività finanziarie detenute sino a scadenza.

Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione

Rettifiche di valore
Operazioni/Componenti Specifiche Di Specifiche Di portafoglio Totale
reddituali Cancellazioni Altre portafoglio A B A B 2017
A. Garanzie rilasciate - (10.677) (3.983) - 25.433 - 958 11.731
B. Derivati su crediti - - - - - - - -
C. Impegni ad erogare fondi - - - - - - - -
D. Altre operazioni - (1.473) - - 838 - - (635)
E. Totale - (12.150) (3.983) - 26.271 - 958 11.096
Legenda:

A = Da Interessi

B = Altre riprese

Altri oneri e proventi di gestione – voce 230

16.1 Altri oneri di gestione: composizione

Totale Totale
30/06/2018 30/06/2017 (*)
Oneri su beni rivenienti dal leasing (7.821) (8.805)
Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi (9.060) (6.461)
Altri (34.471) (24.693)
Totale (51.352) (39.959)

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti ai sensi dell'IFRS 5.

16.2 Altri proventi di gestione: composizione

Totale Totale
30/06/2018 30/06/2017 (*)
Proventi su c/c e finanziamenti 22.791 28.599
Recuperi di imposte 125.900 130.412
Recuperi di spese 21.039 25.315
Fitti attivi su immobili 27.956 31.868
Altri 166.688 3.116.938
Totale 364.374 3.333.132

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti ai sensi dell'IFRS 5.

Utile per azione

30/06/2018 30/06/2017
EPS Base EPS diluito EPS Base EPS diluito
Media ponderata azioni ordinarie (numero) 1.510.759.980 1.510.759.980 1.511.383.883 1.511.383.883
Risultato attribuibile (migliaia di euro) 352.577 352.577 3.170.369 3.170.369
EPS (euro) 0,233 0,233 2,098 2,098
Risultato attribuibile senza badwill e impairment (migliaia di euro) 352.577 352.577 94.232 94.232
EPS (euro) 0,233 0,233 0,062 0,062
Risultato attribuibile senza badwill annualizzato(*) (migliaia di euro) 705.154 705.154 188.464 188.464
EPS (euro) 0,467 0,467 0,125 0,125

(*) Il risultato annualizzato non rappresenta la previsione della redditività riferita all'intero esercizio.

Al 30 giugno 2018, l'EPS base coincide con l'EPS diluito in quanto non risultano in essere strumenti finanziari con potenziali effetti diluitivi.

PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA

Premessa

Il Gruppo Banco BPM attua il processo di gestione dei rischi originati dall'attività bancaria e finanziaria al fine di perseguire obiettivi di crescita stabile e sostenibile nel tempo, coerentemente con gli indirizzi generali deliberati dal Consiglio di Amministrazione.

Profilo di rischio e sistemi di gestione e misurazione dei rischi

Nel corso del primo trimestre del 2018 il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo Banco BPM ha approvato il nuovo Risk Appetite Framework (di seguito anche "RAF"), sia a livello di consolidato che di singola Legal Entity rilevante, attraverso il quale l'Organo con Funzione di Supervisione Strategica (OFSS) approva il livello di rischio che il Gruppo è disposto ad assumere nel perseguimento dei propri obiettivi strategici.

Il nuovo framework si compone dei seguenti elementi fondanti:

    1. la Governance, che definisce i ruoli e le responsabilità degli attori coinvolti e i flussi informativi tra gli stessi;
    1. il "sistema delle metriche", che sintetizzano l'esposizione ai rischi;
    1. il "sistema delle soglie", attraverso il quale viene definita la propensione al rischio;
    1. il processo di escalation, che si attiva con diversi intensità e attori al superamento delle diverse soglie;
    1. gli strumenti e le procedure, che supportano la rappresentazione e gestione operativa del RAF, incluse le cd. "Operazioni di Maggior Rilievo (OMR)";
    1. il documento cd. "Risk Appetite Statement (RAS)", nel quale sono esplicitati in modo analitico le modalità di calcolo di soglie e metriche.

Il RAF è lo strumento che consente in modo unitario e sinergico di stabilire, formalizzare, comunicare e monitorare la coerenza del profilo di rischio (del Gruppo e delle singole società rilevanti) con la propensione al rischio approvata dal Consiglio di Amministrazione e costituisce elemento di indirizzo per la predisposizione dei principali processi aziendali. Rispetto al framework dell'anno precedente, il RAF è stato integrato con nuovi indicatori al fine di presidiare ulteriormente le aree di rischio individuate.

Il "sistema delle metriche" tiene conto delle recenti indicazioni normative in tema di Risk Governance e fa leva sul processo interno di Risk Identification, che ha identificato 5 ambiti di rischio come rilevanti per il Gruppo ai fini RAF: Adeguatezza del Capitale di Primo e Secondo Pilastro e di Struttura, Adeguatezza della Liquidità, Qualità del credito, Redditività, Operativo/di Condotta.

Gli indicatori selezionati per il monitoraggio dell'esposizione del Gruppo verso i citati ambiti di rischio sono stati suddivisi in 2 livelli, ossia "strategici" – in quanto consentono al Consiglio di Amministrazione di indirizzare le scelte strategiche del Gruppo – e "gestionali", in quanto integrano gli indicatori strategici e, ove possibile, ne anticipano le dinamiche attraverso una maggior frequenza di monitoraggio.

Il "sistema delle soglie" per gli indicatori strategici prevede la definizione di 4 limiti: i) Risk Target (Obiettivo di Medio-Lungo termine); ii) Risk Trigger, il cui superamento attiva i processi di escalation previsti dal Framework; iii) Risk Tolerance (soglia di tolleranza) e iv) Risk Capacity (massimo rischio assumibile). Per gli indicatori Gestionali, invece, viene declinata solo la soglia di Risk Trigger, distinguendo l'area di stress da quella di business as usual.

La Funzione Rischi sviluppa il RAF a supporto dell'Organo con Funzione di Gestione (OFG), in collaborazione con la Funzione Pianificazione e le altre Funzioni competenti, rivedendo almeno annualmente il framework anche in funzione dei mutamenti delle condizioni interne ed esterne in cui il Gruppo opera.

L'attività di prevenzione dei rischi trova esplicitazione operativa anche nel processo di gestione delle Operazioni di Maggior Rilievo (relative a operazioni in ambito credito, finanza, cessione sofferenze, etc.), che coinvolge in primo luogo la Funzione Rischi tenuta a esprimere un parere preventivo e non vincolante su tutte le operazioni che rientrano in tale perimetro.

Il Gruppo, inoltre, provvede ad erogare attività formativa specifica e percorsi formativi dedicati, anche al fine di diffondere e promuovere all'interno della Banca una solida e robusta cultura del rischio. Negli ultimi anni si ricordano in particolare alcune iniziative rivolte a tutto il personale del Gruppo, svolte tramite corsi specifici (sia in aula che online) riguardanti ad esempio i rischi operativi, la compliance, la sicurezza, la responsabilità amministrativa delle banche, la normativa Mifid, l'antiriciclaggio, la salute e sicurezza sul lavoro e in ambito stress lavoro-correlato.

Attività di monitoraggio e reporting

L'attività di monitoraggio e controllo dei rischi svolta dalla Funzione Rischi ha il compito di assicurare, a livello di Gruppo e di singole società, il presidio unitario dei rischi di propria competenza garantendo informazioni appropriate e tempestive agli Organi Aziendali e alle Unità Organizzative coinvolte nella gestione dei rischi stessi, assicurando lo sviluppo e il miglioramento continuo delle metodologie e dei modelli relativi alla loro misurazione.

A tali fini, la Capogruppo procede con la predisposizione della reportistica verso gli Organi Aziendali in linea con le policy interne del Gruppo. Nell'ambito della reportistica integrata dei rischi la Funzione Rischi effettua l'assessment periodico del Risk Profile degli indicatori RAF comparandolo con le soglie definite nel framework, fornendo analisi storiche e di dettaglio che ne spieghino le dinamiche, i punti di attenzione e le aree di miglioramento.

Analisi di benchmarking sulle principali banche italiane ed europee permettono agli Organi Aziendali e al top management una visione maggiormente integrata dei rischi di Gruppo.

Adeguatezza patrimoniale di primo e secondo pilastro

Il Gruppo Banco BPM, al fine di fornire al proprio management e all'Autorità di Vigilanza un'informativa completa e consapevole che dimostri l'adeguatezza dei fondi propri, primo presidio a fronte dei rischi assunti, valuta la propria situazione patrimoniale in ottica attuale e prospettica, sia in ambito di Primo che di Secondo Pilastro sulla base delle regole di Basilea 3 (che trovano applicazione tramite la CRR/CRD IV) e le linee guida specifiche comunicate alle banche dall'Autorità di Vigilanza.

Per quanto concerne il Primo Pilastro, l'adeguatezza patrimoniale del Gruppo si sostanzia nelle attività di monitoraggio e gestione nel continuo dei coefficienti patrimoniali, calcolati attraverso l'applicazione delle regole stabilite dalla Normativa di Vigilanza, al fine di verificare il rispetto dei limiti normativi e di assicurare il mantenimento dei livelli minimi di patrimonializzazione richiesti dalla Normativa di Vigilanza. Tali coefficienti vengono inoltre stimati in sede di Budget o Piano Strategico e ne viene verificata la coerenza con le soglie fissate in ambito Risk Appetite Framework e le stime effettuate nel Capital Plan.

In ambito Secondo Pilastro, la Funzione Rischi coordina il processo interno di determinazione dell'adeguatezza patrimoniale del Gruppo, coerentemente con le disposizioni normative, e predispone le stime attuali e prospettiche sintetizzate nell'annuale resoconto ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process).

La valutazione dell'adeguatezza patrimoniale in ambito ICAAP avviene attraverso il monitoraggio di indicatori patrimoniali specifici che tengono conto del capitale economico originato dai rischi di secondo pilastro, attivando i processi di escalation in caso di superamento.

L'esito dell'autovalutazione dell'adeguatezza patrimoniale, condotto su base pluriennale, tiene in considerazione le simulazioni effettuate sia in ottica regolamentare che attraverso l'applicazione di metodologie interne gestionali. Le simulazioni vengono condotte in condizione di normale corso degli affari e tengono conto anche dei risultati derivanti dall'applicazione di scenari di stress.

L'autovalutazione dell'adeguatezza patrimoniale secondo l'ottica gestionale è imperniata sul confronto tra le AFR (dotazione patrimoniale a disposizione del Gruppo) e i fabbisogni di capitale calcolati tramite metodologie avanzate sviluppate internamente e validate dalla competente Funzione aziendale.

L'attuale livello dei fondi propri e delle attività di rischio ponderate consente al Gruppo Banco BPM di rispettare ampiamente sia le soglie regolamentari sia le specifiche soglie richieste dall'Organo di Vigilanza al termine dello svolgimento del processo di Supervisory Review and Evaluation Process (SREP).

Rischi di credito

Il Gruppo Banco BPM persegue gli obiettivi di politica creditizia indirizzati a:

• supportare lo sviluppo delle attività nel territorio in cui opera, con lo scopo di presidiare e governare l'evoluzione del posizionamento del Gruppo, in coerenza con gli indirizzi di Risk Appetite Framework e degli obiettivi di budget, focalizzando il sostegno e lo sviluppo delle relazioni con la clientela;

  • diversificare il portafoglio, limitando la concentrazione delle esposizioni su singole controparti/gruppi e su singoli settori di attività economica o aree geografiche;
  • applicare un modello omogeneo e univoco di gestione del credito basato su regole, metodologie, processi, procedure informatiche e normative interne armonizzate e standardizzate per tutte le banche e società del Gruppo.

Al fine di perseguire l'obiettivo di ottimizzare la qualità del credito e minimizzare il costo complessivo del rischio creditizio per il Gruppo e per le singole società, il modello organizzativo assegna alla Funzione Crediti della Capogruppo il ruolo di indirizzo delle politiche creditizie sia per le banche sia per le società del Gruppo.

Nell'ambito del Gruppo sono stabilite inoltre linee di comportamento in merito all'assunzione del rischio creditizio al fine di evitare eccessive concentrazioni, limitare le potenziali perdite e garantire la qualità del credito. In particolare, nella fase di concessione del credito la Capogruppo esercita il ruolo di indirizzo, governo e supporto a livello di Gruppo.

Il monitoraggio del portafoglio crediti, svolto dalla sopra citata Funzione, è focalizzato sull'analisi dell'andamento del profilo di rischio dei settori economici, delle aree geografiche, dei segmenti di clientela e delle tipologie di affidamento accordato e su altre dimensioni di analisi, che permettono a livello centrale di definire le eventuali azioni correttive.

La Funzione Rischi della Capogruppo ha il compito di supportare l'Alta Direzione nella pianificazione e controllo dell'esposizione al rischio e dell'assorbimento di capitale, in ordine al mantenimento di condizioni di stabilità del Gruppo, verificando l'adeguatezza patrimoniale prospettica e stressata nonché il rispetto delle soglie RAF, dei limiti di rischio e di propensione al rischio del Gruppo. In particolare, la Funzione è incaricata di sviluppare, gestire e ottimizzare nel tempo i modelli interni di rating (Primo Pilastro), il modello di portafoglio del credito (Secondo Pilastro) e di presidiare - nell'ambito dei controlli di secondo livello di pertinenza - il calcolo delle attività di rischio ponderate con metodi avanzati.

L'attività di monitoraggio del rischio di credito a livello di portafoglio è condotta tramite l'utilizzo di un modello, appartenente alla categoria dei "default model", applicato con frequenza mensile alle esposizioni creditizie del Gruppo Banco BPM.

Qualità del credito

Il Gruppo Banco BPM si avvale di un articolato insieme di strumenti per concedere e gestire il credito e per monitorare l'andamento della qualità del portafoglio.

Il rating riveste un ruolo centrale nei processi di concessione del credito, di erogazione dei prodotti creditizi e di monitoraggio e gestione andamentale. In particolare, esso concorre alla determinazione degli organi competenti per la delibera degli affidamenti, influisce sull'applicazione del meccanismo di rinnovo automatico delle posizioni con fidi a revoca e contribuisce a determinare l'intercettamento automatico del processo di monitoraggio e gestione (Watch list).

Il Sistema interno di rating, strutturato sulla base dei parametri di rischio PD (probability of default), LGD (loss given default), EAD (exposure at default), oltre a essere utilizzato per la valutazione della controparte in fase di concessione, monitoraggio e rinnovo dell'affidamento, viene utilizzato anche nel processo di svalutazione collettiva dei crediti in bilancio.

La classificazione delle posizioni a credito deteriorato è effettuata in conformità con i criteri definiti dall'EBA.

La gestione dei crediti deteriorati nel Gruppo è basata, in via prevalente, su un modello che assegna a risorse specializzate la gestione di un insieme definito (portafoglio) di posizioni. In particolare il Gruppo si è dotato di un'unità dedicata alla gestione delle posizioni in sofferenza, anche attraverso la cessione di portafogli, denominata NPL Unit, coerentemente con quanto previsto dalle linee guida del Piano Strategico 2016-2019. La funzione NPL, a riporto dell'Amministratore Delegato, è volta a gestire i crediti in sofferenza con l'obiettivo di ottimizzare l'efficienza e la velocità di recupero e di creare opportunità di massimizzazione di valore.

La valutazione del credito finalizzata a determinare l'ammontare della previsione di perdita dei crediti deteriorati prevede modalità differenziate in relazione allo status e alla dimensione dell'esposizione. Le previsioni di perdita valutate analiticamente dal gestore sono periodicamente sottoposte a revisione.

Modelli per la misurazione del rischio di credito

Nell'ambito della misurazione del rischio di credito la banca utilizza a fini gestionali un modello econometrico alimentato da un insieme esteso di dati e di variabili di rischio.

Il modello consente, mediante l'utilizzo di metriche di Credit-VaR, di definire la distribuzione di probabilità delle perdite del portafoglio creditizio, limitatamente alle esposizioni in bonis, di cassa e di firma, della clientela ordinaria e finanziaria residente. Questa distribuzione è utilizzata per misurare la perdita massima potenziale lungo un intervallo temporale annuale e con uno specifico livello di confidenza.

In particolare, al fine di ricavare tale distribuzione, il motore di calcolo del modello utilizza un approccio di simulazione "MonteCarlo", mediante il quale viene simulato un numero di scenari sufficientemente elevato da fornire una buona approssimazione empirica della distribuzione teorica delle perdite del portafoglio crediti.

La determinazione della perdita massima potenziale, scomponibile nelle classiche misure di Perdita Attesa e Perdita Inattesa (Capitale Economico), risente, rispettivamente, del rischio di concentrazione (derivante da esposizioni di ammontare elevato verso singole controparti o verso tipologie di controparti, omogenee in termini di aree geografiche e/o settori economici- single name concentration) e del rischio sistematico (derivante dall'impatto di variazioni inattese di fattori macroeconomici sulla probabilità di insolvenza delle singole controparti – systemic risk).

L'impatto di tali componenti sul rischio di credito dipende, oltre che dal grado di concentrazione del portafoglio creditizio, anche dalla relazione tra fattori macroeconomici e probabilità di default, a sua volta stimata mediante un modello quantitativo di stress testing (sviluppato e aggiornato internamente), in grado di legare i tassi di decadimento di controparti omogenee in termini di settore economico e area geografica ad un insieme di fattori economico-finanziari di "primo livello" (internazionali e nazionali).

Il modello di portafoglio viene, infine, sottoposto periodicamente a prove di stress al fine di valutare la sensibilità del rischio di credito del portafoglio di Gruppo a variazioni estreme (purché plausibili) di uno (cd. analisi di sensitività) o più (cd. analisi di scenario) fattori economico-finanziari.

Al 30 giugno 2018 la perdita attesa, calcolata sul perimetro di validazione Basilea 3 performing (per il quale Banco BPM è stato autorizzato da Banca d'Italia all'utilizzo dei sistemi interni di rating per la determinazione dei requisiti patrimoniali sui rischi di credito) risulta pari allo 0,69% dell'esposizione a default, mentre la perdita complessiva (perdita attesa ed inattesa misurata con la metodologia C-Var con un livello di confidenza del 99,9%) ammonta all'1,21% dell'esposizione a default.

I modelli interni per la stima di PD e LGD sono sottoposti a un processo di assessment interno da parte della Funzione di Validazione Interna e a un controllo di terzo livello da parte della Funzione Audit: l'esito di tali processi è riportato in apposite relazioni, sottoposte agli Organi Sociali e trasmesse alla Banca Centrale Europea/Banca d'Italia.

Esiti backtesting sistemi di rating

ll Gruppo Banco BPM adotta - ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del Rischio di Credito e sul solo perimetro della Capogruppo - stime interne di probabilità di default (PD) e di loss given default (LGD) per i portafogli Imprese e Privati.

Il confronto tra stime e dati empirici viene effettuato separatamente, per PD con cadenza almeno semestrale, per LGD con cadenza annuale, mediante attività di backtesting condotta dalla Funzione di Validazione Interna. L'ultimo backtesting ha avuto a oggetto i modelli PD e LGD in produzione a dicembre 2017.

Con riferimento ai modelli PD, il Gruppo Banco BPM adotta misure di performance per verificare la capacità discriminante delle stime (accuracy ratio-AR) e test di calibrazione (test binomiali "classici", multi-periodali e monoperiodali, e test binomiali "adjusted", tra cui quelli corretti per la ciclicità dello scenario macroeconomico di riferimento) per confrontare i tassi di decadimento (TD) realizzati su un orizzonte temporale annuale con i valori stimati di PD.

Relativamente al segmento Imprese, dall'ultimo backtesting emerge una buona capacità discriminante dei modelli a livello sia di singoli moduli sia di score integrato finale, che si attesta su valori comparabili, e a volte superiori, rispetto a quelli ottenuti nella fase di sviluppo.

Per quanto concerne la calibrazione, si rilevano valori soddisfacenti per il modello Large Corporate.

Con riferimento al test binomiale classico "multi-periodale", i segmenti Mid Corporate Plus, Mid Corporate e Small Business evidenziano, invece, un maggior numero di classi non calibrate; tali valori sono dovuti ad una generale sottostima della rischiosità delle controparti, che si ritiene potrà essere risolta a seguito dell'adozione dei nuovi modelli interni ristimati con una definizione di default a 90 giorni. Si registra, comunque, sulla coorte annuale di riferimento del backtesting un miglioramento delle percentuali di default per classe di rating, supportato dal test binomiale mono-periodale il cui numero di classi non calibrate è sostanzialmente stabile rispetto a quello del periodo precedente. Relativamente al segmento Privati, si osserva nel complesso un buon livello di performance del modello. In diversi moduli si riscontrano performance in linea o migliori di quanto ottenuto in fase di sviluppo. Si registra una diminuzione delle performance del modulo sociologico che viene applicato, tuttavia, a un numero esiguo di controparti rispetto alla totalità del portafoglio. Per quanto riguarda la calibrazione, gli esiti del test binomiale "multi-periodale" e "mono-periodale" sono soddisfacenti, mentre quelli del test "adjusted" confermano quanto già rilevato per le Imprese.

In generale, si segnala che nel corso del 2017 sono state condotte le attività di fine tuning dei modelli finalizzati principalmente al fine di rendere la definizione di default compliant con le richieste normative. Gli esiti delle attività condotte evidenziano un pieno superamento dei test di calibrazione. Questi aspetti di miglioramenti sono stati oggetto di confronto con la Vigilanza. A seguito dell'aggiornamento delle serie storiche, sono state condotte le analisi sul modello LGD in produzione confrontando, sia per il segmento Imprese che per il segmento Privati, per i parametri considerati più rilevanti (Probabilità di Sofferenza, Loss Given Default Bonis/Chiusura, Loss Given Sofferenza), i valori ottenuti in fase di stima con quelli derivanti dall'aggiornamento suddetto, al fine di evidenziare eventuali scostamenti.

I valori aggiornati del parametro "Probabilità di Sofferenza" sono, sia per il segmento Imprese sia per il segmento Privati, inferiori a quelli calcolati nella fase di sviluppo (modello in produzione) evidenziando una prudenzialità nelle stime.

La "LGD Bonis/Chiusura", sia per il segmento Imprese che per quello Privati, ha registrato diminuzioni per gli stati "Bonis" e "Past Due"; presenta invece aumenti per lo stato di "Unlikely to pay".

Per quanto riguarda, infine, la "Loss Given Sofferenza" relativa al segmento Imprese, si registra un generale incremento per i mutui; al contrario diminuiscono i valori relativi ai prodotti residuali. Per i conti correnti si registrano aumenti in caso di presenza di garanzia personale. Nel segmento Privati si registrano aumenti per tutti i driver fatta eccezione dei prodotti rateali in assenza di garanzia personale. I driver di stima della LGS mantengono, comunque, una sostanziale stabilità nel campione di backtesting.

Anche con riferimento alla LGD sono stati condotti degli sviluppi di natura modellistica al fine di rendere i modelli utilizzati maggiormente in linea con la normativa relativamente al calcolo delle attività ponderate per le posizioni deteriorate. Questi aspetti di miglioramenti sono stati oggetto di confronto con la Vigilanza.

Rischio di controparte

Il rischio di controparte viene definito come il rischio che la controparte di un'operazione risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi di cassa dell'operazione stessa (Regolamento UE nr. 575/2013). Relativamente a tale tipologia di rischio, la Capogruppo e Banca Aletti utilizzano, a fini gestionali e a supporto dei processi di valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (processo ICAAP), metodologie interne per la stima delle esposizioni a rischio di eventuale default delle controparti di operazioni in derivati OTC.

Tali metodologie sono basate prevalentemente su approcci di tipo statistico-quantitativo, in parte riconducibili alle tecniche utilizzate per la stima del VaR (Value at Risk), che consentono di valutare gli impatti che i fattori di rischio di mercato possono produrre sul valore positivo futuro di mercato del portafoglio complessivo delle posizioni in derivati.

Per la Capogruppo e per Banca Aletti, la stima dell'esposizione al rischio di controparte per le posizioni in derivati OTC e relativamente alle controparti con le quali è stato sottoscritto un "collateral agreement" (Credit Support Annex – CSA), viene effettuata con metodologia simulativa semplificata "Shortcut Method" e valutata sulla base delle possibili variazioni del Mark to Market dei singoli contratti sottostanti al medesimo CSA di riferimento su un orizzonte temporale dato dal "periodo di margine a rischio" caratteristico di ciascun contratto. La misura è implementata anche nella filiera dei processi creditizi della Capogruppo e Banca Aletti, con un sistema di monitoraggio e reporting giornaliero.

Per la restante parte delle esposizioni in derivati, la stima viene effettuata con un metodologia EPE (formula analitica o semplificata). L'esposizione in Securities Financing Transactions (prestito titoli e pronti contro termine) viene calcolata adottando la metodologia standardizzata utilizzata ai fini segnaletici di vigilanza.

Banca Akros, per il monitoraggio gestionale del rischio controparte riveniente dalla propria operatività non assistita da accordi di CSA, utilizza una misurazione basata sul mark-to-market netto incrementato di un add-on differenziato per scadenza e per asset class. Per il calcolo del CVA/DVA adjustment, viene adottato un modello simulativo di stima basato sull'evoluzione forward delle variabili di mercato (Montecarlo simulation)

L'adesione in via indiretta (per il tramite di Clearing Brokers) a una Clearing House per l'operatività in Derivati OTC ha consentito di conseguire i seguenti obiettivi:

  • mitigazione del rischio di controparte attraverso meccanismi di compensazione, che comporta una riduzione degli affidamenti verso controparti di mercato per la parte di swap plain vanilla trasferiti in LCH;
  • diminuzione dei requisiti patrimoniali;
  • conformità alla Direttiva Europea European Market Infrastructure Regulation (cd "EMIR");
  • mitigazione dei rischi operativi.

In conformità allo Schema di Regolamentazione Basilea 3 sono inoltre calcolati i requisiti di capitale aggiuntivi in materia di:

  • fondi propri per il Credit Valuation Adjustment (CVA) tramite l'adozione del Metodo standardizzato, come previsto dal Regolamento (UE) n. 575/13 per le banche non autorizzate a utilizzare il metodo IMM per il rischio di controparte e il metodo dei modelli interni per l'Incremental Risk Charge (IRC);
  • esposizioni relative all'operatività verso Controparti Centrali Qualificate (QCCP), tramite l'adozione delle modalità previste agli art. 306-308 del Regolamento UE nr. 575/2013.

Per il calcolo delle esposizioni al rischio di controparte, ai fini Segnaletici di Vigilanza, sono utilizzate dal Gruppo metodologie standard sull'intero perimetro di riferimento (derivati, pronti contro termine, prestito titoli e finanziamenti a medio e lungo termine).

Rischi finanziari

Portafoglio di negoziazione

Il modello organizzativo adottato dal Gruppo Banco BPM per i portafogli di negoziazione soggetti al rischio tasso di interesse e al rischio di prezzo prevede:

  • l'accentramento nella Finanza di Capogruppo della gestione delle posizioni di Tesoreria e del portafoglio di Proprietà;
  • l'accentramento nella controllata Banca Aletti delle posizioni di rischio e dei flussi operativi concernenti l'attività di negoziazione e trading di titoli, divise, derivati OTC e altre attività finanziarie. A queste si aggiungono le principali esposizioni al rischio tasso del portafoglio di negoziazione di Banca Aletti riconducibili all'operatività sia sui mercati a contante e i connessi derivati quotati o plain vanilla, sia sui mercati dei derivati, sia quotati che OTC, e prodotti strutturati;
  • la gestione presso Banca Akros del proprio portafoglio di negoziazione, le cui esposizioni rivengono dalle attività svolte dalla Banca stessa in qualità di market making su mercati regolamentati e OTC per i diversi comparti d'investimento, oltre che dall'assunzione del rischio di mercato in conto proprio.

L'attività di controllo della gestione dei rischi finanziari, volta all'individuazione delle diverse tipologie di rischi, alla definizione delle metodologie di misurazione degli stessi, al controllo dei limiti a livello strategico e della coerenza dell'operatività delle stesse con gli obiettivi di rischio/rendimento assegnati è accentrata nella Capogruppo sotto la responsabilità della Funzione Rischi per tutte le banche del Gruppo.

L'analisi del rischio relativo al portafoglio di Trading viene effettuata mediante l'utilizzo di indicatori sia deterministici, quali la sensitività ai fattori di rischio di mercato, sia probabilistici quali il VaR (Value at Risk), che è una misura di massima perdita potenziale del portafoglio entro un certo orizzonte temporale e con un dato livello di confidenza.

Relativamente al perimetro Banco BPM e Banca Aletti, le stime di capitale a rischio con approccio VaR sono effettuate utilizzando la metodologia historical simulation e considerando un orizzonte temporale di un giorno lavorativo e un intervallo di confidenza statistica del 99%. Viene calcolato un VaR sia applicando un coefficiente Lambda (fattore di decadimento) pari a 0,99, così da rendere più reattiva la stima alle variazioni più recenti dei parametri di mercato, sia equipesando le osservazioni storiche. Quest'ultimo viene utilizzato, se maggiore rispetto al VaR calcolato con il fattore di decadimento citato, ai fini della stima del rischio.

Il rischio dipende in particolare dalle posizioni su titoli governativi in essere sul portafoglio di proprietà del Banco BPM che generano sia rischio tasso di interesse che rischio specifico sui titoli di debito.

Banca Akros, per la misurazione dei rischi di mercato del portafoglio di negoziazione e la quantificazione dei relativi requisiti patrimoniali utilizza, con riferimento ai rischi generici (di tasso di interesse, di prezzo, di volatilità di tasso di cambio), il proprio modello interno, basato sulla metrica del VaR e riconosciuto a fini regolamentari. La metodologia di generazione degli scenari è basata sulla Montecarlo simulation e i parametri del modello VaR adottati sono: lookback period: 1 anno; intervallo di confidenza: 99%: holding period: 1 giorno; fattore di decadimento: 0,992.

Il requisito patrimoniale relativo alla componente di rischio specifico è calcolato tramite la metodologia standardizzata per tutte le banche del gruppo.

Gestionalmente, i rischi del portafoglio di negoziazione sono misurati mediante la metrica del Global Historical VaR, che comprende tutti i fattori di rischio a cui la banca è esposta, oltre al rischio emittente.

Di seguito il rischio del portafoglio, in cui dati puntuali relativi al 29 giugno 2018 comprendono tutte le posizioni di rischio presenti sul portafoglio di negoziazione del Gruppo Banco BPM.

1° semestre 2018
Portafoglio di negoziazione vigilanza
(in milioni di euro)
29 giugno
2018
media massimo minimo
Rischio tasso 0,827 1,241 3,781 0,411
Rischio cambio 0,121 0,157 0,338 0,087
Rischio azionario 1,189 1,369 2,550 0,487
Dividendi e Correlazioni 0,095 0,275 0,554 0,014
Totale non correlato 2,233
Effetto diversificazione -0,881
Totale Rischio Generico 1,351 1,921 3,446 1,124
Rischio Specifico Titoli di Debito 8,270 3,732 13,047 1,064
Rischio Congiunto 7,988 4,156 13,419 1,729

Andamento VaR giornaliero e per fattore di rischio GRUPPO BANCO BPM:Portafoglio di TRADING

A seguito della validazione del modello interno per la determinazione del requisito patrimoniale sui rischi di mercato vengono condotti, su base quotidiana, test retrospettivi (backtesting) finalizzati a verificare la bontà del modello VaR adottato. Tali test vengono eseguiti sul portafoglio di negoziazione di vigilanza della Capogruppo Banco BPM, di Banca Aletti e di Banca Akros.

Viene di seguito riportato il "backtesting" della Capogruppo Banco BPM riferito alla metodologia VaR calcolato sulla sola componente di rischio generico titoli di debito, generico e specifico titoli azionari, rischio tasso di interesse e rischio cambio. Ai fini del backtesting, così come previsto dalla normativa di vigilanza in vigore, si utilizza la misura di VaR equipesata, invece dell'applicazione di un fattore di decadimento utilizzato in ambito gestionale.

Backtesting Banco BPM

Portafoglio bancario

Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario deriva eminentemente dall'attività caratteristica esercitata in qualità di intermediario impegnato nel processo di trasformazione delle scadenze. In particolare, costituiscono fonte di rischio di tasso da "fair value" le emissioni di prestiti obbligazionari a tasso fisso, l'erogazione di mutui e impieghi commerciali a tasso fisso e la raccolta mediante conti correnti a vista mentre costituiscono fonte di rischio di tasso di interesse da flussi di cassa le attività/passività finanziarie a tasso variabile.

La struttura Asset & Liability Management della Funzione Finanza della Capogruppo è deputata alla gestione del rischio di tasso d'interesse e opera nel rispetto dei limiti di esposizione al rischio tasso d'interesse definiti nell'ambito del RAF e delle indicazioni del Comitato Finanza.

L'attività di monitoraggio e controllo del rischio di tasso d'interesse del portafoglio bancario è svolta dalla Funzione Rischi della Capogruppo anche per le società finanziarie controllate. L'attività, condotta su base mensile, si pone l'obiettivo di verificare il rispetto dei limiti fissati in termini di variazione del margine di interesse e del valore economico del portafoglio bancario in relazione ai fondi propri.

Nell'ambito del monitoraggio del rischio di tasso di interesse, in particolare le misure di rischio utilizzate internamente oggetto di limite RAF sono:

  • la variazione del margine di interesse atteso a seguito di uno shock parallelo delle curve dei tassi spot di +/- 40 basis point (prospettiva reddituale) su un orizzonte temporale di dodici mesi;
  • la variazione del valore economico a seguito di uno shock parallelo delle curve dei tassi spot di +/-200 basis point (prospettiva patrimoniale) in relazione ai fondi propri;
  • il valore a rischio del portafoglio bancario attraverso la metodologia VaR (Value at Risk) su un orizzonte temporale di 12 mesi e con un intervallo di confidenza del 99,9%.

Il Gruppo Banco BPM, seguendo la normale prassi gestionale nonché la normativa interna, effettua periodiche prove di stress applicando shock istantanei o variabili nel tempo e paralleli o non paralleli, sulle curve dei tassi delle divise in cui sono denominate le poste del portafoglio bancario. Inoltre, in corrispondenza dell'esercizio ICAAP viene valutato l'impatto di variazioni estreme ma plausibili dei fattori di rischio sul VaR secondo la prospettiva dell'adeguatezza del capitale.

Nel corso del primo semestre del 2018 l'esposizione al rischio di tasso di interesse, sia dal punto di vista reddituale sia dal punto di vista patrimoniale, si è mantenuta costantemente entro i limiti di rischio stabiliti nel Risk Appetite Framework od operativi.

Nella tabella seguente si riporta l'esposizione al rischio di tasso di interesse alla fine del primo semestre del 2018 secondo le misure di rischio gestionali.

esercizio 2018 (1° semestre)
Indici di rischiosità (%) 30 giugno media massimo minimo
Per shift + 100 bp
Margine finanziario a rischio /
Margine finanziario
19,4% 19,1% 19,9% 18,5%
Per shift - 100 bp (floor EBA)
Margine finanziario a rischio /
Margine finanziario
-17,7% -18,5% -17,7% -19,8%
Per shift + 100 bp
Valore economico a rischio /
Valore economico del capitale
-2,8% -1,9% -0,4% -3,7%
Per shift - 100 bp (floor EBA)
Valore economico a rischio /
Valore economico del capitale
-0,8% 0,7% 1,9% -0,8%

Rischi operativi

Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l'altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell'operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. All'interno del rischio operativo è ricompreso il rischio giuridico mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione.

Il Gruppo Banco BPM è stato autorizzato dalla Vigilanza Europea ad adottare ai fini regolamentari l'utilizzo combinato dell'approccio AMA (Advanced Measurement Approach), relativamente al perimetro validato ex Gruppo Banco Popolare (Banco Popolare, Banca Aletti, SGS BP, e BP Property Management), del metodo TSA (Traditional Standardised Approach) sul perimetro di attività ex Gruppo Banca Popolare di Milano (BPM S.p.A., ProFamily e Banca Akros) e BIA (Basic Indicator Approach) per le altre società residuali che compongono il Gruppo Banco BPM. A tal riguardo, si evidenzia che a far data dalla segnalazione al 30 giugno 2018 la società Banca Aletti adotterà i metodi AMA anche sui segmenti private banking ad essa trasferiti da BPM e da Banca Akros.

Il requisito patrimoniale secondo il metodo AMA viene determinato combinando la misura di rischio ottenuta dal modello basato sulle perdite operative storiche, sia interne che esterne, con quella ottenuta sulla base del modello che impiega le evidenze delle analisi di scenario. Entrambi i modelli seguono l'approccio noto come Loss Distribution Approach, che si fonda sulla modellizzazione della perdita aggregata annua, definita come somma degli importi di perdita (severity) associati a ciascuno degli eventi di perdita che accadono in un anno (frequency). La stima di rischio viene effettuata mediante una misura di Value at Risk con un intervallo di confidenza del 99,9% e sull'orizzonte temporale di un anno. Il requisito patrimoniale relativo al perimetro AMA tiene conto degli eventuali benefici di diversificazione dall'esposizione alle differenti tipologie di rischio operativo e prevede la detrazione degli accantonamenti passati a conto economico nel limite delle perdita attesa.

Il Gruppo Banco BPM adotta un modello di reporting, articolato in un sistema di informativa direzionale, destinata agli Organi sociali e all'Alta Direzione (perdite significative e relativi recuperi, valutazione complessiva sul profilo di rischio, assorbimenti patrimoniali e politiche di gestione del rischio realizzate e/o pianificate), e in un sistema di reportistica operativa, utile ai fini di un'adeguata gestione del rischio nei relativi ambiti di pertinenza.

Rischi di liquidità

Per rischio di liquidità si intende il rischio che il Gruppo non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, certi o previsti con ragionevole certezza. Normalmente vengono individuate due manifestazioni del rischio di liquidità: il Funding e Liquidity Risk, ovvero il rischio che il Gruppo non sia in grado, nel breve (liquidity) e lungo termine (funding), di far fronte ai propri impegni di pagamento e alle proprie obbligazioni in modo efficiente per incapacità di reperire fondi senza pregiudicare la sua attività caratteristica e/o la sua situazione finanziaria; il Market Liquidity Risk, cioè il rischio che il Gruppo non sia in grado di liquidare una attività se non a costo di incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa profondità del mercato di riferimento e/o in conseguenza del timing con cui è necessario realizzare l'operazione.

Nel Gruppo Banco BPM il rischio di liquidità e di funding è normato dal "Regolamento in materia di rischio di liquidità, funding e ILAAP" che stabilisce ruoli e responsabilità degli organi societari e delle funzioni aziendali, i modelli e le metriche utilizzati per la misurazione del rischio, le linee guida per l'esecuzione delle analisi di stress e il Liquidity Contingency Plan.

Il rischio di liquidità viene gestito e monitorato nell'ambito del processo di valutazione interna dell'adeguatezza della liquidità (ILAAP – Internal Liquidity Adequacy Assessment Process) che è il processo con cui il Gruppo identifica, misura, monitora, mitiga e rendiconta il profilo di rischio di liquidità del Gruppo. Nell'ambito di tale processo il Gruppo procede a un'auto-valutazione annuale circa l'adeguatezza del framework complessivo di gestione e misurazione del rischio di liquidità che include, inoltre, governance, metodologie, sistemi informativi, strumenti di misurazione e reporting. I risultati della valutazione di adeguatezza del profilo di rischio e dell'autovalutazione complessiva sono rendicontati agli Organi aziendali e portati a conoscenza dell'Autorità di Vigilanza.

Il governo della liquidità è accentrato presso la Capogruppo. La gestione operativa della liquidità è coordinata dalla Capogruppo e avviene in maniera accentrata pur consentendo, nell'ambito di opportune deroghe, che parte della gestione avvenga in modo decentrato a livello di singola entità comunque nell'ambito della propensione al rischio definita dal Gruppo.

L'attività di monitoraggio e controllo del rischio di liquidità è condotta su base giornaliera (liquidità di breve termine) e mensile (liquidità strutturale) e si pone l'obiettivo di monitorare l'evoluzione del profilo di rischio verificandone l'adeguatezza rispetto al Risk Appetite Framework e ai limiti operativi previsti. Su base trimestrale vengono svolte analisi di stress al fine di testare la capacità del Gruppo di resistere a scenari sfavorevoli e vengono aggiornate le stime di liquidità generabile con le contromisure (il cosiddetto Action Plan, parte integrante del Liquidity Contingency Plan) attivabili al realizzarsi di uno scenario di stress.

In particolare il Gruppo utilizza un sistema di monitoraggio che include indicatori di liquidità sia di breve termine (orizzonte temporale da infra-giornaliero fino a dodici mesi) sia di lungo termine (oltre dodici mesi). A tal fine sono utilizzate sia metriche regolamentari (LCR, NSFR, ALMM) sia metriche elaborate internamente e che includono l'utilizzo di modelli di stima di parametri comportamentali e/o opzionali.

Nel corso del primo semestre del 2018 il profilo di liquidità del nuovo Gruppo Banco BPM si è mostrato adeguato sia a breve sia a lungo termine, rispettando i limiti di rischio previsti sia internamente sia, laddove presenti, a livello regolamentare.

Operazioni di covered bond e cartolarizzazione

Eventi di rilievo del semestre

Nell'ambito del programma BPM OBG1, in data 10 gennaio 2018 è stata rimborsata anticipatamente la Quinta Serie per un valore nominale residuo di 375 milioni. In occasione della Payment Date del 15 gennaio 2018 è stato inoltre rimborsato per 350 milioni il finanziamento subordinato concesso alla Società Veicolo. In data 26 aprile 2018 il Banco BPM ha emesso la Nona Serie di OBG (interamente sottoscritta dal Banco BPM ed utilizzata come collaterale per operazioni di rifinanziamento con la BCE) per un valore nominale pari a 2,5 miliardi, cedola a tasso variabile pari all'euribor a 3 mesi più 30 bps, scadenza 26 aprile 2021.

Nell'ambito del programma BPM OBG2, il Banco BPM ha emesso in data 23 gennaio 2018 la Quarta Serie di OBG per un valore nominale pari a 750 milioni, collocata presso investitori istituzionali, cedola a tasso fisso pari all'1%, scadenza 23 gennaio 2025. Il finanziamento subordinato concesso alla Società Veicolo è stato rimborsato per 200 milioni in occasione della Payment Date del 18 gennaio 2018 e per 150 milioni in occasione della Payment Date del 18 aprile 2018.

Nell'ambito del programma BP OBG1, il Banco BPM ha emesso (i) in data 25 gennaio 2018 l'Undicesima Serie di OBG per un valore nominale pari a 1,5 miliardi, cedola a tasso variabile pari a Euribor a 1 mese più uno spread di 100 bps, scadenza 30 giugno 2020 e (ii) in data 28 marzo 2018 la Dodicesima Serie di OBG per un valore nominale pari a 1 miliardo, cedola a tasso variabile pari a Euribor a 1 mese più uno spread di 30 bps, scadenza 30 giugno 2021. Entrambi i titoli sono stati interamente sottoscritti dal Banco BPM ed utilizzati come collaterale per operazioni di rifinanziamento in BCE. Inoltre, in data 31 marzo 2018 è stata integralmente rimborsata la Decima Serie retained di OBG emessa per un valore nominale di 1 miliardo.

Nel mese di marzo 2018, Banco BPM e BPM hanno provveduto al riacquisto in blocco delle posizioni classificate a sofferenza fino al 31 gennaio 2018 presenti nei Programmi OBG del Gruppo.

In un'ottica di razionalizzazione dei Programmi OBG del Gruppo Banco BPM nel corso del primo semestre 2018, con la firma dei relativi contratti, sono stati perfezionati taluni interventi. In particolare, si è provveduto (i) alla chiusura anticipata del Programma BP OBG2 (ii) al riacquisto da parte del Banco BPM di tre portafogli di attivi dal Programma BP OBG1 e (iii) alla cessione di attivi idonei nell'ambito del Programma BPM OBG1 e nell'ambito del Programma BPM OBG2.

Nello specifico, con riferimento al Programma BP OBG2, nel mese di aprile 2018 (i) è stato effettuato il rimborso integrale anticipato dell'unica Serie in essere (Serie IV), detenuta interamente dal Banco BPM, per un valore nominale di 1,25 miliardi e (ii) si è proceduto con il riacquisto da parte del Banco BPM dell'intero portafoglio di attivi il cui corrispettivo è stato regolato mediante compensazione con quanto dovuto dalla Società Veicolo a titolo di rimborso anticipato del finanziamento subordinato concesso dal Banco BPM alla Società Veicolo. In data 1 giugno 2018 è stata fissata una Guarantor Payment Date straordinaria nella quale la Società Veicolo ha proceduto ad effettuare i pagamenti finali e, in pari data, è stato concluso un Termination Agreement con il quale sono stati chiusi tutti i contratti sottoscritti e rapporti in essere nel contesto dell'operazione.

Con riferimento al Programma BP OBG1, in data 18 aprile 2018 il Banco BPM ha provveduto al riacquisto di tre portafogli di mutui precedentemente ceduti alla Società Veicolo per un debito residuo complessivo pari a circa 2,7 miliardi regolando il corrispettivo del prezzo di riacquisto di tali mutui mediante compensazione con il rimborso parziale anticipato del finanziamento subordinato concesso dal Banco BPM alla Società Veicolo. A seguito del riacquisto dei tre portafogli di attivi, in data 3 luglio 2018 si è proceduto alla chiusura anticipata dei tre contratti di Mortgages Pool Swap tra la Società Veicolo e la controparte Credit Suisse International, ed i relativi back-to-back tra quest'ultima ed il Banco BPM, con il conseguente aggiornamento della documentazione del Programma. Inoltre, in data 2 luglio 2018 la Società Veicolo ha proceduto al rimborso parziale anticipato del Finanziamento Subordinato erogato dal Banco BPM per un importo pari a 1,5 miliardi.

Per quanto concerne il Programma BPM OBG1, previa modifica della documentazione contrattuale per consentire l'accesso del Banco BPM in qualità di "Additional Seller" e di "Additional Lender" e per prevedere nuovi criteri di cessione al fine di includere anche mutui commerciali ed erogazioni a dipendenti del Gruppo, in data 19 aprile 2018 con la firma dei relativi contratti, Banco BPM e BPM hanno ceduto alla Società Veicolo BPM Covered Bond S.r.l. un portafoglio di attivi idonei, avente un debito residuo complessivo pari a circa 3,9 miliardi, composto da (i) attivi idonei erogati dal Banco BPM (mutui commerciali, mutui residenziali, comprese erogazioni a dipendenti del Gruppo) rivenienti dai riacquisti dell'intero portafoglio del Programma BP OBG2 e di parte del portafoglio del Programma BP OBG1, nonché dai riacquisti di attivi della cartolarizzazione "BPL Mortgages 7" e da ulteriori attivi idonei liberi (il "Primo Portafoglio" di Banco BPM) e (ii) attivi idonei erogati da BPM (mutui commerciali) rivenienti dal riacquisto dell'intero portafoglio dell'operazione di cartolarizzazione "BPM Securitisation 3" e da ulteriori attivi idonei liberi (l'"Ottavo Portafoglio di BPM"). Per il pagamento del prezzo di acquisto del nuovo portafoglio la Società Veicolo ha utilizzato un finanziamento subordinato concesso dalle Banche Cedenti.

In data 29 maggio 2018, con la firma dei relativi contratti, si è perfezionata la cessione alla Società Veicolo BPM Covered Bond 2 S.r.l. di un nuovo portafoglio di attivi idonei per un debito residuo complessivo pari a 1,13 miliardi e costituito da mutui residenziali ipotecari e fondiari originati sia dal Banco BPM ("il Secondo Portafoglio") che da BPM (il "Sesto Portafoglio"). Per il pagamento del prezzo di acquisto del nuovo portafoglio la Società Veicolo ha utilizzato un finanziamento subordinato concesso dalle Banche Cedenti.

Per quanto concerne le operazioni di cartolarizzazione, nel mese di marzo 2018, con la firma dei relativi contratti, si è proceduto alla chiusura dell'operazione "BPM Securitisation 3": in particolare, BPM ha riacquistato l'intero portafoglio residuo di mutui sottostante tale operazione e, nella data di rimborso straordinaria dell'8 marzo 2018, la Società Veicolo ha effettuato il rimborso anticipato dei titoli ancora in essere ed interamente sottoscritti da BPM.

Nell'ambito della ristrutturazione dell'operazione "BPL Mortgages 7", con la firma dei relativi contratti (i) in data 9 marzo 2018, la Società Veicolo ha retrocesso al Banco BPM i crediti "non performing" e quei crediti aventi le caratteristiche di idoneità ai Programmi OBG del Banco BPM per un debito residuo complessivo pari a 586 milioni e (ii) in data 19 marzo 2018, è stata perfezionata la cessione da parte di Banco BPM ("terza cessione") e, previa modifica della documentazione contrattuale in essere, anche da parte di BPM ("prima cessione") in qualità di Additional Seller, di un ulteriore portafoglio di crediti costituito in parte dai crediti performing derivanti dalla chiusura dell'operazione "BPM Securitisation 3" e, per la restante parte, da ulteriori mutui ipotecari, fondiari, agrari e altri prestiti erogati a piccole e medie imprese, per un debito residuo complessivo pari a 3,7 miliardi.

Per finanziare l'acquisto dei crediti, in data 12 aprile 2018 la Società Veicolo ha incrementato il valore nominale dei Titoli asset-backed della Serie I; in particolare (i) i Titoli di classe A1 (Senior) sono stati incrementati per 2.840,8 milioni, di cui 1.121,2 milioni sottoscritti dal Banco BPM e 1.719,6 milioni sottoscritti da BPM (ii) i Titoli di classe B1 (Mezzanine) sono stati incrementati per 56,4 milioni interamente sottoscritti da BPM e (iii) i Titoli di classe C1 (Junior) sono stati incrementati per 228,5 milioni interamente sottoscritti da BPM. In pari data, dopo aver sottoscritto le Increase Notes, al fine di riequilibrare il possesso dei Titoli Senior, Mezzanine e Junior rispetto alle percentuali di composizione del portafoglio complessivo originato da ciascuna banca, Banco BPM e BPM hanno trasferito tra loro parte dei Titoli Serie I e Serie II. Inoltre, alla "Increase Date" del 12 aprile 2018 l'agenzia di rating DRBS ha diminuito il rating dei Titoli Senior classe A1 e classe A2 da "AA (high)" ad "A" e dei Titoli Mezzanine classe B1 e classe B2 da "A (high)" a "BBB (high)", mentre l'agenzia Moody's ha confermato i rating in essere. I Titoli Senior sono utilizzati dal Banco BPM e da BPM, ciascuno per la quota di propria competenza, come collaterale per operazioni di politica monetaria con l'Eurosistema. Nell'ambito della ristrutturazione dell'operazione "BPL Mortgages 7", in data 12 aprile 2018 la riserva di cassa è stata incrementata per 91,4 milioni attraverso l'erogazione da parte di BPM di un mutuo ad esigibilità limitata di pari importo, portando il saldo del Cash Reserve Account al nuovo livello di 257,8 milioni.

Nel corso del semestre, con la firma dei relativi contratti, si è proceduto alla chiusura dell'operazione di cartolarizzazione effettuata tramite la Società Veicolo "Tiepolo Finance S.r.l.": in particolare, in data 21 maggio 2018 il Banco BPM ha riacquistato l'intero portafoglio residuo di mutui sottostante tale operazione e, in data 25 giugno 2018, è stata effettuata una data di pagamento straordinaria nella quale la Società Veicolo ha proceduto, sulla base della cascata dei pagamenti applicabile e nei limiti dei fondi disponibili, alla chiusura dell'operazione ed alla cancellazione dei Titoli Junior (Classe C) ancora in essere ed interamente sottoscritti dal Banco BPM (e totalmente svalutati dallo stesso), anticipandone la scadenza contrattuale dal 10 luglio 2018 al 25 giugno 2018. Inoltre, nel mese di giugno, con la firma di un Termination Agreement, sono stati chiusi tutti i contratti ancora in essere sottoscritti nel contesto dell'operazione.

Per quanto concerne infine le operazioni di cartolarizzazione aventi ad oggetto crediti derivanti da contratti di leasing originati dall'ex Banca Italease, nel mese di giugno 2018 si è provveduto alla chiusura dell'operazione di cartolarizzazione ITABEI. I titoli emessi nell'ambito dell'operazione erano stati integralmente rimborsati nel settembre 2016.

Nello specifico in data 12 giugno 2018 Banco BPM e la società veicolo Erice Finance hanno sottoscritto il contratto di riacquisto del portafoglio di crediti residui derivanti da contratti di leasing.

In data 11 luglio 2018 tutte le controparti nell'operazioni hanno sottoscritto il contratto di Termination Agreement.

Eventi successivi alla chiusura del semestre

Nell'ambito del programma BPM OBG2, il Banco BPM ha emesso in data 25 luglio 2018 la Quinta Serie di OBG per un valore nominale pari a 500 milioni, collocata presso investitori istituzionali, cedola a tasso fisso pari all'1,125%, scadenza 25 settembre 2023. Il finanziamento subordinato concesso alla Società Veicolo è stato rimborsato per 170 milioni in occasione della Payment Date del 18 luglio 2018.

Nel mese di luglio si è inoltre perfezionato l'acquisto da parte del Banco BPM del 100% del capitale sociale delle Società Veicolo BPM Securitisation 3 S.r.l. e Leasimpresa Finance S.r.l..

PARTE F – INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO CONSOLIDATO

Normativa di riferimento e requisiti da rispettare

Dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 ("CRR") e nella direttiva 2013/36/UE ("CRD IV") del 26 giugno 2013 che traspongono nell'Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. framework Basilea 3). Il Regolamento e le relative norme tecniche sono direttamente applicabili negli ordinamenti nazionali e costituiscono il cosiddetto "Single Rulebook".

Si evidenzia che i requisiti minimi patrimoniali per il 2018 sono i seguenti:

  • coefficiente di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 ratio: "CET1 ratio") minimo: 4,5% + 2,5% di buffer di conservazione di capitale (Capital Conservation Buffer: "CCB");
  • coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) minimo: 6,0% + 2,5% di CCB;
  • coefficiente di capitale totale minimo: 8% + 2,5% di CCB.

Si evidenzia che il 4 ottobre 2016 la Banca d'Italia, con il 18° aggiornamento della propria Circolare n. 285, ha ridotto il CCB all'1,875% per il 2018.

La Banca d'Italia, con comunicazione del 23 settembre 2017 ha confermato il coefficiente della riserva di capitale anticiclica (Countercyclical Capital Buffer) allo zero per cento.

Con la propria comunicazione del 30 novembre 2017 la Banca d'Italia ha identificato il gruppo bancario Banco BPM come istituzione a rilevanza sistemica (Other Systemically Important Institution, O-SII). La riserva O-SII è per il 2018 pari a zero, mentre è richiesto a Banco BPM il graduale raggiungimento di una riserva pari allo 0,25% con incrementi lineari a partire dal 1° gennaio 2019 al 1° gennaio 2022 (0,06% dal 1° gennaio 2019, 0,13% dal 1° gennaio 2020, 0,19% dal 1° gennaio 2021 ed infine 0,25% dal 1° gennaio 2022).

In data 27 dicembre 2017 la Banca Centrale Europea (BCE) ha comunicato al Banco BPM la propria definitiva decisione riguardante i ratio patrimoniali minimi che il Banco BPM è tenuto a rispettare in via continuativa.

La decisione si fonda sul processo di valutazione e revisione prudenziale (SREP) condotto conformemente all'art. 4(1)(f) del Regolamento (UE) n. 1024/2013.

Pertanto, in conformità all'art. 16 (2) (a) dello stesso Regolamento n. 1024/2013, che attribuisce alla BCE il potere di richiedere alle banche vigilate di mantenere un ammontare di fondi propri superiore ai requisiti patrimoniali minimi stabiliti dalla normativa vigente, è stato introdotto un requisito del 2,50% da sommare ai requisiti sopra evidenziati.

Tenuto conto dei requisiti derivanti dalla suddetta comunicazione, il Gruppo Banco BPM è tenuto a rispettare, a livello consolidato, i seguenti ratio patrimoniali:

  • CET1 ratio: 8,875%;
  • Tier 1 ratio: 10,375%;
  • Total Capital ratio: 12,375%.

Con riferimento alla misurazione delle attività di rischio ponderate si precisa che il Gruppo Banco BPM è autorizzato ad utilizzare le seguenti metodologie basate sui propri modelli interni:

• sistema interno di misurazione del rischio di credito relativo alle esposizioni verso imprese e al dettaglio, secondo l'approccio avanzato (Advanced – IRB), per la determinazione del relativo requisito patrimoniale consolidato e individuale.

Il modello si applica alle sole esposizioni creditizie figuranti nel bilancio della Capogruppo Banco BPM S.p.A. e della controllata BPM S.p.A.;

• modello interno di misurazione dei rischi di mercato (generico e specifico sui titoli di capitale, generico sui titoli di debito e di posizione su quote di OICR) per la determinazione del relativo requisito patrimoniale individuale e consolidato.

Il modello si applica alle sole esposizioni figuranti nei bilanci della Capogruppo Banco BPM S.p.A. e della controllata Banca Aletti S.p.A.

Le esposizioni figuranti nel bilancio della controllata Banca Akros S.p.A. sono valutate sulla base di un diverso modello interno;

• modello interno di misurazione del rischio operativo (AMA) per la determinazione del relativo requisito patrimoniale individuale e consolidato.

Il modello si applica alla Capogruppo Banco BPM S.p.A., a Banca Aletti S.p.A, a SGS Soc. cons., a BP Property Management S.c.a r.l. ed alla Divisione Leasing della Capogruppo.

Entro la scadenza prevista (1 febbraio 2018) il Banco BPM ha informato la Banca Centrale Europea di aver esercitato l'opzione per l'applicazione nella sua integralità della disciplina transitoria prevista del nuovo articolo 473 bis del Regolamento UE n. 575/2013 che dilaziona nel tempo l'impatto sui fondi propri derivante dall'applicazione del nuovo modello di impairment introdotto dal principio contabile IFRS 9. La suddetta disciplina transitoria prevede la possibilità di includere nel capitale primario di classe 1 una componente positiva transitoria per una percentuale dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti per effetto dell'applicazione del principio contabile IFRS 9. Tale percentuale è decrescente nel tempo in un arco temporale di cinque anni come di seguito indicato:

  • periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018: 95% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti per effetto dell'applicazione del principio contabile IFRS 9. L'impatto negativo che ci si attende derivi dall'applicazione del nuovo modello di impairment sui fondi propri è conseguentemente ridotto al 5% dell'impatto che sarà rilevato sul patrimonio netto contabile alla data del 1 gennaio 2018;
  • periodo dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019: 85% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti;
  • periodo dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020: 70% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti;
  • periodo dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021: 50% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti;
  • periodo dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022: 25% dell'incremento subito dagli accantonamenti per perdite attese su crediti.

Dal 1° gennaio 2023 l'impatto derivante dalla prima applicazione del principio contabile IFRS 9 sarà pienamente riflesso nel computo dei fondi propri.

Oltre alla possibilità di dilazionare l'impatto derivante dalla prima applicazione del principio contabile alla data del 1° gennaio 2018, la disciplina transitoria prevede la possibilità di dilazionare gli eventuali impatti che l'applicazione del nuovo modello di impairment produrrà anche nei primi esercizi successivi alla prima applicazione del nuovo principio contabile ancorché limitatamente a quelli derivanti dalla valutazione delle attività finanziarie non deteriorate.

Ratio patrimoniali al 30 giugno 2018

Applicando il regime transitorio in vigore al 30 giugno 2018, i ratio patrimoniali calcolati includendo l'intero ammontare del risultato economico in corso di formazione al 30 giugno 2018(1) sono i seguenti:

  • Common Equity Tier1 (CET1) Ratio pari al 12,93% rispetto al 12,36% del 31 dicembre 2017;
  • Tier 1 Capital Ratio pari al 13,13% rispetto al 12,66% di fine esercizio 2017;
  • Total Capital Ratio pari al 15,77% rispetto al 15,21% di fine esercizio 2017.

L'attuale livello dei fondi propri consente al Gruppo Banco BPM di rispettare ampiamente la richiesta degli Organi di Vigilanza, sia avendo a riferimento le regole di calcolo oggi applicabili nel cosiddetto periodo transitorio, sia considerando le regole che dovranno essere utilizzate a regime.

Il CET1 ratio calcolato sulla base delle regole che saranno in vigore al termine del periodo transitorio (c.d. CET1 ratio fully phased) è stimato pari al 10,84%.

(1) In base a quanto previsto dall'art. 26 comma 2 del Regolamento UE n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (CRR), l'inclusione degli utili intermedi nell'ambito del capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 Capital – CET1) è subordinata alla preventiva autorizzazione dell'autorità competente (la BCE).

In attesa del completamento del procedimento da parte dell'autorità e subordinatamente al rilascio della connessa autorizzazione, i ratio patrimoniali indicati nel presente documento sono stati calcolati includendo nel CET 1 l'intero importo dell'utile netto del primo semestre 2018.

Comunicazione in merito ai filtri prudenziali relative ai titoli emessi da Amministrazioni Centrali di Paesi appartenenti all'Unione Europea

Al 30 giugno 2018 la riserva di valutazione dei titoli emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all'Unione europea al netto dei relativi effetti fiscali è pienamente computata ai fini della determinazione dei fondi propri.

La posizione di liquidità e la leva finanziaria

Dal 1° ottobre 2015 è entrato in vigore il Regolamento delegato (UE) n. 61/2015 che impone alle banche di mantenere un determinato livello di liquidità misurata con riferimento ad un orizzonte di breve termine (Liquidity Coverage Ratio, "LCR"). La normativa prevede un percorso di adeguamento progressivo ("phase in")(1). Il Banco BPM presenta al 30 giugno 2018 un indice LCR superiore al 130%.

E' prevista nel prossimo futuro l'introduzione di un ulteriore requisito di liquidità misurato su un orizzonte temporale più lungo, denominato Net Stable Funding Ratio ("NSFR"). Il suddetto indice, calcolato secondo le più recenti regole fissate dal Quantitative Impact Study ed includendo i certificates a capitale protetto è superiore al 100%.

Per quanto riguarda infine il coefficiente di leva finanziaria ("Leverage ratio"), si informa che a partire da settembre 2016 sono vigenti le modifiche normative di cui al Regolamento delegato (UE) 2015/62 del 10 ottobre 2014 ed i nuovi standard tecnici di cui al Regolamento di esecuzione (UE) 2016/428 del 23 marzo 2016. Si ricorda che tale indicatore è attualmente non vincolante. La Commissione Europea, nell'ambito di una bozza di revisione complessiva del CRR(2), ha proposto un livello minimo del 3%. Il suddetto indice, calcolato secondo le regole in vigore nel periodo transitorio si attesta al 30 giugno 2018 a circa il 5,0%. Il medesimo rapporto calcolato applicando le regole che saranno in vigore al termine del periodo transitorio è stimato pari a circa il 4,1%.

Totale
COMPOSIZIONE DEI FONDI PROPRI 30/06/2018 31/12/2017
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) prima dell'applicazione dei filtri
prudenziali
10.798.870 11.868.333
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie - -
B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) (41.951) (15.523)
C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio
(A +/- B)
10.756.919 11.852.810
D. Elementi da dedurre dal CET1 (3.544.304) (2.821.609)
E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di
disposizioni transitorie
1.488.564 347.481
F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) (C - D +/- E) 8.701.179 9.378.682
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) al lordo degli elementi da dedurre e
degli effetti del regime transitorio
134.226 326.664
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie 129.900 322.015
H. Elementi da dedurre dall'AT1 - -
I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi
nell'AT1 per effetto di disposizioni transitorie
- (97.004)
L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier1 - AT1) (G - H +/- I) 134.226 229.660
M. Capitale di classe 2 (Tier2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti
del regime transitorio 1.864.115 2.113.716
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie 27.344 71.533
N. Elementi da dedurre dal T2 (88.225) (102.737)
O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nel T2
per effetto di disposizioni transitorie
- (75.053)
P. Totale Capitale di classe 2 (Tier2 - T2) (M - N +/- O) 1.775.890 1.935.926
Q. Totale fondi propri (F + L + P) 10.611.295 11.544.268

(1) 60% dal 1° ottobre 2015; 70% dal 1° gennaio 2016; 80% dal 1° gennaio 2017; 100% dal 1° gennaio 2018. (2) Documento "COM(2016) 850 final" del 23.11.2016.

Importi non ponderati Importi ponderati/requisiti
CATEGORIE/VALORI 30/06/2018 31/12/2017 30/06/2018 31/12/2017
A. ATTIVITA' DI RISCHIO
A.1 Rischio di credito e di controparte
1. Metodologia standardizzata 74.005.729 96.058.742 29.387.665 48.917.787
2. Metodologia basata sui rating interni
2.1 Base - - - -
2.2 Avanzata 96.380.347 74.440.541 28.029.607 18.381.207
3. Cartolarizzazioni 1.716.335 72.471 1.159.853 82.814
B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA
B.1 Rischio di credito e di controparte 4.686.171 5.390.544
B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del
credito 14.555 25.563
B.3 Rischio di regolamento 1.295 1.708
B.4 Rischi di mercato
1. Metodologia standard 35.476 40.094
2. Modelli interni 170.054 165.755
3. Rischio di concentrazione - -
B.5 Rischio operativo
1. Metodo base 13.244 13.244
2. Metodo standardizzato 209.753 214.577
3. Metodo avanzato 252.461 220.230
B.6 Altri elementi del calcolo -
B.7 Totale requisiti prudenziali 5.383.009 6.071.715
C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI
VIGILANZA
C.1 Attività di rischio ponderate 67.287.612 75.896.441
C.2 Capitale primario di classe 1/Attività di rischio
ponderate (CET1 capital ratio)
12,93% 12,36%
C.3 Totale capitale di classe 1/Attività di rischio
C.4 ponderate (Tier 1 capital ratio)
Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate
13,13% 12,66%
(Total capital ratio) 15,77% 15,21%

PARTE G - OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D'AZIENDA

Operazioni realizzate durante il periodo

Non si sono realizzate operazioni di aggregazione aziendale esterne al Gruppo nel corso del primo semestre.

Operazioni realizzate dopo la chiusura del periodo

Non si sono realizzate operazioni di aggregazione aziendale esterne al Gruppo dopo la chiusura del semestre.

PARTE H - OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Di seguito si riportano i criteri per l'identificazione delle parti correlate IAS 24 così come previsto dalla normativa interna del Gruppo Banco BPM:

  • a) società soggette ad influenza notevole e a controllo congiunto: ossia le entità nelle quali la Capogruppo Banco BPM o le Entità controllate esercitano influenza notevole ai sensi del principio contabile IAS 28 o un controllo congiunto ai sensi del principio contabile IFRS 11. Trattasi in particolare delle "Imprese controllate in modo congiunto e sottoposte a influenza notevole" indicate nella sezione "Politiche contabili - Area e metodi di consolidamento";
  • b) dirigenti con responsabilità strategiche: sono qualificati come tali oltre ai componenti del Consiglio di Amministrazione, i componenti effettivi del Collegio Sindacale, il Direttore Generale e i Condirettori Generali della Capogruppo e delle società del Gruppo, i vertici operativi e direttivi di Banco BPM, individuati da apposita determinazione consiliare, il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, il Responsabile della funzione di conformità, il Responsabile della funzione Internal Audit di Banco BPM, ulteriori responsabili di strutture individuati dal Consiglio di Amministrazione di Banco BPM ed eventuali liquidatori straordinari;
  • c) stretti familiari dei dirigenti con responsabilità strategiche: rilevano i soli familiari in grado di influenzare il (o di essere influenzati dal) soggetto interessato nel proprio rapporto con il Banco BPM o le società del Gruppo. Si presumono tali, salvo diversa dichiarazione scritta del dirigente, resa sotto propria responsabilità e recante adeguata ed analitica motivazione delle ragioni che escludono la possibilità di influenza: il coniuge, il convivente more uxorio (compresi conviventi di fatto il cui stato non si rilevi dal certificato di famiglia), i figli del soggetto, del coniuge o del convivente more uxorio, le persone a carico del soggetto, del coniuge o del convivente more uxorio. È inoltre parte correlata ogni altra persona che il soggetto ritiene lo possa influenzare (o essere da lui influenzata) nel proprio rapporto con il Banco BPM o con le altre società del Gruppo;
  • d) rapporti partecipativi riconducibili ai dirigenti con responsabilità strategiche e ai loro stretti familiari: sono considerate parti correlate le entità nelle quali i dirigenti con responsabilità strategiche o i loro stretti familiari detengono il controllo ex art. 2359, comma 1, Codice Civile, o il controllo congiungo o esercitano un'influenza notevole che si presume qualora detengono, direttamente o indirettamente, almeno il 20% dei diritti di voto esercitabili nell'assemblea ordinaria, o il 10% se la società ha azioni quotate in mercati regolamentati;
  • e) fondi pensionistici del Gruppo: i Fondi Pensione per il personale del Gruppo e di qualsiasi altra entità correlata;
  • f) titolari di una partecipazione rilevante: sono considerati parti correlate gli azionisti e i relativi gruppi societari (entità giuridiche controllanti, controllate o sottoposte a controllo congiunto) che controllano la Capogruppo, anche congiuntamente, o che esercitano un'influenza notevole su Banco BPM. Si presume sussistere, come minimo, una situazione di influenza notevole qualora l'azionista detenga un'interessenza con diritto di voto superiore al 10% del capitale sociale di Banco BPM. Sono inoltre considerati parti correlate i soggetti non appartenenti al Gruppo che detengono nelle altre società del Gruppo, una partecipazione superiore al 20% dei diritti di voto esercitabili nell'assemblea ordinaria, ovvero il 10% se la società ha azioni quotate in mercati regolamentati;
  • g) soggetti in grado, ex se, di nominare componenti del Consiglio di Amministrazione, in virtù di statuto o di accordi parasociali.

Rapporti finanziari e commerciali tra le società controllate e quelle sottoposte ad influenza notevole e a controllo congiunto.

I rapporti finanziari e commerciali intrattenuti con le parti correlate rientrano nell'ambito della normale gestione e sono stati conclusi a condizioni sostanzialmente allineate al mercato.

Nella tabelle che seguono vengono indicati i rapporti patrimoniali ed economici al 30 giugno 2018 con le società sottoposte a influenza notevole, le joint venture, il management con responsabilità strategiche (che include gli organi di controllo) e le altre parti correlate.

Entità che
esercitano
un'influenza
notevole (1)
Società
collegate
venture Dirigenti con
responsabilità
strategica
Altre parti
correlate
Totale % sul
consolidato
0,10%
- - - 13 46.283 46.296 0,84%
- 2.550.029 - 7.501 173.853 2.731.383 2,26%
- 6.690 - - - 6.690 0,05%
- - - - 273.451 273.451 0,87%
- 322.824 - 17.209 456.916 796.949 0,91%
- - - 2.439 2.818 5.258 0,03%
- - - - 1.874 1.874 0,02%
- - - 99 1.760 1.859 0,07%
- 2.061 - 293 56.955 59.309 0,59%
- 555.018 - 3.029 224.101 782.148 1,41%
- 5.492 - Joint
-
759 6.251

(1) Fondi o altri soggetti autorizzati che rivestono la qualità di Socio e che possiedono una quota di partecipazione superiore al 10% del capitale.

(migliaia di euro) Entità che
esercitano
un'influenza
notevole (1)
Società
collegate
Joint
venture
Dirigenti con
responsabilità
strategica
Altre parti
correlate
Totale % sul
consolidato
Margine d'interesse - 11.498 - 24 174 11.696 0,99%
Commissioni nette - 73.711 - 15 4.307 78.033 8,41%
Spese amministrative/recuperi di spesa - 948 - (7.850) 5 (6.897) 0,45%
Altri costi/ricavi - 16 - (4) (629) (617) 0,23%

(1) Fondi o altri soggetti autorizzati che rivestono la qualità di Socio e che possiedono una quota di partecipazione superiore al 10% del capitale.

Altre operazioni con altre parti correlate

Nella seguente tabella vengono evidenziate le altre operazioni - forniture di beni e servizi e operazioni su immobili poste in essere con le parti correlate esposte nella precedente tabella in corrispondenza dei "dirigenti con responsabilità strategica" ed "altre parti correlate".

Acquisti e
vendite di beni
e servizi
Locazioni
attive
Locazioni
passive
a) Amministratori - - -
b) Dirigenti con responsabilità strategiche - 7 -
c) Stretto familiare dei soggetti di cui alle lettere a) e b) - - -
d) Società controllata collegata o soggetta a influenza notevole dai soggetti di
cui alle lettere a) e b)
1.593 1.023 -

Altre informazioni

Con riferimento al comma 8 dell'art. 5 "Informazioni al pubblico sulle operazioni con parti correlate" del Regolamento Consob recante le disposizioni in materia di operazioni con parti correlate (adottato dalla Consob con delibera n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n. 19974 del 27 aprile 2017) nel seguito vengono riportate le operazioni di maggiore rilevanza concluse nel primo semestre 2018, nonché di quelle di minore rilevanza di particolare significatività.

Attuazione piano strategico 2016-2019 - Scissione di ramo d'azienda Private Banking di Banca Akros a favore di Banca Aletti

In data 1° aprile 2018 si è perfezionata l'operazione di scissione del ramo d'azienda Private Banking di Banca Akros a favore di Banca Aletti.

Per effetto della scissione, Banca Akros ha trasferito a Banca Aletti il ramo d'azienda costituito dal complesso dei beni, risorse e rapporti contrattuali organizzati in capo alla Direzione Private Banking di Banca Akros.

In particolare, sono stati assegnati alla beneficiaria:

  • i) i rapporti contrattuali di prestazione di servizi e attività di investimento e servizi accessori (c.d. di "risparmio amministrato") con la clientela afferente la Direzione Private Banking, e relativa documentazione in essere;
  • ii) i rapporti contrattuali di gestione di portafogli di investimento (c.d. di "risparmio gestito") con la clientela afferente la Direzione Private Banking, e relativa documentazione in essere;
  • iii) i rapporti contrattuali di conto corrente e connesse passività e attività con la clientela afferente la Direzione Private Banking, e relativa documentazione in essere;
  • iv) i rapporti di lavoro con i dipendenti che, alla Data di Effetto, operano nell'ambito del ramo, con tutti i diritti, ivi incluso il fondo TFR, derivanti dal rapporto di lavoro intrattenuto, nei limiti previsti dalle norme di legge e dai contratti collettivi di lavoro, e, correlativamente, l'ammontare delle relative "Riserve da valutazione" stanziate nel bilancio della società scissa per tenere conto degli utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti;
  • v) i contratti di agenzia con i consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede che, alla Data di Effetto, operano nell'ambito del Ramo, con tutti i diritti, ivi inclusi gli eventuali fondi di quiescenza, derivanti dai rispettivi contratti e dalle applicabili norme di legge e dai contratti collettivi;
  • vi) la succursale dedicata allo svolgimento dell'attività di private banking sita in Roma con i relativi contratti di locazione e accessori;
  • vii) tutti gli altri contratti, in essere alla Data di Effetto, afferenti il ramo, ivi inclusi, a mero titolo esemplificativo, gli accordi di distribuzione di OICR gestiti da terzi soggetti;
  • viii) mobili, arredi e dotazioni, anche informatiche, materiali e immateriali, a uso funzionale del ramo;
  • ix) crediti e debiti verso banche (interbancario);
  • x) fideiussioni, garanzie, impegni e conti d'ordine afferenti il ramo.

La scissione ha comportato una riduzione del patrimonio netto di Banca Akros per 3,9 milioni mediante riduzione di riserve e incremento di pari importo del patrimonio netto di Banca Aletti mediante incremento di riserve.

Le differenze nella consistenza degli elementi patrimoniali attivi e passivi oggetto di scissione tra la data di riferimento presa a base per la redazione del progetto di scissione e la data di efficacia della scissione medesima sono state regolate mediante conguaglio monetario.

Piano Industriale di Banco BPM. Approvazione del progetto di fusione per incorporazione di Banca Popolare di Milano S.p.A.

Il Consiglio di Amministrazione del 27 marzo 2018 ha deliberato l'avvio delle operazioni finalizzate alla fusione per incorporazione di BPM nella Capogruppo, attraverso l'applicazione del procedimento semplificato di fusione, ai sensi dell'art. 2505 cod. civ., senza determinazione di concambio e senza predisposizione della relazione illustrativa da parte dell'Organo amministrativo.

L'operazione di incorporazione si inserisce nell'ambito delle iniziative di razionalizzazione dell'assetto societario ed operativo previste dal Piano Strategico 2016/2019 del Gruppo Banco BPM, ponendosi in logica successione alle azioni già realizzate nell'ambito del processo di integrazione tra i due ex-Gruppi.

La proposta di incorporazione di BPM nella Capogruppo è funzionale al conseguimento dei pieni benefici attivati dalle azioni sopra descritte e rappresenta uno snodo importante per affermare la piena identità del nuovo Gruppo, permettendo di sfruttare appieno il forte posizionamento competitivo, caratterizzato da una quota di mercato nazionale superiore all'8%, con oltre 4 milioni di clienti e una posizione di leadership nelle regioni più ricche e a maggiore vocazione imprenditoriale del Paese. L'operazione contribuisce inoltre all'ottenimento di maggiori sinergie rispetto a quelle originariamente previste, favorendo una migliore efficienza operativa grazie alla semplificazione della struttura societaria e di governo del Gruppo, alla più tempestiva ed efficace implementazione delle strategie commerciali e all'ottimizzazione della presenza fisica sui territori.

Si prevede quindi che la fusione possa produrre effetti, ai sensi dell'art. 2504 - bis Cod. Civ. - previa iscrizione dell'atto di fusione nel Registro delle Imprese e previa autorizzazione da parte dell'Autorità di Vigilanza – indicativamente nel quarto trimestre 2018. Le operazioni della società incorporanda saranno imputate al bilancio dell'incorporante con decorrenza dal primo giorno dell'esercizio in corso. Dalla stessa data decorreranno gli effetti fiscali.

La fusione non avrà impatti sui ratios consolidati in quanto si tratta dell'incorporazione di una banca interamente controllata dalla Capogruppo.

Approvazione del progetto di fusione per incorporazione in Banco BPM di Società Gestione Servizi S.C.P.A. e di BP Property Management S.c.a r.l.

Il Consiglio di Amministrazione del 9 maggio 2018 ha deliberato l'avvio delle operazioni finalizzate alla fusione per incorporazione di Società Gestione Servizi BP e di BP Property Management nella Capogruppo, attraverso l'applicazione del procedimento semplificato di fusione, ai sensi dell'art. 2505 cod. civ., senza determinazione di concambio e senza predisposizione della relazione illustrativa da parte dell'Organo amministrativo.

L'operazione di incorporazione si inserisce nell'ambito delle iniziative di razionalizzazione dell'assetto societario ed operativo di Gruppo e risponde ad esigenze di semplificazione e razionalizzazione di struttura, di ottimizzazione e valorizzazione delle risorse e di riduzione dei costi.

In particolare si prevede che le operazioni di fusione in argomento portino a conseguire:

  • una maggiore efficacia nei processi gestionali;
  • una riduzione delle attività esternalizzate da parte della Capogruppo a proprie società controllate alle sole attività e funzioni oggettivamente indispensabili;
  • una riduzione della complessità dei processi e per tale via dei rischi operativi;
  • ulteriori sinergie di costo.

Si prevede che la fusione delle due società possa produrre effetti, ai sensi dell'art. 2504 - bis Cod. Civ. - previa iscrizione dell'atto di fusione nel Registro delle Imprese e previa autorizzazione da parte dell'Autorità di Vigilanza – indicativamente con decorrenza nel mese di gennaio 2019, e previa autorizzazione da parte delle Autorità di Vigilanza. Le operazioni delle società incorporande saranno imputate al bilancio dell'incorporante con decorrenza dal primo giorno dell'esercizio in cui si perfezioneranno gli effetti giuridici. Dalla stessa data decorreranno gli effetti fiscali.

La fusione non avrà impatti sui ratios consolidati in quanto trattasi di incorporazione di società interamente controllate dal Gruppo ovvero nei confronti delle quali sono stati sottoscritti dalla Capogruppo contratti di opzione finalizzati al riacquisto della partecipazione.

Emissione di prestiti obbligazionari di Banco BPM sottoscritti da Banca Aletti & C. S.p.A., con impiego della liquidità riveniente dall'attività di raccolta tramite l'emissione di "Certificates"- definizione di plafond e caratteristiche

L'attività in oggetto concerne l'emissione di prestiti obbligazionari di Banco BPM S.p.A. sottoscritti da Banca Aletti con l'impiego della liquidità rinveniente dall'attività di raccolta tramite l'emissione di Certificates.

Le obbligazioni del Banco BPM sono emesse al medesimo spread di funding dei Certificates emessi da Banca Aletti, i quali presentano condizioni economiche tempo per tempo in linea con quelle applicate sui prodotti retail per la raccolta cosiddetta "fresca".

Per il Gruppo Banco BPM, l'operatività descritta rientra nell'ambito delle strategie di diversificazione delle fonti di raccolta e di stabilizzazione del profilo di liquidità, che consente di soddisfare le esigenze della clientela attraverso l'ampliamento della gamma prodotti.

Alla data del 30 giugno 2018 sono stati emessi da Banco BPM S.p.A. n. 9 prestiti obbligazionari per complessivi 273 milioni circa, a valere sul plafond di 600 milioni definito dalla delibera quadro rinnovata in data 19 dicembre 2017 e valida per il periodo gennaio-dicembre 2018.

Chiusura anticipata dell'operazione di cartolarizzazione BPM Securitisation 3 e ristrutturazione dell'operazione di cartolarizzazione BPL7

L'operazione, deliberata dal Consiglio di Amministrazione del 7 febbraio 2018, consiste nella chiusura anticipata dell'operazione "SEC3" e nella ristrutturazione dell'operazione "BPL7". Nello specifico è stato approvato di procedere:

i) alla chiusura anticipata dell'operazione SEC3 attraverso la retrocessione da parte della società veicolo alla BPM, fatte salve le deliberazioni di competenza di quest'ultima, dell'intero portafoglio SEC3 ed il successivo rimborso anticipato dei titoli;

  • ii) a qualsiasi modifica della documentazione contrattuale dell'operazione BPL7 utile a permettere, nell'ambito di tale operazione, la cessione di un ulteriore portafoglio di crediti erogati a piccole e medie imprese da Banco BPM e da BPM, fatte salve le deliberazioni di competenza di quest'ultima, con un debito residuo complessivo pari a circa 4,6 miliardi e l'incremento dei titoli in essere o l'emissione di nuove classi di titoli asset-backed, nei termini sopra esposti;
  • iii)alla retrocessione da parte della SPV al Banco BPM dei crediti non performing facenti parte del portafoglio BPL7;
  • iv) alla retrocessione da parte della SPV al Banco BPM dei crediti facenti parte del portafoglio BPL7 aventi le caratteristiche di idoneità ai Programmi OBG del Banco BPM;
  • v) alla sottoscrizione di tutta la documentazione contrattuale utile e/o necessaria e/o opportuna relativa o comunque connessa all'espletamento da parte di Banco BPM di tali funzioni e alla realizzazione delle predette operazioni ed indicata nella documentazione allegata quali contratti della chiusura anticipata e contratti relativi alla ristrutturazione.

Nel mese di marzo 2018 si è proceduto alla chiusura anticipata dell'operazione "SEC3" e, al fine di procedere con l'emissione dei titoli rivenienti dalla ristrutturazione della BPL7, Banco BPM e BPM S.p.A. hanno ceduto alla società veicolo BPL Mortgages S.r.l. un portafoglio crediti erogati a piccole e medie imprese: l'ammontare complessivo del portafoglio ceduto è pari, alla data del 31 marzo 2018, a circa 3,8 miliardi.

In data 12 aprile 2018 la società veicolo ha proceduto all'incremento delle note emesse nel 2014 per un ammontare complessivo pari a circa 3,1 miliardi, di cui 1,1 miliardi di competenza di Banco BPM e 2 miliardi di competenza di BPM S.p.A..

In data 28 maggio 2018, la Banca Centrale Irlandese ha attribuito ai titoli Senior, emessi nell'ambito dell'operazione, l'eleggibilità degli stessi per le operazioni di politica monetaria con l'Eurosistema.

Nel mese di aprile, in prossimità della data di emissione dei titoli, BPM S.p.A. ha erogato un finanziamento subordinato nei confronti della società veicolo, volto ad incrementare la riserva di cassa dell'operazione per un importo pari a 91,4 milioni.

Il Consiglio di Amministrazione del 27 marzo 2018, nell'ambito della citata ristrutturazione della cartolarizzazione e allo scopo di finalizzare l'operazione, ha deliberato la concessione delle seguenti linee di credito: (i) concessione da parte di Banco BPM S.p.A. di nuove linee per banking book per complessivi 6,3 miliardi (ii) concessione da parte di BPM S.p.A. di una nuova linea per banking book di 3,5 miliardi.

Programma di Emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite del Gruppo Banco BPM e relative proposte di emissioni

Il Consiglio di Amministrazione del 27 febbraio 2018 ha deliberato le proposte di seguito descritte al fine di definire il processo di razionalizzazione dei quattro programmi di obbligazioni garantite del Gruppo, in un'ottica di riduzione dei costi, di incrementare il collaterale disponibile e di effettuare l'emissione di OBG previste dal funding plan 2018. Nello specifico le singole proposte sono relative a quanto di seguito dettagliato:

  • il rimborso integrale anticipato della Serie IV retained emessa nell'ambito del programma BP OBG2, il riacquisto dell'intero portafoglio di attivi del programma BP OBG2 e l'estinzione del programma BP OBG2;
  • il riacquisto da BP Covered Bond S.r.l. dei tre portafogli di attivi del programma BP; subordinatamente alla conclusione delle valutazioni legali, la chiusura degli asset swap denominati nella documentazione del programma BP OBG1 "Mortgage Pool Swap", la risoluzione consensuale dei relativi ISDA Master Agreement e documenti di garanzia;
  • l'accesso del Banco BPM al Programma BPM OBG1 in qualità di nuova Banca Cedente e finanziatrice per lo svolgimento dei ruoli di Additional Seller e Additional Lender una volta deliberato il relativo finanziamento; il nulla osta affinché BPM S.p.A. proceda all'approvazione delle Modifiche ai Documenti di cessione del programma BPM OBG1 per poter includere mutui commerciali e residenziali erogati ai dipendenti del Gruppo; la cessione a BPM Covered Bond S.r.l. del Primo Portafoglio del Banco BPM per un ammontare di massimo 4 miliardi di mutui commerciali e mutui residenziali erogati a dipendenti del Gruppo; il nulla osta affinché BPM S.p.A. proceda alla cessione dell'Ottavo Portafoglio fino ad un massimo di 500 milioni;

  • il prolungamento della scadenza della Serie X retained del Programma BP OBG1 per un termine massimo di 4 anni;

  • il rinnovo di BPM OBG1 e i successivi aggiornamenti, l'emissione della Serie 9 o successive Serie retained a tasso variabile fino ad un massimo di 3,5 miliardi con scadenza massima di 4 anni e una cedola massima pari a Euribor + 100 punti base;
  • il nulla osta affinché BPM S.p.A. possa deliberare il riacquisto in blocco di tutte le posizioni classificate a sofferenza alla data del 31 gennaio 2018, relative ai programmi di emissione BPM OBG1 e BPM OBG2;
  • nell'ambito del programma BPM OBG2, la Tap Serie 4 ovvero l'emissione di una o più nuove serie, in entrambi i casi, fino ad un massimo di 350 milioni, a tasso fisso, con scadenza massima di 15 anni e con spread non superiore a 70 punti base sopra il tasso mid-swap di riferimento;
  • la cessione da parte di Banco BPM al veicolo BPM Covered Bond 2 S.r.l. del Secondo Portafoglio di mutui residenziali idonei, fino a massimo 1,5 miliardi; il nulla osta affinché BPM S.p.A. proceda alla cessione del Sesto Portafoglio fino ad un massimo di 1 miliardo; l'emissione, entro il corrente anno, delle Nuove Serie 2018 sia in forma di singola emissione che mediante l'emissione di più serie di covered bonds per un massimo complessivo di 2 miliardi di nominale, a tasso fisso, con scadenza massima di 15 anni e con uno spread massimo sul tasso swap di 70 punti base per scadenze fino a 7 anni e di 100 punti base sulle altre scadenze.

In relazione a quanto deliberato:

  • nel mese di aprile è stato effettuato il rimborso della Serie IV del Programma BP OBG2, successivamente è stato effettuato il riacquisto del portafoglio mutui ed il 1° giugno è stata firmata la documentazione di chiusura del programma;
  • in data 18 aprile 2018 il Banco BPM ha provveduto al riacquisto di tre portafogli di mutui precedentemente ceduti alla società veicolo BP Covered Bond per un debito residuo complessivo pari a circa 2,7 miliardi regolando il corrispettivo del prezzo di riacquisto di tali mutui mediante compensazione con il rimborso parziale anticipato del finanziamento subordinato concesso dal Banco BPM alla società veicolo;
  • nell'ambito del programma BPM OBG1, previa modifica della documentazione contrattuale, in data 19 aprile 2018 con la firma dei relativi contratti, Banco BPM e BPM S.p.A. hanno ceduto alla società veicolo BPM Covered Bond S.r.l. un portafoglio di attivi idonei, avente un debito residuo complessivo pari a circa 3,9 miliardi finanziato dalla società veicolo mediante l'utilizzo di un finanziamento subordinato concesso dalle banche cedenti;
  • in data 31 marzo 2018 è stata integralmente rimborsato la Serie X retained di 1 miliardo del programma BP OBG1;
  • in data 26 aprile 2018 il Banco BPM ha emesso la Nona Serie di BPM OBG1 (interamente sottoscritta dal Banco BPM ed utilizzata come collaterale per operazioni di rifinanziamento con la BCE) per un valore nominale pari a 2,5 miliardi, cedola a tasso variabile pari all'euribor a 3 mesi più 30 bps, scadenza 26 aprile 2021;
  • nel mese di marzo 2018, BPM S.p.A. ha provveduto al riacquisto in blocco delle posizioni classificate a sofferenza fino al 31 gennaio 2018 presenti nei programmi BPM OBG1 e BPM OBG2;
  • in data 29 maggio 2018, con la firma dei relativi contratti, si è perfezionata la cessione alla società veicolo BPM Covered Bond 2 di un nuovo portafoglio di attivi idonei per un debito residuo complessivo pari a 1,1 miliardi e costituito da mutui originati sia dal Banco BPM che da BPM S.p.A.. Per il pagamento del prezzo di acquisto del nuovo portafoglio la società veicolo ha utilizzato un finanziamento subordinato concesso dalle banche cedenti.

Il Consiglio di Amministrazione del 27 marzo 2018, nell'ambito delle citate operazioni di cessione di portafogli di crediti a favore di BPM Covered Bond S.r.l. e BPM Covered Bond 2 S.r.l., ha deliberato la concessione di linee di credito a favore delle società veicolo BPM Covered Bond S.r.l. e BPM Covered Bond 2 S.r.l., con: (i) erogazione da parte di Banco BPM a BPM Covered Bond S.r.l. di un finanziamento per un importo di 4,1 miliardi; (ii) erogazione da parte di Banco BPM a BPM Covered Bond 2 S.r.l. di un finanziamento per un importo di 1,2 miliardi.

Alba Leasing S.p.A. – revisione linee di credito

L'operazione, deliberata dal Consiglio di Amministrazione il 23 gennaio 2018, riguarda (i) la conferma del plafond di affidabilità per rischi diretti di 1 miliardo e (ii) la riduzione da 923,3 milioni a 898,3 milioni del monte fidi, concesso dal Gruppo Banco BPM a favore di Alba Leasing S.p.A., a cui si affiancano rischi indiretti per 3,0 milioni.

ProFamily S.p.A. – revisione linee di credito

L'operazione, deliberata dal Consiglio di Amministrazione il 27 febbraio 2018, riguarda la revisione e la rimodulazione delle linee di credito disponibili presso il Gruppo Banco BPM a favore di ProFamily S.p.A., le quali aumentano da 1.321,4 milioni a 1.621,4 milioni (oltre a 100 milioni per rischi di evidenza).

Gruppo di rischio Credit Agricole - Agos Ducato

L'operazione, deliberata dal Consiglio di Amministrazione del 19 giugno 2018 nei confronti del Gruppo Credit Agricole, riguarda:

  • i) la riarticolazione del plafond creditizio disponibile presso il Gruppo Banco BPM per complessivi 2.200 milioni per rischi diretti (a cui si affianca un plafond di 800 milioni per rischi di evidenza);
  • ii) aumento da 30 milioni a 50 milioni della linea di credito per acquisto titoli obbligazionari per il banking book concessa;
  • iii)aumento da 1.521,7 milioni a 1.525,5 milioni del monte fidi;
  • iv) aumento da 1.993,3 milioni a 2.017,1 milioni del monte fidi complessivo concesso (a cui si affiancano rischi indiretti per 1 milione e rischi di evidenza per 750 milioni).

PARTE I - ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI

1. Descrizione degli accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

1. Remunerazione collegata a sistemi di incentivazione: piani di compensi basati su azioni

Banco BPM S.p.A., in qualità di Capogruppo, predispone l'annuale Relazione sulla Remunerazione ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione della Banca d'Italia (Circolare n. 285/2013, 7° aggiornamento del 18 novembre 2014, Parte Prima, Titolo IV, Capitolo 2 "Politiche e prassi di remunerazione e incentivazione"), dell'art.123-ter del Decreto Legislativo 58/1998 ("Testo Unico della Finanza" o "TUF") e successive modificazioni e dell'art. 84-quater della delibera Consob n.11971/1999 e successive modificazioni ("Regolamento Emittenti").

Le politiche di remunerazione ("Policy"), definiscono — nell'interesse di tutti gli stakeholder — le linee guida dei sistemi di remunerazione e incentivazione del personale del Gruppo con l'obiettivo, da un lato, di favorire il perseguimento delle strategie, degli obiettivi e dei risultati di lungo periodo, in coerenza con il quadro generale di politiche di governo e di gestione dei rischi e con i livelli di liquidità e patrimonializzazione, dall'altro, di attrarre e mantenere nel Gruppo soggetti aventi professionalità e capacità adeguate alle esigenze d'impresa, a vantaggio della competitività e del buon governo, perseguendo l'equità interna e verso il mercato del lavoro esterno.

È inoltre scopo delle politiche di remunerazione del Gruppo garantire un'adeguata remunerazione a fronte di una performance durevole, che permetta, al contempo, di valorizzare il personale, riconoscere il contributo individuale al raggiungimento dei risultati e disincentivare condotte non improntate a criteri di correttezza nelle relazioni con la clientela e di rispetto delle norme o che propendano verso un'eccessiva esposizione al rischio o inducano a violazioni normative.

Il sistema di remunerazione del personale dipendente del Gruppo prevede una componente variabile collegata al sistema di incentivazione con periodicità annuale (bonus); il riconoscimento del bonus è subordinato all'attivazione di un sistema di incentivazione nell'ambito della società presso cui il soggetto opera e al rispetto integrale di predefinite condizioni di accesso (cancelli di accesso).

Il bonus del personale più rilevante (ossia i soggetti la cui attività professionale ha o può avere un impatto rilevante sul profilo di rischio del Gruppo stesso, identificati sulla base del Regolamento Delegato (UE) 604/2014) è suddiviso in:

  • una quota up-front, pari al 60% del bonus;
  • tre quote annue di pari importo, complessivamente pari al 40% del bonus, differite nel periodo triennale successivo all'anno di maturazione della quota up-front.

Nei casi in cui il bonus riconosciuto fosse superiore a 300 mila euro, la quota soggetta al periodo di differimento sarebbe pari al 60% del bonus, corrisposta in cinque quote annue di uguale importo, differite nel periodo quinquennale successivo all'anno di maturazione della quota up-front.

Sia il 50% della quota up-front, sia il 50% di quelle differite del bonus è riconosciuto in azioni ordinarie Banco BPM.

Inoltre, in coerenza con le prassi del sistema bancario nazionale e nel rispetto dello spirito delle disposizioni vigenti, nei casi in cui il bonus riconosciuto risultasse inferiore o pari alla soglia di rilevanza di 50 mila euro e contestualmente inferiore o pari a un terzo della retribuzione annua fissa lorda (RAL) individuale, esso sarebbe erogato in contanti e in un'unica soluzione; tale previsione non riguarda il personale più rilevante di fascia alta1 e coloro effettivamente interessati2 da un rapporto tra la remunerazione variabile e fissa superiore al 100%, a cui pertanto è sempre applicata integralmente la norma in termini di differimento e di attribuzione di azioni.

1 Il personale più rilevante di fascia alta è identificato - per il 2018 - nei seguenti soggetti: Amministratore Delegato, Direttore Generale, Condirettori Generali e Responsabili della prima linea manageriale di Capogruppo, Amministratore Delegato, Direttore Generale, Condirettore Generale e Vice Direttore Generale (ove presenti) di Banca Popolare di Milano, Aletti & C. Banca d'Investimento Mobiliare, Banca Akros, ProFamily e Società Gestione Servizi BP.

2 Ex ante.

A partire dal 2017, è introdotto nel Gruppo un sistema di incentivazione di lungo termine (ILT) su base triennale (bonus ILT), correlato agli obiettivi del Piano Strategico 2016-2019; tale scelta nasce dalla volontà di legare parte della remunerazione dei manager del vertice aziendale agli interessi degli azionisti che richiedono creazione di valore per l'impresa nel tempo.

Anche il riconoscimento del bonus ILT è subordinato al rispetto integrale di predefinite condizioni di accesso (cancelli di accesso).

Il bonus ILT è corrisposto interamente in azioni ordinarie Banco BPM S.p.A. (performance share) ed è suddiviso in:

  • una quota up-front, pari al 40% del bonus ILT;
  • tre quote annue di pari importo, complessivamente pari al 60%, differite nel periodo triennale successivo all'anno di maturazione della quota up-front.

In entrambi i sistemi (con periodicità annuale e triennale) per le azioni maturate è previsto un periodo di retention (vincolo alla vendita) di due anni per quelle up-front e di un anno per le differite; per queste ultime il periodo di retention decorre dal momento in cui la remunerazione differita è maturata. L'assegnazione delle azioni ai rispettivi beneficiari (e quindi l'effettiva entrata in possesso) avviene al termine del periodo di retention.

Sia la quota up-front, sia le quote differite sono soggette a meccanismi di malus e di claw-back, così come declinati nella Policy.

Il Piano Triennale – approvato dall'Assemblea Ordinaria dei Soci di Banco BPM in data 8 aprile 2017 – prevede la valorizzazione di una quota della componente variabile della remunerazione a componenti esecutivi del Consiglio di Amministrazione e a dipendenti e collaboratori del Gruppo bancario Banco BPM riconducibili alla categoria dei manager di vertice del Gruppo, da corrispondersi mediante assegnazione gratuita di azioni ordinarie di Banco BPM S.p.A. a valere sul sistema incentivante di lungo termine 2017-2019.

L'Assemblea Ordinaria dei Soci di Banco BPM in data 7 aprile 2018 ha approvato, ai sensi dell'articolo 114-bis del TUF e dell'articolo 84-bis del Regolamento Emittenti, il piano di compensi basati su azioni del Banco BPM S.p.A., così come definito nel Documento Informativo allo scopo predisposto dal Consiglio di Amministrazione in data 27 febbraio 2018, sulla base della Policy; il Piano Annuale prevede la valorizzazione di una quota della componente variabile della remunerazione al personale più rilevante del Gruppo, da corrispondersi mediante assegnazione gratuita di azioni ordinarie di Banco BPM S.p.A. a valere sul sistema incentivante annuale 2018.

Oltre al piano di compensi basati su azioni del Banco BPM S.p.A., l'Assemblea Ordinaria dei Soci di Banco BPM in data 7 aprile 2018 ha approvato:

  • le politiche di remunerazione e incentivazione 2018,
  • il limite massimo del 2:1 al rapporto fra la componente variabile e quella fissa della remunerazione per selezionate figure ritenute strategiche,
  • i criteri per la determinazione del compenso da accordare in caso di conclusione anticipata del rapporto di lavoro o di cessazione anticipata dalla carica, ivi compresi i limiti fissati a detto compenso.

Per maggiori informazioni di dettaglio si rinvia a quanto contenuto nei documenti di seguito indicati: Relazione sulla Remunerazione 2018, Documento Informativo sul Piano Annuale 2018 e Documento Informativo sul Piano Triennale 2017-2019, disponibili sul sito internet www.bancobpm.it (sezione Corporate Governance — Politiche di Remunerazione).

2. Piani compensi basati su azioni di anni precedenti

Il Consiglio di Amministrazione di Banco BPM in data 27 febbraio 2018 ha deliberato l'apertura dei cancelli di accesso al Sistema di Incentivazione 2017 nonché:

  • l'attuazione del Piano 2017 già approvato dall'Assemblea Ordinaria dei Soci di Banco BPM in data 8 aprile 2017, per un controvalore complessivo pari a 2,84 milioni (stima importo massimo erogabile;
  • l'accesso alle quote differite di bonus di competenza di esercizi precedenti, relative ai Sistemi di Incentivazione 2014 (3° quota differita), 2015 (2° quota differita) e 2016 (1° quota differita) definiti nell'ambito delle annuali politiche di remunerazione, approvate rispettivamente dalle Assemblee Ordinarie dei Soci dell'ex Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. in data 12 aprile 2014, 11 aprile 2015 e 30 aprile 2016.

Per quanto riguarda il Sistema di Incentivazione 2015 dell'ex Gruppo bancario Banco Popolare, il cui piano compensi è stato approvato dall'Assemblea dei Soci, in data 19 marzo 2016, la quota azionaria differita di bonus giungerà a maturazione nel 2019 e sarà soggetta ad un periodo di retention di un anno.

In relazione alle quote azionarie, di competenza di esercizi precedenti, il numero di azioni ordinarie della ex Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. riconosciute è stato convertito in azioni Banco BPM S.p.A. — in virtù dell'avvenuta fusione con l'ex Banco Popolare - Soc. Coop. — sulla base del valore stabilito per il concambio pari a 1 azione Banco BPM S.p.A. ogni 6,386 azioni della ex Banca Popolare di Milano S.c. a r.l.; anche le azioni ordinarie dell'ex Banco Popolare - Soc. Coop. riconosciute sono state convertite in azioni Banco BPM S.p.A. — in virtù dell'avvenuta fusione con Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. — sulla base del valore stabilito per il concambio pari ad un'azione Banco BPM S.p.A. per ogni azione dell'ex Banco Popolare - Soc. Coop.

Per un maggior dettaglio sulle modalità e termini di attribuzione delle azioni a valere sui Piani sopra descritti, si rinvia ai rispettivi documenti informativi predisposti ai sensi dell'art. 84-bis del Regolamento Emittenti, depositati presso la Sede sociale, Borsa Italiana S.p.A. e a disposizione del pubblico, tra l'altro, sul sito internet del Banco BPM S.p.A. all'indirizzo www.bancobpm.it (per il 2017: sezione Corporate Governance — Politiche di Remunerazione; per gli anni precedenti: sezione Corporate Governance — Assemblee dei Soci — Storico).

3 . Compensi di fine rapporto

Per alcuni soggetti ricompresi tra il personale più rilevante, in determinati casi di risoluzione del rapporto di lavoro, è facoltà pattuire — secondo le modalità definite nella Policy — eventuali cosiddetti "golden parachute", nella misura massima di due annualità della retribuzione annua fissa lorda ed entro il limite massimo di 2,4 milioni (lordo dipendente).

Fatte salve le deroghe previste dalle Disposizioni di Vigilanza della Banca d'Italia, l'erogazione avviene nel rispetto contestuale dei seguenti criteri:

  • in una quota up-front, pari al 60%, e in tre quote annue di pari importo, complessivamente pari al 40%, per i soggetti per cui l'importo del golden parachute sia inferiore o pari a 600 mila euro;
  • in una quota up-front, pari al 40%, e in cinque quote annue di pari importo, complessivamente pari al 60%, per i soggetti per cui l'importo sia superiore a 600 mila euro;
  • per il 50% di ciascuna quota in contanti e per il 50% in azioni ordinarie Banco BPM S.p.A.

Per le azioni maturate è previsto un periodo di retention di due anni per quelle up-front e di un anno per le differite; per queste ultime il periodo di retention decorre dal momento in cui la remunerazione differita è maturata.

Sia la quota up-front, sia le quote differite sono soggette a meccanismi di malus e di claw-back, così come declinati nelle vigenti politiche di remunerazione.

I piani di incentivazione per il personale più rilevante sopra descritti, che prevedono il pagamento basato su azioni della Capogruppo, si configurano come piani "equity settled" in accordo con le previsioni dell'IFRS 2. Tali pagamenti basati su azioni sono rilevati nel conto economico nella voce "Spese del personale" in contropartita di un incremento delle "Riserve" di patrimonio netto consolidato e nel patrimonio netto della Capogruppo.

Le società controllate invece, nel proprio bilancio separato, contabilizzano il costo di competenza del periodo nella voce di conto economico "Spese amministrative: Spese per il personale" in contropartita di un incremento della voce dello stato patrimoniale passivo "Fondi per rischi ed oneri" in quanto i piani di incentivazione per il personale più rilevante prevedono il pagamento basato su azioni della Capogruppo che verrà regolato dalle singole controllate e, pertanto, si configurano come operazioni "cash settled".

B. INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

4. Variazioni annue

Il 7 novembre 2017 il c.d. "magazzino titoli" è stato costituito – tramite riacquisto di azioni rivenienti dall'esercizio del diritto di recesso connesso all'operazione di fusione tra Banco Popolare - Soc. Coop. e Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. – con n. 4.627.460 azioni ordinarie Banco BPM S.p.A.

In data 20 novembre 2017 – in attuazione delle politiche di remunerazione e incentivazione dell'ex Gruppo BPM sono state consegnate complessivamente n. 135.206 azioni ordinarie Banco BPM S.p.A., di cui (i) n. 104.879 a 19 beneficiari del bonus riconosciuto nell'ambito del Sistema di Incentivazione 2014, in relazione alla quota up-front e alla prima quota differita, maturate rispettivamente nel 2015 e 2016; (ii) n. 30.327 ad un soggetto cessato per il golden parachute riconosciuto nel 2015, in relazione alla quota up-front e alla prima quota differita, maturate rispettivamente nel 2015 e 2016.

Il saldo del "magazzino titoli" al 1° gennaio 2018 consisteva in n. 4.492.254 azioni ordinarie Banco BPM S.p.A. Nel corso del primo semestre 2018 – in attuazione delle politiche di remunerazione e incentivazione dell'ex Gruppo BPM e dell'ex Gruppo Banco Popolare – sono state consegnate a 73 beneficiari complessivamente n. 314.635 azioni ordinarie Banco BPM S.p.A., in relazione alle quote up-front dei rispettivi Sistemi di Incentivazione 2015, maturate nel 2016.

Il saldo del "magazzino titoli" al 30 giugno 2018 consiste in n. 4.177.619 azioni ordinarie Banco BPM S.p.A.

5. Altre informazioni

Relativamente al Sistema di Incentivazione 2017 del personale più rilevante, il superamento dei cancelli di accesso relativi all'anno di performance 2017 ha determinato il riconoscimento di una componente azionaria della remunerazione pari a complessivi 2.055.645 euro (lordo dipendente); il superamento dei medesimi cancelli di accesso ha altresì comportato la maturazione delle seguenti quote azionarie (importi riferiti a livello consolidato):

  • Sistema di Incentivazione 2017 quota up-front azionaria 1.140.135 euro (lordo dipendente);
  • Sistema di Incentivazione 2016 ex Gruppo bancario BPM 1° quota differita azionaria 140.394 euro (lordo dipendente);
  • Sistema di Incentivazione 2015 ex Gruppo bancario BPM 2° quota differita azionaria 150.379 euro (lordo dipendente);
  • Sistema di Incentivazione 2015 ex Gruppo Banco Popolare nessuna quota azionaria è giunta a maturazione;
  • Sistema di Incentivazione 2014 ex Gruppo bancario BPM 3° quota differita azionaria 113.676 euro (lordo dipendente).

Relativamente al Sistema di Incentivazione di lungo termine 2017-2019, in applicazione dei principi contabili internazionali, che impongono di considerare il periodo di maturazione dei diritti, è stato accantonato un importo di 953 mila euro, corrispondente ad un terzo della quota up-front del bonus ILT che potrebbe giungere a maturazione nel 2020.

In relazione ad un golden parachute riconosciuto nel 2017 ad un soggetto identificato tra il personale più rilevante dell'ex Gruppo bancario BPM, è giunta a maturazione nel 2018 la 1° quota differita azionaria, pari a 12 mila euro (lordo dipendente).

PARTE L - INFORMATIVA DI SETTORE

In base al principio IFRS 8, un'impresa deve fornire le informazioni che consentono agli utilizzatori del bilancio di valutare la natura e gli effetti sullo stesso delle attività da essa intraprese ed i contesti economici nei quali opera. E' quindi necessario evidenziare il contributo dei diversi settori operativi alla formazione del risultato economico del Gruppo.

L'identificazione dei settori operativi della presente Sezione è coerente con le modalità adottate dalla Direzione Aziendale per l'assunzione di decisioni operative e si basa sulla reportistica interna, utilizzata ai fini dell'allocazione delle risorse ai diversi segmenti e dell'analisi delle relative performance.

Per tale ragione e ai fini di migliorare la rappresentazione della redditività del Gruppo, sono evidenziati anche settori operativi che risultano al di sotto delle soglie quantitative previste dal par. 13 dell'IFRS 8.

Per effetto dell'operazione di aggregazione tra il Gruppo Banco Popolare ed il Gruppo BPM, nel corso del 2017 si è resa necessaria una prima parziale modifica dei settori operativi, precedentemente identificati dal Banco Popolare (in qualità di soggetto definito come acquirente sotto il profilo contabile). Successivamente, nel corso del corrente esercizio, al fine di dare piena attuazione al modello di business del Gruppo, previsto dal Piano Strategico 2017- 2019, sono state introdotte ulteriori modifiche, in particolare, è stata definita una nuova struttura della Rete Commerciale. Le modifiche in oggetto sono state apportate anche per effetto delle operazioni straordinarie, che hanno mutato profondamente la presenza del Gruppo Banco BPM nell'asset management (cessione di Aletti Gestielle SGR a fine dicembre 2017) e nel bancassurance e che daranno una connotazione specialistica a Banca Akros S.p.A. e a Banca Aletti S.p.A.. Pertanto, rispetto alla struttura del Segment Reporting del 2017:

  • la Rete Commerciale è stata ridefinita nelle nuove business line Retail, Corporate, Istituzionali e Private (quest'ultima nel 2017 era inclusa nella business line Private&Investment Banking)
  • la business line Private&Investment Banking, presente nello scorso esercizio, è stata scomposta tra segmento Private (ora concentrato in Banca Aletti) e segmento Investment Banking (rappresentato dal ramo di Investment Banking di Banca Aletti e da Banca Akros);
  • dal settore delle Partecipazioni, che nel 2017 era collocato nel Corporate Center, è stata scorporata la componente relativa alle Partnership Strategiche (Agos Ducato S.p.A., Vera Vita S.p.A., Vera Assicurazioni S.p.A., Factorit S.p.A., SelmaBipiemme Leasing S.p.A. e Anima Holding S.p.A.);
  • a seguito delle operazioni straordinarie sopra citate, aventi ad oggetto il settore del Wealth Management, quest'ultimo è stato escluso dalla presente Informativa di Settore.

Per l'esercizio 2018, quindi,, i settori operativi, assunti a riferimento per la fornitura dell'informativa in esame, sono i seguenti:

  • Retail;
  • Corporate;
  • Istituzionali;
  • Private;
  • Investment Banking;
  • Partnership Strategiche;
  • Leasing;
  • Corporate Center.

Si precisa, infine, che l'identificazione del Leasing, come settore operativo, trova la sua giustificazione nell'esigenza di fornire evidenza separata di un'attività in run-off, il cui contributo economico evidenziato è pertanto rappresentato unicamente dal risultato derivante dalla gestione della progressiva riduzione delle attività e delle passività dell'ex Banca Italease (oggi incorporata nel Banco BPM) e della controllata Release.

Alla luce della nuova articolazione dei settori operativi, sopra illustrata, i dati relativi all'esercizio 2017 sono stati riesposti, anche al fine di riflettere retroattivamente gli effetti conseguenti all'esposizione del contributo di Aletti Gestielle SGR in una voce separata, in linea con quanto richiesto dal principio IFRS 5.

Si deve tuttavia segnalare che, nonostante tale riesposizione, i saldi dell'esercizio precedente non sono pienamente comparabili, per effetto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9 come illustrato in maggior dettaglio nel paragrafo "Informativa sulla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 - Strumenti finanziari e IFRS 15 - Ricavi provenienti da contratti con i clienti".

I sem. 2018 Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Corporate Center
Margine di interesse 1.180.109 620.542 237.514 29.616 (590) 47.352 (5.366) 27.012 224.029
Risultato delle partecipazioni valutate a patrimonio netto 75.998 - - - - - 74.792 - 1.206
Margine finanziario 1.256.107 620.542 237.514 29.616 (590) 47.352 69.426 27.012 225.235
Commissioni nette 927.513 760.176 84.878 14.967 43.704 14.039 - 5 9.744
Altri proventi netti di gestione 154.179 3.319 458 2.637 (2.342) (150) - 9.330 140.927
Risultato netto finanziario 109.490 6.953 25.405 118 8 (4.005) 8.354 (16) 72.673
Altri proventi operativi 1.191.182 770.448 110.741 17.722 41.370 9.884 8.354 9.319 223.344
Proventi operativi 2.447.289 1.390.990 348.255 47.338 40.780 57.236 77.780 36.331 448.579
Spese per il personale (879.149) (586.400) (25.786) (3.831) (25.798) (12.222) (917) (3.447) (220.748)
Altre spese amministrative (414.589) (517.792) (40.539) (4.617) (11.674) (28.997) (291) (19.190) 208.511
Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (96.946) - - - - (557) - (8.157) (88.232)
Oneri operativi (1.390.684) (1.104.192) (66.325) (8.448) (37.472) (41.776) (1.208) (30.794) (100.469)
Risultato della gestione operativa 1.056.605 286.798 281.930 38.890 3.308 15.460 76.572 5.537 348.110
Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela (686.451) (472.800) (184.426) (412) (10) 75 - (15.600) (13.278)
Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie 635 - - - - 51 - - 584
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (45.671) (59.267) 10.066 718 (46) 5.884 - (10.281) 7.255
Utili (perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti 178.550 - - - - - 174.656 (102) 3.996
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 503.668 (245.269) 107.570 39.196 3.252 21.470 251.228 (20.446) 346.667
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (87.257) 67.449 (29.582) (10.779) (894) (6.953) 9.798 2.520 (118.816)
Oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte (67.428) (47.783) (2.619) (465) (1.754) (3.724) - - (11.083)
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 4 - - - - - - - 4
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 3.590 - - - - - - 3.421 169
Risultato del periodo senza Badwill 352.577 (225.603) 75.369 27.952 604 10.793 261.026 (14.505) 216.941
Differenza di fusione (Badwill) - - - - - - - - -
Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 352.577 (225.603) 75.369 27.952 604 10.793 261.026 (14.505) 216.941

206 BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO_______________________________________________________________________________________________

Risultati di settore - dati economici

Nella seguente tabella si riporta la disaggregazione delle commissioni attive in funzione della tipologia di servizio prestata e del settore operativo IFRS 8, in linea con i requisiti informativi introdotti dal principio contabile IFRS 15 per i bilanci intermedi.

Tipologia servizi/valori Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Corporate
Center
Distribuzione di Prodotti di risparmio, attività di raccolta
ordini e negoziazione di titoli e valute: 436.700 346.742 480 2.770 43.931 33.299 - - 9.478
- amministrata, negoziazione titoli, valute e raccolta ordini 72.448 35.216 140 864 3.426 32.382 - - 420
- gestioni e fondi 331.229 283.161 300 1.829 37.744 917 - - 7.278
- bancassurance 33.023 28.365 40 77 2.761 - - - 1.780
Distribuzione di prodotti di protezione assicurativa 22.387 18.796 3 12 26 - - - 3.550
Distribuzione di prodotti di credito al consumo 20.516 24.825 - 5 19 - - - (4.333)
Servizi di banca transazionale (monetica, portafoglio e servizi
di incasso e pagamento)
158.465 138.261 16.124 6.609 670 8 - - (3.207)
Tenuta e gestione su c/c e finanziamenti: 338.434 256.335 66.300 6.135 874 41 - 9 8.740
- finanziamenti per cassa e crediti di firma 203.248 140.480 56.512 2.777 254 27 - 9 3.189
- c/c, depositi e estero 135.186 115.855 9.788 3.358 620 14 - - 5.551
Atri servizi 6.818 6.892 1.633 228 22 2.901 - - (4.858)
Commissione attive 983.320 791.851 84.540 15.759 45.542 36.249 - 9 9.370
Commissione passive (55.807)
Commissione nette 927.513
I sem. 2017 (*) Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Corporate Center
Margine di interesse 1.059.756 527.774 233.092 27.975 (3.254) 68.389 (7.655) 19.063 194.372
Risultato delle partecipazioni valutate a patrimonio netto 81.939 - - - - - 80.776 - 1.163
Margine finanziario 1.141.695 527.774 233.092 27.975 (3.254) 68.389 73.121 19.063 195.535
Commissioni nette 1.019.379 837.872 88.367 19.973 39.548 11.749 - 4 21.866
Altri proventi netti di gestione 44.678 1.663 421 2.093 19 12 - 7.805 32.665
Risultato netto finanziario 100.177 9.366 4.969 31 6 5.610 10.992 - 69.203
Altri proventi operativi 1.164.234 848.901 93.757 22.097 39.573 17.371 10.992 7.809 123.734
Proventi operativi 2.305.929 1.376.675 326.849 50.072 36.319 85.760 84.113 26.872 319.269
Spese per il personale (913.430) (612.664) (26.941) (4.003) (18.971) (16.932) (958) (3.903) (229.058)
Altre spese amministrative (431.348) (483.789) (36.336) (4.303) (11.095) (24.059) (296) (19.715) 148.245
Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (109.289) - - - - (4.855) - (6.895) (97.539)
Oneri operativi (1.454.067) (1.096.453) (63.277) (8.306) (30.066) (45.846) (1.254) (30.513) (178.352)
Risultato della gestione operativa 851.862 280.222 263.572 41.766 6.253 39.914 82.859 (3.641) 140.917
Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela (647.020) (392.297) (180.909) 3.396 (33) 1.094 - (78.289) 18
Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie (79.177) - - - - 25 - - (79.202)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (9.137) (4.288) 6.903 580 (1) 1.119 - (37) (13.413)
Utili (perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti 13.301 - - - - - - (10) 13.311
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 129.829 (116.363) 89.566 45.742 6.219 42.152 82.859 (81.977) 61.631
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (43.776) 32.000 (24.631) (12.579) (1.710) (13.271) 2.482 13.153 (39.220)
Oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte (45.008) (49.954) (3.752) (444) (58) (3.110) - - 12.310
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 45.793 - - - - - - - 45.793
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 7.394 - - - - - - 7.578 (184)
Risultato del periodo senza Badwill 94.232 (134.317) 61.183 32.719 4.451 25.771 85.341 (61.246) 80.330
Differenza di fusione (Badwill) 3.076.137 - - - - - - - 3.076.137
Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 3.170.369 (134.317) 61.183 32.719 4.451 25.771 85.341 (61.246) 3.156.467
(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.
moniali
Risultati di settore - dati patri
30/06/2018 Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Center
Corporate
Crediti verso clientela: 120.604.947 56.583.415 27.721.322 5.485.052 227.482 1.934.744 - 2.987.113 25.665.819
finanziamenti verso clientela
-
105.076.716 56.583.415 27.621.322 5.485.052 227.482 1.934.744 - 2.987.113 10.237.588
titoli di debito
-
15.528.231 - 100.000 - - - - - 15.428.231
31/12/2017 (*) Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Center
Corporate
Crediti verso clientela 108.176.382 57.948.163 26.677.841 5.423.612 219.600 1.556.011 - 3.244.333 13.106.822
(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.
30/06/2018 Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Corporate
Center
Raccolta diretta 105.505.599 70.005.127 7.278.926 10.365.316 3.072.378 1.285.877 - 6.760 13.491.216
31/12/2017 (*) Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Corporate
Center
Raccolta diretta 107.509.849 70.167.867 8.341.857 8.881.274 2.894.188 1.638.771 - 9.047 15.576.845
(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.
30/06/2018 Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Corporate
Center
Partecipazioni 1.355.065 - - - - - 1.337.332 - 17.733
31/12/2017 (*) Totale Retail Corporate Istituzionali Private Investment
Banking
Partnership
Strategiche
Leasing Corporate
Center

Partecipazioni 1.349.191 - - - - - 1.331.320 - 17.871

(*) I dati relativi al periodo precedente sono stati riesposti per garantire un confronto omogeneo.

Si segnala che la maggior parte delle attività e dei proventi operativi sono conseguiti in Italia, a conferma del radicamento sul territorio nazionale, considerato quale raggio primario di azione del Gruppo. Il peso delle attività e dei proventi operativi conseguiti all'estero è ampiamente inferiore alla soglia del 5%.

Attestazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato ai sensi dell'art. 81-ter del Regolamento Consob n. 11971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche e integrazioni

Relazione della società di revisione

Allegati

Stato patrimoniale consolidato riclassificato - Riconciliazione tra i saldi al 31 dicembre 2017 ed i saldi al 1° gennaio 2018

Al fine di una migliore comprensione della transizione ai nuovi principi contabili IFRS 9 e IFRS 15 nella seguente tabella, per ciascuna voce dello schema di stato patrimoniale riclassificato, viene fornita la riconciliazione tra i saldi al 31 dicembre 2017 e quelli al 1° gennaio 2018, con evidenza separata delle modifiche imputabili ai principi contabili IFRS 9 e IFRS 15.

Con riferimento al principio IFRS 9 vengono evidenziate le modifiche imputabili ai nuovi criteri di classificazione e gli impatti relativi ai nuovi criteri di misurazione (con separata indicazione di quelli relativi al nuovo modello di impairment delle perdite attese ECL – Expected Credit Losses). A tale scopo i saldi al 31 dicembre 2017 (IAS 39) sono stati convenzionalmente ricondotti nelle nuove categorie contabili (colonna "31/12/2017 (IAS 39)"); nella colonna "Riclassifiche IFRS 9" sono evidenziati i saldi IAS 39 riallocati in funzione delle nuove regole di classificazione previste dall'IFRS 9 e nelle colonne "Impatti Measurement IFRS 9" e "Impatti ECL IFRS 9" sono forniti rispettivamente gli impatti relativi ai nuovi criteri di misurazione (esclusi gli effetti delle perdite attese) e di impairment. Con riferimento all'IFRS 15 nella colonna "Impatti IFRS 15" è evidenziata la passività iscritta in FTA con il relativo impatto fiscale e la variazione di patrimonio netto.

Per una migliore comprensione degli impatti della transizione ai nuovi principi contabili IFRS 9 e IFRS 15, nonché dei criteri di redazione dello stato patrimoniale in forma riclassificata si fa rinvio:

  • alla sezione "Informativa sulla prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 Strumenti finanziari e IFRS 15 Ricavi provenienti da contratti con i clienti" contenuta nel presente bilancio semestrale abbreviato;
  • all'informativa contenuta nella sezione "Risultati" del Resoconto intermedio di gestione.
(migliaia di euro) 31/12/2017
(IAS 39)
Riclassifiche
IFRS 9
(a)
31/12/2017
(IAS 39)
riclassificato
Impatti
Measurement
IFRS 9
(b)
Impatti
ECL
IFRS 9
(c)
Impatti
ECL
IFRS 15
01/01/2018
Cassa e disponibilità liquide 976.686 - 976.686 - - 976.686
Finanziamenti valutati al CA 112.681.902 (314.696) 112.367.206 - (1.322.458) 111.044.748
- Finanziamenti verso banche 4.939.223 (1) - 4.939.223 - (2.716) 4.936.507
- Finanziamenti verso clientela 107.742.679 (2) (314.696) 107.427.983 - (1.319.742) 106.108.241
Attività finanziarie e derivati di copertura 34.533.172 314.696 34.847.868 50.405 (13.475) 34.884.798
- Valutate al FV con impatto a CE 5.184.586 1.251.406 6.435.992 (18.908) - 6.417.084
- Valutate al FV con impatto su OCI 17.128.622 (3) (430.150) 16.698.472 51.600 - 16.750.072
- Valutate al CA 12.219.964 (4) (506.560) 11.713.404 17.713 (13.475) 11.717.642
Partecipazioni (*) 1.349.191 - 1.349.191 (92.348) - 1.256.843
Attività materiali 2.735.182 - 2.735.182 - - 2.735.182
Attività immateriali 1.297.160 - 1.297.160 - - 1.297.160
Attività fiscali 4.520.189 - 4.520.189 923 370.675 5.610 4.897.397
Attività non correnti e gruppi di attività in
dismissione
106.121 - 106.121 - - 106.121
Altre voci dell'attivo 3.007.162 - 3.007.162 - - 3.007.162
Totale ATTIVITÀ 161.206.765 - 161.206.765 (41.020) (965.258) 5.610 160.206.097
Debiti verso banche 27.199.304 - 27.199.304 - - 27.199.304
Raccolta diretta 107.509.849 - 107.509.849 15.254 - 107.525.103
- Debiti verso clientela 87.848.146 - 87.848.146 - - 87.848.146
- Titoli e passività finanziarie designate al FV 19.661.703 - 19.661.703 15.254 - 19.676.957
Altre passività finanziarie valutate al FV 8.707.966 - 8.707.966 (3.618) - 8.704.348
Fondi del passivo 1.580.461 (5) - 1.580.461 - 16.451 20.400 1.617.312
Passività fiscali 669.494 - 669.494 21.037 1.192 691.723
Passività associate ad attività in via di dismissione 35 - 35 - - 35
Altre voci del passivo 3.576.116 (6) - 3.576.116 - - 3.576.116
Totale PASSIVITÀ 149.243.225 - 149.243.225 32.673 17.643 20.400 149.313.941
Patrimonio di pertinenza di terzi 63.310 - 63.310 - (5.743) 57.567
Patrimonio netto del Gruppo 11.900.230 - 11.900.230 (73.693) (977.158) (14.790) 10.834.589
PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO 11.963.540 - 11.963.540 (73.693) (982.901) (14.790) 10.892.156

Riclassifiche dei saldi IAS 39 in base alle nuove voci per le attività e passività finanziarie

a) Impatti di FTA dell'IFRS 9 derivanti dai nuovi criteri di misurazione delle voci relative alle attività e passività finanziarie (esclusa ECL)

b) Impatti di FTA dell'IFRS 9 derivanti dal nuovo modello di determinazione delle perdite attese (Expected Credit Losses - ECL)

(*) Impatto sulle partecipazioni a seguito della rideterminazione del patrimonio netto in base all'IFRS 9 effettuato dalle partecipate.

  • (1) Corrisponde alla precedente voce di bilancio dei "crediti verso banche" (5.164.715 migliaia), al netto delle attività rappresentate da titoli di debito (225.492 migliaia).
  • (2) Corrisponde alla precedente voce di bilancio dei "crediti verso clientela" (108.176.382 migliaia), al netto delle attività rappresentate da titoli di debito (433.703 migliaia).
  • (3) Nella voce "Attività al FV con impatto OCI" è stato interamente ricondotto il portafoglio ex IAS 39 delle "Attività finanziarie disponibili per la vendita".
  • (4) Nella voce "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato" è stato ricondotto il saldo del portafoglio ex IAS 39 delle "Attività finanziarie detenute sino alla scadenza" (11.560.769 migliaia) ed i crediti verso clientela e banche rappresentati dai titoli di debito, come illustrato nei precedenti punti 1) e 2) (complessivamente pari a 659.195 migliaia).
  • (5) Nella voce "Fondi del Passivo" sono stati ricondotti i saldi delle voci ex IAS 39 "Fondo trattamento di fine rapporto" e "Fondi per rischi ed oneri" incrementati dalla "Copertura rischio a fronte di garanzie rilasciate e impegni" che nel bilancio ex IAS 39 era rappresentata nella voce "Altre passività".
  • (6) La voce "Altri voce del passivo" è al netto della "Copertura rischio a fronte di garanzie rilasciate e impegni" (119.472 migliaia) ricondotta nella voce "Fondi del Passivo".

Raccordo tra le voci del conto economico consolidato e lo schema del conto economico consolidato riclassificato del primo semestre 2018

I Sem. 2018 Conto
economico
Riclassifiche Conto
economico
riclassificato
Margine di interesse 1.180.109
10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.480.257
20. Interessi passivi e oneri assimilati (300.148)
Risultato delle partecipazioni valutate al patrimonio netto
250. Utili (Perdite) delle partecipazioni 75.998 (a) 75.998
Margine finanziario 1.256.107
Commissioni nette 927.513
40. Commissioni attive 983.320
50. Commissioni passive (55.807)
Altri proventi netti di gestione 154.179
230. Altri oneri/proventi di gestione 313.022 9.060 (b)
(141.850) (c)
(5.089) (d)
(20.964) (e)
Risultato netto finanziario 109.490
70. Dividendi e proventi simili 40.576
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione (66.287)
90. Risultato netto dell'attività di copertura (460)
100 Utili (Perdite) da cessione o riacquisto (131.771) 261.743 (f)
110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con
impatto a conto economico
5.689
Altri proventi operativi 1.191.182
Proventi operativi 2.447.289
Spese per il personale (879.149)
190 a) Spese per il personale (880.353) (3.885) (g)
190 b) Altre spese amministrative 5.089 (d)
Altre spese amministrative
190 b) Altre spese amministrative (653.827) 3.885 (g) (414.589)
141.850 (c)
93.503 (m)
Rettifiche di valore nette su attività materiali ed immateriali (96.946)
210. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali (56.012)
220. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali (52.838) 20.964 (e)
230. Altri oneri/proventi di gestione (9.060) (b)
Oneri operativi (1.390.684)
Risultato della gestione operativa 1.056.605
Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela (686.451)
130 a) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo ad attività
finanziarie valutate al costo ammortizzato
(420.875) (1.909) (h)
64 (i)
(1.988) (l)
(261.743) (f)
Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie 635
130 b) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo ad attività (3.198)
I Sem. 2018 Conto
economico
Riclassifiche Conto
economico
riclassificato
finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva
1.909 (h)
(64) (i)
1.988 (l)
- (f)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (45.671)
200. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (45.671)
Utili (Perdite) da cessione di partecipazioni ed investimenti 178.550
250. Utili (Perdite) delle partecipazioni 250.654 (75.998) (a)
280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 3.894
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 503.668
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (87.257)
300. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (61.182) (26.075) (m)
Oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte (67.428) (m) (67.428)
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 4
320. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte 4
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 3.590
340. Utile (Perdita) di periodo di pertinenza di terzi 3.590
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 352.577 - 352.577

Le lettere riportate in corrispondenza della colonna "Riclassifiche" sono poste con l'obiettivo di consentire una più immediata comprensione delle riclassifiche effettuate.

Con riferimento al prospetto di raccordo in precedenza riportato, si evidenzia che:

  • La voce "Margine di interesse" è rappresentata dal saldo algebrico degli interessi attivi e proventi assimilati (voce 10) ed interessi passivi ed oneri assimilati (voce 20);
  • la voce "Risultato delle partecipazioni valutate al patrimonio netto" evidenzia la quota di pertinenza dei risultati economici delle partecipate valutate al patrimonio netto (compresi nella voce 250), complessivamente positivi per 76,0 milioni (a) ed unitamente al margine di interesse, rappresenta l'aggregato definito "Margine finanziario";
  • la voce "Commissioni nette" è rappresentata dal saldo algebrico delle commissioni attive (voce 40) e passive (voce 50);
  • la voce "Altri proventi netti di gestione" è rappresentata dalla voce di bilancio "230 Altri oneri/proventi di gestione" depurata (i) dai recuperi per imposte indirette, spese legali ed altre spese pari complessivamente a 141,8 milioni (c), che ai fini riclassificati sono esposti a riduzione della voce "Altre spese amministrative", e (ii) dal recupero dei costi per la formazione pari a 5,1 milioni (d) riclassificati a riduzione delle "Spese per il personale". L'aggregato degli "Altri proventi netti di gestione" non comprende, inoltre, le quote di ammortamento dei costi per migliorie su beni di terzi per 9,1 milioni (b) (ricondotti nella voce riclassificata tra le "Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali") ed include le rettifiche di valore su attività intangibili a vita definita (client relationship) per 21,0 milioni (e) (prelevati dalla voce 220 dello schema ufficiale). L'effetto delle citate riclassifiche è complessivamente negativo per 158,8 milioni;
  • la voce del conto economico "Risultato netto finanziario" include i "Dividendi e proventi simili" (voce 70), il "Risultato netto dell'attività di negoziazione" (voce 80), il "Risultato netto dell'attività di copertura" (voce 90), il "Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico" (voce 110). Comprende inoltre gli "utili e le perdite da cessione o riacquisto" (voce 100), ad eccezione del risultato negativo di 261,7 milioni (f) riferito alla cessione di crediti non rappresentati da titoli di debito, ricondotto nell'aggregato gestionale delle "Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela;
  • la voce "Spese per il personale" è rappresentata dalla voce di bilancio "190 a) Spese per il personale", da alcuni oneri funzionalmente connessi con il personale, pari a 3,9 (g) milioni, rilevati in bilancio nella voce "190 b) Altre spese amministrative" e dal recupero dei costi per la formazione pari a 5,1 milioni (d) compresi nella voce "230 Altri oneri/proventi di gestione", come in precedenza descritto;
  • la voce "Altre spese amministrative" corrisponde alla voce di bilancio 190 b) al netto dei recuperi per imposte indirette, spese legali ed altre spese, pari a 141,8 milioni (c), comprese nella voce "230 Altri oneri/proventi di gestione", come in precedenza descritto, e di alcuni oneri funzionalmente connessi al personale rilevati nella voce riclassificata "Spese per il personale" per 3,9 milioni (g). Sono inoltre esclusi

gli oneri ordinari e straordinari per complessivi 93,5 milioni (m) introdotti a carico delle banche in forza dei meccanismi di risoluzione unico e nazionale (FRU e FRN) e del meccanismo di tutela dei depositi (DGS) che sono esposti, al netto del relativo effetto fiscale, nella voce separata "Oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte";

  • la voce "Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali" corrisponde alle voci di bilancio 210 e 220, incrementate della quota di ammortamento dei costi per migliorie su beni di terzi, per 9,1 milioni (b), contabilizzati nella voce "230 Altri oneri/proventi di gestione" ed al netto delle rettifiche di intangibili a vita definita (client relationship), raccordati nell'aggregato riclassificato "Altri proventi netti di gestione", per 21,0 milioni (e). L'effetto complessivo sull'aggregato delle citate rettifiche è positivo per 11,9 milioni;
  • il totale delle "Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela" e "Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie" prende avvio dalla voce 130 del conto economico "Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito". In particolare, tra le "Rettifiche nette su finanziamenti verso clientela" sono ricondotte le rettifiche di valore su esposizioni classificate nel portafoglio delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - crediti verso la clientela - finanziamenti, nonché il risultato negativo delle cessioni di crediti, pari a 261,7 milioni (f) (compreso nella voce 100).

L'aggregato delle "Rettifiche nette su titoli ed altre attività finanziarie" comprende le rettifiche nette per deterioramento di esposizioni classificate nel portafoglio delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - crediti verso banche – finanziamenti (h), nonché le rettifiche nette per deterioramento di esposizioni classificate nel portafoglio delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato rappresentate da titoli di debito (comprese nella voce 130) emessi da banche (i) e da clientela (l) per complessivi 1,9 milioni;

  • gli "Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri" corrispondono alla voce 200 del conto economico ufficiale;
  • gli "Utili (perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti" corrispondono alla voce 280 del conto economico ufficiale e al risultato da cessione delle partecipazioni valutate al patrimonio netto (voce 250 del conto economico ufficiale) al netto della quota di pertinenza dei risultati economici delle partecipate valutate al patrimonio netto, complessivamente positivi per 76,0 milioni (a) raccordati nell'aggregato riclassificato "Risultato delle partecipazioni valutate a patrimonio netto";
  • la voce "Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente" corrisponde alla voce 300 del conto economico ufficiale, depurata dell'effetto fiscale relativo ai cosiddetti "oneri sistemici", pari a 26,1 milioni (m), come precedentemente illustrato;
  • nella voce "Oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte" sono ricompresi i citati oneri ordinari e straordinari per complessivi 93,5 milioni (m) rilevati contabilmente nella voce 190 b) del conto economico ufficiale, al netto del correlato effetto fiscale, pari a 26,1 milioni (m).

Raccordo tra le voci dello stato patrimoniale consolidato e lo schema dello stato patrimoniale consolidato riclassificato al 30 giugno 2018

Voci dell'attivo
(migliaia di euro)
30/06/2018
10. Cassa e disponibilità liquide 796.466
Cassa e disponibilità liquide 796.466
40. a) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: crediti verso banche 5.489.437
meno: titoli di debito verso banche al costo ammortizzato (179.494)
Finanziamenti valutati al CA: finanziamenti verso banche 5.309.943
40. b) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: crediti verso clientela 120.604.947
più: titoli senior relativi al Project Exodus (GACS) 1.654.186
meno: titoli di debito verso clientela al costo ammortizzato (15.528.231)
Finanziamenti valutati al CA: finanziamenti verso clientela 106.730.902
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 7.800.964
50. Derivati di copertura 176.497
Attività finanziarie e derivati di copertura valutate al FV con impatto a CE 7.977.461
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 19.017.645
Attività finanziarie e derivati di copertura valutate al FV con impatto su OCI 19.017.645
titoli di debito verso banche e clientela al costo ammortizzato 15.707.725
meno: titoli senior relativi al Project Exodus (GACS) (1.654.186)
Attività finanziarie e derivati di copertura valutate al CA 14.053.539
70. Partecipazioni 1.355.065
Partecipazioni 1.355.065
90. Attività materiali 2.733.275
Attività materiali 2.733.275
100. Attività immateriali 1.295.196
Attività immateriali 1.295.196
110. Attività fiscali 4.903.767
Attività fiscali 4.903.767
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 44.861
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 44.861
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 48.577
130. Altre attività 2.762.381
Altre voci dell'attivo 2.810.958
Totale attivo 167.029.078
Voci del passivo
(migliaia di euro)
30/06/2018
10. a) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: debiti verso banche 31.550.552
Debiti verso banche 31.550.552
10. b) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: debiti verso clientela 87.659.619
10. c) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: titoli in circolazione 15.125.167
30. Passività finanziarie valutate al fair value 2.720.813
Raccolta diretta 105.505.599
20. Passività finanziarie di negoziazione 8.210.839
40. Derivati di copertura 753.379
Altre passività finanziarie valutate al fair value 8.964.218
90. Trattamento di fine rapporto del personale 396.185
100. Fondi per rischi ed oneri 1.135.843
Fondi del passivo 1.532.028
60. Passività fiscali 606.246
Passività fiscali 606.246
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 4.212.805
Passività associate ad attività in via di dismissione 4.212.805
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 36.830
80. Altre passività 3.734.255
Altre voci del passivo 3.771.085
Totale passività 156.142.533
190. Patrimonio di pertinenza dei terzi (+/-) 52.510
Patrimonio di pertinenza dei terzi 52.510
120. Riserve da valutazione (178.829)
150. Riserve 3.573.442
170. Capitale 7.100.000
180. Azioni proprie (-) (13.155)
200. Utile/Perdita dell'esercizio 352.577
Patrimonio netto del Gruppo 10.834.035
Totale passivo e patrimonio netto 167.029.078

Riconciliazione tra lo schema di conto economico consolidato del primo semestre 2017 e lo stesso riesposto ai fini comparativi

Voci
(migliaia di euro)
I Sem. 2017 Riclassifiche
IFRS 5
I Sem. 2017
riesposto
10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.499.246 (41) 1.499.205
20. Interessi passivi e oneri assimilati (513.221) (192) (513.413)
30. Margine di interesse 986.025 (233) 985.792
40. Commissioni attive 1.161.320 (81.687) 1.079.633
50. Commissioni passive (70.590) 10.336 (60.254)
60. Commissioni nette 1.090.730 (71.351) 1.019.379
70. Dividendi e proventi simili 44.625 - 44.625
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 24.584 (1.361) 23.223
90. Risultato netto dell'attività di copertura (1.125) - (1.125)
100. Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di: (64.263) - (64.263)
a) crediti (94.681) - (94.681)
b) attività finanziarie disponibili per la vendita 37.011 - 37.011
d) passività finanziarie (6.593) - (6.593)
110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 2.476 (2) 2.474
120. Margine di intermediazione 2.083.052 (72.947) 2.010.105
130. Rettifiche / Riprese di valore nette per deterioramento di: (556.990) - (556.990)
a) crediti (489.135) - (489.135)
b) attività finanziarie disponibili per la vendita (78.951) - (78.951)
d) altre operazioni finanziarie 11.096 - 11.096
140. Risultato netto della gestione finanziaria 1.526.062 (72.947) 1.453.115
170. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa 1.526.062 (72.947) 1.453.115
180. Spese amministrative: (1.569.994) 7.083 (1.562.911)
a) spese per il personale (910.752) 3.629 (907.123)
b) altre spese amministrative (659.242) 3.454 (655.788)
190. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (9.137) - (9.137)
200. Rettifiche / Riprese di valore nette su attività materiali (55.769) 116 (55.653)
210. Rettifiche / Riprese di valore nette su attività immateriali (70.325) 58 (70.267)
220. Altri proventi (oneri) di gestione 3.291.586 1.587 3.293.173
230. Costi operativi 1.586.361 8.844 1.595.205
240. Utili (Perdite) delle partecipazioni 93.617 - 93.617
270. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 1.623 - 1.623
280. Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 3.207.663 (64.103) 3.143.560
290. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (45.090) 18.712 (26.378)
300. Risultato dell'operatività corrente al netto delle imposte 3.162.573 (45.391) 3.117.182
310. Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle
imposte 402 45.391 45.793
320. Utile (Perdita) del periodo
330. Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi
3.162.975
7.394
-
-
3.162.975
7.394
340. Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 3.170.369 - 3.170.369

Riconciliazione tra lo schema di conto economico consolidato riclassificato del primo semestre 2017 e lo stesso riesposto ai fini comparativi

Voci del conto economico riclassificate
(migliaia di euro)
I Sem. 2017 Riclassifiche
IFRS 5
Riclassifica
oneri
sistemici
I Sem. 2017
riesposto
Margine di interesse 1.059.989 (233) 1.059.756
Utili (Perdite) delle partecipazioni valutate al patrimonio netto 81.939 - 81.939
Margine finanziario 1.141.928 (233) - 1.141.695
Commissioni nette 1.090.730 (71.351) 1.019.379
Altri proventi netti di gestione 44.662 16 44.678
Risultato netto finanziario 101.540 (1.363) 100.177
Altri proventi operativi 1.236.932 (72.698) - 1.164.234
Proventi operativi 2.378.860 (72.931) - 2.305.929
Spese per il personale (917.107) 3.677 (913.430)
Altre spese amministrative (498.731) 4.977 62.406 (431.348)
Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (109.463) 174 (109.289)
Oneri operativi (1.525.301) 8.828 62.406 (1.454.067)
Risultato della gestione operativa 853.559 (64.103) 62.406 851.862
Rettifiche nette su crediti verso clientela (647.020) - (647.020)
Rettifiche nette su crediti verso banche e altre attività (79.177) - (79.177)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (9.137) - (9.137)
Utili (Perdite) da cessione di partecipazioni e investimenti 13.301 - 13.301
Risultato dell'operatività corrente al lordo delle imposte 131.526 (64.103) 62.406 129.829
Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (45.090) 18.712 (17.398) (43.776)
Oneri relativi al sistema bancario al netto delle imposte - - (45.008) (45.008)
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle
imposte
402 45.391 45.793
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 7.394 - 7.394
Risultato del periodo senza Badwill 94.232 - - 94.232
Differenza di fusione (Badwill) 3.076.137 - 3.076.137
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo 3.170.369 - - 3.170.369

Indirizzo

Banco BPM S.p.A. Piazza F. Meda, 4 - 20121 Milano - Italia Piazza Nogara, 2 - 37121 Verona - Italia

Investor Relations

tel. +39-02.77002057 | +39-045.8675537 [email protected] www.bancobpm.it

Impaginazione

Talk to a Data Expert

Have a question? We'll get back to you promptly.