Quarterly Report • Oct 25, 2024
Quarterly Report
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Biesse S.p.A.
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| IL GRUPPO BIESSE 3 | |
|---|---|
| STRUTTURA DEL GRUPPO BIESSE 3 | |
| PROFILO DEL GRUPPO BIESSE 4 | |
| INTRODUZIONE 4 | |
| INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE 5 | |
| FINANCIAL HIGHLIGHTS 5 | |
| COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI SOCIALI 8 | |
| RELAZIONE SULL'ANDAMENTO DELLA GESTIONE 9 | |
| IL CONTESTO ECONOMICO 9 | |
| IL SETTORE DI RIFERIMENTO 11 | |
| L'EVOLUZIONE DELLA GESTIONE13 | |
| PRINCIPALI EVENTI 14 | |
| DATI ECONOMICI15 | |
| DATI PATRIMONIALI17 | |
| SEGMENT REPORTING 18 | |
| ATTESTAZIONE AI SENSI DEL COMMA 2 ART. 154 BIS TUF 19 |

IL GRUPPO BIESSE
Le società appartenenti al Gruppo Biesse rientranti all'interno dell'area di consolidamento sono le seguenti:


Il Gruppo Biesse è un'azienda internazionale che produce linee integrate e macchine per la lavorazione del legno, del vetro, della pietra, della plastica, dei materiali compositi. Nato in Italia nel 1969 e quotato al segmento Euronext STAR di Borsa Italiana, il Gruppo supporta l'evoluzione del business dei clienti che operano nei settori del mobile, del forniture & construction, dell'automotive e dell'aerospace. Oggi, circa l'80% del fatturato consolidato è realizzato all'estero grazie ad una rete globale in continua crescita con 12 siti produttivi in 3 Paesi e 19 showroom nel mondo. Grazie alle competenze dei nostri circa 4.100 dipendenti, si incoraggia l'immaginazione di aziende leader dei propri settori e dei nomi prestigiosi del design italiano e internazionale per dar luce alle potenzialità di qualsiasi materiale.
Rispetto al bilancio consolidato chiuso al 31 dicembre 2023, si segnala che in data 29 gennaio 2024 si è perfezionata l'acquisizione dell'intero capitale sociale di GMM Finance S.r.l., holding a capo del Gruppo GMM di cui fanno parte le società GMM S.p.A., Bavelloni S.p.A. e Techni Waterjet Ltd., nonché le rispettive controllate italiane ed estere, attive nei settori delle macchine utensili per la lavorazione della pietra, del vetro e di altri materiali.
Pertanto, la situazione economica e patrimoniale del Gruppo Biesse al 30 settembre 2024 risulta influenzata dal consolidamento integrale del Gruppo GMM dal 1° gennaio 2024. Tenuto anche conto degli accordi definiti tra le parti relativamente alle modalità di acquisizione del Gruppo GMM, la situazione patrimoniale di primo consolidamento è rappresentata dai saldi del Gruppo GMM alla data del 1 gennaio 2024, data di riferimento per il processo di "Purchase Price Allocation" (PPA) previsto dal principio contabile IFRS 3. L'IFRS 3 prevede che alla data di acquisizione venga determinata la differenza tra il costo dell'aggregazione – pari al prezzo provvisorio pagato per l'acquisizione - e il fair value delle attività nette identificabili acquisite, comprese le passività potenziali. Alla data del 30 settembre 2024, l'allocazione del costo dell'aggregazione sopra illustrata (PPA) deve considerarsi ancora come provvisoria; ai sensi del principio IFRS 3 la contabilizzazione delle operazioni di aggregazione aziendale può infatti essere completata in maniera definitiva entro dodici mesi dalla data di acquisizione. In considerazione del prezzo provvisorio pari a Euro 72,4 milioni è emersa una differenza positiva di consolidamento. La stima dei fair value delle attività nette acquisite, effettuata mediante l'incarico affidato ad un esperto indipendente, ha determinato la quantificazione di maggiori valori rispetto ai dati patrimoniali desunti dalla situazione contabile alla data di acquisizione, pari ad € 36.500 mila, al lordo del relativo effetto fiscale, allocata provvisoriamente a immobilizzazioni materiali e immateriali per € 22.500 mila, quali relazioni con la clientela (c.d. customer list), software, brevetti, marchi, terreni e fabbricati, impianti e macchinari, e per € 14.000 mila ad avviamento.
La relazione trimestrale consolidata del Gruppo Biesse al 30 settembre 2024, non sottoposta a revisione contabile, redatta ai sensi dell'art. 154-ter, comma 2, del Testo Unico della Finanza, è predisposta conformemente ai criteri di valutazione e di misurazione stabiliti dagli International Financial Reporting Standards (IFRS).
I principi contabili ed i criteri di valutazione sono conformi a quelli del bilancio al 31/12/2023 ai quali si fa rinvio. In questa sede, inoltre, si evidenzia quanto segue:

Il Management utilizza alcuni indicatori di performance, che non sono identificati come misure contabili nell'ambito degli IFRS (NON-GAAP measures), per consentire una migliore valutazione dell'andamento del Gruppo Biesse. Il criterio di determinazione applicato dal Gruppo Biesse potrebbe non essere omogeneo con quello adottato da altri Gruppi e gli indicatori potrebbero non essere comparabili con quelli determinati da questi ultimi. Tali indicatori di performance, determinati in conformità a quanto stabilito dagli Orientamenti sugli indicatori di performance emessi dall'ESMA/2015/1415 e adottati dalla CONSOB con comunicazione n.92543 del 3 dicembre 2015, si riferiscono alla performance del periodo contabile oggetto della presente Relazione Finanziaria Semestrale e dell'esercizio precedente posto a confronto.
Gli indicatori di performance devono essere considerati come complementari e non sostituiscono i dati finanziari redatti secondo gli IFRS. Di seguito la descrizione dei principali indicatori adottati.
| Migliaia di euro | 30 Settembre 2024 |
% su ricavi |
30 Settembre 2023 |
% su ricavi |
Delta % |
|---|---|---|---|---|---|
| Ricavi delle vendite e delle prestazioni | 560.803 | 100,0% | 595.656 | 100,0% | (5,9)% |
| EBITDA adjusted(1) | 44.042 | 7,9% | 62.748 | 10,5% | (29,8)% |
| EBIT adjusted (1) | 14.481 | 2,6% | 34.311 | 5,8% | (57,8)% |
| EBIT (1) | 10.950 | 2,0% | 28.074 | 4,7% | (61,0)% |
| Risultato dell'esercizio | 2.572 | 0,5% | 15.949 | 2,7% | (83,9)% |


| 30 S e tte mbre | 31 Dice mbre | |
|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | |
| Migliaia di euro | ||
| Capitale Investito Netto (1) | 291.937 | 168.495 |
| Patrimonio Netto | 263.856 | 261.448 |
| Posizione Finanziaria Netta (1) | (28.081) | 92.953 |
| Posizione Finanziaria Netta escluso IFRS16 (1) | 4.178 | 118.458 |
| Capitale Circolante Netto Operativo (1) | 96.313 | 41.682 |
| Portafoglio ordini | 275.529 | 282.320 |
(1) grandezze riferite a livelli intermedi di risultato e ad aggregati patrimoniali e finanziari per le quali sono forniti nella Relazione sulla Gestione e nelle Note al Bilancio i criteri adottati per la loro determinazione.


| 30 S e tte mbre | 30 S e tte mbre | |
|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | |
| Numero dipendenti a fine periodo ** | 4.131 | 3.965 |

* sono inclusi nel dato i lavoratori somministrati.
** i dati del 2023 non includono quelli del Gruppo GMM, che a settembre 2024 sono invece circa 420 unità.

| Presidente | Roberto Selci |
|---|---|
| Amministratore delegato | Massimo Potenza |
| Consigliere non esecutivo | Alessandra Baronciani |
| Consigliere indipendente ( Lead Indipendent Director |
) Rossella Schiavini |
| Consigliere indipendente | Massimiliano Bruni |
| Consigliere indipendente | Federica Ricceri |
| Consigliere indipendente | Cristina Sgubin |
| Presidente | Paolo De Mitri |
|---|---|
| Sindaco effettivo | Giovanni Ciurlo |
| Sindaco effettivo | Benedetta Pinna |
| Sindaco supplente | Silvia Muzi |
| Sindaco supplente | Maurizio Gennari |
Rossella Schiavini (Presidente) Federica Ricceri Massimiliano Bruni
Federica Ricceri (Presidente) Rossella Schiavini
Rossella Schiavini (Presidente) Cristina Sgubin
Deloitte & Touche S.p.A.

La crescita mondiale ha mostrato capacità di tenuta nel secondo trimestre del 2024 e si dovrebbe mantenere stabile nel terzo. Tuttavia, i dati più recenti indicano che il settore manifatturiero sta rallentando, mentre la politica monetaria rimane restrittiva. Tali segnali, unitamente alle elevate tensioni geopolitiche e alla volatilità nei mercati finanziari, suggeriscono che fattori avversi alla crescita potrebbero intensificarsi nel breve periodo. Le prospettive per la crescita e l'inflazione a livello mondiale, rispecchiate nelle proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate dagli esperti della BCE a settembre 2024, sono sostanzialmente invariate rispetto a quelle formulate dagli esperti dell'Eurosistema a giugno 2024. Il commercio internazionale dovrebbe registrare una ripresa nell'anno in corso e successivamente espandersi più in linea con l'attività mondiale. Per il 2024 l'interscambio mondiale è stato rivisto lievemente al rialzo, per riflettere i risultati più positivi del secondo trimestre, ma le prospettive a breve termine incorporate nelle proiezioni di settembre suggeriscono che la forte crescita osservata nel secondo trimestre non sarà duratura. Nell'orizzonte temporale di proiezione, l'inflazione nelle maggiori economie avanzate e in quelle emergenti dovrebbe gradualmente diminuire. L'indice mondiale composito dei responsabili degli acquisti (Purchasing Managers' Index, PMI) relativo al prodotto, esclusa l'area dell'euro, è salito a 53,2 ad agosto, dal 53,0 di luglio. Ciò è stato sostenuto da livelli superiori alla media dell'indice del prodotto nel settore dei servizi, mentre il prodotto nel settore manifatturiero ha fatto registrare un decremento. Tale calo ha rispecchiato il pronunciato rallentamento, ad agosto, dell'attività manifatturiera negli Stati Uniti, mentre nello stesso mese in Cina la produzione manifatturiera è aumentata marginalmente dopo il forte calo del mese precedente. I dati quantitativi e qualitativi più recenti suggeriscono che il ciclo manifatturiero mondiale stia rallentando in un contesto di politiche monetarie ancora restrittive e di una moderazione della crescita salariale. Tali segnali, insieme alle accresciute tensioni geopolitiche e alla recente volatilità nei mercati finanziari internazionali, suggeriscono che, nel breve periodo, fattori sfavorevoli alla crescita mondiale potrebbero intensificarsi. Si stima che il PIL mondiale sia aumentato dello 0,7 per cento nel secondo trimestre, lievemente inferiore all'andamento registrato nel primo trimestre. Ciò nonostante, era ancora in linea con le proiezioni di giugno degli esperti dell'Eurosistema e dovrebbe rimanere stabile nel terzo trimestre.
Negli Stati Uniti l'attività economica è ancora robusta in un contesto di adeguamento in corso nel mercato del lavoro e di graduale calo dell'inflazione. Il PIL in termini reali è aumentato dello 0,7 per cento nel secondo trimestre, sostenuto dal vigore della domanda interna e delle scorte, che ha più che compensato l'effetto frenante esercitato dal forte incremento delle importazioni. La robusta spesa per consumi ha sostenuto l'attività. Nel breve periodo gli indicatori ad alta frequenza mostrano una crescita sostenuta, seppur in lieve calo, senza segnali di un'imminente recessione. I timori dei mercati di una potenziale recessione si sono accentuati ad agosto dopo la pubblicazione del rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti, a luglio, e la successiva volatilità nei mercati finanziari mondiali, che si è da allora attenuata. Sia le previsioni a brevissimo termine formulate dagli esperti della BCE sia quelle pubblicate dalle Federal Reserve Banks regionali indicano una lieve decelerazione della crescita nel terzo trimestre, in linea con gli effetti ritardati della politica monetaria restrittiva della Federal Reserve sull'attività economica. Il mercato del lavoro statunitense ha continuato ad attenuarsi, pur restando complessivamente sano. Ad agosto l'aumento dell'occupazione nel settore non agricolo è stato lievemente inferiore alle attese di mercato e al guadagno medio mensile nei dodici mesi precedenti. Nel contempo, il tasso di disoccupazione è sceso lievemente al 4,2 per cento, mentre il tasso di partecipazione si è mantenuto stabile. Nello stesso periodo l'inflazione complessiva sui dodici mesi misurata sull'IPC è scesa lievemente più del previsto, al 2,5 per cento dal 2,9 di luglio. Per contro, l'inflazione di fondo sui dodici mesi misurata sull'IPC è stata pari al 3,2 per cento ad agosto, invariata rispetto a luglio.
Nel Regno Unito, la crescita del PIL in termini reali è aumentata notevolmente nel secondo trimestre, mentre l'inflazione è salita. Nel secondo trimestre del 2024 il PIL in termini reali è aumentato dello 0,6 per cento, solo lievemente al di sotto dello 0,7 registrato nel primo. Dopo una lieve recessione tecnica lo scorso anno, l'economia britannica ha registrato una ripresa sorprendentemente robusta nella prima metà di quest'anno, trainata dalla domanda interna. Le importazioni, soprattutto dai mercati emergenti, sono cresciute a un ritmo sostenuto, forse per effetto di un'anticipazione che appare evidente anche su scala mondiale. La crescita dovrebbe moderarsi nella seconda metà di quest'anno. Nonostante l'attuale vigore dell'attività, si prevede un calo della crescita a fronte del persistere di politiche monetarie e di bilancio restrittive. Il nuovo governo laburista si è impegnato a rispettare norme di bilancio di lunga data, il che limita la sua capacità di manovra per stimolare la domanda. Dal lato monetario, i tassi reali sono

considerevolmente aumentati in un contesto in cui l'inflazione è scesa su livelli prossimi all'obiettivo fissato dalla Bank of England negli ultimi mesi. Nonostante tali circostanze sfavorevoli, emergono alcuni rischi al rialzo derivanti dalla perdurante capacità di tenuta di famiglie e imprese. In un contesto in cui il tasso di risparmio è ancora in crescita e i salari reali sono aumentati, sostenuti dalla robusta crescita delle retribuzioni e da aumenti solo modesti della disoccupazione, le famiglie britanniche potrebbero avere margini di manovra per aumentare la spesa, nonostante l'adozione di politiche restrittive. A luglio l'inflazione complessiva misurata sull'IPC è salita al 2,2 per cento, dal 2,0 di maggio e giugno. Tale aumento era atteso e ha riflesso il venir meno degli effetti base negativi derivanti dai prezzi dei beni energetici. A luglio l'inflazione di fondo misurata sull'IPC (al netto dei beni energetici e alimentari) è scesa al 3,3 per cento, dal 3,5 di giugno, sulla scia di un calo dell'inflazione dei servizi. Tale moderazione dell'inflazione dei servizi è stata superiore alle attese sia dei mercati sia della Bank of England e riflette in parte il graduale venir meno degli effetti di secondo impatto derivanti dagli elevati prezzi dell'energia. Permangono, tuttavia, rischi al rialzo per il processo di disinflazione, dato che quest'anno l'inflazione dei servizi ha mostrato una maggiore staticità rispetto a quanto previsto. A luglio la Bank of England ha avviato un ciclo di allentamento basato sui dati, riducendo il tasso di riferimento dal 5,25 al 5,0 per cento.
L'attività economica sta rallentando in Cina, mentre il nuovo sostegno al settore immobiliare deve ancora stabilizzare il mercato degli immobili residenziali. Nel secondo trimestre la crescita del PIL in termini reali è diminuita notevolmente, scendendo allo 0,7 per cento dall'1,5 del primo trimestre, in quanto la contrazione osservata nel settore immobiliare ha frenato la spesa per consumi ed è venuto meno l'impulso derivante da un programma di stimolo risalente alla fine del 2023. I dati di luglio sull'attività sono stati per lo più deboli, nonostante certi segnali positivi in alcuni settori manifatturieri e nelle esportazioni. La crescita delle vendite al dettaglio è stata modesta, mentre la produzione industriale ha subito un ulteriore rallentamento. Inoltre, gli investimenti fissi sono rimasti deboli, poiché quelli immobiliari si sono contratti nonostante gli investimenti relativamente robusti nei settori manifatturiero e delle infrastrutture. Le esportazioni sono rimaste la determinante principale della crescita, sospinte dal calo dei prezzi all'esportazione. La crescita sui dodici mesi delle esportazioni nominali è rimasta vigorosa a luglio, nonostante una flessione superiore alle attese. I produttori cinesi hanno registrato notevoli guadagni in termini di volumi di esportazioni per tutte le principali categorie di prodotti, in quanto il calo dei prezzi all'esportazione ha contribuito alla loro competitività. Il mercato immobiliare non mostra ancora segnali di aver raggiunto un punto di minimo e pertanto continua a frenare la crescita, mentre il nuovo pacchetto di misure annunciato a metà maggio e le misure adottate in precedenza non hanno ancora prodotto effetti. Date le prospettive di crescita piuttosto deludenti, le autorità cinesi sono sempre più preoccupate per il mancato raggiungimento del loro obiettivo di crescita di "circa 5 per cento" e, il 30 luglio, il Politburo del Partito comunista cinese ha chiesto ulteriori misure politiche a sostegno dei consumi. L'inflazione complessiva misurata sull'IPC della Cina è aumentata lievemente ad agosto, mentre sia l'inflazione di fondo al consumo sia quella dei prezzi alla produzione sono diminuite ulteriormente. Il ristagno della domanda interna, principalmente nei consumi privati e riconducibile agli andamenti sfavorevoli del mercato immobiliare e alla debolezza dei prezzi nel settore industriale, suggerisce che le spinte inflazionistiche rimarranno contenute nell'economia cinese.
Nel secondo trimestre del 2024 il lieve aumento del prodotto dell'area dell'euro sul periodo precedente è interamente riconducibile alla dinamica della domanda estera netta e della spesa delle Amministrazioni pubbliche. Permane la debolezza delle componenti interne private. I consumi delle famiglie sono lievemente diminuiti, dopo la moderata crescita del trimestre precedente. Gli investimenti fissi lordi si sono di nuovo significativamente ridotti; vi hanno contribuito l'eccezionale contrazione di quelli in prodotti di proprietà intellettuale in Irlanda e la stagnazione nel complesso degli altri paesi, per via della debolezza del ciclo immobiliare e delle attese di una domanda fiacca da parte delle imprese manifatturiere. Dal lato dell'offerta, il PIL è stato sostenuto dal valore aggiunto nei servizi, in espansione da sei trimestri consecutivi, a fronte di una nuova riduzione dell'attività nell'industria. Fra i principali paesi, il prodotto è cresciuto in Francia, in Italia e, più marcatamente in Spagna, mentre è lievemente sceso in Germania. Le informazioni congiunturali più recenti suggeriscono un aumento molto contenuto del PIL dell'area anche nel terzo trimestre. Il ciclo industriale è rimasto debole, come segnalato dal deterioramento della fiducia delle imprese nei principali paesi, ad eccezione della Francia. Il PMI manifatturiero, che si mantiene ben al di sotto della soglia di espansione, ha registrato andamenti particolarmente negativi in Germania, evidenziando persistenti peggioramenti in tutte le componenti dell'indice. A settembre si sarebbe attenuato anche l'impulso alla crescita fornito dall'attività nei servizi, che nei mesi precedenti aveva beneficiato dei Giochi olimpici in Francia e del buon andamento della stagione turistica. Dal lato della domanda, gli indicatori più tempestivi suggeriscono una modesta ripresa dei consumi nel terzo trimestre, favorita dall'incremento del reddito disponibile delle famiglie, da un mercato del lavoro resiliente e dal graduale recupero della fiducia. Gli investimenti avrebbero continuato a frenare la crescita, risentendo di condizioni di finanziamento ancora restrittive. Il contributo della domanda estera netta sarebbe diminuito

rispetto ai mesi primaverili, in linea con la flessione degli indicatori qualitativi relativi agli ordini esteri in estate e dei dati di commercio estero a luglio. Secondo le proiezioni degli esperti della BCE pubblicate in settembre, il prodotto dell'area crescerà dello 0,8 per cento nel 2024, dell'1,3 nel 2025 e dell'1,5 nel 2026. Rispetto allo scorso giugno, le previsioni sono state riviste leggermente al ribasso, di un decimo di punto percentuale in ciascuno dei tre anni, per effetto di un contributo più debole della domanda interna.
Nel secondo trimestre il PIL è cresciuto dello 0,2 per cento sul periodo precedente; è proseguito il lieve recupero dei consumi delle famiglie, dopo la netta flessione osservata alla fine dello scorso anno. Gli investimenti fissi lordi sono appena diminuiti, al contributo negativo dell'edilizia residenziale si è contrapposto l'aumento di tutte le altre componenti. La variazione delle scorte che aveva sottratto alla crescita oltre 2 punti nei tre trimestri precedenti, ha sostenuto il PIL per 0,3 punti percentuali. L'interscambio con l'estero ha fornito un contributo pari a -0,5 punti percentuali, a causa della netta flessione delle esportazioni di beni e servizi, superiore alle stime desumibili dai dati mensili del commercio estero, a fronte di un lieve aumento delle importazioni. Dal lato dell'offerta, il valore aggiunto ha continuato a diminuire nell'industria in senso stretto e nelle costruzioni (-0,5 e -0,6 per cento, rispettivamente), mentre è cresciuto nei servizi. L'espansione del terziario, che ha riguardato la quasi totalità dei settori, è stata più intensa nei servizi di informazione e comunicazione, nelle attività immobiliari e nelle attività finanziarie e assicurative. Il 23 settembre l'Istat ha diffuso la revisione generale dei Conti economici nazionali per il periodo 1995-2023. I nuovi dati modificano la crescita del PIL significativamente al rialzo nel 2021 e 2022, e di 2 decimi al ribasso nel 2023. Sulle revisioni hanno inciso, nel 2021, un più forte incremento rispetto ai dati precedenti degli investimenti in costruzioni e dei consumi finali nazionali e, nel 2022, un più rapido processo di accumulazione delle scorte. La modesta correzione della crescita nel 2023 riflette un cospicuo ridimensionamento dell'apporto della domanda nazionale, su cui hanno influito soprattutto la netta decelerazione delle scorte e la revisione della dinamica degli investimenti in macchinari; tali andamenti sono stati solo in parte compensati dal robusto aumento degli investimenti in costruzioni. Le modifiche della domanda estera netta sono state nel complesso contenute. Sulla base delle stime di Banca d'Italia, l'attività economica è aumentata moderatamente nel terzo trimestre. L'espansione dei servizi sarebbe proseguita, mentre il valore aggiunto sarebbe rimasto sostanzialmente stabile nelle costruzioni e si sarebbe nuovamente ridotto nella manifattura. Dal lato della domanda, l'ulteriore recupero dei consumi si sarebbe associato all'andamento contenuto degli investimenti e alla debolezza della domanda estera netta. A settembre l'indicatore Ita-coin, che misura la dinamica del prodotto depurata dalla volatilità congiunturale, pur migliorando, è rimasto su valori negativi. In base alle proiezioni macroeconomiche di Banca d'Italia più recenti, il PIL aumenterà dello 0,6 per cento nel 2024 (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative), e crescerà cumulativamente di oltre il 2 per cento nel biennio 2025-26.
Nel terzo trimestre 2024, l'indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, torna di segno positivo registrando un incremento del 7,9% rispetto al periodo luglio-settembre 2023. Il valore assoluto dell'indice si è attestato a 52,7 (base 100 nel 2021). Gli ordini raccolti oltreconfine sono risultati in crescita del 10,7%, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il valore assoluto dell'indice si è attestato a 94,4. Sul fronte interno, gli ordini hanno segnato un incremento del 4,3%, rispetto al terzo trimestre del 2023, per un valore assoluto di 13,7.
Riccardo Rosa, presidente UCIMU, ha affermato: "il ritorno al segno positivo dell'indice ordini dopo sei rilevazioni consecutive di calo è una notizia da accogliere con favore perché, di fatto, interrompe un trend che accompagnava il settore da troppo tempo. Nonostante ciò, la situazione resta complicata per almeno due ragioni. Anzitutto perché "Il segno più" è frutto del confronto con uno dei trimestri caratterizzati dalla raccolta ordini più debole di sempre: il periodo luglio-settembre 2023, in termini assoluti, risulta di poco superiore a quello dello stesso trimestre del 2020, anno flagellato dalla pandemia. È dunque chiaro che ci muoviamo su un livello ancora decisamente basso. In secondo luogo, perché osservando il dettaglio del risultato di questo trimestre, appare una netta spaccatura tra l'andamento del comparto delle macchine lavoranti con tecnologie per la deformazione e lavorazione della lamiera e quello delle macchine per l'asportazione di truciolo. Credo sia la prima volta - ha continuato il presidente di UCIMU che proponiamo una considerazione con questo livello di dettaglio (anche tecnico) ma, in effetti, mai come oggi, risulta evidente che il settore rappresentato da UCIMU si muove a due velocità. Da una parte le aziende della deformazione che riescono a lavorare su tanti mercati e soprattutto ad intercettare la domanda espressa da settori profondamente diversi tra loro. Dall'altro quelle dell'asportazione alle prese con problemi di contesto particolarmente complicati. Tra le ragioni della grande difficoltà che il comparto dell'asportazione sta incontrando vi sono certamente la forte competizione estera, asiatica prima di tutto, e poi la grande

incognita dell'automotive che ha paralizzato gli investimenti in nuove tecnologie di produzione come, tra l'altro, dimostra la crisi che sta vivendo l'intera economia tedesca. Anche in ragione di ciò, crediamo sia fondamentale che le nostre autorità di governo continuino a sottolineare sui tavoli internazionali, e in particolare in Europa, la necessità di sviluppare politiche a sostegno della transizione industriale determinata dal cambio di rotta del settore che più di ogni altro ha trainato lo sviluppo economico e sociale del Vecchio Continente, vale a dire l'automotive. Occorre pensare a strumenti che possano accompagnare la riorganizzazione della manifattura europea affinché, pur nel rispetto dei criteri della green manufacturing, possa continuare a garantire attività e lavoro nei paesi dell'Unione, elementi fondamentali, insieme alla salvaguardia dell'ambiente, per il benessere della popolazione. Bene l'auto elettrica, come ha ricordato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in Assemblea di Assolombarda ma - ha aggiunto Riccardo Rosa perché non pensare anche ad un più ampio range di tecnologie che correttamente mixate rendano realmente sostenibile il nuovo modello di mobilità? Credo che un'apertura su questo punto potrebbe certamente ridare slancio all'intera filiera. Con l'auspicio che i nostri rappresentanti in Europa intervengano su questo punto, al ministro Adolfo Urso ribadiamo la necessità, nell'immediato, di poter disporre della semplificazione della misura di Transizione 5.0 affinché essa possa dispiegare i suoi effetti sostenendo i nuovi investimenti in tecnologie in grado di assicurare risparmio energetico".
"Infine, al di là della contingenza - ha concluso il presidente di UCIMU gli imprenditori si aspettano che il Governo avvii subito un tavolo di dialogo, che coinvolga i rappresentanti di settore, sulle misure di politica industriale che dovranno accompagnare la manifattura italiana dal 2025 in poi perché, alla fine dell'anno prossimo, si chiudono sia Transizione 4.0 che 5.0. Non manca tanto, dobbiamo attivarci fin d'ora se vogliamo sostenere, anche nel prossimo futuro, il processo di sviluppo e incremento della competitività della nostra industria".
Il mondo delle tecnologie per la lavorazione del legno e l'industria del mobile è ancora in attesa di un cambio di scenario nel proprio panorama economico: continua, infatti, la lunga stagione di contrazione degli ordini che perdura oramai da ben nove trimestri ed è certamente la conseguenza più evidente dell'entusiasmante crescita messa a segno dal settore e dalla economia in generale nel biennio "post Covid".
Un severo ritorno alla normalità che ha riportato gli indici alla situazione pre-pandemica e che al momento non lascia intravedere una schiarita. "Non bisogna abbandonarsi a facili pessimismi, perché i valori continuano a mantenersi a livelli importanti", ha commentato Dario Corbetta, direttore di Acimall, l'associazione che riunisce i costruttori italiani. "Di certo lo scenario internazionale non induce le imprese verso un sentimento di ottimismo che permetta di riportare tutti a una concreta attenzione verso gli investimenti in beni strumentali, ma il "made in Italy" settoriale continua a essere una delle eccellenze dell'offerta nazionale".
Ma veniamo alle cifre, riportate nella indagine trimestrale realizzata dall'Ufficio studi della associazione confindustriale: i dati relativi al periodo aprile-giugno 2024 rivelano una contrazione complessiva degli ordini del 2,8% rispetto allo stesso periodo 2023. Gli ordini dall'estero rimangono invariati, mentre gli ordini interni segnano un ulteriore calo del 5,9% rispetto a dodici mesi fa. Il portafoglio ordini scende a 2,9 mesi di produzione assicurata; i prezzi dal primo gennaio 2024 sono aumentati dello 0,9%.
L'indagine qualitativa rivela che il 45% del campione delle aziende intervistate prevede una sostanziale stabilità della produzione, mentre il 50% si aspetta una ulteriore diminuzione e solo il 5% propende per una crescita. In tema di occupazione gli intervistati – che, ricordiamolo, appartengono a un campione rappresentativo dell'intero settore – per l'80% si pronunciano a favore della stabilità e il restante 20% si attende una contrazione. Giacenze stabili per il 55% degli intervistati, in aumento per il 20% e in diminuzione per il restante 25%. Una atmosfera confermata dai dati relativi alla indagine previsionale: per quanto riguarda il mercato interno il 50% del campione propende per un futuro a medio e breve termine sostanzialmente stabile, il 5% immagina un momento di crescita e il 45% aspetta una stagione di decrescita. Opinioni che sono piuttosto "allineate" anche a proposito del mercato estero: il 50% crede in un andamento stabile, le cose peggioreranno per il 35% degli intervistati e il 15% (dunque un 10% di "maggiore ottimismo" sul versante estero) conta sul fatto che la domanda dal resto del mondo possa farsi più sostenuta.

Come ormai noto, il prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina e l'allargamento delle tensioni oltre l'Area israelo-palestinese hanno continuato ad avere importanti ripercussioni sui mercati internazionali, confermando la permanenza di condizioni generali di instabilità e di forti tensioni, con conseguenti impatti sugli andamenti dei mercati finanziari caratterizzati da una forte volatilità.
Il quadro economico di riferimento continua pertanto ad essere significativamente condizionato da incertezze dovute all'evolversi del contesto geopolitico internazionale fin qui descritto e dal protrarsi delle politiche monetarie restrittive, con conseguenti riflessi sulle dinamiche finanziarie e sulle catene di approvvigionamento, registrando al contempo un rallentamento generalizzato su tutto il settore manifatturiero, dove il mondo delle tecnologie per la lavorazione del legno e l'industria del mobile continua a registrare una stagione di contrazione che perdura ormai da diversi trimestri.
Il contesto mondiale in cui il Gruppo Biesse si colloca presenta quindi difficoltà politiche ed economiche che inevitabilmente si sono ripercosse nell'andamento del Gruppo stesso. In particolare, il rallentamento degli ordini evidenziato già nel corso del 2023 e le difficoltà finanziarie dovute alle condizioni di finanziamento ancora restrittive, che i clienti del Gruppo Biesse stanno continuando ad affrontare, hanno negativamente influenzato le dinamiche dell'andamento del fatturato del periodo, con possibili impatti anche sul fine anno.
Alla fine del terzo trimestre 2024, il portafoglio del Gruppo Biesse si attesta a € 275.529 mila, in diminuzione del 2,4% rispetto a dicembre 2023 (€ 282.320 mila), positivamente influenzato dall'acquisizione del Gruppo GMM, nonostante il rallentamento generalizzato dell'ingresso ordini manifestatosi nel corso del periodo in oggetto.
In questo scenario, i ricavi al 30 settembre 2024 del Gruppo Biesse sono stati pari a € 560.803 mila, in diminuzione del 5,9% rispetto al 30 settembre 2023. Tale performance è stata caratterizzata dal ridimensionamento delle dinamiche delle vendite in determinate aree geografiche, fenomeno parzialmente attutito dalla consistenza del portafoglio ordini presente a inizio anno e dall'acquisizione del Gruppo GMM.
L'analisi del fatturato per aree geografiche evidenzia come il decremento abbia riguardato l'area Europa, Medio Oriente e Africa (-15,0%), mentre l'area America e quella Asia e Pacifico registrano un incremento rispettivamente del 12,2% e del 19,8%.
L'area Europa Medio Oriente e Africa permane quella di riferimento del Gruppo Biesse, chiudendo con un fatturato pari a € 351.634 mila, rappresentando il 62,7% del totale. Se analizziamo invece la ripartizione dei ricavi per segmenti operativi (Macchine-Sistemi e Meccatronica) essi registrano un decremento sul terzo trimestre del 2024 rispettivamente del 4,8% e del 18,1%.
La riduzione dei volumi si è di fatto riflessa sulla redditività operativa di periodo, così come indicato dall'Ebitda Adjusted, che, al lordo degli oneri non ricorrenti, si attesta a € 44.042 mila, in decremento del 29,8% rispetto al pari periodo dell'esercizio precedente. Contestualmente si rileva la diminuzione del risultato operativo prima degli eventi non ricorrenti (EBIT Adjusted) (€ 14.481 mila nel terzo trimestre 2024 contro € 34.311 mila nel terzo trimestre 2023) con un delta negativo di € 19.831 mila e un'incidenza sui ricavi in riduzione, che passa dal 5,8% al 2,6%.
Si segnala che il risultato economico del Gruppo Biesse, per il periodo in esame, è influenzato negativamente da "eventi non ricorrenti" pari a € 3.531 mila, riferibili per € 1.031 mila ai costi sostenuti per l'acquisizione delle quote del Gruppo GMM e per € 2.500 mila all'adeguamento del fondo di ristrutturazione aziendale già iscritto in bilancio al 31 dicembre 2023.
In aggiunta a quanto fin qui descritto sull'andamento della performance economica, si evidenzia come la performance finanziaria sia influenzata anche dalle dinamiche del capitale circolante netto operativo che aumenta rispetto a dicembre 2023 per € 54.631 mila, con una conseguente contrazione nella generazione di cassa. Tale fenomeno è prevalentemente attribuito alla variazione del perimetro di consolidamento per effetto dell'acquisizione del Gruppo GMM, che ha significativamente impattato nel saldo delle rimanenze di magazzino, crediti e debiti commerciali del terzo trimestre 2024. Il decremento delle passività contrattuali (pari a € 10.278 mila) è invece principalmente influenzato dal rallentamento dell'ingresso ordini manifestatosi già a partire dal corso dell'anno 2023.
La Posizione Finanziaria Netta (di seguito anche "PFN") del Gruppo Biesse al 30 settembre 2024 è positiva per € 4.178 mila (negativa per € 28.081 mila se si includono gli effetti dell'IFRS 16), in diminuzione di € 114.280 mila rispetto al dato del 31 dicembre 2023, in cui era positiva per € 118.458 mila (e positiva per € 92.953 mila includendo gli effetti dell'IFRS16). La variazione è principalmente influenzata dal perfezionamento dell'operazione di acquisizione del Gruppo GMM (che ha comportato il pagamento di un corrispettivo provvisorio pari a circa € 69 milioni), mentre la restante parte di tale variazione è attribuibile al

consolidamento dell'indebitamento finanziario netto del Gruppo GMM, alla distribuzione di dividendi avvenuta nel corso del primo semestre 2024, oltre che alle dinamiche del capitale circolante netto operativo sopra commentante, compensati dai positivi risultati ottenuti a livello di gestione operativa.
Il Gruppo Biesse, nonostante il contesto sopra descritto, continua a portare avanti con determinazione il processo di trasformazione organizzativa volto ad un adeguato dimensionamento della struttura societaria coerentemente al modello di business definito nell'ambito del progetto One Company avviato in esercizi precedenti e ai volumi di attività generati.
Si stanno inoltre accelerando tutti i progetti strategici di Gruppo rispetto alle originarie tempistiche previste nel piano triennale 2024-2026, al fine di consentire così al Gruppo Biesse una maggiore snellezza e reattività sul mercato, perseguendo al contempo per la restante parte dell'anno nel finalizzare il processo di integrazione del Gruppo GMM, con un costante rafforzamento della presenza sui mercati internazionali.
In data 29 aprile 2024, l'Assemblea di Biesse S.p.A., ha approvato:
In data 30 luglio 2024, è stata approvata dagli organi sociali competenti delle società coinvolte la scissione parziale di GMM S.p.A. avente ad oggetto la partecipazione detenuta in Bavelloni S.p.A. in favore di Biesse S.p.A. e la fusione di Forvet S.p.A. Costruzione Macchine Speciali in Bavelloni S.p.A..

| 30 se tte mbre | % ricavi | 30 se tte mbre | % ricavi | DELTA % | ||
|---|---|---|---|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | |||||
| migliaia di euro | ||||||
| R icavi de lle ve ndite e de lle pre stazio ni | 5 6 0 .80 3 | 10 0 ,0 % | 5 9 5 .6 5 6 | 10 0 ,0 % | (5 ,9 )% | |
| Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti |
1.312 | 0,2% | (20.730) | (3,5)% | (106,3)% | |
| Altri Proventi | 4.796 | 0,9% | 4.348 | 0,7% | 10,3% | |
| Valo re de lla pro duzio ne | 5 6 6 .9 11 | 10 1,1% | 5 79 .273 | 9 7,2% | (2,1)% | |
| Consumi di materie prime e materiali di consumo e merci | (223.139) | (39,8)% | (225.904) | (37,9)% | (1,2)% | |
| Altre spese operative | (115.904) | (20,7)% | (108.512) | (18,2)% | 6,8% | |
| Costi del personale | (183.826) | (32,8)% | (182.109) | (30,6)% | 0,9% | |
| Ebitda adjuste d | 44.0 42 | 7,9 % | 6 2.748 | 10 ,5 % | (29 ,8)% | |
| Ammortamenti | (26.978) | (4,8)% | (23.270) | (3,9)% | 15,9% | |
| Accantonamenti e Impairment | (2.583) | (0,5)% | (5.166) | (0,9)% | (50,0)% | |
| Ebit adjuste d | 14.481 | 2,6 % | 34.311 | 5 ,8% | (5 7,8)% | |
| Componenti non ricorrenti | (3.531) | (0,6)% | (6.237) | (1,0)% | (43,4)% | |
| Ebit | 10 .9 5 0 | 2,0 % | 28.0 74 | 4,7% | (6 1,0 )% | |
| Proventi finanziari | 2.102 | 0,4% | 1.418 | 0,2% | 48,2% | |
| Oneri finanziari | (4.759) | (0,8)% | (1.852) | (0,3)% | 157,0% | |
| Proventi (oneri) netti su cambi | (1.447) | (0,3)% | (3.804) | (0,6)% | (62,0)% | |
| R isultato ante impo ste | 6 .846 | 1,2% | 23.836 | 4,0 % | (71,3)% | |
| Imposte sul reddito | (4.274) | (0,8)% | (7.888) | (1,3)% | (45,8)% | |
| R isultato de ll'e se rcizio | 2.5 72 | 0 ,5 % | 15 .9 49 | 2,7% | (83,9 )% |
Si precisa che i risultati intermedi esposti in tabella non sono identificati come una misura contabile nell'ambito dei Principi contabili internazionali e, pertanto, non devono essere considerati una misura sostitutiva per la valutazione dell'andamento e del risultato del Gruppo Biesse. Si segnala inoltre che il criterio di determinazione dei risultati intermedi applicato dal Gruppo Biesse potrebbe non essere omogeneo con quello adottato da altre società e/o gruppi del settore e, conseguentemente, che tali dati potrebbero non essere comparabili.
I ricavi al 30 settembre 2024 sono pari a € 560.803 mila, in diminuzione del 5,9% rispetto al dato dello stesso periodo del 2023 (ricavi pari a € 595.656 mila), in linea con il trend delle vendite di periodo e positivamente influenzati dall'acquisizione del Gruppo GMM.
Il valore della produzione è pari a € 566.911 mila, in diminuzione del 2,1% rispetto al dato relativo al terzo trimestre 2023 (€ 579.273 mila).
L'incidenza percentuale dei consumi al netto della variazione delle rimanenze registra un lieve decremento di 1,9 p.p. sulle vendite condizionata dalla diversa composizione del mix prodotto e mercato e dalle minori svalutazioni di magazzino.
Le altre spese operative aumentano in valore assoluto per € 7.391 mila, incrementando il proprio peso percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (passando dal 18,2% al 20,7%). Tale fenomeno è unicamente riconducibile al consolidamento del Gruppo GMM, che ha comportato un aumento generalizzato di tutte le categorie ricomprese all'interno delle spese operative.
Il costo del personale al 30 settembre del 2024 è pari ad € 183.826 mila e registra un incremento di valore di € 1.716 mila rispetto al dato dello stesso periodo del 2023 (€ 182.109 mila), +0,9% sul pari periodo 2023, sostanzialmente legato alla componente salari, stipendi e relativi oneri sociali riconducibile all'aumento delle teste per effetto del processo di integrazione del Gruppo GMM (4.131 unità al 30 settembre 2024 rispetto a 3.965 unità al 30 settembre 2023), parzialmente compensato dalla riduzione di costo realizzato grazie all'azionamento dell'istituto della solidarietà coerentemente al modello di business definito nell'ambito del progetto One Company avviato in esercizi precedenti ed ai volumi di attività generati.

L'EBITDA adjusted del terzo trimestre 2024 è positivo per € 44.042 mila, mentre nello stesso periodo del 2023 era positivo per € 62.748 mila, in calo del 29,8%.
Gli ammortamenti registrano nel complesso un aumento pari al 15,9% (passando da € 23.270 mila al 30 settembre 2023 a € 26.978 mila al 30 settembre 2024): la componente relativa alle immobilizzazioni materiali (comprensive dei diritti d'uso) aumenta di € 3.293 mila (+22,7%), mentre quella relativa alle immobilizzazioni immateriali aumenta di € 416 mila (+4,7%). Tale variazione è principalmente attribuibile ai maggiori ammortamenti iscritti in bilancio relativi agli asset allocati a seguito della PPA provvisoria.
La voce accantonamenti e impairment ammonta a € 2.583 mila, ed include accantonamenti prevalentemente riconducibili a € 1.018 mila per svalutazione crediti commerciali, a € 1.326 mila per adeguamenti fondi rischi e oneri futuri, ed infine a € 714 mila per fondo indennità supplettiva di clientela, al netto degli utilizzi effettuati al terzo trimestre del 2024.
L'EBIT adjusted è positivo per € 14.481 mila, in diminuzione del 57,8% rispetto al pari periodo dello scorso anno (pari a € 34.311 mila).
I componenti non ricorrenti evidenziano un valore negativo pari a € 3.531 mila, riferibili per € 1.031 mila ai costi sostenuti per l'acquisizione delle quote del Gruppo GMM e per € 2.500 mila all'adeguamento del fondo di ristrutturazione aziendale già iscritto in bilancio al 31 dicembre 2023 coerentemente al processo di trasformazione organizzativa avviato nei precedenti esercizi dal Gruppo Biesse.
In riferimento alla gestione finanziaria si registrano oneri netti per € 2.657 mila, in aumento rispetto al dato di settembre 2023 (oneri netti pari ad € 434 mila), di cui € 2.102 mila relativi a interessi attivi e proventi finanziari ed € 4.759 mila relativi a interessi passivi e oneri finanziari.
Per quanto riguarda la gestione del rischio cambio, si registrano componenti negative nette per € 1.447 mila, in diminuzione rispetto al pari periodo dell'anno precedente (negativo per € 3.804 mila).
Il risultato prima delle imposte è quindi positivo per € 6.846 mila in diminuzione rispetto al 2023 (pari a € 23.836 mila).
La stima del saldo delle componenti fiscali è negativa per complessivi € 4.274 mila. L'importo relativo alle imposte correnti è negativo per € 5.630 mila (IRES: € 827 mila, IRAP: € 566 mila; imposte giurisdizioni estere: € 3.476 mila; altre imposte sul reddito e imposte relative ad esercizi precedenti: negative per € 761 mila), mentre l'importo relativo alle imposte differite è positivo e pari a € 1.356 mila.
Ne consegue che il risultato netto consuntivato dal Gruppo Biesse al 30 settembre 2024 è positivo per € 2.572 mila.

| S e tte mbre | Dice mbre | |
|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | |
| migliaia di euro | ||
| Immateriali | 133.939 | 83.446 |
| Materiali | 138.694 | 117.213 |
| Finanziarie | 4.161 | 3.519 |
| Immo bilizzazio ni | 276 .79 4 | 20 4.179 |
| Rimanenze | 200.530 | 168.393 |
| Crediti commerciali e attività contrattuali | 114.421 | 116.619 |
| Debiti commerciali | (120.868) | (135.281) |
| Passività contrattuali | (97.770) | (108.049) |
| Capitale Circo lante Ne tto O pe rativo | 9 6 .313 | 41.6 82 |
| Fondi relativi al personale | (12.670) | (10.041) |
| Fondi per rischi e oneri | (36.469) | (37.512) |
| Altri debiti/crediti netti | (43.598) | (47.175) |
| Attività nette per imposte anticipate | 11.567 | 17.362 |
| Altre attività/passività ne tte | (81.170 ) | (77.36 5 ) |
| Capitale Inve stito Ne tto | 29 1.9 37 | 16 8.49 5 |
| Capitale sociale | 27.403 | 27.403 |
| Risultato del periodo precedente e altre riserve | 233.882 | 221.562 |
| Utile/(Perdita) del periodo | 2.572 | 12.483 |
| Patrimonio netto di terzi | - | - |
| P atrimo nio Ne tto | 26 3.85 6 | 26 1.448 |
| Debiti finanziari verso banche e altri finanziatori | 131.717 | 28.279 |
| Attività finanziarie correnti | (23.985) | (16.758) |
| Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | (79.651) | (104.473) |
| P o sizio ne Finanziaria Ne tta | 28.0 81 | (9 2.9 5 3) |
| To tale fo nti di finanziame nto | 29 1.9 37 | 16 8.49 5 |
Il capitale investito netto è pari a € 291.937 mila in aumento rispetto al 31 dicembre 2023 (€ 168.495 mila).
Rispetto al 31 dicembre 2023, le immobilizzazioni nette sono aumentate di € 72.615 mila, incremento derivante principalmente dal consolidamento del Gruppo GMM a seguito della già citata acquisizione e principalmente riferito ai valori degli asset allocati (seppur in via provvisoria).
Il capitale circolante netto operativo aumenta di € 54.631 mila rispetto al 31 dicembre 2023. L'incremento è principalmente attribuibile alla variazione del perimetro di consolidamento per effetto dell'acquisizione del Gruppo GMM, che ha significativamente impattato nel saldo delle rimanenze di magazzino, crediti e debiti commerciali del terzo trimestre 2024. Il decremento delle passività contrattuali (pari a € 10.278 mila) è invece principalmente influenzato dal rallentamento dell'ingresso ordini manifestatosi già a partire dal corso dell'anno 2023.
Il patrimonio netto è pari a € 263.856 mila (€ 261.448 mila al 31 dicembre 2023).

| (Dati consolidati in migliaia di Euro) | Al 3 0 S ettemb re | Al 3 0 Giugno | Al 3 1 Marz o | Al 3 1 D ic emb re | Al 3 0 S ettemb re |
|---|---|---|---|---|---|
| 2 02 4 | 2 02 4 | 2 02 4 | 2 02 3 | 2 02 3 | |
| migliaia di euro | |||||
| Attività Finanziarie | 103.636 | 101.783 | 117.542 | 121.231 | 116.498 |
| Attività finanziarie correnti | 23.985 | 16.112 | 16.696 | 16.758 | 21.435 |
| Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | 79.651 | 85.671 | 100.846 | 104.473 | 95.063 |
| Debiti per locazioni finanziarie a breve termine | (10.257) | (9.882) | (9.111) | (7.027) | (6.252) |
| Debiti bancari e altri debiti finanziari a breve termine | (99.221) | (62.415) | (85.093) | (2.358) | (5.436) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta a bre ve te rmine | ( 5.8 4 2 ) | 2 9.4 8 6 | 2 3 .3 3 9 | 1 1 1 .8 4 7 | 1 04 .8 1 1 |
| Debiti per locazioni finanziarie a medio/lungo termine | (22.002) | (21.953) | (20.849) | (18.478) | (14.249) |
| Debiti bancari e altri debiti finanziari a medio/lungo termine | (41) | (14.737) | (46) | (264) | (284) |
| Debiti commerciali e altri debiti a medio/lungo termine | (196) | (206) | (142) | (152) | (163) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta a me dio /lungo te rmine | ( 2 2 .2 3 9) | ( 3 6.8 96) | ( 2 1 .03 6) | ( 1 8 .8 94 ) | ( 1 4 .696) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta to tale | ( 2 8 .08 1 ) | ( 7.4 1 1 ) | 2 .3 02 | 92 .953 | 90.1 1 5 |
Nello schema di PFN al 30.09.2024, in applicazione delle disposizioni contenute nella Comunicazione n. 5/21 del 29 aprile 2021 emessa da Consob che rimanda alle Raccomandazioni ESMA del 4 marzo 2021, sono stati ricompresi i debiti commerciali scadenti oltre l'esercizio.
Ai fini di una migliore rappresentazione sono inoltre stati esclusi dalle attività finanziarie il fair value attivo dei derivati.
La Posizione Finanziaria Netta del Gruppo Biesse al 30 settembre 2024 è negativa per € 28.081 mila (positiva per € 4.178 mila se si escludono gli effetti dell'IFRS 16), in diminuzione di € 121.034 mila rispetto al dato del 31 dicembre 2023, in cui era positiva per € 92.953 mila (e positiva per € 118.457 mila escludendo gli effetti dell'IFRS16). Nel confronto con il fine anno, la variazione è principalmente influenzata dal perfezionamento dell'operazione di acquisizione del Gruppo GMM (che ha comportato il pagamento di un corrispettivo provvisorio pari a circa € 69 milioni), mentre la restante parte di tale variazione è attribuibile al consolidamento dell'indebitamento finanziario netto del Gruppo GMM, alla distribuzione di dividendi avvenuta nel corso del primo semestre 2024, oltre che alle dinamiche del capitale circolante netto operativo sopra commentante, compensati dai positivi risultati ottenuti a livello di gestione operativa.
Alla data di approvazione della presente relazione, il Gruppo Biesse ha linee di credito superiori a € 200 milioni, di cui € 100,8 milioni a revoca con duration entro i 12 mesi e di conseguenza € 100,0 milioni committed con duration entro i 12 mesi. Le linee a revoca risultano utilizzate, al 30 settembre 2024, per € 1,7 milioni, mentre alla stessa data le linee committed risultano utilizzate per € 82,5 milioni. Tutte le linee di credito sono chirografarie ed esenti da ogni garanzia reale. Inoltre, al 30 settembre 2024, il debito residuo per mutui chirografari in capo a GMM S.p.A. è pari a € 11,8 milioni e quello in capo a Bavelloni S.p.A. è pari a € 2,9 milioni, per un totale di € 14,7 milioni di debiti residui per finanziamenti chirografari dell'importo originario di complessivi € 38,2 milioni.
| 30 S e tte mbre 20 24 |
% | 30 S e tte mbre 20 23 |
% | Var % 20 24/20 23 |
|
|---|---|---|---|---|---|
| migliaia di euro | |||||
| Segmento Macchine e Sistemi | 519.872 | 92,7% | 546.263 | 91,7% | (4,8)% |
| Segmento Meccatronica | 57.537 | 10,3% | 70.277 | 11,8% | (18,1)% |
| Elisioni Inter segmento | (16.606) | (3,0)% | (20.884) | (3,5)% | (20,5)% |
| To tale | 5 6 0 .80 3 | 10 0 ,0 % | 5 9 5 .6 5 6 | 10 0 ,0 % | (5 ,9 )% |

| 30 S e tte mbre | % | 30 S e tte mbre | Var % | |||
|---|---|---|---|---|---|---|
| 20 24 | % 20 23 |
20 24/20 23 | ||||
| migliaia di euro | ||||||
| EMEA | 351.634 | 62,7% | 413.610 | 69,4% | (15,0)% | |
| AMERICAS | 131.981 | 23,5% | 117.605 | 19,7% | 12,2% | |
| APAC | 77.188 | 13,8% | 64.440 | 10,8% | 19,8% | |
| To tale | 5 6 0 .80 3 | 10 0 ,0 % | 5 9 5 .6 5 6 | 10 0 ,0 % | (5 ,9 )% |
La ripartizione dei ricavi per segmento operativo risente dell'acquisizione del Gruppo GMM (con il segmento Macchine-Sistemi che arriva a rappresentare il 92,7% del fatturato di Gruppo Biesse), mentre entrambi i segmenti registrano un decremento rispettivamente del 4,8% per Macchine-Sistemi e 18,1% per la Meccatronica.
L'analisi del fatturato per aree geografiche evidenzia come il decremento abbia riguardato l'area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) (-15,0%), mentre l'area Americas e quella APAC (Asia e Pacifico) registrano un incremento rispettivamente del 12,2% e del 19,8%. L'area EMEA permane quella di riferimento del Gruppo Biesse, chiudendo con un fatturato pari a € 351.634 mila, rappresentando il 62,7% del totale.
Pesaro, 25 ottobre 2024
Roberto Selci
Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari dichiara, ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza, che l'informativa contabile contenuta nel presente documento corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili
Pesaro, 25 ottobre 2024
Nicola Sautto
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