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Intesa Sanpaolo

Annual / Quarterly Financial Statement Mar 27, 2023

4465_10-k_2023-03-27_c07f1f86-3acd-44a3-b1c0-9b16ae4195a0.pdf

Annual / Quarterly Financial Statement

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Bilanci 2022

Bilancio Consolidato

Progetto di Bilancio d'esercizio della Capogruppo

Il presente documento rappresenta una versione supplementare rispetto alla versione ufficiale conforme al Regolamento delegato (UE) 2019/815 della Commissione Europea (Regolamento ESEF – European Single Electronic Format) pubblicata sul sito internet all'indirizzo group.intesasanpaolo.com. Questo documento contiene previsioni e stime che riflettono le attuali opinioni del management Intesa Sanpaolo in merito ad eventi futuri. Previsioni e stime sono in genere identificate da espressioni come "è possibile," "si dovrebbe," "si prevede," "ci si attende," "si stima," "si ritiene," "si intende," "si progetta," "obiettivo" oppure dall'uso negativo di queste espressioni o da altre varianti di tali espressioni oppure dall'uso di terminologia comparabile. Queste previsioni e stime comprendono, ma non si limitano a, tutte le informazioni diverse dai dati di fatto, incluse, senza limitazione, quelle relative alla

opera o intende operare. A seguito di tali incertezze e rischi, si avvisano i lettori che non devono fare eccessivo affidamento su tali informazioni di carattere previsionale come previsione di risultati effettivi. La capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di raggiungere i risultati previsti dipende da molti fattori al di fuori del controllo del management. I risultati effettivi possono differire significativamente (ed essere più negativi di) da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali. Tali

posizione finanziaria futura di Intesa Sanpaolo e ai risultati operativi, la strategia, i piani, gli obiettivi e gli sviluppi futuri nei mercati in cui Intesa Sanpaolo

previsioni e stime comportano rischi ed incertezze che potrebbero avere un impatto significativo sui risultati attesi e si fondano su assunti di base. Le previsioni e le stime ivi formulate si basano su informazioni a disposizione di Intesa Sanpaolo alla data di approvazione del presente documento. Intesa Sanpaolo non si assume alcun obbligo di aggiornare pubblicamente e di rivedere previsioni e stime a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di eventi futuri o di altro, fatta salva l'osservanza delle leggi applicabili. Tutte le previsioni e le stime successive, scritte ed orali, attribuibili a Intesa Sanpaolo o a persone che agiscono per conto della stessa sono espressamente qualificate, nella loro interezza, da queste dichiarazioni cautelative.

Assemblea ordinaria del 28 aprile 2023

Relazione e bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo dell'esercizio 2022

Relazione e bilancio di Intesa Sanpaolo dell'esercizio 2022

Intesa Sanpaolo S.p.A. Sede Legale: Piazza S. Carlo, 156 10121 Torino Sede Secondaria: Via Monte di Pietà, 8 20121 Milano Capitale Sociale Euro 10.368.870.930,08 Registro delle Imprese di Torino e Codice Fiscale 00799960158 Rappresentante del Gruppo IVA "Intesa Sanpaolo" Partita IVA 11991500015 (IT11991500015) N. Iscr. Albo Banche 5361 Codice ABI 3069.2 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Capogruppo del gruppo bancario "Intesa Sanpaolo" iscritto all'Albo dei Gruppi Bancari

Sommario

Il Gruppo Intesa Sanpaolo 7
Cariche sociali 11
Lettera del Presidente 13
RELAZIONE E BILANCIO CONSOLIDATO DEL GRUPPO INTESA SANPAOLO
Introduzione 17
RELAZIONE SULL'ANDAMENTO DELLA GESTIONE
Il 2022 in sintesi
Dati economici e Indicatori Alternativi di Performance
Dati patrimoniali e Indicatori Alternativi di Performance
Indicatori Alternativi di Performance e altri indicatori
L'esercizio 2022 in sintesi
22
24
25
28
Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio 75
I risultati economici e gli aggregati patrimoniali 83
I risultati per settori di attività e per aree geografiche 129
Corporate Governance e politiche di remunerazione 167
Il titolo Intesa Sanpaolo 183
Indicatori Alternativi di Performance e Altre informazioni
Indicatori Alternativi di Performance
Altre informazioni
La prevedibile evoluzione della gestione
191
196
197

BILANCIO CONSOLIDATO DEL GRUPPO INTESA SANPAOLO

Prospetti contabili consolidati
Stato patrimoniale consolidato 202
Conto economico consolidato 204
Prospetto della redditività consolidata complessiva 205
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato 206
Rendiconto finanziario consolidato 208
Nota Integrativa consolidata
Parte A - Politiche contabili 211
Parte B - Informazioni sullo Stato patrimoniale consolidato 306
Parte C - Informazioni sul Conto economico consolidato 395
Parte D - Redditività consolidata complessiva 418
Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 419
Parte F - Informazioni sul patrimonio consolidato 590
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda 595
Parte H - Operazioni con parti correlate 603
Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 609
Parte L - Informativa di settore 615
Parte M - Informativa sul leasing 619

Attestazione del bilancio consolidato ai sensi dell'art. 154 bis del D. Lgs. n. 58/1998 625
Relazione della Società di revisione al bilancio consolidato 627
Allegati del bilancio del Gruppo Intesa Sanpaolo 637
RELAZIONE E BILANCIO DI INTESA SANPAOLO
RELAZIONE SULL'ANDAMENTO DELLA GESTIONE
Dati di sintesi, Indicatori Alternativi di Performance e altri indicatori
I risultati dell'esercizio di Intesa Sanpaolo
Altre informazioni
La prevedibile evoluzione della gestione
672
677
688
689
Proposte all'Assemblea 691
BILANCIO DI INTESA SANPAOLO
Prospetti contabili
Stato patrimoniale
Conto economico
Prospetto della redditività complessiva
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto
Rendiconto finanziario
698
700
701
702
704
Nota Integrativa
Parte A - Politiche contabili
Parte B - Informazioni sullo Stato patrimoniale
Parte C - Informazioni sul Conto economico
Parte D - Redditività complessiva
Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura
Parte F - Informazioni sul patrimonio
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda
Parte H - Operazioni con parti correlate
Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali
Parte L - Informativa di settore
Parte M - Informativa sul leasing
709
776
834
853
854
913
916
917
924
930
931
Attestazione del bilancio d'esercizio ai sensi dell'art. 154 bis del D. Lgs. n. 58/1998 937
Relazione della Società di revisione al bilancio di Intesa Sanpaolo 939
Allegati del bilancio di Intesa Sanpaolo 949
Glossario 981
Contatti 999
Calendario finanziario 1003

Sommario

7

Il Gruppo Intesa Sanpaolo

Il Gruppo Intesa Sanpaolo: presenza in Italia

NORD OVEST
INTESA SANPAOLO Controllate
Filiali Società Filiali
1.058 Banca 51
Fideuram 109
TOTOSTARANDACOLO controllate
lallali Societa ISTAT
710 Fideuram 60
INTESA SANPAOLO Controllate
Filiali Società Filiali
740 Fideuram 48
SUD
INTESA SANPAOLO Controllate
Filiali Societa Filiali
626 Fideuram 34
ISOLE
INTESA SANPAOLO Controllate
Filiali Società Filiali
215 Fideuram 10

Il Gruppo Intesa Sanpaolo: presenza internazionale

m ALEXBANK and sistem 200 m BANCA INTESA no BANCA INTESA
Beograd
CRP QUILVEST 0
m CIB BANK m EXIMBANK FIDENT TUREMBOURG Albania m INTEST SENPAOLO BANK
INTER SACIO C
m
BANK TIXEMBOURG
mor INTESA SANPAOLO BANK
Romania
nm INTESA SANPAOLO BANK
Slovenia
m INTEST SANPAOLO BANKA
Bosna i Hercegovina
INTESA 5NEWOLO
mn
BANK IRELAND
OKANANA PARKINI
MAN BRASIL SA
nm PRATEX BANK m PRIVREDNA BANKA ZAGREB
MIT INDEST SAMPIOLO mm VUB BANKA
AMERICA ASIA EUROPA
Filiali Uffici di Rappresentanza Filiali Uffici di Rappresentanza Filiali Uffici di Rappresentanza
New York Washington D.C. Abu Dhabi Beirut Amsterdam Bruxelles
Doha Ho Chi Minh City Francoforte Mosca
Paese Controllate Filiali Dubai Jakarta Istanbul
Brasile Hong Kong Mumbai Londra
Intesa Sanpaolo Brasil Shanghai Pechino Madrid
AUSTRALIA/OCEANIA Singapore Seoul Parigi
-FF-1 P Tokvo Varsavia

Belgio Compagnie de Banque Privée Quilvest
Bosnia - Erzegovina Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina
Croazia Privredna Banka Zagreb 12
Federazione Russa Banca Intesa
Irlanda Intesa Sanpaolo Bank Ireland
Compagnie de Banque Privée Quilvest
Lussemburgo Fideuram Bank Luxembourg 1
Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg
Moldavia Eximbank
Repubblica Ceca VUB Banka
Romania Intesa Sanpaolo Bank Romania
Serbia Banca Intesa Beograd 14
Slovacchia VUB Banka 15
Slovenia Intesa Sanpaolo Bank 2
Svizzera Reyl & Cie
Ucraina Pravex Bank 2
Ungheria CIB Bank
m PBZ CARD E EURIZON
ASSET MANAGEMENT
FIDEURAM ASSET MANAGEMENT IRELAND uun INVEST
Bengrad
Monetica e Sistemi di Pagamento
CIB LEASING CO INSERS M PBZ LEASING M VÚB LEASING I LIFE LIFE nm 52
Leasing Wealth Management

Cariche sociali

Consiglio di Amministrazione

Presidente Gian Maria GROS-PIETRO

Vice Presidente Paolo Andrea COLOMBO

Consigliere delegato e Chief Executive Officer Carlo MESSINA (a)

Consiglieri Franco CERUTI Roberto FRANCHINI (*) Anna GATTI Liana LOGIURATO Maria MAZZARELLA Fabrizio MOSCA (*) Milena Teresa MOTTA (*) Luciano NEBBIA Bruno Maria PARIGI Bruno PICCA Alberto Maria PISANI (**) Livia POMODORO Maria Alessandra STEFANELLI Paola TAGLIAVINI Daniele ZAMBONI Maria Cristina ZOPPO (*)

Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari Fabrizio DABBENE

Società di Revisione EY S.p.A.

(a) Direttore Generale

(*) Componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione

(**) Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione

Lettera del Presidente

Signore Azioniste, Signori Azionisti,

l'anno 2022 si era aperto con l'aspettativa di una consistente ripresa globale, dopo i danni causati dalla pandemia. Il forte aumento della domanda in precedenza repressa, il progressivo venir meno delle restrizioni al movimento delle persone alimentavano il rilancio delle produzioni, ma anche un progressivo rialzo dei prezzi, in particolare delle quotazioni energetiche. La guerra in Ucraina ha modificato profondamente lo scenario: al crollo dei rifornimenti provenienti dai Paesi impegnati nel conflitto si sono accompagnati provvedimenti di blocco dei trasporti e successivi pacchetti di sanzioni, che hanno colpito flussi di approvvigionamento di natura strutturale per molte economie. Il protrarsi del conflitto ha inferto un duro colpo alla stabilità economica internazionale, ridisegnando gli scenari geopolitici, amplificando la crisi energetica e alimentando l'inflazione oltre le attese. ln Europa, la crisi energetica ed il timore di dover arrivare al razionamento dell'energia, per usi sia industriali che civili, ha prodotto una reazione efficace, nei singoli Paesi e a livello comunitario. I risultati sono stati concreti. Le forniture energetiche sono state assicurate, i prezzi dell'energia sono scesi, le previsioni economiche più pessimistiche non si sono avverate.

L'Italia ha mostrato un'evoluzione positiva. La ritrovata mobilità delle persone ha premiato i servizi, dopo i danni inferti dalle precedenti restrizioni: il turismo, in particolare, ha beneficiato dell'affluenza record di turisti in Italia, superiore ai livelli pre-pandemici. Gli incentivi fiscali hanno sostenuto il comparto delle costruzioni, contribuendo al miglioramento energetico e complessivo del patrimonio edilizio. L'avvio del PNRR ha incoraggiato le imprese ad investire. Le produzioni industriali, nonostante le difficoltà di approvvigionamento di materie prime, componenti ed energia, sono cresciute. Nei primi 11 mesi del 2022 il fatturato deflazionato dell'industria è cresciuto del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il livello produttivo è risultato inferiore di appena lo 0,5% rispetto ai primi 11 mesi del 2019. Il medesimo confronto segnala una riduzione pari al -1% per la Spagna, al -4,9% per la Francia, al -5,7% per la Germania. A questo risultato hanno contribuito due caratteristiche strutturali dell'industria italiana: la maggiore diversificazione percentuale delle vendite in termini di prodotti, filiere, mercati di sbocco e la minore lunghezza delle catene di approvvigionamento, che hanno meno sofferto delle perturbazioni logistiche del 2022. Come conseguenza, la previsione di crescita del PIL italiano per il 2022 è stata ripetutamente corretta al rialzo, e l'ultimo dato comunicato è +3,9%, contro il +3,5% nella UE e nella Zona euro.

Anche il 2023 si presenta ricco di sfide. Rimangono infatti aperte le questioni legate al raggiungimento di una tregua in Ucraina, alla protezione delle classi deboli dal taglio del potere d'acquisto legato all'inflazione, alla sicurezza sanitaria collegata all'evoluzione della pandemia da COVID-19. Al contempo, però, i piani di sostegno alla transizione green, avviati negli Stati Uniti (Inflation Reduction Act) e in Europa (Next Generation EU), dovrebbero tradursi in un nuovo stimolo alla crescita globale nella seconda parte dell'anno, con effetti trainanti particolarmente positivi per l'industria italiana, che mostra una specializzazione settoriale nelle produzioni legate ai beni di investimento, dai macchinari agli impianti, alle infrastrutture.

Il 2023 sarà caratterizzato, sia in Europa che negli USA, dall'aumento dei tassi di interesse, con il quale le Banche Centrali intendono bloccare lo stimolo inflazionistico generato dagli shock di offerta e impedire che esso avvii una spirale prezzi-salari. La stretta monetaria, che in Italia si accompagnerà alla contrazione degli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, tenderà a ridurre la propensione a investire. Per contro, da un lato i prezzi di molti input, a partire da quelli energetici, hanno iniziato a scendere, dall'altro, una parte degli aumenti di costo subiti dalle imprese manifatturiere si sono trasferiti a valle, limitando la contrazione dei margini. Con la liquidità accumulata nei passati trimestri, le imprese potranno cogliere le opportunità che si sono aperte per effetto della riorganizzazione del sistema industriale globale, e soprattutto della necessità di investire per la transizione energetica e per la digitalizzazione. La previsione presentata dal Commissario Europeo per l'Economia Paolo Gentiloni il 13 febbraio 2023 è di una crescita del PIL della UE dello 0,8%: lo 0,5% in più del valore che era stato comunicato a novembre 2022, che conferma il miglioramento del clima congiunturale già in atto. Anche per l'Italia la crescita del PIL prevista dalla Commissione nel 2023 è dello 0,8%.

Come prima Banca italiana, nel 2022 abbiamo contribuito robustamente alla crescita del PIL in tutte le sue componenti. Svolgeremo un ruolo di stimolo e di supporto nel campo ancora più ampio e impegnativo della transizione tecnologica e dei cambiamenti che costituiscono l'oggetto del PNRR: è un obiettivo chiaramente indicato e quantificato nel Piano d'Impresa 2022-2025.

In questi anni difficili, le istituzioni, i cittadini e le imprese hanno dimostrato una crescente consapevolezza della necessità di realizzare la transizione verso un'economia sostenibile e digitalizzata, in grado di garantire la resilienza dei sistemi sociali, ambientali ed economici.

Il sistema finanziario si trova nella situazione di sostenere e promuovere la doppia trasformazione, digitale e ambientale, favorendo lo spostamento della frontiera tecnologica al servizio delle persone, dell'ambiente e del bene comune.

La diffusione dell'open banking, dell'operatività digitale e delle soluzioni di intelligenza artificiale sta gradualmente modificando i rapporti non solo tra istituti di credito e clientela, ma anche tra fornitori di servizi finanziari e società terze,

con evidenti benefici in termini di efficienza e di inclusione finanziaria. Allo stesso tempo, l'esperienza sino ad oggi maturata dimostra la necessità di garantire controlli efficaci sulle architetture informatiche e sui presidi a tutela della riservatezza dei dati, della competizione e della clientela.

La Vostra Banca impiega tutte le risorse necessarie, inclusa la sua lunga esperienza, nell'attuazione del Piano Industriale 2022-2025. Il fine è creare valore sostenibile e di lungo periodo a favore degli azionisti, delle sue persone, dei suoi clienti, della comunità e dell'ambiente, coerentemente con un modello di crescita equilibrato e resiliente. In base a questi obiettivi, il Gruppo ISP sostiene i clienti e le comunità, con particolare attenzione alle categorie in maggiore difficoltà.

Il valore economico generato dall'esercizio 2022 – 20,6 miliardi di euro – è stato distribuito per il 79% agli stakeholders, di cui il 38% alle persone che lavorano per noi, il 16% agli Azionisti, e il rimanente a fornitori, Stato, Enti, Istituzioni e Comunità. Una quota degli utili è stata, inoltre, destinata a sostenere progetti ad elevato impatto sociale e a favore delle persone caratterizzate da maggiore fragilità socioeconomica attraverso il Fondo Beneficenza.

Il Gruppo ha aderito alle alleanze Net-Zero su credito, investimenti ed assicurazione e aderirà anche a Net-Zero sulle emissioni proprie entro il 2030. Per aiutare i clienti ad accedere ai fondi stanziati del PNRR e implementare i progetti di transizione verde, Intesa Sanpaolo ha stanziato a oggi circa 400 miliardi di euro a beneficio di imprese, enti pubblici e famiglie. Inoltre, è stato sviluppato il "Laboratorio ESG" per fornire un servizio alle aziende che vogliono ripensare il proprio business in chiave sostenibile. A supporto delle imprese, Intesa Sanpaolo ha sviluppato un modello di ESG Score proprietario che consente di definire il profilo ESG del cliente e lo aiuta a definire le progettualità utili per mitigare i rischi climatici, fisici e di transizione, migliorando anche la trasparenza verso i propri stakeholder e le Autorità regolamentari. Il Gruppo è impegnato, altresì, a integrare i fattori ESG nei propri modelli - operativo e di business nella governance e nel risk framework. Il Piano industriale ha stabilito l'obiettivo di una presenza bilanciata tra uomini e donne nelle nuove nomine di senior leader. In tale ambito, la Banca ha ricevuto riconoscimenti importanti, essendo la prima in Europa, la seconda al mondo e l'unica in Italia inclusa nel Refinitiv Global Diversity and Inclusion Index, cui si aggiunge il primato di essere la prima grande banca italiana a ottenere la Certificazione per la Parità di Genere.

La trasformazione avviata da Intesa Sanpaolo verso un modello sostenibile si avvale di soluzioni tecnologiche all'avanguardia, come l'app Intesa Sanpaolo Mobile, riconosciuta da Forrester come l'app bancaria leader nel mondo nel quarto trimestre del 2022. Il lancio della banca digitale IsyBank, al servizio dei clienti più evoluti tecnologicamente, e il laboratorio per l'intelligenza artificiale di Torino, sono testimonianza dell'impegno di Intesa Sanpaolo nella digitalizzazione. Impegno rivolto non solo al cliente, ma anche a trovare soluzioni finalizzate a trasformare il modello operativo interno. Ne sono esempio, la piattaforma digitale per la gestione analitica dei costi della banca e il progetto digital process transformation. Il Vostro Gruppo favorisce, inoltre, il dialogo tra leader industriali, fintech e centri di ricerca accademici e, tramite Neva SGR, sostiene lo sviluppo di realtà innovative in tutto il mondo.

Il nostro sostegno alle nuove generazioni si manifesta mettendo a loro disposizione conti correnti e finanziamenti agevolati e sponsorizzando iniziative volte a favorire la formazione e l'accesso al mondo del lavoro. Tra queste, il Programma Giovani e Lavoro, il sostegno fornito alle giovani famiglie con figli in età scolare attraverso il prestito impact "Per Crescere", il finanziamento senza garanzie per tutti gli studenti universitari tramite il prestito "Per Merito" e "mamma@work", che offre alle giovani mamme lavoratrici la possibilità di ottenere un finanziamento a condizioni agevolate, per conciliare vita familiare e professionale.

Intesa Sanpaolo è anche un grande operatore culturale, in grado di collaborare con i maggiori musei mondiali: durante il 2022 abbiamo prestato, per esposizioni temporanee, circa 300 opere d'arte. Nello stesso anno abbiamo aperto a Torino, nel palazzo seicentesco di Piazza San Carlo, il nuovo museo della fotografia, e a Napoli, il museo realizzato nel palazzo costruito da Piacentini in Via Toledo, con opere d'arte che vanno dai vasi attici, a Caravaggio, a Gemito. Insieme alle altre sedi di Milano e Vicenza, lo scorso anno i nostri musei sono stati visitati da quasi 500 mila persone. Riteniamo che l'investimento nella cultura sia un elemento essenziale in un sistema di obiettivi rivolto a tutti gli elementi del sociale e dell'ambiente.

I risultati del 2022 riflettono la resilienza di Intesa Sanpaolo, che può contare su: solidità della base patrimoniale, che eccede ampiamente il parametro prudenziale, buona posizione di liquidità, diversificazione del modello di business, gestione accurata dei costi operativi, qualità degli attivi e cura delle proprie persone. Intesa Sanpaolo ha inoltre dimostrato di aver saputo mitigare efficacemente i rischi che hanno caratterizzato il 2022.

A fronte di un utile netto consolidato del Gruppo pari a 4.354 milioni di euro e di un utile individuale della Capogruppo pari a 4.284 milioni di euro, viene proposta all'Assemblea ordinaria la distribuzione per cassa di dividendi, a valere sull'utile 2022, per complessivi 3.048 milioni di euro che, tenendo conto dell'acconto dividendi pagato lo scorso novembre per 1.400 milioni, porta alla proposta di distribuzione di 1.648 milioni di euro a saldo.

Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di dare esecuzione all'acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento per il restante ammontare di 1,7 miliardi di euro autorizzato dalla BCE. Il relativo programma di acquisto, avviato il 13 febbraio, è atteso concludersi entro il 12 maggio 2023. Si completerà così l'esecuzione di quanto deliberato dall'Assemblea del 29 aprile 2022 e gli Azionisti potranno così veder crescere ulteriormente la propria quota di partecipazione ai dividendi totali di Intesa Sanpaolo senza ulteriori investimenti.

Gian Maria Gros-Pietro

RelazioneeBilancioConsolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo

Introduzione

Il bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo, in applicazione del D. Lgs. 28 febbraio 2005 n. 38, è redatto secondo i principi contabili IAS/IFRS emanati dall'International Accounting Standards Board (IASB) ed i relativi documenti interpretativi dell'International Financial Reporting Standards – Interpretations Committee (IFRS-IC), omologati dalla Commissione Europea, come stabilito dal Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002.

Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2022 è stato predisposto sulla base delle "Istruzioni per la redazione del bilancio dell'impresa e del bilancio consolidato delle banche e delle società finanziarie capogruppo di gruppi bancari" della Banca d'Italia, nell'esercizio dei poteri stabiliti dall'art. 43 del D. Lgs. n. 136/2015, con il Provvedimento del 22 dicembre 2005, con cui è stata emanata la Circolare n. 262/2005, e con i successivi aggiornamenti e integrazioni. Queste Istruzioni stabiliscono in modo vincolante gli schemi di bilancio e le relative modalità di compilazione, nonché il contenuto della Nota integrativa.

In particolare, per il Bilancio 2022 si è tenuto conto del 7° aggiornamento della citata Circolare1 nonché delle integrazioni incluse nella Comunicazione della Banca d'Italia del 21 dicembre 2021 aventi ad oggetto gli impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia.

Il bilancio consolidato è costituito dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Prospetto della redditività complessiva, dal Prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal Rendiconto finanziario, dalla Nota integrativa e dalle relative informazioni comparative ed è inoltre corredato da una Relazione degli Amministratori sull'andamento della gestione, sui risultati economici conseguiti e sulla situazione patrimoniale e finanziaria del Gruppo.

La Relazione sull'andamento della gestione contiene informazioni finanziarie estratte dal bilancio consolidato o riconducibili allo stesso ed altre informazioni – quali, a titolo esemplificativo, i dati inerenti all'evoluzione trimestrale e taluni Indicatori Alternativi di Performance – non estratte o direttamente riconducibili al bilancio consolidato. In proposito, si rinvia al capitolo Indicatori Alternativi di Performance della Relazione, confermando che, con specifico riferimento al contesto conseguente alla pandemia da COVID-19 e al conflitto militare fra Russia e Ucraina, in coerenza con le indicazioni ESMA non sono stati introdotti nuovi indicatori né sono state apportate modifiche agli indicatori utilizzati.

In relazione alla pandemia da COVID-19, si evidenzia che, conformemente con le indicazioni fornite dalle Autorità, sia nella Relazione sull'andamento della gestione, nel capitolo introduttivo "Il 2022 in sintesi", che nelle Parti A, B, C ed E della Nota Integrativa sono riportate le informazioni riguardanti i principali impatti del contesto pandemico sull'operatività, il business, il profilo di rischio e le scelte effettuate in sede di valutazione delle attività ai fini del Bilancio 2022, in sostanziale continuità di rappresentazione con il Bilancio 2021.

Per quanto concerne invece il conflitto militare in atto fra Russia e Ucraina, in coerenza con le raccomandazioni emanate da ESMA e Consob alla luce delle molteplici implicazioni che il nuovo scenario ha fatto emergere, anche per i correlati riflessi sul quadro macroeconomico, nel presente Bilancio consolidato viene riportata un'articolata informativa che riprende ed aggiorna quanto già reso noto nell'ambito dell'informativa infrannuale. In particolare nella Relazione sull'andamento della gestione uno specifico paragrafo del capitolo introduttivo illustra le azioni di presidio del rischio e le iniziative poste in essere, unitamente all'approccio del Gruppo ISP alle principali tematiche contabili connesse. Queste ultime vengono poi sviluppate nella Nota integrativa consolidata, nella Parte A, dove sono affrontate le tematiche raccomandate dai Regulator, e nella Parte E, rischio di credito, dove vengono dettagliate le esposizioni in essere e illustrate le scelte valutative operate.

A supporto dei commenti sui risultati dell'esercizio, nella Relazione sulla gestione vengono presentati i prospetti di Conto economico e di Stato patrimoniale riclassificati.

Negli schemi riclassificati, i dati sono normalmente riesposti, ove necessario e se materiali, per consentire raffronti in termini omogenei. In particolare, gli importi vengono resi il più possibile coerenti con riferimento ai diversi periodi rappresentati, soprattutto in relazione alle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. Tale omogeneizzazione avviene tramite dati "riesposti", che accolgono/escludono i valori delle società entrate/uscite nel/dal perimetro di consolidamento.

Con riferimento all'acquisizione del Gruppo UBI Banca ed alle operazioni societarie correlate, al fine di supportare adeguatamente con raffronti omogenei i commenti andamentali, nel Bilancio al 31 dicembre 2022 è stata mantenuta la "rideterminazione", sulla base di evidenze contabili e gestionali, dei dati di conto economico del 2021 presentata nel Bilancio di quell'esercizio al fine di tenere conto sia (i) degli effetti delle cessioni di sportelli a BPER e a Banca Popolare di Puglia e Basilicata avvenute nel primo e secondo trimestre del 2021 e correlate all'operazione di acquisizione, sia (ii) dell'ingresso delle società assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione, Le rideterminazioni, dettagliatamente illustrate nel seguito della presente Relazione, hanno interessato esclusivamente i dati relativi al primo ed al secondo trimestre del 2021. Di conseguenza, per presentare i valori 2021 "rideterminati" sulla base di evidenze contabili e gestionali sono stati predisposti schemi di conto economico riclassificato aggiuntivi rispetto a quelli costruiti sulla base dei dati effettivi di chiusura dei diversi periodi mentre le tabelle di dettaglio sono state integrate, o duplicate, con l'evidenza separata dei "Dati rideterminati".

Quanto ai dati patrimoniali, nel Bilancio 2022 sono state mantenute le riesposizioni effettuate nel Bilancio 2021, sulla base delle risultanze contabili, per:

  • − escludere linea per linea le consistenze patrimoniali relative agli sportelli UBI e ISP ceduti nel primo e nel secondo trimestre di quell'anno, i cui valori erano stati convenzionalmente appostati nella voce Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione dello Stato patrimoniale riclassificato;
  • − includere linea per linea le consistenze patrimoniali delle società assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas2 , consolidate a partire dal secondo trimestre 2021. Si ricorda che per queste società non si era

1 L'8° aggiornamento emanato il 17 novembre 2022, che consiste in una revisione integrale della Circolare per tenere conto del nuovo principio contabile internazionale IFRS 17 "Contratti assicurativi", si applicherà a partire dai bilanci chiusi o in corso al 31 dicembre 2023.

ritenuto necessario "rideterminare" i dati patrimoniali per escludere – sulla base di risultanze gestionali – le consistenze (investimenti e riserve tecniche) connesse alla produzione riferibile alla clientela delle filiali cedute a terzi, così come avvenuto per il conto economico, in relazione alla loro contenuta materialità e alla conseguente non rilevanza ai fini della comparabilità

I dettagli analitici delle riesposizioni effettuate e delle riclassificazioni rispetto allo schema previsto dalla Circolare 262 della Banca d'Italia – oltre che delle citate "rideterminazioni" – sono forniti con distinti prospetti pubblicati tra gli allegati, in aderenza anche a quanto richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006.

Le informazioni circa il Governo societario e gli assetti proprietari richieste dall'art. 123 bis del TUF figurano, come consentito, in una relazione distinta, approvata dal Consiglio di amministrazione e pubblicata congiuntamente al presente Bilancio, consultabile nella sezione Governance/Documenti societari del sito internet di Intesa Sanpaolo, all'indirizzo group.intesasanpaolo.com.

La Dichiarazione consolidata non finanziaria, redatta ai sensi del D. Lgs. 254 del 30 dicembre 2016, che illustra i temi ambientali, sociali e attinenti al personale è pubblicata, come consentito, in forma di relazione distinta congiuntamente al presente bilancio ed è consultabile alla sezione Sostenibilità/Reporting di sostenibilità del medesimo indirizzo internet.

Vengono altresì pubblicate e rese disponibili sul sito internet secondo i relativi iter approvativi la Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti prevista dall'art. 123 ter del TUF e l'informativa prevista dal Terzo pilastro di Basilea (il c.d. Pillar 3).

2 Assicurazioni Vita (già Aviva Vita) e Lombarda Vita sono state incorporate in Intesa Sanpaolo Vita il 31 dicembre 2021. Cargeas Assicurazioni è stata incorporata in Intesa Sanpaolo Assicura, controllata totale di Intesa Sanpaolo Vita, il 1° ottobre 2022.

19

Relazione sull'andamento della gestione

Il 2022 in sintesi

21

Dati economici e Indicatori Alternativi di Performance(°)

Dati economici consolidati (milioni di euro)
assolute റ്റം
Interessi netti 9.500
7.905
1.595 20,2
Commissioni nette 8.919
9.527
-608 -6,4
Risultato dell'attività assicurativa 1.705
1.629
76 4,7
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.378
1.635
-257 -15,7
Proventi operativi netti 21.470
677
20.793
3,3
-10.934
Costi operativi
-10.980
-46 -0,4
Risultato della gestione operativa 10.536
9.813
723 7,4
-3.113
Rettifiche di valore nette su crediti
-2.766
347 12,5
Risultato netto 4.354
4.185
169 4,0

Dati rideterminati

(°) Per più dettagliate informazioni circa gli Indicatori Alternativi di Performance si rinvia allo specifico capitolo della Relazione sull'andamento della gestione. Con riferimento al contesto conseguente alla pandemia da COVID-19 e al conflitto miitare fra Russia e Ucraina si segnala che, in coerenza con le indicazioni ESMA, non sono stati introdotti nuovi indicatori, né sono state apportate modifiche agli indicatori normalmente utilizzati.

Dati rideterminati

Dati patrimoniali e Indicatori Alternativi di Performance(°)

Dati patrimoniali consolidati (milioni di euro) Variazioni
assolute
%
Attività finanziarie 147.244
162.021
-14.777 -9,1
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate
ai sensi dello IAS 39
172.805
206.885
-34.080 -16,5
Finanziamenti verso clientela 446.854
465.871
-19.017 -4,1
Totale attività 975.683
1.070.816
-95.133 -8,9
Raccolta diretta bancaria 545.386
557.248
-11.862 -2,1
Raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche 173.597
204.479
-30.882 -15,1
Raccolta indiretta: 674.705
725.137
-50.432 -7,0
di cui: Risparmio gestito 430.165
477.530
-47.365 -9,9
Patrimonio netto 61.655
63.775
-2.120 -3,3
Finanziamenti verso clientela / Raccolta diretta bancaria (%)
(Loan to deposit ratio)
81,9%
83,6%

(°) Per più dettagliate informazioni circa gli Indicatori Alternativi di Performance si rinvia allo specifico capitolo della Relazione sull'andamento della gestione. Con riferimento al contesto conseguente alla pandemia da COVID-19 e al conflitto miitare fra Russia e Ucraina si segnala che, in coerenza con le indicazioni ESMA, non sono stati introdotti nuovi indicatori, né sono state apportate modifiche agli indicatori normalmente utilizzati.

Indicatori Alternativi di Performance e altri indicatori(°)

31.12.2022
31.12.2021

(°) Per più dettagliate informazioni circa gli Indicatori Alternativi di Performance si rinvia allo specifico capitolo della Relazione sull'andamento della gestione. Con riferimento al contesto conseguente alla pandemia da COVID-19 e al conflitto militare fra Russia e Ucraina si segnala che, in coerenza con le indicazioni ESMA, non sono stati introdotti nuovi indicatori, né sono state apportate modifiche agli indicatori normalmente utilizzati.

Informazioni sul titolo azionario 2022 2021
Numero azioni ordinarie 18.988.803.160 19.430.463.305
Quotazione alla fine del periodo - azione ordinaria (euro) 2.078 2.274
Quotazione media del periodo - azione ordinaria (euro) 2.024 2.292
Capitalizzazione media di borsa (milioni) 38.433 44.535
Patrimonio netto per azione (euro) (1) 3.265 3.304
Rating - Debiti a lungo termine (Long term rating) 2022 2021
Moody's Baa1 Baa1
Standard & Poor's Global Ratings ввв ввв
Fitch Ratings ввв ввв
DBRS Morningstar BBB (high) BBB (high)
Indicatori di redditività consolidati (%)
Cost / Income (a) 50,9
52.8
Risultato netto / Patrimonio netto (ROE) (6) 8,5
7,6
Risultato netto / Totale Attività (ROA) (c) 0,4
0,4
2022 (Dati economici)
31.12.2022 (Dati patrimoniali)
2021 (Dati economici)
31.12.2021 (Dati patrimoniali)

Utile per azione (euro)
Utile base per azione (basic EPS) (a) 0,23
0,22
Utile diluito per azione (diluted EPS) (e) 0,23
0,22
Indicatori di rischiosità consolidati (%)
Sofferenze nette / Finanziamenti verso clientela 0.2
0.5
Crediti deteriorati netti / Finanziamenti verso clientela 1,2
1,5
Rettifiche di valore accumulate su sofferenze / Sofferenze lorde
con clientela
69,2
70,4
Rettifiche di valore accumulate su crediti deteriorati lordi / Crediti
deteriorati lordi con clientela
48.4
53.6
2022 (Dati economici)
31.12.2022 (Dati patrimoniali)
2021 (Dati economici)
31.12.2021 (Dati patrimoniali)
Struttura operativa 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute
Numero dei dipendenti (f) 95.574 97.687 -2.113
Italia 73.283 75.289 -2.006
Estero 22.291 22.398 -107
Numero dei consulenti finanziari 5.709 5.654 55
Numero degli sportelli bancari (g) 4.565 4.719 -154
Italia 3.611 3.740 -129
Estero 954 979 -25

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

(f) L'organico indicato si riferisce al numero puntuale dei dipendenti a fine periodo conteggiando anche i part time come pari a 1 unità. (g) Il dato comprende le Filiali Retail/Exclusive, le Filiali Terzo Settore, le Filiali Agribusiness, i Centri Imprese e i Centri Corporate.

L'esercizio 2022 in sintesi

L'andamento dell'economia e lo scenario geopolitico

La crescita del PIL mondiale ha subito un rallentamento nel 2022, che ha interessato sia le economie avanzate, sia quelle emergenti. La crisi inflattiva si è esacerbata, in particolare in Europa, e ha indotto molte banche centrali a rimuovere rapidamente gli stimoli monetari introdotti negli anni precedenti. La politica monetaria della Fed è diventata rapidamente restrittiva. L'Eurozona è stata colpita dagli effetti di un violento rincaro dei prezzi del gas naturale, riflesso dell'invasione russa dell'Ucraina e del conseguente deterioramento dei rapporti politici ed economici fra Unione Europea e Russia. L'interruzione quasi totale delle importazioni di gas dalla Russia è stata affrontata con una combinazione di riduzione dei consumi, aumento della produzione da fonti rinnovabili e altre fonti fossili, aumento di importazioni da altri fornitori. Questa strategia ha scongiurato la necessità di razionamento delle forniture, ma non ha evitato vertiginosi aumenti dei prezzi del gas sul mercato europeo. L'impatto recessivo dello shock è stato però quasi del tutto compensato dalle misure pubbliche di sostegno a famiglie ed imprese e dal calo della propensione al risparmio delle famiglie. Di conseguenza, il PIL dell'Eurozona è cresciuto del 3,5% nel 2022, mentre l'inflazione è salita ampiamente sopra i livelli previsti prima della guerra (8,4% la media annua).

In Italia, la stima preliminare dell'Istat colloca la crescita su base annua del PIL nel 2022 al 3,9%, circa mezzo punto meno di quanto previsto prima della guerra. La riduzione della crescita è dovuta al drastico peggioramento della bilancia commerciale che all'interno si è riflesso in un calo del reddito reale delle famiglie (l'inflazione armonizzata è salita all'8,7% in media annua) e in una riduzione dei margini di profitto delle imprese. Anche in Italia, l'impatto finale è stato mitigato da misure fiscali e dalla riduzione della propensione al risparmio delle famiglie. Ciò nonostante, la crescita del PIL è rallentata in corso d'anno ed è stata lievemente negativa su base congiunturale a fine 2022.

Nei Paesi con controllate ISP si riscontra un aumento del PIL del terzo trimestre del 3,2% nell'Europa Centro e Sud Orientale (CEE/SEE) e una flessione di oltre il 6% nell'Europa Orientale (EE), dove il calo è stato compreso tra il -3,7% in Russia e il -30,8% in Ucraina. L'inflazione ha colpito con particolare intensità. La dinamica dei prezzi al consumo nel 2022 è salita in media al 13,6% (dal 4,5% nell'anno precedente) in area Centro Est Europa (CEE) e Sud Est Europa (SEE) e al 14,4% dal 6,9% del 2021 in area EE.

La Banca Centrale Europea ha alzato rapidamente i tassi ufficiali da luglio 2022, avviando una fase di restrizione che si estenderà alla prima parte del 2023. Il 2022 si è chiuso con un tasso sui depositi (DFR) al 2,00% e un tasso sulle operazioni principali di rifinanziamento (refi) al 2,5%3 . Inoltre, la BCE ha interrotto gli acquisti netti di titoli nell'ambito del programma PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) e quelli del programma APP (Asset Purchase Programme). L'interruzione degli acquisti netti, il rialzo dei tassi e il peggioramento delle prospettive di crescita hanno condotto a un allargamento dei premi per il rischio sui BTP: il differenziale col BUND è salito dai 128 punti base del dicembre 2021 ai 190 di fine 2022.

L'attività bancaria registra l'impatto del contesto di crisi energetica e inflazione attraverso diversi canali, tra cui il rialzo dei tassi e i suoi effetti positivi sui margini bancari e restrittivi sull'offerta di credito, e l'aumento dei rischi derivanti dal complesso quadro geopolitico ed economico. Nella seconda metà del 2022 i tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie sono saliti rapidamente, mentre il tasso fisso sui mutui alle famiglie ha iniziato ad aumentare già dalla prima parte dell'anno. Più resistenti sono risultati i tassi sui depositi, in particolare quelli sui conti correnti. Di conseguenza, la forbice tra tassi attivi e passivi ha visto un notevole aumento.

Il mercato del credito nel 2022 è stato caratterizzato da due fasi, registrando dapprima una crescita in miglioramento fino al periodo estivo, sostenuta dalla domanda delle imprese per le accresciute necessità finanziarie di gestione corrente, a fronte dei rincari energetici e degli altri input. A tale fase è seguito un rapido rallentamento nell'ultimo trimestre, effetto del progressivo irrigidimento delle condizioni di offerta coerente con la svolta restrittiva di politica monetaria e l'aumento dei rischi percepiti, mentre dal lato dei fattori di bilancio delle banche si è confermata la buona situazione di liquidità e funding e la solida dotazione patrimoniale. I finanziamenti alle famiglie italiane hanno mantenuto un ritmo di crescita robusto, sostenuto dai prestiti per l'acquisto della casa la cui dinamica ha raggiunto il 5%, il massimo del decennio, registrando un andamento meno brillante nell'ultimo trimestre. Dal lato della qualità del credito, non sono emersi segni di deterioramento. Col rapido rialzo dei tassi, verso fine anno la lunga e forte crescita dei depositi, durata oltre un decennio, si è fermata. Nel difficile contesto inflattivo, imprese e famiglie hanno iniziato a utilizzare parte delle risorse accumulate sui conti bancari negli anni precedenti.

3 Un nuovo aumento dei tassi BCE di 50 punti base è stato attuato il 2 febbraio 2023.

L'impatto per il Gruppo ISP del conflitto militare fra Russia e Ucraina

Le controllate ISP in Russia e in Ucraina

Il Gruppo è presente in Russia e in Ucraina tramite due società controllate:

  • Joint-Stock Company Banca Intesa (Banca Intesa Russia), partecipata al 47% da Intesa Sanpaolo e al 53% da Intesa Sanpaolo Holding International (Lussemburgo). Trattasi di una banca corporate con sede a Mosca, facente parte della Divisione IMI Corporate & Investment Banking, che opera con 27 filiali e 907 persone. La presenza in Russia del Gruppo risale a 48 anni fa (all'epoca come Ufficio di Rappresentanza). La banca partecipa al finanziamento di grandi progetti russi nazionali e internazionali ma offre anche una gamma completa di servizi bancari per piccole e medie imprese, clienti privati e aziende. La rete di filiali regionali va da Kaliningrad a Vladivostok;
  • Pravex Bank Joint-Stock Company, partecipata al 100% da Intesa Sanpaolo. Si tratta di una piccola banca commerciale con sede a Kiev, facente parte della Divisione International Subsidiary Banks, che opera con 43 filiali prevalentemente nella regione di Kiev e 735 persone. Intesa Sanpaolo ha acquisito la banca nel 2008, continuando ad operare ininterrottamente nel paese da tale data.

Nonostante le criticità della situazione, in particolare per Pravex, ambedue le realtà stanno continuando ad operare con il supporto delle strutture di Capogruppo, seppur con i limiti oggettivi dettati dallo scenario bellico e dalla sempre alta tensione internazionale, che sta comportando anche il sostanziale blocco delle forniture di gas da parte della Federazione Russa all'Europa occidentale.

Si conferma la permanenza del controllo di Intesa Sanpaolo sulle due entità, riscontrabile principalmente sotto i seguenti profili di osservazione:

  • sul piano contabile/amministrativo, attraverso la puntuale e tempestiva acquisizione ai fini del consolidamento della situazione contabile al 31 dicembre 2022 della controllata russa (come più oltre dettagliato, per Pravex si è ritenuto opportuno mantenere la situazione contabile prodotta per il consolidamento di settembre in considerazione delle peculiari difficoltà operative della Partecipata ed anche alla luce della sostanziale immaterialità dei dati patrimoniali a livello di Gruppo);
  • sotto il profilo della normativa civilistica, con specifico riferimento alla partecipata russa, la Capogruppo ha potuto esercitare il proprio potere di determinare la composizione degli organi sociali e di nominare gli esponenti di Banca Intesa Russia in occasione dell'Assemblea dell'8 luglio 2022. Gli avvicendamenti societari che hanno interessato il Board e l'Audit Committee sono espressione di nomine proposte dalla Capogruppo che hanno superato l'iter approvativo della Banca Centrale Russa, mentre per la partecipata ucraina continua ad operare il Board nominato dalla Capogruppo prima del conflitto;
  • sul piano di indirizzo del business, le due entità continuano a portare avanti la loro attività commerciale secondo le direttive impartite dalla Capogruppo. In particolare, Banca Intesa Russia nella propria operatività corporate si è immediatamente conformata alle indicazioni ricevute, all'indomani dello scoppio del conflitto, di progressiva riduzione dell'esposizione creditizia in essere. Nell'erogazione del credito, tale banca non è soggetta ad "ingerenze" esterne e segue le indicazioni della Capogruppo anche nei casi in cui, per limitata materialità delle erogazioni, avrebbe, sulla base delle facoltà in essere, la liceità di agire secondo autonome determinazioni;
  • sotto il profilo del coordinamento e del controllo, in quanto le funzioni di controllo della Capogruppo (ivi inclusa la funzione di supporto del Dirigente Preposto, vale a dire la Governance Amministrativo Finanziaria) continuano ad esercitare il proprio ruolo mediante la regolare ricezione e analisi dei flussi informativi previsti, interagendo con le strutture delle controllate attraverso i canali di comunicazione disponibili, compatibilmente con le eventuali limitazioni che tempo per tempo possono presentarsi, affrontate anche attraverso soluzioni di contingency.

Il presidio dei rischi

Allo scoppio del conflitto, il 24 febbraio 2022, in coerenza con quanto previsto dal "Modello Organizzativo per la gestione delle Crisi", Intesa Sanpaolo ha attivato la propria Unità di Emergenza per il presidio della situazione e la valutazione dei potenziali rischi e dei conseguenti impatti sul Gruppo.

L'Unità di Emergenza, all'interno della quale sono presenti tutte le aree di Governo e le Divisioni di business, ha deliberato la creazione di due Task Force, con potere di indirizzo e monitoraggio, per affrontare le priorità immediate, rendere più efficace il processo decisionale e di escalation e per responsabilizzare i team operativi:

  • la Task Force "Risk Management and Control" con gli obiettivi di:
    • o monitorare, valutare e identificare le azioni di mitigazione dei rischi finanziari derivanti dall'emergenza Ucraina-Russia; o applicare procedure rigorose per il rispetto delle sanzioni pecuniarie imposte dalle Autorità competenti;
  • la Task Force "Operational Resilience" con gli obiettivi di:
    • o assicurare la Continuità Operativa del Gruppo;
    • o gestire la sicurezza dei dipendenti e dei loro familiari;
    • o garantire il modello operativo e la cybersecurity;
    • o organizzare e mantenere una comunicazione inter-funzionale continua.

Le due Task Force, presiedute rispettivamente dal Chief Risk Officer e dal Responsabile della Divisione International Subsidiary Banks, vedono la partecipazione del Top Management di Intesa Sanpaolo.

Intesa Sanpaolo ha inoltre costituito, il 7 marzo 2022, l'unità tecnica con funzioni consultive "Russia-Ukraine Conflict Crisis Unit" deputata a esaminare con approccio inter-funzionale l'operatività di particolare rilevanza/complessità per esposizione e struttura, valutandone i principali rischi creditizi, legali, operativi, di compliance, nonché reputazionali ed identificando accuratamente le azioni di rimedio, secondo il principio generale di massima prudenza e coerentemente con i valori ESG e di impatto caratterizzanti il Gruppo.

Alla Crisis Unit, presieduta dal Chief Lending Officer, hanno partecipato il Chief Compliance Officer, il Group General Counsel, nonché i Responsabili di Divisione per la discussione delle operazioni di pertinenza della propria unità di business. La Crisis Unit ha operato con tale modalità sino al 30 giugno: superata la fase emergenziale, in un contesto in cui la crisi ha assunto connotati strutturali, è stato deciso di ripristinare i processi deliberativi ordinari.

Le Task Force si sono riunite per tutto il corso dell'anno con cadenza regolare con l'obiettivo, tra gli altri, di predisporre opportune informative per il Top Management che, all'occorrenza, sono condivise anche con il Joint Supervisory Team (JST) della BCE.

La situazione viene monitorata costantemente sia a livello di Capogruppo sia in tutte le banche del Gruppo coinvolte direttamente dal conflitto o vicine ad esso, con le quali i contatti sono diretti e ininterrotti.

È stata prodotta costante informativa ai Comitati endoconsiliari e al Consiglio di Amministrazione.

Per ulteriori approfondimenti relativi agli impatti del conflitto sul profilo di rischio del Gruppo Intesa Sanpaolo si rimanda a quanto più sotto riportato con riferimento alla Task Force "Risk Management and Control" e al paragrafo "Le principali tematiche contabili e l'approccio del Gruppo Intesa Sanpaolo".

La Task Force "Risk Management and Control"

Tra le prime azioni poste in essere ad inizio emergenza si è provveduto a bloccare la nuova operatività che potesse comportare un incremento del rischio verso controparti residenti in Russia, Bielorussia e Ucraina. In tale contesto è stata anche completata la revisione dei rating delle controparti che la Banca ha individuato come esposizioni creditizie in bilancio cross-border (cross-border on-balance credit exposure) verso la Russia.

Con specifico riguardo al presidio del rischio di credito:

  • è stata effettuata una valutazione analitica delle esposizioni verso i due paesi in cui è in corso la crisi, al fine di garantire un miglior presidio dell'evoluzione prospettica del profilo di rischio e, in alcuni casi, è stata realizzata un'azione di deleveraging con cessione sul mercato di alcune esposizioni;
  • nell'ottica di supportare le piccole e medie imprese energivore e quelle con fatturato derivante in larga parte dall'export verso Russia e Ucraina, sono state tempestivamente messe a disposizione personalizzazioni dedicate dei prodotti creditizi esistenti unitamente a nuove soluzioni finanziarie volte a far fronte ai rincari energetici;
  • è stato attuato un accentramento, tuttora in essere, del processo deliberativo con riferimento alle entità i) russe/bielorusse, ii) di qualsiasi nazionalità controllate (direttamente o indirettamente) da controparti russe/bielorusse.

Immediatamente dopo lo scoppio del conflitto è stata attivata, nell'ambito dell'Action Plan crediti, una nuova iniziativa finalizzata alla prevenzione dei flussi a credito deteriorato con lo scopo di effettuare un'analisi diagnostica sulle controparti che potevano essere maggiormente impattate dalla crisi geopolitica in corso. L'iniziativa ha riguardato le controparti performing delle Divisioni Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking operative in modo più significativo con i mercati di Russia e Ucraina ovvero quelle controparti caratterizzate da una movimentazione estera verso/da Russia e Ucraina superiore ad una determinata soglia rispetto al totale esborsi/introiti verso/da estero complessivi nell'orizzonte temporale degli ultimi 13 mesi; l'obiettivo dell'iniziativa è stato quello di valutare per ciascuna controparte l'eventuale necessità di un intervento creditizio straordinario per far fronte alle criticità legate al conflitto in atto. Gli esiti dell'iniziativa, conclusasi alla fine di marzo, hanno evidenziato per circa il 95% delle posizioni criticità superabili senza interventi creditizi straordinari e solo per una quota residuale (0,02%) è stata valutata la classificazione a credito deteriorato. Nel secondo trimestre l'iniziativa è stata reiterata e mirata sulle controparti che nell'iniziativa del primo trimestre avevano manifestato qualche criticità con l'obiettivo di fornire un aggiornamento dell'analisi diagnostica della controparte: gli esiti dell'iniziativa hanno confermato sostanzialmente i risultati del primo trimestre.

Nel terzo e quarto trimestre non sono poi state attivate nuove e specifiche iniziative nell'ambito Action Plan crediti dedicate alla crisi Russia-Ucraina bensì sono tuttora in corso e sono previste per il prossimo futuro, nell'ambito della prevenzione dei flussi a credito deteriorato per le posizioni che manifestano criticità pur in assenza di sconfinamenti, specifiche verifiche diagnostiche sui settori vulnerabili (identificati sulla base dell'andamento settoriale) e su quelli energivori particolarmente impattati dall'incremento del costo dell'energia collegato anche alla crisi geopolitica in corso.

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha portato all'imposizione di pesanti sanzioni alla Russia, adottate in maniera progressiva, da parte dei paesi occidentali. Al fine di assicurare la conformità alle normative, Intesa Sanpaolo ha tempestivamente avviato iniziative, monitorate attraverso uno specifico cruscotto a livello di Gruppo, volte a presidiare l'evoluzione delle liste dei soggetti sanzionati a livello europeo e internazionale, individuare i soggetti sanzionati al fine del blocco delle posizioni e dei pagamenti, rispettare la specifica disposizione relativa al divieto di accettare depositi oltre alla soglia definita dalla regolamentazione europea, individuare e bloccare gli strumenti finanziari oggetto di sanzione. Al 31 dicembre 2022 l'esposizione verso controparti russe a cui si applicano le sanzioni incluse nelle liste OFAC SDN e/o EU asset freeze era pari a 0,38 miliardi (0,4 miliardi a fine semestre).

Le tre principali agenzie di rating (Fitch, Moody's e Standard & Poor's) hanno, in maniera progressiva, ridotto il merito di credito della Russia fino ad arrivare al ritiro del giudizio di rating. Ciò ha determinato un conseguente adeguamento dei rating interni sovereign e transfer attribuiti da ISP.

Dall'inizio del conflitto il Gruppo sta continuando a monitorare attentamente l'evoluzione delle ricadute della crisi russoucraina sull'economia reale e sulle principali variabili finanziarie, conducendo anche specifiche analisi di scenario e di stress con le quali vengono valutati i potenziali impatti in termini di redditività e di adeguatezza patrimoniale. Tali analisi si concentrano tanto sugli effetti diretti, quali il deterioramento delle controparti nei paesi coinvolti, quanto sugli effetti indiretti, tra i quali le ricadute per la restante clientela del Gruppo derivanti dalla possibile evoluzione del contesto economico e finanziario, anche in considerazione dell'incremento dei costi dell'energia e dell'eventuale riduzione della disponibilità di alcune fonti energetiche. Per quanto il quadro sia in costante evoluzione, escludendo scenari estremi di escalation del conflitto che potrebbero portare a esiti difficilmente valutabili, da tali analisi è emerso che il Gruppo sarebbe comunque in grado di garantire – anche attraverso l'attivazione di specifiche azioni – il rispetto dei vincoli regolamentari e dei limiti, più stringenti, fissati internamente.

A partire dalle prime fasi del conflitto sono stati stabiliti e mantenuti contatti con tutti i dipendenti di Pravex Bank, supportando anche l'espatrio dei dipendenti e dei loro familiari, ove richiesto. Le persone sono state accolte inizialmente dalle altre banche del Gruppo presenti nei paesi limitrofi all'Ucraina (Romania, Moldova, Slovacchia e Ungheria) e successivamente trasferite, su base volontaria, in Italia, per essere ospitate in appartamenti del Gruppo e assistite per tutte le necessità4 . Sono state predisposte postazioni di lavoro dedicate ai colleghi ucraini presso uno dei palazzi ove opera il Gruppo a Bergamo. In seguito al perdurare del conflitto i colleghi continuano ad essere ospitati fuori dal loro paese e soprattutto in Italia.

In merito agli aspetti di Business Continuity in Ucraina, i sistemi sono sempre stati operativi: è stata attivata già nel corso del mese di gennaio una copia dei dati presso un data center a Leopoli e successivamente, in seguito alle modifiche regolamentari della banca centrale ucraina (National Bank of Ukraine), è stata creata una copia dei dati anche all'estero, inizialmente presso un data center cloud in Polonia, mentre, a partire da settembre, la copia dei dati è stata spostata presso un data center cloud in Germania.

L'intensificarsi degli attacchi in alcune zone dell'Ucraina a partire dalla seconda metà di giugno ha fatto emergere l'esigenza di aggiornare le modalità di valutazione su base giornaliera per l'apertura delle singole filiali, supportando il processo decisionale sulla base di specifici indicatori e tenendo sempre in considerazione la sicurezza del personale. Il numero delle filiali aperte dall'inizio del conflitto è variato nel corso del tempo; nelle prime fasi del conflitto venivano aperte in media circa la metà delle filiali di Pravex Bank distribuite sul territorio; a partire dal mese di aprile il numero di filiali aperte giornalmente è progressivamente aumentato attestandosi su una media di circa 36 filiali fino all'inizio di ottobre, quando l'intensificarsi degli attacchi ha portato a ridurre nuovamente il numero di filiali aperte in sicurezza. Dalla fine di ottobre il numero delle filiali aperte è tornato ad una media di circa 36 filiali su base giornaliera, in funzione della disponibilità di energia elettrica diffusa in tutto il paese.

Complessivamente dall'inizio del conflitto sono state danneggiate nei combattimenti 6 filiali: due filiali a Kharkiv, una a Mariupol, una a Kiev e una a Kremenchuk. A dicembre anche la filiale di Kherson ha subito danni.

Presso Banca Intesa Russia i sistemi sono sempre rimasti attivi e le filiali hanno sempre continuato a lavorare senza problemi operativi grazie anche ai nuovi contratti stipulati con provider locali, sottoscritti per compensare l'interruzione dei servizi offerti dai provider occidentali dopo l'inizio del conflitto.

È stato attivato anche un monitoraggio dell'operatività di Banca Comerciala Eximbank, controllata moldova del Gruppo. In particolare, a seguito del peggioramento della situazione geopolitica e grazie all'autorizzazione concessa dalla Banca Centrale Moldova ad inizio aprile per il trasferimento dei dati fuori dal paese, è stato realizzato un back up fisico del data center in Romania e successivamente un back up dei dati in cloud in Germania.

Per quanto riguarda gli aspetti di Cybersecurity, da inizio 2022, ai primi segnali di una maggiore instabilità della situazione ucraina, il Gruppo ha incrementato le attività di threat intelligence (intelligence sulle minacce) e rafforzato i presidi di cybersecurity su tutto il perimetro del Gruppo Intesa Sanpaolo, in particolare sui controlli di sicurezza e sulle modalità di autenticazione per accedere alla rete aziendale. Si è proceduto ad innalzare i livelli di allerta anche attraverso analisi specifiche degli indicatori di compromissione raccolti dalle fonti esterne di info-sharing, per intercettare ogni eventuale minaccia cyber e definire le opportune contromisure da implementare.

Numerosi controlli di sicurezza erano già presenti e normati in tutte le società del Gruppo, come le politiche stringenti di controllo accessi, basate sul principio del privilegio minimo per lo svolgimento delle attività richieste, il processo di fornitura delle credenziali di accesso a infrastrutture e strumenti aziendali controllato e all'utilizzo della strong authentication (autentificazione a più fattori) per accedere alla rete aziendale. Inoltre, sono stati rafforzati i presidi di controllo e di sorveglianza. Le connessioni con le banche del Gruppo più a rischio sono state ridotte, tramite un processo di aperture selettive dei soli servizi vitali e critici e di monitoraggio continuo. Sono inoltre state analizzate le mail con allegati e/o con link a siti web, possibili fonti di propagazione di attacchi malevoli. Dopo l'iniziale blocco delle mail contenenti allegati e provenienti dalle banche del Gruppo più a rischio, sono stati implementati ulteriori sistemi di controllo preventivo che hanno consentito l'invio di tali mail alla Capogruppo con un livello di rischio ridotto.

Specifiche iniziative di awareness sui rischi cyber, con focus sul tema del phishing, vengono regolarmente intraprese per sensibilizzare ulteriormente tutto il personale del Gruppo. Sono state pubblicate news nella intranet di Gruppo, inviate informative al personale, inserito un messaggio di alert al momento del login sui computer aziendali. Inoltre, è stato inserito un messaggio di warning in tutte le mail provenienti dall'esterno del Gruppo; nel secondo trimestre 2022 è stato rilasciato per il personale un corso di formazione obbligatorio sui temi di cybersecurity.

Con riferimento, infine, alle problematiche legate all'approvvigionamento energetico si segnala che, a partire da luglio, in relazione ai potenziali problemi di erogazione di energia elettrica e di approvvigionamento di gas in Italia durante il periodo invernale, Intesa Sanpaolo ha attivato un tavolo di lavoro interno con l'obiettivo di rafforzare ulteriormente le soluzioni di continuità per la gestione dello scenario di indisponibilità dei servizi infrastrutturali.

Sono state effettuate le seguenti attività: i) verifiche sui presidi presenti nelle principali sedi del Gruppo e nei Data Center che assicurano la disponibilità di energia elettrica in caso di blackout degli operatori energetici (verifiche continuative sullo stato di adeguatezza delle batterie tampone e gruppi elettrogeni), ii) aggiornamento delle procedure per la gestione delle interruzioni di energia elettrica, anche nella rete territoriale e nelle sedi museali, iii) due diligence dei principali fornitori che erogano servizi critici essenziali per Intesa Sanpaolo al fine di verificare i loro presidi di continuità per lo scenario specifico di blackout, iv) integrazione dei contratti con i fornitori per garantire l'approvvigionamento preventivo di carburante e per garantirne la consegna entro 24 ore, v) emanazione di pillole informative per il personale in caso di blackout, vi) predisposizione di apposite linee guida per la gestione preventiva dello scenario per tutte le legal entity estere del Gruppo. Inoltre, sono stati effettuati incontri con Banca d'Italia per analizzare le soluzioni volte a garantire la disponibilità di energia elettrica e carburante per gli operatori del sistema finanziario nazionale.

Si ricorda che gli extra-costi sostenuti per l'ambito Business Continuity e le perdite derivanti da danni fisici arrecati alle sedi/filiali situate nella zona del conflitto rientrano nell'ambito di monitoraggio dell'esposizione al rischio operativo, incluso quello riferito al Risk Appetite Framework.

4 Si veda in proposito l'informativa su "Le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo a favore dell'Ucraina e per alleviare gli impatti dello scenario inflattivo" presentata nel prosieguo del presente paragrafo.

Le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo a favore dell'Ucraina e per alleviare gli impatti dello scenario inflattivo

In seguito alla grave crisi umanitaria che ha colpito l'intera popolazione dell'Ucraina, Intesa Sanpaolo si è immediatamente attivata mettendo a disposizione un importo di 10 milioni per misure di solidarietà e accoglienza nei confronti delle persone e famiglie coinvolte, importo che è stato destinato per il 60% ad iniziative in Ucraina e ai confini, e per il 40% ad interventi in Italia. Sono stati definiti accordi di collaborazione con organizzazioni umanitarie nazionali e internazionali per realizzare progetti di protezione umanitaria, alloggio, sostegno economico diretto, assistenza sanitaria e psicologica, distribuzione di beni di prima necessità e integrazione dei rifugiati ucraini in Italia. Gli accordi riguardano in particolare:

  • − UNHCR Agenzia ONU per i Rifugiati, per la fornitura di beni essenziali tra i quali generi alimentari, alloggi di emergenza, coperte, prodotti per l'igiene, ma anche assistenza economica diretta alle persone, per affrontare le spese di base. L'iniziativa supporta le autorità ucraine al fine di creare centri di accoglienza e svolge anche attività di protezione contro lo sfruttamento e gli abusi. Il sostegno a UNHCR è stato ulteriormente rafforzato dall'iniziativa di crowdfunding sulla piattaforma digitale ForFunding.it, raccolta fondi alla quale hanno contributo cittadini e imprese e dove per ogni donazione effettuata, Intesa Sanpaolo ha raddoppiato l'importo donato;
  • − Caritas Italiana, attraverso il progetto "A.P.R.I. Accogliere Promuovere Proteggere Integrare i Profughi Ucraini in Italia", per sostenere le Caritas diocesane nell'accoglienza dei profughi su tutto il territorio italiano, con servizi che vanno dalla prima accoglienza all'integrazione per favorirne l'inclusione socioeconomica;
  • − CESVI, a supporto dei rifugiati con particolare attenzione a famiglie con bambini, disabili e anziani in Ucraina, Romania e Ungheria;
  • − Banco Farmaceutico Onlus, con il progetto "Pharma4Ucraina", per la distribuzione gratuita di farmaci emergenziali e il sostegno alle relative spese di trasporto, con la consegna alla popolazione ucraina;
  • − CIR Consiglio Italiano Rifugiati, per il supporto legale e strutturato a tutela dei minori soli e dei nuclei familiari monoparentali;
  • − Vicariato di Roma, per iniziative di solidarietà e accoglienza della comunità ucraina grazie anche alle azioni del progetto Next Gen Together, che mira ad avvicinare le "periferie al centro", puntando sul rispetto e sull'uguaglianza dei diritti;
  • − Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia, per l'accoglienza di 34 bambini e bambine tra i 9 mesi e i 18 anni nella struttura di "Casa della Stella" nel comune di Fosciandora (LU). Il progetto prevede attività educative/scolastiche, attività extra-scolastiche, assistenza medica;
  • − FEBA Federazione Europea dei Banchi Alimentari, per garantire la fornitura di cibo al Banco Alimentare Ucraino per il periodo luglio 2022-marzo 2023 in modo adeguato, non solo attraverso la gestione delle donazioni ma anche tramite l'acquisto diretto di alimenti;
  • − AVSI, in partenariato con AVSI Polska, per accrescere i livelli di occupazione e occupabilità di 150 donne rifugiate e l'inserimento socio-educativo di 50 minori sotto loro tutela (figli e minori affidati);
  • − Azione Contro la Fame, per garantire l'accesso all'acqua potabile e a servizi igienico-sanitari (WASH) adeguati, per i rifugiati ucraini e per le comunità ospitanti in Moldavia;
  • − ONG Bambini nel Deserto Onlus, a sostegno della sanità ucraina con il progetto "Ambulanze Ucraina 2022/23" che prevede l'acquisto di veicoli di soccorso usati (autoambulanze, furgoni, pickup e altri mezzi), la completa riparazione e aggiornamento dei mezzi e la consegna alle autorità civili ucraine, alla frontiera con la Polonia;
  • − Robert F. Kennedy Human Rights Italia, per la sensibilizzazione degli studenti ai diritti umani e percorsi per l'inserimento dei rifugiati ucraini nel mercato del lavoro italiano.

È stata inoltre attivata un'iniziativa di crowdfunding sulla piattaforma digitale del Gruppo ForFunding.it a favore della Fondazione RAVA con l'obiettivo di sostenere l'acquisto di medicinali e strumenti di primo soccorso per gli Ospedali Pediatrici in Ucraina. Anche per questa iniziativa, Intesa Sanpaolo ha contribuito con una donazione diretta, in aggiunta ai fondi raccolti con la piattaforma di crowdfunding.

La Divisione International Subsidiary Banks del Gruppo si è particolarmente impegnata con diverse iniziative, attivate direttamente e tramite alcune delle controllate nell'Europa dell'Est, che hanno riguardato:

  • − una raccolta fondi in 5 Paesi destinati a diverse ONG locali;
  • − la fornitura di servizi bancari a condizioni agevolate (azzeramento delle commissioni di prelievo, bonifico e di gestione conto);
  • − la sospensione per due mesi del pagamento delle quote dei prestiti e dei mutui;
  • − l'introduzione della lingua ucraina sulle piattaforme digitali di alcune delle sue controllate nell'Est Europa.

Il Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo ha garantito il supporto a due enti direttamente presenti in Ucraina:

  • − Medici senza Frontiere, per la distribuzione di forniture mediche d'emergenza agli ospedali, la formazione al personale delle strutture sanitarie nella gestione degli afflussi di massa di feriti nonché per fornire assistenza alla salute di base e alla salute mentale;
  • − Fondazione Soleterre, per garantire l'accoglienza e la continuità assistenziale a bambini oncologici, favorirne l'evacuazione rapida e sicura e attivare la collaborazione con gli ospedali in Italia che si sono resi disponibili al ricovero dei minori ospedalizzati.

Sono state donate 6.400 ore di permessi retribuiti ai dipendenti disposti a fare volontariato per ospitare i rifugiati o collaborare fuori dall'Italia con ONG e organizzazioni non-profit per scopi umanitari e sociali (1.600 ore già usufruite).

Intesa Sanpaolo ha aderito all'iniziativa ABI per una donazione volontaria di 10 euro dei dipendenti bancari alla quale si è aggiunta una donazione equivalente della Banca.

Intesa Sanpaolo sta inoltre offrendo ospitalità in Italia a dipendenti di Pravex Bank e loro familiari mettendo a disposizione 40 appartamenti di proprietà del Gruppo e strutture residenziali a Bergamo. Trattasi prevalentemente di personale femminile della banca con al seguito i figli, oltre alle famiglie di dipendenti uomini che per la legge marziale non possono lasciare il Paese. Le persone sono per lo più provenienti dalle zone Est dell'Ucraina e dalla capitale Kiev. Complessivamente sono stati 208 (dei quali 179 attualmente ancora presenti) i colleghi e loro familiari che hanno accolto l'invito a venire in Italia. Gli ospiti hanno ricevuto una prima accoglienza dalla Caritas mentre Intesa Sanpaolo ha garantito i principali servizi e le basilari

necessità economiche. Sono state inoltre individuate ulteriori iniziative per sostenere e facilitare l'integrazione delle famiglie dei colleghi di Pravex Bank a Bergamo come attività sportive, supporto alle attività amministrative, la garanzia all'accesso alla scuola fornendo dispositivi per la didattica a distanza con le scuole ucraine.

Per fornire un supporto importante e concreto a fronte dei crescenti bisogni sociali che lo scenario di crisi indotto dal conflitto sta alimentando, in particolare sul fronte dei costi per l'energia e dell'aumento generalizzato dei prezzi, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha messo a punto un pacchetto di aiuti per imprese e famiglie attraverso:

  • 22 miliardi di plafond stanziato a favore delle PMI, con particolare attenzione per quelle impegnate nella ricerca di soluzioni quali la riconversione industriale, l'indipendenza energetica ed il passaggio alle energie rinnovabili, con risorse a tassi agevolati per:
    • o la copertura dei maggiori costi energetici;
    • o la sospensione delle rate dei finanziamenti fino a 24 mesi della quota capitale;
    • o gli investimenti nelle energie rinnovabili (finanziamenti a garanzia SACE con durata fino a 20 anni);
  • 8 miliardi di plafond a sostegno delle famiglie con 3 linee di intervento:
    • o prestiti personali a tassi agevolati con durata fino a 20 anni destinati a redditi ISEE fino a 40 mila euro;
    • o supporto nella gestione di momenti di difficoltà grazie alle opzioni di flessibilità per mutui e prestiti;
    • o acquisti e bollette rateizzabili a tasso zero.

La Banca ha voluto infine offrire un sostegno concreto e un segno di attenzione e di vicinanza anche alle persone del Gruppo (in Italia e all'estero) e alle loro famiglie, erogando, il 9 settembre 2022, 500 euro a titolo di liberalità. La misura ha interessato 82 mila persone in servizio alla data del 30 giugno 2022, ad esclusione di quelle con qualifica di dirigente o retribuzione equivalente, per un esborso complessivo di 48 milioni5 .

Il 22 novembre, nell'ambito della trattativa sull'evoluzione dell'organizzazione del lavoro, è stato siglato un accordo sindacale che ha previsto, in concomitanza con la mensilità di dicembre, l'erogazione di un'ulteriore somma di 500 euro a favore di tutto il personale non dirigente del Gruppo che opera in Italia (oltre 70 mila persone), per un importo di 36 milioni.

Entrambe le erogazioni hanno potuto beneficiare dell'esenzione da tassazione (e contribuzione) delle somme erogate (o rimborsate) nel 2022 dal datore di lavoro al dipendente a fronte dell'utilizzo, autocertificato, per il sostenimento delle spese per il pagamento delle utenze domestiche di luce, acqua e gas relative a consumi effettuati nel 2022. La misura è stata introdotta dall'articolo 12 del Decreto Aiuti-bis (D.L. 9 agosto 2022, n. 115, convertito dalla Legge 21 settembre 2022, n. 142) entro un limite di importo successivamente innalzato a 3 mila euro dal Decreto Aiuti-quater (D.L. 18 novembre 2022, n. 176, convertito con modificazioni dalla L. 13 gennaio 2023, n. 6).

Le principali tematiche contabili e l'approccio del Gruppo Intesa Sanpaolo

Alla fine del 2021 le prospettive per il 2022 apparivano orientate verso una visione di generale ottimismo per la ragionevole speranza di un contenimento della pandemia COVID-19 e per gli evidenti benefici che gli interventi pubblici stavano determinando sulle principali economie mondiali. Gli elementi di criticità che emergevano dalla carenza di alcune componenti nelle catene produttive globali e dal generale aumento del livello dei prezzi non erano infatti tali da comportare rischi di una recessione globale, nonostante la crescita costante dell'inflazione avesse attivato un progressivo ripensamento delle principali banche centrali circa il mantenimento di politiche monetarie "accomodanti". Benché nel 2022 la pandemia sia stata ed appaia anche attualmente più controllabile e auspicabilmente in ulteriore regressione, cionondimeno occorre sottolineare come essa contribuisca a mantenere un clima di incertezza che non è stato completamente fugato. Il quadro complessivamente ottimistico riveniente dall'evoluzione della pandemia COVID-19 è stato peraltro completamente superato dall'improvvisa emersione del conflitto russo/ucraino, esploso a fine febbraio 2022, cui ha fatto seguito anche un generale inasprimento delle altre tensioni geopolitiche preesistenti. Tali eventi, uniti alla crescita ulteriore dell'inflazione e al diffuso irrigidimento delle politiche monetarie, aumentano l'incertezza sugli scenari futuri che il Gruppo dovrà affrontare. A tale riguardo occorre premettere che, in ottica di valutazione delle esposizioni creditizie ai sensi dell'IFRS 9, gli scenari – come quello attuale – caratterizzati da elementi di particolare novità (quindi non riscontrabili nei periodi recenti) sono particolarmente difficili da catturare nel processo di modellizzazione con la conseguenza di una estrema criticità nel produrre, in tali circostanze, previsioni per rischi specifici di portafoglio. Tali considerazioni supportano la decisione della banca di adottare post model adjustments al fine di innestare, attraverso aumento della ECL su base manageriale, una stima adeguata degli aspetti di incertezza sopra richiamati.

Nel contesto descritto, di seguito vengono rappresentate sinteticamente le principali tematiche contabili conseguenti al conflitto ancora in corso e l'approccio seguito dal Gruppo Intesa Sanpaolo per affrontarle, rimandando alla parte seguente per quanto concerne "Gli impatti della pandemia da COVID 19".

Il 24 febbraio 2022, ha visto la tensione progressivamente cresciuta tra Russia e Ucraina sfociare in un conflitto che, per intensità e dimensioni, non era presente in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale.

5 Alla luce dell'esenzione da tassazione (e contribuzione) di cui al Decreto Aiuti-bis (D.L. 9 agosto 2022, n. 115, convertito dalla Legge 21 settembre 2022, n. 142) e Decreto Aiuti-quater (D.L. 18 novembre 2022, n. 176, convertito con modificazioni dalla L. 13 gennaio 2023, n. 6), l'importo del costo effettivamente sostenuto dalla Banca per la liberalità erogata scende a 41 milioni, per lo storno dei relativi contributi.

La situazione di assoluta gravità determinatasi a seguito del conflitto è stata da subito strettamente monitorata e valutata da Intesa Sanpaolo, anche alla luce delle indicazioni fornite dai regulator sul tema6 , avendo il Gruppo:

  • − una presenza diretta con due controllate nei Paesi belligeranti (Pravex Bank Public Joint-Stock Company e Banca Intesa Russia), dunque particolarmente esposte alle conseguenze del conflitto;
  • − esposizioni cross border erogate nell'ambito della sua attività di Corporate & investment banking.

Nella sua attività di lending, infatti, la Divisione IMI C&IB ha nel tempo finanziato controparti residenti nella Federazione Russa. Oltre due terzi dei crediti verso la clientela russa erogati prima del conflitto riguardavano primari gruppi industriali, contraddistinti da consolidati rapporti commerciali con clienti appartenenti alle principali filiere internazionali e da una quota rilevante derivante da export di materie prime. I crediti a clientela russa rappresentavano, allo scoppio delle ostilità, circa l'1% dei crediti a clientela totali del Gruppo Intesa Sanpaolo (al netto delle garanzie di Export Credit Agencies - ECA).

Ciò premesso occorre sottolineare come nel corso dell'esercizio il Gruppo si è attivamente operato per ridurre significativamente i rischi creditizi legati al conflitto russo-ucraino. In particolare, nel corso dell'esercizio l'esposizione lorda per cassa verso il totale delle controparti residenti in Russia e Ucraina (clientela, banche e titoli) si è ridotta di 2.493 milioni (-47% rispetto alla fine dell'esercizio precedente) prevalentemente per effetto della cessione a titolo definitivo di due importanti esposizioni (per 2,2 miliardi nel terzo e per 0,3 miliardi nel quarto trimestre). In particolare, rileva la riduzione di 2.899 milioni (- 61% rispetto a fine 2021) delle esposizioni creditizie lorde verso clientela, solo in parte controbilanciata da una crescita dei crediti di BIR verso banche a fronte della liquidità resasi disponibile dalle progressive estinzioni dei crediti a clientela.

La significativa manovra di de-risking e le importanti rettifiche sulle residue posizioni hanno contribuito a più che dimezzare l'esposizione netta complessiva (clientela, banche e titoli) al 31 dicembre 2022 verso controparti residenti in Russia e Ucraina che è pari a 2.158 milioni, in calo di 3.087 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 (-59%).

A fine esercizio, le esposizioni residue ammontano, in termini di valori lordi, a 372 milioni (205 milioni netti) con riferimento a Banca Intesa Russia (dati al 31 dicembre 2022, come più avanti descritto) e a 1.257 milioni (963 milioni netti) con riferimento alle esposizioni cross border verso clientela residente in Russia (al netto delle garanzie ECA). A tali valori si aggiungono esposizioni verso banche per complessivi 797 milioni (782 milioni netti) e in titoli per complessivi 73 milioni (41 milioni netti)7 . Le esposizioni verso clientela residente in Ucraina ammontano a 216 milioni (103 milioni netti8 ), di cui 112 milioni (valore di bilancio nullo in termini netti) riferiti alla controllata Pravex Bank (dati al 30 settembre 2022, come più avanti descritto). A tali valori si aggiungono esposizioni verso banche e in titoli per complessivi 74 milioni (64 milioni netti). La pluralità delle esposizioni verso controparti russe9 ed ucraine è essenzialmente rappresentata da crediti alla clientela soggetti a valutazione secondo il principio IFRS 9 "Strumenti finanziari".

A tale proposito, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha effettuato un'analisi normativa dei principi contabili internazionali per verificare eventuali indicazioni o razionali sottostanti la misurazione dell'Expected Credit Loss (anche ECL, nel prosieguo) in contesti di crisi/guerra come quella attuale. Dalle analisi effettuate del principio contabile IFRS 9 e dei correlati Annex, non risultano esservi indicazioni o esemplificazioni volte a delineare specifiche linee guida mirate alla misurazione delle Expected Credit Losses in contesti bellici o a definire metodologie specifiche dell'incremento del rischio di credito conseguente a crisi geopolitiche improvvise e gravi come quella attuale. I riferimenti più assimilabili al contesto attuale appaiono essere quelli riportati nelle Application Guidance del principio stesso, che permettono/suggeriscono l'utilizzo del c.d. "collective assessment" ai fini della verifica della sussistenza di un Significant Increase in Credit Risk (SICR) in ottica di staging delle esposizioni creditizie10, nonché, in continuità con i trattamenti impostati per cogliere le criticità di un'altra recente situazione emergenziale quale il COVID-1911, l'utilizzo di management overlay nel calcolo dell'ECL, al fine di definire le modalità più opportune per incorporare negli accantonamenti gli aspetti legati al conflitto in corso.

Il Gruppo ha quindi deciso di adottare, sin dal Resoconto trimestrale al 31 marzo 2022, un approccio valutativo fortemente guidato dall'emergere del rischio geopolitico applicato in base al Paese di residenza delle controparti, sia ai fini della determinazione del SICR sia del calcolo dell'ECL mediante applicazione di management overlay. Tale modalità è stata ritenuta la più opportuna per incorporare accantonamenti legati al rischio Paese e geopolitico relativi al conflitto in corso altrimenti non adeguatamente colti dai sistemi di misurazione del rischio normalmente in uso. Come già osservato, con specifico riferimento alle esposizioni cross border, si sottolinea come le imprese russe finanziate vantassero tutte, prima dello scoppio del conflitto, rating elevati e pertanto per la maggior parte di esse l'evoluzione del business non presenta rischi aumentati diversi da quelli indotti dal contesto geopolitico. Per queste ultime, quindi, il rischio attualmente prevalente è il rischio di trasferimento e cioè il rischio che esse non onorino gli impegni di ripagamento del debito non per aspetti direttamente attinenti al loro business, quanto piuttosto per vincoli governativi imposti. Tale tipologia di rischio è stata colta sia

6 Si vedano in particolare i documenti: "ESMA Public Statement: ESMA coordinates regulatory response to the war in Ukraine and its impact on EU financial markets" del 14 marzo 2022 ed "ESMA Public Statement: Implications of Russia's invasion of Ukraine on half-yearly financial reports" del 13 maggio 2022, i cui contenuti sono stati ulteriormente confermati anche da quanto indicato relativamente alla crisi russo - ucraina nel recente ESMA Public Statement: European common enforcement priorities 2022 annual financial reports" del 28 ottobre 2022, nonché "CONSOB richiama l'attenzione degli emittenti vigilati sull'impatto della guerra in Ucraina in ordine alle informazioni privilegiate e alle rendicontazioni finanziarie – 22 marzo 2022" ed infine CONSOB "Richiamo di attenzione n. 3/22 del 19 maggio 2022".

7 Sono inoltre presenti rischi di firma verso clientela per 126 milioni (113 milioni netti) presso Banca Intesa Russia, 232 milioni (186 milioni netti) cross border verso clientela residente (netto ECA) e complessivi 155 milioni (152 milioni netti) riferibili a posizioni verso banche residenti russe.

8 Le esposizioni cross border verso clientela residente in Ucraina sono per la parte corporate assistite da garanzie prestate da soggetti statunitensi, mentre per la parte famiglie sono principalmente correlate ad esposizioni erogate da parte della controllata VUB a famiglie aventi stabile dimora in Slovacchia.

9 Le marginali esposizioni verso controparti bielorusse sono per semplicità - a questi fini - trattate e indicate congiuntamente alle esposizioni verso la Federazione Russa.

10 In particolare, si vedano IFRS 9 B5.5.1, IFRS 9 B5.5.4, IFRS 9 B5.5.5, IFRS 9 B5.5.18 e IFRS 9 B5.5.52.

11 IFRS 9 and COVID-19: Accounting for expected credit losses applying IFRS 9 Financial Instruments in the light of current uncertainty resulting from the COVID-19 pandemic.

mediante una revisione dei rating delle controparti russe, con conseguente downgrading verso le classi a maggior rischio e classificazione nello Stage 2 o nello Stage 3, sia mediante l'introduzione di management overlay consistenti nell'applicazione di un tasso di perdita stimato secondo un approccio basato sulla traslazione del rischio del Paese di residenza e nella considerazione degli elementi di incertezza e di rischio connessi al conflitto a fronte di potenziali ulteriori peggioramenti del merito creditizio delle controparti.

Tali scelte muovono da quanto già agito in sede di Resoconto intermedio al 31 marzo 2022 e confermato nella Relazione semestrale al 30 giugno 2022 e nel Resoconto intermedio al 30 settembre 2022, in sostanziale continuità metodologica. Le scelte sono, infatti, caratterizzate da razionali fortemente guidati dalle incertezze e dagli elementi di rischio alla luce del protrarsi del conflitto, in particolare nel corso dell'esercizio:

  • − si è proceduto ad aggiornare la consistenza dei rating per le residue esposizioni performing verso controparti direttamente esposte al rischio geopolitico Russia/Ucraina, al fine di cogliere nelle valutazioni un profilo di rischio quanto più aggiornato possibile. Inoltre, relativamente alle esposizioni cross border, le valutazioni sono state rafforzate mediante l'introduzione di specifici management overlay ed ulteriori margini di prudenza;
  • − in tale contesto, già dal 30 giugno scorso, si è preso atto del deterioramento di specifiche posizioni che sono state classificate tra le inadempienze probabili (Stage 3) e conseguentemente sottoposte a valutazione analitica;
  • − si sono significativamente svalutate le posizioni delle due controllate residenti in Russia ed Ucraina, considerando le inevitabili ricadute sui soggetti residenti nei Paesi direttamente coinvolti nel conflitto.

Prima di illustrare più in dettaglio le scelte valutative relative alle due partecipate, occorre premettere alcune indicazioni in merito alle modalità con cui Pravex Bank e Banca Intesa Russia contribuiscono alla redazione della situazione consolidata al 31 dicembre 2022. In particolare, ai fini del bilancio 2022, mentre è stato possibile consolidare una situazione contabile allineata a quella della Capogruppo per quanto riguarda Banca Intesa Russia (consolidata, pertanto, in riferimento alle risultanze al 31 dicembre 2022), per Pravex, l'aggravarsi della situazione nella città di Kiev registrata da ottobre in avanti, ha portato a ritenere – in un'ottica di contenimento del rischio "operativo" – più opportuno mantenere ai fini del consolidamento di dicembre la situazione contabile prodotta da Pravex al 30 settembre 2022. In sede di bilancio al 31 dicembre 2022, quindi, le risultanze patrimoniali ed economiche di Pravex sono recepite mediante il consolidamento linea per linea di un package di consolidamento redatto in osservanza dei principi contabili IAS/IFRS relativo al 30 settembre 2022, contro-valutato al tasso di cambio al 31 dicembre 2022. Va comunque rammentata la sostanziale immaterialità dei saldi patrimoniali della controllata ucraina nell'ambito di quelli del Gruppo Intesa Sanpaolo. Le suddette modalità di consolidamento sono supportate anche dal riscontro di dati gestionali patrimoniali al 31 dicembre 2022 che non evidenziano – negli aggregati complessivi – significative differenze rispetto a quelli rappresentati al 30 settembre 2022.

Venendo alle scelte valutative, relativamente a Pravex Bank, la situazione di assoluta gravità presente su tutto il territorio ucraino ha portato a definire ai fini della valutazione del portafoglio crediti della Banca un approccio specifico, fortemente guidato da razionali di prudenza alla luce del prolungarsi del conflitto con le conseguenti ricadute sull'economia ucraina. Ai fini del bilancio consolidato 2022, come già nel Resoconto intermedio al 30 settembre, si è valutato opportuno confermare la svalutazione totale dei crediti verso clientela on balance di Pravex Bank, con conseguente classificazione a Stage 3, in continuità con il Resoconto intermedio al 30 settembre, aggiornando quindi il precedente management overlay applicato nella Relazione semestrale pari a circa il 70% (1% al 31 dicembre 2021).

In conseguenza di tale scelta, ai fini del bilancio consolidato del Gruppo, l'equity della partecipata risulta azzerato.

Anche per quanto riguarda Banca Intesa Russia, si è proceduto all'adozione di un approccio classificatorio e valutativo dei crediti performing che tiene in forte considerazione il rischio geopolitico derivante dalla crisi in corso. Pertanto, le valutazioni effettuate al 31 dicembre sui crediti della controllata scontano un fattore prudenziale determinato centralmente che tiene conto dell'aggravarsi della situazione economica domestica alla luce del protrarsi del conflitto e dell'accresciuto isolamento dell'economia russa. Per effetto degli accantonamenti effettuati e della riduzione delle esposizioni citata in precedenza, la copertura complessiva sui crediti in bonis della controllata russa si attesta a circa il 41% sul loro valore lordo, in aumento rispetto al 30% evidenziato in sede di Relazione semestrale (1% al 31 dicembre 2021). Inoltre, alla luce dell'ulteriore progressivo deterioramento dei rapporti tra i principali Paesi occidentali (tra cui l'Italia) e la Federazione Russa, in sede di redazione del bilancio si è proceduto ad appostare ulteriori accantonamenti principalmente volti a confermare l'azzeramento dell'equity della partecipata, come già in sede di Resoconto intermedio al 30 settembre scorso.

Le citate importanti rettifiche di valore effettuate sulle esposizioni creditizie di Banca Intesa Russia e Pravex Bank riflettono in modo cautelativo la condizione di guerra che impone di considerare attentamente il già citato rischio Paese, con adeguata misurazione del rischio cui è esposto il capitale investito all'estero, legato alla possibilità che circostanze di natura politica o economica si traducano in un mancato rimborso del credito (a prescindere dalla specifica rischiosità creditizia delle singole controparti).

Anche il patrimonio immobiliare delle due partecipate è stato oggetto di valutazione: considerata l'estrema incertezza che contraddistingue l'attuale scenario bellico e l'attuale assenza di un mercato immobiliare in Ucraina, si è ritenuto prudente confermare l'azzeramento del valore degli asset ad uso investimento e delle filiali e degli altri immobili ad uso funzionale di Pravex Bank. Per la sola sede centrale di Kiev, tenuto conto della sua funzione strategica rispetto all'esercizio dell'attività bancaria, dell'attuale controllo che è possibile esercitare sullo stato di conservazione dell'immobile e della sua localizzazione, si è valutato di mantenere invariato il valore. Con riferimento al limitato patrimonio immobiliare di Banca Intesa Russia costituito essenzialmente dalla sede centrale di Mosca, invece, non si sono riscontrati elementi tali da dover procedere ad una svalutazione.

Con riferimento al portafoglio titoli di Banca Intesa Russia (il residuo portafoglio di Pravex è stato regolarmente rimborsato a fine 2022), le valutazioni sono state effettuate con l'utilizzo di quotazioni rilevate sul mercato secondario russo, con conseguente classificazione degli stessi al livello 2 di fair value in relazione alla scarsa liquidità del mercato di riferimento. Un approccio similare è stato adottato per le modeste esposizioni in titoli detenute dalla Capogruppo e dalle entità del comparto assicurativo del Gruppo.

Complessivamente, tali processi valutativi e le perdite legate al de-risking sulle esposizioni russe hanno portato alla rilevazione nell'esercizio, al lordo degli effetti fiscali, di oneri netti per complessivi 1.415 milioni (di cui 74 milioni nel quarto trimestre dell'esercizio), riferibili per 1.298 milioni a rettifiche su crediti, per 36 milioni su titoli e per 81 milioni su altre poste di bilancio, inclusivi del citato accantonamento di 80 milioni effettuato in sede di consolidamento della partecipata Banca Intesa Russia principalmente per azzerare il contributo patrimoniale della stessa al bilancio consolidato di Gruppo.

Per quanto riguarda la verifica della congruità del valore delle attività immateriali, ed in particolare dell'avviamento, gli sviluppi del contesto geopolitico conseguenti l'avvio del conflitto russo-ucraino sono stati attentamente considerati, coerentemente alle indicazioni fornite da autorità di vigilanza e organismi di settore. Più precisamente, ai fini del processo di impairment test si è tenuto conto dello scenario macroeconomico aggiornato predisposto dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, su cui incidono, da un lato, le tensioni legate al conflitto russo-ucraino e le conseguenti spinte inflazionistiche e, dall'altro, l'adozione di una politica monetaria restrittiva da parte della BCE con ripercussioni anche sulla volatilità dei mercati finanziari. La metodologia adottata per effettuare l'impairment test dell'avviamento per il Bilancio 2022 è stata la medesima utilizzata negli esercizi precedenti, basata sulla determinazione del valore d'uso, inteso come valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede il Gruppo possa generare. A questo fine sono state utilizzate le stime analitiche predisposte internamente per il periodo 2023-2027 che tengono conto per gli esercizi fino al 2025 delle previsioni risultanti dal Piano d'Impresa 2022-2025, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 4 febbraio 2022, aggiornate per tener conto del mutato quadro macroeconomico, mentre i flussi per gli esercizi 2026 e 2027 sono stati stimati attraverso un trascinamento inerziale dei flussi del 2025, sulla base delle previsioni relative allo scenario macroeconomico, senza quindi considerare l'effetto di ulteriori leve manageriali rispetto a quanto già incorporato nel Piano d'Impresa. Gli esiti dell'impairment test al 31 dicembre 2022 non hanno determinato la necessità di operare rettifiche di valore dell'avviamento o delle attività intangibili a vita indefinita (brand name) con riferimento a nessuna delle CGU appartenenti al Gruppo Intesa Sanpaolo. Gli esiti positivi sono stati confermati anche dalle analisi di sensitivity, effettuate anche tenendo conto di uno scenario avverso. In particolar modo i valori d'uso di ciascuna delle CGU su cui appaiono allocati avviamenti al 31 dicembre 2022 sono risultati superiori ai rispettivi valori contabili. Per quanto riguarda i risvolti diretti del conflitto russo-ucraino, si ricorda che l'avviamento relativo alla partecipata ucraina Pravex Bank, considerata come CGU autonoma, era già stato completamente azzerato in occasione del Bilancio 2008 e la partecipazione nel Bilancio 2022 presenta un valore azzerato. Con riferimento alla partecipata russa Joint-Stock Company Banca Intesa (Banca Intesa Russia), si segnala che, oltre a non presentare avviamenti allocati e un valore di iscrizione azzerato, essa risulta inclusa nella CGU IMI Corporate & Investment Banking con un peso assolutamente marginale rispetto alla CGU di riferimento.

Per quanto riguarda il brand name allocato alla CGU Banca dei Territori, si è tenuto conto che la CGU di riferimento non presenta più alcun avviamento residuo e, conseguentemente, non risulta più possibile attrarre la verifica del valore recuperabile dell'intangibile specifico nel contesto dell'impairment test dell'avviamento basato sui flussi di cassa complessivi della CGU; pertanto, è stato ritenuto opportuno procedere, coerentemente con quanto fatto per il Bilancio 2021, ad una valutazione autonoma e specifica dell'intangibile sulla base di una apposita perizia commissionata ad un esperto indipendente il quale ha confermato che il fair value dell'intangibile in oggetto risulta superiore al relativo valore contabile.

Infine, con riferimento alle attività immateriali a vita definita, per cui gli IAS / IFRS richiedono che l'impairment test debba essere svolto solo quando sia rilevata la presenza di indicatori di perdita, dalle analisi effettuate non sono emerse criticità o indicatori di impairment che richiedessero un ricalcolo puntuale del valore recuperabile delle attività rilevate in Bilancio.

In relazione ai test di verifica della recuperabilità delle imposte differite, si segnala che le verifiche hanno evidenziato la piena recuperabilità delle stesse anche tenendo conto di uno scenario avverso.

Gli impatti della pandemia da COVID-19

Le prime settimane del 2022 sono state caratterizzate nel nostro Paese da una nuova ondata di contagi provocata dalla rapida diffusione della variante Omicron, iniziata sul finire del 2021, che ha portato alla proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 (Decreto Natale - D.L. n. 221 del 24 dicembre 2021). Il Gruppo si è conseguentemente attivato per aggiornare le proprie disposizioni interne in coerenza con la progressiva rimodulazione del quadro normativo in tema di COVID-19 da parte del Governo italiano. In particolare:

  • − è stato rimosso l'obbligo di presenza minima, consentendo il rientro in ufficio solo su base volontaria e nel limite del 50% per struttura, in parallelo con il contenimento di missioni, trasferte ed incontri. Solo a partire dal 7 marzo, con l'iniziale allentamento della crescita dei contagi, nelle sedi di direzione centrale è stata ripristinata la presenza obbligatoria minima pari al 40%;
  • − per le filiali l'accesso della clientela, nelle sole zone rosse e arancioni obbligatoriamente previo appuntamento, è rimasto subordinato al rispetto delle distanze, all'impiego di adeguati dispositivi di protezione individuale, a misure di igienizzazione e contingentato nel numero alla capienza massima preventivamente determinata e segnalata all'ingresso;
  • − è stato ulteriormente prorogato al 31 marzo 2022 il termine per la concessione della prestazione lavorativa in modalità smart working per le persone in situazione di fragilità o disabilità grave;
  • − la modifica del regime di quarantena, rimodulato in correlazione con lo stato vaccinale della persona interessata (Decreto Legge di fine anno n. 229 del 30 dicembre 2021 e Circolari esplicative del Ministero della Salute del 30 dicembre 2021 e del 4 febbraio 2022), ha imposto una revisione delle istruzioni operative interne per il rientro nelle sedi di lavoro dei casi positivi e dei contatti stretti;
  • − dal 1° febbraio 2022 l'accesso a taluni servizi, tra i quali quelli bancari e finanziari, è stato consentito esclusivamente a soggetti in possesso di Green pass almeno "base" (D.L. n. 1 del 7 gennaio 2022) mentre a partire dal 15 febbraio 2022, per gli ultracinquantenni, l'accesso alle sedi di lavoro è stato limitato ai soli possessori di Green pass "rafforzato" (disposizione introdotta dal D.L. n. 1 del 7 gennaio 2022).

  • − l'obbligo fino al 30 aprile del Green pass "base" per tutti i lavoratori, a prescindere dall'età anagrafica, per l'accesso ai luoghi di lavoro (abolizione del Green pass "rafforzato" per gli ultra cinquantenni);
  • − l'eliminazione dal 1° aprile del Green pass "base" per l'accesso della clientela ai servizi bancari, finanziari e commerciali; − l'impiego dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi di lavoro fino al 30 aprile.

Sono state conseguentemente ridefinite le norme interne aziendali per recepire i contenuti obbligatori del dettato legislativo e per adottare, laddove possibile e opportuno, un approccio di maggior prudenza alla luce della situazione sanitaria, in particolare per quanto concerne le situazioni di vulnerabilità. Più in dettaglio:

  • a) sono state temporaneamente confermate alcune misure precauzionali (misurazione della temperatura, igienizzazione, distanziamento e capienza) con riferimento in particolare a riunioni, eventi/convegni e formazione in presenza, mentre è decaduto l'obbligo di compilazione del questionario per il rientro nelle sedi lavorative dopo un'assenza superiore ai quindici giorni; nelle filiali è stato confermato l'accesso libero per la clientela nel rispetto delle misure di igienizzazione delle mani, distanziamento e utilizzo di adeguati presidi di protezione individuale, nonché dei vincoli di capienza massima individuati in precedenza;
  • b) relativamente alle situazioni di vulnerabilità, per le persone fragili, disabili e per i casi di esenzione dalla vaccinazione (sulla base dei requisiti previsti dal D.M. del 3 febbraio 2022 o dalla Circolare del Ministero della Salute dell'8 ottobre 2021) è stata prevista la proroga della modalità di lavoro agile fino al 30 giugno 2022, subordinatamente alla presentazione di idonea attestazione/certificazione, con successiva proroga al 1° settembre nelle more di un possibile aggiornamento delle disposizioni di legge in materia;
  • c) è stato mantenuto l'obbligo di segnalazione al datore del lavoro della positività diagnosticata con test molecolare/antigenico e di rispetto dell'isolamento domiciliare per 7/10 giorni secondo la situazione vaccinale, consentendo il rientro solo a seguito di tampone molecolare/antigenico negativo al termine del periodo di isolamento;
  • d) è stato introdotto, in conformità alla legge, il regime di autosorveglianza per i contatti stretti con positivi al COVID-19, con obbligo di utilizzo della mascherina FFP2 per 10 giorni.

A partire dal 1° maggio, con la decadenza dell'obbligo legale per i lavoratori di esibire il Green pass per accedere ai luoghi di lavoro stabilita dal D.L. 24/2022, sono venuti meno i relativi controlli con sospensione della rilevazione in ingresso della temperatura corporea e conseguente disattivazione, ove presenti, dei dispositivi termoscanner e lettore QR code. È stato tuttavia confermato il divieto di accesso alle sedi aziendali in presenza di febbre (oltre 37,5°) o di altri sintomi riconducibili al COVID-19.

In tema di utilizzo di misure di sicurezza, in ottica prudenziale il Gruppo ISP ha confermato anche dopo il 30 aprile – oltre al mantenimento del distanziamento interpersonale di un metro e al rispetto di una corretta igienizzazione – l'obbligo di indossare le mascherine di protezione (chirurgiche o FFP2) all'interno dei locali aziendali. Dal 15 giugno13 tale obbligo è stato trasformato in raccomandazione, in particolare nei momenti di aggregazione, fermi restando le regole di distanziamento e di igienizzazione e l'obbligo di indossare FFP2 per 10 giorni in caso di contatto con persona positiva al COVID-19.

Nelle filiali, invece, dal 1° maggio per l'accesso dei clienti ai locali aziendali è rimasto raccomandato l'uso di mascherina, senza alcuna necessità di prendere appuntamento, ma con numero massimo di presenze ammesse indicato dalla segnaletica esposta.

L'Unità di Emergenza, attivata agli inizi della pandemia, è stata operativa fino ad aprile 2022 quando, nel corso dell'ultima seduta, si è deciso di sospendere gli incontri periodici e di ricorrere alla convocazione solo in caso di necessità. Resta invece ancora attivo il monitoraggio costante dell'evoluzione della situazione pandemica.

Anche in considerazione del ciclico ripresentarsi di ondate di contagio, nel corso della seconda parte del 2022 ISP ha mantenuto in vigore alcune raccomandazioni essenziali volte all'adozione di comportamenti prudenti e consapevoli da parte di dipendenti e clienti nei locali aziendali (distanziamento interpersonale di 1 metro, igienizzazione, raccomandazione all'uso dei dispositivi di protezione al chiuso in particolare nei momenti di aggregazione e, per i soli dipendenti, divieto di accesso ai locali aziendali in presenza di temperatura superiore ai 37,5° o in caso di sintomi ricondotti all'infezione da COVID-19 dal medico curante, nonché segnalazione dei casi di positività diagnosticata con test molecolare/antigenico tramite l'apposita procedura aziendale) confermando per le sedi direzionali fino al 31 dicembre 2022 le modalità di presenza minima già in vigore (almeno il 40% delle giornate lavorative presso la sede di assegnazione).

In parallelo, la normativa aziendale è stata allineata all'evoluzione delle disposizioni di riferimento:

  • − la Circolare del Ministero della Salute del 31 agosto 2022, che ha previsto la riduzione dell'isolamento obbligatorio per le persone risultate positive al COVID-19, a prescindere dallo stato vaccinale, con le seguenti modalità:
    • o dopo 5 giorni per i casi che sono sempre stati asintomatici oppure divenuti asintomatici da almeno 2 giorni, con test, antigenico o molecolare, negativo al termine del periodo d'isolamento;
    • o al termine del 14° giorno dal primo tampone positivo, a prescindere dall'effettuazione del test, per i casi di positività persistente, con obbligo di mascherina FFP2 per 10 giorni (tale ultima previsione applicata anche ai casi di "contatto stretto" con soggetti positivi);
  • − la Legge 142 del 21 settembre 2022 di conversione del decreto "Aiuti bis", che ha introdotto la proroga della modalità di lavoro agile fino al 31 dicembre 2022 per i lavoratori fragili. ISP, che già provvisoriamente aveva esteso al 30 settembre l'applicazione delle misure originariamente in scadenza il 1° settembre, ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 la modalità di lavoro agile per i) i lavoratori fragili, disabili e i soggetti per i quali vige l'esenzione da vaccinazione (in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali), ii) i soggetti vulnerabili, iii) i lavoratori con figli in condizione di fragilità/disabilità grave, iv) i casi di gravidanze che presentino particolari situazioni cliniche. Per tutti i

12 Convertito nella legge n. 52 del 19 maggio 2022, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 23 maggio.

13 Si ricorda che il 28 aprile era stata emanata dal Ministero della Salute un'Ordinanza – efficace fino alla data di entrata in vigore della legge di conversione del D.L. 24/2022 e comunque non oltre il 15 giugno 2022 – che ha circoscritto a specifiche e limitate casistiche l'obbligo di utilizzo degli strumenti di protezione nei luoghi chiusi.

soggetti di cui ai punti precedenti è stata disposta l'ulteriore proroga al 31 marzo 2023, confermando un approccio prudenziale rispetto alle disposizioni incluse nella manovra finanziaria per il 2023.

Con il 1° gennaio 2023, infine, la normativa interna del Gruppo è stata aggiornata per tenere conto delle nuove disposizioni in tema di gestione dei casi e dei contatti COVID-19 introdotte dalla Circolare del Ministero della Salute del 31 dicembre 2022, che ha stabilito:

  • per i casi che sono sempre stati asintomatici o divenuti asintomatici da almeno 2 giorni, il termine dell'isolamento dopo 5 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, a prescindere dall'effettuazione del test antigenico o molecolare (obbligatorio solo per i soggetti immunodepressi);
  • per i casi che sono sempre stati asintomatici (dalla data del tampone), la possibilità di interrompere l'isolamento anche prima dei 5 giorni in caso di test antigenico o molecolare negativo effettuato presso una struttura sanitaria/farmacia;
  • l'obbligatorietà, al termine dell'isolamento, dell'uso di dispositivi di protezione FFP2 fino al decimo giorno dall'inizio della sintomatologia o dal primo test positivo (nel caso dii asintomatici), con raccomandazione di evitare persone ad alto rischio e/o ambienti affollati (precauzioni che decadono in seguito a negatività accertata con test antigenico o molecolare);
  • nel caso di contatti stretti con soggetti confermati positivi, l'obbligo di indossare dispositivi di protezione FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo alla data dell'ultimo contatto stretto.

Anche nel 2022 il ricorso allo smart working da parte delle strutture centrali ha continuato a rappresentare l'elemento integrante di un nuovo modello di prestazione dell'attività lavorativa basato sul rafforzamento della responsabilizzazione individuale e sul migliore bilanciamento tra vita professionale ed extra-professionale attraverso il progetto "Next Way of Working", volto a promuovere l'utilizzo strutturale di una modalità di lavoro flessibile, fondata sull'alternanza di lavoro in ufficio e da remoto. Si inseriscono in questo ambito:

– gli interventi immobiliari e tecnologici propedeutici alla realizzazione di nuovi spazi di lavoro disegnati per valorizzare i momenti di presenza in sede, creare occasioni di coworking utili a rafforzare il senso di appartenenza, ampliare il networking e supportare il personale nella progressiva adozione di modalità di lavoro ibride attraverso l'utilizzo di strumenti di collaborazione evoluta.

Più in dettaglio, nel 2022 il modello Next Way of Working è stato esteso alle piazze di Vicenza, Brescia, Varese, Roma e Assago dove si è conclusa la rivisitazione degli spazi di lavoro e sono stati realizzati ambienti dedicati al benessere del personale (energy corner). Sulla piazza di Milano sono stati ultimati gli interventi in alcuni spazi di via Verdi 8, Viale Stelvio e via Manzoni. Nel mese di dicembre è stato inoltre avviato e completato un intervento su Verona, limitatamente ad un ristretto gruppo di strutture e persone.

Proseguono invece le attività propedeutiche alla realizzazione degli spazi interni del complesso di Via Melchiorre Gioia 22 a Milano, mentre è ancora in corso di consolidamento la progettazione relativa a Bergamo.

La rivisitazione degli spazi è andata accompagnandosi sia all'implementazione degli strumenti tecnologici (rilascio della funzionalità di prenotazione degli spazi all'interno del tool di pianificazione e prenotazione), sia a specifiche campagne di comunicazione;

Per il 2023 si prevede di proseguire con la progressiva estensione del modello Next Way of Working su tutto il territorio nazionale;

  • le nuove iniziative in materia di lavoro flessibile che sono state introdotte a partire dal 1° gennaio 2023, su base volontaria, per accrescere la flessibilità nello svolgimento dell'attività lavorativa, superando tutte le precedenti regolamentazioni adottate in materia di lavoro flessibile connesse alla situazione di emergenza sanitaria:
    • o la possibilità, mediante sottoscrizione di un accordo individuale entro il 31 gennaio 2023, di lavorare da casa fino ad un massimo di 120 giorni l'anno (140 giorni per coloro che operano in turno), senza più limiti mensili, preventivamente pianificati ed autorizzati. Per i soggetti con disabilità certificata, affetti da gravi patologie o fragili i predetti limiti di fruizione possono non trovare applicazione;
    • o l'avvio in circa 200 filiali di una sperimentazione per garantire la fruizione minima di giornate di lavoro flessibile;
    • o il riconoscimento di un'indennità di buono pasto giornaliera in forma elettronica, a consuntivo, per ogni giornata lavorata da casa;
    • o la possibilità di lavorare tra il lunedì ed il venerdì su 4 giorni per 9 ore (c.d. settimana corta, con giorno di riposo modificabile) a parità di retribuzione, compatibilmente con l'organizzazione aziendale e le esigenze tecniche e produttive, nonché di alternare la settimana corta a settimane con orario di 7,5 ore giornaliere su 5 giorni. È stata prevista la sperimentazione della settimana corta anche in dodici filiali di grandi dimensioni;
    • o la possibilità, per il personale che non opera in turni, di fruire di una elasticità di orario con inizio della giornata lavorativa tra le ore 7 e le ore 10, con conseguente spostamento dell'orario di uscita, in accordo con il proprio responsabile e compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive.

Per quanto concerne le misure straordinarie a sostegno dell'economia, delle imprese e delle famiglie italiane, alla fine di dicembre 2022 risultavano perfezionate da parte di Intesa Sanpaolo – la prima banca in Italia a concedere moratorie, anticipando lo specifico quadro normativo – circa 956 mila richieste di sospensione dei pagamenti, per 117 miliardi di volumi14, principalmente riferibili al Decreto Legge 18/2020 Art. 56 "Cura Italia". Il flusso di richieste ha riguardato la clientela imprese per il 77% dei volumi totali.

In tema di scadenza delle moratorie ex Decreto Legge 18/2020, si ricorda che il D.L. 73/2021 (cosiddetto "Sostegni bis") del 25 maggio 2021 aveva prolungato le misure fino al 31 dicembre 2021, subordinatamente ad alcune restrizioni (tra le quali la richiesta esplicita da parte del cliente da formalizzarsi entro il 15 giugno 2021).

Relativamente al perimetro domestico, alla data del 31 dicembre 2022 residuavano in essere moratorie per circa 80 milioni (4,8 miliardi a fine 2021), riconducibili per il 47% a clientela imprese, oltre a circa 40 milioni di moratorie terminate ma con maturazione dei termini per la ripresa dei pagamenti nei mesi successivi, riferibili pressoché integralmente a clientela imprese (6,7 miliardi a dicembre 2021). Si segnala che per effetto del phase-out delle disposizioni dell'EBA relative ai criteri per

14 Moratorie complessivamente accordate sino al 31 dicembre 2022, includendo l'ex Gruppo UBI Banca e considerando la cessione delle filiali realizzata nel primo semestre 2021. Al netto di rinnovi, rimborsi ed estinzioni l'importo è pari a 36,1 miliardi.

l'esenzione dalla valutazione forborne (cosiddette moratorie EBA compliant), a dicembre 2022 le moratorie in essere qualificabili come tali ai sensi delle Linee Guida EBA erano pari a 412 mila euro (1,1 miliardi a fine 2021).

Le moratorie scadute che hanno già maturato le condizioni per la ripresa dei pagamenti in chiusura di esercizio ammontavano a 35,9 miliardi (34,7 miliardi a fine 2021); su tale portafoglio si è rilevato – al termine dei dodici mesi del 2022 – un tasso di incidenza dei flussi cumulati di nuovi default nell'ordine del 4,5% (2,7% a fine 2021); I flussi cumulati di default osservati, se comparati con il totale delle esposizioni con moratorie originariamente concesse, registrerebbero una incidenza inferiore al 3%. Si è inoltre confermata esigua l'incidenza degli sconfinamenti rilevanti.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha sostenuto le iniziative legislative e non legislative intraprese per contrastare la situazione di crisi collegata alla pandemia non soltanto in Italia, ma anche nei vari Paesi in cui opera.

A livello consolidato il valore delle esposizioni oggetto di moratoria in essere al 31 dicembre 2022 ammontava a 80 milioni (4,9 miliardi a dicembre 2021), sostanzialmente riconducibile al perimetro domestico, a fronte di moratorie scadute per 39,6 miliardi (circa 47 miliardi a fine 2021). Come a livello domestico, anche a livello consolidato le moratorie in essere qualificabili come tali ai sensi delle Linee Guida EBA erano pari a 412 mila euro (1,1 miliardi a fine 2021).

Riguardo alle specifiche misure a sostegno del sistema produttivo, Intesa Sanpaolo, la prima Banca in Italia a firmare il protocollo d'intesa con SACE, ha messo a disposizione un plafond complessivo di 50 miliardi dedicato ai finanziamenti per le Imprese. Complessivamente, alla fine del 2022, includendo anche il Fondo PMI, risultavano erogati da inizio pandemia crediti garantiti dallo Stato (in applicazione del Decreto Legge c.d. "Liquidità" n. 23 dell'8 aprile 2020) per un ammontare pari a 49 miliardi15, dei quali 13 miliardi SACE e 36 miliardi Fondo PMI (43 miliardi, dei quali 11 miliardi SACE e 32 miliardi Fondo PMI, a dicembre 2021).

A livello consolidato, considerando anche l'attività negli altri Paesi di presenza del Gruppo, il debito residuo delle esposizioni oggetto di finanziamenti rientranti nell'ambito di schemi di garanzia pubblica per i quali è stato completato l'iter sia di acquisizione delle garanzie che di erogazione, il cui perfezionamento può non essere coincidente, totalizzava a fine dicembre 2022 33,2 miliardi (40 miliardi a dicembre 2021).

A fronte degli interventi previsti dal Decreto "Rilancio" (D.L. 34/2020) per la ripresa del settore delle costruzioni16, il Gruppo ha attivato soluzioni dedicate non soltanto per coloro che intendono cedere il loro credito fiscale direttamente ma anche per le imprese che praticano lo sconto in fattura per l'acquisto dei crediti fiscali e la relativa liquidazione, con prezzi predefiniti e un servizio di consulenza dedicata attraverso una partnership con la società Deloitte. Il processo di acquisizione dei crediti è sottoposto ad articolati controlli tali da poter dimostrare l'effettivo assolvimento degli obblighi di specifica diligenza richiesta.

Nel corso del 2022 si sono susseguiti in materia molteplici provvedimenti legislativi/interpretativi (D.L. 9 agosto 2022 "Aiuti bis", n. 115, convertito con modificazioni dalla L. 21 settembre 2022, n. 141; Circolare Agenzia delle Entrate n. 33/E del 6 ottobre 2022; D.L. 18 novembre 2022 "Aiuti quater", n. 176, convertito con modificazioni dalla L. 13 gennaio 2023, n.6) finalizzati da un lato ad introdurre semplificazioni in merito alla responsabilità in solido del fornitore e dei cessionari e dall'altro a rivedere le norme che regolano la cessione e l'utilizzo dei crediti d'imposta con l'obiettivo di rivitalizzarne il mercato facilitandone la circolazione. Alla luce dei citati provvedimenti, ISP ha definito un'evoluzione dell'offerta prevedendo che una parte dei crediti fiscali acquisiti possa essere oggetto di ricessione a terze parti che si impegnano all'acquisto nei limiti dei propri debiti fiscali tempo per tempo compensabili.

Dall'inizio dell'operatività sino a fine 2022 risultano già formalmente acquistati crediti per 19,4 miliardi (13,2 miliardi perfezionati e 6,2 miliardi sottoscritti), mentre quelli in corso di acquisizione ammontano ad ulteriori 6,5 miliardi. Al netto delle compensazioni effettuate (circa 1 miliardo) e dei risconti contabilizzati (per 1,2 miliardi), al 31 dicembre 2022 risultano iscritti in bilancio 11 miliardi di crediti fiscali, inclusi nella voce 130 Altre attività dell'attivo patrimoniale.

Si segnala che l'operatività futura del Gruppo in questo ambito potrà essere condizionata dalle novità introdotte dal D.L. n. 11 del 16 febbraio 2023.

Si segnala che, in occasione dell'Assemblea degli azionisti dello scorso aprile, è stato pubblicato un opuscolo – disponibile anche sul sito istituzionale di Gruppo, nella sezione Newsroom – che rendiconta in maniera dettagliata tutti gli obiettivi che è stato possibile conseguire attraverso la donazione di 100 milioni al Sistema sanitario nazionale effettuata da Intesa Sanpaolo allo scoppio della pandemia da COVID-19. Dell'importo complessivamente messo a disposizione, 88,5 milioni di donazioni sono stati gestiti per il tramite della Protezione Civile, sulla base di uno specifico protocollo di collaborazione, mentre i restanti 11,5 milioni di erogazioni liberali sono stati destinati direttamente da Intesa Sanpaolo a specifici beneficiari: ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Regione Veneto. Complessivamente le somme sono state primariamente destinate al rafforzamento strutturale permanente del Servizio sanitario nazionale e degli enti chiamati ad affrontare l'emergenza.

Nel corso del 2022, con l'uscita del Paese dalla fase di emergenza sanitaria, si sono fortemente attenuati gli effetti sull'andamento degli aggregati patrimoniali del Gruppo specificamente riconducibili alla pandemia, per il progressivo affermarsi di uno scenario di generale incertezza prodotto dall'invasione russa dell'Ucraina.

La dinamica della raccolta diretta bancaria continua ad essere sostenuta dalla componente a breve termine, in particolare conti correnti, verso i quali convergono le scelte di liquidità della clientela in attesa di investimento, ma la forte accelerazione che aveva caratterizzato il 2020, all'indomani dello scoppio dell'emergenza sanitaria, è andata via via attenuandosi negli anni successivi. Al 31 dicembre 2022 la raccolta diretta bancaria mostrava una flessione del 2,1% rispetto ad inizio anno.

Sul fronte della raccolta indiretta, l'evoluzione delle masse gestite, che nel 2021 aveva beneficiato del ritrovato clima di fiducia indotto dalla ripresa economica, dopo le chiusure provocate dall'emergenza sanitaria, nel 2022 ha risentito dell'accresciuta volatilità dei mercati per i molteplici fattori di preoccupazione legati al conflitto militare russo-ucraino e al rialzo dell'inflazione – che stanno mettendo a rischio la prosecuzione della ripresa post-pandemica – cui sono andati a sovrapporsi gli effetti

15 Includendo l'ex Gruppo UBI Banca e considerando la cessione delle filiali realizzata nel primo semestre 2021.

16 Trattasi essenzialmente della detrazione fiscale del 110% (c.d. Superbonus) per gli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare sotto il profilo energetico e sismico unitamente alla possibilità, estesa a tutte le principali detrazioni fiscali spettanti in ambito edilizio ed energetico, per il contribuente di optare per l'applicazione da parte del fornitore di un corrispondente sconto sul corrispettivo, ovvero per la cessione a terzi (incluse anche le banche) di un credito di imposta equivalente alla detrazione, opzione quest'ultima valida anche per i beneficiari di crediti d'imposta riconosciuti da provvedimenti emanati per fronteggiare l'emergenza COVID-19.

dell'inversione di tendenza della politica monetaria europea. In chiusura d'esercizio, le masse gestite dalle società riconducibili alla Divisione Asset Management, al netto delle duplicazioni, risultavano in flessione del 14,2% rispetto al 31 dicembre 2021.

Per quanto riguarda le evidenze gestionali relative al business assicurativo, lo scenario di incertezza ha fatto registrare nei dodici mesi una contrazione della raccolta lorda del comparto vita (-14% rispetto a dicembre 2021). La raccolta netta è stata parimenti negativa, condizionata anche da una ripresa delle liquidazioni imputabile alla maggior mortalità conseguente al COVID-19.

Per contro il ramo danni ha mostrato una crescita del 2%, trainato dal settore "no motor" (+7%).

Quanto ai riflessi del contesto pandemico sui proventi operativi del Gruppo, nell'ambito degli interessi netti, a partire dal terzo trimestre, i benefici derivanti dalle operazioni TLTRO III con la BCE, correlati ai tassi negativi applicati17, hanno iniziato a ridursi significativamente in seguito ai ripetuti rialzi dei tassi ufficiali operati dalla Banca Centrale Europea con effetti dal: 27 luglio (50 punti base), 14 settembre (75 punti base), 2 novembre (75 punti base) e 21 dicembre 2022 (50 punti base). Complessivamente il conto economico consolidato del 2022 ha registrato interessi attivi derivanti dalle operazioni TLTRO III per 615 milioni a fronte dei 1.187 milioni contabilizzati nel 2021, diminuzione solo parzialmente compensata, nel quarto trimestre, dagli interessi maturati sul reimpiego della liquidità in eccesso in operazioni di deposito con la BCE, favorito dal ritorno in positivo dei relativi tassi (Deposit Facility Rate).

Le commissioni nette sono scese del 6,4% a 8.919 milioni. L'aggregato ha risentito di una minore contribuzione del comparto relativo alle attività di gestione, intermediazione e consulenza, condizionato dalla volatilità dei mercati, che ha frenato soprattutto le voci di ricavo legate al risparmio gestito.

Nonostante il sopra descritto andamento della raccolta, il risultato dell'attività assicurativa è cresciuto del 4,7% a 1.705 milioni grazie all'aumentato apporto del margine tecnico, sia nel ramo vita sia in quello danni, a fronte di una flessione del margine finanziario, in particolare nel ramo vita.

Nell'esercizio in esame i costi sostenuti dal Gruppo Intesa Sanpaolo per interventi correlati allo scenario pandemico si sono attestati a 19,7 milioni in termini di spese correnti, in calo di oltre 17 milioni rispetto ai 37 milioni del 2021, mentre non si sono registrati investimenti, quantificatisi invece in 6 milioni nel 2021.

Relativamente alle rettifiche di valore su crediti, nel corso del 2022 si è evidenziato il sostanziale azzeramento dei management overlay a presidio della vulnerabilità delle moratorie, stante il progressivo aumento delle moratorie che hanno maturato i termini per la ripresa dei pagamenti senza evidenziare elementi di criticità significativi. Nonostante ciò, le rettifiche complessive sono risultate in crescita a 3.113 milioni, rispetto ai 2.766 milioni del 2021, in quanto hanno incorporato i sopra descritti effetti di valutazione connessi al rischio Russia-Ucraina.

17 Si ricorda che nel periodo dal 24 giugno 2020 al 23 giugno 2022 – il cosiddetto "special interest rate period" – il tasso applicato alle operazioni TLTRO è stato pari al -1%. Dal 24 giugno 2022 fino al 22 novembre 2022 il tasso applicato e regolato a scadenza è stato il tasso medio sui depositi presso la Banca Centrale (Deposit Facility Rate) calcolato per l'intera durata dell'operazione, mentre a partire dal 23 novembre 2022 il tasso applicato risulta pari al tasso in vigore nel periodo. In seguito alle ultime decisioni di politica monetaria il Deposit Facility Rate è passato dal -0,50% allo 0% con effetto dal 27 luglio 2022, dallo 0% allo 0,75% con effetto dal 14 settembre 2022, dallo 0,75% all'1,50% dal 2 novembre e dall'1,50% al 2% dal 21 dicembre 2022.

I risultati a livello consolidato di Intesa Sanpaolo

Il commento ai risultati consolidati del 2022 fa riferimento allo schema di conto economico riclassificato che – in continuità con il Bilancio 2021 e con i Resoconti infra-annuali del 2022 – per consentire un raffronto in termini omogenei presenta i dati relativi ai primi due trimestri del 2021 "rideterminati" sulla base di dati gestionali, al fine di: i) escludere linea per linea le risultanze reddituali relative agli sportelli UBI Banca ceduti nei primi tre mesi del 2021 e a quelli UBI e ISP ceduti nel secondo trimestre 2021, sinteticamente e convenzionalmente appostate nella voce Utili (perdite) delle attività operative cessate; ii) includere linea per linea i dati delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas 18 , entrate nell'area di consolidamento a partire dal secondo trimestre del 2021, depurati delle risultanze reddituali riconducibili alla produzione riferibile alla clientela delle filiali cedute a BPER, con la convenzionale attribuzione del risultato netto alla voce Utile (perdita) del periodo di pertinenza di terzi, quindi senza impatto sull'utile di periodo.

L'esercizio 2022 si è chiuso con un utile netto consolidato di 4.354 milioni, in crescita rispetto ai 4.185 milioni del 2021 (+169 milioni; +4%).

Il miglioramento è stato determinato dal favorevole andamento della gestione operativa, che ha assorbito il peso degli effetti valutativi correlati sia al conflitto tra Russia e Ucraina che allo scenario macroeconomico. Da un lato sono state operate rettifiche per rischio verso controparti russe e ucraine, per la quasi totalità riconducibili ad esposizioni creditizie, in bilancio e fuori bilancio, per complessivi 1.415 milioni lordi, dei quali 74 milioni di pertinenza del quarto trimestre (1.145 milioni al netto dell'effetto fiscale, dei quali 62 milioni riferiti al quarto trimestre). Dall'altro, al fine di prevenire possibili deterioramenti della qualità del credito in relazione ad elementi di rischiosità prospettica insiti nello scenario attuale, sono state effettuate, per la parte più rilevante nel quarto trimestre, rettifiche su crediti in bonis per 1.174 milioni lordi, principalmente riferite a management overlay prudenzialmente applicati laddove sono state individuate maggiori vulnerabilità potenziali, ma anche per azioni di de-risking, tra le quali quella sul portafoglio leasing immobiliare, e per l'applicazione di un fattore di peggioramento allo scenario macroeconomico prudente adottato per la stima forward-looking delle ECL. Tali maggiori rettifiche sono state solo parzialmente mitigate dalle riprese sugli overlay a presidio della vulnerabilità delle moratorie.

I proventi operativi netti sono saliti a 21.470 milioni (+677 milioni; +3,3%), trainati dal positivo andamento degli interessi netti che ha ampiamente controbilanciato gli andamenti riflessivi di alcune voci di ricavo.

In un contesto di ripetuti rialzi dei tassi ufficiali di riferimento decisi dalla BCE a partire dal mese di luglio, gli interessi netti sono cresciuti del 20,2% a 9.500 milioni, giungendo a rappresentare il 44,2% dei proventi. Il progresso è stato favorito dalla positiva evoluzione dell'intermediazione con clientela ma anche degli interessi sulle attività finanziarie, e si è accompagnato ad una riduzione dei differenziali negativi sui derivati di copertura nonché ad un aumento degli altri interessi netti. In seguito al mutato orientamento della politica monetaria in Europa, il contributo dei rapporti con banche è risultato in flessione, per la significativa contrazione intervenuta a partire dal terzo trimestre dei benefici, in

termini di tassi negativi applicati, delle operazioni TLTRO con la BCE, solo parzialmente compensata, nel quarto trimestre, dagli interessi maturati sul reimpiego della liquidità in eccesso in operazioni di deposito con la BCE. Le commissioni nette hanno evidenziato un calo del 6,4% a 8.919 milioni. La volatilità dei mercati finanziari ha penalizzato il comparto gestione, intermediazione e consulenza, che ha registrato una diminuzione del 13,8% dei proventi complessivi, in

particolare con riferimento a intermediazione e collocamento di titoli e gestioni patrimoniali, a fronte di una sostanziale stabilità della distribuzione di prodotti assicurativi. Sono invece risultate in crescita le contribuzioni dell'attività bancaria commerciale (+5,4%), sostenuta da tutte le voci con la sola eccezione dei conti correnti, e delle altre commissioni nette (+9,6%), principalmente su finanziamenti.

Il risultato dell'attività assicurativa, che raggruppa le voci di costo e di ricavo del business assicurativo delle compagnie vita e danni operanti nell'ambito del Gruppo, è migliorato del 4,7% a 1.705 milioni, quale effetto combinato di un incremento del margine tecnico e di una riduzione del margine finanziario.

Il risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value ha registrato una flessione del 15,7% a 1.378 milioni, condizionato dalla diminuita operatività in titoli del secondo semestre. La contrazione è essenzialmente riconducibile al "Risultato netto da dividendi e da cessione di attività valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e da cessione di attività al costo ammortizzato".

La voce altri proventi (oneri) operativi netti, nella quale sono compendiati gli utili delle partecipazioni valutate al patrimonio netto ed altri proventi ed oneri della gestione caratteristica, ha mostrato un saldo di -32 milioni che va a confrontarsi con i +97 milioni dell'esercizio precedente. All'interno della voce, gli utili delle partecipazioni valutate al patrimonio netto sono scesi da 97 milioni a 40 milioni, mentre gli altri proventi/oneri di gestione netti sono ammontati a -72 milioni (si presentavano azzerati nel 2021).

18 Assicurazioni Vita (già Aviva Vita) e Lombarda Vita sono state incorporate in Intesa Sanpaolo Vita il 31 dicembre 2021. Cargeas Assicurazioni è stata incorporata in Intesa Sanpaolo Assicura, controllata totale di Intesa Sanpaolo Vita, il 1° ottobre 2022.

Anche in virtù delle sinergie derivanti dall'integrazione dell'ex Gruppo UBI Banca, i costi operativi sono ulteriormente diminuiti a 10.934 milioni (-46 milioni; -0,4%), nonostante la dinamica inflattiva e gli aumentati ammortamenti correlati agli investimenti per la crescita.

Più in dettaglio, le spese per il personale si sono mantenute stabili a 6.742 milioni, pur a fronte della riduzione degli organici medi (-2.600 risorse; -2,6%), avendo incorporato un aumento della componente variabile della retribuzione legata ai risultati conseguiti dal Gruppo, gli oneri correlati ai nuovi piani di incentivazione a lungo termine avviati in chiusura del primo semestre e l'erogazione di 36 milioni oggetto dell'accordo sindacale del 22 novembre per mitigare l'impatto dell'inflazione. Le spese amministrative sono scese del 2,7% a 2.912 milioni: la riduzione ha interessato in particolare la gestione immobili, per la progressiva riduzione degli spazi conseguente ai piani di accorpamento e di razionalizzazione della rete di vendita, i servizi informatici, in virtù della rimodulazione dei contratti seguita all'integrazione di UBI Sistemi e Servizi (la società di servizi dell'ex Gruppo UBI), e i servizi legali e professionali. Gli ammortamenti

sono invece saliti a 1.280 milioni (+3%), principalmente per maggiori investimenti in tecnologia. La dinamica dei ricavi e dei costi sopra descritta ha permesso al risultato della gestione operativa di migliorarsi a 10.536 milioni (+723 milioni; +7,4%) e al cost/income di scendere di quasi due punti percentuali, dal 52,8% al 50,9%.

Le rettifiche di valore nette su crediti hanno totalizzato 3.113 milioni, rispetto ai 2.766 milioni del 2021 che peraltro includevano 1.615 milioni di stanziamenti addizionali per accelerare il processo di de-risking (+347 milioni; +12,5%). Come indicato in premessa, la voce comprende (i) gli effetti di valutazione connessi al rischio Russia-Ucraina per complessivi 1.298 milioni, dei quali solo 9 milioni riferiti al quarto trimestre; (ii) le rettifiche per 1.174 milioni, delle quali 965 milioni effettuate nel quarto trimestre, per incorporare prudenzialmente gli elementi di rischiosità prospettica insiti nello scenario attuale. Tali rettifiche – principalmente riferite a management overlay prudenzialmente applicati laddove sono state individuate maggiori vulnerabilità potenziali, ma anche ad azioni di de-risking, tra le quali quella sul portafoglio leasing immobiliare, e all'applicazione di un fattore di peggioramento allo scenario macroeconomico prudente adottato per la stima forward-looking delle ECL – sono state solo parzialmente mitigate dalla riduzione dei management overlay a presidio della vulnerabilità delle moratorie (721 milioni), stante il pressoché completo riassorbimento delle stesse senza impatti significativi sulle dinamiche delle posizioni deteriorate. In conseguenza dell'approccio valutativo di collective assessment adottato, l'incremento della voce risulta sostanzialmente concentrato a livello di Stage 2 (+1.168 milioni), di Stage 1 (+238 milioni) e di accantonamenti netti ai

diminuite rettifiche che hanno interessato le esposizioni in Stage 3 (-1.341 milioni). Il costo del rischio, espresso dal rapporto tra rettifiche di valore nette e crediti netti, si è così attestato a 70 punti base (30 punti base se si esclude lo stanziamento relativo all'esposizione verso Russia e Ucraina e le ulteriori rettifiche per overlay e per favorire il de-risking, al netto del rilascio di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per gli impatti attesi di COVID-19) che vanno a confrontarsi con i 59 punti base del 2021 (25 punti base escludendo gli stanziamenti addizionali per accelerare il processo di de-risking).

fondi per rischi e oneri per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate (+306 milioni), a fronte di

Sono stati poi contabilizzati altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività per complessivi 281 milioni, in significativa riduzione rispetto agli 851 milioni registrati nell'esercizio di raffronto. In dettaglio, 175 milioni sono riconducibili a rettifiche di valore nette (151 milioni nel 2021), anche per valutazioni del rischio Russia e Ucraina su titoli e immobili (37 milioni), mentre i restanti 106 milioni sono relativi ad accantonamenti ai fondi per rischi e oneri, in buona parte correlati a controversie legali e all'azzeramento del valore della partecipazione russa nel bilancio consolidato (80 milioni). Nel 2021 gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri avevano totalizzato 700 milioni che incorporavano, tra gli altri, stanziamenti per circa 295 milioni, effettuati nel secondo e nel quarto trimestre, per rischi ed oneri del comparto assicurativo (eccedenza dei sinistri rispetto ai premi maturati e accantonamento stimato per gli oneri prospettici sulle polizze in essere).

Gli altri proventi (oneri) netti, che includono utili e perdite realizzati su investimenti, partecipazioni e attività finanziarie al costo ammortizzato diverse dai crediti, nonché proventi ed oneri non strettamente correlati alla gestione operativa, si sono quantificati in 202 milioni. L'importo include i 195 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione in giugno e i 41 milioni di erogazione liberale una tantum a favore delle persone di Intesa Sanpaolo (ad esclusione di quelle con qualifica di dirigente o retribuzione equivalente). Il 2021 aveva registrato 332 milioni, principalmente riconducibili alle plusvalenze rilevate per 194 milioni dalla cessione nel primo trimestre da parte di Fideuram Bank Luxembourg a State Street del ramo d'azienda relativo alle attività di banca depositaria e per 97 milioni dalla cessione a Nexi, nel mese di ottobre, del ramo acquiring ex UBI Banca.

Non sono stati rilevati utili delle attività operative cessate, a fronte dei 58 milioni evidenziati nel 2021 in seguito alla esposizione nella voce dell'apporto degli sportelli ceduti nel primo semestre di quell'esercizio.

Quale effetto delle appostazioni contabili descritte, il risultato corrente lordo si è attestato a 7.344 milioni, in progresso rispetto ai 6.586 milioni del 2021 (+758 milioni; +11,5%).

Le imposte sul reddito sono aumentate a 2.059 milioni, dai 1.605 milioni del 2021 (+454 milioni; +28,3%), definendo un tax rate in crescita dal 24,4% al 28%. Nonostante nel quarto trimestre siano state iscritte imposte anticipate per 320 milioni relative a perdite fiscali pregresse dell'ex UBI Banca, l'evoluzione riflette l'aumentata base imponibile dell'esercizio, come pure il fatto che l'onere fiscale del 2021 aveva beneficiato dell'affrancamento di attività immateriali (circa 460 milioni contro i 117 milioni registrati nel 2022).

Al netto delle imposte sono stati poi rilevati oneri di integrazione e incentivazione all'esodo per 140 milioni, in diminuzione dai precedenti 439 milioni (che per 210 milioni erano riferiti ad uscite incentivate ex accordo del 16 novembre 2021), unitamente ad effetti economici negativi dell'allocazione dei costi di acquisizione per 211 milioni (39 milioni nel 2021).

È risultato come sempre rilevante, e in crescita, l'importo degli oneri finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario: 576 milioni al netto delle imposte (836 milioni lordi) rispetto ai 512 milioni netti (746 milioni lordi) del 2021. Tali oneri sono essenzialmente rappresentati:

  • (i) per 254 milioni netti (369 milioni lordi) dai contributi ordinari al fondo di risoluzione unico per le banche italiane ed estere del Gruppo (contabilizzati nel primo trimestre per la quota più rilevante relativa alle banche italiane), in flessione dai 262 milioni netti (382 milioni lordi) del 2021 che però includevano una componente addizionale (69 milioni netti; 103 milioni lordi);
  • (ii) per 289 milioni netti (424 milioni lordi) dalla contribuzione ai fondi di garanzia dei depositi, spesati nella seconda parte dell'esercizio per la parte più significativa relativa alle banche italiane del Gruppo. L'importo si presenta in crescita rispetto ai 230 milioni netti (340 milioni lordi) del 2021 per le aumentate quote straordinarie di pertinenza delle banche italiane del Gruppo.

Dopo l'attribuzione dell'utile netto di competenza dei terzi per 4 milioni (perdita netta di 194 milioni nel 2021), il conto economico consolidato del 2022 si è chiuso, come indicato, con un utile netto di 4.354 milioni, in aumento del 4% rispetto ai 4.185 milioni registrati nel 2021.

Il conto economico del quarto trimestre evidenzia, nel confronto con il trimestre precedente, proventi operativi netti in crescita a 5.674 milioni (+659 milioni; +13,1%), trainati dal significativo progresso degli interessi netti (+28,4% a 3.064 milioni). Questi ultimi hanno infatti potuto beneficiare del favorevole andamento di quasi tutte le componenti, in particolare l'intermediazione con clientela e i rapporti con banche (in virtù del reimpiego della liquidità in eccesso in operazioni di deposito con la BCE a tassi positivi in progressivo rialzo). Quanto alle altre voci di ricavo: le

commissioni nette hanno registrato una ripresa (+3,2% a 2.222 milioni), grazie al recupero del comparto gestione, intermediazione e consulenza; il risultato dell'attività assicurativa ha mostrato una flessione (-7,8% a 402 milioni), per la contrazione del margine tecnico; il risultato delle attività e passività finanziarie al fair value si è pressoché azzerato, quale sintesi di apporti controbilanciati fra i diversi ambiti di contribuzione, mentre gli altri proventi/oneri operativi netti si sono mantenuti invariati, in presenza di maggiori utili delle partecipazioni valutate al patrimonio netto.

I costi operativi sono saliti a 3.130 milioni (+490 milioni; +18,6%). La tendenza ha accomunato tutte le categorie: le spese per il personale (+17,7%), che hanno incorporato sia l'accresciuto peso della componente variabile, sia la già citata erogazione di 36 milioni, a fronte di una sostanziale stabilità degli organici medi; le spese amministrative (+24,5%), per l'effetto combinato di una certa stagionalità che caratterizza gli ultimi mesi dell'anno, del contesto inflattivo ma anche di alcune iniziative pubblicitarie/promozionali della Capogruppo tipiche del periodo autunnale; gli ammortamenti (+9,9%), in relazione ad aumentati investimenti, principalmente in attività immateriali.

In conseguenza del descritto andamento di ricavi e costi, il risultato della gestione operativa è migliorato a 2.544 milioni, rispetto ai 2.375 milioni del terzo trimestre (+169 milioni; +7,1%), con cost/income salito dal 52,6% al 55,2%.

Le rettifiche di valore nette sono più che raddoppiate a 1.185 milioni, dai 496 milioni dei tre mesi precedenti, ed includono rettifiche connesse al rischio Russia-Ucraina per 9 milioni, dopo i 196 milioni di rettifiche operate nel terzo trimestre. La variazione intervenuta (+689 milioni) – come più sopra indicato, determinata da valutazioni prudenziali volte a cogliere, anche attraverso specifici management overlay, i rischi dello scenario prospettico e a favorire il de-risking – ha riguardato per 237 milioni le esposizioni deteriorate (Stage 3), in particolare le inadempienze probabili; per 291 milioni i crediti in bonis (Stage 2 e Stage 1); per 139 milioni gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate.

Gli altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività sono saliti da 45 milioni a 113 milioni, sintetizzando diminuiti accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri e aumentate rettifiche nette su altre attività.

La voce altri proventi (oneri) netti ha evidenziato proventi netti per 55 milioni (4 milioni nei tre mesi precedenti).

In seguito alle appostazioni contabili descritte il risultato corrente lordo del quarto trimestre è diminuito da 1.838 milioni a 1.301 milioni.

La dinamica del reddito imponibile e la contabilizzazione di imposte anticipate per 320 milioni relative a perdite fiscali pregresse dell'ex UBI Banca hanno dato luogo ad imposte sul reddito per 50 milioni (562 milioni nel terzo trimestre).

Al netto delle imposte sono poi stati rilevati: oneri di integrazione e incentivazione all'esodo per 78 milioni, in aumento dai 23 milioni dei tre mesi precedenti anche per l'attualizzazione dei fondi esodi; effetti economici negativi dell'allocazione dei costi di acquisizione per 59 milioni (51 milioni); oneri finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario per 32 milioni (266 milioni nel terzo trimestre che già includevano la stima della contribuzione ordinaria e straordinaria ai fondi di garanzia dei depositi delle banche italiane del Gruppo per l'intero esercizio 2022).

Dopo l'attribuzione ai terzi degli utili netti di competenza per 12 milioni (6 milioni nel terzo trimestre), il conto economico consolidato del quarto trimestre 2022 si è chiuso con un utile netto di 1.070 milioni, in progresso del 15,1% rispetto ai 930 milioni del trimestre precedente.

Con riferimento agli aggregati patrimoniali, al 31 dicembre 2022 i finanziamenti verso clientela si sono attestati a 446,9 miliardi, dai 465,9 miliardi in essere a fine 2021 (-19 miliardi; -4,1%). La contrazione, essenzialmente riconducibile al quarto trimestre (-26,9 miliardi, -5,7%), ha riguardato in misura più rilevante i crediti di natura commerciale e riflette anche azioni di ottimizzazione degli RWA del Gruppo in vista delle modifiche normative (EBA Guidelines) applicabili a partire dal 1° gennaio 2023.

Più in dettaglio, i crediti di natura commerciale sono scesi a 419,7 miliardi (-14,4 miliardi, -3,3% nei dodici mesi; -19,2 miliardi, -4,4% nei tre mesi) quale riflesso di riduzioni che hanno interessato il comparto corporate, le esposizioni verso controparti russe e i crediti leasing, questi ultimi oggetto di cessione tramite un'operazione di cartolarizzazione perfezionata nel quarto trimestre19. A tali interventi è andata affiancandosi una flessione

dei finanziamenti a medio/lungo termine alle imprese della Banca dei Territori e, nel comparto a breve, la riduzione dei crediti di natura finanziaria, costituiti dalle operazioni di pronti contro termine: a dicembre il loro stock si presentava pari a 15,4 miliardi, in flessione di 2,3 miliardi (-12,8%) nei dodici mesi e di 6,7 miliardi (-30,3%) nei tre mesi. Le altre componenti dell'aggregato hanno confermato il trend riflessivo già evidenziato in corso d'anno: i crediti rappresentati da titoli sono scesi a 6,2 miliardi (-11% rispetto a fine 2021) mentre i crediti deteriorati netti si sono ridotti a 5,5 miliardi (-22,3%). L'incidenza di questi ultimi si è così portata al 2,3% in termini lordi e all'1,2% in termini netti (rispettivamente 3,2% e 1,5% a fine 2021)20. In seguito alle cessioni perfezionate in corso d'anno, caratterizzate da un livello di copertura superiore a

quello medio della rispettiva categoria, a dicembre 2022 la copertura dei crediti deteriorati si presentava pari al 48,4%, a

fronte del 53,6% di fine 2021. Quella sui crediti in bonis risultava invece salita allo 0,59% (0,54% a fine 2021).

Dal lato della provvista, a fine 2022 la raccolta diretta bancaria mostrava una consistenza di 545,4 miliardi, evidenziando una contrazione di circa 11,9 miliardi rispetto ai 557,2 miliardi di dodici mesi prima (-2,1%). La riduzione riflette una tendenza in atto anche a livello di sistema. L'andamento riflessivo delle obbligazioni, scese a 52,4 miliardi (-16,2%) stanti volumi di emissioni costantemente inferiori agli stock in scadenza, è andato accompagnandosi a riduzioni, principalmente concentrate nel quarto trimestre, di altre forme tecniche, quali: i conti correnti e depositi, diminuiti a 433 miliardi (-2,5% su base annua) ma sempre comunque equivalenti ad oltre il 79% della raccolta bancaria totale; i certificati di deposito, scesi a 2,1 miliardi (-28,6% nei dodici mesi); la raccolta di natura finanziaria rappresentata dalle operazioni di pronti contro termine e prestito titoli, più che dimezzatasi a 1,3 miliardi.

Soltanto l'altra raccolta è risultata in aumento a 44,2 miliardi (+36,5%), sia per le marginazioni della clientela che opera in derivati, i cui valori sono aumentati in seguito al rialzo dei tassi, sia per la positiva evoluzione della componente valutata al fair value, per la quasi totalità costituita da certificati di investimento, cresciuta a 16,6 miliardi (+36,6%).

Le passività subordinate sono invece rimaste sostanzialmente stabili a 12,5 miliardi (-1%), quale sintesi di nuove emissioni per circa 2 miliardi e scadenze per 1,3 miliardi, essendo la restante differenza rappresentata dai riacquisti e dagli effetti delle valorizzazioni contabili di fine periodo.

19 Si veda in proposito quanto riportato nel successivo paragrafo "Gli eventi rilevanti".

20 In base alla definizione EBA, al 31 dicembre 2022 l'incidenza dei crediti deteriorati è risultata pari all'1,9% in termini lordi ed all'1% in termini netti (rispettivamente 2,4% e 1,2% a dicembre 2021).

La raccolta diretta assicurativa – che include anche le riserve tecniche, ovvero il debito verso la clientela che ha sottoscritto polizze tradizionali o con rischio assicurativo significativo – a dicembre 2022 totalizzava 173,6 miliardi a fronte dei 204,5 miliardi in essere a dicembre 2021 (-30,9 miliardi; -15,1%). L'andamento riflessivo, che ha riguardato soprattutto i primi nove mesi dell'esercizio in relazione al diffuso clima di incertezza, ha interessato entrambe le componenti principali.

Le passività finanziarie designate al fair value, costituite da prodotti unit linked, sono diminuite a 71,6 miliardi (-15,5%), avendo risentito della volatilità dei mercati finanziari; le riserve tecniche sono scese a 100,1 miliardi (-15,4%), andamento interamente riconducibile al ramo vita, che ne rappresenta la quasi totalità.

Solo l'altra raccolta assicurativa, che comprende le passività subordinate, si è mossa in controtendenza, salendo a 1,9 miliardi (+26,3%) con una variazione principalmente concentrata nel quarto trimestre.

La raccolta indiretta, condizionata dalla tendenza negativa che ha caratterizzato i mercati nel 2022, ha chiuso l'anno in flessione a 674,7 miliardi, dai 725,1 miliardi di fine 2021 (-7%; -50,4 miliardi), nonostante il recupero intervenuto nel quarto trimestre (+4,9%; +31,3 miliardi). Tale dinamica ha accomunato entrambe le macro componenti dell'aggregato, seppur in misura differente. La raccolta amministrata è infatti scesa dell'1,2% a 244,5 miliardi, corrispondenti al 36,2% del totale. Il risparmio gestito è invece diminuito del 9,9% a 430,2 miliardi, equivalenti al 63,8% del totale. All'interno del risparmio gestito tutte le voci più significative hanno risentito negativamente della situazione dei mercati: i fondi (-15% a 149,8 miliardi), le riserve tecniche e passività finanziarie assicurative (-7,8% a 171,9 miliardi), le gestioni patrimoniali (-10,2% a 73,6 miliardi) e i fondi pensione (-4,8% a 12 miliardi). Soltanto i rapporti con la clientela istituzionale hanno registrato una variazione positiva (+12,5% a 22,9 miliardi).

I risultati delle Business unit

Il Gruppo Intesa Sanpaolo opera attraverso una struttura organizzativa articolata in sei settori di attività: Banca dei Territori, IMI Corporate & Investment Banking, International Subsidiary Banks, Asset Management, Private Banking e Insurance. Ad essi si aggiunge il Centro di Governo – con funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'intero Gruppo – cui fanno capo anche le attività di Tesoreria e di ALM.

Come si può notare dal grafico, gli apporti dei proventi operativi netti dei singoli settori di attività (escludendo il Centro di governo) confermano il preponderante contributo dell'attività bancaria commerciale in Italia (il 43,2% dei proventi operativi netti delle aree di business), in presenza di un apporto comunque significativo dell'attività di corporate e investment banking (21,2%), dell'attività bancaria commerciale all'estero (10,9%), del private banking (12,1%), dell'attività assicurativa (7,9%) e dell'asset management (4,7%).

Ove necessario e se materiali, i dati divisionali sono stati riesposti in coerenza con le variazioni di perimetro delle Business Unit al fine di consentire un confronto omogeneo.

Nel corso del 2022 la Banca dei Territori – che presidia la tradizionale attività di intermediazione creditizia in Italia e i servizi finanziari ad essa correlati – ha evidenziato una leggera diminuzione dei proventi operativi netti a 8.813 milioni (-0,5%). La crescita degli interessi netti (+0,6%), imputabile essenzialmente al miglioramento del margine con la clientela, sostenuto dall'andamento dei tassi di mercato nell'ultima parte dell'anno, ha infatti solo parzialmente compensato il calo delle commissioni nette (-1,4%), condizionate dal contesto di mercato sfavorevole.

I costi operativi, pari a 6.397 milioni, sono diminuiti dell'1,6% in relazione a risparmi sulle spese del personale, per la riduzione degli organici in seguito alle uscite volontarie incentivate ex accordi, e al contenimento delle spese amministrative, principalmente per servizi resi da terzi e spese legali nonché per i service in ambito immobiliare. Per effetto degli andamenti descritti, il risultato della gestione operativa è migliorato a 2.416 milioni (+2,6%). Il risultato corrente lordo è anch'esso aumentato a

1.121 milioni (+10,7%), avendo beneficiato di minori accantonamenti e rettifiche di valore nette su altre attività. Il risultato netto si è attestato a 471 milioni, valore superiore del 49,1% rispetto ai 316 milioni del 2021.

Le consistenze patrimoniali della Divisione a fine 2022 hanno evidenziato un moderato calo dei volumi intermediati complessivi di raccolta e impiego rispetto a inizio anno (-0,7%). In dettaglio, i crediti verso clientela hanno mostrato un decremento a 247,5 miliardi (-1,2%) prevalentemente riconducibile all'andamento dei finanziamenti a medio/lungo termine alle imprese, solo in parte controbilanciato dall'aumento del credito nei confronti dei privati.

La raccolta diretta bancaria si è mantenuta sostanzialmente stabile a 291,1 miliardi (-0,2%) in relazione alla dinamica cedente dei titoli in circolazione; i debiti verso clientela hanno per contro evidenziato un lieve incremento ascrivibile allo sviluppo della raccolta proveniente dalle famiglie e aziende retail che ha sopravanzato la contrazione dei debiti verso le imprese.

Nel 2022 la Divisione IMI Corporate & Investment Banking ha realizzato proventi operativi netti in calo a 4.333 milioni (-6,5%). La variazione è principalmente riconducibile al risultato delle attività e passività finanziarie al fair value, diminuito a 1.047 milioni (-20,5%) in seguito ai minori utili da cessione di titoli di debito HTCS.

Anche gli interessi netti hanno mostrato una riduzione, a 2.132 milioni (-2,3%), principalmente per il minor apporto del portafoglio titoli in ambito global markets. Le commissioni nette sono invece cresciute dell'1,9% a 1.156 milioni, grazie all'andamento rilevato nei comparti del commercial banking e della finanza strutturata, che ha compensato le minori commissioni rivenienti dall'investment banking, penalizzato dalla congiuntura macroeconomica negativa.

I costi operativi hanno evidenziato un incremento del 3,4% a 1.418 milioni, riconducibile alle spese amministrative e del personale. Le dinamiche descritte di ricavi e costi hanno portato ad una riduzione del 10,7%, a 2.915 milioni, del risultato della

gestione operativa. In conseguenza delle significative rettifiche di valore appostate in relazione agli eventi riguardanti Russia e Ucraina, il risultato corrente lordo si è contratto a 1.220 milioni (-62,3%).

L'utile netto è stato pari a 681 milioni (-69,7%).

I volumi intermediati della Divisione hanno evidenziato una riduzione rispetto a inizio anno (-8%). Nel dettaglio, gli impieghi a clientela, pari a 132,9 miliardi, hanno registrato un calo (-12,9%, -19,6 miliardi), da porre in relazione alle azioni mirate a calmierare gli RWA del Gruppo, in coerenza con le linee guida EBA applicabili a partire dal 1° gennaio 2023. La raccolta diretta bancaria è invece rimasta stabile a 94,8 miliardi.

Nel 2022 i proventi operativi netti della Divisione International Subsidiary Banks – che presidia l'attività del Gruppo sui mercati esteri tramite banche commerciali controllate e partecipate che svolgono prevalentemente attività bancaria retail – si sono attestati a 2.227 milioni, in crescita del 12,9% rispetto al precedente esercizio (+16,3% a cambi costanti), per la dinamica di tutte le principali componenti: interessi netti (+19,1% a 1.592 milioni), commissioni nette (+5,1% a 574 milioni), altri oneri operativi netti (+78,9% a -68 milioni) e risultato delle attività e passività finanziarie al fair value (+1,6% a 129 milioni).

I costi operativi, pari a 1.118 milioni, hanno presentato una crescita (+4,3%; +6,5% a cambi costanti) dovuta alla dinamica delle spese amministrative e del personale. Per l'andamento descritto dei ricavi e dei costi, il risultato della gestione operativa ha registrato un progresso del 23,2%, attestandosi a 1.109 milioni. Il risultato corrente lordo, pari a 779 milioni (+15,2%), ha beneficiato di minori accantonamenti netti e rettifiche di valore

nette su altre attività e di più elevati altri proventi netti che hanno in parte compensato le maggiori rettifiche di valore nette su crediti per gli eventi riguardanti Russia e Ucraina.

La Divisione ha chiuso l'esercizio 2022 con un risultato netto di 504 milioni (+8,9%).

I volumi intermediati della Divisione hanno evidenziato a fine dicembre 2022 un incremento (+4,5%, pari a +4,1 miliardi) rispetto a inizio anno riconducibile sia alla raccolta diretta bancaria (+5,6%), nella componente dei debiti verso clientela, sia ai crediti verso clientela (+3,2%). La dinamica degli impieghi è principalmente attribuibile alle controllate operanti in Slovacchia, Serbia e Croazia, mentre lo sviluppo della raccolta alle controllate attive in Croazia e in Slovacchia e, in misura minore, a quelle presenti in Slovenia e in Serbia.

La Divisione Private Banking – che ha la missione di servire il segmento di clientela di fascia alta (Private e High Net Worth Individuals), creando valore attraverso l'offerta di prodotti e servizi mirati all'eccellenza – ha realizzato un risultato corrente lordo pari a 1.555 milioni, in calo di 86 milioni (-5,2%) rispetto al precedente esercizio, che comprendeva – tra gli Altri proventi netti – la plusvalenza di 194 milioni relativa alla cessione del ramo di attività di Banca Depositaria di Fideuram Bank (Luxembourg).

Il risultato della gestione operativa ha mostrato un incremento di 73 milioni (+4,9%), attribuibile alla crescita dei proventi operativi netti (+80 milioni) – da ricondurre agli interessi netti (+202 milioni) parzialmente controbilanciati dalle commissioni nette (-116 milioni) – solo in parte compensata dai maggiori costi operativi (+7 milioni).

La Divisione ha chiuso il 2022 con un utile netto di 1.034 milioni, in riduzione del 3,9% rispetto al 2021.

Al 31 dicembre 2022 le masse gestite e amministrate, che includono anche il contributo dei mandati fiduciari a SIREF Fiduciaria, sono state pari a 272,5 miliardi (-21,4 miliardi da inizio anno). Tale andamento è riconducibile alla performance di mercato che ha inciso negativamente sui patrimoni, solo parzialmente compensata dalla raccolta netta positiva. La componente di risparmio gestito si è attestata a 150,1 miliardi (-16,7 miliardi).

La Divisione Asset Management – che ha la missione di sviluppare le migliori soluzioni di asset management rivolte alla clientela del Gruppo e la presenza nel segmento dell'open market tramite la società controllata Eurizon Capital SGR e le sue partecipate – ha registrato nel 2022 proventi operativi netti per 962 milioni, in riduzione (-28,4%) rispetto all'esercizio precedente, per l'andamento delle commissioni nette (-369 milioni), che hanno risentito principalmente della contrazione delle commissioni di performance incassate nel periodo.

L'evoluzione dei costi operativi (-7,1%) è riconducibile principalmente al contenimento delle spese del personale e delle spese amministrative, da porre in relazione con gli effetti delle sinergie derivanti dall'integrazione con Pramerica perfezionata a fine giugno 2021. Dato l'andamento descritto dei ricavi e dei costi, il risultato della gestione operativa è stato pari a 740 milioni, in decremento del 33% circa rispetto al precedente esercizio. La Divisione ha chiuso il 2022 con un risultato netto di 550 milioni (-30,1%).

Al 31 dicembre 2022 il risparmio gestito dalla Divisione Asset Management si è approssimato a 304 miliardi, in calo di 50,2 miliardi (-14,2%) rispetto a inizio anno. Tale dinamica è ascrivibile alla svalutazione delle masse gestite correlata all'andamento negativo dei mercati.

Nel 2022 la Divisione Insurance – costituita da Intesa Sanpaolo Vita, Intesa Sanpaolo Life, Fideuram Vita, Intesa Sanpaolo Assicura (che ha incorporato Cargeas Assicurazioni dal 1° ottobre 2022) e Intesa Sanpaolo RBM Salute (oltre a Intesa Sanpaolo Insurance Agency) con la missione di sviluppare in modo sinergico l'offerta dei prodotti assicurativi rivolti alla clientela del Gruppo – ha conseguito un risultato dell'attività assicurativa pari a 1.616 milioni, in aumento (+1,9%) rispetto all'esercizio precedente. La dinamica è ascrivibile all'incremento del margine tecnico che ha più che compensato la riduzione del margine finanziario.

Il risultato corrente lordo, pari a 1.320 milioni, ha evidenziato una sostenuta crescita (+58,1%), per effetto dell'aumento dei proventi operativi netti, della riduzione dei costi operativi, segnatamente delle spese amministrative, e dell'andamento degli altri accantonamenti netti che nel 2022 hanno evidenziato rilasci per 90 milioni (nel 2021 erano stati effettuati consistenti accantonamenti che includevano 295 milioni rappresentanti

l'eccedenza dei sinistri rispetto ai premi maturati e la stima per gli oneri prospettici anche in conseguenza di un maggior utilizzo delle prestazioni da parte degli assicurati al termine dei lunghi periodi di lockdown). L'utile netto è ammontato a 870 milioni (+22,2%).

Il Centro di Governo ha evidenziato un risultato della gestione operativa pari a 580 milioni a fronte dei -461 milioni del precedente esercizio, essenzialmente per la crescita dei proventi operativi netti, e in particolare degli interessi netti, principalmente in relazione al venir meno del costo dell'eccesso di liquidità per effetto della risalita dei tassi registrata nella seconda metà del 2022. I costi operativi hanno mostrato una riduzione, riconducibile a sinergie sulle spese amministrative. Il risultato corrente lordo si è attestato a 609 milioni a fronte di un risultato negativo di 1.924 milioni del 2021 che includeva significative rettifiche nette su crediti (riprese nette nel 2022), minori proventi netti e più elevati accantonamenti netti. Il 2022 si è chiuso con un risultato netto di 244 milioni a fronte di -1.416 milioni dell'esercizio precedente.

Di seguito si indicano gli eventi rilevanti intervenuti nel corso del 2022 ed alcuni eventi salienti successivi alla chiusura dell'esercizio.

Nel corso dei primi mesi del 2022 sono stati perfezionati gli ultimi interventi a completamento dell'integrazione di UBI Banca:

– come già illustrato nel Bilancio 2021, a metà febbraio 2022 si è concluso il progetto di integrazione di IW Bank, che ha avuto per oggetto la scissione parziale dell'intero ramo bancario della società ed il suo conferimento alla controllante Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking (prima scissione) e, contestualmente, da quest'ultima ad Intesa Sanpaolo (seconda scissione, avente ad oggetto un compendio costituito dai crediti in bonis del predetto ramo bancario e dalla relativa provvista e personale), unitamente alla modifica dello statuto di IW Bank, con la variazione della denominazione in IW Private Investments SIM S.p.A. e la rinuncia all'autorizzazione a svolgere attività bancaria. In conseguenza della scissione, IW Private Investments SIM è ora dedicata all'offerta di servizi di investimento (servizi di

consulenza e collocamento) per la quale era stata ottenuta, con provvedimento del 1° dicembre 2021, specifica autorizzazione da parte della Consob. La stipula degli atti è avvenuta l'11 gennaio 2022 con efficacia giuridica dal 14 febbraio 2022 e completamento delle attività di migrazione informatica nel fine settimana del 12-13 febbraio;

  • per quanto riguarda invece UBI Leasing, dopo che il 13 dicembre 2021 era stata ricevuta l'autorizzazione di BCE all'incorporazione della società nella Capogruppo ed il 26 gennaio 2022 il progetto di fusione era stato depositato presso il Registro delle Imprese di Torino, come previsto dall'art. 2501-ter C.C., l'operazione è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo del 1° marzo 2022 e dall'Assemblea straordinaria di UBI Leasing del 2 marzo. L'atto di fusione è stato stipulato il 19 aprile 2022 con efficacia giuridica dal 16 maggio e decorrenza degli effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2022. In quanto avente per oggetto una società interamente controllata, l'incorporazione di UBI Leasing è avvenuta ai sensi dell'art. 2505 del Codice Civile;
  • in data 21 gennaio 2022 si è perfezionato il trasferimento da Intesa Sanpaolo a Fideuram Bank (Luxembourg) della partecipazione totalitaria in UBI Trustee, società dell'ex Gruppo UBI Banca con sede in Lussemburgo e specializzata in servizi fiduciari dedicati alla clientela HNWI (High Net Worth Individuals) e UHNWI (Upper High Net Worth Individuals).

Inoltre, come anticipato nella precedente informativa di bilancio, al fine di meglio focalizzare e valorizzare le attività caratteristiche e le competenze acquisite in seguito all'incorporazione di UBI Banca – presso la quale già insisteva un ramo d'azienda organizzato per la gestione dell'attività di prestito su pegno (gli ex Monte dei Pegni) – è stata prevista la costituzione di una nuova società, denominata Acantus S.p.A., autorizzata con provvedimento della Banca d'Italia del 18 gennaio 2022 all'esercizio dell'attività di concessione dei finanziamenti nei confronti del pubblico nella forma tecnica del prestito su pegno ai sensi degli artt. 106 e seguenti del D.Lgs. n. 395/1993 (T.U.B.).

Dopo che il 20 maggio è stato siglato l'accordo con le Organizzazioni Sindacali, il 14 luglio 2022 è stato formalizzato, con efficacia giuridica dal 25 luglio, il conferimento da Intesa Sanpaolo ad Acantus del ramo d'azienda costituito dal complesso di beni, risorse umane e rapporti giuridici organizzato per l'esercizio dell'attività di prestito su pegno. Per effetto del suddetto conferimento, finanziato attraverso un aumento di capitale dedicato, la Conferitaria è subentrata di pieno diritto e nel modo più ampio e generale alla Conferente in tutto il patrimonio costituente il ramo d'azienda, così come in ogni contratto (con particolare riferimento a quelli aventi ad oggetto il prestito su pegno). Acantus intende operare in coerenza con i principi di tutela delle persone in condizioni di fragilità adottati da Intesa Sanpaolo, offrendo una possibilità di accesso al credito quando i convenzionali canali bancari non lo consentono, come pure una rete di protezione per arginare il ricorso a soluzioni di prestito non convenzionali. I nove punti operativi confluiti in Acantus sono localizzati in Lombardia e nel Lazio: trattasi di strutture dedicate oppure inserite all'interno di immobili in cui è già presente una filiale Intesa Sanpaolo ma con ingressi indipendenti per garantire la piena separatezza dell'operatività bancaria rispetto a quella legata al prestito su pegno. In seguito al conferimento sono stati superati i limiti di immaterialità che ne consentivano in precedenza il consolidamento al patrimonio netto21, pertanto a partire dal terzo trimestre la società è entrata a far parte dell'area di consolidamento integrale.

Il 28 settembre 2022, infine, è stato stipulato l'atto di fusione per incorporazione di Cargeas Assicurazioni S.p.A. – Società assicurativa operativa nel comparto danni con la quale l'ex Gruppo UBI aveva in essere una partnership commerciale – in Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A. (tutte e due le società interamente controllate da Intesa Sanpaolo Vita S.p.A.). La fusione ha avuto efficacia giuridica dal 1° ottobre, con effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2022. L'operazione, autorizzata dall'IVASS con provvedimento del 22 giugno (pubblicato il 29 luglio 2022), era stata deliberata il 22 giugno stesso dai due Consigli di Amministrazione. Dal 1° ottobre, pertanto, tutti i contratti assicurativi stipulati da Cargeas Assicurazioni sono gestiti da Intesa Sanpaolo Assicura, mantenendo inalterate le proprie caratteristiche.

Il 1° gennaio 2022 è divenuta efficace la fusione per incorporazione di VUB Leasing A.S. (VUBL) nella controllante Vseobecna Uverova Banka A.S. (VUB), società del Gruppo entrambe operanti in Slovacchia, autorizzata dalla BCE il 12 novembre 2021. L'operazione ha visto la scissione del portafoglio di leasing finanziario e di crediti al consumo di VUBL ed il suo trasferimento, contestualmente alla fusione, nella controllante VUB, mentre il portafoglio di leasing operativo di VUBL è stato trasferito a una società per azioni di nuova costituzione, denominata VUB Operating Leasing A.S., attiva dal 1° gennaio 2022.

L'11 gennaio 2022, a margine delle autorizzazioni ricevute dalle autorità di vigilanza svizzera (FINMA) e lussemburghese (CSSF), è stata perfezionata la partnership, annunciata nell'agosto 2021, fra Reyl & Cie S.A. e 1875 Finance Holding A.G. (1875 Finance), multifamily office e gestore patrimoniale indipendente per clienti privati e istituzionali con sede a Ginevra. Il perfezionamento è avvenuto tramite l'acquisizione da parte di Reyl di una partecipazione del 40% in 1875 Finance. La partnership permette alle due società di creare opportunità di sviluppo trasversali e di svolgere così un ruolo attivo per accelerare il consolidamento del settore delle gestioni patrimoniali in Svizzera.

21 Al 31 dicembre 2021 la società era denominata New CO 123 S.p.A.

Nell'ambito della partnership realizzata nel corso del 2021 fra Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking e il Gruppo svizzero Reyl (per i cui dettagli si rimanda al Bilancio 2021), nel gennaio 2022, una volta ricevuto il nulla osta da parte dell'autorità di vigilanza svizzera FINMA, ha avuto luogo la fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval in Reyl & Cie S.A., con efficacia giuridica e decorrenza degli effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2022. L'entità risultante dalla fusione ha mantenuto la denominazione dell'incorporante Reyl & Cie S.A.

Come già indicato nel Bilancio 2021, la Legge recante il Bilancio di Previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 ed il Bilancio Pluriennale per il triennio 2022-2024 ha modificato le disposizioni in materia di capitale della Banca d'Italia prevedendo che ciascun partecipante non possa possedere, direttamente o indirettamente, una quota superiore al 5% rispetto alla precedente soglia del 3% - e che, come in precedenza, per le quote possedute in eccesso a tale soglia non spettino diritti economici e patrimoniali. Anche a seguito di tale modifica di legge, nel corso dei mesi di gennaio e febbraio 2022 le operazioni di cessione delle quote hanno subito una significativa accelerazione; nei primi due mesi dell'anno sono state perfezionate 23 operazioni che hanno determinato la cessione di ulteriori quote, pari al 9,9% del capitale, a fronte di un prezzo corrispondente al valore di bilancio (allineato al valore nominale di 25 mila euro per singola quota).

Al termine delle sopracitate cessioni, il Gruppo Intesa Sanpaolo è arrivato a detenere 15.000 quote, pari esattamente al 5% del capitale sociale della Banca d'Italia, coerente con il limite massimo previsto per legge, per un controvalore di 375 milioni.

Il 4 febbraio 2022 è stato approvato e presentato alla comunità finanziaria il Piano d'Impresa 2022-2025. La relativa documentazione (comunicato stampa e presentazione) è disponibile sul sito istituzionale di Gruppo, nella sezione Investor Relations. Nello specifico paragrafo che segue vengono illustrate le attività realizzative portate avanti nel corso del 2022.

Il 15 febbraio 2022 Intesa Sanpaolo e Nextalia SGR, per conto del Fondo Nextalia Private Equity, hanno definito un accordo vincolante finalizzato alla creazione di una nuova società, leader nella formazione e nel digital learning, facendo leva sull'infrastruttura di apprendimento innovativa di Intesa Sanpaolo. La società, denominata Digit'Ed, intende rivolgersi sia al segmento business, ovvero alle grandi aziende, piccole e medie imprese, alla pubblica amministrazione e agli ordini professionali, sia al segmento consumer, anche in collaborazione con prestigiose istituzioni italiane e internazionali, rispondendo così alle crescenti esigenze del mercato della formazione, legate alla trasformazione digitale, all'evoluzione delle competenze e al re-skilling.

L'accordo vincolante ha previsto la cessione, da parte di Intesa Sanpaolo, di Intesa Sanpaolo Formazione, la società del Gruppo focalizzata su iniziative di formazione rivolte alla crescita delle imprese e del territorio, a favore della quale – in vista della predetta cessione – è stato altresì previsto il conferimento dalla Capogruppo di uno specifico ramo di attività dedicato alla progettazione ed erogazione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo con sede in Italia.

L'accordo si colloca nell'ambito di un'operazione complessiva che vedrà la newco Digit'Ed (controllata da Nextalia Holdco, società interamente controllata dal Fondo Nextalia Private Equity) quale soggetto aggregatore delle migliori realtà attive nel settore.

Dopo la sottoscrizione, il 17 giugno, dell'accordo con le Organizzazioni Sindacali per regolare il trasferimento del personale di Intesa Sanpaolo Formazione e del correlato ramo di Intesa Sanpaolo, il 22 giugno 2022 si è dato corso al conferimento verso Intesa Sanpaolo Formazione del ramo di Intesa Sanpaolo dedicato alla progettazione ed all'erogazione dei servizi formativi per i dipendenti del Gruppo.

Il 29 giugno 2022 – ad esito dell'iter autorizzativo di Banca d'Italia per l'esternalizzazione, della sopra richiamata procedura sindacale e del completamento delle attività IT per il conferimento e per la cessione – si è perfezionata la prima fase dell'operazione, con la cessione di Intesa Sanpaolo Formazione ad Altaformazione, in precedenza acquisita da Digit'Ed. Si è così proceduto a cancellare la partecipazione in Intesa Sanpaolo Formazione, rilevando una plusvalenza sul conto economico consolidato di circa 195 milioni al lordo dell'effetto fiscale. Sempre in data 29 giugno Intesa Sanpaolo, in una logica coerente con il Piano d'Impresa 2022-2025, ha reinvestito parte del corrispettivo ricevuto per la vendita di Intesa Sanpaolo Formazione nel capitale di Digit'Ed, acquisendo una quota del 20%. L'interessenza in Digit'Ed è stata classificata come partecipazione sottoposta ad influenza notevole ai sensi dello IAS 28.

Accanto alle operazioni societarie descritte, sono stati stipulati accordi per avviare, a partire dalla data del closing, una partnership commerciale pluriennale con la quale è stata prevista, tra l'altro, la fornitura da parte di Intesa Sanpaolo Formazione di contenuti e servizi di formazione in favore di Intesa Sanpaolo e delle società del Gruppo.

Il 26 aprile 2022 è stata realizzata l'operazione di conferimento a Mooney S.p.A. del ramo aziendale di Banca 5 deputato alla produzione dei prodotti/servizi distribuiti dal Gruppo Mooney, rientrante nell'ambito degli accordi di partnership strategica in essere dal 2019 (si veda in proposito quanto riportato nella Relazione sull'andamento della gestione del Bilancio consolidato 2021). Il 3 maggio 2022 le azioni della società conferitaria Mooney sono state cedute a Mooney Group S.p.A., con regolamento attraverso l'emissione di una nota di credito "Pay in kind (PIK)" nei confronti di Banca 5. A fronte della cancellazione del ramo ceduto e dell'iscrizione al fair value della nota di credito, è stata rilevata una plusvalenza, al lordo del correlato effetto fiscale, pari a circa 12 milioni.

Facendo seguito all'accordo siglato nel dicembre 2021 e già anticipato nel Bilancio 2021, il 14 luglio 2022 Intesa Sanpaolo, attraverso Banca 5 S.p.A., ed Enel, attraverso la società interamente controllata Enel X S.r.l., hanno perfezionato l'acquisizione da Schumann Investments S.A., società controllata dal fondo internazionale di private equity CVC Capital Partners Fund VI, del 70% del capitale sociale di Mooney Group S.p.A., holding di un gruppo fintech operante nei servizi di proximity banking e payment, costituita nel 2019 in partnership con il fondo CVC per il tramite del Gruppo Sisal.

Più in dettaglio, dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni – tra le quali quella della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi della normativa Golden Power, delle autorità Antitrust e di Banca d'Italia – Enel X ha acquisito il 50% del capitale di Mooney Group, mentre Banca 5, che già deteneva una quota del 30%, ha aumentato la propria partecipazione al 50%, venendosi in tal modo a creare un controllo congiunto di entrambe le parti sulla società.

Nell'ambito del progetto complessivo, il 25 luglio 2022 Mooney Group ha acquistato un compendio aziendale composto da tutte le attività relative ai servizi finanziari di Enel X in Italia, commercializzate con il marchio Enel X Pay. La cessione del

Attraverso la partnership paritetica dei due Gruppi e l'integrazione di Mooney Group con il citato insieme di società del Gruppo Enel attive nel mercato dei pagamenti e dei servizi finanziari si è data vita ad una joint fintech europea che favorirà il rafforzamento della strategia di crescita di Mooney Group, con la possibile definizione di nuove iniziative, e il consolidamento della posizione nel mercato dei pagamenti.

L'operazione ha comportato per il Gruppo ISP un investimento complessivo, per la rilevazione del capitale ed il riequilibrio delle note di credito, pari a circa 100 milioni.

Il 29 aprile 2022 si è tenuta l'Assemblea degli azionisti di Intesa Sanpaolo, regolarmente costituita in unica convocazione e valida a deliberare in quanto partecipanti per il tramite del rappresentante designato – ai sensi dell'art. 106, comma 4, del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020, convertito dalla L. n. 27 del 24 aprile 2020, e successive modificazioni – n. 2.901 titolari del diritto di voto per n. 10.884.970.586 azioni ordinarie prive del valore nominale, pari al 56,02013% del capitale sociale. L'Assemblea ha deliberato favorevolmente in merito a tutti i punti all'ordine del giorno.

In sede ordinaria, le deliberazioni hanno riguardato il Bilancio 2021, la distribuzione del dividendo e di parte della Riserva sovrapprezzo; la nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Comitato per il Controllo sulla Gestione per gli esercizi 2022-2023-2024; le politiche di remunerazione e i piani di incentivazione; i riacquisti di azioni proprie finalizzati all'annullamento (buyback), a servizio dei piani di incentivazione e per l'operatività di mercato.

In sede straordinaria, le deliberazioni hanno interessato l'annullamento di azioni proprie senza riduzione del capitale sociale e la conseguente modifica dell'art. 5 (Capitale Sociale) dello Statuto nonché le deleghe al Consiglio di Amministrazione per deliberare in merito agli aumenti di capitale gratuiti e a pagamento a servizio dei piani di incentivazione approvati.

I contenuti delle singole deliberazioni e le relative maggioranze deliberative sono dettagliatamente illustrati nel comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale di Gruppo www.group.intesasanpaolo.com, al quale si fa rinvio22 .

Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, nella prima riunione svoltasi sempre in data 29 aprile, all'unanimità ha nominato Carlo Messina Consigliere Delegato e CEO, delegando i poteri necessari ed opportuni ad assicurare unitarietà alla gestione della Società.

Il 6 maggio 2022 il Consiglio con delibera unanime – ferma restando l'astensione degli interessati – ha costituito al proprio interno il Comitato Nomine, il Comitato Remunerazioni, il Comitato Rischi e Sostenibilità nonché il Comitato per le operazioni con parti correlate, le cui prerogative e funzioni rispondono alle previsioni dello Statuto e della normativa di Vigilanza vigenti. Tutti i Comitati sono presieduti da Consiglieri indipendenti. I nominativi dei componenti ed i relativi elementi informativi sono disponibili nella sezione Governance, Comitati del Consiglio di Amministrazione, del sito istituzionale di Gruppo.

Con specifico riferimento alle deleghe approvate dall'Assemblea del 29 aprile 2022 per gli aumenti di capitale a servizio dei piani di incentivazione autorizzati in sede ordinaria, si rammenta che, al fine di valorizzare il ruolo chiave delle persone del Gruppo nel conseguimento degli obiettivi del Piano d'Impresa 2022-2025 attraverso uno strumento di partecipazione azionaria diffusa al capitale della Banca, il 15 febbraio il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha deliberato di sottoporre all'Assemblea i seguenti due piani di incentivazione a lungo termine, basati su strumenti finanziari di Intesa Sanpaolo S.p.A. e rivolti alla generalità dei dipendenti del Gruppo:

  • il Performance Share Plan 2022-2025, destinato al Management del Gruppo, che prevede l'assegnazione di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione a fronte di un aumento di capitale gratuito, sottoposte a condizioni di performance in relazione al conseguimento, nell'arco del Piano d'Impresa, di specifici obiettivi chiave;
  • il Leveraged Employee Co-Investment Plan LECOIP 3.0 2022-2025, destinato a tutti i dipendenti del perimetro italiano del Gruppo appartenenti al cluster dei Professional, che prevede: i) l'attribuzione di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento gratuito di capitale (Free Share) per un ammontare pari all'anticipo sul Premio Variabile di Risultato maturato per l'anno 2022 (ferma restando la facoltà per il dipendente di richiedere che tale anticipo gli venga corrisposto per cassa e quindi non aderire al LECOIP 3.0); ii) l'assegnazione gratuita di ulteriori azioni a fronte del medesimo aumento gratuito di capitale (Matching Share) in funzione del ruolo ricoperto e della seniority; iii) la sottoscrizione, in determinate proporzioni rispetto alle azioni gratuite ricevute, di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale a pagamento riservato ai dipendenti, a un prezzo di emissione scontato rispetto al valore di mercato (Azioni Scontate).

Il 13 giugno 2022 si è concluso il periodo di esercizio del diritto di recesso dall'adesione all'offerta, terminata il 30 maggio 2022, dei Certificate, emessi da J.P. Morgan, destinati ai dipendenti Professional del perimetro italiano del Gruppo nel contesto del Piano LECOIP 3.0 2022-2025. Complessivamente, sono risultate adesioni da parte di n. 45.629 dipendenti, pari al 66,43% degli aventi diritto, per un controvalore delle azioni assegnate (Free Share e Matching Share) pari a 139.931.221 euro.

Il 21 giugno 2022 il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha esercitato la delega conferitagli dall'Assemblea per gli aumenti di capitale a favore dei dipendenti del Gruppo funzionali all'attuazione del Piano LECOIP 3.0 2022-202523 . Il 30 giugno 2022, sulla base della media aritmetica del prezzo dell'azione ordinaria di Intesa Sanpaolo rilevato in ciascun giorno lavorativo nei 30 giorni di calendario precedenti – pari a 1,9080 euro – sono state assegnate ai dipendenti del Gruppo 33.745.462 Free Share, 39.591.828 Matching Share e 386.972.658 Azioni Scontate sottoscritte. Di conseguenza, sono stati

22 Lo Statuto sociale con le modifiche approvate dall'Assemblea Straordinaria è stato iscritto presso il Registro delle imprese di Torino il 7 giugno 2022, relativamente alle deleghe al Consiglio di Amministrazione a deliberare gli aumenti di capitale sociale funzionali all'attuazione dei Piani di Incentivazione a Lungo Termine, e il 1° luglio 2022, con riferimento all'annullamento di azioni proprie, una volta rilasciati dalla Banca Centrale Europea i provvedimenti autorizzativi necessari per dar corso al procedimento di iscrizione e procedere con l'acquisto di azioni proprie connesso all'annullamento. 23 Più precisamente:

- un aumento di capitale a titolo gratuito per un importo massimo di 350.000.000 euro, con emissione di massime numero 160.000.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo;

- un aumento di capitale a pagamento, con esclusione del diritto d'opzione ai sensi dell'art. 2441, ottavo comma, del Codice Civile, per un importo massimo, al netto di uno sconto di emissione, di 850.000.000 euro, con emissione di massime numero 387.000.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo, applicando uno sconto massimo del 19,5% sul prezzo di mercato del titolo calcolato come la media dei prezzi osservati nei 30 giorni precedenti alla data di emissione.

assegnati ai dipendenti del Gruppo 73.337.290 Certificate emessi da J.P. Morgan, ossia strumenti finanziari rappresentativi del predetto numero di Free Share e Matching Share.

Nella medesima giornata, inoltre:

  • è stata data esecuzione a:
    • o un aumento di capitale sociale gratuito, ai sensi dell'art. 2349, comma 1, del Codice Civile, per un importo pari a 83.200.000 euro, con emissione di n. 160.000.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo, mediante utilizzo della Riserva Straordinaria;
    • o un aumento di capitale sociale a pagamento, con esclusione del diritto di opzione, a favore dei dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo ai sensi dell'articolo 2441, ottavo comma, del Codice Civile, per un importo pari a 201.225.782,16 euro, con emissione di n. 386.972.658 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo a un prezzo di 1,5671 euro (applicando uno sconto pari al 17,867% alla predetta media aritmetica del prezzo rilevato nei 30 giorni di calendario precedenti), di cui 0,52 euro da imputare a capitale sociale e 1,0471 euro a sovrapprezzo.
  • con riferimento al Performance Share Plan, sono state assegnate ai manager i diritti che, al termine del Piano, matureranno in azioni Intesa Sanpaolo, subordinatamente al verificarsi delle condizioni previste nel relativo regolamento e nel rispetto dei limiti di numero e di controvalore stabiliti dall'Assemblea del 29 aprile 2022.

Complessivamente, quindi, sono state emesse 546.972.658 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo prive di valore nominale aventi godimento regolare, cedola 47. Il capitale sociale di Intesa Sanpaolo è pertanto salito da 10.084.445.147,92 euro (rappresentato da n. 19.430.463.305 azioni ordinarie) a 10.368.870.930,08 euro, suddiviso in n. 19.977.435.963 azioni ordinarie prive di valore nominale24 .

L'aumento di capitale a pagamento ha portato ad un aumento del patrimonio netto consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo pari a 606,4 milioni, di cui 201,2 milioni di capitale sociale e 405,2 milioni di riserva sovrapprezzo.

Per quanto riguarda invece l'acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento (buyback) – approvato dall'Assemblea del 29 aprile 2022 e autorizzato dalla BCE con comunicazione pervenuta in data 24 giugno 2022 – il 24 giugno 2022 il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di dare esecuzione al programma per un importo iniziale di 1.700 milioni di euro e di rinviare a un momento successivo le decisioni in merito al restante ammontare autorizzato (l'autorizzazione ha infatti riguardato un esborso complessivo massimo di 3.400 milioni per un numero di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo non superiore a n. 2.615.384.615).

L'esecuzione del programma, affidata ad un intermediario terzo incaricato, in piena indipendenza e senza alcun coinvolgimento del Gruppo Intesa Sanpaolo, di effettuare le operazioni sul mercato regolamentato Euronext Milan gestito da Borsa Italiana, ha avuto luogo nel periodo dal 4 luglio all'11 ottobre 2022.

In dettaglio, dal 4 al 29 luglio 2022 Intesa Sanpaolo ha acquistato n. 322.814.884 azioni, a un prezzo medio per azione pari a 1,6865 euro, per un controvalore totale di 544.435.613,66 euro. Le azioni acquistate, prive del valore nominale, sono state annullate il 3 agosto 2022 senza riduzione del capitale sociale: conseguentemente il capitale sociale è rimasto invariato a 10.368.870.930,08 euro, mentre le azioni che lo compongono sono diminuite da n. 19.977.435.963 a n. 19.654.621.079.

Fra il 1° agosto e il 2 settembre gli acquisti hanno riguardato n. 387.343.682 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo prive del valore nominale, ad un prezzo medio di 1,7594 euro, per un controvalore totale di 681.490.110,75 euro. Il relativo annullamento è avvenuto in data 7 settembre 2022. Anche in questo caso il capitale sociale è rimasto invariato a 10.368.870.930,08 euro, mentre le azioni in cui si suddivide sono scese da n. 19.654.621.079 a n. 19.267.277.397.

Infine, nel periodo dal 5 settembre all'11 ottobre 2022 sono state acquistate n. 278.474.237 azioni prive del valore nominale, ad un prezzo medio di 1,7024 euro, per un controvalore totale di 474.074.275,03 euro. Per queste ultime azioni si è proceduto all'annullamento il 14 ottobre 202225. A fronte di un capitale sociale rimasto invariato a 10.368.870.930,08 euro, le azioni che lo compongono sono passate da n. 19.267.277.397 a n. 18.988.803.160.

Nell'insieme, dall'avvio del programma il 4 luglio alla chiusura l'11 ottobre 2022, Intesa Sanpaolo ha acquistato n. 988.632.803 azioni, pari a circa il 4,95% del capitale sociale ante annullamento, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,7195 euro, per un controvalore totale di 1.699.999.999,44 euro.

Si segnala che il 13 febbraio 2023 è stata avviata l'esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento per il restante esborso massimo di 1.700 milioni e per un numero di azioni non superiore a n. 1.626.751.812, così come deliberato dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo del 3 febbraio 2023. Il programma si concluderà entro il 12 maggio 2023, nel rispetto dei termini autorizzati dall'Assemblea di Intesa Sanpaolo del 29 aprile 2022, che in particolare prevedono l'acquisto delle azioni proprie e il loro annullamento entro la data di stacco del dividendo relativo al bilancio di esercizio chiusosi al 31 dicembre 2022, ossia entro il 22 maggio 2023.

Fra il 12 e il 14 settembre 2022 è stata invece data esecuzione ad un programma di acquisto di azioni proprie a servizio dei piani di assegnazione gratuita di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo ai dipendenti e Consulenti Finanziari del Gruppo26. Gli acquisti sono da porre in relazione: (i) al sistema di incentivazione del Gruppo Intesa Sanpaolo basato su azioni, relativo all'esercizio 2021, destinato ai Risk Taker che maturino un premio superiore alla c.d. "soglia di materialità"27, ai percettori di un importo "particolarmente elevato"28 e a coloro i quali, tra Middle Management o Professional non Risk Taker, maturino "bonus rilevanti"29; (ii) al sistema di incentivazione del Gruppo Privredna Banka Zagreb (PBZ) basato su azioni, relativo all'esercizio 2021, e alle residue quote in strumenti finanziari rinvenienti da piani precedenti; (iii) ai piani di incentivazione a lungo termine destinati ai Consulenti Finanziari delle Reti del Gruppo Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking. L'acquisto

24 Parallelamente sono stati espletati i correlati adempimenti presso il Registro delle imprese di Torino, con il deposito dell'attestazione di aumento del capitale (1° luglio) e l'iscrizione dello Statuto con la nuova composizione del capitale sociale (5 luglio 2022).

25 Lo Statuto con la nuova composizione del capitale sociale conseguente all'annullamento è stato iscritto nel Registro delle imprese di Torino in data 19 ottobre 2022.

26 Durante il periodo di esecuzione del programma sono stati sospesi gli acquisti di azioni proprie finalizzati all'annullamento (buyback).

27 Pari a 50 mila euro o un terzo della remunerazione totale (salvo quanto diversamente previsto da specifiche normative locali).

28 Ai sensi delle Politiche di Remunerazione e Incentivazione del Gruppo, per il triennio 2019-2021 si considera "particolarmente elevata" la remunerazione variabile superiore a 400 mila euro.

29 Di importo superiore a 80 mila euro (salvo quanto diversamente previsto da specifiche normative locali) e al 100% della retribuzione fissa.

è stato posto in essere a servizio, qualora ricorrano determinate condizioni, anche della corresponsione di compensi riconosciuti in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance).

Nei tre giorni di esecuzione del programma sono state complessivamente acquistate – tramite la Divisione IMI Corporate & Investment Banking – n. 46.216.652 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo, pari a circa lo 0,24% del capitale sociale della Capogruppo alla data, ad un prezzo medio per azione pari a 1,8932 euro, per un controvalore totale di 87.496.321,48 euro. La sola Capogruppo ha acquistato n. 12.967.930 azioni a un prezzo medio unitario di 1,8938 euro, per un controvalore di 24.558.315,42 euro.

Le operazioni sono state effettuate in osservanza delle disposizioni di cui agli artt. 2357 e seguenti e 2359-bis e seguenti del Codice Civile e dei limiti indicati dalle autorizzazioni dei rispettivi organi sociali competenti a deliberare. In particolare, nel caso della Capogruppo Intesa Sanpaolo, nei termini autorizzati dall'Assemblea del 29 aprile 2022.

Ai sensi dell'art. 132 del TUF e dell'art. 144-bis del Regolamento Emittenti e successive modifiche, gli acquisti sono stati effettuati sul mercato regolamentato Euronext Milan gestito da Borsa Italiana, secondo le modalità operative stabilite per tali operazioni nei regolamenti di organizzazione e gestione del mercato stesso.

Le modalità di acquisto sono state inoltre realizzate conformemente alle condizioni e restrizioni di cui all'art. 5 del Regolamento UE n. 596/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014 e agli artt. 2, 3, e 4 del Regolamento Delegato UE 2016/1052 della Commissione dell'8 marzo 2016.

Il numero di azioni acquistate giornalmente non ha superato il 25% del volume medio giornaliero di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo negoziato nel mese di agosto 2022, che è stato pari a 108,1 milioni di titoli, e – in conformità all'ulteriore vincolo del programma rispetto alle predette condizioni e restrizioni normative – il 15% del volume negoziato sul mercato Euronext Milan in ciascun giorno di esecuzione degli acquisti.

In continuità ed in coerenza con quanto già perfezionato nel corso del 2020 e del 2021 relativamente alle attività di acquiring di Intesa Sanpaolo e UBI Banca, nel corso del 2022 il Gruppo ha intrapreso un'iniziativa progettuale finalizzata ad ampliare a livello internazionale la partnership strategica con il Gruppo Nexi, mediante il trasferimento a Nexi Payments del ramo d'azienda avente ad oggetto le attività di merchant acquiring della controllata croata PBZ Card. Analogamente alle due precedenti operazioni, l'accordo prevede i) la cessione al Gruppo Nexi del ramo acquiring di PBZ Card (comprensivo di tutti i contratti stipulati con i merchant croati) ii) la stipula di una partnership commerciale tra PBZ Group e l'acquirente su base esclusiva in linea con i termini delle operazioni concluse in Italia, a partire dal 2022 e per una durata di 25 anni. Il perfezionamento dell'operazione è atteso entro la prima parte del 2023.

In seguito a mutate condizioni di mercato e di orientamento strategico all'interno del Gruppo ISP, si è valutato di procedere ad una riorganizzazione delle attività poste in essere da alcune società.

Il 28 giugno sono stati pubblicati, sul meccanismo di stoccaggio autorizzato e sul sito istituzionale di Gruppo, i documenti (progetti di fusione e relazioni illustrative) relativi alle seguenti operazioni societarie:

fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Agents4You S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A.

  • Trattasi di società dell'ex Gruppo Banca Popolare di Vicenza dedita all'attività di agenzia in attività finanziaria di cui all'art.128-quater T.U.B., senza personale proprio. In vista dello scioglimento del contratto di agenzia che la società aveva in essere con la Capogruppo, e del conseguente esaurimento della mission stessa della società, nell'ambito dell'integrazione dell'ex Gruppo UBI Banca è stata intrapresa una riorganizzazione delle attività di commercializzazione con la progressiva convergenza della rete di collaboratori di Agents4You in Prestitalia. L'operazione, che il 27 luglio 2022 ha ricevuto l'autorizzazione di BCE, è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo il 13 settembre e dall'Assemblea straordinaria di Intesa Sanpaolo Agents4You il 14 settembre. L'atto di fusione è stato stipulato il 18 ottobre 2022 con efficacia giuridica dal 1° novembre e decorrenza degli effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2022. Trattandosi di società interamente posseduta, la fusione è avvenuta con le modalità semplificate previste dall'art. 2505 del Codice Civile;
  • fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l. in Intesa Sanpaolo S.p.A.

Società specializzata nella prestazione di servizi accessori ad alcuni prodotti assicurativi offerti da società del Gruppo. Non ha dipendenti ma opera con personale distaccato da Intesa Sanpaolo. Preliminarmente all'incorporazione, per la quale il 15 agosto 2022 è pervenuta l'autorizzazione della BCE, si è proceduto alla (i) rilevazione, da parte di ISP, della quota societaria detenuta da Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. (48,99% a fronte del 51,01% posseduto direttamente da ISP), con atto notarile del 30 settembre 2022 iscritto nel Registro delle Imprese di Torino il 5 ottobre, nonché alla (ii) cessione, da parte della società incorporanda, di taluni asset strumentali e dispositivi tecnologici a favore di Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A. (società della Divisione Insurance), destinata a portare avanti la nuova operatività, cessione divenuta efficace dal 31 ottobre 2022.

Il 1° settembre il progetto di fusione è stato depositato presso il Registro delle Imprese di Torino. La deliberazione dell'operazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo e dell'Assemblea di Intesa Sanpaolo Smart Care è avvenuta in data 17 ottobre 2022. Il 9 novembre 2022 è stato stipulato l'atto di fusione che ha avuto efficacia giuridica dal 21 novembre e decorrenza degli effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2022. Trattandosi anche in questo caso di società interamente posseduta, la fusione ha avuto luogo con le modalità semplificate previste dall'art. 2505 del Codice Civile.

Sempre nell'ottica di una razionalizzazione strutturale del Gruppo:

  • il 29 giugno 2022 è stato approvato dai rispettivi Consigli di Amministrazione il progetto di fusione per incorporazione di Sanpaolo Invest SIM S.p.A., società specializzata nella consulenza finanziaria e nella distribuzione di servizi e prodotti finanziari tramite una rete di consulenti operanti fuori sede, nella controllante Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A., operazione dalla quale, unitamente a risparmi di costi, sono attese importanti sinergie fra le reti di vendita delle due entità. Il 9 settembre 2022 la Banca Centrale Europea ha comunicato la propria autorizzazione. Il 3 ottobre le assemblee straordinarie del socio unico delle due società hanno deliberato l'operazione di incorporazione. L'atto di fusione è stato stipulato il 2 novembre, con efficacia dal 5 dicembre 2022; trattandosi di una società interamente posseduta, la fusione è avvenuta secondo le modalità semplificate di cui all'art. 2505 del Codice Civile;
  • il 20 dicembre 2022 il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato la fusione per incorporazione della controllata al 100% Intesa Sanpaolo Provis S.p.A., sulla base del progetto di fusione depositato presso il Registro delle imprese di Torino, ai sensi dell'art. 2501-ter del Codice Civile, in data 18 novembre. Lo stesso 20 dicembre analoga delibera è stata assunta dall'assemblea straordinaria della società incorporanda. Quest'ultima è un intermediario finanziario iscritto all'albo di cui all'art.106 del Decreto Legislativo 1° settembre 1993, n. 385 (T.U.B.) che opera quale centro specialistico del Gruppo per la gestione delle procedure legali di recupero del credito leasing e delle attività di valorizzazione e vendita degli asset immobiliari e mobiliari sottostanti ai contratti di leasing risolti. L'operazione ha ricevuto il nulla osta della Banca d'Italia il 26 ottobre, mentre il 7 novembre 2022 è stata ottenuta l'autorizzazione della Banca Centrale Europea. La stipula dell'atto di fusione è prevista entro la metà di aprile 2023, con efficacia entro lo stesso mese. Trattandosi di una società interamente posseduta, la fusione avverrà secondo le modalità semplificate previste dall'art. 2505 del Codice Civile.

Il 30 giugno 2022 è stata perfezionata da parte di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking, attraverso la propria controllata lussemburghese Fideuram Bank (Luxembourg) S.A., l'acquisizione del 100% di Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A. (CBPQ) – banca private lussemburghese controllata interamente dalla holding Quilvest Wealth Management, con filiali in Belgio e che serve una solida base di clienti High Net Worth Individual europei ed extraeuropei – a fronte di un corrispettivo di 184 milioni.

L'operazione, che fa seguito all'accordo sottoscritto il 17 settembre 2021, ha così portato alla creazione di un ulteriore hub europeo della Divisione Private Banking, accanto a Reyl & Cie in Svizzera, destinato alla clientela europea ed internazionale che consentirà di sviluppare le attività di private banking in aree con promettenti previsioni di crescita, come il Lussemburgo ed il Belgio.

In seguito all'approvazione da parte della Banca Centrale Europea del 30 novembre 2022, il 1° gennaio 2023 è stata deliberata da parte delle assemblee straordinarie delle due società la fusione per incorporazione di Fideuram Bank (Luxembourg) in CBPQ, che ha assunto la denominazione di Intesa Sanpaolo Wealth Management, con decorrenza degli effetti civilistici e contabili in pari data. La nuova realtà conta 200 dipendenti e serve circa 3.700 clienti HNWI europei ed extraeuropei, gestendo oltre 10 miliardi di AUM. Beneficerà peraltro di un management team, italiano ed estero, con solide competenze nell'offerta di servizi di wealth management rivolta a investitori internazionali.

Si evidenzia inoltre che nel corso del secondo trimestre del 2022 il Gruppo, avvalendosi delle disposizioni di cui all'art. 15 del D.L. n. 185/2008, ha provveduto al riallineamento dei valori fiscali di alcune attività intangibili iscritte in seguito alle operazioni straordinarie e di riorganizzazione aziendale, nonché di acquisizione di partecipazioni di controllo, effettuate nel corso del 2021. I citati riallineamenti hanno generato un beneficio al conto economico consolidato del secondo trimestre per complessivi 117 milioni, dei quali: 43 milioni riconducibili a Intesa Sanpaolo (in relazione all'incorporazione di UBI Banca), 13 milioni a Intesa Sanpaolo Private Banking (con riferimento alla scissione da UBI Banca del ramo aziendale "Top Private"), 14 milioni a Eurizon Capital (in seguito all'incorporazione di Pramerica SGR), 20 milioni a Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking (relativamente all'acquisizione della partecipazione di controllo in Reyl & Cie) e 27 milioni a Intesa Sanpaolo Vita (per effetto dell'acquisizione del 100% di Cargeas).

I maggiori valori delle attività immateriali rilevati nel bilancio di esercizio per effetto di un'operazione straordinaria (conferimento di azienda, fusione o scissione) possono essere oggetto di affrancamento ai sensi dell'art. 15, comma 10, D.L. n. 185/2008 subordinatamente al versamento di un'imposta sostitutiva del 16%, effettuato in un'unica soluzione entro il termine di versamento a saldo delle imposte sui redditi relative all'esercizio nel corso del quale è stata realizzata l'operazione (2021), pertanto entro il 30 giugno 2022. L'imposta sostitutiva, al pari delle imposte dirette che sostituisce, non è deducibile ai fini dell'IRES, dell'IRAP e di eventuali addizionali. Gli effetti del riallineamento decorrono dal periodo d'imposta in cui l'imposta sostitutiva è versata (quindi dal 2022). La deduzione delle quote di ammortamento delle attività immateriali oggetto di affrancamento è effettuata a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello nel corso del quale è versata l'imposta sostitutiva (nel caso in esame, quindi, dal 2023).

La disciplina dell'affrancamento in applicazione, diversamente dal riallineamento di cui all'art. 110, commi 8 e 8-bis, del D.L. n. 104/2020, non richiede l'istituzione di un alcun vincolo di sospensione d'imposta sulle preesistenti riserve e, dunque, non necessita di alcuna delibera assembleare.

Nell'ambito del comparto assicurativo, il 19 luglio 2022 è stato reso pubblico l'accordo mediante il quale Intesa Sanpaolo Vita e Reale Group hanno avviato una partnership che prevede il conferimento di un ramo d'azienda di Blue Assistance – Società di servizi di Reale Group specializzata nell'assistenza sanitaria – alla nuova società InSalute Servizi. Quest'ultima, che sarà partecipata al 65% da Intesa Sanpaolo Vita ed al 35% da Blue Assistance, opererà all'interno della Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo e sarà dedicata alla gestione dei sinistri e allo sviluppo di un network di strutture sanitarie convenzionate (TPA – Third Part Administrator) a supporto dell'offerta assicurativa di Intesa Sanpaolo RBM Salute. Il closing dell'operazione è previsto nel corso del 2023, previo ottenimento delle autorizzazioni necessarie30 .

30 La società, costituita nel corso del 2022 con l'originaria denominazione di Newco TPA S.p.A., nel terzo trimestre, in vista del perfezionamento dell'accordo di partnership, ha assunto la denominazione di InSalute Servizi. Rientra nell'area di consolidamento integrale in quanto detenuta al 100% da Intesa Sanpaolo Vita.

InSalute Servizi sarà attiva nella gestione delle prestazioni sanitarie e assistenziali verso la clientela captive di Intesa Sanpaolo, verso i Fondi Sanitari Integrativi, le Casse Assistenziali, le Mutue, le Aziende e gli altri Enti operanti nei comparti della sanità integrativa e dell'assistenza, confermando la strategia della Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo ed il suo piano di sviluppo nell'assicurazione sanitaria, avviato nel 2020 con l'acquisizione di RBM Salute. La società di servizi di Reale Group proseguirà, parallelamente a questa nuova joint venture, le proprie attività con le compagnie del Gruppo Intesa e il business extra-captive, senza alcuna variazione di impegno rispetto alle strategie pianificate.

Il 3 agosto 2022 Intesa Sanpaolo ha effettuato la cessione ad una primaria azienda globale specializzata in sistemi di informazioni creditizie e di business information della partecipazione del 25% nella società Innolva S.p.A. (controllata al 75% da Tinexta). La partecipazione era stata acquisita in contropartita del conferimento, alla stessa Innolva, della partecipazione in Intesa Sanpaolo Forvalue S.p.A. (ridenominata Forvalue), nell'ambito della partnership strategica avviata nel 2021 con il Gruppo Tinexta, società leader nei servizi Digital Trust, Cyber Security e Innovation & Marketing, quotata al segmento Euronext Star Milan organizzato e gestito da Borsa (si veda in proposito quanto riportato nella Relazione sull'andamento della gestione del Bilancio Consolidato 2021).

Al fine di consentire il mantenimento del presidio di Intesa Sanpaolo sull'attività di Forvalue, rimasta nel Gruppo Tinexta in quanto conferita alla controllata Warrant Hub, specializzata in consulenza alle imprese per operazioni di finanza agevolata e sostegno a progetti di innovazione e sviluppo, Intesa Sanpaolo ha negoziato con Tinexta di reinvestire la quota ricevuta dalla cessione della partecipazione in Innolva per acquisire una partecipazione di minoranza in Warrant Hub, nuova controllante di Forvalue. Ad esito dell'operazione, perfezionata in data 10 novembre 2022, Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione pari al 12% del capitale sociale di Warrant Hub, classificata tra le interessenze sottoposte ad influenza notevole ai sensi dello IAS 28.

Dopo l'ottenimento della licenza bancaria, nel corso del terzo trimestre sono stati completati gli adempimenti formali e le attività per il lancio operativo, avvenuto agli inizi di ottobre, di Alpian S.A., la prima banca private digitale svizzera, con sede a Ginevra, progettata per svolgere attività di private banking e di consulenza finanziaria per una clientela mass affluent esclusivamente mediante un servizio mobile. Trattasi di un modello ibrido che combina un'esperienza bancaria sicura e di ultima generazione con il sostegno dei consulenti finanziari di Alpian, permettendo alla clientela mass affluent l'accesso a un servizio normalmente riservato ai clienti di una banca private tradizionale.

La start up, compartecipata al 14,9% da Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. e al 12,8% da Reyl & Cie S.A., a sua volta controllata al 69% dalla stessa Fideuram ISPPB, ha stretto con quest'ultima una collaborazione strategica volta ad accelerare lo sviluppo dell'offerta di digital wealth management dedicata alla propria clientela.

Il 28 settembre 2022 – facendo seguito all'autorizzazione ricevuta da BCE il 16 settembre – sono stati depositati presso il Registro delle Imprese di Torino e di Treviso-Belluno i progetti di scissione parziale di Intesa Sanpaolo a favore delle società veicolo, totalmente possedute, Tatooine LeaseCo S.r.l. e Dagobah LeaseCo S.r.l., approvati dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo il 21 giugno e dagli organi amministrativi delle due società il 23 giugno 2022.

Le scissioni si inseriscono nel contesto di due operazioni di cartolarizzazione aventi ad oggetto crediti derivanti da contratti di locazione finanziaria prevalentemente classificati a sofferenza, unitamente ai beni immobili e mobili e ai rapporti giuridici attivi e passivi oggetto di/connessi a tali contratti di locazione finanziaria.

Trattasi di scissioni parziali semplificate – ai sensi dell'art. 2505, comma 2, e dell'art. 2506-ter, ultimo comma, del Codice Civile – riguardanti un compendio costituito da specifiche attività e passività finanziarie connesse alle cartolarizzazioni, beni immobili e mobili oggetto dei contratti di locazione da cui originano i crediti della società scissa e tutti i correlati rapporti giuridici, non oggetto di cartolarizzazione. Le due operazioni sono state deliberate il 17 ottobre 2022 dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo e il 18 ottobre 2022 dalle Assemblee delle due società beneficiarie.

Gli atti di scissione sono stati stipulati: i) quello in favore di Dagobah LeaseCo, il 22 novembre con efficacia, anche ai fini contabili e fiscali, dal 28 novembre; ii) quello in favore di Tatooine LeaseCo, il 2 dicembre con efficacia, anche ai fini contabili e fiscali, dal 12 dicembre 2022.

Il 24 ottobre 2022 è stato perfezionato l'acquisto da parte della controllata slovacca Vseobecna Uverova Banka A.S. (VUB) del 5,26% di VUB Generali Dochodkova Spravcovska Spolocnost A.S. (VUB Generali), joint venture avviata nel corso del 2004 con il Gruppo Generali al fine di sviluppare l'offerta di fondi pensione a contribuzione volontaria in Slovacchia. Avendo nel corso degli anni VUB Generali perseguito il proprio sviluppo principalmente grazie all'attività di distribuzione di VUB e all'indotto generato dalla rete di agenti già partner di VUB per l'intermediazione di altri prodotti bancari, è stata valutata l'opportunità di interrompere la joint venture con l'acquisizione da Generali di un'ulteriore quota della società al fine di assumerne il controllo. L'operazione è stata strutturata prevedendo, oltre all'acquisto di una quota del 5,26% del capitale sociale, un meccanismo incrociato di opzioni put e call che, in caso di esercizio, permetteranno a VUB di incrementare la propria interessenza sino al 100% del capitale sociale di VUB Generali.

Attraverso una procedura di Accelerated Bookbuilding riservata a investitori qualificati italiani e istituzionali esteri31, il 14 e 15 novembre 2022 Intesa Sanpaolo ha effettuato la cessione di tutte le circa 67 milioni di azioni, quotate su Euronext Milan, costituenti la partecipazione del 5,1% detenuta in Nexi, classificata tra le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI) ai sensi dell'IFRS 9. Nell'operazione ISP si è avvalsa del supporto della Divisione IMI CIB, in qualità di bookrunner, affiancata da altre due primarie banche d'affari internazionali (JP Morgan e Bank of America) al fine di garantire la partecipazione alla procedura anche da parte di investitori istituzionali americani. Lo smobilizzo è avvenuto al prezzo di 8,7 euro per azione, per un controvalore complessivo di 584 milioni. In coerenza con le previsioni dell'IFRS 9 relativamente agli investimenti FVOCI, l'operazione non ha comportato impatti sul conto economico di Intesa Sanpaolo. Il

31 L'Accelerated Bookbuilding è una procedura con cui vengono cedute ad investitori istituzionali quote societarie particolarmente rilevanti. Le azioni vengono cedute in un arco temporale molto breve ad investitori istituzionali e non direttamente sul mercato (che potrebbe non essere in grado di assorbire in tempi brevi una quantità troppo elevata di azioni). Di norma le procedure di ABB prevedono, per gli investitori che acquistano le quote, l'applicazione di uno sconto rispetto all'ultimo prezzo di chiusura registrato nel mercato di quotazione.

disinvestimento non ha comportato riflessi sulla partnership strategica di lunga durata in essere con Nexi, peraltro in corso di estensione anche al di fuori del perimetro nazionale (si rimanda a quanto più sopra riportato).

Nell'ambito delle attività di ottimizzazione del capitale di Intesa Sanpaolo, nel corso del mese di novembre è stata realizzata la cessione, attraverso una cartolarizzazione, di un portafoglio in bonis rappresentato da crediti leasing prevalentemente immobiliare, per complessivi circa 3,7 miliardi in termini di GBV. La cessione ha avuto come principale obiettivo la derecognition, contabile e prudenziale, del portafoglio ceduto, con la finalità di ottimizzare i Risk Weighted Asset del Gruppo. Il portafoglio ceduto alla società veicolo è costituito dai canoni a scadere e dal valore di riscatto; in capo a Intesa Sanpaolo sono invece rimasti i contratti di leasing, le componenti dei crediti relativi a IVA e spese accessorie/assicurative, e i beni sottostanti, in prevalenza di natura immobiliare. Intesa Sanpaolo ha mantenuto, inoltre, il ruolo di servicer della cartolarizzazione.

Il 9 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo ha preso atto della comunicazione avvenuta, in pari data da parte dell'EBA - European Banking Authority, in merito alle informazioni del 2022 EU-wide Transparency Exercise.

Come noto, al fine di assicurare al mercato un livello di informazione sufficiente e adeguato, dal 2016 annualmente viene condotto il Transparency Exercise, basato su dati delle segnalazioni COREP/FINREP.

I prospetti vengono compilati a livello centrale dall'EBA e successivamente inoltrati per verifica alle banche e alle autorità di vigilanza. Le banche hanno avuto la possibilità di correggere errori eventualmente identificati e di sottoporre quindi i dati corretti tramite i consueti canali per le segnalazioni nonché di aggiungere informazioni specifiche richieste per chiarire ulteriormente i singoli dati.

Il 15 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo ha reso nota la decisione finale della BCE riguardante il requisito patrimoniale da rispettare a partire dal 1° gennaio 2023 a livello consolidato, a seguito degli esiti del Supervisory Review and Evaluation Process (SREP). Il requisito patrimoniale da rispettare complessivamente in termini di Common Equity Tier 1 ratio risulta attualmente pari all'8,91%.

A determinare tale requisito concorrono:

  • il requisito SREP in termini di Total Capital ratio pari al 9,72%, che comprende il requisito minimo di Pillar 1 dell'8%, nel cui ambito il 4,5% in termini di CET1, e un requisito aggiuntivo di Pillar 2 dell'1,72%, nel cui ambito lo 0,97% in termini di CET1 applicando la modifica regolamentare introdotta dalla BCE a decorrere dal 12 marzo 2020;
  • i requisiti aggiuntivi, interamente in termini di Common Equity Tier 1 ratio, relativi a:
    • o Capital Conservation Buffer, pari al 2,5%,
    • o O-SII (Other Systemically Important Institutions) Buffer, pari allo 0,75%,
    • o riserva di capitale anticiclica (Countercyclical Capital Buffer), pari allo 0,19%32 .

A completamento dell'informativa sull'esercizio 2022, si conferma la prosecuzione del piano di uscite volontarie incentivate ai sensi degli accordi sindacali del 29 settembre 2020 e del 16 novembre 2021.

Complessivamente nei dodici mesi le uscite volontarie sono state 2019 – delle quali 80 nel quarto trimestre, 928 nel terzo, 111 nel secondo e 900 nel primo – per un totale da inizio 2021 di 4.858 cessazioni a fronte delle 9.200 previste entro il primo trimestre 2025 sulla base dei due citati accordi sindacali.

Per quanto riguarda le assunzioni definite nell'ambito dei medesimi accordi, da inizio 2021 i nuovi ingressi sono stati circa 1.300 a fronte dei 4.600 previsti entro la fine del 2025.

Si segnala inoltre che il 1° gennaio 2023 è divenuta efficace la modifica dello Statuto di Banca 5 S.p.A. con la nuova denominazione della società in Isybank S.p.A. Trattasi del primo passaggio formale del progetto in corso di realizzazione per dare vita ad una nuova banca digitale all'interno del Gruppo, così come previsto dal Piano d'Impresa 2022-2025. La modifica, autorizzata dalla BCE il 10 ottobre 2022, è stata deliberata dall'Assemblea straordinaria di Banca 5 del 28 ottobre 2022.

Infine, nell'ambito degli accordi tra Risanamento, società controllata da Intesa Sanpaolo con una quota del 48,88%, e LendLease, primario operatore internazionale, per lo sviluppo dell'iniziativa immobiliare denominata Milano Santa Giulia, il 2 febbraio 2023 il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato una complessa operazione, le cui struttura e modalità sono in corso di definizione tra le parti, volta a consentire - nell'ambito di un piano che assicuri l'equilibrio economico finanziario del Gruppo Risanamento ex art. 56 del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza ("CCI") (i) l'ottenimento da parte del Gruppo Risanamento delle risorse finanziarie necessarie per adempiere ai propri impegni assunti con le autorità pubbliche e terze parti in relazione al completamento sia dell'attività di bonifica dell'area sia della realizzazione delle opere infrastrutturali olimpiche di cui alla Convenzione di Variante; (ii) il trasferimento dell'area Milano Santa Giulia a valori in linea con il relativo book value a favore di un fondo comune di investimento, le cui quote saranno detenute dalle banche finanziatrici o loro eventuali aventi causa, con contestuale accollo liberatorio da parte del suddetto fondo dell'indebitamento finanziario vantato dalle banche finanziatrici stesse (o loro eventuali aventi causa) nei confronti del Gruppo Risanamento e con pagamento in favore di Risanamento, a certi termini e condizioni, dell'importo complementare rispetto ai valori sopra richiamati.

32 Calcolata considerando l'esposizione al 31 dicembre 2022 nei vari Paesi in cui è presente il Gruppo e i rispettivi requisiti stabiliti dalle competenti autorità nazionali relativi al 2024 se disponibili o al più recente aggiornamento del periodo di riferimento (requisito pari a zero per l'Italia per il 2022 e per il primo trimestre 2023).

Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha dimostrato, negli ultimi anni, di essere in grado di generare valore per tutti gli stakeholder, realizzando importanti risultati anche in contesti esterni difficili, in particolare durante la crisi COVID-19 e il recente conflitto in Ucraina.

Oggi Intesa Sanpaolo si presenta tra i principali operatori del settore ed è ben posizionata per cogliere le future opportunità, grazie a molteplici punti di forza, fra i quali un'indiscussa solidità patrimoniale, un modello di business flessibile, un network internazionale consolidato, continui investimenti in tecnologia e una posizione di primo piano in ambito ESG.

Nel corso del 2022 è stato dato pieno avvio alle principali iniziative industriali del Piano d'Impresa 2022-2025, un Piano che proietta la Banca nel prossimo decennio, confermando l'obiettivo di 6,5 miliardi di risultato netto al 2025 e il 70% di dividend payout in ogni anno del Piano d'Impresa.

L'aspettativa di tassi in rialzo, la capacità della Banca di gestire i costi con forte attenzione e flessibilità, il massivo deleveraging realizzato – grazie al quale sono stati raggiunti i livelli più bassi di sempre in termini di stock di crediti deteriorati e NPL ratio – rappresentano il volano per un'ulteriore crescita, anche in un contesto di grande complessità come quello attuale.

Il Gruppo ha l'ambizione di essere un Wealth Management, Protection & Advisory leader nel panorama europeo, caratterizzato da Zero-NPL, dalla forte spinta digitale e dal focus sulle commissioni, continuando allo stesso tempo ad eccellere in ambito ESG e offrendo la migliore esperienza professionale per le proprie Persone.

Questi obiettivi verranno conseguiti attraverso una strategia imperniata su quattro cardini fondamentali (i "Pillar" del Piano) e sviluppata grazie alla qualità delle Persone che compongono la Banca:

  • massivo de-risking upfront, abbattendo il costo del rischio;
  • riduzione strutturale dei costi, grazie alla tecnologia;
  • crescita delle commissioni, grazie a Wealth Management, Protection & Advisory;
  • forte impegno ESG, con una posizione ai vertici mondiali per impatto sociale e grande focus sul clima.

Massivo de-risking upfront, abbattendo il Costo del rischio

Nel 2022 Intesa Sanpaolo ha migliorato la qualità dell'attivo sia con iniziative di trasferimento del rischio di credito sia con iniziative di capital efficiency. Rispetto alla fine del 2021 il Gruppo ha ridotto di 4,6 miliardi lo stock dei crediti deteriorati lordi, portandone l'incidenza lorda e l'incidenza netta, calcolate secondo la metodologia EBA, rispettivamente al 1,9% e all'1%.

Da inizio anno l'unità Active Credit Portfolio Steering (ACPS) ha ulteriormente ampliato gli schemi di copertura del rischio di credito, realizzando nel quarto trimestre 2022 una nuova cartolarizzazione sintetica su un portafoglio di circa 7,5 miliardi di finanziamenti corporate, una delle operazioni di importo complessivo più rilevanti realizzate in Europa nel corso del 2022, nonché la prima operazione di cartolarizzazione sintetica su un portafoglio di circa 2,3 miliardi di finanziamenti corporate e Project Finance in ambito infrastrutturale con il migliore ESG score.

Nel quarto trimestre è stata inoltre finalizzata la prima operazione di cessione di un portafoglio di 3,7 miliardi di crediti in bonis rivenienti da contratti di leasing. Nel corso del 2022 l'unità ha effettuato operazioni di trasferimento del rischio di credito per un ammontare complessivo di oltre 20 miliardi su diverse asset class. L'unità ACPS ha inoltre rafforzato ulteriormente le iniziative di efficientamento del capitale e migliorato le strategie di credito, indirizzando circa 20 miliardi di nuovi prestiti verso settori a basso rischio / alto rendimento, e ha allargato il perimetro delle soluzioni di finanziamento alternative per la clientela "high risk".

L'evoluzione delle strategie creditizie è proseguita, tra l'altro, con la piena integrazione dell'ESG Sectoral Strategy (Heatmap ESG) e l'avvio delle attività per l'estensione del framework alle Banche estere del Gruppo, partendo da Banca Intesa Beograd e VUB Banka. Lo sviluppo del progetto ESG-Climate Credit Framework si pone come obiettivo l'Integrazione delle metriche ESG-Climate nel processo di underwriting. L'avvio del progetto Nuovo Framework Settoriale ha invece la finalità di far evolvere i principali processi del credito (di concessione e di gestione proattiva del credito) integrandoli con le informazioni settoriali.

È proseguito il piano degli sviluppi informatici del Programma Nuova Concessione del Credito (ONE), con l'obiettivo di estendere l'utilizzo del nuovo processo digitale, ampliandone il perimetro e i prodotti gestiti.

Nell'ambito della gestione proattiva degli altri rischi, la protezione antifrode in ambito cybersecurity è stata estesa a nuovi prodotti e servizi per la clientela retail, ricorrendo anche a soluzioni di Intelligenza Artificiale (A.I. – Artificial Intelligence). Sono state adottate soluzioni di Open Source Intelligence per potenziare la capacità di intelligence sulle minacce informatiche. È stato lanciato l'Anti Financial Crime Digital HUB (AFC Digital Hub) con l'obiettivo di combattere il riciclaggio di denaro e il terrorismo, a livello nazionale e internazionale, per mezzo di tecnologie sempre più avanzate.

Con riferimento in particolare alle iniziative di de-risking, nel corso del 2022 sono state sostanzialmente completate le operazioni di cessione dei portafogli di crediti deteriorati individuati a fine 2021 e inizio 2022 nell'ambito delle iniziative di derisking del Gruppo. Tutti i portafogli di NPL che al 31 dicembre 2021 risultavano classificati fra le attività in via di dismissione ai sensi dell'IFRS 5 sono stati ceduti.

Per quanto riguarda, invece, i portafogli destinati alla cessione che in sede di Bilancio 2021 non erano stati riclassificati ai sensi dell'IFRS 5 ma erano stati contabilizzati sulla base di quanto previsto dal principio IFRS 9, ossia fattorizzando uno scenario probabilistico di vendita secondo prezzi di mercato, si evidenzia quanto segue:

  • alla fine del mese di aprile è stata perfezionata la cessione di sofferenze per un GBV di 3,9 miliardi (NBV di 0,9 miliardi) per il tramite di un'operazione di cartolarizzazione con richiesta della garanzia statale "GACS", rilasciata dal MEF nel mese di giugno;
  • per quanto riguarda il restante portafoglio, prevalentemente costituito da UTP di "small ticket", è stato identificato puntualmente il perimetro di cessione per un valore lordo di circa 800 milioni. La struttura dell'operazione, che prevede la cessione a due Fondi di Investimento Alternativo (FIA) attraverso una soluzione tale da garantire politiche di gestione dei crediti indirizzate al ritorno in bonis dei debitori, è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione del 25 novembre 2022 ed il relativo closing è previsto indicativamente, anche attraverso più wave di apporto ai fondi, nel corso del primo semestre del 2023. Conseguentemente il portafoglio puntualmente identificato, a fine esercizio valorizzato in 0,75 miliardi

lordi e in 0,37 miliardi netti (dei quali 10 milioni nel frattempo passati in bonis), è stato riclassificato fra le attività in via di dismissione ai sensi dell'IFRS 5.

Ad integrazione di quanto sopra, si segnala la realizzazione nel corso del 2022 di un'ulteriore iniziativa di de-risking.

Il 15 marzo 2022 il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato il conferimento al fondo Back2Bonis33 di un'esposizione creditizia di Intesa Sanpaolo classificata ad inadempienza probabile (NBV 216 milioni), a fronte della sottoscrizione di nuove quote del fondo stesso, del quale Intesa Sanpaolo risultava il secondo partecipante con circa il 29% delle quote, classificate tra le interessenze collegate ai sensi dello IAS 28. Il closing dell'operazione è avvenuto l'11 aprile 2022; al momento del closing Intesa Sanpaolo ha pertanto proceduto alla cancellazione dell'esposizione e alla contestuale rilevazione al fair value, quale valore di prima iscrizione, delle quote ricevute dal fondo, per cui è stata confermata la classificazione ad influenza notevole. Dal momento che il valore di conferimento concordato con la SGR (supportato dall'apposita analisi di congruità) è risultato allineato al NBV dell'esposizione conferita, l'operazione non ha comportato la rilevazione di effetti economici.

Riduzione strutturale dei Costi, grazie alla tecnologia

La nuova Banca Digitale (Isybank) è costituita e ben avviata. L'unità "Domain Isy Tech" è operativa con circa 340 specialisti dedicati ed è stato finalizzato il contratto con Thought Machine. La squadra manageriale è stata potenziata con l'assunzione del nuovo responsabile di Isybank e dei nuovi responsabili della Direzione Sales & Marketing Digital Retail e del Domain Isy Tech.

In vista del lancio della Digital Bank, sono state definite l'offerta target e le funzionalità di Isybank, nonché la roadmap per la migrazione dei clienti ISP; è stato inoltre consolidato il masterplan tecnologico e ne è stata avviata l'implementazione.

Procede la realizzazione del progetto Next Way of Working, finalizzato ad una migliore conciliazione dei tempi di vita lavorativa e familiare, che prevede l'adeguamento degli spazi lavorativi alle esigenze legate ad un maggior ricorso allo smart working. Inoltre, è stata introdotta la settimana lavorativa di 4 giorni su base volontaria a parità di retribuzione34 .

Prosegue il percorso di razionalizzazione della rete distributiva retail, che ha visto la chiusura di oltre 550 filiali a partire dal quarto trimestre 2021. Allo stesso modo, si è consolidata la razionalizzazione del patrimonio immobiliare in Italia, con il rilascio di circa 354 mila metri quadri di proprietà o in locazione dal quarto trimestre 2021. Sono stati inoltre venduti 43 immobili di proprietà per un valore di circa 33 milioni.

L'insourcing delle competenze core IT è stato avviato con l'assunzione di circa 500 risorse. Il laboratorio di intelligenza artificiale di Torino (AI Lab) è già operativo (costituito Centai Institute). La piattaforma digitale per la gestione analitica dei costi è stata attivata ed è pienamente operativa. Sono state già identificate 27 iniziative di efficientamento dei costi, attraverso l'utilizzo integrato di tecniche di Advanced Analytics e di analisi di benchmarking. È stata condotta una selezione di strumenti per supportare le attività di negoziazione e di ricerca di potenziali fornitori.

Da inizio 2022 sono state perfezionate circa 2.000 uscite volontarie (4.858 le cessazioni dal 2021), che contribuiranno ulteriormente al contenimento dei costi.

Proseguono le attività progettuali per l'adozione della piattaforma target del nuovo sistema core banking in tutti i Paesi della Divisione International Subsidiary Banks.

In ambito Digital Process Transformation sono stati identificati i processi ed è stata avviata l'attività di trasformazione E2E, facendo leva sia sull'Automazione Intelligente dei Processi che sui metodi di reingegnerizzazione tradizionali (in particolare per quanto riguarda i processi di procurement, onboarding dei clienti, gestione del processo di successione ereditaria, processo di chiusura del conto bancario e gestione dei controlli).

L'eccellenza delle soluzioni tecnologiche sviluppate dal Gruppo è stata ancora una volta sottolineata dal riconoscimento dell'App Mobile di Intesa Sanpaolo come migliore app di servizi bancari al mondo, risultando prima assoluta tra tutte le app di banking valutate dalla società di ricerche statunitense Forrester.

Crescita delle Commissioni, grazie a Wealth Management, Protection & Advisory

Il nuovo modello di servizio per la clientela Exclusive è stato completamente implementato. Il servizio di consulenza evoluta "Valore Insieme", dedicato ai clienti Affluent ed Exclusive, è stato potenziato con nuovi prodotti assicurativi e di asset management; anche grazie a questi interventi sono stati sottoscritti 43 mila nuovi contratti e ottenuti 14,5 miliardi di nuovi flussi di attività finanziarie nel 2022.

È stato migliorato il supporto ai gestori con l'introduzione di nuove funzionalità di Robo4Advisor per generare consigli di investimento su prodotti selezionati (fondi, certificates e prodotti assicurativi). Sono state inoltre adottate le piattaforme Aladdin Wealth e Aladdin Risk di BlackRock per i servizi di investimento.

Sono state sviluppate nuove funzionalità per gli strumenti di consulenza dedicati alla clientela UHNWI (Ultra High Net Worth Individual), è stato rafforzato il modello di servizio per i family office ed è in corso un progetto per integrare i principi ESG nel nuovo modello unico di consulenza evoluta. È stato avviato un progetto di sviluppo dell'offerta creditizia destinato alle reti distributive di Fideuram ISPPB e Intesa Sanpaolo Private Banking. In corso di arricchimento l'offerta di fondi alternativi di primari operatori internazionali, attraverso partnership con piattaforme specializzate.

La piattaforma online di investimento e trading (ex IW Bank) in Fideuram ISPPB è stata integrata con successo ed è pienamente operativa; sono inoltre state rilasciate nuove funzionalità per favorire l'operatività autonoma della clientela. Il rafforzamento della divisione Private Banking in ambito internazionale è proseguito con l'acquisizione di Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A. (CBPQ) e l'integrazione di Reyl (completata migrazione IT e razionalizzazione presenza in America Latina); è inoltre operativa da inizio ottobre Alpian, prima banca private digitale svizzera, con una piattaforma mobileonly che include servizi multi-valuta, gestioni patrimoniali e assistenza di esperti consulenti finanziari.

Completata il 1° gennaio 2023 la fusione delle due Banche Private in Lussemburgo, operazione che ha creato "Intesa Sanpaolo Wealth Management", un secondo Hub (oltre quello svizzero), con oltre 200 persone e 11 miliardi in asset che contribuirà alla crescita delle commissioni estere.

33 Fondo di credito costituito nel 2019 dal Gruppo Prelios e da AMCO con l'obiettivo di creare una piattaforma multi-originator per gestire posizioni classificate ad inadempienza probabile con sottostante immobiliare.

34 Per maggiori dettagli in proposito, si rimanda a quanto riportato nell'ambito della precedente informativa su "Gli impatti della pandemia da COVID-19".

È stato avviato il Programma Caring, che prevede una suite di servizi assicurativi, di gestione del risparmio e di supporto alla persona, pensati per le esigenze della clientela senior. L'offerta danni si è poi arricchita con soluzioni dedicate alla tutela della salute e con prodotti dedicati alla clientela corporate. L'ulteriore sviluppo nel business della protezione e della salute è inoltre garantito dall'operatività di "InSalute Servizi", un nuovo Third-Party Administrator in collaborazione con Reale Group. Numerose le iniziative dedicate alle aziende e alle financial institution:

  • è stata lanciata la piattaforma digitale IncentNow e sono stati avviati webinar e workshop per fornire informazioni alle aziende clienti in merito ai bandi pubblici relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza;
  • sono state sviluppate iniziative di advisory focalizzate sulla clientela corporate nei settori Infrastrutture, TMT (Technology, Media & Telecommunications) ed Energia, connesse a tematiche selezionate e a piani di ripresa post pandemia;
  • continuo rafforzamento delle attività di origination, sia in Italia che all'estero, anche attraverso il rafforzamento del modello Originate-to-Share;
  • si presenta in forte sviluppo la consulenza ESG alle aziende per guidare la transizione energetica con un approccio scalabile, con focus sui settori dell'energia, delle infrastrutture e dell'Automotive & Industry;
  • è in corso il potenziamento delle piattaforme digitali al servizio della clientela Corporate, con focus sui servizi Cash e Trade e sull'offerta di Global Markets anche mediante il lancio di Cardea, piattaforma innovativa e digitale per le istituzioni finanziarie.

Prosegue lo sviluppo dei pagamenti digitali, che a fine anno ammontavano a 137 milioni (circa 51 milioni a dicembre 2021). L'accordo siglato con ENEL per l'acquisizione congiunta della Fintech Mooney Group S.p.A., permetterà al Gruppo Intesa Sanpaolo di acquisire nuovi clienti e di espandere il modello di servizio digitale a livello internazionale. Intesa Sanpaolo è stata inoltre la prima banca in Europa ad attivare Huawei Pay, attraverso l'app Huawei Wallet, per le carte PagoBancomat, ampliando così l'offerta di servizi di pagamento per i nostri clienti privati e supportando il piano di sviluppo del circuito nazionale.

La Banca ha lanciato un'iniziativa di value proposition ESG per i segmenti di clientela corporate e PMI delle Banche del Gruppo in Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia ed Egitto, definendo i settori prioritari oggetto della strategia commerciale ed è in corso lo sviluppo di sinergie tra la Divisione IMI Corporate & Investment Banking e le Banche del Gruppo in Slovacchia, Repubblica Ceca, Croazia e Ungheria. Concluso il Local Distribution Agreement in Slovacchia, Serbia, Slovenia e Croazia.

È proseguito il rafforzamento del modello di Servizio per la clientela condivisa con Banca dei Territori ed è stato finalizzato l'accordo (Master Cooperation Agreement) su Bancassurance con un gruppo assicurativo di primo piano per la distribuzione di prodotti su cinque Banche Locali (Slovacchia, Croazia, Ungheria, Serbia, Slovenia). Sta inoltre proseguendo l'ampliamento dei servizi digitali in diversi Paesi di presenza del Gruppo, in ambito Corporate & SME, Retail e Wealth Management.

Forte impegno nell'ESG, con una posizione ai vertici mondiali per impatto sociale e grande focus sul clima

Intesa Sanpaolo si conferma come motore dell'economia reale e sociale del Paese attraverso erogazioni a medio e lungo termine a favore di famiglie e imprese.

La Banca sta portando avanti e rafforzando l'impegno sociale attraverso numerose iniziative, tra le quali figurano gli interventi a favore dei bisognosi, il credito sociale e l'impegno a sviluppare uno dei più grandi programmi di social housing in Italia.

Viene altresì confermato il forte impegno per lo sviluppo della cultura e il supporto alla promozione dell'innovazione.

Grande attenzione è inoltre riservata ai temi green economy, circular economy e transizione ecologica, anche in relazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 2021-2026.

In tutte le aree di business sono stati implementati gli obiettivi di zero emissioni nette.

La Governance ESG è stata rafforzata: da aprile 2022 il Comitato Rischi è stato trasformato nel Comitato Rischi e Sostenibilità ed ha acquisito maggiori responsabilità sulle tematiche ESG.

Si rimanda per ulteriori approfondimenti al successivo paragrafo Sostenibilità e strategia del Gruppo su tematiche Environmental, Social and Governance.

Innovazione, trasformazione digitale e cybersecurity

Intesa Sanpaolo, riconoscendo un ruolo strategico alla digitalizzazione e alla multicanalità, si è impegnata per i prossimi anni nell'estensione dell'infrastruttura tecnologica all'intero Gruppo, nella realizzazione della nuova Banca Digitale Isybank e nel rafforzamento del business dei pagamenti digitali. Il Gruppo riserva la massima attenzione alla protezione delle informazioni dei clienti e tra gli obiettivi di Piano vi è l'estensione della protezione antifrode in ambito cybersecurity a nuovi prodotti e servizi per la clientela retail, grazie anche all'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale (A.I. – Artificial Intelligence).

Attribuendo un valore strategico all'innovazione per la crescita della nuova economia, il Gruppo si è impegnato per la promozione di circa 800 progetti di innovazione nell'orizzonte del nuovo Piano d'Impresa, di cui 201 sono stati lanciati nel 2022 da Intesa Sanpaolo Innovation Center. Particolare attenzione viene dedicata alla crescita delle startup ad alto potenziale, fornendo servizi non finanziari (es. percorsi di accelerazione) e in connessione a fondi di venture capital, anche grazie a NEVA SGR.

Di rilievo le iniziative realizzate nel 2022 per la crescita delle startup e per lo sviluppo di ecosistemi d'innovazione: a Torino si è conclusa la terza classe del Programma gestito da Techstars "Torino Cities of the Future Accelerator" ed è in corso la quarta classe, con 35 startup accelerate dall'avvio nel 2019 (con 11 team italiani), 51 milioni di capitale raccolto e oltre 310 nuove risorse assunte dopo l'accelerazione; a Firenze è stata lanciata la seconda classe del programma triennale "Italian Lifestyle Accelerator Program", gestito da Nana Bianca, con 6 startup italiane accelerate (oltre 210 si sono candidate, l'85% italiane) e circa 2 milioni di capitale raccolto; prosegue a Napoli il programma di accelerazione in ambito Bioeconomia "Terra Next", promosso con Cassa Depositi e Prestiti, con il supporto di Cariplo Factory e di diversi partner scientifici locali e con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica; 8 risultano le startup accelerate (sono state ricevute circa 130 candidature, di cui l'83% italiane); infine, a Venezia è stato avviato a fine dicembre 2022 il nuovo programma triennale "Argo" (nel settore Ospitalità e Turismo) sponsorizzato da Banca dei Territori e Intesa Sanpaolo Innovation Center, sviluppato

da Cassa Depositi e Prestiti, Lventure e con la collaborazione del Ministero del Turismo; il programma coinvolgerà 10 startup ogni anno.

Sempre in ambito di sviluppo di ecosistemi d'innovazione, si è conclusa la prima edizione dell'iniziativa UP2Stars, sviluppata da Banca dei Territori con il supporto di Intesa Sanpaolo Innovation Center, che si è rivolta a 40 startup (circa 490 le candidature) per lo sviluppo di 4 pilastri verticali (Digitale/Industria 4.0; Bioeconomia, con focus su Agritech e Foodtech; Medtech/Healthcare; Aerospace). Inoltre, si sono conclusi a ottobre 2 programmi di accelerazione di startup per clienti che hanno previsto attività di coaching e mentoring a supporto (sono più di 15 le startup accelerate nel 2022).

In Action ESG Climate è l'iniziativa promossa dalla Divisione lnsurance con il supporto di Intesa Sanpaolo lnnovation Center nata per promuovere lo sviluppo di nuove soluzioni per contrastare il cambiamento climatico e sostenere la transizione ecologica attraverso l'innovazione tecnologica e lo sviluppo di nuovi modelli di business; il programma si è concluso con la premiazione dei tre migliori progetti presentati, a cui è stato riconosciuto un contributo totale di 500 mila euro.

Nell'ambito della ricerca applicata, si segnala che sono in corso di sviluppo 14 progetti multidisciplinari, di cui 8 nel settore delle neuroscienze e 6 nei settori A.I. e robotica. È stata inoltre rinnovata la collaborazione triennale fra la Scuola IMT Alti Studi Lucca e Neuro Scienze Lab, per progetti di ricerca che si basano su modelli neuroscientifici per il management e l'azienda.

Per favorire l'accelerazione della business transformation, sono state coinvolte oltre 25 aziende in programmi di open innovation e si è completato il supporto al "Bando Evoluzioni" di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo per la digitalizzazione del Terzo settore. Nel 2022 sono stati avviati 4 programmi per le aziende coinvolte focalizzati sulla trasformazione in ottica circular economy ed è stato realizzato un "Climate Innovation Tech Tour" a Tel Aviv a supporto di clienti e startup.

Attenta alla diffusione della cultura dell'innovazione, la Banca ha lanciato una raccolta di podcast sui temi dell'innovazione ("A Prova di Futuro") resi disponibili gratuitamente sul sito internet di Intesa Sanpaolo; sono inoltre stati realizzati 32 eventi di posizionamento e match-making35, che hanno visto il coinvolgimento di circa 2.200 partecipanti, e sono stati pubblicati 15 rapporti relativi all'innovazione delle tecnologie e delle tendenze di settore (tra i quali un report sulla decarbonizzazione relativo al Program European Central Bank Climate).

Infine, Neva SGR ha previsto di investire circa 100 milioni in startup nel corso del Piano d'Impresa 2022-2025; in particolare nel 2022 si è chiuso con successo il fundraising del Fondo Neva First (lanciato nel 2020) e del Fondo Neva First Italia (lanciato nel 2021) con una raccolta complessiva di 250 milioni. A supporto delle startup nel corso del 2022 sono stati realizzati investimenti per oltre 54 milioni. È stato infine lanciato il Fondo Sviluppo Ecosistemi di Innovazione che nel 2022 ha raccolto 15 milioni e che ha effettuato il primo investimento in Tech4Planet, in collaborazione con CDP, il Politecnico di Milano, insieme ai Politecnici di Bari e Torino, che ha l'obiettivo di sostenere la nascita di nuove startup ideate all'interno dei laboratori e dei centri di ricerca.

Le persone del Gruppo sono la risorsa più importante

Il Gruppo conferma l'impegno al rafforzamento del proprio capitale umano attraverso una serie di iniziative dedicate, sottolineando come le persone rappresentino la risorsa più importante per il raggiungimento dei propri obiettivi di Piano, nonché il fattore abilitante al suo successo futuro. Per tale ragione, Intesa Sanpaolo ha definito tra i suoi obiettivi la continua valorizzazione, crescita e soddisfazione delle Persone e continuerà ad investire sui suoi talenti, incentivando la diversità e l'inclusione, creando un ecosistema unico di competenze adeguato all'evoluzione della Banca.

Prosegue l'assunzione di professional, unitamente alla riqualificazione e alla formazione delle risorse interne, per garantire il mantenimento e lo sviluppo di skill adeguate a superare le sfide che il Gruppo dovrà affrontare nei prossimi anni. Al fine di supportare la crescita del Gruppo e il ricambio generazionale, nell'arco dell'orizzonte di Piano saranno realizzate 4.600 assunzioni a tempo indeterminato (circa 1.300 professionisti già assunti nel 2021 e nel 2022); è previsto inoltre di riqualificare e riconvertire circa 8.000 persone verso iniziative prioritarie e strategiche (circa 2.000 già coinvolte nel 2022). Sono inoltre previste iniziative diffuse per il benessere e la sicurezza delle persone e nuovi piani di incentivazione a lungo termine al fine di coinvolgere le persone del Gruppo nel raggiungimento degli obiettivi di Piano.

Il Gruppo ha definito una strategia innovativa dedicata ai suoi talenti e rivolta a circa 1.000 fra talent e key people. Prosegue l'International Talent Program, con la selezione di nuovi talenti che inizieranno il programma entro il primo trimestre 2023, mentre oltre 140 persone hanno già completato la formazione e per altre 180 è in corso; inoltre, circa 430 risorse chiave del middle management sono state coinvolte in iniziative mirate di sviluppo e formazione.

Al fine di rispondere alle esigenze di flessibilità ed equilibro vita-lavoro delle persone del Gruppo, è stato realizzato un nuovo quadro organizzativo che prevede una maggiore flessibilità in termini di orario lavorativo giornaliero, smart working e l'introduzione della settimana lavorativa di quattro giorni su base volontaria, a parità di retribuzione36 .

Intesa Sanpaolo e Nextalia SGR hanno dato vita alla newco Digit'Ed, nuova società leader in Italia nella formazione e che si pone l'obiettivo di diventare leader internazionale nella formazione e nel digital learning.In un contesto che richiede la continua evoluzione di competenze e flessibilità, la formazione rimane infatti l'importante veicolo di crescita delle persone, supportata da un'infrastruttura di apprendimento innovativa che prevede l'utilizzo delle più moderne tecnologie. L'obiettivo è raggiungere 50 milioni di ore erogate nell'arco di Piano; nel 2022 sono state erogate circa 12,6 milioni di ore di formazione, di cui oltre 640 mila ore su tematiche ESG.

Particolare attenzione viene posta al benessere delle persone, per favorire il quale vengono costantemente organizzati live webinar, podcast, contenuti video e altre iniziative tematiche. Inoltre, è stato implementato il nuovo piano d'incentivazione a lungo termine per supportare gli obiettivi del Piano d'Impresa e favorire l'imprenditorialità individuale.

Per valorizzare il talento femminile e favorire la creazione di contesti lavorativi equi ed inclusivi, sono proseguite le iniziative di sviluppo per donne professional e manager, che prevedono tra l'altro programmi di job rotation, percorsi di shadowing, formazione ed empowerment.

Sono stati definiti e condivisi gli obiettivi di Diversity & Inclusion 2022 per ogni unità organizzativa, inclusa l'implementazione del nuovo impegno per la parità di genere nell'accesso ai ruoli di senior leadership, ed è stato avviato il monitoraggio degli

35 Evento di posizionamento: evento in cui un protagonista illustra i temi dell'innovazione; evento di match-making: evento che favorisce l'incontro tra domanda e offerta di innovazione.

36 Si veda in proposito quanto riportato nell'ambito dell'informativa sugli impatti della pandemia da COVID-19.

obiettivi relativi al 2022 per ogni Divisione ed Area di Governo. A testimonianza del percorso di riflessione e di dialogo sui temi, è stata avviata la collaborazione con ISPROUD, la prima community di dipendenti del Gruppo, che oggi include Persone LGBTQ+ e alleate.

L'attenzione riservata da Intesa Sanpaolo alle proprie persone è stata premiata attraverso il conseguimento di due importanti riconoscimenti, il Top Employer 2023, per il secondo anno consecutivo, attribuito alla nostra banca dal Top Employers Institute, e il posizionamento al primo posto nella classifica Top Companies 2022 di LinkedIn.

Inoltre, il Gruppo ha ottenuto il riconoscimento all'interno del Refinitiv Global Diversity and Inclusion Index, come prima banca in Europa, seconda a livello globale e unica italiana tra i 100 luoghi di lavoro più inclusivi e attenti alle diversità.

Intesa Sanpaolo è inoltre il primo grande Gruppo bancario italiano a ottenere la certificazione Prassi di Riferimento (PdR) 125:2022 per la parità di genere, prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), grazie al suo impegno in materia di diversità e inclusione.

Nella seconda parte del 2022, Intesa Sanpaolo ha riconosciuto due contributi una tantum alle persone del Gruppo per mitigare l'impatto dell'inflazione e per affrontare i rialzi dei prezzi in atto, con un ammontare complessivo dell'intervento di 77 milioni37 .

Sostenibilità e strategia del Gruppo su tematiche Environmental, Social and Governance

Intesa Sanpaolo è consapevole che, in qualità di attore finanziario globale e uno dei principali gruppi bancari in Europa, ha un impatto significativo in termini di sostenibilità ambientale e sociale, nel breve e nel lungo periodo, sia tramite attività dirette che indirette.

In termini generali, il Gruppo adotta un approccio olistico alle tematiche ESG, che si fonda su:

  • la definizione di una strategia ESG di Gruppo secondo gli indirizzi forniti dagli Organi Societari e supportati dalle Strutture di Governo interno, con il coordinamento della Cabina di Regia ESG. A tal riguardo, in occasione del rinnovo degli Organi, il Comitato Rischi è stato ridenominato in Comitato Rischi e Sostenibilità con il rafforzamento delle sue attribuzioni in tema di sostenibilità;
  • un proprio quadro normativo che include le "Linee Guida per il Governo dei Rischi ambientali, sociali e di governance (ESG) di Gruppo" e policy di comportamento volontarie (Codice Etico, "Principi in materia di Diritti Umani"). Nel 2022 inoltre sono state emanate le Regole per la classificazione dei prodotti e delle transazioni creditizie sostenibili, volte a migliorare la trasparenza interna ed esterna rispetto a prodotti e transazioni sostenibili;
  • l'integrazione dei rischi ESG nel framework complessivo di Risk Management e con riferimento alle tradizionali famiglie di rischio (rischio di credito, rischio di mercato, rischio di liquidità, rischi operativi e rischi reputazionali).

Nel 2022 il Gruppo Intesa Sanpaolo ha posto le basi e avviato le attività per il perseguimento degli obiettivi dichiarati nel Piano d'Impresa 2022-2025, in cui le tematiche ESG rappresentano uno dei quattro pilastri per la solida e sostenibile creazione di valore e per l'ulteriore rafforzamento della leadership di Intesa Sanpaolo in ambito sostenibilità.

Il piano conferma l'impegno in ambito sociale e culturale, già presente nel precedente piano industriale (2018 -2021), partendo dalla risposta ai bisogni sociali con, ad esempio, nuove iniziative a favore dei senior e della popolazione giovane (tra cui uno dei più estesi programmi di social housing in Italia e la creazione di senior community hub), al sostegno all'inclusione finanziaria attraverso flussi cumulati di credito sociale per 25 miliardi di euro, alla continua promozione della cultura attraverso, ad esempio, il raddoppio degli spazi espositivi delle Gallerie d'Italia entro il 2025.

All'interno del Piano d'Impresa il Gruppo ha accelerato il proprio impegno per la transizione green, sostenendo individui e imprese attraverso prodotti dedicati e favorendo il passaggio da un'economia lineare a quella circolare, oltre a ridurre, lungo l'intera catena del valore, le emissioni proprie e quelle finanziate.

Il Gruppo può svolgere un ruolo chiave nell'orientare i capitali verso un'economia sostenibile. Infatti, per quanto riguarda il cambiamento climatico, oltre a gestire direttamente la propria impronta ambientale, la Banca può esercitare una forte influenza su attività e comportamenti che non può controllare direttamente, in particolare quelli di clienti e fornitori, supportandoli nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.

In relazione alla conservazione del capitale naturale, il Piano d'Impresa 2022-2025 prevede lo sviluppo di una specifica policy sulla biodiversità e un importante progetto di riforestazione, con l'obiettivo di oltre 100 milioni di alberi piantati direttamente o tramite finanziamenti alla clientela; Intesa Sanpaolo ha disegnato la nuova proposizione di Gruppo nel mercato volontario della CO2, volta al supporto della clientela nelle attività di riduzione delle emissioni lorde di CO2, gestione delle emissioni residue, protezione e salvaguardia delle aree forestali.

Nel 2022 un ambito particolarmente rilevante in relazione al tema del cambiamento climatico è stato quello correlato alla definizione dei principali target connessi con gli impegni assunti nelle alleanze Net-Zero. Nel dettaglio, a seguito dell'adesione del Gruppo alle alleanze Net-Zero Banking Alliance (NZBA), Net-Zero Asset Managers Initiative (NZAMI), Net-Zero Asset Owner Alliance (NZAOA) e Net-Zero Insurance Alliance (NZIA), a febbraio 2022 sono stati pubblicati nel Piano d'Impresa 2022-2025 gli obiettivi al 2030 relativi ai principali settori ad alta intensità di emissioni (Oil & Gas, Power Generation, Automotive e Coal Mining). Ad ottobre 2022, anche Eurizon Capital SGR, Fideuram Asset Management SGR, Fideuram Asset Management Ireland e il Gruppo assicurativo Intesa Sanpaolo Vita hanno pubblicato i loro primi obiettivi intermedi.

Intesa Sanpaolo nel 2022 ha mantenuto un forte presidio sulla sostenibilità come dimostrato dal posizionamento ai vertici nei principali indici e classifiche: è l'unica Banca italiana presente nei Dow Jones Sustainability Indices World e Europe, nella CDP Climate A List 2022 e nell'indice 2023 di Corporate Knights ''Global 100 Most Sustainable Corporations in the World''; inoltre è classificata prima tra i peer da Sustainalytics e Bloomberg (ESG Disclosure Score); nel 2022 e nuovamente a gennaio 2023 Intesa Sanpaolo è stata confermata nel Bloomberg Gender Equality Index, e a settembre 2022 si è classificata seconda banca a livello mondiale nel Refinitiv Diversity & Inclusion Index. Intesa Sanpaolo ha inoltre ricevuto alcuni riconoscimenti nel campo della sostenibilità, in particolare: nella classifica 2022 di Institutional Investor si è confermata la

37 Si veda in proposito quanto riportato nell'ambito della precedente informativa su "Le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo a favore dell'Ucraina e per alleviare gli impatti dello scenario inflattivo".

prima in Europa per gli aspetti ESG e a febbraio 2023 è stata inclusa nell'S&P Global Sustainability Yearbook 2023 - Top 10% ESG Score 2022.

L'impegno del Gruppo nell'ambito della sostenibilità si concretizza anche attraverso la partecipazione a tutte le principali iniziative internazionali delle Nazioni Unite, tra cui il Global Compact, riguardanti il settore finanziario e che si inquadrano nell'ambito del raggiungimento degli UN Sustainable Development Goals: i Principles for Responsible Banking, i Principles for Sustainable Insurance e i Principles for Responsible Investment. Intesa Sanpaolo supporta le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) e pubblica un TCFD Report, che include specifiche informazioni sul clima in linea con tali Raccomandazioni; inoltre, la Banca ha adottato gli Stakeholder Capitalism Metrics sviluppati dal World Economic Forum, un insieme di indicatori e informative ESG che danno evidenza dell'impegno per la creazione di valore a lungo termine e del contributo agli UN Sustainable Development Goals.

Nel corso dell'anno sono state portate avanti due progettualità strategiche e di rilievo per il Gruppo sui temi della sostenibilità, coordinate dalla Cabina di Regia ESG.

A partire dal 2019 il Gruppo ha avviato infatti un Programma denominato ISP4ESG per consolidare la leadership di Intesa Sanpaolo nella sostenibilità, un'iniziativa di ampio respiro e di significativo impatto, guidato dalla Direzione Strategic Support e dall'Area di Governo CFO, che ha l'obiettivo di integrare le logiche ESG nel modello di business e nella strategia della Banca generando un impatto concreto all'interno dell'azienda e sulla società e portando alla costituzione nel 2020 della Cabina di Regia ESG. Nell'ambito della stessa, sono state coordinate diverse iniziative tra le quali nel 2021 la redazione dell'Action Plan in risposta alle 13 aspettative evidenziate dalla BCE nella "Guida sui rischi climatici ed ambientali", cui sono seguite nel 2022 le attività del Gruppo relative alla Thematic Review della BCE; inoltre ha contribuito significativamente alla definizione del Piano di Impresa 2022-2025, che include l'ambito ESG/Climate come uno dei suoi quattro pilastri. Tra le principali attività svolte nel corso del 2022, si evidenziano: la definizione e pubblicazione degli obiettivi allineati a Net-Zero per il 2030 inclusi anche all'interno del Piano di Impresa 2022-2025 (progetto NZ Target Setting); la supervisione delle attività volte a definire i Target delle società del Gruppo che hanno aderito alle altre alleanze in ambito Net-Zero (i.e NZAMI, NZAOA, NZIA); l'implementazione del progetto ESG-Climate Credit Framework per l'introduzione di fattori ESG nella valutazione del portafoglio creditizio del Gruppo; l'avvio del progetto EU Taxonomy Green Enhancement per introdurre regole e processi per la classificazione delle operazioni creditizie in coerenza con le richieste normative della Tassonomia UE e per indirizzare dinamicamente il portafoglio crediti, al fine di migliorare il Green Asset Ratio atteso.

La continua evoluzione della normativa europea in tema di reporting ESG e di sostenibilità38, unitamente alle richieste derivanti dall'adesione ai diversi standard di rendicontazione di natura volontaria (TCFD, SASB, PRB e WEF), hanno portato Intesa Sanpaolo ad avviare nel 2021 un progetto pluriennale focalizzato sul Reporting ESG di Gruppo con l'obiettivo di creare un approccio integrato e trasversale in grado di far fronte ai nuovi requisiti normativi e alle best practice emergenti.

Nel 2022 il progetto si è focalizzato sull'analisi degli impatti ai fini dei Principles for Responsible Banking (PRB), sulla predisposizione dei Template quantitativi e dei Table qualitativi previsti dal Pillar 3 in ambito ESG, sul presidio delle performance ESG di Gruppo attraverso l'avvio del processo di monitoraggio dedicato ai KPI ESG e sul processo di Budget 2023 dei KPI ESG rilevanti.

Il supporto per la transizione ESG/climate

Nel nuovo Piano d'Impresa 2022-2025 è presente un grande focus sul clima che prevede l'impegno del Gruppo per favorire la transizione verso un'economia a basse emissioni, attraverso azioni concrete di mitigazione delle proprie emissioni dirette e indirette e sostenendo le iniziative e i progetti green a favore dei propri clienti; in particolare, il Gruppo ha messo a disposizione a favore del Green Deal europeo e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza un programma di erogazioni di 76 miliardi (2021-2026) dedicato alla green, circular economy e alla transizione ecologica, di cui circa 32 miliardi sono stati già erogati nel 2021 e nel 2022; ha inoltre messo a disposizione nuovo credito green agli individui per 12 miliardi, dei quali circa 2,6 miliardi sono stati erogati nel 2022 per i Mutui Green a clienti privati.

È stato confermato nel nuovo Piano l'impegno per l'economia circolare promuovendo la diffusione di tale modello, rinnovando la partnership con la Fondazione Ellen MacArthur e con Cariplo Factory, oltre che annunciando 8 miliardi di linee di credito per l'economia circolare; nel 2022 sono stati valutati e validati 420 progetti per un importo di 9,1 miliardi, accordati 4,7 miliardi in 230 transazioni (di cui oltre 2,6 miliardi relativi a green finance) ed erogati 3,1 miliardi (di cui 2,2 miliardi relativi a green finance). Allo scopo di supportare i clienti nella transizione ESG/climate la Banca mette a disposizione delle imprese clienti Skills4ESG, una piattaforma di formazione online dedicata alle tematiche di sostenibilità e i Nuovi Laboratori ESG (già attivati i primi 8 a Venezia, Padova, Brescia, Bergamo, Cuneo, Bari-Taranto, Roma, Napoli-Palermo), in collaborazione con partner specializzati quali Circularity, Nativa, CE Lab e altri. È previsto inoltre un servizio di consulenza ESG accelerata alle aziende, con l'obiettivo di guidarle verso la transizione energetica attraverso un approccio flessibile e modulabile. Nel perimetro delle banche estere, è stata lanciata una proposta di value proposition rivolta ai segmenti corporate e PMI delle banche del Gruppo in Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia ed Egitto. Per sostenere le PMI che ambiscono a migliorare il profilo di sostenibilità, Intesa Sanpaolo propone il finanziamento S-Loan, declinato in 5 linee di prodotto: S-Loan ESG, S-Loan Diversity, S-Loan Climate Change, S-Loan Agribusiness e S-Loan Tourism. Nel 2022 sono stati concessi 2,2 miliardi (3,5 miliardi dal lancio nel 2020). L'offerta è stata ampliata a ottobre 2021 con Digital Loan (D-Loan) volto a migliorare la digitalizzazione delle aziende (erogati 22 milioni dal lancio) e da Suite Loan, lanciato a dicembre 2021, finalizzato alla riqualificazione delle strutture alberghiere e dei servizi ricettivi (erogati 10 milioni dal lancio). Per S-Loan e per la piattaforma di formazione Skills4ESG dedicata ai clienti corporate, nel marzo 2022 la Banca ha vinto il Milano Finanza Banking Awards.

38 Tra cui in particolare: Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e relativi European Sustainability Reporting Standards dell'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), EBA Guidelines su ESG Reporting, Tassonomia UE (e relativi obblighi di disclosure), Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), guida BCE sulla gestione dei rischi ambientali e climatici.

I prodotti di investimento sostenibile e assicurazione sostenibile

Intesa Sanpaolo, attenta all'importante evoluzione normativa e alle priorità strategiche dell'UE nell'ambito della finanza sostenibile, si è impegnata nel Piano d'Impresa 2022-2025 a rafforzare ulteriormente l'offerta di prodotti di investimento sostenibile sia di asset management sia assicurativi, che integrano i criteri finanziari con considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) e contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi climatici; in particolare, si è posta l'obiettivo di incrementare il risparmio gestito in fondi classificati ai sensi degli artt. 8 e 9 della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) a circa 156 miliardi e raggiungere il 60% del totale Asset under Management in prodotti di investimento sostenibile39 . Eurizon offre una gamma diversificata in tutte le asset class di fondi classificati ai sensi degli artt. 8 e 9 della SFDR, con una penetrazione in aumento al 54% sul patrimonio totale dei fondi gestiti. Si segnala anche il lancio di due fondi "Eurizon Step 50 Obiettivo Net-Zero" che investono in società con obiettivi di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050.

In un'ottica di miglioramento dell'offerta ESG, Fideuram si è impegnata a sviluppare servizi di consulenza dedicati e ha lanciato un programma di formazione completo per la certificazione ESG per i banker, con oltre 51.000 ore erogate a circa 3.060 partecipanti, e per i private banker dipendenti e gli agenti, con circa 13.900 ore erogate a oltre 1.040 partecipanti.

Engagement e coinvolgimento nei confronti degli emittenti e dei clienti sono parte dell'impegno che le Società del Gruppo attuano al fine di contribuire al cambiamento in ottica di sostenibilità: in merito alle attività di Stewardship, nel 2022 Eurizon Capital SGR ha preso parte a 254 assemblee degli azionisti (di cui 73% di emittenti quotati all'estero) e 538 engagement (di cui 50% su tematiche ESG); inoltre la Divisione Private Banking ha effettuato nel corso dell'anno 47 eventi rivolti ai clienti (28 in presenza e 19 in digitale) per un totale di 11.150 partecipanti (5.000 in presenza e 6.150 in digitale).

In linea con gli obiettivi di Gruppo e la rilevanza strategica che l'integrazione dei fattori ESG sta assumendo anche per il settore assicurativo, la Divisione Insurance si è impegnata nello sviluppo di un'offerta ESG dedicata per il ramo danni e nell'arricchimento dell'offerta ESG/climate all'interno della gamma vita di Gruppo: in particolare, ha previsto un rafforzamento dell'offerta unit-linked/multiramo che include opzioni di investimento ESG e un percorso di riduzione della carbon intensity in direzione Net-Zero per gli investimenti diretti.

Supporto per far fronte ai bisogni sociali

Intesa Sanpaolo si è impegnata a generare un impatto sociale per i prossimi anni dando seguito all'impegno e all'attenzione che ha sempre dedicato ai bisogni delle persone e delle comunità in cui opera. Nel Piano d'Impresa 2022-2025 il Gruppo ha annunciato investimenti e donazioni per 500 milioni a favore dei giovani e delle persone vulnerabili. Inoltre è rimasta alta l'attenzione per l'emergenza umanitaria derivata dal conflitto Russia-Ucraina, che si è concretizzata in molteplici iniziative a favore della popolazione dell'Ucraina e delle persone della controllata Pravex Bank.

Da sempre pronta a investire sui giovani anche per promuovere l'occupazione e il diritto all'istruzione, Intesa Sanpaolo sostiene Giovani e Lavoro, il programma nato dalla partnership tra Intesa Sanpaolo e Generation Italy, che ha l'obiettivo di offrire nell'orizzonte del Piano d'Impresa 2022-2025 corsi di formazione gratuiti a oltre 3 mila giovani tra i 18 e i 29 anni non occupati, per aiutarli ad acquisire le competenze ricercate dalle aziende; nel 2022 il programma ha visto la partecipazione di oltre 7.500 giovani candidati, oltre 1.650 studenti intervistati e oltre 770 studenti formati/in formazione attraverso 30 corsi su 6 percorsi formativi. Circa 3.000 sono stati gli studenti formati/in formazione dal 2019 e circa 2.300 le aziende coinvolte dall'inizio del Programma. A luglio è terminata la seconda edizione del programma Generation4Universities, rivolta agli studenti di talento all'ultimo anno di università per facilitare un primo ingresso nel mondo del lavoro, che ha coinvolto circa 100 studenti provenienti da 36 università e 31 aziende italiane di prima rilevanza quali potenziali datori di lavoro.

Nell'ambito dei programmi di educazione inclusiva, nel corso dell'anno sono state rafforzate le partnership con le principali università e scuole italiane (oltre 1.000 scuole e circa 4.200 studenti nel 2022), sostenendo il merito e la mobilità sociale ed è stato lanciato il progetto School4Life per combattere l'abbandono scolastico precoce, con la collaborazione di aziende e scuole in stretto contatto con studenti, insegnanti e famiglie. Si evidenzia inoltre l'iniziativa Tesi in Azienda, che mira a indirizzare gli studenti nella scelta dei temi più attuali del mondo del lavoro e che nel 2022 ha coinvolto circa 150 studenti.

Anche il programma Digital Re-start realizzato dalla Divisione Private Banking è volto a formare e ricollocare nel mercato del lavoro persone disoccupate di età compresa tra i 40 e i 50 anni, attraverso il finanziamento di 75 borse di studio per il Master in Data Analysis. Sono stati 50 i partecipanti coinvolti nelle prime due edizioni terminate nel 2022, 29 dei quali hanno ottenuto un nuovo impiego; è ora in corso la terza edizione.

Intesa Sanpaolo ha sempre dedicato attenzione ai temi dell'inclusione e del contrasto alla povertà e, tra i principali obiettivi del nuovo Piano, è prevista l'espansione del programma cibo e riparo per i bisognosi, che permetterà di realizzare oltre 50 milioni di interventi fornendo aiuti concreti sul territorio in Italia e all'estero. Nel corso dell'anno sono stati realizzati oltre 21,3 milioni di interventi (anche a sostegno dell'emergenza umanitaria in Ucraina) includendo 15,9 milioni di pasti, oltre 2,2 milioni di dormitori/letti, circa 3 milioni di prescrizioni di farmaci, circa 264 mila capi di abbigliamento.

Tra le iniziative del Piano dedicate ai bisogni delle persone e delle comunità in cui il Gruppo opera, si distingue uno dei progetti più estesi di social housing in Italia, rivolto ai giovani e agli anziani, che prevede la promozione di alloggi sociali e posti letto (circa 6.000-8.000 nell'orizzonte di Piano) per gli studenti o i giovani lavoratori e per le persone senior con un reddito basso; l'impostazione dell'iniziativa è stata completata nel 2022 ed è prossimo l'avvio della fase di implementazione del progetto per il raggiungimento degli obiettivi.

39 Perimetro Eurizon – Fondi ex artt. 8 e 9 SFDR 2088.

L'inclusione finanziaria e il sostegno al tessuto produttivo

Anche nel 2022 l'azione di sostegno di Intesa Sanpaolo al sistema economico del Paese è risultata incisiva: la Banca ha destinato nuovo credito a medio lungo termine all'economia reale per oltre 81 miliardi, dei quali oltre 58 miliardi in Italia. Inoltre Intesa Sanpaolo, a supporto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha messo a disposizione un plafond di oltre 400 miliardi di finanziamenti a medio-lungo termine per imprese e famiglie con l'obiettivo di rafforzare la crescita del Paese nell'orizzonte 2021-2026.

Nel Piano d'Impresa 2022-2025 il Gruppo ha previsto importanti iniziative nell'ambito dell'inclusione sociale, che rappresenta un fattore cruciale nella prospettiva di una transizione equa e inclusiva; in particolare, si è impegnato a erogare nuovo credito sociale per circa 25 miliardi sia a sostegno delle attività non-profit, delle persone vulnerabili, che hanno difficile accesso a forme di finanziamento o che sono state colpite da calamità naturali, sia a favore della rigenerazione urbana. Nel 2022 sono stati concessi oltre 9,3 miliardi in social lending e urban regeneration.

Si evidenziano in particolare i finanziamenti a sostegno di enti non-profit per 339 milioni e la messa a disposizione di 53 milioni nell'ambito del Fund for Impact, che prevede un sostegno diretto a famiglie e individui per garantire un accesso più ampio e sostenibile al credito, con programmi dedicati come: "per Merito", la prima linea di credito non garantita dedicata a tutti gli studenti universitari, "Mamma@work", un prestito a condizioni agevolate rivolto alle madri lavoratrici per conciliare maternità e lavoro nei primi anni di vita dei figli, "per Crescere", per la formazione e l'educazione dei bambini in età scolare rivolto alle famiglie fragili, "per avere Cura", per sostenere le famiglie che si prendono cura di persone non autosufficienti, e altre soluzioni (es. "Obiettivo Pensione", "per Esempio" e "XME StudioStation").

Infine, nel nuovo Piano d'Impresa sono stati annunciati finanziamenti per la rigenerazione urbana, prevedendo interventi in infrastrutture e servizi sostenibili, ospedali, reti a banda larga e mobilità smart. Nel 2022, Intesa Sanpaolo ha assunto impegni per oltre 616 milioni di nuovi finanziamenti per il sostegno agli investimenti in student housing, servizi e infrastrutture sostenibili, in aggiunta alle più importanti iniziative di riqualificazione urbana in corso in Italia. Sono state inoltre promosse delle iniziative accademiche per definire delle metodologie di valutazione ESG per l'impatto degli interventi di rigenerazione urbana.

Impegno verso Net-Zero e governo dei rischi legati al cambiamento climatico

A testimonianza dell'impegno nel contrasto al cambiamento climatico, Intesa Sanpaolo ha scelto di perseguire l'obiettivo "Net Zero" entro il 2050 - per le proprie emissioni, per i portafogli prestiti e investimenti e per l'asset management e l'attività assicurativa - aderendo a tutte le alleanze Net-Zero promosse dalla UNEP Finance Initiative: NZBA, NZAMI, NZAOA e NZIA.

All'interno del Piano d'Impresa 2022-2025, il Gruppo ha definito gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 allineati al Net-Zero per i settori dell'oil&gas, della produzione di energia, dell'automotive e dell'estrazione del carbone, che rappresentavano, al momento della pubblicazione a febbraio 2022, più del 60% delle emissioni finanziate del portafoglio delle aziende non finanziarie sui settori indicati dalla NZBA. In relazione ai target, sopra descritti, il Gruppo ha redatto il suo primo piano di transizione, nel rispetto dei requisiti della NZBA e seguendo le indicazioni della Glasgow Financial Alliance for Net-Zero (GFANZ).

Intesa Sanpaolo si impegna inoltre a portare le emissioni proprie a Net-Zero nel 2030, anche con l'acquisto del 100% di energia da fonti rinnovabili nel Gruppo (tale obiettivo è già stato raggiunto in Italia nel 2021).

Intesa Sanpaolo nel 2022 si è inoltre impegnata a ottenere la validazione dei target di riduzione delle emissioni dalla "Science Based Target initiative" (SBTi), partnership tra CDP, United Nations Global Compact (UNGC), World Resources Institute (WRI) e WWF. SBTi certifica i target come "science based" se essi sono in linea con le ultime evidenze scientifiche per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.

Inoltre, a ottobre 2022, anche le società del wealth management Eurizon Capital SGR, Fideuram Asset Management SGR, Fideuram Asset Management Ireland e il Gruppo assicurativo Intesa Sanpaolo Vita hanno pubblicato i loro primi obiettivi intermedi, finalizzati a raggiungere entro il 2050 la neutralità delle emissioni nette di gas serra dei patrimoni gestiti. I target saranno monitorati ed estesi in linea con i requisiti delle diverse iniziative Net-Zero.

È stata inoltre attivata la partecipazione della Banca in varie task force delle Net-Zero Alliances e della Glasgow Financial Alliance for Net-Zero (GFANZ), contribuendo a rilevanti pubblicazioni e casi studio dedicati (i target di Intesa Sanpaolo sono stati inseriti nel primo "NZBA 2022 Progress Report", quali case study su Target setting e Transition Finance). Nel mese di giugno 2022 Intesa Sanpaolo è diventata investor signatory di CDP e a ottobre Eurizon ha aderito alla campagna CDP Science-Based Targets, favorendo ulteriormente la trasparenza sui temi climatici e ambientali. A Novembre 2022, Intesa Sanpaolo ha presenziato a Sharm El Sheik, come unica banca italiana, alla COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.

La strategia climatica di Intesa Sanpaolo si basa su una chiara consapevolezza dei rischi e delle opportunità legate al cambiamento climatico. La gamma di rischi e opportunità legati al cambiamento climatico sono individuati e analizzati dall'Area CFO e dall'Area CRO di Intesa Sanpaolo con il supporto e il coinvolgimento delle diverse Aree di Governo e Divisioni, se rilevanti, al fine di integrarli nei normali processi di valutazione e monitoraggio del rischio (che portano alla gestione del rischio climatico, sotto forma di mitigazione e adattamento) e di strategie creditizie.

Il Risk Appetite Framework (RAF) rappresenta il quadro generale all'interno del quale è sviluppata la gestione del rischio d'impresa.

Per una più dettagliata illustrazione dei rischi connessi al cambiamento climatico e della loro integrazione nell'ambito del RAF di Gruppo si rimanda alla Parte E della Nota integrativa del presente Bilancio consolidato.

Il valore economico generato e distribuito

Il valore economico generato nell'esercizio dal Gruppo viene calcolato secondo le istruzioni dell'Associazione Bancaria Italiana ed in coerenza con gli standard di riferimento a livello internazionale. Il calcolo viene effettuato riclassificando le voci del Conto economico consolidato incluso nei prospetti contabili disciplinati dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia.

Il valore economico generato, nell'esercizio 2022 giunto a sfiorare i 20,6 miliardi, è rappresentato dal Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa – che tiene dunque conto anche delle rettifiche di valore da deterioramento di crediti e altre attività finanziarie – cui si aggiungono le quote di utili e perdite realizzati su partecipazioni e investimenti e gli altri proventi netti di gestione. L'ammontare del valore economico generato esprime il valore della ricchezza prodotta, in massima parte distribuito tra le controparti (Stakeholder) con le quali il Gruppo si rapporta a vario titolo nella sua operatività quotidiana. In particolare:

  • − i dipendenti e i collaboratori hanno beneficiato di oltre il 37% del valore economico generato, per un totale di 7,7 miliardi. Nell'importo complessivo sono inclusi, oltre alle retribuzioni del personale dipendente, anche i compensi corrisposti alle reti di consulenti finanziari, unitamente a 77 milioni di erogazioni corrisposte al personale non dirigente del Gruppo per mitigare l'impatto dell'inflazione;
  • − i fornitori sono stati destinatari di circa il 14% del valore economico generato, per complessivi 2,8 miliardi corrisposti a fronte dell'acquisto di beni e della fornitura di servizi;
  • − Stato, Enti e istituzioni hanno rilevato un afflusso di risorse complessive di oltre 2,2 miliardi, pari a circa l'11% del valore economico generato, riferibili per oltre 1,1 miliardi ad imposte indirette e tasse, e per oltre 800 milioni a tributi ed oneri riguardanti il sistema bancario, rappresentati dai contributi versati ai fondi di risoluzione e garanzia. Numerose sono state inoltre le iniziative in ambito sociale e culturale e gli interventi effettuati anche a valere sui Fondi di beneficenza e per erogazioni a carattere sociale e culturale;
  • − agli Azionisti, ai detentori degli strumenti di capitale e ai terzi è stato destinato oltre il 16% del valore economico generato, per un ammontare complessivo di circa 3,4 miliardi, prevalentemente attribuibile al dividendo proposto. In particolare, il dividendo a saldo proposto è pari a 1.648 milioni (dopo i 1.400 milioni di acconto pagati a novembre 2022, per complessivi 3.048 milioni a valere sull'utile 2022). Per ulteriori dettagli sul punto si rimanda alle Proposte all'Assemblea del Bilancio di Intesa Sanpaolo S.p.A.

Il restante ammontare del valore economico generato, circa 4,4 miliardi, è stato trattenuto dal sistema impresa ed è prevalentemente costituito dagli ammortamenti, dalla fiscalità anticipata e differita, dalle destinazioni a riserva e dagli accantonamenti a fondi rischi e oneri.

Il valore economico milioni
di euro
Valore economico generato 20.575 100,0%
Valore economico distribuito -16.168 78,6%
Dipendenti e collaboratori -7.718 37,5%
Fornitori -2.823 13,7%
Stato, Enti e istituzioni, Comunità -2.244 10,9%
Azionisti, Detentori di strumenti di capitale e -3.383 16,5%
Terzi
Valore economico trattenuto 4.407 21,4%

* * *

In relazione ai temi inerenti le Persone del Gruppo e Innovazione, trasformazione digitale e cybersecurity si rimanda al precedente paragrafo Il Piano d'Impresa 2022-2025.

Un'ampia trattazione degli aspetti di sostenibilità/ESG è contenuta nella Dichiarazione Consolidata non Finanziaria (DCNF) redatta ai sensi del Decreto Legislativo 254/2016, relazione distinta rispetto al Bilancio e disponibile sul sito Internet di Gruppo.

Da settembre 2019 Intesa Sanpaolo pubblica, in forma volontaria, una Relazione Consolidata Non Finanziaria semestrale dando evidenza degli indicatori più rilevanti.

Inoltre, come già più sopra indicato, Intesa Sanpaolo supporta le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) pubblicando il TCFD Report, che include specifiche informazioni sul clima in conformità a tali Raccomandazioni.

Infine, a partire dal 31 dicembre 2022, nel documento Pillar 3 è contenuta l'informativa ESG come richiesta dall'Art.449 bis CRR.

Il Progetto Cultura

Progetto Cultura è il programma pluriennale di iniziative con cui Intesa Sanpaolo esprime il proprio impegno per la promozione di arte e cultura, contribuendo responsabilmente, in modo diretto e concreto, alla crescita culturale e sociale del Paese. Le attività sono ideate e realizzate dalla Direzione Arte, Cultura e Beni Storici in dialogo con importanti istituzioni e musei pubblici e privati, nazionali e internazionali. Al settore culturale è attribuito un ruolo fondamentale nel favorire società più innovative, sostenibili e inclusive. In questa logica Progetto Cultura – parte integrante del Piano d'Impresa e componente identitaria del Gruppo – rappresenta un fattore chiave per consolidare la leadership di Intesa Sanpaolo in ambito ESG e rafforzarne la dimensione di banca d'impatto.

Le Gallerie d'Italia

Gallerie d'Italia è il complesso museale di Intesa Sanpaolo in quattro sedi: Milano, Napoli, Torino e Vicenza.

Nuove sedi museali a Napoli e a Torino

A maggio 2022 le Gallerie si sono ampliate con la realizzazione della nuova sede a Napoli e l'apertura del quarto museo a Torino. I due imponenti interventi architettonici, sotto la guida di Michele De Lucchi, hanno trasformato in musei due palazzi storici della Banca, l'edificio già del Banco di Napoli in via Toledo e Palazzo Turinetti in Piazza San Carlo.

Le Gallerie di Napoli hanno triplicato gli spazi rispetto alla precedente sede, assumendo una monumentalità che le pone al pari dei maggiori musei nazionali e internazionali. L'offerta espositiva va dall'archeologia all'arte contemporanea ed è suddivisa in tre itinerari tematici al primo e secondo piano, per un totale di oltre 690 opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo. Il percorso "Da Caravaggio a Gemito" (a cura di Fernando Mazzocca) presenta dipinti e sculture di ambito napoletano e meridionale dai primi del Seicento agli inizi del Novecento fra cui il Martirio di sant'Orsola, capolavoro di Caravaggio. È inoltre esposta, per la prima volta nella sua interezza, la collezione di ceramiche attiche e magnogreche composta da circa 500 opere; un nucleo di vasi è valorizzato in una mostra-dossier che li mette in dialogo con reperti provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (a cura di Fabrizio Paolucci). Il terzo percorso è dedicato alla raccolta d'arte moderna e contemporanea, esposta a rotazione: il primo allestimento (a cura di Luca Massimo Barbero) propone una selezione di opere tra cui Fontana, Burri, Richter, Sol LeWitt. L'ampio atrio d'ingresso conduce al vasto salone centrale destinato a mostre temporanee e iniziative culturali. Al primo piano trovano collocazione le aule didattiche e una biblioteca.

L'identità delle Gallerie di Torino è legata alla fotografia, al mondo digitale e alla cultura dell'immagine, ai quali sono dedicati tre vasti piani sotterranei a cui si accede da una gradonata già divenuta nuova "icona" della città. La fotografia è protagonista come strumento di indagine sull'attualità (attraverso mostre prodotte su committenza della Banca, con un'attenzione particolare ai temi ESG), come documento storico (con la valorizzazione dell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo e la rassegna "La grande fotografia italiana"), come elemento di riflessione (attraverso incontri e approfondimenti). L'Archivio Publifoto – formato da 7 milioni di immagini tra anni Trenta e Novanta del Novecento – è a disposizione di studiosi e ricercatori, accolto in una sala caratterizzata da una vetrata che consente ai visitatori di osservare gli archivisti all'opera; è stata inoltre installata una parete interattiva (Archivio Vivo) che permette la fruizione, ad oggi, di 15 mila foto digitalizzate. Gli spazi ipogei ospitano anche una grande sala immersiva (40 x 14 m, 17 proiettori 4k) e le aule didattiche. Al piano nobile, nelle sale ricche di decorazioni tardobarocche, è esposto un nucleo di 41 opere dalle raccolte d'arte del Gruppo fra XIV e XVIII secolo (a cura di Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti, Gelsomina Spione), tra cui le nove tele secentesche dell'antico Oratorio della Compagnia di San Paolo.

In occasione dell'apertura delle due nuove sedi, è stata sviluppata la nuova brand identity museale a partire dal lancio del nuovo logo, disegnato dall'architetto De Lucchi sotto la supervisione del Presidente Emerito Giovanni Bazoli: "Segno iconico e universale, in grado di rappresentare non solo un articolato sistema museale, ma anche un'identità, un'appartenenza e una filosofia."

Visitatori

Nel 2022 le Gallerie hanno accolto quasi 480 mila visitatori. L'ingresso è gratuito fino al 18° anno di età.

Progetti espositivi: collezioni permanenti, mostre temporanee, mostre in altre sedi

Le Gallerie d'Italia ospitano, all'interno di palazzi storici di pregio, una selezione delle oltre 35 mila opere dalle raccolte d'arte di Intesa Sanpaolo. Nel 2022 sono stati realizzati i percorsi espositivi nei nuovi musei di Torino e Napoli. Le collezioni permanenti di Vicenza sono state coinvolte in due progetti di valorizzazione: l'integrazione della sezione "Vedere l'invisibile" dedicata alle icone russe, con un focus sul tema delle Feste ortodosse che include 18 tavole del XVII e XVIII secolo; il nuovo allestimento della Caduta degli angeli ribelli, preziosa scultura in marmo del Settecento recentemente attribuita a Francesco Bertos. In riferimento a Milano, è in corso di definizione un piano di esposizione e valorizzazione della collezione Agrati, una delle più prestigiose raccolte private d'arte contemporanea in Italia e nel mondo, oggi parte del patrimonio artistico del Gruppo.

Le Gallerie d'Italia propongono mostre temporanee secondo progetti scientifici originali, prodotte con il supporto di importanti curatori, in partnership con musei nazionali e internazionali e con la presenza di prestiti da tutto il mondo (oltre che di opere dalle raccolte di proprietà).

Nel primo semestre sono proseguite 7 mostre inaugurate a fine 2021: Grand Tour (a Milano); Venezia che impresa!, il primo allestimento di Argilla e Valery Koshlyakov (a Vicenza); due mostre dedicate all'Archivio Publifoto, Prima della prima (a Milano) e Come saremo (a Vicenza); Cima da Conegliano (al Grattacielo di Torino).

A partire da maggio, sono state inaugurate 14 mostre:

A Milano: I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori, a cura di Salvatore Settis, Carlo Gasparri, in collaborazione con Ministero della Cultura-Soprintendenza Speciale di Roma e Fondazione Torlonia; Dai Medici ai Rothschild. Mecenati, collezionisti e filantropi, a cura di Fernando Mazzocca e Sebastian Schütze, in partnership con Alte Nationalgalerie di Berlino e Musei del

Bargello di Firenze; Collezione Henraux 1960-1970, a cura di Edoardo Bonaspetti, in collaborazione con Fondazione Henraux; Matthias Schaller. Das Meisterstück; Gabriella Benedini. Athanor, a cura di Paolo Bolpagni.

A Napoli: La fragilità e la forza, mostra conclusiva della XIX edizione di Restituzioni a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti e Carla Di Francesco, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica; Artemisia Gentileschi a Napoli, a cura di Antonio Ernesto Denunzio e Giuseppe Porzio, special advisor Gabriele Finaldi, in partnership con National Gallery di Londra.

A Torino: Paolo Pellegrin. La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia, a cura di Walter Guadagnini con il contributo di Mario Calabresi; Dalla guerra alla luna 1945-1969. Sguardi dall'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, a cura di Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso; Lisetta Carmi. Suonare forte, a cura di Giovanni Battista Martini (prima mostra della serie "La grande fotografia italiana" curata da Roberto Koch); Gregory Crewdson. Eveningside, a cura di Jean-Charles Vergne.

A Vicenza: Christoph Niemann. Illustrissimo, in collaborazione con Festival Illustri; Pigafetta e la prima navigazione attorno al mondo, a cura di Valeria Cafà e Andrea Canova, in collaborazione con Comune di Vicenza, Associazione Pigafetta 500, Comitato nazionale per le celebrazioni di Antonio Pigafetta, Università Cattolica del Sacro Cuore; Argilla. Storie di viaggi, secondo allestimento del progetto didattico-espositivo con finalità prevalentemente inclusive, a cura di Monica Salvadori, Monica Baggio e Luca Zamparo, in collaborazione con Università degli Studi di Padova - Dipartimento dei Beni Culturali nell'ambito del Progetto MemO.

Si segnala inoltre la produzione di mostre in sedi diverse dalle Gallerie d'Italia nell'ambito di progetti di partnership: nell'ambito di Miart, Milano: Tra pennelli e immagini virtuali dedicata a cinque giovani artisti italiani emergenti, a cura di Luca Beatrice, in Fiera Milano City, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Private Banking; nell'ambito di Artissima, Torino: esposizione di un nucleo di fotografie di Gregory Crewdson all'Oval Lingotto, in continuità con la mostra Eveningside alle Gallerie di Torino (contestualmente, presentazione in museo della rassegna di opere video Collective Individuals a cura di Leonardo Bigazzi); nell'ambito di Roma Arte in Nuvola: presentazione di un'installazione di Francesca Leone nel Nuovo Centro Congressi-La Nuvola, in continuità con una mostra sull'artista ospitata alle Gallerie di Milano nel 2021; nell'ambito del Festival Internazionale di Fotografia Cortona On The Move: mostra Transformations nella Fortezza del Girifalco, con gli scatti di Walter Niedermayr dedicati alla trasformazione architettonica di Palazzo Turinetti a Torino; co-produzione con Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo: mostra Tiziano, Tintoretto, Veronese. I colori della fede, a cura di Giovanni Carlo Francesco Villa e don Gianmatteo Caputo, nel Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo in occasione dei trent'anni della Fondazione di Cuneo.

Attività didattiche e inclusive e Iniziative culturali

Nella programmazione di Gallerie d'Italia è centrale il rapporto con il mondo della scuola e il tema dell'inclusione, attraverso la proposta di attività – itinerari di visita e laboratori – rivolte a studenti e a persone che vivono situazioni di fragilità, realizzate con il supporto di Civita Mostre e Musei. Nel corso del 2022 sono stati realizzati 1.550 laboratori didattici a cui hanno partecipato circa 33 mila bambini e ragazzi dalle scuole dei territori di ogni ordine e grado; pensati specificamente per pubblici fragili, sono stati realizzati 260 percorsi a cui hanno partecipato 3.680 persone che vivono situazioni di disabilità e di disagio sociale. Tutte le attività educative sono gratuite.

Nel corso dell'anno sono stati inoltre proposti 815 percorsi di visita e attività per adulti e famiglie e 295 iniziative culturali (incontri, workshop, presentazioni di libri, concerti, reading, conferenze stampa) a cui hanno partecipato complessivamente circa 30 mila persone.

Da ricordare che alle Gallerie d'Italia lavorano stabilmente più di 120 giovani storici dell'arte nell'ambito della collaborazione con Civita Mostre e Musei.

Gallerie d'Italia kitchen

In una logica di supporto alla creatività, al talento e all'eccellenza italiana anche in campo gastronomico, le Gallerie hanno aperto i propri spazi a chef di provata professionalità ed esperienza. In riferimento al 2022, a Napoli è stata inaugurata "Luminist", caffetteria bistrot dello chef Giuseppe Iannotti (2 stelle Michelin); a Torino, nell'area dello storico locale, è stata aperta la caffetteria bistrot "Caffè San Carlo" a cura dei Costardi Bros, i fratelli piemontesi maestri del risotto; a Milano sono stati ampliati gli spazi di Vòce Aimo e Nadia (2 stelle Michelin) con l'aggiunta di una exclusive room, "La Finestra sul Giardino di Alessandro".

Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato e Casa Museo dell'Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo

Rientra in Progetto Cultura la gestione di due sedi museali in Toscana.

La Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato è stata inaugurata a marzo 2022. Intesa Sanpaolo, proprietaria dello storico Palazzo degli Alberti, ha promosso e realizzato la riapertura della Galleria raccogliendo l'indirizzo della Soprintendenza di Firenze, Pistoia e Prato di assicurare alla fruizione pubblica la preziosa collezione ospitata nel Palazzo (oggi di proprietà di Banca Popolare di Vicenza in L.C.A e dichiarata dal Ministero della Cultura indivisibile e vincolata al palazzo). Il museo, affidato a Civita Mostre e Musei, è aperto al pubblico esclusivamente nei fine settimana. Sono state definite le attività didattiche che verranno proposte nel 2023 alle scuole del territorio.

La Casa Museo Ivan Bruschi di Arezzo, gestita dalla Fondazione Bruschi, per effetto della incorporazione di UBI Banca è oggi parte del patrimonio culturale e architettonico del Gruppo. Aperto dal 2002, il museo ha sede nel medievale Palazzo del Capitano e promuove arte e antiquariato. Vi sono esposte circa 8 mila opere appartenute al Cavaliere Bruschi. Accoglie in comodato anche un nucleo di opere Intesa Sanpaolo. Nel 2022 la Fondazione ha celebrato i 20 anni dall'apertura del museo con 7 esposizioni temporanee, oltre che con conferenze, concerti, spettacoli teatrali, presentazioni di volumi, attività educative.

Restituzioni

Sin dal 1989 Intesa Sanpaolo è impegnata nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico del Paese con Restituzioni, considerato il più importante programma di restauri a livello mondiale, curato dalla Banca insieme al Ministero della Cultura. Nel 2022 si è conclusa la XIX edizione, che ha permesso il recupero di oltre 200 opere da oltre 80 musei, chiese e siti archeologici di tutta Italia, con la collaborazione di 54 Enti di tutela, 80 laboratori di restauro e centinaia di storici dell'arte. Come già anticipato, la mostra finale, La fragilità e la forza, è stata ospitata nelle nuove Gallerie d'Italia a Napoli; tra le attività collaterali, si è tenuto un ciclo di incontri sul restauro in sinergia con l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Inoltre ha preso il via la XX edizione di Restituzioni, con la call aperta a 110 Enti di tutela (ad oggi sono già pervenute centinaia di proposte di progetti di restauro). Nell'ambito di Restituzioni monumentali, sono state recuperate due importanti opere del Rinascimento: si è concluso ed è stato ufficialmente presentato il restauro della grande tela Cena di san Gregorio Magno di Veronese, conservata nel Santuario di Monte Berico a Vicenza (accompagnato da un programma di visite guidate al cantiere e di conferenze dal titolo Aspettando Veronese); è stato eseguito l'intervento sul monumento in marmo Madonna del Parto di Jacopo Sansovino custodito nella Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio a Roma.

Patrimonio artistico

Le raccolte d'arte del Gruppo contano circa 35 mila opere. Per dimensioni, completezza e qualità, è considerata una delle maggiori corporate collection al mondo, cui Progetto Cultura dedica assidue attività di studio, conservazione e valorizzazione, al fine di condividerla con il pubblico.

Restauro

Nel 2022 sono stati restaurati 197 beni di proprietà (in particolare, le opere inserite nei percorsi delle nuove Gallerie d'Italia a Torino e Napoli, 25 sculture in marmo del "nucleo Henraux" e 10 dipinti della collezione Bigongiari già della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, oltre a parte delle opere concesse in prestito per mostre temporanee). In un'ottica sostenibile, i restauri sono condotti con l'uso di prodotti innovativi ed ecologici.

Valorizzazione

La valorizzazione del patrimonio artistico del Gruppo avviene in via principale nell'ambito di percorsi museali alle Gallerie d'Italia, i cui progetti espositivi realizzati nel 2022 sono stati più sopra illustrati.

Prestiti

Le opere di proprietà sono regolarmente richieste in prestito per mostre temporanee da parte di musei e istituzioni nazionali e internazionali. Nel corso dell'anno, 277 opere hanno partecipato a 61 mostre in sedi italiane (tra cui Palazzo Reale, Milano; Galleria Nazionale d'Arte Moderna-Ca' Pesaro, Venezia; Mart, Trento e Rovereto; Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato) e in sedi estere (come Petit Palais, Parigi; Rijks Museum, Amsterdam; Galleria Hauser & Wirth, New York).

Comodati

Una delle modalità per assicurare le opere alla fruizione pubblica è il comodato: nel 2022, sono stati sottoscritti 5 nuovi comodati (con BPER Banca; Fondazione Bruschi, Arezzo; Museo Diocesano Carlo M. Martini-Fondazione Sant'Ambrogio per la cultura cristiana, Milano; Comune di Castellamonte, Torino; Fondazione della Comunità Bergamasca) per un totale di circa 60 opere.

Allestimenti nelle sedi della Banca

Si segnalano due progetti di allestimento svolti in collaborazione con Direzione Immobili e Logistica:

  • sedi di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking: sono state allestite 18 filiali e due palazzi a Firenze di particolare interesse storico-architettonico, per i quali sono stati predisposti studi ad hoc in funzione della valorizzazione congiunta dell'immobile e delle opere, selezionate in base a criteri di coerenza cronologica, territoriale e storico-artistica;
  • Intesa Sanpaolo House, sede del Gruppo in Lussemburgo: sono state collocate opere di importanti artisti italiani del Novecento e di artisti emergenti, selezionate dalle collezioni di arte moderna e contemporanea della Banca, con un evento di presentazione del Progetto Cultura e della corporate collection organizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo Bank Luxemburg, IMI Corporate & Investment Banking Division, l'Ambasciata Italiana in Lussemburgo e la Fondazione Cavour.

Iniziative di valorizzazione in tutta Italia

Sono state realizzate, in diverse città del Paese, iniziative di valorizzazione di nuclei collezionistici del Gruppo di particolare rilevanza storica e identitaria per le comunità di riferimento, organizzate in collaborazione con le istituzioni del territorio, tra cui:

  • progetti espositivi nelle sedi a Pistoia di Fondazione Pistoia Musei-Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia, con opere già della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia (oggi di Intesa Sanpaolo, in comodato alla Fondazione Caript): il nuovo allestimento del percorso "Collezioni del Novecento" a Palazzo De' Rossi e la mostra In fabula. Capolavori restaurati dalla collezione Bigongiari nell'Antico Palazzo dei Vescovi;
  • la mostra Collezione Henraux 1960-1970 a Querceta di Seravezza (Lucca) nella sede di Fondazione Henraux, che riunisce le sculture della storica collezione Henraux, compreso un nucleo di 19 marmi appartenente alle raccolte di Intesa Sanpaolo;
  • il nuovo allestimento a Palazzo Reale di Napoli del presepe settecentesco già del Banco di Napoli (oggi di Intesa Sanpaolo, in comodato alla Soprintendenza competente);

– la mostra Habitat. Le forme e i modi della Natura dedicata esclusivamente a un nucleo di 40 opere selezionate dalle collezioni d'arte moderna e contemporanea di Intesa Sanpaolo, ospitata a Palazzo Bisaccioni a Jesi, sede storica della Cassa di Risparmio di Jesi (oggi parte del Gruppo) e attuale sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.

Progetto Diogene

Progetto Diogene è il programma di assessment avviato nel 2019 che prevede la verifica di collocazione, stato di conservazione e clusterizzazione delle opere del patrimonio artistico di proprietà – suddiviso in due classi, il "patrimonio artistico di pregio" (circa 9 mila beni) e gli "altri beni di interesse storico e decorativo" (circa 24 mila beni) – collocate nelle diverse sedi della Banca in Italia e all'estero. Nel 2022 si sono conclusi: l'assessment del patrimonio d'arte ex UBI Banca (circa 5 mila beni di cui oltre 600 di pregio); l'analisi del libro cespiti di Intesa Sanpaolo relativo alla classe "altri beni di interesse storico e decorativo"; l'assessment degli "altri beni di interesse storico e decorativo" di Intesa Sanpaolo presenti nei depositi di Milano, Torino e Sarmeola. Sono in corso: l'assessment degli apparati decorativi e dei beni d'arte ospitati in 83 palazzi di Intesa Sanpaolo e 20 palazzi ex UBI.

Fair Value e Art Advisory

La normativa interna prevede il monitoraggio costante della solidità del valore economico delle collezioni rispetto al mercato di riferimento, attraverso il processo di rideterminazione a fair value del valore a bilancio delle opere appartenenti alla classe "patrimonio artistico di pregio", condotto con la Direzione Amministrazione e Fiscale. Nel corso dell'anno sono state effettuate le relative analisi di scenario. Sono stati svolti approfondimenti (provenienza, attribuzione, ecc.) relativi sia alle opere "di pregio", sia agli "altri beni di interesse storico e decorativo" con particolare attenzione al tema dell'impairment (anche a supporto del Progetto Diogene). È proseguito il lavoro di gestione delle nuove acquisizioni derivanti da acquisti sul mercato o da donazioni (in particolare, le opere entrate in collezione in seguito alle mostre fotografiche delle Gallerie d'Italia - Torino), accompagnato dalla costante analisi di nuove proposte di acquisizioni. Sono stati realizzati progetti di valorizzazione delle collezioni di proprietà in prestigiose occasioni di mercato quali le fiere dell'arte contemporanea Miart, Artissima, Arte in Nuvola, in collaborazione e a supporto delle attività di Art Advisory del Gruppo.

Convegno "Linee di energia"

Nel 2022 si è svolta la VI edizione del programma di convegni "Linee di Energia" dedicati al tema del restauro di opere di arte contemporanea, in collaborazione con Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale e IGIIC-Italian Group International Institute for Conservation. La nuova edizione, che si è tenuta on line nella piattaforma di Artissima di Torino, è stata occasione per riflettere sul restauro e sull'archiviazione dei materiali fotografici.

Archivio storico

L'Archivio Storico di Intesa Sanpaolo, uno più importanti archivi bancari a livello europeo, custodisce 20 km lineari di documenti tra il 1380 e i primi anni Duemila e gestisce, tra i fondi fotografici, l'Archivio Publifoto. Cura la conservazione, catalogazione, valorizzazione e fruizione pubblica del ricco patrimonio archivistico ereditato dagli istituti confluiti nel Gruppo.

Nuove acquisizioni, tutela, conservazione, restauro

Nel corso del 2022 l'attività sugli archivi ex UBI Banca ha permesso di acquisire ulteriore documentazione (2.587 scatole e 250 registri storici); sono riprese le attività sugli altri archivi di Gruppo, con l'acquisizione di 106 scatole e 460 registri/documenti. Le acquisizioni hanno riguardato anche fotografie (6.113), oggetti museali (771) e libri (la base dati si è incrementata nell'anno di 2.959 schede bibliografiche).

L'innovativo PAD-Progetto Archivi Digitali, che garantisce la conservazione a lungo termine dei documenti digitali delle diverse strutture della Banca, ha visto caricare circa 22 mila nuovi documenti; è proseguito il recupero dei documenti pregressi di interesse storico (dalle strutture Formazione, Comunicazione Interna e Studi e Ricerche) Il restauro ha riguardato circa 1.870 materiali tra fotografie, documenti, oggetti, volumi.

Inventariazione, catalogazione

L'inventariazione degli archivi ex UBI ha riguardato 1.798 scatole, 749 faldoni, 1.016 registri/documenti, 2.362 schede; quella degli altri archivi di Gruppo ha riguardato 1.014 scatole, 7 metri lineari di registri, 338 pezzi, 490 schede.

Sono proseguiti i seguenti progetti di inventariazione: Carte dei Vertici (3.600 schede); Carte Personale Comit e Cariplo (785 schede e 195 fascicoli); Fondo dell'ufficio Cause e procedure del Servizio Legale e Tributario della Comit (313 pratiche); Patrimonio IMI (473 faldoni); Carte dell'arte, dedicato alla ricerca dei documenti relativi al patrimonio artistico di Gruppo (inventariazione di 131 faldoni e indicizzazione di 32 schede per 51 verbali lavorati).

È stata aggiornata la Mappa Storica. l'ambiente digitale che ricostruisce la storia delle banche del Gruppo (nel 2022, 278 istituti censiti).

Consultazione on line, sale di studio, attività di ricerca per le Direzioni

I dati indicativi dei siti di consultazione si attestano su circa 51 mila accessi per il sito di pubblicazione degli inventari, 12.000 per Mappa Storica e 6.700 per World Map.

Attive le sale studio dell'Archivio a Milano e Roma, con 305 giornate di consultazione in presenza, 69 utenti a distanza, 203 domande di studio e 40 tesi in corso nell'anno 2022.

Sono proseguiti i progetti che utilizzano l'innovativa modalità LOD-Linked Open Data per la pubblicazione dei dati: Fondo EGELI, i dati sulla confisca dei beni ebraici durante la persecuzione nazifascista (5.271 schede); Archivi che imprese!, le fonti sul finanziamento alle industrie nel Novecento (11.733 schede). È stato predisposto un video divulgativo sui LOD presentato per la prima volta nel workshop internazionale della European Association for Banking History dal titolo Digital rebirth of historical datasets.

Importante anche l'attività di ricerca di documenti a supporto delle altre Direzioni e di Banche Estere, nonché le operazioni di razionalizzazione con Direzione Immobili – svuotamento e scarto – di uffici e archivi nelle sedi ex UBI (Bergamo, Brescia, Jesi), nelle sedi del Gruppo o depositi esterni.

Valorizzazione

I materiali dell'Archivio Storico sono stati valorizzati: in occasione delle mostre Dai Medici ai Rothschild (alle Gallerie d'Italia di Milano, nella sezione dedicata a Raffaele Mattioli), Quando lo spazio è arte (alle Gallerie d'Italia di Milano, nell'ambito di MuseoCity), Storie restituite (nel Comune di Bollate, dedicata al Fondo Egeli); nei podcast L'ebreo onorario nell'ambito della Giornata della Memoria; in occasione del Festivaletteratura di Mantova, del Festival della Cultura Americana di Roma, della manifestazione Archivi Aperti di Milano.

Sono stati portati a termine due conferimenti: la preziosa biblioteca del Monte di Pietà di Milano alla Fondazione Banca del Monte di Lombardia; l'Archivio della Cassa di Risparmio di Tortona alla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona.

Costanti le collaborazioni con archivi, istituzioni culturali e università per progetti di promozione e valorizzazione delle fonti, tra cui Fondazione Einaudi di Roma e Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura di Torino. Si è concluso il progetto di ricerca con l'Università La Sapienza di Roma in collaborazione con l'Università di Buenos Aires dal titolo Italia/Argentina, Argentina/Italia, che ha portato anche alla realizzazione di una mostra al Galata Museo del Mare a Genova.

Archivio Publifoto

L'Archivio Publifoto ha trovato collocazione permanente nelle nuove Gallerie d'Italia di Torino. Sono stati trasferiti da Milano a Torino oltre 100 bancali di materiale, comprese le 3.200 scatole di preziose stampe vintage.

Anche i materiali dell'Archivio Publifoto sono stati oggetto di restauro (990 foto), digitalizzazione (13.690) e pubblicazione in formato LOD (10.000 schede).

Sul fronte della valorizzazione, le immagini Publifoto sono state protagoniste di mostre alle Gallerie d'Italia (in particolare Dalla guerra alla luna a Torino) e hanno partecipato a mostre in altre sedi (come Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano a Roma, Palazzo Ducale a Martina Franca). Altri importanti momenti di approfondimenti sono stati la manifestazione Archivi Aperti di Milano, il festival Archivissima e La Notte degli Archivi a Torino e il ciclo di incontri Update. Formarsi con gli archivi, organizzato da Archivissima e ospitato alle Gallerie d'Italia di Torino, che mette a confronto l'Archivio Publifoto con altri archivi.

Progetto Art & People

Il patrimonio storico-artistico di proprietà è preziosa risorsa da valorizzare a beneficio della comunità nel suo complesso oltre che, nello specifico, nei confronti dei dipendenti della Banca: in questa logica è stato attivato il progetto Art & People che vede la Direzione Arte, Cultura e Beni Storici collaborare con altre strutture della Banca nella progettazione di iniziative rivolte ai dipendenti di Intesa Sanpaolo (nel 2022: "Insuperabili con Arte" in collaborazione con Disability Management e il gruppo di lavoro interfunzionale "inSUPERabili"; "Art Experience" in collaborazione con Talent Management; "Arte e inclusione" in collaborazione con Diversity & Inclusion e la Community ISProud).

Valorizzazione digitale

È stato presentato il nuovo sito web gallerieditalia.com, rinnovato nella grafica e nei contenuti, con il rilascio live della piattaforma in sinergia con gli attuali standard dei siti internet di proprietà di Intesa Sanpaolo.

Sono state prodotte iniziative sui canali web e social di Gallerie d'Italia e di Gruppo per la promozione delle mostre, del patrimonio artistico e archivistico di proprietà, delle partnership culturali e di altri eventi di Progetto Cultura, che favoriscono l'ampliamento del pubblico e l'inclusione e consentono di fornire approfondimenti aggiuntivi. Interessanti sono stati i riscontri in termini di visualizzazioni e interazioni 40 .

Parallelamente alle attività sulle piattaforme di Gallerie d'Italia e di proprietà, l'impegno ha riguardato la diffusione dei contenuti sulla intranet aziendale per accrescere il coinvolgimento del personale (news: 115, articoli su Mosaico e Mosaico International: 19; clip: 31).

In relazione ai progetti delle nuove sedi museali, è stata sviluppata – attualmente per la sede torinese – l'App di Gallerie d'Italia, una guida digitale che consente un'esperienza di visita "evoluta" fornendo informazioni, contenuti esclusivi e approfondimenti accessibili a diversi target di pubblico (4.500 download).

40 Tra le iniziative più significative (dati forniti dalla Direzione Comunicazione e Immagine): contenuti social e digital (organici su canali di proprietà, campagna adv): Valorizzazione nuove Gallerie d'Italia-Torino e mostre inaugurali Pellegrin, Dalla guerra alla luna): 35,2 milioni impression, 1,2 milioni interazioni; Valorizzazione nuove Gallerie d'Italia-Napoli: 26,6 milioni impression, 734 mila interazioni e Mostra inaugurale Restituzioni: 324 mila impression; Mostra Pigafetta: 4,7 milioni impression, 2,7 mila interazioni; Mostra Crewdson: 25,3 milioni impression, 17,4 mila interazioni; Mostra Torlonia: 18 milioni impression, 2,5 milioni interazioni; Mostra Artemisia: 23,5 milioni impression, 26,2 mila interazioni; #INSIDE (incontri sui temi delle mostre di Gallerie d'Italia-Torino, Napoli): primo semestre: contenuti social e web adv: 7,8mln impression; secondo semestre, focus appuntamenti live di Torino: contenuti social adv: 7,9mln impression; Corso Executive in Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate: II edizione: 16,7milioni impression; lancio III edizione:12,7 milioni impression; Partnership con Artissima e Miart: 69,3 mila impression e valorizzazione Amplify 156,4 mila visualizzazioni; varie iniziative di accessibilità e inclusione alle Gallerie d'Italia: contenuti organici su canali di proprietà: 120,4 mila impression, valorizzazione Amplify 300 mila visualizzazioni.

Partnership nazionali e internazionali

Progetto Cultura cura una rete di partnership con importanti realtà italiane, per il sostegno delle loro attività oltre che per la produzione congiunta di iniziative, nell'ambito di un rapporto che si definisce sempre più in termini di sinergia e condivisione. Si evidenziano di seguito alcune delle principali collaborazioni sviluppate nel corso dell'anno, basate sul dialogo e sul lavoro condiviso con le Fondazioni di origine bancaria, gli Enti locali, le Soprintendenze, le Università, i musei e le istituzioni culturali del Paese.

  • È stato siglato l'accordo che vede Intesa Sanpaolo main partner della manifestazione "Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023" a fianco del Comitato Bergamo Brescia (composto da Fondazione Cariplo, Fondazioni della Comunità Bresciana e della Comunità Bergamasca e i Comuni di Bergamo e Brescia). Il 2 marzo 2022 le Gallerie d'Italia di Milano hanno ospitato la presentazione del dossier di programmazione "La città illuminata" alla presenza del Ministro Dario Franceschini, realizzato con il sostegno della Banca e curato dal Centro di Ricerca ASK dell'Università Bocconi.
  • La Banca è main partner delle più importanti fiere di arte moderna e contemporanea in Italia, quali: Miart di Milano (XXVI edizione nel 2022), Artissima di Torino (XXIX edizione), Roma Arte in Nuvola (II edizione), oltre che il Festival Internazionale di Fotografia Cortona On The Move, a cui partecipa apportando anche propri contenuti originali (v. Gallerie d'Italia - Progetti espositivi).
  • Numerose le collaborazioni con prestigiosi musei italiani a supporto di mostre e attività, tra cui Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Palazzo Strozzi di Firenze (in particolare la Banca è stata main partner dell'importante mostra Donatello. Il Rinascimento), Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Pinacoteca di Brera, Museo Poldi Pezzoli di Milano, Fondazione Torlonia di Roma; le mostre: di Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì nei Musei di San Domenico di Forlì (Maddalena nel 2022); di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nel Palazzo del Monte di Pietà di Padova e Palazzo Roverella di Rovigo (Kandinskij; L'occhio in gioco; Robert Capa); del Comune di Vicenza nell'ambito della rassegna "Grandi Mostre in Basilica Palladiana" (I creatori dell'Egitto eterno, in collaborazione con il Museo Egizio di Torino); del Comune di Milano nella sede comunale di Palazzo Marino in occasione di ogni Natale (La carità e la bellezza); e ancora le mostre Raffaello ai Musei Reali di Torino e Michelangelo alle Gallerie dell'Accademia di Firenze (in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center); nell'ambito di un piano pluriennale sostenuto con Compagnia di San Paolo: supporto a Fondazione Museo delle Antichità Egizie, Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura, Polo del '900 e Filarmonica Teatro Regio a Torino; sostegno al convegno internazionale di studio "Il genio universale di Canova" (a Possagno, Bassano del Grappa e Vicenza).
  • Nell'ambito della promozione del libro e della lettura, sostegno al Salone Internazionale del Libro di Torino (XXXIV edizione) e alle iniziative ad esso collegate ("Un libro tante scuole" e "Portici di carta"), oltre che a Circolo dei lettori di Milano e La Grande Invasione-Festival della lettura di Ivrea (X edizione).
  • Nell'ambito della fotografia, oltre al Festival di Cortona, si ricorda il sostegno a CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia (di cui la Banca è partner fondatore), alla mostra fotografica ATP 50 Game Changing del Comune di Torino in occasione delle Nitto ATP Finals, alla prima edizione del premio dedicato a giovani fotografi organizzato da Fondazione Paul Thorel di Napoli, nonché la sigla di un protocollo d'intesa per la realizzazione di un Festival internazionale della fotografia a Torino a partire dal 2023.
  • Nell'ambito della promozione dei beni archivistici, sostegno al Festival Archivissima e La Notte degli Archivi a Torino (V edizione) e a Museimpresa-Associazione Italiana Archivi e Musei d'Impresa.
  • Intesa Sanpaolo sostiene progetti di restauro e riqualificazione di spazi e monumenti pubblici tramite erogazioni liberali in formula art bonus, quali, in riferimento al 2022: restauro e ampliamento del Conservatorio Pollini di Padova (con Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Comune di Padova); rifunzionalizzazione del Teatro Ringhiera di Milano (con Fondazione Cariplo e Comune di Milano); sostegno al concorso internazionale per il restyling dello Stadio Artemio Franchi di Firenze (con Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Comune di Firenze); restauro del giardino storico del Castello Bonoris di Montichiari; manutenzione del Castello Comunale di Barolo (attraverso la partecipazione all'asta benefica "Barolo en primeur" promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo).
  • Il Gruppo ha partecipato anche a progetti di carattere sociale, come il restyling degli spazi relazionali del reparto di Terapia Intensiva Neonatale della Struttura Complessa di Neonatologia universitaria dell'Ospedale Sant'Anna di Torino (progetto "Spazi Neonati" della Città della Salute e della Scienza di Torino), e a diverse iniziative a favore di associazioni onlus (AGDP-Associazione Genitori e Persone con sindrome di Down, Milano; Fondazione Theodora di Milano, a sostegno dei bambini in ospedale; Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro).

Significative anche le collaborazioni all'estero (in sinergia con International Affairs), in una logica di cultural diplomacy e in linea con la proiezione internazionale del Gruppo. In particolare: la partnership con la National Gallery di Londra per la realizzazione del progetto culturale ed espositivo dedicato ad Artemisia Gentileschi; l'esposizione di un dipinto del Seicento fiammingo in collezione Intesa Sanpaolo nella residenza dell'Ambasciatore d'Italia in Belgio in occasione delle "Consultazioni politiche rafforzate Italia-Belgio"; la valorizzazione, con un incontro nell'Ambasciata Italiana di Parigi, del dipinto di Giovanni Boldini in collezione Intesa Sanpaolo in prestito per la mostra al Petit Palais.

Formazione e progetti per i giovani

Progetto Cultura dedica ai giovani iniziative che si configurano come opportunità espressive e formative legate alle professioni nel mondo dell'arte e della cultura.

Nell'ambito di "Gallerie d'Italia Academy", si è svolta la II edizione del Corso di Alta Formazione in Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate (con Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo Formazione, Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura, Ministero della Cultura-Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali): oltre 440 candidature, 30 studenti partecipanti, 8 borse di studio messe a disposizione dalle Fondazioni, circa 60 docenti, 162 ore di lezioni (in presenza, ospitate nelle sedi di Gallerie d'Italia, e in modalità webinar). È stata inoltre avviata la III edizione del Corso che si terrà nel 2023 (oltre 150 candidature già pervenute).

Tra le iniziative di "Officina delle Idee", sono proseguiti: il "Progetto Euploos" in collaborazione con Gallerie degli Uffizi di Firenze che coinvolge un gruppo di lavoro multidisciplinare formato da giovani storici dell'arte, fotografi e informatici, per la realizzazione del catalogo digitale dei 70 mila disegni conservati dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi (nel 2022, sono state pubblicate 1.754 schede scientifiche e 3.250 fotografie); i progetti didattici che prevedono l'affidamento di opere di proprietà al Laboratorio per il Restauro della Carta e della Fotografia presso la Fondazione Centro Conservazione e Restauro "La Venaria Reale", nell'ambito del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell'Università di Torino (nel 2022 sono state restaurate 50 opere del Novecento su carta, un nucleo di negativi dell'Archivio Publifoto e 23 macchinari storici dalle collezioni dell'Archivio Storico). Sono state avviate nuove iniziative: due progetti ricerca dedicati alla valorizzazione delle fonti primarie dell'Archivio Storico affidati a due giovani ricercatori dell'Università degli Studi di Milano e di Genova; un progetto triennale che coinvolge gli studenti del Corso in Fotografia dello IED-Istituto Europeo di Design di Torino, chiamati a documentare l'impatto delle nuove Gallerie d'Italia sul territorio (la prima tappa, intitolata Sono qui. Bureau Metamorfosi, si è conclusa nel 2022 con l'esposizione nei Portici di Piazza San Carlo di una selezione di 26 scatti di 21 studenti).

Editoria e Musica

Nell'ambito di Edizioni Gallerie d'Italia - Skira vengono realizzate le pubblicazioni relative alle iniziative di Progetto Cultura. Nel 2022 sono stati pubblicati 16 volumi, tra cataloghi di mostre, la collana multimediale Vox Imago (giunta alla XIX edizione con Macbeth di Verdi), libri di fotografia (Fotografia. Due secoli di storia e immagini a cura di Walter Guadagnini e A Time of Distance in collaborazione con Cortona On The Move), progetti di ricerca e studi sul collezionismo (tra cui la II edizione di Collezionisti e valore dell'arte in Italia in collaborazione con Intesa Sanpaolo Private Banking e Direzione Studi e Ricerche) e il "silent book" La luna al museo composto solo da illustrazioni in un'ottica di accessibilità (realizzato in collaborazione Ministero della Cultura-Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali).

Da segnalare l'uscita della prestigiosa opera in due tomi I presidenti e la presidenza del Consiglio dei ministri nell'Italia repubblicana curata da Sabino Cassese, Alberto Melloni e Alessandro Pajno, in collaborazione con Fscire-Fondazione per Le Scienze Religiose Giovanni XXIII edita da Laterza con il sostegno della Banca.

Sono proseguite le collaborazioni con importanti enti musicali per la realizzazione di stagioni concertistiche (Società del Quartetto, Milano; Palazzo Marino in Musica, Milano; Festival Milano Musica; Stresa Festival; Festival L'arca di Noa ad Arona). Nell'ambito della didattica musicale, sono stati promossi progetti formativi per giovani esecutori, con un'attenzione rivolta anche ai ragazzi appartenenti a categorie svantaggiate, oltre che iniziative specifiche per piccoli ascoltatori (Esperienza Orchestra con Orchestra Filarmonica del Teatro Regio di Torino, programmi con Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli e con la Società del Quartetto di Milano).

Principali rischi ed incertezze

Le informazioni sui principali rischi e incertezze cui il Gruppo Intesa Sanpaolo è esposto trovano illustrazione nella Relazione sull'andamento della gestione e nella Nota Integrativa consolidata.

Nella parte introduttiva del presente capitolo, è stata fornita, come di consueto, una rappresentazione sintetica del quadro macroeconomico (illustrato con maggior grado di dettaglio nello specifico capitolo della Relazione), con i principali rischi connessi allo scenario geopolitico internazionale da leggere in coerenza con le indicazioni prospettiche contenute capitolo sulla prevedibile evoluzione della gestione.

In ossequio alle indicazioni contenute nel public statement di ESMA del 13 maggio 2022 e nel più recente public statement "European common enforcement priorities for 2022 annual financial reports" del 28 ottobre 2022:

  • − si è dato conto, nel presente capitolo, dei principali aspetti di rischio per il Gruppo ISP correlati al conflitto militare tra Russia e Ucraina, nonché allo scenario pandemico da COVID-19. Ulteriori indicazioni in tal senso, riferite in particolare agli impatti valutativi delle esposizioni verso i due Paesi belligeranti, sono incluse nella Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della Note integrativa consolidata. Nelle Parti A, B, C ed E della Nota integrativa consolidata sono inoltre contenute le informazioni richieste dalla Comunicazione Banca d'Italia del 21 dicembre 2021 avente ad oggetto l'aggiornamento delle integrazioni alla Circolare 262 in tema di impatti del COVID-19 e delle relative misure a sostegno dell'economia;
  • − alla luce del mutato scenario in termini di tassi e inflazione che ha fatto seguito allo scoppio del conflitto russo-ucraino, nella Parte B della Nota integrativa, nel paragrafo relativo ai test di impairment, sono riportate le valutazioni del management circa le previsioni di scenario e di redditività utilizzate a fine 2022, nell'ambito della verifica di congruità dei valori delle attività intangibili e dell'avviamento;
  • − le informazioni sui rischi in generale e, più in particolare, sui rischi finanziari (rischi di credito e rischi di mercato), sui rischi operativi e sui rischi delle imprese di assicurazione sono come sempre contenute nella Parte E della Nota integrativa consolidata dove vengono altresì esposti alcuni approfondimenti in termini di rischio climatico. Si segnala che le principali tematiche correlate al rischio climatico richiamate dal recente public statement di ESMA sono riportate in forma aggregata nella Parte E della Nota integrativa consolidata mentre gli aspetti più strettamente strategici sono trattati nel precedente paragrafo "Sostenibilità e strategia del Gruppo su tematiche Environmental, Social and Governance" del presente capitolo della Relazione sull'andamento della gestione.

Per quanto riguarda infine la solidità patrimoniale, i relativi elementi informativi sono contenuti, oltre che nella Relazione sull'andamento della gestione, nello specifico paragrafo dedicato ai fondi propri ed ai coefficienti di solvibilità, nella Parte F della Nota integrativa. Gli ulteriori elementi di dettaglio sono come di consueto resi disponibili con l'aggiornamento dell'Informativa sul Terzo Pilastro di Basilea 3.

Quanto, infine, al presupposto della continuità aziendale, gli Amministratori di Intesa Sanpaolo ribadiscono di avere la ragionevole certezza che la Società e il Gruppo continueranno nella loro esistenza operativa in un futuro prevedibile e che, di conseguenza, il Bilancio 2022 è stato predisposto in questa prospettiva di continuità. Precisano, quindi, di non avere rilevato nella struttura patrimoniale e finanziaria consolidata e nell'andamento operativo del Gruppo sintomi che possano indurre incertezze sul punto della continuità aziendale.

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Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio

Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio

Lo scenario macroeconomico

L'economia e i mercati finanziari e valutari

Stimiamo che nel 2022 la crescita del PIL mondiale sia stata pari al 2,7%, dopo il rimbalzo del 6,0% osservato nel 2021. Anche l'espansione del commercio mondiale è vistosamente rallentata. Il calo di velocità della crescita è stato geograficamente molto diffuso e ha interessato sia le economie avanzate, sia quelle emergenti. In Cina, la volatilità dell'economia è stata accentuata dalle politiche di gestione della crisi pandemica. La crisi inflattiva si è ulteriormente esacerbata, in particolare nel continente europeo, e ha indotto molte banche centrali a rimuovere rapidamente gli stimoli monetari introdotti negli anni precedenti. In particolare, la politica monetaria della FED è diventata rapidamente restrittiva nel corso del 2022, iniziando a frenare le componenti della domanda interna più sensibili ai tassi di interesse, come le costruzioni residenziali. Il range dei tassi sui FED funds è stato portato nel corso dell'anno da 0-0,25% a 4,25-4,50%, ed è stata avviata una riduzione del portafoglio di titoli pubblici e privati detenuto dalla banca centrale, dopo aver smesso di accrescerlo dal mese di marzo.

Nel 2022, l'Eurozona è stata colpita dagli effetti di un violento rincaro dei prezzi del gas naturale, riflesso dell'invasione russa dell'Ucraina e del conseguente deterioramento dei rapporti politici ed economici fra Unione Europea e Russia. L'interruzione quasi totale delle importazioni di gas dalla Russia è stata affrontata con una combinazione di riduzione dei consumi, aumento della produzione da fonti rinnovabili e altre fonti fossili, aumento di importazioni da altri fornitori. Questa strategia ha scongiurato la necessità di razionamento delle forniture, ma non ha evitato vertiginosi aumenti dei prezzi del gas sul mercato europeo. Il drastico peggioramento delle ragioni di scambio dovuto alla crisi si è riflesso in un calo di circa 4 punti percentuali del saldo commerciale aggregato. L'impatto recessivo dello shock è stato però quasi del tutto compensato dalle misure pubbliche di sostegno a famiglie ed imprese e dal calo della propensione media al risparmio delle famiglie verso i livelli prepandemici. Di conseguenza, il PIL è cresciuto del 3,5% nel 2022, ben sopra le stime di crescita potenziale. Nel 2022 l'inflazione è salita a livelli ampiamente superiori a quelli previsti un anno fa, prima della guerra. La variazione media annua è stata pari all'8,4%. Gran parte del maggior incremento è attribuibile agli effetti diretti e indiretti del rincaro del gas naturale, ma le analisi statistiche segnalano ormai un rilevante contributo di fattori di domanda alla dinamica dell'inflazione sottostante.

In Italia, la stima preliminare dell'Istat colloca la crescita del PIL nel 2022 al 3,9% a/a, circa mezzo punto meno di quanto previsto prima della guerra. La riduzione della crescita è dovuta al drastico peggioramento della bilancia commerciale (pari, anche per l'Italia, a circa 4 punti percentuali del PIL nel 2022), che all'interno si è riflesso in un calo del reddito reale delle famiglie (l'inflazione armonizzata è salita all'8,7% su base annua) e in un peggioramento della redditività delle imprese. L'impatto finale è stato mitigato da misure fiscali (riduzione di accise, crediti di imposta alle imprese, sussidi alle famiglie, sospensione di alcune componenti di costo di sistema ecc.) e dalla ampia riduzione della propensione media al risparmio delle famiglie. Il tasso di disoccupazione è calato all'8,2%. Ciò nonostante, la crescita del PIL è gradualmente rallentata nel corso del 2022, ed è stata moderatamente negativa su base congiunturale a fine 2022, riflettendo l'indebolimento della produzione industriale e dell'attività edile. Nel 2022 la dinamica dei prezzi immobiliari è stata molto positiva in termini nominali, anche se in indebolimento a partire dal terzo trimestre, quando l'indice Istat registrava un aumento del 3,0% a/a, in calo dal picco di 5,2% del secondo trimestre. L'Italia ha raggiunto tutti gli obiettivi intermedi previsti dal PNRR, ottenendo lo sblocco di tutte le tranche di pagamento previste dal piano. Tuttavia, la spesa effettiva è risultata inferiore a quella inizialmente stimata.

La Banca Centrale Europea ha alzato rapidamente i tassi ufficiali a partire dal luglio 2022, avviando una fase di restrizione che si estenderà anche alla prima parte del 2023. Lo scorso anno si è chiuso con un tasso sui depositi (DFR) al 2,00% e un tasso sulle operazioni principali di rifinanziamento (refi) al 2,5%. Alla riunione di fine 2022 la BCE ha avvisato che i rialzi continueranno a passo sostenuto nei primi mesi del 2023, e un nuovo aumento dei tassi di 50 punti base è stato prontamente attuato il 2 febbraio. Per quanto concerne le misure non convenzionali, la BCE ha interrotto a fine marzo 2022 gli acquisti netti legati al programma PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), e a fine giugno quelli del programma APP (Asset Purchase Programme). A ottobre, ha altresì annunciato modifiche alle condizioni delle operazioni TLTRO III così da incentivare il rimborso anticipato da parte delle banche prenditrici. Al fine di ridurre il rischio di gravi turbolenze dei mercati locali durante la fase di restrizione monetaria, la BCE ha deciso di reinvestire in modo flessibile le scadenze del portafoglio PEPP e ha annunciato un nuovo strumento, il Transmission Protection Instrument (TPI). Il TPI potrà essere attivato a sostegno di giurisdizioni che soddisfino delle condizioni minime di rispetto delle norme UE in materia di conti pubblici e di squilibri macroeconomici, e che rispettino gli impegni assunti con il PNRR.

L'aumento dei tassi di mercato nell'eurozona ha in parte anticipato la restrizione della politica monetaria. In seguito, la velocità dei rialzi dei tassi BCE è stata tale da indurre un notevole appiattimento delle curve dei tassi. Infatti, l'aumento dei tassi rispetto al dicembre 2021 è stato pari a circa 3,4 punti percentuali sulla scadenza IRS biennale ma a soli 2,6 punti su quella decennale. L'interruzione degli acquisti netti di titoli, il rialzo dei tassi e il peggioramento delle prospettive di crescita hanno condotto a un ampio allargamento dei premi per il rischio sui BTP: il differenziale è salito dai 128 punti base del dicembre 2021 a 190 punti base un anno dopo. La crisi di governo e le elezioni politiche hanno causato a partire da luglio tensioni sul mercato del debito pubblico e un ulteriore disimpegno degli investitori esteri. Le tensioni sono rientrate nell'ultimo bimestre, di fronte all'evidenza che il nuovo governo stava adottando politiche fiscali prudenti e complessivamente coerenti con le raccomandazioni UE.

L'andamento dei mercati valutari ha risentito della maggiore volatilità di crescita reale e differenziali di tasso. Il cambio euro/dollaro è sceso da 1,13 fino a 0,98, recuperando poi nell'ultimo bimestre fino a 1,06. Una forte volatilità ha interessato anche la sterlina britannica e lo yen giapponese.

I mercati azionari internazionali hanno registrato una tendenza complessivamente ribassista nel 2022, guidata in prevalenza da shock esogeni, tra i quali la guerra tra Russia e Ucraina, la crisi energetica, le crescenti pressioni inflazionistiche, le politiche restrittive adottate delle banche centrali e la ripresa dei contagi COVID in Cina.

Il primo semestre ha visto un generale incremento dell'avversione al rischio: lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina a fine febbraio ha introdotto un forte elemento di incertezza sulle prospettive congiunturali e delle società quotate, in particolare nell'area dell'euro. Dopo avere toccato i minimi dell'anno a fine settembre, gli indici azionari hanno poi parzialmente recuperato nel trimestre finale del 2022.

L'approccio più costruttivo degli investitori è stato guidato, in primo luogo, da risultati trimestrali nel complesso positivi e al di sopra delle attese, con le società quotate in grado di difendere i propri margini di redditività, nonostante un contesto operativo sfidante; in secondo luogo, da attese che l'inflazione possa raggiungere un picco nella prima parte del 2023.

L'indice Euro Stoxx ha chiuso l'anno in calo del -13,2%; il CAC 40 ha leggermente sovraperformato chiudendo con -8,1%, mentre il DAX ha registrato un ribasso del -11,5%; l'IBEX 35 ha sovraperformato, chiudendo l'anno a -4,5%. Al di fuori dell'area euro, l'indice del mercato svizzero SMI ha chiuso il periodo a -15,7%, mentre l'indice FTSE 100 in UK ha terminato l'anno leggermente in positivo (+1,7%).

Il mercato azionario USA ha registrato una marcata flessione: l'indice S&P 500 ha chiuso il periodo a -20,6%, mentre l'indice dei titoli tecnologici NASDAQ Composite ha sottoperformato (-34,7%). Anche i principali mercati azionari in Asia hanno registrato ribassi: l'indice NIKKEI 225 ha chiuso il 2022 a -9,4%, mentre l'indice del mercato cinese SSE Composite ha chiuso il periodo a -15,5%.

Il mercato azionario italiano ha performato nel complesso in linea con i benchmark dell'area euro: l'indice FTSE MIB ha chiuso l'anno a -12,2%, in linea con l'indice FTSE Italia All Share (-13,0%). I titoli a media capitalizzazione hanno sottoperformato, chiudendo il periodo in ribasso del -27,7%.

Nonostante un parziale recupero realizzato durante l'ultima parte dell'anno, i mercati obbligazionari corporate europei hanno chiuso il 2022 negativamente, con i premi al rischio (misurati come asset swap spread-ASW) in forte aumento.

Le politiche monetarie delle banche centrali sono state tra i principali driver delle performance di mercato sin dal mese di gennaio, quando le attese di un minor stimolo monetario da parte della BCE hanno pesato sull'andamento degli spread. Il sentiment degli investitori è poi progressivamente peggiorato a causa dell'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia, delle preoccupazioni sulle prospettive del ciclo economico e soprattutto dei repentini aumenti dei prezzi che hanno spinto la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve ad un atteggiamento più aggressivo in termini di tassi. In questo contesto, gli spread hanno raggiunto i loro massimi alla fine del mese giugno, a cui è seguita una fase sostanzialmente laterale prima del parziale recupero realizzato nel mese di novembre (indice iBoxx IG Euro Corporates).

I titoli corporate Investment Grade hanno visto i loro spread aumentare a 98 punti base rispetto ai 63 di inizio anno, dopo aver toccato un picco a 136 a fine giugno 2022. Negativo anche l'andamento dei titoli High Yield, con spread in crescita a 427 punti base rispetto ai 301 di inizio anno. In entrambi in casi, i dati evidenziano una migliore tenuta dei titoli non-finanziari (indici IHS Markit iBoxx).

Il mercato primario ha risentito dell'aumento dei tassi di interesse con una contrazione delle nuove emissioni. In questo contesto, secondo i dati forniti da Bloomberg, le emissioni legate alla finanza sostenibile (ESG) hanno registrato un calo del 27% rispetto al 2021 (a circa 250 miliardi di euro) dopo la continua crescita evidenziata negli ultimi anni. Lo spaccato per tipologia di obbligazioni indica che il calo è stato dovuto principalmente alla diminuzione dei titoli Social (-67% rispetto al 2021) e Sustainability-Linked (-47%), mentre le emissioni di Green bonds sono risultate sostanzialmente in linea con l'anno precedente (circa 180 miliardi di euro). L'aumento dei tassi ha avuto un effetto anche in termini di prezzo di collocamento dei titoli ESG, con il progressivo venire meno del beneficio di emettere titoli "sostenibili" rispetto a titoli con le stesse caratteristiche ma non legati a temi ESG (cosiddetto "greenium").

Le economie e i mercati emergenti

Dopo i forti rimbalzi subìti nel 2021, i Paesi Emergenti hanno evidenziato ridimensionamenti nel ritmo di espansione che si sono manifestati soprattutto nel primo trimestre del 2022 mentre dal secondo trimestre si sono accusati i forti segnali negativi dovuti agli impatti dell'invasione russa dell'Ucraina. I maggiori aumenti del PIL si sono registrati tra i Paesi Emergenti e le economie in via di sviluppo (secondo il FMI 3,7% la stima del 2022), con la Russia però che accusa un calo del PIL stimato del 3,4% nel 2022 per via degli effetti della guerra. Più sostenuta la stima di crescita del FMI per Medio Oriente e Asia centrale (5,0% nel 2022), mentre più modesta quella della regione sub-sahariana dell'Africa (+3,6%).

Nelle regioni con controllate ISP – considerando gli aggiornamenti dei dati disponibili fino al terzo trimestre 2022 – si riscontra un aumento del PIL del 3,2% nell'Europa Centro e Sud Orientale (CEE/SEE) e una flessione di oltre il 6% nell'Europa Orientale (EE), con una dinamica a livello di singoli paesi compresa tra il +1,4% in Slovacchia e +5,2% in Croazia nel primo caso, e tra il -3,7% in Russia e il -30,8% in Ucraina, nel terzo trimestre. La crescita del terzo trimestre si è mostrata più contenuta in tutte le aree europee rispetto al secondo.

Nel 2022 gli effetti del conflitto in Ucraina e la forte domanda connessa alla ripresa hanno spinto i corsi delle materie prime energetiche a livelli record con conseguenti effetti anche sull'inflazione, con particolare riferimento ai Paesi dell'Est Europa (EE) dove gli ultimi dati disponibili mostrano incrementi superiori al 13%. Nelle regioni con controllate ISP, la dinamica dei prezzi al consumo nel 2022 è salita in media al 13,6% (dal 4,5% nell'anno precedente) in area Centro Est Europa (CEE) e Sud Est Europa (SEE) (con valori compresi tra il 6,7% dell'Albania e il 15,7% della Repubblica Ceca) e al 14,4% dal 6,9% del 2021 in area EE. In Egitto la dinamica dei prezzi ha ripreso a salire segnando un +13,1% da +5,2% del 2021. In molti Paesi i tassi di inflazione sono al di fuori dell'intervallo target delle banche centrali.

Le misure espansive adottate dalle Autorità centrali per contenere gli effetti economici della pandemia e sostenere il percorso di recupero del ciclo economico iniziano ad essere gradualmente eliminate in alcuni Paesi. Con riferimento ai Paesi con

controllate ISP, è stata avviata una fase di rialzo dei tassi di riferimento soprattutto per l'Europa Orientale alla luce del contesto di elevata inflazione, mentre inizia ad essere progressivamente eliminata l'abbondante liquidità precedentemente iniettata nel sistema per far fronte al calo dei consumi e degli investimenti.

In questo contesto, le politiche monetarie sono state orientate alla restrizione. In Ungheria il tasso di policy è stato portato al 13% dal 2,4% di inizio 2022; in Polonia, la Banca nazionale ha mantenuto invariato il tasso di riferimento al 6,75% per la quarta volta consecutiva nella riunione di gennaio 2023. Nell'ultima riunione del 2022 la Banca Nazionale ceca ha mantenuto il tasso di riferimento al 7,0%, lo stesso tasso deciso dalla Romania a gennaio 2023. In Serbia e Albania i tassi di riferimento sono rispettivamente al 5,25% e 2,75%. In Russia, la banca centrale (CBR), dopo aver portato il tasso di policy al 20% il 28 febbraio 2022, ha iniziato a ridurlo di 300 punti base (al 17%) in aprile e di altri 600 punti base (all'11%) in due fasi a maggio. All'inizio di giugno, la CBR ha abbassato nuovamente il tasso di riferimento, portandolo al 9,5%, poi all'8,0% a luglio e infine al 7,5% a settembre. In Moldavia, la banca centrale ha aumentato il tasso di riferimento sei volte nel 2022, di 1.500 punti base, portandolo al 21,5%, per poi abbassarlo a dicembre al 20,0%.

In Egitto, infine, la Banca centrale, dopo aver mantenuto invariato il tasso di policy nel 2021, lo ha aumentato nel marzo 2022 di 100 punti base (al 10,25%), in maggio di 200 punti base (al 12,25%), di altri 200 punti base in ottobre, al 14,25%, e infine di 300 punti base a dicembre al 17,25%.

Il 2022 è stato l'anno della cautela espressa dagli investitori. I principali driver dei mercati finanziari sono stati l'inizio in febbraio del conflitto militare tra la Russia e l'Ucraina, il protrarsi delle criticità emerse durante la pandemia di Coronavirus e che ancora oggi gravano sulle supply chain, la progressiva ascesa dei prezzi su scala globale (in particolare sulla componente energetica anche per motivi geopolitici), il cambio di rotta in termini di politiche monetarie delle principali banche centrali prioritariamente impegnate a riportare l'inflazione verso i livelli target attraverso condizioni finanziarie di mercato meno favorevoli, il rischio di un periodo di stagnazione dell'economia mondiale. Particolarmente influenti sul sentiment internazionale restano le incertezze che afferiscono al percorso di crescita della Cina, in quanto - nonostante i recenti allentamenti delle rigide misure volte a contenere i contagi - la prolungata strategia "zero COVID" adottata da Pechino ha messo a dura prova la seconda economia mondiale. Con riferimento al mercato azionario, lo scorso anno è stato interessato da diffuse correzioni al ribasso dei prezzi (indice MSCI World -19,46%, MSCI Emerging Markets -22,37%). In relazione al paniere degli Emergenti si segnalano perdite sugli indici MSCI Eastern Europe (-82,86%) ed Asia ex Japan (-21,54%), mentre, quello riferito al Latin America è rimasto complessivamente stabile (-0,07%), quale conseguenza di movimenti erratici riscontrati nel corso dei mesi. L'indice equity riferito all'Europa dell'Est ha scontato in particolare l'acuirsi delle tensioni geo politiche e l'escalation militare tra Mosca e Kiev. L'azionario asiatico è stato penalizzato particolarmente dal peso della performance negativa registrata dalla Cina (-23,60%). Relativamente al Sudamerica si segnala la modesta variazione positiva del Brasile (+1,66%), da un lato sostenuta dal miglioramento della situazione sanitaria e dagli apprezzamenti delle materie prime, dall'altro condizionata da mesi d'incertezza politica per le elezioni presidenziali di fine ottobre e in attesa della formazione del nuovo governo voluto dal presidente Lula.

Nei Paesi con controllate ISP di area CEE/SEE le quotazioni azionarie hanno fornito indicazioni prevalentemente negative, fatta eccezione per la Bosnia Erzegovina (+7,62%) e per la Serbia (+2,40%). Tra i deprezzamenti si segnalano in particolare quelli riferiti all'Ungheria (-33,72%), alla Polonia (-29,28%), alla Slovenia (-25,79%) e alla Repubblica Ceca (-18,56%). Fuori dalla regione CEE/SEE, la Russia e l'Egitto hanno mostrato anch'essi cali dei corsi rispettivamente del 39,18% e del 25,33%. In particolare, per quanto riguarda Mosca, è molto probabile che le performance negative sarebbero state più cospicue in assenza di controlli dei capitali e in caso di mantenimento dell'operatività di Borsa da parte della Banca centrale russa.

Relativamente ai mercati valutari, il Nominal Emerging Market Economies Dollar Index, che esprime l'andamento della valuta statunitense rispetto ad un paniere di valute emergenti, si è apprezzato in presenza di rialzi del costo del denaro da parte della Federal Reserve avvenuti nel corso del 2022, nonostante il ritracciamento che ha caratterizzato gli ultimi due mesi dell'anno sull'ipotesi di un rallentamento degli interventi per non penalizzare eccessivamente l'economia. Il biglietto verde ha registrato importanti guadagni rispetto alla Lira turca (+40,34%), condizionata negativamente dai rischi legati ad una politica monetaria accomodante nonostante l'elevata inflazione. In relazione alle valute asiatiche si segnalano i rafforzamenti avvenuti nei confronti del Renminbi cinese (+8,58%) e della Rupia indiana (+11,08%). In rapporto alle valute latinoamericane è stato riscontrato un rafforzamento sul Peso argentino (+72,13%) e colombiano (+19,23%) e in senso opposto, un modesto indebolimento nei confronti del Real brasiliano (-5,10%), del Peso messicano (-4,94%) e del Sol peruviano (-4,57%).

Nei Paesi con controllate ISP, in area EE il Dollaro USA rispetto al Rublo russo è tornato pressoché sui livelli di un anno fa (-2,76%), nonostante l'ampio deprezzamento della valuta russa avvenuto in febbraio. A tal proposito, infatti, nei due mesi a seguire, è stato recuperato il terreno perso. Nel secondo semestre dell'anno si è assistito ad un movimento laterale. Tra i paesi CEE e SEE non facenti parte dell'Eurozona, si segnalano gli apprezzamenti che la moneta unica europea ha registrato verso la Grivnia ucraina (+28,01%), il Fiorino ungherese (+8,14%) e lo Zloty polacco (+2,33%); di contro, alcuni deprezzamenti sono avvenuti nei confronti del Lek albanese (-5,47%) e della Corona ceca (-2,87%). Sostanzialmente stabile è rimasto l'Euro sul Dinaro serbo, sul Leu bulgaro e romeno, nonché sulla divisa croata in vista dell'adesione all'Eurozona a partire dal primo gennaio del 2023.

L'attesa su scala internazionale di diffusi rialzi dei tassi d'interesse per fronteggiare le spinte inflazionistiche ha determinato durante lo scorso anno un progressivo innalzamento dei rendimenti a medio e a lungo termine. Si sono osservate variazioni modeste sui tassi offerti dalla Cina in considerazione di una banca centrale che si mostra pronta ad intervenire in modo accomodante per favorire le condizioni di crescita dell'economia. Rendimenti, invece, in consistente calo per quanto riguarda la Turchia.

Il sistema creditizio italiano

I tassi e gli spread

Nel corso del 2022 gli aumenti dei tassi di riferimento della politica monetaria hanno iniziato a trasmettersi ai tassi bancari. Nella seconda metà dell'anno i tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie sono saliti rapidamente: quello sui prestiti fino a 1 milione è più che raddoppiato rispetto a inizio anno, il tasso sui prestiti di importo maggiore è quadruplicato. Anche i tassi sulle erogazioni di mutui alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono aumentati in misura significativa, in particolare il tasso fisso, tornato a essere più alto del variabile di 0,9 punti nella seconda metà del 2022, dopo due anni di sostanziale allineamento tra i due tassi. A seguito degli aumenti sulle nuove operazioni, nell'ultima parte del 2022 anche il tasso medio sulle consistenze di prestiti bancari è salito più rapidamente, portandosi al 3,2% (+1,1 punti percentuali rispetto a fine 2021). Più resistenti sono risultati i tassi sui depositi, in particolare quello medio sui conti correnti, aumentato solo marginalmente sul finire dell'anno. La vischiosità del tasso sulla componente a vista ha influenzato l'evoluzione del tasso medio sui depositi che è salito solo leggermente. Diversamente, i tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita hanno mostrato maggiore reattività, con notevoli aumenti da luglio. Molto gradualmente ha preso avvio anche l'aumento del costo complessivo della raccolta da clientela, incorporando i moderati movimenti al rialzo del tasso medio sulle obbligazioni. Di conseguenza, la forbice tra tassi attivi e passivi ha registrato un aumento significativo ed è salita su livelli che non si vedevano dal 2009.

Dopo undici anni in negativo, da settembre 2022 il mark-down sui depositi a vista è tornato positivo. All'opposto, col forte rialzo dei tassi euribor il mark-up sui tassi a breve si è ridotto notevolmente sul finire del 2022.

Gli impieghi

Il mercato del credito nel 2022 è stato caratterizzato da due fasi, registrando dapprima una crescita in miglioramento fino al periodo estivo, seguita da un rallentamento nei mesi finali. Tale evoluzione riflette il progressivo irrigidimento delle condizioni di offerta coerente con la svolta restrittiva della politica monetaria e con l'aumento dei rischi percepiti, mentre dal lato dei fattori di bilancio delle banche si è confermata la buona situazione di liquidità e funding e la dotazione patrimoniale è rimasta solida.

La domanda di credito da parte delle imprese si è ravvivata nei mesi centrali dell'anno in relazione alle necessità finanziarie legate alla gestione corrente, a fronte dell'aumento dei costi operativi per i rincari energetici e degli altri input. La particolare natura della domanda ha spinto un rimbalzo dei prestiti a breve termine, tornati in crescita da febbraio dopo circa dieci anni in calo. Con l'inasprirsi delle condizioni creditizie e l'aumento dei tassi, nell'ultima parte dell'anno i prestiti a breve alle società non-finanziarie hanno segnato un rapido rallentamento. Diversamente, lungo tutto il 2022 i prestiti a medio-lungo termine sono rimasti deboli, con tassi di variazione oscillanti attorno allo zero e in negativo a fine anno, scontando il forte incremento registrato nel contesto pandemico grazie al supporto dei crediti con garanzia pubblica.

I finanziamenti alle famiglie nel 2022 hanno mantenuto un ritmo di crescita robusto. Ancora una volta, l'andamento è stato sostenuto dai prestiti per l'acquisto della casa la cui dinamica ha raggiunto il 5%, il massimo dell'ultimo decennio, registrando un andamento meno brillante nell'ultimo trimestre. Le erogazioni per nuovi contratti di mutuo si sono leggermente ridotte rispetto ai volumi considerevoli registrati nel 2021, ma il cumulato dei flussi realizzati nell'anno risulta elevato nel confronto storico. Il rapido e notevole aumento del tasso fisso sulle erogazioni ha indotto un'inversione di tendenza delle preferenze di tasso sui mutui, che nell'ultimo trimestre per il 66% sono stati stipulati a tasso variabile, dal 17% del 1° trimestre 2022 e dei due anni precedenti. Il credito al consumo ha mostrato un recupero, anche se la dinamica risulta alquanto modesta a confronto con la crescita robusta osservata pre-pandemia.

Dal lato della qualità del credito, non sono emersi particolari segni di deterioramento. Lo stock di prestiti deteriorati al netto delle rettifiche di valore risultava pari all'1,2% del totale dei prestiti a settembre per le banche significative, stabile rispetto a metà anno ma ulteriormente in calo a confronto con l'1,4% di fine 2021. Il ritmo di formazione di nuovi crediti deteriorati è rimasto storicamente molto basso, dell'1,1% nel terzo trimestre 2022 in termini di flusso rapportato ai finanziamenti in bonis e annualizzato. Sono proseguiti gli interventi di de-risking da parte delle banche, consolidando le azioni decisive già realizzate.

La raccolta diretta

Con la svolta di politica monetaria e il rapido rialzo dei tassi di interesse, nei mesi autunnali del 2022 la lunga e forte crescita dei depositi bancari, durata oltre un decennio, si è fermata. Dopo i picchi raggiunti nel 2021 e il successivo graduale rallentamento, il tasso di crescita del totale dei depositi è sceso a zero seguendo la frenata della componente dei conti correnti che verso fine 2022 ha segnato una variazione annua leggermente negativa. Tale andamento riflette quello dei conti correnti delle società non-finanziarie, in calo nei mesi autunnali. Da inizio anno a dicembre il flusso netto del totale dei depositi delle società non-finanziarie è stato negativo per 6 miliardi, rispetto ad un afflusso di 42 miliardi nel 2021, indicando che le imprese hanno iniziato a utilizzare parte delle risorse accumulate sui conti bancari negli anni precedenti. Anche i depositi delle famiglie hanno rallentato in corso d'anno ma sono rimasti leggermente in crescita nell'ultimo trimestre. All'interno dell'aggregato dei depositi, come da attese, è emersa una tendenza sempre più evidente allo spostamento dei risparmi dalle forme a vista a quelle a tempo. Per i depositi con durata prestabilita si è registrato un ritorno alla crescita verso fine anno, dopo un lungo periodo di debolezza. l recupero è motivato dalla risalita dei tassi corrisposti su questi strumenti. Anche le obbligazioni bancarie hanno segnato in corso d'anno una tendenza in miglioramento, pur restando mediamente in calo, per chiudere a dicembre con una variazione nulla.

La raccolta indiretta e il risparmio gestito

Con l'aumento dei rendimenti di mercato si è osservato un rinnovato interesse per l'investimento diretto in titoli governativi e obbligazioni corporate. Per la raccolta amministrata si è quindi registrata un'inversione di tendenza, col ritorno alla crescita dei titoli di debito delle famiglie detenuti in custodia presso le banche.

Nel 2022 l'attività del risparmio gestito ha subito l'impatto negativo del forte aumento dei tassi di interesse e dell'andamento sfavorevole degli indici di borsa. I fondi comuni hanno registrato una raccolta netta moderatamente positiva, principalmente nei primi quattro mesi dell'anno, grazie soprattutto agli afflussi verso il comparto azionario. Le gestioni patrimoniali sono state caratterizzate da una raccolta netta debole, sostenuta da quella retail. Con riferimento alle assicurazioni vita, la dinamica è risultata in calo, in seguito alla contrazione della nuova produzione sia delle polizze tradizionali, sia di quelle a elevato contenuto finanziario.

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I risultati economici e gli aggregati patrimoniali

Relazione sull'andamento della gestione – Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio

I risultati economici

Aspetti generali

Per consentire una lettura più immediata dei risultati, viene predisposto un conto economico consolidato riclassificato sintetico. I dati sono normalmente riesposti, ove necessario e se materiali, per consentire raffronti in termini omogenei. In particolare, gli importi vengono resi il più possibile coerenti con riferimento ai diversi periodi rappresentati, soprattutto in relazione alle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. Tale omogeneizzazione avviene tramite dati "riesposti", che accolgono/escludono i valori delle società entrate/uscite nel/dal perimetro di consolidamento. In relazione all'acquisizione del Gruppo UBI Banca, nel 2021 si era reso opportuno il ricorso anche a dati "rideterminati" da affiancare ai dati riesposti per allinearli/integrarli attraverso dati gestionali.

In continuità con il Bilancio 2021, la riesposizione su basi omogenee dei dati di raffronto ha innanzi tutto riguardato i dati del 1° trimestre 2021 per effetto del recepimento delle risultanze reddituali linea per linea di Reyl & Cie S.A., RB Participations S.A. e Asteria Investment Managers S.A. (Gruppo Reyl), entrate nell'area di consolidamento integrale nel secondo trimestre 2021 a seguito dell'acquisizione da parte di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking del controllo di RB Participations S.A. e di Reyl & Cie S.A. che a sua volta possiede il controllo di Asteria Investment Managers S.A. Inoltre, sempre in continuità con il Bilancio 2021:

  • − per garantire un appropriato commento delle dinamiche gestionali delle voci coinvolte, i primi tre trimestri del 2021 sono stati interessati da una riesposizione tra spese amministrative e spese del personale di importo non materiale in relazione all'internalizzazione, intervenuta nel corso del 2021, di attività precedentemente conferite in outsourcing dal Gruppo UBI Banca, con la conseguente riassunzione di personale in precedenza ceduto o distaccato presso i service esterni;
  • − per i quattro trimestri del 2021 e per il 1° trimestre 2022 si è proceduto alla riclassifica, con conseguente riesposizione, dalle spese del personale alle commissioni passive degli oneri relativi ad alcuni sistemi di incentivazione di personale dipendente delle reti distributive del Gruppo (finanziati attraverso i ricavi commissionali generati dalle reti stesse sulla base di criteri di quantificazione di carattere deterministico correlati ai suddetti ricavi), che a partire dal secondo trimestre 2022 vengono riclassificati dalle spese per il personale alle commissioni passive, in analogia al trattamento contabile previsto per i sistemi di incentivazione dei consulenti finanziari non dipendenti.

A partire dal 30 settembre 2022 è intervenuta la riesposizione dei dati relativi ai quattro trimestri del 2021 e ai primi due trimestri del 2022, per tenere conto:

  • − dell'ingresso nel perimetro di consolidamento di Compagnie de Banque Privée Quilvest (gruppo Fideuram) avvenuto a fine giugno 2022, con conseguente inizio del consolidamento dei dati economici a partire dal mese di luglio 2022, e
  • − del conferimento a Intesa Sanpaolo Formazione del ramo di attività di Intesa Sanpaolo dedicato alla progettazione ed erogazione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo con sede in Italia, avvenuto in via propedeutica alla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione perfezionata a fine giugno 2022, con la convenzionale attribuzione del risultato netto alla voce Utile (perdita) del periodo di pertinenza di terzi, quindi senza impatto sull'utile dei periodi precedenti.

Con riferimento invece all'acquisizione del Gruppo UBI Banca ed alle operazioni societarie correlate, a partire dal Resoconto al 31 marzo 2021, per poter fornire un raffronto omogeneo dei dati di conto economico anche con riferimento agli effetti delle cessioni di sportelli a BPER e alla Banca Popolare Puglia e Basilicata avvenute nel primo trimestre 2021 e di quelle pianificate (e successivamente perfezionate) nel secondo trimestre di quell'anno, ci si era avvalsi – in relazione alla natura delle riesposizioni necessarie – anche di dati gestionali. Di conseguenza, per presentare i valori "rideterminati" sulla base di evidenze contabili e gestionali erano stati predisposti schemi riclassificati aggiuntivi rispetto a quelli definiti sulla base dei dati effettivi di chiusura dei diversi periodi, riesposti ove necessario, e le relative tabelle di dettaglio erano state integrate, o duplicate, con l'evidenza separata dei "Dati rideterminati".

Nel secondo trimestre 2021 era stata poi perfezionata l'acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo Vita del 100% del capitale sociale di Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas41 , con cui UBI aveva avviato partnership pluriennali e che erano in precedenza consolidate con il metodo del patrimonio netto in funzione delle quote di interessenza detenute. Le componenti reddituali di tali compagnie assicurative sono state influenzate anch'esse dalla cessione delle filali UBI a BPER, che ha fatto venire meno la marginalità delle polizze vendute alla clientela appartenente a tali filiali. Al fine quindi di fornire una rappresentazione su base omogenea dei dati di raffronto delle risultanze economiche linea per linea riferibili alle compagnie assicurative acquisite nel secondo trimestre 2021 si era reso necessario far ricorso – anche per questa fattispecie – a dati gestionali per quantificare gli effetti della citata produzione connessa alla clientela delle filiali cedute a BPER.

41 Assicurazioni Vita (già Aviva Vita) e Lombarda Vita sono state incorporate in Intesa Sanpaolo Vita il 31 dicembre 2021. Cargeas Assicurazioni è stata incorporata in Intesa Sanpaolo Assicura, controllata totale di Intesa Sanpaolo Vita, il 1° ottobre 2022.

Per effetto di quanto sopra esposto ed al fine di supportare adeguatamente con raffronti omogenei i commenti andamentali, nel Bilancio al 31 dicembre 2022 viene mantenuta la "rideterminazione" dei valori del 2021 rappresentata nel Bilancio di quell'esercizio, che in dettaglio ha riguardato:

  • − per i dati del 1° trimestre 2021:
    • o l'esclusione linea per linea delle risultanze reddituali relative agli sportelli UBI ceduti nel primo trimestre 2021 e a quelli UBI e ISP ceduti nel secondo trimestre 2021, sinteticamente e convenzionalmente appostate nella voce Utile (Perdita) delle attività operative cessate dello schema "rideterminato";
    • o l'inclusione linea per linea dei dati delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, opportunamente "rideterminati" sulla base di evidenze gestionali per escludere le risultanze reddituali riconducibili alla produzione riferibile alla clientela appartenente alle filiali cedute a BPER, con la convenzionale attribuzione del risultato netto alla voce Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi del conto economico "rideterminato", quindi senza impatto sull'utile di periodo;
    • o l'eliminazione del contributo alla voce Altri proventi (oneri) operativi netti del risultato di pertinenza delle società assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita) e Lombarda Vita (precedentemente consolidate con il metodo del patrimonio netto) con convenzionale attribuzione del risultato netto alla voce Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi del conto economico "rideterminato" (dunque senza effetto sull'utile netto), già deputata ad accogliere sinteticamente gli effetti economici dei risultati linea per linea delle citate società;
  • − per i dati del 2° trimestre 2021:
    • o l'esclusione linea per linea delle risultanze reddituali relative agli sportelli UBI e ISP ceduti nel secondo trimestre 2021, sinteticamente e convenzionalmente appostate nella voce Utile (Perdita) delle attività operative cessate dello schema "rideterminato";
    • o l'inclusione linea per linea dei dati della compagnia assicurativa Cargeas per i mesi di aprile e maggio, con convenzionale attribuzione del risultato netto alla voce Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi, quindi senza impatto sull'utile di periodo.

Nessuna "rideterminazione" dei valori ha interessato i dati del 3° e del 4° trimestre 2021 e dei quattro trimestri 2022.

Rispetto allo schema previsto dalla Circolare 262 della Banca d'Italia, vengono poi effettuate alcune aggregazioni e riclassificazioni. I dettagli analitici delle riesposizioni, delle aggregazioni e delle riclassificazioni – oltre che delle citate "rideterminazioni" – sono forniti, con distinti prospetti, tra gli allegati al bilancio, in aderenza anche a quanto richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006.

Le riclassificazioni e aggregazioni di voci effettuate nel Conto economico consolidato riclassificato riguardano le seguenti fattispecie:

  • − i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio, nonché quelli incassati e pagati nell'ambito dell'attività di prestito titoli, che sono riallocati nell'ambito della voce Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value;
  • − il Risultato netto delle attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione (valutato ai sensi dello IAS 39, in relazione all'esercizio dell'opzione di differimento nell'applicazione dell'IFRS 9 da parte del Gruppo), che compendia le quote di Interessi netti, Dividendi e Risultato delle attività e passività finanziarie riguardanti l'attività assicurativa, è riappostato, unitamente ai premi netti e al saldo di proventi ed oneri della gestione assicurativa, alla specifica voce Risultato dell'attività assicurativa, cui è ricondotto anche l'effetto dell'adeguamento della riserva tecnica, per la componente di competenza degli assicurati, correlato all'impairment di titoli in portafoglio alle compagnie assicurative del Gruppo. Sono peraltro ricondotti nell'ambito della voce Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore su altre attività eventuali sinistri liquidati, al netto dei premi emessi a copertura degli stessi, che trovano corrispondenza nell'utilizzo dell'accantonamento effettuato nel 2021 in relazione a squilibri finanziari generatisi anche in conseguenza di maggiori utilizzi delle prestazioni da parte degli assicurati al termine dei lunghi periodi di lockdown;
  • − i differenziali su derivati, classificati nel portafoglio di negoziazione, stipulati a copertura di operazioni in divisa, che, in funzione della stretta correlazione esistente, sono ricondotti tra gli interessi netti;
  • − le commissioni periodiche su rapporti di conto corrente con saldi attivi applicate alla clientela (ad esclusione del segmento clientela retail e PMI) in coerenza con quanto previsto dai fogli informativi, che vengono ricondotte nell'ambito del margine di interesse, in quanto volte a rifondere il costo finanziario sostenuto dalla Banca;
  • − il Risultato netto dell'attività di negoziazione, il Risultato netto dell'attività di copertura, il Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico nonché gli utili e perdite da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e da cessione o riacquisto di passività finanziarie, che sono riallocati nell'unica voce Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value, ad eccezione degli importi relativi a rettifiche di valore di alcune quote di finanziamenti obbligatoriamente valutati al fair value che, in quanto attinenti a misurazioni di posizioni creditizie, vengono ricondotti nell'ambito della voce Rettifiche di valore nette su crediti per consentire una rappresentazione unitaria delle rettifiche di valore riferite alla medesima posizione;
  • − la quota del premio all'emissione dei Certificates riconosciuta alle reti per il loro collocamento, che viene riclassificata dal Risultato della negoziazione e dal Risultato netto delle attività e delle passività valutate al fair value alle Commissioni nette;
  • − le componenti di rendimento delle polizze assicurative stipulate per far fronte alle indennità contrattuali ed ai piani di fidelizzazione dei consulenti finanziari, che sono portate a diretta riduzione del Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value, coerentemente con l'effetto valutativo degli asset di riferimento, anziché essere evidenziate – in quanto di competenza dei consulenti stessi – tra gli Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività (per gli effetti valutativi) ovvero tra le Commissioni nette o gli Altri proventi (oneri) operativi netti, in funzione della tipologia di polizza assicurativa utilizzata (per gli effetti da realizzo);
  • − i proventi operativi di entità operanti in settori del tutto distinti dall'ambito bancario e finanziario, sinteticamente riallocati nell'ambito degli Altri proventi (oneri) operativi netti, inclusi quelli delle entità non soggette a direzione e coordinamento nell'ambito del Gruppo (Risanamento e le sue controllate);

  • − gli oneri relativi ad alcuni sistemi di incentivazione di personale dipendente delle reti distributive del Gruppo, ove finanziati attraverso i ricavi commissionali generati dalle reti stesse sulla base di criteri di quantificazione di carattere deterministico correlati ai suddetti ricavi, che vengono riclassificati dalle Spese per il personale alle Commissioni passive, in analogia al trattamento contabile previsto per i sistemi di incentivazione dei consulenti finanziari non dipendenti;
  • − gli oneri relativi ad una erogazione liberale una tantum alle persone di Intesa Sanpaolo, ad esclusione di quelle con qualifica di dirigente o retribuzione equivalente, non relazionata alla loro performance lavorativa ma finalizzata a mitigare l'impatto dell'inflazione, che sono stati riclassificati dalle Spese per il personale agli Altri proventi (oneri) netti;
  • − le spese amministrative relative a recuperi di spese e di imposte e tasse, che sono portate a riduzione della voce anziché essere evidenziate tra gli Altri proventi e, con riferimento al Gruppo CIB, quelle riferite agli importi della "bank tax" versata trimestralmente allo Stato ungherese, nonché della nuova tassa straordinaria "Windfall tax" introdotta in Ungheria sugli extra profitti delle banche, le quali - stante la loro natura - vengono ricondotte alle Imposte sul reddito;
  • − gli utili e perdite da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (finanziamenti e titoli di debito rappresentativi di finanziamenti), che sono appostati tra le Rettifiche di valore nette su crediti;
  • − le Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relative ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato e ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, gli effetti economici delle modifiche contrattuali nonché gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito riferiti a impegni e garanzie rilasciate, ricondotti nell'ambito dell'unica voce Rettifiche di valore nette su crediti. La voce include anche importi relativi alle rettifiche di valore per rischio creditizio di alcune quote di finanziamenti obbligatoriamente valutati al fair value che, in quanto attinenti a misurazioni di posizioni creditizie, vengono ricondotti nell'ambito della voce Rettifiche di valore nette su crediti per consentire una rappresentazione unitaria delle rettifiche di valore riferite alla medesima posizione;
  • − il rientro del time value del Trattamento di fine rapporto del personale e dei Fondi per rischi ed oneri, che è ricondotto tra gli Interessi netti, in quanto il fenomeno deriva direttamente dall'applicazione del criterio del costo ammortizzato, in assenza di variazioni nella previsione dei flussi futuri attesi, coerentemente con il trattamento del time value delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato;
  • − le Rettifiche di valore nette per rischio di credito relative ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato diverse dai crediti e le rettifiche di valore per deterioramento di partecipazioni nonché di attività materiali ed immateriali (inclusi gli immobili e altri beni, anche derivanti dall'attività di escussione di garanzie o di acquisto in asta e destinati alla vendita sul mercato nel prossimo futuro), che sono riclassificate alla voce Altri accantonamenti netti e Rettifiche di valore nette su altre attività, la quale recepisce dunque - oltre agli accantonamenti per rischi ed oneri diversi da quelli relativi a impegni e garanzie - gli effetti valutativi delle attività diverse dai crediti, con la sola eccezione delle svalutazioni delle attività intangibili che confluiscono, al netto degli effetti fiscali, nella voce rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili;
  • − gli utili (perdite) realizzati su attività finanziarie valutate al costo ammortizzato diverse dai crediti, su partecipazioni e su altri investimenti, che vengono riappostati alla voce Altri proventi (oneri) netti. La voce recepisce dunque sinteticamente, oltre ai proventi ed oneri non strettamente correlati alla gestione operativa, gli effetti da realizzo delle attività diverse dai crediti. Fanno eccezione gli utili (perdite) realizzati su titoli di debito che, in considerazione del modello di business che prevede una gestione strettamente correlata con gli altri strumenti finanziari, vengono ricondotti nell'ambito del Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value;
  • − gli Oneri di integrazione e di incentivazione all'esodo del personale, che sono riclassificati, al netto dell'effetto fiscale, a voce propria dalle voci Spese del personale, Spese amministrative e da altre voci di conto economico;
  • − gli Effetti puramente contabili dell'allocazione dei costi di acquisizione che, al netto dell'effetto fiscale, sono ricondotti a voce propria. Essi normalmente rappresentano le quote di ammortamento, nonché eventuali svalutazioni, delle attività e passività finanziarie e delle immobilizzazioni materiali e immateriali oggetto di valutazione al fair value nell'ambito dell'applicazione del principio IFRS 3;
  • − i Tributi e gli altri oneri finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario, che sono ricondotti, al netto delle imposte, alla specifica voce;
  • − le Rettifiche di valore dell'avviamento e le svalutazioni delle altre attività intangibili, che ove presenti sono esposte, come in precedenza indicato, al netto delle imposte.

In base a quanto indicato in premessa ai fini di un confronto omogeneo, l'analisi delle dinamiche reddituali che segue è riferita ai dati rideterminati per tenere conto anche dell'inclusione del Gruppo UBI e della riallocazione del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Conto economico riclassificato

2022
2021
(milioni di euro)
Variazioni
assolute %
Interessi netti 9.500 7.971 1.529 19,2
Commissioni nette 8.919 9.621 -702 -7,3
Risultato dell'attività assicurativa 1.705 1.586 119 7,5
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.378 1.636 -258 -15,8
Altri proventi (oneri) operativi netti -32 111 -143
Proventi operativi netti 21.470 20.925 545 2,6
Spese del personale -6.742 -6.794 -52 -0,8
Spese amministrative -2.912 -2.987 -75 -2,5
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.280 -1.241 39 3,1
Costi operativi -10.934 -11.022 -88 -0,8
Risultato della gestione operativa 10.536 9.903 633 6,4
Rettifiche di valore nette su crediti -3.113 -2.772 341 12,3
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -281 -848 -567 -66,9
Altri proventi (oneri) netti 202 332 -130 -39,2
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - -
Risultato corrente lordo 7.344 6.615 729 11,0
Imposte sul reddito -2.059 -1.604 455 28,4
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -140 -439 -299 -68,1
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -211 -39 172
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -576 -525 51 9,7
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi -4 177 -181
Risultato netto 4.354 4.185 169 4,0

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

Conto economico riclassificato – Dati rideterminati

2022 2021 (milioni di euro)
Variazioni
Dati
rideterminati
assolute %
Interessi netti 9.500 7.905 1.595 20,2
Commissioni nette 8.919 9.527 -608 -6,4
Risultato dell'attività assicurativa 1.705 1.629 76 4,7
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.378 1.635 -257 -15,7
Altri proventi (oneri) operativi netti -32 97 -129
Proventi operativi netti 21.470 20.793 677 3,3
Spese del personale -6.742 -6.743 -1 -
Spese amministrative -2.912 -2.994 -82 -2,7
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.280 -1.243 37 3,0
Costi operativi -10.934 -10.980 -46 -0,4
Risultato della gestione operativa 10.536 9.813 723 7,4
Rettifiche di valore nette su crediti -3.113 -2.766 347 12,5
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -281 -851 -570 -67,0
Altri proventi (oneri) netti 202 332 -130 -39,2
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - 58 -58
Risultato corrente lordo 7.344 6.586 758 11,5
Imposte sul reddito -2.059 -1.605 454 28,3
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -140 -439 -299 -68,1
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -211 -39 172
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -576 -512 64 12,5
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi -4 194 -198
Risultato netto 4.354 4.185 169 4,0

I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Evoluzione trimestrale del conto economico riclassificato

Voci 2022 (milioni di euro)
trimestre trimestre trimestre trimestre trimestre trimestre trimestre trimestre
Interessi netti 3.064 2.387 2.092 1.957 1.955 2.000 2.002 2.014
Commissioni nette 2.222 2.153 2.255 2.289 2.518 2.323 2.381 2.399
Risultato dell'attività assicurativa 402 436 465 402 410 365 438 373
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair
value
-2 51 560 769 111 380 346 799
Altri proventi (oneri) operativi netti -12 -12 -12 4 18 26 18 49
Proventi operativi netti 5.674 5.015 5.360 5.421 5.012 5.094 5.185 5.634
Spese del personale -1.921 -1.632 -1.613 -1.576 -1.826 -1.636 -1.654 -1.678
Spese amministrative -865 -695 -718 -634 -869 -716 -730 -672
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -344 -313 -309 -314 -337 -301 -298 -305
Costi operativi -3.130 -2.640 -2.640 -2.524 -3.032 -2.653 -2.682 -2.655
Risultato della gestione operativa 2.544 2.375 2.720 2.897 1.980 2.441 2.503 2.979
Rettifiche di valore nette su crediti -1.185 -496 -730 -702 -1.222 -543 -599 -408
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su
altre attività
-113 -45 -63 -60 -415 -82 -218 -133
Altri proventi (oneri) netti 55 4 147 -4 78 63 -7 198
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - - - - - -
Risultato corrente lordo 1.301 1.838 2.074 2.131 421 1.879 1.679 2.636
Imposte sul reddito -50 -562 -670 -777 -78 -614 -78 -834
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al
netto delle imposte)
-78 -23 -23 -16 -291 -41 -55 -52
Effetti economici dell'allocazione dei costi di
acquisizione (al netto delle imposte)
-59 -51 -47 -54 46 -51 -18 -16
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al
netto delle imposte)
-32 -266 -12 -266 -23 -210 -83 -209
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività
intangibili (al netto delle imposte)
- - - - - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi -12 -6 8 6 104 20 62 -9
Risultato netto 1.070 930 1.330 1.024 179 983 1.507 1.516

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

(milioni di euro)
Voci 2022 2021

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre
Dati
rideterminati

trimestre
Dati
rideterminati
Interessi netti 3.064 2.387 2.092 1.957 1.955 2.000 1.997 1.953
Commissioni nette 2.222 2.153 2.255 2.289 2.518 2.323 2.369 2.317
Risultato dell'attività assicurativa 402 436 465 402 410 365 456 398
Risultato netto delle attività e passività
finanziarie al fair value
-2 51 560 769 111 380 346 798
Altri proventi (oneri) operativi netti -12 -12 -12 4 18 26 21 32
Proventi operativi netti 5.674 5.015 5.360 5.421 5.012 5.094 5.189 5.498
Spese del personale -1.921 -1.632 -1.613 -1.576 -1.826 -1.636 -1.652 -1.629
Spese amministrative -865 -695 -718 -634 -869 -716 -734 -675
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e
materiali
-344 -313 -309 -314 -337 -301 -299 -306
Costi operativi -3.130 -2.640 -2.640 -2.524 -3.032 -2.653 -2.685 -2.610
Risultato della gestione operativa 2.544 2.375 2.720 2.897 1.980 2.441 2.504 2.888
Rettifiche di valore nette su crediti -1.185 -496 -730 -702 -1.222 -543 -599 -402
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore
nette su altre attività
-113 -45 -63 -60 -415 -82 -220 -134
Altri proventi (oneri) netti 55 4 147 -4 78 63 -7 198
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - - - - 10 48
Risultato corrente lordo 1.301 1.838 2.074 2.131 421 1.879 1.688 2.598
Imposte sul reddito -50 -562 -670 -777 -78 -614 -81 -832
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo
(al netto delle imposte)
-78 -23 -23 -16 -291 -41 -55 -52
Effetti economici dell'allocazione dei costi di
acquisizione (al netto delle imposte)
-59 -51 -47 -54 46 -51 -18 -16
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema
bancario (al netto delle imposte)
-32 -266 -12 -266 -23 -210 -83 -196
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre
attività intangibili (al netto delle imposte)
- - - - - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi -12 -6 8 6 104 20 56 14
Risultato netto 1.070 930 1.330 1.024 179 983 1.507 1.516

Evoluzione trimestrale del conto economico riclassificato – Dati rideterminati

I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Proventi operativi netti

Nell'esercizio 2022 il Gruppo Intesa Sanpaolo ha conseguito una solida performance operativa in un contesto di riferimento complesso e sfidante. I proventi operativi netti sono ammontati a 21.470 milioni, in crescita del 3,3% rispetto ai 20.793 milioni del 2021. Tale risultato è stato determinato dall'incremento degli interessi netti, che hanno beneficiato dei rialzi sui tassi di interesse avvenuti nella seconda parte dell'anno da parte della BCE e, in misura minore, dei proventi derivanti dall'attività assicurativa, che hanno più che compensato il calo delle commissioni nette e del risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value, nonché l'impatto negativo degli altri oneri operativi netti.

Interessi netti

(milioni di euro)
Voci 2022 2021 Rettifiche 2021
Dati
rideterminati
Variazioni
(Dati rideterminati)
assolute %
Rapporti con clientela 8.954 7.854 -72 7.782 1.172 15,1
Titoli in circolazione -1.817 -1.685 - -1.685 132 7,8
Intermediazione con clientela 7.137 6.169 -72 6.097 1.040 17,1
Titoli valutati al costo ammortizzato che non costituiscono
finanziamenti
686 533 - 533 153 28,7
Altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con
impatto a conto economico
-22 -53 - -53 -31 -58,5
Altre attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
860 640 - 640 220 34,4
Attività finanziarie 1.524 1.120 - 1.120 404 36,1
Rapporti con banche 668 720 - 720 -52 -7,2
Differenziali su derivati di copertura -435 -601 - -601 -166 -27,6
Altri interessi netti 606 563 6 569 37 6,5
Interessi netti 9.500 7.971 -66 7.905 1.595 20,2

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Gli interessi netti, pari a 9.500 milioni, hanno presentato un forte aumento (+20,2%) rispetto al 2021. In particolare, hanno evidenziato una maggiore contribuzione sia l'intermediazione con clientela (+17,1%, pari a +1.040 milioni), per effetto dell'incremento degli interessi attivi nei rapporti con clientela, sia le attività finanziarie (+36,1%, +404 milioni), grazie agli andamenti positivi nelle altre attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e nei titoli valutati al costo ammortizzato e alla riduzione delle passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico. Tra le altre componenti sono risultati in miglioramento del 27,6% i differenziali negativi su derivati di copertura, mentre hanno presentato un calo gli interessi netti sui rapporti con banche (-7,2%). Per questi ultimi, a partire dal terzo trimestre i benefici derivanti dalle operazioni TLTRO III con la BCE, correlati ai tassi negativi applicati42, hanno iniziato a ridursi significativamente in seguito ai ripetuti rialzi dei tassi ufficiali operati dalla Banca Centrale Europea con effetti dal: 27 luglio (50 punti base), 14 settembre (75 punti base), 2 novembre (75 punti base) e 21 dicembre 2022 (50 punti base). Complessivamente nel 2022 sono stati contabilizzati interessi attivi derivanti dalle operazioni TLTRO III per 615 milioni a fronte dei 1.187 milioni

contabilizzati nel 2021, diminuzione solo parzialmente compensata, nel quarto trimestre, dagli interessi maturati sul reimpiego della liquidità in eccesso in operazioni di deposito con la BCE, favorito dal ritorno in positivo dei relativi tassi (Deposit Facility Rate).

A fine dicembre 2022 il rifinanziamento TLTRO III risultava in essere per nominali 96,06 miliardi in flessione rispetto ai 131,84 miliardi di dicembre 2021 per effetto dei rimborsi anticipati avvenuti nel corso del 202243 .

42 Si ricorda che nel periodo dal 24 giugno 2020 al 23 giugno 2022 – il cosiddetto "special interest rate period" – il tasso applicato alle operazioni TLTRO è stato pari al -1%. Dal 24 giugno 2022 fino al 22 novembre 2022 il tasso applicato e regolato a scadenza è stato il tasso medio sui depositi presso la Banca Centrale (Deposit Facility Rate) calcolato per l'intera durata dell'operazione, mentre a partire dal 23 novembre 2022 il tasso applicato risulta pari al tasso in vigore nel periodo. In seguito alle ultime decisioni di politica monetaria il Deposit Facility Rate è passato dal -0,50% allo 0% con effetto dal 27 luglio 2022, dallo 0% allo 0,75% con effetto dal 14 settembre 2022, dallo 0,75% all'1,50% dal 2 novembre e dall'1,50% al 2% dal 21 dicembre 2022.

43 Rimborso anticipato di 17 miliardi nominali ottenuti da Intesa Sanpaolo nell'asta del dicembre 2019 ed aventi scadenza nel dicembre 2022, effettuato in chiusura del primo semestre; rimborso parziale di nominali 14 miliardi, ottenuti da ISP nell'asta del marzo 2020 ed aventi scadenza nel marzo 2023, eseguito per 10 miliardi in novembre e per 4 miliardi in dicembre; rimborso di nominali 4,78 miliardi di fondi complessivamente ottenuti dalle banche estere del Gruppo avvenuto nell'ultimo trimestre dell'anno.

Voci (milioni di euro)
2022
Variazioni %

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre
(a) (b) (c) (d) (a/b) (b/c) (c/d)
Rapporti con clientela 2.725 2.332 2.000 1.897 16,9 16,6 5,4
Titoli in circolazione -494 -466 -436 -421 6,0 6,9 3,6
Intermediazione con clientela 2.231 1.866 1.564 1.476 19,6 19,3 6,0
Titoli valutati al costo ammortizzato che non costituiscono
finanziamenti
215 174 150 147 23,6 16,0 2,0
Altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con
impatto a conto economico
58 8 -35 -53 -34,0
Altre attività finanziarie valutate al fair value con impatto
sulla redditività complessiva
237 233 209 181 1,7 11,5 15,5
Attività finanziarie 510 415 324 275 22,9 28,1 17,8
Rapporti con banche 253 36 172 207 -79,1 -16,9
Differenziali su derivati di copertura -114 -81 -115 -125 40,7 -29,6 -8,0
Altri interessi netti 184 151 147 124 21,9 2,7 18,5
Interessi netti 3.064 2.387 2.092 1.957 28,4 14,1 6,9

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

Il flusso di interessi netti registrato nell'ultimo trimestre 2022 ha mostrato una significativa accelerazione rispetto ai trimestri precedenti, grazie principalmente al maggiore contributo degli interessi sui rapporti con clientela e all'incremento dell'intermediazione con banche, che hanno tratto vantaggio dagli aumenti dei tassi di interesse da parte della BCE.

(milioni di euro)
2022 2021 Variazioni
Dati
rideterminati
assolute %
Banca dei Territori 3.957 3.932 25 0,6
IMI Corporate & Investment Banking 2.132 2.182 -50 -2,3
International Subsidiary Banks 1.592 1.337 255 19,1
Private Banking 419 217 202 93,1
Asset Management - -1 -1
Insurance - - - -
Totale aree di business 8.100 7.667 433 5,6
Centro di governo 1.400 238 1.162
Gruppo Intesa Sanpaolo 9.500 7.905 1.595 20,2

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

La Banca dei Territori, che rappresenta il 48,8% del risultato delle aree di business operative, ha evidenziato interessi netti pari a 3.957 milioni, in aumento rispetto al 2021 (+0,6%, pari a +25 milioni), grazie al miglioramento del margine con la clientela, sostenuto dall'andamento dei tassi di mercato. Hanno apportato un contributo in termini di margine di interesse crescente anche l'International Subsidiary Banks (+19,1%, pari a +255 milioni), grazie principalmente alla dinamica favorevole evidenziata dalle controllate operanti in Ungheria e Slovacchia, e la Divisione Private Banking (+93,1%, pari a +202 milioni), i cui attivi hanno beneficiato del rialzo dei tassi. Per contro IMI Corporate & Investment Banking ha registrato una flessione (-2,3%, pari a -50 milioni) prevalentemente imputabile al minor apporto del portafoglio titoli in ambito Global Market.

L'evoluzione positiva degli interessi netti del Centro di Governo è ascrivibile principalmente al venir meno del costo dell'eccesso di liquidità per effetto della risalita dei tassi registrata nella seconda metà dell'anno 2022.

Commissioni nette

(milioni di euro)
Voci 2022 2021 Variazioni
Attive Passive Nette Attive Passive Nette assolute %
Garanzie rilasciate/ricevute 472 -226 246 401 -197 204 42 20,6
Servizi di incasso e pagamento 767 -144 623 717 -160 557 66 11,8
Conti correnti 1.386 - 1.386 1.443 - 1.443 -57 -4,0
Servizio Bancomat e carte di credito 871 -457 414 787 -417 370 44 11,9
Attività bancaria commerciale 3.496 -827 2.669 3.348 -774 2.574 95 3,7
Intermediazione e collocamento titoli 1.000 -318 682 1.308 -267 1.041 -359 -34,5
Intermediazione valute 16 -7 9 21 -4 17 -8 -47,1
Gestioni patrimoniali 3.655 -945 2.710 4.111 -967 3.144 -434 -13,8
Distribuzione prodotti assicurativi 1.587 - 1.587 1.622 - 1.622 -35 -2,2
Altre commissioni intermediazione / gestione 435 -193 242 462 -173 289 -47 -16,3
Attività di gestione, intermediazione e consulenza 6.693 -1.463 5.230 7.524 -1.411 6.113 -883 -14,4
Altre commissioni nette 1.265 -245 1.020 1.221 -287 934 86 9,2
Commissioni nette 11.454 -2.535 8.919 12.093 -2.472 9.621 -702 -7,3

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

(milioni di euro)
Voci 2022 2021
Rettifiche
2021
Dati
rideterminati
Variazioni
(Dati rideterminati)
Commissioni
nette
Commissioni
nette
assolute %
Garanzie rilasciate/ricevute 246 204 -2 202 44 21,8
Servizi di incasso e pagamento 623 557 -5 552 71 12,9
Conti correnti 1.386 1.443 -29 1.414 -28 -2,0
Servizio Bancomat e carte di credito 414 370 -6 364 50 13,7
Attività bancaria commerciale 2.669 2.574 -42 2.532 137 5,4
Intermediazione e collocamento titoli 682 1.041 -26 1.015 -333 -32,8
Intermediazione valute 9 17 -4 13 -4 -30,8
Gestioni patrimoniali 2.710 3.144 -2 3.142 -432 -13,7
Distribuzione prodotti assicurativi 1.587 1.622 -15 1.607 -20 -1,2
Altre commissioni intermediazione / gestione 242 289 -2 287 -45 -15,7
Attività di gestione, intermediazione e
consulenza
5.230 6.113 -49 6.064 -834 -13,8
Altre commissioni nette 1.020 934 -3 931 89 9,6
Commissioni nette 8.919 9.621 -94 9.527 -608 -6,4

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Le commissioni nette conseguite nel 2022 si sono attestate a 8.919 milioni, in flessione (-6,4%) rispetto ai 9.527 milioni registrati nell'esercizio 2021.

Tale risultato è stato determinato dalla riduzione delle commissioni sull'attività di gestione, intermediazione e consulenza (-13,8%, pari a -834 milioni), che è stata penalizzata dall'andamento riflessivo dei mercati finanziari. Nel dettaglio è diminuito l'apporto legato alle gestioni patrimoniali (-13,7%, pari a -432 milioni) – al cui interno le commissioni di performance sono ammontate a 44 milioni a fronte dei 367 milioni del 2021 –, all'intermediazione e collocamento titoli (-32,8%, pari a -333 milioni), e, in misura minore, alle altre commissioni di intermediazione / gestione (-15,7%, pari a -45 milioni).

L'attività bancaria commerciale ha evidenziato un aumento (+5,4%, pari a +137 milioni), grazie soprattutto agli incrementi sui servizi di incasso e pagamento (+71 milioni), sul servizio bancomat e carte di credito (+50 milioni), e sulle garanzie rilasciate / ricevute (+44 milioni). Hanno agito in positivo anche le altre commissioni nette (+9,6%, pari a +89 milioni), il cui incremento è il risultato dell'aumento delle componenti attive, segnatamente quelle correlate ai finanziamenti concessi, e della

contrazione delle componenti passive, relative soprattutto agli altri servizi bancari.

(milioni di euro)
Variazioni %
(a/b) (b/c) (c/d)
14,9
18,0
0,6
30,1
676 704 674 615 -4,0 4,5 9,6
167 134 153 228 24,6 -12,4 -32,9
- 4 3 2 33,3 50,0
670 660 676 704 1,5 -2,4 -4,0
406 357 421 403 13,7 -15,2 4,5
52 59 56 75 -11,9 5,4 -25,3
1.295 1.214 1.309 1.412 6,7 -7,3 -7,3
251 235 272 262 6,8 -13,6 3,8
2.222 2.153 2.255 2.289 3,2 -4,5 -1,5
trimestre
(a)
59
164
344
109
trimestre
(b)
86
156
348
114
2022
trimestre
(c)
54
164
348
108
trimestre
(d)
47
139
346
83
-31,4
5,1
-1,1
-4,4
59,3
-4,9
-
5,6

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

La voce nel quarto trimestre 2022 ha mostrato un dato più alto rispetto al terzo trimestre, ma inferiore in confronto al primo e al secondo. L'aumento nell'ultimo trimestre è principalmente ascrivibile all'incremento sull'attività di gestione, intermediazione e consulenza, solo in parte contrastato dalla riduzione sull'attività bancaria commerciale.

(milioni di euro)
2022 2021 Variazioni
Dati
rideterminati
assolute %
Banca dei Territori 4.744 4.809 -65 -1,4
IMI Corporate & Investment Banking 1.156 1.135 21 1,9
International Subsidiary Banks 574 546 28 5,1
Private Banking 1.980 2.096 -116 -5,5
Asset Management 913 1.282 -369 -28,8
Insurance 3 2 1 50,0
Totale aree di business 9.370 9.870 -500 -5,1
Centro di governo -451 -343 108 31,5
Gruppo Intesa Sanpaolo 8.919 9.527 -608 -6,4

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Relativamente ai settori di attività, la Banca dei Territori, che rappresenta circa la metà del risultato delle unità operative, ha evidenziato una flessione delle commissioni (-1,4%, pari a -65 milioni), in particolare quelle rivenienti dal comparto del risparmio gestito e della bancassurance, condizionate dal contesto di mercato sfavorevole. Hanno mostrato una riduzione dei ricavi commissionali anche l'Asset Management (-28,8%, pari a -369 milioni) e il Private Banking (-5,5%, pari a -116 milioni), penalizzati dall'intonazione sfavorevole dei mercati finanziari che ha inciso sui patrimoni in gestione e sulle performance. Hanno per contro registrato moderati incrementi IMI Corporate & Investment Banking (+1,9%, pari a +21 milioni), per effetto dell'andamento rilevato nei comparti del commercial banking e della finanza strutturata, e l'International Subsidiary Banks (+5,1%, pari a +28 milioni), essenzialmente riconducibile alle controllate operanti in Slovacchia, Croazia e Serbia.

L'aumento delle commissioni passive sul Centro di Governo è principalmente attribuibile alle maggiori scritture di consolidamento

riferite ai collocamenti di obbligazioni ISP da parte della Divisione Private Banking.

In applicazione del principio contabile IFRS 15, che richiede di illustrare la disaggregazione dei ricavi provenienti dai contratti con i clienti (ad eccezione di quelli riferiti a contratti di leasing, contratti assicurativi e strumenti finanziari), vengono di seguito esposte la disaggregazione delle commissioni attive e le commissioni passive per settore di attività.

(milioni di euro)
Voci Banca
dei
Territori
IMI Corporate
&
Investment
Banking
International
Subsidiary
Banks
Private
Banking
Asset
Management
Insurance Centro
di
Governo
(a)
Totale
Garanzie rilasciate 97 326 45 2 - - 2 472
Servizi di incasso e pagamento 438 125 197 6 - - 1 767
Conti correnti 1.198 33 145 10 - - - 1.386
Servizio Bancomat e carte di credito 587 4 263 17 - - - 871
Attività bancaria commerciale 2.320 488 650 35 - - 3 3.496
Intermediazione e collocamento titoli 1.233 220 18 275 337 - -1.083 1.000
Intermediazione valute 5 2 4 3 - - 2 16
Gestioni patrimoniali 100 2 27 1.883 1.914 - -271 3.655
Distribuzione prodotti assicurativi 877 - 32 678 - 3 -3 1.587
Altre commissioni intermediazione /
gestione
218 31 11 188 - - -13 435
Attività di gestione, intermediazione
e consulenza
2.433 255 92 3.027 2.251 3 -1.368 6.693
Altre commissioni nette 328 597 92 25 181 - 42 1.265
Commissione attive 5.081 1.340 834 3.087 2.432 3 -1.323 11.454
Commissioni passive -337 -184 -260 -1.107 -1.519 - 872 -2.535
Commissioni nette 2022 4.744 1.156 574 1.980 913 3 -451 8.919
Commissioni nette 2021
(dati rideterminati)
4.809 1.135 546 2.096 1.282 2 -343 9.527
Variazione assoluta -65 21 28 -116 -369 1 108 -608
Variazione % -1,4 1,9 5,1 -5,5 -28,8 50,0 31,5 -6,4

(a) Al Centro di Governo sono ricondotte le elisioni infrasettoriali.

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Risultato dell'attività assicurativa

Voci (a) 2022 2021 (milioni di euro)
Variazioni
Vita Danni Totale Vita Danni Totale assolute %
e
Salute
e
Salute
Margine tecnico 190 424 614 87 311 398 216 54,3
Premi netti (b) 9.071 1.095 10.166 9.442 1.252 10.694 -528 -4,9
Oneri netti relativi ai sinistri e ai riscatti (c) -9.622 -420 -10.042 -9.576 -707 -10.283 -241 -2,3
Oneri netti relativi alla variazione delle riserve tecniche (d) 819 - 819 -1.493 -1 -1.494 2.313
Risultato degli investimenti di pertinenza degli assicurati su prodotti
assicurativi (e)
19 - 19 1.756 - 1.756 -1.737 -98,9
Commissioni nette su contratti d'investimento (f) 386 -2 384 422 - 422 -38 -9,0
Provvigioni passive su contratti assicurativi (g) -573 -214 -787 -555 -184 -739 48 6,5
Altri proventi e oneri tecnici (h) 90 -35 55 91 -49 42 13 31,0
Margine finanziario 995 14 1.009 1.128 18 1.146 -137 -12,0
Reddito operativo degli investimenti -10.242 14 -10.228 9.006 18 9.024 -19.252
Interessi netti 2.356 7 2.363 1.876 1 1.877 486 25,9
Dividendi 497 6 503 376 7 383 120 31,3
Utili/perdite da realizzo -2.635 1 -2.634 2.544 11 2.555 -5.189
Utili/perdite da valutazione -10.374 - -10.374 4.309 - 4.309 -14.683
Commissioni passive gestione portafogli (i) -86 - -86 -99 -1 -100 -14 -14,0
Risultato degli investimenti di pertinenza degli assicurati 11.237 - 11.237 -7.878 - -7.878 19.115
Prodotti assicurativi (j) -104 - -104 -1.753 - -1.753 -1.649 -94,1
Plus/minus da valutazione sui prodotti assicurativi attribuite agli
assicurati (k)
169 - 169 -48 - -48 217
Prodotti di investimento (l) 11.172 - 11.172 -6.077 - -6.077 17.249
Risultato dell'attività assicurativa al lordo degli effetti da
consolidamento
1.185 438 1.623 1.215 329 1.544 79 5,1
Effetti da consolidamento 82 - 82 42 - 42 40 95,2
Risultato dell'attività assicurativa 1.267 438 1.705 1.257 329 1.586 119 7,5

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

(a) La tabella riporta le componenti economiche del business assicurativo suddivise tra quelle relative a:

  • i prodotti considerati assicurativi ai fini IAS/IFRS, che comprendono i contratti nei quali il rischio assicurato è considerato significativo o nei quali la decisione del rendimento dei contratti non è a mercato ma dipende dalle scelte della compagnia;

  • i prodotti d'investimento, che comprendono prodotti di natura finanziaria nei quali il rischio assicurativo non è considerato significativo. Questi ultimi vengono contabilizzati nel bilancio consolidato alla stregua di movimenti finanziari.

(b) La voce comprende i premi emessi relativi ai soli prodotti considerati assicurativi ai fini IAS/IFRS, al netto delle quote cedute in riassicurazione. Per il Ramo Danni è inclusa anche la variazione della riserva premi.

(c) La voce comprende le somme pagate (sinistri, riscatti e scadenze) e la variazione della riserva sinistri ramo danni e della riserva per somme da pagare, al netto delle quote cedute in riassicurazione.

(d) La voce comprende la variazione delle riserve tecniche, al netto delle quote cedute in riassicurazione.

(e) La voce comprende la quota del risultato degli investimenti (a fronte di prodotti assicurativi) di pertinenza degli assicurati, compreso l'impatto dello shadow accounting.

(f) La voce comprende le commissioni nette sui prodotti d'investimento; in particolare i caricamenti pagati dai clienti, le commissioni di gestione prelevate dalle unit finanziarie e le commissioni passive retrocesse dalle compagnie alla rete di vendita e alla società di gestione.

(g) La voce comprende le provvigioni passive sui prodotti assicurativi (inclusi i prodotti unit e index linked assicurativi e i fondi pensione) pagate alla rete di vendita.

(h) Voce residuale che include le commissioni attive di gestione sui prodotti assicurativi (unit e index assicurative e fondi pensione), i rebates, gli interessi netti sui conti correnti della compagnia e sui prestiti subordinati e altri proventi e oneri tecnici.

(i) La voce comprende le commissioni pagate alle società di gestione per la gestione dei portafogli relativi a prodotti assicurativi tradizionali (gestioni separate) e fondi pensione. Sono incluse anche le commissioni dei fondi consolidati sottostanti unit assicurative.

(j) La voce comprende la quota del risultato degli investimenti (a fronte di prodotti assicurativi) di pertinenza degli assicurati, senza l'impatto dello shadow accounting.

(k) La voce comprende la quota parte delle plus/minus da valutazione sui prodotti assicurativi di competenza degli assicurati (shadow accounting).

(l) La voce si riferisce alla valutazione delle passività finanziarie valutate a fair value che rappresentano il debito verso gli assicurati relativo ai prodotti d'investimento.

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(milioni di euro)
Voci (a) 2022
2021
Dati rideterminati
Variazioni
Vita Danni
e
Totale Vita Danni
e
Totale assolute %
Salute Salute
Margine tecnico 190 424 614 51 354 405 209 51,6
Premi netti (b) 9.071 1.095 10.166 9.848 1.343 11.191 -1.025 -9,2
Oneri netti relativi ai sinistri e ai riscatti (c) -9.622 -420 -10.042 -10.319 -734 -11.053 -1.011 -9,1
Oneri netti relativi alla variazione delle riserve tecniche (d) 819 - 819 -1.266 3 -1.263 2.082
Risultato degli investimenti di pertinenza degli assicurati su prodotti
assicurativi (e)
19 - 19 1.860 - 1.860 -1.841 -99,0
Commissioni nette su contratti d'investimento (f) 386 -2 384 435 - 435 -51 -11,7
Provvigioni passive su contratti assicurativi (g) -573 -214 -787 -598 -204 -802 -15 -1,9
Altri proventi e oneri tecnici (h) 90 -35 55 91 -54 37 18 48,6
Margine finanziario 995 14 1.009 1.157 25 1.182 -173 -14,6
Reddito operativo degli investimenti -10.242 14 -10.228 8.896 25 8.921 -19.149
Interessi netti 2.356 7 2.363 1.978 4 1.982 381 19,2
Dividendi 497 6 503 388 7 395 108 27,3
Utili/perdite da realizzo -2.635 1 -2.634 2.449 11 2.460 -5.094
Utili/perdite da valutazione -10.374 - -10.374 4.180 5 4.185 -14.559
Commissioni passive gestione portafogli (i) -86 - -86 -99 -2 -101 -15 -14,9
Risultato degli investimenti di pertinenza degli assicurati 11.237 - 11.237 -7.739 - -7.739 18.976
Prodotti assicurativi (j) -104 - -104 -1.857 - -1.857 -1.753 -94,4
Plus/minus da valutazione sui prodotti assicurativi attribuite agli
assicurati (k)
169 - 169 -48 - -48 217
Prodotti di investimento (l) 11.172 - 11.172 -5.834 - -5.834 17.006
Risultato dell'attività assicurativa al lordo degli effetti da
consolidamento
1.185 438 1.623 1.208 379 1.587 36 2,3
Effetti da consolidamento 82 - 82 42 - 42 40 95,2
Risultato dell'attività assicurativa 1.267 438 1.705 1.250 379 1.629 76 4,7

I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

(a) La tabella riporta le componenti economiche del business assicurativo suddivise tra quelle relative a:

  • i prodotti considerati assicurativi ai fini IAS/IFRS, che comprendono i contratti nei quali il rischio assicurato è considerato significativo o nei quali la decisione del rendimento dei contratti non è a mercato ma dipende dalle scelte della compagnia;

  • i prodotti d'investimento, che comprendono prodotti di natura finanziaria nei quali il rischio assicurativo non è considerato significativo. Questi ultimi vengono contabilizzati nel bilancio consolidato alla stregua di movimenti finanziari.

(b) La voce comprende i premi emessi relativi ai soli prodotti considerati assicurativi ai fini IAS/IFRS, al netto delle quote cedute in riassicurazione. Per il Ramo Danni è inclusa anche la variazione della riserva premi.

(c) La voce comprende le somme pagate (sinistri, riscatti e scadenze) e la variazione della riserva sinistri ramo danni e della riserva per somme da pagare, al netto delle quote cedute in riassicurazione.

(d) La voce comprende la variazione delle riserve tecniche, al netto delle quote cedute in riassicurazione.

(e) La voce comprende la quota del risultato degli investimenti (a fronte di prodotti assicurativi) di pertinenza degli assicurati, compreso l'impatto dello shadow accounting.

(f) La voce comprende le commissioni nette sui prodotti d'investimento; in particolare i caricamenti pagati dai clienti, le commissioni di gestione prelevate dalle unit finanziarie e le commissioni passive retrocesse dalle compagnie alla rete di vendita e alla società di gestione.

(g) La voce comprende le provvigioni passive sui prodotti assicurativi (inclusi i prodotti unit e index linked assicurativi e i fondi pensione) pagate alla rete di vendita.

(h) Voce residuale che include le commissioni attive di gestione sui prodotti assicurativi (unit e index assicurative e fondi pensione), i rebates, gli interessi netti sui conti correnti della compagnia e sui prestiti subordinati e altri proventi e oneri tecnici.

(i) La voce comprende le commissioni pagate alle società di gestione per la gestione dei portafogli relativi a prodotti assicurativi tradizionali (gestioni separate) e fondi pensione. Sono incluse anche le commissioni dei fondi consolidati sottostanti unit assicurative.

(j) La voce comprende la quota del risultato degli investimenti (a fronte di prodotti assicurativi) di pertinenza degli assicurati, senza l'impatto dello shadow accounting.

(k) La voce comprende la quota parte delle plus/minus da valutazione sui prodotti assicurativi di competenza degli assicurati (shadow accounting).

(l) La voce si riferisce alla valutazione delle passività finanziarie valutate a fair value che rappresentano il debito verso gli assicurati relativo ai prodotti d'investimento.

Il risultato dell'attività assicurativa raggruppa le voci di costo e ricavo del business assicurativo delle compagnie vita e danni operanti nell'ambito del Gruppo. Nel 2022 tale risultato si è attestato a 1.705 milioni, in crescita del 4,7% rispetto al 2021 (1.629 milioni). La dinamica è ascrivibile al positivo andamento del margine tecnico (+51,6%, pari a +209 milioni), sia nel ramo vita, che ha beneficiato della variazione positiva delle riserve tecniche, sia nel ramo danni, grazie al minor numero di sinistri. Per contro ha mostrato un calo il margine finanziario (-14,6%, pari a -173 milioni), costituito dal reddito operativo degli investimenti al netto delle retrocessioni agli assicurati.

(milioni di euro)
Voci (a) 2022 Variazioni %

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre
(a) (b) (c) (d) (a/b) (b/c) (c/d)
Margine tecnico 136 181 155 142 -24,9 16,8 9,2
Premi netti (b) 3.582 1.823 2.220 2.541 96,5 -17,9 -12,6
Oneri netti relativi ai sinistri e ai riscatti (c) -2.561 -2.246 -2.576 -2.659 14,0 -12,8 -3,1
Oneri netti relativi alla variazione delle riserve
tecniche (d)
-1.101 466 917 537 -49,2 70,8
Risultato degli investimenti di pertinenza degli
assicurati su prodotti assicurativi (e)
328 181 -328 -162 81,2
Commissioni nette su contratti d'investimento (f) 80 116 77 111 -31,0 50,6 -30,6
Provvigioni passive su contratti assicurativi (g) -205 -188 -179 -215 9,0 5,0 -16,7
Altri proventi e oneri tecnici (h) 13 29 24 -11 -55,2 20,8
Margine finanziario 238 235 290 246 1,3 -19,0 17,9
Reddito operativo degli investimenti 1.058 -1.378 -6.126 -3.782 -77,5 62,0
Interessi netti 674 563 635 491 19,7 -11,3 29,3
Dividendi 155 102 172 74 52,0 -40,7
Utili/perdite da realizzo -1.134 -605 -753 -142 87,4 -19,7
Utili/perdite da valutazione 1.387 -1.421 -6.157 -4.183 -76,9 47,2
Commissioni passive gestione portafogli (i) -24 -17 -23 -22 41,2 -26,1 4,5
Risultato degli investimenti di pertinenza degli
assicurati
-820 1.613 6.416 4.028 -74,9 59,3
Prodotti assicurativi (j) -458 -164 369 149
Plus/minus da valutazione sui prodotti
assicurativi attribuite agli assicurati (k)
121 -1 8 41 -80,5
Prodotti di investimento (l) -483 1.778 6.039 3.838 -70,6 57,3
Risultato dell'attività assicurativa al lordo degli
effetti da consolidamento
374 416 445 388 -10,1 -6,5 14,7
Effetti da consolidamento 28 20 20 14 40,0 - 42,9
Risultato dell'attività assicurativa 402 436 465 402 -7,8 -6,2 15,7

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

Per le note cfr. tabella precedente

Il risultato della gestione assicurativa, comprensivo dei rami vita e danni/salute, nel quarto trimestre 2022 ha mostrato un valore inferiore al terzo e al secondo trimestre e in linea con quanto registrato nel primo.

(milioni di euro)
Produzione 2022
2021
Premi
periodici
Premi
unici
Totale di cui
nuova
produzione
Totale Rettifiche Totale
Dati
rideterminati
Rami Vita 358 8.716 9.074 8.718 9.446 410 9.856
Premi emessi prodotti tradizionali 163 6.100 6.263 6.101 5.093 371 5.464
Premi emessi prodotti Unit Linked 191 1.887 2.078 1.888 3.550 33 3.583
Premi emessi prodotti di Capitalizzazione 4 4 8 4 18 2 20
Premi emessi Fondi pensione - 725 725 725 785 4 789
Rami Danni 1.255 181 1.436 279 1.342 63 1.405
Premi emessi 1.255 181 1.436 279 1.342 63 1.405
Premi ceduti in riassicurazione -140 -25 -165 -37 -78 -8 -86
Premi emessi netti da prodotti assicurativi 1.473 8.872 10.345 8.960 10.710 465 11.175
Produzione contratti Index Linked - - - - - - -
Produzione contratti Unit Linked 74 7.074 7.148 7.083 8.862 111 8.973
Totale produzione relativa ai contratti di investimento 74 7.074 7.148 7.083 8.862 111 8.973
Produzione totale 1.547 15.946 17.493 16.043 19.572 576 20.148

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Nell'esercizio 2022 la produzione totale del comparto assicurativo si è attestata a 17,5 miliardi, in flessione rispetto alla produzione realizzata nel 2021 (20,1 miliardi). Il calo è principalmente imputabile alle unit linked, sia quelle di natura prevalentemente finanziaria di ramo III (-1,8 miliardi) sia quelle di natura prevalentemente assicurativa (-1,5 miliardi). Si rileva invece un lieve incremento nel ramo danni e salute (+2,2%) in rapporto al valore registrato nell'anno 2021. La nuova produzione è complessivamente ammontata a 16 miliardi, corrispondente a oltre il 90% della raccolta premi complessiva delle compagnie del Gruppo, costituita per la maggior parte da nuovi contratti a premio unico.

Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value

(milioni di euro)
Voci 2022 2021 Rettifiche 2021
Dati
rideterminati
Variazioni
(Dati rideterminati)
assolute %
Risultato netto da operazioni di trading e da strumenti
finanziari in fair value option
605 560 - 560 45 8,0
Risultato netto da operazioni di copertura in hedge
accounting
33 36 - 36 -3 -8,3
Risultato netto da attività valutate obbligatoriamente al fair
value con impatto a conto economico
125 168 -1 167 -42 -25,1
Risultato netto da dividendi e da cessione di attività valutate
al fair value con impatto sulla redditività complessiva e da
cessione di attività al costo ammortizzato
589 945 - 945 -356 -37,7
Risultato netto da riacquisto di passività finanziarie 26 -73 - -73 99
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair
value
1.378 1.636 -1 1.635 -257 -15,7

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Nel 2022 il risultato delle attività e passività finanziarie al fair value, pari a 1.378 milioni, ha evidenziato una flessione rispetto al 2021. Il decremento, pari a -15,7%, è principalmente ascrivibile al risultato netto da dividendi e da cessione di attività valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e da cessione di attività al costo ammortizzato (-37,7%, pari a -356 milioni), per minori utili da cessione di titoli di debito HTCS, principalmente governativi Italia. In positivo hanno agito il risultato netto da riacquisto di passività finanziarie (+26 milioni rispetto ai -73 milioni del 2021), grazie ai riacquisti di propri titoli di debito sul mercato secondario, e il risultato netto da operazioni di trading e strumenti finanziari in fair value option (+8%, pari a +45 milioni), per i maggiori proventi connessi al portafoglio titoli di trading e all'operatività in certificates, che ha beneficiato dell'impatto positivo derivante dal debt value adjustment (DVA).

Hanno mostrato un calo il risultato netto da attività valutate obbligatoriamente al fair value con impatto a conto economico (-25,1%, pari a -42 milioni) e, in misura minore, il risultato netto da operazioni di copertura in hedge accounting (-3 milioni).

(milioni di euro)
Voci 2022 Variazioni %
trimestre trimestre trimestre trimestre
(a) (b) (c) (d) (a/b) (b/c) (c/d)
Risultato netto da operazioni di trading e da strumenti
finanziari in fair value option 3 70 226 306 -95,7 -69,0 -26,1
Risultato netto da operazioni di copertura in hedge
accounting -12 -1 44 2
Risultato netto da attività valutate obbligatoriamente al fair
value con impatto a conto economico -15 25 49 66 -49,0 -25,8
Risultato netto da dividendi e da cessione di attività valutate
al fair value con impatto sulla redditività complessiva e da
cessione di attività al costo ammortizzato 11 -68 243 403 -39,7
Risultato netto da riacquisto di passività finanziarie 11 25 -2 -8 -56,0 -75,0
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair
value
-2 51 560 769 -90,9 -27,2

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

Il risultato del quarto trimestre 2022 risulta negativo per 2 milioni, a fronte dei risultati positivi, seppur in progressiva riduzione, dei trimestri precedenti. Tale dinamica è riconducibile soprattutto ai minori utili da cessioni di titoli di debito e all'operatività in certificates, inclusiva dell'impatto negativo del DVA nel trimestre, pur in presenza del positivo apporto derivante dalla cessione di titoli HTCS.

Altri proventi (oneri) operativi netti

Nell'esercizio 2022 gli altri oneri operativi netti sono stati pari a 32 milioni e si confrontano con 97 milioni di proventi operativi netti contabilizzati nel 2021, evidenziando una variazione negativa di 129 milioni. In tale voce confluiscono sia proventi ed oneri di natura operativa - compresi quelli delle entità controllate non soggette a direzione e coordinamento ed operanti in settori del tutto distinti dall'ambito bancario e finanziario – sia gli utili delle partecipazioni valutate al patrimonio netto. La contrazione è riconducibile sia alla contabilizzazione nel 2022 di altri oneri di gestione per 72 milioni (a fronte di un valore nullo nel 2021), sia al calo dei dividendi e utili delle partecipazioni valutate al patrimonio netto, che si sono attestati a 40 milioni (97 milioni il dato dell'esercizio 2021).

Costi operativi

(milioni di euro)
Voci 2022 2021 Rettifiche 2021
Dati
rideterminati
Variazioni
(Dati rideterminati)
assolute %
Salari e stipendi 4.757 4.696 -40 4.656 101 2,2
Oneri sociali 1.187 1.203 -11 1.192 -5 -0,4
Altri oneri del personale 798 895 - 895 -97 -10,8
Spese del personale 6.742 6.794 -51 6.743 -1 -
Spese per servizi informatici 838 864 6 870 -32 -3,7
Spese di gestione immobili 317 351 -1 350 -33 -9,4
Spese generali di funzionamento 399 395 -1 394 5 1,3
Spese legali e professionali 299 322 7 329 -30 -9,1
Spese pubblicitarie e promozionali 152 142 - 142 10 7,0
Costi indiretti del personale 157 134 - 134 23 17,2
Altre spese 577 619 -3 616 -39 -6,3
Imposte indirette e tasse 202 196 -1 195 7 3,6
Recupero di spese ed oneri -29 -36 - -36 -7 -19,4
Spese amministrative 2.912 2.987 7 2.994 -82 -2,7
Immobilizzazioni materiali 566 581 - 581 -15 -2,6
Immobilizzazioni immateriali 714 660 2 662 52 7,9
Ammortamenti 1.280 1.241 2 1.243 37 3,0
Costi operativi 10.934 11.022 -42 10.980 -46 -0,4

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Nel 2022 i costi operativi si sono attestati a 10.934 milioni, in lieve riduzione dello 0,4% rispetto all'esercizio 2021.

Le spese del personale, pari a 6.742 milioni, hanno presentato una sostanziale stabilità, per effetto della compensazione tra i risparmi derivanti dalle uscite per accordi e i maggiori costi della componente variabile della retribuzione legati al conseguimento di risultati più che positivi (overperformance) da parte del Gruppo nonché il contributo una tantum alle persone di Intesa Sanpaolo (esclusi i dirigenti) da accordo sindacale nel quarto trimestre per mitigare l'impatto dell'inflazione pari a circa 36 milioni.

Le spese amministrative si sono attestate a 2.912 milioni, in calo del 2,7%. Si sono evidenziati risparmi diffusi, in particolare nelle spese di gestione immobili, per la riduzione degli spazi conseguenti i piani di accorpamento e razionalizzazione, nelle spese per servizi informatici, nelle spese legali e professionali e nelle altre spese. Gli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali e immateriali che, secondo quanto previsto dal principio IFRS 16, includono anche la quota relativa ai diritti d'uso acquisiti con il leasing operativo, hanno evidenziato un aumento (+3%) rispetto al dato del 2021, riconducibile alle immobilizzazioni immateriali, segnatamente al software.

Il cost/income ratio si è attestato nel 2022 al 50,9%, in miglioramento di quasi due punti percentuali rispetto al valore del 2021 (52,8%).

(milioni di euro)
Voci 2022 Variazioni %
trimestre
(a)
trimestre
(b)
trimestre
(c)
trimestre
(d)
(a/b) (b/c) (c/d)
Salari e stipendi 1.367 1.131 1.163 1.096 20,9 -2,8 6,1
Oneri sociali 327 287 288 285 13,9 -0,3 1,1
Altri oneri del personale 227 214 162 195 6,1 32,1 -16,9
Spese del personale 1.921 1.632 1.613 1.576 17,7 1,2 2,3
Spese per servizi informatici 227 207 213 191 9,7 -2,8 11,5
Spese di gestione immobili 97 74 74 72 31,1 - 2,8
Spese generali di funzionamento 100 98 105 96 2,0 -6,7 9,4
Spese legali e professionali 91 69 73 66 31,9 -5,5 10,6
Spese pubblicitarie e promozionali 70 30 34 18 -11,8 88,9
Costi indiretti del personale 49 37 39 32 32,4 -5,1 21,9
Altre spese 181 138 136 122 31,2 1,5 11,5
Imposte indirette e tasse 58 48 50 46 20,8 -4,0 8,7
Recupero di spese ed oneri -8 -6 -6 -9 33,3 - -33,3
Spese amministrative 865 695 718 634 24,5 -3,2 13,2
Immobilizzazioni materiali 145 138 139 144 5,1 -0,7 -3,5
Immobilizzazioni immateriali 199 175 170 170 13,7 2,9 -
Ammortamenti 344 313 309 314 9,9 1,3 -1,6
Costi operativi 3.130 2.640 2.640 2.524 18,6 - 4,6

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

L'analisi trimestrale mostra un aumento dei costi operativi nell'ultimo trimestre per i consueti effetti stagionali, soprattutto sulle spese amministrative.

(milioni di euro)
2022 2021 Variazioni
Dati
rideterminati
assolute %
Banca dei Territori 6.397 6.499 -102 -1,6
IMI Corporate & Investment Banking 1.418 1.372 46 3,4
International Subsidiary Banks 1.118 1.072 46 4,3
Private Banking 921 914 7 0,8
Asset Management 222 239 -17 -7,1
Insurance 385 402 -17 -4,2
Totale aree di business 10.461 10.498 -37 -0,4
Centro di governo 473 482 -9 -1,9
Gruppo Intesa Sanpaolo 10.934 10.980 -46 -0,4

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Con riferimento ai costi operativi, la Banca dei Territori, che contabilizza il 61% degli oneri delle aree operative, ha evidenziato consistenti risparmi rispetto all'esercizio 2021 (-1,6%, pari a -102 milioni) attribuibili alle spese del personale, in relazione alle uscite per accordi, e alle spese amministrative, principalmente per servizi resi da terzi e spese legali nonché relative ai service in ambito immobiliare. Hanno inoltre registrato un calo l'Asset Management (-7,1%, pari a -17 milioni), riconducibile al contenimento delle spese amministrative e delle spese del personale, e l'Insurance (-4,2%, pari a -17 milioni) interamente dovuto alle spese amministrative. Per contro si rilevano aumenti per IMI Corporate & Investment Banking (+3,4%, pari a +46 milioni) e per l'International Subsidiary Banks (+4,3%, pari a +46 milioni), in relazione a maggiori spese amministrative e del personale. Il Private Banking evidenzia un lieve incremento dei costi operativi (+0,8%, pari a +7 milioni).

Infine, il Centro di Governo ha mostrato una riduzione dei costi dell'1,9%, pari a -9 milioni, grazie a sinergie sulle spese amministrative.

Risultato della gestione operativa

Il risultato della gestione operativa nell'esercizio 2022 è ammontato a 10.536 milioni, in crescita del 7,4% rispetto al valore contabilizzato nel 2021, grazie all'incremento dei ricavi e al contenimento dei costi operativi.

Rettifiche di valore nette su crediti

(milioni di euro)
Voci 2022 2021 Rettifiche 2021
Dati
rideterminati
Variazioni
(Dati rideterminati)
assolute %
Sofferenze -534 -1.783 6 -1.777 -1.243 -69,9
Inadempienze probabili -1.091 -1.209 - -1.209 -118 -9,8
Crediti scaduti / sconfinanti -230 -210 - -210 20 9,5
Crediti Stage 3 -1.855 -3.202 6 -3.196 -1.341 -42,0
di cui titoli di debito - - - - - -
Crediti Stage 2 -999 169 - 169 -1.168
di cui titoli di debito -7 -5 - -5 2 40,0
Crediti Stage 1 -45 193 - 193 -238
di cui titoli di debito -3 24 - 24 -27
Rettifiche/Riprese nette su crediti -2.899 -2.840 6 -2.834 65 2,3
Utili/perdite da modifiche contrattuali senza
cancellazioni
-5 -29 - -29 -24 -82,8
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per
rischio di credito relativo a impegni e garanzie
finanziarie rilasciate
-209 97 - 97 -306
Rettifiche di valore nette su crediti -3.113 -2.772 6 -2.766 347 12,5

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Le rettifiche su crediti si sono attestate a 3.113 milioni, evidenziando una crescita del 12,5% rispetto ai 2.766 milioni contabilizzati nel 2021. La crescita riflette (i) gli effetti di valutazione connessi al rischio Russia-Ucraina per complessivi 1.298 milioni; (ii) le rettifiche per 1.174 milioni, delle quali 965 milioni effettuate nel quarto trimestre, per incorporare prudenzialmente gli elementi di rischiosità prospettica insiti nello scenario attuale. Tali rettifiche – principalmente riferite a management overlay prudenzialmente applicati laddove sono state individuate maggiori vulnerabilità potenziali, ma anche ad azioni di de-risking, tra le quali quella sul portafoglio leasing immobiliare, e all'applicazione di un fattore di peggioramento allo scenario macroeconomico prudente adottato per la stima forwardlooking delle ECL – sono state solo parzialmente mitigate dalla riduzione dei management overlay a presidio della vulnerabilità delle moratorie (721 milioni), stante il pressoché completo riassorbimento delle stesse senza impatti significativi sulle dinamiche delle posizioni deteriorate.

La dinamica della voce si sostanzia in maggiori rettifiche sui crediti in Stage 2 per 1.168 milioni, in Stage 1 per 238 milioni e in maggiori accantonamenti su impegni e garanzie rilasciate per

306 milioni (209 milioni di accantonamenti netti nell'anno corrente che si confrontano con 97 milioni di riprese di valore registrati nel 2021). Per contro i crediti non performing in Stage 3 hanno mostrato un calo (-1.341 milioni) quale risultante di una riduzione delle rettifiche su sofferenze (-1.243 milioni) e su inadempienze probabili (-118 milioni), in minima parte attenuata dagli aumenti su crediti scaduti/sconfinanti (+20 milioni).

A dicembre 2022 l'incidenza dei deteriorati lordi sul complesso dei crediti si è attestata al 2,3%, sostanzialmente in linea con i dati di settembre e giugno, e in miglioramento rispetto ai valori registrati sia a marzo 2022 sia a dicembre 2021, anche in relazione alla cessione di circa 4 miliardi di crediti deteriorati avvenuta nel secondo trimestre.

Il costo del credito, espresso dal rapporto tra rettifiche di valore nette e crediti netti, si attesta nel 2022 a 70 punti base (30 punti base se si esclude lo stanziamento per l'esposizione a Russia e Ucraina, le ulteriori rettifiche finalizzate a cogliere gli elementi di rischiosità insiti nello scenario attuale e quelle correlate agli overlay e per favorire il derisking, al netto del rilascio di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per gli impatti attesi di COVID-19), rispetto a 59 punti base per l'esercizio 2021 (25 punti base escluso lo stanziamento addizionale per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati).

A dicembre 2022 la copertura sui crediti deteriorati si cifra al 48,4%. Nel dettaglio le sofferenze hanno richiesto rettifiche nette per 534 milioni – che si raffrontano con 1.777 milioni del 2021 – con un livello di copertura pari al 69,2%. Il contenuto valore delle rettifiche su sofferenze deriva sia dai limitati flussi in ingresso sia dalle operazioni di deleveraging su esposizioni deteriorate. Le rettifiche nette sulle inadempienze probabili, pari a 1.091 milioni risultano in flessione (-9,8%) rispetto ai 1.209 milioni registrati nell'anno 2021; la copertura su tali posizioni si attesta al 38,5%. Le rettifiche su crediti scaduti e sconfinanti sono ammontate a 230 milioni (210 milioni il dato dell'esercizio 2021) e la loro copertura è pari al 25,2%. La copertura sulle posizioni forborne nell'ambito delle attività deteriorate è del 40,7%. Infine, la copertura sui finanziamenti in bonis si attesta allo 0,6%, ed incorpora il rischio fisiologico sul portafoglio crediti, ivi inclusi gli accantonamenti, effettuati nel 2022, a fronte del conflitto Russo-Ucraino (sul tema si veda quanto riportato nel capitolo iniziale della presente Relazione).

(milioni di euro)
Voci 2022 Variazioni %

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre
(a) (b) (c) (d) (a/b) (b/c) (c/d)
Sofferenze -230 -199 -95 -10 15,6
Inadempienze probabili -327 -140 -422 -202 -66,8
Crediti scaduti / sconfinanti -62 -43 -91 -34 44,2 -52,7
Crediti Stage 3 -619 -382 -608 -246 62,0 -37,2
di cui titoli di debito - - - - - - -
Crediti Stage 2 -388 -209 -137 -265 85,6 52,6 -48,3
di cui titoli di debito 11 -9 -4 -5 -20,0
Crediti Stage 1 -28 84 13 -114
di cui titoli di debito -5 - 2 - - -
Rettifiche/Riprese nette su crediti -1.035 -507 -732 -625 -30,7 17,1
Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni -13 9 2 -3
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per
rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie
rilasciate
-137 2 - -74 -
Rettifiche di valore nette su crediti -1.185 -496 -730 -702 -32,1 4,0

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

Nel confronto trimestrale, il quarto trimestre 2022 mostra rettifiche su crediti superiori agli altri trimestri dell'anno, principalmente per effetto delle maggiori rettifiche sui crediti in Stage 3 e Stage 2.

Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività

(milioni di euro)
Voci 2022 2021 Rettifiche 2021
Dati
rideterminati
Variazioni
(Dati rideterminati)
assolute %
Altri accantonamenti netti -106 -698 -2 -700 -594 -84,9
Rettifiche di valore nette su titoli valutati al costo ammortizzato
e su titoli valutati al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
-22 -28 - -28 -6 -21,4
Rettifiche di valore nette su altre attività -142 -118 - -118 24 20,3
Rettifiche/Riprese di valore nette di pertinenza delle imprese di
assicurazione ai sensi dello IAS 39
-11 -4 -1 -5 6
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su
altre attività
-281 -848 -3 -851 -570 -67,0

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Nell'ambito dello schema di conto economico riclassificato, questa voce comprende principalmente gli altri accantonamenti netti ai fondi rischi ed oneri e le rettifiche di valore nette su altre attività e su titoli valutati al costo ammortizzato e al fair value. Nel 2022 gli altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività sono ammontati a 281 milioni, nettamente inferiori rispetto agli 851 milioni contabilizzati nell'esercizio 2021, che includevano l'accantonamento di circa 295 milioni in ambito assicurativo rappresentante l'eccedenza dei sinistri rispetto ai premi maturati e la stima per gli oneri prospettici, nonché accantonamenti per spese legali per 180 milioni.

Relativamente al valore registrato nel 2022, le componenti principali sono costituite dagli altri accantonamenti netti (106 milioni), in buona parte correlati a controversie legali e all'azzeramento del valore della partecipazione russa nel bilancio consolidato (80 milioni), e dalle rettifiche di valore nette su altre attività (142 milioni), in buona parte attribuibili alla Capogruppo.

(milioni di euro)
Voci 2022 Variazioni %

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre
(a) (b) (c) (d) (a/b) (b/c) (c/d)
Altri accantonamenti netti -30 -40 -27 -9 -25,0 48,1
Rettifiche di valore nette su titoli valutati al costo
ammortizzato e su titoli valutati al fair value con impatto sulla
redditività complessiva 41 2 -31 -34 -8,8
Rettifiche di valore nette su altre attività -125 -4 -4 -9 - -55,6
Rettifiche/Riprese di valore nette di pertinenza delle imprese
di assicurazione ai sensi dello IAS 39
1 -3 -1 -8 -87,5
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su
altre attività
-113 -45 -63 -60 -28,6 5,0

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

Il valore del quarto trimestre 2022 risulta in aumento rispetto ai tre trimestri precedenti, segnatamente per maggiori rettifiche di valore nette su altre attività, principalmente contabilizzate dalla Capogruppo

Altri proventi (oneri) netti

In questa voce del conto economico riclassificato sono aggregati gli utili e le perdite su attività finanziarie valutate al costo ammortizzato diverse dai crediti, su partecipazioni e su altri investimenti nonché gli altri proventi ed oneri non strettamente correlati alla gestione operativa.

Nel 2022 gli altri proventi netti si sono attestati a 202 milioni, comprendenti 195 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione e 41 milioni di oneri di erogazione liberale una tantum alle persone di Intesa Sanpaolo – esclusi i dirigenti/comparabili a dirigenti – per mitigare l'impatto dell'inflazione, nonché gli oneri per le misure di solidarietà e accoglienza verso la popolazione dell'Ucraina. Il dato è risultato inferiore ai 332 milioni registrati nel 2021, che includevano la plusvalenza realizzata con la cessione del ramo di attività di Banca Depositaria di Fideuram Bank Luxembourg (194 milioni) e il provento generato dal trasferimento del ramo acquiring ex UBI a Nexi (97 milioni).

Utile (Perdita) delle attività operative cessate

Nel periodo in esame non si registrano utili o perdite delle attività operative cessate, mentre nel 2021 erano stati rilevati utili per 58 milioni relativi all'apporto degli sportelli oggetto di cessione.

Risultato corrente lordo

Nell'anno 2022 l'utile dell'operatività corrente prima della contabilizzazione delle imposte sul reddito si è attestato a 7.344 milioni, in aumento dell'11,5% rispetto al dato del 2021.

Imposte sul reddito

Le imposte su base corrente e differita sono state pari a 2.059 milioni (che includono un beneficio di 320 milioni derivante dall'iscrizione di imposte differite attive relative a perdite fiscali pregresse dell'ex UBI Banca), corrispondenti ad un tax rate del 28%, più alto rispetto a quello del 2021 (24,4%), che aveva beneficiato del riallineamento dei valori fiscali di attività immateriali.

Oneri di integrazione e di incentivazione all'esodo (al netto delle imposte)

La voce è scesa a 140 milioni dai 439 milioni registrati nell'esercizio 2021, che includevano 210 milioni riferiti ad uscite incentivate ex accordo del 16 novembre 2021, anche in relazione al rilascio nel 2022 dell'effetto di attualizzazione dei fondi relativi agli oneri di integrazione e incentivazione all'esodo del personale a fronte del rialzo della curva dei tassi di riferimento.

Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte)

La voce comprende gli importi riconducibili alle rivalutazioni di crediti, debiti, immobili e all'iscrizione di nuove attività immateriali attuate, in applicazione del principio contabile IFRS 3, in sede di rilevazione delle operazioni di acquisizione di partecipazioni e/o aggregati patrimoniali. Tale voce nel 2022 ha registrato oneri pari a 211 milioni, che si confrontano con 39 milioni di oneri contabilizzati nel precedente esercizio.

Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte)

La voce include i tributi imposti da disposizioni legislative e/o finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario e di conseguenza al di fuori del governo aziendale. Nell'esercizio 2022 tali oneri sono ammontati a 576 milioni e si raffrontano con i 512 milioni del 2021.

I tributi contabilizzati nel periodo in esame sono così ripartiti: 254 milioni riferibili ai fondi di risoluzione, 289 milioni ai fondi di garanzia dei depositi, 19 milioni riconducibili ai tributi contabilizzati dalle banche estere, 10 milioni al Fondo Atlante e 4 milioni allo Schema volontario per il Fondo di tutela dei depositi.

Utile (perdita) del periodo di pertinenza di terzi

Nel 2022 la voce evidenzia con segno negativo 4 milioni di utili netti di competenza di terzi inerenti società dell'area di consolidamento integrale, che si raffrontano con 194 milioni di segno positivo relativi a perdite nette di società del comparto assicurativo per l'esercizio 2021.

Risultato netto

Nonostante i repentini cambiamenti di scenario il Gruppo Intesa Sanpaolo chiude l'esercizio 2022 con un utile netto di 4.354 milioni, a conferma di un modello di business diversificato e resiliente. Escludendo le rettifiche di valore per gli eventi riguardanti Russia e Ucraina, il risultato netto si attesterebbe a 5,5 miliardi, con un incremento annuale che passerebbe dal 4% al 31% circa, grazie ad un buon andamento dei ricavi, trainati dalla componente interessi, e ad un'accurata gestione dei costi operativi.

Gli aggregati patrimoniali

Aspetti generali

Per consentire una valutazione più immediata delle consistenze patrimoniali del Gruppo, viene predisposto uno Stato patrimoniale sintetico riclassificato. Lo schema presenta, oltre agli importi relativi al periodo di riferimento, anche i corrispondenti dati di raffronto. Per consentire un confronto omogeneo, i dati riferiti ai periodi precedenti sono normalmente riesposti, ove necessario e se materiali, anche per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

Rispetto a fine 2021 si segnala la riesposizione – già effettuata in corso d'anno per i quattro trimestri 2021 e per il primo trimestre 2022 – conseguente all'ingresso nel perimetro di consolidamento della banca private lussemburghese Compagnie de Banque Privée Quilvest (Gruppo Fideuram), avvenuto a fine giugno 202244 .

Con riferimento invece allo specifico ramo di attività dedicato alla progettazione ed erogazione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo conferito in via propedeutica da Intesa Sanpaolo a Intesa Sanpaolo Formazione nell'ambito dell'operazione finalizzata alla cessione di quest'ultima – operazioni entrambe perfezionate a fine giugno 2022 – si evidenzia che non è stata effettuata alcuna riesposizione dei dati patrimoniali del ramo ceduto in relazione alla contenuta materialità degli stessi e alla conseguente mancata rilevanza ai fini della comparabilità.

In continuità con il Bilancio 2021, i dati patrimoniali trimestrali del 2021 sono stati inoltre oggetto di riesposizione per:

  • − includere linea per linea le consistenze patrimoniali di Reyl & Cie S.A., RB Participations S.A. e Asteria Investment Managers S.A. (Gruppo Reyl), entrate nell'area di consolidamento nel secondo trimestre 2021 a seguito dell'acquisizione da parte di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking del controllo di RB Participations S.A. e di Reyl & Cie S.A. che a sua volta possiede il controllo di Asteria Investment Managers S.A.;
  • − includere linea per linea le consistenze patrimoniali delle società assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas45, consolidate a partire dal secondo trimestre 2021.

Per quanto riguarda in particolare l'acquisizione del Gruppo UBI Banca e le correlate operazioni societarie, al fine di poter disporre di dati trimestrali immediatamente confrontabili, già nel 2021 si era proceduto all'esclusione linea per linea delle consistenze patrimoniali relative agli sportelli UBI e ISP ceduti nel primo e nel secondo trimestre 2021; tali valori nello Stato patrimoniale riclassificato erano stati convenzionalmente appostati nella voce Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione. La riesposizione è avvenuta sulla base di risultanze contabili.

Con riferimento invece alle società assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, oggetto di riesposizione come sopra indicato, non si è ritenuto necessario "rideterminare" i dati patrimoniali per escludere - sulla base di risultanze gestionali - le consistenze (investimenti e riserve tecniche) connesse alla produzione riferibile alla clientela delle filiali cedute a terzi, così come avvenuto per il conto economico, in relazione alla contenuta materialità e alla conseguente mancata rilevanza ai fini della comparabilità.

In conseguenza di quanto sopra, dal momento che le riesposizioni dei dati patrimoniali sono state effettuate – come normalmente avviene – sulla base di risultanze contabili, non sono stati predisposti schemi riclassificati "rideterminati" con riferimento ai dati patrimoniali.

Rispetto allo schema previsto dalla Circolare n. 262/2005 della Banca d'Italia, vengono poi effettuate alcune aggregazioni e riclassificazioni. I dettagli analitici delle riesposizioni, delle aggregazioni e delle riclassificazioni sono forniti, con distinti prospetti, tra gli allegati al bilancio, in aderenza anche a quanto richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006.

Le aggregazioni e riclassificazioni di voci effettuate nello Stato patrimoniale riclassificato riguardano:

  • − l'evidenza separata delle attività finanziarie che costituiscono Finanziamenti verso banche e Finanziamenti verso clientela, indipendentemente dai rispettivi portafogli contabili di allocazione;
  • − l'evidenza separata delle attività finanziarie che non costituiscono finanziamenti, distinte tra attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, attività finanziarie valutate al fair value con impatto al conto economico e attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, al netto di quanto riclassificato nelle voci Finanziamenti verso banche e Finanziamenti verso clientela;
  • − l'evidenza separata delle attività e passività finanziarie del comparto assicurativo, valutate ai sensi dello IAS 39 in relazione all'applicazione del Deferral approach da parte delle società assicurative del Gruppo;
  • − l'aggregazione in unica voce delle Attività materiali ed immateriali, con articolazione nelle sottovoci Attività di proprietà e Diritti d'uso acquisiti con il leasing;
  • − l'inclusione del valore dei Derivati di copertura e dell'Adeguamento di valore delle attività/passività finanziarie oggetto di copertura generica tra le Altre voci dell'attivo/Altre voci del passivo;
  • − l'inclusione delle riserve tecniche a carico dei riassicuratori nelle Altre voci dell'attivo;
  • − l'evidenza separata dei Debiti verso banche al costo ammortizzato;

44 Dal momento che l'ingresso nel perimetro di consolidamento è avvenuto a fine giugno 2022, in assenza di contributo alle grandezze economiche del Gruppo, nella Relazione semestrale il consolidamento – e quindi la riesposizione – aveva riguardato i soli dati patrimoniali. Di conseguenza, al 31 dicembre 2022 i dati economici risultano riesposti per l'intero 2021 e per i primi due trimestri del 2022, mentre i dati patrimoniali sono stati oggetto di riesposizione con riferimento all'intero 2021 e al solo primo trimestre del 2022.

45 Assicurazioni Vita (già Aviva Vita) e Lombarda Vita sono state incorporate in Intesa Sanpaolo Vita il 31 dicembre 2021. Cargeas Assicurazioni è stata incorporata in Intesa Sanpaolo Assicura, controllata totale di Intesa Sanpaolo Vita, il 1° ottobre 2022.

  • − l'aggregazione in un'unica voce dell'ammontare dei Debiti verso clientela al costo ammortizzato e dei Titoli in circolazione;
  • − il raggruppamento in unica voce (Fondi per rischi e oneri) dei fondi aventi destinazione specifica (Trattamento di fine rapporto, Fondi per rischi ed oneri, Fondi per impegni e garanzie finanziarie rilasciate);
  • − la riclassificazione dei Debiti per leasing in specifica sottovoce nell'ambito delle Altre voci del passivo;
  • − l'indicazione delle Riserve in modo aggregato, e al netto delle eventuali azioni proprie.

Infine, come già avvenuto a dicembre 2021, si ricorda quanto segue:

  • − in relazione al pagamento dell'acconto dividendi 2021 da parte della Capogruppo, nello schema di Stato patrimoniale riclassificato si è proceduto all'aggiunta, nell'ambito delle voci del patrimonio netto, di una specifica voce, in coerenza con il corrispondente prospetto contabile;
  • − in seguito all'aggiornamento della Circolare 262 di Banca d'Italia, che ha previsto la rilevazione, nella voce "Cassa e disponibilità liquide" del prospetto contabile, di tutti i crediti "a vista", nelle forme tecniche di conti correnti e depositi, verso le banche e le Banche Centrali (ad eccezione della riserva obbligatoria), si è coerentemente provveduto all'apertura, nello Stato patrimoniale riclassificato, della specifica voce Cassa e disponibilità liquide in precedenza ricompresa nelle Altre voci dell'attivo.

Stato patrimoniale riclassificato

Attività 31.12.2022 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
assolute %
Cassa e disponibilità liquide 112.924 15.693 97.231
Finanziamenti verso banche 31.273 162.139 -130.866 -80,7
Finanziamenti verso clientela 446.854 465.871 -19.017 -4,1
Crediti verso clientela valutati al costo ammortizzato 444.244 464.075 -19.831 -4,3
Crediti verso clientela valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva
e con impatto sul conto economico
2.610 1.796 814 45,3
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti 52.690 43.325 9.365 21,6
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 46.546 51.638 -5.092 -9,9
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 48.008 67.058 -19.050 -28,4
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value
ai sensi dello IAS 39
172.725 206.800 -34.075 -16,5
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate
al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39
80 85 -5 -5,9
Partecipazioni 2.013 1.652 361 21,9
Attività materiali e immateriali 20.335 20.141 194 1,0
Attività di proprietà 18.841 18.616 225 1,2
Diritti d'uso acquisiti con il leasing 1.494 1.525 -31 -2,0
Attività fiscali 18.273 18.808 -535 -2,8
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 638 1.422 -784 -55,1
Altre voci dell'attivo 23.324 16.184 7.140 44,1
Totale attività 975.683 1.070.816 -95.133 -8,9
Passività 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
Debiti verso banche al costo ammortizzato 137.476 165.262 -27.786 -16,8
Debiti verso clientela al costo ammortizzato e titoli in circolazione 528.795 545.101 -16.306 -3,0
Passività finanziarie di negoziazione 46.512 56.308 -9.796 -17,4
Passività finanziarie designate al fair value 8.795 3.674 5.121
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate
al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39
2.544 2.139 405 18,9
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione
valutate al fair value ai sensi dello IAS 39
71.744 84.770 -13.026 -15,4
Passività fiscali 2.306 2.292 14 0,6
Passività associate ad attività in via di dismissione 15 30 -15 -50,0
Altre voci del passivo 9.696 21.974 -12.278 -55,9
di cui debiti per leasing 1.321 1.398 -77 -5,5
Riserve tecniche 100.117 118.296 -18.179 -15,4
Fondi per rischi e oneri 5.862 6.816 -954 -14,0
di cui fondi per impegni e garanzie finanziarie rilasciate 711 508 203 40,0
Capitale 10.369 10.084 285 2,8
Riserve 43.756 44.856 -1.100 -2,5
Riserve da valutazione -1.939 -709 1.230
Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione -696 476 -1.172
Acconti su dividendi -1.400 -1.399 1 0,1
Strumenti di capitale 7.211 6.282 929 14,8
Patrimonio di pertinenza di terzi 166 379 -213 -56,2
Risultato netto 4.354 4.185 169 4,0
Totale passività e patrimonio netto 975.683 1.070.816 -95.133 -8,9

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

Evoluzione trimestrale dei dati patrimoniali riclassificati

(milioni di euro)
Attività 2022 2021
31/12 30/9 30/6 31/3 31/12 30/9 30/6 31/3
Cassa e disponibilità liquide 112.924 118.368 18.370 18.666 15.693 16.250 15.623 14.652
Finanziamenti verso banche 31.273 39.734 138.555 158.521 162.139 164.909 148.223 128.207
Finanziamenti verso clientela 446.854 473.746 471.649 468.995 465.871 463.917 463.904 465.231
Crediti verso clientela valutati al costo ammortizzato 444.244 470.866 469.338 466.416 464.075 461.525 461.955 463.699
Crediti verso clientela valutati al fair value con impatto
sulla redditività complessiva e con impatto sul conto
economico
2.610 2.880 2.311 2.579 1.796 2.392 1.949 1.532
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che
non costituiscono finanziamenti
52.690 49.056 49.850 56.111 43.325 41.286 42.615 44.857
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a
conto economico
46.546 51.671 51.943 52.875 51.638 59.926 59.827 55.458
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
48.008 52.209 59.213 65.016 67.058 63.806 66.660 61.039
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di
assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39
172.725 173.252 180.637 196.949 206.800 205.631 206.138 206.388
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di
assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi
dello IAS 39
80 80 80 81 85 82 80 79
Partecipazioni 2.013 1.990 1.902 1.633 1.652 1.738 1.707 1.708
Attività materiali e immateriali 20.335 19.947 19.965 19.891 20.141 19.415 19.459 18.916
Attività di proprietà 18.841 18.401 18.389 18.345 18.616 17.803 17.819 17.161
Diritti d'uso acquisiti con il leasing 1.494 1.546 1.576 1.546 1.525 1.612 1.640 1.755
Attività fiscali
Attività non correnti e gruppi di attività in via di
18.273 19.391 18.745 18.610 18.808 18.805 19.014 19.582
dismissione 638 1.123 1.303 1.556 1.422 3.181 1.566 3.173
Altre voci dell'attivo 23.324 22.438 20.103 16.461 16.184 14.482 14.675 14.514
Totale attività 975.683 1.023.005 1.032.315 1.075.365 1.070.816 1.073.428 1.059.491 1.033.804
Passività 2022 2021
31/12 30/9 30/6 31/3 31/12 30/9 30/6 31/3
Debiti verso banche al costo ammortizzato 137.476 158.971 152.413 180.234 165.262 179.552 164.875 151.787
Debiti verso clientela al costo ammortizzato e titoli in
circolazione
528.795 536.726 536.958 539.278 545.101 525.546 520.960 513.930
Passività finanziarie di negoziazione 46.512 53.856 55.227 58.729 56.308 57.535 57.336 53.547
Passività finanziarie designate al fair value 8.795 6.501 4.753 3.848 3.674 3.266 3.361 3.116
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di
assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi
dello IAS 39
2.544 2.244 2.297 2.280 2.139 2.563 2.518 2.414
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di
assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 71.744 72.812 74.454 80.086 84.770 83.093 83.010 82.040
Passività fiscali 2.306 3.581 2.806 2.296 2.292 2.627 2.497 3.310
Passività associate ad attività in via di dismissione 15 89 92 37 30 1.404 78 3.585
Altre voci del passivo 9.696 20.020 28.532 23.553 21.974 24.984 31.700 26.301
di cui debiti per leasing 1.321 1.368 1.417 1.389 1.398 1.523 1.574 1.713
Riserve tecniche 100.117 99.751 104.809 113.471 118.296 118.616 119.475 119.943
Fondi per rischi e oneri 5.862 5.525 5.709 6.481 6.816 6.873 7.042 7.437
di cui fondi per impegni e garanzie finanziarie
rilasciate
711 563 561 562 508 534 548 576
Capitale 10.369 10.369 10.369 10.084 10.084 10.084 10.084 10.084
Riserve 43.756 44.509 46.216 48.995 44.856 46.508 46.671 47.529
Riserve da valutazione -1.939 -1.898 -1.603 -1.320 -709 -569 -476 -738
Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di
assicurazione -696 -762 -523 120 476 677 661 777
Acconti su dividendi -1.400 - - -1.399 -1.399 - - -
Strumenti di capitale 7.211 7.203 7.204 7.220 6.282 6.279 6.269 6.202
Patrimonio di pertinenza di terzi 166 224 248 348 379 384 407 1.024
Risultato netto 4.354 3.284 2.354 1.024 4.185 4.006 3.023 1.516
Totale passività e patrimonio netto 975.683 1.023.005 1.032.315 1.075.365 1.070.816 1.073.428 1.059.491 1.033.804

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

OPERATIVITA' BANCARIA

Finanziamenti verso clientela

Finanziamenti verso clientela: composizione

Voci 31.12.2022 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
incidenza
%
incidenza
%
assolute %
Conti correnti 22.970 5,1 21.768 4,7 1.202 5,5
Mutui 242.299 54,3 250.941 53,9 -8.642 -3,4
Anticipazioni e finanziamenti 154.477 34,6 161.449 34,6 -6.972 -4,3
Crediti da attività commerciale 419.746 94,0 434.158 93,2 -14.412 -3,3
Operazioni pronti c/termine 15.366 3,4 17.621 3,8 -2.255 -12,8
Crediti rappresentati da titoli 6.246 1,4 7.015 1,5 -769 -11,0
Crediti deteriorati 5.496 1,2 7.077 1,5 -1.581 -22,3
Finanziamenti verso clientela 446.854 100,0 465.871 100,0 -19.017 -4,1

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

Al 31 dicembre i finanziamenti verso clientela del Gruppo si sono approssimati a 447 miliardi, registrando una flessione (-4,1%) da inizio anno, da porre in relazione alle azioni mirate a calmierare gli RWA del Gruppo, in coerenza con le linee guida EBA applicabili a partire dal 1° gennaio 2023. Tali azioni si sono tradotte nel contenimento del credito su posizioni corporate EVA negative o che comunque non risultavano più giustificate a fronte del capitale assorbito, e nella cessione di crediti in bonis del comparto leasing, con l'obiettivo di perseguire la creazione e distribuzione di valore per gli azionisti.

Nel dettaglio la dinamica riflessiva degli impieghi a clientela nell'esercizio è stata determinata dai crediti da attività commerciale (-3,3%, pari a -14,4 miliardi), in particolare dalla riduzione dei mutui (-3,4%, pari a -8,6 miliardi) e delle anticipazioni e finanziamenti (-4,3%, pari a -7 miliardi) solo in parte contrastata dall'andamento dei conti correnti (+5,5%, pari a +1,2 miliardi). Sono, inoltre, risultate in significativa contrazione le operazioni in pronti contro termine (-12,8%, pari a -2,3 miliardi) e i crediti deteriorati (-22,3%, pari a -1,6 miliardi). Questi ultimi si sono attestati a 5,5 miliardi, valore ridimensionato da inizio anno per effetto delle iniziative di de-risking realizzate in corso d'anno46. Infine, i crediti rappresentati da titoli hanno mostrato un calo dell'11% (-0,8 miliardi).

Nel comparto domestico dei prestiti a medio/lungo termine, le erogazioni del 2022 destinate alle famiglie (comprensive della clientela small business, avente esigenze assimilabili alle famiglie produttrici) sono state pari a 22 miliardi e quelle destinate alle imprese del perimetro Banca dei Territori (inclusive delle aziende con fatturato fino a 350 milioni) sono ammontate a 16,1 miliardi. I finanziamenti in capo al nuovo comparto agribusiness si sono attestati a 2,1 miliardi. Le erogazioni a medio/lungo termine alla clientela della Divisione IMI Corporate & Investment Banking, esclusa la parte estero, sono state pari a 17,4 miliardi. Complessivamente le erogazioni sul perimetro Italia, inclusive dei finanziamenti al terzo settore, delle erogazioni tramite reti terze e dell'ex UBI Leasing e Prestitalia, hanno raggiunto i 58,4 miliardi; comprendendo anche l'operatività estera del Gruppo, le erogazioni a medio/lungo termine hanno totalizzato 81,4 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 la quota di mercato detenuta dal Gruppo Intesa Sanpaolo sul territorio nazionale si è attestata al 19% per gli impieghi totali a clientela.

46 Per i relativi dettagli, si rimanda all'informativa riportata nel capitolo iniziale della presente Relazione.

(milioni di euro)
31.12.2022
31.12.2021
Variazioni
assolute %
Banca dei Territori 247.522 250.592 -3.070 -1,2
IMI Corporate & Investment Banking 132.927 152.543 -19.616 -12,9
International Subsidiary Banks 40.212 38.970 1.242 3,2
Private Banking 15.104 14.450 654 4,5
Asset Management 282 783 -501 -64,0
Insurance - - - -
Totale aree di business 436.047 457.338 -21.291 -4,7
Centro di governo 10.807 8.533 2.274 26,6
Gruppo Intesa Sanpaolo 446.854 465.871 -19.017 -4,1

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione.

Nell'analisi per settori di attività la Banca dei Territori, che rappresenta il 57% circa dell'aggregato riconducibile alle realtà operative del Gruppo, ha registrato un calo da inizio anno (-1,2%, pari a -3,1 miliardi), prevalentemente riconducibile all'andamento degli impieghi a medio/lungo termine nei confronti delle imprese. La Divisione IMI Corporate & Investment Banking, in coerenza con gli obiettivi di contenimento degli RWA, ha mostrato una contrazione (-12,9%, pari a -19,6 miliardi), principalmente ascrivibile alla minore attività nei confronti di clientela global corporate e nel comparto del global markets, nonché alla riduzione dei finanziamenti per operazioni di finanza strutturata e nei confronti di clientela internazionale. Gli impieghi della Divisione International Subsidiary Banks sono risultati in incremento (+3,2%, pari a +1,2 miliardi), segnatamente per il maggior apporto delle controllate operanti in Slovacchia, Serbia e Croazia. Quanto alle altre Divisioni operative, i cui stock sono di entità relativamente modesta in relazione alle specifiche operatività, i crediti della Divisione Private Banking sono aumentati (+4,5%), mentre quelli della Divisione Asset Management hanno subito un forte

ridimensionamento (-64%).

I finanziamenti sugli asset centrali del Centro di Governo hanno presentato un significativo rialzo (+26,6%) correlato all'operatività in pronti contro termine attivi verso controparti centrali.

Finanziamenti verso clientela: qualità del credito

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021 Variazione
Esposizione
netta
Incidenza
%
Esposizione
netta
Incidenza
%
Esposizione
netta
Sofferenze 1.131 0,2 2.130 0,5 -999
Inadempienze probabili 3.952 0,9 4.325 0,9 -373
Crediti Scaduti / Sconfinanti 413 0,1 622 0,1 -209
Crediti Deteriorati 5.496 1,2 7.077 1,5 -1.581
Crediti deteriorati in Stage 3 (soggetti a impairment) 5.463 1,2 7.038 1,5 -1.575
Crediti deteriorati valutati al fair value con
contropartita il conto economico
33 - 39 - -6
Crediti in bonis 435.026 97,4 451.760 97,0 -16.734
Stage 2 43.865 9,8 54.389 11,7 -10.524
Stage 1 390.278 87,4 396.372 85,1 -6.094
Crediti in bonis valutati al fair value con contropartita
il conto economico
883 0,2 999 0,2 -116
Crediti in bonis rappresentati da titoli 6.246 1,4 7.015 1,5 -769
Stage 2 815 0,2 865 0,2 -50
Stage 1 5.431 1,2 6.150 1,3 -719
Crediti detenuti per la negoziazione 86 - 19 - 67
Totale finanziamenti verso clientela 446.854 100,0 465.871 100,0 -19.017
di cui forborne performing 6.920 8.103 -1.183
di cui forborne non performing 2.063 2.644 -581
Finanziamenti verso clientela classificati tra le
attività in via di dismissione (*)
368 1.206 -838

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

(*) Al 31 dicembre 2022 la voce si riferisce a 358 milioni di crediti deteriorati e a 10 milioni di crediti in bonis oggetto di cessione. Al 31 dicembre 2021 l'importo era interamente riferito a crediti deteriorati oggetto di cessione che includevano anche esposizioni single name.

Beneficiando delle inziative di de-risking realizzate, al 31 dicembre 2022 i crediti deteriorati netti del Gruppo si sono attestati a 5,5 miliardi, valore che rappresenta un nuovo minimo storico. La riduzione da inizio anno (-22,3%) conferma l'andamento virtuoso già rilevato nel corso dei precedenti esercizi. Si registra un'incidenza delle attività deteriorate sul totale dei crediti netti verso clientela dell'1,2% (1% in base alla definizione EBA), valore contenuto e in ulteriore miglioramento rispetto a dicembre 2021 (1,5%, 1,2% in base alla definizione EBA), con una copertura dei crediti deteriorati pari al 48,4%.

In particolare, a fine dicembre 2022 i finanziamenti classificati in sofferenza, al netto delle rettifiche di valore contabilizzate, si sono attestati a 1,1 miliardi (-46,9% da inizio anno), con un'incidenza sul totale dei crediti netti pari allo 0,2%; alla stessa data il livello di copertura si è attestato al 69,2%. Le inadempienze probabili, pari a 4 miliardi sono diminuite dell'8,6%, con un'incidenza sul totale degli impieghi netti a clientela pari allo 0,9% e un livello di copertura del 38,5%. I crediti scaduti e sconfinanti sono ammontati a 413 milioni (-33,6% da dicembre 2021), con una copertura pari al 25,2%. Le esposizioni forborne, generate da concessioni verso debitori in difficoltà nel far fronte ai propri impegni finanziari, nell'ambito delle attività deteriorate, si sono attestate a 2,1 miliardi, con una copertura del 40,7%; le esposizioni forborne presenti nei finanziamenti in bonis sono ammontate a 6,9 miliardi.

La copertura dei crediti in bonis si è attestata allo 0,59% (0,54% il dato di dicembre 2021) anche in relazione agli accantonamenti, effettuati nel 2022, a fronte del conflitto Russo-Ucraino per 1,3 miliardi (sul tema si veda quanto riportato nel capitolo iniziale della presente Relazione).

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021 Variazione
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Esposizione
netta
Sofferenze 3.667 -2.536 1.131 7.194 -5.064 2.130 -999
Inadempienze probabili 6.423 -2.471 3.952 7.281 -2.956 4.325 -373
Crediti Scaduti / Sconfinanti 552 -139 413 774 -152 622 -209
Crediti Deteriorati
Crediti deteriorati in Stage 3 (soggetti a
10.642 -5.146 5.496 15.249 -8.172 7.077 -1.581
impairment) 10.597 -5.134 5.463 15.202 -8.164 7.038 -1.575
Crediti deteriorati valutati al fair value con
contropartita il conto economico
45 -12 33 47 -8 39 -6
Crediti in bonis 437.616 -2.590 435.026 454.213 -2.453 451.760 -16.734
Stage 2 45.801 -1.936 43.865 56.129 -1.740 54.389 -10.524
Stage 1 390.932 -654 390.278 397.085 -713 396.372 -6.094
Crediti in bonis valutati al fair value con
contropartita il conto economico
883 - 883 999 - 999 -116
Crediti in bonis rappresentati da titoli 6.274 -28 6.246 7.039 -24 7.015 -769
Stage 2 838 -23 815 882 -17 865 -50
Stage 1 5.436 -5 5.431 6.157 -7 6.150 -719
Crediti detenuti per la negoziazione 86 - 86 19 - 19 67
Totale finanziamenti verso clientela 454.618 -7.764 446.854 476.520 -10.649 465.871 -19.017
di cui forborne performing 7.473 -553 6.920 8.616 -513 8.103 -1.183
di cui forborne non performing 3.480 -1.417 2.063 4.568 -1.924 2.644 -581
Finanziamenti verso clientela classificati tra le
attività in via di dismissione (*)
754 -386 368 4.504 -3.298 1.206 -838

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

(*) Al 31 dicembre 2022 la voce si riferisce a crediti deteriorati e, in misura residuale (10 milioni), a crediti in bonis oggetto di cessione. Al 31 dicembre 2021 l'importo era interamente riferito a crediti deteriorati oggetto di cessione fra i quali erano incluse anche esposizioni single name.

Al 31 dicembre 2022 i crediti deteriorati lordi del Gruppo totalizzavano 10,6 miliardi, evidenziando una diminuzione di 4,6 miliardi (-30,2%) nei dodici mesi. La loro incidenza sul totale si presentava pertanto diminuita al 2,3%, dal 3,2% di fine 2021 (rispettivamente 1,9% e 2,4% se espresse in coerenza con le definizioni EBA).

L'evoluzione riflette principalmente la dismissione dei portafogli destinati alla cessione che in sede di Bilancio 2021 non erano stati riclassificati ai sensi dell'IFRS 5 ma erano stati contabilizzati sulla base di quanto previsto dal principio IFRS 9, ossia fattorizzando uno scenario probabilistico di vendita secondo prezzi di mercato (per la relativa descrizione si rimanda al capitolo iniziale della presente Relazione).

Il processo di riduzione dei crediti deteriorati continua a beneficiare di flussi in entrata da crediti in bonis che si mantengono su livelli contenuti.

Il 2022 ha registrato ingressi lordi per complessivi 3,8 miliardi, dei quali 1,1 miliardi nel quarto trimestre. Gli ingressi lordi relativi ad esposizioni verso Russia e Ucraina sono stati complessivamente 0,5 miliardi, dei quali 0,2 miliardi nel terzo trimestre e 0,3 miliardi nel secondo. Nel 2021 il flusso in entrata lordo era risultato pari a 3,5 miliardi.

In termini netti, al netto cioè delle uscite verso crediti in bonis, il flusso in entrata è stato di 2,8 miliardi – inclusivi dei sopra citati 0,5 miliardi riferiti ad esposizioni verso Russia e Ucraina47 – per 0,8 miliardi di pertinenza del quarto trimestre. Nel 2021 il flusso netto in entrata da crediti in bonis aveva totalizzato 2,5 miliardi.

Dalla tabella emerge come la diminuzione dei crediti deteriorati lordi sia stata determinata dalle sofferenze per 3,5 miliardi (-49%), dalle inadempienze probabili per 0,9 miliardi (-11,8%) e dalle posizioni scadute/sconfinanti per 0,2 miliardi (-28,7%).

A fine 2022 i crediti classificati fra le attività in via di dismissione, per la quasi totalità deteriorati, ammontavano a 754 milioni lordi e a 368 milioni netti. Tutti i portafogli di NPL che al 31 dicembre 2021 risultavano classificati fra le attività in via di dismissione ai sensi dell'IFRS 5 (4,5 miliardi lordi, 1,2 miliardi netti) sono stati ceduti.

47 0,2 miliardi al netto delle rettifiche di valore.

(milioni di euro)
Tipologia di strumenti finanziari Attività finanziarie valutate
al fair value con impatto a
conto economico
Attività finanziarie valutate
al fair value
con impatto sulla
redditività complessiva
Titoli valutati al costo
ammortizzato che non
costituiscono
finanziamenti
TOTALE
attività
finanziarie
Passività finanziarie
di negoziazione
(*)
Titoli di debito emessi da Governi
31.12.2022 7.511 33.959 29.523 70.993 X
31.12.2021 20.361 49.575 24.845 94.781 X
Variazione assoluta -12.850 -15.616 4.678 -23.788 X
Variazione % -63,1 -31,5 18,8 -25,1 X
Altri titoli di debito
31.12.2022 3.075 12.701 23.167 38.943 X
31.12.2021 3.020 14.210 18.480 35.710 X
Variazione assoluta 55 -1.509 4.687 3.233 X
Variazione % 1,8 -10,6 25,4 9,1 X
Titoli di capitale
31.12.2022 1.352 1.348 X 2.700 X
31.12.2021 1.192 3.273 X 4.465 X
Variazione assoluta 160 -1.925 X -1.765 X
Variazione % 13,4 -58,8 X -39,5 X
Quote OICR
31.12.2022 3.739 X X 3.739 X
31.12.2021 3.943 X X 3.943 X
Variazione assoluta -204 X X -204 X
Variazione % -5,2 X X -5,2 X
Debiti verso banche e verso clientela
31.12.2022 X X X X -7.241
31.12.2021 X X X X -22.262
Variazione assoluta X X X X -15.021
Variazione % X X X X -67,5
Derivati finanziari
31.12.2022 29.933 X X 29.933 -30.540
31.12.2021 20.897 X X 20.897 -23.241
Variazione assoluta
Variazione %
9.036
43,2
X
X
X
X
9.036
43,2
7.299
31,4
Derivati creditizi
31.12.2022 936 X X 936 -935
31.12.2021 2.225 X X 2.225 -2.332
Variazione assoluta -1.289 X X -1.289 -1.397
Variazione % -57,9 X X -57,9 -59,9
TOTALE 31.12.2022 46.546 48.008 52.690 147.244 -38.716
TOTALE 31.12.2021 51.638 67.058 43.325 162.021 -47.835
Variazione assoluta -5.092 -19.050 9.365 -14.777 -9.119
Variazione % -9,9 -28,4 21,6 -9,1 -19,1

Altre attività e passività finanziarie dell'operatività bancaria: composizione

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

(*) L'importo della voce non comprende i "certificates" che sono inclusi nella tabella della raccolta diretta bancaria.

La tabella sopra riportata evidenzia la composizione delle Altre attività e passività finanziarie, escluse le compagnie assicurative. Le passività finanziarie di negoziazione non comprendono i "certificates", in quanto ricompresi negli aggregati della raccolta diretta bancaria.

Le Altre attività finanziarie del Gruppo Intesa Sanpaolo, escluse quelle delle compagnie assicurative, si sono attestate a 147,2 miliardi, in diminuzione di 14,8 miliardi da inizio anno (-9,1%). Anche le passività finanziarie di negoziazione, pari a 38,7 miliardi, si sono mosse in tale direzione mostrando un calo del 19,1%.

L'andamento del totale attività finanziarie è ascrivibile principalmente alla riduzione dei titoli di debito governativi (-23,8 miliardi) classificati tra le attività valutate al fair value con impatto a conto economico e sulla redditività complessiva, a cui si associa anche la riduzione degli scoperti tecnici su titoli di circa 15 miliardi, in parte compensata dall'incremento dei derivati finanziari (+9 miliardi) e degli altri titoli di debito (+3,2 miliardi). La dinamica in miglioramento delle passività finanziarie di negoziazione è principalmente riconducibile ai debiti verso banche e verso clientela (-15 miliardi) solo in parte contrastata dai derivati finanziari (+7,3 miliardi).

Le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico si sono approssimate a 46,5 miliardi, in diminuzione di 5,1 miliardi (-9,9%) per effetto essenzialmente dei titoli di debito emessi da governi (-12,9 miliardi) in parte controbilanciati dai derivati finanziari (+9 miliardi).

I titoli valutati al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti sono stati pari a 52,7 miliardi, segnando un rialzo netto (+21,6%), interamente determinato dai titoli di debito per effetto, da una parte, della costituzione di un portafoglio di titoli governativi a limitato rischio di credito da parte della Tesoreria della Capogruppo e, dall'altro, di alcune dismissioni nell'ambito di una ricomposizione del portafoglio verso titoli di maggiore liquidabilità emessi da controparti caratterizzate da standing creditizio più elevato. I titoli di debito HTC risultano prevalentemente classificati a Stage 1 (94%).

Per contro le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva si sono attestate a 48 miliardi, con una riduzione del 28,4% da inizio anno imputabile sia ai titoli di debito emessi da governi sia, in misura minore, ai titoli di capitale e agli altri titoli di debito. I titoli di debito HTCS risultano quasi interamente classificati a Stage 1 (99,6%).

Titoli di debito: stage allocation

(milioni di euro)
Titoli di debito: stage allocation Attività finanziarie
valutate al fair value
con impatto sulla
redditività complessiva
Titoli valutati al costo
ammortizzato che
non costituiscono
finanziamenti
TOTALE
Stage 1
31.12.2022 46.475 49.502 95.977
31.12.2021 63.584 39.467 103.051
Variazione assoluta -17.109 10.035 -7.074
Variazione % -26,9 25,4 -6,9
Stage 2
31.12.2022 185 3.180 3.365
31.12.2021 201 3.844 4.045
Variazione assoluta -16 -664 -680
Variazione % -8,0 -17,3 -16,8
Stage 3
31.12.2022 - 8 8
31.12.2021 - 14 14
Variazione assoluta - -6 -6
Variazione % - -42,9 -42,9
TOTALE 31.12.2022 46.660 52.690 99.350
TOTALE 31.12.2021 63.785 43.325 107.110
Variazione assoluta -17.125 9.365 -7.760
Variazione % -26,8 21,6 -7,2

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

Attività finanziarie della clientela

Voci 31.12.2022 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
incidenza
%
incidenza
%
assolute %
Raccolta diretta bancaria 545.386 44,6 557.248 43,4 -11.862 -2,1
Raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche 173.597 14,2 204.479 15,9 -30.882 -15,1
Raccolta indiretta 674.705 55,2 725.137 56,5 -50.432 -7,0
Elisioni (a) -171.682 -14,0 -202.963 -15,8 -31.281 -15,4
Attività finanziarie della clientela 1.222.006 100,0 1.283.901 100,0 -61.895 -4,8

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

(a) Le elisioni si riferiscono a componenti della raccolta indiretta che costituiscono anche forme di raccolta diretta (passività finanziarie del comparto assicurativo valutate al fair value e riserve tecniche).

Al 31 dicembre 2022 le attività finanziarie della clientela, al netto delle elisioni, si sono cifrate a 1.222 miliardi, registrando un calo da inizio anno (-4,8%, pari a -61,9 miliardi) determinato sia dalla raccolta indiretta (-7%, pari a -50,4 miliardi) sia dalla raccolta diretta assicurativa e bancaria (-5,6%, pari a -42,8 miliardi).

Raccolta diretta bancaria

La tabella che segue include i debiti verso clientela, i titoli in circolazione, compresi quelli valutati al fair value, nonché i certificates, che rappresentano una forma di raccolta alternativa a quella obbligazionaria.

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
incidenza
%
incidenza
%
assolute %
Conti correnti e depositi 432.976 79,4 444.203 79,7 -11.227 -2,5
Operazioni pronti c/termine e prestito titoli 1.284 0,2 2.691 0,5 -1.407 -52,3
Obbligazioni 52.364 9,6 62.452 11,2 -10.088 -16,2
Certificati di deposito 2.094 0,4 2.931 0,5 -837 -28,6
Passività subordinate 12.474 2,3 12.599 2,3 -125 -1,0
Altra raccolta 44.194 8,1 32.372 5,8 11.822 36,5
di cui: valutata al fair value (*) 16.591 3,0 12.147 2,2 4.444 36,6
Raccolta diretta bancaria 545.386 100,0 557.248 100,0 -11.862 -2,1

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

(*) Valori riferiti a Certificati di investimento (certificates) ed altre forme di raccolta inclusi nello schema di Stato patrimoniale nelle voci "Passività finanziarie di negoziazione" e "Passività finanziarie designate al fair value". In dettaglio:

  • al 31 dicembre 2022 la voce risultava costituita per 7.796 milioni da certificates classificati fra le Passività finanziarie di negoziazione e per 8.795 milioni da certificates (8.791 milioni) e altre forme di raccolta (4 milioni) classificati fra le Passività designate al fair value;

  • al 31 dicembre 2021 la voce risultava costituita per 8.473 milioni da certificates classificati fra le Passività finanziarie di negoziazione e per 3.674 milioni da certificates (3.670 milioni) e altre forme di raccolta (4 milioni) classificati fra le Passività designate al fair value.

La raccolta diretta bancaria del Gruppo ha superato i 545 miliardi, in diminuzione da inizio anno (-2,1%, pari a -11,9 miliardi).

Relazione sull'andamento della gestione – Gli aggregati patrimoniali

La dinamica è riconducibile alla riduzione dei conti correnti e depositi (-11,2 miliardi), influenzata anche dall'andamento dei buoni di risparmio, e della provvista obbligazionaria (-10,1 miliardi). In positivo si è mossa l'altra raccolta (+11,8 miliardi) che ha incorporato sia le maggiori emissioni di certificates, sia le aumentate marginazioni passive dall'operatività in contratti derivati con controparti centrali e controparti in accordo di compensazione clientela, per la crescita del fair value positivo dei derivati stessi i cui valori sono aumentati in seguito al significativo rialzo dei tassi intervenuto nell'anno.

Al 31 dicembre 2022 la quota sul mercato domestico della raccolta diretta (depositi e obbligazioni) del Gruppo Intesa Sanpaolo si è attestata al 21,9%.

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
Banca dei Territori 291.089 291.697 -608 -0,2
IMI Corporate & Investment Banking 94.785 94.844 -59 -0,1
International Subsidiary Banks 54.364 51.504 2.860 5,6
Private Banking 50.447 55.895 -5.448 -9,7
Asset Management 26 21 5 23,8
Insurance - - - -
Totale aree di business 490.711 493.961 -3.250 -0,7
Centro di governo 54.675 63.287 -8.612 -13,6
Gruppo Intesa Sanpaolo 545.386 557.248 -11.862 -2,1

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione.

Nell'analisi della raccolta per settori di attività la Banca dei Territori, che rappresenta oltre il 59% dell'aggregato riconducibile alle realtà operative del Gruppo, si è attestata su livelli di poco inferiori a quelli di inizio anno (-0,2%, pari a -0,6 miliardi) in relazione alla dinamica cedente dei titoli in circolazione. La Divisione IMI Corporate & Investment Banking ha mostrato una sostanziale stabilità (-0,1%, pari a -0,1 miliardi), quale risultante di una diminuzione dei debiti verso clientela global corporate, financial institutions e internazionale, compensata dall'incremento della provvista in certificates e, in misura minore, dei titoli in circolazione. L'International Subsidiary Banks ha presentato una crescita (+5,6%, pari a +2,9 miliardi) prevalentemente attribuibile alle controllate attive in Croazia e in Slovacchia e, in ragione più contenuta, a quelle presenti in Slovenia e in Serbia. Per contro la raccolta del Private Banking ha registrato una riduzione (-9,7%, pari a -5,4 miliardi), concentrata nel quarto trimestre sui depositi a scadenza.

La diminuzione della raccolta del Centro di Governo (-13,6%) è imputabile alle scadenze di titoli wholesale.

Raccolta indiretta

Voci 31.12.2022 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
incidenza
%
incidenza
%
assolute %
Fondi comuni di investimento (a) 149.790 22,2 176.313 24,3 -26.523 -15,0
Fondi pensione aperti e polizze individuali pensionistiche 11.986 1,8 12.585 1,8 -599 -4,8
Gestioni patrimoniali 73.591 10,9 81.911 11,3 -8.320 -10,2
Riserve tecniche e passività finanziarie assicurative 171.872 25,5 186.343 25,7 -14.471 -7,8
Rapporti con clientela istituzionale 22.926 3,4 20.378 2,8 2.548 12,5
Risparmio gestito 430.165 63,8 477.530 65,9 -47.365 -9,9
Raccolta amministrata 244.540 36,2 247.607 34,1 -3.067 -1,2
Raccolta indiretta 674.705 100,0 725.137 100,0 -50.432 -7,0

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

(a) La voce non comprende i fondi detenuti da compagnie assicurative del Gruppo e gestiti da SGR del Gruppo, i cui valori sono inclusi nelle riserve tecniche, e i fondi istituiti da terzi e gestiti da società del Gruppo, i cui valori sono inclusi nella raccolta amministrata.

Al 31 dicembre 2022 la raccolta indiretta, che si approssima a 675 miliardi, è risultata in flessione del 7% da inizio anno. Tale dinamica, condizionata dall'andamento negativo dei mercati finanziari, ha interessato soprattutto la componente gestita e in misura più contenuta quella amministrata.

Il risparmio gestito, che con oltre 430 miliardi costituisce circa i due terzi dell'aggregato complessivo, ha mostrato una riduzione (-9,9%, pari a -47,4 miliardi), attribuibile per oltre la metà ai fondi comuni di investimento (-26,5 miliardi) e, per la restante parte, alle riserve tecniche e passività finanziarie assicurative (-14,5 miliardi), alle gestioni patrimoniali (-8,3 miliardi), nonché ai fondi pensione aperti e alle polizze individuali pensionistiche (-0,6 miliardi). In positivo si sono mossi i rapporti con clientela istituzionale (+2,5 miliardi). La nuova produzione vita delle compagnie assicurative del Gruppo Intesa Sanpaolo, comprensiva dei prodotti previdenziali, si è attestata a 15,8 miliardi. Anche la raccolta amministrata ha registrato un andamento negativo (-1,2%, pari a -3,1 miliardi), riconducibile in larga misura ai titoli e prodotti di terzi affidati in custodia.

Crediti e debiti verso banche - posizione interbancaria netta

Si evidenzia che per effetto del rialzo dei tassi di interesse, a partire dal mese di settembre, l'eccesso di liquidità non è più depositato nel conto della Riserva Obbligatoria aggregata tra i "Finanziamenti verso banche", bensì in depositi a vista (overnight) che sono esposti nella voce "Cassa e disponibilità liquide"; alla data del 31 dicembre 2022 tale importo è pari a 89 miliardi.

La posizione interbancaria netta al 31 dicembre 2022, considerato quanto sopra indicato, ha presentato uno sbilancio negativo di circa 17 miliardi, superiore rispetto a quello di circa 3 miliardi rilevato a inizio anno. L'evoluzione riflette una significativa riduzione dei finanziamenti verso banche (-25,8%) che si raffronta con una minor flessione dei debiti verso banche del 16,8%; quest'ultima influenzata dai rimborsi anticipati, correlati alle operazioni TLTRO, avvenuti in corso d'anno48 .

48 A fine dicembre 2022 il rifinanziamento TLTRO III risultava in essere per nominali 96,06 miliardi a fronte dei 131,84 miliardi di dodici mesi prima, quale effetto: del rimborso anticipato di 17 miliardi nominali, ottenuti da Intesa Sanpaolo nell'asta del dicembre 2019 ed aventi scadenza nel dicembre 2022, effettuato in chiusura del primo semestre; del rimborso parziale di nominali 14 miliardi, ottenuti da ISP nell'asta del marzo 2020 ed aventi scadenza nel marzo 2023, eseguito per 10 miliardi in novembre e per 4 miliardi in dicembre; del rimborso di nominali 4,78 miliardi di fondi complessivamente ottenuti dalle banche estere del Gruppo avvenuto nell'ultimo trimestre dell'anno.

Si segnala che nel corso del mese di gennaio 2023 il Gruppo ha proceduto ad un ulteriore rimborso anticipato di nominali 20 miliardi.

OPERATIVITA' ASSICURATIVA Attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese assicurative ai sensi dello IAS 39

(milioni di euro)
Tipologia di strumenti
finanziari
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione
valutate al fair value ai sensi dello IAS 39
Attività finanziarie
di pertinenza delle
imprese di assicurazione
valutate al costo
ammortizzato
ai sensi dello IAS 39
TOTALE
Attività
finanziarie di
pertinenza
delle imprese
di
Passività
finanziarie di
pertinenza delle
imprese di
assicurazione
valutate ai sensi
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
e derivati di copertura
Attività finanziarie
designate al fair
value
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
assicurazione
valutate ai
sensi dello
IAS 39
dello IAS 39
(*)
Titoli di debito emessi da
Governi
31.12.2022 101 3.375 55.587 - 59.063 X
31.12.2021 123 3.772 71.782 - 75.677 X
Variazione assoluta -22 -397 -16.195 - -16.614 X
Variazione % -17,9 -10,5 -22,6 - -22,0 X
Altri titoli di debito
31.12.2022 557 996 15.497 - 17.050 X
31.12.2021 668 1.021 16.758 - 18.447 X
Variazione assoluta -111 -25 -1.261 - -1.397 X
Variazione % -16,6 -2,4 -7,5 - -7,6 X
Titoli di capitale
31.12.2022 - 3.016 1.995 - 5.011 X
31.12.2021 - 3.510 2.262 - 5.772 X
Variazione assoluta - -494 -267 - -761 X
Variazione % - -14,1 -11,8 - -13,2 X
Quote OICR
31.12.2022 143 78.025 12.514 - 90.682 X
31.12.2021 171 92.017 13.621 - 105.809 X
Variazione assoluta -28 -13.992 -1.107 - -15.127 X
Variazione % -16,4 -15,2 -8,1 - -14,3 X
Crediti verso banche e
verso clientela
31.12.2022 - 805 - 80 885 X
31.12.2021 - 739 - 85 824 X
Variazione assoluta - 66 - -5 61 X
Variazione % - 8,9 - -5,9 7,4 X
Debiti verso banche
31.12.2022 X X X X X -629 (**)
31.12.2021 X X X X X -623 (**)
Variazione assoluta X X X X X 6
Variazione % X X X X X 1,0
Derivati finanziari
31.12.2022 114 - - - 114 -179 (***)
31.12.2021 356 - - - 356 -103 (***)
Variazione assoluta -242 - - - -242 76
Variazione % -68,0 - - - -68,0 73,8
Derivati creditizi
31.12.2022 - - - - - - (***)
31.12.2021 - - - - - - (***)
Variazione assoluta - - - - - -
Variazione % - - - - - -
TOTALE 31.12.2022 915 86.217 85.593 80 172.805 -808
TOTALE 31.12.2021 1.318 101.059 104.423 85 206.885 -726
Variazione assoluta -403 -14.842 -18.830 -5 -34.080 82
Variazione % -30,6 -14,7 -18,0 -5,9 -16,5 11,3

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

(*) L'importo della voce non comprende le "Passività finanziarie del comparto assicurativo designate al fair value" incluse nella tabella della raccolta diretta assicurativa.

(**) Valore incluso nello schema di Stato patrimoniale nella voce "Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39".

(***) Valore incluso nello schema di Stato patrimoniale nella voce "Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39".

Le attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese assicurative ai sensi dello IAS 39, riepilogate nella tabella sopra riportata, sono ammontate, rispettivamente, a 172,8 miliardi e a 808 milioni. Le attività finanziarie sono risultate in flessione da inizio anno (-16,5%, pari a -34,1 miliardi), per effetto della dinamica cedente delle attività finanziarie disponibili per la vendita (-18%, pari a -18,8 miliardi), segnatamente su titoli di debito governativi, e delle attività finanziarie designate al fair value (-14,7%, pari a -14,8 miliardi), in particolare su quote OICR. Anche le attività finanziarie detenute per la negoziazione e derivati di copertura, seppur l'apporto risulti di modesta entità, hanno presentato un calo (-30,6%).

Raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022
31.12.2021
Variazioni
incidenza
%
incidenza
%
assolute %
Passività finanziarie del comparto assicurativo designate al
fair value IAS 39 (*)
71.565 41,2 84.667 41,4 -13.102 -15,5
Prodotti Index Linked - - - - - -
Prodotti Unit Linked 71.565 41,2 84.667 41,4 -13.102 -15,5
Riserve tecniche 100.117 57,7 118.296 57,9 -18.179 -15,4
Rami Vita 98.463 56,7 116.540 57,0 -18.077 -15,5
Riserve matematiche 97.821 56,4 99.110 48,5 -1.289 -1,3
Riserve tecniche con rischio a carico degli assicurati (**) e
riserve da gestione dei fondi pensione
8.589 4,9 9.217 4,5 -628 -6,8
Altre riserve -7.947 -4,6 8.213 4,0 -16.160
Ramo danni 1.654 1,0 1.756 0,9 -102 -5,8
Altra raccolta assicurativa (***) 1.915 1,1 1.516 0,7 399 26,3
Raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche 173.597 100,0 204.479 100,0 -30.882 -15,1

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e delle attività in via di dismissione.

(*) Valori inclusi nello schema di Stato patrimoniale nella voce "Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39".

(**) La voce comprende polizze unit e index linked con rischio assicurativo significativo.

(***) Valori inclusi nello schema di Stato patrimoniale nella voce "Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39". La voce comprende le passività subordinate.

La raccolta diretta assicurativa, al 31 dicembre 2022, è stata pari a 173,6 miliardi, in flessione (-15,1%, pari a -30,9 miliardi) rispetto a dicembre 2021. La dinamica è ascrivibile sia al calo delle passività finanziarie designate al fair value, costituite da prodotti unit linked (-15,5%, pari a -13,1 miliardi), sia al decremento delle riserve tecniche (-15,4%, pari a -18,2 miliardi), che costituiscono il debito verso la clientela che ha sottoscritto polizze tradizionali o con rischio assicurativo significativo, imputabile al ramo vita, che rappresenta la quasi totalità delle riserve. Il contesto di mercato dell'esercizio ha interessato in modo significativamente negativo i valori di fair value degli strumenti finanziari e quindi le riserve AFS dell'assicurativo e, al contempo, ha impattato sulla quota di competenza degli assicurati che è inclusa nella sottovoce altre riserve. In positivo si è mossa l'altra raccolta assicurativa (+26,3%, pari a +0,4 miliardi) che comprende le passività subordinate.

ATTIVITÀ NON CORRENTI IN VIA DI DISMISSIONE E PASSIVITÀ ASSOCIATE

In questa voce sono appostate le attività e le relative passività non più riferite alla normale operatività in quanto oggetto di procedure di dismissione. Al 31 dicembre 2022 sono state rilevate attività in corso di cessione per 638 milioni e passività associate per 15 milioni. Le attività in via di dismissione al 31 dicembre 2022 accolgono principalmente i portafogli di crediti deteriorati di Intesa Sanpaolo che saranno oggetto di cessione nell'ambito delle strategie di de-risking del Gruppo. Complessivamente, i crediti deteriorati allocati tra le attività in dismissione ammontano, al netto delle rettifiche di valore, a 368 milioni. Nella voce risultano inoltre riclassificate la partecipazione in Zhong Ou Asset Management Co. Ltd., per la quale il perfezionamento della cessione è atteso nel corso dei prossimi mesi, una volta completato l'iter autorizzativo, e le attività e passività afferenti al ramo d'azienda di PBZ Card dedicato all'attività di merchant acquiring, che saranno oggetto di trasferimento al Gruppo Nexi nella prima parte del 2023.

IL PATRIMONIO NETTO

Al 31 dicembre 2022 il patrimonio netto del Gruppo, incluso l'utile maturato nell'esercizio, si è attestato a 61.655 milioni, a fronte dei 63.775 milioni rilevati a inizio anno. La variazione è da ricondurre alla flessione delle riserve da valutazione in parte attenuata dall'aumento degli strumenti di capitale; l'aggregato incorpora 4.354 milioni di utile maturato nell'esercizio e sconta il saldo dividendi su utili del 2021 pagato a maggio 2022 (1,5 miliardi), l'acconto dividendi a valere sull'utile netto 2022 pagato a novembre 2022 (1,4 miliardi), nonché le operazioni di acquisto di azioni proprie finalizzate al loro successivo annullamento (buyback) per quanto perfezionato al 31 dicembre 2022 (1,7 miliardi).

Riserve da valutazione

(milioni di euro)
Voci Riserva
31.12.2021
Variazione del
periodo
Riserva
31.12.2022
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva
(titoli di debito)
-332 -1.442 -1.774
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva
(titoli di capitale)
-147 -111 -258
Attività materiali 1.598 151 1.749
Copertura di investimenti esteri - -10 -10
Copertura dei flussi finanziari -607 141 -466
Differenze di cambio -1.088 -159 -1.247
Attività non correnti in via di dismissione - - -
Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico
(variazione del proprio merito creditizio)
-77 32 -45
Utili (Perdite) attuariali su piani previdenziali a benefici definiti -417 179 -238
Quota delle riserve da valutazione relative alle partecipazioni valutate al
patrimonio netto
53 -14 39
Leggi speciali di rivalutazione 308 3 311
Riserve da valutazione (escluse le riserve da valutazione di pertinenza
delle imprese di assicurazione)
-709 -1.230 -1.939
Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione 476 -1.172 -696

Le riserve da valutazione bancarie presentano un valore negativo (-1.939 milioni) e in ampliamento rispetto al 31 dicembre 2021 (-709 milioni) principalmente per effetto delle riserve su titoli di debito (-1.442 milioni); le riserve da valutazione di attività materiali si incrementano di 151 milioni, principalmente per effetto della riclassifica tra le altre riserve della fiscalità legata al riallineamento del valore fiscale degli immobili operato nel 2019, che ha acquisito definitività a seguito dello spirare del periodo triennale di osservazione. Le riserve da valutazione delle imprese di assicurazione evidenziano un valore negativo pari a 696 milioni che si confronta con un dato positivo di 476 milioni a fine 2021.

Raccordo tra il patrimonio netto ed il risultato netto della Capogruppo ed i corrispondenti dati a livello consolidato

(milioni di euro)
Causali Patrimonio
netto
di cui: risultato
netto al
31.12.2022
Saldi dei conti della Capogruppo al 31 dicembre 2022 54.054 4.284
Effetto del consolidamento delle imprese controllate 1.141 4.307
Effetto della valutazione a patrimonio netto delle imprese controllate congiuntamente
e delle altre partecipazioni rilevanti
-207 40
Storno svalutazione partecipazioni e rilevazione impairment avviamento 6.755 297
Dividendi incassati nel periodo - -4.568
Altre variazioni -88 -6
Saldi dei conti consolidati al 31 dicembre 2022 61.655 4.354

I FONDI PROPRI E I COEFFICIENTI DI SOLVIBILITÀ

(milioni di euro)
Fondi propri e coefficienti di solvibilità 31.12.2022
IFRS 9 IFRS 9 IFRS 9
"Fully loaded" "Transitional" "Transitional"
Fondi propri
Capitale primario di Classe 1 (CET1) al netto delle rettifiche regolamentari 40.019 40.772 47.247
Capitale aggiuntivo di Classe 1 (AT1) al netto delle rettifiche regolamentari 7.207 7.207 6.264
CAPITALE DI CLASSE 1 (TIER 1) 47.226 47.979 53.511
Capitale di Classe 2 (T2) al netto delle rettifiche regolamentari 9.127 8.381 8.941
TOTALE FONDI PROPRI 56.353 56.360 62.452
Attività di rischio ponderate
Rischi di credito e di controparte 259.924 259.528 288.691
Rischi di mercato e di regolamento 10.338 10.338 12.792
Rischi operativi 25.486 25.486 25.305
Altri rischi specifici (a) 91 91 115
ATTIVITA' DI RISCHIO PONDERATE 295.839 295.443 326.903
Coefficienti di solvibilità %
Common Equity Tier 1 ratio 13,5% 13,8% 14,5%
Tier 1 ratio 16,0% 16,2% 16,4%
Total capital ratio 19,0% 19,1% 19,1%

(a) La voce include tutti gli altri elementi non considerati nelle precedenti voci che entrano nel computo dei requisiti patrimoniali complessivi.

I fondi propri, le attività ponderate per il rischio ed i coefficienti di solvibilità al 31 dicembre 2022 sono stati determinati in base alla disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) del 26 giugno 2013, così come modificate rispettivamente dalla Direttiva 2019/878/UE (CRD V) e dal Regolamento (UE) n. 2019/876 (CRR II), che traspongono nell'Unione europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. framework Basilea 3), e sulla base delle relative Circolari della Banca d'Italia.

Con riferimento all'introduzione dell'IFRS 9, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha scelto di adottare il cosiddetto "approccio statico" previsto dal Regolamento (UE) n. 2017/2395. Tale approccio consente la re-introduzione nel Common Equity di una quota progressivamente decrescente fino al 31 dicembre 2022 (95% nel 2018, 85% nel 2019, 70% nel 2020, 50% nel 2021 e 25% nel 2022) dell'impatto dell'IFRS 9, calcolato al netto dell'effetto fiscale, risultante dal confronto tra le rettifiche di valore IAS 39 al 31 dicembre 2017 e quelle IFRS 9 al 1° gennaio 2018, escludendo la riclassifica degli strumenti finanziari, e dopo aver azzerato la shortfall al 31 dicembre 2017.

Il Regolamento (UE) n. 2017/2395 disciplina anche gli obblighi informativi che gli enti sono tenuti a rispettare, rimandando all'EBA l'emanazione degli orientamenti specifici sul tema. Recependo quanto previsto dalla normativa, l'EBA ha emesso specifiche guidelines secondo cui le banche che adottano un trattamento transitorio con riferimento all'impatto dell'IFRS 9 (quale l'approccio statico citato in precedenza) sono tenute a pubblicare, con frequenza trimestrale, i valori consolidati "Fully loaded" (come se non fosse stato applicato il trattamento transitorio) e "Transitional" di Common Equity Tier 1 (CET1) capital, Tier 1 capital, Total Capital, Total risk-weighted assets, Capital Ratio e Leverage Ratio.

Fondi propri

Al 31 dicembre 2022, tenendo conto del trattamento transitorio adottato per mitigare l'impatto dell'IFRS 9, i Fondi Propri ammontano a 56.360 milioni; alla medesima data, considerando la piena inclusione dell'impatto dell'IFRS 9, i Fondi Propri ammontano a 56.353 milioni. I fondi propri calcolati considerando la piena inclusione dell'impatto dell'IFRS 9 ("Fully Loaded") tengono conto di quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2019 che ha previsto la rateizzazione ai fini fiscali delle rettifiche di valore operate in sede di First Time Adoption del principio contabile, con conseguente rilevazione di DTA; tali DTA sono state considerate per il 75% del loro valore contabile ai fini del calcolo dei fondi propri "Transitional", in linea con quanto previsto dall'articolo 473 bis della CRR con riferimento all'applicazione dell'"approccio statico", mentre nei fondi propri "Fully loaded" sono state incluse integralmente tra gli elementi deducibili. L'impatto di tali DTA sui fondi propri "Fully loaded" è comunque transitorio in quanto le stesse saranno riassorbite entro il 2028.

Peraltro, si segnala che il Gruppo al momento non si è avvalso né del nuovo regime transitorio IFRS 9 relativo alle rettifiche di valore dei crediti successive al 31 dicembre 2019 né della reintroduzione del filtro prudenziale per le esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria FVOCI, entrambe introdotte dalla Commissione Europea con il Regolamento (UE) n. 2020/873 del 24 giugno 2020.

I fondi propri tengono altresì conto dell'importo applicabile, oggetto di deduzione dal Capitale primario, correlato alla copertura minima delle perdite sulle esposizioni deteriorate, c.d. Minimum Loss Coverage, sulla base di quanto disciplinato dal Regolamento (UE) n. 2019/630 del 17 aprile 2019.

Al 31 dicembre 2022, i fondi propri tengono conto della deduzione effettuata a seguito dell'autorizzazione ricevuta da BCE all'acquisto di azioni proprie finalizzato al loro annullamento (buyback), come approvato dall'Assemblea del 29 aprile 2022, per un ammontare pari a complessivi 3,4 miliardi di euro ed il cui stato di avanzamento è stato già commentato nel presente documento.

Ai fini del calcolo dei fondi propri al 31 dicembre 2022 si è tenuto conto dell'utile dell'esercizio 2022 al netto del relativo dividendo - calcolato tenendo conto di un payout ratio del 70%, pari a quello previsto dal Piano d'Impresa 2022-2025 - e degli altri oneri prevedibili49 .

Attività ponderate per il rischio

Al 31 dicembre 2022, tenendo conto del trattamento transitorio adottato per mitigare l'impatto dell'IFRS 9, le attività ponderate per il rischio ammontano a 295.443 milioni, derivanti in misura prevalente dai rischi di credito e di controparte e, in misura minore, dai rischi operativi e di mercato. Alla medesima data, considerando la piena inclusione dell'impatto dell'IFRS 9, le attività ponderate per il rischio ammontano a 295.839 milioni.

Il Capitale primario di Classe 1 e le Attività di rischio ponderate al 31 dicembre 2022 tengono conto dell'impatto dell'applicazione del cosiddetto "Danish Compromise" (art. 49.1 del Regolamento (UE) n. 575/2013), a seguito della specifica autorizzazione ricevuta dalla BCE nel 2019, per cui gli investimenti assicurativi vengono trattati come attivi ponderati per il rischio anziché dedotti dal capitale.

Con riferimento all'andamento delle attività ponderate per il rischio si segnalano le già citate azioni di ottimizzazione degli RWA del Gruppo in vista delle modifiche normative (EBA Guidelines) applicabili a partire dal 1° gennaio 2023. Tali azioni si sono tradotte nel contenimento del credito su posizioni corporate EVA negative o che comunque non risultavano più giustificate a fronte del capitale assorbito.

Coefficienti di solvibilità

Sulla base di quanto esposto in precedenza, i coefficienti di solvibilità al 31 dicembre 2022 calcolati tenendo conto del trattamento transitorio per l'impatto dell'IFRS 9 ("IFRS 9 Transitional") si collocano sui seguenti valori: Common Equity ratio 13,8%, Tier 1 ratio 16,2% e Total capital ratio 19,1%. Considerando la piena inclusione dell'impatto dell'IFRS 9 ("IFRS 9 Fully Loaded") i coefficienti di solvibilità al 31 dicembre 2022 sono i seguenti: Common Equity ratio 13,5%, Tier 1 ratio 16,0% e Total capital ratio 19,0%.

Si segnala, infine, che il 15 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo ha reso nota la decisione finale della BCE riguardante il requisito patrimoniale da rispettare a partire dal 1° gennaio 2023 a livello consolidato, in seguito agli esiti del Supervisory Review and Evaluation Process (SREP). Il requisito da rispettare complessivamente in termini di Common Equity Tier 1 ratio risulta attualmente pari all'8,91% (8,95% da rispettare nel 2022), comprensivo dei requisiti di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer50 .

49 Cedole maturate sulle emissioni di Additional Tier 1 (312 milioni) e proposta assegnazione al Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale (18 milioni).

50 Il Countercyclical Capital Buffer è calcolato considerando l'esposizione al 31 dicembre 2022 nei vari Paesi in cui è presente il Gruppo e i rispettivi requisiti stabiliti dalle competenti autorità nazionali relativi al 2024 se disponibili o al più recente aggiornamento del periodo di riferimento (requisito pari a zero per l'Italia per il 2022 e per il primo trimestre 2023).

Riconciliazione tra Patrimonio di bilancio e Capitale primario di Classe 1

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Patrimonio netto di Gruppo 61.655 63.775
Patrimonio netto di terzi 166 291
Patrimonio netto dallo Stato patrimoniale 61.821 64.066
Acconti su dividendi (a) 1.400 1.399
Rettifiche per strumenti computabili nell'AT1 o nel T2 e utile di periodo
- Altri strumenti di capitale computabili nell'AT1 -7.207 -6.263
- Interessi di minoranza computabili nell'AT1 - -1
- Interessi di minoranza computabili nel T2 - -1
- Interessi di minoranza non computabili a regime -166 -286
- Utile di periodo non computabile (b) -3.165 -3.031
- Azioni proprie incluse tra le rettifiche regolamentari (c) 169 266
- Altre componenti non computabili a regime -100 -194
Capitale primario di Classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari 52.752 55.955
Rettifiche regolamentari (incluse rettifiche del periodo transitorio) (d) -11.980 -8.708
Capitale primario di Classe 1 (CET1) al netto delle rettifiche regolamentari 40.772 47.247

(a) Al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2021 il Patrimonio netto dallo Stato patrimoniale non comprende l'acconto su dividendi, rispettivamente pari a 1.400 milioni e 1.399 milioni (al netto della quota non distribuita a fronte delle azioni proprie detenute alla record date).

(b) Nel Capitale primario di Classe 1 al 31 dicembre 2022 si è tenuto conto dell'utile maturato alla data, al netto del relativo dividendo, calcolato tenendo conto di un payout del 70%, pari a quello previsto dal Piano d'Impresa 2022-2025, e degli altri oneri prevedibili (rateo cedolare sugli strumenti di Additional Tier 1 al netto dell'effetto fiscale e beneficenza).

(c) L'importo include, oltre all'ammontare di azioni proprie contabili, la quota non utilizzata di plafond per cui la Banca ha ricevuto autorizzazioni al riacquisto (diverse dal buyback).

(d) Le rettifiche del periodo transitorio al 31 dicembre 2022 tengono conto - tra le altre fattispecie: i) del filtro prudenziale che consente la re-introduzione nel Common Equity di una quota progressivamente decrescente fino al 2022 (25% nel 2022) dell'impatto dell'IFRS 9; ii) delle azioni proprie contabili e di quelle per cui il Gruppo ha già ricevuto autorizzazione al riacquisto (buyback) per 1,7 miliardi.

Dinamica delle attività di rischio ponderate

(milioni di euro)
Voci
Attività di rischio ponderate al 31.12.2021 326.903
Rischi di credito e di controparte -29.163
Rischi di mercato e di regolamento -2.454
Rischi operativi 181
Altri rischi specifici -24
Attività di rischio ponderate al 31.12.2022 295.443

Nel corso del 2022, le attività ponderate a fronte del rischio di credito hanno registrato un decremento di 29,2 miliardi, principalmente per effetto del de-risking e delle strategie di ottimizzazione della redditività rispetto al profilo rischio (assorbimento patrimoniale). La riduzione delle attività ponderate relative ai rischi di mercato (-2,5 miliardi) riflette una diminuzione del rischio del portafoglio di negoziazione, che ha più che compensato l'introduzione nel primo trimestre delle nuove linee guida EBA per il rischio di cambio. I rischi operativi registrano un lieve incremento delle attività ponderate di circa 0,2 miliardi, riconducibile all'ordinario aggiornamento delle serie storiche dell'approccio AMA. Risultano sostanzialmente stabili le attività ponderate per gli altri rischi specifici.

129

Relazione sull'andamento della gestione – Gli aggregati patrimoniali

I risultati per settori di attività e per aree geografiche

I risultati per settori di attività e per aree geografiche

Il Gruppo Intesa Sanpaolo opera attraverso una struttura organizzativa articolata in sei Business Unit. Ad esse si aggiunge il Centro di Governo, con funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'intero Gruppo.

L'informativa di settore del Gruppo Intesa Sanpaolo si basa sugli elementi che il management utilizza per assumere le proprie decisioni operative (c.d. "management approach") ed è dunque coerente con i requisiti informativi previsti dall'IFRS 8. Oltre a riflettere le responsabilità operative sancite dall'assetto organizzativo del Gruppo, i settori di attività sono costituiti dall'aggregazione di linee di business che presentano caratteristiche simili con riferimento alla tipologia di prodotti e servizi venduti.

Ove necessario e se materiali, i dati divisionali dei periodi posti a confronto sono stati riesposti in coerenza con le variazioni di perimetro delle Business Unit. In particolare, la riesposizione – oltre alla divisionalizzazione, nell'ambito delle singole Divisioni di ISP, di UBI Banca e delle altre entità dell'ex Gruppo UBI avvenuta a partire dalla Relazione semestrale al 30 giugno 2021 – ha riguardato:

  • in coerenza con la logica dei dati "rideterminati" descritta per i dati consolidati, l'esclusione delle risultanze reddituali relative agli sportelli UBI ceduti nel primo trimestre 2021 e a quelli UBI e ISP ceduti nel secondo trimestre 2021, sinteticamente e convenzionalmente appostate nella voce Utili (perdite) delle attività operative cessate del Centro di Governo;
  • l'inclusione nell'ambito della Divisione Insurance delle risultanze economiche (secondo la logica dei dati "rideterminati" descritta per i dati consolidati) e patrimoniali di Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas51 , (al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione, come indicato nel commento ai risultati economici consolidati), entrate nell'area di consolidamento integrale in relazione al perfezionamento dell'acquisizione del 100% del capitale;
  • l'inclusione, nell'ambito della Divisione Private Banking, delle risultanze economiche e patrimoniali del Gruppo Reyl, entrato nell'area di consolidamento integrale nel secondo trimestre 2021 in relazione al perfezionamento dell'acquisizione della quota di controllo da parte di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking, nonché delle risultanze economiche e patrimoniali della banca private lussemburghese Compagnie de Banque Privée Quilvest, entrata nel perimetro di consolidamento a fine giugno 2022;
  • la divisionalizzazione delle risultanze economiche e patrimoniali di UBI Leasing, a seguito della fusione per incorporazione nella Capogruppo avvenuta nel secondo trimestre 2022;
  • la riclassifica, dalla voce Spese del personale alla voce Commissioni nette, degli oneri relativi ad alcuni sistemi di incentivazione di personale dipendente della Divisione Banca dei Territori e della Divisione Private Banking, ove finanziati attraverso i ricavi commissionali generati sulla base di criteri di quantificazione di carattere deterministico correlati ai suddetti ricavi, in analogia al trattamento contabile previsto per i sistemi di incentivazione dei consulenti finanziari non dipendenti;
  • il conferimento a Intesa Sanpaolo Formazione del ramo di attività di Intesa Sanpaolo dedicato alla progettazione ed erogazione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo con sede in Italia, avvenuto in via propedeutica alla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione perfezionata a fine giugno 2022.

51 Assicurazioni Vita (già Aviva Vita) e Lombarda Vita sono state incorporate in Intesa Sanpaolo Vita il 31 dicembre 2021. Cargeas Assicurazioni è stata incorporata in Intesa Sanpaolo Assicura, controllata totale di Intesa Sanpaolo Vita, il 1° ottobre 2022.

Nella tabella riportata nel seguito sono indicati i principali dati che sintetizzano l'evoluzione dei settori di attività del Gruppo Intesa Sanpaolo nel 2022 rispetto ai dati di raffronto omogenei, secondo la logica dei dati "rideterminati" descritta per i dati consolidati.

Nell'analisi di dettaglio condotta sui settori di attività, cui si fa rinvio, è contenuta una descrizione dei prodotti e dei servizi offerti, della tipologia di clientela servita e delle iniziative realizzate nell'esercizio; sono inoltre illustrati i dati di conto economico e i principali aggregati patrimoniali. Per ogni settore è stato infine calcolato il capitale assorbito in base agli RWA (Risk Weighted Assets), questi ultimi determinati sulla base delle disposizioni in vigore (Circolare n. 285) emanate dalla Banca d'Italia a seguito del recepimento della Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e del Regolamento (UE) 575/2013 (CRR) del 26 giugno 2013, modificato dal Regolamento (UE) 2019/876 del 20 maggio 2019, noto anche come CRR II, che traspongono nell'Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. framework Basilea 3). Il capitale assorbito tiene anche conto delle modifiche regolamentari introdotte dalla BCE a decorrere dal 12 marzo 2020, che prevedono che il requisito di Pillar 2 possa essere rispettato utilizzando parzialmente strumenti di capitale diversi dal Common Equity Tier 1. Per ogni Divisione il capitale assorbito viene integrato, laddove necessario, con dati gestionali di capitale "economico" per tenere conto dei rischi non coperti dalla metrica regolamentare.

(milioni di euro)
Banca
dei
Territori
IMI
Corporate
&
Investment
Banking
International
Subsidiary
Banks
Private
Banking
Asset
Management
Insurance Centro
di
Governo
Totale
Proventi operativi netti
2022 8.813 4.333 2.227 2.475 962 1.607 1.053 21.470
2021 (Dati rideterminati) 8.853 4.636 1.972 2.395 1.344 1.572 21 20.793
Variazione % -0,5 -6,5 12,9 3,3 -28,4 2,2 3,3
Costi operativi
2022 -6.397 -1.418 -1.118 -921 -222 -385 -473 -10.934
2021 (Dati rideterminati) -6.499 -1.372 -1.072 -914 -239 -402 -482 -10.980
Variazione % -1,6 3,4 4,3 0,8 -7,1 -4,2 -1,9 -0,4
Risultato della gestione
operativa
2022 2.416 2.915 1.109 1.554 740 1.222 580 10.536
2021 (Dati rideterminati) 2.354 3.264 900 1.481 1.105 1.170 -461 9.813
Variazione % 2,6 -10,7 23,2 4,9 -33,0 4,4 7,4
Risultato netto
2022 471 681 504 1.034 550 870 244 4.354
2021 316 2.247 463 1.076 787 712 -1.416 4.185
Variazione % 49,1 -69,7 8,9 -3,9 -30,1 22,2 4,0
(milioni di euro)
Banca
dei
Territori
IMI
Corporate
&
Investment
Banking
International
Subsidiary
Banks
Private
Banking
Asset
Management
Insurance Centro
di
Governo
Totale
Finanziamenti verso clientela
31.12.2022 247.522 132.927 40.212 15.104 282 - 10.807 446.854
31.12.2021 250.592 152.543 38.970 14.450 783 - 8.533 465.871
Variazione % -1,2 -12,9 3,2 4,5 -64,0 - 26,6 -4,1
Raccolta diretta bancaria
31.12.2022 291.089 94.785 54.364 50.447 26 - 54.675 545.386
31.12.2021 291.697 94.844 51.504 55.895 21 - 63.287 557.248
Variazione % -0,2 -0,1 5,6 -9,7 23,8 - -13,6 -2,1
Attività di rischio ponderate
31.12.2022 81.689 101.831 35.056 12.757 1.798 - 62.312 295.443
31.12.2021 93.821 112.719 34.403 11.617 1.836 - 72.507 326.903
Variazione % -12,9 -9,7 1,9 9,8 -2,1 - -14,1 -9,6
Capitale assorbito
31.12.2022 7.017 8.767 3.745 1.127 181 5.096 3.641 29.574
31.12.2021 8.059 9.704 3.640 1.014 196 4.137 4.013 30.763
Variazione % -12,9 -9,7 2,9 11,1 -7,7 23,2 -9,3 -3,9

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

SETTORI DI ATTIVITA'

Banca dei Territori

(milioni di euro)
Dati economici 2022 2021
Variazioni
assolute %
Interessi netti 3.957 3.932 25 0,6
Commissioni nette 4.744 4.809 -65 -1,4
Risultato dell'attività assicurativa - - - -
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 120 105 15 14,3
Altri proventi (oneri) operativi netti -8 7 -15
Proventi operativi netti 8.813 8.853 -40 -0,5
Spese del personale -3.430 -3.506 -76 -2,2
Spese amministrative -2.964 -2.988 -24 -0,8
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -3 -5 -2 -40,0
Costi operativi -6.397 -6.499 -102 -1,6
Risultato della gestione operativa 2.416 2.354 62 2,6
Rettifiche di valore nette su crediti -1.238 -1.234 4 0,3
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -68 -118 -50 -42,4
Altri proventi (oneri) netti 11 11 - -
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - -
Risultato corrente lordo 1.121 1.013 108 10,7
Imposte sul reddito -375 -320 55 17,2
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -42 -180 -138 -76,7
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -32 -38 -6 -15,8
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -214 -190 24 12,6
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 13 31 -18 -58,1
Risultato netto 471 316 155 49,1
(milioni di euro)
Variazioni
Dati operativi 31.12.2022 31.12.2021 assolute %
Finanziamenti verso clientela 247.522 250.592 -3.070 -1,2
Raccolta diretta bancaria 291.089 291.697 -608 -0,2
Attività di rischio ponderate 81.689 93.821 -12.132 -12,9
Capitale assorbito 7.017 8.059 -1.042 -12,9

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione.

Nel 2022 i proventi operativi netti della Banca dei Territori, pari a 8.813 milioni, che rappresentano il 41% dei ricavi consolidati del Gruppo, hanno evidenziato una lieve diminuzione (-0,5%) rispetto al precedente esercizio.

In dettaglio, gli interessi netti hanno mostrato una crescita dello 0,6%, imputabile essenzialmente al miglioramento del margine con la clientela, sostenuto dall'andamento dei tassi di mercato nell'ultima parte dell'anno. Le commissioni nette hanno registrato un calo dell'1,4%, in particolare quelle rivenienti dal risparmio gestito e dalla bancassurance, condizionate dal contesto di mercato sfavorevole; tale dinamica è stata in parte attenuata dall'incremento registrato dalle fees sui collocamenti di certificates e dalle commissioni di commercial banking nella componente dei servizi di incasso e pagamento, inclusi i servizi telematici, e dei finanziamenti e garanzie. Tra le altre voci di ricavo, che peraltro forniscono un apporto marginale ai proventi della Divisione, si è incrementato il risultato delle attività e passività finanziarie al fair value (+15 milioni) mentre gli altri proventi (oneri) operativi netti si sono ridotti (-15 milioni). I costi operativi, pari a 6.397 milioni, sono diminuiti dell'1,6% in relazione a risparmi sulle spese del personale, prevalentemente attribuibili alla riduzione dell'organico a seguito delle uscite per accordi, e al contenimento delle spese amministrative, principalmente per servizi resi da terzi e spese legali e quelle relative ai service in ambito immobiliare. Per effetto dei fenomeni descritti, il risultato della gestione operativa è ammontato a 2.416 milioni, in progresso del 2,6% rispetto al 2021. Il risultato corrente lordo è salito a 1.121 milioni, a fronte di 1.013 milioni dello scorso esercizio (+10,7%), beneficiando di minori accantonamenti e rettifiche di valore nette su altre

attività. Infine, il risultato netto, dopo l'attribuzione alla Divisione di imposte per 375 milioni, di oneri di integrazione per 42 milioni, degli effetti dell'allocazione dei costi di acquisizione per 32 milioni, dei tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario per 214 milioni e della perdita di pertinenza di terzi per 13 milioni, si è collocato a 471 milioni, valore superiore del 49,1% rispetto ai 316 milioni del 2021.

Nell'evoluzione trimestrale si rileva una riduzione del risultato della gestione operativa nel quarto trimestre rispetto al terzo, riconducibile al fisiologico incremento degli oneri operativi tipico del fine anno che ha più che compensato la crescita dei ricavi. Il risultato corrente lordo e il risultato netto sono stati impattati dalle rettifiche di valore.

Le consistenze patrimoniali a fine dicembre 2022 hanno evidenziato un moderato calo dei volumi intermediati complessivi di raccolta e impiego rispetto a inizio anno (-0,7%). In dettaglio, i crediti verso clientela, pari a 247.522 milioni, hanno mostrato un decremento (-1,2%, pari a -3,1 miliardi) prevalentemente riconducibile all'andamento dei finanziamenti a medio/lungo termine alle imprese, solo in parte controbilanciato dall'aumento del credito nei confronti dei privati. La raccolta diretta bancaria, pari a 291.089 milioni, si è attestata su livelli di poco inferiori a quelli di inizio anno (-0,2%, pari a -0,6 miliardi) in relazione alla dinamica cedente dei titoli in circolazione; i debiti verso clientela hanno per contro evidenziato un lieve incremento ascrivibile allo sviluppo della raccolta proveniente dalle famiglie e aziende retail che ha sopravanzato la contrazione dei debiti verso le imprese.

(Retail, Exclusive e Imprese), che coordinano circa 300 aree commerciali. Nel corso del 2022 sono state costituite la Direzione Isybank nell'ambito delle iniziative strategiche di sviluppo della nuova Banca Digitale, prevista dal Piano d'Impresa, e la Direzione Filiale Digitale a presidio delle attività di relazione commerciale con la clientela attraverso il canale telefonico e gli altri canali a questo collegati (chat, videochiamata) e l'offerta a distanza.

Direzioni Sales & Marketing Privati e Aziende Retail, Sales & Marketing Imprese

Risparmio e Previdenza

Il servizio di consulenza evoluta a pagamento "Valore Insieme", lanciato nel 2017, propone un modello di consulenza globale su tutto il patrimonio del cliente, incluso quello immobiliare, accompagnandolo anche nella pianificazione del trasferimento della ricchezza ai propri cari. Nel corso del 2022 sono state rilasciate alcune migliorie sulla piattaforma per l'erogazione della consulenza ed è stata ampliata la gamma dell'offerta dedicata alla clientela

sottoscrittrice del servizio "Valore Insieme", con l'inserimento di nuovi fondi interni e delle migliori case terze, oltre all'innovativo fondo interno a contenimento della volatilità "Crescita Guidata" nella polizza "Patrimonio PROInsurance", che dal mese di luglio ha sostituito "Valore PROInsurance", e con la nuova gestione patrimoniale multimanager "Eurizon GP Multimanager Exclusive", dedicata ai soli possessori del Pacchetto Exclusive.

Con l'obiettivo di favorire il percorso da risparmiatore ad investitore, sono stati realizzati prodotti per soddisfare le esigenze di clienti interessati a ridurre l'eccesso di liquidità sul conto corrente anche attraverso un ingresso graduale nei mercati, in ottica di ulteriore diversificazione dei portafogli della clientela. In tale ambito è nato il Servizio Target sui fondi "Eurizon Next" che permette lo spostamento automatico delle quote investite inizialmente in un fondo di ingresso conservativo verso uno o più fondi della gamma a maggior diversificazione; sempre per la gamma di fondi comuni "Eurizon Next" è stato introdotto il nuovo fondo "Eurizon Next Strategia Azionaria Dinamica". È stata ampliata l'offerta in ambito risparmio gestito a connotazione ESG con i fondi "Eurizon Step 50 Futuro Sostenibile ESG", "Epsilon STEP 30 Megatrend", "Eurizon STEP 50 Obiettivo Net Zero" ed "Eurizon Equity Circular Economy". Per rafforzare la strategia digitale per il risparmio è stata messa a disposizione la nuova gamma di fondi cumuni "Eurizon Investo Smart ESG" riservati alla sottoscrizione su App e Internet Banking. Tra i prodotti con benefici fiscali è stato lanciato il PIR "Eurizon Step 70 PIR Italia". Inoltre sono stati sviluppati prodotti con protezione totale o parziale del capitale a scadenza o nel tempo, ed è stata arricchita la gamma dei fondi comuni di investimento obbligazionari con distribuzione di ammontare predeterminato: "Epsilon Difesa 100 Azioni Reddito 4 anni", "Epsilon Difesa 100 Azioni", "Epsilon Difesa 100 Riserva", "Epsilon Difesa 100 Credito", "Eurizon Opportunità Obbligazionaria Plus" ed "Epsilon Imprese Difesa 100 ESG", quest'ultimo dedicato alle imprese. Nella seconda parte dell'anno è ripartito il collocamento delle gestioni patrimoniali "GP Strategia Valore", "GP Strategia Valore Più" e "GP Strategia Valore Azioni Più" con una nuova soglia di ingresso pari a 1 milione, trattasi di gestioni patrimoniali a benchmark caratterizzate da gestione attiva, componente multimanager e controllo della volatilità. Tra i prodotti di investimento assicurativo sono nati nuovi fondi interni della polizza unit linked "Prospettiva Sostenibile": il fondo con ingresso graduale sui mercati "Sviluppo nel Tempo 40", «Base Protetta 100», il cui obiettivo è quello di accrescere il valore della quota e proteggere il 100% del capitale investito, e «Sviluppo nel Tempo 50» che prevede un ingresso graduale nella componente azionaria sino ad arrivare al 50% tramite switch automatici mensili. È nata, inoltre, la polizza multiramo "Patrimonio StabilitàInsurance" che permette ai clienti di scegliere la combinazione più coerente con il proprio profilo finanziario, grazie ad una componente garantita di ramo I e ad una selezione di 9 fondi interni di ramo III. È disponibile, inoltre, dal 24 ottobre la "Patrimonio DomaniInsurance", il nuovo prodotto di investimento assicurativo di Ramo I a vita intera di Intesa Sanpaolo Vita. La polizza si inserisce nel programma "Soluzione Domani", il progetto dedicato ai clienti over 65 con l'obiettivo di offrire ai nostri clienti senior e ai loro caregiver prodotti e servizi orientati al miglioramento della qualità della vita attuale e futura. È altresì proseguito il collocamento di certificates con una gamma differenziata per tipologia di struttura, protezione, orizzonte temporale e valuta. Si evidenzia in particolar modo il gradimento di soluzioni protette a scadenza che hanno superato, grazie anche alle condizioni di mercato, oltre l'80% dell'importo complessivo collocato. Con l'obiettivo di migliorare l'efficienza e la qualità della consulenza finanziaria, nel 2022 sono state introdotte per tutta la rete di Banca dei Territori le nuove funzionalità di Robo4Advisor, che consentono la generazione di suggerimenti di investimento personalizzati per singolo cliente.

Mutui

Il 2022 è stato caratterizzato da un progressivo rialzo dei tassi di mercato che ha determinato l'incremento delle condizioni offerte alla clientela sui Mutui Domus a tasso fisso. Sul fronte dei tassi variabili le quotazioni dell'Euribor sono incrementate significativamente nel secondo semestre dell'anno a seguito degli interventi sui tassi di riferimento da parte della BCE. In questo scenario dei tassi Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione numerose soluzioni in

base ai bisogni dei clienti, offrendo anche la possibilità di scegliere un mutuo a tasso variabile con un tetto massimo (CAP) stabilito contrattualmente per tutelarsi da eventuali innalzamenti futuri dell'Euribor. È continuata l'offerta dei finanziamenti della gamma "Green", con condizioni di tasso dedicate per chi acquista immobili ad elevata efficienza energetica (classe ≥ B) o effettua una riqualificazione dell'immobile volta ad aumentarne l'efficienza energetica. Intesa Sanpaolo ha inoltre focalizzato ulteriormente la propria offerta sul mondo dei "Giovani", offrendo per tutto il 2022 mutui assisititi da copertura del Fondo di Garanzia Prima Casa e, a partire dal mese di dicembre, in concomitanza alla rivisitazione della normitiva di favore nei confronti degli under 36 anni, ha rilanciato un'offerta a tasso fisso dedicata ai mutui a elevato LTV.

Prestiti personali

Il pacchetto di interventi che la Banca ha posto in essere a favore delle famiglie per ovviare al problema del "caro bollette" comprende, a partire dal mese di ottobre, il prestito "OGGI INSIEME" a condizioni di tasso fisso dedicate, senza costi aggiuntivi e rimborsabile fino a 20 anni, rivolto ai clienti tra i 18 e i 75 anni ed alle famiglie residenti in Italia, con ISEE fino a 40.000 euro ed un reddito medio mensile minimo di 500 euro netti, che necessitino di un

finanziamento agevolato per affrontare le spese contingenti (affitto, spese mediche, mobilità, bollette). Ad esso si affianca, oltre all'impegno ad applicare la sospensione o la rimodulazione delle rate, un'iniziativa promozionale sul prodotto "XME SpensieRata" che permette ai clienti titolari della linea di credito ed ai nuovi sottoscrittori la rateizzazione di spese già contabilizzate o la concessione di nuovi prestiti di liquidità a tasso zero con piani di rientro a 3 o 6 mesi.

Protezione e Welfare

"XME Protezione" è una soluzione multigaranzia, flessibile che permette di acquistare coperture assicurative (Moduli) nelle aree di bisogno dei clienti, relative a casa e famiglia. Da maggio l'offerta salute di "XME Protezione" si è arricchita del nuovo Modulo dedicato al benessere dentale che riconosce all'assicurato, in caso di malattia o infortunio, il pagamento diretto delle prestazioni o il riconoscimento di un indennizzo per cure odontoiatriche,

implantologia, protesica e ortodonzia. Da luglio il programma Soluzione Domani, nato con l'obiettivo di accompagnare i clienti senior e caregiver durante il ciclo di vita attraverso una consulenza trasversale in ambito protezione, investimento e finanziamento, è stato integrato con due nuovi Moduli di "XME Protezione". Il primo è il Modulo "Sostegno e Assistenza" dove in caso di emergenza il cliente ha la serenità di poter contare sull'intervento tempestivo e qualificato di un professionista che definisce e attiva il piano individuale delle prestazioni di cui ha bisogno e ne monitora costantemente l'andamento, e il secondo è il Modulo "Caregiver", dedicato all'assicurato che si prende cura attivamente dei suoi familiari over 65 anni, che copre i rischi derivanti da eventi imprevisti che gli impediscono di svolgere attività di cura e assistenza al proprio assistito. Nell'ambito dello sviluppo delle coperture assicurative per il mondo business, sono state attivate la Polizza Tutela Business - Uffici e Studi dedicata agli uffici e gli studi di professionisti per salvaguardare il patrimonio e assicurare continuità al business e la Polizza RC Ambientale che oltre a tutelare le imprese dal rischio di danni ambientali, promuove un orientamento alla salvaguardia dell'ambiente, diffonde la cultura della prevenzione e mette a disposizione strumenti per gestire e risolvere le situazioni di crisi.

Giovani

Intesa Sanpaolo continua ad avvicinare i giovani al mondo bancario con soluzioni personalizzate e gratuite quali "XME Conto UP!", conto corrente per i minori di 18 anni, e "XME Conto under 35". Per quanto riguarda i mutui, al fine di rafforzare il posizionamento verso i giovani, la banca ha reso ancora più conveniente il "Mutuo Giovani" innalzando l'età massima a 36 anni non compiuti e facendosi carico dell'imposta sostitutiva anche per clienti con ISEE maggiore di 40.000 euro; per

l'offerta dei mutui con garanzia del Fondo Prima Casa la Banca ha previsto l'azzeramento delle spese di istruttoria e incasso rata. È proseguito il programma "Giovani e Lavoro", finalizzato a sostenere l'occupazione di giovani tra i 18 e i 29 anni, che offre una formazione qualificata gratuita, sia per i giovani sia per le imprese che aderiscono, favorendo un incontro efficace tra domanda e offerta di lavoro. Con il programma "Generation4Universities", invece, il focus si sposta sui giovani universitari e prevede un percorso di formazione in aziende partner, le quali al termine offriranno opportunità di stage ai partecipanti. Intesa Sanpaolo è partner della Carta Giovani Nazionale (CGN), l'iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, e destinata ai giovani italiani ed europei residenti in Italia di età compresa tra 18 e 35 anni, riservando condizioni agevolate sui propri prodotti e servizi.

Prodotti Transazionali e Pagamenti Digitali

A supporto della diffusione delle carte e dei pagamenti digitali sono proseguite le iniziative promozionali dedicate ai prodotti transazionali come, ad esempio, la possibilità per i clienti "Valore Insieme" sottoscrittori del "Pacchetto Exclusive" di ricevere la "Carta di Credito Exclusive" con canone gratuito. La "Carta di Credito Exclusive", oltre ad essere uno strumento di pagamento, permette di accedere ad un'ampia gamma di servizi e benefici esclusivi,

coperture assicurative per viaggi e animali domestici gratuite, trattamento prioritario presso le filiali Hub e online. Intesa Sanpaolo è la prima banca in Europa ad aver attivato da luglio, attraverso l'App Huawei Wallet (o con l'ultima versione dell'App Intesa Sanpaolo Mobile anche direttamente dall'App della Banca), "Huawei Pay" per le carte PagoBancomat, ampliando così l'offerta per i clienti privati e supportando il piano di sviluppo del circuito nazionale.

Anche in ambito business sono proseguite le promozioni sui Pos, che dal 30 giugno 2022 sono divenuti obbligatori per tutti i commercianti e professionisti, oltre all'abilitazione del servizio di Instant Issuing anche per le carte commercial, che prevede l'immediato utilizzo della carta digitale subito dopo l'acquisto, senza quindi dover aspettare la carta fisica. Dal 5 dicembre è inoltre disponibile XPay Web, la nuova soluzione e-commerce di Nexi che permette ai clienti imprese e liberi professionisti di accettare i pagamenti di prodotti e servizi venduti dal proprio negozio virtuale, su sito internet o App. Grazie all'integrazione di una serie di servizi in un'unica piattaforma, XPay Web semplifica l'incasso degli esercenti perché permette di gestire e accettare tutti i principali metodi di pagamento: carte, bonifici e Bancomat Pay. La facilità di integrazione con le piattaforme di e-commerce e la possibilità di attivare i servizi aggiuntivi già inclusi rendono il prodotto personalizzabile per ogni esigenza di business.

Multicanalità

Nel corso del 2022 è ulteriormente proseguito lo sviluppo dell'attività bancaria multicanale e digitale, con l'introduzione di nuovi Customer Journey in logica multicanale ed il potenziamento di quelli disponibili al fine di migliorare l'offerta e l'experience della clientela, rendendo maggiormente fruibili da remoto i servizi offerti dai canali digitali. Quasi tutti i prodotti del catalogo retail, tra cui conto corrente, carte di credito, di debito e prepagate,

anche personalizzate, prestiti personali, polizza "ViaggiaConMe" e prodotti non bancari, come smartphone, tablet e PC, possono essere acquistati da Internet Banking e/o App. Dal 28 febbraio è possibile aprire un deposito amministrato e aggiornare il Questionario di Profilatura MIFID in totale autonomia attraverso l'App Intesa Sanpaolo Mobile e Internet Banking. La società di ricerche statunitense Forrester Research ha riconosciuto l'App Intesa Sanpaolo Mobile "Global Mobile Banking Apps Leader", prima assoluta tra tutte le App di banking valutate nel mondo con le migliori funzionalità e customer experience.

Nel 2022 il Programma di Trasformazione digitale della clientela business ha ulteriormente consolidato il modo in cui la Banca interagisce con le aziende per fornire prodotti e servizi attraverso un'esperienza digitale e omnicanale. Il percorso fatto verso il passaggio a processi totalmente digitali e dematerializzati ha visto un 2022 caratterizzato da passi molto importanti come la piena estensione dei processi digitali Customer Journey Carte Commercial e Customer Journey Ripartizione Impieghi Breve Termine e Impegni di firma a tutti i clienti in possesso di identità digitale che hanno consentito l'avvio della fase pilota per la dismissione del processo del cartaceo su entrambi i Customer Journey. Il rilascio delle progettualità si arricchirà ulteriormente nel corso del 2023. Inoltre, lo sviluppo della digitalizzazione sulla clientela business è proseguito con la nuova versione dell'App Inbiz, che consente di firmare contratti digitali in mobilità e di eseguire nuove tipologie di pagamento. In particolare, è possibile inizializzare il pagamento dei bollettini postali, sia in bianco sia premarcati, e di quelli CBILL/PagoPA; per ques ti ultimi è anche possibile compilare i dati semplicemente inquadrando il QR-code stampato sulla richiesta di pagamento. È disponibile gratuitamente per i clienti imprese ed enti pubblici, oltre che per la rete commerciale, una nuova piattaforma digitale "Incent Now", frutto della partnership con Deloitte, per l'utilizzo dei fondi del PNRR. Inoltre, a ottobre, è partito il Progetto Digitalizziamo, che valorizza le realtà italiane capaci di dare una svolta digitale al proprio business. Le aziende più meritevoli verranno selezionate per partecipare agli eventi celebrativi e potranno usufruire di servizi e consulenze in ambito

digital messi a disposizione dai partner.

Ad aprile è stata costituita la Direzione Filiale Digitale a presidio delle attività di relazione commerciale con la clientela attraverso il canale telefonico e gli altri canali a questo collegati (chat, videochiamata) e l'offerta a distanza.

Accordi

Nel 2022 sono stati sottoscritti nuovi accordi di collaborazione con importanti associazioni di categoria che hanno avuto come obiettivo comune l'azione di supporto alle imprese per affrontare il caro energia: tra questi si citano gli accordi con Confapi, Anita Confindustria, Finco, Ucimu. È stato rinnovato l'impegno verso il settore dell'agroalimentare grazie ad un nuovo accordo con Coldiretti, con l'obiettivo di accompagnare le imprese alle misure previste

dal PNRR e sostenere attraverso prodotti di finanziamento dedicati i piani di investimento e rilancio dell'intero comparto. Analoga attenzione è stata rivolta al settore del turismo, grazie ad un accordo con le principali associazioni di riferimento, Confindustria Alberghi, Federalberghi, Federterme e Faita Federcamping, con l'obiettivo di facilitare l'accesso agli incentivi pubblici a sostegno dei programmi di investimento per l'ammodernamento e il miglioramento, anche in ottica sostenibile, delle strutture. È stato rilanciato, inoltre, l'impegno verso le micro e piccole aziende dei comparti del commercio, turismo e artigianato, grazie ad accordi con Confcommercio, Confesercenti, Federalberghi e Confartigianato, con soluzioni specifiche per favorire, ad esempio, l'incremento per i loro associati dell'utilizzo della moneta elettronica, grazie al rimborso delle commissioni addebitate sulle operazioni effettuate di importo minore o uguale a 15 euro (c.d. micropagamenti POS) sino a dicembre 2023. L'impegno della Banca nei confronti delle imprese e in coerenza con le iniziative previste dal PNRR è proseguito anche con la definizione di accordi con le ZES, Zone Economiche Speciali, al fine di favorire i nuovi insediamenti produttivi anche attraverso le azioni di reshoring, con una forte attenzione ai nuovi paradigmi della sostenibilità e della Circular Economy.

Ad aprile è stato rinnovato l'accordo tra Intesa Sanpaolo e la società del Gruppo SACE, SACE SRV, per l'offerta alla clientela imprese del servizio di recupero crediti internazionale e nel mese di settembre 2022 è stato rinnovato l'accordo tra ICE Agenzia e Intesa Sanpaolo per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane. L'Accordo è fondato su un rapporto di reciproca collaborazione e si propone di continuare a sostenere le esigenze di imprese clienti del Gruppo nei loro progetti di business sui mercati internazionali con attività di carattere consulenziale, formativo e informativo. Nel secondo semestre 2022 sono stati sottoscritti con BEI due nuovi accordi di funding per complessivi 600 milioni da dedicare a progetti di investimento per PMI e Midcap, con focus su progetti di investimento in ambito sostenibilità ambientale e climate action, il cui collocamento proseguirà anche nel corso del 2023.

A fine giugno è stata anche perfezionata la cessione da parte della Banca della società Intesa Sanpaolo Formazione, che ha contestualmente cambiato denominazione in Digit'Ed. Con Digit'Ed nasce una nuova realtà leader nella formazione e nella digital learning, con cui la Banca ha avviato un'importante collaborazione con l'obiettivo di dare supporto ai clienti accompagnandoli nello sviluppo dei loro business, in scenari economico/finanziari sfidanti e in continua evoluzione.

Finanziamenti

In coerenza con il PNRR Intesa Sanpaolo, a supporto dell'economia italiana per tutta la durata del piano, ha previsto un plafond di 400 miliardi di erogazioni a medio-lungo termine, di cui 270 miliardi destinati alle imprese. Grazie a Motore Italia, il programma a sostegno della ripartenza dell'intero sistema produttivo italiano, fondato sulle priorità chiave del PNRR, la Banca sostiene gli interventi realizzati principalmente in ambiti collegati al Recovery Plan come green, circular e

transizione ecologica, infrastrutture e trasporti e progetti di rigenerazione urbana. All'interno di Motore Italia, con l'obiettivo di sostenere la ripartenza dell'intero sistema produttivo italiano, è presente l'offerta Motore Italia Digitale, dedicata alla transizione digitale delle imprese e, nel 2022, è stato avviato Motore Italia Transizione Energetica, il programma per il supporto agli investimenti sostenibili: dalle energie rinnovabili, all'efficientamento energetico, fino alla Circular Economy. Gli strumenti messi a disposizione sono diversi: finanziamenti per ridurre la dipendenza energetica, strumenti per mitigare l'aumento dei costi delle materie prime, servizi di consulenza specializzata per facilitare l'accesso a bandi e la realizzazione di progettualità complesse. In coerenza con il lancio dell'offerta dedicata, Intesa Sanpaolo insieme a SACE ha messo a disposizione un plafond di 10 miliardi per favorire gli investimenti in energie rinnovabili di tutte le imprese, in particolare PMI, della filiera dell'agribusiness e del terzo settore. A settembre 2022, inoltre, per supportare le PMI di tutti i settori produttivi ad affrontare i maggiori costi legati ai rincari energetici e favorire investimenti in energie rinnovabili, Intesa Sanpaolo ha stanziato un ulteriore plafond di 2 miliardi, misura straordinaria a supporto dei cicli di produttività che risentono della crisi energetica, economica e geopolitica. Sempre in quest'ambito, con l'obiettivo di supportare i fabbisogni di liquidità per i pagamenti e di garantire la continuità produttiva delle PMI, sono state previste specifiche linee di intervento a favore delle imprese, a condizioni agevolate e con il supporto delle garanzie del Fondo di Garanzia per le PMI e di SACE. Il finanziamento è destinato alla copertura dei costi incrementali e consente di far fronte al pagamento delle bollette dell'energia con dilazione dei pagamenti fino a 36 mesi e con 1 anno di preammortamento. Inoltre, nel 2022, è stata lanciata l'offerta dedicata alle ZES, Zone Economiche Speciali, e alle ZLS, Zone Logistiche Semplificate. Si tratta di un insieme di soluzioni, finanziarie e non, per supportare la promozione delle imprese localizzate in queste aree, istituite a livello governativo con l'obiettivo di rilanciare gli investimenti imprenditoriali e lo sviluppo del territorio. In materia di Superbonus, nel corso del 2022 la Banca ha dato continuità e supporto al sistema delle imprese e delle famiglie, nel limite della propria capacità fiscale, anche quando la ricettività del mercato aveva subito una battuta di arresto. Ad ottobre 2022 Intesa Sanpaolo ha sottoscritto il primo contratto di ricessione del credito, al fine di ampliare la propria capacità fiscale e dare ulteriore sostegno in particolar modo al settore edile. All'interno dell'impegno di Intesa Sanpaolo volto a promuovere la parità di genere si inseriscono una serie di iniziative volte a potenziare il supporto per l'imprenditoria femminile, quali ad esempio gli "S-Loan Diversity", soluzioni finanziarie dedicate per sostenere le imprese nella promozione della donna nel contesto socioeconomico. Nel corso del secondo semestre Intesa Sanpaolo ha aderito ai Contratti di filiera del V Bando del Ministero delle Politiche agricole nell'ambito del PNRR, mettendo a disposizione 1 miliardo. La misura è diretta al sostegno dei contratti di filiera, finalizzati alla realizzazione di programmi di investimento che, partendo dalla produzione agricola, si sviluppino nei diversi segmenti della filiera agroalimentare ed agroenergetica in un ambito territoriale multiregionale e attraverso un accordo siglato da più beneficiari.

Sviluppo Filiere

Il Programma Sviluppo Filiere è volto a supportare le imprese di ogni settore e dimensione favorendo l'accesso al credito e ponendo al centro il rapporto che unisce le aziende capofila e la loro rete dei fornitori diretti e indiretti e/o la loro rete dei rivenditori, consentendo una più accurata comprensione dei fabbisogni finanziari delle singole filiere. In tale ambito la Banca ha deciso di sviluppare offerte dedicate ai settori maggiormente impattati dal PNRR,

contenenti prodotti e servizi a supporto delle specificità dei diversi business, anche in ambito ESG e digitalizzazione.

Direzione Agribusiness

La Direzione Agribusiness, centro di eccellenza del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicato all'agricoltura e all'agroalimentare, punta a valorizzare il legame con i territori e a cogliere le potenzialità di uno dei settori produttivi più importanti del Paese: l'agroalimentare vede l'Italia al terzo posto per valore aggiunto tra i grandi Paesi europei. La Direzione si avvale di 223 punti operativi distribuiti su tutto il territorio nazionale con specialisti, concentrati nelle aree a maggior vocazione agricola del Paese, al servizio di oltre 76.000 clienti. La Direzione Agribusiness si propone come interlocutore principale e qualificato per accompagnare gli operatori in tutte le fasi dello sviluppo e sostenere investimenti finalizzati a promuovere nuovi progetti imprenditoriali, con una particolare attenzione ai criteri della sostenibilità e della Circular Economy. L'attività della Direzione ha contribuito alla definizione di importanti accordi: nel mese di marzo Intesa Sanpaolo e la Federazione Nazionale Agroalimentare (Agrocepi) hanno siglato un protocollo di intesa al fine di offrire a tutti gli associati soluzioni di sostegno per il rilancio e la crescita del settore agroalimentare; a giugno è stato rinnovato l'accordo con Coldiretti ed è stato messo a disposizione un importante plafond di 3 miliardi di finanziamenti in favore delle aziende associate per accompagnarle nel processo trasformativo verso l'agricoltura italiana del futuro, in coerenza con le iniziative pubbliche e, in particolare, i primi bandi del PNRR dedicati al settore agricolo; inoltre, è stato siglato un nuovo accordo con il Consorzio Tutela del Grana Padano DOP e con il Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano per rafforzare l'accesso al credito per le aziende della filiera casearia. Grazie all'apprezzamento riscosso dal Pegno Rotativo, sono state introdotte alcune novità che vanno dall'ampliamento dei finanziamenti che possono essere assistiti da questa garanzia all'allargamento della famiglia di prodotti agroalimentari assumibili in pegno.

Direzione Impact

La Direzione Impact è dedicata alla gestione della clientela del Terzo Settore e al coordinamento dei processi di attivazione e gestione dei fondi ad impatto creati per favorire l'inclusione finanziaria di persone, famiglie ed enti non profit. In particolare, il Fund for Impact, del valore di 300 milioni, permette di erogare nuovi finanziamenti sino a 1,5 miliardi a chi ha un buon progetto di vita e di lavoro ma ha difficoltà ad accedere al credito ordinario. Ad esso si affianca il Fondo di Solidarietà e Sviluppo, del valore di oltre 50 milioni, che permette di abilitare finanziamenti a organizzazioni non profit con progettualità rilevanti, che altrimenti sarebbero escluse dal credito. Per l'acquisizione di nuova clientela sono state attivate diverse iniziative con offerte Welcome Pack in abbinamento "Conto+Pos", con soluzioni alternative tra loro in base alle esigenze di operatività del cliente. Nel corso dell'anno, inoltre, sono state organizzate iniziative ed eventi rivolti alla clientela per illustrare l'offerta della Banca a sostegno della transizione energetica del terzo settore, con un focus specifico sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, e per dare informativa sulle opportunità offerte dai bandi del PNRR per il sostegno dell'economia sociale. Inoltre, la Banca ha supportato finanziariamente le organizzazioni non profit interessate dal caro energia e dalle iniziative PNRR. L'introduzione del RIM-Rilevatore d'impatto, questionario quali-quantitativo indirizzato ai clienti non profit, ha permesso di misurare l'impatto sociale e le ricadute positive generate da una quota parte (pari a circa 154 milioni) dei finanziamenti deliberati a favore del Terzo Settore tra gennaio e settembre 2022 per lo sviluppo di 453 iniziative di impatto. In ambito donation, nel 2022 la piattaforma For Funding ha nuovamente confermato il proprio primato nel crowdfunding italiano a supporto delle progettualità del Terzo Settore, stimolando donazioni in tutto il territorio nazionale per un ammontare pari a 12,5 milioni.

Società prodotto

Banca 5 nel 2019 ha costituito con SisalPay una newco, denominata Mooney, con l'obiettivo di offrire prodotti bancari, servizi di pagamento e transazionali in esercizi distribuiti sul territorio nazionale. La rete, pienamente operativa da inizio 2020, integra l'offerta dei servizi e prodotti di Banca 5 e SisalPay. A fine 2021 Intesa Sanpaolo, attraverso la controllata Banca 5, ed Enel, attraverso la controllata Enel X, hanno firmato un accordo per l'acquisto del 70% del capitale sociale di Mooney Group da CVC Capital Partners. Nel corso del 2022 sono proseguite le attività propedeutiche alla finalizzazione dell'operazione che si è perfezionata a metà luglio. In particolare, dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni, Enel X ha acquisito il 50% del capitale di Mooney, mentre Banca 5, che già deteneva il 30%, ha aumentato la propria partecipazione al 50%. Grazie alla partnership tra Intesa Sanpaolo ed Enel, Mooney accelererà la propria crescita e sviluppo nel settore dei servizi di prossimità, dei pagamenti digitali, della mobilità e dei servizi energetici. Al 31 dicembre 2022 erano circa 46.500 i punti vendita Mooney presenti sul territorio nazionale, di cui circa 40.000 abilitati ad offrire i servizi bancari, tra cui prelievo e bonifico (riservati ai clienti Intesa Sanpaolo).

Durante l'anno sono state inoltre intraprese una serie di attività propedeutiche alla ridenominazione della società in Isybank, avvenuta a inizio 2023.

Prestitalia è la "fabbrica prodotto" del Gruppo Intesa Sanpaolo per la cessione del quinto e per l'anticipo del Trattamento di Fine Rapporto. Società finanziaria che opera nel mercato del credito al consumo, con una forte specializzazione sulla cessione del quinto, è uno dei principali operatori del settore con uno stock medio di circa 2,1 miliardi. Al 31 dicembre ha erogato complessivamente finanziamenti per 770 milioni tramite le oltre 35.000 pratiche finalizzate. La gamma di offerta comprende "XME Prestito Pensionati INPS", "XME Anticipo TFS" (prodotto riservato agli ex dipendenti pubblici che vogliono fruire di tutta o parte della propria indennità di buonuscita senza attendere le tempistiche previste dalla Pubblica Amministrazione) e "XME Prestito Cessione del Quinto" che offre, oltre alla soluzione per i dipendenti pubblici, anche quella riservata ai dipendenti privati.

Nel corso del 2022 ha preso avvio il processo di razionalizzazione delle Reti Agenti, con integrazione volontaria in Prestitalia dei collaboratori di provenienza Agents4You (ad oggi 74 attivi). L'obiettivo della sinergia, oltre che sviluppare il business legato al prodotto Cessione del Quinto (CQS), è quello di ampliare l'offerta commerciale estendendo il catalogo ad alcuni prodotti come protezione e servizi di pagamento, e favorire l'acquisizione di nuovi clienti: da fine novembre gli agenti a supporto delle filiali di Intesa Sanpaolo possono proporre ai clienti conti correnti, carte di pagamento e POS.

IMI Corporate & Investment Banking

(milioni di euro)
Dati economici 2022
2021
Variazioni
assolute %
Interessi netti 2.132 2.182 -50 -2,3
Commissioni nette 1.156 1.135 21 1,9
Risultato dell'attività assicurativa - - - -
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.047 1.317 -270 -20,5
Altri proventi (oneri) operativi netti -2 2 -4
Proventi operativi netti 4.333 4.636 -303 -6,5
Spese del personale -528 -506 22 4,3
Spese amministrative -870 -845 25 3,0
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -20 -21 -1 -4,8
Costi operativi -1.418 -1.372 46 3,4
Risultato della gestione operativa 2.915 3.264 -349 -10,7
Rettifiche di valore nette su crediti -1.564 20 -1.584
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -131 -45 86
Altri proventi (oneri) netti - - - -
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - -
Risultato corrente lordo 1.220 3.239 -2.019 -62,3
Imposte sul reddito -519 -991 -472 -47,6
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -21 -24 -3 -12,5
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) - 20 -20
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) - - - -
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 1 3 -2 -66,7
Risultato netto 681 2.247 -1.566 -69,7
(milioni di euro)
Dati operativi 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
Finanziamenti verso clientela 132.927 152.543 -19.616 -12,9
Raccolta diretta bancaria (a) 94.785 94.844 -59 -0,1
Attività di rischio ponderate 101.831 112.719 -10.888 -9,7
Capitale assorbito 8.767 9.704 -937 -9,7

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione.

(a) L'importo della voce comprende i "certificates".

Nel 2022 la Divisione IMI Corporate & Investment Banking ha realizzato proventi operativi netti pari a 4.333 milioni (che rappresentano il 20% del dato consolidato di Gruppo), in calo del 6,5% rispetto al 2021.

In dettaglio, gli interessi netti, pari a 2.132 milioni, hanno mostrato una riduzione del 2,3% principalmente ascrivibile al minor apporto del portafoglio titoli in ambito global markets. Le commissioni nette, pari a 1.156 milioni, sono aumentate dell'1,9%, per effetto dell'andamento rilevato nei comparti del commercial banking e della finanza strutturata che ha compensato le minori commissioni rivenienti dall'investment banking, penalizzato dalla congiuntura macroeconomica negativa.

Il risultato delle attività e passività finanziarie al fair value, pari a 1.047 milioni, ha evidenziato una diminuzione (-270 milioni; -20,5%) principalmente imputabile ai minori utili da cessione di titoli di debito HTCS.

I costi operativi sono ammontati a 1.418 milioni, con un incremento del 3,4% riconducibile alle spese amministrative e del personale. Per effetto delle dinamiche descritte dei ricavi e dei costi, il risultato della gestione operativa si è ridotto del 10,7% rispetto al precedente esercizio, attestandosi a 2.915 milioni. Il risultato corrente lordo, pari a 1.220 milioni, ha registrato una forte riduzione (-62,3%) a causa delle significative rettifiche di valore appostate in relazione agli eventi riguardanti Russia e Ucraina. Infine, l'utile netto si è attestato a 681 milioni (-69,7%).

La Divisione IMI Corporate & Investment Banking ha mostrato nel quarto trimestre 2022 un decremento del risultato della gestione operativa rispetto al terzo, imputabile alla stagionalità dei costi operativi tipica dell'ultima parte dell'anno e all'apporto negativo riveniente dalle attività e passività finanziarie al fair value, che scontano minori realizzi su titoli di debito e l'impatto negativo derivante dal debt value adjustment (DVA). Per contro il risultato corrente lordo e l'utile netto hanno presentato una crescita, ascrivibile alla riduzione delle rettifiche nette su crediti e degli accantonamenti e rettifiche su altre attività contabilizzati nel quarto trimestre.

I volumi intermediati della Divisione hanno evidenziato una riduzione rispetto a inizio anno (-8%). Nel dettaglio, gli impieghi a clientela, pari a 132.927 milioni, hanno registrato un calo (-12,9%, pari a -19,6 miliardi), da porre in relazione alle azioni mirate a calmierare gli RWA del Gruppo, in coerenza con le linee guida EBA applicabili a partire dal 1° gennaio 2023. Tali azioni si sono tradotte nel contenimento del credito su posizioni corporate EVA negative o che comunque non risultavano più giustificate a fronte del capitale assorbito. In particolare, la dinamica riflessiva degli impieghi è ascrivibile alla minore attività nei confronti di clientela global corporate e nel comparto del global markets, nonché alla riduzione dei finanziamenti per operazioni di finanza strutturata e nei confronti di clientela internazionale. La raccolta diretta bancaria, pari a 94.785 milioni, ha mostrato una sostanziale stabilità (-0,1%, pari a -0,1 miliardi) quale risultante di una diminuzione dei debiti verso clientela global corporate, financial institutions e internazionale, compensata dall'incremento della provvista in certificates e, in misura minore, dei titoli in circolazione.

Italia e all'estero.

Business

Missione

Supportare come "partner strategico e globale" lo sviluppo equilibrato e sostenibile delle imprese e delle istituzioni finanziarie, anche a livello internazionale, tramite una rete specializzata di hub, filiali, uffici di rappresentanza e controllate che svolgono attività di corporate banking. Favorire la collaborazione tra i settori pubblico e privato con l'obiettivo di supportare la realizzazione di infrastrutture ed investimenti sostenibili, anche perseguendo opportunità di sviluppo all'estero in

Attività di corporate e transaction banking, investment banking, public finance e capital markets, in

Paesi strategici per il Gruppo. Mettere a disposizione di tutta la clientela del Gruppo Intesa Sanpaolo le competenze specialistiche negli ambiti di Investment Banking, Finanza Strutturata, Capital Markets e Transaction Banking.

Struttura organizzativa

Direzione Global Corporate La Direzione sviluppa e gestisce le relazioni con le aziende corporate italiane ed estere con esigenze diversificate e presenza multinazionale e con gli Enti Pubblici domestici. Garantisce un'offerta globale e integrata di prodotti e servizi per settore economico di riferimento sulla clientela di competenza, integrando i tradizionali prodotti e servizi di commercial banking con quelli di investment banking e capital markets, perseguendo il cross-selling di prodotti e servizi presidiati

dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking, da altre Divisioni e dalle società prodotto del Gruppo. A livello centrale si avvale dell'azione commerciale delle unità di Industry e a livello territoriale del network Italia (Aree) e del network internazionale della Direzione Internazionale. Il coverage si completa inoltre di due unità specificatamente dedicate a deal strategici di Investment Banking a supporto delle Industry (Global Strategic Coverage) e delle Aree territoriali (Network Origination Coverage). La specializzazione per industry comprende tutti i settori industriali: Automotive & Industrials; Basic Materials & Healthcare; Energy; Food & Beverage and Distribution; Infrastructure & Real Estate Partners; Retail and Luxury; Telecom, Media and Technology. Un team con competenze specifiche è dedicato allo sviluppo della clientela Public Finance.

Direzione Internazionale La Direzione garantisce lo sviluppo internazionale della Divisione in accordo con le altre strutture di
relazione e prodotto, assicura la corretta gestione delle attività operative e commerciali di hub, filiali
estere, uffici di rappresentanza, e sovraintende alla gestione delle controllate estere (Intesa Sanpaolo
Bank Luxembourg, Intesa Sanpaolo Bank Ireland, Intesa Sanpaolo Brasil - Banco Multiplo, Banca
Intesa – Russia, Intesa Sanpaolo IMI Securities Corp.), assicurandone il coordinamento complessivo.
La Direzione presidia la relazione commerciale con le financial institutions, sui mercati domestici e
Direzione Global Banking &
Sovereign Institutions
internazionali, con un modello di servizio dedicato e organizzato per segmento di clientela (i.e.
Banche, Assicurazioni, Asset Managers, Financial Sponsors, Fondi Sovrani e Governi).
L'attività di sviluppo commerciale, particolarmente diversificata e innovativa, si concretizza nella
proposta di soluzioni integrate che facilitino il cross-selling di prodotti di Capital Markets,
Investment Banking, Commercial Banking e Transaction Banking.
Direzione Global Transaction
Banking
La Direzione è dedicata al presidio, per tutto il Gruppo, dei prodotti e servizi di transaction
banking. Sviluppa una vasta gamma di prodotti e servizi digitali per rispondere alle esigenze di
investimento e di ottimizzazione del circolante della clientela, in Italia e all'estero.
Global Markets & Investment
Banking
Nel perimetro della struttura rientrano le attività di capital markets, finanza strutturata, M&A
advisory e primary market (equity e debt capital markets) a supporto di tutta la clientela del
Gruppo, incluse le medie imprese.
Inoltre, viene presidiata la gestione del portafoglio e del rischio di proprietà attraverso l'accesso
diretto o indiretto ai mercati.
Struttura distributiva La Divisione IMI Corporate & Investment Banking, in Italia, si avvale complessivamente di 25 filiali
dedicate alla clientela corporate o al servizio della clientela pubblica. A livello internazionale, è
presente in 25 Paesi a supporto dell'attività cross-border dei suoi clienti con una rete specializzata
costituita da hub, filiali, uffici di rappresentanza e controllate che svolgono attività di corporate
banking.

Si segnala che in linea con gli obiettivi del Piano d'Impresa 2022-2025, la Divisione IMI Corporate & Investment Banking ha provveduto ad aggiornare l'assetto organizzativo a valere dall'inizio del 2023, attraverso l'individuazione di tre ambiti di coordinamento del business:

  • Area di Coordinamento Client Coverage & Advisory, per rafforzare il presidio delle attività di advisory alla clientela e origination, articolata in Global Corporate, Institutional Clients, Corporate Finance & Advisory;
  • Area di Coordinamento Distribution Platforms & GTB, per focalizzare la gestione del network italiano e internazionale, incrementando le sinergie commerciali sul working capital e centralizzando la distribuzione dei loan in un unico polo, articolata in Italian Network, International Network, Global Transaction Banking, Syndication & Risk Sharing;
  • Area di Coordinamento Global Banking & Markets, per consolidare la gestione «best in class» dei rischi di mercato e delle strategie di hedging, accelerando lo sviluppo dei nuovi business in ambito Global Markets e rafforzando il polo di strutturazione e gestione del lending book, articolata in Global Markets Trading & Investments, Global Markets Sales & Platforms, Global Credit Structuring, Global Primary Markets & Solutions, Corporate Finance Mid-Cap.

Direzione Global Corporate

Nel 2022 la Direzione Global Corporate ha confermato il ruolo di partner strategico e finanziario per la propria clientela italiana ed estera, sostenendola attraverso l'organizzazione e partecipazione a numerose operazioni di financing e investment banking, grazie alle competenze specialistiche legate al modello per Industry e alle capacità di origination di due team dedicati allo sviluppo di operazioni strategiche di investment banking e finanza strutturata. Nel corso dell'anno sono proseguite le misure a sostegno delle imprese clienti per far fronte alle conseguenze economiche e finanziarie legate all'emergenza sanitaria e al nuovo contesto geopolitico. La Banca intende continuare a svolgere un ruolo attivo per supportare il rilancio dell'economia italiana, a sostegno del PNRR, anche attraverso la valorizzazione delle filiere produttive, propulsore indispensabile per l'Italia e cuore del sistema economico e produttivo. Il Gruppo ha partecipato a diversi prestiti sindacati, tra i quali quelli a favore di Alstom, Athenahealth, Fabbrica Italiana Sintetici, Axpo Holding, Open Fiber, UPL, Industrie De Nora, HeidelbergCement, Saipem, IP, Saras, CityFibre, Atlantia, Edizione, Merlin Properties, Candy e Alperia. La Direzione nel corso del 2022 ha rafforzato l'attività di coverage sui temi ESG con risorse dedicate al fine di offrire il miglior servizio e supporto ai clienti nelle loro strategie di sostenibilità e nella transizione energetica con l'offerta di strumenti finanziari. Grazie alle competenze specialistiche sulle tematiche ESG, il Gruppo ha preso parte a diversi finanziamenti sindacati, tra cui quelli a favore di ENEL, Teva Pharmaceutical Industries, OVS, El Corte Ingles, Telefonica, Marcegaglia, Pirelli, Start Romagna, Orsero, Aena, Prysmian, ENI, EDP, ERG, CEPSA, Tages, Cogenio e Vena Energy. Sono stati conclusi diversi finanziamenti ESG bilaterali tra cui quelli a favore di Iren, Italgas e Came. Si evidenzia il supporto all'acquisition financing in importanti operazioni realizzate nel corso dell'anno, come l'acquisizione di Acciai speciali Terni da parte di Arvedi, di una quota di Pluto Train 2 da parte di Global Infrastructure Partners e di una quota di maggioranza di La Doria da parte di Investindustrial e di Atlantia da parte di un consorzio formato da Edizione e Blackstone a seguito del lancio dell'OPA sulle azioni della società. La Banca ha partecipato ad operazioni di project financing, tra cui il finanziamento per la realizzazione della prima fase del nuovo Terminal 1 dell'Aeroporto Internazionale John F. Kennedy ("JFK"), i finanziamenti a favore di Aquila Capital, Open Fiber, Milione, Dunas Transmissao de Energia, Doral e Green Arrow. Nell'M&A il Gruppo ha, inter alia, partecipato come financial advisor all'acquisizione di un portafoglio di impianti fotovoltaici di NextEnergy Capital da parte di Tages Capital, all'acquisizione di una quota di maggioranza di un portafoglio di impianti fotovoltaici di Acea da parte di Equitix, all'acquisizione di Performance in Lighting da parte di Gewiss e alla fusione di alcune utility toscane in Alia Servizi Ambientali. Nel Debt Capital Markets la Banca ha svolto il ruolo di Bookrunner in numerose emissioni, tra cui APRR, Carnival, Cellnex, Fabbrica Italiana Sintetici, Ford Motor Credit, General Motors Financial, Keurig Dr Pepper, RCI Banque, Stellantis, TotalEnergies, RWE, Var Energy, Electricite De France, Arcelormittal, Iberdrola, Leasys, Estra e di Placement Agents nella seconda emissione nella storia di Alia Servizi Ambientali. Inoltre, la Banca ha completato con successo il collocamento di obbligazioni di tipo "green", tra cui quelle emesse da A2A (agendo in veste di Global Coordinator), Hera, Iberdrola, Suez, Terna (hybrid), Volkswagen e Ferrovie dello Stato, nonché di obbligazioni di tipo "sustainability-linked", tra cui quelle emesse da A2A, ENEL, Snam, Webuild (in quest'ultimo caso agendo anche in veste di ESG Structuring Advisor) e Carrefour. Nell'Equity Capital Markets la Banca ha svolto, tra l'altro, il ruolo di Sponsor per il listing di Iveco Group su Euronext Milan, nel contesto dell'operazione di spin-off da CNH Industrial, il ruolo di Intermediario Coordinatore per l'OPA sulle azioni e di dealer manager per l'acquisto delle obbligazioni convertibili nell'ambito dell'operazione di acquisizione di Falck Renewables da parte di Infrastructure Investments Fund, il ruolo di Joint Bookrunner nell'aumento di capitale di Nordex, di Intermediario Coordinatore per l'OPA sulle azioni di Atlantia e il ruolo di Joint Global Coordinator nell'aumento di capitale di Saipem.

Direzione Internazionale

Nel corso dell'anno la Direzione ha seguito e segue tuttora con la massima attenzione la situazione politica ed economica creatasi a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, per limitare gli impatti della crisi sulle attività della rete internazionale anche alla luce del susseguirsi di numerose sanzioni internazionali sempre più stringenti. La Direzione ha inoltre continuato a fornire il proprio supporto per il monitoraggio dell'evoluzione dell'emergenza COVID-19 sull'intero network internazionale della Divisione IMI Corporate & Investment Banking, sia nelle aree dove la pandemia ha mostrato segnali di arretramento sia nelle aree dove si è invece manifestato un acuirsi degli effetti. È proseguito il programma di sviluppo del business internazionale denominato "Accelerate", esteso anche ai prodotti di Global Transaction Banking, per i quali è in corso la specifica iniziativa "Horizon". In linea con il Piano Industriale 2022-2025, maggior enfasi e attenzione è stata posta su iniziative e controparti attive in ambito ESG, anche a supporto della clientela internazionale maggiormente sensibile a tali tematiche, per confermare Intesa Sanpaolo fra i principali player mondiali attivi sull'offerta di prodotti e servizi ESG driven. Nel corso dell'anno, è stato completato l'assetto del nuovo European Hub, basato a Milano, che sovrintende le attività delle filiali di Intesa Sanpaolo nel territorio dell'Unione Europea (Francoforte, Madrid, Parigi, Varsavia e Amsterdam, quest'ultima a seguito della sua cessione da Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg a Intesa Sanpaolo, con efficacia da gennaio 2022).

L'attuale network estero della Divisione è presente in 25 Paesi, attraverso 16 filiali wholesale (inclusi gli hub), 9 uffici di rappresentanza (cui a livello di Gruppo si aggiunge l'ufficio di Bruxelles facente capo a European Regulatory & Public Affairs e deputato alla gestione dei rapporti con i regolatori sovranazionali), 4 banche corporate (Intesa Sanpaolo Bank Ireland, Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg, Intesa Sanpaolo Brasil S.A. e Banca Intesa-Russia) oltre a Intesa Sanpaolo IMI Securities Corporation a New York.

Direzione Global Banking & Sovereign Institutions

In un contesto di mercato di particolare complessità e straordinarietà, la Direzione ha continuato ad assistere i propri clienti in importanti operazioni di finanza operativa e straordinaria, confermando il significativo trend di crescita dell'attività e dei risultati registrati negli ultimi anni. Nel settore bancario il Gruppo ha continuato ad assumere ruoli di advisory, arranging e financing in operazioni finalizzate ad ottimizzare e rafforzare la struttura di capitale, sia sul mercato equity sia su quello del debito, nonché in transazioni di rifinanziamento e cessione di attivi in bonis e problematici. Tra le altre, per quanto attiene al mercato domestico, si ricordano i ruoli di Sole Financial Advisor nell'OPA di Sparkasse su Civibank, il ruolo di Joint Bookrunner in due emissioni, "SNP" e "T2", di BPER, quello di Arranger nella cartolarizzazione GACS di ICCREA e in quella del consorzio di banche Luzzatti, nonché il ruolo di Joint Bookrunner in un finanziamento in pool per NEXI. Sui mercati internazionali, il Gruppo ha agito come Joint Lead Manager e Active Bookrunner nell'emissione multi-tranche di Toronto Dominion Bank, come Joint Bookrunner nell'emissione senior non preferred di BBVA, e ha partecipato a numerose emissioni in USD, EUR e GBP per i più importanti gruppi bancari globali tra cui HSBC, DB, UBS, BNP, CACIB, GS e JP Morgan, nonché all'aumento di capitale di Credit Suisse. Sono stati, inoltre, conseguiti risultati importanti anche nel mercato "South Europe", dove Intesa Sanpaolo ha ottenuto il ruolo di Joint Bookrunner nel Senior Preferred emesso da National Bank of Greece ed è stata coinvolta in due significative operazioni di trade finance, di rilevanza strategica, a supporto di progetti infrastrutturali (Mediterranean Electric Highway) e di diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas naturale in Grecia. Nell'ultimo trimestre Intesa Sanpaolo è stata Lead Manager del primo social bond distribuito in esclusiva sulle reti Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking, emesso nell'ambito del Social Bond Framework for Affordable Housing di Citigroup. L'attività con le financial institutions non bancarie ed i governi ha continuato a conseguire risultati molto positivi grazie ad un posizionamento efficace sulla clientela e ad un'offerta di prodotti adeguata all'attuale contesto di mercato. In questo ambito, prosegue l'importante attività con la clientela governativa, impegnata a gestire il nuovo debito derivante dagli interventi a sostegno dell'economia in uno scenario post-pandemico e caratterizzato da instabilità geopolitica. Da segnalare sia i ruoli avuti per conto del MEF nel collocamento di BTP (in particolare i due nuovi BTP Italia, il nuovo BTP a 30 anni e il nuovo CCTeu con scadenza ottobre 2030) sia, a livello internazionale, i finanziamenti dedicati ad entità governative dell'area Middle East. È proseguita inoltre l'attività di supporto alle Fondazioni di origine bancaria e il dialogo crescente con le principali Casse di Previdenza con particolare riguardo ad attività di investimento, capital markets e gestione del rischio. Per quanto riguarda gli asset manager, è stata ulteriormente sviluppata l'attività sulle subscription facility, come le operazioni con Apollo, Tristan Capital e Angelo Gordon, che ha contribuito ad accrescere la visibilità della Banca nel contesto dell'asset based financing con i principali player internazionali, con i quali si sta sviluppando anche l'operatività in NAV financing. Importante anche il coinvolgimento in operazioni di portfolio financing mediante la sottoscrizione di tranche senior di cartolarizzazioni sia a livello internazionale, in collaborazione con sponsor e piattaforme di origination nell'ambito di programmi di lending rivolti a SME europee (tra cui Varde Partners / Beka Finance, dove i crediti sottostanti sono garantiti dal FEI, e Varadero Capital / Funding Circle), sia in ambito domestico, con società operanti nel settore dei finanziamenti alle PMI garantiti dal Fondo di Garanzia (realizzate operazioni con Opyn, Banca Progetto, Cefin gruppo MOL). Nel settore parabancario, invece, il funding mix con cui Intesa Sanpaolo ha supportato i principali operatori, in particolare Agos, Compass e i player CQ, si è modificato nel corso dell'anno a causa del sensibile aumento del costo della raccolta, che ha fortemente impattato la convenienza relativa dei diversi strumenti di funding. In questo contesto, è stata registrata una progressiva riduzione nell'utilizzo delle cartolarizzazioni rispetto ai primi mesi dell'anno (durante i quali sono state perfezionate diverse operazioni come quelle con Sigla, Dynamica, Fincontinuo e Spefin), fino ad un sostanziale azzeramento nella seconda parte dell'anno. Da segnalare, per la stessa ragione, anche il notevole incremento, soprattutto nella seconda metà del 2022, delle operazioni di funding in repo su asset non ECB eligible (tra cui quelle con IBL Banca, Banca Progetto, Banca Ifis). Per quanto riguarda l'ambito assicurativo, il 2022 ha confermato i risultati dagli anni precedenti nonostante un contesto di mercato sfidante che ha impattato in modo significativo sui bilanci delle assicurazioni. L'attività si è focalizzata principalmente su operazioni di hedging in derivati sulle gestioni separate del ramo vita, strutture per prodotti retail di ramo terzo e attività di rischi indiretti, principalmente con Allianz Trade; rilevanti anche i temi di gestione del capitale, in particolare a causa del repentino aumento dei tassi. Nell'ambito immobiliare, continua il presidio sugli investitori istituzionali italiani ed esteri, con focus su operazioni improntate al rispetto delle tematiche ESG e all'innovazione in campo immobiliare, sia per quanto riguarda investimenti a reddito, sia su selezionati progetti di rigenerazione urbana. In questo ambito il Gruppo ha strutturato in qualità di Mandated Lead Arranger un finanziamento "sustainability-linked" a supporto della prima fase di riqualificazione dello scalo ferroviario di Porta Romana a Milano promosso da Coima SGR, il finanziamento a supporto del progetto di riqualificazione del waterfront di Genova, promosso da Orion Capital Managers, e diversi interventi di riqualificazione nelle asset class "student housing" e "private rented sector" promossi da primari operatori internazionali attraverso fondi immobiliari di diritto italiano. Infine, si segnala l'efficace collaborazione con la Divisione Private Banking che ha portato importanti risultati, tra cui segnaliamo in particolare il collocamento delle IPO Technoprobe, Generalfinance ed Erredue. L'attività con le istituzioni finanziarie nei mercati emergenti ha continuato ad essere gestita in modo coerente con il contesto di riferimento, con una strategia selettiva ed improntata al presidio del rischio. Si conferma centrale la volontà della Banca di supportare le esportazioni e le iniziative commerciali dei propri clienti industriali e finanziari, con l'assunzione dei rischi concentrata soprattutto in Africa, Asia e Latam, mentre risulta fortemente impattata dal prolungarsi del conflitto in Ucraina l'attività svolta nei paesi nell'area ex CIS. Per quanto riguarda l'attività Structured Deals, l'estrema volatilità dei prezzi delle commodities ed il consolidamento di tali prezzi su livelli storicamente elevati continua ad avere un impatto negativo sullo sviluppo di nuove operazioni. Da segnalare la massima attenzione dedicata dalla Banca alla gestione delle operazioni in fase di esecuzione con controparti russe, sia in ambito commodities financing sia in ambito finanziamenti all'esportazione garantiti da ECA. L'attività di finanziamento di operazioni di supply chain financing rimane significativa soprattutto presso la filiale di New York, ma è in progressivo sviluppo nel resto dell'Europa ed in Asia. Per quanto concerne l'attività legata ai fondi di Private Equity il Gruppo ha registrato un buon numero di operazioni concluse con i propri clienti nel periodo di riferimento, in un contesto nel quale le mutate condizioni dei mercati finanziari hanno parzialmente rallentato l'attività di origination di transazioni basate su strumenti di debito obbligazionari, mentre sull'operatività, tipicamente domestica, del segmento mid-market, al momento non si evidenziano impatti di rilievo rispetto al positivo trend registrato dalla fine dell'anno scorso. Sul mercato italiano, si segnalano i ruoli di Financial Advisor, MLA e Joint Bookrunner nell'emissione obbligazionaria a supporto di Bain Capital e BC Partners per l'acquisizione di Fedrigoni, leader mondiale nel settore delle etichette, dei materiali autoadesivi e delle carte ad alto valore aggiunto per

packaging di lusso. Inoltre, si evidenziano i ruoli di MLA e Bookrunner dell'acquisition financing a supporto di CVC e CDP Equity per l'acquisizione di Maticmind, azienda leader italiana nel settore IT focalizzata su tecnologie proprietarie di intelligence e su soluzioni integrate in ambito di networking, cybersecurity, data center, cloud e IoT. Sui mercati internazionali, dove la Banca ha continuato a consolidare la presenza, si ricordano i ruoli di Mandated Lead Arranger e Bookrunner nel finanziamento di Sagemcom, società francese leader nella produzione di terminali di comunicazione internet, audio, video ed energia, da parte di Charterhouse e il ruolo di Senior Underwriter nel finanziamento per l'acquisizione di Cordenpharma, società tedesca operante nel settore farmaceutico, da parte di Astorg. Negli Stati Uniti il Gruppo ha agito in qualità di Joint Lead Arranger e Joint Bookrunner nel finanziamento della combinazione strategica tra Citrix e TIBCO nel settore software da parte di Vista Equity Partners ed Elliott Investment Management. Per quanto riguarda il Fund Financing sottolineiamo la continua crescita di operazioni di finanziamento diretto ai fondi di Private Equity portate a termine durante l'anno, tra cui l'operazione a favore del fondo Nextalia Private Equity in cui la Banca ha agito in qualità di Global Coordinator, MLA e Bookrunner per una linea di credito ESG linked. A livello internazionale, dove si registra la crescita più sostenuta, Intesa Sanpaolo ha partecipato, in qualità di Lender e co-Arranger, ad alcune tra le più importanti linee di credito dirette ai principali fondi di private equity in fund-raising durante l'anno, tra cui Permira, KKR ed Apollo. Per quanto riguarda i Sovereign Wealth Funds ed i Pension Funds la Banca ha ulteriormente consolidato le relazioni con i principali player internazionali del settore e con nuovi fondi (Khazanah, Aware Super, Australian Super), partecipando a operazioni effettuate nei loro settori di riferimento, soprattutto Energy, Infra e TMT, in tutte le principali aree geografiche globali. Tra le operazioni effettuate direttamente con i fondi sovrani segnaliamo il rinnovo della partecipazione con il ruolo di MLA nel prestito sindacato in favore di PIF, la più grande operazione di lending diretto ad un fondo sovrano ad oggi realizzata, il ruolo di Joint Bookrunner nell'emissione "Green" di PIF, destinata a contribuire alla decarbonizzazione in Arabia Saudita, e nelle emissioni di strumenti obbligazionari del fondo Mubadala, il supporto a QIA nell'OPAS su Coima Res, e la partecipazione ad un finanziamento "capital call" a favore del fondo ACMP Holdings. Il Gruppo ha inoltre partecipato, con primari ruoli di Underwriter, MLA e Bookrunner, ai finanziamenti per l'acquisizione di una quota di Cetin (infrastrutture per telecomunicazioni) da parte di GIC, l'acquisizione dell'operatore energetico Spark Infrastructure da parte di un consorzio formato da KKR, OTPP e PSP, l'acquisizione di VTG (leasing di autoveicoli ferroviari) da parte di GIP e ADIA, l'acquisizione di Brisa (autostrade portoghesi) da parte di APG, e l'acquisizione da Telefonica di una quota in una Fiber Co da parte di un primario consorzio di investitori. Da ultimo, si segnalano anche le operazioni realizzate con le società controllate dai fondi sovrani, quali il rifinanziamento della compagnia idrica Yorkshire Water / Kelda (GIC), il rifinanziamento di Deutsche Glasfaser (OMERS), società attiva nello sviluppo di linee di fibra ottica in Germania, il rifinanziamento di Società Gasdotti Italia (OTPP, SLAM), e i rifinanziamenti a favore di Saudi Electricity Company (PIF) e di CEPSA (Mubadala). Queste nuove operazioni si vanno ad aggiungere ad un portafoglio di operazioni che ha raggiunto negli ultimi anni una consistenza tale da far emergere il Gruppo quale operatore qualificato e riconosciuto all'interno del mercato dei Sovereign Wealth Funds e Pension Funds a livello globale.

Direzione Global Transaction Banking

Nel corso del 2022, la Direzione Global Transaction Banking ha affiancato le imprese, sia PMI sia corporate internazionali, nel proseguimento del proprio business - nel rispetto delle normative in vigore - durante il periodo di forte criticità geopolitica che si è venuto a creare a inizio anno e dell'evolversi del mercato nel corso del secondo semestre. La Direzione ha avviato i programmi collegati al Piano Industriale 2022-2025 per le iniziative di propria competenza, con lo scopo di rafforzare la value proposition in ambito internazionale - anche grazie alla valutazione di partnership con attori terzi e attraverso una spinta sempre maggiore verso l'innovazione di prodotto e di processo - e supportare l'advisory ai clienti con la propria rete di specialisti dedicati alle soluzioni di pagamento, cash management e trade finance. Sono state avviate tutte le iniziative utili al rafforzamento dell'offerta internazionale di cash management e trade finance oltre alla revisione del modello operativo con lo scopo di permettere l'efficientamento e il tempo di delivery in risposta alle esigenze dei clienti. È continuata inoltre la messa a terra della partnership con Kyriba su aspetti legati alla supply chain e alla gestione della liquidità aziendale. È Proseguito costantemente il percorso di digitalizzazione del portafoglio di servizi anche in ottica di supporto ESG alle imprese. La Direzione sta inoltre partecipando alle iniziative di sistema per l'evoluzione del sistema bancario in ambito digitale su iniziative quali CBDC (per euro digitale) e digital asset.

Global Markets & Investment Banking

Il deterioramento della situazione geopolitica mondiale e il contrasto dei movimenti inflattivi da parte delle Banche Centrali hanno pesantemente condizionato i mercati durante il 2022, con effetti su tutte le asset class. Relativamente alla Direzione Global Market Securities, nei comparti Credito ed Equity la liquidità del mercato è calata notevolmente, con rare e temporanee eccezioni. A causa degli aumenti di volatilità e dei tassi di interesse, l'attività di Credito su primario e secondario ha sofferto durante il 2022, per poi recuperare parzialmente a fine anno. Per gli stessi fattori l'attività su Equity ha raggiunto risultati estremamente positivi, soprattutto nella componente Equity Derivatives e nell'operatività sui mercati asiatici, mentre risulta in contrazione, ma in linea con i principali mercati di riferimento, il comparto Cash. L'elevata volatilità ha favorito l'incremento dei volumi transati sul mercato dei Cambi e su quello delle Commodity. Nel comparto dei Cambi, nella prima parte dell'anno il timore per il conflitto ha portato a concentrarsi su currency conservative a discapito delle divise emergenti, dinamica in parte invertita nel secondo semestre. Per quanto riguarda le Commodity la maggiore attività si è concentrata sul settore Energy e sul settore Preziosi, tra cui si distingue l'Oro. In ambito Tassi i rialzi che si sono succeduti hanno indotto un importante repricing delle aspettative sui rendimenti e la clientela ha conseguentemente assunto atteggiamenti prudenziali. Gli incrementi, unitamente all'ampliamento della gamma prodotti e alle attività di supporto alle reti, hanno generato un sensibile ampliamento del collocamento dei certificates rispetto a quello dell'anno precedente; hanno inoltre contribuito ad accrescere sensibilmente l'attività sull'obbligazionario grazie ai flussi gestiti da Market Hub che nel complesso ha registrato una sensibile crescita su base annua dei controvalori e trade negoziati.

Nel corso del 2022, le attività svolte dalla Direzione Global Market Solutions and Financing hanno confermato la posizione di leadership della Divisione sia nelle attività di supporto alla clientela nella gestione dei rischi finanziari, anche con innovative soluzioni ESG-linked, sia nel settore delle cartolarizzazioni e dell'asset based financing; l'unità ha strutturato, finanziato e distribuito soluzioni per la propria clientela esterna e interna al gruppo mirate all'ottimizzazione del funding e del capitale economico e regolamentare, al deconsolidamento di attivi performing e non performing ed al miglioramento della posizione finanziaria netta della propria clientela. L'unità ha inoltre consolidato la presenza estera della Divisione, supportando sia nella gestione rischi sia finanziariamente la clientela corporate e financial institution europea ed extra-europea, nonché importanti investitori esteri nelle loro operazioni di acquisizione di portafogli granulari, in Italia e nelle principali giurisdizioni estere. La Direzione Finance & Investments, nel corso del 2022, alla luce del permanere di condizioni di politica monetaria restrittiva e in vista di un possibile scenario recessivo, ha perseguito una strategia di riallocazione del portafoglio tra titoli governativi europei, esteri ed Emerging Markets. Anche il portafoglio di titoli corporate è stato interessato da manovre di riduzione dell'esposizione, con l'obiettivo di ottimizzare ulteriormente il rapporto tra attività ponderate per il rischio e rendimenti prospettici. La gestione del DVA è stata orientata al nuovo regime di volatilità mantenendo livelli di copertura ridotti che sono stati incrementati verso la fine del primo semestre alla luce della stabilizzazione dei mercati finanziari. Nel corso del 2022, anche in una situazione di mercato meno favorevole, il portafoglio ha comunque mostrato una buona tenuta, la gestione si è concentrata su un attento controllo del rischio in ottica di ottimizzazione. Nel contesto di incertezza anche sul mercato primario, con una decisa riduzione dei volumi rispetto all'anno precedente, il team di Equity Capital Markets ha mantenuto il consueto presidio del mercato italiano effettuando un ABB di azioni Zignago Vetro e un Reverse ABB su azioni Banco BPM (in entrambi i casi in qualità di Sole Bookrunner) e un ABB di Nexi per conto di Intesa Sanpaolo (Joint Bookrunner), l'aumento di capitale offerto in opzione di Saipem (Joint Global Coordinator). La Divisione ha altresì ricoperto il ruolo di Sponsor per il listing su Euronext Milan di Iveco Group e di Revo Insurance. Sul versante internazionale, ha partecipato agli aumenti di capitale offerti in opzione di Bank of Qingdao, Nordex e Credit Suisse (in tutte le operazioni in qualità di Joint Bookrunner). Nell'ambito delle offerte pubbliche di acquisto, ha confermato la propria leadership agendo in qualità di coordinatore della raccolta delle adesioni nell'ambito di otto diverse offerte, tra cui si segnala in particolare Atlantia. Nel corso del 2022 ha infine svolto il ruolo di Specialista o Corporate Broker per oltre 50 società quotate sul mercato italiano. Nonostante il difficile contesto che ha caratterizzato anche i mercati obbligazionari, il team di Debt Capital Markets si è confermato su posizioni di leadership in Italia per volumi con il ruolo di Joint Bookrunner. Nel segmento Corporate, la Divisione ha agito in qualità di Joint Bookrunner in diverse emissioni, tra cui i sustainability-linked bond di Enel, Snam, Webuild, A2A e Carrefour, i green bond di Suez SA, Hera, A2A, General Motors e Coca-Cola HBC e i senior unsecured bond di Stellantis, APRR, Autostrade per l'Italia, Ford Motor, McAfee, Carnival, Var Energi, Leasys. Nell'ambito delle Financial Institutions ha seguito come Joint Bookrunner diverse emissioni, tra cui i covered bond di Credit Agricole Italia, VUB Banka e Slovenska Sporitelna, gli Additional Tier 1 di Intesa Sanpaolo, Deutsche Bank e BNP Paribas, i senior non preferred bond di BBVA e Intesa Sanpaolo, i Tier 2 di BPER Banca e Intesa Sanpaolo, i senior preferred di Illimity Bank e NBG, il social senior preferred di ICS, e il collocamento dell'ABS Quarzo. Nel segmento SSA è stata dealer per la Repubblica Italiana nell'emissione dei BTP Italia riservati sia alla clientela retail sia istituzionale, nonché Joint Bookrunner nelle emissioni del BTP a 30 anni e del CCTeu. Ha agito in qualità di Joint Bookrunner nelle emissioni senior unsecured di Ferrovie dello Stato e Amco. Intesa Sanpaolo ha inoltre collocato in qualità di Sole Bookrunner le emissioni retail di Citigroup e Mediobanca. La Divisione ha prestato i propri servizi di M&A Advisory in numerose operazioni tra le più rilevanti in Italia, tra le quali nel settore TMT, a ION Group, nell'acquisizione di Cerved Group tramite OPA volontaria, a IDI, nell'acquisizione di BFC Media tramite OPA obbligatoria e Engineering nell'ambito dell'acquisizione di Atlantic Technologies; nel settore Industrial & Healthcare, a Marcegaglia, nell'acquisizione della Business Unit "Long Products" della multinazionale finlandese Outokumpu, a Gewiss nell'acquisizione di Performance in Lighting, a NB Renaissance, nell'acquisizione di Neopharmed Gentili e a NB Capital, nell'acquisizione di Fedrigoni; nel settore Consumer & Retail, ad Investindustrial, nell'acquisizione di La Doria tramite OPA obbligatoria e a CDP Equity, nell'ambito della fusione di Autogrill e Dufry; nel settore Energy, a Next Energy Capital, nell'ambito della cessione di un portafoglio fotovoltaico da 149MW, a Falck, attraverso l'emissione di una fairness opinion riguardo la cessione di una quota pari al 60% detenuta in Falck Renewables; nel settore Financial Institutions, a Sparkasse nell'acquisizione di Banca di Cividale (Civibank) tramite OPA volontaria totalitaria e a P.N. 1898 nell'acquisizione di Banca Finnat Euroamerica tramite OPA obbligatoria totalitaria. Nel corso del 2022 il team di Finanza Strutturata ha confermato la sua leadership sul mercato italiano e proseguito con successo il business sul mercato internazionale, mantenendo un approccio selettivo nell'attività di origination a supporto di investimenti in tutti i settori di riferimento. L'approccio Originate to Share e la diversificazione geografica hanno condotto alla conclusione di numerose operazioni di finanziamento a supporto di importanti operatori industriali e di investitori finanziari in diversi settori infrastrutturali e dei servizi di pubblica utilità, italiani ed internazionali, in coerenza con la strategia di crescita della Divisione, sia in termini di volumi sia di posizionamento, con particolare attenzione alle tematiche ESG/Circular/Green. In riferimento al mercato internazionale, nel 2022 si è registrato un buon volume di transazioni nell'area Euro nel settore Infrastrutture, pur con un rallentamento in conseguenza alle incertezze relative al conflitto, l'elevata pressione inflazionistica, l'incremento dei tassi base; i settori TMT e Trasporti sono stati molto sollecitati, mentre gli asset Renewables si confermano i principali catalizzatori di investimenti in ambito greenfield. Si è inoltre concluso il processo di riposizionamento del perimetro di attività con focus sullo sviluppo del mercato UK, sul monitoraggio del mercato del Middle East e sul consolidamento della relazione con principali fondi infrastrutturali extra-europei. Contestualmente le condizioni del mercato asiatico sono state considerevolmente più volatili. Il settore delle energie rinnovabili è rimasto il più dinamico con Australia e India tra i mercati principali, così come la Finanza Strutturata statunitense che ha visto come trend primario un forte incremento di richieste di finanziamento sull'onda del processo di Energy Transition che sta caratterizzando il mercato energetico degli ultimi anni. La Direzione Corporate Finance Mid-Cap si è progressivamente rafforzata, diventando il centro di competenza e il punto di riferimento per le operazioni di Corporate Finance a favore dei clienti imprese della Divisione Banca dei Territori e dei Domestic Corporate & Institutional Clients delle Banche della Divisione International Subsidiary Banks. Oltre a numerose operazioni di M&A Advisory e di Finanza Strutturata, la Direzione ha concluso in ambito Equity Capital Markets, in un momento di mercato particolarmente complesso, l'IPO di Technoprobe, la più grande mai realizzata sul segmento Growth di tutte le piazze europee di Euronext, l'IPO di Generalfinance, la prima sul segmento STAR del 2022 e l'IPO di Erredue, la terza per dimensione nel 2022 sul segmento Euronext Growth Milan. Nel corso dell'anno sono inoltre proseguite le attività per l'incremento delle sinergie con la Divisione Private Banking.

International Subsidiary Banks

(milioni di euro)
Dati economici
2022
2021 Variazioni
assolute %
Interessi netti 1.592 1.337 255 19,1
Commissioni nette 574 546 28 5,1
Risultato dell'attività assicurativa - - - -
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 129 127 2 1,6
Altri proventi (oneri) operativi netti -68 -38 30 78,9
Proventi operativi netti 2.227 1.972 255 12,9
Spese del personale -573 -549 24 4,4
Spese amministrative -431 -410 21 5,1
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -114 -113 1 0,9
Costi operativi -1.118 -1.072 46 4,3
Risultato della gestione operativa 1.109 900 209 23,2
Rettifiche di valore nette su crediti -345 -157 188
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -20 -74 -54 -73,0
Altri proventi (oneri) netti 35 7 28
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - -
Risultato corrente lordo 779 676 103 15,2
Imposte sul reddito -191 -144 47 32,6
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -44 -43 1 2,3
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) - - - -
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -40 -26 14 53,8
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi - - - -
Risultato netto 504 463 41 8,9
(milioni di euro)
Dati operativi 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
Finanziamenti verso clientela 40.212 38.970 1.242 3,2
Raccolta diretta bancaria 54.364 51.504 2.860 5,6
Attività di rischio ponderate 35.056 34.403 653 1,9
Capitale assorbito 3.745 3.640 105 2,9

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione.

La Divisione International Subsidiary Banks presidia l'attività del Gruppo sui mercati esteri tramite banche commerciali controllate e partecipate che svolgono prevalentemente attività bancaria retail.

Nel 2022 i proventi operativi netti della Divisione si sono attestati a 2.227 milioni, in crescita del 12,9% rispetto al precedente esercizio (+16,3% a cambi costanti). L'analisi di dettaglio evidenzia che gli interessi netti sono stati pari a 1.592 milioni (+19,1%), principalmente grazie alla dinamica favorevole registrata da CIB Bank (+143 milioni) e, in misura minore, da VUB Banka (+48 milioni), da Banca Intesa Beograd, inclusa Intesa Leasing Beograd (+26 milioni) e da Bank of Alexandria (+23 milioni). Le commissioni nette, pari a 574 milioni, hanno mostrato un aumento (+5,1%) al quale hanno contribuito principalmente PBZ – inclusa Intesa Sanpaolo Bank (Slovenia) e Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina (+16 milioni) – VUB Banka (+16 milioni) e Banca Intesa Beograd (+10 milioni). Tra le altre componenti reddituali, si rileva un consistente incremento degli altri oneri operativi netti (+30 milioni) riconducibili alle controllate operanti in Slovacchia, Egitto e Ungheria e un lieve aumento del risultato delle attività e passività finanziarie al fair value (+2 milioni).

I costi operativi, pari a 1.118 milioni, hanno presentato una crescita (+4,3%; +6,5% a cambi costanti) dovuta principalmente alla dinamica delle spese amministrative e del personale.

Per l'andamento descritto dei ricavi e dei costi, il risultato della gestione operativa ha registrato un progresso del 23,2%, attestandosi a 1.109 milioni. Il risultato corrente lordo, pari a 779 milioni (+15,2%), ha beneficiato di minori accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività e di più elevati altri proventi netti che hanno in parte compensato le maggiori rettifiche di valore nette su crediti per gli eventi riguardanti Russia e Ucraina. La Divisione ha chiuso l'esercizio 2022 con un risultato netto di 504 milioni (+8,9%).

Nel confronto trimestrale, il quarto trimestre 2022 ha evidenziato un'evoluzione positiva del risultato della gestione operativa rispetto al terzo, ascrivibile alla crescita dei proventi operativi netti che ha più che compensato l'aumento degli oneri operativi tipico del fine anno. Per contro il risultato corrente lordo e l'utile netto sono stati negativamente impattati dalle maggiori rettifiche di valore nette su crediti.

I volumi intermediati della Divisione hanno evidenziato a fine dicembre 2022 un incremento (+4,5%, pari a +4,1 miliardi) rispetto a inizio anno riconducibile sia alla raccolta diretta bancaria (+5,6%), nella componente dei debiti verso clientela, sia ai crediti verso clientela (+3,2%). La dinamica degli impieghi è principalmente attribuibile alle controllate operanti in Slovacchia, Serbia e Croazia, mentre lo sviluppo della raccolta alle controllate attive in Croazia e in Slovacchia e, in misura minore, a quelle presenti in Slovenia e in Serbia.

Nel corso del 2022 la Divisione International Subsidiary Banks ha proseguito il percorso di sviluppo delle attività, con un modello di business focalizzato sulla crescita delle commissioni nelle principali controllate europee e un continuo focus sul wealth management in Cina.

In particolare, sono proseguite le attività di evoluzione del modello di servizio nel wealth management per la clientela affluent e private rafforzando il presidio commerciale, con attenzione alle tematiche ESG, la divulgazione di tematiche di educazione finanziaria e lo sviluppo di processi innovativi e regolamentari di advisory.

In ambito bancassurance, è stato finalizzato l'accordo generale (Mater Cooperation Agreement) con un primario gruppo assicurativo per la distribuzione di prodotti assicurativi su 5 banche (in Slovacchia, Croazia, Ungheria, Serbia, Slovenia) e firmati 4 su 5 Local Distribution Agreement (in Slovacchia, Serbia, Slovenia, Croazia).

Con riferimento al rafforzamento dei ricavi commissionali, è proseguito lo sviluppo delle iniziative commerciali sinergiche con la Divisione IMI Corporate & Investment Banking con beneficio sulle banche del Gruppo in Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria e Croazia. Relativamente all'evoluzione e al rafforzamento del modello di servizio per la clientela condivisa con la Divisione Banca dei Territori, sono proseguite le attività commerciali sul territorio italiano e si è conclusa l'ottimizzazione del processo di approvazione del credito.

In merito al focus su nuove opportunità di business relative alla transizione ESG, è stata lanciata un'iniziativa di ESG Business Positioning per i segmenti Corporate e SME in Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia ed Egitto. In dettaglio: sono stati lanciati dei «quick wins» per stimolare l'uso dei plafond Green e Circular; è stata strutturata e resa disponibile l'offerta S-Loan in Slovacchia, Ungheria e Serbia; sono stati definiti i settori prioritari oggetto della strategia commerciale in tema ESG. In ambito digital banking, lato Corporate&SME, risulta attivata l'interconnessione Italia-Ungheria ed è stato lanciato il prodotto "Confirming" (Factoring) su 5 ulteriori geografie del perimetro della Divisione (Slovacchia, Serbia, Romania, Slovenia e Albania) perfezionando il primo deal in Slovacchia. Limitatamente al Retail&WM, sono state completate le attività per l'acquisizione di clienti prospect in Albania ed è continuata l'espansione delle funzionalità in ambito creditizio, wealth management e commerciale nei principali Paesi dove la Divisione opera.

Riguardo la spinta alla convergenza IT, risultano in corso le attività per la progressiva diffusione degli applicativi in ottica di piattaforma target nelle restanti banche in perimetro, secondo le tempistiche di progetto previste.

Infine, con riferimento al wealth management in Cina, è proseguita l'attività di business di Yi Tsai attraverso il rafforzamento del network e l'ampliamento dell'offerta prodotti.

Business

Presidio dell'attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate.

Missione

Indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail. La Divisione è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell'operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche

estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione IMI Corporate & Investment Banking.

Struttura organizzativa
HUB Europa Sud-Orientale
(SEE HUB)
Presenze in Croazia, Bosnia-Erzegovina, Slovenia.
HUB Europa Centrale
(CE HUB)
Presenze in Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca.
Altre banche Presenze in Albania, Romania, Serbia, Egitto, Ucraina, Moldavia.
Struttura distributiva 901 filiali in 12 Paesi.

HUB Europa Sud-Orientale (SEE HUB)

Nel 2022 i proventi operativi netti del gruppo Privredna Banka Zagreb sono ammontati a 448 milioni, in aumento rispetto al 2021 (+1,9%), grazie alla dinamica favorevole delle commissioni e alla riduzione degli altri oneri operativi netti. I costi operativi, pari a 196 milioni, hanno registrato un incremento (+6,3%) riconducibile alle spese amministrative e del personale. Il risultato della gestione operativa si è attestato a 252 milioni (-1,3%). Il risultato corrente lordo è ammontato a 242 milioni (+15,4%), beneficiando di minori accantonamenti e rettifiche di valore nette su crediti e su altre attività; l'utile netto è stato pari a 188 milioni (+15,5%).

Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina ha chiuso il 2022 con un risultato della gestione operativa pari a 22 milioni, in diminuzione rispetto al precedente esercizio (-1,8%). Tale dinamica è riconducibile all'aumento degli oneri operativi solo in parte contrastato dalla crescita dei proventi operativi netti. Il risultato corrente lordo, pari a 18 milioni, e l'utile netto, che si è attestato a 14 milioni, hanno registrato un decremento (rispettivamente -11% e -13,5%), imputabile soprattutto alle maggiori rettifiche di valore nette su crediti.

Intesa Sanpaolo Bank (Slovenia) ha realizzato proventi operativi netti pari a 83 milioni, in incremento rispetto al 2021 (+19,8%), grazie alla crescita degli interessi netti e, in misura minore, delle commissioni nette. I costi operativi sono risultati in aumento (+6,3%) rispetto al precedente esercizio. Il risultato della gestione operativa ha mostrato un progresso del 42%. Per contro il risultato corrente lordo e l'utile netto, pari rispettivamente a 24 milioni e 16 milioni, hanno registrato un calo (rispettivamente -5% e -7,6%) principalmente ascrivibile a più elevati accantonamenti e rettifiche di valore nette su crediti e su altre attività e a minori altri proventi netti.

HUB Europa Centrale (CE HUB)

Il gruppo VUB Banka ha conseguito un risultato della gestione operativa pari a 279 milioni, in aumento rispetto al 2021 (+17,7%) per effetto dello sviluppo dei proventi operativi netti (+10%) che ha più che compensato l'incremento dei costi operativi (+1,7%). Il risultato corrente lordo, pari a 247 milioni, ha evidenziato un consistente aumento (+48,4%) grazie alle minori rettifiche di valore su crediti e ai più elevati altri proventi netti. L'utile netto è ammontato a 169 milioni (+48,9%).

Il gruppo CIB Bank ha presentato proventi operativi netti pari a 329 milioni, in significativa crescita rispetto al 2021 (+58,9%) grazie alla dinamica positiva degli interessi netti. I costi operativi hanno evidenziato un incremento del 2,1%. L'utile netto si è attestato a 92 milioni e risulta più che raddoppiato rispetto all'esercizio precedente.

Altre banche

Intesa Sanpaolo Bank Albania ha evidenziato un risultato della gestione operativa pari a 20 milioni, in aumento rispetto al 2021 (+7,4%), grazie allo sviluppo dei ricavi, segnatamente degli interessi netti, che ha più che compensato la crescita degli oneri operativi. L'utile netto si è attestato a 11 milioni e risulta più che raddoppiato rispetto al precedente esercizio, beneficiando di minori accantonamenti e rettifiche di valore nette su crediti e su altre attività.

Intesa Sanpaolo Bank Romania ha registrato un risultato della gestione operativa pari a 12 milioni, in aumento rispetto al 2021 (+23,8%), per effetto di più elevati proventi operativi netti (+12%), soprattutto interessi netti, che hanno più che compensato i maggiori oneri operativi. La società ha chiuso il 2022 con un utile netto di 5,1 milioni, ampiamente superiore al valore del 2021 (1,9 milioni).

Banca Intesa Beograd, inclusa Intesa Leasing Beograd, ha realizzato un risultato della gestione operativa pari a 205 milioni, in aumento del 21% rispetto al 2021. I proventi operativi netti hanno evidenziato una crescita del 17% e i costi operativi sono risultati in incremento del 10,9%. Il risultato corrente lordo si è attestato a 160 milioni (+22,2%) e l'utile netto è ammontato a 110 milioni (+22,8%).

Bank of Alexandria, che è stata influenzata negativamente dalla svalutazione della lira egiziana, ha conseguito un risultato della gestione operativa pari a 230 milioni, in progresso del 5,9% rispetto al precedente esercizio (+16% a cambi costanti). I proventi operativi netti, pari a 384 milioni, sono aumentati (+3,5%; +13,4% a cambi costanti) grazie alla dinamica degli interessi netti. I costi operativi hanno mostrato un lieve incremento (+0,2%; +9,8% a cambi costanti). Il risultato netto è ammontato a 129 milioni, in crescita del 9,5% rispetto al 2021 (+19,9% a cambi costanti).

Pravex. Nonostante la situazione di estrema gravità/incertezza che caratterizza l'Ucraina, anche a dicembre 2022 si è proceduto con il consolidamento integrale di Pravex. Tuttavia, alla luce delle evidenti difficoltà logistiche e di esecuzione delle strutture amministrative della banca locale, anche con riferimento ai canali informatici, la scelta del Gruppo è stata quella di procedere al consolidamento integrale utilizzando i saldi di settembre 2022, apportando le rettifiche di valore legate alla svalutazione di specifici assets della banca, in particolare crediti verso la clientela, titoli di debito e immobili. Con specifico riferimento ai saldi di conto economico, per quanto riguarda i proventi e gli oneri operativi sono stati consolidati i dati di settembre 2022 e, relativamente alle rettifiche di valore nette su crediti e gli altri accantonamenti si è preso atto degli effetti valutativi definiti con le strutture centrali di Gruppo.

Eximbank ha registrato un risultato della gestione operativa pari a 6,5 milioni, valore più che triplicato rispetto al 2021 grazie principalmente alla dinamica favorevole dei proventi operativi netti (+63,6%). L'utile netto, pari a 3,4 milioni, si è quasi triplicato rispetto all'esercizio precedente.

Private Banking

(milioni di euro)
Dati economici 2022 2021 Variazioni
assolute %
Interessi netti 419 217 202 93,1
Commissioni nette 1.980 2.096 -116 -5,5
Risultato dell'attività assicurativa - - - -
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 60 56 4 7,1
Altri proventi (oneri) operativi netti 16 26 -10 -38,5
Proventi operativi netti 2.475 2.395 80 3,3
Spese del personale -486 -473 13 2,7
Spese amministrative -354 -365 -11 -3,0
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -81 -76 5 6,6
Costi operativi -921 -914 7 0,8
Risultato della gestione operativa 1.554 1.481 73 4,9
Rettifiche di valore nette su crediti -12 3 -15
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività 13 -37 50
Altri proventi (oneri) netti - 194 -194
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - -
Risultato corrente lordo 1.555 1.641 -86 -5,2
Imposte sul reddito -444 -483 -39 -8,1
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -37 -40 -3 -7,5
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -21 -22 -1 -4,5
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -21 -15 6 40,0
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 2 -5 7
Risultato netto 1.034 1.076 -42 -3,9
(milioni di euro)
(milioni di euro)
Dati operativi 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
Risparmio gestito (1) 150.112 166.830 -16.718 -10,0
Attività di rischio ponderate 12.757 11.617 1.140 9,8
Capitale assorbito 1.127 1.014 113 11,1

(1) Dati riesposti in coerenza con i criteri di rendicontazione della raccolta indiretta consolidata.

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione.

La Divisione Private Banking ha la missione di servire il segmento di clientela di fascia alta (Private e High Net Worth Individuals), creando valore attraverso l'offerta di prodotti e servizi mirati all'eccellenza. La Divisione coordina l'operatività di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking, Intesa Sanpaolo Private Banking, Fideuram Asset Management SGR, IW Private Investments SIM, SIREF Fiduciaria, Fideuram Asset Management (Ireland), Fideuram Bank (Luxembourg), del Gruppo bancario svizzero Reyl (presente in Svizzera, Regno Unito, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Malta) e, a decorrere dal 30 giugno 2022, di Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A., banca private lussemburghese con filiali in Belgio. Inoltre, con l'obiettivo di offrire una gamma di prodotti ampia e dedicata, fruendo di soluzioni digitali che si arricchiranno nel tempo, è stata creata la nuova business unit Banca Diretta, per rispondere alle esigenze dei clienti che vogliono operare in autonomia sugli investimenti e sul trading online.

Nel 2022 la Divisione ha realizzato un risultato corrente lordo pari a 1.555 milioni, in calo di 86 milioni (-5,2%) rispetto al precedente esercizio, che comprendeva la plusvalenza di 194 milioni realizzata con la cessione del ramo di attività di Banca Depositaria di Fideuram Bank (Luxembourg), contabilizzata nella voce Altri proventi netti. Il risultato della gestione operativa ha mostrato un incremento di 73 milioni (+4,9%), attribuibile alla crescita dei proventi operativi netti (+80 milioni), solo in parte compensata dai maggiori costi operativi (+7 milioni). La dinamica dei ricavi è da ricondurre agli interessi netti che, in uno scenario di rialzo dei tassi di interesse, sono aumentati di 202 milioni (+93,1%) e, in misura minore, al risultato delle attività e passività finanziarie al fair value (+4 milioni). In senso opposto si sono mosse le commissioni nette (-116 milioni), penalizzate dall'intonazione sfavorevole dei mercati finanziari che ha inciso sui patrimoni in gestione e sulle performance, e gli altri

proventi operativi netti (-10 milioni). La Divisione ha chiuso il 2022 con un utile netto di 1.034 milioni, in riduzione del 3,9% rispetto al 2021.

Relativamente alle masse gestite e amministrate, si segnala che i valori vengono esposti in coerenza con i criteri di rendicontazione della raccolta indiretta utilizzati nel consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo, in particolare attraverso l'elisione di conti correnti della clientela correlati alle operazioni di investimento, di obbligazioni e di certificates che, pur facendo parte del patrimonio del cliente, trovano già rappresentazione nell'ambito della raccolta diretta. Si evidenzia inoltre una riallocazione dei prodotti di terzi da risparmio gestito a risparmio amministrato.

Al 31 dicembre 2022 le masse gestite e amministrate, che includono anche il contributo dei mandati fiduciari a SIREF Fiduciaria, sono state pari a 272,5 miliardi (-21,4 miliardi da inizio anno). Tale andamento è riconducibile alla performance di mercato che ha inciso negativamente sui patrimoni, solo parzialmente compensata dalla raccolta netta positiva. La componente di risparmio gestito si è attestata a 150,1 miliardi (-16,7 miliardi).

Nel 2022 sono state realizzate le seguenti operazioni societarie:

  • la fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval in Reyl & Cie;
  • l'acquisizione da parte di Fideuram Bank (Luxembourg) di UBI Trustee;
  • la scissione parziale di IW Bank a favore di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking di un ramo d'azienda costituito dai rapporti bancari e dalle attività bancarie;
  • la scissione parziale di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking a favore di Intesa Sanpaolo di un compendio costituito dai rapporti di mutui in bonis e relativa provvista e personale;
  • la trasformazione di IW Bank in Società di Intermediazione Mobiliare;
  • l'acquisizione da parte di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking di una partecipazione del 14,9% nel capitale sociale di Alpian, banca digitale svizzera in fase di start up con sede a Ginevra, già partecipata da Reyl & Cie;
  • la vendita della partecipazione in Morval Vonwiller Advisors;
  • l'acquisizione da parte di Fideuram Bank (Luxembourg) della Compagnie de Banque Privée Quilvest;
  • la fusione per incorporazione di Sanpaolo Invest SIM in Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking con mantenimento della rete distributiva Sanpaolo Invest.

Business Attività di raccolta e gestione del risparmio attraverso reti di consulenti finanziari e private bankers
dipendenti, al servizio della clientela con un potenziale di risparmio elevato.
Missione Occuparsi del benessere dei clienti e proteggerne l'intero patrimonio con una consulenza di
eccellenza.
La relazione di ascolto, soddisfazione e fiducia tra cliente e private banker è ciò che rende unico il
modello di business della Divisione Private Banking.
Struttura organizzativa
Fideuram
(Italia)
Dedicata alla produzione, gestione e distribuzione di servizi e prodotti finanziari alla clientela di
alto profilo attraverso un network di 4.951 consulenti finanziari appartenenti alle reti Fideuram e
Sanpaolo Invest.
Intesa Sanpaolo
Private Banking
(Italia)
Banca dedicata alla clientela private (attività finanziarie superiori a 1 milione), alla quale eroga
servizi finanziari volti a proteggere, valorizzare ed accompagnare nel tempo il patrimonio
attraverso una rete di 939 private bankers dipendenti e 108 liberi professionisti con contratto di
agenzia.
IW Private Investments
(Italia)
Società specializzata nella consulenza e nella pianificazione finanziaria di individui e famiglie con
una distintiva proposizione commerciale nel trading. Opera attraverso una rete di 557 consulenti
finanziari.
Reyl & Cie
(Svizzera)
Banca svizzera dedicata allo sviluppo della clientela private internazionale che opera tramite un
gruppo di società specializzate nel wealth management e nel private banking. Complessivamente
opera attraverso una rete di 52 private bankers.
SIREF Fiduciaria
(Italia)
Società specializzata nell'erogazione di servizi fiduciari.
Fideuram Bank
(Lussemburgo)
Banca lussemburghese che, in seguito all'acquisto del ramo di attività di Wealth Management e
Private Banking di Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg, opera attraverso una rete di 8 private
bankers.
Compagnie de Banque
Privée Quilvest
(Lussemburgo)
Banca lussemburghese con filiali in Belgio che opera attraverso una rete di 33 private bankers.
Fideuram Asset
Management
(Italia)
Società di gestione di una vasta gamma di fondi comuni, gestioni individuali e altri strumenti di
investimento per investitori privati e istituzionali.
Fideuram Asset
Management
(Ireland)
Società di gestione dei fondi comuni lussemburghesi e italiani e di prodotti istituiti dalle compagnie
di assicurazione del Gruppo.
Struttura distributiva Network di 261 filiali in Italia, 7 filiali all'estero e 6.648 consulenti finanziari.

Asset Management

(milioni di euro)
Dati economici 2022 2021 Variazioni
assolute %
Interessi netti - -1 -1
Commissioni nette 913 1.282 -369 -28,8
Risultato dell'attività assicurativa - - - -
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value -21 -4 17
Altri proventi (oneri) operativi netti 70 67 3 4,5
Proventi operativi netti 962 1.344 -382 -28,4
Spese del personale -110 -120 -10 -8,3
Spese amministrative -106 -112 -6 -5,4
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -6 -7 -1 -14,3
Costi operativi -222 -239 -17 -7,1
Risultato della gestione operativa 740 1.105 -365 -33,0
Rettifiche di valore nette su crediti - - - -
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività - 1 -1
Altri proventi (oneri) netti - - - -
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - -
Risultato corrente lordo 740 1.106 -366 -33,1
Imposte sul reddito -184 -297 -113 -38,0
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -1 -8 -7 -87,5
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -4 -4 - -
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) - - - -
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi -1 -10 -9 -90,0
Risultato netto 550 787 -237 -30,1
(milioni di euro)
Dati operativi 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
Risparmio gestito 303.829 354.048 -50.219 -14,2
Attività di rischio ponderate 1.798 1.836 -38 -2,1
Capitale assorbito 181 196 -15 -7,7

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione.

La Divisione Asset Management ha la missione di sviluppare le migliori soluzioni di asset management rivolte alla clientela del Gruppo e la presenza nel segmento dell'open market tramite la società controllata Eurizon Capital SGR e le sue partecipate.

I proventi operativi netti del 2022, pari a 962 milioni, hanno evidenziato una riduzione del 28,4% rispetto all'esercizio precedente ascrivibile all'andamento delle commissioni nette (-369 milioni), che hanno risentito della contrazione delle commissioni di performance incassate nel periodo e, in misura minore, delle commissioni di gestione correlata alla diminuzione dei patrimoni gestiti e dei collocamenti. Nell'ambito delle altre componenti di ricavo, la partecipata cinese Penghua, consolidata a patrimonio netto, ha fornito un apporto positivo ai proventi operativi netti per 69 milioni, valore superiore di 4 milioni rispetto al precedente esercizio mentre il contributo derivante dalla valutazione al fair value del portafoglio finanziario in cui sono investite le disponibilità liquide della Divisione è stato negativo per 21 milioni (-4 milioni nel 2021). L'evoluzione dei costi operativi (-7,1%) è riconducibile principalmente al contenimento delle spese del personale e delle spese amministrative, da porre in relazione con gli effetti delle sinergie derivanti dall'integrazione con Pramerica perfezionata a fine giugno 2021. Dato l'andamento descritto dei ricavi e dei costi, il risultato della gestione operativa è stato pari a 740 milioni, in decremento del 33% rispetto al precedente esercizio. La Divisione ha chiuso il 2022 con un risultato netto di 550 milioni (-30,1%).

Al 31 dicembre 2022 il risparmio gestito dalla Divisione Asset Management si è approssimato a 304 miliardi, in calo di 50,2 miliardi (-14,2%) rispetto a inizio anno. Tale dinamica è ascrivibile alla svalutazione delle masse gestite correlata all'andamento negativo dei mercati, cui si aggiungono deflussi di raccolta netta (-4 miliardi), riconducibili ai fondi comuni

(-4,3 miliardi) e alle gestioni patrimoniali per clientela retail e private (-0,9 miliardi), solo in parte compensati da flussi netti complessivamente positivi sui prodotti dedicati a clienti istituzionali e sui prodotti assicurativi/previdenziali (+1,2 miliardi).

Al 31 dicembre 2022 la quota del mercato italiano di Eurizon Capital sul patrimonio gestito è risultata pari al 17,1% (al lordo delle duplicazioni). Escludendo il comparto dei fondi chiusi, in cui la società ha una presenza limitata, la quota di risparmio gestito a fine dicembre sale al 17,8%.

Business Asset management.
Missione Fornire prodotti di risparmio gestito di tipo collettivo (OICR) e individuale alle reti bancarie interne
al Gruppo, nonché sviluppare la presenza nel segmento dell'open market attraverso specifici
accordi di distribuzione con altre reti e investitori istituzionali.
Struttura organizzativa
Eurizon Capital SGR
(Italia)
Specializzata nella gestione attiva del risparmio sia per la clientela retail (fondi comuni di
investimento e gestioni patrimoniali) sia per la clientela istituzionale, alla quale offre un'ampia
gamma di prodotti e servizi di investimento.
Epsilon SGR
(Italia)
Specializzata nella gestione di portafoglio su basi quantitative. È controllata al 100% da Eurizon
Capital SGR.
Eurizon Capital
Real Asset SGR
(Italia)
Specializzata negli investimenti alternativi. È controllata da Eurizon Capital SGR che detiene il
51% dei diritti di voto e il 20% del capitale della società, e partecipata da Intesa Sanpaolo Vita
(40% del capitale) e dal Gruppo Poste Italiane (40% del capitale).
Eurizon Capital S.A.
(Lussemburgo)
La società gestisce e distribuisce OICR di diritto lussemburghese rivolti alla clientela retail e
istituzionale e offre un'ampia gamma di servizi dedicati agli investitori istituzionali. È centro di
specializzazione nella gestione a limitato tracking error (LTE), factor based e di prodotti monetari.
È controllata al 100% da Eurizon Capital SGR.
Eurizon Capital Asia Limited
(Hong Kong)
Società controllata al 100% da Eurizon Capital SGR, costituita per sviluppare le attività di
consulenza in materia di strumenti finanziari, di gestione di portafogli e di distribuzione sul mercato
asiatico.
Eurizon Asset Management
Slovakia
(Slovacchia)
Società di asset management slovacca, controllata al 100% da Eurizon Capital SGR, cui fanno
capo l'ungherese Eurizon Asset Management Hungary e la croata Eurizon Asset Management
Croatia d.o.o. (polo dell'asset management nell'Est Europa). Promuove e gestisce fondi comuni di
investimento di diritto slovacco destinati al mercato locale.
Eurizon Asset Management
Croatia d.o.o.
(Croazia)
Società di asset management croata, controllata in via totalitaria dalla società slovacca Eurizon
Asset Management Slovakia. Promuove e gestisce fondi comuni di investimento di diritto croato e
offre servizi di gestione di portafoglio individuale per la clientela retail e istituzionale.
Eurizon Asset Management
Hungary
(Ungheria)
Società di asset management ungherese, controllata in via totalitaria dalla società slovacca
Eurizon Asset Management Slovakia. Promuove e gestisce fondi comuni di investimento di diritto
ungherese e offre servizi di gestione di portafoglio individuale per la clientela retail e istituzionale.
Eurizon SLJ Capital
(Inghilterra)
Società di diritto inglese controllata da Eurizon Capital SGR con il 65% del capitale, attiva nella
ricerca e nella fornitura di servizi di investimento e consulenza.
Penghua Fund Management
Company Limited
(Cina)
Fund manager di diritto cinese partecipata da Eurizon Capital SGR per il 49% del capitale.

Insurance

(milioni di euro)
Dati economici 2022 2021 Variazioni
assolute %
Interessi netti - - - -
Commissioni nette 3 2 1 50,0
Risultato dell'attività assicurativa 1.616 1.586 30 1,9
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value - - - -
Altri proventi (oneri) operativi netti -12 -16 -4 -25,0
Proventi operativi netti 1.607 1.572 35 2,2
Spese del personale -148 -142 6 4,2
Spese amministrative -217 -240 -23 -9,6
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -20 -20 - -
Costi operativi -385 -402 -17 -4,2
Risultato della gestione operativa 1.222 1.170 52 4,4
Rettifiche di valore nette su crediti - - - -
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività 90 -335 425
Altri proventi (oneri) netti 8 - 8 -
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - -
Risultato corrente lordo 1.320 835 485 58,1
Imposte sul reddito -347 -210 137 65,2
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -14 -42 -28 -66,7
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -65 -52 13 25,0
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) - - - -
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi -24 181 -205
Risultato netto 870 712 158 22,2
(milioni di euro)
Dati operativi 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
Raccolta diretta assicurativa (1) 173.600 204.481 -30.881 -15,1
Attività di rischio ponderate - - - -
Capitale assorbito 5.096 4.137 959 23,2

(1) Inclusi i titoli subordinati emessi dalle compagnie.

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione.

La Divisione Insurance è costituita da Intesa Sanpaolo Vita, Intesa Sanpaolo Life, Fideuram Vita, Intesa Sanpaolo Assicura (che ha incorporato Cargeas Assicurazioni dal 1° ottobre 2022) e Intesa Sanpaolo RBM Salute, con la missione di sviluppare in modo sinergico l'offerta dei prodotti assicurativi rivolti alla clientela del Gruppo. Nel perimetro della Divisione Insurance rientra inoltre Intesa Sanpaolo Insurance Agency.

Nel 2022 la Divisione ha conseguito un risultato dell'attività assicurativa pari a 1.616 milioni, in aumento (+1,9%, pari a +30 milioni) rispetto all'esercizio precedente. La dinamica è ascrivibile all'incremento del margine tecnico sia nel ramo vita sia nel ramo danni che ha più che compensato la riduzione del margine finanziario. Il risultato corrente lordo, pari a 1.320 milioni, ha evidenziato una sostenuta crescita (+58,1%), per effetto dell'aumento dei proventi operativi netti, della riduzione dei costi operativi, segnatamente delle spese amministrative, e dell'andamento degli altri accantonamenti netti che nel 2022 hanno evidenziato rilasci per 90 milioni; per contro nel 2021 erano stati effettuati consistenti accantonamenti che includevano 295 milioni rappresentanti l'eccedenza dei sinistri rispetto ai premi maturati e la stima per gli oneri prospettici anche in conseguenza di un maggior utilizzo delle prestazioni da parte degli assicurati al termine dei lunghi periodi di lockdown. Il cost/income, pari al 24%, si è mantenuto su ottimi livelli, inferiori a quelli osservati nel precedente esercizio.

Infine l'utile netto è ammontato a 870 milioni (+22,2%), dopo l'attribuzione delle imposte per 347 milioni, degli oneri di integrazione e incentivazione all'esodo per 14 milioni, degli effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione per 65 milioni (in aumento rispetto al periodo di raffronto per gli effetti relativi all'acquisizione delle società assicurative dell'ex

Gruppo UBI Banca) e degli utili di pertinenza di terzi per 24 milioni. Con riferimento a quest'ultima voce si segnala che nel

2021 la stessa incorporava la convenzionale attribuzione del risultato netto di pertinenza delle società assicurative dell'ex Gruppo UBI.

La raccolta diretta assicurativa, pari a 173,6 miliardi, ha mostrato un calo (-15,1%, pari a -30,9 miliardi) rispetto a inizio anno ascrivibile sia alle passività finanziarie valutate al fair value, costituite da prodotti unit linked, sia alle riserve tecniche, segnatamente al ramo vita.

La raccolta premi vita e previdenza della Divisione, pari a 16,2 miliardi, ha evidenziato una flessione del 14% circa rispetto al precedente esercizio, imputabile ai prodotti unit linked (-41%), in conseguenza dell'incertezza dei mercati finanziari. In incremento invece la raccolta dei prodotti tradizionali (+39%), inclusivi della componente di ramo I delle polizze multiramo, grazie al collocamento nel quarto trimestre del plafond di ramo I dedicato alla clientela senior. I prodotti previdenziali hanno registrato un progresso dell'1%.

I premi del business protezione sono stati pari a 1,4 miliardi, in moderato aumento rispetto al 2021 (+2% circa). I premi del comparto non motor (escluse le CPI – Credit Protection Insurance) sono risultati in crescita del 7%, trainati principalmente dalle Line of Business (LoB) Imprese e Infortuni (rispettivamente +25% e +24%), a fronte di una riduzione delle altre componenti (motor e legate al credito).

Business Insurance ramo vita e ramo danni.
Missione Sviluppare l'offerta di prodotti assicurativi rivolti alla clientela del Gruppo.
Struttura organizzativa
Intesa Sanpaolo Vita Capogruppo assicurativa specializzata nell'offerta di prodotti assicurativi, di previdenza e per la
tutela della persona e del patrimonio a servizio della Banca dei Territori. La Compagnia controlla
al 100% Intesa Sanpaolo Life, Intesa Sanpaolo Assicura, Intesa Sanpaolo Insurance Agency e
detiene il 73,8% di Intesa Sanpaolo RBM Salute. Infine, detiene il 40% di Eurizon Capital Real
Asset SGR, società operativa dal 31 dicembre 2019 controllata da Eurizon Capital SGR (Divisione
Asset Management) che detiene il 51% dei diritti di voto e il 20% del capitale.
Intesa Sanpaolo Life Specializzata nei prodotti vita a più alto tenore finanziario, quali i prodotti unit linked.
Fideuram Vita Specializzata nell'offerta di prodotti assicurativi, di previdenza e per la tutela della persona e del
patrimonio a servizio della Divisione Private Banking.
Intesa Sanpaolo Assicura Dedicata al business danni, offre alla clientela un'ampia gamma di prodotti in grado di coprire i
danni alla persona, ai veicoli, alla casa e tutelare i finanziamenti.
Intesa Sanpaolo RBM Salute Specializzata nel business salute.
Intesa Sanpaolo Insurance
Agency
Agenzia che svolge attività di intermediazione assicurativa di prodotti sia vita che danni.

Centro di Governo

Al Centro di Governo, cui è demandato il presidio delle funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'intero Gruppo, fanno capo anche la Direzione NPE nonché le attività di Tesoreria e di ALM Strategico.

Le attività delle Strutture del Centro di Governo hanno evidenziato nel 2022 un risultato della gestione operativa pari a 580 milioni, che si confronta con -461 milioni del precedente esercizio. Tale andamento è essenzialmente ascrivibile alla crescita dei proventi operativi netti, segnatamente nella componente degli interessi netti, principalmente in relazione al venir meno del costo dell'eccesso di liquidità per effetto della risalita dei tassi registrata nella seconda metà del 2022. I costi operativi hanno mostrato una riduzione, riconducibile a sinergie sulle spese amministrative. Il risultato corrente lordo si è attestato a 609 milioni a fronte di un risultato negativo di 1.924 milioni del 2021 che includeva significative rettifiche nette su crediti (riprese nette nel 2022), minori proventi netti e più elevati accantonamenti netti. Il 2022 si è chiuso con un risultato netto di 244 milioni a fronte di -1.416 milioni dell'esercizio precedente. Il conto economico del Centro di Governo comprende la quasi totalità degli oneri imposti da disposizioni legislative e/o finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario e, di conseguenza, al di fuori del governo aziendale, essenzialmente riferibili ai fondi di risoluzione. Tali oneri sono ammontati, al netto delle imposte, a 301 milioni e si confrontano con 281 milioni del 2021.

Attività di tesoreria

Nell'ambito della Tesoreria e Finanza di Gruppo sono ricomprese le attività di tesoreria di servizio in euro e in valuta, la gestione integrata dei fabbisogni e delle eccedenze di liquidità, nonché dei rischi finanziari (ALM) e di regolamento.

Nel 2022 Intesa Sanpaolo ha confermato il proprio ruolo sistemico di "partecipante critico" all'interno dei sistemi di regolamento della BCE (Target2 per il cash e Target2 Securities per i titoli), mantenendo stabili le proprie quote di mercato a livello nazionale ed europeo.

Dopo i rallentamenti verificatisi negli ultimi due anni a causa della pandemia, il 2022 è stato un anno molto importante per tutte le attività progettuali legate alla realizzazione della nuova piattaforma di regolamento europea dei "Target Services". Si è conclusa la migrazione tecnica del Servizio T2S alla nuova piattaforma. In particolare: a luglio è terminato il go-live del nuovo sistema ancillare CGS (Continuous Gross Settlement) di EBA Clearing per il regolamento dei bonifici SEPA; è proseguita la fase di test & training della Consolidation relativa al Servizio T2; sono proseguiti gli sviluppi software relativi ad ECMS (gestione centralizzata del collaterale), ultimo dei "Target Services" presenti nella nuova piattaforma centralizzata della BCE.

Il 2022 è stato caratterizzato dalla fine della situazione straordinaria dovuta alla pandemia e dalla invasione dell'Ucraina da parte della Russia nei primi mesi dell'anno. Il repentino e in parte inaspettato materializzarsi dell'inflazione, che ha visto superare in Europa la soglia del 10% come dato annuale, ha costretto la Banca Centrale Europea ad accelerare la normalizzazione della propria politica monetaria.

Terminati il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) nel mese di marzo e gli Asset Purchase Programme (APP) a fine giugno, la BCE ha velocizzato la fase di rialzo dei tassi ufficiali. Ad un primo rialzo di luglio di 50 punti base, che ha concluso la stagione dei tassi negativi, sono seguiti due rialzi di 75 punti base nelle riunioni di settembre e ottobre ed un altro rialzo di 50 punti base a dicembre, portando così ad un rialzo cumulato di 250 punti base in meno di sei mesi. Un nuovo aumento dei tassi di 50 punti base è stato deciso il 2 febbraio 2023.

I mercati hanno sofferto di una marcata volatilità e i principali tassi di riferimento del mercato monetario hanno registrato una forte risalita (l'Euribor a 1 anno è passato da -0,501% di fine 2021 a più del 3,25% a fine dicembre 2022), così come le curve di costo fondi della Banca, sebbene in termini di spread creditizio si sia registrato solo un marginale allargamento.

Intesa Sanpaolo ha mantenuto una solida posizione di liquidità e, nonostante le forti incertezze registrate sui mercati, ha sempre evidenziato stabilità per quanto riguarda gli outstanding di raccolta cartolare di breve termine.

Negli Stati Uniti la Federal Reserve ha iniziato ad alzare i tassi di interesse per combattere l'inflazione rivelatasi ben più alta di quanto previsto nel 2021. Nelle sette riunioni della Banca Centrale i tassi sono saliti, a partire da marzo, di 425 punti base, raggiungendo a fine anno il range di 4,25-4,50%. La liquidità sul mercato del dollaro si è comunque mantenuta abbondante per tutto l'anno, senza conseguenze significative legate allo scoppio del conflitto russo-ucraino.

Quanto al funding, nel corso del 2022, l'ammontare complessivo delle emissioni a medio/lungo termine del Gruppo collocate sul mercato domestico, tramite reti proprie e direct listing, è stato pari a 12 miliardi di cui 7,7 miliardi di certificates e 4,3 miliardi di emissioni collocate tramite la Divisione Private Banking. Nell'ambito dei titoli collocati si è registrata una prevalenza della componente costituita da strumenti finanziari strutturati (62%), rappresentati principalmente da strutture correlate ad indici. Nella scomposizione per vita media, il 60% è costituito da strumenti con scadenza fino a 5 anni, il 22% con scadenza a 6 e 7 anni ed il restante 18% con scadenza a 8 e 10 anni. Le obbligazioni collocate tramite la Divisione Private Banking sono ammontate complessivamente – come sopra indicato – a 4,33 miliardi. Nel dettaglio sono stati collocati 2,79 miliardi senior preferred a tasso fisso e a tasso variabile con durata da 2 a 5 anni, 862 milioni T2 con durata 10 anni nel mese di giugno e 677 milioni T2 con durata 10 anni nel mese di ottobre. Le obbligazioni T2 sono riservate a clienti professionali e controparti qualificate.

Nell'anno sono state perfezionate operazioni di raccolta istituzionale unsecured per un controvalore complessivo di 5,8 miliardi.

Nel mese di marzo è stata eseguita un'emissione pubblica per 1 miliardo di titoli AT1. Si tratta di strumenti subordinati a tasso fisso con durata perpetua rimborsabili anticipatamente dall'emittente a partire dal decimo anno (e ad ogni successiva data di pagamento interessi). I termini contrattuali prevedono che il pagamento degli interessi sia a totale discrezione dell'emittente (seppur soggetto a talune limitazioni regolamentari). Inoltre, qualora il Common Equity Tier 1 (CET1) del Gruppo o di Intesa Sanpaolo scenda al di sotto del 5,125%, il valore nominale degli strumenti verrà ridotto temporaneamente dell'importo necessario a ripristinare la suddetta soglia (5,125% del CET1), tenendo conto anche degli altri strumenti con caratteristiche similari.

Nel mese di settembre è stata perfezionata un'emissione pubblica senior non preferred a tasso fisso per 1 miliardo con scadenza 5 anni. Il titolo rientra nella categoria "green" ed è destinato a finanziare tutti i progetti green coerenti con il Green Bond & Sustainability Framework: "Energie rinnovabili", "Efficienza energetica", "Green buildings", "Clean transportation" e "Circular Economy". Inoltre, sempre nel mese di settembre, è stata perfezionata un'operazione pubblica destinata al mercato anglosassone. Si tratta di un'emissione subordinata T2 da 400 milioni di GBP (corrispondenti a circa 460 milioni di euro) a tasso fisso con scadenza 10 anni.

Nel mese di ottobre è stata poi perfezionata la prima emissione pubblica in formato social. Si tratta di un'emissione da 750 milioni a tasso fisso, senior preferred con scadenza a gennaio 2030. I proventi dell'emissione sono destinati a finanziare i prestiti che rientrano nelle Categorie Social idonee prevista dal Green, Social & Sustainability Bond Framework datato giugno 2022: "Accesso ai servizi essenziali", "Progresso e rafforzamento socio-economico", "Generazione di posti di lavoro e programmi volti a prevenire e/o alleviare la disoccupazione derivante da crisi" e "Edilizia sociale accessibile".

Nel mese di novembre è stata perfezionata un'emissione destinata al mercato statunitense. Si tratta di un titolo a tasso fisso per un importo complessivo di 2 miliardi di USD (corrispondenti a 1,936 miliardi di euro) emesso in due tranche: 750 milioni di USD senior preferred con scadenza 3 anni e 1,250 miliardi di USD senior non preferred con scadenza a 11 anni rimborsabile anticipatamente al decimo anno.

Infine, sono stati effettuati piazzamenti privati in Euro, JPY, RON e AUD per un controvalore totale pari a 250 milioni di euro.

Con riferimento ai programmi di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bond), nell'ambito del programma garantito da ISP CB Pubblico, la serie retained n. 10 è stata oggetto di riduzione di 100 milioni nel mese di gennaio e di estinzione totale anticipata per 150 milioni nel mese di giugno. Sempre in giugno è stata parzialmente estinta la serie n. 12 per un ammontare di 225 milioni, portando il nominale a residui 1,050 miliardi.

A valere sul programma garantito da ISP CB Ipotecario nel mese di gennaio è scaduta la serie n. 17 per un ammontare di 1 miliardo. In febbraio è stata invece emessa la serie n. 28 per un ammontare di 1 miliardo. Il titolo, a tasso variabile con scadenza 7 anni, quotato presso la Borsa di Lussemburgo con rating Aa3 di Moody's, è stato interamente sottoscritto dalla Capogruppo ed è stanziabile sull'Eurosistema. In dicembre è scaduta la serie n. 13 per un ammontare di 1,250 miliardi.

Nel mese di marzo è stata effettuata un'emissione di Covered Bond da parte della controllata VUB Banka. Si tratta di titoli a tasso fisso per un ammontare di 500 milioni con scadenza 5 anni.

Nell'ambito del programma garantito da ISP OBG, nel mese di settembre è stata emessa la serie retained n. 47, per un ammontare di 10 milioni. Il titolo, a tasso variabile con scadenza 30 anni, quotato presso la Borsa di Lussemburgo con rating A (high) di DBRS, è stato interamente sottoscritto dalla Capogruppo ed è stanziabile sull'Eurosistema.

Infine, per quanto riguarda il programma garantito da UBI Finance, la serie n. 30 è stata oggetto di riduzione di 200 milioni in gennaio e di estinzione totale anticipata per 100 milioni in febbraio. In aprile la serie n. 3 è stata interamente ammortizzata per i residui 11,3 milioni in essere. In maggio la serie n. 29 è stata oggetto di estinzione anticipata per un totale di 600 milioni. Sempre in maggio la serie n. 28 è stata parzialmente estinta per un ammontare di 100 milioni, successivamente per un ammontare di 175 milioni nel mese di settembre, poi per un ammontare di 100 milioni a ottobre ed infine per un ammontare di 125 milioni in novembre portando il nominale a residui 200 milioni.

Nel mese di dicembre è stata strutturata una cartolarizzazione retained. Si tratta della terza operazione di cartolarizzazione a valere su un portafoglio di crediti erogati ad imprese appartenenti al segmento small business, SME e Corporate, riguardanti sia finanziamenti chirografari sia finanziamenti assistiti da garanzia ipotecaria. La società veicolo Giada Sec ha emesso due classi di titoli per complessivi 15,2 miliardi interamente sottoscritti da Intesa Sanpaolo. La sola classe senior, pari a 10,25 miliardi, quotata e con il rating A di DBRS e A1 di Moody's, è resa stanziabile sull'Eurosistema.

Per quanto concerne la gestione del collaterale, Intesa Sanpaolo si avvale da tempo anche della procedura denominata A.Ba.Co. (Attivi Bancari Collateralizzati), che permette l'utilizzo di prestiti bancari – erogati a società non finanziarie – a garanzia delle operazioni di finanziamento con la Banca d'Italia: al 31 dicembre 2022 l'importo outstanding, al lordo degli haircut applicabili agli impieghi costituiti in pegno da parte del Gruppo, ammontava a 17,7 miliardi.

Durante la prima parte del 2022 la prospettiva di una progressiva attenuazione degli effetti della pandemia ha ceduto il passo agli inattesi sviluppi bellici in Est Europa. A causa del quadro inflazionistico infiammato dall'accelerazione delle materie prime, le Banche Centrali si sono orientate verso una crescente riduzione delle misure di stimolo monetario che ha innescato la volatilità dei mercati del credito. Nel corso del primo semestre la rotazione di portafoglio è stata finalizzata alla riduzione della componente governativa core che ha raggiunto livelli di spread estremamente elevati nei confronti dei tassi swap; la componente Italia è stata gestita dinamicamente a ridosso della elezione del Presidente della Repubblica e successivamente mantenuta al di sotto dei limiti di investimento. La componente non governativa ha mantenuto un'esposizione contenuta nei confronti del mercato Corporate a causa delle incertezze di mercato e delle attese di riduzione dello stimolo quantitativo da parte della ECB. Nella seconda parte dell'anno le persistenti tensioni inflazionistiche hanno continuato a spingere verso l'alto i tassi di interesse nonostante un temporaneo ritracciamento nel mese di luglio. Le prospettive di inasprimento della politica monetaria delle principali Banche Centrali hanno continuato a gravare su tutti i risky asset, mentre il debito italiano ha sofferto anche a causa della conclusione anticipata della legislatura corrente. La rotazione di portafoglio è stata finalizzata alla riduzione della componente governativa Italia e di alcune componenti del portafoglio non governativo, allo scopo di comprimere l'utilizzo di capitale e ridurre il profilo di rischio dei portafogli in una fase di crescente incertezza e volatilità. Relativamente all'operatività in repo, sui titoli di stato italiani si sono osservati volumi sensibilmente più elevati rispetto all'anno precedente, mentre i tassi si sono attestati su livelli più bassi di quello della depo facility.

Lo spread tra i tassi dei titoli governativi dei Paesi core e quelli italiani ha registrato un progressivo allargamento nel corso dell'anno.

ALM Strategico

Nell'ambito delle attività di Asset & Liability Management (ALM) del Gruppo, la gestione operativa dei rischi finanziari del banking book di Gruppo è svolta dalla Tesoreria & Finanza di Gruppo sotto il monitoraggio dell'Area CRO. Il rischio di tasso è monitorato e gestito considerando la sensitività del valore di mercato delle varie poste del banking book agli spostamenti

paralleli della curva dei tassi, nonché la sensitività del margine d'interesse a fronte delle view di mercato; sono inoltre utilizzate specifiche analisi di scenario circa l'evoluzione dei tassi, nonché ipotesi comportamentali su alcune poste particolari. Le scelte strategiche in materia di rischio tasso sono definite dal Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, sessione Asset & Liability Committee - ALCO, nell'ambito di limiti fissati dal Consiglio di Amministrazione: la struttura di Tesoreria & Finanza di Gruppo svolge un ruolo attivo nella gestione attiva del rischio tasso nell'ambito dei limiti assegnati e di supporto alle decisioni del Comitato, formulando analisi e proposte. La componente strutturale del rischio di liquidità è gestita, sulla base delle policy di liquidità definite a livello di Gruppo, nell'ambito del piano di funding del Gruppo con il quale si presidiano gli equilibri attuali e prospettici di liquidità, a breve e a lungo termine, definendo il piano di funding sui diversi canali e strumenti (domestico/internazionale, retail/corporate, secured/unsecured, preferred/non preferred/subordinati). Il piano di funding ottimizza le diverse forme di raccolta nel rispetto degli indicatori di liquidità (LCR, NSFR e gli altri indicatori di RAF), dei target di rating, dei diversi bucket del capitale regolamentare e dei buffer MREL, in coerenza con gli obiettivi di impieghi-raccolta delle Unità di Business. La componente strutturale del rischio di cambio è gestita, sulla base delle policy in materia definite a livello di Gruppo, presidiando la posizione complessiva di Gruppo anche in ottica di ottimizzazione dei Capital Ratio.

Area IT, Digital and Innovation

Con il nuovo Piano d'Impresa 2022-25, nel più ampio obiettivo di costruire "una banca forte per un mondo sostenibile", l'Area IT, Digital and Innovation prosegue il percorso - già avviato con il precedente piano industriale - in tema di digitalizzazione, innovazione e multicanalità.

Nel 2022 l'Area si conferma in costante evoluzione per rispondere in maniera sempre più efficace alla digitalizzazione attraverso la progressiva e profonda revisione della piattaforma IT e l'evoluzione dei processi, l'efficientamento del modello operativo e la trasformazione verso il cloud, il rafforzamento dei presidi di sicurezza informatica.

È stato avviato il progetto per la creazione della nuova Banca Digitale "Isybank"; è stata siglata la partnership con la Fintech leader Thought Machine che permette l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia, cloud-native adattabile alla clientela multicurrency e multi-country; è stato definito il modello di servizio, la struttura dell'offerta e sono in corso gli sviluppi delle funzionalità che consentiranno ad Isybank (a partire dal 2023) di servire i clienti retail che non usano abitualmente le filiali.

Per supportare efficacemente il percorso di trasformazione IT, sono stati avviati i programmi New DSI (che ha l'obiettivo di trasformare il modello operativo dell'IT allineandolo alle best practice delle strutture IT di realtà digitali di mercato) e Falcon (che ha l'obiettivo di reinternalizzare le competenze IT attraverso l'assunzione di oltre 1.800 risorse in arco piano). Nel corso dell'anno sono stati introdotti i nuovi modi di lavorare, effettuata la trasformazione sulle prime strutture pilota e introdotte figure specifiche dedicate al presidio e all'evoluzione delle competenze (New DSI), sono state effettuate 504 assunzioni, prevalentemente finalizzate al progetto Isybank, in linea con la pianificazione prevista (Falcon).

Nell'ambito dell'accordo siglato con TIM e Google per la migrazione di una parte rilevante del sistema informativo di Intesa Sanpaolo sui servizi cloud di Google (che risponderanno ai più elevati standard internazionali di sicurezza e riservatezza delle informazioni) è proseguita la migrazione delle applicazioni sulla Google Cloud Platform (ad oggi migrate 83 applicazioni e create nuove 27 direttamente sul cloud); è stata realizzata la Region italiana di Milano ed è in corso il completamento di quella di Torino che consentiranno alle famiglie e alle imprese italiane di usufruire dei vantaggi tecnologici ed economici del cloud computing in modo sicuro e sostenibile, dando un contributo decisivo all'accelerazione della digitalizzazione del Paese. È proseguita inoltre l'evoluzione del portale Opening Future, hub di comunicazione sviluppato dal Gruppo in collaborazione con Google Cloud e Noovle (cloud company del Gruppo TIM) al fine di accrescere e diffondere una cultura digitale e costruire un IT «green» in Italia.

È stata avviata la digital process transformation facendo leva sia sull'Automazione Intelligente dei Processi che sui metodi di reingegnerizzazione tradizionali; in particolare nel 2022 sono state avviate le analisi relativamente ai processi di procurement, onboarding dei clienti, gestione del processo di successione ereditaria, processo di chiusura del conto bancario e gestione dei controlli.

In ambito cybersecurity, è stata estesa la protezione antifrode a nuovi prodotti e servizi per la clientela retail, compreso l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale; sono state adottate soluzioni di Intelligence Open Source per potenziare la capacità di intelligence sulle minacce informatiche. È stata incrementata la protezione sia dell'accesso da remoto alle applicazioni che nelle postazioni di lavoro aziendali abilitando l'autenticazione a più fattori, migliorando nel contempo l'esperienza degli utenti attraverso processi agevoli.

Anche nel 2022 si è mantenuto costante l'impegno di Intesa Sanpaolo sul fronte dell'innovazione delle modalità di interazione con la clientela rilasciando ulteriori evolutive per integrare ulteriormente i canali di contatto e migliorare l'offerta e la user experience: grazie a tale impegno, l'App di Intesa Sanpaolo è stata nuovamente riconosciuta da Forrester come "Overall Digital Experience Leader", classificandosi al primo posto tra tutte le App bancarie nell'area EMEA ed è stata citata come best practice in diverse categorie delle App bancarie valutate nel mondo. L'App Intesa Sanpaolo Mobile è punto di riferimento per oltre 12 milioni di clienti multicanale, conta circa un miliardo e mezzo di login e 146 milioni di operazioni transazionali all'anno e supporta l'acquisto di prodotti e servizi conclusi sui canali digitali del Gruppo, che rappresentano quasi il 40% delle vendite totali di Banca dei Territori.

Per i clienti Fideuram ISPPB è stata avviata la migrazione su MyKey e in ambito Open Digital Bank – che consente di ampliare l'offerta prodotto della Banca sia con prodotti/servizi terzi sia attraverso la vendita di prodotti/servizi propri su canali terzi – è stata rilasciata la seconda release del portale SmartHub che offre ai clienti più evoluti digitalmente sistemi integrati con la banca e una user experience personalizzata, permettendo loro di automatizzare i propri processi amministrativi, operativi e commerciali, con standard di sicurezza elevati, e di realizzare nuovi business. Intesa Sanpaolo è stata premiata da Global Finance, autorevole rivista americana, come Outstanding Innovator in Open Banking for SmartHub.

Inoltre in ambito Imprese e Corporate è stata completata la digitalizzazione del nuovo processo di Concessione che ha permesso una stabile e significativa riduzione dei tempi medi di delibera; la sottoscrizione dei contratti a distanza su Inbiz è diventata processo target per Intesa Sanpaolo e quindi uno strumento ordinario nella relazione banca-cliente, evolvendo Inbiz da piattaforma transazionale a portale relazionale e generando anche impatti positivi in ambito ESG (attraverso il risparmio della carta e la riduzione delle emissioni di CO2 connesse alla gestione cartacea delle pratiche); è stato esteso il modello di onboarding digitale anche alla Clientela Head Office Global Corporate e, in ambito pagamenti, è stato ampliato il perimetro

dei nuovi prodotti e servizi di pagamento digitale in ottica multicanale (attivato il Customer Journey per nuove Carte Commercial).

Infine sulla piattaforma Aladdin di BlackRock (già adottata nel 2021) sono state introdotte le nuove funzionalità di Robo(4)Advisor di BlackRock per generare consigli di investimento su prodotti selezionati (fondi, prodotti assicurativi e certificati) a supporto dei gestori. Sono stati adottati i moduli per i servizi di investimento: Aladdin Wealth per BdT e Fideuram (prima e seconda release), Aladdin Enterprise per FAM/FAMI, Luxembourg Eurizon Capital S.A, London Eurizon SLJ Capital e Aladdin Risk.

Nell'ambito della Divisione International Subsidiary Bank, è stato introdotto il nuovo core banking system in Egitto e sono stati implementati funzionalità e servizi digitali in Serbia e Ungheria.

Nell'ambito degli interventi previsti dall'evoluzione del contesto normativo è proseguita l'iniziativa pluriennale finalizzata a migliorare l'assetto dei presidi antiriciclaggio, riducendo l'esposizione della Banca ai rischi e allineando il modello Anti Financial Crime del Gruppo alle migliori best practice internazionali. Al fine di garantire una maggiore efficacia delle analisi tramite risorse specializzate e processi uniformi, sono state introdotte le attività del Competence Center per un maggior supporto alle Filiali nelle attività di Transaction Monitoring e Know Your Customers.

LE AREE GEOGRAFICHE DI OPERATIVITA'

(milioni di euro)
Italia Europa Resto
del Mondo
Totale
Proventi operativi netti
2022 16.716 3.819 935 21.470
2021 (Dati rideterminati) 16.411 3.521 861 20.793
Variazione % 1,9 8,5 8,6 3,3
Finanziamenti verso clientela
31.12.2022 365.428 63.173 18.253 446.854
31.12.2021 383.765 62.328 19.778 465.871
Variazione % -4,8 1,4 -7,7 -4,1
Raccolta diretta bancaria
31.12.2022 466.841 71.010 7.535 545.386
31.12.2021 480.993 68.136 8.119 557.248
Variazione % -2,9 4,2 -7,2 -2,1

I raggruppamenti per aree geografiche sono effettuati facendo riferimento alla localizzazione delle entità costituenti il Gruppo.

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo e delle attività in via di dismissione. I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Con riferimento alla suddivisione per aree geografiche di operatività – effettuata con riferimento alla localizzazione delle entità costituenti il Gruppo – l'attività continua ad essere in massima parte concentrata nel mercato domestico. All'Italia sono infatti da ascrivere il 78% dei ricavi, l'82% dei finanziamenti verso clientela e l'86% della raccolta diretta bancaria da clientela.

Per quanto riguarda l'andamento operativo del 2022, i finanziamenti verso clientela e la raccolta diretta bancaria hanno evidenziato una flessione in Italia, così come nel Resto del Mondo, e una crescita in Europa.

I ricavi, invece, hanno mostrato un aumento in tutte le aree geografiche: Italia, Europa e Resto del Mondo.

Per indicazioni di dettaglio riguardo alla presenza del Gruppo in Italia e all'estero si rimanda alla rappresentazione riportata all'inizio del presente fascicolo (Il Gruppo Intesa Sanpaolo: presenza in Italia - presenza internazionale).

Corporate Governance e politiche di remunerazione

Corporate Governance e politiche di remunerazione

La Corporate Governance

Intesa Sanpaolo aderisce al Codice di Corporate Governance e adotta un sistema di governance "monistico" in linea con i principi contenuti nello stesso nonché, in generale, con la best practice riscontrabile in ambito nazionale e internazionale, allo scopo di garantire, tenendo anche conto delle disposizioni delle Autorità di Vigilanza, effettive e trasparenti ripartizioni di ruoli e responsabilità dei propri Organi sociali nonché un corretto equilibrio tra funzioni di supervisione strategica, di gestione e di controllo.

Per una descrizione puntuale del sistema di governo societario si rinvia alla "Relazione su Governo Societario e Assetti Proprietari" – disponibile nel sito internet della Società (sezione Governance) – redatta sulla base di quanto previsto dall'art.123-bis del Testo Unico della Finanza, ai sensi del quale gli emittenti devono annualmente fornire al mercato dettagliate informazioni, individuate dalla norma in oggetto, relative agli assetti proprietari, all'adesione a un codice di comportamento in materia di governo societario nonché alla struttura e al funzionamento degli organi sociali e alle pratiche di governance effettivamente applicate.

L'azionariato

Sulla base delle evidenze del Libro Soci e delle più recenti informazioni a disposizione, la situazione degli azionisti titolari di quote superiori al 3% del capitale rappresentato da azioni con diritto di voto, soglia oltre la quale la normativa italiana attualmente in vigore (art. 120 TUF) prevede l'obbligo di comunicazione alla società partecipata ed alla Consob52, è illustrata nella tabella che segue53 .

Azionista N. Azioni
ordinarie
% di possesso
Compagnia di San Paolo 1.188.947.304 6,261%
Fondazione Cariplo 961.333.900 5,063%

Il modello monistico

Intesa Sanpaolo adotta il modello di governance monistico ed opera, pertanto, tramite un Consiglio di Amministrazione, nell'ambito del quale convergono funzioni di indirizzo e supervisione strategica; le funzioni di controllo sono esercitate dal Comitato per il Controllo sulla Gestione, costituito all'interno del Consiglio, composto integralmente da Consiglieri indipendenti nominati dall'Assemblea degli azionisti; il Consigliere Delegato e CEO-Chief Executive Officer sovrintende alla gestione aziendale nell'ambito dei poteri attribuitigli in conformità con gli indirizzi generali programmatici e strategici determinati dal Consiglio di Amministrazione.

La concreta applicazione del modello monistico alla realtà della Banca è connotata da una chiara ripartizione di ruoli e responsabilità tra gli Organi:

  • è allocata in capo al Consiglio di Amministrazione la funzione di indirizzo e supervisione strategica della Società e il compito di deliberare tutti i più rilevanti atti aziendali;
  • i Comitati endoconsiliari supportano il Consiglio di Amministrazione nello svolgimento delle sue funzioni, al fine di agevolare l'assunzione di decisioni pienamente consapevoli;
  • il Comitato per il Controllo sulla Gestione svolge i poteri e le funzioni attribuite dalla normativa vigente all'organo con funzione di controllo e al comitato per il controllo interno e la revisione contabile, di cui al D. Lgs. n. 39/2010;
  • il Consigliere Delegato e CEO svolge la funzione di gestione corrente, nell'ambito dei poteri delegati dal Consiglio di Amministrazione;
  • − i Manager supportano il Consigliere Delegato e CEO nello svolgimento della funzione di gestione corrente riuniti in Comitati Manageriali, nell'esercizio dei compiti e dei poteri loro attribuiti dal Consiglio di Amministrazione e dettagliati nell'ambito di specifici Regolamenti, che ne disciplinano il funzionamento.

52 Ai sensi dell'art 119-bis, comma 7, del Regolamento Emittenti, le società e i soggetti abilitati che detengono azioni a titolo di gestione del risparmio possono avvalersi dell'esenzione dalla segnalazione per le partecipazioni gestite superiori al 3% e inferiori al 5%.

53 Nel Bilancio 2021 era anche riportato che (i) JP Morgan Chase & Co. in data 21 dicembre 2021 aveva dichiarato (mod. 120 B) di detenere una partecipazione aggregata pari al 4,571%, della quale solo lo 0,963% rappresentato da diritti di voto riferibili ad azioni, e che (ii) BlackRock Inc. deteneva una partecipazione del 5,005% nel capitale sociale di Intesa Sanpaolo nonché, come da segnalazione mod. 120 B del 4 dicembre 2020, a titolo di gestione del risparmio, una partecipazione aggregata pari al 5,066%.

L'Assemblea

Nel modello monistico adottato dalla Banca, l'Assemblea ordinaria delibera, tra l'altro, in merito:

  • − all'approvazione del bilancio di esercizio e alla distribuzione degli utili;
  • − alla nomina, alla revoca e alla determinazione dei compensi con riferimento alle cariche di Consigliere di Amministrazione, Presidente e Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione nonché di Presidente e di componenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione;
  • − all'approvazione delle politiche di remunerazione dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Personale, nonché dei piani basati su strumenti finanziari;
  • − al conferimento dell'incarico di revisione legale dei conti e alla determinazione del relativo corrispettivo, su proposta motivata del Comitato per il Controllo sulla Gestione, e, ove occorra, alla revoca o modifica dell'incarico conferito, sentito lo stesso Comitato;
  • − sulle altre materie affidate alla sua competenza dalla normativa vigente o dallo Statuto.

Il Consiglio di Amministrazione, il Consigliere Delegato e i Comitati endoconsiliari

Il Consiglio di Amministrazione è composto da un minimo di 15 ad un massimo di 19 componenti, anche non soci, nominati dall'Assemblea sulla base di liste presentate dai soci. I Consiglieri restano in carica per tre esercizi sino alla data della successiva Assemblea chiamata ad approvare il bilancio e la proposta di distribuzione degli utili ai sensi dell'art. 2364 C.C. e sono rieleggibili.

L'Assemblea di Intesa Sanpaolo del 29 aprile 2022 ha determinato il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione in 19 e ha nominato il Consiglio di Amministrazione per gli esercizi 2022/2023/2024, eleggendone Presidente Gian Maria Gros-Pietro e Vice Presidente Paolo Andrea Colombo. La nomina è avvenuta sulla base delle liste di candidati in possesso dei requisiti previsti dalla legge e dallo Statuto.

Al Consiglio di Amministrazione spetta la gestione dell'impresa: può dunque compiere tutte le operazioni necessarie, utili o comunque opportune per il raggiungimento dell'oggetto sociale, siano esse di ordinaria o di straordinaria amministrazione. Ad esso compete l'esercizio delle funzioni di indirizzo e supervisione strategica della Società e la deliberazione di tutti i più rilevanti atti aziendali.

Per quanto riguarda la funzione di gestione dell'impresa, il Consiglio di Amministrazione, ferme le sue competenze riservate, delega al Consigliere Delegato i poteri necessari ed opportuni ad assicurare unitarietà alla gestione corrente, in attuazione degli indirizzi deliberati dal Consiglio stesso. Il Consiglio di Amministrazione, nell'attribuire la delega al Consigliere Delegato e CEO, ne ha determinato il contenuto, i limiti e le modalità di esercizio, definendo anche come è assicurata al Consiglio l'informativa sull'attività delegata.

Il Consiglio di Amministrazione del 29 aprile 2022 ha nominato Consigliere Delegato Carlo Messina, conferendogli i poteri necessari e opportuni ad assicurare unitarietà alla gestione corrente, in attuazione degli indirizzi deliberati dal Consiglio stesso.

Il Consigliere Delegato è Capo dell'Esecutivo e Direttore Generale e sovraintende alla gestione aziendale nell'ambito dei poteri attribuitigli in conformità con gli indirizzi generali, programmatici e strategici determinati dal Consiglio di Amministrazione. Egli determina e impartisce le direttive operative ed è preposto alla gestione del personale.

Il Consiglio di Amministrazione ha costituito al proprio interno quattro Comitati, le cui prerogative e funzioni rispondono alle previsioni dello Statuto e della normativa di Vigilanza vigenti:

  • Comitato Nomine: svolge funzioni istruttorie e consultive di supporto al Consiglio di Amministrazione con riguardo al processo di nomina o cooptazione dei Consiglieri di amministrazione, in modo da assicurare che la composizione dell'Organo, per dimensione e professionalità, consenta l'efficace assolvimento dei suoi compiti, nell'ambito del processo di nomina dei componenti degli Organi delle principali società controllate e svolge gli ulteriori compiti ad esso attribuiti dalla normativa vigente e dal Consiglio stesso.
  • Comitato Remunerazioni: ha funzioni propositive e consultive a supporto del Consiglio di Amministrazione in materia di remunerazioni e incentivazioni e svolge gli ulteriori compiti ad esso attribuiti dalla normativa vigente e dal Consiglio stesso.
  • Comitato Rischi e Sostenibilità: supporta il Consiglio di Amministrazione nell'esercizio delle funzioni di supervisione strategica in materia di rischi e sistema di controlli interni nonché di sostenibilità e svolge gli ulteriori compiti ad esso attribuiti dalla normativa vigente e dal Consiglio stesso.
  • Comitato per le Operazioni con Parti Correlate: svolge i compiti ad esso attribuiti dalla disciplina in materia di operazioni con parti correlate e soggetti collegati; in particolare, rilascia il suo parere sulle operazioni che ricadono nella sfera di applicazione della disciplina e della regolamentazione interna.

Il Comitato per il Controllo sulla Gestione

Il Comitato per il Controllo sulla Gestione, costituito nell'ambito del Consiglio di Amministrazione, è composto da 5 Consiglieri di Amministrazione eletti dall'Assemblea del 29 aprile 2022, che ne ha nominato Presidente Alberto Maria Pisani. Tutti i componenti del Comitato sono in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dallo Statuto.

Il Comitato per il Controllo sulla Gestione svolge i compiti assegnati dalla normativa vigente all'organo di controllo di una capogruppo bancaria al vertice di un conglomerato finanziario ed emittente azioni quotate ed opera anche in qualità di Comitato per il controllo interno e la revisione contabile ai sensi dell'art. 19, comma 2, lett. c), del D. Lgs. n. 39/2010. Il Comitato per il Controllo sulla Gestione vigila tra l'altro:

  • sull'osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione;
  • sull'adeguatezza, efficienza e funzionalità della struttura organizzativa della società e del sistema amministrativo contabile e sulla sua idoneità a rappresentare correttamente i fatti di gestione;
  • sull'adeguatezza, efficienza e funzionalità del sistema dei controlli interni e del processo di gestione dei rischi.

Il Comitato può, previa comunicazione al Presidente del Consiglio di Amministrazione, convocare l'Assemblea qualora ciò sia necessario per l'esercizio delle proprie funzioni o nel caso in cui, nell'espletamento del proprio incarico, ravvisi fatti censurabili di rilevante gravità e vi sia urgente necessità di provvedere.

La struttura operativa

Divisioni, Aree di Governo e Strutture Centrali a diretto riporto del Consigliere Delegato e CEO

La struttura della Capogruppo è articolata in sei Divisioni costituite dall'aggregazione di linee di business che presentano caratteristiche simili in relazione alla tipologia di prodotti e servizi offerti e al contesto normativo di riferimento, da nove Aree di Governo, nonché da una Direzione Centrale a diretto riporto del Consigliere Delegato e CEO, che esercitano funzioni di indirizzo, coordinamento, controllo, supporto e servizio a livello di Gruppo, come indicato in dettaglio nel seguito:

  • Divisioni
    • o Divisione Banca dei Territori;
    • o Divisione IMI Corporate & Investment Banking;
    • o Divisione International Subsidiary Banks;
    • o Divisione Private Banking;
    • o Divisione Asset Management;
    • o Divisione Insurance.
  • Aree di Governo/Direzioni centrali a diretto riporto del Consigliere Delegato e CEO
    • o Area di Governo Chief Operating Officer;
    • o Area di Governo Chief IT, Digital and Innovation Officer;
    • o Area di Governo Chief Cost Management Officer;
    • o Area di Governo Chief Lending Officer;
    • o Area di Governo Chief Financial Officer;
    • o Area di Governo Chief Risk Officer;
    • o Area di Governo Chief Compliance Officer;
    • o Area di Governo Chief Governance Officer;
    • o Area di Governo Chief Institutional Affairs and External Communication Officer;
    • o Direzione Centrale Strategic Support.

Oltre a tali strutture, il Chief Audit Officer risponde direttamente al Consiglio di Amministrazione al fine di garantirne la necessaria autonomia e indipendenza.

Si riportano di seguito le funzioni attribuite alle Aree di Governo e alla Direzione Centrale Strategic Support:

Area di Governo Chief Operating Officer (COO)

L'Area di Governo Chief Operating Officer (COO) ha la funzione di:

  • supportare il Consigliere Delegato e CEO nella definizione delle politiche generali del Gruppo in ambito Sviluppo e Gestione delle risorse umane, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, in un'ottica di rinnovamento e creazione di valore, nonché in conformità con la normativa vigente;
  • assicurare il processo di governance delle remunerazioni, supportando gli Organi Societari per la definizione e l'approvazione delle Politiche di Remunerazione, come previsto nelle "Linee Guida in materia di remunerazione, incentivazione e individuazione del personale più rilevante" del Gruppo Intesa Sanpaolo, assicurando inoltre, per il Gruppo, il presidio e il governo del costo del lavoro, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali;
  • proporre al Consigliere Delegato e CEO la definizione e l'evoluzione di modelli organizzativi finalizzati a potenziare l'efficacia e l'efficienza organizzativa del Gruppo, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, assicurandone l'attuazione;
  • assicurare, per il Gruppo, la definizione degli indirizzi e delle politiche in materia di affari sindacali e welfare nonché la relativa attuazione, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali ed in conformità con la normativa vigente;
  • assicurare, per il Gruppo, la definizione degli indirizzi e delle politiche in materia di corporate e physical security nonché la relativa attuazione;
  • favorire lo sviluppo e la formazione delle persone, il miglioramento della qualità della vita aziendale, sviluppando un approccio inclusivo e attento alle diversità, anche attraverso iniziative dedicate;

– assicurare, per il Gruppo, il presidio del rischio di non conformità con riferimento agli ambiti di Tutela della Salute e della Sicurezza nei luoghi di Lavoro, ai sensi del D. Lgs. 81/2008 e di Tutela Ambientale, ai sensi del D. Lgs. 152/2006.

Area di Governo Chief IT, Digital and Innovation Officer (CITDIO)

L'Area di Governo Chief IT, Digital and Innovation Officer (CITDIO) ha la funzione di:

  • − supportare, in coerenza con le esigenze dei Business Owner, la definizione e lo sviluppo di iniziative, tecnologie e soluzioni d'innovazione;
  • − assicurare la realizzazione delle iniziative identificate dai Business Owner in coerenza con gli obiettivi del Piano di Impresa, indirizzando gli interventi in logica di trasformazione digitale e di innovazione;
  • − definire la strategia, le politiche e gli indirizzi in materia di ICT del Gruppo inclusi gli standard architetturali, metodologici e tecnologici - in coerenza con gli obiettivi e le priorità aziendali, e presidiarne l'attuazione;
  • − presidiare la complessità di sistemi informativi, operations e processi nell'ottica della continua innovazione delle soluzioni tecnologiche, al fine di garantire la costante proiezione del Gruppo verso una dimensione evoluta e coerente con gli sviluppi della digitalizzazione, nel rispetto dei livelli di spesa ed investimento assegnati;
  • − coordinare la definizione e l'attuazione del sistema di governo dei dati per garantirne un elevato livello di qualità e soddisfare i requisiti normativi e di business;
  • − assicurare, per il Gruppo, la definizione e l'attuazione degli indirizzi e delle politiche in materia di cybersecurity, sicurezza informatica e business continuity in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali e in conformità con la normativa vigente;
  • − assicurare i flussi informativi verso gli Organi Aziendali, previsti per gli ambiti di competenza dal Sistema dei Controlli Interni e dai documenti di governance.

Area di Governo Chief Cost Management Officer (CCMO)

L'Area di Governo Chief Cost Management Officer (CCMO) ha la funzione di:

  • − coadiuvare gli Organi Societari nel definire, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, gli indirizzi e le politiche in materia di cost management, immobili, logistica e acquisti di Gruppo;
  • − coordinare l'attuazione degli indirizzi e delle politiche di cost management, immobili, logistica e acquisti da parte delle funzioni preposte del Gruppo, anche nei diversi ambiti societari;
  • − collaborare con l'Area di Governo Chief Financial Officer e con l'Area di Governo Chief IT Digital and Innovation Officer contribuendo alla definizione delle iniziative di investimento promosse dall'Area CITDIO stessa, dalle Divisioni/Business Units e dalle altre Aree di Governo, in coerenza con gli obiettivi del Piano di Impresa;
  • − assicurare, attraverso gli opportuni meccanismi operativi di controllo, il rispetto degli indirizzi e delle politiche nei suddetti ambiti, garantendo, in coerenza con il Piano d'Impresa, il raggiungimento dei risultati di cost management nonché dei livelli di servizio offerti in ambito immobili, logistica e acquisti.

Area di Governo Chief Lending Officer (CLO)

L'Area di Governo Chief Lending Officer (CLO) ha la funzione di:

  • − assumere, direttamente o sottoponendole agli Organi competenti, le decisioni creditizie rilevanti in materia di assunzione e gestione dei rischi di credito del Gruppo, autorizzando direttamente per quanto di competenza, anche per il tramite dei pareri di conformità;
  • − assicurare la gestione proattiva del credito e garantire la gestione e il presidio dei crediti deteriorati del Gruppo, per il perimetro di competenza;
  • − garantire la corretta classificazione e valutazione ai fini di bilancio delle posizioni classificate a credito deteriorato che rientrano nella propria competenza;
  • − gestire gli stock e i flussi di sofferenze mantenuti in gestione interna al Gruppo;
  • − ideare e gestire operazioni di cessione di singole posizioni o di portafogli di NPE, esposizioni creditizie e altri asset in perimetro, con la collaborazione di altre funzioni competenti;
  • − svolgere attività di monitoraggio e controllo sulle attività esternalizzate, incluso il monitoraggio dei KPI delle performance degli Outsourcer, assumendo direttamente, o sottoponendole agli Organi competenti, le delibere in ordine alle proposte eccedenti le facoltà delegate agli Outsourcer;
  • − contribuire al processo di formulazione della proposta delle Strategie Creditizie nell'analisi degli impatti sulla concessione del credito e nella loro declinazione in relazione alle variabili di gestione creditizia rilevanti, ferma restando la responsabilità di finalizzazione in capo all'Area di Governo Chief Financial Officer;
  • − coordinare l'attuazione degli Indirizzi Gestionali Creditizi da parte delle unità preposte del Gruppo, anche nei diversi ambiti societari;
  • − analizzare l'evoluzione del costo del credito all'interno del Gruppo, tenendo anche conto dell'applicazione delle suddette Strategie Creditizie;
  • − attribuire e validare i rating alle posizioni di competenza, prestando altresì supporto nella definizione dei processi e strumenti di attribuzione del rating;
  • − definire la normativa di riferimento in materia creditizia, i requisiti per lo sviluppo degli strumenti del credito e contribuire alla formulazione delle proposte di assegnazione delle facoltà di concessione e gestione del credito, ferma restando la responsabilità di finalizzazione delle stesse in capo all'Area di Governo Chief Risk Officer;
  • − promuovere iniziative finalizzate alla diffusione e allo sviluppo della cultura del credito;
  • − garantire, coerentemente con le linee guida dell'Area di Governo Chief Risk Officer e nel rispetto degli Indirizzi Gestionali Creditizi, la sorveglianza sistematica di primo livello del portafoglio crediti di competenza, individuando fenomeni riferiti a specifici aggregati creditizi caratterizzati da elevati livelli di anomalia per i quali attivare gli opportuni interventi di mitigazione del rischio.

Area di Governo Chief Financial Officer (CFO)

L'Area di Governo Chief Financial Officer (CFO) ha la funzione di:

  • − coadiuvare gli Organi Societari nel definire, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, gli indirizzi e le politiche di Gruppo in materia di: amministrazione e fiscalità, pianificazione e controllo di gestione, tesoreria e finanza, studi e ricerche, gestione attiva del portafoglio creditizio, relazioni con gli investitori e con le agenzie di rating, responsabilità sociale ed ambientale;
  • − coordinare l'attuazione di tali indirizzi e politiche da parte delle unità preposte del Gruppo anche nei diversi ambiti societari;
  • − presidiare le attività di Asset and Liability Management (ALM), la gestione del portafoglio titoli di Tesoreria, il Funding Plan, la gestione integrata dei rischi di liquidità nonché dei rischi finanziari e di regolamento, assicurare a livello di Gruppo il soddisfacimento dei fabbisogni di raccolta di mezzi finanziari;
  • − definire gli obiettivi qualitativi e quantitativi prospettici del Gruppo attraverso i processi di pianificazione strategica, di budget, di capital management, di assessment interno dell'adeguatezza patrimoniale e della posizione di liquidità (ICAAP/ILAAP), di presidio di Recovery e Resolution Plan ed effettuando l'analisi continua dei risultati economico patrimoniali;
  • − presidiare studi e ricerche in materia di investimenti, economia e mercati;
  • − presidiare le attività di Credit Portfolio Management a livello di Gruppo, supportando le Divisioni nella gestione attiva del rischio di credito, con l'obiettivo di migliorare il profilo rischio-rendimento del portafoglio creditizio in ottica di creazione di valore per gli azionisti, attraverso strategie creditizie mirate e la partecipazione ad operazioni di mercato su portafogli di crediti performing e deteriorati;
  • − assicurare la gestione della comunicazione e dei rapporti con gli investitori, gli analisti finanziari e delle agenzie di rating e presidiare gli ambiti Environmental Social Governance (ESG) e sostenibilità del Gruppo, in particolare per quanto riguarda le relative attività di pianificazione, gestione e rendicontazione.

Nell'ambito dell'Area di Governo Chief Financial Officer è inoltre inserita la figura del Dirigente Preposto, che assicura la corretta e tempestiva rappresentazione dei risultati economici e patrimoniali della Banca e dell'intero Gruppo, nonché l'assolvimento dei relativi adempimenti contabili e di vigilanza, esercitando il controllo di qualità sui processi che sovrintendono all'informativa amministrativo-finanziaria ai mercati ai sensi della normativa di riferimento. Nell'ambito dell'Area è garantito anche l'assolvimento degli adempimenti fiscali.

Area di Governo Chief Risk Officer (CRO)

L'Area di Governo Chief Risk Officer (CRO) ha la funzione di:

  • − governare il macro processo di definizione, approvazione, controllo e attuazione del Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo con il supporto delle altre funzioni aziendali coinvolte;
  • − coadiuvare gli Organi nel definire e attuare, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, gli indirizzi e le politiche in materia di risk management;
  • − coordinare l'attuazione degli indirizzi e delle politiche in materia di risk management da parte delle unità preposte del Gruppo, anche nei diversi ambiti societari;
  • − garantire la misurazione e il controllo dell'esposizione di Gruppo alle diverse tipologie di rischio, verificando anche l'attuazione degli indirizzi e le politiche di cui al precedente punto;
  • − svolgere il monitoraggio ed i controlli di secondo livello per il presidio del credito in termini di qualità, composizione ed evoluzione dei diversi portafogli creditizi e per la corretta classificazione e valutazione di singole esposizioni (c.d. single name);
  • − svolgere il monitoraggio e i controlli di secondo livello per il presidio degli altri rischi, diversi da quelli creditizi;
  • − assicurare la convalida nel continuo e in maniera iterativa dei sistemi di misurazione e gestione dei rischi utilizzati sia per la determinazione dei requisiti patrimoniali, sia a fini non regolamentari - con la finalità di valutarne l'adeguatezza rispetto ai requisiti normativi, alle esigenze operative aziendali e a quelle del mercato di riferimento e gestire il processo di validazione interna a livello di Gruppo.

Area di Governo Chief Compliance Officer (CCO)

L'Area di Governo Chief Compliance Officer (CCO) ha la funzione di:

  • − assicurare il presidio del rischio di non conformità alle norme a livello di Gruppo, incluso il rischio di condotta, sia nella componente di rischio operativo che in quella di rischio reputazionale, anche attraverso l'adozione di un modello di compliance graduato per le normative per le quali siano previste forme specifiche di presidio specializzato;
  • − definire, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, gli indirizzi e le politiche in materia di conformità alle norme del Gruppo, integrando il modello di valutazione e gestione del rischio di non conformità nell'ambito del Risk Appetite Framework;
  • − coordinare l'attuazione degli indirizzi e delle politiche in materia di conformità alle norme da parte delle unità preposte del Gruppo, anche nei diversi ambiti societari;
  • − collaborare con le altre funzioni aziendali di controllo al fine di realizzare un'efficace integrazione del processo di gestione dei rischi;
  • − gestire le relazioni con gli Organi societari e le Autorità di vigilanza inerenti alle tematiche di conformità;
  • − assicurare, per il Gruppo, il presidio del rischio di non conformità con riferimento all'ambito di Protezione dei Dati Personali, ai sensi del D. Lgs. 101/2018.

Area di Governo Chief Governance Officer (CGO)

L'Area di Governo Chief Governance Officer (CGO) ha la funzione di:

  • − assicurare assistenza e consulenza agli Organi Sociali nel definire le strategie in materia di operazioni di finanza straordinaria per il Gruppo, in coerenza con gli obiettivi aziendali;
  • − sovrintendere, in stretto rapporto con le Divisioni di Business, all'analisi delle tendenze evolutive dei mercati nazionali ed internazionali di rilevanza per il Gruppo, per identificare potenziali target e/o partnership e/o operazioni societarie straordinarie coerenti con le strategie di crescita e/o di razionalizzazione del Gruppo;
  • − assicurare il rispetto degli indirizzi e delle politiche in materia di governo del portafoglio partecipativo e il raggiungimento di risultati coerenti con il Piano d'Impresa, salvaguardando la migliore tutela dell'interesse del Gruppo;
  • − garantire assistenza e consulenza legale agli Organi Sociali della Capogruppo e all'Alta Direzione, presidiando la corretta applicazione delle norme di diritto societario e di vigilanza in materia di governance e di obblighi istituzionali a livello di Gruppo;
  • − gestire le attività connesse al funzionamento di tutti gli Organi sociali e fornire supporto per i relativi processi;
  • − presidiare il rischio giuridico a livello di Gruppo, gestendo il contenzioso e il relativo rischio operativo e definendo linee guida mediante direttive e istruzioni in tale ambito;
  • − prestare consulenza e assistenza legale alle strutture del Gruppo, seguendo la produzione normativa e giurisprudenziale, anche a livello europeo e internazionale, garantendo il corretto inquadramento normativo di tutte le nuove iniziative e supportando la funzione di compliance nell'identificazione e interpretazione ai fini della gestione del rischio di non conformità;
  • − assicurare la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, archivistico e storico-artistico del Gruppo, secondo linee programmatiche che ne valorizzino il profilo istituzionale.

Area di Governo Chief Institutional Affairs and External Communication Officer (CIAECO)

L'Area di Governo Chief Institutional Affairs and External Communication Officer (CIAECO) ha la funzione di:

  • − promuovere un approccio coordinato, dinamico e orientato al risultato nella gestione delle relazioni istituzionali ed esterne al Gruppo con la finalità di supportare la crescita e lo sviluppo delle attività del Gruppo stesso;
  • − presidiare le relazioni istituzionali del Gruppo, promuovendo e indirizzando i rapporti con le istituzioni, i regolatori e i supervisori, a livello nazionale, europeo ed internazionale;
  • − presidiare, per il Gruppo, le relazioni esterne, promuovendo solidi rapporti con gli stakeholder e i partner di riferimento e i media nazionali ed internazionali;
  • − sostenere la reputazione e promuovere l'immagine e l'identità del Gruppo diffondendone i valori etici, sociali e culturali, coerentemente con quanto previsto dalla mission aziendale.

Chief Audit Officer (CAO)

Il Chief Audit Officer (CAO), posto alle dirette dipendenze del Consiglio di Amministrazione (e per esse del relativo Presidente), che riporta funzionalmente anche al Comitato per il Controllo sulla Gestione, fermi restando gli opportuni raccordi con il Consigliere Delegato e CEO, ha la funzione di:

  • assicurare una costante e indipendente azione di sorveglianza sul regolare andamento dell'operatività e dei processi della Banca e del Gruppo al fine di prevenire o rilevare l'insorgere di comportamenti o situazioni anomale e rischiose, valutando la funzionalità del sistema dei controlli interni e la sua idoneità a garantire l'efficacia e l'efficienza dei processi aziendali, la salvaguardia del valore delle attività e la protezione dalle perdite, l'affidabilità e l'integrità delle informazioni contabili e gestionali, la conformità delle operazioni alle politiche stabilite dagli Organi di governo aziendali e alle normative interne ed esterne;
  • fornire consulenza alle funzioni aziendali del Gruppo, anche attraverso la partecipazione a progetti, al fine di creare valore aggiunto e migliorare l'efficacia dei processi di controllo, di gestione dei rischi, della conformità e di internal governance;
  • assicurare la sorveglianza sul sistema dei controlli interni delle Società controllate del Gruppo, anche esercitando un'azione di governo ed indirizzo sulle rispettive funzioni di Internal Audit;
  • supportare la governance aziendale e assicurare al Vertice Operativo, agli Organi Societari e agli Enti Istituzionali competenti (Banca Centrale Europea, Banca d'Italia, Consob, ecc.) una tempestiva e sistematica informativa sullo stato del sistema dei controlli, sulle risultanze dell'attività svolta e sull'avanzamento delle azioni correttive;
  • supportare l'Organismo di Vigilanza 231 nell'assicurare una costante e indipendente azione di sorveglianza sul regolare andamento dell'operatività e dei processi, al fine di prevenire o rilevare l'insorgere di comportamenti o situazioni anomale e rischiose e nel vigilare sul rispetto e sull'adeguatezza delle regole contenute nel Modello 231;
  • assicurare il corretto svolgimento del processo interno di gestione delle segnalazioni delle violazioni (c.d. Whistleblowing).

La Direzione Centrale Strategic Support ha la responsabilità di:

  • assistere il Consigliere Delegato e CEO in tutte le sue attività interne ed esterne, anche in ambito istituzionale e di rappresentanza;
  • garantire un supporto specialistico al Consigliere Delegato e CEO attraverso la raccolta, la valutazione, la revisione della documentazione di rilevanza strategica e la predisposizione di analisi tecniche, anche in riferimento all'attività degli Organi Consiliari con un focus particolare sull'ottimale operatività del Comitato di Direzione;
  • presidiare selezionate iniziative in Italia e all'estero, assistendo il Consigliere Delegato e CEO nelle operazioni straordinarie, nelle trattative e nei progetti aziendali di maggior impatto che lo vedono direttamente coinvolto;
  • supportare il Presidente del Comitato di Direzione nello svolgimento delle proprie funzioni;
  • coordinare specifiche attività inter-divisionali e inter-funzionali garantendo la coerenza e lo sviluppo delle sinergie rispetto agli indirizzi strategici di Gruppo;
  • facilitare i rapporti con e tra le Aree di Governo e le Business Unit al fine di rafforzare i meccanismi di cooperazione.

Le politiche di remunerazione e incentivazione

Gli organismi internazionali e i regolatori negli ultimi anni hanno dedicato crescente attenzione alla materia delle remunerazioni in diversi settori, tra cui, in particolare, quello delle società quotate, quello delle banche e dei gruppi bancari, nonché quello assicurativo, quello del risparmio gestito e quello delle imprese di investimento, con l'obiettivo di orientare gli operatori verso l'adozione di politiche di remunerazione e sistemi retributivi coerenti con i principi – che sono stati rafforzati anche a seguito della crisi economica e finanziaria – riguardanti il processo di elaborazione e approvazione delle politiche di remunerazione e incentivazione, la struttura dei compensi e la loro trasparenza.

Il quadro normativo è stato oggetto di una rilevante evoluzione – tuttora in corso – sia a livello europeo che a livello nazionale, in ciascuno dei summenzionati settori54 .

Con riferimento alle società quotate, l'art. 123-ter del Testo Unico della Finanza ("TUF") prevede l'obbligo di predisporre e mettere a disposizione del pubblico una relazione sulle remunerazioni, articolata in due sezioni (la prima che illustra la politica della società in materia di remunerazioni e le procedure utilizzate per l'adozione e l'attuazione di tale politica, la seconda che fornisce informazioni sui compensi corrisposti), da redigere includendo le informazioni indicate nel Regolamento Emittenti e da sottoporre alla deliberazione dell'Assemblea. Sino al 2019, l'Assemblea era chiamata ad esprimersi con voto consultivo sulla prima sezione della politica; nel 2019, in attuazione della c.d. Shareholders' Rights Directive II (Direttiva (UE) 2017/828), l'art. 123-ter del TUF è stato modificato prevedendo, tra l'altro, che l'Assemblea debba esprimere un voto vincolante sulla prima sezione della relazione e un voto consultivo sulla seconda sezione. Nel 2020, anche il Regolamento Emittenti – nella parte relativa alla relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi corrisposti – è stato modificato in attuazione della Shareholders' Rights Directive, con il fine di rafforzare la trasparenza nei confronti degli azionisti. Anche sul piano dell'autoregolamentazione delle società quotate, la materia delle remunerazioni è oggetto di disciplina nel Codice di Autodisciplina, confluito nel gennaio 2020, nel nuovo "Codice di Corporate Governance", con applicazione a partire dal primo esercizio che inizia successivamente al 31 dicembre 2020.

Nel settore bancario, le politiche e le prassi di remunerazione e incentivazione sono oggetto di una specifica disciplina a livello europeo e nazionale. Tale disciplina ha subito una rilevante evoluzione nel tempo. In particolare, e tra l'altro, in recepimento della c.d. CRD III (direttiva 2010/76/UE) e tenendo conto degli indirizzi e criteri definiti in sede internazionale (tra cui, i principi e gli standard del Financial Stability Board, le metodologie del Comitato di Basilea per la Vigilanza bancaria, le Guidelines emanante dal CEBS), la Banca d'Italia, con provvedimento del 30 marzo 2011, ha emanato Disposizioni di vigilanza contenenti una disciplina armonizzata delle politiche, dei sistemi e delle prassi di remunerazione nelle banche e nei gruppi bancari, relative al processo di elaborazione e controllo, alla struttura dei compensi e agli obblighi di informativa al pubblico, prevedendo, tra il resto, l'approvazione delle politiche di remunerazione e incentivazione da parte dell'assemblea, con il fine di pervenire a sistemi di remunerazione che fossero in linea con le strategie e gli obiettivi aziendali di lungo periodo, collegati con i risultati aziendali, opportunamente corretti per tener conto di tutti i rischi, coerenti con i livelli di capitale e di liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese e, in ogni caso, tali da evitare incentivi distorti che possano indurre a violazioni normative o ad un'eccessiva assunzione di rischi per la banca e il sistema nel suo complesso.

La Banca d'Italia è nuovamente intervenuta in materia con le raccomandazioni contenute nelle comunicazioni del 2 marzo 2012 e del 13 marzo 2013, evidenziando in via generale l'opportunità che le banche definiscano una linea di azione in merito coerente con l'obiettivo di preservare, anche in chiave prospettica, l'equilibrio della situazione aziendale nonché il mantenimento di condizioni di adeguatezza patrimoniale e di prudente gestione del rischio di liquidità. Successivamente, nel 2014 le Disposizioni di vigilanza in materia di politiche e prassi di remunerazione – contenute nella Circolare di Banca d'Italia n. 285/2013 – sono state oggetto di revisione, per recepire la disciplina contenuta nella c.d. CRD IV (Direttiva 2013/36/UE). In attuazione della CRD IV, nel 2014, sono inoltre state emanate dalla Commissione Europea, le "Norme Tecniche di Regolamentazione" (Regulatory Technical Standards - RTS), relative ai criteri qualitativi e quantitativi per identificare le categorie di personale le cui attività professionali hanno un impatto sostanziale sul profilo di rischio dell'ente (c.d. "Risk Taker"). A dicembre 2015, EBA, sulla base delle previsioni contenute nella CRD IV, ha pubblicato l'aggiornamento delle "Guidelines on sound remuneration policies", elaborate dal predecessore CEBS, definendo nel dettaglio le regole relative alla struttura della remunerazione, alle politiche di remunerazione ed ai relativi processi di governance e implementazione. Le indicazioni di tali Guidelines sono state recepite da Banca d'Italia che, nel 2018, ha aggiornato la disciplina in materia di politiche e prassi di remunerazione di cui alla Circolare 285. Infine, nel 2019, sono stati emanati la c.d. CRD V (Direttiva 2019/878/UE), nonché il Regolamento (UE) 2019/876 (c.d. CRR II). A seguito dell'adozione della CRD V, EBA ha rivisto (i) le norme tecniche di regolamentazione che specificano i criteri per l'identificazione dei Risk Taker (RTS), confluite nel Regolamento Delegato (UE) 2021/923 pubblicato il 9 giugno 2021; nonché (ii) le Guidelines on sound remuneration policies, pubblicandone una nuova versione a luglio 2021 e prevedendone l'applicazione a decorrere dal 31 dicembre 2021. La Banca d'Italia ha recepito la CRD V e i contenuti essenziali delle nuove Guidelines di EBA con il 37° aggiornamento della Circolare 285/2013 pubblicato il 24 novembre 2021.

Per quanto attiene al settore assicurativo, l'ISVAP (oggi IVASS), con Regolamento n. 39 del 9 giugno 2011, ha dettato i principi relativi ai processi decisionali, alla struttura e agli obblighi informativi delle politiche di remunerazione delle imprese di assicurazione. Il Regolamento n. 39 è stato successivamente sostituito dal Regolamento IVASS n. 38 del 3 luglio 2018 sul governo societario delle imprese e dei gruppi assicurativi, che attua la c.d. Solvency II (Direttiva 2009/138/UE), implementa le Linee Guida emanate da European Insurance and Occupational Pensions Authority (c.d. EIOPA) sul sistema di governo societario e riprende le previsioni del Regolamento ISVAP n. 39 del 9 giugno 2011 relativamente alle politiche di remunerazione. Inoltre, il 5 luglio 2018 IVASS ha inviato una Lettera al mercato relativamente agli orientamenti sull'applicazione del principio di proporzionalità nel sistema di governo societario.

54 Si specifica che il quadro normativo di riferimento descritto nel paragrafo è aggiornato alla data di approvazione del presente documento mentre i paragrafi che seguono fanno riferimento alle previsioni delle Politiche di remunerazione e incentivazione di Gruppo 2022 approvate dall'Assemblea degli azionisti di Intesa Sanpaolo in data 29 aprile 2022.

Quanto al settore del risparmio gestito, le disposizioni del Regolamento Congiunto Banca d'Italia – CONSOB (emanato ai sensi dell'articolo 6, comma 2-bis del TUF) in materia di remunerazioni – aggiornate in data 27 aprile 2017 per recepire nell'ordinamento italiano le norme sulle politiche e sulle prassi di remunerazione e incentivazione contenute nella Direttiva comunitaria 2014/91/UE (c.d. "Direttiva UCITS V"), e confluite, da dicembre 2019, nel Regolamento della Banca d'Italia di attuazione degli articoli 4-undecies e 6, comma 1, lettere b) e c-bis) del TUF – si applicano anche ai gestori appartenenti a gruppi bancari, in modo distinto a seconda che la SGR si caratterizzi come significativa o meno.

Tale Regolamento è stato da ultimo aggiornato in data 23 dicembre 2022 e, in tale occasione è stato, tra l'altro, esteso l'ambito di applicazione anche alle imprese di investimento nonché recepita la Direttiva (UE) 2019/2034 del 27 novembre 2019, relativa alla vigilanza prudenziale su dette imprese. Completa la citata Direttiva 2019/2034, inter alia, il Regolamento Delegato (UE) 2021/2154 che prevede le norme tecniche di regolamentazione che specifica i criteri per individuare le categorie di personale la cui attività professionale ha un impatto sostanziale sul profilo di rischio dell'impresa di investimento (c.d. "risk takers"), in vigore dal 12 dicembre 2021.

Ciò premesso, Intesa Sanpaolo ha sempre dato ampio spazio al tema delle remunerazioni, al rispetto della relativa normativa e alla sua massima trasparenza al mercato.

Le procedure di adozione e di attuazione delle politiche di remunerazione

Ruolo degli Organi sociali

L'Assemblea

Lo Statuto prevede che l'Assemblea approvi le politiche di remunerazione dei Consiglieri di Amministrazione e del personale, nonché i piani basati su strumenti finanziari.

In tale ambito, l'Assemblea approva, altresì, i criteri per la determinazione dei compensi da accordare in caso di conclusione anticipata del rapporto di lavoro o di cessazione anticipata dalla carica, ivi compresi i limiti fissati a detti compensi secondo quanto previsto dalla normativa vigente ed ha altresì facoltà di deliberare, con le maggioranze qualificate definite dalla normativa di vigilanza vigente, un rapporto tra la componente variabile e quella fissa della remunerazione individuale del personale superiore al rapporto di 1:1 e comunque non eccedente quello massimo stabilito dalla medesima normativa.

L'Assemblea determina il compenso per i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Comitato per il Controllo sulla Gestione ed il compenso per le cariche di Presidente e vice Presidente del Consiglio di Amministrazione e di Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione.

Inoltre, l'Assemblea delibera con voto non vincolante l'informativa annuale sui compensi corrisposti ex art. 123-ter TUF.

Il Consiglio di Amministrazione

In aggiunta al compenso fisso determinato dall'Assemblea, il Consiglio di Amministrazione, in coerenza con le politiche di remunerazione approvate dall'Assemblea, può stabilire la remunerazione dei propri componenti cui il Consiglio stesso attribuisca ulteriori particolari cariche in conformità dello Statuto, ivi inclusa quella di Consigliere Delegato e Direttore Generale.

Spetta al Consiglio l'elaborazione della politica di remunerazione e incentivazione da sottoporre all'Assemblea e la definizione dei sistemi di remunerazione e incentivazione dei soggetti per i quali la normativa di vigilanza riserva tale compito all'organo con funzione di supervisione strategica, ivi inclusa l'individuazione dei parametri da utilizzare per la valutazione degli obiettivi di performance e la definizione del compenso variabile conseguente all'applicazione di tali sistemi.

Compete al Consiglio di Amministrazione la determinazione del compenso spettante al Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, ai sensi dell'art. 154 bis del D. Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58, così come di tutti gli altri Risk Taker Apicali di Gruppo e del personale di livello più elevato delle Funzioni Aziendali di Controllo, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.

Il Comitato Remunerazioni

Il Comitato Remunerazioni è stato istituito dal Consiglio di Amministrazione al fine di supportare tale Organo in tutte le attività concernenti le remunerazioni.

Il Comitato supporta il Consiglio di Amministrazione nella preparazione delle proposte da sottoporre all'Assemblea.

Spetta al Comitato formulare le proposte in merito alla remunerazione per il Consigliere Delegato e CEO e per i componenti del Consiglio di Amministrazione cui sono attribuite ulteriori particolari cariche in conformità dello Statuto, nonché le proposte in merito ai sistemi di remunerazione per i Risk Taker Apicali di Gruppo e del personale di livello più elevato delle Funzioni Aziendali di Controllo, tenendo conto anche della proposta del Comitato Rischi e Sostenibilità e del Comitato per il Controllo sulla Gestione per quanto di competenza.

Il Comitato Rischi e Sostenibilità

Il Comitato Rischi e Sostenibilità, senza pregiudicare le prerogative del Comitato Remunerazioni, supporta il Consiglio di Amministrazione esaminando le Politiche di remunerazione e incentivazione del Gruppo al fine di verificarne il collegamento con i rischi, attuali e prospettici, il grado di patrimonializzazione e i livelli di liquidità del Gruppo, con particolare riferimento agli obiettivi di performance assegnati ai Risk Taker Apicali di Gruppo non appartenenti alle Funzioni Aziendali di Controllo e i ruoli assimilati55 nell'ambito dei Sistemi di Incentivazione.

Inoltre, al fine di rafforzare l'indipendenza delle Funzioni Aziendali di Controllo, il Comitato Rischi e Sostenibilità (congiuntamente con il Comitato per il Controllo sulla Gestione) esprime un parere in merito ai Sistemi di Incentivazione del Chief Risk Officer e del Responsabile della Direzione Centrale Convalida Interna.

Il Comitato per il Controllo sulla Gestione

Al fine di rafforzare l'indipendenza delle Funzioni Aziendali di Controllo, il Comitato per il Controllo sulla Gestione esprime un parere in merito ai Sistemi di Incentivazione dei Risk Taker Apicali appartenenti alle Funzioni Aziendali di Controllo, del personale di livello più elevato e dei ruoli assimilati alle medesime. Tale parere è espresso congiuntamente con il Comitato Rischi e Sostenibilità per quanto attiene ai Sistemi di Incentivazione del Chief Risk Officer e del Responsabile della Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli.

Il Chief Operating Officer e le Funzioni Aziendali di Controllo

Come sopra ricordato, il compito di approvare le politiche di remunerazione del personale spetta all'Assemblea, su proposta del Consiglio di Amministrazione e con il coinvolgimento del Comitato Remunerazioni.

La predisposizione delle suddette politiche di remunerazione da sottoporre al previsto iter approvativo compete al Chief Operating Officer che provvede a coinvolgere, per quanto di rispettiva competenza, come previsto dalla Normativa:

  • l'Area di Governo Chief Risk Officer, al fine di garantire la coerenza delle politiche di remunerazione e dei conseguenti sistemi di incentivazione con il Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo;
  • la Direzione Centrale Pianificazione e Controllo di Gestione, al fine di garantire la coerenza delle politiche di remunerazione e dei conseguenti sistemi di incentivazione con:
    • o gli obiettivi strategici di breve e medio-lungo termine delle Società e del Gruppo;
    • o il livello di patrimonializzazione e di liquidità delle Società e del Gruppo;
  • l'Area di Governo Chief Compliance Officer, al fine di garantire la verifica di conformità delle politiche di remunerazione e dei conseguenti sistemi di incentivazione alle norme, ai regolamenti, ai codici etici ed agli standard di condotta applicabili al Gruppo.

Il Chief Audit Officer, in coerenza con le indicazioni dell'Autorità di Vigilanza, verifica annualmente la conformità delle prassi attuative di remunerazione alle politiche, informando il Consiglio di Amministrazione e l'Assemblea circa l'esito delle verifiche condotte.

La remunerazione dei componenti del Consiglio di Amministrazione

Compensi per la carica di Consigliere di Amministrazione

Lo Statuto della Banca prevede che ai componenti del Consiglio di Amministrazione spetti, oltre al rimborso delle spese sostenute per ragione del loro ufficio, un compenso che viene determinato in misura fissa per l'intero periodo di carica dall'Assemblea all'atto della loro nomina. All'atto della nomina, l'Assemblea determina, inoltre, il compenso additivo delle cariche di Presidente e Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione.

A favore dei Consiglieri di Amministrazione, è prevista la stipula di una polizza di assicurazione per la responsabilità amministrativa nei termini sottoposti all'Assemblea.

Compensi per la carica di Amministratore Delegato e CEO

A norma di Statuto, il Consigliere Delegato ricopre anche la carica di Direttore Generale di Intesa Sanpaolo.

Al Consigliere Delegato e Direttore Generale compete una remunerazione fissa e variabile determinata dal Consiglio di Amministrazione in coerenza con le politiche di remunerazione approvate dall'Assemblea.

Il Consiglio di Amministrazione, su proposta del Comitato Remunerazioni, ha determinato il compenso fisso spettante al Consigliere Delegato. Tale importo si cumula con quello spettante in qualità di Consigliere di Amministrazione. Al Consigliere Delegato in qualità di Direttore Generale spettano la retribuzione annua lorda, il sistema di incentivazione di breve e lungo termine e il trattamento previdenziale integrativo, nonché gli ulteriori fringe benefit del ruolo che vengono determinati dal Consiglio di Amministrazione nel rispetto delle Politiche di remunerazione e incentivazione dei dipendenti.

Compensi per la partecipazione al Comitato per il Controllo sulla Gestione

Lo Statuto prevede che l'Assemblea determini, all'atto della nomina del Comitato per il Controllo sulla Gestione e per l'intero periodo della carica, un compenso specifico per i Consiglieri di Amministrazione che compongono il Comitato, determinato esclusivamente in misura fissa ed in uguale misura per ciascun Consigliere, ma con un'apposita maggiorazione per il Presidente.

Compensi per la partecipazione agli altri Comitati consiliari

In relazione alle attività che i Consiglieri sono chiamati a svolgere quali componenti dei Comitati endo-consiliari, il Consiglio di Amministrazione, a norma di Statuto, determina un compenso fisso aggiuntivo per tali Consiglieri, in coerenza con le Politiche di remunerazione e incentivazione approvate dall'Assemblea. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha integrato

55 Per ruoli assimilati alle Funzioni Aziendali di Controllo ai sensi della Disciplina sulle remunerazioni si intendono il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili e, fino a novembre 2022, anche il Responsabile della Direzione Centrale Tutela Aziendale in qualità di Data Protection Officer. A partire dal mese di dicembre 2022, infatti, a seguito di una modifica organizzativa che ha visto lo spostamento del ruolo di Data Protection Officer all'interno dell'Area di Governo Chief Compliance Officer, l'unico ruolo assimilato alle Funzioni Aziendali di Controllo è il Dirigente Preposto.

l'emolumento per la carica di Consigliere con un gettone di presenza in relazione all'effettiva partecipazione dei membri ai lavori dei Comitati e con un ulteriore compenso fisso lordo annuo per i presidenti dei Comitati stessi.

La politica di remunerazione relativa ai dipendenti e ai collaboratori non legati da rapporti di lavoro subordinati

Le politiche di remunerazione del Gruppo Intesa Sanpaolo si ispirano ai seguenti principi:

  • a) allineamento dei comportamenti del management e dei dipendenti con gli interessi di tutti gli Stakeholder, con focus sulla creazione di valore per gli Azionisti, nonché sull'impatto sociale prodotto sulle Comunità;
  • b) correlazione tra remunerazione e rischi assunti, attraverso:
    • l'indirizzo dei comportamenti del management e del personale verso il raggiungimento di obiettivi in un quadro di regole indirizzate al controllo dei rischi aziendali;
    • sistemi retributivi allineati con le politiche di prudente gestione dei rischi finanziari e non (ivi inclusi rischi legali e reputazionali), coerentemente con quanto definito nell'ambito del Risk Appetite Framework di Gruppo;
    • la definizione di una componente fissa sufficientemente elevata da consentire alla parte variabile di contrarsi significativamente e azzerarsi al verificarsi di determinate condizioni;
  • c) orientamento agli obiettivi di medio-lungo temine tenendo conto della Risk Tolerance di Gruppo attraverso la definizione di un insieme di Sistemi di Incentivazione che consentano di orientare le performance su un periodo di accrual più che annuale e di condividere i risultati di medio-lungo termine conseguenti alla realizzazione del Piano d'Impresa;
  • d) merito, al fine di assicurare un accentuato collegamento con la prestazione fornita e la qualità manageriale evidenziata, attraverso:
    • la flessibilità retributiva da realizzarsi legando la componente variabile della retribuzione ai risultati raggiunti e ai rischi assunti;
    • l'attenzione alle risorse chiave e di alta qualità manageriale, destinatarie di un posizionamento retributivo competitivo rispetto al mercato di riferimento;
    • la differenziazione delle migliori performance cui saranno riconosciute livelli di premio variabile significativamente superiori rispetto alla media;
  • e) equità, al fine di stimolare comportamenti virtuosi e armonizzare i trattamenti retributivi attraverso:
    • la correlazione tra la retribuzione fissa della persona e il livello di responsabilità gestito, misurato attraverso l'adozione di un sistema di Global Banding56, certificato da primaria società di consulenza, o la seniority/ruolo professionale;
    • la differenziazione dei target retributivi e dell'incidenza della componente variabile sulla retribuzione globale in funzione della filiera professionale di appartenenza e/o del mercato geografico, a parità di fascia di Banding o della seniority/ruolo professionale;
  • f) neutralità rispetto al genere attraverso:
    • il riconoscimento di un pari livello di remunerazione, a parità di attività svolta, indipendentemente dal genere;
    • l'attenzione al gender pay-gap e alla sua evoluzione nel tempo;
  • g) sostenibilità, al fine di contenere gli oneri derivanti dall'applicazione della policy entro valori compatibili con le disponibilità economico-finanziarie, attraverso:
    • meccanismi di regolazione degli accantonamenti destinati a finanziare il monte incentivi complessivo in funzione della redditività aziendale e dei risultati conseguiti dal Gruppo;
    • interventi selettivi sulla retribuzione fissa basati su rigorosi benchmark di mercato;
    • l'individuazione di opportuni cap, sia al monte incentivi sia all'entità dei premi individuali;
  • h) conformità con le disposizioni di legge e regolamentari, con i codici di condotta e le altre disposizioni di autoregolamentazione con focus sui Risk Taker (e tra questi, sui c.d. Risk Taker Apicali, inclusi i Dirigenti con Responsabilità Strategiche) e sulle Funzioni Aziendali di Controllo;
  • i) correttezza nelle relazioni con la clientela.

La retribuzione del personale del Gruppo si articola in:

  • a) componente fissa e/o ricorrente;
  • b) componente variabile e/o non ricorrente.

a.1 Remunerazione fissa

La componente fissa del personale dipendente è definita sulla base di criteri prestabiliti e non discrezionali quali l'inquadramento contrattuale, il ruolo ricoperto, le responsabilità assegnate, la particolare esperienza e le competenze maturate dal dipendente.

  • Nel pieno rispetto delle disposizioni normative, rientrano nella componente fissa:
  • la retribuzione annua lorda che riflette il livello di esperienza professionale e l'anzianità del personale;
  • le indennità connesse al ruolo ricoperto, non collegate ad alcun tipo di indicatore di performance e assegnate in modo non discrezionale ai Risk Taker57 e al Middle Management58 appartenenti alle Funzioni Aziendali di Controllo e ai ruoli ad esse assimilati nonché ai responsabili di ruoli commerciali nel perimetro della rete distributiva fisica e digitale della Divisione Banca dei Territori;
  • le indennità riconosciute al personale espatriato, a fronte della copertura di eventuali differenziali di costo, qualità della vita e/o livelli retributivi propri del mercato di riferimento di destinazione;

56 Il Sistema di Global Banding adottato dal Gruppo Intesa Sanpaolo si basa sul raggruppamento in fasce omogenee di posizioni manageriali assimilabili per livelli di complessità/responsabilità gestiti, misurati mediante la metodologia internazionale di valutazione dei ruoli IPE (International Position Evaluation).

57 Perimetro Italia, Slovacchia e Croazia.

58 Perimetro Italia, Egitto e Cina.

  • le indennità e/o i compensi rivenienti da cariche ricoperte in organi sociali, a condizione che le stesse non siano riversate alla società di appartenenza;
  • gli eventuali benefit, aventi la finalità di accrescere la motivazione e la fidelizzazione delle risorse e assegnati su base non discrezionale. I benefit riconosciuti al personale del Gruppo possono avere natura contrattuale (es. previdenza complementare, assistenza sanitaria, ecc.) o derivare da scelte di politica retributiva (es. autovettura aziendale) e, pertanto, prevedere trattamenti differenziati nei confronti delle diverse categorie di personale.

a.2 Remunerazione ricorrente

Per i Consulenti Finanziari non dipendenti (di seguito anche "Consulenti Finanziari") e gli Agenti in attività finanziaria, la componente "ricorrente" è costituita dalle provvigioni che rappresentano la parte stabile e ordinaria della remunerazione.

In particolare, con riferimento ai Consulenti Finanziari, le provvigioni consentono di remunerare l'attività di collocamento, gestione e assistenza della clientela, nonché di compensare le spese sostenute autonomamente per lo svolgimento della propria attività. Per quanto riguarda i Consulenti Finanziari con incarico accessorio di coordinamento e supervisione commerciale di specifiche attività e/o gruppi di Consulenti Finanziari, la remunerazione "ricorrente" è costituita dalle provvigioni di supervisione, per l'attività di coordinamento e supervisione di un gruppo di Consulenti Finanziari che operano nell'area di competenza, e dalle provvigioni di sviluppo, per l'attività di sviluppo e crescita dimensionale del gruppo di Consulenti Finanziari supervisionato.

Quanto agli Agenti in attività finanziaria di Prestitalia59, la remunerazione ricorrente è distinta in 3 componenti: provvigioni ordinarie, recurring e integrative costanti per fasce di produzione, come dettagliato nella Relazione sulle Remunerazioni.

Inoltre, con riferimento agli Agenti in attività finanziaria con incarico accessorio (c.d. Team Leader) è previsto un compenso aggiuntivo di coordinamento per lo svolgimento dell'incarico di supervisione dell'attività commerciale.

b.1 Remunerazione variabile

La componente variabile è collegata alle prestazioni fornite dal personale e simmetrica rispetto ai risultati effettivamente conseguiti e ai rischi prudenzialmente assunti, ed è composta da:

  • componente variabile a breve termine, corrisposta tramite i Sistemi Incentivanti annuali e il Premio Variabile di Risultato (PVR);
  • componente variabile a lungo termine, corrisposta tramite il Piano PSP (Performance Share Plan), destinato al Management del Gruppo Intesa Sanpaolo, ivi compresi i Risk Taker Apicali e i restanti Risk Taker di Gruppo – perimetro Italia e estero, il Piano LECOIP 3.0, destinato ai Professional del Gruppo Intesa Sanpaolo – perimetro Italia – ed eventuali altri piani di incentivazione a lungo termine (es. Piano pluriennale di fidelizzazione per alcuni dipendenti provenienti dalla Rete di UBI Top Private);
  • i Carried Interest ovvero le parti di utile di OICVM o FIA percepite dal personale per la gestione dell'OICVM o del FIA stesso60;
  • eventuali componenti variabili sia di breve sia di lungo termine, legate alla permanenza in azienda (patti di stabilità, di non concorrenza, una tantum di retention) o eccezionali (bonus d'ingresso);
  • eventuali benefit discrezionali.

Non è prevista l'attribuzione di bonus garantiti, con la sola eccezione, prevista per limitati casi di neo-assunti (bonus d'ingresso), fatta salva attenta valutazione ed analisi delle prassi di mercato, esclusivamente per il primo anno.

La distinzione della componente variabile della remunerazione in una quota a breve termine ed in una quota a lungo termine favorisce l'attraction e la retention delle risorse, consente di orientare le performance su un periodo di accrual più che annuale e di condividere i risultati di medio-lungo termine conseguenti alla realizzazione del Piano d'Impresa.

b.2 Remunerazione non ricorrente

Per i Consulenti Finanziari, la componente "non ricorrente" è rappresentata dalle provvigioni corrisposte a fini di incentivazione annuale, per indirizzare l'attività commerciale al raggiungimento di specifici obiettivi, tenendo in debita considerazione sia le strategie e gli obiettivi aziendali di lungo periodo delle Reti a cui appartengono sia la correttezza nella relazione con il cliente.

Inoltre:

  • per circa 5.000 Consulenti Finanziari delle Reti Fideuram, Sanpaolo Invest SIM e IW SIM è previsto un Piano di Incentivazione a Lungo Termine 2022-2025;
  • per i Consulenti Finanziari non dipendenti di nuovo ingresso di Fideuram, Intesa Sanpaolo Private Banking, Sanpaolo Invest SIM e IW SIM una specifica componente non ricorrente è prevista nell'ambito dell'offerta di reclutamento.

Il pay-mix retributivo

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, nel pieno rispetto delle indicazioni normative, adotta tradizionalmente un pay mix opportunamente "bilanciato" tra la componente fissa (o ricorrente) e la parte variabile (o non ricorrente) al fine di:

– consentire una gestione flessibile del costo del lavoro, in quanto la parte variabile può contrarsi sensibilmente sino ad azzerarsi in relazione al livello dei risultati effettivamente conseguiti nell'esercizio di riferimento;

59 Si precisa che, sino a marzo 2022, era attiva Intesa Sanpaolo Agents4you le cui provvigioni ricorrenti permettevano di remunerare il collocamento dei prodotti bancari ed assicurativi in mandato ed era previsto un compenso aggiuntivo di coordinamento per i Team Leader per lo svolgimento dell'incarico accessorio di supervisione dell'attività commerciale.

60 Non rientra la quota di utile pro rata attribuita ai membri del personale in ragione di eventuali investimenti da questi effettuati nell'OICVM o nel FIA, purché proporzionale all'effettiva percentuale di partecipazione all'OICVM o FIA e non superiore al ritorno riconosciuto agli altri investitori. Per una corretta applicazione della disciplina, i gestori devono quindi essere in grado di individuare chiaramente le quote di utile che eccedono l'utile pro rata degli investimenti e che si configurano come carried interest.

– scoraggiare comportamenti focalizzati al raggiungimento di risultati di breve termine, specie se derivanti da assunzione di rischi elevati.

Per conseguire le finalità sopra esposte è prassi del Gruppo stabilire ex ante limiti massimi ed equilibrati alla retribuzione variabile, attraverso la definizione di specifici cap all'incremento dei premi in relazione a eventuali over-performance.

A tratto generale, tale limite massimo alla retribuzione variabile è stato determinato:

  • nel 100% della remunerazione fissa per i ruoli non appartenenti alle Funzioni Aziendali di Controllo, salvo quanto diversamente specificato nella Relazione sulle Remunerazioni;
  • nel 33% della remunerazione fissa per i ruoli appartenenti alle Funzioni Aziendali di Controllo e quelli assimilati nonché alla Funzione Risorse Umane di Gruppo.

Nel computo della remunerazione variabile, rilevano sia la componente a breve termine relativa al Sistema Incentivante o al PVR che la componente a lungo termine assegnata tramite i Piani di incentivazione a lungo termine (il Piano PSP e il Piano LECOIP 3.0), nonché eventuali componenti variabili legate alla permanenza in azienda o eccezionali. In particolare, i Piani PSP e LECOIP 3.0 incidono sulla remunerazione variabile pro quota per tutto il periodo di maturazione.

Il limite massimo previsto nei criteri generali (1:1) è stato incrementato a 2:1, come previsto da CRD IV, consentito dalle Disposizioni di Vigilanza della Banca d'Italia e approvato dall'Assemblea, per i Risk Taker di Gruppo61 non appartenenti alle Funzioni Aziendali di Controllo e ai ruoli assimilati per la popolazione di specifiche e limitate filiere professionali e segmenti di business ad alta redditività62 nonché ai Consulenti Finanziari non dipendenti destinatari dell'offerta di reclutamento al fine di attrarre dal mercato nuovo risorse fondamentali per la crescita e lo sviluppo delle Reti in quanto questi incidono significativamente sulla raccolta netta totale media annua del Gruppo.

Inoltre, a partire dal 2019, in conformità con la facoltà accordata dalle Disposizioni di Vigilanza, il limite massimo alla retribuzione variabile è stato incrementato oltre il 2:1 e fino ad un massimo del 4:1 per il personale della filiera "Investimenti" delle Società del risparmio gestito del Gruppo, che svolgono la propria attività esclusivamente per il Gestore stesso.

Nell'ambito del rispetto del cap tra remunerazione fissa e variabile (1:1), sono state, comunque, individuate opportune differenziazioni del pay mix con riferimento alle diverse famiglie professionali, ovvero per ambito di business, coerentemente con i riscontri ottenuti attraverso specifiche analisi di benchmarking riferite alle principali banche universali europee che garantiscono inoltre il rispetto del criterio di equità interna, stante l'utilizzo di riferimenti comuni a ciascuna fascia di popolazione.

L'adeguatezza degli importi è ulteriormente verificata rispetto alle prassi di mercato, con la continua partecipazione a indagini retributive a carattere nazionale e internazionale; per i ruoli a contenuto manageriale e altre particolari posizioni di business il riscontro avviene selezionando specifici Peer Group al fine di valutare l'allineamento competitivo con il mercato di riferimento più appropriato.

In rapporto ai dati di mercato, il Gruppo Intesa Sanpaolo si pone l'obiettivo di allineare le retribuzioni complessive ai valori mediani, fermo restando la possibilità di apportare opportune differenziazioni per posizioni di particolare criticità e/o risorse di elevata qualità manageriale.

La correlazione tra remunerazione, performance e rischi è assicurata per tutta la popolazione aziendale da:

  • il ricorso a un pay mix bilanciato, in quanto la componente fissa risulta sufficientemente elevata così da consentire alla parte variabile, la cui corresponsione non è mai garantita, di contrarsi significativamente e azzerarsi al verificarsi delle condizioni di seguito specificate;
  • l'applicazione del principio di merito che differenzia le migliori performance e, a fronte di queste, riconosce premi significativamente più elevati rispetto alla media;
  • l'adozione, in base al cosiddetto principio di sostenibilità finanziaria, di un meccanismo strutturato di funding della componente variabile (bonus pool) che correla l'ammontare da destinarsi all'incentivazione di tutti i segmenti aziendali all'andamento di un parametro di Gruppo, ad oggi identificato nel Risultato Corrente Lordo;
  • il ricorso al meccanismo di solidarietà tra risultati di Gruppo e di Divisione, in base al quale la somma dei premi complessivamente erogabili al personale di ciascuna Divisione dipende in parte dalla performance realizzata dal Gruppo nella sua interezza (riflessa nella dimensione del bonus pool) e in parte da quella della Divisione di appartenenza, misurata in termini di grado di contribuzione atteso rispetto al Risultato Corrente Lordo di Gruppo;
  • il rispetto delle condizioni di accesso previste dalle regolamentazioni internazionali e nazionali, ovvero:
    • o livello di gruppo, il raggiungimento di adeguati livelli di solidità patrimoniale e liquidità e, in ogni caso, quantomeno il rispetto dei limiti previsti nel RAF;
    • o a livello individuale, la correttezza dei comportamenti agiti (es. assenza di provvedimenti disciplinari che determinino anche solo un giorno di sospensione);
  • la misurazione della performance su più dimensioni, sia quantitative (redditività, crescita, produttività, costo del rischio/sostenibilità) che qualitative (azioni o progetti strategici – tra cui, per il 2022, è stato confermato il KPI trasversale di Gruppo "Environmental, Social and Governance (ESG)" – e qualità manageriali), e su perimetri differenti (Gruppo/Struttura/Individuo). A titolo esemplificativo, si rappresentano alcuni indicatori per driver di performance:
    • o Redditività: Proventi Operativi Netti/Risk Weighted Assets, Risultato della Gestione Assicurativa Ordinaria/Riserve Matematiche;
    • o Crescita: Raccolta Netta, Erogazioni medio lungo termine, Risultato della Gestione Assicurativa;
    • o Produttività: Cost/Income, Riduzione costi operativi, Full Combined Ratio;

61 Esclusi i membri non esecutivi del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo e i Risk Taker di Gruppo operanti in Slovacchia, Slovenia, Moldavia e Romania.

62 I Private Banker, le filiere dell'Investment Banking, dei gestori investimenti Insurance e Private Banking, della Tesoreria e Finanza, la filiera commerciale della Divisione Asset Management dedicata al mercato non captive, i Responsabili della gestione e sviluppo prodotti della Divisione Insurance, i Responsabili delle strutture della Direzione Global Banking & Sovereign Institutions, i Global Relationship Manager della Direzione Global Corporate e della Direzione Global Banking & Sovereign Institutions, i Responsabili dei Desk Corporate e Financial Institutions degli Hub presenti nella Direzione Internazionale nonché, nell'ambito del Network di Všeobecná Úverová Banka (VUB), i Mortgage Specialists, i Personal Bankers.

  • o costo del rischio/sostenibilità: NPL Ratio lordo, Flussi lordi da bonis a NPE, Perdite Operative/Proventi Operativi Netti, Concentration Risk, Mantenimento dei livelli di Liquidity Coverage Ratio;
  • il ricorso a meccanismi correttivi che agiscono come demoltiplicatori del premio maturato in funzione dei rischi assunti e del segmento di popolazione di appartenenza.

È fatto esplicito divieto al singolo dipendente di effettuare strategie di copertura personale o di assicurazioni sulla remunerazione (hedging strategies) o su altri aspetti che possano alterare o inficiare gli effetti di allineamento al rischio aziendale insiti nei meccanismi di remunerazione descritti.

La remunerazione non può essere corrisposta in forme, strumenti o modalità elusivi delle disposizioni normative.

La cessazione dal servizio di personale in possesso del diritto alla pensione di vecchiaia o di anzianità e/o dei trattamenti pensionistici dell'A.G.O. non fa venir meno il diritto alla corresponsione delle quote di spettanza, anche differite. In tutti gli altri casi, è facoltà dell'azienda riconoscere eventuali interventi, in funzione delle specifiche situazioni, in sede di risoluzione del rapporto di lavoro, anche attraverso accordi individuali di natura consensuale, realizzati mediante la sottoscrizione di apposite transazioni. Possono, inoltre, essere raggiunti accordi individuali ex ante per la definizione dei compensi da accordare in caso di cessazione anticipata del rapporto, fermo che tali accordi devono rispettare tutte le condizioni previste nelle Politiche di Remunerazione e nelle Disposizioni di Vigilanza63 . Peraltro, negli ultimi anni, la Società ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali specifici accordi relativi al cosiddetto "fondo di solidarietà", applicabili per i dipendenti di ogni ordine e grado, ivi compresi i dirigenti, attraverso i quali è stato tra l'altro disciplinato il trattamento da erogare al personale a seguito della cessazione del rapporto di lavoro, in caso di operazioni straordinarie e/o processi di ristrutturazione aziendale.

Secondo quanto previsto dalle Disposizioni di Vigilanza in tema di remunerazioni, i compensi pattuiti a qualunque titolo e/o forma in vista o in occasione della conclusione anticipata del rapporto di lavoro o per la cessazione anticipata della carica per la quota eccedente le previsioni del CCNL in merito all'indennità di mancato preavviso, costituiscono la c.d. severance, includendo tra questi anche gli eventuali compensi corrisposti in base al patto di non concorrenza limitatamente alla quota eccedente l'ultima annualità di remunerazione fissa.

I principi per la definizione di tali compensi nel Gruppo Intesa Sanpaolo, ispirati ai criteri della correlazione della severance pay alla performance continuativa fornita nel tempo e del contenimento del potenziale contenzioso, sono:

  • salvaguardia del grado di patrimonializzazione richiesto dalla Regolamentazione;
  • "no reward for failure";

– irreprensibilità dei comportamenti individuali (consistenza con la logica dei compliance breaches).

In ottemperanza a tali criteri e a quanto richiesto dalle Disposizioni di Vigilanza in tema di remunerazioni, in caso di pattuizione di un compenso che rientra in questa fattispecie, il Gruppo ha previsto che tale compenso:

  • sia pari, come ammontare massimo, a 24 mensilità della retribuzione fissa e sia determinato secondo modalità distinte, per segmento di popolazione, in modo da tenere in opportuna considerazione la valutazione complessiva dell'operato del soggetto e avendo particolare riguardo ai livelli di patrimonializzazione, liquidità e redditività del Gruppo e alla presenza o meno di sanzioni individuali comminate dall'Autorità di Vigilanza;
  • sia corrisposto secondo le modalità previste per la remunerazione variabile a breve termine, per ciascun segmento di popolazione;
  • sia incluso nel calcolo del rapporto tra la remunerazione variabile di competenza e la remunerazione fissa dell'ultimo anno di permanenza in azienda ad esclusione degli importi pattuiti e riconosciuti:
    • o in base ad un patto di non concorrenza, per la quota che, per ciascun anno di durata del patto, non eccede l'ultima annualità di remunerazione fissa;
    • o nell'ambito di un accordo per la composizione di una controversia attuale o potenziale (in qualunque sede raggiunto), se calcolati secondo una formula di calcolo predefinita e approvata preventivamente dall'Assemblea.

63 Si segnala che nel 2022 a seguito di delibera favorevole del Consiglio di Amministrazione, su proposta del Comitato Remunerazioni e tenuto conto del parere del Chief Compliance Officer, in linea con le prassi diffuse tra i competitor e le principali società quotate italiane, è stato concluso con il Consigliere Delegato e CEO un accordo contenente una specifica disciplina convenzionale della cessazione del rapporto. In particolare, tale accordo, in aderenza alle previsioni delle Politiche di Remunerazione, prevede, in casi di c.d. Good Leaver l'erogazione, in aggiunta all'indennità sostitutiva del periodo di preavviso dovuto per legge e contratto collettivo, di un importo a titolo di severance compreso tra 12 e 24 mensilità della retribuzione fissa in funzione della media del punteggio complessivo delle Performance Scorecard relative al Sistema di Incentivazione annuale del Gruppo dei tre anni precedenti la data di risoluzione del rapporto. Ove tale media sia inferiore all'80%, nulla sarà dovuto al Consigliere Delegato e CEO a titolo di severance.

183

Il titolo Intesa Sanpaolo

Il titolo Intesa Sanpaolo

L'andamento del titolo

Dopo un primo semestre 2022 caratterizzato dalle crescenti preoccupazioni sulle prospettive del ciclo economico e un generalizzato aumento dell'avversione al rischio degli investitori a causa dell'aumento delle pressioni inflazionistiche, del le strozzature sulle catene di fornitura globali e dallo scoppio della guerra tra Russia a Ucraina, il settore bancario Europeo ha recuperato gran parte del terreno perduto nella seconda parte dell'anno, beneficiando di risultati solidi e del processo di normalizzazione dei tassi. Nel 2022 l'indice bancario europeo ha registrato una performance negativa del 4,6%, sovraperformando l'indice Euro Stoxx (-14,4% nel periodo).

L'indice bancario italiano ha registrato una performance allineata al comparto europeo, con un calo del 4,6%. Le preoccupazioni sulle prospettive dell'economia che avevano portato tale indice a perdere oltre il 30% a luglio 2022 sono state mitigate dal rialzo dei tassi d'interesse, a cui le banche commerciali italiane sono positivamente sensibili. Nel 2022 l'indice bancario italiano ha sovraperformato l'indice FTSE MIB dell'8,8%.

La quotazione dell'azione ordinaria Intesa Sanpaolo ha registrato nell'esercizio una dinamica correlata a quella degli indici relativi al settore bancario, con una tendenza al rialzo fino alla prima decade di febbraio, quando è stato raggiunto il punto di massimo, seguita da un marcato calo fino ai primi di marzo, un successivo andamento fluttuante fino alla fine del terzo trimestre, nel corso del quale è stato raggiunto il punto di minimo a metà luglio, e una ripresa nell'ultimo trimestre, chiudendo l'anno in diminuzione dell'8,6% rispetto a fine 2021.

La capitalizzazione di Intesa Sanpaolo è scesa a 39,5 miliardi a fine dicembre 2022 dai 44,2 miliardi di fine 2021.

Utile per azione

Il capitale sociale di Intesa Sanpaolo è costituito interamente da azioni ordinarie.

Il risultato netto loro attribuibile è determinato tenendo conto del valore dei dividendi unitari attribuiti, ripartendo poi la quota residua dell'utile netto – nell'ipotesi teorica di una sua totale assegnazione – in egual misura tra tutte le azioni in circolazione. L'indicatore Utile per azione (EPS – Earnings Per Share) viene presentato sia nella configurazione "base", sia in quella "diluita": l'EPS base è calcolato rapportando l'utile teoricamente attribuibile ai portatori delle azioni alla media ponderata delle azioni stesse in circolazione (escluse le azioni proprie riacquistate), mentre l'EPS diluito tiene conto anche degli effetti di eventuali future emissioni.

AZIONI ORDINARIE
31.12.2022 31.12.2021 31.12.2020 31.12.2019 31.12.2018
Media ponderata azioni (numero) 19.315.541.610 19.377.549.407 18.240.491.151 17.474.056.021 16.772.376.006
Risultato attribuibile alle diverse categorie di azioni
(milioni di euro)
4.354 4.185 3.277 4.182 4.050
Utile base per azione (basic EPS) (euro) 0,23 0,22 0,18 0,24 0,24
Utile diluito per azione (diluted EPS) (euro) 0,23 0,22 0,18 0,24 0,24

Price/book value

L'indicatore riflette il valore attribuito dal mercato al capitale sociale di un'azienda quotata e, quindi, indirettamente, al complesso delle attività ad essa riconducibili. Pur misurando il grado di apprezzamento che operatori ed analisti finanziari attribuiscono alle potenzialità reddituali ed alla solidità patrimoniale dell'azienda, il rapporto risente in misura significativa dei fattori esogeni che influiscono sulle quotazioni azionarie.

Anche per il Gruppo Intesa Sanpaolo il livello e l'evoluzione dell'indicatore – al 31 dicembre 2022 calcolato sia su dati medi annui che su quelli di fine esercizio – risultano influenzati dalla dinamica dei mercati e del settore di appartenenza. I dati di raffronto relativi agli esercizi dal 2018 al 2021 presentati in tabella sono dati medi annui.

(milioni di euro)
31.12.2022 2022 2021 2020 2019 2018
Capitalizzazione di borsa 39.459 38.433 44.535 34.961 36.911 44.947
Patrimonio netto del Gruppo 61.655 62.715 64.823 60.920 54.996 53.646
Price / book value 0,64 0,61 0,69 0,57 0,67 0,84

Payout ratio

Il rapporto esprime la proporzione tra quanto destinato alla remunerazione degli azionisti e l'ammontare complessivo degli utili prodotti.

(milioni di euro)
2022 2021 2020 2019 2018
Risultato d'esercizio consolidato (*) 4.354 4.185 3.505 4.182 4.050
Dividendi (**) 3.048 2.932 2.626 - 3.449
Payout ratio 70% 70% 75% 0% 85%

(*) Ai fini del calcolo del payout, il risultato contabile consolidato dell'esercizio 2020, pari a 3.277 milioni, è stato rettificato escludendo le componenti relative all'acquisizione di UBI Banca costituite dagli effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione incluso il goodwill negativo (+2.062) e dagli oneri di integrazione (-1.378 milioni), nonché l'azzeramento del goodwill della Banca dei Territori (-912 milioni).

(**) Per gli esercizi 2021 e 2020 gli importi distribuiti sono stati in parte a carico di riserve. Relativamente al 2021, nel mese di novembre è stato distribuito un acconto per complessivi 1.399 milioni (al netto della quota non distribuita a fronte delle azioni proprie detenute alla record date, per un importo di 2,2 milioni). Relativamente al 2022, nel mese di novembre è stato distribuito un acconto per complessivi 1.400 milioni (al netto della quota non distribuita a fronte delle azioni proprie detenute alla record date, per un importo di 1,8 milioni).

In conformità con le disposizioni dell'autorità di Vigilanza ed in coerenza con le previsioni del Piano d'Impresa 2022-2025 – nell'ambito del quale è stato previsto un payout del 70% in ciascun anno di Piano – per l'esercizio 2022 il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha deliberato:

– il 4 novembre 2022, nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 4 dell'art. 2433-bis del Codice Civile, la distribuzione di un acconto sui dividendi 2022 per complessivi 1.400 milioni, corrispondenti ad un dividendo unitario di 7,38 centesimi di euro per ciascuna azione ordinaria in circolazione (escluse le azioni proprie in portafoglio alla record date). Il relativo pagamento è avvenuto il 23 novembre 2022 (con stacco cedole il 21 novembre e record date il 22 novembre);

– il 3 febbraio 2023 di assegnare alle n. 18.988.803.160 azioni ordinarie costituenti il capitale sociale un saldo dividendi di 8,68 centesimi di euro per azione64, per complessivi 1.648 milioni.

Sulla base di quanto sopra, il monte dividendi relativo all'esercizio 2022 si determinerebbe in complessivi 3.048 milioni, corrispondenti ad un payout del 70% dell'utile netto consolidato.

Relativamente all'esercizio 2021:

  • il Consiglio di Amministrazione del 3 novembre 2021 aveva deliberato, nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 4 dell'art. 2433-bis del Codice Civile, la distribuzione di un acconto sui dividendi 2021 per complessivi 1.399 milioni, corrispondenti ad un dividendo unitario di 7,21 centesimi di euro per ciascuna azione ordinaria (escluse le azioni proprie in portafoglio alla record date). Il relativo pagamento era avvenuto il 24 novembre 2021;
  • l'Assemblea del 29 aprile 2022 aveva deliberato di assegnare alle n. 19.430.463.305 azioni ordinarie costituenti il capitale sociale un ammontare a saldo di complessivi 1.533 milioni (corrispondenti a 7,89 centesimi di euro per azione) di cui 1.300 milioni quali dividendi a valere sull'utile dell'esercizio (corrispondenti a 6,69 centesimi di euro per azione) e 233 milioni a titolo di parziale distribuzione della quota libera della Riserva sovrapprezzo (corrispondenti a 1,20 centesimi di euro per azione).

Sulla base di quanto sopra, il dividendo relativo all'esercizio 2021 si era determinato in complessivi 15,1 centesimi per azione, per un monte dividendi di 2.932 milioni ed un payout pari al 70% dell'utile netto consolidato.

Con riferimento all'esercizio 2020, l'Assemblea del 28 aprile 2021 aveva deliberato la distribuzione cash di 3,57 centesimi di euro per azione, in parte a carico della Riserva sovrapprezzo, per un monte dividendi complessivo di 694 milioni, pari al massimo consentito dalla Raccomandazione della Banca Centrale Europea del 15 dicembre 2020, nel limite di 20 centesimi di punto di Common Equity Tier 1 ratio consolidato al 31 dicembre 2020. A tale assegnazione era andata poi a sommarsi una distribuzione cash aggiuntiva, deliberata dall'Assemblea del 14 ottobre 2021, per un totale di 1.932 milioni, corrispondenti ad un importo unitario di 9,96 centesimi di euro per ciascuna delle azioni ordinarie in circolazione (escluse le azioni proprie in portafoglio alla record date), avvenuta il 20 ottobre 2021. Complessivamente pertanto il dividendo corrisposto a valere sul risultato dell'esercizio 2020 era stato pari a 2.626 milioni che, rapportato all'utile netto consolidato 2020 – rettificato per tenere conto delle componenti relative all'acquisizione di UBI Banca, nonché della correlata rettifica dell'avviamento della Banca dei Territori – aveva dato luogo ad un payout per il 2020 pari al 75%.

Per quanto riguarda l'esercizio 2019, si rammenta che a seguito della revisione in data 31 marzo 2020 delle proposte all'Assemblea deliberate dal Consiglio di Amministrazione del 25 febbraio 2020, l'utile netto 2019 – dopo le assegnazioni al Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale – era stato assegnato alla Riserva straordinaria, coerentemente con la Raccomandazione della Banca Centrale Europea del 27 marzo 2020 in merito alla politica dei dividendi nel contesto conseguente alla pandemia da COVID-19.

Si ricorda infine che il Piano d'Impresa 2022-2025, approvato dal Consiglio di Amministrazione del 4 febbraio 2022, ha indicato tra gli obiettivi principali quello di una solida e sostenibile creazione e distribuzione di valore: in tale ambito, oltre ad un payout del 70% in ciascun anno di Piano, è stato previsto un ritorno addizionale di capitale agli Azionisti da realizzarsi attraverso un acquisto di azioni proprie e loro successivo annullamento, per un controvalore pari a 3,4 miliardi di euro, importo sostanzialmente equivalente al dividendo sospeso per il 2019. Come illustrato nel paragrafo "Gli eventi rilevanti" del capitolo introduttivo della presente Relazione, il programma ha avuto esecuzione per un importo iniziale di 1.700 milioni nel periodo dal 4 luglio all'11 ottobre 2022 con l'acquisto ed il successivo annullamento di n. 988.632.803 azioni. Il programma di acquisto per il restante ammontare massimo di 1.700 milioni, deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 3 febbraio 2023, è stato avviato il 13 febbraio e si concluderà entro il 12 maggio 2023.

Per effetto di tale manovra gli Azionisti, senza dover investire, vedono crescere la propria quota di partecipazione ai dividendi totali di Intesa Sanpaolo.

64 L'importo unitario potrà variare in aumento considerando l'esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento che ha preso avvio il 13 febbraio 2023. Intesa Sanpaolo provvederà a comunicare l'importo definitivo del dividendo unitario al termine di tale programma, e comunque entro e non oltre la data del 18 maggio 2023.

Dividend yield

L'indicatore misura il rendimento percentuale dell'azione, valorizzata al prezzo di mercato dell'esercizio di riferimento, in rapporto al dividendo attribuito. Tale rendimento, determinato sulla base dei prezzi annui medi, evidenzia nel tempo un livello sostenibile, tenuto anche conto della dinamica dei mercati finanziari. Per l'esercizio 2019 hanno influito – come in precedenza indicato – le Raccomandazioni della Banca Centrale Europea nel contesto conseguente alla pandemia da COVID-19. Dal 2018 il capitale sociale di Intesa Sanpaolo è rappresentato unicamente da azioni ordinarie.

(euro)
2022 2021 2020 2019 2018
Dividendo per azione (*) 0,161 0,151 0,135 - 0,197
Prezzo medio del titolo 2,024 2,292 1,799 2,108 2,567
Dividend yield 7,95% 6,59% 7,50% - 7,67%

(*) L'importo del dividendo per azione relativo al 2022 potrà variare in aumento considerando l'esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento che ha preso avvio il 13 febbraio 2023.

Rating

Si sintetizzano di seguito le principali azioni sui rating di Intesa Sanpaolo decise dalle Agenzie internazionali nel corso del 2022:

  • S&P Global Ratings ha affermato i rating e l'outlook di Intesa Sanpaolo, sia in data 31 gennaio 2022 (in seguito all'aggiornamento dei criteri metodologici applicati alle Istituzioni Finanziarie), sia in data 27 aprile 2022 (successivamente ad analoga azione di rating sul sovrano italiano del 22 aprile). Il 29 luglio 2022, l'outlook è stato modificato da "Positivo" a "Stabile", in conseguenza alla medesima variazione dell'outlook per il debito dell'Italia del 26 luglio;
  • in data 9 agosto 2022, Moody's ha affermato i rating di Intesa Sanpaolo aggiornando da "Stabile" a "Negativo" l'outlook, per effetto di analoga azione sull'outlook sovrano italiano del 5 agosto;
  • DBRS Morningstar ha confermato rating e trend di Intesa Sanpaolo in data 1° giugno 2022;
  • Fitch Ratings ha affermato rating e outlook di Intesa Sanpaolo in data 29 novembre 2022.

Si riportano di seguito i giudizi di rating assegnati a Intesa Sanpaolo dalle principali agenzie internazionali, inalterati alla data di approvazione del presente Bilancio.

AGENZIE DI RATING
DBRS
Morningstar
Fitch
Ratings
Moody's S&P Global
Ratings
Debito a breve termine R-1 (low) (1) F2 P-2 A-2
Debito a lungo termine (senior preferred unsecured) BBB (high) BBB Baa1 BBB
Outlook / Trend sul debito a lungo termine Stabile Stabile Negativo Stabile
Viability - bbb - -

(1) Con trend stabile.

Per la situazione sempre aggiornata dei rating di Intesa Sanpaolo si rinvia al sito internet istituzionale di Intesa Sanpaolo, nella sezione Investor Relations/Rating.

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Indicatori Alternativi di Performance e Altre informazioni

Indicatori Alternativi di Performance

Premessa

L'European Securities and Markets Authority - ESMA ha emanato, ai sensi dell'articolo 16 del Regolamento n. 1095/2010/EU, specifici Orientamenti65 in merito ai criteri per la presentazione di Indicatori Alternativi di Performance (IAP) inseriti dagli emittenti europei nelle informazioni regolamentate (tra le quali la Relazione sulla gestione del Bilancio e le Relazioni intermedie sulla gestione della semestrale e dei Resoconti infrannuali), quando tali indicatori non risultano definiti o previsti dalla disciplina sull'informativa finanziaria. Tali orientamenti, in vigore dal 3 luglio 2016, sono volti a promuovere l'utilità e la trasparenza degli IAP inclusi nelle informazioni regolamentate, confermando un approccio comune verso l'utilizzo di questi ultimi, al fine di migliorarne la comparabilità, l'affidabilità, la comprensibilità e la coerenza nel tempo, con conseguenti benefici per gli utilizzatori finali. Consob66 ha recepito in Italia gli Orientamenti e li ha incorporati nelle proprie prassi di vigilanza.

Secondo la definizione degli Orientamenti ESMA, un Indicatore Alternativo di performance è un indicatore di performance finanziaria, posizione finanziaria o flussi di cassa storici o futuri, diverso da un indicatore finanziario definito o specificato nella disciplina applicabile sull'informativa finanziaria. Gli IAP sono solitamente ricavati dalle poste di bilancio redatte conformemente alla disciplina vigente sull'informativa finanziaria. Ciò che li distingue è che gli IAP non sono definiti nel quadro dell'informativa finanziaria, ma il loro uso è comunque diffuso e il loro ruolo è quello di trasmettere una visione della performance dell'entità più vicina alla visione del management rispetto a ciò che risulterebbe dall'uso delle sole misure definite.

Non rientrano strettamente nella definizione di IAP gli indicatori pubblicati in applicazione di misure prudenziali, comprese le misure definite nel Regolamento e nella Direttiva sui requisiti patrimoniali (CRR/CRD IV), gli indicatori fisici o non finanziari, e gli indicatori sociali ed ambientali.

Gli Indicatori Alternativi di Performance di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo redige il proprio bilancio, in applicazione del D.Lgs. 28 febbraio 2005 n. 38, secondo i principi contabili IAS/IFRS emanati dall'International Accounting Standards Board (IASB) e le relative interpretazioni dell'International Financial Reporting Standards – Interpretations Committee (IFRS-IC) ed omologati dalla Commissione Europea, come stabilito dal Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002, sulla base delle "Istruzioni per la redazione del bilancio dell'impresa e del bilancio consolidato delle banche e delle società finanziarie capogruppo di gruppi bancari" emanate dalla Banca d'Italia (Circolare 262/2005 e successivi aggiornamenti), come indicato in dettaglio nella Parte A della Nota integrativa.

Per facilitare la comprensione delle dinamiche economiche e patrimoniali Intesa Sanpaolo utilizza anche diversi Indicatori Alternativi di Performance (IAP), con la finalità di una rappresentazione chiara, sintetica ed immediata delle risultanze reddituali, delle consistenze patrimoniali e delle performance ottenute. Gli IAP di Intesa Sanpaolo – di impiego diffuso in ambito bancario e finanziario – sono anche impiegati nel processo decisionale, sia operativo che strategico, da parte del Management.

Si sottolinea in proposito che gli Indicatori Alternativi di Performance utilizzati rappresentano informazioni supplementari rispetto alle misure definite in ambito IFRS. Gli indicatori – illustrati nel seguito in conformità ai sopra indicati Orientamenti ESMA – includono i margini del Conto economico riclassificato, gli aggregati dello Stato patrimoniale riclassificato ed altri indicatori calcolati a partire dai valori presenti nel bilancio. Le grandezze impiegate sono puntualmente riconciliabili con le relative misure definite in ambito IFRS attraverso le indicazioni fornite nell'ambito della Relazione sulla gestione e i prospetti di riconciliazione inclusi negli Allegati al Bilancio. I dati utilizzati sono normalmente riesposti per omogeneità di confronto ove la riesposizione risulti necessaria e di importo materiale. In seguito all'acquisizione dell'ex Gruppo UBI Banca ed alle correlate operazioni societarie, per rendere possibile la presentazione di dati di raffronto omogenei nel 2021 si era reso opportuno il ricorso anche a dati "rideterminati" da affiancare ai dati riesposti per allinearli/integrarli attraverso il ricorso ad evidenze di tipo gestionale. Tali rideterminazioni sono state mantenute nel Bilancio consolidato 2022 relativamente ai dati comparativi 2021.

Con riferimento al contesto conseguente alla pandemia da COVID-19 e al conflitto militare fra Russia e Ucraina si segnala che, in coerenza con le indicazioni ESMA, non sono stati introdotti nuovi indicatori, né sono state apportate modifiche agli indicatori normalmente utilizzati.

65 Guidelines on Alternative Performance Measures (APMs) - ESMA/2015/1415en. Orientamenti Indicatori alternativi di performance - ESMA/2015/1415it.

66 Comunicazione Consob n. 0092543 del 3 dicembre 2015.

Margini del conto economico riclassificato

Con riferimento al conto economico riclassificato sono stati identificati quali Indicatori Alternativi di Performance gli aggregati e i margini di seguito descritti.

Proventi operativi netti: in questo aggregato vengono ricompresi i proventi caratteristici ed altri proventi/oneri strettamente correlati alla gestione operativa. Sono dati dalla somma delle seguenti voci dello schema di conto economico riclassificato:

  • Interessi netti;
  • Commissioni nette;
  • Risultato dell'attività assicurativa;
  • Risultato delle attività e passività finanziarie al fair value;
  • Altri proventi (oneri) operativi netti.

Costi operativi: aggregato nel quale sono compendiati i costi e gli oneri riferiti all'attività operativa inclusi nelle seguenti voci dello schema di conto economico riclassificato:

  • Spese del personale;
  • Spese amministrative;
  • Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali.

Risultato della gestione operativa: ottenuto dalla differenza tra i Proventi operativi netti e i Costi operativi, così come sopra descritti, rappresenta il risultato della gestione operativa.

Risultato corrente lordo: margine che quantifica il risultato della gestione tenendo conto degli effetti da valutazione e realizzo riferiti ai crediti e ad altre attività. Viene ottenuto sottraendo/aggiungendo al Risultato della gestione operativa le seguenti voci dello schema di conto economico riclassificato:

  • Rettifiche di valore nette su crediti;
  • Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività;
  • Altri proventi (oneri) netti;
  • Utile (Perdita) delle attività operative cessate.

Concorrono infine alla formazione del risultato netto le componenti economiche al di fuori del governo aziendale (imposte, tributi e oneri finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario), gli elementi di natura «contabile» (effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione e rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili), nonché gli oneri correlati a processi di ristrutturazione/riorganizzazione. Si tratta delle seguenti voci dello schema di conto economico riclassificato:

  • Imposte sul reddito;
  • Oneri di integrazione ed incentivazione all'esodo (al netto delle imposte);
  • Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte);
  • Tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte);
  • Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte);
  • Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi.

Per le informazioni di dettaglio sulla composizione delle singole voci del conto economico riclassificato sopra citate, si rinvia al capitolo "I risultati economici e gli aggregati patrimoniali" della presente Relazione sulla gestione. Le riconciliazioni tra le singole voci dello schema di conto economico riclassificato e le voci dei prospetti contabili sono invece riportate in allegato al bilancio, in aderenza anche a quanto richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006.

Aggregati dello Stato patrimoniale riclassificato

Con riferimento allo Stato patrimoniale riclassificato, la cui logica è prevalentemente di sintesi rispetto agli schemi di bilancio, si indicano nel seguito gli aggregati individuati quali Indicatori Alternativi di Performance, rinviando al capitolo "I risultati economici e gli aggregati patrimoniali" di questa Relazione per le rimanenti voci dello schema di Stato patrimoniale riclassificato direttamente riconducibili agli schemi di bilancio. Le riconciliazioni tra le singole voci dello schema di Stato patrimoniale riclassificato e le voci dei prospetti contabili sono riportate in allegato al bilancio, in aderenza anche a quanto richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006.

Finanziamenti verso banche

L'aggregato comprende le poste tipiche dell'intermediazione creditizia con banche dal lato dell'attivo.

La voce è principalmente costituita dai Crediti verso banche inclusi fra le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato. Sono inoltre qui ricondotti gli eventuali finanziamenti verso banche classificati fra le Attività finanziarie detenute per la negoziazione, le Attività finanziarie designate al fair value, le Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value e le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Finanziamenti verso clientela

L'aggregato comprende le poste tipiche dell'intermediazione creditizia con clientela dal lato dell'attivo.

Si presenta principalmente costituito da Crediti verso clientela classificati fra le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, riconducibili a finanziamenti verso clientela e, in misura più contenuta, a esposizioni in titoli (emessi da imprese non finanziarie, enti pubblici ed altri) rappresentativi di finanziamenti verso clientela. Sono inoltre qui ricompresi gli eventuali finanziamenti verso clientela classificati fra le Attività finanziarie detenute per la negoziazione, le Attività finanziarie designate

al fair value, le Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value e le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Altre attività e passività finanziarie dell'operatività bancaria

L'aggregato riunisce le poste finanziarie attive e passive dell'operatività bancaria (sono escluse quindi le attività e le passività finanziarie di pertinenza delle imprese assicurative) diverse da quelle precedentemente descritte. In dettaglio, vengono ricomprese le seguenti voci dell'Attivo patrimoniale riclassificato, secondo le definizioni di seguito riportate: Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti; Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico e Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Rientra nell'aggregato anche la voce Passività finanziarie di negoziazione, del Passivo patrimoniale riclassificato, considerata al netto dei certificati di investimento (certificates), in quanto inclusi nella raccolta diretta bancaria.

Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti

L'aggregato include la quota di Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (sia Crediti verso banche che Crediti verso clientela) che non sono detenute con finalità di finanziamento. Trattasi, nella sostanza, dei titoli di debito di banche, governi, imprese finanziarie ed assicurazioni.

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico

Comprendono le Attività finanziarie detenute per la negoziazione, designate al fair value e obbligatoriamente valutate al fair value diverse da quelle rappresentative di finanziamenti verso clientela e finanziamenti verso banche, le quali vengono ricondotte agli specifici aggregati in precedenza descritti. La composizione della voce è riportata nella tabella di dettaglio inclusa nel capitolo "I risultati economici e gli aggregati patrimoniali".

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

Comprendono le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, ad eccezione delle eventuali quote rappresentative di finanziamenti verso clientela e finanziamenti verso banche, ricondotte agli specifici aggregati in precedenza descritti. La composizione della voce è riportata nella tabella di dettaglio inclusa nel capitolo "I risultati economici e gli aggregati patrimoniali".

Attività finanziarie della clientela

L'aggregato rappresenta la totalità delle disponibilità finanziarie depositate dalla clientela del Gruppo nelle diverse forme tecniche sia di raccolta diretta, bancaria e assicurativa, che indiretta, così come più sotto definite. Al fine di evitare duplicazioni, l'aggregato è costruito elidendo quelle componenti di raccolta indiretta che costituiscono anche forme di raccolta diretta.

Raccolta diretta bancaria

L'aggregato riunisce le poste relative alla provvista da clientela. Oltre alle passività finanziarie valutate al costo ammortizzato rappresentate dai Debiti verso clientela (al netto dei debiti per leasing riclassificati fra le Altre voci del passivo) e dai Titoli in circolazione, è ricompresa anche la raccolta – nella forma tecnica dei certificati di investimento (certificates) e, in misura del tutto marginale, in altri strumenti – classificata nelle voci Passività finanziarie di negoziazione e Passività finanziarie designate al fair value.

Raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche

L'aggregato, che riunisce le voci di raccolta relative al comparto assicurativo, include le Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 (stante l'applicazione del Deferral approach da parte delle compagnie assicurative del Gruppo). Fanno parte della raccolta diretta assicurativa anche le Riserve tecniche, che rappresentano il debito nei confronti della clientela che ha sottoscritto polizze tradizionali o polizze con rischio assicurativo significativo. Sono infine comprese le passività subordinate di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 (in relazione alla già indicata applicazione del Deferral approach).

Raccolta indiretta

L'aggregato rappresenta l'attività di investimento e distribuzione – di titoli, fondi comuni, gestioni patrimoniali, assicurazioni – svolta per conto terzi o in connessione con l'attività di gestione di patrimoni mobiliari. La valorizzazione degli stock è a valore di mercato. La raccolta indiretta è suddivisa in Risparmio Gestito (fondi comuni, gestioni patrimoniali, prodotti assicurativi, fondi pensione e polizze individuali pensionistiche) e Raccolta Amministrata (tutti i titoli in custodia e amministrazione non riconducibili a forme di raccolta gestita: titoli di Stato, Azioni, Obbligazioni di terzi, ecc.).

Per tutti gli Indicatori Alternativi di Performance sopra indicati, nella Relazione sulla gestione e negli allegati al bilancio vengono forniti i dettagli testuali e tabellari delle aggregazioni, oltre agli schemi di raccordo tra i prospetti contabili normati dalla Banca d'Italia e gli schemi riclassificati. Nel caso di riesposizioni e/o rideterminazioni67 dei dati di raffronto, gli allegati al bilancio riportano puntualmente i relativi elementi di raccordo.

67 Come più sopra indicato, il ricorso a dati rideterminati è avvenuto unicamente in occasione dell'acquisizione dell'ex Gruppo UBI Banca.

Altri Indicatori Alternativi di Performance

Oltre agli Indicatori Alternativi di Performance rappresentati dai margini del Conto economico riclassificato e dagli aggregati dello Stato patrimoniale riclassificato sopra descritti, Intesa Sanpaolo pubblica anche i seguenti IAP.

Indicatori di redditività

Cost/income

L'indicatore è calcolato rapportando i costi operativi (spese del personale, spese amministrative e ammortamenti) ai proventi operativi netti dello schema di Conto economico riclassificato, ed esprime sinteticamente l'efficienza della gestione operativa. Per informazioni sulla composizione delle voci al numeratore e al denominatore di tale rapporto si rimanda a quanto in precedenza indicato nonché agli schemi di raccordo allegati al bilancio per una loro puntuale riconciliazione.

ROE – Return On Equity

L'indicatore è calcolato come rapporto tra risultato netto e patrimonio netto, ed esprime la redditività generata dal patrimonio a disposizione. In particolare:

  • al numeratore, viene utilizzato il risultato netto di Conto economico; solo in casi eccezionali l'utile può essere rettificato per tenere conto di eventuali elementi non ricorrenti, che vengono puntualmente specificati nell'ambito dei singoli indicatori impattati. Nelle situazioni infrannuali l'utile viene annualizzato (ad esclusione di eventuali componenti non ricorrenti, non annualizzate);
  • al denominatore, il patrimonio netto considerato è quello di pertinenza del Gruppo di fine esercizio/periodo e non tiene conto degli strumenti di Capitale AT1 e dell'utile di esercizio/periodo.

ROA – Return On Assets

L'indicatore è calcolato rapportando il risultato netto al totale delle attività, fornendo un'indicazione di sintesi circa la redditività degli asset aziendali. In particolare:

  • al numeratore, viene utilizzato il risultato netto di Conto economico; solo in casi eccezionali l'utile può essere rettificato per tenere conto di eventuali elementi non ricorrenti, che vengono puntualmente specificati nell'ambito dei singoli indicatori impattati. Nelle situazioni infrannuali l'utile viene annualizzato (ad esclusione di eventuali componenti non ricorrenti, non annualizzate);
  • al denominatore, il totale attivo è quello puntuale di fine esercizio/periodo.

Price/Book value

L'indicatore, che riflette il valore attribuito dal mercato ad Intesa Sanpaolo e, quindi, indirettamente al complesso delle attività ad essa riconducibili, è calcolato rapportando la capitalizzazione di borsa all'ammontare del patrimonio netto. Viene pubblicato sulla base di una serie storica rappresentata dai dati medi degli ultimi 5 esercizi/periodi, cui si aggiunge il calcolo sui valori puntuali alla data di reporting. Più in dettaglio:

  • al numeratore viene utilizzata la capitalizzazione media nell'esercizio/periodo oggetto di reporting. La capitalizzazione media è calcolata sulla base del prezzo medio delle azioni (media aritmetica dei prezzi giornalieri di chiusura delle contrattazioni di Borsa Italiana) moltiplicato per il numero ponderato delle azioni durante l'esercizio/periodo di riferimento. In aggiunta alla capitalizzazione media, viene pubblicata anche la capitalizzazione di fine esercizio/periodo, utilizzata ai fini del calcolo del price/book value su dati puntuali. La capitalizzazione di fine esercizio/periodo è calcolata moltiplicando il prezzo di chiusura delle contrattazioni di Borsa Italiana dell'ultimo giorno di mercato aperto per il numero di azioni alla fine dell'esercizio/periodo;
  • al denominatore viene utilizzato il patrimonio netto medio di pertinenza del Gruppo, calcolato come semisomma del patrimonio di inizio e fine esercizio/periodo. In aggiunta al patrimonio medio, viene pubblicato anche il patrimonio di fine esercizio/periodo a fini del calcolo del price/book value su dati puntuali.

Payout ratio

L'indicatore, pubblicato in forma tabellare nel Bilancio annuale sulla base di una serie storica rappresentata dai dati degli ultimi 5 esercizi, esprime la proporzione tra quanto destinato alla remunerazione degli azionisti e l'ammontare complessivo degli utili prodotti. In particolare:

  • al numeratore, viene utilizzato l'ammontare dei dividendi cash di cui è stata proposta/deliberata la distribuzione agli azionisti, inclusivo di eventuali importi rivenienti da distribuzione di riserve disponibili;
  • al denominatore viene utilizzato il risultato netto di Conto economico consolidato, solo eccezionalmente rettificato per tenere conto di eventuali elementi non ricorrenti, puntualmente identificati.

Dividend Yield

L'indicatore, pubblicato in forma tabellare nel Bilancio annuale sulla base di una serie storica rappresentata dai dati degli ultimi 5 esercizi, misura il rendimento percentuale dell'azione, valorizzata al prezzo di mercato, in rapporto al dividendo. In dettaglio:

  • al numeratore viene utilizzato l'ammontare del dividendo unitario proposto/deliberato;
  • al denominatore viene utilizzato il prezzo medio del titolo, calcolato come media aritmetica annuale dei prezzi giornalieri di chiusura delle contrattazioni di Borsa Italiana.

Indicatori di rischiosità

Sofferenze nette/Finanziamenti verso clientela

L'indicatore rapporta i finanziamenti in sofferenza all'ammontare complessivo dei Finanziamenti verso clientela, fornendo indicazioni sintetiche circa la qualità del portafoglio crediti. I valori sono quelli di bilancio, al netto cioè delle relative rettifiche di valore e non includono i crediti oggetto di cessione appostati tra le attività in dismissione. Per la definizione dell'aggregato Finanziamenti verso clientela, si rinvia a quanto in precedenza esposto.

Crediti deteriorati netti/Finanziamenti verso clientela

L'indicatore rapporta l'ammontare dei Crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e crediti scaduti/sconfinanti) all'ammontare complessivo dei Finanziamenti verso clientela, fornendo indicazioni sintetiche circa la qualità del portafoglio crediti. I valori sono quelli di bilancio, al netto cioè delle relative rettifiche di valore, e non includono i crediti oggetto di cessione appostati tra le attività in dismissione. Per la definizione dell'aggregato Finanziamenti verso clientela, si rinvia a quanto in precedenza esposto.

Rettifiche di valore accumulate su finanziamenti in sofferenza/Finanziamenti in sofferenza verso clientela lordi

L'indicatore rapporta l'ammontare complessivo delle rettifiche di valore accumulate sui Finanziamenti verso clientela in sofferenza all'ammontare dei Finanziamenti verso clientela in sofferenza al lordo di tali rettifiche, fornendo indicazioni sintetiche circa il livello di copertura dei finanziamenti in sofferenza. I valori non includono i crediti oggetto di cessione appostati tra le attività in dismissione. Per la definizione dell'aggregato Finanziamenti verso clientela si rinvia a quanto in precedenza esposto.

Rettifiche di valore accumulate su crediti deteriorati/Crediti deteriorati lordi

L'indicatore rapporta l'ammontare complessivo delle rettifiche di valore accumulate sui Crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e crediti scaduti/sconfinanti) del Conto economico riclassificato all'ammontare dei Crediti deteriorati al lordo di tali rettifiche, fornendo indicazioni sintetiche circa il livello di copertura dei Crediti deteriorati. I valori non includono i crediti oggetto di cessione appostati tra le attività in dismissione. Per la definizione dell'aggregato Finanziamenti verso clientela si rinvia a quanto in precedenza esposto.

Costo del credito/Costo del rischio

L'indicatore rapporta l'ammontare delle rettifiche di valore nette su crediti dell'esercizio/periodo del Conto economico riclassificato all'ammontare dei Finanziamenti verso clientela di fine esercizio/periodo, fornendo indicazioni sintetiche circa l'incidenza nell'esercizio/periodo delle rettifiche di valore sul portafoglio. Al fine di consentire una valutazione più strettamente correlata alla gestione ordinaria, l'indicatore può essere affiancato da una versione dello stesso calcolata isolando elementi non ricorrenti di particolare significatività, puntualmente specificati.

Per la definizione dell'aggregato Finanziamenti verso clientela si rinvia a quanto in precedenza esposto. Nelle situazioni infraannuali, il numeratore viene annualizzato (ad esclusione di eventuali componenti non ricorrenti, non annualizzate).

Altri indicatori

Loan to deposit ratio

L'indicatore rapporta i Finanziamenti verso clientela all'ammontare della Raccolta diretta bancaria, fornendo indicazioni sintetiche sulla struttura dell'intermediazione con la clientela. Per la definizione degli aggregati Finanziamenti verso clientela e Raccolta diretta bancaria si rinvia a quanto in precedenza esposto.

Capitali assorbiti

Il capitale assorbito è una misura del capitale di rischio associato ad ogni Divisione del Gruppo in relazione alla specifica operatività. Il capitale è calcolato in base agli RWA (Risk Weighted Assets) misurati coerentemente con la normativa vigente e integrati, laddove necessario, con dati gestionali di capitale "economico"68 per tenere conto dei rischi non coperti dalla metrica regolamentare.

68 Il capitale economico consiste nella stima interna della massima perdita "inattesa" in cui il Gruppo può incorrere in un determinato orizzonte temporale e considerando il livello di confidenza desiderato. Esso mira a quantificare le potenziali perdite economiche connesse ai singoli rischi cui il Gruppo è esposto.

Altre informazioni

In relazione ad informazioni da produrre nel fascicolo di bilancio in quanto richieste da specifiche disposizioni si segnala quanto segue:

  • l'elenco delle società del Gruppo e delle società partecipate è riportato, secondo le modalità previste dalla Banca d'Italia, nell'ambito della Nota integrativa del presente bilancio consolidato (Parte A, Sezione 3 - Area e metodi di consolidamento, e Parte B, Attivo - Sezione 7);
  • nella Parte E Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della Nota integrativa consolidata è altresì riportata, nell'ambito della sezione introduttiva riferita al Dirigente preposto, l'attestazione in merito al rispetto, nel corso dell'esercizio 2022, delle condizioni richieste dall'art. 15 del Regolamento Mercati Consob n. 20249/2017 (e successive modifiche e integrazioni) per la quotazione di azioni di società controllanti società costituite e regolate dalla legge di Stati non appartenenti all'Unione Europea;
  • al fine di consentirne una lettura congiunta, tutte le informazioni relative all'operatività e ai rapporti della Banca e del Gruppo nei confronti di parti correlate, non solo quelle previste dal principio contabile IAS 24 ma anche quelle richieste dall'art. 5, comma 8, del Regolamento Consob 17221 del 12 marzo 2010 (adottato ai sensi dell'art. 2391-bis del Codice Civile), sono riportate nella Parte H della Nota integrativa consolidata;
  • le informazioni sulle azioni proprie della Capogruppo Intesa Sanpaolo detenute e negoziate a livello consolidato sono riportate nella Parte F della Nota integrativa consolidata;
  • per quanto riguarda le informazioni ai sensi dell'art.123-bis del Testo Unico della Finanza, relative al governo societario e agli assetti proprietari di Intesa Sanpaolo, oltre a quanto sinteticamente riportato nel capitolo "Corporate Governance e politiche di remunerazione" della presente Relazione, si rinvia al documento "Relazione su Governo Societario e Assetti Proprietari" consultabile nella sezione Governance del sito istituzionale di Gruppo, all'indirizzo www.group.intesasanpaolo.com;
  • con riferimento invece alle informazioni sui compensi ai Componenti degli Organi di amministrazione e controllo, ai Direttori generali e ai Dirigenti con responsabilità strategiche e sulle azioni della Capogruppo da loro detenute, nonché sull'attribuzione di strumenti finanziari a esponenti aziendali, dipendenti o collaboratori di cui all'art. 123-ter del Testo Unico della Finanza, oltre a quanto sinteticamente descritto nel richiamato capitolo "Corporate Governance e politiche di remunerazione" della presente Relazione, si rimanda alla specifica "Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti", pubblicata nella sezione "Governance" del sito istituzionale di Gruppo;
  • l'informativa al pubblico relativa al Terzo Pilastro di Basilea (c.d. Pillar 3), riportata in apposito separato fascicolo, viene resa disponibile nel sito istituzionale di Gruppo, alla sezione Governance, Risk management;
  • l'informativa al pubblico Stato per Stato (Country-By-Country Reporting) così come prevista dall'Art. 89 della Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (CRD IV), è pubblicata anch'essa nel sito istituzionale di Gruppo, alla sezione Governance, Risk management;
  • per quanto concerne infine le informazioni di carattere non finanziario previste dal D.Lgs. n. 254 del 30 dicembre 2016 in attuazione della Direttiva 2014/95/UE, Intesa Sanpaolo ha optato per riportarle in una relazione distinta redatta a livello consolidato, denominata "Dichiarazione Consolidata Non Finanziaria", consultabile alla sezione "Sostenibilità" del sopra indicato sito internet di Gruppo. Una sintetica descrizione dei principali contenuti di tale documento è riportata nel paragrafo "Sostenibilità e strategia del Gruppo su tematiche Environmental, Social and Governance" del capitolo iniziale della presente Relazione.

La prevedibile evoluzione della gestione

La ripresa che sta caratterizzando l'economia mondiale appare fortemente condizionata dall'esito della guerra tra Russia e Ucraina, da possibili nuove ondate di contagio da COVID-19 per la cessazione della politica zero Covid della Cina, e dall'intensità e durata della fase di restrizione monetaria nei paesi avanzati.

In molti paesi avanzati, i tassi di crescita del PIL reale dovrebbero subire un netto rallentamento nel 2023. L'inflazione è prevista in calo sia negli Stati Uniti, sia nell'area dell'euro. La fase di restrizione monetaria dovrebbe essere prossima a concludersi negli Stati Uniti, dove si attende che il tasso sui FED funds si fermi al 5,0-5,25%, mentre dovrebbe estendersi a tutto il primo semestre nell'area dell'euro. I mercati scontano un punto terminale per il tasso sui depositi collocato fra il 3,5% e il 3,75%; la Banca Centrale ha segnalato che i rialzi saranno ancora "significativi" a inizio 2023. La prospettiva di esaurimento della fase di restrizione della politica monetaria manterrà il differenziale fra tassi a lungo termine e tassi a breve termine molto compresso.

In questo contesto, nello scenario di riferimento sono state formulate proiezioni prudenti sull'andamento dell'economia anche in tutti i Paesi con controllate. Con riferimento alla dinamica del PIL, la proiezione per la regione europea Centro e Sud Orientale (CEE/SEE), dopo il rallentamento nel 2022, è di un tasso di crescita dell'1,0% nel 2023.

In Russia, la crescita del PIL è prevista nel 2023 ancora in calo seppur di minore entità rispetto al 2022 mentre si prevede un rialzo al 4,4% in Egitto (stima del FMI) per l'effetto del lancio degli imponenti progetti infrastrutturali annunciati dalle Autorità locali. Anche per i paesi con controllate ISP, le prospettive economiche restano fortemente condizionate da rischi associati alla durata del conflitto in corso e a possibili nuove ondate di COVID-19.

Con riguardo al sistema bancario italiano, nel 2023 si prospetta un ulteriore rallentamento dei prestiti a breve alle imprese, mentre per quelli a medio-lungo, dopo una prima parte dell'anno ancora debole, un graduale ritorno a un andamento positivo potrebbe essere sostenuto dalle ricadute sugli investimenti privati derivanti dai progetti del PNRR. Tuttavia, il fabbisogno finanziario potrà essere in parte colmato con l'utilizzo delle notevoli riserve di liquidità accumulate dalle imprese nel biennio 2020-21 e depositate presso le banche, nonché con l'emissione di obbligazioni e l'autofinanziamento. I prestiti alle famiglie dovrebbero continuare a rallentare, a causa dell'aumento dei tassi, del calo previsto nelle transazioni immobiliari e del netto indebolimento della dinamica dei prezzi delle case.

Per la raccolta diretta, una moderata contrazione dei conti correnti è attesa proseguire nel corso del 2023, a seguito della combinazione di diversi fattori, tra cui l'utilizzo da parte di imprese e famiglie delle disponibilità liquide depositate e la riallocazione dei risparmi verso forme più remunerative. Proseguirà lo spostamento di risorse verso i depositi a tempo, sostenuti da politiche di offerta a tassi più attraenti. Favorita dal ritorno di rendimenti positivi, continuerà la diversificazione degli investimenti delle famiglie verso i titoli governativi e corporate, con una conseguente minore dinamica dei depositi. Per le obbligazioni bancarie, dopo oltre un decennio di cali, il 2023 vedrà una ripresa della crescita. Col rimborso delle TLTRO III, le banche tornano a rivolgersi al mercato istituzionale all'ingrosso, attraverso canali e strumenti diversificati di funding a breve e medio-lungo termine. Le emissioni obbligazionarie saranno alimentate anche dal collocamento di strumenti ammissibili al rispetto dei requisiti di assorbimento delle perdite (MREL), nonché di obbligazioni green e social.

Completato il rialzo dei tassi di policy nel 2023, per l'asset management e le assicurazioni vita si ipotizza una ripresa dei volumi di attività. I flussi di risparmio verso questi comparti potranno essere alimentati dal bacino delle disponibilità liquide sui depositi bancari. Altro fattore determinante è la domanda di consulenza nelle scelte di investimento finanziario. Nel 2023 si attendono flussi di raccolta moderatamente positivi per fondi comuni e gestioni patrimoniali, con una possibile ripresa dei fondi obbligazionari. Per le assicurazioni vita, si prevede un aumento della raccolta premi. In particolare, il livello raggiunto dai rendimenti consente di soddisfare la domanda pregressa di polizze tradizionali, di nuovo in crescita. In parallelo, l'offerta proseguirà nella strategia orientata su prodotti ibridi e polizze di ramo III.

Con riferimento al Gruppo Intesa Sanpaolo, le iniziative industriali del Piano di Impresa 2022-2025 sono ben avviate ed è confermato l'obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto nel 2025, con un chiaro e forte rialzo derivante dall'aumento dei tassi di interesse.

Per il 2023 si prevede un significativo aumento del risultato della gestione operativa, in virtù di una solida crescita dei ricavi, trainata dagli interessi netti (crescita di circa 2,5 miliardi degli interessi netti nel 2023 rispetto al 2022 assumendo il tasso Euribor a 1 mese in media d'anno pari al 2,5%) e da un continuo focus sul cost management, e di un forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti, con un conseguente utile netto ben al di sopra i 5,5 miliardi del 2022 calcolati escludendo il derisking Russia/Ucraina.

Si prevede una forte distribuzione di valore:

  • − payout ratio cash pari al 70% dell'utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa;
  • − distribuzione agli azionisti di 1,7 miliardi di tramite buyback, già in corso (avvio in data 13 febbraio 2023 e conclusione entro il 12 maggio 2023);
  • − eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno.

Si prevede una solida patrimonializzazione, con un Common Equity Tier 1 ratio fully phased-in – confermando l'obiettivo superiore al 12% nell'orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025 secondo le regole di Basilea 3 / Basilea 4 – prossimo al 13% a fine 2023 considerando gli impatti regolamentari, oltre il 13% nel 2024 e oltre il 13,5% nel 2025 ante Basilea 4 (oltre il 13% post Basilea 4, a circa il 14% considerando l'assorbimento delle DTA), tenendo conto del payout ratio cash pari al 70% e non considerando un'eventuale ulteriore distribuzione.

Il Consiglio di Amministrazione

Torino, 28 febbraio 2023

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199

Bilancio Consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo

Prospetti contabili consolidati

201

Stato patrimoniale consolidato

Voci dell'attivo 31.12.2022 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
assolute %
10. Cassa e disponibilità liquide 112.924 14.756 98.168
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 47.577 52.731 -5.154 -9,8
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 42.522 47.181 -4.659 -9,9
b) attività finanziarie designate al fair value 1 4 -3 -75,0
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 5.054 5.546 -492 -8,9
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 49.716 67.580 -17.864 -26,4
35. Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai
sensi dello IAS 39
172.725 206.800 -34.075 -16,5
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 528.078 668.866 -140.788 -21,0
a) crediti verso banche 32.884 163.937 -131.053 -79,9
b) crediti verso clientela 495.194 504.929 -9.735 -1,9
45. Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo
ammortizzato ai sensi dello IAS 39
80 85 -5 -5,9
50. Derivati di copertura 10.062 1.732 8.330
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -9.752 392 -10.144
70. Partecipazioni 2.013 1.652 361 21,9
80. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori 163 208 -45 -21,6
90. Attività materiali 10.505 10.792 -287 -2,7
100. Attività immateriali
di cui:
9.830 9.342 488 5,2
- avviamento 3.626 3.574 52 1,5
110. Attività fiscali 18.273 18.808 -535 -2,8
a) correnti 3.520 3.555 -35 -1,0
b) anticipate 14.753 15.253 -500 -3,3
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 638 1.422 -784 -55,1
130. Altre attività 22.851 13.837 9.014 65,1
Totale dell'attivo 975.683 1.069.003 -93.320 -8,7

Stato patrimoniale consolidato

Voci del passivo e del patrimonio netto 31.12.2022 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
assolute %
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 667.586 710.055 -42.469 -6,0
a) debiti verso banche 137.482 165.258 -27.776 -16,8
b) debiti verso la clientela 454.025 458.239 -4.214 -0,9
c) titoli in circolazione 76.079 86.558 -10.479 -12,1
15. Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo
ammortizzato ai sensi dello IAS 39
2.550 2.146 404 18,8
20. Passività finanziarie di negoziazione 46.512 56.306 -9.794 -17,4
30. Passività finanziarie designate al fair value 8.795 3.674 5.121
35. Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value
ai sensi dello IAS 39
71.744 84.770 -13.026 -15,4
40. Derivati di copertura 5.346 4.868 478 9,8
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -8.031 53 -8.084
60. Passività fiscali 2.306 2.285 21 0,9
a) correnti 297 363 -66 -18,2
b) differite 2.009 1.922 87 4,5
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 15 30 -15 -50,0
80. Altre passività 11.060 15.639 -4.579 -29,3
90. Trattamento di fine rapporto del personale 852 1.099 -247 -22,5
100. Fondi per rischi e oneri 5.010 5.716 -706 -12,4
a) impegni e garanzie rilasciate 711 508 203 40,0
b) quiescenza e obblighi simili 139 290 -151 -52,1
c) altri fondi per rischi e oneri 4.160 4.918 -758 -15,4
110. Riserve tecniche 100.117 118.296 -18.179 -15,4
120. Riserve da valutazione -1.939 -709 1.230
125. Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione -696 476 -1.172
130. Azioni rimborsabili - - -
140. Strumenti di capitale 7.211 6.282 929 14,8
150. Riserve 15.827 17.706 -1.879 -10,6
155. Acconti su dividendi (-) -1.400 -1.399 1
160. Sovrapprezzi di emissione 28.053 27.286 767 2,8
170. Capitale 10.369 10.084 285 2,8
180. Azioni proprie (-) -124 -136 -12 -8,8
190. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 166 291 -125 -43,0
200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 4.354 4.185 169 4,0
Totale del passivo e del patrimonio netto 975.683 1.069.003 -93.320 -8,7

Conto economico consolidato

(milioni di euro)
2022 2021 Variazioni
assolute %
10. Interessi attivi e proventi assimilati 13.232 10.473 2.759 26,3
di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 12.708 10.039 2.669 26,6
20. Interessi passivi e oneri assimilati -3.547 -2.480 1.067 43,0
30. Margine di interesse 9.685 7.993 1.692 21,2
40. Commissioni attive 11.285 12.087 -802 -6,6
50. Commissioni passive -2.708 -2.723 -15 -0,6
60. Commissioni nette 8.577 9.364 -787 -8,4
70. Dividendi e proventi simili 225 161 64 39,8
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione -149 503 -652
90. Risultato netto dell'attività di copertura 33 36 -3 -8,3
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: -48 758 -806
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 167 201 -34 -16,9
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -243 611 -854
c) passività finanziarie 28 -54 82
110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a
conto economico
755 71 684
a) attività e passività finanziarie designate al fair value 957 -42 999
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value -202 113 -315
Risultato netto delle attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese di
115. assicurazione ai sensi dello IAS 39 1.234 4.754 -3.520 -74,0
120. Margine di intermediazione 20.312 23.640 -3.328 -14,1
130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: -2.624 -2.843 -219 -7,7
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva
-2.579
-45
-2.813
-30
-234
15
-8,3
50,0
Rettifiche/riprese di valore nette di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi dello
135. IAS 39 -160 -26 134
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni -5 -29 -24 -82,8
150. Risultato netto della gestione finanziaria 17.523 20.742 -3.219 -15,5
160. Premi netti 10.358 10.557 -199 -1,9
170. Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa -9.398 -13.525 -4.127 -30,5
180. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa 18.483 17.774 709 4,0
190. Spese amministrative: -11.579 -12.012 -433 -3,6
a) spese per il personale -6.793 -7.187 -394 -5,5
b) altre spese amministrative -4.786 -4.825 -39 -0,8
200. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -349 -374 -25 -6,7
a) impegni e garanzie rilasciate -209 97 -306
b) altri accantonamenti netti -140 -471 -331 -70,3
210. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali -700 -659 41 6,2
220. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali -984 -934 50 5,4
230. Altri oneri/proventi di gestione 934 980 -46 -4,7
240. Costi operativi -12.678 -12.999 -321 -2,5
250. Utili (Perdite) delle partecipazioni 232 138 94 68,1
260. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali -46 -21 25
270. Rettifiche di valore dell'avviamento - - -
280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 16 289 -273 -94,5
290. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 6.007 5.181 826 15,9
300. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente -1.630 -1.138 492 43,2
310. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 4.377 4.043 334 8,3
320. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte - - -
330. Utile (Perdita) d'esercizio 4.377 4.043 334 8,3
340. Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi -23 142 -165
350. Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza della capogruppo 4.354 4.185 169 4,0
Utile base per azione (basic EPS) - euro 0,23 0,22
Utile diluito per azione (diluted EPS) - euro 0,23 0,22

Prospetto della redditività consolidata complessiva

2022 2021 (milioni di euro)
Variazioni
assolute %
10. Utile (Perdita) d'esercizio 4.377 4.043 334 8,3
Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico 240 23 217
20. Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva -114 -37 77
30. Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del
proprio merito creditizio)
32 26 6 23,1
40. Copertura di titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva - - -
50. Attività materiali 141 30 111
60. Attività immateriali - - -
70. Piani a benefici definiti 181 4 177
80. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - -
90. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - - -
Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico -2.721 -543 2.178
100. Coperture di investimenti esteri -10 - 10
110. Differenze di cambio -219 103 -322
120. Coperture dei flussi finanziari 237 127 110 86,6
130. Strumenti di copertura (elementi non designati) - - -
140. Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
-1.447 -530 917
145. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva di
pertinenza delle imprese di assicurazione
-1.268 -286 982
150. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - -
160. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto -14 43 -57
170. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte -2.481 -520 1.961
180. Redditività complessiva (Voce 10+170) 1.896 3.523 -1.627 -46,2
190. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi -53 -135 -82 -60,7
200. Redditività complessiva consolidata di pertinenza della capogruppo 1.949 3.658 -1.709 -46,7

(milioni di euro)
Capitale
azioni
ordinarie
altre
azioni
Sovrap
prezzi
di
emissione
Riserve
di utili
altre Riserve
da
valutazione
Riserve da
valutazione di
pertinenza
delle imprese
di
assicurazione
31.12.2022
Strumenti
di
capitale
Acconti
su
dividendi
Azioni
proprie
Utile
(Perdita)
d'esercizio
Patrimonio
netto
Patrimonio
netto
del
Gruppo
Patrimonio
netto
di terzi
ESISTENZE AL 31.12.2021 10.223 - 27.309 16.936 1.089 -757 476 6.282 -1.399 -136 4.043 64.066 63.775 291
Modifica saldi apertura - - - - - - - - - - - - - -
ESISTENZE AL 1.1.2022 10.223 - 27.309 16.936 1.089 -757 476 6.282 -1.399 -136 4.043 64.066 63.775 291
ALLOCAZIONE RISULTATO ESERCIZIO
PRECEDENTE (a)
Riserve - - - 1.311 - - - - - - -1.311 - - -
Dividendi e altre destinazioni - - - - - - - - 1.399 - -2.732 -1.333 -1.316 -17
VARIAZIONI DELL'ESERCIZIO
Variazioni di riserve - - 595 - -185 3 - - - - - 413 413 -
Operazioni sul patrimonio netto
Emissione nuove azioni 285 - 405 - - - - - - 1.795 - 2.485 2.485 -
Acquisto azioni proprie - - - - - - - - - -1.783 - -1.783 -1.783 -
Acconti su dividendi - - - - - - - - -1.400 - - -1.400 -1.400 -
Distribuzione dividendi - - -233 - - - - - - - - -233 -233 -
Variazione strumenti di capitale - - - - - - - 929 - - - 929 929 -
Derivati su proprie azioni - - - - - - - - - - - - - -
Stock option - - - - - - - - - - - - - -
Variazioni interessenze partecipative - - - - - - - - - - - - - -
Altre variazioni 29 - -8 -3.240 - - - - - - - -3.219 -3.164 -55
Redditività complessiva esercizio 2022 - - - - - -1.309 -1.172 - - - 4.377 1.896 1.949 -53
PATRIMONIO NETTO AL 31.12.2022 10.537 - 28.068 15.007 904 -2.063 -696 7.211 -1.400 -124 4.377 61.821 61.655 166
del Gruppo 10.369 - 28.053 14.923 904 -1.939 -696 7.211 -1.400 -124 4.354 61.655
di terzi 168 - 15 84 - -124 - - - - 23 166

Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2022

(a) La voce comprende i dividendi ed eventuali importi destinati al fondo beneficenza della Capogruppo, nonché relativi alle società consolidate di pertinenza di terzi.

(milioni di euro)
31.12.2021
Capitale
azioni
ordinarie
altre
azioni
Sovrap
prezzi
di
emissione
Riserve
di utili
altre Riserve
da
valutazione
Riserve da
valutazione di
pertinenza
delle imprese
di
assicurazione
Strumenti
di
capitale
Acconti
su
dividendi
Azioni
proprie
Utile
(Perdita)
d'esercizio
Patrimonio
netto
Patrimonio
netto
del
Gruppo
Patrimonio
netto
di terzi
ESISTENZE AL 31.12.2020 10.241 - 27.463 16.790 992 -570 809 7.441 - -130 3.285 66.321 65.871 450
Modifica saldi apertura - - - - - - - - - - - - - -
ESISTENZE AL 1.1.2021 10.241 - 27.463 16.790 992 -570 809 7.441 - -130 3.285 66.321 65.871 450
ALLOCAZIONE RISULTATO ESERCIZIO
PRECEDENTE (a)
Riserve - - - 2.736 - - - - - - -2.736 - - -
Dividendi e altre destinazioni - - - - - - - - - - -549 -549 -549 -
VARIAZIONI DELL'ESERCIZIO
Variazioni di riserve - - 7 - 97 - - - - - - 104 100 4
Operazioni sul patrimonio netto
Emissione nuove azioni - - - - - - - - - 63 - 63 63 -
Acquisto azioni proprie - - - - - - - - - -69 - -69 -69 -
Acconti su dividendi - - - - - - - - -1.399 - - -1.399 -1.399 -
Distribuzione dividendi - - -161 -1.932 - - - - - - - -2.093 -2.093 -
Variazione strumenti di capitale - - - - - - - -1.159 - - - -1.159 -1.159 -
Derivati su proprie azioni - - - - - - - - - - - - - -
Stock option - - - - - - - - - - - - - -
Variazioni interessenze partecipative - - - - - - - - - - - - - -
Altre variazioni -18 - - -658 - - - - - - - -676 -648 -28
Redditività complessiva esercizio 2021 - - - - - -187 -333 - - - 4.043 3.523 3.658 -135
PATRIMONIO NETTO AL 31.12.2021 10.223 - 27.309 16.936 1.089 -757 476 6.282 -1.399 -136 4.043 64.066 63.775 291
del Gruppo 10.084 - 27.286 16.617 1.089 -709 476 6.282 -1.399 -136 4.185 63.775
di terzi 139 - 23 319 - -48 - - - - -142 291

Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2021

(a) La voce comprende i dividendi ed eventuali importi destinati al fondo beneficenza della Capogruppo, nonché relativi alle società consolidate di pertinenza di terzi.

Rendiconto finanziario consolidato

(milioni di euro)
2022 2021
A. ATTIVITA' OPERATIVA
1. Gestione 11.169 10.854
Risultato d'esercizio (+/-) 4.377 4.043
Plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e sulle altre attività/passività finanziarie valutate al
fair value con impatto a conto economico (-/+)
Plus/minusvalenze su attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi dello IAS 39 (-/+)
1.523
-957
-49
-1.670
Plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) -33 -36
Plus/minusvalenze su attività di copertura di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi dello IAS 39 (-/+) - -
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito (+/-) 3.147 3.621
Rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 1.684 1.592
Accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 918 374
Premi netti non incassati (-) -5 13
Altri proventi/oneri assicurativi non incassati (-/+) -827 3.266
Imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+/-) 1.373 1.638
Rettifiche/riprese di valore nette delle attività operative cessate al netto dell'effetto fiscale (+/-) - -
Altri aggiustamenti (+/-) -31 -1.938
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie 151.669 -36.147
Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1.472 6.276
Attività finanziarie designate al fair value 3 -27
Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 290 -1.068
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 14.858 -9.351
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 21.464 4.678
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 139.249 -32.999
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 9 302
Altre attività -25.676 -3.958
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie (*) -60.562 34.098
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato -44.404 45.278
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 403 112
Passività finanziarie di negoziazione -8.904 -2.581
Passività finanziarie designate al fair value 6.140 626
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 -1.702 -276
Altre passività -12.095 -9.061
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa 102.276 8.805
B. ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO
1. Liquidità generata da 455 166
Vendite di partecipazioni 295 4
Dividendi incassati su partecipazioni 79 48
Vendite di attività materiali 78 96
Vendite di attività immateriali 3 18
Vendite di società controllate e di rami d'azienda - -
2. Liquidità assorbita da -993 -2.392
Acquisti di partecipazioni -217 -54
Acquisti di attività materiali -576 -775
Acquisti di attività immateriali -1.272 -1.117
Acquisti di società controllate e di rami d'azienda 1.072 -446
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento -538 -2.226
C. ATTIVITÀ DI PROVVISTA
Emissioni/acquisti di azioni proprie -1.118 -6
Emissione/acquisti di strumenti di capitale 616 -1.532
Distribuzione dividendi e altre finalità -2.966 -4.041
Vendita/acquisto di controllo di terzi -50 -14
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista -3.518 -5.593
LIQUIDITÀ NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 98.220 986
RICONCILIAZIONE
Voci di bilancio
Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 14.756 13.733
Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio 98.220 986
Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi -52 37
CASSA E DISPONIBILITA' LIQUIDE ALLA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO 112.924 14.756
LEGENDA: (+) generata (–) assorbita

(*) Con riferimento all'informativa prevista dal par. 44 B dello IAS 7, si precisa che le variazioni delle passività derivanti da attività di finanziamento ammontano a 60.562 milioni (liquidità assorbita) e sono riferibili per -63.190 milioni a flussi finanziari, per -6.140 milioni a variazioni di fair value e per +8.768 milioni ad altre variazioni.

Il significativo incremento della Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio è collegato alle diverse modalità di impiego dell'eccesso di liquidità che per effetto del rialzo dei tassi di interesse non è più depositato nel conto della Riserva Obbligatoria aggregata nella voce "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato – crediti verso banche" ma nell'aggregato "Conti correnti e depositi a vista presso Banche Centrali" trattandosi di depositi a vista (overnight), per un ammontare pari a circa 89 miliardi.

Prospetti contabili consolidati

Nota integrativa consolidata

209

Parte A – Politiche contabili

A.1 - PARTE GENERALE

SEZIONE 1 - DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ AI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI

Il bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo, in applicazione del D. Lgs. 28 febbraio 2005 n. 38, è redatto secondo i principi contabili IAS/IFRS emanati dall'International Accounting Standards Board (IASB) e le relative interpretazioni dell'International Financial Reporting Standards – Interpretations Committee (IFRS-IC) ed omologati dalla Commissione Europea, come stabilito dal Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002.

Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2022 è stato predisposto sulla base delle "Istruzioni per la redazione del bilancio dell'impresa e del bilancio consolidato delle banche e delle società finanziarie capogruppo di gruppi bancari" emanate dalla Banca d'Italia, nell'esercizio dei poteri stabiliti dall'art. 43 del D. Lgs. n. 136/2015 () , con il Provvedimento del 22 dicembre 2005 con cui è stata emanata la Circolare n. 262/2005, con i successivi aggiornamenti del 18 novembre 2009, del 21 gennaio 2014, del 22 dicembre 2014, del 15 dicembre 2015, del 22 dicembre 2017, del 30 novembre 2018 e del 29 ottobre 202170 .

Queste Istruzioni stabiliscono in modo vincolante gli schemi di bilancio e le relative modalità di compilazione, nonché il contenuto della Nota integrativa.

Nella predisposizione del bilancio sono stati applicati i principi IAS/IFRS omologati ed in vigore al 31 dicembre 2022 (inclusi i documenti interpretativi denominati SIC e IFRIC) il cui elenco è riportato tra gli allegati del presente bilancio.

Nella tabella che segue sono riportati i nuovi principi contabili internazionali o le modifiche di principi contabili già in vigore, con i relativi Regolamenti di omologazione da parte della Commissione Europea, entrati in vigore nell'esercizio 2022.

Principi contabili internazionali omologati al 31.12.2022 ed in vigore dal 2022

Regolamento
omologazione
Modifiche Data di entrata in vigore
1080/2021 Modifiche allo IAS 16 Immobili, impianti e macchinari, IAS 37
Accantonamenti, passività e attività potenziali, IAS 41 Agricoltura,
IFRS 1 Prima adozione degli International Reporting Standards,
IFRS 3 Aggregazioni aziendali e IFRS 9 Strumenti finanziari
01/01/2022
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2022 o
successiva

Come evidenziato nella precedente tabella, trovano applicazione a partire dal 1° gennaio 2022 le disposizioni del Regolamento (UE) n. 1080/2021 del 28 giugno 2021 che recepisce alcune modifiche di minore rilevanza, pubblicate dallo IASB in data 14 maggio 2020, ai principi contabili internazionali IAS 16 Immobili, impianti e macchinari, IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali e IFRS 3 Aggregazioni aziendali. Le modifiche riguardano:

  • ‒ IAS 16 Componenti di costo: le modifiche, che non risultano di interesse per il Gruppo, introducono il divieto di detrarre dal costo degli immobili, impianti e macchinari, gli importi ricevuti dalla vendita di articoli prodotti mentre la società stava predisponendo l'asset per le finalità previste. La società dovrà riconoscere tali proventi delle vendite e i relativi costi nel conto economico;
  • ‒ IAS 37 Contratti onerosi: viene precisato che per valutare se un contratto sia oneroso occorre includere nella stima tutti i costi direttamente correlati al contratto e non i soli costi incrementali necessari all'adempimento del contratto. Di conseguenza, la valutazione sull'eventuale onerosità di un contratto include i costi incrementali (ad esempio il costo del materiale diretto impiegato nella lavorazione), ma anche tutti i costi che l'impresa non può evitare a seguito della stipula del contratto (ad esempio la quota del costo del personale e dell'ammortamento dei macchinari impiegati per l'adempimento del contratto);
  • ‒ l'IFRS 3 Riferimenti al Conceptual Framework: sono stati aggiornati alcuni riferimenti alla nuova versione del Conceptual Framework del 2018 che, tuttavia, non comportano modifiche rispetto alle modalità di contabilizzazione preesistenti. Inoltre, viene esplicitato il divieto di rilevare attività potenziali (ovvero quelle attività la cui esistenza sarà confermata solo da eventi futuri incerti) nelle operazioni di aggregazione aziendale (precedentemente questo divieto era riportato esplicitamente solo nelle Basis for Conclusions).

69 L'Art. 43 del D. Lgs. n.136/2015 ha confermato alla Banca d'Italia i poteri in materia di forme tecniche dei bilanci già precedentemente attribuiti alla stessa Autorità dal D. Lgs. n. 38/2005.

70 L'8° aggiornamento del 17 novembre 2022 - che modifica la Circolare n. 262 per tener conto del nuovo principio contabile IFRS 17 Contratti assicurativi che entra in vigore a partire dal 1° gennaio 2023 - si applicherà a partire dai bilanci chiusi o in corso al 31 dicembre 2023.

Con il Regolamento in oggetto vengono anche recepiti i consueti miglioramenti annuali - Ciclo annuale di miglioramenti agli IFRS 2018-2020 - che chiariscono la formulazione o correggono errori, sviste o conflitti tra i requisiti dei principi. Tra tali emendamenti minori vengono apportate modifiche all'IFRS 9 Strumenti Finanziari con alcuni chiarimenti in merito alle commissioni da includere nel test del 10% per la derecognition delle passività finanziarie; in proposito viene specificato che devono essere incluse soltanto le commissioni pagate o incassate tra le parti e non anche le commissioni direttamente attribuibili a parti terze.

Si evidenzia che il Regolamento introduce alcune modifiche e chiarimenti di minore rilevanza che, pertanto, non comportano impatti significativi per il Gruppo.

Nella tabella che segue sono, invece, riportati i nuovi principi contabili internazionali e le modifiche di principi contabili già in vigore, con i relativi Regolamenti di omologazione da parte della Commissione Europea, la cui applicazione obbligatoria decorre dal 1° gennaio 2023 – nel caso di bilanci coincidenti con l'anno solare – o da data successiva e rispetto ai quali il Gruppo Intesa Sanpaolo non si è avvalso di un'applicazione anticipata.

Principi contabili internazionali omologati al 31.12.2022 e con applicazione successiva al 31.12.2022

Regolamento
omologazione
Titolo Data di entrata in vigore
2036/2021 IFRS 17 Contratti assicurativi 01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
Regolamento
omologazione
Modifiche Data di entrata in vigore
2036/2021 Modifiche all'IFRS 17 Contratti assicurativi 01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
357/2022 Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio - Informativa sui principi
contabili
01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
357/2022 Modifiche allo IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili
ed errori - Definizione di stime contabili
01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
1392/2022 Modifiche allo IAS 12 Imposte sul reddito - Imposte differite relative ad
attività e passività derivanti da una singola operazione
01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
1491/2022 Modifiche all'IFRS 17 Contratti assicurativi - Prima applicazione
dell'IFRS 17 e dell'IFRS 9 - Informazioni comparative
01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva

Con riferimento ai regolamenti di omologazione che recepiscono modifiche a principi contabili già esistenti o nuovi IAS/IFRS si segnala per la particolare rilevanza il Regolamento n. 2036/2021 del 19 novembre 2021 che omologa il nuovo principio contabile IFRS 17 "Contratti assicurativi" e il successivo Regolamento n. 1491/2022 dell'8 settembre 2022 con cui sono adottate le modifiche all'IFRS 17 - Prima applicazione dell'IFRS 17 e dell'IFRS 9 – Informazioni comparative. Per la disclosure relativa all'adozione dell'IFRS 17 Contratti assicurativi e dell'IFRS 9 Strumenti finanziari da parte delle Compagnie assicurative del Gruppo si rimanda allo specifico paragrafo.

A partire dal 1° gennaio 2023 saranno inoltre applicabili il Regolamento n. 357/2022 e il Regolamento n. 1392/2022 illustrati di seguito.

Regolamento n. 357/2022 del 2 marzo 2022 – Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio e allo IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori

Il Regolamento n. 357/2022 del 2 marzo 2022 adotta talune modifiche di minore rilevanza e ulteriori chiarimenti volti ad aiutare le entità a decidere quali informazioni sui principi contabili devono essere divulgate (modifiche allo IAS 1) e a distinguere tra principi contabili e stime (modifiche allo IAS 8); non si prevede, pertanto, che comporterà impatti significativi per il Gruppo, sebbene possa costituire un utile riferimento per le analisi e per migliorare l'informativa di bilancio. Più in dettaglio il Regolamento introduce modifiche ai seguenti principi contabili:

IAS 1 Presentazione del bilancio

Si tratta di limitate modifiche (cd. "narrow scope amendments") allo IAS 1 Presentazione del bilancio e al documento IFRS Practice Statement 2 "Making Materiality Judgements" che forniscono alcune indicazioni per aiutare le società a decidere quali informazioni sui principi contabili (accounting policy) devono essere divulgate e quindi a migliorarne la disclosure, per renderla più utile per gli investitori e gli altri utenti primari del bilancio.

Le modifiche allo IAS 1 richiedono alle società di fornire informazioni sui principi contabili rilevanti ("material"), sostituendo il precedente "significativi" ("significant"), dicitura che non trova una definizione negli IFRS e poteva pertanto risultare poco chiara. Le informazioni sulle politiche contabili sono rilevanti se, considerate congiuntamente con altre informazioni contenute nel bilancio, è ragionevole attendersi che possano influenzare le decisioni degli utilizzatori primari del bilancio. In altri termini, le informazioni sulle politiche contabili sono rilevanti se consentono di comprendere le informazioni riportate in bilancio su

transazioni rilevanti. Non è invece necessario illustrare le politiche contabili inerenti transazioni o eventi irrilevanti e, in ogni caso, queste informazioni non devono oscurare le informazioni rilevanti.

In ogni caso, risultano maggiormente utili le informazioni specifiche per ciascuna entità (entity-specific) rispetto alle informazioni standardizzate o che si limitano a riprodurre o riassumere le disposizioni degli IFRS.

Sono apportate alcune modifiche anche al Practice Statement 2, che fornisce una guida su come applicare il concetto di materialità all'informativa sui principi contabili;

IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori

Le modifiche allo IAS 8 sono volte a fornire ulteriori chiarimenti per distinguere i cambiamenti nei principi contabili ("accounting policies") dai cambiamenti nelle stime contabili ("accounting estimates"). Questa distinzione è importante perché i cambiamenti nelle stime contabili sono applicati prospetticamente solo a transazioni e ad altri eventi futuri, mentre i cambiamenti nei principi contabili sono generalmente applicati retroattivamente a transazioni e ad altri eventi passati. Tuttavia, in passato erano emerse difficoltà da parte delle entità nel distinguere le due casistiche sulla base delle indicazioni dello IAS 8.

In proposito è stata aggiunta la definizione di stima contabile, in precedenza non prevista – "le stime contabili sono importi monetari in bilancio soggetti a incertezza della valutazione" – e introdotte altre modifiche al fine di fornire maggiori chiarimenti. Si precisa che l'entità può dover modificare una stima contabile se si verificano mutamenti nelle circostanze sulle quali la stima si era basata o a seguito di nuove informazioni, nuovi sviluppi o maggiore esperienza. Per sua natura, la modifica di una stima non è correlata a esercizi precedenti e non è la correzione di un errore, può influire solo sul risultato economico dell'esercizio corrente o degli esercizi futuri (ad esempio a seguito di un cambiamento nella vita utile stimata di una attività ammortizzabile).

Le correzioni degli errori si distinguono dai cambiamenti nelle stime contabili: le stime contabili, per loro natura, sono approssimazioni che necessitano di una modifica se si viene a conoscenza di informazioni aggiuntive. Per esempio, l'utile o la perdita rilevato a seguito della risoluzione di un evento incerto non rappresenta la correzione di un errore.

Regolamento n. 1392/2022 - modifiche allo IAS 12 Imposte sul reddito – Imposte differite relative ad attività e passività derivanti da una singola operazione

Con il Regolamento n. 1392/2022 dell'11 agosto 2022 la Commissione Europea ha adottato le modifiche allo IAS 12 Imposte sul reddito "Imposte differite relative ad attività e passività derivanti da una singola operazione", pubblicate dallo IASB in data 7 maggio 2021. Gli emendamenti chiariscono in che modo le società devono contabilizzare le imposte differite su operazioni quali leasing e obblighi di smantellamento e mirano a ridurre la diversità nell'iscrizione in bilancio di attività e passività fiscali differite su tali operazioni71. La fattispecie di possibile rilevanza per il Gruppo ISP si riscontra in relazione alla contabilizzazione delle operazioni di leasing in cui il locatario iscrive inizialmente nello stato patrimoniale l'attività (right of use) e la corrispondente passività del leasing (lease liability), di norma di pari importo. In funzione della normativa fiscale applicabile, possono sorgere differenze temporanee imponibili e deducibili di uguale entità al momento della rilevazione iniziale dell'attività e della passività. Con le modifiche in oggetto è stato precisato che in tali casi l'entità deve rilevare qualsiasi passività e attività fiscale che ne deriva (pertanto, l'esenzione prevista dai paragrafi 15 e 24 dello IAS 12 - che permette di non iscrivere fiscalità differita nei casi in cui l'operazione nel suo complesso non influenza l'utile - non si applica a tali casistiche).

Le modifiche in oggetto non sono rilevanti, in termini di impatti quantitativi, per Intesa Sanpaolo e per le società italiane del Gruppo, in quanto secondo le disposizioni fiscali applicabili in Italia (in applicazione del c.d. Decreto fiscale IFRS 16), sia il right of use che la passività del leasing assumono integralmente rilevanza fiscale (valore civile e fiscale allineato), così come sono trattate in derivazione ai fini fiscali anche le conseguenti componenti economiche rilevate in bilancio (ammortamenti e interessi). Tale approccio vale non solo per le nuove operazioni di leasing, successive alla prima applicazione dell'IFRS 16, ma anche per le operazioni esistenti al momento della FTA a seguito del riallineamento fiscale effettuato, come consentito dal decreto fiscale e, pertanto, non sorgono differenze temporanee imponibili o deducibili.

Per quanto riguarda gli eventuali impatti sulle società estere del Gruppo, dagli approfondimenti effettuati non sono stati riscontrati aspetti significativi da evidenziare.

Adozione dell'IFRS 17 Contratti assicurativi e dell'IFRS 9 Strumenti finanziari da parte delle Compagnie assicurative del Gruppo

Nel presente paragrafo è fornita l'informativa sui principali impatti attesi dall'introduzione del nuovo principio contabile IFRS 17 Contratti assicurativi nonché dall'applicazione dell'IFRS 9 Strumenti finanziari per le Compagnie assicurative del Gruppo, in relazione a quanto richiesto dallo IAS 8 paragrafi 30 e 31 ed in ottemperanza alle indicazioni dell'Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (ESMA)72 . Sono inoltre oggetto di illustrazione le interrelazioni tra i due principi – IFRS 17 e IFRS 9 – che le società della Divisione Insurance applicheranno simultaneamente e per la prima volta a partire dal 1° gennaio 2023.

Si ricorda che l'informativa sulla transizione ai nuovi principi sarà resa in occasione della trimestrale 2023 che rappresenterà il primo resoconto finanziario pubblicato successivamente alla prima applicazione dei due principi e conterrà le informazioni richieste dagli IFRS e dall'ESMA.

Il nuovo principio contabile IFRS 17 pubblicato dallo IASB nel mese di maggio 2017 ed oggetto di successive modifiche pubblicate in data 25 giugno 2020 e in data 9 dicembre 2021, è stato omologato con il Regolamento UE n. 2036/2021 del 19 novembre 2021 ed entra in vigore a partire dal 1° gennaio 2023. Il regolamento di omologazione europeo consente – su

71 Secondo le definizioni dello IAS 12 sono differenze temporanee imponibili/deducibili le differenze temporanee fra valori contabili e fiscali che, nella determinazione del reddito imponibile (perdita fiscale) di esercizi futuri, si tradurranno in importi imponibili/deducibili quando il valore contabile dell'attività o della passività sarà realizzato o estinto.

72 Il riferimento è al Public Statement ESMA del 13 maggio 2022 "Transparency on implementation of IFRS 17 Insurance Contracts", richiamato anche nel più recente Public Statement ESMA "European enforcement priorities for 2022 annual financial statement" del 30 ottobre 2022 e, per l'IFRS 9, al Public Statement ESMA del 10 novembre 2016 "Issues for consideration in implementing IFRS 9: Financial Instruments".

base opzionale – di esentare i contratti caratterizzati da mutualizzazione intergenerazionale e congruità dei flussi finanziari dall'applicazione dell'obbligo di raggruppamento in coorti annuali previsto dall'IFRS 17. Inoltre, con il Regolamento n. 1491/2022 dell'8 settembre 2022 sono state introdotte alcune modifiche di portata limitata per la predisposizione delle informazioni comparative in sede di prima applicazione dell'IFRS 17 e dell'IFRS 9.

Si ricorda che lo standard contabile IFRS 9 Strumenti finanziari, emanato dallo IASB a luglio 2014 ed omologato dalla Commissione Europea tramite il Regolamento n. 2067/2016, ha sostituito, a partire dal 1° gennaio 2018, lo IAS 39 nella disciplina della classificazione e misurazione degli strumenti finanziari.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, in qualità di conglomerato finanziario a prevalenza bancaria, si è avvalso dell'opzione di applicazione del c.d. "Deferral Approach" (o Temporary Exemption), in virtù della quale le attività e le passività finanziarie delle Compagnie assicurative controllate continuano ad essere rilevate in bilancio ai sensi di quanto prescritto dallo IAS 39, fino all'entrata in vigore del nuovo principio contabile sui contratti assicurativi (IFRS 17), il 1° gennaio 2023. Il rinvio dell'adozione dell'IFRS 9 da parte delle società riferibili alla Divisione Insurance ha imposto, quindi, a partire dal 1° gennaio 2018, l'applicazione di due differenti principi contabili per le attività e passività finanziarie nell'ambito del bilancio consolidato di Gruppo.

In questo contesto, a partire dal 1° gennaio 2023, la Divisione Insurance del Gruppo applicherà congiuntamente e per la prima volta i principi IFRS 9 e l'IFRS 17. L'implementazione dell'IFRS 9 da parte della Divisione Insurance è coerente con le policy contabili definite dal Gruppo Intesa Sanpaolo al fine di garantire la corretta e omogenea applicazione del nuovo principio a livello consolidato.

IFRS 17 Contratti assicurativi

Overview del Principio IFRS 17

Il principio IFRS 17 sostituisce l'IFRS 4 che, sin dal momento della sua pubblicazione iniziale, era considerato un "interim standard" e – in quanto tale – non aveva tra i propri scopi quello di prevedere una metodologia unica di rappresentazione dei contratti assicurativi, rimandando ai modelli contabili previsti dalle normative locali dei singoli paesi. Il superamento di questo aspetto – unitamente ad una migliore informativa sui risultati economici dei contratti assicurativi – è pertanto alla base del nuovo standard.

Si riportano a seguire le principali previsioni del principio:

  • ‒ l'iscrizione iniziale della passività assicurativa: al momento della sottoscrizione del contratto con il soggetto assicurato, l'impresa riconosce una passività il cui ammontare è dato dalla somma algebrica del valore attuale dei flussi di cassa attesi contrattuali (Present value future cash flow – "PVFCF") e inclusivi anche di un opportuno Risk adjustment ("RA") a presidio dei rischi di tipo non finanziario e del margine economico atteso (Contractual Service Margin – "CSM"), che rappresenta il valore attuale degli utili futuri sui contratti assicurativi;
  • ‒ i raggruppamenti di contratti: l'applicazione dell'IFRS 17 prevede l'identificazione di "portafogli" di contratti assicurativi (ovvero di gruppi di contratti che condividono rischi simili e gestiti unitariamente). Ciascun portafoglio viene ulteriormente suddiviso in gruppi composti da contratti con caratteristiche simili in termini di profittabilità attesa, prevedendo pertanto la distinzione tra i contratti profittevoli (con margine economico atteso positivo) e onerosi (con margine economico atteso negativo);
  • ‒ i modelli di misurazione previsti dal principio: il principio IFRS 17 prevede un modello di misurazione denominato General Model ("GM") applicabile in linea di principio a tutti i contratti, ad eccezione di quelli con partecipazione diretta agli utili, per i quali viene applicato il Variable Fee Approach ("VFA"), qualora siano rispettati i criteri di eleggibilità dipendenti dalla natura stessa della partecipazione agli utili. È previsto inoltre un modello semplificato opzionale (Premium Allocation Approach – "PAA") per la valutazione della passività per copertura residua denominata Liability for Remaining Coverage ("LRC", assimilabile alla Riserva per frazioni di premi o al riporto premi) per i contratti con periodo di copertura uguale o inferiore all'anno e per tutti i contratti nel caso in cui la valutazione non sia materialmente differente da quella risultante dall'applicazione del General Model;
  • ‒ transition: in sede di prima applicazione, il principio contabile IFRS 17 prevede che tutti i contratti presenti in portafoglio siano contabilizzati come se le regole introdotte fossero sempre state in vigore; tale metodo di transition prende il nome di Full Retrospective Approach ("FRA"). Poiché la sua applicabilità può risultare molto complessa a causa dell'indisponibilità delle serie storiche degli attributi necessari per gestire la capillarità del modello dati previsto dall'lFRS 17, che ne consentano la piena applicazione, il principio prevede la possibilità di utilizzare altri due metodi, tra loro opzionali:
    • o il Modified Retrospective Approach ("MRA"), che approssima i risultati ottenuti dal FRA attraverso un approccio retrospettivo, prevedendo alcune semplificazioni circa la stima del CSM, il livello di aggregazione dei contratti, l'utilizzo delle coorti annuali ed i tassi di sconto da utilizzare;
    • o il Fair Value Approach ("FVA"), secondo cui il CSM/Loss Component (in caso di contratti onerosi) è calcolato come differenza tra il fair value del gruppo di contratti cui si riferisce ed il valore dei Fulfillment Cash Flows alla medesima data (rappresentato dalla somma di PVFCF e RA);
  • ‒ la misurazione successiva della passività assicurativa: l'IFRS 17 richiede un aggiornamento della misurazione ad ogni reporting period degli elementi sopra indicati (i flussi di cassa e il margine economico atteso), per verificare la congruità delle stime rispetto alle condizioni correnti di mercato. Gli effetti di eventuali aggiornamenti sono recepiti nei bilanci alla prima reporting date di consuntivazione: a conto economico qualora i cambiamenti siano riferiti a eventi correnti o già avvenuti oppure a riduzione del margine economico atteso (CSM) qualora i cambiamenti siano riferiti a eventi futuri. Con riferimento alle variazioni delle sole variabili finanziarie (e non delle restanti, quindi principalmente relative al comportamento degli assicurati), è rimessa scelta alle imprese di individuare – per ciascun raggruppamento di contratti – se rappresentare gli effetti delle modifiche nel conto economico o nel patrimonio netto (c.d. Opzione OCI);

  • ‒ la misurazione del ricavo assicurativo: l'IFRS 17 prevede una esposizione nel conto economico della redditività "per margini" conseguiti nel corso della vita delle polizze, ossia quando l'impresa eroga i servizi agli assicurati, non prevedendo pertanto la rilevazione di alcun ricavo al momento della sottoscrizione del contratto. In merito a tale aspetto il principio è asimmetrico in quanto in caso di gruppi di contratti onerosi prevede la rilevazione immediata delle perdite a conto economico;
  • ‒ la misurazione della performance: nell'ottica di un'informativa che garantisca una migliore comparabilità degli andamenti delle Compagnie, è prevista una rappresentazione distinta e separata delle due componenti principali che tipicamente concorrono a formare la redditività delle imprese assicuratrici: la prima, che rappresenta il profitto derivante dall'attività assicurativa prestata (il c.d. "margine tecnico") e la seconda che raggruppa invece tutte le componenti di carattere "finanziario" (i risultati degli investimenti, gli effetti delle variabili finanziarie utilizzate nelle valutazioni dei contratti, ecc.). I cambiamenti nelle stime future di premi collegati a contratti in essere alla data di reporting (flussi di cassa da ricevere) e di pagamenti (flussi di cassa da riconoscere) sono rilevati a conto economico lungo la durata residua contrattuale delle polizze di riferimento.

Con riferimento alla rappresentazione dell'IFRS 17 nell'ambito del bilancio consolidato delle banche a capo di conglomerati finanziari, si evidenzia che in data 17 novembre 2022 la Banca d'Italia ha pubblicato l'8° aggiornamento della Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 che sarà applicabile a partire dai bilanci al 31 dicembre 2023.

Al fine di contenere gli oneri di compilazione per le banche, nella predisposizione dell'aggiornamento la Banca d'Italia ha tenuto conto delle analoghe disposizioni emanate dall'IVASS73 con riferimento al bilancio assicurativo IAS/IFRS, prevedendo un rinvio alle disposizioni emanate dall'IVASS per gli aspetti riconducibili ai contratti assicurativi di pertinenza delle imprese di assicurazione incluse nel consolidamento. Le modifiche introdotte riguardano l'adeguamento degli schemi del bilancio consolidato e della relativa informativa di nota integrativa alle previsioni dell'IFRS 17, che hanno modificato lo IAS 1 e l'IFRS 7, e l'allineamento alle disposizioni emanate dall'IVASS. In particolare, nello schema di Stato patrimoniale consolidato viene data evidenza nelle voci "Passività assicurative" e "Attività assicurative" dei contratti assicurativi emessi e delle cessioni in riassicurazione. Con riferimento invece al Conto economico consolidato, nel risultato intermedio riferito alla gestione assicurativa è prevista la distinzione fra i ricavi/costi per servizi assicurativi e i ricavi/costi netti di natura finanziaria relativi ai contratti di assicurazione emessi e alle cessioni in riassicurazione. La nota integrativa consolidata è adeguata, secondo le previsioni emanate dall'IVASS, per presentare l'informativa sulla natura e sull'entità dei rischi derivanti dai contratti assicurativi ai sensi delle previsioni dell'IFRS 17. La Banca d'Italia non ha apportato modifiche con riferimento alla rappresentazione delle grandezze IFRS 9 pertanto gli strumenti finanziari di competenza delle compagnie assicurative (inclusi i prodotti assicurativi a cui si applica l'IFRS 9) negli schemi di bilancio ai sensi della Circolare 262 verranno rappresentati insieme a quelli della banca, salvo fornire specifiche evidenze nelle tabelle di Nota Integrativa.

Progetto di implementazione per la Divisione Insurance: impatti organizzativi ed informatici

Nell'ambito del Gruppo Intesa Sanpaolo il principio IFRS 17 risulta applicabile ai prodotti assicurativi ed ai prodotti finanziari con elementi di partecipazione discrezionale agli utili emessi dalla Divisione Insurance.

Il progetto di implementazione dell'IFRS 17 per la Divisione Insurance ha preso avvio a giugno 2019 ed è articolato in più filoni che sono stati impostati in modo omogeneo per tutte le compagnie della Divisione Insurance, tenendo conto delle specificità di business di ciascuna compagnia:

  • ‒ definizione dell'impianto metodologico: sono stati identificati gli argomenti chiave ai quali corrispondono altrettante scelte metodologiche declinate in Technical Paper, in termini di classificazione dei prodotti, determinazione dei cash flow prospettici e calcolo del CSM;
  • ‒ evoluzione dei sistemi informativi: il quadro complessivo ("Big Picture") progettuale che comprende la mappa degli applicativi e le relative interfacce informatiche, definita a dicembre 2020, è stata confermata e implementata anche per le compagnie successivamente acquisite e prevede la medesima struttura informatica per tutte le Compagnie della Divisione Insurance, tenendo in considerazione le peculiarità di ciascuna. Sono state inoltre effettuate le attività di analisi e di predisposizione dei business requirement. Al 30 giugno 2022 è stata completata l'implementazione finalizzata a includere nella filiera di contabilità e bilancio la parte dei processi relativi al calcolo delle misure prospettiche introdotte dall'IFRS 17 (principalmente cash flow, risk adjustment e CSM). Infine, gli sviluppi informatici dei motori attuariali sono stati conclusi;
  • ‒ attività di formazione: tale attività è stata prevista per l'intera durata del progetto e suddivisa tra Top Management, tecnica ed operativa, prevedendo specifiche sessioni dedicate agli amministratori delle compagnie della Divisione Insurance e della Capogruppo;
  • ‒ modifiche dei processi e della normativa interna: è stato formalizzato il target operating model, ossia il disegno e la formalizzazione dei sistemi, processi organizzativi e relativi uffici responsabili, in modo da presidiare il nuovo processo di formazione del bilancio;
  • ‒ transition e parallel run 2022: si sono concluse le attività relative alla quantificazione dei saldi di apertura al 1° gennaio 2022 nonché la ricostruzione del risultato economico complessivo per il 2022; risulta avviata la produzione nei sistemi informatici dei dati comparativi dei trimestri 2022 per tutte le compagnie della Divisione Insurance.

Da un punto di vista organizzativo il progetto IFRS 17 include, oltre al processo di predisposizione del bilancio, l'implementazione di sistemi e processi riferiti alla Pianificazione e Controllo e all'Asset and Liability Management, al fine di garantire la capacità di governo delle compagnie del Gruppo secondo le nuove metriche introdotte dal principio IFRS 17.

Nel corso del 2022 è stata attivata anche una specifica progettualità in Capogruppo che ha visto il coinvolgimento di più direzioni dell'area CFO e COO ed opera in piena sinergia con le attività della Divisione Insurance e del relativo progetto di implementazione dell'IFRS 17 in merito alla rappresentazione delle grandezze patrimoniali ed economiche tipiche dell'IFRS 17 con riferimento alla rappresentazione ai sensi dell'IFRS 10 nel Bilancio Consolidato di Intesa Sanpaolo.

Si evidenzia infine che sono stati effettuati incontri periodici con la società di Revisione EY volti a promuovere un confronto in merito alle scelte metodologiche identificate nell'ambito progettuale.

73 Il riferimento è al Regolamento ISVAP n. 7 del 13 luglio 2007, come modificato dal Provvedimento n. 121 del 7 giugno 2022.

Scelte metodologiche del Gruppo

Le principali scelte metodologiche affrontate dal Gruppo hanno riguardato la definizione della curva di sconto, la quantificazione dei cash flow in ottica IFRS 17, nonché la quantificazione del CSM per il bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo, differente dal CSM rilevato a livello di Divisione Insurance, al fine di considerare gli effettivi costi di distribuzione/gestione nei flussi prospettici delle passività assicurative in luogo delle provvigioni regolate tra le società del Gruppo.

Di seguito sono riportate le principali scelte metodologiche assunte dal Gruppo Intesa Sanpaolo:

  • ‒ Livello di aggregazione e opzione "carve out" sulle coorti: il livello di aggregazione permette di definire la granularità con
    • cui viene valutata la redditività di un gruppo di contratti, andando a raggruppare nel medesimo portafoglio quelli che:
      • o presentano rischi simili e che sono gestiti unitariamente;
    • o hanno la stessa profittabilità attesa all'emissione (c.d. bucket di profittabilità);
    • o appartengono alla stessa generazione (c.d. coorte annuale).

Limitatamente al primo punto, il Gruppo ha adottato la scelta di aggregare i contratti appartenenti al Business Danni in base alla Line of Business ("LoB") Solvency II di appartenenza; per il Business Vita l'aggregazione in gruppi di contratti avviene raggruppando in un unico portafoglio i prodotti inclusi nella stessa Gestione Separata; i prodotti Multiramo per ciascuna Gestione Separata; i prodotti di tipo Unit Linked; i prodotti collegati a Fondi Pensione e prodotti di puro rischio (es. Temporanee caso morte - TCM).

Per quanto riguarda i contratti appartenenti a prodotti Multiramo o collegati ad una Gestione Separata, il Gruppo ha deciso di esercitare l'opzione di non applicare il requisito della Coorte Annuale ("Carve Out") così come previsto dal Regolamento di omologazione dell'IFRS 17 a livello europeo e quindi aggregare queste tipologie contrattuali solo con riguardo al concetto di rischi simili e gestione unitaria e all'appartenenza allo stesso bucket di profittabilità.

  • ‒ Curva di sconto: il Gruppo ha deciso di utilizzare un approccio Bottom-Up, che prevede l'utilizzo di tassi privi di rischio con l'aggiunta di un premio di liquidità, stimato sulla base del premio di rischio insito all'interno del portafoglio titoli di ciascuna compagnia, ripartito per singola gestione separata, portafoglio unit, fondi pensione e portafoglio libero.
  • ‒ Risk adjustment: viene determinato utilizzando una metodologia di tipo Value at Risk (VaR) che stima l'incertezza dei rischi non finanziari sulla base del 75° percentile della distribuzione specifica di ciascun rischio considerato.
  • ‒ Variable Fee Approach (VFA): come evidenziato in precedenza, il VFA è un modello previsto dallo Standard obbligatorio per i contratti che prevedono una significativa partecipazione discrezionale agli utili da parte dell'assicurato. Per determinare se la partecipazione discrezionale agli utili è significativa, viene eseguito un test sia di natura qualitativa che quantitativa per verificare i requisiti previsti. Nell'ambito dei prodotti della Divisione Insurance vengono misurati con il Variable Fee Approach tutti i contratti di tipo Linked assicurativi e tutti i contratti collegati ad una gestione separata, sia individuali che di tipo Multiramo.
  • ‒ Premium Allocation Approach (PAA): come evidenziato in precedenza, il PAA è un metodo opzionale ed applicabile ai contratti con durata inferiore all'anno o ai contratti con durata superiore all'anno per i quali si dimostra che l'applicazione del modello PAA non porti a risultati significativamente diversi da quelli che si otterrebbero con il modello generale. Il Gruppo ha deciso di applicare tale modello al solo Business Danni, definendo come regola generale quella di utilizzare il modello PAA per le polizze assicurative con durata non superiore all'anno.
  • ‒ Coverage Unit: le Coverage Unit rappresentano il driver con il quale viene determinato il rilascio del CSM a conto economico, tenendo in considerazione la quantità di servizio fornita all'assicurato e la durata attesa del gruppo di contratti. Le Coverage Unit sono determinate in maniera differenziata a seconda che si tratti di Business Vita o Business Danni. In particolare, per il Business Danni le Coverage Unit sono identificate tramite i premi di competenza del periodo mentre per il Business Vita sono identificate dai capitali assicurati di periodo rispetto ai capitali assicurati a vita intera, che rappresentano l'impegno della compagnia verso gli assicurati nel periodo di valutazione.
  • ‒ Contract Boundaries: la determinazione dei Contract Boundaries viene utilizzata per definire se una determinata opzione contrattuale debba essere inclusa nella proiezione dei flussi di cassa già dall'emissione del contratto oppure se l'esercizio della stessa comporti la generazione di un nuovo gruppo di contratti. Vengono incluse nei Contract Boundaries IFRS 17 tutte le opzioni contrattuali che prevedono, già all'emissione dei contratti, le condizioni di esercizio dell'opzione in termini di pricing. Qualora l'esercizio dell'opzione non abbia condizioni prestabilite all'emissione, ma queste vengono definite solo in un secondo momento oppure al momento stesso dell'esercizio da parte dell'assicurato, queste sono escluse dai Contract Boundaries IFRS 17 e non vengono proiettate nei flussi di cassa del contratto principale; l'esercizio dell'opzione genera un nuovo gruppo di contratti differente da quello del contratto principale.
  • ‒ Approccio di Transition: il Gruppo ha deciso di utilizzare tutti e tre i metodi di transition previsti dallo Standard a seconda della disponibilità dei dati storici richiesti dal principio per la determinazione del CSM alla data di FTA. In particolare, per le generazioni di contratti più recenti viene utilizzato il metodo Full Retrospective Approach, fatta eccezione per le compagnie acquisite (ISP RBM Salute ed ex UBI), per i quali viene utilizzato il metodo Fair Value Approach. Per i contratti vita multiramo e i contratti danni meno recenti viene utilizzato il metodo Modified Retrospective Approach, mentre per i restanti prodotti e annualità viene utilizzato il Fair Value Approach. Le principali semplificazioni utilizzate dal Gruppo nell'applicazione del Modified Retrospective Approach sono:
    • o utilizzo delle coorti annuali: il Gruppo adotta le semplificazioni previste dal principio e aggrega le coorti annuali in un'unica Unit of Account per il business vita e per il business danni;
    • o tassi di sconto: ricostruzione dei tassi di sconto tramite una media delle ultime 5 curve ricostruite per gli anni di valutazione precedenti alla data di transizione;
    • o mancata ricostruzione delle chiusure contabili sui periodi precedenti.
  • ‒ Quantificazione del CSM per il Bilancio Consolidato: in ambito IFRS 17, la gestione delle transazioni infragruppo comporta la necessità, per la quantificazione dei flussi di cassa, di "sostituire" i costi infragruppo proiettati dalla Divisione Insurance nella stima della propria situazione contabile "stand alone" (tipicamente le provvigioni pagate alla rete distributiva bancaria) con i costi reali sostenuti dal Gruppo verso economie terze e tale operazione può comportare la rilevazione di un profitto atteso (CSM) differente tra le singole Società del Gruppo e il Gruppo nel suo insieme. La stessa

ESMA nella comunicazione annuale sulle priorità dei bilanci74 evidenzia l'importanza di applicare in modo consistente i requisiti di consolidamento ai sensi dell'IFRS 10 al fine di garantire la corretta applicazione dell'IFRS 17 nel bilancio consolidato. Nello specifico, ESMA segnala che nel caso in cui le banche del gruppo distribuiscano i prodotti assicurativi, il CSM a livello consolidato spesso differirà da quello assicurativo.

  • ‒ Impatti dell'IFRS 17 sulle Misure Alternative di Performance: a seguito delle novità introdotte dall'applicazione del nuovo principio, il Gruppo sta valutando le migliori modalità di rappresentazione del Business assicurativo nell'ambito degli schemi riclassificati di Stato Patrimoniale e di Conto economico.
  • ‒ Interazione tra l'IFRS 17 e l'IFRS 9 e utilizzo dell'opzione OCI: in alcuni casi, l'interazione tra l'IFRS 17 e l'IFRS 9 potrebbe generare mismatch contabili tra le modalità di contabilizzazione dei contratti di assicurazione e delle attività finanziarie ad essi correlate. Per ridurre tali mismatch, l'IFRS 17 consente di effettuare una disaggregazione dei proventi ed oneri finanziari derivanti da contratti assicurativi tra il conto economico (risultato finanziario) e l'Other Comprehensive Income (OCI) a Patrimonio Netto. La scelta di effettuare la disaggregazione è fatta a livello di portafoglio per i contratti assicurativi e deve essere presa in coerenza con il metodo di valutazione degli attivi. In particolare:
    • o per quanto riguarda i contratti valutati con il General Model e con il Premium Allocation Approach, la rivalutazione finanziaria dei flussi di cassa futuri e del risk adjustment a tassi storici è contabilizzata a conto economico, mentre la differenza tra la rivalutazione a tassi storici e quelli correnti è contabilizzata a Other Comprehensive Income;
    • o per i contratti valutati al Variable Fee Approach, l'IFRS 17 prevede che il risultato finanziario dei contratti assicurativi sia disaggregato tra conto economico e Other Comprehensive Income: in sostanza viene riclassificata a Other Comprehensive Income la differenza tra il risultato finanziario dei contratti assicurativi e il risultato finanziario a conto economico derivante dagli strumenti finanziari sottostanti (c.d. Mirroring).

Ai sensi dell'IFRS 9, la Divisione Insurance ha finalizzato la definizione del business model a tendere: Hold To Collect and Sell per gli strumenti finanziari di debito, ad eccezione di quelli collegati ai prodotti linked e ai fondi pensione aperti (ai quali verrà applicato il Business Model Other). Per quanto riguarda la classificazione dei titoli di capitale che rientrano nel perimetro di applicazione dell'IFRS 9, la Divisione Insurance applicherà la valutazione a fair value con contropartita a conto economico. Conseguentemente, al fine di ridurre i potenziali mismatch contabili, il Gruppo ha deciso di adottare l'opzione OCI su tutti i portafogli di contratti assicurativi, con l'eccezione di quelli relativi alle unit linked non collegati a prodotti multiramo e ai fondi pensione aperti.

Per maggiori dettagli sulle attività finanziarie si rimanda al successivo paragrafo relativo all'adozione dell'IFRS 9 da parte delle Compagnie assicurative del Gruppo.

Principali differenze tra il framework IFRS 17 e Solvency II

Le principali differenze tra lo Standard IFRS 17 e Solvency II in relazione alla valutazione delle passività assicurative sono primariamente legate all'identificazione dei Contract Boundaries, alla determinazione della curva di sconto e alla modalità di calcolo del Margine di Prudenza (rispettivamente Risk Adjustment o Risk Margin). In particolare:

  • ‒ per quanto riguarda i Contract Boundaries, le principali differenze riguardano sia la logica di determinazione che la periodicità della valutazione. In Solvency II i Contract Boundaries sono basati su una logica di rischio per la compagnia e sono determinati a ciascuna data di valutazione; in IFRS 17 invece sulla possibilità di re-pricing da parte della compagnia e sono determinati all'emissione dei contratti;
  • ‒ per quanto riguarda le curve di sconto, la principale differenza riguarda la modalità e la granularità con cui la stessa viene calcolata; in particolare, per Solvency II esiste un'unica curva di sconto composta da una curva base priva di rischio più un premio di liquidità (Volatility Adjustment), definito dall'EIOPA sulla base di un portafoglio di riferimento medio di mercato. Nel Framework IFRS 17 invece è possibile calcolare le curve di sconto per ogni portafoglio identificato sulla base degli specifici pool di attivi di riferimento;
  • ‒ per il Margine di Prudenza, la differenza tra Risk Margin e Risk Adjustment è dovuta sia ad una differente metodologia di calcolo che ad un diverso perimetro di rischi identificati. Il Risk Margin Solvency II è calcolato con una metodologia Cost of Capital, applicata al requisito di Capitale della Compagnia valutato con un percentile al 95%, considerando i rischi tecnici, il rischio di credito e il rischio operativo; per il Risk Adjustment IFRS 17 il Principio non prevede una metodologia standard ma esclusivamente la determinazione dello stesso sulla base di specifici rischi non finanziari.

Si precisa che non sono previsti impatti a seguito dell'introduzione dell'IFRS 17 sull'indicatore di sintesi Solvency II per il Gruppo Assicurativo.

Impatti economici e patrimoniali

Il nuovo principio prevede l'introduzione di nuove grandezze patrimoniali e differenti modalità di riconoscimento della redditività dei prodotti assicurativi nei bilanci delle compagnie, che comporteranno sia impatti patrimoniali in sede di prima applicazione del principio, sia volatilità di conto economico a target.

In particolare, in sede di transizione al nuovo principio – 1° gennaio 2022 - verranno stornate le poste in precedenza contabilizzate ai sensi dell'IFRS 4 (riserve tecniche) e dell'IFRS 3 (Value on business acquired, c.d. VOBA, iscritto in sede di purchase price acquisition – PPA - a titolo di attivi intangibili a durata definita) che non hanno i requisiti di iscrizione previsti dal nuovo IFRS 17 e verranno iscritte le nuove passività assicurative IFRS 17 nelle componenti di Present Value of Future Cash Flows, Risk Adjustment e CSM. L'effetto cumulato della prima applicazione del principio IFRS 17 (impatto al 1° gennaio 2022 e delta sul conto economico 2022) sarà contabilizzato al 1° gennaio 2023 in contropartita ad una specifica riserva di utili (detta anche riserva di "First time adoption").

L'impatto patrimoniale in sede di prima applicazione dipende principalmente dal livello dei tassi di mercato alla data di transition (ad un minor livello dei tassi corrisponde un maggior impatto negativo sul patrimonio), nonché dagli approcci di transition adottati. Il risultato di conto economico è invece strettamente correlato alla modalità di rilascio del CSM nel tempo e all'aggiustamento dello stesso a seguito delle revisioni delle ipotesi operative e finanziarie incluse nei flussi di cassa e nel risk adjustment.

74 Public Statement ESMA "European enforcement priorities for 2022 annual financial statement" del 30 ottobre 2022, già richiamato in precedenza.

Sulla base delle analisi e delle implementazioni effettuate, si stimano i seguenti effetti:

  • ‒ l'impatto complessivo da rilevare in contropartita del patrimonio netto in sede di transizione al nuovo principio contabile al 1° gennaio 2022 è stimato pari a circa -1 miliardo al netto della fiscalità ed è riconducibile:
    • o da un lato, all'impatto derivante dai differenti criteri di valutazione delle passività assicurative ai sensi dell'IFRS 17 in luogo del precedente criterio previsto dall'IFRS 4, il cui effetto è riconducibile principalmente alla valutazione delle gestioni separate che presentano rendimenti minimi garantiti elevati; e
    • o dall'altro, alla cancellazione del Value of Business Acquired (VoBa) iscritto ai sensi dell'IFRS 3 in sede di PPA a seguito di business combination;
  • ‒ l'ammontare del CSM calcolato a livello consolidato alla data di transizione 1° gennaio 2022 è pari a 9,3 miliardi;
  • ‒ alla data della prima applicazione del principio 1° gennaio 2023 l'impatto complessivo, ancora in corso di finalizzazione, si stima non essere significativamente diverso rispetto a quanto stimato per il 1° gennaio 2022;
  • ‒ i correlati impatti prudenziali stimati al 1° gennaio 2023 ammontano a circa -20 bps sul CET1, tenendo in considerazione l'applicazione del c.d. "Danish Compromise". Si ricorda infatti che ai fini regolamentari il Gruppo Intesa Sanpaolo, in quanto "conglomerato finanziario", è stato autorizzato all'applicazione del "Danish Compromise" che consente la ponderazione al 370% degli investimenti significativi nelle controllate assicurative in luogo della loro deduzione dal CET1.

IFRS 9 Strumenti finanziari

Le compagnie appartenenti alla Divisione Insurance hanno partecipato tramite la Capogruppo Assicurativa Intesa Sanpaolo Vita al progetto di Gruppo Intesa Sanpaolo avviato a settembre 2015 e volto ad approfondire le diverse aree di influenza del principio IFRS 9, a definire i suoi impatti qualitativi e quantitativi, nonché ad individuare ed implementare gli interventi applicativi ed organizzativi necessari. In particolare, si è tenuto conto dell'obiettivo di perseguire un'adozione omogenea del principio contabile, pur in presenza di operatività assicurativa legata in particolare alle specificità di prodotto delle gestioni separate.

Classificazione e Misurazione

Per poter rispettare il dettato dell'IFRS 9 – che introduce un modello per cui la classificazione delle attività finanziarie è guidata, da un lato, dalle caratteristiche contrattuali dei flussi di cassa degli strumenti e, dall'altro, dall'intento gestionale con il quale sono detenuti – sono state declinate le modalità di effettuazione del test sulle caratteristiche contrattuali dei cash flow (cosiddetto SPPI Test), ed è stata finalizzata la definizione dei business model a tendere.

Per quel che attiene al test SPPI sulle attività finanziarie, la Divisione Insurance adotterà la metodologia definita a livel lo di Gruppo Intesa Sanpaolo e utilizzata dal 2018; è stata – inoltre – finalizzata l'analisi della composizione dei portafogli di titoli e crediti attualmente in essere, al fine di individuarne la corretta classificazione al momento della First Time Adoption (FTA) del nuovo principio.

Per quanto riguarda i titoli di debito è stato effettuato un esame di dettaglio delle caratteristiche dei flussi di cassa degli strumenti classificati nella categoria delle Attività finanziarie disponibili per la vendita secondo lo IAS 39 e al costo ammortizzato, al fine di identificare le attività che, non superando il test SPPI, saranno valutate al fair value con impatti a conto economico secondo l'IFRS 9. Dalle analisi condotte, sul perimetro della Divisione Insurance, solamente una percentuale non materiale – rispetto al complesso del portafoglio – dei titoli di debito non supera il test SPPI, principalmente riconducibile a titoli strutturati.

Inoltre, si segnala che i fondi di investimento (fondi aperti e fondi chiusi) saranno valutati obbligatoriamente al fair value con impatto a conto economico, con un conseguente futuro incremento di volatilità di conto economico per questi strumenti, attualmente classificati tra le Attività disponibili per la vendita.

Per quanto riguarda la classificazione dei titoli di capitale che rientrano nel perimetro di applicazione dell'IFRS 9, la Divisione Insurance, non intende avvalersi dell'opportunità di esercitare l'opzione per la classificazione degli strumenti di capitale al Fair value con imputazione a patrimonio netto (FVTOCI senza recycling a conto economico) in sede di prima applicazione del principio.

Infine, con riferimento ai crediti si evidenzia che il loro contributo complessivo alle attività finanziare della Divisione risulta essere poco significativo e, essendo principalmente rappresentato da conti correnti e da altre forme tecniche a breve termine, non sono attese casistiche di fallimento dell'SPPI test o particolari impatti in fase di FTA.

Per quanto riguarda il secondo driver di classificazione delle attività finanziarie (business model), ossia l'intenzione con cui le attività finanziarie sono detenute, si osserva quanto segue. Per i titoli di debito le Compagnie appartenenti alla Divisione Insurance adotteranno principalmente il business model Hold To Collect and Sell, ad eccezione dei portafogli collegati ai prodotti unit linked e fondi pensione aperti, per i quali sarà adottato un Business Model "Other", con misurazione degli attivi a fair value con impatti a conto economico. In proposito, e con riferimento ai titoli di debito, non sono previste significative variazioni rispetto alla classificazione ai sensi dello IAS 39, ad eccezione di marginali casistiche riferibili a:

  • ‒ titoli di debito attualmente classificati tra le Attività disponibili per la vendita che non superano l'SPPI test. Tale riclassifica non comporta alcun impatto sul patrimonio netto complessivo determinato secondo le regole del principio IFRS 9;
  • ‒ titoli di debito attualmente classificati tra i Loans & Receivables che, a seconda dell'esito dell'SPPI Test, saranno classificati a fair value con impatti a conto economico o a fair value con contropartita il patrimonio netto. Tale riclassifica comporta un impatto non significativo.

Per quanto riguarda i crediti, per cui si è già evidenziata la scarsa significatività nel complesso alle attività finanziare della Divisione, il business model è riconducibile al modello Hold to Collect.

Infine, in relazione agli intenti gestionali per cui le attività finanziarie sono detenute, si evidenzia che è in corso di aggiornamento il documento di Regole in materia di business model con l'obiettivo di definire e declinare gli elementi costitutivi del business model per la Divisione Insurance del Gruppo, specificandone il ruolo con riferimento al modello di classificazione disciplinato dal principio IFRS 9.

Per quanto riguarda le passività finanziarie non si segnalano modifiche rispetto alle attuali modalità di classificazione e valutazione delle stesse ai sensi dello IAS 39. In particolare, si specifica che il Gruppo si è avvalso della possibilità di

designare come passività al fair value i prodotti di natura finanziaria emessi dalle compagnie assicurative che non rientrano nell'ambito di applicazione dell'IFRS 17. Ciò al fine di eliminare o ridurre le possibili "asimmetrie contabili" rispetto agli attivi collegati e valutati anch'essi al fair value.

Impairment

Per quel che riguarda l'Impairment è stata definita dalla Capogruppo Intesa Sanpaolo una metodologia comune ed un processo accentrato presso la struttura Risk Management di Intesa Sanpaolo per la quantificazione dell'Expected credit loss per tutte le società del Gruppo. Pertanto, per una completa illustrazione delle scelte adottate dal Gruppo in merito all'applicazione dell'impairment ai sensi dell'IFRS 9 si rinvia alla Politiche contabili e all'illustrazione riportata nella Parte E della Nota integrativa relativa al presidio dei rischi.

Si segnala, per completezza, che risulterà applicabile anche alla Divisione Insurance il documento di "Regole in materia di valutazione dell'Expected Credit Loss secondo il principio IFRS 9 (Impairment Policy)" con riferimento alle linee guida metodologiche definite dal Gruppo Intesa Sanpaolo in applicazione dell'IFRS 9 e approvate dai competenti livelli di governance.

In questa sede si evidenzia che per le Compagnie della Divisione Insurance l'applicazione del nuovo modello Expected Credit Losses rileva principalmente con riferimento al portafoglio dei titoli di debito classificati nella categoria Fair value con imputazione a patrimonio netto. Non risulta essere invece significativa per quanto riguarda i crediti.

  • I principali elementi alla base della metodologia possono essere considerati i seguenti:
  • ‒ modalità di tracking della qualità creditizia dei portafogli di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato ed al fair value con contropartita il patrimonio netto;
  • ‒ definizione dei parametri per la determinazione del significativo deterioramento del rischio di credito, ai fini della corretta allocazione delle esposizioni in bonis nello stage 1 o nello stage 2, basata sulla variazione delle probabilità di default lifetime rispetto al momento dell'iscrizione iniziale in bilancio dello strumento finanziario. Con riferimento, invece, alle esposizioni impaired, l'allineamento delle definizioni di default contabile e regolamentare consente di considerare identiche le correnti logiche di classificazione delle esposizioni nel novero di quelle "deteriorate"/"impaired" rispetto alle logiche di classificazione delle esposizioni all'interno dello stage 3;
  • ‒ definizione dei modelli inclusivi delle informazioni forward looking per lo staging (relativamente all'utilizzo della PD lifetime come indicatore relativo di deterioramento) e per il calcolo dell'expected credit loss (ECL) ad un anno (da applicare alle esposizioni in stage 1) e lifetime (da applicare alle esposizioni in stage 2 e stage 3). Per tener conto delle informazioni forward looking e degli scenari macroeconomici in cui il Gruppo potrà trovarsi ad operare, si è scelto di adottare l'approccio del c.d. "Most likely scenario+Add-on".

Con riferimento allo "staging" dei titoli, bisogna considerare che operazioni di compravendita successive al primo acquisto (effettuate con riferimento al medesimo ISIN) possono rientrare abitualmente nell'ordinaria attività di gestione delle posizioni (con conseguente necessità di individuare una metodologia da adottare per l'identificazione delle vendite e rimborsi al fine di determinare le quantità residue delle singole transazioni cui associare una qualità creditizia/rating all'origination da comparare con quella della data di reporting). In questo contesto, in analogia alla scelta adottata a partire dal 2018 dal Gruppo Intesa Sanpaolo, anche la Divisione Insurance adotterà la metodologia "first-in-first-out" o "FIFO" (per il riversamento a conto economico dell'ECL registrata, in caso di vendite e rimborsi) che contribuisce ad una gestione più trasparente del portafoglio, anche dal punto di vista degli operatori di front office, consentendo, contestualmente, un continuo aggiornamento della valutazione del merito creditizio sulla base dei nuovi acquisti.

Inoltre, un elemento assolutamente rilevante ai fini delle stime sulle perdite attese risulta l'inclusione dei fattori forward looking e, in particolare, degli scenari macroeconomici. Da un punto di vista metodologico, l'approccio che il Gruppo Intesa Sanpaolo ha adottato è rappresentato dal c.d. "Most likely scenario+Add-on", che prevede, ai fini del calcolo della perdita attesa (ECL) e dello "stage assignment", di considerare la perdita su crediti determinata per lo scenario base, ritenuto maggiormente probabile e utilizzato anche per altre finalità all'interno del Gruppo (ad esempio per la predisposizione del budget e del piano d'impresa), a cui deve essere sommata una rettifica (Add-on) volta a riflettere gli effetti derivanti dalla non linearità delle variabili utilizzate per il condizionamento dei parametri macro-economici. Analoga impostazione verrà applicata quindi anche per le società della Divisione Insurance.

Infine, con riferimento al solo momento di prima applicazione del principio - ovvero il 1° gennaio 2023 - per i titoli di debito in bonis rilevati al fair value con contropartita il patrimonio netto si è deciso di utilizzare la c.d. "low credit risk exemption" prevista dall'IFRS 9, in base alla quale sono state identificate come esposizioni a basso rischio di credito e dunque da considerare nello stage 1 le esposizioni che, alla data di transizione al nuovo standard, possiedono un rating pari a "investment grade" (o di qualità similare).

Hedge accounting

Per quanto riguarda l'Hedge Accounting, l'IFRS 9 introduce modifiche esclusivamente per il General Hedge e sono strettamente legate alla scelta di avvalersi dell'opzione opt-in / opt-out (ossia la possibilità di implementare il nuovo standard IFRS 9 piuttosto che mantenere il vecchio principio IAS 39). Il Gruppo Intesa Sanpaolo, sulla base degli approfondimenti effettuati sulla gestione delle operazioni di copertura, ha deciso l'esercizio, in fase di FTA dell'IFRS 9, dell'opzione opt-out, confermando tale scelta fino ad oggi. Alla luce di tale indicazione, anche per la Divisione Insurance le operazioni di copertura continueranno ad essere gestite nel rispetto di quanto previsto dallo IAS 39 (carve-out), attualmente in vigore.

Impatti organizzativi e sui sistemi informativi

L'adozione del principio IFRS 9 comporta interventi di natura organizzativa e sui sistemi informativi della Divisione Insurance. Sono stati identificati i principali impatti organizzativi che riguardano la revisione e l'adattamento dei processi operativi esistenti, il disegno e l'implementazione di nuovi processi, nonché l'ampliamento delle competenze disponibili all'interno delle diverse strutture sia operative sia amministrative e di controllo.

Per quanto riguarda i sistemi informativi, sono stati effettuati gli interventi sugli applicativi di gestione titoli delle Compagnie assicurative al fine di adeguarli ai requisiti previsti dallo standard ed è stato implementato uno scambio di flussi con cadenza mensile tra le Compagnie assicurative e le strutture preposte di Intesa Sanpaolo relativamente allo staging e all'expected credit losses per i titoli classificati a fair value con contropartita il patrimonio netto.

Riesposizione dei dati comparativi e Parallel Running

Come evidenziato in precedenza, le Compagnie assicurative hanno potuto differire la data di adozione dell'IFRS 9 fino al 1° gennaio 2023, che rappresenta quindi la data di applicazione iniziale del principio. In merito alla predisposizione dei periodi comparativi, ai sensi dell'IFRS 9 è permesso ma non obbligatorio effettuare il restatement del periodo a confronto. Per gli strumenti finanziari già cancellati alla data di applicazione iniziale (ovvero prima del 1° gennaio 2023 per le assicurazioni) non è però permesso il restatement, anche in caso di riesposizione facoltativa del periodo a confronto. Viceversa, ai sensi dell'IFRS 17 è richiesto obbligatoriamente di presentare il periodo comparativo riesposto.

Con riferimento alle modalità di rappresentazione degli effetti di prima applicazione dell'IFRS 9, la Divisione Insurance adotterà la facoltà prevista al paragrafo 7.2.15 dell'IFRS 9, secondo cui – ferma restando l'applicazione retrospettiva delle nuove regole di misurazione e rappresentazione richiesta dallo standard – non è prevista la riesposizione obbligatoria su basi omogenee dei dati di confronto nel bilancio di prima applicazione del nuovo principio. In particolare, la Divisione Insurance adotterà il c.d. Classification Overlay per l'intero portafoglio di attività finanziarie secondo quanto previsto dal paragrafo C28A e seguenti dell'IFRS 17 – come modificati dallo IASB in data 9 dicembre 2021 e omologati da parte della Commissione Europea con il Regolamento n. 1491/2022 dell'8 settembre 2022 – dedicato alle compagnie che adottano contemporaneamente per la prima volta i principi IFRS 9 e IFRS 17.

Il Classification Overlay prevede, per la predisposizione dei periodi comparativi, l'applicazione dei requisiti di classificazione e misurazione così come previsto dal principio IFRS 9 utilizzando informazioni ragionevoli e dimostrabili. L'esercizio di tale opzione consentirà di rappresentare il periodo comparativo in maniera omogenea, anche con riferimento agli strumenti finanziari già cancellati al 1° gennaio 2023 (per cui non sarebbe permesso il restatement secondo le ordinarie regole di transizione dell'IFRS 9). Inoltre, come consentito dal Regolamento n. 1491, si prevede di adottare il Classification Overlay senza applicare i requisiti sull'ECL.

Nel secondo semestre 2022 le compagnie della Divisione Assicurativa hanno completato la quantificazione dei saldi di apertura al 1° gennaio 2022 nonchè la produzione dei dati comparativi dei trimestri 2022 secondo quanto previsto dal Classification Overlay.

Impatti economici e patrimoniali

Complessivamente, l'impatto a patrimonio netto derivante dalla prima applicazione dell'IFRS 9 da parte delle Compagnie della Divisione Insurance è stimato non materiale sia al 1° gennaio 2022 che al 1° gennaio 2023.

Alla luce dell'impatto non significativo sul patrimonio netto contabile derivante dalla prima applicazione, non si determinano impatti attesi sul CET1 in termini di bps.

Nella tabella che segue sono riportati i nuovi principi contabili internazionali o le modifiche di principi contabili già in vigore non ancora omologati da parte della Commissione Europea.

Principio/
Interpretazione
Modifiche Data di pubblicazione
IAS 1 Amendments to IAS 1 Presentation of Financial Statements: Classification of
Liabilities as Current or Non-current
23/01/2020
IAS 1 Amendments to IAS 1 Presentation of Financial Statements: Classification of
Liabilities as Current or Non-current - Deferral of Effective Date
15/07/2020
IAS 1 Amendments to IAS 1 Presentation of Financial Statements: Non-current Liabilities
with Covenants
31/10/2022
IFRS 16 Amendments to IFRS 16 Leases: Lease Liability in a Sale and Leaseback 22/09/2022

Principi contabili internazionali non ancora omologati al 31.12.2022

Per quanto riguarda i documenti dello IASB che modificano principi contabili esistenti ed ancora in attesa di omologazione si segnala quanto segue:

  • Amendments allo IAS 1 "Classification of Liabilities as Current or Non-Current", pubblicato in data 23 gennaio 2020 con l'obiettivo di proporre alcune modifiche di portata limitata allo IAS 1 "Presentazione del bilancio", al fine di chiarire come classificare i debiti e le altre passività tra quelli correnti o non correnti. La proposta in oggetto chiarisce – senza modificarli – gli attuali requisiti dello IAS 1; i chiarimenti mirano a promuovere la coerenza nell'applicazione dello IAS 1 tra le società per determinare se, nel prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria, i debiti e le altre passività con una data di regolamento incerta debbano essere classificati come correnti (dovuti o potenzialmente da liquidare entro un anno) o non correnti. Con la successiva pubblicazione del 15 luglio 2020 viene differita di un anno la data di entrata in vigore delle modifiche, al 1° gennaio 2023 in luogo del 2022, senza introdurre ulteriori modifiche.

  • Amendments allo IAS 1 "Non-current Liabilities with Covenants"

In data 31 ottobre lo IASB ha pubblicato una ulteriore limitata modifica allo IAS 1 "Presentazione del bilancio" che mira a migliorare le informazioni fornite dalle società sulle passività con covenants e sulla classificazione di tali passività come correnti o non correnti. Lo IASB si aspetta che le modifiche migliorino le informazioni fornite dalle società, consentendo agli investitori di comprendere il rischio che tali passività possano dover essere rimborsate anticipatamente.

Lo IAS 1 prevede che una società classifichi una passività come non corrente solo se la società può evitare di saldare il debito nei 12 mesi successivi alla data del bilancio. Tuttavia, la capacità di un'azienda di farlo è spesso soggetta al rispetto di covenants. Ad esempio, una società potrebbe avere un debito a lungo termine che potrebbe diventare rimborsabile entro 12 mesi se la società non rispetta un covenant (ad esempio un ratio in termini di working capital) nei 12 mesi successivi.

Le modifiche allo IAS 1 specificano che i covenants da rispettare dopo la data di bilancio non influiscono sulla classificazione del debito come corrente o non corrente alla data di bilancio. Di converso viene richiesto alla società di fornire informazioni su questi covenants in nota integrativa.

Le modifiche sono efficaci per gli esercizi che iniziano dal 1° gennaio 2024, con adozione anticipata consentita, previa omologazione della Commissione Europea.

In considerazione del contenuto delle modifiche sopra evidenziate, che assumono scarsa rilevanza per il settore finanziario, nonché in virtù dell'obbligo di applicare gli schemi previsti dalla Circolare n. 262/05 della Banca d'Italia, le limitate proposte di modifica allo IAS 1 non risultano particolarmente rilevanti per il Gruppo.

- Amendments all'IFRS 16 "Lease Liability in a Sale and leaseback"

Con la pubblicazione in data 22 settembre 2022 dei Narrow-scope Amendments "Lease Liability in a Sale and Leaseback" lo IASB introduce alcune limitate modifiche all'IFRS 16 in merito alla contabilizzazione delle sole operazioni di vendita e retrolocazione (cd. sale and leaseback) da parte del locatario-venditore. Le transazioni di sale and leaseback sono operazioni per le quali una società vende un bene e successivamente prende in locazione lo stesso bene dal nuovo proprietario. In questo ambito, sono oggetto di analisi quelle operazioni in cui il trasferimento dell'asset soddisfa i requisiti ai sensi dell'IFRS 15 per essere contabilizzato come una vendita del bene.

La presente modifica era stata sollecitata dall'IFRIC che aveva riscontrato un vuoto normativo in merito alle modalità di rilevazione del right of use e delle lease liability nelle transazioni di sale and leaseback in presenza di canoni variabili che non dipendono da un indice o da un tasso, ad esempio basati su una percentuale delle vendite del locatario-venditore generate dall'uso del bene.

In tale ambito gli emendamenti apportano alcuni chiarimenti e lasciano alle singole entity la definizione di una accounting policy per la modalità di valutazione della passività derivante dalla retrolocazione.

Le modifiche saranno obbligatoriamente applicabili dal 1° gennaio 2024 - previa omologazione da parte della Commissione Europea e con possibilità di attuazione anticipata – con applicazione retrospettiva alle transazioni di sale and leaseback stipulate successivamente alla data di prima adozione dell'IFRS 16, ovvero per il Gruppo dal 1° gennaio 2019.

In proposito, le operazioni di sale e leaseback stipulate dal Gruppo Intesa Sanpaolo dal 2019 risultano essere limitate e di importi non rilevanti e, al momento, non sono emerse casistiche di interesse per l'applicazione delle modifiche.

SEZIONE 2 - PRINCIPI GENERALI DI REDAZIONE

Il bilancio consolidato è costituito dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Prospetto della redditività complessiva, dal Prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal Rendiconto finanziario, dalla Nota integrativa e dalle relative informazioni comparative ed è inoltre corredato da una Relazione degli amministratori sull'andamento della gestione, sui risultati economici conseguiti e sulla situazione patrimoniale e finanziaria del Gruppo Intesa Sanpaolo. In conformità a quanto disposto dall'art. 5 del D. Lgs. n. 38/2005, il bilancio è redatto utilizzando l'Euro quale moneta di conto.

Gli importi dei Prospetti contabili e della Nota integrativa, così come quelli indicati nella Relazione sulla gestione, sono espressi – qualora non diversamente specificato – in milioni di Euro.

Il bilancio è redatto con l'applicazione dei principi generali previsti dallo IAS 1 e degli specifici principi contabili omologati dalla Commissione Europea e illustrati nella Parte A.2 della presente Nota integrativa, nonché in aderenza con le assunzioni generali previste dal Quadro Sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio elaborato dallo IASB. Non sono state effettuate deroghe all'applicazione dei principi contabili IAS/IFRS.

Nella Relazione sulla gestione e nella Nota integrativa sono fornite le informazioni richieste dai principi contabili internazionali, dalle Leggi, dalla Banca d'Italia, dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa – Consob e dall'Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati – ESMA, oltre ad altre informazioni non obbligatorie ma ritenute ugualmente necessarie ai fini di una rappresentazione corretta e veritiera della situazione del Gruppo. Si è inoltre tenuto conto dei documenti di tipo interpretativo e di supporto all'applicazione dei principi contabili in relazione agli impatti da COVID-19 e quelli conseguenti allo scoppio della crisi russo-ucraina, emanati dagli organismi regolamentari e di vigilanza europei e dagli standard setter illustrati più nel dettaglio nella Successiva Sezione 5 – Altri aspetti.

I Prospetti contabili di stato patrimoniale e i relativi dettagli di Nota integrativa presentano – in conformità a quanto previsto dall'IFRS 5 – tra le componenti relative alle attività in dismissione principalmente i portafogli di crediti deteriorati che saranno oggetto di cessione nell'ambito delle strategie di de-risking del Gruppo. Nella voce risultano inoltre riclassificate la partecipazione in Zhong Ou Asset Management Co. Ltd., per la quale il perfezionamento della cessione è atteso nel corso dei prossimi mesi, una volta completato l'iter autorizzativo, e le attività e passività afferenti al ramo d'azienda di PBZ Card dedicato all'attività di merchant acquiring, che saranno oggetto di trasferimento al Gruppo Nexi nella prima parte del 2023.

I Prospetti contabili e la Nota integrativa presentano oltre agli importi del periodo di riferimento, anche i corrispondenti dati di raffronto riferiti al 31 dicembre 2021.

Negli Allegati vengono presentati i prospetti di raccordo con i dati di Stato patrimoniale e di Conto economico originariamente pubblicati nel Bilancio 2021, oltre a specifici schemi di raccordo tra questi ultimi e i prospetti riclassificati (riesposti e rideterminati) inclusi nella Relazione sulla gestione che correda il presente bilancio.

Contenuto dei prospetti contabili

Prospetto di stato patrimoniale e Prospetto di conto economico

Gli schemi dello Stato patrimoniale e del Conto economico sono costituiti da voci, sottovoci e da ulteriori dettagli informativi (i "di cui" delle voci e sottovoci).

A seguito della scelta del Gruppo di avvalersi dell'opzione di applicazione del c.d. Deferral Approach, prevista dall'IFRS 9 "Strumenti finanziari" anche per i conglomerati finanziari a prevalenza bancaria, in virtù della quale le attività e le passività finanziarie delle compagnie assicurative controllate continuano ad essere rilevate in bilancio ai sensi di quanto prescritto dallo IAS 39, negli schemi consolidati previsti dalla Circolare 262 sono state aggiunte specifiche voci di Stato patrimoniale e di Conto economico per rappresentare la valorizzazione delle attività e passività di pertinenza delle imprese assicurative e i relativi effetti economici valutati ai sensi dello IAS 39.

Per completezza si segnala che con riferimento agli schemi definiti dalla Banca d'Italia sono riportate anche le voci che non presentano importi né per l'esercizio al quale si riferisce il bilancio, né per quello precedente. Nel conto economico i ricavi sono indicati senza segno, mentre i costi sono preceduti dal segno meno.

Prospetto della redditività complessiva

Il prospetto della redditività complessiva, partendo dall'utile (perdita) d'esercizio, espone le componenti reddituali rilevate in contropartita delle riserve da valutazione, al netto del relativo effetto fiscale, in conformità ai principi contabili internazionali. La redditività complessiva consolidata è rappresentata fornendo separata evidenza delle componenti reddituali che non saranno in futuro riversate nel conto economico e di quelle che, diversamente, potranno essere successivamente riclassificate nell'utile (perdita) dell'esercizio al verificarsi di determinate condizioni. Il prospetto distingue inoltre la quota di redditività di pertinenza della Capogruppo da quelle di pertinenza dei soci di minoranza. Come per lo Stato patrimoniale ed il Conto economico, rispetto agli schemi definiti dalla Banca d'Italia sono riportate anche le voci che non presentano importi né per l'esercizio al quale si riferisce il bilancio, né per quello precedente. Gli importi negativi sono preceduti dal segno meno.

Prospetto delle variazioni del patrimonio netto

Nel prospetto delle variazioni del patrimonio netto viene riportata la composizione e la movimentazione dei conti di patrimonio netto intervenuta nell'esercizio di riferimento del bilancio ed in quello precedente, suddivisi tra il capitale sociale, le riserve di capitale, di utili e da valutazione di attività o passività di bilancio ed il risultato economico. Le azioni proprie in portafoglio sono portate in diminuzione del patrimonio netto. Il prospetto è presentato invertendo le righe e le colonne rispetto al medesimo prospetto previsto dall'aggiornamento della Circolare n. 262/2005 della Banca d'Italia.

Rendiconto finanziario

Il prospetto dei flussi finanziari intervenuti nell'esercizio di riferimento del bilancio ed in quello precedente è predisposto seguendo il metodo indiretto, in base al quale i flussi derivanti dall'attività operativa sono rappresentati dal risultato dell'esercizio rettificato degli effetti delle operazioni di natura non monetaria.

I flussi finanziari sono suddivisi tra quelli derivanti dall'attività operativa, quelli generati dall'attività di investimento e quelli prodotti dall'attività di provvista.

Nel prospetto i flussi generatisi nel corso dell'esercizio sono indicati senza segno, mentre quelli assorbiti sono preceduti dal segno meno.

Contenuto della Nota integrativa

La Nota integrativa comprende le informazioni previste dai principi contabili internazionali e dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia emanata il 22 dicembre 2005 e successivi aggiornamenti applicabili per la redazione del presente bilancio. Come già evidenziato in merito ai prospetti contabili, in relazione all'applicazione del Deferral approach da parte delle compagnie assicurative del Gruppo, l'informativa di nota integrativa prevista dalla Circolare 262 è integrata con le tabelle previste dal previgente 4° aggiornamento della Circolare 262 per rappresentare le informazioni richieste dallo IAS 39.

SEZIONE 3 - AREA E METODI DI CONSOLIDAMENTO

Area di consolidamento

Il bilancio consolidato include Intesa Sanpaolo e le società da questa direttamente o indirettamente controllate, comprendendo nel perimetro di consolidamento – come specificamente previsto dai principi IAS/IFRS – anche le società operanti in settori di attività dissimili da quello di appartenenza della Capogruppo, nonché le partecipazioni di private equity. Analogamente, sono incluse anche le entità strutturate quando ne ricorrano i requisiti di effettivo controllo, anche indipendentemente dall'esistenza di una quota partecipativa.

Sono considerate controllate le imprese nelle quali Intesa Sanpaolo è esposta a rendimenti variabili, o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con le stesse e nel contempo ha la capacità di incidere sui rendimenti esercitando il proprio potere su tali entità.

Il controllo può configurarsi solamente con la presenza contemporanea dei seguenti elementi:

  • − il potere di dirigere le attività rilevanti della partecipata;
  • − l'esposizione o i diritti a rendimenti variabili derivanti dal rapporto con l'entità oggetto di investimento;
  • − la capacità di esercitare il proprio potere sull'entità oggetto di investimento per incidere sull'ammontare dei suoi rendimenti.

Sono considerate controllate congiuntamente le entità nelle quali, su base contrattuale, il controllo è condiviso fra la Capogruppo, direttamente o indirettamente, e uno o più altri soggetti esterni al Gruppo, ovvero quando per le decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

Sono considerate collegate, cioè sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle quali Intesa Sanpaolo, direttamente o indirettamente, possiede almeno il 20% dei diritti di voto (ivi inclusi i diritti di voto "potenziali") o nelle quali – pur con una quota di diritti di voto inferiore – ha il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali in virtù di particolari legami giuridici, quali la partecipazione a patti di sindacato.

Sono escluse dall'area di consolidamento, e classificate sulla base di quanto previsto dall'IFRS 9, alcune interessenze superiori al 20%, in quanto di importo contenuto oppure in quanto Intesa Sanpaolo, direttamente o indirettamente, detiene esclusivamente diritti patrimoniali su una porzione dei frutti degli investimenti, non ha accesso alle politiche di gestione e può esercitare diritti di governance limitati alla tutela dei propri interessi patrimoniali.

Sono inoltre escluse dall'area di consolidamento integrale le interessenze partecipative detenute, direttamente o attraverso fondi, in società che svolgono attività di venture capital. Tali interessenze partecipative sono incluse nella categoria delle Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico.

Sono, infine, escluse dall'area di consolidamento le società non partecipate delle quali si sono ricevute azioni in pegno con diritto di voto superiore al 20%, in considerazione della finalità di tale strumento che è quella di tutela del credito concesso e non di esercizio del controllo e di indirizzo delle politiche finanziarie ed economiche, al fine di usufruire dei benefici economici da esse derivanti.

Intesa Sanpaolo non esercita su Risanamento S.p.A. e sulle società da questa controllate l'attività di direzione e coordinamento di cui all'art. 2497 C.C. e seguenti.

Rispetto al 31 dicembre 2021, le variazioni nel perimetro di consolidamento integrale hanno riguardato l'ingresso di:

  • − Newco TPA S.p.A. (ora denominata InSalute Servizi S.p.A.), società di nuova costituzione nell'ambito del Gruppo assicurativo, partecipata al 100% da Intesa Sanpaolo Vita;
  • − Compagnie de Banque Privée Quilvest (CBPQ), partecipata al 100% da Fideuram Bank (Luxembourg) S.A.;
  • − VUB Operating Leasing A.S. (società dedicata per lo sviluppo del leasing operativo), precedentemente consolidata con il metodo del patrimonio netto;
  • − Acantus S.p.A. (cessionaria del ramo di credito su pegno di ISP ex Gruppo UBI), a seguito del superamento dei limiti di immaterialità che ne permettevano in precedenza il consolidamento al patrimonio netto;
  • − VUB Generali Dochodkova Spravcovska Spolocnost A.S a seguito dell'acquisto di una ulteriore quota del 5,26% da parte di VSEOBECNA UVEROVA BANKA A.S. (l'investimento complessivo si attesta ora al 55,26%), precedentemente la società era consolidata con il metodo del patrimonio netto;
  • − Eurizon Capital Real Asset SGR S.p.A., a seguito del superamento dei limiti di immaterialità che ne permettevano in precedenza il consolidamento al patrimonio netto;

e l'uscita di:

  • − Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval, fusa per incorporazione in Reyl & Cie S.A.;
  • − VUB Leasing A.S., cessata in quanto oggetto di scissione in Vseobecna Uverova Banka A.S. per l'attività di leasing finanziario e in VUB Operating Leasing (sopra indicata) per l'attività di leasing operativo;
  • − UBI Leasing S.p.A., fusa per incorporazione in Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • − PBZ Stambena Stedionica d.d., fusa per incorporazione in PBZ Privredna Banka Zagreb d.d.;
  • − Intesa Sanpaolo (Qingdao) Service Company Limited, ora consolidata con il metodo del patrimonio netto in considerazione della contenuta materialità degli aggregati patrimoniali;
  • − Cargeas Assicurazioni S.p.A., fusa per incorporazione in Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A.;
  • − Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l., fusa per incorporazione in Intesa Sanpaolo S.p.A.;

− Sanpaolo Invest SIM S.p.A., fusa per incorporazione in Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A.

Per completezza si precisa inoltre che Mooney Group continua ad essere consolidata al patrimonio netto ai fini del perimetro di consolidamento contabile ma rientra nel perimetro di consolidamento prudenziale con il metodo proporzionale; nel corso del mese di luglio è stata infatti acquisita da parte di Banca 5 S.p.A. l'ulteriore quota del 20% della citata società che porta l'interessenza complessiva al 50% (soggetta a controllo congiunto).

Infine, per completezza, si segnalano i seguenti cambiamenti di denominazione:

  • Intesa Sanpaolo International Value Services Ltd. in Intesa Sanpaolo International Value Services d.o.o.;
  • IW Bank S.p.A. in IW Private Investments Società di Intermediazione Mobiliare S.p.A.

Nel prospetto che segue sono indicate le partecipazioni controllate in via esclusiva al 31 dicembre 2022.

1. Partecipazioni in società controllate in via esclusiva

Denominazione imprese Sede Sede Tipo RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE Disponib.
operativa legale rapporto
(a)
Impresa partecipante quota
%
voti %
(b)
1 Acantus S.p.A.
Capitale Eur 800.000
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
2 Anti Financial Crime Digital HUB S.c.a r.l. (c) Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo Innovation Center S.p.A. 10,00
Capitale Eur 100.000 Intesa Sanpaolo S.p.A. 60,00
70,00
3 Asteria Investment Managers S.A. (d) Ginevra Ginevra 1 REYL & Cie S.A. 100,00
Capitale Chf 14.000.000
4 Banca 5 S.p.A. Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Eur 30.000.000
5 Banca Comerciala Eximbank S.A. Chisinau Chisinau 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Mdl 1.250.000.000
6 Banca Intesa AD Beograd Novi Beograd Beograd 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
Capitale Rsd 21.315.900.000
7 Bank of Alexandria S.A.E. Il Cairo Il Cairo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 80,00
Capitale Egp 5.000.000.000
8 Banka Intesa Sanpaolo d.d. (e) Koper Koper 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 48,13
Capitale Eur 22.173.218 Privredna Banka Zagreb d.d. 51,00
99,13
9 CBP Quilvest PE Fund GP S.a r.l. (c) Lussemburgo Lussemburgo 1 Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A. 100,00
Capitale Usd 20.000
10 Cib Bank Ltd. Budapest Budapest 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Huf 50.000.000.003
11 CIB Insurance Broker Ltd. Budapest Budapest 1 Cib Bank Ltd. 100,00
Capitale Huf 10.000.000
12 CIB Leasing Ltd. Budapest Budapest 1 Cib Bank Ltd. 100,00
Capitale Huf 53.000.000
13 CIB Rent Operative Leasing Ltd. Budapest Budapest 1 Cib Bank Ltd. 100,00
Capitale Huf 5.000.000
14 Colline e oltre S.p.A. (c) Pavia Pavia 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 51,00
Capitale Eur 50.000
15 Compagnia Italiana Finanziaria - CIF S.r.l. Milano Milano 1 IN.FRA - Investire nelle Infrastrutture S.r.l. 61,45
Capitale Eur 10.000
16 Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A.
Capitale Eur 32.537.000
Lussemburgo Lussemburgo 1 Fideuram Bank Luxembourg S.A. 100,00
17 Consorzio Studi e ricerche fiscali Gruppo Intesa Sanpaolo (c) Roma Roma 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 7,50
Capitale Eur 258.228 Eurizon Capital SGR S.p.A. 5,00
Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 7,50
Intesa Sanpaolo S.p.A. 80,00
100,00
18 Duomo Funding Plc (f) Dublino Dublino 2 Intesa Sanpaolo S.p.A. -
19 Epsilon SGR S.p.A. Milano Milano 1 Eurizon Capital SGR S.p.A. 100,00
Capitale Eur 5.200.000
20 Etoile François Premier S.a.r.l. (g) Parigi Parigi 1 Risanamento Europa S.r.l. 100,00
Capitale Eur 5.000
21 Eurizon Asset Management Croatia D.O.O. Zagabria Zagabria 1 Eurizon Asset Management Slovakia Sprav. Spol.
A.S.
100,00
Capitale Hrk 5.000.000
22 Eurizon Asset Management Hungary Ltd. Budapest Budapest 1 Eurizon Asset Management Slovakia Sprav. Spol.
A.S.
100,00
Capitale Huf 600.000.000
23 Eurizon Asset Management Slovakia Sprav. Spol. A.S. Bratislava Bratislava 1 Eurizon Capital SGR S.p.A. 100,00
Capitale Eur 4.093.560
24 Eurizon Capital Asia Limited (già Eurizon Capital (HK) limited) (c) Hong Kong Hong Kong 1 Eurizon Capital SGR S.p.A. 100,00
Capitale Hkd 78.000.000
25 Eurizon Capital Real Asset SGR S.p.a. Milano Milano 1 Eurizon Capital SGR S.p.A. 19,98 51,00 (*)
Capitale Eur 4.166.667 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 40,01 24,50 (*)
59,99 75,50 (*)

Denominazione imprese Sede Sede Tipo RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE Disponib.
operativa legale rapporto
(a)
Impresa partecipante quota
%
voti %
(b)
26 Eurizon Capital S.A. Lussemburgo Lussemburgo 1 Eurizon Capital SGR S.p.A. 100,00
Capitale Eur 7.974.600
27 Eurizon Capital SGR S.p.A. Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Eur 99.000.000
28 Eurizon Slj Capital Ltd. Londra Londra 1 Eurizon Capital SGR S.p.A. 65,00
Capitale Gbp 1.001.000
29 Exelia S.r.l. (c) Brasov Brasov 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
Capitale Ron 8.252.600
30 Exetra S.p.A. (h) Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 85,00
Capitale Eur 158.000
31 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. Roma Torino 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Eur 300.000.000
32 Fideuram Asset Management (Ireland) Dac
(già Fideuram Asset Management (Ireland) Ltd.)
Dublino Dublino 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 100,00
Capitale Eur 1.000.000
33 Fideuram Asset Management SGR S.p.A. Milano Milano 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 99,52
Capitale Eur 25.870.000
34 Fideuram Asset Management Uk Ltd (c) Londra Londra 1 Fideuram Asset Management (Ireland) Dac 100,00
Capitale Gbp 1.000.000
35 Fideuram Bank (Luxembourg) S.A. Lussemburgo Lussemburgo 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 100,00
Capitale Eur 40.000.000
36 Fideuram Vita S.p.A. Roma Roma 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 80,01
Capitale Eur 357.446.836 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 19,99
100,00
37 Fondo Sviluppo ecosistemi di Innovazione (c) Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo Innovation Center S.p.A. 100,00
Capitale Eur 15.000.000
38 Gap Manco Sarl (c) Lussemburgo Lussemburgo 1 REYL & Cie S.A. 100,00
Capitale Eur 12.500
39 Iberia Distressed Assets Manager Sarl (c) Lussemburgo Lussemburgo 1 REYL Finance (MEA) Ltd. 100,00
Capitale Eur 12.500
40 IIF SME Manager Ltd. (c) George Town George Town 1 Asteria Investment Managers S.A. 100,00
Capitale Usd 1.000
41 IMI Capital Market USA Corp. New York New York 1 IMI Investments S.A. 100,00
Capitale Usd 5.000
42 IMI Finance Luxembourg S.A. (c)
Capitale Eur 100.000
Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
43 IMI Investments S.A. Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Eur 21.660.000
44 IMMIT - Immobili Italiani S.r.l. Bergamo Bergamo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Eur 185.680.000
45 Immobiliare Cascina Rubina S.r.l. (g) Milano Milano 1 Risanamento S.p.A. 100,00
Capitale Eur 10.000
46 IN.FRA - Investire nelle Infrastrutture S.r.l. Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Eur 10.000
47 Iniziative Logistiche S.r.l. Milano Milano 1 IN.FRA - Investire nelle Infrastrutture S.r.l. 60,02
Capitale Eur 10.000
48 Insalute Servizi S.p.A. Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 100,00
Capitale Eur 500.000
49 Intesa Invest A.D. Beograd (c) Beograd Beograd 1 Banca Intesa AD Beograd 100,00
Capitale Rsd 236.975.800
50 Intesa Leasing (Closed Joint-Stock Company) Mosca Mosca 1 Joint-Stock Company Banca Intesa 100,00
Capitale Rub 3.000.000
51 Intesa Leasing d.o.o. Beograd Beograd Beograd 1 Banca Intesa AD Beograd 100,00
Capitale Rsd 960.374.301
52 Intesa Sanpaolo (Qingdao) Service Company (c) Qingdao Qingdao 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale CNY 80.000.000
53 Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A. Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 100,00
Capitale Eur 27.912.258
Denominazione imprese Sede
Sede
Tipo RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE Disponib.
operativa legale rapporto
(a)
Impresa partecipante quota
%
voti %
(b)
54 Intesa Sanpaolo Bank Albania Sh.A.
Capitale All 5.562.517.674
Tirana Tirana 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
55 Intesa Sanpaolo Bank Ireland Plc
Capitale Eur 400.500.000
Dublino Dublino 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
56 Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg S.A.
Capitale Eur 1.389.370.555
Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
57 Intesa Sanpaolo Banka d.d. Bosna I Hercegovina
Capitale Bam 44.782.000
Sarajevo Sarajevo 1 Privredna Banka Zagreb d.d. 99,99 100,00 (**)
58 Intesa Sanpaolo Brasil S.A. - Banco Multiplo
Capitale Brl 945.428.281
San Paolo San Paolo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A.
Intesa Sanpaolo Holding International S.A.
99,90
0,10
100,00
59 Intesa Sanpaolo Casa S.p.A. (c)
Capitale Eur 1.000.000
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
60 Intesa Sanpaolo Expo Institutional Contact S.r.l. (c)
Capitale Eur 50.000
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
61 Intesa Sanpaolo Funding LLC (già Intesa Funding LLC)
Capitale Usd 25.000
New York Wilmington
Delaware
1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
62 Intesa Sanpaolo Harbourmaster III S.A.
Capitale Eur 5.500.000
Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
63 Intesa Sanpaolo Highline S.r.l. (c)
Capitale Eur 500.000
Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
64 Intesa Sanpaolo Holding International S.A.
Capitale Eur 2.157.957.270
Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
65 Intesa Sanpaolo House Luxemburg S.A.
Capitale Eur 24.990.317
Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
66 Intesa Sanpaolo Imi Securities Corp.
Capitale Usd 44.500.000
New York New York 1 IMI Capital Market USA Corp. 100,00
67 Intesa Sanpaolo Innovation Center S.p.a. Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 99,99
Capitale Eur 9.254.940 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 0,01
100,00
68 Intesa Sanpaolo Insurance Agency S.p.A.
Capitale Eur 500.000
Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 100,00
69 Intesa Sanpaolo International Value Services d.o.o.
Capitale Hrk 100.000
Zagabria Zagabria 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
70 Intesa Sanpaolo Life Designed activity company (già Intesa
Sanpaolo Life Ltd.)
Dublino Dublino 1 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 100,00
71 Capitale Eur 625.000
Intesa Sanpaolo Private Argentina S.A. (c)
Buenos Aires Buenos Aires 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 4,97
Capitale Ars 13.404.506 REYL & Cie S.A. 95,03
72 Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. Milano Milano 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 100,00
100,00
73 Capitale Eur 117.497.424
Intesa Sanpaolo Provis S.p.A.
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
74 Capitale Eur 6.725.000
Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A. (i)
Venezia Venezia 1 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 73,79
75 Capitale Eur 305.208.000
Intesa Sanpaolo RE.O.CO. S.p.A.
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
76 Capitale Eur 13.000.000
Intesa Sanpaolo Rent Foryou S.p.A.
Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
77 Capitale Eur 630.000
Intesa Sanpaolo Romania S.A. Commercial Bank
Bucarest Bucarest 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 99,73
Capitale Ron 1.216.639.410 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 0,27
100,00

Denominazione imprese Sede Sede Tipo RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE Disponib.
operativa legale rapporto
(a)
Impresa partecipante quota
%
voti %
(b)
78 Intesa Sanpaolo Serviços e Empreendimentos Ltda
em liquidação (c)
San Paolo San Paolo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
79 Capitale Brl 3.283.320
Intesa Sanpaolo Servitia S.A.
Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
80 Capitale Eur 1.500.000
Intesa Sanpaolo Vita S.p.A.
Milano Torino 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 99,99
81 Capitale Eur 320.422.509
Inveniam S.A. en Liquidation (c)
Ginevra Ginevra 1 REYL Private Office Luxembourg S.a.r.l. 100,00
82 Capitale Chf 50.000
ISP CB Ipotecario S.r.l. (c)
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 60,00
83 Capitale Eur 120.000
ISP CB Pubbico S.r.l. (c)
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 60,00
84 Capitale Eur 120.000
ISP OBG S.r.l. (c)
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 60,00
85 Capitale Eur 42.038
IW Private Investments SIM S.p.A.
Milano Milano 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 100,00
86 Capitale Eur 67.950.000
Joint-Stock Company Banca Intesa
Mosca Mosca 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 53,02
Capitale Rub 10.820.180.800 Intesa Sanpaolo S.p.A. 46,98
87 Lux Gest Asset Management S.A.
Capitale Eur 200.000
Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg S.A. 100,00
100,00
88 Milano Santa Giulia S.p.A. (g)
Capitale Eur 139.041
Milano Milano 1 Risanamento S.p.A. 100,00
89 Morval Bank & Trust Cayman Ltd. (c)
Capitale Usd 7.850.000
Grand
Cayman
Grand
Cayman
1 REYL & Cie S.A. 100,00
90 MSG Comparto Quarto S.r.l. (e)
Capitale Eur 20.000
Milano Milano 1 Milano Santa Giulia S.p.A. 100,00
91 MSG Comparto Secondo S.r.l. (g)
Capitale Eur 50.000
Milano Milano 1 Milano Santa Giulia S.p.A. 100,00
92 MSG Comparto Terzo S.r.l. (g)
Capitale Eur 20.000
Milano Milano 1 Milano Santa Giulia S.p.A. 100,00
93 Neva S.G.R. S.p.A. (già Imi Fondi Chiusi S.p.A.) (c)
Capitale Eur 2.000.000
Torino Torino 1 Intesa Sanpaolo Innovation Center S.p.A. 100,00
94 OOO Intesa Realty Russia in Liquidation (c)
Capitale Rub 10.000
Mosca Mosca 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
95 Oro Italia Trading S.p.A. in liquidazione (c)
Capitale Eur 500.000
Arezzo Arezzo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
96 PBZ Card d.o.o.
Capitale Hrk 43.422.200
Zagabria Zagabria 1 Privredna Banka Zagreb d.d. 100,00
97 PBZ Leasing d.o.o.
Capitale Hrk 15.000.000
Zagabria Zagabria 1 Privredna Banka Zagreb d.d. 100,00
98 Porta Nuova Gioia (j)
Capitale Eur 7.054.350
Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
99 Portugal Real Estate Opportunities Manager Sarl (c)
Capitale Eur 12.500
Lussemburgo Lussemburgo 1 REYL Finance (MEA) Ltd. 100,00
100 Pravex Bank Joint-Stock Company
Capitale Uah 979.089.724
Kiev Kiev 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
101 Prestitalia S.p.A.
Capitale Eur 205.722.715
Bergamo Bergamo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
102 Private Equity International S.A. Lussemburgo Lussemburgo 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
103 Capitale Eur 101.000.000
Privredna Banka Zagreb d.d.
Zagabria Zagabria 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
104 Capitale Hrk 1.876.574.700
Qingdao Yicai Fund Distribution Co. Ltd.
Qingdao Qingdao 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
105 Capitale Cny 591.000.000
RB Participations S.A.
Capitale Chf 100.000
Ginevra Ginevra 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 100,00
Denominazione imprese Sede Sede Tipo RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE
operativa legale rapporto
(a)
Impresa partecipante quota
%
voti %
(b)
106 Recovery Property Utilisation and Services Zrt.
Capitale Huf 20.000.000
Budapest Budapest 1 Cib Bank Ltd. 100,00
107 REYL & Cie (Malta) Holding Ltd. (c) Valletta Valletta 1 REYL & Cie S.A. 100,00
Capitale Eur 730.000
108 REYL & Cie (Malta) Ltd. (c) Valletta Valletta 1 REYL & Cie (Malta) Holding Ltd. 100,00
Capitale Eur 730.000
109 REYL & Cie S.A. (k) Ginevra Ginevra 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 39,00
Capitale Chf 31.500.001 RB Participations S.A. 30,00
69,00
110 REYL & CO (UK) Llp. (c) Londra Londra 1 REYL & CO Holdings Ltd. 100,00
Capitale Gbp 2.500.000
111 REYL & CO Holdings Ltd. (c) Londra Londra 1 REYL & Cie S.A. 100,00
Capitale Gbp 2.400.000
112 REYL Finance (MEA) Ltd. (c) Dubai Dubai 1 REYL & Cie S.A. 100,00
Capitale Usd 2.875.000
113 REYL Overseas AG (c) Zurigo Zurigo 1 REYL & Cie S.A. 100,00
Capitale Chf 2.000.000
114 REYL Private Office Luxembourg Sarl (c) Lussemburgo Lussemburgo 1 REYL & Cie S.A. 100,00
Capitale Eur 50.000
115 REYL Singapore Holding Pte. Ltd. (c) Singapore Singapore 1 REYL & Cie S.A. 75,00
Capitale Sgd 1.201
116 REYL Singapore Pte. Ltd. (c) Singapore Singapore 1 REYL & Cie S.A. 76,00
Capitale Sgd 500.000 REYL Singapore Holding Pte. Ltd. 24,00
100,00
117 Ri. Rental S.r.l. (g) Milano Milano 1 Risanamento S.p.A. 100,00
Capitale Eur 10.000
118 Risanamento Europa S.r.l. (g) Milano Milano 1 Risanamento S.p.A. 100,00
Capitale Eur 10.000
119 Risanamento S.p.A. (g) Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 48,88
Capitale Eur 197.951.784
120 Romulus Funding Corporation (f) New York New York 2 Intesa Sanpaolo S.p.A. -
121 Società Benefit Cimarosa 1 S.p.A. (c) Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
Capitale Eur 100.000
122 Società Italiana di Revisione e Fiduciaria – S.I.RE.F. S.p.A. Milano Milano 1 Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. 100,00
Capitale Eur 2.600.000
123 SRM Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (c) Napoli Napoli 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 60,00 20,00 (*)
Capitale Eur 90.000
124 Sviluppo Comparto 3 S.r.l. (g) Milano Milano 1 Milano Santa Giulia S.p.A. 100,00
Capitale Eur 50.000
125 UBI Finance S.r.l. (c) Milano Milano 1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 60,00
Capitale Eur 10.000
126 UBI Trustee S.A. (c) Lussemburgo Lussemburgo 1 Fideuram Bank Luxembourg S.A. 100,00
Capitale Eur 250.000
127 Vseobecna Uverova Banka A.S. Bratislava Bratislava 1 Intesa Sanpaolo Holding International S.A. 100,00
Capitale Eur 430.819.064
Denominazione imprese Sede
operativa
Sede
legale
Tipo
rapporto
(a)
RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE
Impresa partecipante
quota
%
Disponib.
voti %
(b)
128 VUB Generali Dochodkova Spravcovska Spolocnost A.S. (l)
Capitale Eur 10.090.976
Bratislava Bratislava 1 Vseobecna Uverova Banka A.S.
55,26
129 VUB Operating Leasing
Capitale Eur 25.000
Bratislava Bratislava 1 Vseobecna Uverova Banka A.S.
100,00

(a) Tipo di rapporto:

1 - maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria;

  • 2 altre forme di controllo.
  • (b) Ove differente dalla quota % viene indicata la disponibilità dei voti nell'assemblea ordinaria, distinguendo, ove applicabile, tra diritti di voto effettivi (*) e potenziali (**).

(c) Società consolidata con il metodo del patrimonio netto in considerazione della limitata materialità.

(d) La controllata Asteria Investment Managers SA ("Asteria") è detenuta da Reyl & Cie SA all'80% a seguito dell'acquisizione delle quote di minoranza dai soci terzi; il restante 20% del capitale sociale è costituito da azioni proprie. Nei primi mesi del 2023 è previsto l'annullamento di tali azioni proprie, con conseguente adeguamento del capitale sociale complessivo di Asteria, a seguito del quale Reyl & Cie deterrà il 100% della partecipazione. Asteria ha incorporato la controllata Obviam AG con efficacia contabile 31 dicembre 2022 (che in precedenza era consolidata al Patrimonio netto tenuto conto della limitata materialità).

  • (e) Si segnala la presenza di un impegno di legge nei confronti degli azionisti di minoranza per l'acquisto del residuo 0,7% del capitale sociale.
  • (f) Società per la quale si ha il controllo ai sensi dell'IFRS10 pur non detenendo una quota di interessenza sociale.
  • (g) Società non soggetta ad attività di direzione e coordinamento ai sensi dell'art. 2497 e segg. C.C.
  • (h) In caso di messa in liquidazione della partecipazione, il socio di minoranza ha la facoltà di vendere, ed Intesa Sanpaolo dovrà acquistare, l'intera partecipazione di minoranza.
  • (i) Si segnala la presenza di opzioni put and call agreement sul 26,1% del capitale sociale detenuto da azionisti di minoranza.
  • (j) Si tratta di un fondo comune di investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso gestito da COIMA SGR S.p.A.
  • (k) Si segnala la presenza di opzioni put and call agreement sul 31% del capitale sociale detenuto da azionisti di minoranza.
  • (l) Si segnala la presenza di opzioni put and call agreement sul 44,74% del capitale sociale detenuto da azionisti di minoranza.

2. Valutazioni e assunzioni significative per determinare l'area di consolidamento

Come indicato in precedenza sono considerate controllate le imprese nelle quali Intesa Sanpaolo è esposta a rendimenti variabili, o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con le stesse e nel contempo ha la capacità di incidere sui rendimenti esercitando il proprio potere su tali entità.

Il controllo può configurarsi solamente con la presenza contemporanea dei seguenti elementi:

  • − il potere di dirigere le attività rilevanti della partecipata;
  • − l'esposizione o i diritti a rendimenti variabili derivanti dal rapporto con l'entità oggetto di investimento;
  • − la capacità di esercitare il proprio potere sull'entità oggetto di investimento per incidere sull'ammontare dei suoi rendimenti.

Nello specifico il Gruppo considera i seguenti fattori per valutare l'esistenza di controllo:

  • − lo scopo e la struttura della partecipata, al fine di identificare gli obiettivi dell'entità, le sue attività rilevanti, ovvero quelle che maggiormente ne influenzano i rendimenti, e come tali attività sono governate;
  • − il potere, al fine di comprendere se il Gruppo ha diritti contrattuali che attribuiscono la capacità di dirigere le attività rilevanti;
  • − l'esposizione alla variabilità dei rendimenti della partecipata, al fine di valutare se il rendimento percepito dal Gruppo può variare in via potenziale in funzione dei risultati raggiunti dalla partecipata.

Inoltre, al fine di valutare l'esistenza del controllo sono prese in considerazione le potenziali relazioni principale-agente; per valutare se opera come principale o come agente, il Gruppo prende in considerazione i seguenti fattori:

  • − il potere decisionale sulle attività rilevanti della partecipata;
  • − i diritti detenuti da altri soggetti;
  • − la remunerazione a cui il Gruppo ha diritto;
  • − l'esposizione del Gruppo alla variabilità dei rendimenti derivanti dall'eventuale partecipazione detenuta nella partecipata.

L'IFRS 10 identifica come "attività rilevanti" solo le attività che influenzano significativamente i rendimenti della società partecipata.

In termini generali, quando le attività rilevanti sono gestite attraverso diritti di voto, i seguenti fattori forniscono evidenza di controllo:

  • − possesso, direttamente o indirettamente attraverso le proprie controllate, di più della metà dei diritti di voto di una entità a meno che, in casi eccezionali, possa essere chiaramente dimostrato che tale possesso non costituisce controllo;
  • − possesso della metà, o di una quota inferiore, dei voti esercitabili in assemblea e capacità pratica di governare unilateralmente le attività rilevanti attraverso:
    • o il controllo di più della metà dei diritti di voto in virtù di un accordo con altri investitori;
    • o il potere di determinare le politiche finanziarie e operative dell'entità in virtù di clausole statutarie o di un contratto;
    • o il potere di nominare o di rimuovere la maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione o dell'equivalente organo di governo societario;

o il potere di esercitare la maggioranza dei diritti di voto nelle sedute del consiglio di amministrazione o dell'equivalente organo di governo societario.

Per esercitare il potere è necessario che i diritti vantati dal Gruppo sull'entità partecipata siano sostanziali; per essere sostanziali tali diritti devono essere praticamente esercitabili quando le decisioni sulle attività rilevanti devono essere prese. L'esistenza e l'effetto di diritti di voto potenziali, ove sostanziali, sono presi in considerazione all'atto di valutare se sussiste il potere o meno di dirigere le politiche finanziarie e gestionali di un'altra entità.

Può accadere talvolta che il Gruppo eserciti un "controllo di fatto" su talune entità quando, pur in assenza della maggioranza dei diritti di voto, si possiedono diritti tali da consentire l'indirizzo in modo unidirezionale delle attività rilevanti dell'entità partecipata.

Di contro possono emergere casistiche dove il Gruppo, pur possedendo oltre la metà dei diritti di voto, non controlla le entità oggetto di investimento in quanto, a seguito di accordi con altri investitori, l'esposizione ai rendimenti variabili derivanti dal rapporto con tali entità non è considerata significativa.

Tra le controllate possono essere comprese anche eventuali "entità strutturate" nelle quali i diritti di voto non rappresentano gli elementi determinanti per la valutazione del controllo, ivi incluse società veicolo (SPE/SPV) e fondi di investimento. Le entità strutturate sono considerate controllate laddove:

  • − il Gruppo dispone di potere attraverso diritti contrattuali che consentono il governo delle attività rilevanti;
  • − il Gruppo è esposto ai rendimenti variabili derivanti da tali attività.

3. Partecipazioni in società controllate in via esclusiva con interessenze di terzi significative

3.1 Interessenze di terzi, disponibilità dei voti di terzi e dividendi distribuiti ai terzi

Denominazioni imprese Interessenze
dei terzi
%
Disponib. dei
voti di terzi %
(1)
Dividendi
distribuiti a
terzi
1 Bank of Alexandria (2) 20,00 20,00 16
2 Banka Intesa Sanpaolo D.D. 0,87 0,87
3 Compagnia Italiana Finanziaria - CIF S.r.l. 38,55 38,55
4 Eurizon Capital Real Asset SGR S.p.A. 40,01 24,50
5 Eurizon SLJ Capital Limited 35,00 35,00 1
6 Exetra S.p.A. 15,00 15,00
7 Fideuram Asset Management SGR S.p.A. 0,48 0,48
8 Iniziative Logistiche S.r.l. 39,98 39,98
9 Intesa Sanpaolo Banka D.D. Bosna I Hercegovina 0,01
10 Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A. 26,21 26,21
11 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 0,01 0,01
12 Reyl & Cie S.A. 31,00 31,00
13 Risanamento S.p.A. 51,12 51,12
14 VUB Generali Dochodkova Spravcovska Spolocnost A.S. 44,74 44,74
(1) Disponibilità voti nell'assemblea ordinaria

(2) Dividendo deliberato ma non distribuito

3.2 Partecipazioni con interessenze di terzi significative: informazioni contabili

Denominazioni Totale attivo Cassa e disponibilità liquide Attività finanziarie Attività materiali e immateriali Passività finanziarie Patrimonio netto Margine di interesse Margine di intermediazione Costi operativi Utile (Perdita) della operatività corrente al
lordo delle imposte
Utile (Perdita) della operatività corrente al
netto delle imposte
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via
di dismissione al netto delle imposte
Utile (perdita) d'esercizio (1) (milioni di euro)
Altre componenti reddituali al netto delle
imposte (2)
Redditività complessiva (3) = (1) + (2)
1 Bank of Alexandria 5.171 86 4.808 162 4.249 628 353 408 -177 191 129 129 -319 -190

4. Restrizioni significative

In termini di restrizioni significative si segnala che il Gruppo Intesa Sanpaolo è soggetto alla disciplina prudenziale prevista dalla Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e dal Regolamento (UE) 575/2013 (CRR), modificate rispettivamente dalla Direttiva 2019/878/UE (CRD V) e dal Regolamento (UE) 876/2019 (CRR II), e controlla istituti finanziari soggetti alla medesima disciplina o a discipline analoghe volte comunque a preservare l'adeguata patrimonializzazione in funzione dei rischi assunti; pertanto la capacità delle banche o delle entità finanziarie controllate di distribuire capitale o dividendi è vincolata al rispetto di dette discipline in termini di requisiti patrimoniali.

Rimandando, per più ampi approfondimenti, alla Parte A- Sezione 5 del bilancio consolidato, in conformità al disposto dell'IFRS 12, si rammentano in questa sede le limitazioni attualmente poste dalla normativa russa che – nella sostanza – impone restrizioni a rimborsi e pagamenti verso soggetti residenti in Paesi "unfriendly".

Tali limitazioni, in particolare, gravano sulla controllata Banca Intesa Russia, la quale nel corso del 2022 è stata impossibilitata a indirizzare direttamente i rimborsi delle rate scadute riferibili alle esposizioni infragruppo alle banche creditrici ed ha dunque convogliato su specifici conti, in Russia, le risorse destinate a tali rimborsi (per un ammontare, a fine 2022, di circa 29 milioni di euro).

Va peraltro sottolineato come le attuali restrizioni legali al trasferimento di risorse monetarie oltre confine non pregiudichino in alcun modo né la titolarità delle somme (di spettanza delle banche creditrici) né tantomeno costituiscano, come più diffusamente argomentato nella Parte A – Sezione 5, un elemento ostativo al mantenimento del controllo sulla partecipata russa.

Infine, nell'ambito del Gruppo sono presenti società assicurative soggette ai Requisiti Patrimoniali di Solvibilità delle Compagnie assicurative prescritti dalla normativa Solvency II.

5. Altre informazioni

Non risultano bilanci di società controllate utilizzati nella preparazione del bilancio consolidato di Intesa Sanpaolo riferiti ad una data diversa da quella del bilancio consolidato stesso, ad eccezione di quanto sotto riportato per la controllata ucraina Pravex Bank nel successivo paragrafo Metodi di consolidamento.

Metodi di consolidamento

Consolidamento integrale

Il consolidamento integrale consiste nell'acquisizione "linea per linea" degli aggregati di Stato patrimoniale e di conto economico delle società controllate. Dopo l'attribuzione ai terzi, in voce propria, delle quote di loro pertinenza del patrimonio e del risultato economico, il valore della partecipazione viene annullato in contropartita al valore residuo del patrimonio della controllata.

Le differenze risultanti da questa operazione, se positive, sono rilevate – dopo l'eventuale imputazione ad elementi dell'attivo o del passivo della controllata – nella voce Attività immateriali come avviamento o come altre attività intangibili. Le differenze negative sono imputate al conto economico.

Le attività, passività, proventi ed oneri tra imprese consolidate vengono integralmente eliminati.

Le acquisizioni di società sono contabilizzate secondo il "metodo dell'acquisizione" previsto dall'IFRS 3, in base al quale le attività identificabili acquisite e le passività identificabili assunte (comprese quelle potenziali) devono essere rilevate ai rispettivi fair value alla data di acquisizione. Inoltre, per ogni aggregazione aziendale, eventuali quote di minoranza nella società acquisita possono essere rilevate al fair value o in proporzione alla quota della partecipazione di minoranza nelle attività nette identificabili della società acquisita. L'eventuale eccedenza del corrispettivo trasferito (rappresentato dal fair value delle attività cedute, delle passività sostenute e degli strumenti di capitale emessi) e della eventuale rilevazione al fair value delle quote di minoranza rispetto al fair value delle attività e passività acquisite viene rilevata come avviamento; qualora il prezzo risulti inferiore, la differenza viene imputata al conto economico.

Il "metodo dell'acquisizione" viene applicato a partire dalla data dell'acquisizione, ossia dal momento in cui si ottiene effettivamente il controllo della società acquisita. Pertanto, i risultati economici di una controllata acquisita nel corso del periodo di riferimento sono inclusi nel bilancio consolidato a partire dalla data della sua acquisizione. Parimenti, i risultati economici di una controllata ceduta sono inclusi nel bilancio consolidato fino alla data in cui il controllo è cessato.

La differenza tra il corrispettivo di cessione e il valore contabile alla data di dismissione (ivi incluse le differenze di cambio rilevate tempo per tempo nel patrimonio netto in sede di consolidamento) è rilevata nel conto economico.

Ove necessario – e fatti salvi casi del tutto marginali – i bilanci delle società consolidate eventualmente redatti in base a criteri contabili diversi sono resi conformi ai principi del Gruppo.

Relativamente alla controllata ucraina Pravex Bank, l'aggravarsi della situazione nella città di Kiev (dove ha sede la controllata) registrata da metà ottobre 2022 in avanti, a fronte dei ripetuti bombardamenti russi sui principali impianti di generazione di elettricità ucraini, ha portato a ritenere – in un'ottica di contenimento del rischio "operativo" - più opportuno mantenere nel consolidamento di dicembre la situazione contabile prodotta da Pravex per il consolidamento di settembre 2022. In sede di bilancio al 31 dicembre, quindi, le risultanze patrimoniali ed economiche di Pravex sono state recepite sulla base di un package di consolidamento, redatto in osservanza dei principi contabili IAS/IFRS come declinati nelle Regole Contabili di Gruppo, relativo al 30 settembre 2022, utilizzando peraltro nella conversione in euro il tasso di cambio al 31 dicembre 2022. La scelta di utilizzare i dati al 30 settembre 2022 per il consolidamento integrale di Pravex, valutata anche alla luce della scarsa materialità della partecipata, oltre che motivata da oggettivi vincoli operativi, trova altresì riferimento ancorché per fattispecie distinte - nelle indicazioni dell'IFRS 1075 .

Consolidamento con il metodo del patrimonio netto

Sono consolidate con il metodo sintetico del patrimonio netto le imprese collegate e le imprese sottoposte a controllo congiunto.

Il metodo del patrimonio netto prevede l'iscrizione iniziale della partecipazione al costo ed il suo successivo adeguamento di valore sulla base della quota di pertinenza del patrimonio netto della partecipata.

Le differenze tra il valore della partecipazione ed il patrimonio netto della partecipata di pertinenza sono incluse nel valore contabile della partecipata.

Nella valorizzazione della quota di pertinenza non vengono considerati eventuali diritti di voto potenziali.

La quota di pertinenza dei risultati d'esercizio della partecipata è rilevata in specifica voce del conto economico consolidato. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell'investimento. Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata nel conto economico.

75 L'IFRS10 prevede che, qualora non risulti possibile utilizzare i dati della controllata aggiornati alla stessa data di riferimento del bilancio consolidato, è consentito utilizzare dati contabili precedenti, purché tale data anteriore non sia superiore a 3 mesi. Per maggiori dettagli si vedano i seguenti paragrafi dell'IFRS 10: IFRS 10.B92 "I bilanci della capogruppo e delle sue controllate utilizzati nella preparazione del bilancio consolidato devono recare la stessa data di riferimento. Quando la data di chiusura dell'esercizio della controllante è diversa da quella della controllata, quest'ultima prepara, a fini di consolidamento, informazioni finanziarie aggiuntive alla stessa data del bilancio della capogruppo, così da consentire alla capogruppo di consolidare le informazioni finanziarie della controllata, a meno che ciò non sia fattibile"; IFRS 10.B93 "Se questo non è fattibile, la controllante deve consolidare le informazioni finanziarie della controllata utilizzando il suo bilancio più recente rettificato per tenere conto dell'effetto di operazioni o eventi significativi che si verificano tra la data di tale bilancio e la data del bilancio consolidato. In ogni caso, la differenza tra la data del bilancio della controllata e quella del bilancio consolidato non deve essere superiore a tre mesi; inoltre, la lunghezza degli esercizi di riferimento e le differenze tra le date del bilancio dovranno essere uguali di esercizio in esercizio".

Per il consolidamento delle società sottoposte a controllo congiunto e delle partecipazioni in società collegate sono stati utilizzati i bilanci (annuali o infra-annuali) più recenti approvati dalle società. In alcuni marginali casi le società non applicano i principi IAS/IFRS e pertanto per tali società è stato verificato che l'eventuale applicazione dei principi IAS/IFRS non avrebbe prodotto effetti significativi sul bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Conversione dei bilanci in moneta diversa dall'euro

I bilanci delle imprese operanti in aree diverse dall'euro sono convertiti in euro applicando alle voci dell'attivo e del passivo patrimoniale i cambi correnti alla data di chiusura dell'esercizio e alle voci di conto economico i cambi medi dell'esercizio. Le differenze di cambio da conversione dei bilanci di queste imprese, derivanti dall'applicazione di cambi diversi per le attività e passività e per il conto economico, sono imputate alla voce Riserve da valutazione del patrimonio netto. Le differenze cambio sui patrimoni netti delle partecipate vengono anch'esse rilevate nella voce Riserve da valutazione. Tutte le differenze di cambio vengono riversate nel conto economico nell'esercizio in cui la partecipazione viene dismessa.

SEZIONE 4 - EVENTI SUCCESSIVI ALLA DATA DI RIFERIMENTO DEL BILANCIO

Il 1° gennaio 2023 è divenuta efficace la modifica dello Statuto di Banca 5 S.p.A. con la nuova denominazione della società in Isybank S.p.A. Trattasi del primo passaggio formale del progetto in corso di realizzazione per dare vita ad una nuova banca digitale all'interno del Gruppo, così come previsto dal Piano d'Impresa 2022-2025.

Sempre il 1° gennaio 2023 è stata deliberata da parte delle assemblee straordinarie delle due società la fusione per incorporazione di Fideuram Bank (Luxembourg) S.A. in Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A., che ha assunto la denominazione di Intesa Sanpaolo Wealth Management, con decorrenza degli effetti civilistici e contabili in pari data.

In relazione all'acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento (buyback) per un esborso complessivo massimo di 3.400 milioni e per un numero di azioni non superiore a n. 2.615.384.615 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo approvato dall'Assemblea di Intesa Sanpaolo del 29 aprile 2022 e autorizzato dalla BCE con comunicazione pervenuta il 24 giugno 2022 – che ha avuto esecuzione attraverso un programma iniziale avviato il 4 luglio e concluso l'11 ottobre 2022 con l'esborso di 1.700 milioni e l'acquisto di n. 988.632.803 azioni (tutte annullate)76 – il 6 febbraio 2023 Intesa Sanpaolo ha comunicato l'avvio del buyback per il restante esborso massimo di 1.700 milioni e per un numero di azioni non superiore a n. 1.626.751.812, così come deliberato dal Consiglio di Amministrazione della Banca del 3 febbraio 2023.

L'esecuzione del programma, affidata ad un intermediario terzo incaricato, in piena indipendenza e senza alcun coinvolgimento del Gruppo Intesa Sanpaolo, di effettuare le operazioni sul mercato regolamentato Euronext Milan gestito da Borsa Italiana è stata avviata il 13 febbraio 2023 e si concluderà entro il 12 maggio 2023, nel rispetto dei termini autorizzati dall'Assemblea di Intesa Sanpaolo del 29 aprile 2022, che in particolare prevedono l'acquisto delle azioni proprie e il loro annullamento entro la data di stacco del dividendo relativo al bilancio di esercizio chiusosi al 31 dicembre 2022, ossia entro il 22 maggio 2023.

Sulla base del numero di azioni che saranno oggetto di annullamento in seguito al completamento del programma, Intesa Sanpaolo comunicherà l'importo definitivo del saldo dividendi per azione entro il 18 maggio 2023.

SEZIONE 5 - ALTRI ASPETTI

RISCHI, INCERTEZZE E IMPATTI DELLA CRISI RUSSO/UCRAINA E DELLA PANDEMIA DA COVID-19

Premessa

L'esercizio 2022 è stato caratterizzato, sotto il profilo della gestione di rischi, sia da aspetti positivi quali il processo di regressione degli impatti derivanti dalla pandemia COVID-19 e delle conseguenze sulla solvibilità della clientela, sia da aspetti negativi primariamente riconducibili al conflitto russo-ucraino e alle conseguenze indotte da tale contesto in relazione ai rincari dei prezzi delle fonti energetiche, alla carenza di talune materie prime ed all'effetto sull'aumento dei prezzi che ne è derivato.

La preparazione del bilancio consolidato in conformità agli IFRS richiede che il management effettui stime e ipotesi che influenzano l'ammontare riportato in bilancio delle attività, delle passività, delle entrate e delle spese rilevate nell'esercizio, nonché delle altre componenti di conto economico complessivo, come indicato con maggiori dettagli nell'apposito paragrafo della presente Nota integrativa (Parte A – A2: Sezione relativa alle principali voci di bilancio - Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione dell'informativa finanziaria). Le principali aree di incertezza nelle stime effettuate dal management, che si basano sull'esperienza storica e su altri presupposti che si ritiene siano ragionevoli, includono quelle relative alle perdite su crediti, il fair value di strumenti finanziari (inclusi derivati), imposte sul reddito delle società, benefici per i dipendenti, avviamento e attività immateriali, la riduzione di valore di attività non finanziarie, la cancellazione di attività e passività finanziarie e gli accantonamenti per rischi ed oneri.

La situazione descritta in precedenza ha causato e continua a causare una maggiore volatilità e incertezza nel settore finanziario e nei mercati, che si è riflessa anche nelle aree chiave di determinazione delle stime. Gli scenari caratterizzati da elementi di particolare novità e non riscontrabili nei periodi recenti sono, infatti, particolarmente difficili da catturare nel processo di modellizzazione delle valutazioni creditizie con la conseguenza di una estrema difficoltà nel produrre previsioni per rischi specifici di portafoglio in tali circostanze.

Con riferimento alle metodologie di stima previste nelle Policy del gruppo, si specifica che le stesse prevedono che in determinate circostanze – quali quella attuale - emerga l'esigenza di apportare aggiustamenti temporanei (aggravi alle valutazioni) rispetto agli esiti della modellistica adottata, in ottica cautelativa. Tale evenienza può nascere a seguito di eventi esogeni, di natura inattesa, non controllabili ad opera della Banca e con conseguenze potenziali, anche su vasta scala, sulla misurazione della ECL dei portafogli della Banca per effetto di elementi che non vengono colti adeguatamente dalle modellistiche IFRS 9 in uso. Va ricordato, infatti, che le metodologie di stima IFRS 9 si fondano su assunzioni basate sull'esperienza ed hanno un forte ancoraggio alle osservazioni storiche, che vengono considerate su un arco temporale congruo e in un contesto di riferimento sufficientemente stabile. Allo stesso tempo, le metodologie di stima devono anche riflettere le condizioni «forward-looking» ed adottano approcci e previsioni in maniera ragionevole e sostenibile ("without undue cost and effort"); questi devono essere oggetto di una opportuna valutazione in presenza di aumento dell'incertezza sullo scenario futuro e sulle ricadute che gli eventi in questione potrebbero avere.

Anche le indicazioni fornite dai regolatori in occasione della pandemia COVID-19 e del conflitto in Ucraina (riportate più in dettaglio nelle specifiche seguenti sezioni) permettono / invitano gli intermediari ad adottare un approccio flessibile e fare ricorso al proprio giudizio esperto nel prendere decisioni in contesti eccezionali ed inattesi, avendo comunque ben chiaro che

76 Le informazioni di dettaglio relative al programma iniziale sono riportate nel paragrafo "Gli eventi rilevanti" della Relazione sull'andamento della gestione.

le indicazioni fornite non costituiscono un "rilassamento" delle regole, ma piuttosto la concessione di un'ulteriore necessaria discrezionalità nel contesto di eventi del tutto specifici. Tali considerazioni hanno supportato la decisione della banca di adottare "post model adjustments" al fine di innestare, attraverso aumento delle Expected Credit Losses (ECL) su base manageriale, una stima adeguata degli aspetti di incertezza sopra richiamati. La Banca ha utilizzato dunque stime, ipotesi e giudizi che riflettono questa incertezza. Nel quadro di incertezza attuale le valutazioni del Gruppo sono peraltro supportate, come meglio dettagliato di seguito, anche da analisi di sensitività, oggetto di specifiche disclosure, per permettere al lettore del bilancio una quanto più completa e trasparente comprensione dei fenomeni in atto.

Il contesto attuale, sia sotto il profilo macroeconomico, sia sotto il profilo dell'evoluzione del conflitto russo ucraino, è quindi connotato da elementi di significativa incertezza di cui si è tenuto conto in sede di redazione del bilancio. In particolare, i potenziali rischi diretti ed indiretti di tale contesto sono stati tenuti in considerazione ai fini della valutazione delle posizioni creditizie, tramite rettifiche prudenziali sulle esposizioni verso controparti russe ed ucraine ed un rafforzamento delle coperture delle posizioni non performing e di tutte le posizioni performing che, pur non presentando profili di deterioramento specifico, possono subire conseguenze da un'evoluzione negativa del contesto macroeconomico e del conflitto russo e ucraino.

Di seguito, quindi, sono riportate:

  • − dapprima alcune indicazioni circa gli scenari utilizzati dal gruppo nella preparazione del bilancio in questo specifico contesto, sulle relative analisi di sensitività e sul tema dei test di impairment su avviamenti e fiscalità differita;
  • − successivamente, sono affrontate le tematiche relative al conflitto russo-ucraino;
  • − da ultimo viene affrontato il tema del COVID-1977 .

Si rimanda, inoltre, alle pertinenti Sezioni della Nota Integrativa (come di seguito indicato) per una più puntuale disamina anche quantitativa degli effetti dei fenomeni sopra evidenziati e di seguito riassunti. Nello specifico, si evidenzia come un'analisi più completa dell'approccio alla valutazione delle posizioni creditizie anche con particolare riguardo alla descrizione della modellistica in uso e degli aggiustamenti manageriali (management overlay) utilizzati in questo determinato contesto sia riportata nella Parte E - Sezione 2 - Politiche di gestione del rischio di credito. Attesa la rilevanza dei temi in questione si ricorda altresì che anche nella Relazione sulla gestione è stata dedicata un'apposita sezione a "L'impatto per il Gruppo ISP del conflitto militare fra Russia e Ucraina" che riassume - tra le altre tematiche - anche le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo a favore dell'Ucraina, nonché gli aspetti relativi al quadro sanzionatorio verso la Federazione Russa ed alla Cybersecurity. Un'analoga Sezione, sempre nella Relazione sulla gestione, è stata anche prevista per "Gli impatti della pandemia da COVID-19".

Scenario macroeconomico del Gruppo Intesa Sanpaolo per il bilancio 2022

Relativamente allo scenario macroeconomico adottato nei modelli per la determinazione delle Expected Credit Losses, si ricorda che da giugno 2020 il Gruppo, seguendo le indicazioni di regulator e standard setter, aveva ancorato le proprie previsioni macroeconomiche alle proiezioni pubblicate dalle banche centrali stesse. Alla luce del contesto fin qui descritto e in considerazione della minor incertezza che caratterizza il processo di stima delle proiezioni (in confronto con lo scenario di assoluta gravità di inizio pandemia), il Gruppo ha ritenuto opportuno, da dicembre 2021, ritornare all'utilizzo degli scenari prodotti internamente dalla Direzione Studi e Ricerche della Capogruppo quale input ai modelli di ECL, permettendo così di ripristinare la sostanziale uniformità fra gli scenari utilizzati negli altri processi valutativi / previsionali (impairment test, budget, etc.), soprattutto con riferimento al Piano d'Impresa avviato nel 2022. Tale scelta, confermata anche nel corso del 2022, appare ragionevole anche alla luce della convergenza tra le previsioni prodotte internamente dalla Direzione Studi e Ricerche rispetto alle previsioni predisposte periodicamente da BCE/Banca d'Italia.

Per l'illustrazione tabellare degli scenari effettivamente utilizzati nella valutazione sui crediti si rimanda alla specifica sezione della Parte E della presente Nota Integrativa dove sono anche riportati, come di seguito meglio specificato, ulteriori dettagli in tema di sensitività dell'ECL alla variazione degli scenari macroeconomici.

Lo scenario previsionale di medio termine adottato come riferimento per la determinazione del Valore d'Uso delle CGU ai fini dell'impairment test è invece riportato nella Sezione 10 della Parte B.

Analisi di sensitività alla luce degli scenari alternativi

Come già negli esercizi precedenti e come anche raccomandato nelle indicazioni dei regulator (si veda ad esempio ESMA: "European common enforcement priorities for 2021 annual financial reports" e le indicazioni ESMA sulla crisi russo/ucraina illustrate nella specifica sezione), il Gruppo fornisce in Nota integrativa le diverse analisi di sensitività volte ad integrare le proprie disclosure. Tali analisi sono relative alle tematiche indicate di seguito, al fine di permettere al lettore del bilancio una migliore comprensione delle scelte valutative del Gruppo in questo particolare contesto. Si rimanda dunque alle seguenti parti della presente Nota integrativa per quanto riguarda:

  • − effetti del cambiamento di uno o più parametri non osservabili utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate per la determinazione del fair value per le attività e passività finanziarie valutate al fair value di livello 3 (Parte A - A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni);
  • − analisi di sensitività per le attività immobiliari valutate al fair value. L'analisi ha riguardato essenzialmente gli immobili della Capogruppo Intesa Sanpaolo, che rappresentano il perimetro Core del patrimonio immobiliare del Gruppo (Parte A - A.4.5 Gerarchia del fair value - Sensibilità delle valutazioni immobiliari);
  • − sensitivity del Valore d'Uso delle Cash Generating Unit per le quali residuano attività intangibili a vita indefinita (Parte B Attivo: Sezione 10 Attività immateriali);
  • − sensitivity alle variazioni dei tassi di interesse delle passività nette a benefici definiti (Parte B Passivo: Sezione 10.5 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti);

77 Sulla base delle indicazioni fornite con apposite comunicazioni da parte della Banca d'Italia: "impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia ed emendamenti agli IAS/IFRS".

  • − analisi di sensitività dell'ECL IFRS 9 al fine di analizzarne la variabilità relativamente ai singoli scenari alternativi (Parte E - Sezione 2 Politiche e gestione del rischio di credito);
  • − sensitivity del margine di interesse nell'ipotesi di variazione dei tassi ed analisi di sensitività del portafoglio bancario al rischio di prezzo per le attività quotate detenute nella categoria HTCS (Parte E - Portafoglio bancario: rischio tasso di interesse e rischio prezzo);
  • − analisi di scenario relativa all'evoluzione di prezzi azionari, tassi di interesse, spread creditizi, tassi di cambio e prezzi delle materie prime per l'attività di trading (Parte E - Portafoglio di negoziazione: rischio tasso di interesse e rischio prezzo);
  • − sensitivity del fair value del portafoglio di attivi finanziari delle compagnie assicurative rispetto ad un movimento dei tassi di interesse, dei credit spread e dei corsi azionari (Parte E - Rischi assicurativi: Rischi Finanziari).

Valutazione degli avviamenti nello scenario attuale

In contesti di mercato complessi come quelli attuali, anche le verifiche di tenuta del valore delle attività intangibili risultano particolarmente delicate. Pertanto, anche in sede di Bilancio al 31 dicembre 2022, nell'effettuare l'annuale valutazione circa la tenuta del valore degli avviamenti, sono stati attentamente considerati gli effetti della situazione attuale. Per maggiori dettagli sull'impairment test dell'avviamento e del brand name si rimanda alla Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale (Cfr. Parte B – Attivo: Sezione 10 Attività immateriali - Informazioni sulle attività intangibili e sull'avviamento).

Probability test sulla fiscalità differita nello scenario attuale

Come previsto dal principio contabile IAS 12, un'attività fiscale differita (o anche imposta anticipata o DTA) deve essere rilevata per tutte le differenze temporanee deducibili, se è probabile il realizzo di redditi imponibili capienti rispetto alle differenze temporanee deducibili. Le imposte anticipate si distinguono poi in imposte anticipate "qualificate" e imposte anticipate "non qualificate". Mentre per le prime la normativa italiana prevede un particolare meccanismo di conversione in crediti d'imposta che legittima di per sé la loro iscrizione in bilancio (Cfr. Parte B – Attivo: Sezione 11 Le Attività e le Passività fiscali), l'ammontare delle imposte anticipate "non qualificate" iscritto in bilancio viene sottoposto a test, per verificare se sussista la probabilità di conseguire in futuro imponibili fiscali che ne consentano il recupero (c.d. "probability test"). Anche nella situazione attuale il Gruppo ha effettuato tale verifica. Per una più ampia trattazione si rimanda alla Parte B – Attivo: Sezione 11 Le Attività e le Passività fiscali - Probability test sulla fiscalità differita.

RISCHI, INCERTEZZE E IMPATTI DELLA CRISI RUSSO/UCRAINA

Il 24 febbraio 2022 ha visto la tensione progressivamente cresciuta tra Russia e Ucraina sfociare in un conflitto che, per intensità e dimensioni, non era presente in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. La situazione di assoluta gravità determinatasi a seguito del conflitto è stata da subito strettamente monitorata e valutata da Intesa Sanpaolo, anche alla luce delle indicazioni fornite dai regulator sul tema, avendo il Gruppo:

  • − una presenza diretta con due controllate nei Paesi belligeranti, Pravex Bank Public Joint-Stock Company (Pravex) e Joint-Stock Company Banca Intesa (Banca Intesa Russia), dunque particolarmente esposte alle conseguenze del conflitto;
  • − esposizioni cross border erogate nell'ambito della sua attività di Corporate & investment banking.

Nella sua attività di lending, infatti, la Divisione IMI C&IB ha nel tempo finanziato controparti residenti nella Federazione Russa. Oltre due terzi dei crediti verso la clientela russa erogati prima del conflitto riguardano primari gruppi industriali, contraddistinti da consolidati rapporti commerciali con clienti appartenenti alle principali filiere internazionali e da una quota rilevante derivante da export di materie prime. I crediti a clientela russa rappresentavano, allo scoppio delle ostilità, circa l'1% dei crediti a clientela totali del Gruppo Intesa Sanpaolo, al netto delle garanzie di Export Credit Agencies - ECA. La presenza di tali garanzie permette infatti di considerare il rischio di credito su tali esposizioni come non riferibile alla Russia o all'Ucraina.

Ciò premesso, si rammentano in questa sede alcune informazioni relative alle controllate russa ed ucraina:

  • − Banca Intesa Russia78: è una banca Corporate con sede a Mosca, partecipata al 47% da Intesa Sanpaolo e al 53% da Intesa Sanpaolo Holding International, facente parte della Divisione IMI Corporate & Investment Banking. Opera con 27 filiali e 907 persone;
  • − Pravex è una piccola banca commerciale, interamente partecipata da Intesa Sanpaolo con sede a Kiev, facente parte della International Subsidiary Bank Division. Opera con 43 filiali (prevalentemente nella regione di Kiev) e 735 persone.

La normativa specifica emessa dai Regulator UE relativamente alla crisi russo/ucraina

A seguito dell'inaspettata evoluzione della crisi russo - ucraina, nonché delle conseguenti tensioni emerse nei rapporti tra la Federazione Russa e i paesi UE e NATO (tra cui l'Italia), i principali regulator hanno emesso una serie di provvedimenti ad hoc per fornire indicazioni sul tema. Il più rilevante è il provvedimento varato dall'ESMA il 13 maggio 2022, adottato specularmente anche da CONSOB relativamente agli aspetti prioritari in ottica contabile, che riprendeva con maggior dettaglio il precedente documento del 14 marzo 2022 (ESMA PUBLIC STATEMENT: ESMA coordinates regulatory response to the war in Ukraine and its impact on EU financial markets – 14 marzo 2022). Tale provvedimento è stato poi ulteriormente confermato anche dal documento "ESMA Enforcement Priorities 2022" del 28 ottobre 2022.

78 Oltre alla marginale realtà OOO Intesa Realty Russia consolidata al patrimonio netto in considerazione della limitata materialità.

Nel contesto della guerra russo - ucraina, come già per il COVID-19, per le tematiche di bilancio maggiormente impattate dagli eventi bellici, sono fornite specifiche raccomandazioni in relazione a:

Controllo e going concern

  • − valutare a livello di gruppo la situazione di "going concern"; la valutazione deve tenere conto di tutte le informazioni disponibili sul futuro, compresa la redditività attesa e le eventuali restrizioni all'accesso immediato alle risorse finanziarie;
  • − valutare il permanere del controllo sulle partecipate situate nelle regioni coinvolte nel conflitto;
  • − considerare la presenza di vincoli finanziari sugli attivi;
  • − valutare attentamente se il controllo sia stato effettivamente perso in caso di cessione;

Processo valutativo e classificazione delle posizioni

  • − aggiornare la valutazione in base ai significant judgements, ipotesi sul futuro e altri strumenti di valutazione dell'incertezza;
  • − nel determinare l'impairment dei titoli di debito e dei finanziamenti, nonché dei contratti di locazione e dei crediti commerciali e delle attività contrattuali, considerare l'effetto degli eventi bellici sul significativo aumento del rischio di credito (SICR) 79 e sulla misurazione delle perdite attese su crediti (ECL) tenendo conto delle informazioni previsionali;
  • − prendere in considerazione nel valutare l'impairment o write-down di un asset le decisioni di abbandonare, dismettere, sospendere le operazioni o annullare gli investimenti in Ucraina, Russia o Bielorussia;
  • − prestare attenzione alla classificazione delle attività non correnti possedute per la vendita e/o attività cessate ai sensi dell'IFRS 5.

Informativa finanziaria

  • − usare cautela nel presentare negli schemi di bilancio gli impatti sul conflitto in modo separato, data la sua pervasività. Appare preferibile, invece, fornire in nota integrativa le informazioni qualitative e quantitative sugli impatti significativi, i giudizi e le assunzioni applicati nella rilevazione, valutazione e presentazione di attività e passività e relativi effetti economici;
  • − adeguare e potenzialmente ampliare il livello di dettaglio delle informazioni fornite nei bilanci. Viene inoltre raccomandato l'aggiornamento delle disclosure sulle sensitivity analysis, sia in generale sia con specifico riferimento alle esposizioni verso Russia ed Ucraina;
  • − fornire adeguate indicazioni sugli scenari considerati, aggiornando i test di impairment sui non financial assets (quali le attività intangibili a vita indefinita e i deferred tax assets).

Sono ovviamente da considerare con particolare attenzione gli impatti sul bilancio di eventuali eventi significativi verificatisi dopo la chiusura del reporting period, per fornire le informazioni integrative pertinenti.

Controllo e going concern

Nonostante le criticità della situazione, in particolare per Pravex, le due controllate residenti nei paesi belligeranti stanno continuando ad operare con il supporto delle strutture di Capogruppo, seppur con i limiti oggettivi dettati dallo scenario bellico e dalla sempre alta tensione internazionale.

Si conferma altresì la permanenza del controllo di Intesa Sanpaolo sulle due entità, riscontrabile sotto diversi profili di osservazione:

  • − sul piano contabile/amministrativo, attraverso l'acquisizione della situazione contabile ai fini del consolidamento. Nello specifico, come meglio dettagliato nella Parte A: Sezione 3 - Area e metodi di consolidamento, per la controllata russa si è acquisita puntualmente e tempestivamente la situazione al 31 dicembre 2022, mentre per Pravex si è ritenuto opportuno mantenere la situazione contabile prodotta per il consolidamento al 30 settembre 2022, in considerazione delle peculiari difficoltà operative della partecipata ed anche alla luce della sostanziale immaterialità dei suoi dati patrimoniali a livello di Gruppo;
  • − sotto il profilo della normativa civilistica. Con specifico riferimento alla partecipata russa, la Capogruppo ha potuto esercitare il proprio potere di determinare, nel rispetto delle disposizioni normative russe, la composizione degli organi sociali e di nominare gli esponenti di Banca Intesa Russia in occasione dell'Assemblea dell'8 luglio 2022. Gli avvicendamenti societari che hanno interessato il Board e l'Audit Committee sono espressione di nomine proposte dalla Capogruppo che hanno superato l'iter approvativo della Banca Centrale Russa, mentre per la partecipata ucraina continua ad operare il Board nominato prima del conflitto;
  • − sul piano di indirizzo del business, le due entità continuano a portare avanti la loro attività commerciale secondo le direttive impartite dalla Capogruppo. In particolare, Banca Intesa Russia nella propria operatività corporate si è immediatamente conformata alle indicazioni ricevute, all'indomani dello scoppio del conflitto, di progressiva riduzione dell'esposizione creditizia in essere. Nell'erogazione del credito, tale banca non è soggetta ad "ingerenze" esterne e segue le indicazioni della Capogruppo anche nei casi in cui, per limitata materialità delle erogazioni, avrebbe, sulla base delle facoltà in essere, la liceità di agire secondo autonome determinazioni;
  • − sotto il profilo del coordinamento e del controllo, in quanto le funzioni di controllo della Capogruppo (inclusa la funzione di supporto del Dirigente Preposto, vale a dire la Governance Amministrativo Finanziaria) continuano ad esercitare il proprio ruolo mediante la regolare ricezione e analisi dei flussi informativi previsti, interagendo con le strutture delle controllate attraverso i canali di comunicazione disponibili, compatibilmente con le eventuali limitazioni che tempo per tempo possono presentarsi, affrontate anche attraverso soluzioni di contingency.

Peraltro, si aggiunge che le conclusioni in merito al mantenimento del controllo su Banca Intesa Russia non sono inficiate dalle limitazioni attualmente poste dalla normativa russa che – nella sostanza – impone restrizioni a rimborsi e pagamenti verso soggetti residenti in Paesi "unfriendly". Consapevole dei vincoli imposti dal particolare contesto normativo, Banca Intesa Russia ha accreditato in specifici conti russi, come legalmente previsto, le risorse monetarie per il rimborso delle esposizioni infragruppo nel frattempo giunte a scadenza.

79 Qualora sia difficile identificare l'effetto sui singoli strumenti, può essere necessario effettuare l'assessment su base collettiva, a livello di gruppi di strumenti.

Il potenziale utilizzo delle risorse accreditate su questi conti – pari ad un controvalore, a fine dicembre 2022, di circa 29 milioni – è limitato ad alcune definite finalità, interne alla Russia. In questo contesto, va considerato come le attuali limitazioni, anche sulla base di appositi pareri legali acquisiti, non configurino in alcun modo un "esproprio" delle somme (né, tantomeno, siano indicatori di una perdita del controllo sugli asset della Partecipata) quanto, piuttosto, derivino dal temporaneo "congelamento" legale della libera disponibilità di somme che sarebbero, in forza dei diritti economici, altrimenti disponibili per il soggetto proprietario.

Sempre in relazione alla tematica del controllo degli asset, si ricordano le due significative operazioni di de-risking per complessivi 2,5 miliardi di euro di finanziamenti verso primarie controparti della Federazione Russa. Tali operazioni sono avvenute a titolo definitivo con incasso del corrispettivo pattuito dalle controparti acquirenti.

Processo valutativo e classificazione delle posizioni

Nel fare rinvio anche alla Parte E (Sezione 2 "Rischi del consolidato prudenziale") del presente Bilancio consolidato per una più completa disamina degli aspetti di gestione e valutazione delle esposizioni vantate dal Gruppo verso controparti russe80 ed ucraine, si specifica che conseguentemente all'avvio del conflitto, in considerazione della presenza di esposizioni creditizie del Gruppo nei confronti di controparti esposte al rischio paese correlato al conflitto (in particolare residenti o controllate da residenti nella Federazione Russa), è stata compiuta - ai fini della predisposizione dell'informativa finanziaria - un'analisi normativa dei principi contabili internazionali per verificare eventuali indicazioni o razionali sottostanti la misurazione dell'Expected Credit Loss in contesti di crisi come quella attuale. Dall'analisi del principio contabile IFRS 9 "Strumenti finanziari" e dei correlati Annex, non risultano esservi indicazioni o esemplificazioni volte a delineare linee guida mirate alla misurazione delle Expected Credit Losses in contesti bellici o a determinate metodologie specifiche dell'incremento del rischio di credito conseguente a crisi geopolitiche improvvise e gravi come quella attuale. Il principio offre piuttosto indicazioni di carattere generale di inquadramento del calcolo dell'ECL81 .

Pertanto, alla luce della significativa incertezza sugli effetti diretti o indiretti del conflitto e mutuando le indicazioni fornite dai diversi regulator al verificarsi della pandemia da COVID-19 (cfr. in seguito), che presentava anch'essa elementi di evidente imprevedibilità, si è ritenuto coerente con le indicazioni del principio identificare:

  • − nel "collective assessment" la modalità di cogliere il SICR, in particolare se non è possibile misurare un livello di rischio creditizio specifico sulle singole controparti;
  • − nell'utilizzo di management overlay, ai fini di calcolo dell'ECL, la modalità più opportuna di incorporare accantonamenti legati al rischio paese e geopolitico relativi al conflitto in corso.

Ai fini del bilancio al 31 dicembre 2022 sono confermate le principali scelte in tema di staging assignment e calcolo dell'ECL adottate dal Gruppo nel corso della reportistica infrannuale 2022 per i crediti performing verso controparti russe ed ucraine per i quali il Gruppo ha deciso di adottare, in coerenza con quanto indicato nel paragrafo precedente, un approccio fortemente guidato dall'emergere del rischio geopolitico, quindi condizionato dal Paese di residenza delle controparti, sia ai fini della determinazione del SICR che ai fini di calcolo dell'ECL, anche mediante applicazione di management overlay. Con specifico riferimento alle esposizioni cross border, si sottolinea, inoltre, come le imprese russe finanziate vantassero tutte, prima dello scoppio del conflitto, rating elevati e pertanto per la maggior parte di esse l'evoluzione del business non presenta rischi aumentati diversi da quelli indotti dal contesto geopolitico. Per queste ultime, quindi, il rischio attualmente prevalente è il rischio di trasferimento e cioè il rischio che esse non onorino gli impegni di ripagamento del debito non per aspetti direttamente attinenti al loro business, quanto piuttosto per vincoli governativi imposti.

Tale modalità è stata ritenuta la più opportuna per incorporare accantonamenti legati al rischio paese e geopolitico relativi al conflitto in corso, altrimenti non adeguatamente colti dai sistemi di misurazione del rischio normalmente in uso. Tali scelte sono state applicate coerentemente sia alle esposizioni di Pravex e Banca Intesa Russia, che alle posizioni cross border presenti principalmente nella Capogruppo e nelle banche estere della Divisione IMI CIB, nonché per importi più limitati nelle banche della Divisione International Subsidiary Banks. Per una disamina più dettagliata delle principali modalità applicative di tali approcci si fa rimando a quanto più dettagliatamente illustrato della Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura82 della Nota Integrativa.

Relativamente alla classificazione delle esposizioni verso controparti russe ed ucraine nei diversi stati di rischio previsti dall'IFRS 9, si specifica che per le controparti cross border il costante aggiornamento dei rating ha comportato la classificazione delle stesse a Stage 2, già secondo gli ordinari processi di staging, salvo che per alcune controparti russe per cui è stato accertato lo stato di Inadempienza probabile. Per le esposizioni performing verso clientela di Banca Intesa Russia l'approccio seguito dal Gruppo ha previsto la classificazione di tali posizioni a Stage 2. Per quanto riguarda, invece, le esposizioni verso clientela di Pravex, la situazione di assoluta gravità presente su tutto il territorio ucraino ha portato a definire ai fini della classificazione e valutazione del portafoglio crediti della banca un approccio specifico, fortemente guidato da razionali di prudenza alla luce dell'aggravarsi del conflitto con le conseguenti ricadute sull'economia ucraina. Ai fini del bilancio al 31 dicembre, si è valutato opportuno apportare una svalutazione totale dei crediti verso clientela on balance di Pravex, con conseguente classificazione a Stage 3. Tale misura riflette la condizione di guerra in corso, che impone di considerare il rischio Paese con adeguata misurazione del rischio cui è esposto il capitale investito all'estero, legato alla possibilità che circostanze di natura politica o economica si traducano in un mancato rimborso del credito o in una svalutazione dell'investimento effettuato nel paese. In sostanza, il rischio di insolvenza di operatori, pubblici e privati, legato all'area geografica di provenienza è indipendente dalla loro volontà. Queste scelte, infine, tengono anche in considerazione il limitato volume di crediti della Partecipata.

80 Le marginali esposizioni verso controparti bielorusse sono per semplicità - a questi fini - trattate e indicate congiuntamente alle esposizioni verso la Federazione Russa.

81 In particolare, si vedano IFRS 9 B5.5.1, IFRS 9 B5.5.4, IFRS 9 B5.5.5, IFRS 9 B5.5.18 e IFRS 9 B5.5.52.

82 Sezione 2 – Rischi del Consolidato Prudenziale 1.1 Rischio di credito.

Anche il patrimonio immobiliare e gli investimenti finanziari in titoli russi delle due partecipate sono stati oggetto di valutazione con impatti marginali a livello di Gruppo anche alla luce dalla limitata materialità degli stessi.

Relativamente al tema della classificazione delle attività non correnti possedute per la vendita e/o attività cessate ai sensi dell'IFRS 5, si specifica che il Gruppo non ha classificato in tal senso esposizioni verso controparti russe o ucraine, non sussistendone i presupposti ai sensi del citato principio IFRS 5.

Informativa finanziaria

In continuità con l'impostazione adottata nelle situazioni infrannuali pubblicate nel corso dell'esercizio, il gruppo rappresenta gli impatti del conflitto fornendo in nota integrativa (nella presente Sezione o nei rimandi indicati) le informazioni qualitative e quantitative sugli impatti significativi, i giudizi e le assunzioni applicati nella rilevazione, valutazione e presentazione di attività e passività e dei relativi effetti economici, senza optare per una rappresentazione separata.

Ciò premesso, viene di seguito fornito un quadro di sintesi delle residue esposizioni vantate dal Gruppo verso controparti residenti in Russia o Ucraina e dei relativi impatti economici, rimandando anche in questo caso a quanto illustrato della Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della presente Nota Integrativa per le analisi di maggior dettaglio.

A fine esercizio, le esposizioni residue verso controparti residenti in Russia o Ucraina (al netto della quota coperta da garanzia di Export Credit Agencies) ammontano, in termini di valori lordi, a 372 milioni (205 milioni netti) con riferimento a Banca Intesa Russia e a 1.257 milioni (963 milioni netti) con riferimento alle esposizioni cross border verso clientela residente in Russia (al netto delle garanzie ECA). A tali valori si aggiungono esposizioni verso banche per complessivi 797 milioni (782 milioni netti) e in titoli per complessivi 73 milioni (41 milioni netti). Le esposizioni verso clientela residente in Ucraina ammontano a 216 milioni (103 milioni netti), di cui 112 milioni (valore di bilancio nullo in termini netti) riferiti alla controllata Pravex Bank. A tali valori si aggiungono esposizioni verso banche e in titoli per complessivi 74 milioni (64 milioni netti), per un totale di 2.789 milioni.

La significativa manovra di de-risking impostata nel corso dell'esercizio 2022 (che ha visto il perfezionamento di due importanti posizioni per complessivi 2.515 milioni in termini di valore lordo) e le importanti rettifiche sulle residue posizioni hanno contribuito a più che dimezzare l'esposizione netta complessiva (clientela, banche e titoli) al 31 dicembre 2022 verso controparti residenti in Russia e Ucraina che è pari a 2.158 milioni, in calo di 3.087 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 (-59%).

Si segnala, inoltre, che la Capogruppo e due controllate hanno erogato a Banca Intesa Russia finanziamenti per un valore residuo iscritto in bilancio di 211 milioni a supporto dell'operatività della banca e hanno anche messo a disposizione un ammontare di 200 milioni originariamente destinato ad aumento di capitale. La concreta effettuazione di tale aumento di capitale è stata sospesa in conseguenza degli eventi bellici. Il finanziamento per 211 milioni è tuttora a supporto dell'operatività della banca, che peraltro pur con le difficoltà indotte dal contesto ha realizzato nel 2022 un risultato operativo positivo, mentre per l'ammontare originariamente destinato ad aumento di capitale le valutazioni dipenderanno dagli sviluppi degli eventi bellici e della normativa russa che al momento impone restrizioni temporanee a rimborsi e pagamenti verso soggetti residenti in Paesi "unfriendly".

Complessivamente, i processi valutativi e le perdite legate al de-risking sulle esposizioni russe hanno portato alla rilevazione nell'esercizio, al lordo degli effetti fiscali, di oneri netti per complessivi 1.415 milioni riferibili per 1.298 milioni a rettifiche su crediti, per 36 milioni su titoli e per 81 milioni su altre poste di bilancio, inclusivi dell'accantonamento di 80 milioni effettuato in sede di consolidamento della partecipata Banca Intesa Russia per azzerare il contributo patrimoniale della stessa al bilancio consolidato di Gruppo e scontare l'effetto delle limitazioni al rimpatrio dei fondi infragruppo da parte di Banca Intesa Russia stanti le restrizioni normative locali.

Infine, le rispettive Sezioni della Parte E della presente Nota integrativa dedicate alle singole tipologie di rischio (rischi di mercato e liquidità, assicurativi e operativi) riportano le informazioni conseguenti ai limitati impatti – ove presenti – relativi alla crisi russo ucraina per gli aspetti di pertinenza.

RISCHI, INCERTEZZE E IMPATTI DELLA PANDEMIA DA COVID-19

Con la comunicazione del 15 dicembre 2020 avente ad oggetto gli "impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia ed emendamenti agli IAS/IFRS" (oggetto di un successivo limitato aggiornamento il 21 dicembre 2021), la Banca d'Italia ha integrato le disposizioni che disciplinano i bilanci delle banche contenute nella "Circolare n. 262 - Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione" al fine di fornire al mercato informazioni sugli effetti che il COVID-19 e le misure di sostegno all'economia hanno prodotto sulle strategie, gli obiettivi e le politiche di gestione dei rischi, nonché sulla situazione economica e patrimoniale degli intermediari. Nel definire le integrazioni la Banca d'Italia ha tenuto conto dei documenti pubblicati nel corso del 2020 e del 2021 dagli organismi regolamentari e di vigilanza europei e dagli standard setter volti a chiarire le modalità di applicazione degli IAS/IFRS nel contesto pandemico. La tabella seguente riporta i documenti più rilevanti, indicandone anche l'ambito di applicazione.

Tematica principale
Ente emittente Data Titolo Classificazione Misurazione Informativa
Finanziaria
EBA 25.3.20 Statement on the application of the prudential framework
regarding Default, Forbearance and IFRS 9 in light of COVID-19
measures
X
ESMA 25.3.20 Public Statement. Accounting implications of the COVID-19
outbreak on the calculation of expected credit losses in
accordance with IFRS 9
X
IFRS Foundation 27.3.20 IFRS 9 and COVID-19 - Accounting for expected credit losses
applying IFRS 9 Financial Instruments in the light of current
uncertainty resulting from the COVID-19 pandemic
X
BCE 1.4.20 IFRS 9 in the context of the coronavirus (COVID-19) pandemic X
EBA 2.4.20 Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan
repayments applied in the light of the COVID-19 crisis
X
ESMA 20.5.20 Implications of the COVID-19 outbreak on the half-yearly financial
reports
X
EBA 2.6.20 Guidelines on reporting and disclosure of exposures subject to
measures applied in response to the COVID-19 crisis
X X
ESMA 28.10.20 European common enforcement priorities for 2020 annual
financial reports
X
EBA 2.12.20 Guidelines amending Guidelines EBA/GL/2020/02 on legislative
and non legislative moratoria on loan repayments applied in the
light of the COVID-19 crisis
X
BCE 4.12.20 Identification and measurement of credit risk in the context of the
coronavirus (COVID-19) pandemic
X X
ESMA 29.10.21 European common enforcement priorities for 2021 annual
financial reports
X X X
ESMA 16.12.21 Report on the application of the IFRS 7 and IFRS 9 requirements
regarding banks' expected credit losses (ECL)
X X X

Gli interventi dei regolatori sono stati volti essenzialmente a chiarire il trattamento delle moratorie, indicare i presupposti minimi per una chiara informativa finanziaria, indirizzare uniformemente la definizione degli scenari prospettici e permettere flessibilità nella definizione delle valutazioni creditizie.

Ciò premesso, nel corso del 2022 il contesto sanitario ha registrato un progressivo e costante miglioramento legato alla crescente immunità raggiunta dalla popolazione, sia a seguito delle campagne vaccinali che dell'elevato numero di contagiati, cui si deve aggiungere una minor gravità delle varianti del virus in circolazione. Tale andamento ha reso possibile un graduale azzeramento delle misure restrittive, con una conseguente ripresa di quelle attività economiche che erano ancora penalizzate da tale contesto (quali quelle turistiche). Nel corso dell'esercizio 2022 – coerentemente con gli sviluppi del quadro sanitario e con la ripresa economica in atto – si è assistito ad una progressiva ripresa dei pagamenti per le esposizioni che avevano goduto delle misure di sostegno quali le moratorie. Conseguentemente, il Gruppo ha proceduto a ridurre nel corso dell'esercizio 2022 le misure poste in essere per rendere le valutazioni creditizie coerenti con lo specifico contesto pandemico.

Classificazione e valutazione crediti nello scenario COVID-19

La pandemia da COVID-19 ha avuto un significativo impatto sulle tematiche della classificazione delle esposizioni creditizie, in particolare per gli aspetti collegati alle moratorie dei pagamenti, nonché per la determinazione dell'Expected Credit Loss (ECL) ai sensi del principio IFRS9.

In tema di classificazione delle esposizioni creditizie, l'apparizione del COVID-19 ha comportato la necessità, condivisa dal sistema bancario e dalle istituzioni (governi e regulator), di concedere ai clienti già in bonis misure generalizzate di sospensione dei pagamenti (moratorie) con procedure semplificate e senza penalizzazioni per i soggetti coinvolti, banche e clientela. Tali misure, in parte regolate da norme nazionali ed in parte decise autonomamente dalle banche, sono state oggetto di una specifica regolamentazione, riassunta nelle Guidelines EBA ("Guidelines on legislative and non-legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID-19 crisis"). In sintesi, la concessione secondo le suddette Guidelines da parte di banche e intermediari finanziari di moratorie ex lege, o anche private, non costituiva automaticamente un evento di default, con conseguente classificazione del credito come deteriorato, e nemmeno una misura di forbearance, con conseguente passaggio del credito a Stage 2. L'EBA aveva indicato le condizioni anche in termini di durata e limite

temporale alla concessione ai fini dell'applicabilità dell'esenzione. Tali condizioni sono progressivamente venute meno nel corso del 2021. Relativamente al contesto italiano, l'ultimo intervento normativo in tema di moratorie è stato il cd Decretolegge "Sostegni bis", che ha concesso la possibilità di beneficiare di un'ulteriore proroga delle moratorie ex-lege in cadenza al 30 giugno 2021 fino al 31 dicembre 2021. La sospensione dal 1° luglio in avanti faceva riferimento alla sola quota capitale, mentre gli interessi via via in maturazione dovevano essere pagati. Considerando che non sono stati decisi ulteriori interventi legislativi, eventuali ulteriori proroghe di moratorie in essere / concessione di nuove sospensioni nel corso del 2022 hanno seguito quindi gli ordinari processi creditizi, con valutazione se la misura fosse da considerare come forbearance.

In tema di valutazione dei crediti, il Gruppo aveva adottato fin dalla trimestrale al 31 marzo 2020 un approccio prudente circa l'adeguamento dei risultati della ECL derivanti dai modelli IFRS 9 in uso, nel contesto dell'incerto ma atteso peggioramento delle condizioni economiche pur tenendo conto degli effetti derivanti dalle misure di supporto pubblico rese tempestivamente disponibili dalle autorità nazionali e sostenute dalla politica accomodante della BCE. Questo approccio è stato progressivamente reso più sofisticato e coerente nel tempo attraverso la definizione di management overlay che si sono via via affinati riflettendo la migliore percezione dell'evoluzione della crisi. Relativamente alle rettifiche di valore su crediti, nel corso del 2022 si è evidenziato un sostanziale azzeramento dei management overlay a presidio della vulnerabilità delle moratorie stante il progressivo aumento delle moratorie che hanno maturato i termini per la ripresa dei pagamenti senza evidenziare elementi di criticità significativi (al 31 dicembre 2022 le moratorie in essere erano sostanzialmente azzerate, le esposizioni residue ammontavano a soli 80 milioni).

A completamento dell'informativa, in linea con quanto previsto dalla citata comunicazione del 21 dicembre 2021 di Banca d'Italia che integra la Circolare 262, si vedano anche le informazioni quantitative circa gli eventuali finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 e le relative rettifiche di valore nette per rischio di credito pubblicate, rispettivamente:

* * *

  • − in Parte B Informazioni sullo Stato patrimoniale Attivo, nelle tabelle:
    • o 3.3a Finanziamenti valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva oggetto di misure di sostegno COVID-19: valore lordo e rettifiche di valore complessive;
    • o 4.4a Finanziamenti valutati al costo ammortizzato oggetto di misure di sostegno COVID-19: valore lordo e rettifiche di valore complessive;
  • − in Parte C Informazioni sul conto economico:
    • o 8.1a Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a finanziamenti valutati al costo ammortizzato oggetto di misure di sostegno COVID-19: composizione;
    • o 8.2a Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a finanziamenti valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva oggetto di misure di sostegno Covid-19: composizione.

Infine, per le informazioni quantitative in merito ai trasferimenti tra i diversi stadi di rischio di credito e ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 suddivisi per categoria di esposizioni deteriorate, si fa rinvio alle seguenti tabelle di Parte E (Sezione 2 "Rischi del consolidato prudenziale") del presente Bilancio consolidato:

  • − A.1.3a Finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19: trasferimenti tra i diversi stadi di rischio di credito (valori lordi);
  • − A.1.5a Finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19: valori lordi e netti.

MODIFICHE CONTRATTUALI DERIVANTI DA COVID-19

Vengono di seguito riportate le informative di dettaglio richieste dalle specifiche istruzioni della Circolare 262 della Banca d'Italia sulle modifiche contrattuali derivanti da COVID-19 alla luce delle disposizioni dell'IFRS 9 e dell'IFRS 16.

Modifiche contrattuali e cancellazione contabile (IFRS 9)

Le moratorie concesse dal Gruppo a fronte della pandemia, in linea con le indicazioni EBA, hanno rispettato alcuni requisiti specifici. Più in dettaglio esse:

− sono state offerte indistintamente ad una platea di soggetti (performing) o a seguito e secondo disposizioni di legge;

− non prevedevano rinunce ad interessi contrattuali o capitali, ma solo un mero differimento/allungamento dei pagamenti. Poiché le moratorie concesse prevedevano solo un mero differimento / allungamento del periodo in cui i pagamenti sono dovuti, l'applicazione di una moratoria non ha comportato la derecognition del credito.

Emendamento del principio contabile IFRS 16

Benchè la fattispecie non risulti rilevante per il Gruppo, si specifica che con riferimento ai contratti di leasing (lato locatario), avendo valutato la natura dei contratti in essere ed il ruolo attivo svolto dalla Banca nel supporto all'economia, Intesa Sanpaolo ha stabilito di non applicare il "practical expedient" introdotto a valere sul principio IFRS 16 – Leasing in tema di sconti e dilazioni dei pagamenti sui contratti di leasing passivi in essere.

INFORMAZIONI INTEGRATIVE AGGIUNTIVE RELATIVE ALLA RIFORMA DEGLI INDICI DI RIFERIMENTO PER LA DETERMINAZIONE DEI TASSI DI INTERESSE

Nella presente sezione, sulla base delle indicazioni della Circolare 262, è riportata l'informativa di cui all'IFRS 7, paragrafo 24 I e 24 J relativa alla riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (Interest rate benchmark reform o IBOR Reform).

In particolare, nella tabella seguente sono riportate le informazioni quantitative sugli strumenti finanziari – suddivisi tra attività finanziarie, passività finanziarie e contratti derivati – che devono ancora passare ad un tasso di riferimento alternativo al 31 dicembre 2022, disaggregate per indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse significativi soggetti alla IBOR Reform. Il Gruppo considera un contratto come ancora non transitato ad un benchmark alternativo quando gli interessi ai sensi del contratto sono indicizzati ad un indice di riferimento che è ancora impattato dall'IBOR Reform, anche qualora includa un'adeguata clausola di fallback per la gestione della cessazione del benchmark esistente.

(milioni di euro)
Crediti e
finanziamenti
- esposizione
lorda
Titoli di
debito
dell'attivo -
valore
nominale
Debiti verso
clientela e
verso banche
- valore
nominale
Titoli di
debito emessi
- valore
nominale
Strumenti
derivati -
nozionali
Indicizzati all'EONIA - - - - -
Indicizzati ai LIBOR USD 9.712 1.393 1.052 412 520.237
di cui scadenza successiva al 30.06.2023 8.767 1.361 680 287 361.471
Indicizzati ai LIBOR in altre valute (tutti i
tenors)
60 - - - -
di cui: GBP 4 - - - -
di cui: JYP - - - - -
di cui: CHF 56 - - - -
di cui: EUR - - - - -
Altri IBORs 50 59 - - -
Totale 9.822 1.452 1.052 412 520.237

L'informativa non include gli strumenti finanziari indicizzati all'Euribor in quanto il parametro è stato oggetto di riforma a novembre 2019, attraverso l'adozione di una metodologia di calcolo di tipo ibrido, che risponde pienamente ai requisiti previsti per i c.d. benchmark critici, dalla Benchmark Regulation UE 2016/1011 ed ai principi IOSCO. Pertanto, non si ritiene che ci sia incertezza sul timing o sull'ammontare dei flussi di cassa parametrizzati all'Euribor e non si considerano gli strumenti finanziari ad esso indicizzati come strumenti impattati dalla riforma.

Sono invece oggetto di rappresentazione nella presente informativa sull'IBOR Reform gli strumenti indicizzati al LIBOR nelle valute residue (prevalentemente LIBOR USD). L'esposizione in titoli di debito emessi dal Gruppo è ascrivibile a proprie emissioni di tipo Fix-to-Float attualmente indicizzati al tasso variabile LIBOR USD (essendo terminato il periodo in cui queste emissioni remuneravano a tasso fisso). Come meglio specificato di seguito, la transizione risulta sostanzialmente chiusa per gli strumenti indicizzati ai benchmark che sono stati oggetto di transizione al 31 dicembre 2021.

Rinviando alla Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura - per una analisi di maggior dettaglio sulla natura e sui rischi a cui è esposto il Gruppo in merito agli strumenti finanziari impattati dall'IBOR Reform e sulle modalità di gestione della transizione, si evidenzia che alla luce degli interventi normativi e delle attività intraprese dal Gruppo non sono emerse criticità nel completare la transizione entro le scadenze previste, né si prevedono criticità per la futura dismissione del LIBOR USD. In particolare, per la gestione dello stock degli strumenti in essere, il Gruppo ha previsto, da un lato l'adozione massiva dei nuovi Risk Free Rates (RFR) sugli strumenti finanziari di nuova stipula, abbandonando quindi l'utilizzo dei benchmark impattati dalla riforma e stabilizzando lo stock delle operazioni da transare, e dall'altro predisponendo le soluzioni per il passaggio ai nuovi RFR, definite sulla base delle principali raccomandazioni internazionali, in grado di minimizzare gli impatti finanziari della transizione.

Con riferimento ai benchmark oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021 le corrispondenti attività di transizione si sono concluse in modo positivo per tutti i rispettivi benchmark. In particolare, per quanto riguarda i residuali contratti derivati ancora in posizione al 31 dicembre 2021, con tasso di riferimento EONIA quale indice sottostante (c.d. EONIA OIS) nonché i contratti con tasso di remunerazione dei relativi collaterali all'EONIA, si rileva che al 31 dicembre 2022 non residuano più posizioni aperte.

Anche con specifico riferimento ai contratti derivati indicizzati ai Libor, oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021 (principalmente rispetto a quelli espressi in divisa GBP, CHF, JPY ed EUR), si evidenzia che le corrispondenti esposizioni non risultavano più presenti già a partire dai primi mesi del 2022. Sugli strumenti finanziari diversi dai derivati ed indicizzati al Libor GBP, JPY e CHF sono state completate le azioni di transizione verso i rispettivi RFR ovvero verso altri parametri di indicizzazione previsti contrattualmente, ad eccezione di residuali posizioni in Libor CHF e GBP di una controllata estera per le quali sono state pianificate le corrispondenti azioni di intervento.

Per quanto attiene gli strumenti indicizzati al LIBOR USD si segnala che la transizione dovrà essere effettuata entro il 30 giugno 2023 (il 31 dicembre 2021 rappresentava la data ultima per la pubblicazione dei soli tassi LIBOR USD ad una settimana ed a due mesi). Pertanto ai fini delle attività di gestione del passaggio ai nuovi RFR, risultano di interesse i soli strumenti finanziari che presentano una scadenza successiva a tale data, le cui evidenze sono separatamente rappresentate in tabella. La data di cessazione del LIBOR USD non determina particolari incertezze se non per quelle legate alle tempistiche di negoziazione che potrebbero essere posticipate dalle stesse controparti.

Si prevede comunque che verranno seguite fasi del tutto analoghe a quelle verificatesi per gli strumenti finanziari indicizzati agli altri benchmark oggetto di cessazione il 31 dicembre 2021, sia per le attività e passività per cassa che per i contratti derivati. Specifiche analisi relative ai titoli di debito dell'attivo (emissioni di terzi) e del passivo (emissioni proprie) del Gruppo sono tuttora in corso, con particolare riferimento alle rispettive clausole di fallback di ciascuna singola obbligazione, anche in relazione alla rispettiva legislazione di riferimento.

Sulle consistenze in strumenti finanziari indicizzati al LIBOR USD, il Gruppo, per i finanziamenti continua ad evidenziare una graduale contrazione mentre per i contratti derivati l'aver agito in riduzione delle relative esposizioni anche attraverso operazioni con sensitivity uguale e contraria, ha comportato l'incremento del numero di operazioni e dell'ammontare complessivo dei nozionali a fronte di una progressiva riduzione dell'esposizione a tale benchmark in termini di misure di rischio.

Gli strumenti finanziari indicizzati agli Altri IBORs, le cui consistenze al 31 dicembre 2022 risultano poco significative, sono principalmente rappresentati da finanziamenti e titoli di debito indicizzatati al Canadian Dollar Offered Rate (CDOR), la cui transizione dovrà essere finalizzata entro il 28 giugno 2024 - data di cessazione di tale benchmark. La data di cessazione del CDOR non determina particolari incertezze se non per quelle legate alle tempistiche di negoziazione che potrebbero essere posticipate dalle stesse controparti.

Per una completa panoramica sull'informativa richiesta dall'IFRS 7, paragrafo 24H, in merito all'incertezza derivante dalla riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse sulle relazioni di copertura e sul nozionale dei derivati di copertura si rinvia alla specifica sezione predisposta nella Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura.

ALTRI ASPETTI

Opzione per il consolidato fiscale nazionale

Intesa Sanpaolo e le società italiane del Gruppo hanno adottato il c.d. "consolidato fiscale nazionale", disciplinato dagli artt. 117-129 del TUIR, introdotto nella legislazione fiscale dal D. Lgs. n. 344/2003. Esso consiste in un regime opzionale, in virtù del quale il reddito complessivo netto o la perdita fiscale di ciascuna società controllata partecipante al consolidato fiscale – unitamente alle ritenute subite, alle detrazioni e ai crediti di imposta – sono trasferiti alla società controllante, in capo alla quale è determinato un unico reddito imponibile o un'unica perdita fiscale riportabile (risultanti dalla somma algebrica dei redditi/perdite propri e delle società controllate partecipanti) e, conseguentemente, un unico debito/credito di imposta. In virtù di questa opzione, le imprese del Gruppo che hanno aderito al "consolidato fiscale nazionale" determinano l'onere fiscale di propria pertinenza ed il corrispondente reddito imponibile viene trasferito alla Capogruppo.

Costituzione del Gruppo IVA

Intesa Sanpaolo e la totalità delle società del Gruppo che hanno i requisiti per parteciparvi hanno optato per la costituzione del Gruppo IVA, disciplinato dagli articoli da 70-bis a 70-duodecies del DPR n. 633/1972.

L'opzione è efficace dal 1° gennaio 2019 e ha durata triennale, con rinnovo automatico di anno in anno, salvo revoca.

Per effetto dell'opzione, sia le prestazioni di servizi sia le cessioni di beni tra soggetti partecipanti non sono rilevanti, tranne poche eccezioni, ai fini del tributo. Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate da un soggetto partecipante ad un soggetto esterno, si considerano effettuate dal Gruppo; le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate da un soggetto esterno ad un soggetto partecipante, si considerano effettuate al Gruppo.

Regime di "adempimento collaborativo"

Intesa Sanpaolo ha chiesto ed ottenuto dall'Agenzia delle Entrate di essere ammessa al regime di "adempimento collaborativo" previsto dal D. Lgs. n. 128/2015. L'adesione ha effetto dal periodo d'imposta 2017.

Tale regime ha la finalità di promuovere l'adozione di forme di comunicazione e di cooperazione rafforzate basate sul reciproco affidamento tra Amministrazione finanziaria e contribuente, nonché di favorire nel comune interesse la prevenzione e la risoluzione delle controversie in materia fiscale.

Il regime prevede, a fronte del dovere di Intesa Sanpaolo di mantenere un adeguato sistema di rilevazione, misurazione e gestione del rischio fiscale nonché di agire in maniera collaborativa e trasparente, il dovere dell'Agenzia delle Entrate di promuovere una relazione improntata a principi di trasparenza, collaborazione e correttezza. È in atto l'adesione progressiva a detto regime anche da parte delle principali controllate italiane.

Oltre ad Intesa Sanpaolo, hanno richiesto di essere ammesse e sono state ammesse al regime anche Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. (con effetto dal 2018) nonché Intesa Sanpaolo Vita, Intesa Sanpaolo Assicura, Fideuram Vita, Eurizon SGR ed Epsilon SGR (con effetto dal 2019). Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A., Fideuram Asset Management SGR, Sanpaolo Invest SIM83 e S.I.RE.F sono state ammesse nel 2021 con effetto dal 2020.

Revisione contabile

Il bilancio consolidato è sottoposto a revisione contabile da parte della Società EY S.p.A., in esecuzione della Delibera dell'Assemblea del 30 aprile 2019, che ha attribuito a questa società l'incarico per gli esercizi dal 2021 al 2029 compreso.

83 A decorrere dal 5 dicembre 2022 Sanpaolo Invest SIM è stata incorporata in Fideuram ISPPB.

Altri aspetti

Nell'articolo 35 del Decreto Legge n. 34/2019 (Decreto "Crescita"), convertito dalla Legge n. 58/2019, è stata introdotta una riformulazione della disciplina di trasparenza delle erogazioni pubbliche contenuta nell'articolo 1, commi 125-129 della Legge n. 124/2017. La riformulazione ha indicato come oggetto degli obblighi di trasparenza le informazioni relative a sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, "non aventi carattere generale e privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria", effettivamente erogati dalle pubbliche amministrazioni nonché dai soggetti di cui all'articolo 2-bis del Decreto Legislativo n. 33/2013.

Alla luce di tale riformulazione, ulteriori chiarimenti interpretativi intervenuti con la circolare Assonime n. 32 del 23 dicembre 2019 hanno confermato che oggetto dell'obbligo di trasparenza sono le attribuzioni di vantaggi economici derivanti da un rapporto bilaterale tra un soggetto pubblico e uno specifico beneficiario. Sono espressamente escluse le somme percepite dall'impresa a titolo di corrispettivo per una prestazione svolta o a titolo di retribuzione per un incarico ricevuto oppure dovute a fine risarcitori. Sono altresì esclusi i vantaggi economici ricevuti in applicazione di un regime generale, quali ad esempio agevolazioni fiscali o contributi accessibili a tutti i soggetti che soddisfano determinate condizioni. In considerazione di quanto sopra, nell'esercizio 2022 non risultano per le Società italiane del Gruppo fattispecie da segnalare.

Per completezza informativa, si rinvia anche al Registro Nazionale degli Aiuti di Stato, pubblicamente consultabile sul relativo sito internet, nel quale sono pubblicate le misure di Aiuto e i relativi Aiuti individuali concessi e registrati nel sistema dai Soggetti gestori, ancorché per le società italiane del Gruppo le fattispecie ivi indicate per l'anno 2022 non rappresentino, alla luce di quanto sopra, oggetto degli obblighi di trasparenza in bilancio di cui ai commi 125 e 125-bis.

A. 2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO

Al fine di garantire l'omogeneità dei criteri di redazione del Bilancio, il Gruppo Intesa Sanpaolo si è dotato di un corpo normativo interno di regole e policy relativo ai vari ambiti operativi ed organizzativi.

Il documento metodologico di riferimento per l'applicazione dei principi contabili è rappresentato dalle Regole Contabili di Gruppo, nelle quali vengono descritti i modelli applicativi adottati dal Gruppo, nel contesto di quanto statuito dai principi contabili di riferimento e dalle legislazioni applicabili alle diverse Società/Entità controllate, esplicitando le scelte operate nei casi in cui la normativa preveda dei regimi contabili alternativi od opzionali.

Con riferimento ai processi valutativi, il Gruppo ha formalizzato nel documento "Linee Guida per la valutazione delle Poste Patrimoniali di Bilancio" i principi e il quadro normativo di riferimento per la valutazione delle poste patrimoniali, i ruol i e le responsabilità degli Organi Societari, del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari e delle funzioni aziendali della Capogruppo che intervengono nel processo di valutazione; i presupposti su cui si basano i processi di valutazione e il sistema dei controlli posti in essere per garantire una corretta valutazione; i macro-processi di valutazione basati sui principi contabili declinati nelle diverse categorie di poste patrimoniali valutate (attive e passive); le regole di indirizzo e coordinamento delle Società del Gruppo in materia di valutazione delle poste patrimoniali.

Tra le linee guida e le policy si segnalano inoltre, le Regole in materia di Business Model, le Regole in materia di valutazione dell'expected credit loss secondo il principio IFRS 9 ('"Impairment Policy") e le "Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value" (ex. Fair Value Policy) alle quali si aggiungono documenti più specifici nell'ambito dei crediti deteriorati, degli equity investment e della gestione degli strumenti finanziari di copertura.

Con riferimento, infine, alle tematiche di vigilanza prudenziale il Gruppo ha redatto uno specifico documento denominato Regole di vigilanza prudenziale armonizzata.

In linea generale tali documenti vengono approvati da parte degli Organi Societari competenti. L'aggiornamento avviene a cura delle strutture manageriali per esigenze originate sia da fattori esogeni (ad esempio, cambiamento della normativa) che endogeni al Gruppo (ad esempio, nuova operatività e prodotti) e, in funzione della rilevanza e pervasività delle modifiche apportate, tali documenti sono soggetti ad uno specifico iter approvativo.

Si premette che i criteri adottati dalle Imprese di assicurazione controllate sono oggetto di specifica disamina in un apposito capitolo in calce alla presente sezione. Alla luce, infatti, della scelta effettuata dal Gruppo Intesa Sanpaolo, in qualità di conglomerato finanziario a prevalenza bancaria, di adottare il c.d. "Deferral Approach", le attività e le passività finanziarie delle Compagnie assicurative controllate sono rilevate in bilancio ai sensi di quanto prescritto dallo IAS 39 in attesa dell'entrata in vigore del nuovo principio contabile internazionale sui contratti assicurativi IFRS 17 e contestualmente del principio IFRS 9, a partire dal 1° gennaio 202384 .

1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (FVTPL)

Criteri di classificazione

Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie diverse da quelle classificate tra le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e tra le Attività finanziare valutate al costo ammortizzato. La voce, in particolare, include:

  • le attività finanziarie detenute per la negoziazione, essenzialmente rappresentate da titoli di debito e di capitale e dal valore positivo dei contratti derivati detenuti con finalità di negoziazione;
  • le attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value, rappresentate dalle attività finanziarie che non soddisfano i requisiti per la valutazione al costo ammortizzato o al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Si tratta di attività finanziarie i cui termini contrattuali non prevedono esclusivamente rimborsi del capitale e pagamenti dell'interesse sull'importo del capitale da restituire (c.d. "SPPI test" non superato) oppure che non sono detenute nel quadro di un modello di business il cui obiettivo è il possesso di attività finalizzato alla raccolta dei flussi finanziari contrattuali (Business model "Hold to Collect") o il cui obiettivo è conseguito sia mediante la raccolta dei flussi finanziari contrattuali che mediante la vendita di attività finanziarie (Business model "Hold to Collect and Sell");
  • le attività finanziarie designate al fair value, ossia le attività finanziarie così definite al momento della rilevazione iniziale e ove ne sussistano i presupposti. In relazione a tale fattispecie, un'entità può designare irrevocabilmente all'iscrizione un'attività finanziaria come valutata al fair value con impatto a conto economico se, e solo se, così facendo elimina o riduce significativamente un'incoerenza valutativa.

Trovano quindi evidenza in questa voce:

  • i titoli di debito e i finanziamenti che sono inclusi in un business model Other/Trading (non riconducibili quindi ai business model "Hold to Collect" o "Hold to Collect and Sell") o che non superano il test SPPI, incluse le quote dei prestiti sindacati sottoscritti o altre tipologie di finanziamenti che, sin dall'origine, vengono destinate alla cessione e che non sono riconducibili ad un Business model Hold to Collect and Sell;

84 In data 23 novembre 2021 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE il Regolamento n. 2036/2021 del 19 novembre che omologa il nuovo principio contabile IFRS 17 "Contratti assicurativi". A tal proposito, si ricorda che in data 25 giugno 2020 lo IASB aveva pubblicato la versione finale degli "Amendments to IFRS 17 Insurance Contracts" nella quale veniva confermato il differimento della data di prima applicazione obbligatoria dello Standard al 1° gennaio 2023 (in luogo del 1° gennaio 2022 precedentemente proposto nell'ED 2019/4) e la contestuale possibilità di proroga del "Deferral approach" nell'applicazione dell'IFRS 9 alla stessa data. Tale aspetto era stato recepito dalla Commissione Europea con la pubblicazione del Regolamento n. 2097/2020 "Proroga dell'esenzione temporanea dell'applicazione dell'IFRS 9 (modifiche all'IFRS 4)" del 15 dicembre 2020.

  • gli strumenti di capitale non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto detenuti per finalità di negoziazione o per cui non si sia optato, in sede di rilevazione iniziale, per la designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva;
  • le quote di OICR.

La voce accoglie inoltre i contratti derivati, contabilizzati tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione, che sono rappresentati come attività se il fair value è positivo e come passività se il fair value è negativo. È possibile compensare i valori correnti positivi e negativi derivanti da operazioni in essere con la medesima controparte - anche tra i contratti derivati allocati nel portafoglio di negoziazione e i contratti derivati di copertura, come previsto dalla Circolare 262 - soltanto qualora si abbia correntemente il diritto legale di compensare gli importi rilevati contabilmente e si intenda procedere al regolamento su base netta delle posizioni oggetto di compensazione.

Fra i derivati sono inclusi anche quelli incorporati in contratti finanziari complessi - in cui il contratto primario è una passività finanziaria - che sono stati oggetto di rilevazione separata in quanto:

  • le loro caratteristiche economiche ed i rischi non sono strettamente correlati alle caratteristiche del contratto sottostante;
  • gli strumenti incorporati, anche se separati, soddisfano la definizione di derivato;

  • gli strumenti ibridi cui appartengono non sono valutati al fair value con le relative variazioni rilevate a Conto economico. Secondo le regole generali previste dall'IFRS 9 in materia di riclassificazione delle attività finanziarie (ad eccezione dei titoli di capitale, per cui non è ammessa alcuna riclassifica), non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui l'entità modifichi il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie. In tali casi, che ci si attende siano altamente infrequenti, le attività finanziarie potranno essere riclassificate dalla categoria valutata al fair value con impatto a conto economico in una delle altre due categorie previste dall'IFRS 9 (Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva). Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassificazione e gli effetti della riclassificazione operano in maniera prospettica a partire dalla data di riclassificazione. In questo caso, il tasso di interesse effettivo dell'attività finanziaria riclassificata è determinato in base al suo fair value alla data di riclassificazione e tale data viene considerata come data di rilevazione iniziale per l'allocazione nei diversi stadi di rischio creditizio (stage assignment) ai fini dell'impairment.

Per maggiori informazioni sui criteri di classificazione degli strumenti finanziari si rinvia al successivo paragrafo "I criteri di classificazione delle attività finanziarie".

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito e per i titoli di capitale, alla data di erogazione per i finanziamenti ed alla data di sottoscrizione per i contratti derivati.

All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico vengono rilevate al fair value, senza considerare i costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico sono valorizzate al fair value. Gli effetti dell'applicazione di tale criterio di valutazione sono imputati nel Conto economico.

Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in un mercato attivo, vengono utilizzate quotazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo, vengono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi comunemente adottati, che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono basati su dati rilevabili sul mercato quali: valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati, modelli di determinazione del prezzo di opzioni, valori rilevati in recenti transazioni comparabili, ecc. Per i titoli di capitale e per gli strumenti derivati che hanno per oggetto titoli di capitale, non quotati in un mercato attivo, il criterio del costo è utilizzato quale stima del fair value soltanto in via residuale e limitatamente a poche circostanze, ossia in caso di non applicabilità di tutti i metodi di valutazione precedentemente richiamati, ovvero in presenza di un'ampia gamma di possibili valutazioni del fair value, nel cui ambito il costo rappresenta la stima più significativa.

Per maggiori informazioni sui criteri di determinazione del fair value, si rinvia alla Sezione "A.4 Informativa sul Fair Value".

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall'esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse.

Infine, le attività finanziarie cedute vengono cancellate dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un'obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi, senza un ritardo rilevante ad altri soggetti terzi.

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI)

Criteri di classificazione

Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:

  • l'attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito sia mediante l'incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente che mediante la vendita (Business model "Hold to Collect and Sell"), e
  • i termini contrattuali dell'attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da restituire (c.d. "SPPI test" superato).

Sono inoltre inclusi nella voce gli strumenti di capitale, non detenuti per finalità di negoziazione, per i quali, al momento della rilevazione iniziale, è stata esercitata l'opzione per la designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

In particolare, vengono inclusi in questa voce:

  • i titoli di debito che sono riconducibili ad un business model Hold to Collect and Sell e che hanno superato il test SPPI;
  • le interessenze azionarie, non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto, che non sono detenute con finalità di negoziazione, per cui si è esercitata l'opzione per la designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva;
  • i finanziamenti che sono riconducibili ad un business model Hold to Collect and Sell e che hanno superato il test SPPI, incluse le quote dei prestiti sindacati sottoscritti o altre tipologie di finanziamenti che, sin dall'origine, vengono destinate alla cessione e che sono riconducibili ad un Business model Hold to Collect and Sell.

Secondo le regole generali previste dall'IFRS 9 in materia di riclassificazione delle attività finanziarie (ad eccezione dei titoli di capitale, per cui non è ammessa alcuna riclassifica), non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui l'entità modifichi il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie.

In tali casi, che ci si attende siano altamente infrequenti, le attività finanziarie potranno essere riclassificate dalla categoria valutata al fair value con impatto sulla redditività complessiva in una delle altre due categorie previste dall'IFRS 9 (Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico). Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassificazione e gli effetti della riclassificazione operano in maniera prospettica a partire dalla data di riclassificazione. Nel caso di riclassifica dalla categoria in oggetto a quella del costo ammortizzato, l'utile (perdita) cumulato rilevato nella riserva da valutazione è portato a rettifica del fair value dell'attività finanziaria alla data della riclassificazione. Nel caso invece di riclassifica nella categoria del fair value con impatto a conto economico, l'utile (perdita) cumulato rilevato precedentemente nella riserva da valutazione è riclassificato dal patrimonio netto all'utile (perdita) d'esercizio.

Per maggiori informazioni sui criteri di classificazione degli strumenti finanziari si rinvia al successivo paragrafo "I criteri di classificazione delle attività finanziarie".

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito e per i titoli di capitale ed alla data di erogazione per i finanziamenti. All'atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le Attività classificate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, diverse dai titoli di capitale, sono valutate al fair value, con la rilevazione a Conto economico degli impatti derivanti dall'applicazione del costo ammortizzato, degli effetti dell'impairment e dell'eventuale effetto cambio, mentre gli altri utili o perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto finché l'attività finanziaria non viene cancellata. Al momento della dismissione, totale o parziale, l'utile o la perdita cumulati nella riserva da valutazione vengono riversati, in tutto o in parte, a Conto economico.

Gli strumenti di capitale per cui è stata effettuata la scelta per la classificazione nella presente categoria sono valutati al fair value e gli importi rilevati in contropartita del patrimonio netto (Prospetto della redditività complessiva) non devono essere successivamente trasferiti a conto economico, neanche in caso di cessione. La sola componente riferibile ai titoli di capitale in questione che è oggetto di rilevazione a conto economico è rappresentata dai relativi dividendi.

Il fair value viene determinato sulla base dei criteri già illustrati per le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico.

Per i titoli di capitale inclusi in questa categoria, non quotati in un mercato attivo, il criterio del costo è utilizzato quale stima del fair value soltanto in via residuale e limitatamente a poche circostanze, ossia in caso di non applicabilità di tutti i metodi di valutazione precedentemente richiamati, ovvero in presenza di un'ampia gamma di possibili valutazioni del fair value, nel cui ambito il costo rappresenta la stima più significativa.

Per maggiori informazioni sui criteri di determinazione del fair value, si rinvia alla Sezione "A.4 Informativa sul Fair Value".

Le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - sia sotto forma di titoli di debito che di crediti – sono soggette alla verifica dell'incremento significativo del rischio creditizio (impairment) prevista dall'IFRS 9, al pari delle Attività al costo ammortizzato, con conseguente rilevazione a conto economico di una rettifica di valore a copertura delle perdite attese. Più in particolare, sugli strumenti classificati in stage 1 (ossia sulle attività finanziarie al momento dell'origination, ove non deteriorate, e sugli strumenti per cui non si è verificato un significativo incremento del rischio creditizio rispetto alla data di rilevazione iniziale) viene contabilizzata, alla data di rilevazione iniziale e ad ogni data di reporting successiva, una perdita attesa ad un anno. Invece, per gli strumenti classificati in stage 2 (bonis per i quali si è verificato un incremento significativo del rischio creditizio rispetto alla data di rilevazione iniziale) e in stage 3 (esposizioni deteriorate) viene contabilizzata una perdita attesa per l'intera vita residua dello strumento finanziario.

Viceversa non sono assoggettati al processo di impairment i titoli di capitale.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall'esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse.

Infine, le attività finanziarie cedute vengono cancellate dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un'obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi, senza un ritardo rilevante ad altri soggetti terzi.

3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Criteri di classificazione

Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie (in particolare finanziamenti e titoli di debito) che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:

  • l'attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito mediante l'incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente (Business model "Hold to Collect"), e
  • i termini contrattuali dell'attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da restituire (c.d. "SPPI test" superato).

Più in particolare, formano oggetto di rilevazione in questa voce:

  • gli impieghi con banche nelle diverse forme tecniche che presentano i requisiti di cui sopra;
  • gli impieghi con clientela nelle diverse forme tecniche che presentano i requisiti di cui sopra;
  • i titoli di debito che presentano i requisiti di cui sopra.

Sono inoltre inclusi in tale categoria i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F. (ad esempio per distribuzione di prodotti finanziari ed attività di servicing).

Secondo le regole generali previste dall'IFRS 9 in materia di riclassificazione delle attività finanziarie, non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui l'entità modifichi il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie. In tali casi, che ci si attende siano altamente infrequenti, le attività finanziarie potranno essere riclassificate dalla categoria valutata al costo ammortizzato in una delle altre due categorie previste dall'IFRS 9 (Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico). Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassificazione e gli effetti della riclassificazione operano in maniera prospettica a partire dalla data di riclassificazione. Gli utili o le perdite risultanti dalla differenza tra il costo ammortizzato dell'attività finanziaria e il relativo fair value sono rilevati a conto economico nel caso di riclassifica tra le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico e a Patrimonio netto, nell'apposita riserva di valutazione, nel caso di riclassifica tra le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Per maggiori informazioni sui criteri di classificazione degli strumenti finanziari si rinvia al successivo paragrafo "I criteri di classificazione delle attività finanziarie".

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale dell'attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i titoli di debito ed alla data di erogazione nel caso di crediti. All'atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

In particolare, per quel che attiene ai crediti, la data di erogazione normalmente coincide con la data di sottoscrizione del contratto. Qualora tale coincidenza non si manifesti, in sede di sottoscrizione del contratto si provvede ad iscrivere un impegno ad erogare fondi che si chiude alla data di erogazione del finanziamento. L'iscrizione del credito avviene sulla base del fair value dello stesso, pari all'ammontare erogato, o prezzo di sottoscrizione, comprensivo dei costi/proventi direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall'origine dell'operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.

Le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto o di rivendita a termine sono iscritte in Bilancio come operazioni di raccolta o impiego. In particolare, le operazioni di vendita a pronti e di riacquisto a termine sono rilevate in Bilancio come debiti per l'importo percepito a pronti, mentre le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per l'importo corrisposto a pronti.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie in esame sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo. In questi termini, l'attività è riconosciuta in Bilancio per un ammontare pari al valore di prima iscrizione diminuito dei rimborsi di capitale, più o meno l'ammortamento cumulato (calcolato con il metodo del tasso di interesse effettivo) della differenza tra tale importo iniziale e l'importo alla scadenza (riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente alla singola attività) e rettificato dell'eventuale fondo a copertura delle perdite. Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri dell'attività, per capitale ed interesse,

all'ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti all'attività finanziaria medesima. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l'effetto economico dei costi/proventi direttamente attribuibili ad un'attività finanziaria lungo la sua vita residua attesa.

Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per le attività – valorizzate al costo storico – la cui breve durata fa ritenere trascurabile l'effetto dell'applicazione della logica dell'attualizzazione, per quelle senza una scadenza definita e per i crediti a revoca.

I criteri di valutazione, come meglio indicato nel paragrafo "Perdite di valore delle attività finanziarie", sono strettamente connessi all'inclusione degli strumenti in esame in uno dei tre stages (stadi di rischio creditizio) previsti dall'IFRS 9, l'ultimo dei quali (stage 3) comprende le attività finanziarie deteriorate e i restanti (stage 1 e 2) le attività finanziarie in bonis.

Con riferimento alla rappresentazione contabile dei suddetti effetti valutativi, le rettifiche di valore riferite a questa tipologia di attività sono rilevate nel Conto economico:

  • all'atto dell'iscrizione iniziale, per un ammontare pari alla perdita attesa a dodici mesi;
  • all'atto della valutazione successiva dell'attività, ove il rischio creditizio non sia risultato significativamente incrementato rispetto all'iscrizione iniziale, in relazione alle variazioni dell'ammontare delle rettifiche di valore per perdite attese nei dodici mesi successivi;
  • all'atto della valutazione successiva dell'attività, ove il rischio creditizio sia risultato significativamente incrementato rispetto all'iscrizione iniziale, in relazione alla rilevazione di rettifiche di valore per perdite attese riferibili all'intera vita residua prevista contrattualmente per l'attività;
  • all'atto della valutazione successiva dell'attività, ove dopo che si è verificato un incremento significativo del rischio di credito rispetto all'iscrizione iniziale – la "significatività" di tale incremento sia poi venuta meno, in relazione all'adeguamento delle rettifiche di valore cumulate per tener conto del passaggio da una perdita attesa lungo l'intera vita residua dello strumento ("lifetime") ad una a dodici mesi.

Le attività finanziarie in esame, ove risultino in bonis, sono sottoposte ad una valutazione, volta a definire le rettifiche di valore da rilevare in bilancio, a livello di singolo rapporto creditizio (o "tranche" di titolo), in funzione dei parametri di rischio rappresentati da probability of default (PD), loss given default (LGD) ed exposure at default (EAD), derivati dai modelli AIRB e opportunamente corretti per tener conto delle previsioni del principio contabile IFRS 9.

Se, oltre ad un incremento significativo del rischio di credito, si riscontrano anche oggettive evidenze di una perdita di valore, l'importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell'attività – classificata come "deteriorata", al pari di tutti gli altri rapporti intercorrenti con la medesima controparte – e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati, scontati al tasso di interesse effettivo originario. L'importo della perdita, da rilevare a Conto economico, è definito sulla base di un processo di valutazione analitica o determinato per categorie omogenee e, quindi, attribuito analiticamente ad ogni posizione e tiene conto, come dettagliato nel paragrafo "Perdite di valore delle attività finanziarie", di informazioni forward looking e dei possibili scenari alternativi di recupero.

Rientrano nell'ambito delle attività deteriorate gli strumenti finanziari ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile o di scaduto/sconfinante da oltre novanta giorni secondo le regole di Banca d'Italia, coerenti con la normativa IAS/IFRS e di Vigilanza europea.

I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi e del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie.

Il tasso effettivo originario di ciascuna attività rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a Conto economico. La ripresa di valore non può eccedere il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. I ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo sono appostati nel margine di interesse.

In alcuni casi, durante la vita delle attività finanziarie in esame e, in particolare, dei crediti, le condizioni contrattuali originarie sono oggetto di successiva modifica per volontà delle parti del contratto. Quando, nel corso della vita di uno strumento, le clausole contrattuali sono oggetto di modifica occorre verificare se l'attività originaria deve continuare ad essere rilevata in bilancio o se, al contrario, lo strumento originario deve essere oggetto di cancellazione dal bilancio (derecognition) e debba essere rilevato un nuovo strumento finanziario.

In generale, le modifiche di un'attività finanziaria conducono alla cancellazione della stessa ed all'iscrizione di una nuova attività quando sono "sostanziali". La valutazione circa la "sostanzialità" della modifica deve essere effettuata considerando sia elementi qualitativi sia elementi quantitativi. In alcuni casi, infatti, potrà risultare chiaro, senza il ricorso a complesse analisi, che i cambiamenti introdotti modificano sostanzialmente le caratteristiche e/o i flussi contrattuali di una determinata attività mentre, in altri casi, dovranno essere svolte ulteriori analisi (anche di tipo quantitativo) per apprezzare gli effetti delle stesse e verificare la necessità di procedere o meno alla cancellazione dell'attività ed alla iscrizione di un nuovo strumento finanziario.

Le analisi (quali-quantitative) volte a definire la "sostanzialità" delle modifiche contrattuali apportate ad un'attività finanziaria dovranno pertanto considerare:

  • le finalità per cui le modifiche sono state effettuate: ad esempio, rinegoziazioni per motivi commerciali e concessioni per difficoltà finanziarie della controparte:
    • o le prime, volte a "trattenere" il cliente, vedono coinvolto un debitore che non versa in una situazione di difficoltà finanziaria. In questa casistica sono incluse tutte le operazioni di rinegoziazione che sono volte ad adeguare l'onerosità del debito alle condizioni di mercato. Tali operazioni comportano una variazione delle condizioni originarie del contratto, solitamente richieste dal debitore, che attiene ad aspetti connessi alla onerosità del debito, con un conseguente beneficio economico per il debitore stesso. In linea generale si ritiene che, ogniqualvolta la banca effettui una rinegoziazione al fine di evitare di perdere il proprio cliente, tale rinegoziazione debba essere considerata come sostanziale in quanto, ove non fosse effettuata, il cliente potrebbe finanziarsi presso un altro intermediario e la banca subirebbe un decremento dei ricavi futuri previsti;

  • o le seconde, effettuate per "ragioni di rischio creditizio" (misure di forbearance), sono riconducibili al tentativo della banca di massimizzare il recupero dei flussi di cassa del credito originario. I rischi e i benefici sottostanti, successivamente alle modifiche, di norma, non sono sostanzialmente trasferiti e, conseguentemente, la rappresentazione contabile che offre informazioni più rilevanti per il lettore del bilancio (salvo quanto si dirà in seguito in tema di elementi oggettivi), è quella effettuata tramite il "modification accounting" - che implica la rilevazione a conto economico della differenza tra valore contabile e valore attuale dei flussi di cassa modificati scontati al tasso di interesse originario - e non tramite la derecognition;
  • la presenza di specifici elementi oggettivi ("trigger") che incidono sulle caratteristiche e/o sui flussi contrattuali dello strumento finanziario (quali, a solo titolo di esempio, il cambiamento di divisa o la modifica della tipologia di rischio a cui si è esposti, ove la si correli a parametri di equity e commodity), che si ritiene comportino la derecognition in considerazione del loro impatto (atteso come significativo) sui flussi contrattuali originari.

Viceversa, le modifiche alle attività finanziarie a seguito della Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (cosiddetta IBOR Reform), relative alla variazione della base per determinare i flussi finanziari contrattuali (sostituzione dell'indice di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse esistente con un tasso di riferimento alternativo), non costituiscono un evento di cancellazione contabile ("derecognition"), ma sono considerate contabilmente come una modifica ("modification"). Tali modifiche, se effettuate come diretta conseguenza dell'IBOR Reform e su basi economiche equivalenti, sono rappresentate con un adeguamento prospettico del tasso di interesse effettivo - applicando il paragrafo B5.4.5 dell'IFRS 9 anziché il "modification accounting" - con impatti sul margine di interesse dei futuri periodi.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall'esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse.

Infine, le attività finanziarie cedute vengono cancellate dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un'obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi, senza un ritardo rilevante ad altri soggetti terzi.

4. Operazioni di copertura

Il Gruppo Intesa Sanpaolo si avvale della possibilità, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di "hedge accounting" (nella versione carve-out omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro coperture).

Criteri di classificazione: tipologia di coperture

Le operazioni di copertura dei rischi sono finalizzate a neutralizzare potenziali perdite, attribuibili ad un determinato rischio, e rilevabili su un determinato elemento o gruppo di elementi, nel caso in cui quel particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi.

Le tipologie di coperture utilizzate sono le seguenti:

  • copertura di fair value: ha l'obiettivo di coprire l'esposizione alla variazione del fair value (attribuibile alle diverse tipologie di rischio) di attività e passività iscritte in bilancio o porzioni di esse, di gruppi di attività/passività, di impegni irrevocabili e di portafogli di attività e passività finanziarie, inclusi i core deposits, come consentito dallo IAS 39 omologato dalla Commissione Europea. Le coperture generiche di fair value ("macro hedge") hanno l'obiettivo di ridurre le oscillazioni di fair value, imputabili al rischio di tasso di interesse, di un importo monetario, riveniente da un portafoglio di attività o di passività finanziarie. Non possono essere oggetto di copertura generica importi netti derivanti dallo sbilancio di attività e passività;
  • copertura di flussi finanziari: ha l'obiettivo di coprire l'esposizione a variazioni dei flussi di cassa futuri attribuibili a particolari rischi associati a poste del bilancio. Tale tipologia di copertura è utilizzata essenzialmente per stabilizzare il flusso di interessi della raccolta a tasso variabile nella misura in cui quest'ultima finanzia impieghi a tasso fisso. In talune circostanze, analoghe operazioni sono poste in essere relativamente ad alcune tipologie di impieghi a tasso variabile;
  • copertura di un investimento in valuta: attiene alla copertura dei rischi di un investimento in un'impresa estera espresso in valuta.

Solo gli strumenti che coinvolgono una controparte esterna al Gruppo possono essere designati come strumenti di copertura. Data la scelta esercitata dal Gruppo di avvalersi della possibilità di continuare ad applicare integralmente le regole dello IAS 39 per le relazioni di copertura, non è possibile designare i titoli di capitale classificati tra le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI) come oggetti coperti per il rischio di prezzo o di cambio, dato che tali strumenti non impattano il conto economico, nemmeno in caso di vendita (se non per i dividendi che sono rilevati a conto economico).

Criteri di iscrizione

Gli strumenti derivati di copertura, al pari di tutti i derivati, sono inizialmente iscritti e successivamente misurati al fair value.

Una relazione si qualifica come di copertura, e trova coerente rappresentazione contabile, soltanto se tutte le seguenti condizioni sono soddisfatte:

  • all'inizio della copertura vi è una designazione e documentazione formale della relazione di copertura, degli obiettivi della società nella gestione del rischio e della strategia nell'effettuare la copertura. Tale documentazione include l'identificazione dello strumento di copertura, l'elemento o l'operazione coperta, la natura del rischio coperto e come l'impresa valuta l'efficacia dello strumento di copertura nel compensare l'esposizione alle variazioni di fair value dell'elemento coperto o dei flussi finanziari attribuibili al rischio coperto;
  • la copertura è attesa altamente efficace;
  • la programmata operazione oggetto di copertura, per le coperture di flussi finanziari, è altamente probabile e presenta un'esposizione alle variazioni di flussi finanziari che potrebbe incidere sul Conto economico;
  • l'efficacia della copertura può essere attendibilmente valutata;
  • la copertura è valutata sulla base di un criterio di continuità ed è considerata altamente efficace per tutti gli esercizi di riferimento per cui la copertura era designata.

Criteri di valutazione

I derivati di copertura sono valutati al fair value. In particolare:

  • nel caso di copertura di fair value, si compensa la variazione del fair value dell'elemento coperto con la variazione del fair value dello strumento di copertura. Tale compensazione è riconosciuta attraverso la rilevazione a Conto economico delle variazioni di valore, riferite sia all'elemento coperto (per quanto riguarda le variazioni prodotte dal fattore di rischio sottostante), sia allo strumento di copertura. L'eventuale differenza, che rappresenta la parziale inefficacia della copertura, ne costituisce di conseguenza l'effetto economico netto. Nel caso di operazioni di copertura generica di fair value ("macro hedge") le variazioni di fair value con riferimento al rischio coperto delle attività e delle passività oggetto di copertura sono imputate nello Stato patrimoniale, rispettivamente, nella voce 60. "Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica" oppure 50. "Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica";
  • nel caso di copertura di flussi finanziari, le variazioni di fair value del derivato sono imputate a patrimonio netto, per la quota efficace della copertura, e sono rilevate a Conto economico solo quando, con riferimento alla posta coperta, si manifesta la variazione dei flussi di cassa da compensare o se la copertura risulta inefficace;
  • le coperture di un investimento in valuta sono contabilizzate allo stesso modo delle coperture di flussi finanziari.

L'efficacia della copertura dipende dalla misura in cui le variazioni di fair value dello strumento coperto o dei relativi flussi finanziari attesi risultano compensati da quelle dello strumento di copertura. Pertanto l'efficacia è apprezzata dal confronto delle suddette variazioni, tenuto conto dell'intento perseguito dall'impresa nel momento in cui la copertura è stata posta in essere. Si ha efficacia quando le variazioni di fair value (o dei flussi di cassa) dello strumento finanziario di copertura neutralizzano quasi integralmente, cioè nei limiti stabiliti dall'intervallo 80-125%, le variazioni dello strumento coperto, per l'elemento di rischio oggetto di copertura.

La valutazione dell'efficacia è effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale utilizzando:

  • test prospettici, che giustificano l'applicazione della contabilizzazione di copertura, in quanto dimostrano la sua efficacia attesa;
  • test retrospettivi, che evidenziano il grado di efficacia della copertura raggiunto nel periodo cui si riferiscono, ovvero, misurano quanto i risultati effettivi si siano discostati dalla copertura perfetta.

La contabilizzazione delle coperture di fair value cessa prospetticamente nei seguenti casi:

  • lo strumento di copertura giunge a scadenza, è venduto, cessato o esercitato;
  • la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura sopra detti;
  • l'impresa revoca la designazione.

Se le verifiche non confermano l'efficacia della copertura, da quel momento la contabilizzazione delle operazioni di copertura, secondo quanto sopra esposto, viene interrotta, il contratto derivato di copertura viene riclassificato tra gli strumenti di negoziazione e lo strumento finanziario coperto riacquisisce il criterio di valutazione corrispondente alla sua classificazione di bilancio. Qualora l'attività o passività coperta sia valutata al costo ammortizzato, il maggiore o minore valore derivante dalla valutazione della stessa a fair value per effetto della copertura divenuta inefficace viene imputato a Conto economico secondo il metodo del tasso di interesse effettivo. Nel caso di interruzione di una relazione di copertura generica di fair value, le rivalutazioni/svalutazioni cumulate iscritte nella voce 60. "Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica" oppure 50. "Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica" sono rilevate a conto economico tra gli interessi attivi o passivi lungo la durata residua delle originarie relazioni di copertura, ferma restando la verifica che ne sussistano i presupposti.

In ciascuna delle seguenti circostanze un'impresa deve cessare prospetticamente la contabilizzazione di copertura di flussi finanziari:

  • a) lo strumento di copertura giunge a scadenza o è venduto, cessato o esercitato (a questo scopo, la sostituzione o il riporto di uno strumento di copertura con un altro strumento di copertura non è una conclusione o una cessazione se tale sostituzione o riporto è parte della documentata strategia di copertura dell'impresa). In tal caso, l'utile (o perdita) complessivo dello strumento di copertura rimane rilevato direttamente nel patrimonio netto fino all'esercizio in cui la copertura era efficace e resta separatamente iscritto nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione, oggetto di copertura, si verifica;
  • b) la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura. In tal caso, l'utile o la perdita complessiva dello strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto a partire dall'esercizio in cui la copertura era efficace resta separatamente iscritta nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione si verifica;
  • c) non si ritiene più che la programmata operazione debba accadere, nel qual caso qualsiasi correlato utile o perdita complessiva sullo strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto dall'esercizio in cui la copertura era efficace va rilevata a Conto economico;

d) l'impresa revoca la designazione. Per le coperture di una programmata operazione, l'utile o la perdita complessiva dello strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto a partire dall'esercizio in cui la copertura era efficace resta separatamente iscritta nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione si verifica o ci si attende non debba più accadere.

Come eccezione alle previsioni dello IAS 39, non si effettua il discontinuing a seguito dell'aggiornamento della documentazione sulla relazione di copertura (per la modifica del rischio coperto, del sottostante coperto, del derivato di copertura o della modalità di verifica della tenuta della copertura) in caso di modifiche necessarie come diretta conseguenza della Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (cosiddetta IBOR Reform) ed effettuate su basi economiche equivalenti.

5. Partecipazioni

Criteri di classificazione, iscrizione e valutazione

La voce include le interessenze detenute in società controllate congiuntamente e collegate.

Sono considerate società sottoposte a controllo congiunto (joint ventures) le entità per le quali, su base contrattuale, il controllo è condiviso fra il Gruppo e uno o più altri soggetti, ovvero quando per le decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

Sono considerate società sottoposte ad una influenza notevole (collegate), le entità in cui il Gruppo possiede almeno il 20% dei diritti di voto (ivi inclusi i diritti di voto "potenziali") o nelle quali - pur con una quota di diritti di voto inferiore - ha il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata in virtù di particolari legami giuridici quali la partecipazione a patti di sindacato.

Non sono considerate sottoposte ad influenza notevole alcune interessenze superiori al 20%, nelle quali il Gruppo detiene esclusivamente diritti patrimoniali su una porzione dei frutti degli investimenti, non ha accesso alle politiche di gestione e può esercitare diritti di governance limitati alla tutela degli interessi patrimoniali.

Le partecipazioni sono rilevate al costo e contabilizzate in base al metodo del patrimonio netto. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell'investimento.

Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata a conto economico.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico.

Criteri di cancellazione

Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

6. Attività materiali

Criteri di classificazione

Le attività materiali comprendono i terreni, gli immobili strumentali, gli investimenti immobiliari, il patrimonio artistico di pregio, gli impianti tecnici, i mobili e gli arredi nonché le attrezzature di qualsiasi tipo che si ritiene di utilizzare per più di un periodo. Le attività materiali detenute per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni e servizi sono classificate come "attività ad uso funzionale" secondo lo IAS 16. Gli immobili posseduti con finalità di investimento (per conseguire canoni di locazione o per l'apprezzamento del capitale investito) sono classificati come "attività detenute a scopo di investimento" in base allo IAS 40.

La voce accoglie anche attività materiali classificate in base allo IAS 2 - Rimanenze, che si riferiscono sia a beni derivanti dall'attività di escussione di garanzie o dall'acquisto in asta che l'impresa ha intenzione di vendere nel prossimo futuro, senza effettuare rilevanti opere di ristrutturazione, e che non hanno i presupposti per essere classificati nelle categorie precedenti, sia al portafoglio immobiliare delle Società immobiliari del Gruppo, comprensivo di aree edificabili, immobili in costruzione, immobili ultimati in vendita e iniziative di sviluppo immobiliare, detenuto in un'ottica di dismissione.

Sono, infine, inclusi i diritti d'uso acquisiti con il leasing e relativi all'utilizzo di un'attività materiale (per le società locatarie) e le attività concesse in leasing operativo (per le società locatrici).

Criteri di iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo che comprende, oltre al prezzo di acquisto, tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all'acquisto e alla messa in funzione del bene.

Le spese di manutenzione straordinaria che comportano un incremento dei benefici economici futuri vengono imputate ad incremento del valore dei cespiti, mentre gli altri costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a Conto economico.

Criteri di valutazione

Le attività materiali sono valutate al costo, dedotti eventuali ammortamenti e perdite di valore, ad eccezione degli immobili ad uso funzionale e del patrimonio artistico di pregio che sono valutati secondo il metodo della rideterminazione del valore. Gli immobili detenuti a scopo di investimento sono valutati con il metodo del fair value.

Per le attività materiali soggette alla valutazione secondo il metodo della rideterminazione del valore:

  • se il valore contabile di un bene è incrementato a seguito di una rideterminazione di valore, l'incremento deve essere rilevato nel prospetto della redditività complessiva e accumulato nel patrimonio netto sotto la voce riserva di

rivalutazione; invece, nel caso in cui ripristini una svalutazione della stessa attività rilevata precedentemente nel conto economico deve essere rilevato come provento;

  • se il valore contabile di un bene è diminuito a seguito della rideterminazione di valore, la diminuzione deve essere rilevata nel prospetto della redditività complessiva nella misura in cui vi siano eventuali saldi a credito nella riserva di rivalutazione in riferimento a tale attività; altrimenti tale riduzione va contabilizzata nel conto economico.

Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti, lungo la loro vita utile. Il valore ammortizzabile è rappresentato dal costo dei beni (o dal valore netto rideterminato qualora il metodo adottato per la valutazione sia quello della rideterminazione del valore) al netto del valore residuo al termine del processo di ammortamento, se significativo. Gli immobili vengono ammortizzati per una quota ritenuta congrua per rappresentare il deperimento dei cespiti nel tempo a seguito del loro utilizzo, tenuto conto delle spese di manutenzione di carattere straordinario, che vengono portate ad incremento del valore dei cespiti. Ai fini della determinazione della vita utile delle diverse tipologie di cespiti e dei corrispondenti coefficienti di ammortamento, il patrimonio immobiliare del Gruppo è stato segmentato in quattro cluster: (i) Immobili storici (vita utile pari a 65 anni), (ii) Immobili cielo-terra (vita utile pari a 33 anni), (iii) Filiali bancarie (vita utile pari a 20 anni) e (iv) Altri immobili (vita utile pari a 20 anni). Da tali cluster, esula il Nuovo Centro Direzionale Intesa Sanpaolo a Torino, per il quale il periodo di vita utile è stato stimato tramite un'analisi specifica che ha considerato le caratteristiche innovative dell'opera, caratterizzata da importanza strategica e grande valore architettonico, costruita facendo ricorso a tecnologie complesse con pochi, se non nulli, termini di paragone non solo all'interno del patrimonio immobiliare del Gruppo, ma anche all'esterno. Le altre attività materiali sono ammortizzate sula base delle seguenti vite utile: i mobili da 5 a 10 anni, gli impianti da 4 a 10 anni, l'hardware e le apparecchiature IT in un periodo da 4 a 8 anni e, infine, gli altri beni da 3 a 13 anni.

Non vengono invece ammortizzati:

  • i terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto hanno vita utile indefinita;
  • il patrimonio artistico di pregio, gli altri beni storico artistici e decorativi in quanto la loro vita utile non può essere stimata ed il loro valore è normalmente destinato ad aumentare nel tempo;
  • gli immobili ad uso investimento, come richiesto dal principio contabile IAS 40, sono valutati al fair value con contropartita il conto economico e pertanto non devono essere ammortizzati.

Se esiste qualche indicazione che dimostri che un'attività materiale valutata al costo possa aver subito una perdita di valore, si procede al confronto tra il valore di carico del cespite ed il suo valore di recupero. Le eventuali rettifiche vengono rilevate a Conto economico.

Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, si dà luogo ad una ripresa di valore, che non può superare il valore che l'attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati, in assenza di precedenti perdite di valore.

Per quel che attiene alle attività materiali rilevate ai sensi dello IAS 2, le stesse sono valutate al minore tra il costo ed il valore netto di realizzo, fermo restando che si procede comunque al confronto tra il valore di carico del cespite ed il suo valore di recupero ove esista qualche indicazione che dimostri che il bene possa aver subito una perdita di valore. Le eventuali rettifiche vengono rilevate a conto economico.

Attività materiali rappresentate dal diritto d'uso di beni di cui a contratti di "leasing"

Ai sensi dell'IFRS 16 il "leasing" è un contratto, o parte di un contratto, che, in cambio di un corrispettivo, trasferisce il diritto di utilizzo di un'attività (l'attività sottostante) per un periodo di tempo.

Secondo l'IFRS 16, i leasing sono contabilizzati sulla base del modello del right of use, per cui, alla data iniziale, il locatario ha un'obbligazione finanziaria a effettuare pagamenti dovuti al locatore per compensare il suo diritto a utilizzare il bene sottostante durante la durata del leasing.

Quando l'attività è resa disponibile al locatario per il relativo utilizzo (data iniziale), il locatario riconosce sia la passività che l'attività consistente nel diritto di utilizzo.

In particolare il diritto d'uso acquisito con il leasing è rilevato come somma del valore attuale dei canoni futuri da pagare per la durata contrattuale, dei pagamenti per leasing corrisposti alla data o prima della decorrenza del leasing, degli eventuali incentivi ricevuti, dei costi diretti iniziali e degli eventuali costi stimati per lo smantellamento o il ripristino dell'attività sottostante il leasing.

La passività finanziaria iscritta corrisponde al valore attuale dei pagamenti dovuti per il leasing.

In merito al tasso di attualizzazione, sulla base dei requisiti IFRS 16, il Gruppo utilizza per ogni contratto di leasing il tasso di interesse implicito, laddove sia disponibile. Per quanto riguarda i contratti di leasing dal punto di vista del locatario, in alcuni casi, ad esempio con riferimento ai contratti di affitto, il tasso di interesse implicito non può essere sempre determinato prontamente senza ricorrere a stime e assunzioni (il locatario non ha abbastanza informazioni sul valore residuo non garantito del bene locato). In questi casi, il Gruppo ha sviluppato una metodologia per definire il tasso di interesse incrementale in alternativa al tasso di interesse implicito ed ha deciso di adottare il tasso interno di trasferimento (TIT) della raccolta. Si tratta di una curva tassi non garantita (unsecured) e amortizing, prevedendo il contratto di leasing dei canoni, tipicamente costanti, lungo la durata del contratto, e non un unico pagamento a scadenza. Tale tasso tiene conto del merito creditizio del locatario, della durata del leasing, nonché dell'ambiente economico nel quale la transazione ha luogo e pertanto è in linea con quanto richiesto dal principio.

La durata del leasing viene determinata tenendo conto di:

  • periodi coperti da un'opzione di proroga del leasing, in caso l'esercizio della medesima sia ragionevolmente certo;

  • periodi coperti da un'opzione di risoluzione del leasing, in caso l'esercizio della medesima sia ragionevolmente certo.

  • Nel corso della durata del contratto di leasing, il locatario deve:

  • valutare il diritto d'uso al costo, al netto degli ammortamenti cumulati e delle rettifiche cumulate di valore determinate e contabilizzate in base alle previsioni dello IAS 36 "Riduzioni di valore delle attività", rettificato per tenere conto delle eventuali rideterminazioni della passività del leasing;
  • incrementare la passività riveniente dall'operazione di leasing a seguito della maturazione di interessi passivi calcolati al tasso di interesse implicito del leasing, o, alternativamente, al tasso di finanziamento marginale e ridurla per i pagamenti delle quote capitale e interessi.

In caso di modifiche nei pagamenti dovuti per il leasing la passività deve essere rideterminata; l'impatto della rideterminazione della passività è rilevato in contropartita dell'attività consistente nel diritto di utilizzo.

Criteri di cancellazione

Un'attività materiale è eliminata dallo Stato patrimoniale al momento della dismissione o quando il bene è permanentemente ritirato dall'uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri.

7. Attività immateriali

Criteri di classificazione

Le attività immateriali comprendono l'avviamento e le altre attività immateriali disciplinate dallo IAS 38. Possono includere i diritti d'uso acquisiti con il leasing e relativi all'utilizzo di un'attività immateriale (per i locatari) e le attività concesse in leasing operativo (per i locatori).

Le attività immateriali sono iscritte come tali se sono identificabili e trovano origine in diritti legali o contrattuali. Tra le attività immateriali è anche iscritto l'avviamento che rappresenta la differenza positiva tra il costo di acquisto ed il fair value delle attività e passività di pertinenza di un'impresa acquisita.

Criteri di iscrizione e valutazione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori solo se è probabile che i futuri benefici economici attribuibili all'attività si realizzino e se il costo dell'attività stessa può essere determinato attendibilmente. In caso contrario il costo dell'attività immateriale è rilevato a conto economico nell'esercizio in cui è stato sostenuto.

Per le attività a vita utile definita, il costo è ammortizzato in quote costanti o in quote decrescenti determinate in funzione dell'afflusso dei benefici economici attesi dall'attività. Le attività a vita utile indefinita non sono invece soggette ad ammortamento sistematico, bensì ad un test periodico di verifica dell'adeguatezza del relativo valore di iscrizione in bilancio.

Se esiste qualche indicazione che dimostri che un'attività possa avere subìto una perdita di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell'attività. L'ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell'attività ed il valore recuperabile.

In particolare tra le attività immateriali sono incluse:

  • attività immateriali basate sulla tecnologia, quali il software applicativo, che sono ammortizzate in funzione della prevista obsolescenza tecnologica delle stesse e comunque tendenzialmente non oltre un periodo di sette anni; fanno eccezione le piattaforme di core banking system la cui vita utile viene stimata caso per caso e conseguentemente ammortizzate su periodi più lunghi (da 10 a 15 anni). Inoltre, i costi sostenuti per lo sviluppo di software costituiscono attività immateriali e sono iscritti all'attivo solo se tutte le seguenti condizioni sono rispettate: i) il costo attribuibile all'attività di sviluppo è attendibilmente determinabile, ii) vi è l'intenzione, la disponibilità di risorse finanziarie e la capacità tecnica a rendere l'attività disponibile all'uso o alla vendita, iii) è dimostrabile che l'attività è in grado di produrre benefici economici futuri. I costi di sviluppo del software capitalizzati comprendono le sole spese sostenute che possono essere attribuite direttamente al processo di sviluppo. I costi di sviluppo software capitalizzati sono ammortizzati sistematicamente lungo la vita stimata del relativo prodotto/servizio in modo da riflettere le modalità con cui ci si attende che i benefici economici futuri derivanti dall'attività siano consumati dall'entità dall'inizio della produzione lungo la vita stimata del prodotto;
  • attività immateriali legate alla clientela rappresentate in genere dalla valorizzazione, in occasione di operazioni di aggregazione, dei rapporti di asset management, delle attività non finanziarie correlate a prestazioni di servizi e del portafoglio assicurativo. Tali attività, a vita definita, sono originariamente valorizzate attraverso l'attualizzazione, con l'utilizzo di un tasso rappresentativo del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell'attività, dei flussi rappresentativi dei margini reddituali lungo un periodo esprimente la durata residua, contrattuale o stimata, dei rapporti in essere al momento dell'operazione di aggregazione. Esse sono ammortizzate, per i rapporti di asset management e per le attività non finanziarie correlate a prestazioni di servizi in quote costanti lungo il periodo di afflusso di maggiore significatività dei benefici economici attesi nel caso di rapporti non aventi una scadenza predeterminata e, per i rapporti legati a contratti assicurativi, in quote tendenzialmente decrescenti corrispondenti al periodo di durata dei contratti nel caso di rapporti con scadenza definita (vita residua delle polizze);
  • attività immateriali legate al marketing rappresentate dalla valorizzazione del marchio ("brand name") anch'esso iscritto in occasione di operazioni di aggregazione. Tale attività è considerata a vita indefinita in quanto si ritiene che possa contribuire per un periodo indeterminato alla formazione dei flussi reddituali.

Infine, tra le attività immateriali è incluso l'avviamento.

L'avviamento può essere iscritto, nell'ambito di operazioni di aggregazione, quando la differenza positiva fra il corrispettivo trasferito e l'eventuale rilevazione al fair value della quota di minoranza ed il fair value degli elementi patrimoniali acquisiti è rappresentativo delle capacità reddituali future della partecipazione (goodwill).

Qualora tale differenza risulti negativa (badwill) o nell'ipotesi in cui il goodwill non trovi giustificazione nelle capacità reddituali future della partecipata, la differenza stessa viene iscritta direttamente a conto economico.

Con periodicità annuale (od ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore) viene effettuato un test di verifica dell'adeguatezza del valore dell'avviamento. A tal fine viene identificata l'Unità generatrice di flussi finanziari (o Cash Generating Unit, CGU) cui attribuire l'avviamento. Nell'ambito del Gruppo Intesa Sanpaolo le Unità generatrici di flussi finanziari corrispondono alle divisioni operative rappresentate nel segment reporting. L'ammontare dell'eventuale riduzione di valore è determinato sulla base della differenza tra il valore di iscrizione dell'avviamento ed il suo valore di recupero, se inferiore. Detto valore di recupero è pari al maggiore tra il fair value dell'Unità generatrice di flussi finanziari, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d'uso. Le conseguenti rettifiche di valore vengono rilevate a conto economico. Per quanto riguarda l'attività immateriale rappresentata dal brand name, qualora la CGU di riferimento non presenti avviamenti allocati, si procede ad una valutazione autonoma e specifica dell'intangibile sulla base del fair value attestato dalla perizia di un esperto indipendente; qualora il fair value del brand name non risulti superiore al suo valore contabile, si procede alla stima del valore recuperabile della CGU, calcolato sulla base dei flussi di cassa prospettici.

Si precisa, inoltre, che qualora una CGU a cui sono allocati sia avviamento che brand name presenti un valore d'uso inferiore al relativo valore di carico contabile per un importo che eccede il valore complessivo degli intangibili a vita indefinita allocati, fermo restando la svalutazione integrale dell'avviamento, si procede ad una autonoma valutazione del brand name sulla base del fair value risultante da apposita perizia.

Criteri di cancellazione

Un'attività immateriale è eliminata dallo Stato patrimoniale al momento della dismissione o qualora non siano più attesi benefici economici futuri.

8. Altre attività

Le altre attività accolgono essenzialmente partite in attesa di sistemazione e poste non riconducibili ad altre voci dello Stato patrimoniale, tra cui si ricordano i crediti derivanti da forniture di beni e servizi non finanziari, le partite fiscali diverse da quelle rilevate a voce propria (ad esempio, connesse con l'attività di sostituto di imposta), l'oro, l'argento e i metalli preziosi, i crediti d'imposta connessi con i Decreti Legge "Cura Italia" e "Rilancio" e i ratei attivi diversi da quelli che vanno capitalizzati sulle relative attività finanziarie, ivi inclusi quelli derivanti da contratti con i clienti ai sensi dell'IFRS 15, paragrafi 116 e successivi. Come previsto dai paragrafi 91 e successivi dell'IFRS 15, i costi sostenuti per l'acquisizione e l'adempimento dei contratti con la clientela aventi durata pluriennale sono capitalizzati e ammortizzati nella misura in cui siano incrementali e si preveda di recuperarli.

9. Attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione

Vengono classificate nella voce dell'attivo "Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione" e in quella del passivo "Passività associate ad attività in via di dismissione" attività non correnti o gruppi di attività/passività per i quali è stato avviato un processo di dismissione e la loro vendita è ritenuta altamente probabile. Tali attività/passività sono valutate al minore tra il valore di carico ed il loro fair value al netto dei costi di cessione, ad eccezione di alcune tipologie di attività (es. attività finanziarie rientranti nell'ambito di applicazione dell'IFRS 9) per cui l'IFRS 5 prevede specificatamente che debbano essere applicati i criteri valutativi del principio contabile di pertinenza.

È possibile che tra le attività non correnti e gruppi di attività in dismissione siano inclusi portafogli di attività per cui non esistono quotazioni in un mercato attivo. In tale evenienza, si procede ad una loro valutazione al fair value facendo riferimento, in presenza di un accordo raggiunto con la controparte acquirente, ai prezzi di cessione risultanti da tale accordo; in assenza di un accordo, applicando specifiche tecniche valutative in funzione dall'attività e ricorrendo eventualmente a fairness opinion esterne.

I proventi ed oneri (al netto dell'effetto fiscale), riconducibili a gruppi di attività in via di dismissione o rilevati come tali nel corso dell'esercizio, sono esposti nel conto economico in voce separata.

10. Fiscalità corrente e differita

Le imposte sul reddito, calcolate nel rispetto delle legislazioni fiscali nazionali, sono contabilizzate come costo in base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e ricavi che le hanno generate. Esse rappresentano pertanto il saldo della fiscalità corrente e differita relativa al reddito dell'esercizio. Le Attività e Passività fiscali correnti accolgono il saldo netto delle posizioni delle società del Gruppo nei confronti delle Amministrazioni finanziarie italiana ed estere riconducibili all'ambito della fiscalità diretta. In particolare, tali poste accolgono il saldo netto tra le passività fiscali di anni pregressi e correnti dell'esercizio, calcolate in base ad una prudenziale previsione dell'onere tributario dovuto per l'esercizio, determinato in base alle norme tributarie in vigore, e le attività fiscali correnti rappresentate dagli acconti, dalle ritenute d'acconto subite o da altri crediti d'imposta. Il rischio insito nei suddetti procedimenti – allo stesso modo dei rischi insiti in procedimenti che non hanno richiesto versamenti a titolo provvisorio – viene valutato secondo le logiche dello IAS 37, in relazione alle probabilità di impiego di risorse economiche per il loro adempimento.

Tenuto conto dell'adozione del consolidato fiscale nazionale da parte del Gruppo, le posizioni fiscali riferibili alle società del Gruppo sono gestite in modo distinto sotto il profilo amministrativo.

La fiscalità differita viene determinata in base al criterio del cosiddetto balance sheet liability method, tenuto conto dell'effetto fiscale connesso alle differenze temporanee tra il valore contabile delle attività e passività ed il loro valore fiscale che determineranno importi imponibili o deducibili nei futuri periodi. A tali fini, si intendono "differenze temporanee tassabili" quelle che nei periodi futuri determineranno importi imponibili e "differenze temporanee deducibili" quelle che negli esercizi futuri determineranno importi deducibili.

La fiscalità differita viene calcolata applicando le aliquote di imposizione stabilite dalle disposizioni di legge in vigore alle differenze temporanee tassabili per cui esiste la probabilità di un effettivo sostenimento di imposte ed alle differenze temporanee deducibili per cui esiste una ragionevole certezza che vi siano ammontari imponibili futuri al momento in cui si

manifesterà la relativa deducibilità fiscale (c.d. probability test). Le imposte anticipate e differite relative alla medesima imposta e scadenti nel medesimo periodo vengono compensate.

Qualora le Attività e Passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto economico, la contropartita è rappresentata dalle imposte sul reddito.

Nei casi in cui le imposte anticipate e differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico (quali le rettifiche di prima applicazione degli IAS/IFRS, le valutazioni degli strumenti finanziari rilevati al fair value con impatto sulla redditività complessiva o dei contratti derivati di copertura di flussi finanziari), le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando le specifiche riserve quando previsto (es. riserve da valutazione).

La fiscalità latente sulle poste patrimoniali in sospensione d'imposta "tassabili in ogni caso di utilizzo" è iscritta in bilancio in riduzione del patrimonio netto. La fiscalità differita relativa alle rivalutazioni per conversione all'euro direttamente imputate a specifica Riserva ex art. 21 D. Lgs. 213/98 in sospensione d'imposta, viene iscritta in bilancio in riduzione della Riserva stessa. La fiscalità latente riferita alle poste patrimoniali in sospensione d'imposta "tassabili soltanto in ipotesi di distribuzione" non viene iscritta in bilancio, in quanto la consistenza delle riserve disponibili già assoggettate a tassazione consente di ritenere che non saranno effettuate operazioni che ne comportino la tassazione.

La fiscalità differita riferita alle società incluse nel consolidato fiscale viene rilevata in bilancio dalle stesse, in applicazione del criterio di competenza economica ed in considerazione della valenza del consolidato fiscale limitata agli adempimenti di liquidazione delle posizioni fiscali correnti.

La fiscalità latente sulle componenti di patrimonio netto delle società consolidate non viene iscritta in bilancio qualora non si ritenga probabile il verificarsi dei presupposti per la relativa tassazione, e ciò anche in relazione alla natura durevole dell'investimento.

11. Fondi per rischi ed oneri

Fondi per rischi ed oneri a fronte di impegni e garanzie rilasciate

La sottovoce dei fondi per rischi ed oneri in esame accoglie i fondi per rischio di credito rilevati a fronte degli impegni ad erogare fondi ed alle garanzie rilasciate che rientrano nel perimetro di applicazione delle regole sull'impairment ai sensi dell'IFRS 9. Per tali fattispecie sono adottate, in linea di principio, le medesime modalità di allocazione tra i tre stage (stadi di rischio creditizio) e di calcolo della perdita attesa esposte con riferimento alle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato o al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

L'aggregato accoglie, peraltro, anche i fondi per rischi ed oneri costituiti a fronte di altre tipologie di impegni e di garanzie rilasciate che, in virtù delle proprie peculiarità, non rientrano nel richiamato perimetro di applicazione dell'impairment ai sensi dell'IFRS 9.

Fondi di quiescenza e per obblighi simili

I Fondi di quiescenza sono costituiti in attuazione di accordi aziendali e si qualificano come piani a benefici definiti. La passività relativa a tali piani ed il relativo costo previdenziale delle prestazioni di lavoro corrente sono determinati sulla base di ipotesi attuariali applicando il metodo della "Proiezione Unitaria del Credito", che prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e l'attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. I contributi versati in ciascun esercizio sono considerati come unità separate, rilevate e valutate singolarmente ai fini della determinazione dell'obbligazione finale. Il tasso utilizzato per l'attualizzazione è determinato in base ai rendimenti di mercato rilevati alle date di valutazione di obbligazioni di aziende primarie tenendo conto della durata media residua della passività. Il valore attuale dell'obbligazione alla data di riferimento del bilancio è inoltre rettificato del fair value delle eventuali attività a servizio del piano.

Gli utili e le perdite attuariali (ovvero le variazioni nel valore attuale dell'obbligazione derivanti dalle modifiche alle ipotesi attuariali e dalle rettifiche basate sull'esperienza passata) sono riconosciuti nel prospetto della redditività complessiva.

Altri fondi

Gli altri fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni legali o connessi a rapporti di lavoro oppure a contenziosi, anche fiscali, originati da un evento passato per i quali sia probabile l'esborso di risorse economiche per l'adempimento delle obbligazioni stesse, sempre che possa essere effettuata una stima attendibile del relativo ammontare.

Conseguentemente, la rilevazione di un accantonamento avviene se e solo se:

  • vi è un'obbligazione in corso (legale o implicita) quale risultato di un evento passato;
  • è probabile che per adempiere all'obbligazione si renderà necessario l'impiego di risorse atte a produrre benefici economici; e
  • può essere effettuata una stima attendibile dell'importo derivante dall'adempimento dell'obbligazione.

L'importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all'obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio e riflette rischi ed incertezze che inevitabilmente caratterizzano una pluralità di fatti e circostanze. Laddove l'elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato. L'accantonamento e gli incrementi dovuti al fattore temporale sono rilevati a Conto economico.

L'accantonamento viene stornato quando diviene improbabile l'impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere l'obbligazione oppure quando si estingue l'obbligazione.

Nella voce sono inclusi anche i benefici a lungo termine ai dipendenti, i cui oneri vengono determinati con i medesimi criteri attuariali descritti per i fondi di quiescenza. Gli utili e le perdite attuariali vengono rilevati tutti immediatamente nel conto economico.

12. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Criteri di classificazione

I Debiti verso banche, i Debiti verso clientela e i Titoli in circolazione ricomprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela, le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto a termine e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito, titoli obbligazionari ed altri strumenti di raccolta in circolazione, al netto degli eventuali ammontari riacquistati.

Sono inoltre inclusi i debiti iscritti dall'impresa in qualità di locatario nell'ambito di operazioni di leasing.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con il momento della ricezione delle somme raccolte o della emissione dei titoli di debito.

La prima iscrizione è effettuata sulla base del fair value delle passività, normalmente pari all'ammontare incassato o al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione. Sono esclusi i costi interni di carattere amministrativo.

I debiti per leasing vengono iscritti al valore attuale dei pagamenti di leasing futuri, attualizzati utilizzando il tasso di interesse implicito dell'operazione oppure, se non determinabile, attraverso il tasso marginale di finanziamento.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie vengono valutate al costo ammortizzato col metodo del tasso di interesse effettivo.

Fanno eccezione le passività a breve termine, per le quali il fattore temporale risulta trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato.

I debiti per leasing vengono rideterminati quando vi è una lease modification (e.g. una modifica del contratto che non è contabilizzata/considerata come contratto separato); l'effetto della rideterminazione andrà registrato in contropartita all'attività per diritto d'uso.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli obbligazionari precedentemente emessi. La differenza tra valore contabile della passività e l'ammontare corrisposto per acquistarla viene registrata a Conto economico.

Il ricollocamento sul mercato di titoli propri successivamente al loro riacquisto è considerato come una nuova emissione con iscrizione al nuovo prezzo di collocamento.

13. Passività finanziarie di negoziazione

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari in oggetto sono iscritti alla data di sottoscrizione o alla data di emissione ad un valore pari al fair value dello strumento, senza considerare eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili agli strumenti stessi.

In tale categoria di passività sono, in particolare, inclusi i contratti derivati di trading con fair value negativo, nonché i derivati impliciti con fair value negativo oggetto di scorporo dalle passività valutate al costo ammortizzato.

Inoltre sono incluse le passività che si originano da scoperti tecnici generati dall'attività di negoziazione di titoli e i certificates rientranti nel business model di trading.

Criteri di valutazione

Tutte le passività di negoziazione sono valutate al fair value con imputazione del risultato della valutazione nel Conto economico.

Criteri di cancellazione

Le Passività finanziarie detenute per negoziazione vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui relativi flussi finanziari o quando la passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà della stessa.

14. Passività finanziarie designate al fair value

Criteri di classificazione

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie designate al fair value con contropartita in Conto economico, sulla base della facoltà riconosciuta alle imprese (c.d. "fair value option") dall'IFRS 9 e nel rispetto delle casistiche previste dalla normativa di riferimento.

In tale categoria di passività sono, in particolare, inclusi i certificates rientranti nel business model di banking book.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione di tali passività avviene alla data di emissione in misura pari al loro fair value, incluso il valore dell'eventuale derivato embedded e al netto delle commissioni di collocamento pagate.

Criteri di valutazione

Tali passività sono valutate al fair value con imputazione del risultato secondo le seguenti regole previste dall'IFRS 9:

  • le variazioni di fair value che sono attribuibili alla variazione del proprio merito creditizio devono essere rilevate nel Prospetto della redditività complessiva (Patrimonio Netto);
  • le restanti variazioni di fair value devono essere rilevate nel Conto economico.

Gli importi rilevati nel Prospetto della redditività complessiva non rigirano successivamente a conto economico. Tale modalità di contabilizzazione non deve essere applicata qualora la rilevazione degli effetti del proprio merito di credito a Patrimonio netto determini o accentui un accounting mismatch a conto economico. In questo caso gli utili o le perdite legate alla passività, incluse quelle che si determinano come effetto della variazione del proprio merito creditizio, devono essere rilevate a conto economico.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie designate al fair value vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui relativi flussi finanziari o quando la passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà della stessa.

15. Operazioni in valuta

Definizione

La valuta estera è una valuta differente dalla valuta funzionale dell'impresa, che a sua volta è la valuta dell'ambiente economico prevalente in cui l'impresa stessa opera.

Criteri di rilevazione iniziale

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all'importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell'operazione.

Criteri di rilevazione successiva

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, le poste di bilancio in valuta estera vengono valorizzate come segue:

  • le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura;
  • le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data dell'operazione;
  • le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite utilizzando i tassi di cambio in essere alla data di chiusura.

Le differenze di cambio che derivano dal regolamento di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione del bilancio precedente, sono rilevate nel conto economico del periodo in cui sorgono.

Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, la differenza cambio relativa a tale elemento è rilevata anch'essa a patrimonio. Per contro, quando un utile o una perdita sono rilevati a conto economico, è rilevata in conto economico anche la relativa differenza cambio.

Relativamente alla tematica della "Conversione dei bilanci in moneta diversa dall'euro" ai fini del consolidamento ed al trattamento delle relative differenze cambio si rimanda, invece, alla specifico paragrafo della Parte A: Sezione 3 - Area e metodi di consolidamento della presente nota integrativa.

16. Altre informazioni

Azioni proprie

Le eventuali azioni proprie detenute sono portate in riduzione del patrimonio netto. Analogamente, il costo originario delle stesse e gli utili o le perdite derivanti dalla loro successiva vendita sono rilevati come movimenti del patrimonio netto.

Ratei e risconti

I ratei ed i risconti che accolgono oneri e proventi di competenza del periodo maturati su attività e passività sono iscritti in bilancio a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono.

Spese per migliorie su beni di terzi

I costi di ristrutturazione di immobili non di proprietà vengono capitalizzati in considerazione del fatto che per la durata del contratto di affitto la società utilizzatrice ha il controllo dei beni e può trarre da essi benefici economici futuri. I suddetti costi, classificati tra le Altre attività come previsto dalle Istruzioni della Banca d'Italia, vengono ammortizzati per un periodo non superiore alla durata del contratto di affitto.

Trattamento di fine rapporto del personale

Il trattamento di fine rapporto si configura come un "beneficio successivo al rapporto di lavoro" classificato come:

  • "piano a contribuzione definita" per le quote di trattamento di fine rapporto del personale maturande a partire dal 1° gennaio 2007 (data di entrata in vigore della riforma della previdenza complementare di cui al Decreto Legislativo 5 dicembre 2005 n. 252) sia nel caso di opzione da parte del dipendente per la previdenza complementare, sia nel caso di destinazione al fondo di Tesoreria presso l'INPS. Per tali quote l'importo contabilizzato tra i costi del personale è determinato sulla base dei contributi dovuti senza l'applicazione di metodologie di calcolo attuariali;

  • "piano a benefici definiti" per la quota del trattamento di fine rapporto del personale maturata sino al 31 dicembre 2006. Tali quote sono iscritte sulla base del loro valore attuariale determinato utilizzando il metodo della "Proiezione Unitaria del Credito", senza applicazione del pro-rata del servizio prestato in quanto il costo previdenziale ("current service cost") del TFR è quasi interamente maturato e la rivalutazione dello stesso, per gli anni a venire, non si ritiene dia luogo a significativi benefici per i dipendenti.

Ai fini dell'attualizzazione, il tasso utilizzato è determinato con riferimento al rendimento di mercato di obbligazioni di aziende primarie tenendo conto della durata media residua della passività, ponderata in base alla percentuale dell'importo pagato e anticipato, per ciascuna scadenza, rispetto al totale da pagare e anticipare fino all'estinzione finale dell'intera obbligazione. I costi per il servizio del piano sono contabilizzati tra i costi del personale, mentre gli utili e le perdite attuariali sono rilevati nel prospetto della redditività complessiva.

Pagamenti basati su azioni

I piani di remunerazione del personale basati su azioni vengono rilevati nel conto economico, con un corrispondente incremento del patrimonio netto, sulla base del fair value degli strumenti finanziari attribuiti alla data di assegnazione, suddividendo l'onere lungo il periodo previsto dal piano.

In presenza di opzioni, il fair value delle stesse è calcolato utilizzando un modello che considera, oltre ad informazioni quali il prezzo di esercizio e la vita dell'opzione, il prezzo corrente delle azioni e la loro volatilità attesa, i dividendi attesi e il tasso di interesse risk-free, anche le caratteristiche specifiche del piano in essere. Nel modello di valorizzazione sono valutate in modo distinto l'opzione e la probabilità di realizzazione delle condizioni in base alle quali le opzioni sono state assegnate. La combinazione dei due valori fornisce il fair value dello strumento assegnato.

L'eventuale riduzione del numero di strumenti finanziari assegnati è contabilizzata come cancellazione di una parte degli stessi.

Benefici ai dipendenti

Si definiscono benefici ai dipendenti tutti i tipi di remunerazione erogati dall'azienda in cambio dell'attività lavorativa svolta dai dipendenti. I benefici ai dipendenti si suddividono tra:

  • benefici a breve termine (diversi dai benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro e dai benefici retributivi sotto forma di partecipazione al capitale) che si prevede di liquidare interamente entro dodici mesi dal termine dell'esercizio nel quale i dipendenti hanno prestato l'attività lavorativa e rilevati interamente a conto economico al momento della maturazione (rientrano in tale categoria, ad esempio, i salari, gli stipendi e le prestazioni "straordinarie");
  • benefici successivi al rapporto di lavoro dovuti dopo la conclusione del rapporto di lavoro che obbligano l'impresa ad un'erogazione futura nei confronti dei dipendenti. Tra questi, rientrano il trattamento di fine rapporto e i fondi pensione che, a loro volta si suddividono in piani a contribuzione definita e piani a benefici definiti o fondi di quiescenza aziendale;
  • benefici per la cessazione del rapporto di lavoro, ossia quei compensi che l'azienda riconosce ai dipendenti come contropartita alla cessazione del rapporto di lavoro, in seguito alla decisione della stessa di concludere il rapporto di lavoro prima della normale data di pensionamento;
  • benefici a lungo termine, diversi dai precedenti, che non si prevede siano estinti interamente entro i dodici mesi successivi al temine dell'esercizio in cui i dipendenti hanno svolto le proprie prestazioni lavorative.

Compensazione di strumenti finanziari

Ai sensi dello IAS 32, paragrafo 42, le attività finanziarie e le passività finanziarie sono oggetto di compensazione ed evidenziate in bilancio per il saldo netto, qualora l'entità:

  • abbia un diritto legale ad operare tale compensazione, correntemente esercitabile in tutte le circostanze, siano esse afferenti al normale svolgimento del business siano esse relative a situazioni di inadempimento, insolvenza, fallimento delle parti;
  • intenda regolare le transazioni per il saldo netto o in base ad un regolamento su base lorda i cui effetti sostanziali siano equivalenti ad un regolamento netto.

Per gli strumenti derivati rientranti in accordi di compensazione che rispettano i requisiti in precedenza illustrati la Circolare n. 262 prevede di effettuare la compensazione anche tra i derivati di negoziazione e i derivati di copertura, prevedendo una rappresentazione su base netta di tali sbilanci: convenzionalmente, il saldo netto viene allocato nel portafoglio di negoziazione piuttosto che nei derivati di copertura, in funzione della prevalenza del valore assoluto tra lo sbilancio dei derivati di negoziazione e quello dei derivati di copertura.

In ottemperanza a quanto richiesto dal principio contabile IFRS 7, informazioni di maggior dettaglio sono fornite nelle tavole contenute nella Parte B – Altre informazioni della presente nota integrativa, nelle quali sono esposti in particolare:

  • i valori di bilancio di attività e passività che presentano i requisiti previsti dallo IAS 32, paragrafo 42, prima e dopo la compensazione contabile;
  • le esposizioni soggette ad accordi quadro di compensazione che non hanno dato luogo a compensazione ma che potenzialmente la possono attivare in seguito a specifiche circostanze;
  • le garanzie reali ad esse connesse.

Crediti d'imposta connessi con i Decreti Legge "Cura Italia" e "Rilancio" acquistati a seguito di cessione da parte dei beneficiari diretti o di precedenti acquirenti (es. ecobonus)

I Decreti Legge n. 18/2020 (c.d. "Cura Italia") e n. 34/2020 (c.d. "Rilancio") hanno introdotto nell'ordinamento italiano misure fiscali di incentivazione connesse sia con spese per investimenti (es. eco e sismabonus) sia con spese correnti (es. canoni di locazione di locali ad uso non abitativo). Ulteriormente il Governo è nuovamente intervenuto sul tema attraverso il Decreto Legge n. 50/2022 (c.d. "Decreto Aiuti") principalmente rimodulando la platea dei potenziali ricessionari.

Tali incentivi fiscali si applicano a famiglie o imprese, sono commisurati a una percentuale della spesa sostenuta (che in alcuni casi raggiunge anche il 110%) e sono erogati sotto forma di crediti d'imposta o di detrazioni d'imposta (trasformabili su opzione in crediti d'imposta). Le caratteristiche principali di tali crediti d'imposta sono: i) la possibilità di utilizzo in compensazione; ii) la cedibilità a terzi acquirenti; e iii) la non rimborsabilità da parte dell'Erario.

La contabilizzazione dei crediti d'imposta acquistati da un soggetto terzo (cessionario del credito d'imposta) non è riconducibile ad uno specifico principio contabile internazionale. Lo IAS 8 prevede che, nei casi in cui vi sia una fattispecie non esplicitamente trattata da un principio contabile IAS/IFRS, la direzione aziendale definisca un'accounting policy idonea a garantire un'informativa rilevante e attendibile di tali operazioni.

A tal fine il Gruppo Intesa Sanpaolo, tenendo in considerazione le indicazioni espresse dalle Autorità, nel documento "Trattamento contabile dei crediti d'imposta connessi con i Decreti Legge "Cura Italia" e "Rilancio" acquistati a seguito di cessione da parte dei beneficiari diretti o di precedenti acquirenti" pubblicato in data 5 gennaio 2021 dal Tavolo di coordinamento fra Banca d'Italia, Consob ed IVASS in materia di applicazione degli IAS/IFRS si è dotato di una accounting policy che fa riferimento alla disciplina contabile prevista dall'IFRS 9, applicandone in via analogica le disposizioni compatibili con le caratteristiche dell'operazione.

Il Gruppo riconduce:

  • ad un business model Hold to Collect i crediti che sono acquistati nei limiti della propria tax capacity, stante l'obiettivo di detenerli per le compensazioni future. Tali crediti sono rilevati al costo ammortizzato e la redditività viene rilevata pro-rata temporis nel conto economico a margine di interesse;
  • ad un business model Hold to Collect and Sell i crediti acquistati in esubero rispetto alla tax capacity e pertanto destinati ad una successiva ricessione. Tali crediti sono valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Stante la natura peculiare di questi strumenti, le oscillazioni di fair value risultano collegate alle variazioni dei tassi di interesse nella misura in cui esse si riflettano nella definizione dei prezzi di acquisto. La redditività viene rilevata pro-rata temporis nel conto economico a margine di interesse.

Non si ritiene applicabile alla specifica casistica il framework contabile previsto dall'IFRS 9 per il calcolo delle perdite attese. Su questi crediti d'imposta non deve essere calcolata ECL, in quanto non è atteso alcun rimborso da parte dell'Erario essendo l'estinzione dello strumento legata alla compensazione dei debiti fiscali del portatore. Peraltro, nei casi in cui ne è prevista la ricessione, la vendita si perfeziona previo incasso del prezzo dello strumento, ovvero senza la rilevazione di un credito verso il cessionario.

Infine, considerate le modalità operative poste in essere dal Gruppo, si ritiene che possano essere considerati ragionevolmente non sussistenti i rischi di mancato utilizzo dei crediti fiscali, ovvero i rischi che la Banca non abbia la capacità di conseguire i benefici associati all'attività. Infatti:

  • con riferimento al business model Hold to Collect, le consistenze acquistate sono coerenti con la complessiva tax capacity costantemente monitorata, in modo tale che la Banca possa procedere alla compensazione con propri debiti;
  • con riferimento al business model Hold to Collect and Sell, a fronte dei crediti acquistati sono progressivamente stipulati, per volumi capienti, accordi di ricessione vincolanti per il cliente e con controparti differenziate per le quali viene preventivamente verificata la relativa capienza fiscale.

Come specificato dal documento congiunto delle Autorità sopra richiamato, tenuto conto che i crediti d'imposta acquistati non rappresentano, ai sensi dei principi contabili internazionali, attività fiscali, contributi pubblici, attività immateriali o attività finanziarie, la classificazione più appropriata, ai fini della presentazione in bilancio, è quella residuale fra le Altre Attività dello Stato patrimoniale.

Operazioni di finanziamento TLTRO III

Le operazioni TLTRO III (Targeted Longer Term Refinancing Operation) mirano a preservare condizioni favorevoli del credito bancario e a sostenere l'orientamento definito di politica monetaria. Alcuni dei parametri che caratterizzano queste operazioni, stabiliti dalla BCE il 6 giugno 2019, sono stati successivamente rivisti a più riprese, inizialmente in senso migliorativo per le banche alla luce delle ricadute economiche derivanti dall'emergenza COVID-19 e recentemente - in data 27 ottobre 2022 per "normalizzare" il costo della raccolta al fine di alleggerire la pressione dell'inflazione e ristabilire condizioni di stabilità dei prezzi nel medio termine. Il finanziamento ottenibile da ciascun istituto bancario dipende dall'ammontare dei prestiti concessi a determinate date di rilevazione a società non finanziarie e famiglie (c.d. prestiti idonei). Le singole tranche erano sottoscrivibili con cadenza trimestrale, a partire da settembre 2019 e fino a dicembre 2021, e ciascuna operazione ha durata pari a tre anni.

Il tasso di interesse per ciascuna operazione è fissato ad un livello pari a quello medio delle operazioni di rifinanziamento principali dell'Eurosistema (MRO), fatta eccezione per il periodo compreso tra il 24 giugno 2020 e il 23 giugno 2022 ("special interest rate period"), in cui si applica un tasso inferiore di 50 punti base. Le banche che concedono prestiti idonei netti superiori a predefiniti valori di riferimento ("benchmark net lending") possono beneficiare di una riduzione del tasso di interesse. In dettaglio, il tasso migliorativo applicato è pari al tasso medio sui depositi presso la banca centrale (Deposit Facility Rate o DFR), per l'intera durata della rispettiva operazione, con l'eccezione degli "special interest rate period" a cui si aggiunge l'ulteriore riduzione di 50 punti base. Gli interessi sono regolati posticipatamente alla scadenza di ciascuna operazione di TLTRO III o al momento del rimborso anticipato.

Come anticipato, in data 27 ottobre 2022 il Consiglio direttivo della BCE - oltre ad un ulteriore innalzamento dei tassi, nell'ambito di un trend di rialzo dei tassi avviato da luglio 2022 - ha deciso di ricalibrare le condizioni applicabili ai finanziamenti TLTRO III. Nello specifico, la manovra ha mantenuto invariata la modalità di calcolo del tasso di interesse in essere fino al 22 novembre che prevedeva che nei periodi "ordinari" (ovvero periodi diversi dagli "special interest rate period" definiti in precedenza) il tasso di interesse applicabile fosse pari alla media dei tassi calcolati lungo tutta la durata dello strumento, comportando una "correzione" al tasso che si sarebbe determinato applicando tempo per tempo il tasso in vigore nei soli periodi ordinari; a partire dal 23 novembre 2022 (fino alla data di scadenza o rimborso anticipato di ogni rispettiva TLTRO III in essere) il tasso di interesse è indicizzato alla media dei tassi di interesse di riferimento della BCE applicabili per ogni operazione in tale periodo (pari al tasso DFR per le banche che hanno raggiunto i benchmark definiti).

In assenza di specifiche previsioni nei principi contabili di riferimento per il trattamento della fattispecie e di chiare indicazioni da parte dell'IFRIC interpellata sul trattamento contabile del TLTRO III, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha definito la propria policy contabile, applicata coerentemente e con continuità nel tempo, anche a seguito delle modifiche che si sono succedute nei termini contrattuali: il Gruppo applica alle operazioni TLTRO III il trattamento contabile definito dall'IFRS 9 per gli strumenti finanziari a tasso variabile - considerando le condizioni di rifinanziamento definite dalla BCE come tassi variabili di mercato nell'ambito delle misure di politica monetaria dell'Eurosistema - con rilevazione degli interessi, tempo per tempo applicabili, da stimare in funzione della probabilità di riuscire a raggiungere gli obiettivi previsti in termini di net lending.

Presupposto per la rilevazione degli interessi migliorativi – in continuità con l'impostazione già adottata per il TLTRO II – è, infatti, una stima attendibile del verificarsi del raggiungimento dei target previsti (benchmark net lending), che il Gruppo effettua tramite i report previsionali sull'andamento degli impieghi monitorati a date predefinite e approvati da adeguato livello del management. Si evidenzia che tali benchmark - riferiti in particolare alle consistenze in essere al 31 marzo 2021 e al 31 dicembre 2021 - sono stati effettivamente raggiunti.

In caso di eventuali modifiche alle previsioni sul raggiungimento di tali target trovano applicazione le disposizioni dell'IFRS 9 sulle revisioni delle stime dei flussi di cassa.

Secondo la policy contabile del Gruppo, gli interventi di ricalibrazione delle condizioni dello strumento da parte della BCE sono considerati come la modifica di un tasso variabile ai sensi del par. B5.4.5 dell'IFRS 9 con un adeguamento prospettico del tasso, in considerazione del fatto che la BCE ha la possibilità di modificare i tassi a propria discrezione nell'ambito della definizione dei tassi di politica monetaria (come ha peraltro fatto ad aprile e dicembre 2020 con l'introduzione degli "special interest rate period" e, più recentemente, ad ottobre 2022 nei termini evidenziati in precedenza). Gli interessi vengono quindi rilevati tempo per tempo sulla base del tasso di interesse dello strumento per ogni periodo (pari a -0,5% fino al 24 giugno 2020; pari a -1% fino al 23 giugno 2022 e, successivamente, sulla base delle condizioni in essere, illustrate di seguito) come previsto dal paragrafo B5.4.5 dell'IFRS 9.

A seguito degli incrementi nei tassi di interesse approvati dal Consiglio Direttivo di BCE a partire dal mese di luglio 2022 si è reso necessario rideterminare il tasso di interesse effettivo applicabile ad ogni operazione a partire dalla data di revisione dei tassi, con l'obiettivo di ripartire il beneficio conseguente al peculiare meccanismo della media dei tassi nel periodo di riferimento del beneficio stesso. Da ultimo, le ricalibrazioni alle condizioni applicabili ai finanziamenti TLTRO III definite il 27 ottobre 2022 hanno comportato la rilevazione del beneficio residuo fino alla data di modifica delle condizioni contrattuali (ovvero, fino al 22 novembre 2022). Tale approccio è in linea con quanto adottato in passato per la rilevazione degli interessi nei periodi speciali (ovvero, rilevazione del beneficio aggiuntivo di -50 bps nel periodo giugno 2020 - giugno 2022) in quanto considerato come il tasso variabile "di politica monetaria" applicabile al periodo di riferimento. A partire dal 23 novembre 2022 sui finanziamenti TLTRO III in essere gli interessi sono rilevati sulla base del tasso DFR tempo per tempo in vigore.

Come già evidenziato nel Bilancio 2021, si ricorda che in data 6 gennaio 2021 l'ESMA aveva emesso un Public Statement con lo scopo di promuovere la trasparenza nei resoconti finanziari IFRS delle banche in merito alla rappresentazione contabile delle operazioni TLTRO III: alla luce dei significativi impatti numerici delle operazioni in oggetto e del livello di giudizio richiesto per la definizione della policy contabile, ESMA evidenziava l'importanza di fornire in bilancio un adeguato livello di trasparenza sul trattamento contabile delle operazioni.

Il Gruppo ISP, pertanto, in coerenza con le richieste dell'ESMA, fornisce disclosure oltre che sulle policy contabili adottate per la contabilizzazione delle operazioni TLTRO III anche sui conseguenti impatti quantitativi nella rilevazione degli interessi.

Riconoscimento dei ricavi e dei costi

I ricavi sono flussi lordi di benefici economici derivanti dallo svolgimento dell'attività ordinaria dell'impresa e sono rilevati nel momento in cui viene trasferito il controllo dei beni o servizi al cliente, ad un ammontare che rappresenta l'importo del corrispettivo a cui si ritiene di avere diritto. In particolare, la rilevazione dei ricavi avviene tramite l'applicazione di un modello che deve soddisfare i seguenti criteri:

  • identificazione del contratto, definito come un accordo in cui le parti si sono impegnate ad adempiere alle rispettive obbligazioni;
  • individuazione delle singole obbligazioni di fare ("performance obligations") contenute nel contratto;
  • determinazione del prezzo della transazione, ossia il corrispettivo atteso per il trasferimento al cliente dei beni o dei servizi;
  • ripartizione del prezzo della transazione a ciascuna "performance obligation", sulla base dei prezzi di vendita della singola obbligazione;
  • riconoscimento dei ricavi nel momento in cui (o man mano che) l'obbligazione di fare risulta adempiuta trasferendo al cliente il bene o servizio promesso.

Il prezzo dell'operazione rappresenta l'importo del corrispettivo a cui l'entità ritiene di aver diritto in cambio del trasferimento al cliente dei beni e servizi promessi. Esso può includere importi fissi, variabili o entrambe le casistiche. I ricavi configurati da corrispettivi variabili vengono rilevati a Conto economico se attendibilmente stimabili e unicamente se è altamente probabile che tale corrispettivo non debba essere, in periodi successivi, in tutto o in una sua parte significativa, stornato dal Conto economico. In caso di forte prevalenza di fattori di incertezza legati alla natura del corrispettivo, il medesimo sarà rilevato solo al momento in cui tale incertezza verrà risolta.

I ricavi possono essere riconosciuti:

  • in un momento preciso, quando l'entità adempie l'obbligazione di fare trasferendo al cliente il bene o servizio promesso, o
  • nel corso del tempo, mano a mano che l'entità adempie l'obbligazione di fare trasferendo al cliente il bene o servizio promesso.

Il bene è trasferito quando, o nel corso del periodo in cui, il cliente ne acquisisce il controllo.

In particolare:

  • gli interessi corrispettivi sono riconosciuti pro rata temporis sulla base del tasso di interesse contrattuale o di quello effettivo nel caso di applicazione del costo ammortizzato. La voce interessi attivi (ovvero interessi passivi) comprende anche i differenziali o i margini, positivi (o negativi), maturati sino alla data di riferimento del bilancio, relativi a contratti derivati finanziari:
    • a) di copertura di attività e passività che generano interessi;
    • b) classificati nello Stato patrimoniale nel portafoglio di negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività e/o passività finanziarie valutate al fair value (fair value option);
    • c) connessi gestionalmente con attività e passività classificate nel portafoglio di negoziazione e che prevedono la liquidazione di differenziali o di margini a più scadenze;
  • gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a Conto economico solo al momento del loro effettivo incasso;
  • i dividendi sono rilevati a Conto economico al momento in cui ne viene deliberata la distribuzione, a meno che tale data non sia nota o l'informazione non sia immediatamente disponibile, nel qual caso è ammessa la rilevazione al momento dell'incasso;
  • le commissioni per ricavi da servizi sono iscritte, sulla base dell'esistenza di accordi contrattuali, nel periodo in cui i servizi stessi sono stati prestati. Le commissioni considerate nel costo ammortizzato ai fini della determinazione del tasso di interesse effettivo, sono rilevate tra gli interessi;
  • gli utili e perdite derivanti dalla negoziazione di strumenti finanziari sono riconosciuti al Conto economico al momento del perfezionamento della vendita, sulla base della differenza tra il corrispettivo pagato o incassato ed il valore di iscrizione degli strumenti stessi;
  • i ricavi derivanti dalla vendita di attività non finanziarie sono rilevati al momento del perfezionamento della vendita, ovvero quando è adempiuta l'obbligazione di fare nei confronti del cliente.

I costi sono rilevati a Conto economico secondo il principio della competenza; i costi relativi all'ottenimento e l'adempimento dei contratti con la clientela sono rilevati a Conto economico nei periodi nei quali sono contabilizzati i relativi ricavi.

Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione dell'informativa finanziaria

La predisposizione dell'informativa finanziaria richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello Stato patrimoniale e nel Conto economico, nonché sull'informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. L'elaborazione di tali stime implica l'utilizzo delle informazioni disponibili e l'adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull'esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione. Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di esercizio in esercizio e, pertanto, non è da escludersi che negli esercizi successivi i valori iscritti in bilancio possano variare anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.

In presenza di incertezze più significative e/o di attività oggetto di misurazione di particolare materialità la valutazione è supportata, con il ricorso a periti/esperti esterni, da specifiche fairness opinion.

Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l'impiego di valutazioni soggettive da parte della direzione aziendale sono:

  • la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti, delle partecipazioni e, in genere, delle altre attività finanziarie;
  • l'utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi;
  • la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali;
  • la quantificazione del fair value degli immobili e del patrimonio artistico di pregio;
  • la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri;
  • le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva;
  • le ipotesi demografiche (legate alla mortalità prospettica della popolazione assicurata) e finanziarie (derivanti dalla possibile evoluzione dei mercati finanziari) utilizzate nello strutturare i prodotti assicurativi e nel definire le basi di calcolo delle riserve integrative previste da normativa assicurativa, oltre alle riserve shadow e da Liability adequacy test previste dall'IFRS 4.

Per talune delle fattispecie appena elencate possono essere identificati i principali fattori che sono oggetto di stime da parte del Gruppo e che quindi concorrono a determinare il valore di iscrizione in bilancio di attività e passività. Senza pretesa di esaustività, si segnala che:

  • per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati su mercati attivi, qualora sia necessario l'utilizzo di parametri non desumibili dal mercato, le principali stime riguardano, da un lato, lo sviluppo dei flussi finanziari futuri (o anche flussi reddituali, nel caso di titoli azionari), eventualmente condizionati a eventi futuri e, dall'altro, il livello di determinati parametri in input non quotati su mercati attivi;
  • per l'allocazione nei tre stadi di rischio creditizio previsti dall'IFRS 9 di crediti e titoli di debito classificati tra le Attività finanziarie al costo ammortizzato e le Attività finanziarie al fair value con impatto sulla redditività complessiva ed il calcolo delle relative perdite attese, le principali stime riguardano:
    • o la determinazione dei parametri di significativo incremento del rischio di credito, basati essenzialmente su modelli di misurazione delle probabilità di default (PD) all'origination delle attività finanziarie e alla data di bilancio;
    • o l'inclusione di fattori forward looking, anche di tipo macroeconomico, per la determinazione di PD e LGD;
    • o la determinazione delle probabilità di vendita di attività finanziarie deteriorate, mediante realizzo delle posizioni sul mercato;
  • per la determinazione delle stime dei flussi di cassa futuri rivenienti dai crediti deteriorati, sono presi in considerazione alcuni elementi: i tempi di recupero attesi, il presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché i costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell'esposizione creditizia;

  • per la determinazione del valore d'uso delle attività immateriali a vita indefinita (brand name e avviamento) in riferimento alle Cash Generating Units (CGU) di cui si compone il Gruppo, sono oggetto di stima, separatamente ed opportunamente attualizzati, i flussi finanziari futuri nel periodo di previsione analitica e i flussi utilizzati per determinare il c.d. "terminal value", generati dalla CGU. Rientra tra gli elementi oggetto di stima anche il costo del capitale;
  • per la determinazione del valore d'uso delle attività immateriali a vita definita (portafogli di asset management e assicurativo) in riferimento alle CGU di cui si compone il Gruppo, sono oggetto di stima la vita utile, da un lato, ed i flussi finanziari futuri rivenienti dall'attività, dall'altro. Anche nel caso delle attività immateriali a vita definita rientra tra gli elementi oggetto di stima il costo del capitale;
  • la determinazione del fair value degli immobili e del patrimonio artistico di pregio viene effettuata attraverso la predisposizione di apposite perizie da parte di società qualificate ed indipendenti. Per la predisposizione delle perizie relative agli immobili sono oggetto di stima i canoni di locazione, i prezzi di vendita, i tassi di attualizzazione e i tassi di capitalizzazione, mentre per la predisposizione delle perizie relative al patrimonio artistico di pregio la stima del valore è desunta dall'andamento degli scambi di opere analoghe (per tecnica, misure, soggetto) dello stesso autore, o di scuole e movimenti regionali prossimi per stile e tecnica;
  • per la quantificazione dei fondi di quiescenza e per obblighi simili è oggetto di stima il valore attuale delle obbligazioni, tenuto conto dei flussi, opportunamente attualizzati, derivanti dalle analisi storico statistiche, e della curva demografica;
  • per la quantificazione dei fondi per rischi e oneri è oggetto di stima ove possibile l'ammontare degli esborsi necessari per l'adempimento delle obbligazioni, tenuto conto della probabilità effettiva del dover impiegare risorse;
  • per la determinazione delle poste relative alla fiscalità differita è stimata la probabilità di un futuro effettivo sostenimento di imposte (differenze temporanee tassabili) ed il grado di ragionevole certezza – se esistente – di ammontari imponibili futuri al momento in cui si manifesterà la deducibilità fiscale (differenze temporanee deducibili e perdite fiscali riportate a nuovo).

I criteri di classificazione delle attività finanziarie

La classificazione delle attività finanziarie nelle tre categorie previste dal principio dipende da due criteri, o driver, di classificazione: il modello di business con cui sono gestiti gli strumenti finanziari (o Business Model) e le caratteristiche contrattuali dei flussi finanziari delle attività finanziarie (o SPPI Test).

Dal combinato disposto dei due driver sopra menzionati discende la classificazione delle attività finanziare, secondo quanto di seguito evidenziato:

  • Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: attività che superano l'SPPI test e rientrano nel business model Hold to collect (HTC);
  • Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI): attività che superano l'SPPI test e rientrano nel business model Hold to collect and sell (HTCS);
  • Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (FVTPL): è una categoria residuale, in cui rientrano gli strumenti finanziari che non sono classificabili nelle categorie precedenti in base a quanto emerso dal business model test o dal test sulle caratteristiche dei flussi contrattuali (SPPI test non superato).

SPPI test

Affinché un'attività finanziaria possa essere classificata al costo ammortizzato o a FVOCI - oltre all'analisi relativa al business model - è necessario che i termini contrattuali dell'attività stessa prevedano, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da restituire ("solely payment of principal and interest" - SPPI). Tale analisi deve essere effettuata, in particolare, per i finanziamenti e i titoli di debito.

Il test SPPI deve essere effettuato su ogni singolo strumento finanziario, al momento dell'iscrizione nel bilancio. Successivamente alla rilevazione iniziale, e finché è rilevata in bilancio, l'attività non è più oggetto di nuove valutazioni ai fini del test SPPI. Qualora si proceda alla cancellazione (derecognition contabile) di uno strumento finanziario e all'iscrizione di una nuova attività finanziaria occorre procedere all'effettuazione del test SPPI sul nuovo asset.

Ai fini dell'applicazione del test SPPI, l'IFRS 9 fornisce le definizioni di:

  • Capitale: è il fair value dell'attività finanziaria all'atto della rilevazione iniziale. Tale valore può modificarsi durante la vita dello strumento finanziario, per esempio per effetto dei rimborsi di parte del capitale;
  • Interesse: è il corrispettivo per il valore temporale del denaro (time value of money) e per il rischio di credito associato al capitale in essere in un particolare periodo di tempo. Può anche includere la remunerazione per altri rischi e costi di base associati all'attività creditizia e un margine di profitto.

Nel valutare se i flussi contrattuali di un'attività finanziaria possono essere definiti come SPPI, l'IFRS 9 fa riferimento al concetto generale di "contratto base di concessione del credito" (basic lending arrangement), che è indipendente dalla forma legale dell'attività. Quando le clausole contrattuali introducono l'esposizione a rischi o volatilità dei flussi finanziari contrattuali non coerente con la definizione di basic lending arrangement, come ad esempio l'esposizione a variazione dei prezzi di azioni o di merci, i flussi contrattuali non soddisfano la definizione di SPPI. L'applicazione del driver di classificazione basato sui flussi di cassa contrattuali richiede talvolta un giudizio soggettivo e, pertanto, la definizione di policy interne di applicazione.

Nei casi in cui il valore temporale del denaro sia modificato ("modified time value of money") - ad esempio, quando il tasso di interesse dell'attività finanziaria è rideterminato periodicamente, ma la frequenza della rideterminazione o la frequenza del pagamento delle cedole non rispecchiano la natura del tasso di interesse (ad esempio il tasso di interesse è rivisto mensilmente sulla base di un tasso a un anno) oppure quando il tasso d'interesse è rideterminato periodicamente sulla base di una media di particolari tassi di breve o medio-lungo termine - l'impresa deve valutare, sia utilizzando elementi quantitativi che qualitativi, se i flussi contrattuali rispondano ancora alla definizione di SPPI (c.d. benchmark cash flows test). Qualora dal test emerga che i flussi di cassa contrattuali (non attualizzati) risultano "significativamente differenti" rispetto ai flussi di cassa (anch'essi non attualizzati) di uno strumento benchmark (ovvero senza l'elemento di time value modificato) i flussi di cassa contrattuali non possono essere considerati come rispondenti alla definizione di SPPI.

Analisi particolari (c.d. "look through test") sono richieste dal principio e vengono di conseguenza poste in essere anche per gli strumenti multipli legati contrattualmente ("contractually linked instruments" – CLI) che creano concentrazioni di rischio di credito per il ripianamento del debito e per i non recourse asset, ad esempio nei casi in cui il credito può essere fatto valere solo in relazione a determinate attività del debitore o ai flussi finanziari derivanti da determinate attività.

Anche la presenza di clausole contrattuali che possono modificare la periodicità o l'ammontare dei flussi di cassa contrattuali deve essere considerata per valutare se tali flussi soddisfano i requisiti per essere considerati SPPI (ad esempio opzioni di prepagamento, possibilità di differire i flussi di cassa previsti contrattualmente, strumenti con derivati incorporati, strumenti subordinati, eccetera).

Tuttavia, come previsto dall'IFRS 9, una caratteristica dei flussi finanziari contrattuali non influisce sulla classificazione dell'attività finanziaria qualora possa avere solo un effetto de minimis sui flussi finanziari contrattuali dell'attività finanziaria (in ciascun esercizio e cumulativamente). Analogamente, se una caratteristica dei flussi finanziari non è realistica (not genuine), ovvero se influisce sui flussi finanziari contrattuali dello strumento soltanto al verificarsi di un evento estremamente raro, molto insolito e molto improbabile, essa non influisce sulla classificazione dell'attività finanziaria.

Ai fini dell'effettuazione del test SPPI, per l'operatività in titoli di debito il Gruppo Intesa Sanpaolo si avvale dei servizi forniti da noti info-provider. Tale scelta, da un lato, permette agli operatori di front office che operano in titoli di avere un esito immediato per lo svolgimento del test, consentendo uno snellimento delle pratiche in sede di acquisto, dall'altro, consente di avvalersi di impostazioni di mercato condivise da molteplici operatori e società di revisione. Solo nel caso in cui i titoli non siano gestiti dagli info-provider, il test è effettuato manualmente tramite l'utilizzo di un tool proprietario basato su una metodologia sviluppata internamente (alberi decisionali).

Viceversa, per l'effettuazione del test SPPI nell'ambito dei processi di concessione del credito si è sviluppato un tool proprietario basato su una metodologia sviluppata internamente (alberi decisionali). In particolare, date le significative differenti caratteristiche, è prevista una gestione differenziata per i prodotti riconducibili a uno standard contrattuale (tipicamente portafoglio crediti retail) e finanziamenti tailor made (tipicamente portafoglio crediti corporate).

Per i prodotti standard, il test SPPI è effettuato in sede di strutturazione dello standard contrattuale, attraverso il processo «Coordinamento Nuovi Prodotti» e l'esito del test viene esteso a tutti i singoli rapporti riconducibili al medesimo prodotto a catalogo. Invece per i prodotti tailor made, il test SPPI è effettuato per ogni nuova linea di credito / rapporto sottoposta all'organo deliberante attraverso l'utilizzo del tool proprietario.

Gli alberi decisionali - inseriti nel tool proprietario - sono stati predisposti internamente (sia per i titoli di debito che i finanziamenti) e catturano le possibili caratteristiche non SPPI compliant. Tengono conto delle indicazioni fornite dall'IFRS 9, oltre a recepire le interpretazioni del principio definite dal Gruppo. Gli alberi sono utilizzati sia per l'implementazione delle regole del tool proprietario, sia per la verifica e per la validazione della metodologia adottata dagli info-provider.

Business model

Per quanto riguarda il business model, l'IFRS 9 individua tre fattispecie in relazione alla modalità con cui sono gestiti i flussi di cassa e le vendite delle attività finanziarie:

  • Hold to Collect (HTC): si tratta di un modello di business il cui obiettivo si realizza attraverso l'incasso dei flussi di cassa contrattuali delle attività finanziarie incluse nei portafogli ad esso associati. L'inserimento di un portafoglio di attività finanziarie in tale business model non comporta necessariamente l'impossibilità di vendere gli strumenti anche se è necessario considerare la frequenza, il valore e la tempistica delle vendite negli esercizi precedenti, le ragioni delle vendite e le aspettative riguardo alle vendite future;
  • Hold to Collect and Sell (HTCS): è un modello di business misto, il cui obiettivo viene raggiunto attraverso l'incasso dei flussi di cassa contrattuali delle attività finanziarie in portafoglio e (anche) attraverso un'attività di vendita che è parte integrante della strategia. Entrambe le attività (raccolta dei flussi contrattuali e vendita) sono indispensabili per il raggiungimento dell'obiettivo del modello di business. Pertanto, le vendite sono più frequenti e significative rispetto ad un business model HTC e sono parte integrante delle strategie perseguite;
  • Other/Trading: si tratta di una categoria residuale che comprende sia le attività finanziarie detenute con finalità di trading sia le attività finanziarie gestite con un modello di business non riconducibile alle categorie precedenti (Hold to Collect ed Hold to Collect and Sell). In generale tale classificazione si applica ad un portafoglio di asset finanziari la cui gestione e performance sono valutate sulla base del fair value.

Il business model riflette le modalità con le quali le attività finanziarie sono gestite per generare flussi di cassa a beneficio dell'entità e viene definito dal top management mediante l'opportuno coinvolgimento delle strutture di business. Viene osservato considerando la modalità di gestione delle attività finanziarie e, come conseguenza, la misura in cui i flussi di cassa del portafoglio derivano dall'incasso di flussi contrattuali, dalla vendita delle attività finanziarie o da entrambe queste attività. La valutazione non avviene sulla base di scenari che, in base a previsioni ragionevoli dell'entità, non sono destinati a verificarsi, come i cosiddetti scenari «worst case» o «stress case». Per esempio, se l'entità prevede di vendere un determinato portafoglio di attività finanziarie solo in uno scenario «stress case», tale scenario non influisce sulla valutazione del modello di business dell'entità per tali attività se tale scenario, in base a previsioni ragionevoli dell'entità, non è destinato a verificarsi.

Il modello di business non dipende dalle intenzioni che il management ha con riferimento ad un singolo strumento finanziario, ma fa riferimento alle modalità con le quali gruppi di attività finanziarie vengono gestiti ai fini del raggiungimento di un determinato obiettivo di business.

In sintesi, il business model:

  • riflette le modalità con cui le attività finanziarie sono gestite per generare flussi di cassa;
  • viene definito dal top management, mediante l'opportuno coinvolgimento delle strutture di business;
  • deve essere osservabile considerando le modalità di gestione delle attività finanziarie.

In termini operativi l'assessment del modello di business viene effettuato in coerenza con l'organizzazione aziendale, la specializzazione delle funzioni di business, il modello di risk cascading e l'assegnazione dei poteri delegati (limiti). Nell'effettuare l'assessment del business model si utilizzano tutti i fattori rilevanti disponibili alla data dell'assessment. Le evidenze sopra richiamate comprendono la strategia, i rischi e la loro gestione, le politiche di remunerazione, il reporting e l'ammontare delle vendite. Nell'analisi del business model è essenziale che gli elementi indagati mostrino tra di loro coerenza ed in particolare siano coerenti rispetto alla strategia perseguita. L'evidenza di attività non in linea con la strategia deve essere analizzata e adeguatamente giustificata.

A tale proposito ed in relazione agli intenti gestionali per cui le attività finanziare sono detenute, è stato redatto un apposito documento "Regole in materia di business model" (approvato dai competenti livelli di governance), destinato alla Capogruppo e alle Società del Gruppo Bancario. Esso definisce e declina gli elementi costitutivi del business model in relazione alle attività finanziarie inserite nei portafogli gestiti nello svolgimento dell'operatività sulle strutture di business per il Gruppo Intesa Sanpaolo. Più in dettaglio, la mappatura del modello di business adottato dalle diverse strutture attraverso cui il Gruppo opera, con riferimento sia ai crediti che ai titoli di debito, tiene conto dell'articolazione del modello Divisionale e del Centro di Governo; tale articolazione è stata individuata come il livello rilevante per la definizione e la rappresentazione dei diversi modelli di business applicati dai Risk Taking Center del Gruppo.

Nell'ambito dell'Area Chief Risk Officer, la Direzione Centrale Rischi Finanziari e di Mercato della Capogruppo sovraintende, ad alto livello, la procedura necessaria per determinare il modello di business di un determinato insieme di attività e verifica la necessità di eventuali aggiornamenti (da riportare, con cadenza almeno annuale, nel documento di Regole in materia di business model).

Monitoraggi del Business Model

Il monitoraggio del business model di riferimento delle diverse strutture attraverso cui il Gruppo opera è effettuato dalla Direzione Centrale Rischi Finanziari e di Mercato che utilizza indicatori aventi l'obiettivo di verificare la coerenza tra strategia dichiarata e quella perseguita all'interno dei modelli di business; tali indicatori, differenziati per i diversi business model, sono stati sviluppati in linea con l'IFRS 9 e in coerenza con policy e regole aziendali.

Per i portafogli Hold to Collect, il Gruppo ha definito le soglie di ammissibilità delle vendite che non inficiano la classificazione (frequenti ma non significative, individualmente e in aggregato, oppure infrequenti anche se di ammontare significativo) e, contestualmente, si sono stabiliti i parametri per individuare le vendite coerenti con tale modello di business in quanto riconducibili ad un incremento del rischio di credito o per titoli prossimi alla scadenza.

Più nel dettaglio, nell'ambito di un modello di business HTC le vendite sono ammesse:

  • in caso di aumento del rischio di credito, che avviene:

  • o per i titoli, quando si verifica un downgrade di predeterminati notches rispetto al rating all'origination. L'approccio adottato prevede che il numero di notch sia differenziato in funzione del rating all'origination, in coerenza con la metodologia in uso per l'identificazione della "significant deterioration", ossia per il passaggio di staging;

  • o per i crediti, se si tratta di cessioni di crediti deteriorati o di crediti classificati in stage 2;
  • per i titoli prossimi a scadenza (ovvero, secondo le norme di Gruppo, nei 6 mesi precedenti la scadenza), purché quanto incassato approssimi il valore attuale dei flussi contrattuali rimanenti;
  • quando sono frequenti ma non significative in termini di valore o infrequenti anche se significative in termini di valore, previo assessment autorizzativo a cura dei competenti Organi di controllo. Al fine di determinare questi aspetti sono state definite soglie di frequenza e significatività:
    • o la frequenza è definita come il rapporto percentuale tra il numero di posizioni vendute nel corso dell'anno e il numero di posizioni in portafoglio;
    • o la significatività è definita come il rapporto percentuale tra il valore nominale delle vendite intervenute durante l'anno in corso e il valore nominale degli strumenti in portafoglio.

Con riferimento alla determinazione dei "Rischi" e del "Reporting" sui modelli di business HTCS e Trading si applica in linea di principio quanto normato dal RAF e dal Market Risk Charter, nonché da policy interne nell'ambito dei controlli sui rischi di mercato e contestualmente sono definite talune misure volte a monitorare la coerenza del modello di business HTCS e Other/Trading.

Con riferimento al business model HTCS, il principio IFRS 9 non prevede la necessità di limiti alla frequenza o al valore delle vendite, tuttavia il Gruppo ha stabilito per i soli titoli di debito degli indicatori al fine di garantirne nel tempo la corretta attribuzione al business model scelto. Gli stessi sono definiti come:

  • Holding Period - misura la giacenza temporale di un determinato strumento in portafoglio;

  • Indice di Turnover - misura la velocità di rotazione delle posizioni in portafoglio su un predefinito arco temporale.

Nell'ambito del monitoraggio degli indicatori sopra definiti sono previsti dei limiti e soglie di early warning a seconda del complesso delle strategie perseguite dal portafoglio classificato Hold to Collect and Sell.

Con riferimento, infine, ai titoli di debito o di capitale detenuti con finalità di trading è prevista una misura della coerenza di inclusione nel business model scelto, rappresentata dall'indicatore di "permanenza media attesa" (c.d. Vintage) che misura la giacenza temporale osservata di ogni titolo in portafoglio.

Le misure di monitoraggio relative ai diversi business model sono oggetto di regolare reporting in comitati tecnici.

Modalità di determinazione del costo ammortizzato

Il costo ammortizzato di un'attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata, alla rilevazione iniziale, l'attività o la passività finanziaria al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dall'ammortamento complessivo, calcolato usando il metodo dell'interesse effettivo, delle differenze tra il valore iniziale e quello a scadenza e al netto di qualsiasi perdita di valore.

Il tasso di interesse effettivo è quel tasso che eguaglia il valore attuale di un'attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri in denaro o ricevuti fino alla scadenza o alla successiva data di ricalcolo del prezzo. Per il calcolo del valore attuale si applica il tasso di interesse effettivo al flusso dei futuri incassi o pagamenti lungo l'intera vita utile dell'attività o passività finanziaria o per un periodo più breve in presenza di talune condizioni (per esempio revisione dei tassi di mercato).

Successivamente alla rilevazione iniziale, il costo ammortizzato permette di allocare ricavi e costi portati in diminuzione o aumento dello strumento lungo l'intera vita attesa dello stesso per il tramite del processo di ammortamento. La determinazione del costo ammortizzato è diversa a seconda che le attività/passività finanziarie oggetto di valutazione siano a tasso fisso o variabile e – in quest'ultimo caso – a seconda che la variabilità del tasso sia nota o meno a priori. Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per fasce temporali, i flussi futuri di cassa vengono quantificati in base al tasso di interesse noto (unico o variabile) durante la vita del finanziamento. Per le attività/passività finanziarie a tasso variabile, la cui variabilità non è nota a priori (ad esempio perché legata ad un indice), la determinazione dei flussi di cassa è effettuata sulla base dell'ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del tasso si procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento, cioè fino alla data di scadenza. L'aggiustamento viene riconosciuto come costo o provento nel conto economico.

La valutazione al costo ammortizzato viene effettuata per le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato e per quelle valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, nonché per le passività finanziarie valutate al costo ammortizzato.

Le attività e le passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che normalmente corrisponde all'ammontare erogato o pagato comprensivo, per gli strumenti valutati al costo ammortizzato, dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili.

Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni o esterni attribuibili all'emissione, all'acquisizione o alla dismissione di uno strumento finanziario e non riaddebitabili al cliente. Tali commissioni, che devono essere direttamente riconducibili alla singola attività o passività finanziaria, incidono sul rendimento effettivo originario e rendono il tasso di interesse effettivo associato alla transazione diverso dal tasso di interesse contrattuale. Sono esclusi i costi/proventi relativi indistintamente a più operazioni e le componenti correlate ad eventi che possono verificarsi nel corso della vita dello strumento finanziario, ma che non sono certi all'atto della definizione iniziale, quali ad esempio: commissioni per retrocessione, per mancato utilizzo, per estinzione anticipata. Inoltre non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che l'impresa dovrebbe sostenere indipendentemente dall'operazione (es. costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione), quelli che, pur essendo specificatamente attribuibili all'operazione, rientrano nella normale prassi di gestione del finanziamento (ad esempio, attività finalizzate all'erogazione del fido), nonché le commissioni per servizi incassate a seguito dell'espletamento di attività di Finanza Strutturata che si sarebbero comunque incassate indipendentemente dal successivo finanziamento dell'operazione (quali ad esempio le commissioni di facility e di arrangement).

Con particolare riferimento ai crediti, si considerano costi riconducibili allo strumento finanziario le provvigioni pagate ai canali distributivi, i compensi pagati per consulenza/assistenza per l'organizzazione e/o la partecipazione ai prestiti sindacati ed infine le commissioni up front correlate a crediti erogati a tassi superiori a quelli di mercato; mentre i ricavi considerati nel calcolo del costo ammortizzato sono le commissioni up-front correlate a crediti erogati a tassi inferiori a quelli di mercato, quelle di partecipazione alle operazioni sindacate e le commissioni di brokeraggio collegate a provvigioni riconosciute da società di intermediazione.

Per quanto riguarda i titoli non valutati al fair value con impatto a conto economico, sono considerati costi di transazione le commissioni per contratti con broker operanti sui mercati azionari italiani, quelle erogate agli intermediari operanti sui mercati azionari e obbligazionari esteri definite sulla base di tabelle commissionali. Non si considerano attratti dal costo ammortizzato i bolli, in quanto non significativi.

Per i titoli emessi, sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato le commissioni di collocamento dei prestiti obbligazionari pagate a terzi, le quote pagate alle borse valori ed i compensi pagati ai revisori per l'attività svolta a fronte di ogni singola emissione, mentre non si considerano attratte dal costo ammortizzato le commissioni pagate ad agenzie di rating, le spese legali e di consulenza/revisione per l'aggiornamento annuale dei prospetti informativi, i costi per l'utilizzo di indici e le commissioni che si originano durante la vita del prestito obbligazionario emesso.

Il costo ammortizzato si applica anche per la valutazione della perdita di valore degli strumenti finanziari sopra elencati nonché per l'iscrizione di quelli emessi o acquistati ad un valore diverso dal loro fair value. Questi ultimi vengono iscritti al fair value, anziché per l'importo incassato o pagato, calcolato attualizzando i flussi di cassa futuri ad un tasso uguale al tasso di rendimento effettivo di strumenti simili (in termini di merito creditizio, scadenze contrattuali, valuta, ecc.), con contestuale rilevazione nel Conto economico di un onere o di un provento finanziario; successivamente alla valorizzazione iniziale, sono valutati al costo ammortizzato con l'evidenziazione di interessi effettivi maggiori o minori rispetto a quelli nominali. Infine, sono valutate al costo ammortizzato anche le passività strutturate che non sono valutate al fair value con imputazione al Conto economico in quanto si è provveduto a scorporare e rilevare separatamente il contratto derivato incorporato nello strumento finanziario.

Come indicato dall'IFRS 9, in alcuni casi, un'attività finanziaria è considerata deteriorata al momento della rilevazione iniziale poiché il rischio di credito è molto elevato e, in caso di acquisto, è acquistata con grossi sconti (rispetto al valore di

erogazione iniziale). Nel caso in cui le attività finanziarie in oggetto, sulla base dell'applicazione dei driver di classificazione (ovvero SPPI test e Business model), siano classificate tra le attività valutate al costo ammortizzato o al fair value con impatto sulla redditività complessiva, le stesse sono qualificate come "Purchased or Originated Credit Impaired Asset" (in breve "POCI") e sono assoggettate ad un trattamento peculiare per quel che attiene al processo di impairment. Inoltre, sulle attività finanziarie qualificate come POCI, si calcola, alla data di rilevazione iniziale, un tasso di interesse effettivo corretto per il credito (c.d. "credit-adjusted effective interest rate"), per la cui individuazione è necessario includere, nelle stime dei flussi finanziari, le perdite attese iniziali. Per l'applicazione del costo ammortizzato, e il conseguente calcolo degli interessi, si applica, quindi, tale tasso di interesse effettivo corretto per il credito.

Con riferimento ai crediti deteriorati rivenienti da operazioni di aggregazioni aziendali, la differenza tra il valore di prima iscrizione (il fair value determinato in sede di PPA) dei POCI e il precedente valore di carico contabile presso il soggetto acquisito viene suddivisa in due componenti: una legata ai minori flussi recuperabili stimati in sede di determinazione del fair value, che pertanto scontano le perdite creditizie attese lungo l'intera durata residua, e l'altra legata all'attualizzazione di tali minori flussi recuperabili. Si precisa che l'effetto reversal dell'attualizzazione (relativa alla stima dei flussi recuperabili attribuiti ai crediti deteriorati in sede di PPA) viene contabilizzato, pro-rata temporis, fra gli interessi attivi in modo da integrare il tasso di interesse contrattuale con il maggior rendimento derivante dal minor valore attribuito ai flussi recuperabili che, come detto in precedenza, tengono conto delle perdite attese lungo l'intera durata residua delle attività POCI.

Il criterio di valutazione al costo ammortizzato non si applica per le attività/passività finanziarie coperte per le quali è prevista la rilevazione delle variazioni di fair value relative al rischio coperto a Conto economico. Lo strumento finanziario viene però nuovamente valutato al costo ammortizzato in caso di cessazione della copertura, momento a partire dal quale le variazioni di fair value precedentemente rilevate sono ammortizzate, calcolando un nuovo tasso di interesse effettivo di rendimento che considera il valore del credito aggiustato del fair value della parte oggetto di copertura, fino alla scadenza della copertura originariamente prevista. Inoltre, come già ricordato nei paragrafi relativi alle attività e passività finanziarie valutate al costo ammortizzato, la valutazione al costo ammortizzato non si applica per le attività/passività finanziarie la cui breve durata fa ritenere trascurabile l'effetto economico dell'attualizzazione né per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.

Modalità di determinazione delle perdite di valore

Perdite di valore delle attività finanziarie

Ad ogni data di bilancio, ai sensi dell'IFRS 9, le attività finanziarie diverse da quelle valutate al fair value con impatto a conto economico sono sottoposte ad una valutazione volta a verificare se esistano evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di iscrizione delle attività stesse. Un'analisi analoga viene effettuata anche per gli impegni ad erogare fondi e per le garanzie rilasciate che rientrano nel perimetro da assoggettare ad impairment ai sensi dell'IFRS 9.

Propedeuticamente alla determinazione delle perdite di valore, ad ogni data di reporting occorre procedere con l'allocazione degli strumenti finanziari (c.d. Stage Assignment" o "Staging"), nelle seguenti categorie:

  • Stage 1: comprendente gli strumenti finanziari per i quali, dal momento della loro rilevazione iniziale sino alla data di reporting, non siano state rilevate evidenze di un significativo incremento del rischio di credito;
  • Stage 2: che comprende le attività finanziarie che hanno evidenziato un significativo incremento del rischio creditizio rispetto al momento della rilevazione iniziale;
  • Stage 3: nel caso in cui sussistano evidenze di perdite di valore (c.d. "evidenze di impairment"), le attività finanziarie in questione – coerentemente, ove esistenti, con tutte quelle restanti di pertinenza della medesima controparte – sono considerate deteriorate (impaired) e pertanto classificate nello Stage 3.
    • Le esposizioni deteriorate (impaired), sono rappresentate dalle attività finanziarie classificate nelle categorie delle sofferenze, delle inadempienze probabili ("unlikely to pay" – UTP) e delle esposizioni scadute da oltre novanta giorni, definite nella Circolare di Banca d'Italia n.272/2008.

Perdite di valore delle attività finanziarie performing

Per le attività finanziarie per cui non sussistono evidenze di impairment (strumenti finanziari non deteriorati), occorre verificare se esistono indicatori tali per cui il rischio creditizio della singola operazione risulti significativamente incrementato rispetto al momento di iscrizione iniziale. Le conseguenze di tale verifica, dal punto di vista della classificazione (o, più propriamente, dello staging) e della valutazione, sono le seguenti:

  • ove tali indicatori sussistano, l'attività finanziaria confluisce nello Stage 2. La valutazione, in tal caso, in coerenza con il dettato dei principi contabili internazionali e pur in assenza di una perdita di valore manifesta, prevede la rilevazione di rettifiche di valore pari alle perdite attese lungo l'intera vita residua dello strumento finanziario. Tali rettifiche sono oggetto di revisione ad ogni data di reporting successiva sia per verificarne periodicamente la congruità rispetto alle stime di perdita costantemente aggiornate, sia per tener conto – nel caso in cui vengano meno gli indicatori di una rischiosità creditizia "significativamente incrementata" – del mutato orizzonte previsionale di calcolo della perdita attesa;
  • ove tali indicatori non sussistano, l'attività finanziaria confluisce nello stage 1. La valutazione, in tal caso, in coerenza con il dettato dei principi contabili internazionali e pur in assenza di perdita di valore manifesta, prevede la rilevazione di perdite attese, per lo specifico strumento finanziario, nel corso dei dodici mesi successivi. Tali rettifiche sono oggetto di revisione ad ogni data di bilancio successiva sia per verificarne periodicamente la congruità rispetto alle stime di perdita costantemente aggiornate, sia per tener conto – nel caso dovessero presentarsi indicatori di una rischiosità creditizia "significativamente incrementata" – del mutato orizzonte previsionale di calcolo della perdita attesa.

Per quel che attiene alla valutazione delle attività finanziarie e, in particolare, all'identificazione del "significativo incremento" del rischio di credito (condizione necessaria e sufficiente per la classificazione dell'attività oggetto di valutazione nello Stage 2), gli elementi che - ai sensi del principio e della sua declinazione operativa effettuata dal Gruppo Intesa Sanpaolo costituiscono le determinanti principali da prendere in considerazione sono i seguenti:

  • la variazione (oltre soglie determinate) delle probabilità di default lifetime rispetto al momento dell'iscrizione iniziale in bilancio dello strumento finanziario. Si tratta, dunque, di una valutazione effettuata adottando un criterio "relativo", che si configura come il "driver" principale;

  • l'eventuale presenza di uno scaduto che ferme restando le soglie di significatività identificate dalla normativa risulti tale da almeno 30 giorni. In presenza di tale fattispecie, in altri termini, la rischiosità creditizia dell'esposizione si ritiene presuntivamente "significativamente incrementata" e, dunque, ne consegue il "passaggio" nello Stage 2 (ove l'esposizione precedentemente fosse ricompresa nello Stage 1);
  • l'eventuale presenza di misure di forbearance, che sempre in via presuntiva comportano la classificazione delle esposizioni tra quelle il cui rischio di credito risulta "significativamente incrementato" rispetto all'iscrizione iniziale;
  • per le banche appartenenti al perimetro estero, infine, sono considerati ai fini del passaggio tra "stages" e ove opportuno – anche alcuni degli indicatori dei sistemi di monitoraggio del credito specificatamente utilizzati da ciascuna banca. Il riferimento, in particolare, è alle c.d. "watch-lists", ovvero a quei sistemi di monitoraggio del credito che – sulla base della qualità creditizia attuale della controparte debitrice – ricomprendono all'interno di un determinato range le esposizioni in bonis al di sopra di un determinato livello di rischiosità.

Focalizzando l'attenzione sul principale dei trigger sopra evidenziati (la variazione di probabilità di default lifetime), il significativo incremento del rischio di credito ("SICR") è determinato mettendo a confronto la variazione relativa della Probabilità di Default lifetime registrata tra la data di prima iscrizione del rapporto e quella di osservazione (Delta PD Lifetime) con soglie di significatività predeterminate. L'attribuzione di una PD Lifetime ai singoli rapporti viene effettuata tramite riconduzione alla masterscale dei rating per singolo segmento sia alla data di prima iscrizione sia all'osservazione. I rating sono determinati sulla base di modelli interni ove disponibili o gestionali. In assenza di rating vengono assegnate le PD Benchmark sul tipo di controparte valutata.

La determinazione di significativo deterioramento è data pertanto dall'incremento della PD lifetime causata dai downgrade della posizione tra l'origination della stessa e la data di reporting ("observation") nonché dalla variazione della previsione dei fattori macroeconomici futuri.

La suddetta variazione "relativa" di PD lifetime si configura come l'indicatore dell'incremento o del decremento del rischio di credito riscontrato nel periodo di riferimento. Per poter stabilire se, ai sensi di quanto richiesto dall'IFRS 9, un eventuale incremento di rischio creditizio possa considerarsi "significativo" (e comportare, quindi, il passaggio tra stages), è necessario definire apposite soglie. Gli incrementi di PD lifetime inferiori a tali soglie non sono considerati significativi e, di conseguenza, non comportano il trasferimento di singole linee di credito/tranches di titoli di debito dallo Stage 1 allo Stage 2; tale spostamento è, invece, necessario in presenza di incrementi relativi di PD superiori alle soglie in questione. Le soglie utilizzate sono stimate sulla base di un processo di simulazioni ed ottimizzazioni di performance predittive, sviluppate utilizzando dati storici granulari di portafoglio. Sono definite soglie puntuali per i modelli Corporate, Retail, Large Corporate e SME Retail ed estese per affinità metodologica agli altri modelli. Le soglie si differenziano per durata residua, granularità annuale e classe di rating.

La determinazione delle soglie è stata calibrata al fine di trovare un corretto bilanciamento tra gli indicatori di performance relativi alla capacità delle soglie stesse di:

  • intercettare posizioni a stage 2 prima del loro passaggio a default;
  • identificare le posizioni per le quali il rientro a stage 1 sia sinonimo di un effettivo miglioramento del merito di credito.

Alcune considerazioni peculiari valgono poi per il c.d. "staging" dei titoli. A differenza dei crediti, infatti, per questa tipologia di esposizioni, operazioni di compravendita successive al primo acquisto (effettuate con riferimento al medesimo ISIN) possono rientrare abitualmente nell'ordinaria attività di gestione delle posizioni (con conseguente necessità di individuare una metodologia da adottare per l'identificazione delle vendite e rimborsi al fine di determinare le quantità residue delle singole transazioni cui associare una qualità creditizia/rating all'origination da comparare con quella della data di reporting). In questo contesto, si è ritenuto che l'utilizzo della metodologia "first-in-first-out" o "FIFO" (per il riversamento a conto economico dell'ECL registrata, in caso di vendite e rimborsi) contribuisca ad una gestione più trasparente del portafoglio, anche dal punto di vista degli operatori di front office, consentendo, contestualmente, un continuo aggiornamento della valutazione del merito creditizio sulla base dei nuovi acquisti.

Una volta definita l'allocazione delle esposizioni nei diversi stadi di rischio creditizio, la determinazione delle perdite attese (ECL) è effettuata, a livello di singola operazione o tranche di titolo, partendo dalla modellistica IRB/Gestionale, basata sui parametri di Probabilità di Default (PD), Loss Given Default (LGD) e Exposure at Default (EAD), su cui sono effettuati opportuni interventi correttivi, in modo da garantirne la compliance con le prescrizioni peculiari dell'IFRS 9. Per PD, LGD ed EAD valgono le seguenti definizioni:

  • PD (Probabilità di Default): probabilità di migrare dallo stato di bonis a quello di credito deteriorato nell'orizzonte temporale di un anno. Nei modelli coerenti con le disposizioni di vigilanza, il fattore PD viene tipicamente quantificato attraverso il rating. Nel Gruppo Intesa Sanpaolo i valori di PD derivano dai modelli di rating interno laddove disponibili, integrati da valutazioni esterne o da dati medi di segmento/portafoglio;
  • LGD (Loss Given Default): percentuale di perdita in caso di default. Nei modelli coerenti con le disposizioni di vigilanza viene quantificata attraverso l'esperienza storica dei recuperi attualizzati sulle pratiche passate a credito deteriorato;

  • EAD (Exposure At Default) o equivalente creditizio: ammontare dell'esposizione al momento del default. Come già sopra evidenziato, per poter rispettare il dettato dell'IFRS 9 si è reso necessario effettuare specifici interventi di adeguamento sui suddetti fattori, tra cui si ricordano in particolare:

  • l'adozione di una PD Point in Time (PIT) a fronte della PD Through the Cycle (TTC) usata ai fini di Basilea;

  • la rimozione dalla LGD TTC di alcune componenti aggiuntive, quali i costi indiretti (costi non ripetibili) e ulteriori margini di conservativismo specificatamente introdotti per i modelli regolamentari, nonché della componente legata al ciclo economico avverso (c.d. Downturn);
  • l'introduzione di trattamenti specifici rispetto al dettato regolamentare, ai fini della stima della LGD contabile, per includere nella modellistica (in coerenza con le indicazioni dell'IFRS 9 sull'utilizzo di informazioni entity specific) le stime di recupero interne oltre la soglia regolamentare del Maximum Recovery Period, cioè il limite massimo oltre il quale la Vigilanza ipotizza recuperi nulli;

  • l'utilizzo di PD e, ove necessario, di LGD multiperiodali al fine di determinare la perdita attesa per l'intera vita residua dello strumento finanziario (Stage 2 e 3);
  • l'utilizzo, nell'ambito del processo di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi, del tasso di interesse effettivo della singola operazione, a differenza di quanto previsto dai modelli regolamentari, in cui lo sconto dei singoli flussi di cassa avviene tramite i tassi di attualizzazione determinati in conformità con la normativa prudenziale.

In relazione all'EAD multiperiodale, in linea con il dettato dell'IFRS 9, il Gruppo Intesa Sanpaolo fa riferimento ai piani al costo ammortizzato per quel che riguarda sia i crediti che i titoli di debito, a prescindere dalle relative modalità di valutazione (costo ammortizzato o fair value con impatto sulla redditività complessiva). Per gli impegni ad erogare fondi (margini), l'EAD è, invece, assunta pari al valore nominale ponderato per un apposito Fattore di Conversione Creditizia (CCF).

La valutazione delle attività finanziarie riflette, inoltre, la miglior stima degli effetti delle condizioni correnti e future, prime tra tutte quelle di contesto economico, sulla base delle quali vengono condizionate le PD e LGD forward looking. Nell'ambito dell'IFRS 9, anche in base alle indicazioni dei Regulators internazionali, assumono rilevanza, in particolare, le informazioni sugli scenari macroeconomici futuri in cui la Banca può trovarsi ad operare e che influenzano, di tutta evidenza, la situazione dei debitori con riferimento sia alla "rischiosità" di migrazione delle esposizioni verso classi di qualità inferiore (riguardando quindi lo "staging") sia agli ammontari recuperabili (riguardando quindi la determinazione della perdita attesa sulle esposizioni). Da un punto di vista metodologico, sono stati analizzati diversi possibili approcci alternativi al fine di prendere in considerazione tali elementi. Rispetto alle diverse alternative considerate, l'approccio che il Gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso di adottare è rappresentato dal c.d. "Most likely scenario + Add-on". Secondo tale approccio, il condizionamento macroeconomico di PD e LGD viene effettuato tramite uno scenario base («Most Likely», coerente con quanto utilizzato per altre finalità aziendali quali, a titolo esemplificativo, budget e piani di impresa) e poi corretto con un Add-On volto ad includere le eventuali differenze rispetto a scenari peggiorativi e migliorativi. Qualora l'impatto dell'Add-On risulti complessivamente positivo sui parametri di rischio, è stato scelto di sterilizzarne l'effetto sia per finalità di staging che di calcolo dell'ECL.

Lo scenario macroeconomico è determinato dalla Direzione Studi e Ricerche della Banca tramite modelli previsivi portati poi in condivisione con il mercato per determinare il consenso. Gli scenari alternativi migliorativi e peggiorativi sono determinati tramite stress delle variabili in input ai modelli previsivi.

In particolare la determinazione dello scenario "most-likely" e di quelli alternativi avviene utilizzando un complesso di strumenti analitici e previsionali stand-alone che determinano il sentiero previsionale per alcuni blocchi di variabili, in dettaglio:

  • conti nazionali e inflazione dei primi 6 paesi dell'Eurozona, degli Stati Uniti e del Giappone;
  • tassi ufficiali (BCE, Fed, BoJ), curve dei tassi swap EUR e USD, alcuni punti delle curve governative;
  • tassi di cambio per EUR, USD, JPY e GBP;
  • indici di borsa (DJ Eurostoxx 50 e S&P 500);
  • prezzo del Brent;
  • alcuni dati di dettaglio per l'economia italiana (produzione industriale, prezzi degli immobili, occupazione, saldi di finanza pubblica).

Tali previsioni vengono poi elaborate tramite il modello strutturale multi-paese "Global Economic Model" di Oxford Economics, ove sostituiscono i percorsi previsionali dello scenario base fornito dalla società con l'aggiornamento periodico del database. Il modello viene quindi risolto per ricavare un quadro previsionale globale coerente, inclusivo di variabili per le quali non sono stati sviluppati modelli ad hoc, e per disporre di un ambiente di simulazione utilizzabile per generare eventuali scenari alternativi. Tale passo può richiedere alcune iterazioni, soprattutto qualora il quadro previsionale atteso mediante ricorso ad elaborazioni interne si discosti significativamente da quello di Oxford Economics. In tal caso, può essere necessario procedere a interventi ulteriori di fine tuning su specifiche variabili secondarie che gli analisti ritengono non coerenti con lo scenario di previsione o che risultino caratterizzate da una volatilità trimestrale non spiegabile.

La selezione dei percorsi alternativi viene effettuata con il ricorso a informazioni esterne. In particolare:

  • tassi di crescita medi annui del PIL di alcuni paesi: rappresenta il driver fondamentale della simulazione, gli scostamenti vengono determinati in modo da replicare la dispersione delle stime di crescita pubblicate da Consensus Economics nel più recente rapporto disponibile alla data della simulazione, considerando le previsioni minima e massima (previa applicazione di un filtro per l'identificazione e l'eliminazione di eventuali outliers). In presenza di outliers, il dato anomalo viene scartato e si considerano il massimo e il minimo dei valori restanti. Poiché le stime di consenso sono disponibili soltanto per i primi due anni dell'orizzonte di simulazione, per il terzo anno si ricorre a una estrapolazione degli scostamenti individuati per i primi due anni;
  • indici di borsa (DJ Eurostoxx 50, S&P500) e dei prezzi immobiliari residenziali statunitensi: vengono utilizzati come riferimento le previsioni minime e massime del panel di Thomson Reuters;
  • prezzi immobiliari residenziali italiani: non disponendo al momento di stime di consenso, i percorsi alternativi partono dalla distribuzione delle variazioni trimestrali storiche disponibili dal 1980 al trimestre corrente.

A partire dal valore di percentile identificato, per lo scenario Most likely, vengono identificate le variazioni corrispondenti a uno scarto di probabilità, calcolato attraverso l'analisi statistica della distribuzione storica delle osservazioni. Le due variazioni (positiva e negativa) rispetto allo scenario Most-Likely, vengono quindi utilizzate per il calcolo del livello dei singoli indici identificati, ricostruendo -per ognuno- i due sentieri alternativi (uno positivo e uno negativo) che rappresentano l'input per la determinazione del fattore di Add-On. Lo scarto di probabilità adottato viene identificato sulla base delle caratteristiche di variabilità della serie, in modo da ottenere uno scostamento dallo scenario Most-Likely di ampiezza significativa.

In aggiunta alla definizione dei percorsi alternativi, viene mantenuta una mappa di possibili additional factors, cioè eventi o scenari idiosincratici avversi, non esplicitamente incorporati nelle serie storiche utilizzate per la definizione dello scenario Most-Likely o nei percorsi alternativi, che possono generare ulteriori effetti significativi sulle perdite attese. Di tali eventi/scenari si valutano:

  • il possibile orizzonte di realizzazione (time frame);

  • il grado di inclusione nello scenario Most-Likely o nei percorsi alternativi;

  • il potenziale impatto, valutato in termini qualitativi.

La mappa di additional factors attinge anche agli elenchi di fattori di rischio contenuti nei rapporti previsionali di IMF (World Economic Outlook) e Commissione Europea e può mutare nel tempo.

Nella valutazione del time-frame per gli additional factors, si evidenzia se il fattore è impossibile da collocare in uno specifico orizzonte temporale, caratteristica che rende poco praticabile la sua incorporazione nello scenario Most-Likely o nei percorsi alternativi.

Le valutazioni effettuate tengono conto del fatto che le stime di consenso potrebbero includere previsioni che già incorporano nelle proprie stime la realizzazione, totale o parziale, di uno o più fattori di rischio, sicché i percorsi alternativi potrebbero già incorporare in qualche misura tali fattori addizionali.

In condizioni di incertezza marcata delle proiezioni macroeconomiche nazionali ed internazionali e in presenza di scostamenti significativi in senso migliorativo delle proiezioni rispetto allo scenario TTC, possono essere introdotti elementi di prudenzialità con riferimento agli scostamenti dei valori minimi e massimi delle variabili basati sul Consensus o storici sopradescritti.

I suddetti scenari macroeconomici (most likely e alternativi) vengono utilizzati dai modelli interni per determinare i parametri point-in-time (PIT).

Nello specifico, le serie storiche dei tassi di default acquisite da Banca d'Italia sono differenziate sui principali macro-settori economici (es Famiglie consumatrici, Famiglie produttrici, Costruzioni, …) e, per ciascuno di essi, specifici modelli satellite stabiliscono le relazioni con le variabili macroeconomiche e permettono di ottenere i tassi di default prospettici. Questi consentono a loro volta di condizionare le matrici di transizione TTC tra classi di rating e di ottenere così le matrici di transizione PIT per ciascuno scenario (Most likely e alternativi); da queste ultime si ottengono le PD condizionate lifetime.

In particolare, ai fini della determinazione delle matrici TTC per i segmenti Corporate, SME Retail e Retail vengono utilizzati i tassi di default interni, mentre per i segmenti Low Default, per i quali la profondità delle serie storiche interne è più esigua, si utilizzano i tassi di sistema di Banca d'Italia. Ai fini della determinazione delle matrici Point in Time forward-looking vengono, invece, utilizzati i tassi di default di sistema per tutti i segmenti.

Un analogo processo viene utilizzato per determinare le griglie di LGD PIT.

Tenendo conto del piano di rimborso dei singoli finanziamenti, delle loro PD e LGD condizionate, della maturity residua e dello staging si determinano le perdite di valore delle attività finanziarie performing.

Perdite di valore delle attività finanziarie non performing

I crediti deteriorati sono rappresentati dalle posizioni in sofferenza, dalle inadempienze probabili e dalle posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni.

I crediti deteriorati classificati a sofferenza sono assoggettati alle seguenti modalità di valutazione:

  • − valutazione analitico-statistica, che è adottata per le esposizioni inferiori a 2 milioni ed è basata sull'applicazione di apposite griglie di LGD, a cui si aggiunge un Add-On al fine di tenere conto delle informazioni legate all'evoluzione delle condizioni correnti riferibili a variabili gestionali altamente correlate con la dinamica delle perdite e forward looking riferite agli impatti di scenari macroeconomici futuri attesi (come illustrato nei paragrafi precedenti);
  • − valutazione analitico-specifica, che è adottata per i clienti con esposizioni superiori a 2 milioni ed è basata sulle percentuali di svalutazione attribuite dal gestore, a seguito di appositi processi di analisi e valutazione anche alla luce dell'evoluzione delle condizioni correnti, a cui si aggiunge una componente di Add-On al fine di tenere conto delle informazioni forward looking, in particolare quelle riferite agli impatti di scenari macroeconomici futuri (ad eccezione delle sofferenze assistite da garanzie ipotecarie o relative a operazioni di leasing immobiliare per le quali gli impatti di scenari futuri sono inclusi tramite le modalità di determinazione degli haircut al valore degli immobili in garanzia).

Anche la valutazione delle inadempienze probabili (Unlikely to Pay – UTP) è operata sulla base di differenti approcci:

  • − valutazione analitico-statistica, per le esposizioni inferiori a 2 milioni, basata sull'applicazione di apposite griglie statistiche di LGD a cui si aggiunge un Add-On al fine di tener conto delle già citate informazioni legate alle condizioni correnti e agli impatti di scenari macroeconomici futuri, nonché della permanenza nello stato di rischio con l'obiettivo di penalizzare le posizioni con anzianità maggiore o che non presentano movimentazioni e/o recuperi per un determinato periodo di tempo;
  • − valutazione analitico-specifica, per le esposizioni di cassa superiori a 2 milioni, basata sulle percentuali di svalutazione attribuite dal gestore, a seguito di appositi processi di analisi e valutazione anche alla luce dell'evoluzione delle condizioni correnti, a cui si aggiunge una componente di Add-On al fine di tener conto, anche in questo caso, degli impatti di scenari macroeconomici futuri e della permanenza nello stato di rischio.

Per le Società del Gruppo, il valore soglia per la valutazione analitico-statistica è fissato da parte dei competenti Organi delle singole Società, di concerto con le strutture di Intesa Sanpaolo, ad un livello in ogni caso non superiore a quello fissato dalla Capogruppo.

Indipendentemente dalla suddivisione di tali esposizioni tra quelle oggetto di valutazione analitico-statistica e quelle oggetto di valutazione analitico-specifica (come sopra identificate), tra gli Add-On previsti sono inclusi gli scenari di vendita per i crediti deteriorati cedibili qualora il piano d'impresa e la pianificazione di riduzione dei crediti deteriorati prevedano operazioni di cessione e tali operazioni non comportino una riclassifica ai sensi del principio IFRS 5. La valutazione dei crediti deteriorati cedibili, quindi, considera la possibilità di realizzo di tali crediti anche attraverso la vendita.

I crediti deteriorati classificati nella categoria dei crediti scaduti e/o sconfinanti sono, invece, oggetto di valutazione analitica su basi statistiche indipendentemente dall'ammontare dell'esposizione. Anche in questo caso, comunque, la rettifica definita sulla base delle griglie statistiche di LGD è integrata per tener conto della componente di Add-On ascrivibile all'effetto dell'evoluzione delle condizioni correnti e degli scenari macroeconomici futuri.

Le esposizioni creditizie devono continuare a essere rilevate come deteriorate sino a quando non siano trascorsi almeno tre mesi dal momento in cui non soddisfano più le condizioni per essere classificate come tali (c.d. probation period). Tali

esposizioni sono mantenute, sino al maturare delle condizioni per l'uscita dal credito deteriorato, nelle rispettive classi di rischio e valutate in modalità analitico-statistica o analitico-specifica tenendo conto della loro minore rischiosità.

Di seguito viene fornita una breve descrizione delle modalità con cui vengono poste in essere la valutazione analiticospecifica ed analitico-statistica:

  • la valutazione analitico-specifica per le sofferenze e le inadempienze probabili superiori ai 2 milioni è una valutazione operata dai gestori sulle singole posizioni basata su un'analisi quali-quantitativa della situazione economico-patrimoniale e finanziaria del debitore, della rischiosità del rapporto creditizio, degli obiettivi e delle strategie di riduzione dei crediti deteriorati, di eventuali fattori mitiganti (garanzie) e tenendo conto dell'effetto finanziario del tempo stimato come necessario per il recupero.

In particolare per le sofferenze, assumono rilevanza una serie di elementi, diversamente presenti a seconda delle caratteristiche delle posizioni, e da valutare con la massima accuratezza e prudenza, tra i quali si citano a mero titolo esemplificativo:

  • o natura del credito, privilegiato o chirografario;
  • o consistenza patrimoniale netta degli obbligati/terzi datori di garanzie reali;
  • o complessità del contenzioso in essere o potenziale e/o delle questioni giuridiche sottese;
  • o esposizione degli obbligati nei confronti del sistema bancario e di altri creditori;
  • o ultimi bilanci disponibili;
  • o stato giuridico degli obbligati e pendenza di procedure concorsuali e/o individuali.

Ai fini della determinazione del presumibile valore di realizzo dei crediti garantiti da beni immobili, per tenere conto sia delle serie storiche dei recuperi, sia di considerazioni forward-looking in coerenza con l'IFRS 9, viene applicato un approccio incentrato sulla valutazione dei beni immobili con riferimento all'asta media attesa ed al relativo abbattimento del prezzo osservato, determinando degli haircut medi differenziati per tipologia di garanzia immobiliare (abitativa, commerciale, industriale e terreni). Per le sofferenze ipotecarie in valutazione analitico-specifica non viene, quindi, applicato un Add-On da scenario macroeconomico, al fine di evitare duplicazioni, in quanto la componente forward looking è già tenuta in considerazione tramite l'haircut.

Con riferimento alle sofferenze immobiliari rivenienti da contratti di leasing, alla luce delle peculiarità del prodotto (assenza di aste), l'haircut è stimato come deprezzamento del bene osservato tra il valore di perizia al momento dell'ingresso in sofferenza e l'effettivo prezzo di vendita.

Con riferimento alle inadempienze probabili, inoltre, la valutazione si basa sull'analisi quali-quantitativa della situazione economico-patrimoniale e finanziaria del debitore e su una puntuale verifica della situazione di rischio.

La determinazione della perdita da impairment presuppone la valutazione dei flussi di cassa futuri che si ritiene il debitore sia in grado di produrre e che saranno destinati anche al servizio del debito finanziario. Tale stima deve essere effettuata sulla base di due approcci alternativi:

  • o scenario di continuità operativa (c.d. "Going Concern Approach"): i flussi di cassa operativi del debitore (o del garante effettivo) continuano ad essere prodotti e sono utilizzati per ripagare i debiti finanziari contratti. L'ipotesi di continuità non esclude l'eventuale realizzo di garanzie, ma solo nella misura in cui ciò possa avvenire senza pregiudicare la capacità del debitore di generare flussi di cassa futuri. Il metodo "Going Concern" trova applicazione anche ai casi in cui la recuperabilità dell'esposizione si basi sulla eventuale cessione di attività da parte del debitore o su operazioni straordinarie. Similmente a quanto previsto per le Sofferenze anche per quanto riguarda gli UTP, vengono utilizzati haircut nella valutazione delle garanzie immobiliari. Per le posizioni Going Concern, tali haircut sono determinati sulla base degli haircut applicati nel processo liquidatorio (sofferenza o UTP Gone Concern), applicando un fattore di calibrazione pari alla probabilità di migrazione degli UTP a sofferenza;
  • o scenario di cessazione dell'attività (c.d. "Gone Concern Approach"): applicabile nei casi in cui si ritiene che i flussi di cassa del debitore siano destinati a venir meno. Si tratta di uno scenario la cui applicazione potrebbe eventualmente riguardare posizioni per le quali è prevista la classificazione a sofferenza. In tale contesto, assumendo che non siano ragionevolmente percorribili interventi degli azionisti e/o operazioni straordinarie di ristrutturazione del debito in contesti di turnaround, il recupero del credito si basa sostanzialmente sul valore delle garanzie che assistono il credito della Banca al netto dell'applicazione di un haircut (determinato come per le Sofferenze) nonché, in subordine, sul valore di realizzo degli asset patrimoniali, tenuto conto della massa passiva e delle eventuali cause di prelazione;
  • la valutazione analitico-statistica, effettuata per le sofferenze e le inadempienze probabili di importo inferiore ai 2 milioni e per i crediti scaduti e/o sconfinanti, presenta delle peculiarità a seconda della tipologia di esposizione interessata.

Con riferimento alle sofferenze, la valutazione analitico-statistica si basa sulle griglie di LGD Sofferenza, dove il modello LGD Defaulted Asset si caratterizza prevalentemente per la differenziazione dei tassi di perdita in funzione, oltre che del segmento regolamentare, della permanenza nello stato di rischio ("vintage") e per l'eventuale attivazione di procedure di recupero giudiziali. Le griglie risultano inoltre differenziate per gli altri assi di analisi significativi in sede di stima del modello (es. forma tecnica, tipologia di garanzia, area geografica, fascia di esposizione, ecc.). Le griglie dei tempi di recupero si articolano principalmente per segmento regolamentare e per ulteriori assi di analisi significativi in sede di modellistica (es. procedure di recupero, fascia di esposizione, forma tecnica).

Con riferimento alle inadempienze probabili, la valutazione è effettuata mediante l'applicazione di griglie di LGD statistica stimate appositamente per le posizioni classificate come Inadempienze Probabili, in coerenza con le griglie di LGD stimate per le sofferenze. Il modello di stima della griglia di LGD per le Inadempienze Probabili è infatti analogo a quello descritto in precedenza per le sofferenze e calcola il tasso di perdita atteso del rapporto oggetto di valutazione in funzione delle caratteristiche dello stesso. La LGD per le Inadempienze Probabili è ottenuta tramite ricalibrazione della LGD sofferenza attraverso il modulo Danger Rate. Il Danger Rate è un fattore correttivo moltiplicativo da applicare alla

LGD sofferenza, al fine di tener conto dei tassi di perdita registrabili nei diversi status di default (stato di Inadempienza Probabile e/o scaduto/sconfinante). Il Danger Rate è stimato utilizzando la probabilità di migrazione a Sofferenza per le posizioni già in default, i tassi di perdita osservati nella fase di Pre-Sofferenza per le posizioni che migrano a Sofferenza e i tassi di perdita osservati nella fase di Pre-Sofferenza per le posizioni che rientrano in Bonis o si estinguono.

Inoltre, per le due sottoclassi dello stato rischio "Inadempienze Probabili" ("Inadempienze Probabili Non Forborne" e "Inadempienze Probabili Forborne"), sono stimate griglie differenziate per tenere in opportuna considerazione le caratteristiche dei crediti Forborne, che, oltre a presentare livelli medi di perdita più contenuti per effetto delle "Forbearance Measures", risentono anche dei vincoli normativi che ne impediscono il rientro in bonis prima dei 12 mesi dalla data dell'avvenuta rinegoziazione.

Con riferimento ai crediti scaduti e/o sconfinanti, le metodologie di determinazione delle griglie sono analoghe a quelle descritte per le Inadempienze Probabili (Framework Danger Rate). Il fattore vintage è in questo caso colto dall'introduzione di una differenziazione in funzione della durata dello scaduto (Past Due a 90 giorni/180 giorni) che determina una significativa variazione dei tassi di perdita delle griglie che si articolano inoltre, in maniera differenziata, per segmento regolamentare e per ulteriori assi di analisi (es. forma tecnica, tipologia di garanzia, area geografica, fascia di esposizione, ecc.) comuni alle altre categorie del credito deteriorato.

Anche nei modelli di stima della LGD utilizzati nella valutazione analitico-statistica delle esposizioni non performing, vengono effettuati gli interventi di rimozione di alcune componenti aggiuntive specificatamente introdotte per i modelli regolamentari, analogamente a quanto già evidenziato per le esposizioni performing.

Per quel che attiene all'inclusione di informazioni correnti e forward looking, si segnala che, per le esposizioni deteriorate, viene considerata anche una componente stimata statisticamente (Add On da scenario macroeconomico) legata agli scenari most-likely e peggiorativi previsti nell'orizzonte temporale dei successivi tre anni, secondo i criteri già descritti.

Come richiesto dall'IFRS 9, occorre, infatti, considerare anche gli effetti dello scenario forward looking rispetto alle stime di LGD e la componente sopra richiamata è volta a catturare la non linearità della relazione tra le variabili macroeconomiche e la misurazione dell'ECL, tramite analisi dell'incertezza previsionale delle variabili utilizzate per la predisposizione dello scenario most-likely. Essa si basa sul medesimo framework metodologico impiegato per i crediti performing, ma ignora in ottica prudenziale lo scenario migliorativo, considerando i soli scenari peggiorativo e most-likely medi sull'orizzonte dei tre anni successivi.

Alle valutazioni analitico/statistiche, inoltre, è applicato un fattore aggiuntivo ancorato a variabili gestionali interne, in particolare il livello di NPL ratio passato e prospettico che, sulla base dell'osservazione di lungo periodo, risulta statisticamente correlato con la dinamica delle perdite. Tale fattore rende la stima dell'LGD maggiormente sensibile alle variazioni del contesto economico/gestionale corrente e prospettico.

Sempre in relazione a scenari prospettici, con riferimento alla categoria delle inadempienze probabili, che racchiude posizioni ancora vive ma con segnali di criticità, sia per le posizioni con valutazione analitico-specifica, sia per quelle con valutazione analitico-statistica, qualora non siano presenti misure di forbearance efficaci, è prevista l'applicazione in un'ulteriore componente aggiuntiva (oltre al citato Add on da scenario macroeconomico) finalizzata a ridurre il valore recuperabile delle posizioni in funzione dell'anzianità nello stato di rischio e dell'assenza di movimentazione e/o recuperi per un determinato periodo di tempo.

Passando ad analizzare gli scenari alternativi di recupero, si evidenzia come il Gruppo Intesa Sanpaolo, in relazione agli obiettivi di riduzione dello stock di crediti non performing in essere, inclusi nei piani aziendali, ed agli eventuali impegni assunti con gli Organi di Vigilanza, con specifico riferimento alla c.d. NPL Strategy, considera la vendita di determinati portafogli come la strategia che può, in determinate condizioni, massimizzare il recupero dei cash flow, anche in considerazione dei tempi di recupero.

Conseguentemente, allo scenario "ordinario", che ipotizza una strategia di recupero basata sull'incasso del credito tipicamente attraverso azioni legali, mandati a società di recupero, realizzo delle garanzie bancarie, viene affiancato – ove applicabile e come strategia di recupero alternativa – anche lo scenario di vendita del credito medesimo.

Qualora i piani aziendali e le strategie del Gruppo identifichino specifici obiettivi di dismissione e conseguentemente un portafoglio di crediti deteriorati che può essere oggetto di cessione, i crediti inclusi in tale portafoglio sino al raggiungimento degli obiettivi di cessione sono valutati tenendo conto sia del valore recuperabile attraverso la gestione operativa, sia di valutazioni di mercato (sulla base di perizie esterne) e/o di prezzi di vendita se già definiti.

In particolare, qualora si identifichi un più ampio portafoglio di crediti oggetto di potenziale cessione rappresentato da crediti di proprietà del Gruppo che hanno caratteristiche di cedibilità (quindi, ad esempio, posizioni che non presentano situazioni di contenzioso, come da indicazione puntuale delle strutture gestionali e che non siano oggetto di cartolarizzazione sintetica), rispetto agli obiettivi di vendita, il valore di bilancio del suddetto portafoglio viene determinato ponderando il valore recuperabile attraverso la gestione operativa con il valore recuperabile attraverso la cessione.

Più in dettaglio, il valore recuperabile dei crediti deteriorati cedibili è quantificato come valore medio tra (i) il "valore in ipotesi di cessione" (fair value) e (ii) il "valore in ipotesi di collection", assumendo come peso di ponderazione, la percentuale dei crediti cedibili - determinata come rapporto tra il target di volume di crediti da cedere ed i rispettivi portafogli "aggredibili" per caratteristiche similari, ovvero come percentuale che riflette adeguatamente la probabilità di vendita dei portafogli la cui dismissione è ritenuta altamente probabile. Si osserva che il "valore in ipotesi di collection" è determinato secondo le già illustrate logiche ordinarie seguite dal Gruppo per l'impairment dei crediti deteriorati, vale a dire sulla base di una valutazione analitica per le esposizioni superiori a una definita soglia e sulla base di una valutazione analitico-statistica per le altre. La valutazione del "valore in ipotesi di cessione" è effettuata sulla base di valutazioni di mercato attraverso il ricorso a valutatori indipendenti.

Qualora, invece, si identifichi in modo specifico le posizioni da cedere, tali posizioni vengono valutate esclusivamente tenendo conto dei valori di mercato stabiliti da periti esterni sulla base di un'apposita fairness opinion o, se già definito attraverso un accordo vincolante con l'acquirente, del prezzo di cessione. Tali crediti vengono anche riclassificati tra le attività in via di dismissione.

Come già anticipato, si segnala, inoltre, che le attività finanziarie acquistate o originate già deteriorate (POCI) presentano delle particolarità in tema di impairment. In proposito, a fronte delle stesse, sin dalla data di rilevazione iniziale e per tutta la vita degli strumenti in questione, devono essere contabilizzate rettifiche di valore pari all'ECL lifetime. A ogni data di riferimento successiva del bilancio, deve, quindi, essere adeguato l'ammontare dell'ECL lifetime, rilevando a conto economico l'importo dell'eventuale variazione delle perdite attese lungo tutta la vita del credito come utile o perdita per riduzione di valore. Alla luce di quanto esposto, le attività finanziarie POCI sono inizialmente iscritte nello Stage 3, ferma restando la possibilità di essere spostate successivamente fra i crediti performing, sui quali, però, continuerà ad essere rilevata una perdita attesa pari all'ECL lifetime.

Per quel che attiene ai crediti deteriorati, si ricorda, infine, che il Gruppo Intesa Sanpaolo ricorre allo stralcio/cancellazione – integrale o parziale - di partite contabili inesigibili (c.d. "write-off") e procede alla conseguente imputazione a perdite del residuo non ancora rettificato nei seguenti casi:

  • irrecuperabilità del credito, risultante da elementi certi e precisi (quali, a titolo di esempio, irreperibilità e nullatenenza del debitore, mancati recuperi da esecuzioni mobiliari ed immobiliari, pignoramenti negativi, procedure concorsuali chiuse con non completo ristoro per la Banca, se non vi sono ulteriori garanzie utilmente escutibili etc.);
  • cessione di credito;
  • rinuncia al credito, in conseguenza di remissione unilaterale del debito o residuo a fronte di contratti transattivi;
  • senza rinuncia al credito. Per quel che attiene agli stralci integrali o parziali senza rinuncia del credito, al fine di evitare il mantenimento in Bilancio di crediti che, pur continuando ad essere gestiti dalle strutture di recupero, presentano possibilità di recupero molto marginali, si procede allo stralcio integrale o parziale per irrecuperabilità del credito pur senza chiusura della pratica legale. Lo stralcio può interessare solo la porzione di credito coperta da accantonamenti; pertanto ciascun credito può essere stralciato fino al limite del Net Book Value. Su base periodica, pertanto si procede alla definizione di portafogli di crediti a sofferenza da assoggettare ad uno stralcio totale o parziale aventi le seguenti macro-caratteristiche:
    • o percentuale di copertura pari al 100% e anzianità (intesa come periodo di permanenza nello stato di "sofferenza") > di 1 anno;
    • o percentuale di copertura > 95% e anzianità (intesa come periodo di permanenza nello stato di "sofferenza") > 5 anni o > 8 anni, rispettivamente in caso di crediti non ipotecari e di crediti ipotecari.

È poi possibile procedere alla definizione di portafogli da stralciare con caratteristiche omogenee diverse da quelle sopra indicate, ma riferibili a esposizioni che presentino marginali possibilità di recupero della quota accantonata e in presenza di una quota di accantonamento minima (calcolata tenendo conto degli stralci accumulati sulla posizione, secondo la stessa regola prevista a livello prudenziale dal framework del cosiddetto "Calendar Provisioning") almeno pari al complemento a 1 del fair value stimato sulla base dei prezzi rilevati nelle ultime cessioni di crediti a sofferenza operate dal Gruppo.

Perdite di valore di partecipazioni

Ad ogni data di bilancio le partecipazioni di collegamento o sottoposte a controllo congiunto sono assoggettate ad un test di impairment al fine di verificare se esistono obiettive evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di iscrizione delle attività stesse.

Il processo di rilevazione di eventuali impairment prevede la verifica della presenza di indicatori di possibili riduzioni di valore e la determinazione dell'eventuale svalutazione. Gli indicatori di impairment sono sostanzialmente suddivisibili in due categorie: indicatori qualitativi e indicatori quantitativi.

Tra quelli qualitativi si segnalano:

  • il conseguimento di risultati economici negativi o comunque un significativo scostamento rispetto ad obiettivi di budget o previsti da piani pluriennali comunicati al mercato;
  • l'annuncio/avvio di procedure concorsuali o di piani di ristrutturazione;
  • la revisione al ribasso del "rating" di oltre due classi;
  • l'inadempimento rispetto agli obblighi di puntuale ed integrale pagamento dei titoli di debito emessi;
  • il ricorso a strumenti di politica industriale finalizzati a fronteggiare gravi crisi o per consentire alle aziende di affrontare processi di ristrutturazione/riorganizzazione.

Tra gli indicatori quantitativi si segnalano:

  • la riduzione del fair value al di sotto del valore di bilancio di oltre il 30% ovvero per un periodo superiore a 24 mesi;
  • la capitalizzazione di borsa inferiore al patrimonio netto contabile della società, nel caso di titoli quotati su mercati attivi, ovvero da un valore contabile della partecipazione nel bilancio separato superiore al valore contabile nel bilancio consolidato dell'attivo netto e dell'avviamento della partecipata o dalla distribuzione da parte di quest'ultima di un dividendo superiore al proprio reddito complessivo.

La presenza di indicatori di impairment comporta la rilevazione di una svalutazione nella misura in cui il valore recuperabile risulti inferiore al valore di iscrizione.

Il valore recuperabile è rappresentato dal maggiore tra il fair value al netto dei costi di vendita ed il valore d'uso.

Per i metodi utilizzati per la determinazione del fair value si rimanda a quanto indicato nella Sezione specifica A.4 – Informativa sul fair value.

Il valore d'uso è il valore attuale dei flussi finanziari attesi rivenienti dall'attività; esso riflette la stima dei flussi finanziari attesi dalla attività, la stima delle possibili variazioni nell'ammontare e/o nella tempistica dei flussi finanziari, il valore finanziario del tempo, il prezzo atto a remunerare la rischiosità dell'attività ed altri fattori che possano influenzare l'apprezzamento, da parte degli operatori di mercato, dei flussi finanziari attesi rivenienti dall'attività.

Nella determinazione del valore d'uso si utilizza il metodo dell'attualizzazione dei flussi di cassa futuri.

Perdite di valore di altre attività non finanziarie

Le attività materiali ed immateriali con vita utile definita sono soggette a test di impairment se esiste un'indicazione che il valore contabile del bene non può più essere recuperato. Il valore recuperabile viene determinato con riferimento al fair value dell'attività materiale o immateriale al netto degli oneri di dismissione o al valore d'uso se determinabile e se esso risulta superiore al fair value.

Per le immobilizzazioni materiali diverse dagli immobili e dal patrimonio artistico di pregio e le immobilizzazioni immateriali (diverse da quelle rilevate a seguito di operazioni di aggregazione) si assume che il valore di carico corrisponda normalmente al valore d'uso, in quanto determinato da un processo di ammortamento stimato sulla base dell'effettivo contributo del bene al processo produttivo e risultando estremamente aleatoria la determinazione di un fair value. I due valori si discostano, dando luogo a impairment, in caso di danneggiamenti, uscita dal processo produttivo o altre circostanze similari non ricorrenti.

Come precisato nell'ambito dell'illustrazione delle "Attività materiali ed immateriali", il Gruppo valuta gli immobili ad uso funzionale e il patrimonio artistico di pregio secondo il metodo della rideterminazione del valore; in tal caso, qualsiasi perdita per riduzione di valore di un'attività rivalutata deve essere trattata come una diminuzione della rivalutazione fino a concorrenza della stessa, dopodiché qualunque differenza è imputata a conto economico.

Come illustrato nell'ambito dell'Informativa sul fair value - Fair value del patrimonio immobiliare e del patrimonio artistico di pregio, per gli immobili strumentali annualmente viene effettuata un'analisi di scenario sui trend del mercato immobiliare, al fine di valutare se si sono presentati scostamenti di rilievo nel valore dei cespiti. Qualora siano state riscontrate variazioni di particolare entità (+ o – 10%), si procede con la predisposizione di una perizia aggiornata per adeguare il fair value del bene alle valutazioni del mercato immobiliare. In assenza di scostamenti significativi si procede alla rideterminazione del valore attraverso una nuova perizia ogni 2 anni per gli immobili cosiddetti "trophy asset" (ovvero gli immobili di particolare prestigio utilizzati da funzioni Direzionali ubicati nelle principali città sede della banca oppure di particolare interesse storico artistico perché vincolati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e ogni tre anni per gli altri immobili strumentali.

Per quanto concerne il patrimonio artistico di pregio, la rideterminazione di valore è effettuata tramite una nuova perizia ogni tre anni. Annualmente viene comunque svolta una analisi di scenario per individuare eventuali variazioni di valore apprezzabile al fine di anticipare l'attività valutativa. Qualora il monitoraggio annuale evidenzi un possibile scostamento di valore, in positivo o in negativo, superiore al 15% per singole opere di autori presenti nelle collezioni della banca e confrontabili in base a criteri oggettivi (dimensioni, tecnica, periodo di realizzazione, etc.), è necessario commissionare nuove perizie di stima.

Le attività immateriali rilevate a seguito di operazioni di acquisizione ed in applicazione del principio IFRS 3 ad ogni data di bilancio sono sottoposte ad un test di impairment al fine di verificare se esistono obiettive evidenze che l'attività possa aver subito una riduzione di valore.

Le attività immateriali a vita definita, rappresentate dal valore del portafoglio di asset management e dal valore del portafoglio assicurativo, in presenza di indicatori di impairment vengono sottoposte ad un nuovo processo valutativo per verificare la recuperabilità dei valori iscritti in bilancio. Il valore recuperabile viene determinato sulla base del valore d'uso, ovvero del valore attuale, stimato attraverso l'utilizzo di un tasso rappresentativo del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell'attività, dei margini reddituali generati dai rapporti in essere alla data della valutazione lungo un orizzonte temporale esprimente la durata residua attesa degli stessi.

Le attività immateriali a vita indefinita, rappresentate dalla valorizzazione del marchio ("brand name") e dall'avviamento, non presentando flussi finanziari autonomi, sono annualmente sottoposte ad una verifica dell'adeguatezza del valore iscritto tra le attività con riferimento alla Cash Generating Unit (CGU) a cui i valori sono stati attribuiti in occasione delle operazioni di aggregazione aziendale. L'ammontare dell'eventuale riduzione di valore è determinato sulla base della differenza tra il valore contabile della CGU e il valore recuperabile della stessa rappresentato dal maggiore tra il fair value, al netto di eventuali costi di vendita, ed il valore d'uso.

Il valore contabile delle CGU deve essere determinato in maniera coerente con il criterio con cui è determinato il valore recuperabile delle stesse. Nell'ottica di un'impresa bancaria non è possibile individuare i flussi generati da una CGU senza considerare i flussi derivanti da attività/passività finanziarie, posto che queste ultime integrano il core business aziendale.

In altri termini, il valore recuperabile delle CGU è influenzato dai suddetti flussi e pertanto il valore contabile delle stesse deve essere determinato coerentemente al perimetro di stima del valore recuperabile e deve, quindi, includere anche le attività/passività finanziarie. A tal fine, queste attività e passività devono essere opportunamente allocate alle CGU di riferimento.

Seguendo questa impostazione, il valore contabile delle CGU di Intesa Sanpaolo può essere determinato in termini di contributo al patrimonio netto consolidato inclusa la parte di pertinenza di terzi.

Pertanto, il valore di carico delle CGU composte da società che appartengono ad una singola divisione operativa o coincidono con una singola legal entity (Asset Management, Private Banking, Insurance e International Subsidiary Banks) è determinato attraverso la sommatoria dei singoli valori contabili di ogni società nel bilancio consolidato, intesi come contributo al patrimonio netto consolidato e corrispondenti al loro patrimonio netto contabile, tenendo conto di eventuali avviamenti e intangibles registrati in sede di acquisizione (al netto dei successivi ammortamenti e di eventuali svalutazioni) e delle scritture di consolidamento. Per la determinazione del valore di carico delle altre due divisioni (Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking), poiché la Capogruppo e altre banche contribuiscono gestionalmente ad entrambe e tale suddivisione non è rappresentata nelle informazioni contabili, non è possibile determinare il valore di carico complessivo delle CGU sulla base di valori contabili. Di conseguenza è necessario ricorrere a fattori gestionali per operare la suddivisione dopo aver attribuito in maniera analitica gli intangibles e gli avviamenti alle due CGU in coerenza con le informazioni contabili disponibili. Il driver gestionale è identificato nel "capitale regolamentare", determinato dalle strutture della Direzione Rischi Finanziari e di Mercato, per ogni divisione operativa: esso rappresenta l'assorbimento patrimoniale necessario per fronteggiare le fattispecie di rischio previste dalle vigenti disposizioni di vigilanza regolamentare. I valori contabili così determinati tengono già conto degli effetti di eventuali impairment effettuati sulle singole attività, ivi inclusi quelli eventualmente relativi ad attività immateriali a vita definita.

Per i metodi utilizzati per la determinazione del fair value si rimanda a quanto indicato nella Sezione A.4 – Informativa sul fair value.

Il valore d'uso di una CGU è determinato attraverso la stima del valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede possano essere generati dalla CGU. Tali flussi finanziari sono determinati utilizzando l'ultimo piano d'impresa pubblico

disponibile ovvero, in mancanza, attraverso la formulazione di un piano previsionale interno da parte del management o attraverso altre evidenze esterne disponibili. Normalmente il periodo di previsione analitico comprende un arco temporale massimo di cinque anni. Il flusso dell'ultimo esercizio di previsione analitica viene proiettato in perpetuità, attraverso un appropriato tasso di crescita "g" ai fini del cosiddetto "Terminal value". Il tasso "g" viene determinato assumendo come fattore di crescita il minore tra il tasso medio di crescita rilevato nel periodo di previsione analitica ed il tasso medio di sviluppo del Prodotto Interno Lordo nei Paesi in cui i flussi si generano.

Nella determinazione del valore d'uso i flussi finanziari devono essere attualizzati ad un tasso che rifletta le valutazioni correnti del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell'attività. In particolare i tassi di attualizzazione utilizzati incorporano la componente risk free e premi per il rischio correlati alla componente azionaria osservati su un arco temporale sufficientemente ampio per riflettere condizioni di mercato e cicli economici differenziati. Inoltre, per ogni CGU, in considerazione della diversa rischiosità dei rispettivi ambiti operativi, sono utilizzati coefficienti Beta differenziati. Tutti i tassi così determinati sono corretti per tenere conto del cosiddetto "Rischio Paese".

I flussi finanziari prodotti dalle partecipate estere sono stimati nella valuta nella quale essi si generano e convertiti in euro utilizzando il tasso di cambio a pronti alla data di determinazione del valore d'uso.

Per quanto riguarda l'attività immateriale rappresentata dal brand name, qualora la CGU di riferimento non presenti avviamenti allocati e, conseguentemente, non risulti possibile attrarre la verifica del valore recuperabile dell'intangible specifico nel contesto dell'impairment test dell'avviamento basato sui flussi di cassa complessivi della CGU, si procede ad una sua valutazione autonoma e specifica sulla base del fair value attestato dalla perizia di un esperto indipendente.

Aggregazioni aziendali

In tema di Aggregazioni aziendali il principio contabile di riferimento è l'IFRS 3.

Il trasferimento del controllo di un'impresa (o di un gruppo di attività e beni integrati, condotti e gestiti unitariamente) configura un'operazione di aggregazione aziendale.

A tal fine il controllo si considera trasferito quando l'investitore è esposto a rendimenti variabili, o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con la partecipata e nel contempo ha la capacità di incidere sui rendimenti esercitando il proprio potere su tale entità.

L'IFRS 3 richiede che per tutte le operazioni di aggregazione venga individuato un acquirente. Quest'ultimo deve essere identificato nel soggetto che ottiene il controllo su un'altra entità o gruppo di attività. Nel caso in cui non si sia in grado di identificare un soggetto controllante seguendo la definizione di controllo sopra descritta, come per esempio nel caso di operazioni di scambio di interessenze partecipative, l'individuazione dell'acquirente deve avvenire con l'utilizzo di altri fattori quali: l'entità il cui fair value è significativamente maggiore, l'entità che eventualmente versa un corrispettivo in denaro, l'entità che emette le nuove azioni.

L'acquisizione, e quindi il primo consolidamento dell'entità acquisita, deve essere contabilizzata nella data in cui l'acquirente ottiene effettivamente il controllo sull'impresa o attività acquisite. Quando l'operazione avviene tramite un'unica operazione di scambio, la data dello scambio normalmente coincide con la data di acquisizione. Tuttavia è sempre necessario verificare l'eventuale presenza di accordi tra le parti che possano comportare un trasferimento del controllo prima della data dello scambio.

Il corrispettivo trasferito nell'ambito di un'operazione di aggregazione deve essere determinato come sommatoria del fair value, alla data dello scambio, delle attività cedute, delle passività sostenute o assunte e degli strumenti di capitale emessi dall'acquirente in cambio del controllo.

Nelle operazioni che prevedono il pagamento in denaro (o quando è previsto il pagamento mediante strumenti finanziari assimilabili alla cassa) il prezzo è il corrispettivo pattuito, eventualmente attualizzato nel caso in cui sia previsto un pagamento rateale con riferimento ad un periodo superiore al breve termine; nel caso in cui il pagamento avvenga tramite uno strumento diverso dalla cassa, quindi mediante l'emissione di strumenti rappresentativi di capitale, il prezzo è pari al fair value del mezzo di pagamento al netto dei costi direttamente attribuibili all'operazione di emissione di capitale. Per le modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari, si rimanda a quanto indicato nella Sezione A.4 – Informativa sul fair value, con l'accortezza che, in presenza di azioni quotate su mercati attivi, il fair value è rappresentato dalla quotazione di Borsa alla data dell'acquisizione o, in mancanza, dall'ultima quotazione disponibile.

Sono inclusi nel corrispettivo dell'aggregazione aziendale alla data di acquisizione gli aggiustamenti subordinati ad eventi futuri, se previsti dagli accordi e solo nel caso in cui siano probabili, determinabili in modo attendibile e realizzati entro i dodici mesi successivi alla data di acquisizione del controllo mentre non vengono considerati gli indennizzi per riduzione del valore delle attività utilizzate in quanto già considerati o nel fair value degli strumenti rappresentativi di capitale o come riduzione del premio o incremento dello sconto sull'emissione iniziale nel caso di emissione di strumenti di debito.

I costi correlati all'acquisizione sono gli oneri che l'acquirente sostiene per la realizzazione dell'aggregazione aziendale; a titolo esemplificativo questi comprendono i compensi professionali corrisposti a revisori, periti, consulenti legali, i costi per perizie e controllo dei conti, predisposizione di documenti informativi richiesti dalle norme, nonché le spese di consulenza sostenute per identificare potenziali target da acquisire se è contrattualmente stabilito che il pagamento sia effettuato solo in caso di esito positivo dell'aggregazione, nonché i costi di registrazione ed emissione di titoli di debito o titoli azionari.

L'acquirente deve contabilizzare i costi correlati all'acquisizione come oneri nei periodi in cui tali costi sono sostenuti e i servizi sono ricevuti, ad eccezione dei costi di emissione di titoli azionari o di titoli di debito che devono essere rilevati secondo quanto disposto dallo IAS 32.

Le operazioni di aggregazione aziendale sono contabilizzate secondo il "metodo dell'acquisizione", in base al quale le attività identificabili acquisite (comprese eventuali attività immateriali in precedenza non rilevate dall'impresa acquisita) e le passività identificabili assunte (comprese quelle potenziali) devono essere rilevate ai rispettivi fair value alla data di acquisizione.

Inoltre, come espressamente previsto dall'IFRS 3, per ogni aggregazione aziendale eventuali quote di minoranza nella società acquisita possono essere rilevate al fair value (con conseguente incremento del corrispettivo trasferito) o in proporzione alla quota della partecipazione di minoranza nelle attività nette identificabili delle società acquisite.

Se il controllo viene realizzato attraverso acquisti successivi, l'acquirente deve ricalcolare l'interessenza che deteneva in precedenza nella società acquisita al rispettivo fair value alla data di acquisizione e rilevare nel conto economico l'eventuale differenza rispetto al precedente valore di carico.

L'eccedenza tra il corrispettivo trasferito (rappresentato dal fair value delle attività trasferite, delle passività sostenute o degli strumenti di capitale emessi dall'acquirente), eventualmente integrato dal valore delle quote di minoranza (determinato come sopra esposto) e dal fair value delle interessenze già possedute dall'acquirente, ed il fair value delle attività e passività acquisite deve essere rilevata come avviamento; qualora queste ultime risultino, invece, superiori alla sommatoria del corrispettivo, delle quote di minoranza e del fair value delle quote già possedute, la differenza deve essere imputata a conto economico.

La contabilizzazione dell'operazione di aggregazione può avvenire provvisoriamente entro la fine dell'esercizio in cui l'aggregazione viene realizzata e deve essere perfezionata entro dodici mesi dalla data di acquisizione.

Le contabilizzazioni di ulteriori quote di partecipazione in società già controllate sono considerate, ai sensi dell'IFRS 10, come operazione sul capitale, ossia operazioni con soci che agiscono nella loro qualità di soci. Pertanto le differenze tra i costi di acquisizione ed il valore contabile delle quote di minoranza acquisite sono imputate al patrimonio netto di gruppo; parimenti, le vendite di quote di minoranza senza perdita del controllo non generano utili/perdite nel conto economico ma variazioni del patrimonio netto di gruppo.

Non configurano aggregazioni aziendali le operazioni finalizzate al controllo di una o più imprese che non costituiscono un'attività aziendale o al controllo in via transitoria o, infine, se l'aggregazione aziendale è realizzata con finalità riorganizzative, quindi tra due o più imprese o attività aziendali già facenti parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, e che non comporta cambiamento degli assetti di controllo indipendentemente dalla percentuale di diritti di terzi prima e dopo l'operazione (cosiddette aggregazioni aziendali di imprese sottoposte a controllo comune). Tali operazioni sono considerate prive di sostanza economica. Pertanto, in assenza di specifiche indicazioni previste dai principi IAS/IFRS e in aderenza con le presunzioni dello IAS 8 che richiede che – in assenza di un principio specifico – l'impresa debba fare uso del proprio giudizio nell'applicare un principio contabile che fornisca un'informativa rilevante, attendibile, prudente e che rifletta la sostanza economica dell'operazione, esse sono contabilizzate salvaguardando la continuità dei valori nel bilancio dell'acquirente.

Le fusioni rientrano tra le operazioni di concentrazione tra imprese, rappresentando la forma di aggregazione aziendale più completa, in quanto comportano l'unificazione sia giuridica che economica dei soggetti che vi partecipano.

Le fusioni, siano esse proprie, cioè con la costituzione di un nuovo soggetto giuridico oppure "per incorporazione" con la confluenza di un'impresa in un'altra impresa già esistente, sono trattate secondo i criteri precedentemente illustrati, in particolare:

  • se l'operazione comporta il trasferimento del controllo di un'impresa, essa viene trattata come un'operazione di aggregazione ai sensi dell'IFRS 3;
  • se l'operazione non comporta il trasferimento del controllo, essa viene contabilizzata privilegiando la continuità dei valori.

Criteri di redazione dell'informativa di settore

L'informativa di settore del Gruppo Intesa Sanpaolo si basa sugli elementi che il management utilizza per prendere le proprie decisioni operative (c.d. "management approach") ed è dunque coerente con i requisiti informativi previsti dall'IFRS 8.

Il modello organizzativo del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in sei settori di attività con specifiche responsabilità operative: Banca dei Territori, IMI Corporate & Investment Banking, International Subsidiary Banks, Asset Management, Private Banking e Insurance. Ai suddetti settori operativi si aggiunge, inoltre, il Centro di Governo cui è demandato il presidio delle funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'intero Gruppo. Rientrano nel Centro di Governo strutture di supporto rappresentate dalla Tesoreria, dalla Direzione NPE nonché le attività di Asset & Liability Management (ALM) strategico.

Ai fini della predisposizione del Segment Reporting i risultati economici e patrimoniali attribuiti ai diversi settori di attività sono determinati in base ai principi contabili utilizzati nella redazione e presentazione del bilancio consolidato. L'utilizzo degli stessi criteri di rendicontazione consente una più agevole riconciliazione dei dati settoriali con quelli consolidati. Al fine di rappresentare più efficacemente i risultati e per meglio comprendere le componenti che li hanno generati, per ciascun settore oggetto di informativa viene presentato il conto economico riclassificato con valori che esprimono il contributo al risultato di Gruppo.

Il contributo delle diverse Divisioni e del Centro di Governo al risultato economico complessivo di Gruppo è determinato secondo le metodologie descritte di seguito:

  • applicazione del modello di contribuzione a tassi interni di trasferimento (TIT), differenziati sulla base della scadenza della singola operazione, per la corretta attribuzione della componente interessi netti;
  • applicazione, in forza di specifici accordi tra le Banche/Società del Gruppo, di regole di retrocessione per le componenti reddituali riferibili a transazioni che prevedono la ripartizione dei risultati tra fabbriche prodotto/unità di servizio ed enti di relazione/unità clienti;
  • addebito dei costi diretti a ciascuna Divisione di Business e al Centro di Governo;
  • applicazione del modello di contabilità industriale di Gruppo, per la parte di competenza, per l'addebito dei costi per i servizi erogati dalle strutture centrali di Capogruppo facenti parte del Centro di Governo nei confronti delle Divisioni di Business e delle altre Strutture del Centro di Governo, nonché dei costi relativi allo svolgimento delle attività di indirizzo e controllo;
  • applicazione della logica di portafogliazione/segmentazione della clientela per l'attribuzione a ciascuna Divisione e al Centro di Governo dei risultati economici dell'operatività con clientela e delle rettifiche nette di valore su crediti.

Il risultato netto delle Business Unit è indicato al netto degli effetti fiscali, calcolati applicando le principali componenti di determinazione del tax rate effettivo in coerenza con la politica fiscale del Gruppo.

I risultati economici dei segmenti operativi di business sono rappresentati al netto dei rapporti infragruppo interni ad essi e al lordo dei rapporti tra diversi segmenti operativi di business.

Per ogni Divisione e per il Centro di Governo viene inoltre calcolato il capitale assorbito in base ai RWA (Risk Weighted Assets) determinati coerentemente con la normativa vigente e integrati, laddove necessario, con dati gestionali di capitale "economico" per tenere conto dei rischi non coperti dalla metrica regolamentare

A completamento dell'informativa per segmenti operativi di business viene anche fornita un'illustrazione dei dati economici e degli aggregati patrimoniali più rilevanti riferiti alle aree geografiche in cui il Gruppo opera. Le aree geografiche sono definite sulla base dell'articolazione territoriale dell'attività del Gruppo. Tali segmenti operativi di business sono riconducibili a tre

principali raggruppamenti geografici definiti in base al criterio di residenza delle entità giuridiche costituenti il Gruppo: Italia, Europa e Resto del mondo.

Attività e passività assicurative

Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso di avvalersi dell'opzione di applicazione del c.d. "Deferral Approach", in virtù del quale le attività e le passività finanziarie delle Compagnie assicurative controllate continuano ad essere rilevate in bilancio ai sensi di quanto prescritto dallo IAS 39, in attesa dell'entrata in vigore del nuovo principio contabile internazionale sui contratti assicurativi (IFRS 17), a far data dal 1° gennaio 202385. Per completezza ed in maniera sintetica, di seguito vengono quindi riportati:

  • i criteri di classificazione e valutazione delle attività e passività finanziarie utilizzati dalle Imprese di assicurazione del Gruppo, rimandando per maggiori dettagli a quanto esposto nella Parte A "Politiche contabili" della Nota integrativa consolidata al Bilancio 2017. Non sono, invece, riproposti i criteri di iscrizione e cancellazione, dato il sostanziale allineamento tra le previsioni dell'IFRS 9 e quelle dello IAS 39 al riguardo;
  • le impostazioni adottate per i prodotti specifici del comparto assicurativo.

Per quel che attiene al trattamento delle voci di bilancio delle Compagnie assicurative diverse da quelle di natura finanziaria, si rimanda a quanto precedentemente rappresentato, dato che le società del gruppo bancario e quelle del comparto assicurativo condividono le medesime politiche contabili

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Criteri di classificazione

Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie allocate nel portafoglio di negoziazione, essenzialmente rappresentate da titoli di debito e di capitale e dal valore positivo dei contratti derivati detenuti con finalità di negoziazione. Fra i contratti derivati sono inclusi anche quelli incorporati in strumenti finanziari complessi che sono stati oggetto di rilevazione separata in quanto:

  • le loro caratteristiche economiche ed i rischi non sono strettamente correlati alle caratteristiche del contratto sottostante;
  • gli strumenti incorporati, anche se separati, soddisfano la definizione di derivato;
  • gli strumenti ibridi cui appartengono non sono valutati al fair value con le relative variazioni rilevate a conto economico.

I derivati sono rappresentati come attività se il fair value è positivo e come passività se il fair value è negativo. È possibile compensare i valori correnti positivi e negativi derivanti da operazioni in essere con la medesima controparte soltanto qualora si abbia correntemente il diritto legale di compensare gli importi rilevati contabilmente e si intenda procedere al regolamento su base netta delle posizioni oggetto di compensazione.

Non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui si sia in presenza di eventi inusuali e che difficilmente si possono ripresentare nel breve periodo.

In tali casi è possibile riclassificare titoli di debito e di capitale non più detenuti per finalità di negoziazione in altre categorie previste dallo IAS 39 qualora ne ricorrano le condizioni per l'iscrizione (Attività finanziarie detenute sino alla scadenza, Attività finanziarie disponibili per la vendita, Crediti). Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassificazione. In sede di riclassificazione viene effettuata la verifica in merito all'eventuale presenza di contratti derivati incorporati da scorporare.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value. Gli effetti dell'applicazione di tale criterio di valutazione sono imputati nel conto economico.

Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in un mercato attivo, vengono utilizzate quotazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo, vengono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi comunemente adottati, che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono basati su dati rilevabili sul mercato quali: valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati, modelli di determinazione del prezzo di opzioni, valori rilevati in recenti transazioni comparabili, ecc. I titoli di capitale, le quote di OICR e gli strumenti derivati che hanno per oggetto titoli di capitale, non quotati in un mercato attivo, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile secondo le linee guida sopra indicate, sono mantenuti al costo.

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di classificazione

Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie non diversamente classificate come Crediti, Attività detenute per la negoziazione, Attività detenute sino a scadenza o Attività finanziarie valutate al fair value. In particolare, vengono incluse in questa voce, oltre ai titoli obbligazionari che non sono oggetto di attività di trading e che non sono classificati tra le Attività detenute sino alla scadenza o valutate al fair value oppure tra i Crediti, anche le interessenze azionarie non gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto, inclusi gli investimenti di private equity ed in fondi di private equity, nonché la quota dei prestiti sindacati sottoscritti che, sin dall'origine, viene destinata alla cessione.

85 In data 23 novembre 2021 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE il Regolamento n. 2036/2021 del 19 novembre che omologa il nuovo principio contabile IFRS 17 "Contratti assicurativi". A tal proposito, si ricorda che in data 25 giugno 2020 lo IASB aveva pubblicato la versione finale degli "Amendments to IFRS 17 Insurance Contracts" nella quale veniva confermato il differimento della data di prima applicazione obbligatoria dello Standard al 1° gennaio 2023 (in luogo del 1° gennaio 2022 precedentemente proposto nell'ED 2019/4) e la contestuale possibilità di proroga del "Deferral approach" nell'applicazione dell'IFRS 9 alla stessa data. Tale aspetto era stato recepito dalla Commissione Europea con la pubblicazione del Regolamento n. 2097/2020 "Proroga dell'esenzione temporanea dell'applicazione dell'IFRS 9 (modifiche all'IFRS 4)" del 15 dicembre 2020.

Nei casi consentiti dai principi contabili, sono ammesse riclassifiche esclusivamente verso la categoria Attività finanziarie detenute sino alla scadenza. È possibile, inoltre, riclassificare i titoli di debito oltre che nella categoria delle Attività finanziarie detenute sino alla scadenza, anche nei Crediti, in presenza di intento di detenzione per il prevedibile futuro e qualora ne ricorrano le condizioni per l'iscrizione. Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassificazione.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le Attività disponibili per la vendita sono valutate al fair value, con la rilevazione a conto economico del valore corrispondente al costo ammortizzato, mentre gli utili o le perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto sino a che l'attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione, totale o parziale, o della rilevazione di una perdita di valore, l'utile o la perdita cumulati vengono riversati, in tutto o in parte, a conto economico.

Il fair value viene determinato sulla base dei criteri già illustrati per le attività finanziarie detenute per la negoziazione.

I titoli di capitale inclusi in questa categoria e le quote di OICR che hanno per oggetto titoli di capitale, non quotati in un mercato attivo, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile, sono mantenuti al costo.

Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono sottoposte ad una verifica volta ad individuare l'esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore.

Se sussistono tali evidenze, l'importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell'attività ed il fair value.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nel caso di crediti o titoli di debito, ed a patrimonio netto nel caso di titoli di capitale. L'ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Criteri di classificazione

Sono classificati nella presente categoria i titoli di debito quotati con pagamenti fissi o determinabili e con scadenza fissa, che si ha intenzione e capacità di detenere sino a scadenza.

Nei casi consentiti dai principi contabili, sono ammesse riclassifiche esclusivamente verso la categoria delle Attività finanziarie disponibili per la vendita. Qualora nel corso di un esercizio venisse venduto o riclassificato, prima della scadenza, un importo non irrilevante degli investimenti classificati in tale categoria, le rimanenti attività finanziarie detenute fino a scadenza verrebbero riclassificate come Attività finanziarie disponibili per la vendita e l'uso del portafoglio in questione sarebbe precluso per i successivi due esercizi, a meno che le vendite o riclassificazioni:

  • siano così prossime alla scadenza o alla data dell'opzione dell'attività finanziaria, che le oscillazioni del tasso di interesse di mercato non avrebbero un effetto significativo sul fair value dell'attività stessa;
  • si siano verificate dopo l'incasso sostanzialmente di tutto il capitale originario dell'attività finanziaria attraverso pagamenti ordinari programmati o anticipati; o
  • siano attribuibili a un evento isolato non controllabile, che non sia ricorrente e non si possa pertanto ragionevolmente prevedere.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le Attività finanziarie detenute sino alla scadenza sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.

Gli utili o le perdite riferiti ad attività detenute sino a scadenza sono rilevati nel conto economico nel momento in cui le attività sono cancellate o hanno subito una riduzione di valore, nonché tramite il processo di ammortamento della differenza tra il valore di iscrizione e il valore rimborsabile alla scadenza.

Le attività detenute sino alla scadenza sono sottoposte ad una verifica volta ad individuare l'esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore.

Se sussistono tali evidenze l'importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell'attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati, scontati al tasso di interesse effettivo originario. L'importo della perdita viene rilevato nel conto economico.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico. La ripresa di valore non può eccedere il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

4. Crediti

Criteri di classificazione

I crediti includono gli impieghi con clientela e con banche, sia erogati direttamente sia acquistati da terzi, che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili, che non sono quotati in un mercato attivo e che non sono stati classificati all'origine tra le Attività finanziarie disponibili per la vendita.

Nella voce Crediti rientrano inoltre i crediti commerciali, le operazioni pronti contro termine con obbligo di rivendita a termine ed i titoli acquistati in sottoscrizione o collocamento privato, con pagamenti determinati o determinabili, non quotati in mercati attivi.

Non sono ammesse riclassifiche in altre categorie di attività finanziarie previste dallo IAS 39.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, i crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell'ammortamento – calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo – della differenza tra l'ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito. Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interesse, all'ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti al credito. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l'effetto economico dei costi/proventi lungo la vita residua attesa del credito.

Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l'effetto dell'applicazione della logica dell'attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al costo storico. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.

I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Rientrano in tale ambito i crediti ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile, o di scaduto/sconfinante secondo le regole di Banca d'Italia, coerenti con la normativa IAS/IFRS e di vigilanza europea.

I crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica, o con determinazione della previsione di perdita per categorie omogenee ed attribuzione analitica ad ogni posizione, e l'ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.

I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell'esposizione creditizia.

Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.

La rettifica di valore è iscritta a conto economico.

Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

I ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo sono appostati tra le riprese di valore.

I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita sono sottoposti alla valutazione di una rettifica di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche e di altri elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti. Nella valutazione si tiene conto anche della rischiosità connessa con il Paese di residenza della controparte.

Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico.

5. Attività finanziarie valutate al fair value

Criteri di classificazione

I principi contabili IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea consentono di classificare nella categoria degli strumenti finanziari valutati al fair value con contropartita in conto economico qualsiasi attività finanziaria così definita al momento dell'acquisizione, nel rispetto delle casistiche previste dalla normativa di riferimento.

Non sono ammesse riclassifiche in altre categorie di attività finanziarie.

Il Gruppo classifica in tale categoria gli investimenti a fronte di polizze assicurative.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, gli strumenti finanziari in questione sono valorizzati al fair value. Gli effetti dell'applicazione di tale criterio di valutazione sono imputati nel conto economico.

6. Debiti e titoli in circolazione

Criteri di classificazione

I Debiti verso banche, i Debiti verso clientela e i Titoli in circolazione ricomprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela, le operazioni pronti contro termine con obbligo di riacquisto a termine e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito, titoli obbligazionari ed altri strumenti di raccolta in circolazione, al netto degli eventuali ammontari riacquistati.

Sono inoltre inclusi i debiti iscritti dall'impresa in qualità di locatario nell'ambito di operazioni di leasing finanziario.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie vengono valutate al costo ammortizzato col metodo del tasso di interesse effettivo.

Fanno eccezione le passività a breve termine, per le quali il fattore temporale risulta trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato.

7. Passività finanziarie di negoziazione

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari in oggetto sono iscritti alla data di sottoscrizione o alla data di emissione ad un valore pari al costo corrispondente al fair value dello strumento, senza considerare eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili agli strumenti stessi.

In tale categoria di passività sono, in particolare, inclusi il valore negativo dei contratti derivati di trading, nonché il valore negativo dei derivati impliciti presenti in contratti complessi ma non strettamente correlati agli stessi. Inoltre sono incluse le passività che originano da scoperti tecnici generati dall'attività di negoziazione di titoli.

Criteri di cancellazione

Le Passività finanziarie detenute per negoziazione vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui relativi flussi finanziari o quando la passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà delle stesse.

8. Passività finanziarie valutate al fair value

Criteri di classificazione

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie designate al fair value con contropartita in conto economico, sulla base della facoltà riconosciuta alle imprese (c.d. "fair value option") dallo IAS 39, nel rispetto delle casistiche previste dalla normativa di riferimento.

Il Gruppo si è avvalso della possibilità di designare come passività al fair value i prodotti di natura finanziaria che non presentano un rischio assicurativo significativo e che non sono inclusi in gestioni separate e non prevedono, quindi, elementi di partecipazione discrezionale agli utili. Anche gli investimenti relativi a tali forme di raccolta, come già precedentemente esposto, sono valutati al fair value eliminando o riducendo notevolmente possibili "asimmetrie contabili" che altrimenti risulterebbero dalla rilevazione di queste attività e delle relative passività sulla base di criteri contabili differenti.

Criteri di valutazione

Tali passività sono valutate al fair value con imputazione del risultato della valutazione nel conto economico.

9. Prodotti a contenuto assicurativo

I prodotti per i quali il rischio assicurativo è valutato significativo comprendono: le polizze di ramo primo temporanee caso morte, le polizze di rendita e miste con coefficienti di conversione in rendita garantiti al momento dell'emissione, alcune tipologie di polizze unit linked e le polizze danni. Per tali prodotti, la disciplina IAS/IFRS conferma sostanzialmente quanto previsto dai principi contabili nazionali in materia assicurativa.

L'IFRS 4, in sintesi prevede:

  • l'iscrizione dei premi lordi a Conto economico fra i proventi; essi comprendono tutti gli importi maturati durante l'esercizio a seguito della stipula dei contratti di assicurazione al netto degli annullamenti; analogamente, i premi ceduti ai riassicuratori sono iscritti quali costi dell'esercizio;
  • a fronte dei proventi per i premi lordi, è accantonato alle riserve tecniche l'importo degli impegni verso gli assicurati, calcolati analiticamente per ciascun contratto secondo quanto definito dai principi contabili locali in materia;
  • i prodotti a contenuto assicurativo inseriti all'interno delle gestioni separate sono valutati applicando il cosiddetto shadow accounting, ossia allocando le differenze tra il valore di carico e quello di mercato, relativamente ai titoli classificati disponibili per la vendita, per la componente di competenza degli assicurati alle riserve tecniche, e per quella di competenza delle società assicurative al patrimonio netto. Nel caso in cui, invece, i titoli siano valutati al fair value, rilevato a Conto economico, la differenza tra il valore di carico ed il valore di mercato viene registrata a Conto economico determinando una variazione delle riserve tecniche per la quota di competenza degli assicurati;
  • nella determinazione dello shadow accounting il Gruppo utilizza, per ogni gestione, l'aliquota media di retrocessione e il tasso minimo garantito definiti in base alle condizioni contrattuali dei diversi prodotti collegati alla gestione;
  • le passività relative ai prodotti con partecipazione discrezionale agli utili sono rappresentate complessivamente senza distinzione tra la componente garantita e quella discrezionale.

In conformità alle previsioni dell'IFRS 4 il Gruppo verifica l'adeguatezza prospettica del valore delle passività iscritte attraverso il cosiddetto Liability Adequacy Test (LAT).

10. Prodotti di natura finanziaria inclusi in gestioni separate

I prodotti di natura finanziaria che, pur non avendo un rischio assicurativo significativo, sono inclusi in gestioni separate, e quindi prevedono elementi di partecipazione discrezionale agli utili, comprendono la maggioranza delle polizze sulla durata della vita e delle polizze miste di ramo primo, nonché le polizze di capitalizzazione di ramo quinto. Essi sono contabilizzati secondo i principi dettati dall'IFRS 4, ovvero, sinteticamente:

  • i prodotti sono esposti in bilancio in modo sostanzialmente analogo a quanto previsto dai principi contabili locali in materia, con evidenza a Conto economico dei premi, dei pagamenti e della variazione delle riserve tecniche;
  • ai prodotti a contenuto assicurativo inseriti all'interno delle gestioni separate, e che quindi prevedono elementi di partecipazione discrezionale agli utili, si applica il cosiddetto shadow accounting, come già rappresentato nel paragrafo precedente;
  • nella determinazione dello shadow accounting il Gruppo utilizza, per ogni gestione, l'aliquota media di retrocessione e il tasso minimo garantito definiti in base alle condizioni contrattuali dei diversi prodotti collegati alla gestione;
  • le passività relative ai prodotti con partecipazione discrezionale agli utili sono rappresentate in modo complessivo, senza distinzione tra la componente garantita e quella discrezionale.

11. Prodotti di natura finanziaria non inclusi in gestioni separate

I prodotti di natura finanziaria che non presentano un rischio assicurativo significativo e non sono inclusi in gestioni separate, e quindi non prevedono elementi di partecipazione discrezionale agli utili, sono esposti in bilancio come passività finanziarie e sono valutati al fair value, sulla base della prevista opzione (Fair Value Option), o al costo ammortizzato. Questi prodotti finanziari comprendono sostanzialmente le polizze index linked e parte delle unit linked, nonché le polizze a provvista specifica di attivi non incluse in gestioni separate. Tali prodotti sono contabilizzati secondo i principi dettati dallo IAS 39, come di seguito sintetizzato:

  • le polizze index e unit linked considerate investment contracts sono valutate al fair value, mentre i prodotti a specifica provvista di attivi non inclusi in gestioni separate sono valutati al costo ammortizzato;
  • il Conto economico non riflette i premi relativi a questi prodotti, ma le sole componenti di ricavo, rappresentate dai caricamenti e dalle commissioni, e di costo, costituite dalle provvigioni e dagli altri oneri; esso riflette, inoltre, i costi ed i ricavi rappresentati dalle variazioni del fair value delle passività accese a fronte di tali contratti. Più in dettaglio, i principi contabili internazionali, contenuti nello IAS 39 e nell'IFRS 15, prevedono che, per le passività valutate al fair value, i ricavi ed i costi relativi ai prodotti in oggetto siano identificati e separati nelle due componenti di (i) origination, da imputare a Conto economico al momento dell'emissione del prodotto, e di (ii) investment management service, da ripartire lungo la vita del prodotto, in funzione di come viene fornito il servizio. Inoltre, nel caso dei prodotti a specifica provvista di attivi non inclusi in gestioni separate, i ricavi e costi incrementali confluiscono nella determinazione del costo ammortizzato;
  • l'eventuale componente assicurativa insita nei prodotti index e unit linked, qualora separabile, è oggetto di autonoma valutazione e rappresentazione contabile.

A. 3 – INFORMATIVA SUI TRASFERIMENTI TRA PORTAFOGLI DI ATTIVITA' FINANZIARIE

Successivamente all'adozione dell'IFRS 9, il Gruppo Intesa Sanpaolo non ha effettuato cambiamenti di business model per la gestione delle proprie attività finanziarie e, conseguentemente, non sono avvenuti trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie.

Secondo le regole generali previste dall'IFRS 9 in materia di riclassificazione delle attività finanziarie (ad eccezione dei titoli di capitale, per cui non è ammessa alcuna riclassifica) non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui l'entità modifichi il modello di business per la gestione di tali attività finanziarie. È atteso che tali modifiche siano altamente infrequenti e devono essere determinate dal management a seguito di rilevanti cambiamenti esterni o interni, dimostrabili a soggetti esterni.

A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business, valore contabile e interessi attivi L'informativa non è dovuta in quanto non sussistono attività finanziarie riclassificate iscritte nell'attivo di bilancio.

A.3.2 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business, fair value ed effetti sulla redditività complessiva

L'informativa non è dovuta in quanto nell'esercizio 2022 non sono stati effettuati trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie.

A.3.3 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento del modello di business e tasso di interesse effettivo L'informativa non è dovuta in quanto non sussistono attività finanziarie riclassificate iscritte nell'attivo di bilancio.

A. 4 – INFORMATIVA SUL FAIR VALUE

FAIR VALUE, INDEPENDENT PRICE VERIFICATION E PRUDENT VALUE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI

Il quadro delle valutazioni finanziarie al fair value si articola su tre pilastri: la misurazione del fair value secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS), la verifica indipendente dei prezzi (IPV – Independent Price Verification) e la misurazione del prudent value, gli ultimi due stabiliti dalla Capital Requirement Regulation (CRR). I successivi paragrafi descrivono le modalità con cui gli elementi citati sono stati recepiti ed utilizzati dal Gruppo Intesa Sanpaolo.

Principi generali fair value

Il Gruppo Intesa Sanpaolo disciplina e formalizza la misurazione del fair value degli strumenti finanziari attraverso le Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value di Gruppo, documento predisposto a cura della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management e la cui applicazione si estende alla Capogruppo e a tutte le controllate oggetto di consolidamento, ivi comprese le Compagnie Assicurative.

Le "Linee Guida di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value", previo parere favorevole del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, sono oggetto di revisione e approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato Rischi e Sostenibilità. Le "Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value" sono oggetto di esame, revisione e approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, a ciò specificatamente delegato dagli Organi Amministrativi, che esamina altresì gli interventi ed aggiornamenti materialmente rilevanti, la cui proposta compete alla Direzione Centrale Market and Financial Risk Management.

Le "Regole per la valutazione degli Equity Investments non quotati", elaborate dalla Direzione Centrale M&A e Partecipazioni di Gruppo e approvate dal Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, disciplinano invece la misurazione del fair value dei titoli di capitale non quotati e degli strumenti finanziari aventi come sottostante titoli di capitale non quotati.

Il principio contabile IFRS 13 che armonizza le regole di misurazione e la relativa informativa, definisce il fair value come il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato (ossia non in una liquidazione forzosa o in una vendita sottocosto) alla data di valutazione. Il fair value è un criterio di valutazione di mercato, non specificatamente riferito alla singola banca. Sottostante la definizione di fair value c'è la presunzione che la banca si trovi nel normale esercizio della sua attività senza alcuna intenzione di liquidare i propri beni, di ridurre in via significativa il livello delle proprie attività ovvero di procedere alla definizione di transazioni a condizioni sfavorevoli.

La banca valuta il fair value di un'attività o passività adottando le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nella determinazione del prezzo dell'attività o passività, presumendo che essi agiscano per soddisfare nel modo migliore il proprio interesse economico. La valutazione del fair value suppone che l'operazione di vendita dell'attività o di trasferimento della passività abbia luogo:

a. nel mercato attivo principale dell'attività o passività;

b. in assenza di un mercato principale, nel mercato attivo più vantaggioso per l'attività o passività.

La banca non deve effettuare una ricerca esaustiva di tutti i possibili mercati per identificare il mercato principale o, in assenza del mercato principale, il mercato più vantaggioso, ma deve prendere in considerazione tutte le informazioni che sono ragionevolmente disponibili. In assenza di un'evidenza contraria, si presume che il mercato nel quale normalmente l'entità opera per vendere l'attività o trasferire la passività sia il mercato principale o, in assenza di un mercato principale, il mercato più vantaggioso. Il Gruppo Intesa Sanpaolo ritiene che il mercato principale di un'attività o passività finanziaria possa essere identificato con il mercato nel quale normalmente opera il Gruppo Intesa Sanpaolo.

Il Gruppo considera, coerentemente con l'IFRS 13, un mercato attivo come un mercato in cui le operazioni relative all'attività o alla passività si verificano con una frequenza e con volumi sufficienti a fornire informazioni utili per la determinazione del prezzo su base continuativa. Più precisamente uno strumento finanziario è considerato quotato in un mercato attivo se i prezzi sono prontamente e regolarmente disponibili tramite un listino, operatore, intermediario, settore industriale, agenzia di determinazione del prezzo, autorità di regolamentazione, e tali prezzi rappresentano operazioni di mercato effettive che avvengono regolarmente in normali contrattazioni.

In specifiche casistiche, disciplinate dalle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value e pur in presenza di quotazioni su mercati regolamentati, vengono effettuati appositi approfondimenti, tesi a verificare la significatività delle quotazioni espresse dal mercato ufficiale. Nel caso di significativa riduzione nel volume o nel livello di operatività rispetto al consueto per l'attività o passività (o per attività o passività similari) evidenziata da alcuni indicatori (numerosità delle transazioni, scarsa significatività dei prezzi espressi dal mercato, incremento significativo dei premi impliciti per il rischio di liquidità, allargamento o incremento dello spread bid-ask, riduzione o assenza totale di mercato per nuove emissioni, scarsità di informazioni di dominio pubblico), devono essere effettuate analisi delle transazioni o dei prezzi quotati. Una diminuzione del volume e del livello di attività da sola potrebbe non indicare che il prezzo di una transazione o il prezzo quotato non rappresenta il fair value o che la transazione in quel mercato non sia ordinaria. Se un'entità determina che una transazione o un prezzo quotato non rappresenta il fair value (es. transazioni non ordinarie), è necessario un aggiustamento ai prezzi delle transazioni o ai prezzi quotati se l'entità usa quei prezzi come base per la valutazione al fair value e tale aggiustamento può essere significativo rispetto alla valutazione al fair value nel suo complesso.

Il fair value degli strumenti finanziari

L'esistenza di quotazioni in un mercato attivo costituisce la miglior evidenza del fair value; tali quotazioni rappresentano quindi i prezzi da utilizzare in via prioritaria per la valutazione delle attività e delle passività finanziarie. In assenza di un mercato attivo, il fair value viene determinato utilizzando tecniche di valutazione volte a stabilire, in ultima analisi, quale prezzo avrebbe avuto il prodotto, alla data di valutazione, in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La scelta tra le suddette metodologie di valutazione non è opzionale, dovendo le stesse essere applicate in ordine gerarchico: la disponibilità di un prezzo espresso da un mercato attivo impedisce di ricorrere ad uno degli altri approcci valutativi.

Input delle tecniche di valutazione

Si definiscono input le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell'attività o della passività, incluse le assunzioni circa il rischio quali, ad esempio, il rischio inerente a una particolare tecnica di valutazione utilizzata per misurare il fair value o il rischio inerente agli input della tecnica di valutazione. Gli input possono essere osservabili o non osservabili.

Sono input osservabili quelli elaborati utilizzando dati di mercato, come le informazioni disponibili al pubblico su operazioni o fatti effettivi, e che riflettono le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell'attività o della passività.

Sono input non osservabili quelli per i quali non sono disponibili informazioni di mercato e che sono elaborati utilizzando le migliori informazioni disponibili in merito ad assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero per determinare il prezzo dell'attività o della passività.

Gerarchia del fair value

L'IFRS 13 stabilisce una gerarchia del fair value che classifica in tre livelli gli input delle tecniche di valutazione adottate per valutare il fair value. Tale gerarchia attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche (dati di Livello 1) e minima priorità agli input non osservabili (dati di Livello 3). In particolare:

  • il livello di fair value viene classificato a 1 quando la valutazione dello strumento è ottenuta direttamente da prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche a cui l'entità può accedere alla data di valutazione;
  • il livello di fair value viene classificato a 2 qualora non sia stato riscontrato un prezzo da mercato attivo e la valutazione avvenga via tecnica di valutazione, sulla base di parametri osservabili sul mercato, oppure sull'utilizzo di parametri non osservabili ma supportati e confermati da evidenze di mercato, quali prezzi, spread o altri input;
  • il livello di fair value viene classificato a 3 quando le valutazioni sono effettuate utilizzando input diversi, non tutti desunti direttamente da parametri osservabili sul mercato e comportano quindi stime ed assunzioni da parte del valutatore.

Nel caso in cui differenti input siano utilizzati per valutare il fair value di un'attività o passività, la classificazione nella gerarchia è determinata in base all'input di più basso livello utilizzato per la valutazione. Per assegnare la gerarchia del fair value viene data priorità agli input delle tecniche di valutazione piuttosto che alle tecniche di valutazione stesse.

L'allegato "Gerarchia del Fair Value" delle "Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value" definisce, con riferimento ai rispettivi modelli/input di valutazione degli strumenti finanziari, le regole minimali che devono soddisfare gli input di mercato per essere classificati a livello 2, e le soglie di significatività che, qualora superate, portino ad una attribuzione al livello 3.

Per gli strumenti finanziari di livello 1 viene utilizzato il prezzo "corrente" offerto ("denaro") per le attività finanziarie ed il prezzo corrente richiesto ("lettera") per le passività finanziarie, rilevato sul mercato principale al quale si ha accesso, alla chiusura del periodo di riferimento.

Nel caso di strumenti finanziari per i quali il differenziale domanda-offerta risulta scarsamente rilevante, o per le attività e passività finanziarie con caratteristiche tali da portare a posizioni compensative per il rischio di mercato, viene utilizzato un prezzo medio di mercato (sempre riferito all'ultimo giorno del periodo di riferimento) in luogo del prezzo di offerta o del prezzo richiesto.

Sono considerati strumenti finanziari di livello 1 i titoli obbligazionari contribuiti (ovvero per i quali è disponibile il Composite Bloomberg Bond Trader sull'Information Provider Bloomberg o, in alternativa, una quotazione sul circuito EuroMTS o almeno tre quotazioni eseguibili sull'Information Provider Bloomberg), titoli azionari contribuiti (ovvero quotati sul mercato ufficiale di riferimento), i fondi comuni di investimento UCITS contribuiti (rientranti nell'ambito di applicazione delle direttive comunitarie), le operazioni in cambi spot, i contratti derivati per i quali siano disponibili quotazioni su un mercato attivo (per esempio futures e opzioni exchanged traded).

Per differenza, tutti gli altri strumenti finanziari che non appartengono alle categorie sopra descritte o che non presentano la profondità di contribuzione definita dalle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value non sono considerati strumenti di livello 1.

In assenza di quotazione su un mercato attivo o in assenza di un regolare funzionamento del mercato, cioè quando il mercato non ha un sufficiente e continuativo numero di transazioni, spread denaro-lettera e volatilità non sufficientemente contenuti, la determinazione del fair value degli strumenti finanziari è prevalentemente realizzata grazie all'utilizzo di tecniche di valutazione aventi l'obiettivo di stabilire il prezzo al quale, in una transazione ordinaria l'attività sarebbe venduta o la passività trasferita tra partecipanti al mercato, alla data di valutazione, in condizioni attuali di mercato.

Nel caso di strumenti classificati a livello 2 la valutazione è basata su prezzi o spread creditizi desunti dalle quotazioni ufficiali di strumenti sostanzialmente simili in termini di fattori di rischio, utilizzando una data metodologia di calcolo (modello di valutazione). Il ricorso a tale approccio si traduce nella ricerca di transazioni presenti su mercati attivi, relative a strumenti che, in termini di fattori di rischio, sono comparabili con lo strumento oggetto di valutazione. Le metodologie di calcolo classificate di livello 2 consentono di riprodurre i prezzi di strumenti finanziari quotati su mercati attivi (calibrazione del modello) senza includere parametri discrezionali – cioè parametri il cui valore non può essere desunto da quotazioni di strumenti finanziari presenti su mercati attivi ovvero non può essere fissato su livelli tali da replicare quotazioni presenti su mercati attivi – tali da influire in maniera determinante sul prezzo di valutazione finale.

Sono valutati secondo modelli che utilizzano input di livello 2:

– i titoli obbligazionari privi di quotazioni ufficiali espresse da un mercato attivo e il cui fair value è determinato tramite l'utilizzo di un appropriato credit spread, individuato a partire da strumenti finanziari contribuiti e liquidi con caratteristiche similari;

  • i finanziamenti il cui fair value è determinato tramite l'utilizzo di un appropriato credit spread individuato a partire da evidenze di mercato di strumenti finanziari con caratteristiche similari;
  • i contratti derivati (ivi inclusi quelli cartolarizzati) la cui valutazione è effettuata mediante appositi modelli, alimentati da parametri di input (quali curve di tasso, cambi e volatilità) osservati sul mercato;
  • i prodotti strutturati di credito (ABS, CLO HY, CDO) per cui non sono disponibili prezzi significativi e il cui fair value viene determinato utilizzando tecniche di valutazione che tengono conto di parametri desumibili dal mercato;
  • titoli di capitale non contribuiti valutati con il ricorso a transazioni dirette, ovvero transazioni significative sul titolo registrate in un arco di tempo ritenuto sufficientemente breve rispetto al momento della valutazione ed in condizioni di mercato costanti, o per i quali sono utilizzati i cosiddetti modelli valutativi "relativi" basati su moltiplicatori;
  • i fondi hedge non UCITS, verificato che gli strumenti di livello 3 non superino una predeterminata soglia.

Nel caso di strumenti classificati a livello 3, per la determinazione del fair value è necessario ricorrere a modelli valutativi che presuppongono l'utilizzo di parametri di input non direttamente osservabili sul mercato e che quindi comportano stime e assunzioni da parte del valutatore. In particolare, la valutazione dello strumento finanziario viene condotta utilizzando una metodologia di calcolo basata su specifiche ipotesi riguardanti:

  • lo sviluppo dei cash-flow futuri, eventualmente condizionati ad eventi futuri cui possono essere attribuite probabilità desunte dall'esperienza storica o sulla base di ipotesi di comportamento;
  • il livello di determinati parametri in input non quotati su mercati attivi, per la cui stima sono comunque privilegiate le informazioni acquisite da prezzi e spread osservati sul mercato. Nel caso queste non siano disponibili, si ricorre a dati storici del fattore di rischio specifico sottostante o a ricerche specializzate in materia (ad es. report di Agenzie di Rating o di primari attori del mercato).

Sono valutati secondo tale metodologia:

  • alcune operazioni in derivati, in titoli obbligazionari o in strutturati di credito complessi valutati con input di livello 3;
  • hedge fund in cui gli asset di livello 3 sono superiori ad una predeterminata soglia;
  • fondi di private equity, fondi di private debt, fondi immobiliari e fondi chiusi derivanti da cessioni di credito non performing valutati al NAV, con eventuale applicazione di sconti;
  • quote partecipative e altri titoli di capitale la cui valutazione viene effettuata con l'utilizzo di modelli fondati su flussi finanziari attualizzati o con metodi patrimoniali;
  • finanziamenti il cui fair value è determinato tramite l'utilizzo di un credit spread che non soddisfa i criteri per essere considerato livello 2;
  • finanziamenti con rischio sottostante di natura azionaria, il cui fair value è calcolato sulla base dell'attualizzazione dei flussi contrattuali previsti.

Il trasferimento di livello di fair value delle attività e passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente, avviene, come definito dall'IFRS 13, come segue: il trasferimento tra i livelli 2 e 3 si determina a fronte di una variazione nell'osservabilità o nella significatività di un input alle valutazioni; il trasferimento tra i livelli 1 e 2 o 3 si determina a fronte di una variazione della disponibilità dei prezzi su un mercato attivo.

Per i derivati OTC, la scelta iniziale del livello di gerarchia di fair value dipende dal grado di osservabilità e significatività dei parametri utilizzati per la valutazione della componente "risk free". Il calcolo della componente legata al rischio di insolvenza della controparte/emittente può comportare il trasferimento a livello 3 quando l'esposizione corrente è positiva per la banca e la controparte è in status creditizio deteriorato, oppure quando la determinazione del rischio di insolvenza richiede input non osservabili e la componente di bilateral Credit Value Adjustment (bCVA) sia significativa rispetto al fair value complessivo del netting set, oppure quando la sensitivity al downgrading della controparte sia significativa rispetto al fair value complessivo del netting set.

Per gli strumenti di capitale non contribuiti il trasferimento di livello avviene:

  • − quando nel periodo si sono resi disponibili input osservabili sul mercato (es. prezzi definiti nell'ambito di transazioni comparabili sul medesimo strumento tra controparti indipendenti e consapevoli). In questo caso, il Gruppo Intesa Sanpaolo procede alla riclassifica dal livello 3 al livello 2;
  • − quando gli elementi direttamente o indirettamente osservabili presi a base per la valutazione sono venuti meno, ovvero non sono più aggiornati (es. transazioni comparabili non più recenti o multipli non più applicabili). In questo caso, il Gruppo Intesa Sanpaolo ricorre a tecniche di valutazione che utilizzano input non osservabili.

Processo di valutazione degli strumenti finanziari

Il processo di valutazione degli strumenti finanziari si articola in diverse fasi che vengono brevemente riassunte qui di seguito:

  • individuazione delle fonti per le valutazioni: le Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value stabiliscono, per ogni categoria di riferimento (asset class), i processi necessari all'identificazione dei parametri di mercato e le modalità secondo le quali tali dati devono essere recepiti e utilizzati;
  • certificazione e trattamento dei dati di input alle valutazioni periodiche: tale fase consiste nel controllo puntuale, ad ogni data di valutazione contabile, dei parametri di mercato utilizzati (rilevazione dell'integrità del dato storicizzato sulla piattaforma proprietaria rispetto alla fonte di contribuzione), nel test di verosimiglianza (congruenza di ogni singolo dato con dati simili o comparabili) e nella verifica delle concrete modalità applicative;
  • certificazione delle metodologie di valutazione: in questa fase viene verificata la consistenza e l'aderenza delle varie metodologie valutative utilizzate con la corrente prassi di mercato, al fine di porre in luce eventuali aspetti critici insiti nei modelli di valutazione usati e di determinare eventuali aggiustamenti necessari alla valutazione;
  • monitoraggio e revisione delle metodologie di valutazione: il monitoraggio consiste nel verificare costantemente l'aderenza al mercato del modello di valutazione e consente di evidenziare tempestivamente eventuali scostamenti, avviando le necessarie verifiche ed interventi.

Individuazione, certificazione e trattamento dei dati di input alle valutazioni

Il processo di calcolo del fair value e la necessità di distinguere tra prodotti valutabili in base a prezzi effettivi di mercato, piuttosto che tramite l'applicazione di tecniche di valutazione, evidenzia la necessità di stabilire dei principi univoci nella determinazione dei parametri di mercato. A tal fine le Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value,

stabiliscono i processi necessari all'identificazione dei parametri di mercato, le fonti di contribuzione ritenute idonee e le modalità secondo cui tali dati devono essere recepiti (cut off) ed utilizzati per la valutazione degli strumenti finanziari detenuti a vario titolo nei portafogli di proprietà della Capogruppo e delle società controllate. Le stesse fonti vengono utilizzate nel caso di valutazioni effettuate a favore di terze parti secondo accordi di Service Level Agreement, preventivamente formalizzati. L'idoneità dei dati di input alle valutazioni è garantita dal rispetto dei requisiti di riferimento: comparabilità, reperibilità e trasparenza del dato, ovvero alla possibilità di reperire il dato su uno o più sistemi di infoproviding, misura del bid-ask di contribuzione e, infine, relativamente ai prodotti OTC, verifica della comparabilità delle fonti di contribuzione.

L'utilizzo di tutti i parametri di mercato in Intesa Sanpaolo è subordinato alla loro certificazione da parte della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management, in termini di controllo puntuale (rilevando l'integrità del dato storicizzato sulla piattaforma proprietaria rispetto alla fonte di contribuzione), di test di verosimiglianza (congruenza di ogni singolo dato con dati simili o comparabili) e di verifica delle concrete modalità applicative.

Certificazione delle metodologie di valutazione

Le metodologie di valutazione utilizzate dal Gruppo Intesa Sanpaolo sono certificate dalla Direzione Centrale Risk Management IMI CIB, con il coinvolgimento di tutte le strutture competenti. La certificazione è volta a verificare la consistenza delle metodologie con la prassi di mercato corrente, ad evidenziare eventuali criticità o limiti ed a determinare eventuali aggiustamenti al fair value, coerentemente con quanto stabilito dalla normativa vigente. Il processo di certificazione considera tutti gli aspetti della metodologia di valutazione (assunzioni di base, derivazione matematica, eventuali approssimazioni, algoritmi numerici utilizzati, input e output) ma anche tutti gli elementi di contesto che sono rilevanti ai fini della valutazione, fra cui le caratteristiche dei prodotti associati (payoff, clausole di estinzione anticipata, ecc.), degli eventuali accordi accessori (ad es. accordi di netting o collaterale), del mercato su cui i prodotti vengono negoziati, le modalità di utilizzo da parte degli utenti finali (ad es. precisione vs performance, calcolo delle misure di rischio, ecc.). Tali aspetti sono oggetto di analisi qualitative e quantitative e sono opportunamente riportati nella documentazione interna.

In casi di elevata complessità e/o in presenza di turbolenza nei mercati (c.d. market dislocation) è possibile ricorrere ad una validazione indipendente da parte di accreditate società di servizi finanziari.

A conclusione del processo di certificazione, la metodologia di valutazione viene censita nel documento Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value.

Monitoraggio e revisione delle metodologie di valutazione

Come richiesto dalla normativa vigente, le metodologie di valutazione in corso di utilizzo sono sottoposte ad un processo di costante monitoraggio delle loro performance rispetto alle evoluzioni degli strumenti finanziari, dei mercati ed alle innovazioni metodologiche sviluppate dalla comunità scientifica di riferimento, al fine di garantire la loro continua aderenza al mercato, evidenziare tempestivamente eventuali inadeguatezze ed avviare le necessarie verifiche ed interventi. Le Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value dettagliano tutti gli elementi considerati per il monitoraggio periodico e la revisione delle metodologie di valutazione. Le funzioni coinvolte nel processo di monitoraggio sono le stesse funzioni coinvolte nel processo di certificazione delle metodologie di valutazione sopra citato e nel processo IPV disciplinato dalle Linee Guida e Regole di Verifica Indipendente dei Prezzi.

Rischio di valutazione: aggiustamenti al fair value

Il Gruppo Intesa Sanpaolo definisce il rischio di valutazione come il rischio di perdite derivanti dall'incertezza valutativa del prezzo di uscita degli strumenti finanziari al fair value, a causa di eventuali limiti delle tecniche di valutazione applicate o di particolari condizioni del mercato.

La principale misura di rischio di valutazione associato ad uno strumento finanziario sono gli aggiustamenti al fair value, volti a tenere in considerazione l'incertezza valutativa o la difficoltà di smobilizzo di particolari posizioni finanziarie, e possono essere riferiti ad un singolo strumento finanziario oppure alla posizione netta per un dato fattore di rischio. Gli aggiustamenti possono essere calcolati come componenti additive della valutazione oppure essere incluse direttamente nella valutazione. Essi sono rivisti periodicamente, anche alla luce dell'evoluzione dei mercati, ovvero dell'eventuale introduzione di nuovi strumenti liquidi, di diverse metodologie di calcolo e, in generale, di affinamenti metodologici, che possono portare anche a modifiche sostanziali nelle metodologie di valutazione prescelte e nelle loro implementazioni.

In particolare il Gruppo Intesa Sanpaolo considera aggiustamenti al fair value per le seguenti categorie di incertezza valutativa:

  • incertezza dei dati di input: l'eventuale incertezza valutativa legata ai dati di input alla valutazione (siano essi mid, bid o ask) viene misurata rispetto alle condizioni temporanee o strutturali sui mercati o in relazione all'entità dei controvalori detenuti (in caso di concentrazione) e, laddove necessario, si procede ad un aggiustamento al fair value quantificando il conseguente impatto sulle valutazioni;
  • illiquidità delle posizioni o dei fattori di rischio sottostanti: analogamente rispetto al caso precedente, lo spread bid-ask di mercato viene misurato e laddove necessario si procede ad un aggiustamento al fair value quantificando il conseguente impatto sulle valutazioni;
  • rischio di modello: si basa sull'individuazione e l'utilizzo di varianti dello stesso modello o di modelli alternativi, con i quali effettuare analisi di confronto volte a quantificare la variabilità delle valutazioni (in particolare l'eventuale direzionalità del prezzo al variare del modello) ed il comportamento del modello in vari scenari di mercato (stress test). La quantificazione dell'aggiustamento al fair value si basa, laddove possibile, su grandezze finanziarie facilmente comprensibili e misurabili (e.g. vega, delta, shift di correlazione);
  • rischio di controparte e di finanziamento: i rischi di controparte e finanziamento, collettivamente indicati come XVA, includono il Bilateral Credit Value Adjustment (bCVA) e il Funding Value Adjustment (FVA). Il bCVA tiene in considerazione il premio al rischio di controparte legato alla possibilità che le controparti possano non onorare i propri mutui impegni (ad esempio in caso di fallimento). A sua volta, essa è data da due componenti, dette Credit Value Adjustment (CVA, di segno negativo) e Debt Value Adjustment (DVA, di segno positivo), che considerano, rispettivamente, gli scenari in cui la Controparte fallisce prima della Banca (e la Banca presenta un'esposizione positiva nei confronti della Controparte), e viceversa gli scenari in cui la Banca fallisce prima della Controparte (e la Banca presenta un'esposizione negativa nei confronti della Controparte). Il Funding Value Adjustment (FVA, di segno negativo)

tiene invece in considerazione il premio al rischio di finanziamento legato ai costi di finanziamento dei flussi di cassa (cedole, dividendi, collaterale, ecc.) generati dal complessivo portafoglio di derivati OTC della Banca. Il calcolo degli XVA dipende dal profilo di esposizione complessiva fra le due controparti, calcolata tramite tecniche di simulazione dei fattori di rischio sottostanti alle operazioni considerate, tenendo in considerazione eventuali accordi di mitigazione del rischio di controparte (in particolare accordi di netting e di collateralizzazione), nonché eventuali clausole contrattuali. Il calcolo degli XVA dipende inoltre dalle Loss Given Default (LGD) basate sul valore stimato del recupero atteso in caso di fallimento delle controparti e dalle probabilità di default delle controparti (PD). LGD e PD sono ottenute dalle quotazioni di mercato dei Credit Default Swap oppure si basano sulle stime interne per settore/rating utilizzate per il rischio di credito. Inoltre, il calcolo del FVA si basa su una curva di finanziamento rappresentativa delle migliori controparti di mercato con cui la Banca potrebbe rinegoziare le operazioni, secondo il principio IFRS 13 del mercato più vantaggioso, non ravvisando, al momento, un reale mercato principale per tali transazioni.

Il processo di gestione degli aggiustamenti al fair value è formalizzato nelle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value e nelle Regole Per La Valutazione Degli Equity Investments Non Quotati in appropriate metodologie di calcolo a seconda del diverso configurarsi dei punti sopra indicati, ed avviene nel modo più oggettivo, consistente e sistematico possibile a cura della Direzione Centrale Risk Management IMI CIB e della Direzione Centrale M&A e Partecipazioni di Gruppo. L'introduzione ed il rilascio degli aggiustamenti al fair value dipendono dalla dinamica dei fattori sopra indicati. Tali processi sono una combinazione di elementi quantitativi, rigidamente specificati, e di elementi qualitativi, valutati in base alla diversa configurazione nel tempo dei fattori di rischio che hanno generato gli aggiustamenti; quindi le stime successive alla prima iscrizione sono sempre guidate dalla mitigazione o dal venir meno di detti rischi.

Per i nuovi prodotti la decisione di applicare degli aggiustamenti viene presa in sede di processo di approvazione nuovi prodotti su proposta della Direzione Centrale Risk Management IMI CIB.

L'applicazione degli aggiustamenti è sottoposta ad una procedura autorizzativa che, al di sopra di una determinata soglia di rilevanza definita per specifiche casistiche, coinvolge sia l'area del Chief Risk Officer che il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari.

A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati

I paragrafi che seguono riepilogano, per tipologia di strumento finanziario (titoli, derivati, prodotti strutturati, hedge fund, finanziamenti), le informazioni sui modelli di valutazione utilizzati.

I. La valutazione dei titoli di debito non contribuiti

La valutazione del fair value dei titoli obbligazionari non contribuiti viene effettuata utilizzando il metodo reddituale ovvero calcolando il valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi utilizzando un appropriato premio al rischio rappresentato dallo spread di credito, individuato a partire da strumenti finanziari contribuiti e liquidi con caratteristiche similari. Le fonti da cui attingere tale misura sono le seguenti:

  • titoli di debito contribuiti e liquidi del medesimo emittente;
  • credit default swap sulla medesima reference entity;
  • titoli contribuiti e liquidi emessi da emittente con medesimo rating e appartenente al medesimo settore.

In ogni caso si tiene conto della differente seniority del titolo da prezzare relativamente alla struttura del debito dell'emittente.

Nel caso degli emittenti pubblici italiani viene costruita una matrice di rating/durata sulla base dei livelli di spread delle emissioni governative cui vengono applicati i differenziali tra le varie classi di rating/durata rispetto ad emissioni pubbliche (regioni, province, comuni, enti governativi).

In fase di applicazione dello spread per il pricing dello strumento non contribuito, qualora la curva di credito "fair" stimata non rispettasse le stesse caratteristiche dello strumento, si considerano dei fattori correttivi.

Inoltre, nel caso di titoli obbligazionari non quotati su mercati attivi, al fine di tenere in considerazione il maggior premio richiesto dal mercato rispetto ad un titolo similare contribuito, si aggiunge al credit spread "fair" una ulteriore componente stimata sulla base dei bid/ask spread rilevati sul mercato.

Infine, nel caso in cui lo strumento includa una componente opzionale si provvede ad un ulteriore aggiustamento dello spread aggiungendo una componente volta a cogliere i costi di copertura e l'eventuale illiquidità dei sottostanti. Tale componente è determinata in base alla tipologia di opzione utilizzando i corrispondenti modelli di valutazione dei derivati citati nel seguito.

Similarmente, per la determinazione e misurazione del credit spread di Intesa Sanpaolo delle passività finanziarie del Gruppo Bancario designate al fair value, si fa riferimento a titoli obbligazionari emessi dalla Capogruppo, con cedole periodiche regolari, scadenza oltre un anno e quotati su un mercato attivo sulla base di quanto prescritto dagli IAS/IFRS. Dalle quotazioni di mercato si desume il merito creditizio implicito, che viene poi perfezionato attraverso modelli di interpolazione, che generano curve di credit spread differenziate per tipo di cedola, scadenza e livello di subordinazione. Analogamente i Certificates emessi sono valutati al fair value scomponendoli nelle due seguenti componenti: titolo obbligazionario emesso, valutato come sopra descritto, ed una componente opzionale, valutata tramite i corrispondenti modelli di pricing dei derivati descritti nel seguito.

Infine, la valutazione delle passività finanziarie designate al fair value delle Compagnie Assicurative (principalmente passività collegate a contratti di investimento di tipo Unit Linked che non presentano un rischio assicurativo significativo) riflette il valore di mercato degli asset sottostanti per la cui definizione si applicano le diverse metodologie qui descritte.

II. La valutazione dei finanziamenti

La valutazione al fair value dei finanziamenti viene effettuata tramite le contribuzioni da parte di info provider qualora disponibili, ovvero calcolando il valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi utilizzando un appropriato credit spread, individuato a partire dalle seguenti fonti:

  • finanziamenti contribuiti sul mercato;

  • curve rating/settore specifiche del mercato dei finanziamenti;

  • titoli contribuiti del medesimo emittente;

  • credit default swap sulla medesima reference entity.

In ogni caso si tiene conto della differente seniority dello strumento da prezzare relativamente alla struttura del debito dell'emittente.

In fase di applicazione dello spread per il pricing del finanziamento, qualora la curva di credito "fair" stimata non rispettasse le stesse caratteristiche dello strumento, si considerano dei fattori correttivi.

Inoltre, qualora per la determinazione dello spread creditizio dei finanziamenti si faccia riferimento alle curve create attraverso titoli obbligazionari, occorrerà applicare una base Loan – Bond, volta a catturare l'eventuale differente struttura del mercato e la diversa forma tecnica.

Al fine di tenere in considerazione il premio richiesto dal mercato per strumenti illiquidi e/o strutturati, si applicano alcuni aggiustamenti allo spread creditizio.

I finanziamenti con rischio sottostante equity non quotato (rientrano in tale fattispecie gli strumenti finanziari che, ai sensi dello IAS 32, non sono equiparabili a equity, ad esempio finanziamenti convertibili in azioni) vengono di regola valutati tramite l'attualizzazione dei flussi previsti dal contratto. Trattandosi di titoli di debito, per l'attualizzazione dei flussi si utilizzerà di regola un tasso costituito dalla somma di: un tasso risk free, uno spread derivante dal CDS o misurato su titoli quotati o su erogazioni analoghe, e di un eventuale ulteriore premio per il rischio.

Nel caso di finanziamenti non performing, il fair value è determinato in funzione del valore recuperabile della posizione. Tale stima è sviluppata tenendo conto degli elementi contrattuali che caratterizzano il credito e può comportare, ad esempio, la valutazione dei flussi di cassa rivenienti dalla vendita degli immobili posti a garanzia oppure la valutazione di eventuali strumenti di capitale acquisibili a seguito dell'introduzione di una clausola di conversione di equity della posizione.

III. La valutazione dei derivati OTC

Gli strumenti derivati laddove non scambiati su mercati regolamentati, sono strumenti Over The Counter (OTC), ovvero negoziati bilateralmente con controparti di mercato, e la loro valutazione è effettuata mediante apposite metodologie di valutazione e parametri di input (quali, ad esempio, le curve di tasso di interesse, tassi di cambio e volatilità) sottoposte ai processi di certificazione e monitoraggio illustrati in precedenza.

Il fair value di un derivato OTC viene calcolato tenendo in considerazione il premio al rischio legato ai diversi fattori di rischio sottostanti. In particolare, si distinguono due casi rilevanti, a seconda che lo strumento sia soggetto o meno ad accordi di collateralizzazione (CSA), volti a mitigare il rischio di controparte e finanziamento:

  • a. nel caso di operazioni con CSA con caratteristiche tali da ridurre il rischio di controparte e finanziamento ad un livello trascurabile, il fair value è calcolato secondo il principio del non-arbitraggio, includendo il premio al rischio di mercato relativo ai fattori di rischio sottostanti al contratto (ad es. tassi di interesse, volatilità, ecc.), e considerando, nei casi più rilevanti, come tasso di sconto dei flussi di cassa futuri il tasso di remunerazione del collaterale;
  • b. nel caso di operazioni senza CSA, ovvero con CSA con caratteristiche tali da non ridurre il rischio di controparte e finanziamento ad un livello trascurabile (ad es. One Way CSA, oppure con soglie o minimum transfer amount non trascurabili), il fair value dello strumento può essere espresso, sotto opportune ipotesi, come la somma del valore di riferimento (o base), pari al prezzo del corrispondente strumento collateralizzato, e di alcune ulteriori componenti valutative legate al premio al rischio di controparte e finanziamento, collettivamente indicati come XVA (cfr. "Rischio di valutazione: aggiustamenti al fair value").

In considerazione della numerosità e complessità dei contratti derivati OTC, è stato individuato un quadro sistematico di riferimento che rappresenta le linee comuni (algoritmi di calcolo, modelli di elaborazione, dati di mercato utilizzati, assunzioni di base del modello) sulle quali si fonda la loro valutazione.

La tabella seguente illustra le principali metodologie utilizzate per la valutazione dei derivati OTC in funzione della classe di appartenenza del sottostante.

Classe del
Sottostante
Modelli di Valutazione Utilizzati Principali dati di mercato e parametri di
input dei modelli
Tasso d'interesse Net Present Value, Black-Scholes, SABR, Libor
Market Model, Hull-White, Lognormale Bivariato,
Rendistato, Hagan formula esatta per CMS
Curve dei tassi d'interesse (depositi, FRA,
Futures, OIS, swap, basis swap, CMS, paniere
Rendistato), volatilità opzioni cap/floor/swaption,
correlazioni tra tassi d'interesse
Tasso di cambio Net
present
Value
FX,
Garman-Kohlhagen,
Lognormale
con
Volatilità
Incerta
(LMUV),
Stochastic Local Volatility (SLV), Local Volatility
(LV)
Curve dei tassi d'interesse, curve FX spot e
forward, volatilità FX,
volatilità e correlazioni
quanto
Equity Accrual, Net present Value Equity, Black-Scholes
generalizzato, Heston, Local Volatility, Jump
Diffusion
Curve dei tassi di interesse, prezzi spot dei
sottostanti, dividendi attesi, volatilità e correlazioni
dei sottostanti, volatilità e correlazioni quanto
Inflazione Inflation NPV, Inflation SABR, Inflation Jarrow
Yildirim
Curve dei tassi d'interesse nominali e di inflazione,
volatilità dei tassi d'interesse e di inflazione,
coefficienti di stagionalità dell'indice dei prezzi al
consumo, correlazione dei tassi di inflazione
Commodity Net present Value Commodity, Black-Scholes
generalizzato,
Independent
Forward,
Local
Volatility, 2-Factors Jump Diffusion
Curve dei tassi d'interesse, prezzi spot, forward e
futures dei sottostanti, volatilità e correlazioni dei
sottostanti, volatilità e correlazioni quanto
Credito Net present Value, CDS Option (o modello
lognormale), Contingent CDS
Probabilità di default, Recovery rate, volatilità
dell'indice di credito.

Come previsto dall'IFRS 13, per pervenire alla determinazione del fair value, il Gruppo Intesa Sanpaolo considera anche l'effetto del rischio di inadempimento (non-performance risk) nella determinazione del fair value. Tale rischio include sia le variazioni del merito creditizio della controparte che le variazioni del merito di credito dell'emittente stesso (own credit risk).

IV. La valutazione dei prodotti strutturati di credito

Con riferimento agli ABS (asset backed securities), nel caso in cui non siano disponibili prezzi significativi, si fa ricorso a tecniche di valutazione che tengano conto di parametri desumibili da mercato attivo (input di livello 2) o, se non osservabili, stimati (input di livello 2 o 3 se non significativo o significativo).

In questo caso i cash flow sono acquisiti da info provider o piattaforme specializzate, qualora disponibili, oppure sono desunti dal business plan dell'operazione integrata dall'informativa periodica, come nel caso di cartolarizzazioni di Non Perfoming Loans (NPL) e Unlikely To Pay (UTP); gli spread sono desunti dai prezzi disponibili sul mercato/info provider di mercato, rafforzati da un'analisi qualitativa relativa alla performance dei sottostanti desumibili dai periodici investor reports e volta ad evidenziare aspetti strutturali non (o non pienamente) ricompresi nelle analisi precedentemente descritte, relativi all'effettiva futura capacità di pagare i flussi di cassa attesi e ad analisi di relative value rispetto ad altre strutture similari.

Per le Cartolarizzazioni di Loans verso Corporate Europei High Yield (CLO HY Loans) la valutazione tramite Valuation technique prevede il calcolo del net present value dei cash flow attesi, determinati tramite piattaforme specializzate, scontati utilizzando gli spread espressi dal mercato. Nella modellizzazione dei flussi attesi futuri si tiene conto di tutti gli aspetti contrattuali dei CLO HY Loans che possono influenzare la waterfall, cioè la ripartizione dei cash flow derivanti dal collaterale sulle note.

A valle di questa valutazione, sono affinate le analisi creditizie dei sottostanti per incorporare ulteriori elementi valutativi non ricompresi nei modelli quantitativi. In particolare, è prevista una Qualitative Credit Review che consta di un'analisi accurata degli aspetti creditizi riguardanti sia la struttura stessa del CLO HY che il collaterale presente. Questa ha lo scopo di identificare elementi di debolezza presenti o futuri, che emergono dalle caratteristiche dei sottostanti, che potrebbero non essere stati colti dalle agenzie di rating e pertanto non pienamente considerati nelle valutazioni al punto precedente.

V. La valutazione dei titoli di capitale non contribuiti

Nell'ambito dei titoli di capitale di livello 2 rientrano:

  • titoli di capitale valutati con il ricorso a transazioni dirette, ovvero transazioni significative sul titolo registrate in un arco temporale ritenuto sufficientemente breve rispetto al momento della valutazione ed in condizioni di mercato costanti;
  • titoli di capitale valutati con metodi relativi, basati su moltiplicatori: multipli impliciti in transazioni avvenute su società

comparabili, quotate o non quotate, in un arco temporale ritenuto sufficientemente breve rispetto al momento della valutazione ed in condizioni di mercato costanti (multipli di M&A), o multipli impliciti nelle quotazioni di borsa di un campione di società comparabili (multipli di borsa).

Nell'ambito dei titoli di capitale di livello 3, per i quali, non risultando applicabili in termini significativi i modelli "relativi" descritti sopra, vengono quindi utilizzati modelli valutativi "assoluti", rientrano:

  • titoli di capitale per i quali vengono applicati modelli analitici fondati su flussi, che prevedono la determinazione del valore attraverso la stima dei flussi finanziari o reddituali che la società si prevede generi nel tempo, attualizzati con un tasso appropriato in funzione del livello di rischio dello strumento;
  • titoli di capitale valutati sulla base di criteri patrimoniali quali il NAV o l'Adjusted Net Asset Value (ANAV), che stima il fair value delle diverse componenti del patrimonio della partecipata.

Eventuali valori ritenuti rappresentativi del fair value del titolo azionario derivanti da clausole pattizie (ad esempio, opzioni) vengono classificati al livello 2 o 3 della gerarchia del fair value a seconda dell'osservabilità degli input utilizzati nella valutazione. Nello specifico, se la negoziazione della clausola ha determinato prezzi d'esercizio, o algoritmi e multipli predefiniti, il titolo viene classificato a livello 2.

Il criterio del costo quale stima del fair value si utilizza in via residuale, in caso di non applicabilità di tutti i metodi precedenti per mancanza di sufficienti informazioni e nei casi in cui vi è un'ampia gamma di possibili valutazioni del fair value e non risulta possibile individuare tra queste un valore più appropriato.

Nella fattispecie qui trattata rientrano anche gli Strumenti Finanziari Partecipativi che, ai sensi dello IAS 32, hanno le caratteristiche per essere considerati titoli di capitale.

VI. La valutazione dei fondi hedge

Il fair value di un fondo hedge corrisponde al Net Asset Value (NAV) fornito dall'amministratore del fondo a cui può essere applicato un aggiustamento derivante da un processo di valutazione volto a cogliere i principali fattori di rischio ai quali è soggetta la gestione dei fondi, riconducibili alle due seguenti tipologie:

  • rischio controparte (broker), ovvero il rischio a cui gli asset del fondo sono sottoposti nel momento in cui questo deleghi l'attività di prime brokerage o di custodian ad un service provider, soggetto a rischio default;
  • rischio illiquidità, ovvero il rischio che gli asset del fondo siano illiquidi per scarsità di quotazioni disponibili oppure per mancanza di informazioni sulle politiche di valutazione utilizzate dal fondo.

Tali rischi sono valutati sulla base delle informazioni presenti nella documentazione ricevuta periodicamente dai gestori o dagli amministratori dei fondi.

Il livello della gerarchia del fair value è pari a 2, verificato che gli strumenti di livello 3 non superino una predeterminata soglia.

VII. La valutazione dei fondi di private debt

Per i fondi Private Debt FIA (Fondi di Investimento Alternativi), il processo di autorizzazione degli investimenti prevede una due diligence iniziale volta a verificare la coerenza tra la policy di valutazione degli asset di ciascun fondo e le Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value. Successivamente la valutazione del fondo avviene al NAV. Il livello della gerarchia del fair value è posto pari a 3.

VIII. La valutazione dei fondi chiusi di private equity, dei fondi immobiliari e dei fondi chiusi derivanti da cessioni di crediti non performing

I fondi chiusi di private equity sono di regola valutati utilizzando l'ultimo Net Asset Value approvato dalla S.g.r. (pubblicato con cadenza semestrale o trimestrale), rettificato solo per considerare gli eventi non ancora verificatisi alla data di riferimento del NAV quali:

  • una transazione rilevante su una partecipata;
  • il fallimento o la liquidazione di una partecipata;
  • l'allineamento a quotazioni correnti di eventuali asset quotati;
  • richiami da parte del fondo e relative distribuzioni.

I fondi immobiliari chiusi sono valutati utilizzando l'ultimo Net Asset Value disponibile, corretto per eventuali richiami o distribuzioni successive e applicando, ove ritenuto necessario, uno sconto determinato con modello interno. In particolare tale modello permette la determinazione di uno sconto sul Net Asset Value sulla base di cinque diverse variabili: (i) la dimensione della S.g.r. che gestisce il fondo; (ii) la numerosità dei sottoscrittori; (iii) il rendimento storico del fondo; (iv) il rendimento di periodo del fondo e (v) il livello di indebitamento. Tali variabili sono tarate diversamente a seconda del business model e del conseguente profilo di rischio del fondo, distinguendo a tal fine tra fondi core, value added ed opportunistici.

Relativamente ai fondi chiusi derivanti da cessioni di crediti deteriorati, laddove sia disponibile un set informativo idoneo per effettuare un'analisi del business plan delle posizioni possedute del fondo, singolarmente o per cluster omogenei, per determinare il fair value delle quote del fondo la Banca in genere si avvale del supporto di un esperto indipendente, il quale effettua, tra le altre cose, un confronto andamentale dei business plan delle esposizioni sottostanti e dichiara, nella propria relazione, che il fair value, determinato dall'esperto, risulta conforme alle indicazioni dei principali regulators86 .

Qualora non sia possibile applicare l'approccio poc'anzi richiamato, per ciascun fondo viene effettuato un confronto tra il rendimento atteso del fondo ed un tasso "benchmark", definito tramite un modello che fattorizza diversi elementi quali i) le policy di valutazione del fondo, verificando se esse siano o meno compliant con criteri coerenti con la definizione di Fair Value ai sensi dell'IFRS 13, ii) verifica sulla presenza di un business plan aggiornato e sulle performance del fondo rispetto al business plan disponibile, iii) le caratteristiche dell'attivo del fondo, iv) il livello del cost of funding sul mercato per l'emissione di strumenti liquidi, v) la completezza ed esaustività delle informazioni messe a disposizione dal fondo e

86 Cfr. Documento Banca d'Italia/Consob/Ivass n.8 "Trattamento in bilancio delle operazioni di vendita pro-soluto di crediti unlikely to pay in cambio di quote di fondi di investimento", pubblicato nell'aprile 2020.

vi) le modalità di gestione del fondo. Ove il rendimento atteso del fondo risulti superiore al tasso "benchmark" così definito, il NAV comunicato dalla SGR viene assunto come misura di fair value; ove invece il tasso "benchmark" risulti superiore al rendimento atteso del fondo, il fair value è determinato sulla base del NAV ridotto di uno sconto che tiene conto dello spread tra tasso "benchmark" e rendimento atteso del fondo e della vita media residua del fondo stesso (Weighted Average Life o WAL).

La valutazione delle attività e passività finanziarie non valutate al fair value su base ricorrente

Infine, per gli strumenti finanziari attivi e passivi valutati al costo ammortizzato, il cui fair value è determinato ai soli fini informativi di nota integrativa, si precisa:

  • il fair value dei titoli obbligazionari viene determinato applicando le medesime metodologie esposte in precedenza;
  • la valutazione del fair value degli altri strumenti finanziari attivi e passivi a medio e lungo termine viene effettuata attraverso l'attualizzazione dei flussi di cassa futuri basata sul discount rate adjustment approach, che prevede che i fattori di rischio creditizio siano considerati nel tasso di attualizzazione dei cash flow futuri;
  • per le attività e passività di breve periodo, il valore di bilancio viene assunto quale ragionevole approssimazione del fair value.

Per maggiori informazioni si fa rinvio a quanto riportato nel paragrafo A.4.5.4.

Come richiesto dal principio IFRS 13, la tabella che segue evidenzia, per le attività finanziarie e per le passività finanziarie valutate al fair value di livello 3, l'informativa quantitativa sugli input non osservabili significativi utilizzati nella valutazione del fair value.

Attività/passività finanziarie Tecnica
di
valutazione
Principali input non
osservabili
Valore
minimo
del range
di
variazione
Valore
massimo
del range
di
variazione
Unità Cambiamenti
di FV
favorevoli
(migliaia di euro)
Cambiamenti
di FV
sfavorevoli
Titoli e Finanziamenti Discounting Cash Flows Credit Spread -3 6 % 7.409 -11.764
Titoli e Finanziamenti strutturati JD model JD parameters -37 13 % 134 -192
Titoli e Finanziamenti strutturati Modello a due fattori di
tasso
Correlazione -26 32 % 4.871 -3.413
ABS Discounting Cash Flows Credit Spread -1 3 % 611 -832
CLO Cash Discounting Cash Flows Credit Spread -6 6 % 503 -523
Derivati OTC oggetto di aggiustamento
di Fair Value per CVA/DVA
CVA Loss Given Default Rate (LGD) - 100 % 3.388 -2.315
Derivati OTC oggetto di aggiustamento
di Fair Value per CVA/DVA
CVA Probabilità di default (PD) in
funzione del rating interno della
controparte
CCC A Rating
interno
44 -78
Derivati OTC - Equity basket option Modello di Black - Scholes Correlazione in basket equity -11,16 87,39 % 517 -759
Derivati OTC - Equity option Modello di Black - Scholes Volatilità storica 8,21 76,17 % 967 -1.524
Derivati OTC - Equity option Modello di Marshall Olkin Correlazione storica 2,44 47,95 % 66 -43
Derivati OTC - Spread option su tassi
swap
Modello Lognormale
bivariato
Correlazione tra tassi swap -71,70 71,04 % 0 -1

A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni

Per quanto riguarda la descrizione dei processi valutativi utilizzati dal Gruppo per gli strumenti valutati a livelli 3 in maniera ricorrente e non ricorrente, si rinvia a quanto riportato, rispettivamente, nei paragrafi A.4.1 e A.4.5.

Come richiesto dal principio IFRS 13, la tabella che segue evidenzia, per le attività e le passività finanziarie valutate al fair value di livello 3, gli effetti del cambiamento di uno o più dei parametri non osservabili significativi utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate per la determinazione del fair value. Si precisa che in tabella sono valorizzati soltanto gli effetti complessivamente materiali a fine esercizio.

Attività/passività finanziarie Parametri non osservabili Sensitivity
(migliaia di
euro)
Variazione
parametro
non osservabile
Titoli e Finanziamenti FVTPL e FVTOCI Credit spread -576 1 bp
Titoli e Finanziamenti FVTPL e FVTOCI JD parameters -10 1%
Titoli e Finanziamenti FVTPL e FVTOCI Correlazione 157 1%
Derivati OTC - Equity Correlazione tra sottostanti basket equity 218 10%
Derivati OTC - Equity Volatilità storica -1.076 10%
Derivati OTC - Equity CPPI Correlazione storica -24 10%

A.4.3. Gerarchia del fair value (trasferimenti tra i diversi livelli)

Con riferimento alla descrizione dei principi adottati per stabilire quando si verificano i trasferimenti tra i diversi livelli della gerarchia del fair value (cfr. IFRS 13, par.95) si rimanda a quanto descritto in precedenza (cfr. "Gerarchia del fair value").

A.4.4. Altre informazioni

Il Gruppo Intesa Sanpaolo fa riferimento alle posizioni nette in derivati di ciascuna controparte ai fini del calcolo del bCVA (per maggiori dettagli in merito alla valutazione dei derivati si rimanda al precedente paragrafo A.4.1). Il Gruppo non si avvale, invece, per altre fattispecie, della possibilità prevista dall'IFRS 13, par. 48, che consente di "valutare il fair value di un gruppo di attività e passività finanziarie sulla base del prezzo che si percepirebbe dalla vendita di una posizione netta lunga (ossia un'attività) per una particolare esposizione al rischio o dal trasferimento di una posizione netta corta (ossia una passività) per una particolare esposizione al rischio in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione, alle condizioni di mercato correnti".

Principi generali Independent Price Verification

Il Gruppo Intesa Sanpaolo disciplina e formalizza il processo di verifica indipendente dei prezzi, attraverso le Linee Guida e Regole di Verifica Indipendente dei Prezzi di Gruppo, documenti coordinati a cura della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management e la cui applicazione si estende alla Capogruppo e a tutte le controllate appartenenti al Gruppo Bancario oggetto di consolidamento.

Le "Linee Guida di Verifica Indipendente dei Prezzi", previo parere favorevole del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, sono oggetto di revisione ed approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato Rischi e Sostenibilità. Le "Regole di Verifica Indipendente dei Prezzi (Independent Price Verification) di I e II livello" sono oggetto di revisione e approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, a ciò specificamente delegato dagli Organi Amministrativi, che esamina altresì gli interventi ed aggiornamenti materialmente rilevanti, la cui proposta compete alla Direzione Centrale Market and Financial Risk Management.

Secondo quanto disposto dal Regolamento UE 575/2013 (Capital Requirement Regulation – CRR), art. 4, par. 1.70 e 105, par. 8 il Gruppo Intesa Sanpaolo disciplina il processo di verifica Indipendente dei Prezzi (IPV – Independent Price Verification), che consiste nella verifica regolare dell'esattezza e dell'indipendenza dei prezzi di mercato degli strumenti finanziari o dei dati immessi nei modelli di pricing, effettuata da un'unità organizzativa indipendente dalle funzioni di business, con frequenza commisurata all'attività di negoziazione svolta e alla natura del mercato.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha strutturato un processo IPV articolato su 3 livelli di controllo coerentemente con quanto indicato dalla Circolare Banca d'Italia 285/2013 (Disposizioni di vigilanza per le banche), recepita nel Sistema dei Controlli Interni Integrati, che richiede l'integrazione dei processi di gestione dei rischi con i processi e le metodologie di valutazione, anche a fini contabili, delle attività aziendali.

In ambito IPV le funzioni di controllo di I, II e III livello hanno le seguenti responsabilità principali:

  • la funzione di controllo di I livello partecipa alla definizione del quadro di riferimento metodologico ed effettua le implementazioni ed i controlli di I livello, riportando gli esiti al business e alle funzioni di controllo di II livello;
  • la funzione di controllo di II livello definisce il quadro di riferimento metodologico e di controllo, garantisce l'allineamento con le normative vigenti e la coerenza fra controlli IPV, valutazioni contabili ed aggiustamenti supplementari di valutazione (AVA) (effettuati, rispettivamente, sulla base delle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value e delle Linee Guida e Regole di Valutazione Prudente Strumenti Finanziari al Fair Value) supervisiona i controlli di I livello ed effettua i controlli di II livello;
  • la funzione di controllo di III livello effettua controlli di revisione interna, volta ad individuare violazioni delle procedure e della regolamentazione nonché a valutare periodicamente la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità (in termini di efficienza ed efficacia) e l'affidabilità della struttura organizzativa delle altre componenti del sistema dei controlli interni e del sistema informativo a livello di Gruppo, con cadenza prefissata in relazione alla natura e all'intensità dei rischi.

I controlli IPV di I e II livello sono controlli di tipo qualitativo e quantitativo e si distinguono in base alla tipologia degli strumenti sottoposti al controllo. Si applicano coerentemente sia ai dati di input sottostanti alle valutazioni, sia alle valutazioni stesse, e garantiscono la coerenza fra valutazioni gestionali e valutazioni contabili effettuate sui diversi sistemi. Sono caratterizzati da completezza e adeguatezza di applicazione, assenza di sovrapposizioni, sequenzialità e complementarietà nell'esecuzione. Gli strumenti di controllo IPV utilizzano, per quanto possibile, appositi applicativi o procedure informatiche, che consentono analisi dati estensive con frequenza anche giornaliera. In particolare:

  • i controlli di I livello sono volti a garantire la validazione dei dati di mercato inseriti nei sistemi e si basano su un'analisi approfondita dei dati ottenuti da provider esterni. Nel caso in cui, a seguito dei controlli di I livello, per il dato presente nei sistemi si registri il superamento di determinate soglie, o comunque il dato non sia ritenuto corretto dalle funzioni di controllo di I livello, si attiva un processo di confronto (challenge) con il coinvolgimento del business e delle funzioni di controllo di II livello, compatibilmente con il grado di complessità della segnalazione;
  • i controlli di II livello sono caratterizzati da sequenzialità e complementarietà nell'esecuzione rispetto a quelli di I livello e volti a garantire l'allineamento tra valutazioni gestionali e contabili, basandosi su un'analisi approfondita dei dati di consenso o controparti e, qualora questi non risultassero disponibili, tramite applicazione dei modelli di pricing associati ai rispettivi strumenti.

Le risultanze del processo IPV sono analizzate, valutate e coordinate dal Tavolo Valutazioni Finanziarie, organo tecnico appositamente costituito, con l'obiettivo di favorire l'integrazione ed il confronto tra le funzioni di business e le funzioni di controllo.

Principi generali prudent value

Il quadro delle valutazioni finanziarie si completa con la Valutazione Prudente delle poste valutate al fair value, che prevede il calcolo di ulteriori rettifiche alle valutazioni, rilevanti a soli fini prudenziali senza impatti sul fair value calcolato ai fini contabili in accordo con i principi IFRS.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo disciplina e formalizza la misurazione del valore prudente degli strumenti finanziari attraverso le Linee Guida e Regole di Valutazione Prudente Strumenti Finanziari al Fair Value di Gruppo, documento predisposto a cura della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management e la cui applicazione si estende alla Capogruppo e a tutte le controllate appartenenti al Gruppo Bancario oggetto di consolidamento.

Le "Linee Guida di Valutazione Prudente Strumenti Finanziari", previo parere favorevole del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, sono oggetto di revisione ed approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato Rischi e Sostenibilità. Le "Regole di Valutazione Prudente degli Strumenti Finanziari" sono oggetto di revisione e approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, a ciò specificatamente delegato dagli Organi Amministrativi, che esamina altresì gli interventi ed aggiornamenti materialmente rilevanti, la cui proposta compete alla Direzione Centrale Market and Financial Risk Management.

Secondo quanto disposto dal Regolamento UE 575/2013 (Capital Requirement Regulation – CRR), la valutazione prudente comporta il calcolo di specifiche rettifiche di valore supplementari (Additional Valuation Adjustment – AVA) per gli strumenti finanziari valutati al fair value, volti ad intercettare diverse fonti di incertezza valutativa garantendo il raggiungimento di un adeguato grado di certezza nella valutazione delle posizioni. Il valore totale degli AVA viene detratto dal capitale primario di classe 1, senza impatto sul fair value contabile.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, in linea con i criteri indicati nel Regolamento Delegato (UE) 2016/101, è soggetto all'applicazione del metodo di base per la determinazione degli AVA sia a livello individuale sia a livello consolidato per tutte le posizioni valutate al fair value. In particolare sono considerati i seguenti AVA:

  • incertezza delle quotazioni di mercato: rappresenta l'incertezza delle quotazioni di mercato calcolato a livello di esposizione oggetto di valutazione;
  • costi di chiusura: rappresenta l'incertezza del prezzo di uscita calcolato a livello di esposizione oggetto di valutazione;
  • rischi di modello: tiene conto del rischio del modello di valutazione che deriva dalla potenziale esistenza di una gamma di diversi modelli o calibrature di modelli utilizzati dai partecipanti al mercato e dalla mancanza di un prezzo di uscita solido per il prodotto specifico in fase di valutazione;
  • differenziali creditizi non realizzati: rappresenta l'incertezza della valutazione nell'aggiustamento necessario conformemente alla disciplina contabile applicabile, al fine di includere il valore attuale delle perdite attese in caso di default della controparte riguardo a posizioni su derivati;
  • costi di investimento e di finanziamento: rappresenta l'incertezza della valutazione nei costi di finanziamento (funding) utilizzati in sede di valutazione del prezzo di uscita conformemente alla disciplina contabile applicabile;
  • posizioni concentrate: rappresenta l'incertezza relativa al prezzo di uscita delle posizioni definite come concentrate;
  • costi amministrativi futuri: considera i costi amministrativi e i futuri costi di copertura lungo la vita attesa delle esposizioni oggetto di valutazione per le quali non è applicato un prezzo di uscita diretto per gli AVA per le posizioni concentrate;
  • chiusure anticipate delle posizioni: considera le potenziali perdite derivanti dalle chiusure anticipate non contrattuali delle posizioni di negoziazione dei clienti;
  • rischi operativi: considera le perdite potenziali che possono essere sostenute a seguito dei rischi operativi connessi ai processi di valutazione.

Il valore prudente corrisponde al valore di uscita dalla posizione ("exit price") con un livello di certezza pari al 90%. Laddove possibile, tale valore viene determinato sulla base di una distribuzione di exit price osservati sul mercato. In tutti gli altri casi viene utilizzato un approccio basato su esperti, facendo riferimento alle informazioni qualitative e quantitative disponibili.

Il valore di AVA associato alla singola posizione ed alla singola fonte di incertezza valutativa corrisponde quindi alla differenza fra il valore prudente ed il fair value. L'AVA totale si ottiene aggregando i singoli AVA tenendo conto dei corrispondenti coefficienti di ponderazione.

Le "Regole di Valutazione Prudente degli Strumenti Finanziari" declinano, per ciascun AVA, la definizione ed interpretazione, il perimetro di applicazione, i dati di input e la metodologia dettagliata di calcolo per ciascuna classe di strumenti finanziari.

FAIR VALUE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE E DEL PATRIMONIO ARTISTICO DI PREGIO

Fair value del patrimonio immobiliare

Come già ampiamente illustrato nella prima parte relativa alle politiche contabili, il Gruppo adotta il criterio della rideterminazione di valore per la valutazione del patrimonio immobiliare ad uso funzionale contabilizzato in base al principio IAS 16 e del fair value per gli immobili di investimento contabilizzati in base al principio IAS 40.

Metodologia di valutazione del patrimonio immobiliare

Il metodo della rideterminazione del valore applicato agli immobili ad uso funzionale prevede che le attività materiali, il cui fair value può essere attendibilmente determinato, siano iscritte ad un valore rideterminato, pari al loro fair value alla data della rideterminazione di valore al netto degli ammortamenti e delle eventuali perdite per riduzione di valore accumulate.

Per gli immobili detenuti a scopo di investimento, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha scelto il metodo di valutazione al fair value, secondo il quale, successivamente alla rilevazione iniziale, tutti gli investimenti immobiliari sono valutati al fair value.

Approccio valutativo

L'IFRS 13 definisce il fair value come "il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività o che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra entità operanti sul mercato alla data di valutazione".

L'approccio valutativo è stato definito sulla base della valenza strumentale e del piano di utilizzo degli immobili, che possono essere individuati secondo tre gruppi principali:

  • "trophy asset", ovvero gli immobili di particolare prestigio utilizzati da funzioni Direzionali ubicati nelle principali città sede della Banca oppure di particolare interesse storico artistico perché vincolati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
  • "strumentali";
  • "non strumentali".

Le proprietà sono valutate individualmente ("asset by asset") senza considerare alcuno sconto, o premio, che possa essere negoziato in fase di trattativa commerciale se tutto, o parte del portafoglio, venisse ceduto in blocco o per lotti.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha scelto di affidare l'attività di valutazione a Società esterne con struttura internazionale, professionalmente qualificate, e in grado di fornire valutazioni immobiliari sulla base degli standard RICS Valuation87 che garantiscono:

  • una determinazione del valore coerente con la configurazione di fair value indicata nei principi contabili internazionali;
  • il rispetto dei requisiti professionali, etici e di indipendenza dei periti, allineati alle previsioni degli standard internazionali ed europei.

Per determinare il valore dei beni vengono utilizzate le seguenti metodologie di determinazione del valore in funzione delle caratteristiche del bene e delle condizioni del mercato di riferimento; il valutatore determina il metodo più idoneo per ogni singolo immobile.

  • Metodo dei Flussi di cassa Attualizzati (o Discounted Cash Flow): il metodo reddituale finanziario (o dei flussi di cassa attualizzati) è basato sull'attualizzazione (per un periodo variabile in riferimento alla situazione locativa/occupazionale dell'immobile e alla successiva ottimizzazione) dei futuri ricavi netti derivanti dall'affitto o dalla vendita della proprietà. Al termine di tale periodo si ipotizza un valore della proprietà come venduta ad un prezzo ottenuto capitalizzando il reddito dell'ultimo anno ad un tasso di mercato per investimenti analoghi all'oggetto di stima o attraverso la vendita frazionata. Questo metodo è utilizzato per la valutazione di tutti gli immobili utilizzati strumentalmente o oggetto di contratto di locazione verso terzi, ubicati in Italia.
  • Metodo Comparativo o del Mercato: il metodo comparativo o del mercato è basato sul confronto fra il bene in esame e altri simili recentemente oggetto di compravendita o correntemente offerti sullo stesso mercato o su piazze concorrenziali. Il suddetto criterio si basa sulla comparazione con proprietà che siano state vendute od offerte di recente sul libero mercato e, possibilmente, aventi le medesime caratteristiche. In mancanza di osservazioni direttamente riferibili alla proprietà in esame si ricorre a casistiche il più possibile assimilabili alla stessa, apportando le necessarie correzioni. Questo metodo, rappresentando la base anche per gli altri metodi di valutazione, può essere adottato in particolare per i beni non in uso strumentale e/o comunque liberi e disponibili ubicati in Italia e all'estero.
  • Metodo Reddituale della capitalizzazione diretta: il metodo reddituale è basato sul valore corrente dei redditi potenziali di mercato di una proprietà, ottenuto capitalizzando il reddito ad un tasso di mercato. Tale metodo è applicato prevalentemente ad immobili strumentali all'estero, in cui si preveda una permanenza prolungata all'interno dell'edificio.
  • Valore di Investimento "Worth": il Valore di Investimento o "Worth" è definito dagli International Valuation Standard come: "the value of an asset to a particular owner or prospective owner for individual investment or operational objectives". Tale definizione è coerente a quanto disposto dell'ultima edizione del "RICS Valuation – Global Standards 2022" della Royal Institution of Chartered Surveyors del Regno Unito, dove il Valore di Investimento è definito come "il valore di un bene, per il proprietario o per un potenziale proprietario, correlato ad un determinato fine d'investimento od obiettivo operativo". Il Valore di Investimento è applicabile a quegli immobili edificati in proprio o immobili aventi una forte connotazione strumentale soggetti a significativi investimenti per l'adeguamento tecnologico, costruttivo e funzionale.

Per la definizione del Vbalore di Investimento di tali immobili viene previsto un piano di utilizzo a uso strumentale per 12+6 anni senza break option, il cui canone annuo viene determinato applicando un opportuno tasso di rendimento lordo all'ammontare dei costi diretti e indiretti capitalizzati dalla Proprietà comprensivi dei costi di acquisto del terreno.

Ai fini della valutazione, se del caso e dove rilevante, le assunzioni includono anche considerazioni di sostenibilità, connesse a fattori di cambiamento climatico e di efficienza energetica oltre ad aspetti legati a eventuali legislazioni specifiche (ad esempio, configurazione, accessibilità, ...). Ad oggi, il Gruppo non ha apportato aggiustamenti sostanziali al fair value per il cambiamento climatico oltre a quelli già apprezzati dagli indicatori rilevabili nel mercato di riferimento.

87 Standard contenuti nel documento della Royal Institution of Chartered Surveyors del Regno Unito intitolato "RICS Valuation – Global Standard" (anche detto "Red Book"): la versione aggiornata è stata emessa a novembre 2021 ed è efficace dal 31 gennaio 2022

Periodicità della valutazione

Le rideterminazioni di valore devono essere effettuate con regolarità tale da assicurare che il valore contabile non differisca in modo rilevante da quello che sarebbe stato determinato utilizzando il fair value alla data di riferimento del bilancio.

La frequenza delle rideterminazioni del valore dipende dalle oscillazioni di fair value delle attività materiali oggetto di rivalutazione. Quando il fair value dell'attività rivalutata differisce in modo rilevante dal suo valore contabile, è richiesta un'ulteriore rideterminazione del valore.

In dettaglio, sulla base dell'andamento fatto registrare dai mercati, è stata individuata una differente periodicità di valutazione che in funzione delle caratteristiche dei beni e della loro localizzazione, si ritiene funzionale a cogliere le variazioni significative del valore dei beni stessi.

Per gli immobili classificati come immobili ad uso funzionale viene effettuata la seguente distinzione:

  • per gli immobili cosiddetti "trophy asset", la rideterminazione è effettuata mediante una verifica del valore svolta attraverso una analisi di scenario (analisi del trend di mercato) ogni anno e con una nuova perizia ogni due anni;
  • per quanto concerne gli altri immobili ad uso strumentale, la rideterminazione è effettuata con l'analisi di scenario (analisi del trend di mercato) ogni anno e tramite una nuova perizia ogni tre anni.

Qualora dall'analisi di scenario vengano riscontrate variazioni di particolare entità (+/– 10%), è necessario effettuare perizie puntuali e aggiornate per adeguare il fair value del bene alle valutazioni del mercato immobiliare.

Per gli immobili destinati a scopo di investimento il valore viene determinato sulla base di nuove perizie ogni anno.

Sulla base delle regole richiamate, nel 2022 sono stati oggetto di valutazione periodica gli immobili ad uso investimento unitamente agli immobili ad uso strumentale che, sulla base dell'analisi di scenario, hanno evidenziato variazioni rispetto alla soglia definita.

Analisi di scenario

Nell'ambito dell'aggiornamento annuale del fair value degli immobili strumentali, negli anni in cui non è prevista la rivalutazione dell'immobile si esegue un'analisi di scenario (analisi del trend di mercato) attraverso l'utilizzo delle migliori fonti informative disponibili per i diversi paesi di ubicazione degli immobili finalizzata alla rilevazione sulla base di banche dati, degli scostamenti dei valori di mercato tra il periodo di analisi e quello precedente.

In particolare per gli immobili situati in Italia, la definizione delle variazioni avviene attraverso l'utilizzo di almeno 3 fonti tra loro differenti. La fonte principale è quella fornita dalla Agenzia delle Entrate secondo le relative zone OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare); la seconda fonte di pubblicazione è rappresentata da Nomisma per cui, per le relative zonizzazioni, sono eseguite le medesime interrogazioni svolte per OMI (base dati principale) e la terza analisi si basa sulle analisi delle variazioni intercorse nell'anno di interrogazione per quanto espresso dalle offerte presenti sul mercato immobiliare.

Pertanto l'attività seguita dai periti è quella di definire per ogni immobile gli scostamenti su base annuale dei canoni e/o dei prezzi per asset class di riferimento.

Gli immobili localizzati all'estero vengono raggruppati, per ogni nazione, nei diversi cluster in base alla località e all'asset class di ciascuno. Vengono predisposte analisi di mercato puntuali sulla base delle conoscenze locali e nazionali del particolare mercato immobiliare di riferimento.

Lo studio di mercato tiene conto inoltre dei seguenti drivers macroeconomici:

  • analisi dei dati economici (tasso di disoccupazione, PIL pro capite, inflazione ed indice dei prezzi al consumo), tali fattori macroeconomici costituiscono la prima analisi economica, a supporto delle previsioni del mercato immobiliare;
  • indicazione del movimento del rendimento medio;
  • indicazione del movimento dei canoni di mercato;
  • indicazione del range di movimento dei valori unitari.

Sulla base dell'indagine di mercato summenzionata e sulla base di una adeguata ponderazione qualitativa dei key-drivers macroeconomici, viene definito un range di scostamento percentuale rispetto all'ultima perizia effettuata che viene confrontato con la soglia di target definita, individuando un fattore sintetico percentuale, per ogni singolo immobile e inserito in un unico foglio di lavoro.

Questa attività viene svolta in prossimità della chiusura di fine anno così da esprimere un range di scostamento rispetto ad una soglia di riferimento e poter pianificare per tempo l'aggiornamento di stima puntuale per quegli immobili il cui scostamento sia oltre tale soglia.

La soglia di variazione ammessa è pari a +/-10%.

Nel caso gli scostamenti rilevati dovessero essere superiori a tale soglia viene effettuata una nuova valutazione entro la fine dell'anno.

Sensibilità delle valutazioni

Analogamente agli strumenti finanziari, sono assoggettate ad analisi di sensitività quelle attività e passività non finanziarie valutate al fair value di livello 3 per le quali, in funzione del modello valutativo in uso per la determinazione del fair value, ne sia possibile l'esecuzione ed i cui risultati siano significativi. L'analisi ha riguardato essenzialmente gli immobili della Capogruppo Intesa Sanpaolo, che rappresentano il perimetro Core del patrimonio immobiliare del Gruppo.

Si precisa che l'analisi di sensitività è stata condotta identificando le variabili di maggiore rilevanza nell'ambito del modello di valutazione utilizzato per la valutazione delle diverse classi di immobili, rappresentato dal metodo dei flussi di cassa attualizzati. In particolare, tenuto conto del trend registrato dal mercato immobiliare delle diverse asset class e dei parametri caratterizzati da maggiore volatilità/variabilità, per gli immobili ad uso strumentale si è fatto riferimento al tasso netto di capitalizzazione (yield) e al tasso medio d'inflazione di medio/lungo periodo, mentre per gli immobili detenuti a scopo di investimento al c.d. "exit value". In conformità alle assunzioni di stima applicate al patrimonio immobiliare, ai fini dell'analisi, sono stati utilizzati i range di variazione coerenti con le potenziali dinamiche del mercato alla data di riferimento. Per gli immobili ad uso strumentale si è ipotizzata una variazione pari a +/- 25 bps per il tasso netto di capitalizzazione ed una contestuale variazione del -/+15 bps per il tasso di inflazione a fronte della quale si è rilevato uno scostamento medio del fair value del +4,4% e dello -4,3%. Per gli Immobili ad uso investimento si è ipotizzata una variazione del +/- 5% dell'exit value a fronte della quale si evidenzia uno scostamento medio del fair value pari al +4,8% e -5,2%.

Fair value del patrimonio artistico di pregio

Anche il patrimonio artistico di pregio della Banca viene valutato secondo il metodo della rideterminazione del valore che prevede che le attività materiali, il cui fair value può essere attendibilmente determinato, siano iscritte ad un valore rideterminato, pari al loro fair value alla data della rideterminazione di valore.

Le opere d'arte incluse nella classe di cespiti "patrimonio artistico di pregio" sono beni di particolare rilevanza, riconosciuti in campo scientifico nell'ambito storico-artistico e conformi alle linee guida ministeriali evidenziate in particolare nel D.M. 537 del 6 dicembre 2017 sull'esportazione delle opere d'arte quali: lo stato di conservazione, l'importanza storica dell'artista, l'importanza critica/storico artistica dell'opera, la provenienza illustre, la qualità e attribuzione certa, la dichiarazione di interesse dello Stato italiano.

Approccio valutativo

L'attività valutativa si esplica per mezzo dell'accertamento del valore tramite il ricorso a perizie esterne, affidate ad esperti qualificati e indipendenti.

I valori vengono acquisiti dalle banche dati online con oltre 100 milioni di opere come Artnet e Artprice, che monitorano i risultati delle principali case d'aste italiane e internazionali. Sono parametri oggettivi che vanno confrontati con il mercato nel suo complesso, in un'analisi che prevede di monitorare anche le gallerie e le mostre‐mercato.

In dettaglio, ai fini della determinazione del fair value, si considerano sia fattori oggettivi, relativi a valenza storico-critica e artistica dell'autore, stato di conservazione, tecnica di esecuzione, dimensioni e qualità dell'opera, rilevanza dell'opera nella produzione dell'artista, pubblicazione dell'opera su cataloghi specializzati, periodo di esecuzione dell'opera, diffusione internazionale delle opere dell'artista, provenienza illustre, certezza dell'attribuzione, garanzia dell'autenticità di un'opera, sia fattori soggettivi (che possono mutare nel tempo, in funzione dell'evoluzione e dei gusti del mercato), quali la reputazione del museo che ospita l'opera dell'artista, il prestigio di fiere/mostre/gallerie/case d'asta che intermediano l'opera, la reputazione della critica che ne parla e dei collezionisti, nonché la qualità della comunicazione sull'opera dell'artista.

Una volta identificati tali fattori rilevanti, la determinazione del fair value avviene per comparazione, in prima istanza con opere paragonabili a quelle in esame (per periodo di realizzazione/anno, tecnica, dimensioni, tipicità del soggetto e stato di conservazione), dello stesso autore e medesimo periodo, se disponibili (tale evenienza è più facilmente praticabile nel caso delle opere del comparto moderno e contemporaneo), ed in seconda istanza con opere di artisti o di scuole e ambiti prossimi per stile, poetica e per importanza della medesima epoca storica. Nel caso siano disponibili più opere similari, si considerano valori medi per tenere conto della volatilità dei prezzi.

Oltre a considerare l'andamento degli scambi in asta, partendo da quelle più recenti e includendo nell'analisi anche gli invenduti, (che rappresentano un possibile indicatore di perdita di valore tendenziale dell'opera/autore nel mercato), la valutazione considera anche l'attenzione corrente del mercato nei confronti di un'opera o un autore, misurata dal numero e dalla qualità di mostre temporanee allestite in spazi museali di rilevanza internazionale e corredate da pubblicazioni specifiche.

Inoltre, si tiene conto anche della presenza della dichiarazione di interesse storico-artistico formalmente espressa dal Ministero (Mibact) (comunemente detta "notifica"), che lega al territorio italiano parte delle opere d'arte in collezione e ne vincola la circolazione al territorio nazionale, riducendo la quotazione ottenibile sul mercato internazionale.

La determinazione dei prezzi è influenzata anche dall'importanza degli acquirenti/venditori (ad esempio, i prezzi corrisposti da collezionisti celebri o noti investitori possono assumere maggiore rilevanza).

L'approccio valutativo è impostato sul monitoraggio degli oggettivi valori di mercato delle opere comprese nella classe oggetto di indagine, che segue tre principi metodologici:

  • privilegia un principio prudenziale, analizzando i valori medi di una pluralità di fonti informative diverse, fondate su basi dati robuste, aggiornate e statisticamente rappresentative: in un mercato di opere "singolari", spesso prive di transazioni per decenni, questo approccio garantisce la periodica individuazione di eventuali valori outlier ed evita di seguire eventuali dinamiche speculative;
  • è di natura comparativa, monitorando le transazioni occorse a livello globale in una pluralità di canali distributivi, per evitare di considerare solo alcune forme di transazione e i relativi valori economici: in un mercato globale con una domanda globale, questo approccio consente di verificare la presenza di eventuali arbitraggi geografici o l'emergenza di specifici fenomeni di apprezzamento/deprezzamento potenzialmente impattanti;
  • è di natura ricorsiva, poiché aggiorna e monitora l'andamento dei prezzi sull'arco temporale più breve che le specificità del mercato ammettono, ovvero il semestre: in un mercato in cui non esistono scambi pubblici monitorati giornalmente, la brevità dell'arco di rilevazione assicura la massima cura e tempestività delle eventuali variazioni.

Tale metodo risulta applicabile su tutto il comparto del "patrimonio artistico di pregio".

Periodicità della valutazione

Per quanto concerne il patrimonio artistico di pregio, la rideterminazione di valore è effettuata tramite una perizia ogni tre anni. Annualmente viene comunque svolta una analisi di scenario per individuare eventuali variazioni di valore apprezzabile al fine di anticipare l'attività valutativa.

Sulla base delle regole richiamate, nel 2022 sono state oggetto di valutazione le opere che, sulla base dell'analisi di scenario, hanno evidenziato variazioni rispetto alla soglia definita.

Analisi di scenario

Al fine di individuare ed apprezzare le variazioni del mercato delle opere oggetto di valutazione, viene effettuato un monitoraggio dell'andamento del mercato volto a cogliere i segnali di variazione significativa che richiedano di anticipare le perizie rispetto alle periodicità stabilite.

Tale monitoraggio ha duplice natura:

– Monitoraggio delle quotazioni di mercato delle prime opere per valore presenti nelle collezioni Intesa Sanpaolo, che rappresentano il 75% del valore complessivo delle opere comprese nella classe "patrimonio artistico di pregio", verificando sia l'esito delle principali aste internazionali (il cui calendario segue precise scadenze stagionali), sia le segnalazioni delle due principali banche dati mondiali (Artprice e Artnet), i cui analytics forniscono utili strumenti di monitoraggio delle quotazioni;

– Monitoraggio dell'andamento del mercato dell'arte in generale, al fine di evidenziare tendenze e novità rispetto al "patrimonio artistico di pregio" di Intesa Sanpaolo, verificando sia l'esito delle principali aste internazionali (il cui calendario segue precise scadenze stagionali), sia le segnalazioni delle due principali banche dati mondiali (Artprice e Artnet); poiché le opere di molti autori presenti nella collezione Intesa Sanpaolo transitano molto raramente in asta per il ridotto numero di pezzi rimasti sul mercato, è importante controllare l'andamento di artisti e opere simili o assimilabili; per questa ragione l'azione di monitoraggio non si limita ai soli autori e alle sole opere possedute, ma si estende agli autori e alle opere riconducibili allo stesso ambito, per tener conto anche dei dati tendenziali.

Qualora il monitoraggio annuale evidenzi un potenziale scostamento di valore, in positivo o in negativo, superiore al 15% per singole opere/collezioni di autori presenti nelle collezioni Intesa Sanpaolo e confrontabili in base a criteri oggettivi (quali periodo di realizzazione/anno, dimensioni, tecnica, periodo di realizzazione, ecc.), si procede a commissionare le perizie di stima secondo le consuete procedure interne al fine di allineare il valore di carico.

Informativa di natura quantitativa

A.4.5. Gerarchia del fair value

A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value – Escluse compagnie assicurative

(milioni di euro)
Attività/Passività misurate al fair value 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a
conto economico 11.311 32.672 3.594 24.262 25.080 3.389
a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione 10.331 32.008 183 22.615 24.379 187
di cui: titoli di capitale 860 - 22 674 - 17
di cui: OICR 264 5 21 116 - 25
b) Attività finanziarie designate al fair value - 1 - - 1 3
c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate
al fair value 980 663 3.411 1.647 700 3.199
di cui: titoli di capitale 122 107 242 161 116 225
di cui: OICR 858 191 2.401 1.486 149 2.166
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto
sulla redditività complessiva 41.937 7.422 357 59.084 8.004 492
di cui: titoli di capitale 513 510 325 1.537 1.314 421
3. Derivati di copertura - 10.062 - - 1.732 -
4. Attività materiali - - 7.144 - - 7.364
5. Attività immateriali - - - - - -
Totale 53.248 50.156 11.095 83.346 34.816 11.245
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 7.285 39.085 142 22.241 33.946 119
2. Passività finanziarie designate al fair value - 8.765 30 6 3.642 26
3. Derivati di copertura - 5.346 - - 4.868 -
Totale 7.285 53.196 172 22.247 42.456 145

Con riferimento alle attività, gli strumenti di livello 3, che presentano la maggiore discrezionalità nella determinazione del fair value, rappresentano una quota contenuta del portafoglio, con un'incidenza del 9,7% sul totale delle attività (8,7% al 31 dicembre 2021). Tra le attività finanziarie di livello 3, la quota principale è rappresentata dalle quote di OICR tra cui, nell'ambito delle Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value, si segnalano 290 milioni rappresentati da quote del Fondo Atlante e dell'Italian Recovery Fund attivati nell'ambito della normativa a sostegno del sistema bancario.

Oltre il 46% delle attività valutate al fair value è misurato attraverso il ricorso a quotazioni di mercato, quindi senza lasciare alcuna discrezionalità al valutatore.

La voce Attività materiali valutate al fair value con livello 3 include il patrimonio immobiliare e il patrimonio artistico di pregio che rappresentano il 64% delle attività di bilancio al fair value di livello 3.

Al 31 dicembre 2022 l'impatto del rischio di non performance (Credit Value Adjustment e Debt Value Adjustment) nella determinazione del fair value dei contratti derivati è pari a 141 milioni in riduzione del fair value positivo ed a 79 milioni in riduzione del fair value negativo.

L'impatto del Funding Value Adjustment in riduzione del fair value è pari a 63 milioni e corrisponde al costo di finanziamento dei flussi di cassa generati dal complessivo portafoglio dei derivati OTC della Banca.

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La determinazione quantitativa dei menzionati aggiustamenti valutativi prescinde dalla misurazione degli effetti delle correlate strategie di copertura gestionale, ove presenti.

Quanto alle passività, la quota di strumenti di livello 3 è inferiore all'1% rispetto al totale delle passività.

Oltre ai trasferimenti relativi ad attività e passività finanziarie valutate al livello 3 dettagliati nel seguito, si segnala che nel corso del 2022 si sono avuti trasferimenti:

  • da livello 1 a livello 2 di:
    • o attività finanziarie di negoziazione per 99 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
    • o altre attività finanziarie obbligatoriamente al fair value per 51 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
    • o attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva per 131 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
    • o passività finanziarie designate al fair value per 3 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
  • da livello 2 a livello 1 di:
    • o attività finanziarie di negoziazione per 100 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
    • o attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva per 47 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
    • o passività finanziarie di negoziazione per 4 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022).

I trasferimenti tra livelli di fair value derivano dall'evoluzione dell'osservabilità dei prezzi o dati di mercato utilizzati per effettuare le valutazioni degli strumenti e della significatività degli input non osservabili.

Il passaggio da livello 1 a livello 2 è conseguenza del venir meno della presenza di un mercato attivo per quello strumento verificata analizzando l'affidabilità e la reciproca coerenza delle quotazioni disponibili secondo quanto previsto nella Fair Value Policy di Gruppo. Per contro, i titoli per i quali viene effettuata una valutazione da mark-to-model utilizzando input osservabili sul mercato – classificati, dunque, a livello 2 – vengono trasferiti al livello 1 nel momento in cui si riscontra l'esistenza di un mercato attivo.

A.4.5.1 Bis Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value –Compagnie assicurative

(milioni di euro)
Attività/Passività misurate al fair value 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 297 249 356 344 293 390
di cui: titoli di capitale - - - - - -
di cui: OICR 97 - 46 122 - 49
2. Attività finanziarie valutate al fair value 85.608 22 587 100.515 143 401
di cui: titoli di capitale 3.016 - - 3.510 - -
di cui: OICR 78.025 - - 91.908 109 -
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 77.810 3.158 4.625 93.910 6.305 4.208
di cui: titoli di capitale 1.921 7 67 2.201 7 54
di cui: OICR 8.306 - 4.208 9.879 - 3.742
4. Derivati di copertura - 13 - - 291 -
5. Attività materiali - - 7 - - 8
6. Attività immateriali - - - - - -
Totale 163.715 3.442 5.575 194.769 7.032 5.007
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 1 8 - - 42 61
2. Passività finanziarie valutate al fair value - 71.565 - - 84.667 -
3. Derivati di copertura - 170 - - - -
Totale 1 71.743 - - 84.709 61

Per le compagnie assicurative gli strumenti di livello 3, che presentano la maggiore discrezionalità nella determinazione del fair value, rappresentano una quota contenuta del portafoglio; con riferimento alle Attività l'incidenza è pari al 3,2% (2,4% al 31 dicembre 2021).

Il 94,8% delle attività finanziarie valutate al fair value del comparto assicurativo è misurato attraverso il ricorso a quotazioni di mercato, quindi senza lasciare alcuna discrezionalità al valutatore.

Le passività al fair value sono quasi interamente misurate con input di livello 2.

Oltre ai trasferimenti relativi ad attività e passività finanziarie del comparto assicurativo valutate al livello 3 dettagliati nel seguito, si segnala che nel corso del 2022 si sono avuti trasferimenti:

  • da livello 1 a livello 2 di:
    • o attività finanziarie valutate al fair value per 3 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
    • o attività finanziarie disponibili per la vendita per 143 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
  • da livello 2 a livello 1 di:
    • o attività finanziarie valutate al fair value per 2 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022);
    • o attività finanziarie disponibili per la vendita per 2.114 milioni (valore di bilancio al 31 dicembre 2022).

I trasferimenti tra livelli di fair value derivano dall'evoluzione dell'osservabilità dei prezzi o dati di mercato utilizzati per effettuare le valutazioni degli strumenti e della significatività degli input non osservabili.

Il passaggio da livello 1 a livello 2 è conseguenza del venir meno della presenza di un mercato attivo per quello strumento verificata analizzando l'affidabilità e la reciproca coerenza delle quotazioni disponibili secondo quanto previsto nelle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value di Gruppo. Per contro, i titoli per i quali viene effettuata una valutazione da mark-to-model utilizzando input osservabili sul mercato – classificati, dunque, a livello 2 – vengono trasferiti al livello 1 nel momento in cui si riscontra l'esistenza di un mercato attivo.

A.4.5.2. Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) - Escluse compagnie assicurative

(milioni di euro)
TOTALE di cui:
a)
Attività
finanziarie
detenute per
la
negoziazione
economico
di cui:
b)
Attività
finanziarie
designate
al fair
value
Attività valutate al fair value con impatto a conto
di cui:
c)
Altre attività
finanziarie
obbligatoriamente
valutate al fair
value
Attività
finanziarie
valutate al fair
value con
impatto sulla
redditività
complessiva
Derivati
di
copertura
Attività
materiali
Attività
immateriali
1. Esistenze iniziali 3.389 187 3 3.199 492 - 7.364 -
2. Aumenti 1.070 94 - 976 93 - 278 -
2.1 Acquisti 390 20 - 370 60 - 76 -
2.2 Profitti imputati a: 177 7 - 170 18 - 32 -
2.2.1 Conto economico 177 7 - 170 - - 5 -
- di cui plusvalenze 152 7 - 145 - - - -
2.2.2 Patrimonio netto - X X X 18 - 27 -
2.3 Trasferimenti da altri livelli 38 11 - 27 14 - - -
2.4 Altre variazioni in aumento 465 56 - 409 1 - 170 -
3. Diminuzioni -865 -98 -3 -764 -228 - -498 -
3.1 Vendite -208 -43 -3 -162 -100 - -48 -
3.2 Rimborsi -5 - - -5 -14 - - -
3.3 Perdite imputate a: -264 -42 - -222 -25 - -181 -
3.3.1 Conto economico -264 -42 - -222 -4 - -165 -
- di cui minusvalenze -243 -35 - -208 -1 - - -
3.3.2 Patrimonio netto - X X X -21 - -16 -
3.4 Trasferimenti ad altri livelli -38 -12 - -26 -65 - - -
3.5 Altre variazioni in diminuzione -350 -1 - -349 -24 - -269 -
4. Rimanenze finali 3.594 183 - 3.411 357 - 7.144 -

Le voci Altre variazioni in aumento ed in diminuzione, delle Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value, si riferiscono principalmente alle quote di OICR ed accolgono i versamenti effettuati ed i rimborsi ricevuti dalla Banca ad invarianza delle quote detenute. Relativamente alle Attività materiali, nelle voci, sono inclusi principalmente i trasferimenti delle Attività materiali da scopo investimento a uso funzionale e viceversa.

A.4.5.2. Bis Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) - Compagnie assicurative
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -- --
(milioni di euro)
Attività
finanziarie
detenute
per la
negoziazione
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
Attività
finanziarie
disponibili per
la vendita
Derivati di
copertura
Attività
materiali
Attività
immateriali
1. Esistenze iniziali 390 401 4.208 - 8 -
2. Aumenti 92 186 1.091 - - -
2.1 Acquisti 58 - 876 - - -
2.2 Profitti imputati a: - - 199 - - -
2.2.1 Conto economico - - - - - -
- di cui plusvalenze - - - - - -
2.2.2 Patrimonio netto X X 199 - - -
2.3 Trasferimenti da altri livelli 32 - 12 - - -
2.4 Altre variazioni in aumento 2 186 4 - - -
3. Diminuzioni -126 - -674 - -1 -
3.1 Vendite -4 - -354 - - -
3.2 Rimborsi - - -12 - - -
3.3 Perdite imputate a: -68 - -236 - - -
3.3.1 Conto economico -68 - -53 - - -
- di cui minusvalenze - - 12 - - -
3.3.2 Patrimonio netto X X -183 - - -
3.4 Trasferimenti ad altri livelli -54 - -68 - - -
3.5 Altre variazioni in diminuzione - - -4 - -1 -
4. Rimanenze finali 356 587 4.625 - 7 -

A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) - Escluse compagnie assicurative

(milioni di euro)
Passività
finanziarie
detenute
per la
negoziazione
Passività
finanziarie
designate al
fair value
Derivati di
copertura
1. Esistenze iniziali 119 26 -
2. Aumenti 101 4 -
2.1 Emissioni 71 - -
2.2 Perdite imputate a: - 3 -
2.2.1 Conto economico - 3 -
- di cui minusvalenze - 3 -
2.2.2 Patrimonio netto X - -
2.3 Trasferimenti da altri livelli 30 - -
2.4 Altre variazioni in aumento - 1 -
3. Diminuzioni -78 - -
3.1 Rimborsi - - -
3.2 Riacquisti - - -
3.3 Profitti imputati a: -19 - -
3.3.1 Conto economico -19 - -
- di cui plusvalenze -16 - -
3.3.2 Patrimonio netto X - -
3.4 Trasferimenti ad altri livelli -50 - -
3.5 Altre variazioni in diminuzione -9 - -
4. Rimanenze finali 142 30 -

Le "Passività finanziarie detenute per la negoziazione" si riferiscono a contratti derivati aventi fair value negativo.

I trasferimenti da altri livelli e ad altri livelli descritti nelle tabelle precedenti sono stati effettuati in conformità alle linee guida descritte nel paragrafo A.4.3 – Gerarchia del fair value.

Peraltro, per più complete informazioni sulla sensitività dei valori degli strumenti finanziari al variare dei principali parametri di input, si rinvia alle analisi complessive svolte con riferimento al portafoglio di negoziazione nell'ambito della Parte E della presente Nota Integrativa.

(milioni di euro)
Passività
finanziarie
detenute
per la
negoziazione
Passività
finanziarie
valutate al
fair value
Derivati di
copertura
1. Esistenze iniziali 61 - -
2. Aumenti - - -
2.1 Emissioni - - -
2.2 Perdite imputate a: - - -
2.2.1 Conto economico - - -
- di cui minusvalenze - - -
2.2.2 Patrimonio netto X X -
2.3 Trasferimenti da altri livelli - - -
2.4 Altre variazioni in aumento - - -
3. Diminuzioni -61 - -
3.1 Rimborsi - - -
3.2 Riacquisti - - -
3.3 Profitti imputati a: -61 - -
3.3.1 Conto economico -61 - -
- di cui plusvalenze - - -
3.3.2 Patrimonio netto X X -
3.4 Trasferimenti ad altri livelli - - -
3.5 Altre variazioni in diminuzione - - -
4. Rimanenze finali - - -

A.4.5.3 Bis Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) - Compagnie assicurative

A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value – Escluse compagnie assicurative

(milioni di euro)
Attività/Passività non misurate al fair value 31.12.2022 31.12.2021
o misurate al fair value su base non ricorrente Valore di
bilancio
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Valore di
bilancio
Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 528.078 28.958 320.105 161.493 668.866 27.206 484.983 165.462
2. Attività materiali detenute a scopo di investimento - - - - - - - -
3. Attività non correnti e gruppi di attività in via di
dismissione
638 - - 638 1.422 - - 1.422
Totale 528.716 28.958 320.105 162.131 670.288 27.206 484.983 166.884
1. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 667.586 41.748 592.888 32.270 710.055 47.030 625.414 39.759
2. Passività associate ad attività in via di dismissione 15 - - 15 30 - - 30
Totale 667.601 41.748 592.888 32.285 710.085 47.030 625.414 39.789

A.4.5.4 Bis Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value – Compagnie assicurative

(milioni di euro)
Attività/Passività non misurate al fair value
o misurate al fair value su base non ricorrente
31.12.2022 31.12.2021
Valore di
bilancio
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Valore di
bilancio
Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - - -
2. Crediti verso banche 40 - 40 - 41 - 41 -
3. Crediti verso clientela 40 - 34 6 44 - 39 5
4. Attività materiali detenute a scopo di investimento - - - - - - - -
5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - - - - - -
Totale 80 - 74 6 85 - 80 5
1. Debiti verso banche 629 - 17 556 623 - - 650
2. Debiti verso clientela 587 - 452 135 188 - 93 95
3. Titoli in circolazione 1.334 - 1.171 - 1.335 - 1.338 -
4. Passività associate ad attività in via di dismissione - - - - - - - -
Totale 2.550 - 1.640 691 2.146 - 1.431 745

Attività e passività finanziarie

Per quanto riguarda le attività e le passività finanziarie non valutate al fair value (crediti e crediti rappresentati da titoli, debiti e titoli in circolazione), la prassi adottata dal Gruppo prevede la determinazione del fair value attraverso il calcolo del valore attuale dei flussi di cassa futuri, ad un tasso che incorpora la stima dei principali rischi e delle incertezze associati allo strumento finanziario oggetto di valutazione (il cosiddetto "discount rate adjustment approach").

In particolare, il tasso di interesse utilizzato per l'attualizzazione dei cash flow futuri è determinato tenendo in considerazione i seguenti fattori di rischio:

  • il rischio tasso di interesse, che rappresenta il rendimento che il mercato offre per ogni unità di capitale prestato a controparti prive di rischio;
  • il rischio di credito, che rappresenta il premio per aver prestato capitale a controparti che presentano rischio di insolvenza;
  • il costo della liquidità connesso al credito.

Nel caso di strumenti a tasso fisso, i flussi di cassa sono pari a quelli previsti dal contratto; per gli strumenti a tasso variabile, i flussi di cassa futuri sono determinati sulla base dei tassi di interesse forward, impliciti nelle curve di tassi zero coupon osservati in corrispondenza delle diverse date di fixing e differenziate per tipologia di indicizzazione.

Il valore del premio per il rischio (credit spread) è determinato a livello di singola posizione, tramite l'acquisizione della classe di rischio (LGD) e del rating (PD). Queste grandezze, unitamente alla durata media finanziaria residua, costituiscono il criterio guida per l'acquisizione del credit spread. Per i titoli emessi da Intesa Sanpaolo, la costruzione della curva di spread segue le regole disciplinate nelle Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value.

Nel determinare i fair value esposti nella tabella A.4.5.4 sono state utilizzate le seguenti assunzioni:

  • per i crediti rappresentati da titoli, vengono seguite le medesime regole previste per la valutazione al fair value delle altre categorie di titoli;
  • per i titoli emessi, le regole utilizzate sono le stesse applicate ai titoli dell'attivo.

A. 5 – INFORMATIVA SUL C.D. "DAY ONE PROFIT/LOSS"

L'IFRS 9 stabilisce che l'iscrizione iniziale degli strumenti finanziari deve avvenire al fair value. Normalmente il fair value di uno strumento finanziario alla data di rilevazione iniziale in bilancio è pari al "prezzo di transazione", in altre parole all'importo erogato per le attività finanziarie o alla somma incassata per le passività finanziarie.

L'affermazione che all'atto dell'iscrizione iniziale in bilancio il fair value di uno strumento finanziario di norma coincide con il prezzo della transazione è intuitivamente generalmente riscontrabile nel caso di transazioni del cosiddetto livello 1 della gerarchia del fair value. Eventuali differenze tra prezzo e fair value sono normalmente da attribuire ai cosiddetti margini commerciali, che si ritiene di non far rientrare nella casistica del Day One Profit. I margini commerciali transitano, dunque, a conto economico al momento della prima valutazione successiva dello strumento finanziario.

Anche nel caso del livello 2, che si basa su prezzi derivati indirettamente dal mercato (comparable approach), l'iscrizione iniziale vede in molti casi sostanzialmente coincidere fair value e prezzo. Le residue differenze riscontrabili, come nel caso precedente, sono di norma da attribuire ai cosiddetti margini commerciali.

Nel caso del livello 3 sussiste una discrezionalità parziale dell'operatore nella valutazione dello strumento e, pertanto, proprio per la maggior soggettività nella determinazione del fair value, manca un inequivocabile termine di riferimento da raffrontare con il prezzo della transazione. Per lo stesso motivo risulta difficile determinare con precisione anche un eventuale margine commerciale da imputare a conto economico. In tal caso l'iscrizione iniziale deve sempre avvenire al prezzo, prescindendo dalla possibile identificazione di margini commerciali. La successiva valutazione non può includere la differenza tra prezzo e fair value riscontrata all'atto della prima valutazione, definita anche come Day One Profit (DOP).

Tale differenza deve essere riconosciuta a conto economico solo se deriva da cambiamenti dei fattori su cui i partecipanti al mercato basano le loro valutazioni nel fissare i prezzi (incluso l'effetto tempo).

Nel caso in cui input non osservabili, utilizzati ai fini della stima del fair value, diventino osservabili, i residui Day One Profit sospesi patrimonialmente vengono iscritti a conto economico in un'unica soluzione. Analogamente, nel caso di operazioni gestite "a libro" nell'ambito dell'operatività della divisione d'investimento, i Day One Profit registrati sulle operazioni - incluse nella suddetta gestione a libro - sono rilevati a conto economico nel momento in cui sono poste in essere operazioni che nella sostanza eliminano i rischi legati a parametri non osservabili dello strumento che ha generato il DOP.

Alla fine del 2022, così come alla fine dell'esercizio 2021, l'ammontare del DOP sospeso nello Stato patrimoniale risulta di importo non materiale (0,1 milioni circa).

Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale consolidato

ATTIVO

SEZIONE 1 - CASSA E DISPONIBILITÀ LIQUIDE - VOCE 10

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
a) Cassa 3.709 3.463
b) Conti correnti e depositi a vista presso Banche Centrali 105.546 7.020
c) Conti correnti e depositi a vista presso banche 3.669 4.273
Totale 112.924 14.756

Al 31 dicembre 2022 l'aggregato "b) Conti correnti e depositi a vista presso Banche Centrali" accoglie i depositi a vista (overnight) per un ammontare pari a circa 89 miliardi, ove trova impiego l'eccesso di liquidità che per effetto del rialzo dei tassi di interesse non è più depositato nel conto della Riserva Obbligatoria aggregata nella voce "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato – crediti verso banche".

SEZIONE 2 - ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE CON IMPATTO A CONTO ECONOMICO VOCE 20

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022
31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito 9.150 1.194 52 21.798 1.324 89
1.1 Titoli strutturati 1.016 74 - 5 1.009 42
1.2 Altri titoli di debito 8.134 1.120 52 21.793 315 47
2. Titoli di capitale 860 - 22 674 - 17
3. Quote di O.I.C.R. 264 5 21 116 - 25
4. Finanziamenti - 32 53 - 14 4
4.1 Pronti contro termine - - - - - -
4.2 Altri - 32 53 - 14 4
Totale (A) 10.274 1.231 148 22.588 1.338 135
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari 57 29.841 35 27 20.817 52
1.1 di negoziazione 55 29.841 35 27 20.817 52
1.2 connessi con la fair value option - - - - - -
1.3 altri 2 - - - - -
2. Derivati creditizi - 936 - - 2.224 -
2.1 di negoziazione - 936 - - 2.224 -
2.2 connessi con la fair value option - - - - - -
2.3 altri - - - - - -
Totale (B) 57 30.777 35 27 23.041 52
TOTALE (A+B) 10.331 32.008 183 22.615 24.379 187

I Titoli strutturati al 31 dicembre 2022 si compongono per 1.086 milioni di titoli di debito a tasso fisso indicizzati, quale componente aggiuntiva, all'inflazione e per 4 milioni di titoli di debito convertibili in azioni.

Nella voce di cui sopra sono compresi i titoli connessi con operazioni di cartolarizzazione per un ammontare complessivo di circa 865 milioni (818 milioni Livello 1 e 47 milioni Livello 2), di cui 627 milioni senior, 230 milioni mezzanine e 8 milioni junior. Il fair value lordo positivo degli Strumenti derivati posti in essere con il compensatore legale LCH Ltd. - soddisfacendo i requisiti previsti per la compensazione contabile tra saldi lordi positivi e negativi ai sensi dello IAS 32 paragrafo 42 - è stato oggetto di compensazione con rappresentazione del fair value netto rispettivamente tra le Passività finanziarie di negoziazione e le Attività finanziarie di negoziazione.

2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti/controparti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito 10.396 23.211
a) Banche Centrali 78 44
b) Amministrazioni pubbliche 7.541 20.394
c) Banche 1.186 1.149
d) Altre società finanziarie 1.175 1.239
di cui: imprese di assicurazione 85 65
e) Società non finanziarie 416 385
2. Titoli di capitale 882 691
a) Banche 35 71
b) Altre società finanziarie 133 96
di cui: imprese di assicurazione 51 31
c) Società non finanziarie 714 524
d) Altri emittenti - -
3. Quote di O.I.C.R. 290 141
4. Finanziamenti 85 18
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche - -
d) Altre società finanziarie 38 -
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie 47 18
f) Famiglie - -
Totale A 11.653 24.061
B. Strumenti derivati
a) Controparti centrali 11.065 1.693
b) Altre 19.804 21.427
Totale B 30.869 23.120
TOTALE (A+B) 42.522 47.181

2.3 Attività finanziarie designate al fair value: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1.Titoli di debito
1.1 Titoli strutturati
1.2 Altri titoli di debito
-
-
-
1
-
1
-
-
-
-
-
-
1
-
1
3
-
3
2.Finanziamenti
2.1 Strutturati
2.2 Altri
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Totale - 1 - - 1 3

La Banca ha incluso in tale categoria i titoli di debito correlati con strumenti finanziari valutati al fair value in contropartita del conto economico, quali derivati finanziari. A fronte dei titoli di debito non sono state attivate coperture per il tramite di derivati creditizi o strumenti similari ad attenuazione del relativo rischio di credito.

La variazione del fair value attribuibile alla misurazione del rischio di credito delle attività finanziarie designate al fair value è risultata essere, sia nell'esercizio che cumulativamente, poco significativa.

2.4 Attività finanziarie designate al fair value: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
1. Titoli di debito 1 4
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche 1 1
c) Banche - -
d) Altre società finanziarie - 3
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie - -
2. Finanziamenti - -
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche - -
d) Altre società finanziarie - -
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie - -
f) Famiglie - -
Totale 1 4

2.5 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito - 55 133 - 60 107
1.1 Titoli strutturati - - 5 - - 5
1.2 Altri titoli di debito - 55 128 - 60 102
2. Titoli di capitale 122 107 242 161 116 225
3. Quote di O.I.C.R. 858 191 2.401 1.486 149 2.166
4. Finanziamenti - 310 635 - 375 701
4.1 Pronti contro termine - - - - - -
4.2 Altri - 310 635 - 375 701
Totale 980 663 3.411 1.647 700 3.199

Nella voce di cui sopra sono compresi i titoli connessi con operazioni di cartolarizzazione per un ammontare complessivo di circa 125 milioni (25 milioni Livello 1 e 100 milioni Livello 2), di cui 44 milioni senior, 65 milioni mezzanine e 16 milioni junior.

2.6 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
1.Titoli di capitale 471 502
di cui: banche - -
di cui: altre società finanziarie 117 160
di cui: società non finanziarie 355 342
2. Titoli di debito 188 167
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche - -
d) Altre società finanziarie 157 158
di cui: imprese di assicurazione 1 -
e) Società non finanziarie 31 9
3. Quote di O.I.C.R. 3.450 3.801
4. Finanziamenti 945 1.076
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche 29 38
d) Altre società finanziarie 119 141
di cui: imprese di assicurazione 10 10
e) Società non finanziarie 554 674
f) Famiglie 243 223
Totale 5.054 5.546

L'aggregato quote OICR include, per 290 milioni le interessenze detenute dalla Banca nel Fondo Atlante e in Italian Recovery Fund (già Fondo Atlante II), quali fondi d'investimento alternativi a sostegno delle banche italiane nelle operazioni di ricapitalizzazione e nella gestione dei crediti in sofferenza del settore.

I Finanziamenti includono le esposizioni creditizie classificate tra le attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value per il mancato superamento del test sulle caratteristiche contrattuali dei cash flow (SPPI Test) previsto dal principio contabile internazionale IFRS 9.

SEZIONE 3 - ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE CON IMPATTO SULLA REDDITIVITA' COMPLESSIVA - VOCE 30

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito 41.424 5.227 9 57.547 6.003 18
1.1 Titoli strutturati 1.373 - - - 587 -
1.2 Altri titoli di debito 40.051 5.227 9 57.547 5.416 18
2. Titoli di capitale 513 510 325 1.537 1.314 421
3. Finanziamenti - 1.685 23 - 687 53
Totale 41.937 7.422 357 59.084 8.004 492

3.1 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione merceologica

I finanziamenti inclusi nella presente voce, come illustrato nella parte A Politiche contabili, sono riferiti alle quote dei prestiti sindacati sottoscritti e destinati alla successiva cessione.

Nella voce sono compresi titoli connessi con operazioni di cartolarizzazione per un ammontare complessivo di circa 1.543 milioni (interamente di Livello 2), di cui circa 1.501 milioni senior, 42 milioni mezzanine e nessun valore per le junior.

Nella sottovoce 2 Titoli di capitale sono incluse le quote di partecipazione nel capitale di Banca d'Italia per un ammontare di 375 milioni. Al riguardo si segnala che per la relativa valutazione si è fatto riferimento, come nei precedenti esercizi, al metodo di valutazione delle transazioni dirette in considerazione delle compravendite intervenute a partire dal 2015 e proseguite negli anni successivi; considerato che tutte le principali transazioni sono state perfezionate al valore nominale, l'utilizzo di tale approccio consente di confermare il valore di iscrizione nel Bilancio del Gruppo delle quote detenute.

Inoltre, il valore dell'investimento è stato supportato anche dall'utilizzo di un metodo alternativo basato sull'attualizzazione dei futuri dividendi derivanti dall'investimento (DDM – "Dividend Discount Model"). L'utilizzo, per il Bilancio 2022, in continuità con l'impostazione seguita nei precedenti esercizi, dell'input di livello 2 (prezzo delle transazioni dirette) quale riferimento per la determinazione del fair value, ha determinato, inoltre, la conferma del livello 2 nell'ambito della gerarchia del fair value. Il valore di bilancio dei titoli di capitale rivenienti dal recupero delle attività finanziarie impaired ammonta a 50 milioni.

3.2 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
1. Titoli di debito 46.660 63.568
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche 35.062 50.549
c) Banche 5.487 5.699
d) Altre società finanziarie 3.943 4.212
di cui: imprese di assicurazione 25 11
e) Società non finanziarie 2.168 3.108
2. Titoli di capitale 1.348 3.272
a) Banche 768 1.456
b) Altri emittenti: 580 1.816
- altre società finanziarie 163 1.268
di cui: imprese di assicurazione 3 3
- società non finanziarie 407 538
- altri 10 10
3. Finanziamenti 1.708 740
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche 100 -
d) Altre società finanziarie 146 62
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie 1.462 678
f) Famiglie - -
Totale 49.716 67.580

3.3 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: valore lordo e rettifiche di valore complessive

(milioni di euro)
Valore lordo Rettifiche di valore complessive Write-off
parziali
Primo
stadio
di cui:
Strumenti
con basso
rischio di
credito
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
complessivi
Titoli di debito 46.501 564 213 36 - -26 -28 -36 - -
Finanziamenti 1.081 - 654 - - -8 -19 - - -
Totale
31.12.2022
47.582 564 867 36 - -34 -47 -36 - -
Totale
31.12.2021
64.126 965 231 35 - -38 -11 -35 - -

Per quanto concerne l'approccio utilizzato nella rappresentazione del valore lordo e delle rettifiche di valore complessive delle attività finanziarie impaired, si rimanda a quanto esposto nella Parte A – Politiche contabili.

3.3a Finanziamenti valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva oggetto di misure di sostegno COVID-19: valore lordo e rettifiche di valore complessive

Al 31 dicembre 2022 la fattispecie non risulta presente.

SEZIONE 3 BIS - ATTIVITÀ FINANZIARIE DI PERTINENZA DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE VALUTATE AL FAIR VALUE AI SENSI DELLO IAS 39 - VOCE 35

Si riportano di seguito i dettagli delle voci IAS 39 incluse nella voce 35 di schema di Stato patrimoniale Attivo riferita alle imprese di assicurazione.

In relazione all'applicazione del Deferral Approach, negli schemi consolidati previsti dalla circolare 262 della Banca d'Ital ia, è stata infatti creata la "Voce 35 Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39" che accoglie le componenti di cui al seguente schema.

(milioni di euro)
Composizione della voce Attività finanziarie di pertinenza delle imprese
di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 – Voce 35
31.12.2022 31.12.2021
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 902 1.027
30. Attività finanziarie valutate al fair value 86.217 101.059
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 85.593 104.423
80. Derivati di Copertura 13 291
TOTALE Voce 35 172.725 206.800

3.1 Bis Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito 150 198 310 166 288 337
1.1 Titoli strutturati - - - - - -
1.2 Altri titoli di debito 150 198 310 166 288 337
2. Titoli di capitale - - - - - -
3 Quote di O.I.C.R. 97 - 46 122 - 49
4. Finanziamenti - - - - - -
4.1 Pronti contro termine attivi - - - - - -
4.2 Altri - - - - - -
Totale A 247 198 356 288 288 386
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari: 50 51 - 56 5 4
1.1 di negoziazione 50 35 - 55 4 4
1.2 connessi con la fair value option - 16 - 1 1 -
1.3 altri - - - - - -
2. Derivati creditizi: - - - - - -
2.1 di negoziazione - - - - - -
2.2 connessi con la fair value option - - - - - -
2.3 altri - - - - - -
Totale B 50 51 - 56 5 4
TOTALE (A+B) 297 249 356 344 293 390

3.2 Bis Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito 658 791
a) Governi e Banche Centrali 101 122
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche 267 329
d) Altri emittenti 290 340
2. Titoli di capitale - -
a) Banche - -
b) Altri emittenti: - -
- imprese di assicurazione - -
- società finanziarie - -
- imprese non finanziarie - -
- altri - -
3. Quote di O.I.C.R. 143 171
4. Finanziamenti - -
a) Governi e Banche Centrali - -
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche - -
d) Altri soggetti - -
Totale A 801 962
B. Strumenti derivati
a) Banche - -
- Fair value - -
b) Clientela 101 65
- Fair value 101 65
Totale B 101 65
Totale (A+B) 902 1.027

3.3 Bis Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito 4.344 22 5 4.754 34 5
1.1 Titoli strutturati - - - 17 2 -
1.2 Altri titoli di debito 4.344 22 5 4.737 32 5
2. Titoli di capitale 3.016 - - 3.510 - -
3. Quote di O.I.C.R. 78.025 - - 91.908 109 -
4. Finanziamenti 223 - 582 343 - 396
4.1 Strutturati - - - - - -
4.2 Altri 223 - 582 343 - 396
Totale 85.608 22 587 100.515 143 401
Costo 86.661 14 586 93.092 121 395

3.4 Bis Attività finanziarie valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
1. Titoli di debito 4.371 4.793
a) Governi e Banche Centrali 3.375 3.772
b) Altri Enti pubblici 11 11
c) Banche 514 471
d) Altri emittenti 471 539
2. Titoli di capitale 3.016 3.510
a) Banche 214 239
b) Altri emittenti: 2.802 3.271
- imprese di assicurazione 129 120
- società finanziarie 50 54
- imprese non finanziarie 1.327 1.669
- altri 1.296 1.428
3. Quote di O.I.C.R. 78.025 92.017
4. Finanziamenti 805 739
a) Governi e Banche Centrali - -
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche 805 739
d) Altri soggetti - -
Totale 86.217 101.059

3.5 Bis Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito 67.583 3.152 349 81.830 6.298 412
1.1 Titoli strutturati 8 - - 14 - -
1.2 Altri titoli di debito 67.575 3.152 349 81.816 6.298 412
2. Titoli di capitale 1.921 7 67 2.201 7 54
2.1 Valutati al fair value 1.921 7 67 2.201 7 54
2.2 Valutati al costo - - - - - -
3. Quote di O.I.C.R. 8.306 - 4.208 9.879 - 3.742
4. Finanziamenti - - - - - -
Totale 77.810 3.159 4.624 93.910 6.305 4.208

3.6 Bis Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
1. Titoli di debito 71.084 88.540
a) Governi e Banche Centrali 55.587 71.782
b) Altri enti pubblici 283 359
c) Banche 6.495 6.214
d) Altri emittenti 8.719 10.185
2. Titoli di capitale 1.995 2.262
a) Banche 194 206
b) Altri emittenti: 1.801 2.056
- imprese di assicurazione 35 37
- società finanziarie - -
- imprese non finanziarie 1.766 2.019
- altri - -
3. Quote di O.I.C.R. 12.514 13.621
4. Finanziamenti - -
a) Governi e Banche Centrali - -
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche - -
d) Altri soggetti - -
Totale 85.593 104.423

3.7 Bis Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica

Non si segnalano Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica riferibili a società Assicurative.

3.8 Bis Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli

(milioni di euro)
Fair value 31.12.2022 Valore
nozionale
Fair value 31.12.2021 Valore
nozionale
Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2022 Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2021
A) Derivati finanziari - 13 - 200 - 291 - 1.046
1) fair value - - - - - - - -
2) flussi finanziari - 13 - 200 - 291 - 1.046
3) investimenti esteri - - - - - - - -
B) Derivati creditizi - - - - - - - -
1) fair value - - - - - - - -
2) flussi finanziari - - - - - - - -
Totale - 13 - 200 - 291 - 1.046

3.9 Bis Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura (valore di bilancio)

(milioni di euro)
Operazioni/Tipo di copertura FAIR VALUE FLUSSI
FINANZIARI
INVESTIM.
ESTERI
rischio
di
tasso
rischio
di
cambio
Specifica
rischio
di
credito
rischio
di
prezzo
più
rischi
Generica Specifica Generica
1. Attività finanziarie disponibili per la
vendita
- - - - - X 13 X X
2. Crediti - - - X - X - X X
3. Attività finanziarie detenute sino alla
scadenza
X - - X - X - X X
4. Portafoglio X X X X X - - - X
5. Altre operazioni - - - - - X - - -
Totale attività - - - - - - 13 - -
1. Passività finanziarie - - - X - X - X X
2. Portafoglio X X X X X - - - X
Totale passività - - - - - - - - -
1. Transazioni attese X X X X X X - X X
2. Portafoglio di attività e passività
finanziarie
X X X X X - - - -

INFORMATIVA AI SENSI DELL'IFRS 4

Come già indicato, il Gruppo Intesa Sanpaolo si avvale della facoltà di applicazione del c.d. "Deferral Approach" o Temporary Exemption, in virtù del quale le attività e le passività finanziarie delle Compagnie assicurative controllate continuano ad essere rilevate in bilancio ai sensi di quanto previsto dallo IAS 39.

In particolare le imprese di assicurazione del Gruppo che applicano lo IAS 39 sono:

  • Intesa Sanpaolo Vita S.p.A.;
  • Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A.;
  • Intesa Sanpaolo Life Ltd.;
  • Fideuram Vita S.p.A.;
  • Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A.

Nella presente sezione sono riportate le informazioni richieste dall'IFRS 4 Insurance Contracts a seguito dell'esercizio dell'opzione, riconosciuta alle imprese di assicurazione facenti parte di conglomerati finanziari a prevalenza bancaria ai sensi del Regolamento n. 2017/1988 e del successivo Regolamento 2020/2097, di posticipare la prima applicazione dell'IFRS 988 .

Il Gruppo ha verificato il possesso dei requisiti per l'applicabilità della Temporary exemption. Nell'ambito delle Compagnie assicurative è soddisfatto il requisito della predominanza assicurativa che prevede che la percentuale del valore contabile delle passività legate all'attività assicurativa sul valore contabile delle passività complessive dell'entità sia maggiore del 90% (predominance ratio). Inoltre, non sono presenti trasferimenti di attività finanziarie diverse da quelle valutate al FVTPL tra imprese del Gruppo che utilizzano Principi contabili differenti.

A seguire, come previsto dalla normativa di riferimento, si fornisce l'informativa quantitativa riferita alle entità che applicheranno l'IFRS 9 in via posticipata.

88 Si segnala che con il Regolamento n. 2097/2020 del 15 dicembre 2020 è stata recepita la proroga dell'esenzione temporanea dell'applicazione dell'IFRS 9 Strumenti finanziari al 1° gennaio 2023, in considerazione della decisione dello IASB del 25 giugno 2020 di differire la data di prima applicazione dell'IFRS 17 Contratti Assicurativi al 1° gennaio 2023.

Dettaglio dei titoli delle compagnie assicurative che superano SPPI Test

Voce Fair Value alla data
di chiusura
Variazioni di
fair value
nell'esercizio
Altre
variazioni
nell'esercizio
(3)
Fair Value
alla data di
chiusura
precedente
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello
IAS 39
di cui 171.920 -24.284 -9.857 206.061
Attività finanziarie con termini contrattuali che prevedono a determinate date flussi finanziari
rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da
restituire (1) 69.674 -14.890 -1.888 86.452
Titoli di debito 69.674 -14.890 -1.888 86.452
Titoli strutturati - - -9 9
Altri titoli di debito 69.674 -14.890 -1.879 86.443
Finanziamenti - - - -
Altre attività finanziarie
Altre attività finanziarie diverse da quelle con termini contrattuali che prevedono a determinate date
flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del
- - - -
capitale da restituire (2) 17.044 -1.668 -818 19.530
Titoli di debito 2.086 -408 -405 2.899
Titoli strutturati 8 -1 4 5
Altri titoli di debito 2.078 -407 -409 2.894
Titoli di capitale 1.995 -207 -60 2.262
Quote di OICR 12.865 -1.008 -152 14.025
Finanziamenti - - -
Strumenti derivati 98 -45 -201 344
Altre attività finanziarie - - -
Altre attività finanziarie collegate a contratti per i quali il rischio dell'investimento è a carico degli
assicurati
85.202 -7.726 -7.151 100.079
Titoli di debito 4.353 -437 17 4.773
Titoli strutturati - - -19 19
Altri titoli di debito 4.353 -437 36 4.754
Titoli di capitale 3.016 -552 58 3.510
Quote di OICR 77.817 -6.811 -7.156 91.784
Finanziamenti - - - -
Strumenti derivati 16 74 -70 12
Altre attività finanziarie - - -
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai
sensi dello IAS 39 (*)
69 -6 -7 82
di cui
Attività finanziarie con termini contrattuali che prevedono a determinate date flussi finanziari
rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da
restituire (1) 33 -2 -6 41
Titoli di debito 33 -2 -6 41
Titoli strutturati - - -
Altri titoli di debito 33 -2 -6 41
Finanziamenti - - -
Altre attività finanziarie - - -
Altre attività finanziarie diverse da quelle con termini contrattuali che prevedono a determinate date
flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del
capitale da restituire (2)
36 -4 -1 41
Titoli di debito 36 -4 -1 41
Titoli strutturati - - - -
Altri titoli di debito 36 -4 -1 41
Titoli di capitale - - -
Quote di OICR - - -
Finanziamenti - - -
Strumenti derivati - - -
Altre attività finanziarie - - -

(*) La voce titoli di debito riporta il valore di fair value come richiesto dall'Amendemnt IFRS4. Tali titoli sono iscritti in Stato patrimoniale al valore di costo ammortizzato

(1) Escluse le attività finanziarie che soddisfano la definizione di possedute per negoziazione di cui all'IFRS 9, o che sono gestite e il cui rendimento è valutato in base al fair value

(2) Include tutte le attività finanziarie diverse ovvero qualsiasi attività finanziaria:

i) con termini contrattuali che non prevedono a determinate date flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da restituire;

ii) che soddisfa la definizione di "posseduta per negoziazione" di cui all'IFRS 9; o

iii) che è gestita o il cui rendimento è valutato in base al fair value

(3) La colonna include i movimenti non riconducibili a variazioni di fair value (acquisti, vendite, rimborsi, etc.)

Nella tabella sopra richiamata sono inclusi gli investimenti il cui rischio è interamente a carico degli assicurati che sono classificate tra le Attività finanziarie valutate al fair value.

Agli importi sopra indicati si aggiungono finanziamenti verso banche per 805 milioni.

Esposizione al rischio di credito per gli strumenti finanziari delle compagnie assicurative che superano l'SPPI test

(milioni di euro)
Attività finanziarie con termini contrattuali che prevedono a determinate date flussi
finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse
sull'importo del capitale da restituire (1)
Rating di rischio
credito
Valore contabile
(2) esercizio
corrente
Valore contabile
(2) esercizio
precedente
Titoli di debito 67.265 83.261
Titoli strutturati Investment Grade - 9
Altri titoli di debito Investment Grade 67.265 83.252
Finanziamenti - -
Altre attività finanziarie - -
(milioni di euro)
Attività finanziarie con termini contrattuali che prevedono a determinate date flussi
finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse
sull'importo del capitale da restituire (1) che non hanno un basso rischio di credito
Rating di rischio
credito
Valore
contabile (2)
esercizio
corrente
Valore di
mercato
esercizio
corrente
Valore
contabile (2)
esercizio
precedente
Titoli di debito 2.444 2.445 3.227
Titoli strutturati Non Investment
Grade
- - -
Altri titoli di debito Non Investment
Grade
2.444 2.445 3.227
Finanziamenti - - -
Altre attività finanziarie - - -

(1) Escluse le attività finanziarie che soddisfano la definizione di possedute per negoziazione di cui all'IFRS 9, o che sono gestite e il cui rendimento è valutato in base al fair value.

(2) Nel caso di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, prima di qualsiasi rettifica per riduzione di valore.

SEZIONE 4 – ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL COSTO AMMORTIZZATO – VOCE 40

4.1 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso banche

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore di bilancio Fair value Valore di bilancio Fair value
Primo e
secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Livello1 Livello2 Livello3 Primo e
secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Livello1 Livello2 Livello3
A. Crediti verso Banche centrali 9.712 - - - 7.089 2.623 131.361 - - - 128.282 3.078
1. Depositi a scadenza 3.622 - - X X X 3.118 - - X X X
2. Riserva obbligatoria 5.427 - - X X X 126.882 - - X X X
3. Pronti contro termine 543 - - X X X 273 - - X X X
4. Altri 120 - - X X X 1.088 - - X X X
B. Crediti verso banche 23.136 36 - 1.265 18.791 3.055 32.523 53 - 1.547 28.156 2.903
1. Finanziamenti 21.478 36 - - 18.465 3.055 30.752 53 - - 27.914 2.903
1.1 Conti correnti - - - X X X - - - X X X
1.2 Depositi a scadenza 2.449 - - X X X 1.681 - - X X X
1.3 Altri finanziamenti: 19.029 36 - X X X 29.071 53 - X X X
- Pronti contro termine
attivi
5.397 - - X X X 9.566 - - X X X
- Finanziamenti per
leasing
5 - - X X X 6 - - X X X
- Altri 13.627 36 - X X X 19.499 53 - X X X
2. Titoli di debito 1.658 - - 1.265 326 - 1.771 - - 1.547 242 -
2.1 Titoli strutturati - - - - - - - - - - - -
2.2 Altri titoli di debito 1.658 - - 1.265 326 - 1.771 - - 1.547 242 -
TOTALE 32.848 36 - 1.265 25.880 5.678 163.884 53 - 1.547 156.438 5.981

Al 31 dicembre 2022 la flessione della sottovoce Riserva obbligatoria è imputabile all'impiego dell'eccesso di liquidità in depositi a vista (overnight) esposti alla voce Cassa e disponibilità liquide.

La sottovoce "Altri finanziamenti - Altri" include crediti di funzionamento, ossia per operazioni connesse con la prestazione di attività e di servizi finanziari privi di affidamento, per un ammontare pari a 122 milioni. Tali esposizioni sono rappresentate essenzialmente da crediti in bonis classificati in Stage 1 e rettificate sulla base del principio IFRS 9.

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore di bilancio
Fair value
Valore di bilancio Fair value
Primo e
secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Primo e
secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Finanziamenti 432.447 5.255 271 - 283.348 140.877 449.287 6.682 446 - 317.673 147.945
1.1. Conti correnti 22.967 484 12 X X X 21.724 688 22 X X X
1.2. Pronti contro termine attivi 15.366 - - X X X 17.620 - - X X X
1.3. Mutui 242.049 3.083 156 X X X 250.722 4.080 268 X X X
1.4. Carte di credito, prestiti personali
e cessioni del quinto
19.435 339 2 X X X 18.626 364 9 X X X
1.5 Finanziamenti per leasing 7.780 328 85 X X X 12.830 347 108 X X X
1.6. Factoring 10.869 52 - X X X 9.453 65 - X X X
1.7. Altri finanziamenti 113.981 969 16 X X X 118.312 1.138 39 X X X
2. Titoli di debito 57.188 33 - 27.693 10.877 14.938 48.473 41 - 25.659 10.872 11.536
2.1. Titoli strutturati - - - - - - - - - - - -
2.2. Altri titoli di debito 57.188 33 - 27.693 10.877 14.938 48.473 41 - 25.659 10.872 11.536
Totale 489.635 5.288 271 27.693 294.225 155.815 497.760 6.723 446 25.659 328.545 159.481

4.2 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso clientela

La sottovoce "Altri finanziamenti" include crediti di funzionamento, ossia per operazioni connesse con la prestazione di attività e di servizi finanziari privi di affidamento, per un ammontare pari a 740 milioni. Tali esposizioni sono rappresentate essenzialmente da crediti in bonis classificati in Stage 1 rettificate sulla base del principio IFRS 9.

Nella voce "Titoli di debito" sono inclusi i titoli connessi con operazioni di cartolarizzazione per un ammontare complessivo di circa 8.495 milioni di cui circa 8.475 milioni riguardano titoli senior e 20 milioni titoli mezzanine.

4.3 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione per debitori/emittenti dei crediti verso clientela

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Primo e
secondo
stadio
Terzo stadio Impaired
acquisite o
originate
Primo e
secondo stadio
Terzo stadio Impaired
acquisite o
originate
1. Titoli di debito 57.188 33 - 48.473 41 -
a) Amministrazioni pubbliche 32.298 13 - 27.851 15 -
b) Altre società finanziarie 21.418 8 - 16.612 14 -
di cui: imprese di assicurazione 1 - - 6 - -
c) Società non finanziarie 3.472 12 - 4.010 12 -
2. Finanziamenti verso: 432.447 5.255 271 449.287 6.682 446
a) Amministrazioni pubbliche 15.566 213 - 16.385 356 -
b) Altre società finanziarie 44.781 123 1 45.872 262 1
di cui: imprese di assicurazione 39 - - 361 - -
c) Società non finanziarie 193.579 3.126 150 212.387 3.555 246
d) Famiglie 178.521 1.793 120 174.643 2.509 199
TOTALE 489.635 5.288 271 497.760 6.723 446

(milioni di euro)
Valore lordo Rettifiche di valore complessive
Primo
stadio
di cui:
Strumenti
con basso
rischio di
credito
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
complessivi
Titoli di debito 54.961 - 4.062 105 - -29 -66 -72 - -
Finanziamenti 419.968 24 46.175 10.332 384 -659 -1.929 -5.041 -113 3.081
Totale 31.12.2022 474.929 24 50.237 10.437 384 -688 -1.995 -5.113 -113 3.081
Totale 31.12.2021 603.169 17 61.028 14.892 587 -753 -1.800 -8.116 -141 6.476

4.4 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: valore lordo e rettifiche di valore complessive

Per quanto concerne l'approccio utilizzato nella rappresentazione del valore lordo e delle rettifiche di valore complessive delle attività finanziarie impaired si rimanda a quanto esposto nella Parte A – Politiche contabili.

4.4a Finanziamenti valutati al costo ammortizzato oggetto di misure di sostegno COVID-19: valore lordo e rettifiche di valore complessive

(milioni di euro)
Valore lordo Rettifiche di valore complessive Write-off
parziali
Primo
stadio
di cui:
Strumenti
con
basso
rischio di
credito
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
complessivi
1. Finanziamenti oggetto di concessione
conforme con le GL
- - - - - - - - - -
2. Finanziamenti oggetto di misure di
moratoria in essere non più conformi alle
GL e non valutate come oggetto di
concessione
51 - 26 27 - - -3 -11 - -
3. Finanziamenti oggetto di altre misure di
concessione
4 - 693 156 1 - -36 -52 -1 -
4. Nuovi finanziamenti 29.434 - 3.199 573 1 -38 -37 -176 - -
Totale
31.12.2022
29.489 - 3.918 756 2 -38 -76 -239 -1 -
Totale
31.12.2021
35.182 - 9.340 545 5 -44 -248 -151 - -

Nella riga "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" sono riportati i finanziamenti oggetto di moratoria che rientrano nell'ambito di applicazione delle "Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID 19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/02) e successive modifiche e integrazioni. Al 31 dicembre 2022 tali finanziamenti risultavano di importo inferiore al milione e pari a 412 mila euro.

Nella riga "Finanziamenti oggetto di misure di moratoria in essere non più conformi alle GL e non valutate come oggetto di concessione" sono riportati i finanziamenti oggetto di moratoria in essere, valutati come conformi alle EBA/GL/2020/02 alla data di concessione della misura e non più conformi alla data di riferimento del bilancio, che non sono stati classificati dalla banca come "esposizioni oggetto di concessione" (come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza) a seguito della valutazione effettuata al verificarsi dell'evento che ha generato la non conformità alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga "Finanziamenti oggetto di altre misure di concessione" sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 che soddisfano le condizioni di "esposizione oggetto di concessione" come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza e che non sono incluse nella categoria "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" dalla data di concessione della misura oppure dalla data in cui non sono più conformi alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga "Nuovi finanziamenti" sono rappresentate le esposizioni a cui è stata concessa nuova liquidità con il supporto di garanzie pubbliche.

I finanziamenti rappresentati nelle sottovoci 1, 2 e 3 della tabella sopra riportata sono oggetto di moratorie che risultano ancora in essere alla data del 31 dicembre 2022.

SEZIONE 4 BIS – ATTIVITÀ FINANZIARIE DI PERTINENZA DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE VALUTATE AL COSTO AMMORTIZZATO AI SENSI DELLO IAS 39 – VOCE 45

Si riportano di seguito i dettagli delle voci IAS 39 incluse nella voce 45 di schema di Stato patrimoniale attivo riferita alle imprese di assicurazione.

In relazione all'applicazione del Deferral Approach, negli schemi consolidati previsti dalla circolare 262 della Banca d'Italia, è stata infatti creata la "Voce 45 Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39" che accoglie le componenti di cui al seguente schema:

(milioni di euro)
Composizione della voce Attività finanziarie di pertinenza delle imprese
di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 - Voce 45
31.12.2022 31.12.2021
50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - -
60. Crediti verso banche 40 41
70. Crediti verso la clientela 40 44
TOTALE Voce 45 80 85

4.1 Bis Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Non si segnalano Attività finanziarie detenute sino alla scadenza riferibili a società Assicurative.

4.4 Bis Crediti verso banche: composizione merceologica

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
Valore di
bilancio
Fair value Valore di
bilancio
Fair value
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
- - - - - - - -
- -
- -
- -
- -
40 - 40 - 41 - 41 -
- - - - - - - -
- -
- -
- -
- -
- -
- -
40 - 40 - 41 - 41 -
- -
40 41
40 - 40 - 41 - 41 -

4.5 Bis Crediti verso banche oggetto di copertura specifica

Non si segnalano Crediti verso banche oggetto di copertura specifica riferibili a società Assicurative.

4.6 Bis Crediti verso clientela: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Valore di bilancio Valore di bilancio
Non
Deteriorati
Deteriorati Fair value Non
Deteriorati
Deteriorati Fair value
Acquistati Altri Livello 1 Livello 2 Livello 3 Acquistati Altri Livello 1 Livello 2 Livello 3
Finanziamenti 5 - - - 4 1 8 - - - 8 -
1. Conti correnti - - - X X X - - - X X X
2. Pronti contro termine attivi - - - X X X - - - X X X
3. Mutui - - - X X X - - - X X X
4. Carte di credito, prestiti personali
e cessioni del quinto
- - - X X X - - - X X X
5. Leasing finanziario - - - X X X - - - X X X
6. Factoring - - - X X X - - - X X X
7. Altri finanziamenti 5 - - X X X 8 - - X X X
Titoli di debito 35 - - - 30 5 36 - - - 31 5
8. Titoli strutturati - - - X X X - - - X X X
9. Altri titoli di debito 35 - - X X X 36 - - X X X
Totale 40 - - - 34 6 44 - - - 39 5

4.7 Bis Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Voci 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
Non Deteriorati Non Deteriorati
Deteriorati Acquistati Altri Deteriorati Acquistati Altri
1. Titoli di Debito 35 - - 36 - -
a) Governi - - - - - -
b) Altri Enti pubblici - - - - - -
c) Altri emittenti 35 - - 36 - -
- imprese non finanziarie 20 - - 21 - -
- imprese finanziarie 15 - - 15 - -
- assicurazioni - - - - - -
- altri - - - - - -
2. Finanziamenti verso: 5 - - 8 - -
a) Governi - - - - - -
b) Altri Enti pubblici - - - - - -
c) Altri soggetti 5 - - 8 - -
- imprese non finanziarie - - - - - -
- imprese finanziarie 4 - - 7 - -
- assicurazioni - - - - - -
- altri 1 - - 1 - -
Totale 40 - - 44 - -

4.8 Bis Crediti verso clientela oggetto di copertura specifica

Non si segnalano Crediti verso clientela oggetto di copertura specifica riferibili a società Assicurative.

SEZIONE 5 - DERIVATI DI COPERTURA – VOCE 50

Per quanto riguarda gli obiettivi e le strategie sottostanti alle operazioni di copertura si rinvia all'informativa fornita nell'ambito della Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura, Sezione 2 - Rischi di mercato.

5.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli

Fair value
Livello 1
31.12.2022
Livello 2
Livello 3 Valore
nozionale
31.12.2022
Fair value
Livello 1
31.12.2021
Livello 2
Livello 3 (milioni di euro)
Valore
nozionale
31.12.2021
A. Derivati finanziari
1. Fair Value - 10.061 - 177.498 - 1.719 - 186.185
2. Flussi Finanziari - 1 - 893 - 13 - 3.961
3. Investimenti esteri - - - 28 - - - -
B. Derivati creditizi
1. Fair Value - - - - - - - -
2. Flussi Finanziari - - - - - - - -
Totale - 10.062 - 178.419 - 1.732 - 190.146

Il fair value lordo positivo delle attività in Derivati di copertura poste in essere con il compensatore legale LCH Ltd., soddisfacendo i requisiti previsti per la compensazione contabile tra saldi lordi positivi e negativi ai sensi dello IAS 32 paragrafo 42, è stato oggetto di compensazione con rappresentazione del fair value netto tra le Passività finanziarie di negoziazione.

5.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura

(milioni di euro)
Operazioni/Tipo di copertura Fair Value Flussi finanziari
Specifica Generica
titoli di
debito e
tassi di
interesse
titoli di
capitale
e indici
azionari
valute e
oro
credito merci altri Specifica Generica
1. Attività finanziarie valutate al fair value
con impatto sulla redditività complessiva
2.566 - 263 - X X X - X X
2. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
2.876 X 3 - X X X 1 X X
3. Portafoglio X X X X X X 3.803 X - X
4. Altre operazioni - - - - - - X - X -
Totale attività 5.442 - 266 - - - 3.803 1 - -
1. Passività finanziarie 476 X 60 - - - X - X X
2. Portafoglio X X X X X X 14 X - X
Totale passività 476 - 60 - - - 14 - - -
1. Transazioni attese X X X X X X X - X X
2. Portafoglio di attività e passività
finanziarie
X X X X X X - X - -

Nella tabella è indicato il fair value positivo dei derivati di copertura, suddiviso in relazione all'attività o alla passività coperta ed alla tipologia di copertura realizzata.

Considerando i valori al lordo della compensazione in bilancio, si conferma la prevalenza di contratti derivati utilizzati nella copertura specifica di fair value dei titoli di debito dell'attivo nonché nella copertura generica di fair value di crediti erogati.

SEZIONE 6 – ADEGUAMENTO DI VALORE DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE OGGETTO DI COPERTURA GENERICA – VOCE 60

6.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti

Adeguamento di valore delle attività coperte / Valori 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
1. Adeguamento positivo - 408
1.1 di specifici portafogli: - 400
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - 400
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - -
1.2 complessivo - 8
2. Adeguamento negativo -9.752 -16
2.1 di specifici portafogli: -9.752 -16
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato -9.752 -16
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - -
2.2 complessivo - -
Totale -9.752 392

Forma oggetto di rilevazione nella presente voce il saldo delle variazioni di valore delle attività oggetto di copertura generica (macrohedging) dal rischio di tasso di interesse, per la cui applicazione il Gruppo si avvale della possibilità, prevista dall'IFRS 9, di continuare ad applicare le previsioni consentite dallo IAS 39 nella versione "Carve-out".

La variazione annua dell'adeguamento positivo di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato è conseguente all'aumento dei tassi di riferimento utilizzati nella definizione del fair value degli attivi coperti dalle variazioni di fair value per il rischio tasso di interesse.

SEZIONE 7 – LE PARTECIPAZIONI – VOCE 70

7.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi

Denominazioni Sede
legale
Sede
operativa
Tipo
di
rapporto
(a)
RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE
Impresa partecipante
Quota
%
Disponi
bilità
voti
%
(b)
A. IMPRESE CONTROLLATE IN MODO CONGIUNTO
1 Apside S.p.A. Torino Torino 7 Intesa Sanpaolo S.p.A. 50,00
Capitale Euro 50.000 suddiviso in azioni da Euro 1
2 Augusto S.r.l. Milano Milano 7 Intesa Sanpaolo S.p.A. 5,00
Capitale Euro 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
3 Diocleziano S.r.l. Milano Milano 7 Intesa Sanpaolo S.p.A. 5,00
Capitale Euro 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
4 Immobiliare Novoli S.p.A.
Capitale Euro 15.635.514 suddiviso in azioni da Euro 0,60
Firenze Firenze 7 Intesa Sanpaolo S.p.A. 50,00
5 Mir Capital Management S.A. Lussemburgo Lussemburgo 7 Private Equity International S.A. 50,00
Capitale Euro 31.000 suddiviso in azioni da Euro 1
6 Mir Capital S.C.A. SICAR
Capitale Euro 65.365.000 suddiviso in azioni da Euro 1
Lussemburgo Lussemburgo 7 Private Equity International S.A. 50,00
7 Mooney Group S.p.A. Milano Milano 7 Banca 5 S.p.A. 50,00
Capitale Euro 10.050.000 suddiviso in azioni da Euro 0,20
PBZ Croatia Osiguranje Public Limited Company
8 for Compulsory Pension Fund Management Zagabria Zagabria 7 Privredna Banka Zagreb D.D. 50,00
Capitale HRK 56.000.000 suddiviso in azioni da HRK 1.000
9 Responsability BOP S.A.R.L. Lussemburgo Lussemburgo 7 Asteria Investment Managers
S.A.
50,00
Capitale USD 20.000 suddiviso in azioni da USD 50
B. IMPRESE SOTTOPOSTE A INFLUENZA NOTEVOLE
1 1875 Finance Holding AG Sarnen Sarnen 4 Reyl&Cie S.A. 40,00
Capitale Chf 500.000 suddiviso in azioni da Chf 1
2 Adriano Lease Sec S.r.l. (c) Conegliano Conegliano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 5,00 100,00
(**)
Capitale Euro 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
Fideuram - Intesa Sanpaolo
3 Alpian S.A. Ginevra Ginevra 4 Private Banking S.p.A. 14,91
Capitale Chf 21.672.678 suddiviso in azioni da Chf 0,01 Reyl&Cie S.A. 12,93
27,84
4 Apulia Finance N. 4 S.r.l. in liquidazione (c) Conegliano Conegliano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 10,00
Capitale Euro 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
5 Back2Bonis Milano Milano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 55,40 35,00 (*)
Capitale Euro 776.381.183 suddiviso in azioni da Euro
476.671
6 Backtowork24 S.r.l. (d) Milano Milano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 30,58
Capitale Euro 2.892.691 suddiviso in azioni da Euro 0,01
7 Bancomat S.p.A. Roma Roma 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 31,55
Capitale Euro 21.095.726 suddiviso in azioni da Euro 5 Banca 5 S.p.A. 0,01
8 Berica ABS 3 S.r.l. (c) Vicenza Vicenza 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 31,56
5,00
Capitale Euro 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
9 Brera Sec S.r.l. (c) Conegliano Conegliano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 5,00
Capitale EUR 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
10 Camfin S.p.A. (e) Milano Milano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 4,60 8,53 (*)
Capitale EUR 110.800.000 suddiviso in azioni da Euro 0,2
11 Cassa di Risparmio di Fermo S.p.A. Fermo Fermo 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 33,33
Capitale EUR 39.241.088 suddiviso in azioni da Euro 51,65
12 Centai Institute S.p.A. Torino Torino 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 49,00
Capitale EUR 50.000 suddiviso in azioni da Euro 1
13 Clara Sec S.r.l. Conegliano Conegliano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 5,00
Capitale Euro 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
14 Compagnia Aerea Italiana S.p.A. Roma Fiumicino 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 27,49
Capitale Euro 3.526.846 suddiviso in azioni da Euro 0,00004
legale
operativa
di
bilità
Impresa partecipante
Quota
rapporto
voti
%
(a)
%
(b)
15
Destination Gusto S.r.l.
Milano
Milano
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
49,00
Capitale Euro 20.000 suddiviso in azioni da Euro 1
16
Digit'ed Holding S.p.A.
Milano
Milano
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
20,00
Capitale Euro 1.173.822 suddiviso in azioni da Euro 1
17
Equiter S.p.A.
Torino
Torino
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
32,88
Capitale Euro 150.004.017 suddiviso in azioni da Euro 1
18
Euromilano S.p.A.
Milano
Milano
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
43,43
Capitale Euro 1.356.582 suddiviso in azioni da Euro 15,51
19
Europrogetti & Finanza S.r.l. in liquidazione
Roma
Roma
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
15,97
Capitale Euro 5.636.400 suddiviso in azioni da Euro 1
20
Eusebi Holdings B.V.
Amsterdam
Amsterdam
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
47,00
Capitale Euro 100 suddiviso in azioni da Euro 1
21
FI.NAV. Comparto A - Crediti
Roma
Roma
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
50,54
Capitale USD 405.821.168 suddiviso in azioni da USD 1
22
Fondo di Rigenerazione Urbana Sicilia S.r.l. (f)
Palermo
Torino
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
100,00
Capitale Euro 50.000 suddiviso in azioni da Euro 1
23
Fondo per la ricerca e l'innovazione S.r.l. (f)
Torino
Torino
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
100,00
Capitale Euro 25.000 suddiviso in azioni da Euro 1
24
Fondo Sardegna Energia S.r.l. (f)
Cagliari
Torino
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
100,00
Capitale Euro 25.000 suddiviso in azioni da Euro 1
25
Giada Sec S.r.l. (c)
Conegliano
Conegliano
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
5,00
Capitale Euro 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
15,00
26
Gilda S.r.l.
Montesilvano
Montesilvano
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
13,05
(**)
Capitale Euro 213.402 suddiviso in azioni da Euro 1
Indaco Venture Partners SGR S.p.A. (già Venture Capital
27
Partners SGR)
Milano
Milano
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
24,50
Capitale Euro 750.000 suddiviso in azioni da Euro 0,50
28
Iniziative Immobiliari Industriali S.p.A. In liquidazione
Arquà Polesine
Arquà Polesine
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
20,00
Capitale Euro 510.000 suddiviso in azioni da Euro 0,51
29
Intrum Italy S.p.A.
Milano
Milano
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
49,00
Capitale Euro 600.000 suddiviso in azioni da Euro 0,02
30
Ism Investimenti S.p.A.
Mantova
Mantova
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
27,36
Capitale Euro 6.654.902 suddiviso in azioni da Euro 1
31
Leonardo Technology S.r.l. in liquidazione
Torino
Torino
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
26,60
Capitale Euro 242.081 suddiviso in azioni da Euro 1
32
Marketwall S.r.l.
Milano
Milano
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
33,00
Capitale Euro 2.380.409 suddiviso in azioni da Euro 1
33
Materias S.r.l.
Napoli
Napoli
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
12,87
Capitale Euro 29.191 suddiviso in azioni da Euro 1
Misr Alexandria for Financial Investments Mutual Fund Co.
34
in liquidazione
Il Cairo
Il Cairo
4
Bank of Alexandria S.A.E.
25,00
Capitale EGP 30.708.000 suddiviso in azioni da EGP 1000
35
Misr International Towers Co.
Il Cairo
Il Cairo
4
Bank of Alexandria S.A.E.
27,86
Capitale EGP 50.000.000 suddiviso in azioni da EGP 10
36
Monilogi SRO
Bratislava
Bratislava
4
Vseobecna Uverova Banka A.S.
30,00
Capitale Euro 250.000 suddiviso in azioni da Euro 1
37
Montefeltro Sviluppo Soc.cons. A.r.
Urbania
Urbania
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
26,37
Capitale Euro 73.000 suddiviso in azioni da Euro 10
38
Network Impresa S.p.A. in concordato preventivo
Limena
Limena
4
Intesa Sanpaolo S.p.A.
28,95
Capitale Euro 562.342 suddiviso in azioni da Euro 1
Denominazioni Sede
Sede
Tipo RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE Disponi
Intesa Sanpaolo Innovation
39
Neva First - FCC
Torino
Torino
4
Center S.p.A.
42,53
Capitale Euro 237.323.232 suddiviso in azioni da Euro 99,80

Denominazioni Sede
Sede
legale
operativa
Tipo
di
rapporto
(a)
RAPPORTO DI PARTECIPAZIONE
Impresa partecipante
Quota
%
Disponi
bilità
voti
%
(b)
40 NEWCO - Fondo Tematico Piani Urbani Integrati S.r.l. (f) Torino Torino 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
41 Capitale Euro 25.000 suddiviso in azioni da Euro 1
NEWCO - Fondo Tematico Turismo S.r.l. (f)
Capitale Euro 25.000 suddiviso in azioni da Euro 1
Torino Torino 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 100,00
42 Penghua Fund Management Co. Ltd.
Capitale CNY 150.000.000 suddiviso in azioni da CNY 1
Shenzhen Shenzhen 4 Eurizon Capital SGR S.p.A. 49,00
43 Pietra S.r.l. In liquidazione
Capitale Euro 40.000 suddiviso in azioni da Euro 1
Milano Milano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 22,22
44 R.C.N. Finanziaria S.p.A.
Capitale Euro 1.000.000 suddiviso in azioni da Euro 0,50
Mantova Mantova 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 23,96
45 RSCT FUND - COMPARTO CREDITI
Capitale Euro 383.363.831 suddiviso in azioni da Euro 1
Milano Milano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 70,07
46 S.F. Consulting S.r.l.
Capitale Euro 93.600 suddiviso in azioni da Euro 0,52
Bergamo Bergamo 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 35,00
47 Sicily Investments S.a.r.l.
Capitale Euro 12.500 suddiviso in azioni da Euro 25
Lussemburgo Lussemburgo 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 25,20
48 Slovak Banking Credit Bureau S.r.o.
Capitale Euro 9.958 suddiviso in azioni da Euro 3.319,39
Bratislava Bratislava 4 Vseobecna Uverova Banka A.S. 33,33
49 Sviluppo Industriale S.p.A. in Liquidazione (già Sviluppo
Industriale S.p.A. in Concordato Preventivo)
Pistoia Pistoia 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 28,27
50 Capitale Euro 628.444 suddiviso in azioni da Eur 22,26
Trinacria Capital S.a.r.l.
Capitale Euro 12.500 suddiviso in azioni da Euro 25
Lussemburgo Lussemburgo 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 25,20
51 UBI SPV LEASE 2016 S.r.l.
Capitale Euro 10.000 suddiviso in azioni da Euro 1
Milano Milano 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 10,00 100,00
(**)
52 Vesta OML Limited ( ex Oval Money LTD)
Capitale GBP 16.692 suddiviso in azioni da GBP 0,0004
Londra Londra 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 37,51
53 Warrant Hub S.p.A.
Capitale Euro 113.637 suddiviso in azioni da Euro 1
Correggio Correggio 4 Intesa Sanpaolo S.p.A. 12,00
54 Yolo Group S.p.A.
Capitale Euro 87.493 suddiviso in azioni da Euro 0,01
Milano Milano 4 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. 1,43

(a) Tipo di rapporto:

  • 1 maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria;
  • 2 influenza dominante nell'assemblea ordinaria;
  • 3 accordi con altri soci;
  • 4 società sottoposta a influenza notevole;
  • 5 direzione unitaria ex art. 26, comma 1, del "decreto legislativo 87/92";
  • 6 direzione unitaria ex art. 26, comma 2, del "decreto legislativo 87/92";
  • 7 controllo congiunto;
  • 8 altro tipo di rapporto.

(b) Ove differente dalla quota % viene indicata la disponibilità dei voti nell'assemblea ordinaria, distinguendo, ove applicabile, tra diritto di voto effettivi (*) e potenziali (**).

(c) Si tratta di veicoli utilizzati per operazioni di cartolarizzazione nell'ambito del Gruppo.

(d) In qualsiasi momento ricompreso tra la data di sottoscrizione del Secondo Aumento di Capitale (24/11/2020) e la scadenza del 42° mese da tale data, Intesa Sanpaolo ha il diritto di incrementare, in una o più tranches, la propria partecipazione al capitale sociale della società ottenendo una partecipazione complessiva massima del 51%. Non ricorrono, al momento, i presupposti ai sensi dell'IFRS 10 per la classificazione dell'interessenza tra le Imprese Controllate.

(e) Il differente valore tra la quota effettiva e il numero di voti in assemblea è legato alla presenza di varie categorie di azioni (A e B). Solo le azioni di cat. A (detenute anche da Intesa Sanpaolo) attribuiscono diritto di voto in assemblea.

(f) Gli effetti economici delle operazioni di investimento in equity e di finanziamento sottostanti l'attività del fondo ricadono integralmente sulla BEI.

L'illustrazione dei criteri e dei metodi di determinazione dell'area di consolidamento e delle motivazioni per cui una partecipata è sottoposta a controllo congiunto o influenza notevole, è contenuta nella Parte A – Politiche contabili, alla quale si fa rinvio.

7.2 Partecipazioni significative: valore di bilancio, fair value e dividendi percepiti

(milioni di euro)
Denominazioni Valore di bilancio Fair value Dividendi percepiti
(a)
A. IMPRESE CONTROLLATE IN MODO CONGIUNTO
1 Mooney Group S.p.A. 111 -
-
B. IMPRESE SOTTOPOSTE A INFLUENZA NOTEVOLE
1 BACK2BONIS 387 -
-
2 Penghua Fund Management Co. Ltd. 332 -
45
3 Intrum Italy S.p.A. 307 -
13
4 RSCT FUND - Comparto Crediti 256 -
-
5 FI.NAV. Comparto A - Crediti 155 -
-
6 Equiter S.p.A. 104 -
2
7 NEVA FIRST - FCC 59 -
-
TOTALE 1.711 -
60

a) I dividendi sono pagati da società del Gruppo valutate con il metodo del patrimonio netto, e benché non rientrino nella voce "250 Utili (Perdite) delle partecipazioni", in quanto rappresentano una variazione negativa della voce "70 Partecipazioni" dell'Attivo, sono esposti comunque in tabella come previsto dalla normativa di riferimento.

7.3 Partecipazioni significative: informazioni contabili

Denominazioni Cassa e disponibilità liquide Attività finanziarie Attività non finanziarie Passività finanziarie Passività non finanziarie Ricavi totali Margine di interesse Rettifiche e riprese di valore su attività
materiali e immateriali
Utile (Perdita) della operatività corrente
al lordo delle imposte
Utile (Perdita) della operatività corrente
al netto delle imposte
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via
di dismissione al netto delle imposte
Utile (perdita) d'esercizio
(1)
(milioni di euro)
Altre componenti reddituali al netto
delle imposte
(2)
(3) = (1) + (2)
Redditività complessiva
A. IMPRESE CONTROLLATE IN MODO CONGIUNTO
Mooney Group S.p.A. X 397 930 1.446 198 300 X X -48 -37 - -37 - -37
B. IMPRESE SOTTOPOSTE A INFLUENZA NOTEVOLE
BACK2BONIS X 748 22 24 3 11 X X - - - - - -
Penghua Fund Management Co. Ltd. X 826 198 221 249 596 X X 181 136 - 136 - 136
Intrum Italy S.p.A. X 65 86 9 60 163 X X 46 35 - 35 - 35
RSCT FUND - Comparto Crediti X 346 25 - 4 - X X - - - - - -
FI.NAV. Comparto A - Crediti X 268 - - - - X X - - - - - -
Equiter S.p.A. X 296 8 - 3 13 X X 10 8 - 8 - 8
NEVA FIRST - FCC X 110 22 - 1 7 X X 7 7 - 7 - 7

Denominazioni Patrimonio netto
complessivo
Pro quota patrimonio Avviamento Altre variazioni (milioni di euro)
Valore di bilancio
consolidato
A. IMPRESE CONTROLLATE IN MODO CONGIUNTO
Mooney Group S.p.A. - - 111 - 111
B. IMPRESE SOTTOPOSTE A INFLUENZA NOTEVOLE
BACK2BONIS 725 402 - -15 387
Penghua Fund Management Co. Ltd. 554 272 60 - 332
Intrum Italy S.p.A. 82 40 267 - 307
RSCT FUND - Comparto Crediti 375 263 - -7 256
FI.NAV Comparto A - Crediti 306 155 - - 155
Equiter S.p.A. 293 97 7 - 104
NEVA FIRST - FCC 138 59 - - 59
2.473 1.288 445 -22 1.711

I dati delle società sono aggiornati a dicembre 2022 per Intrum e Penghua; al 30 giugno 2022 per RSCT FUND, BACK2BONIS, NEVA FIRST e FI.NAV. al 31 dicembre 2021 per Equiter. Per Mooney Group S.p.A. i dati sopra esposti si riferiscono al 30 settembre 2022 benché ai fini del bilancio consolidato del Gruppo siano stati utilizzati i dati al 31 dicembre 2022. Questi ultimi infatti saranno resi pubblici successivamente all'approvazione dell'Assemblea degli Azionisti della società.

7.4 Partecipazioni non significative: informazioni contabili

Denominazioni Valore di bilancio delle partecipazioni Totale attivo Totale passività Ricavi totali Utile (Perdita) della operatività corrente al
netto delle imposte
Utile (Perdita) delle attività operative
cessate al netto delle imposte
Utile (perdita) d'esercizio
(1)
Altre componenti reddituali al netto delle
imposte
(2)
(milioni di euro)
Redditività complessiva
(3) = (1) + (2)
IMPRESE CONTROLLATE IN MODO CONGIUNTO 23 210 147 94 -1 - -1 - -1
IMPRESE SOTTOPOSTE A INFLUENZA NOTEVOLE (a) 279 4.523 3.449 222 5 - 5 -46 -41

(a) In tale voce sono incluse alcune controllate escluse dall'area di consolidamento, in quanto di importo contenuto.

7.5 Partecipazioni: variazioni annue

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
A. Esistenze iniziali 1.652 1.996
B. Aumenti 942 422
B.1 acquisti 528 122
di cui operazioni di aggregazione aziendale - 10
B.2 riprese di valore 13 -
B.3 rivalutazioni 143 163
B.4 altre variazioni 258 137
C. Diminuzioni -581 -766
C.1 vendite -305 -58
C.2 rettifiche di valore -52 -39
C.3 svalutazioni -69 -61
C.4 altre variazioni -155 -608
D. Rimanenze finali 2.013 1.652
E. Rivalutazioni totali 3.620 3.477
F. Rettifiche totali 2.111 2.059

La sottovoce B.1 Acquisti comprende l'acquisizione dell'ulteriore quota del 20% di Mooney Group, di Back2Bonis oltre ad altri acquisti tra cui Warrant Hub e Digit'Ed Holding.

La sottovoce B.3 Rivalutazioni comprende principalmente gli utili delle società valutate al Patrimonio netto (tra cui Penghua Fund Management Co. Ltd.).

La sottovoce B.4 Altre variazioni positive, comprende gli utili da cessione/riclassifica complessivamente pari a 197 milioni, attribuibili all'operazione di Isp Formazione per 196 milioni e Innolva per 1 milione.

La sottovoce C.1 vendite, comprende la cessione di società valutate al Patrimonio netto (principalmente ISP Formazione e Innolva).

La sottovoce C.3 Svalutazioni, comprende le perdite delle società valutate al Patrimonio netto (principalmente FI.NAV. e Mooney Group).

La sottovoce C.4 Altre variazioni negative, comprende il pagamento di dividendi (principalmente Penghua e Intrum), nonché la riclassifica da altri portafogli di VUB Generali entrata nell'area di consolidamento integrale a seguito dell'ulteriore acquisto del 5,26%.

7.6 Valutazioni e assunzioni significative per stabilire l'esistenza di controllo congiunto o influenza notevole

Sono considerate società sottoposte a controllo congiunto (joint ventures), le entità per le quali, su base contrattuale, il controllo è condiviso fra il Gruppo e uno o più altri soggetti, ovvero quando per le decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

Sono considerate società sottoposte ad una influenza notevole (collegate), le entità in cui il Gruppo possiede almeno il 20% dei diritti di voto (ivi inclusi i diritti di voto "potenziali") o nelle quali – pur con una quota di diritti di voto inferiore – ha il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata in virtù di particolari legami giuridici quali la partecipazione a patti di sindacato. Non sono considerate sottoposte ad influenza notevole alcune interessenze superiori al 20%, nelle quali il Gruppo detiene esclusivamente diritti patrimoniali su una porzione dei frutti degli investimenti, non ha accesso alle politiche di gestione e può esercitare diritti di governance limitati alla tutela dei propri interessi patrimoniali.

7.7 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto

Al 31 dicembre 2022 si segnalano impegni sul capitale riferiti a MIR CAPITAL S.C.A. Sicar, per complessivi 35,6 milioni; Mooney Group S.p.A., per complessivi 8 milioni; Apside S.p.A., per complessivi 17 milioni relativi alla sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi emessi dalla Società.

7.8 Impegni riferiti a partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole

Al 31 dicembre 2022 si segnalano i seguenti impegni: ricapitalizzazione di Bancomat S.p.A. per circa 2,7 milioni; il commitment assunto da ISP Innovation Center S.p.A. e Neva SGR S.p.A. a versare le somme corrispondenti ai richiami del Fondo NEVA FIRST-FCC per residui 49,5 milioni; un impegno per aumento di capitale a favore di Centai Institute S.P.A. per

0,7 milioni; un impegno a sottoscrivere strumenti finanziari partecipativi emessi dalla partecipata Destination Gusto S.r.l. per massimi 2,5 milioni; Infine si segnala un impegno residuo su Leonardo Technology S.r.l. di modesta entità.

7.9 Restrizioni significative

In termini di restrizioni significative non ci sono segnalazioni.

7.10 Altre informazioni

Per la maggior parte delle società sottoposte a controllo congiunto o influenza notevole le tempistiche di disponibilità del bilancio di fine esercizio non sono compatibili con le tempistiche di chiusura del bilancio consolidato di Intesa Sanpaolo; a tal proposito per l'applicazione del metodo del patrimonio netto si fa riferimento all'ultima reportistica contabile disponibile, rappresentata, nella maggior parte dei casi, dal resoconto intermedio di gestione dei 9 mesi per le partecipate quotate o dall'ultimo bilancio o relazione semestrale disponibili per le altre partecipate. In ogni caso, quando la reportistica contabile della società collegata o della joint venture utilizzata nell'applicazione del metodo del patrimonio netto è riferita a una data diversa dal bilancio di Intesa Sanpaolo, vengono effettuate rettifiche per tener conto degli effetti di operazioni o fatti significativi che siano intervenuti tra quella data e la data di riferimento del bilancio di Intesa Sanpaolo.

I test di impairment sulle partecipazioni

Come richiesto dai principi IAS/IFRS le partecipazioni sono state sottoposte al test di impairment al fine di verificare se esistono obiettive evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di iscrizione delle attività stesse. Per le partecipazioni di collegamento e controllo congiunto, il processo di rilevazione di eventuali impairment prevede la verifica della presenza di indicatori di impairment e la determinazione dell'eventuale svalutazione. Gli indicatori di impairment sono sostanzialmente suddivisibili in due categorie: indicatori qualitativi, quali il conseguimento di risultati economici negativi o comunque un significativo scostamento rispetto ad obiettivi di budget o previsti da piani pluriennali comunicati al mercato, l'annuncio/avvio di procedure concorsuali o di piani di ristrutturazione, la revisione al ribasso del "rating" di oltre due classi; indicatori quantitativi rappresentati da una riduzione del fair value al di sotto del valore di bilancio di oltre il 30% ovvero per un periodo superiore a 24 mesi, da una capitalizzazione di borsa inferiore al patrimonio netto contabile della società, nel caso di titoli quotati su mercati attivi, ovvero da un valore contabile della partecipazione nel bilancio separato superiore al valore contabile nel bilancio consolidato dell'attivo netto e dell'avviamento della partecipata o dalla distribuzione da parte di quest'ultima di un dividendo superiore al proprio reddito complessivo. In presenza di indicatori di impairment viene determinato il valore recuperabile, rappresentato dal maggiore tra il fair value al netto dei costi di vendita ed il Valore d'uso, e se quest'ultimo risulta inferiore al valore di iscrizione si procede alla rilevazione dell'impairment. Qualora il valore recuperabile dovesse, successivamente, risultare superiore al nuovo valore contabile ed i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, si procede alla rilevazione di riprese di valore, con imputazione a conto economico, fino a concorrenza della rettifica precedentemente registrata.

Con riferimento alle partecipazioni di collegamento o sottoposte a controllo congiunto, laddove siano stati rilevati indicatori di impairment, sono state effettuate valutazioni basate in via prioritaria su metodologie di mercato (transazioni dirette o comparabili e multipli di mercato) o in alternativa su valutazioni "fondamentali", basate principalmente sulla stima dei flussi di cassa attesi attualizzati attraverso il metodo "discounted cash flow" o sul patrimonio netto rettificato (c.d. ANAV).

I risultati di tali valutazioni hanno comportato la necessità di operare rettifiche di valore principalmente riferite alle partecipazioni in Intrum Italy (34 milioni), Mir Capital (8 milioni), RSCT Fund Comparto Crediti (4 milioni), Marketwall (3 milioni) ed altri investimenti minori per 3 milioni. Sempre nell'ambito delle valutazioni effettuate sulle partecipazioni di collegamento o sottoposte a controllo congiunto, si segnala la rilevazione di una ripresa di valore della partecipazione in FI.NAV. Comparto A - Crediti per 13 milioni.

SEZIONE 8 – RISERVE TECNICHE A CARICO DEI RIASSICURATORI – VOCE 80

8.1 Riserve tecniche a carico dei riassicuratori: composizione

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
A. Ramo danni 127 164
A1. Riserve premi 44 37
A2. Riserve sinistri 83 127
A3. Altre riserve - -
B. Ramo vita 36 44
B1. Riserve matematiche 32 40
B2. Riserve per somme da pagare 4 4
B3. Altre riserve - -
C. Riserve tecniche allorchè il rischio dell'investimento è sopportato dagli assicurati - -
C1. Riserve relative a contratti le cui prestazioni sono connesse con fondi di investimento e
indici di mercato
- -
C2. Riserve derivanti dalla gestione dei fondi pensione - -
D. Totale riserve tecniche a carico dei riassicuratori 163 208

8.2 Variazione della voce 80 "Riserve tecniche a carico dei riassicuratori"

Il saldo della voce risulta pari a 163 milioni (208 milioni al 31 dicembre 2021) con un decremento di 45 milioni rispetto al 31 dicembre 2021. La variazione è sostanzialmente imputabile alla contrazione della voce "A2. Riserve sinistri", grazie ad una nuova politica assuntiva, sia in fase di rinnovo sia per i nuovi clienti, che privilegia la redditività consentendo di ridurre la sinistrosità del portafoglio.

SEZIONE 9 - ATTIVITÀ MATERIALI – VOCE 90

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 31.12.2021
1. Attività materiali ad uso funzionale, valutate al costo 2.483 2.530
Di cui - Attività materiali ad uso funzionale - Diritti d'uso acquisiti con il leasing 1.495 1.521
2. Attività materiali detenute a scopo di investimento, valutate al costo - -
3. Attività materiali ad uso funzionale, rivalutate 6.381 6.574
Di cui - Attività materiali ad uso funzionale, rivalutate - Diritti d'uso acquisiti con il leasing - -
4. Attività materiali detenute a scopo di investimento, valutate al fair value 770 798
Di cui - Attività materiali a scopo di investimento - Diritti d'uso acquisiti con il leasing - -
5. Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2 871 890
Totale Attività materiali voce 90 10.505 10.792

9.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 31.12.2021
1. Attività di proprietà 988 1.009
a) terreni - -
b) fabbricati - -
c) mobili 194 207
d) impianti elettronici 748 758
e) altre 46 44
2. Diritti d'uso acquisiti con il leasing 1.495 1.521
a) terreni 1 9
b) fabbricati 1.218 1.331
c) mobili - -
d) impianti elettronici 36 16
e) altre 240 165
Totale 2.483 2.530
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute 1 2

9.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Non sono presenti Attività materiali detenute a scopo di investimento valutate al costo nel Gruppo Intesa Sanpaolo.

9.3 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività di proprietà - - 6.381 - - 6.574
a) terreni - - 2.641 - - 2.656
b) fabbricati - - 3.429 - - 3.606
c) patrimonio artistico di pregio - - 311 - - 312
d) impianti elettronici - - - - - -
e) altre - - - - - -
2. Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - - -
a) terreni - - - - - -
b) fabbricati - - - - - -
c) mobili - - - - - -
d) impianti elettronici - - - - - -
e) altre - - - - - -
TOTALE - - 6.381 - - 6.574
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie
ricevute
- - - - - -

9.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività di proprietà - - 770 - - 798
a) terreni - - 271 - - 281
b) fabbricati - - 499 - - 517
2. Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - - -
a) terreni - - - - - -
b) fabbricati - - - - - -
TOTALE - - 770 - - 798
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie
ricevute - - 114 - - 138

Relativamente alle previsioni di cui allo IAS 40 paragrafo 75, lettera c), g), h) non si segnalano informazioni degne di nota.

9.5 Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2: composizione

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 Di cui: 31.12.2021
Gruppo
bancario
Imprese
di
assicuraz.
Altre
imprese
1. Rimanenze di attività materiali ottenute tramite
l'escussione delle garanzie ricevute
192 181 - 11 211
a) terreni 13 3 - 10 18
b) fabbricati 179 178 - 1 192
c) mobili - - - - -
d) impianti elettronici - - - - -
e) altre - - - - 1
2. Altre rimanenze di attività materiali 679 24 - 655 679
Totale 871 205 - 666 890
di cui: valutate al fair value al netto dei costi di vendita 6 6 - - 1

9.6 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

(milioni di euro)
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici
Patrimonio
artistico
di pregio
Altre Totale
A. Esistenze iniziali lorde 2.665 5.736 2.088 6.657 312 395 17.853
A.1 Riduzioni di valore totali nette - -799 -1.881 -5.883 - -186 -8.749
A.2 Esistenze iniziali nette 2.665 4.937 207 774 312 209 9.104
B. Aumenti: 52 450 36 260 1 188 987
B.1 Acquisti - 97 33 244 - 155 529
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - - -
B.2 Spese per migliorie capitalizzate 12 37 - - - - 49
B.3 Riprese di valore - - - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value imputate a: 16 11 - - - - 27
a) patrimonio netto 16 11 - - - - 27
b) conto economico - - - - - - -
B.5 Differenze positive di cambio - - - - - - -
B.6 Trasferimenti da immobili detenuti
a scopo di investimento
14 19 X X X X 33
B.7 Altre variazioni 10 286 3 16 1 33 349
C. Diminuzioni: -75 -740 -49 -250 -2 -111 -1.227
C.1 Vendite - -6 - -1 - -2 -9
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - - -
C.2 Ammortamenti - -342 -33 -221 - -79 -675
C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a: - -3 -5 - - -2 -10
a) patrimonio netto - -3 - - - - -3
b) conto economico - - -5 - - -2 -7
C.4 Variazioni negative di fair value imputate a: -9 -13 - - -2 -1 -25
a) patrimonio netto -6 -9 - - - - -15
b) conto economico -3 -4 - - -2 -1 -10
C.5 Differenze negative di cambio -20 -46 -3 -5 - -2 -76
C.6 Trasferimenti a: -38 -77 - - - - -115
a) attività materiali detenute a scopo di investimento -36 -72 X X X X -108
b) attività in via di dismissione -2 -5 - - - - -7
C.7 Altre variazioni -8 -253 -8 -23 - -25 -317
D. Rimanenze finali nette 2.642 4.647 194 784 311 286 8.864
D.1 Riduzioni di valore totali nette - -967 -1.902 -6.012 - -173 -9.054
D.2 Rimanenze finali lorde 2.642 5.614 2.096 6.796 311 459 17.918
E. Valutazione al costo 1.852 2.450 - - 112 - 4.414

Nella tabella sopra esposta sono rappresentati i valori della attività di proprietà nonché quelli dei diritti d'uso acquisiti con il leasing.

Come illustrato nella Parte A - Fair value del patrimonio immobiliare e del patrimonio artistico di pregio, sulla base delle regole di periodicità di valutazione, si segnala che:

  • gli immobili classificati ad uso funzionale e i Trophy Asset, presenti nel patrimonio immobiliare, sono stati oggetto di integrale valutazione rispettivamente a fine 2020 e fine 2021; pertanto, per l'esercizio 2022 sono stati sottoposti ad analisi di scenario;
  • il patrimonio artistico di pregio è stato oggetto di analisi di scenario per l'esercizio 2022, essendo stato integralmente valutato a fine 2020, tramite il ricorso a perizie esterne, affidate ad esperti qualificati e indipendenti.

Nelle sottovoci B.4 e C.4 sono riportate le variazioni, rispettivamente, positive e negative di fair value relative agli immobili (terreni e fabbricati) ad uso funzionale e ai beni artistici di pregio, per i quali la Banca applica il criterio della rideterminazione del valore.

Le Altre variazioni in aumento e in diminuzione si riferiscono principalmente a rinegoziazioni e chiusure anticipate avvenute nel corso dell'anno sui contratti di locazione (IFRS 16) e, per la sola parte di variazioni in diminuzione, agli ammortamenti contabilizzati nell'esercizio su cespiti rivenienti dall'acquisizione dei rami d'azienda delle ex Banche Venete, fronteggiati dal fondo per rischi ed oneri a suo tempo appositamente costituito.

La sottovoce E. Valutazione al costo è valorizzata per le sole attività materiali valutate secondo il criterio della rideterminazione del valore, in conformità con le istruzioni contenute nella Circolare n. 262 della Banca d'Italia.

9.6 Di cui - Attività materiali ad uso funzionale - Diritti d'uso acquisiti con il leasing: variazioni annue

(milioni di euro)
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici
Patrimonio
artistico
di pregio
Altre Totale
A. Esistenze iniziali lorde 9 1.968 - 36 - 193 2.206
A.1 Riduzioni di valore totali nette - -637 - -20 - -28 -685
A.2 Esistenze iniziali nette 9 1.331 - 16 - 165 1.521
B. Aumenti: - 356 - 52 - 150 558
B.1 Acquisti - 78 - 42 - 137 257
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - - -
B.2 Spese per migliorie capitalizzate - - - - - - -
B.3 Riprese di valore - - - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value imputate a: - - - - - - -
a) patrimonio netto - - - - - - -
b) conto economico - - - - - - -
B.5 Differenze positive di cambio - - - - - - -
B.6 Trasferimenti da immobili detenuti
a scopo di investimento - - X X X X -
B.7 Altre variazioni - 278 - 10 - 13 301
C. Diminuzioni: -8 -469 - -32 - -75 -584
C.1 Vendite - -1 - -1 - - -2
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - - -
C.2 Ammortamenti - -214 - -24 - -69 -307
C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a: - -1 - - - - -1
a) patrimonio netto - - - - - - -
b) conto economico - -1 - - - - -1
C.4 Variazioni negative di fair value imputate a: - - - - - -1 -1
a) patrimonio netto - - - - - - -
b) conto economico - - - - - -1 -1
C.5 Differenze negative di cambio - -5 - - - -2 -7
C.6 Trasferimenti a: - - - - - - -
a) attività materiali detenute a scopo di investimento - - X X X X -
b) attività in via di dismissione - - - - - - -
C.7 Altre variazioni -8 -248 - -7 - -3 -266
D. Rimanenze finali nette 1 1.218 - 36 - 240 1.495
D.1 Riduzioni di valore totali nette - -718 - -39 - -34 -791
D.2 Rimanenze finali lorde 1 1.936 - 75 - 274 2.286
E. Valutazione al costo - - - - - - -

Le Altre variazioni in aumento e in diminuzione si riferiscono principalmente a rinegoziazioni e chiusure anticipate avvenute nel corso dell'anno sui contratti di locazione (IFRS 16).

9.7 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

(milioni di euro)
TOTALE
Terreni Fabbricati
A Esistenze iniziali 281 517
B. Aumenti 41 87
B.1 Acquisti - -
di cui operazioni di aggregazione aziendale - -
B.2 Spese per migliorie capitalizzate - 7
B.3 Variazioni positive di fair value 3 3
B.4 Riprese di valore - -
B.5 Differenze di cambio positive - -
B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale 36 72
B.7 Altre variazioni 2 5
C. Diminuzioni -51 -105
C.1 Vendite -13 -30
di cui operazioni di aggregazione aziendale - -
C.2 Ammortamenti - -
C.3 Variazioni negative di fair value -10 -32
C.4 Rettifiche di valore da deterioramento - -1
C.5 Differenze di cambio negative - -
C.6 Trasferimenti a -24 -35
a) immobili ad uso funzionale -14 -19
b) attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione -10 -16
C.7 Altre variazioni -4 -7
D. Rimanenze finali 271 499
E. Valutazione al fair value - -

Nella tabella sopra esposta sono rappresentati i valori della attività di proprietà nonché quelli dei diritti d'uso acquisiti con il leasing.

Le attività materiali detenute a scopo di investimento, costituite da terreni e fabbricati, sono valutate al fair value, in conformità allo IAS 40.

Come illustrato nella Parte A - Fair value del patrimonio immobiliare e del patrimonio artistico di pregio, si segnala che sulla base delle regole di periodicità di valutazione, a fine 2022 si è proceduto all'aggiornamento delle perizie del patrimonio degli immobili ad uso investimento, i cui effetti sono rilevabili nelle sottovoci B.3 Variazioni positive di fair value e C.3 Variazioni negative di fair value.

9.7 Di cui - Attività materiali detenute a scopo di investimento - Diritti d'uso acquisiti con il leasing: variazioni annue

Al 31 dicembre 2022 le attività materiali detenute a scopo di investimento – Diritti d'uso acquisiti con il leasing risultano di importo non significativo.

9.8 Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2: variazioni annue

(milioni di euro)
Rimanenze di attività materiali ottenute tramite l'escussione delle
garanzie ricevute
Altre
TOTALE
rimanenze di
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici
Altre attività
materiali
A. Esistenze iniziali 18 191 - - 1 680 890
B. Aumenti 1 24 - - 5 4 34
B.1 Acquisti - - - - 5 - 5
B.2 Riprese di valore - 1 - - - - 1
B.3 Differenze di cambio positive 1 1 - - - - 2
B.4 Altre variazioni - 22 - - - 4 26
C. Diminuzioni -6 -36 - - -6 -5 -53
C.1 Vendite -5 -14 - - -5 -2 -26
C.2 Rettifiche di valore da deterioramento - -17 - - - -1 -18
C.3 Differenze di cambio negative -1 - - - - - -1
C.4 Altre variazioni - -5 - - -1 -2 -8
D. Rimanenze finali 13 179 - - - 679 871

9.8 di cui: di pertinenza del Gruppo bancario

(milioni di euro)
Rimanenze di attività materiali ottenute tramite l'escussione delle garanzie Altre
rimanenze di
TOTALE
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici
Altre attività
materiali
A. Esistenze iniziali 7 190 - - 1 26 224
B. Aumenti 1 24 - - 5 3 33
B.1 Acquisti - - - - 5 - 5
B.2 Riprese di valore - 1 - - - - 1
B.3 Differenze di cambio positive 1 1 - - - - 2
B.4 Altre variazioni - 22 - - - 3 25
C. Diminuzioni -5 -36 - - -6 -5 -52
C.1 Vendite -5 -14 - - -5 -2 -26
C.2 Rettifiche di valore da deterioramento - -17 - - - -1 -18
C.3 Differenze di cambio negative - - - - - - -
C.4 Altre variazioni - -5 - - -1 -2 -8
D. Rimanenze finali 3 178 - - - 24 205

9.8 di cui: di pertinenza delle imprese di assicurazione

Non sono presenti Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2 di pertinenza delle imprese di assicurazione del Gruppo Intesa Sanpaolo.

9.8 di cui: di pertinenza delle altre imprese

(milioni di euro)
Rimanenze di attività materiali ottenute tramite l'escussione delle garanzie Altre
rimanenze di
TOTALE
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici
Altre attività
materiali
A. Esistenze iniziali 11 1 - - - 654 666
B. Aumenti - - - - - 1 1
B.1 Acquisti - - - - - - -
B.2 Riprese di valore - - - - - - -
B.3 Differenze di cambio positive - - - - - - -
B.4 Altre variazioni - - - - - 1 1
C. Diminuzioni -1 - - - - - -1
C.1 Vendite - - - - - - -
C.2 Rettifiche di valore da deterioramento - - - - - - -
C.3 Differenze di cambio negative -1 - - - - - -1
C.4 Altre variazioni - - - - - - -
D. Rimanenze finali 10 1 - - - 655 666

9.9 Impegni per acquisto di attività materiali

Gli impegni per acquisto di attività materiali in essere al 31 dicembre 2022 ammontano a circa 9 milioni, riferiti principalmente a interventi di efficientamento delle strutture impiantistiche dei palazzi direzionali del Gruppo. Eventuali impegni relativi a contratti di leasing sono illustrati nella Parte M.

SEZIONE 10 - ATTIVITÀ IMMATERIALI - VOCE 100

10.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 Gruppo
bancario
Di cui:
Imprese di
assicurazione
Altre
imprese
31.12.2021
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
A.1 Avviamento X 3.626 X 2.650 X 976 X - X 3.574
A.1.1 Di pertinenza del gruppo x 3.626 x 2.650 x 976 x - x 3.574
A.1.2 Di pertinenza di terzi x - x - x - x - x -
A.2 Altre attività immateriali 4.322 1.882 3.755 1.882 549 - 18 - 3.886 1.882
di cui: software 3.013 - 2.961 - 52 - - - 2.533 -
A.2.1 Attività valutate al costo:
a) Attività immateriali generate
4.322 1.882 3.755 1.882 549 - 18 - 3.886 1.882
internamente 2.386 - 2.366 - 20 - - - 2.072 -
b) Altre attività 1.936 1.882 1.389 1.882 529 - 18 - 1.814 1.882
A.2.2 Attività valutate al fair value: - - - - - - - - - -
a) Attività immateriali generate
internamente - - - - - - - - - -
b) Altre attività - - - - - - - - - -
Totale 4.322 5.508 3.755 4.532 549 976 18 - 3.886 5.456

Si segnala che al 31 dicembre 2022 l'ammontare del software, pari a 3.013 milioni, è prodotto internamente per 2.386 milioni e acquistato all'esterno per 627 milioni.

Nella tabella che segue viene riportata l'allocazione dell'avviamento tra le diverse "Cash Generating Unit".

(milioni di euro)
CGU/Avviamenti 31.12.2022 31.12.2021
Banca dei Territori - -
IMI Corporate & Investment Banking 56 56
Insurance 976 976
Asset Management 1.059 1.060
Private Banking 1.535 1.482
International Subsidiary Banks - -
Bank of Alexandria (Egitto) - -
Pravex Bank (Ucraina) - -
TOTALE GRUPPO 3.626 3.574

Con riferimento alla composizione delle CGU si rinvia a quanto esposto nel successivo capitolo delle "Informazioni sulle attività intangibili e sull'avviamento".

10.2 Attività immateriali: variazioni annue

(milioni di euro)
Avviamento Altre attività immateriali:
generate internamente
Altre attività immateriali:
altre
TOTALE
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
A. Esistenze iniziali 20.772 7.382 - 10.583 2.386 41.123
A.1 Riduzioni di valore totali nette -17.198 -5.310 - -8.769 -504 -31.781
A.2 Esistenze iniziali nette 3.574 2.072 - 1.814 1.882 9.342
B. Aumenti 52 1.041 - 422 - 1.515
B.1 Acquisti 42 51 - 304 - 397
di cui operazioni di aggregazione aziendale 42 - - 73 - 115
B.2 Incrementi di attività immateriali interne X 990 - - - 990
B.3 Riprese di valore X - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
B.5 Differenze di cambio positive 10 - - - - 10
B.6 Altre variazioni - - - 118 - 118
C. Diminuzioni - -727 - -300 - -1.027
C.1 Vendite - - - -3 - -3
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -
C.2 Rettifiche di valore - -692 - -292 - -984
- Ammortamenti X -684 - -280 - -964
- Svalutazioni - -8 - -12 - -20
patrimonio netto X - - - - -
conto economico - -8 - -12 - -20
C.3 Variazioni negative di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
C.4 Trasferimenti alle attività non correnti
in via di dismissione - -12 - - - -12
C.5 Differenze di cambio negative - - - -4 - -4
C.6 Altre variazioni - -23 - -1 - -24
D. Rimanenze finali nette 3.626 2.386 - 1.936 1.882 9.830
D.1 Rettifiche di valore totali nette -17.198 -6.002 - -9.061 -504 -32.765
E. Rimanenze finali lorde 20.824 8.388 - 10.997 2.386 42.595
F. Valutazione al costo - - - - - -

La sottovoce B.1 include l'incremento per l'Avviamento derivante dall'operazione di acquisizione di Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A. (CBPQ).

10.2 di cui: di pertinenza del Gruppo bancario

Avviamento Altre attività immateriali: (milioni di euro)
Altre attività immateriali:
generate internamente altre
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
A. Esistenze iniziali 19.042 7.322 - 8.952 2.386 37.702
A.1 Riduzioni di valore totali nette -16.444 -5.276 - -7.743 -504 -29.967
A.2 Esistenze iniziali nette 2.598 2.046 - 1.209 1.882 7.735
B. Aumenti 52 1.025 - 378 - 1.455
B.1 Acquisti 42 38 - 276 - 356
di cui operazioni di aggregazione aziendale 42 - - 73 - 115
B.2 Incrementi di attività immateriali interne X 987 - - - 987
B.3 Riprese di valore X - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
B.5 Differenze di cambio positive 10 - - - - 10
B.6 Altre variazioni - - - 102 - 102
C. Diminuzioni - -705 - -198 - -903
C.1 Vendite - - - -3 - -3
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -
C.2 Rettifiche di valore - -678 - -190 - -868
- Ammortamenti X -670 - -178 - -848
- Svalutazioni - -8 - -12 - -20
patrimonio netto X - - - - -
conto economico - -8 - -12 - -20
C.3 Variazioni negative di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
C.4 Trasferimenti alle attività non correnti
in via di dismissione - -12 - - - -12
C.5 Differenze di cambio negative - - - -4 - -4
C.6 Altre variazioni - -15 - -1 - -16
D. Rimanenze finali nette 2.650 2.366 - 1.389 1.882 8.287
D.1 Rettifiche di valore totali nette -16.444 -5.954 - -7.933 -504 -30.835
E. Rimanenze finali lorde 19.094 8.320 - 9.322 2.386 39.122
F. Valutazione al costo - - - - - -

10.2 di cui: di pertinenza delle imprese di assicurazione

Avviamento Altre attività immateriali:
generate internamente
Altre attività immateriali:
altre
(milioni di euro)
Totale
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
A. Esistenze iniziali 1.712 60 - 1.544 - 3.316
A.1 Riduzioni di valore totali nette -736 -34 - -939 - -1.709
A.2 Esistenze iniziali nette 976 26 - 605 - 1.607
B. Aumenti - 16 - 21 - 37
B.1 Acquisti - 13 - 6 - 19
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -
B.2 Incrementi di attività immateriali interne X 3 - - - 3
B.3 Riprese di valore X - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
B.5 Differenze di cambio positive - - - - - -
B.6 Altre variazioni - - - 15 - 15
C. Diminuzioni - -22 - -97 - -119
C.1 Vendite - - - - - -
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -
C.2 Rettifiche di valore - -14 - -97 - -111
- Ammortamenti X -14 - -97 - -111
- Svalutazioni - - - - - -
patrimonio netto X - - - - -
conto economico - - - - - -
C.3 Variazioni negative di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
C.4 Trasferimenti alle attività non correnti
in via di dismissione - - - - - -
C.5 Differenze di cambio negative - - - - - -
C.6 Altre variazioni - -8 - - - -8
D. Rimanenze finali nette 976 20 - 529 - 1.525
D.1 Rettifiche di valore totali nette -736 -48 - -1.036 - -1.820
E. Rimanenze finali lorde 1.712 68 - 1.565 - 3.345
F. Valutazione al costo - - - - - -

10.2 di cui: di pertinenza delle altre imprese

Avviamento Altre attività immateriali:
generate internamente
Altre attività immateriali:
altre
(milioni di euro)
Totale
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
A. Esistenze iniziali 18 - - 87 - 105
A.1 Riduzioni di valore totali nette -18 - - -87 - -105
A.2 Esistenze iniziali nette - - - - - -
B. Aumenti - - - 23 - 23
B.1 Acquisti - - - 22 - 22
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -
B.2 Incrementi di attività immateriali interne X - - - - -
B.3 Riprese di valore X - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
B.5 Differenze di cambio positive - - - - - -
B.6 Altre variazioni - - - 1 - 1
C. Diminuzioni - - - -5 - -5
C.1 Vendite - - - - - -
di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -
C.2 Rettifiche di valore - - - -5 - -5
- Ammortamenti X - - -5 - -5
- Svalutazioni - - - - - -
patrimonio netto X - - - - -
conto economico - - - - - -
C.3 Variazioni negative di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
C.4 Trasferimenti alle attività non correnti
in via di dismissione - - - - - -
C.5 Differenze di cambio negative - - - - - -
C.6 Altre variazioni - - - - - -
D. Rimanenze finali nette - - - 18 - 18
D.1 Rettifiche di valore totali nette -18 - - -92 - -110
E. Rimanenze finali lorde 18 - - 110 - 128
F. Valutazione al costo - - - - - -

10.3 Altre informazioni

Al 31 dicembre 2022 si segnalano impegni riferibili ad investimenti in attività immateriali, prevalentemente software, pari a circa 25 milioni.

Informazioni sulle attività intangibili e sull'avviamento

L'applicazione del principio contabile IFRS 3 nella contabilizzazione delle operazioni di acquisizione può comportare l'iscrizione di nuove attività immateriali e la rilevazione di avviamenti.

Nel caso del Gruppo Intesa Sanpaolo, la fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI e le successive operazioni di acquisizione hanno comportato la rilevazione di significativi importi per attività immateriali e per avviamento.

Nel corso dell'esercizio 2022 sono state perfezionate due operazioni che hanno comportato la rilevazione sia di nuove attività intangibili a vita definita che di avviamento. Nel seguito si richiamano brevemente tali operazioni descrivendo gli effetti che le stesse hanno comportato sull'ammontare e sulla composizione delle attività intangibili del Gruppo.

In data 30 giugno 2022 è stata perfezionata l'acquisizione da parte di Fideuram Bank Luxembourg, società controllata da Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking, del 100% del capitale sociale di Compagnie de Banque Privée Quilvest, banca private lussemburghese controllata interamente dalla holding Quilvest Wealth Management. Nell'ambito del processo di Purchase Price Allocation (PPA) sono state identificate e iscritte due specifiche attività intangibili relative alla attività legate alla clientela (Customer Relationship Related), per un importo pari rispettivamente a 43 milioni per l'attività legata alla raccolta indiretta (Asset under Management) e 30 milioni per l'attività legata alla raccolta diretta a vista (Core Deposits). Inoltre, è stata rilevata una posta di avviamento pari a circa 42 milioni quale differenza residuale tra il costo di acquisizione e il patrimonio netto della società espresso al fair value alla data di acquisizione. Secondo quanto previsto dallo IAS 36, sia l'avviamento che le attività intangibili legate alle masse sono stati allocati alla CGU Private Banking.

Nell'ambito della Divisione International Subsidiary Banks, in data 24 ottobre 2022 è stata perfezionata l'acquisizione, da parte di VUB Banka, società controllata al 100% da Intesa Sanpaolo Holding International, del 5,26% del capitale sociale di VUB Generali, quarto operatore nel mercato slovacco dei fondi pensione, in cui il Gruppo Intesa Sanpaolo deteneva, già in precedenza, una quota del 50% nell'ambito di una joint venture costituita nel 2004 con il Gruppo Generali. La presente operazione, avendo comportato per il Gruppo Intesa Sanpaolo l'acquisizione del controllo della società ai sensi dell'IFRS 10, è stata considerata un'aggregazione aziendale da contabilizzarsi in base all'IFRS 3. Al termine del processo di Purchase Price Allocation (PPA), è stata identificata e rilevata un'attività intangibile non precedentemente iscritta nel bilancio di VUB Generali riconducibile alle attività legate alla clientela (Customer Relationship Related), in particolar modo all'attività di risparmio gestito, per un importo pari a 80 milioni, allocata alla CGU International Subsidiary Banks. L'attività intangibile identificata, al netto del correlato effetto fiscale, ha assorbito completamente la differenza tra il costo di acquisizione e le consistenze patrimoniali della società, senza che dall'operazione scaturissero importi a titolo di avviamento. Per maggiori dettagli sulle operazioni sopra menzionate, si veda la Parte G della presente Nota Integrativa.

Nel prospetto che segue sono sintetizzati i valori delle attività intangibili e dell'avviamento iscritti nel Bilancio consolidato al 31 dicembre 2022 con la relativa dinamica nel corso dell'esercizio, suddivisi per Cash Generating Unit (CGU), che rappresentano le aggregazioni di attività al cui livello devono essere effettuati gli impairment test sugli avviamenti per la verifica del valore recuperabile.

CGU Bilancio
2021
Acquisizione
CBPQ
Acquisizione
VUB Generali
Ammortamento Altre
variazioni
(1)
(milioni di euro)
Bilancio
2022
DIVISIONE BANCA DEI TERRITORI 1.833 - - -22 - 1.811
- Intangibile asset management - distribuzione 201 - - -14 - 187
- Intangibile assicurativo - distribuzione 110 - - -7 - 103
- Intangibile brand name 1.507 - - - - 1.507
- Intangible under administration distribuzione 15 - - -1 - 14
- Intangibile acquiring - - - - - -
- Avviamento - - - - - -
DIVISIONE IMI CORPORATE & INVESTMENT BANKING 56 - - - - 56
- Avviamento 56 - - - - 56
DIVISIONE ASSET MANAGEMENT 1.166 - - -6 -1 1.159
- Intangibile asset management - produz. e distribuz. 106 - - -6 - 100
- Avviamento 1.060 - - - -1 1.059
DIVISIONE PRIVATE BANKING 2.106 115 - -19 15 2.217
- Intangibile asset management - produz. e distribuz. 180 43 - -14 4 213
- Intangibile assicurativo - distribuzione 47 - - -2 - 45
- Intangibile Core Deposits - 30 - -1 - 29
- Intangibile brand name 375 - - - - 375
- Intangible under administration distribuzione 22 - - -2 - 20
- Avviamento 1.482 42 - - 11 1.535
DIVISIONE INSURANCE 1.567 - - -94 - 1.473
- Intangibile assicurativo - produzione 591 - - -94 - 497
- Avviamento 976 - - - - 976
DIVISIONE INTERNATIONAL SUBSIDIARY BANKS
- Intangible asset management - produzione
-
-
-
-
80
80
-1
-1
-
-
79
79
BANK OF ALEXANDRIA (Egitto) - - - - - -
PRAVEX BANK (Ucraina) - - - - - -
-
TOTALE CGU 6.728 115 80 -142 14 6.795
- Intangibile asset management
- Intangibile assicurativo
487
748
43
-
80
-
-35
-103
4
-
579
645
- Intangibile Core Deposits - 30 - -1 - 29
- Intangible asset under administration 37 - - -3 - 34
- Intangibile Acquiring - - - - - -
- Intangibile brand name 1.882 - - - - 1.882
- Avviamento 3.574 42 - - 10 3.626

(1) Differenze cambio su avviamento riferito a Eurizon Capital SLJ e su avviamento e quota di ammortamento su intangibili riferiti a Reyl & Cie SA.

Le attività intangibili a vita definita rilevate fanno riferimento al rapporto con la clientela e si riferiscono alla valorizzazione del portafoglio assicurativo (Value of Business Acquired), della raccolta amministrata (Asset Under Administration, AUA) e gestita (Asset Under Management, AUM) e dei Core Deposits. Tali attività immateriali sono state originariamente valorizzate attraverso l'attualizzazione dei flussi rappresentativi dei margini reddituali lungo un periodo esprimente la durata residua, contrattuale o stimata, dei rapporti in essere alla data dell'operazione di aggregazione.

A fronte delle attività immateriali a vita utile definita, si è provveduto ad imputare a conto economico la quota di ammortamento di competenza dell'anno (inclusa nella voce "220. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali") per un ammontare complessivo pari a 142 milioni al lordo dell'effetto fiscale.

È inoltre valorizzato il c.d. "brand name", attività immateriale legata al marketing, rappresentata dalla valorizzazione del marchio; tale attività è considerata a vita indefinita in quanto si ritiene che possa contribuire per un periodo indefinito alla formazione dei flussi reddituali.

In base al principio IAS 36, devono essere sottoposte annualmente ad impairment test per verificare la recuperabilità del valore sia le attività immateriali a vita utile indefinita sia l'avviamento. Inoltre, per le attività immateriali a vita utile definita l'impairment test deve essere svolto quando sia rilevata la presenza di indicatori di perdita. Il valore recuperabile è rappresentato dal maggiore tra il Valore d'Uso ed il Fair value, al netto dei costi di vendita.

Si segnala, infine, che lo IAS 36, ai fini della determinazione del Valore d'Uso degli intangibili soggetti ad impairment test, dispone che si debba fare riferimento ai flussi di cassa relativi all'intangibile nelle sue condizioni correnti (alla data di impairment test), senza distinzione tra i flussi di cassa riferiti all'asset originariamente rilevato in sede di applicazione

dell'IFRS 3 e quelli relativi agli asset in essere al momento dell'impairment test; questo in quanto risulterebbe difficile, specie in caso di operazioni straordinarie tra business o modifiche dell'asset a seguito di significativi turnover delle masse, dei clienti, dei contratti, ecc., distinguere i flussi riferiti all'asset originario dagli altri.

Tale concetto è replicabile anche per la determinazione, ai fini dell'impairment test degli avviamenti, del Valore d'Uso delle CGU, i cui flussi di cassa devono essere considerati con riferimento a tutte le attività e passività comprese nella CGU e non solo per le attività e passività a fronte delle quali è stato rilevato un avviamento in sede di applicazione dell'IFRS 3.

Anche con riferimento agli impairment test per il Bilancio 2022, come già avvenuto per i precedenti bilanci, in considerazione della volatilità dei mercati finanziari e dei valori da essi ritraibili, ai fini della determinazione del valore recuperabile si è fatto riferimento al Valore d'Uso che rappresenta il valore attuale dei flussi finanziari netti futuri ricavabili dall'attività (o business) oggetto di valutazione. In particolare, per il bilancio al 31 dicembre 2022, in continuità con quanto fatto per i precedenti bilanci, la verifica di recuperabilità del valore dell'avviamento è stata svolta con l'applicazione del metodo DCF – Discounted Cash Flow model – a cui si aggiunge, come attività di controllo della coerenza delle risultanze emerse dal metodo DCF, l'applicazione del metodo DDM – Dividend Discounted Model; entrambi i metodi si sono basati sulle stime analitiche predisposte internamente per il periodo 2023–2027 che, per gli esercizi fino al 2025, rappresentano le previsioni risultanti dal Piano d'Impresa 2022-2025, aggiornate per tener conto del mutato quadro macroeconomico, mentre gli ultimi due esercizi di proiezione sono stati invece stimati attraverso un trascinamento inerziale dei flussi del 2025, sulla base delle proiezioni interne relative al citato scenario macroeconomico. Si segnala che le verifiche menzionate in precedenza non hanno riguardato le CGU Banca dei Territori, International Subsidiary Banks, Bank of Alexandria e Pravex Bank in considerazione dell'assenza, alla data di verifica, di avviamenti allocati su tali CGU da sottoporre ad impairment test. A tali verifiche si è ulteriormente aggiunta una verifica autonoma, attraverso il ricorso ad un esperto indipendente, del fair value del brand name per la componente attribuita alla Banca dei Territori, CGU che non presenta più avviamenti allocati.

Gli esiti dell'impairment test al 31 dicembre 2022 non hanno determinato la necessità di operare delle rettifiche di valore dell'avviamento o delle attività intangibili a vita indefinita (brand name) con riferimento a nessuna delle CGU appartenenti al Gruppo Intesa Sanpaolo.

Si precisa, infine, che le metodologie, gli assunti e gli esiti della procedura di impairment test delle attività intangibili e dell'avviamento, definiti dal management, sono stati approvati dal Consiglio di Amministrazione preliminarmente all'approvazione del progetto del Bilancio 2022.

L'impairment test dei valori intangibili

Il portafoglio assicurativo

La valorizzazione del portafoglio assicurativo avviene in linea con i modelli utilizzati dalla prassi valutativa. Il valore così determinato, essendo considerato "a vita definita", viene ammortizzato in quote variabili lungo un periodo esprimente la durata residua dei contratti assicurativi.

Il valore di bilancio dell'intangibile assicurativo comprende, tra le altre cose, il portafoglio assicurativo di Intesa Sanpaolo Vita e della controllata Intesa Sanpaolo Life DAC distribuito dalla rete del Gruppo Intesa Sanpaolo e di Fideuram Vita. Nel valore complessivo di bilancio è ricompreso anche l'intangibile di pertinenza di Intesa Sanpaolo RBM Salute e il valore della componente di distribuzione dei prodotti assicurativi da parte della rete ex UBI Banca e di IW Bank. Nel corso del 2021 si è aggiunto il Value of Business Acquired (VoBA), riveniente dalle acquisizioni di Assicurazioni Vita, Lombarda Vita e Cargeas Assicurazioni. Si ricorda che al 31 dicembre 2021 le compagnie Assicurazioni Vita e Lombarda Vita erano state incorporate in Intesa Sanpaolo Vita, mentre Cargeas Assicurazioni è stata fusa in Intesa Sanpaolo Assicura in data 1° ottobre 2022.

Le attività intangibili riferite al portafoglio assicurativo sono allocate in parte alla CGU Insurance, in parte alla CGU Private Banking e in parte alla CGU Banca dei Territori, a seconda che si riferiscano al valore della componente di produzione delle polizze o alla distribuzione delle stesse.

Come detto in precedenza, si tratta di attività intangibili a vita definita e nel corso dell'esercizio si è proceduto ad imputare a conto economico l'ammortamento di competenza, per un importo complessivo pari a 103 milioni.

Nel corso dell'esercizio sono state aggiornate le analisi sui principali indicatori di impairment.

Nello specifico la Divisione Insurance nel 2022 ha conseguito un risultato dell'attività assicurativa ampiamente positivo, pari a circa 1,6 miliardi, in marginale incremento rispetto all'anno precedente (+1,9%). Tale dinamica è ascrivibile all'incremento del margine tecnico sia nel ramo vita sia nel ramo danni che ha più che compensato la riduzione del margine finanziario. Inoltre, nel 2022 la raccolta premi vita e previdenza della Divisione è risultata pari a 16,2 miliardi, evidenziando una flessione del 14% circa rispetto al precedente esercizio, imputabile ai prodotti unit linked (-41%), in conseguenza dell'incertezza dei mercati finanziari. In incremento invece la raccolta dei prodotti tradizionali (+39%), inclusivi della componente di ramo I delle polizze multiramo, grazie al collocamento nel quarto trimestre del plafond di ramo I dedicato alla clientela senior. I prodotti previdenziali hanno registrato un progresso dell'1%. La raccolta diretta assicurativa, al 31 dicembre 2022, ha superato i 173 miliardi, in flessione di circa il 15% rispetto al precedente esercizio.

Si ricorda, come detto in precedenza, che lo IAS 36 prevede che gli intangibili vengano sottoposti ad impairment test facendo riferimento ai rapporti con la clientela di tutta la CGU alla data di valutazione e non solo a quelli residui rispetto ai quali era stato determinato il valore iniziale dell'attività intangibile, ricomprendendo, pertanto, in un eventuale calcolo del valore recuperabile anche la nuova produzione generatasi a livello di CGU successivamente alla data di rilevazione dell'attività intangibile.

Inoltre, si evidenzia che i volumi delle polizze sottostanti alla valorizzazione delle attività intangibili iscritte in bilancio risultano assolutamente trascurabili se confrontati con le polizze complessive delle CGU di riferimento.

L'analisi sulla redditività complessiva dei prodotti presenti nei portafogli non ha evidenziato alcuna indicazione di possibi le perdita di valore dell'attività intangibile legata al business assicurativo, tenuto anche conto che, come richiesto dallo IAS 36, l'attività intangibile è oggetto di verifica ai fini impairment test a livello di CGU nel suo complesso e non per singolo prodotto o ramo di attività.

Nella tabella che segue sono sintetizzati i valori dell'attività intangibile assicurativa secondo la CGU di pertinenza.

(milioni di euro)
CGU Bilancio
2021
Ammortamento Bilancio
2022
DIVISIONE BANCA DEI TERRITORI
Intangibile assicurativo - distribuzione 110 -7 103
DIVISIONE INSURANCE
Intangibile assicurativo - produzione 591 -94 497
DIVISIONE PRIVATE BANKING
Intangibile assicurativo - produz. e distribuz. 47 -2 45
TOTALE GRUPPO 748 -103 645

A seguito delle analisi svolte sui principali indicatori di impairment non è risultato necessario procedere ad un ricalcolo puntuale del valore dell'attività intangibile in quanto l'andamento complessivo del business assicurativo nel corso del 2022 non ha evidenziato particolari criticità.

Il portafoglio di asset under management e under administration

L'attività immateriale iscritta nel Bilancio consolidato di Intesa Sanpaolo è considerata "a vita definita". Pertanto, per il Bilancio 2022 sono state effettuate le analisi sui principali indicatori di valore, comunque monitorati in corso d'esercizio (tra di essi, l'andamento delle masse, dei tassi di riscatto, del margine di intermediazione al netto dei costi operativi e dell'effetto fiscale). Tali analisi hanno avuto a riferimento la componente dell'intangibile legata alla raccolta amministrata e gestita (Asset Under Administration, AuA e Asset Under Management, AuM) - rappresentata dalla capacità dei rapporti esistenti alla data di acquisizione di generare flussi reddituali lungo la vita utile residua di tali rapporti – iscritta in bilancio a seguito delle operazioni di acquisizione che si sono susseguite nel tempo.

Più precisamente si tratta del portafoglio di asset management delle ex Banche Venete acquisite nel corso del 2017 e del Gruppo Morval acquisito da Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking nel corso del 2018. A seguire, nell'ambito dell'operazione di acquisizione del Gruppo UBI, nel corso del 2020, sono state valorizzate le attività intangibili legate alla raccolta indiretta ed in particolare l'attività immateriale inerente la raccolta amministrata e gestita (Asset under Administration, AuA e Asset Under Management, AuM), mentre nel corso del 2021 era stata rilevata l'attività immateriale inerente la raccolta amministrata e gestita di Reyl & Cie SA, banca private svizzera con presenza internazionale.

Nel corso del 2022, come indicato in precedenza, sono state rilevate nuove attività intangibili legate alla clientela, inerenti alla raccolta indiretta di Compagnie de Banque Privée Quilvest (CBPQ) e di VUB Generali per un importo, alla data di acquisizione, rispettivamente pari a 43 e 80 milioni.

Al 31 dicembre 2022, tenuto conto della quota parte nel frattempo ammortizzata, l'attività intangibile AuM risulta allocata alla CGU Banca dei Territori (187 milioni), alla CGU Private Banking (213 milioni), alla CGU Asset Management (100 milioni) e alla CGU International Subsidiary Banks (79 milioni). Analogamente, l'attività intangibile AuA, tenuto conto della componente di ammortamento registrata nel corso dell'esercizio, al 31 dicembre 2022 risulta allocata alla CGU Banca dei Territori per la componente distribuita dalle filiali rivenienti da UBI Banca (14 milioni) e alla CGU Private Banking per la componente distribuita alla clientela di IW Private Investments SIM (20 milioni).

Come indicato in precedenza, lo IAS 36 dispone che l'impairment test non debba limitarsi ai soli flussi di cassa rivenienti dalle masse acquisite, ma deve tenere conto dei flussi di cassa legati a tutte le masse della CGU di riferimento, comprendendo anche i flussi di cassa riferiti alle masse generatesi successivamente alla valorizzazione iniziale delle attività intangibili; a tale proposito si evidenzia che i volumi delle masse sottostanti alla valorizzazione delle attività intangibili iscritte in bilancio risultano assolutamente trascurabili se confrontati con le masse complessive delle CGU di riferimento.

Pertanto, alla luce di quanto sopra riportato ed anche a prescindere dall'andamento delle masse nel corso del periodo considerato, si può confermare l'assenza di segnali di perdita di valore per le attività intangibili iscritte in bilancio e legate ai rapporti di Asset under Management e Asset under Administration.

Nella tabella che segue sono sintetizzati i valori delle attività intangibili AuM e AuA, attribuiti alle CGU Banca dei Territori, Private Banking, Asset Management ed International Subsidiary Banks.

CGU Bilancio
2021
Acquisizioni Ammortamento Altre
variazioni
(1)
Bilancio
2022
DIVISIONE BANCA DEI TERRITORI
Intangibile asset management - distribuzione
Intangible under administration distribuzione
201
15
-
-
-14
-1
-
-
187
14
DIVISIONE PRIVATE BANKING
Intangibile asset management - produz. e distribuz.
Intangible under administration distribuzione
180
22
43
-
-14
-2
4
-
213
20
DIVISIONE ASSET MANAGEMENT
Intangibile asset management - produz. e distribuz.
106 - -6 -
-
100
DIVISIONE INTERNATIONAL SUBSIDIARY BANKS
Intangibile asset management - distribuzione
- 80 -1 - 79
TOTALE GRUPPO
(1) Differenze cambio su attività intangibili riferite a Reyl & Cie SA.
524 123 -38 4 613

I Core Deposits

I "core deposits" rappresentano un'attività immateriale legata alle relazioni con la clientela ("customer related intangible"), generalmente rilevata in aggregazioni in campo bancario. Il valore di tale intangibile è di fatto riconducibile ai benefici futuri di cui l'acquirente delle masse raccolte potrà beneficiare grazie al fatto che si tratta di una forma di raccolta stabile e che presenta costi inferiori a quelli di mercato. In sostanza l'acquirente può disporre di una massa di raccolta per la propria attività creditizia e per investimenti il cui tasso di remunerazione è inferiore ai tassi del mercato interbancario. L'attività immateriale consiste nella valorizzazione di questo margine futuro denominato "deposit premium", che rappresenta un asset il cui valore è correlato all'evoluzione dei tassi di mercato e alla dinamica delle masse raccolte.

Come indicato in precedenza, nell'ambito dell'acquisizione di Compagnie de Banque Privée Quilvest da parte di Fideuram Bank Luxembourg, sono stati rilevati "core deposits" per un importo complessivo pari a 30 milioni.

Per quanto riguarda, invece, la verifica sulla tenuta del valore di tale attività intangibile non sono stati considerati indicatori di impairment, tenuto conto del ristretto periodo di tempo intercorso dalla loro iscrizione iniziale e dello scenario atteso con riferimento ai tassi d'interesse.

Il "brand name" (o marchio)

Il "brand name" rientra tra le attività immateriali legate al marketing identificate dall'IFRS 3 quale potenziale attività immateriale rilevabile in sede di Purchase Price Allocation (PPA).

Al riguardo si rileva che il termine "brand" non è usato nei principi contabili in una accezione restrittiva come sinonimo di "logo" e "nome", ma piuttosto come termine generale di marketing che definisce quell'insieme di asset intangibili fra loro complementari (tra cui, oltre al nome e al logo, le competenze, la fiducia riposta dal consumatore, la qualità dei servizi, ecc.) che concorrono a definire il c.d. "brand equity".

Con riferimento all'acquisizione del Gruppo Sanpaolo IMI si era ritenuto opportuno limitare l'analisi a due soli brand: quello corporate Sanpaolo IMI, inteso come brand "ombrello" al quale erano legati anche gli altri delle banche rete, ed il brand della controllata Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking (già Banca Fideuram) in quanto brand autonomo e fortemente conosciuto sul mercato con riferimento all'attività di collocamento di prodotti finanziari attraverso una rete di promotori. Si tratta, in entrambi i casi, di un'attività immateriale a vita utile indefinita, in quanto si ritiene che tale componente immateriale possa contribuire per un periodo indeterminato alla formazione dei flussi reddituali. Per la valorizzazione dei due marchi erano stati utilizzati sia metodi di mercato sia metodi basati sui flussi e, dunque, sull'analisi fondamentale. Il valore era stato determinato come media dei valori ottenuti attraverso i diversi metodi.

Il valore iscritto nel Bilancio 2022 risulta pari a 1.882 milioni ed è allocato per 1.507 milioni alla CGU Banca dei Territori e per 375 milioni alla CGU Private Banking.

In genere il brand name è considerato un'attività immateriale che non presenta flussi reddituali autonomi e, quindi, da sottoporre ad impairment test nell'ambito delle attività volte a verificare la tenuta del valore degli avviamenti delle diverse CGU. Ai fini del presente impairment test, con riferimento al brand name allocato alla CGU Banca dei Territori, si è tenuto conto che la CGU di riferimento non presenta più alcun avviamento allocato e, conseguentemente, non risulta possibile attrarre la verifica del valore recuperabile dell'intangibile specifico nel contesto dell'impairment test dell'avviamento basato sui flussi di cassa complessivi a livello di CGU. Non potendo fare riferimento, per il valore recuperabile del brand name della Banca dei Territori, alla nozione di Valore d'Uso, ossia il valore attuale dei flussi finanziari netti futuri ricavabili dall'attività oggetto di valutazione, è stato ritenuto opportuno procedere, coerentemente con quanto fatto per i Bilanci 2020 e 2021, ad una valutazione autonoma e specifica dell'intangibile specifico sulla base del fair value risultante da apposita perizia commissionata al Prof. Mauro Bini, Ordinario di Finanza aziendale dell'Università Bocconi.

In assenza di transazioni specifiche su marchi comparabili bancari, la stima del fair value del brand name allocato alla CGU Banca dei Territori è stata effettuata mediante ricorso ai seguenti metodi:

  • Royalty Relief;
  • valore implicito in stime di brand da PPA comparabili;
  • valore implicito nelle stime pubbliche dei brand fornite da terze parti indipendenti (Brand Finance);
  • Hirose.

Criterio Royalty Relief

Il criterio del Royalty Relief desume il valore del brand sulla base del valore attuale dei redditi rivenienti dal marchio, stimati come prodotto tra un tasso di royalty ricostruito sulla base di tassi impliciti in PPA comparabili ed il valore di fatturato netto (nel caso delle banche i proventi operativi).

Il criterio del valore implicito in stime di brand da PPA comparabili

Il criterio del valore implicito in stime di brand da PPA comparabili desume il valore del brand sulla base dei multipli "Fair Value del Marchio / Proventi operativi" rilevati in sede di PPA e delle loro determinanti fondamentali.

Il multiplo, calcolato rispetto ai proventi operativi netti, è ricavato dai fair value dei brand rilevati in sede di PPA di banche commerciali dalla banca dati Markables.

Criterio del valore implicito nelle stime pubbliche dei brand fornite da terze parti indipendenti (Brand Finance)

Brand Finance è una società inglese specializzata nella stima del valore dei marchi. Brand Finance pubblica ogni anno la stima aggiornata del valore dei marchi delle prime 500 banche mondiali.

La valorizzazione dei marchi effettuata da Brand Finance è coerente con il criterio Relief from Royalties, diffuso nella prassi valutativa per la stima di valore dei marchi, secondo cui il valore del marchio corrisponde al valore attuale dei flussi di royalty risparmiate. I saggi di royalty sono ricavati sulla base degli accordi di licenza d'uso di marchi di società comparabili ed applicati allo specifico brand bancario sulla base della forza del marchio stimata ed attualizzati ad un costo opportunità del capitale coerente con il brand rating assegnato.

Criterio Hirose

Il criterio si fonda sul confronto tra la marginalità dell'impresa branded (in questo caso la CGU Banca dei Territori) ed imprese unbranded concorrenti. La metodologia reddituale adottata è riconducibile al criterio del profit-split.

Dalle analisi effettuate, tutti e quattro i metodi utilizzati hanno restituito un valore del brand Intesa Sanpaolo relativo alla CGU Banca dei Territori superiore al valore di bilancio di tale intangibile a testimonianza del valore del marchio del Gruppo e del conseguente vantaggio competitivo che lo stesso permette di mantenere rispetto ai concorrenti.

Per quanto riguarda, invece, il brand name allocato alla CGU Private Banking, lo stesso è stato oggetto di impairment test nell'ambito delle attività finalizzate alla verifica del valore recuperabile dell'avviamento allocato alla CGU medesima.

L'impairment test delle CGU e degli avviamenti

La definizione delle Cash Generating Unit (CGU)

La stima del Valore d'Uso, ai fini dell'effettuazione del test di impairment, ai sensi dello IAS 36, di attività immateriali a vita indefinita (inclusi gli avviamenti) che non generano flussi finanziari se non con il concorso di altre attività aziendali, richiede la preliminare attribuzione di tali attività immateriali ad unità organizzative relativamente autonome nel profilo gestionale, in grado di generare flussi di risorse finanziarie largamente indipendenti da quelle prodotte da altre aree di attività, ma interdipendenti all'interno dell'unità organizzativa che li genera.

Nella terminologia degli IAS/IFRS tali unità organizzative sono denominate Cash Generating Unit (CGU). Per l'identificazione delle CGU è rilevante il significato dell'impairment test.

Dal testo dello IAS 36 si deduce la necessità di correlare il livello al quale l'avviamento è testato con il livello di reporting interno al quale la direzione controlla le dinamiche accrescitive e riduttive di tale valore. Sotto questo profilo, la definizione di tale livello dipende strettamente dai modelli organizzativi e dall'attribuzione delle responsabilità gestionali ai fini della definizione degli indirizzi dell'attività operativa e del conseguente monitoraggio. I modelli organizzativi possono prescindere (e nel caso del Gruppo Intesa Sanpaolo prescindono) dall'articolazione delle entità giuridiche attraverso le quali è sviluppata l'operatività e, molto spesso, sono strettamente correlati con la definizione dei segmenti operativi del business che sono alla base della rendicontazione per settori prevista dall'IFRS 8. Queste considerazioni con riferimento ai criteri per la determinazione delle CGU per l'impairment test dell'avviamento sono, peraltro, coerenti con la definizione di valore recuperabile di un'attività - la cui determinazione è alla base degli impairment test - secondo la quale è rilevante l'importo che l'impresa si attende di recuperare da quella attività, considerando le sinergie con altre attività.

Dunque, in coerenza con le logiche di formazione dei prezzi che hanno dato origine alla contabilizzazione dell'avviamento, il valore recuperabile ai fini degli impairment test della CGU, cui l'avviamento è allocato, deve includere la valorizzazione delle sinergie non solo esterne (o universali) ma anche quelle interne, che lo specifico acquirente può ritrarre dall'integrazione delle attività acquisite nelle proprie combinazioni economiche, evidentemente in funzione dei modelli di gestione del business definiti.

Il modello organizzativo del Gruppo Intesa Sanpaolo prevede che:

  • le scelte gestionali risultano fortemente accentrate presso i responsabili dei segmenti operativi;
  • le strategie, l'identificazione di nuovi prodotti o servizi, le iniziative di penetrazione commerciale sono delineate e indirizzate centralmente per ogni divisione operativa;
  • i processi di pianificazione ed i sistemi di rendicontazione vengono svolti a livello di segmento operativo;
  • in conseguenza di tale accentramento i flussi dei ricavi risultano fortemente dipendenti dalle politiche formulate a livello di segmento in funzione di uno sviluppo equilibrato dell'intera divisione e non delle singole aree operative o delle entità giuridiche autonomamente considerate;
  • sono state definite aree specialistiche trasversali che forniscono supporto e sviluppano prodotti a beneficio di molte partecipate;
  • la gestione dei rischi finanziari è anch'essa fortemente accentrata per la necessità di dover mantenere, anche per disposizioni di vigilanza regolamentare, un equilibrio tra le politiche di allocazione del capitale ed i rischi finanziari assunti nello sviluppo dei diversi business;
  • le diverse divisioni operano in mercati o settori omogenei in termini di caratteristiche economiche e di grado di sviluppo.

In conseguenza di tale accentramento, i flussi dei ricavi risultano fortemente dipendenti dalle politiche formulate a livello di segmento operativo in funzione di uno sviluppo equilibrato dell'intera divisione e non delle singole aree operative o delle entità giuridiche autonomamente considerate.

Nel Gruppo Intesa Sanpaolo le divisioni operative individuate sono le seguenti:

  • Banca dei Territori;
  • IMI Corporate & Investment Banking;
  • Insurance;
  • Asset Management;
  • Private Banking;
  • International Subsidiary Banks.

Per i motivi sopra esposti, le divisioni operative citate corrispondono, in termini generali, alle CGU del Gruppo e, contemporaneamente, costituiscono le aree elementari di attività che alimentano l'informativa di settore (segment reporting). Tali divisioni, in generale, sono state quindi considerate rappresentative delle Cash Generating Unit, in quanto ognuna di esse costituisce il più piccolo gruppo di attività che genera flussi finanziari in entrata indipendenti ed anche, come detto, il livello minimo al quale i processi di pianificazione e di rendicontazione interni vengono gestiti da parte della Capogruppo Intesa Sanpaolo. Si tratta, quindi, del livello minimo al quale l'avviamento può essere allocato secondo criteri non arbitrari e monitorato.

La Divisione International Subsidiary Banks merita alcune specifiche considerazioni, in relazione alla sua particolare struttura ed alle condizioni in cui opera.

Va anzitutto segnalato che le diverse società del Gruppo che concorrono a formare la Divisione hanno flussi finanziari strettamente dipendenti dalle politiche formulate dalla Direzione della Divisione e dalle Direzioni Centrali della Capogruppo.

Tali politiche sono definite e realizzate in conformità ad un disegno gestionale ispirato ad un organico sviluppo dell'intera Divisione e non delle singole società che vi fanno parte, autonomamente considerate. In particolare, le strategie di espansione dei diversi comparti operativi, l'identificazione e lo sviluppo di nuovi prodotti creditizi, di risparmio o di servizi, i limiti nell'assunzione di rischi finanziari, le iniziative di penetrazione commerciale e di specializzazione operativa, sono delineate ed indirizzate centralmente, secondo una strategia di portafoglio, e non sono demandate alle singole partecipate. Di qui una forte interazione dei flussi che impone, ad un tempo, sia il governo unitario ed integrato di tutte le società della Divisione, sia il monitoraggio ed il controllo direzionale dell'operatività dell'insieme delle attività della stessa Divisione.

Tuttavia, occorre considerare che non tutti i fattori che influiscono sul grado di complementarità dei flussi finanziari all'interno della Divisione, e dunque sull'intensità della loro interdipendenza, sono controllabili dalle Direzioni della Divisione.

Vi sono infatti circostanze esterne al Gruppo che nel tempo possono variamente influire sulla capacità di gestire in modo sistemico i flussi della CGU e di controllare la generazione dei medesimi. Si tratta di circostanze che qualificano in prevalenza le condizioni dell'ambiente in cui le diverse entità sono ubicate, inteso in ampio senso.

Infatti, nel caso di Banche operanti in Paesi esteri, devono essere in specie considerati gli effetti del cosiddetto "rischio Paese": il rischio, cioè, correlato ad eventi economico-politico-istituzionali del Paese estero in cui la società controllata e le relative attività sono collocate.

In particolare, qualora i flussi finanziari che la Capogruppo può ritrarre dalle attività facenti giuridicamente capo a una controllata estera siano profondamente condizionati - nella misura, nella qualità e nella direzione - da circostanze istituzionali, economiche e politiche del Paese in cui essa risiede, quest'ultima non può più essere considerata parte integrante del modello di gestione unitaria della CGU cui è stata associata. La società che si trova in siffatta situazione deve pertanto, anche se talora solo temporaneamente, essere esclusa dalla CGU, indipendentemente dalla volontà della Direzione del Gruppo di mantenervela, a causa dei citati fattori sui quali evidentemente la Direzione della Banca e del Gruppo non può influire. I flussi di tale società, infatti, finiscono per dipendere più dalle condizioni d'ambiente del Paese che dalle logiche di gestione unitaria e accentrata della Divisione e pertanto ai fini dell'impairment test essa deve essere assoggettata ad autonoma valutazione, fino a quando le condizioni che attenuano la capacità di controllare e gestire in modo sistemico i flussi della controllata non siano ripristinate.

Con riferimento alla banca ucraina Pravex, ai fini dell'impairment test 2008 una prudente attenzione ai fenomeni economici ed istituzionali dell'Ucraina, che stava attraversando una profonda crisi economica e valutaria, ed un'accorta valutazione delle conseguenze che essi producevano sulle variabili gestionali della società controllata in oggetto, specie se osservate nella loro interdipendenza rispetto alle variabili dell'intera CGU, avevano indotto a considerare tale società come CGU autonoma e distinta, ed era stata pertanto enucleata dalla Divisione International Subsidiary Banks del Gruppo. Successivamente Pravex Bank era stata allocata funzionalmente alla Capital Light Bank (ora Direzione Centrale NPE), per poi rientrare nuovamente nella Divisione International Subsidiary Banks nel corso del 2018.

Relativamente, invece, alla controllata Bank of Alexandria, ai fini dell'impairment test 2011, la banca era stata enucleata dalla CGU International Subsidiary Banks a causa di una profonda crisi politica dell'Egitto.

Ai fini dell'impairment test 2022, non essendo emersi elementi di rilievo tali da mettere in discussione la decisione intrapresa nei precedenti bilanci e tenuto anche conto dell'avvio del conflitto militare tra Russia e Ucraina, si è ritenuto opportuno confermare le scelte operate con riferimento ai precedenti bilanci e quindi considerare Pravex Bank e Bank of Alexandria, nello svolgimento dell'impairment test del bilancio consolidato, come CGU autonome e distinte. Si ricorda, tuttavia, che gli avviamenti relativi a Pravex Bank e Bank of Alexandria erano stati azzerati in sede di impairment test relativo, rispettivamente, ai Bilanci 2008 e 2011 e non sono presenti avviamenti nemmeno con riferimento alle altre banche estere della Divisione.

Per quanto concerne Pravex Bank e Bank of Alexandria, la separata valutazione ai fini dell'impairment test di tali entità non incide sulla volontà del Gruppo nel sostenere lo sviluppo delle partecipate, con riferimento specifico alla banca ucraina nei limiti consentiti dal conflitto in corso.

Come già menzionato in precedenza, le CGU Banca dei Territori, International Subsidiary Banks, Bank of Alexandria e Pravex Bank non presentano, alla data di verifica, attività intangibili a vita indefinita (fatta eccezione per il brand name allocato alla CGU Banca dei Territori, il cui valore recuperabile, inteso come fair value, è stato confermato da una specifica valutazione redatta da un esperto indipendente) e, conseguentemente, non sono state sottoposte ad impairment test.

Il valore contabile delle CGU

Il valore contabile delle CGU deve essere determinato in modo coerente con il criterio con cui è stimato il valore recuperabile delle stesse. Nell'ottica di un'impresa bancaria non è possibile individuare i flussi generati da una CGU senza considerare i flussi derivanti da attività/passività finanziarie, posto che queste ultime rappresentano il core business aziendale. In altri termini, il valore recuperabile delle CGU è influenzato dai suddetti flussi e pertanto il valore contabile delle stesse deve essere determinato coerentemente al perimetro di stima del valore recuperabile e deve, quindi, includere anche le attività/passività finanziarie.

A tal fine, queste attività e passività devono essere opportunamente allocate alle CGU di riferimento. Seguendo questa impostazione (cosiddetta "equity side"), il valore contabile delle CGU del Gruppo Intesa Sanpaolo può essere determinato in termini di contributo al patrimonio netto consolidato inclusa la parte di pertinenza di terzi.

Pertanto, il valore di carico delle CGU composte da società che appartengono ad una singola divisione operativa è stato determinato attraverso la sommatoria dei singoli contributi patrimoniali.

Dove invece la Capogruppo o altre società del Gruppo contribuiscono gestionalmente a più CGU, e tale ripartizione non è rappresentata nelle informazioni contabili, è necessario ricorrere a valori gestionali. Per il caso specifico il driver gestionale è stato identificato nel "capitale regolamentare" delle singole divisioni, che rappresenta l'assorbimento patrimoniale necessario per fronteggiare le fattispecie di rischio previste dalle vigenti disposizioni di vigilanza regolamentare.

Nella tabella che segue sono riportati i valori contabili delle CGU e le quote di avviamento e del "brand name" allocate ad ognuna di esse; i valori, essendo finalizzati allo svolgimento dell'impairment test, sono comprensivi della quota di avviamento attribuibile ai terzi (inclusa nell'ultima colonna assieme al patrimonio netto di pertinenza delle minoranze).

(milioni di euro)
Valori Valori al 31 dicembre 2022
CGU Valore
contabile
di cui
avviamento
quota Gruppo
di cui
"brand
name"
di cui
di pertinenza
di terzi
Banca dei Territori 18.858 - 1.507 14
IMI Corporate & Investment Banking 21.334 56 - 18
Insurance 6.702 976 - 1
Asset Management 2.656 1.059 - 6
Private Banking 5.192 1.535 375 1
International Subsidiary Banks 6.461 - - -
Bank of Alexandria (Egitto) 628 - - 126
Pravex Bank (Ucraina) - - - -
TOTALE 61.831 3.626 1.882 166

Criteri per la stima del Valore d'Uso delle CGU

Il Valore d'Uso delle CGU è determinato attraverso la stima del valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede possano essere generati dalle CGU. Tali flussi finanziari sono di norma stimati utilizzando l'ultimo piano d'impresa pubblico disponibile, ovvero, in mancanza, attraverso la formulazione di un piano previsionale interno da parte del management.

Normalmente il periodo di previsione analitica comprende un arco temporale massimo di cinque anni. Il flusso dell'ultimo esercizio di previsione analitica viene proiettato in perpetuità (tramite il ricorso a formule di rendita perpetua o alternativamente temporanea qualora non risulti realistico che le attività oggetto di valutazione siano idonee a produrre flussi finanziari positivi in un arco temporale di lungo periodo), attraverso un appropriato tasso di crescita "g" ai fini del cosiddetto "Terminal Value". Il tasso "g" viene determinato assumendo come fattore di crescita il tasso di sviluppo del Prodotto Interno Lordo nei Paesi in cui i flussi si generano.

Alternativamente, il Terminal Value potrebbe essere determinato ricorrendo ad un valore finale di vendita o di liquidazione.

Nella determinazione del Valore d'Uso i flussi finanziari devono essere attualizzati ad un tasso che rifletta le valutazioni correnti del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell'attività. In particolare, i tassi di attualizzazione da utilizzare devono incorporare i valori correnti di mercato con riferimento alla componente risk free e premio per il rischio correlati alla componente azionaria osservati su un arco temporale sufficientemente ampio per riflettere condizioni di mercato e cicli economici differenziati.

Inoltre, per ogni CGU, in considerazione della diversa rischiosità dei rispettivi ambiti operativi, devono essere utilizzati coefficienti Beta differenziati. Tutti i tassi così determinati sono corretti per tenere conto del cosiddetto "rischio Paese".

La stima dei flussi finanziari

Anche con riferimento alla determinazione del Valore d'Uso delle CGU ai fini dell'impairment test per il Bilancio 2022, la volatilità dei mercati finanziari e le incertezze che ancora caratterizzano il futuro scenario macroeconomico rendono particolarmente complessa la definizione dei flussi di cassa futuri della gestione operativa nel breve periodo e dei tassi di crescita rilevanti per la determinazione del valore terminale delle CGU.

Lo scenario previsionale di medio termine adottato come riferimento è stato elaborato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo tenendo conto delle previsioni dei principali organismi ed istituzioni nazionali e internazionali, ed è alle base delle previsioni reddituali lungo l'arco temporale 2023-2027.

Tali previsioni si basano su uno scenario di riferimento per l'economia mondiale caratterizzato da un graduale rientro dell'inflazione verso livelli coerenti con la definizione di stabilità dei prezzi delle banche centrali, associato a tassi di crescita reale inferiori rispetto agli anni che hanno preceduto la crisi pandemica e a livelli dei tassi di interesse nominali e reali in aumento.

Lo scenario di riferimento ipotizza che nel 2022 la crescita del PIL mondiale sia stata pari al 2,7%, dopo il rimbalzo del 6% osservato nel 2020; nel 2023 la crescita dovrebbe rallentare ulteriormente al 2,2%, ma successivamente è attesa una nuova accelerazione compresa in un range tra il 3 e il 3,5%. Si prevede che il commercio internazionale di beni risulti pressoché stagnante nel 2023 (+0,6%), riaccelerando poi dal 2024 a tassi di crescita simili a quelli del PIL mondiale.

Nel 2022 l'Eurozona è stata colpita dagli effetti di un violento rincaro dei prezzi del gas naturale, riflesso dell'invasione russa dell'Ucraina e del conseguente deterioramento dei rapporti fra Unione Europea e Russia. L'interruzione quasi totale delle importazioni di gas dalla Russia è stata affrontata con una combinazione di riduzione dei consumi, aumento della produzione da fonti rinnovabili e altri fonti fossili, aumento di importazioni da altri fornitori. La realizzazione di tale transizione forzata in poco tempo implica che i prezzi resteranno strutturalmente più alti rispetto agli anni precedenti la crisi. Anche se il 2023 è iniziato relativamente bene, grazie a temperature miti rispetto alla norma stagionale e alla bassa domanda cinese, la prospettiva che la domanda cinese di gas si riprenda dal secondo trimestre potrebbe implicare nuove tensioni sui prezzi entro fine anno. Alla luce dei recenti sviluppi, lo scenario include proiezioni molto conservative sul prezzo del gas nel 2023, con rischi prevalenti verso il basso nel breve termine.

Il drastico peggioramento delle ragioni di scambio dovuto alla crisi del gas si è riflesso in un calo di circa 4 punti percentuali del saldo commerciale. L'impatto recessivo dello shock è stato quasi del tutto compensato dalle misure pubbliche di sostegno a famiglie ed imprese e dal calo della propensione media al risparmio delle famiglie verso i livelli pre-pandemici. Di conseguenza, il PIL è cresciuto del 3,3% nel 2022, ben sopra le stime di crescita potenziale. Nel 2023 si prevede una crescita del PIL pressoché nulla (0,1%), associata a due trimestri di debole contrazione. In seguito, si prevede un rimbalzo della crescita media annua stimata in un range compreso tra il 1,5 e l'1,8%. Sullo scenario di lungo termine aleggia il rischio che prezzi dell'energia strutturalmente più alti possano ridurre la crescita potenziale dell'economia europea.

Nel 2022 l'inflazione è salita a livelli ampiamente superiori a quelli previsti un anno fa, prima della guerra, con una media annua stimata a 8,5%. Gran parte del maggior incremento è attribuibile agli effetti diretti e indiretti del rincaro del gas naturale, ma le analisi statistiche segnalano ormai un rilevante contributo di fattori di domanda nella dinamica dell'inflazione sottostante. Il calo dei prezzi del gas dai picchi dell'estate 2022 fa prevedere una discesa dei tassi di inflazione nel corso del 2023. La media annua è stimata al 7,7%, un livello che riflette le proiezioni molto conservative sul prezzo del gas a inizio anno. Il calo dei prezzi energetici abbatterebbe ulteriormente l'inflazione negli anni seguenti, fino a riportarla in linea con l'obiettivo di stabilità dei prezzi della BCE nel 2025. Tuttavia, la discesa dell'inflazione sottostante sarà molto più lenta, in quanto si prevede un aumento delle retribuzioni compatibile con tassi di inflazione sopra il 2% nei servizi, considerando che difficilmente nel 2023-24 la crescita della produttività potrà accelerare abbastanza da compensarne gli effetti.

In Italia, la crescita del PIL nel 2022 è stata pari al 3,8%, circa mezzo punto meno di quanto previsto prima della guerra. La riduzione della crescita è dovuta al drastico peggioramento della bilancia commerciale (pari a circa 4% del PIL nel 2022), che all'interno si riflette in un calo del reddito reale delle famiglie e un peggioramento della redditività delle imprese. L'impatto finale è stato però mitigato da misure fiscali (riduzione di accise, crediti di imposta alle imprese, sussidi alle famiglie, sospensione di alcune componenti di costo di sistema ecc.) e dalla riduzione della propensione media al risparmio delle famiglie. La crescita del PIL è gradualmente rallentata nel corso del 2022, e dovrebbe essere negativa su base congiunturale a fine 2022 e inizio 2023. Si prevede che nel 2023 sia pari allo 0,6% in media annua. Ci si attende in seguito una netta accelerazione in scia al calo dei prezzi energetici, nell'ipotesi che la domanda aggregata sia sostenuta dai flussi di spesa connessi al programma Next Generation EU (che potrebbero aumentare la crescita di 0,5% all'anno), dagli investimenti per la transizione energetica, da una ripresa della domanda estera e da un andamento positivo di occupazione e redditi reali. Le componenti della domanda sensibili ai tassi di interesse registreranno una crescita reale più debole, tendenza accentuata

nelle costruzioni dal ridimensionamento degli incentivi fiscali alle ristrutturazioni, ma senza del tutto compensare i fattori precedenti. Nel complesso, dunque, si continua a prevedere una crescita superiore al potenziale negli anni 2024-27, anche se vi sono maggiori rischi al ribasso legati all'aumento del costo dell'energia.

Nello scenario di riferimento, l'inflazione italiana rallenta al 6,8% nel 2023 e quindi al 2,4% nel 2024. Tale riduzione è dovuta prevalentemente al calo dei prezzi dell'energia. I rischi per il 2023 sono prevalentemente al ribasso, considerando l'andamento recente del prezzo del gas.

La Banca Centrale Europea ha alzato rapidamente i tassi ufficiali a partire dal luglio 2022, avviando una fase di restrizione che si estenderà anche alla prima parte del 2023. Il 2022 si è chiuso con un tasso sui depositi (DFR) al 2,00% e un tasso sulle operazioni principali di rifinanziamento (Refi) al 2,5%. Alla riunione di fine 2022 la BCE ha avvisato che i rialzi continueranno a passo sostenuto nei primi mesi del 2023, e si ritiene che ciò implichi come minimo un ulteriore aumento del DFR al 3,0%. Inoltre, date le previsioni di inflazione sottostante per i prossimi anni e il rallentamento molto modesto dalla domanda finale interna, è plausibile che il tasso sia alzato ancora nei mesi seguenti, fino a portarlo al 3,50%. Tuttavia, per tener conto dell'attuale contesto di incertezza, lo scenario di riferimento include uno sentiero di tassi ufficiali che raggiunge il massimo al 3,0% (DFR) e 3,5% (Refi) nel 2023. In seguito, si ipotizza un graduale convergenza dei tassi ufficiali verso livelli neutrali.

La Banca Centrale Europea ha anche avviato la progressiva rimozione delle misure non convenzionali. Attraverso una modifica delle condizioni ha favorito il rimborso anticipato dei prestiti TLTRO III. Gli acquisti netti di titoli effettuati nell'ambito dei programmi APP e PEPP sono stati interrotti rispettivamente a giugno 2022 e marzo 2022. Dalla fine di marzo 2023, inoltre, inizierà la riduzione del portafoglio APP, attuata mediante una riduzione di 15 miliardi mensili dei reinvestimenti delle scadenze. A lungo andare, tali misure potrebbero esercitare pressioni al rialzo sui premi per il rischio e sulla pendenza delle curve dei tassi governativi, rafforzando l'impulso di politica monetaria. Si prevede che l'eccesso di liquidità si riduca drasticamente già nel corso del 2023.

Per effetto dell'assunto relativamente conservativo adottato sull'andamento dei tassi ufficiali, le proiezioni sui tassi di interesse a breve termine risultano inferiori ai tassi impliciti di mercato fino a tutto il 2027, con l'unica eccezione del 2024. L'eccezionale livello dell'eccesso di riserve, pur riducendosi rapidamente nel 2023 e nel 2024, resterà molto ampio e tenderà a mantenere i tassi a brevissimo termine vicino al tasso sui depositi overnight presso la BCE per tutto l'orizzonte di previsione.

Le stime sulla curva dei tassi a medio e lungo termine riflettono la chiusura dei programmi di acquisto dei titoli, la velocità della fase di restrizione monetaria già attuata e le modeste aspettative di rialzo dei tassi ufficiali per il resto del 2023 e la prospettiva di un loro calo negli anni seguenti. La curva dei tassi assume una pendenza negativa nel 2023, ma torna a crescere dal 2024 per la riduzione dei tassi a breve termine e un marginale aumento dei tassi a più lunga scadenza. Il ridimensionamento dei portafogli BCE di titoli potrebbe dare un contributo ulteriore all'aumento dei tassi a lungo termine, anche se l'impulso dovrebbe essere inferiore a quello esercitato nella direzione opposta dall'aumento del portafoglio di titoli della Banca centrale negli anni scorsi.

La riduzione del supporto fornito dall'Eurosistema e l'aumento dei tassi risk free potrebbe anche riflettersi in un allargamento dei premi per il rischio sovrano. Tuttavia, questo fattore negativo può essere almeno in parte compensato dalla riduzione delle emissioni nette del Tesoro, in un contesto di miglioramento dei conti pubblici, e dalla più veloce riduzione del debito pubblico rispetto alle attese nel periodo 2022-24. Lo scenario di riferimento incorpora un modesto allargamento del differenziale legato a soli fattori fondamentali (andamento del debito) e di politica monetaria (tassi, acquisti netti negativi). Il rating sovrano e il livello dei premi per il rischio saranno però molto sensibili anche al livello di attuazione del PNRR, sia nella parte di investimenti, sia in quella di riforme strutturali. A tale riguardo, lo scenario di riferimento ipotizza che l'implementazione sia relativamente puntuale.

Con riferimento allo scenario bancario, il mercato del credito nel corso del 2022 è stato interessato da un moderato irrigidimento delle condizioni di offerta coerente con la svolta restrittiva della politica monetaria e con l'aumento dei rischi percepiti, mentre dal lato dei fattori di bilancio delle banche si è confermata la buona situazione di liquidità e funding e la dotazione patrimoniale è rimasta solida. Inoltre, la qualità del credito non ha mostrato particolari segni di deterioramento.

La domanda di credito da parte delle imprese si è ravvivata in relazione alle necessità finanziarie legate alla gestione corrente, a fronte dell'aumento dei costi operativi per i rincari energetici e degli altri input. La particolare natura della domanda ha spinto un rimbalzo dei prestiti a breve termine che però nell'ultima parte dell'anno hanno cominciato a rallentare in parte per l'inasprirsi delle condizioni creditizie. Diversamente, i prestiti a medio-lungo sono rimasti fermi, con tassi di variazione oscillanti attorno allo zero, che scontano il forte incremento registrato nel contesto pandemico grazie al supporto dei crediti con garanzia pubblica.

Per il 2023 si prospetta una normalizzazione della dinamica dei prestiti a breve che potrebbero continuare a segnare variazioni moderatamente positive in linea con l'evoluzione dell'inflazione. Per i prestiti a medio-lungo, dopo una prima parte del 2023 ancora nel segno della debolezza, la ripresa del PIL dovrebbe sostenere il ritorno a un andamento positivo. Come già emerso nel 2022, il fabbisogno finanziario potrà essere in parte colmato con l'utilizzo del notevole buffer di liquidità accumulato dalle imprese nel biennio 2020-21 e depositato presso le banche, nonché con l'emissione di obbligazioni e l'autofinanziamento. In particolare, le condizioni di mercato dovrebbero essere favorevoli per le emissioni di titoli, alla luce del ritrovato interesse degli investitori per gli strumenti obbligazionari, soprattutto una volta completata la fase rialzista dei tassi BCE.

I finanziamenti alle famiglie nel 2022 hanno mantenuto un ritmo di crescita robusto. Ancora una volta, l'andamento è stato sostenuto dai prestiti per l'acquisto della casa la cui crescita ha raggiunto il 5%, il massimo dell'ultimo decennio, avviandosi su un trend gradualmente più moderato nell'ultimo trimestre.

Nel 2023, il rallentamento dei prestiti alle famiglie è atteso proseguire per l'impatto dell'aumento dei tassi sui mutui e per il calo previsto nelle transazioni immobiliari, a fronte di una dinamica dei prezzi delle case che, pur restando lievemente positiva, perderà lo slancio ritrovato in pandemia e culminato nel 2022 con una crescita del 5,2% nel secondo trimestre.

Negli anni successivi, il credito alle famiglie è visto crescere a un ritmo moderato, leggermente migliore dal 2025 al traino della possibile ripresa delle compravendite e dei prezzi delle case. I mutui continueranno a svolgere un ruolo primario per il mercato immobiliare residenziale, che dovrebbe restare sostenuto dalle nuove esigenze abitative e di lavoro emerse a seguito della pandemia, dalle ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche, dalla mobilizzazione di parte dell'eccesso di risparmio accumulato da alcune fasce di famiglie a partire dal 2020.

Con la svolta di politica monetaria e il rapido rialzo dei tassi di interesse, nei mesi autunnali del 2022 la lunga e forte crescita dei depositi bancari, durata oltre un decennio, si è fermata. Dopo i picchi raggiunti nel 2021 e il successivo graduale rallentamento, il tasso di crescita del totale dei depositi è sceso a zero seguendo la frenata della componente dei conti correnti che, verso la fine del 2022, ha segnato una variazione annua leggermente negativa.

In un contesto di inflazione e tassi decisamente più alti, una moderata contrazione dei conti correnti è attesa proseguire nel corso del 2023, a seguito della combinazione di diversi fattori, tra cui l'utilizzo da parte di imprese e famiglie delle ampie disponibilità liquide depositate negli anni passati presso le banche e la riallocazione dei risparmi verso forme più remunerative. Proseguirà, in particolare, lo spostamento di risorse dai conti correnti alle forme dei depositi a tempo, sostenuti da politiche di offerta a tassi più attraenti, tendenza avviata già nell'ultima parte del 2022. Favorita dal ritorno di rendimenti positivi, il 2023 e gli anni successivi vedranno una ripresa della diversificazione degli investimenti finanziari delle famiglie verso i titoli obbligazionari sia governativi sia corporate, con una conseguente minore dinamica dei depositi bancari rispetto alla fase eccezionale degli anni dei tassi molto bassi e della crisi pandemica.

Per le obbligazioni bancarie, dopo oltre un decennio di contrazione, il 2023 vedrà il ritorno alla crescita che proseguirà negli anni successivi. Col progressivo rimborso delle TLTRO III, in parallelo all'utilizzo dei più tradizionali strumenti di rifinanziamento delle BCE, le banche tornano a rivolgersi al mercato istituzionale all'ingrosso, attraverso canali e strumenti diversificati di funding a breve e medio-lungo termine.

Gli aumenti nei tassi di riferimento della politica monetaria hanno iniziato a trasmettersi ai tassi bancari. Nella seconda metà del 2022 i tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie sono saliti rapidamente: quello sui prestiti fino a 1 milione è circa raddoppiato rispetto a inizio anno, il tasso sui prestiti di importo maggiore è più che triplicato. Anche i tassi sulle erogazioni di mutui alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono aumentati in misura significativa, in particolare il tasso fisso, tornato a essere più alto del variabile di 0,9 punti nella seconda metà del 2022, dopo due anni di sostanziale allineamento tra i due tassi. A seguito degli aumenti sulle nuove operazioni, nell'ultima parte del 2022 anche il tasso medio sulle consistenze di prestiti bancari è salito più rapidamente, portandosi al 3,2% (+1,1 punti percentuali rispetto a fine 2021).

Più resistenti sono risultati i tassi sui depositi nel 2022, in particolare quello medio sui conti correnti, aumentato solo marginalmente sul finire dell'anno. La vischiosità del tasso sulla componente a vista ha influenzato l'evoluzione del tasso medio sui depositi che è salito solo leggermente. Diversamente, i tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita hanno mostrato maggiore reattività, con notevoli aumenti da luglio. Con molta gradualità ha preso avvio anche l'aumento del costo complessivo della raccolta da clientela, riflettendo i moderati movimenti al rialzo del tasso medio sulle obbligazioni. Di conseguenza, la forbice tra tassi attivi e passivi ha registrato un aumento significativo, tornando su livelli che non si vedevano dal 2009.

L'aumento dei tassi sui prestiti continuerà nel 2023, seguendo gli ulteriori rialzi attesi per i tassi di riferimento della politica monetaria. Negli anni successivi, l'evoluzione prevista per i tassi monetari consentirà un moderato rientro dei tassi sui prestiti rispetto ai livelli che saranno raggiunti nel 2023 e che rappresenteranno i massimi dell'intero orizzonte di scenario. Dal lato dei tassi passivi, nel 2023 e negli anni successivi proseguirà la vischiosità dei tassi sui conti correnti, mentre le politiche di pricing dovrebbero favorire i depositi a tempo. Il costo complessivo della raccolta aumenterà risentendo anche degli effetti di ricomposizione verso le forme più onerose, tra cui i depositi a tempo e le obbligazioni.

La forbice bancaria continuerà ad ampliarsi nel 2023 grazie alle diverse velocità di adeguamento di tassi attivi e passivi. Una contenuta riduzione dovrebbe verificarsi dal 2024, ma la redditività unitaria dell'intermediazione resterà elevata a confronto con l'ultimo decennio.

Dopo undici anni in negativo, da settembre 2022 il mark-down sui depositi a vista è tornato positivo ed è atteso in ulteriore aumento nel 2023 fino al 2% circa, per poi ridursi gradualmente negli anni successivi, dato il profilo dei tassi Euribor in discesa.

All'opposto, col forte rialzo dei tassi euribor, il mark-up sui tassi a breve si è ridotto notevolmente sul finire del 2022. Un'ulteriore moderata riduzione è prevista anche nella prima metà del 2023 seguita da una tendenziale ripresa del margine via via che gli aumenti dei tassi di riferimento si trasmetteranno ai tassi sui prestiti. Una sostanziale stabilizzazione del markup è attesa negli ultimi due anni dell'orizzonte di scenario.

Nel 2022 il risparmio gestito ha conseguito risultati deboli. Per i fondi comuni, gli afflussi registrati in corso d'anno si sono indirizzati principalmente verso il comparto azionario, bilanciato e monetario. Alla contenuta raccolta dei fondi ha contribuito la dinamica negativa degli indici di borsa, in un contesto di minor fiducia da parte degli investitori. Le gestioni patrimoniali sono state caratterizzate da una raccolta netta negativa. Complessivamente, le assicurazioni vita hanno segnato una dinamica in calo, in seguito alla contrazione della nuova produzione sia delle polizze tradizionali, sia delle unit-linked.

Una volta completato il rialzo dei tassi nel 2023, si ipotizza una ripresa dei volumi di attività dell'industria dell'asset management e delle assicurazioni vita. I flussi di risparmio verso questi comparti potranno essere alimentati dal bacino delle disponibilità liquide confluite negli anni passati sui depositi bancari, in un contesto che però vedrà una maggiore capacità attrattiva dell'investimento diretto in titoli a reddito fisso.

In particolare, nel 2023 si attendono flussi di raccolta moderatamente positivi per fondi comuni e gestioni patrimoniali, con una possibile ripresa delle sottoscrizioni di fondi obbligazionari. Negli anni seguenti la raccolta gestita dovrebbe continuare a registrare risultati positivi.

Per le assicurazioni vita, nel 2023 e negli anni successivi si prevede un aumento della raccolta premi complessiva. In particolare, il livello raggiunto dai tassi di mercato consente di soddisfare la domanda pregressa di polizze tradizionali, di nuovo in crescita. Tuttavia, dal lato dell'offerta, proseguirà la strategia orientata su prodotti ibridi e polizze di ramo III, in ripresa dal 2023. Ciò trova riscontro anche dal lato della domanda, propensa a sottoscrivere prodotti in grado di cogliere le migliori opportunità di investimento, tra cui quelli maggiormente collegati a strumenti azionari. In questo senso, trainanti resteranno le polizze multiramo.

Nella tabella seguente sono illustrate le variabili macroeconomiche attese nel periodo 2023-2027 per la sola Italia in quanto le CGU operanti in Paesi esteri non presentano avviamenti iscritti.

(valori in percentuale)
Italia 2022 2023 2024 2025 2026 2027
ECONOMIA REALE
PIL reale Italia 3,8 0,6 1,8 1,2 1,0 0,6
Prezzi al consumo Italia 8,2 6,8 2,4 1,3 1,5 1,3
Tasso di riferimento puntuale (BCE) 2,50 3,50 3,00 2,75 2,50 2,50
Tasso Euribor 3m (valore medio) 0,34 3,00 2,99 2,38 2,10 2,06
IRS 10 anni 1,92 2,82 3,11 3,28 3,27 3,23
BTP 10 anni 3,03 4,05 4,60 4,90 4,85 4,76
Spread vs. Bund (basis points) 187 201 190 179 174 170
SETTORE BANCARIO
Impieghi 2,3 1,5 1,9 2,2 2,6 2,7
Raccolta diretta 2,2 0,6 1,3 2,1 2,3 2,3
Spread medio clientela 1,93 2,87 2,80 2,60 2,52 2,49
Fondi comuni -12,9 4,7 4,1 4,1 3,9 3,6
Gestioni patrimoniali -15,1 2,8 2,9 2,9 2,8 2,5
Riserve tecniche vita -1,9 4,6 4,4 4,4 4,4 4,3

Scenario elaborato a dicembre 2022 dalla Direzione Studi e Ricerche. Dati previsionali (per il 2022 stime).

Le stime dei flussi finanziari attesi dalle diverse CGU sottoposte ad impairment test tengono conto dello scenario macroeconomico descritto in precedenza e sono state operate seguendo due stadi di valutazione.

Nello specifico, con riferimento al primo periodo di previsione, in linea con le scelte effettuate per i precedenti Bilanci, è stato considerato un arco temporale di 5 esercizi, vale a dire il quinquennio 2023-2027; per tale periodo, con riferimento agli esercizi fino al 2025 sono state considerate le previsioni risultanti dal Piano d'Impresa 2022-2025 aggiornate per tener conto del mutato quadro macroeconomico. I flussi degli ultimi due esercizi di proiezione (2026 e 2027) sono stati invece stimati attraverso un trascinamento inerziale dei flussi del 2025, sulla base delle previsioni relative allo scenario macroeconomico aggiornato, senza quindi considerare l'effetto di ulteriori leve manageriali rispetto a quanto incorporato nelle proiezioni di Piano.

Gli utili previsti per gli esercizi di proiezione sono stati rettificati, come richiesto dal principio IAS 36, per tenere conto delle componenti non monetarie e delle quote di utili di pertinenza di terzi e per escludere gli effetti di eventuali operazioni di riorganizzazione o di ristrutturazione e di plusvalenze derivanti da future dismissioni di asset aziendali. Inoltre, i flussi finanziari sono comprensivi dell'attribuzione alle diverse CGU dei flussi correlati ai corporate assets centrali. Coerentemente con la logica "equity side", già citata in relazione alla determinazione del valore contabile delle CGU, i flussi utilizzati ai fini dell'impairment test sono comprensivi dei flussi correlati alle attività e passività finanziarie, posto che queste ultime rappresentano il core business aziendale.

Inoltre, nell'ambito dei criteri di valutazione di matrice finanziaria, quale è quello impiegato ai fini della determinazione del Valore d'Uso, il valore di un'impresa al termine del periodo di previsione analitica dei flussi (il cosiddetto "Terminal Value") è generalmente determinato capitalizzando all'infinito, ad un appropriato tasso "g", il flusso di cassa conseguibile "a regime". Tale tasso può essere assunto, anche in via differenziata nel tempo, costante ovvero decrescente (o in più rare circostanze crescente).

In alternativa alla metodologia di stima del Terminal Value illustrata, la dottrina prevede anche (i) l'approccio basato sull'impiego di multipli di uscita (o "exit multiple") e (ii) l'approccio basato sulla stima del valore di liquidazione dell' impresa. In particolare, con riguardo all'approccio sub (i) si segnala che la stima di un multiplo a termine presenta elementi di complessità (e, potenzialmente, di soggettività) che risultano ancora più accentuati in momenti di incertezza e volatilità dei mercati quale quello attuale. L'approccio sub (ii) è valido unicamente per le imprese destinate a cessare al termine del periodo di previsione analitica e, pertanto, non è utilmente impiegabile in presenza di prospettive di continuità aziendale.

Ai fini del "Terminal Value", ossia il secondo stadio di valutazione, quale flusso di cassa conseguibile a regime, è stato considerato quello previsto al 2027, ultimo anno di proiezioni analitiche.

Coerentemente con quanto effettuato negli impairment test degli esercizi precedenti, il tasso g è stato determinato come tasso medio di crescita del PIL nominale dell'Italia, osservato e previsto nel periodo 2008-2027 (si rammenta infatti che, in considerazione delle svalutazioni operate nei bilanci precedenti, alle CGU Banca dei Territori, International Subsidiary Banks, Bank of Alexandria e Pravex Bank non risulta allocato alcun avviamento e, conseguentemente, non risulta necessario determinare il tasso "g" ai fini del test dell'avviamento per i Paesi esteri in cui il Gruppo opera). In particolare, il PIL nominale risulta dalla somma del tasso di crescita del PIL reale e del tasso d'inflazione. I dati attesi di PIL reale e di inflazione, utilizzati per il calcolo del tasso g, sono stati desunti dalle proiezioni della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo descritte in precedenza. Ciascuna componente è stata calcolata quale media del periodo 2008-2027. La scelta effettuata in relazione al periodo di osservazione dei tassi di crescita, considerato l'attuale particolare contesto macroeconomico, merita alcune considerazioni.

Le dinamiche del PIL reale negli ultimi anni sono state spesso negative, principalmente influenzate dalle diverse crisi economiche e finanziarie che hanno assoggetto le economie mondiali, in particolare a partire dal 2008 dalla crisi finanziaria globale, successivamente seguita dalla crisi dei debiti sovrani del 2011. Già a partire dal 2015 c'era stata un'inversione di tendenza con la ripresa di un percorso di crescita che, tuttavia, è stato bruscamente interrotto nel 2020 dalla pandemia COVID-19, e che permane tutt'ora minacciato dalla crisi energetica emersa nel 2022 conseguentemente allo scoppio del conflitto militare tra Russia e Ucraina. Al fine di considerare le varie fasi del ciclo economico, il tasso di crescita per la stima del valore terminale è stato determinato come media dei tassi del PIL per il periodo 2008-2027, in quanto ritenuto sufficientemente ampio per includere, e dunque mediare, sia periodi di forte crisi, sia un periodo prospettico di ritorno ad un contesto di moderata crescita economica.

Inoltre, in un'ottica prudenziale, è stato verificato che il tasso g non risultasse superiore al tasso di crescita del PIL nominale dell'Italia nel 2027 o, per ciascuna CGU, al tasso di crescita dell'ultimo anno di previsioni analitiche.

I tassi di attualizzazione dei flussi

Nella determinazione del Valore d'Uso i flussi finanziari devono essere attualizzati ad un tasso che rifletta le valutazioni correnti del mercato, del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell'attività.

Nella pratica, la prima caratteristica (condizioni correnti di mercato) si traduce nella determinazione di tutti i parametri in base alle informazioni più aggiornate disponibili alla data di riferimento della stima, al fine di considerare al meglio le valutazioni correnti del mercato. La seconda caratteristica (coerenza tra rischi/flussi e tassi) deve essere declinata in relazione con le specificità dei flussi utilizzati per l'impairment test delle CGU. Il tasso (nelle sue diverse componenti) deve, dunque, essere scelto osservando le specificità dei flussi utilizzati nella valutazione di ognuna delle CGU, in modo da risultare congruo e consistente rispetto a tali flussi. In particolare, la coerenza assume importanza con riguardo all'inflazione, al rischio Paese e agli altri fattori di rischio che potrebbero essere espressi, secondo lo IAS 36, nei flussi o nel tasso. Occorre evidenziare che una caratteristica comune a tutte le CGU contenenti avviamenti (e, in generale, intangibili a vita indefinita) è la prospettiva di lungo periodo dei flussi utilizzati nella stima del Valore d'Uso delle CGU medesime. Infatti, l'avviamento ha per definizione vita utile indefinita e, dunque, i flussi di cassa attesi dal medesimo sono normalmente proiettati in perpetuità.

Tale prospettiva di lungo periodo dovrebbe essere riflessa in tutti i parametri del tasso di attualizzazione tramite una opportuna scelta di ciascuno dei medesimi, in modo tale che essi esprimano condizioni "normali" nel lungo termine.

Normalmente il tasso di attualizzazione deve comprendere il costo delle diverse fonti di finanziamento dell'attività da valutare e cioè il costo dell'equity ed il costo del debito (si tratta del cosiddetto WACC, cioè il costo medio ponderato del capitale).

Tuttavia, nel caso di un'impresa bancaria, esso è stimato nell'ottica "equity side" cioè considerando solamente il costo del capitale proprio (Ke), coerentemente con le modalità di determinazione dei flussi che, come già rilevato, sono comprensivi dei flussi derivanti dalle attività e passività finanziarie.

Il costo del capitale è stato determinato utilizzando il "Capital Asset Pricing Model" (CAPM). Sulla base di tale modello, il costo del capitale viene determinato quale somma del rendimento di investimenti privi di rischio e di un premio per il rischio, a sua volta dipendente dalla rischiosità specifica dell'attività (intendendo per tale sia la rischiosità del comparto operativo sia la rischiosità geografica rappresentata dal cosiddetto "rischio Paese").

Il costo del capitale è determinato al netto delle imposte, per coerenza con i flussi finanziari oggetto di attualizzazione.

Poiché le diverse CGU del Gruppo Intesa Sanpaolo operano in comparti di business diversi e con fattori di rischio differenziati, sono stati identificati costi specifici del capitale per ognuna delle CGU.

Si segnala che, poiché i flussi finanziari sono stati determinati in termini nominali, anche i tassi di attualizzazione sono stati determinati in termini nominali, ossia incorporando le attese di inflazione.

Scendendo nel dettaglio delle diverse componenti che contribuiscono alla determinazione dei tassi di attualizzazione si segnala che:

  • con riferimento alla scelta dei tassi di attualizzazione dei flussi finanziari, ed in particolare del risk free e del CRP, in considerazione della struttura dei tassi d'interesse nel contesto macroeconomico attuale, che prevede nel lungo periodo un ulteriore incremento, proseguendo nel percorso di aumenti iniziato a partire dalla seconda metà del 2022, si è ritenuto di mantenere, in via prudenziale, l'approccio che prevede l'utilizzo di tassi di sconto differenziati per l'attualizzazione dei flussi finanziari previsto lungo l'orizzonte esplicito e per il flusso del Terminal Value:
    • o per quanto concerne il risk free ricompreso nel tasso di attualizzazione dei flussi finanziari dell'orizzonte "esplicito" di previsione, si è ritenuto di utilizzare il rendimento medio mensile (mese di dicembre 2022) dei titoli di Stato tedeschi (Bund) a 10 anni;
    • o per quanto concerne il risk free ricompreso nel tasso di attualizzazione del flusso finanziario del Terminal Value (flusso di cassa in perpetuità oltre il periodo di previsione esplicita), si è ritenuto di utilizzare il rendimento medio annuo dei titoli di Stato tedeschi (Bund) a 10 anni previsto al 2027, ultimo anno di previsione analitica dei flussi, stimato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Coerentemente con quanto esposto sopra, anche per il Country Risk Premium (CRP) si è considerata una metodologia che prevede l'utilizzo di valori differenziati. Si ricorda inoltre che – non sussistendo avviamenti allocati a CGU diverse da quelle operanti (prevalentemente) in Italia – il "rischio Paese" coincide nella sostanza con il "rischio Italia". Il CRP, dunque, nelle scelte metodologiche per l'impairment test dell'avviamento ai fini del Bilancio 2022 è stato calcolato come segue:

  • o per quanto concerne il CRP ricompreso nel tasso di attualizzazione dei flussi finanziari dell'orizzonte "esplicito" di previsione, è stato considerato lo spread BTP-Bund medio del mese di dicembre 2022;
  • o per quanto concerne il CRP ricompreso nel tasso di attualizzazione del flusso finanziario del Terminal Value, è stato considerato lo spread BTP-Bund medio annuo stimato al 2027 sulla base dello scenario previsionale di medio termine citato in precedenza.
  • l'equity risk premium, ovvero il premio per il rischio aziendale rappresentato dalla differenza tra il rendimento del mercato azionario ed il rendimento di un investimento in titoli privi di rischio determinato avendo a riferimento un arco temporale sufficientemente ampio - è stato determinato facendo riferimento a dati storici, sia per la maggiore affidabilità e dimostrabilità, sia anche alla luce dell'attuale contesto macroeconomico che, da un lato, si riflette in prezzi di borsa significativamente volatili e non sempre espressivi dei "fondamentali" economici e, dall'altro, configura un quadro di incertezza nel quale è arduo formulare previsioni di risultati attendibili al fine di una stima dell'equity risk premium implicito nelle quotazioni di borsa. Nello specifico è stata utilizzata la media geometrica dell'equity risk premium rilevata sul mercato statunitense nel periodo 1928-2022 corretta per il differenziale tra il tasso di inflazione USA ed il tasso di inflazione tedesco (quale mercato di riferimento per la rilevazione del risk free);
  • il coefficiente Beta, che misura la rischiosità specifica della singola azienda o settore operativo, è stato determinato identificando - per ogni CGU - un campione di società comparabili (in termini di business) e rispetto a questo campione è

stato utilizzato il dato medio o mediano dei Beta rilevati attraverso osservazioni con periodicità mensile su un orizzonte di cinque anni.

Riepilogo dei tassi di crescita e dei tassi di attualizzazione utilizzati

Nella tabella che segue vengono sintetizzati per ogni CGU oggetto di impairment test i parametri rilevanti ai fini della determinazione del Valore d'Uso: i tassi di crescita medi ponderati 2023 - 2027 dei flussi delle diverse CGU comprensivi dell'attribuzione dei flussi correlati ai corporate assets centrali, i tassi di crescita "g" ai fini del Terminal Value, i diversi tassi di attualizzazione ed i tassi di inflazione.

TASSI/
PARAMETRI
Tassi di crescita
nominali per
impairment test
(periodo 2023 -
2027)
TASSI DI ATTUALIZZAZIONE NOMINALI TASSI DI
CRESCITA "G"
NEL LUNGO
PERIODO
TASSI DI
INFLAZIONE
2022
flussi
2022
Terminal
Value
2021
flussi
2021
Terminal
Value
2022 2021 2022
CGU
CGU oggetto di impairment test
IMI Corporate & Investment
Banking
17,81% 10,57% 11,18% 7,61% 9,37% 2,06% 1,52% 1,96%
Insurance 1,69% 10,27% 10,88% 7,12% 8,89% 2,06% 1,52% 1,96%
Asset Management 1,96% 10,12% 10,73% 6,85% 8,61% 2,06% 1,52% 1,96%
Private Banking 2,59% 10,14% 10,75% 7,28% 9,05% 2,06% 1,52% 1,96%

I risultati dell'impairment test

Gli esiti dell'impairment test hanno evidenziato come i Valori d'Uso di ciascuna delle CGU su cui risultano allocati importi a titolo di avviamento al 31 dicembre 2022 fossero superiori ai rispettivi valori contabili. Non è stato dunque necessario procedere ad alcuna svalutazione degli avviamenti o del brand name a queste allocati.

Si segnala altresì che, per completezza di analisi, si è proceduto a calcolare il Valore d'Uso complessivo di Gruppo che si è confermato superiore alla sommatoria dei valori contabili delle singole CGU.

Per quanto riguarda i risvolti diretti del conflitto russo-ucraino sugli avviamenti del Gruppo si segnala, infine, che l'avviamento relativo alla partecipata ucraina Pravex Bank, considerata come CGU autonoma, era già stato, come detto in precedenza, completamente azzerato in occasione del Bilancio 2008. Con riferimento alla partecipata russa Joint-Stock Company Banca Intesa (Banca Intesa Russia), si segnala che, oltre a non presentare avviamenti allocati, risulta inclusa nella CGU IMI Corporate & Investment Banking con un peso assolutamente marginale rispetto alla CGU di riferimento; inoltre per la CGU IMI Corporate & Investment Banking come sopra indicato, in sede di impairment test al 31 dicembre 2022 è emerso un valore recuperabile superiore rispetto al relativo valore contabile.

Verifica dei risultati dell'impairment test attraverso una metodologia di calcolo alternativa

Poiché il valore di una società o di un ramo d'azienda può essere determinato anche attraverso l'attualizzazione dei flussi finanziari distribuibili, intendendo per tali i flussi finanziari futuri che si stima saranno generati dall'area di business (le singole CGU) al netto della quota di reddito che deve essere mantenuta nel patrimonio per preservare i requisiti regolamentari di vigilanza, è stata verificata la recuperabilità del valore contabile degli avviamenti allocati alle CGU anche attraverso l'attualizzazione dei suddetti flussi finanziari secondo il modello Dividend Discounted Model (DDM) nella versione con excess capital.

Con riferimento ai requisiti regolamentari di vigilanza, è stato utilizzato un Common Equity Tier 1 ratio del 10,25% così come risultante dal Risk Appetite Framework (RAF) di Gruppo e significativamente superiore al requisito patrimoniale (8,91%) comunicato dalla BCE a seguito degli esiti del Supervisory Review and Evaluation Process (SREP). Per la CGU Insurance si è inoltre tenuto conto di un Solvency Ratio pari al 170%, così come risultante dal RAF menzionato in precedenza.

Integrando, quindi, i flussi finanziari attesi determinati come illustrato in precedenza - per tenere conto in aumento delle eccedenze di capitale rispetto ai suddetti limiti minimi di capitale, o in diminuzione delle quote di reddito necessarie per coprire i fabbisogni derivanti dalla dinamica crescente stimata delle attività di rischio ponderate - si sono ottenuti i flussi finanziari distribuibili. Questi flussi, stimati per ogni CGU, sono stati attualizzati applicando i medesimi tassi di attualizzazione e tassi di crescita "g" utilizzati nell'applicazione del metodo Discounted Cash Flow (DCF).

I risultati di questa metodologia hanno confermato le risultanze emerse in base al calcolo effettuato con il metodo del DCF.

Raccordo tra gli esiti dell'impairment test e le valutazioni espresse dal mercato

La quotazione del titolo Intesa Sanpaolo, nel corso 2022, ha subito un decremento (-8,6%) rispetto ai valori di chiusura di fine 2021, sottoperformando l'andamento registrato dall'indice settoriale italiano (FTSE Italia All-Share Banks, -4% circa) ma sovraperformando il principale indice di riferimento della Borsa Italiana (FTSE MIB Index, -13,4% circa).

In particolare, dopo una prima fase dell'anno particolarmente difficile, a seguito dell'esplosione del conflitto militare tra Russia e Ucraina e del conseguente deterioramento del contesto macroeconomico, in cui i corsi azionari hanno subito un notevole rallentamento, nella seconda parte dell'anno si è assistito ad un parziale recupero della quotazione, con un percorso di crescita, particolarmente evidente nell'ultimo trimestre dell'anno, che ha portato ad un valore prossimo a 2,08 euro a fine dicembre 2022. Si segnala che, nel corso della prima parte del 2023, il titolo Intesa Sanpaolo ha subito un ulteriore apprezzamento, con una quotazione, a fine febbraio, di circa 2,5 euro p.a. e una capitalizzazione di borsa di circa 47 miliardi (con un multiplo P/BV di circa 0,7x).

Le valutazioni e i report degli analisti finanziari prodotti nel corso del 2022 hanno visto mediamente una revisione al ribasso dei target price rispetto ai valori del 2021, con un andamento sostanzialmente in linea con la discesa delle quotazioni del titolo

Intesa Sanpaolo. Nella prima parte del 2023, soprattutto a seguito della comunicazione al mercato dei risultati 2022, i target price sono stati tendenzialmente rivisti a rialzo con un valore medio di 2,85 euro p.a.

Gli analisti sottolineano, tra i punti di forza di Intesa Sanpaolo, la solidità del brand e un management altamente qualificato e apprezzato dal mercato. Inoltre, ritengono che la Banca potrà beneficiare di ulteriori incrementi del margine di interesse, considerando che mediamente le banche italiane presentano una sensitivity positiva all'incremento del tasso Euribor. Intesa Sanpaolo è inoltre in grado di generare una redditività tra le più elevate in Italia - beneficiando anche di un'elevata esposizione alle attività di gestione patrimoniale e di risparmio - e continua a mantenere una forte posizione patrimoniale. Inoltre, ha condotto una strategia di de-risking di grande successo che consente di affrontare, con maggiore tranquillità, un eventuale ulteriore deterioramento dello scenario macroeconomico. Di contro, tra gli elementi principali da cui potrebbero emergere particolari criticità, gli analisti ribadiscono il consueto rischio di instabilità politica interna per l'Italia, con possibili conseguenze sullo spread BTP-Bund, oltre ad eventuali deflussi di masse gestite qualora dovessero riemergere tensioni sui mercati finanziari.

In ogni caso, occorre rimarcare che le valutazioni espresse dagli analisti finanziari presentano caratteristiche che le differenziano da una valutazione "fondamentale" rappresentata dal Valore d'Uso. Su tali valutazioni si possono fare le seguenti osservazioni:

  • i flussi reddituali prospettici previsti dagli analisti si estendono principalmente fino al 2025, risultando sostanzialmente allineati o marginalmente superiori rispetto alle stime interne del management, mentre le previsioni utilizzate ai fini dell'impairment test coprono un arco temporale quinquennale che si estende fino al 2027;
  • il costo del capitale utilizzato (nei casi, non particolarmente frequenti, in cui questo parametro viene esplicitato da parte degli analisti) è spesso determinato in termini complessivi a livello di Gruppo; il costo del capitale di Intesa Sanpaolo, utilizzato per l'attualizzazione del flusso del Terminal Value, risulta marginalmente inferiore rispetto al valore medio risultante dai report degli analisti. Questi ultimi tendono ad utilizzare tassi di sconto impliciti nei valori di borsa che quindi risultano mediamente più alti in quanto influenzati dalle quotazioni correnti;
  • similmente a quanto osservato per l'impairment test del Bilancio 2021, sotto il profilo metodologico sono spesso utilizzati multipli (in termini di P/E o di ROE) applicati a quotazioni di mercato attuali o alla redditività attesa per gli prossimi 2023 o 2024; si tratta, quindi, di metodologie che forniscono un Fair Value, piuttosto che un Valore d'Uso di lungo periodo.

Con riferimento agli obiettivi di tali valutazioni, occorre evidenziare che esse sono destinate agli investitori finanziari e dunque con una prospettiva di definizione di prezzi e di valori di breve periodo. Tali valutazioni rappresentano il valore potenzialmente ottenibile dalla cessione in Borsa di limitati quantitativi di titoli ovvero dalla dismissione di quote di minoranza e quindi sono strettamente ancorate ai prezzi ed alle condizioni di mercato correnti.

In sintesi, la differenza tra i valori risultanti dalle stime degli analisti, che si riflette in una differenza metodologica tra Fair Value e Valore d'Uso, può essere spiegata, con i seguenti fattori:

  • differenza nelle unit of valuations: come detto, il Fair Value calcolato dagli analisti rappresenta il prezzo di una singola azione a differenza del Valore d'Uso che valorizza l'intero capitale della banca. Tra i due valori incide dunque un premio per il controllo, assente nel primo caso, che la dottrina valorizza generalmente in un range compreso tra il 15% e il 25%.
  • differente orizzonte temporale di riferimento preso in considerazione dal mercato: il periodo di estensione delle stime circa i flussi finanziari, come detto, impatta considerevolmente sulla stima della valorizzazione del Gruppo; considerando l'orizzonte temporale preso a riferimento dagli analisti, che in genere copre un periodo di 3 anni, e deducendo il premio di controllo, il valore recuperabile complessivo del Gruppo risulterebbe in termini di valore per azione in linea con quanto espresso dagli analisti come target price;
  • differente valore del costo del capitale che, nelle stime degli analisti, essendo derivato dalle quotazioni di borsa, fattorizza elementi esogeni alla capacità del Gruppo di produrre utili al fine di remunerare i propri azionisti.

In conclusione, si ritiene che i test di impairment debbano essere svolti con la consapevolezza che l'attuale situazione economica, penalizzata dal contesto geopolitico, incide sui flussi finanziari attesi dalle attività operative nel breve e medio periodo, senza intaccare in alcun modo le primarie fonti di generazione di reddito, peraltro positivamente influenzate dal trend crescente dei tassi di interesse, ed i vantaggi competitivi di cui il Gruppo Intesa Sanpaolo dispone, come peraltro hanno dimostrato sia i risultati degli ultimi anni, con il costante raggiungimento degli obiettivi previsionali, che le dinamiche reddituali dell'esercizio 2022.

In proposito si segnala che nel corso degli ultimi esercizi il Gruppo ha posto in essere operazioni di cessione di rami o di partecipazioni che hanno fatto emergere rilevanti proventi da realizzo (es. Setefi, Allfunds Bank, Intrum, il business del merchant acquiring, le attività di Fund Administration in Lussemburgo, il business della formazione), a conferma della presenza nel Gruppo di plusvalori latenti non recepiti nei valori contabili ma riconosciuti in transazioni realizzate con terzi. Inoltre, il modello di business resiliente e ben diversificato, con focus sulle fabbriche prodotto su cui si concentra buona parte del differenziale rispetto ai valori contabili, garantisce al Gruppo primarie fonte di reddito anche in condizioni avverse con riferimento allo scenario prettamente bancario.

Peraltro, nello sviluppo del modello valutativo utilizzati ai fini dell'impairment test sono state adottate le seguenti cautele:

  • − i flussi previsionali includono gli effetti finanziari dei servizi resi dal Centro di Governo; inoltre, i consuntivi degli ultimi anni sono stati sostanzialmente allineati ai dati previsionali;
  • − il costo del capitale è stato determinato in modo analitico, sulla base di parametri desunti dai mercati per ogni CGU, in funzione della diversa rischiosità dei rispettivi business, considerando in modo anch'esso analitico i diversi fattori di rischio.

Si segnala, infine, che, i parametri e le informazioni utilizzati per la verifica della recuperabilità dei valori intangibili a vita indefinita sono significativamente influenzati dal quadro macroeconomico e dalle dinamiche dei mercati finanziari che potrebbero registrare mutamenti ad oggi non prevedibili. Qualora il quadro macroeconomico mostrasse nel futuro peggioramenti rispetto a quanto ipotizzato ciò avrebbe effetti sulla stima dei flussi finanziari delle diverse CGU e sulle principali assunzioni adottate che potrebbero ovviamente condurre nei bilanci dei prossimi esercizi a risultati diversi da quelli prospettati ai fini del Bilancio al 31 dicembre 2022. Va tuttavia osservato che le divisioni operative che presentano significativi valori di avviamento (Insurance, Asset Management e Private Banking) hanno da sempre, e si aspetta avranno anche in futuro, redditività tali da giustificare ampiamente i valori di avviamento iscritti.

Le analisi di sensitività

Poiché il Valore d'Uso viene determinato attraverso il ricorso a stime ed assunzioni che possono presentare elementi di incertezza, sono state svolte, come richiesto dai principi IAS/IFRS, delle analisi di sensitività finalizzate a verificare la sensibilità dei risultati ottenuti al variare di taluni parametri e ipotesi di fondo, con riferimento al metodo DCF. Tali analisi risultano importanti in questo contesto previsionale caratterizzato da un significativo grado incertezza; in proposito, la considerazione di scenari alternativi e di elementi di stress nelle principali variabili valutative e macroeconomiche consente di apprezzare gli impatti sugli esiti dell'impairment test legati allo scenario previsionale di riferimento.

Per le CGU che presentano valori residui di avviamenti, è stato verificato l'impatto sul Valore d'Uso di una variazione sino a 50 bps in aumento per tassi di attualizzazione e in diminuzione per il tasso di crescita ai fini del Terminal Value. Inoltre, sono state condotte analisi di variazione del Valore d'Uso conseguente ad una variazione in senso peggiorativo dei flussi finanziari utilizzati ai fini del Terminal Value. Per nessuna delle CGU oggetto di verifica emergerebbero casistiche di impairment nei casi analizzati anche in considerazione di un aumento di 50 bps dei tassi di attualizzazione e di una diminuzione di pari entità del tasso g o di una diminuzione del 10% del flusso del Terminal Value. Nella tabella che segue è riportata la sensitivity (in termini percentuali) del Valore d'Uso delle CGU per le quali residuano avviamenti, alla variazione del tasso di crescita "g" o del tasso di attualizzazione di rispettivamente -/+ 10 bps, nonché alla variazione in diminuzione del 10% dei flussi finanziari utilizzati ai fini del Terminal Value.

Sensitivity VARIAZIONE VALORE D'USO
CGU tasso di
crescita "g"
- 10 bps
tasso di
attualizzazione
+ 10 bps
flusso del
Terminal value
- 10%
IMI Corporate & Investment Banking -0,82% -1,09% -8,49%
Insurance -0,78% -1,05% -6,44%
Asset Management -0,80% -1,07% -6,50%
Private Banking -0,80% -1,07% -6,52%

In base a quanto riportato nella tabella precedente, variazioni dei Ke (in incremento) o dei g (in riduzione) contenute nei 10 bps comporterebbero un decremento generale dei Valori d'Uso ricompreso tra lo 0,78% e l'1,09%. Per ciò che concerne il flusso finanziario considerato ai fini del Terminal Value, un decremento del 10% dello stesso comporterebbe riduzioni dei Valori d'Uso ricomprese tra il 6,50% e 8,49%. In ogni caso, per nessuna CGU emergerebbero problematiche di impairment in corrispondenza di tale sensitivity.

Sempre in un'ottica di stress test sono state eseguite analisi volte ad evidenziare i valori limite dei principali input, oltre i quali l'impairment test delle CGU richiederebbe di registrare un impairment; in proposito si riportano nella tabella che segue i tassi di crescita "g" ed i tassi di attualizzazione per ciascuna CGU che porterebbero, a parità di flussi da attualizzare, a Valori d'Uso allineati ai valori di iscrizione in bilancio.

Sensitivity
CGU
Tasso di
crescita "g"
Differenza
rispetto
al tasso "g"
utilizzato
Tasso di
attualizzazione del TV
Differenza rispetto
al tasso di
attualizzazione
del TV utilizzato
IMI Corporate & Investment Banking 0,10% -198 bps 12,70% 152 bps
Insurance -3,80% -583 bps 15,16% 428 bps
Asset Management -17,80% -1.984 bps 23,62% 1.289 bps
Private Banking -54,50% -5.658 bps 45,27% 3.452 bps

Come evidente dai dati contenuti nella tabella, i Valori d'Uso delle CGU si ridurrebbero fino ai valori contabili, con conseguenti problematiche di impairment, solo in corrispondenza di significativi peggioramenti dei tassi di attualizzazione (Ke) e dei tassi di crescita "g".

Infine, nell'ambito delle analisi circa le possibili variazioni dei flussi finanziari delle CGU a fronte di scenari alternativi rispetto a quello utilizzato ai fini del presente impairment test, è stato considerato l'impatto sui flussi di cassa prospettici derivante dall'applicazione uno scenario macroeconomico prospettivo alternativo, coerente con quello "sfavorevole" incorporato nei modelli di Expected Credit Loss utilizzati per la valutazione dei crediti ai sensi dell'IFRS 9. Tale scenario prevede un generalizzato shock sull'economia dell'Eurozona, legato principalmente ad un aumento molto significativo del prezzo del gas, con l'introduzione di un'ipotesi di recessione per gli esercizi 2023 e 2024, con un conseguente incremento dell'inflazione. Lo scenario sopra rappresentato si traduce in una riduzione dei flussi di cassa a livello di Gruppo – che peraltro beneficeranno degli accantonamenti effettuati nel Bilancio 2022 a fronte dell'incertezza sullo scenario prospettico e della consistente riduzione dei rischi correlati a esposizioni verso controparti russe e ucraine a seguito delle azioni di de-risking attivate e degli accantonamenti effettuati – pari mediamente all'11% lungo l'orizzonte previsionale, con impatti distribuiti su tutte le CGU. A valle di tale analisi è emerso che la riduzione dei flussi lungo l'orizzonte previsionale 2023-2027, stimata in funzione dell'applicazione di uno scenario "sfavorevole", non comporterebbe problematiche di impairment per nessuna delle CGU del Gruppo.

SEZIONE 11 – LE ATTIVITÀ FISCALI E LE PASSIVITÀ FISCALI – VOCE 110 DELL'ATTIVO E VOCE 60 DEL PASSIVO

11.1 Attività per imposte anticipate: composizione

Le imposte anticipate, contabilizzate con riferimento alle differenze temporanee deducibili ammontano a 14.753 milioni e si riferiscono per 12.941 milioni ad imposte rilevate in contropartita del conto economico e per 1.812 milioni ad imposte rilevate in contropartita del patrimonio netto. Le prime attengono a perdite portate a nuovo, alla quota non compensata dei benefici connessi alla deducibilità in esercizi futuri di rettifiche su crediti e accantonamenti a fondi rischi e oneri, nonché al beneficio riveniente dal riallineamento del valore fiscale degli avviamenti, dei marchi e delle altre attività immateriali ex art. 15, comma 10, 10-bis e 10-ter del D.L. n. 185/2008. Le attività per imposte anticipate in contropartita del patrimonio netto attengono quasi esclusivamente alla fiscalità su riserve da valutazione negative relative ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, alle coperture dei flussi finanziari ed alla rilevazione di perdite attuariali su fondi del personale.

11.2 Passività per imposte differite: composizione

Le imposte differite ammontano a 2.009 milioni e sono rilevate in contropartita del conto economico per 1.634 milioni, oltre a 375 milioni rilevati in contropartita del patrimonio netto.

11.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

(milioni di euro)
31.12.2022 Di cui: 31.12.2021
Gruppo
bancario
Imprese
di
assicuraz.
Altre
imprese
1. Importo iniziale 14.287 13.739 537 11 15.771
2. Aumenti 1.426 1.266 160 - 2.254
2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.233 1.107 126 - 1.442
a) relative a precedenti esercizi 326 326 - - 25
b) dovute al mutamento di criteri contabili - - - - -
c) riprese di valore - - - - -
d) altre 907 781 126 - 1.417
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2 2 - - -
2.3 Altri aumenti 190 156 34 - 741
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale 1 1 - - 71
3. Diminuzioni -2.772 -2.655 -116 -1 -3.738
3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio -1.519 -1.405 -113 -1 -2.331
a) rigiri -1.401 -1.396 -4 -1 -2.087
b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - - - - -1
c) mutamento di criteri contabili - - - - -
d) altre -118 -9 -109 - -243
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali -1 -1 - - -
3.3 Altre diminuzioni -1.252 -1.249 -3 - -1.407
a) trasformazioni in crediti d'imposta
di cui alla legge n. 214/2011
-851 -851 - - -1.254
b) altre -401 -398 -3 - -153
3.4 Operazioni di aggregazione aziendale - - - - -
4. Importo finale 12.941 12.350 581 10 14.287

Nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce a) relative a esercizi precedenti si riferisce per 320 milioni all'iscrizione della fiscalità anticipata su una quota parte delle perdite fiscali pregresse della ex UBI Banca.

Sempre nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce d) altre è riferibile principalmente all'iscrizione di attività per imposte anticipate convertibili sulla quota di perdita fiscale che è riconducibile al reversal delle quote di rettifiche su crediti e avviamenti e alle differenze temporanee deducibili sorte nell'esercizio connesse ad accantonamenti a fondi per rischi e oneri.

Con riferimento alle Imprese di assicurazione, nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce d) altre, ha riguardato principalmente l'iscrizione di imposte anticipate sull'avviamento conseguente alla fusione di Cargeas Assicurazioni S.p.A. avvenuto nel corso del 2022.

La voce Altri aumenti comprende principalmente lo storno della compensazione con le passività fiscali differite, effettuata al 31 dicembre 2021.

La voce "Operazioni di aggregazione aziendale" accoglie il saldo apportato da Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A. (CBPQ) entrata nell'area di consolidamento nel corso del 2022.

Nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce 3.1 a) rigiri è principalmente riferibile all'annullamento di imposte anticipate di cui alla Legge n. 214/2011 e di imposte anticipate, precedentemente iscritte a fronte di accantonamenti a fondi per rischi e oneri, a seguito del relativo utilizzo avvenuto nell'esercizio.

Nell'ambito delle Altre diminuzioni, per la sottovoce a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla Legge 214/2011 si fa rinvio a quanto riportato nella Parte C, tabella 21.1.

Sempre nell'ambito delle Altre diminuzioni, la sottovoce b) altre si riferisce alla compensazione con le passività fiscali differite dell'esercizio.

11.4 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. n. 214/2011

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
1. Importo iniziale 8.758 10.010
2. Aumenti 470 954
3. Diminuzioni -1.740 -2.206
3.1 Rigiri -865 -925
3.2 Trasformazione in crediti d'imposta -851 -1.254
a) derivante da perdite di esercizio - -537
b) derivante da perdite fiscali -851 -717
3.3 Altre diminuzioni -24 -27
4. Importo finale 7.488 8.758

11.5 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

(milioni di euro)
31.12.2022 Di cui: 31.12.2021
Gruppo
bancario
Imprese
di
assicuraz.
Altre
imprese
1. Importo iniziale 1.337 652 660 25 1.253
2. Aumenti 660 129 531 - 806
2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 521 15 506 - 124
a) relative a precedenti esercizi - - - - -
b) dovute al mutamento di criteri contabili - - - - -
c) altre 521 15 506 - 124
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - - - -
2.3 Altri aumenti 121 96 25 - 402
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale 18 18 - - 280
3. Diminuzioni -363 -275 -88 - -722
3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio -270 -182 -88 - -629
a) rigiri -75 -74 -1 - -35
b) dovute al mutamento di criteri contabili - - - - -
c) altre -195 -108 -87 - -594
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - - - -
3.3 Altre diminuzioni -93 -93 - - -93
3.4 Operazioni di aggregazione aziendale - - - - -
4. Importo finale 1.634 506 1.103 25 1.337

Nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce c) altre è riferibile principalmente a differenze temporanee tassabili sorte nell'esercizio in relazione al processo di ammortamento fiscale del brand name e di altre attività immateriali "riallineate" nel precedente esercizio ai sensi dell'art. 110, commi 8 e 8-bis, D.L. n. 104/2020.

Con riferimento alle Imprese di assicurazione, nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce c) altre è riferibile principalmente alla fiscalità differita legata alla valutazione dei titoli con impatto a conto economico.

La voce Altri aumenti comprende principalmente lo storno della compensazione con le attività fiscali anticipate in contropartita del conto economico, effettuata al 31 dicembre 2021.

La voce "Operazioni di aggregazione aziendale" accoglie il saldo apportato da Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A. (CBPQ) entrata nell'area di consolidamento nel corso del 2022.

Nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce c) altre è riferibile al rilascio della fiscalità differita iscritta al 31 dicembre 2021 su attività intangibili oggetto di affrancamento ai sensi dell'art. 15, comma 10, D.L. n. 185/2008.

Con riferimento alle Imprese di assicurazione, nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce c) altre è riferibile principalmente alla fiscalità differita legata alla valutazione dei titoli ed alla riduzione delle Riserve Tecniche.

La voce Altre diminuzioni si riferisce principalmente alla compensazione con le attività fiscali anticipate in contropartita del conto economico effettuata nell'esercizio.

11.6 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

(milioni di euro)
31.12.2022
Di cui:
31.12.2021
Gruppo
bancario
Imprese
di
assicuraz.
Altre
imprese
1. Importo iniziale 966 826 136 4 1.406
2. Aumenti 1.419 1.098 317 4 386
2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.370 1.053 317 - 240
a) relative a precedenti esercizi - - - - -
b) dovute al mutamento di criteri contabili - - - - -
c) altre 1.370 1.053 317 - 240
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 4 - - 4 5
2.3 Altri aumenti 45 45 - - 137
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale - - - - 4
3. Diminuzioni -573 -573 - - -826
3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio -467 -467 - - -258
a) rigiri -453 -453 - - -178
b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - - - - -
c) dovute al mutamento di criteri contabili - - - - -
d) altre -14 -14 - - -80
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - - - -6
3.3 Altre diminuzioni -106 -106 - - -562
3.4 Operazioni di aggregazione aziendale - - - - -
4. Importo finale 1.812 1.351 453 8 966

Nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce c) altre è riferibile principalmente a differenze temporanee deducibili sorte nell'esercizio connesse ai risultati valutativi delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e dei derivati di copertura di flussi finanziari.

Per le Imprese di assicurazione, nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce c) altre, si riferisce principalmente agli effetti sulla fiscalità, della valutazione dei titoli disponibili per la vendita, la cui valutazione ha effetti sulle Riserve da Valutazione.

La voce Altri aumenti si riferisce principalmente allo storno della compensazione con le passività fiscali differite in contropartita del patrimonio netto, effettuata al 31 dicembre 2021.

Nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce a) rigiri è principalmente riferibile all'annullamento delle imposte anticipate precedentemente iscritte in relazione alla valutazione al fair value di strumenti derivati di copertura di flussi finanziari e delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva a seguito dell'adeguamento degli effetti valutativi ovvero del relativo realizzo avvenuti nell'esercizio.

La voce 3.3 Altre diminuzioni si riferisce principalmente alla compensazione con le passività fiscali differite in contropartita del patrimonio netto.

11.7 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

(milioni di euro)
31.12.2022 Di cui:
Gruppo
bancario
Imprese
di
assicuraz.
Altre
imprese
1. Importo iniziale 585 221 363 1 1.492
2. Aumenti 239 239 - - 370
2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 154 154 - - 182
a) relative a precedenti esercizi - - - - -
b) dovute al mutamento dei criteri contabili - - - - -
c) altre 154 154 - - 182
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - - - -
2.3 Altri aumenti 85 85 - - 161
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale - - - - 27
3. Diminuzioni -449 -255 -194 - -1.277
3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio -288 -119 -169 - -498
a) rigiri -103 -103 - - -12
b) dovute al mutamento dei criteri contabili - - - - -
c) altre -185 -16 -169 - -486
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - - - -
3.3 Altre diminuzioni -161 -136 -25 - -779
3.4 Operazioni di aggregazione aziendale - - - - -
4. Importo finale 375 205 169 1 585

Nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce c) altre è riferibile a differenze temporanee tassabili sorte nell'esercizio connesse alla valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e dei derivati di copertura di flussi finanziari.

La voce Altri aumenti comprende principalmente lo storno della compensazione con le attività fiscali anticipate effettuata al 31 dicembre 2021.

Nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce a) rigiri è riferibile all'annullamento delle imposte differite precedentemente iscritte a fronte della valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Con riferimento alle Imprese di assicurazione nell'ambito delle Diminuzioni la sottovoce c) altre, è riferibile principalmente alla valutazione dei titoli con impatto sulle Riserve da Valutazione.

La voce 3.3 Altre diminuzioni si riferisce principalmente alla compensazione con le attività fiscali anticipate in contropartita del patrimonio netto e alla compensazione con le attività fiscali anticipate in contropartita del conto economico. Come indicato nell'ambito delle politiche contabili con riferimento alla fiscalità corrente e differita, si segnala che non viene

iscritta in Bilancio la fiscalità latente riferita alle poste patrimoniali in sospensione d'imposta "tassabili soltanto in ipotesi di distribuzione", in quanto la consistenza delle riserve disponibili già assoggettate a tassazione consente di ritenere che non saranno effettuate operazioni che comportino la tassazione delle citate riserve in sospensione.

Probability test sulla fiscalità differita

Il principio contabile internazionale IAS 12 prevede che la rilevazione delle passività e attività fiscali differite deve essere effettuata sulla base dei seguenti criteri:

  • − una passività fiscale differita (o anche imposta differita o DTL) deve essere rilevata, in linea di principio, per tutte le differenze temporanee imponibili;
  • − un'attività fiscale differita (o anche imposta anticipata o DTA) deve essere rilevata per tutte le differenze temporanee deducibili, se è probabile il realizzo di redditi imponibili capienti rispetto alle differenze temporanee deducibili. Le imposte anticipate non contabilizzate in passato – in quanto non sussistevano i presupposti per il loro riconoscimento – sono iscritte nell'esercizio in cui tali presupposti si manifestano.
  • Le imposte anticipate si distinguono poi in imposte anticipate "qualificate" e imposte anticipate "non qualificate".

Per le prime, come meglio precisato nel prosieguo, la normativa prevede un particolare meccanismo di conversione in crediti d'imposta che legittima di per sé la loro iscrizione in bilancio.

L'ammontare delle imposte anticipate "non qualificate" iscritto in bilancio deve essere invece sottoposto a test, per verificare se sussista la probabilità di conseguire in futuro imponibili fiscali che ne consentano il recupero (c.d. "probability test").

Le imposte anticipate "qualificate" ammontano a 7.488 milioni mentre le imposte anticipate "non qualificate" sottoposte al probability test ammontano a 7.265 milioni (a cui si affiancano 2.009 milioni di imposte differite).

Il probability test relativo alle imposte anticipate "non qualificate" iscritte nel Bilancio 2022 è stato svolto avendo separato riguardo - in ragione delle diverse condizioni di utilizzo delle sottostanti differenze temporanee - alle seguenti fattispecie:

  • − imposte anticipate IRES iscritte a fronte di perdite fiscali pregresse. Trattasi, in particolare, delle imposte anticipate relative alle perdite fiscali di Intesa Sanpaolo e incorporate (realizzate principalmente dalle ex Banche Venete e dalle società dell'ex Gruppo UBI);
  • − imposte anticipate iscritte a fronte delle perdite fiscali della controllata lussemburghese Intesa Sanpaolo Holding International (ISPHI);
  • − altre imposte anticipate scaturenti da differenze temporanee deducibili ai fini IRES manifestatesi presso le società del Gruppo incluse nel bilancio consolidato ("altre imposte anticipate IRES");

− imposte anticipate scaturenti da differenze temporanee deducibili ai fini IRAP ("imposte anticipate IRAP").

Nel Bilancio 2022 sono iscritte imposte anticipate relative a perdite fiscali pregresse della controllante Intesa Sanpaolo per complessivi 2.27789 milioni, di cui 1.755 corrispondenti all'aliquota IRES base del 24% e 522 milioni all'aliquota IRES addizionale del 3,5%. Di tale ammontare di imposte anticipate, 320 milioni sono costituiti da imposte anticipate al 24% iscritte per la prima volta nel bilancio al 31 dicembre 2022 a fronte di perdite fiscali pregresse della ex UBI Banca ("nuove DTA"; vedi infra).

Il probability test sulle imposte anticipate relative alle perdite fiscali è stato effettuato considerando la posizione individuale di Intesa Sanpaolo.

Per le perdite delle ex Banche Venete, la possibilità di utilizzo su base esclusivamente individuale da parte di Intesa Sanpaolo scaturisce dalle norme che ne hanno stabilito il trasferimento (l'art. 7, comma 3, del D.L. n. 99/2017, convertito con modificazioni dalla L. n. 121/2017, e l'art. 15 del D.L. n. 18/2016) in concomitanza con l'acquisizione dei rami aziendali di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca (avvenuta nel 2017) e dalla successiva incorporazione delle loro ex controllate Banca Nuova e Banca Apulia (con decorrenza, rispettivamente, dal 1° gennaio 2018 e dal 1°gennaio 2019). Per le perdite di UBI Banca e delle altre società dell'ex Gruppo UBI incorporate in Intesa Sanpaolo, la medesima possibilità scaturisce dalla incorporazione di tali società in Intesa Sanpaolo nel corso del 2021 e del 2022.

Ai fini del probability test, le prospettive reddituali di Intesa Sanpaolo sono state stimate, per gli esercizi 2023-2027, utilizzando le proiezioni economico-finanziarie fornite dalla Direzione Pianificazione e Controllo di Gestione ("Proiezioni" o "Stime"); più in dettaglio: per gli esercizi 2023-2025, le stime sono state predisposte a partire dal Budget 2023, che tiene conto dell'aggiornamento dello scenario macroeconomico e bancario illustrato nel precedente capitolo inerente l'impairment test dei valori intangibili, e riflettono le dinamiche sottostanti il Piano di impresa 2022-2025 ("Piano"), predisposto dal management di Intesa Sanpaolo e sottoposto all'approvazione del Consiglio di Amministrazione del 4 febbraio 2022; per il 2026 e il 2027, rappresentano un trascinamento "inerziale" del nuovo scenario senza tener conto di ulteriori leve manageriali (trattasi della medesima base dati utilizzata ai fini dell'impairment test dei valori intangibili nel Bilancio 2022); per gli esercizi successivi al 2027, si è assunto in via prudenziale che il risultato lordo si mantenga costante, pari dunque a quello stimato per l'esercizio 2027 (senza quindi considerare un tasso di crescita "g"). Le Proiezioni, che beneficiano degli accantonamenti effettuati nel Bilancio 2022 a fronte delle incertezze sullo scenario prospettico e della consistente riduzione dei rischi correlati alle esposizioni verso controparti russe e ucraine a seguito delle azioni di de-risking attuate, sono state cautelativamente elaborate – al fine di raggiungere un sufficiente grado di confidenza in merito all'iscrivibilità di "nuove DTA", relative alle perdite pregresse della ex UBI Banca – ipotizzando, oltre allo scenario "base", anche uno scenario peggiorativo – rispetto allo scenario "base" – coerente con quello "sfavorevole" incorporato nei modelli di Expected Credit Loss utilizzati per la valutazione dei crediti ai sensi dell'IFRS 9, che prevede, in estrema sintesi, un generalizzato shock sull'economia dell'Eurozona, legato principalmente ad un aumento molto significativo del prezzo del gas, con l'introduzione di un'ipotesi di recessione per gli esercizi 2023 e 2024, con un conseguente incremento dell'inflazione e un impatto negativo sul PIL italiano ("Scenario sfavorevole").

Pur considerando lo Scenario sfavorevole, dalle analisi condotte è emerso che il totale assorbimento delle imposte anticipate in questione – anche delle "nuove DTA" iscritte nel Bilancio 2022 – potrà realizzarsi in un orizzonte temporale ritenuto compatibile con il requisito di "probabilità" del recupero richiesto dallo IAS 12.

Con particolare riguardo alle "nuove DTA" iscritte nel Bilancio 2022, si segnala che alla data dell'incorporazione di UBI Banca in Intesa Sanpaolo sussistevano perdite fiscali pregresse di UBI Banca, in gran parte riferibili alle ex Good Banks (a loro volta incorporate da UBI tra il 2017 e il 2018) a fronte delle quali UBI Banca non aveva iscritto imposte anticipate. In sede di PPA, nonché nei Bilanci 2020 e 2021, Intesa Sanpaolo aveva deciso di adottare un approccio in continuità rispetto a quello di UBI

89 Tale importo è già al netto del beneficio derivante dalla trasformazione in crediti di imposta di complessivi 220 milioni (di cui 110 milioni relativi al 2020 e 110 milioni al 2021) di imposte anticipate relative a perdite fiscali, per effetto della cessione, rispettivamente realizzata entro il 31 dicembre 2020 ed entro il 31 dicembre 2021, di crediti deteriorati ai sensi dell'art. 55, D.L. n. 18/2020 (Decreto "Cura Italia") e dell'art. 19, D.L. n. 73/2021 (Decreto "Sostegni bis").

Banca, scegliendo, prudentemente, di non iscrivere le sopra citate imposte anticipate. Ci si era tuttavia riservati una riconsiderazione della questione nei successivi esercizi, in funzione dell'andamento delle performance reddituali della Banca nel contesto dell'evoluzione della situazione esterna.

Nel corso dell'esercizio 2022: i) il diritto al pieno utilizzo da parte di Intesa Sanpaolo delle perdite fiscali di UBI Banca (sia di quelle a fronte delle quali risultavano già iscritte imposte anticipate, sia delle altre) è stato confermato dall'Agenzia delle Entrate in risposta ad apposita istanza di interpello presentata dalla Capogruppo (la risposta è pervenuta l'11 luglio 2022); ii) sono state avviate tra la Capogruppo e il Fondo Nazionale di Risoluzione (che aveva ceduto ad UBI Banca le partecipazioni nelle ex Good Bank) interlocuzioni volte a disciplinare nell'assetto post fusione il diritto riconosciuto al Fondo Nazionale di Risoluzione, sulla base degli accordi iniziali, a vedersi retrocessa una quota del beneficio fiscale che sarà conseguito in futuro al momento del concreto utilizzo delle perdite fiscali delle ex Good Banks.

L'esito favorevole del suddetto interpello, abbinato a taluni elementi oggettivi, prevalentemente riconducibili alla dinamica dei tassi di interesse e al conseguente andamento atteso del margine di interesse di Intesa Sanpaolo, che incidono positivamente sulle prospettive reddituali di Intesa Sanpaolo, hanno consentito di riconsiderare, ai fini della redazione del Bilancio 2022, l'atteggiamento di assoluta prudenza adottato sinora relativamente alla iscrizione di nuove imposte anticipate sulle perdite fiscali dell'ex UBI Banca.

Pur in un tale scenario in miglioramento, sussistono tuttavia ancora talune circostanze – quali il quadro macroeconomico comunque ancora incerto, anche a causa del conflitto Russia/Ucraina, e la fase del tutto iniziale delle interlocuzioni con il Fondo Nazionale di Risoluzione – che suggeriscono cautela nel procedere all'iscrizione in toto delle imposte anticipate in questione.

Per quanto sin qui esposto si è ritenuto di quantificare per il momento in 320 milioni l'ammontare di imposte da iscrivere nel conto economico 2022 di Intesa Sanpaolo. La prospettiva di iscrizione delle residue imposte anticipate che, tenuto anche conto dell'esito del citato interpello e al netto di una prudenziale stima della potenziale retrocessione al Fondo Nazionale di Risoluzione, ammontano a 320 milioni, verrà valutata nelle prossime rendicontazioni di bilancio, in funzione delle dinamiche reddituali della Banca e delle interlocuzioni già citate con il Fondo Nazionale di Risoluzione.

Nel Bilancio 2022 risultano altresì iscritte, per 44 milioni, imposte anticipate derivanti da perdite fiscali pregresse della controllata lussemburghese Intesa Sanpaolo Holding International (ISPHI). Le analisi svolte in relazione alle previsioni reddituali della controllata lussemburghese confermano la capacità di tale società di utilizzare le perdite a fronte delle quali sono appostate imposte anticipate.

Nello svolgimento del probability test sulle "altre imposte anticipate IRES" e sulle "imposte anticipate IRAP", iscritte nel bilancio di Gruppo al 31 dicembre 2022 sono state considerate separatamente dalle altre le imposte anticipate derivanti da differenze temporanee deducibili relative a svalutazioni e perdite su crediti (diverse da quelle scaturenti dalla prima applicazione del principio contabile internazionale IFRS 9; cfr. infra), nonché, se iscritte in bilancio entro l'esercizio 2014, quelle relative all'avviamento e alle altre attività immateriali a vita indefinita90 (imposte anticipate "qualificate" e differenze temporanee "qualificate"). Rileva al riguardo che, a decorrere dal periodo di imposta chiuso al 31 dicembre 2011, è consentita la conversione in crediti di imposta delle imposte anticipate IRES iscritte in bilancio a fronte di perdite fiscali derivanti dalla deduzione differita di differenze temporanee "qualificate" (art. 2, comma 56-bis, D.L. 29 dicembre 2010 n. 225, introdotto dall'art. 9, D.L. 6 dicembre 2011 n. 201). A decorrere dal periodo di imposta 2013, analoga possibilità di conversione è prevista, qualora dalla dichiarazione IRAP emerga un valore della produzione netta negativo, anche per le imposte anticipate IRAP afferenti a differenze temporanee "qualificate" che abbiano concorso alla determinazione del valore della produzione netta negativo (art. 2, comma 56-bis.1, D.L. 29 dicembre 2010, n. 225, introdotto dalla L. n. 147/2013). Tali forme di convertibilità – che si aggiungono a quella già prevista per il caso in cui dal bilancio individuale risulti una perdita di esercizio (art. 2, commi 55 e 56, D.L. n. 225/2010, come da ultimo modificato dalla L. n. 147/2013) – costituiscono una modalità di recupero aggiuntiva e integrativa, che risulta idonea ad assicurare il recupero delle imposte anticipate "qualificate" in ogni situazione, indipendentemente dalla redditività futura dell'impresa. Infatti, qualora in un determinato esercizio si verificassero eccedenze delle differenze temporanee "qualificate" rispetto al reddito imponibile o al valore della produzione netta, il recupero delle relative imposte anticipate non si manifesterebbe in una riduzione delle imposte correnti, ma mediante l'iscrizione di imposte anticipate sulla perdita fiscale o sul valore della produzione netta negativo, convertibili in crediti d'imposta ai sensi dell'art. 2, commi 56-bis e 56-bis.1, D.L. n. 225/2010. La convertibilità delle imposte anticipate su perdite fiscali e valore della produzione netta negativo che siano determinate da differenze temporanee "qualificate" si configura pertanto quale presupposto idoneo e sufficiente per l'iscrizione in bilancio delle imposte anticipate "qualificate", consentendo di escluderle dall'ambito applicativo del probability test reddituale.

Un limite alla convertibilità tout court delle imposte anticipate "qualificate" è stato introdotto dall'art. 11 del D.L. n. 59 del 3 maggio 2016, modificato dal D.L. n. 237 del 23 dicembre 2016, che ha subordinato la trasformabilità in credito di imposta delle imposte anticipate "qualificate" alle quali non abbia corrisposto un effettivo pagamento anticipato di imposte ("DTA di tipo 2") alla corresponsione di un canone annuo, pari all'1,5% del loro valore complessivo, per gli esercizi 2016-2030. Nessun canone è dovuto per la trasformabilità in credito di imposta delle imposte anticipate "qualificate" alle quali abbia invece corrisposto un effettivo pagamento anticipato di maggiori imposte ("DTA di tipo 1"). Tenuto conto che le imposte anticipate "qualificate", sia quelle iscritte nel tempo dalle Società facenti parte del consolidato fiscale di Intesa Sanpaolo sia quelle confluite nel bilancio della Capogruppo a seguito dell'acquisizione dei rami aziendali delle ex Banche Venete sia da ultimo quelle dell'ex Gruppo UBI, sono risultate tutte "DTA di tipo 1", il Gruppo non è in concreto al momento tenuto alla corresponsione del canone.

La Legge di Bilancio 2019 (L. 30 dicembre 2018, n. 145), all'art. 1, commi 1067 e 1068, ha previsto la deducibilità (sia ai fini IRES che IRAP) in dieci periodi di imposta, a partire da quello in corso al 31 dicembre 2018, delle rettifiche di valore sui crediti verso la clientela iscritte nei bilanci delle banche e degli enti finanziari in occasione della prima applicazione del principio contabile internazionale IFRS 991. Secondo quanto chiarito nella Relazione illustrativa del Provvedimento, le imposte

90 Con l'art. 17, D.L. 27 giugno 2015, n. 83, è stata esclusa la convertibilità in crediti d'imposta (a qualunque titolo prevista dal D.L. 29 dicembre 2010, n. 225) delle attività per imposte anticipate relative "al valore dell'avviamento e delle altre attività immateriali iscritte per la prima volta a partire dai bilanci relativi all'esercizio in corso alla data di entrata in vigore" della disposizione, cioè a partire dal 2015.

91 Il periodo di rateizzazione decennale, che avrebbe dovuto originariamente concludersi nel 2027, è stato procrastinato di un anno dalla Legge di bilancio 2020 (L. 27 dicembre 2019, n. 160).

anticipate iscritte in bilancio a fronte del differimento della citata deduzione non sono convertibili in crediti di imposta in base alle citate disposizioni del D.L. n. 225/2010. Tali imposte, pertanto, debbono essere assoggettate al probability test. Su tali basi, l'effettuazione del probability test sulle altre imposte anticipate IRES si è articolata come segue:

  • − individuazione delle "altre imposte anticipate IRES", ossia di quelle non relative alle perdite fiscali di Intesa Sanpaolo e di ISPHI, la cui iscrivibilità in bilancio è stata oggetto di una verifica a sé stante (cfr. sopra);
  • − individuazione, nell'ambito delle altre imposte anticipate, di quelle "non qualificate", poiché non convertibili in crediti verso l'Erario (cfr. sopra);
  • − analisi di tali imposte anticipate "non qualificate" e delle imposte differite passive iscritte nel bilancio consolidato, distinguendole per causale e per prevedibile timing di riassorbimento;
  • − quantificazione previsionale degli imponibili futuri del Gruppo, tesa a verificare la capacità di assorbimento delle "altre imposte anticipate IRES" "non qualificate". La stima degli imponibili futuri è stata operata per gli esercizi 2023-2027, utilizzando la medesima base dati assunta ai fini dell'impairment test dei valori intangibili nel Bilancio 2021 (cfr. sopra); per gli esercizi successivi è stato ipotizzato per cautela un trascinamento delle proiezioni, senza considerare un tasso di crescita "g".

L'elaborazione svolta ha evidenziato una base imponibile IRES capiente, in grado di assorbire la fiscalità differita iscritta relativamente all'IRES nel bilancio al 31 dicembre 2022.

Anche per le "imposte anticipate IRAP", il probability test è stato effettuato in forma analitica con riferimento alle sole imposte anticipate "non qualificate" (per quelle convertibili in crediti verso l'Erario, come detto, le prospettive certe di utilizzo sulla base delle ipotesi di conversione in crediti di imposta previste dai commi 56-bis e 56-bis.1, art. 2, D.L. n. 225/2010, si configurano, infatti, quale presupposto sufficiente per l'iscrizione in bilancio, rendendo implicitamente superato il probability test ad esse relativo). Il test è stato effettuato confrontando gli imponibili prospettici IRAP di Intesa Sanpaolo, stimati sulla base dei medesimi dati previsionali assunti ai fini del probability test sulle perdite fiscali, con i rientri delle variazioni temporanee non qualificate riscontrate al 31 dicembre 2022 e determinando, per ciascun esercizio, la base imponibile IRAP residua.

Tenuto conto che ai fini IRAP, diversamente da quanto previsto per le perdite fiscali IRES, non opera un regime di carry forward degli imponibili negativi né la possibilità di compensarli nell'ambito di un consolidato fiscale, qualora in uno o più esercizi la base imponibile residua fosse per ipotesi negativa, le imposte anticipate IRAP iscrivibili in bilancio dovrebbero essere limitate alle sole corrispondenti alle differenze temporanee assorbibili in ciascun esercizio considerato.

Dalle elaborazioni svolte emerge una base imponibile residua IRAP positiva in ciascuno degli esercizi compresi nell'orizzonte temporale di riferimento del test.

A supporto dei positivi esiti del probability test si rileva che:

  • − la situazione sanitaria è in via di miglioramento, il che ha portato alla graduale attenuazione delle misure di contenimento adottate nella fase più critica della pandemia, con conseguenti impatti favorevoli sugli indicatori economici di riferimento;
  • − i risultati 2022 di Intesa Sanpaolo sono migliori rispetto a quelli dell'anno precedente, con un incremento più significativo nelle componenti di ricavo più "stabili", a conferma del solido track record di redditività;
  • − i dati previsionali sui quali si basa la stima degli imponibili prospettici cautelativamente incorporano uno Scenario macroeconomico sfavorevole rispetto allo scenario "base", che tuttavia mostra un miglioramento di tutte le variabili fiscalmente rilevanti nel periodo 2023-2027;
  • − in una prospettiva di ulteriore prudenza, ai fini dell'effettuazione del probability test, il risultato imponibile degli esercizi per i quali non si dispone di una stima analitica degli utili prospettici, anche in presenza di un trend crescente di utili, viene comunque assunto pari (i.e. non crescente rispetto) a quello dell'ultimo anno coperto dalle Proiezioni;
  • − in ogni caso, le stime reddituali prospettiche utilizzate ai fini del probability test vengono aggiornate almeno annualmente per tener conto dei mutamenti intervenuti medio tempore negli scenari di mercato;
  • − secondo la vigente normativa italiana, le perdite fiscali sono riportabili senza limiti temporali (art. 84, TUIR);
  • − gli imponibili negativi non derivano da una "incapacità" fisiologica di generare utili fiscali ma piuttosto da alcune peculiari norme del sistema fiscale italiano, che hanno determinato l'insorgenza di imposte anticipate i cui reversal hanno penalizzato e continueranno a penalizzare (ma solo fino al 2029) gli imponibili fiscali (rateizzazione delle rettifiche su crediti non dedotte sino al 2014; rateizzazione delle perdite attese su crediti verso la clientela rilevate in sede di FTA dell'IFRS 9; reiterato differimento nel tempo dell'inizio e della fine del periodo di recupero degli avviamenti riallineati a pagamento);
  • − la quasi totalità delle imposte anticipate su perdite fiscali pregresse è relativa ad entità acquisite da Intesa Sanpaolo e si è manifestata prima dell'acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo.

Pertanto, le prospettive di recupero che emergono dalle stime sono da ritenere compatibili con il requisito di "probabilità di recupero" richiesto dallo IAS 12 e, conseguentemente, le citate imposte anticipate possono essere iscritte nello stato patrimoniale al 31 dicembre 2022 per il loro intero ammontare.

11.8 Altre informazioni

Oltre a quanto sopra indicato, non risultano altre informazioni da segnalare.

SEZIONE 12 - ATTIVITÀ NON CORRENTI E GRUPPI DI ATTIVITA' IN VIA DI DISMISSIONE E PASSIVITA' ASSOCIATE - VOCE 120 DELL'ATTIVO E VOCE 70 DEL PASSIVO

12.1 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: composizione per tipologia di attività

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
A. Attività possedute per la vendita
A.1 Attività finanziarie 368 1.206
A.2 Partecipazioni 145 145
A.3 Attività materiali 87 60
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute 5 4
A.4 Attività immateriali - 8
A.5 Altre attività non correnti 38 3
Totale A 638 1.422
di cui valutate al costo 557 1.364
di cui valutate al fair value livello 1 - -
di cui valutate al fair value livello 2 - -
di cui valutate al fair value livello 3 81 58
B. Attività operative cessate
B.1 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico - -
- Attività finanziarie detenute per la negoziazione - -
- Attività finanziarie designate al fair value - -
- Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - -
B.2 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - -
B.3 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - -
B.4 Partecipazioni - -
B.5 Attività materiali - -
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute - -
B.6 Attività immateriali - -
B.7 Altre attività - -
Totale B - -
di cui valutate al costo - -
di cui valutate al fair value livello 1 - -
di cui valutate al fair value livello 2 - -
di cui valutate al fair value livello 3 - -
C. Passività associate ad attività possedute per la vendita
C.1 Debiti - -
C.2 Titoli - -
C.3 Altre passività -15 -30
Totale C -15 -30
di cui valutate al costo -15 -30
di cui valutate al fair value livello 1 - -
di cui valutate al fair value livello 2 - -
di cui valutate al fair value livello 3 - -
D. Passività associate ad attività operative cessate
D.1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - -
D.2 Passività finanziarie di negoziazione - -
D.3 Passività finanziarie designate al fair value - -
D.4 Fondi - -
D.5 Altre passività - -
Totale D - -
di cui valutate al costo - -
di cui valutate al fair value livello 1 - -
di cui valutate al fair value livello 2 - -
di cui valutate al fair value livello 3 - -

Al 31 dicembre 2022 le attività possedute per la vendita ammontano a 638 milioni e accolgono principalmente: portafogli classificati a UTP e in misura residuale a crediti in bonis che saranno oggetto di cessione nel corso del 2023, la partecipazione in Zhong Ou Asset Management Co. Ltd. (ZOAM) il cui closing è previsto dopo il completamento dell'iter autorizzativo, nonché le attività e passività afferenti il ramo d'azienda di PBZ Card dedicato all'attività di merchant acquiring che saranno oggetto di trasferimento al Gruppo Nexi nel corso dei prossimi mesi.

Tale importo si confronta con l'importo di 1.422 milioni rilevato al 31 dicembre 2021 che includeva prevalentemente portafogli, o singole posizioni, classificati a sofferenza o UTP, che sono stati oggetto di cessione nel corso del 2022.

12.2 Altre informazioni

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano ulteriori informazioni rilevanti. Si evidenzia la partecipazione Zhong Ou Asset Management Co. Ltd. (ZOAM) dedicata alla gestione dei fondi comuni di investimento, sottoposta ad influenza notevole non valutata al patrimonio netto e classificata come posseduta per la vendita.

SEZIONE 13 - ALTRE ATTIVITÀ – VOCE 130

13.1 Altre attività: composizione

(milioni di euro)
Voci
Partite verso l'Erario 16.503
Partite in corso di lavorazione 1.297
Assegni e altri valori in cassa 455
Migliorie e spese incrementative sostenute su beni di terzi 93
Partite viaggianti 9
Partite varie 4.494
TOTALE
31.12.2022
22.851
TOTALE
31.12.2021
13.837

Nella sottovoce "Partite verso l'Erario" sono inclusi crediti fiscali connessi con i Decreti Legge "Cura Italia" e "Rilancio" acquistati a seguito di cessione da parte dei beneficiari diretti o di precedenti acquirenti - per complessivi 11 miliardi circa.

La sottovoce "Partite varie" include le seguenti principali componenti: (i) ratei e risconti non ricondotti pari a 367 milioni; ii) i costi sostenuti per l'ottenimento e l'esecuzione dei contratti con la clientela per un ammontare pari a 524 milioni, riferito prevalentemente ai costi per bonus capitalizzati da Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking (e pertanto soggetti a ammortamento per 68,7 milioni) in quanto strettamente correlati all'acquisizione ed al mantenimento della raccolta; (iii) come previsto dal paragrafo 116 e successivi dell'IFRS 15, i crediti di funzionamento, ossia i crediti per operazioni connesse con la prestazione di attività e servizi non finanziari, sono pari a 150 milioni.

PASSIVO

SEZIONE 1 – PASSIVITA' FINANZIARIE VALUTATE AL COSTO AMMORTIZZATO - VOCE 10

1.1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso banche

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore
di
Fair value Valore di
Fair value
bilancio
bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Debiti verso banche centrali 98.444 X X X 134.790 X X X
2. Debiti verso banche 39.038 X X X 30.468 X X X
2.1 Conti correnti e depositi a vista 3.234 X X X 3.197 X X X
2.2 Depositi a scadenza 3.807 X X X 4.394 X X X
2.3 Finanziamenti 18.610 X X X 18.574 X X X
2.3.1 Pronti contro termine passivi 12.753 X X X 12.160 X X X
2.3.2 Altri 5.857 X X X 6.414 X X X
2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti
patrimoniali
- X X X 138 X X X
2.5 Debiti per leasing 6 X X X 8 X X X
2.6 Altri debiti 13.381 X X X 4.157 X X X
Totale 137.482 - 125.164 12.148 165.258 - 153.297 11.916

L'illustrazione dei criteri di determinazione del fair value è riportata nella Parte A – Politiche contabili.

Le operazioni di pronti contro termine passivi a fronte di attività cedute e non cancellate dal bilancio sono dettagliate nella Parte E -Sezione Operazioni di cessione della Nota Integrativa.

All'interno della voce "Debiti verso Banche Centrali" è ricompreso il saldo delle operazioni di finanziamento TLTRO per complessivi 96.060 milioni, interamente ascrivibili all'operazione TLTRO III.

Tra i pronti contro termine passivi del Gruppo, esposti in tabella risultano inclusi long term repo per un valore di bilancio complessivo di 238 milioni, riconducibili a Banca Fideuram per operazioni di derisking perfezionate in esercizi precedenti al duplice scopo di finanziare, da un lato, l'attività della banca (con le operazioni di repo) e di ridurre, dall'altro, i rischi creditizi connessi al portafoglio titoli in essere (prevedendo anche l'acquisizione di garanzie finanziarie). Le operazioni hanno come sottostante un portafoglio non sostituibile di titoli di Stato italiani (con scadenza compresa tra il 2023 e il 2033) coperti dal rischio tasso mediante contratti interest rate swap e dal rischio di credito mediante contratti credit default swap, già presenti in bilancio al momento della stipula delle operazioni di repo ed iscritti tra le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato. Il valore nominale dei repo coincide con quello dei titoli ed anche la data di scadenza.

Ai fini della rilevazione in bilancio è stata effettuata una valutazione delle finalità sottostanti al complesso degli accordi contrattuali, tenendo conto delle indicazioni fornite dall'Autorità di Vigilanza nel Documento Banca d'Italia / Consob / IVASS n.6 dell'8 marzo 2013 – Trattamento contabile di operazioni di "repo strutturati a lungo termine".

L'analisi ha riguardato la struttura, i flussi di cassa ed i rischi connessi con le operazioni al fine di verificare se la fattispecie descritta in precedenza sia assimilabile alle operazioni di term structured repo descritte nel suddetto Documento e se, ai fini del rispetto del principio della prevalenza della sostanza sulla forma, ricorrano gli indicatori di cui al paragrafo B.6 della Guidance on Implementing dell'IFRS 9, in base ai quali l'operazione posta in essere potrebbe risultare sostanzialmente assimilabile a quella di un contratto derivato e, in particolare, ad un credit default swap.

La fattispecie descritta si articola in operazioni di pronti contro termine passivi che non risultano essere contestuali alle operazioni di acquisto dei titoli in quanto gli stessi erano già presenti in portafoglio. Inoltre, l'acquisto dei titoli e la stipula dei relativi derivati a copertura sono avvenuti con controparti di mercato differenti da quelle con cui sono stati conclusi i repo. Peraltro, anche il rischio di credito è stato chiuso con garanzie finanziarie.

Dall'analisi svolta sono pertanto emersi elementi di differenziazione rispetto alle operazioni di term structured repo descritte nel citato Documento, a supporto dell'inapplicabilità delle linee guida previste al paragrafo B.6 della Guidance on Implementing dell'IFRS 9, conseguendo che le operazioni devono essere rilevate in bilancio considerando separatamente le singole componenti contrattuali.

1.2 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso clientela

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore
di
Fair value Valore di
bilancio
Fair value
bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Conti correnti e depositi a vista 412.667 X X X 423.335 X X X
2. Depositi a scadenza 20.309 X X X 19.184 X X X
3. Finanziamenti 5.200 X X X 5.716 X X X
3.1 Pronti contro termine passivi 1.284 X X X 2.691 X X X
3.2 Altri 3.916 X X X 3.025 X X X
4. Debiti per impegni di riacquisto di propri
strumenti patrimoniali
181 X X X 23 X X X
5. Debiti per leasing 1.309 X X X 1.379 X X X
6. Altri debiti 14.359 X X X 8.602 X X X
Totale 454.025 - 435.464 18.132 458.239 - 433.309 25.130

1.3 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei titoli in circolazione

(milioni di euro)
Tipologia titoli / Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore di Fair value Fair value
bilancio bilancio
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Titoli
1. obbligazioni 64.838 41.748 22.980 29 75.050 47.030 29.971 42
1.1 strutturate 1.806 397 1.361 29 2.262 246 2.038 42
1.2 altre 63.032 41.351 21.619 - 72.788 46.784 27.933 -
2. altri titoli 11.241 - 9.280 1.961 11.508 - 8.837 2.671
2.1 strutturati - - - - - - - -
2.2 altri 11.241 - 9.280 1.961 11.508 - 8.837 2.671
Totale 76.079 41.748 32.260 1.990 86.558 47.030 38.808 2.713

1.4 Dettaglio dei debiti / titoli subordinati

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano debiti subordinati verso banche e clientela.

Alla data di riferimento si rilevano titoli in circolazione subordinati per 12.474 milioni, ascrivibili interamente alla Capogruppo.

1.5 Dettaglio dei debiti strutturati

Al 31 dicembre 2022 non risultano in essere debiti strutturati.

1.6 Debiti per leasing

Al 31 dicembre 2022 risultano ha in essere debiti per leasing per 1.315 milioni, di cui 238 milioni in scadenza entro un anno, 622 milioni in scadenza tra 1 e 5 anni e 455 milioni in scadenza oltre i 5 anni.

I debiti per leasing si riferiscono per 1.309 milioni a controparti clientela e per 6 milioni a controparti banche.

Gli stessi derivano dall'applicazione, con decorrenza 1° gennaio 2019, del principio contabile IFRS 16 relativo al Leasing.

SEZIONE 1 BIS – PASSIVITA' FINANZIARIE DI PERTINENZA DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE VALUTATE AL COSTO AMMORTIZZATO AI SENSI DELLO IAS 39 - VOCE 15

Si riportano di seguito i dettagli delle voci IAS39 incluse nella voce 15 di schema di Stato patrimoniale passivo riferita al le imprese di assicurazione.

In relazione all'applicazione del Deferral Approach, negli schemi consolidati previsti dalla circolare 262 della Banca d'Italia, è stata infatti creata la "Voce 15 Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39" che accoglie componenti di cui al seguente schema:

(milioni di euro)
Composizione della voce Passività finanziarie di pertinenza delle imprese
di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 - Voce 15
31.12.2022 31.12.2021
10. Debiti verso banche 629 623
20. Debiti verso la clientela 587 188
30. Titoli in circolazione 1.334 1.335
TOTALE Voce 15 2.550 2.146

1.1 Bis Debiti verso banche: composizione merceologica

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
1. Debiti verso banche centrali - -
2. Debiti verso banche 629 623
2.1 Conti correnti e depositi liberi 6 -
2.2 Depositi vincolati - -
2.3 Finanziamenti 607 607
2.3.1 Pronti contro termine passivi - -
2.3.2 Finanziamenti per locazione finanziaria -
2.3.3 Altri 607 607
2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - -
2.5 Debiti per leasing -
2.6 Altri debiti 16 16
TOTALE (Valore di bilancio) 629 623
Fair value - livello 1 - -
Fair value - livello 2 17 -
Fair value - livello 3 556 650
Totale Fair value 573 650

1.2 Bis Dettaglio della voce "Debiti verso banche": debiti subordinati

Al 31 dicembre 2022 si rilevano debiti subordinati per 607 milioni, ascrivibili interamente ad Intesa Sanpaolo Vita.

1.3 Bis Dettaglio della voce "Debiti verso banche": debiti strutturati

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano debiti strutturati di pertinenza delle Imprese di Assicurazione.

1.4 Bis Debiti verso banche oggetto di copertura specifica

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano debiti verso banche oggetto di copertura specifica di pertinenza delle Imprese di Assicurazione.

1.5 Bis Debiti per leasing

Al 31 dicembre 2022 non risultano debiti per operazioni di leasing verso banche.

1.6 Bis Debiti verso clientela: composizione merceologica

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
1. Conti correnti e depositi liberi - -
2. Depositi vincolati - -
3. Finanziamenti - -
3.1 Pronti contro termine passivi - -
3.2 Finanziamenti per locazione finanziaria - -
3.3 Altri - -
4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 360 87
5. Debiti per leasing 6 7
6. Altri debiti 221 94
Totale (valore di bilancio) 587 188
Fair value - livello 1 - -
Fair value - livello 2 452 93
Fair value - livello 3 135 95
Totale Fair Value 587 188

L'ammontare relativo alla voce "Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali" è riferibile ad opzioni put vendute, aventi come sottostante quote di minoranza di partecipazioni consolidate integralmente, ascrivibili al Put & Call Agreement per l'acquisto del 26% di Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A.

1.7 Bis Dettaglio della voce "Debiti verso clientela": debiti subordinati

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano Debiti verso clientela subordinati di pertinenza delle Imprese di Assicurazione.

1.8 Bis Dettaglio della voce "Debiti verso clientela": debiti strutturati

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano Debiti verso clientela strutturati di pertinenza delle Imprese di Assicurazione.

1.9 Bis Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica di pertinenza delle Imprese di Assicurazione.

1.10 Bis Debiti per leasing

Al 31 dicembre 2022 risultano in essere debiti per leasing verso clientela per 6 milioni quasi interamente in scadenza tra 1 e 5 anni.

Gli stessi derivano dall'applicazione, con decorrenza 1° gennaio 2019, del principio contabile IFRS 16 relativo al Leasing.

1.11 Bis Titoli in circolazione: composizione merceologica

(milioni di euro)
Tipologia titoli / Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore di
bilancio
Fair Value Valore di
bilancio
Fair Value
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
A.Titoli
1. Obbligazioni 1.334 - 1.171 - 1.335 - 1.338 -
1.1 strutturate - - - - - - - -
1.2 altre 1.334 - 1.171 - 1.335 - 1.338 -
2. Altri titoli - - - - - - - -
2.1 strutturati - - - - - - - -
2.2 altri - - - - - - - -
Totale 1.334 - 1.171 - 1.335 - 1.338 -

1.12 Bis Dettaglio della voce "Titoli in circolazione": titoli subordinati

Al 31 dicembre 2022 risultano 1.334 milioni di competenza delle imprese di assicurazione completamente riferibili ad altre obbligazioni- livello 2 (fair value 1.171 milioni); alla fine del 2021 erano pari a 1.335 milioni.

1.13 Bis Dettaglio della voce "Titoli in circolazione": titoli oggetto di copertura specifica

Non si segnalano Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica riferibili a società Assicurative.

SEZIONE 2 – PASSIVITA' FINANZIARIE DI NEGOZIAZIONE– VOCE 20

2.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore
Fair value
nominale
o
Fair
value
(*)
Valore
nominale o
nozionale
Fair value Fair
value
(*)
nozionale Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Passività per cassa
1. Debiti verso banche 4.729 4.240 - - 4.239 19.827 22.222 40 - 22.262
2. Debiti verso clientela 3.121 3.001 - - 3.001 - - - - -
3. Titoli di debito 3.000 - 2.779 - X 3.324 - 3.459 - X
3.1 Obbligazioni - - - - X - - - - X
3.1.1 Strutturate - - - - X - - - - X
3.1.2 Altre obbligazioni - - - - X - - - - X
3.2 Altri titoli 3.000 - 2.779 - X 3.324 - 3.459 - X
3.2.1 Strutturati 3.000 - 2.779 - X 3.324 - 3.459 - X
3.2.2 Altri - - - - X - - - - X
Totale A 10.850 7.241 2.779 - 7.240 23.151 22.222 3.499 - 22.262
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari X 44 35.363 142 X X 19 28.107 118 X
1.1 Di negoziazione X 44 35.343 142 X X 19 28.072 118 X
1.2 Connessi con la fair value
option
X - - - X X - - - X
1.3 Altri X - 20 - X X - 35 - X
2. Derivati creditizi X - 943 - X X - 2.340 1 X
2.1 Di negoziazione X - 943 - X X - 2.340 1 X
2.2 Connessi con la fair value
option
X - - - X X - - - X
2.3 Altri X - - - X X - - - X
Totale B X 44 36.306 142 X X 19 30.447 119 X
Totale (A+B) 10.850 7.285 39.085 142 X 23.151 22.241 33.946 119 X

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

I Debiti verso banche e clientela rappresentano, per l'intero ammontare, le posizioni in "scoperti tecnici" sui titoli.

L'aggregato 3.2.1 Altri Titoli – strutturati include i derivati cartolarizzati che alla scadenza prevedono la restituzione parziale o integrale dei premi versati, ai sensi della Comunicazione di Banca d'Italia del 21 ottobre 2014, emessi dal Gruppo fino a tutto il 2019.

Gli strumenti derivati includono per 5.017 milioni i certificates aventi caratteristiche assimilabili a derivati finanziari in ragione della prevalenza dei rischi di mercato rispetto alla restituzione dei premi versati.

Le variazioni di fair value rilevate nell'esercizio per il cambiamento del proprio merito di credito sono risultate positive per 229 milioni e si riferiscono a Strumenti derivati ed a Titoli di debito - Altri titoli.

I valori al 31 dicembre 2022 degli Strumenti derivati includono i risultati della compensazione contabile tra saldi lordi positivi e negativi dei derivati di copertura posti in essere con il compensatore legale LCH Ltd. in quanto soddisfano i requisiti previsti dallo IAS 32 paragrafo 42.

2.2 Dettaglio delle "Passività finanziarie di negoziazione": passività subordinate

L'aggregato Passività finanziarie di negoziazione include passività subordinate rappresentate da Debiti verso banche per 214 milioni e Debiti verso clientela per 36 milioni.

2.3 Dettaglio delle "Passività finanziarie di negoziazione": debiti strutturati

Al 31 dicembre 2022 i debiti strutturati classificati nella voce Passività finanziarie di negoziazione ammontano a 300 milioni verso clientela e 57 milioni verso banche, da riferire a debiti da scoperti tecnici su titoli obbligazionari a tasso fisso indicizzati, quale componente aggiuntiva, all'inflazione.

SEZIONE 3 – PASSIVITA' FINANZIARIE DESIGNATE AL FAIR VALUE- VOCE 30

3.1 Passività finanziarie designate al fair value: composizione merceologica

(milioni di euro)
Tipologia operazione/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore
nominale
Fair value Fair
Valore
value
nominale
(*)
Fair value Fair
value
(*)
Livello1 Livello 2 Livello 3 Livello1 Livello 2 Livello 3
1. Debiti verso banche - - - - - - - - - -
1.1 Strutturati - - - - X - - - - X
1.2 Altri - - - - X - - - - X
di cui:
- impegni a erogare fondi - X X X X - X X X X
- garanzie finanziarie rilasciate - X X X X - X X X X
2. Debiti verso clientela 5 - 4 - 4 5 - 4 - 4
2.1 Strutturati 5 - 4 - X 5 - 4 - X
2.2 Altri - - - - X - - - - X
di cui:
- impegni a erogare fondi - X X X X - X X X X
- garanzie finanziarie rilasciate - X X X X - X X X X
3. Titoli di debito 9.875 - 8.761 30 8.719 3.634 6 3.638 26 3.566
3.1 Strutturati 9.875 - 8.761 30 X 3.634 6 3.638 26 X
3.2 Altri - - - - X - - - - X
Totale 9.880 - 8.765 30 8.723 3.639 6 3.642 26 3.570

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

Il Gruppo ha classificato nei Debiti verso clientela il piano di Co-Investimenti LECOIP 3.0 per rapporti di lavoro cessati anzitempo di dipendenti di società del Gruppo e le polizze vita collegate ad iniziative sociali, che la Banca gestisce sulla base del fair value.

La sottovoce 3.1 Titoli di debito – Strutturati accoglie i certificates che alla scadenza prevedono la restituzione parziale o integrale dei premi versati, ai sensi della Comunicazione della Banca d'Italia del 21 ottobre 2014 (certificates a capitale garantito o protetto). Questi, se emessi successivamente al 1° gennaio 2020, sono classificati tra le Passività finanziarie designate al fair value (cd. Fair Value Option), a seguito dell'implementazione in Banca di un modello di business improntato a logiche di banking book con l'obiettivo di generare una raccolta stabile.

I certificates rappresentativi di Passività finanziarie designate al fair value rilevano le relative variazioni di fair value attribuibili alle variazioni del proprio merito creditizio nell'ambito del Prospetto della redditività complessiva (Patrimonio netto). Nell'esercizio le variazioni del proprio merito creditizio sono risultate negative per 47 milioni.

3.2 Dettaglio "Passività finanziarie designate al fair value": passività subordinate

Al 31 dicembre 2022 il Gruppo non ha in essere passività subordinate classificate nella voce Passività finanziarie designate al fair value.

SEZIONE 3 BIS – PASSIVITA' FINANZIARIE DI PERTINENZA DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE DESIGNATE AL FAIR VALUE AI SENSI DELLO IAS 39 - VOCE 35

Si riportano di seguito i dettagli delle voci IAS39 incluse nella voce 35 di schema di Stato patrimoniale passivo riferita alle imprese di assicurazione.

In relazione all'applicazione del Deferral Approach, negli schemi consolidati previsti dalla circolare 262 della Banca d'Ital ia, è stata infatti creata la "Voce 35 Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione designate al fair value ai sensi dello IAS 39" che accoglie componenti di cui al seguente schema.

(milioni di euro)
Composizione della voce Passività finanziarie di pertinenza delle imprese
di assicurazione designate al fair value ai sensi dello IAS 39 - Voce 35
31.12.2022 31.12.2021
40. Passività finanziarie di negoziazione 9 103
50. Passività finanziarie valutate al fair value 71.565 84.667
60. Derivati di Copertura 170 -
TOTALE Voce 35 71.744 84.770

3.1 Bis Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore
nominale
Fair value Fair
value
valore
nominale
Fair value Fair
value
o
nozionale
Livello 1 Livello 2 Livello 3 (*) o
nozionale
Livello 1 Livello 2 Livello 3 (*)
A. Passività per cassa
1. Debiti verso banche - - - - - - - - - -
2. Debiti verso clientela - - - - - - - - - -
3. Titoli di debito - - - - X - - - - X
3.1 Obbligazioni - - - - X - - - - X
3.1.1 Strutturate - - - - X - - - - -
3.1.2 Altre obbligazioni - - - - X - - - - -
3.2 Altri titoli - - - - X - - - - X
3.2.1 Strutturati - - - - X - - - - -
3.2.2 Altri - - - - X - - - - -
Totale A - - - - - - - - - -
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari X 1 8 - X X - 42 61 X
1.1 Di negoziazione X 1 - - X X - 38 61 X
1.2 Connessi con la fair value option X - 8 - X X - 4 - X
1.3 Altri X - - - X X - - - X
2. Derivati creditizi X - - - X X - - - X
2.1 Di negoziazione X - - - X X - - - X
2.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X
2.3 Altri X - - - X X - - - X
Totale B X 1 8 - X X - 42 61 X
Totale (A+B) X 1 8 - X X - 42 61 X

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

3.2 Bis Dettaglio della voce "Passività finanziarie di negoziazione": passività subordinate

Per quanto riguarda le Passività finanziarie di negoziazione: passività subordinate, non si rilevano importi per le Imprese di Assicurazione al 31 dicembre 2022.

3.3 Bis Dettaglio della voce "Passività finanziarie di negoziazione": debiti strutturati

Per quanto riguarda le Passività finanziarie di negoziazione: debiti strutturati, non si rilevano importi per le Imprese di Assicurazione al 31 dicembre 2022.

3.4 Bis Passività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica

(milioni di euro)
Tipologia operazione/Valori 31.12.2022
Valore
nominale
Fair value Fair
value
Valore
nominale
Fair value Fair
value
Livello 1 Livello 2 Livello 3 (*) Livello 1 Livello 2 Livello 3 (*)
1. Debiti verso banche - - - - - - - - - -
1.1 Strutturati - - - - X - - - - X
1.2 Altri - - - - X - - - - X
2. Debiti verso clientela 71.565 - 71.565 - 79.141 84.667 - 84.667 - 85.269
2.1 Strutturati - - - - X - - - - X
2.2 Altri 71.565 - 71.565 - X 84.667 - 84.667 - X
3. Titoli di debito - - - - - - - - - -
3.1 Strutturati - - - - X - - - - X
3.2 Altri - - - - X - - - - X
Totale 71.565 - 71.565 - 79.141 84.667 - 84.667 - 85.269

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

3.5 Bis Dettaglio della voce "Passività finanziarie valutate al fair value": passività subordinate

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano passività subordinate classificate nella voce "Passività finanziarie valutate al fair value".

3.6 Bis Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli gerarchici

(milioni di euro)
Fair value 31.12.2022 Valore
nozionale
Fair value 31.12.2021 Valore
nozionale
Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2022 Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2021
A) Derivati finanziari - 170 - 1.241 - - - -
1) fair value - - - - - - - -
2) flussi finanziari - 170 - 1.241 - - - -
3) investimenti esteri - - - - - - - -
B) Derivati creditizi - - - - - - - -
1) fair value - - - - - - - -
2) flussi finanziari - - - - - - - -
Totale - 170 - 1.241 - - - -

3.7 Bis Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologie di copertura

(milioni di euro)
Operazioni/Tipo di copertura FAIR VALUE FLUSSI FINANZIARI INVESTIM.
ESTERI
Specifica Generica Specifica Generica
Rischio
di tasso
Rischio
di
cambio
Rischio
di
credito
Rischio
di
prezzo
Più
rischi
1. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - - X - X X
2. Crediti - - - X - X - X X
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza X - - X - X - X X
4. Portafoglio X X X X X - X - X
5. Altre operazioni - - - - - X - X -
Totale attività - - - - - - - - -
1. Passività finanziarie - - - X - X 170 X X
2. Portafoglio X X X X X - X - X
Totale passività - - - - - - 170 - -
1. Transazioni attese X X X X X X - X X
2. Portafoglio di attività e passività finanziarie X X X X X - X - -

SEZIONE 4 – DERIVATI DI COPERTURA – VOCE 40

(milioni di euro)
31.12.2022 Valore
nozionale
31.12.2021 Valore
nozionale
Fair value Fair value
Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2022 Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2021
A) Derivati finanziari - 5.346 - 191.704 - 4.868 - 111.607
1) Fair value - 5.093 - 178.117 - 2.814 - 102.604
2) Flussi finanziari - 253 - 13.408 - 2.054 - 9.003
3) Investimenti esteri - - - 179 - - - -
B. Derivati creditizi - - - - - - - -
1) Fair value - - - - - - - -
2) Flussi finanziari - - - - - - - -
Totale - 5.346 - 191.704 - 4.868 - 111.607

4.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli gerarchici

Al 31.12.2022 il Gruppo ha posto in essere delle operazioni di copertura su investimenti esteri, riferiti alla partecipazione in Reyl & Cie SA, con sede in Svizzera.

4.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologie di copertura

(milioni di euro)
Operazioni/Tipo di copertura FAIR VALUE FLUSSI INVESTIM.
Specifica Generica FINANZIARI ESTERI
titoli di
debito e
tassi di
interesse
titoli di
capitale e
indici
azionari
valute
e oro
credito merci altri Specifica Generica
1. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
68 - 16 - X X X - X X
2. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
972 X 161 - X X X - X X
3. Portafoglio X X X X X X 3 X 210 X
4. Altre operazioni - - - - - - X - X -
Totale attività 1.040 - 177 - - - 3 - 210 -
1. Passività finanziarie 545 X 625 - - - X - X X
2. Portafoglio X X X X X X 2.703 X 43 X
Totale passività 545 - 625 - - - 2.703 - 43 -
1. Transazioni attese X X X X X X X - X X
2. Portafoglio di attività e passività finanziarie X X X X X X - X - -

Nella tabella è indicato il fair value negativo dei derivati di copertura, suddiviso in relazione all'attività o alla passività coperta e alla tipologia di copertura realizzata.

Considerando i valori al lordo della compensazione in bilancio, si conferma la prevalenza di contratti derivati di copertura generica di portafogli di passività rappresentate da poste a vista e dei titoli di debito dell'attivo,

La copertura dei flussi finanziari si riferisce a raccolta in titoli in circolazione a tasso variabile utilizzata per finanziare impieghi a tasso fisso.

SEZIONE 5 – ADEGUAMENTO DI VALORE DELLE PASSIVITA' FINANZIARIE OGGETTO DI COPERTURA GENERICA – VOCE 50

5.1 Adeguamento di valore delle passività finanziarie coperte

(milioni di euro)
Adeguamento di valore delle passività coperte/ Componenti del gruppo 31.12.2022 31.12.2021
1. Adeguamento positivo delle passività finanziarie - 63
2. Adeguamento negativo delle passività finanziarie -8.031 -10
Totale -8.031 53

Forma oggetto di rilevazione nella presente voce il saldo delle variazioni di valore delle passività oggetto di copertura generica (macrohedging) dal rischio di tasso di interesse, per la cui applicazione ci si avvale della possibilità, prevista dall'IFRS 9, di continuare ad applicare le previsioni consentite dallo IAS 39 nella versione Carve out.

SEZIONE 6 – PASSIVITÀ FISCALI – VOCE 60

Per quanto riguarda le informazioni di questa sezione, si rimanda a quanto esposto nella Sezione 11 dell'Attivo.

SEZIONE 7 - PASSIVITÀ ASSOCIATE AD ATTIVITÀ IN VIA DI DISMISSIONE – VOCE 70

Per quanto riguarda le informazioni di questa sezione, si rimanda a quanto esposto nella Sezione 12 dell'Attivo.

SEZIONE 8 – ALTRE PASSIVITÀ – VOCE 80

8.1 Altre passività: composizione

(milioni di euro)
Voci
Partite in corso di lavorazione 3.256
Debiti verso fornitori 1.884
Partite verso l'Erario 1.340
Somme a disposizione di terzi 333
Somme da erogare al personale 294
Debiti verso enti previdenziali 223
Partite varie 3.730
TOTALE 31.12.2022 11.060
TOTALE 31.12.2021 15.639

La sottovoce "Partite varie" include le seguenti principali componenti: (i) ratei e risconti passivi non ricondotti pari a 755 milioni; (ii) debiti verso Private Banker pari a 660 milioni.

La sottovoce include inoltre, come previsto dal paragrafo 116 a) dell'IFRS 15, le passività derivanti da contratti con clienti pari a 112 milioni.

SEZIONE 9 – TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DEL PERSONALE – VOCE 90

9.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
A. Esistenze iniziali 1.099 1.200
B. Aumenti 117 291
B.1 Accantonamenti dell'esercizio 18 7
B.2 Altre variazioni 99 284
- di cui operazioni di aggregazione aziendale - 6
C. Diminuzioni -364 -392
C.1 Liquidazioni effettuate -101 -150
C.2 Altre variazioni -263 -242
- di cui operazioni di aggregazione aziendale -2 -5
D. Rimanenze finali 852 1.099
Totale 852 1.099

La sottovoce C.1. si riferisce agli utilizzi del fondo al 31 dicembre 2022.

Per maggiori informazioni sulle risultanze dei conteggi attuariali si rimanda alla successiva Sezione 10.5 - Fondi di quiescenza aziendali a prestazione definita.

9.2 Altre informazioni

Il valore attuale del trattamento di fine rapporto, che è inquadrabile tra i piani a benefici definiti non finanziati, è pari, a dicembre 2022, a 852 milioni, mentre a fine 2021 ammontava a 1.099 milioni.

SEZIONE 10 – FONDI PER RISCHI E ONERI – VOCE 100

10.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

(milioni di euro)
Voci/Componenti 31.12.2022 31.12.2021
1. Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate 711 508
2. Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate - -
3. Fondi di quiescenza aziendali 139 290
4. Altri fondi per rischi ed oneri 4.160 4.918
4.1 controversie legali e fiscali 969 1.066
4.2 oneri per il personale 2.230 2.611
4.3 altri 961 1.241
Totale 5.010 5.716

Non vi sono fattispecie riconducibili alla voce "2 – Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate".

Il contenuto della voce "4 - Altri fondi rischi ed oneri" è illustrato al successivo punto 10.6.

10.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

(milioni di euro)
Voci Fondi su altri
impegni e
altre garanzie
rilasciate
Fondi di
quiescenza
Altri fondi
per rischi ed
oneri
Totale
A. Esistenze iniziali - 290 4.918 5.208
B. Aumenti - 18 1.098 1.116
B.1 Accantonamento dell'esercizio - 13 1.063 1.076
B.2 Variazioni dovute al passare del tempo - 3 1 4
B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - - -
B.4 Altre variazioni - 2 34 36
- di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - -
C. Diminuzioni - -169 -1.856 -2.025
C.1 Utilizzo nell'esercizio - -100 -1.549 -1.649
C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - -129 -129
C.3 Altre variazioni - -69 -178 -247
- di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - -
D. Rimanenze finali - 139 4.160 4.299

Come specificato nel commento alla precedente tabella, non vi sono fattispecie riconducibili alla voce "Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate".

Negli "Altri fondi per rischi ed oneri" sono inclusi accantonamenti netti a voce 200 lettera b) di conto economico per 140 milioni e, per il residuo, accantonamenti netti ad altre voci di conto economico. Gli accantonamenti includono quelli per controversie legali e fiscali (180 milioni) e quelli per rischi ed oneri diversi (325 milioni) nonché costi presenti nel conto economico tra le spese del personale. Gli utilizzi si riferiscono quasi integralmente a pagamenti.

10.3 Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate

(milioni di euro)
Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie
finanziarie rilasciate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite o
originate
Totale
1. Impegni a erogare fondi 70 73 53 - 196
2. Garanzie finanziarie rilasciate 82 82 351 - 515
Totale 152 155 404 - 711

10.4 Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate

Al 31 dicembre 2022 non risultano fondi su altri impegni e garanzie rilasciate.

10.5 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

1. Illustrazione delle caratteristiche dei fondi e dei relativi rischi

Con riferimento ai fondi di previdenza complementare a prestazione definita, la determinazione dei valori attuariali richiesti dall'applicazione dello IAS 19 "Benefici ai dipendenti" viene effettuata da un Attuario indipendente, con l'utilizzo del "metodo della proiezione unitaria del credito" (Project Unit Credit Method), come evidenziato in dettaglio nella parte A – Politiche contabili. La passività è iscritta in bilancio al netto delle eventuali attività a servizio del piano e, gli utili e le perdite attuariali calcolati nel processo di valutazione dei piani sono rilevati nel prospetto della redditività complessiva e, quindi, nel patrimonio netto.

I fondi a prestazione definita, nei quali le società del Gruppo Intesa Sanpaolo risultano coobbligate, si possono distinguere in:

  • fondi interni di previdenza complementare;
  • fondi esterni di previdenza complementare.

I fondi interni includono:

  • tre piani a benefici definiti in essere presso la filiale di Londra, relativi alle filiali ex Cariplo, ex Banca Commerciale Italiana ed ex Banco Ambrosiano Veneto: i fondi pensione privati sono stati costituiti dai datori di lavoro britannici per integrare il livello della pensione statale, storicamente molto bassa. Le filiali londinesi di Cariplo, Banca Commerciale Italiana e Banco Ambrosiano Veneto costituirono fondi a benefici definiti per i propri dipendenti al momento della loro apertura, sotto forma di Trusts retti dalla legislazione inglese e amministrati da un Board di Trustees, nominati in parte dal datore di lavoro ed in parte dagli iscritti. Tali fondi sono operativi per i dipendenti assunti sino alla fine del 1999 per Banco Ambrosiano Veneto e Cariplo e, fino alla fine del 2000, per Banca Commerciale Italiana. In linea generale tutti i fondi garantiscono una pensione pagabile al compimento del 65° anno di età e il beneficio è determinato, con regole distinte per i diversi fondi, sulla base dello stipendio lordo annuale percepito durante l'ultimo anno di servizio;
  • piano medico post-pensionistico (medical plan) e altri benefici a favore dei dipendenti di Bank of Alexandria (Egitto): trattasi di piani a benefici definiti che prevedono l'assistenza sanitaria e altri benefici ai dipendenti, anche dopo il pensionamento. La banca è responsabile dei costi e dei rischi collegati all'erogazione di tali benefici;
  • piani a benefici definiti in essere presso Banca Intesa Beograd: trattasi di benefici a lungo termine stabiliti dal Contratto Collettivo (che fa riferimento a disposizioni legislative della Repubblica di Serbia), a favore del personale in servizio da corrispondere nel momento in cui verrà meno il rapporto di lavoro.

I fondi esterni includono:

  • il Fondo Pensione a Prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, nuova denominazione assunta dall'ex Fondo Pensione Complementare per il Personale del Banco di Napoli – Sezione A, individuato come collettore di altre forme a "prestazione definita" nell'ambito del processo di riordino e razionalizzazione dei regimi previdenziali esistenti nel Gruppo Intesa Sanpaolo, con salvaguardia dei diritti degli iscritti (attivi e pensionati). A tal fine sono state conferite al "Fondo" - in sezioni virtualmente separate - le appostazioni patrimoniali presenti nei bilanci delle forme previdenziali preesistenti, per assicurare la piena copertura delle prestazioni integrative. Il Fondo, ente con personalità giuridica e gestione patrimoniale autonoma, include le seguenti gestioni: dipendenti iscritti e altri beneficiari di provenienza ex Banco di Napoli; personale in quiescenza beneficiario dell'Assegno Integrativo di Quiescenza, già fondo interno di Sanpaolo IMI; personale in quiescenza ex Banca Nazionale delle Comunicazioni; personale dipendente e in quiescenza proveniente dalla Cassa di Risparmio in Bologna, già iscritto al Fondo di Previdenza Complementare per il Personale della citata Cassa, confluito nel Fondo Pensione Complementare per il Personale del Banco di Napoli nel corso del 2004; personale in quiescenza proveniente dal Fondo di Previdenza Complementare ex Fin.Opi e confluito nel Fondo in argomento il 1° giugno 2005; personale dipendente ed in quiescenza proveniente dall'ex Banca Popolare dell'Adriatico, già iscritto al Fondo di Previdenza del Personale della Banca Popolare dell'Adriatico, confluito nel Fondo in argomento il 30 giugno 2006; personale in quiescenza proveniente dalla Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone già iscritto nel Fondo di Previdenza Complementare per il personale della predetta Cassa, confluito nel Fondo nel corso del 2006; personale in quiescenza proveniente dalla Cassa di Risparmio di Forlì già iscritto nel Fondo di Previdenza Complementare per il personale della citata Cassa, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2007; personale in quiescenza proveniente dal Fondo interno ex Carive, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2008; personale in quiescenza proveniente dal Fondo Interno ex FIP di CR Firenze, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2010; personale in quiescenza proveniente dal Fondo Interno della Cassa di Risparmio di Terni e Narni, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2010 e per la quale al 31 dicembre 2021 non vi sono più beneficiari; personale in quiescenza proveniente dal Fondo Interno della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, confluito nel Fondo in argomento il 1° settembre 2012; personale esattoriale in quiescenza proveniente dal Fondo Oneri Integrativi Previdenziali per il Personale Esattoriale già dipendente Cariplo, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo di Previdenza Complementare per il Personale del Mediocredito Lombardo S.p.A., confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione dei Dirigenti, ex Dirigenti e aventi diritto dell'ex Comit, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto presso i Fondi Pensione delle "Casse del Centro", in particolare gli iscritti al Fondo integrazione delle prestazioni dell'INPS per l'assicurazione obbligatoria di invalidità, vecchiaia e superstiti per il personale della Cassa di Risparmio di Città di Castello, Fondo integrazione delle prestazioni dell'INPS per l'assicurazione obbligatoria di invalidità, vecchiaia e superstiti per il personale della Cassa di Risparmio di Foligno, Fondo aziendale pensione complementare dell'AGO per il Personale della Cassa di Risparmio di Spoleto, Fondo pensione integrativo/complementare del trattamento pensionistico obbligatorio per i dipendenti della Cassa di Risparmio di Rieti, Fondo di Previdenza per il Personale della Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo e Fondo Pensionistico Integrativo aziendale per i dipendenti della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, confluiti nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo di Previdenza Aziendale Complementare delle prestazioni INPS a favore del Personale dipendente della Cassa di Risparmio di Civitavecchia, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Integrativo della SIL - Società Italiana Leasing S.p.A., confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo

Pensione Complementare per il Personale della Banca Monte Parma, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2016; personale dipendente ed in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione per il Personale ex Crediop assunto sino al 30 settembre 1989, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2016; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Integrativo Pensionistico della Cassa di Risparmio di Mirandola, confluito nel Fondo in argomento il 1° aprile 2016; personale in quiescenza già iscritto al Fondo di Previdenza per il Personale dell'ex Cassa di Risparmio di Prato confluito nel Fondo in argomento il 1° maggio 2018; personale in quiescenza già iscritto al Fondo a prestazione definita dell'ex Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana confluito nel Fondo in argomento il 1° maggio 2018; personale dipendente ed in quiescenza proveniente dalla Cassa di Previdenza Integrativa per il Personale dell'Istituto Bancario Sanpaolo di Torino, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2019; personale in quiescenza proveniente dalla Cassa di Previdenza del Personale della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, confluito nel Fondo in argomento il 1° luglio 2019; personale dipendente e in quiescenza già iscritto ai Fondi interni ex UBI Banca - nel cui ambito si distinguono i Fondi relativi ad ex Centrobanca (già Fondo di previdenza integrativo per il personale della società Centrobanca - ex Banca Centrale di Credito Popolare S.p.A.), ad ex Banca Regionale Europea (già Fondo per il personale della Banca Regionale europea proveniente dalla ex Banca del Monte di Lombardia e dalla ex Cassa di Risparmio di Cuneo), ad ex Carime (già Fondo della ex Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, Fondo della ex Cassa di Risparmio di Puglia, Fondo della ex Cassa di Risparmio Salernitana) e ad ex Banca Adriatica (già Fondo di quiescenza del personale ramo credito ex Cassa di Risparmio di Macerata S.p.A., Fondo di quiescenza del personale della ex Banca Ca.Ri.Ma. passati alla Se.Ri.Ma - ora Equitalia Servizi di Riscossione S.p.A., Fondo di quiescenza del personale ex Mediocredito Fondiario Centro Italia S.p.A., Fondo di quiescenza del personale ramo esattoriale ex Cassa di Risparmio di Pesaro, Fondo di quiescenza del personale della ex Cassa di Risparmio di Jesi, Fondo di quiescenza del personale del ramo esattoriale ex Cassa di Risparmio di Pesaro S.p.A. passati alla ex SE.RI.T. S.p.A.) - confluiti nel Fondo in argomento il 1° luglio 2022; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione dell'ex Gruppo UBI Banca della ex Banca Popolare di Bergamo e delle società controllate, confluito nel Fondo in argomento il 1° settembre 2022; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione per il Personale della ex Banca Popolare di Ancona e delle società controllate, confluito nel Fondo in argomento il 1° settembre 2022.

È necessario precisare che qualora le sezioni del Fondo, dopo l'approvazione del bilancio, presentino un disavanzo tecnico secondo la metodologia civilistica, lo statuto ne prevede il ripianamento immediato da parte delle Banche coobbligate.

  • il Fondo pensione per il personale Cariplo, fondo con personalità giuridica e piena autonomia patrimoniale, il cui scopo è quello di garantire un trattamento pensionistico integrativo degli assegni dell'AGO ai pensionati Cariplo già tali al 30 giugno 1998;
  • un piano a benefici definiti in essere presso la filiale di New York: il fondo fu creato nel 1977 dalla filiale della Banca Commerciale Italiana e garantisce un trattamento pensionistico a tutti i dipendenti residenti negli Stati Uniti che abbiano avuto almeno 5 anni di servizio presso la Banca. Il beneficio si intende maturato anche se il rapporto di lavoro cessa anticipatamente. Il beneficio è calcolato sulla base della media della retribuzione di lavoro più elevata ricevuta in tre anni consecutivi durante gli ultimi 10 anni di lavoro prima della cessazione dal servizio, oppure, se il rapporto di lavoro cessa prima, sulla base della media della retribuzione degli ultimi tre anni di lavoro. Attualmente il fondo non è più gestito nei libri contabili della Filiale di New York, ma è stato interamente trasferito al Fondo Prudential (Fondo a prestazione definita che gestisce le posizioni degli iscritti);
  • il Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Firenze: fondo con personalità giuridica e piena autonomia patrimoniale il cui scopo è quello di garantire un trattamento pensionistico integrativo al personale della Cassa, in servizio al 31 dicembre 1990 e già iscritto al preesistente "fondo ex esonerato";
  • un piano per la previdenza dei dipendenti di Reyl & Cie S.A. / Asteria Investment Managers S.A. / Obviam AG: il piano garantisce un trattamento integrativo alla maturazione dei requisiti pensionistici oppure in caso di evento sfavorevole (invalidità e decesso)in base alla locale normativa previdenziale (LPP); le obbligazioni sono fronteggiate da un patrimonio dedicato, gestito mediante un rapporto contrattualizzato stipulato tra la società e La Collective de Prévoyance - Copré, Ginevra.

In data 5 dicembre 2017 Intesa Sanpaolo S.p.A., anche in qualità di Capogruppo, ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali, in qualità di Fonti Istitutive, per l'integrazione della Cassa di Previdenza Integrativa per il Personale dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino nel Fondo di Previdenza Complementare per il Personale del Banco di Napoli – Sezione A (che dal 1° gennaio 2019 ha cambiato denominazione in "Fondo pensione a prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo"). Tale accordo ha previsto anche la formulazione agli iscritti di un'offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa, che si è concretizzata a partire dal secondo semestre del 2018. Le adesioni pervenute hanno determinato nel tempo una flessione dell'obbligazione, che, nel corrente esercizio, ammonta a circa 6 milioni, fronteggiata in parte dal patrimonio del Fondo (circa 3 milioni), in parte attraverso l'utilizzo dei Fondi appositamente costituiti presso la Banca, in forza della garanzia prestata (circa 3 milioni).

In data 7 ottobre 2021 Intesa Sanpaolo S.p.A., anche in qualità di Capogruppo, ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali, in qualità di Fonti Istitutive, per l'integrazione, a partire dal 1° luglio 2022, dei trattamenti pensionistici dei Fondi interni ex UBI Banca nel Fondo Pensione a prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, il quale provvede, a partire da tale data, ad assicurare agli iscritti il trattamento previdenziale a prestazione definita previsto dai Regolamenti degli stessi. Tale accordo ha previsto anche la formulazione agli iscritti di un'offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa, che si è concretizzata nel corso del primo semestre 2022: le adesioni pervenute hanno determinato una flessione dell'obbligazione di circa 34 milioni. Intesa Sanpaolo S.p.A. il 1° luglio 2022 ha trasferito al Fondo Pensione a Prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo la passività di 38 milioni, residuata dopo gli utilizzi determinati dalla citata adesione alle offerte.

Il processo di razionalizzazione ha coinvolto anche i Fondi esterni ex UBI e pertanto, sempre in data 7 ottobre 2021 Intesa Sanpaolo S.p.A., anche in qualità di Capogruppo, ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali, in qualità di Fonti Istitutive, per l'integrazione, a partire dal 1° settembre 2022, dei trattamenti pensionistici del Fondo Pensione del Gruppo UBI Banca della ex Banca Popolare di Bergamo e delle società controllate e del Fondo Pensione per il Personale della ex Banca Popolare di Ancona e delle società controllate nel Fondo Pensione a prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, il quale provvede, a partire da tale data, ad assicurare agli iscritti il trattamento previdenziale a prestazione definita previsto dai Regolamenti degli stessi. Tale accordo ha previsto anche la formulazione agli iscritti di un'offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa, che si è concretizzata nel corso dei mesi di luglio e agosto 2022 e che ha determinato una flessione dell'obbligazione di circa 5 milioni.

In data 9 giugno 2022, Intesa Sanpaolo S.p.A., anche in qualità di Capogruppo, ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali, in qualità di Fonti Istitutive, per l'integrazione, a partire dal 1° gennaio 2023, dei trattamenti pensionistici del Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Firenze nel Fondo Pensione a prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, il quale provvede, a partire da tale data, ad assicurare agli iscritti il trattamento previdenziale a prestazione definita previsto dai Regolamenti degli stessi. Tale accordo ha previsto anche la formulazione agli iscritti di un'offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa, che si è concretizzata nel corso dell'ultimo quadrimestre 2022: le adesioni pervenute hanno determinato una flessione dell'obbligazione di circa 370 milioni.

Con decorrenza 1° gennaio 2022, a seguito della fusione di Intesa Sanpaolo Private Banking (Suisse) Morval S.A. in Reyl & Cie S.A., si è perfezionata l'integrazione anche del relativo piano previdenziale.

Con riferimento alle politiche di investimento e di gestione integrata dei rischi, da parte dei Fondi viene verificato il grado di copertura e le possibili evoluzioni in diversi scenari. Allo scopo vengono studiate diverse configurazioni di universi investibili e di mix e allocazione di portafoglio, al fine di rispondere nel modo più adeguato possibile agli obiettivi previdenziali e reddituali.

2. Variazioni nell'esercizio delle passività (attività) nette a benefici definiti e dei diritti di rimborso

(milioni di euro)
Passività del piano pensionistico 31.12.2022 31.12.2021
obbligazioni a benefici definiti TFR Piani
interni
Piani
esterni
TFR Piani
interni
Piani
esterni
Esistenze iniziali 1.099 359 1.763 1.200 345 1.692
Costo previdenziale relativo alle prestazioni di lavoro 14 3 10 7 4 12
Costo previdenziale per prestazioni di lavoro passate - - 1 - - -4
Interessi passivi 4 13 17 - 16 3
Perdite attuariali rilevate per variazioni ipotesi finanziarie - 5 - 33 3 73
Perdite attuariali rilevate per variazioni ipotesi demografiche 1 - 16 5 - 9
Perdite attuariali basate sull'esperienza passata 70 5 50 2 15 28
Differenze positive di cambio - - 10 - 19 10
Aumenti - operazioni di aggregazioni aziendali - - 5 6 - 87
Contributi dei partecipanti al piano X - 13 X - 7
Utili attuariali rilevati per variazioni ipotesi finanziarie -207 -72 -251 - -24 -5
Utili attuariali rilevati per variazioni ipotesi demografiche - -1 - - - -12
Utili attuariali basati sull'esperienza passata -1 -6 - - - -1
Differenze negative di cambio - -42 - - - -
Indennità pagate -101 -15 -136 -150 -19 -131
Diminuzioni - operazioni di aggregazioni aziendali -2 - - -5 - -
Effetto riduzione del fondo X - - X - -6
Effetto estinzione del fondo X -34 -375 X - -
Altre variazioni in aumento 28 - 41 238 1 1
Altre variazioni in diminuzione -52 -39 -12 -237 -1 -
Rimanenze finali 853 176 1.152 1.099 359 1.763
Passività del piano pensionistico
obbligazioni a benefici definiti
31.12.2022 31.12.2021
TFR Piani
interni
Piani
esterni
TFR Piani
interni
Piani
esterni
Piani non finanziati 853 73 - 1.099 177 -
Piani finanziati parzialmente - - - - - -
Piani finanziati pienamente - 103 1.152 - 182 1.763

Gli utili attuariali per variazioni di ipotesi finanziarie sono dovuti principalmente alla crescita del tasso di sconto superiore all'incremento del tasso di inflazione.

3. Informativa sul fair value delle attività a servizio del piano

Nelle tabelle successive sono riportate la movimentazione delle attività a servizio del piano presenti per alcuni fondi a benefici definiti e la composizione delle stesse.

(milioni di euro)
Attività a servizio del piano 31.12.2022 31.12.2021
Piani
interni
Piani
esterni
Piani
interni
Piani
esterni
Esistenze iniziali 168 1.602 131 1.536
Rendimento delle attività al netto degli interessi -28 -109 19 114
Interessi attivi 3 14 2 3
Differenze positive di cambio - 7 10 7
Aumenti- operazioni di aggregazione aziendale - 5 - 61
Contributi versati dal datore di lavoro 9 15 10 8
Contributi versati dai partecipanti al piano - 13 - 7
Differenze negative di cambio -9 - - -
Diminuzioni- operazioni di aggregazione aziendale - - - -
Indennità pagate -6 -136 -4 -131
Effetto riduzione del fondo - - - -6
Effetto estinzione del fondo - -375 - -
Altre variazioni - 30 - 3
Rimanenze finali 137 1.066 168 1.602
(milioni di euro)
Attività a servizio del piano: informazioni
integrative
31.12.2022 31.12.2021
Piani
interni
% Piani
esterni
% Piani
interni
% Piani
esterni
%
Strumenti di capitale - - 314 29,5 89 53,0 456 28,5
- di cui livello 1 di fair value - 300 89 437
Fondi comuni di investimento - - 80 7,5 - - 137 8,6
- di cui livello 1 di fair value - 21 - 82
Titoli di debito 126 92,0 300 28,1 59 35,0 460 28,7
- di cui livello 1 di fair value 126 300 59 460
Immobili e partecipazioni in società
immobiliari
8 5,8 319 29,9 10 6,0 377 23,5
- di cui livello 1 di fair value - - - -
Gestioni assicurative - - - - - - - -
- di cui livello 1 di fair value - - - -
Altre attività
- di cui livello 1 di fair value
3
-
2,2 53
-
5,0 10
-
6,0 172
-
10,7
TOTALE ATTIVITA' 137 100,0 1.066 100,0 168 100,0 1.602 100,0
(milioni di euro)
Attività a servizio del piano: informazioni
integrative
31.12.2022 31.12.2021
Piani
interni
% Piani
esterni
% Piani
interni
% Piani
esterni
%
Strumenti di capitale - - 314 29,5 89 53,0 456 28,5
- di cui società finanziarie - 56 89 70
- di cui società non finanziarie - 258 - 386
Fondi comuni di investimento - - 80 7,5 - - 137 8,6
Titoli di debito 126 92,0 300 28,1 59 35,1 460 28,7
Titoli di stato 89 208 59 282
- di cui rating investment grade 89 208 59 282
- di cui rating speculative grade - - - -
Società finanziarie 37 34 - 76
- di cui rating investment grade 37 30 - 70
- di cui rating speculative grade - 4 - 6
Società non finanziarie - 58 - 102
- di cui rating investment grade - 52 - 84
- di cui rating speculative grade - 6 - 18
Immobili e partecipazioni in società immobiliari 8 5,8 319 29,9 10 6,0 377 23,5
Gestioni assicurative - - - - - - - -
Altre attività 3 2,2 53 5,0 10 5,9 172 10,7
TOTALE ATTIVITA' 137 100,0 -
1.066
100,0 168 100,0 1.602 100,0

La differenza tra le passività nette a benefici definiti (cfr precedente informativa 10.5, punto 2) e le attività a servizio del piano (cfr. precedente informativa 10.5, punto 3) trova rilevazione contabile nei fondi di quiescenza aziendale e, per alcune fattispecie, negli altri fondi per rischi ed oneri.

4. Descrizione delle principali ipotesi attuariali

Nella tabella che segue sono riportate le ipotesi attuariali ed i tassi di riferimento utilizzati dai diversi fondi.

31.12.2022 31.12.2021
Ipotesi attuariali Tasso
di
sconto
Tasso
di
rendimento
atteso
Tasso
atteso di
incrementi
retributivi
(a)
Tasso
annuo di
inflazione
Tasso
di
sconto
Tasso
di
rendimento
atteso
Tasso
atteso di
incrementi
retributivi
(a)
Tasso
annuo di
inflazione
TFR da 3,2% a
3,6%
X da 3,3% a
3,4%
2,7% da 0,2 % a 1,4% X da 2,8% a 3% 2,2%
PIANI INTERNI
- di cui Italia - - - - 0,4% - 2,9% 2,2%
- di cui Egitto 14,7% - 6,4% 6,4% 14,6% - 5,3% 5,3%
- di cui Inghilterra 4,4% - 2,9% 2,9% 1,9% - 3,0% 3,0%
- di cui Serbia 6,8% - 8,0% - 3,3% - 5,0% -
PIANI ESTERNI
da 3,3% a da 2,7% a da 2,7% a da 1,7% a
- di cui Italia 3,4% 5,0% 3,5% 3,3% da 0,1% a 0,7% 3,0% 2,8% 2,2%
- di cui Stati Uniti 4,8% 4,8% - - 2,8% 2,8% - -
- di cui Svizzera 1,9% 1,0% - 1,3% 0,4% 1,0% - 0,5%
(a) Al netto degli sviluppi di carriera

Il Gruppo Intesa Sanpaolo utilizza prevalentemente come tasso di attualizzazione la curva dei tassi Eur Composite AA ponderata in base al rapporto tra i pagamenti e gli anticipi riferiti a ciascuna scadenza da un lato, e l'ammontare complessivo dei pagamenti e degli anticipi che devono essere sostenuti fino all'estinzione finale dell'intera obbligazione, dall'altro. In particolare, nel caso di piani a benefici definiti, il tasso utilizzato corrisponde al tasso medio che riflette i parametri di mercato cui si riferisce il piano. La curva Eur Composite AA è ricavata giornalmente tramite l'information provider di Bloomberg e fa riferimento ad un paniere di titoli emessi da emittenti corporate "investment grade" compresi nella classe "AA" di rating residenti nell'area euro e appartenenti a diversi settori.

Analogamente il Gruppo Intesa Sanpaolo utilizza prevalentemente come tasso di inflazione la curva europea dei tassi Zero-Coupon Inflation-Indexed Swap ponderata in base al rapporto tra l'importo pagato per ciascuna scadenza e l'importo totale da pagare fino all'estinzione finale dell'intera obbligazione.

5. Informazioni su importo, tempistica e incertezza sui flussi finanziari

(milioni di euro)
Analisi di sensitivity 31.12.2022
TFR PIANI INTERNI PIANI ESTERNI
+100 bps -100 bps +100 bps -100 bps +100 bps -100 bps
Tasso di attualizzazione 792 921 153 204 1.057 1.266
Tasso di incrementi retributivi 853 853 189 166 1.164 1.141
Tasso di inflazione 895 813 190 163 1.223 1.089

L'analisi di sensitivity sul tasso di rendimento atteso non viene effettuata in quanto non ha effetti sul calcolo della passività

L'analisi di sensitivity è stata effettuata sulle passività nette a benefici definiti (di cui alla precedente informativa 10.5, punto 2). I dati esposti, in valore assoluto, indicano quale sarebbe l'ammontare delle passività nette a benefici definiti in presenza di una variazione di +/- 100 bps di tasso.

La duration media dell'obbligazione a benefici definiti è pari a 10,98 anni per i fondi pensione e 7,91 anni per il TFR.

Gli eventuali esborsi da effettuarsi nel prossimo esercizio (ripianamento disavanzo tecnico previsto dallo statuto del Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo) saranno determinati nel momento della redazione del bilancio del Fondo stesso, che avverrà nei prossimi mesi di maggio/giugno.

6. Piani relativi a più datori di lavoro

  • Nel gruppo sono presenti i seguenti piani a benefici definiti relativi a più datori di lavoro:
  • Fondo Pensione per il Personale ex Crediop assunto sino al 30 settembre 1989 che, in data 1° gennaio 2016, è confluito all'interno del Fondo Pensione Complementare per il personale del Banco di Napoli (oggi Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo). Gli impegni di Crediop S.p.A. (ora Dexia-Crediop) e del Sanpaolo IMI (ora Intesa Sanpaolo S.p.A.) nei confronti del Fondo, sono regolati dall'accordo del 28 maggio 1999 stipulato tra le due parti e il suo trasferimento all'interno del Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo non ha modificato le garanzie e gli impegni a suo tempo sottoscritti tra le due entità;
  • Fondo di quiescenza ex dipendenti Banca Ca.Ri.Ma. passati alla Se.Ri.Ma. (ora Equitalia Servizi di Riscossione S.p.A.), i cui servizi di riscossione furono trasferiti il 1° gennaio 1990 all'ex Equitalia Marche S.p.A. (attualmente Agenzia delle Entrate - Riscossione) che, in data 1° luglio 2022, è confluito all'interno del Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo. L'accordo sindacale e le intese intercorse tra i sottoscrittori dell'operazione sancirono che l'allora controllante Ca.Ri.Ma. (poi ex Banca Marche S.p.A., poi ex Nuova Banca Marche S.p.A. e successivamente ex Banca Adriatica S.p.A. poi incorporata in ex UBI Banca, a sua volta incorporata in Intesa Sanpaolo S.p.A.) continuasse ad accantonare nel proprio bilancio le riserve matematiche inerenti il personale assunto precedentemente al perfezionarsi dell'operazione;
  • Fondo Pensione per il Personale della ex Banca Popolare di Ancona e delle società controllate, confluito in data 1° settembre 2022 all'interno del Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo che prevede una garanzia di ripianamento per le rispettive quote di aderenti da parte di Intesa Sanpaolo S.p.A. (ex UBI Banca) e Credito Valtellinese.

7. Piani a benefici definiti che condividono i rischi tra entità sotto controllo comune

Il Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo e il Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Firenze, sono piani a benefici definiti che condividono i rischi tra diverse Società del Gruppo. Tali Società rilasciano, per i propri dipendenti e pensionati iscritti, garanzia solidale nei confronti degli enti previdenziali in argomento.

La passività in capo ad ogni Società coobbligata viene determinata da un Attuario Indipendente attraverso il metodo della "proiezione unitaria del credito" ed è iscritta in bilancio al netto delle attività a servizio del piano. Analogamente, il current service cost, che rappresenta il valore attuale medio alla data della valutazione delle prestazioni maturate dai lavoratori in servizio nel corso dell'esercizio, viene calcolato per ogni Società dal medesimo Attuario.

10.6 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi

(milioni di euro)
Voci/Componenti 31.12.2022 31.12.2021
Altri fondi
1. controversie legali e fiscali 969 1.066
2. oneri per il personale 2.230 2.611
oneri per iniziative di incentivazione all'esodo 1.306 1.771
premi per anzianità ai dipendenti 177 229
altri oneri diversi del personale 747 611
3. altri rischi e oneri 961 1.241
indennità diverse agli agenti della rete distributiva 300 367
altri 661 874
Totale 4.160 4.918

Gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato nei casi in cui l'elemento temporale sia significativo.

Gli Altri fondi sono distinti in:

  • Controversie legali e fiscali: il fondo è costituito essenzialmente per fronteggiare le previsioni di esborso sulle cause passive, sulle revocatorie fallimentari e contenziosi fiscali;
  • Oneri per il personale: il fondo include gli oneri per l'incentivazione all'esodo e per premi di anzianità del personale dipendente (determinati in base a valutazioni attuariali), nonché gli accantonamenti per bonus e altri esborsi relativi ai dipendenti;
  • Altri rischi e oneri: si riferiscono principalmente a indennità private bankers, rischi delle Compagnie di Assicurazione, stanziamenti destinati a fronteggiare gli oneri connessi all'integrazione di UBI Banca e delle ex Banche Venete, gli oneri connessi alla cessione di portafogli di crediti NPL e altri contenziosi.

SEZIONE 11 – RISERVE TECNICHE – VOCE 110

11.1 Riserve tecniche: composizione

Questa voce corrisponde alla voce C del passivo dello Stato patrimoniale di un'impresa di assicurazione.

(milioni di euro)
Voci Lavoro
diretto
Lavoro
indiretto
31.12.2022 31.12.2021
A. Ramo danni 1.654 - 1.654 1.756
A1. riserve premi 932 - 932 945
A2. riserve sinistri 708 - 708 797
A3. altre riserve 14 - 14 14
B. Ramo vita 89.874 - 89.874 107.324
B1. riserve matematiche 97.148 - 97.148 98.399
B2. riserve per somme da pagare 673 - 673 712
B3. altre riserve -7.947 - -7.947 8.213
C. Riserve tecniche allorché il rischio dell'investimento è sopportato dagli
assicurati
8.589 - 8.589 9.216
C1. riserve relative a contratti le cui prestazioni sono connesse con fondi di
investimento e indici di mercato
1.586 - 1.586 1.917
C2. riserve derivanti dalla gestione dei fondi pensione 7.003 - 7.003 7.299
D. Totale riserve tecniche 100.117 - 100.117 118.296

11.2 Riserve tecniche: variazioni annue

Voci 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
A. Ramo danni 1.654 1.756
Esistenze iniziali 1.756 1.213
Operazioni di aggregazione aziendale - 396
Variazione della riserva (+/-) -102 147
B. Ramo vita e altre riserve tecniche 98.463 116.540
Esistenze iniziali 116.540 95.598
Operazioni di aggregazione aziendale - 20.530
Variazioni per premi 9.065 9.338
Variazione per pagamenti -9.668 -9.534
Variazione per redditi e altri bonus riconosciuti agli assicurati (+/-) 289 1.743
Variazione per differenza cambio (+/-) - -
Variazione delle altre riserve tecniche (+/-) -17.763 -1.135
C. Totale riserve tecniche 100.117 118.296

SEZIONE 12 – AZIONI RIMBORSABILI – VOCE 130

Tale fattispecie non è presente per il Gruppo.

SEZIONE 13 – PATRIMONIO DEL GRUPPO – VOCI 120, 130, 140, 150, 160, 170 E 180

13.1 "Capitale" e "Azioni proprie": composizione

Per quanto riguarda le informazioni di questa sezione si rimanda al successivo punto 13.3.

13.2 Capitale - Numero azioni della capogruppo: variazioni annue
Voci/Tipologie Ordinarie
A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 19.430.463.305
- interamente liberate 19.430.463.305
- non interamente liberate -
A.1 Azioni proprie (-) -30.629.777
A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 19.399.833.528
B. Aumenti 566.771.008
B.1 Nuove emissioni 546.972.658
- a pagamento: 386.972.658
- operazioni di aggregazioni di imprese -
- conversione di obbligazioni -
- esercizio di warrant -
- altre 386.972.658
- a titolo gratuito: 160.000.000
- a favore dei dipendenti 160.000.000
- a favore degli amministratori -
- altre -
B.2 Vendita di azioni proprie 19.798.350
B.3 Altre variazioni -
C. Diminuzioni -1.001.693.612
C.1 Annullamento -988.632.803
C.2 Acquisto di azioni proprie -13.060.809
C.3 Operazioni di cessione di imprese -
C.4 Altre variazioni -
D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 18.964.910.924
D.1 Azioni proprie (+) 23.892.236
D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 18.988.803.160
- interamente liberate 18.988.803.160
- non interamente liberate -

13.3 Capitale: altre informazioni

Al 31 dicembre 2022, il capitale sociale di Intesa Sanpaolo è pari a 10.369 milioni, suddiviso in numero 18.988.803.160 azioni ordinarie, prive di valore nominale. Ogni azione ordinaria attribuisce il diritto ad un voto nell'Assemblea. Alla data del presente documento il capitale risulta interamente versato e liberato.

Al 31 dicembre 2022 il Gruppo detiene azioni proprie Intesa Sanpaolo per un ammontare pari a 124 milioni, dei quali circa 50 milioni riferibili alla Capogruppo ed i restanti 74 milioni alle altre società del Gruppo.

13.4 Riserve di utili: altre informazioni

Le riserve di Gruppo ammontano a 14.427 milioni e includono: la riserva legale, la riserva straordinaria, le riserve da concentrazione (L. 30/7/1990, art. 7, comma 3, n. 218 e L. 30/7/1990, art. 7, n. 218) e le altre riserve, nonché la riserva da consolidamento.

La riserva legale, costituita a norma di legge, deve essere almeno pari ad un quinto del capitale sociale; essa è stata costituita in passato tramite accantonamenti degli utili netti annuali per almeno un ventesimo degli stessi. Nel caso in cui la riserva dovesse diminuire, occorre reintegrarla tramite l'obbligo di destinarvi un ventesimo dell'utile.

Le riserve da concentrazione ex L. 30 luglio 1990 n. 218 sono state costituite in occasione di operazioni di riorganizzazione o concentrazione effettuate ai sensi della citata legge.

Le altre riserve comprendono le riserve di pertinenza delle filiali estere ed altre riserve costituite nel passato a fronte di specifiche disposizioni normative.

Le riserve da consolidamento si sono generate a seguito dell'eliminazione del valore contabile delle partecipazioni in contropartita alla corrispondente frazione del patrimonio netto di ciascuna partecipata.

Le riserve da valutazione risultano negative per 2.635 milioni ed includono le riserve da valutazione delle attività valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva per -2.032 milioni, le riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione per -696 milioni, le riserve su contratti derivati di copertura di flussi finanziari per -466 milioni, le riserve da valutazione in cambi (relative a investimenti in partecipazioni consolidate integralmente) per -1.247 milioni, le riserve relative alla copertura di investimenti esteri per -10 milioni, le riserve da rivalutazioni di attività materiali e leggi speciali di rivalutazione per 2.060 milioni, le riserve da valutazione relative a passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del proprio merito creditizio) per -45 milioni, nonché la riserva negativa su utili (perdite) attuariali su piani previdenziali a benefici definiti per -238 milioni, oltre a circa 39 milioni di riserve da valutazione connesse ad investimenti partecipativi di minoranza.

Emittente
Concedente
Tasso di interesse Step
up
Data
di
emissione
Data
di
scadenza
Rimborso
anticipato
a partire
dal
Val. Importo
originario
in unità di valuta
Valore di
bilancio
(milioni di
euro)
Intesa Sanpaolo 7,70% fisso no 17-set-2015 perpetuo 17-set-2025 USD 1.000.000.000 873
Intesa Sanpaolo 7,75% fisso no 11-gen-2017 perpetuo 11-gen-2027 Eur 1.250.000.000 1.251
Intesa Sanpaolo 6,25% fisso no 16-mag-2017 perpetuo 16-mag-2024 Eur 750.000.000 750
Intesa Sanpaolo 5,875% fisso pagabile
semestralmente
no 20-gen-2020 perpetuo 20-gen-2025 Eur 400.000.000 382
Intesa Sanpaolo 3,75% fisso no 27-feb-2020 perpetuo 27-feb-2025 Eur 750.000.000 731
Intesa Sanpaolo 4,125% fisso no 27-feb-2020 perpetuo 27-feb-2030 Eur 750.000.000 732
Intesa Sanpaolo 5,875% fisso pagabile
semestralmente
no 01-set-2020 perpetuo 01-set-2031 Eur 750.000.000 743
Intesa Sanpaolo 5,5% fisso pagabile
semestralmente
no 01-set-2020 perpetuo 01-mar-2028 Eur 750.000.000 746
Intesa Sanpaolo 6,375% fisso pagabile
semestralmente
no 30-mar-2022 perpetuo 30-set-2028 Eur 1.000.000.000 980
REYL & Cie SA 4,75% no 30-nov-2018 perpetuo 30-nov-2023 CHF 12.000.000 10
REYL & Cie SA 4,75% no 30-nov-2019 perpetuo 30-nov-2024 CHF 15.000.000 13
Totale 7.211

13.5 Strumenti di capitale: composizioni e variazioni annue

13.6 Altre informazioni

Ai sensi dell'art. 2433-bis, comma 4 del Codice Civile, Intesa Sanpaolo ha distribuito un acconto dividendi sull'esercizio 2022 per un importo complessivo di 1.399.608.167,99 euro92 , corrispondente ad un importo unitario di 7,38 centesimi di euro per ciascuna azione ordinaria. Il relativo pagamento è avvenuto il 23 novembre 2022 (con stacco cedola il 21 novembre e record date il 22 novembre).

92 Non ricomprende l'acconto dividendo sulle n. 23.922.835 azioni proprie detenute in portafoglio alla record date, pari ad euro 1.765.505,22.

SEZIONE 14 - PATRIMONIO DI PERTINENZA DI TERZI – VOCE 190

Per i dettagli relativi alla composizione del patrimonio di pertinenza di terzi si fa rimando alla sezione F "Parte B.1. Patrimonio consolidato: ripartizione per tipologia di impresa".

14.1 Dettaglio della voce 190 "patrimonio di pertinenza di terzi"

(milioni di euro)
Denominazioni
imprese
31.12.2022 31.12.2021
Partecipazioni in società consolidate con interessenze di terzi significative 158 276
1 Bank of Alexandria 126 174
2 Risanamento S.p.A. 26 53
3 Eurizon SLJ Capital Limited 3 -
4 Eurizon Capital Real Asset S.p.A. 3 -
5 Private Equity International S.A. - 32
6 Privredna Banka Zagreb DD - 17
Altre partecipazioni 8 15
TOTALE 166 291

14.2 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Non si segnalano strumenti di capitale di pertinenza di terzi.

ALTRE INFORMAZIONI

1. Impegni e garanzie finanziarie rilasciate – Escluse compagnie assicurative

(milioni di euro)
Valore nominale su impegni e garanzie finanziarie
rilasciate
31.12.2021
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisiti/e o
originati/e
1. Impegni a erogare fondi 216.615 22.288 908 4 239.815 234.827
a) Banche Centrali 1.146 48 - - 1.194 1.617
b) Amministrazioni pubbliche 9.371 2.374 100 - 11.845 11.485
c) Banche 31.750 497 11 - 32.258 35.157
d) Altre società finanziarie 14.447 5.798 12 - 20.257 22.012
e) Società non finanziarie 144.200 12.882 728 4 157.814 148.920
f) Famiglie 15.701 689 57 - 16.447 15.636
2. Garanzie finanziarie rilasciate 42.580 4.727 854 - 48.161 46.458
a) Banche Centrali - - - - - 1
b) Amministrazioni pubbliche 438 6 - - 444 493
c) Banche 3.434 124 - - 3.558 3.124
d) Altre società finanziarie 948 399 12 - 1.359 783
e) Società non finanziarie 37.264 4.171 835 - 42.270 41.509
f) Famiglie 496 27 7 - 530 548

Nella presente tabella - secondo le indicazioni della Circolare 262 - tra gli Impegni a erogare fondi figurano gli impegni che possono dar luogo a rischi di credito soggetti alle regole di determinazione della perdita attesa secondo quanto previsto dall'IFRS 9, inclusi i margini revocabili disponibili su linee di credito concesse alla clientela e alle banche (per un importo complessivo pari a 152.332 milioni nel 2022).

1.Bis Garanzie rilasciate e impegni – Compagnie assicurative

Al 31 dicembre 2022 tale fattispecie non è presente.

2. Altri impegni e altre garanzie rilasciateEscluse compagnie assicurative

Al 31 dicembre 2022 tale fattispecie non è presente.

3. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

(milioni di euro)
Portafogli 31.12.2022 31.12.2021
1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 2.058 9.266
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 10.006 25.308
3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 187.404 199.785
4. Attività materiali - -
di cui: attività materiali che costituiscono rimanenze - -

Si segnala che sono stati oggetto di elisione depositi infragruppo per 689 milioni costituiti a servizio dell'operatività in prestito titoli con soggetti esterni al Gruppo.

4. Composizione degli investimenti a fronte delle polizze unit-linked e index-linked

(milioni di euro)
Voci Prestazioni
connesse
con fondi di
investimento
e indici di mercato
Prestazioni
connesse
alla gestione dei
fondi pensione
31.12.2022
Attività in bilancio -26.843 -2.380 -29.223
Attività infragruppo -292 -16 -308
Totale Attività -27.135 -2.396 -29.531
Passività finanziarie in bilancio 44.695 - 44.695
Riserve tecniche in bilancio 1.586 7.004 8.590
Passività infragruppo 493 - 493
Totale Passività 46.774 7.004 53.778

5. Gestione e intermediazione per conto terzi

(milioni di euro)
Tipologia servizi 31.12.2022
1. Esecuzione di ordini per conto della clientela
a) Acquisti 395.714
1. regolati 395.714
2. non regolati -
b) Vendite 371.516
1. regolate 371.516
2. non regolate -
2. Gestioni di portafogli
a) individuali 73.591
b) collettive 161.776
3. Custodia e amministrazione di titoli
a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafoglio) 4.468
1. titoli emessi dalle società incluse nel consolidamento -
2. altri titoli 4.468
b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 544.770
1. titoli emessi dalle società incluse nel consolidamento 18.515
2. altri titoli 526.255
c) titoli di terzi depositati presso terzi 539.444
d) titoli di proprietà depositati presso terzi 181.698
4. Altre operazioni 694.276

Precisazione circa le clausole contrattuali dei debiti finanziari

In relazione al punto 3: "Principio IFRS 7 – Clausole contrattuali dei debiti finanziari", del Documento Banca d'Italia / Consob /Isvap n. 4 del marzo 2010, si precisa quanto segue:

  • nessuna Società del Gruppo Intesa Sanpaolo è incorsa nel mancato rispetto di clausole contrattuali previste in emissioni obbligazionarie, contratti di finanziamento a medio-lungo termine ricevuti da Organismi finanziari ed in altri contratti di debito, che abbiano comportato o possano comportare la decadenza del beneficio del termine;
  • le emissioni obbligazionarie, i finanziamenti a medio-lungo termine da Organismi Sovrannazionali ovvero altri contratti di debito delle Società del Gruppo Intesa Sanpaolo possono prevedere clausole di negative pledges e di covenants, di contenuto standard in base alle prassi normalmente in uso.

La natura degli impegni assunti, in linea con la prassi dei mercati, e le remote probabilità che gli eventi di default si verifichino, consentono di considerare tali clausole come non significative.

6. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

(milioni di euro)
Forme tecniche Ammontare
lordo delle
attività
finanziare
Ammontare
delle
passività
finanziarie
Ammontare
netto delle
attività
finanziarie
Ammontari correlati non
oggetto di
compensazione in
Bilancio
Ammontare
netto
Ammontare netto
(a)
compensato
riportato in
in bilancio
bilancio (c=a
(b)
b)
31.12.2022 31.12.2021
Strumenti
finanziari
(d)
Depositi di
contante
ricevuti in
garanzia (e)
(f=c-d-e)
1. Derivati -118.734 81.574 -37.160 -22.195 -13.851 -1.114 -1.091
2. Pronti contro termine -20.694 - -20.694 -19.539 -632 -523 -259
3. Prestito titoli - - - - - - -
4. Altre - - - - - - -
TOTALE
31.12.2022
-139.428 81.574 -57.854 -41.734 -14.483 -1.637 X
TOTALE
31.12.2021
-86.176 -41.082 -45.094 -41.726 -2.018 X -1.350

7. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

(milioni di euro)
Forme tecniche Ammontare
lordo delle
passività
finanziarie
Ammontare
delle attività
finanziarie
compensato
Ammontare
netto delle
passività
finanziarie
in bilancio
riportato in
(b)
bilancio (c=a-b)
Ammontari correlati non
oggetto di
compensazione in
bilancio
Ammontare
netto
31.12.2022
Ammontare
netto
31.12.2021
(a) Strumenti
finanziari
(d)
Depositi di
contante
posti a
garanzia (e)
(f=c-d-e)
1. Derivati 111.771 81.574 30.197 22.196 6.418 1.583 522
2. Pronti contro termine 15.981 - 15.981 15.643 - 338 82
3. Prestito titoli - - - - - - -
4. Altre - - - - - - -
TOTALE 31.12.2022 127.752 81.574 46.178 37.839 6.418 1.921 X
TOTALE 31.12.2021 84.693 41.082 43.611 31.209 11.798 X 604

Il principio IFRS 7, modificato nel corso del 2013, richiede di fornire specifica informativa circa gli strumenti finanziari che sono stati compensati nello Stato patrimoniale ai sensi dello IAS 32 o che sono potenzialmente compensabili, al ricorrere di determinate condizioni, ma vengono esposti nello Stato patrimoniale senza effettuare compensazioni in quanto regolati da "accordi quadro di compensazione o similari" che non rispettano tutti i criteri stabiliti dallo IAS 32 paragrafo 42.

Al riguardo, si segnala che il Gruppo Intesa Sanpaolo ha in essere accordi che soddisfano i requisiti previsti dallo IAS 32, paragrafo 42 per la compensazione in bilancio.

Per quanto riguarda gli strumenti potenzialmente compensabili, al ricorrere di taluni eventi, e da esporre nelle tabelle 6 e 7, si segnala che il Gruppo Intesa Sanpaolo utilizza accordi bilaterali di netting che consentono, nel caso di default della controparte, la compensazione delle posizioni creditorie e debitorie relative a derivati finanziari e creditizi, nonché delle operazioni di tipo SFT (Securities Financing Transactions). In particolare sono presenti accordi tipo ISDA (per operazioni in derivati), GMRA (per pronti contro termine) e GMSLA (per prestito titoli).

Con riferimento alle operazioni di prestito titoli, sempre nelle tabelle 6 e 7 occorre riportare esclusivamente le operazioni che prevedono il versamento di garanzia in denaro che rientra nella piena disponibilità del prestatore, in quanto si tratta dell'unica tipologia di operazioni che trova rappresentazione nello Stato patrimoniale. Il Gruppo Intesa Sanpaolo non ha in essere al 31 dicembre 2021 operazioni della specie.

Ai fini della compilazione delle tabelle e in linea con quanto previsto dall'IFRS 7 e dalle nuove disposizioni che regolano i l bilancio delle banche, si segnala che:

  • gli effetti della potenziale compensazione dei controvalori di bilancio delle attività e passività finanziarie sono indicati in corrispondenza della colonna (d) "Strumenti finanziari", unitamente al fair value delle garanzie reali finanziarie rappresentate da titoli;
  • gli effetti della potenziale compensazione dell'esposizione con le relative garanzie in contanti figurano in corrispondenza della colonna (e) "Depositi in contante ricevuti/dati in garanzie";
  • le operazioni di pronti contro termine sono rappresentate nelle tabelle secondo il criterio di valutazione del costo ammortizzato, mentre le relative garanzie reali finanziarie sono riportate al loro fair value;
  • le operazioni in derivati sono rappresentate al fair value.

Tali effetti sono computati per ogni singola controparte assistita da un accordo quadro di netting nei limiti dell'esposizione indicata nella colonna (c).

In base alle modalità di compilazione sopra descritte, gli accordi di netting tra gli strumenti finanziari e le relative garanzie consentono di ridurre in modo significativo l'esposizione creditoria/debitoria verso la controparte, come indicato in corrispondenza della colonna (f) "Ammontare netto". Tali effetti sono computati per ogni singola controparte assistita da un accordo quadro di netting nei limiti dell'esposizione indicata nella colonna (c).

In base alle modalità di compilazione sopra descritte, gli accordi di netting tra gli strumenti finanziari e le relative garanzie consentono di ridurre in modo significativo l'esposizione creditoria/debitoria verso la controparte, come indicato in corrispondenza della colonna (f) "Ammontare netto".

8. Operazioni di prestito titoli

Si segnala la presenza del servizio bancario accessorio di prestito titoli offerto prevalentemente da Intesa Sanpaolo Private Banking (ISPPB) alla clientela (persone fisiche, persone giuridiche ed enti commerciali). Il contratto comporta il trasferimento della proprietà di un certo quantitativo di titoli di una data specie con l'obbligo per ISPPB di restituirli, a fronte di un corrispettivo a titolo di remunerazione per la disponibilità degli stessi. L'operatività ha per oggetto titoli di Stato che ISPPB, a sua volta, trasferisce alla Capogruppo Intesa Sanpaolo per finalità non speculative.

Al 31 dicembre 2022, il collateral dell'operatività, riferito principalmente a ISPPB, è pari a 689 milioni.

9. Informativa sulle attività a controllo congiunto

Con riferimento all'informativa richiesta nel presente paragrafo, il gruppo Intesa Sanpaolo detiene Mooney Group S.p.A. quale entità rilevante a controllo congiunto. Per i dettagli relativi a tale entità si rimanda alla sezione 7 dell'attivo e al paragrafo "Gli eventi rilevanti" della Relazione sulla Gestione.

Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato

SEZIONE 1 – INTERESSI - VOCI 10 E 20

1.1. Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

(milioni di euro)
Voci/Forme tecniche Titoli di
debito
Finanziamenti Altre
operazioni
2022 2021
1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto
economico:
17 38 - 55 55
1.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione 9 2 - 11 8
1.2 Attività finanziarie designate al fair value - - - - -
1.3 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 8 36 - 44 47
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
860 52 X 912 652
3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: 829 10.967 X 11.796 9.386
3.1 Crediti verso banche 47 1.201 X 1.248 273
3.2 Crediti verso clientela 782 9.766 X 10.548 9.113
4. Derivati di copertura X X -584 -584 -1.134
5. Altre attività X X 251 251 34
6. Passività finanziarie X X X 802 1.480
Totale 1.706 11.057 -333 13.232 10.473
di cui: interessi attivi su attività finanziarie impaired 1 444 - 445 608
di cui: interessi attivi su leasing finanziario X 338 X 338 350

Gli interessi attivi includono anche quelli su titoli utilizzati in operazioni di pronti contro termine.

Gli interessi su attività finanziarie impaired includono anche gli interessi dovuti al trascorrere del tempo, pari a 161 milioni (c.d. time value) che nel 2021 erano risultati pari a 275 milioni.

Nella voce "Derivati di copertura" sono compresi i differenziali relativi ai derivati di copertura a correzione degli interessi attivi rilevati sugli strumenti finanziari coperti.

Nella voce "Passività finanziarie" sono inclusi gli interessi su operazioni di raccolta con tassi negativi. In tale ambito, sono stati rilevati interessi attivi su base complessiva su operazioni di finanziamento TLTRO per complessivi 615 milioni nell'esercizio 2022 e a 1.187 milioni nel 2021. L'importo rilevato nell'esercizio 2022 si riferisce agli interessi maturati sulle operazioni TLTRO III. Come meglio rappresentato nella Parte A Politiche Contabili della presente Nota Integrativa al paragrafo "Operazioni di finanziamento TLTRO III" gli interessi sono stati rilevati tenendo conto dell'avvenuto conseguimento dei benchmark previsti (riferiti in particolare alle consistenze in essere al 31 marzo 2021 e al 31 dicembre 2021), dell'evoluzione dei tassi di interesse ed infine delle ricalibrazioni alle condizioni applicabili ai finanziamenti TLTRO III comunicate in data 27 ottobre 2022 dal Consiglio direttivo della BCE.

Si evidenzia infine che nella voce "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato", sottovoce "Crediti verso banche", sono ricompresi gli interessi sui crediti a vista verso banche e banche centrali classificati nello Stato patrimoniale alla voce "Cassa e disponibilità liquide".

1.2. Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

1.2.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta

Al 31 dicembre 2022 il saldo del conto accoglie 3.659 milioni relativi ad attività finanziarie in valuta.

1.3 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

(milioni di euro)
Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre
operazioni
2022 2021
1. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 1.323 1.658 X 2.981 2.021
1.1 Debiti verso banche centrali 76 X X 76 16
1.2 Debiti verso banche 495 X X 495 164
1.3 Debiti verso clientela 752 X X 752 350
1.4 Titoli in circolazione X 1.658 X 1.658 1.491
2. Passività finanziarie di negoziazione 39 - - 39 80
3. Passività finanziarie designate al fair value 10 1 - 11 11
4. Altre passività e fondi X X 49 49 34
5. Derivati di copertura X X -61 -61 -435
6. Attività finanziarie X X X 528 769
Totale 1.372 1.659 -12 3.547 2.480
di cui: interessi passivi relativi ai debiti per leasing 22 X X 22 25

Nelle voci "Debiti verso banche" e "Debiti verso clientela" sono inclusi anche gli interessi su operazioni di pronti contro termine anche se effettuate a fronte di titoli iscritti nell'attivo. I derivati di copertura si riferiscono agli interessi su passività e ricomprendono i differenziali relativi ai derivati di copertura a correzione degli interessi passivi rilevati sugli strumenti finanziari coperti.

Nella voce "Attività finanziarie" sono inclusi gli interessi su operazioni di impiego con tassi negativi.

1.4. Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni

1.4.1 Interessi passivi su passività in valuta

Nel 2022 tra gli interessi passivi e oneri assimilati sono stati contabilizzati 1.612 milioni relativi a passività finanziarie in valuta.

1.5. Differenziali relativi alle operazioni di copertura

(milioni di euro)
Voci 2022 2021
A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura 3.626 2.570
B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura -4.149 -3.269
C. Saldo (A-B) -523 -699

SEZIONE 2 – COMMISSIONI - VOCI 40 E 50

2.1 Commissioni attive: composizione

Tipologia di servizi/Valori 2022 (milioni di euro)
2021
a) Strumenti finanziari 1.584 1.968
1. Collocamento titoli 511 886
1.1 Con assunzione a fermo e/o sulla base di un impegno irrevocabile 29 19
1.2 Senza impegno irrevocabile 482 867
2. Attività di ricezione e trasmissione di ordini e esecuzione di ordini per conto dei clienti 214 227
2.1 Ricezione e trasmissione di ordini di uno o più strumenti finanziari 107 119
2.2 Esecuzione di ordini per conto dei clienti 107 108
3. Altre commissioni connesse con attività legate a strumenti finanziari 859 855
di cui: negoziazione per conto proprio 2 3
di cui: gestione di portafogli individuali 857 852
b) Corporate Finance 9 22
1. Consulenza in materia di fusioni e acquisizioni 9 22
2. Servizi di tesoreria - -
3. Altre commissioni connesse con servizi di corporate finance - -
c) Attività di consulenza in materia di investimenti 238 221
d) Compensazione e regolamento - -
e) Gestione di portafogli collettive 2.180 2.608
f) Custodia e amministrazione 80 116
1. Banca depositaria 4 15
2. Altre commissioni legate all'attività di custodia e amministrazione 76 101
g) Servizi amministrativi centrali per gestioni di portafogli collettive - -
h) Attività fiduciaria 13 10
i) Servizi di pagamento 3.071 2.999
1. Conti correnti 1.410 1.471
2. Carte di credito 611 559
3. Carte di debito ed altre carte di pagamento 284 249
4. Bonifici e altri ordini di pagamento 389 314
5. Altre commissioni legate ai servizi di pagamento 377 406
j) Distribuzione di servizi di terzi 711 662
1. Gestioni di portafogli collettive 510 508
2. Prodotti assicurativi 109 78
3. Altri prodotti 92 76
di cui: gestioni di portafogli individuali 27 27
k) Finanza strutturata 24 24
l) Attività di servicing per operazioni di cartolarizzazione 1 -
m) Impegni a erogare fondi 15 18
n) Garanzie finanziarie rilasciate 473 403
di cui: derivati su crediti 2 2
o) Operazioni di finanziamento 922 878
di cui: per operazioni di factoring 84 85
p) Negoziazione di valute 16 21
q) Merci - -
r) Altre commissioni attive 1.948 2.137
di cui: per attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio - -
di cui: per attività di gestione di sistemi organizzati di negoziazione - -
Totale 11.285 12.087

La sottovoce "Altre commissioni attive" accoglie le commissioni incassate dalle Imprese di Assicurazione pari a 1.590 milioni.

Come richiesto dall'IFRS 15, paragrafo 116 b), si segnala che le commissioni includono i ricavi rilevati nel corso dell'esercizio inclusi nel saldo di apertura delle passività derivanti da contratti con clienti. In linea con il paragrafo 116 c) dell'IFRS 15, sono inclusi ricavi derivanti da "performance obligation" adempiute negli anni precedenti per un ammontare pari a 22 milioni.

2.2 Commissioni passive: composizione

(milioni di euro)
Tipologia di servizi/valori 2022 2021
a) Strumenti finanziari 306 278
di cui: negoziazione di strumenti finanziari 50 34
di cui: collocamento di strumenti finanziari 244 219
di cui: gestione di portafogli individuali 12 25
- Proprie 12 24
- Delegate a terzi - 1
b) Compensazione e regolamento 31 19
c) Gestione di portafogli collettive 46 54
- Proprie 11 14
- Delegate a terzi 35 40
d) Custodia e amministrazione 75 86
e) Servizi di incasso e pagamento 601 576
di cui: carte di credito, carte di debito e altre carte di pagamento 457 417
f) Attività di servicing per operazioni di cartolarizzazione - -
g) Impegni a ricevere fondi 1 1
h) Garanzie finanziarie ricevute 255 220
di cui: derivati su crediti 27 21
i) Offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi 925 919
j) Negoziazione di valute 7 4
k) Altre commissioni passive 461 566
Totale 2.708 2.723

Nella sottovoce "Altre commissioni passive" sono inclusi 228 milioni per collocamento prodotti assicurativi di investimento, 140 milioni per servizi bancari riferiti a filiali italiane, 60 milioni per servizi bancari riferiti a filiali estere e 33 milioni per altri servizi residuali.

Come richiesto dall'IFRS 15, paragrafo 116 b), si segnala che le commissioni includono i ricavi rilevati nel corso dell'esercizio inclusi nel saldo di apertura delle passività derivanti da contratti con clienti.

In linea con il paragrafo 116 c) dell'IFRS 15, sono inclusi ricavi derivanti da "performance obligation" adempiute negli anni precedenti per un ammontare pari a 6 milioni.

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SEZIONE 3 – DIVIDENDI E PROVENTI SIMILI - VOCE 70

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

(milioni di euro)
Voci/Proventi 2022 2021
Dividendi Proventi
simili
Dividendi Proventi
simili
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 39 - 27 -
B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 5 119 7 72
C. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 62 - 55 -
D. Partecipazioni - - - -
Totale 106 119 89 72

SEZIONE 4 – RISULTATO NETTO DELL'ATTIVITÀ DI NEGOZIAZIONE - VOCE 80

4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze Utili da
negoziazione
Minusvalenze Perdite da
negoziazione
Risultato
netto
1. Attività finanziarie di negoziazione 218 3.058 -711 -2.304 261
1.1 Titoli di debito 184 2.985 -662 -2.169 338
1.2 Titoli di capitale 31 66 -40 -121 -64
1.3 Quote di O.I.C.R. 3 4 -7 -13 -13
1.4 Finanziamenti - - -2 - -2
1.5 Altre - 3 - -1 2
2. Passività finanziarie di negoziazione 901 6 -7 -30 870
2.1 Titoli di debito - - - - -
2.2 Debiti 559 - -5 - 554
2.3 Altre 342 6 -2 -30 316
3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio X X X X -1.574
4. Strumenti derivati 123.315 43.492 -126.013 -41.929 294
4.1 Derivati finanziari: 122.227 40.888 -124.987 -39.269 288
- Su titoli di debito e tassi di interesse 120.294 29.263 -121.852 -29.172 -1.467
- Su titoli di capitale e indici azionari 1.037 6.230 -2.485 -4.488 294
- Su valute e oro X X X X 1.429
- Altri 896 5.395 -650 -5.609 32
4.2 Derivati su crediti 1.088 2.604 -1.026 -2.660 6
di cui: coperture naturali connesse con la fair value option X X X X -
Totale 124.434 46.556 -126.731 -44.263 -149

Gli utili e le perdite delle Attività finanziarie di negoziazione sono esposti per singola operazione di compravendita, conformemente alle modalità di rilevazione contabile in uso presso la Banca, e includono il risultato sia delle posizioni lunghe sia delle posizioni corte.

Nella colonna Risultato netto sono inclusi gli utili, perdite, plusvalenze e minusvalenze da operazioni su valute e da derivati su valute e oro.

Il risultato netto delle differenze di cambio su Attività e passività finanziarie, esposto nella sottovoce 3, trova correlazione nel risultato della sottovoce 4.1 riferito agli Strumenti derivati - Derivati finanziari su valute e oro, la quale accoglie tra l'altro i risultati delle relative coperture gestionali attivate dalla Banca sul rischio cambio attraverso derivati finanziari di negoziazione. Nello stesso modo, il risultato in Derivati finanziari su titoli di debito e tassi deve essere letto congiuntamente ai risultati rispettivamente delle Attività finanziarie di negoziazione in Titoli di debito e delle Passività finanziarie di negoziazione in Debiti (posizioni in scoperti tecnici sui titoli) trattandosi di operatività gestionalmente correlate tra loro.

Per quanto riguarda i prodotti finanziari strutturati ed i loro effetti sul conto economico, si rinvia per più dettagliate informazioni alla Parte E di questa Nota Integrativa – Informazioni sui rischi e politiche di copertura.

SEZIONE 5 – RISULTATO NETTO DELL'ATTIVITÀ DI COPERTURA - VOCE 90

5.1 Risultato netto dell'attività di copertura: composizione

(milioni di euro)
Componenti reddituali/Valori 2022 2021
A. Proventi relativi a:
A.1 Derivati di copertura del fair value 25.847 6.866
A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) 52 186
A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) 13.205 1.947
A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -
A.5 Attività e passività in valuta 10 -
Totale proventi dell'attività di copertura (A) 39.114 8.999
B. Oneri relativi a:
B.1 Derivati di copertura del fair value -13.798 -3.775
B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) -25.282 -5.091
B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) -1 -97
B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -
B.5 Attività e passività in valuta - -
Totale oneri dell'attività di copertura (B) -39.081 -8.963
C. Risultato netto dell'attività di copertura (A - B) 33 36
di cui: risultato delle coperture su posizioni nette - -

Il Gruppo si avvale della facoltà, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di "hedge accounting" (nella versione "carve-out" omologata dalla commissione europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro-coperture). Per questa ragione, nella tabella "5.1 risultato netto dell'attività di copertura: composizione", non è valorizzata la riga "di cui: risultato delle coperture su posizioni nette" prevista per i soggetti che applicano il principio contabile IFRS 9 anche per le coperture.

SEZIONE 6 – UTILI (PERDITE) DA CESSIONE/RIACQUISTO - VOCE 100

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

(milioni di euro)
Voci/Componenti reddituali 2022 2021
Utili Perdite Risultato Utili Perdite Risultato
netto netto
A. Attività finanziarie
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 439 -272 167 494 -293 201
1.1 Crediti verso banche 1 -9 -8 - - -
1.2 Crediti verso clientela 438 -263 175 494 -293 201
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva 357 -600 -243 693 -82 611
2.1 Titoli di debito 356 -588 -232 693 -82 611
2.2 Finanziamenti 1 -12 -11 - - -
Totale attività (A) 796 -872 -76 1.187 -375 812
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato
1. Debiti verso banche 1 -6 -5 1 -3 -2
2. Debiti verso clientela - - - 6 -3 3
3. Titoli in circolazione 47 -14 33 19 -74 -55
Totale passività (B) 48 -20 28 26 -80 -54

Il Risultato netto delle Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato della sottovoce 1.2 Crediti verso clientela, riconducibile prevalentemente a Capogruppo, attiene principalmente alla cessione sul mercato di titoli di debito governativi nonché di un portafoglio di crediti deteriorati ad un veicolo SPV costituito ai sensi della legge n. 130/99 con ottenimento della garanzia statale "GACS".

Il Risultato netto delle Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva della sottovoce 2.1, Titoli di debito anch'esso riconducibile prevalentemente a Capogruppo, attiene agli utili e perdite derivanti principalmente dalla cessione di titoli di debito governativi.

Gli utili e le perdite delle Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva rappresentate da titoli di debito sono esposti per singola operazione di compravendita.

SEZIONE 7 – RISULTATO NETTO DELLE ALTRE ATTIVITÀ E PASSIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE CON IMPATTO A CONTO ECONOMICO- VOCE 110

7.1 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle attività e delle passività finanziarie designate al fair value

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze Utili da
realizzo
Minusvalenze Perdite da
realizzo
Risultato
netto
1. Attività finanziarie - - - - -
1.1 Titoli di debito - - - - -
1.2 Finanziamenti - - - - -
2. Passività finanziarie 1.020 8 -1 -42 985
2.1 Titoli in circolazione 1.007 8 -1 -42 972
2.2 Debiti verso banche - - - - -
2.3 Debiti verso clientela 13 - - - 13
3. Attività e passività finanziarie in valuta: differenze di
cambio
X X X X -28
Totale 1.020 8 -1 -42 957

Nella voce 2.1 Passività finanziarie Titoli in circolazione, figura il risultato netto dei certificates che alla scadenza prevedono la restituzione parziale o integrale dei premi versati, ai sensi della Comunicazione della Banca d'Italia del 21 ottobre 2014 (certificates a capitale garantito o protetto), emessi successivamente al 1° gennaio 2020. Le Plusvalenze esposte in tabella si riferiscono alla valutazione al fair value di tali strumenti finanziari, determinato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del proprio merito creditizio rilevato nell'ambito del Prospetto della redditività complessiva (Patrimonio netto). Per quanto attiene alle modalità di determinazione del rischio di controparte (credit spread), si rinvia a quanto descritto nella Parte A della Nota integrativa consolidata nella sezione A.4 – Informativa sul fair value.

7.2 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze Utili da
realizzo
Minusvalenze Perdite da
realizzo
Risultato
netto
1. Attività finanziarie 204 38 -448 -30 -236
1.1 Titoli di debito 12 3 -104 -2 -91
1.2 Titoli di capitale 8 4 -40 -2 -30
1.3 Quote di O.I.C.R. 137 6 -95 -18 30
1.4 Finanziamenti 47 25 -209 -8 -145
2. Attività finanziarie in valuta: differenze di cambio X X X X 34
Totale 204 38 -448 -30 -202

SEZIONE 7 BIS – RISULTATO NETTO DELLE ATTIVITÀ' E PASSIVITA' FINANZIARIE DI PERTINENZA DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE AI SENSI DELLO IAS 39 - VOCE 115

Si riportano di seguito i dettagli delle voci IAS 39 incluse nella voce 115 di schema di Conto economico riferita alle imprese di assicurazione.

In relazione all'applicazione del Deferral Approach, negli schemi consolidati previsti dalla circolare 262 della Banca d'Ital ia, è stata infatti creata la "Voce 115 Risultato netto delle attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi dello IAS 39" che accoglie le componenti di cui al seguente schema:

(milioni di euro)
Composizione della voce Risultato netto delle attività e passività finanziarie
di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi dello IAS 39 - Voce 115
2022 2021
10. Interessi attivi e proventi assimilati 2.335 1.862
20. Interessi passivi e oneri assimilati -77 -75
70. Dividendi e proventi simili 503 383
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione -53 -69
90. Risultato netto dell'attività di copertura (*) - -
100. Utile / perdita da cessione o riacquisto di: -384 198
a) crediti - -
b) attività finanziarie disponibili per la vendita -384 198
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza - -
d) passività finanziarie - -
110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value -1.090 2.455
TOTALE Voce 115 1.234 4.754

(*) Non sono presenti coperture in hedge accounting

7.1 Bis. Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

(milioni di euro)
Voci/Forme tecniche Titoli di
debito
Finanziamenti Altre
operazioni
2022 2021
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 22 - - 22 16
2. Attività finanziarie valutate al fair value 1 - - 1 1
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2.298 - - 2.298 1.834
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - -
5. Crediti verso banche 1 1 - 2 3
6. Crediti verso clientela - - - - -
7. Derivati di copertura X X 12 12 8
8. Altre attività X X - - -
Totale 2.322 1 12 2.335 1.862

7.2 Bis. Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura I differenziali relativi alle operazioni di copertura ammontano a 12 milioni.

7.3 Bis. Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

7.3.1 Bis Interessi attivi su attività finanziarie in valuta Non si segnalano importi riferiti a società assicurative.

7.4.Bis. Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

(milioni di euro)
Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre
operazioni
2022 2021
1. Debiti verso banche centrali - X - - -
2. Debiti verso banche 5 X 21 26 27
3. Debiti verso clientela - X - - -
4. Titoli in circolazione X 51 - 51 48
5. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -
6. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - -
7. Altre passività e fondi X X - - -
8. Derivati di copertura X X - - -
Totale 5 51 21 77 75

7.5. Bis. Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

Non si segnalano importi riferiti a società assicurative.

7.6. Bis. Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni

7.6.1 Bis Interessi passivi su passività in valuta

Non si segnalano importi riferiti a società assicurative.

7.7 Bis. Dividendi e proventi simili - composizione

(milioni di euro)
Voci/Proventi 2022 2021
Dividendi Proventi da
quote di
O.I.C.R.
Dividendi Proventi da
quote di
O.I.C.R.
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - -
B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 78 362 93 237
C. Attività finanziarie valutate al fair value 63 - 53 -
D. Partecipazioni - X - X
Totale 141 362 146 237

7.8 Bis. Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze Utili da Minusvalenze Perdite da Risultato
negoziazione negoziazione netto
1. Attività finanziarie di negoziazione - - -153 -3 -156
1.1 Titoli di debito - - -136 -1 -137
1.2 Titoli di capitale - - - - -
1.3 Quote di O.I.C.R. - - -17 -2 -19
1.4 Finanziamenti - - - - -
1.5 Altre - - - - -
2. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -
2.1 Titoli di debito - - - - -
2.2 Debiti - - - - -
2.3 Altre - - - - -
3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio X X X X 3
4. Strumenti derivati 33 218 -17 -52 100
4.1 Derivati finanziari: 33 217 -17 -52 99
- Su titoli di debito e tassi di interesse - 156 - -9 147
- Su titoli di capitale e indici azionari 33 61 -17 -43 34
- Su valute e oro X X X X -82
- Altri - - - - -
4.2 Derivati su crediti - 1 - - 1
Totale 33 218 -170 -55 -53

7.9 Bis. Risultato netto dell'attività di copertura: composizione

Non si segnalano impatti a conto economico per attività di copertura riferite a società assicurative.

7.10 Bis. Utili (Perdite) da cessione / riacquisto: composizione

(milioni di euro)
Voci/Componenti reddituali 2022 2021
Utili Perdite Risultato netto Utili Perdite Risultato netto
Attività finanziarie
1. Crediti verso banche - - - - - -
2. Crediti verso clientela - - - - - -
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 297 -681 -384 300 -102 198
3.1 Titoli di debito 135 -598 -463 152 -17 135
3.2 Titoli di capitale 51 -32 19 45 -36 9
3.3 Quote di O.I.C.R. 108 -51 57 103 -49 54
3.4 Finanziamenti 3 - 3 - - -
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - -
Totale attività 297 -681 -384 300 -102 198
Passività finanziarie
1. Debiti verso banche - - - - - -
2. Debiti verso clientela - - - - - -
3. Titoli in circolazione - - - - - -
Totale passività - - - - - -
(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze Utili da
realizzo
Minusvalenze Perdite da
realizzo
Risultato
netto
1. Attività finanziarie 413 611 -10.686 -2.724 -12.386
1.1 Titoli di debito 6 106 -403 -157 -448
1.2 Titoli di capitale 147 184 -480 -309 -458
1.3 Quote di O.I.C.R. 231 314 -9.740 -2.250 -11.445
1.4 Finanziamenti 29 7 -63 -8 -35
2. Passività finanziarie 11.339 - -15 - 11.324
2.1 Titoli di debito - - - - -
2.2 Debiti verso banche 69 - - - 69
2.3 Debiti verso clientela 11.270 - -15 - 11.255
3. Attività e passività finanziarie in valuta:
differenze di cambio
X X X X -
4. Derivati creditizi e finanziari 49 83 -20 -140 -28
Totale 11.801 694 -10.721 -2.864 -1.090

7.11 Bis. Variazione netta di valore delle attività/passività finanziarie valutate al fair value: composizione

SEZIONE 8 – RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER RISCHIO DI CREDITO – VOCE 130

8.1 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti
reddituali
RETTIFICHE DI VALORE RIPRESE DI VALORE 2021
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo stadio Impaired acquisite
o originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
Impaired
acquisite
o
Write-off Altre Write-off Altre originate
A. Crediti verso banche -18 -32 - -1 - - 28 14 1 - -8 30
- Finanziamenti -15 -30 - -1 - - 25 14 1 - -6 31
- Titoli di debito -3 -2 - - - - 3 - - - -2 -1
B. Crediti verso clientela -565 -2.111 -79 -2.870 -10 -48 540 1.249 1.278 45 -2.571 -2.843
- Finanziamenti -549 -2.090 -79 -2.865 -10 -48 525 1.236 1.272 45 -2.563 -2.858
- Titoli di debito -16 -21 - -5 - - 15 13 6 - -8 15
Totale -583 -2.143 -79 -2.871 -10 -48 568 1.263 1.279 45 -2.579 -2.813

8.1a Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a finanziamenti valutati al costo ammortizzato oggetto di misure di sostegno COVID-19: composizione

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali
Rettifiche di valore nette
2021
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo stadio Impaired acquisite o
originate
Write-off Altre Write-off Altre
1. Finanziamenti oggetto di concessione conforme con
le GL
- - - - - - - -
2. Finanziamenti oggetto di misure di moratoria in
essere non più conformi alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
- -2 - -7 - - -9 11
3. Finanziamenti oggetto di altre misure di concessione - -17 - -10 - - -27 -163
4. Nuovi finanziamenti -12 -11 - -128 - - -151 -93
Totale
2022
-12 -30 - -145 - - -187 -
Totale
2021
-1 -124 - -120 - - -245

Le rettifiche di valore su posizioni oggetto di misure di concessione sono prevalentemente determinate dall'applicazione delle metodologie valutative conseguenti al COVID-19, delineate nella Parte A - Sezione 5 - Altri Aspetti della presente Nota integrativa e descritte più in dettaglio nella Parte E - Sezione 2 – 1.1 Rischio di credito della Nota integrativa consolidata.

Nella riga 1. "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" sono riportate le informazioni relative alle attività finanziarie oggetto di moratoria che rientrano nell'ambito di applicazione delle "Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID-19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/02) e successive modifiche e integrazioni.

Nella riga 2. Finanziamenti "oggetto di misure di moratoria in essere non più conformi alle GL e non valutate come oggetto di concessione" sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di moratoria in essere, valutati come conformi alle EBA/GL/2020/02 alla data di concessione della misura e non più conformi alla data di riferimento del bilancio, che non sono stati classificati come "esposizioni oggetto di concessione" (come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza) a seguito della valutazione effettuata al verificarsi dell'evento che ha generato la non conformità alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga 3. "Finanziamenti oggetto di altre misure di concessione" sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 che soddisfano le condizioni di "esposizione oggetto di concessione" come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza e che non sono incluse nella categoria "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" dalla data di concessione della misura oppure dalla data in cui non sono più conformi alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga 4. "Nuovi finanziamenti" sono riportate le informazioni relative alle esposizioni a cui è stata concessa nuova liquidità con il supporto di garanzie pubbliche e conseguentemente le rettifiche di valore beneficiano di tali garanzie.

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti
reddituali
RETTIFICHE DI VALORE RIPRESE DI VALORE 2022 2021
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo stadio Impaired acquisite
o originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
Write-off Altre Write-off Altre originate
A. Titoli di debito -13 -21 - - - - 15 - - - -19 -31
B. Finanziamenti -13 -15 - - - - 1 1 - - -26 1
- Verso clientela -13 -15 - - - - 1 1 - - -26 1
- Verso banche - - - - - - - - - - - -
Totale -26 -36 - - - - 16 1 - - -45 -30

8.2 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione

8.2a Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a finanziamenti valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva oggetto di misure di sostegno COVID-19: composizione La fattispecie non è presente.

SEZIONE 8 BIS – RETTIFICHE / RIPRESE DI VALORE NETTE DI PERTINENZA DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE AI SENSI DELLO IAS 39 – VOCE 135

8.1 Bis. Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione Non si segnalano importi riferiti a società assicurative.

8.2 Bis. Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali RETTIFICHE DI VALORE RIPRESE DI VALORE 2022 2021
Specifiche
cancellazione
altre Specifiche
da interessi
altre riprese
A. Titoli di debito - -41 - 11 -30 -
B. Titoli di capitale - -123 X X -123 -25
C. Quote di O.IC.R. - -7 - - -7 -1
D. Finanziamenti a banche - - - - - -
E. Finanziamenti a clientela - - - - - -
F. Totale - -171 - 11 -160 -26

8.3 Bis. Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione Non si segnalano importi riferiti a società assicurative.

8.4 Bis. Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione Non si segnalano importi riferiti a società assicurative.

SEZIONE 9 – UTILI/PERDITE DA MODIFICHE CONTRATTUALI SENZA CANCELLAZIONI – VOCE 140

9.1 Utili (perdite) da modifiche contrattuali: composizione

Nell'ambito degli utili (perdite) da modifiche contrattuali senza cancellazioni sono state rilevate perdite per 5 milioni.

SEZIONE 10 – PREMI NETTI - VOCE 160

10.1 Premi netti: composizione

(milioni di euro)
Premi derivanti dall'attività assicurativa Lavoro diretto Lavoro indiretto 2022 2021
A. Ramo Vita
A.1 Premi lordi contabilizzati (+) 9.075 - 9.075 9.446
A.2 Premi ceduti in riassicurazione (-) -4 X -4 -4
A.3 Totale 9.071 - 9.071 9.442
B. Ramo Danni
B.1 Premi lordi contabilizzati (+) 1.436 - 1.436 1.342
B.2 Premi ceduti in riassicurazione (-) -172 X -172 -216
B.3 Variazione dell'importo lordo della riserva premi (+/-) 13 - 13 -18
B.4 Variazione della riserva premi a carico dei riassicuratori (+/-) 10 - 10 7
B.5 Totale 1.287 - 1.287 1.115
C. Totale premi netti 10.358 - 10.358 10.557

SEZIONE 11 – SALDO ALTRI PROVENTI E ONERI DELLA GESTIONE ASSICURATIVA - VOCE 170

11.1 Saldo altri proventi e oneri della gestione assicurativa: composizione

Voci 2022 (milioni di euro)
2021
1. Variazione netta delle riserve tecniche 923 -1.355
2. Sinistri di competenza dell'esercizio -10.224 -10.259
3. Altri proventi e oneri della gestione assicurativa -97 -1.911
Totale -9.398 -13.525

11.2 Composizione della sottovoce "Variazione netta delle riserve tecniche"

(milioni di euro)
Variazione netta delle riserve tecniche 2022 2021
1. Ramo vita
A. Riserve matematiche 1.612 3.979
A.1 Importo lordo annuo 1.619 3.983
A.2 (-) Quote a carico dei riassicuratori -7 -4
B. Altre riserve tecniche -1.603 -3.459
B.1 Importo lordo annuo -1.603 -3.459
B.2 (-) Quote a carico dei riassicuratori - -
C. Riserve tecniche allorchè il rischio dell'investimento è sopportato dagli assicurati 914 -1.874
C.1 Importo lordo annuo 914 -1.874
C.2 (-) Quote a carico dei riassicuratori - -
Totale "riserve ramo vita" 923 -1.354
2. Ramo danni
Variazioni altre riserve tecniche del ramo danni diverse dalla riserva sinistri al netto delle
cessioni in riassicurazione
- -1

Nota integrativa consolidata – Parte C – Informazioni sul conto economico

11.3 Composizione della sottovoce "Sinistri di competenza dell'esercizio"

(milioni di euro)
Oneri per sinistri 2022 2021
RAMO VITA: ONERI RELATIVI AI SINISTRI, AL NETTO DELLE CESSIONI IN RIASSICURAZIONE
A. Importi pagati -9.658 -10.077
A.1 Importo lordo annuo -9.663 -10.082
A.2 (-) Quote a carico dei riassicuratori 5 5
B. Variazione della riserva per somme da pagare 36 501
B.1 Importo lordo annuo 36 501
B.2 (-) Quote a carico dei riassicuratori - -
Totale sinistri ramo vita -9.622 -9.576
RAMO DANNI: ONERI RELATIVI AI SINISTRI, AL NETTO DEI RECUPERI E DELLE CESSIONI IN
RIASSICURAZIONE
C. Importi pagati -641 -592
C.1 Importo lordo annuo -780 -778
C.2 (-) Quote a carico dei riassicuratori 139 186
D. Variazione dei recuperi al netto delle quote a carico dei riassicuratori 2 1
E. Variazioni della riserva sinistri 37 -92
E.1 Importo lordo annuo 81 -127
E.2 (-) Quote a carico dei riassicuratori -44 35
Totale sinistri ramo danni -602 -683

11.4 Composizione della sottovoce "Altri proventi ed oneri della gestione assicurativa"

(milioni di euro)
2022 2021
Altri proventi 1.653 215
Ramo vita 1.604 180
Ramo danni 49 35
Altri oneri -1.750 -2.126
Ramo vita -1.639 -2.018
Ramo danni -111 -108

SEZIONE 12 – SPESE AMMINISTRATIVE - VOCE 190

12.1 Spese per il personale: composizione

(milioni di euro)
Tipologia di spese 2022 2021
1) Personale dipendente
6.760 7.152
a) salari e stipendi 4.836 4.741
b) oneri sociali 1.201 1.218
c) indennità di fine rapporto 35 41
d) spese previdenziali 6 4
e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale 18 7
f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: 16 12
- a contribuzione definita - -
- a benefici definiti 16 12
g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: 362 368
- a contribuzione definita 360 366
- a benefici definiti 2 2
h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 146 220
i) altri benefici a favore dei dipendenti 140 541
2) Altro personale in attività 16 16
3) Amministratori e sindaci 17 19
4) Personale collocato a riposo - -
Totale 6.793 7.187

Si precisa che la sottovoce 3 "Amministratori e Sindaci" include i compensi corrisposti ai componenti del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, ai membri dei Consigli di Amministrazione e dei Collegi Sindacali delle diverse società del Gruppo.

12.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

2022 2021
Personale dipendente 90.003 92.657
a) dirigenti 1.775 1.831
b) quadri direttivi 34.836 35.971
c) restante personale dipendente 53.392 54.855
Altro personale 85 108
TOTALE 90.088 92.765

L'organico medio 2022 (per la cui determinazione i part time vengono conteggiati come da prassi in misura pari a 0,5 unità lavorative) risulta ridotto rispetto al 2021 per effetto delle cessazioni ex accordi intervenute nel corso dei 2 anni e parzialmente per effetto delle cessioni di ramo d'azienda avvenute nei primi mesi del 2021.

12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi

(milioni di euro)
2022 2021
TFR Piani
interni
Piani
esterni
TFR Piani
interni
Piani
esterni
Costo previdenziale relativo alle prestazioni di lavoro -14 -3 -10 -7 -4 -12
Interessi passivi -4 -13 -17 - -16 -3
Interessi attivi - 3 14 - 2 3
Rimborso da terzi - - - - - -
Costo previdenziale relativo alle prestazioni di lavoro passate - - -1 - - 4
Riduzione del fondo X - - X - -
Estinzione del fondo X - - X - -

Nella presente tabella sono illustrate le componenti economiche relative al "Fondo di Trattamento di fine rapporto" – voce 90 del passivo dello Stato patrimoniale e ai "Fondi per rischi ed oneri - quiescenza ed obblighi simili" - voce 100b del passivo dello Stato patrimoniale.

12.4 Altri benefici a favore di dipendenti

Il saldo della voce nell'esercizio 2022 ammonta a 140 milioni. L'importo attiene essenzialmente a contributi per assistenza malattia, contributo mensa inclusi i buoni pasto, nonché agli adeguamenti delle passività a fronte degli accordi di incentivazione all'esodo del personale sottoscritto con le OO.SS. e dei premi di anzianità, determinati principalmente dalla crescita, nell'esercizio, della curva dei tassi di sconto adottata per l'attualizzazione.

12.5 Altre spese amministrative: composizione

(milioni di euro)
Tipologia di spesa/valori 2022 2021
Spese di manutenzione servizi informatici e apparecchiature elettroniche 799 821
Spese telefoniche, teletrasmissioni e trasmissione dati 66 75
Spese per servizi informatici 865 896
Canoni passivi per locazione immobili e spese condominiali 42 42
Spese di vigilanza 46 48
Spese per pulizia locali 50 56
Spese per manutenzione immobili, mobili e impianti 77 84
Spese energetiche 90 110
Spese diverse immobiliari 11 15
Spese di gestione immobili 316 355
Spese per stampati, cancelleria, materiali di consumo e pubblicazioni 27 36
Spese per trasporti ed altri servizi collegati (incluso conta valori) 76 75
Spese per visure ed informazioni 242 227
Spese postali e telegrafiche 54 58
Spese generali di funzionamento 399 396
Spese per consulenze professionali 157 165
Spese legali e giudiziarie 136 157
Premi di assicurazione banche e clientela 57 62
Spese legali e professionali 350 384
Spese pubblicitarie e promozionali 173 154
Servizi resi da terzi 437 496
Costi indiretti del personale 121 51
Altre spese 218 225
Contributi a fondi di risoluzione e schemi di garanzia dei depositi 793 739
Imposte indirette e tasse 1.147 1.170
Recuperi imposte e tasse -4 -5
Recuperi spese diverse -29 -36
Totale 4.786 4.825

Con riferimento alla sottovoce Canoni passivi per locazione immobili e spese condominiali, l'importo è relativo ai contratti con durata complessiva inferiore o uguale ai 12 mesi e ai contratti con valore del bene sottostante, quando nuovo, inferiore o uguale a 5.000 euro ("low value"). In questi casi, come consentito dall'IFRS 16, i canoni relativi a tali contratti di leasing sono rilevati come costo con un criterio a quote costanti per la durata del contratto.

Si segnala che al 31 dicembre 2022 le spese sostenute dal Gruppo Intesa Sanpaolo per interventi correlati allo scenario pandemico si attestavano a circa 19,7 milioni (37 milioni al 31 dicembre 2021).

SEZIONE 13 – ACCANTONAMENTI NETTI AI FONDI PER RISCHI E ONERI - VOCE 200

13.1 Accantonamenti netti per rischio di credito relativi a impegni ad erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: composizione

Accantonamenti Riattribuzioni (milioni di euro)
Accantonamenti netti
Stage1 -133 103 -30
Stage2 -182 119 -63
Stage3 -205 89 -116
Totale -520 311 -209

13.2 Accantonamenti netti relativi ad altri impegni e altre garanzie rilasciate: composizione

Per quanto riguarda gli accantonamenti netti relativi ad altri impegni e altre garanzie rilasciate, non si rilevano importi al 31 dicembre 2022.

13.3 Accantonamenti netti agli altri fondi per rischi e oneri: composizione

Accantonamenti Riattribuzioni (milioni di euro)
Accantonamenti netti
Accantonamenti netti ai fondi oneri per controversie legali e fiscali -180 87 -93
Accantonamenti netti ai fondi oneri diversi per il personale - - -
Accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri diversi -325 278 -47
Totale -505 365 -140

La voce "accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri", il cui saldo è negativo per 140 milioni, accoglie gli stanziamenti dell'esercizio a fronte di controversie legali e fiscali, nonché altri rischi ed oneri, al netto delle riattribuzioni.

In particolare, nella sottovoce "Accantonamenti netti ai fondi oneri per controversie legali e fiscali" figurano gli stanziamenti per cause passive, incluse le revocatorie fallimentari e altri contenziosi, al netto dei rilasci dell'esercizio.

SEZIONE 14 – RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE SU ATTIVITÀ MATERIALI - VOCE 210

14.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

(milioni di euro)
Attività/Componenti reddituali Ammortamento Rettifiche di valore
per deterioramento
Riprese di valore Risultato netto
A. Attività materiali
A.1 Ad uso funzionale -675 -7 - -682
- Di proprietà -368 -6 - -374
- Diritti d'uso acquisiti con il leasing -307 -1 - -308
A.2 Detenute a scopo di investimento - -1 - -1
- Di proprietà - -1 - -1
- Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - -
A.3 Rimanenze X -18 1 -17
B. Attività possedute per la vendita X - - -
Totale -675 -26 1 -700

SEZIONE 15 – RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE SU ATTIVITÀ IMMATERIALI - VOCE 220

(milioni di euro)
Attività/Componenti reddituali Ammortamento Rettifiche di valore
per deterioramento
Riprese di valore Risultato netto
A. Attività immateriali
di cui: software -776 -20 - -796
A.1 Di proprietà -964 -20 - -984
- Generate internamente dall'azienda -684 -8 - -692
- Altre -280 -12 - -292
A.2 Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - -
B. Attività possedute per la vendita X - - -
Totale -964 -20 - -984

15.1 Rettifiche di valore nette di attività immateriali: composizione

Per la descrizione delle modalità di effettuazione degli impairment test sui valori intangibili e delle relative rettifiche di valore iscritte a conto economico si rimanda a quanto esposto nella "Parte B – Sezione 10 – attività immateriali" della presente Nota Integrativa.

SEZIONE 16 – ALTRI ONERI E PROVENTI DI GESTIONE - VOCE 230

16.1 Altri oneri di gestione: composizione

(milioni di euro)
Tipologia di spesa/Valori
Altri oneri per operazioni di credito al consumo e leasing 29
Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi 34
Altri oneri 373
Totale
2022
436
Totale
2021
503

La sottovoce "Altri oneri" è relativa per 53 milioni al risultato negativo su oro e metalli preziosi.

16.2 Altri proventi di gestione: composizione

(milioni di euro)
Componenti reddituali/Valori
Recupero di spese 930
Attività di credito al consumo e leasing 42
Fitti attivi ed altri proventi da gestione immobiliare 34
Recuperi per servizi resi a terzi 23
Altri proventi 341
Totale
2022
1.370
Totale
2021
1.483

La sottovoce "Altri proventi" è relativa per 58 milioni al risultato positivo su oro e metalli preziosi.

Come richiesto dal paragrafo 116 c) dell'IFRS 15, si specifica che sono inclusi ricavi derivanti da performance obligation adempiute negli anni precedenti per un ammontare pari a 17 milioni.

SEZIONE 17 – UTILI (PERDITE) DELLE PARTECIPAZIONI - VOCE 250

17.1 Utili (Perdite) delle partecipazioni: composizione

(milioni di euro)
Componenti reddituali/Settori 2022 2021
1) Imprese a controllo congiunto
A. Proventi 3 12
1. Rivalutazioni 3 12
2. Utili da cessione - -
3. Riprese di valore - -
4. Altri proventi - -
B. Oneri -37 -3
1. Svalutazioni -29 -3
2. Rettifiche di valore da deterioramento -8 -
3. Perdite da cessione - -
4. Altri oneri - -
Risultato netto -34 9
2) Imprese sottoposte a influenza notevole
A. Proventi 350 229
1. Rivalutazioni 140 164
2. Utili da cessione 197 65
3. Riprese di valore 13 -
4. Altri proventi - -
B. Oneri -84 -100
1. Svalutazioni -40 -58
2. Rettifiche di valore da deterioramento -44 -39
3. Perdite da cessione - -3
4. Altri oneri - -
Risultato netto 266 129
Totale 232 138

Per le imprese sottoposte a controllo congiunto e sottoposte ad influenza notevole sono inclusi, nella riga "Rivalutazioni", i proventi derivanti dalla valutazione al patrimonio netto e, nella riga "Svalutazioni", gli oneri derivanti dalla valutazione al patrimonio netto delle partecipazioni stesse.

SEZIONE 18 – RISULTATO NETTO DELLA VALUTAZIONE AL FAIR VALUE DELLE ATTIVITÀ MATERIALI E IMMATERIALI - VOCE 260

18.1 Risultato netto della valutazione al fair value (o al valore rivalutato) o al valore di presumibile realizzo delle attività materiali e immateriali: composizione

(milioni di euro)
Attività/Componenti reddituale Rivalutazioni Svalutazioni Differenze cambio Risultato
Positive Negative netto
A. Attività materiali 6 -52 - - -46
A.1 Ad uso funzionale: - -10 - - -10
- Di proprietà - -9 - - -9
- Diritti d'uso acquisiti con il leasing - -1 - - -1
A.2 Detenute a scopo di investimento: 6 -42 - - -36
- Di proprietà 6 -42 - - -36
- Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - -
A.3 Rimanenze - - - - -
B. Attività immateriali - - - - -
B.1 Di proprietà: - - - - -
B.1.1 Generate internamente dall'azienda - - - - -
B.1.2 Altre - - - - -
B.2 Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - -
Totale 6 -52 - - -46

SEZIONE 19 – RETTIFICHE DI VALORE DELL'AVVIAMENTO - VOCE 270

19.1 Rettifiche di valore dell'avviamento: composizione

I risultati delle verifiche di recuperabilità degli avviamenti iscritti in bilancio non hanno determinato rettifiche di valore per l'anno 2022. Si rinvia a quanto illustrato nella parte A - Politiche contabili per l'approfondimento delle modalità di determinazione delle perdite di valore dell'avviamento.

Per la descrizione delle modalità di effettuazione degli impairment test sugli avviamenti si rimanda a quanto esposto nella "Parte B – Sezione 10 – Attività immateriali" della presente Nota Integrativa.

SEZIONE 20 – UTILI (PERDITE) DA CESSIONE DI INVESTIMENTI - VOCE 280

20.1 Utili (Perdite) da cessione di investimenti: composizione

(milioni di euro)
Componente reddituale/Valori 2022 2021
A. Immobili 4 4
- Utili da cessione 9 8
- Perdite da cessione -5 -4
B. Altre attività (a) 12 285
- Utili da cessione 18 297
- Perdite da cessione -6 -12
Risultato netto 16 289

(a) Inclusi utili e perdite da cessione di società controllate.

Non si segnalano eventi di rilievo per l'anno 2022. L'utile da cessione di cui alla sottovoce B. Altre attività per l'anno 2021 era principalmente riconducibile alle plusvalenze rilevate per 194 milioni dalla cessione da parte di Fideuram Bank Luxembourg a State Street del ramo d'azienda relativo alle attività di banca depositaria e per 97 milioni dalla cessione a Nexi del ramo acquiring ex UBI.

SEZIONE 21 – IMPOSTE SUL REDDITO DELL'ESERCIZIO DELL'OPERATIVITÀ CORRENTE - VOCE 300

21.1 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente: composizione

(milioni di euro)
Componenti reddituali/Settori 2022 2021
1. Imposte correnti (-) -1.190 -888
2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 15 24
3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) 81 110
3. bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla Legge n. 214/2011 (+) 851 1.254
4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) -1.136 -2.143
5. Variazione delle imposte differite (+/-) -251 505
6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3bis+/-4+/-5) -1.630 -1.138

La riduzione delle imposte correnti dell'esercizio, valorizzata per 851 milioni, evidenzia, così come richiesto dalla Lettera "Roneata" di Banca d'Italia del 7 agosto 2012, la trasformazione in crediti verso l'Erario delle imposte differite attive di cui alla Legge n. 214/2011 per effetto della perdita fiscale di Intesa Sanpaolo in relazione all'esercizio 2021. Tale effetto è interamente compensato dal corrispondente decremento della voce Variazione delle imposte anticipate con conseguente impatto nullo sul Conto economico.

21.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

(milioni di euro)
2022 2021
Utile (perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte
Utile (perdita) delle attività operative cessate al lordo delle imposte
6.007
-
5.181
-
Utile imponibile teorico 6.007 5.181
Imposte
(a)
Incidenza % su
utile imponibile
teorico
Imposte sul reddito - onere fiscale teorico (b) 1.986 33,1
Variazioni in aumento delle imposte 358 6,0
Altri costi indeducibili 299 5,0
Altre 59 1,0
Variazioni in diminuzione delle imposte -714 -11,9
Effetti della participation exemption -68 -1,1
Effetti delle minori aliquote società estere -291 -4,9
Altre -355 -5,9
Totale variazioni delle imposte -356 -5,9
Onere fiscale effettivo di bilancio 1.630 27,2
di cui: - onere (provento) fiscale effettivo sull'operatività corrente 1.630 27,2
- onere (provento) fiscale effettivo sulle attività operative
cessate
- -

(a) L'onere fiscale è indicato con segno positivo e il provento fiscale con segno negativo.

(b) Comprende l'aliquota IRES ordinaria 24%, l'addizionale IRES 3,5% e l'aliquota media ponderata IRAP 5,56%.

SEZIONE 22 – UTILE (PERDITA) DELLE ATTIVITÀ OPERATIVE CESSATE AL NETTO DELLE IMPOSTE - VOCE 320

22.1 Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte: composizione

Al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2021 non si sono rilevati utili (perdite) delle attività operative cessate al netto delle imposte.

22.2 Dettaglio delle imposte sul reddito relative alle attività operative cessate

Al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2021 non si sono rilevate imposte sul reddito relative alle attività operative cessate.

SEZIONE 23 – UTILE (PERDITA) D'ESERCIZIO DI PERTINENZA DI TERZI - VOCE 340

23.1 Dettaglio della voce 340 "Utile (perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi"

(milioni di euro)
Denominazioni imprese 31.12.2022 31.12.2021
Partecipazioni consolidate con interessenze di terzi significative
1 Bank of Alexandria S.A.E. -26 -24
2 Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A. -24 166
3 Intesa Sanpaolo Rent for You S.p.A. -2 -3
4 Eurizon SLJ Capital Limited -1 -2
5 Eurizon Capital SGR S.p.A. - -8
6 Privredna Banka Zagreb d.d. - -2
7 Private Equity International S.A. - -1
8 Vseobecna Uverova Banka a.s. - -1
9 Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval S.A. - 4
10 Reyl & CIE S.A. 1 -
11 Asteria Investment Managers S.A. 1 -
12 Risanamento S.p.A. 28 13
TOTALE
-23
142

SEZIONE 24 – ALTRE INFORMAZIONI

Non si segnalano ulteriori informazioni oltre a quelle già fornite nelle precedenti sezioni.

SEZIONE 25 – UTILE PER AZIONE

Utile per azione

Azioni ordinarie
31.12.2022 31.12.2021
Media ponderata azioni (numero) 19.315.541.610 19.377.549.407
Risultato attribuibile alle diverse categorie di azioni (milioni di euro) 4.354 4.185
Utile base per azione (basic EPS) (euro) 0,23 0,22
Utile diluito per azione (diluted EPS) (euro) 0,23 0,22

25.1 Numero medio delle azioni ordinarie a capitale diluito

Per ulteriori informazioni su questa sezione, si rimanda a quanto esposto nella Relazione sull'andamento della gestione ai capitoli "L'azionariato" e "L'andamento del titolo".

25.2 Altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni.

Parte D – Redditività consolidata complessiva

10.
Utile (Perdita) d'esercizio
4.377
4.043
Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico
240
23
20.
Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva:
-123
-38
a) variazione di fair value
-546
-43
b) trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto
423
5
Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del proprio merito
30.
creditizio):
32
26
a) variazione del fair value
32
26
b) trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto
-
-
40.
Coperture di titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva:
-
-
a) variazione di fair value (strumento coperto)
-
-
b) variazione di fair value (strumento di copertura)
-
-
50.
Attività materiali
140
27
60.
Attività immateriali
-
-
70.
Piani a benefici definiti
236
2
80
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
-
-
90.
Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto
-
-
100.
Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico
-45
6
Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico
-2.721
-543
110.
Copertura di investimenti esteri:
-10
-
a) variazioni di fair value
-
-
b) rigiro a conto economico
-
-
c) altre variazioni
-10
-
120.
Differenze di cambio:
-219
111
a) variazione di valore
-
-
b) rigiro a conto economico
-
-
c) altre variazioni
-219
111
130.
Copertura dei flussi finanziari:
348
192
a) variazioni di fair value
710
405
b) rigiro a conto economico
-155
-213
c) altre variazioni
-207
-
di cui: risultato delle posizioni nette
-
-
140.
Strumenti di copertura (elementi non designati):
-
-
a) variazione di valore
-
-
b) rigiro a conto economico
-
-
c) altre variazioni
-
-
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva di pertinenza delle
145.
imprese di assicurazione
-1.839
-504
a) variazione di valore
-1.817
-1.046
b) rigiro a conto economico
-20
-77
c) altre variazioni
-2
619
Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla redditività
150.
complessiva:
-2.107
-786
a) variazioni di fair value
-2.400
-171
b) rigiro a conto economico
296
-579
- rettifiche per rischio di credito
44
16
- utili/perdite da realizzo
252
-595
c) altre variazioni
-3
-36
160.
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:
-
-
a) variazioni di fair value
-
-
b) rigiro a conto economico
-
-
c) altre variazioni
-
-
170.
Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto:
-14
43
a) variazioni di fair value
-10
-1
b) rigiro a conto economico
-
-
- rettifiche da deterioramento
-
-
- utili/perdite da realizzo
-
-
c) altre variazioni
-4
44
180.
Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali con rigiro a conto economico
1.120
401
190.
Totale altre componenti reddituali
-2.481
-520
200.
Redditività complessiva (Voce 10+190)
1.896
3.523
210.
Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi
-53
-135
220.
Redditività consolidata complessiva di pertinenza della capogruppo
1.949
3.658
Prospetto analitico della redditività consolidata complessiva
2022
2021

Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

PREMESSA

Nella presente Parte E l'informativa qualitativa e quantitativa è esposta secondo l'ordine stabilito dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia, che disciplina in modo puntuale – oltre che la forma delle esposizioni tabellari – anche la sequenza dei diversi argomenti, ad eccezione della sezione relativa ai rischi di mercato in relazione all'applicazione dei modelli interni.

Nella redazione della presente Parte, in particolare dell'informativa sul rischio di credito, si è tenuto conto anche delle prescrizioni della comunicazione della Banca d'Italia del 21 dicembre 2021 che ha integrato le disposizioni della Circolare n. 262 per quanto riguarda la disclosure degli impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia. A completamento dell'informativa qualitativa e quantitativa esposta nella presente Parte E, in linea con quanto previsto dalla citata comunicazione del 21 dicembre di Banca d'Italia, si vedano anche le informazioni qualitative pubblicate in Parte A – Politiche contabili del presente Bilancio consolidato (Sezione Altri aspetti) e quelle quantitative circa i finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 e le relative rettifiche di valore nette per rischio di credito (pubblicate, rispettivamente, in Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale – Attivo e in Parte C – Informazioni sul Conto economico del presente Bilancio consolidato).

Inoltre – a complemento dell'informativa sulle azioni di presidio e sulle principali tematiche contabili connesse al rischio Russia-Ucraina contenuta nel capitolo introduttivo della Relazione sull'andamento della gestione – nella presente Parte E, in ambito rischio di credito, viene fornita un'illustrazione di dettaglio delle esposizioni verso Russia e Ucraina unitamente ad una disamina dei connessi aspetti valutativi, in particolare per quanto riguarda le scelte operate ai fini del calcolo delle ECL sulle esposizioni cross border. Sempre con riferimento agli aspetti di rischio correlati a Russia e Ucraina, nella Parte A della presente Nota integrativa sono riportate, per le tematiche maggiormente impattate dagli eventi bellici, le informative del Gruppo in risposta alle raccomandazioni dei Regulator.

Specifiche evidenze in merito ai limitati impatti, ove presenti, connessi al COVID-19 ed al conflitto fra Russia e Ucraina sono presentate, per gli aspetti di pertinenza, anche con riferimento alle altre principali tipologie di rischio.

Principi di base

Il Gruppo Intesa Sanpaolo attribuisce una forte rilevanza alla gestione e al controllo dei rischi, quali condizioni per garantire un'affidabile e sostenibile generazione di valore in un contesto di rischio controllato.

La strategia di risk management punta ad una visione completa e coerente dei rischi, considerando sia lo scenario macroeconomico sia il profilo di rischio del Gruppo, stimolando la crescita della cultura del rischio e rafforzando una trasparente e accurata rappresentazione della rischiosità dei portafogli del Gruppo.

Le strategie di assunzione dei rischi sono riassunte nel Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo, approvato dal Consiglio di Amministrazione. Il RAF viene definito per garantire che le attività di assunzione del rischio rimangano in linea con le aspettative degli azionisti, tenendo conto della posizione di rischio in cui si trova il Gruppo e della congiuntura economica. Il framework definisce sia i principi generali di massima propensione al rischio sia i presidi del profilo di rischio complessivo e dei principali rischi specifici.

I principi generali che guidano la strategia di assunzione di rischio del Gruppo sono sintetizzabili nei seguenti punti:

  • Intesa Sanpaolo è un conglomerato finanziario bancario focalizzato su un modello di business commerciale, dove l'attività retail domestica rimane la forza strutturale del Gruppo e include non solo prodotti bancari e servizi di investimento tradizionali ma anche soluzioni assicurative e di wealth management specificamente concepite per i clienti del Gruppo;
  • l'obiettivo del Gruppo non è quello di eliminare i rischi, ma di comprenderli e gestirli in modo da garantire un adeguato ritorno a fronte dei rischi presi e di assicurare solidità e continuità aziendale nel lungo periodo;
  • Intesa Sanpaolo ha un profilo di rischio contenuto dove adeguatezza patrimoniale, stabilità degli utili, solida posizione di liquidità e una forte reputazione rappresentano i cardini per preservare la propria redditività corrente e prospettica;
  • Intesa Sanpaolo ambisce ad un livello di patrimonializzazione in linea con i principali peer europei;
  • Intesa Sanpaolo intende mantenere un forte presidio sui rischi derivanti dalla propria attività;
  • il Gruppo è particolarmente impegnato nel rafforzamento continuo della propria cultura del rischio quale strumento fondamentale per promuovere una consapevole assunzione di rischi e assicurare che eventuali prese di rischio che eccedono il proprio risk appetite siano rilevate, valutate, comunicate nelle sedi opportune e gestite in maniera tempestiva;
  • per garantire la sostenibilità del proprio modello operativo nel lungo periodo, il Gruppo attribuisce grande enfasi al monitoraggio e al controllo dei rischi non finanziari, del rischio modello, dei rischi reputazionali e di quelli Environmental Social and Governance (ESG) e di Climate Change. Con specifico riferimento a questi ultimi Intesa Sanpaolo riconosce la rilevanza strategica dei fattori ESG e l'urgenza di limitare il cambiamento climatico e si impegna a includere questi aspetti nei processi decisionali strategici e a integrarli pienamente nel suo framework di gestione dei rischi con l'obiettivo di mantenere un profilo di rischio contenuto. Ciò implica monitorare come i rischi ESG e quelli connessi al cambiamento climatico si riflettano sui rischi attuali (rischio di credito, operativo, reputazionale, mercato e di liquidità) e includere elevati standard etici e ambientali nei processi interni, nei prodotti e nei servizi offerti ai clienti oltre che nella selezione di controparti e fornitori.

I principi generali sono applicabili sia a livello di Gruppo sia a livello di business unit o società. In caso di crescita verso l'esterno, tali principi generali saranno applicati considerando le specifiche caratteristiche del mercato e del contesto competitivo in cui avviene la crescita.

Il Risk Appetite Framework rappresenta quindi la cornice complessiva entro cui è prevista la gestione dei rischi assunti dal Gruppo con la definizione dei principi generali di propensione al rischio e la conseguente articolazione del presidio:

  • del profilo di rischio complessivo;
  • dei principali rischi specifici del Gruppo.

Il presidio del profilo di rischio complessivo discende dalla definizione dei principi generali e si articola in una struttura di limiti per assicurare che il Gruppo, anche in condizioni di stress severo, rispetti dei livelli minimi di solvibilità, liquidità, resolvability capacity e redditività, e contenga entro limiti adeguati anche i rischi non finanziari, il rischio modello, nonché i rischi reputazionali, ESG e di Climate Change.

In particolare, il presidio del rischio complessivo intende mantenere adeguati livelli di:

  • patrimonializzazione, anche in condizioni di stress macroeconomico severo, con riferimento sia al Pillar 1 sia al Pillar 2, monitorando il Common Equity Ratio, il Total Capital Ratio, il Leverage Ratio e la Risk Bearing Capacity;
  • liquidità, tale da fronteggiare periodi di tensione, anche prolungati, sui diversi mercati di approvvigionamento del funding, con riferimento sia alla situazione di breve termine sia a quella strutturale monitorando i limiti interni di Liquidity Coverage Ratio, Net Stable Funding Ratio, Loan/Deposit ratio, Asset Encumbrance e Survival Period in scenario avverso;
  • stabilità degli utili, monitorando l'utile netto adjusted e i costi operativi adjusted su ricavi, che rappresentano le principali cause potenziali di instabilità degli stessi;
  • resolvability capacity al fine di essere in grado di assorbire eventuali perdite e di ricostituire la posizione patrimoniale del Gruppo, continuando a svolgere le proprie funzioni economiche critiche durante e dopo un'eventuale crisi;
  • rischi non finanziari, al fine di minimizzare il potenziale impatto di eventi negativi che compromettano la stabilità economica del Gruppo;
  • rischio modello, con l'obiettivo di limitare gli impatti finanziari e reputazionali derivanti dal proprio portafoglio modelli;
  • rischi reputazionali, ESG e Climate Change, attraverso la gestione attiva della propria immagine e degli aspetti connessi ai fattori ESG, compreso il cambiamento climatico, cercando di prevenire e contenere eventuali effetti negativi sulla propria reputazione.

In conformità con quanto previsto dalle linee guida EBA (EBA/GL/2021/11) in termini di "Minimum list of quantitative and qualitative recovery plan indicators", il Gruppo include anche indicatori di qualità dell'attivo, mercato e macroeconomici, al fine di garantire coerenza con il proprio Recovery Plan.

Il presidio dei rischi specifici è realizzato con la definizione di limiti ad hoc e azioni di mitigazione da porre in essere al fine di limitare l'impatto sul Gruppo di scenari futuri particolarmente severi. Tali limiti e azioni riguardano i rischi tipici dell'attività del Gruppo quali i rischi di credito, mercato e tasso, oltre che le concentrazioni di rischio più significative quali, ad esempio, su singole controparti, sul rischio sovrano e sul settore pubblico, nonché altre tipologie di operatività ritenute meritevoli di particolare attenzione da parte degli Organi Societari (es: operatività esposta a valuation risk, esposizione verso soggetti collegati93).

Nell'ambito del presidio dei rischi specifici, il Credit Risk Appetite Framework (CRA), uno specifico RAF per il rischio di credito, identifica aree di crescita per i crediti e aree da tenere sotto controllo, utilizzando un approccio basato sui rating e su altri indicatori statistici predittivi, allo scopo di orientare la crescita degli impieghi ottimizzando la gestione dei rischi.

I limiti di CRA sono approvati nell'ambito del RAF e vengono sottoposti a costante monitoraggio da parte delle strutture preposte dell'Area Chief Risk Officer.

I limiti definiti nell'ambito del RAF si distinguono in due categorie, Hard Limit e Soft Limit, che differiscono per il processo di escalation innescato da una loro eventuale violazione. In particolare, con riferimento ai limiti di Gruppo, la cui governance è dettagliatamente disciplinata nelle Linee Guida del Risk Appetite Framework di Gruppo, la responsabilità di approvare il piano di rientro è attribuita:

  • al Consiglio di Amministrazione per gli Hard Limit, tipicamente utilizzati con riferimento alle principali metriche poste a presidio del rischio complessivo (es. Common Equity Tier 1 ratio, Liquidity Coverage ratio);
  • al Consigliere Delegato e CEO per i Soft Limit, definiti sulle metriche poste a presidio dei principali rischi specifici (es. concentrazione single name, concentrazione verso il settore pubblico Italia).

Oltre ai limiti propriamente detti possono essere definite delle soglie di Early Warning, al superamento delle quali si prevede una tempestiva discussione nell'ambito del Comitato manageriale competente94 .

La definizione del Risk Appetite Framework è un processo articolato guidato dal Chief Risk Officer, che prevede una stretta interazione con il Chief Financial Officer ed i Responsabili delle varie Divisioni, si sviluppa in coerenza con i processi di ICAAP, ILAAP, Recovery Plan, Capital Plan e Liquidity Plan e rappresenta la cornice di rischio all'interno della quale vengono

93 Per quanto concerne i "Soggetti Collegati" si fa riferimento al "Regolamento di Gruppo per la gestione delle operazioni con parti correlate di Intesa Sanpaolo S.p.A. e soggetti collegati del Gruppo", che fissa le regole sui rapporti con soggetti che presentano elementi speciali di "prossimità" ai centri decisionali della Banca e del Gruppo bancario, qualificati come Soggetti Collegati, in adempimento delle disposizioni in materia emanate dalla Banca d'Italia e coerenti con i dettami CONSOB. In tale contesto si prevede che almeno una volta all'anno, nell'ambito del Risk Appetite Framework, vengano proposti al Consiglio di Amministrazione, previo coinvolgimento delle strutture di Capogruppo interessate, appositi massimali di esposizione di gruppo. Tali massimali, definiti in coerenza con i limiti applicabili, sono ripartiti in sub-limiti di esposizione tra le strutture di Capogruppo interessate e ciascuna società del Gruppo, tenendo conto delle componenti creditizie, partecipative e finanziarie di mercato.

94 Il Comitato manageriale competente varia a seconda delle metriche RAF considerate:

per le metriche di adeguatezza patrimoniale, rischio di credito, stabilità degli utili, asset quality, ESG & climate change la competenza è del Comitato di Direzione;

per le metriche di liquidità e relative a rischi finanziari, comprese quelle market-based e macroeconomiche e quelle riferite al rischio assicurativo, la competenza è del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo;

per le metriche relative ai rischi non finanziari e ai rischi reputazionali, la competenza è del Comitato Coordinamento Controlli e Rischi Non Finanziari di Gruppo.

sviluppati il Budget ed il Piano Industriale. In questo modo si garantisce coerenza tra la strategia e la politica di assunzione dei rischi e il processo di Pianificazione e di Budget.

Nell'ambito del processo di aggiornamento annuale del RAF è possibile individuare alcune fasi principali:

  • definizione del perimetro dei rischi RAF: l'attività di identificazione dei rischi viene svolta all'interno del Gruppo in modo continuativo al fine di mantenere un costante allineamento con il mutevole contesto interno ed esterno e di garantire l'adeguatezza dei presidi e dei vincoli posti in essere a salvaguardia della continuità aziendale nel lungo periodo, e viene formalizzata all'interno del processo di Risk identification del Gruppo. Il perimetro dei rischi RAF viene quindi definito a partire da tale processo ponendo particolare attenzione all'evoluzione dei rischi per i quali si ritiene necessario definire specifici limiti e/o azioni di risk strategy;
  • formulazione della proposta di limiti: in linea di principio i limiti RAF sono definiti secondo un approccio prudenziale. I criteri adottati per la loro determinazione differiscono, tuttavia, a seconda che si tratti di limiti relativi al presidio del rischio complessivo di Gruppo o al presidio dei Principali Rischi specifici di Gruppo;
  • raccordo tra RAF, Piano di Impresa, Budget: la coerenza tra RAF e Piano di Impresa/Budget viene ricercata in tutte le fasi dei relativi iter di predisposizione attraverso un percorso di condivisione e confronto reciproco che si protrae per diversi mesi, impegnando non solo le strutture dell'Area di Governo Chief Risk Officer e dell'Area di Governo Chief Financial Officer bensì anche le Divisioni/Strutture di Business;
  • approvazione del RAF: coerentemente con quanto previsto dalla normativa in materia, il Consiglio di Amministrazione definisce e approva gli obiettivi di rischio, la soglia di tolleranza (ove identificata) e le politiche di governo dei rischi.

Il RAF è aggiornato con cadenza annuale in vista della predisposizione del Budget annuale e/o del Piano di Impresa. In corso d'anno, al verificarsi di avvenimenti di rilievo, quali variazioni eccezionali del contesto di mercato in cui il Gruppo opera, evoluzioni significative della configurazione del Gruppo stesso e/o del suo approccio strategico o su diretta indicazione del Consiglio di Amministrazione, anche per il tramite del Comitato Rischi e Sostenibilità, l'Area di Governo Chief Risk Officer valuta il persistere dell'adeguatezza del framework RAF e, se del caso, propone revisioni anche parziali del RAF stesso.

La definizione del Risk Appetite Framework e i conseguenti limiti operativi sui principali rischi specifici, l'utilizzo di strumenti di misurazione del rischio nell'ambito dei processi gestionali del credito e di controllo dei rischi operativi, l'impiego di misure di capitale a rischio per la rendicontazione delle performance aziendali e la valutazione dell'adeguatezza del capitale interno del Gruppo rappresentano i passaggi fondamentali della declinazione operativa della strategia di rischio, definita dal Consiglio d'Amministrazione, lungo tutta la catena decisionale del Gruppo, fino alla singola unità operativa e al singolo desk. Il Gruppo articola quindi tali principi generali in politiche, limiti e criteri applicati alle diverse categorie di rischio ed aree d'affari, in un quadro strutturato di limiti e procedure di governo e di controllo.

Nell'ambito di una corretta valutazione dei rischi e della realizzazione di un adeguato sistema di presidi e controlli per la loro mitigazione, il Chief Risk Officer, con il supporto del Chief Compliance Officer laddove previsto, effettua un risk assessment preventivo delle Operazioni di Maggior Rilievo ("OMR") – intese quali operazioni di particolare rilevanza, di tipo proprietario o con singoli clienti o controparti, potenzialmente in grado di determinare un impatto significativo sul profilo di rischio complessivo e/o sui rischi specifici del Gruppo come definiti nel Risk Appetite Framework ("RAF") - al fine di assicurare l'assunzione di un livello di rischiosità accettabile per il Gruppo e coerente con il RAF stesso. Il modello di governo delle OMR prevede, altresì, che il Chief Risk Officer effettui un reporting semestrale avente ad oggetto le attività svolte agli Organi Societari, in particolare al Consiglio di Amministrazione, al Comitato Rischi e Sostenibilità, al Comitato per il Controllo sulla Gestione e al Comitato di Direzione.

La valutazione dei profili di adeguatezza patrimoniale e di liquidità del Gruppo viene effettuata annualmente con l'ICAAP e con l'ILAAP, che rappresentano i processi di autovalutazione secondo regole interne al Gruppo, le cui risultanze sono poi oggetto di discussione e analisi anche da parte del Supervisore.

Relativamente all'ICAAP, in ottemperanza ai dettami BCE, il processo di autovalutazione di adeguatezza patrimoniale incorpora due prospettive complementari, entrambe analizzate sia in ottica di consuntivazione, sia in ottica prospettica, in uno scenario di base e in uno scenario avverso:

  • prospettiva regolamentare, nella quale si dà rappresentazione, in entrambi gli scenari, delle metriche regolamentari sui rischi di primo pilastro, con un orizzonte temporale di medio termine pluriannuale;
  • prospettiva economica gestionale, nella quale si dà rappresentazione delle misure e metriche gestionali che coprono tutti i rischi, inclusi quelli di secondo pilastro, con un orizzonte temporale pluriennale per lo scenario di base e con un orizzonte temporale di almeno due anni nello scenario avverso.

Il perimetro di analisi comprende anche il comparto assicurativo al fine di cogliere al meglio le peculiarità del modello di business del Gruppo (conglomerato finanziario).

La riconciliazione quantitativa tra requisiti regolamentari e stime gestionali di adeguatezza patrimoniale viene riportata in un documento dedicato annesso all'ICAAP nel quale sono evidenziate le differenze di perimetro e di definizione dei rischi considerati nei due ambiti, nonché le differenze, ove apprezzabili, tra quanto considerato nelle due viste in termini di principali parametri (ad esempio intervallo di confidenza e periodo di detenzione) e di assunzioni (quali ad esempio quelle relative alla diversificazione degli effetti).

L'ILAAP è il processo interno di autovalutazione dell'adeguatezza della posizione di liquidità di breve termine e strutturale del Gruppo, parimenti basato su due pilastri complementari, la prospettiva economica e la prospettiva normativa, finalizzate a supportare una chiara valutazione dei rischi di liquidità aziendali nonché il suo governo efficace, basato su una strategia di gestione ben ponderata in tutti i suoi aspetti con la definizione di un adeguato sistema di limiti all'assunzione dei rischi.

Il Gruppo redige inoltre un piano di Recovery secondo le indicazioni degli organismi di vigilanza. Il Recovery Plan è disciplinato dalle direttive europee "Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD" - 2014/59/UE, recepita in Italia il 16 novembre 2015 con D.Lgs. n.180 e n.181, e "Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD II" - Direttiva (UE) 2019/879, recepita in Italia con D.Lgs. 8 novembre 2021 n.193, in vigore dal 1° dicembre 2021 e stabilisce le modalità e le misure con cui intervenire per ripristinare la sostenibilità economica a lungo termine di un'istituzione in caso di grave deterioramento della propria situazione finanziaria.

Nell'annuale processo di redazione del Recovery Plan, l'Area di Governo Chief Risk Officer provvede ad identificare gli scenari di stress in grado di evidenziare le principali vulnerabilità del Gruppo e del suo modello di business (es. rilevante esposizione verso il mercato domestico) nonché a misurarne il potenziale impatto sul profilo di rischio del Gruppo.

Per il 2022, in coerenza con quanto previsto dalla normativa vigente, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha sviluppato quattro scenari di stress, di cui due basati anche sulle potenziali ripercussioni economiche e finanziarie derivanti dal protrarsi della crisi causata dal conflitto Russia-Ucraina.

A seguito della pubblicazione dell'"European Banking Authority's Final Report on Recommendation on the coverage of entities in a group recovery plan" (EBA/Rec/2017/02), datato 1° novembre 2017, Intesa Sanpaolo ha adottato specifici criteri per la classificazione delle società del Gruppo tra:

  • Group relevant;
  • Locally relevant;
  • Not relevant.

L'applicazione di tali criteri al perimetro di Gruppo ha comportato la classificazione tra le Group relevant entities della Capogruppo nonché di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, VUB Group, Banka Intesa Sanpaolo d.d., Intesa Sanpaolo Bank Ireland, Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg, CIB Group, PBZ Group, Banca Intesa Beograd e Intesa Sanpaolo Romania. Le restanti società sono rientrate nella categoria not relevant entities. La sopra descritta ripartizione risulta coerente con il perimetro coperto dal Recovery Plan del 2021.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo assicura piena coerenza del modello di business e del sistema dei controlli interni con il Piano di Impresa e il Budget, il RAF, il Recovery Plan, l'ICAAP e l'ILAAP, come illustrato nel seguente schema.

Stress Test

Gli esercizi di stress rappresentano uno strumento fondamentale di risk management che consente alle banche di adottare una prospettiva forward-looking nelle proprie attività di risk management, pianificazione strategica e capital planning. L'attività di stress testing quale elemento fondamentale dei processi decisionali aziendali è opportunamente formalizzata e deve disporre di un'idonea infrastruttura dati.

La conduzione degli esercizi di stress test si compone di tre fasi fondamentali:

  • − selezione e approvazione degli scenari;
  • − esecuzione delle attività di stress test;
  • − approvazione dei risultati.

Intesa Sanpaolo distingue le seguenti tipologie di esercizio di stress test:

  • − esercizio multirischio, basato sull'analisi di scenario, consente di valutare in ottica forward-looking gli impatti simultanei sul Gruppo di molteplici fattori di rischio, tenendo conto anche delle interrelazioni fra gli stessi ed eventualmente della capacità di reazione del Top Management. Questo tipo di esercizio, che richiede la full revaluation degli impatti, è utilizzato anche nell'ambito dei processi Risk Appetite Framework (RAF), Internal Capital Adequacy Assessment Process (ICAAP) / Internal Liquidity Adequacy Assessment Process (ILAAP) e Recovery Plan;
  • − esercizio multirischio regolamentare, disposto e coordinato dal Supervisor/Regulator che ne definisce le ipotesi generali e gli scenari, richiede la full revaluation degli impatti;
  • − esercizio situazionale, disposto dal Top Management o dal supervisor/regulator al fine di valutare in ottica forwardlooking l'impatto di eventi particolari (relativi al contesto geo-politico, finanziario, economico, competitivo, ecc.). Il suo perimetro può variare da caso a caso;
  • − esercizio monorischio o specifico, finalizzato a valutare l'impatto prodotto da scenari (o da uno o più specifici fattori) su aree di rischio specifiche;
  • − esercizio monorischio o specifico regolamentare, disposto e coordinato dal Supervisor/Regulator che ne definisce le ipotesi generali e gli scenari con l'obiettivo di valutarne l'impatto su aree di rischio specifiche.

Con specifico riferimento agli esercizi multirischio regolamentari, si rammenta che nel corso del 2022 il Gruppo Intesa Sanpaolo ha partecipato al 2022 SSM Climate Risk Stress Test condotto da BCE. Si è trattato di un learning exercise, sia per le banche che per le Autorità di Vigilanza, volto a valutare le vulnerabilità, le best practice di settore e le sfide che le banche dovranno affrontare in relazione alla gestione del rischio connesso ai cambiamenti climatici. I risultati dell'esercizio sono stati pubblicati da BCE in forma aggregata l'8 luglio 202295 .

Nel corso del 2023 il Gruppo Intesa Sanpaolo parteciperà al 2023 EBA EU-wide Stress Test condotto dall'Autorità Bancaria Europea (EBA), in collaborazione con la Banca d'Italia, la Banca Centrale Europea (BCE) e il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (CERS). I risultati dell'esercizio saranno pubblicati dall'EBA entro la fine del mese di luglio. Come per i precedenti esercizi non è prevista alcuna soglia minima di capitale da rispettare e i risultati saranno utilizzati come input nel processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP).

Cultura del rischio

La Cultura del Rischio è oggetto di crescente attenzione, in quanto strumento essenziale per promuovere la solidità come valore irrinunciabile, in un contesto economico in rapida evoluzione. Essa ha un duplice volto, in quanto espressione dei princìpi che guidano il Gruppo (top-down), da un lato, e dei valori e delle attitudini delle persone dall'altro (bottom-up). L'equilibrio tra questi due elementi è stato obiettivo fondante delle attività di Risk Culture del 2022, volte a rafforzare la cooperazione, la consapevolezza e la responsabilità nei confronti del rischio, allo scopo di promuovere un'impostazione di lavoro orientata all'innovazione, alla sostenibilità etica, allo sviluppo personale e professionale e alla ricerca di soluzioni proattive. Particolare attenzione è stata riservata alla diffusione dei principi guida, anche attraverso l'aggiornamento sistematico ed accurato della documentazione di riferimento sul rischio (per esempio: Tableau de Bord dei rischi, ICAAP, Risk Appetite Framework) e del set informativo funzionale all'esercizio delle attività operative. Inoltre, nel corso del 2022, sono state promosse numerose iniziative, tra cui:

  • − alcuni workshop/webinar su tematiche innovative e ad alto impatto potenziale sul profilo di rischio della Banca (ad esempio infodemia, il ruolo della neurobiologia nelle scelte economiche ed altri aspetti delle neuroscienze, le nuove frontiere della cybersecurity, in particolare cyber-frodi e cyber-war, i principali megatrend e i rischi emergenti);
  • − la conclusione del Risk Culture Assessment, avviato nel 2021 completando il perimetro di indagine (Divisioni IMI C&IB, Private, Asset Management, Insurance e International Subsidiary Banks), con lo scopo di analizzare il profilo di Cultura del Rischio di Gruppo. L'Assessment è avvenuto attraverso un questionario che valuta le percezioni e i giudizi relativi a una pluralità di dimensioni, tra cui: (i) grado e diffusione della responsabilità, (ii) ruolo delle considerazioni di rischio nei processi di decision making, (iii) tempestività di risposta alle difficoltà, (iv) qualità dei processi di reporting e comunicazione, (v) orientamento alla cooperazione, (vi) apertura al confronto e alla messa in discussione dello status quo, (vii) qualità delle expertise e propensione a valorizzare i talenti e l'esperienza, (viii) aderenza alle regole ed ai principi guida. I risultati sono stati raffrontati con quanto emerso dal medesimo questionario erogato ad un campione di peer internazionali, oltre che con le evidenze dello stesso condotto in Azienda nel biennio 2016-2017. Ai colleghi sono state proposte anche alcune domande, assenti nella scorsa edizione e nel questionario erogato ai peer, con l'obiettivo di indagare la percezione sui rischi emergenti, in particolare a fronte del conflitto russo-ucraino, del contesto pandemico e delle nuove modalità di lavoro, e sulle tematiche ESG e Diversity & Inclusion. I risultati 2021-2022 mostrano dei miglioramenti rispetto all'edizione precedente (2016-17), raggiungendo anche un buon punteggio rispetto ai peer;
  • − l'iniziativa Risk Culture Ambassador, in continuità con gli anni precedenti, ha previsto il distacco temporaneo di risorse in capo all'Area Chief Risk Officer, ricevendo altrettante risorse dalle strutture destinatarie delle Direzioni Centrali e Divisioni.

95 Per maggiori informazioni si rinvia al documento "2022 climate risk stress test"

https://www.bankingsupervision.europa.eu/ecb/pub/pdf/ssm.climate_stress_test_report.20220708~2e3cc0999f.en.pdf

Organizzazione del governo dei rischi

Le politiche relative all'assunzione e i processi di gestione dei rischi ai quali il Gruppo è o potrebbe essere esposto sono approvati dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, in qualità di Capogruppo, con il supporto del Comitato Rischi e Sostenibilità. Il Comitato per il Controllo sulla Gestione, organo con funzioni di controllo, vigila sull'adeguatezza, efficienza, funzionalità e affidabilità del processo di gestione dei rischi e del Risk Appetite Framework.

Il Consigliere Delegato e CEO esercita il potere di proposta di adozione delle delibere che riguardano il sistema dei rischi e cura l'esecuzione di tutte le delibere del Consiglio di Amministrazione, con particolare riguardo all'attuazione degli indirizzi strategici, del RAF e delle politiche di governo dei rischi.

Gli Organi societari beneficiano anche dell'azione di alcuni Comitati manageriali in tema di presidio dei rischi. Tali Comitati operano nel rispetto delle responsabilità primarie degli Organi sul sistema dei controlli interni e delle prerogative delle funzioni aziendali di controllo ed in particolare della funzione di controllo dei rischi. In particolare:

  • il Comitato di Direzione, presieduto dal Consigliere Delegato e CEO, è un organismo di Gruppo con ruolo deliberativo, consultivo e informativo, che, nell'ambito della Sessione Analisi Rischi di Gruppo, mira ad assicurare il presidio e la gestione dei rischi e la salvaguardia del valore aziendale a livello di Gruppo, ivi compreso il sistema dei controlli interni, in attuazione degli indirizzi strategici e delle politiche di gestione definite dal Consiglio di Amministrazione. Tra i diversi compiti, si segnala l'esame della proposta di RAF del Gruppo, propedeutica e funzionale all'approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, l'analisi del package ICAAP e ILAAP di Gruppo e del Tableau de Bord dei rischi.
  • − il Comitato Rischi Finanziari di Gruppo è un organismo tecnico con ruolo deliberativo, informativo e consultivo, focalizzato sia sui rischi relativi al business bancario (tra i quali rischio di mercato, rischi finanziari di banking book, rischio di liquidità) sia su quelli assicurativi ramo vita e danni (esposizione dei risultati all'andamento delle variabili di mercato e delle variabili tecniche). Le funzioni di tale Comitato sono articolate in tre sessioni:
    • o la Sessione Analisi e Valutazione dei Rischi, presieduta dal Chief Risk Officer, cui compete, tra l'altro, la responsabilità di valutare, in via preventiva all'approvazione del Consiglio di Amministrazione, le linee guida di assunzione e misurazione dei rischi finanziari e del rischio di liquidità di Gruppo e, in ottica di coerenza con il RAF, le proposte di limiti operativi per l'operatività finanziaria riferita al rischio di tasso di interesse del banking book, al trading book e valuation risk, definendone, nell'ambito delle deleghe ricevute, l'articolazione sulle principali unità del Gruppo; analizza periodicamente il profilo di rischio finanziario complessivo e l'esposizione al rischio di liquidità e di tasso del Gruppo e delle singole banche e società del Gruppo, verificando gli eventuali sconfinamenti dei limiti e monitorando le procedure di rientro approvate;
    • o la Sessione Indirizzi Gestionali e Scelte Operative (ALCO), presieduta dal Chief Financial Officer, fornisce alle Società del Gruppo gli indirizzi operativi in attuazione degli indirizzi strategici e delle politiche di gestione del rischio definite dal Consiglio di Amministrazione, relative alla gestione del banking book, ai rischi di liquidità, tasso e cambio;
    • o la Sessione ALCO Allargata, presieduta dal Chief Risk Officer, che analizza l'andamento di impieghi e raccolta, in termini correnti e prospettici, unitamente alla dinamica attesa delle attività ponderate per il rischio (Risk Weghted Assets - RWA) e delle attività finanziarie (titoli di debito e finanziamenti) valutate secondo il criterio del "Fair Value through Other Comprehensive Income" (riserve FVOCI), al fine di monitorarne e valutarne gli impatti sui profili di liquidità e di capitale del Gruppo.
  • il Comitato Modelli Interni rischi di Credito e di Pillar 2 è un organismo tecnico con ruolo deliberativo, informativo e consultivo. In particolare, per quanto attiene i sistemi interni di misurazione dei rischi, il Comitato svolge il ruolo di Comitato manageriale competente per:
    • o i modelli interni di misurazione e gestione del rischio di credito;
    • o i modelli interni relativi ai rischi di Pillar 296
  • − il Comitato Coordinamento Controlli e Rischi non Finanziari di Gruppo è articolato in apposite e distinte sessioni:

.

  • o sessione Sistema dei Controlli Interni Integrato, con ruolo informativo e consultivo, che ha l'obiettivo di rafforzare il coordinamento ed i meccanismi di cooperazione interfunzionale nell'ambito del sistema dei controlli interni del Gruppo, agevolando l'integrazione del processo di gestione dei rischi, in relazione ai rischi non finanziari e reputazionali, agevolandone un'efficace gestione;
  • o sessione Operational e Reputational Risk, con ruolo deliberativo, informativo e consultivo, che ha il compito di presidiare gli indirizzi e le politiche, nell'ambito delle indicazioni formulate dal Consiglio di Amministrazione, in materia di gestione dei rischi operativi e reputazionali e di verificare periodicamente il profilo di rischio non finanziario complessivo, monitorando l'attuazione degli interventi di mitigazione individuati nell'ambito delle indicazioni formulate dagli Organi societari e/o dal Comitato di Direzione;
  • o sessione Compliance Risk, con ruolo informativo e consultivo, che ha il compito di esaminare gli esiti di valutazione periodica dei rischi di non conformità.

Alle sessioni del Comitato partecipano, tra gli altri, i Responsabili delle Funzioni aziendali di controllo nonché, quale membro permanente, il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari. Ciò contribuisce all'assolvimento degli obblighi di legge a questo assegnati e alle attribuzioni previste nei Regolamenti aziendali in materia di sorveglianza sul processo di informativa finanziaria e consente altresì di promuovere, per quanto di competenza, il coordinamento e l'integrazione interfunzionale delle attività di controllo;

  • − il Comitato Crediti di Gruppo è un organo tecnico con ruolo deliberativo e consultivo, volto ad assicurare la gestione coordinata delle tematiche inerenti i rischi di credito ed è articolato in due distinte sessioni (Sessione Crediti Performing e Sessione Crediti Non Performing). Il Comitato, tra l'altro, delibera in merito alla concessione, rinnovo e conferma degli affidamenti nell'ambito delle deleghe ad esso attribuite;
  • − il Comitato di Gruppo Sign-Off Hold To Collect and Sell (HTCS), infine, ha il compito di proporre l'assunzione di rischi di

96 Nel perimetro sono esclusi i modelli di Pillar 2 per la misurazione e quantificazione dei rischi finanziari di Banking Book, già rientranti nell'ambito del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo e i modelli di Pillar 2 per la misurazione e quantificazione dei rischi operativi e reputazionali, che rientrano invece nelle competenze del Comitato Coordinamento Controlli e Rischi non Finanziari di Gruppo; sono invece ricompresi i modelli utilizzati nell'ambito degli esercizi di Stress Testing e delle valutazioni prospettiche di Conto economico.

mercato avanzata da parte delle strutture di business della Capogruppo o delle società controllate sulle quote HTCS previste nell'ambito delle operazioni Originate to Share. Tali operazioni consistono in finanziamenti originati con l'intento di essere distribuiti ad operatori terzi sul mercato primario o post primario e che all'origination prevedono un holding period inferiore o uguale ai 12 mesi.

L'Area di Governo Chief Risk Officer, collocata a diretto riporto del Consigliere Delegato e CEO, nella quale sono concentrate le funzioni di risk management, inclusi i controlli sul processo di gestione dei rischi, e di validazione interna, costituisce componente rilevante della "seconda linea di difesa" del sistema dei controlli interni, separata e indipendente rispetto alle funzioni di supporto al business.

L'Area ha la responsabilità di governare il macro processo di definizione, approvazione, controllo e attuazione del Risk Appetite Framework del Gruppo con il supporto delle altre funzioni aziendali coinvolte, nonché di coadiuvare gli Organi societari nel definire e attuare, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, gli indirizzi e le politiche in materia di gestione dei rischi del Gruppo e ne coordina e verifica l'attuazione da parte delle unità preposte del Gruppo, anche nei diversi ambiti societari; garantisce la misurazione e il controllo dell'esposizione di Gruppo alle diverse tipologie di rischio; attua i controlli di II livello sia sul credito sia sugli altri rischi, diversi da quelli creditizi, oltre ad assicurare la convalida dei sistemi interni per la misurazione e gestione dei rischi.

A tali scopi, l'Area di Governo Chief Risk Officer si articola nelle seguenti Strutture:

  • − Area di Coordinamento Market, Financial and C&IB Risks
    • o Direzione Centrale Market and Financial Risk Management
  • o Direzione Centrale Risk Management IMI CIB;
  • − Direzione Centrale Credit Risk Management;
  • − Direzione Centrale Risk Management BdT;
  • − Direzione Centrale Enterprise Risk Management;
  • − Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli;
  • − Foreign Banks Risk Governance;
  • − Coordination of Risk Management Initiatives.

L'Area di Governo Chief Risk Officer declina operativamente gli orientamenti strategici e gestionali lungo tutta la catena decisionale della Banca, fino alla singola unità operativa. Ad essa riportano le funzioni di controllo dei rischi delle Società controllate con modello di gestione decentrata e gli eventuali referenti della funzione di controllo dei rischi di Capogruppo presso le Società controllate con modello di gestione accentrata.

L'Area di Governo Chief Compliance Officer, collocata a diretto riporto del Consigliere Delegato e CEO, in posizione di indipendenza e autonomia dalle strutture operative e di separatezza dalla revisione interna, assicura il presidio del rischio di non conformità alle norme a livello di Gruppo, ivi incluso il rischio di condotta. Nell'ambito del Risk Appetite Framework, l'Area di Governo Chief Compliance Officer (i) propone gli statement e i limiti con riferimento al rischio di non conformità, e (ii) collabora con l'Area di Governo Chief Risk Officer nel monitoraggio e controllo dei rischi non finanziari per l'ambito compliance, e, in caso di violazione dei limiti previsti, nell'identificazione/analisi degli eventi ascrivibili alla mancata conformità alle norme e nell'individuazione degli opportuni interventi correttivi.

L'Area di Governo Chief Compliance Officer si articola nelle seguenti Strutture:

  • − Direzione Centrale Compliance Regolamentare BdT e Private;
  • − Direzione Centrale Compliance Regolamentare Corporate e Investment Banking;
  • − Direzione Centrale Compliance Governance, Privacy e Controlli, nell'ambito della quale opera la funzione Data Protection Officer che svolge i compiti attribuiti dalle disposizioni normative in materia di privacy;
  • − Direzione Centrale Anti Financial Crime, cui sono attribuiti, tra gli altri, i compiti e le responsabilità della funzione antiriciclaggio;
  • − Compliance Digital Transformation.

La Capogruppo svolge nei confronti delle Società del Gruppo un ruolo di indirizzo e coordinamento97, mirato a garantire un efficace ed efficiente presidio dei rischi a livello di Gruppo, esercitando la responsabilità nella definizione delle linee guida e delle regole metodologiche inerenti il processo di gestione dei rischi, perseguendo, in particolare, l'informativa integrata a livello di Gruppo nei confronti degli Organi societari della Capogruppo, in merito alla completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei controlli interni. Con particolare riferimento alle Funzioni aziendali di controllo, all'interno del Gruppo si distinguono due tipologie di modelli: (i) il Modello di gestione accentrata basato sull'accentramento delle attività presso la Capogruppo e (ii) il Modello di gestione decentrata che prevede la presenza di Funzioni aziendali di controllo istituite localmente, che svolgono l'attività sotto l'azione di indirizzo e coordinamento delle omologhe Funzioni aziendali di controllo della Capogruppo, cui riportano funzionalmente.

Gli Organi aziendali delle Società del Gruppo, indipendentemente dal modello di controllo adottato all'interno della propria Società, sono consapevoli delle scelte effettuate dalla Capogruppo e sono responsabili dell'attuazione, nell'ambito delle rispettive realtà aziendali, delle strategie e politiche perseguite in materia di controlli, favorendone l'integrazione nell'ambito dei controlli di gruppo.

97 In proposito, si specifica che Intesa Sanpaolo non esercita su Risanamento S.p.A. e sulle sue controllate attività di direzione e coordinamento ai sensi degli art. 2497 e seguenti del Codice Civile.

Il sistema di controllo interno

Intesa Sanpaolo, per garantire una sana e prudente gestione, coniuga la profittabilità dell'impresa con un'assunzione dei rischi consapevole e con una condotta operativa improntata a criteri di correttezza.

Pertanto, la Banca, in linea con la normativa di legge e di Vigilanza ed in coerenza con le indicazioni del Codice di Autodisciplina delle società quotate, si è dotata di un sistema di controllo interno idoneo a rilevare, misurare e verificare nel continuo i rischi tipici dell'attività sociale.

Il sistema dei controlli interni di Intesa Sanpaolo è costituito dall'insieme delle regole, delle funzioni, delle strutture, delle risorse, dei processi e delle procedure che mirano ad assicurare, nel rispetto della sana e prudente gestione, il conseguimento delle seguenti finalità:

  • verifica dell'attuazione delle strategie e delle politiche aziendali;
  • contenimento del rischio entro i limiti indicati nel quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio della Banca (Risk Appetite Framework - RAF);
  • salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite;
  • efficacia ed efficienza dei processi aziendali;
  • affidabilità e sicurezza delle informazioni aziendali e delle procedure informatiche;
  • prevenzione del rischio che la Banca sia coinvolta, anche involontariamente, in attività illecite (con particolare riferimento a quelle connesse con il riciclaggio, l'usura ed il finanziamento al terrorismo);
  • conformità dell'operatività aziendale con la legge e la normativa di vigilanza, nonché con le politiche, i regolamenti e le procedure interne.

Il sistema dei controlli interni riveste un ruolo cruciale e coinvolge tutta l'organizzazione aziendale (organi, strutture, livelli gerarchici, tutto il personale). In ottemperanza alle previsioni contenute nella Circolare della Banca d'Italia n. 285/2013 (Parte Prima, Titolo IV, Capitolo 3) è stato formalizzato il "Regolamento del sistema dei controlli interni integrato" che ha l'obiettivo di definire le linee guida del sistema dei controlli interni di Intesa Sanpaolo, in qualità di Banca e di Capogruppo di Gruppo bancario, attraverso la declinazione dei principi di riferimento e la definizione delle responsabilità degli Organi e delle funzioni con compiti di controllo che contribuiscono, a vario titolo, al corretto funzionamento del sistema dei controlli interni, nonché l'individuazione delle modalità di coordinamento e dei flussi informativi che favoriscono l'integrazione del sistema.

Il sistema dei controlli interni è delineato da una infrastruttura documentale (impianto normativo) che permette di ripercorrere in modo organico e codificato le linee guida, le procedure, le strutture organizzative, i rischi ed i controlli presenti in azienda, recependo, oltre agli indirizzi aziendali e alle indicazioni degli Organi di Vigilanza, anche le disposizioni di legge, ivi compresi i principi dettati dal Decreto Legislativo 231/2001.

L'impianto normativo è costituito da "Documenti di Governance", tempo per tempo adottati, che sovraintendono al funzionamento della Banca (Statuto, Codice Etico, Codice Interno di Comportamento di Gruppo, Regolamento di Gruppo, Regolamento dei Comitati di Gruppo, Regolamento delle operazioni con parti correlate, Regolamento del sistema dei controlli interni integrato, Facoltà e poteri, Linee guida, Funzionigrammi delle Strutture Organizzative, ecc.) e da norme più strettamente operative che regolamentano i processi aziendali, le singole attività e i relativi controlli (Regole, Guide di processo, Schede Controllo, ecc.).

Più nello specifico le regole aziendali disegnano soluzioni organizzative che:

  • assicurano una sufficiente separatezza tra le funzioni operative e quelle di controllo ed evitano situazioni di conflitto di interesse nell'assegnazione delle competenze;
  • sono in grado di identificare, misurare e monitorare adeguatamente i principali rischi assunti nei diversi segmenti operativi;
  • consentono la registrazione di ogni fatto di gestione e, in particolare, di ogni operazione con adeguato grado di dettaglio assicurandone la corretta attribuzione sotto il profilo temporale;
  • assicurano sistemi informativi affidabili e idonee procedure di reporting ai diversi livelli direzionali ai quali sono attribuite funzioni di controllo;
  • garantiscono che le anomalie riscontrate dalle unità operative, dalla funzione di revisione interna o dalle altre funzioni di controllo, siano tempestivamente portate a conoscenza di livelli appropriati dell'azienda e gestite con immediatezza;

– garantiscono adeguati livelli di continuità operativa. Inoltre, le soluzioni organizzative aziendali prevedono attività di controllo a ogni livello operativo che consentano l'univoca e formalizzata individuazione delle responsabilità, in particolare nei compiti di controllo e di correzione delle irregolarità riscontrate.

A livello di Corporate Governance, Intesa Sanpaolo ha adottato il modello monistico di amministrazione e controllo, ai sensi degli artt. 2409-sexiesdecies e seguenti del Codice Civile. Essa opera quindi tramite un Consiglio di Amministrazione, alcuni componenti del quale fanno altresì parte del Comitato per il Controllo sulla Gestione.

In base al modello citato:

  • il Consiglio di Amministrazione è l'organo con funzione di supervisione strategica ed esercita tutti i compiti ad esso riservati dallo Statuto, dalla normativa vigente e dai documenti di governance della Banca;
  • il Consigliere Delegato e CEO esercita i compiti attribuiti dalla normativa di vigilanza all'organo con funzione di gestione indicati nei documenti di governance della Banca, approvati dal Consiglio di Amministrazione, fatte salve le attribuzioni riservate al Consiglio stesso;
  • il Comitato per il Controllo sulla Gestione svolge la funzione di controllo.

Il Consiglio di Amministrazione elegge tra i propri componenti, al di fuori del Presidente del Consiglio stesso, dei componenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione e del numero minimo di Consiglieri Indipendenti, un Consigliere Delegato.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta un sistema dei controlli interni basato su tre livelli, in coerenza con le disposizioni normative e regolamentari vigenti.

Tale modello prevede le seguenti tipologie di controllo:

  • I livello: controlli di linea che sono diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni (ad esempio, controlli di tipo gerarchico, sistematici e a campione) e che, per quanto possibile, sono incorporati nelle procedure informatiche. Essi sono effettuati dalle stesse strutture operative e di business, anche attraverso unità dedicate esclusivamente a compiti di controllo che riportano ai responsabili delle strutture medesime, ovvero eseguiti nell'ambito del back office;
  • II livello: controlli sui rischi e sulla conformità che hanno l'obiettivo di assicurare, tra l'altro:
  • o la corretta attuazione del processo di gestione dei rischi;
  • o il rispetto dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni;
  • o la conformità dell'operatività aziendale alle norme, incluse quelle di autoregolamentazione.

Le funzioni preposte a tali controlli sono distinte da quelle produttive e concorrono alla definizione delle politiche di governo dei rischi e del processo di gestione dei rischi. Presso il Gruppo Intesa Sanpaolo, rientrano nel II livello le seguenti strutture di Capogruppo e le omologhe unità locali delle Società del Gruppo, ove costituite:

  • o Area di Governo Chief Compliance Officer, cui sono attribuiti i compiti e le responsabilità della "funzione di conformità alle norme (compliance)" così come definiti nella normativa di riferimento e nella quale sono allocate la "funzione antiriciclaggio" cui, nell'ambito della Direzione Centrale Anti Financial Crime, sono attribuiti i compiti e le responsabilità definiti nella normativa in materia di antiriciclaggio, contrasto al terrorismo, presidio delle financial sanctions, e la "funzione data protection officer", nell'ambito della Direzione Centrale Compliance Governance, Privacy e controlli, che svolge i compiti attribuiti dalle disposizioni normative in materia di privacy;
  • o Area di Governo Chief Risk Officer, cui sono attribuiti i compiti e le responsabilità della "funzione di controllo dei rischi (risk management)", così come definiti dalla normativa di riferimento; all'interno dell'Area di Governo Chief Risk Officer è presente la Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli, cui sono attribuiti, inter alia, i compiti e le responsabilità della "funzione di convalida", così come definiti nella normativa di riferimento, nonché i presidi di II livello in ambito credito e qualità dei dati;
  • III livello: controlli di revisione interna volti ad individuare violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare periodicamente la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità (in termini di efficienza ed efficacia) e l'affidabilità del sistema dei controlli interni e del sistema informativo a livello di Gruppo, con cadenza prefissata in relazione alla natura e all'intensità dei rischi.

Presso il Gruppo Intesa Sanpaolo, l'attività di revisione interna è svolta dal Chief Audit Officer di Capogruppo e dalle omologhe unità locali delle Società del Gruppo ove costituite.

Inoltre, al sistema dei controlli interni concorre anche il Dirigente Preposto, che ai sensi dell'art.154 bis del TUF, esercita, a livello di Gruppo, il presidio del sistema dei controlli interni funzionali all'informativa contabile e finanziaria.

Il sistema dei controlli interni è periodicamente soggetto a ricognizione e adeguamento in relazione all'evoluzione dell'operatività aziendale e al contesto di riferimento.

Intesa Sanpaolo presenta una struttura dei controlli aderente alle indicazioni dettate dagli Organi di Vigilanza.

La Funzione di Compliance

Il Gruppo Intesa Sanpaolo riconosce il rilievo strategico del presidio del rischio di compliance, nella convinzione che il rispetto delle norme e la correttezza negli affari costituiscano elementi fondamentali nello svolgimento dell'attività bancaria, che per sua natura è fondata sulla fiducia.

Le responsabilità ed i compiti della funzione di conformità sono attribuiti al Chief Compliance Officer, che è indipendente e autonomo rispetto alle strutture operative, riferisce direttamente agli Organi Sociali e ha accesso a tutte le attività della Banca nonché a qualsiasi informazione rilevante per lo svolgimento dei propri compiti.

Il Modello di Compliance di Gruppo è declinato nelle Linee guida approvate dagli Organi Sociali di Intesa Sanpaolo, che indicano le responsabilità delle diverse strutture aziendali e i macro processi per la mitigazione del rischio di non conformità:

  • individuazione e valutazione dei rischi di non conformità;
  • proposizione degli interventi organizzativi funzionali alla loro mitigazione;
  • valutazione in via preventiva della conformità dei progetti innovativi, delle operazioni e dei nuovi prodotti e servizi;
  • consulenza e assistenza agli organi di vertice ed alle unità di business sulle materie in cui assume rilievo il rischio di non conformità;
  • monitoraggio della permanenza delle condizioni di conformità, sia mediante il controllo sul rispetto della normativa da parte delle strutture aziendali, sia attraverso l'utilizzo delle informazioni provenienti dalle altre funzioni di controllo;
  • diffusione di una cultura aziendale improntata a principi di onestà, correttezza e rispetto della lettera e dello spirito delle norme nonché al potenziamento delle competenze tecnico-professionali, tra le quali l'evoluzione delle conoscenze digitali;
  • gestione delle relazioni con le Autorità inerenti alle tematiche di conformità e agli eventi di non conformità.

Nell'ambito della funzione di conformità opera anche la funzione data protection officer che svolge i compiti attribuiti dalle disposizioni normative in materia di privacy secondo il modello di governo descritto nelle Linee Guida sulla protezione dei dati personali delle persone fisiche.

Il perimetro normativo, comprensivo delle tematiche Environmental, Social e Governance (cd. fattori ESG), e le modalità di presidio degli ambiti normativi che presentano rischi di non conformità apprezzabili per il Gruppo sono declinati nelle citate Linee guida. Il Chief Compliance Officer presenta agli Organi Sociali relazioni periodiche sull'adeguatezza del presidio della conformità, con riferimento a tutti gli ambiti normativi applicabili al Gruppo che presentino rischi di non conformità. Tali relazioni comprendono, su base annuale, l'identificazione e la valutazione dei principali rischi di non conformità cui il Gruppo è esposto e la programmazione dei relativi interventi di gestione e, su base semestrale, la descrizione delle attività effettuate, delle criticità rilevate e dei rimedi individuati. Specifica informativa viene inoltre fornita al verificarsi di eventi di particolare rilevanza.

Relativamente alle modalità di indirizzo, coordinamento e controllo del Gruppo, le Linee guida di Compliance prevedono l'adozione di due distinti modelli, declinati per tenere conto dell'articolazione operativa e territoriale del Gruppo stesso. In particolare:

  • per le Banche e le Società italiane specificamente individuate, la cui operatività è connotata da un elevato livello di integrazione con la Capogruppo, le attività di presidio della conformità sono accentrate presso la Capogruppo;

  • per le altre Società, per cui sussiste un obbligo normativo o specificamente individuate in ragione dell'attività svolta, nonché per le Filiali estere, è prevista la costituzione di una funzione di conformità interna e la nomina di un Compliance Officer locale, cui sono attribuite le responsabilità in materia di compliance; i Compliance Officer delle Società controllate riportano funzionalmente alle strutture del Chief Compliance Officer, mentre per quelli delle Filiali estere, salvo che la normativa locale non lo consenta, è prevista una dipendenza gerarchica dalle strutture del Chief Compliance Officer. Il riporto funzionale è previsto anche per i Data Protection Officer locali delle Società del Gruppo stabilite nell'Unione Europea.

La Funzione Antiriciclaggio

I compiti e le responsabilità della funzione antiriciclaggio, come previsti dalla normativa, sono attribuiti alla Direzione Centrale Anti Financial Crime che riporta al Chief Compliance Officer risultando in tal modo indipendente e autonoma rispetto alle strutture operative, riferisce direttamente agli Organi Sociali e ha accesso a tutte le attività della Banca nonché a qualsiasi informazione rilevante per lo svolgimento dei propri compiti.

In particolare, come previsto dalle Linee Guida per il contrasto ai fenomeni di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo e per la gestione degli embarghi e dalle Linee Guida Anticorruzione di Gruppo, la Direzione Centrale Anti Financial Crime assicura il presidio del rischio di non conformità in materia di riciclaggio, finanziamento del terrorismo, violazione degli embarghi, armamenti e corruzione (c.d. Financial Crime), attraverso:

  • la definizione dei principi generali da adottare nell'ambito del Gruppo per la gestione del rischio di non conformità;
  • l'individuazione e valutazione dei rischi di non conformità;
  • il monitoraggio nel continuo, con il supporto delle funzioni competenti, delle evoluzioni del contesto normativo nazionale ed internazionale di riferimento, verificando l'adeguatezza dei processi e delle procedure aziendali rispetto alle norme applicabili e proponendo le opportune modifiche organizzative e procedurali;
  • la prestazione di consulenza a favore delle funzioni aziendali, nonché la definizione di piani formativi adeguati;
  • la predisposizione di idonea informativa periodica agli Organi Sociali e all'Alta Direzione;
  • lo svolgimento dei previsti adempimenti specifici, quali in particolare la verifica rafforzata sulla clientela, i controlli sulla corretta gestione dell'Archivio per la conservazione dei dati nonché il presidio e l'inoltro mensile all'Unità di Informazione Finanziaria dei dati relativi alle segnalazioni antiriciclaggio aggregate, la valutazione delle segnalazioni di operazioni sospette pervenute dalle strutture operative per la trasmissione all'Unità di Informazione Finanziaria di quelle ritenute fondate.

La Direzione Centrale Anti Financial Crime svolge inoltre il proprio ruolo di indirizzo, coordinamento e controllo del Gruppo secondo un modello analogo a quello descritto per la funzione di compliance.

La Funzione di Risk Management e Convalida Interna

L'Area di Governo del Chief Risk Officer declina operativamente gli orientamenti strategici e gestionali in materia di rischi lungo tutta la catena decisionale della Banca, fino alla singola unità operativa. I compiti e le funzioni sono ampiamente trattati nei capitoli successivi della presente Parte.

Tramite la Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli, l'Area di Governo del Chief Risk Officer svolge controlli di II livello a presidio del credito e della qualità dei dati.

Le attività sul credito sono volte a verificare la corretta classificazione, la congruità degli accantonamenti e l'adeguatezza del processo di gestione e recupero su singole esposizioni (c.d. Single name).

In via generale lo sviluppo delle attività di controllo prevede l'esame dei singoli processi del credito, anche al fine di verificare la presenza di idonei presidi di controllo di I livello, ivi comprese le modalità di esecuzione e tracciabilità. Le potenziali aree di indagine da approfondire mediante i controlli Single name considerano anche le risultanze dei monitoraggi agiti dalle Funzioni di Controllo di I livello nell'ambito dei differenti cluster creditizi.

La Direzione esegue, nell'ambito del complessivo processo di gestione dei rischi, i controlli di secondo livello connessi con la qualità dei dati, coerentemente con la normativa interna ed esterna in materia, riservando particolare attenzione ai dati in alimentazione ai modelli interni, avvalendosi anche delle attività svolte dalla struttura del Data Office, dalla Direzione Centrale Enterprise Risk Management e dalla Governance Amministrativo Finanziaria. In accordo con le evoluzioni del contesto regolamentare, la Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli è responsabile dello sviluppo, della manutenzione e del presidio di un framework per il governo del rischio modello finalizzato ad assicurare l'identificazione, la valutazione, il monitoraggio e la mitigazione del rischio per tutti i Sistemi Interni, ivi inclusi i sistemi di misurazione dei rischi di Primo e Secondo Pilastro e i sistemi utilizzati ai fini contabili. A tal fine la Direzione, di concerto con le Funzioni interessate, si occupa principalmente delle seguenti attività: a) definire ed evolvere il modello di governo del model risk e il Framework metodologico per l'identificazione dei modelli, l'assegnazione della relativa priorità, la valutazione e la mitigazione del rischio modello, ivi inclusa la metodologia di quantificazione del buffer di capitale economico per il rischio modello; b) definire, gestire ed evolvere la piattaforma di Model Management del Gruppo (Group Model Inventory) con l'obiettivo di assicurare un inventario completo ed aggiornato dei modelli e la tracciatura dei processi collegati alle varie fasi del loro ciclo di vita; c) assicurare la periodica identificazione e valutazione del rischio modello e del buffer di capitale economico; d) presidiare il processo per l'assegnazione della priorità ai modelli (Tier) con l'obiettivo di indirizzare in modo efficiente il loro governo, con particolare riferimento al livello di profondità, analiticità e frequenza delle attività di convalida e di sviluppo; e) per la componente relativa al rischio modello, contribuire alla proposta di aggiornamento annuale del RAF di Gruppo e al monitoraggio periodico degli indicatori di model risk appetite; f) fornire una periodica informativa sul Model Risk Management Framework e sulle risultanze delle valutazioni del rischio modello al Responsabile dell'Area Chief Risk Officer, ai comitati manageriali competenti ed agli Organi Societari.

Inoltre, alla Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli è assegnata la funzione di convalida, volta ad assicurare la validazione a livello di Gruppo dei sistemi interni di misurazione dei rischi, utilizzati sia per la determinazione dei requisiti

patrimoniali sia a fini non regolamentari, con la finalità di valutarne l'adeguatezza rispetto ai requisiti normativi98, alle esigenze operative aziendali e a quelle del mercato di riferimento99 .

I sistemi interni adottati dal Gruppo sono validati in fase di prima adozione (sulla base dei piani di estensione progressiva definiti dal Gruppo) ovvero in occasione di modifiche agli stessi, in conformità al processo di sviluppo e di convalida approvato dagli Organi Societari. La funzione di convalida garantisce inoltre il riesame periodico dei sistemi interni in termini di modelli, processi, dati utilizzati e implementazioni nei sistemi IT, valutandone l'adeguatezza, la capacità predittiva e le performance, nonché la rispondenza nel tempo alle prescrizioni normative, alle esigenze aziendali e all'evoluzione del mercato di riferimento.

Le verifiche di convalida sono svolte in linea con la pianificazione delle attività della funzione, definita in coerenza a quanto previsto dalla normativa interna ed esterna di riferimento e presentata ai competenti Organi aziendali. Tra i criteri rilevanti che definiscono la tipologia di validazione da applicare (Standard o Full) e la relativa frequenza vi è anche la rilevanza del modello e dei suoi usi (c.d. Tier), così come attribuita nell'ambito del framework del Model Risk Management.

Si specifica che per i rischi di primo pilastro, la frequenza di validazione è in ogni caso definita nel rispetto della normativa esterna di riferimento.

Al fine di assicurare periodica informativa circa gli esiti del processo di convalida svolto nel continuo agli Organi aziendali competenti e, con riferimento ai sistemi interni di misurazione dei rischi di Primo Pilastro, all'Autorità di Vigilanza, la funzione di Validazione Interna predispone le Relazioni annuali di convalida relative rispettivamente ai sistemi interni di Primo Pilastro e ai sistemi interni utilizzati per fini gestionali, nelle quali sono riassunti i risultati delle analisi svolte nel corso dell'anno di riferimento sui sistemi interni in uso presso la Capogruppo e le Società del Gruppo ed il relativo giudizio formulato; sono inoltre evidenziate le principali aree di miglioramento identificate ed il relativo livello di criticità assegnato. Nello svolgimento del processo di convalida a livello di Gruppo, la funzione interagisce con le Autorità di Vigilanza, con gli Organi Aziendali di riferimento e con le funzioni responsabili dei controlli di terzo livello previsti dalla normativa; adotta un approccio decentrato per le società dotate di funzioni di convalida locali (le principali società italiane ed estere), coordinando e supervisionando le attività di queste ultime, ed un approccio accentrato per le altre società. Le metodologie adottate sono state sviluppate in attuazione dei principi che ispirano le Disposizioni di Vigilanza per le banche, le direttive e i regolamenti comunitari, gli orientamenti generali dei comitati internazionali, le best practice in materia e si sostanziano in analisi documentali, empiriche e di prassi operativa.

La Funzione di Internal Auditing

La funzione di revisione interna è svolta dal Chief Audit Officer, posto alle dirette dipendenze del Consiglio di Amministrazione (e per esse del relativo Presidente), che riporta funzionalmente anche al Comitato per il Controllo sulla Gestione, fermi restando gli opportuni raccordi con il Consigliere Delegato e CEO. Il Chief Audit Officer non ha alcuna responsabilità diretta di aree operative.

La funzione ha una struttura e un modello di controllo articolato in coerenza con l'evoluzione dell'assetto organizzativo di Intesa Sanpaolo e del Gruppo.

Riportano funzionalmente al Chief Audit Officer le strutture di Internal Audit delle società italiane ed estere del Gruppo.

La funzione di revisione interna valuta, in un'ottica di terzo livello, la funzionalità complessiva del sistema dei controlli interni, portando all'attenzione degli Organi aziendali i possibili miglioramenti, con particolare riferimento al Risk Appetite Framework (RAF), al processo di gestione dei rischi nonché agli strumenti di misurazione e controllo degli stessi. In particolare, la funzione valuta la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità e l'affidabilità delle componenti del sistema dei controlli interni, del processo di gestione dei rischi e dei processi aziendali, avendo riguardo anche alla capacità di individuare e prevenire errori ed irregolarità. In tale contesto, sottopone, tra l'altro, a verifica le funzioni aziendali di controllo dei rischi e di conformità alle norme anche attraverso la partecipazione a progetti, al fine di creare valore aggiunto e migliorare l'efficacia dei processi di controllo e la governance dell'organizzazione.

L'azione di audit riguarda in modo diretto sia Intesa Sanpaolo, sia le Società del Gruppo.

Il Responsabile della funzione di revisione interna è dotato della necessaria autonomia e indipendenza dalle strutture operative; la funzione ha accesso a tutte le attività svolte sia presso gli uffici centrali sia presso le strutture periferiche. In caso di attribuzione a soggetti terzi di attività rilevanti per il funzionamento del sistema dei controlli interni (ad esempio dell'attività di elaborazione dei dati), la funzione di revisione interna deve poter accedere anche alle attività svolte da tali soggetti.

Nell'ambito del RAF, il Chief Audit Officer elabora il proprio contributo al Risk Assessment Integrato condotto dalle funzioni aziendali di controllo e dal Dirigente Preposto.

La funzione opera con personale dotato delle adeguate conoscenze e competenze professionali, utilizzando come riferimento le best practice e gli standard internazionali per la pratica professionale dell'internal auditing definiti dall'Institute of Internal Auditors (IIA).

La funzione, come previsto dagli standard internazionali, viene sottoposta almeno ogni cinque anni a una Quality Assurance Review esterna; la più recente verifica è stata avviata a fine 2021, dopo tre anni dalla precedente review sulla base di una frequenza concordata con il Comitato per il Controllo sulla Gestione, e si è conclusa nel primo trimestre 2022 con la conferma della massima valutazione prevista ("Generalmente Conforme").

Nello svolgimento dei propri compiti, la funzione utilizza metodologie strutturate di risk assessment, per individuare le aree di maggiore attenzione in essere e i principali nuovi fattori di rischio. In funzione delle valutazioni emerse dal risk assessment e delle priorità che ne conseguono, nonché delle eventuali richieste specifiche di approfondimento espresse dal vertice e dagli Organi aziendali, predispone e sottopone al vaglio preventivo del Comitato per il Controllo sulla Gestione, e alla successiva approvazione del Consiglio di Amministrazione, un Piano Annuale degli interventi sulla base del quale poi opera nel corso dell'esercizio oltre che un Piano Pluriennale.

Supporta l'Organismo di Vigilanza 231 nell'assicurare una costante e indipendente azione di sorveglianza sul regolare andamento dell'operatività e dei processi, al fine di prevenire o rilevare l'insorgere di comportamenti o situazioni anomale e

98 Regolamento UE n. 575/2013 (CRR), EBA guidelines, Direttiva UE n. 2013/36 (CRD IV), Circ. Banca d'Italia n. 285/2013.

99 Regolamento UE n. 575/2013 (CRR), EBA guidelines, Direttiva UE n. 2013/36 (CRD IV), Circ. Banca d'Italia n. 285/2013.

rischiose e nel vigilare sul rispetto e sull'adeguatezza delle regole contenute nel Modello 231. Il Chief Audit Officer assicura il corretto svolgimento del processo interno di gestione delle segnalazioni delle violazioni (c.d. whistleblowing). Il Chief Audit Officer coordina la sessione "Sistema dei Controlli Interni Integrato" del Comitato Coordinamento Controlli e

Rischi Non Finanziari di Gruppo. Nel corso dell'esercizio l'azione di audit ha riguardato in modo diretto la Capogruppo nonché le altre partecipate per le quali l'attività è stata fornita in "service"; per le altre entità del Gruppo dotate di proprie funzioni interne di audit sono state esercitate attività di indirizzo e coordinamento funzionale delle strutture locali, al fine di garantire omogeneità nei controlli e adeguata attenzione alle diverse tipologie di rischio, verificandone altresì i livelli di efficacia ed efficienza sia sotto il profilo strutturale che operativo. Su tali società, come già più sopra richiamato, sono stati svolti anche interventi diretti di revisione e verifica in veste di Capogruppo.

I punti di debolezza rilevati durante le attività di controllo sono stati sistematicamente segnalati alle funzioni aziendali interessate per una sollecita azione di miglioramento, cui segue adeguata attività di follow-up atta a verificarne l'efficacia.

Le valutazioni di sintesi sul sistema di controllo interno derivate dagli accertamenti svolti sono state portate periodicamente a conoscenza del Comitato per il Controllo sulla Gestione e del Consiglio di Amministrazione.

Gli esiti degli accertamenti conclusisi con giudizio negativo o che evidenziano carenze di rilievo sono stati trasmessi integralmente al Consiglio di Amministrazione, al Consigliere Delegato e CEO e al Comitato per il Controllo sulla Gestione nonché ai Consigli di Amministrazione e ai Collegi Sindacali delle entità controllate interessate.

I principali punti di debolezza riscontrati e la loro relativa evoluzione sono stati inseriti nel Tableau de Bord (TdB) Audit, con l'evidenza delle azioni di mitigazione in corso nonché dei relativi responsabili e delle scadenze previste, in modo da effettuare un sistematico monitoraggio.

Da ultimo, il Chief Audit Officer ha garantito un'attività continuativa di autovalutazione della propria efficienza ed efficacia, in linea con un proprio piano interno di "assicurazione e miglioramento qualità" redatto conformemente a quanto raccomandato dagli standard internazionali per la pratica professionale di Audit. In tale ambito, nel corso del 2022, è stato consolidato il nuovo programma denominato Strategic Audit Innovation Line-up (SAIL) per il periodo 2022-2025 in allineamento con il nuovo Piano d'Impresa, attivando i relativi cantieri operativi.

Il Dirigente Preposto

Il presidio sull'affidabilità dei documenti contabili societari e sul processo d'informativa finanziaria è svolto dal Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Intesa Sanpaolo (Dirigente Preposto), nel rispetto delle previsioni di cui all'art. 154-bis TUF e delle relative disposizioni attuative. Tale presidio è altresì assicurato con riferimento alle controllate regolate dalla legge di Stati non appartenenti all'Unione Europea, secondo le regole di vigilanza sul sistema amministrativo contabile ex art. 15 Reg. Mercati Consob n. 20249/2017 (e successive modifiche e integrazioni).

Ai fini degli adempimenti richiesti dalle disposizioni citate, il Dirigente Preposto:

  • − esercita sull'intero Gruppo un ruolo d'indirizzo e coordinamento in materia amministrativa e di presidio sul sistema dei controlli interni funzionali all'informativa finanziaria;
  • − sovrintende all'attuazione degli adempimenti di legge secondo impostazioni comuni al Gruppo, definite da specifici regolamenti interni.

In particolare, il Dirigente Preposto:

  • − dirama le istruzioni per la corretta ed omogenea applicazione dei principi contabili e dei criteri di valutazione, formalizzati nelle Regole Contabili di Gruppo, sottoposte ad aggiornamento periodico;
  • − predispone idonee procedure amministrativo contabili per la formazione del bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato, curandone l'adeguamento in rapporto ai requisiti d'informativa societaria di tempo in tempo vigenti;
  • − accerta l'adeguatezza delle procedure amministrativo contabili e l'efficacia del sistema dei controlli sul processo di informativa finanziaria;
  • − presidia la corrispondenza alle risultanze contabili dell'informativa societaria resa al mercato; a tal fine ha facoltà di ottenere tempestivamente ogni informazione reputi necessaria per lo svolgimento dei propri compiti e coordina lo scambio informativo con la società incaricata della revisione legale dei conti.

Con specifico riguardo ai processi d'informativa finanziaria, il Dirigente Preposto:

  • − mantiene un sistema di rapporti e flussi informativi con le funzioni di Capogruppo e le Società del Gruppo finalizzato ad assicurare l'adeguatezza delle rappresentazioni patrimoniali, economiche, finanziarie e delle descrizioni dei principali rischi ed incertezze cui il Gruppo risulti esposto, monitorando l'affidabilità del processo di acquisizione di dati e informazioni rilevanti;
  • − presidia il sistema dei controlli interni sul processo di informativa finanziaria:
    • o esprimendo un parere di adeguatezza in via preventiva sugli interventi di modifica dell'assetto organizzativo in essere (nuova normativa interna) avente riflesso sull'adeguatezza delle procedure ai fini dell'informativa finanziaria;
    • o predisponendo programmi di verifica miranti ad accertare l'adeguatezza e l'effettiva applicazione nel periodo delle procedure amministrative e contabili, estesi anche alle società controllate regolate dalla legge di Stati non appartenenti all'Unione Europea secondo le disposizioni CONSOB (Regolamento Mercati, art. 15 cit.);
  • − acquisisce, in relazione ai riflessi sul processo d'informativa finanziaria e sull'affidabilità delle informazioni societarie, gli esiti delle attività svolte dalle Funzioni aziendali di controllo ed in particolare dal Chief Audit Officer a cui compete l'attività di assurance complessiva sul sistema dei controlli interni nei termini indicati nel "Regolamento sul sistema dei controlli interni integrato";
  • − acquisisce gli eventuali suggerimenti formulati dalla Società di revisione legale dei conti, a conclusione del processo di revisione del bilancio della Capogruppo e del bilancio consolidato, e i relativi riscontri in termini di interventi di miglioramento delle procedure che hanno influenza sui dati contabili, monitorandone l'effettiva implementazione ed efficacia;
  • − riferisce periodicamente, circa l'ambito e i risultati delle attività di assurance svolte al Comitato per il Controllo sulla Gestione e al Consiglio di Amministrazione.

Il Dirigente Preposto contribuisce alle attività di vigilanza sulle condizioni d'indipendenza della Società di revisione legale dei conti secondo le modalità disciplinate dall'apposito Regolamento aziendale, in coerenza ai disposti di legge (D. Lgs. 39/2010 modificato dal D. Lgs. 135/2016 in recepimento della Direttiva 2014/56/UE e Regolamento Europeo 537/2014). Il citato Regolamento aziendale attribuisce al Dirigente Preposto un ruolo di supervisione, presidio e monitoraggio degli incarichi di revisione contabile e degli altri servizi conferiti dalle strutture della Capogruppo e dalle società del Gruppo a società di revisione, alle loro reti e a soggetti alle stesse collegati, e il compito di informare regolarmente a tale riguardo il Comitato per il Controllo sulla Gestione.

Il Dirigente Preposto assicura, inoltre, informative periodiche al Consiglio di Amministrazione in ordine alle responsabilità di legge e regolamentari attribuite a quest'Organo in materia di vigilanza sull'adeguatezza dei poteri e mezzi conferiti allo stesso Dirigente Preposto e sul rispetto effettivo delle procedure amministrative e contabili. Tali informative sono preliminarmente discusse con il Comitato per il Controllo sulla Gestione e gli altri Comitati endoconsiliari, per i profili di rispettiva competenza.

Attestazioni di cui all'art. 154-bis TUF

In relazione alle funzioni di sorveglianza e di presidio attribuitegli, il Dirigente Preposto:

  • − sottoscrive, unitamente al Consigliere Delegato e CEO, le attestazioni sul bilancio di esercizio e su quello consolidato ai sensi dell'art. 154-bis TUF, comma 5, circa l'adeguatezza e l'effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili, la conformità ai principi contabili internazionali, la corrispondenza dei documenti alle risultanze dei libri e delle scritture contabili, l'idoneità degli stessi a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica nonché un'analisi attendibile dell'andamento e del risultato della gestione e dei principali rischi cui il Gruppo risulta esposto;
  • − attesta la corrispondenza degli atti e delle comunicazioni diffusi al mercato alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili, ai sensi dell'art. 154-bis TUF, comma 2.

Il presidio dell'informativa contabile e finanziaria esercitato dal Dirigente Preposto è imperniato sull'esame:

  • − della completezza e della coerenza delle informazioni rese al mercato, attraverso uno strutturato sistema di flussi informativi proveniente dalle funzioni della Capogruppo e dalle società in merito agli eventi rilevanti per l'informativa contabile e finanziaria, in specie con riferimento ai principali rischi e incertezze cui esse risultano esposte;
  • − l'idoneità e l'effettiva applicazione delle procedure ossia processi organizzativi e applicativi informatici utilizzate ai fini

della predisposizione dei documenti contabili societari e di ogni altra comunicazione di carattere finanziario rilevante ai sensi dell'154-bis del TUF.

Particolare attenzione viene posta nell'esaminare l'adeguatezza delle impostazioni di controllo contabile e del regolare svolgimento delle attività funzionali al processo d'informativa finanziaria; il focus degli accertamenti è rappresentato dalle fasi di lavoro che, nell'ambito dei diversi processi aziendali, comportano la registrazione, l'elaborazione, la valutazione e la rappresentazione dei dati e delle informazioni che alimentano il financial reporting e il relativo sistema dei controlli interni.

Con riguardo al presidio delle architetture e delle applicazioni informatiche strumentali alla gestione di tali informazioni, i processi elaborativi e gli interventi di sviluppo sui sistemi di sintesi assumono speciale rilievo.

Il modello organizzativo a presidio dell'adeguatezza delle procedure amministrative, contabili, d'informativa finanziaria e del relativo sistema dei controlli interni è disciplinato dalle "Linee Guida di Governo Amministrativo Finanziario" e dalle correlate regole attuative. In particolare, il modello prevede il ricorso ad approcci di verifica differenziati tenuto conto da un lato della rischiosità potenziale dei processi rilevanti ai fini dell'informativa contabile e finanziaria e dall'altra della necessità di assicurare un'attività di controllo integrata e sinergica con quella svolta dalla Funzione Internal Auditing e dalle altre Funzioni aziendali di controllo.

A tale scopo la verifica delle procedure può avvalersi di analisi approfondite, condotte secondo metodologie specifiche funzionali alla verifica della correttezza dell'informativa contabile e finanziaria, svolte dalle strutture a supporto del Dirigente Preposto (approccio analitico) nonché, qualora presenti, delle evidenze rilevate dalle funzioni aziendali di controllo o da enti esterni quali Società di revisione, Autorità di vigilanza, ecc. (approccio sintetico).

Ai fini della valutazione dell'adeguatezza dei processi rilevanti per l'informativa finanziaria, il Dirigente Preposto si avvale pertanto delle risultanze delle attività di controllo svolte dalle strutture a diretto riporto, dalla Funzione Internal Auditing e dalle altre Funzioni aziendali di controllo. A tale scopo, nell'ambito del Comitato Coordinamento Controlli e Rischi Non Finanziari di Gruppo previsto dal Sistema dei Controlli Interni Integrato, le Funzioni aziendali di controllo e il Dirigente Preposto condividono i piani annuali di verifica e le relative risultanze. Le criticità derivanti da ispezioni condotte da enti esterni (Società di revisione, Autorità di vigilanza) sono inoltre raccolte e valutate, sotto il profilo del rischio d'informativa finanziaria.

Ad esito della predisposizione dei documenti contabili societari secondo le regole ed i criteri declinati nella Parte A della Nota Integrativa e delle attività di vigilanza esercitate sui processi d'informativa finanziaria secondo le impostazioni testé descritte, il Consigliere Delegato e CEO e il Dirigente Preposto sottoscrivono le attestazioni previste dall'art. 154-bis TUF, comma 5.

Tali attestazioni sono incluse nel fascicolo dei bilanci d'esercizio e consolidato e rese al pubblico secondo il modello stabilito con regolamento Consob.

Relazione ex art 15 Reg. Mercati Consob n. 20249/2017 e successive modifiche e integrazioni

La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa in tema di tutela del risparmio e disciplina dei mercati finanziari, ha fissato alcune condizioni per la quotazione delle società controllanti di società costituite e regolate dalla legge di Stati non appartenenti all'Unione Europea (art. 15 del Regolamento Mercati). Intesa Sanpaolo ha provveduto di conseguenza, con un piano di azioni finalizzate ad assicurare l'esistenza delle condizioni richieste per le società controllate che rivestono significativa rilevanza, individuate in osservanza dei criteri stabiliti dal citato art. 15:

  • − assicurando la messa a disposizione del pubblico delle situazioni contabili delle società controllate predisposte ai fini della redazione del bilancio consolidato;
  • − acquisendo dalle controllate lo statuto e la composizione e i poteri degli organi sociali;
  • − accertando che le società controllate: (i) forniscano al revisore della società controllante le informazioni a questo necessarie per condurre l'attività di controllo dei conti annuali e infra-annuali della stessa società controllante, (ii) dispongano di un sistema amministrativo–contabile idoneo a far pervenire regolarmente alla direzione e al revisore della società controllante i dati economici, patrimoniali e finanziari necessari per la redazione del bilancio consolidato.

Ad esito delle attività svolte e degli accertamenti condotti, si conferma il rispetto delle condizioni ex art 15 Reg. Mercati Consob n. 20249/2017 (e successive modifiche e integrazioni).

Il Comitato per il Controllo sulla Gestione ed il Consiglio di Amministrazione sono stati informati, in ordine al rispetto di tali previsioni normative riferite alle società costituite e regolate dalla legge di Stati non appartenenti all'Unione Europea, nell'ambito della citata "Relazione sul sistema dei controlli interni rilevanti per l'informativa finanziaria" predisposta al fine di illustrare il complesso delle attività di governo e controllo condotte in attuazione delle diverse disposizioni di legge e regolamenti di Gruppo in materia di presidio dell'informativa finanziaria, organicamente coordinate dal Dirigente Preposto.

ll perimetro dei rischi

Il perimetro dei rischi individuati, presidiati e integrati nel capitale economico, si articola come segue:

  • rischio di credito e di controparte. All'interno di tale categoria vengono anche ricondotti il rischio di concentrazione, il rischio paese ed i rischi residui, rispettivamente da cartolarizzazioni e da incertezza sui tassi di recupero creditizio;
  • rischio di mercato (trading book), comprendente il rischio di posizione, di regolamento e di concentrazione sul portafoglio di negoziazione;
  • rischio finanziario del banking book, rappresentato principalmente da tasso di interesse e tasso di cambio;
  • rischi operativi;
  • rischio assicurativo;
  • rischio strategico;
  • rischio sugli immobili di proprietà detenuti a qualunque titolo;
  • rischio su partecipazioni non integralmente consolidate;
  • rischio relativo ai fondi pensione a benefici definiti;
  • rischio modello.

La copertura dei rischi, a seconda della loro natura, frequenza e dimensione potenziale d'impatto, è affidata ad una costante combinazione tra azioni ed interventi di attenuazione/immunizzazione, procedure/processi di controllo e protezione patrimoniale anche tramite stress test.

Particolare attenzione viene posta alla gestione della posizione di liquidità sia di breve termine che strutturale, assicurando – con specifiche "policy e procedures" – il pieno rispetto dei limiti stabiliti a livello di Gruppo e di sottoperimetri operativi coerenti con la normativa internazionale ed il Risk Appetite approvato a livello di Gruppo.

Il Gruppo, inoltre, riconosce grande rilevanza al presidio del rischio di reputazione, la cui gestione è perseguita non solo tramite strutture organizzative con specifici compiti di promozione e protezione dell'immagine aziendale, ma anche attraverso processi dedicati di identificazione e valutazione del rischio reputazionale e la realizzazione di specifici flussi di reporting. Inoltre, a partire dal 2018, è stato introdotto uno specifico add-on sul capitale economico nell'ambito del rischio operativo, definito in funzione delle perdite operative, con l'obiettivo di rafforzare la protezione a fronte di possibili ricadute reputazionali. Infine, una particolare attenzione è dedicata al presidio dei rischi sociali, ambientali e di governance (rischi ESG) associati alle attività delle imprese clienti e delle attività economiche in cui il Gruppo è coinvolto. Nell'ambito dei rischi ESG particolare attenzione è riservata all'integrazione del climate change risk nel framework complessivo di risk management, in coerenza con le indicazioni regolamentari e le best practice internazionali.

Nel corso degli anni il Gruppo ha sviluppato e implementato i necessari miglioramenti strutturali ed operativi di una reportistica integrata dei rischi il più possibile completa, precisa e su base periodica, col fine di supportare il senior management.

I processi di monitoraggio dei rischi sono stati interessati da un progressivo rafforzamento dei presidi di Data & Reporting Governance, anche in ottemperanza alla normativa di riferimento ('Principi per un'efficace aggregazione e reportistica dei dati di rischio – BCBS239'). L'Area di Governo Chief Risk Officer ha previsto interventi su specifici ambiti, tra cui l'adozione di tassonomie condivise e di prassi uniformi per la descrizione del ciclo di vita del dato, nonché l'adozione degli standard di Data Quality all'interno dei principali processi di monitoraggio dei rischi; a partire dal 2020 è stato altresì avviato, nel rispetto delle specificità dell'Area, un percorso di convergenza verso il framework target di Gruppo disegnato e normato dalla Direzione Data Office, proseguito nel 2021 e ultimato nel corso del 2022 attraverso la partecipazione dell'Area Chief Risk Officer a specifiche wave di adozione del framework. Più in generale, il rafforzamento dei presidi di Data & Reporting Governance ha interessato gli elementi di seguito schematizzati.

Il Gruppo ha altresì rafforzato l'attenzione sul presidio della qualità del dato, definendo processi, ruoli e responsabilità, tassonomie di riferimento (dimensioni della qualità), individuando la relativa strumentazione a supporto e attivando all'interno dell'Area Chief Risk Officer un presidio di controlli di II livello sulla data quality.

Nel perimetro delle attività di Data & Reporting Governance sono inclusi: rischio di credito, rischio di mercato e controparte, rischio tasso di banking book, rischio di liquidità, rischi operativi, nonché il processo dell'integrazione rischi.

Le misurazioni relative alle singole tipologie di rischio del Gruppo sono integrate in una grandezza di sintesi, rappresentata dal Capitale Economico, che consiste nella massima perdita "inattesa" in cui il Gruppo può incorrere in un orizzonte di un anno, ad un determinato livello di confidenza. Esso rappresenta una metrica chiave per definire l'assetto finanziario e la tolleranza del Gruppo al rischio e per orientare l'operatività, assicurando l'equilibrio tra i rischi assunti e il ritorno per gli azionisti. Esso viene stimato, oltre che sulla base della situazione attuale, anche a livello prospettico, in coerenza con il Risk Appetite Framework approvato dal Gruppo, in funzione delle ipotesi di budget e dello scenario macroeconomico atteso, e in relazione a scenari di stress. Il capitale economico insieme al capitale a rischio calcolato secondo l'ottica regolamentare costituisce elemento fondamentale per la valutazione di adeguatezza patrimoniale del Gruppo e nell'ambito del processo ICAAP.

La valutazione del capitale è inclusa nel reporting aziendale ed è sottoposta trimestralmente al Comitato di Direzione, al Comitato Rischi e Sostenibilità e al Consiglio di Amministrazione, nell'ambito del Tableau de Bord dei rischi di Gruppo.

Oltre al governo dei rischi sopra descritti, Intesa Sanpaolo presta molta attenzione all'identificazione e al presidio di specifici ambiti di rischio emergenti, che potrebbero compromettere, nel medio periodo, il raggiungimento degli obiettivi strategici del Gruppo o influenzare in modo sensibile l'evoluzione della situazione economica e patrimoniale.

Per le finalità sopra descritte, il Gruppo Intesa Sanpaolo utilizza un vasto insieme di tecniche e strumenti per la misurazione e la gestione dei rischi, diffusamente descritto in questa Parte E della Nota Integrativa al Bilancio Consolidato, con riferimento alle tipologie di rischio di seguito indicate e secondo le modalità previste dalla informativa qualitativa di cui alla Circolare 262 di Banca d'Italia.

La tabella seguente riporta la mappatura della disclosure sui rischi con riferimento al Bilancio e al Pillar 3.

BILANCIO PILLAR 3
Sezione/Capitolo Paragrafo Sezione
RISCHI DEL GRUPPO BANCARIO PARTE E - SEZIONE 2
- Rischio di credito Capitolo 1.1 Sezioni 6-7-8-9-10
- Operazioni di cartolarizzazione Capitolo 1.1 Paragrafo C Sezione 12
- Rischio di mercato Capitolo 1.2 Sezione 13
- Portafoglio di negoziazione di vigilanza Paragrafo 1.2.1
- Portafoglio bancario Paragrafo 1.2.2
- Rischio di controparte Capitolo 1.3 Sezione 11
- Derivati Finanziari Paragrafo 1.3.1
- Derivati Creditizi Paragrafo 1.3.1
- Le coperture contabili Paragrafo 1.3.2
- Rischio di Liquidità Capitolo 1.4 Sezione 5
- Rischi Operativi Capitolo 1.5 Sezione 14
RISCHI DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE PARTE E - SEZIONE 3
- Rischi assicurativi Capitolo 3.1
- Rischi finanziari Capitolo 3.2
RISCHI DELLE ALTRE IMPRESE PARTE E - SEZIONE 4

Il Gruppo, oltre al rischio di credito, di mercato di trading book, finanziario di banking book, di liquidità, operativo e delle imprese di assicurazione, ampiamente trattati nei paragrafi successivi, ha individuato e presidia i seguenti altri rischi.

Rischio Strategico

Il Gruppo Intesa Sanpaolo definisce il rischio strategico, attuale o prospettico, come il rischio legato ad una potenziale flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.

Il rischio strategico è fronteggiato innanzitutto da policy e procedure che prevedono che le decisioni più rilevanti siano riportate al Consiglio di Amministrazione supportate dalla valutazione attuale e prospettica dei rischi e dell'adeguatezza patrimoniale. Il forte accentramento delle decisioni strategiche, con il coinvolgimento dei massimi Organi di governo aziendale ed il supporto delle diverse Funzioni aziendali, assicura la mitigazione della componente legata agli eventuali impatti discendenti da errate decisioni aziendali e scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.

Per quanto riguarda la componente riferibile più direttamente al rischio di business, ovvero legata al rischio di potenziale flessione degli utili, derivante da inadeguata attuazione di decisioni e da cambiamenti del contesto operativo e da variazioni inattese nel costo del rifinanziamento, viene fronteggiata, oltre che dai sistemi di regolazione della gestione aziendale, anche con apposito capitale interno, valutato in base ad un approccio simulativo alla volatilità del margine, delle commissioni, dei costi operativi e di rifinanziamento, ancorato al business mix del Gruppo e delle sue Business Unit.

Il rischio strategico, inoltre, è valutato anche nell'ambito delle prove di stress a valere su un modello a più fattori che descrive le relazioni tra variazioni dello scenario economico e il business mix risultante dalle ipotesi di pianificazione, con analisi mirate alla valutazione degli impatti sia sulla componente margine di interesse sia sui margini derivanti dall'andamento delle commissioni nette.

Rischio di reputazione

Il Gruppo Intesa Sanpaolo riconosce grande rilevanza al rischio di reputazione, ossia al rischio attuale e prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell'immagine della Banca da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o Autorità di Vigilanza.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo persegue la gestione attiva della propria immagine presso tutti gli stakeholder, attraverso il coinvolgimento di tutte le Unità Organizzative e ricercando una crescita robusta e sostenibile, in grado di creare valore per tutti i portatori di interesse. Inoltre, il Gruppo si propone di minimizzare i possibili effetti negativi sulla propria reputazione attraverso la governance rigorosa e dettagliata, la gestione proattiva dei rischi e l'indirizzo e il controllo delle attività. La gestione complessiva dei rischi reputazionali viene anzitutto perseguita attraverso:

  • il rispetto degli standard etici e comportamentali e delle policy di autoregolamentazione. Il Codice Etico adottato dal Gruppo contiene i valori di riferimento sui quali Intesa Sanpaolo intende impegnarsi e declina i principi di condotta volontari nelle relazioni con tutti gli stakeholder (clienti, dipendenti, fornitori, azionisti, ambiente e più in generale la collettività), con obiettivi anche più ampi rispetto a quelli richiesti dalle vigenti normative;
  • il contributo sistematico e autonomo dalle strutture aziendali con compiti specifici di presidio della reputazione le quali, ciascuna per i propri ambiti di competenza, intrattengono la relazione con gli stakeholder di riferimento;
  • un sistema integrato di presidio dei rischi primari volto al contenimento dell'esposizione agli stessi e al rispetto dei limiti di riferimento contenuti nel Risk Appetite Framework;
  • i processi di Reputational Risk Management governati dall'Area di Governo Chief Risk Officer che operano in modo trasversale rispetto alle funzioni aziendali e in sinergia con i processi decisionali.

Tali processi, che coinvolgono a diverso titolo funzioni di controllo, specialistiche e di business, includono in particolare:

  • il Reputational Risk Assessment, volto ad identificare gli scenari di rischio reputazionale più rilevanti a cui il Gruppo Intesa Sanpaolo è esposto, si svolge con cadenza annuale e raccoglie l'opinione del Top Management in merito al potenziale impatto di tali scenari sull'immagine del Gruppo, al fine di individuare adeguate strategie di comunicazione e specifiche azioni di mitigazione, se necessarie;
  • l'ESG & Reputational Risk Clearing, cui è affidato l'obiettivo di individuare e valutare ex ante i potenziali rischi reputazionali connessi alle operazioni di business più significative, ai principali progetti di Capital Budget e alla selezione dei fornitori/partner del Gruppo;
  • il Reputational Risk Monitoring, volto a monitorare l'evoluzione del posizionamento reputazionale di Intesa Sanpaolo (nel web, ad esempio) anche attraverso il contributo di analisi esterne.

Il modello di governance del rischio reputazionale include inoltre un sistema integrato di presidio dei rischi di conformità, nella convinzione che il rispetto delle norme e la correttezza negli affari costituiscano elementi fondamentali nello svolgimento dell'attività bancaria, che per sua natura è fondata sulla fiducia.

Nell'ambito dello svolgimento dell'attività di Servizio di Investimento per la Clientela, si configurano per il Gruppo una serie di potenziali rischi legati all'attività medesima, di tipo reputazionale, legale, strategico ed operativo.

  • Al fine di minimizzare le dimensioni di rischio sopra citate, anche in ottemperanza delle Normative di riferimento, il Gruppo si è da tempo dotato di opportuni processi volti a coglierne gli aspetti salienti. In particolare, si segnalano i seguenti processi:
  • Product Governance Risk Clearing, cui è affidato l'obiettivo di valutare ex ante la congruità, di concerto con le altre competenti funzioni di Controllo e con il business owner, dei prodotti in vendita/collocamento alla Clientela, analizzando ogni potenziale fattore di rischio;
  • Risk Profile Annual Review, perseguita attraverso la verifica annua della congruità del rischio "limite" di portafoglio associato a ogni segmento di clientela individuato;
  • Framework di Adeguatezza degli Investimenti, a valere sulla sottoscrizione di investimenti finanziari e sull'effettuazione di operazioni in derivati non quotati.

La commercializzazione dei prodotti finanziari è quindi disciplinata da specifiche valutazioni preventive dei rischi sia dal punto di vista della banca (insieme dei rischi con diretto impatto proprietario, siano essi di credito, finanziari e operativi) sia dal punto di vista del cliente (rischio del portafoglio, complessità e frequenza delle operazioni, concentrazione su emittenti o su divisa estera, coerenza con gli obiettivi ed i profili di tolleranza al rischio, conoscenza e consapevolezza dei prodotti e dei servizi proposti), al fine di una corretta individuazione e mitigazione di ogni potenziale fonte di rischio implicita nell'attività medesima.

Rischi ESG (Environmental, Social and Governance) e climate change risk

La sostenibilità, termine riferito alla capacità di non recare danno all'ambiente e alle comunità in modo da supportare un equilibrio economico, sociale e ambientale di medio-lungo termine, è un fattore di grande e crescente importanza per la società nel suo complesso. La gestione delle tematiche ESG richiede quindi che siano tenuti in considerazione non solo l'impatto dei rischi ad esse connessi sull'organizzazione della Banca, ma anche il potenziale impatto sugli stakeholder e i rischi a cui la Banca espone i propri stakeholder e l'ambiente con la propria operatività. Il Gruppo Intesa Sanpaolo, consapevole dell'importanza di una allocazione corretta e responsabile delle risorse e dell'influenza che un gruppo bancario può avere in termini di sostenibilità sia nel breve sia nel lungo periodo, rivolge particolare attenzione alla gestione dei rischi ESG sia con riferimento alla propria operatività che in relazione alle attività delle imprese clienti e ai settori considerati sensibili, caratterizzati cioè da un significativo profilo di rischio ESG.

I rischi ESG sono quindi inclusi nel framework complessivo di Risk Management in quanto rappresentano potenziali impatti negativi che una organizzazione o un'attività possono comportare sull'ambiente, sulle persone e sulle comunità, comprendendo i rischi connessi alla condotta aziendale (corporate governance), sulla redditività, sul profilo reputazionale e sulla qualità del credito con possibili conseguenze legali. Fra i rischi ESG particolare rilievo assume il climate risk, ovvero il rischio finanziario derivante dall'esposizione al rischio fisico e di transizione connesso al cambiamento climatico. I rischi e le opportunità correlati ai cambiamenti climatici sono identificati e analizzati in modo coordinato dalle diverse funzioni aziendali, con l'obiettivo di includerli nei processi ordinari di identificazione, valutazione e monitoraggio del rischio, nelle strategie creditizie e nell'offerta commerciale del Gruppo.

Il Gruppo è pertanto impegnato nel ricomprendere l'impatto degli aspetti legati al clima nei rispettivi processi decisionali strategici per integrarli completamente nel quadro di gestione del rischio con lo scopo di mantenere un profilo a rischio basso. Ciò comprende il monitoraggio e la gestione dei rischi ESG, compresi i rischi derivanti dal cambiamento climatico (di credito, operativi, reputazionali, di mercato e di liquidità) e l'attuazione di standard etici e ambientali nei processi interni, nei prodotti e servizi offerti ai clienti e nella selezione delle controparti e dei fornitori.

Già nel 2021 è stata pertanto dedicata una specifica sezione ai rischi ESG, climate change e reputazionali, nell'ambito del Risk Appetite framework (RAF), che rappresenta il quadro generale all'interno del quale è sviluppata la gestione del rischio d'impresa. Tale sezione include elementi qualitativi e quantitativi. In particolare, con riferimento ai rischi ESG & Climate, il Gruppo riconosce l'importanza strategica dei fattori ESG e l'urgenza di contenimento del cambiamento climatico.

Nello specifico, i rischi di cambiamento climatico possono essere suddivisi in rischi fisici e di transizione.

I rischi fisici rappresentano l'impatto finanziario negativo derivante dai cambiamenti climatici, compresi eventi metereologici estremi più frequenti e mutamenti graduali del clima, nonché del degrado ambientale, ossia inquinamento atmosferico, dell'acqua e del suolo, stress idrico, perdita di biodiversità e deforestazione. Questi rischi – che solitamente possono manifestarsi sia nel breve/medio che nel lungo periodo – possono essere suddivisi in rischi acuti e cronici:

  • rischi fisici acuti, che si riferiscono a eventi specifici che possono potenzialmente creare danni fisici significativi (ad esempio, inondazioni di fiumi e oceani, tempeste tropicali). Tali eventi si stanno verificando con maggiore frequenza sia su base regionale che globale;
  • rischi fisici cronici, che comportano una serie di impatti fisici di durata considerevolmente più lunga rispetto a quelli posti dai rischi acuti. Sono identificabili come processi di cambiamento più che come singoli eventi. Nella maggior parte

dei casi, gli impatti sono localizzati (ad esempio, siccità) ma è probabile che i rischi cronici diventino più significativi nel lungo termine.

I rischi di transizione sono rappresentati dagli impatti finanziari negativi in cui può incorrere un ente, direttamente o indirettamente, a seguito del processo di aggiustamento verso un'economia a basse emissioni di carbonio e più sostenibile sotto il profilo ambientale, derivanti da:

  • politiche pubbliche e rischi legali: rientrano in questa categoria le politiche che tentano di limitare le azioni che contribuiscono agli effetti negativi del cambiamento climatico o azioni politiche che cercano di promuovere l'adattamento al cambiamento climatico e il rischio legale derivante dall'incapacità delle organizzazioni di mitigare/adattarsi al cambiamento climatico;
  • evoluzioni tecnologiche: comprendono le innovazioni che supportano la transizione verso un sistema economico a basse emissioni di carbonio ed efficiente dal punto di vista energetico;
  • preferenze dei consumatori: cambiamenti nella domanda e nell'offerta di determinati beni, prodotti e servizi maggiormente sostenibili;
  • rischio reputazionale: derivante dal cambiamento delle percezioni dei clienti o della comunità in merito al contributo di un'organizzazione alla transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.

L'integrazione dei rischi ESG e in particolare del climate change risk, nel framework di risk management si articola in:

  • un'analisi di materialità (Climate/ESG Materiality Assessment), volta a identificare e valutare la rilevanza dei fattori di rischio ESG e climate rispetto ai diversi portafogli e famiglie di rischio. Uno dei principali strumenti a supporto di tale analisi è l'ESG Sectoral Assessment che costituisce inoltre la base per la definizione di presidi mirati e lo sviluppo delle strategie settoriali in materia ("ESG Sectoral Strategy");
  • la definizione di specifici presidi nell'ambito del Risk Appetite Framework (RAF);
  • la conduzione di analisi di scenario (Climate Scenario Analysis), volte a valutare gli impatti di tali rischi nel breve, medio e lungo termine;
  • il presidio dei rischi ESG declinato secondo le diverse famiglie di rischio (es. credito, mercato, liquidità), con un focus particolare, nell'ambito dei rischi ambientali (es. terremoti, perdita biodiversità), al rischio di cambiamento climatico.

Climate/ESG Materiality Assessment

L'analisi di materialità Climate/ESG Materiality Assessment è un processo di valutazione dei potenziali impatti dei rischi ESG e climatici per il Gruppo. Tale analisi si basa su un approccio organico e strutturato alla valutazione dei rischi che prevede una declinazione granulare dei driver di rischio e l'integrazione di elementi forward-looking.

La valutazione di materialità, con particolare riferimento al rischio di cambiamento climatico, parte dall'analisi della composizione di ciascuna classe di esposizioni per ciascun rischio finanziario considerando l'impatto operativo e i canali di trasmissione individuati per ciascun driver di rischio climatico. Lo strumento principale è costituito dall'ESG sectoral assessment, aggiornato annualmente, che consente di identificare i settori (e i sottosettori) maggiormente esposti ai rischi da cambiamento climatico e ESG. La metodologia seguita prevede l'assegnazione di score a ciascun driver di rischio (rischio di transizione, rischio fisico, rischio ambientale, rischio social e rischio di governance).

I criteri di valutazione sottostanti l'assegnazione di tali punteggi sono stati definiti utilizzando numerose fonti in uso all'interno del sistema finanziario (es: analisi disponibili pubblicamente, info provider, documenti di ricerca) che descrivono la materialità finanziaria a livello qualitativo dei driver di rischio climatici ed ESG in relazione ai principali settori economici.

I risultati del Materiality Assessment sono elemento fondante per la definizione delle strategie settoriali in materia ("ESG Sectoral Strategy") e guidano la definizione, nell'ambito del Risk Appetite Framework, di limiti, Key Risk Indicator e azioni specifiche volte al contenimento dei rischi ESG, in particolare con riferimento ai settori più esposti a tali rischi.

Risk Appetite Framework (RAF)

ll RAF, come precedentemente accennato, integra e traduce in presidi specifici quanto definito in termini di indirizzi strategici, ESG/Climate Materiality Assessment e ESG Sectoral Strategy, individuando anno per anno, limiti, Key Risk Indicator e azioni specifiche volte al contenimento dei rischi ESG, in particolare con riferimento ai settori più esposti a tali rischi. In tale contesto si inseriscono anche specifici interventi connessi ad esempio all'adesione del Gruppo agli obiettivi di "Net-Zero". Lo sviluppo dei presidi RAF in ambito ESG tiene inoltre in considerazione le evidenze emerse dai principali processi di valutazione di tali rischi.

Dal 2021 il RAF di Gruppo ha introdotto una sezione dedicata ai rischi ESG, di cambiamento climatico e reputazionali ESG Climate Change e Reputational Risk che include elementi qualitativi e quantitativi che integrano:

  • la consapevolezza che il cambiamento climatico costituisce un fattore di rischio significativo sia sul rischio di credito attuale che su quello futuro, oltre ad influenzare la preferenza degli investitori;
  • l'impegno della Banca a essere un intermediario finanziario responsabile e a sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni;
  • il ruolo ormai consolidato dei social media come strumenti molto efficaci per creare opinioni pubbliche e orientare i comportamenti dei consumatori e delle controparti e influenzare la reputazione della Banca.

Appositi limiti sono pertanto stati definiti in relazione all'esposizione verso i settori coal mining e oil&gas, maggiormente esposti al rischio di transizione; in particolare, per il coal mining il limite viene rivisto annualmente in coerenza con l'obiettivo di phase-out dei finanziamenti entro il 2025. Con l'obiettivo di rispettare gli impegni intrapresi nell'ambito della Net-Zero Banking Alliance, sono stati introdotti specifiche soglie di attenzione/KRI relativi alle emissioni di CO2 delle controparti finanziate appartenenti ai settori Oil & Gas, Power Generation e Automotive. Anche per i settori caratterizzati da problematiche rilevanti soprattutto con riferimento alla dimensione sociale è stata introdotta una soglia di attenzione in relazione all'esposizione del Gruppo, coerentemente alla strategia ESG settoriale di disincentivazione creditizia ad essi associata.

Sempre nell'ambito del RAF sono identificate le principali limitazioni ed esclusioni al finanziamento verso settori/controparti maggiormente esposti ai rischi ESG che vengono poi integrate in policy di autoregolamentazione e/o nei processi aziendali. In particolare, Intesa Sanpaolo ha emanato le "Regole per l'operatività creditizia nel settore del carbone", le "Regole per l'operatività creditizia nel settore dell'oil&gas non convenzionale" e "Regole in materia di operatività con soggetti attivi nel settore dei materiali di armamento", volte a definire criteri generali e specifici di limitazione ed esclusione dell'operatività creditizia verso controparti appartenenti a questi settori.

Climate Scenario Analysis

Un elemento fondamentale per integrare nelle strategie aziendali i rischi e le opportunità connessi al cambiamento climatico considerando le implicazioni anche di medio lungo termine, è costituito dall'analisi di scenario. In generale la Climate Scenario Analisys è utilizzata al fine di esplorare potenziali vulnerabilità di portafoglio, soprattutto creditizio, nell'ambito di esercizi di stress test regolamentari oppure nell'ambito del processo ICAAP.

  • Per la conduzione di tale attività Intesa Sanpaolo adotta un approccio che integra le seguenti componenti:
  • soluzione dedicata per la verifica degli impatti del rischio di transizione sul portafoglio NFC (Non Financial Corporate): la valutazione viene effettuata attraverso lo shock dei bilanci della singola impresa, differenziandosi tra Corporate e SME Corporate. Per i primi l'impatto dello scenario climatico sui bilanci è derivato attraverso un approccio bottom-up, mentre per gli SME Corporate il modello fornisce una modellizzazione top-down, dove l'impatto sul bilancio dell'azienda è determinato dall'evoluzione del settore di appartenenza;
  • soluzione dedicata per la verifica degli impatti del rischio di transizione sul portafoglio Residential Real Estate: la valutazione viene svolta a livello di asset ed è volta a misurare la perdita di valore degli immobili a garanzia in relazione alla classe energetica di appartenenza (cd. APE);
  • metodologia di quantificazione del rischio fisico sugli immobili sottostanti alle garanzie relative al portafoglio mutui: l'impatto in questo caso dipende dalla geolocalizzazione delle proprietà e dalle tipologie di danno conseguenti alle diverse rischiosità degli eventi climatici acuti e cronici.

Nel corso del 2022, al fine di valutare la vulnerabilità delle banche ai rischi climatici e ambientali, Intesa Sanpaolo ha partecipato all'SSM Climate Risk Stress Test 2022 condotto dalla BCE. I risultati di questo esercizio sono stati integrati nel processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP). Sono state inoltre sviluppate capabilities e metodologie per l'identificazione e la valutazione del rischio fisico, volte a introdurre a partire dal resoconto ICAAP/ILAAP 2023 gli stress relativi al rischio climatico, sia di lungo sia di breve termine, con riferimento sia al rischio di transizione sia al rischio fisico. Nel corso del 2023 il framework di climate scenario analysis verrà ulteriormente rafforzato, facendo anche leva su soluzioni di fornitori qualificati, al fine di ampliare il perimetro di valutazione degli impatti di rischio fisico e di transizione.

Presidio dei rischi ESG/climatici nelle diverse famiglie rischio

Il framework di risk management di Intesa Sanpaolo prevede l'integrazione dei fattori di rischio climatici e ambientali rispetto alle diverse famiglie di rischio impattate. Tale scelta tiene in considerazione il fatto che l'impatto che i rischi climatici e ambientali può essere diretto, ad esempio per effetto di una minore redditività delle imprese o della svalutazione delle attività, o indiretto, ad esempio a causa di azioni legali (rischio legale) o danni reputazionali che emergano qualora il pubblico, le controparti dell'ente e/o gli investitori associno l'ente a effetti ambientali avversi (rischio reputazionale).

Con riferimento al rischio di credito, si osserva preliminarmente che gli effetti del rischio climatico hanno contenuto prevalentemente prospettico su orizzonti di medio – lungo periodo e, conseguentemente, non si rilevano forti evidenze empiriche nelle serie storiche quantitative su cui sono costruiti i modelli di rating, le stime di LGD ed EAD.

Ciò premesso, nella componente qualitativa dei modelli Corporate attualmente validati ed utilizzati dal Gruppo al 31 dicembre 2022, sia per finalità regolamentari che gestionali, diversi aspetti ed elementi correlati agli ambiti ESG e "Climate" sono presi in considerazione, attraverso specifiche domande, alle quali l'analista deve fornire risposta in fase di attribuzione del rating. Ad esempio, viene rilevata la presenza e la qualità dei certificati ambientali di cui l'azienda è in possesso, la presenza di dispute legali connesse a temi ambientali (inquinamento derivanti dall'attività produttiva), l'ambito, più generale, dei diritti umani e la stabilità della corporate governance.

Nei nuovi modelli Corporate (imprese o gruppi con dimensione inferiore ai 500 milioni di euro), la cui istanza di model change è stata presentata nel corso del primo semestre 2021, i fattori sopra citati sono stati confermati e, con l'obiettivo di ampliare la profondità di analisi su queste aree di indagine, sono stati definiti specifici moduli "ESG" e "Catastrofali", che concorrono, insieme a quelli più tradizionali, alla definizione della classe di rating in output al modello.

In particolare, nell'ambito del nuovo modello Corporate in attesa di validazione, al fine di tener conto dell'esposizione della controparte a rischi fisici derivanti da eventi catastrofali (ad esempio, danni agli stabilimenti produttivi e/o ai magazzini) è stato definito un modulo ad hoc con approccio "top-down" (la presenza di dati a livello di individuale è ad oggi molto limitata, soprattutto per le imprese di minore dimensione) a partire dalle evidenze storiche e pubbliche di eventi catastrofali osservati a livello di area geografica. Più in dettaglio, tale modulo fornisce, per le controparti domestiche, una valutazione del rischio di danni connesso a calamità naturali (alluvioni, incendi, terremoti) a cui un'impresa è potenzialmente esposta in funzione della regione (e/o comune) nella quale opera e/o conduce prevalentemente il proprio business.

Con riferimento al modello Large Corporate (imprese o gruppi con dimensione maggiore di 500 milioni di euro), l'inclusione di uno specifico modulo ESG sarà invece effettuata mediante un approccio di tipo "bottom–up": il tasso di disponibilità delle informazioni su elementi ESG (driver di rischio, approcci, strategie aziendali) a livello di singolo debitore è infatti significativamente maggiore per le imprese più grandi (imprese generalmente più strutturate/organizzate, spesso quotate). Il modulo proposto integra statisticamente tre "sotto-score", ognuno dei quali considera driver specifici (emersi significativi in correlazione al rischio di default creditizio) di tipo Environmental (E), Social (S) e di Governance (G). All'interno del nuovo framework di modello, rappresenta una componente "autonoma" della più ampia e generale sezione qualitativa.

Nella gestione del rischio di mercato, Intesa Sanpaolo valuta anche gli effetti dei fattori climatici e ambientali sulle proprie posizioni correnti esposte al rischio di mercato. In particolare, il Gruppo:

• effettua analisi e monitoraggi dei prezzi di mercato e della liquidità degli strumenti finanziari per identificare possibili evidenze di fattori di rischio climatico e ambientale;

  • analizza l'impatto dei rischi climatici e ambientali sulla valutazione degli strumenti finanziari al fair value, con particolare focus sulle principali asset class, payoff e posizioni esplicitamente legate a fattori di rischio Climatico e ambientale C&E (climate & environment), nonché sugli investimenti futuri proposti dalle strutture di business;
  • classifica le posizioni correnti soggette a rischio di mercato utilizzando gli indicatori ESG disponibili internamente (ad es. ESG Sectoral Assessment, ESG Sectoral Strategy) ed esternamente (e.g. settori di attività economico-industriale, ESG score/rating), anche tramite fornitori qualificati.

Per quanto riguarda il rischio di liquidità, rilevanti rischi climatici e ambientali possono comportare un aumento dei deflussi di cassa netti o intaccare le riserve di liquidità disponibili. Sebbene, come da generale consenso dell'industria bancaria, il legame tra i rischi ESG e la liquidità risulti principalmente di tipo indiretto e con manifestazioni potenzialmente più sul lungo termine, si ritiene importante non trascurare questi rischi e la loro potenziale trasmissione, incorporando opportunamente la valutazione dei loro potenziali effetti sulla posizione di liquidità del Gruppo, corrente e prospettica.

A tal fine, dopo la preventiva identificazione dei fattori di rischio climatico e ambientale che potrebbero influenzare negativamente le posizioni di liquidità del Gruppo, sono effettuate specifiche analisi e monitoraggi delle esposizioni per la valutazione di materialità dei fattori di rischio individuati, mantenendo stretto raccordo con le valutazioni qualitative adottate dalla Banca a livello di settore e di sotto-settore (es. ESG Sectoral Assessment) ai fini del rischio creditizio.

Nella valutazione dei diversi scenari, inclusi quelli di stress, sui flussi temporali in entrata e uscita e sull'adeguatezza quantitativa e qualitativa delle riserve di liquidità, particolare attenzione viene inoltre dedicata all'analisi d'impatto dei fattori di rischio climatici e ambientali che potrebbero compromettere le posizioni di liquidità in chiave forward-looking su orizzonti di medio-termine (1-3 anni). Tali analisi sono incorporate nel resoconto annuale di "Internal Liquidity Adequacy Assessment Process" (ILAAP) senza evidenziare assorbimenti materiali di riserve di liquidità del Gruppo.

Nella gestione dei rischi operativi, Intesa Sanpaolo considera anche il possibile impatto avverso di eventi climatici e ambientali sulle sue proprietà immobiliari, sulla continuità operativa nonché sul rischio legale (cd 'litigation risk'). In particolare, il Gruppo:

  • nell'ambito degli eventi operativi raccolti (loss data collection), identifica quelli connessi a rischi climatici e ambiental i, attraverso tipologie di evento dedicate;
  • durante il processo di Operational Risk Assessment, valuta, per il tramite di specifici scenari di rischio dedicati ai rischi climatici e ambientali, le possibili perdite derivanti da danni alle proprietà immobiliari, da possibili interruzioni alla propria operatività e da eventuali responsabilità legali;
  • a tutela della continuità operativa, valuta l'impatto dei rischi fisici associati a centri e siti IT (inclusi i servizi IT esternalizzati), individuando sedi alternative in caso di disaster recovery.

Con riferimento al presidio del litigation risk, le Autorità di Vigilanza e le Istituzioni internazionali hanno evidenziato una prospettiva di crescita in relazione alle tematiche climatiche ed ambientali. Tale tendenza richiede un attento monitoraggio dei rischi correlati da parte delle Autorità di Vigilanza e della Banche Centrali e di conseguenza da parte delle istituzioni finanziarie. In relazione al rischio di contenzioso climatico/ambientale, Intesa Sanpaolo ha attivato un monitoraggio delle controversie di mercato (domestiche e internazionali), ha affinato il processo di monitoraggio del proprio contenzioso e previsto un'apposita iniziativa formativa per il personale dedicato.

Nella gestione del rischio reputazionale il Gruppo valuta ex-ante i potenziali rischi ESG e reputazionali connessi alle operazioni di business e alla selezione dei fornitori/partner del Gruppo tramite il processo di ESG & Reputational Risk Clearing.

Con particolare riferimento al processo di concessione creditizia corporate, tale processo è volto a valutare preventivamente i potenziali rischi ESG e reputazionali connessi alle operazioni creditizie riguardanti controparti operanti nei settori sensibili ai rischi ESG e/o reputazionali. Il processo di ESG & Reputational risk clearing viene applicato, in coerenza con il principio di proporzionalità, in maniera differenziata in funzione della complessità delle controparti/transazioni e prevede meccanismi di escalation differenziati in funzione della classe di rischio ESG/reputazionale assegnata all'operazione/controparte. Le classi di rischio assegnate considerano le valutazioni di rischio ESG attribuite ai diversi settori di business dall'analisi di materialità e dalle strategie settoriali in materia.

Il Gruppo, inoltre, monitora la propria web reputation integrando valutazioni specifiche sugli eventi legati ai rischi ambientali/cambiamenti climatici (es. eventi derivanti da proteste o campagne avverse derivanti dall'attività di finanziamento della banca). Infine, specifici scenari inerenti ai temi ESG e climate sono inclusi nel processo di valutazione annuale del rischio reputazionale da parte del top management.

Con riferimento ai rischi ambientali diretti in considerazione della sempre maggiore rilevanza strategica rivestita dal tema delle emissioni di CO2, Intesa Sanpaolo nel 2022 ha redatto un nuovo piano, denominato Own Emission Plan, che sostituisce il precedente Climate Change Action Plan, fissando al 2030 l'obiettivo Net Zero per le emissioni proprie attraverso azioni di efficienza energetica e di maggior utilizzo dell'energia da fonte rinnovabile. In relazione al rischio idrogeologico (alluvioni e frane) legato anche al climate change e al potenziale accadimento di scenari di crisi in Italia che possono avere ripercussioni sugli immobili di Intesa Sanpaolo, è prevista l'attivazione di una serie di strutture aziendali. Al fine di garantire la continuità operativa nelle aree maggiormente colpite dal maltempo, vengono attivati i referenti per le crisi delle strutture territoriali e centrali per la segnalazione tempestiva di criticità, con particolare riferimento a ritardi nel trasporto valori e corrispondenza, difficoltà del personale nel raggiungere il posto di lavoro, difficoltà per l'operatività e per l'impiantistica delle filiali. Contestualmente, già alla prima allerta meteo, si attiva la struttura aziendale di Gestione Eventi Critici (GEC) e nel caso di gravissimi eventi calamitosi viene attivato anche il NOGE (Nucleo Operativo Gestione Emergenze del Business Continuity Management Department) che, monitorata la situazione, valuta la chiusura temporanea degli stabili e attiva eventuali altri interventi. L'analisi condotta in relazione al rischio idrogeologico/frane ha rilevato che in Italia sono circa 290 gli immobili che risultano essere in zone con rischio alluvione medio o elevato, mentre solamente 16 immobili risultano essere in zone a rischio frana elevato o molto elevato (sono attualmente oltre 3.000 gli immobili strumentali ubicati in Italia sottoposti a verifica).

Nel 2022 è stato avviato un progetto volto alla mappatura dell'esposizione di tutti i rischi fisici, sia acuti che cronici, da Climate change di tutti gli asset bancari in coerenza con quanto stabilito nel Piano d'Impresa della Banca. Il progetto prevede di valutare le vulnerabilità ambientali attraverso l'utilizzo di una piattaforma, volta all'identificazione di un rischio di pericolosità per ogni asset immobiliare del Gruppo Intesa Sanpaolo legato ai Rischi Climate Change e ad altri Rischi di Natura Territoriale.

Le risultanze delle analisi finora condotte (materiality assessment e stess test), hanno evidenziato che il Gruppo non è esposto nel breve termine in misura materiale ai rischi sopra citati.

In particolare, con riferimento al Rischio di Transizione sui settori del Banking Book a maggiore intensità di emissione (Oil & Gas, Power Gen ed Automotive), si segnala che nell'ambito del Piano Industriale sono stati definiti target settoriali intermedi al 2030 - allineati all'obiettivo Net Zero entro il 2050 - oggetto di un piano di transizione come da indicazioni della NZBA, a mitigazione del potenziale rischio prospettico. Ulteriori settori si aggiungeranno progressivamente ai tre citati, a seguito delle analisi che verranno svolte in relazione agli impegni sottoscritti con l'adesione alla NZBA e alla validazione SBTI (Science Based Target Initiative).

Gli impatti potenziali, il relativo orizzonte temporale (a breve, medio e lungo termine) e le azioni identificate per ciascun rischio potenziale osservato, che vengono aggiornati annualmente, con riferimento ai rischi sia indiretti che diretti, sono rappresentati nelle tabelle che seguono.

Rischi potenziali Timeframe (*) Potenziali impatti Azioni Opportunità
Transizione Breve/medio/lungo periodo Finanziamenti Finanziamenti Finanziamenti
Modifiche nelle politiche
pubbliche
Contrazione del business o
aumento dei costi per le
Valutazione dei rischi ESG e
climatici nei finanziamenti
Sostegno alla transizione
energetica
attraverso
Cambiamenti tecnologici imprese clienti con possibili
conseguenze
su
merito
creditizio e solvibilità
Integrazione dei rischi ESG
nella valutazione del merito
finanziamenti alla green e
circular economy e servizi di
advisory collegati
Modifiche nelle preferenze
dei clienti/consumatori
Impatti reputazionali creditizio
Valutazione della materialità
dei rischi ESG nei settori di
business
ESG scoring di controparte
Implementazione
e
aggiornamento di policy di
autoregolamentazione per la
valutazione e gestione del
rischio socio-ambientale dei
finanziamenti
in
settori
sensibili
Adesione a iniziative Net
Zero con riduzione delle
emissioni
associate
ai
finanziamenti
Asset Management Monitoraggio
attivo
della
normativa ESG
Asset Management
Asset Management
Conseguenze
dei
cambiamenti climatici sulle
società in portafoglio con
conseguente riduzione del
valore degli asset gestiti
Impatti documentali
Impatti sull'offerta di prodotti
e servizi alla clientela
Impatti su procedure interne
e IT
Valutazione e controllo dei
rischi ESG nel portafoglio
investimenti
Adeguamento
e
ampliamento
gamma
prodotti e servizi
Realizzazione di policy di
autoregolamentazione
di
sostenibilità
Adesione a iniziative Net
Zero con riduzione delle
emissioni
associate
agli
investimenti
Impatti reputazionali Monitoraggio
attivo
della
normativa
ESG
Investimenti IT
Transizione
Modifiche
nelle
politiche
Breve/medio/lungo periodo Impatto
reputazionale,
percezione
negativa
da
parte degli Stakeholder e in
Integrazione dei rischi ESG
nella valutazione del merito
creditizio
pubbliche particolare da parte degli
investitori ESG dovuta ad
Implementazione
e
aggiornamento di policy di
autoregolamentazione per la
Cambiamenti
tecnologici
una mancata o inadeguata
gestione
di
tali
rischi
Modifiche nelle preferenze
dei clienti/consumatori
Possibile
esclusione
da
indici di sostenibilità (ESG) o
peggioramento
del
valutazione e gestione del
rischio socio-ambientale dei
finanziamenti
in
settori
sensibili
posizionamento
o
rating
ESG
Azioni
di
ascolto
degli
Stakeholder
Partecipazione a gruppi di
lavoro internazionali sui temi
del cambiamento climatico
Adesione a iniziative Net
Zero
con
obiettivi
di
riduzione
delle
emissioni
finanziate
Monitoraggio
attivo
della
normativa ESG

Rischi indiretti legati al climate change

(*) 0-5 anni breve periodo; 5-10 anni medio periodo; 10-30 anni lungo periodo.

Rischi potenziali Timeframe (*) Potenziali impatti Azioni Opportunità
Transizione Breve/medio periodo Finanziamenti Finanziamenti Finanziamenti
Cambiamenti nella normativa
ambientale
Introduzione di nuovi limiti di
emissioni atmosferiche o di
nuovi sistemi di reporting
connessi
Implicazioni finanziarie della
normativa ambientale e ESG
e dei limiti e/o tasse sulle
emissioni imposti a clienti
operanti in alcuni settori
economici
Partecipazione a gruppi di
lavoro e ad iniziative legate
al
cambiamento
climatico
Collaborazione attiva con i
policy
maker
per
rappresentare l'esigenza di
stabilità e chiarezza della
normativa
in
materia
ambientale
e
ESG
Iniziative di target setting per
la riduzione delle emissioni
dei portafogli creditizi
Offerta
di
soluzioni
finanziarie dedicate e servizi
di consulenza specialistica
per la clientela nel campo
delle energie rinnovabili e
dell'efficienza energetica e
della transizione
Transizione
Introduzione
di
regolamentazione sui rischi
climatici
per
il
settore
finanziario
Breve/ medio periodo Riduzione dei ricavi per il
Gruppo
derivante
da
esposizione
eccessiva
a
settori
maggiormente
vulnerabili al rischio climatico
Integrazione
del
rischio
climatico nei sistemi di risk
management
Iniziative di target setting per
la riduzione delle emissioni
dei
portafogli
creditizi
ESG
scoring
per
le
controparti
Mappatura settoriale ESG
Potenziamento dell'offerta di
prodotti e servizi legati alla
transizione
Ribilanciamento
dei
portafogli
Transizione
Modifiche nelle preferenze
dei clienti/consumatori
Breve/medio periodo Riduzione dei ricavi per il
Gruppo
causata
da
una
maggiore
concorrenza
a
fronte
di
una
crescente
domanda di prodotti ESG e
minore
richiesta
di
servizi/prodotti non ESG
Identificazione
di
prodotti
creditizi sostenibili sulla base
delle
"Regole
per
l'identificazione di prodotti
creditizi
ed
operazioni
creditizie
sostenibili"
nell'ambito dei processi di
Product
Governance
di
Gruppo
Potenziamento dell'offerta di
prodotti e servizi per la green
economy,
la
circular
economy e la transizione
ecologica
Emissioni
obbligazionarie
Green e ESG
Fisico
Eventi atmosferici estremi
(esondazioni, alluvioni, frane,
valanghe, slavine, piogge,
grandinate,
nevicate
abbondanti, trombe d'aria,
uragani,
cicloni
e
mareggiate)
Breve/medio /lungo periodo Implicazioni finanziarie per la
clientela corporate e retail
danneggiata
da
eventi
atmosferici
estremi
con
possibili
conseguenze
su
merito creditizio e solvibilità
Sospensione o moratoria del
pagamento delle rate dei
finanziamenti a favore della
clientela danneggiata
Nuovi
finanziamenti
agevolati
destinati
al
ripristino
delle
strutture
danneggiate
Prodotti
assicurativi
per
danni
causati
da
eventi
climatici estremi

(*) 0-5 anni breve periodo; 5-10 anni medio periodo; 10-30 anni lungo periodo.

Rischi diretti legati al climate change

Rischi potenziali Timeframe (*) Potenziali impatti Azioni
Transizione
Cambiamenti nella normativa
Breve/medio periodo Possibili
sanzioni
in
caso
di
mancato
rispetto
delle
nuove
normative
Monitoraggio costante e preventivo
dei possibili cambiamenti nella
normativa nazionale e europea
ambientale Partecipazione a corsi di formazione
e workshop specifici
Transizione Breve/ medio periodo Costi di adeguamento degli impianti
di riscaldamento e condizionamento
Implementazione e monitoraggio
Own
Emissions
Plan
Introduzione
di
nuovi
limiti
di
emissioni atmosferiche o di nuovi
sistemi
di
reporting
connessi
e
per
nuovi
strumenti
di
monitoraggio
Azioni di efficientamento energetico
Aumento del costo delle materie
prime
Costi
legati
a
eventuali
tasse
connesse alle emissioni di gas serra
Aumento
dell'utilizzo
di
fonti
energetiche
rinnovabili
Incremento
dei
costi
di
approvvigionamento energetico
Azioni preventive di sostituzione di
vecchi impianti con impianti di
ultima generazione a basso impatto
ambientale nonché di sistemi di
monitoraggio dei consumi durante la
ristrutturazione di filiali e immobili
Transizione
Cambiamenti
nelle
norme
e
Breve/medio periodo Costi
di
adeguamento
delle
procedure relative ai processi di
certificazione in caso di variazione
Monitoraggio costante e preventivo
dei
possibili
cambiamenti
negli
standard
standard ambientali a cui il Gruppo
aderisce volontariamente (norme
ISO)
delle norme Partecipazione a corsi di formazione
e workshop specifici
Fisico - acuto
Eventi atmosferici estremi
Breve/medio /lungo periodo Possibili danni alle infrastrutture
della Banca ed eventuali interruzioni
delle attività
Valutazione preventiva del rischio
idrogeologico
degli
edifici
(esondazioni, alluvioni, frane,
valanghe, slavine, piogge,
grandinate, nevicate abbondanti,
trombe d'aria, uragani, cicloni e
Adozione di un piano di business
continuity e di azioni per prevenire/
mitigare/gestire
danni fisici alle
strutture della Banca
mareggiate) Creazione di una piattaforma volta
all'identificazione di un rischio di
pericolosità
per
ogni
asset
immobiliare
del
Gruppo
Intesa
Sanpaolo
Fisico - cronico Breve/medio /lungo periodo Incremento
dei
costi
di
approvvigionamento
energetico
Azioni di efficientamento energetico
Aumento o diminuzione delle
temperature medie, innalzamento
del livello del mare, stress idrico e
o
richiesta
mare
connessi a maggiori consumi termici
elettrici
Aumento
dell'utilizzo
di
fonti
energetiche
rinnovabili
siccità Rischio black out per aumento della
di
energia
Azioni preventive di sostituzione di
vecchi impianti con impianti di
ultima generazione a basso impatto
Innalzamento del livello del mare
con conseguente impatto su edifici
posti nelle immediate vicinanze del
ambientale nonché di sistemi di
monitoraggio dei consumi durante la
ristrutturazione di filiali e immobili
Possibili incendi dovuti a aumenti di
temperatura
anche
in
zone
adiacenti a edifici della banca
Valutazione preventiva del rischio
innalzamento del livello del mare
Adozione di un piano di business
continuity
e
di
azioni
per
mitigare/gestire possibili black out di
energia
Certificazione
ISO
14001,
ISO
50001 e ISO 45001 che tengono in
considerazione i rischi legati al
climate change
Creazione di una piattaforma volta
all'identificazione di un rischio di
pericolosità
per
ogni
asset
immobiliare
del
Gruppo
Intesa
Sanpaolo

(*) 0-5 anni breve periodo; 5-10 anni medio periodo; 10-30 anni lungo periodo.

Ulteriori informazioni circa il presidio dei rischi ambientali e climatici sono contenute nel report TCFD che il Gruppo pubblica volontariamente dal 2021.

Rischio sugli immobili di proprietà

Il rischio sugli immobili di proprietà viene definito come il rischio legato alla possibilità di subire perdite economiche in base ad una variazione sfavorevole del valore degli stessi ed è quindi ricompreso nella categoria dei rischi finanziari di Banking Book. La gestione degli immobili è fortemente accentrata e costituisce investimento prevalentemente strumentale alle attività aziendali. Al fine di rappresentare la rischiosità del portafoglio immobiliare di proprietà, viene calcolato un capitale economico basandosi sulla volatilità storicamente osservata degli indici di prezzi immobiliari (principalmente italiani, tipologia di esposizione prevalente nel portafoglio immobiliare del Gruppo), con granularità di indicazione geografica e di destinazione d'uso appropriata al portafoglio immobiliare alla data di riferimento.

Rischio su partecipazioni non integralmente consolidate

Il rischio sul portafoglio partecipativo è legato alla possibilità di subire perdite economiche dovute alla variazione sfavorevole dei valori degli investimenti non integralmente consolidati.

Il perimetro considerato comprende gli strumenti di capitale detenuti in società finanziarie e non finanziarie; sono inclusi gli strumenti di partecipazione finanziaria, gli impegni per l'acquisto e derivati aventi come sottostanti strumenti di capitale e i fondi azionari.

Il modello utilizzato per la stima del Capitale Economico è basato su un approccio PD/LGD, analogo al modello di portafoglio del rischio di credito, a valere sul portafoglio partecipativo stand-alone, integrato con valutazioni di mercato per la parte quotata. La LGD di riferimento è quella regolamentare, mentre gli altri parametri del modello sono i medesimi utilizzati nel modello di portafoglio del rischio di credito.

Rischio relativo ai fondi pensione a benefici definiti

Il rischio relativo ai fondi pensione a benefici definiti viene ricondotto alla possibilità di dover incrementare la riserva che Intesa Sanpaolo Capogruppo mantiene a garanzia delle prestazioni dei detti fondi pensione, in base ad una variazione sfavorevole nel valore delle attività e/o passività delle Casse di Previdenza coinvolte. Tale rischio viene compiutamente considerato nell'ambito della valutazione dell'adeguatezza patrimoniale, misurato e controllato sia dal punto di vista del capitale economico, con un modello econometrico a valere sulle principali variabili macroeconomiche, anche negli scenari prospettici di base e di stress.

Rischio modello

Il rischio modello è definito come la perdita potenziale che un ente potrebbe subire a seguito di decisioni principalmente basate sui risultati di modelli interni, a causa di errori nello sviluppo, nell'attuazione o nell'utilizzo degli stessi. In continuità con gli anni precedenti, nell'ambito del Resoconto ICAAP 2022, la Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli ha aggiornato la valutazione del rischio modello (sinteticamente espressa attraverso uno score) delle metodologie a supporto della misurazione dei rischi di Primo e Secondo Pilastro che concorrono anche al calcolo del Capitale Economico ed ha fornito alla Direzione Centrale Enterprise Risk Management i parametri funzionali alla quantificazione del buffer di capitale economico a fronte del rischio di modello.

Rischi emergenti

Il rafforzamento del complessivo sistema di governo dei rischi passa anche attraverso l'identificazione, la comprensione e il presidio dei cosiddetti rischi emergenti, ossia quei rischi caratterizzati da componenti poco conosciute o in rapida evoluzione, potenzialmente rilevanti nel medio termine rispetto alla posizione finanziaria e al modello di business del Gruppo, ancorché le loro ricadute non siano facilmente valutabili e non siano ancora compiutamente integrabili nei framework di gestione dei rischi più consolidati.

L'individuazione di tali fattispecie deriva in prima battuta dall'analisi costante del contesto esterno e delle principali evidenze raccolte dalla funzione di risk management nell'ambito dell'attività di identificazione dei rischi, svolta all'interno del Gruppo in modo continuativo al fine di mantenere un costante allineamento con il mutevole contesto interno ed esterno e di garantire l'adeguatezza dei presidi e dei vincoli posti in essere a salvaguardia della "Long term viability". Tale attività, oltre a es sere svolta nell'ambito dei processi caratteristici di identificazione e valutazione, passa anche per il confronto con i propri peer e con le best practice di mercato, oltre che con le altre funzioni di controllo/di business della Banca.

Eventuali rischi emergenti, per i quali non sia stato ancora sviluppato un modello di calcolo del capitale economico, vengono comunque valutati mediante approcci expert-based oppure utilizzando proxy o modelli di calcolo semplificati al fine di garantire una prudente valutazione del capitale economico assorbito.

In tale contesto, la crescente digitalizzazione dell'infrastruttura tecnologica e dell'offerta commerciale, la maggiore automazione dei processi (es. mediante l'introduzione della robotica e/o dell'intelligenza artificiale) e l'introduzione di nuove modalità di lavoro hanno indotto una modifica della morfologia di alcuni rischi. In particolare, pur non rappresentando rischi intrinsecamente nuovi, è verosimile aspettarsi una potenziale significativa esposizione a:

  • rischi IT e Cyber, in relazione a: (i) crescente aumento della dipendenza dai sistemi ICT e conseguente aumento del numero di utenti che utilizzano i canali virtuali e dei dispositivi interconnessi, (ii) crescita esponenziale della quantità di dati gestiti che devono essere protetti e di qualità (iii) maggior ricorso ai servizi IT offerti da terze parti (Open Banking, Fintech, sistemi Cloud), (iv) bassi costi di produzione di nuove tecniche di attacco con la presenza di organizzazioni dotate di competenze ed esperienze specifiche;
  • rischi connessi al percorso di trasformazione digitale legati all'aumento della concorrenza indotta dalla digitalizzazione del settore finanziario (es. ingresso di nuovi competitor) e dalle vulnerabilità che caratterizzano ancora l'attuale contesto operativo (es. costi del processo di digitalizzazione, obsolescenza dei sistemi di legacy, frammentazione del framework regolamentare);
  • rischio terze parti, in relazione a: (i) una maggiore dipendenza da sistemi e servizi offerti da soggetti terzi (sia in relazione all'esternalizzazione di processi aziendali sia alla crescente dipendenza da fornitori di servizi cloud o IT in genere).

Inoltre, considerata la rapida evoluzione del mondo dei Digital Asset/Metaverso e del contesto competitivo ad essi associato è quanto mai attuale valutare una nuova offerta di servizi e modalità di comunicazione. Il Gruppo ha avviato una serie di interlocuzioni con i diversi stakeholders in modo da definire un programma strutturato finalizzato alla valutazione delle opportunità e dei rischi associati a questi nuovi potenziali mercati. Sebbene l'attuale stato di avanzamento delle attività non

consenta di formulare una valutazione complessiva della rischiosità associata a tali ecosistemi, dalle analisi preliminari effettuate è verosimile aspettarsi che l'operatività in digital asset e l'utilizzo delle nuove tecnologie presentino le stesse famiglie di rischio dei prodotti di finanza tradizionale, ma con una rilevanza accresciuta a causa dei seguenti fattori:

  • vulnerabilità non del tutto esplorate delle nuove tecnologie;
  • standard tecnologici in via di definizione;
  • assenza di un framework normativo/ giuridico di riferimento;
  • assenza di tutele e sistemi di garanzia;
  • presenza di soggetti non regolamentati e/o con sede in giurisdizioni extra-EU/OCSE;
  • continua evoluzione delle normative e delle leggi di riferimento.

La continua evoluzione del contesto operativo, interno ed esterno, impone il continuo aggiornamento degli attuali framework di analisi (es. politiche di sviluppo del portafoglio, sistema dei controlli interni, sistemi di pagamento, presidi di cybersecurity, presidi antiriciclaggio e contrasto del finanziamento al terrorismo, trattamento contabile, fiscale e prudenziale degli asset) in modo da tener conto della nuova/mutata operatività e massimizzare l'efficacia dei presidi di identificazione e mitigazione della potenziale esposizione del Gruppo. In tal senso, sono state avviate una serie di iniziative progettuali volte ad ottimizzare il profilo di Digital Operational Resilience del Gruppo, attraverso l'evoluzione degli attuali processi di valutazione verso approcci più tempestivi e "data driven".

Assorbimento del Capitale Economico per tipologia di rischio e per Business Unit

Di seguito viene riportata l'articolazione del Capitale Economico di Gruppo per tipologia di rischio e per Business Unit.

L'assorbimento del Capitale Economico per Business Unit riflette la distribuzione delle diverse attività del Gruppo e le specializzazioni delle aree d'affari.

La parte preponderante dei rischi si concentra nella Business Unit "IMI Corporate & Investment Banking" (34,0% del Capitale Economico totale): ciò è dovuto sia alla tipologia di clientela servita (Corporate e Financial Institutions) sia all'attività di Capital Market. A questa Business Unit, infatti, è attribuita una significativa quota dei rischi creditizi e dei rischi di trading book. La Business Unit "Banca dei Territori" (19,7% del Capitale Economico totale), rappresenta una fonte di assorbimento rilevante di Capitale Interno coerentemente con la sua connotazione di core business del Gruppo a servizio della clientela Retail, Private e Small/Middle Corporate. Ad essa viene allocata una parte consistente del rischio creditizio e dei rischi operativi. Alla Business Unit "Insurance" (16,1% del Capitale Economico totale) viene allocata la maggior parte dei rischi assicurativi. Alla Business Unit "International Subsidiary Banks" è attribuito il 7,4% dei rischi complessivi, principalmente rischio di credito. Al "Centro di Governo" sono attribuiti, oltre ai rischi di credito, i rischi tipici di Corporate Center, in particolare quelli derivanti dalle partecipazioni, i rischi inerenti alle esposizioni in default, il rischio tasso e cambio di Banking Book e i rischi derivanti dalla gestione del portafoglio FVOCI della Capogruppo (19,2% del Capitale Economico complessivo).

L'assorbimento del Capitale Economico delle Business Unit "Private Banking" ed "Asset Management" risulta marginale (rispettivamente 2,7% e 0,9%), per la natura di business prevalentemente orientata ad una operatività di asset management.

La normativa Basilea 3

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, relativamente al recepimento delle riforme degli accordi del Comitato di Basilea ("Basilea 3"), ha intrapreso adeguate iniziative progettuali, ampliando gli obiettivi del Progetto Basilea 2, al fine di migliorare i sistemi di misurazione e i connessi sistemi di gestione dei rischi.

Per quanto riguarda i rischi creditizi, si segnala il recepimento del provvedimento autorizzativo BCE all'utilizzo a fini regolamentari dei nuovi modelli Retail a partire da settembre 2022.

L'aggiornamento periodico e il relativo allineamento all'evoluzione della normativa dei sistemi IRB nonché la loro estensione procedono in accordo con la Regulatory Roadmap condivisa con i Supervisori.

Con riferimento allo stato di avanzamento del piano di estensione dei modelli interni per il rischio di credito (IRB regulatory Roadmap), la quota di esposizioni autorizzate al sistema IRB è pari all'88,1% del portafoglio crediti; non vi sono autorizzazioni in itinere su portafogli non ancora validati, mentre le istanze da avanzare per i rimanenti portafogli di banche italiane ed estere del Gruppo rappresentano il 3,4% del portafoglio. Per la componente residuale, pari all'8,5%, è stato comunicato l'utilizzo permanente del metodo Standardizzato agli organi di Vigilanza e per il 6,2% è stata ricevuta l'autorizzazione, mentre per il restante 2,3% non ancora.

Per quanto riguarda il rischio di controparte, il Gruppo bancario ha migliorato la misurazione ed il monitoraggio del rischio, affinando gli strumenti richiesti nell'ambito della normativa di "Basilea 3". Ai fini segnaletici Capogruppo è autorizzata alla segnalazione del requisito a fronte di rischio di controparte sia per derivati che SFT (Securities Financing Transactions, ossia repo, pronti contro termine e security lending) tramite la metodologia dei modelli interni. Tale autorizzazione è stata ottenuta per i derivati a partire dal primo trimestre del 2014, per gli SFT a partire dalla segnalazione del 31 dicembre 2016.

Ai fini gestionali le metodologie avanzate di misurazione del rischio sono implementate per i derivati OTC di Capogruppo a partire dal 2010 e successivamente estese nel corso del 2015 alle Securities Financing Transactions.

Rispetto al 31 dicembre 2021 si segnala che, a partire dal secondo trimestre 2022, sono state riviste le regole di ammissibilità per i titoli presi a garanzia nell'ambito di operazioni SFT, alla luce di quanto previsto dall'art. 271.2 CRR. Al fine di mantenere un adeguato livello di controllo sulla materialità di operazioni precedentemente considerate a rischio pieno, è stato istituito un limite di concentrazione su garanzie che presentino ridotti livelli di liquidità o merito di credito. È stato inoltre definito un nuovo processo di valutazione per garanzie costituite da tranche senior di cartolarizzazioni, al fine di renderle ammissibili a mitigazione di esposizioni derivanti da SFT.

A partire dal quarto trimestre 2022, in risposta a richiesta di BCE, è stato attivato un processo di esclusione dal modello interno di rischio controparte di quelle transazioni che non rispettino, in termini di valutazione, soglie di coerenza fra i sistemi di rischio e quelli di front office.

Per quanto attiene ai rischi operativi, il Gruppo ha ottenuto l'autorizzazione all'utilizzo del Metodo Avanzato AMA (modello interno) per la determinazione del relativo requisito patrimoniale a partire dalla segnalazione al 31 dicembre 2009. Al 31 dicembre 2022 il perimetro relativo al Metodo Avanzato è costituito da Intesa Sanpaolo (incluse le ex Banche e Società in essa incorporate) e dalle principali banche e società delle Divisioni Private Banking e Asset Management, da VUB Banka e Privredna Banka Zagreb.

Il resoconto annuale del processo di controllo prudenziale ai fini di adeguatezza patrimoniale (ICAAP), basato sull'utilizzo esteso delle metodologie interne di misurazione dei rischi, di determinazione del capitale interno e del capitale complessivo disponibile, è stato approvato e inviato alla BCE nel mese di aprile 2022.

Nell'ambito dell'adozione di "Basilea 3", il Gruppo pubblica le informazioni riguardanti l'adeguatezza patrimoniale, l'esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti alla loro identificazione, misurazione e gestione nel documento denominato Terzo Pilastro di Basilea 3 o "Pillar 3".

Il documento viene pubblicato sul sito Internet (www.group.intesasanpaolo.com) con cadenza trimestrale.

Altri Fattori di Rischio

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, oltre ai sopracitati rischi, valuta con attenzione la tematica di seguito esposta.

Interest Rate Benchmark Reform – Aspetti generali

I tassi benchmark europei sono stati oggetto ormai da tempo di una profonda riforma le cui ragioni sono da ricercarsi in gran parte nell'introduzione del Regolamento dell'Unione Europea (Benchmark Regulation, Regolamento (UE) n. 2016/1011), pubblicato nel 2016 e in vigore da gennaio 2018.

Dopo la riforma dell'EURIBOR, operativa da novembre 2019, l'adozione del tasso €STR in sostituzione del fixing EONIA nell'ottobre 2019 e la pubblicazione dall'aprile 2021 anche del Compounded €STR Index e dei tassi medi composti €STR, nell'eurozona, la transizione è completata e altrettanto dicasi per il resto del mondo in cui i tassi risk free sono diventati il principale riferimento.

Il quadro di sintesi dei tassi risk free è il seguente:

IBOR Risk Free Rate Administrator Secured or Unsecured Transaction
GBP LIBOR SONIA Bank of England Unsecured o/n wholesale deposits
USD LIBOR
JPY LIBOR
SOFR
TONAR
New York Fed
Bank of Japan
Secured
Unsecured
o/n UST repo
o/n call rate
CHF LIBOR SARON SIX Swisse Exchange Ltd. Secured interbank o/n report
EUR LIBOR €STR ECB Unsecured o/n wholesale deposits

Fonte: ICE Benchmark Administration, Intesa Sanpaolo

Per quanto riguarda il LIBOR, con l'annuncio del 5 marzo 2021 della Financial Conduct Authority (FCA), si è proceduto alla cessazione della pubblicazione o la perdita di rappresentatività (i) immediatamente dal 31 dicembre 2021 per tutte le scadenze del LIBOR della sterlina, euro, franco svizzero e yen giapponese e delle scadenze 1 settimana e 2 mesi per il LIBOR del dollaro americano; l'ultima fase sarà attivata dopo il 30 giugno 2023 per le restanti scadenze del dollaro (ovvero overnight, 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi).

Interest Rate Benchmark Reform – attività in ambito Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo ha mantenuto negli ultimi anni un elevato livello di attenzione alle evoluzioni in ambito benchmark, avviando sin dal 2016, un progetto dedicato che ha visto la partecipazione di tutte le Funzioni aziendali coinvolte a diverso titolo.

Facendo leva sulle attività di cantieri specialistici e nei limiti di spesa previsti dal Capital Budget di progetto, anche nel corso del 2022 sono proseguite le attività progettuali, con focus in particolare sui seguenti aspetti:

  • proseguimento delle negoziazioni bilaterali con le controparti per la modifica del tasso di remunerazione del collaterale dei Credit Support Annex (CSA) da €STR addizionato di uno spread pari a 8,5 punti base ad €STR flat laddove richiesto dalle rispettive controparti;
  • progressivo maggior utilizzo di derivati contro tasso €STR;
  • definitiva cessazione dell'offerta di prodotti indicizzati al LIBOR in GBP, CHF e JPY;
  • prosecuzione delle iniziative per favorire e anticipare, per quanto possibile, la cessazione dell'USD LIBOR secondo le raccomandazioni dell'ARRC e, laddove applicabile, della legge europea o statunitense in tema di "statutory replacement", in preparazione della definitiva transizione al tasso SOFR da giugno 2023 e correlata attività per l'inclusione di robuste clausole di fallback nei contratti outstanding indicizzati al LIBOR:
    • o prosecuzione delle attività di cantieri e filoni progettuali dedicati al prodotto Bond indicizzato a tassi risk free overnight (per la Proprietà e la clientela) e attivazione delle iniziative per la gestione di emissioni a breve e MLT;
    • o con riferimento alla transizione con le Casse di Compensazione per i derivati in USD oggetto di clearing con sottostante USD LIBOR, il Gruppo ha partecipato alla Consultation della Controparte Centrale (CCP) LCH rivolta ai propri membri per raccogliere i feedback su aspetti operativi della gestione della transizione – che si effettuerà nel corso del secondo trimestre del 2023 – in modo simile a quanto già fatto a dicembre 2021 per i derivati con sottostanti GBP, JPY, CHF e EUR LIBOR. Tale meccanismo di transizione attiva, simile a quanto era stato previsto già nel corso del 2021 per altre divise LIBOR, si basa su regole standard per tutti gli aderenti e tiene conto dei criteri di determinazione degli spread sulla base delle fallback provisions elaborate dall'industry nell'ambito della riforma dei benchmark;
  • completamento della predisposizione della struttura informatica necessaria all'utilizzo dei RFR nei sistemi contabili e gestionali della Banca;
  • informativa costante verso le Legal Entities estere del Gruppo;
  • collaborazione con le autorità italiane a supporto dello sviluppo del mercato dei nuovi tassi RFR;
  • partecipazione a survey e consultazioni pubbliche a livello europeo;
  • fornitura dei riscontri in materia di preparazione alla transizione per autorità estere di Nazioni presso cui sono presenti realtà del Gruppo, nonché al Joint Supervisory Team ECB di riferimento per aspetti generali riferiti al Gruppo;
  • pianificazione per ulteriore erogazione di attività formative specialistiche per i colleghi via aule remote e corsi su piattaforma per la formazione digitale;
  • aggiornamento dell'informativa alla clientela presente sulle pagine dei siti internet del Gruppo dedicate ad illustrare la tematica della transizione dei benchmark.

Intesa Sanpaolo ha inoltre partecipato in continuità a numerose iniziative, tra le quali le più rilevanti sono state le attività dei gruppi di lavoro a livello europeo, organizzate da EMMI e da ESMA (quest'ultima ha sostituito BCE nella gestione del Segretariato del Working Group on euro risk free rates).

In quest'ultimo ambito, in particolare, Intesa Sanpaolo ha agito anche nell'ultimo anno in qualità di voting member e partecipante a singoli filoni progettuali nel Working Group on euro risk free rates, nel quale ricopre dal 2020 anche il nuovo ruolo di Ambassador per l'Italia.

Come indicato nelle "Politiche contabili" del Bilancio 2022, a cui si rinvia per approfondimenti, a partire dal 2021 è applicabile obbligatoriamente e per la prima volta il Regolamento n. 25/2021 del 13 gennaio 2021 che recepisce il documento "Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse – fase 2 Modifiche all'IFRS 9, allo IAS 39, all'IFRS 7, all'IFRS 4 e all'IFRS 16", pubblicato dallo IASB in data 27 agosto 2020, in merito alle tematiche relative alla seconda fase del progetto sulla revisione dei tassi (Interest Rate Benchmark Reform – IBOR Reform). Le principali modifiche introdotte riguardano i possibili impatti contabili derivanti dall'applicazione dei nuovi tassi (c.d. replacement issue), in particolare la rappresentazione contabile delle modifiche dei contratti in essere e le coperture contabili. Per le modifiche che presentano le caratteristiche previste dal principio non si sono determinati impatti per il Gruppo Intesa Sanpaolo, in linea con l'obiettivo delle modifiche introdotte dallo IASB che mirano ad evitare effetti distorsivi in bilancio quale conseguenza della riforma.

Rinviando alla Parte A Sezione 5 - Altri Aspetti del Bilancio 2022 per una analisi di maggior dettaglio in merito agli strumenti finanziari impattati dall'IBOR Reform alla data del bilancio e sulle modalità di gestione della transizione adottate dal Gruppo, si evidenzia che alla luce degli interventi normativi e delle attività intraprese dal Gruppo non sono emerse criticità nel completare la transizione entro le scadenze previste, né si prevedono criticità per la futura dismissione del USD LIBOR. In particolare, per la gestione dello stock degli strumenti in essere, il Gruppo ha previsto, da un lato l'adozione massiva dei nuovi Risk Free Rates (RFR) sugli strumenti finanziari di nuova stipula, abbandonando quindi l'utilizzo dei benchmark impattati dalla riforma e stabilizzando lo stock delle operazioni da transare, e dall'altro predisponendo le soluzioni per il passaggio ai nuovi RFR, definite sulla base delle principali raccomandazioni internazionali, in grado di minimizzare gli impatti finanziari della transizione.

Si ricorda, inoltre, che il Gruppo Intesa Sanpaolo applica dal Bilancio 2019 il Regolamento n. 34/2020 del 15 gennaio 2020 che ha adottato il documento emesso dallo IASB sulla "Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (modifiche all'IFRS 9 Strumenti finanziari, allo IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione e all'IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative)", con cui sono state introdotte alcune modifiche in tema di coperture (hedge accounting) con la finalità di evitare che le incertezze sull'ammontare e sulle tempistiche dei flussi di cassa derivanti dalla riforma dei tassi possano comportare l'interruzione delle coperture in essere e difficoltà a designare nuove relazioni di copertura.

I derivati di copertura impattati dalla IBOR Reform sono rappresentati esclusivamente da derivati indicizzati al USD LIBOR.

SEZIONE 1 – RISCHI DEL CONSOLIDATO CONTABILE

Nella presente Sezione le informazioni sono fornite con riferimento alle imprese incluse nel consolidato contabile.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

A. QUALITA' DEL CREDITO

Ai fini dell'informativa di natura quantitativa sulla qualità del credito, con il termine "esposizioni creditizie" si intendono esclusi i titoli di capitale e le quote di OICR.

A.1. Esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica

A.1.1. Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio) - Escluse compagnie assicurative

(milioni di euro)
Portafogli/qualità Sofferenze Inadempienze
probabili
Esposizioni
scadute
deteriorate
Esposizioni
scadute
non
deteriorate
Altre
esposizioni
non
deteriorate
TOTALE
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 1.131 3.963 413 3.550 519.021 528.078
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
- - - 94 48.274 48.368
3. Attività finanziarie designate al fair value - - - - 1 1
4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - 33 - 129 971 1.133
5. Attività finanziarie in corso di dismissione 46 312 - - 10 368
Totale
31.12.2022
1.177 4.308 413 3.773 568.277 577.948
Totale
31.12.2021
2.564 5.164 622 6.053 721.224 735.627

A.1.1 Bis. Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio) - Compagnie assicurative

(milioni di euro)
Portafogli/qualità Sofferenze Inadempienze
probabili
Esposizioni
scadute
deteriorate
Esposizioni
scadute non
deteriorate
Esposizioni
non
deteriorate
TOTALE
1. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - 71.084 71.084
2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - -
3. Crediti verso banche - - - - 40 40
4. Crediti verso clientela - - - - 40 40
5. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - 5.176 5.176
6. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - -
TOTALE 31.12.2022
-
- - - 76.340 76.340
TOTALE 31.12.2021
-
- - - 94.157 94.157

A.1.2. Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) – Escluse compagnie assicurative

(milioni di euro)
Portafogli/qualità ATTIVITA' DETERIORATE ATTIVITA' NON DETERIORATE TOTALE
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Write-off
parziali
complessivi
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
(esposizione
netta)
1. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
10.729 -5.222 5.507 3.081 525.258 -2.687 522.571 528.078
2. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
36 -36 - - 48.449 -81 48.368 48.368
3. Attività finanziarie designate al fair value - - - - X X 1 1
4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente
valutate al fair value
45 -12 33 - X X 1.100 1.133
5. Attività finanziarie in corso di dismissione 744 -386 358 1 10 - 10 368
Totale
31.12.2022
11.554 -5.656 5.898 3.082 573.717 -2.768 572.050 577.948
Totale
31.12.2021
19.944 -11.594 8.350 7.158 728.675 -2.606 727.277 735.627
Portafogli/qualità ATTIVITÀ DI EVIDENTE SCARSA QUALITÀ CREDITIZIA (milioni di euro)
ALTRE ATTIVITÀ
Minusvalenze cumulate Esposizione netta Esposizione netta
1. Attività finanziarie detenute per la
negoziazione
-27 22 41.328
2. Derivati di copertura - - 10.062
Totale
31.12.2022
-27 22 51.390
Totale
31.12.2021
-26 34 48.047

A.1.2. Bis Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) – Compagnie assicurative

(milioni di euro)
Portafogli / Qualità Attività deteriorate Attività non deteriorate
Esposizione
lorda
Rettifiche
specifiche
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche
di
portafoglio
Esposizione
netta
netta)
1. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - 71.084 - 71.084 71.084
2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - -
3. Crediti verso banche - - - 40 - 40 40
4. Crediti verso clientela - - - 40 - 40 40
5. Attività finanziarie valutate al fair value - - - X X 5.176 5.176
6. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - -
Totale 31.12.2022 - - - 71.164 - 76.340 76.340
Totale 31.12.2021 - - - 88.625 - 94.157 94.157
(milioni di euro)
Portafogli / Qualità Attività di evidente scarsa qualità
creditizia
Altre attività
Minusvalenze
cumulate
Esposizione
netta
Esposizione
netta
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - 759
2. Derivati di copertura - - 13
Totale 31.12.2022 - - 772
Totale 31.12.2021 - - 1.147

B. INFORMATIVA SULLE ENTITÀ STRUTTURATE (DIVERSE DALLE SOCIETA' PER LA CARTOLARIZZAZIONE)

Il Gruppo, coerentemente con quanto stabilito dall'IFRS 12, considera entità strutturate le entità costituite per raggiungere un obiettivo limitato e ben definito attraverso accordi contrattuali che spesso impongono rigidi vincoli alle facoltà decisionali degli organi direttivi dell'entità; in tale senso le entità strutturate sono configurate in modo che i diritti di voto, o diritti similari, non rappresentano il fattore preponderante per stabilire il soggetto che controlla l'entità, in quanto si riferiscono a materie di natura amministrativa, mentre le relative attività operative sono dirette mediante accordi contrattuali condivisi in sede di strutturazione dell'entità strutturata e che difficilmente possono essere modificati; tra le caratteristiche che contraddistinguono le entità strutturate vi sono:

  • attività limitate;
  • un obiettivo limitato e ben definito;
  • patrimonio netto insufficiente per consentire all'entità strutturata di finanziare le proprie attività senza sostegno finanziario subordinato.

Il Gruppo risulta operativo attraverso entità strutturate principalmente per il tramite di Special Purpose Entities (SPEs) e OICR.

B.1. Entità strutturate consolidate

Non risultano entità strutturate consolidate contabilmente, diverse dalle società di cartolarizzazione, rientranti nel perimetro del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo.

B.2. Entità strutturate non consolidate contabilmente

B.2.1. Entità strutturate consolidate prudenzialmente

Non risultano entità strutturate consolidate prudenzialmente, diverse dalle società di cartolarizzazione, rientranti nel perimetro del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo.

B.2.2. Altre entità strutturate

Informativa di natura qualitativa

Come indicato in precedenza, l'operatività del Gruppo attraverso entità strutturate si svolge anche per il tramite di SPEs. A tale fine, per SPEs si intendono le entità legali costituite per il raggiungimento di uno specifico obiettivo, ben definito e limitato:

  • raccogliere fondi sul mercato emettendo appositi strumenti finanziari;
  • sviluppare e/o finanziare una specifica iniziativa di business, in grado di generare, attraverso un'attività economica, flussi di cassa tali da consentire il rimborso del debito;
  • finanziare l'acquisizione di una società (target) che, attraverso la propria attività economica, sarà in grado di generare flussi di cassa in capo alla SPE, tali da consentire il rimborso integrale del debito.

Ai fini della presente sezione non rileva l'operatività attraverso società veicolo di cartolarizzazione, ovvero costituite per acquisire, cedere e gestire determinati assets, separandoli dal bilancio della società originante (Originator), sia per la realizzazione di operazioni di cartolarizzazione di attivi sia per la provvista di fondi attraverso operazioni di autocartolarizzazione o di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (OBG). Per tali tipologie di società veicolo si rimanda alle sezioni C. Operazioni di cartolarizzazione e D. Operazioni di cessione della parte E della Nota Integrativa consolidata.

In taluni casi il Gruppo risulta sponsor della SPE attraverso la strutturazione dell'operazione al fine di raggiungere determinati obiettivi, quali la raccolta di fondi, la cartolarizzazione di proprie attività anche ai fini di provvista o l'offerta di un servizio finanziario alla clientela.

Nello specifico l'operatività del Gruppo si articola attraverso le seguenti tipologie di entità strutturate rappresentate da società veicolo (SPEs).

SPE Project Financing

Sono strumenti di finanziamento di progetti "capital intensive", che si basano sulla validità economica e finanziaria dell'operazione industriale o infrastrutturale che viene posta in essere, rimanendo indipendente dal grado di affidabilità/capacità di credito degli sponsor che hanno sviluppato l'idea imprenditoriale. Il finanziamento dell'iniziativa è basato sulla capacità del progetto di generare flussi di cassa positivi, sufficienti a ripagare i prestiti ottenuti e a garantire un'adeguata remunerazione del capitale investito, coerentemente con il grado di rischio assunto.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo finanzia entità della specie, come normali clienti affidati, senza ricoprirne il ruolo di sponsor.

SPE Asset Backed

Si tratta di operazioni finalizzate all'acquisizione/costruzione/gestione di determinati asset fisici da parte di SPE finanziate da uno o più soggetti, le cui prospettive di recupero del credito dipendono principalmente dai cash flow generati dagli asset stessi. Si tratta perciò di attività che per loro natura generano flussi di cassa derivanti dalla gestione ordinaria (ad esempio canoni di affitto o di noleggio, contratti di trasporto merci, ecc.) oppure da un'attività di gestione straordinaria (ad esempio un piano di sviluppo o dismissione di un patrimonio immobiliare). Gli stessi asset costituiscono generalmente oggetto di garanzia reale a fronte del finanziamento erogato al veicolo.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo finanzia entità della specie, come normali clienti affidati, senza detenere forme di partecipazione azionaria diretta né interessenze tali da configurare il ruolo di sponsor. Il rischio assunto è sempre un normale rischio di credito e i benefici sono rappresentati dalla remunerazione del finanziamento concesso.

SPE Leveraged & Acquisition Finance

In questa categoria sono ricomprese le esposizioni (affidamenti ed utilizzi in relazione a operazioni di finanziamento strutturate, abitualmente a medio/lungo termine) verso soggetti giuridici in cui la maggioranza del capitale sociale è detenuta da fondi di private equity.

Si tratta per lo più di posizioni volte a supportare progetti di Leveraged Buy Out (quindi ad elevata leva finanziaria), connesse cioè all'acquisizione di aziende o parti di esse anche attraverso il ricorso a veicoli appositamente creati (SPE). Questi, in un momento successivo all'acquisizione del pacchetto azionario/quote della società target, normalmente si fondono per incorporazione con quest'ultima. Le società target dell'operazione sono generalmente caratterizzate da buone prospettive di sviluppo e di valorizzazione, da cash flow stabili nel medio periodo e da bassi livelli di indebitamento originari. Il Gruppo Intesa Sanpaolo finanzia entità della specie, come normali clienti affidati, senza ricoprirne il ruolo di sponsor.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo presenta investimenti/esposizioni anche verso entità strutturate rappresentate da OICR.

Tra le principali fattispecie figurano gli investimenti effettuati dal Gruppo in alcuni fondi chiusi e riservati di Private Equity e di Venture e Seed Capital.

Tra le esposizioni verso OICR figurano anche gli investimenti in quote di fondi immobiliari derivanti da operazioni di conferimento di porzioni del portafoglio immobiliare del Gruppo.

Sono altresì presenti investimenti in OICR derivanti da operazioni di recupero crediti o da apporti di Non Performing Loans, congiuntamente ad altri soggetti bancari, a fondi gestiti da soggetti specializzati.

Gli investimenti in OICR ricomprendono anche le quote possedute in Fondo Atlante e Italian Recovery Fund, fondi di investimento alternativi gestiti dalla SGR Quaestio Capital Management, impegnati in operazioni di valorizzazione di Non Performing Loans di banche italiane.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo presenta infine investimenti in hedge fund per cui si rimanda alla specifica sezione della parte E della Nota Integrativa consolidata.

Ulteriori investimenti in OICR sono effettuati dal Gruppo, per il tramite della controllata Eurizon Capital SGR e delle società da questa a sua volta controllate, nell'ambito delle politiche di gestione del portafoglio finanziario emanate dalla stessa SGR e società controllate, in accordo con quanto stabilito dalle Linee guida del Gruppo Intesa Sanpaolo. Nello specifico la SGR e relative controllate sono caratterizzate dalla presenza sia temporanea che strutturale di disponibilità liquide rivenienti dal patrimonio aziendale, non stabilmente investito in partecipazioni o altre attività immobilizzate, e dalla dinamica ordinaria dei flussi di cassa. In base a quanto definito nelle linee guida per la gestione del portafoglio finanziario, nell'ambito delle attività di gestione della liquidità, le disponibilità strutturali e quelle temporanee legate alla dinamica dei flussi di cassa a breve termine e a vista compongono il portafoglio di liquidità al netto di quanto mantenuto in c/c o investito in depositi a termine. In relazione alle attività svolte dalla SGR e dalle relative controllate e alle caratteristiche delle disponibilità in esame, le eccedenze di liquidità devono essere investite in attività che presentino un rischio moderato e siano facilmente liquidabili. Nell'ambito di tale portafoglio rientrano gli investimenti in fondi monetari e fondi obbligazionari a breve termine, entrambi specializzati nell'area euro istituiti e/o gestiti da Eurizon Capital SGR o da società da questa controllate. L'investimento da parte del Gruppo negli OICR gestiti da società controllate non pregiudica l'autonomia gestionale e la capacità delle SGR di agire nell'esclusivo interesse degli investitori, in considerazione delle specifiche disposizioni previste dalla normativa di settore e dalle Autorità di Vigilanza.

Nella tabella che segue sono riepilogati i portafogli contabili in cui sono allocati i rapporti attivi e passivi intrattenuti con le entità strutturate non consolidate.

Informativa di natura quantitativa

(milioni di euro)
Voci di
bilancio /
Tipologia
di entità
strutturata
Portafogli contabili dell'attivo Totale
attività
(A)
Portafogli
contabili
del passivo
Totale
passività
(B)
VALORE
CONTABILE
NETTO
(C = A-B)
Esposizione
massima
al rischio
di perdita
(D)
Differenza
tra
esposizione
al rischio di
perdita e
valore
contabile
(E = D - C)
1. Società veicolo 2.780 912 1.868 3.375 1.507
Attività finanziarie detenute per la
negoziazione
82 Debiti vs clientela 778
Altre attività finanziarie obbligatoriamente
valutate al fair value
3 Passività finanziarie di
negoziazione
134
Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
16 -
Attività valutate a costo ammortizzato
Crediti verso clientela
2.679
2. OICR 4.033 10 4.023 4.262 239
Attività finanziarie detenute per la
negoziazione
292 Debiti vs clientela -
Attività finanziarie designate al fair value 3.450 Passività finanziarie di
negoziazione
10
Attività valutate a costo ammortizzato
Crediti verso clientela
291 -

L'esposizione massima al rischio, rappresentante la massima esposizione del Gruppo alle perdite derivanti dalle proprie interessenze in entità strutturate, coincide, in genere, con il valore contabile netto a cui vengono sommate, ove applicabile, talune tipologie di esposizioni fuori bilancio (es. linee di credito non revocabili o garanzie rilasciate); il valore contabile netto corrisponde all'esposizione di bilancio al netto delle rettifiche di valore registrate nell'esercizio in corso o in quelli precedenti. Per gli OICR l'esposizione massima al rischio comprende anche gli impegni del Gruppo, non ancora richiamati dal fondo, a sottoscrivere ulteriori quote.

Nella tabella seguente si riportano l'ammontare e la tipologia dei ricavi percepiti nel corso dell'esercizio da entità strutturate; la componente principale dei ricavi rilevati è relativa a commissioni derivanti dall'attività di gestione e collocamento degli OICR sponsorizzati e gestiti da SGR del Gruppo e collocati presso la clientela. Le commissioni in oggetto sono addebitate dalla SGR ai fondi oggetto di gestione e retrocesse in parte alla rete distributrice per il servizio di collocamento.

Tipologia di entità strutturata sponsorizzata Interessi Commissioni Dividendi Altri
proventi
(milioni di euro)
TOTALE
OICR 51 2.171 119 -160 2.181
Società veicolo 107 10 - -286 -169

SEZIONE 2 – RISCHI DEL CONSOLIDATO PRUDENZIALE

Nella presente sezione i dati vengono indicati al lordo dei rapporti intrattenuti con le altre società incluse nel consolidamento di bilancio; tali dati includono convenzionalmente, in proporzione all'interessenza detenuta, anche le attività e le passività delle società bancarie, finanziarie e strumentali controllate congiuntamente e consolidate proporzionalmente ai fini di vigilanza. Laddove il contributo dei rapporti intercorrenti fra le società appartenenti al consolidato prudenziale e le altre società incluse nel perimetro del consolidamento del bilancio sia rilevante, in calce alle informative interessate viene fornito il relativo dettaglio.

La tabella che segue riporta la riconciliazione dei dati di Stato patrimoniale consolidato con i dati di Stato patrimoniale riferiti al perimetro di vigilanza bancaria.

(milioni di euro)
Voci
dell'attivo
31.12.2022 Effetti del
deconsolidamento
31.12.2022
Bilancio e del consolidamento
di controparti diverse
da quelle incluse
nel gruppo bancario (*)
Vigilanza
10. Cassa e disponibilità liquide 112.924 -915 112.009
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 47.577 744 48.321
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 42.522 92 42.614
b) attività finanziarie designate al fair value 1 - 1
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 5.054 652 5.706
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 49.716 - 49.716
35. Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 172.725 -172.725 -
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 528.078 761 528.839
a) Crediti verso banche 32.884 3 32.887
b) Crediti verso clientela 495.194 758 495.952
45. Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 80 -80 -
50. Derivati di copertura 10.062 - 10.062
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -9.752 - -9.752
70. Partecipazioni 2.013 6.527 8.540
80. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori 163 -163 -
90. Attività materiali 10.505 -1.277 9.228
100. Attività immateriali 9.830 -885 8.945
di cui:
- avviamento 3.626 -382 3.244
110. Attività fiscali 18.273 -1.127 17.146
a) correnti 3.520 -97 3.423
b) anticipate 14.753 -1.030 13.723
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 638 -3 635
130. Altre attività 22.851 -4.080 18.771
Totale dell'attivo 975.683 -173.223 802.460
Voci del passivo e del patrimonio netto 31.12.2022
Bilancio
Effetti del
deconsolidamento
e del consolidamento
di controparti diverse
da quelle incluse
nel gruppo bancario (*)
31.12.2022
Vigilanza
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 667.586 3.660 671.246
a) debiti verso banche 137.482 -265 137.217
b) debiti verso la clientela 454.025 2.615 456.640
c) titoli in circolazione 76.079 1.310 77.389
15. Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 2.550 -2.550 -
20. Passività finanziarie di negoziazione 46.512 21 46.533
30. Passività finanziarie designate al fair value 8.795 - 8.795
35. Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 71.744 -71.744 -
40. Derivati di copertura 5.346 - 5.346
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -8.031 - -8.031
60. Passività fiscali 2.306 -1.311 995
a) correnti 297 -24 273
b) differite 2.009 -1.287 722
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 15 - 15
80. Altre passività 11.060 -794 10.266
90. Trattamento di fine rapporto del personale 852 -5 847
100. Fondi per rischi e oneri 5.010 -352 4.658
a) impegni e garanzie rilasciate 711 -136 575
b) quiescenza e obblighi simili 139 - 139
c) altri fondi per rischi e oneri 4.160 -216 3.944
110. Riserve tecniche 100.117 -100.117 -
120. Riserve da valutazione -1.939 - -1.939
125. Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione -696 - -696
130. Azioni rimborsabili - - -
140. Strumenti di capitale 7.211 - 7.211
150. Riserve 15.827 - 15.827
155. Acconti su dividendi (-) -1.400 - -1.400
160. Sovrapprezzi di emissione 28.053 - 28.053
170. Capitale 10.369 - 10.369
180. Azioni proprie (-) -124 - -124
190. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 166 -31 135
200. Utile (Perdita) di periodo (+/-) 4.354 - 4.354
Totale del passivo e del patrimonio netto 975.683 -173.223 802.460

(*) Gli effetti sono riconducibili al:

  • deconsolidamento delle società non facenti parte del Gruppo Bancario;

  • consolidamento con il metodo proporzionale delle società controllate congiuntamente e consolidate con il metodo del patrimonio netto in Bilancio.

1.1. RISCHIO DI CREDITO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

1. ASPETTI GENERALI

Le strategie, il Risk Appetite Framework, le Facoltà e le Regole di Concessione e gestione del credito nel Gruppo sono indirizzate:

  • al raggiungimento di un obiettivo sostenibile e coerente con l'appetito per il rischio e la creazione di valore del Gruppo, garantendo la qualità delle attività creditizie;
  • alla diversificazione del portafoglio, limitando la concentrazione delle esposizioni su controparti/gruppi, su settori di attività economica o aree geografiche;
  • ad un'efficiente selezione dei gruppi economici e dei singoli affidati, attraverso un'accurata analisi del merito creditizio finalizzata a contenere il rischio di insolvenza e a mitigare le perdite a queste potenzialmente connesse;
  • a privilegiare, nell'attuale fase congiunturale, gli interventi creditizi volti a supportare l'economia reale, il sistema produttivo e a sviluppare le relazioni con la clientela;
  • al costante controllo delle relazioni e delle relative esposizioni, effettuato sia con procedure informatiche, sia con un'attività di sorveglianza sistematica delle posizioni presentanti irregolarità, allo scopo di cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento.

Il costante monitoraggio della qualità del portafoglio crediti viene perseguito attraverso l'adozione di precise modalità operative in tutte le fasi gestionali della relazione di affidamento.

Occorre poi sottolineare che il Piano d'Impresa 2022-2025 contempla – tra le altre – specifiche iniziative mirate alla riduzione massiva dello stock di NPL e alla continua prevenzione attraverso una strategia modulare.

Tra le operazioni finalizzate nel corso dell'esercizio, rientrano alcune iniziative straordinarie di de-risking per complessivi 9,5 miliardi in termini di GBV, a cui si aggiungono circa 0,8 miliardi di GBV classificati in attività in via di dismissione per i quali la cessione è prevista nel 2023.

Per maggiori dettagli si fa rinvio al paragrafo "Il Piano d'Impresa 2022-2025" della Relazione sull'andamento della gestione.

1.1.Gli impatti valutativi per il Gruppo ISP del conflitto militare fra Russia e Ucraina

Nel rimandare a quanto descritto nella Parte A della presente Nota integrativa (Sezione 5 Altri aspetti) per quanto riguarda più in generale l'approccio seguito dal Gruppo relativamente ai rischi, alle incertezze e agli impatti connessi con il conflitto tra Russia e Ucraina, sono di seguito illustrati gli aspetti quali-quantitativi relativi alle esposizioni creditizie verso controparti residenti nei Paesi in conflitto, in portafoglio alle due controllate residenti in Russia ed Ucraina, Banca Intesa Russia e Pravex Bank (Banca ucraina) o erogati da altre realtà del Gruppo (esposizioni cross border), con particolare riguardo alla loro valutazione.

Al 31 dicembre 2022 il Gruppo presenta le seguenti esposizioni per cassa verso controparti residenti in Russia e Ucraina al netto delle garanzie ECA e al lordo/netto delle rettifiche di valore effettuate:

(milioni di euro)
31.12.2022 (*) 31.12.2021 (**)
Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta
Russia
Ucraina
Russia Ucraina Ucraina Russia Ucraina
Crediti verso clientela 1.629 216 1.168 103 4.518 226 4.486 224
Banca Intesa Russia 372 - 205 - 644 - 614 -
Pravex - 112 - - - 156 - 154
Esposizioni cross-border 1.257 104 963 103 3.874 70 3.872 70
Crediti verso banche 797 63 782 62 305 57 305 56
Banca Intesa Russia 751 - 740 - 269 - 269 -
Pravex - 63 - 62 - 57 - 56
Esposizioni cross-border 46 - 42 - 36 - 36 -
Titoli 73 11 41 2 118 58 118 56
Banca Intesa Russia 13 - 13 - 24 - 24 -
Pravex - - - - - 48 - 46
Divisione IMI C&IB 31 - 14 - 29 - 29 -
Divisione Insurance 29 11 14 2 65 10 65 10

(*) Oltre alle esposizioni per cassa esposte in Tabella, vi sono rischi di firma verso clientela per 126 milioni (113 milioni netti) presso Banca Intesa Russia e 67 milioni (66 milioni netti) presso Pravex oltre a 232 milioni (186 milioni netti) di firma Cross Border verso clientela residente in Russia netto ECA e 27 milioni (valore lordo e netto) verso clientela residente in Ucraina.

Sono altresì presenti 155 milioni (152 milioni netti) di esposizioni cross border per firma verso banche residenti Russia e 18 milioni (valore lordo e netto) di esposizioni cross border per firma verso banche residenti Ucraina.

Si segnala, infine, che le esposizioni cross border verso clientela residente in Ucraina sono, invece, per la parte corporate assistite da garanzie prestate da soggetti statunitensi, mentre per la parte famiglie sia le consistenze al 31 dicembre 2022 che l'incremento di circa 34 milioni registratosi rispetto al 31 dicembre 2021 sono principalmente correlate ad esposizioni erogate da parte della controllata VUB a famiglie aventi stabile dimora in Slovacchia.

(**) Oltre alle esposizioni per cassa esposte in Tabella, vi sono rischi di firma verso clientela per 254 milioni (253 milioni netti) presso Banca Intesa Russia e 88 milioni (valore lordo e netto) presso Pravex oltre a 995 milioni (valore lordo e netto) di firma cross border verso clientela residente netto ECA. Sono altresì presenti 1.109 milioni (valore lordo e netto) di esposizioni cross border per firma verso banche residenti Russia.

Si segnala, infine, che le esposizioni cross border verso clientela residente in Ucraina sono, invece, per la parte corporate assistite da garanzie prestate da soggetti statunitensi, mentre per la parte famiglie sono principalmente correlate ad esposizioni erogate da parte della controllata VUB a famiglie aventi stabile dimora in Slovacchia.

Come si può notare dalla tabella, a fine esercizio le esposizioni residue per cassa verso il totale delle controparti residenti in Russia e Ucraina ammontano, in termini di valori lordi, a 372 milioni (205 milioni netti) con riferimento a Banca Intesa Russia e a 1.257 milioni (963 milioni netti) con riferimento alle esposizioni cross border verso clientela residente in Russia (al netto delle garanzie ECA). A tali valori si aggiungono esposizioni verso banche per complessivi 797 milioni (782 milioni netti) e in titoli per complessivi 73 milioni (41 milioni netti). Le esposizioni verso clientela residente in Ucraina ammontano a 216 milioni (103 milioni netti), di cui 112 milioni (valore di bilancio nullo in termini netti) riferiti alla controllata Pravex Bank. A tali valori si aggiungono esposizioni verso banche e in titoli per complessivi 74 milioni (64 milioni netti). La pluralità delle esposizioni verso controparti russe100 ed ucraine è essenzialmente rappresentata da crediti alla clientela soggetti a valutazione secondo il principio IFRS 9 "Strumenti finanziari".

Ciò premesso occorre sottolineare come nel corso dell'esercizio il Gruppo si è attivamente operato per ridurre significativamente i rischi creditizi legati al conflitto russo-ucraino. In particolare, nel corso dell'esercizio l'esposizione lorda per cassa verso il totale delle controparti residenti in Russia e Ucraina (clientela, banche e titoli) si è ridotta di 2.493 milioni (-47% rispetto alla fine dell'esercizio precedente) prevalentemente per effetto della cessione a titolo definitivo di due importanti esposizioni (per 2,2 miliardi nel terzo e per 0,3 miliardi nel quarto trimestre 2022). In particolare, rileva la riduzione di 2.899 milioni (-61% rispetto a fine 2021) delle esposizioni creditizie lorde verso clientela, solo in parte controbilanciata da una crescita dei crediti di Banca Intesa Russia verso banche a fronte della liquidità resasi disponibile dalle progressive estinzioni dei crediti a clientela.

La significativa manovra di de-risking e le importanti rettifiche sulle residue posizioni – descritte di seguito – hanno contribuito a più che dimezzare l'esposizione netta complessiva (clientela, banche e titoli) al 31 dicembre 2022 verso controparti residenti in Russia e Ucraina che è pari a 2.158 milioni, in calo di 3.087 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 (-59%).

A partire da marzo 2022, tra gli ambiti di maggiore attenzione in tema di valutazioni creditizie nel contesto emergenziale innestato dal conflitto in Ucraina, un focus particolare è stato dedicato all'esposizione del Gruppo verso controparti residenti in Russia e Ucraina. In particolare, sono state adottate iniziative ad hoc volte a rafforzare il presidio del rischio di credito, anche attraverso l'aggiornamento della valutazione del merito creditizio, delle controparti aventi residenza o casa madre residente nella Federazione Russa, in Bielorussia ed in Ucraina. In tale contesto si è altresì preso atto del deterioramento di specifiche

100 Le marginali esposizioni verso controparti bielorusse sono per semplicità - a questi fini - trattate e indicate congiuntamente alle esposizioni verso la Federazione Russa.

posizioni che sono state classificate tra le inadempienze probabili e conseguentemente sottoposte a valutazione analitica. Al 31 dicembre si rilevano complessivamente, nelle società del Gruppo diverse da quelle dei paesi in conflitto, 322 milioni di crediti deteriorati per cassa verso controparti residenti in Russia, relativi a posizioni già classificate al 30 giugno, prevalentemente riferite a due controparti.

I crediti deteriorati della partecipata russa ammontano a 61 milioni, mentre la classificazione integrale a sofferenze del portafoglio della partecipata ucraina ha portato a rilevare 112 milioni di sofferenze.

In linea con la rappresentazione già fornita nella Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno, per quanto riguarda il portafoglio per il quale non sono stati ravvisati segnali di deterioramento specifici, dalle analisi effettuate del principio contabile IFRS 9 e dei correlati Annex, non risultano esservi indicazioni o esemplificazioni volte a delineare specifiche linee guida mirate alla misurazione delle Expected Credit Losses in contesti bellici o a definire metodologie specifiche dell'incremento del rischio di credito conseguente a crisi geopolitiche improvvise e gravi come quella attuale. I riferimenti più assimilabili al contesto attuale appaiono essere quelli riportati nelle Application Guidance del principio stesso, che permettono/suggeriscono l'utilizzo del c.d. "collective assessment" ai fini della verifica della sussistenza di un Significant Increase in Credit Risk (SICR) in ottica di staging delle esposizioni creditizie101, nonché, in continuità con i trattamenti impostati per cogliere le criticità di un'altra recente situazione emergenziale quale il COVID-19102, nell'utilizzo di management overlay nel calcolo dell'ECL, al fine di definire le modalità più opportune per incorporare negli accantonamenti gli aspetti legati al conflitto in corso.

Con specifico riferimento alle posizioni cross border, il Gruppo ha quindi deciso di adottare un approccio valutativo fortemente guidato dall'emergere del rischio geopolitico c.d. "di trasferimento", cioè il rischio che le controparti non onorino gli impegni di pagamento del debito a seguito di restrizioni o decisioni del Paese di residenza e non per aspetti direttamente attinenti al loro business, quindi applicato in base al paese di residenza delle controparti. Tale approccio ha operato sia ai fini della determinazione del SICR e relativa classificazione a stage 2, che ai fini di calcolo dell'ECL mediante applicazione di management overlay. Tale modalità, che è stata agita in continuità nel corso dell'anno, è stata ritenuta la più opportuna per incorporare accantonamenti legati al rischio paese e geopolitico relativi al conflitto in corso altrimenti non adeguatamente colti dai sistemi di misurazione del rischio normalmente in uso. Nel contempo, è stata portata avanti l'attività di rating review delle controparti più significative esposte al rischio paese correlato al conflitto, per le quale erano stati eccezionalmente previsti termini di validità dei rating attribuiti più restringenti.

Nel dettaglio le scelte introdotte ai fini del calcolo ECL sulle esposizioni cross border sono state:

  • applicazione della PD through the cycle associata al rating attribuito, senza procedere al condizionamento forward looking, approccio ritenuto più prudente in quanto la metodologia di condizionamento, in relazione alle logiche attualmente adottate nei modelli satellite, non sarebbe stata rappresentativa del rischio specifico legato ai paesi in conflitto;
  • calcolo di un ulteriore buffer prudenziale, tale da determinare equivalenza con l'utilizzo di un tasso di perdita stimato secondo un approccio basato sulla traslazione del rischio del paese di residenza della modellistica Pillar II (LGD fissa da modello transfer risk pari al 55%, non condizionata);
  • introduzione di ulteriori margini di prudenza rispetto alle stime di ECL derivanti dai sopraindicati elementi, a fronte di potenziali ulteriori peggioramenti del merito creditizio delle controparti russe.

Con riferimento ai crediti verso clientela erogati da Pravex Bank, la situazione di assoluta gravità presente su tutto il territorio ucraino, inoltre, ha portato a definire ai fini della valutazione del portafoglio crediti della banca ucraina controllata un approccio del tutto specifico, fortemente guidato da razionali che hanno tenuto in considerazione le incertezze e gli elementi di rischio connessi al conflitto. Già in sede di Relazione semestrale, sul portafoglio crediti performing di Pravex (la banca non presentava sostanzialmente al 31 dicembre 2021 posizioni NPL) era già stato applicato uno specifico management overlay a livello di ECL che aveva comportato una svalutazione tale da portare il livello di copertura al 73%. Alla luce dell'aggravarsi e del prolungarsi del conflitto, con le conseguenti ricadute sull'economia ucraina, in sede di bilancio al 31 dicembre 2022, in continuità con quanto fatto in sede di Resoconto intermedio al 30 settembre, i crediti verso clientela della partecipata ucraina sono stati classificati ai fini del Bilancio Consolidato tra i crediti deteriorati (Sofferenze), con svalutazione integrale della componente cassa.

Per quanto riguarda Banca Intesa Russia si sono definite scelte prudenziali specifiche, pur tenendo conto peraltro della diversa situazione di rischio/operativa rispetto alla partecipata Ucraina. Si è proceduto quindi all'adozione di un approccio classificatorio e valutativo dei crediti performing che tiene in forte considerazione il rischio geopolitico derivante dalla crisi in corso. Pertanto le valutazioni effettuate sui crediti della controllata scontano un fattore prudenziale determinato centralmente che tiene conto dell'aggravarsi della situazione economica domestica alla luce del protrarsi del conflitto e dell'accresciuto isolamento dell'economia russa. Per effetto degli accantonamenti effettuati la copertura complessiva sui crediti in bonis della controllata russa si attesta a circa il 40,5% sul valore lordo degli stessi.

Si segnala, inoltre, che la Capogruppo e due controllate hanno erogato a Banca Intesa Russia finanziamenti per un valore residuo iscritto in bilancio di 211 milioni a supporto dell'operatività della banca e hanno anche messo a disposizione un ammontare di 200 milioni originariamente destinato ad aumento di capitale. La concreta effettuazione di tale aumento di capitale è stata sospesa in conseguenza degli eventi bellici. Il finanziamento per 211 milioni è tuttora a supporto dell'operatività della banca, che peraltro pur con le difficoltà indotte dal contesto ha realizzato nel 2022 un risultato operativo positivo, mentre per l'ammontare originariamente destinato ad aumento di capitale le valutazioni dipenderanno dagli sviluppi degli eventi bellici e della normativa russa che al momento impone restrizioni temporanee a rimborsi e pagamenti verso soggetti residenti in Paesi "unfriendly".

Per completezza si ricorda che anche il patrimonio immobiliare delle due partecipate è stato oggetto di valutazione: considerata l'estrema incertezza che contraddistingue l'attuale scenario bellico e l'attuale assenza di un mercato immobiliare

101 In particolare, si vedano IFRS 9 B5.5.1, IFRS 9 B5.5.4, IFRS 9 B5.5.5, IFRS 9 B5.5.18 e IFRS 9 B5.5.52.

102 IFRS 9 and COVID-19: Accounting for expected credit losses applying IFRS 9 Financial Instruments in the light of current uncertainty resulting from the COVID-19 pandemic.

in Ucraina, si è ritenuto prudente confermare l'azzeramento del valore degli asset ad uso investimento e delle filiali e degli altri immobili ad uso funzionale di Pravex Bank. Per la sola sede centrale di Kiev, tenuto conto della sua funzione strategica rispetto all'esercizio dell'attività bancaria, dell'attuale controllo che è possibile esercitare sullo stato di conservazione dell'immobile e della sua localizzazione, si è valutato di mantenere invariato il valore. Con riferimento al limitato patrimonio immobiliare di Banca Intesa Russia costituito essenzialmente dalla sede centrale di Mosca, invece, non si sono riscontrati elementi tali da dover procedere ad una svalutazione.

Con riferimento al portafoglio titoli di Banca Intesa Russia (il residuo portafoglio di Pravex è stato regolarmente rimborsato a fine 2022), le valutazioni sono state effettuate con l'utilizzo di quotazioni rilevate sul mercato secondario russo, con conseguente classificazione degli stessi al livello 2 di fair value in relazione alla scarsa liquidità del mercato di riferimento. Un approccio similare è stato adottato per le modeste esposizioni in titoli detenute dalla Capogruppo e dalle entità del comparto assicurativo del Gruppo.

Complessivamente, tali processi valutativi e le perdite legate al de-risking sulle esposizioni russe hanno portato alla rilevazione nell'esercizio, al lordo degli effetti fiscali, di oneri netti per complessivi 1.415 milioni, riferibili per 1.298 milioni a rettifiche su crediti, per 36 milioni su titoli e per 81 milioni su altre poste di bilancio, inclusivi dell'accantonamento di 80 milioni effettuato in sede di consolidamento della partecipata Banca Intesa Russia principalmente per azzerare il contributo patrimoniale della stessa al bilancio consolidato di Gruppo.

1.2.Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19

Dall'inizio della pandemia, tutte le funzioni della Banca sono state coinvolte in un ampio e complesso insieme di iniziative volte a supportare le diverse tipologie di clientela del Gruppo. Ciò è avvenuto sia attraverso l'offerta dei sostegni di natura governativa sia tramite iniziative poste in essere autonomamente dal Gruppo.

La pandemia ha determinato una significativa minaccia alla resilienza delle aziende del portafoglio creditizio del Gruppo. D'altro canto, sono state messe in atto una serie di misure pubbliche senza precedenti per sostenere l'economia, che devono essere considerate nella valutazione del rischio. La velocità dei cambiamenti del contesto economico e sociale ha aumentato il livello di incertezza delle previsioni economiche su cui si fondano le stime di appetito per il rischio. In questa fase è quindi necessaria una maggior capacità di adattamento e attenzione alle diverse sfide poste agli attuali modelli di valutazione del rischio di credito. Così come già effettuato nel 2020 post inizio della pandemia, si è deciso di calibrare l'appetito per il rischio, al fine di evitare comportamenti pro-ciclici e, al contempo, sostenere l'economia, mantenendo una posizione finanziaria e patrimoniale solida.

A inizio febbraio 2022 è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione, nell'ambito del Risk Appetite Framework, l'aggiornamento del framework del Credit Risk Appetite che, in linea con quanto già fatto nel 2020 e nel 2021, ha previsto elementi prospettici utili a cogliere la peculiarità di impatto della crisi COVID-19 nei fattori di rischiosità e resilienza sul perimetro Corporate Domestico, Large Corporate (componente Italia), Corporate Real Estate e Corporate estero e da un indicatore di vulnerabilità sul perimetro Corporate Domestico e Corporate Real Estate. L'indicatore di vulnerabilità, introdotto nel corso del 2020, è basato sul profilo di liquidità dell'azienda e sulla conseguente capacità di servire il debito esistente e quello contratto a fronte dell'emergenza COVID-19. La valutazione sulla sostenibilità del debito si misura, rispetto al ritorno alla normalità post diffusione pandemica, prendendo come riferimento l'EBITDA pre COVID-19 delle imprese. La scelta metodologica di considerare un orizzonte temporale post-crisi è dovuta all'esigenza di sterilizzare effetti transitori della crisi stessa, quali le misure istituzionali eccezionali (e.g. moratorie, preammortamento delle nuove operazioni garantite) e la volatilità del capitale circolante netto, nonché di valutare la sostenibilità nel medio-lungo periodo al fine di ridurre effetti prociclici. Questo indicatore può quindi contribuire a fornire una prima risposta, seppur parziale, all'aspettativa di ridurre al minimo eventuali effetti cliff-edge alla scadenza delle moratorie.

Per il segmento SME Retail, si è ritenuto opportuno confermare il fattore di resilienza mirato sugli outlook economici, declinato a livello di micro-settore.

Con riferimento alle azioni di sostegno alla clientela il percorso di progressivo ripristino dei processi creditizi pienamente ordinari con valutazioni one-to-one già avviato nel corso del 2021 con il progressivo phase out delle Linee guida EBA sulle "general payment moratoria", si è definitivamente compiuto dal 1° aprile 2022, a seguito del termine dello Stato di Emergenza, con il pieno ritorno anche in termini di soluzioni offerte al catalogo prodotti ordinario della Banca.

Al 31 dicembre 2022 è terminata la possibilità, attivata ad aprile 2022 e prevista dal Decreto Mille Proroghe per i finanziamenti cosiddetti "30 mila euro" di cui alle lettere m) e m-bis), dell'articolo 13, comma 1, del D.L. 8 aprile 2020, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla Legge 5 giugno 2020, n. 40, di richiedere, su richiesta del soggetto finanziato e previo accordo tra le parti, il differimento per massimo 6 mesi del periodo di preammortamento del finanziamento il cui termine iniziale di rimborso del capitale era previsto nel corso dell'anno 2022.

Permane invece la possibilità di estendere la durata entro il limite massimo dei 15 anni per i finanziamenti di importo fino a 30 mila euro garantiti ai sensi dell'art.13, comma 1, lettera m) del D.L. Liquidità.

Con riferimento specifico alla gestione del portafoglio, agli indicatori standard di anticipazione dei segnali di deterioramento (early warning indicators) e ai processi di gestione proattiva del credito, è stato aggiunto un ulteriore livello quantitativo di valutazione che coniuga previsioni settoriali e ulteriori indicatori di rischio. In particolare, le misure governative e di sostegno finanziario delle banche hanno consentito nel 2020 e 2021 la salvaguardia di molte imprese che hanno fronteggiato una shortfall di liquidità a causa del contesto COVID-19. In alternativa, si sarebbe osservato un deterioramento del rischio che si sarebbe riflesso nel peggioramento del rating dei clienti e in un aumento del default rate. In tale contesto, a inizio 2021, al fine di cogliere con anticipo potenziali problematiche finanziarie legate allo scadere delle concessioni governative, l'Area Chief Risk Officer ha indirizzato specifiche valutazioni al fine di individuare le imprese/settori che, seppur sostenute finanziariamente dai menzionati provvedimenti, mostrano il perdurare delle difficoltà operative in termini di generazione dei cashflow. Successivamente la metodologia è stata evoluta, rafforzata, integrata e rendicontata agli organi societari in coerenza con la parallela evoluzione dei modelli di Early Warning le cui attività di sviluppo si sono concluse nel dicembre 2021 e per i quali prosegue il percorso di parallel running e innesto nei processi di gestione del credito.

Con riferimento alle azioni legate alla gestione proattiva del credito, nel 2021 era stata attivata una specifica iniziativa diagnostica sul portafoglio moratorie proseguita per tutto l'anno nell'ambito dell'Action Plan crediti con l'obiettivo di contenere il deterioramento, mediante l'attivazione di interventi sulle posizioni critiche. Nel secondo trimestre 2022 è stata poi attivata una nuova iniziativa diagnostica sulle moratorie scadute o in scadenza nel primo semestre 2022 che denotavano qualche elemento di rischio con esiti che evidenziavano assenza di criticità significative o necessità di monitoraggio con eventuali interventi pianificati del terzo trimestre per la quasi totalità delle posizioni (96%).

Analoga iniziativa diagnostica è stata poi reiterata nel terzo e quarto trimestre, con esiti in linea con quelli evidenziati nel primo semestre.

Relativamente al perimetro domestico le moratorie ancora in essere al 31 dicembre 2022 sono ormai esigue, sia in valore assoluto (circa 80 milioni) sia in confronto alla situazione a fine 2021 (4,8 miliardi). Anche le moratorie terminate con maturazione dei termini per la ripresa dei pagamenti nei mesi successivi sono ugualmente ormai molto contenute (circa 40 milioni) mentre erano 6,7 miliardi a fine 2021. Le moratorie scadute che hanno maturato le condizioni per la ripresa dei pagamenti al 31 dicembre 2022 ammontano a 35,9 miliardi; rispetto al portafoglio alla data, si è rilevato un tasso di incidenza dei flussi cumulati di default dell'ordine del 4,5% (era 2,7% a fine 2021). I flussi cumulati di default osservati, se comparati con il totale delle esposizioni con moratorie originariamente concesse, registrerebbero una incidenza inferiore al 3%.

A livello consolidato il valore delle esposizioni oggetto di moratoria in essere al 31 dicembre 2022 ammontava a 80 milioni (4,9 miliardi a dicembre 2021), sostanzialmente riconducibile al perimetro domestico, a fronte di moratorie scadute per 39,6 miliardi (circa 47 miliardi a fine 2021). Come a livello domestico, anche a livello consolidato le moratorie in essere qualificabili come tali ai sensi delle Linee Guida EBA erano pari a 412 mila euro (1,1 miliardi a fine 2021).

Con riferimento alla valutazione della targatura forborne delle moratorie, nel corso del 2020/2021 Intesa Sanpaolo ha operato in conformità alle "Linee Guida EBA sulle moratorie legislative e non legislative relative ai pagamenti dei prestiti applicate alla luce della crisi COVID-19" ed alle disposizioni governative tempo per tempo vigenti, ripristinando gli ordinari processi di valutazione già a partire della seconda metà del 2021 e poi confermandoli pienamente nel 2022.

Nel corso del 2022 è continuato il monitoraggio sistematico dei profili di rischio delle esposizioni che avevano già maturato o stavano ancora maturando i termini di ripresa dei pagamenti (tutti avvenuti entro l'anno). In particolare, a fronte di esposizioni progressivamente diminuite per rientri e pagamenti, anche nel corso del 2022 non sono stati rilevati, come indicato in precedenza, andamenti particolarmente negativi relativamente all'emergere di segnali di difficoltà o di deterioramento. Ai fini del Bilancio al 31 dicembre 2021 erano stati mantenuti management overlay sui crediti performing (aggiustamenti agli esiti dei modelli IFRS 9 in uso incorporati nei modelli satellite e trigger straordinari di scivolamento a Stage 2) per considerare prudentemente il potenziale emergere di elementi di vulnerabilità sulle esposizioni oggetto di misure di moratoria. Nel corso dell'esercizio si è proceduto progressivamente ad una loro rivalutazione, mantenendo ancora una congrua prudenza fino al terzo trimestre e completando il loro rilascio nel quarto, alla luce degli esiti dei monitoraggi richiamati.

Peraltro, si ricorda che, anche a questo portafoglio si applicano su base ordinaria le regole generali adottate dalla banca per l'identificazione del Significant Increase of Credit Risk e la classificazione a Stage 2, tra le quali rilevano anche la presenza di un pagamento scaduto oltre i 30 giorni e la concessione di misure di forbearance. Va considerato, inoltre, che la specificità del portafoglio che era stato oggetto di moratorie e relative proroghe nel biennio 2020/2021 è sempre meno distintiva o correlabile direttamente al venir meno del beneficio a suo tempo concesso e che, nel contempo, a fronte dell'evoluzione della crisi geopolitica innescata dal conflitto Russia/Ucraina, a partire dal primo trimestre 2022, sono state adottate scelte prudenti sui portafogli di famiglie, piccoli operatori economici e imprese operanti in determinati settori (ivi incluse, se rientranti nelle regole adottate, anche le controparti beneficiarie di concessioni di moratorie nel periodo pandemico) per l'emergere - nelle geografie di riferimento del Gruppo - di ricadute indirette e nuove vulnerabilità derivanti dagli effetti di perduranti pressioni inflazionistiche e dagli aumenti del costo dell'energia. Maggiori dettagli sono rappresentati nel paragrafo 2.3 "Metodi di misurazione delle perdite attese".

Con riferimento al rischio di controparte, la crisi legata alla pandemia ha comportato un iniziale aumento delle esposizioni, a causa principalmente della discesa dei tassi di interesse dell'area euro e del generale e rilevante aumento della volatilità sui principali fattori di rischio. Non si sono tuttavia registrate criticità nel processo di marginazione con le controparti di mercato, seppur in presenza di un elevato aumento delle chiamate di collaterale, sia in termini numerici che di volumi, nelle settimane di maggior stress sui mercati. Anche i processi di compensazione presso le controparti centrali non hanno generato problematiche operative. La situazione dei mercati finanziari si è progressivamente stabilizzata.

Da ultimo, con riferimento alle tematiche del rischio di credito, si ricorda che il Gruppo pubblica l'informativa prevista dalle "Guidelines on reporting and disclosure of exposures subject to measures applied in response to the COVID-19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/07) nell'informativa al pubblico "Terzo Pilastro" o "Pillar 3".

2. POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO

2.1.Aspetti organizzativi

Nell'ambito del Gruppo Intesa Sanpaolo, un ruolo fondamentale nella gestione e controllo del rischio di credito è svolto dagli Organi societari che, secondo le proprie competenze, assicurano l'adeguato presidio del rischio di credito individuando gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio, verificandone nel continuo l'efficienza e l'efficacia e definendo i compiti e le responsabilità delle funzioni e strutture aziendali coinvolte nei processi.

Il presidio e governo del credito assicurato dagli Organi societari è riflesso nell'attuale assetto organizzativo che individua specifiche aree di responsabilità centrale riconducibili a:

  • Area di Governo Chief Lending Officer;
  • Area di Governo Chief Risk Officer;
  • Area di Governo Chief Financial Officer;

che garantiscono, con l'adeguato livello di segregazione, lo svolgimento delle funzioni di gestione e l'attuazione delle attività di controllo del rischio, nonché la definizione dei processi e degli applicativi a supporto.

L'Area di Governo Chief Lending Officer, avvalendosi delle proprie strutture (Direzione Centrale Concessione BdT, Direzione Centrale Concessione CIB, Direzione Centrale Crediti ISB, Direzione Centrale Governo del Credito, Direzione Centrale Presidio Valore del Credito e Direzione Centrale NPE):

  • assume, direttamente o sottoponendole agli Organi competenti, le decisioni creditizie rilevanti in materia di assunzione e gestione dei rischi di credito del Gruppo, autorizzando direttamente per quanto di competenza, anche per il tramite dei pareri di conformità;
  • garantisce la corretta classificazione e valutazione ai fini di Bilancio delle posizioni classificate a credito deteriorato che rientrano nella propria competenza;
  • assicura, per il perimetro di competenza, la gestione proattiva del credito e garantisce la gestione e il presidio dei crediti deteriorati e in sofferenza mantenuti in gestione interna al Gruppo;
  • idea e gestisce operazioni di cessione di singole posizioni o di portafogli di NPE, esposizioni creditizie e altri asset in perimetro, con la collaborazione di altre funzioni competenti;
  • svolge attività di monitoraggio e controllo sulle attività esternalizzate, incluso il monitoraggio dei KPI delle performance degli outsourcer, assumendo direttamente, o sottoponendole agli Organi competenti, le delibere in ordine alle proposte eccedenti le facoltà delegate agli Outsourcer;
  • contribuisce al processo di formulazione della proposta delle Strategie Creditizie nell'analisi degli impatti sulla concessione del credito e nella loro declinazione in relazione alle variabili di gestione creditizia rilevanti, ferma restando la responsabilità di finalizzazione in capo all'Area di Governo Chief Financial Officer;
  • coordina l'attuazione degli Indirizzi Gestionali Creditizi da parte delle unità preposte del Gruppo, anche nei diversi ambiti societari;
  • analizza l'evoluzione del costo del credito all'interno del Gruppo, tenendo anche conto dell'applicazione delle suddette Strategie Creditizie;
  • attribuisce e valida i rating alle posizioni di competenza, prestando altresì supporto nella definizione dei processi e strumenti di attribuzione del rating;
  • definisce la normativa di riferimento in materia creditizia, i requisiti per lo sviluppo degli strumenti del credito e contribuisce alla formulazione delle proposte di assegnazione delle facoltà di concessione e gestione del credito, ferma restando la responsabilità di finalizzazione delle stesse in capo all'Area di Governo Chief Risk Officer;
  • promuove iniziative finalizzate alla diffusione e allo sviluppo della cultura del credito;
  • garantisce, coerentemente con le linee guida dell'Area di Governo Chief Risk Officer e nel rispetto degli Indirizzi Gestionali Creditizi, la sorveglianza sistematica di primo livello del portafoglio crediti di competenza, individuando fenomeni riferiti a specifici aggregati creditizi caratterizzati da elevati livelli di anomalia per i quali attivare gli opportuni interventi di mitigazione del rischio.

L'Area di Governo Chief Risk Officer ha la responsabilità di declinare il Risk Appetite Framework nell'ambito della gestione dei rischi di credito, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali ed assicura la misurazione e il controllo delle esposizioni di rischio di Gruppo. Specificamente, l'Area di Governo Chief Risk Officer:

  • definisce le metriche per quanto concerne la misurazione del rischio creditizio, anche relativamente alla valutazione collettiva dei crediti in bonis ed alla valutazione su base statistica dei crediti deteriorati;
  • fornisce i modelli di pricing risk adjusted e assicura la misurazione del rischio di portafoglio in merito alla Perdita Attesa, al Capitale Economico (ECAP) e agli RWA;
  • monitora gli assorbimenti di capitale relativi al rischio di credito, supportando l'Area di Governo Chief Financial Officer nell'attività di gestione attiva del capitale;
  • formula le proposte di attribuzione delle Facoltà in materia di credito;
  • convalida i sistemi interni per la misurazione dei rischi;
  • governa il rischio modello;
  • svolge i controlli di II livello per il presidio del rischio di credito.

Le attività sono condotte direttamente dall'Area di Governo Chief Risk Officer sia per la Capogruppo che per le principali società controllate, sulla base di un contratto di servizio.

Con riferimento alle politiche di gestione del rischio di credito, l'Area di Governo Chief Financial Officer:

  • coadiuva gli Organi Societari nel definire, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, gli indirizzi e le politiche di Gruppo in materia di amministrazione e fiscalità, pianificazione e controllo di gestione, tesoreria e finanza, studi e ricerche, gestione attiva del portafoglio creditizio, relazioni con gli investitori e con le agenzie di rating e responsabilità sociale ed ambientale;
  • presidia le attività di Credit Portfolio Management a livello di Gruppo, supportando le Divisioni nella gestione attiva del rischio di credito, con l'obiettivo di migliorare il profilo rischio-rendimento del portafoglio creditizio in ottica di creazione di valore per gli azionisti;
  • definisce le Strategie Creditizie indirizzate alle Divisioni con l'obiettivo di incentivare le nuove erogazioni, attraverso correttivi di pricing adjustment, verso i settori economici e cluster di clientela con la maggiore attrattività in termini di profilo di rischio-rendimento, monitora il portafoglio creditizio in ottica di creazione di valore nell'ambito del macroprocesso del pricing corretto per il rischio e finalizza operazioni di trasferimento dei rischi creditizi sul mercato dei capitali coerenti con il portafoglio target;
  • presiede e coordina la "Cabina di Regia Group NPL Plan", organismo manageriale con funzioni consultive, di monitoraggio e indirizzo, costituito allo scopo di assicurare che gli obiettivi strategici del Piano NPL di Gruppo siano realizzati nel rispetto dei target di performance, solidità dei ratio patrimoniali e creazione di valore per il Gruppo.

Il Chief IT, Digital and Innovation Officer definisce il modello e presidia il sistema di Data Governance e di Data Quality del Gruppo, assicurandone la diffusione e l'implementazione e coordinando le attività degli attori coinvolti.

Infine, come per tutti gli ambiti di rischio ed in primis per quello creditizio, il Chief Audit Officer svolge l'attività di revisione interna, volta a individuare violazioni delle procedure e della regolamentazione nonché a valutare periodicamente la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità (in termini di efficienza ed efficacia) e l'affidabilità del sistema dei controlli interni e del sistema informativo (ICT audit), con cadenza prefissata in relazione alla natura ed all'intensità dei rischi.

2.2.Sistemi di gestione, misurazione e controllo

Intesa Sanpaolo, in qualità di Capogruppo, ha stabilito delle linee di comportamento in merito all'assunzione di rischio creditizio, al fine di evitare l'eccessiva concentrazione delle esposizioni, di limitare le potenziali perdite negli scenari avversi, di preservare una qualità del credito coerente agli obiettivi di equilibrio patrimoniale ed economico.

Elementi fondamentali per la gestione, misurazione e controllo del rischio di credito sono dati da Perdita Attesa e Risk Weighted Assets, che incorporano gli effetti della dimensione dell'esposizione (Exposure At Default - EAD), della rischiosità relativa del cliente (Probabilty of Default - PD), della previsione di perdita ove ricorrano condizioni di insolvenza – tenuto conto delle garanzie che mitigano l'assunzione di rischio correlata all'affidamento (Loss Given Default - LGD) – e la durata dell'esposizione (maturity), come dettagliato nel Paragrafo 2.3.

Le componenti che concorrono alla determinazione dei Risk Weighted Assets costituiscono gli elementi centrali per la determinazione dei livelli di Facoltà di Concessione del credito, dei limiti del Credit Risk Appetite (CRA), del pricing del credito, del calcolo delle rettifiche di valore sulle esposizioni performing e delle rettifiche di valore analitico-statistiche sulle esposizioni non performing, nonché del calcolo del capitale economico e regolamentare.

Il Credit Risk Appetite ha finalità di ottimizzare il profilo rischio-rendimento degli attivi. Mediante le "Regole in materia di Credit Risk Appetite" vengono definite le modalità di applicazione del CRA e le modalità di calcolo della classe di colore di CRA, cui sono associati limiti di esposizione al fine di perseguire una crescita degli impieghi coerente con l'appetito per il rischio definito per il Gruppo.

Il calcolo del pricing delle operazioni ha come obiettivo la definizione di adeguatezza delle condizioni economiche in considerazione della generazione di valore rispetto alla rischiosità espressa e a tutte le componenti che rientrano nel calcolo del valore, comprensivo anche dei costi imputati alle strutture.

Il capitale a rischio viene definito come la massima perdita "inattesa" in cui il Gruppo può incorrere in un orizzonte di un anno, a determinati livelli di confidenza. Il calcolo è effettuato con riferimento alla situazione del portafoglio attuale e a livello dinamico, determinandone il livello prospettico, sia sulla base dello scenario macroeconomico atteso, sia in relazione a scenari di stress. Il capitale a rischio costituisce elemento fondamentale per la valutazione di adeguatezza patrimoniale del Gruppo e nell'ambito del processo ICAAP viene calcolato sia in ottica regolamentare che in ottica gestionale.

I livelli di Facoltà fissati in termini di RWA delimitano il potere di delibera nella fase di concessione, specificando le figure professionali delegate e gli iter deliberativi per gli affidamenti per le singole controparti. In particolare, nel caso in cui la concessione di crediti da parte delle controllate del Gruppo ecceda determinate soglie è prevista la richiesta del "Parere di Conformità" agli organi competenti della Capogruppo.

La fase di concessione del credito è disciplinata anche da metriche complementari agli RWA che definiscono meccanismi di coordinamento e strumenti di supporto per l'esercizio continuativo delle responsabilità di indirizzo, coordinamento e controllo, in attuazione delle disposizioni di governo societario. In particolare, la normativa aziendale contempla le Regole di Concessione, che specificano le modalità attraverso le quali assumere il rischio di credito verso la clientela e le Regole in materia di Strategie Creditizie che rispondono allo scopo di orientare lo sviluppo e la composizione del portafoglio creditizio verso un profilo di rischio/rendimento riconosciuto ottimale nell'orizzonte di medio lungo periodo, tenuto anche conto della sostenibilità del portafoglio sotto il profilo ESG sul medesimo orizzonte temporale.

I processi di gestione del rischio di credito prevedono inoltre che le posizioni creditizie siano oggetto di un riesame periodico svolto dalle strutture centrali o periferiche competenti e che la clientela non sia valutata solo in fase di primo affidamento ma anche nel continuo, mediante un processo di monitoraggio periodico che interagisce con i processi e le procedure di gestione e di controllo del credito al fine di assicurare una valutazione tempestiva dell'insorgere di eventuali segnali di deterioramento, con riflesso sul grado di rischiosità delle esposizioni. È attivo, infatti, con adattamenti introdotti in concomitanza agli aggiornamenti apportati ai modelli di rating interno, il sistema di intercettamento e classificazione denominato Early Warning System, applicato ai portafogli Corporate, SME Retail, Retail e Institutions. Il motore in produzione è stato sviluppato a partire

dagli indicatori individuati nell'Asset Quality Review e si compone di una parte statistica, una parte qualitativa e una integrazione di trigger manuali a evento. L'aggiornamento degli indicatori è giornaliero e laddove gli stessi confermino una potenziale situazione di anomalia nella gestione del rapporto, le relative posizioni sono intercettate e segnalate negli specifici processi gestionali. Il motore di EWS, come menzionato in precedenza, dalla seconda metà del 2021 è stato oggetto di ulteriori sviluppi per un prossimo inserimento di nuovi modelli nei processi del credito. Più in generale il Gruppo ha proseguito l'evoluzione di propri modelli gestionali a supporto dei processi di concessione, monitoraggio e gestione del credito (es. affordability, motori di concessione automatica e previsionali). Più in dettaglio, è stato completato lo sviluppo di modelli di affordability SME Retail e Retail. In ambito SME Retail il modello è entrato in produzione il 18 novembre 2022 a servizio del prodotto APC/ATP in alimentazione a un nuovo motore decisionale automatico sviluppato con tecniche machine learning. In ambito Retail, la messa in produzione del modello è attesa per marzo 2023 a servizio del processo prestiti personali e a maggio 2023 a servizio del prodotto mutui ipotecari. Nel corso del 2022 sono stati altresì sviluppati modelli di previsione settoriale a supporto di molteplici processi aziendali quali il RAF, le strategie creditizie e per attività/strumenti di concessione e monitoraggio del credito.

La valutazione delle rettifiche di valore delle esposizioni performing e sulle esposizioni non performing si basa su metodologie coerenti con il principio contabile internazionale IFRS 9, dettagliatamente descritte nella Parte A - Sezione "A. 2 – Parte Relativa alle principali voci di Bilancio" ed in particolare nel paragrafo "Modalità di determinazione delle perdite di valore". Nel successivo paragrafo "2.3. Metodi di misurazione delle perdite attese" vengono rappresentati i principali profili applicativi ai fini del Bilancio 2022.

Il rischio Paese rappresenta una componente aggiuntiva del rischio di insolvenza dei singoli prenditori, misurato nell'ambito dei sistemi di controllo dei rischi creditizi. Tale componente è collegata alle perdite potenzialmente derivanti dall'attività di finanziamento internazionale causate da eventi in un determinato Paese che sottostanno, almeno in parte, al controllo del relativo Governo, ma non a quello dei singoli soggetti residenti nello stesso Paese. Il rischio Paese si sostanzia, pertanto, sia in rischio di trasferimento per le controparti non sovrane, determinato dal blocco dei pagamenti verso l'estero, sia in rischio sovrano che viene invece misurato attraverso il giudizio sul merito creditizio dello Stato sovrano. In questa definizione rientrano tutte le forme di prestito cross-border verso i soggetti residenti in un determinato Paese, siano essi il Governo, una banca, un'impresa privata o un singolo individuo.

La componente di rischio Paese viene utilizzata nell'ambito della concessione di credito a soggetti non residenti, al fine di valutare in via preliminare la capienza dei limiti per il rischio paese stabiliti ex ante. Tali limiti, espressi in termini di capitale economico, identificano il massimo rischio accettabile per il Gruppo, definito su base annua nell'ambito del Risk Appetite Framework di Gruppo. Si ricorda, inoltre, che in conseguenza della situazione eccezionale determinatasi con l'avvento del conflitto Russia/Ucraina la stima del rischio di trasferimento del paese Federazione Russa è stata presa a riferimento per la definizione del management overlay della LGD delle controparti "cross-border" come descritto nel paragrafo "1.1 Gli impatti valutativi per il Gruppo ISP del conflitto militare fra Russia e Ucraina".

Il rischio di controparte è una particolare fattispecie di rischio di credito, relativo ai contratti derivati e SFT (Securities Financing Transactions ossia pronti contro termine, prestito titoli e repo), che si riferisce all'eventuale insolvenza della controparte prima della scadenza del contratto. Tale rischio, sovente denominato rischio di sostituzione, è connesso all'eventualità che il valore di mercato della posizione sia divenuto positivo e, dunque, che, in caso di insolvenza della controparte, la parte solvente sia costretta a sostituire la posizione sul mercato, sopportando una perdita.

Per quanto riguarda il rischio di controparte, il Gruppo bancario si è dotato di un modello interno per la misurazione del rischio a livello regolamentare (solo per Capogruppo) e gestionale.

Ai fini della misurazione gestionale degli utilizzi delle linee di credito per i derivati e SFT, l'intero Gruppo bancario adotta il metodo dell'esposizione potenziale futura (stimata con la PFE – Potential Future Exposure – effettiva media). L' Area di Coordinamento Market, Financial e C&IB Risks provvede giornalmente alla stima delle misure di rischio di controparte, ai fini della misurazione degli utilizzi delle linee di credito per derivati e SFT per Capogruppo e Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking. Si precisa che anche per le altre banche del Gruppo viene applicata la misurazione a modello interno, in modalità semplificata, tramite l'utilizzo di Add-on stimati internamente.

Inoltre, a completamento del processo di analisi di rischio sulle misure di esposizione attivato nel tempo a seguito degli sviluppi sopra riportati, sono stati attivati i seguenti processi aziendali:

  • definizione e calcolo periodico di prove di stress su scenari di mercato e scenari congiunti mercato/credito sulle misure di rischio controparte;
  • definizione e analisi periodica del rischio di correlazione sfavorevole (Wrong Way Risk), ovvero del rischio di una correlazione positiva tra l'esposizione futura nei confronti di una controparte e la sua probabilità di default;
  • definizione e monitoraggio di limiti gestionali;
  • contribuzione delle misure di rischio di inflows/outflows di collaterale, calcolate tramite il modello interno sul rischio di controparte, per le operazioni in derivati OTC e SFT con accordi di marginazione (CSA, GMRA e analoghi);
  • reporting periodico al management delle misure calcolate a modello interno di esposizione, requisito di capitale, livello di utilizzo dei limiti gestionali, risultati delle prove di stress e delle analisi di rischio di correlazione sfavorevole;
  • definizione e calcolo periodico di analisi di back-testing per monitorare nel tempo le performance predittive del modello rispetto ai movimenti dei fattori di rischio sottostanti le transazioni in portafoglio.

Il rischio di concentrazione deriva dall'esposizione a controparti, gruppi di controparti connesse e controparti nello stesso settore economico o che svolgono la stessa attività o che operano nella stessa regione geografica. Nell'ambito dell'aggiornamento annuale del Risk Appetite Framework, queste sono oggetto di appositi stress test volti a identificare e a valutare le minacce per il Gruppo e le azioni di mitigazione più appropriate:

  • definizione di limiti di esposizione per specifiche aree geografiche ed insiemi di controparti (es: top 20);
  • azioni di limitazione ex ante delle esposizioni particolarmente concentranti, con particolare riferimento alle c.d. "grandi esposizioni" e agli affidamenti verso Paesi a rischio;
  • azioni di correzione ex post del profilo di rischio, tramite il mercato secondario del credito, seguendo opportune metriche di giudizio basate sulla massimizzazione del valore complessivo di portafoglio.

La Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli, nell'ambito dell'Area di Governo Chief Risk Officer, svolge specifiche attività di controllo di II livello a presidio del credito e della qualità dei dati.

Le attività sul credito sono volte a verificare la corretta classificazione e l'adeguatezza del processo di gestione su singole esposizioni (cd. Single name).

In via generale lo sviluppo delle attività di controllo, nonché di indirizzo e coordinamento, prevede l'esame dei singoli processi del credito, anche al fine di verificare la presenza di idonei presidi di controllo di I livello, ivi comprese le modalità di esecuzione e tracciabilità. Le potenziali aree di indagine da approfondire mediante i controlli Single name considerano anche le risultanze dei monitoraggi agiti dalle Funzioni di Controllo di I livello nell'ambito dei differenti cluster creditizi.

Valuta inoltre la rispondenza nel tempo dei sistemi interni di misurazione e gestione dei rischi per la determinazione dei requisiti patrimoniali alle prescrizioni normative, alle esigenze aziendali e all'evoluzione del mercato di riferimento.

L'attività creditizia del Gruppo risulta orientata verso la clientela italiana (oltre l'80% del totale) ed è prevalentemente rivolta a famiglie e a piccole medie imprese.

L'interscambio dei flussi informativi di base tra le diverse entità del Gruppo è assicurato dalla Centrale Rischi di Gruppo e dalla "Posizione Complessiva di Rischio", che consentono di evidenziare ed analizzare i rischi creditizi in capo ad ogni controparte/gruppo economico, sia verso il Gruppo nel suo complesso, sia nei confronti delle singole realtà che lo compongono.

Dalla mensilità di settembre 2018 - a seguito della predisposizione dell'architettura di alimentazione e generazione della segnalazione Anacredit finalizzata a supportare la "raccolta di dati granulari sul credito e sul rischio di credito" così come definita dal Regolamento (UE) n. 2016/867 del 18 maggio 2016 - è operativo il nuovo impianto segnaletico nel rispetto delle disposizioni regolamentari definite dalla BCE e poste in essere dalle Banche Centrali Nazionali di riferimento.

2.3.Metodi di misurazione delle perdite attese

La perdita attesa risulta dal prodotto di esposizione, probabilità di default e Loss Given Default.

In Intesa Sanpaolo la probabilità di default è misurata attraverso modelli di rating differenziati a seconda del segmento di operatività della controparte (Corporate, SME Retail, Retail, Stati Sovrani, Enti del Settore Pubblico e Banche). Tali modelli consentono di sintetizzare la qualità creditizia della controparte in una misura, il rating, che ne riflette la probabilità di insolvenza con un orizzonte temporale di un anno, calibrata su un livello medio del ciclo economico.

Al segmento Corporate sono applicati una pluralità di modelli di rating caratterizzati dall'utilizzo di tutte le fonti informative disponibili e dall'integrazione del giudizio di analisti del credito e gestori della relazione. In particolare:

  • alla generalità delle imprese sono applicati modelli differenziati a seconda del mercato di riferimento (domestico o internazionale) e della fascia dimensionale;
  • per i finanziamenti specializzati sono in uso modelli specifici dedicati alle iniziative immobiliari, alle operazioni di project finance, alle operazioni di leveraged buy-out/acquisition finance e asset finance.

Il modello Corporate è anche utilizzato per il calcolo degli RWA rivenienti per il portafoglio Equity di Banking Book.

Per quanto concerne il portafoglio Retail, l'articolazione dei modelli è la seguente:

  • per il segmento SME Retail, a partire da maggio 2021, è in uso un nuovo modello di rating automatizzato che permette il calcolo del rating in real time;
  • per il segmento Retail è in uso, a partire da settembre 2018, un modello di rating per controparte composto dal segmento Mutui Retail e dal segmento Other Retail. Il modello è stato aggiornato ad agosto 2022, a seguito della ricezione della lettera Autorizzativa, con effetti segnaletici a partire da settembre 2022.

Relativamente al portafoglio Institutions:

  • i modelli per le banche (banche delle economie mature e banche dei Paesi emergenti) si compongono di una parte quantitativa e una parte qualitativa, differenziate a seconda dell'appartenenza a Paesi maturi o emergenti e una componente rischio Paese che valuta, in funzione della connessione banca/Paese, l'eventuale effetto negativo del Paese sul rischio di credito della controparte o, viceversa, la capacità di supporto in caso di difficoltà finanziarie della banca oggetto di valutazione;
  • i modelli per Comuni e Province sono di tipo default model, e per le Regioni sono di tipo "shadow" basati sui rating di agenzia. Sulle ASL e gli altri Enti del settore è stato adottato un approccio di estensione (con applicazione di un downgrading) del rating dell'Ente di riferimento (es: Regione). Relativamente al portafoglio Sovereign, la struttura del modello di rating prevede un modulo quantitativo che tiene conto del rating strutturale assegnato dalle principali agenzie internazionali, del rischio implicito nelle quotazioni di mercato del debito sovrano, della valutazione macroeconomica stimata con un modello econometrico e di una componente di giudizio qualitativo, che integra il giudizio quantitativo con elementi rilevabili dal più ampio perimetro di informazioni pubblicamente disponibili sull'assetto politico ed economico dei singoli Stati sovrani. Il modello di rating Sovereign è utilizzato esclusivamente a fini gestionali.

Per le banche estere del Gruppo sono adottati modelli PD che possono essere:

  • sviluppati dalle stesse banche estere, in modo da cogliere le specificità del rischio delle controparti locali;
  • in estensione da Capogruppo;
  • mutuati da Capogruppo con adattamenti alla realtà locale.

Alcuni di questi modelli sono utilizzati ai fini di segnalazione, altri solo a fini gestionali, come specificato nella tabella di seguito rappresentata.

I modelli di Loss Given Default (LGD) sono basati sulla nozione di "Economic LGD", ovvero il valore attuale dei flussi di cassa ricavati nelle varie fasi del processo di recupero al netto degli eventuali costi amministrativi di diretta imputazione oltre che di quelli indiretti di gestione sostenuti dal Gruppo e si compone, in sintesi, dei seguenti elementi:

– stima di un Modello di LGD Sofferenza: a partire dalla LGD osservata sul portafoglio, o "Workout LGD", determinata in funzione dei flussi di recupero e dei costi, viene stimato un modello econometrico di regressione della LGD su variabili ritenute discriminanti per la determinazione della perdita associata all'evento di Sofferenza;

  • applicazione del "Danger Rate", un fattore correttivo moltiplicativo volto a ricalibrare la LGD Sofferenza con l'informazione disponibile sugli altri stati di default, in modo da determinare una LGD rappresentativa di tutti i possibili stati di default e della loro evoluzione;
  • applicazione di un altro fattore correttivo additivo, o "Componente Saldo e Stralcio": questa componente viene utilizzata come add-on alla stima ricalibrata per il Danger Rate al fine di tenere in considerazione i tassi di perdita associati a posizioni per le quali non si è verificato il passaggio a Sofferenza (posizioni in stato di Inadempienza probabile o Past Due).

La determinazione della LGD si avvale di modelli differenziati e specializzati per segmento di operatività (Corporate, SME Retail, Retail, Factoring, Leasing, Enti pubblici e Banche). Come per la PD, per la LGD nelle banche estere del Gruppo sono adottati modelli sviluppati dalle banche stesse, in estensione da Capogruppo con utilizzo dei parametri locali quando necessario o mutuati da Capogruppo con adattamenti alla realtà di ciascuna banca estera.

Per le banche il modello di determinazione della LGD si discosta in parte dai modelli sviluppati per gli altri segmenti in quanto il modello di stima utilizzato si basa sul prezzo degli strumenti di debito osservati 30 giorni dopo la data ufficiale di default e relativi ad un campione di banche che hanno subito il default di tutto il mondo, acquisito da fonte esterna. Il modello si completa con una stima econometrica per la determinazione dei driver più significativi, in linea con quanto effettuato per gli altri modelli, e una ricalibrazione sui livelli di LGD osservati sui default interni della banca.

La LGD Sovereign è stimata analizzando i tassi di recupero storici sui default sovrani e differenziata su cinque categorie a seconda dei livelli di reddito e di altre specificità che caratterizzano i singoli paesi.

Il modello LGD Sovereign è esclusivamente utilizzato a fini gestionali.

Il calcolo dell'esposizione al default (EAD) si avvale di modelli differenziati e specializzati per segmento di operatività (Corporate, SME Retail e Retail). Specificamente, la metodologia si basa sui dati dei 12 mesi precedenti l'evento di default e si differenzia in base alla presenza o meno di un margine disponibile alla data di osservazione. In ogni caso vengono applicati fattori correttivi in adempimento ai dettami regolamentari e al fine di introdurre un margine di conservativismo sulle stime. Per i segmenti low default Banche ed Enti Pubblici e per i prodotti Leasing e Factoring del Portafoglio Corporate sono ad oggi utilizzati parametri regolamentari.

1) ISP autorizzata FIRB dal dicembre 2008, LGD AIRB dal dicembre 2010 ed EAD dal 2017, Banca IMI (2012, dal 2020 incorporata in Capogruppo), ISP Ireland (2010), VUB (2010), Intesa Sanpaolo Bank (2017), ISP Luxembourg (2017). Dal 2017 il modello Corporate è utilizzato anche per calcolare il rischio sul portafoglio Equity di Banking book con LGD 65%/90%.

2) VUB autorizzata da giugno 2012 con riferimento ai modelli PD ed LGD Mutui Retail e da dicembre 2022 con riferimento ai modelli PD-LGD-EAD Other Retail.

3) VUB autorizzata da giugno 2014.

4) ISP e Banca IMI (incorporata in Capogruppo nel 2020) autorizzate dal 2017.

Per le società del Gruppo che rientrano nel piano di roll out, i modelli interni di rating (PD) e i modelli LGD e EAD sono sottoposti ad un processo di controllo di secondo livello da parte della funzione di Convalida e a un controllo di terzo livello da parte della funzione di Revisione Interna. Le funzioni di controllo producono per il Supervisor le relazioni annuali di conformità dei modelli alla normativa di Vigilanza, nell'ambito delle quali si verifica lo scostamento tra le stime effettuate ex-ante e i valori realizzati ex-post. Tali relazioni, approvate dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, attestano il permanere dei requisiti di conformità.

La metodologia di stima della Expected Credit Loss (ECL) adottata ai fini della determinazione delle perdite di valore sulle esposizioni creditizie in coerenza con il principio internazionale IFRS 9 è effettuata, a livello di singola operazione o tranche di titolo, partendo dalla modellistica IRB dei parametri di Probabilità di Default (PD), Loss Given Default (LGD) e Exposure at Default (EAD), sulla quale sono effettuati opportuni interventi correttivi, in modo da garantirne la coerenza con le prescrizioni del principio. Nell'ottica di perseguire la convergenza tra la normativa contabile e quella regolamentare, pur nel rispetto delle specifiche finalità, sono stati apportati adeguamenti al modello di stima della LGD contabile, recependo quanto progressivamente normato ed applicato nei modelli prudenziali.

La descrizione dettagliata delle metodologie adottate dal Gruppo è riportata nella Parte A - Sezione "A. 2 – Parte relativa alle principali voci di Bilancio" ed in particolare nel paragrafo "Modalità di determinazione delle perdite di valore" cui si fa riferimento, nonché, in relazione alle specificità del contesto pandemico attuale, a quanto indicato in dettaglio nella sezione "Rischi, incertezze e impatti della crisi Russo/Ucraina" nella Parte A – Sezione 5 – Altri Aspetti.

In particolare, la valutazione delle attività finanziarie riflette la miglior stima degli effetti delle condizioni future, prime tra tutte quelle di contesto economico, sulla base delle quali vengono condizionate le PD e LGD forward looking. Nell'ambito dell'IFRS 9, anche in base alle indicazioni dei Regulators internazionali, assumono rilevanza, in particolare, le informazioni sugli scenari macroeconomici futuri in cui la banca può trovarsi ad operare e che influenzano, di tutta evidenza, la situazione dei debitori con riferimento sia alla "rischiosità" di migrazione delle esposizioni verso classi di qualità inferiore (riguardando quindi lo "staging") sia agli ammontari recuperabili (riguardando quindi la determinazione della perdita attesa sulle esposizioni). Da un punto di vista metodologico, sono stati analizzati diversi possibili approcci alternativi al fine di prendere in considerazione tali elementi. Rispetto alle diverse alternative considerate, l'approccio che il Gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso di adottare è rappresentato dal c.d. "Most likely scenario + Add-On". Secondo tale approccio, il condizionamento macroeconomico di PD e LGD viene effettuato tramite uno scenario base ("Most Likely", coerente con quanto utilizzato per altre finalità aziendali quali, a titolo esemplificativo, budget e piani di impresa) e poi corretto con un Add-On volto ad includere le eventuali differenze rispetto a scenari peggiorativi e migliorativi. Qualora l'impatto dell'Add-On risulti complessivamente positivo sui parametri di rischio, è stato scelto di sterilizzarne l'effetto sia per finalità di staging che di calcolo dell'ECL.

In occasione del periodico aggiornamento delle serie storiche incorporate nei modelli di condizionamento forward-looking dei parametri sottostanti la determinazione della ECL, è stato introdotto un affinamento dei modelli finalizzato a gestire la discontinuità prodottasi nella relazione tra l'andamento dei tassi di default e le variabili macro-economiche, in conseguenza di circostanze straordinarie come quelle generatesi a seguito della pandemia da COVID19. Si evidenzia, inoltre, che nell'ambito della ri-stima delle relazioni econometriche sottese ai modelli satellite, al fine di tener adeguatamente conto degli effetti derivanti dalla crisi energetica, sono state introdotte e testate ulteriori variabili esplicative relative al prezzo dell'energia.

L'efficacia dei modelli IFRS 9 viene monitorata dalla funzione di Convalida con cadenza annuale attraverso specifiche attività di backtesting dei parametri di rischio (criteri di staging, modelli di PD, LGD, EAD e haircut). Inoltre, in caso di aggiornamenti significativi, la funzione di Convalida effettua verifiche preventive anche in termini di model design. Gli esiti delle verifiche della funzione di Convalida sono rappresentati ai comitati manageriali competenti e alle funzioni owner del modello e sono rendicontati nella relazione annuale sui modelli interni utilizzati ai fini gestionali, condivisa con il Supervisore.

Scenario macroeconomico ai fini del condizionamento forward looking

La policy di Intesa Sanpaolo prevede, ai fini del condizionamento forward-looking dei parametri di stima della ECL - secondo la metodologia descritta nella Parte A – Politiche Contabili ed in particolare nel paragrafo "Modalità di determinazione delle perdite di valore" - l'utilizzo dello scenario macroeconomico definito ed aggiornato dalla Direzione Studi e Ricerche. Nella tabella si dà evidenza delle principali variabili di scenario macroeconomico utilizzate per la determinazione delle perdite attese su crediti in prospettiva forward looking, declinate per gli scenari base, migliorativo e peggiorativo. Tali scenari sono

stati applicati nella valutazione dei crediti secondo il modello "Most-Likely scenario + Add-On" descritto in precedenza.

Base Migliorativo Peggiorativo
2024 2025 2022 2023 2024 2025 2022 2023 2024 2025
PIL Reale Area euro
(variazione annua)
3,3% 0,1% 1,6% 1,8% 3,3% 0,7% 2,0% 2,3% 3,3% -0,9% -0,4% 1,9%
Area euro Inflazione Area euro
(variazione annua)
8,5% 7,7% 2,7% 1,9% 8,5% 8,0% 3,6% 2,2% 8,0% 8,7% 5,1% 1,5%
EurIRS 10Y 1,92 2,82 3,11 3,28 1,93 2,86 3,51 3,98 1,93 2,61 3,19 3,73
Euro/USD 1,05 1,07 1,11 1,13 1,05 0,99 1,05 1,09 1,05 0,99 1,04 1,09
PIL Reale Italia (variazione
annua)
3,8% 0,6% 1,8% 1,2% 3,6% 0,9% 2,2% 1,8% 3,6% -1,0% -1,1% 0,4%
Inflazione Italia (variazione
annua)
8,2% 6,8% 2,4% 1,3% 8,1% 7,2% 3,4% 2,2% 8,1% 13,3% 4,9% 2,3%
Italia Prezzi immobili Italia
(variazione annua)
5,1% 1,5% 1,5% 1,5% 5,1% 1,9% 1,6% 1,9% 5,1% -1,2% -3,1% -1,7%
Rendimento BOT 6 mesi 0,5 2,7 2,9 2,6 0,5 2,7 3,4 3,5 0,5 2,4 2,9 3,0
Rendimento BTP 10 anni 3,0 4,1 4,6 4,9 3,0 4,1 5,0 5,6 3,0 4,2 5,1 5,9
BTP-Bund Spread 10 anni
(basis points)
187 201 190 179 187 200 184 173 187 242 232 230
Tasso % di disoccupazione 8,2 8,5 8,2 8,1 8,2 8,5 8,1 7,9 8,2 8,8 9,4 10,0
Prezzo gas naturale (€/MWh) 134 145 107 79 135 157 116 83 135 246 201 127
Beni Prezzo petrolio (BRENT) 100,8 93,0 87,0 82,0 100,8 93,0 90,5 84,2 100,8 92,3 83,4 79,4
PIL Reale (variazione annua) 2,0% 0,3% 1,1% 2,4% 2,0% 1,1% 2,1% 2,4% 2,0% -0,6% 0,9% 2,2%
USA Tasso % di disoccupazione 3,7 4,5 4,5 3,9 3,7 4,3 4,0 3,5 3,7 4,7 4,7 4,2

Scenari elaborati a dicembre 2022 dalla Direzione Studi e Ricerche. Dati previsionali (per il 2022 stime).

Le principali assunzioni sottostanti la previsione di base poggiano sull'ipotesi di un rallentamento diffuso della crescita reale, per effetto di fattori quali l'aumento del costo dell'energia in Europa, l'andamento dell'economia in Cina e gli impatti delle restrizioni monetarie. L'inflazione è prevista in calo nei paesi avanzati nel 2023: tuttavia, l'inflazione di fondo potrebbe continuare a crescere fino al primo trimestre 2023 e quindi calare lentamente. L'elevata inflazione e l'incertezza sul fronte delle forniture energetiche dovrebbero causare una contrazione nella crescita del PIL dell'Area Euro prevista per il 2023, che andrà in recessione nel corso dell'inverno, per tornare positiva a partire dalla primavera 2023; la ripresa rimarrà, tuttavia, frenata, per tutto il 2023, da restrizione monetaria e rallentamento del ciclo globale con un assestamento annuo allo 0,1%. Per quanto concerne i tassi di interesse, il picco del ciclo potrebbe essere raggiunto entro la metà del 2023, tuttavia, il rischio che sia necessaria una maggiore restrizione monetaria, con effetti negativi sulla crescita 2024-25, è significativo. Per quanto concerne i prezzi di petrolio ed energia (gas naturale) si prevede che nel 2023, a causa della limitata capacità di stoccaggio e della forte incertezza alimentata da persistenti rischi politici e geopolitici, essi si manterranno ben sostenuti, nonostante il probabile scenario recessivo in Nord America ed Europa e il rallentamento in Cina.

Per l'Italia, l'inflazione potrebbe avere raggiunto il picco a fine 2022, ma la discesa potrebbe essere lenta e la media annua rimarrà molto elevata anche nel 2023. Solo da fine 2024 l'inflazione potrebbe ritornare poco superiore al 2%, con una vera "normalizzazione" dello scenario inflattivo attesa solo dal 2025.

Si attende un significativo rallentamento della crescita del PIL nel 2023, a 0,6% dopo il 3,8% stimato per il 2022. Il rallentamento nello scenario congiunturale previsto per il 2023 è imputabile principalmente alla fiammata inflazionistica conseguente alla crisi energetica e alla restrizione monetaria decisa dalle principali banche centrali a livello globale in risposta allo shock. Tali fattori non sembrano aver ancora dispiegato pienamente i loro effetti sull'attività economica: per questo motivo, difficilmente si potrà evitare una contrazione su base congiunturale del PIL a inizio 2023. Peraltro, il recente rientro dai picchi dei prezzi all'ingrosso delle materie prime energetiche renderà meno drammatici gli effetti sul reddito delle famiglie e sui margini delle imprese, consentendo di ipotizzare una ripresa dell'attività economica, sia pur su ritmi moderati, a partire dalla prossima primavera. Una ri-accelerazione più sostenuta è attesa nel 2024, all'1,8%.

La componente di domanda interna che ci si attende sarà più colpita dagli effetti dello shock inflazionistico sarà quella dei consumi di beni (durevoli e non), che si prevedono sostanzialmente stagnanti in media d'anno nel 2023, mentre la spesa in servizi potrebbe mantenere un ritmo di crescita positivo grazie all'effetto residuo di normalizzazione degli stili di vita dopo le restrizioni imposte nel periodo pandemico. Anche gli investimenti sono previsti in rallentamento nel 2023, sulla scia degli effetti dei rincari delle materie prime sui margini di profitto delle imprese, della restrizione delle condizioni finanziarie, del progressivo venir meno della spinta degli incentivi alle ristrutturazioni e dell'elevata incertezza ancora gravante sullo scenario. La componente più colpita sarà quella degli investimenti in costruzioni, per effetto del graduale esaurirsi degli incentivi fiscali, nonché degli effetti sull'offerta dei maggiori costi di produzione, e sulla domanda del rialzo atteso dei tassi sui mutui.

Il PNRR è atteso espletare i propri effetti a partire dal 2023: l'impatto sul tasso di crescita del PIL sarebbe di 0,5% per ogni anno fino alla fine del periodo (2023-26).

Grazie al permanere di eccesso di domanda di lavoro rispetto all'offerta, la disoccupazione dovrebbe mantenersi entro livelli tutto sommato contenuti, pur in una fase di rallentamento del ciclo economico.

Per la dinamica dei prezzi immobiliari, la revisione al rialzo dei prezzi degli immobili è trainata dalla maggiore previsione relativa all'inflazione che compensa l'evoluzione sfavorevole sul fronte delle condizioni finanziarie e del reddito reale. I livelli dello spread BTP-Bund si riflettono anche nell'orizzonte di stima a partire dal ribasso osservato nella chiusura 2022.

La metodologia adottata dal Gruppo prevede, come descritto nella Parte A - Politiche Contabili, in particolare nella sezione "Modalità di determinazione delle perdite di valore", di tenere in considerazione anche gli scenari alternativi (migliorativo/peggiorativo), per i quali si utilizzano principalmente informazioni esterne (tra le altre, le previsioni minime e massime di una variabile fondamentale come il PIL sulla base di quanto rilevato da Consensus Economics).

Per quanto riguarda lo scenario favorevole, infatti, sono state individuate le previsioni di crescita del PIL più elevate nel sondaggio di Consensus Economics, pubblicato a dicembre 2022 per alcuni paesi avanzati e l'andamento di consumi privati e investimenti fissi dello scenario di base è stato adattato in modo da restituire un profilo di crescita media annua del PIL identico a tali previsioni, mentre le altre variabili sono state ricalcolate coerentemente. Tali ipotesi restituiscono uno scenario caratterizzato da tassi di crescita reale più elevati, inflazione più elevata, tasso di disoccupazione più basso e andamento degli indici azionari e dei prezzi immobiliari più robusto rispetto allo scenario base, nella ipotesi che Banche centrali adottino una politica monetaria più aggressiva in risposta a segnali congiunturali indicativi di un minor rallentamento rispetto alle attese al fine di contenere le spinte inflazionistiche. Lo scenario favorevole restituisce comunque esiti previsionali sulla evoluzione delle variabili più rappresentative non significativamente distanti da quelli delle previsioni di base.

Lo scenario "sfavorevole" adottato dal Gruppo è stato costruito, inizialmente, secondo la metodologia prevista dalla policy interna, a partire quindi dalle previsioni di crescita del PIL più basse nel sondaggio di Consensus Economics pubblicato a dicembre 2022 per i principali paesi avanzati. L'andamento di consumi privati e investimenti fissi dello scenario di base è stato adattato in modo da restituire un profilo di crescita del PIL allineato a tali previsioni e uno shock negativo è stato imposto anche all'andamento di indici di borsa e prezzi immobiliari. A partire da tali esiti, nella costruzione dello scenario peggiorativo, il Gruppo ha anche assunto la decisione di tenere conto delle assumptions più prudenti considerate nello scenario meno favorevole incluso nelle "Proiezioni macroeconomiche per l'Area dell'euro" pubblicate dalla BCE il 15 dicembre 2022. L'incertezza che caratterizza le proiezioni degli esperti rimane, infatti, elevata ed un importante rischio per le prospettive dell'Area dell'euro – secondo la BCE - riguarda la possibilità di turbative più gravi degli approvvigionamenti energetici europei, risultanti in ulteriori picchi dei prezzi dell'energia e in tagli alla produzione. Nelle ipotesi adottate dalla BCE, lo scenario meno favorevole riflette questo rischio e segnala tassi di inflazione superiori a quelli prospettati nello scenario di base sia nel 2023 che nel 2024, in presenza di forti rincari dell'energia, i quali ritornano a livello inferiori a quelli previsti dallo scenario base solo successivamente, quando vengono meno gli shock dal lato dell'offerta e prevale l'impatto ritardato degli shock negativi dal lato della domanda.

Al fine di tener conto di questa ipotesi più drastica, è stato aggiunto nella previsione sfavorevole elaborata dal Gruppo uno shock al mercato europeo del gas naturale, tarato su quello previsto nello scenario avverso dell'Eurosistema per questa variabile, attraverso un aumento molto significativo del prezzo del gas rispetto alle previsioni dello scenario base sia nel 2023 che nel 2024. Gli effetti sulla crescita sono stati aggravati per catturare possibili fenomeni di razionamento. Innestando queste ipotesi, scaturisce un andamento dell'inflazione molto più aggressivo rispetto a quello dello scenario base e impatti pesanti sul PIL italiano e dell'Area Euro, con due anni di variazione del PIL negativa. La crescita del PIL italiano registra, infatti, una deviazione negativa tra scenario base e scenario peggiorativo crescente fino al 2024 e più modesta nel 2025. Il divario cumulato del periodo 2022-2025 è pari a -5,5%. La contrazione della crescita reale si riflette sul tasso di disoccupazione che nell'anno finale è 1,9 punti percentuali al di sopra dello scenario base. Si ipotizza che la BCE, in caso di tensioni inflattive critiche privilegerebbe la stabilità dei prezzi, accettando la prospettiva di una fase di contrazione del PIL anche intensa. Lo scostamento dei tassi BCE rispetto allo scenario base risente dell'inflazione eccessiva, che domina sulla riduzione autonoma della crescita. Lo spread BTP-Bund risulta più elevato rispetto alle ipotesi dello scenario base, lungo tutto l'orizzonte previsionale.

Con riferimento agli impatti rilevati per l'adozione del suddetto scenario nella stima della ECL ai fini di valutazione dei crediti performing, si ricorda che a partire dal Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo, a seguito dell'avvio del conflitto Russia/Ucraina, al fine di tener adeguatamente conto delle ricadute via via osservate e previste del contesto macroeconomico, il Gruppo ha proceduto ad incorporare aggiornamenti sistematici (su base trimestrale) delle previsioni di base e degli scenari alternativi sul perimetro "Core", cioè riferibile alla Capogruppo e alle altre entità italiane, oltre che a Intesa Sanpaolo Luxembourg e Intesa Sanpaolo Ireland. Al 31 dicembre 2022 sono stati rilevati impatti prevalentemente determinati dall'aggiornamento delle previsioni relative allo scenario sfavorevole.

A fine esercizio anche le banche della Divisione International Subsidiary Banks hanno aggiornato le stime sulla base degli scenari previsionali delle geografie di riferimento.

Complessivamente sulla ECL dei crediti performing nel corso dell'anno è stato rilevato un impatto derivante dallo scenario macro-economico pari a circa 300 milioni (dei quali circa 140 milioni nel quarto trimestre, e, con riferimento a quest'ultimo impatto, è stato stimato che circa la metà di esso derivi dalla scelta prudenziale di adeguare le assunzioni dello scenario sfavorevole a quelle adottate dalla BCE).

Analisi di sensitività della ECL

L'ECL, determinata nella logica del principio IFRS 9, è stata oggetto di analisi di sensitività al fine di analizzarne la variabilità relativamente ai singoli scenari alternativi nel rispetto delle raccomandazioni di ESMA ("Report On the application of the IFRS 7 and IFRS 9 requirements regarding banks' expected credit losses – ECL" del 15 dicembre 2021).

Tale analisi è stata condotta sul portafoglio crediti in bonis (Stage 1 e Stage 2) e relativamente al perimetro rappresentativo del Gruppo (include Capogruppo e le Banche della Divisione IMI C&IB che rappresentano circa il 90% dell'esposizione complessiva del Gruppo).

Si ricorda che la metodologia di stima dell'ECL adottata dal Gruppo prevede che i parametri per il calcolo della stessa siano determinati sulla base dello scenario Most-Likely e di un Add-on calcolato in funzione della distanza tra scenario centrale e scenari alternativi. L'analisi di sensitivity viene determinata assumendo come ipotesi di riferimento quelle proprie dei singoli scenari alternativi (migliorativo e peggiorativo), prodotti internamente dalla Direzione studi e Ricerche, ciascuno ponderato al 100%. Tale risultato viene poi confrontato con la ECL calcolata con lo scenario Most-Likely più Add-on.

Come evidenziato nei precedenti paragrafi, la distanza tra gli scenari peggiorativo e migliorativo è ampia e, nel contempo, quest'ultimo è molto prossimo alla previsione centrale. Di conseguenza, la sensitivity del portafoglio allo scenario peggiorativo è già sostanzialmente fattorizzata nella ECL alla data del 31 dicembre 2022 nel modello utilizzato descritto in precedenza, cui si sono aggiunti anche gli overlay illustrati nel successivo paragrafo. L'applicazione dello scenario peggiorativo comporterebbe pertanto lo scivolamento a Stage 2 di 1,5 miliardi di esposizioni, un contenuto incremento dell'ECL e una sostanziale invarianza dell'indice di copertura. La sensitivity del portafoglio allo scenario migliorativo vedrebbe invece una

diminuzione di 240 milioni della ECL, con rientro in Stage 1 di 4,9 miliardi di esposizione. L'indice di copertura delle esposizioni in bonis diminuirebbe di 5 bps.

Management overlay

Nel corso del 2022, il Gruppo, nell'applicare le metodologie stimate per il calcolo della ECL, nel rispetto del principio IFRS 9, ha introdotto alcuni fattori di maggiore prudenza in considerazione del contesto di forte incertezza che il proseguire del conflitto Russia/Ucraina ha innescato. Ne sono esempi: l'aggiornamento sistematico delle previsioni macroeconomiche, quanto descritto nel paragrafo dedicato in relazione allo scenario «sfavorevole», l'aggiornamento delle variabili macroeconomiche esplicative utilizzate dai modelli satellite ai fini delle stime dei tassi di default prospettici – nell'ambito della quale è stata privilegiata la scelta di variabili del costo dell'energia sulla base di una sensibilità di giudizio influenzata dal contesto corrente. Ciononostante, le stime della ECL sono basate su modelli «forward-looking» che valorizzano le osservazioni storiche delle relazioni tra variabili macroeconomiche e tassi di default. Gli scenari «rari», in particolare quelli non visti in precedenza, sono particolarmente difficili da catturare nel processo di modellizzazione ed è sostanzialmente impossibile produrre previsioni per rischi specifici di portafoglio in tali circostanze.

In tale contesto, la banca deve tener conto – come ribadito anche dagli standard setters nel contesto della crisi pandemica del fatto che le incertezze rappresentate dagli scenari previsionali e le caratteristiche di stima adottate, fortemente ancorate alle relazioni osservate di lungo periodo, possono rendere le metodologie in uso non pienamente adeguate nel contesto corrente. La principale area di incertezza sottostante gli scenari previsionali più recenti è rappresentata dall'avvenimento di shock consistenti nell'offerta sul mercato del gas, innestati da una involuzione in senso peggiorativo della crisi geopolitica, e dalla capacità di prevederne accuratamente le ricadute sui sistemi economici e finanziari in una prospettiva che non si è mai manifestata in condizioni comparabili a quelle attuali (forte dipendenza dell'economia europea verso tale fonte energetica).

Tali considerazioni hanno supportato la decisione della banca di adottare post model adjustments al fine di innestare, attraverso l'aumento della ECL su base manageriale, una stima adeguata degli aspetti di incertezza relativi alla valutazione dei crediti performing. Questa scelta è stata introdotta nel corso dell'anno ed è stata oggetto di rafforzamento nel quarto trimestre, al fine di tenere adeguatamente conto delle vulnerabilità potenziali non colte dai modelli in uso, in ottica forwardlooking, dato l'attuale contesto di maggiore incertezza e la disponibilità limitata di informazioni prospettiche ragionevoli e dimostrabili. Nel contempo, come già rappresentato nel paragrafo "1.2. Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19" si sono anche realizzate le condizioni per ritenere superabili gli interventi che erano stati adottati, in tema di management overlay, sui portafogli oggetto di moratorie nel periodo pandemico. Ai fini delle decisioni relativamente agli aggiornamenti e alle modifiche ed integrazioni agli esiti dei modelli, il Gruppo ha adottato, come per il periodo pandemico, una governance rafforzata attraverso le decisioni del Comitato Modelli Interni Rischi di Credito e di Pillar 2 ed ha tenuto conto anche dei riferimenti alle indicazioni emesse dagli standard setters e dai regulators in quel contesto103 .

Si rappresentano, di seguito, le principali scelte adottate dal Gruppo nel corso del 2022 sui suddetti ambiti, ricordando che, per quanto riguarda gli aspetti di rischio di credito più strettamente correlati alla crisi Russia/Ucraina, l'informativa dettagliata è rappresentata nel paragrafo dedicato.

Come già rappresentato, nel corso del 2022, con l'uscita del Paese dalla fase di emergenza sanitaria e con l'allentamento delle restrizioni sanitarie, si sono attenuate le incertezze specificamente riconducibili alla pandemia e non si sono osservati particolari fenomeni di incremento del rischio creditizio sulle esposizioni che erano state oggetto di concessione di moratorie. Queste ultime sono ormai tutte rientrate in ripresa dei pagamenti, per una notevole quota già da tempo, e continuano a registrare rientri delle esposizioni ed estinzioni.

Per quanto riguarda gli elementi di vulnerabilità delle esposizioni oggetto di misure di moratoria considerati ai fini del Bilancio al 31 dicembre 2021 (rappresentati sia da overlay incorporati nei modelli satellite, che da trigger straordinari di scivolamento a Stage 2), a partire dal mese di marzo si era già proceduto alla loro ristima, mantenendo ancora una congrua prudenza, ma tenendo conto sia del sostanziale rientro delle concessioni, che delle positive evidenze osservate sul complesso delle esposizioni con ripresa dei pagamenti già avvenuta. Nel corso dei successivi due trimestri, pur perdurando osservazioni soddisfacenti circa le evoluzioni dei parametri di rischio di credito, si era valutato di proseguire tale osservazione fino a tutto il 2022, e di mantenere invariato l'overlay incorporato nel modello satellite, mentre erano stati registrati rientri in stage 1 relativamente ai portafogli sempre più residuali che avevano via via ripreso i pagamenti (oggetto del trigger straordinario di forzatura a stage 2). Alla luce delle ulteriori osservazioni, delle quali si è data rappresentazione nel paragrafo "1.2. Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19", nel quarto trimestre sono stati rilasciati i management overlay ancora presenti.

Nel contempo, a partire dalla crisi geopolitica Russia/Ucraina, sono progressivamente aumentate le incertezze sulle prospettive economiche, come anche rappresentato con riferimento allo scenario macroeconomico. In particolare, è intervenuto un fattore di rischio specifico (la crisi energetica determinatasi nel contesto della crisi geopolitica in corso) e si sono prospettati gli effetti derivanti dall'aumento dell'inflazione, dall'aumento dei costi sostenuti dalle imprese e dei tassi di interesse. Nel quarto trimestre l'attività economica si è indebolita, sia per l'attenuazione del recupero del valore aggiunto dei servizi, ritornato sui valori pre-pandemici già nei mesi estivi, sia per la flessione della produzione industriale che per il rallentamento della spesa delle famiglie, nonostante la presenza di alcuni provvedimenti di sostegno al reddito disponibile in un contesto di elevata inflazione.

Fin dal primo trimestre 2022 erano stati introdotti management overlay orientati a introdurre aumenti delle rettifiche dei crediti performing correlati agli effetti dell'aumentata vulnerabilità settoriale cui erano esposte le imprese. Nel corso del terzo trimestre, con la maggiore disponibilità di scenari previsionali più specifici, anche a livello microsettoriale, la banca aveva valutato ancora adeguati gli incrementi già contabilizzati in precedenza. Nel contempo, era stata adottata una ridefinizione dell'allocazione dei management overlay per vulnerabilità settoriale precedentemente applicati. In particolare, le analisi dell'Area CRO avevano portato ad adottare un "post-model adjustment", cioè un aumento della ECL, che è stato applicato in maniera più mirata a tutte le controparti appartenenti ai microsettori con andamento settoriale negativo o particolarmente esposte al rischio derivante dal costo dell'energia, così come definiti dal framework di presidio dei rischi settoriali definito dalle Aree CRO, CLO e dalla Direzione Studi e Ricerche con il supporto delle divisioni di business e adottato di recente dalla banca

103 Si veda ad esempio: Lettera BCE del 4 dicembre 2020 "Identificazione e misurazione del rischio di credito nell'ambito della pandemia di coronavirus (COVID-19)", documento IASB "IFRS 9 and COVID-19 - Accounting for expected credit losses applying IFRS 9 Financial Instruments in the light of current uncertainty resulting from the COVID-19 pandemic" del 27 marzo 2020 ed ECB Speech del 1° ottobre 2020 "An evolving supervisory response to the pandemic."

a fini di erogazione, gestione e monitoraggio del credito. Tale framework tiene adeguatamente conto delle previsioni microsettoriali e delle loro prospettive, che vengono anche monitorate sistematicamente e calibrate sulla base della esperienza delle strutture di business e di governo del rischio di credito della banca.

Il post model adjustment adottato ha sostituito la precedente modalità di applicazione che, seppur con un approccio tempestivo in termini di adozione, si basava prevalentemente su un aumento della stima dei tassi di default prospettici riveniente dai modelli IFRS 9 per macroaggregati potenzialmente più esposti agli effetti di perduranti pressioni inflazionistiche su prodotti energetici e delle materie, ma senza poter introdurre particolari differenziazioni al loro interno (in particolare, per le imprese erano stati considerati i macroaggregati Manifattura e Trasporti). Al fine di introdurre un livello di intervento più mirato e granulare, nei trimestri successivi erano stati introdotti trigger straordinari di scivolamento a Stage 2 per controparti non già classificate tali dalle metodologie di staging allocation, quando appartenenti ad alcuni microsettori indicati con andamento settoriale negativo e con profili di rischio medio/alti.

Nel quarto trimestre, alla luce dalla situazione macroeconomica descritta in precedenza e delle incertezze ad essa associate, è stato deciso di rafforzare gli interventi di aggiustamento delle stime di ECL rispetto a quanto già agito nei trimestri precedenti. In particolare, è stato dapprima quantificato a livello di portafoglio complessivo un valore di ECL aggiuntiva che esprimesse tale incertezza. A tal fine è stata condotta una simulazione consistente nell'ipotizzare l'avveramento dello scenario "sfavorevole" – al posto di quello base – e quantificando su tale base il differenziale di rettifiche di valore generate dal portafoglio bonis rilevabile entro fine 2023. Da tale esercizio è stato ricavato un impatto teorico che è stato preso a riferimento per la determinazione dell'ammontare complessivo dei post model adjustments da applicare all'ECL del 31 dicembre del c.d. perimetro Core.

Il post model adjustment viene applicato sull'esito della modellistica per la stima della ECL attraverso un aumento percentuale della sua entità senza effetti sulla staging allocation. Pertanto, qualora applicato a posizioni in stage 2 o a posizioni più rischiose ha effetti, in valore assoluto, più ampi sulla ECL. Si evidenzia che tale approccio aggiunge elementi di prudenza a quelli già fattorizzati con l'applicazione dello scenario macroeconomico ai fini del condizionamento forward-looking come in precedenza descritto.

Ai fini applicativi dei post model adjustments nel Bilancio 2022 si richiama quanto segue:

  • per quanto riguarda i settori delle imprese particolarmente esposti ai rischi derivanti dalle prospettive macroeconomiche, con andamento settoriale negativo o energivori, essi sono stati rivisti rispetto al terzo trimestre al fine di tener conto degli esiti del Tavolo Settoriale più recente, nonché di affinamenti per rendere più coerente la individuazione del perimetro alle tassonomie in uso nella gestione e nel reporting del credito. Si è valutato, inoltre, di limitare il perimetro di applicazione alle imprese Corporate/SME della Divisione BdT, in quanto si tratta di portafogli sui quali si ritiene che i rallentamenti economici previsti possano determinare minore resilienza e maggiori difficoltà rispetto alle controparti Large Corporate. Il perimetro di applicazione di tale overlay è stato, inoltre, definito tenendo conto oltre che della vulnerabilità settoriale anche della rischiosità propria delle controparti, rilevata attraverso il rating;
  • è stato introdotto un post model adjustment sul perimetro Commercial Real Estate al fine di aggiungere un margine di prudenza o alla valutazione delle controparti operanti nel settore e con rischiosità elevata;
  • è stato introdotto un post model adjustment anche ai segmenti Retail e SME Retail, prevalentemente composti da famiglie consumatrici e PMI; l'intervento è stato volto a cogliere i potenziali effetti negativi sulla loro rischiosità prospettica per aumento dei tassi di interesse e riduzione del reddito disponibile a causa dell'elevata inflazione. Pertanto, il perimetro di applicazione – che insiste sulla Divisione BdT – è stato definito sulle controparti a partire da rischio medio.

Il portafoglio complessivo oggetto di management overlay è di circa 70 miliardi.

Anche le banche della Divisione International Subsidiary Banks, in un ampio numero di casi, hanno adottato margini di prudenza, attraverso management overlay, sulla base di valutazioni specifiche del contesto corrente e prospettico e delle caratteristiche dei loro portafogli.

Nell'insieme, nei fondi rettificativi delle esposizioni performing al 31 dicembre insistono elementi di prudenza per 785 milioni, importo che si aggiunge ai circa 70 milioni di impatto descritto nel precedente paragrafo relativo allo scenario macroeconomico, per la considerazione di assumptions coerenti con la BCE ai fini dello scenario "sfavorevole".

2.4.Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Nell'ambito del processo di concessione e gestione del credito, viene incentivata l'acquisizione di fattori mitiganti a fronte di controparti con un rating non investment grade, ovvero di alcune tipologie di operazioni a medio lungo termine.

Tra i fattori mitiganti a più alto impatto rientrano i pegni su attività finanziarie e le ipoteche su immobili residenziali; altre forme di mitigazione del rischio sono i pegni su attività non finanziarie e le ipoteche su immobili non residenziali.

La forza delle garanzie personali rilasciate da soggetti rated, tipicamente banche/assicurazioni, Confidi e imprese, viene invece graduata sulla base della tipologia della garanzia e della qualità creditizia del garante.

Processi di dettaglio disciplinano la materiale acquisizione delle singole garanzie, individuando le strutture responsabili nonché le modalità per il loro corretto perfezionamento, per l'archiviazione della documentazione e per la completa e tempestiva rilevazione negli applicativi delle pertinenti informazioni.

L'insieme della regolamentazione interna, dei controlli organizzativi e procedurali, è volto ad assicurare che:

  • siano previsti tutti gli adempimenti per la validità ed efficacia della protezione del credito;
  • sia definita, per le garanzie di uso generale e corrente, una contrattualistica standard corredata da complete istruzioni per il suo utilizzo;
  • siano individuate le modalità di approvazione dei testi di garanzia difformi dagli standard da parte di strutture diverse rispetto a quelle preposte alla gestione della relazione commerciale con il cliente.

Le linee guida per la gestione delle garanzie sono uniche per tutto il Gruppo. La gestione delle garanzie attive per la Capogruppo e le controllate Italiane è su una piattaforma unica ed integrata con l'anagrafe dei beni e con il portale che gestisce le valutazioni immobiliari.

L'erogazione del credito con acquisizione di garanzie reali è soggetta a norme e processi interni per la valutazione del bene, il perfezionamento della garanzia e il controllo del valore. L'eventuale realizzo forzoso della garanzia è curato da strutture specialistiche deputate al recupero del credito.

La presenza di garanzie reali non esime, in ogni caso, da una valutazione complessiva del rischio di credito, incentrata principalmente sulla capacità del prenditore di far fronte alle obbligazioni assunte indipendentemente dall'accessoria garanzia.

La valutazione delle garanzie pignoratizie è basata sul valore reale, inteso quale valore di mercato per gli strumenti finanziari quotati in un mercato regolamentato, o diversamente, quale valore di presunto realizzo. Al valore così determinato sono applicati degli scarti percentuali, differenziati in funzione degli strumenti finanziari assunti a garanzia.

Per le garanzie immobiliari si considera, invece, il valore di mercato prudenziale o, per gli immobili in corso di realizzazione, il costo di costruzione, al netto di scarti prudenziali distinti sulla base della destinazione dell'immobile.

La valutazione dei beni è effettuata da tecnici interni ed esterni. I tecnici esterni sono inseriti in apposito elenco di professionisti accreditati sulla base di una verifica individuale della capacità, professionalità ed esperienza. La valutazione di immobili residenziali posti a garanzia di mutui a privati è affidata principalmente a società specializzate. L'operato dei periti è costantemente monitorato, tramite riscontri statistici e controlli a campione effettuati centralmente.

I tecnici devono redigere le stime sulla base di rapporti di perizia standardizzati e differenziati secondo la metodologia di valutazione da applicare e le caratteristiche del bene, nel rispetto delle Regole di valutazione immobiliare ai fini creditizi redatte dalla Banca. Le regole interne sono coerenti con le "Linee Guida per la valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie" promosse da ABI e con gli European Valuation Standards.

La gestione delle valutazioni immobiliari si avvale di un'apposita piattaforma integrata che presidia l'intera fase dell'istruttoria tecnica, garantendo un corretto conferimento degli incarichi, con modalità indipendenti e sulla base di criteri obiettivi, un completo monitoraggio del work flow, una puntuale applicazione degli standard valutativi e la conservazione di tutte le informazioni e dei documenti attinenti ai beni immobili.

Il valore di mercato dell'immobile dato a garanzia viene ricalcolato periodicamente attraverso varie metodologie di valutazione che si avvalgono di prezzi/coefficienti acquisiti da un fornitore esterno che presenta comprovate capacità e reputazione nella rilevazione e misurazione dei prezzi di mercato del patrimonio immobiliare italiano.

Il valore dei beni è soggetto ad un monitoraggio costante. Per gli immobili in corso di costruzione, i periti eseguono sopralluoghi e verificano lo stato di avanzamento lavori. Un aggiornamento puntuale della valutazione è effettuato nei casi di restrizione o frazionamento dell'ipoteca, in presenza di danni all'immobile, a fronte di significative svalutazioni evidenziate dagli indicatori di mercato utilizzati per la sorveglianza del fair value e, in ogni caso, secondo scadenze stabilite per le esposizioni di maggior rilievo o a fronte di garanzie immobiliari che assistono crediti deteriorati.

Al fine di limitare i rischi di insussistenza o cessazione della protezione sono previste specifiche tutele, quali: il reintegro del pegno in presenza di una diminuzione del valore iniziale dei beni o, per le garanzie immobiliari, l'obbligo della copertura assicurativa contro i danni da incendio nonché la presenza di un'adeguata sorveglianza del valore del bene immobile. È inoltre operante una polizza assicurativa "ombrello" che, salvo limitate eccezioni, copre i danni sull'intero portafoglio di immobili ipotecati a garanzia dei finanziamenti concessi. Le garanzie sono sottoposte a un puntuale e periodico controllo mediante un apposito applicativo, il c.d. "motore CRM", all'interno del quale sono stati implementati una serie di test per appurare l'effettivo rispetto dei requisiti richiesti dalla regolamentazione in materia di Vigilanza prudenziale.

L'applicativo di supporto consente di accertare se le garanzie ricevute risultano eleggibili o meno con riferimento ai metodi ammessi dalla normativa in relazione alle diverse categorie di garanzie per il calcolo del requisito patrimoniale (Standardised e Internal Rating Based). In accordo con le peculiarità proprie di ciascuna categoria, l'esito di eleggibilità è definito a livello di singola garanzia per quelle unfunded (tipicamente le garanzie personali) ovvero, nel caso di garanzie reali, per ciascun bene o strumento finanziario.

La Banca utilizza due sistemi integrati di gestione di tutti i beni e garanzie (PGA – Portale Garanzie Attive e ABS – Archivio Beni di Sistema) al fine di rendere più efficiente la gestione dei collaterali. Parallelamente è stato sviluppato uno specifico sistema dedicato alla gestione delle sofferenze, per la tracciatura delle principali azioni giudiziarie, in particolare quelle connesse all'escussione delle garanzie reali immobiliari (EPC - Ex Parte Creditoris).

Per quanto riguarda la mitigazione del rischio di controparte per i derivati OTC (non regolamentati) e per le operazioni di tipo SFT (Securities Financing Transactions, ossia Prestito titoli e Pronti contro termine), il Gruppo utilizza accordi bilaterali di netting che consentono, nel caso di default della controparte, la compensazione delle posizioni creditorie e debitorie.

Questo avviene tramite la sottoscrizione di accordi di tipo ISDA (International Swap Derivatives Association) e ISMA/PSA (International Securities Market Association / Public Securities Association), che permettono, nel rispetto della normativa di vigilanza, anche la riduzione degli assorbimenti di capitale regolamentare.

Inoltre, il Gruppo ha in essere accordi di scambio di collaterale, principalmente con frequenza giornaliera, per la copertura dell'operatività in derivati OTC (Credit Support Annex), anche in virtù dell'obbligo di marginazione dei derivati non compensabili centralmente, previsto dalla normativa EMIR; anche per l'operatività in SFT la Banca pone in essere accordi di marginazione giornaliera (GMRA - Global Master Repurchase Agreements e GMSLA - Global Master Securities Lending Agreement).

A mitigazione dell'esposizione verso le controparti, principalmente verso la clientela corporate, e della volatilità derivante dagli aggiustamenti creditizi alle valutazioni dei derivati (CVA), la Banca acquista inoltre protezione tramite Credit Default Swap, che forniscono garanzia sulle singole società o su indici di credito.

Nel corso del 2022 in Capogruppo sono proseguite le attività relative al Progetto "GARC" (Gestione Attiva Rischi di Credito), piattaforma utilizzata per il presidio del rischio di credito di portafogli "in bonis". L'iniziativa prevede l'acquisizione in via sistematica di garanzie (di tipo personale e reale) a supporto dell'attività di lending verso le imprese.

Le garanzie acquisite consentono la copertura dal rischio di default (past due, unlikely to pay, bad loan) di portafogli granulari e consentono la liberazione di capitale economico e regolamentare, così come previsto dalla vigente disciplina di Vigilanza in materia (tra gli altri Regolamento UE n. 575/2013 e Circolare della Banca d'Italia n. 285/2013).

Nel corso dell'esercizio – sempre nell'ambito del Progetto GARC – relativamente alle attività con il Fondo di Garanzia per le PMI è stato completato il ramp-up di quattro operazioni tranched cover a copertura del rischio junior di portafogli di finanziamenti di nuova erogazione a sostegno delle imprese danneggiate dall'emergenza COVID-19.

Per i dettagli delle operazioni effettuate nel corso del 2022 in seno al Progetto GARC, si rimanda a quanto illustrato nell'ambito del presente capitolo al paragrafo C. Operazioni di cartolarizzazione.

In ottica di ottimizzazione degli assorbimenti patrimoniali sono state inoltre rinnovate operazioni di copertura del rischio di espropriazione delle riserve obbligatorie e libere detenute da alcune banche del Gruppo che operano in Serbia, Egitto e Moldavia ed incrementato la copertura relativa alla banca operante in Albania.

Nel corso dell'esercizio, al fine di migliorare il profilo di rischio-rendimento complessivo dei portafogli di credito, anche in ottica di ottimizzazione del capitale, Intesa Sanpaolo ha perfezionato un'operazione di cartolarizzazione su un portafoglio di crediti in bonis rinvenienti da contratti di leasing, con trasferimento significativo del rischio, per un importo complessivo di circa 3,7 miliardi lordi.

3. ESPOSIZIONI CREDITIZIE DETERIORATE

3.1 Strategie e politiche di gestione

Il 31 marzo 2022 il Consiglio di Amministrazione ha approvato la revisione del Piano NPL di Gruppo, effettuata sulla base delle Linee guida per le banche sui crediti deteriorati della BCE, trasmessa al Supervisor il 4 aprile 2022. Il Piano NPL 2022- 2025 è coerente sia con il Piano d'Impresa 2022-2025, approvato dal Consiglio di Amministrazione a febbraio 2022, che con il Risk Appetite Framework e tiene conto delle osservazioni e raccomandazioni dell'Organo di Vigilanza.

Il Piano NPL di Gruppo è articolato in un documento principale (2022-2025 Group NPL Plan) che include la sintesi delle iniziative dettagliate negli "Operational Plans" (piani operativi elaborati a livello di Business Owner che includono i target di diminuzione degli stock dei crediti deteriorati, le iniziative di dettaglio e i fattori abilitanti, nonché i relativi costi e investimenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi prefissati) e le proiezioni sottostanti il Piano NPL, con il livello granulare e secondo i requisiti definiti dalla BCE.

Nel Piano d'Impresa 2022-2025, il Gruppo intende perseguire una strategia strutturale di de-risking, già significativamente avviata nello scorso Piano di Impresa, collocandosi tra i migliori in Europa per ratio e stock di crediti deteriorati (Zero-NPL Bank) e generando un netto calo del costo del rischio. Quest'ultimo sarà infatti mantenuto sempre a un livello conservativo, grazie sia alle cospicue riserve di accantonamento sui crediti, sia ad una continua prudente gestione del credito. Il deleveraging farà leva sulla realizzazione di ulteriori selezionate partnership e cessioni mirate di portafogli.

A fine 2022 i crediti deteriorati al lordo delle rettifiche di valore si sono attestati a 10,6 miliardi portando l'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi al 2,3% al lordo delle rettifiche di valore e all'1,2% al netto, con un costo del rischio pari a 70 punti base (30 punti base se si esclude lo stanziamento relativo all'esposizione verso Russia e Ucraina e le ulteriori rettifiche per overlay e per favorire il de-risking, al netto del rilascio di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per gli impatti attesi di COVID-19). Considerando la metodologia adottata dall'EBA, l'incidenza dei crediti deteriorati è risultata pari all'1,9% al lordo delle rettifiche di valore e all'1% al netto.

A partire da novembre 2019, il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta la Nuova Definizione di Default secondo quanto previsto dalle Linee Guida EBA 2016/07 del 18/01/2017 sull'applicazione della Definizione di Default contenuta nell'art. 178 del Regolamento 575/2013 (CRR) ed in linea con le ulteriori precisazioni introdotte dalla Circolare 272 della Banca d'Italia. Tale definizione dei crediti deteriorati converge con la definizione di attività finanziarie "impaired" contenuta nel principio contabile IFRS 9, con conseguente iscrizione di tutti i crediti deteriorati nell'ambito dello Stage 3.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta, nell'identificazione delle esposizioni deteriorate, un approccio "per debitore". Pertanto, è l'intera controparte nel rapporto di credito a venir valutata e successivamente classificata, e non le singole linee di credito concesse alla medesima controparte.

Sulla base del quadro regolamentare, secondo le regole di Banca d'Italia, coerenti con la normativa IAS/IFRS e di Vigilanza europea, integrato dalle disposizioni interne attuative, le attività finanziarie deteriorate sono classificate in funzione del loro stato di criticità in una delle tre citate categorie:

  • esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: in tale categoria rientrano le esposizioni per cassa diverse da quelle definite come sofferenze o inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute o sconfinanti continuativamente da oltre 90 giorni. L'esposizione complessiva verso un debitore deve essere rilevata come scaduta e/o sconfinante qualora, alla data di riferimento della segnalazione, l'ammontare del capitale, degli interessi e/o delle commissioni non pagato alla data in cui era dovuto, superi entrambe le seguenti soglie (di seguito congiuntamente definite "Soglie di Rilevanza"):
    • o limite assoluto pari a 100 euro per le esposizioni retail e pari a 500 euro per le esposizioni diverse da quelle retail (c.d. "Soglia Assoluta") da confrontare con l'importo complessivo scaduto e/o sconfinante del debitore;
    • o limite relativo dell'1% da confrontare con il rapporto tra l'importo complessivo scaduto e/o sconfinante e l'importo complessivo di tutte le esposizioni iscritte a bilancio verso lo stesso debitore (c.d. "Soglia Relativa");
  • inadempienze probabili: esposizioni per le quali secondo il giudizio della banca creditrice risulta improbabile l'adempimento integrale (in linea capitale e/o interessi) senza considerare il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie. Tale valutazione va operata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati. Poiché la valutazione dell'improbabilità dell'adempimento è a giudizio della banca, non è necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia (il mancato rimborso), laddove sussistano elementi che implicano una situazione di rischio di inadempimento del debitore (ad esempio, una crisi del settore industriale in cui opera il debitore). Il complesso delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso un medesimo debitore che versa nella suddetta situazione è dunque denominato "Inadempienza probabile" (salvo che non ricorrano le condizioni per la classificazione del debitore fra le sofferenze). Tra le inadempienze probabili sono incluse, salvo che non ricorrano i presupposti per una loro classificazione fra le sofferenze, le esposizioni verso gli emittenti che non abbiano onorato puntualmente gli obblighi di pagamento (in linea capitale o interessi) relativamente ai titoli di debito quotati. A tal fine si riconosce il "periodo di grazia" previsto dal contratto o, in assenza, riconosciuto dal mercato di quotazione del titolo.

Le Regole del Gruppo Intesa Sanpaolo hanno inoltre previsto, all'interno delle "inadempienze probabili", un'ulteriore classificazione, individuata come "inadempienze probabili forborne" nella quale possono essere ricomprese controparti

che evidenziano almeno un'esposizione sottoposta a misura di "forbearance" regolarmente rispettata o che permangono nello stato di rischio nelle more della decorrenza del cure period normativamente imposto (minimo 12 mesi);

– sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Banca. Si prescinde, pertanto, dall'esistenza di eventuali garanzie (reali o personali) poste a presidio delle esposizioni. Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio Paese.

È inoltre prevista la tipologia delle "esposizioni oggetto di concessioni – forbearance", riferita alle esposizioni oggetto di rinegoziazione e/o di rifinanziamento per difficoltà finanziaria (manifesta o in procinto di manifestarsi) del cliente che, di fatto, costituisce un sottoinsieme sia dei crediti deteriorati (Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate), che di quelli in bonis (Altre esposizioni oggetto di concessioni).

Le Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate non formano una categoria a sé stante di attività deteriorate, ma costituiscono un sottoinsieme delle precedenti categorie di attività deteriorate.

Le attività deteriorate sono oggetto di un processo di valutazione cui consegue la determinazione della previsione di perdita per categorie omogenee (individuate in funzione dello stato di rischio, della durata dello stato di rischio nonché della rilevanza dell'esposizione rappresentata) e l'attribuzione della rettifica di valore per ogni posizione.

I crediti deteriorati sono valutati secondo due metodologie:

  • valutazione analitico-statistica: per le esposizioni pari o inferiori a determinate soglie e per tutte le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate, basata sull'applicazione di apposite griglie statistiche di LGD;
  • valutazione analitico-specifica, per le esposizioni superiori a determinate soglie, basata su stime di svalutazione attribuite dal gestore, a seguito di analisi e valutazioni improntate a criteri prestabiliti.

Oltre alla componente di valutazione determinata attraverso modelli statistici o attraverso la valutazione esperta individuale, viene calcolata una componente finalizzata a tenere conto dell'evoluzione delle variabili gestionali correnti, dei futuri scenari macroeconomici, della rischiosità incrementale della controparte al permanere nello specifico stato di rischio per le inadempienze probabili (vintage), nonché delle prospettive di vendita, se presenti.

La valutazione delle posizioni deteriorate classificate tra le attività in dismissione è stata effettuata sulla base degli attesi prezzi di vendita al netto degli oneri accessori alla vendita stessa, supportati da apposite fairness opinion.

Le modalità di valutazione dei crediti deteriorati sono descritte dettagliatamente nella Parte A - Sezione "A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio" ed in particolare nel paragrafo "Perdite di valore delle attività finanziarie non performing" cui si fa rimando.

Le valutazioni sono effettuate in occasione della classificazione delle esposizioni tra i crediti deteriorati e sono comunque oggetto di revisione con cadenza periodica.

La valutazione dei crediti è altresì oggetto di revisione ogni qualvolta intervenga un nuovo evento suscettibile di incidere sulle prospettive di recupero (es., variazione del valore dei beni sui quali è stata acquisita una garanzia, sviluppi dei contenziosi in corso, ecc.).

Affinché tali eventi possano essere tempestivamente recepiti, si procede ad un monitoraggio periodico del patrimonio informativo relativo ai debitori e ai garanti e ad un costante controllo sull'andamento degli accordi stragiudiziali e sulle diverse fasi delle procedure giudiziali in essere.

La gestione del Credito Deteriorato del Gruppo può essere effettuata direttamente da strutture organizzative interne o essere effettuata da/con partner esterni opportunamente incaricati (outsourcer), nei cui confronti l'Area CLO svolge un ruolo di supervisione nella gestione degli stock e dei flussi affidati in gestione esterna e di interfaccia per le attività di delibera oltre i limiti di facoltà agli stessi delegati e per le attività di carattere amministrativo e tecnico-operativo previste nei processi di interazione con i medesimi outsourcer. Le strutture organizzative interne sono individuate, sulla base di prefissate soglie di rilevanza, in Unità organizzative territoriali (a livello regionale), che svolgono attività specialistica, ovvero strutture di Direzione Centrale, alle quali competono altresì funzioni di indirizzo e coordinamento dell'intera materia.

La classificazione delle posizioni tra le attività finanziarie deteriorate è effettuata su proposta sia delle Strutture territoriali proprietarie della relazione commerciale, sia delle funzioni specialistiche periferiche e centrali preposte al controllo e alla gestione dei crediti deteriorati. La classificazione avviene anche tramite automatismi qualora si verifichino predeterminate condizioni oggettive di inadempienza. Ci si riferisce, ad esempio, ai crediti scaduti e/o sconfinanti continuativamente sopra determinate soglie e per determinati periodi e alle posizioni in bonis oggetto di concessione di misure di forbearance (posizioni forborne performing provenienti da forborne non performing) per le quali non è stato ancora superato il cosiddetto "probation period" di 24 mesi, qualora le stesse vengano a rilevare i presupposti previsti dalla normativa di riferimento per la riallocazione tra i crediti deteriorati mediante la verifica di parametri oggettivi e in particolare, per i rapporti già oggetto di targatura forborne, la c.d. reiterazione (ovvero concessione di una ulteriore misura di forbearance) e/o la presenza di sconfinamenti continuativi oltre 30 giorni sopra determinate soglie assolute) ed a operazioni soggette a ristrutturazione onerosa con perdita superiore all'1%.

Inoltre, automatismi di sistema, nell'evidenziare eventuali disallineamenti, garantiscono ai crediti deteriorati significativi di controparti condivise tra diversi intermediari del Gruppo, la necessaria univoca convergenza degli indirizzi gestionali. La significatività è rappresentata dal superamento di una prestabilita soglia di rilevanza dei crediti classificati a maggior rischio, rispetto alla complessiva esposizione.

Sempre attraverso automatismi di sistema, è altresì assicurata l'allocazione delle posizioni nello stato rischio più rappresentativo del loro merito creditizio (sofferenze escluse), nel perdurare dell'inadempienza di rilievo.

Il ritorno in bonis delle esposizioni deteriorate, disciplinato dall'Organo di Vigilanza nonché da specifica normativa interna, avviene su iniziativa delle Strutture preposte alla gestione, previo accertamento del venir meno delle condizioni di criticità e dello stato di insolvenza.

Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate e le Inadempienze Probabili, non soggette a misure di forbearance, devono continuare ad essere classificate come tali sino a quando non siano trascorsi almeno 3 mesi dal momento in cui non soddisfano più le condizioni per essere classificate come tali. Durante il probation period dovrà essere valutato il comportamento della controparte alla luce della relativa situazione finanziaria (in particolare, mediante verifica dell'assenza di sconfini sopra le Soglie di Rilevanza).

Per le controparti classificate ad Inadempienza Probabile Forborne prevale l'applicazione del c.d. "cure period" di almeno 12 mesi, al termine del quale la posizione potrà essere riclassificata in bonis, a condizione che non siano presenti sconfini in capo al debitore e il debitore abbia pagato un ammontare significativo di capitale e interessi e che, più in generale, siano comunque soddisfatti i criteri per il rientro in bonis delle controparti.

Per quanto attiene alle esposizioni classificate tra i "crediti scaduti e/o sconfinanti", il passaggio in bonis è effettuato in via automatica trascorso il probation period di 90 giorni; lo stesso meccanismo è applicato alle esposizioni di modesta entità, già automaticamente classificate a inadempienze probabili, qualora, sempre per verifica automatica, sia rilevato il superamento delle condizioni che ne hanno determinato la classificazione.

La Direzione Centrale Convalida Interna e Controlli dell'Area di Governo del Chief Risk Officer effettua attività di controllo di secondo livello su singole controparti nei diversi stati di credito deteriorato, selezionate a campione con criteri prevalentemente risk based, al fine di verificarne la corretta classificazione e/o l'adeguato provisioning, nonché l'adeguatezza dei processi gestionali e di recupero.

3.2 Write-off

Per quel che attiene ai crediti deteriorati, si ricorda, infine, che il Gruppo Intesa Sanpaolo ricorre allo stralcio/cancellazione – integrale o parziale - di partite contabili inesigibili (c.d. "write-off") e procede alla conseguente imputazione a perdite del residuo non ancora rettificato nei seguenti casi:

  • irrecuperabilità del credito, risultante da elementi certi e precisi (quali, a titolo di esempio, irreperibilità e nullatenenza del debitore, mancati recuperi da esecuzioni mobiliari ed immobiliari, pignoramenti negativi, procedure concorsuali chiuse con non completo ristoro per la Banca, se non vi sono ulteriori garanzie utilmente escutibili etc.);
  • cessione di credito;
  • rinuncia al credito, in conseguenza di remissione unilaterale del debito o residuo a fronte di contratti transattivi;
  • senza rinuncia al credito. Per quel che attiene agli stralci integrali o parziali senza rinuncia del credito, al fine di evitare il mantenimento in Bilancio di crediti che, pur continuando ad essere gestiti dalle strutture di recupero, presentano possibilità di recupero molto marginali, si procede allo stralcio integrale o parziale per irrecuperabilità del credito pur senza chiusura della pratica legale. Lo stralcio può interessare solo la porzione di credito coperta da accantonamenti; pertanto ciascun credito può essere stralciato fino al limite del Net Book Value. Su base periodica, pertanto si procede alla definizione di portafogli di crediti a sofferenza da assoggettare ad uno stralcio totale o parziale aventi le seguenti macro-caratteristiche:
    • o percentuale di copertura pari al 100% e anzianità (intesa come periodo di permanenza nello stato di "sofferenza") > di 1 anno;
    • o percentuale di copertura > 95% e anzianità (intesa come periodo di permanenza nello stato di "sofferenza") > 5 anni o > 8 anni, rispettivamente in caso di crediti non ipotecari e di crediti ipotecari.

È poi possibile procedere alla definizione di portafogli da stralciare con caratteristiche omogenee diverse da quelle sopra indicate, ma riferibili a esposizioni che presentino marginali possibilità di recupero della quota accantonata e in presenza di una quota di accantonamento minima (calcolata tenendo conto degli stralci accumulati sulla posizione, secondo la stessa regola prevista a livello prudenziale dal framework del cosiddetto "Calendar Provisioning") almeno pari al complemento a 1 del fair value stimato sulla base dei prezzi rilevati nelle ultime cessioni di crediti a sofferenza operate dal Gruppo.

Nel corso del 2022 il Gruppo ha effettuato circa 658 milioni di stralci di crediti deteriorati lordi. Di questi, circa 475 milioni riguardano crediti in sofferenza, per la maggior parte con utilizzo del fondo già accantonato. Tali stralci sono riferibili per oltre l'87% a posizioni cancellate che sono ancora soggette a procedure di escussione, per le quali gli eventuali recuperi da incasso successivi al write-off saranno rilevati fra le riprese di valore del conto economico.

3.3 Attività finanziarie impaired acquisite o originate

In base al principio IFRS 9, i crediti considerati deteriorati già dal momento della rilevazione iniziale in bilancio, in ragione dell'elevato rischio di credito associato, vengono definiti Purchased or Originated Credit Impaired Asset (POCI). Tali crediti, qualora rientrino nel perimetro di applicazione dell'impairment ai sensi dell'IFRS 9, vengono valutati appostando – sin dalla data di rilevazione iniziale – fondi a copertura delle perdite che coprano l'intera vita residua del credito (c.d. Expected Credit Loss lifetime). Trattandosi di crediti deteriorati, ne è prevista l'iscrizione iniziale nell'ambito dello Stage 3, ferma restando la possibilità di essere spostati, nel corso della vita, a Stage 2 nel caso in cui, sulla base dell'analisi del rischio creditizio, non risultino più impaired.

I crediti POCI iscritti nel bilancio del Gruppo possono derivare da singole operazioni di rinegoziazione di esposizioni deteriorate svolte nell'ambito della routinaria attività creditizia, oppure essere rilevati a seguito di operazioni di Business Combinations. Relativamente a quest'ultima fattispecie, l'acquisizione dell'ex Gruppo UBI avvenuta nel corso del 2020 aveva comportato la rilevazione di un cospicuo portafoglio di crediti deteriorati, che sono pertanto stati inizialmente rilevati come POCI ai sensi del principio contabile IFRS 9 ed iscritti in bilancio al fair value determinato in sede di Purchase Price Allocation, quale valore di prima iscrizione. Più in dettaglio, alla data di acquisizione (4 agosto 2020) le risultanze contabili del Gruppo UBI presentavano un ammontare di crediti deteriorati lordi di circa 6,5 miliardi (8 miliardi in termini di credito vantato). Alla luce delle dismissioni effettuate, i crediti POCI riferibili all'ex Gruppo UBI iscritti nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2022 residuano fra le attività valutate al costo ammortizzato per importi sostanzialmente residuali e in ulteriore riduzione rispetto a fine 2021, ammontando complessivamente a 188 milioni, riferibili per 131 milioni a crediti deteriorati e per 57 milioni a posizioni in bonis (284 milioni complessivamente, con 211 milioni deteriorati e 73 milioni in bonis al 31 dicembre 2021).

4. ATTIVITÀ FINANZIARIE OGGETTO DI RINEGOZIAZIONI COMMERCIALI ED ESPOSIZIONI OGGETTO DI CONCESSIONI

Le misure di concessione ("forbearance measures") rappresentano quelle concessioni nei confronti di un debitore che affronta, o potrebbe trovarsi ad affrontare, situazioni di difficoltà nel rispetto dei propri impegni contrattuali tali da non consentirgli di far fronte agli originari impegni di pagamento ("troubled debt").

Con il termine "concessioni" si indicano sia le modifiche contrattuali accordate al debitore in difficoltà finanziaria ("modification"), sia l'erogazione di un nuovo finanziamento per consentire il soddisfacimento dell'obbligazione preesistente ("refinancing"). Rientrano nelle "concessioni" anche le modifiche contrattuali, liberamente richiedibili da un debitore nel contesto di un contratto già sottoscritto, ma solamente allorché il creditore ritenga che esistano i presupposti perché quel debitore risulti in difficoltà finanziaria (c.d. "embedded forbearance clauses"). Sono pertanto da escludere dalla nozione di forborne le rinegoziazioni effettuate per motivi/prassi commerciali, che prescindono dalle difficoltà finanziarie del debitore.

In molti casi, una situazione di difficoltà finanziaria è accompagnata da una situazione di squilibrio economico del debitore, rappresentata dalla inadeguatezza della gestione tipica a remunerare, attraverso le consuete fonti di cassa e alle normali condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi di cui l'impresa ha bisogno.

L'individuazione delle esposizioni oggetto di misure di concessione ("forborne assets" o "esposizioni forborne"), coerentemente con quanto previsto dalla normativa EBA e a differenza dell'approccio "per debitore" utilizzato dal Gruppo Intesa Sanpaolo per la classificazione delle esposizioni deteriorate, avviene necessariamente secondo un approccio "per transazione". Con il termine "esposizione", in questo contesto, si fa riferimento al singolo contratto rinegoziato e non al complesso delle esposizioni nei confronti del medesimo debitore.

Più in generale, la policy del Gruppo Intesa Sanpaolo, muovendo dalle indicazioni fornite dalle Autorità di Vigilanza, prevede degli elementi per l'identificazione della difficoltà finanziaria (del debitore performing) che, in presenza di rinegoziazione/rifinanziamento, comporta la classificazione di una (o più) linea/linee di credito tra quella/e oggetto di concessione nel caso si verifichi almeno una delle seguenti condizioni:

  • un peggioramento significativo del rating del debitore rilevato nel corso dei tre mesi precedenti;
  • la presenza di scaduti pari o superiori a trenta giorni alla data della misura associato a un livello di rating nella fascia più rischiosa;
  • esito semaforico EWS (Early Warning System) pari a "rosso", associato a un livello di rating nella fascia più rischiosa.

Lo stato di difficoltà finanziaria si presume sempre nel caso in cui il debitore sia classificato tra le attività deteriorate.

La definizione di esposizione forborne risulta essere "trasversale" alle macro-categorie di classificazione dei crediti (performing e non performing). I forborne assets, possono essere ricompresi nello Stage 2 (performing) o nello Stage 3 (Non Performing – c.d. operazioni oggetto di concessioni deteriorate).

Le misure di forbearance concesse vengono monitorate per periodi minimi, differenziati in base allo stato amministrativo di rischio assegnato alla controparte, in dettaglio:

  • 24 mesi per le posizioni in bonis ("probation period");
  • 36 mesi per le posizioni classificate a deteriorato, rappresentati da 12 mesi di "cure period" e ulteriori 24 mesi di "probation period".

All'atto della concessione di una misura di Forbearance ad una controparte performing, vengono effettuate verifiche quantitative (indicatore di obbligazione finanziaria ridotta stabilito nella misura dell'1%) e/o qualitative previste dalle Linee Guida EBA sull'applicazione della definizione di default ai sensi dell'articolo 178 del regolamento (UE) n. 575/2013 che potrebbero determinare l'eventuale classificazione tra i Crediti Deteriorati.

L'identificazione di un'esposizione come forborne implica necessariamente, secondo le interpretazioni del Gruppo Intesa Sanpaolo, l'esistenza di un "incremento significativo" della rischiosità rispetto all'origination del credito (e, quindi, una classificazione – in sede di assegnazione dell'attributo "forborne" – negli Stages 2 o 3).

A differenza delle misure di forbearance, che riguardano crediti relativi a controparti in difficoltà finanziaria, le rinegoziazioni per motivi commerciali vedono coinvolti debitori che non versano in condizioni di difficoltà finanziaria e includono tutte le operazioni volte ad adeguare l'onerosità del debito alle condizioni di mercato.

Le operazioni aventi per oggetto le rinegoziazioni commerciali comportano una variazione delle condizioni originarie del contratto, solitamente richieste dal debitore, che attiene in genere ad aspetti connessi alla onerosità del debito (o alla sua durata), con un conseguente beneficio economico per il debitore. In linea generale si ritiene che, ogniqualvolta la banca effettui una rinegoziazione al fine di evitare di perdere il proprio cliente, tale rinegoziazione debba essere considerata co me sostanziale in quanto, se non fosse effettuata, il cliente si finanzierebbe presso un altro intermediario e la banca subirebbe un decremento dei ricavi futuri previsti.

Tali operazioni, a determinate condizioni, sono contabilmente assimilate ad un'estinzione anticipata del debito originario e all'apertura di un nuovo finanziamento.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

A. QUALITÀ DEL CREDITO

Ai fini dell'informativa di natura quantitativa sulla qualità del credito, con il termine "esposizioni creditizie" si intendono esclusi i titoli di capitale e le quote di OICR.

Con il termine "esposizioni creditizie per cassa" si intendono tutte le attività finanziarie per cassa vantate verso banche o clientela, qualunque sia il loro portafoglio di allocazione contabile (valutate al fair value con impatto a conto economico, valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, valutate al costo ammortizzato, attività finanziarie in via di dismissione). I crediti a vista verso banche e Banche Centrali rientrano nella definizione di esposizioni creditizie per cassa ma sono convenzionalmente esclusi dalle tabelle della Sezione 1, salvo i casi espressamente indicati in cui occorre considerarli.

Con il termine "esposizioni creditizie fuori bilancio" si intendono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie finanziarie rilasciate, impegni revocabili e irrevocabili, derivati, ecc.) che comportano l'assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.). Tra le esposizioni creditizie fuori bilancio, è altresì incluso il rischio di controparte connesso con le eventuali operazioni di prestito titoli. Così come viene riportato se del caso il rischio di controparte connesso con le esposizioni relative a operazioni pronti contro termine passive, di concessione o assunzione di merci in prestito, nonché con i finanziamenti con margini rientranti nella nozione di "Operazioni SFT" (Securities Financing Transactions) definita nella normativa prudenziale.

Le esposizioni creditizie deteriorate (per cassa e fuori bilancio) non includono le attività finanziarie detenute per la negoziazione e i derivati di copertura, che sono pertanto, convenzionalmente, rilevati tra le esposizioni creditizie non deteriorate.

A.1. Esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica e distribuzione economica

A.1.1. Consolidato prudenziale - Distribuzione delle attività finanziarie per fasce di scaduto (valori di bilancio)

(milioni di euro)
Portafogli/stadi di rischio PRIMO STADIO SECONDO STADIO
TERZO STADIO
IMPAIRED ACQUISITE O
ORIGINATE
Da 1
giorno a
30 giorni
Da oltre
30 giorni
fino a 90
giorni
Oltre 90
giorni
Da 1
giorno a
30 giorni
Da oltre
30 giorni
fino a 90
giorni
Oltre 90
giorni
Da 1
giorno a
30 giorni
Da oltre
30 giorni
fino a 90
giorni
Oltre 90
giorni
Da 1
giorno a
30 giorni
Da oltre
30 giorni
fino a 90
giorni
Oltre 90
giorni
1. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
1.823 168 272 686 466 129 360 187 2.913 10 4 138
2. Attività finanziarie valutate al fair
value con impatto sulla redditività
complessiva
45 - 49 - - - - - - - - -
3. Attività finanziarie in corso di
dismissione
- - - - - - 4 5 277 - - 10
Totale
31.12.2022
1.868 168 321 686 466 129 364 192 3.190 10 4 148
Totale
31.12.2021
2.192 236 155 2.623 598 194 466 237 5.455 7 9 261

A.1.2. Consolidato prudenziale – Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: dinamica delle rettifiche di valore complessive e degli accantonamenti complessivi

(milioni di euro)
Causali/stadi di rischio RETTIFICHE DI VALORE COMPLESSIVE
Attività rientranti nel primo stadio Attività rientranti nel secondo stadio
Crediti
verso
banche e
Banche
Centrali a
vista
Attività
finanziarie
valutate al
costo
ammortizzato
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
con impatto
sulla
redditività
complessiva
Attività
finanziarie
in corso di
dismissione
di cui:
svalutazioni
individuali
di cui:
svalutazioni
collettive
Crediti
verso
banche e
Banche
Centrali
a vista
Attività
finanziarie
valutate al
costo
ammortizzato
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
con impatto
sulla
redditività
complessiva
Attività
finanziarie
in corso di
dismissione
di cui:
svalutazioni
individuali
di cui:
svalutazioni
collettive
Rettifiche complessive iniziali - 766 38 - 577 227 1 1.792 11 - 1.577 227
Variazioni in aumento da attività
finanziarie acquisite o originate
- 302 11 - 230 83 - 23 - - 1 22
Cancellazioni diverse dai write
off
- -78 -15 - -69 -24 - -113 -1 - -102 -12
Rettifiche/riprese di valore nette
per rischio di credito
-2 -264 - - -220 -46 -1 283 37 - 83 236
Modifiche contrattuali senza
cancellazioni
- 18 - - 7 11 - 22 - - 15 7
Cambiamenti della metodologia
di stima
- -3 - - - -3 - 3 - - - 3
Write-off non rilevati
direttamente a conto economico
- - - - - - - - - - - -
Altre variazioni 2 -34 - - -4 -28 - -22 - - 14 -36
Rettifiche complessive finali - 707 34 - 521 220 - 1.988 47 - 1.588 447
Recuperi da incasso su attività
finanziarie oggetto di write-off
- - - - - - - - - - - -
Write-off rilevati direttamente a
conto economico
- - - - - - - - - - - -
(milioni di euro)
Causali/stadi di rischio RETTIFICHE DI VALORE COMPLESSIVE
Attività rientranti nel terzo stadio Attività finanziarie impaired acquisite o originate
Attività Attività
finanziarie
finanziarie
valutate al
valutate al
Crediti verso Attività fair value Attività fair value
banche e
Banche
finanziarie
valutate al
con impatto
sulla
Attività
finanziarie in
di cui: di cui: finanziarie
valutate al
con impatto
sulla
Attività
finanziarie in
di cui: di cui:
Centrali a costo redditività corso di svalutazioni svalutazioni costo redditività corso di svalutazioni svalutazioni
vista ammortizzato complessiva dismissione individuali collettive ammortizzato complessiva dismissione individuali collettive
Rettifiche complessive iniziali - 8.161 35 3.231 10.940 487 141 - 67 198 10
Variazioni in aumento da attività
finanziarie acquisite o originate - 2 - - 2 - X X X X X
Cancellazioni diverse dai write-off - -4.119 - -3.038 -7.128 -29 -53 - -67 -120 -
Rettifiche/riprese di valore nette per
rischio di credito
- 1.587 1 - 1.344 244 4 - - 9 -5
Modifiche contrattuali senza
cancellazioni - 65 - - 61 4 2 - - - 2
Cambiamenti della metodologia di
stima - - - - - - - - - - -
Write-off non rilevati direttamente a
conto economico - -517 - -103 -574 -46 -35 - - -35 -
Altre variazioni - 57 - 288 365 -20 54 - 7 61 -
Rettifiche complessive finali - 5.236 36 378 5.010 640 113 - 7 113 7
Recuperi da incasso su attività
finanziarie oggetto di write-off
- 41 - 1 40 2 - - - - -
Write-off rilevati direttamente a
conto economico - -79 - - -76 -3 -10 - - -10 -

A.1.2. Consolidato prudenziale – Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: dinamica delle rettifiche di valore complessive e degli accantonamenti complessivi – segue –

(milioni di euro)
Causali/stadi di rischio Primo stadio Secondo stadio ACCANTONAMENTI COMPLESSIVI SU IMPEGNI A EROGARE FONDI E
GARANZIE FINANZIARIE RILASCIATE
Terzo stadio
Impegni a
erogare fondi e
garanzie
finanziarie
rilasciate
impaired
acquisiti/e o
originati/e
TOTALE
Rettifiche complessive iniziali 110 104 233 - 14.690
Variazioni in aumento da attività finanziarie acquisite o originate 23 2 - - 363
Cancellazioni diverse dai write-off -6 -6 -4 - -7.500
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito -42 42 44 - 1.689
Modifiche contrattuali senza cancellazioni 1 - - - 108
Cambiamenti della metodologia di stima 1 - - - 1
Write-off non rilevati direttamente a conto economico - - - - -655
Altre variazioni 66 13 -6 - 425
Rettifiche complessive finali 153 155 267 - 9.121
Recuperi da incasso su attività finanziarie oggetto di write-off - - - - 42
Write-off rilevati direttamente a conto economico - - - - -89

Il Gruppo Intesa Sanpaolo non si avvale del metodo semplificato per la valutazione del fondo a copertura perdite in relazione ai crediti commerciali, alle attività derivanti da contratto e ai crediti impliciti nei contratti di leasing (metodo previsto dall'IFRS 9 paragrafo 5.5.15).

A.1.3. Consolidato prudenziale – Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: trasferimenti tra diversi stadi di rischio di credito (valori lordi e nominali)

(milioni di euro)
Portafogli/stadi di rischio VALORI LORDI/VALORE NOMINALE
Trasferimenti tra
Trasferimenti tra
primo stadio e
secondo stadio e
secondo stadio
terzo stadio
Trasferimenti tra
primo stadio e terzo
stadio
Da primo
a secondo
stadio
Da
secondo
stadio a
primo
stadio
Da
secondo
stadio a
terzo
stadio
Da terzo
stadio a
secondo
stadio
Da primo
stadio a
terzo
stadio
Da terzo
stadio a
primo
stadio
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 27.417 21.356 1.442 534 1.708 156
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
767 43 - - - -
3. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - -
4. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate 19.170 6.537 311 22 511 24
Totale 31.12.2022 47.354 27.936 1.753 556 2.219 180
Totale 31.12.2021 49.645 39.553 1.607 451 1.709 224

A.1.3a Finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19: trasferimenti tra i diversi stadi di rischio di credito (valori lordi)

(milioni di euro)
Portafogli/stadi di rischio VALORI LORDI/VALORE NOMINALE
Trasferimenti tra primo
stadio e secondo stadio
stadio e terzo stadio Trasferimenti tra secondo Trasferimenti tra primo
stadio e terzo stadio
Da primo a
secondo
stadio
Da secondo
stadio a
primo stadio
Da secondo
stadio a terzo
stadio
Da terzo
stadio a
secondo
stadio
Da primo
stadio a terzo
stadio
Da terzo
stadio a
primo stadio
A. Finanziamenti valutati al costo ammortizzato 2.345 2.923 211 99 323 27
A.1 oggetto di concessione conforme con le GL - - - - - -
A.2 oggetto di misure di moratoria in essere non più
conformi alle GL e non valutate come oggetto di
concessione
3 18 1 - - -
A.3 oggetto di altre misure di concessione 289 3 74 89 32 -
A.4 nuovi finanziamenti 2.053 2.902 136 10 291 27
B. Finanziamenti valutati al fair value con impatto
sulla redditività complessiva
- - - - - -
B.1 oggetto di concessione conforme
con le GL
- - - - - -
B.2 oggetto di misure di moratoria in essere non più
conformi alle GL e non valutate come oggetto di
concessione
B.3 oggetto di altre misure di
concessione
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
B.4 nuovi finanziamenti - - - - - -
Totale
31.12.2022
2.345 2.923 211 99 323 27
Totale
31.12.2021
7.818 920 214 13 539 12

Nella riga Finanziamenti "oggetto di concessione conformi con le GL" sono riportate le informazioni relative alle attività finanziarie oggetto di moratoria che rientrano nell'ambito di applicazione delle "Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID 19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/02) e successive modifiche e integrazioni.

Nella riga Finanziamenti "oggetto di misure di moratoria in essere non più conformi alle GL e non valutate come oggetto di concessione" sono riportati i finanziamenti oggetto di moratoria in essere, valutati come conformi alle EBA/GL/2020/02 alla data di concessione della misura e non più conformi alla data di riferimento del bilancio, che non sono stati classificati dalla banca come "esposizioni oggetto di concessione" (come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza) a seguito della valutazione effettuata al verificarsi dell'evento che ha generato la non conformità alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga Finanziamenti "oggetto di altre misure di concessione" sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 che soddisfano le condizioni di "esposizione oggetto di concessione" come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza e che non sono incluse nella categoria "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" dalla data di concessione della misura oppure dalla data in cui non sono più conformi alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga "nuovi finanziamenti" sono rappresentate le informazioni relative alle esposizioni a cui è stata concessa nuova liquidità con il supporto di garanzie pubbliche.

(milioni di euro)
Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive e accantonamenti
complessivi
Esposizione
Netta
Write-off
parziali
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
complessivi
A. ESPOSIZIONI CREDITIZIE
PER CASSA
A.1 A VISTA 108.301 108.135 166 - - - - - - - 108.301 -
a) Deteriorate - X - - - - X - - - - -
b) Non deteriorate 108.301 108.135 166 X - - - - X - 108.301 -
A.2 ALTRE 39.824 37.294 1.184 53 - -55 -15 -24 -16 - 39.769 -
a) Sofferenze 4 X - 4 - -4 X - -4 - - -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
- X - - - - X - - - - -
b) Inadempienze probabili 48 X - 48 - -12 X - -12 - 36 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
48 X - 48 - -12 X - -12 - 36 -
c) Esposizioni scadute
deteriorate
1 X - 1 - - X - - - 1 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
- X - - - - X - - - - -
d) Esposizioni scadute non
deteriorate
2 - 2 X - - - - X - 2 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
- - - X - - - - X - - -
e) Altre esposizioni non
deteriorate
39.769 37.294 1.182 X - -39 -15 -24 X - 39.730 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
83 - 83 X - - - - X - 83 -
TOTALE (A) 148.125 145.429 1.350 53 - -55 -15 -24 -16 - 148.070 -
B. ESPOSIZIONI CREDITIZIE
FUORI BILANCIO
a) Deteriorate 12 X - 12 - - X - - - 12 -
b) Non deteriorate 82.282 36.190 677 X - -66 -62 -4 X - 82.216 -
TOTALE (B) 82.294 36.190 677 12 - -66 -62 -4 - - 82.228 -
TOTALE (A+B) 230.419 181.619 2.027 65 - -121 -77 -28 -16 - 230.298 -

A.1.4. Consolidato prudenziale – Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

(milioni di euro)
Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive e accantonamenti complessivi Esposizione
Netta
Write-off
parziali
complessivi
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
A. ESPOSIZIONI CREDITIZIE
PER CASSA
a) Sofferenze 3.850 X - 3.685 165 -2.672 X - -2.599 -73 1.178 2.574
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
815 X - 772 43 -518 X - -496 -22 297 220
b) Inadempienze probabili 7.431 X - 7.144 144 -2.956 X - -2.896 -43 4.475 508
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
3.060 X - 2.951 81 -1.129 X - -1.102 -20 1.931 180
c) Esposizioni scadute
deteriorate
552 X - 550 2 -139 X - -139 - 413 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
47 X - 47 - -11 X - -11 - 36 -
d) Esposizioni scadute non
deteriorate
3.923 2.373 1.412 X 9 -147 -15 -132 X - 3.776 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
505 - 385 X 1 -53 - -53 X - 452 -
e) Altre esposizioni non
deteriorate
542.843 483.524 48.502 X 83 -2.594 -711 -1.879 X -4 540.249 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
6.977 1 6.819 X 20 -500 - -498 X -1 6.477 -
TOTALE (A) 558.599 485.897 49.914 11.379 403 -8.508 -726 -2.011 -5.634 -120 550.091 3.082
B. ESPOSIZIONI CREDITIZIE
FUORI BILANCIO
a) Deteriorate 1.771 X - 1.765 4 -267 X - -267 - 1.504 -
b) Non deteriorate 330.175 229.968 26.343 X 1 -242 -91 -151 X - 329.933 -
TOTALE (B) 331.946 229.968 26.343 1.765 5 -509 -91 -151 -267 - 331.437 -
TOTALE (A+B) 890.545 715.865 76.257 13.144 408 -9.017 -817 -2.162 -5.901 -120 881.528 3.082

A.1.5. Consolidato prudenziale – Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

I rapporti intercorrenti tra il Gruppo Bancario e le altre Società non bancarie incluse nel perimetro di consolidamento contabile ammontano a:

  • 352 milioni, rettificati per 142 milioni, inclusi tra le esposizioni per cassa verso clientela lorde deteriorate;

  • 11.797 milioni, rettificati per 22 milioni, inclusi tra le esposizioni per cassa verso clientela lorde non deteriorate;

  • 19 milioni, rettificati per 3 milioni, inclusi tra le esposizioni fuori bilancio verso clientela lorde deteriorate;

  • 8.897 milioni, rettificati per 16 milioni, inclusi tra le esposizioni fuori bilancio verso clientela lorde non deteriorate.

Le esposizioni comprendono anche le attività finanziarie allocate nel portafoglio contabile delle attività in via di dismissione.

A.1.5a Finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19: valori lordi e netti

Tipologie finanziamenti /
valori
Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive e accantonamenti
complessivi
Esposizione
netta
(milioni di euro)
Write-off
parziali
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
complessivi
A. FINANZIAMENTI IN
SOFFERENZA
90 - - 90 - -63 - - -63 - 27 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
- - - - - - - - - - - -
c) Oggetto di altre misure di
concessione
9 - - 9 - -7 - - -7 - 2 -
d) Nuovi finanziamenti 81 - - 81 - -56 - - -56 - 25 -
B. FINANZIAMENTI IN
INADEMPIENZE PROBABILI
595 - - 594 1 -167 - - -166 -1 428 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
c) Oggetto di altre misure di
27 - - 27 - -11 - - -11 - 16 -
concessione 159 - - 158 1 -50 - - -49 -1 109 -
d) Nuovi finanziamenti
C. FINANZIAMENTI
SCADUTI DETERIORATI
409
93
-
-
-
-
409
93
-
-
-106
-19
-
-
-
-
-106
-19
-
-
303
74
-
-
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
- - - - - - - - - - - -
c) Oggetto di altre misure di
concessione 3 - - 3 - -1 - - -1 - 2 -
d) Nuovi finanziamenti
D. ALTRI FINANZIAMENTI
SCADUTI NON
90 - - 90 - -18 - - -18 - 72 -
DETERIORATI 227 97 130 - - -3 - -3 - - 224 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
- - - - - - - - - - - -
c) Oggetto di altre misure di
concessione
10 - 10 - - -1 - -1 - - 9 -
d) Nuovi finanziamenti 217 97 120 - - -2 - -2 - - 215 -
E. ALTRI FINANZIAMENTI
NON DETERIORATI
33.181 29.392 3.788 - 1 -111 -38 -73 - - 33.070 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
77 51 26 - - -3 - -3 - - 74 -
c) Oggetto di altre misure di
concessione
687 4 683 - - -35 - -35 - - 652 -
d) Nuovi finanziamenti 32.417 29.337 3.079 - 1 -73 -38 -35 - - 32.344 -
TOTALE (A+B+C+D+E) 34.186 29.489 3.918 777 2 -363 -38 -76 -248 -1 33.823 -

Nella riga Finanziamenti "oggetto di concessione conformi con le GL" sono riportate le informazioni relative alle attività finanziarie oggetto di moratoria che rientrano nell'ambito di applicazione delle "Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID 19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/02) e successive modifiche e integrazioni. Al 31 dicembre 2022 tali finanziamenti risultavano di importo inferiore al milione e pari a 412 mila euro.

Nella riga Finanziamenti "oggetto di misure di moratoria in essere non più conformi alle GL e non valutate come oggetto di concessione" sono riportati i finanziamenti oggetto di moratoria in essere, valutati come conformi alle EBA/GL/2020/02 alla data di concessione della misura e non più conformi alla data di riferimento del bilancio, che non sono stati classificati dalla banca come "esposizioni oggetto di concessione" (come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza) a seguito della valutazione effettuata al verificarsi dell'evento che ha generato la non conformità alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga Finanziamenti "oggetto di altre misure di concessione" sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 che soddisfano le condizioni di "esposizione oggetto di concessione" come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza e che non sono incluse nella categoria "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" dalla data di concessione della misura oppure dalla data in cui non sono più conformi alle EBA/GL/2020/02. Nella riga "nuovi finanziamenti" sono rappresentate le informazioni relative alle esposizioni a cui è stata concessa nuova liquidità con il supporto di garanzie pubbliche.

I finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 esposti in tabella comprendono anche i finanziamenti allocati nel portafoglio contabile delle attività finanziarie in via di dismissione.

A.1.6. Consolidato prudenziale – Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

(milioni di euro)
Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze
probabili
Esposizioni
scadute
deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 4 66 -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -
B. Variazioni in aumento - - 1
B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate - - -
B.2 ingressi da attività finanziarie impaired acquisite o originate - - -
B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate - - -
B.4 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - -
B.5 altre variazioni in aumento - - 1
- di cui operazioni di aggregazione aziendale
C. Variazioni in diminuzione - -18 -
C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate - - -
C.2 write-off - - -
C.3 incassi - -15 -
C.4 realizzi per cessioni - - -
C.5 perdite da cessione - - -
C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - - -
C.7 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - -
C.8 altre variazioni in diminuzione - -3 -
D. Esposizione lorda finale 4 48 1
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

A.1.6. Bis Consolidato prudenziale – Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni lorde oggetto di concessioni distinte per qualità creditizia

(milioni di euro)
Causali/Qualità Esposizioni
oggetto di
concessioni:
deteriorate
Esposizioni
oggetto di
concessioni:
non deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 66 9
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - -
B. Variazioni in aumento - 81
B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni - 81
B.2 ingressi da esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni - X
B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X -
B.4 ingressi da esposizioni deteriorate non oggetto di concessioni - -
B.5 altre variazioni in aumento - -
C. Variazioni in diminuzione -18 -7
C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni X -
C.2 uscite verso esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni - X
C.3 uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X -
C.4 write-off - -
C.5 incassi -15 -7
C.6 realizzi per cessioni - -
C.7 perdite da cessione - -
C.8 altre variazioni in diminuzione -3 -
D. Esposizione lorda finale 48 83
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - -

A.1.7. Consolidato prudenziale – Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

(milioni di euro)
Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze
probabili
Esposizioni
scadute
deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 9.461 9.915 774
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 196 862 242
B. Variazioni in aumento 1.852 3.905 817
B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate 377 2.432 761
B.2 ingressi da attività finanziarie impaired acquisite o originate - - -
B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 985 701 14
B.4 modifiche contrattuali senza cancellazioni - 9 -
B.5 altre variazioni in aumento 490 763 42
C. Variazioni in diminuzione -7.463 -6.389 -1.039
C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate -22 -639 -171
C.2 write-off -549 -194 -1
C.3 incassi -505 -1.106 -118
C.4 realizzi per cessioni -1.382 -1.085 -1
C.5 perdite da cessione -130 -5 -1
C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate -75 -926 -699
C.7 modifiche contrattuali senza cancellazioni - -19 -
C.8 altre variazioni in diminuzione -4.800 -2.415 -48
D. Esposizione lorda finale 3.850 7.431 552
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 93 507 172

Nelle "Altre variazioni in aumento" sono ricompresi, prevalentemente, gli incrementi dei saldi per addebiti e l'incremento dei saldi in valuta a seguito della variazione del tasso di cambio.

Le "Altre variazioni in diminuzione" includono principalmente i portafogli creditizi classificati come "sofferenze" e "inadempienze probabili" oggetto di cessione nel corso dell'esercizio.

A.1.7. Bis Consolidato prudenziale – Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni lorde oggetto di concessioni distinte per qualità creditizia

(milioni di euro)
Causali/Qualità Esposizioni
oggetto di
concessioni:
deteriorate
Esposizioni
oggetto di
concessioni: non
deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 6.170 8.616
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 580 1.780
B. Variazioni in aumento 1.624 2.467
B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni 227 1.910
B.2 ingressi da esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni 638 X
B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X 439
B.4 ingressi da esposizioni deteriorate non oggetto di concessioni 173 6
B.5 altre variazioni in aumento 586 112
C. Variazioni in diminuzione -3.872 -3.601
C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni X -1.397
C.2 uscite verso esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni -439 X
C.3 uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X -638
C.4 write-off -127 -
C.5 incassi -690 -913
C.6 realizzi per cessioni -820 -395
C.7 perdite da cessione -56 -
C.8 altre variazioni in diminuzione -1.740 -258
D. Esposizione lorda finale 3.922 7.482
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 260 1.335

Nelle "Altre variazioni in aumento" sono ricompresi, prevalentemente, gli incrementi dei saldi per addebiti.

Le "Altre variazioni in diminuzione" includono principalmente i portafogli creditizi classificati come "sofferenze" e "inadempienze probabili" oggetto di cessione nel corso dell'esercizio.

A.1.8 Consolidato prudenziale – Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso banche: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie SOFFERENZE INADEMPIENZE
PROBABILI
(milioni di euro)
ESPOSIZIONI SCADUTE
DETERIORATE
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
A. Rettifiche complessive iniziali 4 - 13 13 - -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - - -
B. Variazioni in aumento - - - - - -
B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o
originate
- X - X - X
B.2 altre rettifiche di valore - - - - - -
B.3 perdite da cessione - - - - - -
B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni
deteriorate
- - - - - -
B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - - - -
B.6 altre variazioni in aumento - - - - - -
C. Variazioni in diminuzione - - -1 -1 - -
C.1 riprese di valore da valutazione - - -1 -1 - -
C.2 riprese di valore da incasso - - - - - -
C.3 utili da cessione - - - - - -
C.4 write-off - - - - - -
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni
deteriorate
- - - - - -
C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - - - -
C.7 altre variazioni in diminuzione - - - - - -
D. Rettifiche complessive finali 4 - 12 12 - -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - - -

A.1.9 Consolidato prudenziale – Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

(milioni di euro)
Causali/Categorie SOFFERENZE INADEMPIENZE
PROBABILI
ESPOSIZIONI SCADUTE
DETERIORATE
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
A. Rettifiche complessive iniziali 6.897 1.294 4.582 1.562 152 32
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 105 28 221 116 35 4
B. Variazioni in aumento 1.794 381 1.975 764 215 21
B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o
originate
- X - X - X
B.2 altre rettifiche di valore 851 180 1.566 599 162 21
B.3 perdite da cessione 253 56 6 1 1 -
B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni
deteriorate
463 121 185 50 9 -
B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - 77 77 - -
B.6 altre variazioni in aumento 227 24 141 37 43 -
C. Variazioni in diminuzione -6.019 -1.157 -3.601 -1.197 -228 -42
C.1 riprese di valore da valutazione -367 -84 -425 -261 -43 -
C.2 riprese di valore da incasso -99 -21 -141 -85 -6 -
C.3 utili da cessione -23 -1 -15 -8 - -
C.4 write-off
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni
-549 -73 -194 -54 -1 -
deteriorate -47 -10 -449 -119 -161 -42
C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - -14 -14 - -
C.7 altre variazioni in diminuzione -4.934 -968 -2.363 -656 -17 -
D. Rettifiche complessive finali 2.672 518 2.956 1.129 139 11
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 46 7 106 45 31 4

Nelle "Altre variazioni in aumento" sono ricompresi, prevalentemente, gli incassi di crediti cancellati integralmente dal bilancio (in contropartita della voce "Riprese di valore da incasso") e gli incrementi dei saldi dei fondi in valuta a seguito della variazione del tasso di cambio.

Le "Altre variazioni in diminuzione" includono principalmente i portafogli creditizi classificati come "sofferenze" e "inadempienze probabili" oggetto di cessione nel corso dell'esercizio. In tale voce trovano inoltre allocazione gli incassi di interessi di mora accertati in esercizi precedenti, le perdite da cessione per la quota non coperta da fondo, il decremento dei fondi in valuta a seguito della variazione del tasso di cambio, nonché la riduzione dei fondi rettificativi dovuta al trascorrere del tempo.

A.2. Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni e interni

A.2.1. Consolidato prudenziale - Distribuzione delle attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate per classi di rating esterni (valori lordi)

Il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta sui portafogli oggetto della segnalazione le valutazioni delle seguenti agenzie di rating esterne: Standard & Poor's Ratings Services, Moody's Investors Service, Fitch Ratings e DBRS Morningstar. I rating forniti da tali agenzie sono utilizzati in conformità alle autorizzazioni ricevute e ai regolamenti in vigore per le diverse Banche del Gruppo.

Si evidenzia che, in ottemperanza a quanto sancito dalla normativa, laddove siano presenti due valutazioni dello stesso cliente, viene adottata quella più prudenziale; nel caso di tre valutazioni quella intermedia, qualora presenti tutte le valutazioni, la seconda migliore.

(milioni di euro)
Esposizioni SENZA
RATING
TOTALE
classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6
A. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
17.930 23.364 64.235 10.923 6.063 374 413.994 536.883
- Primo stadio 17.887 21.082 62.418 10.578 4.631 113 358.898 475.607
- Secondo stadio 43 2.282 1.817 343 1.300 100 44.335 50.220
- Terzo stadio - - - - 132 161 10.379 10.672
- Impaired acquisite o originate - - - 2 - - 382 384
B. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
16.399 10.502 14.790 963 2.481 69 3.284 48.488
- Primo stadio 16.399 10.502 14.722 866 2.290 47 2.758 47.584
- Secondo stadio - - 68 97 191 8 504 868
- Terzo stadio - - - - - 14 22 36
- Impaired acquisite o originate - - - - - - - -
C. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - 754 754
- Primo stadio - - - - - - - -
- Secondo stadio - - - - - - 10 10
- Terzo stadio - - - - - - 725 725
- Impaired acquisite o originate - - - - - - 19 19
Totale (A+B+C) 34.329 33.866 79.025 11.886 8.544 443 418.032 586.125
D. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie
rilasciate
- Primo stadio 11.594 25.962 51.799 13.899 3.271 142 161.048 267.715
- Secondo stadio 27 211 3.177 2.099 1.586 35 19.891 27.026
- Terzo stadio - - - - 25 3 1.754 1.782
- Impaired acquisite o originate - - - - - - 4 4
Totale (D) 11.621 26.173 54.976 15.998 4.882 180 182.697 296.527
Totale (A+B+C+D) 45.950 60.039 134.001 27.884 13.426 623 600.729 882.652

La tabella che segue riporta il raccordo (mapping) tra le classi di rischio ed i rating delle agenzie utilizzate.

Mapping dei rating rilasciati dalle agenzie di rating esterne

ECAI
Moody's Standard & Poor's Fitch DBRS Morningstar
Lungo
termine
Breve
termine
Lungo
termine
Breve
termine
Lungo
termine
Breve
termine
Lungo
termine
Breve
termine
Classe
di
merito
credito
di
Classe 1 Aaa, Aa3 P-1 AAA, AA- A1+, A1 AAA, AA- F1+, F1 AAA, AA- R-1
Classe 2 A1, A3 P-2 A+, A- A2 A+, A- F2 A+, A- R-2
Classe 3 Baa1, Baa3 P-3 BBB+, BBB- A3 BBB+, BBB- F3 BBB+, BBB- R-3
Classe 4 Ba1, Ba3 NP BB+, BB- inferiori a A3 BB+, BB- inferiori a F3 BB+, BB- inferiori a R-3
Classe 5 B1, B3 NP B+, B- inferiori a A3 B+, B- inferiori a F3 B+, B- inferiori a R-3
Classe 6 Caa1 o
inferiori
NP CCC+ o
inferiori
inferiori a A3 CCC+ o
inferiori
inferiori a F3 CCC+ o
inferiori
inferiori a R-3

A.2.2. Consolidato prudenziale - Distribuzione delle attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate per classi di rating interni (valori lordi)

Come già evidenziato nelle Informazioni di natura qualitativa, nel paragrafo "La normativa Basilea 3", il Gruppo Intesa Sanpaolo dispone di un insieme di rating validati relativi ai diversi segmenti di operatività delle controparti (Corporate, SME Retail, Retail, Enti del Settore Pubblico e Banche).

Ai fini della redazione della tabella, oltre ai rating relativi ai modelli validati, sono stati impiegati tutti i rating utilizzati nei sistemi di gestione e controllo dei rischi creditizi, ivi compresi i rating di agenzie esterne per controparti appartenenti a segmenti di clientela per cui non è disponibile un modello interno.

Le esposizioni prive di rating ammontano al 7,8% di quelle relative alle controparti in bonis e si riferiscono ai portafogli non coperti da modelli di rating, a controparti per le quali il roll out dei modelli di rating non è ancora stato completato (principalmente controllate estere), nonché alle società del Gruppo con mission principale diversa da quella creditizia integrate nel sistema di credit risk management o a esposizioni marginali.

Escludendo le controparti prive di rating e i crediti deteriorati, si osserva una concentrazione elevata nelle classi investment grade (classi 1, 2, 3 che rappresentano i rating tra AAA e BBB-), pari al 69,3% del totale, mentre il 22,6% rientra nella fascia BB+/BB (classe 4) e l'8% nelle classi più rischiose (di cui il 2,3% inferiore a B-).

(milioni di euro)
Esposizioni Classi di rating interni Senza
rating
Totale
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6
A. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 91.831 46.154 168.462 125.556 33.988 17.037 53.855 536.883
- Primo stadio 91.064 45.045 162.091 108.589 22.183 9.367 37.268 475.607
- Secondo stadio 765 1.108 6.360 16.931 10.350 5.117 9.589 50.220
- Terzo stadio 1 - - 2 1.373 2.500 6.796 10.672
- Impaired acquisite o originate 1 1 11 34 82 53 202 384
B. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
15.298 8.508 14.013 1.637 1.996 691 6.345 48.488
- Primo stadio 15.282 8.484 13.965 1.016 1.921 685 6.231 47.584
- Secondo stadio 16 24 48 621 75 6 78 868
- Terzo stadio - - - - - - 36 36
- Impaired acquisite o originate - - - - - - - -
C. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - 8 195 452 99 754
- Primo stadio - - - - - - - -
- Secondo stadio - - - 8 2 - - 10
- Terzo stadio - - - - 188 441 96 725
- Impaired acquisite o originate - - - - 5 11 3 19
Totale (A+B+C) 107.129 54.662 182.475 127.201 36.179 18.180 60.299 586.125
D. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate
- Primo stadio 24.502 62.299 116.759 45.823 7.857 2.127 8.348 267.715
- Secondo stadio 109 1.482 6.271 8.504 3.258 1.478 5.924 27.026
- Terzo stadio - - 1 2 383 174 1.222 1.782
- Impaired acquisite o originate - - - - - - 4 4
Totale (D) 24.611 63.781 123.031 54.329 11.498 3.779 15.498 296.527
Totale (A+B+C+D) 131.740 118.443 305.506 181.530 47.677 21.959 75.797 882.652

Oltre alle tabelle previste dalla normativa, di seguito viene riportata la distribuzione dei rating relativa ai finanziamenti verso la clientela in bonis appartenente alle principali Banche del Gruppo.

Al 31 dicembre 2022, la quota dei crediti verso clientela in bonis a cui è stato attribuito un rating analitico o da agenzia esterna, rappresenta il 96% dei crediti delle principali Banche del Gruppo.

La distribuzione evidenzia una quota di Investment Grade (da AAA a BBB incluso), pari al 63,0%, in riduzione rispetto all'esercizio precedente (67,1%), principalmente a causa di una revisione della scala maestra per determinate tipologie di controparti valutate con modelli interni. La medesima percentuale calcolata sull'intero portafoglio, al netto delle controparti russe, è pari al 74,2%.

Gli spostamenti tra classi di rating sono principalmente determinati dalle variazioni dei parametri di rischio conseguenti all'aggiornamento dei modelli.

Di seguito si evidenziano i dettagli relativi alla distribuzione rating dei seguenti portafogli: Corporate, Mutui Retail (Mutui residenziali a privati), SME Retail e altri crediti a privati, Sovereign & Enti Pubblici.

I portafogli evidenziano una quota di Investment Grade rispettivamente pari al 59,9%, 67,4%, 47,3%, e 91,9%.

A.3. Distribuzione delle esposizioni creditizie garantite per tipologia di garanzia

A.3.1. Consolidato prudenziale - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche garantite

(milioni di euro)
Esposizione
lorda
Esposizione
netta
Garanzie reali (*)
(1)
Garanzie personali (*)
(2)
Derivati su crediti
Immobili -
ipoteche
Immobili -
finanziamenti
Titoli Altre
garanzie
CLN Altri
derivati
per leasing reali Controparti
centrali
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 6.437 6.433 - 5 5.559 172 - -
1.1. totalmente garantite 5.596 5.593 - 5 5.193 172 - -
- di cui deteriorate 1 - - - - - - -
1.2. parzialmente garantite 841 840 - - 366 - - -
- di cui deteriorate - - - - - - - -
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio"
garantite:
26.510 26.510 - - 1.929 11.333 - -
2.1. totalmente garantite 4.925 4.925 - - 1.929 980 - -
- di cui deteriorate - - - - - - - -
2.2. parzialmente garantite 21.585 21.585 - - - 10.353 - -
- di cui deteriorate - - - - - - - -

(*) Fair Value della garanzia o, qualora sia di difficile determinazione, valore contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del valore dell'esposizione netta.

(milioni di euro)
Garanzie personali (*)
(2)
Derivati su crediti (1)+(2)
Altri derivati Amministrazioni Banche Altre Altri
Banche Altre
società
finanziarie
Altri
soggetti
pubbliche società
finanziarie
soggetti
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: - - - 228 23 - 66 6.053
1.1. totalmente garantite - - - 8 3 - 66 5.447
- di cui deteriorate - - - - - - - -
1.2. parzialmente garantite - - - 220 20 - - 606
- di cui deteriorate - - - - - - - -
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio"
garantite: - - - 7 76 - 70 13.415
2.1. totalmente garantite - - - 3 35 - 14 2.961
- di cui deteriorate - - - - - - - -
2.2. parzialmente garantite - - - 4 41 - 56 10.454
- di cui deteriorate - - - - - - - -

(*) Fair Value della garanzia o, qualora sia di difficile determinazione, valore contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del valore dell'esposizione netta.

A.3.2. Consolidato prudenziale - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela garantite

(milioni di euro)
Esposizione
lorda
Esposizione
netta
Garanzie reali (*)
(1)
Garanzie personali (*)
(2)
Derivati su crediti
Immobili -
Ipoteche
Immobili -
finanziamenti
per leasing
Titoli Altre
garanzie
reali
CLN Altri
derivati
Controparti
centrali
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 318.384 313.549 164.512 4.816 26.969 10.564 - -
1.1. totalmente garantite 252.621 248.860 161.898 4.626 26.238 8.118 - -
- di cui deteriorate 6.201 3.838 2.517 268 45 104 - -
1.2. parzialmente garantite 65.763 64.689 2.614 190 731 2.446 - -
- di cui deteriorate 1.476 737 170 65 9 22 - -
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio"
garantite:
53.130 53.017 2.016 52 8.758 4.341 - -
2.1. totalmente garantite 39.452 39.376 1.390 10 8.288 2.115 - -
- di cui deteriorate 327 295 36 - 6 12 - -
2.2. parzialmente garantite 13.678 13.641 626 42 470 2.226 - -
- di cui deteriorate 159 136 23 - 1 27 - -

(*) Fair Value della garanzia o, qualora sia di difficile determinazione, valore contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del valore dell'esposizione netta.

(milioni di euro)
Garanzie personali (*)
(2)
Totale
Derivati su crediti Crediti di firma
Altri derivati Amministrazioni
pubbliche
Banche Altre
società
Altri
soggetti
(1)+(2)
Banche Altre
società
finanziarie
Altri
soggetti
finanziarie
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: - - - 49.862 766 3.199 26.698 287.386
1.1. totalmente garantite - - - 23.208 437 2.253 17.987 244.765
- di cui deteriorate - - - 360 5 29 439 3.767
1.2. parzialmente garantite - - - 26.654 329 946 8.711 42.621
- di cui deteriorate - - - 277 1 4 59 607
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio"
garantite:
- - - 2.477 92 1.787 25.015 44.538
2.1. totalmente garantite - - - 1.558 42 899 20.443 34.745
- di cui deteriorate - - - 30 - 1 161 246
2.2. parzialmente garantite - - - 919 50 888 4.572 9.793
- di cui deteriorate - - - 7 - - 31 89

(*) Fair Value della garanzia o, qualora sia di difficile determinazione, valore contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del valore dell'esposizione netta.

A.4. Consolidato prudenziale – Attività finanziarie e non finanziarie ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute

(milioni di euro)
Esposizione
creditizia
cancellata
Valore
lordo
Rettifiche di
valore
complessive
Valore di bilancio
di cui
ottenute nel
corso
dell'esercizio
A. Attività materiali 338 375 -70 305 15
A.1. Ad uso funzionale 1 1 - 1 -
A.2. A scopo di investimento 134 123 -9 114 3
A.3. Rimanenze 203 251 -61 190 12
B. Titoli di capitale e titoli di debito 367 368 -176 192 -
C. Altre attività - - - - -
D. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 5 6 -1 5 -
D.1. Attività materiali 5 6 -1 5 -
D.2. Altre attività - - - - -
Totale
31.12.2022
710 749 -247 502 15
Totale
31.12.2021
735 775 -196 579 36

Per il Gruppo, i beni escussi (valore di bilancio) sono rappresentati principalmente da:

  • Attività materiali ad uso funzionale: fabbricati (1 milione);
  • Attività materiali a scopo di investimento: fabbricati (82 milioni); terreni (32 milioni);
  • Attività materiali Rimanenze: fabbricati (178 milioni), terreni (12 milioni);
  • Titoli di capitale e titoli di debito:
    • o partecipazioni per 24 milioni di euro (prevalentemente riferiti alla partecipazione Risanamento);
    • o attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value per 118 milioni;
    • o attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva per 50 milioni. Si tratta di attività finanziarie non precedentemente concesse dal debitore a garanzia di preesistenti finanziamenti erogati, ma acquisite nell'ambito di accordi bilaterali con lo stesso, a seguito dei quali il Gruppo ha provveduto alla cancellazione dell'esposizione creditizia;
  • Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: fabbricati (4 milioni), altro (1 milione).

B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE

B.1. Consolidato prudenziale - Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

(milioni di euro)
Esposizioni/Controparti Amministrazioni pubbliche Società finanziarie Società finanziarie (di cui:
imprese di assicurazione)
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 73 -158 6 -23 - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - 1 -1 - -
A.2 Inadempienze probabili 153 -30 105 -167 - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 22 -10 18 -58 - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 2 - 1 - - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 90.484 -147 72.943 -120 1.315 -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 13 - 140 -4 - -
Totale (A) 90.712 -335 73.055 -310 1.315 -
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 91 -8 22 -2 - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 27.791 -8 66.502 -29 10.312 -
Totale (B) 27.882 -16 66.524 -31 10.312 -
Totale (A+B)
31.12.2022
118.594 -351 139.579 -341 11.627 -
Totale (A+B)
31.12.2021
155.202 -301 124.749 -576 10.072 -
(milioni di euro)
Esposizioni/Controparti Società non finanziarie Famiglie
Esposizione netta Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 681 -1.546 418 -945
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 219 -394 77 -123
A.2 Inadempienze probabili 2.727 -1.906 1.490 -853
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 1.212 -810 679 -251
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 133 -44 277 -95
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 17 -5 19 -6
A.4 Esposizioni non deteriorate 201.804 -1.594 178.794 -880
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 5.048 -437 1.728 -112
Totale (A) 205.345 -5.090 180.979 -2.773
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 1.336 -249 55 -8
B.2 Esposizioni non deteriorate 216.744 -179 18.221 -26
Totale (B) 218.080 -428 18.276 -34
Totale (A+B) 31.12.2022 423.425 -5.518 199.255 -2.807
Totale (A+B) 31.12.2021 444.382 -10.582 193.298 -3.205

B.2. Consolidato prudenziale - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche Italia Altri paesi europei
Esposizione
netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 956 -1.906 156 -610
A.2 Inadempienze probabili 3.727 -2.417 557 -399
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 344 -88 61 -44
A.4 Esposizioni non deteriorate 376.976 -1.648 116.563 -978
Totale (A) 382.003 -6.059 117.337 -2.031
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 1.275 -219 99 -45
B.2 Esposizioni non deteriorate 169.505 -137 114.307 -84
Totale (B) 170.780 -356 114.406 -129
Totale (A+B)
31.12.2022
552.783 -
-6.415
231.743 -
-2.160
Totale (A+B)
31.12.2021
585.575 -12.838 231.907 -1.408
(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche America Asia Resto del mondo
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 37 -76 1 -32 28 -48
A.2 Inadempienze probabili 16 -63 43 -29 132 -48
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - 8 -7
A.4 Esposizioni non deteriorate 26.909 -45 14.481 -21 9.096 -49
Totale (A) 26.962 -184 14.525 -82 9.264 -152
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 23 - 12 - 95 -3
B.2 Esposizioni non deteriorate 30.733 -7 11.622 -2 3.091 -12
Totale (B) 30.756 -7 11.634 -2 3.186 -15
Totale (A+B)
31.12.2022
57718
57.718
-191 26.159 -84 12.450 -167
Totale (A+B)
31.12.2021
56.550 -148 29.087 -64 14.512 -206

B.2.bis Consolidato prudenziale – Ripartizione per area geografica dei rapporti con clientela residente in Italia

(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 254 -591 171 -316 236 -389 295 -610
A.2 Inadempienze probabili 1.424 -864 522 -412 916 -582 865 -559
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 104 -27 44 -12 77 -20 119 -29
A.4 Esposizioni non deteriorate 133.051 -688 72.057 -248 113.783 -384 58.085 -328
Totale A 134.833 -2.170 72.794 -988 115.012 -1.375 59.364 -1.526
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 421 -49 467 -84 269 -73 118 -13
B.2 Esposizioni non deteriorate 72.661 -96 32.751 -15 49.630 -16 14.463 -10
Totale B 73.082 -145 33.218 -99 49.899 -89 14.581 -23
Totale (A+B)
31.12.2022
207.915 -2.315 106.012 -1.087 164.911 -1.464 73.945 -1.549
Totale (A+B)
31.12.2021
215.021 -4.799 104.749 -2.290 193.455 -3.006 72.350 -2.743

B.3. Consolidato prudenziale - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche

(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche Italia Altri paesi europei
Esposizione netta Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - - -2
A.2 Inadempienze probabili - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - 1 -
A.4 Esposizioni non deteriorate 103.544 -2 32.515 -25
Totale (A) 103.544 -2 32.516 -27
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate - - - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 8.879 - 51.458 -65
Totale (B) 8.879 - 51.458 -65
Totale (A+B) 31.12.2022 112.423 -2 83.974 -92
Totale (A+B) 31.12.2021 136.133 -4 80.122 -11
(milioni di euro)
America Asia Resto del mondo
Esposizioni/Aree geografiche Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - - -2 - -
A.2 Inadempienze probabili 36 -12 - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 6.314 -1 3.026 -1 2.634 -10
Totale (A) 6.350 -13 3.026 -3 2.634 -10
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 2 - - - 10 -
B.2 Esposizioni non deteriorate 6.969 - 11.037 - 2.508 -1
Totale (B) 6.971 - 11.037 - 2.518 -1
Totale (A+B) 31.12.2022 13.321 -13 14.063 -3 5.152 -11
Totale (A+B) 31.12.2021 11.588 -14 13.093 -4 5.492 -10

B.3.bis Consolidato prudenziale – Ripartizione per area geografica dei rapporti con banche residenti in Italia

(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche NORD OVEST NORD EST CENTRO SUD E ISOLE
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - - - - - - -
A.2 Inadempienze probabili - - - - - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 3.845 -1 3.015 - 96.677 -1 7 -
Totale A 3.845 -1 3.015 - 96.677 -1 7 -
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate - - - - - - - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 6.465 - 749 - 1.661 - 4 -
Totale B 6.465 - 749 - 1.661 - 4 -
Totale (A+B)
31.12.2022
10.310 -
-1
3.764 -
-
98.338 -
-1
11 -
-
Totale (A+B)
31.12.2021
8.969 -3 1.474 - 125.485 -1 205 -

B.4 Grandi esposizioni

Grandi esposizioni
a) Valore di bilancio (milioni di euro) 258.353
b) Valore ponderato (milioni di euro) 22.314
c) Numero 9

In base alle disposizioni normative vigenti il numero delle grandi esposizioni esposto in tabella è determinato facendo riferimento alle "esposizioni" non ponderate che superano il 10% del Capitale di Classe 1, così come definito dai Regolamenti UE n. 876/2019 (CRR2) e n. 575/2013 (CRR), dove per "esposizioni" si intende la somma delle attività di rischio per cassa e delle operazioni fuori bilancio (escluse quelle dedotte dal Capitale di Classe 1) nei confronti di un cliente, o di un gruppo di clienti connessi, senza l'applicazione di fattori di ponderazione. Tali criteri espositivi portano a ricomprendere nella tabella di bilancio relativa alle grandi esposizioni anche soggetti che – pur con ponderazione pari allo 0% - presentano un'esposizione non ponderata superiore al 10% del Capitale di Classe 1 ai fini dei grandi rischi.

Conformemente a quanto previsto nel documento EBA "Orientamenti sui clienti connessi ai sensi dell'articolo 4.1 punto 39) del regolamento (UE) n.575/2013", sono previste - nelle segnalazioni di vigilanza - modalità convenzionali di rappresentazione dei Gruppi di clienti connessi che possono prevedere (nel caso dei c.d. silos) la ripetizione - in corrispondenza di ogni gruppo economico direttamente controllato da un'Amministrazione centrale o ad essa legato da dipendenza economica - delle esposizioni verso le Amministrazioni centrali corrispondenti.

Si precisa che gli ammontari di cui alle lettere a) e b) e la numerosità di cui alla lettera c) riportati nella tabella sopra riportata considerano tuttavia una volta sola l'esposizione nei confronti delle varie Amministrazioni Centrali verso cui il Gruppo Intesa Sanpaolo risulta esposto.

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C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE

Non formano oggetto di rilevazione nella presente sezione le operazioni di cartolarizzazione nelle quali siano originator banche del Gruppo Intesa Sanpaolo e per le quali il complesso delle passività emesse (es. titoli ABS, finanziamenti nella fase di warehousing) dalle società veicolo sia sottoscritto all'atto dell'emissione da una o più società del Gruppo. Per l'illustrazione di questa tipologia di operazioni si rimanda alla sezione della Parte E della Nota Integrativa Consolidata relativa al rischio di liquidità.

Informazioni di natura qualitativa

Si riepilogano di seguito le operazioni di cartolarizzazione effettuate nel corso del 2022.

Cartolarizzazioni GARC

Nell'ambito dell'operatività "GARC" nel corso dell'esercizio Intesa Sanpaolo ha perfezionato sei nuove operazioni di cartolarizzazione sintetica: GARC High Potential-2, GARC Residential Mortgages-3, GARC Leasing-2, GARC Corp-5, GARC CRE-1 e GARC Infrastructure-1. Nello specifico:

  • i) Per l'operazione GARC High Potential-2 è stato ceduto il rischio junior e mezzanine relativo ad un portafoglio di circa 0,5 miliardi di mutui residenziali verso circa 7.000 clienti retail, valutati attraverso l'applicazione dei modelli interni (IRB Avanzato);
  • ii) Per l'operazione GARC Residential Mortgages-3 sono stati ceduti ad investitori specializzati il rischio upper junior e il rischio mezzanine di un portafoglio di circa 1,4 miliardi di mutui residenziali ad elevato LTV verso circa 12.800 clienti retail, valutati attraverso l'applicazione dei modelli interni (IRB Avanzato);
  • iii) Per l'operazione GARC Leasing-2 è stato ceduto ad investitori specializzati il rischio junior relativo ad un portafoglio di circa 2,1 miliardi di finanziamenti leasing verso circa 2.900 imprese appartenenti al segmento regolamentare Corporate e SME Corporate, valutati attraverso l'applicazione dei modelli interni (IRB Avanzato);
  • iv) Per l'operazione GARC CORP-5 è stato ceduto ad investitori specializzati il rischio junior relativo ad un portafoglio di circa 7,5 miliardi di finanziamenti verso circa 4.500 imprese appartenenti al segmento regolamentare Corporate e SME Corporate, valutati attraverso l'applicazione dei modelli interni (IRB Avanzato);
  • v) Per l'operazione GARC Commercial Real Estate-1 è stato ceduto ad investitori specializzati il rischio junior relativo ad un portafoglio di circa 1,9 miliardi di finanziamenti corporate e mutui immobiliari commerciali verso circa 150 controparti appartenenti al segmento regolamentare Corporate e SME Corporate, valutati attraverso l'applicazione dei modelli interni (IRB Avanzato);
  • vi) Per l'operazione GARC Infrastructure-1 è stato ceduto ad investitori specializzati il rischio junior relativo ad un portafoglio di circa 2,3 miliardi di finanziamenti corporate e project finance in ambito infrastrutturale verso circa 200 imprese appartenenti al segmento regolamentare Corporate e SME Corporate, valutati attraverso l'applicazione dei modelli interni (IRB Avanzato).

In ottemperanza alla retention rule prevista dalla normativa di vigilanza, per le prime 4 operazioni Intesa Sanpaolo detiene il 5% del portafoglio cartolarizzato, mentre per le ultime due detiene il 10% del portafoglio cartolarizzato.

I portafogli delle operazioni sono prevalentemente costituiti da clientela operante nel Nord Italia.

Cartolarizzazione Tranched Cover – Fondo di Garanzia per le PMI

Nel corso del 2022, nell'ambito delle attività con il Fondo di Garanzia per le PMI, è stato completato il ramp-up di quattro operazioni tranched cover a copertura del rischio junior di portafogli di finanziamenti di nuova erogazione a sostegno delle imprese danneggiate dall'emergenza COVID-19 per un totale complessivo pari a circa 0,6 miliardi verso circa 1.700 imprese.

Per tali operazioni Intesa Sanpaolo detiene almeno il 10% dei portafogli cartolarizzati in ottemperanza alla retention rule prevista dalla normativa di vigilanza.

Cartolarizzazione Organa

Nell'ambito della strategia di riduzione del profilo di rischio prevista dal Piano d'Impresa 2022-2025, e, nello specifico, in coerenza con il piano di de-risking 2022 approvato dal Consiglio di Amministrazione del 21 dicembre 2021, Intesa Sanpaolo ha completato nel mese di aprile 2022 un processo finalizzato al deconsolidamento di un portafoglio di crediti classificati a "sofferenza", per il tramite di un'operazione di cartolarizzazione e successiva richiesta del rilascio della garanzia statale "GACS" a beneficio dei detentori dei titoli senior emessi nell'ambito dell'operazione, una volta che tali titoli Senior abbiano ottenuto un rating "investment grade" non inferiore a BBB o equivalente, così come previsto dalla Legge n. 49/2016.

Il portafoglio oggetto di cessione individuato al 31 dicembre 2021 (data di cut-off) ha un Gross Book Value (GBV) di circa 4 miliardi (GBV contabile a saldi aperti al lordo PPA).

Nell'ambito dell'operazione, Intrum Italy S.p.A. opera quale special servicer della cartolarizzazione.

Le attività cartolarizzate presentano la seguente distribuzione per aree territoriali:

  • 31,2% Nord-Ovest;
  • 25,0% Centro;
  • 22,5% Sud e Isole;
  • 21,1% Nord-Est;
  • 0,2% Estero.

La ripartizione per settori di attività economica dei debitori ceduti è la seguente:

  • 18,6% Imprese produttive;
  • 16,1% Famiglie consumatrici;
  • 14,9% Costruttori;
  • 13,8% Commercio;
  • 13,3% Affari immobiliari;
  • 8,0% Servizi;
  • 15,3% altri settori di attività (Agricoltura, Trasporti, Attività Manifatturiere).

L'operazione di cessione è stata strutturata in due fasi principali:

  • (i) Auto-cartolarizzazione: in tale fase è stata perfezionata la cessione del portafoglio a un veicolo di cartolarizzazione, Organa SPV S.r.l. (SPV), costituito ai sensi della Legge 130/99, con integrale sottoscrizione da parte di Intesa Sanpaolo dei titoli senior, mezzanine e junior emessi dalla stessa SPV per finanziare il prezzo di acquisto del portafoglio. Contestualmente all'emissione dei titoli Intesa Sanpaolo ha erogato un prestito a ricorso limitato come linea di liquidità a beneficio della suddetta SPV. In questa fase dell'operazione, non avendo ancora trasferito i rischi e i benefici degli asset ceduti, il portafoglio ha continuato ad essere consolidato nel bilancio di Intesa Sanpaolo. Contestualmente all'emissione dei titoli della cartolarizzazione è stato rilasciato, da parte di Moodys, DBRS e Scope, il rating per la classe senior dei titoli investment grade "BBB" o equivalente;
  • (ii) "Placement dei titoli subordinati e deconsolidamento del portafoglio ceduto": in tale fase è stata finalizzata la cessione del 95% dei titoli Mezzanine e Junior all'investitore terzo selezionato tramite sindacazione sul mercato e, a seguito della cessione, si è perfezionato anche il deconsolidamento contabile e prudenziale del portafoglio con successiva richiesta della garanzia GACS al Ministero dell'Economia e delle Finanze e alla Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici. La garanzia è stata concessa in data 10 giugno 2022.

La SPV ha finanziato l'acquisto del portafoglio attraverso l'emissione di 3 classi di titoli, la tranche Senior è stata sottoscritta interamente da Intesa Sanpaolo, mentre quelle Mezzanine e Junior sono state sottoscritte per il 95% da investitori terzi e per il 5% da Intesa Sanpaolo in ottemperanza alla retention rule prevista dalla normativa di vigilanza:

  • titoli senior per 970 milioni sottoscritti integralmente da Intesa Sanpaolo;
  • titoli mezzanine per 130 milioni, di cui sottoscritti da Intesa Sanpaolo per 6,5 milioni e per la restante parte da un terzo investitore;
  • titoli junior per 15 milioni, di cui sottoscritti da Intesa Sanpaolo per 0,8 milioni e per la restante parte da un terzo investitore.

Contestualmente al perfezionamento dell'operazione, Intesa Sanpaolo ha conseguito il pieno deconsolidamento contabile e regolamentare del predetto portafoglio.

Tenendo conto della sottoscrizione di una quota pari al 100% delle notes Senior e del 5% delle notes Junior e Mezzanine, in ottemperanza alla retention rule, la variabilità connessa ai flussi di cassa del portafoglio sottostante trattenuta dal Gruppo è risultata tale da consentire di affermare che il Gruppo ha sostanzialmente trasferito tutti i rischi e benefici delle attività finanziarie cedute, ricadendo nella fattispecie prevista dal punto a) dell'IFRS 9.3.2.6, per cui ha proceduto a "eliminare l'attività finanziaria e rilevare separatamente come attività o passività qualsiasi diritto e obbligazione originati o mantenuti con il trasferimento".

A tal riguardo si evidenzia che le notes sottoscritte da Intesa Sanpaolo, in ragione del business model in uso e del lookthrough test effettuato, sono state classificate:

  • le tranche senior tra i titoli al costo ammortizzato;
  • le tranche mezzanine e junior tra i titoli FVTPL.

Tale operazione è stata effettuata nel rispetto degli obiettivi e delle previsioni di natura economica e patrimoniale del Gruppo già resi noti al mercato per il Piano di Impresa 2022-2025.

Cartolarizzazione Teseo

Nell'ambito della strategia di riduzione del profilo di rischio prevista dal Piano d'Impresa 2022-2025 e, nello specifico, in coerenza con la delibera del Consiglio di Amministrazione del 4 novembre 2022, in data 21 novembre 2022 è stata perfezionata la cessione di un portafoglio di crediti in bonis rivenienti da contratti di leasing originati da Intesa Sanpaolo tramite una cartolarizzazione ai sensi della L.130/99. Il portafoglio oggetto di cessione è costituito da crediti in bonis principalmente del segmento SME Corporate (60% del portafoglio ceduto) e Small Business Retail (26% del portafoglio ceduto) aventi al 31 ottobre 2022 (data di individuazione del portafoglio) un Gross Book Value (GBV) pari a circa 3.761 milioni di euro.

Nell'ambito dell'operazione Intesa Sanpaolo, oltre che Originator dell'operazione, riveste anche il ruolo di Servicer del portafoglio.

La cessione ha previsto il trasferimento alla SPV dei crediti, unitamente a quello dei rapporti giuridici attivi e passivi derivanti dai contratti di leasing afferenti ai crediti ceduti, laddove la proprietà dei beni mobili ed immobili oggetto di tali contratti di leasing è rimasta in capo ad Intesa Sanpaolo.

Le attività cartolarizzate presentano la seguente distribuzione per aree territoriali:

  • 63,26% Nord;
  • 23,76% Centro;
  • 12,98% Sud più Isole.

La ripartizione per settori di attività economica dei debitori ceduti è la seguente:

  • 27% Imprese produttive,
  • 22% Real Estate
  • 17% Commercio al dettaglio e all'ingrosso
  • 34% altri settori di attività.

La ripartizione per tipologia di leasing è la seguente:

  • 82,2% leasing immobiliare;
  • 10,5% leasing strumentale;
  • 4,4% leasing energia;
  • 2,9% altro (autoveicoli, aeronavale…).

Il 30 novembre 2022 la SPV ha finanziato l'acquisto del portafoglio attraverso l'emissione di 4 classi di titoli, due tranche senior di cui una a tasso fisso ed una a tasso variabile, entrambe sottoscritte al 100% da Intesa Sanpaolo. Una tranche mezzanine ed una junior sottoscritte al 5% da Intesa Sanpaolo in ottemperanza alla retention rule prevista dalla normativa di vigilanza, in dettaglio:

  • Classe A1 senior tasso variabile sottoscritta completamente da Intesa Sanpaolo per complessivi 2.632 milioni di euro;
  • Classe A2 senior tasso fisso sottoscritta completamente da Intesa Sanpaolo per complessivi 564 milioni di euro;
  • Classe B mezzanine sottoscritta da Intesa Sanpaolo per 9,4 milioni di euro e per la restante parte da terzi;
  • Classe J junior sottoscritta da Intesa Sanpaolo per 20,5 milioni di euro ad un prezzo di emissione di 9,3 milioni di euro e per la restante parte da terzi.

Con il perfezionamento dell'operazione, Intesa Sanpaolo ha conseguito il pieno deconsolidamento contabile e prudenziale del portafoglio.

Più in particolare, tenendo conto della retention di una quota pari al 5% delle classi emesse (c.d. vertical slice), la variabilità connessa ai flussi di cassa del portafoglio sottostante trattenuta dal Gruppo è risultata tale da consentire di affermare che il Gruppo ha sostanzialmente trasferito tutti i rischi e benefici delle attività finanziarie cedute, ricadendo nella fattispecie prevista dal punto a) dell'IFRS 9.3.2.6, per cui ha proceduto a "eliminare l'attività finanziaria e rilevare separatamente come attività o passività qualsiasi diritto e obbligazione originati o mantenuti con il trasferimento". È stato inoltre realizzato un trasferimento significativo del rischio in linea con l'articolo 244(2) della CRR.

A tal riguardo si evidenzia che le notes sottoscritte da Intesa Sanpaolo, in ragione del business model in uso sono state classificate:

  • tra i titoli al costo ammortizzato, quanto alle classi senior e mezzanine;
  • tra i titoli al fair value through profit and loss (FVTPL), limitatamente alla classe junior.

Tale operazione è stata effettuata nel rispetto degli obiettivi e delle previsioni di natura economica e patrimoniale del Gruppo già resi noti al mercato per il Piano di Impresa 2022-2025.

Informazioni di natura quantitativa

C.1. Consolidato prudenziale - Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione "proprie" ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni

Per cassa

(milioni di euro)
Tipologia attività cartolarizzate/Esposizioni ESPOSIZIONI PER CASSA
Senior Mezzanine Junior
Valore Rettifiche/ Valore Rettifiche/ Valore Rettifiche/
di
bilancio
riprese
di valore
di
bilancio
riprese
di valore
di
bilancio
riprese
di valore
A. Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio 7.401 6 49 -10 16 -11
– Prestiti verso imprese (incluse PMI) (*) 3.661 7 35 -9 5 -11
– Leasing (**) 3.203 -1 13 - 10 -
– Mutui ipotecari su immobili residenziali (*) 537 - 1 -1 - -
– Crediti al consumo - - - - 1 -
B. Oggetto di parziale cancellazione dal bilancio - - - - - -
C. Non cancellate dal bilancio 24.824 4 97 7 413 -3
– Prestiti verso imprese (incluse PMI) () (*) 17.457 7 85 7 225 -
– Mutui ipotecari su immobili residenziali (****) 3.281 -1 12 - 160 -3
– Leasing (****) 2.421 -1 - - 12 -
– Mutui ipotecari su immobili commerciali (****) 1.665 -1 - - 16 -
TOTALE 32.225 10 146 -3 429 -14

(*) L'intero importo è riferito ad attività finanziarie deteriorate. I "Prestiti verso imprese (incluse PMI)" si riferiscono alle operazioni di cartolarizzazione Savoy, Kerma, Yoda, Sirio, Grogu e Kerdos (si fa rimando rispettivamente al Bilancio Consolidato 2018, 2019, 2020 e 2021 per la descrizione delle operazioni) e all'operazione Organa (descritta nel paragrafo "Informazioni di natura qualitativa" della presente Sezione). I "Mutui ipotecari su immobili residenziali" si riferiscono alle operazioni di cartolarizzazione Maior ed Iseo (rivenienti dall'aggregazione del Gruppo ex UBI).

(**) Gli importi si riferiscono all'operazione di cartolarizzazione Portland relativa ad attività finanziarie deteriorate per un ammontare pari rispettivamente a 6 milioni senior e 4 milioni mezzanine (si fa rimando al Bilancio Consolidato 2021 per la descrizione dell'operazione) e all'operazione Teseo relativa ad attività finanziarie in bonis (descritta nel paragrafo "Informazioni di natura qualitativa" della presente Sezione).

(***) Gli importi ricomprendono attività finanziarie deteriorate per un ammontare pari a 29 milioni per le esposizioni senior, 53 milioni per quelle mezzanine e 17 milioni per quelle junior.

(****) Le voci includono anche gli ammontari in bonis relativi alle operazioni di cartolarizzazione sintetica originate dal Gruppo Intesa Sanpaolo.

Fuori bilancio

Al 31 dicembre 2022 la fattispecie non è presente.

C.2. Consolidato prudenziale - Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione di "terzi" ripartite per tipologia delle attività cartolarizzate e per tipologia di esposizione

Per cassa

(milioni di euro)
Tipologia attività cartolarizzate/Esposizioni ESPOSIZIONI PER CASSA
Senior Mezzanine Junior
Valore Rettifiche/ Valore Rettifiche/ Valore Rettifiche/
di
bilancio
riprese
di valore
di
bilancio
riprese
di valore
di
bilancio
riprese
di valore
Leasing 4 - 4 - 2 -
Obbligazioni bancarie garantite 36 - 16 -1 - -
Mutui ipotecari su immobili commerciali 126 -3 32 -1 - -
Cartolarizzazioni 167 -1 - - - -
Crediti al consumo 213 -2 16 -1 - -
Crediti al commercio 457 - 4 - 3 -
Mutui ipotecari su immobili residenziali 876 -12 91 -1 - -
Prestiti verso imprese (incluse PMI) 1.526 -34 120 -7 2 -1
Altre attività (*) 10.707 -6 - - - -
TOTALE 14.112 -58 283 -11 7 -1

(*) L'importo contempla anche i titoli Romulus per 6.778 milioni detenuti in portafoglio dal Gruppo Bancario, rappresentati convenzionalmente tra le cartolarizzazioni di terzi, nonché crediti verso il veicolo Duomo Funding Plc per 3.541 milioni quali utilizzo di linee di credito. Per maggiori dettagli, in merito alla tipologia delle attività sottostanti, si rimanda alla sezione 4 - Rischi delle altre imprese della presente Parte E.

Fuori bilancio

(milioni di euro)
Tipologia attività
cartolarizzate/Esposizioni
GARANZIE RILASCIATE LINEE DI CREDITO
Senior Mezzanine Junior Senior Mezzanine Junior
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Duomo ABCP Conduit
transactions (*)
- - - - - - (*) (*) - - - -
Totale - - - - - - - - - - - -

(*) Con riferimento all'operatività posta in essere tramite Duomo Funding Plc e finanziata da ABCP, Intesa Sanpaolo ha concesso linee di liquidità (pari a 6.576 milioni di esposizione netta e circa 3 milioni di riprese di valore) a garanzia di attivi già ricompresi nelle "Altre attività" della Tabella C.2 per cassa.

(milioni di euro)
NOME CARTOLARIZZAZIONE / SEDE LEGALE CONSOLIDAMENTO ATTIVITA' (b) PASSIVITA' (b)
DENOMINAZIONE SOCIETÀ VEICOLO (a) Crediti Titoli
di
debito
Altre Senior Mezzanine Junior
Augusto S.r.l. (d) Milano (e) - - 2 13 - -
Berica ABS 3 S.r.l. (h) Vicenza (e) (f) (f) (f) (f) (f) (f)
Brera Sec S.r.l. (c) Conegliano Veneto
(TV)
(e) 16.319 - 594 13.869 - 2.652
Clara Sec S.r.l. (c) Conegliano Veneto
(TV)
(e) 6.442 - 2.378 6.350 - 824
Diocleziano S.r.l. (d) Milano (e) 1 - 1 48 - -
Giada Sec S.r.l. (c) Conegliano Veneto
(TV)
(e) 21.803 - 3.825 16.860 - 8.425
ISP CB Ipotecario S.r.l. (g) Milano (e) 16.631 - 4.877 18.612
ISP CB Pubblico S.r.l. (g) Milano (e) 1.943 1.212 823 3.897
ISP OBG S.r.l. (g) Milano (e) 54.200 - 6.533 60.537
UBI Finance S.r.l. (g) Milano (e) 8.574 - 777 9.241

C.3. Consolidato prudenziale- Interessenze in società veicolo per la cartolarizzazione

(a) Metodo di consolidamento riferito al c.d. perimetro "prudenziale".

(b) I dati rappresentati sono al lordo di eventuali rapporti infragruppo. Gli ammontari riportati tra le attività e le passività si riferiscono ai valori complessivamente riportati nelle rendicontazioni contabili delle società veicolo.

(c) Veicolo di autocartolarizzazione descritto nel paragrafo 2 delle Informazioni Quantitative della sezione 1.4 Gruppo Bancario - Rischio di Liquidità della presente Nota Integrativa Consolidata.

(d) Gli ammontari riportati tra le attività e le passività si riferiscono agli ultimi dati di bilancio disponibili (31.12.2021).

(e) Veicolo consolidato al Patrimonio Netto.

(f) Per le informazioni di Bilancio relative a questo veicolo si rimanda al prospetto pubblicato nella sezione C.4 della presente Nota Integrativa Consolidata.

(g) Trattasi di veicolo funzionale all'emissione di covered bond effettuata dal Gruppo Intesa Sanpaolo. Per ulteriori informazioni si rimanda alla sezione D della Parte E della presente Nota Integrativa Consolidata.

(h) Veicolo riveniente dall'acquisizione di certe attività e passività delle ex Banche Venete.

Si segnala che, nell'ambito delle operazioni di cartolarizzazione strutturate dal Gruppo Intesa Sanpaolo a valere su proprie attività, sussistono quelle denominate Towers, K-Equity, Savoy, Kerma, Yoda, Maior, Iseo, Sirio, Kerdos, Grogu, Portland, Organa e Teseo, per le quali sono utilizzati special purpose vehicles che rappresentano soggetti terzi e indipendenti rispetto al Gruppo e nei confronti dei quali lo stesso non intrattiene legami partecipativi e che, per tale motivo, non sono rappresentati nella tabella che precede.

C.4 Consolidato prudenziale – Società veicolo per la cartolarizzazione non consolidate

Tra le società veicolo per la cartolarizzazione non consolidate vengono rappresentati sia i veicoli nei quali il Gruppo Intesa Sanpaolo non detiene alcuna partecipazione al capitale che quelli per cui detiene una partecipazione residuale. Per ogni veicolo di questi, utilizzati per operazioni in cui il Gruppo opera come originator, vengono riportate nella tabella sottostante le attività, le passività, nonché i costi e i ricavi.

Berica ABS 3 S.r.l. (*)
A. Attività 197
A.1 Crediti 197
A.2 Titoli -
A.3 Altre attività
B. Impiego diponibilità liquide 13
B.1 Depositi presso Banche
B.2 Ratei e risconti attivi -
B.3 Altri crediti 13
B. Passività 162
B.1 Titoli emessi di categoria A -
B.2 Titoli emessi di categoria B 18
B.3 Titoli emessi di categoria C -
B.4 Titoli emessi di categoria J 115
B.5 Altre passività 29
C. Interessi passivi e altri oneri 17
D. Interessi attivi e altri ricavi 23

(*) Veicolo utilizzato per operazioni di cartolarizzazione che hanno ad oggetto mutui ipotecari residenziali. Le attività cartolarizzate incluse nel veicolo non sono state oggetto di derecognition ai sensi dei principi contabili internazionali.

Tra le entità strutturate non consolidate utilizzate per operazioni di cartolarizzazione, il Gruppo detiene anche interessenze residuali nei veicoli Augusto e Diocleziano consolidate a Patrimonio Netto. Tali veicoli sono entità utilizzate in operazioni di cartolarizzazione di assets, in prevalenza finanziamenti fondiari e di opere pubbliche, di società sottoposta a controllo congiunto ceduta negli esercizi precedenti. La dimensione quantitativa dell'interessenza che il Gruppo detiene in tali veicoli è residuale. Non sono altresì presenti accordi che possano comportare l'obbligo per il Gruppo di fornire supporto finanziario ai veicoli in questione.

Si segnala che il Gruppo Intesa Sanpaolo controlla le società Romulus Funding Corporation e Duomo Funding Plc (inserite solo nel perimetro di consolidamento contabile ai sensi dell'IFRS 10) utilizzate per operazioni in cui il Gruppo Intesa Sanpaolo opera come sponsor e la cui operatività è descritta nella Sezione 4 - Rischi delle altre imprese, della presente Parte E.

C.5. Consolidato prudenziale - Attività di servicer – cartolarizzazioni proprie: incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo per la cartolarizzazione

SERVICER SOCIETA' VEICOLO
ATTIVITÀ
CARTOLARIZZATE
(dato di fine periodo)
(milioni di euro)
INCASSI DI CREDITI
REALIZZATI
NELL'ANNO
(milioni di euro)
QUOTA PERCENTUALE DEI TITOLI RIMBORSATI
(dato di fine periodo)
Senior Mezzanine Junior
Deteriorate Non
deteriorate
Deteriorate Non
deteriorate
Attività
Deterior.
Attività
non
deteriorate
Attività
Deterior.
Attività
non
deteriorate
Attività
Deterior.
Attività
non
deteriorate
Intesa
Sanpaolo
Intesa
Berica ABS 3 S.r.l. 23 174 4 31 0% 100% 0% 81% 0% 0%
Sanpaolo
Intesa
Brera Sec S.r.l. () (*) 61 16.258 7 1.673 0% 29% 0% 0% 0% 0%
Sanpaolo
Intesa
Clara Sec S.r.l. (*) 30 6.412 10 2.159 0% 0% 0% 0% 0% 0%
Sanpaolo
Intesa
Giada Sec S.r.l. () (**) 130 21.673 10 3.806 0% 0% 0% 0% 0% 0%
Sanpaolo Teseo SPV S.r.l. (****) - 3.644 - - 0% 0% 0% 0% 0% 0%
Totale 244 48.161 31 7.669

Nel corso dell'anno 2022 è stata estinta l'operazione Berica ABS 4 S.r.l.

(*) Veicolo utilizzato per operazioni di autocartolarizzazione.

(**) In Brera Sec S.r.l. nel 2022 è stata estinta l'operazione Brera SME.

(***) In Giada Sec S.r.l. nel 2022 è stata strutturata una nuova operazione di autocartolarizzazione denominata Giada Bis, riguardo la quale al 31 dicembre 2022 non si è perfezionato nessun rimborso di titoli.

(****) Veicolo utilizzato per la nuova operazione di cartolarizzazione tradizionale di crediti leasing in bonis denominata Teseo. Si precisa che gli incassi per 129 milioni sono rimasti in capo al veicolo in quanto la prima payment date sarà a marzo 2023.

C.6. Consolidato prudenziale - Società veicolo per la cartolarizzazione consolidate

Nel corso dell'esercizio 2022 non si rilevano operazioni che utilizzano società veicolo per la cartolarizzazione consolidate.

A. Attività finanziarie cedute e non cancellate integralmente

Informazioni di natura qualitativa

Per quanto riguarda la descrizione dell'operatività rappresentata nelle tabelle di seguito riportate, si fa rimando a quanto riportato in calce alle tabelle stesse.

Per quanto attiene in particolare all'operatività in titoli di debito a fronte di pronti contro termine a medio e lungo termine, si rimanda invece a quanto riportato nella presente Nota integrativa - Parte B.

Informazioni di natura quantitativa

Consolidato prudenziale - Attività finanziarie cedute rilevate per intero e passività finanziarie associate: valori di bilancio

(milioni di euro)
Attività finanziarie cedute rilevate per intero Passività finanziarie associate
Valore
di
bilancio
di cui: oggetto di
operazioni di
cartolarizzazione
di cui: oggetto di
contratti di
vendita con patto
di riacquisto
di cui
deteriorate
Valore di
bilancio
di cui: oggetto di
operazioni di
cartolarizzazione
di cui: oggetto
di contratti di
vendita con
patto di
riacquisto
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 599 - 599 X 615 - 615
1. Titoli di debito 391 - 391 X 395 - 395
2. Titoli di capitale 208 - 208 X 220 - 220
3. Finanziamenti - - - X - - -
4. Derivati - - - X - - -
B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente
valutate al fair value
- - - - - - -
1. Titoli di debito - - - - - - -
2. Titoli di capitale - - - X - - -
3. Finanziamenti - - - - - - -
C. Attività finanziarie designate al fair value - - - - - - -
1. Titoli di debito - - - - - - -
2. Finanziamenti - - - - - - -
D. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
7.645 - 7.645 - 7.739 - 7.739
1. Titoli di debito 7.645 - 7.645 - 7.739 - 7.739
2. Titoli di capitale - - - X - - -
3. Finanziamenti - - - - - - -
E. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
5.458 27 5.431 3 5.150 18 5.132
1. Titoli di debito 5.431 - 5.431 - 5.132 - 5.132
2. Finanziamenti 27 27 - 3 18 18 -
TOTALE
31.12.2022
13.702 27 13.675 3 13.504 18 13.486
TOTALE
31.12.2021
14.213 98 14.115 10 12.546 67 12.479

Non figurano nella tabella sopra riportata le operazioni di "covered bond" in cui il Gruppo Intesa Sanpaolo risulta sia cedente sia finanziatore del veicolo emittente i titoli di debito.

L'operatività rappresentata in tabella è riferibile prevalentemente all'utilizzo di titoli in portafoglio per operazioni di pronti contro termine e in misura minore ai crediti verso clientela ceduti nell'ambito delle operazioni di cartolarizzazione K-Equity e Berica.

Consolidato prudenziale – Attività finanziarie cedute rilevate parzialmente e passività finanziarie associate: valori di bilancio

Non sussiste la fattispecie per il Gruppo Intesa Sanpaolo.

Consolidato prudenziale - Operazioni di cessione con passività aventi rivalsa esclusivamente sulle attività cedute e non cancellate integralmente: fair value

(milioni di euro)
Rilevate per
intero
Rilevate
parzialmente
31.12.2022 31.12.2021
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 599 - 599 647
1. Titoli di debito 391 - 391 446
2. Titoli di capitale 208 - 208 201
3. Finanziamenti - - - -
4. Derivati - - - -
B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair
value
- - - -
1. Titoli di debito - - - -
2. Titoli di capitale - - - -
3. Finanziamenti - - - -
C. Attività finanziarie designate al fair value - - - -
1. Titoli di debito - - - -
2. Finanziamenti - - - -
D. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
7.645 - 7.645 8.548
1. Titoli di debito 7.645 - 7.645 8.548
2. Titoli di capitale - - - -
3. Finanziamenti - - - -
E. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (fair
value) 4.812 - 4.812 5.018
1. Titoli di debito 4.785 - 4.785 4.920
2. Finanziamenti 27 - 27 98
Totale attività finanziarie 13.056 - 13.056 14.213
Totale passività finanziarie associate 13.504 - 13.504 12.546
Valore netto
31.12.2022
-448 - -448 X
Valore netto
31.12.2021
1.667 - X 1.667

Non figurano nella tabella sopra riportata le operazioni di "covered bond" in cui il Gruppo Intesa Sanpaolo risulta sia cedente sia finanziatore del veicolo emittente i titoli di debito.

B. Attività finanziarie cedute e cancellate integralmente con rilevazione del continuo coinvolgimento

Al 31 dicembre 2022 la fattispecie non è presente.

C. Attività finanziarie cedute e cancellate integralmente

Informazioni di natura qualitativa

Operazioni di cessione di tipo multioriginator di portafogli creditizi – in particolare di quelli "unlikely to pay" – riconducibili a cessione dei crediti a un fondo comune di investimento con attribuzione delle relative quote agli intermediari cedenti

Al 31 dicembre 2022, il Gruppo Intesa Sanpaolo detiene quote in fondi comuni di investimento acquisite nell'ambito di operazioni di cessione di tipo multioriginator di portafogli creditizi.

In relazione alle disposizioni contenute nella Comunicazione della Banca d'Italia del 23 dicembre 2019, recepite nel 7° aggiornamento della Circolare 262, si riporta di seguito l'informativa inerente: "Le operazioni di cessione di tipo multioriginator di portafogli creditizi – in particolare di quelli "unlikely to pay" – riconducibili a cessione dei crediti a un fondo comune di investimento con attribuzione delle relative quote agli intermediari cedenti"

Fondo Back2Bonis

Nell'ottica di perseguire le attività di de-risking previste dal precedente Piano d'Impresa 2018-2021 e dall'attuale Piano d'Impresa 2022-2025, il Gruppo Intesa Sanpaolo aveva avviato nel corso del terzo trimestre 2020 un processo finalizzato al deconsolidamento di un portafoglio di esposizioni creditizie (comprendente contratti e beni immobili) classificate ad "Unlikely to Pay" con sottostante immobiliare, detenuti dalla Capogruppo, con contestuale conversione degli stessi in quote del fondo mobiliare denominato Back2Bonis.

L'operazione, il cui closing era avvenuto alla fine del 2020, si era concretizzata per la Banca (incluse le operazioni realizzate negli esercizi 2019 e 2020 da UBI Banca, incorporata lo scorso 2021) nella cessione di un portafoglio crediti, rapporti giuridici di breve termine e rapporti giuridici e beni da crediti leasing per un ammontare lordo complessivo di 351 milioni ed esposizione netta pari a 164 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo Back2Bonis per un controvalore di 164 milioni, sostanzialmente allineato al valore netto dei crediti ceduti.

L'operazione si era perfezionata mediante: (i) la cessione dei crediti bancari e dei crediti derivanti da contratti di leasing a un veicolo di cartolarizzazione Ampre S.r.l.; (ii) la cessione dei rapporti giuridici e beni derivanti dai contratti di leasing ad Ampre LeaseCo S.r.l.; (iii) la cessione dei contratti di breve termine revolving e dei relativi rapporti giuridici e crediti di ISP nonché dei contratti di medio-lungo termine con erogazioni residue e dei relativi rapporti giuridici, diversi dai rapporti e beni leasing attraverso la fronting bank messa a disposizione da Banca Finanziaria Internazionale S.p.A., (iv) la sottoscrizione integrale dei titoli emessi dal veicolo di cartolarizzazione da parte del fondo Back2Bonis e (v) l'acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo delle quote del Fondo quale contropartita dei crediti oggetto di cessione.

Nel corso del 2022 si è realizzata la cessione di ulteriori finanziamenti per un ammontare lordo di 1 miliardo ed esposizione netta pari a 216 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo Back2Bonis per un controvalore di 216 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo stesso senza effetti significativi sul conto economico dell'esercizio 2022.

Il fondo Back2Bonis, costituito sotto forma di un fondo comune mobiliare di tipo chiuso le cui quote sono riservate per la sottoscrizione a investitori professionali, è una piattaforma multi-originator per la gestione di crediti di tipo "Real Estate Small & Medium Size" classificati quali UTP e derivanti da finanziamenti e linee di credito concessi a società operanti nell'ambito immobiliare o a fondi immobiliari (ivi inclusi quelli non interamente erogati/utilizzati al momento della cessione).

Con il perfezionamento dell'operazione di apporto dei crediti alla piattaforma, ISP aveva provveduto a deconsolidare i crediti con successiva iscrizione delle quote del Fondo in sostituzione dei suddetti crediti.

La ripartizione per settori di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nei settori:

  • "Imprese produttive" con una percentuale del 79,9%;
  • "Costruttori" con una percentuale del 12,9%;
  • "Affari immobiliari" con una percentuale del 3,5%;
  • "Attività Finanziarie e Assicurative" con una percentuale del 2,6%;

– e in misura residuale, in altri settori di attività (Servizi, Trasporti, Attività Manifatturiere).

Le attività dei debitori ceduti presentano la seguente distribuzione per aree territoriali:

  • 92,2% Nord-Ovest;
  • 3,5% Nord-Est;
  • 3,2% Sud più Isole;
  • 1,1% Centro.

Al 31 dicembre 2022, la Capogruppo detiene una partecipazione del 55,4% (con limitazione dei diritti di voto al 35%) nel fondo Back2Bonis classificata tra le interessenze ad influenza notevole per un valore di bilancio consolidato pari a 387 milioni.

Fondo FI.NAV.

Nell'ottica di perseguire le attività di de-risking previste dal precedente Piano d'Impresa 2018-2021 e dall'attuale Piano d'Impresa 2022-2025, il Gruppo Intesa Sanpaolo aveva avviato nell'ultimo trimestre del 2018 un'operazione di conferimento al Fondo FI.NAV. - fondo comune di investimento mobiliare italiano di tipo chiuso multicomparto - di un portafoglio di crediti ipotecari e chirografari non performing del settore dello shipping.

Il Fondo è riservato a investitori istituzionali, gestito dalla management company Davy Global Fund Management Limited, non facente parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, con sede in Irlanda, e si compone di due comparti autonomi: FI.NAV. Comparto A – Crediti, dedicato ad accogliere i crediti conferiti dal Gruppo Intesa Sanpaolo e Unicredit e FI.NAV. Comparto B – Nuova Finanza, dedicato ad accogliere i capitali di investitori terzi per il rilancio delle navi rimpossessate.

L'operazione, definita nel 2018, si era perfezionata lo scorso 2019 concretizzandosi in una cessione a titolo oneroso di crediti pro-soluto per un ammontare lordo complessivo di 155 milioni ed esposizione netta pari a 102 milioni, pari al prezzo di cessione, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo e, pertanto, senza effetti sul conto economico dell'esercizio 2019.

Nel primo trimestre 2020 si era perfezionata la cessione di un'ulteriore tranche di crediti pro-soluto per un ammontare lordo di 37 milioni e un valore netto di 34 milioni, allineato al prezzo di cessione e, pertanto, senza effetti nel conto economico dell'esercizio 2020.

Ai sensi dell'IFRS 9, l'operazione si era configurata per il Gruppo Intesa Sanpaolo quale derecognition dei crediti ceduti in quanto, a seguito della stessa, la gestione era divenuta di esclusiva competenza del Fondo; il Gruppo Intesa Sanpaolo aveva pertanto proceduto alla derecognition dei relativi crediti dal proprio bilancio e alla contestuale iscrizione al corrispondente fair value delle quote del Fondo attribuite.

Le società del Gruppo coinvolte nell'operazione sono state la Capogruppo Intesa Sanpaolo e alcune delle sue controllate incorporate nel corso del 2019 e del 2020 (Cassa di Risparmio in Bologna e Mediocredito, incorporate entrambe nel 2019, e Banca IMI incorporata nel 2020).

A dicembre 2022 si è perfezionata la cessione di un portafoglio di crediti per un ammontare lordo di 74 milioni ed esposizione netta pari a 36 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del fondo stesso per un controvalore di 36 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del fondo stesso per un controvalore sostanzialmente allineato al valore dell'esposizione ceduta, senza effetti significativi sul conto economico dell'esercizio 2022.

Il settore di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nell'ambito "Trasporti". Le attività finanziarie oggetto di cessione sono presenti in prevalenza nell'area territoriale Sud più Isole.

Al 31 dicembre 2022, la Capogruppo ISP detiene una partecipazione del 50,54% nel Fondo FI.NAV. classificata tra le interessenze ad influenza notevole per un valore di bilancio pari a 155 milioni. La valutazione del Fondo FI.NAV. ha fatto registrare un effetto positivo di 7 milioni. Di questi +13 milioni sono rilevati a conto economico e fanno riferimento alla variazione del NAV e dello sconto applicato, mentre -6 milioni si riferiscono a differenze cambio e sono imputati, come da policy per gli investimenti IAS 28, in apposita riserva di patrimonio netto.

Fondo RSCT – Comparto Crediti

Nell'ambito delle attività di de-risking previste dal precedente Piano d'Impresa 2018-2021 e dall'attuale Piano d'Impresa 2022- 2025, il Gruppo Intesa Sanpaolo aveva individuato l'opportunità di conferire asset (crediti e titoli) a valere su posizioni non performing al fondo chiuso RSCT FUND, in cambio di quote del fondo medesimo. II progetto era stato seguito da Pillarstone che aveva selezionato un portafoglio di imprese industriali e commerciali con l'obiettivo di individuare per ciascuna di esse una strategia di massimizzazione delle potenzialità di recupero dei crediti anche attraverso iniezioni di nuova finanza. L'operazione si era realizzata nel maggio 2020 con il conferimento di un portafoglio di crediti verso 18 società originati dal Gruppo ISP (ISP e Banca IMI, poi incorporata in ISP il 20 luglio 2020), Unicredit, BPER Banca e Crédit Agricole al Fondo d'Investimento Alternativo chiuso di nuova costituzione RSCT Fund, gestito da Davy Investment Fund Services, gestore di fondi alternativi autorizzato dalla Banca Centrale d'Irlanda. RSCT Fund è strutturato in due comparti separati, il comparto A per la gestione dei crediti acquisiti dalle banche cessionarie e il comparto B per la gestione della nuova finanza. La cessione di maggio 2020 aveva riguardato un portafoglio di crediti, notes Sirti e strumenti finanziari partecipativi PS Reti per un ammontare lordo di 339 milioni (ISP e Banca IMI) ad un valore netto di 255 milioni, sostanzialmente allineato al prezzo di cessione. A luglio 2020 si era realizzata un'ulteriore cessione di una posizione creditizia per un ammontare lordo di 6,3 milioni ad un valore di 4,5 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo stesso. A febbraio 2021 si era realizzata la cessione di una posizione creditizia per un ammontare lordo di 21,3 milioni ad un valore di 13,9 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo stesso. A marzo 2021 si era realizzata la cessione di una posizione creditizia, rinveniente dall'incorporazione di UBI Banca, per un ammontare lordo di 3,1 milioni e un'esposizione netta pari a 1,2 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo RSCT per un controvalore di 1,3 milioni, sostanzialmente allineato al valore netto dei crediti ceduti. A giugno 2021 si era realizzata l'ulteriore cessione di una posizione creditizia per un ammontare lordo di 0,4 milioni ad un valore di 0,1 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo stesso. Il settore di attività economica dei debitori ceduti si concentra nell'ambito delle "Imprese produttive di installazione apparecchi elettrici" per una quota del 72%, di "Parchi di divertimento e parchi tematici" per una quota del 18% e del "Commercio al dettaglio di calzature e accessori" per una quota del 10%.

Le attività finanziarie oggetto di cessione sono presenti in prevalenza nell'area territoriale Nord Ovest.

Al 31 dicembre 2022, la Capogruppo ISP detiene una partecipazione del 70,07% nel Fondo RSCT classificata tra le interessenze ad influenza notevole per un valore di bilancio pari a 256 milioni. La valutazione del Fondo RSCT ha fatto registrare un effetto negativo nell'esercizio di 4 milioni.

Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti

Nel 2018 il Gruppo Intesa Sanpaolo (nello specifico Intesa Sanpaolo e le banche successivamente incorporate: Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio di Firenze, Cassa di Risparmio di Friuli Venezia Giulia, Cassa di Risparmio in Bologna e Mediocredito) aveva partecipato al Fondo chiuso italiano IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti, gestito da Dea Capital Alternative Funds S.G.R. S.p.A., dedicato al rilancio delle imprese italiane di medie dimensioni che si trovano in situazioni di tensione finanziaria, ma con fondamentali industriali solidi. L'operazione, perfezionata nel 2018, si era realizzata mediante il conferimento di crediti deteriorati per nominali 59 milioni ed esposizione netta pari al prezzo di cessione 39,2 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione, di pari importo, delle quote del Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti. Nel 2021 la partecipazione della Banca nel Fondo IDEA CCR si è ulteriormente incrementata per effetto dell'incorporazione di UBI Banca che aveva effettuato cessioni di posizioni creditizie nei confronti del Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti, gestito da Dea Capital Alternative Funds SGR, nel corso del 2020, 2019, 2018 e 2017 per un ammontare lordo complessivo di 231 milioni e un'esposizione netta pari a 144 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo IDEA CCR II per un controvalore di 148 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo. La ripartizione per settori di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nei settori:

  • "Attività immobiliari" con una percentuale del 31,6%;
  • "Trasporto e magazzinaggio" con una percentuale del 28%;
  • "Attività Professionali, scientifiche e tecniche" con una percentuale del 10%;
  • "Metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo" con una percentuale del 9,4%;
  • "Fabbricazione di autoveicoli altri mezzi di trasporto" con una percentuale del 5,6%;
  • e in misura residuale, in altri settori di attività (Servizi, Trasporti, Attività Manifatturiere).

Le attività dei debitori ceduti presentano la seguente distribuzione per aree territoriali:

  • 28,8% Nord-Ovest;
  • 11,8% Nord-Est;
  • 31,2% Sud più Isole;
  • 23,8% Centro;
  • 4,4% Estero.

Nel 2022 la partecipazione della Capogruppo Intesa Sanpaolo nel Fondo IDEA CCR è variata per effetto: i) dell'ingresso della quota detenuta da UBI Leasing S.p.A., incorporata a maggio 2022 in ISP, che aveva effettuato cessioni di posizioni creditizie nei confronti del Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti nel 2019 per un ammontare lordo complessivo di 5 milioni e un'esposizione netta pari a 3 milioni con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione, di pari importo, delle quote del Fondo e ii) della cessione di quote A1 detenute da ISP nel Fondo a Banca Nazionale del Lavoro S.p.A., il credito vantato da ISP in relazione alla cessione è stato regolato mediante compensazione tramite l'acquisto di quote di Back2Bonis. Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 19,98% nel Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti classificata tra le "Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value" per un valore di bilancio pari a 46 milioni. La valutazione al fair value del Fondo IDEA CCR II ha fatto registrare un effetto positivo sul conto economico dell'esercizio di 4 milioni.

Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Shipping

Il Comparto Crediti Shipping si riferisce a crediti di tipo non performing, unlikely to pay single names, con un focus settoriale su aziende operanti nel segmento shipping. Il Fondo si compone di tre comparti crediti, nuova finanza e shipping. In seguito all'incorporazione di UBI Banca, ISP partecipa anche al Comparto Shipping con una interessenza nel Fondo IDEA CCR II – Comparto Shipping. Nel 2018, UBI Banca incorporata nel 2021 in Intesa Sanpaolo, aveva ceduto finanziamenti per un ammontare lordo complessivo di 45 milioni ed esposizione netta pari a 31 milioni. Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 20,37% nel Fondo IDEA CCR II – Comparto Shipping classificata tra le "Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value" per un valore di bilancio pari a 11 milioni. La valutazione al fair value del Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Shipping non ha fatto registrare effetti nell'esercizio per il bilancio consolidato.

Clessidra Restructuring Fund

Clessidra Restructuring Fund (Fondo CRF) è un fondo di investimento alternativo mobiliare di tipo chiuso riservato a investitori istituzionali, dedicato all'investimento in crediti classificati come unlikely to pay vantati nei confronti di aziende industriali pre‐individuate. A settembre 2019, UBI Banca incorporata nel 2021 in Intesa Sanpaolo, aveva ceduto finanziamenti relativi a cinque controparti, per un ammontare lordo complessivo di 17 milioni ed esposizione netta pari a 11 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo CRF per un controvalore sostanzialmente allineato al valore netto dei crediti ceduti.

Il settore di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nell'ambito "Fabbricazione porte in legno e Fabbricazione Mobili".

Le attività finanziarie oggetto di cessione sono presenti in prevalenza nell'area territoriale Nord Ovest.

Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 4,34% nel Fondo CRF classificata tra le "Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value" per un valore di bilancio pari a 9 milioni. La valutazione al fair value del Fondo Clessidra Restructuring Fund ha fatto registrare un effetto positivo nell'esercizio di 1 milione.

Fondo UTP Italia – Comparto Crediti

Il Fondo UTP Italia è un fondo comune di investimento mobiliare italiano alternativo (FIA) di tipo chiuso multicomparto deputato alla gestione di crediti classificati ad inadempienze probabile (UTP) e che ha come target esposizioni creditizie verso società di medie e piccole dimensioni e persone fisiche. A novembre 2022 si è perfezionata la cessione da parte della Capogruppo Intesa Sanpaolo di un portafoglio di crediti prevalentemente UTP al Fondo UTP Italia gestito da Sagitta SGr con Intrum Italy S.p.A. come special servicer. Nello specifico l'operazione ha previsto: i) la cessione dei crediti per un ammontare lordo di 42 milioni ed esposizione netta pari a 25 milioni, Finn SPV S.r.l. (SPV 130) senza effetti significativi sul conto economico dell'esercizio 2022; ii) la registrazione del credito per 25 milioni verso il veicolo SPV 130); iii) l'apporto al Fondo UTP Italia del credito verso l'SPV 130 in cambio di quote del fondo stesso a titolo di prezzo; iv) emissione di titoli asset – Backed (ABS) a cura del veicolo e sottoscritti dal Fondo con cancellazione del credito verso l'SPV 130.

La ripartizione per settori di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nei settori:

  • "Imprese Produttive" con una percentuale del 80%;
  • "Società con meno di 20 addetti" con una percentuale del 9,1%;
  • e in misura residuale, in altri settori di attività (Famiglie consumatrici, Altri intermediari finanziari).
  • Le attività dei debitori ceduti presentano la seguente distribuzione per aree territoriali:
  • 35,0% Nord-Ovest;
  • 18,3% Nord-Est;
  • 32,6% Sud più Isole;
  • 14,1% Centro;

Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 27,58% nel Fondo UTP Italia classificata tra le "Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value" per un valore di bilancio pari a 25 milioni.

Efesto

Efesto è un fondo comune di investimento alternativo mobiliare italiano alternativo (FIA) di tipo chiuso. A luglio 2022 si è perfezionata la cessione di finanziamenti per un ammontare lordo di 17 milioni ed esposizione netta pari a 9 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del fondo stesso per un controvalore di 7 milioni, senza effetti significativi sul conto economico dell'esercizio 2022. Il settore di attività economica del debitore ceduto è nell'ambito "Imprese Produttive". L'attività finanziaria oggetto di cessione è presente nell'area territoriale Nord Ovest. Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 2,44% nel Fondo Efesto classificata tra le "Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value" per un valore di bilancio pari a 8 milioni. La valutazione al fair value del Fondo Efesto ha fatto registrare un effetto positivo nell'esercizio di 1 milione.

Consolidato prudenziale - Operazioni di covered bond

Nella presente sezione devono essere rilevate le operazioni di covered bond in cui la banca cedente e la banca finanziatrice coincidono. Intesa Sanpaolo utilizza i covered bond prevalentemente come forma di raccolta cartolare garantita da attivi originati dalla stessa Intesa Sanpaolo o da altra società del Gruppo.

Intesa Sanpaolo ha realizzato tre programmi di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (OBG).

Il primo Programma, avviato nel 2009, ha un ammontare massimo di 20 miliardi (l'ammontare massimo originario era pari a 10 miliardi). Il garante delle OBG è il veicolo ISP CB Pubblico, cessionario di portafogli di crediti e titoli in bonis al settore pubblico, originati dalla ex controllata Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo, ora Intesa Sanpaolo. Nel tempo la Banca ha ceduto al veicolo attività per un valore nominale originario complessivo pari a 14,3 miliardi (al netto di retrocessioni di attivi per 0,5 miliardi), l'ultima delle quali (per un importo di 1 miliardo) effettuata nell'aprile 2013.

Al 31 dicembre 2022 i crediti e i titoli ceduti al veicolo hanno un valore di bilancio di 3,2 miliardi.

A fronte di tali cessioni si sono realizzate, nel tempo, emissioni di OBG per un nominale complessivo di 25,2 miliardi (di cui 18,15 miliardi relativi ad emissioni acquistate interamente dalla Capogruppo e oggetto di estinzione anticipata o giunte a scadenza e 3,5 miliardi oggetto di offerta di scambio agli investitori nel corso del 2012, 2 miliardi dei quali scaduti nel secondo trimestre 2017 e i restanti 1,5 miliardi scaduti a gennaio 2021).

Al 31 dicembre 2021, erano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito dal veicolo ISP CB Pubblico per un nominale complessivo di 3,6 miliardi, interamente sottoscritte dalla Banca.

Nel corso dell'esercizio 2022 la decima serie è stata oggetto di estinzione totale anticipata per un ammontare complessivo nominale di 250 milioni, ed è stata estinta parzialmente la dodicesima serie per 225 milioni.

Pertanto, al 31 dicembre 2022, restano in essere emissioni effettuate, a valere sul programma garantito dal veicolo ISP CB Pubblico per un nominale complessivo di 3,1 miliardi, interamente sottoscritte da Intesa Sanpaolo.

Tutti i titoli emessi a valere sul programma sono quotati alla Borsa del Lussemburgo e hanno rating A2 di Moody's.

Il secondo Programma, avviato nel 2010, dell'ammontare massimo di 25 miliardi (l'ammontare massimo originario era pari a 20 miliardi), vede come garante delle OBG il veicolo ISP CB Ipotecario S.r.l., cessionario di mutui ipotecari residenziali italiani e, inizialmente, obbligazioni Adriano Finance S.r.l., originati da Intesa Sanpaolo.

Nel tempo la Banca ha ceduto al veicolo mutui per un valore nominale originario complessivo pari a 38,4 miliardi (al netto delle retrocessioni).

Nel corso del 2022 sono state perfezionate le seguenti operazioni:

  • nel mese di gennaio sono stati effettuati riacquisti per un controvalore di 116 milioni;
  • nel mese di maggio sono state effettuate cessioni per un controvalore di 2,7 miliardi.
  • Al 31 dicembre 2022 i crediti ceduti al veicolo hanno un valore di bilancio di 16,6 miliardi.

A fronte delle cessioni di tali attivi, Intesa Sanpaolo ha realizzato, nel corso del tempo, emissioni di OBG per un valore nominale complessivo di 34,9 miliardi (di cui oggetto di estinzione anticipata o scaduti per complessivi 20,6 miliardi alla data di dicembre 2022).

Al 31 dicembre 2021 risultavano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito dal veicolo ISP CB Ipotecario per un valore nominale complessivo di 15,5 miliardi, di cui 10,6 miliardi collocate presso investitori terzi e 4,9 miliardi sottoscritte da Intesa Sanpaolo. Di queste ultime una parte era stata successivamente impegnata in operazioni di pronti contro termine passivi per un importo di 343 milioni.

Nel corso del 2022 sono scadute due serie per un ammontare di 2,2 miliardi ed emissione di una serie per un ammontare di 1 miliardo.

Pertanto, al 31 dicembre 2022, restano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito del veicolo ISP CB Ipotecario per un nominale complessivo di 14,3 miliardi, di cui 8,4 miliardi collocate presso investitori terzi e 5,9 miliardi sottoscritte da Intesa Sanpaolo. Di queste ultime una parte è stata successivamente impegnata in operazioni di pronti contro termine passivi per un importo di 343 milioni.

Tutti i titoli emessi a valere sul programma sono quotati alla Borsa del Lussemburgo ed hanno rating Aa3 di Moody's.

Il terzo Programma multi-originator di emissione di OBG, avviato nel 2012, vede come garante dei titoli il veicolo ISP OBG S.r.l. Tale programma è assistito da mutui ipotecari per un ammontare massimo di 55 miliardi (l'ammontare massimo originario era pari a 30 miliardi) ed è finalizzato a realizzare emissioni retained.

Il portafoglio posto a garanzia delle emissioni di OBG è composto da mutui ipotecari originati da Intesa Sanpaolo, Banco di Napoli, Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio in Bologna e Banca CR Firenze (fuse per incorporazione in Intesa Sanpaolo tra luglio 2018 e febbraio 2019).

Nel tempo il Gruppo Intesa Sanpaolo ha ceduto al veicolo mutui ipotecari per un valore nominale originario complessivo di 94,4 miliardi (al netto delle esclusioni).

Nel corso del 2022 Intesa Sanpaolo ha ceduto al veicolo mutui ipotecari per un valore nominale originario complessivo di 12 miliardi (al netto delle esclusioni).

Sono state perfezionate le seguenti cessioni:

– nel mese di giugno per un controvalore di 6,2 miliardi;

– nel mese di novembre per un controvalore di 6 miliardi.

Inoltre, nel corso del 2022 sono stati riacquistati crediti:

– nel mese di gennaio per un controvalore di 281 milioni.

Al 31 dicembre 2022 i crediti ceduti da Intesa Sanpaolo al veicolo hanno un valore di bilancio di 54,2 miliardi.

A fronte della cessione di tali attivi, la Banca ha realizzato, nel corso del tempo, emissioni di OBG per un valore nominale complessivo di circa 86,3 miliardi (di cui 40,2 miliardi estinte anticipatamente e rimborsate). Tutti i titoli emessi a valere sul programma sono quotati alla Borsa del Lussemburgo ed hanno rating A di DBRS Morningstar.

Al 31 dicembre 2021 risultavano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito dal veicolo ISP OBG per un nominale complessivo di 45,9 miliardi, interamente sottoscritte da Intesa Sanpaolo.

Nel corso del 2022 è stata emessa la quarantasettesima serie per 10 milioni.

Pertanto, al 31 dicembre 2022, risultano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito dal veicolo ISP OBG per un nominale complessivo di 45,9 miliardi, interamente sottoscritte da Intesa Sanpaolo.

Il quarto programma fu avviato dall'ex Gruppo UBI Banca nel corso dell'esercizio 2008.

Nell'ex UBI Banca, incorporata in Intesa Sanpaolo S.p.A. nel corso del 2021, erano presenti due Programmi di Obbligazioni Bancarie Garantite facenti capo a due Società Veicolo rispettivamente denominate UBI Finance S.r.l. e UBI Finance CB2 S.r.l., quest'ultimo chiuso nel corso del mese di gennaio 2021.

Tale programma prevede ad oggi la possibilità da parte di Intesa Sanpaolo di emettere titoli, rivolti ad investitori istituzionali, per un ammontare massimo di 15 miliardi. Il Programma include mutui ipotecari residenziali ceduti dalle Banche Rete dell'ex Gruppo UBI; queste ultime avevano aderito al Programma in qualità sia di Banche Originator che di Banche Finanziatrici.

Al 31 dicembre 2021 risultavano in essere emissioni sul programma garantito dal veicolo UBI Finance per un valore nominale complessivo di 9,1 miliardi, di cui 7,5 miliardi collocate presso investitori terzi e 1,6 miliardi retained.

Nel corso del 2022 sono scadute quattro serie per un importo complessivo di 1,4 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 risultano in essere emissioni sul programma garantito dal veicolo UBI Finance per un valore nominale complessivo di 7,7 miliardi, di cui 7,5 miliardi collocate presso investitori terzi e 0,2 miliardi retained.

Al 31 dicembre il rating attribuito ai titoli del programma era pari a Aa3 per Moody's ed AA per DBRS Morningstar.

Nel corso dell'esercizio 2022 Intesa Sanpaolo ha ceduto al veicolo mutui ipotecari per un valore nominale originario complessivo di 751 milioni.

Sono state perfezionate le seguenti operazioni:

– nel mese di giugno è stata effettuata una cessione per un controvalore di 823 milioni;

– nel mese di febbraio sono stati effettuati riacquisti per un controvalore di 72 milioni.

Al 31 dicembre 2022 i crediti ceduti al veicolo hanno un valore di bilancio di 8,6 miliardi.

Nella tabella che segue vengono evidenziati i principali dati relativi a ISP CB Pubblico, ISP CB Ipotecario, ISP OBG e UBI Finance riferiti al 31 dicembre 2022.

COVERED BOND DATI VEICOLO FINANZIAMENTO
SUBORDINATO(1)
(milioni di euro)
OBG EMESSE
Totale
attivo
Svalutazioni
cumulate sul
portafoglio
cartolarizzato
importo Importo
nominale
(2)
Valore di
bilancio
(2)
ISP CB PUBBLICO Crediti e titoli del settore
pubblico in bonis
3.978 21 3.897 - -
ISP CB IPOTECARIO Mutui ipotecari residenziali 21.508 33 18.612 8.702 8.328
ISP OBG Mutui ipotecari 60.733 192 60.537 - -
UBI FINANCE Mutui ipotecari residenziali 9.351 65 9.241 7.497 7.108

(1) Nella voce è stato indicato il prestito subordinato concesso ai veicoli per finanziare l'acquisto del portafoglio posto a garanzia delle OBG. Tale prestito è oggetto di derecognition nel bilancio IAS compliant individuale. L'ammontare del finanziamento si riferisce all'emissione già realizzata nell'ambito di un programma di ammontare massimo superiore.

(2) L'importo nominale ed il valore di bilancio riportati in tabella sono da considerarsi al netto dei titoli riacquistati.

A questa tipologia di Obbligazioni Bancarie Garantite, previste dalla normativa italiana (L. 80/2005), si aggiungono i c.d. "mortgage bonds" emessi dalla partecipata slovacca VUB. Si tratta di titoli il cui valore nominale e il cui rendimento è garantito dai c.d. "mortgage loans", finanziamenti a persone fisiche con scadenza residua a trent'anni garantiti da un pegno su immobili situati nella Repubblica Slovacca e con un "Loan to Value" massimo dell'80%.

Ogni emissione è caratterizzata da una specifica copertura e l'intero valore nominale dell'emissione, inclusi gli interessi, deve essere garantito da mutui ipotecari su immobili locali per un ammontare pari almeno al 90% del loro valore nominale ed eventualmente per il restante 10% da liquidità o depositi presso la Banca Centrale slovacca, la Banca Centrale Europea, altre Banche Centrali europee o presso banche che rispettano i criteri dell'Art 129(1)(c) del Regolamento UE 575/2013.

Al fine di coprire i flussi di cassa netti negativi attesi a 180 giorni derivanti dai Covered Bonds, l'emittente deve mantenere attività liquide di elevata qualità in base agli Artt. 10 e 11 del Regolamento UE 61/2015.

Al 31 dicembre 2022 la controllata VUB ha emesso titoli di questo tipo per 4 miliardi, iscritti in bilancio a un valore pari a circa 3,8 miliardi.

E. CONSOLIDATO PRUDENZIALE - MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO

Al 31 dicembre 2022, la perdita attesa gestionale sui crediti verso la clientela in bonis (che tiene conto delle forme tecniche di cassa e di firma) risultava pari allo 0,40%, sostanzialmente in linea rispetto al livello dell'esercizio 2021 (0,39%); l'incidenza stabile è frutto di una compensazione tra la maggiore rischiosità riveniente dalle controparti interessate dal conflitto russoucraino, e le attività di derisking e di miglioramento nella qualità del credito registrata nella seconda metà dell'anno.

Il capitale economico al 31 dicembre 2022 era pari al 2,00% dell'utilizzato e presentava una riduzione, considerando la sola clientela in bonis, rispetto al dato rilevato nel 2021 (-0,44%). Tale variazione è imputabile al sopracitato miglioramento nella qualità del portafoglio, nonché all'inclusione nei calcoli analitici del capitale economico delle banche estere più significative.

Per le società che rientrano nel piano di roll-out, i modelli interni regolamentari di rating, di LGD e di EAD sono sottoposti ad un processo di controllo di secondo livello da parte della funzione di Convalida, come descritto nel paragrafo 2.3 della presente Sezione, e ad un controllo di terzo livello da parte della funzione di Revisione Interna. Le funzioni di controllo producono per il Supervisor le relazioni annuali di conformità dei modelli alla normativa di Vigilanza, nell'ambito delle quali si verifica lo scostamento tra le stime effettuate ex ante e i valori realizzati ex post. Tali relazioni, approvate dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, attestano il permanere dei requisiti di conformità.

1.2. RISCHI DI MERCATO

Come già in parte evidenziato nella Premessa, nel Gruppo Intesa Sanpaolo le politiche relative all'assunzione dei rischi finanziari sono definite dagli Organi Amministrativi della Capogruppo, i quali si avvalgono del supporto di specifici Comitati, tra i quali si segnalano il Comitato di Direzione, presieduto dal Consigliere Delegato e CEO e composto da dirigenti responsabili delle principali funzioni aziendali, e il Comitato Rischi Finanziari di Gruppo.

Al Comitato di Direzione, organismo di Gruppo con ruolo deliberativo, informativo e consultivo, sono attribuite, tra le altre, le funzioni di coadiuvare il Consigliere Delegato e CEO nello svolgimento delle funzioni che gli competono, rafforzare il coordinamento e i meccanismi di cooperazione tra le diverse aree di business, di governo e di controllo del Gruppo, nell'ottica di condividere le principali scelte aziendali, e di contribuire ad assicurare il coordinamento e la gestione integrata dei rischi e la salvaguardia del valore aziendale a livello di Gruppo, ivi compreso il buon funzionamento del sistema dei controlli interni.

Al Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, presieduto dal Chief Risk Officer e dal Chief Financial Officer, compete la responsabilità di definire le linee guida metodologiche e di misurazione dei rischi finanziari, l'articolazione dei limiti operativi e la verifica del profilo di rischio del Gruppo e delle sue principali unità operative. Il Comitato delinea, inoltre, le scelte strategiche relative alla gestione del banking book da sottoporre agli Organi competenti e fissa gli indirizzi in tema di rischio di liquidità, tasso e cambio. Questo organismo opera in forza delle deleghe operative e funzionali assegnate dagli Organi Statutari e sulla base dell'azione di coordinamento del Comitato di Direzione.

Il profilo di rischio finanziario complessivo del Gruppo e gli opportuni interventi volti a modificarlo sono esaminati periodicamente dal Comitato Rischi Finanziari di Gruppo.

La Direzione Centrale Market and Financial Risk Management della Capogruppo è responsabile dello sviluppo delle metodologie di misurazione e del monitoraggio dei rischi aziendali nonché delle proposte riguardanti il sistema dei limiti operativi del Gruppo. La stessa è inoltre responsabile, in regime di outsourcing, della misurazione dei rischi in essere per quelle realtà operative con le quali sia stato stipulato uno specifico contratto di servizio.

La tabella che segue evidenzia le voci dello Stato patrimoniale consolidato che sono soggette a rischi di mercato, mostrando le posizioni per le quali la principale metrica di misurazione del rischio è rappresentata dal VaR gestionale (il VaR gestionale viene calcolato su un perimetro più ampio di quello oggetto di Modello Interno sui rischi di mercato. Per maggiore trattazione si rimanda al paragrafo successivo) e quelle per le quali i rischi vengono monitorati con altre metriche. Queste ultime sono rappresentate principalmente dall'analisi di sensitività ai differenti fattori di rischio (tasso di interesse, credit spread, ecc.).

(milioni di euro)
Attività/passività finanziarie VALORE DI
BILANCIO
(a perimetro
di vigilanza)
PRINCIPALI METRICHE DI MISURAZIONE DEL RISCHIO
Var
gestionale
Altre Fattori di rischio misurati
con le metriche
ricomprese
nella colonna Altre
Attività soggette al rischio di mercato 645.478 93.608 551.870
Attività finanziarie detenute per la negoziazione 42.614 42.260 354 Rischio tasso, rischi di credito, equity
Attività finanziarie designate al fair value 1 1 - -
Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate
al fair value
5.706 176 5.530 Rischio tasso, rischi di credito, equity
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto
sulla redditività complessiva (ifrs 7 par. 8 lett. h))
49.716 48.342 1.374 Rischio tasso, rischi di credito, equity
Crediti verso banche 32.887 - 32.887 Rischio tasso
Crediti verso clientela 495.952 - 495.952 Rischio tasso
Derivati di copertura 10.062 2.829 7.233 Rischio tasso
Partecipazioni 8.540 - 8.540 Equity
Passività soggette al rischio di mercato 731.920 55.340 676.580
Debiti verso banche 137.217 - 137.217 Rischio tasso
Debiti verso clientela 456.640 - 456.640 Rischio tasso
Titoli in circolazione 77.389 - 77.389 Rischio tasso
Passivita' finanziarie di negoziazione 46.533 46.462 71 Rischio tasso
Passivita' finanziarie designate al fair value (ifrs 7
par. 8 lett. e))
8.795 8.795 - -
Derivati di copertura 5.346 83 5.263 Rischio tasso

PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE DI VIGILANZA

1.2.1. RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO

Informazioni di natura qualitativa

Aspetti Generali

I requisiti normativi del portafoglio di negoziazione sono definiti all'interno del Regolamento UE n° 575/2013 (CRR - Parte Tre, Titolo I, Capo 3 rispettivamente agli articoli 102, 103, 104). Difatti il combinato disposto di tali articoli delinea l'insieme dei requisiti minimi necessari all'identificazione delle strategie di trading, alla misurazione e al controllo dei rischi ad esse connessi.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, al fine di recepire quanto dettato dalla normativa di riferimento, si è dotato di una policy interna che individua il trading book sulla base:

  • − della valutazione al Fair Value Through Profit and Loss degli strumenti detenuti per la negoziazione:
  • − delle strategie definite;
  • − dei risk taking centre identificati;
  • − del monitoraggio, della limitazione e della gestione dei rischi definiti in coerenza con quanto previsto dalla normativa interna in termini di market risk.

In particolare, gli asset classificati nel trading book regolamentare coincidono – salvo specifiche eccezioni – con le attività finanziarie detenute per la negoziazione (Circolare n. 262 della Banca d'Italia). Tale associazione deriva dall'insieme delle strategie, dei poteri, dei limiti e dei controlli che alimentano e garantiscono la contiguità e la coerenza tra i portafogli contabili e prudenziali.

Nell'ambito dei rischi connessi all'attività di trading, ovvero i rischi di mercato che derivano dall'effetto che le variazioni nelle variabili di mercato possano generare sulle diverse poste patrimoniali del Gruppo, quest'ultimi sono quantificati gestionalmente attraverso analisi giornaliere e di periodo con l'obiettivo di determinare la vulnerabilità del portafoglio di negoziazione del Gruppo Intesa Sanpaolo. Di seguito è disponibile l'elenco dei principali risk factors a cui il portafoglio di negoziazione del Gruppo è esposto:

  • − tassi di interesse;
  • − titoli azionari e indici;
  • − fondi di investimento;
  • − tassi di cambio;
  • − volatilità implicite;
  • − spread dei credit default swap (CDS);
  • − spread delle emissioni obbligazionarie;
  • − strumenti di correlazione;
  • − dividend derivatives;
  • − asset backed securities (ABS);
  • − merci.

Per taluni dei fattori di rischio sopra citati e inclusi nelle rilevazioni di VaR (Value at Risk) gestionale, l'Autorità di Vigilanza ha validato i modelli interni per la segnalazione degli assorbimenti patrimoniali di Intesa Sanpaolo. In particolare, nell 'ambito dei rischi di mercato, i profili di rischio validati sono: (i) generico/specifico su titoli di debito e su titoli di capitale; (i i) rischio di posizione su quote di OICR con liquidità giornaliera; (iii) rischio di posizione in merci.

Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio

L'allocazione di capitale per l'operatività di trading è fissata dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, mediante l'attribuzione di limiti operativi in termini di VaR alle varie unità del Gruppo.

La struttura dei limiti riflette il livello di rischiosità ritenuto accettabile con riferimento alle singole aree di business in coerenza con gli orientamenti gestionali e strategici definiti dai vertici aziendali. L'attribuzione e il controllo dei limiti ai vari livelli gerarchici comporta l'assegnazione di poteri delegati ai differenti responsabili delle aree di business, volti al raggiungimento del migliore trade-off tra un ambiente di rischio controllato e le esigenze di flessibilità operativa. Il concreto funzionamento del sistema dei limiti e dei poteri delegati si fonda sui seguenti concetti: base di gerarchia e interazione.

L'applicazione di tali principi ha condotto alla definizione di una struttura di limiti nella quale assume particolare rilevanza la distinzione tra limiti di primo livello e limiti di secondo livello:

  • limiti di primo livello (VaR): il limite complessivo di Gruppo nonché quelli della Divisione IMI C&IB e della Direzione Tesoreria e Finanza di Gruppo sono inclusi nel Risk Appetite Framework (RAF) di Gruppo. Contestualmente sono definiti dal Consiglio di Amministrazione di Capogruppo anche limiti operativi in termini di VaR per altre società del Gruppo che detengono portafogli di negoziazione minori la cui rischiosità è marginale. Tali limiti vengono, successivamente alla loro approvazione, declinati sui desk delle singole legal entity, sentite anche le proposte delle Business Unit. L'andamento dell'assorbimento di tali limiti e la relativa analisi di congruità sono oggetto di periodica analisi da parte del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo e del Consiglio di Amministrazione nell'ambito del Tableau de Bord dei rischi di Gruppo;
  • limiti di secondo livello (sensitivity e greche): hanno l'obiettivo di controllare l'operatività dei differenti desk sulla base di misure differenziate in funzione della specificità degli strumenti trattati e delle strategie operative, quali le sensitivity, le greche e le esposizioni equivalenti;
  • altri limiti rilevanti: hanno l'obiettivo di presidiare particolare operatività (a titolo di esempio: limiti di massima esposizione negativa della riserva di valutazione, limiti di plafond per operatività a rischio emittente).

Taluni dei suddetti limiti possono essere attratti dalla disciplina RAF. Si rimanda altresì al paragrafo «Il sistema di controllo interno» per una più dettagliata rappresentazione del framework dei rischi.

Si rileva che la Capogruppo rappresenta la quota prevalente dei rischi di mercato del Gruppo mentre alcune altre società controllate del Gruppo detengono portafogli di negoziazione minori la cui rischiosità è marginale (inferiore all'1% circa dei rischi gestionali complessivi del Gruppo): in particolare, i fattori di rischio dei portafogli di negoziazione delle partecipate estere sono titoli governativi locali, posizioni su tassi di interesse e tassi di cambio riferiti a pay-off di natura lineare.

Di seguito viene data una maggiore rappresentazione delle metriche market risk oggetto di monitoraggio nella struttura dei limiti:

VaR gestionale

Definizione: il Value at Risk è una stima monetaria del rischio basata su tecniche statistiche in grado di sintetizzare la massima perdita probabile, con un certo livello di confidenza, che una posizione finanziaria o un portafoglio possono subire in un determinato periodo di tempo (c.d. Holding Period) a fronte di variazioni dei fattori di rischio sottostanti i modelli di valutazione causate da dinamiche di mercato.

Metodo: i modelli matematici e statistici che permettono di calcolare il VaR possono essere suddivisi in due macro-categorie: approcci parametrici (varianza/covarianza) e approcci che si basano su tecniche di simulazione, quale il sistema in uso presso Intesa Sanpaolo.

L'approccio utilizzato in Intesa Sanpaolo si caratterizza per:

  • − modello di simulazione storica tramite piattaforma Mark to Future;
  • − intervallo di confidenza pari al 99° percentile;
  • − periodo di smobilizzo considerato pari a 1 giorno;
  • − full revaluation delle posizioni in essere.

Gli scenari di simulazione storica sono calcolati internamente su serie storiche dei fattori di rischio di 1 anno (250 rilevazioni). Ai fini gestionali a ciascuno scenario viene assegnata una probabilità di realizzo non uguale ma che decresce esponenzialmente in funzione del tempo, al fine di privilegiare il contenuto informativo dei dati più recenti. Ai fini regolamentari, per il calcolo del requisito di capitale, gli scenari sono equipesati.

Si rileva che nel primo trimestre 2022, il Consiglio di Amministrazione, in occasione dell'ordinario aggiornamento annuale del framework gestionale dei rischi di mercato (nell'ambito del Risk Appetite Framework di Gruppo 2022), ha confermato la definizione di un limite specifico riferito alle attività di trading, all'interno di un limite complessivamente riferito alle attività di trading e al business model Hold To Collect and Sell (HTCS).

Sensitivity e greche

Definizione: la sensitivity misura il rischio riconducibile alla variazione del valore teorico di una posizione finanziaria al mutare di una quantità definita dei fattori di rischio ad essa connessi. Sintetizza quindi:

  • − l'ampiezza e la direzione della variazione sotto forma di moltiplicatori o di variazioni monetarie del valore teorico;
  • − senza assunzioni esplicite sull'orizzonte temporale;
  • − senza assunzioni esplicite di correlazione tra i fattori di rischio.

Metodo: l'indicatore di sensitivity può essere costruito impiegando le seguenti tecniche:

  • − calcolo delle derivate prime e seconde delle formule di valutazione;
  • − calcolo della differenza tra il valore iniziale e quello ottenuto applicando shock unidirezionali e indipendenti ai fattori di rischio (delta, gamma, vega, CR01, PV01).

Le misure di sensitività consentono di rendere più accurata la profilatura dei rischi, soprattutto in presenza di componenti opzionali. Esse misurano il rischio riconducibile alla variazione del valore di una posizione finanziaria al mutare di una quantità predefinita dei parametri di valutazione quali, ad esempio, ipotesi di rialzo dei tassi di interesse di un punto base.

Misure di livello

Definizione: Le misure di livello, utilizzate anche sotto forma di ratio, sono indicatori a supporto delle metriche di rischio sintetiche che si fondano sull'assunzione che esista una relazione diretta tra l'entità di una posizione finanziaria e il profilo di rischio. In particolare, le misure di livello permettono di monitorare la natura delle esposizioni verso determinati emittenti o gruppi economici.

I principali indicatori rappresentativi di misure di livello sono la posizione nominale (o equivalente) e le metriche di durata media; fanno parte di indicatori di livello anche le misure di Massima Esposizione Negativa della Riserva di Valutazione caratterizzanti il business Model HTCS.

Metodo: la determinazione della posizione nominale (o equivalente) avviene attraverso l'individuazione:

  • − del valore nozionale;
  • − del valore di mercato;
  • − della conversione della posizione di uno o più strumenti a quella di uno considerato benchmark (c.d. posizione equivalente);
  • − della FX Exposure.

Nella determinazione della posizione equivalente il rischio è definito dal valore delle differenti attività, convertite in una posizione aggregata che sia "equivalente" in termini di sensibilità alla variazione dei fattori di rischio indagati.

In Intesa Sanpaolo l'approccio è caratterizzato da un esteso ricorso a plafond in termini di MtM, in quanto rappresentativi del valore degli asset iscritti a bilancio.

Stress test

Definizione: le prove di stress sono effettuate periodicamente al fine di evidenziare e monitorare la potenziale vulnerabilità dei portafogli di trading al verificarsi di eventi estremi oltre che rari, non pienamente colti dai modelli di VaR.

Metodo: Gli stress test in ambito gestionale vengono applicati periodicamente alle esposizioni a rischio di mercato,

tipicamente adottando:

  • − analisi di sensitivity, che misura l'impatto potenziale sulle principali metriche di rischio determinato dalla variazione di un unico fattore di rischio o di semplici fattori multirischio;
  • − analisi di scenario, che misura l'impatto potenziale sulle principali metriche di rischio di un certo scenario che considera più fattori di rischio.

Nell'ambito dello Stress Testing Programme di Gruppo sono previsti i seguenti esercizi di stress:

  • − esercizio multirischio, basato sull'analisi di scenario, consente di valutare in ottica forward-looking gli impatti simultanei sul Gruppo di molteplici fattori di rischio, tenendo conto anche delle interrelazioni fra gli stessi ed eventualmente della capacità di reazione del Top Management;
  • − esercizio multirischio regolamentare, disposto e coordinato dal supervisor/regulator che ne definisce le ipotesi generali e gli scenari, richiede la full revaluation degli impatti, con la conseguente necessità di contribuzioni da parte delle strutture specialistiche delle Aree di Governo Chief Risk Officer e Chief Financial Officer;
  • − esercizio situazionale, disposto dal Top Management o dal supervisor/regulator al fine di valutare in ottica forwardlooking l'impatto di eventi particolari (relativi al contesto geo-politico, finanziario, economico, competitivo, ecc.);
  • − esercizio monorischio o specifico, finalizzato a valutare l'impatto prodotto da scenari (o da uno o più specifici fattori) su aree di rischio specifiche.

Stressed VaR

Definizione: la metrica di Stressed VaR è basata sulle medesime tecniche di misurazione del VaR. Rispetto a queste ultime, viene calcolata applicando condizioni di stress di mercato registrate in un periodo storico ininterrotto di 12 mesi.

  • Metodo: L'individuazione di tale periodo è stata effettuata considerando le linee guida seguenti: − il periodo deve costituire uno scenario di stress per il portafoglio;
  • − il periodo deve incidere significativamente sui principali fattori di rischio del portafoglio di Intesa Sanpaolo;

− il periodo deve permettere di utilizzare, per tutti i fattori di rischio in portafoglio, serie storiche reali.

Coerentemente con l'approccio di simulazione storica utilizzato per il calcolo del VaR, quest'ultimo punto è una condizione discriminante nella selezione dell'orizzonte temporale. Infatti, al fine di garantire l'effettiva consistenza dello scenario adottato ed evitare l'utilizzo di fattori driver o comparable, il periodo storico deve garantire l'effettiva disponibilità dei dati di mercato.

Alla data di redazione del Bilancio 2022, il periodo utile per la rilevazione dello Stressed VaR per Intesa Sanpaolo è tra il 3 ottobre 2011 ed il 20 settembre 2012.

Ai fini gestionali la metrica di Stressed VaR viene calcolata sull'intero perimetro dei portafogli valutati al Fair Value del Gruppo (Trading e FVOCI nell'ambito del perimetro bancario) e la frequenza minima di revisione del periodo stressato è almeno annuale, contestualmente all'ordinario aggiornamento annuale del framework gestionale dei rischi di mercato (Risk Appetite Framework).

Incremental Risk Charge (IRC)

Definizione: l'Incremental Risk Charge (IRC) è la massima perdita potenziale del portafoglio di credit trading dovuta a un upgrade/downgrade e fallimento degli emittenti, riferita a un orizzonte temporale annuale, con intervallo di confidenza pari al 99,9%. Tale misura, aggiuntiva rispetto al VaR, è applicata all'intero portafoglio di negoziazione di Intesa Sanpaolo (come per le altre metriche regolamentari non è prevista l'applicazione a livello di sottoportafoglio).

L'IRC consente la corretta rappresentazione del rischio specifico su titoli di debito e derivati di credito poiché coglie, oltre al rischio idiosincratico, anche i rischi di evento e di default.

La misura si applica a tutti i prodotti finanziari sensibili agli spread creditizi inclusi nel portafoglio di trading ad eccezione delle cartolarizzazioni.

Metodo: La simulazione è basata su un Modified Merton Model. Le probabilità di transizione e default sono quelle osservate tramite le matrici storiche delle principali agenzie di rating, con l'applicazione di un valore minimo di probabilità di default maggiore di zero. L'asset correlation viene inferita a partire dall'equity correlation degli emittenti. Il modello è basato sull'ipotesi di constant position con un holding period di un anno.

Un programma regolare di stress viene applicato ai principali parametri del modello (correlazione, matrici di transizione e default e spread creditizi).

Informazioni di natura quantitativa

Evoluzione del VaR gestionale giornaliero

Si riporta di seguito una rappresentazione del VaR gestionale giornaliero del solo portafoglio di trading, fornendo inoltre evidenza dell'esposizione complessiva dei principali risk taking center.

VaR gestionale giornaliero di trading

(milioni di euro)
4° trimestre
medio
4° trimestre
minimo
4° trimestre
massimo
3° trimestre
medio
2° trimestre
medio
1° trimestre
medio
Totale GroupTrading Book (a) 26,6 21,5 31,0 26,0 22,8 21,4
di cui: Direzione Tesoreria e Finanza di
Gruppo
6,6 4,9 9,4 7,2 6,1 3,8
di cui: Divisione IMI C&IB 24,7 18,7 31,0 26,0 21,2 17,5

La tabella riporta su ogni riga la variabilità storica del VaR gestionale giornaliero calcolato sulla serie storica trimestrale rispettivamente del Gruppo Intesa Sanpaolo (inclusivo delle altre controllate), della Direzione Tesoreria e Finanza di Gruppo e della Divisione IMI C&IB; la stima del valore minimo e del valore massimo sul perimetro complessivo non corrisponde alla somma dei valori individuali di colonna poiché è ricalcolata sulla serie storica aggregata.

(a) Il dato Group Trading Book include il VaR gestionale della Direzione Tesoreria e Finanza di Gruppo, della Divisione IMI C&IB (perimetro Trading Book) e delle altre controllate.

Nel corso del quarto trimestre 2022, come evidenziato dalla tabella precedente, rispetto alle medie del terzo trimestre 2022, si rileva una sostanziale stabilità dei rischi gestionali di trading (26,6 milioni nel quarto trimestre 2022 e 26 milioni nel terzo trimestre 2022).

Con riferimento invece all'andamento complessivo nel corso del 2022, rispetto al medesimo periodo del 2021, si rileva una lieve riduzione del VaR gestionale di trading anche per effetto dei valori delle volatilità di mercato inferiori rispetto agl i shock eccezionali di mercato connessi alla diffusione pandemica da COVID-19. In particolare si rileva una riduzione da 26,7 milioni nel corso del 2021 a 24,1 milioni del 2022.

VaR gestionale giornaliero di trading - Confronto 2022 – 2021

(milioni di euro)
2022 2021
medio minimo massimo ultimo
giorno
medio minimo massimo
Totale GroupTrading Book (a) 24,1 15,4 32,5 22,4 26,7 16,9 57,8
di cui: Direzione Tesoreria e Finanza di
Gruppo
5,9 2,4 9,4 6,4 2,8 2,3 5,6
di cui: Divisione IMI C&IB 22,3 13,9 34,1 18,7 25,7 16,0 51,9

La tabella riporta su ogni riga la variabilità storica del VaR gestionale giornaliero calcolato sulla serie storica annua rispettivamente del Gruppo Intesa Sanpaolo (inclusivo delle altre controllate), della Direzione Tesoreria e Finanza di Gruppo e della Divisione IMI C&IB; la stima del valore minimo e del valore massimo sul perimetro complessivo non corrisponde alla somma dei valori individuali di colonna poiché è ricalcolata sulla serie storica aggregata.

(a) Il dato Group Trading Book include il VaR gestionale della Direzione Tesoreria e Finanza di Gruppo, della Divisione IMI C&IB (perimetro Trading Book) e delle altre controllate.

La dinamica del VaR di Trading nel corso del quarto trimestre 2022 è stata invece principalmente caratterizzata dall'operatività condotta dalla Divisione IMI C&IB. In particolare, come evidenziato dal grafico sottostante, si rileva una graduale riduzione attribuibile ad operatività su governativi sviluppati ed indici di credito. Di seguito il grafico andamentale:

Analizzando l'andamento della composizione del profilo di rischio del Gruppo per il portafoglio di Trading, nel quarto trimestre 2022 si osserva la tendenziale prevalenza del rischio credit spread e tasso di interesse, rispettivamente pari al 34% e al 29% del VaR gestionale complessivo di Gruppo. Con riferimento invece ai singoli "risk taking center", si osserva la prevalenza del rischio cambio e tasso di interesse per la Direzione Finanza e Tesoreria di Gruppo (rispettivamente pari al 46% e 44%) e del fattore di rischio credit spread e tasso di interesse per la Divisione IMI C&IB (rispettivamente pari al 40% e 29%).

Contributo dei fattori di rischio al VaR gestionale complessivo

4° trimestre 2022 Azioni Tassi Credit
spread
Cambi Altri
parametri
Merci
Direzione Tesoreria e Finanza
di Gruppo
4% 44% 6% 46% 0% 0%
Divisione IMI C&IB 13% 29% 40% 5% 8% 5%
Totale 11% 29% 34% 15% 7% 4%

(a) La tabella riporta su ogni riga il contributo dei fattori di rischio fatto 100% il capitale a rischio complessivo, distinguendo tra la Direzione Tesoreria e Finanza di Gruppo e la Divisione IMI C&IB, nonché fornendo la distribuzione sul perimetro complessivo di Gruppo, calcolato come media delle stime giornaliere del quarto trimestre 2022.

Il controllo dei rischi relativamente all'attività del Gruppo Intesa Sanpaolo si avvale anche di analisi di scenario e prove di stress. A fine Dicembre, gli impatti di selezionati scenari relativi all'evoluzione di prezzi azionari, tassi di interesse, spread creditizi, tassi di cambio e prezzi delle materie prime sono così sintetizzati nella tabella che segue:

TASSI
EQUITY
D'INTERESSE
CREDIT SPREAD CAMBI (milioni di euro)
MATERIE PRIME
Crash Bullish +40bps lower
rate
-25bps +25bps -5% +5% Crash Bullish
Totale Trading Book 55 15 17 10 -16 19 22 -13 -17 6

In particolare:

  • per le posizioni sui mercati azionari non si verificherebbero potenziali perdite né in caso di repentino aumento dei corsi azionari né in caso di forte riduzione degli stessi;
  • per le posizioni su tassi di interesse non si verificherebbero potenziali perdite né in caso di repentino aumento che riduzione degli stessi;
  • per le posizioni su credit spread un restringimento di 25 bps degli spread creditizi comporterebbe una perdita complessiva di 16 milioni;
  • per le posizioni su cambio si verificherebbero potenziali perdite per 13 milioni in caso di apprezzamento dell'euro contro le altre valute;
  • infine, per le posizioni in materie prime si registrerebbe una perdita di 17 milioni in caso di ribasso dei prezzi delle materie prime diverse dai metalli preziosi.

In relazione all'utilizzo del limite complessivo riferito alle attività di trading e al business model Hold To Collect and Sell (HTCS) si rileva nel corso del quarto trimestre 2022 una riduzione complessiva del VaR gestionale di mercato da 207 milioni (terzo trimestre 2022 VaR gestionale medio) a 155 milioni (quarto trimestre 2022 VaR gestionale medio).

Backtesting

L'efficacia del modello di calcolo del VaR deve essere monitorata giornalmente per mezzo di analisi di backtesting che, relativamente al perimetro regolamentare, consentono di confrontare:

  • le stime giornaliere del valore a rischio;
  • le rilevazioni giornaliere di profitti/perdite di backtesting per la cui determinazione si utilizzano le evidenze gestionali giornaliere del profit and loss effettivo conseguito dai singoli desk, depurato delle componenti che non sono pertinenti alle verifiche di backtesting: tra queste rientrano a titolo di esempio fees e costi finanziari di gestione delle posizioni che vengono regolarmente rendicontati in ambito gestionale.

Il backtesting consente di verificare la capacità del modello di cogliere correttamente, da un punto di vista statistico, la variabilità nella valutazione giornaliera delle posizioni di trading, coprendo un periodo di osservazione di un anno (circa 250 stime). Eventuali criticità relative all'adeguatezza del modello interno sono rappresentate da situazioni in cui le rilevazioni giornaliere dei profitti/perdite di backtesting evidenzino sull'anno di osservazione più di quattro rilevazioni in cui la perdita giornaliera è superiore alla stima del valore a rischio. La normativa vigente richiede che i test retrospettivi siano effettuati considerando sia la serie di P&L effettivi che quelli ipotetici.

Nel corso dell'ultimo anno si registrano tre eccezioni di backtesting104 per la misura di VaR regolamentare per Intesa Sanpaolo. I breach non sono dovuti a movimenti di portafoglio ma ai picchi di volatilità sui fattori di rischio tasso e credito.

104 Nelle ultime 250 osservazioni la Banca ha registrato tre eccezioni di P&L Effettivo e tre eccezioni di P&L Ipotetico. Per il conteggio complessivo, come da normativa di riferimento, si conta il massimo tra le eccezioni di P&L Effettivo e le eccezioni di P&L Ipotetico, risultano dunque tre eccezioni di backtesting nel corso dell'ultimo anno.

Il rischio emittente

Il rischio emittente del portafoglio titoli di trading viene analizzato tramite misure di livello, ovvero in termini di mark to market, aggregando le esposizioni per classi di rating e settore, e viene monitorato con un sistema di limiti operativi basati sia sulle classi di rating/settore che su indicatori di concentrazione.

Composizione delle esposizioni per tipologia emittente

Totale Dettaglio
Corporate Financial Emerging Covered Governativi Securitis.
Direzione Tesoreria e
Finanza di Gruppo
0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%
Divisione IMI C&IB 100% 8% 40% 12% 3% 5% 32%
Totale 100% 8% 40% 12% 3% 5% 32%

La tabella riporta nella colonna Totale il contributo all'esposizione complessiva al rischio emittente della Direzione Tesoreria e Finanza di Gruppo e della Divisione IMI C&IB, dettagliando il contributo dell'esposizione per tipologia di emittente. Il perimetro corrisponde al portafoglio di trading soggetto a limite di plafond emittente (escluso Governativo Italia e AAA, titoli propri) e comprensivo dei cds (valore assoluto).

La composizione del portafoglio soggetto a rischio emittente, nel corso del quarto trimestre, evidenzia un'esposizione riconducibile unicamente alla Divisione IMI C&IB e prevalentemente in titoli appartenenti al settore al settore financial e securitizazion.

Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19

Con riferimento ai rischi di mercato gestionali e regolamentari non si rilevano nel corso del 2022 variazioni delle metriche di rischio riconducibili al contesto conseguente alla pandemia da COVID-19.

Impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino

Non si evidenziano impatti significativi deI conflitto russo-ucraino sulle metriche di misurazione dei rischi di mercato del portafoglio di negoziazione del Gruppo.

PORTAFOGLIO BANCARIO

1.2.2 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO

Informazioni di natura qualitativa

Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Il portafoglio di "banking book" è definito come il portafoglio commerciale costituito dall'insieme degli elementi di bilancio e fuori bilancio che fanno parte dell'attività di intermediazione creditizia svolta dal Gruppo Intesa Sanpaolo: il rischio di tasso di interesse del banking book (di seguito "rischio tasso" o IRRBB) si riferisce pertanto al rischio attuale e prospettico di variazioni del portafoglio bancario del Gruppo a seguito di variazioni avverse dei tassi di interesse, che si riflettono sia sul valore economico che sul margine di interesse.

Rientra nel portafoglio bancario anche l'esposizione ai rischi di mercato derivante dagli investimenti azionari in società quotate non consolidate integralmente, detenuti prevalentemente dalla Capogruppo.

Il sistema interno di misurazione del rischio di tasso di interesse valuta e descrive l'effetto delle variazioni dei tassi di interesse sul valore economico e sul margine d'interesse e individua tutte le fonti significative di rischio che influenzano il banking book:

  • − rischio di revisione del tasso (repricing risk), ovvero il rischio legato agli sfasamenti temporali nelle scadenze (per le posizioni a tasso fisso) e nella data di revisione del tasso (per le posizioni a tasso variabile) delle attività, passività e poste fuori bilancio;
  • − rischio di curva dei rendimenti (yield curve risk), ovvero il rischio legato ai mutamenti nell'inclinazione e conformazione della curva dei rendimenti;
  • − rischio di base (basis risk), ovvero il rischio legato all'imperfetta correlazione nell'aggiustamento dei tassi attivi e passivi su strumenti diversi, ma con caratteristiche di revisione del prezzo altrimenti analoghe. Al variare dei tassi di interesse, queste differenze possono determinare cambiamenti imprevisti nei flussi finanziari e nei differenziali di rendimento fra attività, passività e posizioni fuori bilancio aventi scadenze o frequenze di revisione del tasso analoghe;
  • − rischio di opzione (optionality risk), ovvero il rischio legato alla presenza di opzioni, automatiche o comportamentali, nelle attività, passività e strumenti fuori bilancio del Gruppo.

Il sistema di misurazione vigente in Intesa Sanpaolo consente inoltre di esaminare il profilo di rischio sulla base di due prospettive, distinte ma complementari:

  • – prospettiva del valore economico (EVE Economic Value of Equity), che considera l'impatto delle variazioni dei tassi d'interesse e delle connesse volatilità sul valore attuale di tutti i flussi futuri di cassa;
  • – prospettiva del margine di interesse (NII Net Interest Income), rivolta all'analisi dell'impatto che le variazioni dei tassi d'interesse e delle connesse volatilità generano sul margine d'interesse.

La prospettiva del valore economico si basa sulla valutazione degli effetti di medio-lungo periodo indotti dalla variazione dei tassi rispetto ad una valutazione di breve periodo fornita dalla prospettiva del margine di interesse.

Il rischio di tasso è presidiato attraverso la fissazione di limiti applicati ad entrambe le prospettive, che si distinguono in:

  • limiti consolidati, che sono definiti in sede di RAF e approvati dal Consiglio di Amministrazione, sia in termini di variazione dell'EVE (sensitivity o ΔEVE) sia di sensitivity del margine (ΔNII). I limiti consolidati di ΔEVE riflettono, in coerenza con il contesto e le indicazioni regolamentari, il livello medio atteso (expected exposure) di EVE di Gruppo. Il livello medio atteso viene quantificato nell'ambito del RAF e definito come l'esposizione media che il Gruppo prevede di assumere nel corso dell'anno. Ai limiti consolidati di sensitivity di Gruppo si affianca un indicatore di rischio, qualificato come soglia di "early warning" approvato nell'ambito del Risk Appetite Framework (RAF) che consente di controllare l'esposizione al rischio di torsioni della curva;
  • limiti individuali di sensitivity e di sensitivity del margine di interesse, che rientrano nel processo di "cascading" del limite RAF di Gruppo, e sono proposti, previa condivisione con le strutture operative, dalla Direzione Centrale Rischi Finanziari e di Mercato e approvati dal Comitato Rischi Finanziari di Gruppo (CRFG). Tali limiti tengono conto delle caratteristiche dei portafogli delle Banche/Divisioni, con particolare riferimento ai volumi intermediati, alle durate medie, alla tipologia di strumenti negoziati ed alla missione strategica della Società all'interno del Gruppo.

La Direzione Centrale Rischi Finanziari e di Mercato procede alla verifica mensile che i limiti e l'Early Warning approvati nel Risk Appetite Framework (RAF) siano rispettati a livello consolidato e individuale. Inoltre, il Gruppo si è dotato di uno specifico documento di policy interna del rischio di tasso (Linee Guida IRRBB), soggetto ad approvazione del Consiglio di Amministrazione, che disciplina l'intero framework di gestione del rischio di tasso del Gruppo ed in particolare gli aspetti di governance, le metodologie in uso e la definizione degli scenari.

Nell'ambito delle Linee Guida IRRBB sono definite le metodologie di misurazione dei rischi finanziari generati dal portafoglio bancario:

    1. Sensitivity del valore economico (ΔEVE);
    1. Sensitivity del margine di interesse (ΔNII);
    1. Credit Spread Risk del Banking Book (CSRBB);
    1. Value at Risk (VaR).

Le suddette misure sono disponibili con riferimento a ciascuna valuta rilevante del portafoglio di banking book.

La sensitivity del valore economico (o sensitivity del fair value) misura la variazione del valore economico del banking book ed è calcolata a livello di singolo cash flow per ciascun strumento finanziario, sulla base di diversi shock istantanei di tasso e sulla base di simulazioni storiche di stress volte ad identificare i casi di worst e best case. Essa riflette le variazioni del valore attuale dei flussi di cassa delle posizioni già in bilancio per tutta la durata residua fino a scadenza (run-off balance sheet). I flussi di cassa utilizzati per determinare il present value sono sviluppati al TIT (tasso interno di trasferimento) o al tasso riskfree (Euribor/Libor) e attualizzati con le curve di sconto risk-free. Nel calcolo del present value dei crediti è considerata la

componente di perdita attesa, che rappresenta la quantità di flussi di cassa che la Banca si aspetta di non recuperare su una data esposizione e che quindi ne riduce il valore. A tal fine il valore attuale dell'impiego aggiustato per il rischio di credito viene calcolato decurtando i flussi di cassa attesi per il corrispondente livello di perdita attesa secondo una metodologia denominata "cash flow adjustment" (o CFA).

Ai fini del controllo dell'esposizione e del monitoraggio dei limiti, il calcolo avviene sommando algebricamente l'equivalente in Euro delle sensitivity delle posizioni nelle diverse valute applicando uno shock parallelo di +100 bps alle curve dei tassi nelle diverse divise. In modo analogo avviene il calcolo per gli shock non-paralleli ai fini del controllo dell'esposizione e del monitoraggio dell'Early Warning. La sensitivity delle valute rilevanti viene poi corretta, con una tecnica gestionale di "currency aggregation" per tenere in considerazione l'imperfetta correlazione con i tassi della divisa principale (l'Euro).

La sensitivity del margine di interesse concentra l'analisi sull'impatto che cambiamenti dei tassi di interesse possono produrre sull'abilità del Gruppo di generare un livello stabile di utile. La componente degli utili oggetto di misurazione è rappresentata dalla differenza tra i margini di interesse prodotti dalle attività fruttifere e dalle passività onerose, includendo anche i risultati dell'attività di copertura mediante ricorso a derivati. L'orizzonte temporale di riferimento è comunemente limitato al breve-medio termine (da 1 a 3 anni) e l'impatto è valutato nell'ipotesi di continuità aziendale (approccio "going concern". La variazione del margine di interesse viene stimata sia in condizioni di scenari attesi sia in ipotesi di shock dei tassi di interesse e scenari di stress. Ulteriori ipotesi vengono anche adottate relativamente a comportamenti dei clienti (differenziate in funzione degli scenari dei tassi) e del mercato e alla risposta del management del Gruppo/Banca ai cambiamenti economici. La proiezione del margine e la relativa sensitivity a variazioni dei fattori di mercato richiedono pertanto di definire una serie di ipotesi di modellizzazione per lo sviluppo dei volumi e dei tassi (fisso/variabile), l'orizzonte temporale di riferimento, le valute rilevanti, nonché i modelli comportamentali introdotti (prepayment, poste a vista, ecc.) e le ipotesi riguardanti l'evoluzione del portafoglio (bilancio run off, costante o dinamico).

I limiti di sensitivity del margine sono definiti sulla base di uno shock istantaneo e parallelo dei tassi di +/-50 bp, avendo a riferimento un orizzonte temporale di 1 anno e in ipotesi di bilancio costante. Il limite di sensitivity del margine è definito quale limite alla perdita di conto economico e presenta, pertanto, unicamente segno negativo (limite alla riduzione potenziale del margine): l'utilizzo del limite è rappresentato dalla sensitivity che genera una maggiore riduzione del margine nei due scenari di rialzo e ribasso parallelo dei tassi. L'esposizione totale di sensitivity del margine è data dalla somma algebrica dell'esposizione delle singole valute.

Al CRFG viene anche delegata l'allocazione dei sotto limiti alle singole Banche/Società di sensitivity del margine di interesse e la possibilità di definire, anche per la sensitivity del margine, dei sottolimiti in divisa. Il limite assegnato a ciascuna Società viene definito sulla base della volatilità storica osservata sul margine di interesse individuale, in coerenza con le strategie e i limiti definiti per la sensitivity.

Il CSRBBCredit Spread Risk del Banking Book viene definito come il rischio determinato dalle variazioni del prezzo del rischio di credito, del premio di liquidità e potenzialmente di altre componenti degli strumenti con rischio creditizio che inducono fluttuazioni del prezzo del rischio di credito, del premio di liquidità e di altre componenti potenziali, che non sia spiegato dal rischio di tasso del banking book. Il perimetro di riferimento è rappresentato dal portafoglio titoli HTCS, le cui variazioni di valore determinano un impatto immediato sul patrimonio del Gruppo.

Il Value at Risk (VaR) rappresenta una misura di tipo probabilistico ed esprime la massima perdita potenziale del valore del portafoglio che potrebbe essere subita entro un determinato orizzonte temporale, dato un intervallo statistico di confidenza fissato. Il VaR viene utilizzato anche per consolidare l'esposizione ai rischi finanziari assunti dalle diverse Società del Gruppo che svolgono attività di banking book, tenendo in considerazione anche i benefici prodotti dall'effetto diversificazione e dalla correlazione tra i diversi fattori di rischio e le differenti valute. Tale misura viene calcolata e monitorata, per l'intero perimetro, dalla Direzione Centrale Rischi Finanziari e di Mercato.

Nel calcolo delle suddette misure di rischio Intesa Sanpaolo adotta modelli comportamentali di rappresentazione delle poste patrimoniali.

Per i mutui, si fa ricorso a tecniche statistiche per determinare la probabilità di estinzione anticipata (prepayment), al fine di ridurre l'esposizione del Gruppo al rischio tasso (overhedge) ed al rischio liquidità (overfunding). La metodologia sviluppata stima coefficienti di prepayment diversificati in funzione della tipologia di clientela, caratteristiche finanziarie dell'operazione, come la tipologia di tasso del finanziamento (fisso, variabile), la durata originaria del finanziamento, il seasoning, inteso come età del finanziamento alla data dell'evento di prepayment. Oggetto dell'analisi sono le estinzioni parziali, le estinzioni totali e le surroghe. Il modello del prepayment esamina inoltre le motivazioni che spingono il cliente a prepagare; rispetto a tale aspetto, è possibile suddividere il fenomeno tra componente strutturale (c.d. "Core Prepayment") e componente congiunturale (c.d. "Coupon Incentive"), collegata principalmente alle variazioni di mercato. I fenomeni legati al prepayment sono monitorati mensilmente ed i coefficienti di prepayment da applicare al modello sono ristimati almeno con periodicità annuale e sono sottoposti a periodiche verifiche di backtesting, opportunamente documentate nell'apposito documento di Model change, per assicurare l'aderenza alla realtà operativa delle ipotesi assunte e per recepire eventuali mutamenti normativi e/o comportamentali.

Per le poste contrattualmente a vista (conti correnti clientela), viene adottato un modello di rappresentazione finanziaria volto a riflettere le caratteristiche comportamentali di stabilità delle masse e di reattività parziale e ritardata alle variazioni dei tassi di mercato. Il modello è oggetto di monitoraggio continuo e di ristima periodica per recepire tempestivamente le variazioni delle masse e delle caratteristiche della clientela nel tempo intercorse, nonché della normativa regolamentare di riferimento.

Al fine di misurare la vulnerabilità del Gruppo al manifestarsi di turbolenze di mercato, il sistema di misurazione del rischio di tasso prevede una valutazione degli effetti prodotti sul valore economico e sul margine di interesse della banca da condizioni di tensione del mercato ("scenario analysis"), ovvero improvvise variazioni nel livello generale dei tassi d'interesse, cambiamenti nelle relazioni tra i tassi di mercato fondamentali (rischio di base), nell'inclinazione e forma della curva dei rendimenti (rischio di curva dei rendimenti), nella liquidità dei principali mercati finanziari o nella volatilità dei tassi di mercato. Tali analisi sono condotte sottoponendo il portafoglio a diversi scenari di variazione dei tassi:

  • scenari regolamentari previsti dal Supervisory Outlier Test (SOT) sull'EVE, che prevede un "early warning" pari al 15% di Tier 1, calcolato in riferimento agli scenari BCBS (Parallel shock up, Parallel shock down, Steepener shock, Flattener shock, Short rates shock up e Short rates shock down);
  • shock diversificati per curva di riferimento dei principali fattori di rischio e calcolati come differenza tra i rendimenti delle curve dei singoli fattori e quelli di una curva relativa al parametro eletto pivot (basis risk);

– scenari di stress in simulazione storica. Sono, altresì, previsti degli stress test sui modelli comportamentali, in modo da poter verificare gli impatti finanziari di ipotesi alternative, sottostanti ai parametri comportamentali stimati nei modelli. Gli assunti metodologici sottostanti le ipotesi contenute negli scenari di stress sono opportunatamente descritte nei documenti metodologici di dettaglio.

Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19

Nel corso del 2022, le strategie e i presidi posti in essere nell'ambito della gestione del rischio di tasso d'interesse sono stati realizzati nell'ottica di proteggere il margine di interesse da potenziali ulteriori impatti negativi del COVID-19. La stabilizzazione del margine è stata realizzata attraverso interventi di copertura della vischiosità della raccolta a vista da clientela, sia mediante la stipula di derivati di copertura sia in natural hedge con i mutui erogati alla clientela.

Impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino

Il conflitto russo-ucraino ha determinato un generalizzato incremento dello spread rispetto ai bund tedeschi e di conseguenza un aumento dei relativi rendimenti; con riferimento al rischio di tasso di interesse generato dal portafoglio bancario del Gruppo Intesa Sanpaolo, questo incremento ha comportato una contrazione dell'esposizione del portafoglio dei titoli governativi.

Informazioni di natura quantitativa

Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie di analisi della sensitività

Il rischio di tasso di interesse generato dal portafoglio bancario del Gruppo Intesa Sanpaolo, misurato mediante la Shift sensitivity del valore ha registrato nel corso del 2022 un valore medio pari a -1.669 milioni con un valore massimo pari a -2.134 milioni ed un valore minimo pari a -1.016 milioni, dato quest'ultimo coincidente con quello di fine dicembre 2022. Quest'ultimo dato è in diminuzione di 740 milioni rispetto al valore di fine 2021, pari a -1.756 milioni. La riduzione degli ultimi mesi del 2022 origina, oltre che dagli effetti prodotti dell'aumento dei tassi di interesse, da interventi di copertura in derivati degli impieghi e dalla contrazione del Portafoglio Titoli HTCS.

La sensitivity del margine di interesse – nell'ipotesi di variazione di +50, -50 e di +100 punti base dei tassi – ammonta alla fine di dicembre 2022, rispettivamente a 633 milioni, a -668 milioni e a 251 milioni. Quest'ultimo dato è in diminuzione (-1.596 milioni) rispetto al valore di fine 2021, pari a 1.847 milioni. Sulla riduzione incide sia la modifica nelle regole di indicizzazione dell'operatività con la BCE, operata alla fine del mese ottobre, sia il rialzo dei tassi di mercato di breve termine, che ha determinato una maggiore reattività della raccolta a vista da clientela prevista dal modello comportamentale.

Nella tabella e nei grafici sottostanti si fornisce una rappresentazione dell'andamento della shift-sensitivity del valore economico (o shift-sensitivity del fair value) e della shift-sensitivity del margine di interesse.

(milioni di euro)
2022 31.12.2022 31.12.2021
medio minimo massimo
Shift Sensitivity del Fair Value +100 bp -1.669 -1.016 -2.134 -1.016 -1.756
Shift Sensitivity del Margine di Interesse -50bp -790 -641 -903 -668 -880
Shift Sensitivity del Margine di Interesse +50bp 844 617 1.105 633 962
Shift Sensitivity del Margine di Interesse +100bp 1.179 251 2.094 251 1.847

Il rischio di tasso di interesse, misurato in termini di VaR, è stato nel corso del 2022 mediamente pari a 643 milioni, con un valore massimo pari a 885 milioni ed un valore minimo pari a 442 milioni, dato quest'ultimo coincidente con quello di fine dicembre 2022. Quest'ultimo dato è in diminuzione di 67 milioni rispetto al valore di fine 2021, pari a 509 milioni; tale variazione è dovuta in gran parte alla contrazione dell'esposizione registrata soprattutto negli ultimi mesi del 2022.

Il rischio di cambio espresso dagli investimenti partecipativi in divisa estera (banking book) e misurato in termini di VaR, è stato nel corso del 2022 mediamente pari a 155 milioni, con un valore minimo pari a 74 milioni ed un valore massimo pari a 252 milioni, attestandosi a fine dicembre 2022 su di un valore pari a 126 milioni in aumento di 33 milioni rispetto al valore di fine dicembre 2021 pari a 93 milioni; tale variazione è legata all'incremento delle volatilità delle valute rublo russo e sterlina egiziana.

Il rischio di prezzo generato dal portafoglio azionario ha registrato nel corso del 2022 un livello medio, misurato in termini di VaR, di 475 milioni, con valori massimo e minimo pari rispettivamente a 560 milioni e a 334 milioni, dato quest'ultimo coincidente con quello di fine dicembre 2022 in diminuzione di 33 milioni rispetto al valore di fine dicembre 2021 pari a 367 milioni. Tale variazione è dovuta principalmente alle cessioni, effettuate nel corso degli ultimi mesi del 2022, di quote relative a diverse partecipate quotate

Il VAR complessivo, costituito dalle tre componenti su descritte (VAR Interesse, VAR Cambio e VAR Azionario), è stato nel corso del 2022 mediamente pari a 799 milioni, con un valore massimo pari a 1.130 milioni ed un valore minimo pari a 575 milioni, attestandosi a fine dicembre 2022 su di un valore pari a 639 milioni in aumento di 92 milioni rispetto al valore di fine dicembre 2021 pari a 548 milioni per effetto di una riduzione del beneficio di diversificazione complessiva, legato sia alla ricomposizione del portafoglio illustrata in relazione ai singoli rischi (Tasso, Cambio, Investimenti azionari), che all'incremento delle volatilità di mercato.

Nella tabella e nel grafico sottostanti si fornisce una rappresentazione dell'andamento del VAR complessivo e delle sue tre componenti (VAR Interesse, VAR Cambio e VAR Azionario).

2022 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
medio minimo massimo
Value at Risk Tasso d'interesse 643 442 885 442 509
Value at Risk Cambio 155 74 252 126 93
Value at Risk Investimenti Azionari 475 334 560 334 367
Value at Risk complessivo 799 575 1.130 639 548

Infine, nella tabella sottostante si fornisce un'analisi di sensitività del portafoglio bancario al rischio di prezzo, che mette in rilievo l'impatto sul Patrimonio Netto, simulando uno shock dei prezzi pari a ±10%, del portafoglio azionario di minoranza quotato, in gran parte detenuto nella categoria HTCS.

Rischio di prezzo: impatto sul patrimonio netto

(milioni di euro)
Impatto sul
patrimonio netto al
31.12.2022
Impatto sul
patrimonio netto al
30.09.2022
Impatto sul
patrimonio netto al
30.06.2022
Impatto sul
patrimonio netto al
31.03.2022
impatto sul
patrimonio netto al
31.12.2021
Shock di prezzo 10% 73 147 146 166 177
Shock di prezzo -10% -73 -147 -146 -166 -177

1.2.3. RISCHIO DI CAMBIO

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

Si definisce "Rischio di Cambio" l'effetto avverso potenziale derivante dalle variazioni del rapporto di cambio tra valute che possa avere impatti negativi sia sulla valorizzazione delle attività e delle passività di bilancio, che sulla redditività, nonché sui ratio patrimoniali.

Vengono individuati due tipi di Rischio di Cambio: Strutturale e Transattivo.

Per Rischio di Cambio Strutturale si intende la perdita potenziale derivante dalle variazioni del rapporto di cambio che possa avere impatti negativi sulle riserve cambi che sono parte del Patrimonio netto consolidato di Gruppo.

Per Rischio di Cambio Transattivo si intende la perdita potenziale derivante dalle variazioni del rapporto di cambio tra valute che possa avere impatti negativi sia sul valore delle attività e delle passività di bilancio quando convertite nella divisa di bilancio, sia sulla redditività relativa a operazioni di raccolta, impiego ed investimento/disinvestimento in valuta. Le principali fonti del rischio di cambio sono rappresentate da: impieghi e raccolta in divisa non euro con clientela corporate e/o retail; conversione in moneta di conto di attività, passività, e degli utili di filiali estere, negoziazione di divise e banconote estere, incasso e/o pagamento di interessi, commissioni, dividendi, spese amministrative in divisa, acquisto di titoli e strumenti finanziari con lo scopo di rivendita nel breve termine, ecc. Rientra nel rischio di cambio transattivo anche quello relativo ad operatività connessa con quella che genera rischio di cambio strutturale, rappresentata ad esempio dai dividendi deliberati dalle partecipate estere e quello relativo alla gestione del rischio di cambio derivante da eventi societari legati alla gestione delle partecipazioni, comprende anche gli utili/perdite delle Filiali estere (c.d. Rischio di Cambio Transattivo connesso con il Rischio di Cambio Strutturale).

La Direzione Centrale Market and Financial Risk Management garantisce la misurazione ed il controllo dell'esposizione di Capogruppo e di Gruppo al Rischio Cambio di Strutturale; provvede al calcolo gestionale della Optimal Position, che rappresenta la posizione aperta in valuta estera volta a neutralizzare la sensitivity del capital ratio dai movimenti del tasso di cambio; la Direzione Centrale Market and Financial Risk Management produce, altresì, le analisi di sensitivity del capital ratio ai fini di controllo e monitoraggio gestionale del Rischio di Cambio Strutturale, in ottica di progressivo allineamento alle LG EBA e definisce la proposta di limiti di Rischio di Cambio Transattivo connesso al Rischio di Cambio Strutturale nell'ambito dei limiti di VAR per i rischi di mercato.

B. Attività di copertura del rischio di cambio

L'attività di gestione del Rischio di Cambio Strutturale del Gruppo Intesa Sanpaolo attribuisce alla Capogruppo poteri di direzione e coordinamento in materia al fine di pervenire alla definizione di una strategia unitaria di Gruppo.

Questa scelta, coerente con il ruolo di interlocutore istituzionale dell'Organo di Vigilanza della Capogruppo, consente il presidio dell'attività in linea con le specifiche responsabilità previste dalle Disposizioni di vigilanza prudenziale, nonché di attenuare e/o gestire in modo appropriato questa tipologia di rischio.

Il presidio e la gestione del rischio di Cambio Strutturale sono svolti, a livello accentrato, dalla Direzione Centrale Tesoreria e Finanza di Gruppo della Capogruppo, che lo gestisce in ottica di rischio / rendimento ed ottimizzando i requisiti di capitale.

Il presidio e la copertura del rischio di Cambio Transattivo sono svolti, a livello accentrato, dalla Direzione Centrale Tesoreria e Finanza di Gruppo della Capogruppo, e dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking per il perimetro di competenza, mentre a livello locale viene effettuato dalle singole funzioni di tesoreria delle società e banche del Gruppo.

Alla data di redazione del Bilancio non sono presenti operazioni a copertura del patrimonio netto, mentre sono presenti coperture gestionali del rischio di cambio di attività e passività di bilancio relative all'attività del banking book.

Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19

Le strategie e i presidi in essere, finalizzati alla gestione del rischio di cambio, non hanno necessitato di modifiche o azioni particolari nel contesto conseguente alla pandemia da COVID-19.

Impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino

Il conflitto russo-ucraino non ha generato criticità nell'ambito della gestione della liquidità in divisa. Limitatamente alle giornate immediatamente successive allo scoppio della guerra sul mercato si è registrato un incremento del costo del funding in dollari quale indicatore di forte avversione al rischio e sul segmento Forex, pur con liquidità ridotta non è comunque venuta meno la possibilità di negoziare rubli sul mercato interbancario fatte salve limitazioni imposte dal regime sanzionatorio.

Informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività e passività e dei derivati

Voci (milioni di euro)
VALUTE
Dollaro
USA
Sterlina Kuna
croata
Franco
svizzero
Fiorino
ungherese
Yen Dollaro
australiano
Altre
valute
A. ATTIVITA' FINANZIARIE 38.356 3.770 8.660 1.052 5.456 2.700 3.605 17.115
A.1 Titoli di debito 8.194 661 848 - 1.112 2.457 854 3.316
A.2 Titoli di capitale 624 95 5 63 2 - - 824
A.3 Finanziamenti a banche 10.728 623 434 174 1.847 48 1.441 5.764
A.4 Finanziamenti a clientela 18.810 2.391 7.373 815 2.495 195 1.310 7.211
A.5 Altre attività finanziarie - - - - - - - -
B. ALTRE ATTIVITA' 3.432 556 771 987 204 103 117 2.277
C. PASSIVITA' FINANZIARIE 40.959 3.147 6.988 995 4.769 703 2.164 12.218
C.1 Debiti verso banche 20.464 588 160 185 865 47 1.898 1.741
C.2 Debiti verso clientela 7.025 833 6.828 718 3.889 28 200 8.494
C.3 Titoli di debito 13.470 1.726 - 92 15 628 66 1.983
C.4 Altre passività finanziarie - - - - - - - -
D. ALTRE PASSIVITA' 1.561 692 351 118 73 27 50 1.468
E. DERIVATI FINANZIARI
- Opzioni
posizioni lunghe 5.552 133 - 53 55 408 65 336
posizioni corte 5.711 195 - 37 33 340 69 761
- Altri derivati -
posizioni lunghe 62.767 10.972 12 5.946 1.849 3.246 1.501 11.711
posizioni corte 62.708 11.271 9 6.706 1.960 5.366 3.070 13.524
TOTALE ATTIVITA' 110.107 15.431 9.443 8.038 7.564 6.457 5.288 31.439
TOTALE PASSIVITA' 110.939 15.305 7.348 7.856 6.835 6.436 5.353 27.971
SBILANCIO (+/-) -832 126 2.095 182 729 21 -65 3.468

La rappresentazione della "Distribuzione per valuta di denominazione delle attività e passività e dei derivati" è stata adeguata a partire dal 31 dicembre 2022 alla visione prudenziale in aderenza al nuovo framework metodologico introdotto dalle EBA Guidelines on the treatment of structural FX under Article 352(2) of Regulation (EU) No 575/2013 (CRR).

A partire dal 1° gennaio 2023 la Kuna Croata è entrata a far parte dell'Area euro e non sarà oggetto dei futuri reporting.

2. Modelli interni ed altre metodologie per l'analisi di sensitività

Come già anticipato, la gestione del rischio di cambio transattivo, relativo alle attività di negoziazione, è inserita nell'ambito delle procedure operative e delle metodologie di stima del VaR gestionale.

Il rischio di cambio espresso dagli investimenti partecipativi in divisa estera (banking book), ivi incluse le società del Gruppo, origina a fine esercizio 2022 un VaR (intervallo di confidenza 99%, holding period 10 giorni) pari a 126 milioni. Tale impatto potenziale si rifletterebbe unicamente sul Patrimonio netto.

1.3. GLI STRUMENTI DERIVATI E LE POLITICHE DI COPERTURA

A partire dal 2014, la Capogruppo è stata autorizzata all'utilizzo dei modelli interni di tipo EPE (Expected Positive Exposure) per la determinazione del requisito per il rischio di controparte. Tale metodologia si applica alla quasi totalità del portafoglio dei derivati (come si evince dalla tabella sottostante, al 31 dicembre 2022 circa il 95% dell'EAD complessiva relativa ai derivati finanziari e creditizi è valutata con modelli EPE). I derivati il cui rischio di controparte è misurato con metodi diversi da modelli interni rappresentano una quota residuale del portafoglio (al 31 dicembre 2022 pari a circa il 5% dell'EAD complessiva) e si riferiscono a:

– contratti residuali di Intesa Sanpaolo non EPE (nel rispetto delle soglie di non materialità stabilite da EBA);

– EAD generate da tutte le altre banche e società del gruppo che non segnalano a modello interno.

La tabella seguente riporta l'EAD complessiva delle esposizioni in derivati finanziari e creditizi, suddiviso per metodologia di valutazione.

(milioni di euro)
Categorie di transazioni Exposure at default (EAD)
31.12.2022 31.12.2021
Modelli
standardizzati
Modello interno
(EPE)
Modelli
standardizzati
Modello interno
(EPE)
Contratti derivati 666 12.340 599 16.270

ll modello interno di tipo EPE tiene conto del collaterale incassato a mitigazione dell'esposizione creditizia e dell'eventuale collaterale pagato in eccesso. Il valore delle garanzie ricevute e inglobate nel calcolo dell'EAD ammonta per Capogruppo a circa 17.7 miliardi, mentre il collaterale pagato risulta pari a 18 miliardi (tale importo è comprensivo dei margini iniziali postati a fronte dell'operatività con controparti centrali).

1.3.1. Gli strumenti derivati di negoziazione

A. DERIVATI FINANZIARI

A.1. Derivati finanziari di negoziazione: valori nozionali di fine periodo

(milioni di euro)
Attività sottostanti/Tipologie derivati 31.12.2022 31.12.2021
Over the counter Mercati
organizzati
Mercati
Controparti
centrali
Senza controparti centrali Controparti
centrali
Senza controparti centrali organizzati
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
1. Titoli di debito e tassi d'interesse 2.301.865 244.096 76.402 109.527 1.933.468 255.211 70.804 167.501
a) Opzioni - 68.869 7.909 1.004 - 68.964 6.224 6.868
b) Swap 2.301.865 175.227 66.617 - 1.933.468 186.247 63.792 -
c) Forward - - 1.607 - - - 751 -
d) Futures - - 269 108.523 - - 37 160.633
e) Altri - - - - - - - -
2. Titoli di capitale e indici azionari - 6.570 25.435 5.889 - 4.955 28.500 2.480
a) Opzioni - 6.101 25.426 3.961 - 4.948 28.491 609
b) Swap - 469 9 - - 7 9 -
c) Forward - - - - - - - -
d) Futures - - - 1.928 - - - 1.871
e) Altri - - - - - - - -
3. Valute e oro - 163.959 17.532 209 96 170.930 17.670 2.005
a) Opzioni - 27.688 1.282 5 - 22.674 1.186 89
b) Swap - 37.274 2.952 201 95 44.619 4.450 -
c) Forward - 98.710 12.425 - - 103.454 11.258 1.901
d) Futures - - - 3 - - - 15
e) Altri - 287 873 - 1 183 776 -
4. Merci - 4.043 1.079 1.640 - 3.070 1.074 1.698
5. Altri - - - - - - - -
Totale 2.301.865 418.668 120.448 117.265 1.933.564 434.166 118.048 173.684

I nozionali esposti al 31 dicembre 2022 nella colonna Over the counter con Controparti centrali afferiscono a derivati di tasso regolati tramite compensatori legali per 2.302 miliardi

Tipologie derivati 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
Over the counter
Over the counter Mercati
organizzati
Mercati
organizzati
Controparti
centrali
Senza controparti centrali Controparti
centrali
Senza controparti centrali
Con accordi di
compensazione
Senza accordi di
compensazione
Con accordi di
compensazione
Senza accordi di
compensazione
1. Fair value positivo
a) Opzioni - 1.580 594 54 - 1.750 789 26
b) Interest rate swap 83.520 9.334 1.649 - 39.039 9.181 5.331 -
c) Cross currency
swap
- 1.599 201 - - 1.250 272 -
d) Equity swap - 21 2 1 - - - -
e) Forward - 1.886 232 - - 890 108 8
f) Futures - - - - - - - -
g) Altri - 723 170 - - 757 190 -
Totale 83.520 15.143 2.848 55 39.039 13.828 6.690 34
2. Fair value negativo
a) Opzioni - 1.803 6.320 44 - 1.815 6.365 19
b) Interest rate swap 80.573 10.223 3.824 - 39.252 13.298 801 -
c) Cross currency
swap
- 1.443 878 - - 1.127 864 -
d) Equity swap - 21 - 1 - - - -
e) Forward - 1.323 365 - - 1.146 212 16
f) Futures - - - - - - - -
g) Altri - 558 186 - - 752 422 -
Totale 80.573 15.371 11.573 45 39.252 18.138 8.664 35

A.2. Derivati finanziari di negoziazione: fair value lordo positivo e negativo – ripartizione per prodotti

A.3. Derivati finanziari di negoziazione "over the counter": valori nozionali fair value lordo positivo e negativo per controparti

(milioni di euro)
Attività sottostanti Controparti
centrali
Banche Altre società
finanziarie
Altri soggetti
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale X 1.982 16.278 58.142
- fair value positivo X 288 120 1.339
- fair value negativo X -235 -502 -3.555
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale X 14.300 5.362 5.773
- fair value positivo X 518 41 3
- fair value negativo X -841 -160 -5.009
3) Valute e oro
- valore nozionale X 1.352 2.961 13.219
- fair value positivo X 34 13 345
- fair value negativo X -668 -31 -397
4) Merci
- valore nozionale X - 114 965
- fair value positivo X - 8 139
- fair value negativo X - -19 -156
5) Altri
- valore nozionale X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
Contratti rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale 2.301.865 171.158 58.904 14.034
- fair value positivo 83.520 6.514 3.523 315
- fair value negativo -80.573 -8.639 -1.505 -1.072
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale - 2.490 4.065 15
- fair value positivo - 134 64 3
- fair value negativo - -101 -330 -
3) Valute e oro
- valore nozionale - 118.496 34.311 11.152
- fair value positivo - 2.610 867 394
- fair value negativo - -1.829 -659 -676
4) Merci
- valore nozionale - 350 1.725 1.968
- fair value positivo - 48 219 452
- fair value negativo - -38 -189 -333
5) Altri
- valore nozionale - - - -
- fair value positivo - - - -
- fair value negativo - - - -

A.4. Vita residua dei derivati finanziari "over the counter": valori nozionali

(milioni di euro)
Sottostanti/Vita residua Fino ad 1 anno Oltre 1 anno e
fino a 5 anni
Oltre 5 anni Totale
A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di interesse 847.618 1.021.245 753.500 2.622.363
A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale ed indici azionari 11.182 19.440 1.383 32.005
A.3 Derivati finanziari su valute e oro 129.901 38.991 12.599 181.491
A.4 Derivati finanziari su merci 2.632 2.490 - 5.122
A.5 Altri derivati finanziari - - - -
Totale
31.12.2022
991.333 1.082.166 767.482 2.840.981
Totale
31.12.2021
730.422 1.012.428 742.928 2.485.778

B. DERIVATI CREDITIZI

B.1. Derivati creditizi di negoziazione: valori nozionali di fine periodo

(milioni di euro)
Categorie di operazioni Derivati di negoziazione
su un singolo
soggetto
su più soggetti
(basket)
1. Acquisti di protezione
a) Credit default products 7.582 68.356
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 31.12.2022 7.582 68.356
Totale 31.12.2021 7.531 67.468
2. Vendite di protezione
a) Credit default products 7.890 65.183
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 31.12.2022 7.890 65.183
Totale 31.12.2021 8.043 63.098

Al 31 dicembre 2022 non sussistono contratti ricompresi nella tabella sopra riportata che sono stati inclusi nel perimetro dei prodotti strutturati di credito.

B.2. Derivati creditizi di negoziazione: fair value lordo positivo e negativo – ripartizione per prodotti

(milioni di euro)
Tipologie derivati Totale 31.12.2022 Totale 31.12.2021
1. Fair value positivo
a) Credit default products 936 2.225
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 936 2.225
2. Fair value negativo
a) Credit default products 943 2.341
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 943 2.341

Al 31 dicembre 2022 non sussistono contratti ricompresi nella tabella sopra riportata che sono stati inclusi nel perimetro dei prodotti strutturati di credito.

(milioni di euro)
Controparti
centrali
Banche Altre società
finanziarie
Altri soggetti
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
1) Acquisto protezione
− valore nozionale X - - 275
− fair value positivo X - - 22
− fair value negativo X - - -
2) Vendita protezione
− valore nozionale X - 36 8
− fair value positivo X - - -
− fair value negativo X - - -8
Contratti rientranti in accordi di compensazione
1) Acquisto protezione
− valore nozionale 53.496 11.408 10.759 -
− fair value positivo 15 168 147 -
− fair value negativo -421 -77 -83 -
2) Vendita protezione
− valore nozionale 53.235 10.587 9.207 -
− fair value positivo 410 62 112 -
− fair value negativo -13 -185 -156 -

B.3. Derivati creditizi di negoziazione "over the counter": valori nozionali, fair value lordo (positivo e negativo) per controparti

Al 31 dicembre 2022 non sussistono contratti ricompresi nella tabella sopra riportata che sono stati inclusi nel perimetro dei prodotti strutturati di credito.

B.4. Vita residua dei derivati creditizi di negoziazione "over the counter": valori nozionali

(milioni di euro)
Sottostanti/Vita residua Fino ad 1 anno Oltre 1 anno e
fino a 5 anni
Oltre 5 anni Totale
1. Vendita di protezione 7.767 64.382 924 73.073
2. Acquisto di protezione 8.088 67.174 676 75.938
Totale 31.12.2022 15.855 131.556 1.600 149.011
Totale 31.12.2021 9.145 135.770 1.225 146.140

B.5. Derivati creditizi connessi con la fair value option: variazioni annue

Il Gruppo Intesa Sanpaolo non detiene in portafoglio derivati creditizi connessi con la fair value option.

1.3.2. Le coperture contabili

Informazioni di natura qualitativa

Il Gruppo Intesa Sanpaolo in sede di prima applicazione dell'IFRS 9 ha esercitato l'opzione prevista dal citato Principio contabile di continuare ad applicare integralmente le regole dello IAS 39 per tutte le tipologie di coperture (micro e macro). Pertanto non trovano applicazione le previsioni dell'IFRS 9 in tema di copertura.

A. Attività di copertura del fair value

L'attività di copertura posta in essere dal Gruppo Intesa Sanpaolo è finalizzata ad immunizzare il portafoglio bancario dalle variazioni di fair value della raccolta e degli impieghi causate dai movimenti della curva dei tassi di interesse (rischio tasso). Il Gruppo adotta sia coperture specifiche (micro fair value hedge) che coperture generiche (macro fair value hedge). Nell'ambito del micro fair value hedge, sono coperti principalmente prestiti obbligazionari emessi, titoli dell'attivo ed impieghi

a clientela. Nell'ambito del macro fair value hedge, la copertura generica viene applicata a:

  • − raccolta a vista stabile (core deposit), sulla base normativa di riferimento nella versione "Carve-out" dello IAS 39 secondo l'opzione prevista dall'IFRS 9 di avvalersi della possibilità di applicare integralmente le disposizioni dello IAS 39 in materia di coperture;
  • − quota già fissata di impieghi a tasso variabile, in cui il macro fair value hedge è applicato alla copertura del rischio di tasso insito nelle cedole a tasso variabile degli impieghi erogati, quando il tasso cedolare viene fissato;
  • − una porzione degli impieghi creditizi a tasso fisso; per questa tipologia, in linea con la versione "Carve-out" dello IAS 39, si è adottato un modello di copertura generica a portafoglio aperto secondo un approccio bottom-layer che, in coerenza con la metodologia di misurazione dei rischi di tasso di interesse che prevede la modellizzazione del fenomeno del prepayment, risulta maggiormente correlato all'attività di gestione dei rischi ed al dinamismo delle masse.

Le principali tipologie di derivati utilizzati sono rappresentate da interest rate swap (IRS) plain o strutturati, overnight index swap (OIS), cross currency swap (CCS), vendite forward ed opzioni su tassi, realizzati con controparti terze.

I derivati non sono quotati su mercati regolamentati, ma negoziati nell'ambito dei circuiti over the counter (OTC). Rientrano tra i contratti over the counter (OTC) anche quelli stipulati tramite Clearing House.

B. Attività di copertura dei flussi finanziari

L'attività di copertura posta in essere dal Gruppo Intesa Sanpaolo ha l'obiettivo di coprire l'esposizione a variazione dei flussi di cassa futuri, attribuibili ai movimenti della curva dei tassi di interesse, associati ad una particolare attività/passività, come pagamenti di interessi futuri variabili su un debito/credito o ad una transazione futura prevista altamente probabile.

Il Gruppo adotta sia coperture specifiche (micro cash flow hedge) che coperture generiche (macro cash flow hedge).

Nell'ambito del micro cash flow hedge, sono coperti principalmente prestiti obbligazionari emessi.

Nell'ambito del macro cash flow hedge, la copertura generica viene applicata a:

− raccolta a tasso variabile nella misura in cui è utilizzata per finanziare impieghi a tasso fisso;

− impieghi a tasso variabile a copertura della raccolta a tasso fisso.

I derivati utilizzati sono interest rate swap (IRS) realizzati con controparti terze ovvero con altre società del Gruppo che, a loro volta, coprono il rischio sul mercato affinché siano rispettati i requisiti richiesti di esternalizzazione delle coperture con controparti terze per qualificare le coperture come IAS compliant a livello di bilancio consolidato.

I derivati non sono quotati su mercati regolamentati, ma negoziati nell'ambito dei circuiti over the counter (OTC). Rientrano tra i contratti over the counter (OTC) anche quelli intermediati tramite Clearing House.

C. Attività di copertura di investimenti esteri

Nel corso dell'esercizio 2022 il Gruppo ha adottato in modalità di hedge accounting, coperture volte a sterilizzare gli effetti delle oscillazioni strutturali in cambi su posizioni non esentabili ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali per rischio cambio. Si tratta di coperture attivate sulle posizioni di rischio di cambio strutturale, tali da determinare impatti sulle riserve cambi che sono parte del patrimonio netto consolidato di Gruppo. Tali coperture nel bilancio separato sono qualificate quali coperture specifiche di fair value (micro fair value hedge) e nel bilancio consolidato assumono la configurazione di coperture di investimenti netti in valuta.

D. Strumenti di copertura

Le principali cause di inefficacia del modello adottato dal Gruppo per la verifica dell'efficacia delle coperture sono imputabili ai seguenti fenomeni:

  • − disallineamento tra nozionale del derivato e del sottostante coperto rilevato al momento della designazione iniziale o generato successivamente, come nel caso di rimborsi parziali dei mutui o riacquisto dei prestiti obbligazionari;
  • − applicazione di curve diverse su derivato di copertura ed oggetto coperto ai fini dell'effettuazione del test di efficacia sulle coperture di tipo fair value hedge. I derivati, normalmente collateralizzati o stipulati tramite Clearing House, sono scontati alle curve Overnight, mentre gli oggetti coperti sono scontati alla curva di indicizzazione dello strumento di copertura;
  • − inclusione nel test di efficacia del valore della gamba variabile del derivato di copertura, nell'ipotesi di copertura di "tipo fair value hedge".

L'inefficacia della copertura è prontamente rilevata ai fini:

  • − della determinazione dell'effetto a conto economico;
  • − della valutazione in merito alla possibilità di continuare ad applicare le regole di hedge accounting.

Il Gruppo non utilizza le coperture dinamiche, così come definite nell'IFRS 7, paragrafo 23C.

E. Elementi coperti

Le principali tipologie di elementi coperti sono:

  • − titoli di debito dell'attivo;
  • − titoli di debito emessi e raccolta non cartolare;
  • − impieghi a tasso fisso;
  • − impieghi a tasso variabile;
  • − componente opzionale implicita nei mutui a tasso variabile;
  • − cedola già fissata di impieghi a tasso variabile;
  • − raccolta a vista modellizzata;
  • − investimenti netti in valuta.

E.1 Titoli di debito dell'attivo

Sono coperti in relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge, utilizzando interest rate swap (IRS), overnight index swap (OIS) e cross currency swap (CCS) come strumenti di copertura.

In genere è coperto il rischio tasso per tutta la durata dell'obbligazione.

Per verificare l'efficacia della copertura è utilizzato il Dollar Offset Method. Tale metodo è basato sul rapporto tra le variazioni cumulate (da inizio copertura) di fair value dello strumento di copertura, attribuibili al rischio coperto, e le variazioni passate di fair value dell'elemento coperto (c.d. delta fair value), al netto del rateo di interesse.

Sono relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge anche quelle da riferire alle operazioni di vendita forward su titoli del portafoglio HTCS, effettuate per consentire un hedge dei rischi sul fair value da movimenti di spread di credito e delle curve di tasso. Per quanto attiene il contratto di vendita forward, che si configura come derivato in quanto transazione "non regular way", si procede alla separazione della componente spot (il prezzo a pronti) dalla componente interessi designando come strumento di copertura in una relazione di fair value hedging solo la componente spot.

E.2 Titoli di debito emessi e raccolta non cartolare

Il Gruppo attualmente ha attive relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge su raccolta a tasso fisso o strutturata e coperture di micro cash flow hedge o macro cash flow hedge su raccolta a tasso variabile, utilizzando interest rate swap (IRS), overnight index swap (OIS) e cross currency swap (CCS) come strumenti di copertura.

In genere è coperto il rischio tasso per tutta la durata dell'obbligazione.

Per le coperture di tipo micro, l'efficacia della copertura è verificata utilizzando il Dollar Offset Method. Tale metodo è basato sul rapporto tra le variazioni cumulate (da inizio copertura) di fair value o dei flussi di cassa dello strumento di copertura, attribuibili al rischio coperto, e le variazioni passate di fair value o dei flussi di cassa dell'elemento coperto (c.d. delta fair value), al netto del rateo di interesse.

Per le coperture di tipo macro, l'efficacia della copertura è verificata mediante un test di capienza. Tale test prevede un confronto tra la consistenza degli elementi coperti, riferiti alla raccolta in essere e prevista (c.d. operazioni future altamente probabili) a tasso variabile e quella degli strumenti di copertura, che deve essere sempre riscontrata lungo l'intera vita della relazione di copertura e per singola fascia temporale. L'oggetto coperto, in questo caso, è rappresentato dai flussi di cassa attesi originati dalla raccolta che si verificheranno lungo la vita delle emissioni stesse.

E.3 Impieghi a tasso fisso

Il Gruppo ha designato relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge su impieghi a tasso fisso e di macro fair value hedge, riconducibile a mutui del segmento retail, utilizzando principalmente interest rate swap (IRS) come strumenti di copertura.

Nell'ambito del micro fair value hedge, in genere è coperto il rischio tasso per tutta la durata del sottostante.

Per le coperture di tipo micro, l'efficacia della copertura è verificata utilizzando il Dollar Offset Method.

Per le coperture di tipo macro, il portafoglio di impieghi oggetto di copertura è di tipo aperto, cioè è costituito dinamicamente dagli strumenti a tasso fisso gestiti a livello aggregato tramite i derivati di copertura stipulati nel tempo.

L'efficacia delle macro coperture sugli impieghi a tasso fisso è periodicamente verificata sulla base di specifici test prospettici e retrospettivi volti a dimostrare che il portafoglio oggetto di possibile copertura contenga un ammontare di attività il cui profilo di sensitivity e le cui variazioni di fair value per il rischio tasso rispecchino quelle dei derivati utilizzati per la copertura.

E.4 Impieghi a tasso variabile

Il Gruppo attualmente ha attive relazioni di copertura di tipo macro cash flow hedge su impieghi a tasso variabile, utilizzando principalmente IRS come strumenti di copertura.

L'efficacia della copertura è verificata mediante un test di capienza. Tale test prevede un confronto tra la consistenza degli elementi coperti, riferiti agli impieghi in essere a tasso variabile e quella degli strumenti di copertura, che deve essere sempre riscontrata lungo l'intera vita della relazione di copertura e per singola fascia temporale. L'oggetto coperto, in questo caso, è rappresentato dai flussi di cassa attesi originati dagli impieghi che si verificheranno lungo la vita degli attivi stessi.

E.5 Componente opzionale implicita nei mutui a tasso variabile

Sono coperte in relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge le componenti opzionali implicite (opzioni di tasso) nei mutui a tasso variabile, utilizzando opzioni (cap, floor, collar) come strumenti di copertura. I sottostanti possono essere coperti parzialmente o totalmente, nel tempo e nell'importo. Per verificare l'efficacia della copertura è utilizzato il Dollar Offset Method.

E.6 Cedola già fissata di impieghi a tasso variabile

Il Gruppo ha designato relazioni di copertura di tipo macro fair value hedge sulle cedole già fissate di impieghi a tasso variabile utilizzando overnight index swap (OIS) come strumenti di copertura.

Scopo di questo tipo di copertura è quello di immunizzare il rischio tasso determinato dalle cedole già fissate degli impieghi a tasso variabile.

Per verificare l'efficacia della copertura è utilizzato il Dollar Offset Method, mentre l'effettiva consistenza degli elementi coperti è verificata con un test di capienza.

E.7 Raccolta a vista modellizzata.

La raccolta a vista modellizzata è coperta in relazioni di copertura di tipo macro fair value hedge, come previsto dal "carve out" dello IAS 39 utilizzando interest rate swap (IRS) e overnight index swap (OIS) come strumenti di copertura.

Scopo di questo tipo di copertura è quello di immunizzare il margine di interesse da possibili cali dei tassi che riducano lo spread generato dalla raccolta core.

Il modello è oggetto di continuo monitoraggio ed attività di verifica da parte della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management, al fine di recepire tempestivamente le variazioni delle principali caratteristiche (masse, stabilità, reattività) e, ove opportuno, apportare i necessari aggiustamenti.

Per verificare l'efficacia della copertura è utilizzato il Dollar Offset Method.

E.8 Investimenti esteri

Il Gruppo attualmente ha attive relazioni di copertura di investimenti netti in valuta utilizzando quali strumenti di copertura contratti derivati a termine su valute (Outright forward).

Scopo della copertura è immunizzare il Gruppo dagli effetti derivanti dalle variazioni del rapporto di cambio che possano avere impatti sulle riserve cambi che sono parte del patrimonio netto consolidato di Gruppo.

Del contratto derivato a termine su valute viene designato di copertura in modalità hedge accounting esclusivamente la variazione relativa al cambio a pronti (componente spot), enucleando quest'ultima dal fair value complessivo dello strumento. Tale copertura, nel bilancio separato è qualificata quale copertura specifica di fair value (micro fair value hedge) e nel bilancio consolidato assume la configurazione di copertura di investimenti netti in valuta.

Nella verifica dell'efficacia della copertura a livello di entità separata è utilizzato il Dollar Offset Method, mentre a livello di Gruppo la consistenza degli elementi coperti è verificata attraverso un test di capienza.

Informazioni di natura quantitativa

A. Derivati finanziari di copertura

A.1 Derivati finanziari di copertura: valori nozionali di fine periodo

(milioni di euro)
Attività sottostanti/Tipologie derivati 31.12.2022 31.12.2021
Over the counter Mercati
organizzati
Mercati
Controparti
centrali
Senza controparti centrali Controparti
centrali
Senza controparti centrali organizzati
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
1. Titoli di debito e tassi d'interesse 322.529 28.225 8.873 - 253.424 29.784 8.435 -
a) Opzioni - 1.587 - - - 1.851 - -
b) Swap 322.529 26.269 8.873 - 253.424 27.195 7.687 -
c) Forward - 349 - - - 718 748 -
d) Futures - - - - - - - -
e) Altri - 20 - - - 20 - -
2. Titoli di capitale e indici azionari - - - - - - - -
a) Opzioni - - - - - - - -
b) Swap - - - - - - - -
c) Forward - - - - - - - -
d) Futures - - - - - - - -
e) Altri - - - - - - - -
3. Valute e oro - 9.528 21 316 - 9.576 26 175
a) Opzioni - - - - - - - -
b) Swap - 9.321 21 316 - 9.576 26 175
c) Forward - 207 - - - - - -
d) Futures - - - - - - - -
e) Altri - - - - - - - -
4. Merci - - - - - - - -
5. Altri - - - - - - - -
TOTALE 322.529 37.753 8.894 316 253.424 39.360 8.461 175

Il valore nozionale medio nell'esercizio dei derivati finanziari di copertura ammonta a 335.456 milioni.

A.2 Derivati finanziari di copertura: fair value lordo positivo e negativo - ripartizione per prodotti

(milioni di euro)
Tipologie derivati Fair value positivo e negativo Variazione del valore
usato per calcolare
l'efficacia della
copertura
Totale
31.12.2022
Totale
31.12.2021
Over the counter Over the counter Totale Totale
Senza controparti centrali Senza controparti centrali 31.12.2021
Controparti
centrali
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
Mercati organizzati Controparti
centrali
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
Mercati organizzati
Fair value positivo
a) Opzioni - 75 - - - 26 - - -47 -114
b) Interest rate swap 17.193 1.637 830 - 2.816 712 61 - 18.312 2.505
c) Cross currency swap - 325 - - - 483 - - -92 68
d) Equity swap - - - - - - - - - -
e) Forward - - - - - - - - - -
f) Futures - - - - - - - - - -
g) Altri - - - - - - - - - -
Totale 17.193 2.037 830 - 2.816 1.221 61 - 18.173 2.459
Fair value negativo
a) Opzioni - 1 - - - 2 - - 1 2
b) Interest rate swap 12.471 1.631 18 - 5.238 2.492 63 - 13.360 5.743
c) Cross currency swap - 788 8 - - 380 7 - 1.015 378
d) Equity swap - - - - - - - - - -
e) Forward - 5 - - - 6 1 - - -
f) Futures - - - - - - - - - -
g) Altri - - - 6 - - - - - -
Totale 12.471 2.425 26 6 5.238 2.880 71 - 14.376 6.123

A.3 Derivati finanziari di copertura "over the counter": valori nozionali, fair value lordo positivo e negativo per controparti

(milioni di euro)
Attività sottostanti Controparti
centrali
Banche Altre società
finanziarie
Altri soggetti
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale X 4.834 4.039 -
- fair value positivo X 497 333 -
- fair value negativo X -16 -2 -
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
3) Valute e oro
- valore nozionale X 21 - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X -8 - -
4) Merci
- valore nozionale X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
5) Altri
- valore nozionale
X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
Contratti rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale 322.529 26.545 1.680 -
- fair value positivo 17.193 1.668 44 -
- fair value negativo -12.471 -1.119 -517 -
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale - - - -
- fair value positivo - - - -
- fair value negativo - - - -
3) Valute e oro
- valore nozionale - 7.918 1.610 -
- fair value positivo - 293 32 -
- fair value negativo - -465 -324 -
4) Merci
- valore nozionale - - - -
- fair value positivo - - - -
- fair value negativo - - - -
5) Altri
- valore nozionale - - - -
- fair value positivo - - - -
- fair value negativo - - - -

A.4 Vita residua dei derivati finanziari di copertura "over the counter": valori nozionali

(milioni di euro)
Sottostanti/Vita residua Fino ad 1 anno Oltre 1 anno e
fino a 5 anni
Oltre 5 anni Totale
A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di interesse 83.539 151.813 124.275 359.627
A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale ed indici azionari - - - -
A.3 Derivati finanziari su valute ed oro 687 3.704 5.158 9.549
A.4 Derivati finanziari su merci - - - -
A.5 Altri derivati finanziari - - - -
Totale
31.12.2022
84.226 155.517 129.433 369.176
Totale
31.12.2021
60.347 126.333 114.565 301.245

Informativa sull'incertezza derivante dalla riforma degli indici di riferimento dei derivati di copertura

Come illustrato nella Parte A Politiche Contabili, il Gruppo Intesa Sanpaolo applica, a decorrere dal Bilancio 2019, il Regolamento n.34/2020 del 15 gennaio 2020 che ha adottato il documento emesso dallo IASB a settembre 2019 sulla "Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (modifiche all'IFRS 9 Finanziamenti finanziari, allo IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione e all'IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative)". Con il regolamento in oggetto sono state introdotte alcune modifiche in tema di coperture (hedge accounting) con la finalità di evitare che le incertezze sull'ammontare e sulle tempistiche dei flussi di cassa derivanti dalla riforma dei tassi possano comportare l'interruzione delle coperture in essere e difficoltà a designare nuove relazioni di copertura. Pertanto, l'analisi della tenuta delle coperture è stata effettuata considerando i flussi e le tempistiche dei derivati di copertura in essere, presumendo che gli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse esistenti non siano modificati a seguito della riforma dei tassi interbancari (cd. Interest Rate Benchmark Reform o IBOR Reform).

A seguire si fornisce l'informativa richiesta dall'IFRS 7, paragrafo 24H, in merito all'incertezza derivante dalla riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse sulle relazioni di copertura e l'importo nominale degli strumenti di copertura potenzialmente impattati dalla riforma dei tassi benchmark. Si rinvia anche a quanto riportato nella Nota Integrativa del Bilancio consolidato, nella Premessa della Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura, per una illustrazione di come il Gruppo sta gestendo il processo di transizione ai tassi di riferimento alternativi.

B. Derivati creditizi di copertura

  • B.1 Derivati creditizi di copertura: valori nozionali di fine periodo
  • B.2 Derivati creditizi di copertura: fair value lordo positivo e negativo - ripartizione per prodotti
  • B.3 Derivati creditizi di copertura "over the counter": valori nozionali, fair value lordo positivo e negativo per controparti
  • B.4 Vita residua dei derivati creditizi di copertura "over the counter": valori nozionali Il Gruppo Intesa Sanpaolo non detiene in portafoglio derivati creditizi classificati di copertura.

C. Strumenti non derivati di copertura

C.1 Strumenti di copertura diversi da derivati: ripartizione per portafoglio contabile e tipologia di copertura

Il Gruppo Intesa Sanpaolo si avvale della possibilità, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di "hedge accounting" (nella versione carve-out omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro coperture). Per questa ragione il Gruppo Intesa Sanpaolo non ha in portafoglio strumenti finanziari da riportare nella tabella "C.1 Strumenti di copertura diversi da derivati: ripartizione per portafoglio contabile e tipologia di copertura".

Derivati di copertura del fair value

I derivati di copertura delle relazioni di fair value del Gruppo sono principalmente indicizzati all'Euribor, la cui metodologia di calcolo è stata oggetto di revisione nel corso del 2019 per poter continuare ad utilizzare tale parametro anche dopo il 1° gennaio 2022, sia per i contratti esistenti che per quelli nuovi. Per rendere l'Euribor conforme al regolamento dell'UE sui benchmark (Benchmarks Regulation, BMR - Regolamento n. 2016/1011/UE), l'EMMI - European Money Markets Institute - ha reso operativo il passaggio ad una nuova metodologia di calcolo "ibrida". L'attuale sistema di calcolo – le cui attività sono state completate a fine novembre 2019 – non modifica la variabile economica che l'indice misura: l'Euribor esprime l'effettivo costo della raccolta per le banche europee contributrici ed è sempre disponibile e consultabile.

Pertanto, non si ritiene che ci sia incertezza sul timing o sull'ammontare dei flussi di cassa dell'Euribor e non si considerano le coperture di fair value collegate all'Euribor come impattate dalla riforma, in continuità con l'impostazione già adottata negli esercizi precedenti.

Con riferimento ai benchmark oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021 le corrispondenti attività di transizione si sono concluse in modo positivo per tutti i rispettivi benchmark. In particolare, per quanto riguarda i residuali contratti derivati di copertura ancora in posizione al 31 dicembre 2021, con tasso di riferimento Eonia quale indice sottostante (c.d. EONIA OIS) nonché i contratti con tasso di remunerazione dei relativi collaterali all'EONIA, si rileva che al 31 dicembre 2022 non residuano più posizioni aperte.

Anche con riferimento ai contratti derivati di copertura indicizzati ai LIBOR, oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021 (principalmente rispetto a quelli espressi in divisa GBP, CHF, JPY ed EUR), si evidenzia che le corrispondenti esposizioni non risultavano più presenti già a partire dai primi mesi del 2022.

Per quanto attiene i contratti derivati di copertura indicizzati al LIBOR USD si segnala che la transizione dovrà essere effettuata entro il 30 giugno 2023 - il 31 dicembre 2021 rappresentava la data ultima per la pubblicazione dei soli tassi LIBOR USD ad una settimana ed a due mesi - pertanto ai fini delle attività di gestione del passaggio ai nuovi RFR, risultano di interesse i soli strumenti finanziari che presentano una scadenza successiva a tale data. La data di cessazione del LIBOR USD non determina particolari incertezze se non per quelle legate alle tempistiche di negoziazione che potrebbero essere posticipate dalle stesse controparti.

Nello specifico, al 31 dicembre 2022 sono presenti derivati di fair value hedge indicizzati al LIBOR USD per un nozionale di 13.332 milioni, a rappresentare il 4% del totale dei derivati di fair value hedge del Gruppo. Al 31 dicembre 2021 erano invece presenti derivati di fair value hedge indicizzati all'EONIA per un nozionale di 4 milioni, al LIBOR USD per un nozionale di 16.646 milioni ed al LIBOR in altre divise per un nozionale di 62 milioni, a rappresentare il 6% del totale dei derivati di fair value hedge del Gruppo.

Si evidenzia che tali importi sono inclusi nella disclosure fornita sull'IBOR Reform nella Parte A Sezione 5 - Altri Aspetti. Nello specifico la tabella pubblicata include nella colonna "derivati" sia i derivati di negoziazione che quelli di copertura non ancora transitati ai tassi di riferimento alternativi al 31 dicembre 2022. Si rinvia a tale sezione per le analisi qualitative sulle modalità di gestione della transizione da parte del Gruppo.

Derivati di copertura di flussi finanziari

I derivati di copertura delle relazioni di cash flow sono indicizzati all'Euribor. Come già evidenziato per il fair value hedge, il Gruppo non ritiene che ci sia incertezza sul timing o sull'ammontare dei flussi di cassa dell'Euribor e, pertanto, non considera le coperture di cash flow come impattate dalla riforma.

D. Strumenti coperti

Il Gruppo Intesa Sanpaolo si avvale della possibilità, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di "hedge accounting" (nella versione carve-out omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro coperture).

D.1 Coperture del fair value

(milioni di euro)
Coperture
specifiche:
valore di
Coperture
Coperture specifiche
specifiche -
posizioni nette:
Coperture
generiche:
Valore di
bilancio valore di Variazioni Cessazione Variazioni del bilancio
bilancio delle
attività o
cumulate di
fair value
della
copertura:
valore usato
per rilevare
passività (prima dello variazioni l'inefficacia
della strumento cumulate della
compensazione) coperto residue del
fair value
copertura
A. Attività
1. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva -
copertura di: 30.794 - -4.934 -2.221 -4.575 -
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 28.597 - -4.905 -2.214 -4.566 X
1.2 Titoli di capitale e indici azionari - - - - - X
1.3 Valute e oro - - - - - X
1.4 Crediti - - - - - X
1.5 Altri 2.197 - -29 -7 -9 X
2. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - copertura di:
35.329 - -2.568 -1.028 -2.536 99.032
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 34.751 - -2.766 -1.028 -2.738 X
1.2 Titoli di capitale e indici azionari - - - - - X
1.3 Valute e oro 157 - -1 - - X
1.4 Crediti - - - - - X
1.5 Altri 421 - 199 - 202 X
31.12.2022
Totale
66.123 - -7.502 -3.249 -7.111 99.032
31.12.2021
Totale
84.679 - 3.383 190 2.773 76.009
B. Passività
1. Passività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - copertura di:
55.128 - -3.589 -370 -3.764 111.035
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 49.462 - -2.997 -66 -3.219 X
1.2 Valute e oro - - - - - X
1.3 Altri 5.666 - -592 -304 -545 X
31.12.2022
Totale
55.128 - -3.589 -370 -3.764 111.035
31.12.2021
Totale
61.269 - 740 3 697 61.554

D.2 Copertura dei flussi finanziari e degli investimenti esteri

Variazione del
valore usato per
rilevare
l'inefficacia della
copertura
Riserve da
copertura
(milioni di euro)
Cessazione della
copertura: valore
residuo delle
riserve di
copertura
A. Copertura di flussi finanziari
1. Attività 640 -488 -
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 640 -488 -
1.2 Titoli di capitale e indici azionari - - -
1.3 Valute e oro - - -
1.4 Crediti
1.5 Altri
- - -
2. Passività - - -
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 192
192
22
22
-
-
1.2 Valute e oro - - -
1.3 Altri - - -
Totale (A) 31.12.2022 832 -466 -
Totale (A) 31.12.2021 -751 -607 -
B. Copertura degli investimenti esteri X 10 -
Totale (A+B) 31.12.2022 832 -456 -
Totale (A+B) 31.12.2021 -751 -607 -

E. Effetti delle operazioni di copertura a patrimonio netto

E.1 Riconciliazione delle componenti di patrimonio netto

(milioni di euro)
Riserva da copertura dei flussi finanziari Riserva da copertura di investimenti esteri
Titoli di
debito e
tassi
d'interesse
Titoli di
capitale
e indici
azionari
Valute e
oro
Crediti Altri Titoli di
debito e
tassi
d'interesse
Titoli di
capitale
e indici
azionari
Valute e
oro
Crediti Altri
Esistenze iniziali -607 - - - - - - - - -
Variazioni di fair value (quota
efficace)
141 - - - - - - - - -
Rigiri a conto economico - - - - - - - - - -
di cui: transazioni future non più
attese
- - - - - X X X X X
Altre variazioni - - - - - - - 10 - -
di cui: trasferimenti al valore
contabile iniziale degli strumenti
coperti
- - - - - X X X X X
Rimanenze finali -466 - - - - - - 10 - -

Si segnala che la fattispecie "Strumenti di copertura (elementi non designati)" non risulta presente dal momento che il Gruppo Intesa Sanpaolo si avvale della possibilità, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di "hedge accounting" (nella versione "carve-out" omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per coperture specifiche che per le macro coperture).

1.3.3. Altre informazioni sugli strumenti derivati (di negoziazione e di copertura)

A. Derivati finanziari e creditizi

A.1 Derivati finanziari e creditizi "over the counter": fair value netti per controparti

(milioni di euro)
Controparti Banche Altre società Altri soggetti
centrali finanziarie
A. Derivati finanziari
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale 1.650.362 - - -
- fair value netto positivo 564 - - -
- fair value netto negativo - - - -
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
3) Valute e oro
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
4) Merci
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
5) Altri
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
B. Derivati creditizi
1) Acquisto protezione
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
2) Vendita protezione
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -

La tabella accoglie i valori rivenienti dalle compensazioni effettuate in bilancio per i derivati i cui accordi di compensazione soddisfano i criteri previsti dallo IAS 32 paragrafo 42.

In particolare quanto esposto si riferisce principalmente ai derivati finanziari e creditizi OTC di negoziazione e di copertura in essere con il compensatore legale LCH Ltd. per i quali si è proceduto alla separata compensazione in bilancio dei fair value riconducibili all'operatività in conto proprio ed all'operatività per conto della clientela.

Il risultato della compensazione complessivamente positivo per 564 milioni (fair value positivo di 85.957 milioni e fair value negativo di 85.393 milioni), ascrivibile per un risultato positivo di 147 milioni ai derivati di negoziazione e per un risultato sempre positivo di 417 milioni ai derivati di copertura, è riportato nella Parte B di Nota integrativa rispettivamente per l'operatività per conto della clientela e società del Gruppo (derivati di negoziazione) tra le Attività finanziarie di negoziazione per 4.384 milioni e per l'operatività in conto proprio (derivati di negoziazione e derivati di copertura) tra le Passività finanziarie di negoziazione per 3.820 milioni.

1.4 RISCHIO DI LIQUIDITA'

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Si definisce rischio di liquidità il rischio che la Banca non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento per l'incapacità sia di reperire fondi sul mercato (funding liquidity risk), sia di smobilizzare i propri attivi (market liquidity risk). La predisposizione di un adeguato sistema di governo e gestione di tale rischio assume un ruolo fondamentale per il mantenimento della stabilità non solo della singola banca, ma anche del mercato, considerato che gli squilibri di una singola istituzione finanziaria possono avere ripercussioni sistemiche. Tale sistema deve essere integrato in quello complessivo per la gestione dei rischi e prevedere controlli incisivi e coerenti con l'evoluzione del contesto di riferimento.

Il sistema interno di controllo e gestione del rischio di liquidità di Intesa Sanpaolo si sviluppa nel quadro del Risk Appetite Framework del Gruppo e nel rispetto delle soglie massime di tolleranza al rischio di liquidità ivi approvate, che stabiliscono che il Gruppo debba mantenere una posizione di liquidità adeguata in modo da fronteggiare periodi di tensione, anche prolungati, sui diversi mercati di approvvigionamento del funding, anche attraverso la costituzione di adeguate riserve di liquidità rappresentate da titoli marketable e rifinanziabili presso Banche Centrali. A tal fine, è richiesto il mantenimento di un equilibrato rapporto fra fonti in entrata e flussi in uscita, sia nel breve che nel medio-lungo termine. Tale obiettivo è sviluppato dalle "Linee Guida di Governo del rischio Liquidità di Gruppo" approvate dagli Organi Societari di Intesa Sanpaolo, applicando le vigenti disposizioni regolamentari in materia.

Le disposizioni sulla liquidità introdotte dall'Unione Europea sin da giugno 2013 e successivamente aggiornate, stabiliscono che le banche debbano rispettare: (i) il requisito minimo di copertura della liquidità di breve termine (Liquidity Coverage Ratio – LCR > 100%), nonché (ii) il requisito minimo di liquidità strutturale (Net Stable Funding Ratio – NSFR >100%), come stabiliti nell'ambito della Direttiva 2019/878/UE, del Regolamento (UE) 575/2013, del Regolamento 2019/876 e del Regolamento Delegato (UE) 2015/61 con relativi supplementi/modifiche. Completano il quadro normativo gli "Implementing Technical Standard" sviluppati dall'Autorità Bancaria Europea (EBA) e le Guidelines della BCE finalizzati ad accrescere l'armonizzazione regolamentare dell'Unione nel quadro del c.d. Meccanismo Unico di Vigilanza (Single Supervisory Mechanism - SSM) che, sempre in tema di liquidità, ha previsto anche un esercizio di autovalutazione, c.d. "Internal Liquidity Adequacy Assessment Process" (ILAAP), da condurre con periodicità annuale ai fini del "Supervisory Review and Evaluation Process" (SREP).

Le "Linee Guida di Governo del rischio Liquidità" del Gruppo Intesa Sanpaolo – oltre a fare riferimento alle indicazioni della Banca d'Italia in materia di rischio di liquidità presenti nelle "Disposizioni di Vigilanza per le banche" - hanno via via recepito tutte le suddette disposizioni normative, applicando le vigenti disposizioni regolamentari.

In tal quadro, le "Linee Guida di Governo del Rischio di Liquidità del Gruppo", approvate dagli Organi Societari di Intesa Sanpaolo, illustrano i compiti delle diverse funzioni aziendali, le norme e l'insieme dei processi di controllo e gestione finalizzati ad assicurare un prudente presidio del rischio di liquidità, prevenendo l'insorgere di situazioni di crisi. A tal fine, comprendono le procedure per l'identificazione dei fattori di rischio, la misurazione dell'esposizione al rischio e la verifica del rispetto dei limiti, nonché le regole per l'effettuazione di prove di stress e l'individuazione di appropriate iniziative di attenuazione del rischio, oltre alla predisposizione di piani d'emergenza e il reporting informativo agli organi aziendali.

I principi essenziali a cui si ispira il sistema interno di controllo e gestione del rischio di liquidità definito da tali Linee Guida sono:

  • presenza di una politica di gestione della liquidità approvata dai vertici e chiaramente comunicata all'interno dell'istituzione;
  • esistenza di una struttura operativa che operi all'interno di limiti e soglie di attenzione assegnati e di una struttura di controllo autonoma dalla prima;
  • disponibilità costante di riserve di liquidità adeguate in relazione alla soglia di tolleranza al rischio di liquidità prescelta;
  • valutazione dell'impatto di diversi scenari, inclusi quelli di stress, sui flussi temporali in entrata e in uscita e sull'adeguatezza quantitativa e qualitativa delle riserve di liquidità;
  • adozione di un sistema di prezzi per il trasferimento interno dei fondi che incorpori accuratamente il costo/beneficio della liquidità, sulla base delle condizioni di raccolta del Gruppo Intesa Sanpaolo;
  • gestione della liquidità in situazione di crisi che tenga in considerazione le linee guida sul governo dei processi di gestione della crisi nell'ambito del Piano di Recovery e del Piano di Resolution.

Le Linee Guida di Governo del rischio Liquidità di Gruppo definiscono in dettaglio i compiti attribuiti agli Organi Societari e riportano al vertice alcuni importanti adempimenti quali l'approvazione degli indicatori di misurazione, la definizione delle principali ipotesi sottostanti agli scenari di stress e la composizione delle soglie di attenzione utilizzate per l'attivazione dei piani di emergenza.

Al fine di perseguire una politica di gestione dei rischi integrata e coerente, le decisioni strategiche a livello di Gruppo in materia di governo e gestione del rischio di liquidità sono rimesse agli Organi Societari della Capogruppo. In questa prospettiva, la Capogruppo svolge le proprie funzioni di presidio e gestione della liquidità con riferimento non solo alla propria realtà aziendale, ma anche valutando l'operatività complessiva del Gruppo e il rischio di liquidità a cui esso è esposto. Allo scopo di massimizzare il coordinamento e il controllo integrato del rischio di liquidità, le Linee Guida di Governo del rischio Liquidità di Gruppo individuano i seguenti perimetri societari: (i) "Perimetro sub-consolidato Area euro", che comprende la Capogruppo con le sue Filiali estere e tutte le altre Banche italiane ed estere del Gruppo dell'Area euro il cui trasferimento di liquidità non è bloccato o limitato da vincoli normativi e che pertanto contribuiscono all'equilibrio della gestione integrata

nell'area dell'euro, di cui è diretta responsabile la Tesoreria centrale, fermo restando il rispetto di limiti previsti per ogni singola legal entity; (ii) Perimetro "Altre Banche/Società del Gruppo", che include le controllate estere del Gruppo, la cui gestione della liquidità è svolta dalle funzioni di Tesoreria/ALM di ciascuna controllata, sotto la guida e il monitoraggio delle competenti strutture della Capogruppo.

Le funzioni aziendali della Capogruppo preposte a garantire la corretta applicazione delle Linee Guida e l'adeguatezza della posizione di liquidità del Gruppo sono, in particolare, la Direzione Centrale Tesoreria e Finanza di Gruppo e la Direzione Pianificazione e Controllo di Gestione, responsabili nell'ambito dell'area Chief Financial Officer (CFO) della gestione della liquidità, e la Direzione Centrale Market and Financial Risk Management, che nell'ambito dell'area Chief Risk Officer (CRO) ha la responsabilità diretta della misurazione del rischio di liquidità su base consolidata.

La liquidità del Gruppo è gestita dalle citate strutture dell'area CFO attraverso un dettagliato presidio dei flussi di liquidità ed una costante interazione con le Business Unit, nel quadro dei relativi business plan redatti nel rispetto dei seguenti indirizzi:

  • costante attenzione al grado di fidelizzazione della clientela, finalizzata al mantenimento di un'elevata consistenza di depositi stabili;
  • monitoraggio del gap raccolta-impieghi tempo per tempo espresso dalle Business Unit, rispetto agli obiettivi assegnati in sede di piano e di budget;
  • equilibrato ricorso al mercato istituzionale, con una particolare attenzione alla diversificazione di segmenti e strumenti;
  • ricorso selettivo alle operazioni di rifinanziamento dalle Banche Centrali.

La Direzione Centrale Market and Financial Risk Management ha la responsabilità diretta dei controlli di secondo livello e in qualità di attivo partecipante ai Comitati manageriali, svolge un ruolo primario nella gestione e diffusione delle informazioni sul rischio di liquidità, contribuendo al miglioramento complessivo della consapevolezza del Gruppo sulla posizione in essere. In particolare, garantisce la misurazione, sia puntuale che prospettica, in condizioni normali e di stress, dell'esposizione di Gruppo ai rischi di liquidità, verificando il rispetto dei limiti ed attivando, in caso di superamento degli stessi, le procedure di reporting nei confronti dei competenti Organi Societari e monitorando le azioni di rientro concordate in caso di eventuali sconfinamenti.

Il Chief Audit Officer valuta la funzionalità del complessivo assetto del sistema dei controlli a presidio del processo di misurazione, gestione e controllo dell'esposizione al rischio di liquidità di Gruppo e verifica l'adeguatezza e la rispondenza del processo ai requisiti stabiliti dalla normativa. Gli esiti dei controlli svolti sono sottoposti, con cadenza almeno annuale, agli Organi Societari.

Le metriche di misurazione e gli strumenti di attenuazione del rischio di liquidità, sono formalizzati dalle citate Linee Guida di Governo del rischio Liquidità di Gruppo che definiscono l'impianto metodologico degli indicatori della liquidità sia di breve termine, che strutturale.

Gli indicatori della liquidità di breve termine intendono assicurare un livello adeguato e bilanciato tra flussi di cassa in uscita e in entrata aventi scadenza certa o stimata compresa nell'orizzonte temporale di 12 mesi, garantendo adeguata disponibilità di riserve liquide (c.d. Liquidity Buffer), liberamente utilizzabili in qualità di strumento principale di mitigazione del rischio di liquidità. A tal fine e in coerenza con la soglia massima di tolleranza al rischio di liquidità, il sistema dei limiti è declinato prevedendo specifici indicatori di breve termine sia di natura regolamentare sul mese (Liquidity Coverage Ratio - LCR), che di definizione interna (indicatori di Survival Period).

L'indicatore di LCR ha la finalità di rafforzare il profilo di rischio di liquidità di breve termine, assicurando la detenzione di sufficienti attività liquide di elevata qualità (HQLA – High Quality Liquid Assets) non vincolate che possano essere facilmente e immediatamente convertite in contanti nei mercati privati per soddisfare i fabbisogni di liquidità a 30 giorni in uno scenario di stress acuto di liquidità. A tal fine, il Liquidity Coverage Ratio misura il rapporto tra: (i) il valore dello stock di HQLA e (ii) il totale dei deflussi di cassa netti calcolato secondo i parametri di scenario definiti dal Regolamento Delegato (UE) 2015/61 e suoi supplementi/modifiche.

Il Survival Period è invece un indicatore interno finalizzato a misurare il primo giorno in cui la Posizione Netta di Liquidità (calcolata come differenza tra le Riserve di Liquidità disponibili e i deflussi netti) diventa negativa, ovvero quando non risulta più disponibile ulteriore liquidità per coprire i deflussi netti simulati in uscita. A tal fine sono previste due diverse ipotesi di scenario, baseline e stressed, finalizzate a misurare rispettivamente: (i) l'indipendenza del Gruppo dalla raccolta interbancaria sui mercati finanziari, (ii) il periodo di sopravvivenza in caso di ulteriori tensioni, di mercato e idiosincratiche, di severità medio-alta, gestite senza prevedere restrizioni all'attività creditizia nei confronti della clientela. Sull'indicatore di Survival Period in condizioni di stress è stabilito il mantenimento di un orizzonte minimo di sopravvivenza allo scopo di prevedere un livello complessivo di riserve in grado di fronteggiare le maggiori uscite di cassa in un intervallo di tempo adeguato a porre in essere i necessari interventi operativi per ricondurre il Gruppo in condizioni di equilibrio.

La Politica di Liquidità strutturale del Gruppo Intesa Sanpaolo include l'adozione del requisito strutturale, Net Stable Funding Ratio (NSFR), previsto dalla normativa regolamentare. Tale indicatore è finalizzato a promuovere un maggiore ricorso alla raccolta stabile, evitando che l'operatività a medio e lungo termine possa dare luogo ad eccessivi squilibri da finanziare a breve termine. A tal fine, esso stabilisce un ammontare minimo "accettabile" di provvista superiore all'anno in relazione alle necessità originate dalle caratteristiche di liquidità e di durata residua delle attività e delle esposizioni fuori bilancio. Ad integrazione, la politica interna di Liquidità strutturale prevede anche degli indicatori di early warning applicati su scadenze superiori a 1 anno, con particolare attenzione ai gap di lungo termine (> 5 anni).

Nell'ambito delle Linee Guida di Governo del Rischio di Liquidità del Gruppo è inoltre previsto che siano assicurate le modalità di governo di un'eventuale crisi di liquidità, definita come una situazione di difficoltà o incapacità della Banca di far fronte ai propri impegni di cassa in scadenza, a meno di attivare procedure e/o utilizzare strumenti in maniera non riconducibile, per intensità o modalità, all'ordinaria amministrazione.

Il Contingency Liquidity Plan (CLP), prefiggendosi gli obiettivi di salvaguardia del patrimonio del Gruppo e, contestualmente, di garanzia della continuità operativa in condizioni di grave emergenza sul fronte della liquidità, assicura l'identificazione dei segnali di preallarme, il loro continuo monitoraggio, la definizione delle procedure da attivare nel caso si manifestino tensioni sulla liquidità, indicando anche le linee di azione immediate e gli strumenti di intervento per la risoluzione dell'emergenza. Gli indici di preallarme, finalizzati a cogliere i segnali di una potenziale tensione di liquidità, sia sistemica sia specifica, sono monitorati con periodicità giornaliera dalla Direzione Centrale Rischi Market and Financial Risk Management. In tale ambito, è formalmente assegnato alla Direzione Centrale Tesoreria e Finanza di Gruppo la responsabilità di redigere il Contingency Funding Plan (CFP), che contiene le diverse linee d'azione attivabili allo scopo di fronteggiare potenziali situazioni di stress, indicando la dimensione degli effetti mitiganti perseguibili in un orizzonte temporale di breve termine.

Il CLP è parte del più generale piano di Gestione della Crisi (ossia è il primo step del processo di escalation previsto nella gestione delle emergenze di liquidità) e gli strumenti in esso previsti rappresentano una selezione delle azioni di recovery che si ritiene possono essere realizzate nel breve termine e anticipate rispetto ad altri interventi più radicali, che in quanto tali, presentano carattere e/o dimensione ulteriormente straordinari. A tal fine, le strategie e gli strumenti d'intervento sono definiti in funzione di tipologia, durata e intensità dell'emergenza di liquidità, nonché a seconda del contesto di riferimento in cui si ipotizza che si verifichi l'emergenza.

Posizione di liquidità del Gruppo

La posizione di liquidità del Gruppo – sostenuta da adeguate attività liquide di elevata qualità (HQLA) e dal significativo contributo di raccolta stabile retail - si è mantenuta nel corso di tutto l'esercizio 2022 all'interno dei limiti di rischio previsti dalla vigente Policy di Liquidità di Gruppo.

Entrambi gli indicatori regolamentari, LCR e NSFR risultano superiori ai requisiti normativi. Nel corso del 2022, il Liquidity Coverage Ratio (LCR) del Gruppo Intesa Sanpaolo, misurato secondo il Regolamento Delegato (UE) 2015/61 si è attestato in media105 a 181,9% (184,5% nel 2021). Anche il NSFR si è confermato ampiamente superiore al 100%, sostenuto da una solida base di raccolta stabile della clientela, ulteriormente accresciuta nel corso dell'anno, oltre che da adeguata raccolta cartolare wholesale a medio-lungo termine e dalla raccolta TLTRO con BCE. Al 31 dicembre 2022, il NSFR del Gruppo Intesa Sanpaolo, misurato secondo istruzioni regolamentari, è pari al 126% (127,3% a fine 2021); tale indicatore resta ampiamente superiore al 100% anche escludendo l'apporto positivo della raccolta TLTRO.

I surplus di entrambi gli indicatori regolamentari, LCR e NSFR, sono principalmente originati nell'ambito del perimetro Subconsolidato Area euro. Ai fini dell'indicatore LCR, gli avanzi individuali registrati presso alcune controllate estere risultano inoltre sterilizzati in fase di consolidamento per vincoli alla circolazione della liquidità presso le suddette Controllate.

A fine dicembre 2022, il valore puntuale delle complessive riserve HQLA disponibili a pronti presso le diverse Tesorerie del Gruppo ammonta a complessivi 172,5 miliardi (187,1 miliardi a fine 2021), composte per circa il 64% da cash a seguito dei riversamenti temporanei di liquidità in eccesso in forma di depositi liberi in Banca Centrale. Aggiungendo le altre riserve marketable e/o stanziabili presso le Banche Centrali, incluse le autocartolarizzazioni retained, le riserve di liquidità unencumbered di Gruppo risultano pari a complessivi 177,7 miliardi (192,4 miliardi a fine 2021).

(milioni di euro)
Disponibili a pronti
(netto haircut)
31.12.2022 31.12.2021
Riserve di Liquidità HQLA 172.527 187.066
Cassa e Depositi presso Banche Centrali (HQLA) 109.792 135.061
Titoli altamente Liquidi (HQLA) 62.735 52.005
Altre Riserve stanziabili e/o marketable 5.222 5.306
Totale Riserve di Liquidità di Gruppo 177.749 192.372

Regolari prove di stress sono svolte per valutare l'impatto di eventi negativi sulla posizione di liquidità aziendale e sull'adeguatezza delle riserve di liquidità, in relazione alla situazione corrente e prospettica del Gruppo, della Banca e del mercato, in modo da consentire la pronta conoscibilità da parte degli Organi Aziendali di sopraggiunte vulnerabilità ed indirizzare l'attivazione di conseguenti azioni correttive.

In considerazione dell'elevata consistenza delle riserve di liquidità disponibili (liquide o stanziabili), le prove di stress, in uno scenario combinato di crisi di mercato e specifica (con significativa perdita di raccolta clientela) mostrano per il Gruppo Intesa Sanpaolo risultati superiori alla soglia obiettivo, con un avanzo di liquidità in grado di fronteggiare fuoriuscite di cassa straordinarie per un periodo di tempo largamente superiore a 3 mesi.

La strategia di funding in Intesa Sanpaolo è incentrata sul mantenimento di un profilo diversificato per clientela, prodotto, durata e valuta. Le principali fonti di finanziamento di Intesa Sanpaolo comprendono: (i) depositi derivanti dal mercato domestico Retail e Corporate, che rappresentano la parte stabile di raccolta, (ii) funding di breve termine su mercati wholesale, costituiti per gran parte da operatività in repo e raccolta CD/CP, e (iii) raccolta di medio/lungo termine, composta

105 Il dato esposto si riferisce alla media semplice delle ultime 12 osservazioni mensili, come da Regolamento 2021/637.

principalmente da proprie emissioni (Covered Bonds/ABS e altri titoli di debito senior sul mercato dell'Euro e US, oltre a subordinati) e dalle operazioni di rifinanziamento con l'Eurosistema (TLTRO).

Le Linee Guida di Governo del Rischio di Liquidità del Gruppo prevedono il regolare monitoraggio dell'analisi di concentrazione sia del funding (per controparte/prodotto), che delle Riserve di Liquidità (per emittente/controparte).

Adeguata e tempestiva informativa sull'evolversi delle condizioni di mercato e della posizione della Banca e/o del Gruppo è regolarmente rilasciata agli Organi aziendali e ai Comitati interni, al fine di assicurare la piena conoscenza e governabilità dei fattori di rischio. Tale reportistica comprende la valutazione dell'esposizione al rischio di liquidità determinata anche sulla base di ipotesi di scenari avversi. Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo è regolarmente coinvolto nella definizione della strategia di mantenimento di una posizione di liquidità adeguata a livello dell'intero Gruppo.

La valutazione aziendale dell'adeguatezza della posizione di liquidità di Intesa Sanpaolo trova riscontro nel resoconto ILAAP (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process), che comprende anche il Funding Plan del Gruppo. Nell'ambito del processo di approvazione annuale di tale resoconto da parte degli Organi Societari di Intesa Sanpaolo, il Liquidity Adequacy Statement (LAS), approvato dal Consiglio di Amministrazione, che espone anche le evidenze principali dell'autovalutazione dell'adeguatezza della posizione di liquidità, tenuto conto delle risultanze e dei valori espressi dai principali indicatori, manifesta il convincimento che la gestione della posizione di liquidità sia adeguata e profondamente radicata nella cultura e nei processi aziendali del Gruppo, osservando inoltre che, anche da un punto di vista prospettico, l'attuale sistema di regole e procedure appare adeguato a governare una pronta ed efficace reazione, nel caso in cui i rischi e le sfide si concretizzino effettivamente in scenari di stress severi ed avversi.

Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19

Tutte le necessarie misure preventive di gestione e controllo, già attivate sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria COVID-19, permangono attive nell'obiettivo di cogliere eventuali segnali di potenziale inasprimento delle condizioni di liquidità.

Impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino

Alla luce delle contenute esposizioni verso controparti russe e ucraine, la posizione consolidata di liquidità del Gruppo non ha subito impatti apprezzabili derivanti dal conflitto russo-ucraino.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

La distribuzione temporale delle attività e passività finanziarie è rappresentata nelle tabelle che seguono secondo le regole stabilite dalla normativa di bilancio (Circolare 262 di Banca d'Italia e relativi chiarimenti emessi dall'Organo di Vigilanza), ricorrendo all'utilizzo di informazioni di natura contabile esposte per durata residua contrattuale. Non sono stati pertanto utilizzati dati di natura gestionale che prevedono, ad esempio, la modellizzazione delle poste a vista del passivo e la rappresentazione delle poste per cassa secondo il loro grado di liquidabilità.

Valuta di denominazione: Euro

(milioni di euro)
Voci/ Scaglioni temporali A vista Da oltre 1
giorno a
7 giorni
Da oltre 7
giorni a
15 giorni
Da oltre
15 giorni
a 1 mese
Da oltre 1
mese fino
a 3 mesi
Da oltre 3
mesi fino
a 6 mesi
Da oltre 6
mesi fino
a 1 anno
Da oltre 1
anno fino
a 5 anni
Oltre 5
anni
Indeterminata
Durata
A. Attività per cassa 150.164 13.534 4.019 17.166 21.843 22.015 35.595 167.586 197.955 4.250
A.1 Titoli di Stato 17 8 155 97 649 1.282 1.250 9.778 43.346 -
A.2 Altri titoli di debito 1.130 1.050 900 4.861 300 450 749 8.695 21.832 -
A.3 Quote OICR 3.198 - - - - - - - - -
A.4 Finanziamenti 145.819 12.476 2.964 12.208 20.894 20.283 33.596 149.113 132.777 4.250
- Banche 103.537 3.769 411 912 988 511 1.622 1.080 380 4.120
- Clientela 42.282 8.707 2.553 11.296 19.906 19.772 31.974 148.033 132.397 130
B. Passività per cassa 428.655 2.922 1.670 4.159 13.240 51.096 9.465 92.428 21.562 -
B.1 Depositi e conti correnti 395.258 712 1.126 1.681 2.277 1.881 2.756 2.259 816 -
- Banche 2.310 241 111 156 133 143 169 480 308 -
- Clientela 392.948 471 1.015 1.525 2.144 1.738 2.587 1.779 508 -
B.2 Titoli di debito 41 190 543 2.444 6.468 2.224 5.716 40.828 16.951 -
B.3 Altre passività 33.356 2.020 1 34 4.495 46.991 993 49.341 3.795 -
C. Operazioni "fuori bilancio"
C.1 Derivati finanziari con scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 425 6.820 2.244 8.791 26.476 5.951 7.116 14.707 8.408 -
- Posizioni corte 456 8.536 2.187 8.212 13.420 4.250 6.172 13.096 12.759 -
C.2 Derivati finanziari senza scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 24.138 68 4 118 167 425 869 260 16 -
- Posizioni corte 25.672 30 12 156 322 584 905 261 16 -
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- Posizioni lunghe 59.541 - - - - - - - - -
- Posizioni corte 5 55.786 99 1.213 2.295 70 - 53 19 -
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe 4.135 10.943 7 339 556 723 2.093 17.146 2.266 -
- Posizioni corte 36.478 50 7 42 40 91 162 104 3 -
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate 1.110 14 13 26 146 103 264 313 136 -
C.6 Garanzie finanziarie ricevute 172 - - - - - - - - -
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - - - - - 20 30 536 686 -
- Posizioni corte - - - - - 20 30 536 686 -
C.8 Derivati creditizi senza scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 502 - - - - - - - - -
- Posizioni corte 469 - - - - - - - - -

Valuta di denominazione: Altre valute

(milioni di euro)
Voci/ Scaglioni temporali A vista Da oltre 1
giorno a
7 giorni
Da oltre 7
giorni a
15 giorni
Da oltre
15 giorni
a 1 mese
Da oltre 1
mese fino
a 3 mesi
Da oltre 3
mesi fino
a 6 mesi
Da oltre 6
mesi fino
a 1 anno
Da oltre 1
anno fino
a 5 anni
Oltre 5
anni
Indeterminata
Durata
A. Attività per cassa 10.524 6.846 2.923 4.420 6.658 4.133 5.676 26.663 18.337 1.322
A.1 Titoli di Stato 5 111 133 354 892 810 1.260 5.323 11.488 -
A.2 Altri titoli di debito 199 28 59 195 359 164 441 4.285 1.667 -
A.3 Quote OICR 541 - - - - - - - - -
A.4 Finanziamenti 9.779 6.707 2.731 3.871 5.407 3.159 3.975 17.055 5.182 1.322
- Banche 7.012 5.788 1.812 1.409 2.025 914 324 408 263 1.309
- Clientela 2.767 919 919 2.462 3.382 2.245 3.651 16.647 4.919 13
B. Passività per cassa 26.832 3.598 4.891 6.108 6.196 1.312 2.370 11.864 8.142 -
B.1 Depositi e conti correnti 25.077 1.383 1.458 1.974 2.230 808 1.648 1.716 359 -
- Banche 1.588 729 531 666 543 99 260 798 75 -
- Clientela 23.489 654 927 1.308 1.687 709 1.388 918 284 -
B.2 Titoli di debito 132 110 1.227 577 458 201 673 9.049 6.935 -
B.3 Altre passività 1.623 2.105 2.206 3.557 3.508 303 49 1.099 848 -
C. Operazioni "fuori bilancio"
C.1 Derivati finanziari con scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 142 14.959 5.653 12.622 17.107 8.030 11.320 17.395 10.723 -
- Posizioni corte 254 14.143 5.716 13.676 30.101 9.688 11.985 18.887 6.052 -
C.2 Derivati finanziari senza scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 2.808 5 61 81 43 227 274 2 19 -
- Posizioni corte 5.667 1 53 69 40 201 273 3 20 -
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- Posizioni lunghe 2.950 - - - - - - - - -
- Posizioni corte - 199 1.001 659 736 2 - 155 198 -
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe 1.563 113 25 157 1.286 724 1.181 11.677 1.142 -
- Posizioni corte 15.810 26 - - 1 2 10 6 - -
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate 839 13 8 48 124 127 245 371 92 -
C.6 Garanzie finanziarie ricevute 96 - - - - - - - - -
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - - - - - - 28 47 - -
- Posizioni corte - - - - - - 28 47 - -
C.8 Derivati creditizi senza scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 432 - - - - - - - - -
- Posizioni corte 435 - - - - - - - - -

2. Operazioni di autocartolarizzazione

Si riporta di seguito una breve illustrazione delle operazioni di cartolarizzazione originate da Intesa Sanpaolo, in essere al 31 dicembre 2022, in cui la Banca ha sottoscritto la totalità dei titoli emessi dal relativo veicolo (autocartolarizzazioni) e che non sono esposte nelle tabelle di Nota Integrativa della Parte E, sezione C "Operazioni di cartolarizzazione".

Brera Sec S.r.l.

Nel mese di ottobre 2017 è stata strutturata un'operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione di cinque portafogli di crediti alla società veicolo Brera Sec S.r.l. originati da Capogruppo e da quattro banche del Gruppo successivamente incorporate da Intesa Sanpaolo (Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Forlì e della Romagna e Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, incorporate nella seconda metà del 2018, e Cassa di Risparmio in Bologna). Il sottostante è costituito da mutui ipotecari residenziali in capo a famiglie consumatrici e/o produttrici. L'operazione è stata la prima operazione di cartolarizzazione Residential Mortgage Backed Security ("RMBS") multi-Originator del Gruppo.

Intesa Sanpaolo ha assunto una quota di minoranza (5%) nella SPV di nuova costituzione e che è stata acquistata sul mercato, il cui controllo (95%) rimarrà in capo ad un'entità societaria esterna al Gruppo (fondazione di diritto olandese, c.d. Stichting).

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa del Lussemburgo, con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti pro-quota da ogni singola banca cedente sulla base del prezzo di cessione di ciascun portafoglio e pertanto oggi risultano integralmente sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 7,1 miliardi. Il prezzo di cessione di ciascun portafoglio ceduto è stato regolato con l'emissione dei titoli dell'11 dicembre 2017 per complessivi 7,1 miliardi.

I titoli senior, sono quotati con il rating Aa3 di Moody's e A (High) di DBRS Morningstar.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli sottoscritti in essere è pari a 2.831 milioni per i titoli senior e 1.067 milioni per i titoli junior.

Brera Sec S.r.l. (SEC 2)

Nel mese di settembre 2019 è stata strutturata un'operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione del portafoglio di crediti alla società veicolo Brera Sec S.r.l. originati da Intesa Sanpaolo. L'operazione costituisce la seconda operazione di cartolarizzazione Residential Mortgage Backed Security ("RMBS") del Gruppo.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV, il 27 novembre 2019, di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa di Lussemburgo con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 7,5 miliardi. Il prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, il 27 novembre 2019, per complessivi 7,5 miliardi.

I titoli senior sono quotati con il rating Aa3 di Moody's e A (High) di DBRS Morningstar.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 4.523 milioni per i titoli senior e a 860 milioni per i titoli junior.

Brera Sec S.r.l. (SEC 3)

Nel mese di ottobre 2021 è stata strutturata una nuova operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione del portafoglio di crediti alla società veicolo Brera Sec S.r.l. originati da Intesa Sanpaolo. L'operazione costituisce la terza operazione di cartolarizzazione Residential Mortgage Backed Security ("RMBS") del Gruppo.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV, il 1° dicembre 2021, di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa di Lussemburgo con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 7,7 miliardi. Il prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, in data 1° dicembre 2021, per complessivi 7,7 miliardi.

I titoli senior sono quotati con il rating A1 di Moody's e A (High) di DBRS Morningstar.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 6.515 milioni per i titoli senior e a 725 milioni per i titoli junior.

Clara Sec S.r.l.

Nel corso dell'anno 2020 è stata strutturata un'operazione di autocartolarizzazione avente per oggetto crediti rivenienti da prestiti personali performing nell'ambito del credito al consumo ed erogati a famiglie consumatrici.

L'operazione si configura come revolving; Intesa Sanpaolo avrà facoltà di cedere al Veicolo ulteriori portafogli di crediti di analoghe caratteristiche e qualità che il Veicolo acquisterà attingendo agli incassi generati dal portafoglio tempo per tempo segregato.

L'operazione si è realizzata con la cessione del portafoglio di crediti originati da Intesa Sanpaolo alla società veicolo Clara Sec S.r.l..

Intesa Sanpaolo ha assunto una quota di minoranza (5%) nella SPV di nuova costituzione e che è stata acquistata sul mercato, il cui controllo (95%) rimarrà in capo ad un'entità esterna al Gruppo (fondazione di diritto olandese, c.d. Stichting).

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV, il 23 giugno 2020, di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating. Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 7,6 miliardi. Il prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, il 23 giugno 2020, per complessivi 7,2 miliardi.

I titoli senior sono quotati con il rating A1 di Moody's e A di DBRS Mornigstar.

Nel mese di febbraio 2022 è stata perfezionata una cessione per un controvalore di 1,4 miliardi; nel mese di aprile un riacquisto per un controvalore di 88 milioni e nel mese di ottobre una cessione per un controvalore di 1,5 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 6.350 milioni per i titoli senior e a 824 milioni per i titoli junior.

Giada Sec S.r.l.

Nel mese di novembre 2020 è stata strutturata un'operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione del portafoglio di crediti, erogati ad imprese appartenenti al segmento small business, SME e Corporate originati da Intesa Sanpaolo, alla società veicolo Giada Sec S.r.l..

L'operazione si configura come revolving; Intesa Sanpaolo avrà facoltà di cedere al Veicolo ulteriori portafogli di crediti di analoghe caratteristiche e qualità che il Veicolo acquisterà attingendo agli incassi generati dal portafoglio tempo per tempo segregato.

Intesa Sanpaolo ha assunto una quota di minoranza (5%) nella SPV di nuova costituzione e che è stata acquistata sul mercato, il cui controllo (95%) rimarrà in capo ad un'entità societaria esterna al Gruppo (fondazione di diritto olandese, c.d. Stichting).

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa di Lussemburgo con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione quotato con il rating A1 di Moody's e A DBRS Morningstar è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 10,1 miliardi.

l prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, il 21 dicembre 2020, per un pari ammontare.

Nel mese di maggio 2022 è stata perfezionata una cessione per un controvalore di 1,7 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 6.610 milioni per i titoli senior e a 3.485 milioni per i titoli junior.

Giada Sec S.r.l. (Giada BIS)

Nel mese di ottobre 2022 è stata strutturata una nuova operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione del portafoglio di crediti, originati da Intesa Sanpaolo, erogati a piccole medie imprese ("SME"), ivi incluse le ditte individuali e finanziamenti concessi a clientela corporate non riconducibili al segmento 'large corporate', alla società veicolo Giada Sec S.r.l.

L'operazione si configura come revolving; Intesa Sanpaolo avrà facoltà di cedere al Veicolo ulteriori portafogli di crediti di analoghe caratteristiche e qualità che il Veicolo acquisterà attingendo agli incassi generati dal portafoglio tempo per tempo segregato.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa di Lussemburgo con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione quotato con il rating A1 di Moody's e A DBRS Morningstar è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 15,2 miliardi.

Il prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, in data 5 dicembre 2022, per complessivi 15,2 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 10.250 milioni per i titoli senior e a 4.940 milioni per i titoli junior.

Veicolo Tipo di
titolo
emesso
Tipologia
attivo
cartolarizz.
Rating
esterno
(milioni di euro)
Nozionale
al
31.12.2022
BRERA SEC S.r.l.
di cui emissioni in Euro 3.898
Class A RMBS F/R Notes Senior Mutui ipotecari residenziali Aa3 Moody's / AH di
DBRS Morningstar
2.831
Class B RMBS Fixed Rate and Additional Return Notes Junior Mutui ipotecari residenziali no rating 1.067
BRERA SEC S.r.l. (SEC 2)
di cui emissioni in Euro 5.383
Class A RMBS F/R Notes Senior Mutui ipotecari residenziali Aa3 Moody's / AH di
DBRS Morningstar
4.523
Class B RMBS Fixed Rate and Additional Return Notes Junior Mutui ipotecari residenziali no rating 860
BRERA SEC S.r.l (SEC 3)
di cui emissioni in Euro 7.240
Class A RMBS F/R Notes Senior Mutui ipotecari residenziali A1 Moody's / AH di DBRS
Morningstar
6.515
Class B RMBS Fixed Rate and Additional Return Notes Junior Mutui ipotecari residenziali no rating 725
CLARA SEC S.r.l.
di cui emissioni in Euro 7.174
Class A Asset Backed F/R Notes Senior Prestiti personali A1 Moody's / A di DBRS
Morningstar
6.350
Class B Asset Backed F/R Notes Junior Prestiti personali no rating 824
GIADA SEC S.r.l.
di cui emissioni in Euro 10.095
Class A Asset Backed F/R Notes Senior Crediti clientela Small business,
SME e Corporate
A1 Moody's / A di DBRS
Morningstar
6.610
Class B Asset Backed F/R Notes Junior Crediti clientela Small business,
SME e Corporate
no rating 3.485
GIADA SEC S.r.l. (GIADA BIS)
di cui emissioni in Euro 15.190
Class A Asset Backed F/R Notes Senior Crediti clientela Small business,
SME e Corporate
A1 Moody's / A di DBRS
Morningstar
10.250
Class B Asset Backed F/R Notes Junior Crediti clientela Small business,
SME e Corporate
no rating 4.940

TOTALE 48.980

Nel corso dell'esercizio 2022 sono state estinte le operazioni di autocartolarizzazione Adriano Lease SEC S.r.l. e Brera Sec S.r.l. (SME).

Nell'ex UBI Leasing, incorporata in Intesa Sanpaolo S.p.A. nel corso del 2022, era presente l'operazione di autocartolarizzazione UBI SPV Lease 2016, anch'essa estinta nel corso dell'esercizio 2022.

ALTRE INFORMAZIONI SUI RISCHI FINANZIARI

ESPOSIZIONE AL RISCHIO SOVRANO PER PAESE DI RESIDENZA DELLA CONTROPARTE

Nella tabella che segue è riportato, sulla base di dati gestionali, il dettaglio delle esposizioni al rischio di credito sovrano del Gruppo Intesa Sanpaolo con riferimento all'Attività bancaria.

(milioni di euro)
TITOLI DI DEBITO
GRUPPO BANCARIO TOTALE (1)
Attività
finanziarie
valutate al costo
ammortizzato
Attività
finanziarie
valutate al fair value con
impatto sulla redditività
complessiva
Attività
finanziarie
valutate al fair value con
impatto a conto
economico
Paesi UE 30.875 24.708 616 56.199 10.128
Austria 615 160 1 776 -
Belgio 2.405 1.962 101 4.468 -
Bulgaria - - 3 3 -
Croazia 151 1.100 72 1.323 1.378
Cipro - - - - -
Repubblica Ceca - - - - -
Danimarca - - - - -
Estonia - - - - -
Finlandia 255 13 - 268 -
Francia 6.457 2.370 -309 8.518 3
Germania 262 538 -151 649 -
Grecia - - -8 -8 -
Ungheria 141 787 39 967 313
Irlanda
Italia
336
14.994
45
11.255
26
622
407
26.871
-
8.019
Lettonia - - - - 20
Lituania - - - - -
Lussemburgo 265 392 88 745 -
Malta - - - - -
Paesi Bassi 828 19 25 872 -
Polonia 28 65 - 93 -
Portogallo 388 621 -41 968 -
Romania 66 370 -1 435 4
Slovacchia - 892 2 894 149
Slovenia 1 148 2 151 178
Spagna 3.683 3.971 145 7.799 64
Svezia - - - - -
Paesi non UE -
Albania 93 489 1 583 1
Egitto 96 1.145 - 1.241 515
Giappone - 2.404 - 2.404 -
Russia - 31 - 31 -
Serbia 7 536 - 543 165
Regno Unito - 173 19 192 -
U.S.A. 1.398 6.944 126 8.468 -

Dati gestionali

(1) I titoli di debito da attività assicurativa (esclusi i titoli nei quali risultano investite le disponibilità raccolte con polizze assicurative emesse a totale rischio degli assicurati) relativi all'Italia ammontano a 45.491 milioni.

Come evidenziato nella tabella, a fine 2022 l'esposizione del Gruppo bancario in titoli emessi dalle Amministrazioni pubbliche italiane centrali e locali ammonta a circa 27 miliardi (31 miliardi al 31 dicembre 2021), a cui si aggiungono circa 8 miliardi rappresentati da impieghi (9 miliardi a fine 2021).

INFORMATIVA SUI PRODOTTI STRUTTURATI DI CREDITO

L'esposizione al rischio in prodotti strutturati di credito si attesta al 31 dicembre 2022 a 3.303 milioni, con un decremento netto di 318 milioni rispetto allo stock di 3.621 milioni del 31 dicembre 2021. L'esposizione include investimenti in CLO (Collateralized Loan Obligations) per 1.643 milioni, in ABS (Asset Backed Securities) per 1.588 milioni ed in CDO (Collateralized Debt Obligations) per 72 milioni, che si confermano quale operatività marginale anche nel 2022.

(milioni di euro)
Categorie contabili 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
Collateralized
Loan
Obligations
Asset
Backed
Securities
Collateralized
Debt
Obligations
Totale assolute %
Attività finanziarie detenute per la
negoziazione
339 478 - 817 1.049 -232 -22,1
Attività finanziarie obbligatoriamente valutate
al fair value
- 3 - 3 3 - -
Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
769 776 - 1.545 1.701 -156 -9,2
Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
535 331 72 938 868 70 8,1
Totale 1.643 1.588 72 3.303 3.621 -318 -8,8

La presente informativa include quali prodotti strutturati di credito, titoli di debito detenuti dal Gruppo il cui tranching all'emissione presenti diversi gradi di subordinazione e che non siano stati emessi nell'ambito di operazioni originate da entità del Gruppo Intesa Sanpaolo e da Public Entity, oltre che di operazioni con cui il Gruppo finanzia la propria clientela corporate e financial institution (operatività posta in essere dal Gruppo per il tramite della controllata Duomo Funding Plc).

La dinamica del portafoglio nel 2022, pur sempre volta a cogliere le opportunità di mercato, denota maggiori disinvestimenti unitamente a rimborsi, rispetto all'assunzione di nuove posizioni che hanno interessato attività valutate al fair value, sia detenute per la negoziazione che con impatto sulla redditività complessiva, ed attività valutate al costo ammortizzato, per una variazione complessiva in diminuzione di 318 milioni.

Le esposizioni valutate al fair value (titoli di debito ABS e CLO) passano da 2.753 milioni di dicembre 2021 a 2.365 milioni di dicembre 2022, con un decremento netto di 388 milioni da ascrivere prevalentemente all'operatività della Divisione IMI Corporate & Investment Banking, ed a valere in misura maggiore sulle attività finanziarie detenute per la negoziazione ed in misura minore su quelle valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Le esposizioni classificate tra le attività valutate al costo ammortizzato (titoli di debito ABS, CLO e CDO) di 938 milioni a dicembre 2022, si confrontano con una consistenza di 868 milioni a dicembre 2021 per un incremento netto di 70 milioni.

Da un punto di vista economico, il risultato complessivo al 31 dicembre 2022 di -49 milioni, si confronta con il risultato al 31 dicembre 2021 di +10 milioni.

Il risultato delle attività detenute per la negoziazione, voce 80 del conto economico, ammonta a -49 milioni ed è afferente alle esposizioni in CLO ed ABS, -27 milioni da valutazioni e -22 milioni da cessioni, come anche l'impatto economico al 31 dicembre 2021 di +9 milioni, +4 milioni da valutazioni e +5 milioni da cessioni.

Il risultato delle attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value nullo al 31 dicembre 2022, si confronta con +1 milione del 31 dicembre 2021.

Le esposizioni in titoli di debito classificati tra le attività valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, registrano al 31 dicembre 2022 una variazione negativa di fair value per -43 milioni a riserva di patrimonio netto (da riserva di -1 milione di dicembre 2021 a -44 milioni di dicembre 2022); nell'anno in corso si rilevano inoltre impatti da cessioni sul portafoglio per -3 milioni, che invece erano nulli nel precedente esercizio.

Sui titoli di debito classificati tra le attività valutate al costo ammortizzato, al 31 dicembre 2022 il risultato di +3 milioni, +1 da componenti valutative e +2 da cessioni, si confronta con l'impatto complessivamente nullo al 31 dicembre 2021, -1 milione da componenti valutative e +1 milione da cessioni.

(milioni di euro)
Risultati di conto economico 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
per categoria contabile Collateralized
Loan
Obligations
Asset
Backed
Securities
Collateralized
Debt
Obligations
Totale assolute %
Attività finanziarie detenute per la
negoziazione
-36 -13 - -49 9 -58
Attività finanziarie obbligatoriamente valutate
al fair value
- - - - 1 -1
Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
- -3 - -3 - 3 -
Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
- 1 2 3 - 3 -
Totale -36 -15 2 -49 10 -59

INFORMATIVA SULLE LEVERAGED TRANSACTIONS

La BCE ha pubblicato, nel 2017, specifiche Linee Guida sulle Leveraged Transactions ("Guidance on Leveraged Transactions"), che si applicano a tutti gli enti significativi sottoposti alla vigilanza diretta della BCE stessa. Obiettivo dichiarato della regolamentazione è il rafforzamento dei presidi aziendali sulle operazioni qualificate "a leva", in presenza di un loro incremento a livello globale e in un contesto di mercato fortemente competitivo, caratterizzato da un periodo prolungato di tassi bassi e dalla conseguente ricerca di rendimenti.

Il perimetro oggetto delle Linee Guida della BCE include, oltre alle esposizioni nei confronti di soggetti la cui maggioranza del capitale è detenuta da uno o più sponsor finanziari, anche le esposizioni nelle quali il livello di leva finanziaria del prenditore misurato come rapporto tra Indebitamento finanziario complessivo e MOL, risulti superiore a 4. Sono peraltro esplicitamente escluse dal perimetro delle Leveraged Transactions le controparti con rating in area Investment Grade, persone fisiche, istituti di credito, istituti finanziari e società del settore finanziario in genere, enti pubblici, enti "no profit", nonché le controparti con affidamenti al di sotto di una certa soglia di materialità (5 milioni di euro), le controparti SME Retail e quelle SME Corporate (quest'ultime se non possedute da sponsor finanziario). Sono inoltre escluse le operazioni di specialised lending (project finance, real estate e object financing) e alcune altre tipologie di affidamenti, quali le operazioni di trade finance.

Al 31 dicembre 2022 per il Gruppo Intesa Sanpaolo le operazioni che rispondono alla definizione di "Leveraged Transactions" delle Linee Guida BCE ammontano a circa 26,2 miliardi, riferiti a 1.864 linee di credito (35,3 miliardi il dato corrispondente al 31 dicembre 2021). Il calo nei dodici mesi è concentrato principalmente:

  • per il 75% sulla Capogruppo, dovuto all'uscita dal perimetro di segnalazione, in seguito al miglioramento del loro rating (passato in area investment grade), di controparti con importo rilevante;
  • per il 23% su Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg, per la riduzione dell'esposizione di una controparte rilevante, non compensata dai nuovi ingressi.

Si segnala che, coerentemente con quanto richiesto dalle Linee Guida BCE, nell'ambito del Credit Risk Appetite è stato sottoposto all'approvazione del Consiglio di Amministrazione uno specifico limite per lo stock in essere di Leveraged Transactions e dei limiti sui flussi di nuove operazioni, in linea con l'appetito per il rischio della Banca su questa tipologia di operatività.

INFORMATIVA SUGLI INVESTIMENTI IN HEDGE FUND

La consistenza del portafoglio hedge fund di Capogruppo al 31 dicembre 2022 si attesta a 173 milioni per il trading book ed a 184 milioni per il banking book per complessivi 357 milioni, a fronte rispettivamente di 27 milioni e di 200 milioni al 31 dicembre 2021 per complessivi 227 milioni.

Gli investimenti nel portafoglio di banking book sono contabilizzati nella categoria delle attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value e riguardano fondi che adottano strategie di investimento a medio/lungo termine e con tempi di riscatto superiori a quelli previsti per i fondi UCITS (Undertakings for Collective Investment Schemes in Transferable Securities).

Nel 2022 si è registrato un incremento delle consistenze rispetto al fine anno precedente per 130 milioni. Nello scorso esercizio 2021 la prima applicazione della normativa CRR2 entrata in vigore il 30 giugno 2021 aveva portato a significativi disinvestimenti, per le modifiche introdotte nella modalità di calcolo degli assorbimenti di capitale associati agli investimenti in fondi; al fine di ripristinare i precedenti livelli di consistenza, nel corso dell'anno 2022 sono stati effettuati maggiori investimenti che interessano prioritariamente hedge funds UCITS (Undertakings for Collective Investment Schemes in Transferable Securities) che meglio soddisfano i requisiti di assorbimento patrimoniale.

Quanto agli effetti economici, al 31 dicembre 2022 si rileva un risultato complessivamente negativo per -9 milioni, afferente interamente ad effetti valutativi di fondi in portafoglio tra le attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (-7 milioni) e tra le attività detenute per la negoziazione (-2 milioni), che si confronta con un impatto complessivo di +14 milioni al 31 dicembre 2021 (-7 milioni dalle attività finanziarie detenute per la negoziazione e +21 milioni dalle attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value), imputabile per +9 milioni ad effetti valutativi e per +5 milioni ad impatti da realizzo.

Nel gruppo Intesa Sanpaolo, si rileva che al 31 dicembre 2022 risultano nel portafoglio di Eurizon Capital SGR anche hedge fund per 50 milioni, con un impatto a conto economico nell'anno di -3 milioni. Questi ultimi sono detenuti secondo una logica di seeding, che prevede la costituzione di un portafoglio di servizio composto da quote di fondi comuni di investimento per i quali è stata avviata la commercializzazione, a sostegno dei fondi stessi.

INFORMATIVA CIRCA L'OPERATIVITA' IN DERIVATI DI NEGOZIAZIONE STIPULATI CON LA CLIENTELA

Considerando i soli rapporti con clientela, alla data del 31 dicembre 2022, il Gruppo Intesa Sanpaolo presentava, in relazione all'operatività di intermediazione in derivati con le controparti clientela retail, imprese non finanziarie ed enti ed amministrazioni pubbliche (escluse quindi, oltre alle istituzioni creditizie, anche le imprese finanziarie e quelle assicurative) un fair value positivo, al lordo degli accordi di netting, pari a 3.049 milioni (6.917 milioni al 31 dicembre 2021). Il valore nozionale di tali derivati era pari a 29.872 milioni (64.254 milioni al 31 dicembre 2021).

In particolare, il nozionale dei contratti plain vanilla risultava pari a 26.826 milioni (59.649 milioni al 31 dicembre 2021), mentre gli strutturati erano pari a 3.046 milioni (4.605 milioni al 31 dicembre 2021).

Si segnala che il fair value positivo dei contratti in essere con i 10 clienti più esposti era di 1.726 milioni (4.416 milioni al 31 dicembre 2021).

Per contro, il fair value negativo riferito al totale dei contratti in essere, determinato con gli stessi criteri, per le medesime tipologie di contratti, nei confronti delle stesse controparti, risultava - sempre alla data del 31 dicembre 2022 - pari a 6.149 milioni (2.192 milioni al 31 dicembre 2021). Il valore nozionale di tali derivati era pari a 74.174 milioni, (34.378 milioni al 31 dicembre 2021).

In particolare, il nozionale dei contratti plain vanilla risultava pari a 69.140 milioni (31.493 milioni al 31 dicembre 2021), mentre quello degli strutturati era pari a 5.034 milioni (2.885 milioni al 31 dicembre 2021).

Il fair value degli strumenti finanziari derivati stipulati con la clientela è stato determinato tenendo conto, come per tutti gli altri derivati OTC, della qualità creditizia delle singole controparti (cosiddetto bilateral Credit Value Adjustment). Sui contratti in rimanenza al 31 dicembre 2022, ciò ha comportato la rilevazione a conto economico, nell'ambito del "Risultato netto dell'attività di negoziazione", di un impatto positivo di 102 milioni (impatto positivo di 97 milioni al 31 dicembre 2021).

Per quanto concerne le metodologie utilizzate nella determinazione del fair value degli strumenti finanziari, si rinvia ai paragrafi specificatamente dedicati a tale argomento nell'ambito delle Note illustrative delle politiche contabili.

Si precisa che sono stati considerati "strutturati" i contratti costituiti dalla combinazione di più strumenti derivati elementari e che i valori sopra riportati non includono i fair value dei derivati embedded in obbligazioni strutturate emesse nonché le relative coperture poste in essere dal gruppo.

1.5. RISCHI OPERATIVI

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni106 .

Il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta una strategia di assunzione e gestione dei rischi operativi orientata a criteri di prudente gestione e finalizzata a garantire solidità e continuità aziendale nel lungo periodo. Inoltre, il Gruppo pone particolare attenzione al conseguimento di un equilibrio ottimale tra obiettivi di crescita e di redditività e rischi conseguenti.

In coerenza con tali finalità, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha da tempo definito un framework per il governo dei rischi operativi, stabilendo normativa e processi organizzativi per la misurazione, la gestione e il controllo degli stessi.

Ai fini di Vigilanza, il Gruppo adotta, per la determinazione del requisito patrimoniale, il Metodo Avanzato (AMA) in partial use con i metodi standardizzato (TSA) e base (BIA). Al 31 dicembre 2022 il perimetro relativo al Metodo Avanzato è costituito da Intesa Sanpaolo (incluse le ex Banche e Società in essa incorporate) e dalle principali banche e società delle Divisioni Private Banking e Asset Management, da VUB Banka e PBZ Banka.

Modello di Governo

Un framework di gestione dei rischi operativi efficace ed efficiente presuppone che lo stesso sia strettamente integrato nei processi decisionali e nella gestione dell'operatività aziendale. Per tale ragione, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha scelto di coinvolgere con responsabilità diretta nel processo di gestione dei rischi operativi (c.d. Operational Risk Management) le Unità Organizzative (business unit, strutture centrali/di supporto) della Capogruppo, delle Banche e delle Società del Gruppo. Il modello di governo del rischio operativo è sviluppato in ottica di:

  • − ottimizzazione e valorizzazione dei presidi organizzativi, delle interrelazioni e dei flussi informativi intercorrenti fra le Unità Organizzative esistenti e integrazione dell'approccio di gestione del rischio operativo con gli altri modelli aziendali sviluppati a fronte di specifici rischi (es. Continuità Operativa, Sicurezza Informatica, ecc.);
  • − trasparenza e diffusione dei modelli, delle metodologie e dei criteri di analisi, valutazione e misurazione utilizzati, al fine di facilitare il processo di diffusione culturale e la comprensione delle logiche sottostanti le scelte adottate.

Il Gruppo ha una Funzione centralizzata di gestione del rischio operativo, che è parte della Direzione Enterprise Risk Management. L'Unità è responsabile della progettazione, dell'implementazione e del presidio del framework metodologico e organizzativo, nonché della misurazione dei profili di rischio, della verifica dell'efficacia delle misure di mitigazione e del reporting verso i vertici aziendali. In conformità ai requisiti della normativa vigente, le singole Unità Organizzative hanno la responsabilità della rilevazione, della valutazione, della gestione e della mitigazione dei rischi: al loro interno sono individuate

106 Per la componente di perdite economiche, nel rischio operativo sono compresi anche i rischi: legale, di condotta, di non conformità, di financial crime, fiscale, IT e cyber, di sicurezza fisica, di continuità operativa, terze parti, qualità dei dati, frode, di processo e l'employer risk. Sono esclusi rischi strategici e di reputazione.

le funzioni responsabili dei processi di Operational Risk Management per l'unità di appartenenza (raccolta e censimento strutturato delle informazioni relative agli eventi operativi, rilevazione delle criticità e delle correlate azioni di mitigazione, esecuzione dell'analisi di scenario e della valutazione della rischiosità associata al contesto operativo). Per supportare con continuità il processo di governo del rischio operativo è attivo un programma strutturato di formazione per le persone attivamente coinvolte nel processo stesso.

Rischio ICT

Il Gruppo Intesa Sanpaolo considera il sistema informativo uno strumento di primaria importanza per il conseguimento dei propri obiettivi strategici, di business e di responsabilità sociale, anche in considerazione della criticità dei processi aziendali che da esso dipendono. Conseguentemente si impegna a creare un ambiente resiliente e ad investire in attività e infrastrutture volte a minimizzare l'impatto potenziale di eventi ICT e a proteggere il proprio business, la propria immagine, i propri clienti e i propri dipendenti.

Il Gruppo si è dotato, quindi, di un sistema di principi e regole finalizzati a identificare e misurare il rischio ICT a cui sono esposti gli asset aziendali, valutare i presidi esistenti e individuare le adeguate modalità di trattamento di tali rischi, coerente con il processo di gestione dei rischi operativi.

In linea con il quadro metodologico definito per il governo dei rischi operativi, il modello di governo del rischio ICT è sviluppato in ottica di integrazione e coordinamento delle competenze specifiche delle strutture coinvolte.

Per Rischio ICT (Information and Communication Technology) si intende il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato, in relazione all'utilizzo di tecnologia dell'informazione e della comunicazione. Nella rappresentazione integrata dei rischi aziendali a fini prudenziali tale tipologia di rischio è considerata, secondo gli specifici aspetti, tra i rischi operativi, reputazionali e strategici.

Il rischio ICT comprende:

  • − il rischio cyber (ivi compreso il rischio di sicurezza informatica): il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato dovuto a:
    • o qualunque accesso o tentativo di accesso non autorizzato al sistema informativo del Gruppo o ai dati e alle informazioni digitali ivi contenuti;
    • o qualunque evento (doloso o involontario) favorito o causato dall'uso della tecnologia o ad essa connesso che ha o potrebbe avere un impatto negativo sull'integrità, la disponibilità, la riservatezza e/o l'autenticità dei dati e delle informazioni aziendali, ovvero sulla continuità dei processi aziendali;
    • o uso e/o diffusione impropri di dati e informazioni digitali, anche non direttamente prodotti e gestiti dal Gruppo ISP;
  • − il rischio IT o tecnologico: il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in relazione all'utilizzo del sistema informativo aziendale e connesso a malfunzionamento di hardware, software e reti.

Processo di Gestione dei Rischi Operativi di Gruppo

Il processo di gestione dei rischi operativi del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola nelle seguenti fasi:

Identificazione

La fase di identificazione comprende le attività di raccolta e classificazione delle informazioni quali-quantitative che consentono di individuare e descrivere le potenziali aree di rischio operativo del Gruppo. In particolare, prevede:

  • la raccolta e l'aggiornamento dei dati sugli eventi operativi (Loss Data Collection), decentrata sulle Unità Organizzative;
  • l'individuazione dei processi aziendali e delle componenti del sistema informativo a maggior rischio potenziale;
  • la determinazione dell'applicabilità e della rilevanza dei fattori di rischio operativo definiti;
  • l'identificazione dei progetti che implicheranno modifiche rilevanti al sistema informativo o modifiche a componenti rilevanti del sistema informativo;
  • l'individuazione degli scenari di rischio rilevanti, anche in funzione del contesto esterno (es. dati esterni di perdita, evoluzione regolamentare, trend emergenti, strategic e threat intelligence);
  • l'individuazione e l'analisi di criticità che interessano le aree di operatività del Gruppo.

Valutazione e misurazione

La fase di valutazione e misurazione comprende le attività di determinazione quali-quantitativa dell'esposizione ai rischi operativi del Gruppo.

Essa prevede:

  • lo svolgimento almeno annuale del processo di auto-valutazione dell'esposizione al rischio operativo e ICT (Autodiagnosi);
  • l'esecuzione di analisi preventive dei rischi operativi e ICT derivanti da accordi con terze parti (es. esternalizzazione di attività), operazioni di business o iniziative progettuali, introduzione o revisione di nuovi prodotti e servizi, avvio di nuove attività e ingresso in nuovi mercati;
  • la definizione della rilevanza delle criticità individuate;
  • la trasformazione delle valutazioni raccolte (es. dati interni ed esterni di perdita operativa, livelli di presidio dei fattori di rischio, probabilità e impatto in caso di realizzazione degli scenari di rischio) in misure sintetiche di rischio;
  • la determinazione del capitale economico e regolamentare mediante il modello interno e i metodi semplificati definiti dalla normativa vigente.

Monitoraggio e controllo

La fase di monitoraggio ha l'obiettivo di analizzare e controllare nel continuo:

  • l'evoluzione dell'esposizione ai rischi operativi, basandosi sull'organizzazione strutturata dei risultati ottenuti dalle attività di identificazione e di valutazione e misurazione e sull'osservazione di indicatori che rappresentino una buona proxy dell'esposizione ai rischi operativi (es. limiti, early warning e indicatori definiti in ambito RAF);
  • l'evoluzione del profilo di rischio insito nell'adozione di nuove tecnologie o nell'implementazione di modifiche rilevanti sui sistemi preesistenti.

Mitigazione

La fase di mitigazione comprende le attività finalizzate al contenimento dell'esposizione ai rischi operativi, definite sulla base di quanto emerso in sede di identificazione, misurazione, valutazione e monitoraggio. Essa prevede:

  • − l'individuazione, definizione e attuazione delle azioni correttive (c.d. azioni di mitigazione) necessarie a colmare le carenze di presidio rilevate o a ricondurre la rilevanza delle criticità individuate entro la tolleranza definita;
  • − la promozione di iniziative finalizzate alla diffusione della cultura del rischio operativo all'interno del Gruppo;
  • − la definizione delle strategie di trasferimento dei rischi operativi, in termini di ottimizzazione delle coperture assicurative e delle altre eventuali forme di trasferimento del rischio tempo per tempo adottate dal Gruppo.

A tale riguardo, oltre ad usufruire di un programma assicurativo tradizionale (a tutela da illeciti come l'infedeltà dei dipendenti, furto e danneggiamenti, trasporto valori, frode informatica, falsificazione, cyber, incendio e terremoto nonché da responsabilità civile verso terzi), il Gruppo ha stipulato, nel rispetto dei requisiti stabiliti dalla normativa e per fruire dei benefici patrimoniali dalla stessa previsti, una polizza assicurativa denominata Operational Risk Insurance Programme che offre una copertura ad hoc per le Società incluse nel perimetro AMA, elevando sensibilmente i massimali coperti, con trasferimento al mercato assicurativo del rischio derivante da perdite operative rilevanti.

Inoltre, per quanto riguarda i rischi legati a immobili e infrastrutture e al fine di contenere gli impatti di fenomeni quali eventi ambientali catastrofici, situazioni di crisi internazionali, manifestazioni di protesta sociale, il Gruppo può attivare le proprie soluzioni di continuità operativa.

Comunicazione

La fase di comunicazione comprende la predisposizione di idonei flussi informativi connessi alla gestione dei rischi operativi, volti a fornire informazioni utili, ad esempio, per:

  • − l'analisi e la comprensione delle eventuali dinamiche sottostanti l'evoluzione del livello di esposizione ai rischi operativi;
  • − l'analisi e la comprensione delle principali criticità rilevate;
  • − la definizione delle azioni di mitigazione e delle priorità di intervento.

Autodiagnosi

L'autodiagnosi è il processo annuale attraverso il quale le Unità Organizzative identificano il proprio livello di esposizione al rischio operativo e ICT. Essa comprende l'Operational Risk Assessment e l'ICT Risk Assessment, a loro volta costituiti da:

  • Valutazione del Contesto Operativo (VCO): attività tramite la quale vengono identificati i Fattori di Rischio rilevanti e viene valutato il relativo livello di presidio107 .
  • Analisi di Scenario (AS): metodologia di analisi prospettica che trova declinazione in un processo sistematico, tipicamente ripetuto a cadenza predefinita ma che può essere condotto anche ad hoc, e che consiste nell'ipotizzare il verificarsi di situazioni particolari (o scenari) e nel prevederne le conseguenze. Una volta identificati e opportunamente caratterizzati, gli scenari debbono essere valutati: bisogna cioè determinare probabilità di accadimento (frequenza) e impatto potenziale (impatto medio e caso peggiore), in caso di accadimento, della situazione descritta dallo scenario medesimo.

107 La valutazione di applicabilità e rilevanza dei Fattori di Rischio viene effettuata, per quanto concerne il rischio ICT da parte delle funzioni tecniche, delle funzioni di cybersecurity e delle funzioni di continuità operativa, per quanto concerne il rischio operativo dalle funzioni di Operational Risk Management Decentrato.

Modello interno per la misurazione del rischio operativo

Il modello interno di calcolo dell'assorbimento patrimoniale del Gruppo Intesa Sanpaolo è concepito in modo da combinare tutte le principali fonti informative sia di tipo quantitativo (perdite operative: eventi interni ed esterni, stime derivanti dall'Analisi di Scenario) che qualitativo (Valutazione del Contesto Operativo).

Il capitale a rischio è quindi individuato come la misura minima, a livello di Gruppo, necessaria per fronteggiare la massima perdita potenziale; è stimato utilizzando un modello di Loss Distribution Approach (modello statistico di derivazione attuariale per il calcolo del Value at Risk delle perdite operative), applicato sia ai dati storici sia ai risultati dell'analisi di scenario su un orizzonte temporale di un anno, con un intervallo di confidenza del 99,90%. La metodologia prevede inoltre l'applicazione di un fattore di correzione, derivante dalle analisi qualitative sulla rischiosità del contesto operativo (VCO), per tenere conto dell'efficacia dei controlli interni nelle varie Unità Organizzative.

La componente di mitigazione assicurativa del modello interno è stata autorizzata da Banca d'Italia nel mese di giugno 2013 e ha esplicato i suoi benefici gestionali e sul requisito patrimoniale con pari decorrenza.

Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19

Nel corso del 2022, le misure e le regole aziendali adottate sin dall'inizio dell'emergenza, volte a garantire la continuità dell'operatività aziendale e la salvaguardia della salute di clienti, dipendenti e fornitori, sono state costantemente rivalutate e aggiornate in base all'evoluzione della situazione sanitaria e alle prescrizioni normative.

Dal punto di vista dei rischi operativi, non si segnalano ulteriori impatti specificatamente dovuti alla pandemia.

Impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino

Per quanto concerne i rischi operativi, gli impatti relativi al conflitto russo-ucraino riguardano taluni interventi messi in atto al fine di garantire la continuità operativa del Gruppo, in particolare gli extra-costi sostenuti per l'ambito Business Continuity e le perdite derivanti da danni fisici direttamente cagionati alle sedi/filiali situati nella zona del conflitto. Tali informazioni sono utilizzate ai fini del monitoraggio dell'esposizione al rischio operativo, incluso quello riferito al Risk Appetite Framework.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Per la determinazione del requisito patrimoniale, il Gruppo adotta una combinazione dei Metodi (AMA, TSA e BIA) previsti dalla normativa.

L'assorbimento patrimoniale così ottenuto è di 2.039 milioni al 31 dicembre 2022, sostanzialmente stabile rispetto ai 2.024 milioni del 31 dicembre 2021.

Di seguito si illustra la ripartizione del requisito patrimoniale relativo al Metodo Avanzato ripartito per tipologia di evento operativo.

Ripartizione del Requisito Patrimoniale (Metodo Avanzato – AMA) per tipologia di evento operativo

Con riferimento alle fonti di manifestazione del rischio operativo, viene di seguito fornita una rappresentazione grafica relativa all'impatto delle perdite contabilizzate nel corso dell'esercizio in base alla tipologia di evento.

Nel corso del 2022 la tipologia di evento più significativa è stata Clienti, Prodotti e Prassi Operative che include le perdite connesse a inadempienze relative a obblighi professionali verso clienti, fornitori o outsourcer e a prestazioni di servizi e fornitura di prodotti alla clientela eseguite in modo improprio o negligente.

Ripartizione delle perdite operative contabilizzate nel 2022, suddivise per tipologia di evento

RISCHI LEGALI

Al 31 dicembre 2022 risultavano pendenti a livello di Gruppo – con esclusione di Risanamento S.p.A. non soggetta a direzione e coordinamento da parte di Intesa Sanpaolo – circa 37.400 vertenze, diverse da quelle di tipo fiscale, con un petitum108 complessivo di circa 3.850 milioni. Tale importo comprende l'insieme delle vertenze per le quali il rischio di esborso di risorse economiche derivante dalla potenziale soccombenza è stato valutato possibile o probabile e, quindi, non include le vertenze per le quali il rischio è stato valutato remoto. Nell'ambito delle suddette vertenze rilevano numericamente alcuni contenziosi seriali presenti presso le banche estere (pari a circa 25.600 controversie) che nell'insieme rappresentano un petitum molto contenuto.

I rischi connessi alle suddette vertenze sono stati oggetto di specifica ed attenta analisi da parte della Capogruppo e delle società del Gruppo. In presenza di vertenze per le quali si stima sussista una probabilità di esborso superiore al 50% e qualora sia possibile effettuare una stima attendibile del relativo ammontare (c.d. vertenze con rischio probabile), si è provveduto a disporre specifici e congrui accantonamenti al Fondo per Rischi e Oneri. Ferma restando l'alea di incertezza che caratterizza ogni contenzioso, la stima delle obbligazioni che potrebbero emergere dalle controversie – e pertanto l'entità degli accantonamenti eventualmente costituiti – deriva dalle valutazioni previsionali circa l'esito del giudizio. Tali valutazioni previsionali vengono in ogni caso effettuate sulla base di tutte le informazioni disponibili al momento della stima.

Le sole vertenze con rischio probabile sono circa 28.300 con un petitum di 1.788 milioni e accantonamenti per 744 milioni. La componente riferita alla Capogruppo Intesa Sanpaolo risulta pari a circa 5.280 controversie con un petitum di 1.433 milioni e accantonamenti per 550 milioni, nel cui ambito si segnalano 2.860 posizioni relative a controversie in materia di anatocismo, maggiormente dettagliate di seguito. Rispetto ai valori dello scorso anno si evidenzia una diminuzione del numero e del petitum. Tale diminuzione ha riguardato principalmente le controversie in materia di anatocismo, interessi ultra legali ed altre condizioni e le contestazioni su prodotti bancari.

Le controversie riferite alle altre controllate italiane risultano circa 700 con un petitum di 246 milioni ed accantonamenti per 91 milioni. Quelle riferite alle controllate estere sono circa 22.300 con un petitum di 109 milioni e accantonamenti per 103 milioni, sulle quali incide il già citato contenzioso seriale109: in particolare si rilevano circa 19.000 controversie riferite alla controllata Banca Intesa Beograd in relazione a due filoni di contenzioso di cui si dà evidenza nello specifico paragrafo.

L'articolazione per principali categorie delle vertenze con rischio probabile evidenzia la prevalenza di fattispecie correlate alla ordinaria attività bancaria e creditizia del Gruppo: le vertenze riguardanti contestazioni relative ai prodotti e servizi bancari e di investimento o su posizioni creditizie e revocatorie fallimentari rappresentano circa il 74% del petitum e il 75% degli accantonamenti. Le restanti vertenze sono rappresentate prevalentemente da altri procedimenti civili e amministrativi, da cause giuslavoristiche o procedimenti di tipo penale o connessi a irregolarità operative.

Nei paragrafi che seguono sono fornite sintetiche informazioni sulle vertenze considerate rilevanti - principalmente quelle con petitum superiore a 20 milioni e con rischio di esborso ritenuto 'probabile' o 'possibile' - nonché su casistiche considerate di rilievo.

Contenzioso in materia di anatocismo e altre condizioni di conto/affidamento, nonché in materia di usura

Nel 2022 le vertenze rientranti in questo filone di contenzioso, che rappresenta da anni una parte rilevante del contenzioso civile promosso nei confronti del sistema bancario italiano, hanno mostrato una riduzione sia nel numero assoluto che nel valore complessivo delle domande rispetto all'anno precedente. Nel complesso il numero delle vertenze inclusivo delle mediazioni, con rischio probabile è pari a circa 2.860. Il petitum risulta pari a 491 milioni con accantonamenti per 180 milioni. Come per le altre vertenze civili, la valutazione del rischio relativo a questo filone di contenzioso viene effettuata analiticamente tenendo conto, per ogni vertenza, delle domande avanzate, delle difese che sono state svolte, dell'andamento del giudizio e degli orientamenti della giurisprudenza.

Si ricorda poi che nel 2014 e nel 2016 l'art. 120 TUB, che regolamenta la capitalizzazione degli interessi nelle operazioni bancarie, è stato modificato stabilendo il divieto di anatocismo e delegando il CICR a regolare la materia. A febbraio 2017 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato nei confronti di Intesa Sanpaolo un procedimento per presunte pratiche commerciali scorrette aventi ad oggetto, tra l'altro, le modalità con le quali era stata chiesta ai clienti l'autorizzazione all'addebito degli interessi sul conto prevista dalla nuova normativa introdotta nel 2016. A ottobre 2017 l'Autorità ha concluso il procedimento ritenendo che Intesa Sanpaolo avrebbe attuato una politica "aggressiva" finalizzata all'acquisizione dell'autorizzazione, sollecitando i clienti a concederla mediante vari mezzi comunicativi e senza metterli in condizioni di considerare le conseguenze di tale scelta in termini di conteggio di interessi sugli interessi debitori capitalizzati. Alla luce di ciò, l'Autorità ha stabilito una sanzione a carico di Intesa Sanpaolo di 2 milioni. Intesa Sanpaolo ha presentato ricorso dinanzi al T.A.R. del Lazio, ritenendo il provvedimento infondato. Con sentenza del 2 gennaio 2023 il TAR ha confermato il provvedimento sanzionatorio e la banca presenterà appello avanti il Consiglio di Stato.

Contenzioso in materia di servizi di investimento

Anche in questo ambito le vertenze hanno mostrato un andamento in numero assoluto in flessione rispetto all'anno precedente; il sottogruppo più significativo è quello delle vertenze in materia di derivati. Il numero complessivo delle vertenze con rischio probabile in materia di servizi di investimento risulta circa 350. Il petitum ammonta complessivamente a circa 242 milioni con accantonamenti per 144 milioni. Come per le altre vertenze civili, la valutazione del rischio relativa a questo filone di contenzioso viene effettuata analiticamente tenendo conto, per ogni vertenza, delle domande avanzate, delle difese che sono state svolte, dell'andamento del giudizio e degli orientamenti della giurisprudenza. Si rileva inoltre la presenza di circa 154 controversie per un petitum di 142 milioni relative a vertenze avviate dagli azionisti e obbligazionisti subordinati "azzerati" delle ex "Old Banks" Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, valutate con rischio possibile. Tali contenziosi sono assistiti dalle garanzie e obblighi di manleva assunti

108 I dati di petitum non comprendono le pretese di valore indeterminato, vale a dire quelle che all'instaurarsi della vertenza non contengono una specifica richiesta economica; il valore di queste vertenze viene determinato nel corso del procedimento allorché emergono gli elementi sufficienti per la valutazione.

109 Per tali fattispecie gli accantonamenti evidenziano un'incidenza relativamente superiore rispetto al petitum (determinato sulla base della richiesta originaria del cliente) per tener conto degli interessi e delle spese legali da riconoscere alla controparte e dei potenziali ampliamenti della richiesta originaria avanzati in sede di giudizio.

dal Venditore (Fondo Nazionale di Risoluzione) a favore dell'ex UBI Banca ed ora di Intesa Sanpaolo e coprono, pertanto, anche le eventuali passività originate dalle attività svolte dalle Banche (c.d. "Old Banks") prima di essere sottoposte alla procedura di risoluzione, in relazione, tra l'altro, ai rischi di natura legale, o in genere connessi al contenzioso in essere o minacciato, ovvero alle violazioni di legge e alle eventuali passività potenziali.

Contenzioso in materia di strumenti finanziari derivati

Nell'ambito dell'operatività in strumenti derivati, continuano ad essere oggetto di un'attenta attività di monitoraggio i rischi legali connessi ai procedimenti giudiziali con Enti locali, loro società controllate e controparti private.

In particolare, sono in corso contenziosi con 20 Enti territoriali, con rischio possibile o probabile, per pretese complessive pari a 142 milioni e contenziosi con 5 Società controllate da Enti pubblici, con pretese complessive pari a 66 milioni. I contenziosi con Privati, valutati con rischio possibile e probabile, sono circa 197 e di questi circa 43 posizioni hanno ad oggetto anche richieste di restituzione di somme su altri rapporti intrattenuti con la Banca. Al netto di tali ultime posizioni, il valore complessivo delle domande formulate nei giudizi aventi ad oggetto i soli derivati ammonta a circa 84 milioni.

Con riguardo ai contratti stipulati con Enti locali, nel corso del 2022 sono state avviate nei confronti della Banca n. 6 nuove vertenze (Provincia Catanzaro, Provincia Varese, Provincia di Rovigo, Comune di Marsciano, Comune di Soriano del Cimino e Comune di Servigliano) con pretese complessive per 27 milioni.

Nel medesimo esercizio sono pervenute 4 sentenze relative ai seguenti procedimenti:

  • − Comune di Faenza: con decisione del 1° febbraio 2022 la Corte d'appello di Bologna ha confermato la nullità del contratto. In esecuzione della sentenza di primo grado, la Banca ha provveduto al pagamento di 2,8 milioni. È stato proposto ricorso per Cassazione.
  • − Comune di Santa Maria Capua Vetere: il Tribunale di Roma, con sentenza del 2 marzo 2022, ha rigettato la domanda di nullità dei due contratti derivati, così come formulata dall'Ente ed ha, invece, accolto la domanda di accertamento dei costi impliciti non comunicati in fase di stipula e condannato la Banca al pagamento di 1,1 milioni oltre interessi e rivalutazione.
  • − Comune di Vittorio Veneto: il Tribunale di Venezia, con sentenza non definitiva del 29 marzo 2022, ha dichiarato la nullità di due contratti rimettendo alla decisione finale la quantificazione degli effetti restitutori il cui rischio potenziale è pari a 5,8 milioni.
  • − Provincia di Pavia: con decisione del 4 maggio 2022, la Corte d'Appello di Milano ha confermato la nullità del contratto. In esecuzione della sentenza di primo grado, la Banca aveva già provveduto al pagamento di 10,1 milioni. È stato proposto ricorso per Cassazione.

Di seguito, si fornisce una sintesi dei contenziosi più rilevanti con Enti locali:

  • − Comune di Venezia: la vertenza ha ad oggetto un contratto regolato da ISDA con petitum di 71 milioni di euro. Con sentenza del 14 ottobre 2022, l'High Court of Justice di Londra ha ritenuto che il Comune non avesse il potere di sottoscrivere ("capacity") contratti derivati speculativi che comportavano indebitamento. Di conseguenza, ha stabilito che l'Ente ha diritto alla restituzione dei differenziali versati alla Banca nella sola misura in cui eccedano gli esborsi a carico della stessa, affrontati per i derivati di copertura "back-to-back" (almeno sino a dicembre 2020, data in cui l'Ente ha contestato formalmente la validità dell'operazione). Nel caso di specie, l'applicazione di tale principio ridurrebbe significativamente l'obbligo restitutorio nei confronti del Comune.
    • Le parti hanno formalizzato i motivi di appello entro la scadenza prevista del 3 febbraio 2023.
    • In una successiva udienza del 6 febbraio 2023 è stata accolta la richiesta di rinviare all'esito dell'appello il momento della definizione dei rapporti di dare/avere tra le parti ("consequential hearing") per effetto della sentenza della High Court.

La Banca è stata, inoltre, condannata al pagamento delle spese legali richieste dal Comune nella misura del 70% di cui il 35%, pari a circa 2 milioni di sterline da versarsi entro il 20 febbraio.

Per quanto riguarda il secondo giudizio con il Comune di Venezia dinanzi al giudice italiano avente ad oggetto presunti inadempimenti derivanti dai contratti di mandato e di prestazione dei servizi di investimento, il Tribunale ha fissato una nuova udienza per il giorno 22 marzo 2023, "rilevato che appare opportuno sentire le parti e avere chiarimenti stante la probabile definizione del giudizio svoltosi in U.K."

− Comune di Perugia: a fine 2020 il Comune di Perugia ha notificato una citazione in relazione a quattro contratti derivati stipulati nel 2006, chiedendo la restituzione delle somme versate, da quantificare in corso di causa. Il Tribunale ha ammesso una consulenza tecnica, rinviando all'udienza del 9 marzo 2023 per l'esame dell'elaborato peritale.

Con riguardo ai contratti stipulati con Controllate da Enti locali non sono stati promossi nuovi contenziosi, mentre sono intervenute n.2 sentenze relative ai seguenti procedimenti:

  • − Azienda Socio Sanitaria territoriale Valle Olona: il Tribunale di Busto Arsizio, con provvedimento del 6 aprile 2022, ha dichiarato la nullità del contratto. In esecuzione della sentenza, la Banca ha provveduto al pagamento di 1,8 milioni ed ha presentato appello.
  • − Aler S.p.A.: con sentenza del 1° agosto 2022, la Corte d'Appello di Milano ha confermato la nullità del contratto stipulato con l'allora Banca OPI. Per effetto della condanna subita in primo grado, la Banca aveva provveduto al pagamento di 4,6 milioni. Sono in corso le valutazioni sull'opportunità di proporre ricorso per Cassazione.

Di seguito, si fornisce una sintesi dei contenziosi più rilevanti con Controllate da Enti locali:

− Terni Reti Sud S.r.l.: il contenzioso ha ad oggetto un contratto derivato, stipulato ad agosto 2007 da ex Banca delle Marche110 con Terni Reti Sud S.r.l., con capitale sociale detenuto integralmente dal Comune di Terni. La controparte contesta la nullità del derivato per mancata comunicazione del MTM e degli scenari probabilistici e la violazione degli

110 Si ricorda che tali contenziosi sono assistiti dalle garanzie e obblighi di manleva assunti dal Venditore (Fondo Nazionale di Risoluzione) a favore di UBI Banca in relazione all'acquisizione delle Nuove Banche derivanti dalla risoluzione di Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e coprono, pertanto, anche le eventuali passività originate dalle attività svolte dalle Banche (c.d. "Old Banks") prima di essere sottoposte alla procedura di risoluzione, in relazione, tra l'altro, ai rischi di natura legale, o in genere connessi al contenzioso in essere o minacciato, ovvero alle violazioni di legge e alle eventuali passività potenziali.

obblighi informativi, formulando una richiesta di 22 milioni. Il Tribunale ha disposto una CTU e rinviato la causa al 13 giugno 2023.

− EUR S.p.A.: nel mese di maggio 2021, è stato notificato un atto di citazione da parte della EUR S.p.A., partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e da Roma Capitale. La società ha convenuto in giudizio, oltre ad ISP, anche altri intermediari per derivati regolati da ISDA stipulati in relazione ad un finanziamento concesso in pool. All'udienza dell'8 novembre 2022, il Tribunale ha ritenuto la causa matura per la decisione sull'eccezione di difetto di giurisdizione del Giudice italiano sollevata dalle convenute ed ha assegnato i termini per il deposito delle memorie conclusionali. La quota di rischio in capo ad Intesa Sanpaolo è pari a 22 milioni.

Con riferimento al contenzioso con privati le vertenze sono in riduzione sia per quanto riguardo lo stock sia per quanto riguarda il flusso.

Contenzioso relativo ai finanziamenti in CHF nei confronti della controllata croata Privredna Banka Zagreb Dd

Come già evidenziato nei precedenti bilanci, Potrošač – Croatian Union of the Consumer Protection Association aveva avviato un'azione nei confronti della controllata Privredna Banka Zagreb ("PBZ") ed altre sette banche croate Secondo l'attrice le banche convenute avrebbero posto in essere condotte scorrette attraverso l'asserito utilizzo di previsioni illegittime in materia di tasso di interesse, che poteva essere modificato unilateralmente dalla banca e denominando in franchi svizzeri (o indicizzando a tale valuta) i finanziamenti erogati senza asseritamente informare adeguatamente i consumatori dei rischi prima della sottoscrizione dei relativi contratti di finanziamento. Nel settembre 2019 la Corte Suprema croata, nell'ambito dell'azione collettiva avviata da Potrošač, ha respinto l'impugnazione proposta dalle banche convenute avverso la decisione della High Commercial Court del 2018 ed ha confermato l'orientamento delle corti inferiori secondo cui le banche, inserendo nei contratti di finanziamento clausole relative alla denominazione nella valuta svizzera (o indicizzazione alla medesima) illegittime e nulle, avrebbero leso gli interessi collettivi e i diritti dei consumatori. La decisione della Corte Suprema è stata impugnata da PBZ davanti alla Corte Costituzionale, che all'inizio del 2021 ha respinto il ricorso. La controllata ha quindi presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, respinto nella parte finale del 2022. Sulla scorta della cennata azione per la tutela degli interessi collettivi dei consumatori, svariati clienti hanno avviato cause individuali nei confronti di PBZ, nonostante la maggior parte di essi avesse liberamente accettato di convertire in euro i finanziamenti originariamente denominati in CHF (o indicizzati a tale valuta), con effetto retroattivo, in coerenza con l'Act on the Amendments to the Consumer Credit Act (Croatian Official Gazette 102/2015 "Legge di Conversione"). Nel marzo 2020 la Corte Suprema croata, nell'ambito di un procedimento denominato "model case" (un procedimento della Corte Suprema con effetti vincolanti per gli organi giurisdizionali di rango inferiore, avente l'obiettivo di uniformare l'indirizzo giurisprudenziale), ha stabilito che gli accordi di conversione conclusi tra le banche ed i consumatori finanziati, sulla base della Legge di Conversione croata del 2015, producono effetti giuridici e sono validi anche nel caso in cui le clausole dei contratti di finanziamento relative alla valuta svizzera o al tasso di interesse variabile fossero nulle. Nel maggio 2022 la Corte di Giustizia UE, nell'ambito di un procedimento di rinvio pregiudiziale che coinvolgeva altro intermediario, ha stabilito che la Corte di Giustizia ha giurisdizione in relazione agli accordi di conversione conclusi sulla base della Legge di Conversione, in quanto successivi all'adesione della Croazia all'Unione Europea, e che la Direttiva concernente le clausole abusive nei contratti con i consumatori non si applica ai menzionati accordi di conversione, il cui contenuto riproduce disposizioni del diritto nazionale.

Il 20 dicembre 2022 il Dipartimento Civile della Corte suprema croata ha fornito l'interpretazione circa gli effetti giuridici degli accordi di conversione dei contratti di finanziamento da CHF ad EUR e sui diritti dei consumatori. In forza di tale interpretazione, un consumatore che ha stipulato un accordo di conversione ai sensi della citata Legge del 2015, ha diritto al pagamento degli interessi legali sugli importi pagati in eccesso che la banca ha conteggiato in sede di conversione del finanziamento, dalla data di ogni singolo versamento fino alla data della conversione stessa. Una volta che l'interpretazione giuridica sarà registrata dal Court Practice Records Department, sarà definitiva e vincolante per i tribunali di grado inferiore.

Il numero delle nuove cause individuali avviate contro PBZ nel 2022 è risultato inferiore rispetto al dato relativo al 2021; alla fine del 2022 le cause pendenti erano alcune migliaia. Non si può escludere che in futuro possano essere avviate ulteriori cause nei confronti di PBZ in relazione a questo tipo di finanziamenti.

Contenzioso nei confronti della controllata estera Banca Intesa Beograd (Serbia)

Si segnalano i seguenti filoni di contenzioso seriale che hanno investito l'intero sistema bancario serbo.

1) Processing fees

Contenzioso giudiziale riguardante le spese di istruttoria ("processing fees") applicate dalle banche al momento dell'erogazione di finanziamenti. I ricorrenti, persone fisiche e giuridiche, chiedono la restituzione di tali oneri ritenendoli non dovuti. Le prime contestazioni sono sorte nel 2017 e hanno registrato un significativo incremento di cause negli anni successivi, seppure per importi mediamente modesti. A fine 2022 Banca Intesa Beograd risultava convenuta in circa 18.600 cause valutate a rischio possibile o probabile (a fine 2021 erano circa 24.500); mentre le relative somme in linea capitale complessivamente richieste in restituzione alla Banca ammontavano a circa 1,3 milioni. La maggior parte dei Tribunali ha accolto le richieste della clientela sulla base di un'interpretazione della normativa avversata dalle banche. Nel settembre 2021 la Corte Suprema serba ha riconosciuto la legittimità di costi e commissioni applicati ai finanziamenti al momento della loro erogazione, purché indicati nell'offerta contrattuale. Nel corso del 2022 il flusso di nuove vertenze ha evidenziato una significativa riduzione rispetto al 2021 ed alcuni clienti hanno rinunciato a quelle già pendenti.

2) NKOSK

Contenzioso giudiziale relativo a finanziamenti immobiliari assicurati attraverso la National Housing Loan Insurance Corporation (NKOSK), il cui premio è posto a carico dei finanziati. Questi ultimi ritengono che essendo la Banca a beneficiare dell'assicurazione, il relativo premio dovrebbe rimanere a carico della medesima. A fine 2022 Banca Intesa Beograd risultava convenuta in 1.100 cause valutate a rischio possibile o probabile (a fine 2021 erano circa 1.000); le relative somme in linea capitale complessivamente richieste in restituzione alla Banca ammontavano a circa 1,1 milioni. La maggior parte dei Tribunali ha accolto le richieste della clientela sulla base di un'interpretazione della normativa avversata dalle banche. Nel settembre 2021 la Corte Suprema Serba ha riconosciuto la legittimità dell'attribuzione del premio assicurativo a carico dei mutuatari, a condizione che l'obbligazione sia chiaramente descritta a questi ultimi in sede precontrattuale. Nel 2022 il flusso di nuove cause è cresciuto in misura limitata rispetto al 2021 ed alcuni clienti hanno rinunciato a quelle già pendenti.

Sentenza della Corte di Giustizia UE dell'11 settembre 2019 in materia di contratti di credito ai consumatoric.d. sentenza Lexitor

L'articolo 16, par. 1, della direttiva 2008/48 in materia di contratti di credito ai consumatori stabilisce che in caso di rimborso anticipato del finanziamento il consumatore "ha diritto ad una riduzione del costo totale del credito, che comprende gli interessi e i costi dovuti per la restante durata del contratto". Secondo la sentenza Lexitor, questa norma deve essere interpretata nel senso che il diritto alla riduzione del costo totale del credito include tutti i costi posti a carico del consumatore; quindi, anche quelli relativi a prestazioni preliminari o contestuali alla stipula del contratto (c.d. costi upfront – ad esempio gli oneri di istruttoria o le commissioni agenziali).

L'art. 16, par. 1, della direttiva 2008/48 è stato recepito in Italia con l'art. 125 sexies del Testo Unico Bancario (TUB), secondo cui in caso di rimborso anticipato "il consumatore ha diritto a una riduzione del costo totale del credito, pari all'importo degli interessi e dei costi dovuti per la vita residua del contratto". In base a questa norma la Banca d'Italia, l'Arbitro Bancario Finanziario e la giurisprudenza hanno ritenuto che l'obbligo di restituzione riguardasse solo gli oneri che maturano nel corso del rapporto (c.d. costi recurring) e che siano stati corrisposti anticipatamente dal cliente al finanziatore: in caso di rimborso anticipato, tali oneri devono appunto essere restituiti per la parte non maturata; l'obbligo di restituzione non riguarda invece i costi upfront.

A seguito della sentenza Lexitor è sorta la questione se l'art. 125 sexies TUB debba essere interpretato conformemente al principio da essa stabilito o se il nuovo principio richieda una modifica legislativa.

Secondo il principio comunitario dell'"interpretazione conforme", i giudici nazionali sono tenuti ad interpretare le norme del proprio ordinamento in modo da renderle coerenti con il dettato delle disposizioni europee. Tuttavia, se la norma nazionale ha un'interpretazione univoca, essa non può essere (re)interpretata dal giudice per allinearla alle diverse previsioni di una direttiva europea: i principi riconosciuti dallo stesso ordinamento dell'Unione escludono che al giudice nazionale possa essere richiesto di procedere ad una lettura contra legem delle norme dell'ordinamento interno. A questo proposito va rilevato che l'art. 125 sexies TUB era sempre stato interpretato nel senso che in ipotesi di rimborso anticipato l'obbligo di restituzione riguardasse solo i costi recurring, con esclusione quindi dei costi upfront.

La Banca d'Italia a seguito della sentenza Lexitor nel dicembre 2019 ha emanato "linee orientative" attuative del principio della Corte UE, nel senso che tutti i costi (compresi quindi quelli upfront) vadano inclusi fra gli oneri da restituire in caso di rimborso anticipato, sia per i nuovi rapporti sia per i rapporti in essere.

Intesa Sanpaolo ha deciso di seguire le "linee orientative" della Banca d'Italia, pur ritenendo fondate le suddette argomentazioni legali sulla non interpretabilità dell'art. 125 sexies TUB in senso conforme alla sentenza Lexitor. È stato quindi disposto un accantonamento al Fondo Rischi e Oneri corrispondente ai maggiori oneri stimati derivanti dalla decisione di seguire le "linee orientative" della Banca d'Italia.

Dal 25 luglio 2021 è in vigore l'art.11-octies, della legge 106/2021 con cui il legislatore ha modificato il comma 1 dell'art.125 sexies TUB con l'intento di risolvere la situazione di incertezza determinata dalla sentenza Lexitor, con le seguenti previsioni:

  • − per la disciplina del credito immobiliare ai consumatori, l'eliminazione del rinvio all'art. 125 sexies TUB e l'inserimento di una previsione specifica per l'estinzione anticipata di tale tipologia di finanziamenti, limitando il rimborso ai soli interessi e costi dovuti per la vita residua del contratto;
  • − per la disciplina del credito al consumo, viene modificato il testo dell'art. 125 sexies TUB, in modo da recepire i principi della sentenza Lexitor, indicando però come criterio preferenziale per il calcolo del rimborso il criterio del costo ammortizzato;
  • − l'efficacia di tali disposizioni è limitata ai contratti sottoscritti successivamente all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Per i contratti sottoscritti in precedenza è espressamente previsto che continuino ad essere applicati la norma di legge e le disposizioni di Vigilanza previgenti.

La nuova norma non ha determinato significativi impatti per quanto riguarda i contratti di nuova stipula: per i prestiti personali, infatti, le clausole contrattuali sono già conformi alla stessa e per i prodotti di cessione del quinto le società del Gruppo Intesa Sanpaolo hanno già adottato il modello contrattuale "tutto TAN", che non prevede, oltre agli interessi, l'applicazione di costi accessori a carico del cliente. Per quanto concerne i contratti di credito al consumo stipulati prima della data di entrata in vigore della nuova norma, anche se estinti successivamente a tale data, il rimborso dei costi up front potrebbe essere limitato a quanto contrattualmente pattuito.

Il Collegio di Coordinamento ABF a cui è stata rimessa la questione del rimborso dei costi up front dopo l'entrata in vigore del c.d. "emendamento Lexitor" si è pronunciato il 15 ottobre 2021 con la decisione n. 21676 enunciando il seguente principio: in applicazione della Novella legislativa di cui all'art.11 octies, comma 2°, ultimo periodo D.L. 25 maggio 2021 n° 73, convertito in legge n° 106 del 23 luglio 2021, in caso di estinzione anticipata di un finanziamento stipulato prima della entrata in vigore del citato provvedimento normativo, deve distinguersi tra costi relativi ad attività soggette a maturazione nel corso dell'intero svolgimento del rapporto negoziale (c.d. costi recurring) e costi relativi ad adempimenti preliminari alla concessione del prestito (c.d. costi up front). Da ciò consegue la retrocedibilità dei primi e non anche dei secondi, limitatamente alla quota non maturata in ragione dell'anticipata estinzione.

L'indirizzo espresso dal Collegio di Coordinamento ABF è stato seguito dai singoli collegi che hanno respinto le richieste di restituzione pro quota dei costi up front. Le decisioni non sono state sospese nemmeno dopo la remissione alla Corte costituzionale della questione di legittimità della novella legislativa di cui si dirà in seguito. Il 1° dicembre 2021 la Banca d'Italia ha, inoltre, comunicato agli intermediari che, a fronte delle modifiche apportate dalla L. 106/2021 all'art. 125 sexies TUB sono da ritenersi superate le proprie "linee orientative" del 4 dicembre 2019 con cui, in caso di estinzione anticipata dei finanziamenti di credito al consumo, si chiedeva di determinare la riduzione del costo totale del credito includendo tutti i costi a carico del consumatore (recurring ed up front) ad esclusione delle imposte.

La giurisprudenza ordinaria si è divisa sull'applicazione della nuova norma. Diversi giudici hanno applicato la nuova disposizione respingendo la richiesta dell'attore di rimborso pro quota delle commissioni up front a seguito dell'estinzione anticipata. In un numero non irrilevante di casi, in particolare in controversie davanti ai Giudici di Pace, tuttavia, è stato riconosciuto al cliente il diritto al rimborso pro quota degli oneri up front, ritenendo con motivazioni diverse e discutibili, che debbano comunque applicarsi i principi Lexitor anche dopo l'entrata in vigore della novella legislativa. Tali pronunce di norma sono oggetto di impugnazione da parte della Banca.

Con sentenza nr. 263 del 22 dicembre 2022, la Corte Costituzionale ha accolto la questione della legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Torino nel novembre 2021 in una causa promossa nei confronti di un intermediario specializzato in cessione del quinto per la restituzione dei costi up front, dichiarando l'illegittimità costituzionale dell'art. 11 octies, comma 2, del decreto legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito con modificazioni, nella legge 23 luglio 2021, n. 106, limitatamente alle parole "e le norme secondarie contenute nelle disposizioni di trasparenza e di vigilanza della Banca d'Italia".

Alla luce del pronunciamento della Corte Costituzionale la banca ha proceduto ad effettuare una prima stima del potenziale onere connesso agli effetti della parziale dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'art. 11 octies, comma 2, del decreto legge 25 maggio 2021, n. 73, effettuando un specifico accantonamento a fondo rischi ed oneri.

Il 9 febbraio 2023 a Corte di Giustizia Europea, nell'ambito di un procedimento originato da un rinvio pregiudiziale rinveniente dalla Corte Suprema austriaca, si è pronunciata in merito all'applicabilità del principio Lexitor al credito immobiliare ai consumatori. La Corte austriaca aveva chiesto alla Corte di Giustizia Europea se la direttiva 2014/17 relativa al credito immobiliare ai consumatori ostasse o meno a una normativa nazionale che prevedesse che il diritto del consumatore alla riduzione del costo totale del credito, in caso di rimborso anticipato del medesimo, includesse soltanto gli interessi e i costi che dipendono dalla durata del credito. La Corte ha dichiarato che la direttiva 2014/17 non osta a una simile normativa.

Secondo la Corte tale diritto alla riduzione non include quindi i costi che, indipendentemente dalla durata del contratto, siano posti a carico del consumatore a favore sia del creditore che dei terzi per prestazioni che siano già state eseguite integralmente al momento del rimborso anticipato (quali le spese di istruttoria e di perizia).

Inoltre, nel 2021 la Commissione Europea ha avviato il procedimento per la revisione della direttiva comunitaria sul credito al consumo n. 2008/48, a valere sulla quale è stata pronunciata la sentenza Lexitor. A seguito della proposta legislativa inizialmente formulata dalla Commissione, è iniziata la fase di coinvolgimento del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo che nei mesi scorsi hanno definito le proprie posizioni con la pubblicazione delle rispettive proposte.

Contenzioso tra Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. e RB Holding S.p.A. e la famiglia Favaretto

Nel maggio 2020 Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. ha perfezionato un'operazione di investimento nella società RBM Assicurazioni Salute S.p.A., la principale compagnia assicurativa italiana nel ramo salute detenuta dalla società RB Holding S.p.A. riferibile alla famiglia del Dott. Roberto Favaretto, operazione che ha portato all'attuale controllo di Intesa Vita S.p.A. della società assicurativa, ora denominata Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A.

Nello scorso maggio Intesa Sanpaolo Vita ha inviato alla socia di minoranza RB Holding S.p.A. una richiesta di indennizzo ai sensi e per gli effetti del contratto di investimento in relazione all'emergere di situazioni che hanno dato luogo (o potrebbero dar luogo) a passività quantificabili allo stato in oltre 129 milioni di euro e sostanzialmente riguardanti:

  • − l'incremento dell'onere dei sinistri concernenti la Polizza MètaSalute conseguente all'eliminazione delle pratiche commerciali scorrette oggetto di un procedimento avviato dall'AGCM,
  • − posizioni creditorie (per 'regolazioni di premio') iscritte all'attivo del bilancio al momento del closing ed interamente svalutate successivamente al closing a seguito della verificata inesigibilità dei crediti stessi,
  • − penali per ritardi relativi a pagamenti di sinistri relativi alla Polizza ASDEP Assistenza Sanitaria Dipendenti Enti Pubblici.

RB Holding S.p.A. ha respinto ogni addebito e nella seconda decade di luglio, con la famiglia Favaretto, ha presentato una domanda alla Camera Arbitrale di Milano deducendo l'invalidità di alcune clausole del contratto di investimento e del patto parasociale del 2020 (tra cui quelle relative alle opzioni di acquisto e di vendita della partecipazione di minoranza e al patto di non concorrenza), inadempimenti di Intesa Sanpaolo Vita a impegni contrattuali (quale il patto di consultazione in relazione al rinnovo del contratto MètaSalute e alla cessazione del rapporto con il precedente AD), la violazione da parte di quest'ultima di regole di buona fede e correttezza, con una richiesta di risarcimento di danni per complessivi 423,5 milioni di euro.

Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. nel termine assegnato del 5 settembre 2022 ha depositato la risposta alla Camera Arbitrale, contestando integralmente le argomentazioni avversarie ed anzi formulando domanda riconvenzionale di pagamento di un importo complessivo pari a 129,4 milioni di euro, per violazione, da parte di RB Hold, di dichiarazioni e garanzie rilasciate e di impegni assunti con il contratto di investimento, nonché dell'obbligo di comportamento secondo correttezza e buona fede, integralmente richiamando le contestazioni illustrate nella richiesta di indennizzo del maggio scorso.

Le parti costituite, non avendo raggiunto l'accordo per la nomina del presidente del Tribunale Arbitrale, hanno avanzato richiesta congiunta al Consiglio Arbitrale affinché la nomina venga differita.

Ove consultazioni tra le parti portassero all'individuazione dell'interesse verso una composizione transattiva, la pendenza del contenzioso non impedisce la verifica della percorribilità di tale ipotesi.

Contenzioso derivante dall'operazione di acquisizione di certe attività, passività e rapporti giuridici facenti capo a Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in LCA e a Veneto Banca S.p.A. in LCA

In via preliminare si ricorda quanto segue:

a. in base agli accordi fra le due Banche in LCA e Intesa Sanpaolo (Contratto di Cessione del 26 giugno 2017 e Secondo Accordo Ricognitivo del 17 gennaio 2018) sono individuate due distinte categorie di contenziosi (riferibili anche alle partecipate delle ex Banche Venete incluse nella cessione):

a1 - il c.d. Contenzioso Pregresso, incluso fra le passività dell'Insieme Aggregato trasferito a Intesa Sanpaolo, che ricomprende, salvo alcune importanti eccezioni (cfr. infra sub a2), i contenziosi civili relativi a giudizi già pendenti al 26 giugno 2017 e comunque diversi da quelli rientranti nel c.d. Contenzioso Escluso (cfr. punto successivo);

a2 - il c.d. Contenzioso Escluso, che resta a carico delle Banche in LCA e che riguarda, tra l'altro, le vertenze (anche se già pendenti il 26 giugno 2017) promosse da azionisti/obbligazionisti convertibili e/o subordinati di una delle due ex Banche Venete (tra cui quelle derivanti dalle c.d. "operazioni baciate"), quelle connesse a crediti deteriorati, quelle relative a rapporti estinti alla data della cessione e tutte le controversie (quale che ne sia l'oggetto) sorte dopo la cessione e relative ad atti o fatti occorsi prima della stessa. Rientrano nel Contenzioso Escluso anche le vertenze riconducibili a tutte le categorie qui elencate (sub a2) promosse nei confronti di Banca Nuova e Banca Apulia (o di Intesa Sanpaolo quale incorporante delle stesse); con il Contenzioso Pregresso sono stati trasferiti a Intesa Sanpaolo i relativi accantonamenti; in ogni caso, qualora gli accantonamenti trasferiti si rivelassero insufficienti, Intesa Sanpaolo ha diritto di essere indennizzata dalle Banche in LCA, ai termini previsti nel Contratto di Cessione del 26 giugno 2017;

  • b. successivamente al 26 giugno 2017, sono state avviate o riassunte nei confronti di Intesa Sanpaolo alcune cause rientranti nel Contenzioso Escluso. Con riguardo a queste cause:
    • − Intesa Sanpaolo fa (e farà) valere in giudizio la propria estraneità e carenza di legittimazione passiva; ciò, sia sulla base di quanto previsto dal Decreto Legge n. 99/2017 (art. 3) e dagli accordi stipulati con le Banche in LCA, sia in conformità alle prescrizioni della Commissione europea in materia di aiuti di Stato (Decisione C(2017) 4501 final e Allegato B del Contratto di Cessione del 26.6.2017), che vietano a Intesa Sanpaolo di farsi carico di qualunque "claim" relativo a pretese di azionisti e obbligazionisti subordinati delle ex Banche Venete;
    • − in caso di condanna di Intesa Sanpaolo (e comunque per gli oneri a qualsiasi titolo sostenuti da Intesa Sanpaolo in relazione al suo coinvolgimento in ogni Contenzioso Escluso), quest'ultima ha diritto di essere ristorata dalle Banche in LCA in base a quanto previsto dal Contratto di Cessione e dai successivi accordi. Le stesse Banche in LCA hanno contrattualmente riconosciuto la propria legittimazione passiva rispetto al Contenzioso Escluso, tant'è che si sono costituite in vari giudizi avviati (o riassunti) nei confronti di Intesa Sanpaolo da azionisti e obbligazionisti convertibili e/o subordinati (o comunque rientranti nella categoria del Contenzioso Escluso), chiedendo di veder dichiarata la propria esclusiva legittimazione passiva e la conseguente estromissione di Intesa Sanpaolo da tali giudizi.

Tutti gli obblighi e responsabilità da indennizzo assunti dalle Banche in LCA a favore di Intesa Sanpaolo sono coperti da una garanzia pubblica ("Garanzia Indennizzi"), la cui emissione costituiva un presupposto essenziale del Contratto di Cessione; garanzia che è stata formalizzata in data 15 novembre 2022.

Intesa Sanpaolo ha inviato, nel tempo, alle due Banche Venete in LCA, in forza degli obblighi contrattuali assunti dalle stesse, alcune comunicazioni ("claim") contenenti richieste (o riserve di richiesta) di rimborso/indennizzo relativamente a danni già subìti o potenziali in relazione al Contenzioso Pregresso e al Contenzioso Escluso, nonché in relazione alla violazione di dichiarazioni e garanzie relative a talune attività e passività trasferite a Intesa Sanpaolo.

Nelle more della formalizzazione della "Garanzia Indennizzi", Intesa Sanpaolo e le due Banche Venete in LCA hanno negoziato e sottoscritto, in data 14 ottobre 2022, un "Terzo Accordo" volto a disciplinare taluni aspetti esecutivi del Contratto di Cessione del 26 giugno 2017 (così come precedentemente avvenuto in occasione di due precedenti accordi ricognitivi sottoscritti nel corso del 2017 e del 2018) e, in tale occasione, Intesa Sanpaolo e le due Banche Venete in LCA:

  • − hanno previsto il prolungamento della durata dei contratti di finanziamento sullo sbilancio di cessione e sulla cessione dei crediti High Risk e le relative condizioni con allineamento delle garanzie;
  • − hanno precisato, sia con riferimento ai claim già inviati da Intesa Sanpaolo che per il futuro, alcuni aspetti relativi a tempi e modi nella gestione delle relative richieste di ristoro, oggetto di garanzia a favore di Intesa Sanpaolo in forza della Garanzia Indennizzi;

− hanno concordato alcune modalità di efficace gestione dei contenziosi in cui Intesa Sanpaolo venga coinvolta.

Con ordinanza del 20 luglio 2021, il Tribunale di Firenze, nell'ambito di un giudizio ascrivibile al Contenzioso Escluso promosso per c.d. misselling di azioni BPVi, nel quale è parte anche Intesa Sanpaolo (che ha eccepito il proprio difetto di legittimazione passiva sulla base del D.L. 99/2017 e del contratto di cessione), ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità costituzionale del D.L. 99/2017.

Si tratta del primo caso di rimessione alla Corte costituzionale di questioni relative al D.L. 99/2017; finora, infatti, le numerose istanze di rimessione alla Corte costituzionale formulate dalle controparti nei giudizi relativi al Contenzioso Escluso erano sempre state respinte dai giudici, perché giudicate irrilevanti o manifestatamente infondate.

Nel costituirsi in giudizio la Banca ha contestato il provvedimento di rimessione censurandone l'inammissibilità e l'infondatezza; ciò in considerazione della normativa UE e nazionale in materia di aiuti di Stato nell'ambito dell'operazione sulle Banche Venete, correttamente applicata dal legislatore nazionale, e dell'assenza di effetti discriminatori nei confronti degli azionisti e obbligazionisti subordinati delle banche venete. Anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri e BPVi in LCA (nonché la Banca d'Italia, quale amicus curiae) si sono costituite nel giudizio concludendo per l'inammissibilità e l'infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale sollevate.

La Corte, con la sentenza n. 225 depositata il 7 novembre 2022, in accoglimento delle difese di Intesa Sanpaolo, dell'Avvocatura dello Stato e di Banca Popolare di Vicenza in LCA, ha dichiarato inammissibili tutte le questioni di legittimità costituzionale, prendendo anche posizione sulla infondatezza delle stesse in aderenza con le difese svolte da Intesa Sanpaolo.

Nell'ambito di un procedimento penale davanti al Tribunale di Roma per l'ipotesi di aggiotaggio e ostacolo all'esercizio delle funzioni delle Autorità di Vigilanza nei confronti di esponenti e dirigenti di Veneto Banca, nel gennaio 2018 il GUP ha autorizzato la citazione di Intesa Sanpaolo quale responsabile civile, assumendo che l'esclusione dalla cessione a Intesa Sanpaolo dei debiti, delle responsabilità e delle passività derivanti dalle operazioni di commercializzazione di azioni e obbligazioni subordinate – prevista dal D.L. 99/2017 – sarebbe inopponibile ai terzi, mentre si applicherebbe alla fattispecie l'art. 2560 C.C. e, pertanto, Intesa Sanpaolo sarebbe subentrata in tali passività.

A seguito di tale provvedimento, si sono costituite in quel giudizio oltre 3.800 parti civili titolari di azioni o obbligazioni subordinate di Veneto Banca. Intesa Sanpaolo si è quindi costituita chiedendo la propria esclusione dal procedimento. A sua volta, Veneto Banca in LCA è intervenuta volontariamente affermando la propria legittimazione passiva esclusiva, sostanziale e processuale.

Nel marzo 2018 il GUP ha dichiarato la propria incompetenza territoriale, trasferendo gli atti alla Procura della Repubblica di Treviso. Sono pertanto venute meno la citazione del responsabile civile e le costituzioni delle parti civili.

A seguito del trasferimento degli atti alla Procura di Treviso, è stato disposto il rinvio a giudizio dell'ex Amministratore Delegato di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, per i reati di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza bancaria e falso in prospetto.

Il GUP ha respinto la richiesta di autorizzazione alla citazione di Intesa Sanpaolo quale responsabile civile.

Analoga richiesta è stata respinta nell'ambito del procedimento penale davanti al Tribunale di Vicenza nei confronti di esponenti e dirigenti della Banca Popolare di Vicenza.

Contenzioso in materia di fideiussioni bancarie

Questo filone di contenzioso deriva da una decisione della Corte di Cassazione del 2017, basata su un provvedimento del 2005 della Banca d'Italia relativo a uno schema di fideiussione sottopostole dall'ABI (concordato con le principali associazioni

dei consumatori). La Banca d'Italia aveva ritenuto che tre clausole di questo schema avrebbero potuto comportare effetti anticoncorrenziali se applicate in modo uniforme dalle banche.

La Cassazione, richiamando tale provvedimento, ha formulato il seguente nuovo principio di diritto: una volta accertata l'esistenza di un'intesa anticoncorrenziale illecita e quindi nulla, l'illiceità investe anche le fideiussioni se costituiscono applicazione dell'intesa illecita, pure se rilasciate prima dell'accertamento dell'intesa stessa.

Nell'ambito di un giudizio recuperatorio gestito da Italfondiario per conto della Banca, la questione relativa alle conseguenze del principio enunciato dalla Corte nel 2017 sulle singole fideiussioni rilasciate sulla base dello schema ABI è stata rimessa alle Sezioni Unite (SS.UU.).

In particolare, è stato chiesto di valutare:

  • a. se la presenza delle clausole illecite nel contratto giustifichi la dichiarazione di nullità delle stesse o legittimi esclusivamente l'esercizio dell'azione risarcitoria;
  • b. in caso di nullità, quale sia la tipologia del vizio che la determini e a chi spetti la legittimazione a farlo valere;
  • c. se sia ammissibile la nullità parziale della fideiussione;
  • d. se, oltre a verificare la coincidenza delle clausole con quelle ritenute illecite, debba essere o meno indagata la volontà delle parti riguardo all'operazione e cioè se esse vi avrebbero comunque dato corso conoscendo l'illiceità delle stesse.

Il 30 dicembre 2021 le SS.UU. si sono pronunciate dichiarando la nullità parziale delle fideiussioni redatte su modello ABI in relazione alle clausole 2, 6 e 8.

Le SS.UU. hanno optato per una soluzione intermedia escludendo le altre due ipotizzabili: da una parte hanno escluso la piena validità della fideiussione, soluzione che avrebbe consentito esclusivamente il risarcimento del danno quale unico rimedio utilizzabile dal fideiussore (come suggerito nelle conclusioni del Procuratore Generale prima dell'udienza dello scorso 23 novembre); dall'altra hanno escluso che possa essere ritenuto nullo l'intero contratto fideiussorio.

A circa un anno dalla sentenza delle SS.UU. non si è registrato un aumento del contenzioso, che nel complesso risulta tuttora di dimensioni modeste.

Abba' Andrea + 207

Trattasi di controversia pendente avanti al Tribunale di Milano, sez. Imprese, avviata nel 2019 dal Signor Abbà e da n. 207 obbligazionisti subordinati di Banca delle Marche111. Gli attori domandano la dichiarazione di nullità delle obbligazioni e il risarcimento del danno subito. La domanda è quantificata in 31 milioni circa.

La Banca si è costituita in giudizio eccependo la propria carenza di legittimazione passiva, in particolare deducendo l'esclusione delle obbligazioni in questione dal perimetro della cessione dall'Ente Ponte ad ex UBI Banca. Ex UBI Banca ha altresì eccepito la prescrizione delle domande attoree e il difetto di legittimazione delle controparti, le quali non essendo "primi prenditori" non sono, ex lege, legittimati a far valere il vizio genetico delle obbligazioni originarie. È stata infine evidenziata l'assenza dei motivi di nullità delle obbligazioni, nonché del nesso causale tra le condotte contestate alla Banca e il danno.

Banca d'Italia, in qualità di gestore del Fondo Nazionale di Risoluzione, è intervenuta nel procedimento aderendo alle tesi e conclusioni formulate da ex UBI Banca. La causa successivamente all'interruzione per il decesso di uno degli attori è stata riassunta; il Tribunale di Milano ha concesso i termini per il deposito delle memorie istruttorie e fissato udienza al 28/3/2023.

AC Costruzioni S.r.l.

Giudizio promosso dalla AC Costruzioni S.r.l. (successivamente fallita) e Cava Aurelio (deceduto in corso di causa) volto ad ottenere la declaratoria della responsabilità contrattuale e/o extracontrattuale della Banca per la revoca degli affidamenti effettuata nel 1998 e la condanna della stessa al risarcimento dei danni conseguenti all'intimata revoca, quantificati in complessivi 33 milioni circa.

Le domande avversarie sono state integralmente respinte sia dal Tribunale di Cosenza che dalla Corte d'Appello di Catanzaro, in accoglimento delle ragioni formulate dalla Banca. La sentenza di secondo grado è stata impugnata dagli eredi del Cava e dal fallimento della AC Costruzioni, con controricorso e ricorso incidentale.

Con ordinanza depositata a fine luglio 2022, la Corte di Cassazione ha rigettato integralmente i ricorsi presentati dalle controparti con conseguente condanna alle spese in favore della Banca.

Il contenzioso risulta quindi definitivamente concluso senza esborsi.

Città Metropolitana di Roma Capitale (già Provincia di Roma)

Davanti alla Procura della Repubblica di Roma pende un procedimento penale a carico di un ex manager di Banca Imi per concorso in truffa aggravata ai danni dell'ente pubblico Città Metropolitana di Roma Capitale, già Provincia di Roma.

Il procedimento si riferisce alla complessa operazione di acquisto da parte dell'ente territoriale, tramite il Fondo Immobiliare Provincia di Roma (interamente partecipato dalla Provincia medesima), della nuova sede dell'EUR.

L'operazione immobiliare è stata finanziata per 232 milioni da Unicredit, BNL e Banca IMI (ciascuna per la quota di 1/3).

Al dipendente dell'ex Banca IMI viene contestato di aver indotto in errore – in concorso con tre manager delle altre due banche finanziatrici, sette manager della SGR gestore del Fondo della Provincia e due pubblici ufficiali – gli organi di controllo interni al Fondo e rappresentativi della Provincia, facendo ottenere alle banche finanziatrici un ingiusto profitto e cagionando di conseguenza all'ente pubblico un danno rilevante. In particolare, la Procura sostiene che le banche finanziatrici avrebbero sottoscritto con il Fondo Immobiliare un prestito a condizioni diverse e più onerose rispetto a quelle previste nel bando di gara indetto dall'ente pubblico per l'operazione.

Nel procedimento penale è indagata ai sensi del D. Lgs. 231/01 anche Intesa Sanpaolo (quale incorporante di Banca IMI), insieme alle altre due banche finanziatrici e alla società di gestione del fondo immobiliare.

Con provvedimenti del 23 maggio 2022 e del 14 giugno 2022 la Procura della Repubblica di Roma ha disposto lo stralcio delle posizioni sia dell'ex manager di Banca IMI sia di ISP per chiederne l'archiviazione. Con decreto del 27 giugno 2022, divenuto definitivo a dicembre, la Procura ha disposto l'archiviazione del procedimento a carico della Banca. Ci si attende inoltre che venga formalizzata la richiesta di archiviazione anche nei confronti dell'ex manager di Banca IMI.

111 Cfr. nota precedente.

Contenzioso società esattoriali

Nel contesto della reinternalizzazione della riscossione dei tributi da parte dello Stato, Intesa Sanpaolo ha ceduto ad Equitalia S.p.A. oggi Agenzia delle Entrate Riscossione, la totalità del capitale sociale di Gest Line e di ETR/ESATRI, società che gestivano l'attività esattoriale, impegnandosi ad indennizzare l'acquirente per gli oneri da questa sopportati in conseguenza dell'attività di riscossione svolta sino alla data dell'acquisto delle partecipazioni.

Si tratta in particolare di passività per il contenzioso con enti impositori, contribuenti e dipendenti nonché di sopravvenienze passive e minusvalenze rispetto alla situazione patrimoniale di cessione.

Nel complesso le pretese avanzate risultano pari a circa 74,9 milioni. Concluse le attività del tavolo tecnico di confronto con l'Agenzia delle Entrate Riscossione sulle reciproche pretese, sono ora in corso avanzate trattative per la definizione delle stesse.

Energy S.r.l.

La Energy S.r.l., società alla quale il Fallimento C.I.S.I. S.r.l. ha ceduto tutti i propri diritti nei confronti dei terzi, ha proposto dinnanzi al Tribunale di Roma nei confronti di Intesa Sanpaolo domanda di vanificazione della revoca del finanziamento agevolato di circa 22 milioni concesso alla C.I.S.I. S.r.l. nel 1997 ai sensi della L. 488/92 e la condanna in solido del Ministero dello Sviluppo Economico, di Intesa Sanpaolo (quale concessionaria per l'istruttoria procedimentale) e di Vittoria Assicurazioni (garante del pagamento della seconda tranche del finanziamento) a risarcire i danni asseritamente subiti, quantificati complessivamente in circa 53 milioni. La società ha posto a fondamento della domanda l'esito favorevole di un procedimento penale originato da un esposto nei confronti della C.I.S.I. e del suo amministratore per gravi irregolarità ed inadempienze nell'esecuzione del piano industriale oggetto di finanziamento, procedimento che aveva indotto alla revoca della concessione di finanza agevolata.

Intesa Sanpaolo si è costituita negando la fondatezza delle pretese avversarie, eccependo la nullità della citazione, l'intervenuta prescrizione di qualsiasi ragione risarcitoria verso la Banca, l'infondatezza nel merito delle pretese e l'inidonea rappresentazione di un danno.

Avviato l'iter processuale e scambiate le memorie di rito senza svolgimento di istruttoria. In data 10 dicembre 2022 il Tribunale ha depositato la sentenza con cui ha respinto le domande di Energy, che il 10 gennaio 2023 ha notificato atto di appello.

Engineering Service S.r.l.

Nel 2015 Engineering Service S.r.l. ha promosso un giudizio civile nei confronti del MISE, di BPER ed ex UBI Banca, in relazione alla concessione di agevolazioni pubbliche all'imprenditoria. La parte attrice imputa alla nostra Banca (ed a BPER) ritardi nella gestione dell'istruttoria e delle erogazioni, ritardi che avrebbero determinato una crisi di liquidità dell'impresa e la conseguente perdita del contributo pubblico.

Nei confronti del nostro Istituto è stata formulata domanda di risarcimento danni per 28 milioni circa.

Le difese della Banca hanno sostenuto che i tempi dell'istruttoria sono dipesi da BPER, verso la quale è stata quindi svolta domanda di manleva.

A seguito della revoca dell'ordinanza con la quale era stata disposta la CTU, il Tribunale di Roma, con sentenza del 9 novembre 2021, ha rigettato integralmente la domanda dell'attrice, condannandola alla rifusione delle spese legali nei confronti di tutte le parti convenute.

La sentenza è passata in giudicato per mancata impugnazione nei termini di legge.

Fallimento G.I.& E.

Nel novembre 2021, il Fallimento G.I.& E. S.p.A. ha promosso un'azione di risarcimento danni nei confronti di Intesa Sanpaolo (quale incorporante Banca dell'Adriatico) ed UBI (quale incorporante Banca Marche e Popolare di Ancora), invocandone la responsabilità per aver contribuito, in concorso con altri istituti bancari e con la condotta degli amministratori e degli organi di controllo, all'artificiale mantenimento in vita della società ed all'aggravamento del suo dissesto.

Il danno asseritamente lamentato è stato quantificato da controparte in 22,5 milioni circa.

A scioglimento della riserva assunta all'udienza del 16.12.2022, il Tribunale ha disposto lo svolgimento di CTU richiesta dal Fallimento.

Fallimento Isoldi Holding

Il Fallimento Isoldi ha convenuto in giudizio, avanti il Tribunale di Bologna, ex UBI Banca (incorporante di Nuova Banca Etruria e di Centrobanca), Intesa Sanpaolo e altre 5 banche con atto di citazione del giugno 2020 invocando la loro responsabilità, in via solidale con l'organo amministrativo di Isoldi Holding, in relazione ad una serie di atti dissipativi che avrebbero contribuito alla artificiale sopravvivenza della società nel periodo giugno 2011 – giugno 2013, per effetto di una condotta che si sarebbe realizzata mediante la predisposizione di un piano di risanamento ex art. 67, co. 3, lett. d) l. fall. fondato su atti illegittimi e di un accordo ad esso strumentale, che prevedeva l'erogazione di nuova finanza, atti che avrebbero artificialmente procrastinato la crisi della società ed occultato l'irreversibilità del dissesto.

Il Fallimento Isoldi ha altresì formulato domanda, in via solidale, solo verso Intesa Sanpaolo (ante incorporazione UBI Banca) e MPS invocando la loro responsabilità, in concorso con l'Amministratore Unico di Isoldi Holding, per condotte asseritamente illecite connesse all'operazione di salvataggio della società Aedes della quale Isoldi Holding aveva interesse a rilevare la partecipazione di maggioranza.

Intesa Sanpaolo e l'ex UBI Banca si sono ritualmente costituite e il Tribunale adito, con ordinanza del 1° luglio 2021, ha dichiarato la propria incompetenza. La controparte ha riassunto il giudizio riproponendo le medesime domande avanti al Tribunale di Torino; la Banca si è costituita per l'udienza fissata al 3 marzo 2022. All'udienza del 16 febbraio 2023 il giudice si è riservato di decidere sulle eccezioni preliminari. Il danno complessivamente lamentato dalla controparte non appare allo stato precisamente quantificabile tenuto conto anche delle differenti condotte censurate alle diverse banche.

Società Italiana per le Condotte d'Acqua S.p.A. in Amministrazione Straordinaria

Con atto di citazione del 23 dicembre 2022 la Società Italiana per le Condotte d'Acqua S.p.A. (ammessa alla Procedura "Marzano" con D.M. del 6 agosto 2018) ha chiesto al Tribunale di Roma la condanna a titolo di risarcimento del danno per la somma di 389,3 milioni (ovvero alla diversa somma che risulterà nel corso del giudizio), oltre rivalutazione monetaria, interessi di legge e spese.

La pretesa è svolta, in via solidale, nei confronti di Intesa Sanpaolo (anche quale incorporante di Medio Credito Italiano, Banca IMI, UBI Banca nonché "quale acquirente dell'azienda" di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza), dei componenti del Consiglio di Gestione e del Consiglio di Sorveglianza di Condotte e di altre numerose banche e società di factor.

La pretesa si fonda su asseriti comportamenti posti in essere a vario titolo dai convenuti ritenuti fonte di pregiudizio al patrimonio della società e per la massa dei creditori; in particolare, nei confronti delle banche e società di factor, viene ipotizzata una loro responsabilità per aver concesso e/o mantenuto abusivamente credito in favore di Condotte contribuendo così alla prosecuzione in perdita della sua attività, con aggravamento del dissesto.

La prima udienza è fissata a settembre 2023.

Allo stato non è possibile effettuare una stima del rischio imputabile ad Intesa Sanpaolo anche tenuto conto delle differenti condotte imputate ai numerosi convenuti.

L'Amministrazione Straordinaria ha inoltre promosso nei confronti di Intesa Sanpaolo tre giudizi di revocatoria fallimentare dinanzi al Tribunale di Roma, con richiesta di restituzione di somme per circa 16 milioni.

Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro

La Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 2018 ha promosso azione risarcitoria nei confronti di ex UBI Banca (in qualità di ente succeduto all'emittente Banca Marche S.p.A.112) e di PwC (la società di revisione che ha certificato tutti i bilanci ed attestato i dati indicati nel Prospetto Informativo) sostenendo che le convenute avrebbero diffuso presso il pubblico dei risparmiatori dati e informazioni relativi alla situazione economica e patrimoniale nonché alle prospettive reddituali della Banca della Marche S.p.A. che si sarebbero rivelati totalmente errati e fuorvianti. Tali informazioni, contenute nei bilanci al 31 dicembre 2010 e al 30 giugno 2011 e nel Prospetto Informativo, avrebbero indotto la Fondazione a sottoscrivere le azioni della Banca emesse in sede di aumento di capitale nel marzo 2012. Tali titoli hanno registrato negli anni successivi una marcata riduzione della loro quotazione di mercato, determinando una perdita quantificata in 52 milioni circa.

Nel corso del giudizio Banca d'Italia ha svolto intervento adesivo dipendente sostenendo l'eccezione di carenza di legittimazione passiva sollevata da UBI, in ragione delle previsioni di cui al D. Lgs. 180/2015 che ha disciplinato la procedura di risoluzione di Banca delle Marche. Il Tribunale, rigettate tutte le istanze istruttorie formulate, ha rinviato la causa per la precisazione delle conclusioni al 13 luglio 2021. Precisate le conclusioni, le parti hanno depositato le memorie conclusionali: causa in attesa di sentenza.

Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi

A gennaio 2016 la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ha promosso azione risarcitoria nei confronti di UBI Banca (in qualità di ente asseritamente succeduto all'emittente Banca Marche S.p.A.113) e di PwC (la società di revisione che ha certificato tutti i bilanci ed attestato i dati indicati nel Prospetto Informativo) sostenendo che le convenute avrebbero diffuso presso il pubblico dei risparmiatori dati e informazioni relativi alla situazione economica e patrimoniale nonché alle prospettive reddituali della Banca delle Marche S.p.A. che si sarebbero rivelati totalmente errati e fuorvianti. Tali informazioni, contenute nei bilanci al 31 dicembre 2010 e al 30 giugno 2011 e nel Prospetto Informativo, avrebbero indotto la Fondazione a sottoscrivere le azioni della Banca emesse in sede di aumento di capitale nel marzo 2012. Il valore di tali titoli si è successivamente azzerato determinando una perdita quantificata in 25 milioni circa.

Nel corso del giudizio Banca d'Italia ha svolto intervento adesivo dipendente sostenendo l'eccezione di carenza di legittimazione passiva sollevata da ex UBI Banca, in ragione delle previsioni di cui al D. Lgs. 180/2015 che ha disciplinato la procedura di risoluzione di Banca delle Marche.

Con sentenza resa in data 18 marzo 2020 il Tribunale di Ancona ha accolto l'eccezione di carenza di legittimazione passiva sollevata dalla Banca, rigettando le domande formulate. Nel giudizio di impugnazione proposto dalla Fondazione dinanzi alla Corte d'Appello di Ancona l'udienza di precisazione delle conclusioni è stata rinviata al 9 maggio 2023.

Gruppo Alitalia: Azioni revocatorie

Nell'agosto 2011, società del Gruppo Alitalia in Amministrazione Straordinaria – e precisamente Alitalia Linee Aeree, Alitalia Servizi, Alitalia Airport e Alitalia Express – hanno promosso nei confronti della Banca, davanti al Tribunale di Roma, cinque giudizi di revocatoria fallimentare (di cui uno contro la ex Cassa di Risparmio di Firenze) con richiesta di restituzione di complessivi 44,6 milioni.

Con la costituzione in giudizio, è stata opposta una linea difensiva basata principalmente sulla nullità delle azioni per indeterminatezza delle domande, sulla esclusione del presupposto soggettivo della conoscenza dello stato di insolvenza del Gruppo Alitalia (oggetto prima del piano Air France e poi del successivo salvataggio pilotato dal Governo italiano), nonché sulla non revocabilità delle partite in accredito, considerata la peculiarità delle movimentazioni di conto.

Falliti i primi tentativi di raggiungere un accordo transattivo, a marzo 2016 il Tribunale di Roma ha accolto la domanda di Alitalia Servizi, condannando la Banca alla restituzione di circa 17 milioni, oltre accessori.

Oltre che censurabile nel merito, la pronuncia risulta essere stata emessa prima del termine previsto per il deposito delle comparse conclusionali, per cui, nell'atto di appello successivamente proposto, è stata sollevata in via pregiudiziale eccezione di nullità della sentenza, unitamente alla richiesta di sospensione della provvisoria esecutività della stessa, quest'ultima accolta con provvedimento del 15 luglio 2016 della Corte di Appello. Le cause Alitalia Linee Aeree ed Alitalia Express sono invece state vinte in prima istanza. Le procedure hanno promosso appello, che per Alitalia Express si è già concluso favorevolmente, con successiva impugnativa in Cassazione da parte della Procedura.

Per Alitalia Airport, pure vinta in prima istanza, la sentenza favorevole è passata in giudicato.

112 Cfr. nota precedente.

113 Cfr. nota precedente.

Anche la causa promossa contro la ex Cassa di Risparmio di Firenze si è conclusa favorevolmente nei primi due gradi di giudizio, con impugnativa in Cassazione ad opera della controparte.

Tutto il predetto contenzioso, dopo lunghe trattative nel frattempo riprese, è stato definito nel novembre del 2022 riconoscendo alla controparte la somma di 12,8 milioni.

Gruppo Elifani

Causa promossa nel 2009 da Edilizia Immobiliare San Giorgio 89 S.r.l. (ora incorporata in Enselfin, che si è costituita in sua sostituzione), San Paolo Edilizia S.r.l., Hotel Cristallo S.r.l. e dal socio garante Mario Elifani per ottenere il risarcimento dei danni subiti per asserita condotta illegittima della Banca, per avere la stessa richiesto garanzie sproporzionate rispetto al credito concesso, escusso garanzie pignoratizie, applicato interessi usurari su mutui ed effettuato erronee segnalazioni in Centrale Rischi.

L'importo inizialmente preteso ammontava a circa 116 milioni e la controversia ha come presupposto le medesime circostanze in massima parte già lamentate nei giudizi in tema di anatocismo e interessi ultralegali promosse dalle suddette società nel 2004 e definite transattivamente a inizio 2014. Il giudizio ha avuto esito favorevole per la Banca sia in primo che in secondo grado.

Con ordinanza del 27 dicembre 2019 la Corte di Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso delle controparti, con rinvio. Le controparti hanno riassunto la causa avanti la Corte d'Appello di Milano quantificando la domanda in complessivi 100 milioni circa.

Con sentenza del giugno 2022 la Corte d'Appello di Milano, in sede di rinvio, ha rigettato le domande svolte dagli attori, condannandoli alle spese e anche questa sentenza è stata nuovamente impugnata in Cassazione dalle controparti con ricorso notificato il 30 novembre 2022.

Mariella Burani Fashion Group S.p.A. in liquidazione e fallimento ("MBFG")

Il Fallimento Mariella Burani Fashion Group S.p.A. nel gennaio del 2018 ha convenuto in giudizio gli ex amministratori e sindaci, le società di revisione e ex UBI Banca (quale incorporante di Centrobanca), chiedendo la condanna al risarcimento di pretesi danni subiti per effetto di plurimi atti di mala gestio della società in bonis.

Secondo la prospettazione attorea, Centrobanca, confluita in ex UBI Banca, avrebbe sostenuto finanziariamente nel 2008 la controllante della società fallita (Mariella Burani Holding S.p.A.) in una operazione sulla controllata, nonostante i segnali di insolvenza di quest'ultima già manifestatisi a decorrere da settembre 2007, cagionando un danno quantificato in 92 milioni circa.

La Banca ha eccepito in via preliminare il difetto di legittimazione attiva del Fallimento in quanto il finanziamento oggetto di contestazione era stato erogato a favore della controllante di Mariella Burani Fashion Group S.p.A.; inoltre l'asserito danno di cui il Fallimento chiede il risarcimento sarebbe stato in realtà subito dai creditori della società (e non dalla procedura).

Per quanto riguarda il merito delle contestazioni, la Banca ha evidenziato la correttezza del proprio operato nonché l'esclusiva responsabilità della società in bonis, alla quale è imputabile in via esclusiva la redazione di bilanci falsi, la diffusione di false informazioni e la continuazione dell'attività sociale in una asserita situazione di insolvenza.

Il giudizio si trova in fase istruttoria.

Fallimento Sim

Con atto di citazione notificato nel mese di ottobre 2022, il Fallimento SIM S.p.A. ha convenuto in giudizio Intesa Sanpaolo (unitamente ad altri 7 istituti di credito) avanti il Tribunale di Catania, con prima udienza in data 31 marzo 2023. Trattasi di azione risarcitoria promossa per danni asseritamente subìti dalla società e dai creditori in ragione di comportamenti delle banche qualificati dalla controparte come "antigiuridici", che avrebbero determinato un'abusiva concessione di credito. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in 47 milioni circa, con richiesta di condanna in solido tra le banche convenute.

Offerta di diamanti

Nell'ottobre 2015, la Banca ha stipulato un accordo di collaborazione con Diamond Private Investment (DPI) per disciplinare le modalità di segnalazione dell'offerta dei diamanti da parte di DPI ai clienti di Intesa Sanpaolo. Con tale iniziativa, si intendeva rendere disponibile ai clienti una soluzione di diversificazione con le caratteristiche del cosiddetto "bene rifugio" in cui allocare una quota marginale del patrimonio con un orizzonte temporale di lungo periodo. I diamanti erano oggetto di vendita da diversi anni presso altre primarie reti bancarie nazionali.

L'attività di segnalazione si è svolta prevalentemente nel 2016, con un calo significativo a partire dalla fine del medesimo anno.

Complessivamente i clienti che hanno acquistato diamanti sono circa 8.000, per un importo complessivo pari a oltre 130 milioni. Il processo di commercializzazione è stato improntato a criteri di trasparenza, con presidi progressivamente rafforzati nel tempo, inclusi, tra l'altro, controlli di qualità sui diamanti e di congruità dei prezzi praticati da DPI.

Nel febbraio 2017, l'AGCM ha avviato, nei confronti delle società che commercializzano diamanti, (DPI e altra società) procedimenti per l'accertamento di comportamenti in violazione delle disposizioni in materia di pratiche commerciali scorrette. In aprile tali procedimenti sono stati estesi alle banche che hanno svolto attività di segnalazione dei servizi di dette società.

A conclusione di tali procedimenti, il 30 ottobre 2017 l'AGCM ha notificato i provvedimenti sanzionatori per aver accertato la presunta contrarietà al Codice del Consumo delle condotte di DPI nonché delle banche a cui il procedimento era stato esteso, consistenti – in sintesi – nell'aver fornito una rappresentazione parziale, ingannevole e fuorviante delle caratteristiche dell'acquisto di diamanti, delle modalità di determinazione del prezzo – prospettato come quotazione – e dell'andamento del mercato. L'Autorità ha irrogato a Intesa Sanpaolo una sanzione di 3 milioni, ridotta rispetto all'iniziale determinazione di 3,5 milioni, avendo l'Autorità riconosciuto il pregio delle iniziative poste in essere dalla Banca a partire dal 2016 per rafforzare i presidi del processo di offerta volti a garantire, in particolare, la corretta informativa alla clientela.

A seguito del provvedimento dell'AGCM, la Banca ha corrisposto l'importo oggetto di sanzione e depositato ricorso al TAR del Lazio per l'impugnazione. Con riferimento al suddetto ricorso, in data 16 novembre 2022 il TAR ha confermato il provvedimento sanzionatorio e la Banca presenterà appello avanti il Consiglio di Stato.

A partire da novembre 2017, la Banca ha:

  • − rescisso l'accordo di collaborazione con Diamond Private Investment (DPI) e cessato l'attività, già sospesa nel precedente mese di ottobre;
  • − attivato un processo che prevede il riconoscimento alla clientela dell'originario costo sostenuto per l'acquisto dei preziosi ed il ritiro delle pietre, al fine di soddisfare le esigenze di rivendita della clientela che, a causa della illiquidità che si è creata sul mercato, non sono soddisfatte da DPI;
  • − inviato nel mese di gennaio 2018 una comunicazione ai clienti possessori di diamanti per ribadire la natura di bene durevole delle pietre, confermando, tra l'altro, la disponibilità della Banca ad intervenire direttamente a fronte di eventuali esigenze di realizzo manifestate dalla clientela e non soddisfatte da DPI.

Nel 2022 sono pervenute 34 richieste per circa 0,5 milioni. A fine anno le richieste di riacquisto complessivamente pervenute dalla clientela e soddisfatte dalla Banca sono 6.854 per un controvalore complessivo di 116,3 milioni. La valutazione dei diamanti riacquistati viene effettuata prendendo in considerazione i valori espressi dall'indice IDEX Diamond Retail Benchmark, una delle principali piattaforme di trading on line utilizzato nelle principali piazze da più di 7.000 operatori.

Nel mese di febbraio 2019 è stato notificato un sequestro preventivo penale per 11,1 milioni, somma corrispondente alle commissioni riconosciute da DPI alla Banca.

Le indagini preliminari avviate dalla Procura della Repubblica di Milano riguardano anche altre quattro Banche (maggiormente coinvolte) e due società che commercializzano diamanti.

Nell'ottobre 2019 è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini dal quale emerge che sono indagati due gestori della Banca per l'ipotesi di truffa aggravata (in concorso con altri soggetti da individuare) ed è in corso l'identificazione di altri esponenti per l'ipotesi di autoriciclaggio, mentre ad ISP viene contestato l'illecito amministrativo ex D. Lgs. 231/2001 in relazione a quest'ultimo reato presupposto.

In relazione a quest'ultima contestazione, nel mese di luglio 2021 si è tenuta l'udienza nell'ambito della quale il GIP ha accolto l'istanza di patteggiamento – presentata da Intesa Sanpaolo al solo fine di evitare il protrarsi della pendenza giudiziaria e sulla quale la Procura aveva espresso parere favorevole – pronunciando una sentenza che ha disposto l'applicazione della sola sanzione pecuniaria per un importo pari a 100 mila euro e la confisca delle sole somme costituenti il profitto del reato di autoriciclaggio, quantificate in 61 mila euro.

A seguito del parziale trasferimento del procedimento, per motivi di competenza territoriale, davanti al Tribunale di Roma, nell'agosto 2022 è stata notificata la revoca del sequestro preventivo disposto nel febbraio 2019 avente ad oggetto il profitto del presunto reato di truffa, con restituzione integrale alla Banca della somma di 11,1 milioni. Definita la posizione della Banca, ci si attende che la Procura di Milano richieda l'archiviazione nei confronti dei due gestori indagati.

Private banker (Sanpaolo Invest SIM, incorporata nella controllante Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking)

Una verifica ispettiva effettuata dall'Audit ha fatto emergere gravi irregolarità da parte di un private banker dell'ex Sanpaolo Invest SIM. Le verifiche svolte hanno accertato gravi irregolarità ai danni di diversi clienti, quali distrazioni di fondi e rendicontazioni riportanti importi incrementali non veritieri.

In data 28 giugno 2019 la Società ha risolto per giusta causa il contratto di agenzia con il private banker ed ha provveduto a comunicare i fatti emersi all'Autorità Giudiziaria ed all'Organismo di vigilanza dei consulenti finanziari che ha dapprima sospeso e poi radiato a dicembre 2019 il private banker dall'Albo unico dei consulenti finanziari.

A seguito dell'illecito, la società ha ricevuto complessivamente 278 richieste risarcitorie (comprendenti reclami, mediazioni e cause), per un importo di circa 62,9 milioni, per lo più fondate su asserite distrazioni di denaro, perdite derivanti da operatività disconosciuta in strumenti finanziari, false rendicontazioni e addebito di commissioni relative al servizio di consulenza.

Ad oggi pendono 55 richieste, per un valore attuale di circa 25,5 milioni, a seguito della definizione di 223 posizioni.

Dai clienti indebitamente accreditati è stato recuperato l'importo complessivo di 6,4 milioni (già restituito ai clienti danneggiati) e ad oggi pendono sequestri per 42 milioni.

A carico del private banker, è stato disposto un sequestro conservativo, pari a quanto rinvenuto su conti e depositi accesi presso istituti di credito e sulla posizione previdenziale risultante presso Enasarco. Nella conseguente causa di merito l'ex private banker ha formulato domanda riconvenzionale per complessivi 0,6 milioni, a titolo di mancata corresponsione delle indennità di risoluzione del rapporto.

È stato inoltre avviato un ulteriore giudizio nei confronti dell'ex private banker per il recupero dei crediti derivanti dal recesso dal contratto di agenzia, per complessivi 1,6 milioni, oltre interessi a titolo di indennità di mancato preavviso, di penale relativa ad un contratto di finanziamento e di restituzione di anticipi di bonus.

A fronte dei rischi connessi al predetto illecito, sono stati effettuati accantonamenti, per lo più a fronte dei danni accertati relativamente alle richieste risarcitorie e alle cause pendenti.

I predetti accantonamenti non tengono conto della copertura prevista dall'apposita polizza assicurativa in forza della quale la Compagnia ha già riconosciuto un primo anticipo di 744 mila euro.

Reyl & Cie (Svizzera) - Procedimento ex D. Lgs. 231/2001 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano

La Procura della Repubblica di Milano ha avviato un procedimento penale ex D. Lgs. 231/2001 nei confronti di Reyl & Cie (società svizzera controllata da Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking) per il reato presupposto di riciclaggio, asseritamente commesso da un suo ex dipendente (licenziato nel 2020) ed ha ordinato il sequestro di valori di proprietà della stessa Reyl per circa 1,1 milioni di euro. Il procedimento vede coinvolta altresì la banca svizzera Cramer & Cie. Né Fideuram ISPPB né ISP risultano attualmente coinvolte nel procedimento. I fatti contestati si riferiscono ad eventi intervenuti nel 2018, prima dell'ingresso di Reyl & Cie nel Gruppo Intesa Sanpaolo, avvenuto nel maggio 2021. In base all'accusa, l'ex dipendente, insieme al fratello dipendente di Banca Cramer & CIE e a un consulente esterno, avrebbe messo in atto pratiche volte a favorire l'evasione fiscale da parte di clienti italiani attraverso il trasferimento di conti dalla Svizzera a filiali site presso le Bahamas al fine di consentire ai clienti medesimi di prelevare disponibilità di denaro da tali conti senza possibilità di tracciamento da parte delle Autorità italiane. In relazione al provvedimento notificato dall'Autorità Giudiziaria svizzera è attualmente in corso di predisposizione l'atto di impugnazione, il cui deposito sarà tuttavia oggetto di separata valutazione prima della sua formalizzazione. Con riferimento invece al procedimento penale ex D. Lgs. 231/2001 pendente in Italia si sta valutando la possibilità di formulare un'istanza di riduzione dell'importo dello stesso. Dall'esame della documentazione processuale emergono infatti elementi che fanno ritenere ragionevole l'accoglimento di una tale istanza. Nei confronti di

Reyl & Cie non è stata formulata una richiesta di interdizione allo svolgimento dell'operatività in Italia anche se le indagini sono tuttora pendenti e non è ancora possibile accedere ai relativi atti.

Tirrenia di Navigazione in A.S.: Azioni revocatorie

A luglio 2013 Tirrenia di Navigazione in A.S. ha promosso avanti al Tribunale di Roma due revocatorie fallimentari contro la ex Cassa di Risparmio di Venezia per 2,7 milioni e contro l'ex Banco di Napoli per 33,8 milioni.

La causa contro l'ex CR Venezia pende ora in appello, proposto dalla Banca, dopo la decisione del 2016 di condanna al pagamento di 2,8 milioni.

Anche la causa contro l'ex Banco di Napoli pende in appello a fronte della condanna al pagamento di 14,5 milioni circa oltre accessori, pronunciata dal Tribunale nel 2021. Tale condanna non è stata sospesa e la Banca, nell'ottobre 2022, ha provveduto al pagamento di 15,2 milioni, con riserva di ripetizione all'esito del gravame.

A fronte dell'appello proposto dalla Banca, la controparte si è costituita avanzando appello incidentale relativo alla pretesa di restituzione dell'importo di 28 milioni derivante da un'operazione di rettifica di valuta, pretesa già rigettata in primo grado e che si reputa sarà respinta anche in appello.

Vertenza Selarl Bruno Raulet (già Dargent Tirmant Raulet)

Si tratta di una causa promossa in Francia nel 2001 dal fallimento dell'imprenditore immobiliare Philippe Vincent, che ha chiesto alla Banca un risarcimento di 56,6 milioni per l'asserito "sostegno finanziario abusivo" che sarebbe stato concesso all'imprenditore. La pretesa del fallimento è sempre stata rigettata nei vari gradi di giudizio intercorsi durante 17 anni, fino alla sentenza della Corte di Colmar del maggio 2018 che ha condannato la Banca al risarcimento di circa 23 milioni. La sentenza di Colmar è stata impugnata davanti alla Corte di Cassazione francese, che nel gennaio 2020 ha annullato e cassato con rinvio alla Corte di Appello di Metz la decisione della Corte di Appello di Colmar. In conseguenza di ciò, nel primo trimestre del 2020 la Banca ha ottenuto la restituzione dei circa 23 milioni pagati a seguito della sentenza della Corte di appello di Colmar del 2018. Alla fine di luglio 2020 il curatore fallimentare ha riassunto la causa davanti alla Corte d'Appello di Metz, chiedendo il pagamento di 55,6 milioni (pari all'intero passivo fallimentare, dedotto quanto ricavato dalla vendita dell'immobile il cui acquisto venne finanziato dalla Banca); la Banca si è costituita ed ha contestato le pretese avversarie. Con sentenza resa il 27 luglio 2021 la Corte d'Appello di Metz ha accolto parzialmente la domanda della curatela, condannando la Banca al pagamento di circa 20 milioni, oltre a spese legali dei diversi gradi di giudizio (e così complessivamente 20,6 milioni). La Corte ha quantificato il danno patito dalla massa fallimentare in misura pari al finanziamento accordato dalla Banca, dedotto quanto ricavato dalla vendita del bene posto a garanzia. A dicembre 2021 la Banca ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione francese. In parallelo, la curatela ha impugnato autonomamente la decisione della Corte di Appello, insistendo per la condanna della Banca al pagamento dell'intero passivo fallimentare. A novembre 2021 si è proceduto al pagamento a favore della curatela dell'importo oggetto di condanna; le somme sono state temporaneamente depositate presso la CARPA (Cassa dell'Ordine degli Avvocati), indisponibili sino alla pronuncia della Corte di Cassazione. In data 4 ottobre 2022 si è tenuta udienza di discussione. Alla fine dello scorso mese di novembre la Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dalla Banca e dalla curatela. La sentenza della Corte di Appello di Metz è diventata pertanto definitiva. Le somme già versate dalla Banca a seguito di tale decisione sono state pertanto rese disponibili alla curatela.

Causa promossa nei confronti di due società controllate ungheresi di Intesa Sanpaolo

La causa è connessa ad un contratto di locazione risolto da una delle società controllate nel 2010. Nel corso del 2011 il conduttore ha promosso giudizio in sede civile e nel corso del 2021 ha integrato la pretesa iniziale, formulando nuove domande ed elevando – conseguentemente – l'ammontare complessivo delle pretese a circa 31 milioni di euro.

A luglio 2022 il Tribunale ha rigettato tutte le pretese della società attrice, ritenendo quest'ultima carente della legittimazione ad agire. Contro tale decisione la controparte ha presentato appello.

Nel mese di dicembre 2022 la Corte di Appello ha parzialmente accolto l'impugnazione di controparte, condannando una delle due società convenute al pagamento di circa 9,5 milioni di euro. La controllata ha presentato ricorso davanti alla Corte Suprema che ha sospeso l'esecuzione della sentenza impugnata.

Le società controllate di Intesa Sanpaolo si erano attivate nel 2012 per il riconoscimento dei crediti vantati nei confronti del conduttore in virtù di canoni di locazione non saldati. Tale procedimento è tuttora in corso.

Contenzioso del lavoro

Per quanto riguarda il contenzioso del lavoro, al 31 dicembre 2022, come già al 31 dicembre 2021, non risultavano in essere controversie rilevanti sotto l'aspetto sia qualitativo che quantitativo. In generale, tutte le cause di lavoro sono assistite da accantonamenti specifici, adeguati a fronteggiare eventuali esborsi.

Attività potenziali

Quanto alle attività potenziali ed in particolare al contenzioso IMI/SIR si ricorda che a seguito della sentenza passata in giudicato con cui era stata accertata la responsabilità penale del giudice Metta corrotto (e dei correi Rovelli, Acampora, Pacifico e Previti), i responsabili erano stati condannati al risarcimento dei danni, rimettendone la relativa quantificazione al giudice civile. Intesa Sanpaolo aveva quindi promosso una causa presso il Tribunale di Roma per ottenere la condanna dei suddetti responsabili al risarcimento del danno.

Con sentenza del maggio 2015, il Tribunale di Roma ha provveduto a quantificare i danni patrimoniali e non patrimoniali in favore di Intesa Sanpaolo e a condannare Acampora e Metta – nonché in solido con quest'ultimo (ai sensi della Legge n. 117 del 1988 sulla responsabilità dei magistrati) la Presidenza del Consiglio dei Ministri – al pagamento in favore di Intesa Sanpaolo di 173 milioni al netto del prelievo fiscale, oltre interessi legali a decorrere dal 1° febbraio 2015 sino al soddisfo e al ristoro delle spese legali. L'importo della condanna teneva conto di quanto ricevuto dalla Banca a seguito di transazioni nel frattempo intervenute con la famiglia Rovelli e con le controparti Previti e Pacifico.

La Corte d'Appello di Roma nel luglio 2016 ha sospeso l'efficacia esecutiva della sentenza di primo grado per la somma eccedente l'importo di 130 milioni oltre accessori e spese, rinviando la causa per la precisazione delle conclusioni a giugno 2018. Per effetto di questa decisione, a dicembre 2016 la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva accreditato a favore di Intesa Sanpaolo la somma di 131.173.551,58 euro (corrispondenti ai 130 milioni di cui all'ordinanza, oltre ad interessi legali e spese liquidate). Onde evitare contestazioni, si era proceduto a richiedere ed incassare solo l'importo esatto del dispositivo stesso, senza operare il c.d. "gross-up". Il 16 aprile 2020 è stata depositata la sentenza della Corte d'Appello di Roma che ha sostanzialmente confermato la pronuncia resa dal Tribunale, pur riducendo l'importo del danno non patrimoniale all'importo di 8 milioni (rispetto ai 77 milioni che erano stati quantificati dal giudice di primo grado), e ha stabilito una condanna di 108 milioni, da ritenersi sempre al netto del prelievo fiscale, oltre ad interessi legali e spese.

Nel secondo trimestre 2020 è stato depositato dalla Banca ricorso per la correzione di un errore materiale contenuto nella pronuncia in relazione al calcolo del danno liquidato; la Corte d'Appello con provvedimento depositato il 7 dicembre 2020 ha rigettato il ricorso presentato dalla Banca. La Banca nel maggio 2021 ha notificato ricorso per Cassazione avverso la sentenza resa dalla Corte d'Appello di Roma il 16 aprile 2020. Il ricorso contiene due motivi principali:

  • a) la riduzione a 8 milioni del danno non patrimoniale operata dalla Corte d'Appello, a fronte dei 77 milioni riconosciuti dalla sentenza di primo grado, risulta arbitraria e non supportata da un solido ragionamento logico-giuridico;
  • b) anche accettando la riduzione sub a), la Corte nel rideterminare l'importo del danno complessivo ha commesso un errore di calcolo. Tale profilo era già oggetto dell'istanza di correzione materiale depositata nel 2020, rigettata dalla Corte in quanto ritenuto da quest'ultima un tema rimediabile mediante impugnazione.

Il 10 gennaio 2023 si è tenuta l'udienza di discussione avanti alla Corte di Cassazione. La Corte, dopo aver ascoltato le conclusioni delle parti e la relazione del Procuratore Generale, ha trattenuto la causa a decisione.

CONTENZIOSO FISCALE

A livello di Gruppo, a fine 2022 il valore complessivo delle pretese per contenziosi fiscali (imposta, sanzioni e interessi) è di 219 milioni, in lieve aumento rispetto ai 215 milioni del 31 dicembre 2021.

I rischi derivanti dal contenzioso fiscale del Gruppo sono presidiati da adeguati accantonamenti ai fondi per rischi e oneri (70 milioni nel 2022 rispetto ai 76 milioni del 2021).

Per la Capogruppo sono pendenti 473 pratiche di contenzioso (628 pratiche al 31 dicembre 2021), per un valore complessivo della pretesa (imposta, sanzioni e interessi) di 126 milioni (135 milioni al 31 dicembre 2021), conteggiato tenendo conto sia dei procedimenti in sede amministrativa sia dei procedimenti in sede giurisdizionale nei diversi gradi di merito e di legittimità. Relativamente a tali contesti, i rischi effettivi al 31 dicembre 2022 sono stati quantificati in 57 milioni (57 milioni anche al 31 dicembre 2021).

Rispetto al 31 dicembre 2021, per Capogruppo i principali eventi che hanno dato luogo a movimentazioni significative delle pretese sono rappresentati:

  • in aumento (circa 13,5 milioni), da: i) nuove contestazioni per 1,4 milioni relative ad IMU su immobili non reimpossessati da contratti di leasing risolti (1 milione) e a reddito (0,4 milioni), al netto delle posizioni sorte e definite nell'anno (per un'analisi dettagliata dei contenziosi in argomento si rinvia al Bilancio consolidato al 31 dicembre 2021); ii) accertamento per imposta di registro su cessione di ramo d'azienda (1,8 milioni); iii) avviso per imposta di registro su sentenza accertativa di un credito fallimentare (0,6 milioni); iv) avviso di accertamento in materia di IVA leasing nautico anno d'imposta 2016 (per 1,5 milioni); v) adeguamento del valore della contestazione ex Sudameris per 6,3 milioni dovuto all'apprezzamento della valuta brasiliana sull'euro; vi) avvisi per imposta di registro su causali varie (0,6 milioni); vii) interessi maturati sul contenzioso in essere per circa 1 milione;
  • in diminuzione (circa 22,8 milioni) da: i) chiusure di contenziosi in materia di imposta di registro per 11,8 milioni riferibili principalmente ad operazioni di scorporo d'azienda (tra le quali: pratica c.d. Manzoni/Melville per 8,3 milioni, pratica per riqualifica cessione ramo d'azienda Banca di Trento e Bolzano/Intesa Sanpaolo per 1,2 milioni e pratica per rettifica valore cessione di ramo d'azienda Credito Piemontese/Intesa Sanpaolo per 1,6 milioni); ii) chiusure di contenziosi per IMU su immobili da contratti di leasing sia in seguito a definizione che ad annullamento da parte dei Comuni per 4,4 milioni; iii) 6,6 milioni per contenziosi di diversa natura, tra i quali l'annullamento parziale in autotutela della contestazione IVA per leasing nautico per 1,6 milioni relativa all'anno d'imposta 2014, nonché la definizione di contestazioni in materia di IRES e IRAP per 2 milioni.

Sempre rispetto al 31 dicembre 2021, per la Capogruppo le principali variazioni degli accantonamenti (rimasti sostanzialmente invariati) sono collegate:

  • in aumento (circa 7 milioni): i) all'adeguamento di 1,2 milioni per la contestazione ex Sudameris relativa alle componenti capitale e sanzioni (valutate maggiormente a rischio), dovuto all'apprezzamento della valuta brasiliana sull'euro; ii) a contestazioni in materia di IMU (1 milione), ancora pendenti a fine anno; iii) al maggior accantonamento sulla contestazione IVA 2016 per leasing nautico per 1,5 milioni; iv) alla sanzione e relativi aggi (2 milioni) compresi in una cartella di pagamento di complessivi 10 milioni per sfavorevole sentenza della Corte di Cassazione collegata alla controversia in tema di imposta di registro sull'operazione di scorporo di ramo d'azienda da ISP a State Street Bank (il giudizio sull'avviso di liquidazione per l'imposta di registro connesso a tale operazione è tuttora in corso); v) per maggiori accantonamenti pari a 1,3 milioni su varie pratiche nuove o già in essere (di cui 0,8 milioni per contenziosi in materia di imposta di registro);
  • in diminuzione (circa 6,8 milioni): i) alla favorevole chiusura del contenzioso in materia di imposta di registro riferibile al conferimento d'azienda e successiva cessione della partecipazione da Banca di Trento e Bolzano a ISP (1,1 milioni); ii) al rilascio, relativo alla chiusura del Processo Verbale di Constatazione per l'anno 2016 per 1,3 milioni, a seguito della contestuale notifica del relativo avviso di accertamento in materia di IVA leasing nautico. Le movimentazioni in aumento e diminuzione su questa posizione derivano dalla puntuale rilevazione della passività inizialmente stimata in base alle risultanze della verifica su 2014 e 2015; iii) alle contestazioni IMU per 3,3 milioni per effetto della definizione di controversie IMU su immobili non reimpossessati da contratti di leasing risolti, sorte in anni precedenti; iv) 1 milione per contenziosi di diversa natura, principalmente in materia di IRES ed IRAP.

Nel corso dell'anno le controversie definite (c.d. rilievi chiusi) sono state 340 per un contestato totale di 24,7 milioni, inclusi i rilievi sorti e definiti nell'anno, con un esborso di 3,6 milioni riferibile principalmente alle contestazioni IMU (2,5 milioni).

Per le partecipate italiane il contenzioso fiscale al 31 dicembre 2022 ammonta a complessivi 85 milioni (71 milioni al 31 dicembre 2021), fronteggiati da accantonamenti specifici per 9 milioni (11 milioni nel bilancio 2021). Rispetto al 31 dicembre 2021, i principali eventi che hanno dato luogo a movimentazioni significative dell'ammontare

complessivo delle pretese (+14 milioni) sono i seguenti: – +16 milioni di nuove controversie riferibili principalmente a: Intesa Sanpaolo Private Banking (10,4 milioni); Cargeas

  • Assicurazioni (4,6 milioni); Provis e altre controversie minori (1 milione);
  • -2 milioni di controversie chiuse riferite a Fideuram Vita, Intesa Sanpaolo Vita, Fideuram ISPPB, Siref e UBI Leasing.

La diminuzione dell'accantonamento rispetto al 31 dicembre 2021, pari a 2 milioni, è principalmente riferita a:

  • +1,2 milioni di accantonamento sulle nuove controversie sorte;
  • -1,5 milioni per effetto dell'incorporazione di UBI Leasing;
  • -1 milione con riferimento alle pratiche chiuse precedentemente cautelate.

Le vertenze fiscali relative alle controllate estere sono di ammontare pari a 8 milioni (9 milioni a fine 2021) fronteggiate da accantonamenti per 4 milioni (8 milioni nel 2021).

Le variazioni del contestato e del fondo rischi sono principalmente dovute alla definizione di talune controversie di Intesa Sanpaolo Bank Albania e di Bank of Alexandria e, con riferimento al solo contestato, dalle sanzioni irrogate ad UBI Trustee. Nei paragrafi che seguono sono fornite informazioni sulle controversie attualmente in essere più rilevanti e su taluni inviti a comparire relativi a controllate italiane notificati a dicembre 2022.

Capogruppo

Contenziosi in materia di imposta di registro, per un petitum complessivo di 38 milioni, su riqualificazione di operazioni di conferimento d'azienda e cessione di partecipazioni in cessione di azienda e conseguente accertamento di maggior valore dell'azienda

Si tratta di contenziosi aventi ad oggetto recuperi di imposta di registro su operazioni di conferimento aziendale e successiva vendita delle partecipazioni, riqualificati dal Fisco come cessioni di rami aziendali e sul conseguente accertamento di maggior valore del ramo. Tali contenziosi non sono stati definiti con la c.d. pace fiscale, ex articolo 6 del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019 (D.L. n. 119/2018), perché la Banca aveva già provveduto al versamento dell'intero ammontare accertato e per effetto della definizione non avrebbe avuto diritto alla restituzione delle somme eccedenti rispetto a quanto dovuto per la definizione, oppure perché vi erano fondate prospettive di esito favorevole dei giudizi pendenti in Cassazione.

Contenzioso in tema di IMU su immobili non reimpossessati a seguito della risoluzione dei relativi contratti di leasing

Il contenzioso ha ad oggetto l'individuazione della soggettività passiva dell'IMU con riferimento ad immobili di proprietà delle società di leasing o banche concessi in locazione finanziaria a terzi, il cui contratto di leasing è stato risolto anticipatamente per inadempimento del locatario ovvero si è sciolto per effetto di procedure concorsuali coinvolgenti il locatario stesso, senza che quest'ultimo abbia però provveduto alla riconsegna del bene al locatore. Su tale questione è sorto negli anni un contenzioso fiscale (che ha riguardato anche la ex Mediocredito Italiano e la Provis) riguardante la riconducibilità della soggettività passiva IMU (ancora) in capo all'utilizzatore ovvero (già) alla società di leasing/banca nel lasso temporale intercorrente tra la data di risoluzione (o scioglimento) del contratto di leasing e la data di materiale riconsegna del bene al locatore. Nel 2020 si è affermata la tesi della soggettività IMU delle società di leasing/banche dalla data di risoluzione giuridica del contratto, indipendentemente dal reimpossessamento del bene. Inoltre, la Legge di Bilancio 2020 ha previsto l'abolizione dell'Imposta unica comunale (IUC), nelle sue componenti relative all'Imposta municipale propria (IMU) ed al Tributo sui servizi indivisibili (TASI), e l'unificazione delle due imposte nella nuova IMU e, in data 18 marzo 2020, il Ministero dell'Economia e Finanze – Dipartimento delle Finanze – Direzione Legislazione Tributaria e Federalismo Fiscale, con la circolare nr. 1/DF, a commento delle modifiche, ha fornito precise indicazioni sulla soggettività passiva della nuova IMU con riferimento alla data della risoluzione del contratto di leasing, in linea con la giurisprudenza prevalente. In considerazione di ciò, la Banca ha deciso di procedere, a partire dal 2020, al pagamento dell'IMU su tutti gli immobili in leasing con contratti risolti, indipendentemente dall'avvenuta riconsegna del bene, promuovendo ove possibile le azioni di rivalsa nei confronti degli ex utilizzatori. È stato altresì deciso il progressivo abbandono di tutti i contenziosi pendenti su accertamenti relativi alle annualità fino al 2019, previo esperimento di un tentativo di conciliazione giudiziale presso i Comuni interessati per l'annullamento delle sanzioni e la compensazione delle spese di giudizio.

Il petitum complessivo è di 7 milioni.

Contenzioso in tema di IVA su operazioni di leasing nautico

Con riguardo alla ex Mediocredito Italiano, incorporata in Intesa Sanpaolo, era stata avviata una verifica fiscale generale da parte della Guardia di Finanza di Milano in data 17 aprile 2019 che riguardava gli anni d'imposta 2014 e 2015 ai fini IVA e gli anni d'imposta 2015 e 2017 ai fini delle imposte dirette. La verifica si è conclusa in data 13 ottobre 2020 contestando: i) i l regime IVA di non imponibilità, ai sensi dell'articolo 8-bis del D.P.R. n. 633/72, applicato dalla società al leasing nautico e ii) la non imponibilità dell'art. 7-bis del D.P.R. n. 633/72 per una operazione di riscatto di imbarcazione riferita all'anno 2014.

È stato conseguentemente notificato l'avviso di accertamento per il 2014 da parte della Direzione Regionale Lombardia (maggiorato di interessi e sanzioni), avverso il quale è stato presentato il ricorso. In data 28 febbraio 2022 è stata depositata la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Milano, parzialmente favorevole alla Banca, con la quale i giudici, preso atto della riduzione in autotutela da parte dell'Agenzia delle Entrate dell'IVA accertata, hanno riconosciute non dovute le sanzioni irrogate per 2 milioni (valore del petitum 4 milioni). Sulla posizione la Banca ha effettuato accantonamenti in merito alla prima contestazione, solo per il rischio per imposta e interessi e non anche per sanzioni, mentre per la seconda si ritiene che l'eventuale passività fiscale ricada contrattualmente sul cliente, ma prudenzialmente la controversia è cautelata per le componenti sanzioni e interessi. La controversia pende in Corte di Giustizia di secondo grado.

Per l'anno d'imposta 2015, l'avviso di accertamento afferente a un unico rilievo di non imponibilità ex articolo 8-bis del D.P.R. n. 633/72, applicato dalla società al leasing nautico è stato definito con un esborso di circa 2 milioni con utilizzo del fondo rischi contenzioso fiscale già costituito nel 2019 per 2,9 milioni.

Anche per l'anno 2016, l'Agenzia delle Entrate ha notificato il 1° giugno 2022, il relativo avviso di accertamento (valore del petitum 1,5 milioni). Il giudizio pende dinanzi la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado. Relativamente agli anni d'imposta 2015 e 2017 ai fini delle imposte dirette la verifica si è conclusa invece senza la rilevazione

* * *

Con riguardo invece alle controversie definite nel periodo, si segnala:

di irregolarità.

i) il contenzioso relativo al trasferimento dalla società Manzoni S.r.l. a Melville S.r.l. mediante scissione parziale non proporzionale di un ramo d'azienda "private equity" riqualificata dall'Agenzia delle Entrate come cessione diretta d'azienda ai sensi dell'art. 20 D.P.R. n. 131/1986 con richiesta di imposta di registro pari a 6,7 milioni, oltre interessi. La Banca ha vinto sia in primo sia in secondo grado e da ultimo anche in Cassazione con sentenza depositata nell'anno; per l'effetto è venuta meno tale contestazione quantificata in complessivi 8,3 milioni (di cui interessi per 1,6 milioni). Nelle precedenti informative di bilancio, relativamente alla suddetta materia dell'imposta di registro proporzionale in seguito a riqualificazione dell'operazione di riorganizzazione, ex art. 20 del D.P.R. n. 131/1986, da conferimento di azienda e cessione di partecipazione in cessione d'azienda, si è evidenziata la pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 39/2021 del 16 marzo 2021, le cui conclusioni confermavano quelle della precedente sentenza della stessa Corte n. 158 del 21 luglio 2020.

Alla luce di questa seconda pronuncia della Corte Costituzionale si riteneva conclusa l'annosa querelle con esiti favorevoli alla Banca nei numerosi contenziosi pendenti in Cassazione; al riguardo va tuttavia segnalato che la Corte di Cassazione, con Ordinanza n. 10283/2022 del 31 marzo 2022, nel presupposto che in base al principio di alternatività IVA/registro sia fondamentale addivenire ad una definizione unitaria della nozione di azienda ai fini di entrambe le imposte, ha rimesso alla Corte di Giustizia UE il giudizio di compatibilità dell'articolo 20 del TUR (secondo cui l'applicazione dell'imposta di registro va effettuata sulla base del contenuto dell'atto presentato alla registrazione, senza tener conto degli elementi extra testuali non direttamente desumibili), rispetto alla normativa IVA che disciplina il trattamento delle cessioni di azienda (operazioni non soggette al tributo) e dei singoli beni (operazioni imponibili). La Corte di Giustizia dell'Unione Europea con ordinanza del 21 dicembre 2022 - Causa C-250/22 ha dichiarato che: "La domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Corte suprema di Cassazione (Italia), con ordinanza del 31 marzo 2022, è manifestamente irricevibile" "non avendo il giudice del rinvio esposto in modo sufficiente sotto quale profilo l'interpretazione dell'articolo 5, paragrafo 8, della sesta direttiva e dell'articolo 19 della direttiva IVA sia rilevante ai fini dell'applicazione dell'articolo 20 del TUR (Testo Unico dell'Imposta di Registro, n.d.r.)". La Corte precisa altresì che "il giudice del rinvio conserva il diritto di presentare una nuova domanda di pronuncia pregiudiziale fornendo alla Corte tutti gli elementi che le consentano di pronunciarsi"; la tematica è oggetto di attento monitoraggio;

ii) il contenzioso relativo al conferimento d'azienda e successiva cessione della partecipazione da Banca di Trento e Bolzano a Intesa Sanpaolo riqualificato dall'Agenzia delle Entrate in cessione diretta dell'azienda (sempre ai sensi del citato art. 20 D.P.R. n. 131/1986) con richiesta di imposta di registro proporzionale (0,8 milioni) oltre interessi (0,3 milioni), importi a suo tempo accantonati. Da ultimo la Corte di Cassazione, con sentenza depositata nell'anno, ha rilevato che la riqualificazione dell'atto di conferimento di un ramo d'azienda, seguito dalla cessione delle partecipazioni nella conferitaria, non è più consentita dalla legge (ai sensi dell'art. 20 del D.P.R. n. 131/1986) e dalla natura di imposta d'atto che riveste l'imposta di registro, come anche osservato dalla Corte Costituzionale nella sopra citata pronuncia n. 158/2020; per l'effetto, è stato rilasciato quanto a suo tempo accantonato.

Per quanto concerne le filiali di Intesa Sanpaolo localizzate all'estero si evidenzia che: a) è in corso una verifica fiscale in materia di IVA sulla filiale di Londra con riferimento ai periodi d'imposta 2016, 2017 e 2018; alla data non si segnalano rilievi; b) sono in corso due verifiche fiscali in materia di imposte dirette sulla filiale di New York: la prima verifica, iniziata a gennaio 2021, è condotta dall'Internal Revenue Service (IRS) con riferimento alla dichiarazione dei redditi presentata per il periodo d'imposta 2018; al momento non si segnalano contestazioni; la seconda verifica, notificata a luglio 2021, è condotta dalla città di New York (NYC), con riferimento ai periodi d'imposta 2018 e 2019; al momento non si segnalano contestazioni. Le precedenti verifiche condotte dallo Stato di New York relativamente ai periodi d'imposta 2015 e 2016 e dall'IRS relativamente al periodo d'imposta 2016 si sono chiuse senza contestazioni; c) si è chiusa senza passività la verifica iniziata ad aprile 2021 dall'Agenzia delle entrate di Madrid per l'anno 2016 ai fini delle imposte sui redditi con riguardo alla filiale di Madrid dell'incorporata UBI Banca, chiusa il 31 dicembre 2018. Più in dettaglio, la perdita fiscale dichiarata dalla filiale per l'anno 2016 in 724 mila euro è stata rettificata in diminuzione per complessivi 722 mila euro, di cui 150 mila euro per interessi non deducibili siccome relativi a indebitamento eccedente il patrimonio di vigilanza richiesto ai fini della normativa regolamentare spagnola (applicazione della c d. "thin capitalization rule") e 572 mila euro per spese non deducibili, riferite a servizi prestati alla filiale dall'allora casa madre lussemburghese (UBI Banca International S.A.), in forza della normativa spagnola sul transfer pricing internazionale. La riduzione della perdita fiscale non ha generato alcuna imposta o sanzione dovuta; e) si è chiusa la verifica fiscale in materia di IVA sulla filiale di Varsavia per i periodi d'imposta 2016-2020 sui servizi finanziari (SWIFT). La filiale ha provveduto al pagamento integrale di quanto contestato pari a 13 mila euro (inclusi interessi e sanzioni); f) è in corso la verifica sulla filiale di Monaco di Baviera dell'incorporata UBI Banca per gli anni dal 2015 al 2018, avviata nel 2021. I verificatori stanno acquisendo documentazione contabile e fiscale; g) la verifica fiscale sulla filiale di Madrid di ISP con riferimento alla deducibilità delle spese di regia pari a 2,2 milioni per il periodo d'imposta 2015, si è conclusa con la ripresa a tassazione di 93 mila euro, più interessi (17 mila euro) e sanzione (20 mila euro). La filiale ha provveduto al pagamento integrale di quanto contestato.

Società del Gruppo

Per Banca Fideuram sono pendenti in Cassazione, su ricorso della Banca, tre cause riguardanti la presunta mancata effettuazione della ritenuta del 27% sugli interessi maturati negli anni 2009, 2010 e 2011 su conti correnti bancari esteri intrattenuti presso la Fideuram Bank (Luxembourg) da due fondi comuni di investimento di diritto lussemburghese "storici" (Fonditalia e Interfund SICAV), per i quali negli anni accertati Banca Fideuram era unicamente banca collocatrice e banca corrispondente (valore complessivo delle controversie 9,3 milioni). Essendo risultata soccombente in secondo grado in tutti i giudizi, si è ritenuto opportuno predisporre - sentito il consulente incaricato dell'assistenza nei giudizi pendenti dinanzi al giudice di legittimità - un accantonamento a fondo rischi a copertura del rischio comprensivo di sanzioni e interessi.

Intesa Sanpaolo Private Banking, ha da tempo pendenti contenziosi IRES e IRAP relativi alla deduzione (avvenuta negli anni 2011 e seguenti) della quota di ammortamento dell'avviamento, scaturita dai conferimenti dei rami aziendali private di Intesa Sanpaolo e della Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna nel 2009, Banca di Trento e Bolzano e Cassa di Risparmio di Firenze nel 2010, Cassa di Risparmio Pistoia e Lucchesia e Cassa di Risparmio dell'Umbria nel 2013, affrancati dalla conferitaria ai sensi dell'art. 15, comma 10, del D.L. 29 novembre 2008, n. 185.

Lo stato dei contenziosi è il seguente:

  • anno 2011: favorevole sentenza n. 2763/2019, depositata il 26 giugno 2019, della Commissione Tributaria Regionale della Lombardia che ha respinto nel merito l'appello principale dell'Agenzia delle Entrate avverso la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Milano n. 7028/2017 (ammontare della complessiva pretesa pari a 7,9 milioni, di cui 3,8 per imposte e 3,5 per sanzioni). Il giudice di secondo grado ha anche accolto l'appello incidentale della società sulla questione pregiudiziale della decadenza dell'Amministrazione finanziaria dal potere di accertamento; infatti, l'affrancamento dell'avviamento era stato evidenziato nella dichiarazione relativa al periodo d'imposta 2010, e gli avvisi sono stati notificati nel corso del 2017, quindi oltre i termini decadenziali individuati dall'art. 43 D.P.R. n. 600/73. Il giudizio pende in Cassazione su ricorso dell'Avvocatura Generale dello Stato e la Banca ha predisposto controricorso;
  • anno 2012: sfavorevoli sentenze della Commissione Tributaria Regionale della Lombardia nn. 5172/2019 e 5173/2019 che hanno accolto gli appelli dell'Agenzia delle Entrate (ammontare della complessiva pretesa pari a 8,4 milioni di cui 3,9 per imposte e 3,9 per sanzioni). È stato presentato ricorso in Cassazione;
  • anno 2013: favorevoli sentenze sia della Commissione Tributaria Provinciale sia della Commissione Tributaria Regionale (ammontare della complessiva pretesa pari a 10,6 milioni di cui 4,9 per imposta e 4,9 per sanzioni). L'Agenzia ha proposto ricorso per Cassazione e la Banca si è costituita con controricorso;
  • anni 2014 e 2015: la Sez. 2^ della Commissione Tributaria Provinciale di Milano con sentenza n. 504/2/2020 del 7 febbraio 2020, depositata il 13 febbraio 2020, ha accolto i ricorsi IRES e IRAP per entrambe le annualità (giudizi riuniti). L'ammontare della pretesa tributaria ammonta a 16,7 milioni (di cui 7,9 per imposte e 7,9 per sanzioni), oltre interessi. In data 18 marzo 2022 è stata depositata la sentenza favorevole di secondo grado n. 1044 in merito agli anni 2014 e 2015. La Commissione Tributaria Regionale della Lombardia ha respinto l'appello dell'Agenzia delle Entrate avverso la sentenza di primo grado che aveva accolto i ricorsi (riuniti) IRES e IRAP relativi a tali periodi d'imposta. L'Agenzia ha proposto ricorso per cassazione;
  • anno 2016: in data 29 aprile 2021 sono stati notificati gli avvisi di accertamento IRES e IRAP per l'anno di imposta 2016. L'importo dedotto dalla società e ora contestato dalla DRE Lombardia per tale annualità riguarda il medesimo valore già rettificato per l'anno 2015, pari a 12,1 milioni, cui corrispondono una maggiore IRES per 3,3 milioni e IRAP per 0,7 milioni, oltre interessi, e sanzioni (totale complessivo 8,2 milioni). La Commissione tributaria provinciale di Milano, con la sentenza n. 1962 depositata il 6 luglio 2022 ha respinto i ricorsi riuniti di Capogruppo e Intesa Sanpaolo Private Banking, compensando le spese tra le parti. La sentenza oltre ad aver respinto la questione pregiudiziale sulla decadenza dell'Ufficio dal potere di accertamento in base della nota sentenza n. 8500/2021 delle SS.UU. della Corte di Cassazione, ha respinto i ricorsi anche nel merito. Il termine per la proposizione dell'appello scade il 5 febbraio 2023.
  • anno 2017: è stato instaurato il contenzioso avverso l'avviso di accertamento. L'importo dedotto e contestato per il 2017 riguarda il medesimo valore già rettificato per l'anno 2016 (12,1 milioni), cui corrispondono una maggiore IRES per 3,3 milioni e IRAP per 0,7 milioni, oltre interessi e sanzioni (totale complessivo 8,6 milioni). L'avviso di accertamento è stato impugnato con ricorso notificato alla DRE Lombardia il 3 giugno 2022, e depositato presso la Commissione Tributaria Provinciale di Milano il 20 giugno 2022 (RGR. n. 2683/2022). Si attende la fissazione dell'udienza di trattazione.

Il totale contestato ammonta dunque, per imposte, sanzioni ed interessi, a 61 milioni. Sulla base di parere rilasciato dallo studio che assiste la banca il rischio di passività è valutato di tipo possibile, in quanto la legittimità dell'affrancamento degli avviamenti che si generano ex novo in capo alla conferitaria – posto a suo tempo in essere anche da altre società del Gruppo e contestato a nessuna – è stata esplicitamente ammessa dall'Agenzia con la Circolare n. 8/E del 2010 ed è coerente con le previsioni dell'art. 15, comma 10, del D.L. n. 185/2008.

Cargeas Assicurazioni, società di assicurazione acquisita da parte di Intesa Sanpaolo Vita il 27 maggio 2021, è stata interessata da una verifica dell'Agenzia delle Entrate, Direzione Regionale della Lombardia – Ufficio Grandi Contribuenti, volta a riscontrare la corretta applicazione, con riferimento alle annualità dal 2010 al 2018, delle disposizioni tributarie in materia di assicurazioni private e di contratti vitalizi di cui alla legge 29 ottobre 1961, n. 1216.

In esito alla verifica è stata contestata la classificazione delle polizze assicurative aventi ad oggetto il rischio di "perdita d'impiego" (obbligatoriamente connessi ai finanziamenti garantiti dalla cessione del quinto dello stipendio e facoltativamente ad altri mutui, finanziamenti e crediti al consumo), soggette all'imposta sui premi assicurativi con aliquota del 2,5%, in polizze per assicurazione del rischio di "credito", soggette ad aliquota del 12,5%. L'Agenzia sostiene che sebbene il rischio assicurato (sulla cui base il premio viene determinato con criteri di natura statistico/attuariale) sia rappresentato dalla perdita dell'impiego, sarebbe applicabile l'aliquota del 12,5 per cento prevista per le assicurazioni contro il rischio di credito, nella considerazione che la polizza - in ultima istanza - tutelerebbe l'interesse patrimoniale dell'ente finanziatore alla riscossione del proprio credito.

La contestazione non è una novità per il settore e le imprese assicurative da anni ritengono apodittiche e strumentali le motivazioni dell'Agenzia. Anche l'ANIA è intervenuta recentemente sul tema con la circolare prot. 0082 del 5 marzo 2021 (che richiama la circolare prot. 127 del 21 aprile 2005) segnalando come tale assunto dell'Agenzia crei una serie di conseguenze asistematiche e abnormi sicuramente estranee alla volontà del legislatore della legge n. 1216, ma anche all'orientamento

della stessa Amministrazione finanziaria che sul punto si era espressa a favore dell'aliquota del 2,5% nella circolare n. 29/E del 2001.

Nel merito, precisa l'ANIA, nelle polizze la qualifica di assicurato è individuata nella persona fisica che aderisce in piena autonomia alla polizza collettiva proposta dall'istituto finanziatore e tale assetto contrattuale vale a riconoscere nel debitore persona fisica il soggetto nell'interesse del quale la polizza viene stipulata, in quanto il rischio oggetto della copertura (perdita dell'occupazione che determina l'impossibilità di onorare il debito) non può che prodursi in capo a quest'ultimo.

Inoltre, dallo schema negoziale si evince che il finanziatore è il contraente della polizza esclusivamente sul piano formale, mentre, in virtù della manifestazione della propria volontà di aderire al contratto e del costo addebitatogli che si riferisce esclusivamente al premio assicurativo pagato, è il lavoratore finanziato a rivestire, effettivamente, la qualifica di contraente, oltre che quella di assicurato.

Infine, ad ulteriore supporto va considerato che anche la comunicazione dei dati e delle notizie relative ai soggetti contraenti annualmente trasmessa all'Anagrafe tributaria contempla l'indicazione dei singoli aderenti alla polizza collettiva, in quanto soggetti che sopportano l'onere del premio.

A seguito della verifica, Cargeas Assicurazioni ha ricevuto il 25 maggio 2021 l'avviso di accertamento n. TMB032S00039/2021 per l'anno 2010 dove viene accertata una maggiore imposta di 1,7 milioni, interessi per 0,7 milioni e sanzioni di 3,4 milioni pari al 200% dell'imposta accertata (sanzione minima ex lege), per un totale complessivo di 5,7 milioni. In data 21 luglio 2021 lo stesso è stato impugnato avanti la Commissione Tributaria Provinciale di Milano che con sentenza n. 2396 del 1° settembre 2022 ha accolto il ricorso e annullato l'avviso di accertamento. Pende il termine per l'appello dell'Ufficio.

Nel corso dell'anno 2022 sono state pubblicate due sentenze della Commissione Tributaria Provinciale di Milano (la n. 343 del 17 gennaio 2022 e la n. 1214 del 28 marzo 2022) che hanno riguardato la tematica della "riclassificazione" delle polizze contro il rischio di perdita d'impiego (soggette ad imposta con aliquota del 2,5%) in luogo di quelle contro il rischio d'insolvenza patrimoniale del debitore, ossia quelle cosiddette a copertura del rischio credito (soggette ad imposta con aliquota del 12,5%). Gli esiti sono risultati sfavorevoli alle società ricorrenti esterne al Gruppo Intesa Sanpaolo (pur avendo la sentenza n. 343 riconosciuto l'inapplicabilità delle sanzioni per manifesta obiettiva incertezza nell'applicabilità della norma).

Ciò nonostante, per le argomentazioni ben espresse dall'ANIA e per le valutazioni formalizzate dai difensori patrocinanti, il rischio di soccombenza è stato ritenuto possibile.

Sempre a seguito dell'attività di verifica citata, Cargeas Assicurazioni ha ricevuto il 6 giugno 2022 l'avviso di accertamento n. TMB032S00216/2022 per l'anno 2011 con il quale è stata accertata una maggiore imposta per 1,3 milioni, 0,5 milioni per interessi e 2,8 milioni per sanzioni, pari al 200% dell'imposta accertata (sanzione minima ex lege), per un totale complessivo di 4,6 milioni.

Le motivazioni contenute nell'atto impositivo sopra indicato riferito all'anno 2011 sono identiche a quelle indicate per l'anno 2010.

La Società ritiene che anche il rischio di soccombenza afferente all'annualità 2011, al pari di quello dell'anno 2010, sia da ritenere possibile, pertanto si procederà, nei termini di legge, con l'impugnazione del predetto avviso avanti la competente Corte di Giustizia.

Provis ha pratiche di contenzioso IMU e TASI pendenti o comunque prossime all'avvio del valore complessivo di 3,8 milioni a fronte delle quali l'accantonamento al fondo rischi è pari a 4,2 milioni comprensivo di spese legali.

Il 28 ottobre 2022 Fideuram SGR (come pure ISP quale consolidante) ha ricevuto dall'Agenzia delle Entrate – Direzione Regionale della Lombardia un invito a comparire in relazione all'annualità 2016 per IRES ed IRAP, a seguito della documentazione consegnata in risposta a questionario notificato il 21 aprile 2021, e ciò al fine di instaurare il contraddittorio in ordine a presunte criticità di transfer pricing emerse in relazione alle transazioni relative ai corrispettivi per commissioni percepite da Fideuram SGR per l'attività di gestore delegato di fondi di investimento effettuata in favore della consociata irlandese Fideuram Asset Management Ireland (delegante). Con particolare riguardo a tali commissioni di gestione, l'Agenzia riprende analoghe rettifiche effettuate per le annualità dal 2011 al 2013 (che diedero luogo ad atti di accertamento con adesione per tali annualità) e per l'effetto rettifica l'imponibile di Fideuram SGR in aumento per 560 mila euro. Fideuram ha aderito a tale proposta sottoscrivendo l'atto di accertamento con adesione il 15 dicembre 2022 e provvedendo al pagamento dell'importo dovuto (220 mila euro) il 20 dicembre 2022. In relazione a possibili analoghe contestazioni per gli anni successivi fino al 2019, la società ha determinato in 500 mila euro il possibile onere in termini di imposte e interessi, effettuando un accantonamento al conto economico 2022. D'intesa con il consulente che segue la contestazione, nessun accantonamento è stato operato per il 2020 e successivi, in quanto risulta prossima la definizione degli accordi bilaterali presentati nel 2020 (quindi, applicabili da tale periodo per 5 anni) alle autorità irlandesi e italiane sull'attività contestata.

Eurizon Capital SGR (di seguito "EC ITA") in data 22 dicembre 2022 ha ricevuto dall'Agenzia delle Entrate – Direzione Regionale della Lombardia (di seguito l'"AdE" o l'"Ufficio") un invito a comparire ai fini IRAP e, congiuntamente alla consolidante fiscale Intesa Sanpaolo (di seguito "Capogruppo"), un invito a comparire ai fini IRES per l'annualità 2016.

EC ITA e Capogruppo si sono presentate il 28 dicembre 2022 all'incontro con l'AdE attivando, in tal modo, un processo di contraddittorio della durata di circa quattro mesi.

L'AdE, dopo aver esaminato le operazioni infragruppo poste in essere da EC ITA nei confronti della controllata lussemburghese Eurizon Capital S.A. (di seguito "EC LUX"), contesta l'analisi sui prezzi di trasferimento effettuata nella documentazione di transfer pricing di EC ITA, ritenendo che la stessa non rispecchierebbe l'effettiva ripartizione di funzioni, rischi e asset esistente tra EC ITA ed EC LUX e più precisamente che le prestazioni di servizi svolte da EC ITA nei confronti di EC LUX, sebbene formalmente scomposte in una pluralità di operazioni separate, dal punto di vista sostanziale sarebbero "riconducibili ad una più ampia attività imprenditoriale" svolta da EC ITA a favore di EC LUX. Pertanto, applicando un metodo di determinazione del prezzo di libera concorrenza diverso da quello adottato da EC ITA, determina un maggior imponibile a fini IRES ed IRAP di 151,1 milioni, cui corrispondono imposte IRES ed IRAP per 50 milioni (41,6 milioni per IRES e 8,4 milioni per IRAP), interessi per complessivi 9,6 milioni e sanzioni per complessivi 15 milioni.

In specie, con riferimento al metodo per la determinazione dei prezzi di trasferimento, mentre EC ITA ha ritenuto corretto adottare il metodo del Comparable Uncontrolled Price (o CUP) per prezzare il valore dei servizi, in primis del servizio di delega di gestione, resi ad EC LUX, allineando il prezzo addebitato ad EC LUX ai prezzi che la stessa EC ITA addebita/paga a fronte di deleghe attive/passive con controparti terze, l'AdE invece ritiene che il metodo più appropriato sia il Transactional Net Margin Method (TNMM), che prevede in sostanza l'allocazione di una percentuale di margine netto rispetto al valore della

produzione sulla parte oggetto di analisi, nel caso di specie EC LUX. Nel dettaglio, l'AdE ritiene che il rapporto utili lordo imposte/commissioni attive rilevato in capo ad EC LUX (38,5%) sia eccessivo. Conseguentemente a tale approccio, l'utile ante imposte di EC LUX (208,6 milioni) viene attribuito solo per circa un quarto al Lussemburgo e per circa tre quarti (151,1 milioni) ad EC ITA. È importante notare che la scelta del metodo ed i conseguenti risultati di allocazione dei ricavi tra Lussemburgo ed Italia muove – nella tesi dell'AdE – dalla convinzione che EC LUX riceva da EC ITA un contributo intangibile. Come confermato anche dal parere rilasciato dal consulente che assiste EC ITA, la contestazione mossa dall'Ufficio presenta diversi profili di infondatezza: a) l'intangibile non ha influenza sui prezzi di trasferimento infragruppo; b) l'Ufficio, poi, ha completamente ignorato le risultanze della propria analisi, già effettuata gli anni scorsi relativamente ai precedenti periodi di imposta 2011-2015, che avevano condotto alla conclusione di atti di accertamento con adesione aventi ad oggetto la rettifica dei prezzi di trasferimento praticati nelle operazioni tra EC ITA e EC LUX su basi completamente diverse da quelle che emergono ora relativamente al 2016. In tale contesto, tra l'altro, EC LUX aveva fornito all'Ufficio informazioni circa l'intangible e il suo ammortamento fiscale extra-contabile. In sede di conclusione degli atti di adesione relativi ai periodi di imposta 2011- 2015, l'Ufficio aveva acquisito e valutato le informazioni in merito al suddetto ammortamento extra-contabile, senza tuttavia ritenere che dovessero avere un impatto ai fini della determinazione dei prezzi di trasferimento tra EC ITA e EC LUX. L'Ufficio aveva inoltre valutato idonea la documentazione di transfer pricing predisposta a suo tempo da EC ITA basata sul metodo CUP, riconoscendo a quest'ultima la penalty protection; c) l'Ufficio ha anche omesso di compiere un'apposita analisi volta ad indentificare le funzioni svolte, i rischi assunti e i beni utilizzati in concreto da EC LUX durante il periodo di imposta 2016, ma si è limitato a qualificare EC LUX come entità "meno complessa" principalmente sulla base della erronea convinzione che l'ammortamento fiscale extra-contabile in capo ad EC LUX sarebbe stato riconducibile ad un "bene intangibile" contribuito da EC ITA e, di conseguenza, sempre in ragione della presenza di tale contributo "unico" oggetto di ammortamento fiscale, ha ritenuto non applicabili nel caso di specie i metodi "tradizionali" di determinazione del prezzo di libera concorrenza come il CUP; d) l'Ufficio ha ignorato l'approccio da esso stesso adottato nell'ambito del procedimento di accertamento con adesione concluso nel 2022 con la società Fideuram SGR, sopra commentato, avente ad oggetto i rapporti infragruppo con la consociata irlandese FAMI. In tale ultimo contesto, infatti, l'Ufficio, in presenza di operazioni infragruppo similari a quelle concluse da EC ITA con EC LUX, ha ritenuto che il metodo maggiormente appropriato sulla base delle circostanze del caso fosse proprio il CUP; e) da ultimo, l'Ufficio, pur avendo dato atto che sulle medesime operazioni infragruppo oggetto dell'invito è tuttora in corso una procedura di accordo preventivo bilaterale volta ad ottenere la conclusione di un accordo sui prezzi di trasferimento tra le Autorità Competenti italiane e lussemburghesi, non ha valorizzato in alcun modo tale circostanza, nonostante tale procedura di accordo preventivo sia stata avviata da EC ITA in seguito alla conclusione dei suddetti atti di adesione relativi ai periodi di imposta 2011-2015 e dunque comprenda anche il 2016.

Tali argomentazioni saranno tutte rappresentate e documentate nel contraddittorio con l'AdE che dovrà concludersi entro il 30 aprile 2023.

Con riguardo alle società controllate estere si segnalano le seguenti evoluzioni del contenzioso intervenute nell'anno.

Intesa Sanpaolo Bank Albania è interessata principalmente da: i) un contenzioso pendente in Cassazione su ricorso della Banca, avente ad oggetto la cancellazione di crediti non più esigibili che secondo l'amministrazione finanziaria avrebbero portato ad una diminuzione non legittima della base imponibile ai fini delle imposte dirette delle annualità dal 2003 al 2007 (petitum 1,3 milioni); ii) un contenzioso ex Veneto Banka pendente in secondo grado relativo ad errori commessi nella dichiarazione dei redditi per il periodo d'imposta 2013 (petitum 33 mila euro); Si è definito invece con il pagamento di 1 milione, con utilizzo del fondo, il contenzioso relativo ad errori commessi nella dichiarazione dei redditi del periodo d'imposta 2011.

Bank of Alexandria ha in corso due verifiche fiscali relative alla corporate income tax per il periodo d'imposta 2018 e all'imposta di bollo per il 2019. Al momento non risultano formulate contestazioni. Inoltre, è pendente un contenzioso avente ad oggetto il mancato versamento dell'imposta di bollo da parte delle filiali della banca del valore complessivo di 2,1 milioni di euro per i periodi d'imposta 1984 – 2008 (era di 5,8 milioni al 31 dicembre 2021). La riduzione del contestato e del fondo rischi (-3,7 milioni) deriva dalla definizione di parte delle controversie con utilizzo del relativo fondo rischi. La verifica fiscale sull'imposta di bollo relativa al periodo d'imposta 2019 si è chiusa senza rilievi.

La controversia per le annualità 2014 e 2015 afferente alla controllata estera UBI Trustee S.A. (trust company residente in Lussemburgo), si è chiusa senza passività a seguito di accordo con l'Amministrazione finanziaria da parte dei trust e dei titolari effettivi dei medesimi.

Infine, si segnala che per IMI SEC è in corso un audit condotto dallo Stato di New York in relazione al reddito d'impresa delle annualità 2015, 2016 e 2017. Al momento non si segnalano rilievi.

Altra verifica fiscale avviata nel 2022 riguarda EXELIA relativamente ai periodi d'imposta 2016 e 2017. Al momento non si segnalano rilievi.

Si menziona infine un contenzioso pendente in Brasile relativo alla ex controllata Banco Sudameris Brasil (ora Banco Santander Brasil), ceduta nel 2003 ad ABN AMRO Brasil (ora Gruppo Santander), il cui onere economico ricade su Intesa Sanpaolo, per gli impegni assunti a suo tempo con la cessionaria e non essendo stato definito con il Settlement Agreement del 2019 con il Banco Santander Brasil. Il contenzioso è denominato "Causa PDD1" e verte in tema di imposte sui redditi e contribuzione sociale per il 1995.

Nel corso del 2021 è stata depositata la sentenza di primo grado del giudice civile ordinario che, pur avendo parzialmente accolto alcune eccezioni della banca, si è dimostrata nel complesso favorevole all'Amministrazione fiscale brasiliana. La sentenza è stata impugnata e il giudizio pende in secondo grado. Il petitum è di euro 41,6 milioni, al cambio di dicembre 2022 (35 milioni al 31.12.2021), valorizzato in misura corrispondente al deposito cauzionale versato dalla Banca per adire il giudice civile (216 milioni di reals brasiliani) e iscritto nell'attivo patrimoniale,

Le novità dell'anno sono due. La prima concerne il rilascio, in data 13 giugno 2022, di un parere da parte del Prof. Tercio Sampaio Ferraz nel quale, tra l'altro, viene confermata la tesi sostenuta da Intesa Sanpaolo per cui la definizione transattiva per il 1995 con l'Amministrazione brasiliana in base ad apposita norma locale (art. 17 della Legge n. 9799/1999) e oggetto di contenzioso amministrativo chiuso a favore della contribuente con due decisioni del Tribunale Amministrativo (CARF), non può essere messa nuovamente in discussione, come invece fatto dall'Erario brasiliano con il contenzioso giurisdizionale attualmente pendente in secondo grado.

In base ai pareri dei consulenti locali, tali argomentazioni consentono di confermare il rischio di soccombenza in giudizio come remoto per la componente interessi (pari a circa 25,6 milioni del deposito iscritto nell'attivo di stato patrimoniale). Su

imposte e sanzioni (corrispondenti a complessivi 16 milioni del deposito) prudenzialmente si conferma l'accantonamento al 50% di tale ammontare, pari a complessivi,8 milioni (+ 1,2 milioni rispetto al 31 dicembre 2021). L'incremento è dovuto all'apprezzamento della valuta brasiliana sull'euro rispetto al cambio rilevato a fine 2021 per le valutazioni del valore della controversia e del connesso rischio. La seconda novità riguarda la notificazione, nel mese di ottobre, da parte del Fisco brasiliano di un'intimazione di pagamento per asserita carenza del deposito giudiziario costituito dal contribuente a copertura del debito fiscale tutt'ora in contestazione. Al riguardo, è stata presentata una memoria in opposizione a tale intimazione evidenziando che il Fisco brasiliano ha erroneamente conteggiato il valore degli interessi maturati sul deposito giudiziario che invece coprirebbero ampiamente la pretesa dell'Amministrazione finanziaria. I consulenti locali confermano che tale atto non modifica le stime di rischio ad oggi espresse in riferimento al contenzioso in essere.

A fronte della totalità delle pratiche di contenzioso fiscale in essere al 31 dicembre 2022, per un valore complessivo, come in precedenza indicato, di 219 milioni, di cui 126 milioni relativi a Intesa Sanpaolo, nell'attivo dello stato patrimoniale di Gruppo sono iscritti 44 milioni di crediti per importi pagati a titolo provvisorio in presenza di accertamenti, 21 milioni dei quali riferiti alla Capogruppo.

* * *

La quota del fondo rischi che fronteggia le relative controversie con iscrizione a ruolo provvisoria ammonta a 32 milioni, di cui 26 milioni relativi a Intesa Sanpaolo.

Detti versamenti a titolo provvisorio sono stati effettuati in ottemperanza a specifiche disposizioni legislative, che ne prevedono l'obbligatorietà in base a un meccanismo di tipo automatico del tutto indipendente dall'effettiva fondatezza delle connesse pretese fiscali, e quindi dal maggiore o minore rischio di soccombenza nei relativi giudizi. Si tratta cioè di pagamenti eseguiti unicamente in ragione dell'esecutorietà di cui sono dotati gli atti amministrativi che contengono la pretesa fiscale di riferimento, la quale non viene meno neppure in presenza di impugnazione, che non ha efficacia sospensiva, e nulla toglie o aggiunge alle valutazioni sull'effettivo rischio di soccombenza, la cui misurazione è operata secondo il criterio previsto dallo IAS 37 per le passività.

SEZIONE 3 – RISCHI DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE

3.1 RISCHI ASSICURATIVI

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA E QUANTITATIVA

Ramo Vita

I rischi tipici del portafoglio assicurativo Vita (gestito attraverso Intesa Sanpaolo Vita, Intesa Sanpaolo Life e Fideuram Vita) possono essere riassunti in tre categorie: rischi di tariffazione, rischi demografico-attuariali e rischi di riservazione.

I rischi di tariffazione vengono presidiati dapprima in sede di definizione delle caratteristiche tecniche e di pricing di prodotto e nel tempo mediante verifica periodica della sostenibilità e della redditività (sia a livello di prodotto che di portafoglio complessivo delle passività). In sede di definizione di un prodotto viene utilizzato lo strumento di profit testing, con l'obiettivo di misurarne la redditività e di identificare in via preventiva eventuali elementi di debolezza attraverso specifiche analisi di sensitivity.

I rischi demografico-attuariali si manifestano qualora si misuri un andamento sfavorevole della sinistralità effettiva rispetto a quella stimata nella costruzione della tariffa e sono riflessi a livello di riservazione. Per sinistralità si intende non solo quella attuariale ma anche quella finanziaria (rischio di tasso di interesse garantito). La società presidia tali rischi mediante una sistematica analisi statistica dell'evoluzione delle passività del proprio portafoglio contratti, suddivisa per tipologia di rischi e mediante simulazioni sulla redditività attesa degli attivi posti a copertura delle riserve tecniche.

Il rischio di riservazione è presidiato in sede di determinazione puntuale delle riserve matematiche, con una serie di controlli sia di dettaglio (per esempio un controllo preventivo sulla corretta memorizzazione a sistema delle variabili necessarie al calcolo, quali rendimenti, quotazioni, basi tecniche, parametri per le riserve integrative, ricalcolo dei valori di singoli contratti) sia d'insieme, mediante il raffronto dei risultati con le stime che vengono prodotte mensilmente. Particolare attenzione viene posta al controllo della corretta presa in carico dei contratti, attraverso la quadratura del relativo portafoglio con ricostruzione delle movimentazioni suddivise per causa intervenute nel periodo e della coerenza degli importi liquidati, rispetto alla movimentazione delle riserve.

Nelle tabelle che seguono viene data rappresentazione della struttura per scadenze delle riserve matematiche, escluse le riserve per somme da pagare e al lordo delle elisioni intercompany, e della struttura per rendimento minimo garantito al 31 dicembre 2022.

(milioni di euro)
Dettaglio riserve matematiche pure del segmento vita: scadenza Riserva
matematica
%
Fino ad 1 anno 1.778 1,68
Da 1 a 5 anni 4.826 4,57
Da 6 a 10 anni 1.934 1,83
Da 11 a 20 anni 3.294 3,12
Oltre 20 anni 93.787 88,80
TOTALE 105.619 100,00
Dettaglio della concentrazione dei rischi
per tipologia di garanzia
Totale
riserve
(milioni di euro)
%
Prodotti assicurativi e investimenti con garanzia
rendimento annuo
0% - 1% 52.437 53,86
Da 1% a 3% 31.233 32,08
Da 3% a 5% 6.125 6,29
Prodotti assicurativi 15.824 16,25
Riserva Shadow -8.270 -8,48
TOTALE 97.349 100,00

Le riserve matematiche vengono calcolate sulla quasi totalità del portafoglio contratto per contratto e la metodologia utilizzata per la determinazione delle riserve tiene conto di tutti gli impegni futuri dell'impresa.

La ripartizione per scadenza delle passività finanziarie, al lordo delle elisioni intercompany, rappresentate dalle attività a copertura degli impegni derivanti dalle unit linked, index linked e da altri prodotti assicurativi (nello specifico al prodotto Risparmio Insurance) e dalle passività subordinate, è rappresentata dalla tabella che segue.

Dettaglio della ripartizione per scadenza delle passività
finanziarie
Con scadenza
nei 12 mesi
Con scadenza
oltre i 12 mesi
Totale al
31.12.2022
(milioni di euro)
Totale al
31.12.2021
Unit linked 66 70.517 70.583 84.883
Index linked - - - -
Altre passività verso assicurati 1.562 - 1.562 -
Passività subordinate - 2.222 2.222 2.220
Totale 1.628 72.739 74.367 87.103

Ramo Danni

I rischi tipici del portafoglio assicurativo Danni (gestito attraverso Intesa Sanpaolo Assicura, Intesa Sanpaolo RBM Salute e Intesa Sanpaolo Vita) sono riconducibili principalmente a rischi di tariffazione e di riservazione.

I rischi di tariffazione vengono presidiati dapprima in sede di definizione delle caratteristiche tecniche e di pricing del prodotto e nel tempo mediante verifica periodica della sostenibilità e della redditività (sia a livello di prodotto che di portafoglio complessivo delle passività).

Il rischio di riservazione è presidiato in sede di determinazione puntuale delle riserve tecniche. In particolare, per le imprese che esercitano i rami danni, le riserve tecniche si possono distinguere in: riserve premi, riserve sinistri, riserve per partecipazione agli utili e ristorni, altre riserve tecniche e riserva di perequazione.

Con riferimento all'assunzione del rischio, le polizze al momento dell'acquisizione vengono controllate con un sistema automatico di riscontro dei parametri assuntivi associati alla tariffa di riferimento. Il controllo, oltre che formale, è quindi anche sostanziale e consente, in particolare, di accertare esposizioni a livello di capitali e massimali, al fine di verificare la corrispondenza del portafoglio con le impostazioni tecniche e tariffarie concordate con la rete di vendita.

In seconda battuta, vengono effettuati controlli statistici per verificare situazioni potenzialmente anomale (come, ad esempio, la concentrazione per zona o tipologia di rischio) e per tenere sotto controllo i cumuli a livello di singola persona (con particolare riferimento alle polizze che prevedono coperture nei rami infortuni e malattia). Ciò anche allo scopo di fornire le opportune indicazioni sui profili di portafoglio alla unità organizzativa Attuariato e Riassicurazione, per impostare il piano riassicurativo annuale.

Nella tabella che segue si riporta, per i principali rami nei quali opera la società, lo sviluppo dei sinistri per generazione al
31 dicembre 2022.
(milioni di euro)
Sviluppo riserve sinistri ANNO DI GENERAZIONE/ACCADIMENTO TOTALE
2018 2019 2020 2021 2022
Importo riserva:
al 31/12 dell'anno di generazione N 543 721 588 842 696
al 31/12 dell'anno N+1 383 396 417 510
al 31/12 dell'anno N+2 261 311 219
al 31/12 dell'anno N+3 251 201
al 31/12 dell'anno N+4 147
Importo complessivo sinistri pagati cumulati 521 623 524 862 429 2.959
Riserva sinistri in bilancio al 31.12.2022 25 37 48 123 403 636
Riserva finale per sinistri esercizi precedenti 72
Totale Riserva sinistri in bilancio al
31.12.2022 708

3.2 RISCHI FINANZIARI

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA E QUANTITATIVA

Rischi Finanziari

Tali rischi derivano dal livello o dalla volatilità dei prezzi di mercato di strumenti finanziari che impattano sul valore di bilancio sia delle attività che della passività. I fattori di rischio individuati dalla Compagnia sono:

  • rischio tasso: impatta attività e passività per le quali il valore è sensibile ai cambiamenti nella struttura a termine dei tassi di interesse o della volatilità dei tassi di interesse;
  • rischio azionario: deriva dal livello o dalla volatilità dei prezzi di mercato per i titoli azionari e impatta attività e passività il cui valore risulti sensibile alle variazioni dei prezzi azionari;
  • rischio immobiliare: deriva dal livello o dalla volatilità dei prezzi di mercato delle proprietà immobiliari e impatta attività e passività sensibili a tali variazioni;
  • rischio cambio: deriva da variazioni del livello o della volatilità dei tassi di cambio di valuta;
  • rischio spread: impatta attività e passività per le quali il valore è sensibile alle variazioni sfavorevoli dei credit spread;
  • rischio di concentrazione: riflette il rischio di detenere percentuali elevate in attività finanziarie con la stessa controparte.

Impatti derivanti dalla pandemia COVID-19

In continuità con il 2021, l'analisi dell'esposizione al rischio del Gruppo Assicurativo è stata condizionata dallo scenario economico/sociale/finanziario dettato dall'emergenza pandemica COVID-19. Sono proseguiti i monitoraggi settimanali e mensili sulla situazione di solvibilità e di liquidità del Gruppo Assicurativo, inviati all'Autorità di Vigilanza a partire dal mese di marzo 2020. Sono stati inoltre mantenuti i monitoraggi rafforzati relativamente ai rischi operativi, con particolare riferimento all'insorgere di perdite derivanti dalla business continuity e/o dipendenti dai rischi cyber.

Impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino

A seguito dell'escalation della tensione geopolitica tra Russia e Ucraina, la funzione Risk Management effettua costantemente monitoraggi sull'evoluzione dei rischi e dei loro effetti sul business del Gruppo Assicurativo, con particolare focus sulle esposizioni ai Paesi direttamente coinvolti nel conflitto. In tale ambito si segnala che l'esposizione è residuale (inferiore allo 0,1% del totale degli attivi).

Portafogli di investimento

Gli investimenti delle società del segmento assicurativo del Gruppo Intesa Sanpaolo (Intesa Sanpaolo Vita, Intesa Sanpaolo Assicura, Intesa Sanpaolo Life, Fideuram Vita e Intesa Sanpaolo RBM Salute) vengono realizzati a fronte del patrimonio libero ed a copertura delle obbligazioni contrattuali assunte nei confronti della clientela. Queste ultime sono relative alle polizze vita di tipo tradizionale rivalutabile, a quelle di tipo Index e Unit linked, ai fondi pensione e alle polizze danni.

I portafogli di investimento ammontano complessivamente, a valori di bilancio e alla data del 31 dicembre 2022, a 174.035 milioni. Di questi, una quota pari a 107.620 milioni è relativa alle polizze vita tradizionali rivalutabili, il cui rischio finanziario è condiviso con gli assicurati in virtù del meccanismo di determinazione dei rendimenti delle attività in gestione separata, alle polizze danni ed agli investimenti a fronte del patrimonio libero; l'altra componente, il cui rischio è interamente sopportato dagli assicurati, è costituita da investimenti a fronte di polizze Index Linked, Unit Linked e Fondi Pensione ed è pari a 100.834 milioni.

In considerazione del diverso tipo di rischiosità, l'analisi dei portafogli investimenti, dettagliata nel seguito, è incentrata sugli attivi detenuti a copertura delle polizze vita tradizionali rivalutabili, delle polizze danni e del patrimonio libero.

Attività finanziarie a fronte di gestioni separate e patrimonio libero

In termini di composizione per asset class, al netto delle posizioni in strumenti finanziari derivati, l'83,06% delle attività, pari a 72.869 milioni, è costituito da titoli obbligazionari mentre la quota relativa a titoli di capitale pesa per il 2,28% ed è pari a 2.001 milioni. La restante parte, pari a 12.865 milioni, è costituita da investimenti in OICR, Private Equity e Hedge Fund (14,66%).

Il valore di bilancio dei derivati ammonta a -73 milioni circa, di questi la quasi totalità è riferita a derivati classificati di copertura, mentre la quota relativa a derivati di gestione efficace114 apporta un contributo positivo di 84 milioni circa.

Gli investimenti a fronte del patrimonio libero di Intesa Sanpaolo Vita e Fideuram Vita sono pari, alla fine del 2022 ed a valori di mercato, a 430 milioni circa e presentano una rischiosità, in termini di VaR (intervallo di confidenza 99%, holding period 10 giorni), pari a 9 milioni circa.

114 Il Regolamento ISVAP n.36 del 31 gennaio 2011 in materia di investimenti definisce "derivati di gestione efficace" tutti i derivati finalizzati al raggiungimento di prefissati obiettivi di investimento in maniera più veloce, agevole, economica o più flessibile rispetto a quanto sia possibile operando sugli attivi sottostanti.

Esposizione al rischio di tasso

La distribuzione per scadenze della componente obbligazionaria evidenzia un 10,76% a breve (inferiore a un anno), un 27,63% a medio termine e un 44,67% a lungo termine (oltre i 5 anni).

(milioni di euro)
Attività finanziarie Valore
di bilancio
% Duration
Titoli obbligazionari a tasso fisso 62.464 71,20 6,11
entro 1 anno 9.078 10,35
da 1 a 5 anni 21.656 24,68
oltre i 5 anni 31.730 36,17
Titoli obbligazionari a tasso variabile/indicizzati 10.405 11,86 6,24
entro 1 anno 362 0,41
da 1 a 5 anni 2.591 2,95
oltre i 5 anni 7.452 8,50
TOTALE 72.869 83,06 -
Titoli di partecipazione al capitale 2.001 2,28
OICR, Private Equity, Hedge Fund 12.865 14,66
TOTALE AL 31.12.2022 87.735 100,00

La sensitivity del fair value del portafoglio di attivi finanziari rispetto ad un movimento dei tassi di interesse, sintetizzata nella tabella seguente, mette in evidenza l'esposizione del portafoglio: a titolo di esempio, un movimento parallelo della curva di +100 punti base comporta una variazione negativa, nei portafogli obbligazionari, di 4.139 milioni.

(milioni di euro)
Valore
di Bilancio
% Variazione di fair value
a seguito di variazione
dei tassi di interesse
+100 bps -100 bps
Titoli obbligazionari a tasso fisso 62.464 85,72 -3.553 4.034
Titoli obbligazionari a tasso variabile/indicizzato 10.405 14,28 -586 702
Effetto copertura al rischio tasso di interesse - - - -
TOTALE 72.869 100,00 -4.139 4.736

Esposizione al rischio di credito

Nella tabella che segue è riportata la distribuzione per fasce di rating del portafoglio obbligazionario: i titoli con rating AAA/AA pesano per il 6,30% del totale investimenti mentre il 7,68% circa si colloca nell'area single A. I titoli dell'area low investment grade (BBB) costituiscono il 65,89% del totale, mentre è residuale (3,19%) la quota di titoli speculative grade o unrated. Si fa presente che, con riferimento all'esposizione verso titoli con rating BBB, la parte prevalente dell'esposizione è relativa a titoli obbligazionari emessi dalla Repubblica Italiana.

(milioni di euro)
Dettaglio delle attività finanziarie per rating dell'emittente Valori di
bilancio
%
Titoli obbligazionari 72.869 83,06
AAA 2.343 2,67
AA 3.182 3,63
A 6.735 7,68
BBB 57.812 65,89
Speculative grade 2.526 2,88
Senza rating 271 0,31
Titoli di partecipazione al capitale 2.001 2,28
OICR, Private Equity, Hedge Fund 12.865 14,66
TOTALE 87.735 100,00

L'analisi dell'esposizione in termini di emittenti/controparti evidenzia le seguenti componenti: i titoli emessi da Governi, Banche Centrali e altri enti pubblici rappresentano il 76,78% dei titoli obbligazionari mentre i titoli di emittenti corporate contribuiscono per circa il 23,22%.

A fine esercizio 2022, i valori di sensitivity del fair value dei titoli obbligazionari rispetto ad una variazione del merito creditizio degli emittenti, intesa come shock dei credit spread di mercato di ±100 punti base, sono riportati nella tabella seguente.

Valore
di Bilancio
% (milioni di euro)
Variazioni di fair value a
seguito di variazioni degli
spread di credito
+100 bps -100 bps
Titoli obbligazionari di emittenti governativi
Titoli obbligazionari di emittenti corporate
55.952
16.917
76,78
23,22
-3.651
-758
4.216
731
TOTALE 72.869 100,00 -4.409 4.947

Esposizione al rischio azionario

La sensitivity del portafoglio azionario a fronte di un ipotetico deterioramento dei corsi azionari pari al 10% risulta quantificata in -200 milioni, come si evince dalla tabella seguente.

(milioni di euro)
Valore
di Bilancio
% Variazioni di fair value a
seguito di variazioni
dei corsi azionari
-10%
Titoli azionari società finanziarie
Titoli azionari società non finanziarie e altri soggetti
289
1.712
14,44
85,56
-29
-171
TOTALE 2.001 100,00 -200

Esposizione al rischio di cambio

Il 97,6% circa degli investimenti è rappresentato da attività denominate nella divisa comunitaria. A fronte della residuale esposizione al rischio di cambio sono state contrapposte posizioni in strumenti finanziari derivati, principalmente Domestic Currency Swap, nella stessa valuta.

Strumenti finanziari derivati

Gli strumenti finanziari derivati sono utilizzati a fini di copertura dei rischi finanziari presenti nel portafoglio investimenti oppure a fini di gestione efficace.

Nella tabella sottostante si riportano i valori di bilancio degli strumenti finanziari derivati al 31 dicembre 2022.

(milioni di euro)
Tipologia sottostanti TITOLI DI DEBITO /
TASSI DI INTERESSE
TITOLI DI CAPITALE,
INDICI AZIONARI,
COMMODITY, CAMBI
TOTALE
Quotati Non
Quotati
Quotati Non
Quotati
Quotati Non
Quotati
Derivati di copertura
Derivati di gestione efficace
-
-
-157
-
-
49
-
35
-
49
-157
35
TOTALE - -157 49 35 49 -122

SEZIONE 4 – RISCHI DELLE ALTRE IMPRESE

I rischi delle altre imprese sono essenzialmente concentrati:

  • nelle società Romulus Funding Corp. e Duomo Funding Plc, inserite nel perimetro di consolidamento ai sensi dell'IFRS 10;
  • nelle società del Gruppo Risanamento, consolidate contabilmente a partire dal 2015, ma non sottoposte ad attività di direzione e coordinamento.

VEICOLI ROMULUS FUNDING CORPORATION E DUOMO FUNDING PLC

Informazioni di natura qualitativa e quantitativa

Si tratta di due società veicolo che costituiscono la piattaforma asset-backed commercial paper conduit del Gruppo Intesa Sanpaolo, costituite al fine di rispondere alla strategia di Intesa Sanpaolo di fornire alla clientela un canale alternativo di funding tramite accesso al mercato internazionale delle asset-backed commercial paper. Gli asset originati dalla clientela europea sono acquistati dal veicolo Duomo, mentre al veicolo Romulus spettano gli attivi americani e l'attività di raccolta finanziaria sul mercato statunitense attraverso l'emissione delle asset-backed commercial paper. Si segnala, tuttavia, che a causa dei successivi downgrading di Intesa Sanpaolo intervenuti alla fine del 2014, gli investitori statunitensi hanno progressivamente disinvestito senza che il veicolo avesse la possibilità di trovare nuovi investitori terzi cui collocare le assetbacked commercial paper.

I rischi in capo a tali entità, in particolare quelli di tasso di interesse e di cambio che potrebbero emergere dall'operatività delle due società, devono essere coperti in accordo con le policy di gestione di tali rischi definite dal Gruppo Intesa Sanpaolo.

In linea generale non è consentito alle società assumere posizioni in cambi.

Al 31 dicembre 2022 gli attivi del veicolo Romulus includono 6,8 miliardi di crediti verso il veicolo Duomo.

A fronte di tali attivi il veicolo ha emesso Asset-backed Commercial Papers (ABCP) per un valore di bilancio di 6,8 miliardi che sono stati per la quasi totalità sottoscritti dalla Capogruppo Intesa Sanpaolo.

Quanto al portafoglio del veicolo Duomo, a fine 2022 esso risulta principalmente composto da titoli per 9,9 miliardi.

Nel prospetto che segue sono indicati i dati e le informazioni relative ai due veicoli sopra citati e riferiti al 31 dicembre 2022.

(milioni di euro)
Dati veicolo Linee di
liquidità (2)
Garanzie rilasciate Titoli emessi di cui: posseduti dal Gruppo
ROMULUS E DUOMO Totale
attivo
cumulate Perdite natura importo importo importo classificazione
contabile
Valutazione
ROMULUS FUNDING CORP. 6.788 (1) - - - 6.788 6.778 Att.Fin.al costo
amm.
Costo
ammortizzato
DUOMO FUNDING PLC 10.341 - 10.117 - - -

(1) Interamente rappresentati da finanziamenti erogati a Duomo, per operazioni contabilizzate nel bilancio di quest'ultimo veicolo.

(2) Trattasi di Fully Supporting Liquidity Facilities rilasciate dalla capogruppo Intesa Sanpaolo impegnate per 10.117 milioni a fronte di un accordato pari a 15.000 milioni.

L'incidenza del totale attivo dei conduit Romulus e Duomo, al netto dei rapporti intercorrenti tra i due veicoli, rispetto al totale attivo consolidato, è pari circa allo 1%.

Il rischio del portafoglio dei due veicoli è composto per circa il 54,4% da crediti commerciali e per la restante parte da prestiti al consumo (19,0%), da crediti derivanti da contratti di leasing (3,1%), factoring contracts (2,6%), mutui ipotecari (0,1%), prestiti a PMI (14,2%), da prestiti/contratti di leasing a società farmaceutiche (0,6%) e da crediti IVA (1,2%). Gli eligible assets detenuti dai veicoli sono espressi principalmente in euro (97,6% del portafoglio complessivo). La restante parte è suddivisa in sterline inglesi (2,72 %) e dollari USA (0,11%), zloty polacco (0,006%), dollari australiani (0,01%) e peso messicano (0,03%).

Sempre con riferimento al portafoglio di eligible assets si forniscono le seguenti informazioni.

Relativamente alla distribuzione per rating del portafoglio crediti si segnala che il 98% risulta privo di rating e il restante 2% risulta con rating superiore alla "A".

Con riferimento alla distribuzione geografica degli assets detenuti dai due veicoli si segnala che i debitori sono localizzati per il 93% in Italia.

GRUPPO RISANAMENTO

Informazioni di natura qualitativa e quantitativa

Con riferimento ai rischi delle altre imprese si segnalano anche i potenziali effetti derivanti dalla sfavorevole congiuntura del mercato immobiliare sul Gruppo Risanamento, in considerazione della specifica natura dell'attività svolta dal Gruppo medesimo.

La crescita del PIL mondiale ha subito un rallentamento nel 2022 che ha interessato sia le economie avanzate, sia quelle emergenti. In particolar modo, l'Eurozona è stata colpita dagli effetti di un violento rincaro dei prezzi del gas naturale, riflesso dell'invasione russa dell'Ucraina e del conseguente deterioramento dei rapporti politici ed economici fra Unione Europea e Russia. L'impatto recessivo dello shock è stato quasi del tutto compensato dalle misure pubbliche di sostegno a famiglie ed imprese e dal calo della propensione al risparmio delle famiglie. Di conseguenza, il PIL dell'Eurozona è cresciuto del 3,5% nel 2022, mentre l'inflazione è salita ampiamente sopra i livelli previsti prima della guerra (8,4% la media annua).

Per quanto concerne le attività detenute dal Gruppo Risanamento, si segnala che nessun interesse specifico è legato ai paesi oggetto del conflitto. Particolare attenzione è stata rivolta all'aumento dei costi delle materie prime e delle fonti di energia che potrebbero influenzare i futuri investimenti relativi alle iniziative immobiliari di sviluppo in portafoglio. Con riferimento al punto specifico occorre tener conto che gli asset di proprietà del Gruppo Risanamento sono in larga parte aree destinate ad operazioni di sviluppo di medio/lungo periodo; in particolare, per Milano Santa Giulia S.p.A. (che detiene il principale asset del Gruppo) la recente sottoscrizione della Convenzione Urbanistica rappresenta l'ultimo importante passaggio dell'iter autorizzativo, ed avvicina l'avvio della fase di realizzazione vera e propria, anche in considerazione della scadenza delle Olimpiadi invernali 2026 che, come noto dovranno utilizzare la nuova arena.

Pur non potendosi al momento prevedere la futura evoluzione del conflitto e dei suoi riflessi sullo scenario prospettico, la fase di completamento delle opere di ripristino ambientale nonché di realizzazione delle opere fa sì che, per Milano Santa Giulia, il confronto con il mercato potrà avvenire in condizioni diverse, ed auspicabilmente migliori, dell'attuale.

Inoltre, si riportano di seguito le considerazioni svolte in sede di svolgimento della valutazione del patrimonio immobiliare per tener conto delle incertezze correlate alle non prevedibili modalità e tempistiche di evoluzione futura della pandemia e del conflitto:

  • l'attuale contesto genera dubbi riguardo agli scenari futuri, e nessuno può ancora prevedere con sufficiente certezza quali saranno gli impatti del conflitto sulle economie mondiali e sui mercati immobiliari. Per questa ragione la valutazione del patrimonio immobiliare è stata elaborata in condizioni di incertezza rilevante;
  • a motivo di tale incertezza, si è ritenuto di non sviluppare ulteriori indagini di mercato a supporto della valutazione, sia perché l'operazione Milano Santa Giulia andrà a costituire una nuova polarità urbana (le cui quotazioni saranno differenti e significativamente superiori rispetto al contesto circostante), sia perché le attuali dinamiche del mercato immobiliare, non sono verosimilmente rappresentative dello scenario con cui andrà a confrontarsi l'offerta immobiliare di Milano Santa Giulia (di medio/lungo periodo), a sviluppo ultimato;

  • stante quanto sopra si è comunque ritenuto di incorporare nei parametri di stima, utilizzati ai fini della valutazione, elementi di prudenza per tenere in considerazione le incertezze precedentemente indicate. A seguito di tale valutazione il principale asset del gruppo (Milano Santa Giulia) si evidenzia un decremento del valore di fair value pari a circa 10 milioni di euro corrispondente a circa il 1,5% rispetto ai valori di mercato osservati nello scorso esercizio.

La situazione generale precedentemente illustrata si riflette inevitabilmente sul settore immobiliare le cui aspettative sono condizionate dalla crescita dell'economia, dalle difficoltose condizioni di accesso al credito, nonché dall'elevato tasso di disoccupazione; la situazione congiunturale del settore immobiliare appare quindi ancora incerta e complessa così come lo è il quadro macroeconomico di riferimento. L'evoluzione del mercato immobiliare attesa nei prossimi mesi è, infatti, collegata al quadro evolutivo del complesso scenario economico.

Il mercato immobiliare è soggetto ad un andamento ciclico dei valori degli affitti e dei prezzi degli immobili; la durata dei cicli è variabile, ma comunque di norma sempre pluriennale. I fattori macroeconomici che maggiormente influenzano i valori immobiliari e quindi determinano l'andamento dei cicli sono i seguenti:

  • andamento dei tassi di interesse;
  • liquidità presente sul mercato e presenza di investimenti alternativi remunerativi;
  • crescita economica.

La politica di gestione del Gruppo Risanamento è finalizzata a minimizzare gli effetti delle diverse fasi del ciclo attraverso investimenti in progetti di sviluppo caratterizzati da elevati standard qualitativi in termini di servizi, flessibilità ed efficienza gestionale. Di seguito viene fornita una rappresentazione dei principali rischi specifici di natura immobiliare gestiti dal Gruppo Risanamento.

Mancata vendita / valorizzazione asset non in linea con le previsioni strategiche del Gruppo Risanamento

Il rischio riguarda tutti i potenziali eventi che possono influire sul raggiungimento degli obiettivi dell'attività di vendita e di locazione degli asset del Gruppo Risanamento. Attualmente, infatti, la possibilità di identificare controparti commerciali che presentino requisiti allineati alle aspettative ed alle esigenze della Società risulta essere talvolta elemento indipendente da fattori e da leve influenzabili internamente. Le conseguenze operative si potrebbero tradurre in una rarefazione delle operazioni di compravendita e nell'aumento degli immobili sfitti.

Il Gruppo Risanamento gestisce tale rischio attraverso una costante attività di monitoraggio sulle attività commerciali e del rispetto degli obiettivi strategici che consente di valutare e attuare azioni di vendita nella piena conoscenza degli obiettivi strategici prefissati.

Rischi connessi alla realizzazione esecutiva dei progetti

La realizzazione delle iniziative immobiliari presenta i rischi connessi all'attività di progettazione, alle problematiche ambientali, all'attività edificatoria, nonché alla sua durata e alla potenziale esposizione dell'iniziativa alla ciclicità del mercato immobiliare.

Tale ultimo aspetto è connaturato a progetti di grande dimensione e di lungo periodo che, dovendo coniugare gli adempimenti amministrativi all'innovativa qualità progettuale, utilizzandola quale stimolo alla domanda presente sul mercato, non può che risentire degli effetti ciclici del settore immobiliare.

Il potenziale rischio in oggetto si traduce, inoltre, nella possibilità che i) errori o criticità di progettazione compromettano gli obiettivi di tempestività e corretta realizzazione delle opere ii) le opere non siano, per cause imputabili all'appaltatore, realizzate nei tempi e nei modi previsti.

Con riferimento al punto i), il Gruppo si è dotato di un processo strutturato di selezione dei progettisti che mira ad identificare professionisti di comprovate capacità tecniche; inoltre è prevista la stipula di accordi con clausole contrattuali di garanzia e manleva. Il Gruppo monitora le attività di progettazione attraverso un dialogo costante con le controparti in tutte le attività correlate tramite verifica degli avanzamenti periodici della qualità e della conformità del lavoro.

Con riferimento al punto ii), il Gruppo adotta processi strutturati di selezione del fornitore, al fine di selezionare appaltatori che, oltre a requisiti di onorabilità, eticità, idoneità tecnico professionale, adeguatezza operativa/organizzativa, presentano un elevato grado di solidità patrimoniale e finanziaria. È previsto un monitoraggio costante dell'attività degli appaltatori, che permette di disporre in ogni momento delle informazioni per valutarne la situazione e per intraprendere tempestivamente le adeguate azioni correttive. Inoltre, sono previste clausole contrattuali di garanzia per il committente.

Fermi restando i rischi sopra indicati, permane la considerazione, già esplicitata nei bilanci degli esercizi precedenti, correlata alla sottoscrizione dell'accordo con LendLease, primario operatore internazionale, per lo sviluppo dell'iniziativa immobil iare denominata Milano Santa Giulia, che, come detto in precedenza, rappresenta il principale asset del Gruppo.

Più in particolare, allo stato è in fase di finalizzazione la negoziazione di una complessa operazione, le cui struttura e modalità sono in corso di definizione tra le parti, volta proprio a consentire - nell'ambito di un piano che assicuri l'equilibrio economico finanziario del Gruppo Risanamento ex art. 56 del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza ("CCI") - inter alia: (i) l'ottenimento da parte del Gruppo Risanamento delle risorse finanziarie necessarie per adempiere ai propri impegni assunti con le autorità pubbliche e terze parti in relazione al completamento sia dell'attività di bonifica dell'area sia della realizzazione delle opere infrastrutturali olimpiche di cui alla Convenzione di Variante; (ii) il trasferimento dell'area Milano Santa Giulia a valori in linea con il relativo book value a favore di un fondo comune di investimento, le cui quote saranno detenute, inter alios, dalle banche finanziatrici o loro eventuali aventi causa, con contestuale accollo liberatorio da parte del suddetto fondo dell'indebitamento finanziario vantato dalle banche finanziatrici stesse (o loro eventuali aventi causa) nei confronti del Gruppo Risanamento e con pagamento in favore di Risanamento, a certi termini e condizioni, dell'importo complementare rispetto ai valori sopra richiamati.

Complessivamente il portafoglio immobiliare del Gruppo Risanamento è iscritto nel bilancio consolidato di Intesa Sanpaolo per un valore di 690 milioni. Nel dettaglio il portafoglio si suddivide in:

  • immobili ad uso funzionale: 35 milioni (sede sociale e operativa sita nell'area Milano Santa Giulia);
  • aree e progetti di sviluppo immobiliare: 614 milioni (Milano Santa Giulia);
  • altri immobili di trading e sviluppo: 41 milioni.

Come già rilevato, Intesa Sanpaolo non esercita su Risanamento S.p.A. e sulle società da essa controllate l'attività di direzione e coordinamento di cui all'art. 2497 C.C. e seguenti.

Parte F Informazioni sul patrimonio consolidato

SEZIONE 1 – IL PATRIMONIO CONSOLIDATO

A. Informazioni di natura qualitativa

Il presidio dell'adeguatezza patrimoniale a livello consolidato e di singola partecipata è assicurato dall'attività di capital management nell'ambito della quale vengono definite, nel rispetto dei vincoli regolamentari e in coerenza con il profilo di rischio assunto dal Gruppo, la dimensione e la combinazione ottimale tra i diversi strumenti di patrimonializzazione.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo assegna un ruolo prioritario alla gestione e all'allocazione delle risorse patrimoniali, sia come leva strategica che come strumento per assicurare la coerenza dei piani operativi delle unità di business.

Una volta definiti gli obiettivi strategici di redditività, solidità patrimoniale e di liquidità che il Gruppo intende perseguire, le risorse patrimoniali e finanziarie sono allocate alle unità di business attraverso un processo che ne valuta il potenziale di crescita, la capacità di creazione di valore e l'autonomia finanziaria.

Il capitale a rischio considerato è duplice:

– capitale regolamentare a fronte dei rischi di Pillar 1;

– capitale interno complessivo a fronte dei rischi di Pillar 2, ai fini del processo ICAAP.

Il capitale regolamentare e il capitale interno complessivo differiscono tra loro per definizione e per copertura delle categorie di rischio. Il primo discende da schemi definiti nella normativa di vigilanza, il secondo dalle misurazioni gestionali.

L'attività di capital management si sostanzia, pertanto, nel governo dell'adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica attraverso un attento presidio sia dei vincoli regolamentari di Pillar 1 (dal 1° gennaio 2014 secondo le regole di Basilea 3), sia dei vincoli gestionali di Pillar 2. Le proiezioni sono prodotte anche in situazioni di stress al fine di assicurare che le risorse disponibili siano adeguate a coprire tutti i rischi anche in condizioni congiunturali avverse. Dal 2013 inoltre, il Gruppo redige un Recovery Plan, in linea con le previsioni regolamentari (direttive "Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD" - 2014/59/UE, recepita in Italia il 16 novembre 2015 con D. Lgs. n. 180 e n.181, e "Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD II" - Direttiva (UE) 2019/879, recepita in Italia l'8 novembre 2021 con D. Lgs. n.193, entrato in vigore il 1° dicembre 2021), le prassi internazionali ed in coerenza sia con il Risk Appetite Framework di Gruppo sia con il modello di gestione delle crisi adottato dalla Banca.

Annualmente, nell'ambito del processo di assegnazione degli obiettivi di budget viene svolta una verifica di compatibilità delle proiezioni a livello consolidato e di singola partecipata. In funzione delle dinamiche attese degli aggregati patrimoniali ed economici, se necessario, già in questa fase vengono identificate le opportune azioni di "capital management" per assicurare alle singole unità di business le risorse finanziarie necessarie. Trimestralmente, viene effettuata un'attività di monitoraggio del rispetto dei livelli di patrimonializzazione, intervenendo, quando necessario, con appropriate azioni.

Il rispetto dell'adeguatezza patrimoniale viene perseguito attraverso varie leve, quali la politica di distribuzione dei dividendi, la definizione di operazioni di finanza strategica (aumenti di capitale, emissione di prestiti convertibili e di obbligazioni subordinate, dismissione di attività non strategiche, ecc.) e la gestione degli investimenti, in particolare degli impieghi, in funzione della rischiosità delle controparti.

Ulteriori analisi ai fini del controllo preventivo dell'adeguatezza patrimoniale vengono svolte in occasione di operazioni di carattere straordinario (fusioni, acquisizioni, cessioni, ecc.) sia interne al gruppo che modificative del perimetro dello stesso.

A seguito del Supervisory Review and Evaluation Process (SREP), la BCE fornisce annualmente la decisione finale del requisito patrimoniale che Intesa Sanpaolo deve rispettare a livello consolidato.

Il 3 febbraio 2022 Intesa Sanpaolo ha reso noto di aver ricevuto la decisione finale della BCE riguardante il requisito patrimoniale da rispettare a partire dal 1° marzo 2022.

Il requisito patrimoniale da rispettare complessivamente in termini di Common Equity Tier 1 ratio risulta pari a 8,95%. A determinare tale requisito concorrono:

  • il requisito SREP in termini di Total Capital ratio pari a 9,79%, che comprende il requisito minimo di Pillar 1 dell'8% nel cui ambito il 4,5% in termini di CET1, e un requisito aggiuntivo di Pillar 2 dell'1,79%, nel cui ambito l'1,01% in termini di CET1 applicando la modifica regolamentare introdotta dalla BCE a decorrere dal 12 marzo 2020115;
  • i requisiti aggiuntivi, interamente in termini di Common Equity Tier 1 ratio, relativi a:
    • o Capital Conservation Buffer, pari al 2,5%;
    • o O-SII Buffer (Other Systemically Important Institutions Buffer), pari allo 0,75%;
    • o riserva di capitale anticiclica (Countercyclical Capital Buffer), pari allo 0,19%116 .

A partire dal 30 settembre 2019, il Gruppo Intesa Sanpaolo, a seguito dell'autorizzazione ricevuta da BCE, calcola i coefficienti patrimoniali applicando il cosiddetto Danish Compromise per cui gli investimenti assicurativi, detenuti indirettamente per il tramite di Intesa Sanpaolo Vita, vengono trattati come attivi ponderati per il rischio anziché dedotti dal capitale.

115 La modifica prevede che il requisito di Pillar 2 venga rispettato utilizzando parzialmente strumenti di capitale diversi dal Common Equity Tier 1.

116 Countercyclical Capital Buffer calcolato considerando l'esposizione al 31 dicembre 2022 nei vari Paesi in cui è presente il Gruppo e i rispettivi requisiti stabiliti dalle competenti autorità nazionali relativi al 2024 se disponibili o al più recente aggiornamento del periodo di riferimento (requisito pari a zero per l'Italia per il 2022 e per il primo trimestre 2023).

Come già riportato nella Parte E, rispetto al 31 dicembre 2021, per quanto riguarda l'ambito di applicazione dei modelli interni relativi ai rischi creditizi, si segnala il recepimento del provvedimento autorizzativo BCE all'utilizzo, a fini regolamentari, dei nuovi modelli Retail a partire da settembre 2022.modelli Institutions e SME Retail, a partire da giugno 2021.

Per quanto riguarda il rischio di controparte, il Gruppo bancario ha migliorato la misurazione ed il monitoraggio del rischio, affinando gli strumenti richiesti nell'ambito della normativa di "Basilea 3". Ai fini segnaletici Capogruppo è autorizzata alla segnalazione del requisito a fronte di rischio di controparte sia per derivati che SFT (Securities Financing Transactions, ossia repo, pronti contro termine e security lending) tramite la metodologia dei modelli interni. Tale autorizzazione è stata ottenuta per i derivati a partire dal primo trimestre del 2014, per gli SFT a partire dalla segnalazione del 31 dicembre 2016.

Ai fini gestionali le metodologie avanzate di misurazione del rischio sono implementate per i derivati OTC di Capogruppo a partire dal 2010 e successivamente estese nel corso del 2015 alle Securities Financing Transactions.

Rispetto al 31 dicembre 2021 si segnala che, a partire dal secondo trimestre 2022, sono state riviste le regole di ammissibilità per i titoli presi a garanzia nell'ambito di operazioni SFT, alla luce di quanto previsto dall'art. 271.2 CRR. Al fine di mantenere un adeguato livello di controllo sulla materialità di operazioni precedentemente considerate a rischio pieno, è stato istituito un limite di concentrazione su garanzie che presentino ridotti livelli di liquidità o merito di credito. È stato inoltre definito un nuovo processo di valutazione per garanzie costituite da tranche senior di cartolarizzazioni, al fine di renderle ammissibili a mitigazione di esposizioni derivanti da SFT.

A partire dal quarto trimestre 2022, in risposta a richiesta di BCE, è stato attivato un processo di esclusione dal modello interno di rischio controparte di quelle transazioni che non rispettino, in termini di valutazione, soglie di coerenza fra i sistemi di rischio e quelli di front office.

Per quanto attiene ai rischi operativi, il Gruppo ha ottenuto l'autorizzazione all'utilizzo del Metodo Avanzato AMA (modello interno) per la determinazione del relativo requisito patrimoniale a partire dalla segnalazione al 31 dicembre 2009. Al 31 dicembre 2022 il perimetro relativo al Metodo Avanzato è costituito da Intesa Sanpaolo (incluse le ex Banche e Società in essa incorporate) e dalle principali banche e società delle Divisioni Private Banking e Asset Management, da VUB Banka e Privredna Banka Zagreb.

Il 15 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo ha reso noto di aver ricevuto la decisione finale della BCE riguardante il requisito patrimoniale da rispettare a partire dal 1° gennaio 2023.

Il requisito patrimoniale da rispettare complessivamente in termini di Common Equity Tier 1 ratio risulta attualmente pari all'8,91%.

A determinare tale requisito concorrono:

  • il requisito SREP in termini di Total Capital ratio pari a 9,72%, che comprende il requisito minimo di Pillar 1 dell'8% nel cui ambito il 4,5% in termini di CET1, e un requisito aggiuntivo di Pillar 2 dell'1,72%, nel cui ambito lo 0,97% in termini di CET1 applicando la modifica regolamentare introdotta dalla BCE a decorrere dal 12 marzo 2020;
  • i requisiti aggiuntivi, interamente in termini di Common Equity Tier 1 ratio, relativi a:
    • o Capital Conservation Buffer, pari al 2,5%;
    • o O-SII Buffer (Other Systemically Important Institutions Buffer), pari allo 0,75%;
    • o riserva di capitale anticiclica (Countercyclical Capital Buffer), pari allo 0,19%117 .

A partire dal 1° gennaio 2018 ha preso avvio il periodo transitorio, il quale si concluderà con l'ultima reporting date al 31 dicembre 2022, volto a mitigare gli impatti patrimoniali legati all'introduzione del nuovo principio contabile IFRS 9. Intesa Sanpaolo, infatti, avvalendosi della facoltà prevista dal Regolamento UE 2395/2017, ha optato per l'adozione dell'approccio "statico" che consente di sterilizzare nel proprio CET1 una quota progressivamente decrescente dell'impatto IFRS 9 relativo alla sola componente di FTA relativa all'impairment. In particolare, la risultante dal confronto tra le rettifiche di valore IAS 39 al 31 dicembre 2017 e quelle IFRS 9 all'1 gennaio 2018 – relativo ai crediti e titoli in bonis (stage 1 e 2) ed alle rettifiche su NPL (stage 3) al netto della fiscalità e azzerata l'eventuale shortfall in essere - viene re-inclusa nel patrimonio secondo percentuali di phase-in pari al 70% nel 2020, 50% nel 2021 e infine 25% nel 2022. Nell'ambito del contesto legato alla pandemia COVID-19, è stato pubblicato, con iter approvativo accelerato (c.d. "quick fix"), il Regolamento (UE) 2020/873 del 24 giugno 2020, che modifica i regolamenti (UE) n. 575/2013 (CRR) e (UE) 2019/876 (CRR 2), contenente disposizioni temporanee di sostegno in termini di capitale e liquidità. Tra le disposizioni contenute nel Regolamento (UE) 2020/873 inerenti al calcolo dei fondi propri, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha optato per non avvalersi, sin dal 30 giugno 2020, né delle modifiche al regime transitorio per l'applicazione dell'IFRS 9 (art. 473 bis CRR), né della reintroduzione temporanea del filtro prudenziale volto ad escludere gli utili e le perdite non realizzati misurati al valore equo con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI) per le esposizioni verso le amministrazioni centrali e organismi del settore pubblico (art.468 CRR).

Infine, sin da 31 dicembre 2020, il Gruppo Intesa Sanpaolo applica il Regolamento Delegato (UE) 2020/2176, entrato in vigore il 23 dicembre 2020, che modifica il Regolamento delegato (UE) 241/2014 per quanto riguarda la deduzione delle attività sotto forma di software dagli elementi del capitale primario di classe 1. Il Regolamento, il cui scopo è, tra gli altri, anche quello di sostenere la transizione verso un settore bancario più digitalizzato, introduce il criterio di ammortamento prudenziale applicato a tutte le attività sotto forma di software su un periodo di 3 anni, indipendentemente dalla vita utile stimata a fini contabili. Nello specifico, la differenza, se positiva, tra l'ammortamento accumulato prudenziale e l'ammortamento accumulato contabile (incluse le perdite di valore durevoli) viene completamente dedotta dal capitale CET1.

117 Cfr. nota precedente.

B. Informazioni di natura quantitativa

B.1. Patrimonio contabile consolidato: ripartizione per tipologia di impresa

Voci del patrimonio netto Consolidato
prudenziale
Imprese
di
assicurazione
Altre
imprese
Elisioni e
aggiustamenti
da
consolidamento
TOTALE (milioni di euro)
di cui
Terzi
1. Capitale sociale 10.435 - 102 - 10.537 168
2. Sovrapprezzi di emissione 28.067 - 1 - 28.068 15
3. Riserve 15.982 -2 -784 715 15.911 84
3.5 (Acconti su dividendi) -1.400 - - - -1.400 -
4. Strumenti di capitale 7.211 - - - 7.211 -
5. (Azioni proprie) -124 -4 - 4 -124 -
6. Riserve da valutazione: -2.761 -696 140 558 -2.759 -124
- Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
- Coperture su titoli di capitale designati al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
-258
-
-
-
-
-
-
-
-258
-
-
-
- Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair
value con impatto sulla redditività complessiva
- Attività materiali
-1.774
1.738
-
-
-
31
-
-
-1.774
1.769
-
20
- Attività immateriali - - - - - -
- Copertura di investimenti esteri -10 - - - -10 -
- Copertura dei flussi finanziari -466 - - - -466 -
- Strumenti di copertura (elementi non designati) - - - - - -
- Differenze di cambio -1.463 - 68 8 -1.387 -140
- Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
- Passività finanziarie designate al fair value con impatto a
conto economico (variazioni del proprio merito creditizio)
-
-45
-
-
-
-
-
-
-
-45
-
-
- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici
definiti
-242 - - - -242 -4
- Quote delle riserve da valutazione delle partecipazioni
valutate a patrimonio netto
-552 - 41 550 39 -
- Leggi speciali di rivalutazione 311 - - - 311 -
- Quota delle riserve da valutazione di pertinenza delle
imprese di assicurazione
- -696 - - -696 -
7. Utile (perdita) d'esercizio (+/-) del gruppo e di terzi 4.380 987 -53 -937 4.377 23
Patrimonio netto 61.790 285 -594 340 61.821 166

Nella tavola sopra riportata sono indicate le componenti del patrimonio netto contabile, sommando quelle del Gruppo con quelle di terzi, ripartite per tipologia di imprese oggetto di consolidamento. Più in dettaglio, nella colonna riferita al Gruppo bancario viene indicato l'importo che risulta dal consolidamento delle società appartenenti al Gruppo bancario, al lordo degli effetti economici di transazioni effettuate con altre società incluse nel perimetro di consolidamento; le società controllate, diverse da quelle appartenenti al Gruppo bancario e consolidate integralmente sono qui valorizzate con il metodo del patrimonio netto. Nelle colonne Imprese di assicurazione ed Altre imprese sono riportati gli importi che risultano dal consolidamento, al lordo degli effetti economici derivanti da transazioni effettuate con le società appartenenti al Gruppo bancario. Nelle colonne Elisioni e aggiustamenti da consolidamento sono invece indicate le rettifiche necessarie per ottenere il dato rappresentato in bilancio.

B.2. Riserve da valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva:
composizione
(milioni di euro)
Attività/valori Consolidato
prudenziale
Imprese di
assicurazione
Altre
imprese
Elisioni e
aggiustamenti
da consolidamento
TOTALE
Riserva
positiva
Riserva
negativa
Riserva
positiva
Riserva
negativa
Riserva
positiva
Riserva
negativa
Riserva
positiva
Riserva
negativa
Riserva
positiva
Riserva
negativa
1. Titoli di debito 72 -2.612 4 -803 - - -4 803 72 -2.612
- di cui valutati ai sensi dello IAS 39 4 -803 4 -803 - - -4 803 4 -803
2. Titoli di capitale 159 -375 44 -2 - - -44 2 159 -375
- di cui valutati ai sensi dello IAS 39 44 -2 44 -2 - - -44 2 44 -2
2bis. Quote di O.I.C.R. (ai sensi IAS 39) 55 -96 55 -96 - - -55 96 55 -96
3. Finanziamenti 10 -52 - - - - - - 10 -52
Totale al 31.12.2022 296 -3.135 103 -901 - - -103 901 296 -3.135
Totale al 31.12.2021 1.012 -1.008 508 -39 - - -508 39 1.012 -1.008

La riserva sui titoli di capitale classificati a livello 1 risulta negativa per circa 338 milioni.

B.3. Riserve da valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: variazioni annue

Attività/valori Titoli di
debito
Titoli di
debito: di cui
valutati ai
sensi dello
IAS39
Titoli di
capitale
Titoli di
capitale: di
cui valutati ai
sensi dello
IAS39
Quote di
OICR (ai
sensi IAS39)
(milioni di euro)
Finanziamenti
1. Esistenze iniziali 51 377 -100 44 48 5
2. Variazioni positive 7.299 6.746 875 372 666 27
2.1. Incrementi di fair value 6.956 6.739 375 351 663 5
2.2. Rettifiche di valore per rischio di credito 17 - X - - 13
2.3. Rigiro a conto economico di riserve negative da realizzo 312 4 4 4 - 9
2.3bis Rigiro a conto economico di riserve negative da
deterioramento (ai sensi IAS39)
- - - - 2 -
2.4. Trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto (titoli di
capitale)
- - 439 - - -
2.5. Altre variazioni 14 3 57 17 1 -
3. Variazioni negative -9.890 -7.922 -991 -374 -755 -74
3.1. Riduzioni di fair value -9.699 -7.895 -906 -372 -751 -74
3.2. Riprese di valore per rischio di credito -2 - - - - -
3.2bis Rettifiche da deterioramento (ai sensi IAS39) -1 -1 - - - -
3.3. Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo -171 -23 - - -2 -
3.4. Trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto (titoli di
capitale)
- - -39 - - -
3.5. Altre variazioni -17 -3 -46 -2 -2 -
4. Rimanenze finali -2.540 -799 -216 42 -41 -42

La negoziazione di azioni proprie

Nel corso dell'esercizio, Intesa Sanpaolo e le società del Gruppo – in forza di apposite autorizzazioni assembleari – hanno effettuato le seguenti transazioni su azioni proprie della Capogruppo Intesa Sanpaolo:

Azioni ordinarie:
Rimanenze iniziali
n. 40.481.556
Acquisti n. 1.035.246.253
di cui destinati all'annullamento (buyback) n. 988.632.803
Vendite n. -1.019.021.022
di cui annullamento azioni oggetto di buyback n. -988.632.803
Rimanenze finali n. 56.706.787

B.4. Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue

Nell'esercizio le riserve in argomento hanno registrato una variazione positiva di 182 milioni, pertanto al 31 dicembre 2022 per piani a benefici definiti è presente una riserva negativa complessiva pari a circa 242 milioni.

SEZIONE 2 – I FONDI PROPRI E I COEFFICIENTI DI VIGILANZA BANCARI

Per l'informativa sui fondi propri e sull'adeguatezza patrimoniale si rinvia al separato fascicolo Terzo Pilastro di Basilea 3 – Informativa al pubblico al 31 dicembre 2022.

Parte G – Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda

SEZIONE 1 - OPERAZIONI REALIZZATE DURANTE L'ESERCIZIO

1.1 Operazioni di aggregazione

Denominazione Data
dell'operazione
(a)
Costo
operazione
Interessenza
%
(b)
Margine di
intermediaz.
(c)
Utile/
Perdita
d'esercizio
(d)
(milioni di euro)
Utile/Perdita
rilevata
dalla
data di
acquisizione
(e)
1. Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A
2. VUB Generali Dochodkova Spravcovska
Spolocnost A.S.
30-giu-22 184 100 66 9 5
24-ott-22 85 50 9 5 2

(a) Data di acquisizione del controllo.

(b) Somma della percentuale di interessenza acquisita con diritto di voto nell'assemblea ordinaria e di eventuali opzioni sulle azioni delle minoranze. Nel caso di VUB Generali, tenendo conto della quota già precedentemente detenuta da VUB Banka, pari al 50%, la percentuale di interessenza complessiva è pari al 100%.

(c) Margine di intermediazione (Voce 120 del conto economico) riferito all'intero esercizio 2022.

(d) Utile/Perdita registrata dalla partecipata/business per l'intero esercizio 2022.

(e) Utile/Perdita registrata dalla partecipata/business successivamente alla data di acquisizione e inclusa nel risultato consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Oltre alle operazioni di aggregazione aziendale riepilogate nella tabella precedente, contabilizzate sulla base di quanto previsto dall'IFRS 3, sono state realizzate alcune operazioni straordinarie infragruppo, senza effetti sul bilancio consolidato; tali operazioni, escluse dall'ambito di applicazione dell'IFRS 3, hanno comportato il trasferimento di rami d'azienda o entità giuridiche tra società appartenenti al Gruppo Intesa Sanpaolo o operazioni di aggregazione tra le società stesse (under common control).

In considerazione della finalità meramente riorganizzativa delle operazioni ed in applicazione della policy contabile di Gruppo in materia, esse sono state contabilizzate in continuità di valori contabili nei bilanci separati delle società coinvolte, senza la rilevazione di effetti economici.

Le principali operazioni infragruppo perfezionate nell'esercizio hanno riguardato:

  • cessione da Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. ad Intesa Sanpaolo S.p.A. del 48,99% della partecipazione in Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l.;
  • conferimento da parte di Intesa Sanpaolo S.p.A. ad Acantus S.p.A. di un ramo d'azienda di credito su pegno a fronte di un aumento di capitale dedicato;
  • fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval S.A. in Reyl & CIE S.A.;
  • cessione della partecipazione di UBI Trustee S.A. da Intesa Sanpaolo S.p.A. a Fideuram Bank Luxembourg S.A.;
  • fusione per incorporazione di VÚB Leasing A.S. in Vseobecna Uverova Banka A.S.;
  • scissione parziale di IW Bank S.p.A. a favore di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. di un ramo d'azienda costituito dai rapporti bancari e dalle attività bancarie, crediti in bonis e in sofferenza, attività di trading evoluto, attività di finanza e gestione del portafoglio titoli di proprietà;
  • scissione parziale di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. a favore di Intesa Sanpaolo di un compendio costituito dai crediti in bonis facenti parte del ramo d'azienda di IW Bank S.p.A. cui al punto precedente e dalla relativa provvista e dal personale;
  • cessione da Eurizon Capital SGR S.p.A. a Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. del 17,7% della partecipazione in Eurizon Capital Real Asset SGR S.p.A.;
  • fusione per incorporazione di UBI Leasing S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A;
  • fusione per incorporazione di PBZ Stambena Stedionica d.d. in Privredna Banka Zagreb d.d;
  • fusione per incorporazione di Cargeas Assicurazioni S.p.A. in Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A.;
  • fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l. in Intesa Sanpaolo S.p.A;
  • fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Agents4You S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • fusione per incorporazione di Obviam AG S.A. in Asteria Investment Managers S.A.;
  • fusione per incorporazione di Sanpaolo Invest Società d'Intermediazione Mobiliare S.p.A. in Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A.

Variazioni annue dell'avviamento

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022
Avviamento iniziale 3.574
Aumenti 52
- Avviamenti rilevati nel corso dell'esercizio 42
- Differenze positive di cambio e altre variazioni 10
Diminuzioni -
- Rettifiche di valore rilevate nel corso dell'esercizio -
- Disinvestimenti -
- Differenze negative di cambio e altre variazioni (riclassifica tra le attività in via di dismissione) -
Avviamento finale 3.626

Avviamenti

(milioni di euro)
CGU/Avviamenti 31.12.2022 31.12.2021
Banca dei Territori - -
IMI Corporate & Investment Banking 56 56
Insurance 976 976
Asset Management 1.059 1.060
Private Banking 1.535 1.482
International Subsidiary Banks - -
Bank of Alexandria (Egitto) - -
Pravex Bank (Ucraina) - -
Totale 3.626 3.574

1.2 Altre informazioni

L'acquisizione di Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A.

Nell'ambito del processo di rafforzamento e riposizionamento strategico delle attività estere della Divisione Private Banking previsto nel Piano d'Impresa 2018-2021, rispettivamente in data 6 e 8 luglio 2021, i Consigli di Amministrazione di Intesa Sanpaolo e di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking (nel seguito "Fideuram") hanno autorizzato l'acquisizione, da parte di Fideuram Bank Luxembourg (nel seguito "Fideuram Bank Lux"), controllata al 100% da Fideuram, della totalità del capitale sociale di Compagnie de Banque Privée Quilvest (nel seguito "CBPQ"), banca private lussemburghese controllata interamente dalla holding Quilvest Wealth Management.

L'acquisizione di CBPQ ha permesso la creazione di un ulteriore hub europeo della Divisione Private Banking, accanto a quello già presente in Svizzera, destinato alla clientela europea ed internazionale, consentendo di sviluppare le attività di private banking in aree con promettenti previsioni di crescita, come il Lussemburgo ed il Belgio.

Il contratto di compravendita è stato finalizzato dalle parti in data 17 settembre 2021 con closing condizionato all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle diverse Autorità di Vigilanza. Conclusosi l'iter autorizzativo, l'operazione è stata perfezionata in data 30 giugno 2022 con l'acquisto da parte di Fideuram Bank Lux del 100% del capitale sociale di CBPQ.

Le parti hanno pattuito un prezzo sulla base di una valorizzazione del 100% di CBPQ pari a 180 milioni. Per accertare la congruità dal punto di vista economico e finanziario è stata richiesta ad un terzo indipendente una specifica fairness opinion che ha attestato come il prezzo pattuito per l'acquisizione del 100% del capitale sociale di CBPQ possa considerarsi congruo. La valorizzazione di 180 milioni è stata soggetta ad un aggiustamento prezzo al fine di tener conto delle variazioni patrimoniali

della società intervenute tra il 31 dicembre 2021 e la data del closing. Tale aggiustamento ha comportato una variazione in incremento del valore di CBPQ pari a circa 4 milioni; conseguentemente, il prezzo definitivo per l'acquisizione del 100% della società si è attestato a 184 milioni.

La contabilizzazione dell'operazione di aggregazione e il processo di Purchase Price Allocation (PPA)

L'acquisizione del controllo di CBPQ si è configurata come "business combination" (o aggregazione aziendale) da contabilizzarsi in base all'IFRS 3 che prevede l'applicazione del metodo dell'acquisizione. In base a tale metodo occorre procedere a:

  • identificare l'acquirente e la data dell'acquisizione;
  • determinare il costo dell'acquisizione;
  • allocare il costo dell'acquisizione (cosiddetta "Purchase Price Allocation", di seguito "PPA") rilevando le attività, le passività e le passività potenziali ritenute identificabili della società acquisita ai relativi fair value alla data di acquisizione, ad eccezione delle attività non correnti (o gruppi in dismissione) classificate come possedute per la vendita secondo quanto previsto dall'IFRS 5. Queste ultime, infatti, sono contabilizzate al fair value al netto dei costi di vendita. Devono, inoltre, essere iscritte eventuali attività immateriali ancorché non già rilevate dal soggetto acquisito.

Ferma restando l'identificazione di Fideuram Bank Lux quale soggetto acquirente, la data di acquisizione è stata identificata nel 30 giugno 2022, vale a dire la data in cui è stata perfezionata l'operazione. È dunque da tale data che Fideuram Bank Lux (e di conseguenza indirettamente il Gruppo Intesa Sanpaolo) ha acquisito il controllo di CBPQ ai sensi dell'IFRS 10, con conseguente obbligo di includerla nel proprio perimetro di consolidamento.

Ai fini del processo di PPA e del primo consolidamento di CBPQ nel bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo, si è fatto riferimento alla situazione patrimoniale predisposta al 30 giugno 2022, mentre il risultato economico della società nel bilancio consolidato di Intesa Sanpaolo è stato incluso a partire dal 1° luglio 2022.

Il costo dell'acquisizione, pari a 184 milioni, è stato determinato a partire dal corrispettivo trasferito alla data del closing per il 100% del capitale sociale di CBPQ, pari a 180 milioni, a cui si è aggiunto, come indicato in precedenza, l'aggiustamento prezzo pari a circa 4 milioni definito sulla base dell'incremento del patrimonio netto della società tra la data del closing e il 31 dicembre 2021.

Una volta definito il costo di acquisizione, esso è stato allocato al patrimonio netto oggetto di acquisizione rettificato per tener conto del fair value delle attività e passività acquisite.

Con riferimento all'allocazione del costo di acquisizione, avvalendosi della facoltà prevista al par. 45 dell'IFRS 3, che concede al soggetto acquirente 12 mesi dalla data di acquisizione per completare in via definitiva il processo di PPA, si segnala che le attività sono state completate per il Bilancio 2022, ancorché la data di acquisizione fosse il 30 giugno 2022.

Pertanto, ai fini del Bilancio 2022, con il supporto di un esperto indipendente, è stato completato in via definitiva il processo di PPA, concludendo le analisi volte a rideterminare il fair value delle attività acquisite e delle passività assunte e ad individuare eventuali intangibili specifici non rilevati in precedenza nel bilancio di CBPQ. In particolar modo, sono emerse le seguenti poste contabili come meritevoli di attenzione in termini di potenziali differenze tra valori contabili e fair value:

  • il portafoglio titoli;
  • il portafoglio crediti a medio lungo termine;
  • due intangibili specifici a vita definita legati alla Customer Relationship, tipici del settore del Wealth Management, precedentemente non rilevati nel bilancio di CBPQ; il primo legato alla valorizzazione delle masse acquisite (c.d. "Asset under Management - AuM)", il secondo alla relazione con la clientela per l'attività bancaria di raccolta diretta a vista (c.d. Core Deposits – CD).

In particolar modo, con riferimento al portafoglio titoli già espresso al fair value nel bilancio della società, nell'ambito del processo di PPA, ai fini della verifica del fair value del portafoglio, l'esperto ha fatto riferimento al prezzo di ciascun titolo alla data di acquisizione, sulla base delle evidenze tratte da info providers, in linea con la Fair Value Policy del Gruppo Intesa Sanpaolo. Il processo di valutazione ha fatto emergere un fair value complessivo del portafoglio titoli allineato a quello riveniente dal bilancio di CBPQ.

Con riferimento al portafoglio crediti, ai fini della determinazione del perimetro oggetto di valutazione, per quanto attiene alle esposizioni con scadenza inferiore a 12 mesi, trattandosi di operatività a breve termine, il valore contabile risultante dalla situazione patrimoniale di CBPQ alla data di acquisizione è stato ritenuto una ragionevole approssimazione del fair value, in linea con quanto previsto dall'IFRS 13, tenuto conto che l'attualizzazione dei flussi di cassa futuri risulta poco significativa anche in presenza di variazioni dei tassi di mercato di riferimento. Per il portafoglio a medio-lungo termine, la metodologia utilizzata dall'esperto al fine di stimare il fair value del portafoglio crediti ha previsto l'attualizzazione dei flussi di cassa ad uno specifico tasso di sconto (metodo Discounted Cash Flow Model, DCF). Nello specifico, il fair value di ogni singolo credito è stato stimato con un approccio "diretto" sviluppato a partire dai flussi di cassa lordi attesi (quota capitale e quota interessi), dai quali sono stati sottratti i costi operativi riconducibili alla gestione del portafoglio, il costo del rischio (Expected Credit Loss – ECL) e il costo derivante dall'assorbimento del capitale regolamentare. I flussi di cassa netti così determinati sono quindi stati attualizzati ad un tasso di sconto composto da un tasso di mercato espressivo di un investimento privo di rischio e da uno sconto di liquidità.

Il processo di valutazione ha determinato un fair value complessivo del portafoglio crediti allineato al valore di bilancio riveniente dal bilancio di CBPQ, che è stato pertanto confermato ai fini del processo di PPA.

Infine, sono state condotte ulteriori analisi che hanno portato alla rilevazione di due specifici intangibili relativi alle attività legate alla clientela (Customer Relationship Related), in particolar modo alla raccolta indiretta (Asset under Management - AuM) e a quella diretta a vista (Core Deposits - CD). L'eventuale valore di tali attività risiede nei benefici economici di cui la banca può trarre vantaggio nel corso del tempo per effetto delle relazioni instaurate con la propria clientela. Ai fini della stima del valore delle due attività intangibili, così come previsto dallo IAS 38 e dall'IFRS 3, sono stati considerati solo i rapporti contrattuali in essere alla data di acquisizione, in quanto la capacità di generazione di nuovi rapporti non può essere separata e trasferita a terzi. Conseguentemente, le attività intangibili rilevate sono state considerate a vita utile definita.

Con specifico riferimento alla raccolta indiretta, il valore identificato di un'attività immateriale è legato alle relazioni esistenti con la clientela per le attività di Asset under Management (AuM) e al valore di cui la banca può beneficiare nel corso del tempo a seguito di tali relazioni. Per quanto attiene invece alla raccolta diretta a vista, il valore dell'attività intangibile risiede nella capacità della banca di beneficiare di una componente di raccolta diretta dalla propria clientela a costi inferiori rispetto a quelli di mercato.

Per la valutazione delle due attività intangibili alla data di acquisizione l'esperto indipendente ha fatto riferimento al metodo dei flussi di risultato incrementali (Multi period Excess Earnings Method – MEEM), il quale definisce il valore dell'attività intangibile a partire dalla stima dei flussi di cassa lordi generati dagli intangibili oggetto di valutazione attraverso l'utilizzo di dati prospettici opportunamente rettificati per tenere conto di i) costi amministrativi necessari alla produzione dei flussi di reddito, ii) effetto fiscale, iii) costo connesso al capitale assorbito dalle attività intangibili, iv) costo del rischio, laddove applicabile e v) costo associato all'uso di altri asset che contribuiscono alla generazione di flussi di cassa associati agli intangibili specifici. È stato successivamente calcolato il valore attuale dei flussi di cassa netti attribuibili agli intangibili oggetto di valutazione sulla base di un tasso di sconto rappresentativo del costo del capitale.

Il processo di valutazione ha determinato un fair value complessivo dell'intangibile AuM pari a 43 milioni, corrispondente allo 0,7% delle masse acquisite (in linea con precedenti PPA già realizzate dal Gruppo Intesa Sanpaolo), mentre il fair value dei Core Deposits è risultato pari a 30 milioni, pari all'1,8% dei depositi a vista alla data di acquisizione. Sono inoltre state iscritte le correlate passività fiscali, così come previsto dallo IAS 12, sulla base dell'aliquota nominale lussemburghese.

Ai fini della determinazione dei criteri di ammortamento dei due intangibili, sulla base dell'assunzione adottata per la valorizzazione dell'intangibile AuM, con riferimento alla vita utile delle masse sottostanti, il periodo di ammortamento è stato definito in 16 anni con decorrenza dalla data di acquisizione. Per la componente dei CD, tenuto conto che per la specifica tipologia di clientela la raccolta diretta è correlata alle masse, è stata assunta una durata residua in linea con quella dell'intangibile AuM.

Sintesi del processo di allocazione del costo di acquisizione e la determinazione dell'avviamento

Come disposto dall'IFRS 3, alla data di acquisizione l'acquirente deve rilevare l'avviamento acquisito in un'aggregazione aziendale come attività e misurare inizialmente tale avviamento come importo residuale del costo di acquisizione, in quanto esso costituisce l'eccedenza del costo dell'aggregazione aziendale rispetto alla quota d'interessenza dell'acquirente nel fair value netto delle attività, passività e passività potenziali identificate.

Come descritto in precedenza, l'avviamento è stato rilevato come differenza tra il costo dell'acquisizione ed il patrimonio netto della società espresso al fair value alla data di acquisizione. Il costo dell'acquisizione complessivo è risultato pari a 184 milioni, mentre il patrimonio netto IAS/IFRS di CBPQ oggetto di acquisizione al 30 giugno 2022, opportunamente rivalutato al fair value, si è attestato a 142 milioni.

Nella tabella seguente è riepilogata l'allocazione del costo di acquisizione e la determinazione finale dell'avviamento

(milioni di euro)
CBPQ
Costo di acquisizione definitivo di CBPQ alla data di acquisizione a 180
Aggiustamento prezzo b 4
Costo di acquisizione definitivo c = a + b 184
Patrimonio netto IAS/IFRS alla data di acquisizione d 87
Effetti di PPA e = f + g + h 55
- di cui intangibile AuM f 43
- di cui intangibile CD g 30
- di cui imposte differite passive su intangibili AuM e CD h -18
Patrimonio netto al fair value alla data di acquisizione i = d +e 142
Avviamento rilevato c - i 42

Dal confronto tra il costo di acquisizione complessivo e il patrimonio netto al fair value di CBPQ è emersa una differenza residua da allocare pari a 42 milioni che è stata imputata ad avviamento a conclusione del processo di PPA. Per lo IAS 36 l'avviamento e le attività intangibili rilevate in un'aggregazione aziendale devono, dalla data di acquisizione, essere allocate alla CGU che si prevede possa beneficiare delle sinergie dell'aggregazione; nell'ambito del Gruppo Intesa Sanpaolo, l'avviamento e le due attività intangibili legate alle masse e alla raccolta diretta sono stati allocati alla CGU Private Banking.

Per completezza, si riporta di seguito la situazione patrimoniale di CBPQ alla data di acquisizione con il confronto tra i valori contabili rivenienti dal bilancio IAS / IFRS della società e i relativi fair value rivenienti dal processo di PPA.

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(milioni di euro)

Voci dell'attivo Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A
Valore contabile alla
data di acquisizione
Differenze di fair
value
Fair value alla
data di
acquisizione
Cassa e disponibilità liquide 1.255 - 1.255
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 3 - 3
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
209 - 209
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 601 - 601
a) crediti verso banche 21 - 21
b) crediti verso clientela 580 - 580
Attività materiali 4 - 4
Attività immateriali 2 115 117
- di cui intangibile AuM - 43 43
- di cui intangibile Core Deposits - CD - 30 30
- di cui avviamento - 42 42
Attività fiscali 1 - 1
Altre attività 32 - 32
Totale dell'attivo 2.107 115 2.222
Voci del passivo e del patrimonio netto Compagnie de Banque Privée Quilvest S.A
Valore contabile alla
data di acquisizione
Differenze di fair
value
Fair value alla
data di
acquisizione
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 1.963 - 1.963
a) debiti verso banche 20 - 20
b) debiti verso la clientela 1.943 - 1.943
Passività finanziarie di negoziazione 4 - 4
Passività fiscali 8 18 26
a) correnti 8 - 8
b) differite - 18 18
Altre passività 45 - 45
Voci di patrimonio netto 87 97 184
Totale del passivo e del patrimonio netto 2.107 115 2.222

L'acquisizione di VUB Generali Dochodkova Spravcovska Spolocnost A.S.

Intesa Sanpaolo deteneva, per il tramite della controllata Vseobecna Uverova Banka A.S. (nel seguito "VUB"), il 50% del capitale sociale di VUB Generali Dochodkova Spravcovska Spolocnost A.S. (nel seguito "VUB Generali"), nell'ambito di una joint venture avviata nel corso del 2004 con il Gruppo Generali, al fine di sviluppare l'offerta di fondi pensione a contribuzione volontaria in Slovacchia. La società era classificata tra le partecipazioni sottoposte a controllo congiunto ai sensi dell'IFRS 11 e consolidata con il metodo del patrimonio netto.

Considerato che, nel corso degli anni, VUB Generali aveva perseguito il proprio sviluppo principalmente tramite la rete distributiva di VUB e all'indotto generato dalla rete di agenti già partner di VUB per l'intermediazione di altri prodotti bancari, è stata valutata l'opportunità di interrompere la joint venture attraverso l'acquisizione da Generali di un'ulteriore quota di VUB Generali, pari al 5,26% del capitale sociale, al fine di acquisirne il controllo ai sensi dell'IFRS 10.

L'operazione è stata strutturata prevedendo, oltre all'acquisto della quota del 5,26% del capitale sociale, un meccanismo incrociato di opzioni put & call tra il Gruppo Intesa Sanpaolo e il Gruppo Generali che, in caso di esercizio, permetterà a VUB di incrementare la propria interessenza sino al 100% del capitale sociale di VUB Generali, attraverso l'acquisto dell'ulteriore quota di minoranza, pari al 44,74% del capitale sociale.

Il contratto di compravendita e l'aggiornamento del patto parasociale preesistente sono stati finalizzati dalle parti in data 5 aprile 2022 con closing condizionato all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle diverse Autorità di Vigilanza. Conclusosi l'iter autorizzativo, l'operazione è stata perfezionata in data 24 ottobre 2022, con l'acquisto da parte di VUB del 5,26% del capitale sociale di VUB Generali.

Per l'acquisizione del 5,26% del capitale di VUB Generali, le parti hanno pattuito un prezzo di circa 5 milioni, regolato per cassa, che tiene conto di una valorizzazione del 100% della società pari a circa 85 milioni, la cui congruità, dal punto di vista economico e finanziario, è stata confermata da apposita fairness opinion di un terzo esperto indipendente.

Al momento del closing, sulla base della quota detenuta, pari al 55,26% e dei diritti di governance spettanti a VUB, quest'ultima, e quindi il Gruppo Intesa Sanpaolo, ha acquisito il controllo della società ai sensi dell'IFRS 10, con conseguente obbligo di consolidamento integrale della società.

La contabilizzazione dell'operazione di aggregazione e il processo di Purchase Price Allocation (PPA)

L'acquisizione del controllo di VUB Generali, in cui, come detto in precedenza, il Gruppo Intesa Sanpaolo, per il tramite di VUB, deteneva già in precedenza un'interessenza pari al 50%, è stata considerata, così come previsto dall'IFRS 3, un'aggregazione aziendale realizzata in più fasi (o "business combination achieved in stages"), ossia un'aggregazione in cui l'acquirente acquisisce il controllo di un soggetto in cui deteneva già un'interessenza immediatamente prima della data di acquisizione. Secondo l'IFRS 3 tutte le business combination devono essere contabilizzate secondo il metodo dell'acquisizione; in base a tale metodo occorre procedere a:

  • identificare l'acquirente e la data dell'acquisizione;
  • determinare il costo dell'acquisizione, comprensivo, per le aggregazioni aziendali realizzate in più fasi, della riespressione al fair value dell'interessenza detenuta in precedenza nel soggetto acquisito;
  • allocare il costo dell'acquisizione (cosiddetta "Purchase Price Allocation", di seguito "PPA") rilevando le attività, le passività e le passività potenziali ritenute identificabili della società acquisita ai relativi fair value a tale data, ad eccezione delle attività non correnti (o gruppi in dismissione) classificate come possedute per la vendita secondo quanto previsto dall'IFRS 5. Queste ultime, infatti, sono contabilizzate al fair value al netto dei costi di vendita. Devono, inoltre, essere iscritte eventuali attività immateriali ancorché non già rilevate dal soggetto acquisito.

Fermo restando l'identificazione di VUB quale soggetto acquirente, nonostante questa abbia acquisito il controllo di VUB Generali in data 24 ottobre 2022, tenuto opportunamente conto del fatto che la società, ai sensi degli accordi contrattuali, ha predisposto una situazione patrimoniale ed economica al 31 ottobre 2022 e che tra tale data e quella del closing non sono intervenuti eventi straordinari o materiali, la data di acquisizione contabile è stata convenzionalmente assunta al 1° novembre 2022. Pertanto, ai fini della situazione patrimoniale oggetto di primo consolidamento, così come per la determinazione dei fair value delle attività e passività acquisite, si è fatto riferimento alla situazione patrimoniale IAS/IFRS predisposta dalla società al 31 ottobre 2022. Con riferimento al recepimento degli effetti economici nel bilancio consolidato di VUB e di Intesa Sanpaolo, il risultato economico di VUB Generali è stato incluso a partire dal 1° novembre 2022.

Sulla base di quanto disposto dall'IFRS 3, il costo di acquisizione è stato determinato tenendo conto del fair value, alla data di acquisizione dell'interessenza già detenuta, delle attività trasferite dall'acquirente ai precedenti soci dell'acquisita, del le passività sostenute dall'acquirente per tali soggetti e delle interessenze emesse dall'acquirente. In particolar modo, come anticipato in precedenza, il principio prevede che, in un'aggregazione aziendale realizzata in più fasi, come nel caso dell'acquisizione di VUB Generali, il costo di acquisizione debba tenere conto anche del fair value, alla data di acquisizione, dell'interessenza nell'acquisita precedentemente posseduta dall'acquirente; nello specifico l'acquirente deve ricalcolare l'interessenza che deteneva in precedenza nell'acquisita al rispettivo fair value alla data di acquisizione e rilevare la differenza rispetto al precedente valore contabile come utile o perdita nel proprio conto economico.

Per la determinazione del fair value della quota già detenuta in VUB Generali si è fatto riferimento alla valutazione, negoziata dalle parti e confermata dalla fairness opinion dell'esperto contabile, del 100% della società, pari a 85 milioni, tenuto conto che per l'acquisizione della quota del 5,26%, che ha attribuito a VUB il controllo su VUB Generali, non è stato pagato alcun premio di controllo, in quanto il prezzo negoziato è stato pari al mero pro-quota della valorizzazione del 100% della società. Sulla base di tale valore, il fair value del 50% del capitale sociale già detenuto da Intesa Sanpaolo, per il tramite di VUB, è risultato pari a circa 43 milioni che, confrontato con il valore di carico contabile dell'interessenza alla data di acquisizione (circa 11 milioni), ha determinato un effetto positivo nel conto economico consolidato di circa 32 milioni.

Oltre alla quota acquisita per cassa ed a quella già detenuta, opportunamente rivalutata al fair value, ai fini della determinazione del costo dell'acquisizione, si è tenuto conto del meccanismo di opzioni put & call, attraverso il quale VUB potrà acquisire, nei termini previsti dagli accordi contrattuali, le restanti azioni di VUB Generali, fino ad arrivare a possederne il 100% del capitale sociale, nel periodo compreso tra il 2025 e il 2029.

Stante la presenza delle put option in favore dell'azionista di minoranza, per VUB si configura un impegno incondizionato ad acquistare le azioni sottostanti le opzioni che è stato rilevato come passività finanziaria nel bilancio consolidato del soggetto controllante. Pertanto, il patrimonio di pertinenza di terzi è stato cancellato a fronte della rilevazione di una passività finanziaria, anch'essa espressa al fair value, rappresentativa dell'impegno di VUB ad acquistare le azioni di VUB Generali di pertinenza di terzi. Per quanto riguarda la determinazione del fair value alla data di acquisizione della passività connessa alla put option si è fatto riferimento, anche in questo caso, alla valutazione del 100% della società acquisita negoziata dalle parti.

In sintesi, il costo di acquisizione complessivo ai sensi dell'IFRS 3 è risultato pari a 85 milioni, ovvero la somma del prezzo pagato da VUB per acquisire l'ulteriore quota del 5,26% del capitale sociale della società (pari a circa 5 milioni), del fair value dell'interessenza già posseduta in precedenza (43 milioni) e dell'ammontare della passività finanziaria rilevata, alla data di acquisizione, nei confronti degli azionisti di minoranza, per l'impegno sottostante agli accordi di put option (37 milioni).

Ai fini del Bilancio 2022, con il supporto di un esperto indipendente, è stato completato in via definitiva il processo di PPA, concludendo le analisi volte a rideterminare il fair value delle attività acquisite e delle passività assunte e ad individuare eventuali intangibili specifici non rilevati in precedenza nel bilancio di VUB Generali.

Dall'analisi del bilancio e a seguito delle informazioni fornite dalla società, alla data di acquisizione non sono emerse differenze significative tra i valori contabili rivenienti dal bilancio IAS/IFRS di VUB Generali ed i relativi valori di fair value.

Infine, sono state condotte analisi specifiche che hanno portato alla rilevazione di un intangibile relativo alle attività legate alla clientela (Customer Relationship Related), in particolar modo all'attività di risparmio gestito (Asset under Management - AuM) svolta dal soggetto acquisito.

All'interno delle attività di AuM rientrano tipicamente le relazioni con la clientela bancaria relative all'intermediazione di prodotti di risparmio gestito, ovvero Gestioni Patrimoniali, Fondi comuni di investimento e SICAV, nonché prodotti previdenziali e assicurativi. Nel caso di specie, VUB Generali opera nel mercato del risparmio previdenziale, rappresentando una delle principali società di gestione di fondi pensione nel mercato slovacco.

Per la valutazione dell'attività intangibile alla data di acquisizione si è fatto riferimento ad un modello Discounted Cash Flow (DCF) che prevede l'attualizzazione, alla data di valutazione, della redditività generata dalle masse acquisite (soggette a progressivo deperimento nel corso del tempo), considerando i relativi costi collegati e l'assorbimento di capitale regolamentare. I flussi di cassa netti sono quindi stati attualizzati ad un tasso di sconto espressivo del costo del capitale.

Il processo di valutazione ha determinato un fair value complessivo dell'intangibile AuM pari a 80 milioni, a fronte del quale sono state iscritte le correlate passività fiscali differite, così come previsto dallo IAS 12, sulla base dell'aliquota nominale slovacca.

Con riferimento alla determinazione dei criteri di ammortamento dell'intangibile, sulla base dell'assunzione adottata ai fini della valorizzazione dell'intangibile con riferimento alla vita utile delle masse sottostanti, il periodo di ammortamento è stato definito in 28 anni con decorrenza dalla data di acquisizione. Tale valore è stato determinato sulla base dello smontamento delle masse, tenuto conto dell'attuale età pensionabile dei clienti.

Sintesi del processo di allocazione del costo di acquisizione e la determinazione finale dell'avviamento

Come disposto dall'IFRS 3, alla data di acquisizione l'acquirente deve rilevare l'avviamento acquisito in un'aggregazione aziendale come attività e misurare inizialmente tale avviamento come importo residuale del costo di acquisizione, in quanto esso costituisce l'eccedenza del costo dell'aggregazione aziendale rispetto alla quota d'interessenza dell'acquirente nel fair value netto delle attività, passività e passività potenziali identificate; qualora invece il fair value delle attività nette identificabili del soggetto acquisito risulti superiore al costo di acquisizione occorre rilevare un provento (badwill o negative goodwill) nel conto economico dell'acquirente.

Come descritto in precedenza, tenendo opportunamente conto dei meccanismi di put & call sottostanti la quota di minoranza, sia il costo dell'acquisizione complessivo che il patrimonio netto IAS/FRS opportunamente rivalutato al fair value della società sono risultati pari a 85 milioni. Ne consegue che, al termine del processo di PPA, non è stata rilevata alcuna posta a titolo di avviamento.

Per ulteriori dettagli di sintesi, si veda la seguente tabella:

(milioni di euro)
VUB Generali
Costo di acquisizione a 85
Patrimonio netto IAS/IFRS alla data di acquisizione b 22
Effetti di PPA c = d + e 63
- di cui intangibile AuM d 80
- di cui imposte differite passive su intangibile AuM e -17
Patrimonio netto IAS/IFRS al fair value f = b +c 85
Avviamento rilevato a - f -

Si ricorda inoltre che, secondo quanto previsto dallo IAS 36, le attività intangibili rilevate in un'aggregazione aziendale devono, dalla data di acquisizione, essere allocate alla CGU che si prevede possa beneficiare delle sinergie dell'aggregazione; nell'ambito del Gruppo Intesa Sanpaolo, l'intangibile AuM, rilevato in sede di PPA, è stato allocato alla CGU "International Subsidiary Banks".

Per completezza, si riporta di seguito la situazione patrimoniale di VUB Generali alla data di acquisizione con il confronto tra i valori contabili rivenienti dal bilancio IAS / IFRS della società e i relativi fair value rivenienti dal processo di PPA.

(milioni di euro)
Voci dell'attivo VUB Generali
Valore contabile
alla
data di
acquisizione
Differenze di fair
value
Fair value alla
data di
acquisizione
Cassa e disponibilità liquide 1 - 1
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
15 - 15
Attività immateriali 6 80 86
- di cui intangibile AuM - 80 80
Attività fiscali 2 - 2
Totale dell'attivo 24 80 104
Voci del passivo e del patrimonio netto VUB Generali
Valore contabile
alla
data di
acquisizione
Differenze di fair
value
Fair value alla
data di
acquisizione
Passività fiscali 1 17 18
a) correnti 1 - 1
b) differite - 17 17
Altre passività 1 - 1
Voci di patrimonio netto 22 63 85
Totale del passivo e del patrimonio netto 24 80 104

SEZIONE 2 - OPERAZIONI REALIZZATE DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO

2.1 Operazioni di aggregazione

Successivamente alla chiusura dell'esercizio 2022 non sono state realizzate operazioni di aggregazione aziendale disciplinate dall'IFRS 3.

SEZIONE 3 – RETTIFICHE RETROSPETTIVE

Non si segnalano rettifiche rilevate nell'esercizio corrente relative alle aggregazioni aziendali verificatesi in esercizi precedenti.

Parte H Operazioni con parti correlate

A) LE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

1. Aspetti procedurali

Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo S.p.A. ha adottato, nel rispetto delle procedure previste dalla normativa, il Regolamento di Gruppo per la gestione delle operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo S.p.A., Soggetti Collegati del Gruppo e Soggetti Rilevanti ex art. 136 TUB.

Tale Regolamento, da ultimo aggiornato a giugno del 2021, tiene conto sia della disciplina emanata dalla Consob, ai sensi dell'art. 2391 bis C.C., che delle disposizioni di vigilanza introdotte dalla Banca d'Italia il 12 dicembre 2011 in materia di attività di rischio e conflitti di interesse delle banche e dei gruppi bancari nei confronti di "Soggetti Collegati" ed emanate in attuazione dell'art. 53, comma 4 e ss. del Testo Unico Bancario e in conformità alla delibera del CICR del 29 luglio 2008, n. 277 nonché, in aggiunta, delle regole stabilite dall'art. 136 del Testo Unico Bancario.

Il Regolamento disciplina per l'intero Gruppo Intesa Sanpaolo i seguenti aspetti:

  • − i criteri per identificare le Parti Correlate e i Soggetti Collegati;
  • − il processo di istruttoria, deliberazione e informazione agli Organi sociali per le operazioni realizzate con Parti Correlate e Soggetti Collegati;
  • − l'informazione al mercato per le operazioni con Parti Correlate;
  • − i limiti prudenziali e gli adempimenti di segnalazione periodica alla Banca d'Italia per le attività di rischio nei confronti dei Soggetti Collegati;
  • − le regole che riguardano i controlli e i presidi organizzativi;
  • − le regole generali di disclosure e di astensione per la gestione degli interessi personali degli esponenti, dei dipendenti e dei collaboratori aziendali anche diversi dai Soggetti Collegati.

Ai sensi del Regolamento sono considerati Parti Correlate di Intesa Sanpaolo: i soggetti che esercitano il controllo o l'influenza notevole, le entità controllate e collegate, le joint venture, i fondi pensione del Gruppo, gli Esponenti e i Key Manager di Intesa Sanpaolo, con i relativi stretti familiari e le entità partecipate rilevanti.

L'insieme dei Soggetti Collegati di Gruppo è costituito dai Soggetti Collegati di ciascuna banca del Gruppo (compresa la Capogruppo) e di ciascun intermediario vigilato rilevante con fondi propri superiori al 2% del totale dei fondi propri a livello consolidato. Rispetto a ciascuna banca o intermediario vigilato rilevante del Gruppo sono Soggetti Collegati: i) gli azionisti che esercitano il controllo, l'influenza notevole o che sono comunque tenuti a richiedere autorizzazione ai sensi dell'art. 19 TUB o in grado di nominare un componente dell'organo con funzione di gestione o di supervisione strategica e i relativi gruppi societari; ii) le entità controllate, controllate congiuntamente e collegate, nonché le entità da queste controllate anche congiuntamente ad altri; iii) gli esponenti aziendali con i relativi parenti fino al secondo grado e le entità partecipate rilevanti.

In via di autoregolamentazione, la Banca ha esteso la disciplina in materia di operazioni con Parti Correlate e quella sull'attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti dei Soggetti Collegati a:

  • a) gli azionisti di Intesa Sanpaolo e relativi gruppi societari che abbiano una partecipazione al capitale con diritto di voto della Banca superiore alla soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate calcolata sulle sole azioni in proprietà o in gestione, nonché le entità da questi controllate anche congiuntamente ad altri;
  • b) le società nelle quali gli esponenti di Intesa Sanpaolo o i loro stretti familiari i) hanno cariche esecutive o di presidente dell'organo di amministrazione, ii) detengono una partecipazione qualificata uguale o superiore al 10% del capitale o dei diritti di voto di tale entità, o una posizione di influenza notevole;
  • c) le società con le quali il Gruppo presenta significativi legami partecipativi e finanziari in quanto riferibili ad almeno due dei seguenti indicatori:
    • o partecipazione della controparte al capitale di Intesa Sanpaolo con una quota compresa tra l'1% e la soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate;
    • o partecipazione da parte di entità del Gruppo Intesa Sanpaolo nella controparte superiore al 10% dei diritti di voto;
    • o esposizione significativa creditizia del Gruppo verso la controparte.

Tale soluzione consente di sviluppare uno standard più elevato di monitoraggio delle transazioni con le principali entità in potenziale rischio di conflitto di interessi.

Il Regolamento contempla le diverse cautele istruttorie che devono essere osservate dalle strutture della Capogruppo e dalle società controllate nella realizzazione di operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo, Soggetti Collegati di Gruppo e Soggetti rilevanti ex art. 136 TUB, al fine di soddisfare le esigenze di correttezza sostanziale delle transazioni, richiedendo, tra l'altro, un esame dettagliato delle motivazioni, degli interessi, degli effetti dal punto di vista patrimoniale, economico e finanziario e delle condizioni dell'operazione.

In coerenza con la regolamentazione adottata dalla Consob e dalla Banca d'Italia, è inoltre previsto un regime di esenzioni, integrali o parziali, dall'applicazione della disciplina.

Per quanto attiene ai profili deliberativi delle operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo e Soggetti Collegati di Gruppo, il procedimento viene differenziato per:

  • − operazioni di importo esiguo: di controvalore inferiore o pari a 250 mila euro per le persone fisiche ed 1 milione per i soggetti diversi dalle persone fisiche (escluse dall'applicazione della disciplina);
  • − operazioni di minore rilevanza: di controvalore superiore alle soglie di esiguità (250 mila euro per le persone fisiche ed 1 milione per i soggetti diversi dalle persone fisiche), ma inferiore o pari alle soglie di maggiore rilevanza di seguito indicate;
  • − operazioni di maggiore rilevanza: di controvalore superiore alla soglia del 5% degli indicatori definiti dalla Consob e dalla Banca d'Italia (circa 2,8 miliardi per il Gruppo Intesa Sanpaolo);
  • − operazioni di competenza assembleare, a norma di legge o di Statuto.

Nel processo finalizzato all'approvazione delle operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo e Soggetti Collegati di Gruppo, un ruolo qualificato è svolto dal Comitato per le operazioni con Parti Correlate, in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dal Codice di autodisciplina delle società quotate e dall'art. 148 del Testo Unico della Finanza. Il Comitato per le operazioni con Parti Correlate può avvalersi, ove ritenuto opportuno, di esperti indipendenti in relazione alla significatività, alle particolari caratteristiche economiche o strutturali dell'operazione o alla natura della parte correlata o soggetto collegato.

Per le operazioni di maggiore rilevanza le strutture devono coinvolgere il Comitato nelle fasi dell'istruttoria e delle trattative, attraverso l'invio di un flusso completo e tempestivo e con la facoltà del Comitato di richiedere ulteriori informazioni e formulare osservazioni.

Tutte le operazioni – che non siano esenti in base al Regolamento – realizzate dalla Capogruppo con una parte correlata o soggetto collegato sono riservate alla competenza deliberativa del Consiglio, previo parere del Comitato per le operazioni con Parti Correlate.

Il Regolamento prevede specifici presidi nel caso in cui sia deliberata un'operazione di minore o maggiore rilevanza, nonostante il parere negativo del Comitato per le operazioni con Parti Correlate.

Le operazioni realizzate dalle società controllate con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo e Soggetti Collegati di Gruppo devono essere deliberate dal Consiglio di Amministrazione delle stesse società interessate previo benestare della Capogruppo, che viene rilasciato secondo l'iter sopra descritto.

Il Regolamento definisce altresì i criteri generali per l'informativa da rendere, almeno trimestralmente, anche ai sensi dell'art. 150 del Testo Unico della Finanza, agli amministratori e all'organo di controllo in ordine alle operazioni con Parti Correlate e Soggetti Collegati perfezionate nel periodo di riferimento dalla Capogruppo o da società controllate, al fine di fornire un quadro completo dell'insieme delle operazioni più significative poste in essere, nonché dei volumi e delle principali caratteristiche di tutte quelle delegate. L'informativa deve riguardare tutte le operazioni, anche se esenti da procedura deliberativa, di controvalore superiore alle soglie di esiguità; sono escluse le operazioni di minore rilevanza di finanziamento e di raccolta bancaria infragruppo (sempre che non riguardino una società controllata con interessi significativi di altra parte correlata o soggetto collegato e presentino condizioni non di mercato o standard). Per le operazioni di minore rilevanza infragruppo ordinarie e a condizioni di mercato è, invece, prevista un'informativa di tipo aggregato su base annuale.

Le operazioni realizzate dalle banche italiane controllate con Parti Correlate e Soggetti Collegati di Gruppo, che non siano considerate esenti, fermo il benestare della Capogruppo, devono essere deliberate dal relativo Consiglio di Amministrazione, previo parere di un Comitato di Consiglieri indipendenti costituito all'interno del Consiglio di Amministrazione della Banca stessa. Sono, inoltre, previste regole specifiche di rendicontazione delle operazioni agli Organi della Banca.

Il Regolamento disciplina inoltre l'operatività con Soggetti Rilevanti ai sensi dell'art. 136 TUB, che deve essere applicato da tutte le Banche italiane del Gruppo Intesa Sanpaolo, ivi inclusa la Capogruppo. Tale norma richiede l'adozione di una procedura deliberativa aggravata (delibera unanime dell'organo amministrativo, con esclusione del voto dell'esponente interessato, e voto favorevole dei componenti l'organo di controllo) per consentire agli esponenti bancari di assumere, direttamente o indirettamente, obbligazioni con la banca nella quale gli stessi rivestono la carica di esponente.

Sono inoltre fatti salvi gli obblighi previsti dal Codice Civile (art. 2391) e dall'art. 53 TUB in materia di interessi degli amministratori.

In particolare, l'art. 2391 C.C. stabilisce che ciascun Consigliere dia notizia di ogni interesse detenuto, per conto proprio o di terzi, che possa rilevare nell'esercizio della funzione gestoria, con riferimento ad una determinata operazione. Ai sensi della predetta disposizione, sono di competenza del Consiglio le delibere relative a quelle operazioni, anche con Parti Correlate, nelle quali il Consigliere Delegato sia titolare di un interesse per conto proprio o di terzi ed osservi quindi l'obbligo di astensione dal compiere l'operazione, investendo della stessa l'organo collegiale ex art. 2391 C.C.

In aggiunta, l'art. 53 TUB prevede che gli amministratori delle banche debbano astenersi dalle deliberazioni in cui abbiano un conflitto di interessi per conto proprio o di terzi.

2. Informazioni sui saldi con parti correlate

I saldi creditori e debitori in essere al 31 dicembre 2022 nei conti consolidati nei confronti di parti correlate - diverse da quelle infragruppo consolidate integrali - risultano di ammontare complessivamente non rilevante rispetto alla dimensione patrimoniale del Gruppo. Parimenti non risulta rilevante l'incidenza dei proventi e oneri con parti correlate sul risultato di gestione consolidato.

31.12.2022
Importo
(milioni di euro)
Incidenza
(%)
Totale attività finanziarie (1) 6.997 0,8
Totale altre attività (2) 188 0,8
Totale passività finanziarie (3) 5.348 0,7
Totale altre passività (4) 882 0,8

(1) Include le voci 10, 20, 30, 35, 40, 45 e 70 dell'attivo di Stato patrimoniale.

(2) Include le voci 50, 60, 120 e 130 dell'attivo di Stato patrimoniale.

(3) Include le voci 10, 15, 20, 30 e 35 del passivo di Stato patrimoniale.

(4) Include le voci 40, 50, 70, 80, 90, 100 e 110 del passivo di Stato patrimoniale.

31.12.2022
Importo
(milioni di euro)
Incidenza
(%)
Totale interessi attivi 59 0,4
Totale interessi passivi -31 0,9
Totale commissioni attive 35 0,3
Totale commissioni passive -52 1,9
Totale costi di funzionamento (1) -194 1,7
(1) Include la voce 190 del conto economico.

Nei confronti di società collegate, nell'esercizio si registrano riprese di valore nette su finanziamenti pari a circa 4 milioni.

Si riportano di seguito i principali termini di riferimento dell'operatività con ciascuna categoria di controparte correlata, sulla base dei soggetti indicati nello IAS 24, al netto dell'operatività con entità consolidate integralmente, con la categoria degli Azionisti rilevanti di Intesa Sanpaolo e relativi gruppi societari (entità controllate anche congiuntamente ad altri, controllanti o sottoposte a comune controllo) che abbiano una partecipazione al capitale con diritto di voto della Banca superiore alla soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate calcolata sulle sole azioni in proprietà o in gestione, nonché con gli ulteriori soggetti inclusi nel perimetro definito in via di autoregolamentazione.

Nella tabella che segue non viene invece rappresentata l'incidenza delle operazioni con parti correlate sui flussi finanziari del Gruppo, in quanto non significativa.

Per maggiore chiarezza e coerentemente con le segnalazioni inviate alle Autorità di Vigilanza, si precisa che le poste fuori bilancio sono state dettagliate su due righe distinte, raggruppando da un lato le garanzie/impegni rilasciati e dall'altro le garanzie/impegni ricevuti. Nella prima categoria sono stati inclusi anche gli impegni revocabili rilasciati il cui importo complessivo è pari a 1 miliardo.

Entità
controllate
non
consolidate
integralmente
Entità
sottoposte
a controllo
congiunto
e relative
controllate
Entità
collegate
e relative
controllate
Esponenti,
Key
Manager e
soggetti ad
essi
riconducibili
Fondi
Pensione
TOTALE Azionisti
(*)
Società con
le quali il
Gruppo
presenta
significativi
legami
partecipativi
e finanziari
(**)
(milioni di euro)
Altre società
riconducibili
agli
Esponenti
(***)
Cassa e disponibilità liquide - - - - - - - 483 -
Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto a conto economico
- - 229 - - 229 - 2.571 -
a) Attività finanziarie detenute per la
negoziazione
- - - - - - - 2.526 -
b) attività finanziarie designate al fair value - - - - - - - - -
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente
valutate al fair value
- - 229 - - 229 - 45 -
Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
- - - - - - 19 - -
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese
di assicurazione valutate al fair value ai sensi
dello IAS 39
- - - - - - 2 15 -
Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
- 342 328 19 - 689 47 927 2
a) Crediti verso banche - - 5 - - 5 - 741 -
b) Crediti verso clientela - 342 323 19 - 684 47 186 2
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese
di assicurazione valutate al costo ammortizzato
ai sensi dello IAS 39
- - - - - - - - -
Altre attività 20 - 42 - - 62 - 126 -
Partecipazioni 49 133 1.831 - - 2.013 - - -
Passività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
17 257 663 28 198 1.163 171 2.908 5
a) debiti verso banche - - 2 - - 2 - 2.719 -
b) debiti verso la clientela 17 257 661 28 198 1.161 171 189 5
Passività finanziarie di pertinenza delle
imprese di assicurazione valutate al costo
ammortizzato ai sensi dello IAS 39
- - - - - - - - -
Passività finanziarie di negoziazione - - 9 - - 9 - 1.092 -
Passività finanziarie designate al fair value - - - - - - - - -
Passività finanziarie di pertinenza delle
imprese di assicurazione valutate al fair value
ai sensi dello IAS 39
- - - - - - - - -
Altre passività 3 - 24 22 517 566 13 303 -
Garanzie e impegni rilasciati 37 379 206 7 1 630 15 1.091 -
Garanzie e impegni ricevuti - 10 9 7 - 26 1 10 -

(*) In via di autoregolamentazione, azionisti e relativi gruppi societari che detengono una partecipazione al capitale superiore alla soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate calcolata sulle sole azioni in proprietà o in gestione, nonché le entità da questi controllate congiuntamente.

(**) In via di autoregolamentazione, società che presentano almeno due dei seguenti indicatori: i) partecipazione della controparte al capitale di Intesa Sanpaolo con una quota compresa tra l'1% e la soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate; ii) partecipazione da parte di entità del Gruppo ISP nella controparte superiore al 10% dei diritti di voto; iii) esposizione significativa creditizia del Gruppo verso la controparte. Gli importi riportati si riferiscono in larga misura alle società del Gruppo JP Morgan.

(***) In via di autoregolamentazione, società nelle quali gli esponenti di Intesa Sanpaolo o i loro stretti familiari i) hanno cariche esecutive o di presidente dell'organo di amministrazione; ii) detengono una partecipazione qualificata uguale o superiore al 10% del capitale o dei diritti di voto di tale entità, o sulla quale tali persone possono esercitare un'influenza notevole.

La voce Partecipazioni non include la controllata Obviam AG essendo stata incorporata da Asteria con efficacia contabile 31 dicembre 2022 (in precedenza era consolidata al Patrimonio netto)

Per completezza si segnala che le entità collegate maggiormente significative incluse nel perimetro delle parti correlate, secondo quanto previsto dalla formulazione dello IAS 24 in vigore, sono Intrum Italy S.p.A., Penghua Fund Management Co. Ltd, RSCT Fund - Comparto Crediti, Back2Bonis, FI.NAV. Comparto A - Crediti, Equiter S.p.A., Cassa di Risparmio di Fermo S.p.A., Camfin S.p.A., Neva First - FCC, Bancomat S.p.A., Alpian S.A., 1875 Finance Holding AG, Digit'ed Holding S.p.A., Warrant Hub S.p.A. Tra le principali entità sottoposte a controllo congiunto (joint venture) si segnalano: Mir Capital Sca Sicar, PBZ Croatia Osiguranje Public Limited Company for Compulsory Pension Fund Management e Mooney Group S.p.A.

3. Informazioni sulle operazioni con parti correlate

Si rappresenta che le operazioni con parti correlate infragruppo, consolidate integrali, non sono incluse nel presente documento in quanto elise a livello consolidato.

Per quanto concerne le operazioni di Intesa Sanpaolo S.p.A. si rinvia a quanto esposto nella Parte H del Bilancio individuale.

Operazioni di maggiore rilevanza

Nel corso dell'esercizio non sono state effettuate dal Gruppo Intesa Sanpaolo operazioni qualificabili come di "maggiore rilevanza" non ordinarie e non a condizioni di mercato o standard soggette – in applicazione del Regolamento di Gruppo per la gestione delle Operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo S.p.A., Soggetti Collegati del Gruppo e Soggetti Rilevanti ex art. 136 TUB – all'obbligo di pubblicazione di un documento informativo al mercato.

Si ricorda che le operazioni di maggiore rilevanza nell'esercizio sono quelle che superano la soglia del 5% dei Fondi Propri a livello consolidato (circa 2,8 miliardi) o degli altri indicatori definiti dalla normativa Consob.

Altre operazioni significative

Le operazioni realizzate dal Gruppo Intesa Sanpaolo con parti correlate generalmente rientrano nell'ambito dell'ordinaria operatività del Gruppo e sono di norma poste in essere a condizioni di mercato e comunque sulla base di valutazioni di reciproca convenienza economica, nel rispetto delle procedure interne sopra richiamate.

Si segnalano di seguito le principali operazioni "di minore rilevanza" perfezionate nell'esercizio da società del Gruppo Intesa Sanpaolo con controparti correlate.

I rapporti tra il Gruppo Intesa Sanpaolo e gli esponenti aziendali, i key manager, i relativi stretti familiari e i soggetti da questi partecipati in misura rilevante, sono riconducibili alla normale operatività del Gruppo e sono posti in essere applicando, ove ne ricorrano i presupposti, le convenzioni riservate a tutto il personale dipendente con pieno rispetto e trasparenza delle condizioni praticate.

Per quanto riguarda le operazioni con entità controllate congiuntamente o collegate, nonché con le società partecipate rilevanti in ragione della presenza di significativi legami partecipativi e finanziari, si segnalano:

  • − la vendita da parte di Banca 5 S.p.A. per circa 23 milioni a Mooney Group S.p.A. delle azioni ordinarie della IMEL Mooney S.p.A. ad esito del conferimento di un proprio ramo d'azienda nella IMEL Mooney S.p.A. e la successiva sottoscrizione, con Mooney Group S.p.A., di un accordo commerciale;
  • − la ricapitalizzazione di 10 milioni da parte di Banca 5 S.p.A. a favore di Mooney Group S.p.A., nonché la revisione delle condizioni applicate agli strumenti finanziari in essere per un controvalore di circa 262 milioni;
  • − la stipula di un contratto di fornitura di servizi tra Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. e Alpian S.A. volto a regolare le condizioni per lo sviluppo e l'utilizzo del software in via esclusiva in Italia e Lussemburgo. Il contratto è stato stipulato in data 12 maggio 2022, con efficacia fino al 2028 e per un controvalore massimo di 5 milioni. Tale contratto è stato formalizzato successivamente alla sottoscrizione di una partecipazione diretta di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. nella società pari al 14,9% che ha determinato una posizione di influenza notevole del Gruppo Intesa Sanpaolo sulla società Alpian S.A., tenuto conto della presenza nel capitale anche di Reyl & CIE S.A. con il 12,8%.

Da ultimo si segnalano gli affidamenti e le proroghe delle linee a favore di VUB Generali Dochodkova Spravcocska Spolocnost A.S.

Altre informazioni rilevanti

Con riferimento alle società valutate al patrimonio netto, sono state registrate rettifiche di valore delle partecipazioni detenute in Intrum Italy S.p.A., Mir Capital S.C.A. Sicar, Misr Alexandria For Financial Investments Mutual Fund Co. in liquidazione, Backtowork24 S.r.l., Gilda S.r.l. e Marketwall S.r.l.

B) INFORMAZIONI SUI COMPENSI CORRISPOSTI AI COMPONENTI DEGLI ORGANI DI AMMINISTRAZIONE E DI CONTROLLO E AI DIRIGENTI CON RESPONSABILITÀ STRATEGICHE

La tabella che segue riporta l'ammontare dei compensi corrisposti nel 2022 ai componenti degli Organi di Amministrazione e Controllo e ai Direttori Generali delle società controllate, nonché i compensi relativi agli altri dirigenti con responsabilità strategiche della Capogruppo che rientrano nella nozione di "parte correlata", inclusi gli importi massimi relativi alla parte variabile della retribuzione che saranno corrisposti in denaro e/o in azioni della Capogruppo, in base alle politiche di retribuzione e di incentivazione del Gruppo, subordinatamente alla verifica del conseguimento dei target assegnati e alle determinazioni dei competenti Organi di Capogruppo.

(milioni di euro)
ORGANI DI
AMMINISTRAZIONE/
ORGANI DI
CONTROLLO(1)
ALTRI MANAGERS (2) TOTALE al 31.12.2022
Importo
di
competenza
Importo
corrisposto
Importo
di
competenza
Importo
corrisposto
Importo
di
competenza
Importo
corrisposto
Benefici a breve termine (3) 18 13 63 51 81 64
Benefici successivi al rapporto di lavoro (4) - - 5 5 5 5
Altri benefici a lungo termine (5) 1 1 12 1 13 2
Indennità per la cessazione del
rapporto di lavoro (6)
- - - - - -
Pagamenti in azioni (7) - - 25 - 25 -
Totale 19 14 105 57 124 71

(1) Cifre riferite a 448 cariche. In tabella non sono ricompresi circa 2,1 milioni riferiti a 82 cariche nei Consigli di Amministrazione (o organi assimilati) in quanto riversati interamente ad altre Società del Gruppo.

(2) Cifre riferite a 99 posizioni. In tabella non sono ricompresi circa 5,1 milioni riferiti a 13 cariche di Direttori Generali (o figure assimilate) in quanto riversati interamente ad altre Società del Gruppo.

(3) Include anche i compensi fissi e variabili degli Amministratori in quanto assimilabili al costo del lavoro e gli oneri sociali a carico dell'azienda per i dipendenti.

(4) Include la contribuzione aziendale ai fondi pensione e l'accantonamento al TFR nelle misure previste dalla legge e dai regolamenti aziendali.

(5) Include una stima degli accantonamenti per i premi di anzianità dei dipendenti.

(6) Include le indennità contrattualmente dovute per la cessazione del rapporto di lavoro.

(7) Include la quota della parte variabile della retribuzione a breve/lungo termine da corrispondere in azioni di Intesa Sanpaolo / tramite il Piano POP e PSP.

Dettagliate informazioni in merito alle politiche di remunerazione, ai sensi dell'art. 123-ter del Testo Unico della Finanza, vengono annualmente pubblicate nell'ambito della specifica "Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti", nella quale vengono indicati:

  • − il dettaglio analitico dei compensi corrisposti ai componenti degli organi di Amministrazione e di Controllo, ai Direttori Generali e, in forma aggregata, agli altri Dirigenti con Responsabilità Strategiche;
  • − i dettagli e l'evoluzione dei piani di Stock-option assegnate ai componenti dell'Organo di Amministrazione, ai Direttori Generali e agli altri Dirigenti con Responsabilità Strategiche;
  • − i dettagli e l'evoluzione dei piani di incentivazione basati su strumenti finanziari, diversi dalle Stock-option, a favore del Consigliere Delegato e CEO e degli altri Dirigenti con Responsabilità Strategiche;
  • − i dettagli dei piani di incentivazione monetari a favore del Consigliere Delegato e CEO e degli altri Dirigenti con Responsabilità Strategiche;
  • − le azioni della Capogruppo e delle società controllate detenute dai componenti degli Organi di amministrazione e controllo e dai Dirigenti con responsabilità strategiche nonché dagli altri soggetti collegati.

Parte I Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Descrizione degli accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

Piano di incentivazione annuale basato su strumenti finanziari

Le Disposizioni di Vigilanza in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari emanate il 30 marzo 2011 (ora integrate nella Circolare 285 della Banca d'Italia), hanno prescritto, tra l'altro, che parte dei premi annuali erogati ai cosiddetti "Risk Taker" venga attribuita mediante l'assegnazione di strumenti finanziari, in un orizzonte di tempo pluriennale. Conseguentemente, il Gruppo Intesa Sanpaolo prevede piani di incentivazione annuali collegati alle performance in ottemperanza ai quali:

  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2017 e in attuazione della delibera assembleare del 27 aprile 2018, il 12 settembre 2018, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite Banca IMI118, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 12.686.321 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,07% circa del capitale sociale ordinario) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 2,291 euro, per un controvalore totale di 29.061.008 euro;
  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2018 e in attuazione della delibera assembleare del 30 aprile 2019, il 17 e 18 settembre 2019, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite Banca IMI119, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 17.137.954 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,10% circa del capitale sociale ordinario) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 2,129 euro, per un controvalore totale di 36.481.543 euro. Il programma di acquisto è altresì al servizio dell'eventuale corresponsione di compensi riconosciuti a Risk Taker in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance), come previsto dalle Disposizioni di Vigilanza;
  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2019 e in attuazione della delibera assembleare del 27 aprile 2020, il 16, 17 e 18 novembre 2020, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite la propria Divisione IMI Corporate & Investment Banking, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 25.400.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,13% circa del capitale sociale della Capogruppo) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,852 euro, per un controvalore totale di 47.046.279 euro. Il programma di acquisto è altresì al servizio del Piano di Incentivazione 2018- 2021 destinato ai Consulenti Finanziari delle Reti Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking e Sanpaolo Invest nonché dell'eventuale corresponsione di compensi riconosciuti a Risk Taker in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance), come previsto dalle Disposizioni di Vigilanza;
  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2020 e in attuazione della delibera assembleare del 28 aprile 2021, il 13 e 14 settembre 2021, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite la propria Divisione IMI Corporate & Investment Banking, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 20.000.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,10% circa del capitale sociale della Capogruppo) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 2,391 euro, per un controvalore totale di 47.822.401 euro. Il programma di acquisto è altresì al servizio del sistema di incentivazione dell'ex Gruppo UBI Banca basato su azioni relativo all'esercizio 2020 destinato ai Risk Taker, delle residue quote in azioni rinvenienti da sistemi incentivanti dell'ex Gruppo UBI Banca per esercizi precedenti nonché dell'eventuale corresponsione di compensi riconosciuti in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance), come previsto dalle Disposizioni di Vigilanza;
  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2021 e in attuazione della delibera assembleare del 29 aprile 2022, dal 12 al 14 settembre 2022, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite la propria Divisione IMI Corporate & Investment Banking, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 46.216.652 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,24% circa del capitale sociale della Capogruppo120) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,8932 euro, per un controvalore totale di 87.496.321,48 euro. Il programma di acquisto è altresì a servizio del sistema di incentivazione del Gruppo Privredna Banka Zagreb (PBZ) basato su azioni relativo all'esercizio 2021 e delle residue quote in strumenti finanziari rinvenienti da piani precedenti, dei Piani di Incentivazione a Lungo Termine destinati ai Consulenti Finanziari delle Reti del Gruppo Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking nonché dell'eventuale corresponsione di compensi riconosciuti in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance).

Le Assemblee di cui sopra hanno, altresì, autorizzato l'alienazione sul mercato regolamentato delle azioni eventualmente eccedenti l'effettivo fabbisogno, ovvero la loro conservazione a servizio di eventuali futuri piani di incentivazione.

Le suddette azioni saranno attribuite ai beneficiari nel rispetto delle norme attuative contenute nei sistemi di incentivazione che richiedono, di norma, la permanenza in servizio dei beneficiari sino al momento dell'effettiva consegna dei titoli agli stessi

118 Incorporata in Intesa Sanpaolo il 20 luglio 2020.

119 Incorporata in Intesa Sanpaolo il 20 luglio 2020.

120 Considerando, in relazione al rispetto della delibera autorizzativa dell'Assemblea di Intesa Sanpaolo del 29 aprile 2022, le 19.430.463.305 azioni ordinarie prive del valore nominale in cui era suddiviso il capitale sociale pari a 10.084.445.147,92 euro ante aumento del capitale sociale eseguito in data 30 giugno 2022 nel contesto del Piano di Incentivazione a Lungo Termine LECOIP 3.0 2022-2025 basato su strumenti finanziari (a 10.368.870.930,08 euro suddiviso in 19.977.435.963 azioni) e successivo annullamento delle azioni proprie acquistate in esecuzione del programma di buyback comunicato al mercato il 24 giugno 2022 e avviato il 4 luglio 2022 (il capitale sociale si è modificato nella sua composizione, per la riduzione del numero di azioni che lo costituiscono, ma non nel suo ammontare, rimasto pari a 10.368.870.930,08 euro). Le azioni acquistate erano pari a circa lo 0,24% del capitale sociale considerando le 19.267.277.397 azioni che lo costituivano al momento dell'acquisto.

e sottopongono ciascuna quota differita dell'incentivo (sia essa erogata in forma cash, sia mediante strumenti finanziari) a un meccanismo di correzione ex post – cosiddetta "malus condition" – secondo il quale il relativo importo riconosciuto e il numero delle eventuali azioni attribuite potranno essere decurtati in relazione al grado di conseguimento, nell'esercizio a cui la quota differita fa riferimento, di specifici obiettivi economico-patrimoniali che misurano la sostenibilità nel tempo dei risultati conseguiti.

Piani di incentivazione a lungo termine 2018-2021: Piano POP e Piano LECOIP 2.0

In concomitanza con il lancio del Piano d'Impresa 2018-2021 sono stati avviati due piani d'incentivazione a lungo termine destinati a differenti cluster di popolazione:

  • − Piano POP (Performance-based Option Plan) destinato al Top Management, ai Risk Taker e ai Manager Strategici che si conclude nel mese di Marzo 2023;
  • − Piano LECOIP 2.0 destinato ai Manager e al restante personale conclusosi nel mese di Marzo 2022.

Con riferimento alla popolazione Top Management, Risk Taker e Manager Strategici, che ha un impatto diretto sui risultati del Gruppo, è stato adottato uno strumento esplicitamente connesso al raggiungimento degli obiettivi del Piano d'Impresa e con un profilo di rischio/rendimento adeguato al ruolo ricoperto e ai livelli di ambizione e sfida del Business Plan.

Il Piano POP è basato su strumenti finanziari collegati alle azioni ("Call Option") e sottoposti al raggiungimento di condizioni di performance chiave del Piano d'Impresa nonché subordinati a condizioni di attivazione e di accesso individuale (c.d. compliance breach).

L'intero ammontare maturato sarà liquidato in azioni e in un orizzonte temporale di 3/5 anni, in funzione del cluster di appartenenza del beneficiario, previa verifica delle condizioni di malus, definite in modo speculare alle condizioni di attivazione, negli anni in cui queste siano previste.

Inoltre, a giugno 2018 il Gruppo ha firmato con J.P. Morgan un accordo di accollo liberatorio, con cui ha trasferito a J.P. Morgan l'obbligo di consegna ai dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo delle eventuali azioni ordinarie che saranno dovute alla scadenza delle Opzioni POP e, conseguentemente, alla controparte stessa l'assunzione di tutti i rischi di volatilità del Piano.

Con riferimento ai Manager e al restante personale, in sostanziale continuità con il LECOIP 2014-2017, è stato invece introdotto un piano di retention 2018 – 2021 LECOIP 2.0.

Il piano LECOIP 2.0, finalizzato a favorire la condivisione a tutti i livelli dell'organizzazione del valore creato nel tempo a seguito del raggiungimento degli obiettivi del Piano d'Impresa e a promuovere l'identificazione e lo spirito di appartenenza al Gruppo, è assegnato in Certificates emessi da JP Morgan, ovvero strumenti finanziari basati su azioni. In particolare, il Piano LECOIP 2.0 prevede:

  • − l'assegnazione gratuita al dipendente di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento gratuito di capitale ("Free Shares");
  • − l'assegnazione gratuita al dipendente di ulteriori azioni ordinarie Intesa Sanpaolo, di nuova emissione a fronte del medesimo aumento gratuito di capitale ("Matching Shares"), e la sottoscrizione, da parte del dipendente, di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale a pagamento riservato ai dipendenti, con emissione di azioni a un prezzo scontato rispetto al valore di mercato ("Azioni Scontate").

I Certificates sono suddivisi in due categorie e hanno caratteristiche diverse a seconda che siano destinati ai dipendenti "Professional" oppure "Manager" del perimetro italiano del Gruppo. I Certificates riflettono i termini di alcune opzioni aventi come sottostante azioni ordinarie Intesa Sanpaolo e consentono al dipendente di ricevere alla scadenza, salvo il verificarsi di determinati eventi, un ammontare per cassa (o in azioni ordinarie Intesa Sanpaolo) pari al valore di mercato originario delle Free Shares e delle Matching Shares per i dipendenti "Professional" e al 75% dello stesso per i dipendenti "Manager", più l'eventuale apprezzamento, rispetto al valore di mercato originario, connesso all'ammontare di Free Shares, Matching Shares e Azioni Scontate.

I Piani POP e LECOIP 2.0 sono stati sottoposti all'approvazione dell'Assemblea ordinaria dei soci del 27 aprile 2018.

Con particolare riferimento al Piano LECOIP 2.0, la parte straordinaria della stessa Assemblea ha deliberato in merito al conferimento di una delega al Consiglio di Amministrazione ad aumentare il capitale sociale ai sensi dell'art. 2443 del codice civile, funzionale all'attuazione del Piano LECOIP 2.0. Tali aumenti di capitale sono stati eseguiti in data 11 luglio 2018 contestualmente all'avvio dei Piani di incentivazione a lungo termine 2018-2021.

Relativamente al Piano POP, si evidenzia che – a fronte dell'insorgere di eventi esogeni di natura straordinaria (in particolare, la ridotta distribuzione dei dividendi del settore bancario europeo nel contesto della pandemia da COVID-19), e con l'obiettivo di neutralizzarne gli effetti tecnici sui meccanismi di funzionamento del Piano che, nei fatti, ne compromettevano la valenza incentivante, ossia la possibilità che il Piano POP possa essere realisticamente in the money a fronte del recupero del valore del titolo Intesa Sanpaolo e della ripresa della regolare distribuzione dei dividendi – l'Assemblea ordinaria del 28 aprile 2021 ha approvato talune modifiche.

In particolare, le modifiche previste hanno riguardato il meccanismo di correzione dello strike price in funzione dell'ammontare di dividendi effettivamente distribuiti in ciascun anno di piano rispetto alle attese di consensus e il posticipo del c.d. Averaging Period (i.e. periodo di osservazione durante il quale si forma la media del prezzo dell'azione ISP da confrontarsi con lo strike price), originariamente fissato nell'intervallo temporale 11 marzo 2021 – 11 marzo 2022, di un anno con conseguente posticipazione di un anno anche della data di esercizio delle opzioni POP.

Entrambi i piani di incentivazione a lungo termine in oggetto (POP e LECOIP 2.0) rientrano nel perimetro di applicazione dell'IFRS 2 e sono qualificabili come operazioni con pagamento basato su azioni regolate con strumenti rappresentativi di capitale (c.d. piani "equity-settled").

Con riferimento al Piano POP, alla data di assegnazione è stato definito il fair value degli strumenti rappresentativi di capitale oggetto del piano (rappresentato dal fair value delle opzioni rettificato per il vincolo di disponibilità cui saranno soggette le azioni a seguito dell'esercizio delle opzioni) e successivamente aggiornato a seguito delle modifiche del Piano. Il Piano prevede la presenza di condizioni di servizio e di performance non di mercato (le condizioni di attivazione e le performance conditions), di cui è stato tenuto conto al fine di determinare il numero di azioni per la valorizzazione del costo del piano. Tali stime sono oggetto di revisione nel corso del vesting period e fino alla scadenza. Il costo del piano, così definito, è imputato a conto economico (come costo del lavoro) pro rata temporis lungo il periodo di maturazione del beneficio, in contropartita ad una specifica riserva di Patrimonio Netto. Analoga rappresentazione contabile ai sensi dell'IFRS 2 è applicata alle modifiche al Piano. In particolare, il costo del piano originario continua ad essere rilevato lungo il vesting period iniziale (ovvero fino all'11 marzo 2022), mentre il costo aggiuntivo relativo alla modifica del piano è rilevato lungo il nuovo vesting period, ovvero fino al 10 marzo 2023. Il posticipo di un anno del periodo di osservazione, con conseguente allungamento del periodo di permanenza in servizio, si configura infatti come un incremento del vesting period.

Al verificarsi degli eventi che comportano per i dipendenti la perdita del diritto ai benefici del Piano POP (performance condition, condizioni di attivazione e venir meno della permanenza in servizio) Intesa Sanpaolo iscrive in bilancio un'attività finanziaria in contropartita al Patrimonio Netto. Nelle valutazioni successive le variazioni di fair value sono rilevate a conto economico. Per quanto concerne il diritto di accollo – essendo nella sostanza configurabile come la modalità operativa adottata dal Gruppo per adempiere all'obbligazione di delivery fisica delle azioni rinveniente dal Piano – la rappresentazione contabile è quella di uno strumento di capitale movimentando in contropartita il Patrimonio Netto. Si precisa, inoltre, che la modifica al Piano POP ha comportato anche la conseguente modifica dell'accollo liberatorio già stipulato tra la Banca, i beneficiari e il partner finanziario, in forza del quale quest'ultima si è accollata l'obbligo di consegna ai Beneficiari delle azioni ISP sottostanti alle Opzioni POP.

Per quanto riguarda il Piano LECOIP 2.0, alla data di assegnazione è stato calcolato il fair value degli strumenti rappresentativi di capitale oggetto del piano (equivalente alla somma del fair value delle azioni assegnate gratuitamente e dal fair value dello sconto per le azioni a pagamento) e non più modificato. Il Piano prevede la presenza di condizioni di servizio e di performance non di mercato (i trigger events), di cui è stato tenuto conto al fine di determinare il numero di azioni per la valorizzazione del costo del piano. Le stime sono state oggetto di revisione nel corso del vesting period e fino alla scadenza. Il costo del piano, così definito, è stato imputato a conto economico (come costo del lavoro) pro rata temporis lungo il periodo di maturazione del beneficio, in contropartita ad una specifica riserva di Patrimonio Netto.

Al verificarsi degli eventi che comportano per i dipendenti la perdita del diritto ai benefici dei LECOIP 2.0 Certificates (trigger events e venir meno della permanenza in servizio) Intesa Sanpaolo ha iscritto in bilancio un'attività finanziaria (il credito ceduto rappresentativo dei Certificate) in contropartita al Patrimonio Netto. In particolare, i Certificates iscritti nel bilancio del Gruppo, sono stati classificati, in ossequio alla previsioni del principio contabile IFRS 9, alla voce 20.c) "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value". Contestualmente, qualora vi sia stata la necessità di adeguare la stima precedentemente effettuata, è stato modificato il costo del Piano a fronte di un adeguamento del Patrimonio Netto.

Piani di incentivazione a lungo termine 2022-2025: Piano Performance Share e Piano LECOIP 3.0

In concomitanza con il lancio del Piano d'Impresa 2022-2025 sono stati avviati due nuovi piani d'incentivazione a lungo termine destinati a differenti cluster di popolazione:

  • − Piano Performance Share (PSP) destinato al Management del Gruppo, ivi inclusi il Consigliere Delegato e CEO, i restanti Risk Taker Apicali di Gruppo e gli altri Risk Taker di Gruppo (perimetro Italia ed estero);
  • − Piano LECOIP 3.0 destinato a tutti i Professional del perimetro italiano del Gruppo.

Con riferimento al Management, Intesa Sanpaolo ha ritenuto di adottare un Piano esplicitamente connesso al raggiungimento degli obiettivi del Piano d'Impresa, che abbia un profilo di rischio/rendimento adeguato al ruolo ricoperto e ai livelli di ambizione e sfida dello stesso e che preveda l'adozione delle Performance Share quale strumento finanziario.

Nel dettaglio, il Piano Performance Share prevede l'assegnazione di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione a fronte di un aumento di capitale gratuito, sottoposte al raggiungimento di condizioni di performance chiave del Piano d'Impresa, soggette all'applicazione di demoltiplicatori basati su target di sostenibilità nonché subordinate a condizioni di attivazione e di accesso individuale (c.d. compliance breach).

Le azioni eventualmente maturate saranno corrisposte in un orizzonte temporale di 4/5 anni secondo schemi di payout definiti in funzione del cluster di appartenenza del beneficiario, dell'ammontare della remunerazione variabile complessiva e della sua incidenza rispetto alla remunerazione fissa. Le quote differite sono inoltre soggette alla verifica delle condizioni di malus, definite in modo speculare alle condizioni di attivazione.

Con riferimento ai Professional, in sostanziale continuità con il Piano LECOIP 2.0, è stato strutturato un piano di retention denominato "LECOIP 3.0" con lo scopo di proseguire nell'opera di rafforzamento dell'identificazione e dello spirito di appartenenza del personale, in coerenza con la cultura organizzativa inclusiva del Gruppo.

  • Il Piano LECOIP 3.0 è assegnato in Certificates emessi da JP Morgan, ovvero strumenti finanziari basati su azioni, e prevede: − l'attribuzione di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento gratuito di capitale (Free Share) per un ammontare pari all'anticipo sul Premio Variabile di Risultato maturato per l'anno 2022 (ferma restando la facoltà per il dipendente di richiedere che tale anticipo gli venga corrisposto per cassa e quindi non aderire al LECOIP 3.0);
  • − l'assegnazione gratuita di ulteriori azioni a fronte del medesimo aumento gratuito di capitale (Matching Share) in funzione del ruolo ricoperto e della seniority e la sottoscrizione, in determinate proporzioni rispetto alle azioni gratuite ricevute, di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale a pagamento riservato ai dipendenti, a un prezzo di emissione scontato rispetto al valore di mercato (Azioni Scontate).

I Certificates riflettono i termini di alcune opzioni aventi come sottostante azioni ordinarie Intesa Sanpaolo e consentono al dipendente di ricevere alla scadenza, salvo il verificarsi di determinati eventi, un ammontare in contanti (o in azioni ordinarie Intesa Sanpaolo) pari al valore di mercato originario delle Free Shares e delle Matching Shares, più l'eventuale apprezzamento, rispetto al valore di mercato originario, connesso all'ammontare di Free Shares, Matching Shares e Azioni Scontate.

In casi residuali, l'ammontare sarà liquidato secondo specifici schemi di incasso che prevedono il differimento e il riconoscimento di parte del premio in strumenti finanziari. Tali schemi sono differenziati in funzione del cluster di popolazione di appartenenza alla maturazione del premio nonché dell'ammontare della remunerazione variabile complessiva e della sua incidenza rispetto alla remunerazione fissa.

I Piani Performance Share Plan e LECOIP 3.0 sono stati sottoposti all'approvazione dell'Assemblea ordinaria dei soci del 29 aprile 2022.

La parte straordinaria della stessa Assemblea ha deliberato in merito al conferimento di una delega al Consiglio di Amministrazione ad aumentare il capitale sociale ai sensi dell'art. 2443 del codice civile, funzionale all'attuazione dei Piani. Il 21 giugno 2022 il Consiglio di Amministrazione di ISP ha esercitato la delega conferitagli dall'Assemblea per gli aumenti di capitale a favore dei dipendenti del Gruppo funzionali all'attuazione del Piano LECOIP 3.0 2022-2025.

Entrambi i piani di incentivazione a lungo termine in oggetto (Piano Performance Share e LECOIP 3.0) rientrano nel perimetro di applicazione dell'IFRS 2 e sono qualificabili come operazioni con pagamento basato su azioni regolate con strumenti rappresentativi di capitale (c.d. piani "equity-settled").

Con riferimento al Piano Performance Share, alla data di assegnazione viene calcolato il fair value degli strumenti rappresentativi di capitale oggetto del Piano. Il Piano prevede la presenza di condizioni di servizio e di performance delle quali occorre tener conto al fine di determinare il numero di azioni per la valorizzazione del costo del Piano. Tali stime saranno oggetto di revisione nel corso dell'Accrual Period e fino alla scadenza. Ulteriormente, nella determinazione del fair value del Piano, occorre tener conto della presenza di condizioni di performance di "mercato".

Il costo del Piano, così definito, è imputato a conto economico (come costo del lavoro) pro rata temporis lungo l'Accrual Period del beneficio, in contropartita ad una specifica riserva di Patrimonio Netto. Al verificarsi degli eventi che comportano per i dipendenti la perdita del diritto ai benefici del Piano (obiettivi di performance, condizioni di attivazione e venir meno della permanenza in servizio), qualora vi sia necessità di adeguare la stima precedentemente effettuata, ISP modifica il costo del Piano a fronte di un adeguamento del Patrimonio Netto.

Per quanto riguarda il Piano LECOIP 3.0, alla data di assegnazione viene calcolato il fair value degli strumenti rappresentativi di capitale oggetto del Piano (equivalente alla somma del fair value delle azioni assegnate gratuitamente e dal fair value dello sconto per le azioni a pagamento) e non più modificato.

Il Piano prevede la presenza di condizioni di servizio e di performance non di mercato (i trigger event), di cui occorre tener conto al fine di determinare il numero di azioni per la valorizzazione del costo del Piano. Tali stime saranno oggetto di revisione nel corso del vesting period e fino alla scadenza. Il costo del Piano, così definito, è imputato a conto economico (come costo del lavoro) pro rata temporis lungo il periodo di maturazione del beneficio, in contropartita ad una specifica riserva di Patrimonio Netto.

Al verificarsi degli eventi che comportano per i dipendenti la perdita del diritto ai benefici del LECOIP 3.0. Certificate (trigger events e venir meno della permanenza in servizio) Intesa Sanpaolo iscrive in bilancio un'attività finanziaria (il credito ceduto rappresentativo dei Certificate) in contropartita al Patrimonio Netto. In particolare, i Certificate iscritti nel bilancio del Gruppo sono classificati, in ossequio alle previsioni del principio contabile IFRS 9, alla voce 20.c) "Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value". Contestualmente, qualora vi sia necessità di adeguare la stima precedentemente effettuata, viene modificato il costo del Piano a fronte di un adeguamento del Patrimonio Netto.

B. INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Evoluzione dei piani di incentivazione annuali basati su strumenti finanziari nel 2022

Numero
di
azioni
Prezzo medio
di esercizio
(euro)
Vita Residua
Strumenti finanziari esistenti al 31 dicembre 2021 22.529.826 - 2022/2026
Strumenti finanziari assegnati nel corso dell'esercizio (a) 29.523.155 - 2022/2027
Strumenti finanziari non più attribuibili (b) 154.176 -
Strumenti finanziari vested nel corso dell'esercizio e attribuiti 24.615.984 -
Strumenti finanziari esistenti al 31 dicembre 2022 27.282.821 - 2023/2027
di cui: vested ed attribuiti al 31 dicembre 2022 - - -

(a) Comprensivi delle azioni rivenienti da Operazioni Societarie.

(b) Azioni non più consegnabili ai beneficiari a seguito del venir meno del relativo rapporto di lavoro e/o per effetto dell'applicazione delle c.d. malus condition.

In aggiunta alle azioni sopra indicate, in conformità con le Disposizioni di Banca d'Italia in tema di remunerazioni e con le Politiche di Remunerazione e Incentivazione di Gruppo, nel corso dell'anno 2022 sono state assegnate 512.540 azioni con riferimento ai compensi riconosciuti in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance). Tali azioni, attribuite in un orizzonte di tempo pluriennale, hanno una vita residua compresa tra novembre 2022 e ottobre 2026.

Dettaglio per vita residua

Vita residua (a) Numero
di
azioni
2023 6.046.025
2024 9.834.313
2025 5.920.481
2026 3.845.713
2027 1.636.289

(a) Fine retention period

Evoluzione degli strumenti a lungo termine basati su azioni: POP, LECOIP 2.0, Performance Share Plan (PSP) e LECOIP 3.0

PERFORMANCE-BASED OPTION PLAN (POP)
Opzioni POP a
luglio 2018 (a)
Opzioni POP al 31.12.2021 Opzioni POP al 31.12.2022
Numero
opzioni
Fair
value
Numero
opzioni
Fair
value
ristrutturate al 07.06.2021 di cui: Opzioni POP Numero
opzioni
Numero
opzioni POP
Fair value
medio
ristrutturate al 07.06.2021 di cui: Opzioni POP
POP medio
unitario
POP medio
unitario
Numero
opzioni
POP
Fair value
medio
unitario
POP -
variazioni
dell'esercizio
(b)
unitario Numero
opzioni
POP
Fair value
medio
unitario
Totale
Beneficiari
(Top
Management,
Risk Takers
and Key
Managers)
517.066.285 0,3098 477.580.743 - 370.862.202 0,0819 -39.407 370.822.795 - 370.822.795 -

(a) Numero di opzioni POP e relativo fair value medio assegnate in data 11 luglio 2018 ai beneficiari (Top Management, Risk Taker e Manager Strategici). (b) Numero di opzioni POP ristrutturate per cui è previsto il subentro di Intesa Sanpaolo nei diritti che sarebbero stati riconosciuti ai dipendenti a fronte del mancato rispetto della permanenza in servizio e altre condizioni di maturazione.

Free Shares
Matching Shares
Azioni scontate
a luglio 2018
a luglio 2018
a luglio 2018
PIANO LECOIP 2.0
Azioni Sell to
cover
a luglio 2018 (a)
Numero
totale
azioni
Numero
LECOIP
Certificates
Numero
LECOIP
Certificates
Fair value
medio
al
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
(b)
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
assegnate
a luglio
2018
al
31.12.2021
(c) al
31.12.2022
31.12.2022
Totale
Dipendenti
25.147.152 2,4750 47.411.243 2,4750 507.908.765 0,3771 96.595.275 2,5416 677.062.435 67.626.889 -2.931.290 - -

(a) Azioni assegnate destinate a coprire l'esborso relativo all'imposizione fiscale a carico del dipendente.

(b) Fair value dello sconto di sottoscrizione.

(c) Numero di Certificates per cui è previsto il subentro di Intesa Sanpaolo nei diritti che sarebbero stati riconosciuti ai dipendenti a fronte dei Certificates derivante dal mancato rispetto della condizione di permanenza in servizio e altre condizioni di maturazione.

PERFORMANCE SHARE PLAN (PSP)
Numero Performance Share
a giugno 2022 (a)
Variazioni
dell'esercizio (b)
Numero Performance
Share al 31.12.2022
Fair value
unitario
Totale Beneficiari (tutto il Management, ivi incluso il Consigliere Delegato e
CEO, i restanti Risk Taker Apicali di Gruppo e gli altri Risk Taker del Gruppo
- perimetro Italia e estero)
150.774.451 -1.552.971 149.221.480 0,9979

(a) Numero di Performance Share assegnate in data 30 giugno 2022 ai beneficiari (tutto il Management, ivi incluso il Consigliere Delegato e CEO, i restanti Risk Taker Apicali di Gruppo e gli altri Risk Taker del Gruppo - perimetro Italia e estero).

(b) Numero di Performance Share che non verranno riconosciute ai dipendenti a fronte del mancato rispetto della permanenza in servizio o altre condizioni di maturazione.

Free Shares
a giugno
2022
Numero
Fair
di azioni
value
medio
Numero
di azioni
Matching Shares
Azioni scontate
a giugno 2022
a giugno 2022
Fair
Numero
value
di azioni
medio
PIANO LECOIP 3.0
Azioni Sell to
cover
a giugno 2022 (a)
Fair
Numero
Fair
value
di azioni
value
medio
medio
Numero
Numero
totale
LECOIP
azioni
Certificates
assegnate
a giugno
a giugno
2022
2022
Variazioni
dell'esercizio
(c)
Numero
LECOIP
Certificates
al
31.12.2022
Fair value
medio
al
31.12.2022
unitario unitario unitario
(b)
unitario
Totale
Dipendenti
33.745.462 1,7800 39.591.828 1,7800 386.972.658 0,3409 86.662.710 1,7800 546.972.658 73.337.290 -536.380 72.800.910 3,6670

(a) Azioni assegnate destinate a coprire l'esborso relativo all'imposizione fiscale a carico del dipendente.

(b) Fair value dello sconto di sottoscrizione.

(c) Numero di Certificates per cui è previsto il subentro di Intesa Sanpaolo nei diritti che sarebbero stati riconosciuti ai dipendenti a fronte dei Certificates derivante dal mancato rispetto della condizione di permanenza in servizio e altre condizioni di maturazione.

Parte L Informativa di settore

Distribuzione per settori di attività: dati economici (a)

Voci Banca
dei
Territori
IMI Corporate
& Investment
Banking
International
Subsidiary
Banks
Private
Banking
Asset
Management
Insurance Centro
di
Governo
(b)
(milioni di euro)
Totale
Interessi netti 3.957 2.132 1.592 419 - - 1.400 9.500
Commissioni nette 4.744 1.156 574 1.980 913 3 -451 8.919
Risultato dell'attività assicurativa - - - - - 1.616 89 1.705
Risultato netto delle attività e passività
finanziarie al fair value
120 1.047 129 60 -21 - 43 1.378
Altri proventi (oneri) operativi netti -8 -2 -68 16 70 -12 -28 -32
Proventi operativi netti 8.813 4.333 2.227 2.475 962 1.607 1.053 21.470
Spese del personale -3.430 -528 -573 -486 -110 -148 -1.467 -6.742
Spese amministrative -2.964 -870 -431 -354 -106 -217 2.030 -2.912
Ammortamento immobilizzazioni immateriali
e materiali
-3 -20 -114 -81 -6 -20 -1.036 -1.280
Costi operativi -6.397 -1.418 -1.118 -921 -222 -385 -473 -10.934
Risultato della gestione operativa 2.416 2.915 1.109 1.554 740 1.222 580 10.536
Rettifiche di valore nette su crediti -1.238 -1.564 -345 -12 - - 46 -3.113
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore
nette su altre attività
-68 -131 -20 13 - 90 -165 -281
Altri proventi (oneri) netti 11 - 35 - - 8 148 202
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - - - - - -
Risultato corrente lordo 1.121 1.220 779 1.555 740 1.320 609 7.344
Imposte sul reddito -375 -519 -191 -444 -184 -347 1 -2.059
Oneri di integrazione e incentivazione
all'esodo (al netto delle imposte)
-42 -21 -44 -37 -1 -14 19 -140
Effetti economici dell'allocazione dei costi di
acquisizione (al netto delle imposte)
-32 - - -21 -4 -65 -89 -211
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema
bancario (al netto delle imposte)
-214 - -40 -21 - - -301 -576
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle
altre attività intangibili (al netto delle imposte)
- - - - - - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di
terzi
13 1 - 2 -1 -24 5 -4
Risultato netto 2022 471 681 504 1.034 550 870 244 4.354
Risultato netto 2021 316 2.247 463 1.076 787 712 -1.416 4.185

(a) Dati riferiti agli schemi riclassificati, come riportati nella Relazione sull'andamento della gestione.

(b) Al Centro di Governo sono ricondotte le elisioni infrasettoriali.

In applicazione del principio contabile IFRS 15, in particolare dei paragrafi 114 e 115 che richiedono di illustrare la disaggregazione dei ricavi provenienti dai contratti con i clienti, vengono di seguito esposte le commissioni attive e passive per settore di attività.

Voci (a) Banca
dei
Territori
IMI
Corporate &
Investment
Banking
International
Subsidiary
Banks
Private
Banking
Asset
Management
Insurance Centro
di
Governo
(b)
(milioni di euro)
Totale
Garanzie rilasciate 97 326 45 2 - - 2 472
Servizi di incasso e pagamento 438 125 197 6 - - 1 767
Conti correnti 1.198 33 145 10 - - - 1.386
Servizio Bancomat e carte di credito 587 4 263 17 - - - 871
Attività bancaria commerciale 2.320 488 650 35 - - 3 3.496
Intermediazione e collocamento titoli 1.233 220 18 275 337 - -1.083 1.000
Intermediazione valute 5 2 4 3 - - 2 16
Gestioni patrimoniali 100 2 27 1.883 1.914 - -271 3.655
Distribuzione prodotti assicurativi 877 - 32 678 - 3 -3 1.587
Altre commissioni intermediazione /
gestione
218 31 11 188 - - -13 435
Attività di gestione, intermediazione e
consulenza
2.433 255 92 3.027 2.251 3 -1.368 6.693
Altre commissioni nette 328 597 92 25 181 - 42 1.265
Commissione attive 5.081 1.340 834 3.087 2.432 3 -1.323 11.454
Commissioni passive -337 -184 -260 -1.107 -1.519 - 872 -2.535
Commissioni nette 2022 4.744 1.156 574 1.980 913 3 -451 8.919
Commissioni nette 2021
(dati rideterminati)
4.809 1.135 546 2.096 1.282 2 -343 9.527

(a) Dati riferiti agli schemi riclassificati, come riportati nella Relazione sull'andamento della gestione.

(b) Al Centro di Governo sono ricondotte le elisioni infrasettoriali.

Distribuzione per settore di attività: dati patrimoniali (a)

(milioni di euro)
Voci Banca
dei
Territori
IMI Corporate
& Investment
Banking
International
Subsidiary
Banks
Private
Banking
Asset
Management
Insurance Centro
di
Governo
(b)
Totale
Finanziamenti verso clientela
31.12.2022 247.522 132.927 40.212 15.104 282 - 10.807 446.854
31.12.2021 250.592 152.543 38.970 14.450 783 - 8.533 465.871
Raccolta diretta bancaria
31.12.2022 291.089 94.785 54.364 50.447 26 - 54.675 545.386
31.12.2021 291.697 94.844 51.504 55.895 21 - 63.287 557.248

(a) Dati riferiti agli schemi riclassificati, come riportati nella Relazione sull'andamento della gestione.

(b) Al Centro di Governo sono ricondotte le elisioni infrasettoriali.

Nota integrativa consolidata – Parte L – Informativa di settore

Distribuzione per aree geografiche: dati economici (a)

Voci Italia Europa Resto
del Mondo
(milioni di euro)
Totale
Interessi netti 7.013 1.806 681 9.500
Commissioni nette 7.154 1.576 189 8.919
Risultato dell'attività assicurativa 1.408 297 - 1.705
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.233 139 6 1.378
Altri proventi (oneri) operativi netti -92 1 59 -32
Proventi operativi netti 16.716 3.819 935 21.470
Spese del personale -5.848 -720 -174 -6.742
Spese amministrative -2.347 -466 -99 -2.912
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.111 -138 -31 -1.280
Costi operativi -9.306 -1.324 -304 -10.934
Risultato della gestione operativa 7.410 2.495 631 10.536
Rettifiche di valore nette su crediti -1.936 -1.097 -80 -3.113
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre
attività
-170 -118 7 -281
Altri proventi (oneri) netti 173 30 -1 202
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - - - -
Risultato corrente lordo 5.477 1.310 557 7.344
Imposte sul reddito -1.599 -338 -122 -2.059
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle
imposte)
-88 -52 - -140
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al
netto delle imposte)
-213 2 - -211
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle
imposte)
-508 -68 - -576
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili
(al netto delle imposte)
- - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 23 -1 -26 -4
Risultato netto 2022 3.092 853 409 4.354
Risultato netto 2021 2.023 1.714 448 4.185

(a) Dati riferiti agli schemi riclassificati, come riportati nella Relazione sull'andamento della gestione.

I raggruppamenti per aree geografiche sono effettuati facendo riferimento alla localizzazione delle entità costituenti il Gruppo. Le Filiali estere sono indicate con riferimento al Paese di localizzazione delle filiali stesse. Per quanto riguarda le imposte sul reddito, dal momento che Intesa Sanpaolo non ha esercitato l'opzione per il regime di esenzione del reddito delle filiali estere (c.d. Branch exemption), i redditi di tali entità vengono tassati anche in Italia.

In applicazione del principio contabile IFRS 15, in particolare dei paragrafi 114 e 115, che richiedono di illustrare la disaggregazione dei ricavi provenienti dai contratti con i clienti, vengono di seguito esposte le commissioni attive e passive per area geografica di attività.

(milioni di euro)
Voci Italia Europa Resto
del Mondo
Totale
Commissioni attive
2022 11.329 3.088 237 14.654
2021 (Dati rideterminati) 12.154 3.422 222 15.798
Commissioni passive
2022 -4.175 -1.512 -48 -5.735
2021 (Dati rideterminati) -4.410 -1.817 -44 -6.271

(a) Dati riferiti agli schemi riclassificati, come riportati nella Relazione sull'andamento della gestione.

Distribuzione per aree geografiche: dati patrimoniali (a)

Voci Italia Europa Resto
del Mondo
(milioni di euro)
Totale
Finanziamenti verso clientela
31.12.2022 365.428 63.173 18.253 446.854
31.12.2021 383.765 62.328 19.778 465.871
Raccolta diretta bancaria
31.12.2022 466.841 71.010 7.535 545.386
31.12.2021 480.993 68.136 8.119 557.248

I raggruppamenti per aree geografiche sono effettuati facendo riferimento alla localizzazione delle entità costituenti il Gruppo.

(a) Dati riferiti agli schemi riclassificati, come riportati nella Relazione sull'andamento della gestione.

Parte M Informativa sul leasing

Nella presente parte sono fornite le informazioni richieste dall'IFRS 16 che non sono presenti nelle altre parti del bilancio, distinte tra locatario e locatore.

SEZIONE 1 - LOCATARIO

INFORMAZIONI QUALITATIVE

Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha in essere essenzialmente contratti di leasing immobiliare e inerenti ad automobili o altri veicoli. Sono presenti inoltre, per valori residuali, altre tipologie di contratti di leasing aventi ad oggetto prevalentemente hardware. Al 31 dicembre 2022, i contratti di leasing sono 8.622 (9.297 al 31 dicembre 2021), di cui 5.255 (5.963 al 31 dicembre 2021) relativi a leasing immobiliare, per un valore di diritti d'uso complessivo pari a 1.495 milioni (1.521 milioni al 31 dicembre 2021). I contratti di leasing immobiliare includono immobili destinati all'uso come uffici o filiali bancarie. I contratti, di norma, nel perimetro Italia hanno durate superiori ai 12 mesi e presentano tipicamente opzioni di rinnovo ed estinzione esercitabili dal locatore e dal locatario secondo le regole di legge oppure specifiche previsioni contrattuali. Solitamente questi contratti non includono l'opzione di acquisto al termine del leasing oppure costi di ripristino significativi per le società. Sulla base delle caratteristiche dei contratti di locazione italiani e di quanto previsto dalla Legge 392/1978, nel caso di sottoscrizione di un nuovo contratto di affitto con una durata contrattuale di sei anni e l'opzione di rinnovare tacitamente il contratto di sei anni in sei anni, la durata complessiva del leasing viene posta pari a dodici anni. Tale indicazione generale viene superata se vi sono elementi nuovi o situazioni specifiche all'interno del contratto. Nel perimetro estero, le durate contrattuali possono variare in funzione delle prassi locali, ma in genere non eccedono la durata di 5 anni con possibilità di rinnovo. Anche per le partecipate estere, si tratta di contratti che non prevedono né opzione di acquisto al termine del leasing né costi di ripristino significativi per le società.

Con riferimento ai contratti aventi ad oggetto le autovetture, si tratta di contratti di noleggio a lungo termine riferiti alla flotta aziendale messa a disposizione dei dipendenti (uso promiscuo) oppure delle strutture organizzative delle singole società. Generalmente tali contratti hanno durata quadriennale, con pagamenti mensili, senza opzione di rinnovo e non includono l'opzione di acquisto del bene. Il contratto può essere prorogato in funzione della gestione del parco auto; nel caso di estinzione anticipata è possibile che sia prevista una penale.

I contratti di leasing diversi da quelli relativi ad immobiliare e ad automobili sono riferibili ad hardware (54 contratti al 31 dicembre 2022, 55 al 31 dicembre 2021) e ad altri contratti residuali (229 al 31 dicembre 2022, 123 al 31 dicembre 2021) e sono di importo non significativo rispetto al complesso delle attività materiali oggetto di leasing.

Nel 2022 sono state effettuate operazioni di vendita o retrolocazione di importo poco rilevante.

Le operazioni di sub leasing sono di importo non significativo e riconducibili a rapporti infragruppo.

Infine, si precisa che il Gruppo si avvale delle esenzioni consentite dal principio IFRS 16 per i leasing a breve termine (i.e. durata inferiore o uguale ai 12 mesi) o i leasing di attività di modesto valore (i.e. valore inferiore o uguale ai 5.000 euro).

INFORMAZIONI QUANTITATIVE

Nella Parte B – Attivo della Nota integrativa sono esposti rispettivamente le informazioni sui diritti d'uso acquisiti con il leasing (Tabella 9.1 – Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo e Tabella 9.4 – Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value) e nella Parte B – Passivo sono esposti i debiti per leasing (Tabella 1.1 – Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso banche, Tabella 1.2 - Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso clientela e Tabella 1.6 bis – Debiti verso clientela: composizione merceologica).

In particolare i diritti d'uso acquisiti con il leasing ammontano a 1.495 milioni (1.521 milioni al 31 dicembre 2021), di cui 1.219 milioni relativi a leasing immobiliari (1.340 milioni al 31 dicembre 2021).

I debiti per leasing ammontano a 1.321 milioni (1.394 milioni al 31 dicembre 2021). Si rimanda a tali sezioni per maggiori dettagli.

Nella Parte C della Nota integrativa sono contenute le informazioni sugli interessi passivi sui debiti per leasing e gli altri oneri connessi con i diritti d'uso acquisiti con il leasing e i proventi derivanti da operazioni di sub-leasing. Si rimanda alle specifiche sezioni per maggiori dettagli.

La tabella che segue suddivide le spese di ammortamento per le attività consistenti nel diritto d'uso nelle varie categorie, in linea con l'esposizione delle attività materiali/immateriali.

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Spese per ammortamenti per classe di attività - -
Attività materiali ad uso funzionale 307 288
a) fabbricati 210 236
b) mobili - -
c) impianti elettronici 22 7
d) altre 75 45
Attività materiali per investimento - -
a) fabbricati - -
TOTALE 307 288

Al 31 dicembre 2022 non si rilevano importi materiali relativi a impegni per leasing non ancora stipulati. Non si segnalano ulteriori informazioni degne di menzione oltre a quelle già fornite nella presente sezione.

SEZIONE 2 - LOCATORE

INFORMAZIONI QUALITATIVE

Il Gruppo Intesa Sanpaolo effettua operazioni di leasing nel ruolo di locatore principalmente attraverso la Capogruppo Intesa Sanpaolo e alcune partecipate estere, in particolare PBZ Leasing, VUB Leasing, CIB Leasing e Intesa Leasing Beograd. L'operatività riguarda principalmente il leasing finanziario su beni immobiliari, industriali e commerciali. Inoltre le società sono

presenti sul mercato con prodotti di leasing aventi per oggetto beni strumentali, veicoli industriali, imbarcazioni e navi da diporto. I rischi associati ai diritti di proprietà sui beni oggetto di leasing del perimetro Italia vengono gestiti mediante l'obbligatorietà della sottoscrizione di una polizza all-risk, offerta in convenzione oppure sottoscritta direttamente dal cliente con il proprio assicuratore.

L'attività di leasing operativo riguarda sia immobili che veicoli ed attrezzature.

Nella Nota integrativa sono esposti:

  • − i finanziamenti per leasing (Parte B, Attivo: Tabella 4.1 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso banche e Tabella 4.2 – Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso clientela);
  • − le attività concesse in leasing operativo contenute nella voce 90 Attività materiali ed illustrate nella Parte B, Attivo (Tabella 9.4 – Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value); si tratta di immobili non più utilizzati funzionalmente dal Gruppo nel processo produttivo, locati a soggetti terzi o detenuti per il possibile apprezzamento di valore. Tale fattispecie non presenta valori al 31 dicembre 2022.

Si rimanda a tali sezioni per maggiori dettagli.

Nella Parte C della Nota integrativa sono contenute le informazioni sugli interessi attivi sui finanziamenti per leasing e sugli altri proventi dei leasing finanziari e operativi. Si rimanda alle specifiche sezioni per maggiori dettagli.

2. Leasing finanziario

2.1. Classificazione per fasce temporali dei pagamenti da ricevere e riconciliazione con i finanziamenti per leasing iscritti nell'attivo

La tabella fornisce la classificazione per fasce temporali dei pagamenti da ricevere per il leasing e la riconciliazione tra i pagamenti da ricevere e i finanziamenti per leasing, in conformità a quanto previsto dall'IFRS 16, paragrafo 94. In particolare si precisa che i pagamenti da ricevere per leasing, rappresentativi della sommatoria dei pagamenti minimi dovuti in linea capitale e in linea interessi, sono esposti al netto dei fondi rettificativi e del valore residuo non garantito spettante al locatore. La riconciliazione con i finanziamenti per leasing, esposti in bilancio nell'ambito delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, avviene sottraendo gli utili finanziari non maturati e aggiungendo il valore residuo non garantito.

Fasce temporali 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
Pagamenti da ricevere per il
leasing
Pagamenti da ricevere per il
leasing
Fino a 1 anno 1.738 2.471
Da oltre 1 anno fino a 2 anni 1.423 2.064
Da oltre 2 anni fino a 3 anni 1.222 1.802
Da oltre 3 anni fino a 4 anni 978 1.537
Da oltre 4 anni fino a 5 anni 794 1.259
Da oltre 5 anni 1.984 3.750
Totale dei pagamenti da ricevere per leasing 8.139 12.883
Riconciliazione con finanziamenti -59 -408
Utili finanziari non maturati (+) 1.276 2.024
Valore residuo non garantito (-) -1.335 -2.432
Finanziamenti per leasing 8.198 13.291

2.2. Altre informazioni

2.2.1 Classificazione finanziamenti per leasing per tipologia di bene locato

La tabella riporta la classificazione dei finanziamenti per leasing per qualità creditizia (non deteriorati e deteriorati) e per tipologia di bene locato. I valori sono espressi al netto delle rettifiche.

(milioni di euro)
Finanziamenti per leasing Esposizioni non
deteriorate
Esposizioni
deteriorate
A. Beni immobili 5.352 364
B. Beni strumentali 1.310 19
C. Beni mobili 1.113 30
- Autoveicoli 747 25
- Aeronavale e ferroviario 235 3
- Altri 131 2
D. Beni immateriali 10 -
- Marchi 10 -
- Software - -
- Altri - -

2.2.2 Classificazione dei beni riferibili al leasing finanziario

La tabella che segue fornisce una scomposizione per categoria di bene locato (non ancora trasferito alle attività materiali) relativo a crediti per leasing, al netto delle rettifiche di valore.

(milioni di euro)
Beni inoptati Beni ritirati a
seguito di
risoluzione
Altri beni
A. Beni immobili 14 4 5.698
B. Beni strumentali - - 1.329
C. Beni mobili 76 - 1.067
- Autoveicoli 55 - 717
- Aeronavale e ferroviario 1 - 237
- Altri 20 - 113
D. Beni immateriali - - 10
- Marchi - - 10
- Software - - -
- Altri - - -
TOTALE 90 4 8.104

I beni inoptati sono beni ancora presso i clienti, per i quali non è stata esercitata l'opzione di riscatto, connessi a posizioni che non presentano condizioni di deterioramento del merito creditizio. I beni ritirati a seguito di risoluzione sono relativi a contratti risolti dove il cliente non è ancora stato liberato dagli obblighi contrattuali, pur avendo provveduto alla riconsegna del bene oggetto del contratto di leasing. Nella categoria "altri beni" rientrano le attività sottostanti gli altri crediti in leasing non inclusi nelle precedenti colonne.

3. Leasing operativo

3.1. Classificazione per fasce temporali dei pagamenti da ricevere

L'attività si riferisce ai canoni di locazione da ricevere relativi ad immobili di proprietà.

(milioni di euro)
Fasce temporali 31.12.2022 31.12.2021
Pagamenti da
ricevere per il leasing
Pagamenti da
ricevere per il leasing
Fino a 1 anno 29 15
Da oltre 1 anno fino a 2 anni 13 11
Da oltre 2 anni fino a 3 anni 9 10
Da oltre 3 anni fino a 4 anni 9 9
Da oltre 4 anni fino a 5 anni 9 10
Da oltre 5 anni 20 19
Totale 89 74

3.2. Altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni degne di menzione oltre a quelle già fornite nella presente sezione.

Attestazione del bilancio consolidato ai sensi dell'art. 154 bis del D. Lgs. 58/1998

    1. I sottoscritti Carlo Messina, in qualità di Consigliere Delegato e CEO, e Fabrizio Dabbene, in qualità di Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, di Intesa Sanpaolo, attestano, tenuto anche conto di quanto previsto dall'art. 154 bis, commi 3 e 4, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58:
    2. − l'adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell'impresa e
    3. − l'effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio consolidato nel corso del 2022.
    1. La verifica dell'adeguatezza e dell'effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio consolidato al 31 dicembre 2022 è avvenuta sulla base di metodologie definite da Intesa Sanpaolo in coerenza con i modelli COSO e, per la componente IT, COBIT, che costituiscono framework di riferimento per il sistema di controllo interno generalmente accettati a livello internazionale121 .
    1. Si attesta, inoltre, che:
    2. 3.1 Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2022:
      • − è redatto in conformità ai principi contabili internazionali applicabili riconosciuti nella Comunità europea ai sensi del regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002;
      • − corrisponde alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;
      • − è idoneo a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell'emittente e dell'insieme delle imprese incluse nel consolidamento.
    3. 3.2 La relazione sulla gestione comprende un'analisi attendibile dell'andamento e del risultato della gestione, nonché della situazione dell'emittente e dell'insieme delle imprese incluse nel consolidamento, unitamente alla descrizione dei principali rischi e incertezze cui sono esposti.

28 febbraio 2023

Carlo Messina Fabrizio Dabbene

Consigliere Delegato e CEO Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

121 Il COSO Framework è stato elaborato dal Committee of Sponsoring Organizations of the Treadway Commission, organismo statunitense che ha l'obiettivo di migliorare la qualità dell'informativa societaria, attraverso la definizione di standard etici ed un sistema di corporate governance ed organizzativo efficace. Il COBIT Framework - Control OBjectives for IT and related technology è un insieme di regole predisposto dall'IT Governance Institute, organismo statunitense che ha l'obiettivo di definire e migliorare gli standard aziendali nel settore IT.

Relazione della Società di revisione al bilancio consolidato

EY S.D.A. Via Meravigli, 12 20123 Milano

Tel: +39 02 722121 Fax: +39 02 722122037 ey.com

Relazione della società di revisione indipendente ai sensi dell'art. 14 del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 e dell'art. 10 del Regolamento (UE) n. 537/2014

Agli Azionisti di Intesa Sanpaolo S.p.A.

Relazione sulla revisione contabile del bilancio consolidato

Giudizio

Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo (di seguito il "Gruppo"), costituito dallo stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2022, dal conto economico consolidato, dal prospetto della redditività consolidata complessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato, dal rendiconto finanziario consolidato per l'esercizio chiuso a tale data e dalla nota integrativa consolidata.

A nostro giudizio, il bilancio consolidato fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria del Gruppo al 31 dicembre 2022, del risultato economico e dei flussi di cassa per l'esercizio chiuso a tale data, in conformità agli International Financial Reporting Standards adottati dall'Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell'art. 9 del D. Lgs. 28 febbraio 2005, n. 38 e dell'art. 43 del D. Lgs. 18 agosto 2015, n. 136.

Elementi alla base del giudizio

Abbiamo svolto la revisione contabile in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA Italia). Le nostre responsabilità ai sensi di tali principi sono ulteriormente descritte nella sezione Responsabilità della società di revisione per la revisione contabile del bilancio consolidato della presente relazione. Siamo indipendenti rispetto a Intesa Sanpaolo S.p.A. (di seguito la "Banca") in conformità alle norme e ai principi in materia di etica e di indipendenza applicabili nell'ordinamento italiano alla revisione contabile del bilancio. Riteniamo di aver acquisito elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il nostro giudizio.

Aspetti chiave della revisione contabile

Gli aspetti chiave della revisione contabile sono quegli aspetti che, secondo il nostro giudizio professionale, sono stati maggiormente significativi nell'ambito della revisione contabile del bilancio consolidato dell'esercizio in esame. Tali aspetti sono stati da noi affrontati nell'ambito della revisione contabile e nella formazione del nostro giudizio sul bilancio consolidato nel suo complesso; pertanto, su tali aspetti non esprimiamo un giudizio separato.

Abbiamo identificato i seguenti aspetti chiave della revisione contabile:

S.p.R.
Je Legale: Via Meravigli, 12 - 2012 3 Milan Sede Legale: Via Meravigii, 12–2012 Millano Monza Brianza Logi
Seritta alla Socialo Mora Rooma Croaco Logia di Millano Monza Brianza Logi
Seritta allano di Sambro Marco Re Consob al progressivo n. 2 delibera n.10831 del 16/7/1997

A member firm of Emst & Young Global Limite

Aspetti chiave

Risposte di revisione

Classificazione e valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti valutati al costo ammortizzato

I crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti e iscritti tra le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, voce 40, b), al 31 dicembre 2022 ammontano a Euro 437.973 milioni e rappresentano il 44,9% circa del totale attivo dello stato patrimoniale consolidato. La composizione di tali crediti è illustrata nelle tabelle 4.2 e 4.3 riportate nella Parte B, sezione 4, della nota integrativa consolidata. Al 31 dicembre 2022 le rettifiche di valore nette per rischio di credito inerenti ai crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti e iscritte nel conto economico consolidato, voce 130. a), ammontano a Euro 2.563 milioni; la composizione di tali rettifiche di valore nette è illustrata nella tabella 8.1 riportata nella Parte C, sezione 8, della nota integrativa consolidata.

L'informativa circa l'evoluzione della qualità dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti, sui criteri di classificazione e valutazione adottati e sui relativi effetti economici è fornita nella Parte A - Politiche contabili, nella Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale, nella Parte C - Informazioni sul conto economico e nella Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della nota integrativa consolidata.

La classificazione nelle diverse categorie di rischio e la valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti sono rilevanti per la revisione contabile sia per la significatività del loro valore per il bilancio nel suo complesso sia perché le rettifiche di valore sono determinate dagli Amministratori attraverso l'utilizzo di stime che presentano un elevato grado di complessità e soggettività.

In relazione a tale aspetto, le nostre procedure di revisione, svolte anche mediante il supporto di nostri esperti, principalmente in materia di risk management e di sistemi informativi, hanno incluso, tra l'altro:

  • la comprensione delle policy, dei modelli valutativi (inclusa l'analisi degli adequamenti resisi necessari a sequito della citata evoluzione del quadro macroeconomico), dei processi e dei controlli posti in essere dal Gruppo con riferimento alla classificazione e valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti;

  • l'esame della configurazione e della messa in atto dei controlli chiave, compresi quelli relativi ai presidi informatici rilevanti e lo svolgimento di procedure di conformità per valutarne l'efficacia operativa;

  • I l'analisi delle variazioni nella composizione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti rispetto all'esercizio precedente e la discussione dei risultati con la direzione aziendale;
  • l'effettuazione di procedure di validità, su base campionaria, finalizzate alla verifica della corretta classificazione e valutazione delle esposizioni creditizie, anche considerando la complessiva esposizione creditizia del Gruppo nei confronti dei Paesi coinvolti nel conflitto:

  • la verifica, mediante analisi della documentazione a supporto, della contabilizzazione delle operazioni di cessione di crediti deteriorati effettuate nell'esercizio;

  • l'esame dell'adeguatezza dell'informativa fornita nella nota integrativa consolidata.

l processi di classificazione e valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti comportano la considerazione di specifici fattori volti a riflettere l'attuale contesto di incertezza sull'evoluzione del quadro macroeconomico caratterizzato dal conflitto russo-ucraino, dall'incremento dei costi dell'energia e dalle dinamiche inflazionistiche. Tali processi considerano altresì la complessiva esposizione creditizia del Gruppo nei confronti dei Paesi coinvolti nel conflitto.

Ai fini della classificazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti, qli Amministratori effettuano analisi che comportano l'utilizzo di modelli sviluppati internamente, nonché considerano elementi soggettivi al fine di individuare le esposizioni che mostrano evidenze di un significativo incremento del rischio di credito rispetto alla data di rilevazione iniziale o evidenze di perdite di valore. I processi di classificazione di tali crediti considerano sia informazioni interne, legate all'andamento storico delle esposizioni, sia informazioni esterne relative al settore di riferimento o all'esposizione complessiva dei debitori verso il sistema bancario.

La valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti è un'attività complessa, nella quale gli Amministratori effettuano stime caratterizzate da un alto grado di incertezza e di soggettività, che tengono in considerazione numerosi elementi quantitativi e qualitativi quali, tra gli altri, i dati storici relativi agli incassi, i flussi di cassa attesi e i relativi tempi di recupero, la valutazione delle eventuali qaranzie, l'impatto di variabili macroeconomiche, di scenari futuri anche legati a cessione di crediti deteriorati e dei rischi dei settori nei quali operano i clienti del Gruppo.

Classificazione e valutazione delle attività e delle passività finanziarie valutate al fair value (livelli 2 e 3)

Al 31 dicembre 2022 gli strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente, classificati nel livello 2 e nel livello 3 della gerarchia del fair value, mostrano un saldo attivo complessivo pari a Euro 63.116 milioni e un saldo passivo complessivo pari a Euro 125.111 milioni. La composizione degli strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente, classificati nel livello 2 e nel livello 3 della gerarchia del fair value, è illustrata nelle tabelle A.4.5.1 e A.4.5.1 bis, riportate nella Parte A della nota integrativa consolidata.

L'informativa sulla classificazione e valutazione degli strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente, classificati nel livello 2 e nel livello 3 della gerarchia del fair value è fornita nella Parte A - Politiche contabili, nella Parte B -Informazioni sullo stato patrimoniale, nella Parte C - Informazioni sul conto economico e nella Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della nota integrativa consolidata.

Per la valutazione di tali strumenti finanziari, il Gruppo fa ricorso a modelli complessi, coerenti con le prassi valutative di mercato, che sono alimentati da dati direttamente osservabili sul mercato o stimati internamente, sulla base di assunzioni qualitative e quantitative, laddove non osservabili sul mercato.

La valutazione di tali strumenti finanziari è rilevante per la revisione contabile sia per la significatività del loro valore per il bilancio nel suo complesso sia per la molteplicità e complessità dei modelli e parametri valutativi utilizzati nonché per gli elementi soggettivi considerati ai fini delle stime da parte degli Amministratori.

In relazione a tale aspetto, le nostre procedure di revisione, svolte anche mediante il supporto di nostri esperti di risk management e di sistemi informativi, hanno incluso, tra l'altro:

  • la comprensione delle policy, dei modelli valutativi, dei processi e dei controlli posti in essere dal Gruppo con riferimento alla classificazione e valutazione degli strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente, classificati nel livello 2 e nel livello 3 della gerarchia del fair value;

  • l'esame della configurazione e della messa in atto dei controlli chiave, compresi quelli relativi ai presidi informatici rilevanti e lo svolgimento di procedure di conformità per valutarne l'efficacia operativa;

  • l'analisi delle variazioni nella composizione dei portafogli rispetto all'esercizio precedente e la discussione dei risultati con la direzione aziendale;

  • la verifica, su base campionaria, del fair value mediante l'analisi dei modelli valutativi, della ragionevolezza delle assunzioni qualitative e quantitative formulate e dei parametri di input utilizzati nonché dell'appropriata classificazione in base al livello di fair value;

  • ► l'esame dell'adeguatezza dell'informativa fornita nella nota integrativa consolidata.

Responsabilità degli Amministratori e del Comitato per il Controllo sulla Gestione per il bilancio consolidato

Gli Amministratori sono responsabili per la redazione del bilancio consolidato che fornisca una rappresentazione veritiera e corretta in conformità agli International Financial Reporting Standards adottati dall'Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell'art. 9 del D. Lgs. 28 febbraio 2005, n. 38 e dell'art, 43 del D. Las, 18 agosto 2015, n. 136 e. nei termini previsti dalla legge, per quella parte del controllo interno dagli stessi ritenuta necessaria per consentire la redazione di un bilancio che non contenga errori significativi dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali.

Gli Amministratori sono responsabili per la valutazione della capacità del Gruppo di continuare ad operare come un'entità in funzionamento e, nella redazione del bilancio consolidato, per l'appropriatezza dell'utilizzo del presupposto della continuità aziendale, nonché per una adeguata informativa in materia. Gli Amministratori utilizzano il presupposto della continuità aziendale nella redazione del bilancio consolidato a meno che abbiano valutato che sussistono le condizioni per la liquidazione della Banca o per l'interruzione dell'attività o non abbiano alternative realistiche a tali scelte.

Il Comitato per il Controllo sulla Gestione ha la responsabilità della vigilanza, nei termini previsti dalla legge, sul processo di predisposizione dell'informativa finanziaria del Gruppo.

Responsabilità della società di revisione per la revisione contabile del bilancio consolidato

l nostri obiettivi sono l'acquisizione di una ragionevole sicurezza che il bilancio consolidato nel suo complesso non contenga errori significativi, dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali, e l'emissione di una relazione di revisione che includa il nostro giudizio. Per ragionevole sicurezza si intende un livello elevato di sicurezza che, tuttavia, non fornisce la garanzia che una revisione contabile svolta in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA Italia) individui sempre un errore significativo, qualora esistente. Gli errori possono derivare da frodi o da comportamenti o eventi non intenzionali e sono considerati significativi qualora ci si possa ragionevolmente attendere che essi, sinqolarmente o nel loro insieme, siano in grado di influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori prese sulla base del bilancio consolidato.

Nell'ambito della revisione contabile svolta in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA ltalia), abbiamo esercitato il giudizio professionale e abbiamo mantenuto lo scetticismo professionale per tutta la durata della revisione contabile. Inoltre:

  • abbiamo identificato e valutato i rischi di errori significativi nel bilancio consolidato, dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali; abbiamo definito e svolto procedure di revisione in risposta a tali rischi; abbiamo acquisito elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il nostro giudizio. Il rischio di non individuare un errore significativo dovuto a frodi è più elevato rispetto al rischio di non individuare un errore significativo derivante da comportamenti od eventi non intenzionali, poiché la frode può implicare l'esistenza di collusioni, falsificazioni, omissioni intenzionali, rappresentazioni fuorvianti o forzature del controllo interno;

  • · abbiamo acquisito una comprensione del controllo interno rilevante ai fini della revisione contabile allo scopo di definire procedure di revisione appropriate nelle circostanze, e non per esprimere un giudizio sull'efficacia del controllo interno del Gruppo;

  • abbiamo valutato l'appropriatezza dei principi contabili utilizzati nonché la ragionevolezza delle stime contabili effettuate dagli Amministratori e della relativa informativa;

  • siamo giunti ad una conclusione sull'appropriatezza dell'utilizzo da parte degli Amministratori del presupposto della continuità aziendale e, in base agli elementi probativi acquisiti, sull'eventuale esistenza di una incertezza significativa riguardo a eventi o circostanze che possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità del Gruppo di continuare ad operare come un'entità in funzionamento. In presenza di un'incertezza significativa, siamo tenuti a richiamare l'attenzione nella relazione di revisione sulla relativa informativa di bilancio ovvero, qualora tale informativa sia inadeguata, a riflettere tale circostanza nella formulazione del nostro giudizio. Le nostre conclusioni sono basate sugli elementi probativi acquisiti fino alla data della presente relazione. Tuttavia, eventi o circostanze successivi possono comportare che il Gruppo cessi di operare come un'entità in funzionamento;

  • abbiamo valutato la presentazione, la struttura e il contenuto del bilancio consolidato nel suo complesso, inclusa l'informativa, e se il bilancio consolidato rappresenti le operazioni e gli eventi sottostanti in modo da fornire una corretta rappresentazione;

  • abbiamo acquisito elementi probativi sufficienti e appropriati sulle informazioni finanziarie delle imprese o delle differenti attività economiche svolte all'interno del Gruppo per esprimere un giudizio sul bilancio consolidato. Siamo responsabili della direzione, della supervisione e dello svolgimento dell'incarico di revisione contabile del Gruppo. Siamo gli unici responsabili del giudizio di revisione sul bilancio consolidato.

Abbiamo comunicato ai responsabili delle attività di governance, identificati ad un livello appropriato come richiesto dai principi di revisione internazionali (ISA Italia), tra gli altri aspetti, la portata e la tempistica pianificate per la revisione contabile e i risultati significativi emersi, incluse le eventuali carenze significative nel controllo interno identificate nel corso della revisione contabile.

Abbiamo fornito ai responsabili delle attività di governance anche una dichiarazione sul fatto che abbiamo rispettato le norme e i principi in materia di etica e di indipendenza applicabili nell'ordinamento italiano e abbiamo comunicato loro ogni situazione che possa ragionevolmente avere un effetto sulla nostra indipendenza e, ove applicabile, le azioni intraprese per eliminare i relativi rischi o le misure di salvaguardia applicate.

Tra gli aspetti comunicati ai responsabili delle attività di governance, abbiamo identificato quelli che sono stati più rilevanti nell'ambito della revisione contabile dell'esercizio in esame, che hanno costituito quindi gli aspetti chiave della revisione. Abbiamo descritto tali aspetti nella relazione di revisione.

Altre informazioni comunicate ai sensi dell'art. 10 del Regolamento (UE) n. 537/2014

L'Assemblea degli Azionisti di Intesa Sanpaolo S.p.A. ci ha conferito in data 30 aprile 2019 l'incarico di revisione legale del bilancio d'esercizio della Banca e del bilancio consolidato del Gruppo per gli esercizi con chiusura dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2029.

Dichiariamo che non sono stati servizi diversi dalla revisione contabile vietati ai sensi dell'art. 5, par. 1, del Regolamento (UE) n. 537/2014 e che siamo rimasti indipendenti rispetto alla Banca nell'esecuzione della revisione legale.

Confermiamo che il giudizio sul bilancio consolidato espresso nella presente relazione è in linea con quanto indicato nella relazione aggiuntiva destinata al Comitato per il Controllo sulla Gestione, nella sua funzione di comitato per il controllo interno e la revisione contabile, predisposta ai sensi dell'art. 11 del citato Regolamento.

Relazione su altre disposizioni di legge e regolamentari

Giudizio sulla conformità alle disposizioni del Regolamento Delegato (UE) 2019/815

Gli Amministratori di Intesa Sanpaolo S.p.A. sono responsabili per l'applicazione delle disposizioni del Regolamento Delegato (UE) 2019/815 della Commissione Europea in materia di norme tecniche di regolamentazione relative alla specificazione del formato elettronico unico di comunicazione ESEF -European Single Electronic Format (di seguito "Regolamento Delegato") al bilancio consolidato al 31 dicembre 2022, da includere nella relazione finanziaria annuale.

Abbiamo svolto le procedure indicate nel principio di revisione (SA Italia) n. 700B al fine di esprimere un giudizio sulla conformità del bilancio consolidato alle disposizioni del Regolamento Delegato.

A nostro giudizio, il bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo al 31 dicembre 2022 è stato predisposto nel formato XHTML ed è stato marcato, in tutti gli aspetti significativi, in conformità alle disposizioni del Regolamento Delegato.

Alcune informazioni contenute nella nota integrativa al bilancio consolidato quando estratte dal formato XHTML in un'istanza XBRL, a causa di taluni limiti tecnici potrebbero non essere riprodotte in maniera identica rispetto alle corrispondenti informazioni visualizzabili nel bilancio consolidato in formato XHTML.

Giudizio ai sensi dell'art. 14, comma 2, lettera e), del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 e dell'art. 123-bis, comma 4, del D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58

Gli Amministratori di Intesa Sanpaolo S.p.A. sono responsabili per la predisposizione della relazione sulla gestione e della relazione sul governo societario e gli assetti proprietari del Gruppo al 31 dicembre 2022, incluse la loro coerenza con il relativo bilancio consolidato e la loro conformità alle norme di legge.

Abbiamo svolto le procedure indicate nel principio di revisione (SA Italia) n. 720B al fine di esprimere un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione e di alcune specifiche informazioni contenute nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari indicate nell'art. 123-bis, comma 4, del D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 con il bilancio consolidato del Gruppo al 31 dicembre 2022 e sulla conformità delle stesse alle norme di legge, nonché di rilasciare una dichiarazione su eventuali errori significativi.

A nostro giudizio, la relazione sulla gestione e alcune specifiche informazioni contenute nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari sopra richiamate sono coerenti con il bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo al 31 dicembre 2022 e sono redatte in conformità alle norme di legge.

Con riferimento alla dichiarazione di cui all'art. 14, comma 2, lettera e), del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, rilasciata sulla base delle conoscenze e della comprensione dell'impresa e del relativo contesto acquisite nel corso dell'attività di revisione, non abbiamo nulla da riportare.

Dichiarazione ai sensi dell'art. 4 del Regolamento Consob di attuazione del D. Lgs. 30 dicembre 2016, n. 254

Gli Amministratori di Intesa Sanpaolo S.p.A. sono responsabili per la predisposizione della dichiarazione non finanziaria ai sensi del D. Lgs. 30 dicembre 2016, n. 254. Abbiamo verificato l'avvenuta approvazione da parte degli Amministratori della dichiarazione non finanziaria.

Ai sensi dell'art. 3, comma 10, del D. Lgs. 30 dicembre 2016, n. 254, tale dichiarazione è oggetto di separata attestazione di conformità da parte nostra.

Milano, 23 marzo 2023

EY 8.p.A.

Guido Celona (Revisore Legale)

Allegati del bilancio del Gruppo Intesa Sanpaolo

Prospetti di raccordo relativi al bilancio consolidato

Raccordi tra prospetti contabili consolidati pubblicati e prospetti contabili consolidati modificati

Raccordo tra Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 pubblicato e Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 modificato

Raccordo tra Conto economico consolidato 2021 pubblicato e Conto economico consolidato 2021 modificato

Raccordi tra prospetti contabili consolidati modificati/pubblicati e prospetti contabili consolidati riesposti

Raccordo tra Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 pubblicato e Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 riesposto

Raccordo tra Conto economico consolidato 2021 pubblicato e Conto economico consolidato 2021 riesposto

Raccordo tra Conto economico consolidato 2022 e Conto economico consolidato 2022 riesposto

Prospetti contabili consolidati riesposti

Stato patrimoniale consolidato riesposto

Conto economico consolidato riesposto

Raccordi tra prospetti contabili consolidati riesposti e schemi di bilancio consolidati riclassificati

Raccordo tra Stato patrimoniale consolidato riesposto e Stato patrimoniale consolidato riclassificato

Raccordo tra Conto economico consolidato riesposto e Conto economico consolidato riclassificato

Conto economico consolidato riclassificato - Raccordo con dati rideterminati

Conto economico consolidato riclassificato - Raccordo con dati rideterminati

Raccordi tra prospetti contabili consolidati pubblicati e prospetti contabili consolidati modificati

Raccordo tra Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 pubblicato e Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 modificato

Lo Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 pubblicato non ha necessitato di modifiche.

Raccordo tra Conto economico consolidato 2021 pubblicato e Conto economico consolidato 2021 modificato

Il Conto economico consolidato 2021 pubblicato non ha necessitato di modifiche.

Raccordi tra prospetti contabili consolidati modificati/pubblicati e prospetti contabili consolidati riesposti

Raccordo tra Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 pubblicato e Stato patrimoniale consolidato al 31 dicembre 2021 riesposto

(milioni di euro)
Voci dell'attivo 31.12.2021 Variazione
perimetro di
consolidamento
(a)
31.12.2021
Riesposto
10. Cassa e disponibilità liquide 14.756 937 15.693
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 52.731 2 52.733
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 47.181 2 47.183
b) attività finanziarie designate al fair value 4 - 4
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 5.546 - 5.546
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 67.580 217 67.797
35. Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi
dello IAS 39
206.800 - 206.800
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 668.866 635 669.501
a) Crediti verso banche 163.937 18 163.955
b) Crediti verso clientela 504.929 617 505.546
45. Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo
ammortizzato ai sensi dello IAS 39
85 - 85
50. Derivati di copertura 1.732 - 1.732
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 392 - 392
70. Partecipazioni 1.652 - 1.652
80. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori 208 - 208
90. Attività materiali 10.792 4 10.796
100. Attività immateriali 9.342 3 9.345
di cui:
- avviamento 3.574 - 3.574
110. Attività fiscali 18.808 - 18.808
a) correnti 3.555 - 3.555
b) anticipate 15.253 - 15.253
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 1.422 - 1.422
130. Altre attività 13.837 15 13.852
Totale dell'attivo 1.069.003 1.813 1.070.816

(a) La riesposizione si riferisce all'ingresso di Compagnie de Banque Privée Quilvest.

Allegati del bilancio del Gruppo Intesa Sanpaolo

Voci del passivo e del patrimonio netto 31.12.2021 Variazione
perimetro di
consolidamento
(a)
(milioni di euro)
31.12.2021
Riesposto
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 710.055 1.699 711.754
a) debiti verso banche 165.258 12 165.270
b) debiti verso la clientela 458.239 1.687 459.926
c) titoli in circolazione 86.558 - 86.558
15. Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo
ammortizzato ai sensi dello IAS 39
2.146 - 2.146
20. Passività finanziarie di negoziazione 56.306 2 56.308
30. Passività finanziarie designate al fair value 3.674 - 3.674
35. Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai
sensi dello IAS 39
84.770 - 84.770
40. Derivati di copertura 4.868 - 4.868
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 53 - 53
60. Passività fiscali 2.285 7 2.292
a) correnti 363 7 370
b) differite 1.922 - 1.922
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 30 - 30
80. Altre passività 15.639 16 15.655
90. Trattamento di fine rapporto del personale 1.099 - 1.099
100. Fondi per rischi e oneri 5.716 1 5.717
a) impegni e garanzie rilasciate 508 - 508
b) quiescenza e obblighi simili 290 - 290
c) altri fondi per rischi e oneri 4.918 1 4.919
110. Riserve tecniche 118.296 - 118.296
120. Riserve da valutazione -709 - -709
125. Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione 476 - 476
130. Azioni rimborsabili - - -
140. Strumenti di capitale 6.282 - 6.282
150. Riserve 17.706 - 17.706
155. Acconti su dividendi (-) -1.399 - -1.399
160. Sovrapprezzi di emissione 27.286 - 27.286
170. Capitale 10.084 - 10.084
180. Azioni proprie (-) -136 - -136
190. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 291 88 379
200. Utile (Perdita) di periodo (+/-) 4.185 - 4.185
Totale del passivo e del patrimonio netto 1.069.003 1.813 1.070.816

(a) La riesposizione si riferisce all'ingresso di Compagnie de Banque Privée Quilvest.

Raccordo tra Conto economico consolidato 2021 pubblicato e Conto economico consolidato 2021 riesposto

(milioni di euro)
2021 Variazione
perimetro
di
consolidamento
Conferimento
Ramo
Formazione
(b)
2021
Riesposto
(a)
10. Interessi attivi e proventi assimilati 10.473 19 - 10.492
di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 10.039 - - 10.039
20. Interessi passivi e oneri assimilati -2.480 -7 - -2.487
30. Margine di interesse 7.993 12 - 8.005
40. Commissioni attive 12.087 72 - 12.159
50. Commissioni passive -2.723 -13 - -2.736
60. Commissioni nette 9.364 59 - 9.423
70. Dividendi e proventi simili 161 - - 161
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 503 17 - 520
90. Risultato netto dell'attività di copertura 36 - - 36
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 758 - - 758
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 201 - - 201
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
611 - - 611
c) passività finanziarie -54 - - -54
Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value
110. con impatto a conto economico 71 - - 71
a) attività e passività finanziarie designate al fair value -42 - - -42
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 113 - - 113
115. Risultato netto delle attività e passività finanziarie di pertinenza delle
imprese di assicurazione ai sensi dello IAS 39
4.754 - - 4.754
120. Margine di intermediazione 23.640 88 - 23.728
130. Rettifiche/ riprese di valore nette per rischio di credito di: -2.843 - - -2.843
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato -2.813 - - -2.813
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
-30 - - -30
Rettifiche/Riprese di valore nette di pertinenza delle imprese di
135. assicurazione ai sensi dello IAS39 -26 - - -26
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni -29 - - -29
150. Risultato netto della gestione finanziaria 20.742 88 - 20.830
160.
170.
Premi netti
Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa
10.557
-13.525
-
-
-
-
10.557
-13.525
180. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa 17.774 88 - 17.862
190. Spese amministrative:
a) spese per il personale
-12.012
-7.187
-77
-63
-74
9
-12.163
-7.241
b) altre spese amministrative -4.825 -14 -83 -4.922
200. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -374 - - -374
a) impegni e garanzie rilasciate 97 - - 97
b) altri accantonamenti netti -471 - - -471
210. Rettifiche/ riprese di valore nette su attività materiali -659 -3 - -662
220. Rettifiche/ riprese di valore nette su attività immateriali -934 -2 8 -928
230. Altri oneri/proventi di gestione 980 5 - 985
240. Costi operativi -12.999 -77 -66 -13.142
250. Utili (Perdite) delle partecipazioni 138 2 - 140
260. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e
immateriali
-21 - - -21
270. Rettifiche di valore dell'avviamento - - - -
280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 289 - - 289
290. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 5.181 13 -66 5.128
300. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente -1.138 -3 21 -1.120
310.
320.
Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte
Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte
4.043
-
10
-
-45
-
4.008
-
330. Utile (Perdita) di periodo 4.043 10 -45 4.008
340. Utile (Perdita) di periodo di pertinenza di terzi 142 -10 45 177
Utile (Perdita) di periodo di pertinenza della capogruppo 4.185 - -
350. 4.185

(a) La riesposizione si riferisce ai risultati economici dei primi 5 mesi del 2021 del Gruppo Reyl e dei 12 mesi del 2021 di Compagnie de Banque Privée Quilvest.

(b) La riesposizione è riferita al conferimento a Intesa Sanpaolo Formazione del ramo di attività di Intesa Sanpaolo dedicato alla progettazione ed erogazione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo con sede in Italia, avvenuto in via propedeutica alla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione perfezionata a fine giugno 2022.

Raccordo tra Conto economico consolidato 2022 e Conto economico consolidato 2022 riesposto

(milioni di euro)
2022 Variazione
perimetro
Conferimento
Ramo
2022
Riesposto
di Formazione
consolidamento
(a)
(b)
10. Interessi attivi e proventi assimilati 13.232 5 - 13.237
di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 12.708 - - 12.708
20. Interessi passivi e oneri assimilati -3.547 -3 - -3.550
30. Margine di interesse 9.685 2 - 9.687
40. Commissioni attive 11.285 21 - 11.306
50. Commissioni passive -2.708 -4 - -2.712
60. Commissioni nette 8.577 17 - 8.594
70. Dividendi e proventi simili 225 - - 225
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione -149 6 - -143
90. Risultato netto dell'attività di copertura 33 - - 33
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: -48 - - -48
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 167 - - 167
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -243 - - -243
c) passività finanziarie 28 - - 28
Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con
110. impatto a conto economico 755 - - 755
a) attività e passività finanziarie designate al fair value 957 - - 957
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value -202 - - -202
115. Risultato netto delle attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese di
assicurazione ai sensi dello IAS 39
1.234 - - 1.234
120. Margine di intermediazione 20.312 25 - 20.337
130. Rettifiche/ riprese di valore nette per rischio di credito di: -2.624 - - -2.624
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva
-2.579
-45
-
-
-
-
-2.579
-45
135. Rettifiche/Riprese di valore nette di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi
dello IAS39
-160 - - -160
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni -5 - - -5
150. Risultato netto della gestione finanziaria 17.523 25 - 17.548
160. Premi netti 10.358 - - 10.358
170. Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa -9.398 - - -9.398
180. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa 18.483 25 - 18.508
190. Spese amministrative: -11.579 -22 -33 -11.634
a) spese per il personale -6.793 -15 5 -6.803
b) altre spese amministrative -4.786 -7 -38 -4.831
200. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -349 - - -349
a) impegni e garanzie rilasciate -209 - - -209
b) altri accantonamenti netti -140 - - -140
210. Rettifiche/ riprese di valore nette su attività materiali -700 -1 - -701
220. Rettifiche/ riprese di valore nette su attività immateriali -984 -1 2 -983
230. Altri oneri/proventi di gestione 934 2 - 936
240. Costi operativi -12.678 -22 -31 -12.731
250. Utili (Perdite) delle partecipazioni 232 - - 232
260. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali -46 - - -46
270. Rettifiche di valore dell'avviamento - - - -
280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 16 - - 16
290. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 6.007 3 -31 5.979
300. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente -1.630 -1 10 -1.621
310. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 4.377 2 -21 4.358
320. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte - - - -
330.
340.
Utile (Perdita) di periodo
Utile (Perdita) di periodo di pertinenza di terzi
4.377
-23
2
-2
-21
21
4.358
-4
350. Utile (Perdita) di periodo di pertinenza della capogruppo 4.354 - - 4.354

(a) La riesposizione si riferisce ai risultati economici dei primi 6 mesi del 2022 di Compagnie de Banque Privée Quilvest.

(b) La riesposizione è riferita al conferimento a Intesa Sanpaolo Formazione del ramo di attività di Intesa Sanpaolo dedicato alla progettazione ed erogazione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo con sede in Italia, avvenuto in via propedeutica alla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione perfezionata a fine giugno 2022.

Prospetti contabili consolidati riesposti

Stato patrimoniale consolidato riesposto

(milioni di euro)
Voci dell'attivo 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
Riesposto assolute %
10. Cassa e disponibilità liquide 112.924 15.693 97.231
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 47.577 52.733 -5.156 -9,8
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 42.522 47.183 -4.661 -9,9
b) attività finanziarie designate al fair value 1 4 -3 -75,0
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 5.054 5.546 -492 -8,9
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 49.716 67.797 -18.081 -26,7
35. Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi
dello IAS 39
172.725 206.800 -34.075 -16,5
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 528.078 669.501 -141.423 -21,1
a) Crediti verso banche 32.884 163.955 -131.071 -79,9
b) Crediti verso clientela 495.194 505.546 -10.352 -2,0
45. Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo
ammortizzato ai sensi dello IAS 39
80 85 -5 -5,9
50. Derivati di copertura 10.062 1.732 8.330
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -9.752 392 -10.144
70. Partecipazioni 2.013 1.652 361 21,9
80. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori 163 208 -45 -21,6
90. Attività materiali 10.505 10.796 -291 -2,7
100. Attività immateriali 9.830 9.345 485 5,2
di cui:
- avviamento 3.626 3.574 52 1,5
110. Attività fiscali 18.273 18.808 -535 -2,8
a) correnti 3.520 3.555 -35 -1,0
b) anticipate 14.753 15.253 -500 -3,3
120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 638 1.422 -784 -55,1
130. Altre attività 22.851 13.852 8.999 65,0

Totale dell'attivo 975.683 1.070.816 -95.133 -8,9

31.12.2022 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
Voci del passivo e del patrimonio netto
Riesposto assolute %
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 667.586 711.754 -44.168 -6,2
a) debiti verso banche 137.482 165.270 -27.788 -16,8
b) debiti verso la clientela 454.025 459.926 -5.901 -1,3
c) titoli in circolazione 76.079 86.558 -10.479 -12,1
15. Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo
ammortizzato ai sensi dello IAS 39
2.550 2.146 404 18,8
20. Passività finanziarie di negoziazione 46.512 56.308 -9.796 -17,4
30. Passività finanziarie designate al fair value 8.795 3.674 5.121
35. Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai
sensi dello IAS 39
71.744 84.770 -13.026 -15,4
40. Derivati di copertura 5.346 4.868 478 9,8
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -8.031 53 -8.084
60. Passività fiscali 2.306 2.292 14 0,6
a) correnti 297 370 -73 -19,7
b) differite 2.009 1.922 87 4,5
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 15 30 -15 -50,0
80. Altre passività 11.060 15.655 -4.595 -29,4
90. Trattamento di fine rapporto del personale 852 1.099 -247 -22,5
100. Fondi per rischi e oneri 5.010 5.717 -707 -12,4
a) impegni e garanzie rilasciate 711 508 203 40,0
b) quiescenza e obblighi simili 139 290 -151 -52,1
c) altri fondi per rischi e oneri 4.160 4.919 -759 -15,4
110. Riserve tecniche 100.117 118.296 -18.179 -15,4
120. Riserve da valutazione -1.939 -709 1.230
125. Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione -696 476 -1.172
130. Azioni rimborsabili - - -
140. Strumenti di capitale 7.211 6.282 929 14,8
150. Riserve 15.827 17.706 -1.879 -10,6
155. Acconti su dividendi (-) -1.400 -1.399 1
160. Sovrapprezzi di emissione 28.053 27.286 767 2,8
170. Capitale 10.369 10.084 285 2,8
180. Azioni proprie (-) -124 -136 -12 -8,8
190. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-) 166 379 -213 -56,2
200. Utile (Perdita) di periodo (+/-) 4.354 4.185 169 4,0
Totale del passivo e del patrimonio netto 975.683 1.070.816 -95.133 -8,9

Conto economico consolidato riesposto

2022 2021 Variazioni (milioni di euro)
Riesposto Riesposto assolute %
10. Interessi attivi e proventi assimilati 13.237 10.492 2.745 26,2
di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 12.708 10.039 2.669 26,6
20. Interessi passivi e oneri assimilati -3.550 -2.487 1.063 42,7
30. Margine di interesse 9.687 8.005 1.682 21,0
40. Commissioni attive 11.306 12.159 -853 -7,0
50. Commissioni passive -2.712 -2.736 -24 -0,9
60. Commissioni nette 8.594 9.423 -829 -8,8
70. Dividendi e proventi simili 225 161 64 39,8
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione -143 520 -663
90. Risultato netto dell'attività di copertura 33 36 -3 -8,3
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: -48 758 -806
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 167 201 -34 -16,9
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -243 611 -854
c) passività finanziarie 28 -54 82
110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a
conto economico
755 71 684
a) attività e passività finanziarie designate al fair value 957 -42 999
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value -202 113 -315
Risultato netto delle attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese di
115. assicurazione ai sensi dello IAS 39 1.234 4.754 -3.520 -74,0
120. Margine di intermediazione 20.337 23.728 -3.391 -14,3
130. Rettifiche/ riprese di valore nette per rischio di credito di: -2.624 -2.843 -219 -7,7
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato -2.579 -2.813 -234 -8,3
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -45 -30 15 50,0
135. Rettifiche/Riprese di valore nette di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi dello
IAS39
-160 -26 134
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni -5 -29 -24 -82,8
150. Risultato netto della gestione finanziaria 17.548 20.830 -3.282 -15,8
160. Premi netti 10.358 10.557 -199 -1,9
170. Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa -9.398 -13.525 -4.127 -30,5
180. Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa 18.508 17.862 646 3,6
190. Spese amministrative: -11.634 -12.163 -529 -4,3
a) spese per il personale
b) altre spese amministrative
-6.803
-4.831
-7.241
-4.922
-438
-91
-6,0
-1,8
200. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -349 -374 -25 -6,7
a) impegni e garanzie rilasciate -209 97 -306
b) altri accantonamenti netti -140 -471 -331 -70,3
210. Rettifiche/ riprese di valore nette su attività materiali -701 -662 39 5,9
220. Rettifiche/ riprese di valore nette su attività immateriali -983 -928 55 5,9
230. Altri oneri/proventi di gestione 936 985 -49 -5,0
240. Costi operativi -12.731 -13.142 -411 -3,1
250. Utili (Perdite) delle partecipazioni 232 140 92 65,7
260. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali -46 -21 25
270. Rettifiche di valore dell'avviamento - - -
280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 16 289 -273 -94,5
290. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 5.979 5.128 851 16,6
300. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente -1.621 -1.120 501 44,7
310. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 4.358 4.008 350 8,7
320. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte - - -
330. Utile (Perdita) di periodo 4.358 4.008 350 8,7
340. Utile (Perdita) di periodo di pertinenza di terzi -4 177 -181
350. Utile (Perdita) di periodo di pertinenza della capogruppo 4.354 4.185 169 4,0

Raccordi tra prospetti contabili consolidati riesposti e schemi di bilancio consolidati riclassificati

Raccordo tra Stato patrimoniale consolidato riesposto e Stato patrimoniale consolidato riclassificato

(milioni di euro)
Attività 31.12.2022 31.12.2021
Riesposto
Cassa e disponibilità liquide 112.924 15.693
Voce 10 Cassa e disponibilità liquide 112.924 15.693
Finanziamenti verso banche 31.273 162.139
Voce 40a (parziale) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti verso banche 31.144 162.101
Voce 20a (parziale) Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Finanziamenti verso banche - -
Voce 20b (parziale) Attività finanziarie designate al fair value - Finanziamenti verso banche - -
Voce 20c (parziale) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - Finanziamenti verso banche 29 38
Voce 30 (parziale) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - Finanziamenti
verso banche
100 -
Finanziamenti verso clientela 446.854 465.871
Crediti verso clientela valutati al costo ammortizzato 444.244 464.075
Voce 40b (parziale) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti verso clientela 437.973 457.032
Voce 40b (parziale) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito (enti pubblici, imprese non
finanziarie ed altri)
6.271 7.043
Crediti verso clientela valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva e con impatto sul conto economico 2.610 1.796
Voce 20a (parziale) Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Finanziamenti verso clientela 86 19
Voce 20b (parziale) Attività finanziarie designate al fair value - Finanziamenti verso clientela - -
Voce 20c (parziale) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - Finanziamenti verso clientela 916 1.038
Voce 30 (parziale) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - Finanziamenti
verso clientela
1.608 739
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti 52.690 43.325
Voce 40a (parziale) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito (banche) 1.740 1.854
Voce 40b (parziale) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito (governi, imprese finanziarie ed
assicurazioni)
50.950 41.471
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 46.546 51.638
Voce 20a (parziale) Attività finanziarie detenute per la negoziazione 42.436 47.164
Voce 20b (parziale) Attività finanziarie designate al fair value - Titoli di debito 1 4
Voce 20c (parziale) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 4.109 4.470
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 48.008 67.058
Voce 30 (parziale) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 48.008 67.058
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 172.725 206.800
Voce 35 Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello
IAS 39
172.725 206.800
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 80 85
Attività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai
Voce 45 sensi dello IAS 39 80 85
Partecipazioni 2.013 1.652
Voce 70 Partecipazioni 2.013 1.652
Attività materiali e immateriali 20.335 20.141
Attività di proprietà 18.841 18.616
Voce 90 (parziale) Attività materiali 9.011 9.271
Voce 100 Attività immateriali 9.830 9.345
Diritti d'uso acquisiti con il leasing
Voce 90 (parziale)
Attività materiali 1.494
1.494
1.525
1.525
Attività fiscali 18.273 18.808
Voce 110 Attività fiscali 18.273 18.808
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 638 1.422
Voce 120 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 638 1.422
Altre voci dell'attivo 23.324 16.184
Voce 50 Derivati di copertura 10.062 1.732
Voce 60 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -9.752 392
Voce 80 Riserve tecniche a carico dei riassicuratori 163 208
Voce 130 Altre attività 22.851 13.852
Totale attività 975.683 1.070.816
Passività 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
Riesposto
Debiti verso banche al costo ammortizzato 137.476 165.262
Voce 10 a)
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso banche
137.482 165.270
- Voce 10 a) (parziale)
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso banche (di cui debiti per leasing)
-6 -8
Debiti verso clientela al costo ammortizzato e titoli in circolazione 528.795 545.101
Voce 10 b)
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso la clientela
454.025 459.926
Voce 10 c)
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli in circolazione
76.079 86.558
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso clientela (di cui debiti per
- Voce 10 b) (parziale)
leasing)
-1.309 -1.383
Passività finanziarie di negoziazione 46.512 56.308
Voce 20
Passività finanziarie di negoziazione
46.512 56.308
Passività finanziarie designate al fair value 8.795 3.674
Voce 30
Passività finanziarie designate al fair value
8.795 3.674
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai sensi dello IAS 39 2.544 2.139
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai
Voce 15
sensi dello IAS 39
2.550 2.146
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai
- Voce 15 (parziale)
sensi dello IAS 39 (di cui debiti per leasing)
-6 -7
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi dello IAS 39 71.744 84.770
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al fair value ai sensi
Voce 35
dello IAS 39
71.744 84.770
Passività fiscali 2.306 2.292
Voce 60
Passività fiscali
2.306 2.292
Passività associate ad attività in via di dismissione 15 30
Voce 70
Passività associate ad attività in via di dismissione
15 30
Altre voci del passivo 9.696 21.974
Voce 40
Derivati di copertura
5.346 4.868
Voce 50
Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-)
-8.031 53
Voce 80
Altre passività
11.060 15.655
Voce 10 a) (parziale)
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso banche (di cui debiti per leasing)
6 8
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso clientela (di cui debiti per
Voce 10 b) (parziale)
leasing)
Passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione valutate al costo ammortizzato ai
1.309 1.383
Voce 15 (parziale)
sensi dello IAS 39 (di cui debiti per leasing)
6 7
Riserve tecniche 100.117 118.296
Voce 110
Riserve tecniche
100.117 118.296
Fondi per rischi e oneri 5.862 6.816
Voce 90
Trattamento di fine rapporto del personale
852 1.099
Voce 100 a)
Fondi per rischi e oneri - Impegni e garanzie rilasciate
711 508
Voce 100 b)
Fondi per rischi e oneri - Quiescenza e obblighi simili
139 290
Voce 100 c)
Fondi per rischi e oneri - Altri fondi per rischi e oneri
4.160 4.919
Capitale 10.369 10.084
Voce 170
Capitale
10.369 10.084
Riserve
Voce 130
Azioni rimborsabili
43.756
-
44.856
-
Voce 150
Riserve
15.827 17.706
Voce 160
Sovrapprezzi di emissione
28.053 27.286
- Voce 180
Azioni proprie (-)
-124 -136
Riserve da valutazione -1.939 -709
Voce 120
Riserve da valutazione
-1.939 -709
Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione -696 476
Voce 125
Riserve da valutazione di pertinenza delle imprese di assicurazione
-696 476
Acconti su dividendi -1.400 -1.399
Voce 155
Acconti su dividendi (-)
-1.400 -1.399
Strumenti di capitale 7.211 6.282
Voce 140
Strumenti di capitale
7.211 6.282
Patrimonio di pertinenza di terzi 166 379
Voce 190
Patrimonio di pertinenza di terzi
166 379
Risultato netto 4.354 4.185
Voce 200
Utile (Perdita) di periodo (+/-)
4.354 4.185
Totale passività e patrimonio netto 975.683 1.070.816

Raccordo tra Conto economico consolidato riesposto e Conto economico consolidato riclassificato

(milioni di euro)
Voci 2022 2021
Riesposto Riesposto
Interessi netti 9.500 7.971
Voce 30 Margine di interesse 9.687 8.005
- Voce 30 (parziale) Margine di interesse - Rapporti tra Banche/Altre imprese e Comparto Assicurativo -25 -37
- Voce 30 (parziale) Margine di interesse - Riclassifica operatività entità non soggette a direzione e coordinamento 10 8
- Voce 30 (parziale) Margine di interesse (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) 106 31
+ Voce 60 (parziale) Commissioni nette (Commissioni periodiche c/c con saldi attivi (tassi negativi))
Dividendi e proventi simili su titoli di capitale detenuti per la negoziazione, valutati al fair value con impatto a
33 40
+ Voce70 (parziale) conto economico o per cui è esercitata l'opzione di valutazione al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (Dividendi incassati e pagati nell'ambito dell'attività di prestito titoli)
3 8
+ Voce 80 (parziale) Differenziali Hedging swap -294 -70
+ Voce 190 a) (parziale) Spese per il personale (Rientro time value trattamento di fine rapporto e altri fondi del personale) -19 -14
+ Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Importi ricondotti a Interessi netti - Iniziativa For Funding) -1 -
+ Voce 200 (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (Rientro time value fondi rischi ed oneri) - -
Commissioni nette 8.919 9.621
Voce 60 Commissioni nette 8.594 9.423
- Voce 60 (parziale) Commissioni nette - Comparto assicurativo 280 245
- Voce 60 (parziale) Commissioni nette - Riclassifica operatività entità non soggette a direzione e coordinamento 3 3
- Voce 60 (parziale) Commissioni nette (Commissioni periodiche c/c con saldi attivi (tassi negativi)) -33 -40
+ Voce 80 (parziale) Risultato netto dell'attività di negoziazione (Collocamento Certificates) 38 55
+ Voce 110 a) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(a) attività e passività finanziarie designate al fair value (Collocamento Certificates)
165 48
+ Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Componenti rendimento delle polizze
assicurative stipulate a favore delle Reti di consulenti finanziari)
-9 5
+ Voce 190 a) (parziale) Spese per il personale (Oneri sistemi di incentivazione di personale dipendente delle reti distributive) -60 -52
+ Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Recuperi spese) -59 -66
Risultato dell'attività assicurativa 1.705 1.586
Voce 115 Risultato netto delle attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi dello
IAS 39
1.234 4.754
Voce 160 Premi netti 10.358 10.557
Voce 170 Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa -9.398 -13.525
+ Voce 30 (parziale) Margine di interesse - Rapporti tra Banche/Altre imprese con Comparto Assicurativo 25 37
+ Voce 60 (parziale) Commissioni nette - Comparto assicurativo -280 -245
+ Voce 80 (parziale) Rapporti tra Banche/Altre imprese con Comparto Assicurativo -77 -78
+ Voce 135 (parziale) Impairment titoli con impatto sulla redditività complessiva quota di competenza degli assicurati -149 -22
- Voce 160 (parziale) Premi netti (Polizze: premi emessi a copertura dei sinistri ) -192 -
- Voce 160 (parziale) Premi netti (Polizze: eccedenza dei sinistri prospettici rispetto ai premi emessi) - 1
- Voce 160 (parziale) Premi netti (Polizze: eccedenza dei sinistri rispetto ai premi emessi oggetto di cessione al riassicuratore) - 135
- Voce 170 (parziale) Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa (Polizze: sinistri liquidati e in corso oggetto di cessione
al riassicuratore)
- -187
- Voce 170 (parziale) Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa (Polizze: sinistri liquidati coperti da premi emessi ) 184 -
- Voce 170 (parziale) Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa (Polizze: accantonamenti per sinistri liquidati e in corso) - 162
+ Voce 210 (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali di pertinenza del comparto assicurativo - -3

(milioni di euro)
Voci 2022
Riesposto
2021
Riesposto
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.378 1.636
Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione -143 520
Voce 90 Risultato netto dell'attività di copertura 33 36
Voce 110 a) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(a) attività e passività designate al fair value
-42
Voce 110 b) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value
-202 113
Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
Voce 100 b) complessiva -243 611
Voce 100 c)
+ Voce 70 (parziale)
Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di passività finanziarie
Dividendi e proventi simili su titoli di capitale detenuti per la negoziazione, valutati al fair value con impatto a
conto economico o per cui è esercitata l'opzione di valutazione al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (inclusi i dividendi su OICR)
28
225
-54
161
Dividendi e proventi simili su titoli di capitale detenuti per la negoziazione, valutati al fair value con impatto a
conto economico o per cui è esercitata l'opzione di valutazione al fair value con impatto sulla redditività
- Voce 70 (parziale) complessiva (Dividendi incassati e pagati nell'ambito dell'attività di prestito titoli) -3 -8
- Voce 80 (parziale) Risultato netto dell'attività di negoziazione (Collocamento Certificates) -38 -55
- Voce 80 (parziale)
- Voce 80 (parziale)
Rapporti tra Banche/Altre imprese con Comparto Assicurativo
Differenziali Hedging swap
77
294
78
70
- Voce 80 (parziale)
+ Voce 100 a) (parziale)
Risultato netto dell'attività di negoziazione (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione)
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
(governi, imprese finanziarie ed assicurazioni) - Effetto correlato al risultato di negoziazione
-
349
16
307
Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività - -28
- Voce 100 b) (parziale) - Voce 100 b) (parziale)
complessiva (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione)
Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (Oneri riguardanti il sistema bancario)
-
- Voce 110 a) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(a) attività e passività finanziarie designate al fair value (Collocamento Certificates)
-165 -48
- Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Componenti rendimento delle polizze
assicurative stipulate a favore delle Reti di consulenti finanziari)
-30
- Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Oneri riguardanti il sistema bancario)
2
- Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Importi ricondotti a rettiche di valore nette
su crediti)
-
- Voce 100 c) (parziale) Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di passività finanziarie - (Effetti economici dell'allocazione dei costi di
acquisizione)
-19
+ Voce 200 b) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri - Altri accantonamenti netti (Accantonamenti/Rilasci
ricondotti al Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value)
3
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Negoziazione e valutazione altre attività) 5 3
Altri proventi (oneri) operativi netti -32 111
Voce 70 Dividendi e proventi simili 225 161
Voce 230 Altri oneri / proventi di gestione 936 985
+ Voce 30 (parziale) Margine di interesse - Riclassifica operatività entità non soggette a direzione e coordinamento -10 -8
+ Voce 60 (parziale)
+ Voce 110 b) (parziale)
Commissioni nette - Riclassifica operatività entità non soggette a direzione e coordinamento
Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Componenti rendimento delle polizze
assicurative stipulate a favore delle Reti di consulenti finanziari)
-3
-19
-3
-
Dividendi e proventi simili su titoli di capitale detenuti per la negoziazione, valutati al fair value con impatto a
conto economico o per cui è esercitata l'opzione di valutazione al fair value con impatto sulla redditività
- Voce 70 (parziale) complessiva (inclusi i dividendi su OICR) -225 -161
- Voce 230 (parziale)
- Voce 230 (parziale)
Altri oneri/ proventi di gestione (Recuperi spese)
Altri oneri/ proventi di gestione (Recuperi imposte indirette)
-25
-904
-22
-959
- Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Proventi/oneri non ricorrenti o non correlati alla gestione caratteristica) 21 39
- Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Effetti valutativi altre attività) - 7
- Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Svalutazioni durature immobilizzazioni materiali riacquisite) - -
- Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Utili/perdite da cessione di immobilizzazioni materiali riacquisite) - -
- Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Oneri/proventi di integrazione) 7 2
- Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Negoziazione e valutazione altre attività) -5 -3
+ Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Riconduzione operatività entità non bancaria, finanziaria e assicurativa - leasing
operativo)
-10 -5
+ Voce 210 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali (Riconduzione operatività entità non bancaria,
finanziaria e assicurativa - leasing operativo)
Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali (Riconduzione operatività entità non bancaria,
-56 -30
+ Voce 220 (parziale) finanziaria e assicurativa - leasing operativo) -4 -3
+ Voce 250 (parziale) Utili (Perdite) delle partecipazioni (valutate al patrimonio netto) 40 111
Proventi operativi netti 21.470 20.925

(milioni di euro)
Voci 2022 2021
Riesposto Riesposto
Spese del personale -6.742 -6.794
Voce 190 a) Spese per il personale -6.803 -7.241
- Voce 190 a) (parziale) Spese per il personale (Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo) -59 381
- Voce 190 a) (parziale) Spese per il personale (Rientro time value trattamento di fine rapporto e altri fondi del personale) 19 14
- Voce 190 a) (parziale) Spese per il personale (Oneri sistemi di incentivazione di personale dipendente delle reti distributive) 60 52
- Voce 190 a) (parziale) Spese per il personale (Erogazione liberale a favore del personale) 41 -
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri / proventi di gestione (Recuperi spese) - -
Spese amministrative -2.912 -2.987
Voce 190 b) Altre spese amministrative -4.831 -4.922
- Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Importi ricondotti a Interessi netti - Iniziativa For Funding) 1 -
- Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Oneri di integrazione) 68 109
- Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Contributi ai Fondi di risoluzione e tutela depositi) 816 762
- Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Recuperi spese) 59 66
Altre spese amministrative (Riconduzione operatività entità non bancaria, finanziaria e assicurativa - leasing
- Voce 190 b) (parziale) operativo) 10 5
- Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative ("Bank tax" e "Windfall tax" del Gruppo CIB) 36 11
- Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Oneri accessori derisking) - 1
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri / proventi di gestione (Recuperi imposte indirette) 904 959
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri / proventi di gestione (Recuperi di spese) 25 22
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.280 -1.241
Voce 210 Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali -701 -662
Voce 220 Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali -983 -928
- Voce 210 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali di pertinenza del comparto assicurativo - 3
- Voce 210 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali (Oneri di integrazione) 54 40
- Voce 210 (parziale) Rettifiche / riprese di valore su attività materiali (Svalutazioni) 26 10
- Voce 210 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali (Riconduzione operatività entità non bancaria,
finanziaria e assicurativa - leasing operativo)
56 30
- Voce 220 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali (Oneri di integrazione) 106 106
- Voce 220 (parziale) Rettifiche / riprese di valore su attività immateriali (Svalutazioni) 19 41
- Voce 220 (parziale) Rettifiche / riprese di valore su attività immateriali (Effetto economico dell'allocazione dei costi di
acquisizione)
139 116
- Voce 220 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali (Riconduzione operatività entità non bancaria,
finanziaria e assicurativa - leasing operativo)
4 3
Costi operativi -10.934 -11.022
Risultato della gestione operativa 10.536 9.903
Rettifiche di valore nette su crediti -3.113 -2.772
Voce 140 Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni -5 -29
Voce 200 a) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito relativo a impegni e garanzie rilasciate -209 97
+ Voce 100 a) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
-176 -110
+ Voce 100 a) (parziale) (enti pubblici, imprese non finanziarie ed altri)
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti
-6 5
+ Voce 100 a) (parziale) (Effetto economico dell'allocazione dei costi di acquisizione) 77 123
+ Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Importi ricondotti a rettiche di valore nette
su crediti)
-121 -
+ Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Finanziamenti
-2.569 -2.828
+ Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Titoli di debito (enti pubblici, imprese non finanziarie ed altri)
-5 13
+ Voce 130 b) (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva - Finanziamenti
-26 -
+ Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Oneri accessori derisking) - -1
+ Voce 200 b) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (Accantonamenti per oneri non ricorrenti) -73 -42

(milioni di euro)
Voci 2022 2021
Riesposto Riesposto
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -281 -848
Voce 135 Rettifiche/Riprese di valore nette di pertinenza delle imprese di assicurazione ai sensi dello IAS 39 -160 -26
Voce 260 Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali -46 -21
Voce 200 b) Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri - Altri accantonamenti netti -140 -471
+ Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Componenti rendimento delle polizze
assicurative stipulate a favore delle Reti di consulenti finanziari)
-39 25
+ Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Titoli di debito (governi, imprese finanziarie ed assicurazioni)
-3 4
+ Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Titoli di debito verso Banche
-2
+ Voce 130 b) (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva - Titoli di debito
-19 -30
- Voce 135 (parziale) Impairment titoli con impatto sulla redditività complessiva quota di competenza degli assicurati 149 22
+ Voce 160 (parziale) Premi netti (Polizze: eccedenza dei sinistri prospettici rispetto ai premi emessi) - -1
+ Voce 160 (parziale) Premi netti (Polizze: eccedenza dei sinistri rispetto ai premi emessi oggetto di cessione al riassicuratore) - -135
+ Voce 170 (parziale) Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa (Polizze: sinistri liquidati e in corso oggetto di cessione
al riassicuratore)
- 187
+ Voce 170 (parziale) Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa (Polizze: accantonamenti per sinistri liquidati e in corso) - -162
- Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Titoli di debito verso Banche (Oneri riguardanti il sistema bancario)
2 -
- Voce 200 (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (Oneri di integrazione) 8 -2
- Voce 200 b) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (Rientro time value fondi rischi ed oneri) - -
- Voce 200 b) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (Effetto economico dell'allocazione dei costi di acquisizione) -11 -178
- Voce 200 b) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (Accantonamenti per oneri non ricorrenti) 73 42
- Voce 200 b) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri - Altri accantonamenti netti (Accantonamenti/Rilasci
ricondotti al Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value)
- -3
+ Voce 210 (parziale) Rettifiche / riprese di valore su attività materiali (Svalutazioni) -26 -10
+ Voce 220 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali (Svalutazioni) -19 -41
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Svalutazioni durature immobilizzazioni materiali riacquisite) - -
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Effetti valutativi altre attività) - -7
+ Voce 250 (parziale) Utili (Perdite) di partecipazioni (Rettifiche/Riprese di valore per deterioramento di partecipazioni collegate) -48 -39
Altri proventi (oneri) netti 202 332
Voce 250 Utili (Perdite) di partecipazioni 232 140
Voce 280 Utili (Perdite) da cessione di investimenti 16 289
Voce 100 a) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
(governi, imprese finanziarie ed assicurazioni)
357 306
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
Voce 100 a) (parziale) (Banche) -8 -
- Voce 100 a) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
(governi, imprese finanziarie ed assicurazioni) - Effetto correlato al risultato di negoziazione
-349 -307
+ Voce 160 (parziale) Premi netti (Polizze: premi emessi a copertura dei sinistri - risultato non ricorrente di contratto assicurativo
oneroso)
192 -
+ Voce 170 (parziale) Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa (Polizze: sinistri liquidati coperti da premi emessi -
risultato non ricorrente di contratto assicurativo oneroso)
-184 -
+ Voce 190 a) (parziale) Spese per il personale (Erogazione liberale a favore del personale) -41 -
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Utili/perdite da cessione di immobilizzazioni materiali riacquisite) - -
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Proventi/oneri non ricorrenti o non correlati alla gestione caratteristica) -21 -39
- Voce 250 (parziale) Utili (Perdite) di partecipazioni (valutate al patrimonio netto) -40 -111
- Voce 250 (parziale) Utili (Perdite) di partecipazioni (Effetto economico dell'allocazione dei costi di acquisizione) - 15
- Voce 250 (parziale) Utili (Perdite) di partecipazioni (Rettifiche/Riprese di valore per deterioramento di partecipazioni collegate) 48 39
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - -
Voce 320 Utile (Perdita) dei gruppi di attività operative cessate al netto delle imposte - -
+ Voce 320 (parziale) Utile (Perdita) dei gruppi di attività operative cessate al netto delle imposte (Imposte) - -
Risultato corrente lordo 7.344 6.615

(milioni di
Voci 2022 euro)
2021
Riesposto Riesposto
Imposte sul reddito -2.059 -1.604
Voce 300 Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente -1.621 -1.120
+ Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative ("Bank tax" e "Windfall tax" del Gruppo CIB) -36 -11
- Voce 300 (parziale) Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (Oneri di integrazione) -44 -197
- Voce 300 (parziale) Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (Effetti economici dell'allocazione dei costi di
acquisizione)
-98 -37
- Voce 300 (parziale) Imposte sul reddito di periodo dell'operatività corrente (Contributi ai Fondi di risoluzione e tutela depositi) -260 -239
- Voce 300 (parziale) Imposte sul reddito di periodo dell'operatività corrente (Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre
attività intangibili)
- -
- Voce 320 (parziale) Utile (Perdita) dei gruppi di attività operative cessate al netto delle imposte (Imposte) - -
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -140 -439
+ Voce 190 a) (parziale) Spese per il personale (Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo) 59 -381
+ Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Oneri di integrazione) -68 -109
+ Voce 200 (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (Oneri di integrazione) -8 2
+ Voce 210 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali (Oneri di integrazione) -54 -40
+ Voce 220 (parziale) Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali (Oneri di integrazione) -106 -106
+ Voce 230 (parziale) Altri oneri/ proventi di gestione (Oneri/proventi di integrazione) -7 -2
+ Voce 300 (parziale) Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (Oneri di integrazione) 44 197
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -211 -39
+ Voce 30 (parziale) Margine di interesse (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) -106 -31
+ Voce 80 (parziale) Risultato netto dell'attività di negoziazione (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) - -16
+ Voce 100 a) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti
(Effetto economico dell'allocazione dei costi di acquisizione)
-77 -123
+ Voce 100 b) (parziale) Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione)
- 28
+ Voce 100 c) (parziale) Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di passività finanziarie - (Effetti economici dell'allocazione dei costi di
acquisizione)
2 19
+ Voce 200 b) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (Effetto economico dell'allocazione dei costi di acquisizione) 11 178
+ Voce 220 (parziale) Rettifiche / riprese di valore su attività immateriali (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) -139 -116
+ Voce 250 (parziale) Utili (Perdite) di partecipazioni (Effetto economico dell'allocazione dei costi di acquisizione) - -15
+ Voce 300 (parziale) Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (Effetti economici dell'allocazione dei costi di
acquisizione)
98 37
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -576 -525
+ Voce 100 b) (parziale) Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (Oneri riguardanti il sistema bancario)
-3 -
+ Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
(b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Oneri riguardanti il sistema bancario)
-15 -2
+ Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Titoli di debito verso Banche (Oneri riguardanti il sistema bancario)
-2 -
+ Voce 190 b) (parziale) Altre spese amministrative (Contributi ai Fondi di risoluzione e tutela depositi) -816 -762
+ Voce 300 (parziale) Imposte sul reddito di periodo dell'operatività corrente (Contributi ai Fondi di risoluzione e tutela depositi) 260 239
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) - -
Voce 270 Rettifiche di valore dell'avviamento
Imposte sul reddito di periodo dell'operatività corrente (Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre
- -
+ Voce 300 (parziale) attività intangibili) - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi -4 177
Voce 340 Utile (Perdita) di periodo di pertinenza di terzi -4 177
Risultato netto 4.354 4.185

Conto economico consolidato riclassificato - Raccordo con dati rideterminati

Allegati del bilancio del Gruppo Intesa Sanpaolo

Conto economico consolidato riclassificato - Raccordo con dati rideterminati

2021
Dati
riesposti
Cessione
rami
di attività
Inclusione
compagnie
assicurative
(milioni di euro)
2021
Dati
rideterminati
Interessi netti 7.971 -66 - 7.905
Commissioni nette 9.621 -94 - 9.527
Risultato dell'attività assicurativa 1.586 - 43 1.629
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.636 -1 - 1.635
Altri proventi (oneri) operativi netti 111 - -14 97
Proventi operativi netti 20.925 -161 29 20.793
Spese del personale -6.794 65 -14 -6.743
Spese amministrative -2.987 13 -20 -2.994
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.241 - -2 -1.243
Costi operativi -11.022 78 -36 -10.980
Risultato della gestione operativa 9.903 -83 -7 9.813
Rettifiche di valore nette su crediti -2.772 6 - -2.766
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -848 - -3 -851
Altri proventi (oneri) netti 332 - - 332
Utile (Perdita) delle attività operative cessate - 58 - 58
Risultato corrente lordo 6.615 -19 -10 6.586
Imposte sul reddito -1.604 6 -7 -1.605
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -439 - - -439
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -39 - - -39
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -525 13 - -512
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle
imposte)
- - - -
Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi 177 - 17 194
Risultato netto 4.185 - - 4.185

I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto, nell'ambito dell'acquisizione del Gruppo UBI, della riallocazione, sulla base di dati gestionali, del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate, nonché dell'inclusione del contributo delle compagnie assicurative Assicurazioni Vita (già Aviva Vita), Lombarda Vita e Cargeas, al netto degli effetti riconducibili alle filiali oggetto di cessione.

Altri allegati del Bilancio consolidato

Elenco dei principi contabili IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea al 31 dicembre 2022

PRINCIPI CONTABILI
Regolamento omologazione
IFRS 1 Prima adozione dei principi contabili internazionali 1126/2008 mod. 1260/2008 - 1274/2008 - 69/2009 - 70/2009 -254/2009 - 494/2009 - 495/2009 - 1136/2009 -
1164/2009 - 550/2010 - 574/2010 - 662/2010 - 149/2011 - 1205/2011 - 475/2012 - 1254/2012 - 1255/2012 -
183/2013 - 301/2013 -1174/2013 - 2173/2015 - 2343/2015 - 2441/2015 - 1905/2016 - 2067/2016 - 182/2018 -
1080/2021
IFRS 2 Pagamenti basati su azioni 1126/2008 mod. 1261/2008 - 495/2009 - 243/2010 - 244/2010 - 1254/2012 - 1255/2012 - 28/2015 -
2067/2016 - 289/2018 - 2075/2019
IFRS 3 Aggregazioni aziendali 1126/2008 mod. 495/2009 - 149/2011 - 1254/2012 - 1255/2012 - 1174/2013 - 1361/2014 - 28/2015 -
1905/2016 - 2067/2016 - 412/2019 - 2075/2019 - 551/2020 - 1080/2021
IFRS 4 Contratti assicurativi 1126/2008 mod. 1274/2008 - 494/2009 - 1165/2009 - 1255/2012 - 1905/2016 - 2067/2016 - 1988/2017 -
2097/2020 - 25/2021
IFRS 5 Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative
cessate
1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 494/2009 - 1142/2009 - 243/2010 - 475/2012 - 1254/2012 -
1255/2012 - 2343/2015 - 2067/2016
IFRS 6 Esplorazione e valutazione delle risorse minerarie 1126/2008 - 2075/2019
IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative 1126/2008 mod. 1274/2008 - 53/2009 - 70/2009 - 495/2009 - 824/2009 - 1165/2009 - 574/2010 - 149/2011 -
1205/2011 - 475/2012 - 1254/2012 - 1255/2012 - 1256/2012 - 1174/2013 - 2343/2015 - 2406/2015 -
2067/2016 - 34/2020 - 25/2021
IFRS 8 Settori operativi 1126/2008 mod. 1274/2008 - 243/2010 - 632/2010 - 475/2012 - 28/2015
IFRS 9 Strumenti finanziari 2067/2016 - 498/2018 - 34/2020 - 25/2021 - 1080/2021
IFRS 10 Bilancio consolidato 1254/2012 mod. 313/2013 - 1174/2013 - 1703/2016
IFRS 11 Accordi a controllo congiunto 1254/2012 mod. 313/2013 - 2173/2015 - 412/2019
IFRS 12 Informativa sulle partecipazioni in altre entità 1254/2012 mod. 313/2013 - 1174/2013 - 1703/2016 - 182/2018
IFRS 13 Valutazioni del fair value 1255/2012 mod. 1361/2014 - 2067/2016
IFRS 15 Ricavi provenienti da contratti con i clienti 1905/2016 - 1987/2017
IFRS 16 Leasing 1986/2017 - 1434/2020 - 25/2021 - 1421/2021
IFRS 17 Contratti assicurativi 2036/2021 () - 1491/2022 ()
IAS 1 Presentazione del bilancio 1126/2008 mod. 1274/2008 - 53/2009 - 70/2009 - 494/2009 - 243/2010 - 149/2011 - 475/2012 - 1254/2012 -
1255/2012 - 301/2013 - 2113/2015 - 2406/2015 - 1905/2016 - 2067/2016 - 2075/2019 - 2104/2019 -
357/2022 (*)
IAS 2 Rimanenze 1126/2008 mod. 70/2009 - 1255/2012 - 1905/2016 - 2067/2016
IAS 7 Rendiconto finanziario 1126/2008 mod. 1260/2008 - 1274/2008 - 70/2009 - 494/2009 - 243/2010 - 1254/2012 - 1174/2013 -
1990/2017
IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori 1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 1255/2012 - 2067/2016 - 2075/2019 - 2104/2019 - 357/2022 (*)
IAS 10 Fatti intervenuti dopo la data di riferimento del bilancio 1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 1142/2009 - 1255/2012 - 2067/2016
IAS 12 Imposte sul reddito 1126/2008 mod. 1274/2008 - 495/2009 - 475/2012 - 1254/2012 - 1255/2012 - 1174/2013 - 1905/2016 -
2067/2016 - 1989/2017 - 412/2019 - 1392/2022 (*)
IAS 16 Immobili, impianti e macchinari 1126/2008 mod. 1260/2008 - 1274/2008 - 70/2009 - 495/2009 - 1255/2012 - 301/2013 - 28/2015 -
2113/2015 - 2231/2015 - 1905/2016 - 1080/2021
IAS 19 Benefici per i dipendenti 1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 475/2012 - 1255/2012 - 29/2015 - 2343/2015 - 402/2019
IAS 20 Contabilizzazione dei contributi pubblici e informativa sull'assistenza
pubblica
1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 475/2012 - 1255/2012 - 2067/2016
IAS 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere 1126/2008 mod. 1274/2008 - 69/2009 - 494/2009 - 149/2011 - 475/2012 - 1254/2012 - 1255/2012 -
2067/2016
IAS 23 Oneri finanziari 1126/2008 mod. 1260/2008 - 70/2009 - 2113/2015 - 2067/2016 - 412/2019
IAS 24 Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate 1126/2008 mod. 1274/2008 - 632/2010 - 475/2012 - 1254/2012 - 1174/2013 - 28/2015
IAS 26 Rilevazione e rappresentazione in bilancio di fondi pensione 1126/2008
IAS 27 Bilancio separato 1126/2008 mod. 1274/2008 - 69/2009 - 70/2009 - 494/2009 - 1254/2012 - 1174/2013 - 2441/2015
IAS 28 Partecipazioni in società collegate e Joint Venture 1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 494/2009 - 495/2009 - 1254/2012 - 1255/2012 - 2441/2015 -
1703/2016 - 2067/2016 - 182/2018 - 237/2019
IAS 29 Rendicontazione contabile in economie iperinflazionate 1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009
IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio 1126/2008 mod. 1274/2008 - 53/2009 - 70/2009 - 494/2009 - 495/2009 - 1293/2009 - 475/2012 - 1254/2012 -
1255/2012 - 1256/2012 - 301/2013 - 1174/2013 - 1905/2016 - 2067/2016
IAS 33 Utile per azione 1126/2008 mod. 1274/2008 - 494/2009 - 495/2009 - 475/2012 - 1254/2012 - 1255/2012 - 2067/2016
IAS 34 Bilanci intermedi 1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 495/2009 - 149/2011 - 475/2012 - 1255/2012 - 301/2013 - 1174/2013
- 2343/2015 - 2406/2015 - 1905/2016 - 2075/2019
IAS 36 Riduzione di valore delle attività 1126/2008 mod. 1274/2008 - 69/2009 - 70/2009 - 495/2009 - 243/2010 - 1254/2012 - 1255/2012 - 1374/2013
- 2113/2015 - 1905/2016 - 2067/2016
IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali 1126/2008 mod. 1274/2008 - 495/2009 - 28/2015 - 1905/2016 - 2067/2016 - 2075/2019 - 1080/2021
IAS 38 Attività immateriali 1126/2008 mod. 1260/2008 - 1274/2008 - 70/2009 - 495/2009 - 243/2010 - 1254/2012 - 1255/2012 - 28/2015
- 2231/2015 - 1905/2016 - 2075/2019
IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione (ad eccezione di talune
disposizioni relative alla contabilizzazione delle operazioni di
copertura)
1126/2008 mod. 1274/2008 - 53/2009 - 70/2009 - 494/2009 - 495/2009 - 824/2009 - 839/2009 - 1171/2009 -
243/2010 - 149/2011 - 1254/2012 - 1255/2012 - 1174/2013 - 1375/2013 - 28/2015 - 1905/2016 - 2067/2016 -
34/2020 - 25/2021
IAS 40 Investimenti immobiliari 1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 1255/2012 - 1361/2014 - 2113/2015 - 1905/2016 - 400/2018
IAS 41 Agricoltura 1126/2008 mod. 1274/2008 - 70/2009 - 1255/2012 - 2113/2015 - 1080/2021
(*) Le società applicano quanto previsto dal presente Regolamento al più tardi a partire dalla data di inizio del loro primo esercizio finanziario che cominci dopo il 1° gennaio 2023.

INTERPRETAZIONI Regolamento omologazione
IFRIC 1 Cambiamenti nelle passività iscritte per smantellamenti, ripristini e passività similari 1126/2008 mod. 1260/2008 - 1274/2008
IFRIC 2 Azioni dei soci in entità cooperative e strumenti simili 1126/2008 mod. 53/2009 - 1255/2012 - 301/2013 - 2067/2016
IFRIC 5 Diritti derivanti da interessenze in fondi per smantellamenti, ripristini e bonifiche
ambientali
1126/2008 mod. 1254/2012 - 2067/2016
IFRIC 6 Passività derivanti dalla partecipazione ad un mercato specifico - Rifiuti di
apparecchiature elettriche ed elettroniche
1126/2008
IFRIC 7 Applicazione del metodo della rideterminazione del valore ai sensi dello IAS 29 -
Rendicontazione contabile in economie iperinflazionate
1126/2008 mod. 1274/2008
IFRIC 10 Bilanci intermedi e riduzione di valore 1126/2008 mod. 1274/2008 - 2067/2016
IFRIC 12 Accordi per servizi in concessione 254/2009 - 1905/2016 - 2067/2016 - 2075/2019
IFRIC 14 Il limite relativo ad una attività a servizio di un piano a benefici definiti, le previsioni di
contribuzione minima e la loro interazione
1263/2008 mod. 1274/2008 - 633/2010 - 475/2012
IFRIC 16 Coperture di un investimento netto in una gestione estera 460/2009 mod. 243/2010 - 1254/2012 - 2067/2016
IFRIC 17 Distribuzioni ai soci di attività non rappresentate da disponibilità liquide 1142/2009 mod. 1254/2012 - 1255/2012
IFRIC 19 Estinzione di passività finanziarie con strumenti rappresentativi di capitale 662/2010 mod. 1255/2012 - 2067/2016 - 2075/2019
IFRIC 20 Costi di sbancamento nella fase di produzione di una miniera a cielo aperto 1255/2012 - 2075/2019
IFRIC 21 Tariffe 634/2014
IFRIC 22 Operazioni in valuta estera e anticipi 519/2018 - 2075/2019
IFRIC 23 Incertezza sui trattamenti ai fini dell'imposta sul reddito 1595/2018
SIC 7 Introduzione dell'euro 1126/2008 mod. 1274/2008 - 494/2009
SIC 10 Assistenza pubblica – Nessuna specifica relazione con le attività operative 1126/2008 mod. 1274/2008
SIC 25 Imposte sul reddito – Cambiamenti nella condizione fiscale di un'entità o dei suoi
azionisti
1126/2008 mod. 1274/2008
SIC 29 Accordi per servizi in concessione: informazioni integrative 1126/2008 mod. 1274/2008 - 254/2009
SIC 32 Attività immateriali – Costi connessi a siti web 1126/2008 mod. 1274/2008 - 1905/2016 - 2075/2019

Relazione e Bilancio di Intesa Sanpaolo

671

Relazione sull'andamento della gestione

Dati di sintesi, Indicatori Alternativi di Performance e altri indicatori (*)

Dati economici (milioni di euro) Variazioni
%
7.024
5.980
1.044 17,5
5.485
5.534
-49 -0,9
1.222
1.424
-202 -14,2
15.490 1.164 7.5
-52 -0.6
8.098
6.882
1.216 17,7
-389 -15,9
4.284
3.047
1.237 40,6
-2.061
-2.450
assolute
16.654

2022 2021 Dati rideterminati

(*) Per più dettagliate informazioni circa gli Indicatori Alternativi di Performance si rinvia allo specifico capitolo della Relazione sull'andamento della gestione del Bilancio consolidato.

Dati patrimoniali (milioni di euro) Variazioni
assolute %
Finanziamenti verso clientela 385.795
402.739
-16.944 -4.2
Totale attività 715.381
-58.213
773.594
-7,5
Raccolta diretta da clientela 450.207
458.032
-7.825 -1,7
Raccolta indiretta da clientela 306.741
327.662
202.947
-20.921 -6,4
di cui: Risparmio gestito 225.354 -22.407 -9,9
Patrimonio netto 54.054
54.391
-337 -0,6
Finanziamenti verso clientela / Raccolta diretta da clientela (%)
Loan to deposit ratio
85,7
87,9

31.12.2022 31.12.2021

Coefficienti patrimoniali (%)
Capitale primario di Classe 1 (CET1) al netto delle rettifiche
regolamentari/Attività di rischio ponderate (Common Equity Tier 1
ratio)
12.1
12,8
Capitale di Classe 1 (TIER 1) / Attività di rischio ponderate 14.4
14.6
Totale fondi propri / Attività di rischio ponderate 17,2
17,3
Attività di rischio ponderate (milioni di euro) 306.376
331.732
Indicatori di redditività (%)
Cost / Income 51,4
55.6
Risultato netto / Patrimonio netto (ROE) (a) 10,1
6,8
Risultato netto / Totale Attività (ROA) ₪) 0,6
0,4

2022 (Dati economici) 31.12.2022 (Dati patrimoniali) 2021 (Dati economici) 31.12.2021 (Dati patrimoniali)

Indicatori di rischiosità (%)
Sofferenze nette / Finanziamenti verso clientela 0.2
0,5
Crediti deteriorati netti / Finanziamenti verso clientela 1,3
1.7
Rettifiche di valore accumulate su sofferenze / Sofferenze lorde con
clientela
67.8
70.0
Rettifiche di valore accumulate su crediti deteriorati lordi / Crediti
deteriorati lordi con clientela
46.3
52.7

Dati riesposti su basi omogenee, ove necesario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimento.

Struttura operativa 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute
Numero dei dipendenti (*) 66.646 68.680 -2.034
Italia 65.714 67.798 -2.084
Estero 932 882 50
Numero degli sportelli bancari (c) 3.365 3.484 -119
Italia 3.349 3.469 -120
Estero 16 15 1

Dati riesposti su basi omogenee, ove necessario e se materiali.

(*) L'organico indicato si riferisce al numero puntuale dei dipendenti a fine anno conteggiando anche i part time come pari a 1 unità.

(c) Il dato comprende le Filiali Retail/Exclusive, le Filiali Agribusiness, i Centri Imprese e i Centri Corporate.

I risultati dell'esercizio di Intesa Sanpaolo

Premessa

In merito al contenuto della Relazione sulla Gestione del Bilancio separato 2022 di Intesa Sanpaolo S.p.A., si fa rinvio alla relazione che accompagna il Bilancio consolidato.

Di seguito si riportano il Conto economico e lo Stato patrimoniale riclassificati al 31 dicembre 2022 della Capogruppo Intesa Sanpaolo S.p.A., corredati da un sintetico commento dei risultati economici e degli aggregati patrimoniali.

Aspetti generali relativi al Conto economico riclassificato

Al fine di consentire una lettura più immediata dei risultati, il Conto economico viene esposto secondo uno schema riclassificato sintetico.

Nel Conto economico riclassificato i dati sono normalmente riesposti, ove necessario e se materiali, per consentire raffronti più immediati. In particolare, gli importi vengono resi il più possibile omogenei nei diversi periodi rappresentati, soprattutto in relazione alle variazioni intervenute nel perimetro di riferimento. Tale omogeneizzazione avviene tramite dati riesposti, che accolgono/escludono i valori delle società entrate/uscite nel/dal perimetro di riferimento. Per i dati del 2021, in seguito all'acquisizione del Gruppo UBI Banca, si è reso necessario il ricorso anche a dati "rideterminati" da affiancare ai dati riesposti per allinearli/integrarli attraverso dati gestionali.

In particolare, con lo scopo di consentire un confronto omogeneo, i dati economici riferiti ai periodi precedenti sono stati rideterminati in virtù dell'incorporazione di UBI Leasing S.p.A. (16 maggio 2022, con efficacia contabile e fiscale 1° gennaio 2022), nonché del conferimento da parte di ISP Capogruppo a Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. del ramo d'azienda avente ad oggetto specifiche attività concernenti la progettazione e l'erogazione di soluzioni formative per i dipendenti del Gruppo (22 giugno 2022, con pari efficacia contabile e fiscale), della cessione dell'intera quota di controllo in ISP Formazione ad Altaformazione (29 giugno 2022) e della contestuale sottoscrizione di specifici accordi commerciali relativi ai nuovi servizi resi a ISP in ambito formativo dalla nuova società Digit'Ed.

Con lo scopo di ridurre la volatilità delle diverse voci di conto economico connessa alla modifica di perimetro dovuta alla cessione del predetto ramo d'azienda, sono state riclassificate dalle voci originarie alla voce Utile (Perdita) delle attività operative cessate le componenti economiche del 2021 e del primo semestre 2022 relative al ramo conferito a ISP Formazione, unitamente alle maggiori spese amministrative in relazione ai nuovi servizi resi a ISP per effetto della sottoscrizione dei predetti accordi commerciali con Digit'Ed.

Sono state altresì riclassificate le componenti del 2021, dal 1° gennaio alla data di efficacia dell'operazione, relative:

  • al ramo d'azienda ex UBI Banca ceduto a BPER in data 22 febbraio 2021 (con pari efficacia contabile e fiscale), costituito da 455 filiali e 132 punti operativi;
  • al ramo d'azienda di UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A. ceduto a BPER in data 22 febbraio 2021 (con pari efficacia contabile e fiscale);
  • ai rami "Top private" e "Service IW Bank" oggetto di scissione parziale a favore, rispettivamente, di Intesa Sanpaolo Private Banking e Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking (12 aprile 2021, con pari efficacia contabile e fiscale);
  • al ramo d'azienda composto da 17 filiali bancarie e 9 punti operativi ad esse collegati (mini-sportelli), ceduto a Banca Popolare di Puglia e Basilicata (24 maggio 2021, con pari efficacia contabile e fiscale);
  • al ramo d'azienda composto dai 31 sportelli e 2 punti operativi della Capogruppo ISP, ceduto a BPER (21 giugno 2021, con pari efficacia contabile e fiscale).

Si precisa, inoltre, che le risultanze economiche dei rami ceduti/scissi sono state determinate sulla base di evidenze di natura gestionale.

In aggiunta, per i primi tre trimestri del 2021, per garantire un appropriato commento delle dinamiche gestionali delle voci coinvolte, si segnala una riesposizione tra le spese amministrative e le spese del personale di un importo non materiale in relazione all'internalizzazione, intervenuta nel corso del 2021, di attività precedentemente conferite in outsourcing da UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A., con la conseguente riassunzione di personale in precedenza ceduto o distaccato presso i service esterni.

Da ultimo, si dà conto che a far data dal 2022, gli oneri relativi ad alcuni sistemi di incentivazione del personale dipendente della Banca dei Territori, ove finanziati attraverso i ricavi commissionali generati sulla base di criteri di quantificazione di carattere deterministico correlati ai suddetti ricavi, vengono riclassificati dalle Spese del personale alle Commissioni nette, in analogia al trattamento contabile previsto per i sistemi di incentivazione dei consulenti finanziari non dipendenti. Per una maggiore comparabilità dei periodi a confronto, i periodi pregressi sono stati riesposti per adeguarli a tale rappresentazione.

In relazione a quanto sopra esposto e al fine di consentire raffronti omogenei, i commenti che seguono fanno riferimento ai valori rideterminati.

I dettagli analitici delle riesposizioni effettuate e delle riclassificazioni rispetto allo schema previsto dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia – oltre che delle citate rideterminazioni – sono forniti, con distinti prospetti, tra gli allegati, in aderenza anche a quanto richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006.

In sintesi, tali riclassificazioni e aggregazioni riguardano le seguenti fattispecie:

  • i dividendi relativi a partecipazioni valutate al patrimonio netto, nonché quelli incassati e pagati nell'ambito dell'attività di prestito titoli, che sono riallocati nell'ambito del Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value;
  • i differenziali su derivati, classificati nel portafoglio di negoziazione, stipulati a copertura di operazioni in divisa che, in funzione della stretta correlazione esistente, sono ricondotti tra gli interessi netti;
  • le commissioni periodiche su rapporti di conto corrente con saldi attivi applicate alla clientela (ad esclusione del segmento clientela retail e PMI), in coerenza con quanto previsto dai fogli informativi, che vengono ricondotte nell'ambito del Margine di interesse, in quanto volte a rifondere il costo finanziario sostenuto dalla Banca;
  • gli oneri relativi ad alcuni sistemi di incentivazione di personale dipendente delle reti distributive del Gruppo, ove finanziati attraverso i ricavi commissionali generati dalle reti stesse sulla base di criteri di quantificazione di carattere deterministico correlati ai suddetti ricavi, che vengono riclassificati dalle Spese per il personale alle Commissioni passive, in analogia al trattamento contabile previsto per i sistemi di incentivazione dei consulenti finanziari non dipendenti;
  • gli oneri relativi ad una erogazione liberale una tantum alle persone di Intesa Sanpaolo, ad esclusione di quelle con qualifica di dirigente o retribuzione equivalente, non relazionata alla loro performance lavorativa ma finalizzata a mitigare l'impatto dell'inflazione, che sono stati riclassificati dalle Spese per il personale agli Altri proventi (oneri) netti;
  • il Risultato netto dell'attività di negoziazione, il Risultato netto dell'attività di copertura, il Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico nonché gli utili e perdite da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e da cessione o riacquisto di passività finanziarie, che sono riallocati nell'unica voce Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value, ad eccezione degli importi relativi a rettifiche di valore di alcune quote di finanziamenti obbligatoriamente valutati al fair value che, in quanto attinenti a misurazioni di posizioni creditizie, vengono ricondotti nell'ambito della voce Rettifiche di valore nette su crediti per consentire una rappresentazione unitaria delle rettifiche di valore riferite alla medesima posizione;
  • la quota del premio all'emissione dei Certificates riconosciuta alle reti per il loro collocamento, che viene riclassificata dal Risultato netto delle attività e delle passività valutate al fair value alle Commissioni nette;
  • i recuperi di spese e di imposte e tasse, che sono portati a riduzione delle Spese amministrative, anziché essere evidenziati tra gli Altri proventi;
  • gli Utili e perdite da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (finanziamenti e titoli di debito rappresentativi di finanziamenti), che sono appostati tra le Rettifiche di valore nette su crediti;
  • le Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relative ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e ad attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value, gli effetti economici delle modifiche contrattuali nonché gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito riferiti a impegni e garanzie rilasciate, ricondotti nell'ambito dell'unica voce Rettifiche di valore nette su crediti;
  • il rientro del time value del Trattamento di fine rapporto del personale e dei Fondi per rischi ed oneri, che è ricondotto tra gli Interessi netti, in quanto il fenomeno deriva direttamente dall'applicazione del criterio del costo ammortizzato, in assenza di variazioni nella previsione dei flussi futuri attesi, coerentemente con il trattamento del time value delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato;
  • le Rettifiche di valore nette per deterioramento di partecipazioni collegate nonché di attività materiali ed immateriali (inclusi gli immobili e altri beni derivanti dall'attività di escussione di garanzie o di acquisto in asta e destinati alla vendita sul mercato nel prossimo futuro), che sono riclassificate alla voce Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività, che recepisce dunque – oltre agli accantonamenti per rischi ed oneri diversi da quelli relativi a impegni e garanzie – gli effetti valutativi delle attività diverse dai crediti, con la sola eccezione delle svalutazioni delle attività intangibili che confluiscono, al netto degli effetti fiscali, nella voce Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili;
  • gli Utili (perdite) realizzati su attività finanziarie valutate al costo ammortizzato diverse dai crediti, su partecipazioni e su altri investimenti, che vengono riappostati alla voce Altri proventi (oneri) netti. La voce recepisce dunque sinteticamente, oltre ai proventi ed oneri non strettamente correlati alla gestione operativa, gli effetti da realizzo delle attività diverse dai crediti. Fanno eccezione gli Utili (perdite) realizzati su titoli di debito che, in considerazione del modello di business che prevede una gestione strettamente correlata con gli altri strumenti finanziari, vengono ricondotti nell'ambito del Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value;
  • gli Oneri di integrazione e di incentivazione all'esodo del personale, che sono riclassificati, al netto dell'effetto fiscale, a voce propria dalle voci Spese per il personale, Spese amministrative e da altre voci di conto economico;
  • gli Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione che, al netto dell'effetto fiscale, sono ricondotti a voce propria. Essi normalmente rappresentano le quote di ammortamento, nonché eventuali svalutazioni, delle attività e passività finanziarie e delle immobilizzazioni materiali e immateriali oggetto di valutazione al fair value nell'ambito dell'applicazione del principio IFRS 3;
  • i Tributi e gli altri oneri finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario, che sono ricondotti, al netto delle imposte, alla specifica voce;
  • le Rettifiche di valore dell'avviamento, delle partecipazioni di controllo e delle altre attività intangibili, che sono esposte, al netto delle imposte, alla specifica voce.

Conto economico riclassificato

2022 2021 (milioni di euro)
Variazioni
assolute %
Interessi netti 7.024 5.951 1.073 18,0
Commissioni nette 5.485 5.657 -172 -3,0
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.222 1.427 -205 -14,4
Altri proventi (oneri) operativi netti 2.923 2.546 377 14,8
Proventi operativi netti 16.654 15.581 1.073 6,9
Spese del personale -5.363 -5.453 -90 -1,7
Spese amministrative -2.141 -2.206 -65 -2,9
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.052 -1.020 32 3,1
Costi operativi -8.556 -8.679 -123 -1,4
Risultato della gestione operativa 8.098 6.902 1.196 17,3
Rettifiche di valore nette su crediti -2.061 -2.487 -426 -17,1
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -185 -427 -242 -56,7
Altri proventi (oneri) netti 146 123 23 18,7
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 31 66 -35 -53,0
Risultato corrente lordo 6.029 4.177 1.852 44,3
Imposte sul reddito -862 -303 559
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -46 -218 -172 -78,9
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -111 -48 63
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -474 -442 32 7,2
Rettifiche di valore dell'avviamento, delle altre attività intangibili e delle
partecipazioni di controllo (al netto delle imposte)
-252 -218 34 15,6
Risultato netto 4.284 2.948 1.336 45,3
Dati riesposti, ove necessario e se materiali.

Conto economico riclassificato – Dati rideterminati

2022 2021 (milioni di euro)
Variazioni
Dati
rideterminati
assolute %
Interessi netti 7.024 5.980 1.044 17,5
Commissioni nette 5.485 5.534 -49 -0,9
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.222 1.424 -202 -14,2
Altri proventi (oneri) operativi netti 2.923 2.552 371 14,5
Proventi operativi netti 16.654 15.490 1.164 7,5
Spese del personale -5.363 -5.399 -36 -0,7
Spese amministrative -2.141 -2.189 -48 -2,2
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.052 -1.020 32 3,1
Costi operativi -8.556 -8.608 -52 -0,6
Risultato della gestione operativa 8.098 6.882 1.216 17,7
Rettifiche di valore nette su crediti -2.061 -2.450 -389 -15,9
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -185 -428 -243 -56,8
Altri proventi (oneri) netti 146 123 23 18,7
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 31 139 -108 -77,7
Risultato corrente lordo 6.029 4.266 1.763 41,3
Imposte sul reddito -862 -332 530
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -46 -219 -173 -79,0
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -111 -21 90
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -474 -429 45 10,5
Rettifiche di valore dell'avviamento, delle altre attività intangibili e delle
partecipazioni di controllo (al netto delle imposte)
-252 -218 34 15,6
Risultato netto 4.284 3.047 1.237 40,6

I dati rideterminati sono stati predisposti per tenere conto dell'incorporazione di UBI Leasing S.p.A. per il periodo ante acquisizione e, sulla base di dati gestionali, della riallocazione del contributo dei rami di attività oggetto di cessione/scissione al risultato delle attività operative cessate.

Il Conto economico dell'esercizio 2022 si è chiuso con un utile netto di 4.284 milioni, rispetto a 3.047 milioni dell'esercizio precedente (+1.237 milioni; +40,6%), mentre il risultato corrente lordo, pari a 6.029 milioni, segna un incremento di 1.763 milioni (+41,3%) rispetto ai 4.266 milioni di dicembre 2021.

Più in dettaglio, la variazione annua del risultato netto è attribuibile:

  • a maggiori Proventi operativi netti per 1.164 milioni (+7,5%), riconducibili al maggior apporto degli Interessi netti (+1.044 milioni; +17,5%) e all'incremento dei Dividendi (+412 milioni; +17,9%), parzialmente compensati dal calo del Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value (-202 milioni; -14,2%), delle Commissioni Nette (-49 milioni; -0,9%) e degli Altri proventi (oneri) di gestione (-41 milioni; -16,8%);
  • a minori Costi operativi per 52 milioni (-0,6%), per la riduzione delle Spese amministrative (-48 milioni; -2,2%) e delle Spese del personale (-36 milioni; -0,7%), cui si contrappone l'incremento dell'Ammortamento di immobilizzazioni materiali e immateriali (+32 milioni; +3,1%);
  • a minori Rettifiche di valore nette su crediti per 389 milioni (-15,9%);
  • a minori Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività per 243 milioni (-56,8%), principalmente ascrivibili a minori Altri accantonamenti netti (-182 milioni; -65,9%) e minori Rettifiche di valore nette su altre attività (-78 milioni; -54,5%), parzialmente compensati da maggiori Rettifiche di valore nette su titoli valutati al costo ammortizzato e su titoli valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva (per 17 milioni);
  • a maggiori Altri proventi (oneri) netti per 23 milioni (+18,7%);
  • a minori Utili netti delle attività operative cessate per 108 milioni (-77,7%); a tal riguardo si ricorda che la voce accoglie le componenti economiche dei rami ceduti/scissi, riclassificate allo scopo di ridurre la volatilità delle diverse voci originarie di conto economico, connessa ai cambi di perimetro;
  • all'effetto fiscale connesso alle predette variazioni, cui si aggiungono taluni benefici fiscali rilevati in corso d'anno;
  • a minori Oneri di integrazione (al netto delle imposte) per 173 milioni (-79%);
  • a maggiori oneri connessi agli Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) per 90 milioni;
  • a maggiori Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) per 45 milioni (+10,5%);
  • a maggiori Rettifiche di valore dell'avviamento, delle altre attività intangibili e delle partecipazioni di controllo (al netto delle imposte) per 34 milioni (+15,6%).

Gli Interessi netti, pari a 7.024 milioni, segnano una decisa crescita rispetto all'esercizio 2021 (+1.044 milioni; +17,5%), condizionata principalmente dalla crescita dei tassi d'interesse, in linea con il trend di mercato, che ha favorito un allargamento della forbice tra tassi attivi e tassi passivi.

Il contributo dell'intermediazione derivante dall'operatività con la clientela è stato pari a 5.578 milioni, in crescita di 902 milioni rispetto a dicembre 2021 (+19,3%), di cui +1.012 milioni sui rapporti con clientela, compensati da maggiori interessi passivi su titoli in circolazione per 110 milioni. Gli interessi sulle attività e passività finanziarie si sono attestati a +964 milioni, in aumento di 282 milioni (+41,3%), per l'incremento dell'apporto delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (+185 milioni), dei titoli valutati al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti (+70 milioni) e delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (+27 milioni). L'apporto dell'interbancario è risultato pari a +240 milioni, registrando una flessione di 331 milioni rispetto ai 571 milioni dell'esercizio 2021 (-58%), per effetto in particolare del minor contributo delle operazioni di rifinanziamento TLTRO III con la BCE (-570 milioni), a seguito delle decisioni di politica monetaria assunte dalla Banca Centrale Europea (variazione dei tassi di riferimento e modifica ai termini e alle condizioni applicate) e delle estinzioni anticipate intervenute nell'anno pari a circa 31 miliardi. A tale calo si contrappone un apporto positivo riconducibile alla dinamica degli impieghi e della raccolta interbancari, influenzata dall'aumento dei tassi ufficiali e dal reimpiego della liquidità in eccesso in operazioni di deposito con la BCE, favorito dal ritorno in positivo del Deposit Facility Rate (DFR). Infine, risultano in crescita gli altri interessi netti, pari a +570 milioni, contro i +506 milioni di dicembre 2021 (+64 milioni; +12,6%). Nell'aggregato sono ricompresi interessi su attività deteriorate per 388 milioni.

Le Commissioni nette, pari a 5.485 milioni, risultano in calo di 49 milioni (-0,9%) rispetto all'esercizio precedente (5.534 milioni). L'andamento è determinato dalla diminuzione delle commissioni legate all'attività di gestione, intermediazione e consulenza (-193 milioni; -7,1%), in parte compensata dal positivo andamento dell'attività bancaria commerciale (+116 milioni; +5,6%) e delle altre commissioni nette (+28 milioni; +3,9%). Riguardo all'attività di gestione, intermediazione e consulenza, penalizzata dalla volatilità dei mercati finanziari, si evidenzia il minor apporto dell'intermediazione e collocamento di strumenti finanziari (-202 milioni), solo in parte compensato dall'incremento delle altre commissioni di intermediazione e gestione (+16 milioni) e della distribuzione di prodotti assicurativi (+15 milioni).

Riguardo invece all'attività bancaria commerciale, si evidenziano maggiori commissioni su servizi di incasso e pagamento (+51 milioni), su servizio bancomat e carte di credito (+46 milioni) e su garanzie rilasciate e ricevute (+42 milioni), mentre risultano in flessione le commissioni sui conti correnti (-23 milioni).

Infine, relativamente alle altre commissioni nette l'incremento è dovuto principalmente alle commissioni su finanziamenti.

Il Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value ammonta a 1.222 milioni, contro 1.424 milioni registrati nell'esercizio precedente (-202 milioni; -14,2%). Tale flessione è ascrivibile, in particolare, al minor apporto del risultato netto da dividendi e da cessione di attività valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e da cessione di attività al costo ammortizzato (-336 milioni, -37,4%, principalmente per minori utili da cessione di titoli di debito HTCS) e del risultato netto da operazioni di copertura in hedge accounting (-12 milioni; -30,8%).

A tali effetti negativi si contrappongono il maggior apporto del risultato netto da riacquisto di passività finanziarie (+99 milioni), grazie ai riacquisti di propri titoli di debito sul mercato secondario, la crescita del risultato netto da operazioni di trading e da strumenti finanziari in fair value option (+32 milioni; +8,2%), nonché l'incremento del risultato netto da attività valutate obbligatoriamente al fair value con impatto a conto economico (+15 milioni; +8,9%).

Gli Altri proventi operativi netti si attestano a 2.923 milioni e si confrontano con i 2.552 milioni del precedente esercizio, evidenziando un aumento di 371 milioni (+14,5%). L'aggregato include i dividendi da società partecipate e, per la parte residua, gli altri proventi netti di natura operativa. La variazione della voce è pressoché integralmente ascrivibile alla componente dividendi, in crescita di 412 milioni (+17,9%). In particolare, nel 2022 sono stati contabilizzati dividendi per complessivi 2.720 milioni, a fronte dei 2.308 milioni del 2021. Gli Altri proventi netti di natura operativa, pari a 203 milioni, evidenziano un calo di 41 milioni rispetto ai fine 2021 (-16,8%).

Per effetto delle predette dinamiche, i Proventi operativi netti assommano a 16.654 milioni, segnando un incremento di 1.164 milioni (+7,5%) rispetto all'esercizio precedente, che era stato pari a 15.490 milioni.

I Costi operativi sono pari a 8.556 milioni, in flessione dello 0,6% rispetto a dicembre 2021, per la riduzione delle spese del personale, che passano da 5.399 milioni a 5.363 milioni (-36 milioni; -0,7%) e delle altre spese amministrative, che scendono da 2.189 milioni a 2.141 milioni (-48 milioni; -2,2%); evidenziano invece una leggera crescita gli ammortamenti su immobilizzazioni materiali e immateriali, che si attestano a 1.052 milioni a fronte dei 1.020 milioni di dicembre 2021 (+32 milioni; +3,1%).

Con specifico riferimento alle spese per il personale, il risparmio di 36 milioni è connesso alla riduzione delle retribuzioni ordinarie e dei relativi contributi, correlata al calo degli organici, cui si contrappongono maggiori costi per le componenti straordinarie e variabili della retribuzione, inclusivi di una erogazione una tantum alle persone di Intesa Sanpaolo per mitigare l'impatto dell'inflazione, di cui all'accordo sindacale del 22 novembre 2022 (per complessivi 32,5 milioni), e maggiori oneri per straordinari e indennità varie.

Per quanto attiene alle altre spese amministrative, il decremento è ascrivibile principalmente ai risparmi conseguiti nelle spese per la gestione degli immobili, per effetto della continua riduzione degli spazi conseguente ai piani di accorpamento e razionalizzazione, nelle spese per servizi informatici, e nelle spese legali e professionali.

Infine, l'incremento di 32 milioni degli ammortamenti su immobilizzazioni materiali e immateriali è ascrivibile per 44 milioni alle attività immateriali, cui si contrappone la flessione di 12 milioni dei beni materiali.

L'andamento dei proventi e degli oneri operativi sopra illustrato ha determinato un Risultato della gestione operativa di 8.098 milioni, in aumento di 1.216 milioni (+17,7%) rispetto ai 6.882 milioni dell'esercizio precedente.

Il cost/income ratio nel 2022 si è attestato al 51,4%, in netto calo rispetto al valore del 2021 (55,6%).

Le Rettifiche su crediti si attestano a 2.061 milioni, in riduzione di 389 milioni (-15,9%) rispetto a dicembre 2021 (2.450 milioni). La contrazione è stata determinata principalmente dal rilevante calo delle rettifiche sui crediti non performing (-1.341 milioni; -45,8%), connesso anche al progressivo de-risking del portafoglio creditizio della Banca. In particolare, si registra un calo delle rettifiche su sofferenze (-1.086 milioni; -71,4%) e su inadempienze probabili (-267 milioni; -21,8%), solo parzialmente compensato dall'incremento su crediti scaduti e sconfinanti (+12 milioni; +6,6%).

Di contro, evidenziano un incremento le rettifiche di valore nette su crediti in Stage 1 e in Stage 2 (+787 milioni), su cui ha inciso il contesto emergenziale innescato dal conflitto in Ucraina che ha avuto pesanti impatti geo-politici e macroeconomici, come la crisi energetica e la eccezionale spinta inflattiva, in un sistema economico già messo a dura prova dalla pandemia COVID-19. Al 31 dicembre 2022 l'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi si attesta al 2,3%, in calo rispetto al 3,4% di fine 2021. Considerando la metodologia adottata dall'EBA, l'incidenza dei crediti deteriorati lordi a dicembre 2022 è pari all'1,8%. Il costo del credito, espresso dal rapporto tra rettifiche di valore nette e crediti netti, si attesta nel 2022 a 53 punti base, in riduzione di 9 punti base rispetto ai 62 punti base di dicembre 2021.

A fine 2022 il coverage medio dei crediti deteriorati si attesta al 46,3%, evidenziando un calo di 6,4 punti percentuali rispetto al dato di dicembre 2021 (52,7%), riconducibile all'attività di de-risking intervenuta nell'esercizio. Nel dettaglio, le sofferenze presentano un livello di copertura pari al 67,8%, le inadempienze probabili del 37,5%, i crediti scaduti e sconfinanti del 20,4%, mentre la copertura delle posizioni forborne nell'ambito delle attività deteriorate è pari al 40,2%. Infine, il coverage dei finanziamenti in bonis si attesta allo 0,5%.

Da ultimo, gli Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate evidenziano al 31 dicembre 2022 un apporto negativo di 60 milioni, a fronte dei 144 milioni di rilasci di dicembre 2021 (-204 milioni).

Gli Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività ammontano a 185 milioni e si confrontano con i 428 milioni del 2021, con un decremento di 243 milioni, pari al -56,8%. Essi attengono a stanziamenti a fronte di controversie legali e oneri diversi (94 milioni), a rettifiche di valore nette su titoli di debito valutati al costo ammortizzato non assimilabili a finanziamenti e su titoli di debito valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva (26 milioni) e a rettifiche di valore nette su altre attività (65 milioni).

Quest'ultime includono, in particolare, la minusvalenza per l'aggiornamento del fair value degli immobili ad uso investimento e degli immobili soggetti a cambio d'uso (35 milioni), le rettifiche su attività materiali e immateriali (22 milioni), nonché le rettifiche di valore per deterioramento di partecipazioni non di controllo (8 milioni).

Gli Altri proventi (oneri) netti sono pari a 146 milioni (123 milioni al 31 dicembre 2021), comprendenti 196 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. e 31 milioni di oneri di erogazione liberale una tantum al personale di Intesa Sanpaolo - esclusi i dirigenti/comparabili a dirigenti - per mitigare l'impatto dell'inflazione.

L'Utile delle attività operative cessate ammonta a 31 milioni ed è riferibile alla riesposizione degli effetti economici connessi al ramo d'azienda avente ad oggetto specifiche attività concernenti la progettazione e l'erogazione di soluzioni formative per i dipendenti del Gruppo conferito da ISP Capogruppo a Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. (22 giugno 2022, con pari efficacia contabile e fiscale) e la successiva cessione dell'intera quota di controllo in Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. (29 giugno 2022), unitamente all'incremento delle spese amministrative in relazione ai nuovi servizi resi a ISP Capogruppo per effetto della sottoscrizione di specifici accordi commerciali con Digit'Ed. Nel periodo a confronto la voce evidenziava un risultato pari a 139 milioni e includeva la riesposizione degli effetti economici connessi al suddetto ramo, nonché gli effetti relativi ai rami d'azienda ceduti da UBI e UBI Sistemi e Servizi a BPER, ai rami "Top private" e "Service IW Bank" oggetto di scissione parziale a favore, rispettivamente, di Intesa Sanpaolo Private Banking e Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, al ramo d'azienda composto da 17 filiali bancarie e 9 punti operativi ad esse collegati (mini-sportelli) ceduto a Banca Popolare di Puglia e Basilicata e al ramo di 31 sportelli e 2 punti operativi della Capogruppo ISP ceduti a BPER.

Il Risultato corrente lordo si attesta pertanto a 6.029 milioni, in incremento di 1.763 milioni (+41,3%) rispetto all'esercizio precedente (4.266 milioni).

Le Imposte sul reddito calcolate sulle componenti che contribuiscono al risultato corrente lordo ammontano a -862 milioni, a fronte dei -332 milioni dell'esercizio a confronto.

Si evidenzia che la voce include l'effetto connesso all'affrancamento, ai sensi dell'art. 15, comma 10, D.L. n. 185/2008, di attività immateriali iscritte nel bilancio individuale di Intesa Sanpaolo a seguito dell'incorporazione di UBI Banca, il quale ha comportato un beneficio netto a conto economico pari a 43 milioni.

La voce comprende altresì i benefici, rilevati nel mese di dicembre per complessivi 397 milioni, principalmente connessi all'iscrizione delle DTA su perdite fiscali pregresse della ex UBI Banca (320 milioni).

Il periodo a confronto includeva un beneficio netto pari a 453 milioni per effetto dell'esercizio dell'opzione prevista dall'articolo 110, commi 8 e 8-bis, D.L. n. 104/2020 (cd. "Decreto Agosto") per il riallineamento dei valori fiscali del "brand name" Sanpaolo IMI e di tre avviamenti dell'ex Banco di Napoli ai maggiori valori contabili iscritti nel Bilancio della Capogruppo.

Gli Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) ammontano a 46 milioni e sono principalmente riferiti ad ammortamenti su beni materiali e immateriali (75 milioni) e spese amministrative (21 milioni), parzialmente compensati dal rilascio dall'effetto attualizzazione dei fondi per esodi inclusi nelle spese per il personale (47 milioni) e da altri proventi netti di gestione (3 milioni). Si confrontano con i 219 milioni di dicembre 2021, principalmente riconducibili a spese per il personale connesse agli incentivi all'esodo di cui all'accordo sindacale del 16 novembre 2021 (234 milioni), ad ammortamenti su beni materiali e immateriali (74 milioni) e spese amministrative (28 milioni), parzialmente compensati dal rilascio dell'eccedenza del fondo per rischi ed oneri (106 milioni).

Gli Effetti economici derivanti dall'allocazione dei costi di acquisizione (al netto dell'effetto fiscale) sono risultati pari a -111 milioni, a fronte di -21 milioni di dicembre 2021. La voce comprende gli importi riconducibili alle rivalutazioni di crediti, debiti, immobili e all'iscrizione di nuove attività immateriali attuate, in applicazione del principio contabile IFRS 3, in sede di rilevazione delle operazioni di acquisizione di partecipazioni e/o aggregati patrimoniali.

La voce relativa ai Tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto dell'effetto fiscale) ammonta a 474 milioni, in aumento rispetto ai 429 milioni consuntivati a fine 2021 (+45 milioni; +10,5%); accoglie l'importo dovuto a titolo di contributo ordinario nei confronti del Fondo di Risoluzione Unico (SRF) per 216 milioni, il contributo al FITD per 244 milioni, le svalutazioni del Fondo Atlante e di Italian Recovery Fund per 10 milioni, nonché circa 3 milioni riconducibili allo Schema volontario per il Fondo di tutela dei depositi.

Le Rettifiche di valore dell'avviamento, delle altre attività intangibili e delle partecipazioni di controllo (al netto del relativo effetto fiscale) ammontano a 252 milioni e sono riferibili alla svalutazione di talune partecipazioni di controllo. Si segnalano in particolare le svalutazioni integrali delle partecipazioni di controllo detenute in Ucraina e Russia, rispettivamente Pravex Bank Joint-Stock Company e Joint Stock Company Banca Intesa, per complessivi 116 milioni, nonché lo stanziamento di 71 milioni chiamato a fronteggiare i rischi indiretti a fronte della partecipazione in Pravex Bank Joint-Stock Company, in relazione al conflitto in corso, allo scopo di cogliere il valore negativo del patrimonio netto contribuito dalla partecipata al Bilancio di Gruppo.

A dicembre 2021 la voce ammontava a 218 milioni, relativi principalmente a impairment su partecipazioni di controllo.

Aspetti generali relativi allo Stato patrimoniale riclassificato

Come già precisato con riferimento ai dati economici, con lo scopo di consentire un confronto omogeneo, anche i dati patrimoniali riferiti al periodo precedente tengono conto delle variazioni intervenute nel perimetro di riferimento.

In particolare, lo Stato patrimoniale riclassificato al 31 dicembre 2021, è stato riesposto includendo le risultanze dell'incorporazione di UBI Leasing S.p.A. (perfezionatasi in data 16 maggio 2022, con efficacia contabile e fiscale 1° gennaio 2022).

I dettagli analitici delle riesposizioni, delle aggregazioni e delle riclassificazioni sono forniti, con distinti prospetti, tra gli allegati alla situazione economico patrimoniale, in aderenza anche a quanto richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006.

Le aggregazioni di voci dello Stato patrimoniale riclassificato riguardano:

  • l'evidenza separata delle attività finanziarie che costituiscono Finanziamenti verso banche e Finanziamenti verso clientela, indipendentemente dai rispettivi portafogli contabili di allocazione;
  • l'evidenza separata delle attività finanziarie che non costituiscono finanziamenti, distinte tra attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, attività finanziarie valutate al fair value con impatto al conto economico e attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, al netto di quanto riclassificato nelle voci Finanziamenti verso banche e Finanziamenti verso clientela;
  • l'aggregazione in un'unica voce delle Attività materiali ed immateriali, con articolazione nelle sottovoci Attività di proprietà e Diritti d'uso acquisiti con il leasing;
  • l'inclusione del valore dei Derivati di copertura e dell'Adeguamento di valore delle attività e passività finanziarie oggetto di copertura generica tra le Altre voci dell'attivo/Altre voci del passivo;
  • l'evidenza separata dei Debiti verso banche al costo ammortizzato;
  • l'aggregazione in un'unica voce dell'ammontare dei Debiti verso clientela al costo ammortizzato e dei Titoli in circolazione;
  • il raggruppamento in un'unica voce (Fondi per rischi ed oneri) dei fondi aventi destinazione specifica (Trattamento di fine rapporto, Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate, Fondi su altri impegni e garanzie rilasciate, Fondi di quiescenza e Altri fondi per rischi ed oneri);
  • la riclassificazione dei Debiti per leasing in specifica sottovoce nell'ambito delle Altre voci del passivo;
  • l'indicazione delle Riserve in modo aggregato, al netto delle eventuali azioni proprie.

Infine, come già avvenuto a dicembre 2021, si ricorda quanto segue:

  • in relazione al pagamento dell'acconto dividendi 2021 da parte della Capogruppo, nello schema di Stato patrimoniale riclassificato si è proceduto all'aggiunta, nell'ambito delle voci del patrimonio netto, di una specifica voce, in coerenza con il corrispondente prospetto contabile;
  • in seguito all'aggiornamento della Circolare 262 di Banca d'Italia, che ha previsto la rilevazione, nella voce Cassa e disponibilità liquide del prospetto contabile, di tutti i crediti "a vista", nelle forme tecniche di conti correnti e depositi, verso le banche e le Banche Centrali (ad eccezione della riserva obbligatoria), si è coerentemente provveduto all'apertura, nello Stato patrimoniale riclassificato, della specifica voce Cassa e disponibilità liquide in precedenza ricompresa nelle Altre voci dell'attivo.

Stato patrimoniale riclassificato

(milioni di euro)
Attività 31.12.2022
31.12.2021
Variazioni
assolute %
Cassa e disponibilità liquide 97.071 7.733 89.338
Finanziamenti verso banche 35.264 158.963 -123.699 -77,8
Finanziamenti verso clientela
Crediti verso clientela valutati al costo ammortizzato
385.795
383.277
402.739
401.053
-16.944
-17.776
-4,2
-4,4
Crediti verso clientela valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva e
con impatto sul conto economico
2.518 1.686 832 49,3
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti 46.629 38.359 8.270 21,6
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 47.523 50.670 -3.147 -6,2
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 34.196 51.410 -17.214 -33,5
Partecipazioni 23.646 23.382 264 1,1
Attività materiali e immateriali 12.056 11.943 113 0,9
Attività di proprietà 11.136 10.948 188 1,7
Diritti d'uso acquisiti con il leasing 920 995 -75 -7,5
Attività fiscali 16.594 17.649 -1.055 -6,0
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 528 1.328 -800 -60,2
Altre voci dell'attivo 16.079 9.418 6.661 70,7
Totale attività 715.381 773.594 -58.213 -7,5
Passività 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
Debiti verso banche al costo ammortizzato 159.956 191.260 -31.304 -16,4
Debiti verso clientela al costo ammortizzato e titoli in circolazione 433.616 445.884 -12.268 -2,8
Passività finanziarie di negoziazione 48.810 57.227 -8.417 -14,7
Passività finanziarie designate al fair value 8.795 3.675 5.120
Passività fiscali 431 503 -72 -14,3
Passività associate ad attività in via di dismissione 15 25 -10 -40,0
Altre voci del passivo 5.241 15.373 -10.132 -65,9
di cui debiti per leasing 943 992 -49 -4,9
Fondi per rischi e oneri 4.464 5.256 -792 -15,1
di cui fondi per impegni e garanzie finanziarie rilasciate 425 367 58 15,8
Capitale 10.369 10.084 285 2,8
Riserve 33.531 35.544 -2.013 -5,7
Riserve da valutazione 81 855 -774 -90,5
Acconti su dividendi -1.400 -1.399 1 0,1
Strumenti di capitale 7.188 6.260 928 14,8
Risultato netto 4.284 3.047 1.237 40,6
Totale passività e patrimonio netto 715.381 773.594 -58.213 -7,5

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di riferimento.

Si commentano di seguito i principali aggregati patrimoniali al 31 dicembre 2022, confrontati con quelli al 31 dicembre 2021 riesposti su basi omogenee.

Al 31 dicembre 2022 i Finanziamenti verso clientela ammontano complessivamente a 385,8 miliardi, in calo rispetto ai 402,7 miliardi dell'esercizio precedente (-16,9 miliardi; -4,2%). Tale dinamica è stata determinata da un calo generalizzato, sia dei crediti commerciali (-12 miliardi; -3,2%), sia delle operazioni in pronti contro termine (-2,2 miliardi; -12,6%), nonché dei crediti rappresentati da titoli (-0,9 miliardi; -13,7%).

I crediti deteriorati, anche per effetto delle operazioni di deleveraging poste in essere dalla Banca nell'anno, si attestano a 4,9 miliardi, in riduzione del 27% rispetto ai 6,7 miliardi del 31 dicembre 2021.

La dinamica delle singole componenti delinea:

  • una riduzione delle sofferenze del 53,4% (da 1.972 milioni a 919 milioni);
  • una flessione delle inadempienze probabili, che passano da 4.189 milioni a 3.637 milioni, pari al -13,2%;
  • la riduzione dei crediti scaduti e/o sconfinanti, la cui esposizione si attesta a 329 milioni rispetto ai 533 milioni del 31 dicembre 2021 (-38,3%).

L'incidenza delle attività deteriorate sul totale dei crediti netti verso clientela si attesta all'1,27% (1% in base alla definizione EBA), valore in diminuzione rispetto a dicembre 2021 (1,7%, 1,2% in base alla definizione EBA), con una copertura dei crediti deteriorati pari al 46,3%.

I crediti netti in bonis valutati al costo ammortizzato (esclusi quelli rappresentati da titoli e quelli infragruppo, pari a circa 12,6 miliardi) ammontano a 365,9 miliardi, contro i 379 miliardi del 31 dicembre 2021, evidenziando quindi un calo di 13,1 miliardi (-3,5%).

Il relativo coverage medio si attesta a 0,5% (Stage 1 pari a 0,1% e Stage 2 pari a 3,9%), in linea rispetto a quello del 31 dicembre 2021 (0,5%, di cui Stage 1 pari a 0,1% e Stage 2 pari a 3%).

Le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti ammontano a 46,6 miliardi, in aumento di 8,3 miliardi (+21,6%) rispetto all'esercizio precedente, principalmente per effetto della crescita dei titoli di debito verso governi. I titoli di debito HTC risultano prevalentemente classificati a Stage 1 (96,13%).

Le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico - che includono i derivati finanziari e creditizi e i titoli di debito e di capitale detenuti con finalità di negoziazione e obbligatoriamente valutati al fair value - si analizzano congiuntamente alle passività finanziarie di negoziazione e designate al fair value, al netto dei certificates già inclusi nella raccolta diretta. Al 31 dicembre 2022 tale aggregato presenta una consistenza positiva di 6,5 miliardi, a fronte di 1,9 miliardi di dicembre 2021, evidenziando una variazione di 4,6 miliardi. La dinamica è ascrivibile sia alle attività finanziarie detenute per la negoziazione, in diminuzione di 3,1 miliardi (-6,2%) per effetto essenzialmente dei titoli di debito governativi (-12,7 miliardi) in parte controbilanciati dai derivati finanziari (+10,4 miliardi), sia alle minori passività finanziarie di negoziazione per 7,7 miliardi (-15,9%), la cui variazione è dovuta principalmente ai debiti verso banche (-18 miliardi) e ai derivati creditizi (-1,4 miliardi), solo in parte compensata dai derivati finanziari (+8,7 miliardi) e dai debiti verso clientela (+3 miliardi).

Le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva ammontano a 34,2 miliardi. Lo stock, costituito da titoli di debito per 32,9 miliardi e da investimenti di natura partecipativa e da interessenze di private equity per 1,3 miliardi, evidenzia un calo di 17,2 miliardi (-33,5%), dovuto principalmente al comparto titoli di debito. I titoli di debito HTCS risultano quasi interamente classificati a Stage 1 (99,68%).

La raccolta diretta, costituita dai Debiti verso clientela al costo ammortizzato e titoli in circolazione, nonché dai certificates, che rappresentano una forma di raccolta non al costo ammortizzato alternativa a quella obbligazionaria, assomma a 450,2 miliardi, in riduzione di 7,8 miliardi (-1,7%) rispetto al 31 dicembre 2021. La dinamica è riconducibile principalmente al decremento della raccolta cartolare per circa 10,6 miliardi (-11,7%) e della raccolta non cartolare per 1,7 miliardi, mentre il saldo dei certificates evidenzia un incremento di 4,4 miliardi (+36,6%).

L'esposizione netta verso Banche, costituita dai Finanziamenti verso banche al costo ammortizzato e detenuti per la negoziazione al netto dei Debiti verso banche al costo ammortizzato, ammonta a -124,7 miliardi e si confronta con -31,3 miliardi al 31 dicembre 2021 (con una variazione di -92,3 miliardi). Tale scostamento è riconducibile al calo dei Finanziamenti verso banche per 123,8 miliardi (-77,9%) - principalmente ascrivibile all'impiego dell'eccesso di liquidità in operazioni di deposito con la BCE che trovano classificazione alla voce Cassa e disponibilità liquide - e al decremento dei Debiti verso banche di 31,3 miliardi (-16,4%), in seguito ai rimborsi anticipati di operazioni di rifinanziamento TLTRO III con la BCE intervenuti nel corso del 2022122. A fine dicembre 2022 l'indebitamento in essere verso la BCE per operazioni di TLTRO III risulta pari a 96 miliardi.

La Cassa e disponibilità liquide, inclusiva dei crediti "a vista" verso le banche, ammonta a 97,1 miliardi in aumento di 89,3 miliardi rispetto ai 7,7 miliardi del 31 dicembre 2021. Si evidenzia che, per effetto del rialzo dei tassi di interesse, a partire dal mese di settembre, l'eccesso di liquidità non è più depositato nel conto della Riserva Obbligatoria, aggregata tra i Finanziamenti verso banche, bensì in depositi a vista (overnight) che sono esposti nella voce in commento. Al 31 dicembre 2022 i depositi a vista overnight ammontano a 89 miliardi.

Le Partecipazioni, che si attestano a 23,6 miliardi, comprendono quote societarie di controllo, di collegamento e di controllo congiunto, e si incrementano di 0,3 miliardi (+1,1%) rispetto alla fine dell'esercizio precedente.

Le Attività materiali e immateriali assommano a 12,1 miliardi, in aumento di 0,1 miliardi (+1%) rispetto ai circa 12 miliardi del 31 dicembre 2021.

Le Attività fiscali, al netto delle Passività fiscali, ammontano a 16,2 miliardi, in calo di 1 miliardo (-5,7%) rispetto al saldo al 31 dicembre 2021, pari a circa 17,2 miliardi.

I Fondi per rischi e oneri sono pari a circa 4,5 miliardi, in calo rispetto alla fine dell'esercizio precedente (-0,8 miliardi; -15,1%), principalmente per effetto della riduzione degli Altri fondi per rischi ed oneri (-0,5 miliardi, pari al -13,8%).

Le Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e le correlate passività associate accolgono le attività e le relative passività non più riferite alla normale operatività in quanto oggetto di cessione. Al 31 dicembre 2022 sono presenti attività/gruppi di attività in corso di cessione per 0,5 miliardi, mentre le passività associate assumono un saldo non

122 Rimborso anticipato di 17 miliardi nominali ottenuti da Intesa Sanpaolo nell'asta del dicembre 2019 ed aventi scadenza nel dicembre 2022, effettuato in chiusura del primo semestre; rimborso parziale di nominali 14 miliardi, ottenuti da ISP Capogruppo nell'asta del marzo 2020 ed aventi scadenza nel marzo 2023, eseguito per 10 miliardi in novembre e per 4 miliardi in dicembre.

significativo (15 milioni). La voce è riferibile a portafogli di crediti non performing e, in misura residuale, a crediti in bonis per complessivi 368 milioni, rientranti nell'ambito delle già citate iniziative di deleveraging, alla partecipazione detenuta in una società collegata per 120 milioni, nonché ad alcuni singoli immobili per 40 milioni.

Il Patrimonio netto, comprensivo dell'utile d'esercizio pari a 4.284 milioni, ammonta a 54,1 miliardi a fronte dei 54,4 miliardi al 31 dicembre 2021.

Oltre al diverso risultato netto dei due esercizi a confronto (+1,2 miliardi; +40,6%), le variazioni più significative che concorrono al calo di 0,3 miliardi (-0,6%) sono ascrivibili:

  • all'incremento di 0,9 miliardi (+14,7%) del saldo degli strumenti di capitale aggiuntivi di classe 1 (Additional Tier 1), principalmente per effetto di una nuova emissione da 1 miliardo, avvenuta il 30 marzo 2022;
  • alla variazione del capitale sociale (+0,3 miliardi; +2,8%), conseguente agli aumenti eseguiti in data 30 giugno 2022 nel contesto del nuovo Piano di Incentivazione a Lungo Termine LECOIP 3.0 2022-2025 basato su strumenti finanziari;
  • al decremento delle riserve da valutazione (-0,8 miliardi; -90,5%);
  • all'incremento della riserva sovrapprezzi di emissione azioni per 0,8 miliardi, di cui 0,6 miliardi per riclassifica delle riserve a servizio del Piano LECOIP 2018-22;
  • al calo di 2,8 miliardi delle riserve, riconducibile per 1,7 miliardi all'utilizzo della riserva straordinaria per l'operazione di buyback per quanto perfezionato al 31 dicembre 2022.

I Fondi propri si attestano a 52,6 miliardi, mentre il Common Equity Tier 1 ratio, secondo i criteri transitori in vigore per il 2022, si posiziona al 12,1%, valore ampiamente superiore a quello minimo previsto.

Altre informazioni

Intesa Sanpaolo esercita, ai sensi degli artt. 2497 e seguenti del Codice Civile, attività di direzione e coordinamento nei confronti delle proprie controllate dirette e indirette, ivi comprese le società che in base alla vigente normativa non fanno parte del Gruppo bancario con le sole eccezioni di Risanamento S.p.A. e relative società controllate.

La presente Relazione di Intesa Sanpaolo S.p.A. comprende il solo commento sull'andamento della gestione della Banca, così come riportato nelle pagine precedenti, ed i relativi Indicatori Alternativi di Performance. Per tutte le altre informazioni richieste da disposizioni di Legge e normative, si rinvia a quanto esposto – nel contesto della trattazione degli specifici argomenti – nella Nota integrativa del presente Bilancio separato o nel Bilancio consolidato e nella relativa Relazione sull'andamento della gestione.

In particolare, si rinvia alla Nota integrativa del presente bilancio separato per quanto attiene:

  • ─ alle informazioni relative all'operatività e ai rapporti della Banca nei confronti di parti correlate, riportate nella Parte H. Al fine di consentirne una lettura integrata, nella Parte H vengono presentate non solo le informazioni richieste dallo IAS 24 ma anche quelle di cui all'art. 5, comma 8, del Regolamento Consob 17221 del 12 marzo 2010 (adottato ai sensi dell'art. 2391-bis del Codice Civile);
  • ─ alle informazioni sui rischi finanziari ed operativi, illustrate nella Parte E dove trovano in particolare esposizione gli obiettivi e le politiche in materia di assunzione, gestione e copertura dei rischi finanziari;
  • ─ all'elenco delle società controllate, controllate in modo congiunto e sottoposte ad influenza notevole, riportato nella Parte B - Attivo - Sezione 7;
  • ─ ai rapporti con le società controllate, controllate in modo congiunto e sottoposte ad influenza notevole, dettagliati nella Parte H;
  • ─ alle informazioni sul patrimonio, riportate nella Parte B Passivo Sezione 12, e nella Parte F.

Si rinvia invece al Bilancio consolidato per quanto attiene:

  • ─ alle informazioni sui principali rischi ed incertezze, esposte nel paragrafo "L'esercizio 2022 in sintesi" della Relazione sull'andamento della gestione, dove vengono riepilogati, tra gli altri, i punti del Bilancio consolidato nei quali sono trattate le aree tematiche di particolare rilevanza indicate da ESMA nel public statement del 28 ottobre 2022, in particolare con riferimento al conflitto fra Russia e Ucraina e al rischio climatico;
  • ─ ai rischi connessi alla continuità aziendale e alla stabilità patrimoniale, trattati nel sopra richiamato paragrafo "L'esercizio 2022 in sintesi" e nel contesto della Relazione sull'andamento della gestione consolidata;
  • ─ all'attestazione in merito al rispetto, nel corso dell'esercizio 2022, delle condizioni richieste dall'art. 15 del Regolamento Mercati Consob n. 20249/2017 (e successive modifiche e integrazioni) per la quotazione di azioni di società controllanti società costituite e regolate dalla legge di Stati non appartenenti all'Unione Europea, riportata nella Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della Nota integrativa consolidata, nell'ambito della sezione introduttiva riferita al Dirigente preposto;
  • ─ l'illustrazione degli Indicatori Alternativi di Performance utilizzati, presentata in uno specifico capitolo della Relazione sull'andamento della gestione consolidata.

Per le informazioni relative al governo societario e agli assetti proprietari di Intesa Sanpaolo, richieste dall'art. 123-bis del Testo Unico della Finanza, si rinvia a quanto sinteticamente esposto nella Relazione sull'andamento della gestione consolidata (capitolo "Corporate Governance e politiche di remunerazione") e all'apposito separato fascicolo "Relazione su Governo Societario e Assetti Proprietari", consultabile nella sezione Governance del sito istituzionale di Gruppo, all'indirizzo www.group.intesasanpaolo.com.

Per l'informativa sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti richiesta dall'art. 123-ter del Testo Unico della Finanza, si rinvia a quanto sinteticamente esposto nella Relazione sull'andamento della gestione consolidata (capitolo "Corporate Governance e politiche di remunerazione) e all'apposita separata "Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti", pubblicata nella sezione Governance del sito istituzionale di Gruppo.

Quanto alle informazioni di carattere non finanziario previste dal D. Lgs. n. 254 del 30 dicembre 2016 in attuazione della Direttiva 2014/95/UE, si segnala che Intesa Sanpaolo ha optato per riportarle in una relazione distinta redatta a livello consolidato, ai sensi dell'art. 4 del Decreto stesso. Il documento, denominato "Dichiarazione Consolidata Non Finanziaria", è consultabile alla sezione "Sostenibilità" del sopra indicato sito internet.

La prevedibile evoluzione della gestione

Per Intesa Sanpaolo ci si attende un risultato netto in incremento rispetto al 2022, grazie al miglioramento del risultato della gestione operativa, in particolare per il maggiore contributo degli interessi netti, e alla riduzione del costo del rischio. Si prevede una forte distribuzione di valore:

− payout ratio cash pari al 70% dell'utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa;

− distribuzione agli azionisti di 1,7 miliardi tramite buyback, avviato il 13 febbraio 2023 e atteso concludersi entro il 12 maggio 2023;

− eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno.

Il Consiglio di Amministrazione

Torino, 28 febbraio 2023

Proposte all'Assemblea

Signori Azionisti.

A norma dell'art. 2364 del Codice Civile e degli artt. 7.3 e 29.3 dello Statuto della Società, sottoponiamo alla Vostra approvazione il bilancio dell'esercizio 1° gennaio – 31 dicembre 2022 della Capogruppo Intesa Sanpaolo S.p.A. e la relativa proposta di destinazione dell'utile d'esercizio.

Si segnala che le riclassificazioni operate sulle poste del patrimonio netto sono illustrate nella Sezione 12 della Parte B - Passivo della Nota integrativa del Bilancio. Si ricorda inoltre che, ai sensi dell'art. 6, 1° comma, lett. a), del D.Lgs. n. 38/2005 attualmente in vigore, una quota degli utili dell'esercizio corrispondente alle plusvalenze iscritte nel conto economico, al netto del relativo onere fiscale e diverse da quelle riferibili agli strumenti finanziari di negoziazione e all'operatività in cambi e di copertura, che discendono dall'applicazione del criterio del valore equo (fair value), deve essere iscritta in una riserva indisponibile. Tale importo, al 31 dicembre 2022, è risultato pari a 788.081.637,72 euro.

Si rammenta che il Consiglio di Amministrazione del 4 novembre 2022 ha approvato la distribuzione – nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 4 dell'art. 2433-bis del Codice Civile – di un acconto sui dividendi a valere sul risultato 2022 complessivamente pari a 1.399.608.167,99 euro123, corrispondente ad un importo unitario di 7,38 centesimi di euro per ciascuna azione ordinaria. Il relativo pagamento è avvenuto lo scorso 23 novembre 2022 (con stacco cedole il 21 novembre e record date il 22 novembre).

Stante tutto quanto sopra, si propone di ripartire l'utile netto dell'esercizio 2022 di Intesa Sanpaolo S.p.A., che ammonta a 4.284.455.586,61 euro, nel seguente modo:

(euro)
Utile di esercizio 4.284.455.586,61
Acconto sul dividendo dell'esercizio 2022 di 7,38 centesimi di euro, deliberato dal CdA del 4 novembre 2022 e distribuito
il 23 novembre 2022, per ciascuna delle n. 18.964.880.325 azioni ordinarie in circolazione alla record date del
22 novembre 2022, per complessivi
1.399.608.167,99
Assegnazione a Riserva Legale 60.000.000,00
Assegnazione alle n. 18.988.803.160 azioni ordinarie attualmente costituenti il capitale sociale di un dividendo unitario di
8,68 centesimi(*), per complessivi
1.648.228.114,29
Assegnazione al Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale 18.000.000,00
Assegnazione del residuo utile alla Riserva straordinaria 1.158.619.304,33

Pertanto, il dividendo relativo all'esercizio 2022 – considerando l'acconto già pagato per 1.400 milioni e il saldo ancora da corrispondere per 1.648 milioni – si determinerebbe in un monte dividendi complessivo di 3.048 milioni, corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell'utile netto consolidato.

Nel caso di approvazione della proposta, i requisiti patrimoniali consolidati evidenzierebbero un Common Equity Tier 1 Ratio del 13,8% e un Ratio complessivo del 19,1%, entrambi ampiamente soddisfacenti le prescrizioni degli Organismi Comunitari e dell'Organo di Vigilanza. Anche a livello individuale, i requisiti patrimoniali risulterebbero ampiamente superiori a quelli minimi previsti.

Vi proponiamo di stabilire che il saldo dividendo 2022 sia posto in pagamento, con l'osservanza delle disposizioni di legge, a decorrere dal giorno 24 maggio 2023 (payment date), con data di legittimazione a percepire il dividendo ai sensi dell'articolo 83-terdecies del Testo Unico della Finanza (record date) il giorno 23 maggio 2023 e con stacco della cedola (ex date) il giorno 22 maggio 2023.

Si precisa che i dividendi relativi alle azioni che saranno medio tempore annullate in esecuzione del disposto dell'art. 5.3 dello Statuto saranno proporzionalmente attribuiti alle altre azioni in circolazione che ne avranno diritto.

Alle azioni proprie di cui la Banca si trovasse eventualmente in possesso alla record date del giorno 23 maggio 2023 non spettano dividendi, e il relativo importo sarà girato a Riserva straordinaria.

123 Non ricomprende l'acconto dividendo sulle n. 23.922.835 azioni proprie detenute in portafoglio alla record date, pari ad euro 1.765.505,22.

(*) N.B.: Calcolo del dividendo per azione effettuato alla data di approvazione delle presenti Proposte. L'importo unitario potrà variare in aumento considerando l'esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento di un numero massimo di 2.615.384.615 azioni Intesa Sanpaolo, ai sensi dell'art. 5.3 dello Statuto. La Società provvederà a comunicare l'importo definitivo del dividendo unitario al termine di tale programma, e comunque entro e non oltre la data del 18 maggio 2023.

Se la proposta formulata otterrà la vostra approvazione, e tenuto conto dell'avvenuta riclassificazione alla Riserva straordinaria dell'importo complessivo netto di segno positivo di 82.063.195,09 euro relativo alle differenze di fusione derivanti dall'annullamento delle azioni delle società controllate UBI Leasing S.p.A., Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l. e Intesa Sanpaolo Agents4you S.p.A. incorporate nell'esercizio, nonché agli effetti delle altre operazioni Under Common Control perfezionatesi nell'anno (in proposito si precisa che, a norma dell'art. 172, comma 5, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, con riferimento alle operazioni in precedenza citate saranno ricostituite Riserve in sospensione di imposta per un importo di 403.504,85 euro), il patrimonio netto di Intesa Sanpaolo S.p.A. risulterà come indicato nella tabella sotto riportata.

Patrimonio netto Bilancio 2022 Variazioni (milioni di euro)
Capitale e riserve
del Bilancio 2022
dopo le delibere
dell'Assemblea
Capitale 10.369 - 10.369
Sovrapprezzi di emissione 28.212 - 28.212
Riserve 5.369 1.219 6.588
Riserve da valutazione 81 - 81
Strumenti di capitale 7.188 - 7.188
Acconti su dividendi -1.400 1.400 -
Azioni proprie in portafoglio -50 - -50
Totale riserve 39.400 2.619 42.019
TOTALE 49.769 2.619 52.388

Il Consiglio di Amministrazione

Torino, 28 febbraio 2023

Bilancio di Intesa Sanpaolo

Prospetti contabili

Stato patrimoniale

(importi in euro)
Voci dell'attivo 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute %
10. Cassa e disponibilità liquide 97.071.067.306 7.730.324.619 89.340.742.687
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto
economico
48.461.909.195 51.636.942.275 -3.175.033.080 -6,1
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 44.502.099.561 47.731.402.557 -3.229.302.996 -6,8
b) attività finanziarie designate al fair value 1.280.140 1.288.582 -8.442 -0,7
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair
value
3.958.529.494 3.904.251.136 54.278.358 1,4
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
35.904.591.025 52.149.417.207 -16.244.826.182 -31,2
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 465.041.122.226 599.475.570.210 -134.434.447.984 -22,4
a) crediti verso banche 36.567.442.597 160.488.003.922 -123.920.561.325 -77,2
b) crediti verso clientela 428.473.679.629 438.987.566.288 -10.513.886.659 -2,4
50. Derivati di copertura 8.773.592.120 1.565.785.494 7.207.806.626
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di
copertura generica (+/-)
-9.472.301.524 392.886.894 -9.865.188.418
70. Partecipazioni 23.645.508.564 23.419.882.011 225.626.553 1,0
80. Attività materiali 7.719.728.526 7.875.007.061 -155.278.535 -2,0
90. Attività immateriali 4.336.740.491 4.011.615.142 325.125.349 8,1
di cui:
- avviamento 67.487.402 67.487.402 - -
100. Attività fiscali 16.593.327.601 17.393.927.239 -800.599.638 -4,6
a) correnti 3.347.574.435 3.387.103.966 -39.529.531 -1,2
b) anticipate 13.245.753.166 14.006.823.273 -761.070.107 -5,4
110. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 528.409.076 1.325.977.479 -797.568.403 -60,1
120. Altre attività 16.777.182.227 7.262.958.025 9.514.224.202

Totale dell'attivo 715.380.876.833 774.240.293.656 -58.859.416.823 -7,6

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Stato patrimoniale

(importi in euro)
Voci del passivo e del patrimonio netto 31.12.2022 31.12.2021 Variazioni
assolute
%
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 594.514.596.095 638.920.703.828 -44.406.107.733 -7,0
a) debiti verso banche 159.961.500.664 191.156.632.447 -31.195.131.783 -16,3
b) debiti verso la clientela 354.850.700.626 357.473.742.383 -2.623.041.757 -0,7
c) titoli in circolazione 79.702.394.805 90.290.328.998 -10.587.934.193 -11,7
20. Passività finanziarie di negoziazione 48.809.589.880 57.227.378.379 -8.417.788.499 -14,7
30. Passività finanziarie designate al fair value 8.794.975.803 3.675.534.828 5.119.440.975
40. Derivati di copertura 4.652.143.658 3.971.114.708 681.028.950 17,1
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di
copertura generica (+/-)
-7.962.268.554 59.665.441 -8.021.933.995
60. Passività fiscali 431.021.092 495.727.310 -64.706.218 -13,1
a) correnti 73.662.880 51.794.223 21.868.657 42,2
b) differite 357.358.212 443.933.087 -86.574.875 -19,5
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 14.843.926 24.695.000 -9.851.074 -39,9
80. Altre passività 7.608.060.587 10.332.132.018 -2.724.071.431 -26,4
90. Trattamento di fine rapporto del personale 796.940.057 1.026.992.677 -230.052.620 -22,4
100. Fondi per rischi e oneri 3.666.674.800 4.207.552.371 -540.877.571 -12,9
a) impegni e garanzie rilasciate 424.874.288 366.761.822 58.112.466 15,8
b) quiescenza e obblighi simili 125.089.929 245.144.709 -120.054.780 -49,0
c) altri fondi per rischi e oneri 3.116.710.583 3.595.645.840 -478.935.257 -13,3
110. Riserve da valutazione 80.923.566 854.785.465 -773.861.899 -90,5
120. Azioni rimborsabili - - - -
130. Strumenti di capitale 7.188.205.548 6.259.543.240 928.662.308 14,8
140. Riserve 5.369.017.514 8.175.062.558 -2.806.045.044 -34,3
145. Acconti su dividendi (-) -1.399.608.168 -1.398.728.260 879.908
150. Sovrapprezzi di emissione 28.211.982.139 27.444.867.140 767.114.999 2,8
160. Capitale 10.368.870.930 10.084.445.148 284.425.782 2,8
170. Azioni proprie (-) -49.547.627 -68.821.143 -19.273.516 -28,0
180. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 4.284.455.587 2.947.642.948 1.336.812.639 45,4

Totale del passivo e del patrimonio netto 715.380.876.833 774.240.293.656 -58.859.416.823 -7,6

Conto economico

(importi in euro)
Voci 2022 2021 Variazioni
assolute %
10. Interessi attivi e proventi assimilati 10.365.136.143 8.259.333.154 2.105.802.989 25,5
di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 9.842.657.825 7.756.271.932 2.086.385.893 26,9
20. Interessi passivi e oneri assimilati -3.161.181.347 -2.322.412.807 838.768.540 36,1
30. Margine di interesse 7.203.954.796 5.936.920.347 1.267.034.449 21,3
40. Commissioni attive 6.377.764.935 6.602.228.382 -224.463.447 -3,4
50. Commissioni passive -976.911.983 -928.985.951 47.926.032 5,2
60. Commissioni nette 5.400.852.952 5.673.242.431 -272.389.479 -4,8
70. Dividendi e proventi simili 2.945.495.402 2.453.820.843 491.674.559 20,0
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione -228.706.400 442.495.813 -671.202.213
90. Risultato netto dell'attività di copertura 26.827.205 38.522.691 -11.695.486 -30,4
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: -90.388.675 683.025.705 -773.414.380
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 149.732.320 161.606.635 -11.874.315 -7,3
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
-268.521.903 575.615.419 -844.137.322
c) passività finanziarie 28.400.908 -54.196.349 82.597.257
Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair
110. value con impatto a conto economico 859.961.688 34.041.626 825.920.062
a) attività e passività finanziarie designate al fair value 937.538.269 -55.470.089 993.008.358
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value -77.576.581 89.511.715 -167.088.296
120. Margine di intermediazione 16.117.996.968 15.262.069.456 855.927.512 5,6
130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: -1.722.281.051 -2.553.217.345 -830.936.294 -32,5
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato -1.673.986.645 -2.537.577.790 -863.591.145 -34,0
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
-48.294.406 -15.639.555 32.654.851
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni 16.541.453 -23.497.373 40.038.826
150. Risultato netto della gestione finanziaria 14.412.257.370 12.685.354.738 1.726.902.632 13,6
160. Spese amministrative: -8.827.654.799 -9.339.686.369 -512.031.570 -5,5
a) spese per il personale -5.356.485.820 -5.822.468.328 -465.982.508 -8,0
b) altre spese amministrative -3.471.168.979 -3.517.218.041 -46.049.062 -1,3
170. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -305.244.956 19.888.561 -325.133.517
a) impegni e garanzie rilasciate -57.377.119 142.475.213 -199.852.332
b) altri accantonamenti netti -247.867.837 -122.586.652 125.281.185
180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali -481.192.616 -477.055.665 4.136.951 0,9
190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali -722.971.759 -726.347.882 -3.376.123 -0,5
200. Altri oneri/proventi di gestione 796.189.328 861.336.393 -65.147.065 -7,6
210. Costi operativi -9.540.874.802 -9.661.864.962 -120.990.160 -1,3
220. Utili (Perdite) delle partecipazioni 5.593.133 -216.531.718 222.124.851
230. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e
immateriali
-34.634.369 -20.221.780 14.412.589 71,3
240. Rettifiche di valore dell'avviamento - - - -
250. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 1.300.476 89.061.777 -87.761.301 -98,5
260. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 4.843.641.808 2.875.798.055 1.967.843.753 68,4
270. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente -559.186.221 71.844.893 -631.031.114
280. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 4.284.455.587 2.947.642.948 1.336.812.639 45,4
290. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte - - - -
300. Utile (Perdita) d'esercizio 4.284.455.587 2.947.642.948 1.336.812.639 45,4

Prospetto della redditività complessiva

2022 2021 (importi in euro)
Variazioni
assolute %
10. Utile (Perdita) d'esercizio 4.284.455.587 2.947.642.948 1.336.812.639 45,4
Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico 266.658.904 -20.211.441 286.870.345
20. Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva -75.720.259 -27.631.824 48.088.435
30. Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni
del proprio merito creditizio)
32.117.885 22.459.680 9.658.205 43,0
40. Copertura di titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
- - -
50. Attività materiali 176.298.106 -10.912.381 187.210.487
60. Attività immateriali - - -
70. Piani a benefici definiti 133.963.172 -4.126.916 138.090.088
80. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - -
90. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - - -
Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico -1.043.683.143 -326.337.211 717.345.932
100. Copertura di investimenti esteri - - -
110. Differenze di cambio - - -
120. Copertura dei flussi finanziari 194.362.958 184.593.787 9.769.171 5,3
130. Strumenti di copertura (elementi non designati) - - -
140. Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
-1.238.046.101 -510.930.998 727.115.103
150. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - -
160. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - - -
170. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte -777.024.239 -346.548.652 430.475.587
180. Redditività complessiva (Voce 10+170) 3.507.431.348 2.601.094.296 906.337.052 34,8

Prospetto delle variazioni del patrimonio netto al 31 dicembre 2022

(importi in euro)
azioni
ordinarie
Capitale
altre
azioni
Sovrap
prezzi
di
emissione
di utili Riserve
altre
31.12.2022
Riserve
da
valutazione
Strumenti
di
capitale
Acconti
su
dividendi
Azioni
proprie
Utile
(Perdita)
di
esercizio
Patrimonio
netto
ESISTENZE AL 31.12.2021 10.084.445.148 - 27.444.867.140 7.088.495.575 1.086.566.983 854.785.465 6.259.543.240 -1.398.728.260 -68.821.143 2.947.642.948 54.298.797.096
Modifica saldi apertura - - - - - - - - - - -
ESISTENZE AL 1.1.2022
ALLOCAZIONE
RISULTATO ESERCIZIO
PRECEDENTE (a)
10.084.445.148 - 27.444.867.140 7.088.495.575 1.086.566.983 854.785.465 6.259.543.240 -1.398.728.260 -68.821.143 2.947.642.948 54.298.797.096
Riserve - - - 233.016.694 - - - - - -233.016.694 -
Dividendi e altre
destinazioni
- - - - - - - 1.398.728.260 - -2.714.626.254 -1.315.897.994
VARIAZIONI
DELL'ESERCIZIO
Variazioni di riserve - - 595.743.717 -2.854.429.338 -184.632.400 3.162.340 - - - - -2.440.155.681
Operazioni sul
patrimonio netto
Emissione nuove azioni 284.425.782 - 404.536.842 - - - - - 1.744.035.665 - 2.432.998.289
Acquisto azioni proprie - - - - - - - - -1.724.762.149 - -1.724.762.149
Acconti su dividendi - - - - - - - -1.399.608.168 - - -1.399.608.168
Distribuzione dividendi - - -233.165.560 - - - - - - - -233.165.560
Variazione strumenti di
capitale
- - - - - - 928.662.308 - - - 928.662.308
Derivati su proprie azioni - - - - - - - - - - -
Stock option - - - - - - - - - - -
Redditività complessiva
esercizio 2022
- - - - - -777.024.239 - - - 4.284.455.587 3.507.431.348
PATRIMONIO NETTO AL
31.12.2022
10.368.870.930 - 28.211.982.139 4.467.082.931 901.934.583 80.923.566 7.188.205.548 -1.399.608.168 -49.547.627 4.284.455.587 54.054.299.489

(a) La voce comprende i dividendi ed eventuali importi destinati al fondo beneficenza della Capogruppo.

Bilancio di Intesa Sanpaolo – Prospetti contabili

Prospetto delle variazioni del patrimonio netto al 31 dicembre 2021

(importi in euro)
azioni
ordinarie
Capitale
altre
azioni
Sovrap
prezzi
di
emissione
di utili Riserve
altre
31.12.2021
Riserve
da
valutazione
Strumenti
di
capitale
Acconti
su
dividendi
Azioni
proprie
Utile
(Perdita)
di
esercizio
Patrimonio
netto
ESISTENZE AL 31.12.2020 10.084.445.148 - 27.602.889.913 6.619.811.103 989.365.133 1.175.672.767 7.053.190.135 - -90.059.757 678.696.964 54.114.011.406
Modifica saldi apertura - - - - - - - - - - -
ESISTENZE AL 1.1.2021
ALLOCAZIONE
RISULTATO ESERCIZIO
PRECEDENTE (a)
10.084.445.148 - 27.602.889.913 6.619.811.103 989.365.133 1.175.672.767 7.053.190.135 - -90.059.757 678.696.964 54.114.011.406
Riserve - - - 129.802.269 - - - - - -129.802.269 -
Dividendi e altre
destinazioni
- - - - - - - - - -548.894.695 -548.894.695
VARIAZIONI
DELL'ESERCIZIO
Variazioni di riserve - - 3.250.072 2.271.033.703 97.201.850 25.661.350 - - - - 2.397.146.975
Operazioni sul
patrimonio netto
Emissione nuove azioni - - - - - - - - 62.815.330 - 62.815.330
Acquisto azioni proprie - - - - - - - - -41.576.716 - -41.576.716
Acconti su dividendi - - - - - - - -1.398.728.260 - - -1.398.728.260
Distribuzione dividendi - - -161.272.845 -1.932.151.500 - - - - - - -2.093.424.345
Variazione strumenti di
capitale
- - - - - - -793.646.895 - - - -793.646.895
Derivati su proprie azioni - - - - - - - - - - -
Stock option - - - - - - - - - - -
Redditività complessiva
esercizio 2021
- - - - - -346.548.652 - - - 2.947.642.948 2.601.094.296
PATRIMONIO NETTO AL
31.12.2021
10.084.445.148 - 27.444.867.140 7.088.495.575 1.086.566.983 854.785.465 6.259.543.240 -1.398.728.260 -68.821.143 2.947.642.948 54.298.797.096

(a) La voce comprende i dividendi ed eventuali importi destinati al fondo beneficenza della Capogruppo.

Rendiconto finanziario

(importi in euro)
2022 2021
A. ATTIVITA' OPERATIVA
1. Gestione 7.279.079.556 5.950.305.106
Risultato d'esercizio (+/-) 4.284.455.587 2.947.642.948
Plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e sulle altre attività/passività valutate al fair value
con impatto a conto economico (-/+)
1.305.747.557 -12.822.966
Plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) -26.827.205 -38.522.690
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito (+/-) 1.972.200.757 2.977.677.181
Rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 1.204.164.375 1.203.403.547
Accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 691.485.285 605.531.697
Imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+/-) 511.362.590 -120.764.654
Rettifiche/riprese di valore nette delle attività operative cessate al netto dell'effetto fiscale (+/-) - -
Altri aggiustamenti (+/-) -2.663.509.390 -1.611.839.957
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie 123.331.848.630 -20.318.141.158
Attività finanziarie detenute per la negoziazione 150.100.933 6.689.059.367
Attività finanziarie designate al fair value -72.093 -91.585
Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value -160.718.351 169.439.361
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 14.313.461.179 -8.609.758.054
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 132.422.769.554 -18.640.652.862
Altre attività -23.393.692.592 73.862.615
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie (*) -39.256.909.977 20.896.556.412
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato -43.626.014.057 27.997.161.227
Passività finanziarie di negoziazione -7.524.054.875 -3.141.878.530
Passività finanziarie designate al fair value 6.171.927.274 677.413.206
Altre passività 5.721.231.681 -4.636.139.491
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa 91.354.018.209 6.528.720.360
B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO
1. Liquidità generata da 3.047.503.975 2.775.473.251
Vendite di partecipazioni 290.712.698 419.585.988
Dividendi incassati su partecipazioni 2.720.489.635 2.307.558.643
Vendite di attività materiali 36.301.642 36.129.959
Vendite di attività immateriali - 12.198.661
Vendite di rami d'azienda - -
2. Liquidità assorbita da -1.655.375.765 -2.816.816.415
Acquisti di partecipazioni -249.733.741 -1.405.461.516
Acquisti di attività materiali -328.287.652 -529.396.881
Acquisti di attività immateriali -1.077.354.372 -881.958.018
Acquisti di rami d'azienda - -
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento 1.392.128.210 -41.343.164
C. ATTIVITA' DI PROVVISTA
Emissioni/acquisti di azioni proprie -1.074.998.191 21.238.614
Emissione/acquisti di strumenti di capitale 616.311.961 -1.486.098.631
Distribuzione dividendi e altre finalità -2.948.671.722 -4.041.047.300
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista -3.407.357.952 -5.505.907.317
LIQUIDITÀ NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 89.338.788.467 981.469.879
RICONCILIAZIONE
Voci di bilancio
Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 7.730.324.619 6.747.903.240
Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio 89.338.788.467 981.469.879
Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi 1.954.220 951.500
CASSA E DISPONIBILITA' LIQUIDE ALLA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO 97.071.067.306 7.730.324.619

LEGENDA: (+) generata (–) assorbita

(*) Con riferimento all'informativa prevista dal par. 44 B dello IAS 7, si precisa che le variazioni delle passività derivanti da attività di finanziamento ammontano a -39.257 milioni (liquidità assorbita) e sono riferibili per -43.626 milioni a flussi finanziari, per -1.352 milioni a variazioni di fair value e per +5.721 milioni ad altre variazioni.

Il significativo incremento della Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio è collegato alle diverse modalità di impiego dell'eccesso di liquidità che, per effetto del rialzo dei tassi di interesse, non è più depositato nel conto della Riserva Obbligatoria aggregata nella voce "Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato – crediti verso banche" ma nell'aggregato "Conti correnti e depositi a vista presso Banche Centrali" trattandosi di depositi a vista (overnight), per un ammontare pari a circa 89 miliardi.

Nota integrativa

Parte A – Politiche contabili

A.1 - PARTE GENERALE

SEZIONE 1 - DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ AI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI

Il bilancio di Intesa Sanpaolo, in applicazione del D. Lgs. 28 febbraio 2005 n. 38, è redatto secondo i principi contabili IAS/IFRS emanati dall'International Accounting Standards Board (IASB) e le relative interpretazioni dell'International Financial Reporting Standards – Interpretations Committee (IFRS-IC) ed omologati dalla Commissione Europea, come stabilito dal Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002.

Il bilancio al 31 dicembre 2022 è stato predisposto sulla base delle "Istruzioni per la redazione del bilancio dell'impresa e del bilancio consolidato delle banche e delle società finanziarie capogruppo di gruppi bancari" emanate dalla Banca d'Italia, nell'esercizio dei poteri stabiliti dall'art. 43 del D. Lgs. n. 136/2015 () , con il Provvedimento del 22 dicembre 2005 con cui è stata emanata la Circolare n. 262/2005, con i successivi aggiornamenti del 18 novembre 2009, del 21 gennaio 2014, del 22 dicembre 2014, del 15 dicembre 2015, del 22 dicembre 2017, del 30 novembre 2018 e del 29 ottobre 2021124 .

Queste Istruzioni stabiliscono in modo vincolante gli schemi di bilancio e le relative modalità di compilazione, nonché il contenuto della Nota integrativa.

Nella predisposizione del bilancio sono stati applicati i principi IAS/IFRS omologati ed in vigore al 31 dicembre 2022 (inclusi i documenti interpretativi denominati SIC e IFRIC) il cui elenco è riportato tra gli allegati del presente bilancio.

Nella tabella che segue sono riportati i nuovi principi contabili internazionali o le modifiche di principi contabili già in vigore, con i relativi Regolamenti di omologazione da parte della Commissione Europea, entrati in vigore nell'esercizio 2022.

Principi contabili internazionali omologati al 31.12.2022 ed in vigore dal 2022

Regolamento
omologazione
Modifiche Data di entrata in vigore
1080/2021 Modifiche allo IAS 16 Immobili, impianti e macchinari, IAS 37
Accantonamenti, passività e attività potenziali, IAS 41 Agricoltura,
IFRS 1 Prima adozione degli International Reporting Standards,
IFRS 3 Aggregazioni aziendali e IFRS 9 Strumenti finanziari
01/01/2022
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2022 o
successiva

Come evidenziato nella precedente tabella, trovano applicazione a partire dal 1° gennaio 2022 le disposizioni del Regolamento (UE) n. 1080/2021 del 28 giugno 2021 che recepisce alcune modifiche di minore rilevanza, pubblicate dallo IASB in data 14 maggio 2020, ai principi contabili internazionali IAS 16 Immobili, impianti e macchinari, IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali e IFRS 3 Aggregazioni aziendali. Le modifiche riguardano:

  • ‒ IAS 16 Componenti di costo: le modifiche, che non risultano di interesse per la Banca, introducono il divieto di detrarre dal costo degli immobili, impianti e macchinari, gli importi ricevuti dalla vendita di articoli prodotti mentre la società stava predisponendo l'asset per le finalità previste. La società dovrà riconoscere tali proventi delle vendite e i relativi costi nel conto economico;
  • ‒ IAS 37 Contratti onerosi: viene precisato che per valutare se un contratto sia oneroso occorre includere nella stima tutti i costi direttamente correlati al contratto e non i soli costi incrementali necessari all'adempimento del contratto. Di conseguenza, la valutazione sull'eventuale onerosità di un contratto include i costi incrementali (ad esempio il costo del materiale diretto impiegato nella lavorazione), ma anche tutti i costi che l'impresa non può evitare a seguito della stipula del contratto (ad esempio la quota del costo del personale e dell'ammortamento dei macchinari impiegati per l'adempimento del contratto);
  • ‒ l'IFRS 3 Riferimenti al Conceptual Framework: sono stati aggiornati alcuni riferimenti alla nuova versione del Conceptual Framework del 2018 che, tuttavia, non comportano modifiche rispetto alle modalità di contabilizzazione preesistenti. Inoltre, viene esplicitato il divieto di rilevare attività potenziali (ovvero quelle attività la cui esistenza sarà confermata solo da eventi futuri incerti) nelle operazioni di aggregazione aziendale (precedentemente questo divieto era riportato esplicitamente solo nelle Basis for Conclusions).

Con il Regolamento in oggetto vengono anche recepiti i consueti miglioramenti annuali - Ciclo annuale di miglioramenti agli IFRS 2018-2020 - che chiariscono la formulazione o correggono errori, sviste o conflitti tra i requisiti dei principi. Tra tali emendamenti minori vengono apportate modifiche all'IFRS 9 Strumenti Finanziari con alcuni chiarimenti in merito alle commissioni da includere nel test del 10% per la derecognition delle passività finanziarie; in proposito viene specificato che devono essere incluse soltanto le commissioni pagate o incassate tra le parti e non anche le commissioni direttamente attribuibili a parti terze.

() L'Art. 43 del D. Lgs. n.136/2015 ha confermato alla Banca d'Italia i poteri in materia di forme tecniche dei bilanci già precedentemente attribuiti alla stessa Autorità dal D. Lgs. n. 38/2005.

124 L'8° aggiornamento del 17 novembre 2022 - che modifica la Circolare n. 262 per tener conto del nuovo principio contabile IFRS 17 Contratti assicurativi che entra in vigore a partire dal 1° gennaio 2023 - si applicherà a partire dai bilanci chiusi o in corso al 31 dicembre 2023.

Si evidenzia che il Regolamento introduce alcune modifiche e chiarimenti di minore rilevanza che, pertanto, non comportano impatti significativi per la Banca.

Nella tabella che segue sono, invece, riportati i nuovi principi contabili internazionali e le modifiche di principi contabili già in vigore, con i relativi Regolamenti di omologazione da parte della Commissione Europea, la cui applicazione obbligatoria decorre dal 1° gennaio 2023 – nel caso di bilanci coincidenti con l'anno solare – o da data successiva e rispetto ai quali Intesa Sanpaolo non si è avvalsa di un'applicazione anticipata.

Principi contabili internazionali omologati al 31.12.2022 e con applicazione successiva al 31.12.2022

Regolamento
omologazione
Titolo Data di entrata in vigore
2036/2021 IFRS 17 Contratti assicurativi 01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
Regolamento
omologazione
Modifiche Data di entrata in vigore
2036/2021 Modifiche all'IFRS 17 Contratti assicurativi 01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
357/2022 Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio - Informativa sui
principi contabili
01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
357/2022 Modifiche allo IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime
contabili ed errori - Definizione di stime contabili
01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
1392/2022 Modifiche allo IAS 12 Imposte sul reddito - Imposte differite relative ad
attività e passività derivanti da una singola operazione
01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva
1491/2022 Modifiche all'IFRS 17 Contratti assicurativi - Prima applicazione
dell'IFRS 17 e dell'IFRS 9 - Informazioni comparative
01/01/2023
Primo esercizio con inizio in data 01/01/2023 o
successiva

Con riferimento ai regolamenti di omologazione che recepiscono modifiche a principi contabili già esistenti o nuovi IAS/IFRS si segnala che il Regolamento n. 2036/2021 del 19 novembre 2021 che omologa il nuovo principio contabile IFRS 17 "Contratti assicurativi" e il successivo Regolamento n. 1491/2022 dell'8 settembre 2022 con cui sono adottate le modifiche all'IFRS 17 - Prima applicazione dell'IFRS 17 e dell'IFRS 9 – Informazioni comparative non trovano applicazione con riferimento a Intesa Sanpaolo, ma solamente per la predisposizione del Bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanapaolo.

Si menzionano inoltre il Regolamento n. 357/2022 e il Regolamento n. 1392/2022 che saranno applicabili a partire dal 1° gennaio 2023 e il cui contenuto è di seguito illustrato.

Regolamento n. 357/2022 del 2 marzo 2022 – Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio e allo IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori

Il Regolamento n. 357/2022 del 2 marzo 2022 adotta talune modifiche di minore rilevanza e ulteriori chiarimenti volti ad aiutare le entità a decidere quali informazioni sui principi contabili devono essere divulgate (modifiche allo IAS 1) e a distinguere tra principi contabili e stime (modifiche allo IAS 8); non si prevede, pertanto, che comporterà impatti significativi per la Banca, sebbene possa costituire un utile riferimento per le analisi e per migliorare l'informativa di bilancio.

Più in dettaglio il Regolamento introduce modifiche ai seguenti principi contabili:

IAS 1 Presentazione del bilancio

Si tratta di limitate modifiche (cd. "narrow scope amendments") allo IAS 1 Presentazione del bilancio e al documento IFRS Practice Statement 2 "Making Materiality Judgements" che forniscono alcune indicazioni per aiutare le società a decidere quali informazioni sui principi contabili (accounting policy) devono essere divulgate e quindi a migliorarne la disclosure, per renderla più utile per gli investitori e gli altri utenti primari del bilancio.

Le modifiche allo IAS 1 richiedono alle società di fornire informazioni sui principi contabili rilevanti ("material"), sostituendo il precedente "significativi" ("significant"), dicitura che non trova una definizione negli IFRS e poteva pertanto risultare poco chiara. Le informazioni sulle politiche contabili sono rilevanti se, considerate congiuntamente con altre informazioni contenute nel bilancio, è ragionevole attendersi che possano influenzare le decisioni degli utilizzatori primari del bilancio. In altri termini, le informazioni sulle politiche contabili sono rilevanti se consentono di comprendere le informazioni riportate in bilancio su transazioni rilevanti. Non è invece necessario illustrare le politiche contabili inerenti transazioni o eventi irrilevanti e, in ogni caso, queste informazioni non devono oscurare le informazioni rilevanti.

In ogni caso, risultano maggiormente utili le informazioni specifiche per ciascuna entità (entity-specific) rispetto alle informazioni standardizzate o che si limitano a riprodurre o riassumere le disposizioni degli IFRS.

Sono apportate alcune modifiche anche al Practice Statement 2, che fornisce una guida su come applicare il concetto di materialità all'informativa sui principi contabili;

IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori

Le modifiche allo IAS 8 sono volte a fornire ulteriori chiarimenti per distinguere i cambiamenti nei principi contabili ("accounting policies") dai cambiamenti nelle stime contabili ("accounting estimates"). Questa distinzione è importante perché i cambiamenti nelle stime contabili sono applicati prospetticamente solo a transazioni e ad altri eventi futuri, mentre i cambiamenti nei principi contabili sono generalmente applicati retroattivamente a transazioni e ad altri eventi passati. Tuttavia, in passato erano emerse difficoltà da parte delle entità nel distinguere le due casistiche sulla base delle indicazioni dello IAS 8.

In proposito è stata aggiunta la definizione di stima contabile, in precedenza non prevista – "le stime contabili sono importi monetari in bilancio soggetti a incertezza della valutazione" – e introdotte altre modifiche al fine di fornire maggiori chiarimenti. Si precisa che l'entità può dover modificare una stima contabile se si verificano mutamenti nelle circostanze sulle qual i la stima si era basata o a seguito di nuove informazioni, nuovi sviluppi o maggiore esperienza. Per sua natura, la modifica di una stima non è correlata a esercizi precedenti e non è la correzione di un errore, può influire solo sul risultato economico dell'esercizio corrente o degli esercizi futuri (ad esempio a seguito di un cambiamento nella vita utile stimata di una attività ammortizzabile).

Le correzioni degli errori si distinguono dai cambiamenti nelle stime contabili: le stime contabili, per loro natura, sono approssimazioni che necessitano di una modifica se si viene a conoscenza di informazioni aggiuntive. Per esempio, l'utile o la perdita rilevato a seguito della risoluzione di un evento incerto non rappresenta la correzione di un errore.

Regolamento n. 1392/2022 - modifiche allo IAS 12 Imposte sul reddito – Imposte differite relative ad attività e passività derivanti da una singola operazione

Con il Regolamento n. 1392/2022 dell'11 agosto 2022 la Commissione Europea ha adottato le modifiche allo IAS 12 Imposte sul reddito "Imposte differite relative ad attività e passività derivanti da una singola operazione", pubblicate dallo IASB in data 7 maggio 2021. Gli emendamenti chiariscono in che modo le società devono contabilizzare le imposte differite su operazioni quali leasing e obblighi di smantellamento e mirano a ridurre la diversità nell'iscrizione in bilancio di attività e passività fiscali differite su tali operazioni125. La fattispecie di possibile rilevanza per la Banca si riscontra in relazione alla contabilizzazione delle operazioni di leasing in cui il locatario iscrive inizialmente nello stato patrimoniale l'attività (right of use) e la corrispondente passività del leasing (lease liability), di norma di pari importo. In funzione della normativa fiscale applicabile, possono sorgere differenze temporanee imponibili e deducibili di uguale entità al momento della rilevazione iniziale dell'attività e della passività. Con le modifiche in oggetto è stato precisato che in tali casi l'entità deve rilevare qualsiasi passività e attività fiscale che ne deriva (pertanto, l'esenzione prevista dai paragrafi 15 e 24 dello IAS 12 - che permette di non iscrivere fiscalità differita nei casi in cui l'operazione nel suo complesso non influenza l'utile - non si applica a tali casistiche).

Le modifiche in oggetto non sono rilevanti, in termini di impatti quantitativi, per Intesa Sanpaolo, in quanto secondo le disposizioni fiscali applicabili in Italia (in applicazione del c.d. Decreto fiscale IFRS 16), sia il right of use che la passività del leasing assumono integralmente rilevanza fiscale (valore civile e fiscale allineato), così come sono trattate in derivazione ai fini fiscali anche le conseguenti componenti economiche rilevate in bilancio (ammortamenti e interessi). Tale approccio vale non solo per le nuove operazioni di leasing, successive alla prima applicazione dell'IFRS 16, ma anche per le operazioni esistenti al momento della FTA a seguito del riallineamento fiscale effettuato, come consentito dal decreto fiscale e, pertanto, non sorgono differenze temporanee imponibili o deducibili.

Nella tabella che segue sono riportati i nuovi principi contabili internazionali o le modifiche di principi contabili già in vigore non ancora omologati da parte della Commissione Europea.

Principio/
Interpretazione
Modifiche Data di pubblicazione
IAS 1 Amendments to IAS 1 Presentation of Financial Statements: Classification of
Liabilities as Current or Non-current
23/01/2020
IAS 1 Amendments to IAS 1 Presentation of Financial Statements: Classification of
Liabilities as Current or Non-current - Deferral of Effective Date
15/07/2020
IAS 1 Amendments to IAS 1 Presentation of Financial Statements: Non-current Liabilities
with Covenants
31/10/2022
IFRS 16 Amendments to IFRS 16 Leases: Lease Liability in a Sale and Leaseback 22/09/2022

Principi contabili internazionali non ancora omologati al 31.12.2022

Per quanto riguarda i documenti dello IASB che modificano principi contabili esistenti ed ancora in attesa di omologazione si segnala quanto segue:

  • Amendments allo IAS 1 "Classification of Liabilities as Current or Non-Current", pubblicato in data 23 gennaio 2020 con l'obiettivo di proporre alcune modifiche di portata limitata allo IAS 1 "Presentazione del bilancio", al fine di chiarire come classificare i debiti e le altre passività tra quelli correnti o non correnti. La proposta in oggetto chiarisce – senza modificarli – gli attuali requisiti dello IAS 1; i chiarimenti mirano a promuovere la coerenza nell'applicazione dello IAS 1 tra le società per determinare se, nel prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria, i debiti e le altre passività con una data di regolamento incerta debbano essere classificati come correnti (dovuti o potenzialmente da liquidare entro un anno) o non correnti. Con la successiva pubblicazione del 15 luglio 2020 viene differita di un anno la data di entrata in vigore delle modifiche, al 1° gennaio 2023 in luogo del 2022, senza introdurre ulteriori modifiche.

125 Secondo le definizioni dello IAS 12 sono differenze temporanee imponibili/deducibili le differenze temporanee fra valori contabili e fiscali che, nella determinazione del reddito imponibile (perdita fiscale) di esercizi futuri, si tradurranno in importi imponibili/deducibili quando il valore contabile dell'attività o della passività sarà realizzato o estinto.

  • Amendments allo IAS 1 "Non-current Liabilities with Covenants"

In data 31 ottobre lo IASB ha pubblicato una ulteriore limitata modifica allo IAS 1 "Presentazione del bilancio" che mira a migliorare le informazioni fornite dalle società sulle passività con covenants e sulla classificazione di tali passività come correnti o non correnti. Lo IASB si aspetta che le modifiche migliorino le informazioni fornite dalle società, consentendo agli investitori di comprendere il rischio che tali passività possano dover essere rimborsate anticipatamente.

Lo IAS 1 prevede che una società classifichi una passività come non corrente solo se la società può evitare di saldare il debito nei 12 mesi successivi alla data del bilancio. Tuttavia, la capacità di un'azienda di farlo è spesso soggetta al rispetto di covenants. Ad esempio, una società potrebbe avere un debito a lungo termine che potrebbe diventare rimborsabile entro 12 mesi se la società non rispetta un covenant (ad esempio un ratio in termini di working capital) nei 12 mesi successivi.

Le modifiche allo IAS 1 specificano che i covenants da rispettare dopo la data di bilancio non influiscono sulla classificazione del debito come corrente o non corrente alla data di bilancio. Di converso viene richiesto alla società di fornire informazioni su questi covenants in nota integrativa.

Le modifiche sono efficaci per gli esercizi che iniziano dal 1° gennaio 2024, con adozione anticipata consentita, previa omologazione della Commissione Europea.

In considerazione del contenuto delle modifiche sopra evidenziate, che assumono scarsa rilevanza per il settore finanziario, nonché in virtù dell'obbligo di applicare gli schemi previsti dalla Circolare n. 262/05 della Banca d'Italia, le limitate proposte di modifica allo IAS 1 non risultano particolarmente rilevanti per la Banca.

- Amendments all'IFRS 16 "Lease Liability in a Sale and leaseback"

Con la pubblicazione in data 22 settembre 2022 dei Narrow-scope Amendments "Lease Liability in a Sale and Leaseback" lo IASB introduce alcune limitate modifiche all'IFRS 16 in merito alla contabilizzazione delle sole operazioni di vendita e retrolocazione (cd. sale and leaseback) da parte del locatario-venditore. Le transazioni di sale and leaseback sono operazioni per le quali una società vende un bene e successivamente prende in locazione lo stesso bene dal nuovo proprietario. In questo ambito, sono oggetto di analisi quelle operazioni in cui il trasferimento dell'asset soddisfa i requisiti ai sensi dell'IFRS 15 per essere contabilizzato come una vendita del bene.

La presente modifica era stata sollecitata dall'IFRIC che aveva riscontrato un vuoto normativo in merito alle modalità di rilevazione del right of use e delle lease liability nelle transazioni di sale and leaseback in presenza di canoni variabili che non dipendono da un indice o da un tasso, ad esempio basati su una percentuale delle vendite del locatario-venditore generate dall'uso del bene.

In tale ambito gli emendamenti apportano alcuni chiarimenti e lasciano alle singole entity la definizione di una accounting policy per la modalità di valutazione della passività derivante dalla retrolocazione.

Le modifiche saranno obbligatoriamente applicabili dal 1° gennaio 2024 - previa omologazione da parte della Commissione Europea e con possibilità di applicazione anticipata – con applicazione retrospettiva alle transazioni di sale and leaseback stipulate successivamente alla data di prima applicazione dell'IFRS 16, ovvero per il Gruppo dal 1° gennaio 2019.

In proposito, le operazioni di sale e leaseback stipulate da Intesa Sanpaolo dal 2019 risultano essere limitate e di importi non rilevanti e, al momento, non sono emerse casistiche di interesse per l'applicazione delle modifiche.

SEZIONE 2 - PRINCIPI GENERALI DI REDAZIONE

Il bilancio separato è costituito dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Prospetto della redditività complessiva, dal Prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal Rendiconto finanziario, dalla Nota integrativa e dalle relative informazioni comparative ed è inoltre corredato da una Relazione degli amministratori sull'andamento della gestione, sui risultati economici conseguiti e sulla situazione patrimoniale e finanziaria di Intesa Sanpaolo. In conformità a quanto disposto dall'art. 5 del D. Lgs. n. 38/2005, il bilancio è redatto utilizzando l'Euro quale moneta di conto.

Gli importi dei Prospetti contabili e della Nota integrativa, così come quelli indicati nella Relazione sulla gestione, sono espressi – qualora non diversamente specificato – in milioni di Euro.

Il bilancio è redatto con l'applicazione dei principi generali previsti dallo IAS 1 e degli specifici principi contabili omologati dalla Commissione Europea e illustrati nella Parte A.2 della presente Nota integrativa, nonché in aderenza con le assunzioni generali previste dal Quadro Sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio elaborato dallo IASB.

Non sono state effettuate deroghe all'applicazione dei principi contabili IAS/IFRS.

Nella Relazione sulla gestione e nella Nota integrativa sono fornite le informazioni richieste dai principi contabili internazionali, dalle Leggi, dalla Banca d'Italia, dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa – Consob e dall'Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati – ESMA, oltre ad altre informazioni non obbligatorie ma ritenute ugualmente necessarie ai fini di una rappresentazione corretta e veritiera della situazione della Banca. Si è inoltre tenuto conto dei documenti di tipo interpretativo e di supporto all'applicazione dei principi contabili in relazione agli impatti da COVID-19 e quelli conseguenti allo scoppio della crisi russo-ucraina, emanati dagli organismi regolamentari e di vigilanza europei e dagli standard setter illustrati più nel dettaglio nella Successiva Sezione 4 – Altri aspetti.

I Prospetti contabili di stato patrimoniale e i relativi dettagli di Nota integrativa presentano – in conformità a quanto previsto dall'IFRS 5 – tra le componenti relative alle attività in dismissione principalmente portafogli di crediti deteriorati che saranno oggetto di cessione nell'ambito delle strategie di de-risking del Gruppo. Nella voce risulta inoltre riclassificata la partecipazione in Zhong Ou Asset Management Co. Ltd., per la quale il perfezionamento della cessione è atteso nel corso dei prossimi mesi, una volta completato l'iter autorizzativo.

I Prospetti contabili e la Nota integrativa presentano oltre agli importi del periodo di riferimento, anche i corrispondenti dati di raffronto riferiti al 31 dicembre 2021.

Negli Allegati vengono presentati i prospetti di raccordo con i dati di Stato patrimoniale e di Conto economico originariamente pubblicati nel Bilancio 2021, oltre a specifici schemi di raccordo tra questi ultimi e i prospetti riclassificati (riesposti e rideterminati) inclusi nella Relazione sulla gestione che correda il presente bilancio.

Contenuto dei prospetti contabili

Prospetto di stato patrimoniale e Prospetto di conto economico

Gli schemi dello Stato patrimoniale e del Conto economico sono costituiti da voci, sottovoci e da ulteriori dettagli informativi (i "di cui" delle voci e sottovoci).

Per completezza si segnala che con riferimento agli schemi definiti dalla Banca d'Italia sono riportate anche le voci che non presentano importi né per l'esercizio al quale si riferisce il bilancio, né per quello precedente. Nel conto economico i ricavi sono indicati senza segno, mentre i costi sono preceduti dal segno meno.

Prospetto della redditività complessiva

Il prospetto della redditività complessiva, partendo dall'utile (perdita) d'esercizio, espone le componenti reddituali rilevate in contropartita delle riserve da valutazione, al netto del relativo effetto fiscale, in conformità ai principi contabili internazionali. La redditività complessiva è rappresentata fornendo separata evidenza delle componenti reddituali che non saranno in futuro riversate nel conto economico e di quelle che, diversamente, potranno essere successivamente riclassificate nell'utile (perdita) dell'esercizio al verificarsi di determinate condizioni. Come per lo Stato patrimoniale ed il Conto economico, rispetto agli schemi definiti dalla Banca d'Italia sono riportate anche le voci che non presentano importi né per l'esercizio al quale si

riferisce il bilancio, né per quello precedente. Gli importi negativi sono preceduti dal segno meno.

Prospetto delle variazioni del patrimonio netto

Nel prospetto delle variazioni del patrimonio netto viene riportata la composizione e la movimentazione dei conti di patrimonio netto intervenuta nell'esercizio di riferimento del bilancio ed in quello precedente, suddivisi tra il capitale sociale, le riserve di capitale, di utili e da valutazione di attività o passività di bilancio ed il risultato economico. Le azioni proprie in portafoglio sono portate in diminuzione del patrimonio netto. Il prospetto è presentato invertendo le righe e le colonne rispetto al medesimo prospetto previsto dall'aggiornamento della Circolare n. 262/2005 della Banca d'Italia.

Rendiconto finanziario

Il prospetto dei flussi finanziari intervenuti nell'esercizio di riferimento del bilancio ed in quello precedente è predisposto seguendo il metodo indiretto, in base al quale i flussi derivanti dall'attività operativa sono rappresentati dal risultato dell'esercizio rettificato degli effetti delle operazioni di natura non monetaria.

I flussi finanziari sono suddivisi tra quelli derivanti dall'attività operativa, quelli generati dall'attività di investimento e quelli prodotti dall'attività di provvista.

Nel prospetto i flussi generatisi nel corso dell'esercizio sono indicati senza segno, mentre quelli assorbiti sono preceduti dal segno meno.

Contenuto della Nota integrativa

La Nota integrativa comprende le informazioni previste dai principi contabili internazionali e dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia emanata il 22 dicembre 2005 e successivi aggiornamenti applicabili per la redazione del presente bilancio.

SEZIONE 3 - EVENTI SUCCESSIVI ALLA DATA DI RIFERIMENTO DEL BILANCIO

Si rimanda alla corrispondente informativa del Bilancio consolidato.

SEZIONE 4 - ALTRI ASPETTI

RISCHI, INCERTEZZE E IMPATTI DELLA CRISI RUSSO/UCRAINA E DELLA PANDEMIA DA COVID-19

Premessa

L'esercizio 2022 è stato caratterizzato, sotto il profilo della gestione di rischi, sia da aspetti positivi quali il processo di regressione degli impatti derivanti dalla pandemia COVID-19 e delle conseguenze sulla solvibilità della clientela, sia da aspetti negativi primariamente riconducibili al conflitto russo-ucraino e alle conseguenze indotte da tale contesto in relazione ai rincari dei prezzi delle fonti energetiche, alla carenza di talune materie prime ed all'effetto sull'aumento dei prezzi che ne è derivato.

La preparazione del bilancio in conformità agli IFRS richiede che il management effettui stime e ipotesi che influenzano l'ammontare riportato in bilancio delle attività, delle passività, delle entrate e delle spese rilevate nell'esercizio, nonché delle altre componenti di conto economico complessivo, come indicato con maggiori dettagli nell'apposito paragrafo della presente Nota integrativa (Parte A – A2: Sezione relativa alle principali voci di bilancio - Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione dell'informativa finanziaria). Le principali aree di incertezza nelle stime effettuate dal management, che si basano sull'esperienza storica e su altri presupposti che si ritiene siano ragionevoli, includono quelle relative alle perdite su crediti, il fair value di strumenti finanziari (inclusi derivati), imposte sul reddito, benefici per i dipendenti, avviamento e attività immateriali, la riduzione di valore di attività non finanziarie, la cancellazione di attività e passività finanziarie e gli accantonamenti per rischi ed oneri.

La situazione descritta in precedenza ha causato e continua a causare una maggiore volatilità e incertezza nel settore finanziario e nei mercati, che si è riflessa anche nelle aree chiave di determinazione delle stime. Gli scenari caratterizzati da elementi di particolare novità e non riscontrabili nei periodi recenti sono, infatti, particolarmente difficili da catturare nel processo di modellizzazione delle valutazioni creditizie con la conseguenza di una estrema difficoltà nel produrre previsioni per rischi specifici di portafoglio in tali circostanze.

Con riferimento alle metodologie di stima previste nelle Policy della banca, si specifica che le stesse prevedono che in determinate circostanze - quali quella attuale - emerga l'esigenza di apportare aggiustamenti temporanei (aggravi alle valutazioni) rispetto agli esiti della modellistica adottata, in ottica cautelativa. Tale evenienza può nascere a seguito di eventi esogeni, di natura inattesa, non controllabili ad opera della Banca e con conseguenze potenziali, anche su vasta scala, sulla misurazione della ECL dei portafogli della Banca per effetto di elementi che non vengono colti adeguatamente dalle modellistiche IFRS 9 in uso. Va ricordato, infatti, che le metodologie di stima IFRS 9 si fondano su assunzioni basate sull'esperienza ed hanno un forte ancoraggio alle osservazioni storiche, che vengono considerate su un arco temporale congruo e in un contesto di riferimento sufficientemente stabile. Allo stesso tempo, le metodologie di stima devono anche riflettere le condizioni «forward-looking» ed adottano approcci e previsioni in maniera ragionevole e sostenibile ("without undue cost and effort"); questi devono essere oggetto di una opportuna valutazione in presenza di aumento dell'incertezza sullo scenario futuro e sulle ricadute che gli eventi in questione potrebbero avere.

Anche le indicazioni fornite dai regolatori in occasione della pandemia COVID-19 e del conflitto in Ucraina (riportate più in dettaglio nelle specifiche seguenti sezioni) permettono / invitano gli intermediari ad adottare un approccio flessibile e fare ricorso al proprio giudizio esperto nel prendere decisioni in contesti eccezionali ed inattesi, avendo comunque ben chiaro che le indicazioni fornite non costituiscono un "rilassamento" delle regole, ma piuttosto la concessione di un'ulteriore necessaria discrezionalità nel contesto di eventi del tutto specifici. Tali considerazioni hanno supportato la decisione della banca di adottare "post model adjustments" al fine di innestare, attraverso aumento delle Expected Credit Losses (ECL) su base manageriale, una stima adeguata degli aspetti di incertezza sopra richiamati. La Banca ha utilizzato dunque stime, ipotesi e giudizi che riflettono questa incertezza. Nel quadro di incertezza attuale le valutazioni sono peraltro supportate, come meglio dettagliato di seguito, anche da analisi di sensitività, oggetto di specifiche disclosure, per permettere al lettore del bilancio una quanto più completa e trasparente comprensione dei fenomeni in atto.

Il contesto attuale, sia sotto il profilo macroeconomico, sia sotto il profilo dell'evoluzione del conflitto russo-ucraino, è quindi connotato da elementi di significativa incertezza di cui si è tenuto conto in sede di redazione del bilancio. In particolare, i potenziali rischi diretti ed indiretti di tale contesto sono stati tenuti in considerazione ai fini della valutazione delle partecipazioni russe ed ucraine e delle posizioni creditizie, per queste ultime tramite rettifiche prudenziali sulle esposizioni in essere tramite un rafforzamento delle coperture delle posizioni non performing e di tutte le posizioni performing che, pur non presentando profili di deterioramento specifico, possono subire conseguenze da un'evoluzione negativa del contesto macroeconomico e del conflitto russo e ucraino.

Di seguito, quindi, sono riportate:

− dapprima alcune indicazioni circa gli scenari utilizzati nella preparazione del bilancio in questo specifico contesto, sulle relative analisi di sensitività e sul tema dei test di impairment su avviamenti e fiscalità differita;

.

  • − successivamente, sono affrontate le tematiche relative al conflitto russo-ucraino;
  • − da ultimo viene affrontato il tema del COVID-19126

Si evidenzia, inoltre, come un'analisi più completa dell'approccio alla valutazione delle posizioni creditizie, anche con particolare riguardo alla descrizione della modellistica in uso e degli aggiustamenti manageriali (management overlay) utilizzati in questo specifico contesto, sia riportata nella Parte E - Sezione 2 Politiche di gestione del rischio di credito della Nota integrativa al Bilancio consolidato. Attesa la rilevanza dei temi in questione si ricorda altresì che anche nella Relazione sulla gestione consolidata è stata dedicata una apposita sezione a "L'impatto per il Gruppo Intesa Sanpaolo del conflitto militare fra Russia e Ucraina" che riassume - tra le altre tematiche - anche le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo a favore dell'Ucraina, nonché gli aspetti relativi al quadro sanzionatorio verso la Federazione Russa ed alla Cybersecurity. Un'analoga Sezione è stata anche prevista, sempre nella Relazione sulla gestione consolidata, per "Gli impatti della pandemia da COVID-19".

Scenario macroeconomico di Intesa Sanpaolo per il bilancio 2022

Relativamente allo scenario macroeconomico adottato nei modelli per la determinazione delle Expected Credit Losses, si ricorda che da giugno 2020 la Banca, seguendo le indicazioni di regulator e standard setter, aveva ancorato le proprie previsioni macroeconomiche alle proiezioni pubblicate dalle banche centrali stesse. Alla luce del contesto fin qui descritto e in considerazione della minor incertezza che caratterizza il processo di stima delle proiezioni (in confronto con lo scenario di assoluta gravità di inizio pandemia), la Banca ha ritenuto opportuno, da dicembre 2021, ritornare all'utilizzo degli scenari prodotti internamente dalla Direzione Studi e Ricerche quale input ai modelli di ECL, permettendo così di ripristinare la sostanziale uniformità fra gli scenari utilizzati negli altri processi valutativi / previsionali (impairment test, budget, ecc.), soprattutto con riferimento al Piano d'impresa avviato nel 2022. Tale scelta, confermata anche nel corso del 2022, appare ragionevole anche alla luce della convergenza tra le previsioni prodotte internamente rispetto alle previsioni predisposte periodicamente da BCE/Banca d'Italia.

Per l'illustrazione tabellare degli scenari effettivamente utilizzati nella valutazione sui crediti si rimanda alla specifica sezione della Parte E della Nota Integrativa al Bilancio consolidato, dove sono anche riportati, come di seguito meglio specificato, ulteriori dettagli in tema di sensitività dell'ECL alla variazione degli scenari macroeconomici.

Lo scenario previsionale di medio termine adottato come riferimento per la determinazione del Valore d'Uso delle CGU ai fini dell'impairment test è invece riportato nella Parte B, Sezione 10, della Nota integrativa consolidata.

Analisi di sensitività alla luce degli scenari alternativi

Come già negli esercizi precedenti e come anche raccomandato nelle indicazioni dei regulator (si veda ad esempio ESMA: "European common enforcement priorities for 2021 annual financial reports" e le indicazioni ESMA sulla crisi russo/ucraina illustrate nella specifica sezione), la Banca fornisce in Nota integrativa le diverse analisi di sensitività volte ad integrare la propria disclosure. Tali analisi sono relative alle tematiche indicate di seguito, al fine di permettere al lettore del bilancio una migliore comprensione delle scelte valutative in questo particolare contesto. Si rimanda dunque alle seguenti parti della Nota integrativa al Bilancio consolidato per quanto riguarda:

  • − effetti del cambiamento di uno o più parametri non osservabili utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate per la determinazione del fair value per le attività e passività finanziarie valutate al fair value di livello 3 (Parte A - A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni);
  • − analisi di sensitività per le attività immobiliari valutate al fair value. L'analisi ha riguardato essenzialmente gli immobil i della Capogruppo Intesa Sanpaolo, che rappresentano il perimetro Core del patrimonio immobiliare del Gruppo (Parte A - A.4.4 Gerarchia del fair value - Sensibilità delle valutazioni immobiliari);
  • − sensitivity del Valore d'Uso delle Cash Generating Unit per le quali residuano attività intangibili a vita indefinita (Parte B Attivo: Sezione 10 Attività immateriali);
  • − sensitivity alle variazioni dei tassi di interesse delle passività nette a benefici definiti (Parte B Passivo: Sezione 10.5 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti);
  • − analisi di sensitività dell'ECL IFRS 9 al fine di analizzarne la variabilità relativamente ai singoli scenari alternativi (Parte E - Sezione 2 Politiche di gestione del rischio di credito);
  • − sensitivity del margine di interesse nell'ipotesi di variazione dei tassi ed analisi di sensitività del portafoglio bancario al rischio di prezzo per le attività quotate detenute nella categoria HTCS (Parte E - Portafoglio bancario: rischio tasso di interesse e rischio di prezzo);
  • − analisi di scenario relativa all'evoluzione di prezzi azionari, tassi di interesse, spread creditizi, tassi di cambio e prezzi delle materie prime per l'attività di trading (Parte E - Portafoglio di negoziazione: rischio tasso di interesse e rischio prezzo).

Valutazione degli avviamenti nello scenario attuale

In contesti di mercato complessi come quelli attuali, anche le verifiche di tenuta del valore delle attività intangibili risultano particolarmente delicate. Pertanto, anche in sede di Bilancio al 31 dicembre 2022, nell'effettuare l'annuale valutazione circa la tenuta del valore degli avviamenti, sono stati attentamente considerati gli effetti della situazione attuale. Per maggiori dettagli sull'impairment test dell'avviamento e del brand name si rimanda alla Nota integrativa del Bilancio consolidato Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale (Cfr. Parte B – Attivo: Sezione 10 Attività immateriali - Informazioni sulle attività intangibili e sull'avviamento).

126 Sulla base delle indicazioni fornite con apposite comunicazioni da parte della Banca d'Italia: "impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia ed emendamenti agli IAS/IFRS".

Probability test sulla fiscalità differita nello scenario attuale

Come previsto dal principio contabile IAS 12, un'attività fiscale differita (o anche imposta anticipata o DTA) deve essere rilevata per tutte le differenze temporanee deducibili, se è probabile il realizzo di redditi imponibili capienti rispetto al le differenze temporanee deducibili. Le imposte anticipate si distinguono poi in imposte anticipate "qualificate" e imposte anticipate "non qualificate". Mentre per le prime la normativa italiana prevede un particolare meccanismo di conversione in crediti d'imposta che legittima di per sé la loro iscrizione in bilancio (Cfr. Parte B – Attivo: Sezione 11 Le Attività e le Passività fiscali), l'ammontare delle imposte anticipate "non qualificate" iscritto in bilancio viene sottoposto a test, per verificare se sussista la probabilità di conseguire in futuro imponibili fiscali che ne consentano il recupero (c.d. "probability test"). Anche nella situazione attuale è stata effettuata tale verifica. Per una più ampia trattazione si rimanda alla Nota integrativa del Bilancio consolidato Parte B – Attivo: Sezione 11 Le Attività e le Passività fiscali - Probability test sulla fiscalità differita.

RISCHI, INCERTEZZE E IMPATTI DELLA CRISI RUSSO/UCRAINA

Il 24 febbraio 2022 ha visto la tensione progressivamente cresciuta tra Russia e Ucraina sfociare in un conflitto che, per intensità e dimensioni, non era presente in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. La situazione di assoluta gravità determinatasi a seguito del conflitto è stata da subito strettamente monitorata e valutata da Intesa Sanpaolo, anche alla luce delle indicazioni fornite dai regulator sul tema, avendo la Banca:

  • − una presenza con due controllate nei Paesi belligeranti, Pravex Bank Joint-Stock Company (Pravex) e Joint-Stock Company Banca Intesa (Banca Intesa Russia), dunque particolarmente esposte alle conseguenze del conflitto;
  • − esposizioni cross border erogate nell'ambito della sua attività di Corporate & investment banking.

Nella sua attività di lending, infatti, la Divisione IMI C&IB ha nel tempo finanziato controparti residenti nella Federazione Russa, sia direttamente da Intesa Sanpaolo che tramite altre realtà societarie della Divisione. Oltre due terzi dei crediti verso la clientela russa erogati dal Gruppo prima del conflitto riguardano primari gruppi industriali, contraddistinti da consolidati rapporti commerciali con clienti appartenenti alle principali filiere internazionali e da una quota rilevante derivante da export di materie prime. I crediti a clientela russa rappresentavano, allo scoppio delle ostilità, circa l'1% dei crediti a clientela totali del Gruppo Intesa Sanpaolo, al netto delle garanzie di Export Credit Agencies - ECA. La presenza di tali garanzie permette infatti di considerare il rischio di credito su tali esposizioni come non riferibile alla Russia o all'Ucraina.

Ciò premesso, si rammentano in questa sede alcune informazioni relative alle controllate russa ed ucraina:

  • − Banca Intesa Russia127: è una banca Corporate con sede a Mosca, partecipata al 47% da Intesa Sanpaolo e al 53% da Intesa Sanpaolo Holding International, facente parte della Divisione IMI Corporate & Investment Banking. Opera con 27 filiali e 907 persone;
  • − Pravex è una piccola banca commerciale, interamente partecipata da Intesa Sanpaolo, con sede a Kiev, facente parte della International Subsidiary Bank Division. Opera con 43 filiali (prevalentemente nella regione di Kiev) e 735 persone.

La normativa specifica emessa dai Regulator UE relativamente alla crisi russo/ucraina

A seguito dell'inaspettata evoluzione della crisi russo - ucraina, nonché delle conseguenti tensioni emerse nei rapporti tra la Federazione Russa e i paesi UE e NATO (tra cui l'Italia), i principali regulator hanno emesso una serie di provvedimenti ad hoc per fornire indicazioni sul tema. Il più rilevante è il provvedimento varato dall'ESMA il 13 maggio 2022, adottato specularmente anche da CONSOB relativamente agli aspetti prioritari in ottica contabile, che riprendeva con maggior dettaglio il precedente documento del 14 marzo 2022 (ESMA PUBLIC STATEMENT: ESMA coordinates regulatory response to the war in Ukraine and its impact on EU financial markets – 14 marzo 2022). Tale provvedimento è stato poi ulteriormente confermato anche dal documento "ESMA Enforcement Priorities 2022" del 28 ottobre 2022.

Nel contesto della guerra russo - ucraina, come già per il COVID-19, per le tematiche di bilancio maggiormente impattate dagli eventi bellici, sono fornite specifiche raccomandazioni in relazione a:

Controllo e going concern

  • − valutare a livello di gruppo la situazione di "going concern"; la valutazione deve tenere conto di tutte le informazioni disponibili sul futuro, compresa la redditività attesa e le eventuali restrizioni all'accesso immediato alle risorse finanziarie;
  • − valutare il permanere del controllo sulle partecipate situate nelle regioni coinvolte nel conflitto;
  • − considerare la presenza di vincoli finanziari sugli attivi;
  • − valutare attentamente se il controllo sia stato effettivamente perso in caso di cessione;
  • Processo valutativo e classificazione delle posizioni
  • − aggiornare la valutazione in base ai significant judgements, ipotesi sul futuro e altri strumenti di valutazione dell'incertezza;
  • − nel determinare l'impairment dei titoli di debito e dei finanziamenti, nonché dei contratti di locazione e dei crediti commerciali e delle attività contrattuali, considerare l'effetto degli eventi bellici sul significativo aumento del rischio di credito (SICR) 128 e sulla misurazione delle perdite attese su crediti (ECL) tenendo conto delle informazioni previsionali;
  • − prendere in considerazione nel valutare l'impairment o write-down di un asset le decisioni di abbandonare, dismettere, sospendere le operazioni o annullare gli investimenti in Ucraina, Russia o Bielorussia;
  • − prestare attenzione sulla classificazione delle attività non correnti possedute per la vendita e/o attività cessate ai sensi dell'IFRS 5.

Informativa finanziaria

127 Oltre alla marginale realtà OOO Intesa Realty Russia consolidata al patrimonio netto in considerazione della limitata materialità.

128 Qualora sia difficile identificare l'effetto sui singoli strumenti, può essere necessario effettuare l'assessment su base collettiva, a livello di gruppi di strumenti.

  • − usare cautela nel presentare negli schemi di bilancio gli impatti sul conflitto in modo separato, data la sua pervasività. Appare preferibile, invece, fornire in nota integrativa le informazioni qualitative e quantitative sugli impatti significativi, i giudizi e le assunzioni applicati nella rilevazione, valutazione e presentazione di attività e passività e relativi effetti economici;
  • − adeguare e potenzialmente ampliare il livello di dettaglio delle informazioni fornite nei bilanci. Viene inoltre raccomandato l'aggiornamento delle disclosure sulle sensitivity analysis, sia in generale sia con specifico riferimento alle esposizioni verso Russia e Ucraina;
  • − fornire adeguate indicazioni sugli scenari considerati, aggiornando i test di impairment sui non financial assets (quali le attività intangibili a vita indefinita e i deferred tax assets).

Sono ovviamente da considerare con particolare attenzione gli impatti sul bilancio di eventuali eventi significativi verificatisi dopo la chiusura del reporting period, per fornire le informazioni integrative pertinenti.

Controllo e going concern

Nonostante le criticità della situazione, in particolare per Pravex, le due controllate residenti nei paesi belligeranti stanno continuando ad operare con il supporto delle strutture di Intesa Sanpaolo, seppur con i limiti oggettivi dettati dallo scenario bellico e dalla sempre alta tensione internazionale.

Si conferma altresì la permanenza del controllo di Intesa Sanpaolo sulle due entità, riscontrabile sotto diversi profili di osservazione:

  • − sul piano contabile/amministrativo, attraverso l'acquisizione della situazione contabile ai fini del consolidamento. Nello specifico, per la controllata russa si è acquisita puntualmente e tempestivamente la situazione al 31 dicembre 2022, mentre per Pravex si è ritenuto opportuno mantenere la situazione contabile prodotta per il consolidamento al 30 settembre 2022, in considerazione delle peculiari difficoltà operative della partecipata ed anche alla luce della sostanziale immaterialità dei suoi dati patrimoniali a livello di Gruppo;
  • − sotto il profilo della normativa civilistica. Con specifico riferimento alla partecipata russa, Intesa Sanpaolo ha potuto esercitare il proprio potere di determinare, nel rispetto delle disposizioni normative russe, la composizione degli organi sociali e di nominare gli esponenti di Banca Intesa Russia in occasione dell'Assemblea dell'8 luglio 2022. Gli avvicendamenti societari che hanno interessato il Board e l'Audit Committee sono espressione di nomine proposte da Intesa Sanpaolo che hanno superato l'iter approvativo della Banca Centrale Russa;
  • − sul piano di indirizzo del business, le due entità continuano a portare avanti la loro attività commerciale secondo le direttive impartite da Intesa Sanpaolo. In particolare, Banca Intesa Russia nella propria operatività corporate si è immediatamente conformata alle indicazioni ricevute, all'indomani dello scoppio del conflitto, di progressiva riduzione dell'esposizione creditizia in essere. Nell'erogazione del credito, tale banca non è soggetta ad "ingerenze" esterne e segue le indicazioni di Intesa Sanpaolo anche nei casi in cui, per limitata materialità delle erogazioni, avrebbe, sulla base delle facoltà in essere, la liceità di agire secondo autonome determinazioni;
  • − sotto il profilo del coordinamento e del controllo, in quanto le funzioni di controllo di Intesa Sanpaolo continuano ad esercitare il proprio ruolo mediante la regolare ricezione e analisi dei flussi informativi previsti, interagendo con le strutture delle controllate attraverso i canali di comunicazione disponibili, compatibilmente con le eventuali limitazioni che tempo per tempo possono presentarsi, affrontate anche attraverso soluzioni di contingency.

Peraltro, si aggiunge che le conclusioni in merito al mantenimento del controllo su Banca Intesa Russia non sono inficiate dalle limitazioni attualmente poste dalla normativa russa che – nella sostanza – impone restrizioni a rimborsi e pagamenti verso soggetti residenti in Paesi "unfriendly". Consapevole dei vincoli imposti dal particolare contesto normativo, Banca Intesa Russia ha accreditato in specifici conti russi, come legalmente previsto, le risorse monetarie per il rimborso delle esposizioni infragruppo nel frattempo giunte a scadenza.

Il potenziale utilizzo delle risorse accreditate su questi conti – pari ad un controvalore, a fine dicembre 2022, di circa 8 milioni – è limitato ad alcune definite finalità, interne alla Russia. In questo contesto, va considerato come le attuali limitazioni, anche sulla base di appositi pareri legali acquisiti, non configurino in alcun modo un "esproprio" delle somme (né, tantomeno, siano indicatori di una perdita del controllo sugli asset della Partecipata) quanto, piuttosto, derivino dal temporaneo "congelamento" legale della libera disponibilità di somme che sarebbero, in forza dei diritti economici, altrimenti disponibili per il soggetto proprietario.

Sempre in relazione alla tematica del controllo degli asset, si ricordano le significative operazioni di de-risking per complessivi 1,5 miliardi di finanziamenti verso primarie controparti della Federazione Russa, Tali operazioni sono avvenute a titolo definitivo con incasso del corrispettivo pattuito dalle controparti acquirenti.

Processo valutativo e classificazione delle posizioni

Nel fare rinvio anche alla Parte E (Sezione 2 "Rischi del consolidato prudenziale") del Bilancio consolidato per una più completa disamina degli aspetti di gestione e valutazione delle esposizioni creditizie vantate dal Gruppo verso controparti russe129 ed ucraine, si specifica che conseguentemente all'avvio del conflitto, in considerazione della presenza di esposizioni creditizie nei confronti di controparti esposte al rischio paese correlato al conflitto (in particolare residenti o controllate da residenti nella Federazione Russa), è stata compiuta - ai fini della predisposizione dell'informativa finanziaria - un'analisi normativa dei principi contabili internazionali per verificare eventuali indicazioni o razionali sottostanti la misurazione dell'Expected Credit Loss in contesti di crisi come quella attuale. Dall'analisi del principio contabile IFRS 9 "Strumenti finanziari" e dei correlati Annex, non risultano esservi indicazioni o esemplificazioni volte a delineare linee guida mirate alla misurazione delle Expected Credit Losses in contesti bellici o a determinate metodologie specifiche dell'incremento del rischio

129 Le marginali esposizioni verso controparti bielorusse sono per semplicità - a questi fini - trattate e indicate congiuntamente alle esposizioni verso la Federazione Russa.

di credito conseguente a crisi geopolitiche improvvise e gravi come quella attuale. Il principio offre piuttosto indicazioni di carattere generale di inquadramento del calcolo dell'ECL130

Pertanto, alla luce della significativa incertezza sugli effetti diretti o indiretti del conflitto e mutuando le indicazioni fornite dai diversi regulator al verificarsi della pandemia da COVID-19 (cfr. in seguito), che presentava anch'essa elementi di evidente imprevedibilità, si è ritenuto coerente con le indicazioni del principio identificare:

  • − nel "collective assessment" la modalità di cogliere il SICR, in particolare se non è possibile misurare un livello di rischio creditizio specifico sulle singole controparti;
  • − nell'utilizzo di management overlay, ai fini di calcolo dell'ECL, la modalità più opportuna di incorporare accantonamenti legati al rischio paese e geopolitico relativi al conflitto in corso.

Ai fini del bilancio al 31 dicembre 2022 sono confermate le principali scelte in tema di staging assignment e calcolo dell'ECL adottate nel corso della reportistica infrannuale 2022 per i crediti performing verso controparti russe ed ucraine per i quali si è deciso di adottare, in coerenza con quanto indicato nel paragrafo precedente, un approccio fortemente guidato dall'emergere del rischio geopolitico, quindi condizionato dal Paese di residenza delle controparti, sia ai fini della determinazione del SICR che ai fini di calcolo dell'ECL, anche mediante applicazione di management overlay. Si sottolinea, inoltre, come le imprese russe finanziate vantassero tutte, prima dello scoppio del conflitto, rating elevati e, pertanto, per la maggior parte di esse l'evoluzione del business non presenta rischi aumentati diversi da quelli indotti dal contesto geopolitico. Per queste ultime, quindi, il rischio attualmente prevalente è il rischio di trasferimento e cioè il rischio che esse non onorino gli impegni di ripagamento del debito non per aspetti direttamente attinenti al loro business, quanto piuttosto per vincoli governativi imposti.

Tale modalità è stata ritenuta la più opportuna per incorporare accantonamenti legati al rischio paese e geopolitico relativi al conflitto in corso, altrimenti non adeguatamente colti dai sistemi di misurazione del rischio normalmente in uso. Per una disamina più dettagliata delle principali modalità applicative di tali approcci si fa rimando a quanto più dettagliatamente illustrato della Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura131 della Nota integrativa al Bilancio consolidato.

Relativamente alla classificazione delle esposizioni cross border verso controparti russe ed ucraine nei diversi stati di rischio previsti dall'IFRS 9, si specifica il costante aggiornamento dei rating ha comportato la classificazione delle stesse a Stage 2, già secondo gli ordinari processi di staging, salvo che per alcune controparti russe per cui è stato accertato il deterioramento con classificazione nello stato di Inadempienza probabile o sofferenza.

Relativamente alla valutazione delle partecipazioni, si specifica che;

  • − per quanto riguarda Banca Intesa Russia (partecipata posseduta al 47% da Intesa Sanpaolo ed al 53% da Intesa Sanpaolo Holding International), nonostante le svalutazioni dei crediti operate a livello di reporting package nel 2022 (illustrate più compiutamente nella Nota integrativa al Bilancio consolidato, Parte E Sezione 2 "Rischi del consolidato prudenziale"), per effetto del positivo andamento dei ricavi e della progressiva riduzione del proprio profilo di rischio nel corso del 2022, si è determinato un patrimonio netto al 31 dicembre 2022 pari a circa 80 milioni che è stato comunque oggetto nel Bilancio consolidato di accantonamento al fondo rischi ed oneri di pari importo, accantonamento finalizzato all'azzeramento del contributo della società al patrimonio netto consolidato di Gruppo. Conseguentemente, in ottica prudenziale e con l'obiettivo di mantenere allineati e coerenti gli effetti tra il bilancio consolidato e il bilancio individuale di Intesa Sanpaolo, la partecipazione nel bilancio separato di Intesa Sanpaolo è stata interamente svalutata per complessivi 68 milioni di euro;
  • − la rilevante perdita di periodo registrata a livello di reporting package da Pravex (posseduta al 100%) per effetto delle significative svalutazioni del portafoglio creditizio (illustrate più compiutamente nella Nota integrativa al Bilancio consolidato, Parte E Sezione 2 "Rischi del consolidato prudenziale"), ha impattato significativamente sul patrimonio netto contributo dalla partecipata al bilancio consolidato di Gruppo. Conseguentemente, in ottica prudenziale e con l'obiettivo di mantenere allineati e coerenti gli effetti tra il bilancio consolidato e bilancio individuale di Intesa Sanpaolo, si è proceduto ad azzerare il valore della partecipazione nel bilancio separato di Intesa Sanpaolo, con una perdita di 48 milioni, a cui si è aggiunto un accantonamento al fondo rischi ed oneri per 71 milioni, finalizzato a cogliere il valore negativo del patrimonio netto della partecipata contribuito nel bilancio consolidato di Gruppo. Complessivamente l'impatto rilevato nel bilancio individuale di Intesa Sanpaolo con riferimento a Pravex Bank è risultato pari a -119 milioni;
  • − da ultimo, relativamente alle altre realtà del Gruppo aventi esposizioni verso la Russia partecipate da Intesa Sanpaolo, si specifica che non si sono rilevate necessità di impairment dei valori delle relative partecipazioni.

Per quanto riguarda il tema della classificazione delle attività non correnti possedute per la vendita e/o attività cessate ai sensi dell'IFRS 5, si specifica che la Banca non ha classificato in tal senso esposizioni verso controparti russe o ucraine, non sussistendone i presupposti ai sensi del citato principio IFRS 5.

Informativa finanziaria

In continuità con l'impostazione adottata nelle situazioni infrannuali pubblicate nel corso dell'esercizio, Intesa Sanpaolo rappresenta gli impatti del conflitto fornendo in nota integrativa (nella presente Sezione o nei rimandi indicati) le informazioni qualitative e quantitative sugli impatti significativi, i giudizi e le assunzioni applicati nella rilevazione, valutazione e presentazione di attività e passività e dei relativi effetti economici, senza optare per una rappresentazione separata.

Ciò premesso, viene di seguito fornito un quadro di sintesi delle residue esposizioni vantate verso controparti residenti in Russia o Ucraina e dei relativi impatti economici, rimandando anche in questo caso a quanto illustrato della Parte E -

130 In particolare, si vedano IFRS 9 B5.5.1, IFRS 9 B5.5.4, IFRS 9 B5.5.5, IFRS 9 B5.5.18 e IFRS 9 B5.5.52.

131 Sezione 2 – Rischi del Consolidato Prudenziale 1.1 Rischio di credito.

Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della Nota Integrativa consolidata per le analisi di maggior dettaglio.

A fine esercizio, le esposizioni residue verso controparti residenti in Russia (al netto della quota coperta da garanzia di Export Credit Agencies) ammontano, in termini di valori lordi, a 35 milioni (3 milioni netti). A tali valori si aggiungono esposizioni verso banche (essenzialmente verso Banca Intesa Russia) per complessivi 352 milioni (335 milioni netti) e in titoli per complessivi 31 milioni (14 milioni netti), per un totale di 418 milioni (352 milioni netti). Le esposizioni verso clientela residente in Ucraina ammontano a 23 milioni (22 milioni netti). A tali valori si aggiungono esposizioni verso banche per complessivi 6 milioni (6 milioni netti). Il totale delle esposizioni verso Russia ed Ucraina ammonta quindi a 447 milioni.

La significativa manovra di de-risking impostata nel corso dell'esercizio 2022 (per complessivi 1.500 milioni in termini di valore lordo) e le importanti rettifiche sulle residue posizioni hanno contribuito alla significativa riduzione dell'esposizione netta complessiva (clientela, banche e titoli) al 31 dicembre 2022 verso controparti residenti in Russia e Ucraina che è pari a 380 milioni, in calo di 1.493 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 (-79%).

Complessivamente, i processi valutativi e le perdite legate al de-risking sulle esposizioni russe hanno portato alla rilevazione nell'esercizio, al lordo degli effetti fiscali, di oneri netti per complessivi 626 milioni, riferibili per 417 milioni a rettifiche su crediti, per 22 milioni su titoli e per 187 milioni sulle partecipazioni, inclusivi dell'accantonamento di 71 milioni.

Infine, si rimanda anche alle rispettive Sezioni della Parte E della Nota integrativa al Bilancio consolidato dedicate alle singole tipologie di rischio (rischi di mercato e liquidità, assicurativi e operativi) per le informazioni conseguenti ai limitati impatti – ove presenti - relativi alla crisi russo ucraina sugli aspetti di pertinenza.

RISCHI, INCERTEZZE E IMPATTI DELLA PANDEMIA DA COVID-19

Con la comunicazione del 15 dicembre 2020 avente ad oggetto gli "impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia ed emendamenti agli IAS/IFRS" (oggetto di un successivo limitato aggiornamento il 21 dicembre 2021), la Banca d'Italia ha integrato le disposizioni che disciplinano i bilanci delle banche contenute nella "Circolare n. 262 - Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione" al fine di fornire al mercato informazioni sugli effetti che il COVID-19 e le misure di sostegno all'economia hanno prodotto sulle strategie, gli obiettivi e le politiche di gestione dei rischi, nonché sulla situazione economica e patrimoniale degli intermediari. Nel definire le integrazioni la Banca d'Italia ha tenuto conto dei documenti pubblicati nel corso del 2020 del 2021 dagli organismi regolamentari e di vigilanza europei e dagli standard setter volti a chiarire le modalità di applicazione degli IAS/IFRS nel contesto pandemico. La tabella seguente riporta i documenti più rilevanti, indicandone anche l'ambito di applicazione.

Tematica principale
Ente emittente Data Titolo Classificazione Misurazione Informativa
Finanziaria
EBA 25.3.20 Statement on the application of the prudential framework regarding
Default, Forbearance and IFRS 9 in light of COVID-19 measures
X
ESMA 25.3.20 Public Statement. Accounting implications of the COVID-19
outbreak on the calculation of expected credit losses in accordance
with IFRS 9
X
IFRS Foundation 27.3.20 IFRS 9 and COVID-19 - Accounting for expected credit losses
applying IFRS 9 Financial Instruments in the light of current
uncertainty resulting from the COVID-19 pandemic
X
BCE 1.4.20 IFRS 9 in the context of the coronavirus (COVID-19) pandemic X
EBA 2.4.20 Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan
repayments applied in the light of the COVID-19 crisis
X
ESMA 20.5.20 Implications of the COVID-19 outbreak on the half-yearly financial
reports
X
EBA 2.6.20 Guidelines on reporting and disclosure of exposures subject to
measures applied in response to the COVID-19 crisis
X X
ESMA 28.10.20 European common enforcement priorities for 2020 annual financial
reports
X
EBA 2.12.20 Guidelines amending Guidelines EBA/GL/2020/02 on legislative
and non legislative moratoria on loan repayments applied in the
light of the COVID-19 crisis
X
BCE 4.12.20 Identification and measurement of credit risk in the context of the
coronavirus (COVID-19) pandemic
X X
ESMA 29.10.21 European common enforcement priorities for 2021 annual financial
reports
X X X
ESMA 16.12.21 Report on the application of the IFRS 7 and IFRS 9 requirements
regarding banks' expected credit losses (ECL)
X X X

Gli interventi dei regolatori sono stati volti essenzialmente a chiarire il trattamento delle moratorie, indicare i presupposti minimi per una chiara informativa finanziaria, indirizzare uniformemente la definizione degli scenari prospettici e permettere flessibilità nella definizione delle valutazioni creditizie.

Ciò premesso, nel corso del 2022 il contesto sanitario ha registrato un progressivo e costante miglioramento legato alla crescente immunità raggiunta dalla popolazione, sia a seguito delle campagne vaccinali che dell'elevato numero di contagiati, cui si deve aggiungere una minor gravità delle varianti del virus in circolazione. Tale andamento ha reso possibile un graduale azzeramento delle misure restrittive, con una conseguente ripresa di quelle attività economiche che erano ancora penalizzate da tale contesto (quali quelle turistiche). Nel corso dell'esercizio 2022 – coerentemente con gli sviluppi del quadro sanitario e con la ripresa economica in atto – si è assistito ad una progressiva ripresa dei pagamenti per le esposizioni che avevano goduto delle misure di sostegno quali le moratorie. Conseguentemente, si è proceduto a ridurre nel corso dell'esercizio 2022 le misure poste in essere per rendere le valutazioni creditizie coerenti con lo specifico contesto pandemico.

Classificazione e valutazione crediti nello scenario COVID-19

La pandemia da COVID-19 ha avuto un significativo impatto sulle tematiche della classificazione delle esposizioni creditizie, in particolare per gli aspetti collegati alle moratorie dei pagamenti, nonché per la determinazione dell'Expected Credit Loss (ECL) ai sensi del principio IFRS9.

In tema di classificazione delle esposizioni creditizie, l'apparizione del COVID-19 ha comportato la necessità, condivisa dal sistema bancario e dalle istituzioni (governi e regulator), di concedere ai clienti già in bonis misure generalizzate di sospensione dei pagamenti (moratorie) con procedure semplificate e senza penalizzazioni per i soggetti coinvolti, banche e clientela. Tali misure, in parte regolate da norme nazionali ed in parte decise autonomamente dalle banche, sono state oggetto di una specifica regolamentazione, riassunta nelle Guidelines EBA ("Guidelines on legislative and non-legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID-19 crisis"). In sintesi, la concessione secondo le suddette Guidelines da parte di banche e intermediari finanziari di moratorie ex lege, o anche private, non costituiva automaticamente un evento di default, con conseguente classificazione del credito come deteriorato, e nemmeno una misura di forbearance, con conseguente passaggio del credito a Stage 2. L'EBA aveva indicato le condizioni anche in termini di durata e limite temporale alla concessione ai fini dell'applicabilità dell'esenzione. Tali condizioni sono progressivamente venute meno nel corso del 2021. Relativamente al contesto italiano, l'ultimo intervento normativo in tema di moratorie è stato il c.d. Decretolegge "Sostegni bis", che ha concesso la possibilità di beneficiare di un'ulteriore proroga delle moratorie ex-lege in cadenza al 30 giugno 2021 fino al 31 dicembre 2021. La sospensione dal 1° luglio in avanti faceva riferimento alla sola quota capitale, mentre gli interessi via via in maturazione dovevano essere pagati. Considerando che non sono stati decisi ulteriori interventi legislativi, eventuali ulteriori proroghe di moratorie in essere / concessione di nuove sospensioni nel corso del 2022 hanno seguito quindi gli ordinari processi creditizi, con valutazione se la misura fosse da considerare come forbearance.

In tema di valutazione dei crediti, la Banca aveva adottato fin dalla trimestrale al 31 marzo 2020 un approccio prudente circa l'adeguamento dei risultati della ECL derivanti dai modelli IFRS 9 in uso, nel contesto dell'incerto ma atteso peggioramento delle condizioni economiche, pur tenendo conto degli effetti derivanti dalle misure di supporto pubblico rese tempestivamente disponibili dalle autorità nazionali e sostenute dalla politica accomodante della BCE. Questo approccio è stato progressivamente reso più sofisticato e coerente nel tempo attraverso la definizione di management overlay che si sono via via affinati riflettendo la migliore percezione dell'evoluzione della crisi. Relativamente alle rettifiche di valore su crediti, nel corso del 2022 si è evidenziata quindi un'importante riduzione dei management overlay a presidio della vulnerabilità delle moratorie, stante il progressivo aumento delle moratorie che hanno maturato i termini per la ripresa dei pagamenti senza evidenziare elementi di criticità significativi (al 31 dicembre 2022 le moratorie in essere erano sostanzialmente azzerate).

A completamento dell'informativa, in linea con quanto previsto dalla citata comunicazione del 21 dicembre 2021 di Banca d'Italia che integra la Circolare 262, si vedano anche le informazioni quantitative circa gli eventuali finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 e le relative rettifiche di valore nette per rischio di credito pubblicate, rispettivamente:

* * *

  • − in Parte B Informazioni sullo Stato patrimoniale Attivo, nelle tabelle:
    • o 3.3a Finanziamenti valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva oggetto di misure di sostegno COVID-19: valore lordo e rettifiche di valore complessive;
    • o 4.4a Finanziamenti valutati al costo ammortizzato oggetto di misure di sostegno COVID-19: valore lordo e rettifiche di valore complessive;
  • − in Parte C Informazioni sul conto economico:
    • o 8.1a Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a finanziamenti valutati al costo ammortizzato oggetto di misure di sostegno COVID-19: composizione;
    • o 8.2a Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a finanziamenti valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva oggetto di misure di sostegno Covid-19: composizione.

Infine, per le informazioni quantitative in merito ai trasferimenti tra i diversi stadi di rischio di credito e ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 suddivisi per categoria di esposizioni deteriorate, si fa rinvio alle seguenti tabelle di Parte E (Sezione 2 "Rischi del consolidato prudenziale") del presente Bilancio:

  • − A.1.5a Finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19: trasferimenti tra i diversi stadi di rischio di credito (valori lordi);
  • − A.1.7a Finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19: valori lordi e netti.

MODIFICHE CONTRATTUALI DERIVANTI DA COVID-19

Vengono di seguito riportate le informative di dettaglio richieste dalle specifiche istruzioni della Circolare 262 della Banca d'Italia sulle modifiche contrattuali derivanti da COVID-19 alla luce delle disposizioni dell'IFRS 9 e dell'IFRS 16.

Modifiche contrattuali e cancellazione contabile (IFRS 9)

Le moratorie concesse a fronte della pandemia, in linea con le indicazioni EBA, hanno rispettato alcuni requisiti specifici. Più in dettaglio esse:

− sono state offerte indistintamente ad una platea di soggetti (performing) o a seguito e secondo disposizioni di legge;

− non prevedevano rinunce ad interessi contrattuali o capitali, ma solo un mero differimento/allungamento dei pagamenti. Poiché le moratorie concesse prevedevano solo un mero differimento / allungamento del periodo in cui i pagamenti sono dovuti, l'applicazione di una moratoria non ha comportato la derecognition del credito.

Emendamento del principio contabile IFRS 16

Benché la fattispecie non risulti rilevante per la Banca, si specifica che con riferimento ai contratti di leasing (lato locatario), avendo valutato la natura dei contratti in essere ed il ruolo attivo svolto dalla Banca nel supporto all'economia, Intesa Sanpaolo ha stabilito di non applicare il "practical expedient" introdotto a valere sul principio IFRS 16 – Leasing in tema di sconti e dilazioni dei pagamenti sui contratti di leasing passivi in essere.

INFORMAZIONI INTEGRATIVE AGGIUNTIVE RELATIVE ALLA RIFORMA DEGLI INDICI DI RIFERIMENTO PER LA DETERMINAZIONE DEI TASSI DI INTERESSE

Nella presente sezione, sulla base delle indicazioni della Circolare 262, è riportata l'informativa di cui all'IFRS 7, paragrafo 24 I e 24 J relativa alla riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (Interest rate benchmark reform o IBOR Reform).

In particolare, nella tabella seguente sono riportate le informazioni quantitative sugli strumenti finanziari – suddivisi tra attività finanziarie, passività finanziarie e contratti derivati – che devono ancora passare ad un tasso di riferimento alternativo al 31 dicembre 2022, disaggregate per indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse significativi soggetti alla IBOR Reform. La Banca considera un contratto come ancora non transitato ad un benchmark alternativo quando gli interessi ai sensi del contratto sono indicizzati ad un indice di riferimento che è ancora impattato dall'IBOR Reform, anche qualora includa una adeguata clausola di fallback per la gestione della cessazione del benchmark esistente.

(milioni di euro)
Crediti e
finanziamenti
- esposizione
lorda
Titoli di
debito
dell'attivo -
valore
nominale
Debiti verso
clientela e
verso banche
- valore
nominale
Titoli di
debito emessi
- valore
nominale
Strumenti
derivati -
nozionali
Indicizzati all'EONIA - - - - -
Indicizzati ai LIBOR USD 7.870 1.360 763 412 520.019
di cui scadenza successiva al 30.06.2023 7.094 1.328 651 287 361.388
Indicizzati ai LIBOR in altre valute (tutti i
tenors)
- - - - -
di cui: GBP - - - - -
di cui: JYP - - - - -
di cui: CHF - - - - -
di cui: EUR - - - - -
Altri IBORs 37 59 - - -
Totale 7.907 1.419 763 412 520.019

L'informativa non include gli strumenti finanziari indicizzati all'Euribor in quanto il parametro è stato oggetto di riforma a novembre 2019, attraverso l'adozione di una metodologia di calcolo di tipo ibrido, che risponde pienamente ai requisiti previsti per i c.d. benchmark critici, dalla Benchmark Regulation UE 2016/1011 ed ai principi IOSCO. Pertanto, la Banca non ritiene che ci sia incertezza sul timing o sull'ammontare dei flussi di cassa parametrizzati all'Euribor e non considera gli strumenti finanziari ad esso indicizzati come strumenti impattati dalla riforma.

Sono invece oggetto di rappresentazione nella presente informativa sull'IBOR Reform gli strumenti indicizzati al LIBOR nelle valute residue (prevalentemente LIBOR USD). L'esposizione in titoli di debito emessi dalla Banca è ascrivibile a proprie emissioni di tipo Fix-to-Float attualmente indicizzati al tasso variabile LIBOR USD (essendo terminato il periodo in cui queste emissioni remuneravano a tasso fisso). Come meglio specificato di seguito, la transizione risulta chiusa per gli strumenti indicizzati ai benchmark che sono stati oggetto di transizione al 31 dicembre 2021.

Rinviando alla Nota Integrativa del Bilancio consolidato di Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura - per una analisi di maggior dettaglio sulla natura e sui rischi a cui è esposta la Banca in merito agli strumenti finanziari impattati dall'IBOR Reform e sulle modalità di gestione della transizione, si evidenzia che alla luce degli interventi normativi e delle attività intraprese dalla Banca non sono emerse criticità nel completare la transizione entro le scadenze previste, né si prevedono criticità per la futura dismissione del LIBOR USD. In particolare, per la gestione dello stock degli strumenti in essere, la Banca ha previsto, da un lato l'adozione massiva dei nuovi Risk Free Rates (RFR) sugli strumenti finanziari di nuova stipula, abbandonando quindi l'utilizzo dei benchmark impattati dalla riforma e stabilizzando lo stock delle operazioni da transare, e dall'altro predisponendo le soluzioni per il passaggio ai nuovi RFR, definite sulla base delle principali raccomandazioni internazionali, in grado di minimizzare gli impatti finanziari della transizione.

Con riferimento ai benchmark oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021 le corrispondenti attività di transizione si sono concluse in modo positivo per tutti i rispettivi benchmark. In particolare, per quanto riguarda i residuali contratti derivati ancora in posizione al 31 dicembre 2021, con tasso di riferimento Eonia quale indice sottostante (c.d. EONIA OIS) nonché i contratti con tasso di remunerazione dei relativi collaterali all'EONIA, si rileva che al 31 dicembre 2022 non residuano più posizioni aperte.

Anche con specifico riferimento ai contratti derivati indicizzati ai Libor, oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021 (principalmente rispetto a quelli espressi in divisa GBP, CHF, JPY ed EUR), si evidenzia che le corrispondenti esposizioni non risultavano più presenti già a partire dai primi mesi del 2022. Sugli strumenti finanziari diversi dai derivati ed indicizzati al LIBOR GBP, sono state completate le azioni di rinegoziazione secondo le principali raccomandazioni internazionali diffuse e riconosciute dagli operatori di mercato. Analogamente sui finanziamenti indicizzati al LIBOR JPY e LIBOR CHF sono state completate le azioni di transizione verso i rispettivi RFR.

Per quanto attiene gli strumenti indicizzati al LIBOR USD si segnala che la transizione dovrà essere effettuata entro il 30 giugno 2023 - il 31 dicembre 2021 rappresentava la data ultima per la pubblicazione dei soli tassi LIBOR USD ad una settimana ed a due mesi - pertanto ai fini delle attività di gestione del passaggio ai nuovi RFR, risultano di interesse i soli strumenti finanziari che presentano una scadenza successiva a tale data, le cui evidenze sono separatamente rappresentate in tabella. La data di cessazione del LIBOR USD non determina particolari incertezze se non per quelle legate alle tempistiche di negoziazione che potrebbero essere posticipate dalle stesse controparti.

Si prevede comunque che verranno seguite fasi del tutto analoghe a quelle verificatesi per gli strumenti finanziari indicizzati agli altri benchmark oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021, sia per le attività e passività per cassa che per i contratti derivati. Specifiche analisi relative ai titoli di debito dell'attivo (emissioni di terzi) e del passivo (emissioni proprie) della Banca sono tuttora in corso, con particolare riferimento alle rispettive clausole di fallback di ciascuna singola obbligazione, anche in relazione alla rispettiva legislazione di riferimento.

Sulle consistenze in strumenti finanziari indicizzati al LIBOR USD, la Banca, per i finanziamenti continua ad evidenziare una graduale contrazione mentre per i contratti derivati l'aver agito in riduzione delle relative esposizioni anche attraverso operazioni con sensitivity uguale e contraria, ha comportato l'incremento del numero di operazioni e dell'ammontare complessivo dei nozionali a fronte di una progressiva riduzione dell'esposizione a tale benchmark in termini di misure di rischio.

Gli strumenti finanziari indicizzati agli Altri IBORs, le cui consistenze al 31 dicembre 2022 risultano poco significative, sono rappresentati da finanziamenti e titoli di debito indicizzatati al Canadian Dollar Offered Rate (CDOR), la cui transizione dovrà essere finalizzata entro il 28 giugno 2024 - data di cessazione di tale benchmark. La data di cessazione del CDOR non determina particolari incertezze se non per quelle legate alle tempistiche di negoziazione che potrebbero essere posticipate dalle stesse controparti.

Per una completa panoramica sull'informativa richiesta dall'IFRS 7, paragrafo 24H, in merito all'incertezza derivante dalla riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse sulle relazioni di copertura e sul nozionale dei derivati di copertura si rinvia alla specifica sezione predisposta nella Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura.

ALTRI ASPETTI

Opzione per il consolidato fiscale nazionale

Intesa Sanpaolo e le società italiane del Gruppo hanno adottato il c.d. "consolidato fiscale nazionale", disciplinato dagli artt. 117-129 del TUIR, introdotto nella legislazione fiscale dal D. Lgs. n. 344/2003. Esso consiste in un regime opzionale, in virtù del quale il reddito complessivo netto o la perdita fiscale di ciascuna società controllata partecipante al consolidato fiscale – unitamente alle ritenute subite, alle detrazioni e ai crediti di imposta – sono trasferiti alla società controllante, in capo alla quale è determinato un unico reddito imponibile o un'unica perdita fiscale riportabile (risultanti dalla somma algebrica dei redditi/perdite propri e delle società controllate partecipanti) e, conseguentemente, un unico debito/credito di imposta. In virtù di questa opzione, le imprese del Gruppo che hanno aderito al "consolidato fiscale nazionale" determinano l'onere fiscale di propria pertinenza ed il corrispondente reddito imponibile viene trasferito alla Capogruppo.

Costituzione del Gruppo IVA

Intesa Sanpaolo e la totalità delle società del Gruppo che hanno i requisiti per parteciparvi hanno optato per la costituzione del Gruppo IVA, disciplinato dagli articoli da 70-bis a 70-duodecies del DPR n. 633/1972.

L'opzione è efficace dal 1° gennaio 2019 e ha durata triennale, con rinnovo automatico di anno in anno, salvo revoca.

Per effetto dell'opzione, sia le prestazioni di servizi sia le cessioni di beni tra soggetti partecipanti non sono rilevanti, tranne poche eccezioni, ai fini del tributo. Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate da un soggetto partecipante ad un soggetto esterno, si considerano effettuate dal Gruppo; le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate da un soggetto esterno ad un soggetto partecipante, si considerano effettuate al Gruppo.

Regime di "adempimento collaborativo"

Intesa Sanpaolo ha chiesto ed ottenuto dall'Agenzia delle Entrate di essere ammessa al regime di "adempimento collaborativo" previsto dal D. Lgs. n. 128/2015. L'adesione ha effetto dal periodo d'imposta 2017.

Tale regime ha la finalità di promuovere l'adozione di forme di comunicazione e di cooperazione rafforzate basate sul reciproco affidamento tra Amministrazione finanziaria e contribuente, nonché di favorire nel comune interesse la prevenzione e la risoluzione delle controversie in materia fiscale.

Il regime prevede, a fronte del dovere di Intesa Sanpaolo di mantenere un adeguato sistema di rilevazione, misurazione e gestione del rischio fiscale nonché di agire in maniera collaborativa e trasparente, il dovere dell'Agenzia delle Entrate di promuovere una relazione improntata a principi di trasparenza, collaborazione e correttezza. È in atto l'adesione progressiva a detto regime anche da parte delle principali controllate italiane.

Oltre ad Intesa Sanpaolo, hanno richiesto di essere ammesse e sono state ammesse al regime anche Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. (con effetto dal 2018) nonché Intesa Sanpaolo Vita, Intesa Sanpaolo Assicura, Fideuram Vita, Eurizon SGR ed Epsilon SGR (con effetto dal 2019). Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A., Fideuram Asset Management SGR, Sanpaolo Invest SIM132 e S.I.RE.F sono state ammesse nel 2021 con effetto dal 2020.

L'Attestazione di cui all'art. 154 bis TUF e le società controllate extra-UE

Quanto all'informativa circa l'Attestazione di cui all'art. 154 bis del TUF e circa le società controllate aventi sede in Stati extraeuropei che presentino carattere significativo in base alla normativa Consob, si fa rinvio a quanto indicato nella Parte E della Nota integrativa al bilancio consolidato.

Revisione contabile

Il bilancio di Intesa Sanpaolo è sottoposto a revisione contabile da parte della società EY S.p.A., in esecuzione della Delibera dell'Assemblea del 30 aprile 2019, che ha attribuito a questa società l'incarico per gli esercizi dal 2021 al 2029 compreso.

Altri aspetti

Nell'articolo 35 del Decreto Legge n. 34/2019 (Decreto "Crescita"), convertito dalla Legge n. 58/2019, è stata introdotta una riformulazione della disciplina di trasparenza delle erogazioni pubbliche contenuta nell'articolo 1, commi 125-129 della Legge n. 124/2017. La riformulazione ha indicato come oggetto degli obblighi di trasparenza le informazioni relative a sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, "non aventi carattere generale e privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria", effettivamente erogati dalle pubbliche amministrazioni nonché dai soggetti di cui all'articolo 2-bis del Decreto Legislativo n. 33/2013.

Alla luce di tale riformulazione, ulteriori chiarimenti interpretativi intervenuti con la circolare Assonime n. 32 del 23 dicembre 2019 hanno confermato che oggetto dell'obbligo di trasparenza sono le attribuzioni di vantaggi economici derivanti da un rapporto bilaterale tra un soggetto pubblico e uno specifico beneficiario. Sono espressamente escluse le somme percepite dall'impresa a titolo di corrispettivo per una prestazione svolta o a titolo di retribuzione per un incarico ricevuto oppure dovute a fine risarcitori. Sono altresì esclusi i vantaggi economici ricevuti in applicazione di un regime generale, quali ad esempio agevolazioni fiscali o contributi accessibili a tutti i soggetti che soddisfano determinate condizioni. In considerazione di quanto sopra, nell'esercizio 2022 non risultano per Intesa Sanpaolo fattispecie da segnalare.

Per completezza informativa, si rinvia anche al Registro Nazionale degli Aiuti di Stato, pubblicamente consultabile sul relativo sito internet, nel quale sono pubblicate le misure di Aiuto e i relativi Aiuti individuali concessi e registrati nel sistema dai Soggetti gestori, ancorché per Intesa Sanpaolo le fattispecie ivi indicate per l'anno 2022 non rappresentino, alla luce di quanto sopra, oggetto degli obblighi di trasparenza in bilancio di cui ai commi 125 e 125-bis.

132 A decorrere dal 5 dicembre 2022 Sanpaolo Invest SIM è stata incorporata in Fideuram ISPPB.

A. 2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO

Al fine di garantire l'omogeneità dei criteri di redazione del Bilancio, il Gruppo Intesa Sanpaolo si è dotato di un corpo normativo interno di regole e policy relativo ai vari ambiti operativi ed organizzativi.

Il documento metodologico di riferimento per l'applicazione dei principi contabili è rappresentato dalle Regole Contabili di Gruppo, nelle quali vengono descritti i modelli applicativi adottati dal Gruppo, nel contesto di quanto statuito dai principi contabili di riferimento e dalle legislazioni applicabili alle diverse Società/Entità controllate, esplicitando le scelte operate nei casi in cui la normativa preveda dei regimi contabili alternativi od opzionali.

Con riferimento ai processi valutativi, il Gruppo ha formalizzato nel documento "Linee Guida per la valutazione delle Poste Patrimoniali di Bilancio" i principi e il quadro normativo di riferimento per la valutazione delle poste patrimoniali, i ruol i e le responsabilità degli Organi Societari, del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari e delle funzioni aziendali della Capogruppo che intervengono nel processo di valutazione; i presupposti su cui si basano i processi di valutazione e il sistema dei controlli posti in essere per garantire una corretta valutazione; i macro-processi di valutazione basati sui principi contabili declinati nelle diverse categorie di poste patrimoniali valutate (attive e passive); le regole di indirizzo e coordinamento delle Società del Gruppo in materia di valutazione delle poste patrimoniali.

Tra le linee guida e le policy si segnalano inoltre, le Regole in materia di Business Model, le Regole in materia di valutazione dell'expected credit loss secondo il principio IFRS 9 ("Impairment Policy") e le "Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value" (ex. Fair Value Policy) alle quali si aggiungono documenti più specifici nell'ambito dei crediti deteriorati, degli equity investment e della gestione degli strumenti finanziari di copertura.

Con riferimento, infine, alle tematiche di vigilanza prudenziale il Gruppo ha redatto uno specifico documento denominato Regole di vigilanza prudenziale armonizzata.

In linea generale tali documenti vengono approvati da parte degli Organi Societari competenti. L'aggiornamento avviene a cura delle strutture manageriali per esigenze originate sia da fattori esogeni (ad esempio, cambiamento della normativa) che endogeni al Gruppo (ad esempio, nuova operatività e prodotti) e, in funzione della rilevanza e pervasività delle modifiche apportate, tali documenti sono soggetti ad uno specifico iter approvativo.

1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (FVTPL)

Criteri di classificazione

Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie diverse da quelle classificate tra le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e tra le Attività finanziare valutate al costo ammortizzato. La voce, in particolare, include:

  • le attività finanziarie detenute per la negoziazione, essenzialmente rappresentate da titoli di debito e di capitale e dal valore positivo dei contratti derivati detenuti con finalità di negoziazione;
  • le attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value, rappresentate dalle attività finanziarie che non soddisfano i requisiti per la valutazione al costo ammortizzato o al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Si tratta di attività finanziarie i cui termini contrattuali non prevedono esclusivamente rimborsi del capitale e pagamenti dell'interesse sull'importo del capitale da restituire (cd. "SPPI test" non superato) oppure che non sono detenute nel quadro di un modello di business il cui obiettivo è il possesso di attività finalizzato alla raccolta dei flussi finanziari contrattuali (Business model "Hold to Collect") o il cui obiettivo è conseguito sia mediante la raccolta dei flussi finanziari contrattuali che mediante la vendita di attività finanziarie (Business model "Hold to Collect and Sell");
  • le attività finanziarie designate al fair value, ossia le attività finanziarie così definite al momento della rilevazione iniziale e ove ne sussistano i presupposti. In relazione a tale fattispecie, un'entità può designare irrevocabilmente all'iscrizione un'attività finanziaria come valutata al fair value con impatto a conto economico se, e solo se, così facendo elimina o riduce significativamente un'incoerenza valutativa.

Trovano quindi evidenza in questa voce:

  • i titoli di debito e i finanziamenti che sono inclusi in un business model Other/Trading (non riconducibili quindi ai business model "Hold to Collect" o "Hold to Collect and Sell") o che non superano il test SPPI, incluse le quote dei prestiti sindacati sottoscritti o altre tipologie di finanziamenti che, sin dall'origine, vengono destinate alla cessione e che non sono riconducibili ad un Business model Hold to Collect and Sell;
  • gli strumenti di capitale non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto detenuti per finalità di negoziazione o per cui non si sia optato, in sede di rilevazione iniziale, per la designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva;
  • le quote di OICR.

La voce accoglie inoltre i contratti derivati, contabilizzati tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione, che sono rappresentati come attività se il fair value è positivo e come passività se il fair value è negativo. È possibile compensare i valori correnti positivi e negativi derivanti da operazioni in essere con la medesima controparte - anche tra i contratti derivati allocati nel portafoglio di negoziazione e i contratti derivati di copertura, come previsto dalla Circolare 262 - soltanto qualora si abbia correntemente il diritto legale di compensare gli importi rilevati contabilmente e si intenda procedere al regolamento su base netta delle posizioni oggetto di compensazione.

Fra i derivati sono inclusi anche quelli incorporati in contratti finanziari complessi - in cui il contratto primario è una passività finanziaria - che sono stati oggetto di rilevazione separata in quanto:

  • le loro caratteristiche economiche ed i rischi non sono strettamente correlati alle caratteristiche del contratto sottostante;
  • gli strumenti incorporati, anche se separati, soddisfano la definizione di derivato;
  • gli strumenti ibridi cui appartengono non sono valutati al fair value con le relative variazioni rilevate a Conto Economico.

Secondo le regole generali previste dall'IFRS 9 in materia di riclassificazione delle attività finanziarie (ad eccezione dei titoli di capitale, per cui non è ammessa alcuna riclassifica), non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui l'entità modifichi il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie. In tali casi, che ci si attende siano altamente infrequenti, le attività finanziarie potranno essere riclassificate dalla categoria valutata al fair value con impatto a conto economico in una delle altre due categorie previste dall'IFRS 9 (Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva). Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassificazione e gli effetti della riclassificazione operano in maniera prospettica a partire dalla data di riclassificazione. In questo caso, il tasso di interesse effettivo dell'attività finanziaria riclassificata è determinato in base al suo fair value alla data di riclassificazione e tale data viene considerata come data di rilevazione iniziale per l'allocazione nei diversi stadi di rischio creditizio (stage assignment) ai fini dell'impairment.

Per maggiori informazioni sui criteri di classificazione degli strumenti finanziari si rinvia al successivo paragrafo "I criteri di classificazione delle attività finanziarie".

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito e per i titoli di capitale, alla data di erogazione per i finanziamenti ed alla data di sottoscrizione per i contratti derivati.

All'atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico vengono rilevate al fair value, senza considerare i costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico sono valorizzate al fair value. Gli effetti dell'applicazione di tale criterio di valutazione sono imputati nel Conto Economico.

Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in un mercato attivo, vengono utilizzate quotazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo, vengono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi comunemente adottati, che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono basati su dati rilevabili sul mercato quali: valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati, modelli di determinazione del prezzo di opzioni, valori rilevati in recenti transazioni comparabili, ecc. Per i titoli di capitale e per gli strumenti derivati che hanno per oggetto titoli di capitale, non quotati in un mercato attivo, il criterio del costo è utilizzato quale stima del fair value soltanto in via residuale e limitatamente a poche circostanze, ossia in caso di non applicabilità di tutti i metodi di valutazione precedentemente richiamati, ovvero in presenza di un'ampia gamma di possibili valutazioni del fair value, nel cui ambito il costo rappresenta la stima più significativa.

Per maggiori informazioni sui criteri di determinazione del fair value, si rinvia alla Sezione "A.4 Informativa sul Fair Value".

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall'esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse.

Infine, le attività finanziarie cedute vengono cancellate dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un'obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi, senza un ritardo rilevante ad altri soggetti terzi.

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI)

Criteri di classificazione

Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:

  • l'attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito sia mediante l'incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente che mediante la vendita (Business model "Hold to Collect and Sell"), e
  • i termini contrattuali dell'attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da restituire (cd. "SPPI test" superato).

Sono inoltre inclusi nella voce gli strumenti di capitale, non detenuti per finalità di negoziazione, per i quali, al momento della rilevazione iniziale, è stata esercitata l'opzione per la designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

In particolare, vengono inclusi in questa voce:

  • i titoli di debito che sono riconducibili ad un business model Hold to Collect and Sell e che hanno superato il test SPPI;
  • le interessenze azionarie, non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto, che non sono detenute con finalità di negoziazione, per cui si è esercitata l'opzione per la designazione al fair value con impatto sulla redditività complessiva;
  • i finanziamenti che sono riconducibili ad un business model Hold to Collect and Sell e che hanno superato il test SPPI, incluse le quote dei prestiti sindacati sottoscritti o altre tipologie di finanziamenti che, sin dall'origine, vengono destinate alla cessione e che sono riconducibili ad un Business model Hold to Collect and Sell.

Secondo le regole generali previste dall'IFRS 9 in materia di riclassificazione delle attività finanziarie (ad eccezione dei titoli di capitale, per cui non è ammessa alcuna riclassifica), non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui l'entità modifichi il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie.

In tali casi, che ci si attende siano altamente infrequenti, le attività finanziarie potranno essere riclassificate dalla categoria valutata al fair value con impatto sulla redditività complessiva in una delle altre due categorie previste dall'IFRS 9 (Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico). Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassificazione e gli effetti della riclassificazione operano in maniera prospettica a partire dalla data di riclassificazione. Nel caso di riclassifica dalla categoria in oggetto a quella del costo ammortizzato, l'utile (perdita) cumulato rilevato nella riserva da valutazione è portato a rettifica del fair value dell'attività finanziaria alla data della riclassificazione. Nel caso invece di riclassifica nella categoria del fair value con impatto a conto economico, l'utile (perdita) cumulato rilevato precedentemente nella riserva da valutazione è riclassificato dal patrimonio netto all'utile (perdita) d'esercizio.

Per maggiori informazioni sui criteri di classificazione degli strumenti finanziari si rinvia al successivo paragrafo "I criteri di classificazione delle attività finanziarie".

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito e per i titoli di capitale ed alla data di erogazione per i finanziamenti. All'atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le Attività classificate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, diverse dai titoli di capitale, sono valutate al fair value, con la rilevazione a Conto Economico degli impatti derivanti dall'applicazione del costo ammortizzato, degli effetti dell'impairment e dell'eventuale effetto cambio, mentre gli altri utili o perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto finché l'attività finanziaria non viene cancellata. Al momento della dismissione, totale o parziale, l'utile o la perdita cumulati nella riserva da valutazione vengono riversati, in tutto o in parte, a Conto Economico.

Gli strumenti di capitale per cui è stata effettuata la scelta per la classificazione nella presente categoria sono valutati al fair value e gli importi rilevati in contropartita del patrimonio netto (Prospetto della redditività complessiva) non devono essere successivamente trasferiti a conto economico, neanche in caso di cessione. La sola componente riferibile ai titoli di capitale in questione che è oggetto di rilevazione a conto economico è rappresentata dai relativi dividendi.

Il fair value viene determinato sulla base dei criteri già illustrati per le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico.

Per i titoli di capitale inclusi in questa categoria, non quotati in un mercato attivo, il criterio del costo è utilizzato quale stima del fair value soltanto in via residuale e limitatamente a poche circostanze, ossia in caso di non applicabilità di tutti i metodi di valutazione precedentemente richiamati, ovvero in presenza di un'ampia gamma di possibili valutazioni del fair value, nel cui ambito il costo rappresenta la stima più significativa.

Per maggiori informazioni sui criteri di determinazione del fair value, si rinvia alla Sezione "A.4 Informativa sul Fair Value".

Le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - sia sotto forma di titoli di debito che di crediti – sono soggette alla verifica dell'incremento significativo del rischio creditizio (impairment) prevista dall'IFRS 9, al pari delle Attività al costo ammortizzato, con conseguente rilevazione a conto economico di una rettifica di valore a copertura delle perdite attese. Più in particolare, sugli strumenti classificati in Stage 1 (ossia sulle attività finanziarie al momento dell'origination, ove non deteriorate, e sugli strumenti per cui non si è verificato un significativo incremento del rischio creditizio rispetto alla data di rilevazione iniziale) viene contabilizzata, alla data di rilevazione iniziale e ad ogni data di reporting successiva, una perdita attesa ad un anno. Invece, per gli strumenti classificati in Stage 2 (bonis per i quali si è verificato un incremento significativo del rischio creditizio rispetto alla data di rilevazione iniziale) e in Stage 3 (esposizioni deteriorate) viene contabilizzata una perdita attesa per l'intera vita residua dello strumento finanziario.

Viceversa non sono assoggettati al processo di impairment i titoli di capitale.

Si rinvia al successivo paragrafo "Perdite di valore delle attività finanziarie" per approfondimenti.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall'esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse.

Infine, le attività finanziarie cedute vengono cancellate dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali

a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un'obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi, senza un ritardo rilevante ad altri soggetti terzi.

3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Criteri di classificazione

Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie (in particolare finanziamenti e titoli di debito) che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:

  • l'attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito mediante l'incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente (Business model "Hold to Collect"), e
  • i termini contrattuali dell'attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da restituire (cd. "SPPI test" superato).

Più in particolare, formano oggetto di rilevazione in questa voce:

  • gli impieghi con banche nelle diverse forme tecniche che presentano i requisiti di cui sopra;
  • gli impieghi con clientela nelle diverse forme tecniche che presentano i requisiti di cui sopra;
  • i titoli di debito che presentano i requisiti di cui sopra.

Sono inoltre inclusi in tale categoria i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F. (ad esempio per distribuzione di prodotti finanziari ed attività di servicing).

Secondo le regole generali previste dall'IFRS 9 in materia di riclassificazione delle attività finanziarie, non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui l'entità modifichi il proprio modello di business per la gestione delle attività finanziarie. In tali casi, che ci si attende siano altamente infrequenti, le attività finanziarie potranno essere riclassificate dalla categoria valutata al costo ammortizzato in una delle altre due categorie previste dall'IFRS 9 (Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico). Il valore di trasferimento è rappresentato dal fair value al momento della riclassificazione e gli effetti della riclassificazione operano in maniera prospettica a partire dalla data di riclassificazione. Gli utili o le perdite risultanti dalla differenza tra il costo ammortizzato dell'attività finanziaria e il relativo fair value sono rilevati a conto economico nel caso di riclassifica tra le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico e a Patrimonio netto, nell'apposita riserva di valutazione, nel caso di riclassifica tra le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

Per maggiori informazioni sui criteri di classificazione degli strumenti finanziari si rinvia al successivo paragrafo "I criteri di classificazione delle attività finanziarie".

Criteri di iscrizione

L'iscrizione iniziale dell'attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i titoli di debito ed alla data di erogazione nel caso di crediti. All'atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

In particolare, per quel che attiene ai crediti, la data di erogazione normalmente coincide con la data di sottoscrizione del contratto. Qualora tale coincidenza non si manifesti, in sede di sottoscrizione del contratto si provvede ad iscrivere un impegno ad erogare fondi che si chiude alla data di erogazione del finanziamento. L'iscrizione del credito avviene sulla base del fair value dello stesso, pari all'ammontare erogato, o prezzo di sottoscrizione, comprensivo dei costi/proventi direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall'origine dell'operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.

Le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto o di rivendita a termine sono iscritte in Bilancio come operazioni di raccolta o impiego. In particolare, le operazioni di vendita a pronti e di riacquisto a termine sono rilevate in Bilancio come debiti per l'importo percepito a pronti, mentre le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per l'importo corrisposto a pronti.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie in esame sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo. In questi termini, l'attività è riconosciuta in Bilancio per un ammontare pari al valore di prima iscrizione diminuito dei rimborsi di capitale, più o meno l'ammortamento cumulato (calcolato con il metodo del tasso di interesse effettivo) della differenza tra tale importo iniziale e l'importo alla scadenza (riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente alla singola attività) e rettificato dell'eventuale fondo a copertura delle perdite. Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri dell'attività, per capitale ed interesse, all'ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti all'attività finanziaria medesima. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l'effetto economico dei costi/proventi direttamente attribuibili ad un'attività finanziaria lungo la sua vita residua attesa.

Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per le attività – valorizzate al costo storico – la cui breve durata fa ritenere trascurabile l'effetto dell'applicazione della logica dell'attualizzazione, per quelle senza una scadenza definita e per i crediti a revoca.

I criteri di valutazione, come meglio indicato nel paragrafo "Perdite di valore delle attività finanziarie", sono strettamente connessi all'inclusione degli strumenti in esame in uno dei tre stages (stadi di rischio creditizio) previsti dall'IFRS 9, l'ultimo dei quali (Stage 3) comprende le attività finanziarie deteriorate e i restanti (Stage 1 e 2) le attività finanziarie in bonis.

Con riferimento alla rappresentazione contabile dei suddetti effetti valutativi, le rettifiche di valore riferite a questa tipologia di attività sono rilevate nel Conto Economico:

  • all'atto dell'iscrizione iniziale, per un ammontare pari alla perdita attesa a dodici mesi;
  • all'atto della valutazione successiva dell'attività, ove il rischio creditizio non sia risultato significativamente incrementato rispetto all'iscrizione iniziale, in relazione alle variazioni dell'ammontare delle rettifiche di valore per perdite attese nei dodici mesi successivi;
  • all'atto della valutazione successiva dell'attività, ove il rischio creditizio sia risultato significativamente incrementato rispetto all'iscrizione iniziale, in relazione alla rilevazione di rettifiche di valore per perdite attese riferibili all'intera vita residua prevista contrattualmente per l'attività;
  • all'atto della valutazione successiva dell'attività, ove dopo che si è verificato un incremento significativo del rischio di credito rispetto all'iscrizione iniziale – la "significatività" di tale incremento sia poi venuta meno, in relazione all'adeguamento delle rettifiche di valore cumulate per tener conto del passaggio da una perdita attesa lungo l'intera vita residua dello strumento ("lifetime") ad una a dodici mesi.

Le attività finanziarie in esame, ove risultino in bonis, sono sottoposte ad una valutazione, volta a definire le rettifiche di valore da rilevare in bilancio, a livello di singolo rapporto creditizio (o "tranche" di titolo), in funzione dei parametri di rischio rappresentati da probability of default (PD), loss given default (LGD) ed exposure at default (EAD), derivati dai modelli AIRB e opportunamente corretti per tener conto delle previsioni del principio contabile IFRS 9.

Se, oltre ad un incremento significativo del rischio di credito, si riscontrano anche oggettive evidenze di una perdita di valore, l'importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell'attività – classificata come "deteriorata", al pari di tutti gli altri rapporti intercorrenti con la medesima controparte – e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati, scontati al tasso di interesse effettivo originario. L'importo della perdita, da rilevare a Conto Economico, è definito sulla base di un processo di valutazione analitica o determinato per categorie omogenee e, quindi, attribuito analiticamente ad ogni posizione e tiene conto, come dettagliato nel paragrafo "Perdite di valore delle attività finanziarie", di informazioni forward looking e dei possibili scenari alternativi di recupero.

Rientrano nell'ambito delle attività deteriorate gli strumenti finanziari ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile o di scaduto/sconfinante da oltre novanta giorni secondo le regole di Banca d'Italia, coerenti con la normativa IAS/IFRS e di Vigilanza europea.

I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi e del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie.

Il tasso effettivo originario di ciascuna attività rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a Conto economico. La ripresa di valore non può eccedere il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

I ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo sono appostati nel margine di interesse.

In alcuni casi, durante la vita delle attività finanziarie in esame e, in particolare, dei crediti, le condizioni contrattuali originarie sono oggetto di successiva modifica per volontà delle parti del contratto. Quando, nel corso della vita di uno strumento, le clausole contrattuali sono oggetto di modifica occorre verificare se l'attività originaria deve continuare ad essere rilevata in bilancio o se, al contrario, lo strumento originario deve essere oggetto di cancellazione dal bilancio (derecognition) e debba essere rilevato un nuovo strumento finanziario.

In generale, le modifiche di un'attività finanziaria conducono alla cancellazione della stessa ed all'iscrizione di una nuova attività quando sono "sostanziali". La valutazione circa la "sostanzialità" della modifica deve essere effettuata considerando sia elementi qualitativi sia elementi quantitativi. In alcuni casi, infatti, potrà risultare chiaro, senza il ricorso a complesse analisi, che i cambiamenti introdotti modificano sostanzialmente le caratteristiche e/o i flussi contrattuali di una determinata attività mentre, in altri casi, dovranno essere svolte ulteriori analisi (anche di tipo quantitativo) per apprezzare gli effetti delle stesse e verificare la necessità di procedere o meno alla cancellazione dell'attività ed alla iscrizione di un nuovo strumento finanziario.

Le analisi (quali-quantitative) volte a definire la "sostanzialità" delle modifiche contrattuali apportate ad un'attività finanziaria dovranno pertanto considerare:

  • le finalità per cui le modifiche sono state effettuate: ad esempio, rinegoziazioni per motivi commerciali e concessioni per difficoltà finanziarie della controparte:
    • o le prime, volte a "trattenere" il cliente, vedono coinvolto un debitore che non versa in una situazione di difficoltà finanziaria. In questa casistica sono incluse tutte le operazioni di rinegoziazione che sono volte ad adeguare l'onerosità del debito alle condizioni di mercato. Tali operazioni comportano una variazione delle condizioni originarie del contratto, solitamente richieste dal debitore, che attiene ad aspetti connessi alla onerosità del debito, con un conseguente beneficio economico per il debitore stesso. In linea generale si ritiene che, ogniqualvolta la banca effettui una rinegoziazione al fine di evitare di perdere il proprio cliente, tale rinegoziazione debba essere considerata come sostanziale in quanto, ove non fosse effettuata, il cliente potrebbe finanziarsi presso un altro intermediario e la banca subirebbe un decremento dei ricavi futuri previsti;
    • o le seconde, effettuate per "ragioni di rischio creditizio" (misure di forbearance), sono riconducibili al tentativo della banca di massimizzare il recupero dei flussi di cassa del credito originario. I rischi e i benefici sottostanti, successivamente alle modifiche, di norma, non sono sostanzialmente trasferiti e, conseguentemente, la rappresentazione contabile che offre informazioni più rilevanti per il lettore del bilancio (salvo quanto si dirà in seguito in tema di elementi oggettivi), è quella effettuata tramite il "modification accounting" - che implica la rilevazione a conto economico della differenza tra valore contabile e valore attuale dei flussi di cassa modificati scontati al tasso di interesse originario - e non tramite la derecognition;
  • la presenza di specifici elementi oggettivi ("trigger") che incidono sulle caratteristiche e/o sui flussi contrattuali dello strumento finanziario (quali, a solo titolo di esempio, il cambiamento di divisa o la modifica della tipologia di rischio a cui si è esposti, ove la si correli a parametri di equity e commodity), che si ritiene comportino la derecognition in considerazione del loro impatto (atteso come significativo) sui flussi contrattuali originari.

Viceversa, le modifiche alle attività finanziarie a seguito della Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (cosiddetta IBOR Reform), relative alla variazione della base per determinare i flussi finanziari contrattuali (sostituzione dell'indice di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse esistente con un tasso di riferimento alternativo), non costituiscono un evento di cancellazione contabile ("derecognition"), ma sono considerate contabilmente come una modifica ("modification"). Tali modifiche, se effettuate come diretta conseguenza dell'IBOR Reform e su basi economiche equivalenti, sono rappresentate con un adeguamento prospettico del tasso di interesse effettivo - applicando il paragrafo B5.4.5 dell'IFRS 9 anziché il "modification accounting" - con impatti sul margine di interesse dei futuri periodi.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall'esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse.

Infine, le attività finanziarie cedute vengono cancellate dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un'obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi, senza un ritardo rilevante ad altri soggetti terzi.

4. Operazioni di copertura

Intesa Sanpaolo si avvale della possibilità, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di "hedge accounting" (nella versione Carve-out omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro coperture).

Criteri di classificazione: tipologia di coperture

Le operazioni di copertura dei rischi sono finalizzate a neutralizzare potenziali perdite, attribuibili ad un determinato rischio, e rilevabili su un determinato elemento o gruppo di elementi, nel caso in cui quel particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi.

Le tipologie di coperture utilizzate sono le seguenti:

  • copertura di fair value: ha l'obiettivo di coprire l'esposizione alla variazione del fair value (attribuibile alle diverse tipologie di rischio) di attività e passività iscritte in bilancio o porzioni di esse, di gruppi di attività/passività, di impegni irrevocabili e di portafogli di attività e passività finanziarie, inclusi i core deposits, come consentito dallo IAS 39 omologato dalla Commissione Europea. Le coperture generiche di fair value ("macro hedge") hanno l'obiettivo di ridurre le oscillazioni di fair value, imputabili al rischio di tasso di interesse, di un importo monetario, riveniente da un portafoglio di attività o di passività finanziarie. Non possono essere oggetto di copertura generica importi netti derivanti dallo sbilancio di attività e passività;
  • copertura di flussi finanziari: ha l'obiettivo di coprire l'esposizione a variazioni dei flussi di cassa futuri attribuibili a particolari rischi associati a poste del bilancio. Tale tipologia di copertura è utilizzata essenzialmente per stabilizzare i l flusso di interessi della raccolta a tasso variabile nella misura in cui quest'ultima finanzia impieghi a tasso fisso. In talune circostanze, analoghe operazioni sono poste in essere relativamente ad alcune tipologie di impieghi a tasso variabile;
  • copertura di un investimento in valuta: attiene alla copertura dei rischi di un investimento in un'impresa estera espresso in valuta.

Solo gli strumenti che coinvolgono una controparte esterna alla Banca possono essere designati come strumenti di copertura. Data la scelta esercitata dal Gruppo di avvalersi della possibilità di continuare ad applicare integralmente le regole dello IAS 39 per le relazioni di copertura, non è possibile designare i titoli di capitale classificati tra le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI) come oggetti coperti per il rischio di prezzo o di cambio, dato che tali strumenti non impattano il conto economico, nemmeno in caso di vendita (se non per i dividendi che sono rilevati a conto economico).

Criteri di iscrizione

Gli strumenti derivati di copertura, al pari di tutti i derivati, sono inizialmente iscritti e successivamente misurati al fair value.

Una relazione si qualifica come di copertura, e trova coerente rappresentazione contabile, soltanto se tutte le seguenti condizioni sono soddisfatte:

  • all'inizio della copertura vi è una designazione e documentazione formale della relazione di copertura, degli obiettivi della società nella gestione del rischio e della strategia nell'effettuare la copertura. Tale documentazione include l'identificazione dello strumento di copertura, l'elemento o l'operazione coperta, la natura del rischio coperto e come l'impresa valuta l'efficacia dello strumento di copertura nel compensare l'esposizione alle variazioni di fair value dell'elemento coperto o dei flussi finanziari attribuibili al rischio coperto;
  • la copertura è attesa altamente efficace;
  • la programmata operazione oggetto di copertura, per le coperture di flussi finanziari, è altamente probabile e presenta un'esposizione alle variazioni di flussi finanziari che potrebbe incidere sul Conto economico;
  • l'efficacia della copertura può essere attendibilmente valutata;
  • la copertura è valutata sulla base di un criterio di continuità ed è considerata altamente efficace per tutti gli esercizi di riferimento per cui la copertura era designata.

Criteri di valutazione

I derivati di copertura sono valutati al fair value. In particolare:

  • nel caso di copertura di fair value, si compensa la variazione del fair value dell'elemento coperto con la variazione del fair value dello strumento di copertura. Tale compensazione è riconosciuta attraverso la rilevazione a Conto economico delle variazioni di valore, riferite sia all'elemento coperto (per quanto riguarda le variazioni prodotte dal fattore di rischio sottostante), sia allo strumento di copertura. L'eventuale differenza, che rappresenta la parziale inefficacia della copertura, ne costituisce di conseguenza l'effetto economico netto. Nel caso di operazioni di copertura generica di fair value ("macro hedge") le variazioni di fair value con riferimento al rischio coperto delle attività e delle passività oggetto di copertura sono imputate nello Stato patrimoniale, rispettivamente, nella voce 60. "Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica" oppure 50. "Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica";
  • nel caso di copertura di flussi finanziari, le variazioni di fair value del derivato sono imputate a patrimonio netto, per la quota efficace della copertura, e sono rilevate a Conto Economico solo quando, con riferimento alla posta coperta, si manifesta la variazione dei flussi di cassa da compensare o se la copertura risulta inefficace;
  • le coperture di un investimento in valuta sono contabilizzate allo stesso modo delle coperture di flussi finanziari.

L'efficacia della copertura dipende dalla misura in cui le variazioni di fair value dello strumento coperto o dei relativi flussi finanziari attesi risultano compensati da quelle dello strumento di copertura. Pertanto l'efficacia è apprezzata dal confronto delle suddette variazioni, tenuto conto dell'intento perseguito dall'impresa nel momento in cui la copertura è stata posta in essere. Si ha efficacia quando le variazioni di fair value (o dei flussi di cassa) dello strumento finanziario di copertura neutralizzano quasi integralmente, cioè nei limiti stabiliti dall'intervallo 80-125%, le variazioni dello strumento coperto, per l'elemento di rischio oggetto di copertura.

La valutazione dell'efficacia è effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale utilizzando:

  • test prospettici, che giustificano l'applicazione della contabilizzazione di copertura, in quanto dimostrano la sua efficacia attesa;
  • test retrospettivi, che evidenziano il grado di efficacia della copertura raggiunto nel periodo cui si riferiscono, ovvero, misurano quanto i risultati effettivi si siano discostati dalla copertura perfetta.

La contabilizzazione delle coperture di fair value cessa prospetticamente nei seguenti casi:

  • lo strumento di copertura giunge a scadenza, è venduto, cessato o esercitato;
  • la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura sopra detti;
  • l'impresa revoca la designazione.

Se le verifiche non confermano l'efficacia della copertura, da quel momento la contabilizzazione delle operazioni di copertura, secondo quanto sopra esposto, viene interrotta, il contratto derivato di copertura viene riclassificato tra gli strumenti di negoziazione e lo strumento finanziario coperto riacquisisce il criterio di valutazione corrispondente alla sua classificazione di bilancio. Qualora l'attività o passività coperta sia valutata al costo ammortizzato, il maggiore o minore valore derivante dalla valutazione della stessa a fair value per effetto della copertura divenuta inefficace viene imputato a Conto economico secondo il metodo del tasso di interesse effettivo. Nel caso di interruzione di una relazione di copertura generica di fair value, le rivalutazioni/svalutazioni cumulate iscritte nella voce 60. "Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica" oppure 50. "Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica" sono rilevate a conto economico tra gli interessi attivi o passivi lungo la durata residua delle originarie relazioni di copertura, ferma restando la verifica che ne sussistano i presupposti.

In ciascuna delle seguenti circostanze un'impresa deve cessare prospetticamente la contabilizzazione di copertura di flussi finanziari:

  • lo strumento di copertura giunge a scadenza o è venduto, cessato o esercitato (a questo scopo, la sostituzione o il riporto di uno strumento di copertura con un altro strumento di copertura non è una conclusione o una cessazione se tale sostituzione o riporto è parte della documentata strategia di copertura dell'impresa). In tal caso, l'utile (o perdita) complessivo dello strumento di copertura rimane rilevato direttamente nel patrimonio netto fino all'esercizio in cui la copertura era efficace e resta separatamente iscritto nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione, oggetto di copertura, si verifica;
  • la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura. In tal caso, l'utile o la perdita complessiva dello strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto a partire dall'esercizio in cui la copertura era efficace resta separatamente iscritta nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione si verifica;
  • non si ritiene più che la programmata operazione debba accadere, nel qual caso qualsiasi correlato utile o perdita complessiva sullo strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto dall'esercizio in cui la copertura era efficace va rilevata a Conto economico;
  • l'impresa revoca la designazione. Per le coperture di una programmata operazione, l'utile o la perdita complessiva dello strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto a partire dall'esercizio in cui la copertura era efficace resta separatamente iscritta nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione si verifica o ci si attende non debba più accadere.

Come eccezione alle previsioni dello IAS 39, non si effettua il discontinuing a seguito dell'aggiornamento della documentazione sulla relazione di copertura (per la modifica del rischio coperto, del sottostante coperto, del derivato di copertura o della modalità di verifica della tenuta della copertura) in caso di modifiche necessarie come diretta conseguenza della Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (cosiddetta IBOR Reform) ed effettuate su basi economiche equivalenti.

5. Partecipazioni

Criteri di classificazione, iscrizione e valutazione

La voce include le interessenze detenute in società controllate, controllate congiuntamente e collegate.

Sono considerate società controllate le entità in cui Intesa Sanpaolo è esposta a rendimenti variabili, o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con le stesse e nel contempo ha la capacità di incidere su tali rendimenti esercitando il proprio potere su tali entità.

Sono considerate società sottoposte a controllo congiunto (joint ventures) le entità per le quali, su base contrattuale, il controllo è condiviso fra Intesa Sanpaolo e un altro o più soggetti esterni al Gruppo, ovvero quando per le decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

Sono considerate società sottoposte ad una influenza notevole (collegate), le entità in cui Intesa Sanpaolo possiede almeno il 20% dei diritti di voto (ivi inclusi i diritti di voto "potenziali") o nelle quali - pur con una quota di diritti di voto inferiore - ha il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata in virtù di particolari legami giuridici quali la partecipazione a patti di sindacato.

Non sono considerate sottoposte ad influenza notevole alcune interessenze superiori al 20%, nelle quali Intesa Sanpaolo detiene esclusivamente diritti patrimoniali su una porzione dei frutti degli investimenti, non ha accesso alle politiche di gestione e può esercitare diritti di governance limitati alla tutela degli interessi patrimoniali.

Le partecipazioni sono iscritte alla data di regolamento. All'atto della rilevazione iniziale le interessenze partecipative sono contabilizzate al costo.

Le partecipazioni sono valutate al costo, eventualmente rettificato per perdite di valore. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell'investimento.

Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata a conto economico.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico.

Criteri di cancellazione

Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

6. Attività materiali

Criteri di classificazione

Le attività materiali comprendono i terreni, gli immobili strumentali, gli investimenti immobiliari, il patrimonio artistico di pregio, gli impianti tecnici, i mobili e gli arredi nonché le attrezzature di qualsiasi tipo che si ritiene di utilizzare per più di un periodo. Le attività materiali detenute per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni e servizi sono classificate come "attività ad uso funzionale" secondo lo IAS 16. Gli immobili posseduti con finalità di investimento (per conseguire canoni di locazione o per l'apprezzamento del capitale investito) sono classificati come "attività detenute a scopo di investimento" in base allo IAS 40.

La voce accoglie anche attività materiali classificate in base allo IAS 2 - Rimanenze, che si riferiscono sia a beni derivanti dall'attività di escussione di garanzie o dall'acquisto in asta che l'impresa ha intenzione di vendere nel prossimo futuro, senza effettuare rilevanti opere di ristrutturazione, e che non hanno i presupposti per essere classificati nelle categorie precedenti. Sono, infine, inclusi i diritti d'uso acquisiti con il leasing e relativi all'utilizzo di un'attività materiale (per i locatari) e le attività concesse in leasing operativo (per i locatori).

Criteri di iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo che comprende, oltre al prezzo di acquisto, tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all'acquisto e alla messa in funzione del bene.

Le spese di manutenzione straordinaria che comportano un incremento dei benefici economici futuri vengono imputate ad incremento del valore dei cespiti, mentre gli altri costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a Conto economico.

Criteri di valutazione

Le attività materiali sono valutate al costo, dedotti eventuali ammortamenti e perdite di valore, ad eccezione degli immobili ad uso funzionale e del patrimonio artistico di pregio che sono valutati secondo il metodo della rideterminazione del valore. Gli immobili detenuti a scopo di investimento sono valutati con il metodo del fair value.

Per le attività materiali soggette alla valutazione secondo il metodo della rideterminazione del valore:

  • se il valore contabile di un bene è incrementato a seguito di una rideterminazione di valore, l'incremento deve essere rilevato nel prospetto della redditività complessiva e accumulato nel patrimonio netto sotto la voce riserva di rivalutazione; invece, nel caso in cui ripristini una svalutazione della stessa attività rilevata precedentemente nel conto economico deve essere rilevato come provento;
  • se il valore contabile di un bene è diminuito a seguito della rideterminazione di valore, la diminuzione deve essere rilevata nel prospetto della redditività complessiva nella misura in cui vi siano eventuali saldi a credito nella riserva di rivalutazione in riferimento a tale attività; altrimenti tale riduzione va contabilizzata nel conto economico.

Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti, lungo la loro vita utile. Il valore ammortizzabile è rappresentato dal costo dei beni (o dal valore netto rideterminato qualora il metodo adottato per la valutazione sia quello della rideterminazione del valore) al netto del valore residuo al termine del processo di ammortamento, se significativo. Gli immobili vengono ammortizzati per una quota ritenuta congrua per

rappresentare il deperimento dei cespiti nel tempo a seguito del loro utilizzo, tenuto conto delle spese di manutenzione di carattere straordinario, che vengono portate ad incremento del valore dei cespiti. Ai fini della determinazione della vita utile delle diverse tipologie di cespiti e dei corrispondenti coefficienti di ammortamento, il patrimonio immobiliare del Gruppo è stato segmentato in quattro cluster: (i) Immobili storici (vita utile pari a 65 anni), (ii) Immobili cielo-terra (vita utile pari a 33 anni), (iii) Filiali bancarie (vita utile pari a 20 anni) e (iv) Altri immobili (vita utile pari a 20 anni). Da tali cluster, esula il Nuovo Centro Direzionale Intesa Sanpaolo a Torino, per il quale il periodo di vita utile è stato stimato tramite un'analisi specifica che ha considerato le caratteristiche innovative dell'opera, caratterizzata da importanza strategica e grande valore architettonico, costruita facendo ricorso a tecnologie complesse con pochi, se non nulli, termini di paragone non solo all'interno del patrimonio immobiliare del Gruppo, ma anche all'esterno. Le altre attività materiali sono ammortizzate sula base delle seguenti vite utile: i mobili da 5 a 10 anni, gli impianti da 4 a 10 anni, l'hardware e le apparecchiature IT in un periodo da 4 a 8 anni e, infine, gli altri beni da 3 a 13 anni.

Non vengono invece ammortizzati:

  • i terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto hanno vita utile indefinita; - il patrimonio artistico di pregio, gli altri beni storico artistici e decorativi in quanto la loro vita utile non può essere stimata ed il loro valore è normalmente destinato ad aumentare nel tempo;
  • gli immobili ad uso investimento, come richiesto dal principio contabile IAS 40, sono valutati al fair value con contropartita il conto economico e pertanto non devono essere ammortizzati.

Se esiste qualche indicazione che dimostri che un'attività materiale valutata al costo possa aver subito una perdita di valore, si procede al confronto tra il valore di carico del cespite ed il suo valore di recupero. Le eventuali rettifiche vengono rilevate a Conto Economico.

Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, si dà luogo ad una ripresa di valore, che non può superare il valore che l'attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati, in assenza di precedenti perdite di valore.

Per quel che attiene alle attività materiali rilevate ai sensi dello IAS 2, le stesse sono valutate al minore tra il costo ed il valore netto di realizzo, fermo restando che si procede comunque al confronto tra il valore di carico del cespite ed il suo valore di recupero ove esista qualche indicazione che dimostri che il bene possa aver subito una perdita di valore. Le eventuali rettifiche vengono rilevate a conto economico.

Attività materiali rappresentate dal diritto d'uso di beni di cui a contratti di "leasing"

Ai sensi dell'IFRS 16 il "leasing" è un contratto, o parte di un contratto, che, in cambio di un corrispettivo, trasferisce il diritto di utilizzo di un'attività (l'attività sottostante) per un periodo di tempo.

Secondo l'IFRS 16, i leasing sono contabilizzati sulla base del modello del right of use, per cui, alla data iniziale, il locatario ha un'obbligazione finanziaria a effettuare pagamenti dovuti al locatore per compensare il suo diritto a utilizzare il bene sottostante durante la durata del leasing.

Quando l'attività è resa disponibile al locatario per il relativo utilizzo (data iniziale), il locatario riconosce sia la passività che l'attività consistente nel diritto di utilizzo.

In particolare, il diritto d'uso acquisito con il leasing è rilevato come somma del valore attuale dei canoni futuri da pagare per la durata contrattuale, dei pagamenti per leasing corrisposti alla data o prima della decorrenza del leasing, degli eventuali incentivi ricevuti, dei costi diretti iniziali e degli eventuali costi stimati per lo smantellamento o il ripristino dell'attività sottostante il leasing.

La passività finanziaria iscritta corrisponde al valore attuale dei pagamenti dovuti per il leasing.

In merito al tasso di attualizzazione, sulla base dei requisiti IFRS 16, il Gruppo utilizza per ogni contratto di leasing il tasso di interesse implicito, laddove sia disponibile. Per quanto riguarda i contratti di leasing dal punto di vista del locatario, in alcuni casi, ad esempio con riferimento ai contratti di affitto, il tasso di interesse implicito non può essere sempre determinato prontamente senza ricorrere a stime e assunzioni (il locatario non ha abbastanza informazioni sul valore residuo non garantito del bene locato). In questi casi, il Gruppo ha sviluppato una metodologia per definire il tasso di interesse incrementale in alternativa al tasso di interesse implicito ed ha deciso di adottare il tasso interno di trasferimento (TIT) della raccolta. Si tratta di una curva tassi non garantita (unsecured) e amortizing, prevedendo il contratto di leasing dei canoni, tipicamente costanti, lungo la durata del contratto, e non un unico pagamento a scadenza. Tale tasso tiene conto del merito creditizio del locatario, della durata del leasing, nonché dell'ambiente economico nel quale la transazione ha luogo e pertanto è in linea con quanto richiesto dal principio.

La durata del leasing viene determinata tenendo conto di:

  • periodi coperti da un'opzione di proroga del leasing, in caso l'esercizio della medesima sia ragionevolmente certo;
  • periodi coperti da un'opzione di risoluzione del leasing, in caso l'esercizio della medesima sia ragionevolmente certo.
  • Nel corso della durata del contratto di leasing, il locatario deve:
  • valutare il diritto d'uso al costo, al netto degli ammortamenti cumulati e delle rettifiche cumulate di valore determinate e contabilizzate in base alle previsioni dello IAS 36 "Riduzioni di valore delle attività", rettificato per tenere conto delle eventuali rideterminazioni della passività del leasing;
  • incrementare la passività riveniente dall'operazione di leasing a seguito della maturazione di interessi passivi calcolati al tasso di interesse implicito del leasing o, alternativamente, al tasso di finanziamento marginale e ridurla per i pagamenti delle quote capitale e interessi.

In caso di modifiche nei pagamenti dovuti per il leasing la passività deve essere rideterminata; l'impatto della rideterminazione della passività è rilevato in contropartita dell'attività consistente nel diritto di utilizzo.

Criteri di cancellazione

Un'attività materiale è eliminata dallo Stato patrimoniale al momento della dismissione o quando il bene è permanentemente ritirato dall'uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri.

7. Attività immateriali

Criteri di classificazione

Le attività immateriali comprendono l'avviamento e le altre attività immateriali disciplinate dallo IAS 38. Possono includere i diritti d'uso acquisiti con il leasing e relativi all'utilizzo di un'attività immateriale (per i locatari) e le attività concesse in leasing operativo (per i locatori).

Le attività immateriali sono iscritte come tali se sono identificabili e trovano origine in diritti legali o contrattuali. Tra le attività immateriali è anche iscritto l'avviamento che rappresenta la differenza positiva tra il costo di acquisto ed il fair value delle attività e passività di pertinenza di un'impresa acquisita.

Criteri di iscrizione e valutazione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori solo se è probabile che i futuri benefici economici attribuibili all'attività si realizzino e se il costo dell'attività stessa può essere determinato attendibilmente. In caso contrario il costo dell'attività immateriale è rilevato a conto economico nell'esercizio in cui è stato sostenuto.

Per le attività a vita utile definita, il costo è ammortizzato in quote costanti o in quote decrescenti determinate in funzione dell'afflusso dei benefici economici attesi dall'attività. Le attività a vita utile indefinita non sono invece soggette ad ammortamento sistematico, bensì ad un test periodico di verifica dell'adeguatezza del relativo valore di iscrizione in bilancio. Se esiste qualche indicazione che dimostri che un'attività possa avere subìto una perdita di valore, si procede alla stima del

valore di recupero dell'attività. L'ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell'attività ed il valore recuperabile.

In particolare tra le attività immateriali sono incluse:

  • attività immateriali basate sulla tecnologia, quali il software applicativo, che sono ammortizzate in funzione della prevista obsolescenza tecnologica delle stesse e comunque tendenzialmente non oltre un periodo massimo di sette anni; fanno eccezione le piattaforme di core banking system la cui vita utile viene stimata caso per caso e conseguentemente ammortizzate su periodi più lunghi (da 10 a 15 anni). Inoltre, i costi sostenuti per lo sviluppo di software costituiscono attività immateriali e sono iscritti all'attivo solo se tutte le seguenti condizioni sono rispettate: i) il costo attribuibile all'attività di sviluppo è attendibilmente determinabile, ii) vi è l'intenzione, la disponibilità di risorse finanziarie e la capacità tecnica a rendere l'attività disponibile all'uso o alla vendita, iii) è dimostrabile che l'attività è in grado di produrre benefici economici futuri. I costi di sviluppo del software capitalizzati comprendono le sole spese sostenute che possono essere attribuite direttamente al processo di sviluppo. I costi di sviluppo software capitalizzati sono ammortizzati sistematicamente lungo la vita stimata del relativo prodotto/servizio in modo da riflettere le modalità con cui ci si attende che i benefici economici futuri derivanti dall'attività siano consumati dall'entità dall'inizio della produzione lungo la vita stimata del prodotto;
  • attività immateriali legate alla clientela rappresentate in genere dalla valorizzazione, in occasione di operazioni di aggregazione, dei rapporti di asset management, delle attività non finanziarie correlate a prestazioni di servizi e del portafoglio assicurativo. Tali attività, a vita definita, sono originariamente valorizzate attraverso l'attualizzazione, con l'utilizzo di un tasso rappresentativo del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell'attività, dei flussi rappresentativi dei margini reddituali lungo un periodo esprimente la durata residua, contrattuale o stimata, dei rapporti in essere al momento dell'operazione di aggregazione. Esse sono ammortizzate, per i rapporti di asset management e per le attività non finanziarie correlate a prestazioni di servizi in quote costanti lungo il periodo di afflusso di maggiore significatività dei benefici economici attesi nel caso di rapporti non aventi una scadenza predeterminata e, per i rapporti legati a contratti assicurativi, in quote tendenzialmente decrescenti corrispondenti al periodo di durata dei contratti nel caso di rapporti con scadenza definita (vita residua delle polizze);
  • attività immateriali legate al marketing rappresentate dalla valorizzazione del marchio ("brand name") anch'esso iscritto in occasione di operazioni di aggregazione. Tale attività è considerata a vita indefinita in quanto si ritiene che possa contribuire per un periodo indeterminato alla formazione dei flussi reddituali.

Infine, tra le attività immateriali è incluso l'avviamento.

L'avviamento può essere iscritto, nell'ambito di operazioni di aggregazione, quando la differenza positiva fra il fair value degli elementi patrimoniali acquisiti e il costo di acquisto della partecipazione è rappresentativo delle capacità reddituali future della partecipazione (goodwill).

Qualora tale differenza risulti negativa (badwill) o nell'ipotesi in cui il goodwill non trovi giustificazione nelle capacità reddituali future della partecipata, la differenza stessa viene iscritta direttamente a conto economico.

Con periodicità annuale (od ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore) viene effettuato un test di verifica dell'adeguatezza del valore dell'avviamento. A tal fine viene identificata l'Unità generatrice di flussi finanziari (o Cash Generating Unit, CGU) cui attribuire l'avviamento. Nell'ambito del Gruppo Intesa Sanpaolo le Unità generatrici di flussi finanziari corrispondono alle divisioni operative rappresentate nel segment reporting. Il Business operativo svolto direttamente dalla Capogruppo rientra nell'ambito delle Unità generatrici di flussi finanziari rappresentate dalla Banca dei Territori e dal Corporate e Investiment banking. L'avviamento è pertanto allocato in tali divisioni. L'ammontare dell'eventuale riduzione di valore è determinato sulla base della differenza tra il valore di iscrizione dell'avviamento ed il suo valore di recupero, se inferiore. Detto valore di recupero è pari al maggiore tra il fair value dell'Unità generatrice di flussi finanziari, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d'uso. Le conseguenti rettifiche di valore vengono rilevate a conto economico.

Per quanto riguarda l'attività immateriale rappresentata dal brand name, qualora la CGU di riferimento non presenti avviamenti allocati, si procede ad una valutazione autonoma e specifica dell'intangibile sulla base del fair value attestato dalla perizia di un esperto indipendente; qualora il fair value del brand name non risulti superiore al suo valore contabile, si procede alla stima del valore recuperabile della CGU, calcolato sulla base dei flussi di cassa prospettici.

Si precisa, inoltre, che qualora una CGU a cui sono allocati sia avviamento che brand name presenti un valore d'uso inferiore al relativo valore di carico contabile per un importo che eccede il valore complessivo degli intangibili a vita indefinita allocati, fermo restando la svalutazione integrale dell'avviamento, si procede ad una autonoma valutazione del brand name sulla base del fair value risultante da apposita perizia.

Criteri di cancellazione

Un'attività immateriale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione o qualora non siano più attesi benefici economici futuri.

8. Altre attività

Le altre attività accolgono essenzialmente partite in attesa di sistemazione e poste non riconducibili ad altre voci dello stato patrimoniale, tra cui si ricordano i crediti derivanti da forniture di beni e servizi non finanziari, le partite fiscali diverse da quelle rilevate a voce propria (ad esempio, connesse con l'attività di sostituto di imposta), l'oro, l'argento e i metalli preziosi, i crediti d'imposta connessi con i Decreti Legge "Cura Italia" e "Rilancio" e i ratei attivi diversi da quelli che vanno capitalizzati sulle relative attività finanziarie, ivi inclusi quelli derivanti da contratti con i clienti ai sensi dell'IFRS 15, paragrafi 116 e successivi. Come previsto dai paragrafi 91 e successivi dell'IFRS 15, i costi sostenuti per l'acquisizione e l'adempimento dei contratti con la clientela aventi durata pluriennale sono capitalizzati e ammortizzati nella misura in cui siano incrementali e si preveda di recuperarli.

9. Attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione e Passività associate ad attività in via di dismissione

Vengono classificate nella voce dell'attivo Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e in quella del passivo Passività associate ad attività in via di dismissione, attività non correnti o gruppi di attività/passività per i quali è stato avviato un processo di dismissione e la loro vendita è ritenuta altamente probabile. Tali attività/passività sono valutate al minore tra il valore di carico ed il loro fair value al netto dei costi di cessione, ad eccezione di alcune tipologie di attività (es. attività finanziarie rientranti nell'ambito di applicazione dell'IFRS 9) per cui l'IFRS 5 prevede specificatamente che debbano essere applicati i criteri valutativi del principio contabile di pertinenza.

È possibile che tra le attività non correnti e gruppi di attività in dismissione siano inclusi portafogli di attività per cui non esistono quotazioni in un mercato attivo. In tale evenienza, si procede ad una loro valutazione al fair value facendo riferimento, in presenza di un accordo raggiunto con la controparte acquirente, ai prezzi di cessione risultanti da tale accordo; in assenza di un accordo, applicando specifiche tecniche valutative in funzione dall'attività e ricorrendo eventualmente a fairness opinion esterne.

I proventi ed oneri (al netto dell'effetto fiscale), riconducibili a gruppi di attività in via di dismissione o rilevati come tali nel corso dell'esercizio, sono esposti nel Conto economico in voce separata.

10. Fiscalità corrente e differita

Le imposte sul reddito, calcolate nel rispetto delle legislazioni fiscali nazionali, sono contabilizzate come costo in base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e ricavi che le hanno generate. Esse rappresentano pertanto il saldo della fiscalità corrente e differita relativa al reddito dell'esercizio. Le Attività e Passività fiscali correnti accolgono il saldo netto delle posizioni della Banca nei confronti delle Amministrazioni finanziarie italiana ed estere riconducibili all'ambito della fiscalità diretta. In particolare, tali poste accolgono il saldo netto tra le passività fiscali di anni pregressi e correnti dell'esercizio, calcolate in base ad una prudenziale previsione dell'onere tributario dovuto per l'esercizio, determinato in base alle norme tributarie in vigore, e le attività fiscali correnti rappresentate dagli acconti, dalle ritenute d'acconto subite o da altri crediti d'imposta. Il rischio insito nei suddetti procedimenti – allo stesso modo dei rischi insiti in procedimenti che non hanno richiesto versamenti a titolo provvisorio – viene valutato secondo le logiche dello IAS 37, in relazione alle probabilità di impiego di risorse economiche per il loro adempimento.

Tenuto conto dell'adozione del consolidato fiscale nazionale da parte del Gruppo, le posizioni fiscali riferibili alla Banca e a quelle originate da altre società del Gruppo sono gestite in modo distinto sotto il profilo amministrativo.

La fiscalità differita viene determinata in base al criterio del cosiddetto balance sheet liability method, tenuto conto dell'effetto fiscale connesso alle differenze temporanee tra il valore contabile delle attività e passività ed il loro valore fiscale che determineranno importi imponibili o deducibili nei futuri periodi. A tali fini, si intendono "differenze temporanee tassabili" quelle che nei periodi futuri determineranno importi imponibili e "differenze temporanee deducibili" quelle che negli esercizi futuri determineranno importi deducibili.

La fiscalità differita viene calcolata applicando le aliquote di imposizione stabilite dalle disposizioni di legge in vigore alle differenze temporanee tassabili per cui esiste la probabilità di un effettivo sostenimento di imposte ed alle differenze temporanee deducibili per cui esiste una ragionevole certezza che vi siano ammontari imponibili futuri al momento in cui si manifesterà la relativa deducibilità fiscale (cd. probability test). Le imposte anticipate e differite relative alla medesima imposta e scadenti nel medesimo periodo vengono compensate.

Qualora le Attività e Passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il Conto economico, la contropartita è rappresentata dalle imposte sul reddito.

Nei casi in cui le imposte anticipate e differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico (quali le rettifiche di prima applicazione degli IAS/IFRS, le valutazioni degli strumenti finanziari rilevati al fair value con impatto sulla redditività complessiva o dei contratti derivati di copertura di flussi finanziari), le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando le specifiche riserve quando previsto (es. riserve da valutazione).

La fiscalità latente riferita alle poste patrimoniali in sospensione d'imposta "tassabili soltanto in ipotesi di distribuzione" non viene iscritta in bilancio, in quanto la consistenza delle riserve disponibili già assoggettate a tassazione consente di ritenere che non saranno effettuate operazioni che ne comportino la tassazione.

La fiscalità differita riferita alle società incluse nel consolidato fiscale viene rilevata in bilancio dalle stesse, in applicazione del criterio di competenza economica ed in considerazione della valenza del consolidato fiscale limitata agli adempimenti di liquidazione delle posizioni fiscali correnti.

11. Fondi per rischi ed oneri

Fondi per rischi ed oneri a fronte di impegni e garanzie rilasciate

La sottovoce dei fondi per rischi ed oneri in esame accoglie i fondi per rischio di credito rilevati a fronte degli impegni ad erogare fondi ed alle garanzie rilasciate che rientrano nel perimetro di applicazione delle regole sull'impairment ai sensi dell'IFRS 9. Per tali fattispecie sono adottate, in linea di principio, le medesime modalità di allocazione tra i tre stage (stadi di rischio creditizio) e di calcolo della perdita attesa esposte con riferimento alle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato o al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

L'aggregato accoglie, peraltro, anche i fondi per rischi ed oneri costituiti a fronte di altre tipologie di impegni e di garanzie rilasciate che, in virtù delle proprie peculiarità, non rientrano nel richiamato perimetro di applicazione dell'impairment ai sensi dell'IFRS 9.

Fondi di quiescenza e per obblighi simili

I Fondi di quiescenza sono costituiti in attuazione di accordi aziendali e si qualificano come piani a benefici definiti. La passività relativa a tali piani ed il relativo costo previdenziale delle prestazioni di lavoro corrente sono determinati sulla base di ipotesi attuariali applicando il metodo della "Proiezione Unitaria del Credito", che prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e l'attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. I contributi versati in ciascun esercizio sono considerati come unità separate, rilevate e valutate singolarmente ai fini della determinazione dell'obbligazione finale. Il tasso utilizzato per l'attualizzazione è determinato in base ai rendimenti di mercato rilevati alle date di valutazione di obbligazioni di aziende primarie tenendo conto della durata media residua della passività. Il valore attuale dell'obbligazione alla data di riferimento del bilancio è inoltre rettificato del fair value delle eventuali attività a servizio del piano.

Gli utili e le perdite attuariali (ovvero le variazioni nel valore attuale dell'obbligazione derivanti dalle modifiche alle ipotesi attuariali e dalle rettifiche basate sull'esperienza passata) sono riconosciuti nel prospetto della redditività complessiva.

Altri fondi

Gli altri fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni legali o connessi a rapporti di lavoro oppure a contenziosi, anche fiscali, originati da un evento passato per i quali sia probabile l'esborso di risorse economiche per l'adempimento delle obbligazioni stesse, sempre che possa essere effettuata una stima attendibile del relativo ammontare.

Conseguentemente, la rilevazione di un accantonamento avviene se e solo se:

  • vi è un'obbligazione in corso (legale o implicita) quale risultato di un evento passato;
  • è probabile che per adempiere all'obbligazione si renderà necessario l'impiego di risorse atte a produrre benefici economici; e
  • può essere effettuata una stima attendibile dell'importo derivante dall'adempimento dell'obbligazione.

L'importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all'obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio e riflette rischi ed incertezze che inevitabilmente caratterizzano una pluralità di fatti e circostanze. Laddove l'elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato. L'accantonamento e gli incrementi dovuti al fattore temporale sono rilevati a Conto economico.

L'accantonamento viene stornato quando diviene improbabile l'impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere l'obbligazione oppure quando si estingue l'obbligazione.

Nella voce sono inclusi anche i benefici a lungo termine ai dipendenti, i cui oneri vengono determinati con i medesimi criteri attuariali descritti per i fondi di quiescenza. Gli utili e le perdite attuariali vengono rilevati tutti immediatamente nel Conto economico.

12. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Criteri di classificazione

I Debiti verso banche, i Debiti verso clientela e i Titoli in circolazione ricomprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela, le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto a termine e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito, titoli obbligazionari ed altri strumenti di raccolta in circolazione, al netto degli eventuali ammontari riacquistati.

Sono inoltre inclusi i debiti iscritti dalla Banca in qualità di locatario nell'ambito di operazioni di leasing.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con il momento della ricezione delle somme raccolte o della emissione dei titoli di debito.

La prima iscrizione è effettuata sulla base del fair value delle passività, normalmente pari all'ammontare incassato o al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione. Sono esclusi i costi interni di carattere amministrativo.

I debiti per leasing vengono iscritti al valore attuale dei pagamenti di leasing futuri, attualizzati utilizzando il tasso di interesse implicito dell'operazione oppure, se non determinabile, attraverso il tasso marginale di finanziamento.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie vengono valutate al costo ammortizzato col metodo del tasso di interesse effettivo.

Fanno eccezione le passività a breve termine, per le quali il fattore temporale risulta trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato.

I debiti per leasing vengono rideterminati quando vi è una lease modification (e.g. una modifica del contratto che non è contabilizzata/considerata come contratto separato); l'effetto della rideterminazione andrà registrato in contropartita all'attività per diritto d'uso.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli obbligazionari precedentemente emessi. La differenza tra valore contabile della passività e l'ammontare corrisposto per acquistarla viene registrata a Conto economico.

Il ricollocamento sul mercato di titoli propri successivamente al loro riacquisto è considerato come una nuova emissione con iscrizione al nuovo prezzo di collocamento.

13. Passività finanziarie di negoziazione

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari in oggetto sono iscritti alla data di sottoscrizione o alla data di emissione ad un valore pari al fair value dello strumento, senza considerare eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili agli strumenti stessi.

In tale categoria di passività sono, in particolare, inclusi i contratti derivati di trading con fair value negativo, nonché i derivati impliciti con fair value negativo oggetto di scorporo dalle passività valutate al costo ammortizzato.

Inoltre sono incluse le passività che si originano da scoperti tecnici generati dall'attività di negoziazione di titoli e i certificates rientranti nel business model di trading.

Criteri di valutazione

Tutte le passività di negoziazione sono valutate al fair value con imputazione del risultato della valutazione nel Conto Economico.

Criteri di cancellazione

Le Passività finanziarie detenute per negoziazione vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui relativi flussi finanziari o quando la passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà della stessa.

14. Passività finanziarie designate al fair value

Criteri di classificazione

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie designate al fair value con contropartita in Conto Economico, sulla base della facoltà riconosciuta alle imprese (cd. "fair value option") dall'IFRS 9 e nel rispetto delle casistiche previste dalla normativa di riferimento.

In tale categoria di passività sono, in particolare, inclusi i certificates rientranti nel business model di banking book.

Criteri di iscrizione

L'iscrizione di tali passività avviene alla data di emissione in misura pari al loro fair value, incluso il valore dell'eventuale derivato embedded e al netto delle commissioni di collocamento pagate.

Criteri di valutazione

Tali passività sono valutate al fair value con imputazione del risultato secondo le seguenti regole previste dall'IFRS 9:

  • le variazioni di fair value che sono attribuibili alla variazione del proprio merito creditizio devono essere rilevate nel Prospetto della redditività complessiva (Patrimonio Netto);
  • le restanti variazioni di fair value devono essere rilevate nel Conto economico.

Gli importi rilevati nel Prospetto della redditività complessiva non rigirano successivamente a Conto economico. Tale modalità di contabilizzazione non deve essere applicata qualora la rilevazione degli effetti del proprio merito di credito a Patrimonio netto determini o accentui un accounting mismatch a Conto economico. In questo caso gli utili o le perdite legate alla passività, incluse quelle che si determinano come effetto della variazione del proprio merito creditizio, devono essere rilevate a Conto economico.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie designate al fair value vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui relativi flussi finanziari o quando la passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà della stessa.

15. Operazioni in valuta

Definizione

La valuta estera è una valuta differente dalla valuta funzionale dell'impresa, che a sua volta è la valuta dell'ambiente economico prevalente in cui l'impresa stessa opera.

Criteri di rilevazione iniziale

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all'importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell'operazione.

Criteri di rilevazione successiva

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, le poste di bilancio in valuta estera vengono valorizzate come segue: - le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura;

  • le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data dell'operazione;
  • le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite utilizzando i tassi di cambio in essere alla data di chiusura.

Le differenze di cambio che derivano dal regolamento di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione del bilancio precedente, sono rilevate nel Conto economico del periodo in cui sorgono.

Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, la differenza cambio relativa a tale elemento è rilevata anch'essa a patrimonio. Per contro, quando un utile o una perdita sono rilevati a Conto economico, è rilevata in Conto economico anche la relativa differenza cambio.

16. Altre informazioni

Azioni proprie

Le eventuali azioni proprie detenute sono portate in riduzione del patrimonio netto. Analogamente, il costo originario delle stesse e gli utili o le perdite derivanti dalla loro successiva vendita sono rilevati come movimenti del patrimonio netto.

Ratei e risconti

I ratei ed i risconti che accolgono oneri e proventi di competenza del periodo maturati su attività e passività sono iscritti in bilancio a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono.

Spese per migliorie su beni di terzi

I costi di ristrutturazione di immobili non di proprietà vengono capitalizzati in considerazione del fatto che per la durata del contratto di affitto la società utilizzatrice ha il controllo dei beni e può trarre da essi benefici economici futuri. I suddetti costi, classificati tra le Altre attività come previsto dalle Istruzioni della Banca d'Italia, vengono ammortizzati per un periodo non superiore alla durata del contratto di affitto.

Trattamento di fine rapporto del personale

Il trattamento di fine rapporto si configura come un "beneficio successivo al rapporto di lavoro" classificato come:

  • "piano a contribuzione definita" per le quote di trattamento di fine rapporto del personale maturande a partire dal 1° gennaio 2007 (data di entrata in vigore della riforma della previdenza complementare di cui al Decreto Legislativo 5 dicembre 2005 n. 252) sia nel caso di opzione da parte del dipendente per la previdenza complementare, sia nel caso di destinazione al fondo di Tesoreria presso l'INPS. Per tali quote l'importo contabilizzato tra i costi del personale è determinato sulla base dei contributi dovuti senza l'applicazione di metodologie di calcolo attuariali;
  • "piano a benefici definiti" per la quota del trattamento di fine rapporto del personale maturata sino al 31 dicembre 2006. Tali quote sono iscritte sulla base del loro valore attuariale determinato utilizzando il metodo della "Proiezione Unitaria del Credito", senza applicazione del pro-rata del servizio prestato in quanto il costo previdenziale ("current service cost") del TFR è quasi interamente maturato e la rivalutazione dello stesso, per gli anni a venire, non si ritiene dia luogo a significativi benefici per i dipendenti.

Ai fini dell'attualizzazione, il tasso utilizzato è determinato con riferimento al rendimento di mercato di obbligazioni di aziende primarie tenendo conto della durata media residua della passività, ponderata in base alla percentuale dell'importo pagato e anticipato, per ciascuna scadenza, rispetto al totale da pagare e anticipare fino all'estinzione finale dell'intera obbligazione. I costi per il servizio del piano sono contabilizzati tra i costi del personale, mentre gli utili e le perdite attuariali sono rilevati nel prospetto della redditività complessiva.

Pagamenti basati su azioni

I piani di remunerazione del personale basati su azioni vengono rilevati nel Conto economico, con un corrispondente incremento del patrimonio netto, sulla base del fair value degli strumenti finanziari attribuiti alla data di assegnazione, suddividendo l'onere lungo il periodo previsto dal piano.

In presenza di opzioni, il fair value delle stesse è calcolato utilizzando un modello che considera, oltre ad informazioni quali il prezzo di esercizio e la vita dell'opzione, il prezzo corrente delle azioni e la loro volatilità attesa, i dividendi attesi e il tasso di

interesse risk-free, anche le caratteristiche specifiche del piano in essere. Nel modello di valorizzazione sono valutate in modo distinto l'opzione e la probabilità di realizzazione delle condizioni in base alle quali le opzioni sono state assegnate. La combinazione dei due valori fornisce il fair value dello strumento assegnato.

L'eventuale riduzione del numero di strumenti finanziari assegnati è contabilizzata come cancellazione di una parte degli stessi.

Benefici ai dipendenti

Si definiscono benefici ai dipendenti tutti i tipi di remunerazione erogati dall'azienda in cambio dell'attività lavorativa svolta dai dipendenti. I benefici ai dipendenti si suddividono tra:

  • benefici a breve termine (diversi dai benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro e dai benefici retributivi sotto forma di partecipazione al capitale) che si prevede di liquidare interamente entro dodici mesi dal termine dell'esercizio nel quale i dipendenti hanno prestato l'attività lavorativa e rilevati interamente a Conto economico al momento della maturazione (rientrano in tale categoria, ad esempio, i salari, gli stipendi e le prestazioni "straordinarie");
  • benefici successivi al rapporto di lavoro dovuti dopo la conclusione del rapporto di lavoro che obbligano l'impresa ad un'erogazione futura nei confronti dei dipendenti. Tra questi, rientrano il trattamento di fine rapporto e i fondi pensione che, a loro volta si suddividono in piani a contribuzione definita e piani a benefici definiti o fondi di quiescenza aziendale;
  • benefici per la cessazione del rapporto di lavoro, ossia quei compensi che l'azienda riconosce ai dipendenti come contropartita alla cessazione del rapporto di lavoro, in seguito alla decisione della stessa di concludere il rapporto di lavoro prima della normale data di pensionamento;
  • benefici a lungo termine, diversi dai precedenti, che non si prevede siano estinti interamente entro i dodici mesi successivi al temine dell'esercizio in cui i dipendenti hanno svolto le proprie prestazioni lavorative.

Compensazione di strumenti finanziari

Ai sensi dello IAS 32, paragrafo 42, le attività finanziarie e le passività finanziarie sono oggetto di compensazione ed evidenziate in bilancio per il saldo netto, qualora l'entità:

  • abbia un diritto legale ad operare tale compensazione, correntemente esercitabile in tutte le circostanze, siano esse afferenti al normale svolgimento del business siano esse relative a situazioni di inadempimento, insolvenza, fallimento delle parti;
  • intenda regolare le transazioni per il saldo netto o in base ad un regolamento su base lorda i cui effetti sostanziali siano equivalenti ad un regolamento netto.

Per gli strumenti derivati rientranti in accordi di compensazione che rispettano i requisiti in precedenza illustrati la Circolare n. 262 prevede di effettuare la compensazione anche tra i derivati di negoziazione e i derivati di copertura, prevedendo una rappresentazione su base netta di tali sbilanci: convenzionalmente, il saldo netto viene allocato nel portafoglio di negoziazione piuttosto che nei derivati di copertura, in funzione della prevalenza del valore assoluto tra lo sbilancio dei derivati di negoziazione e quello dei derivati di copertura.

In ottemperanza a quanto richiesto dal principio contabile IFRS 7, informazioni di maggior dettaglio sono fornite nelle tavole contenute nella Parte B – Altre informazioni della presente nota integrativa, nelle quali sono esposti in particolare:

  • i valori di bilancio di attività e passività che presentano i requisiti previsti dallo IAS 32, paragrafo 42, prima e dopo la compensazione contabile;
  • le esposizioni soggette ad accordi quadro di compensazione che non hanno dato luogo a compensazione ma che potenzialmente la possono attivare in seguito a specifiche circostanze;
  • le garanzie reali ad esse connesse.

Crediti d'imposta connessi con i Decreti Legge "Cura Italia" e "Rilancio" acquistati a seguito di cessione da parte dei beneficiari diretti o di precedenti acquirenti (es. ecobonus)

I Decreti Legge n. 18/2020 (cd. "Cura Italia") e n. 34/2020 (cd. "Rilancio") hanno introdotto nell'ordinamento italiano misure fiscali di incentivazione connesse sia con spese per investimenti (es. eco e sismabonus) sia con spese correnti (es. canoni di locazione di locali ad uso non abitativo). Ulteriormente, il Governo è nuovamente intervenuto sul tema attraverso il Decreto Legge n. 50/2022 (cd. "Decreto Aiuti") principalmente rimodulando la platea dei potenziali ricessionari.

Tali incentivi fiscali si applicano a famiglie o imprese, sono commisurati a una percentuale della spesa sostenuta (che in alcuni casi raggiunge anche il 110%) e sono erogati sotto forma di crediti d'imposta o di detrazioni d'imposta (trasformabili su opzione in crediti d'imposta). Le caratteristiche principali di tali crediti d'imposta sono: i) la possibilità di utilizzo in compensazione; ii) la cedibilità a terzi acquirenti; e iii) la non rimborsabilità da parte dell'Erario.

La contabilizzazione dei crediti d'imposta acquistati da un soggetto terzo (cessionario del credito d'imposta) non è riconducibile ad uno specifico principio contabile internazionale. Lo IAS 8 prevede che, nei casi in cui vi sia una fattispecie non esplicitamente trattata da un principio contabile IAS/IFRS, la direzione aziendale definisca un accounting policy idonea a garantire un'informativa rilevante e attendibile di tali operazioni.

A tal fine Intesa Sanpaolo, tenendo in considerazione le indicazioni espresse dalle Autorità, nel documento "Trattamento contabile dei crediti d'imposta connessi con i Decreti Legge 'Cura Italia' e 'Rilancio' acquistati a seguito di cessione da parte dei beneficiari diretti o di precedenti acquirenti", pubblicato in data 5 gennaio 2021 dal Tavolo di coordinamento fra Banca d'Italia, Consob ed IVASS in materia di applicazione degli IAS/IFRS si è dotato di una accounting policy che fa riferimento alla disciplina contabile prevista dall'IFRS 9, applicandone in via analogica le disposizioni compatibili con le caratteristiche dell'operazione.

La Banca riconduce:

  • ad un business model Hold to Collect i crediti che sono acquistati nei limiti della propria tax capacity, stante l'obiettivo di detenerli per le compensazioni future. Tali crediti sono rilevati al costo ammortizzato e la redditività viene rilevata pro-rata temporis nel Conto economico a margine di interesse;
  • ad un business model Hold to Collect and Sell i crediti acquistati in esubero rispetto alla tax capacity e pertanto destinati ad una successiva ricessione. Tali crediti sono valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Stante la natura peculiare di questi strumenti, le oscillazioni di fair value risultano collegate alle variazioni dei tassi di interesse

nella misura in cui esse si riflettano nella definizione dei prezzi di acquisto. La redditività viene rilevata pro-rata temporis nel Conto economico a margine di interesse.

Non si ritiene applicabile alla specifica casistica il framework contabile previsto dall'IFRS 9 per il calcolo delle perdite attese. Su questi crediti d'imposta non deve essere calcolata ECL, in quanto non è atteso alcun rimborso da parte dell'Erario essendo l'estinzione dello strumento legata alla compensazione dei debiti fiscali del portatore. Peraltro, nei casi in cui ne è prevista la ricessione, la vendita si perfeziona previo incasso del prezzo dello strumento, ovvero senza la rilevazione di un credito verso il cessionario.

Infine, considerate le modalità operative poste in essere dalla Banca, si ritiene che possano essere considerati ragionevolmente non sussistenti i rischi di mancato utilizzo dei crediti fiscali, ovvero i rischi che la Banca non abbia la capacità di conseguire i benefici associati all'attività. Infatti:

  • con riferimento al business model Hold to Collect, le consistenze acquistate sono coerenti con la complessiva tax capacity, in modo tale che la Banca possa procedere alla compensazione con propri debiti;
  • con riferimento al business model Hold to Collect and Sell, a fronte dei crediti acquistati sono progressivamente stipulati, per volumi capienti, accordi di ricessione vincolanti per il cliente e con controparti differenziate per le quali viene preventivamente verificata la relativa capienza fiscale.

Come specificato dal documento congiunto delle Autorità sopra richiamato, tenuto conto che i crediti d'imposta acquistati non rappresentano, ai sensi dei principi contabili internazionali, attività fiscali, contributi pubblici, attività immateriali o attività finanziarie, la classificazione più appropriata, ai fini della presentazione in bilancio, è quella residuale fra le Altre Attività dello Stato patrimoniale.

Operazioni di finanziamento TLTRO III

Le operazioni TLTRO III (Targeted Longer Term Refinancing Operation) mirano a preservare condizioni favorevoli del credito bancario e a sostenere l'orientamento definito di politica monetaria. Alcuni dei parametri che caratterizzano queste operazioni, stabiliti dalla BCE il 6 giugno 2019, sono stati successivamente rivisti a più riprese, inizialmente in senso migliorativo per le banche alla luce delle ricadute economiche derivanti dall'emergenza COVID-19 e recentemente – in data 27 ottobre 2022 – per "normalizzare" il costo della raccolta al fine di alleggerire la pressione dell'inflazione e ristabilire condizioni di stabilità dei prezzi nel medio termine. Il finanziamento ottenibile da ciascun istituto bancario dipende dall'ammontare dei prestiti concessi a determinate date di rilevazione a società non finanziarie e famiglie (cd. prestiti idonei). Le singole tranche erano sottoscrivibili con cadenza trimestrale, a partire da settembre 2019 e fino a dicembre 2021, e ciascuna operazione ha durata pari a tre anni.

Il tasso di interesse per ciascuna operazione è fissato ad un livello pari a quello medio delle operazioni di rifinanziamento principali dell'Eurosistema (MRO), fatta eccezione per il periodo compreso tra il 24 giugno 2020 e il 23 giugno 2022 ("special interest rate period"), in cui si applica un tasso inferiore di 50 punti base. Le banche che concedono prestiti idonei netti superiori a predefiniti valori di riferimento ("benchmark net lending") possono beneficiare di una riduzione del tasso di interesse. In dettaglio, il tasso migliorativo applicato è pari al tasso medio sui depositi presso la banca centrale (Deposit Facility Rate o DFR), per l'intera durata della rispettiva operazione, con l'eccezione degli "special interest rate period" a cui si aggiunge l'ulteriore riduzione di 50 punti base. Gli interessi sono regolati posticipatamente alla scadenza di ciascuna operazione di TLTRO III o al momento del rimborso anticipato.

Come anticipato, in data 27 ottobre 2022 il Consiglio direttivo della BCE – oltre ad un ulteriore innalzamento dei tassi, nell'ambito di un trend di rialzo dei tassi avviato da luglio 2022 – ha deciso di ricalibrare le condizioni applicabili ai finanziamenti TLTRO III. Nello specifico, la manovra ha mantenuto invariata la modalità di calcolo del tasso di interesse in essere fino al 22 novembre che prevedeva che nei periodi "ordinari" (ovvero periodi diversi dagli "special interest rate period") definiti in precedenza) il tasso di interesse applicabile fosse pari alla media dei tassi calcolati lungo tutta la durata dello strumento, comportando una "correzione" al tasso che si sarebbe determinato applicando tempo per tempo il tasso in vigore nei soli periodi ordinari a partire dal 23 novembre 2022 (fino alla data di scadenza o di rimborso anticipato di ogni rispettiva TLTRO III in essere) il tasso di interesse è indicizzato alla media dei tassi di interesse di riferimento della BCE applicabili per ogni operazione o in tale periodo (pari al tasso DFR) per le banche che hanno raggiunto i benchmark definiti).

In assenza di specifiche previsioni nei principi contabili di riferimento per il trattamento della fattispecie e di chiare indicazioni da parte dell'IFRIC interpellata sul trattamento contabile del TLTRO III, la Banca ha definito la propria policy contabile, applicata coerentemente e con continuità nel tempo, anche a seguito delle modifiche che si sono succedute nei termini contrattuali: la Banca applica alle operazioni TLTRO III il trattamento contabile definito dall'IFRS 9 per gli strumenti finanziari a tasso variabile – considerando le condizioni di rifinanziamento definite dalla BCE come tassi variabili di mercato nell'ambito delle misure di politica monetaria dell'Eurosistema – con rilevazione degli interessi, tempo per tempo applicabili, da stimare in funzione della probabilità di riuscire a raggiungere gli obiettivi previsti in termini di net lending.

Presupposto per la rilevazione degli interessi migliorativi – in continuità con l'impostazione già adottata per il TLTRO II – è, infatti, una stima attendibile del verificarsi del raggiungimento dei target previsti (benchmark net lending), che la Banca effettua tramite i propri previsionali sull'andamento degli impieghi monitorati a date definite e approvati da adeguato livello del management. Si evidenzia che tali benchmark – riferiti in particolare alle consistenze in essere al 31 marzo 2021 e al 31 dicembre 2021 – sono stati effettivamente raggiunti.

In caso di eventuali modifiche alle previsioni sul raggiungimento di tali target trovano applicazione le disposizioni dell'IFRS 9 sulle revisioni delle stime dei flussi di cassa.

Secondo la policy contabile della Banca, gli interventi di ricalibrazione delle condizioni dello strumento da parte della BCE sono considerati come la modifica di un tasso variabile ai sensi del par. B5.4.5 dell'IFRS 9 con un adeguamento prospettico del tasso, in considerazione del fatto che la BCE ha la possibilità di modificare i tassi a propria discrezione nell'ambito della definizione dei tassi di politica monetaria (come ha peraltro fatto ad aprile e dicembre 2020 con l'introduzione degli "special interest rate period" e, più recentemente, ad ottobre 2022 nei termini evidenziati in precedenza). Gli interessi vengono quindi rilevati tempo per tempo sulla base del tasso di interesse dello strumento per ogni periodo (pari a -0,5% fino al 24 giugno

2020; pari a -1% fino al 23 giugno 2022 e, successivamente, sulla base delle condizioni in essere, illustrate di seguito) come previsto dal paragrafo B5.4.5 dell'IFRS 9.

A seguito degli incrementi nei tassi di interesse approvati dal Consiglio Direttivo di BCE a partire dal mese di luglio 2022 si è reso necessario rideterminare il tasso di interesse effettivo applicabile ad ogni operazione a partire dalla data di revisione dei tassi, con l'obiettivo di ripartire il beneficio conseguente al peculiare meccanismo della media dei tassi nel periodo di riferimento del beneficio stesso. Da ultimo, le ricalibrazioni alle condizioni applicabili ai finanziamenti TLTRO III definite il 27 ottobre 2022 hanno comportato la rilevazione del beneficio residuo fino alla data di modifica delle condizioni contrattuali (ovvero, fino al 22 novembre 2022). Tale approccio è in linea con quanto adottato in passato per la rilevazione degli interessi nei periodi speciali (ovvero, rilevazione del beneficio aggiuntivo di -50 bps nel periodo giugno 2020 - giugno 2022) in quanto considerato come il tasso variabile "di politica monetaria" applicabile al periodo di riferimento. A partire dal 23 novembre 2022 sui finanziamenti TLTRO III in essere gli interessi sono rilevati sulla base del tasso DFR tempo per tempo in vigore.

Come già evidenziato nel Bilancio 2021, si ricorda che in data 6 gennaio 2021 l'ESMA aveva emesso un Public Statement con lo scopo di promuovere la trasparenza nei resoconti finanziari IFRS delle banche in merito alla rappresentazione contabile delle operazioni TLTRO III: alla luce dei significativi impatti numerici delle operazioni in oggetto e del livello di giudizio richiesto per la definizione della policy contabile, ESMA evidenziava l'importanza di fornire in bilancio un adeguato livello di trasparenza sul trattamento contabile delle operazioni.

La Banca, pertanto, in coerenza con le richieste dell'ESMA, fornisce disclosure oltre che sulle policy contabili adottate per la contabilizzazione delle operazioni TLTRO III anche sui conseguenti impatti quantitativi nella rilevazione degli interessi.

Riconoscimento dei ricavi e dei costi

I ricavi sono flussi lordi di benefici economici derivanti dallo svolgimento dell'attività ordinaria dell'impresa e sono rilevati nel momento in cui viene trasferito il controllo dei beni o servizi al cliente, ad un ammontare che rappresenta l'importo del corrispettivo a cui si ritiene di avere diritto. In particolare, la rilevazione dei ricavi avviene tramite l'applicazione di un modello che deve soddisfare i seguenti criteri:

  • identificazione del contratto, definito come un accordo in cui le parti si sono impegnate ad adempiere alle rispettive obbligazioni;
  • individuazione delle singole obbligazioni di fare ("performance obligations") contenute nel contratto;
  • determinazione del prezzo della transazione, ossia il corrispettivo atteso per il trasferimento al cliente dei beni o dei servizi;
  • ripartizione del prezzo della transazione a ciascuna "performance obligation", sulla base dei prezzi di vendita della singola obbligazione;
  • riconoscimento dei ricavi nel momento in cui (o man mano che) l'obbligazione di fare risulta adempiuta trasferendo al cliente il bene o servizio promesso.

Il prezzo dell'operazione rappresenta l'importo del corrispettivo a cui l'entità ritiene di aver diritto in cambio del trasferimento al cliente dei beni e servizi promessi. Esso può includere importi fissi, variabili o entrambe le casistiche. I ricavi configurati da corrispettivi variabili vengono rilevati a Conto economico se attendibilmente stimabili e unicamente se è altamente probabile che tale corrispettivo non debba essere, in periodi successivi, in tutto o in una sua parte significativa, stornato dal Conto economico. In caso di forte prevalenza di fattori di incertezza legati alla natura del corrispettivo, il medesimo sarà rilevato solo al momento in cui tale incertezza verrà risolta.

I ricavi possono essere riconosciuti:

  • in un momento preciso, quando l'entità adempie l'obbligazione di fare trasferendo al cliente il bene o servizio promesso, o
  • nel corso del tempo, mano a mano che l'entità adempie l'obbligazione di fare trasferendo al cliente il bene o servizio promesso.

Il bene è trasferito quando, o nel corso del periodo in cui, il cliente ne acquisisce il controllo.

In particolare:

  • gli interessi corrispettivi sono riconosciuti pro rata temporis sulla base del tasso di interesse contrattuale o di quello effettivo nel caso di applicazione del costo ammortizzato. La voce interessi attivi (ovvero interessi passivi) comprende anche i differenziali o i margini, positivi (o negativi), maturati sino alla data di riferimento del bilancio, relativi a contratti derivati finanziari:
    • d) di copertura di attività e passività che generano interessi;
    • e) classificati nello Stato Patrimoniale nel portafoglio di negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività e/o passività finanziarie valutate al fair value (fair value option);
    • f) connessi gestionalmente con attività e passività classificate nel portafoglio di negoziazione e che prevedono la liquidazione di differenziali o di margini a più scadenze;
  • gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a Conto economico solo al momento del loro effettivo incasso;
  • i dividendi sono rilevati a Conto economico al momento in cui ne viene deliberata la distribuzione, a meno che tale data non sia nota o l'informazione non sia immediatamente disponibile, nel qual caso è ammessa la rilevazione al momento dell'incasso;
  • le commissioni per ricavi da servizi sono iscritte, sulla base dell'esistenza di accordi contrattuali, nel periodo in cui i servizi stessi sono stati prestati. Le commissioni considerate nel costo ammortizzato ai fini della determinazione del tasso di interesse effettivo, sono rilevate tra gli interessi;
  • gli utili e perdite derivanti dalla negoziazione di strumenti finanziari sono riconosciuti al Conto economico al momento del perfezionamento della vendita, sulla base della differenza tra il corrispettivo pagato o incassato ed il valore di iscrizione degli strumenti stessi;

  • i ricavi derivanti dalla vendita di attività non finanziarie sono rilevati al momento del perfezionamento della vendita, ovvero quando è adempiuta l'obbligazione di fare nei confronti del cliente.

I costi sono rilevati a Conto economico secondo il principio della competenza; i costi relativi all'ottenimento e l'adempimento dei contratti con la clientela sono rilevati a Conto economico nei periodi nei quali sono contabilizzati i relativi ricavi.

Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione dell'informativa finanziaria

La predisposizione dell'informativa finanziaria richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello Stato Patrimoniale e nel Conto economico, nonché sull'informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. L'elaborazione di tali stime implica l'utilizzo delle informazioni disponibili e l'adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull'esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione. Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di esercizio in esercizio e, pertanto, non è da escludersi che negli esercizi successivi i valori iscritti in bilancio possano variare anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.

In presenza di incertezze più significative e/o di attività oggetto di misurazione di particolare materialità la valutazione è supportata, con il ricorso a periti/esperti esterni, da specifiche fairness opinion.

Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l'impiego di valutazioni soggettive da parte della direzione aziendale sono:

  • la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti, delle partecipazioni e, in genere, delle altre attività finanziarie;
  • l'utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi;
  • la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali;
  • la quantificazione del fair value degli immobili e del patrimonio artistico di pregio;
  • la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri;
  • le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.

Per talune delle fattispecie appena elencate possono essere identificati i principali fattori che sono oggetto di stime da parte della Banca e che quindi concorrono a determinare il valore di iscrizione in bilancio di attività e passività. Senza pretesa di esaustività, si segnala che:

  • per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati su mercati attivi, qualora sia necessario l'utilizzo di parametri non desumibili dal mercato, le principali stime riguardano, da un lato, lo sviluppo dei flussi finanziari futuri (o anche flussi reddituali, nel caso di titoli azionari), eventualmente condizionati a eventi futuri e, dall'altro, il livello di determinati parametri in input non quotati su mercati attivi;
  • per l'allocazione nei tre stadi di rischio creditizio previsti dall'IFRS 9 di crediti e titoli di debito classificati tra le Attività finanziarie al costo ammortizzato e le Attività finanziarie al fair value con impatto sulla redditività complessiva ed il calcolo delle relative perdite attese, le principali stime riguardano:
    • o la determinazione dei parametri di significativo incremento del rischio di credito, basati essenzialmente su modelli di misurazione delle probabilità di default (PD) all'origination delle attività finanziarie e alla data di bilancio;
    • o l'inclusione di fattori forward looking, anche di tipo macroeconomico, per la determinazione di PD e LGD;
    • o la determinazione delle probabilità di vendita di attività finanziarie deteriorate, mediante realizzo delle posizioni sul mercato;
  • per la determinazione delle stime dei flussi di cassa futuri rivenienti dai crediti deteriorati, sono presi in considerazione alcuni elementi: i tempi di recupero attesi, il presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché i costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell'esposizione creditizia;
  • per la determinazione del valore d'uso delle attività immateriali a vita indefinita (brand name e avviamento) in riferimento alle Cash Generating Units (CGU) in cui è articolata Intesa Sanpaolo, sono oggetto di stima, separatamente ed opportunamente attualizzati, i flussi finanziari futuri nel periodo di previsione analitica e i flussi utilizzati per determinare il cd. "terminal value", generati dalla CGU. Rientra tra gli elementi oggetto di stima anche il costo del capitale;
  • per la determinazione del valore d'uso delle attività immateriali a vita definita (portafogli di asset management e assicurativo) in riferimento alle CGU in cui è articolata Intesa Sanpaolo, sono oggetto di stima la vita utile, da un lato, ed i flussi finanziari futuri rivenienti dall'attività, dall'altro. Anche nel caso delle attività immateriali a vita definita rientra tra gli elementi oggetto di stima il costo del capitale;
  • la determinazione del fair value degli immobili e del patrimonio artistico di pregio viene effettuata attraverso la predisposizione di apposite perizie da parte di società qualificate ed indipendenti. Per la predisposizione delle perizie relative agli immobili sono oggetto di stima i canoni di locazione, i prezzi di vendita, i tassi di attualizzazione e i tassi di capitalizzazione, mentre per la predisposizione delle perizie relative al patrimonio artistico di pregio la stima del valore è desunta dall'andamento degli scambi di opere analoghe (per tecnica, misure, soggetto) dello stesso autore, o di scuole e movimenti regionali prossimi per stile e tecnica;
  • per la quantificazione dei fondi di quiescenza e per obblighi simili è oggetto di stima il valore attuale delle obbligazioni, tenuto conto dei flussi, opportunamente attualizzati, derivanti dalle analisi storico statistiche, e della curva demografica;
  • per la quantificazione dei fondi per rischi e oneri è oggetto di stima ove possibile l'ammontare degli esborsi necessari per l'adempimento delle obbligazioni, tenuto conto della probabilità effettiva del dover impiegare risorse;
  • per la determinazione delle poste relative alla fiscalità differita è stimata la probabilità di un futuro effettivo sostenimento di imposte (differenze temporanee tassabili) ed il grado di ragionevole certezza – se esistente – di ammontari imponibili futuri al momento in cui si manifesterà la deducibilità fiscale (differenze temporanee deducibili e perdite fiscali riportate a nuovo).

I criteri di classificazione delle attività finanziarie

La classificazione delle attività finanziarie nelle tre categorie previste dal principio dipende da due criteri, o driver, di classificazione: il modello di business con cui sono gestiti gli strumenti finanziari (o Business Model) e le caratteristiche contrattuali dei flussi finanziari delle attività finanziarie (o SPPI Test).

Dal combinato disposto dei due driver sopra menzionati discende la classificazione delle attività finanziare, secondo quanto di seguito evidenziato:

  • Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: attività che superano l'SPPI test e rientrano nel business model Hold to collect (HTC);
  • Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI): attività che superano l'SPPI test e rientrano nel business model Hold to collect and sell (HTCS);
  • Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (FVTPL): è una categoria residuale, in cui rientrano gli strumenti finanziari che non sono classificabili nelle categorie precedenti in base a quanto emerso dal business model test o dal test sulle caratteristiche dei flussi contrattuali (SPPI test non superato).

SPPI test

Affinché un'attività finanziaria possa essere classificata al costo ammortizzato o a FVOCI - oltre all'analisi relativa al business model - è necessario che i termini contrattuali dell'attività stessa prevedano, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da restituire ("solely payment of principal and interest" - SPPI). Tale analisi deve essere effettuata, in particolare, per i finanziamenti e i titoli di debito.

Il test SPPI deve essere effettuato su ogni singolo strumento finanziario, al momento dell'iscrizione nel bilancio. Successivamente alla rilevazione iniziale, e finché è rilevata in bilancio, l'attività non è più oggetto di nuove valutazioni ai fini del test SPPI. Qualora si proceda alla cancellazione (derecognition contabile) di uno strumento finanziario e all'iscrizione di una nuova attività finanziaria occorre procedere all'effettuazione del test SPPI sul nuovo asset.

Ai fini dell'applicazione del test SPPI, l'IFRS 9 fornisce le definizioni di:

  • Capitale: è il fair value dell'attività finanziaria all'atto della rilevazione iniziale. Tale valore può modificarsi durante la vita dello strumento finanziario, per esempio per effetto dei rimborsi di parte del capitale;
  • Interesse: è il corrispettivo per il valore temporale del denaro (time value of money) e per il rischio di credito associato al capitale in essere in un particolare periodo di tempo. Può anche includere la remunerazione per altri rischi e costi di base associati all'attività creditizia e un margine di profitto.

Nel valutare se i flussi contrattuali di un'attività finanziaria possono essere definiti come SPPI, l'IFRS 9 fa riferimento al concetto generale di "contratto base di concessione del credito" (basic lending arrangement), che è indipendente dalla forma legale dell'attività. Quando le clausole contrattuali introducono l'esposizione a rischi o volatilità dei flussi finanziari contrattuali non coerente con la definizione di basic lending arrangement, come ad esempio l'esposizione a variazione dei prezzi di azioni o di merci, i flussi contrattuali non soddisfano la definizione di SPPI. L'applicazione del driver di classificazione basato sui flussi di cassa contrattuali richiede talvolta un giudizio soggettivo e, pertanto, la definizione di policy interne di applicazione.

Nei casi in cui il valore temporale del denaro sia modificato ("modified time value of money") - ad esempio, quando il tasso di interesse dell'attività finanziaria è rideterminato periodicamente, ma la frequenza della rideterminazione o la frequenza del pagamento delle cedole non rispecchiano la natura del tasso di interesse (ad esempio il tasso di interesse è rivisto mensilmente sulla base di un tasso a un anno) oppure quando il tasso d'interesse è rideterminato periodicamente sulla base di una media di particolari tassi di breve o medio-lungo termine - l'impresa deve valutare, sia utilizzando elementi quantitativi che qualitativi, se i flussi contrattuali rispondano ancora alla definizione di SPPI (cd. benchmark cash flows test). Qualora dal test emerga che i flussi di cassa contrattuali (non attualizzati) risultano "significativamente differenti" rispetto ai flussi di cassa (anch'essi non attualizzati) di uno strumento benchmark (ovvero senza l'elemento di time value modificato) i flussi di cassa contrattuali non possono essere considerati come rispondenti alla definizione di SPPI.

Analisi particolari (cd. "look through test") sono richieste dal principio e vengono di conseguenza poste in essere anche per gli strumenti multipli legati contrattualmente ("contractually linked instruments" – CLI) che creano concentrazioni di rischio di credito per il ripianamento del debito e per i non recourse asset, ad esempio nei casi in cui il credito può essere fatto valere solo in relazione a determinate attività del debitore o ai flussi finanziari derivanti da determinate attività.

Anche la presenza di clausole contrattuali che possono modificare la periodicità o l'ammontare dei flussi di cassa contrattuali deve essere considerata per valutare se tali flussi soddisfano i requisiti per essere considerati SPPI (ad esempio opzioni di prepagamento, possibilità di differire i flussi di cassa previsti contrattualmente, strumenti con derivati incorporati, strumenti subordinati, eccetera).

Tuttavia, come previsto dall'IFRS 9, una caratteristica dei flussi finanziari contrattuali non influisce sulla classificazione dell'attività finanziaria qualora possa avere solo un effetto de minimis sui flussi finanziari contrattuali dell'attività finanziaria (in ciascun esercizio e cumulativamente). Analogamente, se una caratteristica dei flussi finanziari non è realistica (not genuine), ovvero se influisce sui flussi finanziari contrattuali dello strumento soltanto al verificarsi di un evento estremamente raro, molto insolito e molto improbabile, essa non influisce sulla classificazione dell'attività finanziaria.

Ai fini dell'effettuazione del test SPPI, per l'operatività in titoli di debito Intesa Sanpaolo si avvale dei servizi forniti da noti infoprovider. Tale scelta, da un lato, permette agli operatori di front office che operano in titoli di avere un esito immediato per lo svolgimento del test, consentendo uno snellimento delle pratiche in sede di acquisto, dall'altro, consente di avvalersi di impostazioni di mercato condivise da molteplici operatori e società di revisione. Solo nel caso in cui i titoli non siano gestiti dagli info-provider, il test è effettuato manualmente tramite l'utilizzo di un tool proprietario basato su una metodologia sviluppata internamente (alberi decisionali).

Viceversa, per l'effettuazione del test SPPI nell'ambito dei processi di concessione del credito si è sviluppato un tool proprietario basato su una metodologia sviluppata internamente (alberi decisionali). In particolare, date le significative differenti caratteristiche, è prevista una gestione differenziata per i prodotti riconducibili a uno standard contrattuale (tipicamente portafoglio crediti retail) e finanziamenti tailor made (tipicamente portafoglio crediti corporate).

Per i prodotti standard, il test SPPI è effettuato in sede di strutturazione dello standard contrattuale, attraverso il processo "Coordinamento Nuovi Prodotti" e l'esito del test viene esteso a tutti i singoli rapporti riconducibili al medesimo prodotto a catalogo. Invece per i prodotti tailor made, il test SPPI è effettuato per ogni nuova linea di credito / rapporto sottoposta all'organo deliberante attraverso l'utilizzo del tool proprietario.

Gli alberi decisionali - inseriti nel tool proprietario - sono stati predisposti internamente (sia per i titoli di debito che i finanziamenti) e catturano le possibili caratteristiche non SPPI compliant. Tengono conto delle indicazioni fornite dall'IFRS 9, oltre a recepire le interpretazioni del principio definite dal Gruppo Intesa Sanpaolo. Gli alberi sono utilizzati sia per l'implementazione delle regole del tool proprietario, sia per la verifica e per la validazione della metodologia adottata dagli info-provider.

Business model

Per quanto riguarda il business model, l'IFRS 9 individua tre fattispecie in relazione alla modalità con cui sono gestiti i flussi di cassa e le vendite delle attività finanziarie:

  • Hold to Collect (HTC): si tratta di un modello di business il cui obiettivo si realizza attraverso l'incasso dei flussi di cassa contrattuali delle attività finanziarie incluse nei portafogli ad esso associati. L'inserimento di un portafoglio di attività finanziarie in tale business model non comporta necessariamente l'impossibilità di vendere gli strumenti anche se è necessario considerare la frequenza, il valore e la tempistica delle vendite negli esercizi precedenti, le ragioni delle vendite e le aspettative riguardo alle vendite future;
  • Hold to Collect and Sell (HTCS): è un modello di business misto, il cui obiettivo viene raggiunto attraverso l'incasso dei flussi di cassa contrattuali delle attività finanziarie in portafoglio e (anche) attraverso un'attività di vendita che è parte integrante della strategia. Entrambe le attività (raccolta dei flussi contrattuali e vendita) sono indispensabili per il raggiungimento dell'obiettivo del modello di business. Pertanto, le vendite sono più frequenti e significative rispetto ad un business model HTC e sono parte integrante delle strategie perseguite;
  • Other/Trading: si tratta di una categoria residuale che comprende sia le attività finanziarie detenute con finalità di trading sia le attività finanziarie gestite con un modello di business non riconducibile alle categorie precedenti (Hold to Collect ed Hold to Collect and Sell). In generale tale classificazione si applica ad un portafoglio di asset finanziari la cui gestione e performance sono valutate sulla base del fair value.

Il business model riflette le modalità con le quali le attività finanziarie sono gestite per generare flussi di cassa a beneficio dell'entità e viene definito dal top management mediante l'opportuno coinvolgimento delle strutture di business. Viene osservato considerando la modalità di gestione delle attività finanziarie e, come conseguenza, la misura in cui i flussi di cassa del portafoglio derivano dall'incasso di flussi contrattuali, dalla vendita delle attività finanziarie o da entrambe queste attività. La valutazione non avviene sulla base di scenari che, in base a previsioni ragionevoli dell'entità, non sono destinati a verificarsi, come i cosiddetti scenari «worst case» o "stress case". Per esempio, se l'entità prevede di vendere un determinato portafoglio di attività finanziarie solo in uno scenario «stress case», tale scenario non influisce sulla valutazione del modello di business dell'entità per tali attività se tale scenario, in base a previsioni ragionevoli dell'entità, non è destinato a verificarsi.

Il modello di business non dipende dalle intenzioni che il management ha con riferimento ad un singolo strumento finanziario, ma fa riferimento alle modalità con le quali gruppi di attività finanziarie vengono gestiti ai fini del raggiungimento di un determinato obiettivo di business.

In sintesi, il business model:

  • riflette le modalità con cui le attività finanziarie sono gestite per generare flussi di cassa;
  • viene definito dal top management, mediante l'opportuno coinvolgimento delle strutture di business;
  • deve essere osservabile considerando le modalità di gestione delle attività finanziarie.

In termini operativi l'assessment del modello di business viene effettuato in coerenza con l'organizzazione aziendale, la specializzazione delle funzioni di business, il modello di risk cascading e l'assegnazione dei poteri delegati (limiti). Nell'effettuare l'assessment del business model si utilizzano tutti i fattori rilevanti disponibili alla data dell'assessment. Le evidenze sopra richiamate comprendono la strategia, i rischi e la loro gestione, le politiche di remunerazione, il reporting e l'ammontare delle vendite. Nell'analisi del business model è essenziale che gli elementi indagati mostrino tra di loro coerenza ed in particolare siano coerenti rispetto alla strategia perseguita. L'evidenza di attività non in linea con la strategia deve essere analizzata e adeguatamente giustificata.

A tale proposito ed in relazione agli intenti gestionali per cui le attività finanziare sono detenute, è stato redatto un apposito documento "Regole in materia di business model" (approvato dai competenti livelli di governance), destinato alla Capogruppo e alle Società del Gruppo Bancario. Esso definisce e declina gli elementi costitutivi del business model in relazione alle attività finanziarie inserite nei portafogli gestiti nello svolgimento dell'operatività sulle strutture di business per Intesa Sanpaolo. Più in dettaglio, la mappatura del modello di business adottato dalle diverse strutture attraverso cui la Banca opera, con riferimento sia ai crediti che ai titoli di debito, tiene conto dell'articolazione del modello Divisionale e del Centro di Governo; tale articolazione è stata individuata come il livello rilevante per la definizione e la rappresentazione dei diversi modelli di business applicati dai Risk Taking Center di Intesa Sanpaolo.

Nell'ambito dell'Area Chief Risk Officer, la Direzione Centrale Rischi Finanziari e di Mercato della Banca sovraintende, ad alto livello, la procedura necessaria per determinare il modello di business di un determinato insieme di attività e verifica la necessità di eventuali aggiornamenti (da riportare, con cadenza almeno annuale, nel documento di Regole in materia di business model).

Monitoraggi del Business Model

Il monitoraggio del business model di riferimento delle diverse strutture attraverso cui Intesa Sanpaolo opera è effettuato dalla Direzione Centrale Rischi Finanziari e di Mercato che utilizza indicatori aventi l'obiettivo di verificare la coerenza tra strategia dichiarata e quella perseguita all'interno dei modelli di business; tali indicatori, differenziati per i diversi business model, sono stati sviluppati in linea con l'IFRS 9 e in coerenza con policy e regole aziendali.

Per i portafogli Hold to Collect, Intesa Sanpaolo ha definito le soglie di ammissibilità delle vendite che non inficiano la classificazione (frequenti ma non significative, individualmente e in aggregato, oppure infrequenti anche se di ammontare significativo) e, contestualmente, si sono stabiliti i parametri per individuare le vendite coerenti con tale modello di business in quanto riconducibili ad un incremento del rischio di credito o per titoli prossimi alla scadenza.

Più nel dettaglio, nell'ambito di un modello di business HTC le vendite sono ammesse:

  • in caso di aumento del rischio di credito, che avviene:
    • o per i titoli, quando si verifica un downgrade di predeterminati notches rispetto al rating all'origination. L'approccio adottato prevede che il numero di notch sia differenziato in funzione del rating all'origination, in coerenza con la metodologia in uso per l'identificazione della "significant deterioration", ossia per il passaggio di staging;
    • o per i crediti, se si tratta di cessioni di crediti deteriorati o di crediti classificati in Stage 2;
  • per i titoli prossimi a scadenza (ovvero, secondo le norme di Gruppo, nei 6 mesi precedenti la scadenza), purché quanto incassato approssimi il valore attuale dei flussi contrattuali rimanenti;
  • quando sono frequenti ma non significative in termini di valore o infrequenti anche se significative in termini di valore, previo assessment autorizzativo a cura dei competenti Organi di controllo. Al fine di determinare questi aspetti sono state definite soglie di frequenza e significatività:
    • o la frequenza è definita come il rapporto percentuale tra il numero di posizioni vendute nel corso dell'anno e il numero di posizioni in portafoglio;
    • o la significatività è definita come il rapporto percentuale tra il valore nominale delle vendite intervenute durante l'anno in corso e il valore nominale degli strumenti in portafoglio.

Con riferimento alla determinazione dei "Rischi" e del "Reporting" sui modelli di business HTCS e Trading si applica in linea di principio quanto normato dal RAF e dal Market Risk Charter, nonché da policy interne nell'ambito dei controlli sui rischi di mercato e contestualmente sono definite talune misure volte a monitorare la coerenza del modello di business HTCS e Other/Trading.

Con riferimento al business model HTCS, il principio IFRS 9 non prevede la necessità di limiti alla frequenza o al valore delle vendite, tuttavia Intesa Sanpaolo ha stabilito per i soli titoli di debito degli indicatori al fine di garantirne nel tempo la corretta attribuzione al business model scelto. Gli stessi sono definiti come:

  • Holding Period - misura la giacenza temporale di un determinato strumento in portafoglio;

  • Indice di Turnover - misura la velocità di rotazione delle posizioni in portafoglio su un predefinito arco temporale. Nell'ambito del monitoraggio degli indicatori sopra definiti sono previsti dei limiti e soglie di early warning a seconda del complesso delle strategie perseguite dal portafoglio classificato Hold to Collect and Sell.

Con riferimento, infine, ai titoli di debito o di capitale detenuti con finalità di trading è prevista una misura della coerenza di inclusione nel business model scelto, rappresentata dall'indicatore di "permanenza media attesa" (c.d. Vintage) che misura la giacenza temporale osservata di ogni titolo in portafoglio.

Le misure di monitoraggio relative ai diversi business model sono oggetto di regolare reporting in comitati tecnici.

Modalità di determinazione del costo ammortizzato

Il costo ammortizzato di un'attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata, alla rilevazione iniziale, l'attività o la passività finanziaria al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dall'ammortamento complessivo, calcolato usando il metodo dell'interesse effettivo, delle differenze tra il valore iniziale e quello a scadenza e al netto di qualsiasi perdita di valore.

Il tasso di interesse effettivo è quel tasso che eguaglia il valore attuale di un'attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri in denaro o ricevuti fino alla scadenza o alla successiva data di ricalcolo del prezzo. Per il calcolo del valore attuale si applica il tasso di interesse effettivo al flusso dei futuri incassi o pagamenti lungo l'intera vita utile dell'attività o passività finanziaria o per un periodo più breve in presenza di talune condizioni (per esempio revisione dei tassi di mercato).

Successivamente alla rilevazione iniziale, il costo ammortizzato permette di allocare ricavi e costi portati in diminuzione o aumento dello strumento lungo l'intera vita attesa dello stesso per il tramite del processo di ammortamento. La determinazione del costo ammortizzato è diversa a seconda che le attività/passività finanziarie oggetto di valutazione siano a tasso fisso o variabile e – in quest'ultimo caso – a seconda che la variabilità del tasso sia nota o meno a priori. Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per fasce temporali, i flussi futuri di cassa vengono quantificati in base al tasso di interesse noto (unico o variabile) durante la vita del finanziamento. Per le attività/passività finanziarie a tasso variabile, la cui variabilità non è nota a priori (ad esempio perché legata ad un indice), la determinazione dei flussi di cassa è effettuata sulla base dell'ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del tasso si procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento, cioè fino alla data di scadenza. L'aggiustamento viene riconosciuto come costo o provento nel Conto economico.

La valutazione al costo ammortizzato viene effettuata per le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato e per quelle valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, nonché per le passività finanziarie valutate al costo ammortizzato.

Le attività e le passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che normalmente corrisponde all'ammontare erogato o pagato comprensivo, per gli strumenti valutati al costo ammortizzato, dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili.

Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni o esterni attribuibili all'emissione, all'acquisizione o alla dismissione di uno strumento finanziario e non riaddebitabili al cliente. Tali commissioni, che devono essere direttamente riconducibili alla singola attività o passività finanziaria, incidono sul rendimento effettivo originario e rendono il tasso di interesse effettivo associato alla transazione diverso dal tasso di interesse contrattuale. Sono esclusi i costi/proventi relativi indistintamente a più operazioni e le componenti correlate ad eventi che possono verificarsi nel corso della vita dello strumento finanziario, ma che non sono certi all'atto della definizione iniziale, quali ad esempio: commissioni per retrocessione, per mancato utilizzo, per estinzione anticipata. Inoltre non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che l'impresa dovrebbe sostenere indipendentemente dall'operazione (es. costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione), quelli che, pur essendo specificatamente attribuibili all'operazione, rientrano nella normale prassi di gestione del finanziamento (ad esempio, attività finalizzate all'erogazione del fido), nonché le commissioni per servizi incassate a seguito dell'espletamento di attività di Finanza Strutturata che si sarebbero comunque incassate indipendentemente dal successivo finanziamento dell'operazione (quali ad esempio le commissioni di facility e di arrangement).

Con particolare riferimento ai crediti, si considerano costi riconducibili allo strumento finanziario le provvigioni pagate ai canali distributivi, i compensi pagati per consulenza/assistenza per l'organizzazione e/o la partecipazione ai prestiti sindacati ed infine le commissioni up front correlate a crediti erogati a tassi superiori a quelli di mercato; mentre i ricavi considerati nel calcolo del costo ammortizzato sono le commissioni up-front correlate a crediti erogati a tassi inferiori a quelli di mercato, quelle di partecipazione alle operazioni sindacate e le commissioni di brokeraggio collegate a provvigioni riconosciute da società di intermediazione.

Per quanto riguarda i titoli non valutati al fair value con impatto a conto economico, sono considerati costi di transazione le commissioni per contratti con broker operanti sui mercati azionari italiani, quelle erogate agli intermediari operanti sui mercati azionari e obbligazionari esteri definite sulla base di tabelle commissionali. Non si considerano attratti dal costo ammortizzato i bolli, in quanto non significativi.

Per i titoli emessi, sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato le commissioni di collocamento dei prestiti obbligazionari pagate a terzi, le quote pagate alle borse valori ed i compensi pagati ai revisori per l'attività svolta a fronte di ogni singola emissione, mentre non si considerano attratte dal costo ammortizzato le commissioni pagate ad agenzie di rating, le spese legali e di consulenza/revisione per l'aggiornamento annuale dei prospetti informativi, i costi per l'utilizzo di indici e le commissioni che si originano durante la vita del prestito obbligazionario emesso.

Il costo ammortizzato si applica anche per la valutazione della perdita di valore degli strumenti finanziari sopra elencati nonché per l'iscrizione di quelli emessi o acquistati ad un valore diverso dal loro fair value. Questi ultimi vengono iscritti al fair value, anziché per l'importo incassato o pagato, calcolato attualizzando i flussi di cassa futuri ad un tasso uguale al tasso di rendimento effettivo di strumenti simili (in termini di merito creditizio, scadenze contrattuali, valuta, ecc.), con contestuale rilevazione nel Conto economico di un onere o di un provento finanziario; successivamente alla valorizzazione iniziale, sono valutati al costo ammortizzato con l'evidenziazione di interessi effettivi maggiori o minori rispetto a quelli nominali. Infine, sono valutate al costo ammortizzato anche le passività strutturate che non sono valutate al fair value con imputazione al Conto economico in quanto si è provveduto a scorporare e rilevare separatamente il contratto derivato incorporato nello strumento finanziario.

Come indicato dall'IFRS 9, in alcuni casi, un'attività finanziaria è considerata deteriorata al momento della rilevazione iniziale poiché il rischio di credito è molto elevato e, in caso di acquisto, è acquistata con grossi sconti (rispetto al valore di erogazione iniziale). Nel caso in cui le attività finanziarie in oggetto, sulla base dell'applicazione dei driver di classificazione (ovvero SPPI test e Business model), siano classificate tra le attività valutate al costo ammortizzato o al fair value con impatto sulla redditività complessiva, le stesse sono qualificate come "Purchased or Originated Credit Impaired Asset" (in breve "POCI") e sono assoggettate ad un trattamento peculiare per quel che attiene al processo di impairment. Inoltre, sulle attività finanziarie qualificate come POCI, si calcola, alla data di rilevazione iniziale, un tasso di interesse effettivo corretto per il credito (cd. "credit-adjusted effective interest rate"), per la cui individuazione è necessario includere, nelle stime dei flussi finanziari, le perdite attese iniziali. Per l'applicazione del costo ammortizzato, e il conseguente calcolo degli interessi, si applica, quindi, tale tasso di interesse effettivo corretto per il credito.

Con riferimento ai crediti deteriorati rivenienti da operazioni di aggregazioni aziendali, la differenza tra il valore di prima iscrizione (il fair value determinato in sede di PPA) dei POCI e il precedente valore di carico contabile presso il soggetto acquisito viene suddivisa in due componenti: una legata ai minori flussi recuperabili stimati in sede di determinazione del fair value, che pertanto scontano le perdite creditizie attese lungo l'intera durata residua, e l'altra legata all'attualizzazione di tali minori flussi recuperabili. Si precisa che l'effetto reversal dell'attualizzazione (relativa alla stima dei flussi recuperabili attribuiti ai crediti deteriorati in sede di PPA) viene contabilizzato, pro-rata temporis, fra gli interessi attivi in modo da integrare il tasso di interesse contrattuale con il maggior rendimento derivante dal minor valore attribuito ai flussi recuperabili che, come detto in precedenza, tengono conto delle perdite attese lungo l'intera durata residua delle attività POCI.

Il criterio di valutazione al costo ammortizzato non si applica per le attività/passività finanziarie coperte per le quali è prevista la rilevazione delle variazioni di fair value relative al rischio coperto a Conto economico. Lo strumento finanziario viene però nuovamente valutato al costo ammortizzato in caso di cessazione della copertura, momento a partire dal quale le variazioni di fair value precedentemente rilevate sono ammortizzate, calcolando un nuovo tasso di interesse effettivo di rendimento che considera il valore del credito aggiustato del fair value della parte oggetto di copertura, fino alla scadenza della copertura originariamente prevista. Inoltre, come già ricordato nei paragrafi relativi alle attività e passività finanziarie valutate al costo ammortizzato, la valutazione al costo ammortizzato non si applica per le attività/passività finanziarie la cui breve durata fa ritenere trascurabile l'effetto economico dell'attualizzazione né per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.

Modalità di determinazione delle perdite di valore

Perdite di valore delle attività finanziarie

Ad ogni data di bilancio, ai sensi dell'IFRS 9, le attività finanziarie diverse da quelle valutate al fair value con impatto a conto economico sono sottoposte ad una valutazione volta a verificare se esistano evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di iscrizione delle attività stesse. Un'analisi analoga viene effettuata anche per gli impegni ad erogare fondi e per le garanzie rilasciate che rientrano nel perimetro da assoggettare ad impairment ai sensi dell'IFRS 9.

Propedeuticamente alla determinazione delle perdite di valore, ad ogni data di reporting occorre procedere con l'allocazione degli strumenti finanziari (cd. "Stage Assignment" o "Staging"), nelle seguenti categorie:

  • Stage 1: comprendente gli strumenti finanziari per i quali, dal momento della loro rilevazione iniziale sino alla data di reporting, non siano state rilevate evidenze di un significativo incremento del rischio di credito;
  • Stage 2: che comprende le attività finanziarie che hanno evidenziato un significativo incremento del rischio creditizio rispetto al momento della rilevazione iniziale;
  • Stage 3: nel caso in cui sussistano evidenze di perdite di valore (c.d. "evidenze di impairment"), le attività finanziarie in questione – coerentemente, ove esistenti, con tutte quelle restanti di pertinenza della medesima controparte – sono considerate deteriorate (impaired) e pertanto classificate nello Stage 3.

Le esposizioni deteriorate (impaired), sono rappresentate dalle attività finanziarie classificate nelle categorie delle sofferenze, delle inadempienze probabili ("unlikely to pay" – UTP) e delle esposizioni scadute da oltre novanta giorni, definite nella Circolare di Banca d'Italia n.272/2008.

Perdite di valore delle attività finanziarie performing

Per le attività finanziarie per cui non sussistono evidenze di impairment (strumenti finanziari non deteriorati), occorre verificare se esistono indicatori tali per cui il rischio creditizio della singola operazione risulti significativamente incrementato rispetto al momento di iscrizione iniziale. Le conseguenze di tale verifica, dal punto di vista della classificazione (o, più propriamente, dello staging) e della valutazione, sono le seguenti:

  • ove tali indicatori sussistano, l'attività finanziaria confluisce nello Stage 2. La valutazione, in tal caso, in coerenza con il dettato dei principi contabili internazionali e pur in assenza di una perdita di valore manifesta, prevede la rilevazione di rettifiche di valore pari alle perdite attese lungo l'intera vita residua dello strumento finanziario. Tali rettifiche sono oggetto di revisione ad ogni data di reporting successiva sia per verificarne periodicamente la congruità rispetto alle stime di perdita costantemente aggiornate, sia per tener conto – nel caso in cui vengano meno gli indicatori di una rischiosità creditizia "significativamente incrementata" – del mutato orizzonte previsionale di calcolo della perdita attesa;
  • ove tali indicatori non sussistano, l'attività finanziaria confluisce nello Stage 1. La valutazione, in tal caso, in coerenza con il dettato dei principi contabili internazionali e pur in assenza di perdita di valore manifesta, prevede la rilevazione di perdite attese, per lo specifico strumento finanziario, nel corso dei dodici mesi successivi. Tali rettifiche sono oggetto di revisione ad ogni data di bilancio successiva sia per verificarne periodicamente la congruità rispetto alle stime di perdita costantemente aggiornate, sia per tener conto – nel caso dovessero presentarsi indicatori di una rischiosità creditizia "significativamente incrementata" – del mutato orizzonte previsionale di calcolo della perdita attesa.

Per quel che attiene alla valutazione delle attività finanziarie e, in particolare, all'identificazione del "significativo incremento" del rischio di credito (condizione necessaria e sufficiente per la classificazione dell'attività oggetto di valutazione nello Stage 2), gli elementi che - ai sensi del principio e della sua declinazione operativa effettuata dal Gruppo Intesa Sanpaolo costituiscono le determinanti principali da prendere in considerazione sono i seguenti:

  • la variazione (oltre soglie determinate) delle probabilità di default lifetime rispetto al momento dell'iscrizione iniziale in bilancio dello strumento finanziario. Si tratta, dunque, di una valutazione effettuata adottando un criterio "relativo", che si configura come il "driver" principale;
  • l'eventuale presenza di uno scaduto che ferme restando le soglie di significatività identificate dalla normativa risulti tale da almeno 30 giorni. In presenza di tale fattispecie, in altri termini, la rischiosità creditizia dell'esposizione si ritiene presuntivamente "significativamente incrementata" e, dunque, ne consegue il "passaggio" nello Stage 2 (ove l'esposizione precedentemente fosse ricompresa nello Stage 1);
  • l'eventuale presenza di misure di forbearance, che sempre in via presuntiva comportano la classificazione delle esposizioni tra quelle il cui rischio di credito risulta "significativamente incrementato" rispetto all'iscrizione iniziale.

Focalizzando l'attenzione sul principale dei trigger sopra evidenziati (la variazione di probabilità di default lifetime), il significativo incremento del rischio di credito ("SICR") è determinato mettendo a confronto la variazione relativa della Probabilità di Default lifetime registrata tra la data di prima iscrizione del rapporto e quella di osservazione (Delta PD Lifetime) con soglie di significatività predeterminate. L'attribuzione di una PD Lifetime ai singoli rapporti viene effettuata tramite riconduzione alla masterscale dei rating per singolo segmento sia alla data di prima iscrizione sia all'osservazione. I rating sono determinati sulla base di modelli interni ove disponibili o gestionali. In assenza di rating vengono assegnate le PD Benchmark sul tipo di controparte valutata.

La determinazione di significativo deterioramento è data pertanto dall'incremento della PD lifetime causata dai downgrade della posizione tra l'origination della stessa e la data di reporting ("observation") nonché dalla variazione della previsione dei fattori macroeconomici futuri.

La suddetta variazione "relativa" di PD lifetime si configura come l'indicatore dell'incremento o del decremento del rischio di credito riscontrato nel periodo di riferimento. Per poter stabilire se, ai sensi di quanto richiesto dall'IFRS 9, un eventuale incremento di rischio creditizio possa considerarsi "significativo" (e comportare, quindi, il passaggio tra stages), è necessario definire apposite soglie. Gli incrementi di PD lifetime inferiori a tali soglie non sono considerati significativi e, di conseguenza, non comportano il trasferimento di singole linee di credito/tranches di titoli di debito dallo Stage 1 allo Stage 2; tale spostamento è, invece, necessario in presenza di incrementi relativi di PD superiori alle soglie in questione. Le soglie utilizzate sono stimate sulla base di un processo di simulazioni ed ottimizzazioni di performance predittive, sviluppate utilizzando dati storici granulari di portafoglio. Sono definite soglie puntuali per i modelli Corporate, Retail, Large Corporate e

SME Retail ed estese per affinità metodologica agli altri modelli. Le soglie si differenziano per durata residua, granularità annuale e classe di rating.

La determinazione delle soglie è stata calibrata al fine di trovare un corretto bilanciamento tra gli indicatori di performance relativi alla capacità delle soglie stesse di:

  • intercettare posizioni a Stage 2 prima del loro passaggio a default;
  • identificare le posizioni per le quali il rientro a Stage 1 sia sinonimo di un effettivo miglioramento del merito di credito.

Alcune considerazioni peculiari valgono poi per il c.d. "staging" dei titoli. A differenza dei crediti, infatti, per questa tipologia di esposizioni, operazioni di compravendita successive al primo acquisto (effettuate con riferimento al medesimo ISIN) possono rientrare abitualmente nell'ordinaria attività di gestione delle posizioni (con conseguente necessità di individuare una metodologia da adottare per l'identificazione delle vendite e rimborsi al fine di determinare le quantità residue delle singole transazioni cui associare una qualità creditizia/rating all'origination da comparare con quella della data di reporting). In questo contesto, si è ritenuto che l'utilizzo della metodologia "first-in-first-out" o "FIFO" (per il riversamento a Conto economico dell'ECL registrata, in caso di vendite e rimborsi) contribuisca ad una gestione più trasparente del portafoglio, anche dal punto di vista degli operatori di front office, consentendo, contestualmente, un continuo aggiornamento della valutazione del merito creditizio sulla base dei nuovi acquisti.

Una volta definita l'allocazione delle esposizioni nei diversi stadi di rischio creditizio, la determinazione delle perdite attese (ECL) è effettuata, a livello di singola operazione o tranche di titolo, partendo dalla modellistica IRB/Gestionale, basata sui parametri di Probabilità di Default (PD), Loss Given Default (LGD) e Exposure at Default (EAD), su cui sono effettuati opportuni interventi correttivi, in modo da garantirne la compliance con le prescrizioni peculiari dell'IFRS 9. Per PD, LGD ed EAD valgono le seguenti definizioni:

  • PD (Probabilità di Default): probabilità di migrare dallo stato di bonis a quello di credito deteriorato nell'orizzonte temporale di un anno. Nei modelli coerenti con le disposizioni di vigilanza, il fattore PD viene tipicamente quantificato attraverso il rating. In Intesa Sanpaolo i valori di PD derivano dai modelli di rating interno laddove disponibili, integrati da valutazioni esterne o da dati medi di segmento/portafoglio;
  • LGD (Loss Given Default): percentuale di perdita in caso di default. Nei modelli coerenti con le disposizioni di vigilanza viene quantificata attraverso l'esperienza storica dei recuperi attualizzati sulle pratiche passate a credito deteriorato;

  • EAD (Exposure At Default) o equivalente creditizio: ammontare dell'esposizione al momento del default.

Come già sopra evidenziato, per poter rispettare il dettato dell'IFRS 9 si è reso necessario effettuare specifici interventi di adeguamento sui suddetti fattori, tra cui si ricordano in particolare:

  • l'adozione di una PD Point in Time (PIT) a fronte della PD Through the Cycle (TTC) usata ai fini di Basilea;
  • la rimozione dalla LGD TTC di alcune componenti aggiuntive, quali i costi indiretti (costi non ripetibili) e ulteriori margini di conservativismo specificatamente introdotti per i modelli regolamentari, nonché della componente legata al ciclo economico avverso (c.d. Downturn);
  • l'introduzione di trattamenti specifici rispetto al dettato regolamentare, ai fini della stima della LGD contabile, per includere nella modellistica (in coerenza con le indicazioni dell'IFRS 9 sull'utilizzo di informazioni entity specific) le stime di recupero interne oltre la soglia regolamentare del Maximum Recovery Period, cioè il limite massimo oltre il quale la Vigilanza ipotizza recuperi nulli;
  • l'utilizzo di PD e, ove necessario, di LGD multiperiodali al fine di determinare la perdita attesa per l'intera vita residua dello strumento finanziario (Stage 2 e 3);
  • l'utilizzo, nell'ambito del processo di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi, del tasso di interesse effettivo della singola operazione, a differenza di quanto previsto dai modelli regolamentari, in cui lo sconto dei singoli flussi di cassa avviene tramite i tassi di attualizzazione determinati in conformità con la normativa prudenziale.

In relazione all'EAD multiperiodale, in linea con il dettato dell'IFRS 9, Intesa Sanpaolo fa riferimento ai piani al costo ammortizzato per quel che riguarda sia i crediti che i titoli di debito, a prescindere dalle relative modalità di valutazione (costo ammortizzato o fair value con impatto sulla redditività complessiva). Per gli impegni ad erogare fondi (margini), l'EAD è, invece, assunta pari al valore nominale ponderato per un apposito Fattore di Conversione Creditizia (CCF).

La valutazione delle attività finanziarie riflette, inoltre, la miglior stima degli effetti delle condizioni correnti e future, prime tra tutte quelle di contesto economico, sulla base delle quali vengono condizionate le PD e LGD forward looking. Nell'ambito dell'IFRS 9, anche in base alle indicazioni dei Regulators internazionali, assumono rilevanza, in particolare, le informazioni sugli scenari macroeconomici futuri in cui la Banca può trovarsi ad operare e che influenzano, di tutta evidenza, la situazione dei debitori con riferimento sia alla "rischiosità" di migrazione delle esposizioni verso classi di qualità inferiore (riguardando quindi lo "staging") sia agli ammontari recuperabili (riguardando quindi la determinazione della perdita attesa sulle esposizioni). Da un punto di vista metodologico, sono stati analizzati diversi possibili approcci alternativi al fine di prendere in considerazione tali elementi. Rispetto alle diverse alternative considerate, l'approccio che Intesa Sanpaolo ha deciso di adottare è rappresentato dal cd. "Most likely scenario + Add-on". Secondo tale approccio, il condizionamento macroeconomico di PD e LGD viene effettuato tramite uno scenario base ("Most Likely", coerente con quanto utilizzato per altre finalità aziendali quali, a titolo esemplificativo, budget e piani di impresa) e poi corretto con un Add-On volto ad includere le eventuali differenze rispetto a scenari peggiorativi e migliorativi. Qualora l'impatto dell'Add-On risulti complessivamente positivo sui parametri di rischio, è stato scelto di sterilizzarne l'effetto sia per finalità di staging che di calcolo dell'ECL.

Lo scenario macroeconomico è determinato dalla Direzione Studi e Ricerche della Banca tramite modelli previsivi portati poi in condivisione con il mercato per determinare il consenso. Gli scenari alternativi migliorativi e peggiorativi sono determinati tramite stress delle variabili in input ai modelli previsivi.

In particolare la determinazione dello scenario "Most Likely" e di quelli alternativi avviene utilizzando un complesso di strumenti analitici e previsionali stand-alone che determinano il sentiero previsionale per alcuni blocchi di variabili, in dettaglio: - conti nazionali e inflazione dei primi 6 paesi dell'Eurozona, degli Stati Uniti e del Giappone;

  • tassi ufficiali (BCE, Fed, BoJ), curve dei tassi swap EUR e USD, alcuni punti delle curve governative;

  • tassi di cambio per EUR, USD, JPY e GBP;
  • indici di borsa (DJ Eurostoxx 50 e S&P 500);
  • prezzo del Brent;
  • alcuni dati di dettaglio per l'economia italiana (produzione industriale, prezzi degli immobili, occupazione, saldi di finanza pubblica).

Tali previsioni vengono poi elaborate tramite il modello strutturale multi-paese "Global Economic Model" di Oxford Economics, ove sostituiscono i percorsi previsionali dello scenario base fornito dalla società con l'aggiornamento periodico del database. Il modello viene quindi risolto per ricavare un quadro previsionale globale coerente, inclusivo di variabili per le quali non sono stati sviluppati modelli ad hoc, e per disporre di un ambiente di simulazione utilizzabile per generare eventuali scenari alternativi. Tale passo può richiedere alcune iterazioni, soprattutto qualora il quadro previsionale atteso mediante ricorso ad elaborazioni interne si discosti significativamente da quello di Oxford Economics. In tal caso, può essere necessario procedere a interventi ulteriori di fine tuning su specifiche variabili secondarie che gli analisti ritengono non coerenti con lo scenario di previsione o che risultino caratterizzate da una volatilità trimestrale non spiegabile.

  • La selezione dei percorsi alternativi viene effettuata con il ricorso a informazioni esterne. In particolare:
  • tassi di crescita medi annui del PIL di alcuni paesi: rappresenta il driver fondamentale della simulazione, gli scostamenti vengono determinati in modo da replicare la dispersione delle stime di crescita pubblicate da Consensus Economics nel più recente rapporto disponibile alla data della simulazione, considerando le previsioni minima e massima (previa applicazione di un filtro per l'identificazione e l'eliminazione di eventuali outliers). In presenza di outliers, il dato anomalo viene scartato e si considerano il massimo e il minimo dei valori restanti. Poiché le stime di consenso sono disponibili soltanto per i primi due anni dell'orizzonte di simulazione, per il terzo anno si ricorre a una estrapolazione degli scostamenti individuati per i primi due anni;
  • indici di borsa (DJ Eurostoxx 50, S&P 500) e dei prezzi immobiliari residenziali statunitensi: vengono utilizzati come riferimento le previsioni minime e massime del panel di Thomson Reuters;
  • prezzi immobiliari residenziali italiani: non disponendo al momento di stime di consenso, i percorsi alternativi partono dalla distribuzione delle variazioni trimestrali storiche disponibili dal 1980 al trimestre corrente.

A partire dal valore di percentile identificato, per lo scenario Most likely, vengono identificate le variazioni corrispondenti a uno scarto di probabilità, calcolato attraverso l'analisi statistica della distribuzione storica delle osservazioni. Le due variazioni (positiva e negativa) rispetto allo scenario Most Likely, vengono quindi utilizzate per il calcolo del livello dei singoli indici identificati, ricostruendo -per ognuno- i due sentieri alternativi (uno positivo e uno negativo) che rappresentano l'input per la determinazione del fattore di Add-On. Lo scarto di probabilità adottato viene identificato sulla base delle caratteristiche di variabilità della serie, in modo da ottenere uno scostamento dallo scenario Most Likely di ampiezza significativa.

In aggiunta alla definizione dei percorsi alternativi, viene mantenuta una mappa di possibili additional factors, cioè eventi o scenari idiosincratici avversi, non esplicitamente incorporati nelle serie storiche utilizzate per la definizione dello scenario Most Likely o nei percorsi alternativi, che possono generare ulteriori effetti significativi sulle perdite attese.

  • Di tali eventi/scenari si valutano:
  • il possibile orizzonte di realizzazione (time frame); - il grado di inclusione nello scenario Most Likely o nei percorsi alternativi;
  • il potenziale impatto, valutato in termini qualitativi.

La mappa di additional factors attinge anche agli elenchi di fattori di rischio contenuti nei rapporti previsionali di IMF (World Economic Outlook) e Commissione Europea e può mutare nel tempo.

Nella valutazione del time-frame per gli additional factors, si evidenzia se il fattore è impossibile da collocare in uno specifico orizzonte temporale, caratteristica che rende poco praticabile la sua incorporazione nello scenario Most Likely o nei percorsi alternativi.

Le valutazioni effettuate tengono conto del fatto che le stime di consenso potrebbero includere previsioni che già incorporano nelle proprie stime la realizzazione, totale o parziale, di uno o più fattori di rischio, sicché i percorsi alternativi potrebbero già incorporare in qualche misura tali fattori addizionali.

In condizioni di incertezza marcata delle proiezioni macroeconomiche nazionali ed internazionali e in presenza di scostamenti significativi in senso migliorativo delle proiezioni rispetto allo scenario TTC, possono essere introdotti elementi di prudenzialità con riferimento agli scostamenti dei valori minimi e massimi delle variabili basati sul Consensus o storici sopradescritti.

I suddetti scenari macroeconomici (most likely e alternativi) vengono utilizzati dai modelli interni per determinare i parametri point-in-time (PIT).

Nello specifico, le serie storiche dei tassi di default acquisite da Banca d'Italia sono differenziate sui principali macro-settori economici (es. Famiglie consumatrici, Famiglie produttrici, Costruzioni, ecc.) e, per ciascuno di essi, specifici modelli satellite stabiliscono le relazioni con le variabili macroeconomiche e permettono di ottenere i tassi di default prospettici. Questi consentono a loro volta di condizionare le matrici di transizione TTC tra classi di rating e di ottenere così le matrici di transizione PIT per ciascuno scenario (Most Likely e alternativi); da queste ultime si ottengono le PD condizionate lifetime.

In particolare, ai fini della determinazione delle matrici TTC per i segmenti Corporate, SME Retail e Retail vengono utilizzati i tassi di default interni, mentre per i segmenti Low Default, per i quali la profondità delle serie storiche interne è più esigua, si utilizzano i tassi di sistema di Banca d'Italia. Ai fini della determinazione delle matrici Point in Time forward-looking vengono, invece, utilizzati i tassi di default di sistema per tutti i segmenti.

Un analogo processo viene utilizzato per determinare le griglie di LGD PIT.

Tenendo conto del piano di rimborso dei singoli finanziamenti, delle loro PD e LGD condizionate, della maturity residua e dello staging si determinano le perdite di valore delle attività finanziarie performing.

Perdite di valore delle attività finanziarie non performing

I crediti deteriorati sono rappresentati dalle posizioni in sofferenza, dalle inadempienze probabili e dalle posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni.

I crediti deteriorati classificati a sofferenza sono assoggettati alle seguenti modalità di valutazione:

  • − valutazione analitico-statistica, che è adottata per le esposizioni inferiori a 2 milioni ed è basata sull'applicazione di apposite griglie di LGD, a cui si aggiunge un Add-On al fine di tenere conto delle informazioni legate all'evoluzione delle condizioni correnti riferibili a variabili gestionali altamente correlate con la dinamica delle perdite e forward looking riferite agli impatti di scenari macroeconomici futuri attesi (come illustrato nei paragrafi precedenti);
  • − valutazione analitico-specifica, che è adottata per i clienti con esposizioni superiori a 2 milioni ed è basata sulle percentuali di svalutazione attribuite dal gestore, a seguito di appositi processi di analisi e valutazione anche alla luce dell'evoluzione delle condizioni correnti, a cui si aggiunge una componente di Add-On al fine di tenere conto delle informazioni forward looking, in particolare quelle riferite agli impatti di scenari macroeconomici futuri (ad eccezione delle sofferenze assistite da garanzie ipotecarie o relative a operazioni di leasing immobiliare per le quali gli impatti di scenari futuri sono inclusi tramite le modalità di determinazione degli haircut al valore degli immobili in garanzia).

Anche la valutazione delle inadempienze probabili (Unlikely to Pay – UTP) è operata sulla base di differenti approcci:

  • − valutazione analitico-statistica, per le esposizioni inferiori a 2 milioni, basata sull'applicazione di apposite griglie statistiche di LGD a cui si aggiunge un Add-On al fine di tener conto delle già citate informazioni legate alle condizioni correnti e agli impatti di scenari macroeconomici futuri, nonché della permanenza nello stato di rischio con l'obiettivo di penalizzare le posizioni con anzianità maggiore o che non presentano movimentazioni e/o recuperi per un determinato periodo di tempo;
  • − valutazione analitico-specifica, per le esposizioni di cassa superiori a 2 milioni, basata sulle percentuali di svalutazione attribuite dal gestore, a seguito di appositi processi di analisi e valutazione anche alla luce dell'evoluzione delle condizioni correnti, a cui si aggiunge una componente di Add-On al fine di tener conto, anche in questo caso, degli impatti di scenari macroeconomici futuri e della permanenza nello stato di rischio.

Indipendentemente dalla suddivisione di tali esposizioni tra quelle oggetto di valutazione analitico-statistica e quelle oggetto di valutazione analitico-specifica (come sopra identificate), tra gli Add-On previsti sono inclusi gli scenari di vendita per i crediti deteriorati cedibili qualora il piano d'impresa e la pianificazione di riduzione dei crediti deteriorati prevedano operazioni di cessione e tali operazioni non comportino una riclassifica ai sensi del principio IFRS 5. La valutazione dei crediti deteriorati cedibili, quindi, considera la possibilità di realizzo di tali crediti anche attraverso la vendita.

I crediti deteriorati classificati nella categoria dei crediti scaduti e/o sconfinanti sono, invece, oggetto di valutazione analitica su basi statistiche indipendentemente dall'ammontare dell'esposizione. Anche in questo caso, comunque, la rettifica definita sulla base delle griglie statistiche di LGD è integrata per tener conto della componente di Add-On ascrivibile all'effetto dell'evoluzione delle condizioni correnti e degli scenari macroeconomici futuri.

Le esposizioni creditizie devono continuare a essere rilevate come deteriorate sino a quando non siano trascorsi almeno tre mesi dal momento in cui non soddisfano più le condizioni per essere classificate come tali (cd probation period). Tali esposizioni sono mantenute, sino al maturare delle condizioni per l'uscita dal credito deteriorato, nelle rispettive classi di rischio e valutate in modalità analitico-statistica o analitico-specifica tenendo conto della loro minore rischiosità.

Di seguito viene fornita una breve descrizione delle modalità con cui vengono poste in essere la valutazione analiticospecifica ed analitico-statistica:

  • la valutazione analitico-specifica per le sofferenze e le inadempienze probabili superiori ai 2 milioni è una valutazione operata dai gestori sulle singole posizioni basata su un'analisi quali-quantitativa della situazione economico-patrimoniale e finanziaria del debitore, della rischiosità del rapporto creditizio, degli obiettivi e delle strategie di riduzione dei crediti deteriorati, di eventuali fattori mitiganti (garanzie) e tenendo conto dell'effetto finanziario del tempo stimato come necessario per il recupero.

In particolare per le sofferenze, assumono rilevanza una serie di elementi, diversamente presenti a seconda delle caratteristiche delle posizioni, e da valutare con la massima accuratezza e prudenza, tra i quali si citano a mero titolo esemplificativo:

  • o natura del credito, privilegiato o chirografario;
  • o consistenza patrimoniale netta degli obbligati/terzi datori di garanzie reali;
  • o complessità del contenzioso in essere o potenziale e/o delle questioni giuridiche sottese;
  • o esposizione degli obbligati nei confronti del sistema bancario e di altri creditori;
  • o ultimi bilanci disponibili;
  • o stato giuridico degli obbligati e pendenza di procedure concorsuali e/o individuali.

Ai fini della determinazione del presumibile valore di realizzo dei crediti garantiti da beni immobili, per tenere conto sia delle serie storiche dei recuperi, sia di considerazioni forward-looking in coerenza con l'IFRS 9, viene applicato un approccio incentrato sulla valutazione dei beni immobili con riferimento all'asta media attesa ed al relativo abbattimento del prezzo osservato, determinando degli haircut medi differenziati per tipologia di garanzia immobiliare (abitativa, commerciale, industriale e terreni). Per le sofferenze ipotecarie in valutazione analitico-specifica non viene, quindi, applicato un Add-On da scenario macroeconomico, al fine di evitare duplicazioni, in quanto la componente forward looking è già tenuta in considerazione tramite l'haircut.

Con riferimento alle sofferenze immobiliari rivenienti da contratti di leasing, alla luce delle peculiarità del prodotto (assenza di aste), l'haircut è stimato come deprezzamento del bene osservato tra il valore di perizia al momento dell'ingresso in sofferenza e l'effettivo prezzo di vendita.

Con riferimento alle inadempienze probabili, inoltre, la valutazione si basa sull'analisi quali-quantitativa della situazione economico-patrimoniale e finanziaria del debitore e su una puntuale verifica della situazione di rischio.

La determinazione della perdita da impairment presuppone la valutazione dei flussi di cassa futuri che si ritiene il debitore sia in grado di produrre e che saranno destinati anche al servizio del debito finanziario. Tale stima deve essere effettuata sulla base di due approcci alternativi:

  • o scenario di continuità operativa (c.d. "Going Concern Approach"): i flussi di cassa operativi del debitore (o del garante effettivo) continuano ad essere prodotti e sono utilizzati per ripagare i debiti finanziari contratti. L'ipotesi di continuità non esclude l'eventuale realizzo di garanzie, ma solo nella misura in cui ciò possa avvenire senza pregiudicare la capacità del debitore di generare flussi di cassa futuri. Il metodo "Going Concern" trova applicazione anche ai casi in cui la recuperabilità dell'esposizione si basi sulla eventuale cessione di attività da parte del debitore o su operazioni straordinarie. Similmente a quanto previsto per le Sofferenze anche per quanto riguarda gli UTP, vengono utilizzati haircut nella valutazione delle garanzie immobiliari. Per le posizioni Going Concern, tali haircut sono determinati sulla base degli haircut applicati nel processo liquidatorio (sofferenza o UTP Gone Concern), applicando un fattore di calibrazione pari alla probabilità di migrazione degli UTP a sofferenza;
  • o scenario di cessazione dell'attività (c.d. "Gone Concern Approach"): applicabile nei casi in cui si ritiene che i flussi di cassa del debitore siano destinati a venir meno. Si tratta di uno scenario la cui applicazione potrebbe eventualmente riguardare posizioni per le quali è prevista la classificazione a sofferenza. In tale contesto, assumendo che non siano ragionevolmente percorribili interventi degli azionisti e/o operazioni straordinarie di ristrutturazione del debito in contesti di turnaround, il recupero del credito si basa sostanzialmente sul valore delle garanzie che assistono il credito della Banca al netto dell'applicazione di un haircut (determinato come per le Sofferenze) nonché, in subordine, sul valore di realizzo degli asset patrimoniali, tenuto conto della massa passiva e delle eventuali cause di prelazione;
  • la valutazione analitico-statistica, effettuata per le sofferenze e le inadempienze probabili di importo inferiore ai 2 milioni e per i crediti scaduti e/o sconfinanti, presenta delle peculiarità a seconda della tipologia di esposizione interessata.

Con riferimento alle sofferenze, la valutazione analitico-statistica si basa sulle griglie di LGD Sofferenza, dove il modello LGD Defaulted Asset si caratterizza prevalentemente per la differenziazione dei tassi di perdita in funzione, oltre che del segmento regolamentare, della permanenza nello stato di rischio ("vintage") e per l'eventuale attivazione di procedure di recupero giudiziali. Le griglie risultano inoltre differenziate per gli altri assi di analisi significativi in sede di stima del modello (es. forma tecnica, tipologia di garanzia, area geografica, fascia di esposizione, ecc.). Le griglie dei tempi di recupero si articolano principalmente per segmento regolamentare e per ulteriori assi di analisi significativi in sede di modellistica (es. procedure di recupero, fascia di esposizione, forma tecnica).

Con riferimento alle inadempienze probabili, la valutazione è effettuata mediante l'applicazione di griglie di LGD statistica stimate appositamente per le posizioni classificate come Inadempienze Probabili, in coerenza con le griglie di LGD stimate per le sofferenze. Il modello di stima della griglia di LGD per le Inadempienze Probabili è infatti analogo a quello descritto in precedenza per le sofferenze e calcola il tasso di perdita atteso del rapporto oggetto di valutazione in funzione delle caratteristiche dello stesso. La LGD per le Inadempienze Probabili è ottenuta tramite ricalibrazione della LGD sofferenza attraverso il modulo Danger Rate. Il Danger Rate è un fattore correttivo moltiplicativo da applicare alla LGD sofferenza, al fine di tener conto dei tassi di perdita registrabili nei diversi status di default (stato di Inadempienza Probabile e/o scaduto/sconfinante). Il Danger Rate è stimato utilizzando la probabilità di migrazione a Sofferenza per le posizioni già in default, i tassi di perdita osservati nella fase di Pre-Sofferenza per le posizioni che migrano a Sofferenza e i tassi di perdita osservati nella fase di Pre-Sofferenza per le posizioni che rientrano in Bonis o si estinguono.

Inoltre, per le due sottoclassi dello stato rischio "Inadempienze Probabili" ("Inadempienze Probabili Non Forborne" e "Inadempienze Probabili Forborne"), sono stimate griglie differenziate per tenere in opportuna considerazione le caratteristiche dei crediti Forborne, che, oltre a presentare livelli medi di perdita più contenuti per effetto delle "Forbearance Measures", risentono anche dei vincoli normativi che ne impediscono il rientro in bonis prima dei 12 mesi dalla data dell'avvenuta rinegoziazione.

Con riferimento ai crediti scaduti e/o sconfinanti, le metodologie di determinazione delle griglie sono analoghe a quelle descritte per le Inadempienze Probabili (Framework Danger Rate). Il fattore vintage è in questo caso colto dall'introduzione di una differenziazione in funzione della durata dello scaduto (Past Due a 90 giorni/180 giorni) che determina una significativa variazione dei tassi di perdita delle griglie che si articolano inoltre, in maniera differenziata, per segmento regolamentare e per ulteriori assi di analisi (es. forma tecnica, tipologia di garanzia, area geografica, fascia di esposizione, ecc.) comuni alle altre categorie del credito deteriorato.

Anche nei modelli di stima della LGD utilizzati nella valutazione analitico-statistica delle esposizioni non performing, vengono effettuati gli interventi di rimozione di alcune componenti aggiuntive specificatamente introdotte per i modelli regolamentari, analogamente a quanto già evidenziato per le esposizioni performing.

Per quel che attiene all'inclusione di informazioni correnti e forward looking, si segnala che, per le esposizioni deteriorate, viene considerata anche una componente stimata statisticamente (Add on da scenario macroeconomico) legata agli scenari Most Likely e peggiorativi previsti nell'orizzonte temporale dei successivi tre anni, secondo i criteri già descritti.

Come richiesto dall'IFRS 9, occorre, infatti, considerare anche gli effetti dello scenario forward looking rispetto alle stime di LGD e la componente sopra richiamata è volta a catturare la non linearità della relazione tra le variabili macroeconomiche e la misurazione dell'ECL, tramite analisi dell'incertezza previsionale delle variabili utilizzate per la predisposizione dello scenario Most Likely. Essa si basa sul medesimo framework metodologico impiegato per i crediti performing, ma ignora in ottica prudenziale lo scenario migliorativo, considerando i soli scenari peggiorativo e Most Likely medi sull'orizzonte dei tre anni successivi.

Alle valutazioni analitico/statistiche, inoltre, è applicato un fattore aggiuntivo ancorato a variabili gestionali interne, in particolare il livello di NPL ratio passato e prospettico che, sulla base dell'osservazione di lungo periodo, risulta statisticamente correlato con la dinamica delle perdite. Tale fattore rende la stima dell'LGD maggiormente sensibile alle variazioni del contesto economico/gestionale corrente e prospettico.

Sempre in relazione a scenari prospettici, con riferimento alla categoria delle inadempienze probabili, che racchiude posizioni ancora vive ma con segnali di criticità, sia per le posizioni con valutazione analitico-specifica, sia per quelle con valutazione analitico-statistica, qualora non siano presenti misure di forbearance efficaci, è prevista l'applicazione in un'ulteriore componente aggiuntiva (oltre al citato Add on da scenario macroeconomico) finalizzata a ridurre il valore recuperabile delle posizioni in funzione dell'anzianità nello stato di rischio e dell'assenza di movimentazione e/o recuperi per un determinato periodo di tempo.

Passando ad analizzare gli scenari alternativi di recupero, si evidenzia come il Gruppo Intesa Sanpaolo, in relazione agli obiettivi di riduzione dello stock di crediti non performing in essere, inclusi nei piani aziendali, ed agli eventuali impegni assunti con gli Organi di Vigilanza, con specifico riferimento alla cd. NPL Strategy, considera la vendita di determinati portafogli come la strategia che può, in determinate condizioni, massimizzare il recupero dei cash flow, anche in considerazione dei tempi di recupero.

Conseguentemente, allo scenario "ordinario", che ipotizza una strategia di recupero basata sull'incasso del credito tipicamente attraverso azioni legali, mandati a società di recupero, realizzo delle garanzie bancarie, viene affiancato – ove applicabile e come strategia di recupero alternativa – anche lo scenario di vendita del credito medesimo.

Qualora i piani aziendali e le strategie della Banca identifichino specifici obiettivi di dismissione e conseguentemente un portafoglio di crediti deteriorati che può essere oggetto di cessione, i crediti inclusi in tale portafoglio sino al raggiungimento degli obiettivi di cessione sono valutati tenendo conto sia del valore recuperabile attraverso la gestione operativa, sia di valutazioni di mercato (sulla base di perizie esterne) e/o di prezzi di vendita se già definiti.

In particolare, qualora si identifichi un più ampio portafoglio di crediti oggetto di potenziale cessione rappresentato da crediti di proprietà del Gruppo che hanno caratteristiche di cedibilità (quindi, ad esempio, posizioni che non presentano situazioni di contenzioso, come da indicazione puntuale delle strutture gestionali e che non siano oggetto di cartolarizzazione sintetica), rispetto agli obiettivi di vendita, il valore di bilancio del suddetto portafoglio viene determinato ponderando il valore recuperabile attraverso la gestione operativa con il valore recuperabile attraverso la cessione.

Più in dettaglio, il valore recuperabile dei crediti deteriorati cedibili è quantificato come valore medio tra (i) il "valore in ipotesi di cessione" (fair value) e (ii) il "valore in ipotesi di collection", assumendo come peso di ponderazione, la percentuale dei crediti cedibili - determinata come rapporto tra il target di volume di crediti da cedere ed i rispettivi portafogli "aggredibili" per caratteristiche similari, ovvero come percentuale che riflette adeguatamente la probabilità di vendita dei portafogli la cui dismissione è ritenuta altamente probabile. Si osserva che il "valore in ipotesi di collection" è determinato secondo le già illustrate logiche ordinarie seguite da Intesa Sanpaolo per l'impairment dei crediti deteriorati, vale a dire sulla base di una valutazione analitica per le esposizioni superiori a una definita soglia e sulla base di una valutazione analitico-statistica per le altre. La valutazione del "valore in ipotesi di cessione" è effettuata sulla base di valutazioni di mercato attraverso il ricorso a valutatori indipendenti.

Qualora, invece, si identifichi in modo specifico le posizioni da cedere, tali posizioni vengono valutate esclusivamente tenendo conto dei valori di mercato stabiliti da periti esterni sulla base di un'apposita fairness opinion o, se già definito attraverso un accordo vincolante con l'acquirente, del prezzo di cessione. Tali crediti vengono anche riclassificati tra le attività in via di dismissione.

Come già anticipato, si segnala, inoltre, che le attività finanziarie acquistate o originate già deteriorate (POCI) presentano delle particolarità in tema di impairment. In proposito, a fronte delle stesse, sin dalla data di rilevazione iniziale e per tutta la vita degli strumenti in questione, devono essere contabilizzate rettifiche di valore pari all'ECL lifetime. A ogni data di riferimento successiva del bilancio, deve, quindi, essere adeguato l'ammontare dell'ECL lifetime, rilevando a Conto economico l'importo dell'eventuale variazione delle perdite attese lungo tutta la vita del credito come utile o perdita per riduzione di valore. Alla luce di quanto esposto, le attività finanziarie POCI sono inizialmente iscritte nello Stage 3, ferma restando la possibilità di essere spostate successivamente fra i crediti performing, sui quali, però, continuerà ad essere rilevata una perdita attesa pari all'ECL lifetime.

Per quel che attiene ai crediti deteriorati, si ricorda, infine, che Intesa Sanpaolo ricorre allo stralcio/cancellazione – integrale o parziale - di partite contabili inesigibili (cd. "write-off") e procede alla conseguente imputazione a perdite del residuo non ancora rettificato nei seguenti casi:

  • irrecuperabilità del credito, risultante da elementi certi e precisi (quali, a titolo di esempio, irreperibilità e nullatenenza del debitore, mancati recuperi da esecuzioni mobiliari ed immobiliari, pignoramenti negativi, procedure concorsuali chiuse con non completo ristoro per la Banca, se non vi sono ulteriori garanzie utilmente escutibili ecc.);
  • cessione di credito;
  • rinuncia al credito, in conseguenza di remissione unilaterale del debito o residuo a fronte di contratti transattivi;
  • senza rinuncia al credito. Per quel che attiene agli stralci integrali o parziali senza rinuncia del credito, al fine di evitare il mantenimento in Bilancio di crediti che, pur continuando ad essere gestiti dalle strutture di recupero, presentano possibilità di recupero molto marginali, si procede allo stralcio integrale o parziale per irrecuperabilità del credito pur senza chiusura della pratica legale. Lo stralcio può interessare solo la porzione di credito coperta da accantonamenti; pertanto ciascun credito può essere stralciato fino al limite del Net Book Value. Su base periodica, pertanto si procede alla definizione di portafogli di crediti a sofferenza da assoggettare ad uno stralcio totale o parziale aventi le seguenti macro-caratteristiche:
    • o percentuale di copertura pari al 100% e anzianità (intesa come periodo di permanenza nello stato di "sofferenza") > di 1 anno;
    • o percentuale di copertura > 95% e anzianità (intesa come periodo di permanenza nello stato di "sofferenza") > 5 anni o > 8 anni, rispettivamente in caso di crediti non ipotecari e di crediti ipotecari.

È poi possibile procedere alla definizione di portafogli da stralciare con caratteristiche omogenee diverse da quelle sopra indicate, ma riferibili a esposizioni che presentino marginali possibilità di recupero della quota accantonata e in presenza di una quota di accantonamento minima (calcolata tenendo conto degli stralci accumulati sulla posizione, secondo la stessa regola prevista a livello prudenziale dal framework del cosiddetto "Calendar Provisioning") almeno pari al complemento a 1 del fair value stimato sulla base dei prezzi rilevati nelle ultime cessioni di crediti a sofferenza operate dal Gruppo.

Perdite di valore di partecipazioni

Ad ogni data di bilancio le partecipazioni di collegamento o sottoposte a controllo congiunto sono assoggettate ad un test di impairment al fine di verificare se esistono obiettive evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di iscrizione delle attività stesse.

Il processo di rilevazione di eventuali impairment prevede la verifica della presenza di indicatori di possibili riduzioni di valore e la determinazione dell'eventuale svalutazione. Gli indicatori di impairment sono sostanzialmente suddivisibili in due categorie: indicatori qualitativi e indicatori quantitativi.

Tra quelli qualitativi si segnalano:

  • il conseguimento di risultati economici negativi o comunque un significativo scostamento rispetto ad obiettivi di budget o previsti da piani pluriennali comunicati al mercato;
  • l'annuncio/avvio di procedure concorsuali o di piani di ristrutturazione;
  • la revisione al ribasso del "rating" di oltre due classi;
  • l'inadempimento rispetto agli obblighi di puntuale ed integrale pagamento dei titoli di debito emessi;
  • il ricorso a strumenti di politica industriale finalizzati a fronteggiare gravi crisi o per consentire alle aziende di affrontare processi di ristrutturazione/riorganizzazione.

Tra gli indicatori quantitativi si segnalano:

  • la riduzione del fair value al di sotto del valore di bilancio di oltre il 30% ovvero per un periodo superiore a 24 mesi;
  • la capitalizzazione di borsa inferiore al patrimonio netto contabile della società, nel caso di titoli quotati su mercati attivi, ovvero da un valore contabile della partecipazione nel bilancio separato superiore al valore contabile nel bilancio consolidato dell'attivo netto e dell'avviamento della partecipata o dalla distribuzione da parte di quest'ultima di un dividendo superiore al proprio reddito complessivo.

La presenza di indicatori di impairment comporta la rilevazione di una svalutazione nella misura in cui il valore recuperabile risulti inferiore al valore di iscrizione.

Il valore recuperabile è rappresentato dal maggiore tra il fair value al netto dei costi di vendita ed il valore d'uso.

Per i metodi utilizzati per la determinazione del fair value si rimanda a quanto indicato nella Sezione specifica A.4 – Informativa sul fair value.

Il valore d'uso è il valore attuale dei flussi finanziari attesi rivenienti dall'attività; esso riflette la stima dei flussi finanziari attesi dalla attività, la stima delle possibili variazioni nell'ammontare e/o nella tempistica dei flussi finanziari, il valore finanziario del tempo, il prezzo atto a remunerare la rischiosità della attività ed altri fattori che possano influenzare l'apprezzamento, da parte degli operatori di mercato, dei flussi finanziari attesi rivenienti dall'attività.

Nella determinazione del valore d'uso si utilizza il metodo dell'attualizzazione dei flussi di cassa futuri.

Per quanto riguarda le partecipazioni di controllo, le singole partecipazioni non assumono rilevanza individualmente ai fini dell'effettuazione dell'impairment test nel bilancio separato ma rientrano nell'impairment test delle Cash Generating Units (CGU) svolto a livello consolidato. Le CGU identificate sono rappresentate in alcuni casi (Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking) da attività svolte direttamente dalla Capogruppo e da alcune partecipate, in altri casi (International Subsidiary Banks) da aggregazioni di società partecipate, in altri casi (Private Banking e Asset Management) coincidono con le entità giuridiche di riferimento. Quando una partecipazione non produce flussi di cassa ampiamente indipendenti da altre attività essa viene sottoposta ad impairment test non già autonomamente, bensì a livello di CGU. Pertanto, quando le attività riferibili ad una controllata sono incluse in una CGU più ampia della partecipazione medesima, come più diffusamente illustrato nel capitolo successivo a cui si rinvia, l'impairment test può essere svolto solo a quest'ultimo livello e non a l ivello di singola partecipata per la quale non sarebbe correttamente stimabile un valore d'uso.

Perdite di valore di altre attività non finanziarie

Le attività materiali ed immateriali con vita utile definita sono soggette a test di impairment se esiste un'indicazione che il valore contabile del bene non può più essere recuperato. Il valore recuperabile viene determinato con riferimento al fair value dell'attività materiale o immateriale al netto degli oneri di dismissione o al valore d'uso se determinabile e se esso risulta superiore al fair value.

Per le immobilizzazioni materiali diverse dagli immobili e dal patrimonio artistico di pregio e le immobilizzazioni immateriali (diverse da quelle rilevate a seguito di operazioni di aggregazione) si assume che il valore di carico corrisponda normalmente al valore d'uso, in quanto determinato da un processo di ammortamento stimato sulla base dell'effettivo contributo del bene al processo produttivo e risultando estremamente aleatoria la determinazione di un fair value. I due valori si discostano, dando luogo a impairment, in caso di danneggiamenti, uscita dal processo produttivo o altre circostanze similari non ricorrenti.

Come precisato nell'ambito dell'illustrazione delle "Attività materiali ed immateriali", Intesa Sanpaolo valuta gli immobili ad uso funzionale e il patrimonio artistico di pregio secondo il metodo della rideterminazione del valore; in tal caso, qualsiasi perdita per riduzione di valore di un'attività rivalutata deve essere trattata come una diminuzione della rivalutazione fino a concorrenza della stessa, dopodiché qualunque differenza è imputata a Conto economico.

Come illustrato nell'ambito dell'Informativa sul fair value - Fair value del patrimonio immobiliare e del patrimonio artistico di pregio, per gli immobili strumentali annualmente viene effettuata un'analisi di scenario sui trend del mercato immobiliare, al fine di valutare se si sono presentati scostamenti di rilievo nel valore dei cespiti. Qualora siano state riscontrate variazioni di particolare entità (+ o – 10%), si procede con la predisposizione di una perizia aggiornata per adeguare il fair value del bene alle valutazioni del mercato immobiliare. In assenza di scostamenti significativi si procede alla rideterminazione del valore attraverso una nuova perizia ogni 2 anni per gli immobili cosiddetti "trophy asset" (ovvero gli immobili di particolare prestigio utilizzati da funzioni Direzionali ubicati nelle principali città sede della banca oppure di particolare interesse storico artistico perché vincolati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e ogni tre anni per gli altri immobili strumentali.

Per quanto concerne il patrimonio artistico di pregio, la rideterminazione di valore è effettuata tramite una nuova perizia ogni tre anni. Annualmente viene comunque svolta una analisi di scenario per individuare eventuali variazioni di valore apprezzabile al fine di anticipare l'attività valutativa. Qualora il monitoraggio annuale evidenzi un possibile scostamento di valore, in positivo o in negativo, superiore al 15% per singole opere di autori presenti nelle collezioni della banca e confrontabili in base a criteri oggettivi (dimensioni, tecnica, periodo di realizzazione, ecc.), è necessario commissionare nuove perizie di stima.

Le attività immateriali rilevate a seguito di operazioni di acquisizione ed in applicazione del principio IFRS 3 ad ogni data di bilancio sono sottoposte ad un test di impairment al fine di verificare se esistono obiettive evidenze che l'attività possa aver subito una riduzione di valore.

Le attività immateriali a vita definita, rappresentate dal valore del portafoglio di asset management e dal valore del portafoglio assicurativo, in presenza di indicatori di impairment vengono sottoposte ad un nuovo processo valutativo per verificare la recuperabilità dei valori iscritti in bilancio. Il valore recuperabile viene determinato sulla base del valore d'uso, ovvero del valore attuale, stimato attraverso l'utilizzo di un tasso rappresentativo del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell'attività, dei margini reddituali generati dai rapporti in essere alla data della valutazione lungo un orizzonte temporale esprimente la durata residua attesa degli stessi.

Le attività immateriali a vita indefinita, rappresentate dalla valorizzazione del marchio ("brand name") e dall'avviamento, non presentando flussi finanziari autonomi, sono annualmente sottoposte ad una verifica dell'adeguatezza del valore iscritto tra le attività con riferimento alla Cash Generating Unit (CGU) a cui i valori sono stati attribuiti in occasione delle operazioni di aggregazione aziendale. Poiché l'identificazione delle CGU richiede di analizzare le caratteristiche gestionali e le modalità di reporting utilizzate dal management e poiché la logica di assunzione delle decisioni strategiche da parte del management della Capogruppo è quella del Gruppo nel suo complesso e non già della sola Capogruppo come entità singola, le CGU sono individuate con riferimento al bilancio consolidato.

Le CGU identificate sono rappresentate in alcuni casi (Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking) da attività svolte direttamente dalla Capogruppo e da alcune partecipate, in altri casi (International Subsidiary Banks) da aggregazioni di società partecipate, in altri casi (Private Banking e Asset Management) coincidono con le entità giuridiche di riferimento. Trattandosi, come detto, delle medesime CGU identificate a livello consolidato, l'analisi svolta a tale livello in relazione alla verifica della tenuta degli avviamenti e delle altre attività a vita indefinita iscritti nel bilancio del Gruppo Intesa Sanpaolo, è valida anche con riferimento ai valori iscritti nel bilancio separato della Capogruppo. Pertanto, l'analisi svolta a livello consolidato con riferimento alle singole CGU viene assunta, previo confronto con il valore contabile degli attivi nel bilancio separato, senza operare, nel caso di superamento del test di impairment, un nuovo test nel bilancio separato.

Qualora a livello di bilancio consolidato con riferimento ad una determinata CGU si presenti la necessità di rilevare un impairment, tale svalutazione deve essere attribuita alle attività che compongono la CGU partendo dall'avviamento. Nel caso si riscontri la necessità di dover rilevare una rettifica di valore riguardi CGU non coincidenti con le entità giuridiche di riferimento, la svalutazione viene attribuita alle partecipate, dopo l'azzeramento dell'avviamento di pertinenza della CGU iscritto nel bilancio separato a voce propria, in funzione dei rispettivi fair value.

Per l'illustrazione dei criteri di determinazione del valore recuperabile delle CGU si rinvia a quanto esposto nella Parte A - Politiche contabili del bilancio consolidato.

Per quanto riguarda l'attività immateriale rappresentata dal brand name, qualora la CGU di riferimento non presenti avviamenti allocati e, conseguentemente, non risulti possibile attrarre la verifica del valore recuperabile dell'intangible specifico nel contesto dell'impairment test dell'avviamento basato sui flussi di cassa complessivi della CGU, si procede ad una sua valutazione autonoma e specifica sulla base del fair value attestato dalla perizia di un esperto indipendente.

Aggregazioni aziendali

In tema di Aggregazioni aziendali il principio contabile di riferimento è l'IFRS 3.

Il trasferimento del controllo di un'impresa (o di un gruppo di attività e beni integrati, condotti e gestiti unitariamente) configura un'operazione di aggregazione aziendale.

A tal fine il controllo si considera trasferito quando l'investitore è esposto a rendimenti variabili, o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con la partecipata e nel contempo ha la capacità di incidere sui rendimenti esercitando il proprio potere su tale entità.

L'IFRS 3 richiede che per tutte le operazioni di aggregazione venga individuato un acquirente. Quest'ultimo deve essere identificato nel soggetto che ottiene il controllo su un'altra entità o gruppo di attività. Nel caso in cui non si sia in grado di identificare un soggetto controllante seguendo la definizione di controllo sopra descritta, come per esempio nel caso di operazioni di scambio di interessenze partecipative, l'individuazione dell'acquirente deve avvenire con l'utilizzo di altri fattori quali: l'entità il cui fair value è significativamente maggiore, l'entità che eventualmente versa un corrispettivo in denaro, l'entità che emette le nuove azioni.

L'acquisizione, e quindi il primo consolidamento dell'entità acquisita, deve essere contabilizzata nella data in cui l'acquirente ottiene effettivamente il controllo sull'impresa o attività acquisite. Quando l'operazione avviene tramite un'unica operazione di scambio, la data dello scambio normalmente coincide con la data di acquisizione. Tuttavia è sempre necessario verificare l'eventuale presenza di accordi tra le parti che possano comportare un trasferimento del controllo prima della data dello scambio.

Il corrispettivo trasferito nell'ambito di un'operazione di aggregazione deve essere determinato come sommatoria del fair value, alla data dello scambio, delle attività cedute, delle passività sostenute o assunte e degli strumenti di capitale emessi dall'acquirente in cambio del controllo.

Nelle operazioni che prevedono il pagamento in denaro (o quando è previsto il pagamento mediante strumenti finanziari assimilabili alla cassa) il prezzo è il corrispettivo pattuito, eventualmente attualizzato nel caso in cui sia previsto un pagamento rateale con riferimento ad un periodo superiore al breve termine; nel caso in cui il pagamento avvenga tramite uno strumento diverso dalla cassa, quindi mediante l'emissione di strumenti rappresentativi di capitale, il prezzo è pari al fair value del mezzo di pagamento al netto dei costi direttamente attribuibili all'operazione di emissione di capitale. Per le modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari, si rimanda a quanto indicato nella Sezione A.4 – Informativa sul fair value, con l'accortezza che, in presenza di azioni quotate su mercati attivi, il fair value è rappresentato dalla quotazione di Borsa alla data dell'acquisizione o, in mancanza, dall'ultima quotazione disponibile.

Sono inclusi nel corrispettivo dell'aggregazione aziendale alla data di acquisizione gli aggiustamenti subordinati ad eventi futuri, se previsti dagli accordi e solo nel caso in cui siano probabili, determinabili in modo attendibile e realizzati entro i dodici mesi successivi alla data di acquisizione del controllo mentre non vengono considerati gli indennizzi per riduzione del valore

delle attività utilizzate in quanto già considerati o nel fair value degli strumenti rappresentativi di capitale o come riduzione del premio o incremento dello sconto sull'emissione iniziale nel caso di emissione di strumenti di debito.

I costi correlati all'acquisizione sono gli oneri che l'acquirente sostiene per la realizzazione dell'aggregazione aziendale; a titolo esemplificativo questi comprendono i compensi professionali corrisposti a revisori, periti, consulenti legali, i costi per perizie e controllo dei conti, predisposizione di documenti informativi richiesti dalle norme, nonché le spese di consulenza sostenute per identificare potenziali target da acquisire se è contrattualmente stabilito che il pagamento sia effettuato solo in caso di esito positivo dell'aggregazione, nonché i costi di registrazione ed emissione di titoli di debito o titoli azionari.

L'acquirente deve contabilizzare i costi correlati all'acquisizione come oneri nei periodi in cui tali costi sono sostenuti e i servizi sono ricevuti, ad eccezione dei costi di emissione di titoli azionari o di titoli di debito che devono essere rilevati secondo quanto disposto dallo IAS 32.

Le operazioni di aggregazione aziendale sono contabilizzate secondo il "metodo dell'acquisizione", in base al quale le attività identificabili acquisite (comprese eventuali attività immateriali in precedenza non rilevate dall'impresa acquisita) e le passività identificabili assunte (comprese quelle potenziali) devono essere rilevate ai rispettivi fair value alla data di acquisizione.

Inoltre, come espressamente previsto dall'IFRS 3, per ogni aggregazione aziendale eventuali quote di minoranza nella società acquisita possono essere rilevate al fair value (con conseguente incremento del corrispettivo trasferito) o in proporzione alla quota della partecipazione di minoranza nelle attività nette identificabili delle società acquisite.

Se il controllo viene realizzato attraverso acquisti successivi, l'acquirente deve ricalcolare l'interessenza che deteneva in precedenza nella società acquisita al rispettivo fair value alla data di acquisizione e rilevare nel Conto economico l'eventuale differenza rispetto al precedente valore di carico.

L'eccedenza tra il corrispettivo trasferito (rappresentato dal fair value delle attività trasferite, delle passività sostenute o degli strumenti di capitale emessi dall'acquirente), eventualmente integrato dal valore delle quote di minoranza (determinato come sopra esposto) e dal fair value delle interessenze già possedute dall'acquirente, ed il fair value delle attività e passività acquisite deve essere rilevata come avviamento; qualora queste ultime risultino, invece, superiori alla sommatoria del corrispettivo, delle quote di minoranza e del fair value delle quote già possedute, la differenza deve essere imputata a Conto economico.

La contabilizzazione dell'operazione di aggregazione può avvenire provvisoriamente entro la fine dell'esercizio in cui l'aggregazione viene realizzata e deve essere perfezionata entro dodici mesi dalla data di acquisizione.

Non configurano aggregazioni aziendali le operazioni finalizzate al controllo di una o più imprese che non costituiscono un'attività aziendale o al controllo in via transitoria o, infine, se l'aggregazione aziendale è realizzata con finalità riorganizzative, quindi tra due o più imprese o attività aziendali già facenti parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, e che non comporta cambiamento degli assetti di controllo indipendentemente dalla percentuale di diritti di terzi prima e dopo l'operazione (cosiddette aggregazioni aziendali di imprese sottoposte a controllo comune). Tali operazioni sono considerate prive di sostanza economica. Pertanto, in assenza di specifiche indicazioni previste dai principi IAS/IFRS e in aderenza con le presunzioni dello IAS 8 che richiede che – in assenza di un principio specifico – l'impresa debba fare uso del proprio giudizio nell'applicare un principio contabile che fornisca un'informativa rilevante, attendibile, prudente e che rifletta la sostanza economica dell'operazione, esse sono contabilizzate salvaguardando la continuità dei valori nel bilancio dell'acquirente.

Le fusioni rientrano tra le operazioni di concentrazione tra imprese, rappresentando la forma di aggregazione aziendale più completa, in quanto comportano l'unificazione sia giuridica che economica dei soggetti che vi partecipano.

Le fusioni, siano esse proprie, cioè con la costituzione di un nuovo soggetto giuridico oppure "per incorporazione" con la confluenza di un'impresa in un'altra impresa già esistente, sono trattate secondo i criteri precedentemente illustrati, in particolare:

  • se l'operazione comporta il trasferimento del controllo di un'impresa, essa viene trattata come un'operazione di aggregazione ai sensi dell'IFRS 3;
  • se l'operazione non comporta il trasferimento del controllo, essa viene contabilizzata privilegiando la continuità dei valori.

A. 3 – INFORMATIVA SUI TRASFERIMENTI TRA PORTAFOGLI DI ATTIVITA' FINANZIARIE

Successivamente all'adozione dell'IFRS 9, il Gruppo Intesa Sanpaolo non ha effettuato cambiamenti di business model per la gestione delle proprie attività finanziarie e, conseguentemente, non sono avvenuti trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie.

Secondo le regole generali previste dall'IFRS 9 in materia di riclassificazione delle attività finanziarie (ad eccezione dei titoli di capitale, per cui non è ammessa alcuna riclassifica) non sono ammesse riclassifiche verso altre categorie di attività finanziarie salvo il caso in cui l'entità modifichi il modello di business per la gestione di tali attività finanziarie. È atteso che tali modifiche siano altamente infrequenti e devono essere determinate dal management a seguito di rilevanti cambiamenti esterni o interni, dimostrabili a soggetti esterni.

A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business, valore di bilancio e interessi attivi L'informativa non è dovuta in quanto non sussistono attività finanziarie riclassificate iscritte nell'attivo di bilancio.

A.3.2 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business, fair value ed effetti sulla redditività complessiva

L'informativa non è dovuta in quanto nell'esercizio 2022 non sono stati effettuati trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie.

A.3.3 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento del modello di business e tasso di interesse effettivo L'informativa non è dovuta in quanto non sussistono attività finanziarie riclassificate iscritte nell'attivo di bilancio.

A. 4 – INFORMATIVA SUL FAIR VALUE

FAIR VALUE, INDEPENDENT PRICE VERIFICATION E PRUDENT VALUE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI

Il quadro delle valutazioni finanziarie al fair value si articola su tre pilastri: la misurazione del fair value secondo i principi contabili internazionali (IFRS), la verifica indipendente dei prezzi (IPV – Independent Price Verification) e la misurazione del prudent value, gli ultimi due stabiliti dalla Capital Requirement Regulation (CRR). I successivi paragrafi descrivono le modalità con cui gli elementi citati sono stati recepiti ed utilizzati dalla Banca.

Principi generali fair value

La Banca disciplina e formalizza la misurazione del fair value degli strumenti finanziari attraverso le Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value di Gruppo, documento predisposto a cura della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management.

Le "Linee Guida di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value", previo parere favorevole del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, sono oggetto di revisione e approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato Rischi e Sostenibilità. Le "Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value" sono oggetto di esame, revisione e approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, a ciò specificatamente delegato dagli Organi Amministrativi, che esamina altresì gli interventi ed aggiornamenti materialmente rilevanti, la cui proposta compete alla Direzione Centrale Market and Financial Risk Management.

Le "Regole per la valutazione degli Equity Investments non quotati", elaborate dalla Direzione Centrale M&A e Partecipazioni di Gruppo e approvate dal Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, disciplinano invece la misurazione del fair value dei titoli di capitale non quotati e degli strumenti finanziari aventi come sottostante titoli di capitale non quotati.

Il principio contabile IFRS 13 che armonizza le regole di misurazione e la relativa informativa, definisce il fair value come il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato (ossia non in una liquidazione forzosa o in una vendita sottocosto) alla data di valutazione. Il fair value è un criterio di valutazione di mercato, non specificatamente riferito alla singola banca. Sottostante la definizione di fair value c'è la presunzione che la banca si trovi nel normale esercizio della sua attività senza alcuna intenzione di liquidare i propri beni, di ridurre in via significativa il livello delle proprie attività ovvero di procedere alla definizione di transazioni a condizioni sfavorevoli.

La Banca valuta il fair value di un'attività o passività adottando le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nella determinazione del prezzo dell'attività o passività, presumendo che essi agiscano per soddisfare nel modo migliore il proprio interesse economico. La valutazione del fair value suppone che l'operazione di vendita dell'attività o di trasferimento della passività abbia luogo:

a. nel mercato attivo principale dell'attività o passività;

b. in assenza di un mercato principale, nel mercato attivo più vantaggioso per l'attività o passività.

La Banca non deve effettuare una ricerca esaustiva di tutti i possibili mercati per identificare il mercato principale o, in assenza del mercato principale, il mercato più vantaggioso, ma deve prendere in considerazione tutte le informazioni che sono ragionevolmente disponibili. In assenza di un'evidenza contraria, si presume che il mercato nel quale normalmente l'entità opera per vendere l'attività o trasferire la passività sia il mercato principale o, in assenza di un mercato principale, il mercato più vantaggioso. La Banca ritiene che il mercato principale di un'attività o passività finanziaria possa essere identificato con il mercato nel quale normalmente opera la Banca.

La Banca considera, coerentemente con l'IFRS 13, un mercato attivo come un mercato in cui le operazioni relative all'attività o alla passività si verificano con una frequenza e con volumi sufficienti a fornire informazioni utili per la determinazione del prezzo su base continuativa. Più precisamente uno strumento finanziario è considerato quotato in un mercato attivo se i prezzi sono prontamente e regolarmente disponibili tramite un listino, operatore, intermediario, settore industriale, agenzia di determinazione del prezzo, autorità di regolamentazione, e tali prezzi rappresentano operazioni di mercato effettive che avvengono regolarmente in normali contrattazioni.

In specifiche casistiche, disciplinate dalle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value e pur in presenza di quotazioni su mercati regolamentati, vengono effettuati appositi approfondimenti, tesi a verificare la significatività delle quotazioni espresse dal mercato ufficiale. Nel caso di significativa riduzione nel volume o nel livello di operatività rispetto al consueto per l'attività o passività (o per attività o passività similari) evidenziata da alcuni indicatori (numerosità delle transazioni, scarsa significatività dei prezzi espressi dal mercato, incremento significativo dei premi impliciti per il rischio di liquidità, allargamento o incremento dello spread bid-ask, riduzione o assenza totale di mercato per nuove emissioni, scarsità di informazioni di dominio pubblico), devono essere effettuate analisi delle transazioni o dei prezzi quotati. Una diminuzione del volume e del livello di attività da sola potrebbe non indicare che il prezzo di una transazione o il prezzo quotato non rappresenta il fair value o che la transazione in quel mercato non sia ordinaria. Se un'entità determina che una transazione o un prezzo quotato non rappresenta il fair value (es. transazioni non ordinarie), è necessario un aggiustamento ai prezzi delle transazioni o ai prezzi quotati se l'entità usa quei prezzi come base per la valutazione al fair value e tale aggiustamento può essere significativo rispetto alla valutazione al fair value nel suo complesso.

Il fair value degli strumenti finanziari

L'esistenza di quotazioni in un mercato attivo costituisce la miglior evidenza del fair value; tali quotazioni rappresentano quindi i prezzi da utilizzare in via prioritaria per la valutazione delle attività e delle passività finanziarie. In assenza di un mercato attivo, il fair value viene determinato utilizzando tecniche di valutazione volte a stabilire, in ultima analisi, quale prezzo avrebbe avuto il prodotto, alla data di valutazione, in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La scelta tra le suddette metodologie di valutazione non è opzionale, dovendo le stesse essere applicate in ordine gerarchico: la disponibilità di un prezzo espresso da un mercato attivo impedisce di ricorrere ad uno degli altri approcci valutativi.

Input delle tecniche di valutazione

Si definiscono input le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell'attività o della passività, incluse le assunzioni circa il rischio quali, ad esempio, il rischio inerente a una particolare tecnica di valutazione utilizzata per misurare il fair value o il rischio inerente agli input della tecnica di valutazione. Gli input possono essere osservabili o non osservabili.

Sono input osservabili quelli elaborati utilizzando dati di mercato, come le informazioni disponibili al pubblico su operazioni o fatti effettivi, e che riflettono le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell'attività o della passività.

Sono input non osservabili quelli per i quali non sono disponibili informazioni di mercato e che sono elaborati utilizzando le migliori informazioni disponibili in merito ad assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero per determinare il prezzo dell'attività o della passività.

Gerarchia del fair value

L'IFRS 13 stabilisce una gerarchia del fair value che classifica in tre livelli gli input delle tecniche di valutazione adottate per valutare il fair value. Tale gerarchia attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche (dati di Livello 1) e minima priorità agli input non osservabili (dati di Livello 3). In particolare:

  • il livello di fair value viene classificato a 1 quando la valutazione dello strumento è ottenuta direttamente da prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche a cui l'entità può accedere alla data di valutazione;
  • il livello di fair value viene classificato a 2 qualora non sia stato riscontrato un prezzo da mercato attivo e la valutazione avvenga via tecnica di valutazione, sulla base di parametri osservabili sul mercato, oppure sull'utilizzo di parametri non osservabili ma supportati e confermati da evidenze di mercato, quali prezzi, spread o altri input;
  • il livello di fair value viene classificato a 3 quando le valutazioni sono effettuate utilizzando input diversi, non tutti desunti direttamente da parametri osservabili sul mercato e comportano quindi stime ed assunzioni da parte del valutatore.

Nel caso in cui differenti input siano utilizzati per valutare il fair value di un'attività o passività, la classificazione nella gerarchia è determinata in base all'input di più basso livello utilizzato per la valutazione. Per assegnare la gerarchia del fair value viene data priorità agli input delle tecniche di valutazione piuttosto che alle tecniche di valutazione stesse.

L'allegato "Gerarchia del Fair Value" delle "Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value" definisce, con riferimento ai rispettivi modelli/input di valutazione degli strumenti finanziari, le regole minimali che devono soddisfare gli input di mercato per essere classificati a livello 2, e le soglie di significatività che, qualora superate, portino ad una attribuzione al livello 3.

Per gli strumenti finanziari di livello 1 viene utilizzato il prezzo corrente offerto ("denaro") per le attività finanziarie ed il prezzo corrente richiesto ("lettera") per le passività finanziarie, rilevato sul mercato principale al quale si ha accesso, alla chiusura del periodo di riferimento.

Nel caso di strumenti finanziari per i quali il differenziale domanda-offerta risulta scarsamente rilevante, o per le attività e passività finanziarie con caratteristiche tali da portare a posizioni compensative per il rischio di mercato, viene utilizzato un prezzo medio di mercato (sempre riferito all'ultimo giorno del periodo di riferimento) in luogo del prezzo di offerta o del prezzo richiesto.

Sono considerati strumenti finanziari di livello 1 i titoli obbligazionari contribuiti (ovvero per i quali è disponibile il Composite Bloomberg Bond Trader sull'Information Provider Bloomberg, o, in alternativa, una quotazione sul circuito EuroMTS o almeno tre quotazioni eseguibili sull'Information Provider Bloomberg), titoli azionari contribuiti (ovvero quotati sul mercato ufficiale di riferimento), i fondi comuni di investimento UCITS contribuiti (rientranti nell'ambito di applicazione delle direttive comunitarie), le operazioni in cambi spot, i contratti derivati per i quali siano disponibili quotazioni su un mercato attivo (per esempio futures e opzioni exchange traded).

Per differenza, tutti gli altri strumenti finanziari che non appartengono alle categorie sopra descritte o che non presentano la profondità di contribuzione definita dalle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value non sono considerati strumenti di livello 1.

In assenza di quotazione su un mercato attivo o in assenza di un regolare funzionamento del mercato, cioè quando il mercato non ha un sufficiente e continuativo numero di transazioni, spread denaro-lettera e volatilità non sufficientemente contenuti, la determinazione del fair value degli strumenti finanziari è prevalentemente realizzata grazie all'utilizzo di tecniche di valutazione aventi l'obiettivo di stabilire il prezzo al quale, in una transazione ordinaria l'attività sarebbe venduta o la passività trasferita tra partecipanti al mercato, alla data di valutazione, in condizioni attuali di mercato.

Nel caso di strumenti classificati a livello 2 la valutazione è basata su prezzi o spread creditizi desunti dalle quotazioni ufficiali di strumenti sostanzialmente simili in termini di fattori di rischio, utilizzando una data metodologia di calcolo (modello di valutazione). Il ricorso a tale approccio si traduce nella ricerca di transazioni presenti su mercati attivi, relative a strumenti che, in termini di fattori di rischio, sono comparabili con lo strumento oggetto di valutazione. Le metodologie di calcolo classificate di livello 2 consentono di riprodurre i prezzi di strumenti finanziari quotati su mercati attivi (calibrazione del modello) senza includere parametri discrezionali – cioè parametri il cui valore non può essere desunto da quotazioni di strumenti finanziari presenti su mercati attivi ovvero non può essere fissato su livelli tali da replicare quotazioni presenti su mercati attivi – tali da influire in maniera determinante sul prezzo di valutazione finale.

Sono valutati secondo modelli che utilizzano input di livello 2:

– i titoli obbligazionari privi di quotazioni ufficiali espresse da un mercato attivo e il cui fair value è determinato tramite l'utilizzo di un appropriato credit spread, individuato a partire da strumenti finanziari contribuiti e liquidi con caratteristiche similari;

  • i finanziamenti il cui fair value è determinato tramite l'utilizzo di un appropriato credit spread individuato a partire da evidenze di mercato di strumenti finanziari con caratteristiche similari;
  • i contratti derivati (ivi inclusi quelli cartolarizzati) la cui valutazione è effettuata mediante appositi modelli, alimentati da parametri di input (quali curve di tasso, cambi e volatilità) osservati sul mercato;
  • i prodotti strutturati di credito (ABS, CLO HY, CDO) per cui non sono disponibili prezzi significativi e il cui fair value viene determinato utilizzando tecniche di valutazione che tengono conto di parametri desumibili dal mercato;
  • titoli di capitale non contribuiti valutati con il ricorso a transazioni dirette, ovvero transazioni significative sul titolo registrate in un arco di tempo ritenuto sufficientemente breve rispetto al momento della valutazione ed in condizioni di mercato costanti o per i quali sono utilizzati i cosiddetti modelli valutativi "relativi" basati su moltiplicatori;
  • i fondi hedge non UCITS, verificato che gli strumenti di livello 3 non superino una predeterminata soglia.

Nel caso di strumenti classificati a livello 3, per la determinazione del fair value è necessario ricorrere a modelli valutativi che presuppongono l'utilizzo di parametri di input non direttamente osservabili sul mercato e che quindi comportano stime e assunzioni da parte del valutatore. In particolare, la valutazione dello strumento finanziario viene condotta utilizzando una metodologia di calcolo basata su specifiche ipotesi riguardanti:

  • lo sviluppo dei cash-flow futuri, eventualmente condizionati ad eventi futuri cui possono essere attribuite probabilità desunte dall'esperienza storica o sulla base di ipotesi di comportamento;
  • il livello di determinati parametri in input non quotati su mercati attivi, per la cui stima sono comunque privilegiate le informazioni acquisite da prezzi e spread osservati sul mercato. Nel caso queste non siano disponibili, si ricorre a dati storici del fattore di rischio specifico sottostante o a ricerche specializzate in materia (ad es. report di Agenzie di Rating o di primari attori del mercato).

Sono valutati secondo tale metodologia:

  • alcune operazioni in derivati, in titoli obbligazionari o in strutturati di credito complessi valutati con input di livello 3;
  • hedge fund in cui gli asset di livello 3 sono superiori ad una predeterminata soglia;
  • fondi di private equity, fondi di private debt, fondi immobiliari e fondi chiusi derivanti da cessioni di credito non performing valutati al NAV, con eventuale applicazione di sconti;
  • quote partecipative e altri titoli di capitale la cui valutazione viene effettuata con l'utilizzo di modelli fondati su flussi finanziari attualizzati o con metodi patrimoniali;
  • finanziamenti il cui fair value è determinato tramite l'utilizzo di un credit spread che non soddisfa i criteri per essere considerato livello 2;
  • finanziamenti con rischio sottostante di natura azionaria, il cui fair value è calcolato sulla base dell'attualizzazione dei flussi contrattuali previsti.

Il trasferimento di livello di fair value delle attività e passività finanziarie valutate al fair value su base ricorrente, avviene, come definito dall'IFRS 13, come segue: il trasferimento tra i livelli 2 e 3 si determina a fronte di una variazione nell'osservabilità o nella significatività di un input alle valutazioni; il trasferimento tra i livelli 1 e 2 o 3 si determina a fronte di una variazione della disponibilità dei prezzi su un mercato attivo.

Per i derivati OTC, la scelta iniziale del livello di gerarchia di fair value dipende dal grado di osservabilità e significatività dei parametri utilizzati per la valutazione della componente "risk free". Il calcolo della componente legata al rischio di insolvenza della controparte/emittente può comportare il trasferimento a livello 3 quando l'esposizione corrente è positiva per la banca e la controparte è in status creditizio deteriorato, oppure quando la determinazione del rischio di insolvenza richiede input non osservabili e la componente di bilateral Credit Value Adjustment (bCVA) sia significativa rispetto al fair value complessivo del netting set, oppure quando la sensitivity al downgrading della controparte sia significativa rispetto al fair value complessivo del netting set.

Per gli strumenti di capitale non contribuiti il trasferimento di livello avviene:

  • quando nel periodo si sono resi disponibili input osservabili sul mercato (es. prezzi definiti nell'ambito di transazioni comparabili sul medesimo strumento tra controparti indipendenti e consapevoli). In questo caso, Intesa Sanpaolo procede alla riclassifica dal livello 3 al livello 2;
  • quando gli elementi direttamente o indirettamente osservabili presi a base per la valutazione sono venuti meno, ovvero non sono più aggiornati (es. transazioni comparabili non più recenti o multipli non più applicabili). In questo caso, Intesa Sanpaolo ricorre a tecniche di valutazione che utilizzano input non osservabili.

Processo di valutazione degli strumenti finanziari

Il processo di valutazione degli strumenti finanziari si articola in diverse fasi che vengono brevemente riassunte qui di seguito: – individuazione delle fonti per le valutazioni: le Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value stabiliscono, per ogni categoria di riferimento (asset class), i processi necessari all'identificazione dei parametri di

  • mercato e le modalità secondo le quali tali dati devono essere recepiti e utilizzati; – certificazione e trattamento dei dati di input alle valutazioni periodiche: tale fase consiste nel controllo puntuale, ad ogni
  • data di valutazione contabile, dei parametri di mercato utilizzati (rilevazione dell'integrità del dato storicizzato sulla piattaforma proprietaria rispetto alla fonte di contribuzione), nel test di verosimiglianza (congruenza di ogni singolo dato con dati simili o comparabili) e nella verifica delle concrete modalità applicative;
  • certificazione delle metodologie di valutazione: in questa fase viene verificata la consistenza e l'aderenza delle varie metodologie valutative utilizzate con la corrente prassi di mercato, al fine di porre in luce eventuali aspetti critici insiti nei modelli di valutazione usati e di determinare eventuali aggiustamenti necessari alla valutazione;
  • monitoraggio e revisione delle metodologie di valutazione: il monitoraggio consiste nel verificare costantemente l'aderenza al mercato del modello di valutazione e consente di evidenziare tempestivamente eventuali scostamenti, avviando le necessarie verifiche ed interventi.

Individuazione, certificazione e trattamento dei dati di input alle valutazioni

Il processo di calcolo del fair value e la necessità di distinguere tra prodotti valutabili in base a prezzi effettivi di mercato, piuttosto che tramite l'applicazione di tecniche di valutazione, evidenzia la necessità di stabilire dei principi univoci nella determinazione dei parametri di mercato. A tal fine le Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value

stabiliscono i processi necessari all'identificazione dei parametri di mercato, le fonti di contribuzione ritenute idonee e le modalità secondo cui tali dati devono essere recepiti (cut off) ed utilizzati per la valutazione degli strumenti finanziari detenuti a vario titolo nei portafogli di proprietà della Capogruppo e delle società controllate. Le stesse fonti vengono utilizzate nel caso di valutazioni effettuate a favore di terze parti secondo accordi di Service Level Agreement, preventivamente formalizzati. L'idoneità dei dati di input alle valutazioni è garantita dal rispetto dei requisiti di riferimento: comparabilità, reperibilità e trasparenza del dato, ovvero alla possibilità di reperire il dato su uno o più sistemi di infoproviding, misura del bid-ask di contribuzione e, infine, relativamente ai prodotti OTC, verifica della comparabilità delle fonti di contribuzione.

L'utilizzo di tutti i parametri di mercato in Intesa Sanpaolo è subordinato alla loro certificazione da parte della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management, in termini di controllo puntuale (rilevando l'integrità del dato storicizzato sulla piattaforma proprietaria rispetto alla fonte di contribuzione), di test di verosimiglianza (congruenza di ogni singolo dato con dati simili o comparabili) e di verifica delle concrete modalità applicative.

Certificazione delle metodologie di valutazione

Le metodologie di valutazione utilizzate dal Gruppo Intesa Sanpaolo sono certificate dalla Direzione Centrale Risk Management IMI CIB, con il coinvolgimento di tutte le strutture competenti. La certificazione è volta a verificare la consistenza delle metodologie con la prassi di mercato corrente, ad evidenziare eventuali criticità o limiti ed a determinare eventuali aggiustamenti al fair value, coerentemente con quanto stabilito dalla normativa vigente. Il processo di certificazione considera tutti gli aspetti della metodologia di valutazione (assunzioni di base, derivazione matematica, eventuali approssimazioni, algoritmi numerici utilizzati, input e output) ma anche tutti gli elementi di contesto che sono rilevanti ai fini della valutazione, fra cui le caratteristiche dei prodotti associati (payoff, clausole di estinzione anticipata, ecc.), degli eventuali accordi accessori (ad es. accordi di netting o collaterale), del mercato su cui i prodotti vengono negoziati, le modalità di utilizzo da parte degli utenti finali (ad es. precisione vs performance, calcolo delle misure di rischio, ecc.). Tali aspetti sono oggetto di analisi qualitative e quantitative e sono opportunamente riportati nella documentazione interna.

In casi di elevata complessità e/o in presenza di turbolenza nei mercati (c.d. market dislocation) è possibile ricorrere ad una validazione indipendente da parte di accreditate società di servizi finanziari.

A conclusione del processo di certificazione, la metodologia di valutazione viene censita nel documento Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value.

Monitoraggio e revisione delle metodologie di valutazione

Come richiesto dalla normativa vigente, le metodologie di valutazione in corso di utilizzo sono sottoposte ad un processo di costante monitoraggio delle loro performance rispetto alle evoluzioni degli strumenti finanziari, dei mercati ed alle innovazioni metodologiche sviluppate dalla comunità scientifica di riferimento, al fine di garantire la loro continua aderenza al mercato, evidenziare tempestivamente eventuali inadeguatezze ed avviare le necessarie verifiche ed interventi. Le Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value dettagliano tutti gli elementi considerati per il monitoraggio periodico e la revisione delle metodologie di valutazione. Le funzioni coinvolte nel processo di monitoraggio sono le stesse funzioni coinvolte nel processo di certificazione delle metodologie di valutazione sopra citato e nel processo IPV disciplinato dalle Linee Guida e Regole di Verifica Indipendente dei Prezzi.

Rischio di valutazione: aggiustamenti al fair value

La Banca definisce il rischio di valutazione come il rischio di perdite derivanti dall'incertezza valutativa del prezzo di uscita degli strumenti finanziari al fair value, a causa di eventuali limiti delle tecniche di valutazione applicate o di particolari condizioni del mercato.

La principale misura di rischio di valutazione associato ad uno strumento finanziario sono gli aggiustamenti al fair value, volti a tenere in considerazione l'incertezza valutativa o la difficoltà di smobilizzo di particolari posizioni finanziarie, e possono essere riferiti ad un singolo strumento finanziario oppure alla posizione netta per un dato fattore di rischio. Gli aggiustamenti possono essere calcolati come componenti additive della valutazione oppure essere incluse direttamente nella valutazione. Essi sono rivisti periodicamente, anche alla luce dell'evoluzione dei mercati, ovvero dell'eventuale introduzione di nuovi strumenti liquidi, di diverse metodologie di calcolo e, in generale, di affinamenti metodologici, che possono portare anche a modifiche sostanziali nelle metodologie di valutazione prescelte e nelle loro implementazioni.

In particolare, la Banca considera aggiustamenti al fair value per le seguenti categorie di incertezza valutativa:

  • incertezza dei dati di input: l'eventuale incertezza valutativa legata ai dati di input alla valutazione (siano essi mid, bid o ask) viene misurata rispetto alle condizioni temporanee o strutturali sui mercati o in relazione all'entità dei controvalori detenuti (in caso di concentrazione) e, laddove necessario, si procede ad un aggiustamento al fair value quantificando il conseguente impatto sulle valutazioni;
  • illiquidità delle posizioni o dei fattori di rischio sottostanti: analogamente rispetto al caso precedente, lo spread bid-ask di mercato viene misurato e laddove necessario si procede ad un aggiustamento al fair value quantificando il conseguente impatto sulle valutazioni;
  • rischio di modello: si basa sull'individuazione e l'utilizzo di varianti dello stesso modello o di modelli alternativi, con i quali effettuare analisi di confronto volte a quantificare la variabilità delle valutazioni (in particolare l'eventuale direzionalità del prezzo al variare del modello) ed il comportamento del modello in vari scenari di mercato (stress test). La quantificazione dell'aggiustamento al fair value si basa, laddove possibile, su grandezze finanziarie facilmente comprensibili e misurabili (e.g. vega, delta, shift di correlazione);
  • rischio di controparte e di finanziamento: i rischi di controparte e finanziamento, collettivamente indicati come XVA, includono il bilateral Credit Value Adjustment (bCVA) e il Funding Value Adjustment (FVA). Il bCVA tiene in considerazione il premio al rischio di controparte legato alla possibilità che le controparti possano non onorare i propri mutui impegni (ad esempio in caso di fallimento). A sua volta, essa è data da due componenti, dette Credit Value Adjustment (CVA, di segno negativo) e Debt Value Adjustment (DVA, di segno positivo), che considerano, rispettivamente, gli scenari in cui la Controparte fallisce prima della Banca (e la Banca presenta un'esposizione positiva nei confronti della Controparte) e viceversa gli scenari in cui la Banca fallisce prima della Controparte (e la Banca presenta un'esposizione negativa nei confronti della Controparte). Il Funding Value Adjustment (FVA, di segno negativo)

tiene invece in considerazione il premio al rischio di finanziamento, legato ai costi di finanziamento dei flussi di cassa (cedole, dividendi, collaterale, ecc.) generati dal complessivo portafoglio di derivati OTC della banca. Il calcolo degli XVA dipende dal profilo di esposizione complessiva fra le due controparti, calcolata tramite tecniche di simulazione dei fattori di rischio sottostanti alle operazioni considerate, tenendo in considerazione eventuali accordi di mitigazione del rischio di controparte (in particolare accordi di netting e di collateralizzazione), nonché eventuali clausole contrattuali. Il calcolo degli XVA dipende inoltre dalle Loss Given Default (LGD) basate sul valore stimato del recupero atteso in caso di fallimento delle controparti, e dalle probabilità di default delle controparti (PD). LGD e PD sono ottenute dalle quotazioni di mercato dei Credit Default Swap oppure si basano sulle stime interne per settore/rating utilizzate per il rischio di credito. Inoltre, il calcolo del FVA si basa su una curva di finanziamento rappresentativa delle migliori controparti di mercato con cui la Banca potrebbe rinegoziare le operazioni, secondo il principio IFRS 13 del mercato più vantaggioso, non ravvisando, al momento, un reale mercato principale per tali transazioni.

Il processo di gestione degli aggiustamenti al fair value è formalizzato nelle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value e nelle Regole Per La Valutazione Degli Equity Investments Non Quotati in appropriate metodologie di calcolo a seconda del diverso configurarsi dei punti sopra indicati ed avviene nel modo più oggettivo, consistente e sistematico possibile a cura della Direzione Centrale Risk Management IMI CIB e della Direzione Centrale M&A e Partecipazioni di Gruppo. L'introduzione ed il rilascio degli aggiustamenti al fair value dipendono dalla dinamica dei fattori sopra indicati. Tali processi sono una combinazione di elementi quantitativi, rigidamente specificati, e di elementi qualitativi, valutati in base alla diversa configurazione nel tempo dei fattori di rischio che hanno generato gli aggiustamenti; quindi le stime successive alla prima iscrizione sono sempre guidate dalla mitigazione o dal venir meno di detti rischi.

Per i nuovi prodotti la decisione di applicare degli aggiustamenti viene presa in sede di processo di approvazione nuovi prodotti su proposta della Direzione Centrale Risk Management IMI CIB.

L'applicazione degli aggiustamenti è sottoposta ad una procedura autorizzativa che, al di sopra di una determinata soglia di rilevanza definita per specifiche casistiche, coinvolge sia l'area del Chief Risk Officer che il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari.

A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati

I paragrafi che seguono riepilogano, per tipologia di strumento finanziario (titoli, derivati, prodotti strutturati, hedge fund e finanziamenti), le informazioni sui modelli di valutazione utilizzati.

I. La valutazione dei titoli di debito non contribuiti

La valutazione del fair value dei titoli obbligazionari non contribuiti viene effettuata utilizzando il metodo reddituale ovvero calcolando il valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi utilizzando un appropriato premio al rischio rappresentato dallo spread di credito, individuato a partire da strumenti finanziari contribuiti e liquidi con caratteristiche similari. Le fonti da cui attingere tale misura sono le seguenti:

  • titoli di debito contribuiti e liquidi del medesimo emittente;
  • credit default swap sulla medesima reference entity;
  • titoli contribuiti e liquidi emessi da emittente con medesimo rating e appartenente al medesimo settore.

In ogni caso si tiene conto della differente seniority del titolo da prezzare relativamente alla struttura del debito dell'emittente.

Nel caso degli emittenti pubblici italiani viene costruita una matrice di rating/durata sulla base dei livelli di spread delle emissioni governative cui vengono applicati i differenziali tra le varie classi di rating/durata rispetto ad emissioni pubbliche (regioni, province, comuni, enti governativi).

In fase di applicazione dello spread per il pricing dello strumento non contribuito, qualora la curva di credito "fair" stimata non rispettasse le stesse caratteristiche dello strumento, si considerano dei fattori correttivi.

Inoltre, nel caso di titoli obbligazionari non quotati su mercati attivi, al fine di tenere in considerazione il maggior premio richiesto dal mercato rispetto ad un titolo similare contribuito, si aggiunge al credit spread "fair" una ulteriore componente stimata sulla base dei bid/ask spread rilevati sul mercato.

Infine, nel caso in cui lo strumento includa una componente opzionale si provvede ad un ulteriore aggiustamento dello spread aggiungendo una componente volta a cogliere i costi di copertura e l'eventuale illiquidità dei sottostanti. Tale componente è determinata in base alla tipologia di opzione utilizzando i corrispondenti modelli di valutazione dei derivati citati nel seguito.

Similarmente, per la determinazione e misurazione del credit spread di Intesa Sanpaolo delle passività finanziarie della Banca designate al fair value, si fa riferimento a titoli obbligazionari emessi dalla Capogruppo, con cedole periodiche regolari, scadenza oltre un anno e quotati su un mercato attivo sulla base di quanto prescritto dagli IAS/IFRS. Dalle quotazioni di mercato si desume il merito creditizio implicito, che viene poi perfezionato attraverso modelli di interpolazione, che generano curve di credit spread differenziate per tipo di cedola, scadenza e livello di subordinazione. Analogamente i Certificates emessi sono valutati al fair value scomponendoli nelle due seguenti componenti: titolo obbligazionario emesso, valutato come sopra descritto, ed una componente opzionale, valutata tramite i corrispondenti modelli di pricing dei derivati descritti nel seguito.

II. La valutazione dei finanziamenti

La valutazione al fair value dei finanziamenti viene effettuata tramite le contribuzioni da parte di info provider qualora disponibili ovvero calcolando il valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi utilizzando un appropriato credit spread, individuato a partire dalle seguenti fonti:

  • finanziamenti contribuiti sul mercato;
  • curve rating/settore specifiche del mercato dei finanziamenti;
  • titoli contribuiti del medesimo emittente;
  • credit default swap sulla medesima reference entity.

In ogni caso si tiene conto della differente seniority dello strumento da prezzare relativamente alla struttura del debito dell'emittente.

In fase di applicazione dello spread per il pricing del finanziamento, qualora la curva di credito "fair" stimata non rispettasse le stesse caratteristiche dello strumento, si considerano dei fattori correttivi.

Inoltre, qualora per la determinazione dello spread creditizio dei finanziamenti si faccia riferimento alle curve create attraverso titoli obbligazionari, occorrerà applicare una base Loan – Bond, volta a catturare l'eventuale differente struttura del mercato e la diversa forma tecnica.

Al fine di tenere in considerazione il premio richiesto dal mercato per strumenti illiquidi e/o strutturati si applicano alcuni aggiustamenti allo spread creditizio.

I finanziamenti con rischio sottostante equity non quotato (rientrano in tale fattispecie gli strumenti finanziari che, ai sensi dello IAS 32, non sono equiparabili a equity, ad esempio finanziamenti convertibili in azioni) vengono di regola valutati tramite l'attualizzazione dei flussi previsti dal contratto. Trattandosi di titoli di debito, per l'attualizzazione dei flussi si utilizzerà di regola un tasso costituito dalla somma di: un tasso risk free, uno spread derivante dal CDS o misurato su titoli quotati o su erogazioni analoghe, e di un eventuale ulteriore premio per il rischio.

Nel caso di finanziamenti non performing, il fair value è determinato in funzione del valore recuperabile della posizione. Tale stima è sviluppata tenendo conto degli elementi contrattuali che caratterizzano il credito e può comportare, ad esempio, la valutazione dei flussi di cassa rivenienti dalla vendita degli immobili posti a garanzia oppure la valutazione di eventuali strumenti di capitale acquisibili a seguito dell'introduzione di una clausola di conversione di equity della posizione.

III. La valutazione dei derivati OTC

Gli strumenti derivati laddove non scambiati su mercati regolamentati, sono strumenti Over The Counter (OTC), ovvero negoziati bilateralmente con controparti di mercato, e la loro valutazione è effettuata mediante apposite metodologie di valutazione e parametri di input (quali, ad esempio, le curve di tasso di interesse, tassi di cambio e volatilità) sottoposte ai processi di certificazione e monitoraggio illustrati in precedenza.

Il fair value di un derivato OTC viene calcolato tenendo in considerazione il premio al rischio legato ai diversi fattori di rischio sottostanti. In particolare, si distinguono due casi rilevanti, a seconda che lo strumento sia soggetto o meno ad accordi di collateralizzazione (CSA), volti a mitigare il rischio di controparte e finanziamento.

  • a. Nel caso di operazioni con CSA con caratteristiche tali da ridurre il rischio di controparte e finanziamento ad un livello trascurabile, il fair value è calcolato secondo il principio del non-arbitraggio, includendo il premio al rischio di mercato relativo ai fattori di rischio sottostanti al contratto (ad es. tassi di interesse, volatilità, ecc.), e considerando, nei casi più rilevanti, come tasso di sconto dei flussi di cassa futuri il tasso di remunerazione del collaterale.
  • b. Nel caso di operazioni senza CSA, ovvero con CSA con caratteristiche tali da non ridurre il rischio di controparte e finanziamento ad un livello trascurabile (ad es. One Way CSA, oppure con soglie o minimum transfer amount non trascurabili), il fair value dello strumento può essere espresso, sotto opportune ipotesi, come la somma del valore di riferimento (o base), pari al prezzo del corrispondente strumento collateralizzato, e di alcune ulteriori componenti valutative legate al premio al rischio di controparte e finanziamento, collettivamente indicati come XVA (cfr. "Rischio di valutazione: aggiustamenti al fair value").

In considerazione della numerosità e complessità dei contratti derivati OTC, è stato individuato un quadro sistematico di riferimento che rappresenta le linee comuni (algoritmi di calcolo, modelli di elaborazione, dati di mercato utilizzati, assunzioni di base del modello) sulle quali si fonda la loro valutazione.

La tabella seguente illustra le principali metodologie utilizzate per la valutazione dei derivati OTC in funzione della classe di appartenenza del sottostante.

Classe del
Sottostante
Modelli di Valutazione Utilizzati Principali dati di mercato e parametri di
input dei modelli
Tasso d'interesse Net Present Value, Black-Scholes, SABR, Libor
Market Model, Hull-White, Lognormale Bivariato,
Rendistato, Hagan formula esatta per CMS
Curve dei tassi d'interesse (depositi, FRA,
Futures, OIS, swap, basis swap, CMS, paniere
Rendistato), volatilità opzioni cap/floor/swaption,
correlazioni tra tassi d'interesse
Tasso di cambio Net
present
Value
FX,
Garman-Kohlhagen,
Lognormale
con
Volatilità
Incerta
(LMUV),
Stochastic Local Volatility (SLV), Local Volatility
(LV)
Curve dei tassi d'interesse, curve FX spot e
forward, volatilità FX, volatilità e correlazioni
quanto
Equity Accrual, Net present Value Equity, Black-Scholes
generalizzato, Heston, Local Volatility, Jump
Diffusion
Curve dei tassi di interesse, prezzi spot dei
sottostanti, dividendi attesi, volatilità e correlazioni
dei sottostanti, volatilità e correlazioni quanto
Inflazione Inflation NPV, Inflation SABR, Inflation Jarrow
Yildirim
Curve dei tassi d'interesse nominali e di inflazione,
volatilità dei tassi d'interesse e di inflazione,
coefficienti di stagionalità dell'indice dei prezzi al
consumo, correlazione dei tassi di inflazione
Commodity Net present Value Commodity, Black-Scholes
generalizzato,
Independent
Forward,
Local
Volatility, 2-Factors Jump Diffusion
Curve dei tassi d'interesse, prezzi spot, forward e
futures dei sottostanti, volatilità e correlazioni dei
sottostanti, volatilità e correlazioni quanto
Credito Net present Value, CDS Option (o modello
lognormale), Contingent CDS
Probabilità di default, Recovery rate, volatilità
dell'indice di credito.

Come previsto dall'IFRS 13, per pervenire alla determinazione del fair value, la Banca considera anche l'effetto del rischio di inadempimento (non-performance risk) nella determinazione del fair value. Tale rischio include sia le variazioni del merito creditizio della controparte che le variazioni del merito di credito dell'emittente stesso (own credit risk).

IV. La valutazione dei prodotti strutturati di credito

Con riferimento agli ABS (asset backed securities), nel caso in cui non siano disponibili prezzi significativi, si fa ricorso a tecniche di valutazione che tengano conto di parametri desumibili da mercato attivo (input di livello 2) o, se non osservabili, stimati (input di livello 2 o 3 se non significativo o significativo).

In questo caso i cash flow sono acquisiti da info provider o piattaforme specializzate, qualora disponibili, oppure sono desunti dal business plan dell'operazione integrata dall'informativa periodica, come nel caso di cartolarizzazioni di Non Perfoming Loans (NPL) e Unlikely To Pay (UTP); gli spread sono desunti dai prezzi disponibili sul mercato/info provider di mercato, rafforzati da un'analisi qualitativa relativa alla performance dei sottostanti desumibili dai periodici investor reports e volta ad evidenziare aspetti strutturali non (o non pienamente) ricompresi nelle analisi precedentemente descritte, relativi all'effettiva futura capacità di pagare i flussi di cassa attesi e ad analisi di relative value rispetto ad altre strutture similari.

Per le Cartolarizzazioni di Loans verso Corporate Europei High Yield (CLO HY Loans) la valutazione tramite Valuation technique prevede il calcolo del net present value dei cash flow attesi, determinati tramite piattaforme specializzate, scontati utilizzando gli spread espressi dal mercato. Nella modellizzazione dei flussi attesi futuri si tiene conto di tutti gli aspetti contrattuali dei CLO HY Loans che possono influenzare la waterfall, cioè la ripartizione dei cashflow derivanti dal collaterale sulle note.

A valle di questa valutazione, sono affinate le analisi creditizie dei sottostanti per incorporare possibili ulteriori elementi valutativi non ricompresi nei modelli quantitativi. In tal caso, è prevista una Qualitative Credit Review che consta di un'analisi accurata degli aspetti creditizi riguardanti sia la struttura stessa del CLO HY che il collaterale presente. Questa ha lo scopo di identificare elementi di debolezza presenti o futuri, che emergono dalle caratteristiche dei sottostanti, che potrebbero non essere stati colti dalle agenzie di rating e pertanto non pienamente considerati nelle valutazioni al punto precedente.

V. La valutazione dei titoli di capitale non contribuiti

Nell'ambito dei titoli di capitale di livello 2 rientrano:

  • − titoli di capitale valutati con il ricorso a transazioni dirette, ovvero transazioni significative sul titolo registrate in un arco temporale ritenuto sufficientemente breve rispetto al momento della valutazione ed in condizioni di mercato costanti;
  • − titoli di capitale valutati con metodi relativi, basati su moltiplicatori: multipli impliciti in transazioni avvenute su società comparabili, quotate o non quotate, in un arco temporale ritenuto sufficientemente breve rispetto al momento della valutazione ed in condizioni di mercato costanti (multipli di M&A), o multipli impliciti nelle quotazioni di borsa di un campione di società comparabili (multipli di borsa).

Nell'ambito dei titoli di capitale di livello 3, per i quali, non risultando applicabili in termini significativi i modelli "relativi" descritti sopra, vengono quindi utilizzati modelli valutativi "assoluti", rientrano:

  • − titoli di capitale per i quali vengono applicati modelli analitici fondati su flussi, che prevedono la determinazione del valore attraverso la stima dei flussi finanziari o reddituali che la società si prevede generi nel tempo, attualizzati con un tasso appropriato in funzione del livello di rischio dello strumento;
  • − titoli di capitale valutati sulla base di criteri patrimoniali quali il NAV o l'Adjusted Net Asset Value (ANAV), che stima il fair value delle diverse componenti del patrimonio della partecipata.

Eventuali valori ritenuti rappresentativi del fair value del titolo azionario derivanti da clausole pattizie (ad esempio, opzioni) vengono classificati al livello 2 o 3 della gerarchia del fair value a seconda dell'osservabilità degli input utilizzati nella valutazione. Nello specifico, se la negoziazione della clausola ha determinato prezzi d'esercizio, o algoritmi e multipli pre-definiti, il titolo viene classificato a livello 2.

Il criterio del costo quale stima del fair value si utilizza in via residuale, in caso di non applicabilità di tutti i metodi precedenti per mancanza di sufficienti informazioni e nei casi in cui vi è un'ampia gamma di possibili valutazioni del fair value e non risulta possibile individuare tra queste un valore più appropriato.

Nella fattispecie qui trattata rientrano anche gli Strumenti Finanziari Partecipativi che, ai sensi dello IAS 32, hanno le caratteristiche per essere considerati titoli di capitale.

VI. La valutazione dei fondi hedge

Il fair value di un fondo hedge corrisponde al Net Asset Value (NAV) fornito dall'amministratore del fondo a cui può essere applicato un aggiustamento derivante da un processo di valutazione volto a cogliere i principali fattori di rischio ai quali è soggetta la gestione dei fondi, riconducibili alle due seguenti tipologie:

  • − rischio controparte (broker), ovvero il rischio a cui gli asset del fondo sono sottoposti nel momento in cui questo deleghi l'attività di prime brokerage o di custodian ad un service provider, soggetto a rischio default;
  • − rischio illiquidità, ovvero il rischio che gli asset del fondo siano illiquidi per scarsità di quotazioni disponibili oppure per mancanza di informazioni sulle politiche di valutazione utilizzate dal fondo.

Tali rischi sono valutati sulla base delle informazioni presenti nella documentazione ricevuta periodicamente dai gestori o dagli amministratori dei fondi.

Il livello della gerarchia del fair value è pari a 2, verificato che gli strumenti di livello 3 non superino una predeterminata soglia.

VII. La valutazione dei fondi di private debt

Per i fondi Private Debt FIA (Fondi di Investimento Alternativi), il processo di autorizzazione degli investimenti prevede una due diligence iniziale volta a verificare la coerenza tra la policy di valutazione degli asset di ciascun fondo e le Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value. Successivamente la valutazione del fondo avviene al NAV. Il livello della gerarchia del fair value è posto pari a 3.

VIII. La valutazione dei fondi chiusi di private equity, dei fondi immobiliari e dei fondi chiusi derivanti da cessioni di crediti non performing

I fondi chiusi di private equity sono di regola valutati utilizzando l'ultimo Net Asset Value approvato dalla S.g.r. (pubblicato con cadenza semestrale o trimestrale), rettificato solo per considerare gli eventi non ancora verificatisi alla data di riferimento del NAV quali:

  • una transazione rilevante su una partecipata;
  • il fallimento o la liquidazione di una partecipata;
  • l'allineamento a quotazioni correnti di eventuali asset quotati;
  • richiami da parte del fondo e relative distribuzioni.

I fondi immobiliari chiusi sono valutati utilizzando l'ultimo Net Asset Value disponibile, corretto per eventuali richiami o distribuzioni successive e applicando, ove ritenuto necessario, uno sconto determinato con modello interno. In particolare tale modello permette la determinazione di uno sconto sul Net Asset Value sulla base di cinque diverse variabili: (i) la dimensione della S.g.r. che gestisce il fondo; (ii) la numerosità dei sottoscrittori; (iii) il rendimento storico del fondo; (iv) il rendimento di periodo del fondo e (v) il livello di indebitamento. Tali variabili sono tarate diversamente a seconda del business model e del conseguente profilo di rischio del fondo, distinguendo a tal fine tra fondi core, value added ed opportunistici.

Relativamente ai fondi chiusi derivanti da cessioni di crediti deteriorati, laddove sia disponibile un set informativo idoneo per effettuare un'analisi del business plan delle posizioni possedute del fondo, singolarmente o per cluster omogenei, per determinare il fair value delle quote del fondo la Banca in genere si avvale del supporto di un esperto indipendente, il quale effettua, tra le altre cose, un confronto andamentale dei business plan delle esposizioni sottostanti e dichiara, nella propria relazione, che il fair value, determinato dall'esperto, risulta conforme alle indicazioni dei principali regulators133 .

Qualora non sia possibile applicare l'approccio pocanzi richiamato, per ciascun fondo viene effettuato un confronto tra il rendimento atteso del fondo ed un tasso "benchmark", definito tramite un modello che fattorizza diversi elementi quali i) le policy di valutazione del fondo, verificando se esse siano o meno compliant con criteri coerenti con la definizione di Fair Value ai sensi dell'IFRS 13, ii) verifica sulla presenza di un business plan aggiornato e sulle performance del fondo rispetto al business plan disponibile, iii) le caratteristiche dell'attivo del fondo, iv) il livello del cost of funding sul mercato per l'emissione di strumenti liquidi, v) la completezza ed esaustività delle informazioni messe a disposizione dal fondo e vi) le modalità di gestione del fondo. Ove il rendimento atteso del fondo risulti superiore al tasso "benchmark" così definito, il NAV comunicato dalla SGR viene assunto come misura di fair value; ove invece il tasso benchmark risulti

133 Cfr. Documento Banca d'Italia/Consob/Ivass n.8 "Trattamento in bilancio delle operazioni di vendita pro-soluto di crediti unlikely to pay in cambio di quote di fondi di investimento", pubblicato nell'aprile 2020.

superiore al rendimento atteso del fondo, il fair value è determinato sulla base del NAV ridotto di uno sconto che tiene conto dello spread tra tasso "benchmark" e rendimento atteso del fondo e della vita media residua del fondo stesso (Weighted Average Life o WAL).

La valutazione delle attività e passività finanziarie non valutate al fair value su base ricorrente

Infine, per gli strumenti finanziari attivi e passivi valutati al costo ammortizzato, il cui fair value è determinato ai soli fini informativi di nota integrativa, si precisa:

  • il fair value dei titoli obbligazionari viene determinato applicando le medesime metodologie esposte in precedenza;
  • la valutazione del fair value degli altri strumenti finanziari attivi e passivi a medio e lungo termine viene effettuata attraverso l'attualizzazione dei flussi di cassa futuri basata sul discount rate adjustment approach, che prevede che i fattori di rischio creditizio siano considerati nel tasso di attualizzazione dei cash flow futuri;
  • per le attività e passività di breve periodo, il valore di bilancio viene assunto quale ragionevole approssimazione del fair value.

Per maggiori informazioni si fa rinvio a quanto riportato nel paragrafo A.4.5.4.

Come richiesto dal principio IFRS 13, la tabella che segue evidenzia, per le attività finanziarie e per le passività finanziarie valutate al fair value di livello 3, l'informativa quantitativa sugli input non osservabili significativi utilizzati nella valutazione del fair value.

Attività/passività finanziarie Tecnica
di
valutazione
Principali input non
osservabili
Valore
minimo
del range
di
variazione
Valore
massimo
del range di
variazione
Unità Cambiamenti
di FV
favorevoli
(migliaia di euro)
Cambiamenti
di FV
sfavorevoli
Titoli e Finanziamenti Discounting Cash
Flows
Credit Spread -3 6 % 4.005 -8.365
Titoli e Finanziamenti strutturati JD model JD parameters -37 13 % 134 -192
Titoli e Finanziamenti strutturati Modello a due fattori
di tasso
Correlazione -45 28 % 390 -85
ABS Discounting Cash
Flows
Credit Spread -1 3 % 611 -832
CLO Cash Discounting Cash
Flows
Credit Spread -6 6 % 503 -523
Derivati OTC oggetto di aggiustamento
di Fair Value per CVA/DVA
CVA Loss Given Default Rate
(LGD)
- 100 % 3.388 -2.315
Derivati OTC oggetto di aggiustamento
di Fair Value per CVA/DVA
CVA Probabilità di default (PD)
in funzione del rating
interno della controparte
CCC A Rating
interno
44 -78
Derivati OTC - Equity basket option Modello di Black -
Scholes
Correlazione in basket
equity
-11,16 87,39 % 517 -759
Derivati OTC - Equity option Modello di Black -
Scholes
Volatilità storica 8,21 76,17 % 967 -1.524
Derivati OTC - Equity option Modello di Marshall
Olkin
Correlazione storica 2,44 47,95 % 66 -43
Derivati OTC - Spread option su tassi
swap
Modello Lognormale
bivariato
Correlazione tra tassi
swap
-71,70 71,04 % 0 -1

A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni

Per quanto riguarda la descrizione dei processi valutativi utilizzati dal Gruppo per gli strumenti valutati a livello 3 in maniera ricorrente e non ricorrente, si rinvia a quanto riportato, rispettivamente, nei paragrafi A.4.1 e A.4.5.

Come richiesto dal principio IFRS 13, la tabella che segue evidenzia, per le attività e le passività finanziarie valutate al fair value di livello 3, gli effetti del cambiamento di uno o più dei parametri non osservabili significativi utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate per la determinazione del fair value. Si precisa che in tabella sono valorizzati soltanto gli effetti complessivamente materiali a fine esercizio.

Attività/passività finanziarie Parametri non osservabili Sensitivity
(migliaia di
euro)
Variazione
parametro
non osservabile
Titoli e Finanziamenti FVTPL e FVTOCI Credit spread -285 1 bp
Titoli e Finanziamenti FVTPL e FVTOCI JD parameters -10 1%
Titoli e Finanziamenti FVTPL e FVTOCI Correlazione -19 1%
Derivati OTC - Equity Correlazione tra sottostanti basket equity 218 10%
Derivati OTC - Equity Volatilità storica -1.076 10%
Derivati OTC - Equity CPPI Correlazione storica -24 10%

A.4.3 Gerarchia del fair value (trasferimenti tra i diversi livelli)

Con riferimento alla descrizione dei principi adottati per stabilire quando si verificano i trasferimenti tra i diversi livelli della gerarchia del fair value (cfr. IFRS 13, par.95) si rimanda a quanto descritto in precedenza (cfr. "Gerarchia del fair value").

A.4.4 Altre informazioni

La Banca fa riferimento alle posizioni nette in derivati di ciascuna controparte ai fini del calcolo del bCVA (per maggiori dettagli in merito alla valutazione dei derivati si rimanda al precedente paragrafo A.4.1). La Banca non si avvale, invece, per altre fattispecie, della possibilità prevista dall'IFRS 13, par. 48, che consente di "valutare il fair value di un gruppo di attività e passività finanziarie sulla base del prezzo che si percepirebbe dalla vendita di una posizione netta lunga (ossia un'attività) per una particolare esposizione al rischio o dal trasferimento di una posizione netta corta (ossia una passività) per una particolare esposizione al rischio in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione, alle condizioni di mercato correnti."

Principi generali Independent Price Verification

La Banca disciplina e formalizza il processo di verifica indipendente dei prezzi, attraverso le Linee Guida e Regole di Verifica Indipendente dei Prezzi di Gruppo, documenti coordinati a cura della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management e la cui applicazione si estende alla Capogruppo e a tutte le controllate appartenenti al Gruppo Bancario oggetto di consolidamento.

Le "Linee Guida di Verifica Indipendente dei Prezzi", previo parere favorevole del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, sono oggetto di revisione ed approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato Rischi e Sostenibilità. Le "Regole di Verifica Indipendente dei Prezzi di I e II livello" sono oggetto di revisione e approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, a ciò specificamente delegato dagli Organi Amministrativi, che esamina altresì gli interventi ed aggiornamenti materialmente rilevanti, la cui proposta compete alla Direzione Centrale Market and Financial Risk Management.

Secondo quanto disposto dal Regolamento UE 575/2013 (Capital Requirement Regulation – CRR), art. 4, par. 1.70 e 105, par. 8 la Banca disciplina il processo di Verifica Indipendente dei Prezzi (IPV – Independent Price Verification), che consiste nella verifica regolare dell'esattezza e dell'indipendenza dei prezzi di mercato degli strumenti finanziari o dei dati immessi nei modelli di pricing, effettuata da un'unità organizzativa indipendente dalle funzioni di business, con frequenza commisurata all'attività di negoziazione svolta e alla natura del mercato.

La Banca ha strutturato un processo IPV articolato su 3 livelli di controllo coerentemente con quanto indicato dalla Circolare Banca d'Italia 285/2013 (Disposizioni di vigilanza per le banche), recepita nel Sistema dei Controlli Interni Integrati, che richiede l'integrazione dei processi di gestione dei rischi con i processi e le metodologie di valutazione, anche a fini contabili, delle attività aziendali.

In ambito IPV le funzioni di controllo di I, II e III livello hanno le seguenti responsabilità principali:

  • la funzione di controllo di I livello partecipa alla definizione del quadro di riferimento metodologico ed effettua le implementazioni ed i controlli di I livello, riportando gli esiti al business e alle funzioni di controllo di II livello;
  • la funzione di controllo di II livello definisce il quadro di riferimento metodologico e di controllo, garantisce l'allineamento con le normative vigenti e la coerenza fra controlli IPV, valutazioni contabili ed aggiustamenti supplementari di valutazione (AVA) (effettuati, rispettivamente, sulla base delle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value e delle Linee Guida e Regole di Valutazione Prudente Strumenti Finanziari al Fair Value); supervisiona i controlli di I livello ed effettua i controlli di II livello;
  • la funzione di controllo di III livello effettua controlli di revisione interna, volta ad individuare violazioni delle procedure e della regolamentazione nonché a valutare periodicamente la completezza, l'adeguatezza, la funzionalità (in termini di efficienza ed efficacia) e l'affidabilità della struttura organizzativa delle altre componenti del sistema dei controlli interni e del sistema informativo a livello di Banca, con cadenza prefissata in relazione alla natura e all'intensità dei rischi.

I controlli IPV di I e II livello sono controlli di tipo qualitativo e quantitativo e si distinguono in base alla tipologia degli strumenti sottoposti al controllo. Si applicano coerentemente sia ai dati di input sottostanti alle valutazioni, sia alle valutazioni stesse, e garantiscono la coerenza fra valutazioni gestionali e valutazioni contabili effettuate sui diversi sistemi. Sono caratterizzati da completezza e adeguatezza di applicazione, assenza di sovrapposizioni, sequenzialità e complementarietà nell'esecuzione.

Gli strumenti di controllo IPV utilizzano, per quanto possibile, appositi applicativi o procedure informatiche, che consentono analisi dati estensive con frequenza anche giornaliera. In particolare:

  • i controlli di I livello sono volti a garantire la validazione dei dati di mercato inseriti nei sistemi e si basano su un'analisi approfondita dei dati ottenuti da provider esterni. Nel caso in cui, a seguito dei controlli di I livello, per il dato presente nei sistemi si registri il superamento di determinate soglie, o comunque il dato non sia ritenuto corretto dalle funzioni di controllo di I livello, si attiva un processo di confronto (challenge) con il coinvolgimento del business e delle funzioni di controllo di II livello, compatibilmente con il grado di complessità della segnalazione;
  • i controlli di II livello sono caratterizzati da sequenzialità e complementarietà nell'esecuzione rispetto a quelli di I livello e volti a garantire l'allineamento tra valutazioni gestionali e contabili, basandosi su un'analisi approfondita dei dati di consenso o controparti e, qualora questi non risultassero disponibili, tramite applicazione dei modelli di pricing associati ai rispettivi strumenti.

Le risultanze del processo IPV sono analizzate, valutate e coordinate dal Tavolo Valutazioni Finanziarie, organo tecnico appositamente costituito, con l'obiettivo di favorire l'integrazione ed il confronto tra le funzioni di business e le funzioni di controllo.

Principi generali prudent value

Il quadro delle valutazioni finanziarie si completa con la Valutazione Prudente delle poste valutate al fair value, che prevede il calcolo di ulteriori rettifiche alle valutazioni, rilevanti a soli fini prudenziali senza impatti sul fair value calcolato ai fini contabili in accordo con i principi IFRS.

La Banca disciplina e formalizza la misurazione del valore prudente degli strumenti finanziari attraverso le Linee Guida e Regole di Valutazione Prudente Strumenti Finanziari al Fair Value di Gruppo, documento predisposto a cura della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management e la cui applicazione si estende alla Capogruppo e a tutte le controllate appartenenti al Gruppo Bancario oggetto di consolidamento.

Le "Linee Guida di Valutazione Prudente Strumenti Finanziari", previo parere favorevole del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, sono oggetto di revisione ed approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato Rischi e Sostenibilità. Le "Regole di Valutazione Prudente degli Strumenti Finanziari" sono oggetto di revisione e approvazione con frequenza almeno annuale da parte del Comitato Rischi Finanziari di Gruppo, a ciò specificatamente delegato dagli Organi Amministrativi, che esamina altresì gli interventi ed aggiornamenti materialmente rilevanti, la cui proposta compete alla Direzione Centrale Market and Financial Risk Management.

Secondo quanto disposto dal Regolamento UE 575/2013 (Capital Requirement Regulation – CRR), la valutazione prudente comporta il calcolo di specifiche rettifiche di valore supplementari (Additional Valuation Adjustment - AVA) per gli strumenti finanziari valutati al fair value, volti ad intercettare diverse fonti di incertezza valutativa garantendo il raggiungimento di un adeguato grado di certezza nella valutazione delle posizioni. Il valore totale degli AVA viene detratto dal capitale primario di classe 1, senza impatto sul fair value contabile.

La Banca, in linea con i criteri indicati nel Regolamento Delegato (UE) 2016/101, è soggetta all'applicazione del metodo di base per la determinazione degli AVA sia a livello individuale sia a livello consolidato per tutte le posizioni valutate al fair value. In particolare sono considerati i seguenti AVA:

  • Incertezza delle quotazioni di mercato: rappresenta l'incertezza delle quotazioni di mercato calcolata a livello di esposizione oggetto di valutazione.
  • Costi di chiusura: rappresenta l'incertezza del prezzo di uscita calcolata a livello di esposizione oggetto di valutazione.
  • Rischi di modello: tiene conto del rischio del modello di valutazione che deriva dalla potenziale esistenza di una gamma di diversi modelli o calibrature di modelli utilizzati dai partecipanti al mercato e dalla mancanza di un prezzo di uscita solido per il prodotto specifico in fase di valutazione.
  • Differenziali creditizi non realizzati: rappresenta l'incertezza della valutazione nell'aggiustamento necessario conformemente alla disciplina contabile applicabile, al fine di includere il valore attuale delle perdite attese in caso di default della controparte riguardo a posizioni su derivati.
  • Costi di investimento e di finanziamento: rappresenta l'incertezza della valutazione nei costi di finanziamento (funding) utilizzati in sede di valutazione del prezzo di uscita conformemente alla disciplina contabile applicabile.
  • Posizioni concentrate: rappresenta l'incertezza relativa al prezzo di uscita delle posizioni definite come concentrate.
  • Costi amministrativi futuri: considera i costi amministrativi e i futuri costi di copertura lungo la vita attesa delle esposizioni oggetto di valutazione per le quali non è applicato un prezzo di uscita diretto per gli AVA per le posizioni concentrate.
  • Chiusure anticipate delle posizioni: considera le potenziali perdite derivanti dalle chiusure anticipate non contrattuali delle posizioni di negoziazione dei clienti.
  • Rischi operativi: considera le perdite potenziali che possono essere sostenute a seguito dei rischi operativi connessi ai processi di valutazione.

Il valore prudente corrisponde al valore di uscita dalla posizione ("exit price") con un livello di certezza pari al 90%. Laddove possibile, tale valore viene determinato sulla base di una distribuzione di exit price osservati sul mercato. In tutti gli altri casi viene utilizzato un approccio basato su esperti, facendo riferimento alle informazioni qualitative e quantitative disponibili.

Il valore di AVA associato alla singola posizione ed alla singola fonte di incertezza valutativa corrisponde quindi alla differenza fra il valore prudente ed il fair value. L'AVA totale si ottiene aggregando i singoli AVA tenendo conto dei corrispondenti coefficienti di ponderazione.

Le "Regole di Valutazione Prudente degli Strumenti Finanziari" declinano, per ciascun AVA, la definizione ed interpretazione, il perimetro di applicazione, i dati di input e la metodologia dettagliata di calcolo per ciascuna classe di strumenti finanziari.

FAIR VALUE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE E DEL PATRIMONIO ARTISTICO DI PREGIO

Fair value del patrimonio immobiliare

Come già ampiamente illustrato nella prima parte relativa alle politiche contabili, il Gruppo adotta il criterio della rideterminazione di valore per la valutazione del patrimonio immobiliare ad uso funzionale contabilizzato in base al principio IAS 16 e del fair value per gli immobili di investimento contabilizzati in base al principio IAS 40.

Metodologia di valutazione del patrimonio immobiliare

Il metodo della rideterminazione del valore applicato agli immobili ad uso funzionale prevede che le attività materiali, il cui fair value può essere attendibilmente determinato, siano iscritte ad un valore rideterminato, pari al loro fair value alla data della rideterminazione di valore al netto degli ammortamenti e delle eventuali perdite per riduzione di valore accumulate.

Per gli immobili detenuti a scopo di investimento, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha scelto il metodo di valutazione al fair value, secondo il quale, successivamente alla rilevazione iniziale, tutti gli investimenti immobiliari sono valutati al fair value.

Approccio valutativo

L'IFRS 13 definisce il fair value come "il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività o che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra entità operanti sul mercato alla data di valutazione".

L'approccio valutativo è stato definito sulla base della valenza strumentale e del piano di utilizzo degli immobili, che possono essere individuati secondo tre gruppi principali:

  • "trophy asset", ovvero gli immobili di particolare prestigio utilizzati da funzioni Direzionali ubicati nelle principali città sede della Banca oppure di particolare interesse storico artistico perché vincolati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
  • "strumentali";

– "non strumentali". Le proprietà sono valutate individualmente ("asset by asset") senza considerare alcuno sconto, o premio, che possa essere negoziato in fase di trattativa commerciale se tutto, o parte del portafoglio, venisse ceduto in blocco o per lotti.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha scelto di affidare l'attività di valutazione a Società esterne con struttura internazionale, professionalmente qualificate, e in grado di fornire valutazioni immobiliari sulla base degli standard RICS Valuation134 che garantiscono:

  • una determinazione del valore coerente con la configurazione di fair value indicata nei principi contabili internazionali;
  • il rispetto dei requisiti professionali, etici e di indipendenza dei periti, allineati alle previsioni degli standard internazionali ed europei.

Per determinare il valore dei beni vengono utilizzate le seguenti metodologie di determinazione del valore in funzione delle caratteristiche del bene e delle condizioni del mercato di riferimento; il valutatore determina il metodo più idoneo per ogni singolo immobile.

  • Metodo dei Flussi di cassa Attualizzati (o Discounted Cash Flow): il metodo reddituale finanziario (o dei flussi di cassa attualizzati) è basato sull'attualizzazione (per un periodo variabile in riferimento alla situazione locativa/occupazionale dell'immobile e alla successiva ottimizzazione) dei futuri ricavi netti derivanti dall'affitto o dalla vendita della proprietà. Al termine di tale periodo si ipotizza un valore della proprietà come venduta ad un prezzo ottenuto capitalizzando il reddito dell'ultimo anno ad un tasso di mercato per investimenti analoghi all'oggetto di stima o attraverso la vendita frazionata. Questo metodo è utilizzato per la valutazione di tutti gli immobili utilizzati strumentalmente o oggetto di contratto di locazione verso terzi, ubicati in Italia.
  • Metodo Comparativo o del Mercato: il metodo comparativo o del mercato è basato sul confronto fra il bene in esame e altri simili recentemente oggetto di compravendita o correntemente offerti sullo stesso mercato o su piazze concorrenziali. Il suddetto criterio si basa sulla comparazione con proprietà che siano state vendute od offerte di recente sul libero mercato e, possibilmente, aventi le medesime caratteristiche. In mancanza di osservazioni direttamente riferibili alla proprietà in esame si ricorre a casistiche il più possibile assimilabili alla stessa, apportando le necessarie correzioni. Questo metodo, rappresentando la base anche per gli altri metodi di valutazione, può essere adottato in particolare per i beni non in uso strumentale e/o comunque liberi e disponibili ubicati in Italia e all'estero.
  • Metodo Reddituale della capitalizzazione diretta: il metodo reddituale è basato sul valore corrente dei redditi potenziali di mercato di una proprietà, ottenuto capitalizzando il reddito ad un tasso di mercato. Tale metodo è applicato prevalentemente ad immobili strumentali all'estero, in cui si preveda una permanenza prolungata all'interno dell'edificio.
  • Valore di Investimento "Worth": il Valore di Investimento o "Worth" è definito dagli International Valuation Standard come: "the value of an asset to a particular owner or prospective owner for individual investment or operational objectives". Tale definizione è coerente con quanto disposto dell'ultima edizione del "RICS Valuation – Global Standards 2022" della Royal Institution of Chartered Surveyors del Regno Unito, dove il Valore di Investimento è definito come "il valore di un bene, per il proprietario o per un potenziale proprietario, correlato ad un determinato fine d'investimento od obiettivo operativo".

Il Valore di Investimento è applicabile a quegli immobili edificati in proprio o immobili aventi una forte connotazione strumentale soggetti a significativi investimenti per l'adeguamento tecnologico, costruttivo e funzionale.

Per la definizione del Valore di Investimento di tali immobili viene previsto un piano di utilizzo a uso strumentale per 12+6 anni senza break option, il cui canone annuo viene determinato applicando un opportuno tasso di rendimento lordo all'ammontare dei costi diretti e indiretti capitalizzati dalla Proprietà comprensivi dei costi di acquisto del terreno.

Ai fini della valutazione, se del caso e dove rilevante, le assunzioni includono anche considerazioni di sostenibilità, connesse a fattori di cambiamento climatico e di efficienza energetica oltre ad aspetti legati a eventuali legislazioni specifiche (ad esempio, configurazione, accessibilità, ecc.). Ad oggi, il Gruppo non ha apportato aggiustamenti sostanziali al fair value per il cambiamento climatico oltre a quelli già apprezzati dagli indicatori rilevabili nel mercato di riferimento.

134 Standard contenuti nel documento della Royal Institution of Chartered Surveyors del Regno Unito intitolato "RICS Valuation – Global Standard" (anche detto "Red Book"): la versione aggiornata è stata emessa a novembre 2021 ed è efficace dal 31 gennaio 2022.

Periodicità della valutazione

Le rideterminazioni di valore devono essere effettuate con regolarità tale da assicurare che il valore contabile non differisca in modo rilevante da quello che sarebbe stato determinato utilizzando il fair value alla data di riferimento del bilancio.

La frequenza delle rideterminazioni del valore dipende dalle oscillazioni di fair value delle attività materiali oggetto di rivalutazione. Quando il fair value dell'attività rivalutata differisce in modo rilevante dal suo valore contabile, è richiesta un'ulteriore rideterminazione del valore.

In dettaglio, sulla base dell'andamento fatto registrare dai mercati, è stata individuata una differente periodicità di valutazione che in funzione delle caratteristiche dei beni e della loro localizzazione, si ritiene funzionale a cogliere le variazioni significative del valore dei beni stessi.

Per gli immobili classificati come immobili ad uso funzionale viene effettuata la seguente distinzione:

  • per gli immobili cosiddetti "trophy asset", la rideterminazione è effettuata mediante una verifica del valore svolta attraverso una analisi di scenario (analisi del trend di mercato) ogni anno e con una nuova perizia ogni due anni;
  • per quanto concerne gli altri immobili ad uso strumentale, la rideterminazione è effettuata con l'analisi di scenario (analisi del trend di mercato) ogni anno e tramite una nuova perizia ogni tre anni.

Qualora dall'analisi di scenario vengano riscontrate variazioni di particolare entità (+/– 10%), è necessario effettuare perizie puntuali e aggiornate per adeguare il fair value del bene alle valutazioni del mercato immobiliare.

Per gli immobili destinati a scopo di investimento il valore viene determinato sulla base di nuove perizie ogni anno.

Sulla base delle regole richiamate nel 2022 sono stati oggetto di valutazione periodica gli immobili ad uso investimento unitamente agli immobili ad uso strumentale che, sulla base dell'analisi di scenario, hanno evidenziato variazioni rispetto alla soglia definita.

Analisi di scenario

Nell'ambito dell'aggiornamento annuale del fair value degli immobili strumentali, negli anni in cui non è prevista la rivalutazione dell'immobile si esegue un'analisi di scenario (analisi del trend di mercato) attraverso l'utilizzo delle migliori fonti informative disponibili per i diversi paesi di ubicazione degli immobili finalizzata alla rilevazione sulla base di banche dati, degli scostamenti dei valori di mercato tra il periodo di analisi e quello precedente.

In particolare, per gli immobili situati in Italia, la definizione delle variazioni avviene attraverso l'utilizzo di almeno 3 fonti tra loro differenti. La fonte principale è quella fornita dalla Agenzia delle Entrate secondo le relative zone OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare); la seconda fonte di pubblicazione è rappresentata da Nomisma per cui, per le relative zonizzazioni, sono eseguite le medesime interrogazioni svolte per OMI (base dati principale) e la terza analisi si basa sulle analisi delle variazioni intercorse nell'anno di interrogazione per quanto espresso dalle offerte presenti sul mercato immobiliare.

Pertanto, l'attività seguita dai periti è quella di definire per ogni immobile gli scostamenti su base annuale dei canoni e/o dei prezzi per asset class di riferimento.

Gli immobili localizzati all'estero vengono raggruppati, per ogni nazione, nei diversi cluster in base alla località e all'asset class di ciascuno. Vengono predisposte analisi di mercato puntuali sulla base delle conoscenze locali e nazionali del particolare mercato immobiliare di riferimento.

Lo studio di mercato tiene conto inoltre dei seguenti drivers macroeconomici:

  • analisi dei dati economici (tasso di disoccupazione, PIL pro capite, inflazione ed indice dei prezzi al consumo), tali fattori macroeconomici costituiscono la prima analisi economica, a supporto delle previsioni del mercato immobiliare;
  • indicazione del movimento del rendimento medio;
  • indicazione del movimento dei canoni di mercato;
  • indicazione del range di movimento dei valori unitari.

Sulla base dell'indagine di mercato summenzionata e sulla base di una adeguata ponderazione qualitativa dei key-drivers macroeconomici, viene definito un range di scostamento percentuale rispetto all'ultima perizia effettuata che viene confrontato con la soglia di target definita, individuando un fattore sintetico percentuale, per ogni singolo immobile e inserito in un unico foglio di lavoro.

Questa attività viene svolta in prossimità della chiusura di fine anno così da esprimere un range di scostamento rispetto ad una soglia di riferimento e poter pianificare per tempo l'aggiornamento di stima puntuale per quegli immobili il cui scostamento sia oltre tale soglia.

La soglia di variazione ammessa è pari a +/-10%.

Nel caso gli scostamenti rilevati dovessero essere superiori a tale soglia viene effettuata una nuova valutazione entro la fine dell'anno.

Sensibilità delle valutazioni

Analogamente agli strumenti finanziari, sono assoggettate ad analisi di sensitività quelle attività e passività non finanziarie valutate al fair value di livello 3 per le quali, in funzione del modello valutativo in uso per la determinazione del fair value, ne sia possibile l'esecuzione ed i cui risultati siano significativi. L'analisi ha riguardato essenzialmente gli immobili della Capogruppo Intesa Sanpaolo, che rappresentano il perimetro Core del patrimonio immobiliare del Gruppo.

Si precisa che l'analisi di sensitività è stata condotta identificando le variabili di maggiore rilevanza nell'ambito del modello di valutazione utilizzato per la valutazione delle diverse classi di immobili, rappresentato dal metodo dei flussi di cassa attualizzati. In particolare, tenuto conto del trend registrato dal mercato immobiliare delle diverse asset class e dei parametri caratterizzati da maggiore volatilità/variabilità, per gli immobili ad uso strumentale si è fatto riferimento al tasso netto di capitalizzazione (yield) e al tasso medio d'inflazione di medio/lungo periodo, mentre per gli immobili detenuti a scopo di investimento al c.d. "exit value". In conformità alle assunzioni di stima applicate al patrimonio immobiliare, ai fini dell'analisi, sono stati utilizzati i range di variazione coerenti con le potenziali dinamiche del mercato alla data di riferimento. Per gli immobili ad uso strumentale si è ipotizzata una variazione pari a +/- 25 bps per il tasso netto di capitalizzazione ed una contestuale variazione del -/+15 bps per il tasso di inflazione a fronte della quale si è rilevato uno scostamento medio del fair value del +4,4% e dello -4,3%. Per gli Immobili ad uso investimento si è ipotizzata una variazione del +/- 5% dell'exit value a fronte della quale si evidenzia uno scostamento medio del fair value pari al +4,8% e -5,2%.

Fair value del patrimonio artistico di pregio

Anche il patrimonio artistico di pregio della Banca viene valutato secondo il metodo della rideterminazione del valore che prevede che le attività materiali, il cui fair value può essere attendibilmente determinato, siano iscritte ad un valore rideterminato, pari al loro fair value alla data della rideterminazione di valore.

Le opere d'arte incluse nella classe di cespiti "patrimonio artistico di pregio" sono beni di particolare rilevanza, riconosciuti in campo scientifico nell'ambito storico-artistico e conformi alle linee guida ministeriali evidenziate in particolare nel D.M. 537 del 6 dicembre 2017 sull'esportazione delle opere d'arte quali: lo stato di conservazione, l'importanza storica dell'artista, l'importanza critica/storico artistica dell'opera, la provenienza illustre, la qualità e attribuzione certa, la dichiarazione di interesse dello Stato italiano.

Approccio valutativo

L'attività valutativa si esplica per mezzo dell'accertamento del valore tramite il ricorso a perizie esterne, affidate ad esperti qualificati e indipendenti.

I valori vengono acquisiti dalle banche dati online con oltre 100 milioni di opere come Artnet e Artprice, che monitorano i risultati delle principali case d'aste italiane e internazionali. Sono parametri oggettivi che vanno confrontati con il mercato nel suo complesso, in un'analisi che prevede di monitorare anche le gallerie e le mostre‐mercato.

In dettaglio, ai fini della determinazione del fair value, si considerano sia fattori oggettivi, relativi a valenza storico-critica e artistica dell'autore, stato di conservazione, tecnica di esecuzione, dimensioni e qualità dell'opera, rilevanza dell'opera nella produzione dell'artista, pubblicazione dell'opera su cataloghi specializzati, periodo di esecuzione dell'opera, diffusione internazionale delle opere dell'artista, provenienza illustre, certezza dell'attribuzione, garanzia dell'autenticità di un'opera, sia fattori soggettivi (che possono mutare nel tempo, in funzione dell'evoluzione e dei gusti del mercato), quali la reputazione del museo che ospita l'opera dell'artista, il prestigio di fiere/mostre/gallerie/case d'asta che intermediano l'opera, la reputazione della critica che ne parla e dei collezionisti, nonché la qualità della comunicazione sull'opera dell'artista.

Una volta identificati tali fattori rilevanti, la determinazione del fair value avviene per comparazione, in prima istanza con opere paragonabili a quelle in esame (per periodo di realizzazione/anno, tecnica, dimensioni, tipicità del soggetto e stato di conservazione), dello stesso autore e medesimo periodo, se disponibili (tale evenienza è più facilmente praticabile nel caso delle opere del comparto moderno e contemporaneo), ed in seconda istanza con opere di artisti o di scuole e ambiti prossimi per stile, poetica e per importanza della medesima epoca storica. Nel caso siano disponibili più opere similari, si considerano valori medi per tenere conto della volatilità dei prezzi.

Oltre a considerare l'andamento degli scambi in asta, partendo da quelle più recenti e includendo nell'analisi anche gli invenduti, (che rappresentano un possibile indicatore di perdita di valore tendenziale dell'opera/autore nel mercato), la valutazione considera anche l'attenzione corrente del mercato nei confronti di un'opera o un autore, misurata dal numero e dalla qualità di mostre temporanee allestite in spazi museali di rilevanza internazionale e corredate da pubblicazioni specifiche.

Inoltre, si tiene conto anche della presenza della dichiarazione di interesse storico-artistico formalmente espressa dal Ministero (Mibact) (comunemente detta "notifica"), che lega al territorio italiano parte delle opere d'arte in collezione e ne vincola la circolazione al territorio nazionale, riducendo la quotazione ottenibile sul mercato internazionale.

La determinazione dei prezzi è influenzata anche dall'importanza degli acquirenti/venditori (ad esempio, i prezzi corrisposti da collezionisti celebri o noti investitori possono assumere maggiore rilevanza).

L'approccio valutativo è impostato sul monitoraggio degli oggettivi valori di mercato delle opere comprese nella classe oggetto di indagine, che segue tre principi metodologici:

  • privilegia un principio prudenziale, analizzando i valori medi di una pluralità di fonti informative diverse, fondate su basi dati robuste, aggiornate e statisticamente rappresentative: in un mercato di opere "singolari", spesso prive di transazioni per decenni, questo approccio garantisce la periodica individuazione di eventuali valori outlier ed evita di seguire eventuali dinamiche speculative;
  • è di natura comparativa, monitorando le transazioni occorse a livello globale in una pluralità di canali distributivi, per evitare di considerare solo alcune forme di transazione e i relativi valori economici: in un mercato globale con una domanda globale, questo approccio consente di verificare la presenza di eventuali arbitraggi geografici o l'emergenza di specifici fenomeni di apprezzamento/deprezzamento potenzialmente impattanti;
  • è di natura ricorsiva, poiché aggiorna e monitora l'andamento dei prezzi sull'arco temporale più breve che le specificità del mercato ammettono, ovvero il semestre: in un mercato in cui non esistono scambi pubblici monitorati giornalmente, la brevità dell'arco di rilevazione assicura la massima cura e tempestività delle eventuali variazioni.

Tale metodo risulta applicabile su tutto il comparto del "patrimonio artistico di pregio".

Periodicità della valutazione

Per quanto concerne il patrimonio artistico di pregio, la rideterminazione di valore è effettuata tramite una perizia ogni tre anni. Annualmente viene comunque svolta una analisi di scenario per individuare eventuali variazioni di valore apprezzabile al fine di anticipare l'attività valutativa.

Secondo le regole richiamate, nel 2022 sono state oggetto di valutazione le opere che, sulla base dell'analisi di scenario, hanno evidenziato variazioni rispetto alla soglia definita.

Analisi di scenario

Al fine di individuare ed apprezzare le variazioni del mercato delle opere oggetto di valutazione, viene effettuato un monitoraggio dell'andamento del mercato volto a cogliere i segnali di variazione significativa che richiedano di anticipare le perizie rispetto alle periodicità stabilite.

Tale monitoraggio ha duplice natura:

  • Monitoraggio delle quotazioni di mercato delle prime opere per valore presenti nelle collezioni Intesa Sanpaolo, che rappresentano il 75% del valore complessivo delle opere comprese nella classe "patrimonio artistico di pregio", verificando sia l'esito delle principali aste internazionali (il cui calendario segue precise scadenze stagionali), sia le segnalazioni delle due principali banche dati mondiali (Artprice e Artnet), i cui analytics forniscono utili strumenti di monitoraggio delle quotazioni;
  • Monitoraggio dell'andamento del mercato dell'arte in generale, al fine di evidenziare tendenze e novità rispetto al "patrimonio artistico di pregio" di Intesa Sanpaolo, verificando sia l'esito delle principali aste internazionali (il cui calendario segue precise scadenze stagionali), sia le segnalazioni delle due principali banche dati mondiali (Artprice e Artnet); poiché le opere di molti autori presenti nella collezione Intesa Sanpaolo transitano molto raramente in asta per il ridotto numero di pezzi rimasti sul mercato, è importante controllare l'andamento di artisti e opere simili o assimilabili; per questa ragione l'azione di monitoraggio non si limita ai soli autori e alle sole opere possedute, ma si estende agli autori e alle opere riconducibili allo stesso ambito, per tener conto anche dei dati tendenziali.

Qualora il monitoraggio annuale evidenzi un potenziale scostamento di valore, in positivo o in negativo, superiore al 15% per singole opere/collezioni di autori presenti nelle collezioni Intesa Sanpaolo e confrontabili in base a criteri oggettivi (quali periodo di realizzazione/anno, dimensioni, tecnica, periodo di realizzazione, ecc.), si procede a commissionare le perizie di stima secondo le consuete procedure interne al fine di allineare il valore di carico.

Informativa di natura quantitativa

A.4.5 Gerarchia del fair value

A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

(milioni di euro)
Attività/Passività finanziarie misurate al fair value 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto
economico
10.184 34.944 3.334 22.553 25.984 3.099
a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione 10.062 34.258 182 22.279 25.265 187
di cui: titoli di capitale 860 - 21 673 - 16
di cui: OICR 171 5 21 24 - 25
b) Attività finanziarie designate al fair value - 1 - - 1 -
c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 122 685 3.152 274 718 2.912
di cui: titoli di capitale 121 106 242 159 107 225
di cui: OICR 1 172 2.288 115 136 2.046
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
31.203 4.349 353 47.431 4.335 383
di cui: Titoli di capitale 510 496 321 1.512 1.297 327
3. Derivati di copertura - 8.774 - - 1.566 -
4. Attività materiali - - 5.902 - - 5.964
5. Attività immateriali - - - - - -
Totale 41.387 48.067 9.589 69.984 31.885 9.446
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 7.285 41.383 142 22.241 34.867 119
2. Passività finanziarie designate al fair value - 8.765 30 6 3.643 26
3. Derivati di copertura - 4.652 - - 3.971 -
Totale 7.285 54.800 172 22.247 42.481 145

Ai sensi di quanto indicato dall'IFRS 13, par. 93 lettera c), si segnala che nel corso del 2022 sono intervenuti trasferimenti da livello 1 a livello 2 di attività per 239 milioni e di passività per 3 milioni, oltre a trasferimenti da livello 2 a livello 1 di attività per 128 milioni e di passività per 4 milioni. In particolare, si segnalano:

─ da livello 1 a livello 2

  • o Attività finanziarie detenute per la negoziazione in titoli di debito per 53 milioni ed in quote di OICR per 5 milioni;
  • o Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value in quote di OICR per 50 milioni;
  • o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla reddittività complessiva in titoli di debito per 131 milioni;
  • o Passività finanziarie designate al fair value in titoli di debito per 3 milioni;

─ da livello 2 a livello 1

  • o Attività finanziarie detenute per la negoziazione in titoli di debito per 78 milioni ed in derivati finanziari per 3 milioni;
  • o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva in titoli di debito per 47 milioni;
  • o Passività finanziarie detenute per la negoziazione in derivati finanziari per 4 milioni.

I trasferimenti tra livelli di fair value derivano dall'evoluzione dell'osservabilità dei prezzi o dei dati di mercato utiliz zati per effettuare le valutazioni degli strumenti finanziari e dalla significatività degli input non osservabili.

Il passaggio da livello 1 a livello 2 è conseguenza del venir meno della presenza di un mercato attivo, verificata attraverso l'analisi dell'affidabilità e della reciproca coerenza delle quotazioni disponibili secondo quanto previsto nelle Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value. Specificatamente alle quote di OICR, i trasferimenti si riferiscono a quote di hedge fund diversi da fondi comuni di investimento UCITS contribuiti (fondi comuni di investimento rientranti nell'ambito di applicazione delle direttive comunitarie). Per contro, gli strumenti finanziari per i quali viene effettuata una valutazione da mark-to-model – utilizzando input osservabili sul mercato e classificati, dunque, a livello 2 – vengono trasferiti al livello 1 nel momento in cui si riscontra l'esistenza di un mercato attivo.

Al 31 dicembre 2022, l'impatto del rischio di non performance (Credit Value Adjustment e Debt Value Adjustment) nella determinazione del fair value dei contratti derivati è pari a 141 milioni in riduzione del fair value positivo e a 79 milioni in riduzione del fair value negativo.

L'impatto del Funding Value Adjustment in riduzione del fair value è pari a 63 milioni e corrisponde al costo di finanziamento dei flussi di cassa generati dal complessivo portafoglio dei derivati OTC della Banca.

La determinazione quantitativa dei menzionati aggiustamenti valutativi prescinde dalla misurazione degli effetti delle correlate strategie di copertura gestionale, ove presenti.

L'aggregato delle Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value include quote di OICR di livello 3 riferite, per 290 milioni, alle interessenze detenute dalla Banca nel Fondo Atlante e in Italian Recovery Fund (già Fondo Atlante II) quali fondi d'investimento alternativi a sostegno delle banche italiane nelle operazioni di ricapitalizzazione e nella gestione dei crediti in sofferenza del settore.

L'aggregato delle Attività materiali, pari a 5.902 milioni, è da riferire alla valutazione in base al criterio della rideterminazione del valore degli immobili ad uso funzionale e del patrimonio artistico di pregio ed alla valutazione al fair value degli immobili ad uso investimento.

A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

(milioni di euro)
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a
conto economico
Attività
finanziarie
valutate al
fair value con
impatto sulla
redditività
complessiva
Derivati
di
copertura
Attività
materiali
Attività
immateriali
TOTALE di cui: a)
attività
finanziarie
detenute per
la
negoziazione
di cui: b)
attività
finanziarie
designate
al fair
value
di cui: c) altre
attività finanziarie
obbligatoriamente
valutate al fair
value
1. Esistenze iniziali 3.099 187 - 2.912 383 - 5.964 -
2. Aumenti 1.031 93 - 938 99 - 250 -
2.1. Acquisti 375 18 - 357 60 - 37 -
2.2. Profitti imputati a: 165 7 - 158 18 - 8 -
2.2.1. Conto Economico 165 7 - 158 - - 5 -
- di cui plusvalenze 152 7 - 145 - - - -
2.2.2. Patrimonio netto - X X X 18 - 3 -
2.3. Trasferimenti da altri livelli 38 11 - 27 11 - - -
2.4. Altre variazioni in aumento 453 57 - 396 10 - 205 -
3. Diminuzioni -796 -98 - -698 -129 - -312 -
3.1. Vendite -205 -44 - -161 -36 - -33 -
3.2. Rimborsi - - - - - - - -
3.3. Perdite imputate a: -255 -41 - -214 -25 - -143 -
3.3.1. Conto Economico -255 -41 - -214 -4 - -139 -
- di cui minusvalenze -243 -35 - -208 -1 - - -
3.3.2. Patrimonio netto - X X X -21 - -4 -
3.4. Trasferimenti ad altri livelli -38 -12 - -26 -65 - - -
3.5. Altre variazioni in
diminuzione
-298 -1 - -297 -3 - -136 -
4. Rimanenze finali 3.334 182 - 3.152 353 - 5.902 -

Le voci dei trasferimenti di livelli delle Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico si riferiscono a trasferimenti in uscita dal livello 3 in diminuzione per 38 milioni ed in entrata al livello 3 in aumento per 38 milioni.

Nel primo caso si tratta di trasferimenti di Attività finanziarie detenute per la negoziazione da livello 3 a livello 2 di titoli di debito per 4 milioni, di derivati finanziari per 4 milioni e di finanziamenti per 4 milioni, a cui occorre aggiungere trasferimenti di Attività finanziarie obbligatoriamente al fair value da livello 3 a livello 2 relativi a titoli di debito per 25 milioni e a finanziamenti per 1 milione.

Nel secondo caso si tratta di trasferimenti di Attività finanziarie detenute per la negoziazione da livello 2 a livello 3 di derivati finanziari per 11 milioni, a cui occorre aggiungere trasferimenti di Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value da livello 2 a livello 3 quali finanziamenti per 15 milioni, oltre a trasferimenti da livello 1 a livello 3 di quote di OICR per 12 milioni. Per le Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla reddittività complessiva si segnalano trasferimenti in aumento da livello 2 a livello 3 di titoli di capitale per 11 milioni a cui si contrappongono trasferimenti in diminuzione da livello 3 a livello

2 di titoli di capitale per 24 milioni e di finanziamenti per 41 milioni.

I trasferimenti di livello dei titoli di debito in uscita dal livello 3 con passaggio al livello 2, sono intervenuti per l'utilizzo nella valutazione al fair value al 31 dicembre 2022 di parametri osservabili sul mercato senza l'inclusione di parametri discrezionali in conformità alle Linee Guida e Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value.

I trasferimenti di livello dei titoli di capitale in aumento del livello 3 si riferiscono ad interessenze valutate sulla base di criteri patrimoniali - NAV e Adjusted Net Asset Value (ANAV) - quale stima di fair value delle componenti di patrimonio dell'interessenza a cui occorre aggiungere la discontinuità del metodo di valutazione utilizzato nella determinazione del fair value degli investimenti. I trasferimenti in riduzione del livello 3 a favore del livello 2 si riferiscono a titoli di capitale non contribuiti valutati con il ricorso a transazioni dirette, ovvero transazioni significative sul titolo registrate in un arco di tempo

ritenuto sufficientemente breve rispetto al momento della valutazione ed in condizioni di mercato costanti o per i quali sono utilizzati i cosiddetti modelli valutativi "relativi" basati su moltiplicatori.

I trasferimenti delle quote di OICR al livello 3 intervengono per il venir meno di asset di livello 1 per il 30% rispetto al NAV nella composizione degli investimenti effettuati dai fondi in strumenti finanziari.

I trasferimenti dei finanziamenti, sono da riferire alla variazione nell'osservabilità o nella significatività degli input al le valutazioni; il fair value di livello 2 è determinato tramite l'utilizzo di un appropriato credit spread individuato a partire da evidenze di mercato di strumenti finanziari con caratteristiche similari, mentre al fair value è assegnato il livello 3 se si utilizzano parametri di input non direttamente osservabili sul mercato ovvero se le controparti sono deteriorate.

I trasferimenti dei contratti derivati in entrata ed in uscita dal livello 3, sono da riferire al mutare dello stato di rischio delle controparti considerato che, per i derivati con controparti deteriorate, lo strumento è classificato di livello 3 nella gerarchia del fair value.

I trasferimenti di livello di fair value sono stati effettuati in conformità alle linee guida descritte nel paragrafo A.4.3 Gerarchia del fair value.

Nell'esercizio si è proceduto all'aggiornamento del valore degli immobili a scopo investimento, valutati al fair value. Inoltre sono stati oggetto di perizia, in base alle risultanze dell'analisi di scenario, gli immobili ad uso funzionale, inclusi i Trophy Asset, e il Patrimonio artistico di pregio, valutati con il criterio della rideterminazione del valore. Tale adeguamento ha comportato la rilevazione di profitti e perdite, sia a Conto economico sia a Patrimonio netto, esposti, rispettivamente, nelle sottovoci 2.2 e 3.3. La voce 3.3 include inoltre gli ammortamenti.

Le voci Altre variazioni in aumento ed in diminuzione, delle Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value, si riferiscono alle quote di OICR ed accolgono i versamenti effettuati ed i rimborsi ricevuti dalla Banca ad invarianza delle quote detenute. Relativamente alle Attività materiali, nelle voci, sono inclusi principalmente i trasferimenti delle Attività materiali da scopo investimento a uso funzionale e viceversa.

A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

(milioni di euro)
Passività Passività Derivati di
finanziarie finanziarie copertura
detenute per la
negoziazione
designate al fair
value
1. Esistenze iniziali 119 26 -
2. Aumenti 101 4 -
2.1 Emissioni 71 - -
2.2. Perdite imputate a: - 4 -
2.2.1. Conto Economico - 4 -
- di cui minusvalenze - 4 -
2.2.2. Patrimonio Netto X - -
2.3. Trasferimenti da altri livelli 30 - -
2.4. Altre variazioni in aumento - - -
3. Diminuzioni -78 - -
3.1. Rimborsi - - -
3.2. Riacquisti - - -
3.3. Profitti imputati a: -28 - -
3.3.1. Conto Economico -28 - -
- di cui plusvalenze -28 - -
3.3.2. Patrimonio Netto X - -
3.4. Trasferimenti ad altri livelli -50 - -
3.5. Altre variazioni in diminuzione - - -
4. Rimanenze finali 142 30 -

Le Rimanenze finali delle Passività finanziarie detenute per la negoziazione di livello 3 si riferiscono ai contratti derivati aventi fair value negativo per 45 milioni ed a certificates assimilabili a strumenti derivati per prevalenza dei rischi di mercato per 97 milioni. I trasferimenti in uscita dal livello 3, per complessivi 50 milioni, si riferiscono interamente a contratti derivati mentre i trasferimenti in entrata al livello 3, per complessivi 30 milioni, si riferiscono interamente a certificates.

Le Rimanenze finali delle Passività finanziarie designate al fair value di livello 3, si riferiscono a certificates che alla scadenza prevedono la restituzione parziale o integrale dei premi versati, ai sensi della Comunicazione della Banca d'Italia del 21 ottobre 2014 (certificates a capitale garantito o protetto), classificati nella citata categoria contabile se emessi successivamente al 1° gennaio 2020.

A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

(milioni di euro)
Attività/Passività non misurate al fair value o
misurate al fair value su base non ricorrente
31.12.2022 31.12.2021
Valore di
bilancio
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Valore di
bilancio
Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 465.041 28.056 294.295 124.516 599.476 26.734 449.091 130.093
2. Attività materiali detenute a scopo di investimento - - - - - - - -
3. Attività non correnti e gruppi di attività in via di
dismissione
528 - - 528 1.326 - - 1.326
Totale 465.569 28.056 294.295 125.044 600.802 26.734 449.091 131.419
1. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 594.515 42.622 525.649 25.258 638.920 48.740 560.066 32.392
2. Passività associate ad attività in via di dismissione 15 - - 15 25 - - 25
Totale 594.530 42.622 525.649 25.273 638.945 48.740 560.066 32.417

Attività e passività finanziarie

Per quanto riguarda le attività e le passività finanziarie non valutate al fair value (crediti e crediti rappresentati da titoli, debiti e titoli in circolazione), la prassi adottata dalla Banca prevede la determinazione del fair value attraverso il calcolo del valore attuale dei flussi di cassa futuri, ad un tasso che incorpora la stima dei principali rischi e delle incertezze associati allo strumento finanziario oggetto di valutazione (il cosiddetto "discount rate adjustment approach").

In particolare, il tasso di interesse utilizzato per l'attualizzazione dei cash flow futuri è determinato tenendo in considerazione i seguenti fattori di rischio:

  • − il rischio tasso di interesse, che rappresenta il rendimento che il mercato offre per ogni unità di capitale prestato a controparti prive di rischio;
  • − il rischio di credito, che rappresenta il premio per aver prestato capitale a controparti che presentano rischio di insolvenza.

Nel caso di strumenti a tasso fisso, i flussi di cassa sono pari a quelli previsti dal contratto. Per gli strumenti a tasso variabile, i flussi di cassa futuri sono determinati sulla base dei tassi di interesse forward, impliciti nelle curve di tassi zero coupon osservati in corrispondenza delle diverse date di fixing e differenziate per tipologia di indicizzazione.

Il valore del premio per il rischio (credit spread) è determinato a livello di singola posizione, tramite l'acquisizione della classe di rischio (LGD) e del rating (PD). Queste grandezze, unitamente alla durata media finanziaria residua, costituiscono il criterio guida per l'acquisizione del credit spread. Per i titoli emessi da Intesa Sanpaolo, la costruzione della curva di spread segue le regole disciplinate nelle Regole di Valutazione Strumenti Finanziari al Fair Value.

Nel determinare i fair value esposti nella tabella A.4.5.4 sono state utilizzate le seguenti assunzioni:

  • − per i crediti rappresentati da titoli, vengono seguite le medesime regole previste per la valutazione al fair value delle altre categorie di titoli;
  • − per i titoli emessi, le regole utilizzate sono le stesse applicate ai titoli dell'attivo;
  • − il valore di bilancio viene assunto quale ragionevole approssimazione del fair value per:
    • o le poste finanziarie (attive e passive) a vista o aventi durata originaria uguale o inferiore a 12 mesi e durata residua uguale o inferiore a 12 mesi - nella tabella sono esposte nella colonna corrispondente al livello 2 della gerarchia del fair value le poste finanziarie a breve termine ed i cash collateral dati a garanzia di operazioni finanziarie, mentre figurano nella colonna corrispondente al livello 3 della gerarchia del fair value gli impieghi a vista;
    • o le attività deteriorate che, nella tabella, sono confluite nella colonna corrispondente al livello 3 della gerarchia del fair value.

A. 5 – INFORMATIVA SUL C.D. "DAY ONE PROFIT/LOSS"

L'IFRS 9 stabilisce che l'iscrizione iniziale degli strumenti finanziari deve avvenire al fair value. Normalmente il fair value di uno strumento finanziario alla data di rilevazione iniziale in bilancio è pari al "prezzo di transazione", in altre parole all'importo erogato per le attività finanziarie o alla somma incassata per le passività finanziarie.

L'affermazione che all'atto dell'iscrizione iniziale in bilancio il fair value di uno strumento finanziario di norma coincide con il prezzo della transazione è intuitivamente generalmente riscontrabile nel caso di transazioni del cosiddetto livello 1 della gerarchia del fair value. Eventuali differenze tra prezzo e fair value sono normalmente da attribuire ai cosiddetti margini commerciali, che si ritiene di non far rientrare nella casistica del Day One Profit. I margini commerciali transitano, dunque, a conto economico al momento della prima valutazione successiva dello strumento finanziario.

Anche nel caso del livello 2, che si basa su prezzi derivati indirettamente dal mercato (comparable approach), l'iscrizione iniziale vede in molti casi sostanzialmente coincidere fair value e prezzo. Le residue differenze riscontrabili, come nel caso precedente, sono di norma da attribuire ai cosiddetti margini commerciali.

Nel caso del livello 3 sussiste una discrezionalità parziale dell'operatore nella valutazione dello strumento e, pertanto, proprio per la maggior soggettività nella determinazione del fair value, manca un inequivocabile termine di riferimento da raffrontare con il prezzo della transazione. Per lo stesso motivo risulta difficile determinare con precisione anche un eventuale margine commerciale da imputare a conto economico. In tal caso l'iscrizione iniziale deve sempre avvenire al prezzo, prescindendo dalla possibile identificazione di margini commerciali. La successiva valutazione non può includere la differenza tra prezzo e fair value riscontrata all'atto della prima valutazione, definita anche come Day One Profit (DOP).

Tale differenza deve essere riconosciuta a conto economico solo se deriva da cambiamenti dei fattori su cui i partecipanti al mercato basano le loro valutazioni nel fissare i prezzi (incluso l'effetto tempo).

Nel caso in cui input non osservabili, utilizzati ai fini della stima del fair value, diventino osservabili, i residui Day One Profit sospesi patrimonialmente vengono iscritti a conto economico in un'unica soluzione. Analogamente, nel caso di operazioni gestite "a libro" nell'ambito dell'operatività della divisione d'investimento, i Day One Profit registrati sulle operazioni - incluse nella suddetta gestione a libro - sono rilevati a conto economico nel momento in cui sono poste in essere operazioni che nella sostanza eliminano i rischi legati a parametri non osservabili dello strumento che ha generato il DOP.

Alla fine del 2022, così come alla fine dell'esercizio 2021, l'ammontare del DOP sospeso nello Stato patrimoniale risulta di importo non materiale (0,1 milioni circa).

Si segnala infine che nell'esercizio sono state perfezionate operazioni per le quali le differenze tra gli ammontari corrisposti ed i corrispondenti fair value di prima iscrizione qualificati di livello 1 e 2, hanno generato proventi a conto economico non significativi.

Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale

ATTIVO

SEZIONE 1 - CASSA E DISPONIBILITÀ LIQUIDE - VOCE 10

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
a) Cassa 2.216 2.416
b) Conti correnti e depositi a vista presso Banche Centrali 93.225 2.956
c) Conti correnti e depositi a vista presso banche 1.630 2.358
Totale 97.071 7.730

Al 31 dicembre 2022 la sottovoce b) Conti correnti e depositi a vista presso Banche Centrali accoglie i depositi a vista (overnight), per un ammontare pari a 89.112 milioni, ove trova impiego l'eccesso di liquidità che per effetto del rialzo dei tassi di interesse non è più depositato nel conto della Riserva obbligatoria esposta nella voce Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato – crediti verso banche.

SEZIONE 2 - ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE CON IMPATTO A CONTO ECONOMICO – VOCE 20

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito 8.977 1.194 51 21.556 1.312 89
1.1 Titoli strutturati 1.016 74 - 5 1.009 42
1.2 Altri titoli di debito 7.961 1.120 51 21.551 303 47
2. Titoli di capitale 860 - 21 673 - 16
3. Quote di O.I.C.R. 171 5 21 24 - 25
4. Finanziamenti - 32 54 - 14 5
4.1 Pronti contro termine - - - - - -
4.2 Altri - 32 54 - 14 5
Totale (A) 10.008 1.231 147 22.253 1.326 135
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari 54 32.073 35 26 21.691 52
1.1 di negoziazione 54 32.073 35 26 21.691 52
1.2 connessi con la fair value option - - - - - -
1.3 altri - - - - - -
2. Derivati creditizi - 954 - - 2.248 -
2.1 di negoziazione - 954 - - 2.248 -
2.2 connessi con la fair value option - - - - - -
2.3 altri - - - - - -
Totale (B) 54 33.027 35 26 23.939 52
Totale (A+B) 10.062 34.258 182 22.279 25.265 187

I Titoli strutturati al 31 dicembre 2022 si compongono per 1.086 milioni di titoli di debito a tasso fisso indicizzati, quale componente aggiuntiva, all'inflazione e per 4 milioni di titoli di debito convertibili in azioni.

Tra gli Altri titoli di debito figurano titoli connessi con operazioni di cartolarizzazione per un ammontare complessivo di 865 milioni (818 milioni Livello 1 e 47 milioni Livello 2), di cui 627 milioni senior, 230 milioni mezzanine e 8 milioni junior.

I valori al 31 dicembre 2022 degli Strumenti derivati includono i risultati della compensazione contabile tra saldi lordi positivi e negativi ai sensi dello IAS 32 paragrafo 42 che non trovano rappresentazione nella Parte E della presente Nota integrativa. In particolare, le Attività finanziarie di negoziazione - Strumenti derivati espongono il fair value netto compensato positivo di 4.384 milioni, relativo al fair value dei derivati OTC originato da clientela e società del Gruppo trasferiti sul compensatore LCH Ltd.; tale fair value netto riviene dalla compensazione in bilancio tra il fair value positivo delle Attività finanziarie detenute per la negoziazione per 5.741 milioni ed il fair value negativo delle Passività finanziarie di negoziazione per 1.357 milioni. Il fair value lordo positivo dei derivati OTC posti in essere con il compensatore legale LCH Ltd. per l'operatività in conto proprio, pari a 70.218 milioni, è stato invece oggetto di compensazione tra le Passività finanziarie di negoziazione - Strumenti derivati. Il fair value positivo complessivo degli strumenti derivati al lordo delle compensazioni in bilancio si attesterebbe a 104.691 milioni (Derivati finanziari per 103.737 milioni e Derivati creditizi per 954 milioni).

2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

Voci 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
A. Attività per cassa
1. Titoli di debito 10.222 22.957
a) Banche Centrali 78 44
b) Amministrazioni pubbliche 7.354 20.129
c) Banche 1.186 1.149
d) Altre società finanziarie 1.188 1.250
di cui: imprese di assicurazione 98 75
e) Società non finanziarie 416 385
2. Titoli di capitale 881 689
a) Banche 35 70
b) Altre società finanziarie 132 95
di cui: imprese di assicurazione 51 31
c) Società non finanziarie 714 524
d) Altri emittenti - -
3. Quote di O.I.C.R. 197 49
4. Finanziamenti 86 19
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche - -
d) Altre società finanziarie 38 -
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie 48 19
f) Famiglie - -
Totale A 11.386 23.714
B. Strumenti derivati
a) Controparti centrali 12.424 1.858
b) Altre 20.692 22.159
Totale B 33.116 24.017
TOTALE (A+B) 44.502 47.731

Le quote di OICR in portafoglio a fine esercizio sono rappresentate da hedge fund per 174 milioni, da quote di fondi Sicav (Società di investimento a capitale variabile) per 11 milioni, da fondi ETF (Exchange Traded Funds) per 6 milioni, da investimenti in fondi immobiliari per 4 milioni e da altre tipologie per 2 milioni.

2.3 Attività finanziarie designate al fair value: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1.Titoli di debito - 1 - - 1 -
1.1 Titoli strutturati - - - - - -
1.2 Altri titoli di debito - 1 - - 1 -
2.Finanziamenti - - - - - -
2.1 Strutturati - - - - - -
2.2 Altri - - - - - -
Totale - 1 - - 1 -

La Banca ha incluso in tale categoria i titoli di debito correlati con strumenti finanziari valutati al fair value in contropartita del conto economico, quali derivati finanziari. A fronte dei titoli di debito non sono state attivate coperture per il tramite di derivati creditizi o strumenti similari ad attenuazione del relativo rischio di credito.

La variazione del fair value attribuibile alla misurazione del rischio di credito delle attività finanziarie designate al fair value è risultata essere, sia nell'esercizio che cumulativamente, poco significativa.

2.4 Attività finanziarie designate al fair value: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
1. Titoli di debito 1 1
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche 1 1
c) Banche - -
d) Altre società finanziarie - -
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie - -
2. Finanziamenti - -
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche - -
d) Altre società finanziarie - -
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie - -
f) Famiglie - -
Totale 1 1

2.5 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito - 44 132 - 42 107
1.1 Titoli strutturati - - 5 - - 5
1.2 Altri titoli di debito - 44 127 - 42 102
2. Titoli di capitale 121 106 242 159 107 225
3. Quote di O.I.C.R. 1 172 2.288 115 136 2.046
4. Finanziamenti - 363 490 - 433 534
4.1 Pronti contro termine - - - - - -
4.2 Altri - 363 490 - 433 534
Totale 122 685 3.152 274 718 2.912

Tra gli Altri titoli di debito sono inclusi i titoli connessi con operazioni di cartolarizzazione per un ammontare complessivo di 125 milioni (25 milioni Livello 1 e 100 milioni Livello 2), di cui 44 milioni senior, 65 milioni mezzanine e 16 milioni junior.

2.6 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
1.Titoli di capitale 469 491
di cui: banche - -
di cui: altre società finanziarie 117 151
di cui: società non finanziarie 352 339
2. Titoli di debito 176 149
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche - -
d) Altre società finanziarie 148 146
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie 28 3
3. Quote di O.I.C.R. 2.461 2.297
4. Finanziamenti 853 967
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche 29 38
d) Altre società finanziarie 172 199
di cui: imprese di assicurazione 64 68
e) Società non finanziarie 648 723
f) Famiglie 4 7
Totale 3.959 3.904

Le Quote di OICR si riferiscono a fondi di private equity per 771 milioni, fondi di private debt per 497 milioni, fondi immobiliari per 377 milioni, fondi per le infrastrutture per 228 milioni, hedge fund per 184 milioni, fondi di venture capital per 111 milioni e altri fondi azionari per 3 milioni. La voce include, altresì, per 290 milioni le interessenze detenute dalla Banca nel Fondo Atlante e in Italian Recovery Fund (già Fondo Atlante II), quali fondi d'investimento alternativi a sostegno delle banche italiane nelle operazioni di ricapitalizzazione e nella gestione dei crediti in sofferenza del settore.

I Finanziamenti includono le esposizioni creditizie classificate tra le attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value per il mancato superamento del test sulle caratteristiche contrattuali dei cash flow (SPPI Test) previsto dal principio contabile internazionale IFRS 9.

SEZIONE 3 - ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE CON IMPATTO SULLA REDDITIVITA' COMPLESSIVA - VOCE 30

3.1 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione merceologica

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito 30.693 2.168 9 45.919 2.352 3
1.1 Titoli strutturati 1.174 - - - 587 -
1.2 Altri titoli di debito 29.519 2.168 9 45.919 1.765 3
2. Titoli di capitale 510 496 321 1.512 1.297 327
3. Finanziamenti - 1.685 23 - 686 53
Totale 31.203 4.349 353 47.431 4.335 383

I Finanziamenti, come illustrato nella Parte A - Politiche contabili, sono riferiti alle quote dei prestiti sindacati sottoscritti e destinati alla successiva cessione.

I Titoli strutturati al 31 dicembre 2022 sono interamente costituiti da titoli di debito a tasso fisso indicizzati, quale componente aggiuntiva, all'inflazione.

Tra gli Altri titoli di debito sono inclusi i titoli connessi con operazioni di cartolarizzazione per un ammontare complessivo di 1.543 milioni (interamente di Livello 2), di cui 1.501 milioni senior e 42 milioni mezzanine.

Tra le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (voce 2. Titoli di capitale – Livello 2) sono incluse le quote di partecipazione nel capitale di Banca d'Italia per un ammontare di 368 milioni, pari al 4,91% del capitale sociale ed inferiore al limite del 5%, oltre il quale è prevista la limitazione alla percezione del dividendo in ottemperanza a quanto stabilito dall'art. 3, comma 4 dello Statuto della stessa Banca d'Italia. Al riguardo si segnala che per la relativa valutazione si è fatto riferimento, come nei precedenti esercizi, al metodo di valutazione delle transazioni dirette in considerazione delle compravendite intervenute a partire dal 2015 e proseguite negli esercizi seguenti, compreso il 2022; considerato che tutte le principali transazioni sono state perfezionate al valore nominale, l'utilizzo di tale approccio consente di confermare il valore di iscrizione nel bilancio della Banca delle quote detenute. A supporto della valutazione secondo il metodo delle transazioni dirette è stata effettuata anche una valutazione secondo il metodo DDM (Discounted Dividend Model) basato sull'attualizzazione dei futuri dividendi derivanti dall'investimento. L'applicazione del DDM ha restituito un valore della partecipazione in Banca d'Italia sostanzialmente allineato al valore iscritto nel Bilancio di Intesa Sanpaolo al 31 dicembre 2022. L'utilizzo, per il Bilancio 2022, in continuità con l'impostazione seguita nei precedenti esercizi, del prezzo delle transazioni dirette quale riferimento per la determinazione del fair value, ha determinato, inoltre, la conferma del livello 2 nell'ambito della gerarchia del fair value.

Il valore di bilancio dei titoli di capitale rivenienti dal recupero delle attività finanziarie impaired ammonta a 19 milioni.

3.2 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione per debitori/emittenti

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
1. Titoli di debito 32.870 48.274
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche 26.177 39.958
c) Banche 2.643 3.114
d) Altre società finanziarie 3.059 3.213
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie 991 1.989
2. Titoli di capitale 1.327 3.136
a) Banche 768 1.456
b) Altri emittenti: 559 1.680
- altre società finanziarie 154 1.168
di cui: imprese di assicurazione 3 3
- società non finanziarie 405 512
- altri - -
3. Finanziamenti 1.708 739
a) Banche Centrali - -
b) Amministrazioni pubbliche - -
c) Banche 100 -
d) Altre società finanziarie 146 61
di cui: imprese di assicurazione - -
e) Società non finanziarie 1.462 678
f) Famiglie - -
Totale 35.905 52.149

3.3 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: valore lordo e rettifiche di valore complessive

(milioni di euro)
Valore lordo Rettifiche di valore complessive
Primo
stadio
di cui:
Strumenti
con basso
rischio di
credito
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
parziali
complessivi
Titoli di debito 32.778 140 134 36 - -14 -28 -36 - -
Finanziamenti 1.081 - 654 - - -8 -19 - - -
Totale
31.12.2022
33.859 140 788 36 - -22 -47 -36 - -
Totale
31.12.2021
48.902 438 144 35 - -22 -11 -35 - -

Per quanto concerne l'approccio utilizzato nella rappresentazione del valore lordo e delle rettifiche di valore complessive delle attività finanziarie impaired, si rimanda a quanto esposto nella Parte A – Politiche contabili.

3.3a Finanziamenti valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva oggetto di misure di sostegno COVID-19: valore lordo e rettifiche di valore complessive

Al 31 dicembre 2022 la fattispecie non risulta presente.

SEZIONE 4 - ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL COSTO AMMORTIZZATO – VOCE 40

4.1 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso banche

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore di bilancio Fair value Valore di bilancio Fair value
Primo e
secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Livello
1
Livello
2
Livello
3
Primo e
secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Livello
1
Livello
2
Livello
3
A. Crediti verso Banche centrali 3.335 - - - 3.335 - 121.493 - - - 121.493 -
1. Depositi a scadenza 1 - - X X X 87 - - X X X
2. Riserva obbligatoria 3.329 - - X X X 121.401 - - X X X
3. Pronti contro termine - - - X X X - - - X X X
4. Altri 5 - - X X X 5 - - X X X
B. Crediti verso banche 33.196 36 - 1.115 26.395 5.520 38.942 53 - 1.547 30.979 6.505
1. Finanziamenti 31.764 36 - - 26.143 5.520 37.378 53 - - 30.945 6.505
1.1 Conti correnti - - - X X X - - - X X X
1.2 Depositi a scadenza 9.825 - - X X X 5.290 - - X X X
1.3 Altri finanziamenti: 21.939 36 - X X X 32.088 53 - X X X
- Pronti contro termine attivi 7.881 - - X X X 12.387 - - X X X
- Finanziamenti per leasing 5 - - X X X 5 - - X X X
- Altri 14.053 36 - X X X 19.696 53 - X X X
2. Titoli di debito 1.432 - - 1.115 252 - 1.564 - - 1.547 34 -
2.1 Titoli strutturati - - - - - - - - - - - -
2.2 Altri titoli di debito 1.432 - - 1.115 252 - 1.564 - - 1.547 34 -
Totale 36.531 36 - 1.115 29.730 5.520 160.435 53 - 1.547 152.472 6.505

Al 31 dicembre 2022 la variazione della sottovoce Riserva obbligatoria è imputabile all'impiego dell'eccesso di liquidità in depositi a vista (overnight) esposti alla voce Cassa e disponibilità liquide.

La sottovoce Altri finanziamenti – Altri include crediti di funzionamento, ossia crediti per operazioni connesse con la prestazione di attività e di servizi finanziari privi di affidamento, per un ammontare pari a 31 milioni (15 milioni al 31 dicembre 2021). Su tali esposizioni, classificate nel Primo stadio, sono state registrate rettifiche di valore non significative.

(milioni di euro) Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021 Valore di bilancio Fair value Valore di bilancio Fair value Primo e secondo stadio Terzo stadio Impaired acquisite o originate Livello 1 Livello 2 Livello 3 Primo e secondo stadio Terzo stadio Impaired acquisite o originate Livello 1 Livello 2 Livello 3 1. Finanziamenti 372.668 4.552 257 - 248.877 114.124 388.895 6.189 317 - 282.600 119.487 1.1. Conti correnti 9.741 406 11 X X X 9.413 611 21 X X X 1.2. Pronti contro termine attivi 15.357 - - X X X 18.897 - - X X X 1.3. Mutui 226.025 2.979 153 X X X 235.350 4.077 271 X X X 1.4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 12.569 196 1 X X X 13.057 214 2 X X X 1.5 Finanziamenti per leasing 6.973 301 85 X X X 8.428 260 - X X X 1.6. Factoring 10.514 50 - X X X 9.118 63 - X X X 1.7. Altri finanziamenti 91.489 620 7 X X X 94.632 964 23 X X X 2. Titoli di debito 50.972 25 - 26.941 15.688 4.872 43.559 28 - 25.187 14.019 4.101 2.1. Titoli strutturati - - - - - - - - - - - - 2.2. Altri titoli di debito 50.972 25 - 26.941 15.688 4.872 43.559 28 - 25.187 14.019 4.101 Totale 423.640 4.577 257 26.941 264.565 118.996 432.454 6.217 317 25.187 296.619 123.588

4.2 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso clientela

Tra gli Altri finanziamenti sono compresi i finanziamenti erogati a valere su fondi di terzi in amministrazione con rischio a carico della Banca per un ammontare pari a 51 milioni.

Tra gli Altri titoli di debito sono inclusi i titoli connessi con operazioni di cartolarizzazione per un ammontare complessivo di 8.495 milioni, di cui 8.475 milioni senior e 20 milioni mezzanine. Tra i titoli senior sono compresi 910 milioni di notes dei veicoli Grogu SPV S.r.l. e Yoda SPV S.r.l., a cui nel corso del 2021 e del 2020 sono stati ceduti, ai sensi della L. 130/99, crediti classificati come "sofferenze", 1.572 milioni di notes dei veicoli Kerdos SPV S.r.l. e Kerma SPV S.r.l., a cui nel corso del 2021 e del 2019 sono stati ceduti, ai sensi della L. 130/99, crediti classificati principalmente come "inadempienze probabili" (Unlikely To Pay – UTP), 3.197 milioni di notes del veicolo Teseo SPV S.r.l. e 784 milioni di notes del veicolo Organa SPV S.r.l., a cui nel corso del 2022 sono stati ceduti, ai sensi della L. 130/99, rispettivamente crediti di leasing

classificati come "bonis" e crediti classificati come "sofferenze". Del veicolo Teseo SPV S.r.l. la Banca detiene anche 9 milioni di titoli mezzanine.

Vi figurano, inoltre, titoli di debito per 6.778 milioni connessi alla cartolarizzazione del veicolo Romulus Funding Corporation inclusa nel perimetro di consolidamento del Gruppo.

Nel corso dell'esercizio sono stati acquisiti, nell'ambito di operazioni di business combination under common control, crediti deteriorati pari a 148 milioni.

La sottovoce Altri finanziamenti include crediti di funzionamento, ossia crediti per operazioni connesse con la prestazione di attività e di servizi finanziari privi di affidamento, per un ammontare pari a 608 milioni (631 milioni al 31 dicembre 2021). Su tali esposizioni, classificate nel Primo stadio, sono state registrate riprese di valore non significative.

4.3 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione per debitori/emittenti dei crediti verso clientela

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Primo e
secondo
stadio
Terzo stadio Impaired
acquisite o
originate
Primo e
secondo stadio
Terzo stadio Impaired
acquisite o
originate
1. Titoli di debito 50.972 25 - 43.559 28 -
a) Amministrazioni pubbliche 30.141 13 - 25.310 15 -
b) Altre società finanziarie 17.827 - - 14.561 1 -
di cui: imprese di assicurazione 1 - - 6 - -
c) Società non finanziarie 3.004 12 - 3.688 12 -
2. Finanziamenti verso: 372.668 4.552 257 388.895 6.189 317
a) Amministrazioni pubbliche 11.887 211 - 13.175 355 -
b) Altre società finanziarie 46.282 109 1 52.621 260 1
di cui: imprese di assicurazione 435 - - 814 - -
c) Società non finanziarie 169.931 2.827 152 182.069 3.422 147
d) Famiglie 144.568 1.405 104 141.030 2.152 169
TOTALE 423.640 4.577 257 432.454 6.217 317

4.4 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: valore lordo e rettifiche di valore complessive

(milioni di euro)
Valore lordo Rettifiche di valore complessive
Primo
stadio
di cui:
Strumenti
con basso
rischio di
credito
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
parziali
complessivi
Titoli di debito 49.896 6.778 2.571 75 - -20 -43 -50 - -
Finanziamenti 375.012 20.198 34.548 8.667 383 -465 -1.328 -4.079 -126 2.982
Totale 31.12.2022 424.908 26.976 37.119 8.742 383 -485 -1.371 -4.129 -126 2.982
Totale 31.12.2021 542.415 24.787 52.497 13.609 482 -520 -1.503 -7.339 -165 6.367

Per quanto concerne l'approccio utilizzato nella rappresentazione del valore lordo e delle rettifiche di valore complessive delle attività finanziarie impaired si rimanda a quanto esposto nella Parte A – Politiche contabili.

4.4a Finanziamenti valutati al costo ammortizzato oggetto di misure di sostegno COVID-19: valore lordo e rettifiche di valore complessive

(milioni di euro)
Valore lordo Rettifiche di valore complessive
Primo
stadio
di cui:
Strumenti
con basso
rischio di
credito
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Write-off
parziali
complessivi
1. Finanziamenti oggetto di
concessione conforme con le GL
- - - - - - - - - -
2. Finanziamenti oggetto di misure
di moratoria in essere non più
conformi alle GL e non valutate
come oggetto di concessione
29 - 19 1 - - -1 - - -
3. Finanziamenti oggetto di altre
misure di concessione
4 - 374 104 - - -21 -24 - -
4. Nuovi finanziamenti 28.711 - 3.040 557 1 -34 -29 -170 - -
Totale
31.12.2022
28.744 - 3.433 662 1 -34 -51 -194 - -
Totale
31.12.2021
34.326 - 8.854 486 4 -40 -218 -124 - -

Nella riga "Finanziamenti oggetto di concessione conforme con le GL" sono riportati i finanziamenti oggetto di moratoria che rientrano nell'ambito di applicazione delle "Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID 19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/02) e successive modifiche e integrazioni. Al 31 dicembre 2022 tali finanziamenti risultavano di importo inferiore al milione e pari a 412 mila euro.

Nella riga "Finanziamenti oggetto di misure di moratoria in essere non più conformi alle GL e non valutate come oggetto di concessione" sono riportati i finanziamenti oggetto di moratoria in essere, valutati come conformi alle EBA/GL/2020/02 alla data di concessione della misura e non più conformi alla data di riferimento del bilancio, che non sono stati classificati dalla banca come "esposizioni oggetto di concessione" (come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza) a seguito della valutazione effettuata al verificarsi dell'evento che ha generato la non conformità alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga "Finanziamenti oggetto di altre misure di concessione" sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 che soddisfano le condizioni di "esposizione oggetto di concessione" come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza e che non sono incluse nella categoria "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" dalla data di concessione della misura oppure dalla data in cui non sono più conformi alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga "Nuovi finanziamenti" sono rappresentate le esposizioni a cui è stata concessa nuova liquidità con il supporto di garanzie pubbliche.

SEZIONE 5 - DERIVATI DI COPERTURA – VOCE 50

Per quanto riguarda gli obiettivi e le strategie sottostanti alle operazioni di copertura si rinvia all'informativa fornita nell'ambito della Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura, Sezione 2 - Rischi di mercato.

5.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli

(milioni di euro)
Fair value 31.12.2022 Valore
nozionale
Fair value 31.12.2021 Valore
nozionale
Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2022 Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2021
A. Derivati finanziari
1. Fair Value - 8.692 - 162.970 - 1.561 - 175.643
2. Flussi Finanziari - 82 - 1.543 - 5 - 3.364
3. Investimenti esteri - - - - - - - -
B. Derivati creditizi
1. Fair Value - - - - - - - -
2. Flussi Finanziari - - - - - - - -
Totale - 8.774 - 164.513 - 1.566 - 179.007

I valori al 31 dicembre 2022 dei derivati di copertura includono i risultati della compensazione contabile tra saldi lordi positivi e negativi ai sensi dello IAS 32 paragrafo 42, che non trovano rappresentazione nella Parte E della presente Nota integrativa. In particolare, il fair value lordo positivo delle attività in Derivati di copertura per l'operatività in conto proprio posta in essere con il compensatore legale LCH Ltd. per 9.998 milioni, soddisfacendo i requisiti della compensazione contabile, è stato oggetto di nettizzazione tra le Passività finanziarie di negoziazione - Strumenti derivati. Il fair value positivo complessivo dei derivati di copertura al lordo delle compensazioni in bilancio si attesterebbe a 18.772 milioni (di cui 18.687 milioni a copertura di Fair Value e 85 milioni a copertura di Flussi Finanziari).

La variazione annua in aumento del fair value dei Derivati finanziari di copertura è ascrivibile al significativo rialzo dei tassi d'interesse intervenuto nel 2022.

5.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura

(milioni di euro)
Operazioni/Tipo di copertura Fair Value Flussi finanziari
Investim.
esteri
Specifica
Generica
titoli di
debito e
tassi di
interesse
titoli di
capitale
e indici
azionari
valute e
oro
credito merci altri Specifica Generica
1. Attività finanziarie valutate al fair value
con impatto sulla redditività complessiva
2.135 - 263 - X X X - X X
2. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
2.280 X - - X X X - X X
3. Portafoglio X X X X X X 3.533 X - X
4. Altre operazioni - - - - - - X - X -
Totale attività 4.415 - 263 - - - 3.533 - - -
1. Passività finanziarie 407 X 60 - - - X 82 X X
2. Portafoglio X X X X X X 14 X - X
Totale passività 407 - 60 - - - 14 82 - -
1. Transazioni attese X X X X X X X - X X
2. Portafoglio di attività e passività
finanziarie
X X X X X X - X - -

Nella tabella è indicato il fair value positivo dei derivati di copertura, suddiviso in relazione all'attività o alla passività coperta ed alla tipologia di copertura realizzata.

Considerando i valori al lordo della compensazione in bilancio, si conferma la prevalenza di contratti derivati utilizzati nella copertura specifica di fair value dei titoli di debito dell'attivo nonché nella copertura generica di fair value di crediti erogati.

SEZIONE 6 – ADEGUAMENTO DI VALORE DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE OGGETTO DI COPERTURA GENERICA – VOCE 60

6.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti

Adeguamento di valore delle attività coperte / Valori 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
1. Adeguamento positivo - 393
1.1 di specifici portafogli: - 393
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - 393
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - -
1.2 complessivo - -
2. Adeguamento negativo -9.472 -
2.1 di specifici portafogli: -9.472 -
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato -9.472 -
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - -
2.2 complessivo - -
Totale -9.472 393

Forma oggetto di rilevazione nella presente voce il saldo delle variazioni di valore delle attività oggetto di copertura generica (macrohedging) dal rischio di tasso di interesse, per la cui applicazione la Banca si avvale della possibilità, prevista dall'IFRS 9, di continuare ad applicare le previsioni consentite dallo IAS 39 nella versione carve-out.

La variazione annua negativa dell'adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica dal rischio tasso è conseguente all'aumento dei tassi d'interesse intervenuto nel 2022.

SEZIONE 7 – PARTECIPAZIONI – VOCE 70

7.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi

Denominazioni Sede
legale
Sede
operativa
Quota di
partecipazione
%
Disponibilità
voti
%
(a)
A. IMPRESE CONTROLLATE IN VIA ESCLUSIVA
1 ACANTUS S.P.A. Milano Milano 100,00
2 ANTI FINANCIAL CRIME DIGITAL HUB S.C.A R.L. Torino Torino 60,00
3 BANCA 5 S.P.A. Milano Milano 100,00
4 BANCA COMERCIALA EXIMBANK S.A. Chisinau Chisinau 100,00
5 BANK OF ALEXANDRIA S.A.E. (ALEXBANK) Il Cairo Il Cairo 80,00
6 BANKA INTESA SANPAOLO D.D. (b) Koper Koper 48,13
7 CIB BANK LTD Budapest Budapest 100,00
8 COLLINE E OLTRE S.P.A. Pavia Pavia 51,00
9 CONSORZIO STUDI E RICERCHE FISCALI GRUPPO INTESA SANPAOLO Roma Roma 80,00
10 EURIZON CAPITAL SGR S.P.A. Milano Milano 100,00
11 EXETRA S.P.A. (c) Milano Milano 85,00
12 FIDEURAM - INTESA SANPAOLO PRIVATE BANKING S.P.A. Torino Roma 100,00
13 FIDEURAM VITA S.P.A. Roma Roma 80,01
14 IMI INVESTMENTS S.A. Lussemburgo Lussemburgo 100,00
15 IMMIT - IMMOBILI ITALIANI S.R.L. Bergamo Bergamo 100,00
16 IN.FRA - INVESTIRE NELLE INFRASTRUTTURE S.R.L. Milano Milano 100,00
17 INTESA SANPAOLO (QINGDAO) SERVICE COMPANY LIMITED Qingdao Qingdao 100,00
18 INTESA SANPAOLO BANK ALBANIA SH.A. Tirana Tirana 100,00
19 INTESA SANPAOLO BANK IRELAND PLC Dublino Dublino 100,00
20 INTESA SANPAOLO BRASIL S.A. - BANCO MULTIPLO San Paolo San Paolo 99,90
21 INTESA SANPAOLO CASA S.P.A. Milano Milano 100,00
22 INTESA SANPAOLO EXPO INSTITUTIONAL CONTACT S.R.L. Milano Milano 100,00
23 INTESA SANPAOLO FUNDING LLC Wilmington Delaware New York 100,00
24 INTESA SANPAOLO HIGHLINE S.R.L. Torino Torino 100,00
25 INTESA SANPAOLO HOLDING INTERNATIONAL S.A. Lussemburgo Lussemburgo 100,00
26 INTESA SANPAOLO INNOVATION CENTER S.P.A. Torino Torino 99,99
27 INTESA SANPAOLO PROVIS S.P.A. Milano Milano 100,00
28 INTESA SANPAOLO RE.O.CO. S.P.A. Milano Milano 100,00
29 INTESA SANPAOLO RENT FORYOU S.P.A. Torino Torino 100,00
30 INTESA SANPAOLO ROMANIA S.A. COMMERCIAL BANK Bucarest Bucarest 99,73
31 INTESA SANPAOLO VITA S.P.A. Torino Milano 99,99
32 ISP CB IPOTECARIO S.R.L. (d) Milano Milano 60,00
33 ISP CB PUBBLICO S.R.L. (d) Milano Milano 60,00
34 ISP OBG S.R.L. (d) Milano Milano 60,00
35 JOINT STOCK COMPANY BANCA INTESA (e) Mosca Mosca 46,98
36 PORTA NUOVA GIOIA (f) Milano Milano 100,00
37 PRAVEX BANK JOINT-STOCK COMPANY Kiev Kiev 100,00
38 PRESTITALIA S.P.A. Bergamo Bergamo 100,00
39 PRIVATE EQUITY INTERNATIONAL S.A. (g) Lussemburgo Lussemburgo 100,00
40
41
QINGDAO YICAI FUND DISTRIBUTION CO. LTD.
RISANAMENTO S.P.A. (e) (h)
Qingdao
Milano
Qingdao
Milano
100,00
48,88
42 SOCIETA' BENEFIT CIMAROSA 1 S.P.A. Milano Milano 100,00
43 SRM STUDI E RICERCHE PER IL MEZZOGIORNO (i) Napoli Napoli 60,00 20,00 (*)
44 UBI FINANCE S.R.L. (d) Milano Milano 60,00
45 INTESA SANPAOLO SERVICOS E EMPRENDIMENTOS LTDA EM LIQUIDACAO San Paolo San Paolo 100,00
46 OOO INTESA REALTY RUSSIA - IN LIQUIDATION Mosca Mosca 100,00
47 ORO ITALIA TRADING S.P.A. - IN LIQUIDAZIONE Arezzo Arezzo 100,00

Denominazioni Sede
legale
Sede
operativa
Quota di
partecipazione
%
Disponibilità
voti
%
(a)
1 B. IMPRESE CONTROLLATE IN MODO CONGIUNTO
APSIDE S.P.A.
Torino Torino 50,00
2 AUGUSTO S.R.L. Milano Milano 5,00
3 DIOCLEZIANO S.R.L. Milano Milano 5,00
4 IMMOBILIARE NOVOLI S.P.A. Firenze Firenze 50,00
C. IMPRESE SOTTOPOSTE AD INFLUENZA NOTEVOLE
1 ADRIANO LEASE SEC S.R.L. (j) Conegliano Conegliano 5,00 5,00 ();
95,00 (
*)
2 BACK2BONIS Milano Milano 55,40 35,00 (*)
3 BACKTOWORK24 S.R.L. Milano Milano 30,58
4 BANCOMAT S.P.A. Roma Roma 31,55
5 BERICA ABS 3 S.R.L. (j) Vicenza Vicenza 5,00
6 BRERA SEC S.R.L. (j) Conegliano Conegliano 5,00
7 CAMFIN S.P.A. (k) Milano Milano 4,60 8,53 (*)
8 CASSA DI RISPARMIO DI FERMO S.P.A. Fermo Fermo 33,33
9 CENTAI INSTITUTE S.P.A. Torino Torino 49,00
10 CLARA SEC. S.R.L. (j) Conegliano Conegliano 5,00
11 COMPAGNIA AEREA ITALIANA S.P.A. Roma Fiumicino 27,49
12 DESTINATION GUSTO S.R.L. Milano Milano 49,00
13 DIGIT'ED HOLDING S.P.A. Milano Milano 20,00
14 EQUITER S.P.A. Torino Torino 32,88
15 EUROMILANO S.P.A. Milano Milano 43,43
16 EUSEBI HOLDINGS B.V. Amsterdam Amsterdam 47,00
17 FI.NAV. COMPARTO A - CREDITI Roma Roma 50,54
18 FONDO DI RIGENERAZIONE URBANA SICILIA S.R.L. (l) Palermo Torino 100,00
19 FONDO PER LA RICERCA E L'INNOVAZIONE S.R.L. RIF (l) Torino Torino 100,00
20 FONDO SARDEGNA ENERGIA S.R.L. (l) Cagliari Torino 100,00
21 GIADA SEC. S.R.L. (j) Conegliano Conegliano 5,00
22 GILDA S.R.L. (m) Montesilvano Montesilvano 13,05 13,05 ();
1,95 (
*)
23 INDACO VENTURE PARTNERS SGR S.P.A. Milano Milano 24,50
24 INTRUM ITALY S.P.A. Milano Milano 49,00
25 ISM INVESTIMENTI S.P.A. Mantova Mantova 27,36
26 MARKETWALL S.R.L. Milano Milano 33,00
27 MATERIAS S.R.L. Napoli Napoli 12,87
28 MONTEFELTRO SVILUPPO SOC. CONS. A R. Urbania Urbania 26,37
29 NETWORK IMPRESA S.P.A. IN CONCORDATO PREVENTIVO Limena Limena 28,95
30 NEWCO - FONDO TEMATICO PIANI URBANI INTEGRATI S.R.L. (l) Torino Torino 100,00
31 NEWCO - FONDO TEMATICO TURISMO S.R.L. (l) Torino Torino 100,00
32 RCN FINANZIARIA S.P.A. Mantova Mantova 23,96
33 RSCT FUND - COMPARTO CREDITI Milano Milano 70,07
34 S.F. CONSULTING S.R.L. Bergamo Bergamo 35,00
35 SICILY INVESTMENTS S.A.R.L. Lussemburgo Lussemburgo 25,20
36 TRINACRIA CAPITAL S.A.R.L. Lussemburgo Lussemburgo 25,20
Denominazioni Sede
legale
Sede
operativa
Quota di
partecipazione
%
Disponibilità
voti
%
(a)
37 UBI SPV LEASE 2016 S.R.L. (j) Milano Milano 10,00 10,00 ();
90,00 (
*)
38 VESTA OML LIMITED Londra Londra 37,51
39 WARRANT HUB S.P.A. Correggio Correggio 12,00
40 APULIA FINANCE N. 4 S.R.L. - IN LIQUIDAZIONE (j) Conegliano Conegliano 10,00
41 EUROPROGETTI & FINANZA S.R.L. - IN LIQUIDAZIONE Roma Roma 15,97
42 INIZIATIVE IMMOBILIARI INDUSTRIALI S.P.A. - IN LIQUIDAZIONE Arqua' Polesine Arquà Polesine 20,00
43 LEONARDO TECHNOLOGY S.R.L. - IN LIQUIDAZIONE Torino Torino 26,60
44 PIETRA S.R.L. - IN LIQUIDAZIONE Milano Milano 22,22
45 SVILUPPO INDUSTRIALE S.P.A. - IN LIQUIDAZIONE Pistoia Pistoia 28,27

(a) Ove differente dalla quota di partecipazione %, viene indicata l'effettiva disponibilità dei voti nell'assemblea ordinaria, distinguendo, ove applicabile, tra diritti di voto effettivi e potenziali: (*) Diritti di voto effettivi (**) Diritti di voto potenziali.

(b) Si segnala la presenza di un impegno di legge nei confronti degli azionisti di minoranza per l'acquisto del residuo 0,7% del capitale sociale.

(c) In caso di messa in liquidazione della partecipazione, il socio di minoranza ha la facoltà di vendere, ed Intesa Sanpaolo dovrà acquistare, l'intera partecipazione di minoranza.

(d) Si tratta di veicoli funzionali all'emissione di covered bond.

(e) Società inclusa tra le partecipazioni rilevanti in quanto, complessivamente, il Gruppo detiene una quota di controllo oppure ricorrono gli altri presupposti previsti dall'IFRS 10.

(f) Si tratta di un fondo comune di investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso gestito da COIMA SGR S.p.A.

(g) La controllata Private Equity International S.A. aveva emesso in data 23 dicembre 2016 una nuova categoria di azioni di classe C, pari al 5,6% del capitale della società. Tali azioni non disponevano di diritti di voto in assemblea e il loro rendimento era correlato ai risultati economici di determinati investimenti in portafoglio alla medesima Private Equity International S.A. Con delibera dell'assemblea straordinaria di PEI del 14 settembre 2022, previo benestare di Capogruppo del 24 maggio 2022, PEI ha formalizzato l'annullamento delle 60.000 azioni privilegiate di classe C del valore unitario nominale di euro 100, riacquistate in data 2 settembre 2022 per complessivi 52,5 milioni da NB RENAISSANCE PARTNERS S.A R.L. SICAV-RAIF (NB Sicav-Raif), e sono state successivamente annullate con conseguente riduzione del capitale sociale di 6 milioni, corrispondente al valore nominale di tutte le azioni privilegiate di classe C.

(h) Società non soggetta ad attività di direzione e coordinamento ai sensi dell'art. 2497 e segg. C.C.

(i) La compagine associativa conta n. 5 associati con identico diritto di voto capitario, ai sensi dell'Art. 6 dello Statuto (Compagnia di Sanpaolo, Intesa Sanpaolo S.p.A., Bank of Alexandria S.A.E., Intesa Sanpaolo Rent Foryou S.p.A., Intesa Sanpaolo Innovation Center S.p.A.).

(j) Si tratta di veicoli utilizzati per operazioni di cartolarizzazione nell'ambito del Gruppo. Le opzioni Put&Call sono esercitabili nel semestre successivo alla data di estinzione dell'operazione di cartolarizzazione. Per Adriano Lease Sec S.r.l. e UBI SPV Lease 2016 S.r.l. le operazioni si sono chiuse rispettivamente il 27 ottobre 2022 e il 3 agosto 2022 e le relative finestre di esercizio delle call option pertanto hanno scadenza ad aprile e febbraio 2023.

(k) Il differente valore tra la quota effettiva e il numero di voti in assemblea è legato alla presenza di varie categorie di azioni (A e B). Solo le azioni di cat. A (detenute anche da Intesa Sanpaolo) attribuiscono diritto di voto in assemblea.

(l) Fondi BEI: gli effetti economici delle operazioni di investimento in equity e di finanziamento sottostanti l'attività del fondo ricadono integralmente sulla BEI.

(m) Intesa Sanpaolo S.p.A. ha erogato un finanziamento soci convertendo con conversione effettuabile entro novembre 2023.

L'illustrazione dei criteri e dei metodi di determinazione dell'area di consolidamento e delle motivazioni per cui una partecipata è sottoposta a controllo congiunto o influenza notevole, è contenuta nella Parte A - Politiche contabili, alla quale si fa rinvio.

Il fair value al 31 dicembre 2022 della sola partecipazione quotata Risanamento S.p.A. è pari a 98 milioni.

7.2 Partecipazioni significative: valore di bilancio, fair value e dividendi percepiti

Per l'informativa relativa al presente paragrafo si rimanda al contenuto dell'analoga sezione della Nota integrativa consolidata.

7.3 Partecipazioni significative: informazioni contabili

Per l'informativa relativa al presente paragrafo si rimanda al contenuto dell'analoga sezione della Nota integrativa consolidata.

7.4 Partecipazioni non significative: informazioni contabili

Per l'informativa relativa al presente paragrafo si rimanda al contenuto dell'analoga sezione della Nota integrativa consolidata.

7.5 Partecipazioni: variazioni annue

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
A. Esistenze iniziali 23.420 24.668
B. Aumenti 768 6.016
B.1 acquisti 428 3.436
di cui operazioni di aggregazione aziendale - 1.978
B.2 riprese di valore 5 -
B.3 rivalutazioni - -
B.4 altre variazioni 335 2.580
C. Diminuzioni -542 -7.264
C.1 vendite -319 -4.701
di cui operazioni di aggregazione aziendale -46 -4.315
C.2 rettifiche di valore -196 -290
C.3 svalutazioni - -
C.4 altre variazioni -27 -2.273
D. Rimanenze finali 23.646 23.420
E. Rivalutazioni totali - -
F. Rettifiche totali -8.252 -8.085

La sottovoce B.1 Acquisti attiene principalmente alle seguenti operazioni:

  • incremento del valore della partecipazione nel fondo mobiliare di tipo chiuso Back2Bonis per 257 milioni mediante il conferimento di un portafoglio di crediti non performing e lo swap delle quote del fondo IDEA CCR Comparto Crediti, in cambio di quote del fondo stesso;
  • acquisizione di una quota del 12% di Warrant HUB S.p.A. per 55 milioni;
  • incremento della quota di partecipazione detenuta nel fondo FI.NAV. Comparto A Crediti per 37 milioni, a seguito del conferimento di un portafoglio crediti non performing in cambio di quote del fondo stesso;
  • acquisizione di una quota del 20% di Digit'Ed Hoding S.p.A. per 22 milioni;
  • versamento di 16 milioni al fondo Porta Nuova Gioia per sottoscrizione quote;
  • acquisizione del restante 60% della partecipazione Intesa Sanpaolo Rent Foryou S.p.A. per 14 milioni con il raggiungimento del controllo totalitario della partecipazione;
  • sottoscrizione di un aumento di capitale sociale di Intesa Sanpaolo Romania S.A. Commercial Bank per 12 milioni;
  • sottoscrizione di un aumento di capitale sociale di Qingdao Ycai Fund Distribution CO Ltd. per 9 milioni.

La sottovoce B.2 Riprese di valore si riferisce alla partecipazione detenuta nel fondo FI.NAV. Comparto A - Crediti per 5 milioni.

La sottovoce B.4 Altre variazioni è riconducibile principalmente:

  • all'utile realizzato a seguito della cessione di Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A., pari a 196 milioni al netto di oneri accessori, preceduto da un conferimento da parte della Banca a favore di Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. del ramo d'azienda avente ad oggetto le attività concernenti la progettazione e l'erogazione degli interventi formativi per lo sviluppo delle competenze manageriali e professionali dei dipendenti del Gruppo ISP per 8 milioni e al versamento in conto capitale per 8 milioni;
  • all'intervento di patrimonializzazione per 96 milioni a favore di Banca 5 S.p.A.

La sottovoce C.1 Vendite comprende essenzialmente:

  • la cessione di Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. per 215 milioni;
  • le incorporazioni di UBI Leasing S.p.A. per 38 milioni, di Intesa Sanpaolo Agents4you S.p.A. per 6 milioni e di Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l. per 2 milioni, perfezionatesi nel corso dell'esercizio;
  • la cessione di Innolva S.p.A. per 57 milioni.

La sottovoce C.2 Rettifiche di valore riguarda la svalutazione delle interessenze detenute in Joint Stock Company Banca Intesa per 68 milioni, Pravex Bank Joint-Stock Company per 48 milioni, Qingdao Yicai Fund Distribution Co. Ltd. per 33 milioni, Risanamento S.p.A. per 24 milioni, RSCT Fund Comparto Crediti per 8 milioni, Intesa Sanpaolo (Qingdao) Service Company Limited per 5 milioni, Intesa Sanpaolo RE.O.CO S.p.A. per 4 milioni ed altre minori per 6 milioni.

La sottovoce C.4 Altre variazioni comprende essenzialmente:

  • il rimborso del Fondo Back2Bonis per 14 milioni;
  • la scissione parziale della partecipazione Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. a favore della Banca per 9 milioni, nell'ambito del progetto di trasformazione di IW Bank S.p.A. da Banca in SIM.

7.6 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto

Per l'informativa relativa al presente paragrafo si rimanda al contenuto dell'analoga sezione della Nota integrativa consolidata.

7.7 Impegni riferiti a partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole

Per l'informativa relativa al presente paragrafo si rimanda al contenuto dell'analoga sezione della Nota integrativa consolidata.

7.8 Restrizioni significative

Per l'informativa relativa al presente paragrafo si rimanda al contenuto dell'analoga sezione della Nota integrativa consolidata.

7.9 Altre informazioni

Per l'informativa relativa al presente paragrafo si rimanda al contenuto dell'analoga sezione della Nota integrativa consolidata.

I test di impairment sulle partecipazioni

Come richiesto dai principi IAS/IFRS le partecipazioni sono state sottoposte al test di impairment al fine di verificare se esistono obiettive evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di iscrizione delle attività stesse. Per le partecipazioni di collegamento e controllo congiunto, il processo di rilevazione di eventuali impairment prevede la verifica della presenza di indicatori di impairment e la determinazione dell'eventuale svalutazione. Gli indicatori di impairment sono sostanzialmente suddivisibili in due categorie: indicatori qualitativi, quali il conseguimento di risultati economici negativi o comunque un significativo scostamento rispetto ad obiettivi di budget o previsti da piani pluriennali comunicati al mercato, l'annuncio/avvio di procedure concorsuali o di piani di ristrutturazione, la revisione al ribasso del "rating" di oltre due classi; indicatori quantitativi rappresentati da una riduzione del fair value al di sotto del valore di bilancio di oltre il 30% ovvero per un periodo superiore a 24 mesi, da una capitalizzazione di borsa inferiore al patrimonio netto contabile della società, nel caso di titoli quotati su mercati attivi, ovvero da un valore contabile della partecipazione nel Bilancio separato superiore al valore contabile nel Bilancio consolidato dell'attivo netto e dell'avviamento della partecipata o dalla distribuzione da parte di quest'ultima di un dividendo superiore al proprio reddito complessivo. In presenza di indicatori di impairment viene determinato il valore recuperabile, rappresentato dal maggiore tra il fair value al netto dei costi di vendita ed il Valore d'uso, e se quest'ultimo risulta inferiore al valore di iscrizione si procede alla rilevazione dell'impairment. Qualora il valore recuperabile dovesse, successivamente, risultare superiore al nuovo valore contabile ed i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, si procede alla rilevazione di riprese di valore, con imputazione a conto economico, fino a concorrenza della rettifica precedentemente registrata.

Con riferimento alle partecipazioni di collegamento o sottoposte a controllo congiunto, laddove siano stati rilevati indicatori di impairment, sono state effettuate valutazioni basate in via prioritaria su metodologie di mercato (transazioni dirette o comparabili e multipli di mercato) o in alternativa su valutazioni "fondamentali", basate principalmente sulla stima dei flussi di cassa attesi attualizzati attraverso il metodo "discounted cash flow" o sul patrimonio netto rettificato (cd. ANAV). I risultati di tali valutazioni hanno comportato la necessità di operare rettifiche di valore principalmente riferite alle partecipazioni in RSCT Fund Comparto Crediti (8 milioni), Backtowork24 (2 milioni), Gilda (2 milioni) ed altri investimenti minori per 1 milione. Sempre nell'ambito delle valutazioni effettuate sulle partecipazioni di collegamento o sottoposte a controllo congiunto, si segnala la rilevazione di una ripresa di valore della partecipazione in FI.NAV. Comparto A - Crediti per 5 milioni.

Per quanto riguarda le partecipazioni di controllo, le singole interessenze, benché rilevanti in qualità di singoli asset dal punto di vista contabile, non presentano capacità autonome di generazione e governo dei flussi di cassa, in considerazione del modello organizzativo che prevede CGU di maggiori dimensioni delle singole entità giuridiche. Pertanto le partecipazioni di controllo non assumono rilevanza individualmente ai fini dell'effettuazione dell'impairment test nel Bilancio separato ma sono aggregate (assieme alle attività operative svolte direttamente dalla Capogruppo) in CGU coerenti con quelle identificate a livello di Bilancio consolidato; tale approccio è legato al modello organizzativo utilizzato dal Gruppo, per cui data l'incapacità delle singole partecipazioni appartenenti ad una data CGU di generare flussi indipendenti rispetto alle altre partecipazioni, risulterebbe impossibile calcolarne il valore recuperabile individuale, secondo le disposizioni dello IAS 36.

In considerazione della coerenza che deve essere preservata tra l'impairment test condotto nel Bilancio consolidato e quello nel Bilancio separato, oltre all'omogeneità nella composizione delle CGU, occorre considerare attentamente la correlazione tra gli elementi oggetto di verifica nei due bilanci: gli avviamenti attribuiti alle differenti CGU sia nel Bilancio consolidato che nel Bilancio separato si riflettono in parte nell'avviamento riferito alla sola Capogruppo e in parte nei valori contabili delle partecipazioni di controllo. Gli avviamenti relativi a queste ultime sono infatti impliciti nei valori di carico delle partecipazioni nel Bilancio separato ed emergono nel Bilancio consolidato a seguito del processo di consolidamento secondo i valori determinati in sede di acquisizione secondo l'IFRS 3.

Qualora a livello di Bilancio consolidato emerga la necessità di svalutare l'avviamento riferito ad una determinata CGU, tale svalutazione deve essere attribuita nel Bilancio separato alle attività, riferite alla medesima CGU, non già testate individualmente, ovvero l'avviamento, il brand name e le partecipazioni di controllo. Come descritto nella Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale – Attivo del Bilancio consolidato, i test di impairment svolti con riferimento alle CGU nel Bilancio Consolidato non hanno determinato la necessità di operare svalutazioni dell'avviamento, pertanto non sono state rilevate rettifiche di valore sulle partecipazioni di controllo.

Un trattamento differenziato è stato riservato alle partecipazioni di controllo che non presentano avviamenti nel Bilancio consolidato ma che hanno chiuso l'esercizio 2022 in perdita, per le quali si è prudenzialmente verificato che quest'ultimo risultato fosse dovuto a situazioni contingenti o strutturali; da tale analisi è emersa la necessità di effettuare alcune rettifiche di valore, allineando il valore di bilancio degli investimenti al patrimonio netto pro-quota delle partecipate. Le svalutazioni sono riferite alle interessenze detenute in Qingdao Yicai Fund Distribution Co. Ltd. per 33 milioni, Risanamento S.p.A. per 24 milioni, Intesa Sanpaolo Qingdao Service Company Limited per 5 milioni e Intesa Sanpaolo Re.O.Co S.p.A. per 4 milioni ed in altre minori per 1 milione.

Si segnala inoltre che, a seguito dell'esplosione del conflitto militare tra Russia e Ucraina, utilizzando un approccio valutativo guidato da razionali di prudenza che tiene in considerazione il rischio geopolitico, nel corso dell'esercizio si è provveduto ad azzerare il valore degli investimenti nel capitale delle controllate in Russia (Joint Stock Company Banca Intesa) e Ucraina (Pravex Bank Joint-Stock Company) per un importo rispettivamente pari a 68 milioni e 48 milioni. Per completezza, si specifica anche in questa sede che per Pravex Bank si è ulteriormente aggiunto un accantonamento per 71 milioni, finalizzato a cogliere il valore negativo del patrimonio netto della partecipata contribuito nel bilancio consolidato di Gruppo.

SEZIONE 8 - ATTIVITÀ MATERIALI – VOCE 80

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
1.738 1.839
920 995
- -
3. Attività materiali ad uso funzionale, rivalutate
5.239
- -
663 606
- -
80 72
7.720 7.875

8.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 31.12.2021
1. Attività di proprietà 818 844
a) terreni - -
b) fabbricati - -
c) mobili 156 168
d) impianti elettronici 660 673
e) altre 2 3
2. Diritti d'uso acquisiti con il leasing 920 995
a) terreni 1 9
b) fabbricati 879 957
c) mobili - -
d) impianti elettronici 21 6
e) altre 19 23
Totale 1.738 1.839
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute - -

8.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento valutate al costo.

8.3 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività di proprietà - - 5.239 - - 5.358
a) terreni - - 2.199 - - 2.214
b) fabbricati - - 2.730 - - 2.833
c) patrimonio artistico di pregio - - 310 - - 311
d) impianti elettronici - - - - - -
e) altre - - - - - -
2. Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - - -
a) terreni - - - - - -
b) fabbricati - - - - - -
c) mobili - - - - - -
d) impianti elettronici - - - - - -
e) altre - - - - - -
Totale - - 5.239 - - 5.358
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie
ricevute
- - - - - -

8.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Attività di proprietà - - 663 - - 606
a) terreni - - 244 - - 225
b) fabbricati - - 419 - - 381
2. Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - - -
a) terreni - - - - - -
b) fabbricati - - - - - -
Totale - - 663 - - 606
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie
ricevute
- - 61 - - 12

Relativamente alle previsioni di cui allo IAS 40 paragrafo 75, lettera c), g), h) non si segnalano informazioni degne di nota.

8.5 Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2: composizione

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022 31.12.2021
1. Rimanenze di attività materiali ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute 71 64
a) terreni - -
b) fabbricati 71 64
c) mobili - -
d) impianti elettronici - -
e) altre - -
2. Altre rimanenze di attività materiali 9 8
Totale 80 72
di cui: valutate al fair value al netto dei costi di vendita - -

8.6 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

(milioni di euro)
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici
Patrimonio
artistico di
pregio
Altre Totale
A. Esistenze iniziali lorde 2.223 4.352 1.885 6.267 311 112 15.150
A.1 Riduzioni di valore totali nette - -562 -1.717 -5.588 - -86 -7.953
A. Esistenze iniziali nette 2.223 3.790 168 679 311 26 7.197
B. Aumenti: 25 380 22 213 1 11 652
B.1 Acquisti 1 63 22 202 - 8 296
di cui: operazioni di aggregazione aziendale 1 6 - - - 3 10
B.2 Spese per migliorie capitalizzate - 30 - - - - 30
B.3 Riprese di valore - - - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value imputate a - 3 - - - - 3
a) patrimonio netto - 3 - - - - 3
b) conto economico - - - - - - -
B.5 Differenze positive di cambio - - - - - - -
B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento 14 19 X X X X 33
B.7 Altre variazioni 10 265 - 11 1 3 290
C. Diminuzioni: -48 -561 -34 -211 -2 -16 -872
C.1 Vendite - - - - - - -
di cui: operazioni di aggregazione aziendale - - - - - - -
C.2 Ammortamenti - -245 -23 -190 - -13 -471
C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a - - -5 - - -1 -6
a) patrimonio netto - - - - - - -
b) conto economico - - -5 - - -1 -6
C.4 Variazioni negative di fair value imputate a -6 -5 - - -2 - -13
a) patrimonio netto -3 -1 - - - - -4
b) conto economico -3 -4 - - -2 - -9
C.5 Differenze negative di cambio - - - - - - -
C.6 Trasferimenti a: -34 -60 - - - - -94
a) attività materiali detenute a scopo di investimento -34 -60 X X X X -94
b) attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - - - - -
C.7 Altre variazioni -8 -251 -6 -21 - -2 -288
D. Rimanenze finali nette 2.200 3.609 156 681 310 21 6.977
D.1 Riduzioni di valore totali nette - -676 -1.744 -5.722 - -93 -8.235
D.2 Rimanenze finali lorde 2.200 4.285 1.900 6.403 310 114 15.212
E. Valutazione al costo 1.490 1.936 - - 112 - 3.538

Come illustrato nella Parte A - Fair Value del patrimonio immobiliare e del patrimonio artistico di pregio, sulla base delle regole di periodicità di valutazione, si segnala che:

– gli immobili classificati ad uso funzionale e i Trophy Asset, presenti nel patrimonio immobiliare, sono stati oggetto di integrale valutazione rispettivamente a fine 2020 e fine 2021; pertanto, per l'esercizio 2022 sono stati sottoposti ad analisi di scenario;

– il patrimonio artistico di pregio è stato oggetto di analisi di scenario per l'esercizio 2022, essendo stato integralmente valutato a fine 2020, tramite il ricorso a perizie esterne, affidate ad esperti qualificati e indipendenti.

Nelle sottovoci B.4 e C.4 sono riportate le variazioni, rispettivamente, positive e negative di fair value relative agli immobili (terreni e fabbricati) ad uso funzionale e ai beni artistici di pregio, per i quali la Banca applica il criterio della rideterminazione del valore.

Le Altre variazioni in aumento e in diminuzione si riferiscono principalmente a rinegoziazioni e chiusure anticipate avvenute nel corso dell'anno sui contratti di locazione (IFRS 16) e, per la sola parte di variazioni in diminuzione, agli ammortamenti contabilizzati nell'esercizio su cespiti rivenienti dall'acquisizione dei rami d'azienda delle ex Banche Venete, fronteggiati dal fondo per rischi ed oneri a suo tempo appositamente costituito.

La sottovoce E. Valutazione al costo è valorizzata per le sole attività materiali valutate secondo il criterio della rideterminazione del valore, in conformità con le istruzioni contenute nella Circolare n. 262 della Banca d'Italia.

8.6 bis Di cui - Attività materiali ad uso funzionale - Diritti d'uso acquisiti con il leasing: variazioni annue

(milioni di euro)
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici
Patrimonio
artistico di
pregio
Altre Totale
A. Esistenze iniziali lorde 9 1.398 - 18 - 42 1.467
A.1 Riduzioni di valore totali nette - -441 - -12 - -19 -472
A. Esistenze iniziali nette 9 957 - 6 - 23 995
B. Aumenti: - 319 - 42 - 8 369
B.1 Acquisti - 61 - 33 - 5 99
di cui: operazioni di aggregazione aziendale - 4 - - - - 4
B.2 Spese per migliorie capitalizzate - - - - - - -
B.3 Riprese di valore - - - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value imputate a - - - - - - -
a) patrimonio netto - - - - - - -
b) conto economico - - - - - - -
B.5 Differenze positive di cambio - - - - - - -
B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento - - X X X X -
B.7 Altre variazioni - 258 - 9 - 3 270
C. Diminuzioni: -8 -397 - -27 - -12 -444
C.1 Vendite - - - - - - -
di cui: operazioni di aggregazione aziendale - - - - - - -
C.2 Ammortamenti - -146 - -19 - -11 -176
C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a - - - - - - -
a) patrimonio netto - - - - - - -
b) conto economico - - - - - - -
C.4 Variazioni negative di fair value imputate a - - - - - - -
a) patrimonio netto - - - - - - -
b) conto economico - - - - - - -
C.5 Differenze negative di cambio - - - - - - -
C.6 Trasferimenti a: - - - - - - -
a) attività materiali detenute a scopo di investimento - - X X X X -
b) attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - - - - -
C.7 Altre variazioni -8 -251 - -8 - -1 -268
D. Rimanenze finali nette 1 879 - 21 - 19 920
D.1 Riduzioni di valore totali nette - -470 - -31 - -25 -526
D.2 Rimanenze finali lorde 1 1.349 - 52 - 44 1.446
E. Valutazione al costo - - - - - - -

8.7 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

(milioni di euro)
Terreni Fabbricati
A. Esistenze iniziali 225 381
B. Aumenti 57 106
B.1 Acquisti 19 33
di cui: operazioni di aggregazione aziendale 19 33
B.2 Spese per migliorie capitalizzate - 7
B.3 Variazioni positive di fair value 3 2
B.4 Riprese di valore - -
B.5 Differenze di cambio positive - -
B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale 34 60
B.7 Altre variazioni 1 4
C. Diminuzioni -38 -68
C.1 Vendite -12 -21
di cui: operazioni di aggregazione aziendale - -
C.2 Ammortamenti - -
C.3 Variazioni negative di fair value -8 -23
C.4 Rettifiche di valore da deterioramento - -
C.5 Differenze di cambio negative - -
C.6 Trasferimenti a: -18 -23
a) immobili ad uso funzionale -14 -19
b) attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione -4 -4
C.7 Altre variazioni - -1
D. Rimanenze finali 244 419
E. Valutazione al fair value - -

Le attività materiali detenute a scopo di investimento, costituite da terreni e fabbricati, sono valutate al fair value, in conformità allo IAS 40.

Come illustrato nella Parte A - Fair value del patrimonio immobiliare e del patrimonio artistico di pregio, si segnala che sulla base delle regole di periodicità di valutazione, a fine 2022 si è proceduto all'aggiornamento delle perizie del patrimonio degli immobili ad uso investimento, i cui effetti sono rilevabili nelle sottovoci B.3 Variazioni positive di fair value e C.3 Variazioni negative di fair value.

8.7 bis Di cui - Attività materiali detenute a scopo di investimento - Diritti d'uso acquisiti con il leasing: variazioni annue

Al 31 dicembre 2022 le attività materiali detenute a scopo di investimento – Diritti d'uso acquisiti con il leasing risultano di importo non significativo.

8.8 Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2: variazioni annue

(milioni di euro)
Altre
Rimanenze di attività materiali ottenute tramite l'escussione delle
rimanenze
garanzie ricevute
Totale
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici
Altre di attività
materiali
A. Esistenze iniziali - 64 - - - 8 72
B. Aumenti - 14 - - - 1 15
B.1 Acquisti - - - - - - -
- di cui: operazioni di aggregazione aziendale - - - - - - -
B.2 Riprese di valore - - - - - - -
B.3 Differenze di cambio positive - - - - - - -
B.4 Altre variazioni - 14 - - - 1 15
C. Diminuzioni - -7 - - - - -7
C.1 Vendite - -2 - - - - -2
C.2 Rettifiche di valore da deterioramento - -4 - - - - -4
C.3 Differenze di cambio negative - - - - - - -
C.4 Altre variazioni - -1 - - - - -1
D. Rimanenze finali - 71 - - - 9 80

8.9 Impegni per acquisto di attività materiali

Gli impegni per acquisto di attività materiali in essere al 31 dicembre 2022 ammontano a circa 9 milioni, riferiti principalmente a interventi di efficientamento delle strutture impiantistiche dei palazzi direzionali del Gruppo. Eventuali impegni relativi a contratti di leasing sono illustrati nella Parte M.

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SEZIONE 9 - ATTIVITÀ IMMATERIALI - VOCE 90

9.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
A.1 Avviamento X 67 X 67
A.2 Altre attività immateriali 2.763 1.507 2.438 1.507
di cui: Software 2.459 - 2.100 -
A.2.1 Attività valutate al costo 2.763 1.507 2.438 1.507
a) attività immateriali generate internamente 2.270 - 1.972 -
b) altre attività 493 1.507 466 1.507
A.2.2 Attività valutate al fair value - - - -
a) attività immateriali generate internamente - - - -
b) altre attività - - - -
Totale 2.763 1.574 2.438 1.574

Le Altre attività immateriali a durata indefinita e l'Avviamento derivano essenzialmente da componenti rivenienti dal processo di allocazione dei costi di acquisizione ai sensi dell'IFRS 3, nell'ambito dell'incorporazione di Sanpaolo IMI in Banca Intesa, perfezionatasi in data 1° gennaio 2007 e alle successive operazioni di aggregazione aziendale under common control.

La sottovoce A.2.1 a) attività immateriali generate internamente a durata definita si riferisce a licenze software sviluppate internamente e alla formazione digitale, quest'ultima interamente ceduta nel corso del 2022. La sottovoce A.2.1 b) altre attività ricomprende invece le licenze software acquistate da fornitori esterni, oltre agli intangible identificati nell'ambito del processo di Purchase Price Allocation del prezzo pagato a fronte di operazioni di Business Combination. L'IFRS 3 prevede infatti che l'acquisizione di una Business Combination debba essere contabilizzata usando il purchase method e che il prezzo pagato sia allocato alle attività acquisite e alle passività assunte misurate ai loro rispettivi fair value. Gli intangible identificati, che esprimono il valore delle relazioni acquisite, sono ammortizzati lungo la durata stimata del loro beneficio.

9.2 Attività immateriali: variazioni annue

Avviamento Altre attività
immateriali:
generate
internamente
Altre attività
immateriali: altre
(milioni di euro)
Totale
Durata
definita
Durata
indefinita
Durata
definita
Durata
indefinita
A. Esistenze iniziali 7.220 7.814 - 3.033 2.009 20.076
A.1 Riduzioni di valore totali nette -7.153 -5.842 - -2.567 -502 -16.064
A.2 Esistenze iniziali nette 67 1.972 - 466 1.507 4.012
B. Aumenti - 986 - 91 - 1.077
B.1 Acquisti - - - 91 - 91
- di cui: operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -
B.2 Incrementi di attività immateriali interne X 986 - - - 986
B.3 Riprese di valore X - - - - -
B.4 Variazioni positive di fair value - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico X - - - - -
B.5 Differenze di cambio positive - - - - - -
B.6 Altre variazioni - - - - - -
C. Diminuzioni - -688 - -64 - -752
C.1 Vendite - - - - - -
- di cui: operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -
C.2 Rettifiche di valore - -659 - -64 - -723
- Ammortamenti X -651 - -63 - -714
- Svalutazioni - -8 - -1 - -9
+ patrimonio netto X - - - - -
+ conto economico - -8 - -1 - -9
C.3 Variazioni negative di fair value: - - - - - -
- a patrimonio netto X - - - - -
- a conto economico
C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di
dismissione
X
-
-
-12
-
-
-
-
-
-
-
-12
C.5 Differenze di cambio negative - - - - - -
C.6 Altre variazioni - -17 - - - -17
D. Rimanenze finali nette 67 2.270 - 493 1.507 4.337
D.1 Rettifiche di valori totali nette -7.153 -6.439 - -2.550 -502 -16.644
E. Rimanenze finali lorde 7.220 8.709 - 3.043 2.009 20.981
F. Valutazione al costo - - - - - -

9.3 Attività immateriali: altre informazioni

Al 31 dicembre 2022 gli impegni riferibili ad investimenti in attività immateriali, essenzialmente software, sono pari a circa 25 milioni.

Informazioni sulle attività intangibili e sull'avviamento

Le attività intangibili e l'avviamento iscritti nel bilancio separato di Intesa Sanpaolo derivano prevalentemente dall'operazione di fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI realizzata il 1° gennaio 2007, dalle successive integrazioni delle banche reti e dalla fusione per incorporazione di UBI Banca perfezionata nel 2021.

Si rinvia alla Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Attivo – Sezione 10 del Bilancio consolidato per maggiori illustrazioni delle diverse componenti e dei criteri di valorizzazione.

Nel prospetto che segue sono sintetizzati i valori iscritti delle attività intangibili con la movimentazione degli stessi rilevati nel Bilancio separato nel corso dell'esercizio 2022.

Bilancio
2021
Ammortamento Bilancio
2022
DIVISIONE BANCA DEI TERRITORI 1.830 -20 1.810
- Intangibile asset management - distribuzione 201 -14 187
- Intangibile assicurativo - distribuzione 107 -5 102
- Intangibile under administration - distribuzione 15 -1 14
- Intangibile brand name 1.507 - 1.507
- Intangibile acquiring - - -
- Avviamento - - -
DIVISIONE IMI CORPORATE & INVESTMENT BANKING 67 - 67
- Intangibile brand name - - -
- Avviamento 67 - 67
TOTALE CGU 1.897 -20 1.877
- Intangibile asset management - distribuzione 201 -14 187
- Intangibile assicurativo - distribuzione 107 -5 102
- Intangibile under administration - distribuzione 15 -1 14
- Intangibile brand name 1.507 - 1.507
- Intangibile acquiring - - -
- Avviamento 67 - 67

Le attività intangibili a vita definita rappresentate nel prospetto sopra illustrato fanno riferimento ad attività legate al rapporto con la clientela e sono rappresentate dal portafoglio assicurativo e dai rapporti di asset management per le componenti di valore attribuibili all'attività distributiva. Tali attività immateriali a vita utile definita sono originariamente valorizzate attraverso l'attualizzazione dei flussi rappresentativi dei margini reddituali lungo un periodo esprimente la durata residua, contrattuale e stimata, dei rapporti in essere alla data dell'operazione di aggregazione.

A fronte delle attività immateriali a vita utile definita si è provveduto ad imputare a conto economico la quota di ammortamento di competenza dell'anno (incluso nella voce 190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali) per un ammontare complessivo pari a 20 milioni.

È inoltre valorizzato il c.d. "brand name", attività immateriale legata al marketing, rappresentata dalla valorizzazione del marchio. Tale attività è considerata a vita indefinita in quanto si ritiene che possa contribuire per un periodo indefinito alla formazione dei flussi reddituali.

In base al principio IAS 36, debbono essere sottoposte annualmente ad un impairment test per verificare la recuperabilità del valore sia le attività immateriali a vita utile indefinita sia l'avviamento. Per le attività immateriali a vita utile definita occorre determinare l'eventuale perdita di valore ogni volta che si sia rilevata la presenza di indicatori di perdita. Il valore recuperabile è rappresentato dal maggiore tra il Valore d'Uso ed il Fair Value, al netto dei costi di vendita.

Per quanto riguarda le altre attività intangibili a vita utile definita sono state svolte analisi specifiche sulla tenuta del valore recuperabile e non sono emersi fattori di criticità; peraltro va tenuto in considerazione il processo di ammortamento che ne ha ridotto i valori contabili rispetto a quelli originari di iscrizione e le indicazioni del principio che richiedono che il valore recuperabile venga determinato, nel caso fossero emersi indicatori di impairment, facendo riferimento ai rapporti contrattuali di tutta la CGU alla data e non solo a quelli residui rispetto a cui era stato determinato il valore iniziale dell'attività intangibile. In proposito si segnala che lo IAS 36, ai fini della determinazione del Valore d'Uso degli intangibili soggetti ad impairment test, dispone che si debba fare riferimento ai flussi di cassa relativi all'intangibile nelle sue condizioni correnti (alla data di impairment test), senza distinzione tra i flussi di cassa riferiti all'asset originariamente rilevato in sede di applicazione dell'IFRS 3 e quelli derivanti da successive modifiche, migliorie o sviluppi dello stesso intercorsi dalla data di acquisizione; questo in quanto risulterebbe difficile, specie in caso di operazioni straordinarie tra business o modifiche dell'asset a seguito di significativi turnover delle masse, dei clienti o dei contratti, distinguere i flussi riferiti all'asset originario dagli altri.

Tale concetto è replicabile anche per la determinazione, ai fini dell'impairment test degli avviamenti, del Valore d'Uso delle CGU, i cui flussi di cassa devono essere considerati con riferimento a tutte le attività e passività comprese nella CGU e non solo per le attività e passività a fronte delle quali è stato rilevato un avviamento in sede di applicazione dell'IFRS 3.

Anche con riferimento agli impairment test per il Bilancio 2022, come già avvenuto per i precedenti bilanci, in considerazione della volatilità dei mercati finanziari e dei valori da essi ritraibili, ai fini della determinazione del valore recuperabile dell'avviamento si è fatto riferimento a Valori d'Uso che rappresentano il valore attuale dei flussi finanziari netti futuri ricavabili dall'attività (o business) oggetto di valutazione.

Come già specificato in relazione alla situazione consolidata, non sono emerse criticità in termini di impairment sia dell'avviamento allocato alla CGU IMI Corporate e Investment Banking sia del brand name allocato alla CGU Banca dei Territori, il cui valore recuperabile, in termini di fair value, è stato confermato da una specifica valutazione redatta da un esperto indipendente.

Si precisa, inoltre, che le metodologie e gli assunti della procedura di impairment test delle attività intangibili e dell'avviamento definiti dal management sono stati approvati dal Consiglio di Amministrazione preliminarmente all'approvazione del progetto di Bilancio 2022.

L'impairment test dei valori intangibili

Il portafoglio assicurativo

Ai fini del Bilancio 2022 si è provveduto ad imputare a conto economico la porzione di ammortamento di competenza dell'asset, calcolata a quote variabili corrispondenti alla vita residua delle polizze, pari a 5 milioni al lordo dell'effetto fiscale.

Con riferimento a questa tipologia di intangibile sono state aggiornate e approfondite le analisi già compiute in corso d'anno sui principali indicatori di impairment senza tuttavia procedere ad un ricalcolo puntuale del valore dell'attività intangibile in quanto l'andamento del business assicurativo, nel corso del 2022, non ha evidenziato particolari criticità o indicatori di impairment desumibili dall'andamento delle diverse variabili oggetto di monitoraggio.

Per maggiori dettagli si rimanda alla Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Attivo del Bilancio consolidato.

Il portafoglio di asset management e under administration

Nell'ambito dell'operazione di acquisizione di determinate attività e passività di Banca Popolare di Vicenza in LCA e Veneto Banca in LCA, nel corso del 2017, era stata valorizzata l'attività immateriale legata alla raccolta amministrata e gestita (Asset Under Administration, AuA e Asset Under Management, AuM) riveniente dall'Insieme Aggregato acquisito, rappresentata dalla capacità dei rapporti esistenti alla data di acquisizione di generare flussi reddituali lungo la vita utile residua di tali rapporti. Tale tipologia di attività intangibili si è incrementata nel corso del 2018 e del 2019 a seguito dell'incorporazione di Banca Nuova e Banca Apulia e nel corso del 2021 a seguito della fusione per incorporazione di UBI Banca in Intesa Sanpaolo; tutte le operazioni sono state contabilizzate in continuità rispetto ai valori delle società incorporate risultanti dal Bilancio consolidato di Gruppo.

Ai fini dell'impairment test al 31 dicembre 2022, non sono emerse particolari criticità in merito alla tenuta del valore iscritto, tenuto conto del fatto che, come anche specificato in precedenza, la valorizzazione ai fini dell'impairment test non dovrebbe limitarsi ai soli flussi di cassa rivenienti dalle masse acquisite ma dovrebbe tenere conto di tutti i flussi di cassa legati alle masse della CGU di riferimento, che risultano essere significativamente superiori rispetto alle nuove masse acquisite. Per maggiori dettagli si rimanda alla Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Attivo del Bilancio consolidato.

Il "brand name" o (marchio)

Il "brand name" rientra tra le attività immateriali legate al marketing, identificate dall'IFRS 3, quale potenziale attività immateriale rilevabile in sede di allocazione dei costi di aggregazioni aziendali.

Al riguardo si rileva che il termine "brand" non è usato nei principi contabili in una accezione restrittiva come sinonimo di "logo" e "nome", ma piuttosto come termine generale di marketing che definisce quell'insieme di asset intangibili fra loro complementari (tra cui, oltre al nome e al logo, le competenze, la fiducia riposta dal consumatore, la qualità dei servizi, ecc.) che concorrono a definire il cd. "brand equity".

Il valore iscritto nel Bilancio di Intesa Sanpaolo si riferisce al brand Sanpaolo IMI rilevato in sede di fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI ed è allocato alla CGU Banca dei Territori.

In genere il brand name è considerato un'attività immateriale che non presenta flussi reddituali autonomi e, quindi, da sottoporre ad impairment test nell'ambito delle attività volte a verificare la tenuta del valore degli avviamenti delle diverse CGU. Ai fini del presente impairment test si è tenuto conto che la CGU Banca dei Territori non presenta più alcun avviamento allocato e, conseguentemente, non risulta possibile attrarre la verifica del valore recuperabile dell'intangibile specifico nel contesto dell'impairment test dell'avviamento basato sui flussi di cassa complessivi a livello di CGU. Non potendo fare riferimento alla nozione di Valore d'Uso, ossia il valore attuale dei flussi finanziari netti futuri ricavabili dall'attività oggetto di valutazione, è stato ritenuto opportuno procedere, coerentemente con quanto fatto per i precedenti Bilanci, ad una valutazione autonoma e specifica dell'intangibile specifico sulla base del fair value risultante da apposita perizia commissionata al Prof. Mauro Bini, Ordinario di Finanza aziendale dell'Università Bocconi.

Per maggiori dettagli si rimanda alla Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Attivo del Bilancio consolidato.

L'impairment test delle CGU e degli avviamenti

La stima del Valore d'Uso, ai fini della verifica, ai sensi dello IAS 36, dell'eventuale impairment di attività immateriali a vita indefinita (inclusi gli avviamenti) che non generano flussi finanziari se non con il concorso di altre attività aziendali, richiede la preliminare attribuzione di tali attività immateriali ad unità organizzative relativamente autonome nel profilo gestionale, in grado di generare flussi di risorse finanziarie largamente indipendenti da quelle prodotte da altre aree di attività, ma interdipendenti all'interno dell'unità organizzativa che li genera. Nella terminologia degli IAS/IFRS tali unità organizzative sono denominate Cash Generating Unit (CGU).

In particolare, l'allocazione degli avviamenti, alla data dell'aggregazione aziendale, si riferisce ai benefici prodotti dalle sinergie attese dall'aggregazione.

A livello di Gruppo Intesa Sanpaolo sono state indentificate le seguenti CGU:

  • Banca dei Territori;
  • IMI Corporate & Investment Banking;
  • Insurance;
  • Asset Management;
  • Private Banking;
  • International Subsidiary Banks;
  • Bank of Alexandria;
  • Pravex Bank.

Per la descrizione dei criteri relativi alla definizione delle CGU del Gruppo si rimanda alla Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Attivo del Bilancio consolidato. Più in particolare, l'avviamento iscritto nel Bilancio separato di Intesa Sanpaolo è attribuito alla CGU IMI Corporate & Investment Banking.

Poiché l'identificazione delle CGU richiede di analizzare le caratteristiche gestionali e le modalità di reporting utilizzate dal management e poiché la logica di assunzione delle decisioni strategiche da parte del management della Capogruppo è quella del Gruppo nel suo complesso e non già della sola Capogruppo come entità singola, le CGU sono state individuate con riferimento al Bilancio consolidato.

Peraltro, come evidenziato nelle Politiche Contabili, le partecipazioni di controllo non sono assunte, ai fini dei test di impairment, come singoli asset da sottoporre al test in parola individualmente. La definizione delle CGU, considerato il modello organizzativo adottato da Intesa Sanpaolo, prescinde dall'articolazione delle entità giuridiche in quanto le partecipazioni sono aggregate, insieme alle attività operative svolte direttamente dalla Capogruppo, in CGU di maggiori dimensioni o con differente struttura. Pertanto, l'impairment test svolto a livello consolidato assume rilevanza anche a livello di Bilancio separato.

Per l'illustrazione dei test di impairment su tale voce si rinvia alla Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Attivo del Bilancio consolidato.

Si ricorda infine che, qualora a livello di bilancio consolidato dovesse emergere la necessità di svalutare l'avviamento riferito ad una determinata CGU, tale svalutazione deve essere attribuita nel Bilancio separato alle attività, riferite alla medesima CGU, non già testate individualmente, ovvero l'avviamento e le partecipazioni di controllo. Come descritto nella Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Attivo del Bilancio consolidato non sono emerse rettifiche di valore a livello di CGU nel Bilancio consolidato; pertanto, sulla base dei risultati del test d'impairment condotto a livello di Bilancio consolidato, non sono emerse necessità di rettifiche di valore con riferimento all'avviamento iscritto nel Bilancio separato.

SEZIONE 10 – LE ATTIVITÀ FISCALI E LE PASSIVITÀ FISCALI – VOCE 100 DELL'ATTIVO E VOCE 60 DEL PASSIVO

10.1 Attività per imposte anticipate: composizione

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
Contropartita del Conto economico IRES (27,5%) IRAP (5,56%) IRES (27,5%) IRAP (5,56%)
A. Differenze temporanee deducibili
Rettifiche di crediti deducibili in futuri esercizi 3.168 416 3.460 461
di cui relativi a paesi di insediamento di filiali estere 14 - 12 -
Accantonamenti per oneri futuri 592 74 605 74
Maggior valore fiscale di partecipazioni, titoli e altri beni 188 63 192 61
Oneri straordinari per incentivi all'esodo 338 67 462 91
Avviamenti, marchi e altri intangible 3.752 757 4.152 829
Altre 2.782 14 2.896 141
di cui relativi a paesi di insediamento di filiali estere 5 - 4 -
B. Differenze temporanee tassabili compensate
Costi dedotti in via extracontabile - - - -
Plusvalenze rateizzate - - - -
Minor valore fiscale di partecipazioni, titoli e altri beni -99 -1 -87 -1
Altre - - - -
TOTALE (A+B) 10.721 1.390 11.680 1.656
Contropartita del Patrimonio netto IRES (27,5%) IRAP (5,56%) IRES (27,5%) IRAP (5,56%)
Cash flow hedge 236 47 252 49
Rilevazione di utili/perdite attuariali 93 6 143 10
Attività finanziarie valutate al fair value 684 135 193 38
Attività materiali 25 4 25 4
Compensazione con passività per imposte differite in
contropartita del patrimonio netto
-78 -17 -34 -9
TOTALE 960 175 579 92
Totale attività per imposte anticipate 11.681 1.565 12.259 1.748

La voce Altre delle Differenze temporanee deducibili comprende perdite portate a nuovo per 2.277 milioni.

10.2 Passività per imposte differite: composizione

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
Contropartita del Conto economico IRES (27,5%) IRAP (5,56%) IRES (27,5%) IRAP (5,56%)
A. Differenze temporanee tassabili
Costi dedotti in via extracontabile 17 4 82 15
Minor valore fiscale di titoli e altri beni 216 29 215 31
di cui relativi a paesi di insediamento di filiali estere - - - -
Altre 7 - 4 -
B. Differenze temporanee deducibili compensate
Rettifiche di crediti deducibili in futuri esercizi - - - -
Maggior valore fiscale di titoli e altri beni -74 -1 -63 -1
Altre - - - -
TOTALE (A+B) 166 32 238 45
Contropartita del Patrimonio netto IRES (27,5%) IRAP (5,56%) IRES (27,5%) IRAP (5,56%)
Cash flow hedge 68 13 5 1
Rilevazione di utili/perdite attuariali - - - -
Attività finanziarie valutate al fair value 10 4 30 8
Attività materiali 154 30 154 30
Compensazione con attività per imposte anticipate in
contropartita del patrimonio netto -78 -17 -34 -9
Compensazione con attività per imposte anticipate in
contropartita del conto economico -25 - -24 -
TOTALE 129 30 131 30
Totale passività per imposte differite 295 62 369 75

10.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
1. Importo iniziale 13.336 12.268
2. Aumenti 1.327 4.562
2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 993 1.226
a) relative a precedenti esercizi 321 22
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) riprese di valore - -
d) altre 672 1.204
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -
2.3 Altri aumenti 103 183
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale 231 3.153
3. Diminuzioni -2.552 -3.494
3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio -1.330 -2.122
a) rigiri -1.329 -1.954
b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -
c) mutamento di criteri contabili - -
d) altre -1 -168
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -
3.3 Altre diminuzioni: -1.222 -1.372
a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 -851 -1.242
b) altre -371 -130
3.4 Operazioni di aggregazione aziendale - -
4. Importo finale 12.111 13.336

Nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce a) relative a precedenti esercizi si riferisce per 320 milioni all'iscrizione della fiscalità anticipata su una quota parte delle perdite fiscali pregresse della ex UBI Banca.

Sempre nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce d) altre è riferibile principalmente all'iscrizione di attività per imposte anticipate convertibili sulla quota di perdita fiscale che è riconducibile al reversal delle quote di rettifiche su crediti e avviamenti (421 milioni) e alle differenze temporanee deducibili sorte nell'esercizio connesse ad accantonamenti a fondi per rischi e oneri (188 milioni).

La voce Altri aumenti comprende principalmente lo storno della compensazione con le passività fiscali differite, effettuata al 31 dicembre 2021, pari a 88 milioni, di cui 64 milioni con le passività fiscali differite in contropartita del conto economico e 24 milioni con le passività fiscali differite in contropartita del patrimonio netto.

Nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce a) rigiri è principalmente riferibile all'annullamento di imposte anticipate di cui alla Legge n. 214/2011 (860 milioni) e di imposte anticipate, precedentemente iscritte a fronte di accantonamenti a fondi per rischi e oneri, a seguito del relativo utilizzo avvenuto nell'esercizio (359 milioni).

Nell'ambito delle Altre diminuzioni, per la sottovoce a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla Legge 214/2011 si fa rinvio a quanto riportato nella Parte C, tabella 19.1.

Sempre nell'ambito delle Altre diminuzioni, la sottovoce b) altre si riferisce per 100 milioni alla compensazione con le passività fiscali differite dell'esercizio, di cui 75 milioni con le passività fiscali differite in contropartita del conto economico e 25 milioni con le passività fiscali differite in contropartita del patrimonio netto. La predetta sottovoce comprende inoltre l'utilizzo della fiscalità anticipata riveniente dalla ex UBI Leasing (104 milioni) e di quella iscritta sulla perdita fiscale (IRES 24%) riassorbita nell'ambito del Consolidato fiscale (90 milioni).

10.3bis Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. n. 214/2011

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
1. Importo iniziale 8.737 8.330
2. Aumenti 499 2.570
- di cui operazioni di aggregazione aziendale 67 1.650
3. Diminuzioni -1.711 -2.163
3.1 Rigiri -860 -920
3.2 Trasformazione in crediti d'imposta -851 -1.242
a) derivante da perdite di esercizio - -525
b) derivante da perdite fiscali -851 -717
3.3 Altre diminuzioni - -1
4. Importo finale 7.525 8.737

10.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
1. Importo iniziale 283 654
2. Aumenti 94 282
2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 13 20
a) relative a precedenti esercizi - -
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) altre 13 20
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -
2.3 Altri aumenti 77 131
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale 4 131
3. Diminuzioni -179 -653
3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio -96 -558
a) rigiri -5 -9
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) altre -91 -549
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -
3.3 Altre diminuzioni -83 -95
3.4 Operazioni di aggregazione aziendale - -
4. Importo finale 198 283

Nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce c) altre è riferibile principalmente a differenze temporanee tassabili sorte nell'esercizio in relazione al processo di ammortamento fiscale del brand name e di altre attività immateriali "riallineate" nel precedente esercizio ai sensi dell'art. 110, commi 8 e 8-bis, D.L. n. 104/2020 (10 milioni).

La voce Altri aumenti comprende principalmente lo storno della compensazione con le attività fiscali anticipate in contropartita del conto economico, effettuata al 31 dicembre 2021, pari a 64 milioni.

Nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce c) altre è riferibile per 85 milioni al rilascio della fiscalità differita iscritta al 31 dicembre 2021 su attività intangibili oggetto di affrancamento nell'esercizio, ai sensi dell'art. 15, comma 10, D.L. n. 185/2008.

La voce Altre diminuzioni si riferisce principalmente alla compensazione con le attività fiscali anticipate in contropartita del conto economico effettuata nell'esercizio, pari a 75 milioni.

10.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
1. Importo iniziale 671 520
2. Aumenti 1.013 377
2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 968 234
a) relative a precedenti esercizi - -
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) altre 968 234
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -
2.3 Altri aumenti 45 136
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale - 7
3. Diminuzioni -549 -226
3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio -451 -182
a) rigiri -451 -173
b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -
c) dovute al mutamento di criteri contabili - -
d) altre - -9
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -
3.3 Altre diminuzioni -98 -44
3.4 Operazioni di aggregazione aziendale - -
4. Importo finale 1.135 671

Nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce c) altre è riferibile principalmente a differenze temporanee deducibili sorte nell'esercizio connesse ai risultati valutativi delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (766 milioni) e dei derivati di copertura di flussi finanziari (193 milioni).

La voce Altri aumenti si riferisce per 43 milioni allo storno della compensazione con le passività fiscali differite in contropartita del patrimonio netto effettuata al 31 dicembre 2021.

Nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce a) rigiri è principalmente riferibile all'annullamento delle imposte anticipate precedentemente iscritte in relazione alla valutazione al fair value di strumenti derivati di copertura di flussi finanziari (213 milioni) e delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (180 milioni) a seguito dell'adeguamento degli effetti valutativi ovvero del relativo realizzo avvenuti nell'esercizio.

La voce Altre diminuzioni si riferisce per 95 milioni alla compensazione con le passività fiscali differite in contropartita del patrimonio netto.

10.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
1. Importo iniziale 161 165
2. Aumenti 220 318
2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 152 160
a) relative a precedenti esercizi - -
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) altre 152 160
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -
2.3 Altri aumenti 68 158
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale - -
3. Diminuzioni -222 -322
3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio -100 -251
a) rigiri -100 -
b) dovute al mutamento di criteri contabili - -
c) altre - -251
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -
3.3 Altre diminuzioni -122 -71
3.4 Operazioni di aggregazione aziendale - -
4. Importo finale 159 161

Nell'ambito degli Aumenti, la sottovoce c) altre è riferibile a differenze temporanee tassabili sorte nell'esercizio connesse alla valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (76 milioni) e dei derivati di copertura di flussi finanziari (76 milioni).

La voce Altri aumenti comprende principalmente lo storno della compensazione con le attività fiscali anticipate effettuata al 31 dicembre 2021 per 67 milioni, di cui 43 milioni relativo alle attività fiscali anticipate in contropartita del patrimonio netto e 24 milioni relativo alle attività fiscali anticipate in contropartita del conto economico.

Nell'ambito delle Diminuzioni, la sottovoce a) rigiri è riferibile all'annullamento delle imposte differite precedentemente iscritte a fronte della valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.

La voce Altre diminuzioni si riferisce principalmente alla compensazione con le attività fiscali anticipate in contropartita del patrimonio netto (95 milioni) e alla compensazione con le attività fiscali anticipate in contropartita del conto economico (25 milioni).

Come indicato nell'ambito delle politiche contabili con riferimento alla fiscalità corrente e differita, si segnala che non viene iscritta in Bilancio la fiscalità latente riferita alle poste patrimoniali in sospensione d'imposta "tassabili soltanto in ipotesi di distribuzione", in quanto la consistenza delle riserve disponibili già assoggettate a tassazione consente di ritenere che non saranno effettuate operazioni che comportino la tassazione delle citate riserve in sospensione.

Probability test sulla fiscalità differita

Con riferimento al probability test sulla fiscalità differita si fa rinvio a quanto esposto nella Parte B – Attivo della Nota integrativa consolidata.

Il test effettuato a livello di Gruppo e a livello individuale ha evidenziato una base imponibile capiente e in grado di assorbire la fiscalità differita iscritta nel Bilancio al 31 dicembre 2022.

10.7 Altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni oltre a quelle già fornite nella presente Sezione.

SEZIONE 11 - ATTIVITÀ NON CORRENTI E GRUPPI DI ATTIVITA' IN VIA DI DISMISSIONE E PASSIVITA' ASSOCIATE - VOCE 110 DELL'ATTIVO E VOCE 70 DEL PASSIVO

11.1 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: composizione per tipologia di attività

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
A. Attività possedute per la vendita
A.1 Attività finanziarie 368 1.167
A.2 Partecipazioni 120 120
A.3 Attività materiali 40 39
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute - -
A.4 Attività immateriali - -
A.5 Altre attività non correnti - -
Totale A 528 1.326
di cui valutate al costo 520 1.312
di cui valutate al fair value livello 1 - -
di cui valutate al fair value livello 2 - -
di cui valutate al fair value livello 3 8 14
B. Attività operative cessate
B.1 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico - -
- Attività finanziarie detenute per la negoziazione - -
- Attività finanziarie designate al fair value - -
- Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - -
B.2 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - -
B.3 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - -
B.4 Partecipazioni - -
B.5 Attività materiali - -
di cui: ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute - -
B.6 Attività immateriali - -
B.7 Altre attività - -
Totale B - -
di cui valutate al costo - -
di cui valutate al fair value livello 1 - -
di cui valutate al fair value livello 2 - -
di cui valutate al fair value livello 3 - -
C. Passività associate ad attività possedute per la vendita
C.1 Debiti - -
C.2 Titoli - -
C.3 Altre passività -15 -25
Totale C -15 -25
di cui valutate al costo -15 -25
di cui valutate al fair value livello 1 - -
di cui valutate al fair value livello 2 - -
di cui valutate al fair value livello 3 - -
D. Passività associate ad attività operative cessate
D.1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - -
D.2 Passività finanziarie di negoziazione - -
D.3 Passività finanziarie designate al fair value - -
D.4 Fondi - -
D.5 Altre passività - -
Totale D - -
di cui valutate al costo - -
di cui valutate al fair value livello 1 - -
di cui valutate al fair value livello 2 - -
di cui valutate al fair value livello 3 - -

Nella tabella in esame figurano le attività e le relative passività non più riferite alla normale operatività in quanto oggetto di procedure di dismissione.

La voce A.1 Attività finanziarie, pari a 368 milioni netti, si riferisce a crediti deteriorati (743,9 milioni lordi, 358 milioni netti) e, in misura residuale (10,2 milioni lordi, 10 milioni netti) a crediti in bonis, che saranno oggetto di cessione nell'ambito di operazioni in programma per il 2023. Il loro valore di carico è stato allineato ai prezzi che si stima potranno essere realizzati, anche attraverso apposite fairness opinion.

La voce A.2 Partecipazioni si riferisce essenzialmente alla partecipazione Zhong Ou Asset Management Company Limited.

La voce A.3 Attività materiali è costituita da immobili in cessione a BPER in attesa della risoluzione dei vincoli in essere (per 23 milioni) e da singoli immobili in via di dismissione (per 17 milioni).

Le Passività associate ad attività possedute per la vendita sono costituite interamente da passività associate alle operazioni di cessione di crediti sopra richiamate.

11.2 Altre informazioni

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano ulteriori informazioni rilevanti.

SEZIONE 12 - ALTRE ATTIVITÀ – VOCE 120

12.1 Altre attività: composizione

(milioni di euro)
Voci
Partite verso l'Erario 12.588
Partite in corso di lavorazione 1.222
Fatture da emettere 678
Crediti verso società del Gruppo per consolidato fiscale 426
Assegni bancari tratti su terzi in corso di negoziazione 309
Ratei e risconti non ricondotti 175
Assegni e altri valori in cassa 129
Migliorie e spese incrementative sostenute su beni di terzi 65
Altre partite 1.185
TOTALE
31.12.2022
16.777
TOTALE
31.12.2021
7.263

Nella sottovoce Partite verso l'Erario sono inclusi crediti fiscali connessi con i Decreti Legge "Cura Italia" e "Rilancio" acquistati a seguito di cessione da parte dei beneficiari diretti o di precedenti acquirenti - per complessivi 11 miliardi circa.

Come previsto dal paragrafo 116 e successivi dell'IFRS 15, si segnala che le attività derivanti da contratti con clienti, incluse nella sottovoce Altre partite e Fatture da emettere, sono pari a 350 milioni, mentre a fine 2021 ammontavano a 401 milioni.

PASSIVO

SEZIONE 1 – PASSIVITA' FINANZIARIE VALUTATE AL COSTO AMMORTIZZATO - VOCE 10

1.1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso banche

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore
di
bilancio
Fair Value Valore di Fair value
Livello 1 Livello 2 Livello 3 bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Debiti verso banche centrali 97.660 X X X 129.197 X X X
2. Debiti verso banche 62.302 X X X 61.959 X X X
2.1 Conti correnti e depositi a vista 6.773 X X X 10.546 X X X
2.2 Depositi a scadenza 24.250 X X X 27.105 X X X
2.3 Finanziamenti 17.601 X X X 19.083 X X X
2.3.1 Pronti contro termine passivi 12.749 X X X 13.802 X X X
2.3.2 Altri 4.852 X X X 5.281 X X X
2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti
patrimoniali
- X X X - X X X
2.5 Debiti per leasing 6 X X X 7 X X X
2.6 Altri debiti 13.672 X X X 5.218 X X X
Totale 159.962 - 140.141 19.540 191.156 - 167.118 24.114

L'illustrazione dei criteri di determinazione del fair value è riportata nella Parte A – Politiche contabili.

I Debiti verso banche centrali includono finanziamenti ricevuti dalla Banca Centrale Europea nell'ambito del programma TLTRO per complessivi 96 miliardi, interamente ascrivibili all'operazione TLTRO III.

Le operazioni di pronti contro termine passivi effettuate a fronte di attività finanziarie cedute e non cancellate sono dettagliate nella Parte E – Sezione E Operazioni di cessione della Nota integrativa.

1.2 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso clientela

(milioni di euro)
Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore
di
Fair Value Valore di
bilancio
Fair value
bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Conti correnti e depositi a vista 329.990 X X X 338.265 X X X
2. Depositi a scadenza 5.568 X X X 4.797 X X X
3. Finanziamenti 4.127 X X X 5.071 X X X
3.1 Pronti contro termine passivi 1.275 X X X 2.669 X X X
3.2 Altri 2.852 X X X 2.402 X X X
4. Debiti per impegni di riacquisto di propri
strumenti patrimoniali
- X X X - X X X
5. Debiti per leasing 937 X X X 1.003 X X X
6. Altri debiti 14.229 X X X 8.338 X X X
Totale 354.851 - 348.693 5.686 357.474 - 349.289 8.233

Le operazioni di pronti contro termine passivi effettuate a fronte di attività finanziarie cedute e non cancellate sono dettagliate nella Parte E – Sezione E Operazioni di cessione della Nota integrativa.

Gli Altri debiti comprendono 18 milioni relativi all'operazione di cartolarizzazione Berica ABS 3 S.r.l. incluse quelle rientranti nel programma K-Equity. Per maggiori dettagli si rimanda alla Parte E – Sezione C Operazioni di cartolarizzazione della Nota integrativa.

1.3 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei titoli in circolazione

(milioni di euro)
Tipologia titoli / Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore di
bilancio
Fair Value Valore di
bilancio
Fair value
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Titoli
1. obbligazioni 79.566 42.622 36.682 29 90.186 48.740 43.558 42
1.1 strutturate 1.640 397 1.197 29 2.096 246 1.848 42
1.2 altre 77.926 42.225 35.485 - 88.090 48.494 41.710 -
2. altri titoli 136 - 133 3 104 - 101 3
2.1 strutturati - - - - - - - -
2.2 altri 136 - 133 3 104 - 101 3
Totale 79.702 42.622 36.815 32 90.290 48.740 43.659 45

1.4 Dettaglio dei debiti / titoli subordinati

Al 31 dicembre 2022 non si segnalano debiti subordinati verso banche e clientela.

Alla data di riferimento Intesa Sanpaolo ha in essere titoli in circolazione subordinati per 12.549 milioni.

1.5 Dettaglio dei debiti strutturati

Alla data di riferimento Intesa Sanpaolo ha in essere debiti strutturati verso banche per 174 milioni.

1.6 Debiti per leasing

Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo ha in essere debiti per leasing per 943 milioni, di cui 158 milioni in scadenza entro un anno, 448 milioni in scadenza tra 1 e 5 anni e 337 milioni in scadenza oltre i 5 anni.

I debiti per leasing si riferiscono per 937 milioni a controparti clientela e per 6 milioni a controparti banche.

Gli stessi derivano dall'applicazione, con decorrenza 1° gennaio 2019, del principio contabile IFRS 16 relativo al Leasing.

SEZIONE 2 – PASSIVITA' FINANZIARIE DI NEGOZIAZIONE – VOCE 20

2.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori 31.12.2022 31.12.2021
Valore
Fair value
nominale
Fair
Valore
Fair value
Value
nominale
(*)
o
Fair
Value
(*)
o
nozionale
Livello 1 Livello 2 Livello 3 nozionale Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Passività per cassa
1. Debiti verso banche 4.729 4.240 - - 4.240 19.827 22.222 40 - 22.262
2. Debiti verso clientela 3.121 3.001 - - 3.001 - - - - -
3. Titoli di debito 3.000 - 2.779 - X 3.324 - 3.459 - X
3.1 Obbligazioni - - - - X - - - - X
3.1.1 Strutturate - - - - X - - - - X
3.1.2 Altre obbligazioni - - - - X - - - - X
3.2 Altri titoli 3.000 - 2.779 - X 3.324 - 3.459 - X
3.2.1 Strutturati 3.000 - 2.779 - X 3.324 - 3.459 - X
3.2.2 Altri - - - - X - - - - X
Totale A 10.850 7.241 2.779 - 7.241 23.151 22.222 3.499 - 22.262
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari X 44 37.661 142 X X 19 29.028 118 X
1.1 Di negoziazione X 44 37.615 138 X X 19 28.947 105 X
1.2 Connessi con la fair value
option
X - - - X X - - - X
1.3 Altri X - 46 4 X X - 81 13 X
2. Derivati creditizi X - 943 - X X - 2.340 1 X
2.1 Di negoziazione X - 943 - X X - 2.340 1 X
2.2 Connessi con la fair value
option
X - - - X X - - - X
2.3 Altri X - - - X X - - - X
Totale B X 44 38.604 142 X X 19 31.368 119 X
Totale (A+B) 10.850 7.285 41.383 142 X 23.151 22.241 34.867 119 X

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

I Debiti verso banche e clientela rappresentano, per l'intero ammontare, le posizioni in "scoperti tecnici" sui titoli.

I Titoli di debito del comparto 3.2.1 Altri titoli strutturati rappresentano, anch'essi per l'intero ammontare, i derivati cartolarizzati (certificates) che alla scadenza prevedono la restituzione parziale o integrale dei premi versati, ai sensi della Comunicazione della Banca d'Italia del 21 ottobre 2014.

Gli Strumenti derivati includono per 5.017 milioni i certificates aventi caratteristiche assimilabili a derivati finanziari in ragione della prevalenza dei rischi di mercato rispetto alla restituzione dei premi versati.

Le variazioni di fair value rilevate nell'esercizio per il cambiamento del proprio merito di credito sono risultate complessivamente positive per 229 milioni e si riferiscono a Strumenti derivati e a Titoli di debito - Altri titoli.

I valori al 31 dicembre 2022 degli Strumenti derivati includono i risultati della compensazione contabile tra saldi lordi positivi e negativi ai sensi dello IAS 32 paragrafo 42 che non trovano rappresentazione nella Parte E della presente Nota integrativa.

In particolare, le Passività finanziarie di negoziazione - Strumenti derivati includono il fair value netto compensato negativo di 3.820 milioni, relativo al fair value dei derivati OTC per l'operatività in conto proprio trasferiti sul compensatore LCH Ltd.; tale fair value netto riviene dalla compensazione in bilancio tra il fair value lordo positivo delle Attività finanziarie detenute per la negoziazione per 70.218 milioni e dei Derivati di copertura per 9.998 milioni ed il fair value lordo negativo delle Passività finanziarie di negoziazione per 74.455 milioni e dei Derivati di copertura per 9.581 milioni.

Il fair value lordo negativo dei derivati OTC originato da clientela e società del Gruppo trasferiti sul compensatore LCH Ltd per 1.357 milioni, è stato invece oggetto di compensazione tra le Attività finanziarie di negoziazione - Strumenti derivati.

Il fair value negativo complessivo dei derivati OTC al lordo delle compensazioni in bilancio si attesterebbe a 110.782 milioni (Derivati finanziari per 109.839 milioni e Derivati creditizi per 943 milioni).

2.2 Dettaglio delle "Passività finanziarie di negoziazione": passività subordinate

L'aggregato Passività finanziarie di negoziazione include passività subordinate rappresentate da Debiti verso banche per 216 milioni e Debiti verso clientela per 36 milioni.

2.3 Dettaglio delle "Passività finanziarie di negoziazione": debiti strutturati

Al 31 dicembre 2022 i debiti strutturati classificati nella voce Passività finanziarie di negoziazione ammontano a 300 milioni verso clientela e 57 milioni verso banche, da riferire a debiti da scoperti tecnici su titoli obbligazionari a tasso fisso indicizzati, quale componente aggiuntiva, all'inflazione.

SEZIONE 3 – PASSIVITA' FINANZIARIE DESIGNATE AL FAIR VALUE – VOCE 30

3.1 Passività finanziarie designate al fair value: composizione merceologica

(milioni di euro)
Tipologia operazione/Valori 31.12.2021
Valore
nominale
Fair value Fair
Valore
Fair value
value
nominale
(*)
Fair
value
(*)
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Debiti verso banche - - - - - 2 - 1 - 1
1.1 Strutturati - - - - X 2 - 1 - X
1.2 Altri - - - - X - - - - X
di cui:
- impegni a erogare fondi - X X X X - X X X X
- garanzie finanziarie rilasciate - X X X X - X X X X
2. Debiti verso clientela 5 - 4 - 4 6 - 4 - 4
2.1 Strutturati 5 - 4 - X 6 - 4 - X
2.2 Altri - - - - X - - - - X
di cui:
- impegni a erogare fondi - X X X X - X X X X
- garanzie finanziarie rilasciate - X X X X - X X X X
3. Titoli di debito 9.875 - 8.761 30 8.735 3.634 6 3.638 26 3.566
3.1 Strutturati 9.875 - 8.761 30 X 3.634 6 3.638 26 X
3.2 Altri - - - - X - - - - X
Totale 9.880 - 8.765 30 8.739 3.642 6 3.643 26 3.571

(*) Fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione.

La Banca ha classificato nei Debiti verso clientela il piano di Co-Investimenti LECOIP 3.0 per rapporti di lavoro cessati anzitempo di dipendenti di società del Gruppo e le polizze vita collegate ad iniziative sociali, che la Banca gestisce sulla base del fair value.

La sottovoce 3.1 Titoli di debito – Strutturati accoglie i certificates che alla scadenza prevedono la restituzione parziale o integrale dei premi versati, ai sensi della Comunicazione della Banca d'Italia del 21 ottobre 2014 (certificates a capitale garantito o protetto). Questi, se emessi successivamente al 1° gennaio 2020, sono classificati tra le Passività finanziarie designate al fair value (c.d. Fair Value Option), a seguito dell'implementazione in Banca di un modello di business improntato a logiche di banking book con l'obiettivo di generare una raccolta stabile.

I certificates rappresentativi di Passività finanziarie designate al fair value rilevano le relative variazioni di fair value attribuibili alle variazioni del proprio merito creditizio nell'ambito del Prospetto della redditività complessiva (Patrimonio netto). Nell'esercizio le variazioni del proprio merito creditizio sono risultate negative per 47 milioni.

3.2 Dettaglio "Passività finanziarie designate al fair value": passività subordinate

Intesa Sanpaolo non ha in essere passività subordinate classificate nella voce Passività finanziarie designate al fair value.

SEZIONE 4 – DERIVATI DI COPERTURA – VOCE 40

(milioni di euro)
31.12.2022
Valore
nozionale
Fair value Valore
nozionale
Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2022 Livello 1 Livello 2 Livello 3 31.12.2021
A) Derivati finanziari - 4.652 - 183.791 - 3.971 - 97.878
1) Fair value - 4.399 - 170.384 - 1.926 - 89.901
2) Flussi finanziari - 253 - 13.407 - 2.045 - 7.977
3) Investimenti esteri - - - - - - - -
B. Derivati creditizi - - - - - - - -
1) Fair value - - - - - - - -
2) Flussi finanziari - - - - - - - -
Totale - 4.652 - 183.791 - 3.971 - 97.878

4.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli gerarchici

I valori al 31 dicembre 2022 dei derivati di copertura includono i risultati della compensazione contabile tra saldi lordi positivi e negativi ai sensi dello IAS 32 paragrafo 42 che non trovano rappresentazione nella Parte E della presente Nota integrativa. In particolare, il fair value lordo negativo delle passività in derivati di copertura per l'operatività in conto proprio posta in essere

con il compensatore legale LCH Ltd. per 9.581 milioni, soddisfacendo i requisiti della compensazione contabile, è stato oggetto di nettizzazione tra le Passività finanziarie di negoziazione - Strumenti Derivati.

Il fair value negativo complessivo dei derivati di copertura al lordo delle compensazioni in bilancio si attesterebbe a 14.233 milioni (di cui 13.289 milioni a copertura di fair value e 944 milioni a copertura di flussi finanziari).

4.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologie di copertura

(milioni di euro)
Operazioni/Tipo di copertura Fair Value
Specifica
finanziari
Generica
Flussi Investim.
esteri
titoli di
debito e
tassi di
interesse
titoli di
capitale e
indici
azionari
valute
e oro
credito merci altri Specifica Generica
1. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
43 - 1 - X X X - X X
2. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
746 X 156 - X X X - X X
3. Portafoglio X X X X X X 2 X 210 X
4. Altre operazioni - - - - - - X - X -
Totale attività 789 - 157 - - - 2 - 210 -
1. Passività finanziarie 206 X 611 - - - X - X X
2. Portafoglio X X X X X X 2.634 X 43 X
Totale passività 206 - 611 - - - 2.634 - 43 -
1. Transazioni attese X X X X X X X - X X
2. Portafoglio di attività e passività finanziarie X X X X X X - X - -

Nella tabella è indicato il fair value negativo dei derivati di copertura, suddiviso in relazione all'attività o alla passività coperta e alla tipologia di copertura realizzata.

Considerando i valori al lordo della compensazione in bilancio, si conferma la prevalenza di contratti derivati utilizzati nella copertura generica di fair value di passività rappresentate da poste a vista nonché di contratti derivati di copertura specifica delle passività emesse e dei titoli di debito dell'attivo. La copertura dei flussi finanziari si riferisce a raccolta in titoli in circolazione a tasso variabile utilizzata per finanziare impieghi a tasso fisso.

SEZIONE 5 – ADEGUAMENTO DI VALORE DELLE PASSIVITA' FINANZIARIE OGGETTO DI COPERTURA GENERICA – VOCE 50

5.1 Adeguamento di valore delle passività finanziarie coperte: composizione per portafogli coperti

(milioni di euro)
Adeguamento di valore delle passività coperte/ Valori 31.12.2022 31.12.2021
1. Adeguamento positivo delle passività finanziarie - 60
2. Adeguamento negativo delle passività finanziarie -7.962 -
Totale -7.962 60

Forma oggetto di rilevazione nella presente voce il saldo delle variazioni di valore delle passività oggetto di copertura generica (macrohedging) dal rischio di tasso di interesse, per la cui applicazione la Banca si avvale della possibilità, prevista dall'IFRS 9, di continuare ad applicare le previsioni consentite dallo IAS 39 nella versione carve-out.

La variazione annua negativa dell'adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica dal rischio tasso è conseguente all'aumento dei tassi d'interesse intervenuto nel 2022.

SEZIONE 6 – PASSIVITÀ FISCALI – VOCE 60

Per quanto riguarda le informazioni di questa sezione, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 10 dell'Attivo.

SEZIONE 7 - PASSIVITÀ ASSOCIATE AD ATTIVITÀ IN VIA DI DISMISSIONE – VOCE 70

Per quanto riguarda le informazioni di questa sezione, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 11 dell'Attivo.

SEZIONE 8 – ALTRE PASSIVITÀ – VOCE 80

8.1 Altre passività: composizione

(milioni di euro)
Voci
Partite in corso di lavorazione 3.256
Debiti verso fornitori 1.418
Partite verso l'Erario 854
Debiti verso società del Gruppo per consolidato fiscale 340
Somme a disposizione di terzi 315
Debiti verso enti previdenziali 194
Ratei e risconti non ricondotti 189
Somme da erogare al personale 150
Altre partite 892
TOTALE
31.12.2022
7.608
TOTALE
31.12.2021
10.332

Come previsto dal paragrafo 116 a) dell'IFRS 15, si segnala che le passività derivanti da contratti con clienti, incluse nella sottovoce Ratei e risconti non ricondotti, sono pari a 111 milioni, mentre a fine 2021 ammontavano a 117 milioni.

SEZIONE 9 – TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DEL PERSONALE – VOCE 90

9.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
A. Esistenze iniziali 1.027 927
B. Aumenti 111 480
B.1 Accantonamenti dell'esercizio 17 7
B.2 Altre variazioni 94 473
- di cui operazioni di aggregazione aziendale 2 205
C. Diminuzioni -341 -380
C.1 Liquidazioni effettuate -94 -141
C.2 Altre variazioni -247 -239
- di cui operazioni di aggregazione aziendale -2 -5
D. Rimanenze finali 797 1.027
Totale 797 1.027

La sottovoce C.1 si riferisce agli utilizzi del fondo nell'esercizio.

Per maggiori informazioni sulle risultanze dei conteggi attuariali si rimanda alla successiva Sezione 10.5 – Fondi di quiescenza aziendali a prestazione definita.

9.2 Altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni oltre a quelle già fornite nelle precedenti sezioni.

SEZIONE 10 – FONDI PER RISCHI E ONERI – VOCE 100

10.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

(milioni di euro)
Voci/Componenti 31.12.2022 31.12.2021
1. Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate 425 367
2. Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate - -
3. Fondi di quiescenza aziendali 125 245
4. Altri fondi per rischi ed oneri 3.117 3.596
4.1 controversie legali e fiscali 757 843
4.2 oneri per il personale 1.952 2.289
4.3 altri 408 464
Totale 3.667 4.208

Non vi sono fattispecie riconducibili alla voce 2. Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate. Il contenuto della voce 4. Altri fondi per rischi ed oneri è illustrato al successivo punto 10.6.

10.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

(milioni di euro)
Fondi su
altri impegni
e altre
garanzie
rilasciate
Fondi di
quiescenza
Altri fondi
per rischi ed
oneri
Totale
A. Esistenze iniziali - 245 3.596 3.841
B. Aumenti - 8 860 868
B.1 Accantonamento dell'esercizio - 5 834 839
B.2 Variazioni dovute al passare del tempo - 3 1 4
B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - - -
B.4 Altre variazioni - - 25 25
- di cui operazioni di aggregazione aziendale - - 21 21
C. Diminuzioni - -128 -1.339 -1.467
C.1 Utilizzo nell'esercizio - -93 -1.195 -1.288
C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - -126 -126
C.3 Altre variazioni - -35 -18 -53
- di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - -
D. Rimanenze finali - 125 3.117 3.242

Come specificato nel commento alla precedente tabella, non vi sono fattispecie riconducibili alla voce Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate.

Negli Altri fondi per rischi ed oneri sono inclusi accantonamenti netti a voce 170 lettera b) di Conto economico per 248 milioni e per il residuo, accantonamenti netti ad altre voci di Conto economico.

10.3 Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate

(milioni di euro)
Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie
finanziarie rilasciate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite o
originate
Totale
1. Impegni a erogare fondi 51 52 26 - 129
2. Garanzie finanziarie rilasciate 20 74 202 - 296
Totale 71 126 228 - 425

10.4 Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate

Al 31 dicembre 2022 non risultano fondi su altri impegni e garanzie rilasciate.

10.5 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

1. Illustrazione delle caratteristiche dei fondi e dei relativi rischi

Con riferimento ai fondi di previdenza complementare a prestazione definita, la determinazione dei valori attuariali richiesti dall'applicazione dello IAS 19 "Benefici ai dipendenti" viene effettuata da un Attuario indipendente, con l'utilizzo del "metodo della proiezione unitaria del credito" (Project Unit Credit Method), come evidenziato in dettaglio nella parte A – Politiche contabili. La passività è iscritta in bilancio al netto delle eventuali attività a servizio del piano e, gli utili e le perdite attuariali calcolati nel processo di valutazione dei piani sono rilevati nel prospetto della redditività complessiva e, quindi, nel patrimonio netto.

I fondi a prestazione definita, nei quali Intesa Sanpaolo S.p.A. risulta coobbligata, si possono distinguere in:

  • fondi interni di previdenza complementare;
  • fondi esterni di previdenza complementare.

I fondi interni includono:

– tre Piani a benefici definiti in essere presso la filiale di Londra, relativi alle filiali ex Cariplo, ex Banca Commerciale Italiana ed ex Banco Ambrosiano Veneto: i fondi pensione privati sono stati costituiti dai datori di lavoro britannici per integrare il livello della pensione statale, storicamente molto bassa. Le filiali londinesi di Cariplo, Banca Commerciale Italiana e Banco Ambrosiano Veneto costituirono fondi a benefici definiti per i propri dipendenti al momento della loro

apertura, sotto forma di Trusts retti dalla legislazione inglese e amministrati da un Board di Trustees, nominati in parte dal datore di lavoro ed in parte dagli iscritti. Tali fondi sono operativi per i dipendenti assunti sino alla fine del 1999 per Banco Ambrosiano Veneto e Cariplo e, fino alla fine del 2000, per Banca Commerciale Italiana. In linea generale tutti i fondi garantiscono una pensione pagabile al compimento del 65° anno di età e il beneficio è determinato, con regole distinte per i diversi fondi, sulla base dello stipendio lordo annuale percepito durante l'ultimo anno di servizio.

I fondi esterni includono:

  • il Fondo Pensione a Prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, nuova denominazione assunta dall'ex Fondo Pensione Complementare per il Personale del Banco di Napoli – Sezione A, individuato come collettore di altre forme a "prestazione definita" nell'ambito del processo di riordino e razionalizzazione dei regimi previdenziali esistenti nel Gruppo Intesa Sanpaolo, con salvaguardia dei diritti degli iscritti (attivi e pensionati). A tal fine sono state conferite al "Fondo" - in sezioni virtualmente separate - le appostazioni patrimoniali presenti nei bilanci delle forme previdenziali preesistenti, per assicurare la piena copertura delle prestazioni integrative. Il Fondo, ente con personalità giuridica e gestione patrimoniale autonoma, include le seguenti gestioni: dipendenti iscritti e altri beneficiari di provenienza ex Banco di Napoli; personale in quiescenza beneficiario dell'Assegno Integrativo di Quiescenza, già fondo interno di Sanpaolo IMI; personale in quiescenza ex Banca Nazionale delle Comunicazioni; personale dipendente e in quiescenza proveniente dalla Cassa di Risparmio in Bologna, già iscritto al Fondo di Previdenza Complementare per il Personale della citata Cassa, confluito nel Fondo Pensione Complementare per il Personale del Banco di Napoli nel corso del 2004; personale in quiescenza proveniente dal Fondo di Previdenza Complementare ex Fin.Opi e confluito nel Fondo in argomento il 1° giugno 2005; personale dipendente ed in quiescenza proveniente dall'ex Banca Popolare dell'Adriatico, già iscritto al Fondo di Previdenza del Personale della Banca Popolare dell'Adriatico, confluito nel Fondo in argomento il 30 giugno 2006; personale in quiescenza proveniente dalla Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone già iscritto nel Fondo di Previdenza Complementare per il personale della predetta Cassa, confluito nel Fondo nel corso del 2006; personale in quiescenza proveniente dalla Cassa di Risparmio di Forlì già iscritto nel Fondo di Previdenza Complementare per il personale della citata Cassa, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2007; personale in quiescenza proveniente dal Fondo interno ex Carive, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2008; personale in quiescenza proveniente dal Fondo Interno ex FIP di CR Firenze, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2010; personale in quiescenza proveniente dal Fondo Interno della Cassa di Risparmio di Terni e Narni, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2010 e per la quale al 31 dicembre 2021 non vi sono più beneficiari; personale in quiescenza proveniente dal Fondo Interno della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, confluito nel Fondo in argomento il 1° settembre 2012; personale esattoriale in quiescenza proveniente dal Fondo Oneri Integrativi Previdenziali per il Personale Esattoriale già dipendente Cariplo, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo di Previdenza Complementare per il Personale del Mediocredito Lombardo S.p.A., confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione dei Dirigenti, ex Dirigenti e aventi diritto dell'ex Comit, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto presso i Fondi Pensione delle "Casse del Centro", in particolare gli iscritti al Fondo integrazione delle prestazioni dell'INPS per l'assicurazione obbligatoria di invalidità, vecchiaia e superstiti per il personale della Cassa di Risparmio di Città di Castello, Fondo integrazione delle prestazioni dell'INPS per l'assicurazione obbligatoria di invalidità, vecchiaia e superstiti per il personale della Cassa di Risparmio di Foligno, Fondo aziendale pensione complementare dell'AGO per il Personale della Cassa di Risparmio di Spoleto, Fondo pensione integrativo/complementare del trattamento pensionistico obbligatorio per i dipendenti della Cassa di Risparmio di Rieti, Fondo di Previdenza per il Personale della Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo e Fondo Pensionistico Integrativo aziendale per i dipendenti della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, confluiti nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo di Previdenza Aziendale Complementare delle prestazioni INPS a favore del Personale dipendente della Cassa di Risparmio di Civitavecchia, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Integrativo della SIL – Società Italiana Leasing S.p.A., confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2015; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione Complementare per il Personale della Banca Monte Parma, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2016; personale dipendente ed in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione per il Personale ex Crediop assunto sino al 30 settembre 1989, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2016; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Integrativo Pensionistico della Cassa di Risparmio di Mirandola, confluito nel Fondo in argomento il 1° aprile 2016; personale in quiescenza già iscritto al Fondo di Previdenza per il Personale dell'ex Cassa di Risparmio di Prato confluito nel Fondo in argomento il 1° maggio 2018; personale in quiescenza già iscritto al Fondo a prestazione definita dell'ex Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana confluito nel Fondo in argomento il 1° maggio 2018; personale dipendente ed in quiescenza proveniente dalla Cassa di Previdenza Integrativa per il Personale dell'Istituto Bancario Sanpaolo di Torino, confluito nel Fondo in argomento il 1° gennaio 2019; personale in quiescenza proveniente dalla Cassa di Previdenza del Personale della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, confluito nel Fondo in argomento il 1° luglio 2019; personale dipendente e in quiescenza già iscritto ai Fondi interni ex UBI Banca - nel cui ambito si distinguono i Fondi relativi ad ex Centrobanca (già Fondo di previdenza integrativo per il personale della società Centrobanca – ex Banca Centrale di Credito Popolare S.p.A.), ad ex Banca Regionale Europea (già Fondo per il personale della Banca Regionale europea proveniente dalla ex Banca del Monte di Lombardia e dalla ex Cassa di Risparmio di Cuneo), ad ex Carime (già Fondo della ex Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, Fondo della ex Cassa di Risparmio di Puglia, Fondo della ex Cassa di Risparmio Salernitana) e ad ex Banca Adriatica (già Fondo di quiescenza del personale ramo credito ex Cassa di Risparmio di Macerata S.p.A., Fondo di quiescenza del personale della ex Banca Ca.Ri.Ma. passati alla Se.Ri.Ma - ora Equitalia Servizi di Riscossione S.p.A., Fondo di quiescenza del personale ex Mediocredito Fondiario Centro Italia S.p.A., Fondo di quiescenza del personale ramo esattoriale ex Cassa di Risparmio di Pesaro, Fondo di quiescenza del personale della ex Cassa di Risparmio di Jesi, Fondo di quiescenza del personale del ramo esattoriale ex Cassa di Risparmio di Pesaro S.p.A. passati alla ex SE.RI.T. S.p.A.) - confluiti nel Fondo in argomento il 1° luglio 2022; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione dell'ex Gruppo UBI Banca della ex Banca Popolare di Bergamo e delle società controllate, confluito nel Fondo in argomento il 1° settembre 2022; personale in quiescenza già iscritto al Fondo Pensione per il Personale della ex Banca Popolare di Ancona e delle società controllate, confluito nel Fondo in argomento il 1° settembre 2022.

È necessario precisare che qualora le sezioni del Fondo, dopo l'approvazione del bilancio, presentino un disavanzo tecnico secondo la metodologia civilistica, lo statuto ne prevede il ripianamento immediato da parte delle Banche coobbligate;

  • il Fondo pensione per il personale Cariplo, fondo con personalità giuridica e piena autonomia patrimoniale, il cui scopo è quello di garantire un trattamento pensionistico integrativo degli assegni dell'AGO ai pensionati Cariplo già tali al 30 giugno 1998;
  • un piano a benefici definiti in essere presso la filiale di New York: il fondo fu creato nel 1977 dalla filiale della Banca Commerciale Italiana e garantisce un trattamento pensionistico a tutti i dipendenti residenti negli Stati Uniti che abbiano avuto almeno 5 anni di servizio presso la Banca. Il beneficio si intende maturato anche se il rapporto di lavoro cessa anticipatamente. Il beneficio è calcolato sulla base della media della retribuzione di lavoro più elevata ricevuta in tre anni consecutivi durante gli ultimi 10 anni di lavoro prima della cessazione dal servizio, oppure, se il rapporto di lavoro cessa prima, sulla base della media della retribuzione degli ultimi tre anni di lavoro. Attualmente il fondo non è più gestito nei libri contabili della Filiale di New York, ma è stato interamente trasferito al Fondo Prudential (Fondo a prestazione definita che gestisce le posizioni degli iscritti);
  • il Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Firenze: fondo con personalità giuridica e piena autonomia patrimoniale il cui scopo è quello di garantire un trattamento pensionistico integrativo al personale della Cassa, in servizio al 31 dicembre 1990 e già iscritto al preesistente "fondo ex esonerato".

In data 5 dicembre 2017 Intesa Sanpaolo S.p.A., anche in qualità di Capogruppo, ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali, in qualità di Fonti Istitutive, per l'integrazione della Cassa di Previdenza Integrativa per il Personale dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino nel Fondo di Previdenza Complementare per il Personale del Banco di Napoli (che dal 1° gennaio 2019 ha cambiato denominazione in "Fondo pensione a prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo"). Tale accordo ha previsto anche la formulazione agli iscritti di un'offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa, che si è concretizzata a partire dal secondo semestre del 2018. Le adesioni pervenute hanno determinato nel tempo una flessione dell'obbligazione, che, nel corrente esercizio, ammonta a circa 6 milioni, fronteggiata in parte dal patrimonio del Fondo (circa 3 milioni), in parte attraverso l'utilizzo dei Fondi appositamente costituiti presso la Banca, in forza della garanzia prestata (circa 3 milioni).

In data 7 ottobre 2021 Intesa Sanpaolo S.p.A., anche in qualità di Capogruppo, ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali, in qualità di Fonti Istitutive, per l'integrazione, a partire dal 1° luglio 2022, dei trattamenti pensionistici dei Fondi interni ex UBI Banca nel Fondo Pensione a prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, il quale provvede, a partire da tale data, ad assicurare agli iscritti il trattamento previdenziale a prestazione definita previsto dai Regolamenti degli stessi. Tale accordo ha previsto anche la formulazione agli iscritti di un'offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa, che si è concretizzata nel corso del primo semestre 2022: le adesioni pervenute hanno determinato una flessione dell'obbligazione di circa 34 milioni. Intesa Sanpaolo S.p.A. il 1° luglio 2022 ha trasferito al Fondo Pensione a Prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo la passività di 38 milioni, residuata dopo gli utilizzi determinati dalla citata adesione alle offerte.

Il processo di razionalizzazione ha coinvolto anche i Fondi esterni ex UBI e, pertanto, sempre in data 7 ottobre 2021 Intesa Sanpaolo S.p.A., anche in qualità di Capogruppo, ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali, in qualità di Fonti Istitutive, per l'integrazione, a partire dal 1° settembre 2022, dei trattamenti pensionistici del Fondo Pensione del Gruppo UBI Banca della ex Banca Popolare di Bergamo e delle società controllate e del Fondo Pensione per il Personale della ex Banca Popolare di Ancona e delle società controllate nel Fondo Pensione a prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, il quale provvede, a partire da tale data, ad assicurare agli iscritti il trattamento previdenziale a prestazione definita previsto dai Regolamenti degli stessi. Tale accordo ha previsto anche la formulazione agli iscritti di un'offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa, che si è concretizzata nel corso dei mesi di luglio e agosto 2022 e che ha determinato una flessione dell'obbligazione di circa 5 milioni.

In data 9 giugno 2022, Intesa Sanpaolo S.p.A., anche in qualità di Capogruppo, ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali, in qualità di Fonti Istitutive, per l'integrazione, a partire dal 1° gennaio 2023, dei trattamenti pensionistici del Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Firenze nel Fondo Pensione a prestazione definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, il quale provvede, a partire da tale data, ad assicurare agli iscritti il trattamento previdenziale a prestazione definita previsto dai Regolamenti degli stessi. Tale accordo ha previsto anche la formulazione agli iscritti di un'offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa, che si è concretizzata nel corso dell'ultimo quadrimestre 2022: le adesioni pervenute hanno determinato una flessione dell'obbligazione di circa 370 milioni.

Con riferimento alle politiche di investimento e di gestione integrata dei rischi, da parte dei Fondi viene verificato il grado di copertura e le possibili evoluzioni in diversi scenari. Allo scopo vengono studiate diverse configurazioni di universi investibili e di mix e allocazione di portafoglio, al fine di rispondere nel modo più adeguato possibile agli obiettivi previdenziali e reddituali.

(milioni di euro)
Passività del piano pensionistico 31.12.2022 31.12.2021
obbligazioni a benefici definiti TFR Piani
interni
Piani
esterni
TFR Piani
interni
Piani
esterni
Esistenze iniziali 1.027 258 1.602 927 178 1.604
Costo previdenziale relativo alle prestazioni di lavoro 13 2 2 7 2 3
Costo previdenziale per prestazioni di lavoro passate - - 1 - - -
Interessi passivi 4 3 16 - 3 2
Perdite attuariali rilevate per variazioni ipotesi finanziarie - - - 32 3 73
Perdite attuariali rilevate per variazioni ipotesi demografiche 1 - 17 5 - 9
Perdite attuariali basate sull'esperienza passata 69 5 44 1 1 28
Differenze positive di cambio - - 2 - 13 2
Aumenti - operazioni di aggregazioni aziendali 2 - - 205 79 9
Contributi dei partecipanti al piano X - - X - -
Utili attuariali rilevati per variazioni ipotesi finanziarie -199 -72 -215 - -10 -1
Utili attuariali rilevati per variazioni ipotesi demografiche - -1 - - - -5
Utili attuariali basati sull'esperienza passata - - - - - -
Differenze negative di cambio - -10 - - - -
Indennità pagate -94 -10 -118 -141 -11 -117
Diminuzioni - operazioni di aggregazioni aziendali -2 - - -5 - -
Effetto riduzione del fondo X - - X - -6
Effetto estinzione del fondo X -34 -375 X - -
Altre variazioni in aumento 22 - 41 230 - 1
Altre variazioni in diminuzione -46 -38 -13 -234 - -
Rimanenze finali 797 103 1.004 1.027 258 1.602
Passività del piano pensionistico dbo 31.12.2022 31.12.2021
TFR Piani
interni
Piani
esterni
TFR Piani
interni
Piani
esterni
Piani non finanziati 797 - - 1.027 76 -
Piani finanziati parzialmente - - - - - -
Piani finanziati pienamente - 103 1.004 - 182 1.602

Gli utili attuariali per variazioni di ipotesi finanziarie sono dovuti principalmente alla crescita del tasso di sconto superiore all'incremento del tasso di inflazione.

Sulla base delle risultanze dei conteggi attuariali, il valore attuale delle obbligazioni a benefici definiti, escluso il TFR, risulta così suddiviso:

Piani interni

– come sopra riportato le rimanenze finali si riferiscono a piani a benefici definiti in essere presso la filiale di Londra, interamente a carico di Intesa Sanpaolo S.p.A.

Piani esterni

  • 558 milioni riferiti al Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo (di cui 551 milioni di competenza di Intesa Sanpaolo S.p.A.);
  • 390 milioni riferiti al Fondo pensione per il Personale Cariplo, interamente a carico di Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • 23 milioni riferiti ai piani a benefici definiti in essere presso la filiale di New York, interamente a carico di Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • 33 milioni riferiti al Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Firenze, quasi interamente a carico di Intesa Sanpaolo S.p.A.

3. Informativa sul fair value delle attività a servizio del piano

Nelle tabelle successive sono riportate la movimentazione delle attività a servizio del piano presenti per alcuni fondi a benefici definiti e la composizione delle stesse.

(milioni di euro)
Attività a servizio del piano 31.12.2022 31.12.2021
Piani
interni
Piani
esterni
Piani
interni
Piani
esterni
Esistenze iniziali 168 1.479 131 1.475
Rendimento delle attività al netto degli interessi -28 -113 19 111
Interessi attivi 3 13 2 2
Differenze positive di cambio - 1 9 1
Aumenti- operazioni di aggregazione aziendale - - - 9
Contributi versati dal datore di lavoro 9 8 10 2
Contributi versati dai partecipanti al piano - - - -
Differenze negative di cambio -9 - - -
Diminuzioni- operazioni di aggregazione aziendale - - - -
Indennità pagate -6 -118 -3 -117
Effetto riduzione del fondo - - - -6
Effetto estinzione del fondo - -375 - -
Altre variazioni - 32 - 2
Rimanenze finali 137 927 168 1.479

Le rimanenze finali dei piani interni si riferiscono a piani a benefici definiti in essere presso la filiale di Londra.

Le rimanenze finali dei piani esterni sono così ripartite:

  • 516 milioni relativi al Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo;
  • 381 milioni relativi al Fondo pensione per il personale Cariplo;
  • 20 milioni relativi ai piani a benefici definiti in essere presso la filiale di New York;
  • 10 milioni relativi al Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Firenze.
(milioni di euro)
Attività a servizio del piano: informazioni
integrative
31.12.2022 31.12.2021
Piani
interni
% Piani
esterni
% Piani
interni
% Piani
esterni
%
Strumenti di capitale - - 269 29,0 89 53,1 414 28,0
- di cui livello 1 di fair value - 254 89 395
Fondi comuni di investimento - - 80 8,7 - - 137 9,3
- di cui livello 1 di fair value - 21 - 82
Titoli di debito 126 92,0 285 30,7 59 35,0 432 29,2
- di cui livello 1 di fair value 126 285 59 432
Immobili e partecipazioni in società immobiliari 8 5,9 278 30,0 10 6,0 345 23,3
- di cui livello 1 di fair value - - - -
Gestioni assicurative - - - - - - - -
- di cui livello 1 di fair value - - - -
Altre attività 3 2,1 15 1,6 10 5,9 151 10,2
- di cui livello 1 di fair value - - - -
TOTALE 137 100,0 927 100,0 168 100,0 1.479 100,0
(milioni di euro)
Attività a servizio del piano: informazioni integrative 31.12.2022 31.12.2021
Piani
interni
% Piani
esterni
% Piani
interni
% Piani
esterni
%
Strumenti di capitale - - 269 29,0 89 53,1 414 28,0
- di cui società finanziarie - 51 89 63
- di cui società non finanziarie - 218 - 351
Fondi comuni di investimento - - 80 8,7 - - 137 9,0
Titoli di debito 126 92,0 285 30,7 59 35,0 432 29,0
Titoli di stato 89 203 59 273
- di cui rating investment grade 89 203 59 273
- di cui rating speculative grade - - - -
Società finanziarie 37 28 - 66
- di cui rating investment grade 37 24 - 60
- di cui rating speculative grade - 4 - 6
Società non finanziarie - 54 - 93
- di cui rating investment grade - 48 - 75
- di cui rating speculative grade - 6 - 18
Immobili e partecipazioni in società immobiliari 8 5,9 278 30,0 10 6,0 345 24,0
Gestioni assicurative - - - - - - - -
Altre attività 3 2,1 15 1,6 10 5,9 151 10,0
TOTALE ATTIVITA' 137 100,0 927 100,0 168 100,0 1.479 100,0

La differenza tra le passività nette a benefici definiti (cfr. precedente informativa 10.5, punto 2) e le attività al servizio del piano (cfr. precedente informativa 10.5, punto 3) trova rilevazione contabile nei fondi di quiescenza aziendali.

4. Descrizione delle principali ipotesi attuariali

Nella tabella che segue sono riportate le ipotesi attuariali ed i tassi di riferimento utilizzati dai diversi fondi.

Ipotesi attuariali 31.12.2022 31.12.2021
Tasso
di
sconto
Tasso di
rendimento
atteso
Tasso
atteso di
incrementi
retributivi
(a)
Tasso
annuo di
inflazione
Tasso
di
sconto
Tasso di
rendimento
atteso
Tasso
atteso di
incrementi
retributivi
(a)
Tasso
annuo di
inflazione
TFR 3,3% X 3,4% 2,7% 0,4% X 2,9% 2,2%
PIANI INTERNI 4,4% 0,0% 2,9% 2,9% 1,1% 0,0% 2,9% 2,6%
PIANI ESTERNI 3,7% 4,9% 3,5% 2,9% 0,8% 2,9% 2,8% 2,1%
(a) Al netto degli sviluppi di carriera

Il tasso di sconto dei piani esterni per l'esercizio 2022 è del 4,75% per la filiale di New York e varia tra 3,30% e 3,40% per i Fondi Italia.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo utilizza prevalentemente come tasso di attualizzazione la curva dei tassi Eur Composite AA ponderata in base al rapporto tra i pagamenti e gli anticipi riferiti a ciascuna scadenza da un lato, e l'ammontare complessivo dei pagamenti e degli anticipi che devono essere sostenuti fino all'estinzione finale dell'intera obbligazione dall'altro. In particolare, nel caso di piani a benefici definiti, il tasso utilizzato corrisponde al tasso medio che riflette i parametri di mercato cui si riferisce il piano. La curva Eur Composite AA è ricavata giornalmente tramite l'information provider di Bloomberg e fa riferimento ad un paniere di titoli emessi da emittenti corporate "investment grade" compresi nella classe "AA" di rating residenti nell'area euro e appartenenti a diversi settori.

Analogamente il Gruppo Intesa Sanpaolo utilizza prevalentemente come tasso di inflazione la curva europea dei tassi Zero-Coupon Inflation-Indexed Swap ponderata in base al rapporto tra l'importo pagato per ciascuna scadenza e l'importo totale da pagare fino all'estinzione finale dell'intera obbligazione.

5. Informazioni su importo, tempistica e incertezza sui flussi finanziari

(milioni di euro)
Analisi di sensitivity 31.12.2022
TFR PIANI INTERNI PIANI ESTERNI
+100 bps -100 bps +100 bps -100 bps +100 bps -100 bps
Tasso di attualizzazione 740 861 86 126 927 1.094
Tasso di incrementi retributivi 797 797 116 93 1.015 993
Tasso di inflazione 836 760 110 97 1.074 941

L'analisi di sensitivity sul tasso di rendimento atteso non viene effettuata in quanto non ha effetti sul calcolo delle passività.

L'analisi di sensitivity è stata effettuata sulle passività nette a benefici definiti di cui alla precedente informativa 10.5, punto 2. I dati esposti, in valore assoluto, indicano quale sarebbe l'ammontare delle passività nette a benefici definiti in presenza di una variazione di +/-100 bps di tasso.

La duration media dell'obbligazione a benefici definiti è pari a 10,39 anni per i fondi pensione e 7,78 anni per il TFR.

Gli eventuali esborsi da effettuarsi nel prossimo esercizio (ripianamento disavanzo tecnico previsto dallo statuto del Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo) saranno determinati al momento della redazione del bilancio del Fondo stesso, che avverrà nei prossimi mesi di maggio/giugno.

6. Piani relativi a più datori di lavoro

Nella Banca sono presenti piani a benefici definiti relativi a più datori di lavoro:

  • Fondo Pensione per il Personale ex Crediop assunto sino al 30 settembre 1989 che, in data 1° gennaio 2016, è confluito all'interno del Fondo Pensione Complementare per il personale del Banco di Napoli (oggi Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo). Gli impegni di Crediop S.p.A. (ora Dexia-Crediop) e del Sanpaolo IMI (ora Intesa Sanpaolo S.p.A.) nei confronti del Fondo, sono regolati dall'accordo del 28 maggio 1999 stipulato tra le due parti e il suo trasferimento all'interno del Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo non ha modificato le garanzie e gli impegni a suo tempo sottoscritti tra le due entità;
  • Fondo di quiescenza ex dipendenti Banca Ca.Ri.Ma. passati alla Se.Ri.Ma. (ora Equitalia Servizi di Riscossione S.p.A.), i cui servizi di riscossione furono trasferiti il 1° gennaio 1990 all'ex Equitalia Marche S.p.A. (attualmente Agenzia delle Entrate - Riscossione) che, in data 1° luglio 2022, è confluito all'interno del Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo. L'accordo sindacale e le intese intercorse tra i sottoscrittori dell'operazione sancirono che l'allora controllante Ca.Ri.Ma. (poi ex Banca Marche S.p.A., poi ex Nuova Banca Marche S.p.A. e successivamente ex Banca Adriatica S.p.A. poi incorporata in ex UBI Banca, a sua volta incorporata in Intesa Sanpaolo S.p.A.), continuasse ad accantonare nel proprio bilancio le riserve matematiche inerenti il personale assunto precedentemente al perfezionarsi dell'operazione;
  • Fondo Pensione per il Personale della ex Banca Popolare di Ancona e delle società controllate, confluito in data 1° settembre 2022 all'interno del Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo, che prevede una garanzia di ripianamento per le rispettive quote di aderenti da parte di Intesa Sanpaolo S.p.A. (ex UBI Banca) e Credito Valtellinese.

7. Piani a benefici definiti che condividono i rischi tra entità sotto controllo comune

Il Fondo Pensione a Prestazione Definita del Gruppo Intesa Sanpaolo e il Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Firenze sono piani a benefici definiti che condividono i rischi tra diverse Società del Gruppo. Tali Società rilasciano, per i propri dipendenti e pensionati iscritti, garanzia solidale nei confronti degli enti previdenziali in argomento.

La passività in capo ad ogni Società coobbligata viene determinata da un Attuario Indipendente attraverso il metodo della "proiezione unitaria del credito" ed è iscritta in bilancio al netto delle attività a servizio del piano. Analogamente, il current service cost, che rappresenta il valore attuale medio alla data della valutazione delle prestazioni maturate dai lavoratori in servizio nel corso dell'esercizio, viene calcolato per ogni Società dal medesimo Attuario.

Ogni Società coobbligata riporta nella presente sezione, per ogni tabella, i dati delle passività/attività complessivi dei Fondi per i quali risulta coobbligata, evidenziando in calce alle medesime tabelle, le quote di passività/attività di propria competenza.

10.6 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi

(milioni di euro)
Voci/Componenti 31.12.2022 31.12.2021
Altri fondi
1. controversie legali e fiscali 757 843
2. oneri per il personale 1.952 2.289
oneri per iniziative di incentivazione all'esodo 1.250 1.705
premi per anzianità ai dipendenti 90 108
altri oneri diversi del personale 612 476
3. altri rischi e oneri 408 464
Totale 3.117 3.596

Gli Altri fondi sono distinti in:

  • Controversie legali e fiscali: il fondo è costituito essenzialmente per fronteggiare le previsioni di esborso sulle cause passive, sulle revocatorie fallimentari e contenziosi fiscali;
  • Oneri per il personale: il fondo include gli oneri per l'incentivazione all'esodo e per premi di anzianità del personale dipendente (determinati in base a valutazioni attuariali), nonché gli accantonamenti per bonus e altri esborsi relativi ai dipendenti;
  • Altri rischi e oneri: si riferiscono principalmente a stanziamenti destinati a fronteggiare gli oneri connessi all'integrazione delle ex Banche Venete, gli oneri connessi alla cessione di portafogli di crediti NPL e altri oneri riferiti ad obbligazioni diverse. Includono altresì lo stanziamento di 71 milioni chiamato a fronteggiare i rischi indiretti a fronte della partecipazione in Pravex Bank Joint-Stock Company, in relazione al conflitto in corso, allo scopo di cogliere il valore del patrimonio netto contribuito dalla partecipata al Bilancio consolidato di Gruppo.

SEZIONE 11 – AZIONI RIMBORSABILI – VOCE 120

11.1 Azioni rimborsabili: composizione

Per Intesa Sanpaolo la fattispecie non è presente.

SEZIONE 12 – PATRIMONIO DELL'IMPRESA – VOCI 110, 130, 140, 145, 150, 160, 170 E 180

12.1 "Capitale" e "Azioni proprie": composizione

Al 31 dicembre 2022, la Banca detiene in portafoglio 23.892.236 azioni proprie interamente liberate. Le azioni proprie sono prive di valore nominale e rappresentano lo 0,13% del capitale sociale.

Per quanto riguarda le informazioni di questa sezione, si rimanda al successivo punto 12.3.

12.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue
-------------------------------------------------
Voci/Tipologie Ordinarie
A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 19.430.463.305
- interamente liberate 19.430.463.305
- non interamente liberate -
A.1 Azioni proprie (-) -30.629.777
A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 19.399.833.528
B. Aumenti 566.771.008
B.1 Nuove emissioni 546.972.658
- a pagamento: 386.972.658
- operazioni di aggregazioni di imprese -
- conversione di obbligazioni -
- esercizio di warrant -
- altre 386.972.658
- a titolo gratuito: 160.000.000
- a favore dei dipendenti 160.000.000
- a favore degli amministratori -
- altre -
B.2 Vendita di azioni proprie 19.798.350
B.3 Altre variazioni -
C. Diminuzioni -1.001.693.612
C.1 Annullamento -988.632.803
C.2 Acquisto di azioni proprie -13.060.809
C.3 Operazioni di cessione di imprese -
C.4 Altre variazioni -
D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 18.964.910.924
D.1 Azioni proprie (+) 23.892.236
D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 18.988.803.160
- interamente liberate 18.988.803.160
- non interamente liberate -

La voce "Acquisto di azioni proprie" include gli acquisti a servizio del piano di incentivazione gratuita destinato al personale. Il programma è stato avviato il 12 settembre 2022 e si è concluso il 14 settembre 2022 e ha comportato l'acquisto di 12.967.930 azioni ordinarie della Banca a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,8938 euro per un controvalore di 24.558.315,42 euro. Gli acquisti sono stati effettuati in osservanza delle disposizioni di cui agli articoli 2357 e seguenti e 2359-bis e seguenti del Codice Civile e nei termini autorizzati dall'Assemblea di Intesa Sanpaolo del 29 Aprile 2022.

12.3 Capitale: altre informazioni

Al 31 dicembre 2022, il capitale sociale della Banca è pari a 10.369 milioni, suddiviso in numero 18.988.803.160 azioni ordinarie, prive di valore nominale. Ogni azione ordinaria attribuisce il diritto ad un voto nell'Assemblea. Alla data del presente documento il capitale risulta interamente versato e liberato.

Nel contesto delle scritture effettuate in base all'IFRS 3 in relazione all'operazione di aggregazione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI, perfezionatasi in data 1° gennaio 2007, si è generata una riserva che al 31 dicembre 2022 ammonta a 23.734 milioni, pari alla differenza del costo di acquisizione del Gruppo Sanpaolo IMI ed il valore nominale delle azioni emesse al servizio dell'operazione di scambio. Nel Bilancio 2007 essa è stata classificata tra i sovrapprezzi di emissione, in base a pareri espressi da qualificati giuristi. Si procederà a riclassificare diversamente questa riserva qualora disposizioni di Legge o delle Autorità di Vigilanza dovessero indicare una diversa soluzione.

Si evidenzia che, nel corso dell'esercizio 2022, il capitale è stato interessato dalle seguenti variazioni:

  • − da un aumento gratuito e da un aumento a pagamento nell'ambito del Piano di incentivazione a lungo termine "LECOIP 3.0", per un importo complessivo pari a 690 milioni, di cui 285 milioni ad incremento del capitale sociale e 405 milioni ad incremento della riserva sovrapprezzo, e precisamente:
    • o un aumento di capitale sociale gratuito ai sensi dell'art. 2349, comma 1, del Codice Civile per un importo pari a 83.200.000 euro, con emissione di n. 160.000.000 azioni ordinarie;
    • o un aumento di capitale sociale a pagamento con esclusione del diritto di opzione a favore dei dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo ai sensi dell'art. 2441, ottavo comma, del Codice Civile - per un importo pari a 201.225.782,16 euro, con emissione di n. 386.972.658 azioni a un prezzo pari a 1,5671 euro, di cui 0,52 euro da imputare a capitale sociale e 1,0471 euro a sovrapprezzo;
  • − dall'annullamento di n. 988.632.803 azioni ordinarie a seguito dell'acquisto delle azioni proprie nel periodo dal 4 luglio all'11 ottobre 2022 in esecuzione del programma di buyback comunicato al mercato il 24 giugno 2022, data nella quale la Banca ha ricevuto formale autorizzazione dalla Banca Centrale Europea. Nel periodo indicato sono state acquistate complessivamente n. 988.632.803 azioni prive del valore nominale, pari a circa il 4,95% del capitale sociale ante annullamento, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,7195 euro, per un controvalore totale di 1.699.999.999,44 euro. L'annullamento delle azioni ha avuto luogo nelle date del 3 agosto, del 7 settembre e del 14 ottobre 2022 per le azioni proprie acquistate rispettivamente nel periodo dal 4 luglio al 29 luglio, dal 1° agosto al 2 settembre e dal 5 settembre all'11 ottobre 2022.

Quale effetto degli annullamenti, il capitale sociale si è modificato nella sua composizione, per la riduzione del numero di azioni che lo costituiscono, ma non nel suo ammontare, rimasto invariato a 10.368.870.930,08 euro.

Si ricorda infine che sul capitale verrà ricostituito il vincolo di sospensione di imposta già presente sul capitale di UBI Leasing S.p.A., per un importo di 2.088.578 euro, e il vincolo di 93.872 euro derivante dalla scissione di un ramo d'azienda di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A.

Per completezza si evidenzia che, nel corso dell'esercizio, la riserva sovrapprezzo è stata oggetto di:

  • − un utilizzo per 233.165.559,66 euro a fronte della distribuzione di riserve deliberata dall'Assemblea del 29 aprile 2022;
  • − un incremento di 405.199.070,19 euro a fronte dell'aumento di capitale a pagamento a favore dei dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo ai sensi dell'art. 2441, ottavo comma, del Codice Civile, nell'ambito del sopra ricordato Piano di incentivazione a lungo termine "LECOIP 3.0";
  • − una riclassificazione dell'importo complessivo di segno positivo di 595.743.716,52 euro della riserva contribuzione LECOIP, (denominato "LECOIP 2.0" e indirizzato alla generalità del personale dipendente), costituita a fronte del piano di investimento basato su strumenti finanziari (LECOIP Leveraged Employee Co-Investment Plan) destinato ai dipendenti, varato nel 2018 e conclusosi nel 2022;
  • − una variazione negativa di 662.227,74 euro per altri effetti.

12.4 Riserve: altre informazioni

Le riserve ammontano a 5.369 milioni ed includono: la riserva legale, la riserva straordinaria, le riserve da concentrazione (L. 30 luglio 1990, art. 7, comma 3, n. 218 e L. 30 luglio 1990, art. 7, n. 218) e le altre riserve. La riserva legale, costituita a norma di legge, deve essere almeno pari ad un quinto del capitale sociale; essa è stata costituita in passato tramite accantonamenti degli utili netti annuali per almeno un ventesimo degli stessi. Nel caso in cui la riserva dovesse diminuire, occorre reintegrarla tramite la destinazione obbligatoria di un ventesimo dell'utile. Le riserve da concentrazione ex L. 30 luglio 1990 n. 218 sono state costituite in occasione di operazioni di riorganizzazione o concentrazione effettuate ai sensi della citata legge.

Le altre riserve comprendono le riserve di pertinenza delle filiali estere ed altre riserve costituite nel passato a fronte di specifiche disposizioni normative.

Le riserve da valutazione ammontano a 81 milioni ed includono le riserve delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, le riserve dei contratti derivati di copertura di flussi finanziari, le passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del proprio merito creditizio) e le rivalutazioni delle passività (attività) nette per piani a benefici definiti, nonché le riserve derivanti da leggi speciali di rivalutazione e dalla rivalutazione degli immobili e del patrimonio artistico.

Si evidenzia che, nel corso dell'esercizio 2022, le riserve sono state oggetto delle seguenti movimentazioni:

  • − decurtazione della riserva straordinaria per 1.700.034.331 euro derivante dall'annullamento delle azioni proprie nell'ambito dell'operazione di buyback;
  • − riclassifica della riserva contribuzione LECOIP, costituita a fronte del piano di investimento basato su strumenti finanziari (denominato "LECOIP 2.0" e indirizzato alla generalità del personale dipendente) varato nel 2018 e conclusosi nel 2022, dalle altre riserve alla riserva sovrapprezzo per l'importo complessivo di segno negativo di 595.743.717 euro;
  • − giro ad altre riserve delle riserve da valutazione a fronte degli utili/perdite realizzati su attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva per un importo netto complessivo di segno negativo di 402.784.009 euro;
  • − imputazione ad altre riserve dell'importo complessivo netto di segno negativo di 300.085.408 euro a fronte delle cedole corrisposte ai sottoscrittori degli strumenti Additional Tier 1, al netto della relativa fiscalità;
  • − allocazione alla riserva straordinaria del residuo utile dell'esercizio 2021, pari a 233.016.694 euro come da deliberazione dell'Assemblea ordinaria del 29 aprile 2022;
  • − giro ad altre riserve delle riserve da valutazione a fronte degli utili/perdite realizzati su attività materiali valutate al fair value e su piani previdenziali a benefici definiti, per un importo netto complessivo di segno negativo di 193.218.558 euro;
  • − imputazione alla riserva straordinaria dell'importo complessivo netto di segno positivo di 82.063.195 euro relativo alle differenze di fusione derivanti dall'annullamento delle azioni delle società controllate UBI Leasing S.p.A., Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l., Intesa Sanpaolo Agents4You S.p.A. incorporate nell'esercizio, nonché agli effetti delle altre operazioni Under Common Control perfezionatesi nell'anno. In proposito si precisa che, a norma dell'art. 172, comma 5, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, con riferimento alle operazioni in precedenza citate saranno ricostituite riserve in sospensione di imposta per un importo pari a 403.505;
  • − giro da riserva straordinaria a capitale sociale dell'importo di 83.200.000 euro a fronte dell'aumento di capitale sociale gratuito – ai sensi dell'art. 2349, comma 1 del Codice Civile – nell'ambito del piano di incentivazione a lungo termine "LECOIP 3.0", con emissione di n. 160.000.000 di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo;
  • − adeguamento delle riserve dedicate ai piani "Equity Settled Share Based Payments" (denominato "LECOIP 3.0" e indirizzato alla generalità del personale dipendente), al Performance Share Plan (denominato PSP destinato a tutto il Management del Gruppo, ivi inclusi il Consigliere Delegato e CEO, i restanti Risk Taker apicali e gli altri Risk Taker del perimetro italiano ed estero del Gruppo) e al "Performance-based Option Plan" (denominato "POP" e riservato al Top Management, ai Risk Taker e ai Manager strategici della Banca), per un importo complessivo netto di segno positivo di 144.277.224 euro;
  • − imputazione ad altre riserve dell'importo complessivo netto di segno positivo di 8.398.908 euro a fronte dei riacquisti di strumenti di Additional Tier 1;
  • − altri effetti, per un importo complessivo netto di segno positivo di 1.264.958 euro.

Importo al
31.12.2022
Quota
capitale
Quota
utili
Quota in
sospensione
d'imposta
Possibilità
di
utilizzazione
(a)
(milioni di euro)
Riepilogo
utilizzi
effettuati
negli ultimi
tre esercizi
Patrimonio netto
– Capitale sociale (b) 10.369 7.824 759 1.786 - -
– Strumenti di capitale 7.188 7.228 -40 - - -
– Sovraprezzi di emissione (c) 28.212 13.089 11.454 3.669 A, B, C 394
– Riserva legale 2.065 520 1.545 - A(1), B, C(1) -
– Riserva straordinaria 2.269 317 1.952 - A, B, C 1.932
– Riserva straordinaria - quota indisponibile (d) 1.700 - 1.700 - - -
– Riserva da concentrazione (L. 30/07/1990) n. 218, art. 7 c.3) 302 - - 302 A, B(2), C(3) -
– Riserva da concentrazione (L. 30/07/1990) n. 218, art. 7 c.2) 366 - - 366 A, B(2), C(3) -
– Altre riserve di cui:
Riserva di legge Filiali Estere 14 - 14 - A, B, C -
Riserva contribuzione piani di incentivazione LECOIP 3.0 / POP / PSP 252 250 2 - A -
Riserva per accollo liberatorio piano di incentivazione POP -236 -236 - - - -
Riserva IFRS 2 per piano incentivazione del personale 51 51 - - A -
Riserva su strumenti di capitale AT1 -1.544 - -1.544 - - -
Riserva in sospensione di imposta ex UBI Banca 421 - - 421 A, B,C -
Riserva utili indisponibili ex art.6 del D. Lgs. 38/2005 263 - 263 - B -
Riserva piani di stock option 42 - 42 - A -
Riserve: altre -596 - -600 4 - -
– Riserve da valutazione:
Riserva di rivalutazione (L. 2/12/1975, n. 576) 4 - - 4 A, B(2), C(3) -
Riserva di rivalutazione (L. 19/3/1983) 146 - - 146 A, B(2), C(3) -
Riserva di rivalutazione (L. 29/12/1990, n. 408) 9 - - 9 A, B(2), C(3) -
Riserva di rivalutazione (L. 30/12/1991, n. 413) 380 - - 380 A, B(2), C(3) -
Riserva di rivalutazione (L. 22/11/2000, n. 342) 460 - - 460 A, B(2), C(3) -
Riserva da valutazione FVOCI -1.892 - -1.892 - - -
Riserva da valutazione attività materiali e immateriali 1.669 - 1.669 - (4) -
Riserva da valutazione CFH -410 - -410 - - -
Riserva da valutazione piani a benefici definiti -240 - -240 - - -
Riserva da valutazione Passività finanziarie designate al fair value con impatto a
conto economico
-45 - -45 - - -
– Azioni proprie -50 -50 - - - -
– Acconti su dividendi -1.400 - -1.400 - - -
Totale Capitale e Riserve 49.769 28.993 13.229 7.547 (5) -
Quota non distribuibile (e) 9.096 - - - - -

(a) A = per aumento di capitale; B = per copertura perdite; C = per distribuzione ai soci.

(b) L'incremento della quota in sospensione d'imposta per 2 milioni, cui corrisponde un'analoga riduzione della quota utili, è imputabile al trasferimento sul capitale sociale del vincolo di sospensione d'imposta già presente sul capitale di UBI Leasing S.p.A.

(c) La riserva ha origine per 23.734 milioni dall'operazione di fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI per effetto dell'applicazione del Principio contabile IFRS 3 relativo alle operazioni di aggregazione.

In attesa di un intervento legislativo in merito alla qualificazione della riserva iscritta in applicazione del citato principio contabile, questa è considerata indisponibile sino a concorrenza dei valori di avviamento e intangibili iscritti in bilancio. Si evidenzia, limitatamente alla quota in sospensione di imposta, che in caso di utilizzazione della riserva a copertura di perdite non si può dare luogo a distribuzione di utili fino a quando la riserva non è integrata, o ridotta in misura corrispondente. Inoltre, qualora la quota in sospensione di imposta venga distribuita ai soci, la stessa concorre a formare il reddito di impresa. La quota di utili in sospensione, pari a 3.669 milioni comprende 1.685 milioni relativi al riallineamento dei valori fiscali ai maggiori valori contabili di taluni cespiti immobiliari operato ai sensi e per gli effetti dell'art. 1, comma 948, della Legge n. 145/2018 e 1.473 milioni relativi al riallineamento dei valori fiscali del brand name e di altre attività immateriali ai maggiori valori contabili ai sensi dell'articolo 110, commi 8 e 8 bis del Decreto Legge 104/2020.

(d) La quota indisponibile della riserva straordinaria è afferente al programma di acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento, deliberato dall'Assemblea del 29 aprile 2022 e autorizzato dalla Banca Centrale Europea con comunicazione pervenuta in data 24 giugno 2022, per un esborso complessivo massimo di 3,4 miliardi, di cui 1,7 miliardi già realizzato.

(e) La quota non distribuibile è principalmente riferibile alle riserve di rivalutazione, alle riserve da valutazione costituite in contropartita diretta della valutazione al fair value delle attività materiali, alla riserva costituita nell'ambito dei piani di incentivazione a lungo termine, a parte della riserva sovrapprezzo, alle altre riserve in sospensione di imposta, alla quota degli utili corrispondente alle plusvalenze iscritte nel conto economico dell'esercizio precedente, al netto del relativo onere fiscale, che discendono dall'applicazione del criterio del valore equo (fair value), ai sensi dell'art. 6, 1° comma, lett. a) del D.Lgs. n. 38/2005, alla quota indisponibile della riserva straordinaria vincolata per il sopra citato acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento, nonché alla riserva legale ai sensi dell'art. 2430 del Codice Civile.

(1) Utilizzabile per aumento di capitale (A) e per la distribuzione ai soci (C) per la quota che supera un quinto del capitale sociale.

(2) In caso di utilizzazione della riserva a copertura di perdite non si può dare luogo a distribuzione di utili fino a quando la riserva non è integrata, o ridotta in misura corrispondente.

(3) La riserva, qualora non venga imputata al capitale, può essere ridotta soltanto con l'osservanza delle disposizioni dei commi secondo e terzo dell'articolo 2445 del Codice Civile. Qualora venga distribuita ai soci concorre a formare il reddito imponibile della società.

(4) La riserva è indisponibile ai sensi dell'articolo 6 del Decreto Legislativo n. 38/2005.

(5) Per effetto dell'applicazione dell'articolo 47, comma 1, del TUIR, nella quota utili sono comprese riserve di utili per 4.208 milioni fiscalmente qualificate come riserve di capitale.

Le riserve da valutazione sono state ricomprese nell'ambito delle riserve di utili, stante che si tratta o di riserve destinate a confluire nel conto economico al momento del realizzo o estinzione delle corrispondenti attività o passività ovvero di riserve sostanzialmente assimilabili a riserve di utile.

La proposta di destinazione degli utili dell'esercizio 2022 è riportata nello specifico separato capitolo del presente Bilancio.

12.5 Strumenti di capitale: composizioni e variazioni annue

Nel corso del 2022 Intesa Sanpaolo ha emesso un nuovo strumento di capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1) di nominali 1 miliardo che presenta caratteristiche in linea con la normativa "CRD IV". Nel corso del 2021 Intesa Sanpaolo aveva rimborsato anticipatamente lo strumento di capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1) emesso nel 2016 per nominali 1,25 miliardi.

Nell'ambito dell'incorporazione di UBI Banca S.p.A., è stato inoltre acquisito uno strumento di capitale aggiuntivo da nominali 400 milioni che presenta caratteristiche in linea con la normativa "CRD IV". Tale titolo si è aggiunto ai quattro strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1) emessi nel 2020 di nominali 750 milioni ciascuno. Si ricorda infine che nel 2017 erano stati emessi due titoli rispettivamente per 1,25 miliardi e 750 milioni, destinati ai mercati internazionali e che nel 2015 era stato emesso un titolo per U.S.\$ 1 miliardo destinato al mercato americano e canadese. Anche questi titoli presentano caratteristiche in linea con la normativa "CRD IV".

Per completezza si segnala che talune delle predette emissioni di Strumenti di capitale – Additional Tier 1 – sono state oggetto di riacquisti nell'ambito dell'operatività della Banca sul mercato secondario di tali strumenti.

12.6 Altre informazioni

Ai sensi dell'art. 2433-bis, comma 4 del Codice Civile, Intesa Sanpaolo ha distribuito un acconto dividendi sull'esercizio 2022 ad ognuna delle n. 18.988.803.160 azioni ordinarie che costituiscono il Capitale sociale. L'importo complessivamente erogato è stato pari a 1.399.608.167,99 euro135 , corrispondente ad un importo unitario di 7,38 centesimi di euro per ciascuna azione ordinaria. Il relativo pagamento è avvenuto il 23 novembre 2022 (con stacco cedola il 21 novembre e record date il 22 novembre).

ALTRE INFORMAZIONI

1. Impegni e garanzie finanziarie rilasciate (diversi da quelli designati al fair value)

(milioni di euro)
Valore nominale su impegni e garanzie finanziarie
rilasciate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisiti/e o
originati/e
1. Impegni a erogare fondi 289.415 19.010 809 4 309.238 302.126
a) Banche Centrali 1.141 48 - - 1.189 1.234
b) Amministrazioni pubbliche 8.191 2.372 98 - 10.661 10.271
c) Banche 74.223 496 11 - 74.730 76.321
d) Altre società finanziarie 62.017 4.454 12 - 66.483 69.518
e) Società non finanziarie 135.210 11.248 653 4 147.115 136.068
f) Famiglie 8.633 392 35 - 9.060 8.714
2. Garanzie finanziarie rilasciate 50.865 4.697 802 - 56.364 56.799
a) Banche Centrali - - - - - -
b) Amministrazioni pubbliche 323 4 - - 327 352
c) Banche 12.764 130 1 - 12.895 12.642
d) Altre società finanziarie 2.351 389 12 - 2.752 2.929
e) Società non finanziarie 35.164 4.154 785 - 40.103 40.571
f) Famiglie 263 20 4 - 287 305

Tra gli Impegni a erogare fondi figurano gli impegni che possono dar luogo a rischi di credito soggetti alle regole di determinazione della perdita attesa secondo quanto previsto dall'IFRS 9, inclusi i margini revocabili disponibili su linee di credito concesse alla clientela e alle banche (per un importo complessivo pari a 226.340 milioni nel 2022).

135 Non ricomprende l'acconto dividendo sulle n. 23.922.835 azioni proprie detenute in portafoglio alla record date, pari ad euro 1.765.505,22.

2. Altri impegni e altre garanzie rilasciate

Per Intesa Sanpaolo la fattispecie non è presente.

3. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

(milioni di euro)
Portafogli 31.12.2022 31.12.2021
1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 2.058 9.266
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 8.963 20.803
3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 181.150 191.633
4. Attività materiali - -
di cui: attività materiali che costituiscono rimanenze - -

4. Gestione e intermediazione per conto terzi

Tipologia servizi 31.12.2022
1. Esecuzione di ordini per conto della clientela
a) Acquisti 394.840
1. regolati 394.840
2. non regolati -
b) Vendite 370.727
1. regolate 370.727
2. non regolate -
2. Gestioni individuali di portafogli
a) individuali -
b) collettive -
3. Custodia e amministrazione di titoli
a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafoglio) -
1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -
2. altri titoli -
b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 588.668
1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 44.980
2. altri titoli 543.688
c) titoli di terzi depositati presso terzi 581.773
d) titoli di proprietà depositati presso terzi 163.375
4. Altre operazioni 670.742

La sottovoce 4. Altre operazioni è relativa alle attività di ricezione e raccolta ordini e di collocamento.

Precisazione circa le clausole contrattuali dei debiti finanziari

Si rinvia all'informativa presente nell'analoga sezione della Nota integrativa consolidata.

5. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

(milioni di euro)
Forme tecniche Ammontare
lordo delle
attività
finanziare
(a)
Ammontare
delle
passività
finanziarie
compensato
in bilancio
(b)
Ammontare
netto delle
attività
finanziarie
riportato in
bilancio
(c=a-b)
Ammontari correlati
non oggetto di
compensazione in
Bilancio
Ammontare
netto
Ammontare netto
31.12.2022 31.12.2021
Strumenti
finanziari
(d)
Depositi di
contante
ricevuti in
garanzia (e)
(f=c-d-e)
1. Derivati 119.742 -81.574 38.168 23.361 13.694 1.113 662
2. Pronti contro termine 23.289 - 23.289 22.063 632 594 262
3. Prestito titoli - - - - - - -
4. Altre - - - - - - -
TOTALE
31.12.2022
143.031 -81.574 61.457 45.424 14.326 1.707 X
TOTALE
31.12.2021
91.158 -41.083 50.075 46.192 2.959 X 924

6. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

(milioni di euro)
Forme tecniche Ammontare
lordo delle
passività
Ammontare
delle attività
finanziarie
compensato
Ammontare
netto delle
passività
finanziarie
Ammontari correlati non
oggetto di compensazione
in bilancio
Ammontare
netto
Ammontare
netto
finanziarie 31.12.2022 31.12.2021
(a) in bilancio (b) riportato in
bilancio (c=a
b)
Strumenti
finanziari (d)
Depositi di
contante
posti a
garanzia (e)
(f=c-d-e)
1. Derivati 113.377 81.574 31.803 23.354 6.833 1.616 529
2. Pronti contro termine 14.075 - 14.075 13.738 - 337 83
3. Prestito titoli - - - - - - -
4. Altre - - - - - - -
TOTALE 31.12.2022 127.452 81.574 45.878 37.092 6.833 1.953 X
TOTALE 31.12.2021 84.402 41.083 43.319 31.052 11.655 X 612

Il principio IFRS 7, modificato nel corso del 2013, richiede di fornire specifica informativa circa gli strumenti finanziari che sono stati compensati nello Stato patrimoniale ai sensi dello IAS 32 o che sono potenzialmente compensabili, al ricorrere di determinate condizioni, ma vengono esposti nello Stato patrimoniale senza effettuare compensazioni in quanto regolati da "accordi quadro di compensazione o similari" che non rispettano tutti i criteri stabiliti dallo IAS 32, paragrafo 42.

Al riguardo, si segnala che Intesa Sanpaolo ha in essere accordi che soddisfano i requisiti previsti dallo IAS 32, paragrafo 42 per la compensazione in bilancio.

Per quanto riguarda gli strumenti potenzialmente compensabili, al ricorrere di taluni eventi, e da esporre nelle tabelle 5 e 6, si segnala che Intesa Sanpaolo utilizza accordi bilaterali di netting che consentono, nel caso di default della controparte, la compensazione delle posizioni creditorie e debitorie relative a derivati finanziari e creditizi, nonché delle operazioni di tipo SFT (Securities Financing Transactions). In particolare, sono presenti accordi tipo ISDA (per operazioni in derivati), GMRA (per pronti contro termine) e GMSLA (per prestito titoli).

Con riferimento alle operazioni di prestito titoli, nelle tabelle 5 e 6 occorre riportare esclusivamente le operazioni che prevedono il versamento di garanzia in denaro che rientra nella piena disponibilità del prestatore, in quanto si tratta dell'unica tipologia di operazioni che trova rappresentazione nello Stato patrimoniale. Intesa Sanpaolo non ha in essere al 31 dicembre 2022 operazioni della specie.

Ai fini della compilazione delle tabelle e in linea con quanto previsto dall'IFRS 7 e dalle nuove disposizioni che regolano i l bilancio delle banche, si segnala che:

  • − gli effetti della potenziale compensazione dei controvalori di bilancio delle attività e passività finanziarie sono indicati in corrispondenza della colonna (d) "Strumenti finanziari", unitamente al fair value delle garanzie reali finanziarie rappresentate da titoli;
  • − gli effetti della potenziale compensazione dell'esposizione con le relative garanzie in contanti figurano in corrispondenza della colonna (e) Depositi in contante posti a garanzia;
  • − le operazioni di pronti contro termine sono rappresentate nelle tabelle secondo il criterio di valutazione del costo ammortizzato, mentre le relative garanzie reali finanziarie sono riportate al loro fair value;
  • − le operazioni in derivati sono rappresentate al fair value.

Tali effetti sono computati per ogni singola controparte assistita da un accordo quadro di netting nei limiti dell'esposizione indicata nella colonna (c).

In base alle modalità di compilazione sopra descritte, gli accordi di netting tra gli strumenti finanziari e le relative garanzie consentono di ridurre in modo significativo l'esposizione creditoria/debitoria verso la controparte, come indicato in corrispondenza della colonna (f) Ammontare netto.

7. Operazioni di prestito titoli

Si segnala il servizio bancario accessorio di prestito titoli offerto da Intesa Sanpaolo alla clientela (persone fisiche, persone giuridiche ed enti commerciali). Il contratto prevede il trasferimento della proprietà esclusivamente di titoli di debito di Stato e titoli di capitale con l'obbligo per Intesa Sanpaolo di restituirli, a fronte di un corrispettivo a titolo di remunerazione per la disponibilità degli stessi. L'operatività non ha finalità speculative.

Al 31 dicembre 2022, il collateral dell'operatività è pari a 84 milioni.

8. Informativa sulle attività a controllo congiunto

Intesa Sanpaolo non presenta attività a controllo congiunto.

Parte C – Informazioni sul conto economico

SEZIONE 1 – INTERESSI - VOCI 10 E 20

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

(milioni di euro)
Voci/Forme tecniche Titoli di
debito
Finanziamenti Altre
operazioni
2022 2021
1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto
economico:
9 32 - 41 48
1.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2 2 - 4 6
1.2 Attività finanziarie designate al fair value - - - - -
1.3 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 7 30 - 37 42
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
513 51 X 564 340
3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: 617 8.661 X 9.278 7.416
3.1 Crediti verso banche 22 889 X 911 180
3.2 Crediti verso clientela 595 7.772 X 8.367 7.236
4. Derivati di copertura X X -558 -558 -1.017
5. Altre attività X X 249 249 27
6. Passività finanziarie X X X 791 1.445
Totale 1.139 8.744 -309 10.365 8.259
di cui: interessi attivi su attività finanziarie impaired 1 391 - 392 522
di cui: interessi attivi su leasing finanziario X 308 X 308 187

Gli interessi attivi includono anche quelli su titoli utilizzati in operazioni pronti contro termine.

Gli interessi attivi su attività finanziarie impaired sono per la quasi totalità riferibili a crediti verso clientela e includono anche gli interessi dovuti al trascorrere del tempo, pari a 154 milioni (cd. time value).

Nella voce Derivati di copertura figurano i differenziali relativi ai derivati di copertura che correggono gli interessi attivi rilevati sugli strumenti finanziari coperti.

Nella voce Passività finanziarie sono inclusi gli interessi su operazioni di raccolta con tassi negativi. In tale ambito, sono stati rilevati interessi attivi, su base complessiva, su operazioni di finanziamento TLTRO per complessivi 592 milioni nell'esercizio 2022. Tale importo si riferisce agli interessi maturati sulle operazioni TLTRO III. Come meglio rappresentato nella Parte A - Politiche contabili della Nota integrativa al paragrafo "Operazioni di finanziamento TLTRO III", gli interessi sono stati rilevati tenendo conto dell'avvenuto conseguimento dei benchmark previsti (riferiti in particolare alle consistenze in essere al 31 marzo 2021 e al 31 dicembre 2021), dell'evoluzione dei tassi di interesse ed infine delle ricalibrazioni alle condizioni applicabili ai finanziamenti TLTRO III comunicate in data 27 ottobre 2022 dal Consiglio direttivo della BCE.

Si evidenzia infine che nella voce Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, sottovoce Crediti verso banche, sono ricompresi gli interessi sui crediti a vista verso banche e banche centrali classificati nello Stato patrimoniale alla voce Cassa e disponibilità liquide.

1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

1.2.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta

Al 31 dicembre 2022 gli interessi attivi su attività finanziarie in valuta ammontano a 1.824 milioni.

1.3 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

(milioni di euro)
Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre
operazioni
2022 2021
1. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 1.050 1.625 X 2.675 1.864
1.1 Debiti verso banche centrali 64 X X 64 8
1.2 Debiti verso banche 638 X X 638 258
1.3 Debiti verso clientela 348 X X 348 132
1.4 Titoli in circolazione X 1.625 X 1.625 1.466
2. Passività finanziarie di negoziazione 39 - - 39 80
3. Passività finanziarie designate al fair value - - - - -
4. Altre passività e fondi X X 45 45 35
5. Derivati di copertura X X -143 -143 -464
6. Attività finanziarie X X X 545 807
Totale 1.089 1.625 -98 3.161 2.322
di cui: interessi passivi relativi ai debiti per leasing 14 X X 14 18

Nelle voci Debiti verso banche e Debiti verso clientela sono inclusi anche gli interessi su operazioni pronti contro termine anche se effettuate a fronte di titoli iscritti nell'attivo.

Si segnala che nella voce Derivati di copertura figurano i differenziali relativi ai derivati di copertura che correggono gli interessi passivi rilevati sugli strumenti finanziari coperti.

Nella voce Attività finanziarie sono inclusi gli interessi su operazioni di impiego con tassi negativi.

1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni

1.4.1 Interessi passivi su passività in valuta

Al 31 dicembre 2022 gli interessi passivi su passività finanziarie in valuta ammontano a 1.045 milioni.

1.5 Differenziali relativi alle operazioni di copertura

(milioni di euro)
Voci 2022 2021
A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura 3.497 2.536
B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura -3.912 -3.089
C. Saldo (A-B) -415 -553

SEZIONE 2 – COMMISSIONI - VOCI 40 E 50

2.1 Commissioni attive: composizione

Tipologia di servizi/Valori 2022 (milioni di euro)
2021
a) Strumenti finanziari 1.251 1.590
1. Collocamento titoli 1.091 1.410
1.1 Con assunzione a fermo e/o sulla base di un impegno irrevocabile 28 19
1.2 Senza impegno irrevocabile 1.063 1.391
2. Attività di ricezione e trasmissione di ordini e esecuzione di ordini per conto dei clienti 160 179
2.1 Ricezione e trasmissione di ordini di uno o più strumenti finanziari 54 67
2.2 Esecuzione di ordini per conto dei clienti 106 112
3. Altre commissioni connesse con attività legate a strumenti finanziari - 1
di cui: negoziazione per conto proprio - 1
di cui: gestione di portafogli individuali - -
b) Corporate Finance 1 2
1. Consulenza in materia di fusioni e acquisizioni 1 2
2. Servizi di tesoreria - -
3. Altre commissioni connesse con servizi di corporate finance - -
c) Attività di consulenza in materia di investimenti 132 106
d) Compensazione e regolamento - -
e) Custodia e amministrazione 44 71
1. Banca depositaria - 12
2. Altre commissioni legate all'attività di custodia e amministrazione 44 59
f) Servizi amministrativi centrali per gestioni di portafogli collettive - -
g) Attività fiduciaria - -
h) Servizi di pagamento 2.420 2.396
1. Conti correnti 1.249 1.313
2. Carte di credito 419 396
3. Carte di debito ed altre carte di pagamento 193 171
4. Bonifici e altri ordini di pagamento 276 243
5. Altre commissioni legate ai servizi di pagamento 283 273
i) Distribuzione di servizi di terzi 1.051 1.060
1. Gestioni di portafogli collettive - -
2. Prodotti assicurativi 877 885
3. Altri prodotti 174 175
di cui: gestioni di portafogli individuali
j) Finanza strutturata
100
71
122
69
k) Attività di servicing per operazioni di cartolarizzazione 1 -
l) Impegni a erogare fondi - -
m) Garanzie finanziarie rilasciate 438 371
di cui: derivati su crediti - 1
n) Operazioni di finanziamento 833 784
di cui: per operazioni di factoring 81 83
o) Negoziazione di valute 10 14
p) Merci - -
q) Altre commissioni attive 126 139
di cui: per attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio - -
di cui: per attività di gestione di sistemi organizzati di negoziazione - -
Totale 6.378 6.602

Come richiesto dall'IFRS 15, paragrafo 116 b), si segnala che le commissioni comprendono i ricavi rilevati nel corso dell'esercizio inclusi nel saldo di apertura delle passività derivanti da contratti con clienti. In linea con il paragrafo 116 c) dell'IFRS 15, sono inclusi ricavi derivanti da "performance obligation" adempiute negli anni precedenti per un ammontare pari a 22 milioni.

2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

(milioni di euro)
Canali/Valori 2022 2021
a) Presso propri sportelli: 2.092 2.443
1. gestioni di portafogli - -
2. collocamento di titoli 1.063 1.393
3. servizi e prodotti di terzi 1.029 1.050
b) Offerta fuori sede: 46 25
1. gestioni di portafogli - -
2. collocamento di titoli 24 15
3. servizi e prodotti di terzi 22 10
c) Altri canali distributivi: 4 2
1. gestioni di portafogli - -
2. collocamento di titoli 4 2
3. servizi e prodotti di terzi - -

2.3 Commissioni passive: composizione

(milioni di euro)
Tipologia di servizi/valori 2022 2021
a) Strumenti finanziari 95 99
di cui: negoziazione di strumenti finanziari 41 55
di cui: collocamento di strumenti finanziari 54 44
di cui: gestione di portafogli individuali - -
- Proprie - -
- Delegate a terzi - -
b) Compensazione e regolamento 31 19
c) Custodia e amministrazione 51 57
d) Servizi di incasso e pagamento 373 371
di cui: carte di credito, carte di debito e altre carte di pagamento 277 274
e) Attività di servicing per operazioni di cartolarizzazione - -
f) Impegni a ricevere fondi - -
g) Garanzie finanziarie ricevute 246 212
di cui: derivati su crediti 27 20
h) Offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi 22 20
i) Negoziazione di valute 6 4
j) Altre commissioni passive 153 147
Totale 977 929

Come richiesto dall'IFRS 15, paragrafo 116 b), si segnala che le commissioni comprendono i ricavi rilevati nel corso dell'esercizio inclusi nel saldo di apertura delle passività derivanti da contratti con clienti per un ammontare pari a 68 milioni. In linea con il paragrafo 116 c) dell'IFRS 15, sono inclusi ricavi derivanti da "performance obligation" adempiute negli anni precedenti per un ammontare pari a 6 milioni.

SEZIONE 3 – DIVIDENDI E PROVENTI SIMILI - VOCE 70

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

(milioni di euro)
Voci/Proventi 2022 2021
Dividendi Proventi
simili
Dividendi Proventi
simili
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 39 - 27 -
B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 6 119 5 73
C. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 61 - 42 -
D. Partecipazioni 2.719 1 2.307 -
Totale 2.825 120 2.381 73

La sottovoce B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value è relativa per 6 milioni a dividendi su azioni e per 119 milioni a proventi su quote di fondi chiusi.

La sottovoce D. Partecipazioni comprende i dividendi e i proventi simili distribuiti dalle società controllate e collegate:

  • − Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. per 904 milioni;
  • − Eurizon Capital SGR S.p.A. per 755 milioni;
  • − Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. per 501 milioni;
  • − Intesa Sanpaolo Holding International S.A. per 210 milioni;
  • − Fideuram Vita S.p.A. per 163 milioni;
  • − CIB Bank Ltd per 63 milioni;
  • − Bank of Alexandria S.A.E. (Alexbank) per 56 milioni;
  • − Intesa Sanpaolo Bank Ireland Plc per 22 milioni;
  • − Prestitalia S.p.A. per 19 milioni;
  • − Intrum Italy S.p.A. per 13 milioni;
  • − Banka Intesa Sanpaolo D.D. per 8 milioni;
  • − altre partecipate per 6 milioni.

SEZIONE 4 – RISULTATO NETTO DELL'ATTIVITÀ DI NEGOZIAZIONE - VOCE 80

4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze Utili da
negoziazione
Minusvalenze Perdite da
negoziazione
Risultato
netto
1. Attività finanziarie di negoziazione 217 3.045 -700 -2.296 266
1.1 Titoli di debito 183 2.975 -652 -2.163 343
1.2 Titoli di capitale 31 66 -40 -121 -64
1.3 Quote di O.I.C.R. 3 4 -6 -12 -11
1.4 Finanziamenti - - -2 - -2
1.5 Altre - - - - -
2. Passività finanziarie di negoziazione 901 6 -7 -30 870
2.1 Titoli di debito - - - - -
2.2 Debiti 560 - -5 - 555
2.3 Altre 341 6 -2 -30 315
3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio X X X X -1.730
4. Strumenti derivati 123.518 44.042 -126.111 -42.558 365
4.1 Derivati finanziari: 122.430 41.432 -125.079 -39.898 359
- Su titoli di debito e tassi di interesse 120.529 29.796 -121.951 -29.791 -1.417
- Su titoli di capitale e indici azionari 1.005 6.242 -2.478 -4.498 271
- Su valute e oro X X X X 1.474
- Altri 896 5.394 -650 -5.609 31
4.2 Derivati su crediti 1.088 2.610 -1.032 -2.660 6
di cui: coperture naturali connesse con la fair value option X X X X -
Totale 124.636 47.093 -126.818 -44.884 -229

Gli utili e le perdite delle Attività finanziarie di negoziazione sono esposti per singola operazione di compravendita, conformemente alle modalità di rilevazione contabile in uso presso la Banca, e includono il risultato sia delle posizioni lunghe sia delle posizioni corte.

Nella colonna Risultato netto sono inclusi gli utili, perdite, plusvalenze e minusvalenze da operazioni su valute e da derivati su valute e oro.

Il risultato netto delle differenze di cambio su Attività e passività finanziarie, esposto nella sottovoce 3, trova correlazione nel risultato della sottovoce 4.1 riferito agli Strumenti derivati - Derivati finanziari su valute e oro, la quale accoglie tra l'altro i risultati delle relative coperture gestionali attivate dalla Banca sul rischio cambio attraverso derivati finanziari di negoziazione. Nello stesso modo, il risultato in Derivati finanziari su titoli di debito e tassi deve essere letto congiuntamente ai risultati rispettivamente delle Attività finanziarie di negoziazione in Titoli di debito e delle Passività finanziarie di negoziazione in Debiti (posizioni in scoperti tecnici sui titoli) trattandosi di operatività gestionalmente correlate tra loro.

SEZIONE 5 – RISULTATO NETTO DELL'ATTIVITÀ DI COPERTURA - VOCE 90

5.1 Risultato netto dell'attività di copertura: composizione

(milioni di euro)
Componenti reddituali/Valori 2022 2021
A. Proventi relativi a:
A.1 Derivati di copertura del fair value 23.986 6.406
A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) 6 141
A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) 12.885 1.851
A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -
A.5 Attività e passività in valuta - -
Totale proventi dell'attività di copertura (A) 36.877 8.398
B. Oneri relativi a:
B.1 Derivati di copertura del fair value -13.360 -3.657
B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) -23.490 -4.609
B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) - -93
B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -
B.5 Attività e passività in valuta - -
Totale oneri dell'attività di copertura (B) -36.850 -8.359
C. Risultato netto dell'attività di copertura (A - B) 27 39
di cui: risultato delle coperture su posizioni nette - -

Intesa Sanpaolo si avvale della facoltà, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di "hedge accounting" (nella versione "carve-out" omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro-coperture). Per questa ragione, nella tabella 5.1 Risultato netto dell'attività di copertura: composizione, non è valorizzata la riga "di cui: risultato delle coperture su posizioni nette" prevista per i soggetti che applicano il principio contabile IFRS 9 anche per le coperture.

SEZIONE 6 – UTILI (PERDITE) DA CESSIONE/RIACQUISTO - VOCE 100

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

(milioni di euro)
Voci/Componenti reddituali 2022 2021
Utili Perdite Risultato
netto
Utili Perdite Risultato
netto
A. Attività finanziarie
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 419 -269 150 442 -281 161
1.1 Crediti verso banche 1 -9 -8 - - -
1.2 Crediti verso clientela 418 -260 158 442 -281 161
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
209 -477 -268 639 -63 576
2.1 Titoli di debito 208 -464 -256 639 -63 576
2.2 Finanziamenti 1 -13 -12 - - -
Totale attività (A) 628 -746 -118 1.081 -344 737
B. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato
1. Debiti verso banche 1 -6 -5 1 -3 -2
2. Debiti verso clientela - - - 6 -3 3
3. Titoli in circolazione 48 -15 33 19 -74 -55
Totale passività (B) 49 -21 28 26 -80 -54

Il Risultato netto delle Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato della sottovoce 1.2 Crediti verso clientela, attiene principalmente alla cessione sul mercato di titoli di debito governativi nonché di un portafoglio di crediti deteriorati ad un veicolo SPV costituito ai sensi della legge n. 130/99 con ottenimento della garanzia statale "GACS".

Il Risultato netto delle Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva della sottovoce 2.1 Titoli di debito attiene agli utili e perdite derivanti principalmente dalla cessione di titoli di debito governativi.

Gli utili e le perdite delle Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva rappresentate da titoli di debito sono esposti per singola operazione di compravendita, conformemente alle modalità di rilevazione contabile in uso presso la Banca.

SEZIONE 7 – RISULTATO NETTO DELLE ALTRE ATTIVITÀ' E PASSIVITÀ' FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE CON IMPATTO A CONTO ECONOMICO - VOCE 110

7.1 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle attività e delle passività finanziarie designate al fair value

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze Utili da
realizzo
Minusvalenze Perdite da
realizzo
Risultato
netto
1. Attività finanziarie - - - - -
1.1 Titoli di debito - - - - -
1.2 Finanziamenti - - - - -
2. Passività finanziarie 1.005 8 -1 -42 970
2.1 Titoli in circolazione 1.005 8 -1 -42 970
2.2 Debiti verso banche - - - - -
2.3 Debiti verso clientela - - - - -
3. Attività e passività finanziarie in valuta: differenze di
cambio
X X X X -32
Totale 1.005 8 -1 -42 938

Nella voce 2.1 Passività finanziarie Titoli in circolazione, figura il risultato netto dei certificates che alla scadenza prevedono la restituzione parziale o integrale dei premi versati, ai sensi della Comunicazione della Banca d'Italia del 21 ottobre 2014 (certificates a capitale garantito o protetto), emessi successivamente al 1° gennaio 2020. Le Plusvalenze esposte in tabella si riferiscono alla valutazione al fair value di tali strumenti finanziari, determinato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del proprio merito creditizio rilevato nell'ambito del Prospetto della redditività complessiva (Patrimonio netto).

Per quanto attiene alle modalità di misurazione del rischio di controparte, si rinvia a quanto descritto nella Parte A della presente Nota integrativa - Sezione A.4 - Informativa sul fair value.

7.2 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze Utili da
realizzo
Minusvalenze Perdite
da
realizzo
Risultato
netto
1. Attività finanziarie 161 38 -288 -22 -111
1.1 Titoli di debito 9 3 -27 - -15
1.2 Titoli di capitale 8 4 -40 -2 -30
1.3 Quote di O.I.C.R. 127 6 -76 -12 45
1.4 Finanziamenti 17 25 -145 -8 -111
2. Attività finanziarie in valuta: differenze di cambio X X X X 33
Totale 161 38 -288 -22 -78

SEZIONE 8 – RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER RISCHIO DI CREDITO – VOCE 130

8.1 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti
reddituali
RETTIFICHE DI VALORE RIPRESE DI VALORE 2022 2021
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo stadio Impaired acquisite
o originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
Write-off Altre Write-off Altre originate
A. Crediti verso banche -16 -8 - -1 - - 5 1 1 - -18 18
- Finanziamenti -16 -6 - -1 - - 5 1 1 - -16 18
- Titoli di debito - -2 - - - - - - - - -2 -
B. Crediti verso clientela -245 -1.198 -75 -2.094 -10 -38 205 962 805 32 -1.656 -2.556
- Finanziamenti -236 -1.180 -75 -2.094 -10 -38 195 953 803 32 -1.650 -2.582
- Titoli di debito -9 -18 - - - - 10 9 2 - -6 26
Totale -261 -1.206 -75 -2.095 -10 -38 210 963 806 32 -1.674 -2.538

8.1a Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a finanziamenti valutati al costo ammortizzato oggetto di misure di sostegno COVID-19: composizione

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti reddituali 2022 2021
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo stadio Impaired acquisite o
originate
Write-off Altre Write-off Altre
1. Finanziamenti oggetto di concessione conforme
con le GL
- - - - - - - -12
2. Finanziamenti oggetto di misure di moratoria in
essere non più conformi alle GL e non valutate
come oggetto di concessione
- - - - - - - 11
3. Finanziamenti oggetto di altre misure di
concessione
- -13 - -6 - - -19 -145
4. Nuovi finanziamenti -12 -8 - -125 - - -145 -94
Totale
2022
-12 -21 - -131 - - -164 -
Totale
2021
-5 -117 - -118 - - - -240

Le rettifiche di valore su posizioni oggetto di misure di concessione sono prevalentemente determinate dall'applicazione delle metodologie valutative conseguenti al COVID-19, delineate nella Parte A - Sezione 4 - Altri Aspetti della presente Nota integrativa e descritte più in dettaglio nella Parte E - Sezione 2 – 1.1 Rischio di credito della Nota integrativa consolidata.

Nella riga 1. Finanziamenti oggetto di concessione conforme con le GL sono riportate le informazioni relative alle attività finanziarie oggetto di moratoria che rientrano nell'ambito di applicazione delle "Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID-19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/02) e successive modifiche e integrazioni.

Nella riga 2. Finanziamenti oggetto di misure di moratoria in essere non più conformi alle GL e non valutate come oggetto di concessione sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di moratoria in essere, valutati come conformi alle EBA/GL/2020/02 alla data di concessione della misura e non più conformi alla data di riferimento del bilancio, che non sono stati classificati come "esposizioni oggetto di concessione" (come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza) a seguito della valutazione effettuata al verificarsi dell'evento che ha generato la non conformità alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga 3. Finanziamenti oggetto di altre misure di concessione sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 che soddisfano le condizioni di "esposizione oggetto di concessione" come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza e che non sono incluse nella categoria "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" dalla data di concessione della misura oppure dalla data in cui non sono più conformi alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga 4. Nuovi finanziamenti sono riportate le informazioni relative alle esposizioni a cui è stata concessa nuova liquidità con il supporto di garanzie pubbliche e conseguentemente le rettifiche di valore beneficiano di tali garanzie.

(milioni di euro)
Operazioni/Componenti
reddituali
RETTIFICHE DI VALORE RIPRESE DI VALORE 2022 2021
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo stadio Impaired acquisite
o originate
Primo
Secondo
stadio
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
Write-off Altre Write-off Altre originate
A. Titoli di debito -6 -18 - - - - 2 - - - -22 -15
B. Finanziamenti -13 -15 - - - - 1 1 - - -26 -1
- Verso clientela -13 -15 - - - - 1 1 - - -26 -1
- Verso banche - - - - - - - - - - - -
Totale -19 -33 - - - - 3 1 - - -48 -16

8.2 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione

8.2a Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a finanziamenti valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva oggetto di misure di sostegno COVID-19: composizione La fattispecie non è presente.

SEZIONE 9 – UTILI/PERDITE DA MODIFICHE CONTRATTUALI SENZA CANCELLAZIONI – VOCE 140

9.1 Utili (perdite) da modifiche contrattuali: composizione

Nell'ambito degli utili (perdite) da modifiche contrattuali senza cancellazioni sono stati rilevati utili per 17 milioni.

SEZIONE 10 - SPESE AMMINISTRATIVE - VOCE 160

10.1 Spese per il personale: composizione

(milioni di euro)
Tipologia di spese 2022 2021
1) Personale dipendente 5.406 5.867
a) salari e stipendi 3.814 3.792
b) oneri sociali 996 1.021
c) indennità di fine rapporto 32 36
d) spese previdenziali - -
e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale 17 7
f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: 8 6
- a contribuzione definita - -
- a benefici definiti 8 6
g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: 324 332
- a contribuzione definita 324 332
- a benefici definiti - -
h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 129 197
i) altri benefici a favore dei dipendenti 86 476
2) Altro personale in attività 9 8
3) Amministratori e sindaci 7 8
4) Personale collocato a riposo - -
5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende -78 -79
6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società 12 18
Totale 5.356 5.822

Al 31 dicembre 2021, la sottovoce i) altri benefici a favore dei dipendenti comprendeva 301 milioni relativi all'accordo di incentivazione all'esodo del personale sottoscritto con le OO.SS. il 16 novembre 2021.

L'importo dell'accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale determinato in base all'art. 2120 del C.C. ammonta a 80 milioni.

10.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

2022 2021
Personale dipendente 61.517 63.718
a) dirigenti 1.004 1.055
b) quadri direttivi 26.582 27.461
c) restante personale dipendente 33.931 35.202
Altro personale 26 23
TOTALE 61.543 63.741

La variazione del numero medio dei dipendenti è attribuibile al ridimensionamento degli organici avvenuto nell'anno.

10.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi

(milioni di euro)
2022 2021
TFR Piani
interni
Piani
esterni
TFR Piani
interni
Piani
esterni
Costo previdenziale relativo alle prestazioni di lavoro -13 -2 -2 -7 -2 -3
Interessi passivi -4 -3 -16 - -3 -2
Interessi attivi - 3 13 - 2 2
Rimborso da terzi - - - - - -
Costo previdenziale relativo alle prestazioni di lavoro
passate - - -1 - - -
Riduzione del fondo X - - X - -
Estinzione del fondo X - - X - -

Nella presente tabella sono illustrate le componenti economiche relative al Fondo di Trattamento di fine rapporto – voce 90 del passivo dello Stato patrimoniale e ai Fondi per rischi ed oneri – quiescenza ed obblighi simili – voce 100b del passivo dello Stato patrimoniale.

10.4 Altri benefici a favore di dipendenti

Gli altri benefici a favore di dipendenti al 31 dicembre 2022 assommano a 86 milioni. L'importo attiene essenzialmente a contributi per assistenza malattia, contributo mensa inclusi i buoni pasto, nonché agli adeguamenti delle passività a fronte degli accordi di incentivazione all'esodo del personale sottoscritto con le OO.SS. e dei premi di anzianità, determinati principalmente dalla crescita, nell'esercizio, della curva dei tassi di sconto adottata per l'attualizzazione.

10.5 Altre spese amministrative: composizione

(milioni di euro)
Tipologia di spesa/valori 2022 2021
Spese di manutenzione servizi informatici e apparecchiature elettroniche 599 619
Spese telefoniche, teletrasmissioni e trasmissione dati 40 44
Spese per servizi informatici 639 663
Canoni passivi per locazione immobili e spese condominiali 31 29
Spese di vigilanza 26 30
Spese per pulizia locali 39 42
Spese per manutenzione immobili, mobili e impianti 62 72
Spese energetiche 64 90
Spese diverse immobiliari 7 11
Spese di gestione immobili 229 274
Spese per stampati, cancelleria, materiali di consumo e pubblicazioni 12 22
Spese per trasporti ed altri servizi collegati (incluso conta valori) 69 68
Spese per visure ed informazioni 179 173
Spese postali e telegrafiche 35 39
Spese generali di funzionamento 295 302
Spese per consulenze professionali 108 111
Spese legali e giudiziarie 113 131
Premi di assicurazione banche e clientela 53 52
Spese legali e professionali 274 294
Spese pubblicitarie e promozionali 137 117
Servizi resi da terzi 283 309
Costi indiretti del personale 93 32
Rimborso costi a società del Gruppo 24 20
Altre spese 98 111
Contributi a fondi di risoluzione e schemi di garanzia dei depositi 683 654
Imposte indirette e tasse 735 774
Recuperi spese diverse -19 -33
Totale 3.471 3.517

Con riferimento alla sottovoce Canoni passivi per locazione immobili e spese condominiali, l'importo è relativo ai contratti con durata complessiva inferiore o uguale ai 12 mesi e ai contratti con valore del bene sottostante, quando nuovo, inferiore o uguale a 5.000 euro ("low value"). In questi casi, come consentito dall'IFRS 16, i canoni relativi a tali leasing sono rilevati come costo con un criterio a quote costanti per la durata del contratto.

SEZIONE 11 - ACCANTONAMENTI NETTI AI FONDI PER RISCHI E ONERI - VOCE 170

11.1 Accantonamenti netti per rischio di credito relativi a impegni ad erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: composizione

Accantonamenti Riattribuzioni (milioni di euro)
Accantonamenti
netti
Stage1 -27 54 27
Stage2 -106 69 -37
Stage3 -92 45 -47
Totale -225 168 -57

11.2 Accantonamenti netti relativi ad altri impegni e altre garanzie rilasciate: composizione La fattispecie non è presente.

11.3 Accantonamenti netti agli altri fondi per rischi e oneri: composizione

(milioni di euro)
Accantonamenti Riattribuzioni Accantonamenti
netti
Accantonamenti netti ai fondi oneri per controversie legali e fiscali -141 65 -76
Accantonamenti netti ai fondi oneri diversi per il personale - - -
Accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri diversi -232 60 -172
Totale -373 125 -248

La voce "accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri", il cui saldo è negativo per 248 milioni, accoglie gli stanziamenti dell'esercizio a fronte di controversie legali e fiscali, nonché altri rischi ed oneri, al netto delle riattribuzioni.

In particolare, nella sottovoce Accantonamenti netti ai fondi oneri per controversie legali e fiscali figurano gli stanziamenti per cause passive, incluse le revocatorie fallimentari e altri contenziosi, al netto dei rilasci dell'esercizio.

La sottovoce Accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri diversi, negli accantonamenti, include principalmente oneri connessi alla cessione di portafogli di crediti NPL, nonché lo stanziamento di 71 milioni chiamato a fronteggiare i rischi indiretti a fronte della partecipazione in Pravex Bank Joint-Stock Company, in relazione al conflitto in corso, allo scopo di cogliere il valore negativo del patrimonio netto contribuito dalla partecipata al Bilancio di Gruppo.

SEZIONE 12 – RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE SU ATTIVITÀ MATERIALI - VOCE 180

(milioni di euro)
Attività/Componenti reddituali Ammortamento Rettifiche di valore
per deterioramento
Riprese di valore Risultato netto
A. Attività materiali
A.1 Ad uso funzionale -471 -6 - -477
- Di proprietà -295 -6 - -301
- Diritti d'uso acquisiti con il leasing -176 - - -176
A.2 Detenute a scopo di investimento - - - -
- Di proprietà - - - -
- Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - -
A.3 Rimanenze X -4 - -4
B. Attività possedute per la vendita X - - -
Totale -471 -10 - -481

12.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

L'ammortamento dei diritti d'uso acquisiti con il leasing è connesso all'applicazione del principio contabile IFRS 16, entrato in vigore a partire dal 1° gennaio 2019. Al riguardo si precisa che al 31 dicembre 2022, dall'analisi dei fattori sia interni che esterni alla Società, non sono emerse indicazioni di impairment del cd. "Right of Use - RoU". Si rinvia a quanto descritto nella Parte A – Politiche contabili.

Le Rettifiche di valore per deterioramento sulle Rimanenze attengono alla svalutazione di taluni immobili reimpossessati.

SEZIONE 13 – RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE SU ATTIVITÀ IMMATERIALI - VOCE 190

13.1 Rettifiche di valore nette di attività immateriali: composizione

(milioni di euro)
Attività/Componenti reddituali Ammortamento Rettifiche di valore
per deterioramento
Riprese di valore Risultato netto
A. Attività immateriali
di cui: software -691 -9 - -700
A.1 Di proprietà -714 -9 - -723
- Generate internamente dall'azienda -651 -8 - -659
- Altre -63 -1 - -64
A.2 Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - -
B. Attività possedute per la vendita X - - -
Totale -714 -9 - -723

Per la descrizione delle modalità di effettuazione degli impairment test sui valori intangibili e delle relative rettifiche di valore iscritte a conto economico si rimanda a quanto esposto nella Parte B - Sezione 9 - Attività immateriali della presente Nota integrativa.

SEZIONE 14 – ALTRI ONERI E PROVENTI DI GESTIONE - VOCE 200

14.1 Altri oneri di gestione: composizione

(milioni di euro)
Tipologia di spesa/Valori
Altri oneri per operazioni di credito al consumo e leasing 27
Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi 24
Transazioni per cause passive 9
Altri oneri 167
Totale
2022
227
Totale
2021
337

La voce Altri oneri include perdite e minusvalenze su metalli preziosi e oro per 53 milioni.

14.2 Altri proventi di gestione: composizione

(milioni di euro)
Componenti reddituali/Valori
Recupero costi di assicurazione 7
Recupero spese diverse 24
Attività di credito al consumo e leasing 29
Fitti attivi ed altri proventi da gestione immobiliare 47
Recuperi per servizi resi a terzi 223
Recupero imposte e tasse 569
Altri proventi 124
Totale
2022
1.023
Totale
2021
1.198

La voce Altri proventi include utili e plusvalenze su metalli preziosi e oro per 58 milioni.

Come richiesto dal paragrafo 116 c) dell'IFRS 15, sono inclusi ricavi derivanti da "performance obligation" adempiute negli anni precedenti per un ammontare pari a 17 milioni.

SEZIONE 15 – UTILI (PERDITE) DELLE PARTECIPAZIONI - VOCE 220

15.1 Utili (Perdite) delle partecipazioni: composizione

(milioni di euro)
Componente reddituale/Valori 2022 2021
A. Proventi 203 76
1. Rivalutazioni - -
2. Utili da cessione 198 76
3. Riprese di valore 5 -
4. Altri proventi - -
B. Oneri -197 -293
1. Svalutazioni - -
2. Rettifiche di valore da deterioramento -196 -290
3. Perdite da cessione -1 -3
4. Altri oneri - -
Risultato netto 6 -217

La sottovoce A.2. Utili da cessione si riferisce principalmente al risultato della cessione di Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. per 196 milioni e di Innolva S.p.A. per 1 milione.

La sottovoce A.3. Riprese di valore si riferisce alla partecipazione FI.NAV. Comparto A - Crediti per 5 milioni.

La sottovoce B.2. Rettifiche di valore da deterioramento riguarda la svalutazione delle interessenze detenute in Joint Stock Company Banca Intesa per 68 milioni, Pravex Bank Joint-Stock Company per 48 milioni, Qingdao Yicai Fund Distribution Co. Ltd. per 33 milioni, Risanamento S.p.A. per 24 milioni, RSCT Fund Comparto Crediti per 8 milioni, Intesa Sanpaolo (Qingdao) Service Company per 5 milioni, Intesa Sanpaolo RE.O.CO S.p.A. per 4 milioni ed altre minori per 6 milioni.

SEZIONE 16 – RISULTATO NETTO DELLA VALUTAZIONE AL FAIR VALUE DELLE ATTIVITÀ MATERIALI E IMMATERIALI - VOCE 230

16.1 Risultato netto della valutazione al fair value (o al valore rivalutato) o al valore di presumibile realizzo delle attività materiali e immateriali: composizione

(milioni di euro)
Attività/Componenti reddituale Rivalutazioni
Svalutazioni
Differenze cambio
Risultato
Positive Negative netto
A. Attività materiali 5 -40 - - -35
A.1 Ad uso funzionale: - -9 - - -9
- Di proprietà - -9 - - -9
- Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - -
A.2 Detenute a scopo di investimento: 5 -31 - - -26
- Di proprietà 5 -31 - - -26
- Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - -
A.3 Rimanenze - - - - -
B. Attività immateriali - - - - -
B.1 Di proprietà: - - - - -
B.1.1 Generate internamente dall'azienda - - - - -
B.1.2 Altre - - - - -
B.2 Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - - -
Totale 5 -40 - - -35

SEZIONE 17 – RETTIFICHE DI VALORE DELL'AVVIAMENTO - VOCE 240

17.1 Rettifiche di valore dell'avviamento: composizione

Nel corso dell'esercizio non sono state effettuate rettifiche di valore sull'avviamento. Per la descrizione delle modalità di effettuazione dell'impairment test sugli avviamenti si rimanda a quanto esposto nella Parte B Attivo - Sezione 9 - Attività immateriali.

SEZIONE 18 – UTILI (PERDITE) DA CESSIONE DI INVESTIMENTI - VOCE 250

18.1 Utili (Perdite) da cessione di investimenti: composizione

(milioni di euro)
Componente reddituale/Valori 2022 2021
A. Immobili 2 -
- Utili da cessione 4 1
- Perdite da cessione -2 -1
B. Altre attività -1 89
- Utili da cessione - 99
- Perdite da cessione -1 -10
Risultato netto 1 89

L'utile da cessione di cui alla sottovoce B. Altre attività, rilevato nell'esercizio a confronto, è riferibile principalmente all'operazione di cessione a favore di Nexi del ramo aziendale avente ad oggetto l'attività di acquiring.

SEZIONE 19 - LE IMPOSTE SUL REDDITO DELL'ESERCIZIO DELL'OPERATIVITÀ CORRENTE - VOCE 270

19.1 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente: composizione

(milioni di euro)
Componenti reddituali/Valori 2022 2021
1. Imposte correnti (-) -365 302
2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 60 18
3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) - 110
3. bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla Legge n.
214/2011 (+) 851 1.242
4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) -1.188 -2.138
5. Variazione delle imposte differite (+/-) 83 538
6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3bis+/-4+/-5) -559 72

La riduzione delle imposte correnti dell'esercizio, valorizzata per 851 milioni, evidenzia, così come richiesto dalla Lettera "Roneata" di Banca d'Italia del 7 agosto 2012, la trasformazione in crediti verso l'Erario delle imposte differite attive di cui alla Legge n. 214/2011 per effetto della perdita fiscale di Intesa Sanpaolo S.p.A. in relazione all'esercizio 2021. Tale effetto è interamente compensato dal corrispondente decremento della voce Variazione delle imposte anticipate con conseguente impatto nullo sul Conto economico.

19.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

(milioni di euro)
2022 2021
Utile (perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 4.844 2.876
Utile (perdita) delle attività operative cessate al lordo delle imposte - -
Utile imponibile teorico 4.844 2.876
Imposte (a) Incidenza % su utile
imponibile teorico
Imposte sul reddito - onere (provento) fiscale teorico (b) 1.601 33,1
Variazioni in aumento delle imposte 184 3,8
Altri costi indeducibili 54 1,1
Minusvalenze su partecipazioni 61 1,3
Altre 69 1,4
Variazioni in diminuzione delle imposte -1.226 -25,4
Minore base imponibile IRAP -34 -0,8
Plusvalenze non tassate su partecipazioni -55 -1,1
Quota esente dividendi -720 -14,9
Effetto netto del riallineamento del "brand name" e altre attività immateriali -43 -0,9
Altre -374 -7,7
Totale variazioni delle imposte -1.042 -21,6
Onere (provento) fiscale effettivo di bilancio 559 11,5
di cui: - onere (provento) fiscale effettivo sull'operatività corrente 559 11,5
- onere (provento) fiscale effettivo sulle attività operative
cessate
- -

(a) L'onere fiscale è indicato con segno positivo e il provento fiscale con segno negativo.

(b) Comprende l'aliquota IRES ordinaria 24%, l'addizionale IRES 3,5% e l'aliquota media ponderata IRAP 5,56%.

SEZIONE 20 – UTILE (PERDITA) DELLE ATTIVITÀ OPERATIVE CESSATE AL NETTO DELLE IMPOSTE - VOCE 290

20.1 Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte: composizione Al 31 dicembre 2022 non si rilevano utili (perdite) delle attività operative cessate al netto delle imposte.

20.2 Dettaglio delle imposte sul reddito relative alle attività operative cessate Al 31 dicembre 2022 non si rilevano imposte sul reddito relative alle attività operative cessate

SEZIONE 21 – ALTRE INFORMAZIONI

Non si segnalano ulteriori informazioni oltre a quelle già fornite nelle precedenti sezioni.

SEZIONE 22 – UTILE PER AZIONE

Si rinvia all'esposizione presente nell'analoga sezione di Nota integrativa consolidata.

Parte D – Redditività complessiva

(milioni di euro)
PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA' COMPLESSIVA 2022 2021
10 Utile (Perdita) d'esercizio 4.284 2.948
Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico 267 -21
20 Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva: -84 -30
a) variazione di fair value -509 -34
b) trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto 425 4
30 Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del proprio merito
creditizio):
32 22
a) variazione del fair value 32 22
b) trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto - -
40 Coperture di titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva: - -
a) variazione di fair value (strumento coperto) - -
b) variazione di fair value (strumento di copertura) - -
50 Attività materiali 176 -14
60 Attività immateriali - -
70
80
Piani a benefici definiti
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
187
-
-5
-
90 Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - -
100 Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico -44 6
Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico -1.044 -326
110 Copertura di investimenti esteri: - -
a) variazioni di fair value - -
b) rigiro a conto economico - -
c) altre variazioni - -
120 Differenze di cambio: - -
a) variazione di valore - -
b) rigiro a conto economico
c) altre variazioni
-
-
-
-
130 Copertura dei flussi finanziari: 289 275
a) variazioni di fair value 444 488
b) rigiro a conto economico -155 -213
c) altre variazioni - -
di cui: risultato delle posizioni nette - -
140 Strumenti di copertura (elementi non designati): - -
a) variazione di valore - -
b) rigiro a conto economico - -
c) altre variazioni - -
150 Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva:
-1.847 -761
a) variazioni di fair value -2.160 -148
b) rigiro a conto economico 313 -561
- rettifiche per rischio di credito 44 15
- utili/perdite da realizzo 269 -576
c) altre variazioni - -52
160 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: - -
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
-
-
-
-
c) altre variazioni - -
170 Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: - -
a) variazioni di fair value - -
b) rigiro a conto economico - -
- rettifiche da deterioramento - -
- utili/perdite da realizzo - -
c) altre variazioni - -
180 Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali con rigiro a conto economico 514 160
190 Totale altre componenti reddituali -777 -347
200 Redditività complessiva (Voce 10+190) 3.507 2.601

Parte E Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

PREMESSA

Nella presente parte della Nota integrativa vengono fornite le informazioni di natura quantitativa sui rischi riferite alla Capogruppo Intesa Sanpaolo. Per le informazioni di carattere qualitativo sulle modalità di gestione e monitoraggio dei rischi, sull'organizzazione del governo dei rischi della Banca, sui relativi processi e funzioni chiave, sulla cultura del rischio nella Banca e sulle modalità attraverso cui ne viene garantita la diffusione, sui principali rischi derivanti dal modello di business della Banca, sul risk appetite e sulle modalità con cui detti rischi vengono gestiti, sull'uso di stress test nell'ambito delle strategie di governo del rischio si rinvia all'esposizione presente nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

Di conseguenza, si fa rinvio alla Parte E della Nota integrativa consolidata anche per quanto riguarda la descrizione degli impatti della pandemia da COVID-19 su ciascuna tipologia di rischio, nonché, in ambito rischio di credito, con riferimento alle esposizioni verso Russia e Ucraina ed ai connessi aspetti valutativi, in particolare per le scelte operate ai fini del calcolo delle ECL sulle esposizioni cross border.

L'informativa qualitativa e quantitativa è esposta secondo l'ordine stabilito dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia, che disciplina in modo puntuale – oltre che la forma delle esposizioni tabellari – anche la sequenza dei diversi argomenti, ad eccezione della sezione relativa ai rischi di mercato in relazione all'applicazione dei modelli interni.

SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Le informazioni di natura qualitativa sulla qualità del credito di Intesa Sanpaolo sono illustrate nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

A. QUALITÀ DEL CREDITO

Ai fini dell'informativa di natura quantitativa sulla qualità del credito, con il termine "esposizioni creditizie" si intendono esclusi i titoli di capitale e le quote di OICR.

Con il termine "esposizioni creditizie per cassa" si intendono tutte le attività finanziarie per cassa vantate verso banche o clientela, qualunque sia il loro portafoglio di allocazione contabile (valutate al fair value con impatto a conto economico, valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, valutate al costo ammortizzato, attività finanziarie in via di dismissione). I crediti a vista verso banche e Banche Centrali, pur rientrando nella definizione di esposizioni creditizie per cassa, sono convenzionalmente esclusi dalle tabelle della Sezione 1, salvo i casi espressamente previsti dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia, in cui gli stessi vanno considerati.

Con il termine "esposizioni creditizie fuori bilancio" si intendono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie finanziarie rilasciate, impegni revocabili e irrevocabili, derivati, ecc.) che comportano l'assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.). Tra le esposizioni creditizie fuori bilancio, è altresì incluso il rischio di controparte connesso alle eventuali operazioni di prestito titoli. Così come viene riportato se del caso il rischio di controparte connesso alle esposizioni relative a operazioni pronti contro termine passive, di concessione o assunzione di merci in prestito, nonché con i finanziamenti con margini rientranti nella nozione di "Operazioni SFT" (Securities Financing Transactions) definita nella normativa prudenziale.

Le esposizioni creditizie deteriorate (per cassa e fuori bilancio) non includono le attività finanziarie detenute per la negoziazione e i derivati di copertura, che sono pertanto, convenzionalmente, rilevati tra le esposizioni creditizie non deteriorate.

A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica e distribuzione economica

A.1.1 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

(milioni di euro)
Portafogli/qualità Sofferenze Inadempienze
probabili
Esposizioni
scadute
deteriorate
Esposizioni
scadute
non
deteriorate
Altre
esposizioni
non
deteriorate
TOTALE
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 919 3.549 329 2.633 457.611 465.041
2. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
- - - 94 34.484 34.578
3. Attività finanziarie designate al fair value - - - - 1 1
4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate
al fair value
- 124 - 125 780 1.029
5. Attività finanziarie in corso di dismissione 46 312 - - 10 368
Totale 31.12.2022 965 3.985 329 2.852 492.886 501.017
Totale 31.12.2021 2.346 4.902 527 5.087 637.911 650.773

A.1.2 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Portafogli/qualità
ATTIVITA' DETERIORATE
ATTIVITA' NON DETERIORATE (milioni di euro)
TOTALE
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Write-off
parziali
complessivi
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
(esposizione
netta)
1. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
9.048 -4.251 4.797 2.982 462.104 -1.860 460.244 465.041
2. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
36 -36 - - 34.647 -69 34.578 34.578
3. Attività finanziarie designate al fair value - - - - X X 1 1
4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente
valutate al fair value
140 -16 124 - X X 905 1.029
5. Attività finanziarie in corso di dismissione 744 -386 358 2 10 - 10 368
Totale
31.12.2022
9.968 -4.689 5.279 2.984 496.761 -1.929 495.738 501.017
Totale
31.12.2021
18.197 -10.422 7.775 7.035 644.028 -2.058 642.998 650.773
(milioni di Auro)
Portafogli/qualità ATTIVITÀ DI EVIDENTE SCARSA QUALITÀ
CREDITIZIA
(milioni di euro)
ALTRE ATTIVITÀ
Minusvalenze
cumulate
Esposizione netta Esposizione netta
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione -27 21 43.403
2. Derivati di copertura - - 8.774
Totale
31.12.2022
-27 21 52.177
Totale
31.12.2021
-26 21 48.538

A.1.3 Distribuzione delle attività finanziarie per fasce di scaduto (valori di bilancio)

(milioni di euro)
Portafogli/stadi di rischio PRIMO STADIO SECONDO STADIO TERZO STADIO IMPAIRED ACQUISITE O
ORIGINATE
Da oltre Da oltre Da oltre Da oltre
Da 1
giorno a
30 giorni
30 giorni
fino a 90
giorni
Oltre 90
giorni
Da 1
giorno a
30 giorni
30 giorni
fino a 90
giorni
Oltre 90
giorni
Da 1
giorno a
30 giorni
30 giorni
fino a 90
giorni
Oltre 90
giorni
Da 1
giorno a
30 giorni
30 giorni
fino a 90
giorni
Oltre 90
giorni
1. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
1.281 128 245 498 358 119 142 142 2.547 4 3 146
2. Attività finanziarie valutate al fair
value con impatto sulla redditività
complessiva
45 - 49 - - - - - - - - -
3. Attività finanziarie in corso di
dismissione
- - - - - - 4 5 277 - - 10
Totale
31.12.2022
1.326 128 294 498 358 119 146 147 2.824 4 3 156
Totale
31.12.2021
1.634 194 137 2.428 475 169 264 180 5.166 3 6 237

(milioni di euro)
Causali/stadi di
rischio
RETTIFICHE DI VALORE COMPLESSIVE
Attività rientranti nel primo stadio Attività rientranti nel secondo stadio
Crediti
verso
banche
e
Banche
Attività
finanziarie
valutate al
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
con impatto
sulla
Attività
finanziarie
di cui: di cui: Crediti
verso
banche
e
Banche
Attività
finanziarie
valutate al
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
con impatto
sulla
Attività
finanziarie
di cui: di cui:
Centrali costo redditività in corso di svalutazioni svalutazioni Centrali costo redditività in corso di svalutazioni svalutazioni
a vista ammortizzato complessiva dismissione individuali collettive a vista ammortizzato complessiva dismissione individuali collettive
Rettifiche
complessive iniziali
- 520 22 - 542 - - 1.503 11 - 1.514 -
Variazioni in
aumento da attività
finanziarie acquisite
o originate
- 218 5 - 223 - - 1 - - 1 -
Cancellazioni diverse
dai write-off
- -59 -9 - -68 - - -100 -1 - -101 -
Rettifiche/riprese di
valore nette per
rischio di credito
2 -206 4 - -200 - - -82 37 - -45 -
Modifiche contrattuali
senza cancellazioni
- 7 - - 7 - - 15 - - 15 -
Cambiamenti della
metodologia di stima
- - - - - - - - - - - -
Write-off non rilevati
direttamente a conto
economico
- - - - - - - - - - - -
Altre variazioni - 5 - - 5 - - 34 - - 34 -
Rettifiche
complessive finali
2 485 22 - 509 - - 1.371 47 - 1.418 -
Recuperi da incasso
su attività finanziarie
oggetto di write-off
- - - - - - - - - - - -
Write-off rilevati
direttamente a conto
economico
- - - - - - - - - - - -

A.1.4 Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: dinamica delle rettifiche di valore complessive e degli accantonamenti complessivi

(milioni di euro)
Causali/stadi di rischio RETTIFICHE DI VALORE COMPLESSIVE
Attività rientranti nel terzo stadio Attività finanziarie impaired acquisite o originate
Crediti
verso
banche
e
Banche
Centrali
a vista
Attività
finanziarie
valutate al
costo
ammortizzato
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
con impatto
sulla
redditività
complessiva
Attività
finanziarie
in corso di
dismissione
di cui:
svalutazioni
individuali
di cui:
svalutazioni
collettive
Attività
finanziarie
valutate al
costo
ammortizzato
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
con impatto
sulla
redditività
complessiva
Attività
finanziarie
in corso di
dismissione
di cui:
svalutazioni
individuali
di cui:
svalutazioni
collettive
Rettifiche complessive
iniziali
- 7.339 35 2.843 10.217 - 165 - 26 191 -
Variazioni in aumento da
attività finanziarie acquisite o
originate
- - - - - - X X X X X
Cancellazioni diverse dai
write-off
- -4.058 - -2.651 -6.709 - -56 - -26 -82 -
Rettifiche/riprese di valore
nette per rischio di credito
- 1.150 1 - 1.151 - 6 - - 6 -
Modifiche contrattuali senza
cancellazioni
- 61 - - 61 - - - - - -
Cambiamenti della
metodologia di stima
- - - - - - - - - - -
Write-off non rilevati
direttamente a conto
economico
- -435 - -103 -538 - -35 - - -35 -
Altre variazioni - 72 - 289 361 - 46 - 8 54 -
Rettifiche complessive finali - 4.129 36 378 4.543 - 126 - 8 134 -
Recuperi da incasso su attività
finanziarie oggetto di write-off
- 38 - - 38 - - - - - -
Write-off rilevati direttamente a
conto economico
- -75 - - -75 - -10 - - -10 -

A.1.4 Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: dinamica delle rettifiche di valore complessive e degli accantonamenti complessivi – segue -

(milioni di euro)
Causali/stadi di rischio Primo stadio Secondo
stadio
ACCANTONAMENTI COMPLESSIVI SU IMPEGNI A EROGARE
FONDI E GARANZIE FINANZIARIE RILASCIATE
Terzo stadio
Impegni a
erogare fondi e
garanzie
finanziarie
rilasciate
impaired
acquisiti/e o
originati/e
TOTALE
Rettifiche complessive iniziali 97 91 179 - 12.831
Variazioni in aumento da attività finanziarie acquisite o originate 4 - - - 228
Cancellazioni diverse dai write-off -3 -2 - - -6.965
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito -27 38 48 - 971
Modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - - 83
Cambiamenti della metodologia di stima - - - - -
Write-off non rilevati direttamente a conto economico - - - - -573
Altre variazioni - -1 1 - 454
Rettifiche complessive finali 71 126 228 - 7.029
Recuperi da incasso su attività finanziarie oggetto di write-off - - - - 38
Write-off rilevati direttamente a conto economico - - - - -85

Intesa Sanpaolo non si avvale del metodo semplificato per la valutazione del fondo a copertura perdite in relazione ai crediti commerciali, alle attività derivanti da contratto e ai crediti impliciti nei contratti di leasing (metodo previsto dall'IFRS 9 paragrafo 5.5.15).

A.1.5 Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: trasferimenti tra diversi stadi di rischio di credito (valori lordi e nominali)

(milioni di euro)
Portafogli/stadi di rischio VALORI LORDI/VALORE NOMINALE
stadio Trasferimenti tra primo
stadio e secondo
stadio Trasferimenti tra
secondo stadio e terzo
Trasferimenti tra primo
stadio e terzo stadio
Da primo a
secondo
stadio
Da
secondo
stadio a
primo
stadio
Da
secondo
stadio a
terzo
stadio
Da terzo
stadio a
secondo
stadio
Da primo
stadio a
terzo
stadio
Da terzo
stadio a
primo
stadio
1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
19.877 18.316 1.082 437 1.075 108
complessiva 721 - - - - -
3. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - -
4. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate 17.593 5.729 280 16 426 12
Totale 31.12.2022 38.191 24.045 1.362 453 1.501 120
Totale
31.12.2021
44.715 34.444 1.144 355 1.526 132

A.1.5a Finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19: trasferimenti tra i diversi stadi di rischio di credito (valori lordi)

(milioni di euro)
Portafogli/stadi di rischio VALORI LORDI/VALORE NOMINALE
Trasferimenti tra primo
stadio e secondo stadio
stadio e terzo stadio Trasferimenti tra secondo Trasferimenti tra primo
stadio e terzo stadio
Da primo a
secondo
stadio
Da secondo
stadio a
primo stadio
Da secondo
stadio a terzo
stadio
Da terzo
stadio a
secondo
stadio
Da primo
stadio a terzo
stadio
Da terzo
stadio a
primo stadio
A. Finanziamenti valutati al costo ammortizzato 2.162 2.884 207 99 315 27
A.1 oggetto di concessione conforme con le GL - - - - - -
A.2 oggetto di misure di moratoria in essere non più
conformi alle GL e non valutate come oggetto di
concessione
2 16 1 - - -
A.3 oggetto di altre misure di concessione 190 3 74 89 30 -
A.4 nuovi finanziamenti 1.970 2.865 132 10 285 27
B. Finanziamenti valutati al fair value con impatto
sulla redditività complessiva
- - - - - -
B.1 oggetto di concessione conforme con le GL - - - - - -
B.2 oggetto di misure di moratoria in essere non più
conformi alle GL e non valutate come oggetto di
concessione
- - - - - -
B.3 oggetto di altre misure di concessione - - - - - -
B.4 nuovi finanziamenti - - - - - -
Totale
31.12.2022
2.162 2.884 207 99 315 27
Totale
31.12.2021
7.691 900 204 13 536 11

Nella riga Finanziamenti "oggetto di concessione conformi con le GL" sono riportate le informazioni relative alle attività finanziarie oggetto di moratoria che rientrano nell'ambito di applicazione delle "Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID 19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/02) e successive modifiche e integrazioni.

Nella riga Finanziamenti "oggetto di misure di moratoria in essere non più conformi alle GL e non valutate come oggetto di concessione" sono riportati i finanziamenti oggetto di moratoria in essere, valutati come conformi alle EBA/GL/2020/02 alla data di concessione della misura e non più conformi alla data di riferimento del bilancio, che non sono stati classificati dalla banca come "esposizioni oggetto di concessione" (come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza) a seguito della valutazione effettuata al verificarsi dell'evento che ha generato la non conformità alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga Finanziamenti "oggetto di altre misure di concessione" sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 che soddisfano le condizioni di "esposizione oggetto di concessione" come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza e che non sono incluse nella categoria "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" dalla data di concessione della misura oppure dalla data in cui non sono più conformi alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga "nuovi finanziamenti" sono rappresentate le informazioni relative alle esposizioni a cui è stata concessa nuova liquidità con il supporto di garanzie pubbliche.

A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive e accantonamenti
complessivi
Esposizione
Netta
(milioni di euro)
Write-off
parziali
complessivi
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
A. ESPOSIZIONI CREDITIZIE
PER CASSA
A.1 A VISTA 94.857 94.695 162 - - -2 -2 - - - 94.855 -
a) Deteriorate - X - - - - X - - - - -
b) Non deteriorate 94.857 94.695 162 X - -2 -2 - X - 94.855 -
A.2 ALTRE 40.651 39.035 272 52 - -48 -19 -13 -16 - 40.603 -
a) Sofferenze 4 X - 4 - -4 X - -4 - - -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
- X - - - - X - - - - -
b) Inadempienze probabili 48 X - 48 - -12 X - -12 - 36 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
48 X - 48 - -12 X - -12 - 36 -
c) Esposizioni scadute
deteriorate
- X - - - - X - - - - -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
- X - - - - X - - - - -
d) Esposizioni scadute non
deteriorate
- - - X - - - - X - - -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
- - - X - - - - X - - -
e) Altre esposizioni non
deteriorate
40.599 39.035 272 X - -32 -19 -13 X - 40.567 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
3 - 3 X - - - - X - 3 -
TOTALE (A) 135.508 133.730 434 52 - -50 -21 -13 -16 - 135.458 -
B. ESPOSIZIONI CREDITIZIE
FUORI BILANCIO
a) Deteriorate 12 X - 12 - - X - - - 12 -
b) Non deteriorate 134.930 88.023 675 X - -6 -2 -4 X - 134.924 -
TOTALE (B) 134.942 88.023 675 12 - -6 -2 -4 - - 134.936 -
TOTALE (A+B) 270.450 221.753 1.109 64 - -56 -23 -17 -16 - 270.394 -

A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

(milioni di euro)
Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive e accantonamenti
complessivi
Esposizione
Netta
Write-off
parziali
complessivi
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
A. ESPOSIZIONI CREDITIZIE
PER CASSA
a) Sofferenze 3.025 X - 2.839 186 -2.060 X - -1.971 -89 965 2.476
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
643 X - 596 47 -404 X - -375 -28 239 217
b) Inadempienze probabili 6.478 X - 6.200 138 -2.529 X - -2.471 -42 3.949 508
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
2.843 X - 2.739 76 -1.020 X - -996 -17 1.823 180
c) Esposizioni scadute
deteriorate
413 X - 412 2 -84 X - -84 - 329 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
47 X - 47 - -11 X - -11 - 36 -
d) Esposizioni scadute non
deteriorate
2.944 1.755 1.059 X 5 -92 -8 -84 X - 2.852 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
465 - 347 X 1 -49 - -49 X - 416 -
e) Altre esposizioni non
deteriorate
464.431 417.977 36.585 X 72 -1.804 -480 -1.321 X -3 462.627 -
- di cui: esposizioni
oggetto di concessioni
6.292 - 6.138 X 17 -432 - -431 X -1 5.860 -
TOTALE (A) 477.291 419.732 37.644 9.451 403 -6.569 -488 -1.405 -4.526 -134 470.722 2.984
B. ESPOSIZIONI CREDITIZIE
FUORI BILANCIO
a) Deteriorate 1.603 X - 1.599 4 -228 X - -228 - 1.375 -
b) Non deteriorate 347.582 250.953 23.033 X 1 -191 -69 -122 X - 347.391 -
TOTALE (B) 349.185 250.953 23.033 1.599 5 -419 -69 -122 -228 - 348.766 -
TOTALE (A+B) 826.476 670.685 60.677 11.050 408 -6.988 -557 -1.527 -4.754 -134 819.488 2.984

Nell'ambito delle attività finanziarie impaired acquisite o originate sono ricomprese, prevalentemente, attività acquisite "per il tramite di operazioni di aggregazione aziendale".

Le esposizioni comprendono anche le attività finanziarie allocate nel portafoglio contabile delle Attività in via di dismissione.

Tipologie finanziamenti /
valori
Esposizione lorda
Rettifiche di valore complessive e accantonamenti
complessivi
Esposizione
netta
(milioni di euro)
Write-off
parziali
complessivi
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
Primo
stadio
Secondo
stadio
Terzo
stadio
Impaired
acquisite
o
originate
A. FINANZIAMENTI IN
SOFFERENZA
79 - - 79 - -55 - - -55 - 24 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
- - - - - - - - - - - -
c) Oggetto di altre misure di
concessione
d) Nuovi finanziamenti
2
77
-
-
-
-
2
77
-
-
-1
-54
-
-
-
-
-1
-54
-
-
1
23
-
-
B. FINANZIAMENTI IN
INADEMPIENZE PROBABILI
512 - - 512 - -130 - - -130 - 382 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
c) Oggetto di altre misure di
1 - - 1 - - - - - - 1 -
concessione
d) Nuovi finanziamenti
114
397
-
-
-
-
114
397
-
-
-27
-103
-
-
-
-
-27
-103
-
-
87
294
-
-
C. FINANZIAMENTI
SCADUTI DETERIORATI
92 - - 92 - -18 - - -18 - 74 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
- - - - - - - - - - - -
c) Oggetto di altre misure di
concessione
3 - - 3 - -1 - - -1 - 2 -
d) Nuovi finanziamenti 89 - - 89 - -17 - - -17 - 72 -
D. ALTRI FINANZIAMENTI
SCADUTI NON
DETERIORATI
203 85 118 - - -2 - -2 - - 201 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
- - - - - - - - - - - -
c) Oggetto di altre misure di
concessione
10 - 10 - - -1 - -1 - - 9 -
d) Nuovi finanziamenti 193 85 108 - - -1 - -1 - - 192 -
E. ALTRI FINANZIAMENTI
NON DETERIORATI
31.975 28.659 3.315 - 1 -83 -34 -49 - - 31.892 -
a) Oggetto di concessione
conformi con le GL
- - - - - - - - - - - -
b) Oggetto di misure di
moratoria non più conformi
alle GL e non valutate come
oggetto di concessione
48 29 19 - - -1 - -1 - - 47 -
c) Oggetto di altre misure di
concessione
368 4 364 - - -20 - -20 - - 348 -
d) Nuovi finanziamenti 31.559 28.626 2.932 - 1 -62 -34 -28 - - 31.497 -
TOTALE (A+B+C+D+E) 32.861 28.744 3.433 683 1 -288 -34 -51 -203 - 32.573 -

A.1.7a Finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19: valori lordi e netti

Nella riga Finanziamenti "oggetto di concessione conformi con le GL" sono riportate le informazioni relative alle attività finanziarie oggetto di moratoria che rientrano nell'ambito di applicazione delle "Guidelines on legislative and non legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID 19 crisis" pubblicate dall'EBA (EBA/GL/2020/02) e successive modifiche e integrazioni. Al 31 dicembre 2022 tali finanziamenti risultavano di importo inferiore al milione e pari a 412 mila euro.

Nella riga Finanziamenti "oggetto di misure di moratoria in essere non più conformi alle GL e non valutate come oggetto di concessione" sono riportati i finanziamenti oggetto di moratoria in essere, valutati come conformi alle EBA/GL/2020/02 alla data di concessione della misura e non più conformi alla data di riferimento del bilancio, che non sono stati classificati dalla banca come "esposizioni oggetto di concessione" (come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza) a seguito della valutazione effettuata al verificarsi dell'evento che ha generato la non conformità alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga Finanziamenti "oggetto di altre misure di concessione" sono riportate le informazioni relative ai finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 che soddisfano le condizioni di "esposizione oggetto di concessione" come definite dalle vigenti segnalazioni di vigilanza e che non sono incluse nella categoria "Finanziamenti oggetto di concessione conformi con le GL" dalla data di concessione della misura oppure dalla data in cui non sono più conformi alle EBA/GL/2020/02.

Nella riga "nuovi finanziamenti" sono rappresentate le informazioni relative alle esposizioni a cui è stata concessa nuova liquidità con il supporto di garanzie pubbliche.

I finanziamenti oggetto di misure di sostegno COVID-19 esposti in tabella comprendono anche i finanziamenti allocati nel portafoglio contabile delle attività finanziarie in via di dismissione.

A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze
probabili
(milioni di euro)
Esposizioni
scadute
deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 4 66 -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -
B. Variazioni in aumento - - -
B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate - - -
B.2 ingressi da attività finanziarie impaired acquisite o originate - - -
B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate - - -
B.4 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - -
B.5 altre variazioni in aumento - - -
C. Variazioni in diminuzione - -18 -
C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate - - -
C.2 write-off - - -
C.3 incassi - -15 -
C.4 realizzi per cessioni - - -
C.5 perdite da cessione - - -
C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - - -
C.7 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - -
C.8 altre variazioni in diminuzione - -3 -
D. Esposizione lorda finale 4 48 -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

A.1.8 Bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni lorde oggetto di concessioni distinte per qualità creditizia

(milioni di euro)
Causali/Qualità Esposizioni
oggetto di
concessioni:
deteriorate
Esposizioni
oggetto di
concessioni:
non deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 66 9
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - -
B. Variazioni in aumento - 1
B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni - -
B.2 ingressi da esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni - X
B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X -
B.4 ingressi da esposizioni deteriorate non oggetto di concessioni - -
B.5 altre variazioni in aumento - 1
C. Variazioni in diminuzione -18 -7
C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni X -
C.2 uscite verso esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni - X
C.3 uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X -
C.4 write-off - -
C.5 incassi -15 -7
C.6 realizzi per cessioni - -
C.7 perdite da cessione - -
C.8 altre variazioni in diminuzione -3 -
D. Esposizione lorda finale 48 3
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - -

A.1.9 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

(milioni di euro)
Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze
probabili
Esposizioni
scadute
deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 8.344 9.152 631
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 196 862 242
B. Variazioni in aumento 1.302 3.106 547
B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate 155 1.805 517
B.2 ingressi da attività finanziarie impaired acquisite o originate 26 129 8
B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 764 582 5
B.4 modifiche contrattuali senza cancellazioni - 8 -
B.5 altre variazioni in aumento 357 582 17
C. Variazioni in diminuzione -6.621 -5.780 -765
C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate -1 -557 -107
C.2 write-off -475 -182 -1
C.3 incassi -435 -973 -81
C.4 realizzi per cessioni -1.283 -1.082 -
C.5 perdite da cessione -129 -5 -1
C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate -56 -735 -560
C.7 modifiche contrattuali senza cancellazioni - -18 -
C.8 altre variazioni in diminuzione -4.242 -2.228 -15
D. Esposizione lorda finale 3.025 6.478 413
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 85 482 159

Nella voce Ingressi da attività finanziarie impaired acquisite o originate sono riportati gli ammontari derivanti dall'acquisizione, nell'ambito di operazioni di business combination under common control, di crediti deteriorati lordi pari a 163 milioni. Per tali operazioni, il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta, come regola generale, il principio della continuità di valori per la rilevazione nei bilanci d'esercizio delle società coinvolte nell'operazione di riorganizzazione aziendale.

Nelle Altre variazioni in aumento sono ricompresi, prevalentemente, gli incrementi dei saldi per addebiti e l'incremento dei saldi in valuta a seguito della variazione del tasso di cambio.

Le Altre variazioni in diminuzione includono principalmente i portafogli creditizi classificati come "sofferenze" e "inadempienze probabili" oggetto di cessione nel corso dell'esercizio.

A.1.9 Bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni lorde oggetto di concessioni distinte per qualità creditizia

(milioni di euro)
Causali/Qualità Esposizioni
oggetto di
concessioni:
deteriorate
Esposizioni
oggetto di
concessioni: non
deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 5.630 7.634
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 573 1.767
B. Variazioni in aumento 1.545 2.366
B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni 218 1.700
B.2 ingressi da esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni 584 X
B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X 416
B.4 ingressi da esposizioni deteriorate non oggetto di concessioni 153 4
B.5 altre variazioni in aumento 590 246
C. Variazioni in diminuzione -3.642 -3.243
C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni X -1.364
C.2 uscite verso esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni -416 X
C.3 uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X -584
C.4 write-off -124 -
C.5 incassi -639 -792
C.6 realizzi per cessioni -816 -394
C.7 perdite da cessione -55 -
C.8 altre variazioni in diminuzione -1.592 -109
D. Esposizione lorda finale 3.533 6.757
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 260 1.334

Nelle Altre variazioni in aumento sono ricompresi, prevalentemente, gli incrementi dei saldi per addebiti.

Nel corso dell'esercizio sono state acquisite, nell'ambito di operazioni di business combination under common control, esposizioni lorde oggetto di concessioni deteriorate pari a 116 milioni e non deteriorate pari a 222 milioni. Per tali operazioni, il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta, come regola generale, il principio della continuità di valori per la rilevazione nei bilanci d'esercizio delle società coinvolte nell'operazione di riorganizzazione aziendale.

Le Altre variazioni in diminuzione includono principalmente i portafogli oggetto di cessione nel corso dell'esercizio.

A.1.10 Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso banche: dinamica delle rettifiche di valore complessive
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -- -- --
(milioni di euro)
Causali/Categorie SOFFERENZE INADEMPIENZE
PROBABILI
ESPOSIZIONI SCADUTE
DETERIORATE
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
A. Rettifiche complessive iniziali 4 - 13 13 - -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - - -
B. Variazioni in aumento - - - - - -
B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o
originate
- X - X - X
B.2 altre rettifiche di valore - - - - - -
B.3 perdite da cessione - - - - - -
B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni
deteriorate
- - - - - -
B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - - - -
B.6 altre variazioni in aumento - - - - - -
C. Variazioni in diminuzione - - -1 -1 - -
C.1 riprese di valore da valutazione - - -1 -1 - -
C.2 riprese di valore da incasso - - - - - -
C.3 utili da cessione - - - - - -
C.4 write-off - - - - - -
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni
deteriorate
- - - - - -
C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - - - -
C.7 altre variazioni in diminuzione - - - - - -
D. Rettifiche complessive finali 4 - 12 12 - -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - - -

A.1.11 Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

(milioni di euro)
Causali/Categorie SOFFERENZE INADEMPIENZE
PROBABILI
ESPOSIZIONI SCADUTE
DETERIORATE
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale di cui:
esposizioni
oggetto di
concessioni
A. Rettifiche complessive iniziali 5.998 1.202 4.303 1.410 104 32
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 105 28 221 116 35 4
B. Variazioni in aumento 1.288 302 1.518 678 97 21
B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o
originate
3 X 11 X 1 X
B.2 altre rettifiche di valore 694 159 1.252 543 92 21
B.3 perdite da cessione 129 54 5 1 1 -
B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni
deteriorate
348 85 129 49 3 -
B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - 77 76 - -
B.6 altre variazioni in aumento 114 4 44 9 - -
C. Variazioni in diminuzione -5.226 -1.100 -3.292 -1.068 -117 -42
C.1 riprese di valore da valutazione -236 -60 -322 -202 -11 -
C.2 riprese di valore da incasso -77 -19 -111 -78 -1 -
C.3 utili da cessione -4 -1 -13 -7 - -
C.4 write-off -475 -70 -182 -54 -1 -
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni
deteriorate
-37 -8 -343 -84 -100 -42
C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - -14 -14 - -
C.7 altre variazioni in diminuzione -4.397 -942 -2.307 -629 -4 -
D. Rettifiche complessive finali 2.060 404 2.529 1.020 84 11
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 46 8 106 45 31 4

Nella voce Rettifiche di valore di attività finanziarie impaired acquisite o originate sono riportati gli ammontari derivanti dall'acquisizione, nell'ambito di operazioni di business combination under common control, delle rettifiche di valore da attività finanziarie deteriorate pari a 15 milioni. Per tali operazioni, il Gruppo Intesa Sanpaolo adotta, come regola generale, il principio della continuità di valori per la rilevazione nei bilanci d'esercizio delle società coinvolte nell'operazione di riorganizzazione aziendale.

Nelle Altre variazioni in aumento sono ricompresi, prevalentemente, gli incassi di crediti già cancellati integralmente dal bilancio (in contropartita della voce "Riprese di valore da incasso") e gli incrementi dei saldi dei fondi in valuta a seguito della variazione del tasso di cambio.

Le Altre variazioni in diminuzione includono principalmente i portafogli creditizi classificati come "sofferenze" e "inadempienze probabili" oggetto di cessione nel corso dell'esercizio. In tale voce trovano, inoltre, allocazione gli incassi di interessi di mora accertati in esercizi precedenti, le perdite da cessione per la quota non coperta da fondo, il decremento dei fondi in valuta a seguito della variazione del tasso di cambio, nonché la riduzione dei fondi rettificativi dovuta al trascorrere del tempo.

A.2 Classificazione attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate in base ai rating esterni e interni

A.2.1 Distribuzione delle attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate: per classi di rating esterni (valori lordi)

Intesa Sanpaolo adotta sui portafogli oggetto della segnalazione le valutazioni delle seguenti agenzie di rating esterne: Standard & Poor's Ratings Services, Moody's Investors Service, Fitch Ratings e DBRS Morningstar Ratings.

Si evidenzia che, in ottemperanza a quanto sancito dalla normativa, laddove siano presenti due valutazioni dello stesso cliente, viene adottata quella più prudenziale, nel caso di tre valutazioni quella intermedia, qualora presenti tutte le valutazioni, la seconda migliore.

Per quanto riguarda il raccordo (mapping) tra le classi di rischio e i rating delle agenzie utilizzate, si veda la corrispondente sezione della Nota integrativa consolidata.

(milioni di euro)
Esposizioni CLASSI RATING ESTERNI SENZA
RATING
TOTALE
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6
A. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato 16.789 21.208 78.051 10.631 3.799 200 340.474 471.152
- Primo stadio 16.746 20.282 76.325 10.322 2.669 50 298.514 424.908
- Secondo stadio 43 926 1.726 307 998 99 33.020 37.119
- Terzo stadio - - - - 132 51 8.559 8.742
- Impaired acquisite o originate - - - 2 - - 381 383
B. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva 13.639 7.848 10.750 678 333 69 1.366 34.683
- Primo stadio 13.639 7.848 10.700 581 150 47 894 33.859
- Secondo stadio
- Terzo stadio
-
-
-
-
50
-
97
-
183
-
8
14
450
22
788
36
- Impaired acquisite o originate - - - - - - - -
C. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - 754 754
- Primo stadio - - - - - - - -
- Secondo stadio - - - - - - 10 10
- Terzo stadio - - - - - - 726 726
- Impaired acquisite o originate - - - - - - 18 18
Totale (A+B+C) 30.428 29.056 88.801 11.309 4.132 269 342.594 506.589
D. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie
rilasciate
- Primo stadio 10.632 25.618 145.859 13.820 3.192 141 141.018 340.280
- Secondo stadio 26 211 3.184 2.099 1.586 64 16.537 23.707
- Terzo stadio - - - - 26 - 1.585 1.611
- Impaired acquisite o originate - - - - - - 4 4
Totale (D) 10.658 25.829 149.043 15.919 4.804 205 159.144 365.602
Totale (A+B+C+D) 41.086 54.885 237.844 27.228 8.936 474 501.738 872.191

A.2.2 Distribuzione delle attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate: per classi di rating interni (valori lordi)

Ai fini della redazione della tabella, oltre ai rating relativi ai modelli validati, sono stati impiegati tutti i rating utilizzati nei sistemi di gestione e controllo dei rischi creditizi, ivi compresi i rating di agenzie esterne per controparti appartenenti a segmenti di clientela per cui non è disponibile un modello interno.

Esposizioni Classi di rating interni (milioni di euro)
Senza
Totale
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6 rating
A. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 87.052 42.138 170.749 114.950 20.877 11.681 23.705 471.152
- Primo stadio 86.334 41.061 166.295 99.803 10.813 7.740 12.862 424.908
- Secondo stadio 717 1.076 4.444 15.114 8.633 1.943 5.192 37.119
- Terzo stadio - - - - 1.352 1.947 5.443 8.742
- Impaired acquisite o originate 1 1 10 33 79 51 208 383
B. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva
12.987 6.729 10.354 1.541 327 235 2.510 34.683
- Primo stadio 12.987 6.729 10.315 928 255 235 2.410 33.859
- Secondo stadio - - 39 613 72 - 64 788
- Terzo stadio - - - - - - 36 36
- Impaired acquisite o originate - - - - - - - -
C. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - 7 195 452 100 754
- Primo stadio - - - - - - - -
- Secondo stadio - - - 7 2 1 - 10
- Terzo stadio - - - - 188 441 97 726
- Impaired acquisite o originate - - - - 5 10 3 18
Totale (A+B+C) 100.039 48.867 181.103 116.498 21.399 12.368 26.315 506.589
D. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate
- Primo stadio 20.927 59.009 206.189 42.291 6.653 1.856 3.355 340.280
- Secondo stadio 73 1.119 6.116 8.000 3.115 882 4.402 23.707
- Terzo stadio - - - - 381 149 1.081 1.611
- Impaired acquisite o originate - - - - - - 4 4
Totale (D) 21.000 60.128 212.305 50.291 10.149 2.887 8.842 365.602
Totale (A+B+C+D) 121.039 108.995 393.408 166.789 31.548 15.255 35.157 872.191

A.3 Distribuzione delle esposizioni creditizie garantite per tipologia di garanzia

A.3.1 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche garantite

(milioni di euro)
Esposizione
lorda
Esposizione
netta
Garanzie reali
(1)
(*) Garanzie personali (*)
(2)
Derivati su crediti
Immobili -
Immobili -
Titoli
ipoteche
finanziamenti
Altre
garanzie
CLN Altri
derivati
per leasing reali Controparti
centrali
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 8.165 8.164 - 5 7.589 - - -
1.1. totalmente garantite 7.925 7.924 - 5 7.589 - - -
- di cui deteriorate - - - - - - - -
1.2. parzialmente garantite 240 240 - - - - - -
- di cui deteriorate - - - - - - - -
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio"
garantite:
26.382 26.382 - - 1.945 11.173 - -
2.1. totalmente garantite 4.937 4.937 - - 1.945 824 - -
- di cui deteriorate - - - - - - - -
2.2. parzialmente garantite 21.445 21.445 - - - 10.349 - -
- di cui deteriorate - - - - - - - -

(*) Fair Value della garanzia o, qualora sia di difficile determinazione, valore contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del valore dell'esposizione netta.

(milioni di euro)
Garanzie personali (*)
(2)
Derivati su crediti
Altri derivati Amministrazioni Banche Altre Altri (1)+(2)
Banche Altre
società
finanziarie
Altri
soggetti
pubbliche società
finanziarie
soggetti
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: - - - 1 23 - 32 7.650
1.1. totalmente garantite - - - 1 3 - 32 7.630
- di cui deteriorate - - - - - - - -
1.2. parzialmente garantite - - - - 20 - - 20
- di cui deteriorate - - - - - - - -
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio"
garantite:
- - - 6 39 - 29 13.192
2.1. totalmente garantite - - - 3 33 - 14 2.819
- di cui deteriorate - - - - - - - -
2.2. parzialmente garantite - - - 3 6 - 15 10.373
- di cui deteriorate - - - - - - - -

(*) Fair Value della garanzia o, qualora sia di difficile determinazione, valore contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del valore dell'esposizione netta.

A.3.2 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela garantite

(milioni di euro)
Esposizione
lorda
Esposizione
netta
Garanzie reali (*)
(1)
Garanzie personali
(*)
(2)
Derivati su crediti
Immobili
-
Ipoteche
Immobili -
finanziamenti
per leasing
Titoli Altre
garanzie
reali
CLN Altri
derivati
Controparti
centrali
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 270.311 266.287 146.062 4.791 15.614 6.848 - -
1.1. totalmente garantite 212.797 209.633 145.017 4.611 15.426 4.769 - -
- di cui deteriorate 5.418 3.403 2.276 267 10 79 - -
1.2. parzialmente garantite 57.514 56.654 1.045 180 188 2.079 - -
- di cui deteriorate 1.311 657 152 65 5 6 - -
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio"
garantite:
43.727 43.656 1.625 52 3.848 3.416 - -
2.1. totalmente garantite 32.381 32.332 1.210 10 3.714 1.318 - -
- di cui deteriorate 260 232 32 - 2 7 - -
2.2. parzialmente garantite 11.346 11.324 415 42 134 2.098 - -
- di cui deteriorate 129 114 11 - - 25 - -

(*) Fair Value della garanzia o, qualora sia di difficile determinazione, valore contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del valore dell'esposizione netta.

(milioni di euro)
Garanzie personali (*)
(2)
Derivati su crediti
Altri derivati Amministrazioni Banche Altre Altri (1)+(2)
Banche Altre
società
finanziarie
Altri
soggetti
pubbliche società
finanziarie
soggetti
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: - - - 46.053 660 1.092 24.520 245.640
1.1. totalmente garantite - - - 20.496 485 578 16.960 208.342
- di cui deteriorate - - - 355 - 26 384 3.397
1.2. parzialmente garantite - - - 25.557 175 514 7.560 37.298
- di cui deteriorate - - - 274 - 3 47 552
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite: - - - 1.670 389 740 23.704 35.444
2.1. totalmente garantite - - - 1.002 133 703 19.626 27.716
- di cui deteriorate - - - 30 - 1 160 232
2.2. parzialmente garantite - - - 668 256 37 4.078 7.728
- di cui deteriorate - - - 7 - - 31 74

(*) Fair Value della garanzia o, qualora sia di difficile determinazione, valore contrattuale della stessa, quest'ultimo esposto - come previsto dalla normativa - sino a concorrenza del valore dell'esposizione netta.

(milioni di euro)
Esposizione
creditizia
cancellata
Valore lordo Rettifiche di
valore
complessive
Valore di bilancio
di cui ottenute
nel corso
dell'esercizio
A. Attività materiali 146 148 -16 132 13
A.1. Ad uso funzionale - - - - -
A.2. A scopo di investimento 73 65 -4 61 3
A.3. Rimanenze 73 83 -12 71 10
B. Titoli di capitale e titoli di debito 367 367 -176 191 -
C. Altre attività - - - - -
D. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - - -
D.1. Attività materiali - - - - -
D.2. Altre attività - - - - -
Totale
31.12.2022
513 515 -192 323 13
Totale
31.12.2021
450 456 -156 300 16

A.4 Attività finanziarie e non finanziarie ottenute tramite l'escussione delle garanzie ricevute

Al 31 dicembre 2022 sono presenti attività finanziarie e non finanziarie ottenute tramite l'escussione di garanzie ricevute.

Le Attività materiali sono riferite a beni acquisiti a chiusura di esposizioni creditizie deteriorate su contratti di leasing finanziario per il mancato riscatto del bene o per la risoluzione anticipata del contratto stesso. Nello specifico, il valore di bilancio dei beni escussi è rappresentato da immobili detenuti a scopo di investimento per 61 milioni (fabbricati per 40 milioni e terreni per 21 milioni) e rimanenze per 71 milioni (essenzialmente fabbricati).

I Titoli di capitale e titoli di debito, per un valore di bilancio pari a 191 milioni (24 milioni quali Partecipazioni, riferiti prevalentemente alla partecipazione Risanamento S.p.A. e ad altre minori, 117 milioni quali Attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value e 50 milioni quali Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva), rappresentano attività finanziarie non precedentemente concesse dal debitore a garanzia di preesistenti finanziamenti erogati, ma acquisite nell'ambito di accordi bilaterali con lo stesso, a seguito dei quali la Banca ha provveduto alla cancellazione della relativa esposizione creditizia.

B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

(milioni di euro)
Esposizioni/Controparti Amministrazioni pubbliche Società finanziarie Società finanziarie (di cui:
imprese di assicurazione)
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 71 -177 6 -22 - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - 1 -1 - -
A.2 Inadempienze probabili 152 -23 103 -166 - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 22 -4 16 -57 - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 2 - 1 - - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 75.558 -92 68.862 -103 599 -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 12 - 140 -4 - -
Totale (A) 75.783 -292 68.972 -291 599 -
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 91 -6 22 -2 - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 26.367 -6 105.607 -27 10.308 -
Totale (B) 26.458 -12 105.629 -29 10.308 -
Totale (A+B) 31.12.2022 102.241 -304 174.601 -320 10.907 -
Totale (A+B) 31.12.2021 137.304 -261 169.741 -565 9.314 -
(milioni di euro)
Esposizioni/Controparti Società non finanziarie Famiglie
Esposizione netta Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 612 -1.256 276 -605
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 174 -316 64 -87
A.2 Inadempienze probabili 2.396 -1.609 1.298 -731
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 1.143 -750 642 -209
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 124 -35 202 -49
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 17 -5 19 -6
A.4 Esposizioni non deteriorate 176.428 -1.107 144.631 -594
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 4.530 -380 1.594 -97
Totale (A) 179.560 -4.007 146.407 -1.979
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 1.230 -213 32 -7
B.2 Esposizioni non deteriorate 204.085 -144 10.658 -14
Totale (B) 205.315 -357 10.690 -21
Totale (A+B)
31.12.2022
384.875 -4.364 157.097 -2.000
Totale (A+B)
31.12.2021
397.600 -9.512 152.406 -2.471

B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche
Italia
Altri paesi europei
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 954 -1.902 1 -59
A.2 Inadempienze probabili 3.697 -2.375 72 -44
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 327 -84 2 -
A.4 Esposizioni non deteriorate 360.122 -1.611 62.769 -214
Totale (A) 365.100 -5.972 62.844 -317
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 1.264 -221 8 -1
B.2 Esposizioni non deteriorate 166.040 -140 99.334 -41
Totale (B) 167.304 -361 99.342 -42
Totale (A+B) 31.12.2022 532.404 -6.333 162.186 -359
Totale (A+B) 31.12.2021 570.270 -12.319 163.819 -246
(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche America Resto del mondo
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 9 -67 1 -32 - -
A.2 Inadempienze probabili 16 -63 43 -29 121 -18
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 25.443 -45 12.446 -19 4.699 -7
Totale (A) 25.468 -175 12.490 -80 4.820 -25
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 1 - 12 - 90 -6
B.2 Esposizioni non deteriorate 68.018 -7 11.089 -2 2.236 -1
Totale (B) 68.019 -7 11.101 -2 2.326 -7
Totale (A+B) 31.12.2022 93.487 -182 23.591 -82 7.146 -32
Totale (A+B) 31.12.2021 90.472 -148 26.639 -63 5.851 -33

B.2 bis Ripartizione per area geografica dei rapporti con clientela residente in Italia

(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 252 -579 171 -314 236 -386 295 -623
A.2 Inadempienze probabili 1.415 -852 517 -408 911 -578 854 -537
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 98 -26 43 -11 72 -18 114 -29
A.4 Esposizioni non deteriorate 128.429 -676 69.304 -245 106.987 -367 55.402 -323
Totale A 130.194 -2.133 70.035 -978 108.206 -1.349 56.665 -1.512
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 418 -52 463 -83 269 -73 114 -13
B.2 Esposizioni non deteriorate 73.224 -100 31.158 -14 48.114 -15 13.544 -11
Totale B 73.642 -152 31.621 -97 48.383 -88 13.658 -24
Totale (A+B) 31.12.2022 203.836 -2.285 101.656 -1.075 156.589 -1.437 70.323 -
-1.536
Totale (A+B) 31.12.2021 217.651 -4.649 100.280 -2.199 183.694 -2.862 68.645 -2.609

B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche

(milioni di euro)
Italia Altri paesi europei
Esposizioni/Aree geografiche Esposizione netta Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - - -1
A.2 Inadempienze probabili - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 107.971 -3 18.407 -22
Totale (A) 107.971 -3 18.407 -23
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate - - - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 9.251 - 104.267 -5
Totale (B) 9.251 - 104.267 -5
Totale (A+B) 31.12.2022 117.222 -3 122.674 -28
Totale (A+B) 31.12.2021 139.351 -4 119.806 -12
(milioni di euro)
America Asia Resto del mondo
Esposizioni/Aree geografiche Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per
cassa
A.1 Sofferenze - - - -3 - -
A.2 Inadempienze probabili 35 -12 - - 1 -
A.3 Esposizioni scadute
deteriorate
- - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 5.824 -1 2.331 -1 889 -7
Totale (A) 5.859 -13 2.331 -4 890 -7
B. Esposizioni creditizie fuori
bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 2 - - - 10 -
B.2 Esposizioni non deteriorate 6.836 - 10.985 - 2.406 -1
Totale (B) 6.838 - 10.985 - 2.416 -1
Totale (A+B) 31.12.2022 12.697 -13 13.316 -4 3.306 -8
Totale (A+B) 31.12.2021 11.007 -13 12.615 -4 3.562 -6

B.3 bis Ripartizione per area geografica dei rapporti con banche residenti in Italia

(milioni di euro)
Esposizioni/Aree geografiche NORD OVEST NORD EST CENTRO SUD E ISOLE
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche di
valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - - - - - - -
A.2 Inadempienze probabili - - - - - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 8.551 -2 2.800 - 96.612 -1 8 -
TOTALE A 8.551 -2 2.800 - 96.612 -1 8 -
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate - - - - - - - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 6.837 - 749 - 1.660 - 5 -
Totale B 6.837 - 749 - 1.660 - 5 -
Totale (A+B)
31.12.2022
15.388 -2 3.549 - 98.272 -1 13 -
Totale (A+B)
31.12.2021
12.500 -3 1.258 - 125.388 -1 205 -

B.4 Grandi esposizioni

Grandi esposizioni
a) Valore di bilancio (milioni di euro) 381.549
b) Valore ponderato (milioni di euro) 26.890
c) Numero 11

In base alle disposizioni normative vigenti, il numero delle "Grandi esposizioni" riportato in tabella è determinato facendo riferimento alle "esposizioni" non ponderate che superano il 10% del capitale di classe 1, così come definito dal nuovo Regolamento UE n. 876/2019 (cd CRR2) dove per "esposizioni" si intende la somma delle attività di rischio per cassa e delle operazioni fuori bilancio (escluse quelle dedotte dal Capitale di classe 1) nei confronti di un cliente, o di un gruppo di cl ienti connessi, senza l'applicazione dei fattori di ponderazione.

Tali criteri espositivi portano a ricomprendere tra le "Grandi esposizioni" anche soggetti che – pur con ponderazione pari allo 0% - presentano un'esposizione non ponderata superiore al 10% del Capitale di classe 1 dell'ente. A tal riguardo si evidenzia che nella tabella sopra riportata sono incluse esposizioni verso società del Gruppo Intesa Sanpaolo il cui valore di bilancio è pari ad 125.180 milioni che, coerentemente con quanto previsto dalla disciplina prudenziale, hanno un valore di ponderazione pari a zero.

Per completezza si segnala che figurano altresì nella predetta tabella esposizioni verso il Tesoro dello Stato Italiano per un valore di bilancio pari a 111.644 milioni e valore ponderato pari a 1.489 milioni ed esposizioni verso Banca d'Italia per 93.047 milioni e valore ponderato pari a 757 milioni.

Da ultimo si precisa che, conformemente a quanto previsto nel documento EBA "Orientamenti sui clienti connessi ai sensi dell'articolo 4.1 punto 39) del regolamento (UE) n.575/2013", sono previste - nelle segnalazioni di vigilanza - modalità convenzionali di rappresentazione dei Gruppi di clienti connessi che possono prevedere (nel caso dei cd. "silos") la ripetizione - in corrispondenza di ogni gruppo economico direttamente controllato da un'Amministrazione Centrale o ad essa legato da dipendenza economica - delle esposizioni verso le Amministrazioni Centrali corrispondenti. A tal riguardo si precisa che gli ammontari di cui alle lettere a) e b) e la numerosità di cui alla lettera c) esposti nella tabella sopra riportata considerano tuttavia una volta sola l'esposizione nei confronti delle varie Amministrazioni Centrali verso cui il Gruppo Intesa Sanpaolo risulta esposto.

C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE

Non formano oggetto di rilevazione nella presente sezione le operazioni di cartolarizzazione nelle quali la Banca sia originator e per le quali il complesso delle passività emesse (es. titoli ABS, finanziamenti nella fase di warehousing) dalle società veicolo sia sottoscritto all'atto dell'emissione dalla stessa Banca. Per l'illustrazione di questa tipologia di operazioni si rimanda alla sezione della Parte E della Nota integrativa relativa al rischio di liquidità.

Informazioni di natura qualitativa

Per le informazioni di natura qualitativa si rimanda a quanto esposto nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

Informazioni di natura quantitativa

C.1 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione "proprie" ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni

Per cassa
-- -----------
(milioni di euro)
Tipologia attività cartolarizzate/Esposizioni ESPOSIZIONI PER CASSA
Senior Mezzanine Junior
Valore Rettifiche/ Valore Rettifiche/ Valore Rettifiche/
di
bilancio
riprese
di valore
di
bilancio
riprese
di valore
di
bilancio
riprese
di valore
A. Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio 7.401 6 49 -10 16 -11
- Prestiti verso imprese (incluse PMI) (a) 3.661 7 35 -9 5 -11
- Leasing (b) 3.203 -1 13 - 10 -
- Mutui ipotecari su immobili residenziali (a) 537 - 1 -1 - -
- Crediti al consumo - - - - 1 -
B. Oggetto di parziale cancellazione dal bilancio - - - - - -
C. Non cancellate dal bilancio 24.824 4 97 7 413 -3
- Prestiti verso imprese (incluse PMI) (c) (d) 17.457 7 85 7 225 -
- Mutui ipotecari su immobili residenziaIi (d) 3.281 -1 12 - 160 -3
- Leasing (d) 2.421 -1 - - 12 -
- Mutui ipotecari su immobili commerciali (d) 1.665 -1 - - 16 -
TOTALE 32.225 10 146 -3 429 -14

(a) L'intero importo è riferito ad attività finanziarie deteriorate.

I Prestiti verso imprese (incluse PMI) si riferiscono alle operazioni di cartolarizzazione Savoy, Kerma, Yoda e Sirio, Grogu e Kerdos (si fa rimando rispettivamente al Bilancio consolidato 2018, 2019, 2020 e 2021 per la descrizione delle operazioni) ed all'operazione Organa (descritta nel paragrafo Informazioni di natura qualitativa della Nota integrativa consolidata). I Mutui ipotecari su immobili residenziali si riferiscono alle operazioni di cartolarizzazione Maior ed Iseo (rivenienti dall'aggregazione del Gruppo ex UBI).

(b) Tra le esposizioni sono ricomprese attività finanziarie deteriorate, riferibili all'operazione di cartolarizzazione Portland, per un ammontare pari rispettivamente a 6 milioni senior e 4 milioni mezzanine (al netto delle rettifiche di valore). Per la descrizione dell'operazione si fa rimando al Bilancio consolidato 2021. Le esposizioni in bonis si riferiscono all'operazione di cartolarizzazione Teseo (descritta nel paragrafo Informazioni di natura qualitativa della Nota integrativa consolidata).

(c) Tra le esposizioni sono ricomprese attività finanziarie deteriorate per un ammontare pari rispettivamente a 29 milioni senior, 53 milioni mezzanine e 17 milioni junior (al netto delle rettifiche di valore).

(d) Le voci includono anche gli ammontari in bonis relativi alle operazioni di cartolarizzazione sintetica originate dalla Banca.

Fuori bilancio

Al 31 dicembre 2022 la fattispecie non è presente.

C.2 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione di "terzi" ripartite per tipologia delle attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni

Per cassa

(milioni di euro)
Tipologia attività sottostanti/Esposizioni ESPOSIZIONI PER CASSA
Senior
Mezzanine
Junior
Valore Rettifiche/ Rettifiche/ Valore Rettifiche/
di
bilancio
riprese
di valore
di
bilancio
riprese
di valore
di
bilancio
riprese
di valore
Prestiti verso imprese (incluse PMI) 1.526 -34 120 -7 2 -1
Mutui ipotecari su immobili residenziali 876 -12 91 -1 - -
Crediti al commercio 457 - 4 - 3 -
Crediti al consumo 213 -2 16 -1 - -
Cartolarizzazioni 167 -1 - - - -
Mutui ipotecari su immobili commerciali 126 -3 32 -1 - -
Obbligazioni bancarie garantite 36 - 16 -1 - -
Leasing 4 - 4 - 2 -
Altre attività (a) 10.707 -6 - - - -
TOTALE 14.112 -58 283 -11 7 -1

(a) L'importo comprende anche i titoli Romulus per 6.778 milioni detenuti in portafoglio dalla Banca, rappresentati convenzionalmente tra le cartolarizzazioni di terzi, nonchè crediti verso il veicolo Duomo Funding Plc per 3.541 milioni quali utilizzo di linee di credito. Per maggiori dettagli in merito alla tipologia delle attività sottostanti si rimanda alla Sezione 4 - Rischi delle altre imprese riportata in parte E della Nota integrativa consolidata.

Fuori bilancio

(milioni di euro)
Tipologia attività
sottostanti/Esposizioni
GARANZIE RILASCIATE LINEE DI CREDITO
Senior Mezzanine Junior Senior Mezzanine Junior
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Esposiz.
netta
Rettifiche/
riprese
di
valore
Duomo ABCP Conduit
transactions (a)
- - - - - - (a) (a) - - - -
Totale - - - - - - - - - - - -

(a) Con riferimento all'operatività posta in essere tramite Duomo Funding Plc finanziata da ABCP, la Banca ha concesso linee di liquidità (pari a 6.576 milioni di esposizione netta e 3 milioni di riprese di valore) a garanzia di attivi già ricompresi nelle Altre attività della Tabella C.2 per cassa.

(milioni di euro)
(a)
Crediti Titoli
di
Altre Senior Mezzanine Junior
Milano (b) - - 2 13 - -
Vicenza (b) 197 - 13 - 18 115
Conegliano Veneto
(TV)
(b) 16.319 - 594 13.869 - 2.652
Conegliano Veneto
(TV)
(b) 6.442 - 2.378 6.350 - 824
Milano (b) 1 - 1 48 - -
Conegliano Veneto
(TV)
(b) 21.803 - 3.825 16.860 - 8.425
Milano (b) 16.631 - 4.877 - 18.612 -
Milano (b) 1.943 1.212 823 - 3.897 -
Milano (b) 54.200 - 6.533 - 60.537 -
Milano (b) 8.574 - 777 - 9.241 -
SEDE LEGALE CONSOLIDAMENTO debito ATTIVITA' (f) PASSIVITA' (f)

C.3 Società veicolo per la cartolarizzazione

(a) Metodo di consolidamento riferito al c.d. perimetro "prudenziale" applicato nel bilancio di Gruppo.

(b) Non consolidato con il metodo integrale, ma con il metodo del patrimonio netto.

(c) Trattasi di veicoli funzionali all'emissione di covered bond. Per ulteriori informazioni si rimanda alla Sezione E.4. Operazioni di covered bond di Parte E della presente Nota integrativa.

(d) Veicolo di autocartolarizzazione descritto nel paragrafo 2 delle informazioni quantitative della Sezione 4 - Rischio di Liquidità.

(e) Gli ammontari riportati tra le attività e passività si riferiscono agli ultimi dati di bilancio disponibili (31 dicembre 2021).

(f) Gli ammontari riportati tra le attività e le passività si riferiscono ai valori complessivamente riportati nelle rendicontazioni contabili delle società veicolo.

Si segnala che, nell'ambito delle operazioni di cartolarizzazione strutturate da Intesa Sanpaolo a valere su proprie attività, sussistono quelle denominate Towers, K-Equity, Savoy, Kerma, Yoda, Maior, Iseo, Sirio, Kerdos, Grogu, Portland, Organa e Teseo, per le quali sono utilizzati special purpose vehicles che rappresentano soggetti terzi e indipendenti rispetto alla Banca e nei confronti dei quali la stessa non intrattiene legami partecipativi e che, per tale motivo, non sono rappresentati nella tabella che precede.

C.4 Società veicolo per la cartolarizzazione non consolidate

Le informazioni di cui alla presente sezione non vanno fornite dalle banche che redigono il Bilancio consolidato ai sensi del la Circolare n. 262 della Banca d'Italia.

C.5 Attività di servicer – cartolarizzazioni proprie: incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo per la cartolarizzazione

SOCIETA' VEICOLO ATTIVITÀ
CARTOLARIZZATE
(dato di fine periodo)
INCASSI DI CREDITI
REALIZZATI
NELL'ANNO
QUOTA PERCENTUALE DEI TITOLI RIMBORSATI
(dato di fine periodo)
(milioni di euro) (milioni di euro) Senior Mezzanine Junior
Deteriorate Non
deteriorate
Deteriorate Non
deteriorate
Attività
Deterior.
Attività
non
deteriorate
Attività
Deterior.
Attività
non
deteriorate
Attività
Deterior.
Attività
non
deteriorate
Teseo SPV S.r.l. (a) - 3.644 - (b) 0% 0% 0% 0% 0% 0%
Totale - 3.644 - -

(a) Veicolo utilizzato per la nuova operazione di cartolarizzazione tradizionale di crediti leasing in bonis per la cui descrizione si fa rimando al paragrafo Informazioni di natura qualitativa della Nota integrativa consolidata.

(b) Gli incassi per 129 milioni sono rimasti in capo al veicolo in quanto la prima payment date sarà a marzo 2023.

D. INFORMATIVA SULLE ENTITA' STRUTTURATE NON CONSOLIDATE CONTABILMENTE (DIVERSE DALLE SOCIETA' VEICOLO PER LA CARTOLARIZZAZIONE)

Le informazioni di natura qualitativa e quantitativa di cui alla presente sezione non vanno fornite dalle banche che redigono il Bilancio consolidato ai sensi della Circolare n. 262 della Banca d'Italia.

E. OPERAZIONI DI CESSIONE

A. Attività finanziarie cedute e non cancellate integralmente

Informazioni di natura qualitativa

Per quanto riguarda la descrizione dell'operatività rappresentata nelle tabelle E.1, E.2 e E.3, si rimanda a quanto riportato in calce alle tabelle stesse.

Per quanto attiene all'operatività in titoli di debito a fronte di pronti contro termine a medio e lungo termine si rimanda a quanto riportato nella Nota integrativa consolidata – Parte B.

Informazioni di natura quantitativa

E.1 Attività finanziarie cedute rilevate per intero e passività finanziarie associate: valori di bilancio

(milioni di euro)
Attività finanziarie cedute rilevate per intero
Passività finanziarie associate
Valore di
bilancio
di cui: oggetto di
operazioni di
cartolarizzazione
di cui: oggetto
di contratti di
vendita con
patto di
riacquisto
di cui
deteriorate
Valore di
bilancio
di cui: oggetto di
operazioni di
cartolarizzazione
di cui: oggetto
di contratti di
vendita con
patto di
riacquisto
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 599 - 599 X 615 - 615
1. Titoli di debito 391 - 391 X 395 - 395
2. Titoli di capitale 208 - 208 X 220 - 220
3. Finanziamenti - - - X - - -
4. Derivati - - - X - - -
B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente
valutate al fair value
- - - - - - -
1. Titoli di debito - - - - - - -
2. Titoli di capitale - - - X - - -
3. Finanziamenti - - - - - - -
C. Attività finanziarie designate al fair value - - - - - - -
1. Titoli di debito - - - - - - -
2. Finanziamenti - - - - - - -
D. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
7.645 - 7.645 - 7.739 - 7.739
1. Titoli di debito 7.645 - 7.645 - 7.739 - 7.739
2. Titoli di capitale - - - X - - -
3. Finanziamenti - - - - - - -
E. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.903 27 3.876 3 3.685 18 3.667
1. Titoli di debito 3.876 - 3.876 - 3.667 - 3.667
2. Finanziamenti 27 27 - 3 18 18 -
TOTALE
31.12.2022
12.147 27 12.120 3 12.039 18 12.021
TOTALE
31.12.2021
13.794 98 13.696 10 13.937 67 13.870

Non figurano nella tabella sopra riportata le operazioni di "covered bond" in cui la Banca risulti sia cedente che finanziatrice del veicolo emittente i titoli di debito.

Gli aggregati dei contratti di vendita con patto di riacquisto si riferiscono alle operazioni di pronti contro termine poste in essere dalla Banca a fronte di attività cedute e non cancellate; non sono incluse, invece, tra le passività finanziarie associate le operazioni di pronti contro termine passive realizzate a valere su titoli ricevuti in operazioni di pronti contro termine attive.

Gli aggregati dei contratti di operazioni di cartolarizzazione si riferiscono alle attività e passività associate rilevate per le operazioni di cartolarizzazione Berica e quelle rientranti nel programma K-Equity.

E.2 Attività finanziarie cedute rilevate parzialmente e passività finanziarie associate: valori di bilancio Per Intesa Sanpaolo la fattispecie non sussiste.

E.3 Operazioni di cessione con passività aventi rivalsa esclusivamente sulle attività cedute e non cancellate integralmente: fair value

(milioni di euro)
Rilevate
per intero
Rilevate
parzialmente
31.12.2022 31.12.2021
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 599 - 599 656
1. Titoli di debito 391 - 391 455
2. Titoli di capitale 208 - 208 201
3. Finanziamenti - - - -
4. Derivati - - - -
B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - - - -
1. Titoli di debito - - - -
2. Titoli di capitale - - - -
3. Finanziamenti - - - -
C. Attività finanziarie designate al fair value - - - -
1. Titoli di debito - - - -
2. Finanziamenti - - - -
D. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva 7.645 - 7.645 9.945
1. Titoli di debito 7.645 - 7.645 9.945
2. Titoli di capitale - - - -
3. Finanziamenti - - - -
E. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (fair value) 3.351 - 3.351 3.107
1. Titoli di debito 3.324 - 3.324 3.009
2. Finanziamenti 27 - 27 98
Totale attività finanziarie 11.595 - 11.595 13.708
Totale passività finanziarie associate 12.038 - 12.038 13.937
Valore netto 31.12.2022 -443 - -443 X
Valore netto 31.12.2021 -229 - X -229

Non figurano nella tabella sopra riportata le operazioni di "covered bond" in cui la Banca risulti sia cedente che finanziatrice del veicolo emittente i titoli di debito.

B. Attività finanziarie cedute e cancellate integralmente con rilevazione del continuo coinvolgimento (continuing involvement)

Per Intesa Sanpaolo la fattispecie non sussiste.

C. Attività finanziarie cedute e cancellate integralmente

Informazioni di natura qualitativa

Operazioni di cessione di tipo multioriginator di portafogli creditizi – in particolare di quelli "unlikely to pay" – riconducibili a cessione dei crediti a un fondo comune di investimento con attribuzione delle relative quote agli intermediari cedenti

Al 31 dicembre 2022, Intesa Sanpaolo detiene quote in fondi comuni di investimento acquisite nell'ambito di operazioni di cessione di tipo multioriginator di portafogli creditizi. In relazione alle disposizioni contenute nella Comunicazione della Banca d'Italia del 23 dicembre 2019, recepite nel 7° aggiornamento della Circolare 262, si riporta di seguito l'informativa inerente: "Le operazioni di cessione di tipo multioriginator di portafogli creditizi - in particolare di quelli "unlikely to pay" - riconducibili a cessione dei crediti a un fondo comune di investimento con attribuzione delle relative quote agli intermediari cedenti".

Fondo Back2Bonis

Nell'ottica di perseguire le attività di de-risking previste dal precedente Piano d'Impresa 2018-2021 e dall'attuale Piano d'Impresa 2022-2025, il Gruppo Intesa Sanpaolo aveva avviato nel corso del terzo trimestre 2020 un processo finalizzato al deconsolidamento di un portafoglio di esposizioni creditizie (comprendente contratti e beni immobili) classificate ad "Unlikely to Pay" con sottostante immobiliare, detenuti dalla Capogruppo, con contestuale conversione degli stessi in quote del fondo mobiliare denominato Back2Bonis. L'operazione, il cui closing era avvenuto alla fine del 2020, si era concretizzata per la Banca (incluse le operazioni realizzate negli esercizi 2019 e 2020 da UBI Banca, incorporata nel 2021) nella cessione di un portafoglio crediti, rapporti giuridici di breve termine e rapporti giuridici e beni da crediti leasing per un ammontare lordo complessivo di 351 milioni ed esposizione netta pari a 164 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo Back2Bonis per un controvalore di 164 milioni, sostanzialmente allineato al valore netto dei crediti ceduti. L'operazione si era perfezionata mediante: (i) la cessione dei crediti bancari e dei crediti derivanti da contratti di leasing a un veicolo di cartolarizzazione Ampre S.r.l.; (ii) la cessione dei rapporti giuridici e beni derivanti dai contratti di leasing ad Ampre LeaseCo S.r.l.; (iii) la cessione dei contratti di breve termine revolving e dei relativi rapporti giuridici e crediti di Intesa Sanpaolo nonché dei contratti di medio-lungo termine con erogazioni residue e dei relativi rapporti giuridici, diversi dai rapporti e beni leasing attraverso la fronting bank messa a disposizione da Banca Finanziaria Internazionale S.p.A., (iv) la sottoscrizione integrale dei titoli emessi dal veicolo di cartolarizzazione da parte del fondo Back2Bonis e (v) l'acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo delle quote del Fondo quale contropartita dei crediti oggetto di cessione.

Nel corso del 2022 si è realizzata la cessione di ulteriori finanziamenti per un ammontare lordo di 1 miliardo ed esposizione netta pari a 216 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo Back2Bonis per un controvalore di 216 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo stesso, senza effetti significativi sul conto economico dell'esercizio 2022.

Il fondo Back2Bonis, costituito sotto forma di un fondo comune mobiliare di tipo chiuso le cui quote sono riservate per la sottoscrizione a investitori professionali, è una piattaforma multi-originator per la gestione di crediti di tipo "Real Estate Small & Medium Size" classificati quali UTP e derivanti da finanziamenti e linee di credito concessi a società operanti nell'ambito immobiliare o a fondi immobiliari (ivi inclusi quelli non interamente erogati/utilizzati al momento della cessione). Con il perfezionamento dell'operazione di apporto dei crediti alla piattaforma, Intesa Sanpaolo aveva provveduto a deconsolidare i crediti con successiva iscrizione delle quote del Fondo in sostituzione dei suddetti crediti. La ripartizione per settori di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nei settori:

  • − "Imprese produttive" con una percentuale del 79,9%;
  • − "Costruttori" con una percentuale del 12,9%;
  • − "Affari immobiliari" con una percentuale del 3,5%;
  • − "Attività Finanziarie e Assicurative" con una percentuale del 2,6%;
  • − e in misura residuale, in altri settori di attività (Servizi, Trasporti, Attività Manifatturiere).

Le attività dei debitori ceduti presentano la seguente distribuzione per aree territoriali:

  • − 92,2% Nord-Ovest;
  • − 3,5% Nord-Est;
  • − 3,2% Sud più Isole.

Al 31 dicembre 2022, la Capogruppo detiene una partecipazione del 55,4% (con limitazione dei diritti di voto al 35%) nel fondo Back2Bonis classificata tra le interessenze ad influenza notevole per un valore di bilancio pari a 385 milioni.

Fondo FI.NAV.

Nell'ottica di perseguire le attività di de-risking previste dal precedente Piano d'Impresa 2018-2021 e dall'attuale Piano d'Impresa 2022-2025, il Gruppo Intesa Sanpaolo aveva avviato nell'ultimo trimestre del 2018 un'operazione di conferimento al Fondo FI.NAV. - fondo comune di investimento mobiliare italiano di tipo chiuso multicomparto - di un portafoglio di crediti ipotecari e chirografari non performing del settore dello shipping. Il Fondo è riservato a investitori istituzionali, gestito dalla management company Davy Global Fund Management Limited, non facente parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, con sede in Irlanda, e si compone di due comparti autonomi: FI.NAV. Comparto A - Crediti, dedicato ad accogliere i crediti conferiti dal Gruppo Intesa Sanpaolo e Unicredit e FI.NAV. Comparto B - Nuova Finanza, dedicato ad accogliere i capitali di investitori terzi per il rilancio delle navi rimpossessate. L'operazione, definita nel 2018, si era perfezionata nel 2019 concretizzandosi in una cessione a titolo oneroso di crediti pro-soluto per un ammontare lordo complessivo di 155 milioni ed esposizione netta pari a 102 milioni, pari al prezzo di cessione, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo e, pertanto, senza effetti sul conto economico dell'esercizio 2019. Nel primo trimestre 2020 si era perfezionata la cessione di un'ulteriore tranche di crediti pro-soluto per un ammontare lordo di 37 milioni e un valore netto di 34 milioni, allineato al prezzo di cessione e, pertanto, senza effetti nel conto economico dell'esercizio 2020. Ai sensi dell'IFRS 9, l'operazione si era configurata per il Gruppo Intesa Sanpaolo quale derecognition dei crediti ceduti in quanto, a seguito della stessa, la gestione era divenuta di esclusiva competenza del Fondo; il Gruppo Intesa Sanpaolo aveva pertanto proceduto alla derecognition dei relativi crediti dal proprio bilancio e alla contestuale iscrizione al corrispondente fair value delle quote del Fondo attribuite. Le società del Gruppo coinvolte nell'operazione sono state la Capogruppo Intesa Sanpaolo e alcune delle sue controllate incorporate nel corso del 2019 e del 2020 (Cassa di Risparmio in Bologna e Mediocredito, incorporate entrambe nel 2019, e Banca IMI incorporata nel 2020). A dicembre 2022 si è perfezionata la cessione di un portafoglio di crediti per un ammontare lordo di 74 milioni ed esposizione netta pari a 37 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del fondo stesso per un controvalore sostanzialmente allineato al valore dell'esposizione ceduta, senza effetti significativi sul conto economico dell'esercizio 2022.

Il settore di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nell'ambito "Trasporti". Le attività finanziarie oggetto di cessione sono presenti in prevalenza nell'area territoriale Sud più Isole.

Al 31 dicembre 2022, la Capogruppo detiene una partecipazione del 50,54% nel Fondo FI.NAV. classificata tra le interessenze ad influenza notevole per un valore di bilancio pari a 155 milioni. La valutazione del Fondo FI.NAV. ha fatto registrare un effetto positivo, quale ripresa di valore nell'esercizio, di 5 milioni.

Fondo RSCT – Comparto Crediti

Nell'ambito delle attività di de-risking previste dal precedente Piano d'Impresa 2018-2021 e dall'attuale Piano d'Impresa 2022- 2025, il Gruppo Intesa Sanpaolo aveva individuato l'opportunità di conferire asset (crediti e titoli) a valere su posizioni non performing al fondo chiuso RSCT Fund, in cambio di quote del fondo medesimo. II progetto era stato seguito da Pillarstone che aveva selezionato un portafoglio di imprese industriali e commerciali con l'obiettivo di individuare per ciascuna di esse una strategia di massimizzazione delle potenzialità di recupero dei crediti anche attraverso iniezioni di nuova finanza. L'operazione si era realizzata nel maggio 2020 con il conferimento di un portafoglio di crediti verso 18 società originati dal Gruppo (Intesa Sanpaolo e Banca IMI, poi incorporata in Intesa Sanpaolo il 20 luglio 2020), Unicredit, BPER Banca e Crédit Agricole al Fondo d'Investimento Alternativo chiuso di nuova costituzione RSCT Fund, gestito da Davy Investment Fund Services, gestore di fondi alternativi autorizzato dalla Banca Centrale d'Irlanda. RSCT Fund è strutturato in due comparti separati, il comparto A per la gestione dei crediti acquisiti dalle banche cessionarie e il comparto B per la gestione della nuova finanza. La cessione di maggio 2020 aveva riguardato un portafoglio di crediti, notes Sirti e strumenti finanziari partecipativi PS Reti per un ammontare lordo di 339 milioni (Intesa Sanpaolo e Banca IMI) ad un valore netto di 255 milioni, sostanzialmente allineato al prezzo di cessione. A luglio 2020 si era realizzata un'ulteriore cessione di una posizione creditizia per un ammontare lordo di 6,3 milioni ad un valore di 4,5 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo stesso. A febbraio 2021 si era realizzata la cessione di una posizione creditizia per un ammontare lordo di 21,3 milioni ad un valore di 13,9 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo stesso. A marzo 2021 si era realizzata la cessione di una posizione creditizia, rinveniente dall'incorporazione di UBI Banca, per un ammontare lordo di 3,1 milioni e un'esposizione netta pari a 1,2 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo RSCT per un controvalore di 1,3 milioni, sostanzialmente allineato al valore netto dei crediti ceduti. A giugno 2021 si era realizzata l'ulteriore cessione di una posizione creditizia per un ammontare lordo di 0,4 milioni ad un valore di 0,1 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo stesso. Il settore di attività economica dei debitori ceduti si concentra nell'ambito delle "Imprese produttive di installazione apparecchi elettrici" per una quota del 72%, di "Parchi di divertimento e parchi tematici" per una quota del 18% e del "Commercio al dettaglio di calzature e accessori" per una quota del 10%. Le attività finanziarie oggetto di cessione sono presenti in prevalenza nell'area territoriale Nord Ovest. Al 31 dicembre 2022, la Capogruppo detiene una partecipazione del 70,07% nel Fondo RSCT classificata tra le interessenze ad influenza notevole per un valore di bilancio pari a 256 milioni. La valutazione del Fondo RSCT ha fatto registrare un effetto negativo nell'esercizio di 8 milioni.

Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti

Nel 2018 il Gruppo Intesa Sanpaolo (nello specifico Intesa Sanpaolo e le banche successivamente incorporate: Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio di Firenze, Cassa di Risparmio di Friuli Venezia Giulia, Cassa di Risparmio in Bologna e Mediocredito) aveva partecipato al Fondo chiuso italiano IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti, gestito da Dea Capital Alternative Funds S.G.R. S.p.A., dedicato al rilancio delle imprese italiane di medie dimensioni che si trovano in situazioni di tensione finanziaria, ma con fondamentali industriali solidi. L'operazione, perfezionata nel 2018, si era realizzata mediante il conferimento di crediti deteriorati per nominali 59 milioni ed esposizione netta pari al prezzo di cessione per 39,2 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione, di pari importo, delle quote del Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti. Nel 2021 la partecipazione della Banca nel Fondo IDEA CCR si è ulteriormente incrementata per effetto dell'incorporazione di UBI Banca che aveva effettuato cessioni di posizioni creditizie nei confronti del Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti, gestito da Dea Capital Alternative Funds SGR, nel corso del 2020, 2019, 2018 e 2017 per un ammontare lordo complessivo di 231 milioni e un'esposizione netta pari a 144 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo IDEA CCR II per un controvalore di 148 milioni, con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione delle quote del Fondo. La ripartizione per settori di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nei settori:

  • − "Attività immobiliari" con una percentuale del 31,6%;
  • − "Trasporto e magazzinaggio" con una percentuale del 28%;
  • − "Attività Professionali, scientifiche e tecniche" con una percentuale del 10%;
  • − "Metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo" con una percentuale del 9,4%;
  • − "Fabbricazione di autoveicoli altri mezzi di trasporto" con una percentuale del 5,6%;
  • − e in misura residuale, in altri settori di attività (Servizi, Trasporti, Attività Manifatturiere).
  • Le attività dei debitori ceduti presentano la seguente distribuzione per aree territoriali:
  • − 28,8% Nord-Ovest;
  • − 11,8% Nord-Est;

  • − 31,2% Sud più Isole;
  • − 23,8% Centro;
  • − 4,4% Estero.

Nel 2022 la partecipazione della Banca nel Fondo IDEA CCR è variata per effetto: i) dell'ingresso della quota detenuta da UBI Leasing S.p.A., incorporata a maggio 2022 in Intesa Sanpaolo, che aveva effettuato cessioni di posizioni creditizie nei confronti del Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti nel 2019 per un ammontare lordo complessivo di 5 milioni e un'esposizione netta pari a 3 milioni con compensazione del prezzo di cessione con il prezzo di sottoscrizione, di pari importo, delle quote del Fondo e ii) della cessione di quote A1 detenute da Intesa Sanpaolo nel Fondo a Banca Nazionale del Lavoro S.p.A., il credito vantato da Intesa Sanpaolo in relazione alla cessione è stato regolato mediante compensazione tramite l'acquisto di quote di Back2Bonis. L'operazione di swap ha determinato un utile a conto economico di 4 milioni. Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 19,98% nel Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Crediti classificata tra le Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value per un valore di bilancio pari a 46 milioni. La valutazione al fair value del Fondo IDEA CCR II ha fatto registrare un effetto positivo sul conto economico dell'esercizio di 4 milioni.

Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Shipping

Il Comparto Crediti Shipping si riferisce a crediti di tipo non performing, unlikely to pay single names, con un focus settoriale su aziende operanti nel segmento shipping. Il Fondo si compone di tre comparti: crediti, nuova finanza e shipping. In seguito all'incorporazione di UBI Banca, Intesa Sanpaolo partecipa anche al Comparto Shipping con una interessenza nel Fondo IDEA CCR II - Comparto Shipping. Nel 2018, UBI Banca incorporata nel 2021 in Intesa Sanpaolo, aveva ceduto finanziamenti per un ammontare lordo complessivo di 45 milioni ed esposizione netta pari a 31 milioni. Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 20,37% nel Fondo IDEA CCR II - Comparto Shipping classificata tra le Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value per un valore di bilancio pari a 11 milioni. La valutazione al fair value del Fondo IDEA CCR Corporate Credit Recovery II - Comparto Shipping ha fatto registrare un effetto positivo nell'esercizio di 3 milioni.

Clessidra Restructuring Fund

Clessidra Restructuring Fund (Fondo CRF) è un fondo di investimento alternativo mobiliare di tipo chiuso riservato a investitori istituzionali, dedicato all'investimento in crediti classificati come unlikely to pay vantati nei confronti di aziende industriali pre‐individuate. A settembre 2019, UBI Banca incorporata nel 2021 in Intesa Sanpaolo, aveva ceduto finanziamenti relativi a cinque controparti, per un ammontare lordo complessivo di 17 milioni ed esposizione netta pari a 11 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del Fondo CRF per un controvalore sostanzialmente allineato al valore netto dei crediti ceduti. Il settore di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nell'ambito "Fabbricazione porte in legno e Fabbricazione Mobili". Le attività finanziarie oggetto di cessione sono presenti in prevalenza nell'area territoriale Nord Ovest. Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 4,34% nel Fondo CRF classificata tra le Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value per un valore di bilancio pari a 9 milioni. La valutazione al fair value del Fondo Clessidra Restructuring Fund ha fatto registrare un effetto positivo nell'esercizio di 1 milione.

Fondo UTP Italia – Comparto Crediti

Il Fondo UTP Italia è un fondo comune di investimento mobiliare italiano alternativo (FIA) di tipo chiuso multicomparto deputato alla gestione di crediti classificati ad inadempienze probabili (UTP) e che ha come target esposizioni creditizie verso società di medie e piccole dimensioni e persone fisiche. A novembre 2022 si è perfezionata la cessione da parte della Banca di un portafoglio di crediti prevalentemente UTP al Fondo UTP Italia gestito da Sagitta S.g.r. con Intrum Italy S.p.A. come special servicer. Nello specifico l'operazione ha previsto: i) la cessione dei crediti vantati dalla Banca, per un ammontare lordo alla data di cut-off di 42 milioni ed esposizione netta pari a 25 milioni, a Finn SPV S.r.l. (SPV 130), senza effetti significativi sul conto economico dell'esercizio 2022; ii) la registrazione del credito per 25 milioni verso il veicolo SPV 130); iii) l'apporto al Fondo UTP Italia del credito verso l'SPV 130 in cambio di quote del fondo stesso a titolo di prezzo; iv) emissione di titoli asset – Backed (ABS) a cura del veicolo e sottoscritti dal Fondo con cancellazione del credito verso l'SPV 130. La ripartizione per settori di attività economica dei debitori ceduti si concentra in misura prevalente nei settori:

  • − "Imprese Produttive" con una percentuale del 80%;
  • − "Società con meno di 20 addetti" con una percentuale del 9,1%;
  • − e in misura residuale, in altri settori di attività (Famiglie consumatrici, Altri intermediari finanziari).
  • Le attività dei debitori ceduti presentano la seguente distribuzione per aree territoriali:
  • − 35,0% Nord-Ovest;
  • − 18,3% Nord-Est;
  • − 32,6% Sud più Isole;
  • − 14,1% Centro;

Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 27,58% nel Fondo UTP Italia classificata tra le Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value per un valore di bilancio pari a 25 milioni.

Efesto

Efesto è un fondo comune di investimento alternativo mobiliare italiano alternativo (FIA) di tipo chiuso. A luglio 2022 si è perfezionata la cessione di finanziamenti per un ammontare lordo di 17 milioni ed esposizione netta pari a 9 milioni, con contestuale sottoscrizione delle quote del fondo stesso per un controvalore di 7 milioni, senza effetti significativi sul conto economico dell'esercizio 2022. Il settore di attività economica del debitore ceduto è nell'ambito "Imprese Produttive". L'attività finanziaria oggetto di cessione è presente nell'area territoriale Nord Ovest. Al 31 dicembre 2022 Intesa Sanpaolo detiene una partecipazione del 2,44% nel fondo Efesto classificata tra le Attività Finanziarie obbligatoriamente al fair value per un valore di bilancio pari a 8 milioni. La valutazione al fair value del fondo Efesto ha fatto registrare un effetto positivo nell'esercizio di 1 milione.

E.4 Operazioni di covered bond

Nella presente sezione devono essere rilevate le operazioni di covered bond in cui la banca cedente e la banca finanziatrice coincidono. Intesa Sanpaolo utilizza i covered bond prevalentemente come forma di raccolta cartolare garantita da attivi originati dalla stessa Intesa Sanpaolo o da altra società del Gruppo.

Intesa Sanpaolo ha realizzato tre programmi di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (OBG).

Il primo Programma, avviato nel 2009, ha un ammontare massimo di 20 miliardi (l'ammontare massimo originario era pari a 10 miliardi). Il garante delle OBG è il veicolo ISP CB Pubblico, cessionario di portafogli di crediti e titoli in bonis al settore pubblico, originati dalla ex controllata Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo, ora Intesa Sanpaolo. Nel tempo la Banca ha ceduto al veicolo attività per un valore nominale originario complessivo pari a 14,3 miliardi (al netto di retrocessioni di attivi per 0,5 miliardi), l'ultima delle quali (per un importo di 1 miliardo) effettuata nell'aprile 2013.

Al 31 dicembre 2022 i crediti e i titoli ceduti al veicolo hanno un valore di bilancio di 3,2 miliardi.

A fronte di tali cessioni si sono realizzate, nel tempo, emissioni di OBG per un nominale complessivo di 25,2 miliardi (di cui 18,1 miliardi relativi ad emissioni acquistate interamente dalla Banca e oggetto di estinzione anticipata o giunte a scadenza e 3,5 miliardi oggetto di offerta di scambio agli investitori nel corso del 2012, 2 miliardi dei quali scaduti nel secondo trimestre 2017 e i restanti 1,5 miliardi scaduti a gennaio 2021).

Al 31 dicembre 2021, erano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito dal veicolo ISP CB Pubblico per un nominale complessivo di 3,6 miliardi, interamente sottoscritte dalla Banca.

Nel corso dell'esercizio 2022 la decima serie è stata oggetto di estinzione totale anticipata per un ammontare complessivo nominale di 250 milioni, ed è stata estinta parzialmente la dodicesima serie per 225 milioni.

Pertanto, al 31 dicembre 2022, restano in essere emissioni effettuate, a valere sul programma garantito dal veicolo ISP CB Pubblico per un nominale complessivo di 3,1 miliardi, interamente sottoscritte dalla Banca.

Tutti i titoli emessi a valere sul programma sono quotati alla Borsa del Lussemburgo e hanno rating A2 di Moody's.

Il secondo Programma, avviato nel 2010, dell'ammontare massimo di 25 miliardi (l'ammontare massimo originario era pari a 20 miliardi), vede come garante delle OBG il veicolo ISP CB Ipotecario S.r.l., cessionario di mutui ipotecari residenziali italiani e, inizialmente, obbligazioni Adriano Finance S.r.l., originati da Intesa Sanpaolo.

Nel tempo la Banca ha ceduto al veicolo mutui per un valore nominale originario complessivo pari a 38,4 miliardi (al netto delle retrocessioni).

Nel corso del 2022 sono state perfezionate le seguenti operazioni:

  • nel mese di gennaio, riacquisti per un controvalore di 116 milioni;

  • nel mese di maggio, cessione per un controvalore di 2,7 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 i crediti ceduti al veicolo hanno un valore di bilancio di 16,6 miliardi.

A fronte delle cessioni di tali attivi, Intesa Sanpaolo ha realizzato, nel corso del tempo, emissioni di OBG per un valore nominale complessivo di 34,9 miliardi (di cui oggetto di estinzione anticipata o scaduti per complessivi 20,6 miliardi alla data di dicembre 2022).

Al 31 dicembre 2021 risultavano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito dal veicolo ISP CB Ipotecario per un valore nominale complessivo di 15,5 miliardi, di cui 10,6 miliardi collocate presso investitori terzi e 4,9 miliardi sottoscritte da Intesa Sanpaolo. Di queste ultime una parte era stata successivamente impegnata in operazioni di pronti contro termine passivi per un importo di 343 milioni.

Nel corso del 2022 sono scadute due serie per un ammontare di 2,2 miliardi ed emissione di una serie per un ammontare di 1 miliardo.

Pertanto, al 31 dicembre 2022, restano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito del veicolo ISP CB Ipotecario per un nominale complessivo di 14,3 miliardi, di cui 8,4 miliardi collocate presso investitori terzi e 5,9 miliardi sottoscritte da Intesa Sanpaolo. Di queste ultime una parte è stata successivamente impegnata in operazioni di pronti contro termine passivi per un importo di 343 milioni.

Tutti i titoli emessi a valere sul programma sono quotati alla Borsa del Lussemburgo ed hanno rating Aa3 di Moody's.

Il terzo Programma multi-originator di emissione di OBG, avviato nel 2012, vede come garante dei titoli il veicolo ISP OBG S.r.l. Tale programma è assistito da mutui ipotecari per un ammontare massimo di 55 miliardi (l'ammontare massimo originario era pari a 30 miliardi) ed è finalizzato a realizzare emissioni retained.

Il portafoglio posto a garanzia delle emissioni di OBG è composto da mutui ipotecari originati da Intesa Sanpaolo, Banco di Napoli, Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio in Bologna e Banca CR Firenze (fuse per incorporazione in Intesa Sanpaolo tra luglio 2018 e febbraio 2019).

Nel tempo la Banca ha ceduto al veicolo mutui ipotecari per un valore nominale originario complessivo di 94,4 miliardi (al netto delle esclusioni).

Nel corso del 2022 Intesa Sanpaolo ha ceduto al veicolo mutui ipotecari per un valore nominale originario complessivo di 12 miliardi (al netto delle esclusioni).

Sono state perfezionate le seguenti cessioni:

− nel mese di giugno, per un controvalore di 6,2 miliardi;

− nel mese di novembre, per un controvalore di 6,0 miliardi.

Inoltre, nel corso del 2022 sono stati riacquistati crediti:

− nel mese di gennaio, per un controvalore di 281 milioni.

Al 31 dicembre 2022 i crediti ceduti da Intesa Sanpaolo al veicolo hanno un valore di bilancio di 54,2 miliardi.

A fronte della cessione di tali attivi, la Banca ha realizzato, nel corso del tempo, emissioni di OBG per un valore nominale complessivo di circa 86,3 miliardi (di cui 40,2 miliardi estinte anticipatamente e rimborsate). Tutti i titoli emessi a valere sul programma sono quotati alla Borsa del Lussemburgo ed hanno rating A di DBRS Morningstar.

Al 31 dicembre 2021 risultavano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito dal veicolo ISP OBG per un nominale complessivo di 45,9 miliardi, interamente sottoscritte da Intesa Sanpaolo.

Nel corso del 2022 è stata emessa la quarantasettesima serie per 10 milioni.

Pertanto, al 31 dicembre 2022, risultano in essere emissioni effettuate a valere sul programma garantito dal veicolo

ISP OBG per un nominale complessivo di 45,9 miliardi, interamente sottoscritte da Intesa Sanpaolo.

Il quarto programma fu avviato dall'ex Gruppo UBI Banca nel corso dell'esercizio 2008.

Nell'ex UBI Banca, incorporata in Intesa Sanpaolo S.p.A. nel corso del 2021, erano presenti due Programmi di Obbligazioni Bancarie Garantite facenti capo a due Società Veicolo rispettivamente denominate UBI Finance S.r.l. e UBI Finance CB2 S.r.l., quest'ultimo chiuso nel corso del mese di gennaio 2021.

Il programma prevede ad oggi la possibilità da parte di Intesa Sanpaolo di emettere titoli, rivolti ad investitori istituzionali, per un ammontare massimo di 15 miliardi. Il Programma include mutui ipotecari residenziali ceduti dalle Banche Rete dell'ex Gruppo UBI; queste ultime avevano aderito al Programma in qualità sia di Banche Originator che di Banche Finanziatrici.

Al 31 dicembre 2021 risultavano in essere emissioni sul programma garantito dal veicolo UBI Finance per un valore nominale complessivo di 9,1 miliardi, di cui 7,5 miliardi collocate presso investitori terzi e 1,6 miliardi retained.

Nel corso del 2022 sono scadute quattro serie per un importo complessivo di 1,4 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 risultano in essere emissioni sul programma garantito dal veicolo UBI Finance per un valore nominale complessivo di 7,7 miliardi, di cui 7,5 miliardi collocate presso investitori terzi e 0,2 miliardi retained.

Al 31 dicembre il rating attribuito ai titoli del programma era pari a Aa3 per Moody's ed AA per DBRS Morningstar.

Nel corso dell'esercizio 2022 Intesa Sanpaolo ha ceduto al veicolo mutui ipotecari per un valore nominale originario complessivo di 751 milioni.

Sono state perfezionate le seguenti operazioni:

− nel mese di giugno, cessione per un controvalore di 823 milioni;

− nel mese di febbraio, riacquisti per un controvalore di 72 milioni.

Al 31 dicembre 2022 i crediti ceduti al veicolo hanno un valore di bilancio di 8,6 miliardi

DENOMINAZIONE
VEICOLO
DENOMINA
ZIONE
TITOLO
TIPOLOGIA ATTIVO
SOTTOSTANTE
EMISSIONE SCADENZA RATING DATI VEICOLO FINANZIAMENTO
SUBORDINATO
(1)
OBG EMESSE (milioni di euro)
Totale
attivo
Svalutaz.
cumulate
sul
portafoglio
cartolariz
zato
Importo Importo
nominale
(2)
Valore
di
bilancio
(2)
Classificazione
IAS
Valuta
zione
ISP CB
PUBBLICO
3.978 21 3.897 - -
ISP CB
IPOTECARIO
21.508 33 18.612 8.702 8.328
Intesa Sanpaolo
11/26 5,25%
Mutui ipotecari
residenziali
17/02/2011 17/02/2026 Moody's
Aa3
100 105 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
11/31 5,375%
Mutui ipotecari
residenziali
17/02/2011 17/02/2031 Moody's
Aa3
300 319 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
11/27 5,25%
Mutui ipotecari
residenziali
16/09/2011 16/09/2027 Moody's
Aa3
210 208 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
13/25 3,375%
Mutui ipotecari
residenziali
24/01/2013 24/01/2025 Moody's
Aa3
1.000 989 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo Mutui ipotecari Moody's Titoli in Costo
14/26 3,25%
Intesa Sanpaolo
residenziali
Mutui ipotecari
10/02/2014 10/02/2026 Aa3
Moody's
1.250 1.254 circolazione
Titoli in
amm.
Costo
15/25 1,375%
Intesa Sanpaolo
residenziali
Mutui ipotecari
18/12/2015 18/12/2025 Aa3
Moody's
1.250 1.136 circolazione
Titoli in
amm.
Costo
16/23 0,625%
Intesa Sanpaolo
residenziali
Mutui ipotecari
23/03/2016 23/03/2023 Aa3
Moody's
1.249 1.251 circolazione
Titoli in
amm.
Costo
17/27 1,125%
Intesa Sanpaolo
residenziali
Mutui ipotecari
16/06/2017 16/06/2027 Aa3
Moody's
1.000 869 circolazione
Titoli in
amm.
Costo
07/25 1,125% residenziali 13/07/2018 14/07/2025 Aa3 1.000 936 circolazione amm.
Intesa Sanpaolo
03/24 0,5%
Mutui ipotecari
residenziali
05/03/2019 05/03/2024 Moody's
Aa3
1.000 961 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
04/30 FRN
Mutui ipotecari
residenziali
16/02/2018 12/04/2030 Moody's
Aa3
343 300 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
ISP OBG 60.733 192 60.537 - -
UBI FINANCE 9.351 65 9.241 7.497 7.108
Intesa Sanpaolo
14/24 3,125%
Mutui ipotecari
residenziali
05/02/2014 05/02/2024 Moody's
Aa3
DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
999 1.023 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
14/25 1,25%
Mutui ipotecari
residenziali
07/11/2014 07/02/2025 DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
1.000 964 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
15/23 1%
Mutui ipotecari
residenziali
27/10/2015 27/01/2023 DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
1.249 1.260 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
16/26 0,375%
Mutui ipotecari
residenziali
14/09/2016 14/09/2026 DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
1.000 893 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
17/27 1,125%
Mutui ipotecari
residenziali
04/10/2017 04/10/2027 DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
1.250 1.126 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
18/30 1,25%
Mutui ipotecari
residenziali
15/01/2018 15/01/2030 DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
500 437 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
18/24 0,5%
Mutui ipotecari
residenziali
15/01/2018 15/07/2024 DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
749 716 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
18/33 1,78%
Mutui ipotecari
residenziali
23/02/2018 23/02/2033 DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
90 79 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
18/33 1.75%
Mutui ipotecari
residenziali
26/02/2018 25/02/2033 DBRS
Morningstar
AA
Moody's
Aa3
160 141 Titoli in
circolazione
Costo
amm.
Intesa Sanpaolo
19/25 1%
Mutui ipotecari
residenziali
25/02/2019 25/09/2025 DBRS
Morningstar
AA
500 469 Titoli in
circolazione
Costo
amm.

(1) Nella voce è stato indicato il prestito subordinato concesso da Intesa Sanpaolo ai veicoli per finanziare l'acquisto del portafoglio posto a garanzia delle OBG. Tale prestito è oggetto di derecognition nel bilancio IAS compliant individuale. L'ammontare del finanziamento si riferisce all'emissione già realizzata nell'ambito di un programma di emissione di ammontare massimo superiore.

(2) L'importo nominale e il valore di bilancio sono da considerarsi al netto dei titoli riacquistati.

L'informativa integrativa richiesta dall'IFRS 12 non va fornita dalle banche che redigono il Bilancio consolidato ai sensi della Circolare 262 di Banca d'Italia.

F. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO

A fine anno, la perdita attesa gestionale risultava pari allo 0,35%, in diminuzione rispetto al dato di fine 2021 (0,40%) grazie alle attività di derisking e di miglioramento nella qualità del credito registrata nella seconda metà dell'anno, in parte compensata dalla maggiore rischiosità riveniente dalle controparti interessate dal conflitto russo-ucraino

Per le società che rientrano nel piano di roll-out, i modelli interni regolamentari di rating, di LGD e di EAD sono sottoposti ad un processo di controllo di secondo livello da parte della funzione di Convalida e ad un controllo di terzo livello da parte della funzione di Revisione Interna. Le funzioni di controllo producono per il Supervisor le relazioni annuali di conformità dei modelli alla normativa di Vigilanza, nell'ambito delle quali si verifica lo scostamento tra le stime effettuate ex ante e i valori realizzati ex post. Tali relazioni, approvate dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, attestano il permanere dei requisiti di conformità.

SEZIONE 2 - RISCHI DI MERCATO

PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE DI VIGILANZA

2.1 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO

Informazioni di natura qualitativa

Le informazioni di natura qualitativa circa la misurazione dei rischi finanziari generati dal portafoglio di negoziazione di vigilanza di Intesa Sanpaolo sono illustrate nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

Informazioni di natura quantitativa

Le informazioni quantitative di natura gestionale relative ai rischi di mercato di Intesa Sanpaolo sono illustrate nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

PORTAFOGLIO BANCARIO

2.2 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E DI PREZZO

Informazioni di natura qualitativa

Le informazioni di natura qualitativa circa la misurazione dei rischi finanziari generati dal portafoglio bancario di Intesa Sanpaolo sono illustrate nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

Informazioni di natura quantitativa

Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività

La sensitivity del margine di interesse – nell'ipotesi di variazione di +50, -50 e di +100 punti base dei tassi – ammonta alla fine dell'esercizio 2022, rispettivamente a 449 milioni, - 463 milioni e a 107 milioni. Quest'ultimo dato è in diminuzione rispetto al valore di fine 2021 che era pari a 1.401 milioni. Sulla riduzione incide sia la modifica nelle regole di indicizzazione dell'operatività con la BCE, operata alla fine del mese ottobre, sia il rialzo dei tassi di mercato di breve termine, che ha determinato una maggiore reattività della raccolta a vista da clientela prevista dal modello comportamentale.

Il rischio di tasso di interesse generato dal portafoglio bancario di Intesa Sanpaolo, misurato mediante la shift sensitivity del valore (variazione di valore del portafoglio conseguente a uno spostamento parallelo e uniforme di +100 punti base della curva), ha registrato nel corso del 2022 un valore medio pari a -1.502 milioni, attestandosi a fine anno su di un valore pari a -871 milioni (-1.577 milioni il valore di fine 2021). La riduzione degli ultimi mesi del 2022 origina, oltre che dagli effetti prodotti dell'aumento dei tassi di interesse, da interventi di copertura in derivati degli impieghi e dalla contrazione del Portafoglio Titoli HTCS.

Il rischio di tasso di interesse, misurato in termini di VaR (intervallo di confidenza 99%, holding period 10 giorni), è stato nel corso del 2022 mediamente pari a 589 milioni, con un valore massimo pari a 797 milioni e un valore minimo pari a 368 milioni, dato quest'ultimo coincidente con quello di fine dicembre 2022.

Il rischio di prezzo generato dal portafoglio azionario di minoranza quotato, in gran parte detenuto nel Portafoglio HTCS, ha registrato nel 2022 un livello medio, misurato in termini di VaR, di 188 milioni, con valori massimo e minimo pari rispettivamente a 222 milioni e a 87 milioni, attestandosi a fine 2022 su di un valore pari a 87 milioni (230 milioni il valore di fine 2021). Gli scostamenti tra i valori sono principalmente dovuti alla volatilità dei mercati registrata nel corso del 2022.

Infine, nella tabella sottostante, si fornisce un'analisi di sensitività del portafoglio bancario al rischio di prezzo, che evidenzia l'impatto sul Patrimonio netto simulando uno shock dei prezzi per le sopracitate attività quotate.

Rischio di prezzo: impatto sul patrimonio netto

Impatto sul
patrimonio netto al
31.12.2022
Impatto sul
patrimonio netto al
30.09.2022
Impatto sul
patrimonio netto al
30.06.2022
Impatto sul
patrimonio netto al
31.03.2022
(milioni di euro)
impatto sul
patrimonio netto al
31.12.2021
Shock di prezzo 10% 73 147 146 166 177
Shock di prezzo -10% -73 -147 -146 -166 -177

2.3 RISCHIO DI CAMBIO

Informazioni di natura qualitativa

Per le informazioni di natura qualitativa, ivi comprese le attività di copertura del rischio di cambio, si rinvia a quanto esposto nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

Informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività e passività e dei derivati

(milioni di euro)
Voci VALUTE
Dollaro
USA
Sterlina Yen Franco
svizzero
Dollaro
Australiano
Altre
valute
A. ATTIVITA' FINANZIARIE 56.504 4.877 3.125 334 4.547 5.358
A.1 Titoli di debito 7.726 661 2.457 - 854 416
A.2 Titoli di capitale 776 90 - 34 - 707
A.3 Finanziamenti a banche 32.774 1.991 479 124 2.383 3.058
A.4 Finanziamenti a clientela 15.228 2.135 189 176 1.310 1.177
A.5 Altre attività finanziarie - - - - - -
B. ALTRE ATTIVITA' 2.505 365 24 - 105 781
C. PASSIVITA' FINANZIARIE 57.159 3.889 1.086 404 3.110 2.822
C.1 Debiti verso banche 42.516 1.805 446 338 2.927 2.250
C.2 Debiti verso clientela 2.026 358 12 66 164 478
C.3 Titoli di debito 12.617 1.726 628 - 19 94
C.4 Altre passività finanziarie - - - - - -
D. ALTRE PASSIVITA' 1.489 679 27 73 50 932
E. DERIVATI FINANZIARI
- Opzioni
posizioni lunghe 5.552 133 406 53 65 383
posizioni corte 5.707 195 340 37 69 788
- Altri derivati
posizioni lunghe 61.447 11.027 3.196 5.859 1.524 12.842
posizioni corte 62.319 11.571 5.291 5.745 3.075 14.099
TOTALE ATTIVITA' 126.008 16.402 6.751 6.246 6.241 19.364
TOTALE PASSIVITA' 126.674 16.334 6.744 6.259 6.304 18.641
SBILANCIO (+/-) -666 68 7 -13 -63 723

La rappresentazione della "Distribuzione per valuta di denominazione delle attività e passività e dei derivati" è stata adeguata a partire dal 31 dicembre 2022 alla visione prudenziale in aderenza al nuovo framework metodologico introdotto dalle EBA Guidelines on the treatment of structural FX under Article 352(2) of Regulation (EU) No 575/2013 (CRR).

2. Modelli interni ed altre metodologie per l'analisi di sensitività

Come già anticipato, la gestione del rischio di cambio transattivo, relativo alle attività di negoziazione, è inserita nell'ambito delle procedure operative e delle metodologie di stima del VaR gestionale.

Il rischio di cambio espresso dagli investimenti partecipativi in divisa estera (banking book) origina a fine esercizio 2022 un VaR (intervallo di confidenza 99%, holding period 10 giorni) pari a 126 milioni. Tale impatto potenziale si rifletterebbe unicamente sul Patrimonio netto.

SEZIONE 3 – GLI STRUMENTI DERIVATI E LE POLITICHE DI COPERTURA

La Banca risulta autorizzata all'utilizzo dei modelli interni di tipo EPE (Expected Positive Exposure) per la determinazione del requisito per il rischio di controparte.

Tali modelli sono utilizzati per la quasi totalità del portafoglio di negoziazione (come si evince dalla tabella sottostante, al 31 dicembre 2022 circa il 97% dell'EAD complessiva relativa ai derivati finanziari e creditizi è valutata con modelli EPE).

I derivati il cui rischio di controparte è misurato con metodi diversi da modelli interni rappresentano una quota residuale del portafoglio (al 31 dicembre 2022 pari a circa il 3% dell'EAD complessiva) e si riferiscono a contratti residuali non simulati, nel rispetto delle soglie di non materialità stabilite da EBA.

L'entrata in vigore delle regole di Basilea 3 ha previsto l'inclusione nel perimetro segnalato del rischio di controparte anche dei derivati Exchage Traded Derivatives (ETD) e dei contratti con le Controparti centrali CCP.

La tabella seguente riporta l'EAD complessiva delle esposizioni in derivati finanziari e creditizi, suddivisa per metodologia di valutazione.

(milioni di euro)
Categorie di transazioni Exposure at default (EAD)
31.12.2022 31.12.2021
Modelli
standardizzati
Modello interno
(EPE)
Modelli
standardizzati
Modello interno
(EPE)
Contratti derivati 327 12.437 332 16.363

Il modello interno di tipo EPE permette di tenere conto nella simulazione del collaterale incassato a mitigazione dell'esposizione creditizia e dell'eventuale collaterale pagato in eccesso. Il valore delle garanzie ricevute e inglobate nel calcolo dell'EAD ammonta per Intesa Sanpaolo a circa 18 miliardi, mentre il collaterale pagato risulta pari a circa 18,5 miliardi (tale importo è comprensivo dei margini iniziali postati a fronte dell'operatività con Controparti centrali).

3.1 Gli strumenti derivati di negoziazione

A. DERIVATI FINANZIARI

A.1 Derivati finanziari di negoziazione: valori nozionali di fine periodo

(milioni di euro)
Attività sottostanti/Tipologie derivati 31.12.2022 31.12.2021
Over the counter Mercati Over the counter Mercati
organizzati
Controparti
centrali
Senza controparti centrali organizzati Controparti
centrali
Senza controparti centrali
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
1. Titoli di debito e tassi d'interesse 2.301.865 286.344 81.194 109.527 1.933.669 302.251 76.452 167.501
a) Opzioni - 69.046 7.878 1.004 - 69.216 6.169 6.868
b) Swap 2.301.865 217.298 71.440 - 1.933.669 233.035 68.777 -
c) Forward - - 1.607 - - - 1.469 -
d) Futures - - 269 108.523 - - 37 160.633
e) Altri - - - - - - - -
2. Titoli di capitale e indici azionari - 6.415 25.135 5.860 - 4.799 28.198 2.480
a) Opzioni - 5.946 25.126 3.932 - 4.792 28.189 609
b) Swap - 469 9 - - 7 9 -
c) Forward - - - - - - - -
d) Futures - - - 1.928 - - - 1.871
e) Altri - - - - - - - -
3. Valute e oro - 158.325 15.921 7 - 172.779 15.290 104
a) Opzioni - 27.661 1.274 4 - 22.637 1.181 89
b) Swap - 35.971 2.612 - - 44.252 3.829 -
c) Forward - 94.406 11.167 - - 105.707 9.504 -
d) Futures - - - 3 - - - 15
e) Altri - 287 868 - - 183 776 -
4. Merci - 4.042 1.077 1.640 - 3.068 1.070 1.698
5. Altri sottostanti - - - - - - - -
Totale 2.301.865 455.126 123.327 117.034 1.933.669 482.897 121.010 171.783

I nozionali esposti al 31 dicembre 2022 nella colonna Over the counter con Controparti centrali afferiscono a derivati di tasso regolati tramite compensatori legali per 2.302 miliardi.

(milioni di euro)
Tipologie derivati 31.12.2022 31.12.2021
Over the counter Mercati
organizzati
Over the counter Mercati
Controparti
Senza controparti centrali
Controparti Senza controparti centrali organizzati
centrali Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
centrali Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
1. Fair value positivo
a) Opzioni - 1.575 592 54 - 1.743 789 26
b) Interest rate swap 83.520 11.050 2.098 - 39.039 10.033 5.337 -
c) Cross currency swap - 1.617 201 - - 1.295 264 -
d) Equity swap - 21 2 - - - - -
e) Forward - 1.867 228 - - 895 100 -
f) Futures - - - - - - - -
g) Altri - 721 170 - - 752 190 -
Totale 83.520 16.851 3.291 54 39.039 14.718 6.680 26
2. Fair value negativo
a) Opzioni - 1.810 6.290 44 - 1.842 6.306 19
b) Interest rate swap 80.573 12.503 3.868 - 39.252 14.130 855 -
c) Cross currency swap - 1.458 876 - - 1.141 859 -
d) Equity swap - 21 - - - - - -
e) Forward - 1.294 360 - - 1.146 208 -
f) Futures - - - - - - - -
g) Altri - 556 186 - - 752 417 -
Totale 80.573 17.642 11.580 44 39.252 19.011 8.645 19

A.2 Derivati finanziari di negoziazione: fair value lordo positivo e negativo – ripartizione per prodotti

Ai fini della tabella si considera il fair value di tutti i contratti non marginati, sia su mercati regolamentati che con Controparti centrali.

I valori esposti nella colonna Over the counter con Controparti centrali afferiscono al fair value lordo dei derivati over the counter (OTC) regolati tramite compensatori legali, incluso LCH Ltd.

Il fair value dei derivati over the counter (OTC) di negoziazione in essere con il compensatore legale LCH Ltd., ritenuti soddisfatti i requisiti previsti dallo IAS 32 paragrafo 42, è stato oggetto di compensazione in bilancio con rappresentazione nella Parte B di Nota integrativa per uno sbilancio complessivamente positivo per i Derivati finanziari di negoziazione di 147 milioni (fair value positivo per 75.959 milioni e fair value negativo per 75.812 milioni). Lo sbilancio è da riferire all'operatività originata da clientela e società del Gruppo per un risultato positivo da compensazione di 4.384 milioni (fair value positivo per 5.741 milioni e fair value negativo per 1.357 milioni), rappresentato tra le Attività finanziarie di negoziazione, ed all'operatività in conto proprio per un risultato negativo da compensazione di 4.237 milioni (fair value positivo per 70.218 milioni e fair value negativo per 74.455 milioni), rappresentato tra le Passività finanziarie di negoziazione. Sulle Passività finanziarie di negoziazione ha agito inoltre, il risultato positivo della compensazione dei contratti derivati di copertura per 417 milioni (fair value positivo per 9.998 milioni e fair value negativo per 9.581 milioni).

A.3 Derivati finanziari di negoziazione "over the counter": valori nozionali fair value lordo positivo e negativo per controparti

(milioni di euro)
Attività sottostanti Controparti
centrali
Banche Altre società
finanziarie
Altri soggetti
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale X 7.108 16.278 57.808
- fair value positivo X 253 608 1.333
- fair value negativo X -291 -502 -3.543
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale X 14.141 5.250 5.744
- fair value positivo X 518 41 3
- fair value negativo X -817 -151 -5.013
3) Valute e oro
- valore nozionale
X 1.460 1.421 13.040
- fair value positivo X 34 11 343
- fair value negativo X -672 -24 -392
4) Merci
- valore nozionale X - 114 963
- fair value positivo X - 8 139
- fair value negativo X - -19 -156
5) Altri
- valore nozionale X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
Contratti rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale 2.301.865 214.779 57.603 13.962
- fair value positivo 83.520 8.313 3.441 315
- fair value negativo -80.573 -10.941 -1.504 -1.066
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale - 2.423 3.977 15
- fair value positivo - 129 64 3
- fair value negativo - -102 -325 -
3) Valute e oro
- valore nozionale - 113.292 34.172 10.861
- fair value positivo - 2.625 867 376
- fair value negativo - -1.814 -655 -675
4) Merci
- valore nozionale - 349 1.725 1.968
- fair value positivo - 48 218 452
- fair value negativo - -38 -189 -333
5) Altri
- valore nozionale - - - -
- fair value positivo - - - -
- fair value negativo - - - -

A.4 Vita residua dei derivati finanziari "over the counter": valori nozionali

(milioni di euro)
Sottostanti/Vita residua Fino ad 1 anno Oltre 1 anno e
fino a 5 anni
Oltre 5 anni Totale
A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di interesse 854.316 1.048.224 766.863 2.669.403
A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale ed indici azionari 11.116 19.142 1.292 31.550
A.3 Derivati finanziari su valute e oro 126.651 35.001 12.594 174.246
A.4 Derivati finanziari su merci 2.632 2.487 - 5.119
A.5 Altri derivati finanziari - - - -
Totale
31.12.2022
994.715 1.104.854 780.749 2.880.318
Totale
31.12.2021
743.576 1.035.500 758.500 2.537.576

B. DERIVATI CREDITIZI

B.1 Derivati creditizi di negoziazione: valori nozionali di fine periodo

(milioni di euro)
Categorie di operazioni Derivati di negoziazione
su un singolo
soggetto
su più soggetti
(basket)
1. Acquisti di protezione
a) Credit default products 7.582 68.356
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 31.12.2022 7.582 68.356
Totale 31.12.2021 7.531 67.468
2. Vendite di protezione
a) Credit default products 8.090 65.183
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 31.12.2022 8.090 65.183
Totale 31.12.2021 8.243 63.098

Al 31 dicembre 2022 non sussistono contratti esposti in tabella inclusi nel perimetro dell'informativa sui prodotti strutturati di credito riportata nel capitolo di Nota integrativa consolidata dedicato ai rischi di mercato.

B.2 Derivati creditizi di negoziazione: fair value lordo positivo e negativo – ripartizione per prodotti

(milioni di euro)
Tipologie derivati Totale 31.12.2022 Totale 31.12.2021
1. Fair value positivo
a) Credit default products 954 2.248
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 954 2.248
2. Fair value negativo
a) Credit default products 943 2.341
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 943 2.341

Al 31 dicembre 2022 non sussistono contratti esposti in tabella inclusi nel perimetro dell'informativa sui prodotti strutturati di credito riportata nel capitolo di Nota integrativa consolidata dedicato ai rischi di mercato.

B.3 Derivati creditizi di negoziazione "over the counter": valori nozionali, fair value lordo (positivo e negativo) per controparti

(milioni di euro)
Controparti
centrali
Banche Altre società
finanziarie
Altri soggetti
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
1) Acquisto protezione
− valore nozionale X - - 275
− fair value positivo X - - 22
− fair value negativo X - - -
2) Vendita protezione
− valore nozionale X - 36 8
− fair value positivo X - - -
− fair value negativo X - - -8
Contratti rientranti in accordi di compensazione
1) Acquisto protezione
− valore nozionale 53.496 11.408 10.759 -
− fair value positivo 15 167 147 -
− fair value negativo -421 -77 -83 -
2) Vendita protezione
− valore nozionale 53.235 10.787 9.207 -
− fair value positivo 410 80 113 -
− fair value negativo -13 -184 -157 -

Al 31 dicembre 2022 non sussistono contratti esposti in tabella inclusi nel perimetro dell'informativa sui prodotti strutturati di credito riportata nel capitolo di Nota integrativa consolidata dedicato ai rischi di mercato.

B.4 Vita residua dei derivati creditizi di negoziazione "over the counter": valori nozionali

(milioni di euro)
Sottostanti/Vita residua Fino ad 1 anno Oltre 1 anno e
fino a 5 anni
Oltre 5 anni Totale
1. Vendita di protezione 7.767 64.581 925 73.273
2. Acquisto di protezione 8.088 67.174 676 75.938
Totale 31.12.2022 15.855 131.755 1.601 149.211
Totale 31.12.2021 9.145 135.970 1.225 146.340

B.5 Derivati creditizi connessi con la fair value option: variazioni annue

Intesa Sanpaolo non detiene in portafoglio derivati creditizi connessi con la fair value option.

3.2 Le coperture contabili

Informazioni di natura qualitativa

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, in sede di prima applicazione dell'IFRS 9, ha esercitato l'opzione prevista dal Principio di continuare ad applicare integralmente le regole dello IAS 39 per tutte le tipologie di coperture (micro e macro). Pertanto non trovano applicazione le previsioni dell'IFRS 9 in tema di coperture.

A. Attività di copertura del fair value

L'attività di copertura posta in essere dalla Banca è finalizzata ad immunizzare il portafoglio bancario dalle variazioni di fair value della raccolta e degli impieghi causate dai movimenti della curva dei tassi di interesse (rischio tasso).

La Banca adotta sia coperture specifiche (micro fair value hedge) che coperture generiche (macro fair value hedge). Nell'ambito del micro fair value hedge, sono coperti principalmente prestiti obbligazionari emessi, titoli dell'attivo ed impieghi a clientela.

Nell'ambito del macro fair value hedge, la copertura generica viene applicata a:

  • − raccolta a vista stabile (core deposit), sulla base della normativa di riferimento nella versione carve-out dello IAS 39 secondo l'opzione prevista dall'IFRS 9 di avvalersi della possibilità di applicare integralmente le disposizioni dello IAS 39 in materia di coperture;
  • − quota già fissata di impieghi a tasso variabile, in cui il macro fair value hedge è applicato alla copertura del rischio di tasso insito nelle cedole a tasso variabile degli impieghi erogati, quando il tasso cedolare viene fissato;
  • − una porzione degli impieghi creditizi a tasso fisso; per questa tipologia, in linea con la versione carve-out dello IAS 39, si è adottato un modello di copertura generica a portafoglio aperto secondo un approccio bottom-layer che, in coerenza con la metodologia di misurazione dei rischi di tasso di interesse che prevede la modellizzazione del fenomeno del prepayment, risulta maggiormente correlato all'attività di gestione dei rischi ed al dinamismo delle masse.

Le principali tipologie di derivati utilizzati sono rappresentate da interest rate swap (IRS) plain o strutturati, overnight index swap (OIS), cross currency swap (CCS), vendite forward ed opzioni su tassi, realizzati con controparti terze.

I derivati non sono quotati su mercati regolamentati, ma negoziati nell'ambito dei circuiti over the counter (OTC). Rientrano tra i contratti over the counter (OTC) anche quelli stipulati tramite Clearing House.

B. Attività di copertura dei flussi finanziari

L'attività di copertura posta in essere dalla Banca ha l'obiettivo di coprire l'esposizione dalla variazione dei flussi di cassa futuri, attribuibili ai movimenti della curva dei tassi di interesse, associati ad una particolare attività/passività, quali pagamenti di interessi futuri variabili su un debito/credito o ad una transazione futura prevista altamente probabile.

La Banca adotta sia coperture specifiche (micro cash flow hedge) che coperture generiche (macro cash flow hedge). Nell'ambito del micro cash flow hedge, sono coperti principalmente prestiti obbligazionari emessi. Nell'ambito del macro cash flow hedge, la copertura generica viene applicata a:

  • − raccolta a tasso variabile nella misura in cui è utilizzata per finanziare impieghi a tasso fisso;
  • − impieghi a tasso variabile a copertura della raccolta a tasso fisso.

I derivati utilizzati sono interest rate swap (IRS) realizzati con controparti terze.

I derivati non sono quotati su mercati regolamentati, ma negoziati nell'ambito dei circuiti over the counter (OTC). Rientrano tra i contratti over the counter (OTC) anche quelli stipulati tramite Clearing House.

C. Attività di copertura di investimenti esteri

Nel corso del 2022 sono stati posti in essere interventi di copertura gestionale del rischio di cambio relativi al costo della raccolta in divisa ed agli utili in valuta generati dalle filiali estere della Capogruppo; trattandosi di copertura gestionale, non rileva quale copertura contabile oggetto della presente sezione.

D. Strumenti di copertura

Le principali cause di inefficacia del modello adottato dalla Banca per la verifica dell'efficacia delle coperture sono imputabili ai seguenti fenomeni:

  • − disallineamento tra nozionale del derivato e del sottostante coperto rilevato al momento della designazione iniziale o generato successivamente, come nel caso di rimborsi parziali dei mutui o riacquisto dei prestiti obbligazionari;
  • − applicazione di curve diverse su derivato di copertura ed oggetto coperto ai fini dell'effettuazione del test di efficacia sulle coperture di tipo fair value hedge. I derivati, normalmente collateralizzati o stipulati tramite Clearing House, sono scontati alle curve Overnight, mentre gli oggetti coperti sono scontati alla curva di indicizzazione dello strumento di copertura;
  • − inclusione nel test di efficacia del valore della gamba variabile del derivato di copertura, nell'ipotesi di copertura di tipo fair value hedge.

L'inefficacia della copertura è prontamente rilevata ai fini:

  • − della determinazione dell'effetto a conto economico;
  • − della valutazione in merito alla possibilità di continuare ad applicare le regole di hedge accounting.
  • La Banca non utilizza le coperture dinamiche, così come definite nell'IFRS 7, paragrafo 23C.

E. Elementi coperti

Le principali tipologie di elementi coperti sono:

  • − titoli di debito dell'attivo;
  • − titoli di debito emessi e raccolta non cartolare;
  • − impieghi a tasso fisso;
  • − impieghi a tasso variabile;
  • − componente opzionale implicita nei mutui a tasso variabile;
  • − cedola già fissata di impieghi a tasso variabile;
  • − raccolta a vista modellizzata.

E.1 Titoli di debito dell'attivo

Sono coperti in relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge, utilizzando interest rate swap (IRS), overnight index swap (OIS) e cross currency swap (CCS) come strumenti di copertura.

In genere è coperto il rischio tasso per tutta la durata dell'obbligazione.

Per verificare l'efficacia della copertura è utilizzato il Dollar Offset Method. Tale metodo è basato sul rapporto tra le variazioni cumulate (da inizio copertura) di fair value dello strumento di copertura, attribuibili al rischio coperto, e le variazioni passate di fair value dell'elemento coperto (cd. delta fair value), al netto del rateo di interesse.

Sono relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge anche quelle da riferire alle operazioni di vendita forward su titoli del portafoglio HTCS, effettuate per consentire un hedge dei rischi sul fair value da movimenti di spread di credito e delle curve di tasso. Per quanto attiene il contratto di vendita forward, che si configura come derivato in quanto transazione "non regular way", si procede alla separazione della componente spot (il prezzo a pronti) dalla componente interessi designando come strumento di copertura in una relazione di fair value hedging solo la componente spot.

E.2 Titoli di debito emessi e raccolta non cartolare

La Banca attualmente ha attive relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge su raccolta a tasso fisso o strutturata e coperture di micro cash flow hedge o macro cash flow hedge su raccolta a tasso variabile, utilizzando interest rate swap (IRS), overnight index swap (OIS) e cross currency swap (CCS) come strumenti di copertura. In genere è coperto il rischio tasso per tutta la durata dell'obbligazione.

Per le coperture di tipo micro, l'efficacia della copertura è verificata utilizzando il Dollar Offset Method. Tale metodo è basato sul rapporto tra le variazioni cumulate (da inizio copertura) di fair value o dei flussi di cassa dello strumento di copertura, attribuibili al rischio coperto, e le variazioni passate di fair value o dei flussi di cassa dell'elemento coperto (cd. delta fair value), al netto del rateo di interesse.

Per le coperture di tipo macro, l'efficacia della copertura è verificata mediante un test di capienza. Tale test prevede un confronto tra la consistenza degli elementi coperti, riferiti alla raccolta in essere e prevista (cd. operazioni future altamente probabili) a tasso variabile e quella degli strumenti di copertura, che deve essere sempre riscontrata lungo l'intera vita della relazione di copertura e per singola fascia temporale. L'oggetto coperto, in questo caso, è rappresentato dai flussi di cassa attesi originati dalla raccolta che si verificheranno lungo la vita delle emissioni stesse.

E.3 Impieghi a tasso fisso

La Banca ha designato relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge su impieghi a tasso fisso e di macro fair value hedge, riconducibile a mutui del segmento retail della Banca, utilizzando principalmente interest rate swap (IRS) come strumenti di copertura.

Nell'ambito del micro fair value hedge è coperto il rischio tasso per tutta la durata del sottostante.

Per le coperture di tipo micro, l'efficacia della copertura è verificata utilizzando il Dollar Offset Method.

Per le coperture di tipo macro, il portafoglio di impieghi oggetto di copertura è di tipo aperto, cioè è costituito dinamicamente dagli strumenti a tasso fisso gestiti a livello aggregato tramite i derivati di copertura stipulati nel tempo.

L'efficacia delle macro coperture sugli impieghi a tasso fisso è periodicamente verificata sulla base di specifici test prospettici

e retrospettivi volti a dimostrare che il portafoglio oggetto di possibile copertura contenga un ammontare di attività il cui profilo di sensitivity e le cui variazioni di fair value per il rischio tasso rispecchino quelle dei derivati utilizzati per la copertura.

E.4 Impieghi a tasso variabile

La Banca attualmente ha attive relazioni di copertura di tipo macro cash flow hedge su impieghi a tasso variabile, utilizzando principalmente IRS come strumenti di copertura.

L'efficacia della copertura è verificata mediante un test di capienza. Tale test prevede un confronto tra la consistenza degli elementi coperti, riferiti agli impieghi in essere a tasso variabile e quella degli strumenti di copertura, che deve essere sempre riscontrata lungo l'intera vita della relazione di copertura e per singola fascia temporale. L'oggetto coperto, in questo caso, è rappresentato dai flussi di cassa attesi originati dagli impieghi che si verificheranno lungo la vita degli attivi stessi.

E.5 Componente opzionale implicita nei mutui a tasso variabile

Sono coperte in relazioni di copertura di tipo micro fair value hedge le componenti opzionali implicite (opzioni di tasso) nei mutui a tasso variabile, utilizzando opzioni (cap, floor, collar) come strumenti di copertura.

I sottostanti possono essere coperti parzialmente o totalmente, nel tempo e nell'importo.

Per verificare l'efficacia della copertura è utilizzato il Dollar Offset Method.

E.6 Cedola già fissata di impieghi a tasso variabile

La Banca ha designato relazioni di copertura di tipo macro fair value hedge sulle cedole già fissate di impieghi a tasso variabile utilizzando overnight index swap (OIS) come strumenti di copertura.

Scopo di questo tipo di copertura è quello di immunizzare il rischio tasso determinato dalle cedole già fissate degli impieghi a tasso variabile.

Per verificare l'efficacia della copertura è utilizzato il Dollar Offset Method, mentre l'effettiva consistenza degli elementi coperti è verificata con un test di capienza.

E.7 Raccolta a vista modellizzata.

La raccolta a vista modellizzata è coperta in relazioni di copertura di tipo macro fair value hedge, come previsto dal carve- out dello IAS 39, utilizzando interest rate swap (IRS) e overnight index swap (OIS) come strumenti di copertura.

Scopo di questo tipo di copertura è quello di immunizzare il margine di interesse da possibili cali dei tassi che riducano lo spread generato dalla raccolta core della Banca.

Il modello è oggetto di continuo monitoraggio ed attività di verifica da parte della Direzione Centrale Market and Financial Risk Management, al fine di recepire tempestivamente le variazioni delle principali caratteristiche (masse, stabilità, reattività) e, ove opportuno, apportare i necessari aggiustamenti.

Per verificare l'efficacia della copertura è utilizzato il Dollar Offset Method.

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Informazioni di natura quantitativa

A. Derivati finanziari di copertura

A.1 Derivati finanziari di copertura: valori nozionali di fine periodo

(milioni di euro)
Attività 31.12.2022 31.12.2021
sottostanti/Tipologie
derivati
Over the counter Mercati Over the counter
Controparti
centrali
Senza controparti centrali organizzati Controparti
centrali
Senza controparti centrali Mercati
organizzati
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
1. Titoli di debito e
tassi d'interesse
322.529 12.617 4.039 - 253.223 10.980 3.262 -
a) Opzioni - 1.587 - - - 1.851 - -
b) Swap 322.529 11.030 4.039 - 253.223 9.129 2.514 -
c) Forward - - - - - - 748 -
d) Futures - - - - - - - -
e) Altri - - - - - - - -
2. Titoli di capitale e
indici azionari
- - - - - - - -
a) Opzioni - - - - - - - -
b) Swap - - - - - - - -
c) Forward - - - - - - - -
d) Futures - - - - - - - -
e) Altri - - - - - - - -
3. Valute e oro - 9.119 - - - 9.420 - -
a) Opzioni - - - - - - - -
b) Swap - 9.119 - - - 9.420 - -
c) Forward - - - - - - - -
d) Futures - - - - - - - -
e) Altri - - - - - - - -
4. Merci - - - - - - - -
5. Altri - - - - - - - -
TOTALE 322.529 21.736 4.039 - 253.223 20.400 3.262 -

Il valore nozionale medio nell'esercizio dei derivati finanziari di copertura ammonta a 312.086 milioni.

I nozionali esposti al 31 dicembre 2022 nella colonna Over the counter con controparti centrali afferiscono ai valori nozionali dei derivati di tasso regolati tramite compensatori legali per 323 miliardi.

Tipologie derivati Fair value positivo e negativo (milioni di euro)
Variazione del valore
usato per calcolare
l'efficacia della
copertura
Totale
31.12.2022
Totale
31.12.2021
Over the counter
Senza controparti centrali Senza controparti centrali Totale
31.12.2022
Totale
31.12.2021
Controparti
centrali
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
Mercati organizzati Controparti
centrali
Con accordi di
compensazione
Senza accordi
di
compensazione
Mercati organizzati
Fair value positivo
a) Opzioni - 75 - - - 26 - - -47 -114
b) Interest rate swap 17.193 848 333 - 2.816 580 28 - 18.312 2.505
c) Cross currency swap - 323 - - - 483 - - -92 68
d) Equity swap - - - - - - - - - -
e) Forward - - - - - - - - - -
f) Futures - - - - - - - - - -
g) Altri - - - - - - - - - -
Totale 17.193 1.246 333 - 2.816 1.089 28 - 18.173 2.459
Fair value negativo
a) Opzioni - 1 - - - 2 - - 1 2
b) Interest rate swap 12.471 991 2 - 5.238 1.686 10 - 13.360 5.743
c) Cross currency swap - 768 - - - 356 - - 1.015 378
d) Equity swap - - - - - - - - - -
e) Forward - - - - - - 1 - - -
f) Futures - - - - - - - - - -
g) Altri - - - - - - - - - -
Totale 12.471 1.760 2 - 5.238 2.044 11 - 14.376 6.123

A.2 Derivati finanziari di copertura: fair value lordo positivo e negativo - ripartizione per prodotti

I valori esposti al 31 dicembre 2022 nella colonna Over the counter con controparti centrali afferiscono al fair value lordo dei derivati over the counter (OTC) regolati tramite compensatori legali, incluso LCH Ltd.

Il fair value dei derivati over the counter (OTC) di copertura in essere con il compensatore legale LCH Ltd., ritenuti soddisfatti i requisiti previsti dallo IAS 32 paragrafo 42, è stato oggetto di compensazione in bilancio con rappresentazione nella Parte B di Nota integrativa per uno sbilancio complessivamente positivo di 417 milioni (fair value positivo per 9.998 milioni e fair value negativo per 9.581 milioni), rappresentato tra le Passività finanziarie di negoziazione.

A.3 Derivati finanziari di copertura "over the counter": valori nozionali, fair value lordo positivo e negativo per controparti

(milioni di euro)
Attività sottostanti Controparti
centrali
Banche Altre società
finanziarie
Altri soggetti
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale X - 4.039 -
- fair value positivo X - 333 -
- fair value negativo X - -2 -
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
3) Valute e oro
- valore nozionale X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
4) Merci
- valore nozionale X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
5) Altri
- valore nozionale X - - -
- fair value positivo X - - -
- fair value negativo X - - -
Contratti rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale 322.529 10.936 1.681 -
- fair value positivo 17.193 880 44 -
- fair value negativo -12.471 -475 -517 -
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale - - - -
- fair value positivo - - - -
- fair value negativo - - - -
3) Valute e oro
- valore nozionale - 7.544 1.575 -
- fair value positivo - 293 29 -
- fair value negativo - -444 -324 -
4) Merci
- valore nozionale - - - -
- fair value positivo - - - -
- fair value negativo - - - -
5) Altri
- valore nozionale - - - -
- fair value positivo - - - -
- fair value negativo - - - -

A.4 Vita residua dei derivati finanziari di copertura "over the counter": valori nozionali

(milioni di euro)
Sottostanti/Vita residua Fino ad 1 anno Oltre 1 anno e
fino a 5 anni
Oltre 5 anni Totale
A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di interesse 80.899 139.147 119.139 339.185
A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale ed indici azionari - - - -
A.3 Derivati finanziari su valute ed oro 480 3.481 5.158 9.119
A.4 Derivati finanziari su merci - - - -
A.5 Altri derivati finanziari - - - -
Totale
31.12.2022
81.379 142.628 124.297 348.304
Totale
31.12.2021
54.791 115.786 106.308 276.885

Informativa sull'incertezza derivante dalla riforma degli indici di riferimento dei derivati di copertura

Come illustrato nella Parte A Politiche Contabili, Intesa Sanpaolo applica, a decorrere dal Bilancio 2019, il Regolamento n. 34/2020 del 15 gennaio 2020 che ha adottato il documento emesso dallo IASB a settembre 2019 sulla "Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse (modifiche all'IFRS 9 Finanziamenti finanziari, allo IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione e all'IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative"). Con il regolamento in oggetto sono state introdotte alcune modifiche in tema di coperture (hedge accounting) con la finalità di evitare che le incertezze sull'ammontare e sulle tempistiche dei flussi di cassa derivanti dalla riforma dei tassi possano comportare l'interruzione delle coperture in essere e difficoltà a designare nuove relazioni di copertura. Pertanto, l'analisi della tenuta delle coperture è stata effettuata considerando i flussi e le tempistiche dei derivati di copertura in essere, presumendo che gli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse esistenti non siano modificati a seguito della riforma dei tassi interbancari (c.d. Interest Rate Benchmark Reform o IBOR Reform).

A seguire si fornisce l'informativa richiesta dall'IFRS 7, paragrafo 24H, in merito all'incertezza derivante dalla riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse sulle relazioni di copertura e l'importo nominale degli strumenti di copertura potenzialmente impattati dalla riforma dei tassi benchmark. Si rinvia anche a quanto riportato nella Nota integrativa del Bilancio consolidato, nella Premessa della Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura, per una illustrazione di come il Gruppo sta gestendo il processo di transizione ai tassi di riferimento alternativi.

B. Derivati creditizi di copertura

B.1 Derivati creditizi di copertura: valori nozionali di fine periodo

B.2 Derivati creditizi di copertura: fair value lordo positivo e negativo - ripartizione per prodotti

B.3 Derivati creditizi di copertura "over the counter": valori nozionali, fair value lordo positivo e negativo per controparti

B.4 Vita residua dei derivati creditizi di copertura "over the counter": valori nozionali Intesa Sanpaolo non detiene in portafoglio derivati creditizi classificati di copertura.

C. Strumenti non derivati di copertura

C.1 Strumenti di copertura diversi da derivati: ripartizione per portafoglio contabile e tipologia di copertura

Intesa Sanpaolo si avvale della possibilità, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di hedge accounting (nella versione carve-out omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro-coperture). Per questa ragione la Banca non ha in portafoglio strumenti finanziari da riportare nella tabella C.1 Strumenti di copertura diversi da derivati: ripartizione per portafoglio contabile e tipologia di copertura.

Derivati di copertura del fair value

I derivati di copertura delle relazioni di fair value della Banca sono principalmente indicizzati all'Euribor, la cui metodologia di calcolo è stata oggetto di revisione nel corso del 2019 per poter continuare ad utilizzare tale parametro anche dopo il 1° gennaio 2022, sia per i contratti esistenti che per quelli nuovi. Per rendere l'Euribor conforme al regolamento dell'UE sui benchmark (Benchmarks Regulation, BMR - Regolamento n. 2016/1011/UE), l'EMMI - European Money Markets Institute - ha reso operativo il passaggio ad una nuova metodologia di calcolo "ibrida". L'attuale sistema di calcolo – le cui attività sono state completate a fine novembre 2019 – non modifica la variabile economica che l'indice misura: l'Euribor esprime l'effettivo costo della raccolta per le banche europee contributrici ed è sempre disponibile e consultabile.

Pertanto, la Banca non ritiene che ci sia incertezza sul timing o sull'ammontare dei flussi di cassa dell'Euribor e non considera le coperture di fair value collegate all'Euribor come impattate dalla riforma, in continuità con l'impostazione già adottata negli esercizi precedenti.

Con riferimento ai benchmark oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021 le corrispondenti attività di transizione si sono concluse in modo positivo per tutti i rispettivi benchmark. In particolare, per quanto riguarda i residuali contratti derivati di copertura ancora in posizione al 31 dicembre 2021, con tasso di riferimento Eonia quale indice sottostante (c.d. EONIA OIS) nonché i contratti con tasso di remunerazione dei relativi collaterali all'EONIA, si rileva che al 31 dicembre 2022 non residuano più posizioni aperte.

Anche con riferimento ai contratti derivati di copertura indicizzati ai Libor, oggetto di cessazione al 31 dicembre 2021 (principalmente rispetto a quelli espressi in divisa GBP, CHF, JPY ed EUR), si evidenzia che le corrispondenti esposizioni non risultavano più presenti già a partire dai primi mesi del 2022.

Per quanto attiene i contratti derivati di copertura indicizzati al LIBOR USD si segnala che la transizione dovrà essere effettuata entro il 30 giugno 2023 - il 31 dicembre 2021 rappresentava la data ultima per la pubblicazione dei soli tassi LIBOR USD ad una settimana ed a due mesi - pertanto ai fini delle attività di gestione del passaggio ai nuovi RFR, risultano di interesse i soli strumenti finanziari che presentano una scadenza successiva a tale data. La data di cessazione del LIBOR USD non determina particolari incertezze se non per quelle legate alle tempistiche di negoziazione che potrebbero essere posticipate dalle stesse controparti.

Nello specifico, al 31 dicembre 2022 sono presenti derivati di fair value hedge indicizzati al LIBOR USD per un nozionale di 13.218 milioni, a rappresentare il 4% del totale dei derivati di fair value hedge della Banca. Al 31 dicembre 2021 erano invece presenti derivati di fair value hedge indicizzati all'EONIA per un nozionale di 4 milioni, al LIBOR USD per un nozionale di 16.416 milioni ed al LIBOR in altre divise per un nozionale di 62 milioni, a rappresentare il 6% del totale dei derivati di fair value hedge della Banca.

Si evidenzia che gli importi al 31 dicembre 2022 sono inclusi nella disclosure fornita sull'IBOR Reform nella Parte A - Sezione 4- Altri Aspetti. Nello specifico la tabella pubblicata include nella colonna Derivati sia i derivati di negoziazione che quelli di copertura non ancora transitati ai tassi di riferimento alternativi al 31 dicembre 2022. Si rinvia a tale sezione per le analisi qualitative sulle modalità di gestione della transizione da parte della Banca.

Derivati di copertura di flussi finanziari

I derivati di copertura delle relazioni di cash flow sono indicizzati all'Euribor. Come già evidenziato per il fair value hedge, la Banca non ritiene che ci sia incertezza sul timing o sull'ammontare dei flussi di cassa dell'Euribor e, pertanto, non considera le coperture di cash flow come impattate dalla riforma.

D. Strumenti coperti

Intesa Sanpaolo si avvale della possibilità, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di hedge accounting (nella versione carve-out omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro coperture).

D.1 Coperture del fair value

(milioni di euro)
Coperture
specifiche:
valore di
Coperture
specifiche -
posizioni nette:
Coperture specifiche Coperture
generiche:
Valore di
bilancio valore di
bilancio delle
Variazioni Cessazione Variazioni del bilancio
attività o cumulate di
fair value
della
copertura:
valore usato
per rilevare
passività (prima dello variazioni l'inefficacia
della
compensazione)
strumento
coperto
cumulate
residue del
della
copertura
fair value
A. Attività
1. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva -
copertura di: 27.772 - -4.948 -2.221 -4.575 -
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 25.576 - -4.919 -2.214 -4.566 x
1.2 Titoli di capitale e indici azionari - - - - - x
1.3 Valute e oro - - - - - x
1.4 Crediti - - - - - x
1.5 Altri 2.196 - -29 -7 -9 x
2. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - copertura di:
33.694 - -2.563 -1.028 -2.535 94.452
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 33.273 - -2.762 -1.028 -2.737 x
1.2 Titoli di capitale e indici azionari - - - - - x
1.3 Valute e oro - - - - - x
1.4 Crediti - - - - - x
1.5 Altri 421 - 199 - 202 x
31.12.2022
Totale
61.466 - -7.511 -3.249 -7.110 94.452
31.12.2021
Totale
75.148 - 2.698 190 2.773 71.378
B. Passività
1. Passività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - copertura di:
51.337 - -3.843 -370 -3.783 110.232
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 45.671 - -3.212 -66 -3.199 x
1.2 Valute e oro - - - - - x
1.3 Altri 5.666 - -631 -304 -584 x
31.12.2022
Totale
51.337 - -3.843 -370 -3.783 110.232
31.12.2021
Totale
59.246 - 650 3 809 59.980

D.2 Copertura dei flussi finanziari e degli investimenti esteri

Variazione del
valore usato per
rilevare l'inefficacia
della copertura
Riserve da
copertura
(milioni di euro)
Cessazione della
copertura: valore
residuo delle
riserve di
copertura
A. Copertura di flussi finanziari
1. Attività 641 -432 -
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 641 -432 -
1.2 Titoli di capitale e indici azionari - - -
1.3 Valute e oro - - -
1.4 Crediti - - -
1.5 Altri - - -
2. Passività 192 22 -
1.1 Titoli di debito e tassi d'interesse 192 22 -
1.2 Valute e oro - - -
1.3 Altri - - -
Totale (A) 31.12.2022 833 -410 -
Totale (A) 31.12.2021 -751 -604 -
B. Copertura degli investimenti esteri X - -
Totale (A+B) 31.12.2022 833 -410 -
Totale (A+B) 31.12.2021 -751 -604 -

E. Effetti delle operazioni di copertura a patrimonio netto

E.1 Riconciliazione delle componenti di patrimonio netto

(milioni di euro)
Riserva da copertura dei flussi finanziari Riserva da copertura di investimenti esteri
Titoli di
debito e
tassi
d'interesse
Titoli di
capitale
e indici
azionari
Valute
e oro
Crediti Altri Titoli di
debito e
tassi
d'interesse
Titoli di
capitale
e indici
azionari
Valute
e oro
Crediti Altri
Esistenze iniziali -604 - - - - - - - - -
Variazioni di fair value (quota efficace) 194 - - - - - - - - -
Rigiri a conto economico - - - - - - - - - -
di cui: transazioni future non più attese - - - - - X X X X X
Altre variazioni - - - - - - - - - -
di cui: trasferimenti al valore contabile
iniziale degli strumenti coperti
- - - - - X X X X X
Rimanenze finali -410 - - - - - - - - -

Si segnala che la fattispecie Strumenti di copertura (elementi non designati) non risulta presente dal momento che Intesa Sanpaolo si avvale della possibilità, prevista in sede di introduzione dell'IFRS 9, di continuare ad applicare integralmente le previsioni del principio contabile IAS 39 in tema di hedge accounting (nella versione carve-out omologata dalla Commissione Europea) per ogni tipologia di copertura (sia per le coperture specifiche che per le macro coperture).

3.3 Altre informazioni sugli strumenti derivati (di negoziazione e di copertura)

A. Derivati finanziari e creditizi

A.1 Derivati finanziari e creditizi "over the counter": fair value netti per controparti

(milioni di euro)
Controparti
centrali
Banche Altre società
finanziarie
Altri soggetti
A. Derivati finanziari
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale 1.650.362 - - -
- fair value netto positivo 564 - - -
- fair value netto negativo - - - -
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
3) Valute e oro
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
4) Merci
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
5) Altri
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
B. Derivati creditizi
1) Acquisto protezione
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -
2) Vendita protezione
- valore nozionale - - - -
- fair value netto positivo - - - -
- fair value netto negativo - - - -

La tabella accoglie i valori rivenienti dalle compensazioni effettuate in bilancio per i derivati i cui accordi di compensazione soddisfano i criteri previsti dallo IAS 32 paragrafo 42.

In particolare, quanto esposto si riferisce ai derivati finanziari e creditizi over the counter (OTC) di negoziazione e di copertura in essere con il compensatore legale LCH Ltd. per i quali si è proceduto alla separata compensazione in bilancio dei fair value riconducibili all'operatività in conto proprio ed all'operatività per conto della clientela e società del Gruppo.

Il risultato della compensazione complessivamente positivo per 564 milioni (fair value positivo di 85.957 milioni e fair value negativo di 85.393 milioni), ascrivibile per un risultato positivo di 147 milioni ai derivati di negoziazione e per un risultato sempre positivo di 417 milioni ai derivati di copertura, è riportato nella Parte B di Nota integrativa rispettivamente per l'operatività per conto della clientela e società del Gruppo (derivati di negoziazione) tra le Attività finanziarie di negoziazione per 4.384 milioni, e per l'operatività in conto proprio (derivati di negoziazione e derivati di copertura) tra le Passività finanziarie di negoziazione per 3.820 milioni.

SEZIONE 4 - RISCHIO DI LIQUIDITÀ

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Per le informazioni di natura qualitativa, si rinvia a quanto esposto nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

La distribuzione temporale delle attività e passività finanziarie è rappresentata nelle tabelle che seguono secondo le regole stabilite dalla normativa di bilancio (Circolare 262 di Banca d'Italia e relativi chiarimenti emessi dall'Organo di Vigilanza), ricorrendo all'utilizzo di informazioni di natura contabile esposte per durata residua contrattuale.

Non sono stati pertanto utilizzati dati di natura gestionale che prevedono, ad esempio, la modellizzazione delle poste a vista del passivo e la rappresentazione delle poste per cassa secondo il loro grado di liquidabilità.

Valuta di denominazione: Euro

(milioni di euro)
Voci/ Scaglioni temporali A vista Da oltre
1 giorno
a 7
giorni
Da oltre
7 giorni
a 15
giorni
Da oltre
15
giorni a
1 mese
Da oltre
1 mese
fino a 3
mesi
Da oltre
3 mesi
fino a 6
mesi
Da oltre
6 mesi
fino a 1
anno
Da oltre
1 anno
fino a 5
anni
Oltre 5
anni
Indeterminata
Durata
A. Attività per cassa 131.154 12.504 3.719 16.687 20.416 20.843 31.366 155.164 177.149 3.383
A.1 Titoli di Stato 6 8 9 22 516 843 490 7.547 40.607 -
A.2 Altri titoli di debito 1.025 1.050 945 4.820 161 345 470 5.313 18.974 -
A.3 Quote OICR 2.120 - - - - - - - - -
A.4 Finanziamenti 128.003 11.446 2.765 11.845 19.739 19.655 30.406 142.304 117.568 3.383
- Banche 98.772 3.077 467 1.086 1.232 1.889 1.897 7.659 832 3.253
- Clientela 29.231 8.369 2.298 10.759 18.507 17.766 28.509 134.645 116.736 130
B. Passività per cassa 364.479 3.124 798 3.461 15.767 51.812 7.339 102.383 26.760 -
B.1 Depositi e conti correnti 330.821 1.112 771 2.047 8.083 3.952 1.442 5.299 490 -
- Banche 6.142 1.107 755 1.817 7.481 3.401 1.044 4.902 372 -
- Clientela 324.679 5 16 230 602 551 398 397 118 -
B.2 Titoli di debito 26 1 27 1.399 3.221 1.027 5.057 48.022 22.555 -
B.3 Altre passività 33.632 2.011 - 15 4.463 46.833 840 49.062 3.715 -
C. Operazioni "fuori bilancio"
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
- Posizioni lunghe 425 6.927 2.351 8.596 25.704 5.716 7.116 14.522 8.313 -
- Posizioni corte 455 8.139 2.174 8.252 12.659 4.297 6.242 13.007 12.670 -
C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- Posizioni lunghe 24.691 67 1 117 171 419 850 - - -
- Posizioni corte 26.970 29 11 154 314 539 867 - - -
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- Posizioni lunghe 59.559 - - - - - - - - -
- Posizioni corte - 55.800 109 1.213 2.295 70 - 53 19 -
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe 105 10.950 - 1 459 447 1.304 15.484 770 -
- Posizioni corte 29.482 38 - - - - - - - -
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate 30 - - - - - - 21 5 -
C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - - - - - 20 30 736 686 -
- Posizioni corte - - - - - 20 30 736 686 -
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale
- Posizioni lunghe 502 - - - - - - - - -
- Posizioni corte 469 - - - - - - - - -

Valuta di denominazione: Altre valute

(milioni di euro)
Voci/ Scaglioni temporali A vista Da oltre 1
giorno a
7 giorni
Da oltre 7
giorni a
15 giorni
Da oltre
15 giorni
a 1 mese
Da oltre 1
mese fino
a 3 mesi
Da oltre 3
mesi fino
a 6 mesi
Da oltre 6
mesi fino
a 1 anno
Da oltre 1
anno fino
a 5 anni
Oltre 5
anni
Indeterminata
Durata
A. Attività per cassa 7.657 1.440 815 2.564 4.054 2.558 2.823 18.953 14.814 89
A.1 Titoli di Stato 5 - 31 2 89 144 430 4.048 11.294 -
A.2 Altri titoli di debito 131 27 59 194 283 161 228 3.860 1.590 -
A.3 Quote OICR 538 - - - - - - - - -
A.4 Finanziamenti 6.983 1.413 725 2.368 3.682 2.253 2.165 11.045 1.930 89
- Banche 5.275 737 282 536 1.316 893 380 733 48 76
- Clientela 1.708 676 443 1.832 2.366 1.360 1.785 10.312 1.882 13
B. Passività per cassa 8.365 3.000 4.067 5.235 5.393 858 680 8.732 7.780 -
B.1 Depositi e conti correnti 6.746 930 986 1.372 1.765 534 240 458 158 -
- Banche 986 676 438 668 850 219 135 458 158 -
- Clientela 5.760 254 548 704 915 315 105 - - -
B.2 Titoli di debito 1 1 1.017 331 120 132 391 7.178 6.777 -
B.3 Altre passività 1.618 2.069 2.064 3.532 3.508 192 49 1.096 845 -
C. Operazioni "fuori bilancio"
C.1 Derivati finanziari con scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 142 14.461 5.652 12.578 16.315 8.068 11.394 17.232 10.719 -
- Posizioni corte 254 14.146 5.828 13.388 29.297 9.447 11.992 18.616 6.046 -
C.2 Derivati finanziari senza scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 3.063 4 60 81 21 100 249 - - -
- Posizioni corte 5.993 - 50 67 39 108 250 - - -
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- Posizioni lunghe 3.000 - - - - - - - - -
- Posizioni corte - 252 1.005 656 734 - - 155 198 -
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe - 106 23 94 1.059 381 802 10.807 931 -
- Posizioni corte 14.179 23 - - - - - - - -
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - 4 - - -
C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - - - - - - 28 47 - -
- Posizioni corte - - - - - - 28 47 - -
C.8 Derivati creditizi senza scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 432 - - - - - - - - -
- Posizioni corte 435 - - - - - - - - -

2. Operazioni di autocartolarizzazione

Si riporta di seguito una breve illustrazione delle operazioni di cartolarizzazione originate da Intesa Sanpaolo, in essere al 31 dicembre 2022, in cui la Banca ha sottoscritto la totalità dei titoli emessi dal relativo veicolo (autocartolarizzazioni) e che non sono esposte nelle tabelle di Nota integrativa della Parte E, Sezione C - Operazioni di cartolarizzazione.

Brera Sec S.r.l.

Nel mese di ottobre 2017 è stata strutturata una operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione di cinque portafogli di crediti alla società veicolo Brera Sec S.r.l. originati dalla Capogruppo e da quattro banche del Gruppo successivamente incorporate da Intesa Sanpaolo (Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Forlì e della Romagna e Cassa di Risparmio del Friuli-Venezia Giulia, incorporate nella seconda metà del 2018, e Cassa di Risparmio in Bologna). Il sottostante è costituito da mutui ipotecari residenziali in capo a famiglie consumatrici e/o produttrici. L'operazione è stata la prima operazione di cartolarizzazione Residential Mortgage Backed Security ("RMBS") multi-Originator del Gruppo.

Intesa Sanpaolo ha assunto una quota di minoranza (5%) nella SPV di nuova costituzione e che è stata acquistata sul mercato, il cui controllo (95%) rimarrà in capo ad un'entità societaria esterna al Gruppo (fondazione di diritto olandese, c.d. Stichting).

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa del Lussemburgo, con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti pro-quota da ogni singola banca cedente sulla base del prezzo di cessione di ciascun portafoglio e pertanto oggi risultano integralmente sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 7,1 miliardi. Il prezzo di cessione di ciascun portafoglio ceduto è stato regolato con l'emissione dei titoli dell'11 dicembre 2017 per complessivi 7,1 miliardi.

I titoli senior sono quotati con il rating Aa3 di Moody's e A (High) di DBRS Morningstar.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli sottoscritti in essere è pari a 2.831 milioni per i titoli senior e 1.067 milioni per i titoli junior.

Brera Sec S.r.l. (SEC 2)

Nel mese di settembre 2019 è stata strutturata un'operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione del portafoglio di crediti alla società veicolo Brera Sec S.r.l. originati da Intesa Sanpaolo. L'operazione costituisce la seconda operazione di cartolarizzazione Residential Mortgage Backed Security ("RMBS") del Gruppo.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV, il 27 novembre 2019, di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa di Lussemburgo con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 7,5 miliardi. Il prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, il 27 novembre 2019, per complessivi 7,5 miliardi.

I titoli senior sono quotati con il rating Aa3 di Moody's e A (High) di DBRS Morningstar.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 4.523 milioni per i titoli senior e a 860 milioni per i titoli junior.

Brera Sec S.r.l. (SEC 3)

Nel mese di ottobre 2021 è stata strutturata una nuova operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione del portafoglio di crediti alla società veicolo Brera Sec S.r.l. originati da Intesa Sanpaolo. L'operazione costituisce la terza operazione di cartolarizzazione Residential Mortgage Backed Security ("RMBS") del Gruppo.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV, il 1° dicembre 2021, di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa di Lussemburgo con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 7,7 miliardi. Il prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, in data 1° dicembre 2021, per complessivi 7,7 miliardi.

I titoli senior sono quotati con il rating A1 di Moody's e A (High) di DBRS Morningstar.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 6.515 milioni per i titoli senior e a 725 milioni per i titoli junior.

Clara Sec S.r.l.

Nel corso dell'anno 2020 è stata strutturata un'operazione di autocartolarizzazione avente per oggetto crediti rivenienti da prestiti personali performing nell'ambito del credito al consumo ed erogati a famiglie consumatrici.

L'operazione si configura come revolving; Intesa Sanpaolo avrà facoltà di cedere al Veicolo ulteriori portafogli di crediti di analoghe caratteristiche e qualità che il Veicolo acquisterà attingendo agli incassi generati dal portafoglio tempo per tempo segregato.

L'operazione si è realizzata con la cessione del portafoglio di crediti originati da Intesa Sanpaolo alla società veicolo Clara Sec S.r.l.

Intesa Sanpaolo ha assunto una quota di minoranza (5%) nella SPV di nuova costituzione e che è stata acquistata sul mercato, il cui controllo (95%) rimarrà in capo ad un'entità esterna al Gruppo (fondazione di diritto olandese, c.d. Stichting).

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV, il 23 giugno 2020, di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating. Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 7,6 miliardi. Il prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, il 23 giugno 2020, per complessivi 7,2 miliardi.

I titoli senior, quotati con il rating A1 di Moody's e A di DBRS Mornigstar.

Nel mese di febbraio 2022 è stata perfezionata una cessione per un controvalore di 1,4 miliardi; nel mese di aprile un riacquisto per un controvalore di 88 milioni e nel mese di ottobre una cessione per un controvalore di 1,5 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 6.350 milioni per i titoli senior e a 824 milioni per i titoli junior.

Giada Sec S.r.l.

Nel mese di novembre 2020 è stata strutturata un'operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione del portafoglio di crediti, erogati ad imprese appartenenti al segmento small business, SME e Corporate originati da Intesa Sanpaolo, alla società veicolo Giada Sec S.r.l.

L'operazione si configura come revolving; Intesa Sanpaolo avrà facoltà di cedere al Veicolo ulteriori portafogli di crediti di analoghe caratteristiche e qualità che il Veicolo acquisterà attingendo agli incassi generati dal portafoglio tempo per tempo segregato.

Intesa Sanpaolo ha assunto una quota di minoranza (5%) nella SPV di nuova costituzione e che è stata acquistata sul mercato, il cui controllo (95%) rimarrà in capo ad un'entità societaria esterna al Gruppo (fondazione di diritto olandese, c.d. Stichting).

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa di Lussemburgo con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione quotato con il rating A1 di Moody's e A DBRS Morningstar è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 10,1 miliardi.

ll prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, il 21 dicembre 2020, per un pari ammontare.

Nel mese di maggio 2022 è stata perfezionata una cessione per un controvalore di 1,7 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 6.610 milioni per i titoli senior e a 3.485 milioni per i titoli junior.

Giada Sec S.r.l. (Giada BIS)

Nel mese di ottobre 2022 è stata strutturata una nuova operazione di autocartolarizzazione realizzata con la cessione del portafoglio di crediti, originati da Intesa Sanpaolo, erogati a piccole medie imprese ("SME"), ivi incluse le ditte individuali e finanziamenti concessi a clientela corporate non riconducibili al segmento large corporate, alla società veicolo Giada Sec S.r.l.

L'operazione si configura come revolving; Intesa Sanpaolo avrà facoltà di cedere al Veicolo ulteriori portafogli di crediti di analoghe caratteristiche e qualità che il Veicolo acquisterà attingendo agli incassi generati dal portafoglio tempo per tempo segregato.

L'operazione ha previsto l'emissione da parte della SPV di due tranche di titoli: una tranche senior, quotata presso la Borsa di Lussemburgo con rating attribuito da due agenzie di rating (Moody's e DBRS Morningstar) ed una tranche junior non quotata e senza rating.

Sia i titoli senior che i titoli junior sono stati sottoscritti da Intesa Sanpaolo.

Il titolo senior emesso nell'ambito dell'operazione quotato con il rating A1 di Moody's e A DBRS Morningstar è stato utilizzato come collaterale a garanzia di operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Intesa Sanpaolo si occupa della gestione contabile del Veicolo, mentre la gestione amministrativa societaria è seguita da Securitisation Services S.p.A.

Il corrispettivo totale di cessione è pari a 15,2 miliardi.

Il prezzo di cessione del portafoglio è stato regolato con l'emissione dei titoli, in data 5 dicembre 2022, per complessivi 15,2 miliardi.

Al 31 dicembre 2022 il valore dei titoli in essere è pari a 10.250 milioni per i titoli senior e a 4.940 milioni per i titoli junior.

(milioni di euro)
Veicolo Tipo di Tipologia Rating Nozionale
titolo attivo esterno al
emesso cartolarizzato 31.12.2022
BRERA SEC S.r.l.
di cui emissione in EURO 3.898
Class A RMBS F/R Notes
Class B RMBS Fixed Rate and Additional Return
Senior Mutui ipotecari residenziali Moody's Aa3 / AH di
DBRS Morningstar
2.831
Notes Junior Mutui ipotecari residenziali no rating 1.067
BRERA SEC S.r.l. (SEC 2)
di cui emissione in EURO 5.383
Class A RMBS F/R Notes Senior Mutui ipotecari residenziali Moody's Aa3 /AH di
DBRS Morningstar
4.523
Class B RMBS Fixed Rate and Additional Return
Notes
Junior Mutui ipotecari residenziali no rating 860
BRERA SEC S.r.l. (SEC 3)
di cui emissione in EURO 7.240
Moody's A1 / AH di
Class A RMBS F/R Notes Senior Mutui ipotecari residenziali DBRS Morningstar 6.515
Class B RMBS Fixed Rate and Additional Return
Notes Junior Mutui ipotecari residenziali no rating 725
CLARA SEC S.r.l.
di cui emissione in EURO 7.174
Moody's A1 / A di
Class A Asset Backed F/R Notes Senior Prestiti personali DBRS Morningstar 6.350
Class B Asset Backed F/R Notes Junior Prestiti personali no rating 824
GIADA SEC S.r.l.
di cui emissione in EURO 10.095
Crediti clientela Small business, Moody's A1 / A di
Class A Asset Backed F/R Notes Senior SME e Corporate DBRS Morningstar 6.610
Crediti clientela Small business, SME
Class B Asset Backed F/R Notes Junior e Corporate no rating 3.485
GIADA SEC S.r.l. (Giada BIS)
di cui emissione in EURO 15.190
Crediti clientela Small business, Moody's A1 / A di
Class A Asset Backed F/R Notes Senior SME e Corporate DBRS Morningstar 10.250
Crediti clientela Small business, SME
- Junior e Corporate no rating 4.940
TOTALE 48.980

Nel corso dell'esercizio 2022 sono state estinte le operazioni di autocartolarizzazione Adriano Lease SEC S.r.l. e Brera Sec S.r.l. (SME).

Nell'ex UBI Leasing, incorporata in Intesa Sanpaolo S.p.A. nel corso del 2022, era presente l'operazione di autocartolarizzazione UBI SPV Lease 2016 S.r.l., anch'essa estinta nel corso dell'esercizio 2022.

SEZIONE 5 – RISCHI OPERATIVI

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Per le informazioni di natura qualitativa, inclusi i rischi legali e il contenzioso fiscale, si rinvia a quanto esposto nella Parte E della Nota integrativa consolidata.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Per la determinazione del requisito patrimoniale, Intesa Sanpaolo adotta il metodo AMA in modo integrale con decorrenza 31 dicembre 2010; l'assorbimento patrimoniale così ottenuto è di 1.443 milioni al 31 dicembre 2022.

Parte F Informazioni sul patrimonio

SEZIONE 1 – IL PATRIMONIO DELL'IMPRESA

A. Informazioni di natura qualitativa

Per le informazioni di natura qualitativa in merito al patrimonio e alle corrispondenti politiche di gestione si rinvia a quanto riportato nella Parte F della Nota integrativa consolidata.

I fondi propri, le attività ponderate per il rischio (Risk Weighted Assets - RWA) e i coefficienti di solvibilità al 31 dicembre 2022 sono stati determinati in base alla disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento (UE) 575/2013 (CRR) del 26 giugno 2013, modificate rispettivamente dalla Direttiva 2019/878/UE (CRD V) e dal Regolamento (UE) 2019/876 (CRR II), che traspongono nell'Unione europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (cd. framework Basilea 3), e sulla base della Circolare della Banca d'Italia n. 285.

Il CRR sopra citato è stato poi integrato dal Regolamento Delegato (UE) n. 241/2014 della Commissione contenente le norme tecniche di regolamentazione sui requisiti di fondi propri per gli enti, a sua volta modificato prima dal Regolamento Delegato (UE) 2015/923 che disciplina il tema delle detenzioni indirette e sintetiche e successivamente dal Regolamento Delegato (UE) n.2020/2176 sul trattamento prudenziale del software, di seguito illustrato.

A partire dal 1° gennaio 2018 ha preso avvio il periodo transitorio, il quale si conclude con l'ultima reporting date al 31 dicembre 2022, volto a mitigare gli impatti patrimoniali legati all'introduzione del nuovo principio contabile IFRS 9. Intesa Sanpaolo, infatti, avvalendosi della facoltà prevista dal Regolamento (UE) 2395/2017, ha optato per l'adozione dell'approccio "statico" che consente di sterilizzare nel proprio CET1 una quota progressivamente decrescente dell'impatto IFRS 9 relativo alla sola componente di FTA relativa all'impairment. In particolare, la risultante dal confronto tra le rettifiche di valore IAS 39 al 31 dicembre 2017 e quelle IFRS 9 al 1° gennaio 2018 - relativo ai crediti e titoli in bonis (Stage 1 e 2) ed alle rettifiche su NPL (Stage 3) al netto della fiscalità e azzerata l'eventuale shortfall in essere - viene reinclusa nel patrimonio secondo percentuali di phase-in pari al 25% nel 2022.

Dal 26 aprile 2019 è in vigore il Regolamento (UE) 2019/630 del 17 aprile 2019, modificativo del CRR, con cui è stata introdotta la deduzione da apportare al CET1 in caso di copertura minima insufficiente delle perdite sulle esposizioni deteriorate (minimum loss coverage), questa determinata sulla base di percentuali di provisioning differenziate, tra esposizioni garantite e non, nonché di un calendario prestabilito in cui raggiungere tale obiettivo di copertura (c.d. calendar provisioning).

Nell'ambito del contesto legato alla pandemia COVID-19, è stato pubblicato, con iter approvativo accelerato (c.d. "quick fix"), il Regolamento (UE) 2020/873 del 24 giugno 2020, che modifica il CRR e che contiene disposizioni temporanee di sostegno in termini di capitale e liquidità.

Tra le varie disposizioni inerenti al calcolo dei Fondi propri, Intesa Sanpaolo ha optato per non avvalersi, sin da giugno 2020, né delle modifiche al regime transitorio per l'applicazione dell'IFRS 9 (art. 473 bis CRR), né della reintroduzione temporanea del filtro prudenziale volto ad escludere gli utili e le perdite non realizzati misurati al valore equo con impatto sulla redditività complessiva (FVTOCI) per le esposizioni verso le amministrazioni centrali e organismi del settore pubblico (art. 468 CRR).

A partire dal 30 settembre 2019, Intesa Sanpaolo, a seguito dell'autorizzazione ricevuta da BCE, calcola i coefficienti patrimoniali applicando il cosiddetto Danish Compromise - per cui gli investimenti assicurativi vengono trattati come attivi ponderati per il rischio anziché essere dedotti dal capitale.

Infine, sin dal dicembre 2020, Intesa Sanpaolo applica il Regolamento Delegato (UE) 2020/2176 che modifica il Regolamento delegato (UE) 241/2014 per quanto riguarda la deduzione delle attività sotto forma di software dagli elementi del capitale primario di classe 1. Il citato Regolamento, il cui scopo è quello di sostenere la transizione verso un settore bancario più digitalizzato, ha introdotto il concetto di ammortamento prudenziale applicato a tutte le attività sotto forma di software su un periodo di 3 anni, indipendentemente dalla vita utile stimata a fini contabili.

B. Informazioni di natura quantitativa

B.1 Patrimonio dell'impresa: composizione

Voci/Valori 31.12.2022 (milioni di euro)
31.12.2021
1. Capitale sociale 10.369 10.084
2. Sovrapprezzi di emissione 28.212 27.445
3. Riserve 5.369 8.175
di utili: 4.467 7.088
a) legale 1.545 1.545
b) statutaria - -
c) azioni proprie - -
d) altre 2.922 5.543
altre 902 1.087
3.5 Acconti su dividendi (-) -1.400 -1.399
4. Strumenti di capitale 7.188 6.260
5. (Azioni proprie) -50 -69
6. Riserve da valutazione: 81 855
- Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva -259 -183
- Coperture su Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva - -
- Attività finanziarie (diverse dai Titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
-1.633 -395
- Attività materiali 1.669 1.492
- Attività immateriali - -
- Copertura di investimenti esteri - -
- Copertura dei flussi finanziari -410 -604
- Strumenti di copertura (elementi non designati) - -
- Differenze di cambio - -
- Attività non correnti e gruppi di Attività in via di dismissione - -
- Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del proprio merito
creditizio)
-45 -77
- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti -240 -374
- Quote delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - -
- Leggi speciali di rivalutazione 999 996
7. Utile (perdita) d'esercizio 4.284 2.948
Totale 54.053 54.299

B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione

(milioni di euro)
Attività/Valori Totale 31.12.2022 Totale 31.12.2021
Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa
1. Titoli di debito 24 -1.616 65 -466
2. Titoli di capitale 113 -372 155 -338
3. Finanziamenti 11 -52 7 -1
Totale 148 -2.040 227 -805

B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: variazioni annue

(milioni di euro)
Titoli di
debito
Titoli di
capitale
Finanziamenti
1. Esistenze iniziali -401 -183 6
2. Variazioni positive 491 488 28
2.1. Incrementi di fair value 167 21 6
2.2. Rettifiche di valore per rischio di credito 16 - 15
2.3. Rigiro a conto economico di riserve negative da realizzo 308 - 7
2.4. Trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto (titoli di capitale) - 439 -
2.5. Altre variazioni - 28 -
3. Variazioni negative -1.682 -564 -75
3.1. Riduzioni di fair value -1.549 -525 -74
3.2. Riprese di valore per rischio di credito -1 - -
3.3. Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo -133 - -1
3.4. Trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto (titoli di capitale) - -37 -
3.5. Altre variazioni 1 -2 -
4. Rimanenze finali -1.592 -259 -41

B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue

Nell'esercizio le riserve in argomento hanno subito una variazione positiva delle componenti reddituali riportate nel Prospetto della redditività complessiva dei Prospetti contabili di 134 milioni (di cui 41 milioni riferiti ai fondi pensione e 93 milioni riferiti al TFR). Al 31 dicembre 2022 è presente, per piani a benefici definiti, una riserva negativa complessiva pari a 240 milioni.

SEZIONE 2 – I FONDI PROPRI E I COEFFICIENTI DI VIGILANZA

Per l'informativa sui Fondi propri e sull'Adeguatezza patrimoniale si rinvia al separato fascicolo Terzo Pilastro di Basilea 3 – Informativa al pubblico al 31 dicembre 2022 del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Parte G Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda

SEZIONE 1 - OPERAZIONI REALIZZATE DURANTE L'ESERCIZIO

Nel corso dell'esercizio non sono state effettuate operazioni di aggregazione aziendale, così come disciplinate dall'IFRS 3, che abbiano comportato l'acquisizione del controllo di business o entità giuridiche.

Sono invece state realizzate alcune operazioni straordinarie infragruppo, senza pertanto effetti sul bilancio consolidato; tali operazioni, escluse dall'ambito di applicazione dell'IFRS 3, hanno comportato il trasferimento di rami d'azienda o entità giuridiche tra società appartenenti al Gruppo Intesa Sanpaolo o operazioni di aggregazione tra le società stesse (under common control). In considerazione della finalità meramente riorganizzativa delle operazioni ed in applicazione della policy contabile di Gruppo in materia, esse sono state contabilizzate in continuità di valori contabili nei bilanci separati delle società coinvolte.

Le principali operazioni infragruppo perfezionate nell'esercizio hanno riguardato:

  • cessione da Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. ad Intesa Sanpaolo S.p.A. del 48,99% della partecipazione in Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l.;
  • conferimento da parte di Intesa Sanpaolo S.p.A. ad Acantus S.p.A. di un ramo d'azienda di credito su pegno a fronte di un aumento di capitale dedicato;
  • scissione parziale di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. a favore di Intesa Sanpaolo S.p.A. di un compendio costituito dai crediti in bonis, dalla relativa provvista e dal personale facenti parte del ramo d'azienda di IW Bank S.p.A. scisso a favore di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. costituito dai rapporti bancari e dalle attività bancarie, crediti in bonis e in sofferenza, attività di trading evoluto, attività di finanza e gestione del portafoglio titoli di proprietà;
  • fusione per incorporazione di UBI Leasing S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l. in Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Agents4You S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A.

Variazioni annue dell'avviamento

(milioni di euro)
Attività/Valori 31.12.2022
Avviamento iniziale 67
Aumenti -
- Avviamenti rilevati nel corso dell'esercizio -
- Operazioni infragruppo -
- Altre variazioni -
Diminuzioni -
- Rettifiche di valore rilevate nel corso dell'esercizio -
- Disinvestimenti -
- Operazioni infragruppo -
- Altre variazioni -
Avviamento finale 67

SEZIONE 2 - OPERAZIONI REALIZZATE DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO

Successivamente alla chiusura dell'esercizio 2022 non sono state realizzate operazioni di aggregazione disciplinate dall'IFRS 3.

SEZIONE 3 – RETTIFICHE RETROSPETTIVE

Non si segnalano rettifiche rilevate nell'esercizio corrente relative alle aggregazioni aziendali verificatesi in esercizi precedenti.

Parte H Operazioni con parti correlate

A) LE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

1. Aspetti procedurali

Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo S.p.A. ha adottato, nel rispetto delle procedure previste dalla normativa, il Regolamento di Gruppo per la gestione delle operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo S.p.A., Soggetti Collegati del Gruppo e Soggetti Rilevanti ex art. 136 TUB.

Tale Regolamento, da ultimo aggiornato a giugno del 2021, tiene conto sia della disciplina emanata dalla Consob, ai sensi dell'art. 2391 bis C.C., che delle disposizioni di vigilanza introdotte dalla Banca d'Italia il 12 dicembre 2011 in materia di attività di rischio e conflitti di interesse delle banche e dei gruppi bancari nei confronti di "Soggetti Collegati" ed emanate in attuazione dell'art. 53, comma 4 e ss. del Testo Unico Bancario e in conformità alla delibera del CICR del 29 luglio 2008, n. 277 nonché, in aggiunta, delle regole stabilite dall'art. 136 del Testo Unico Bancario.

Il Regolamento disciplina per l'intero Gruppo Intesa Sanpaolo i seguenti aspetti:

  • − i criteri per identificare le Parti Correlate e i Soggetti Collegati;
  • − il processo di istruttoria, deliberazione e informazione agli Organi sociali per le operazioni realizzate con Parti Correlate e Soggetti Collegati;
  • − l'informazione al mercato per le operazioni con Parti Correlate;
  • − i limiti prudenziali e gli adempimenti di segnalazione periodica alla Banca d'Italia per le attività di rischio nei confronti dei Soggetti Collegati;
  • − le regole che riguardano i controlli e i presidi organizzativi;
  • − le regole generali di disclosure e di astensione per la gestione degli interessi personali degli esponenti, dei dipendenti e dei collaboratori aziendali anche diversi dai Soggetti Collegati.

Ai sensi del Regolamento sono considerati Parti Correlate di Intesa Sanpaolo: i soggetti che esercitano il controllo o l'influenza notevole, le entità controllate e collegate, le joint venture, i fondi pensione del Gruppo, gli Esponenti e i Key Manager di Intesa Sanpaolo, con i relativi stretti familiari e le entità partecipate rilevanti.

L'insieme dei Soggetti Collegati di Gruppo è costituito dai Soggetti Collegati di ciascuna banca del Gruppo (compresa la Capogruppo) e di ciascun intermediario vigilato rilevante con fondi propri superiori al 2% del totale dei fondi propri a livello consolidato. Rispetto a ciascuna banca o intermediario vigilato rilevante del Gruppo sono Soggetti Collegati: i) gli azionisti che esercitano il controllo, l'influenza notevole o che sono comunque tenuti a richiedere autorizzazione ai sensi dell'art. 19 TUB o in grado di nominare un componente dell'organo con funzione di gestione o di supervisione strategica e i relativi gruppi societari; ii) le entità controllate, controllate congiuntamente e collegate, nonché le entità da queste controllate anche congiuntamente ad altri; iii) gli esponenti aziendali con i relativi parenti fino al secondo grado e le entità partecipate rilevanti.

In via di autoregolamentazione, la Banca ha esteso la disciplina in materia di operazioni con Parti Correlate e quella sull'attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti dei Soggetti Collegati a:

  • a) gli azionisti di Intesa Sanpaolo e relativi gruppi societari che abbiano una partecipazione al capitale con diritto di voto della Banca superiore alla soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate calcolata sulle sole azioni in proprietà o in gestione, nonché le entità da questi controllate anche congiuntamente ad altri;
  • b) le società nelle quali gli esponenti di Intesa Sanpaolo o i loro stretti familiari i) hanno cariche esecutive o di presidente dell'organo di amministrazione, ii) detengono una partecipazione qualificata uguale o superiore al 10% del capitale o dei diritti di voto di tale entità, o una posizione di influenza notevole;
  • c) le società con le quali il Gruppo presenta significativi legami partecipativi e finanziari in quanto riferibili ad almeno due dei seguenti indicatori:
    • o partecipazione della controparte al capitale di Intesa Sanpaolo con una quota compresa tra l'1% e la soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate;
    • o partecipazione da parte di entità del Gruppo Intesa Sanpaolo nella controparte superiore al 10% dei diritti di voto;
    • o esposizione significativa creditizia del Gruppo verso la controparte.

Tale soluzione consente di sviluppare uno standard più elevato di monitoraggio delle transazioni con le principali entità in potenziale rischio di conflitto di interessi.

Il Regolamento contempla le diverse cautele istruttorie che devono essere osservate dalle strutture della Capogruppo e dalle società controllate nella realizzazione di operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo, Soggetti Collegati di Gruppo e Soggetti rilevanti ex art. 136 TUB, al fine di soddisfare le esigenze di correttezza sostanziale delle transazioni, richiedendo, tra l'altro, un esame dettagliato delle motivazioni, degli interessi, degli effetti dal punto di vista patrimoniale, economico e finanziario e delle condizioni dell'operazione.

In coerenza con la regolamentazione adottata dalla Consob e dalla Banca d'Italia, è inoltre previsto un regime di esenzioni, integrali o parziali, dall'applicazione della disciplina.

Per quanto attiene ai profili deliberativi delle operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo e Soggetti Collegati di Gruppo, il procedimento viene differenziato per:

  • − operazioni di importo esiguo: di controvalore inferiore o pari a 250 mila euro per le persone fisiche ed 1 milione per i soggetti diversi dalle persone fisiche (escluse dall'applicazione della disciplina);
  • − operazioni di minore rilevanza: di controvalore superiore alle soglie di esiguità (250 mila euro per le persone fisiche ed 1 milione per i soggetti diversi dalle persone fisiche), ma inferiore o pari alle soglie di maggiore rilevanza di seguito indicate;
  • − operazioni di maggiore rilevanza: di controvalore superiore alla soglia del 5% degli indicatori definiti dalla Consob e dalla Banca d'Italia (circa 2,8 miliardi per il Gruppo Intesa Sanpaolo);
  • − operazioni di competenza assembleare, a norma di legge o di Statuto.

Nel processo finalizzato all'approvazione delle operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo e Soggetti Collegati di Gruppo, un ruolo qualificato è svolto dal Comitato per le operazioni con Parti Correlate, in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dal Codice di autodisciplina delle società quotate e dall'art. 148 del Testo Unico della Finanza. Il Comitato per le operazioni con Parti Correlate può avvalersi, ove ritenuto opportuno, di esperti indipendenti in relazione alla significatività, alle particolari caratteristiche economiche o strutturali dell'operazione o alla natura della parte correlata o soggetto collegato.

Per le operazioni di maggiore rilevanza le strutture devono coinvolgere il Comitato nelle fasi dell'istruttoria e delle trattative, attraverso l'invio di un flusso completo e tempestivo e con la facoltà del Comitato di richiedere ulteriori informazioni e formulare osservazioni.

Tutte le operazioni – che non siano esenti in base al Regolamento – realizzate dalla Capogruppo con una parte correlata o soggetto collegato sono riservate alla competenza deliberativa del Consiglio, previo parere del Comitato per le operazioni con Parti Correlate.

Il Regolamento prevede specifici presidi nel caso in cui sia deliberata un'operazione di minore o maggiore rilevanza, nonostante il parere negativo del Comitato per le operazioni con Parti Correlate.

Le operazioni realizzate dalle società controllate con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo e Soggetti Collegati di Gruppo devono essere deliberate dal Consiglio di Amministrazione delle stesse società interessate previo benestare della Capogruppo, che viene rilasciato secondo l'iter sopra descritto.

Il Regolamento definisce altresì i criteri generali per l'informativa da rendere, almeno trimestralmente, anche ai sensi dell'art. 150 del Testo Unico della Finanza, agli amministratori e all'organo di controllo in ordine alle operazioni con Parti Correlate e Soggetti Collegati perfezionate nel periodo di riferimento dalla Capogruppo o da società controllate, al fine di fornire un quadro completo dell'insieme delle operazioni più significative poste in essere, nonché dei volumi e delle principali caratteristiche di tutte quelle delegate. L'informativa deve riguardare tutte le operazioni, anche se esenti da procedura deliberativa, di controvalore superiore alle soglie di esiguità; sono escluse le operazioni di minore rilevanza di finanziamento e di raccolta bancaria infragruppo (sempre che non riguardino una società controllata con interessi significativi di altra parte correlata o soggetto collegato e presentino condizioni non di mercato o standard). Per le operazioni di minore rilevanza infragruppo ordinarie e a condizioni di mercato è, invece, prevista un'informativa di tipo aggregato su base annuale.

Le operazioni realizzate dalle banche italiane controllate con Parti Correlate e Soggetti Collegati di Gruppo, che non siano considerate esenti, fermo il benestare della Capogruppo, devono essere deliberate dal relativo Consiglio di Amministrazione, previo parere di un Comitato di Consiglieri indipendenti costituito all'interno del Consiglio di Amministrazione della Banca stessa. Sono, inoltre, previste regole specifiche di rendicontazione delle operazioni agli Organi della Banca.

Il Regolamento disciplina inoltre l'operatività con Soggetti Rilevanti ai sensi dell'art. 136 TUB, che deve essere applicato da tutte le Banche italiane del Gruppo Intesa Sanpaolo, ivi inclusa la Capogruppo. Tale norma richiede l'adozione di una procedura deliberativa aggravata (delibera unanime dell'organo amministrativo, con esclusione del voto dell'esponente interessato, e voto favorevole dei componenti l'organo di controllo) per consentire agli esponenti bancari di assumere, direttamente o indirettamente, obbligazioni con la banca nella quale gli stessi rivestono la carica di esponente.

Sono inoltre fatti salvi gli obblighi previsti dal Codice Civile (art. 2391) e dall'art. 53 TUB in materia di interessi degli amministratori.

In particolare, l'art. 2391 C.C. stabilisce che ciascun Consigliere dia notizia di ogni interesse detenuto, per conto proprio o di terzi, che possa rilevare nell'esercizio della funzione gestoria, con riferimento ad una determinata operazione. Ai sensi della predetta disposizione, sono di competenza del Consiglio le delibere relative a quelle operazioni, anche con Parti Correlate, nelle quali il Consigliere Delegato sia titolare di un interesse per conto proprio o di terzi ed osservi quindi l'obbligo di astensione dal compiere l'operazione, investendo della stessa l'organo collegiale ex art. 2391 C.C.

In aggiunta, l'art. 53 TUB prevede che gli amministratori delle banche debbano astenersi dalle deliberazioni in cui abbiano un conflitto di interessi per conto proprio o di terzi.

2. Informazioni sui saldi con parti correlate

I saldi creditori e debitori in essere al 31 dicembre 2022 nei confronti di parti correlate - diverse da quelle infragruppo risultano di ammontare complessivamente non rilevante rispetto alla dimensione patrimoniale della Banca. Parimenti non risulta rilevante l'incidenza dei proventi e oneri con parti correlate sul risultato di gestione d'Impresa.

31.12.2022
Importo
(milioni di euro)
Incidenza
(%)
Totale attività finanziarie (1) 56.618 8,4
Totale altre attività (2) 927 5,6
Totale passività finanziarie (3) 37.402 5,7
Totale altre passività (4) 707 8,1
(1) Include le voci 10, 20, 30, 40 e 70 dell'attivo di Stato patrimoniale

(2) Include le voci 50, 60, 110 e 120 dell'attivo di Stato patrimoniale

(3) Include le voci 10, 20 e 30 del passivo di Stato patrimoniale

(4) Include le voci 40, 50, 70, 80, 90 e 100 del passivo di Stato patrimoniale

31.12.2022
Importo
(milioni di euro)
Incidenza
(%)
Totale interessi attivi 270 2,6
Totale interessi passivi -308 9,7
Totale commissioni attive 2.119 33,2
Totale commissioni passive -103 10,5
Totale costi di funzionamento (1) -180 2,0

(1) Include la voce 160 del Conto economico

Nei confronti di società collegate, nell'esercizio si registrano riprese di valore nette su finanziamenti pari a circa 4 milioni.

Si riportano di seguito i principali termini di riferimento dell'operatività con ciascuna categoria di controparte correlata, sulla base dei soggetti indicati nello IAS 24 (rimandando al paragrafo successivo per le informazioni relative ai compensi dei componenti degli Organi di amministrazione e controllo), con la categoria degli Azionisti rilevanti di Intesa Sanpaolo e relativi gruppi societari (entità controllate anche congiuntamente ad altri, controllanti o sottoposte a comune controllo) che abbiano una partecipazione al capitale con diritto di voto della Banca superiore alla soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate calcolata sulle sole azioni in proprietà o in gestione, nonché con gli ulteriori soggetti inclusi nel perimetro definito in via di autoregolamentazione.

Con riferimento alle Partecipazioni si rimanda alle tabelle di Nota integrativa – Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale – Attivo, Sezione 7.

Nella tabella che segue non viene rappresentata l'incidenza delle operazioni con parti correlate sui flussi finanziari del Gruppo, in quanto non significativa.

Per maggiore chiarezza e coerentemente con le segnalazioni inviate alle Autorità di Vigilanza, si precisa che le poste fuori bilancio sono state dettagliate su due colonne distinte, raggruppando da un lato le garanzie/impegni rilasciati e dall'altro le garanzie/impegni ricevuti. Nella prima categoria sono stati inclusi anche gli impegni revocabili rilasciati il cui importo complessivo è pari a 86 miliardi, di cui 85 miliardi verso società controllate.

controllate
al 100%
appartenenti
al gruppo
bancario
ENTITA' CONTROLLATE
controllate
non al 100%
appartenenti
al gruppo
bancario
controllate
non
appartenenti
al gruppo
bancario
TOTALE Entità
sottoposte
a controllo
congiunto
e relative
controllate
Entità
collegate
e relative
controllate
Esponenti,
Key
Manager e
soggetti ad
essi
riconducibili
Fondi
Pensione
TOTALE Azionisti
(*)
Società con
le quali il
Gruppo
presenta
significativi
legami
partecipativi
e finanziari
(**)
(milioni di euro)
Altre
società
riconducibili
agli
Esponenti
(***)
Cassa e disponibilità liquide 18 182 - 200 - - - - 200 - 208 -
Attività finanziarie valutate al fair
value con impatto a conto economico
816 363 235 1.414 - 229 - - 1.643 - 2.570 -
a) Attività finanziarie detenute per
la negoziazione
816 363 88 1.267 - - - - 1.267 - 2.525 -
b) attività finanziarie designate al
fair value
- - - - - - - - - - - -
c) altre attività finanziarie
obbligatoriamente valutate al fair
value
- - 147 147 - 229 - - 376 - 45 -
Attività finanziarie valutate al fair
value con impatto sulla redditività
complessiva
50 - - 50 - - - - 50 - - -
Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
14.083 1.832 11.124 27.039 71 323 18 - 27.451 - 848 2
a) Crediti verso banche 11.542 1.832 - 13.374 - - - - 13.374 - 662 -
b) Crediti verso clientela 2.541 - 11.124 13.665 71 323 18 - 14.077 - 186 2
Altre attività 609 34 118 761 - 42 - - 803 - 124 -
Partecipazioni 15.820 969 5.487 22.276 - 1.370 - - 23.646 - - -
Passività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
28.135 397 2.158 30.690 78 644 23 46 31.481 168 2.889 5
a) debiti verso banche 26.674 356 - 27.030 - 3 - - 27.033 - 2.705 -
b) debiti verso la clientela 1.461 41 2.158 3.660 78 641 23 46 4.448 168 184 5
Passività finanziarie di negoziazione 1.250 490 19 1.759 - 9 - - 1.768 - 1.091 -
Passività finanziarie designate al fair
value
- - - - - - - - - - - -
Altre passività 73 5 296 374 - 21 - 1 396 13 298 -
Garanzie e impegni rilasciati 90.767 3.773 8.863 103.403 370 158 6 1 103.938 15 881 -
Garanzie e impegni ricevuti 94 450 11 555 10 9 7 - 581 1 10 -

(*) In via di autoregolamentazione, azionisti e relativi gruppi societari che detengono una partecipazione al capitale superiore alla soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate calcolata sulle sole azioni in proprietà o in gestione, nonché le entità da questi controllate congiuntamente.

(**) In via di autoregolamentazione, società che presentano almeno due dei seguenti indicatori: i) partecipazione della controparte al capitale di Intesa Sanpaolo con una quota compresa tra l'1% e la soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate; ii) partecipazione da parte di entità del Gruppo ISP nella controparte superiore al 10% dei diritti di voto; iii) esposizione significativa creditizia del Gruppo verso la controparte. Gli importi riportati si riferiscono in larga misura alle società del Gruppo JP Morgan.

(***) In via di autoregolamentazione, società nelle quali gli esponenti di Intesa Sanpaolo o i loro stretti familiari i) hanno cariche esecutive o di presidente dell'organo di amministrazione; ii) detengono una partecipazione qualificata uguale o superiore al 10% del capitale o dei diritti di voto di tale entità, o sulla quale tali persone possono esercitare un'influenza notevole.

Per l'illustrazione delle società collegate e controllate in modo congiunto - e le società da loro controllate - maggiormente significative a livello di Gruppo si rimanda a quanto descritto nell'analogo paragrafo di Nota integrativa consolidata.

3. Informazioni sulle operazioni con parti correlate

Operazioni di maggiore rilevanza

Nel corso dell'esercizio non sono state effettuate dalla Capogruppo operazioni qualificabili come di "maggiore rilevanza" non ordinarie e/o non a condizioni di mercato o standard soggette – in applicazione del Regolamento di Gruppo per la gestione delle Operazioni con Parti Correlate di Intesa Sanpaolo S.p.A., Soggetti Collegati del Gruppo e Soggetti Rilevanti ex art. 136 TUB – all'obbligo di pubblicazione di un documento informativo al mercato.

Tra le operazioni esenti dal suddetto obbligo, si segnala l'auto-cartolarizzazione di circa 15,2 miliardi volta ad ampliare il portafoglio di titoli di Intesa Sanpaolo S.p.A. idonei per le operazioni di rifinanziamento con l'Eurosistema. L'operazione, avente ad oggetto crediti in bonis erogati da Intesa Sanpaolo S.p.A. a piccole e medie imprese, successivamente ceduti al veicolo Giada Sec. S.r.l., è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo S.p.A. e preventivamente sottoposta al Comitato per le operazioni con Parti Correlate che ha espresso parere favorevole.

Si ricorda che le operazioni di maggiore rilevanza nell'esercizio sono quelle che superano la soglia del 5% dei Fondi Propri a livello consolidato (circa 2,8 miliardi) o degli altri indicatori definiti dalla normativa Consob.

Operazioni di maggiore rilevanza infragruppo

Con riferimento alle operazioni infragruppo di maggiore rilevanza – esenti ai sensi del citato Regolamento interno dall'iter deliberativo aggravato e dall'obbligo di pubblicazione di un documento informativo al mercato, salvo che nella controllata vi siano interessi significativi di altre parti correlate – si segnala che nell'esercizio si sono registrate proroghe con incremento del plafond creditizio di affidabilità a favore della società veicolo Duomo Funding PLC.

Si segnala inoltre il rinnovo dell'accordo di distribuzione con Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. per un ulteriore decennio, per un controvalore pari a 6,2 miliardi.

Altre operazioni significative

Le operazioni realizzate con parti correlate generalmente rientrano nell'ambito della ordinaria operatività di Intesa Sanpaolo e sono di norma realizzate a condizioni di mercato o standard e comunque sulla base di valutazioni di reciproca convenienza economica, nel rispetto delle procedure interne sopra richiamate.

I rapporti tra Intesa Sanpaolo e gli esponenti aziendali, i Key Manager ed i soggetti ad essi riconducibili rientrano nella normale operatività del Gruppo e sono posti in essere applicando, ove ne ricorrano i presupposti, le convenzioni riservate a tutto il personale dipendente, con pieno rispetto e trasparenza delle condizioni praticate.

Con riferimento all'operatività con gli Azionisti, che detengono quote del capitale con diritto di voto della Banca superiori alla soglia minima prevista dalla disciplina sulla comunicazione delle partecipazioni rilevanti nelle società con azioni quotate calcolata sulle sole azioni in proprietà o in gestione, e con le entità con significativi legami partecipativi e finanziari (ai quali in via di autoregolamentazione è stata estesa l'applicazione della disciplina in materia di operazioni con parti correlate), sono state realizzate principalmente operazioni ordinarie in strumenti finanziari e sottoscrizioni di contratti di fornitura a condizioni di mercato.

Si segnalano, in particolare:

  • − i contratti di fornitura di servizi da BlackRock Advisors (UK) Ltd, nonché quelli da BlackRock Investment Management (UK) Ltd per l'utilizzo di una piattaforma informatica di sviluppo del framework di climate risk management;
  • − le operazioni in strumenti finanziari OTC poste in essere nell'ambito della corrente attività con società dei gruppi JP Morgan Chase & Co e Blackrock Inc.;
  • − l'investimento in un fondo gestito da BlackRock Investment Management (UK) Ltd per un controvalore di 50 milioni.

Per quanto riguarda le operazioni con entità controllate congiuntamente e collegate, nonché con le società partecipate rilevanti in ragione della presenza di significativi legami partecipativi e finanziari, si segnalano:

  • − operazioni di natura creditizia realizzate con le controparti Cotril S.p.A., Società per l'Aeroporto Civile di Bergamo Orio al Serio S.p.A., ISM Investimenti S.p.A., Santi S.r.l., Altaformazione S.r.l., Intermarine S.p.A., Camfin S.p.A. e Mooney S.p.A.;
  • − l'adesione pro-quota all'aumento di capitale deliberato da Bank of Qingdao Co. Ltd, oltre alla negoziazione per l'acquisto di un'ulteriore quota partecipativa fino al raggiungimento di una quota massima del 19%, per un esborso complessivo massimo di 270 milioni. A seguito dell'adesione all'aumento di capitale per 176 milioni, perfezionatosi a gennaio 2022, sono state assegnate ad Intesa Sanpaolo S.p.A. nuove azioni, per una partecipazione complessiva pari al 17,5%;
  • − le operazioni poste in essere con Cassa di Risparmio di Fermo S.p.A., relative a strumenti finanziari OTC e alla cessione dello 0,0666% circa del capitale di Banca d'Italia (n. 200 quote ad un prezzo unitario di euro 25.000 per complessivi 5 milioni);
  • − nell'ambito delle operazioni di de-risking di Gruppo, il conferimento di crediti da parte di Intesa Sanpaolo S.p.A. a Back2Bonis per un controvalore di circa 216 milioni nonché la cessione di crediti deteriorati e relative garanzie al Fondo Finav - Comparto Crediti;
  • − la sottoscrizione di contratti di fornitura con Destination Gusto S.r.l. e Mooney S.p.A., oltre ad un accordo di collaborazione con Marketwall S.r.l.;
  • − la sottoscrizione di diversi accordi di natura commerciale di durata pluriennale, per un controvalore complessivo di circa 1,4 miliardi, con Digit'Ed S.p.A. nell'ambito della più ampia operazione finalizzata alla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A.;
  • − il contratto di consulenza con Equiter S.p.A. di durata pluriennale, fino alla cessazione degli accordi con BEI per complessivi 20 milioni, nell'ambito della gestione di fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finalizzato allo sviluppo del turismo sostenibile e della rigenerazione urbana tramite la costituzione di due newco;
  • − le estinzioni anticipate delle cartolarizzazioni connesse a UBI SPV Lease 2016 S.r.l. (per un controvalore di 2,2 miliardi), Brera Sec S.r.l. (per un controvalore di 1,8 miliardi) e Adriano Lease Sec S.r.l. (per un controvalore di 1,7 miliardi);
  • − l'operazione di copertura di un finanziamento a favore di Camfin S.p.A. di controvalore pari a 10 milioni;
  • − la modifica di un accordo commerciale in essere con Forvalue S.p.A.;
  • − la sottoscrizione di un commitment di un fondo chiuso di venture capital focalizzato su iniziative biotech, istituito da parte di Indaco Venture Partners SGR S.p.A., per un controvalore pari a 20 milioni;
  • − il finanziamento soci di circa 42 milioni concesso a ISM Investimenti S.p.A.

Per quanto riguarda le operazioni con società controllate effettuate nel 2022, si precisa che le stesse sono riconducibili alla ordinaria operatività interna di una realtà bancaria polifunzionale. Esse sono per lo più regolate alle condizioni alle quali la Capogruppo accede sui mercati di riferimento, le quali non sono necessariamente uguali a quelle che risulterebbero applicabili se le società controparti del Gruppo dovessero operare in via autonoma. Tali condizioni vengono comunque applicate nel rispetto dei criteri di correttezza sostanziale e sempre nel perseguimento dell'obiettivo di creare valore per il Gruppo.

Tra le operazioni infragruppo si evidenziano:

  • − il sostegno da parte della Capogruppo alle esigenze finanziarie delle altre società del Gruppo, sia sotto forma di capitale di rischio e di finanziamenti, sia sotto forma di sottoscrizione di titoli emessi dalle controllate;
  • − la canalizzazione della provvista estera effettuata dalle società specializzate del Gruppo verso la Capogruppo e in parte verso altre controllate;
  • − le operazioni d'impiego della liquidità delle controllate presso la Capogruppo;
  • − la finanza strutturata svolta nell'ambito del Gruppo;
  • − i rapporti di outsourcing, che regolano le attività di carattere ausiliario prestate dalla Capogruppo a favore di altre società del Gruppo;
  • − gli accordi con le società del Gruppo riguardanti la distribuzione di prodotti e/o servizi o, più in generale, l'assistenza e la consulenza infragruppo.

Con riferimento alle operazioni societarie infragruppo si segnalano:

  • − il conferimento del ramo d'azienda di credito su pegno ex UBI Banca a favore di Acantus S.p.A.;
  • − la scissione parziale di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A. a favore di Intesa Sanpaolo S.p.A. di un compendio costituito dai crediti in bonis, dalla relativa provvista e dal personale della ex IW Bank S.p.A.;
  • − la fusione per incorporazione di UBI Leasing S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • − la fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Agents4You S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • − la fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Smart Care S.r.l. in Intesa Sanpaolo S.p.A.;
  • − la cessione ad una newco gestita da Eurizon Capital Real Asset SGR S.p.A. della partecipazione detenuta in Trasporti Romagna S.p.A., con un controvalore pari a 15 milioni e il successivo reinvestimento per un importo pari a 5 milioni in una quota di minoranza del capitale della newco;
  • − il conferimento in Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. del ramo d'azienda di Intesa Sanpaolo S.p.A. dedicato alla formazione del personale del Gruppo, nonché il versamento soci in conto capitale a copertura delle passività acquisite con il predetto ramo;
  • − l'acquisizione del ramo d'azienda della branch di Amsterdam di Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg S.A. con conseguente apertura di una succursale di Intesa Sanpaolo S.p.A. ad Amsterdam;
  • − la patrimonializzazione di Banca 5 S.p.A. per un importo pari a 96 milioni, finalizzata all'incremento della partecipazione di quest'ultima in Mooney Group S.p.A., nonché l'ulteriore intervento di massimi 10 milioni destinato al versamento in conto capitale a favore di Mooney Group S.p.A.;
  • − il rafforzamento patrimoniale di Intesa Sanpaolo Romania S.A. Commercial Bank per circa 12 milioni, quello di Vseobecna Uverova Banka AS pari a 100 milioni nonché quello di Qingdao Yicai Fund Distribution Co. Ltd per circa 14 milioni.

Con riferimento alle altre tipologie di operazioni infragruppo si segnalano:

  • − la locazione alla società Immit Immobili Italiani S.r.l. di spazi destinati all'attività di ristorazione nell'ambito del circuito "Gallerie d'Italia";
  • − gli accordi di distribuzione con Intesa Sanpaolo Casa S.p.A. e Prestitalia S.p.A.;
  • − il finanziamento soci e operazione di credito nei confronti di Risanamento S.p.A.

Altre informazioni relative alle operazioni di riorganizzazione del Gruppo Intesa Sanpaolo sono presenti nella Parte G della Nota integrativa del Bilancio consolidato e del Bilancio individuale. Per approfondimenti relativi alla movimentazione del portafoglio partecipativo della Capogruppo si rimanda alla Sezione 7 di Nota integrativa – Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale – Attivo.

In relazione all'operatività con i Fondi Pensione, si evidenziano le operazioni in strumenti finanziari OTC poste in essere da Intesa Sanpaolo S.p.A., nell'ambito della corrente attività, con il Fondo Pensioni per il Personale Cariplo.

Per quanto concerne l'operatività con le Special Purpose Entities, consolidate integralmente ai sensi dell'IFRS 10 e nelle quali il Gruppo esercita il controllo ancorché in assenza di una partecipazione, si rimanda alla Nota integrativa – Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura del Bilancio consolidato.

Altre informazioni rilevanti

Con riferimento alle partecipazioni in società collegate o sottoposte a controllo congiunto, risultano effettuate rettifiche di valore per complessivi 13 milioni, riconducibili principalmente a RSCT Fund Comparto Crediti per 8 milioni, Backtowork24 S.r.l. per 2 milioni, Gilda S.r.l. per 2 milioni e altre minori per 1 milione.

Nei confronti dei Fondi Pensione, nei quali Intesa Sanpaolo risulta coobbligata in forza delle garanzie prestate, nell'esercizio sono stati effettuati utilizzi connessi alle iniziative di offerta individuale di capitalizzazione della prestazione integrativa e razionalizzazione dei Fondi Pensione, come indicato in Nota integrativa – Parte B – Informazioni sullo Stato patrimoniale – Passivo, Fondi di quiescenza aziendale a benefici definiti, cui si rimanda.

Altri eventi rilevanti successivi alla chiusura del bilancio

L'Assemblea Straordinaria dei Soci della controllata Banca 5 S.p.A. del 28 ottobre 2022 ha deliberato di modificare la propria denominazione sociale in Isybank S.p.A. - con efficacia 1° gennaio 2023 - in coerenza con gli obiettivi del Piano d'Impresa 2022-2025, che prevedono nel corso del 2023 la trasformazione della predetta Società nella nuova Banca Digitale del Gruppo.

Si segnala inoltre il progetto di fusione per incorporazione di Intesa Sanpaolo Provis S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A., che verrà finalizzata nel mese di aprile 2023.

B) INFORMAZIONI SUI COMPENSI CORRISPOSTI AI COMPONENTI DEGLI ORGANI DI AMMINISTRAZIONE E DI CONTROLLO E AI DIRIGENTI CON RESPONSABILITÀ STRATEGICHE

Stante quanto prescritto dallo IAS 24, nell'attuale configurazione organizzativa della Capogruppo si considerano "Dirigenti con responsabilità strategiche" (di seguito Key Manager), oltre ai componenti del Consiglio di Amministrazione (ivi compresi i membri del Comitato per il Controllo sulla Gestione e il Consigliere Delegato e CEO), i seguenti soggetti: il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, i Responsabili delle Divisioni, i Chief Officer Responsabili di Aree di Governo o di Controllo, il Deputy del Responsabile della Divisione di Business IMI Corporate & Investment Banking e i Responsabili delle Direzioni Centrali a riporto diretto del Consigliere Delegato e CEO o del Presidente del Consiglio di Amministrazione.

La tabella che segue riporta l'ammontare dei principali benefici riconosciuti nel 2022 ai componenti dell'Organo di amministrazione e dell'Organo di controllo nonché agli altri dirigenti con responsabilità strategiche che rientrano nella nozione di "parte correlata", inclusi gli importi massimi relativi alla parte variabile della retribuzione che saranno corrisposti in denaro e/o in azioni della Capogruppo, in base alle politiche di retribuzione e di incentivazione del Gruppo, subordinatamente alla verifica del conseguimento dei target assegnati e alle determinazioni dei competenti Organi di Capogruppo.

Importo
di
competenza
ALTRI MANAGERS (2)
ORGANI DI
AMMINISTRAZIONE/
ORGANI DI CONTROLLO(1)
Importo
Importo
corrisposto
di
competenza
Importo
corrisposto
TOTALE al 31.12.2022
Importo
di
competenza
(milioni di euro)
Importo
corrisposto
Benefici a breve termine (3) 7 7 30 24 37 31
Benefici successivi al rapporto di
lavoro (4)
- - 2 2 2 2
Altri benefici a lungo termine (5) - - 7 - 7 -
Indennità per la cessazione del
rapporto di lavoro (6)
- - - - - -
Pagamenti in azioni (7) - - 18 - 18 -
Totale 7 7 57 26 64 33

(1) Include 19 soggetti

(2) Include 19 soggetti

(3) Include anche i compensi fissi e variabili degli Amministratori in quanto assimilabili al costo del lavoro e gli oneri sociali a carico dell'azienda per i dipendenti

(4) Include la contribuzione aziendale ai fondi pensione e l'accantonamento al TFR nelle misure previste dalla legge e dai regolamenti aziendali

(5) Include una stima degli accantonamenti per i premi di anzianità dei dipendenti

(6) Include le indennità contrattuali dovute per la cessazione del rapporto di lavoro e patti di non concorrenza

(7) Include la quota della parte variabile della retribuzione a breve/lungo termine da corrispondere in azioni di Intesa Sanpaolo / tramite il Piano POP e PSP

Come già indicato nella Parte H della Nota integrativa del Bilancio consolidato, dettagliate informazioni in merito alle politiche di remunerazione, ai sensi dell'art.123-ter del Testo Unico della Finanza, vengono annualmente pubblicate nell'ambito della specifica "Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti", nella quale vengono indicati:

  • − il dettaglio analitico dei compensi corrisposti ai componenti degli Organi di Amministrazione e di Controllo, ai Direttori Generali e, in forma aggregata, agli altri Dirigenti con responsabilità strategiche, nonché dei piani di Stock-option assegnate ai componenti dell'Organo di Amministrazione, ai Direttori Generali e agli altri Dirigenti con responsabilità strategiche;
  • − i dettagli e l'evoluzione dei piani di incentivazione basati su strumenti finanziari, diversi dalle Stock-option, a favore del Consigliere Delegato e CEO e degli altri Dirigenti con responsabilità strategiche unitamente ai piani di incentivazione monetari a favore del Consigliere Delegato e CEO e degli altri Dirigenti con responsabilità strategiche;
  • − le azioni della Capogruppo e delle società controllate detenute dai componenti degli Organi di amministrazione e controllo, dai Dirigenti con responsabilità strategiche nonché dagli altri soggetti collegati.

Parte I Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Descrizione degli accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

Piano di incentivazione annuale basato su strumenti finanziari

Le Disposizioni di Vigilanza in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari emanate il 30 marzo 2011 (ora integrate nella Circolare 285 della Banca d'Italia), hanno prescritto, tra l'altro, che parte dei premi annuali erogati ai cosiddetti "Risk Taker" venga attribuita mediante l'assegnazione di strumenti finanziari, in un orizzonte di tempo pluriennale. Conseguentemente, il Gruppo Intesa Sanpaolo prevede piani di incentivazione annuali collegati alle performance in ottemperanza ai quali:

  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2017 e in attuazione della delibera assembleare del 27 aprile 2018, il 12 settembre 2018, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite Banca IMI136 , incaricata dell'esecuzione del programma – n. 12.686.321 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,07% circa del capitale sociale ordinario) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 2,291 euro, per un controvalore totale di 29.061.008 euro;
  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2018 e in attuazione della delibera assembleare del 30 aprile 2019, il 17 e 18 settembre 2019, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite Banca IMI137, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 17.137.954 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,10% circa del capitale sociale ordinario) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 2,129 euro, per un controvalore totale di 36.481.543 euro. Il programma di acquisto è altresì al servizio dell'eventuale corresponsione di compensi riconosciuti a Risk Taker in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (cd. Severance), come previsto dalle Disposizioni di Vigilanza;
  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2019 e in attuazione della delibera assembleare del 27 aprile 2020, il 16, 17 e 18 novembre 2020, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite la propria Divisione IMI Corporate & Investment Banking, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 25.400.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,13% circa del capitale sociale della Capogruppo) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,852 euro, per un controvalore totale di 47.046.279 euro. Il programma di acquisto è altresì al servizio del Piano di Incentivazione 2018- 2021 destinato ai Consulenti Finanziari delle Reti Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking e Sanpaolo Invest nonché dell'eventuale corresponsione di compensi riconosciuti a Risk Taker in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance), come previsto dalle Disposizioni di Vigilanza;
  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2020 e in attuazione della delibera assembleare del 28 aprile 2021, il 13 e 14 settembre 2021, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite la propria Divisione IMI Corporate & Investment Banking, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 20.000.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,10% circa del capitale sociale della Capogruppo) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 2,391 euro, per un controvalore totale di 47.822.401 euro. Il programma di acquisto è altresì al servizio del sistema di incentivazione dell'ex Gruppo UBI Banca basato su azioni relativo all'esercizio 2020 destinato ai Risk Taker, delle residue quote in azioni rinvenienti da sistemi incentivanti dell'ex Gruppo UBI Banca per esercizi precedenti nonché dell'eventuale corresponsione di compensi riconosciuti in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance), come previsto dalle Disposizioni di Vigilanza;
  • − con riferimento ai risultati dell'esercizio 2021 e in attuazione della delibera assembleare del 29 aprile 2022, dal 12 al 14 settembre 2022, il Gruppo ha complessivamente acquistato – tramite la propria Divisione IMI Corporate & Investment Banking, incaricata dell'esecuzione del programma – n. 46.216.652 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo (pari allo 0,24% circa del capitale sociale della Capogruppo138) a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,8932 euro, per un controvalore totale di 87.496.321,48 euro. Il programma di acquisto è altresì a servizio del sistema di incentivazione del Gruppo Privredna Banka Zagreb (PBZ) basato su azioni relativo all'esercizio 2021 e delle residue quote in strumenti finanziari rinvenienti da piani precedenti, dei Piani di Incentivazione a Lungo Termine destinati ai Consulenti Finanziari delle Reti del Gruppo Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking nonché dell'eventuale corresponsione di compensi riconosciuti in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance).

Le Assemblee di cui sopra hanno, altresì, autorizzato l'alienazione sul mercato regolamentato delle azioni eventualmente eccedenti l'effettivo fabbisogno, ovvero la loro conservazione a servizio di eventuali futuri piani di incentivazione.

136 Incorporata in Intesa Sanpaolo il 20 luglio 2020.

137 Incorporata in Intesa Sanpaolo il 20 luglio 2020.

138 Considerando, in relazione al rispetto della delibera autorizzativa dell'Assemblea di Intesa Sanpaolo del 29 aprile 2022, le 19.430.463.305 azioni ordinarie prive del valore nominale in cui era suddiviso il capitale sociale pari a 10.084.445.147,92 euro ante aumento del capitale sociale eseguito in data 30 giugno 2022 nel contesto del Piano di Incentivazione a Lungo Termine LECOIP 3.0 2022-2025 basato su strumenti finanziari (a 10.368.870.930,08 euro suddiviso in 19.977.435.963 azioni) e successivo annullamento delle azioni proprie acquistate in esecuzione del programma di buyback comunicato al mercato il 24 giugno 2022 e avviato il 4 luglio 2022 (il capitale sociale si è modificato nella sua composizione, per la riduzione del numero di azioni che lo costituiscono, ma non nel suo ammontare, rimasto pari a 10.368.870.930,08 euro). Le azioni acquistate erano pari a circa lo 0,24% del capitale sociale considerando le 19.267.277.397 azioni che lo costituivano al momento dell'acquisto.

Le suddette azioni saranno attribuite ai beneficiari nel rispetto delle norme attuative contenute nei sistemi di incentivazione che richiedono, di norma, la permanenza in servizio dei beneficiari sino al momento dell'effettiva consegna dei titoli agli stessi e sottopongono ciascuna quota differita dell'incentivo (sia essa erogata in forma cash, sia mediante strumenti finanziari) a un meccanismo di correzione ex post – cosiddetta "malus condition" – secondo il quale il relativo importo riconosciuto e il numero delle eventuali azioni attribuite potranno essere decurtati in relazione al grado di conseguimento, nell'esercizio a cui la quota differita fa riferimento, di specifici obiettivi economico-patrimoniali che misurano la sostenibilità nel tempo dei risultati conseguiti.

Piani di incentivazione a lungo termine 2018-2021: Piano POP e Piano LECOIP 2.0

In concomitanza con il lancio del Piano d'Impresa 2018-2021 sono stati avviati due piani d'incentivazione a lungo termine destinati a differenti cluster di popolazione:

  • − Piano POP (Performance-based Option Plan) destinato al Top Management, ai Risk Taker e ai Manager Strategici che si conclude nel mese di Marzo 2023;
  • − Piano LECOIP 2.0 destinato ai Manager e al restante personale conclusosi nel mese di Marzo 2022.

Con riferimento alla popolazione Top Management, Risk Taker e Manager Strategici, che ha un impatto diretto sui risultati del Gruppo, è stato adottato uno strumento esplicitamente connesso al raggiungimento degli obiettivi del Piano d'Impresa e con un profilo di rischio/rendimento adeguato al ruolo ricoperto e ai livelli di ambizione e sfida del Business Plan.

Il Piano POP è basato su strumenti finanziari collegati alle azioni ("Call Option") e sottoposti al raggiungimento di condizioni di performance chiave del Piano d'Impresa nonché subordinati a condizioni di attivazione e di accesso individuale (c.d. compliance breach).

L'intero ammontare maturato sarà liquidato in azioni e in un orizzonte temporale di 3/5 anni, in funzione del cluster di appartenenza del beneficiario, previa verifica delle condizioni di malus, definite in modo speculare alle condizioni di attivazione, negli anni in cui queste siano previste.

Inoltre, a giugno 2018 il Gruppo ha firmato con J.P. Morgan un accordo di accollo liberatorio, con cui ha trasferito a J.P. Morgan l'obbligo di consegna ai dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo delle eventuali azioni ordinarie che saranno dovute alla scadenza delle Opzioni POP e, conseguentemente, alla controparte stessa l'assunzione di tutti i rischi di volatilità del Piano.

Con riferimento ai Manager e al restante personale, in sostanziale continuità con il LECOIP 2014-2017, è stato invece introdotto un piano di retention 2018 – 2021 LECOIP 2.0.

Il piano LECOIP 2.0, finalizzato a favorire la condivisione a tutti i livelli dell'organizzazione del valore creato nel tempo a seguito del raggiungimento degli obiettivi del Piano d'Impresa e a promuovere l'identificazione e lo spirito di appartenenza al Gruppo, è assegnato in Certificates emessi da JP Morgan, ovvero strumenti finanziari basati su azioni. In particolare, il Piano LECOIP 2.0 prevede:

  • − l'assegnazione gratuita al dipendente di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento gratuito di capitale ("Free Shares");
  • − l'assegnazione gratuita al dipendente di ulteriori azioni ordinarie Intesa Sanpaolo, di nuova emissione a fronte del medesimo aumento gratuito di capitale ("Matching Shares"), e la sottoscrizione, da parte del dipendente, di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale a pagamento riservato ai dipendenti, con emissione di azioni a un prezzo scontato rispetto al valore di mercato ("Azioni Scontate").

I Certificates sono suddivisi in due categorie e hanno caratteristiche diverse a seconda che siano destinati ai dipendenti "Professional" oppure "Manager" del perimetro italiano del Gruppo. I Certificates riflettono i termini di alcune opzioni aventi come sottostante azioni ordinarie Intesa Sanpaolo e consentono al dipendente di ricevere alla scadenza, salvo il verificarsi di determinati eventi, un ammontare per cassa (o in azioni ordinarie Intesa Sanpaolo) pari al valore di mercato originario delle Free Shares e delle Matching Shares per i dipendenti "Professional" e al 75% dello stesso per i dipendenti "Manager", più l'eventuale apprezzamento, rispetto al valore di mercato originario, connesso all'ammontare di Free Shares, Matching Shares e Azioni Scontate.

I Piani POP e LECOIP 2.0 sono stati sottoposti all'approvazione dell'Assemblea ordinaria dei soci del 27 aprile 2018.

Con particolare riferimento al Piano LECOIP 2.0, la parte straordinaria della stessa Assemblea ha deliberato in merito al conferimento di una delega al Consiglio di Amministrazione ad aumentare il capitale sociale ai sensi dell'art. 2443 del Codice Civile, funzionale all'attuazione del Piano LECOIP 2.0. Tali aumenti di capitale sono stati eseguiti in data 11 luglio 2018 contestualmente all'avvio dei Piani di incentivazione a lungo termine 2018-2021.

Relativamente al Piano POP, si evidenzia che – a fronte dell'insorgere di eventi esogeni di natura straordinaria (in particolare, la ridotta distribuzione dei dividendi del settore bancario europeo nel contesto della pandemia da COVID-19), e con l'obiettivo di neutralizzarne gli effetti tecnici sui meccanismi di funzionamento del Piano che, nei fatti, ne compromettevano la valenza incentivante, ossia la possibilità che il Piano POP possa essere realisticamente in the money a fronte del recupero del valore del titolo Intesa Sanpaolo e della ripresa della regolare distribuzione dei dividendi – l'Assemblea ordinaria del 28 aprile 2021 ha approvato talune modifiche.

In particolare, le modifiche previste hanno riguardato il meccanismo di correzione dello strike price in funzione dell'ammontare di dividendi effettivamente distribuiti in ciascun anno di piano rispetto alle attese di consensus e il posticipo del cd. Averaging Period (i.e. periodo di osservazione durante il quale si forma la media del prezzo dell'azione ISP da confrontarsi con lo strike price), originariamente fissato nell'intervallo temporale 11 marzo 2021 – 11 marzo 2022, di un anno con conseguente posticipazione di un anno anche della data di esercizio delle opzioni POP.

Entrambi i piani di incentivazione a lungo termine in oggetto (POP e LECOIP 2.0) rientrano nel perimetro di applicazione dell'IFRS 2 e sono qualificabili come operazioni con pagamento basato su azioni regolate con strumenti rappresentativi di capitale (cd. piani "equity-settled").

Con riferimento al Piano POP, alla data di assegnazione è stato definito il fair value degli strumenti rappresentativi di capitale oggetto del piano (rappresentato dal fair value delle opzioni rettificato per il vincolo di disponibilità cui saranno soggette le azioni a seguito dell'esercizio delle opzioni) e successivamente aggiornato a seguito delle modifiche del Piano. Il Piano prevede la presenza di condizioni di servizio e di performance non di mercato (le condizioni di attivazione e le performance conditions), di cui è stato tenuto conto al fine di determinare il numero di azioni per la valorizzazione del costo del piano. Tali stime saranno oggetto di revisione nel corso del vesting period e fino alla scadenza. Il costo del piano, così definito, è imputato a conto economico (come costo del lavoro) pro rata temporis lungo il periodo di maturazione del beneficio, in contropartita ad una specifica riserva di Patrimonio netto. Analoga rappresentazione contabile ai sensi dell'IFRS 2 è applicata alle modifiche al Piano. In particolare, il costo del piano originario continua ad essere rilevato lungo il vesting period iniziale (ovvero fino all'11 marzo 2022), mentre il costo aggiuntivo relativo alla modifica del piano è rilevato lungo il nuovo vesting period, ovvero fino al 10 marzo 2023. Il posticipo di un anno del periodo di osservazione, con conseguente allungamento del periodo di permanenza in servizio, si configura infatti come un incremento del vesting period.

Al verificarsi degli eventi che comportano per i dipendenti la perdita del diritto ai benefici del Piano POP (performance condition, condizioni di attivazione e venir meno della permanenza in servizio) Intesa Sanpaolo iscrive in bilancio un'attività finanziaria in contropartita al Patrimonio netto. Nelle valutazioni successive le variazioni di fair value sono rilevate a conto economico. Per quanto concerne il diritto di accollo – essendo nella sostanza configurabile come la modalità operativa adottata dal Gruppo per adempiere all'obbligazione di delivery fisica delle azioni rinveniente dal Piano - la rappresentazione contabile è quella di uno strumento di capitale movimentando in contropartita il Patrimonio netto. Si precisa, inoltre, che la modifica al Piano POP ha comportato anche la conseguente modifica dell'accollo liberatorio già stipulato tra la Banca, i beneficiari e il partner finanziario, in forza del quale quest'ultima si è accollata l'obbligo di consegna ai Beneficiari delle azioni ISP sottostanti alle Opzioni POP.

Per quanto riguarda il Piano LECOIP 2.0, alla data di assegnazione è stato calcolato il fair value degli strumenti rappresentativi di capitale oggetto del piano (equivalente alla somma del fair value delle azioni assegnate gratuitamente e dal fair value dello sconto per le azioni a pagamento) e non più modificato. Il Piano prevede la presenza di condizioni di servizio e di performance non di mercato (i trigger events), di cui è stato tenuto conto al fine di determinare il numero di azioni per la valorizzazione del costo del piano. Le stime sono state oggetto di revisione nel corso del vesting period e fino alla scadenza. Il costo del piano, così definito, è stato imputato a conto economico (come costo del lavoro) pro rata temporis lungo il periodo di maturazione del beneficio, in contropartita ad una specifica riserva di Patrimonio netto.

Al verificarsi degli eventi che comportano per i dipendenti la perdita del diritto ai benefici dei LECOIP 2.0 Certificates (trigger events e venir meno della permanenza in servizio) Intesa Sanpaolo ha iscritto in bilancio un'attività finanziaria (il credito ceduto rappresentativo dei Certificates) in contropartita al Patrimonio netto. In particolare, i Certificates iscritti nel bilancio del Gruppo sono stati classificati, in ossequio alle previsioni del principio contabile IFRS 9, alla voce 20.c) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value. Contestualmente, qualora vi sia stata la necessità di adeguare la stima precedentemente effettuata, è stato modificato il costo del Piano a fronte di un adeguamento del Patrimonio netto.

Piani di incentivazione a lungo termine 2022-2025: Piano Performance Share e Piano LECOIP 3.0

In concomitanza con il lancio del Piano d'Impresa 2022-2025 sono stati avviati due nuovi piani d'incentivazione a lungo termine destinati a differenti cluster di popolazione:

  • − Piano Performance Share (PSP) destinato al Management del Gruppo, ivi inclusi il Consigliere Delegato e CEO, i restanti Risk Taker Apicali di Gruppo e gli altri Risk Taker di Gruppo (perimetro Italia ed estero);
  • − Piano LECOIP 3.0 destinato a tutti i Professional del perimetro italiano del Gruppo.

Con riferimento al Management, Intesa Sanpaolo ha ritenuto di adottare un Piano esplicitamente connesso al raggiungimento degli obiettivi del Piano d'Impresa, che abbia un profilo di rischio/rendimento adeguato al ruolo ricoperto e ai livelli di ambizione e sfida dello stesso e che preveda l'adozione delle Performance Share quale strumento finanziario.

Nel dettaglio, il Piano Performance Share prevede l'assegnazione di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione a fronte di un aumento di capitale gratuito, sottoposte al raggiungimento di condizioni di performance chiave del Piano d'Impresa, soggette all'applicazione di demoltiplicatori basati su target di sostenibilità nonché subordinate a condizioni di attivazione e di accesso individuale (cd. compliance breach).

Le azioni eventualmente maturate saranno corrisposte in un orizzonte temporale di 4/5 anni secondo schemi di payout definiti in funzione del cluster di appartenenza del beneficiario, dell'ammontare della remunerazione variabile complessiva e della sua incidenza rispetto alla remunerazione fissa. Le quote differite sono inoltre soggette alla verifica delle condizioni di malus, definite in modo speculare alle condizioni di attivazione.

Con riferimento ai Professional, in sostanziale continuità con il Piano LECOIP 2.0, è stato strutturato un piano di retention denominato "LECOIP 3.0" con lo scopo di proseguire nell'opera di rafforzamento dell'identificazione e dello spirito di appartenenza del personale, in coerenza con la cultura organizzativa inclusiva del Gruppo.

  • Il Piano LECOIP 3.0 è assegnato in Certificates emessi da JP Morgan, ovvero strumenti finanziari basati su azioni, e prevede: − l'attribuzione di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento gratuito di capitale (Free Share) per un ammontare pari all'anticipo sul Premio Variabile di Risultato maturato per l'anno 2022 (ferma restando la facoltà per il dipendente di richiedere che tale anticipo gli venga corrisposto per cassa e quindi non aderire al LECOIP 3.0);
  • − l'assegnazione gratuita di ulteriori azioni a fronte del medesimo aumento gratuito di capitale (Matching Share) in funzione del ruolo ricoperto e della seniority e la sottoscrizione, in determinate proporzioni rispetto alle azioni gratuite ricevute, di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale a pagamento riservato ai dipendenti, a un prezzo di emissione scontato rispetto al valore di mercato (Azioni Scontate).

I Certificates riflettono i termini di alcune opzioni aventi come sottostante azioni ordinarie Intesa Sanpaolo e consentono al dipendente di ricevere alla scadenza, salvo il verificarsi di determinati eventi, un ammontare in contanti (o in azioni ordinarie Intesa Sanpaolo) pari al valore di mercato originario delle Free Shares e delle Matching Shares, più l'eventuale apprezzamento, rispetto al valore di mercato originario, connesso all'ammontare di Free Shares, Matching Shares e Azioni Scontate.

In casi residuali, l'ammontare sarà liquidato secondo specifici schemi di incasso che prevedono il differimento e il riconoscimento di parte del premio in strumenti finanziari. Tali schemi sono differenziati in funzione del cluster di popolazione di appartenenza alla maturazione del premio nonché dell'ammontare della remunerazione variabile complessiva e della sua incidenza rispetto alla remunerazione fissa.

I Piani Performance Share Plan e LECOIP 3.0 sono stati sottoposti all'approvazione dell'Assemblea ordinaria dei soci del 29 aprile 2022.

La parte straordinaria della stessa Assemblea ha deliberato in merito al conferimento di una delega al Consiglio di Amministrazione ad aumentare il capitale sociale ai sensi dell'art. 2443 del Codice Civile, funzionale all'attuazione dei Piani.

Il 21 giugno 2022 il Consiglio di Amministrazione di ISP ha esercitato la delega conferitagli dall'Assemblea per gli aumenti di capitale a favore dei dipendenti del Gruppo funzionali all'attuazione del Piano LECOIP 3.0 2022-2025.

Entrambi i piani di incentivazione a lungo termine in oggetto (Piano Performance Share e LECOIP 3.0) rientrano nel perimetro di applicazione dell'IFRS 2 e sono qualificabili come operazioni con pagamento basato su azioni regolate con strumenti rappresentativi di capitale (cd. piani "equity-settled").

Con riferimento al Piano Performance Share, alla data di assegnazione viene calcolato il fair value degli strumenti rappresentativi di capitale oggetto del Piano. Il Piano prevede la presenza di condizioni di servizio e di performance delle quali occorre tener conto al fine di determinare il numero di azioni per la valorizzazione del costo del Piano. Tali stime saranno oggetto di revisione nel corso dell'Accrual Period e fino alla scadenza. Ulteriormente, nella determinazione del fair value del Piano, occorre tener conto della presenza di condizioni di performance di "mercato".

Il costo del Piano, così definito, è imputato a conto economico (come costo del lavoro) pro rata temporis lungo l'Accrual Period del beneficio, in contropartita ad una specifica riserva di Patrimonio netto. Al verificarsi degli eventi che comportano per i dipendenti la perdita del diritto ai benefici del Piano (obiettivi di performance, condizioni di attivazione e venir meno della permanenza in servizio), qualora vi sia necessità di adeguare la stima precedentemente effettuata, ISP modifica il costo del Piano a fronte di un adeguamento del Patrimonio netto.

Per quanto riguarda il Piano LECOIP 3.0, alla data di assegnazione viene calcolato il fair value degli strumenti rappresentativi di capitale oggetto del Piano (equivalente alla somma del fair value delle azioni assegnate gratuitamente e dal fair value dello sconto per le azioni a pagamento) e non più modificato.

Il Piano prevede la presenza di condizioni di servizio e di performance non di mercato (i trigger event), di cui occorre tener conto al fine di determinare il numero di azioni per la valorizzazione del costo del Piano. Tali stime saranno oggetto di revisione nel corso del vesting period e fino alla scadenza. Il costo del Piano, così definito, è imputato a conto economico (come costo del lavoro) pro rata temporis lungo il periodo di maturazione del beneficio, in contropartita ad una specifica riserva di Patrimonio netto.

Al verificarsi degli eventi che comportano per i dipendenti la perdita del diritto ai benefici del LECOIP 3.0. Certificate (trigger events e venir meno della permanenza in servizio) Intesa Sanpaolo iscrive in bilancio un'attività finanziaria (il credito ceduto rappresentativo dei Certificates) in contropartita al Patrimonio netto. In particolare, i Certificate iscritti nel bilancio del Gruppo sono classificati, in ossequio alle previsioni del principio contabile IFRS 9, alla voce 20.c) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value. Contestualmente,

qualora vi sia necessità di adeguare la stima precedentemente effettuata, viene modificato il costo del Piano a fronte di un adeguamento del Patrimonio netto.

B. INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Evoluzione dei piani di incentivazione annuali basati su strumenti finanziari nel 2022

Numero
di
azioni
Prezzo medio
di esercizio
(euro)
Vita Residua
Strumenti finanziari esistenti al 31 dicembre 2021 19.101.582 - 2022/2026
Strumenti finanziari assegnati nel corso dell'esercizio (a) 18.825.685 - 2022/2027
Strumenti finanziari non più attribuibili (b) 132.223 - -
Strumenti finanziari vested nel corso dell'esercizio e attribuiti 17.873.589 - -
Strumenti finanziari esistenti al 31 dicembre 2022 19.921.455 - 2023/2027
di cui: vested ed attribuiti al 31 dicembre 2022 - - -

(a) Comprensivi delle azioni rivenienti da Operazioni Societarie.

(b) Azioni non più consegnabili ai beneficiari a seguito del venir meno del relativo rapporto di lavoro e/o per effetto dell'applicazione delle cd. malus condition.

In aggiunta alle azioni sopra indicate, in conformità con le Disposizioni di Banca d'Italia in tema di remunerazioni e con le Politiche di Remunerazione e Incentivazione di Gruppo, nel corso dell'anno 2022 sono state assegnate 512.540 azioni con riferimento ai compensi riconosciuti in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance). Tali azioni, attribuite in un orizzonte di tempo pluriennale, hanno una vita residua compresa tra novembre 2022 e ottobre 2026.

Dettaglio per vita residua

Vita residua (a) Numero
di
azioni
2023 4.821.451
2024 7.016.650
2025 4.331.380
2026 2.560.500
2027 1.191.474

(a) Fine retention period.

Evoluzione degli strumenti a lungo termine basati su azioni: POP, LECOIP 2.0, Performance Share Plan (PSP) e LECOIP 3.0

PERFORMANCE-BASED OPTION PLAN (POP)
Opzioni POP a
luglio 2018 (a)
Opzioni POP al 31.12.2021 Opzioni POP al 31.12.2022
Numero
opzioni
POP
Fair
value
medio
unitario
Numero
opzioni POP
Fair
value
medio
unitario
Numero
opzioni
POP
di cui: Opzioni POP
ristrutturate al 07.06.2021
Fair value
medio
unitario
Numero
opzioni POP
- Variazioni
dell'esercizio
(b)
Numero
opzioni
POP
Fair value
medio
unitario
ristrutturate al 07.06.2021
Numero
opzioni
POP
di cui: Opzioni POP
Fair value
medio
unitario
Totale
Beneficiari
(Top
Management,
Risk Takers
and Key
Managers)
466.827.626 0,3098 430.726.626 - 334.216.372 0,0819 -39.407 334.176.965 - 334.176.965 -

(a) Numero di opzioni POP e relativo fair value medio assegnate in data 11 luglio 2018 ai beneficiari (Top Management, Risk Taker e Manager Strategici).

(b) Numero di opzioni POP ristrutturate per cui è previsto il subentro di Intesa Sanpaolo nei diritti che sarebbero stati riconosciuti ai dipendenti a fronte del mancato rispetto della permanenza in servizio e altre condizioni di maturazione.

PIANO LECOIP 2.0
a luglio 2018 Free Shares a luglio 2018 Matching Shares Azioni scontate
a luglio 2018
cover
a luglio 2018 (a)
Azioni Sell to Numero
totale
azioni
Numero
LECOIP
Certificates
Variazioni
dell'esercizio
(c)
Numero
LECOIP
Certificates
Fair value
medio
al
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
(b)
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
assegnate
a luglio
2018
al
31.12.2021
al
31.12.2022
31.12.2022
Totale
Dipendenti
23.301.449 2,4750 40.244.229 2,4750 444.819.746 0,3771 82.912.968 2,5416 591.278.392 59.276.287 -2.888.813 - -

(a) Azioni assegnate destinate a coprire l'esborso relativo all'imposizione fiscale a carico del dipendente.

(b) Fair value dello sconto di sottoscrizione.

(c) Numero di Certificates per cui è previsto il subentro di Intesa Sanpaolo nei diritti che sarebbero stati riconosciuti ai dipendenti a fronte dei Certificates derivante dal mancato rispetto della condizione di permanenza in servizio e altre condizioni di maturazione.

PERFORMANCE SHARE PLAN (PSP)
Numero Performance Share
a giugno 2022 (a)
Variazioni
dell'esercizio (b)
Numero Performance
Share al 31.12.2022
Fair value
unitario
Totale Beneficiari (tutto il Management, ivi incluso il Consigliere Delegato e
CEO, i restanti Risk Taker Apicali di Gruppo e gli altri Risk Taker del Gruppo
- perimetro Italia e estero)
120.420.442 -1.194.749 119.225.693 0,9979

(a) Numero di Performance Share assegnate in data 30 giugno 2022 ai beneficiari (tutto il Management, ivi incluso il Consigliere Delegato e CEO, i restanti Risk Taker Apicali di Gruppo e gli altri Risk Taker del Gruppo - perimetro Italia e estero).

(b) Numero di Performance Share che non verranno riconosciute ai dipendenti a fronte del mancato rispetto della permanenza in servizio o altre condizioni di maturazione.

2022 Free Shares
a giugno
Matching Shares
Azioni scontate
a giugno 2022
a giugno 2022
PIANO LECOIP 3.0
Azioni Sell to
cover
a giugno 2022 (a)
Numero
totale
azioni
Numero
LECOIP
Certificates
Variazioni
dell'esercizio
(c)
Numero
LECOIP
Certificates
Fair value
medio
al
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
(b)
Numero
di azioni
Fair
value
medio
unitario
assegnate
a giugno
2022
a giugno
2022
al
31.12.2022
31.12.2022
Totale
Dipendenti
30.964.490 1,7800 34.286.674 1,7800 344.304.070 0,3409 75.951.342 1,7800 485.506.576 65.251.164 -401.439 64.849.725 3,6670

(a) Azioni assegnate destinate a coprire l'esborso relativo all'imposizione fiscale a carico del dipendente.

(b) Fair value dello sconto di sottoscrizione.

(c) Numero di Certificates per cui è previsto il subentro di Intesa Sanpaolo nei diritti che sarebbero stati riconosciuti ai dipendenti a fronte dei Certificates derivante dal mancato rispetto della condizione di permanenza in servizio e altre condizioni di maturazione.

Parte L Informativa di settore

L'informativa sui settori di attività viene fornita a livello consolidato.

Parte M Informativa sul leasing

Nella presente parte sono fornite le informazioni richieste dall'IFRS 16 che non sono presenti nelle altre parti del Bilancio, distinte tra locatario e locatore.

SEZIONE 1 - LOCATARIO

INFORMAZIONI QUALITATIVE

Intesa Sanpaolo ha in essere essenzialmente contratti di leasing immobiliare e inerenti ad automobili o altri veicoli. Sono presenti inoltre, per valori residuali, altre tipologie di contratti di leasing aventi ad oggetto prevalentemente hardware.

Al 31 dicembre 2022, i contratti di leasing sono n. 5.845 (n. 6.529 al 31 dicembre 2021), di cui n. 3.420 (n. 4.036 al 31 dicembre 2021) relativi a leasing immobiliare, per un valore di diritti d'uso complessivo pari a 920 milioni (995 milioni al 31 dicembre 2021). La diminuzione della numerosità dei contratti è imputabile alle attività volte ad ottimizzare l'uso degli spazi, che ha comportato la chiusura di alcuni contratti di locazione.

I contratti di leasing immobiliare includono nella grande maggioranza immobili destinati all'uso come uffici o filiali bancarie. I contratti, di norma, nel perimetro Italia hanno durate superiori ai 12 mesi e presentano tipicamente opzioni di rinnovo ed estinzione esercitabili dal locatore e dal locatario secondo le regole di legge oppure di specifiche previsioni contrattuali. Solitamente questi contratti non includono l'opzione di acquisto al termine del leasing oppure costi di ripristino significativi per la Banca. Sulla base delle caratteristiche dei contratti di locazione italiani e di quanto previsto dalla Legge 392/1978, nel caso di sottoscrizione di un nuovo contratto di affitto con una durata contrattuale di sei anni e l'opzione di rinnovare tacitamente il contratto di sei anni in sei anni, la durata complessiva del leasing viene posta pari a dodici anni. Tale indicazione generale viene superata se vi sono elementi nuovi o situazioni specifiche all'interno del contratto.

I contratti riferiti ad altri leasing sono relativi soprattutto ad autovetture ed all'hardware. Nel caso delle autovetture, si tratta di contratti di noleggio a lungo termine riferiti alla flotta aziendale messa a disposizione dei dipendenti (uso promiscuo) oppure delle strutture organizzative delle singole società. Generalmente tali contratti hanno durata quadriennale, con pagamenti mensili, senza opzione di rinnovo e non includono l'opzione di acquisto del bene. Il contratto può essere prorogato in funzione della gestione del parco auto; nel caso di estinzione anticipata è possibile che sia prevista una penale.

I contratti di leasing diversi da quelli relativi ad immobiliare e ad automobili sono di importo non significativo.

Nel 2022 non sono state effettuate operazioni di vendita o retrolocazione.

Le operazioni di sub-leasing sono di importo non significativo.

Come già indicato nelle politiche contabili, il Gruppo si avvale delle esenzioni consentite dal principio IFRS 16 per i leasing a breve termine (i.e. durata inferiore o uguale ai 12 mesi) o i leasing di attività di modesto valore (i.e. valore inferiore o uguale ai 5.000 euro).

INFORMAZIONI QUANTITATIVE

Nella Parte B - Attivo della Nota integrativa sono esposte rispettivamente le informazioni sui diritti d'uso acquisiti con il leasing (Tabella 8.1 - Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo e Tabella 8.4 - Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value) e nella Parte B - Passivo sono esposti i debiti per leasing (Tabella 1.1 - Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso banche e Tabella 1.2 - Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso clientela).

In particolare, al 31 dicembre 2022, i diritti d'uso acquisiti con il leasing ammontano a 920 milioni (995 milioni al 31 dicembre 2021), di cui 880 milioni (966 milioni al 31 dicembre 2021) relativi a leasing immobiliari. Sempre al 31 dicembre 2022, i debiti per leasing ammontano a 943 milioni (1.010 milioni al 31 dicembre 2021). Si rimanda alle suddette sezioni per maggiori dettagli.

Nella Parte C della Nota integrativa sono contenute le informazioni sugli interessi passivi sui debiti per leasing e gli altri oneri connessi con i diritti d'uso acquisiti con il leasing e i proventi derivanti da operazioni di sub-leasing. Si rimanda alle specifiche sezioni per maggiori dettagli.

La tabella che segue suddivide le spese di ammortamento per le attività consistenti nel diritto d'uso nelle varie categorie, in linea con l'esposizione delle attività materiali/immateriali.

(milioni di euro)
Voci 31.12.2022 31.12.2021
Spese per ammortamenti per classe di attività - -
Attività materiali ad uso funzionale 176 177
a) fabbricati 146 161
b) mobili - -
c) impianti elettronici 19 4
d) altre 11 12
Attività materiali per investimento - -
a) fabbricati - -
TOTALE 176 177

Al 31 dicembre 2022 gli impegni per contratti di leasing non ancora stipulati ammontano a circa 44 milioni e si riferiscono essenzialmente a contratti di hardware.

Non si segnalano ulteriori informazioni degne di menzione oltre a quelle già fornite nella presente sezione.

SEZIONE 2 - LOCATORE

INFORMAZIONI QUALITATIVE

A seguito della fusione per incorporazione di Mediocredito Italiano, avvenuta nel 2019, Intesa Sanpaolo ha acquisito le competenze specialistiche del leasing, operando principalmente nel leasing finanziario su beni immobiliari, industriali e commerciali, costruiti o da costruire. Inoltre, la Banca è presente sul mercato con prodotti di leasing aventi per oggetto beni strumentali, veicoli industriali, imbarcazioni e navi da diporto. I rischi associati ai diritti di proprietà sui beni oggetto di leasing vengono gestiti mediante l'obbligatorietà della sottoscrizione di una polizza all-risk, offerta in convenzione oppure sottoscritta direttamente dal cliente con il proprio assicuratore.

L'attività di leasing operativo è connessa esclusivamente alla locazione degli immobili di proprietà.

INFORMAZIONI QUANTITATIVE

Nella Nota Integrativa sono esposti:

  • − i finanziamenti per leasing (Parte B Attivo Tabella 4.1 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso banche e Tabella 4.2 - Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso clientela);
  • − le attività concesse in leasing operativo contenute nella voce 80 Attività materiali ed illustrate nella Parte B Attivo (Tabella 8.4 - Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value); si tratta di immobili non più utilizzati funzionalmente dalla Banca nel processo produttivo, locati a soggetti terzi o detenuti per il possibile apprezzamento di valore. Gli importi relativi alla fattispecie non sono significativi.

Si rimanda a tali sezioni per maggiori dettagli.

Nella Parte C della Nota integrativa sono contenute le informazioni sugli interessi attivi sui finanziamenti per leasing e sugli altri proventi dei leasing finanziari e operativi. Si rimanda alle specifiche sezioni per maggiori dettagli.

2. Leasing finanziario

2.1. Classificazione per fasce temporali dei pagamenti da ricevere e riconciliazione con i finanziamenti per leasing iscritti nell'attivo

La tabella fornisce la classificazione per fasce temporali dei pagamenti da ricevere per il leasing e la riconciliazione tra i pagamenti da ricevere e i finanziamenti per leasing, in conformità a quanto previsto dall'IFRS 16, paragrafo 94. In particolare, si precisa che i pagamenti da ricevere per leasing, rappresentativi della sommatoria dei pagamenti minimi dovuti in linea capitale e in linea interessi, sono esposti al netto dei fondi rettificativi e del valore residuo non garantito spettante al locatore. La riconciliazione con i finanziamenti per leasing, esposti in bilancio nell'ambito delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, avviene sottraendo gli utili finanziari non maturati e aggiungendo il valore residuo non garantito.

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
Fasce temporali Pagamenti da ricevere per il
leasing
Pagamenti da ricevere per il
leasing
Fino a 1 anno 1.474 1.537
Da oltre 1 anno fino a 2 anni 1.223 1.316
Da oltre 2 anni fino a 3 anni 1.051 1.139
Da oltre 3 anni fino a 4 anni 856 977
Da oltre 4 anni fino a 5 anni 687 803
Da oltre 5 anni 1.940 2.616
Totale dei pagamenti da ricevere per leasing 7.231 8.388
Riconciliazione con finanziamenti -133 -305
Utili finanziari non maturati (+) 1.202 1.307
Valore residuo non garantito (-) -1.335 -1.612
Finanziamenti per leasing 7.364 8.693

2.2. Altre informazioni

2.2.1 Classificazione finanziamenti per leasing per tipologia di bene locato

La tabella riporta la classificazione dei finanziamenti per leasing per qualità creditizia (non deteriorati e deteriorati) e per tipologia di bene locato. I valori sono espressi al netto delle rettifiche.

(milioni di euro)
Finanziamenti per leasing Esposizioni non
deteriorate
Esposizioni
deteriorate
A. Beni immobili 5.298 361
B. Beni strumentali 1.218 17
C. Beni mobili 452 8
- Autoveicoli 225 5
- Aeronavale e ferroviario 227 3
- Altri - -
D. Beni immateriali 10 -
- Marchi 10 -
- Software - -
- Altri - -

2.2.2 Classificazione dei beni riferibili al leasing finanziario.

La tabella che segue fornisce una scomposizione per categoria di bene locato (non ancora trasferito alle attività materiali) relativo a crediti per leasing, al netto delle rettifiche di valore.

(milioni di euro)
Beni inoptati Beni ritirati a seguito
di risoluzione
Altri beni
A. Beni immobili 10 5 5.644
B. Beni strumentali - - 1.235
C. Beni mobili - - 460
- Autoveicoli - - 230
- Aeronavale e ferroviario - - 230
- Altri - - -
D. Beni immateriali - - 10
- Marchi - - 10
- Software - - -
- Altri - - -
TOTALE 10 5 7.349

I beni inoptati sono beni ancora presso i clienti, per i quali non è stata esercitata l'opzione di riscatto, connessi a posizioni che non presentano condizioni di deterioramento del merito creditizio. I beni ritirati a seguito di risoluzione sono relativi a contratti risolti dove il cliente non è ancora stato liberato dagli obblighi contrattuali, pur avendo provveduto alla riconsegna del bene oggetto del contratto di leasing. Nella categoria Altri beni rientrano le attività sottostanti gli altri crediti in leasing non inclusi nelle precedenti colonne.

3. Leasing operativo

L'attività si riferisce ai canoni di locazione da ricevere relativi a immobili di proprietà.

3.1. Classificazione per fasce temporali dei pagamenti da ricevere

(milioni di euro)
31.12.2022 31.12.2021
Pagamenti da
ricevere per il leasing
Pagamenti da
ricevere per il leasing
6 5
5 3
4 3
3 5
6 4
13 11
37 31

3.2. Altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni degne di menzione oltre a quelle già fornite nella presente sezione.

Attestazione del bilancio d'esercizio ai sensi dell'art. 154 bis del D. Lgs. 58/1998

    1. I sottoscritti Carlo Messina, in qualità di Consigliere Delegato e CEO, e Fabrizio Dabbene, in qualità di Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, di Intesa Sanpaolo, attestano, tenuto anche conto di quanto previsto dall'art. 154 bis, commi 3 e 4, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58:
    2. − l'adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell'impresa e
    3. − l'effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio d'esercizio nel corso del 2022.
    1. La verifica dell'adeguatezza e dell'effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio d'esercizio al 31 dicembre 2022 è avvenuta sulla base di metodologie definite da Intesa Sanpaolo in coerenza con i modelli COSO e, per la componente IT, COBIT, che costituiscono framework di riferimento per il sistema di controllo interno generalmente accettati a livello internazionale139 .
    1. Si attesta, inoltre, che:
    2. 3.1 Il bilancio d'esercizio al 31 dicembre 2022:
    3. − è redatto in conformità ai principi contabili internazionali applicabili riconosciuti nella Comunità europea ai sensi del regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002;
    4. − corrisponde alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;
    5. − è idoneo a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell'emittente.
    6. 3.2 La relazione sulla gestione comprende un'analisi attendibile dell'andamento e del risultato della gestione, nonché della situazione dell'emittente, unitamente alla descrizione dei principali rischi e incertezze cui è esposto.

28 febbraio 2023

Carlo Messina Fabrizio Dabbene

Consigliere Delegato e CEO Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

139 Il COSO Framework è stato elaborato dal Committee of Sponsoring Organizations of the Treadway Commission, organismo statunitense che ha l'obiettivo di migliorare la qualità dell'informativa societaria, attraverso la definizione di standard etici ed un sistema di corporate governance ed organizzativo efficace. Il COBIT Framework - Control OBjectives for IT and related technology è un insieme di regole predisposto dall'IT Governance Institute, organismo statunitense che ha l'obiettivo di definire e migliorare gli standard aziendali nel settore IT.

Relazione della Società di revisione al bilancio di Intesa Sanpaolo

EY S.p.A. Via Meravigli, 12 20123 Milano

Tel: +39 02 722121 Fax: +39 02 722122037 ey.com

Relazione della società di revisione indipendente ai sensi dell'art. 14 del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 e dell'art. 10 del Regolamento (UE) n. 537/2014

Agli Azionisti di Intesa Sanpaolo S.p.A.

Relazione sulla revisione contabile del bilancio d'esercizio

Giudizio

Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio d'esercizio di Intesa Sanpaolo S.p.A. (di seguito la "Banca"), costituito dallo stato patrimoniale al 31 dicembre 2022, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario per l'esercizio chiuso a tale data e dalla nota integrativa.

A nostro giudizio, il bilancio d'esercizio fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria di Intesa Sanpaolo S.p.A. al 31 dicembre 2022, del risultato economico e dei flussi di cassa per l'esercizio chiuso a tale data, in conformità agli International Financial Reporting Standards adottati dall'Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell'art. 9 del D. Lgs. 28 febbraio 2005, n. 38 e dell'art. 43 del D. Lgs. 18 agosto 2015, n. 136.

Elementi alla base del giudizio

Abbiamo svolto la revisione contabile in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA Italia). Le nostre responsabilità ai sensi di tali principi sono ulteriormente descritte nella sezione Responsabilità della società di revisione per la revisione contabile del bilancio d'esercizio della presente relazione. Siamo indipendenti rispetto a Intesa Sanpaolo S.p.A. in conformità alle norme e ai principi in materia di etica e di indipendenza applicabili nell'ordinamento italiano alla revisione contabile del bilancio. Riteniamo di aver acquisito elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il nostro giudizio.

Aspetti chiave della revisione contabile

Gli aspetti chiave della revisione contabile sono quegli aspetti che, secondo il nostro giudizio professionale, sono stati maggiormente significativi nell'ambito della revisione contabile del bilancio dell'esercizio in esame. Tali aspetti sono stati da noi affrontati nell'ambito della revisione contabile e nella formazione del nostro giudizio sul bilancio d'esercizio nel suo complesso; pertanto, su tali aspetti non esprimiamo un giudizio separato.

Abbiamo identificato i seguenti aspetti chiave della revisione contabile:

5.6 S L A Mers Jell, 12, 2012 3 01:30
Santa and Merculine Corporatores proses Loci A di Millano Monza Brima Lodi
Contra anno a ministra marka masa proses la Crimen B S. M San

A member firm of Ernst & Young Global Limit

Aspetti chiave

Risposte di revisione

Classificazione e valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti valutati al costo ammortizzato

l crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti e iscritti tra le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, voce 40. b), al 31 dicembre 2022 ammontano a Euro 377.477 milioni e rappresentano il 55,2%circa del totale attivo dello stato patrimoniale. La composizione di tali crediti è illustrata nelle tabelle 4.2 e 4.3 riportate nella Parte B, sezione 4, della nota integrativa.

Al 31 dicembre 2022 le rettifiche di valore nette per rischio di credito inerenti ai crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti e iscritte nel conto economico, voce 130. a), ammontano a Euro 1.650 milioni: la composizione di tali rettifiche di valore nette è illustrata nella tabella 8.1 riportata nella Parte C, sezione 8, della nota integrativa.

L'informativa circa l'evoluzione della qualità dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti, sui criteri di classificazione e valutazione adottati e sui relativi effetti economici è fornita nella Parte A - Politiche contabili, nella Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale, nella Parte C - Informazioni sul conto economico e nella Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della nota integrativa.

La classificazione nelle diverse categorie di rischio e la valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti sono rilevanti per la revisione contabile sia per la significatività del loro valore per il bilancio nel suo complesso sia perché le rettifiche di valore sono determinate dagli Amministratori attraverso l'utilizzo di stime che presentano un elevato grado di complessità e soggettività.

In relazione a tale aspetto, le nostre procedure di revisione, svolte anche mediante il supporto di nostri esperti, principalmente in materia di risk management e di sistemi informativi, hanno incluso, tra l'altro:

  • la comprensione delle policy, dei modelli valutativi (inclusa l'analisi degli adeguamenti resisi necessari a seguito della citata evoluzione del quadro macroeconomico), dei processi e dei controlli posti in essere dalla Banca con riferimento alla classificazione e valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti;
  • ► l'esame della configurazione e della messa in atto dei controlli chiave, compresi quelli relativi ai presidi informatici rilevanti e lo svolgimento di procedure di conformità per valutarne l'efficacia operativa;
  • ► l'analisi delle variazioni nella composizione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti rispetto all'esercizio precedente e la discussione dei risultati con la direzione aziendale:
  • ► l'effettuazione di procedure di validità, su base campionaria, finalizzate alla verifica della corretta classificazione e valutazione delle esposizioni creditizie, anche considerando la complessiva esposizione creditizia della Banca nei confronti dei Paesi coinvolti nel conflitto;
  • ► la verifica, mediante analisi della documentazione a supporto, della contabilizzazione delle operazioni di cessione di crediti deteriorati effettuate nell'esercizio:
  • ► l'esame dell'adeguatezza dell'informativa fornita nella nota integrativa.

I processi di classificazione e valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti comportano la considerazione di specifici fattori volti a riflettere l'attuale contesto di incertezza sull'evoluzione del quadro macroeconomico caratterizzato dal conflitto russo-ucraino, dall'incremento dei costi dell'energia e dalle dinamiche inflazionistiche. Tali processi considerano altresì la complessiva esposizione creditizia della Banca nei confronti dei Paesi coinvolti nel conflitto.

Ai fini della classificazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti, gli Amministratori effettuano analisi che comportano l'utilizzo di modelli sviluppati internamente, nonché considerano elementi soggettivi al fine di individuare le esposizioni che mostrano evidenze di un significativo incremento del rischio di credito rispetto alla data di rilevazione iniziale o evidenze di perdite di valore. I processi di classificazione di tali crediti considerano sia informazioni interne. legate all'andamento storico delle esposizioni, sia informazioni esterne relative al settore di riferimento o all'esposizione complessiva dei debitori verso il sistema bancario.

La valutazione dei crediti verso la clientela rappresentati da finanziamenti è un'attività complessa, nella quale gli Amministratori effettuano stime caratterizzate da un alto grado di incertezza e di soggettività, che tengono in considerazione numerosi elementi quantitativi e qualitativi quali, tra gli altri, i dati storici relativi agli incassi, i flussi di cassa attesi e i relativi tempi di recupero, la valutazione delle eventuali garanzie, l'impatto di variabili macroeconomiche, di scenari futuri anche legati a cessione di crediti deteriorati e dei rischi dei settori nei quali operano i clienti della Banca.

Classificazione e valutazione delle attività e delle passività finanziarie valutate al fair value (livelli 2 e 3)

Al 31 dicembre 2022 gli strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente, classificati nel livello 2 e nel livello 3 della gerarchia del fair value, mostrano un saldo attivo complessivo pari a Euro 51.754 milioni e un saldo passivo complessivo pari a Euro 54.972 milioni. La composizione degli strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente, classificati nel livello 2 e nel livello 3 della qerarchia del fair value, è illustrata nella tabella A.4.5.1 riportata nella Parte A della nota integrativa.

L'informativa sulla classificazione e valutazione degli strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente, classificati nel livello 2 e nel livello 3 della gerarchia del fair value è fornita nella Parte A - Politiche contabili, nella Parte B -Informazioni sullo stato patrimoniale, nella Parte C. - Informazioni sul conto economico e nella Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura della nota integrativa.

Per la valutazione di tali strumenti finanziari, la Banca fa ricorso a modelli complessi, coerenti con le prassi valutative di mercato, che sono alimentati da dati direttamente osservabili sul mercato o stimati internamente, sulla base di assunzioni qualitative e quantitative, laddove non osservabili sul mercato.

La valutazione di tali strumenti finanziari è rilevante per la revisione contabile sia per la significatività del loro valore per il bilancio nel suo complesso sia per la molteplicità e complessità dei modelli e parametri valutativi utilizzati nonché per gli elementi soggettivi considerati ai fini delle stime da parte degli Amministratori.

In relazione a tale aspetto, le nostre procedure di revisione, svolte anche mediante il supporto di nostri esperti di risk management e di sistemi informativi, hanno incluso, tra l'altro:

  • la comprensione delle policy, dei modelli valutativi. dei processi e dei controlli posti in essere dalla Banca con riferimento alla classificazione e valutazione degli strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente, classificati nel livello 2 e nel livello 3 della gerarchia del fair value;

  • l'esame della configurazione e della messa in atto dei controlli chiave, compresi quelli relativi ai presidi informatici rilevanti e lo svolgimento di procedure di conformità per valutarne l'efficacia operativa;

  • ► l'analisi delle variazioni nella composizione dei portafogli rispetto all'esercizio precedente e la discussione dei risultati con la direzione aziendale:
  • ► la verifica, su base campionaria, del fair value mediante l'analisi dei modelli valutativi, della ragionevolezza delle assunzioni qualitative e quantitative formulate e dei parametri di input utilizzati nonché dell'appropriata classificazione in base al livello di fair value;
  • ► l'esame dell'adeguatezza dell'informativa fornita nella nota integrativa.

4

Responsabilità degli Amministratori e del Comitato per il Controllo sulla Gestione per il bilancio d'esercizio

Gli Amministratori sono responsabili per la redazione del bilancio d'esercizio che fornisca una rappresentazione veritiera e corretta in conformità agli International Financial Reporting Standards adottati dall'Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell'art. 9 del D. Los, 28 febbraio 2005, n. 38 e dell'art. 43 del D. Lgs. 18 agosto 2015, n. 136 e, nei termini previsti dalla legge, per quella parte del controllo interno dagli stessi ritenuta necessaria per consentire la redazione di un bilancio che non contenga errori significativi dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali.

Gli Amministratori sono responsabili per la valutazione della Banca di continuare ad operare come un'entità in funzionamento e, nella redazione del bilancio d'esercizio, per l'appropriatezza dell'utilizzo del presupposto della continuità aziendale, nonché per una adeguata informativa in materia. Gli Amministratori utilizzano il presupposto della continuità aziendale nella redazione del bilancio d'esercizio a meno che abbiano valutato che sussistono le condizioni per la liquidazione della Banca o per l'interruzione dell'attività o non abbiano alternative realistiche a tali scelte.

ll Comitato per il Controllo sulla Gestione ha la responsabilità della vigilanza, nei termini previsti dalla legge, sul processo di predisposizione dell'informativa finanziaria della Banca.

Responsabilità della società di revisione per la revisione contabile del bilancio d'esercizio

l nostri obiettivi sono l'acquisizione di una ragionevole sicurezza che il bilancio d'esercizio nel suo complesso non contenga errori significativi, dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali, e l'emissione di una relazione di revisione che includa il nostro giudizio. Per ragionevole sicurezza si intende un livello elevato di sicurezza che, tuttavia, non fornisce la garanzia che una revisione contabile svolta in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA Italia) individui sempre un errore significativo, qualora esistente. Gli errori possono derivare da frodi o da comportamenti o eventi non intenzionali e sono considerati significativi qualora ci si possa ragionevolmente attendere che essi, singolarmente o nel loro insieme, siano in grado di influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori prese sulla base del bilancio d'esercizio.

Nell'ambito della revisione contabile svolta in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA Italia), abbiamo esercitato il giudizio professionale e abbiamo mantenuto lo scetticismo professionale per tutta la durata della revisione contabile. Inoltre:

  • ► abbiamo identificato e valutato i rischi di errori significativi nel bilancio d'esercizio, dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali: abbiamo definito e svolto procedure di revisione in risposta a tali rischi; abbiamo acquisito elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il nostro giudizio. Il rischio di non individuare un errore significativo dovuto a frodi è più elevato rispetto al rischio di non individuare un errore significativo derivante da comportamenti od eventi non intenzionali, poiché la frode può implicare l'esistenza di collusioni, falsificazioni, omissioni intenzionali, rappresentazioni fuorvianti o forzature del controllo interno;
  • abbiamo acquisito una comprensione del controllo interno rilevante ai fini della revisione contabile allo scopo di definire procedure di revisione appropriate nelle circostanze, e non per esprimere un giudizio sull'efficacia del controllo interno della Banca;

  • ► abbiamo valutato l'appropriatezza dei principi contabili utilizzati nonché la ragionevolezza delle stime contabili effettuate dagli Amministratori e della relativa informativa;
  • siamo giunti ad una conclusione sull'appropriatezza dell'utilizzo da parte degli Amministratori del presupposto della continuità aziendale e, in base agli elementi probativi acquisiti, sull'eventuale esistenza di una incertezza significativa riguardo a eventi o circostanze che possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità della Banca di continuare ad operare come un'entità in funzionamento. In presenza di un'incertezza significativa, siamo tenuti a richiamare l'attenzione nella relazione sulla relativa informativa di bilancio ovvero. qualora tale informativa sia inadeguata, a riflettere tale circostanza nella formulazione del nostro qiudizio. Le nostre conclusioni sono basate sugli elementi probativi acquisiti fino alla data della presente relazione. Tuttavia, eventi o circostanze successivi possono comportare che la Banca cessi di operare come un'entità in funzionamento;

  • ► abbiamo valutato la presentazione, la struttura e il contenuto del bilancio d'esercizio nel suo complesso, inclusa l'informativa, e se il bilancio d'esercizio rappresenti le operazioni e gli eventi sottostanti in modo da fornire una corretta rappresentazione.

Abbiamo comunicato ai responsabili delle attività di governance, identificati ad un livello appropriato come richiesto dai principi di revisione internazionali (ISA Italia), tra gli altri aspetti, la portata e la tempistica pianificate per la revisione contabile e i risultati significativi emersi, incluse le eventuali carenze significative nel controllo interno identificate nel corso della revisione contabile.

Abbiamo fornito ai responsabili delle attività di governance anche una dichiarazione sul fatto che abbiamo rispettato le norme e i principi in materia di indipendenza applicabili nell'ordinamento italiano e abbiamo comunicato loro ogni situazione che possa ragionevolmente avere un effetto sulla nostra indipendenza e, ove applicabile, le azioni intraprese per eliminare i relativi rischi o le misure di salvaguardia applicate.

Tra gli aspetti comunicati ai responsabili delle attività di governance, abbiamo identificato quelli che sono stati più rilevanti nell'ambito della revisione contabile dell'esercizio in esame, che hanno costituito quindi gli aspetti chiave della revisione. Abbiamo descritto tali aspetti nella relazione di revisione

Altre informazioni comunicate ai sensi dell'art. 10 del Regolamento (UE) n. 537/2014

L'Assemblea degli Azionisti di Intesa Sanpaolo S.p.A. ci ha conferito in data 30 aprile 2019 l'incarico di revisione legale del bilancio d'esercizio della Banca e del bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo per gli esercizi con chiusura dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2029.

Dichiariamo che non sono stati servizi diversi dalla revisione contabile vietati ai sensi dell'art. 5, par. 1, del Regolamento (UE) n. 537/2014 e che siamo rimasti indipendenti rispetto alla Banca nell'esecuzione della revisione legale.

Confermiamo che il giudizio sul bilancio d'esercizio espresso nella presente relazione è in linea con quanto indicato nella relazione aqqiuntiva destinata al Comitato per il Controllo sulla Gestione, nella sua funzione di comitato per il controllo interno e la revisione contabile, predisposta ai sensi dell'art. 11 del citato Regolamento.

Relazione su altre disposizioni di legge e regolamentari

Giudizio sulla conformità alle disposizioni del Regolamento Delegato (UE) 2019/815

Gli Amministratori di Intesa Sanpaolo S.p.A. sono responsabili per l'applicazione delle disposizioni del Regolamento Delegato (UE) 2019/815 della Commissione Europea in materia di norme tecniche di regolamentazione relative alla specificazione del formato elettronico unico di comunicazione ESEF -European Single Electronic Format (di seguito "Regolamento Delegato") al bilancio d'esercizio al 31 dicembre 2022. da includere nella relazione finanziaria annuale.

Abbiamo svolto le procedure indicate nel principio di revisione (SA Italia) n. 700B al fine di esprimere un giudizio sulla conformità del bilancio d'esercizio alle disposizioni del Regolamento Delegato.

A nostro giudizio, il bilancio d'esercizio di Intesa Sanpaolo S.p.A. al 31 dicembre 2022 è stato predisposto nel formato XHTML in conformità alle disposizioni del Regolamento Delegato.

Giudizio ai sensi dell'art. 14, comma 2, lettera e), del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 e dell'art. 123-bis, comma 4, del D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58

Gli Amministratori di Intesa Sanpaolo S.p.A. sono responsabili per la predisposizione della relazione sulla gestione e della relazione sul governo societario e gli assetti proprietari della Banca al 31 dicembre 2022, incluse la loro coerenza con il relativo bilancio d'esercizio e la loro conformità alle norme di legge.

Abbiamo svolto le procedure indicate nel principio di revisione (SA Italia) n. 720B al fine di esprimere un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione e di alcune specifiche informazioni contenute nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari indicate nell'art. 123-bis, comma 4, del D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 con il bilancio d'esercizio della Banca al 31 dicembre 2022 e sulla conformità delle stesse alle norme di legge, nonché di rilasciare una dichiarazione su eventuali errori significativi.

A nostro giudizio, la relazione sulla gestione e alcune specifiche informazioni contenute nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari sopra richiamate sono coerenti con il bilancio d'esercizio di Intesa Sanpaolo S.p.A. al 31 dicembre 2022 e sono redatte in conformità alle norme di legge.

Con riferimento alla dichiarazione di cui all'art. 14, c. 2, lettera e), del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, rilasciata sulla base delle conoscenze e della comprensione dell'impresa e del relativo contesto acquisite nel corso dell'attività di revisione, non abbiamo nulla da riportare.

Milano, 23 marzo 2023

Guido Celona (Revisore Legale)

7

Allegati del bilancio di Intesa Sanpaolo

Prospetti di raccordo relativi al bilancio di Intesa Sanpaolo

Raccordi tra prospetti contabili pubblicati e prospetti contabili modificati

Raccordo tra Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 pubblicato e Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 modificato Raccordo tra Conto economico 2021 pubblicato e Conto economico 2021 modificato

Raccordo tra prospetti contabili modificati/pubblicati e prospetti contabili riesposti

Raccordo tra Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 pubblicato e Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 riesposto Raccordo tra Conto economico 2021 pubblicato e Conto economico 2021 riesposto Raccordo tra Conto economico 2022 e Conto economico 2022 riesposto

Prospetti contabili riesposti

Stato patrimoniale riesposto di Intesa Sanpaolo Conto economico riesposto di Intesa Sanpaolo

Raccordi tra prospetti contabili riesposti e schemi di bilancio riclassificati di Intesa Sanpaolo

Raccordo tra Stato patrimoniale riesposto e Stato patrimoniale riclassificato di Intesa Sanpaolo Raccordo tra Conto economico riesposto e Conto economico riclassificato di Intesa Sanpaolo

Conto economico riclassificato - Raccordo con dati rideterminati

Conto economico riclassificato - Raccordo con dati rideterminati

Raccordi tra prospetti contabili pubblicati e prospetti contabili modificati

Raccordo tra Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 pubblicato e Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 modificato

Lo Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 pubblicato non ha necessitato di modifiche.

Raccordo tra Conto economico 2021 pubblicato e Conto economico 2021 modificato

Il Conto economico 2021 pubblicato non ha necessitato di modifiche.

Raccordo tra prospetti contabili modificati/pubblicati e prospetti contabili riesposti

Raccordo tra Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 pubblicato e Stato patrimoniale al 31 dicembre 2021 riesposto

(milioni di euro)
Voci dell'attivo 31.12.2021 Variazione
perimetro di
riferimento
(a)
31.12.2021
Riesposto
10. Cassa e disponibilità liquide 7.730 3 7.733
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 51.636 19 51.655
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 47.731 -2 47.729
b) attività finanziarie designate al fair value 1 - 1
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 3.904 21 3.925
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 52.149 - 52.149
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 599.476 -1.139 598.337
a) crediti verso banche 160.488 1 160.489
b) crediti verso clientela 438.988 -1.140 437.848
50. Derivati di copertura 1.566 - 1.566
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 393 - 393
70. Partecipazioni 23.420 -38 23.382
80. Attività materiali 7.875 56 7.931
90. Attività immateriali 4.012 - 4.012
di cui:
- avviamento 67 - 67
100. Attività fiscali 17.394 255 17.649
a) correnti 3.387 24 3.411
b) anticipate 14.007 231 14.238
110. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 1.326 2 1.328
120. Altre attività 7.263 196 7.459
Totale dell'attivo 774.240 -646 773.594

(a) Effetto connesso all'incorporazione di UBI Leasing S.p.A. (16 maggio 2022), con efficacia contabile e fiscale 1° gennaio 2022.

Voci del passivo e del patrimonio netto 31.12.2021 Variazione
perimetro di
riferimento
(a)
(milioni di euro)
31.12.2021
Riesposto
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 638.920 -784 638.136
a) debiti verso banche 191.156 111 191.267
b) debiti verso la clientela 357.474 -895 356.579
20. c) titoli in circolazione
Passività finanziarie di negoziazione
90.290
57.227
-
-
90.290
57.227
30. Passività finanziarie designate al fair value 3.675 - 3.675
40. Derivati di copertura 3.971 - 3.971
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 60 - 60
60. Passività fiscali 496 7 503
a) correnti
b) differite
52
444
3
4
55
448
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 25 - 25
80. Altre passività 10.332 18 10.350
90. Trattamento di fine rapporto del personale 1.027 3 1.030
100. Fondi per rischi e oneri 4.208 18 4.226
a) impegni e garanzie rilasciate 367 - 367
b) quiescenza e obblighi simili 245 - 245
c) altri fondi per rischi e oneri 3.596 18 3.614
110. Riserve da valutazione 855 - 855
120. Azioni rimborsabili - - -
130. Strumenti di capitale 6.260 - 6.260
140. Riserve 8.175 -7 8.168
145. Acconti su dividendi (-) -1.399 - -1.399
150. Sovrapprezzi di emissione 27.445 - 27.445
160. Capitale 10.084 - 10.084
170. Azioni proprie (-) -69 - -69
180. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 2.948 99 3.047
Totale del passivo e del patrimonio netto 774.240 -646 773.594

(a) Effetto connesso all'incorporazione di UBI Leasing S.p.A. (16 maggio 2022), con efficacia contabile e fiscale 1° gennaio 2022.

Raccordo tra Conto economico 2021 pubblicato e Conto economico 2021 riesposto

(milioni di euro)
2021 Conferimento
Ramo
Formazione
(a)
2021
Riesposto
10. Interessi attivi e proventi assimilati
di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo
8.259
7.756
-
-
8.259
7.756
20. Interessi passivi e oneri assimilati -2.322 - -2.322
30. Margine di interesse 5.937 - 5.937
40. Commissioni attive 6.602 - 6.602
50. Commissioni passive -929 - -929
60. Commissioni nette 5.673 - 5.673
70. Dividendi e proventi simili 2.454 - 2.454
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 442 - 442
90. Risultato netto dell'attività di copertura 39 - 39
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 683 - 683
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 161 - 161
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 576 - 576
c) passività finanziarie -54 - -54
110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 35 - 35
a) attività e passività finanziarie designate al fair value -55 - -55
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 90 - 90
120. Margine di intermediazione 15.263 - 15.263
130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: -2.554 - -2.554
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato -2.538 - -2.538
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -16 - -16
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni -23 - -23
150. Risultato netto della gestione finanziaria 12.686 - 12.686
160. Spese amministrative: -9.339 -74 -9.413
a) spese per il personale -5.822 9 -5.813
b) altre spese amministrative -3.517 -83 -3.600
170. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri 19 - 19
a) impegni e garanzie rilasciate 142 - 142
b) altri accantonamenti netti -123 - -123
180.
190.
Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali
Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali
-477
-726
-
8
-477
-718
200. Altri oneri/proventi di gestione 861 - 861
210. Costi operativi -9.662 -66 -9.728
220. Utili (Perdite) delle partecipazioni -217 - -217
230. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali -20 - -20
240. Rettifiche di valore dell'avviamento - - -
250. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 89 - 89
260. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 2.876 -66 2.810
270. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente 72 21 93
280. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 2.948 -45 2.903
290. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte - 45 45
300. Utile (Perdita) d'esercizio 2.948 - 2.948

(a) La riesposizione è riferita al conferimento a Intesa Sanpaolo Formazione del ramo di attività di Intesa Sanpaolo dedicato alla progettazione ed erogazione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo con sede in Italia, avvenuto in via propedeutica alla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione perfezionata a fine giugno 2022.

Raccordo tra Conto economico 2022 e Conto economico 2022 riesposto

2022 Conferimento
Ramo
Formazione
(a)
2022
Riesposto
10. Interessi attivi e proventi assimilati 10.365 - 10.365
20. di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo
Interessi passivi e oneri assimilati
9.843
-3.161
-
-
9.843
-3.161
30. Margine di interesse 7.204 - 7.204
40.
50.
Commissioni attive
Commissioni passive
6.378
-977
-
-
6.378
-977
60. Commissioni nette 5.401 - 5.401
70. Dividendi e proventi simili 2.945 - 2.945
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione -229 - -229
90. Risultato netto dell'attività di copertura 27 - 27
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: -91 - -91
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 150 - 150
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -269 - -269
c) passività finanziarie 28 - 28
110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 860 - 860
a) attività e passività finanziarie designate al fair value 938 - 938
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value -78 - -78
120. Margine di intermediazione 16.117 - 16.117
130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: -1.722 - -1.722
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato -1.674 - -1.674
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -48 - -48
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni 16 - 16
150. Risultato netto della gestione finanziaria 14.411 - 14.411
160. Spese amministrative: -8.827 -33 -8.860
a) spese per il personale -5.356 5 -5.351
b) altre spese amministrative -3.471 -38 -3.509
170. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -305 - -305
a) impegni e garanzie rilasciate -57 - -57
b) altri accantonamenti netti -248 - -248
180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali -481 - -481
190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali -723 2 -721
200. Altri oneri/proventi di gestione 796 - 796
210. Costi operativi -9.540 -31 -9.571
220. Utili (Perdite) delle partecipazioni 6 - 6
230. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali -35 - -35
240. Rettifiche di valore dell'avviamento - - -
250. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 1 - 1
260. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 4.843 -31 4.812
270. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente -559 10 -549
280. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 4.284 -21 4.263
290. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte - 21 21
300. Utile (Perdita) d'esercizio 4.284 - 4.284

(a) La riesposizione è riferita al conferimento a Intesa Sanpaolo Formazione del ramo di attività di Intesa Sanpaolo dedicato alla progettazione ed erogazione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo con sede in Italia, avvenuto in via propedeutica alla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione perfezionata a fine giugno 2022.

Prospetti contabili riesposti

Stato patrimoniale riesposto di Intesa Sanpaolo

31.12.2022 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
Voci dell'attivo Riesposto assolute %
10. Cassa e disponibilità liquide 97.071 7.733 89.338
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 48.462 51.655 -3.193 -6,2
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 44.502 47.729 -3.227 -6,8
b) attività finanziarie designate al fair value 1 1 - -
c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 3.959 3.925 34 0,9
30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 35.904 52.149 -16.245 -31,2
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 465.041 598.337 -133.296 -22,3
a) crediti verso banche 36.567 160.489 -123.922 -77,2
b) crediti verso clientela 428.474 437.848 -9.374 -2,1
50. Derivati di copertura 8.774 1.566 7.208
60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -9.472 393 -9.865
70. Partecipazioni 23.646 23.382 264 1,1
80. Attività materiali 7.720 7.931 -211 -2,7
90. Attività immateriali 4.336 4.012 324 8,1
di cui:
- avviamento 67 67 - -
100. Attività fiscali 16.594 17.649 -1.055 -6,0
a) correnti 3.348 3.411 -63 -1,8
b) anticipate 13.246 14.238 -992 -7,0
110. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 528 1.328 -800 -60,2
120. Altre attività 16.777 7.459 9.318

Totale dell'attivo 715.381 773.594 -58.213 -7,5

Voci del passivo e del patrimonio netto 31.12.2021 (milioni di euro)
Variazioni
31.12.2022 Riesposto
assolute %
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 594.515 638.136 -43.621 -6,8
a) debiti verso banche 159.962 191.267 -31.305 -16,4
b) debiti verso la clientela 354.851 356.579 -1.728 -0,5
c) titoli in circolazione 79.702 90.290 -10.588 -11,7
20. Passività finanziarie di negoziazione 48.810 57.227 -8.417 -14,7
30. Passività finanziarie designate al fair value 8.795 3.675 5.120
40. Derivati di copertura 4.652 3.971 681 17,1
50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -7.962 60 -8.022
60. Passività fiscali 431 503 -72 -14,3
a) correnti 74 55 19 34,5
b) differite 357 448 -91 -20,3
70. Passività associate ad attività in via di dismissione 15 25 -10 -40,0
80. Altre passività 7.608 10.350 -2.742 -26,5
90. Trattamento di fine rapporto del personale 797 1.030 -233 -22,6
100. Fondi per rischi e oneri 3.667 4.226 -559 -13,2
a) impegni e garanzie rilasciate 425 367 58 15,8
b) quiescenza e obblighi simili 125 245 -120 -49,0
c) altri fondi per rischi e oneri 3.117 3.614 -497 -13,8
110. Riserve da valutazione 81 855 -774 -90,5
120. Azioni rimborsabili - - -
130. Strumenti di capitale 7.188 6.260 928 14,8
140. Riserve 5.369 8.168 -2.799 -34,3
145. Acconti su dividendi (-) -1.400 -1.399 1 0,1
150. Sovrapprezzi di emissione 28.212 27.445 767 2,8
160. Capitale 10.369 10.084 285 2,8
170. Azioni proprie (-) -50 -69 -19 -27,5
180. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 4.284 3.047 1.237 40,6
Totale del passivo e del patrimonio netto 715.381 773.594 -58.213 -7,5

Conto economico riesposto di Intesa Sanpaolo

2022 2021 (milioni di euro)
Variazioni
Riesposto Riesposto assolute %
10. Interessi attivi e proventi assimilati 10.365 8.259 2.106 25,5
di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 9.843 7.756 2.087 26,9
20. Interessi passivi e oneri assimilati -3.161 -2.322 839 36,1
30. Margine di interesse 7.204 5.937 1.267 21,3
40. Commissioni attive 6.378 6.602 -224 -3,4
50. Commissioni passive -977 -929 48 5,2
60. Commissioni nette 5.401 5.673 -272 -4,8
70. Dividendi e proventi simili 2.945 2.454 491 20,0
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione -229 442 -671
90. Risultato netto dell'attività di copertura 27 39 -12 -30,8
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: -91 683 -774
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 150 161 -11 -6,8
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -269 576 -845
c) passività finanziarie 28 -54 82
110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto
economico
860 35 825
a) attività e passività finanziarie designate al fair value 938 -55 993
b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value -78 90 -168
120. Margine di intermediazione 16.117 15.263 854 5,6
130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: -1.722 -2.554 -832 -32,6
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato -1.674 -2.538 -864 -34,0
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva -48 -16 32
140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni 16 -23 39
150. Risultato netto della gestione finanziaria 14.411 12.686 1.725 13,6
160. Spese amministrative: -8.860 -9.413 -553 -5,9
a) spese per il personale -5.351 -5.813 -462 -7,9
b) altre spese amministrative -3.509 -3.600 -91 -2,5
170. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -305 19 -324
a) impegni e garanzie rilasciate -57 142 -199
b) altri accantonamenti netti -248 -123 125
180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali -481 -477 4 0,8
190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali -721 -718 3 0,4
200. Altri oneri/proventi di gestione 796 861 -65 -7,5
210. Costi operativi -9.571 -9.728 -157 -1,6
220. Utili (Perdite) delle partecipazioni 6 -217 223
230. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali -35 -20 15 75,0
240. Rettifiche di valore dell'avviamento - - -
250. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 1 89 -88 -98,9
260. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 4.812 2.810 2.002 71,2
270. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente -549 93 -642
280. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 4.263 2.903 1.360 46,8
290. Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte 21 45 -24 -53,3
300. Utile (Perdita) d'esercizio 4.284 2.948 1.336 45,3

Raccordi tra prospetti contabili riesposti e schemi di bilancio riclassificati di Intesa Sanpaolo

Raccordo tra Stato patrimoniale riesposto e Stato patrimoniale riclassificato di Intesa Sanpaolo

(milioni di euro)
Attività 31.12.2022 31.12.2021
Riesposto
Cassa e disponibilità liquide
Voce 10
Cassa e disponibilità liquide 97.071
97.071
7.733
7.733
Finanziamenti verso banche 35.264 158.963
Voce 40a (parziale) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti verso banche 35.135 158.925
Voce 20a (parziale) Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Finanziamenti verso banche - -
Voce 20c (parziale) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - Finanziamenti verso banche 29 38
Voce 30 (parziale) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - Finanziamenti banche 100 -
Finanziamenti verso clientela 385.795 402.739
Crediti verso clientela valutati al costo ammortizzato 383.277 401.053
Voce 40b (parziale) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti verso clientela 377.477 394.336
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito (enti pubblici, imprese non finanziarie ed
Voce 40b (parziale) altri) 5.800 6.717
Crediti verso clientela valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva e con impatto sul conto economico 2.518 1.686
Voce 20a (parziale) Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Finanziamenti verso clientela 86 19
Voce 20b (parziale) Attività finanziarie designate al fair value - Finanziamenti verso clientela - -
Voce 20c (parziale) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - Finanziamenti verso clientela 824 928
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - Finanziamenti verso
Voce 30 (parziale) clientela 1.608 739
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti 46.629 38.359
Voce 40a (parziale) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito (Banche) 1.432 1.564
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito (governi, imprese finanziarie ed
Voce 40b (parziale) assicurazioni) 45.197 36.795
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 47.523 50.670
Voce 20a (parziale) Attività finanziarie detenute per la negoziazione 44.416 47.710
Voce 20b (parziale) Attività finanziarie designate al fair value - Titoli di debito 1 1
Voce 20c (parziale) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 3.106 2.959
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 34.196 51.410
Voce 30 (parziale) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 34.196 51.410
Partecipazioni 23.646 23.382
Voce 70 Partecipazioni 23.646 23.382
Attività materiali e immateriali 12.056 11.943
Attività di proprietà 11.136 10.948
Voce 80 (parziale) Attività materiali 6.800 6.936
Voce 90 Attività immateriali 4.336 4.012
Diritti d'uso acquisiti con il leasing 920 995
Voce 80 (parziale) Attività materiali 920 995
Attività fiscali 16.594 17.649
Voce 100 Attività fiscali 16.594 17.649
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 528 1.328
Voce 110 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 528 1.328
Altre voci dell'attivo 16.079 9.418
Voce 50 Derivati di copertura 8.774 1.566
Voce 60 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -9.472 393
Voce 120 Altre attività 16.777 7.459
Totale attività 715.381 773.594

(milioni di euro)
Passività 31.12.2022 31.12.2021
Riesposto
Debiti verso banche al costo ammortizzato 159.956 191.260
Voce 10 a) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso banche 159.962 191.267
- Voce 10 a) (parziale) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso banche (di cui debiti per leasing) -6 -7
Debiti verso clientela al costo ammortizzato e titoli in circolazione 433.616 445.884
Voce 10 b) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso la clientela 354.851 356.579
Voce 10 c) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli in circolazione 79.702 90.290
- Voce 10 b) (parziale) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso la clientela (di cui debiti per leasing) -937 -985
Passività finanziarie di negoziazione 48.810 57.227
Voce 20 Passività finanziarie di negoziazione 48.810 57.227
Passività finanziarie designate al fair value 8.795 3.675
Voce 30 Passività finanziarie designate al fair value 8.795 3.675
Passività fiscali 431 503
Voce 60 Passività fiscali 431 503
Passività associate ad attività in via di dismissione 15 25
Voce 70 Passività associate ad attività in via di dismissione 15 25
Altre voci del passivo 5.241 15.373
Voce 40 Derivati di copertura 4.652 3.971
Voce 50 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) -7.962 60
Voce 80 Altre passività 7.608 10.350
Voce 10 a) (parziale) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso banche (di cui debiti per leasing) 6 7
Voce 10 b) (parziale) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Debiti verso la clientela (di cui debiti per leasing) 937 985
Fondi per rischi e oneri 4.464 5.256
Voce 90 Trattamento di fine rapporto del personale 797 1.030
Voce 100 a) Fondi per rischi e oneri - Impegni e garanzie rilasciate 425 367
Voce 100 b) Fondi per rischi e oneri - Quiescenza e obblighi simili 125 245
Voce 100 c) Fondi per rischi e oneri - Altri fondi per rischi e oneri 3.117 3.614
Capitale 10.369 10.084
Voce 160 Capitale 10.369 10.084
Riserve 33.531 35.544
Voce 140 Riserve 5.369 8.168
Voce 150 Sovrapprezzi di emissione 28.212 27.445
Voce 170 Azioni proprie (-) -50 -69
Riserve da valutazione 81 855
Voce 110 Riserve da valutazione 81 855
Acconti su dividendi -1.400 -1.399
Voce 145 Acconti su dividendi (-) -1.400 -1.399
Strumenti di capitale 7.188 6.260
Voce 130 Strumenti di capitale 7.188 6.260
Risultato netto 4.284 3.047
Voce 180 Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 4.284 3.047
Totale passività e patrimonio netto 715.381 773.594

Raccordo tra Conto economico riesposto e Conto economico riclassificato di Intesa Sanpaolo

(milioni di euro)
Voci 2022
Riesposto
2021
Riesposto
Interessi netti 7.024 5.951
Voce 30 Margine di interesse 7.204 5.937
- Voce 30 (parziale) Margine di interesse (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) 69 17
+ Voce 60 (parziale) Commissioni nette (Commissioni periodiche c/c con saldi attivi (tassi negativi))
Dividendi e proventi simili su titoli di capitale detenuti per la negoziazione, valutati al fair value con impatto a
conto economico o per cui è esercitata l'opzione di valutazione al fair value con impatto sulla redditività
50 59
+ Voce 70 (parziale) complessiva (Dividendi incassati e pagati nell'ambito dell'attività di prestito titoli)
Risultato netto dell'attività di negoziazione (Componenti del Risultato dell'attività di negoziazione correlate ad
3 9
+ Voce 80 (parziale) interessi netti) -294 -70
+ Voce 160 a) (parziale) Spese per il personale (Rientro time value trattamento di fine rapporto ed altri fondi del personale) -7 -1
+ Voce 160 b) (parziale) Altre spese amministrative (Importi ricondotti ad interessi netti - Iniziativa For Funding)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Rientro time value fondi rischi ed
-1 -
+ Voce 170 b) (parziale) oneri) - -
Commissioni nette 5.485 5.657
Voce 60 Commissioni nette 5.401 5.673
- Voce 60 (parziale) Commissioni nette (Commissioni periodiche c/c con saldi attivi (tassi negativi)) -50 -59
+ Voce 80 (parziale) Risultato netto dell'attività di negoziazione (Collocamento Certificates)
Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (a)
38 55
+ Voce 110 a) (parziale) attività e passività finanziarie designate al fair value (Collocamento Certificates) 165 48
+ Voce 160 a) (parziale) Spese per il personale (Oneri sistemi di incentivazione di personale dipendente delle reti distributive) -21 -11
+ Voce 160 b) (parziale) Altre spese amministrative (Recuperi spese varie) -48 -49
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.222 1.427
Voce 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione -229 442
Voce 90 Risultato netto dell'attività di copertura
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
27 39
Voce 100 b) complessiva -269 576
Voce 100 c) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di passività finanziarie 28 -54
Voce 110 a) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (a)
attività e passività finanziarie designate al fair value
938 -55
Voce 110 b) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (b)
altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value
-78 90
Dividendi e proventi simili su titoli di capitale detenuti per la negoziazione, valutati al fair value con impatto a
conto economico o per cui è esercitata l'opzione di valutazione al fair value con impatto sulla redditività
+ Voce 70 (parziale) complessiva (inclusi i dividendi su OICR)
Dividendi e proventi simili su titoli di capitale detenuti per la negoziazione, valutati al fair value con impatto a
conto economico o per cui è esercitata l'opzione di valutazione al fair value con impatto sulla redditività
225 146
- Voce 70 (parziale) complessiva (Dividendi incassati e pagati nell'ambito dell'attività di prestito titoli)
Risultato netto dell'attività di negoziazione (Componenti del Risultato dell'attività di negoziazione correlate ad
-3 -9
- Voce 80 (parziale) interessi netti) 294 70
- Voce 80 (parziale) Risultato netto dell'attività di negoziazione (Collocamento Certificates) -38 -55
- Voce 80 (parziale) Risultato netto dell'attività di negoziazione (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) - 16
+ Voce 100 a) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
(governi, imprese finanziarie ed assicurazioni) - Effetto correlato al risultato di negoziazione
349 310
- Voce 100 b) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione)
- -29
- Voce 100 b) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (Oneri riguardanti il sistema bancario)
4 -
- Voce 100 c) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di passività finanziarie (Effetti economici dell'allocazione dei costi di
acquisizione)
-3 -19
- Voce 110 a) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (a)
attività e passività finanziarie designate al fair value (Collocamento Certificates)
-165 -48
- Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (b)
altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Oneri riguardanti il sistema bancario)
15 2
Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (b)
altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Importi ricondotti a rettifiche di valore nette su
- Voce 110 b) (parziale) crediti)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Accantonamenti/Rilasci ricondotti
122 -
+ Voce 170 b) (parziale) al Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value) - 2
+ Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Negoziazione e valutazione altre attività) 5 3
Altri proventi (oneri) operativi netti 2.923 2.546
Voce 70 Dividendi e proventi simili 2.945 2.454
Voce 200 Altri oneri/proventi di gestione
Dividendi e proventi simili su titoli di capitale detenuti per la negoziazione, valutati al fair value con impatto a
796 861
- Voce 70 (parziale) conto economico o per cui è esercitata l'opzione di valutazione al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (inclusi i dividendi su OICR)
-225 -146
- Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Recuperi spese e imposte indirette) -604 -649
- Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Effetti valutativi altre attività) - 6
- Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Negoziazione e valutazione altre attività) -5 -3
- Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Proventi/oneri non ricorrenti o non correlati alla gestione caratteristica) 21 40
- Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Oneri/proventi di integrazione) -5 -17
+ Voce 220 (parziale) Utili (Perdite) delle partecipazioni (Valutate al Patrimonio Netto) - -
Proventi operativi netti 16.654 15.581

Voci 2022 (milioni di euro)
2021
Riesposto Riesposto
Spese del personale -5.363 -5.453
Voce 160 a) Spese per il personale -5.351 -5.813
- Voce 160 a) (parziale)
- Voce 160 a) (parziale)
Spese per il personale (Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo)
Spese per il personale (Rientro time value trattamento di fine rapporto ed altri fondi del personale)
-71
7
348
1
- Voce 160 a) (parziale) Spese per il personale (Oneri sistemi di incentivazione di personale dipendente delle reti distributive) 21 11
- Voce 160 a) (parziale) Spese per il personale (Erogazione liberale a favore del personale) 31 -
Spese amministrative -2.141 -2.206
Voce 160 b) Altre spese amministrative -3.509 -3.600
- Voce 160 b) (parziale) Altre spese amministrative (Oneri di integrazione) 32 41
- Voce 160 b) (parziale)
- Voce 160 b) (parziale)
Altre spese amministrative (Contributi ai Fondi di risoluzione e tutela depositi)
Altre spese amministrative (Recuperi spese varie)
683
48
654
49
- Voce 160 b) (parziale) Altre spese amministrative (Importi ricondotti ad interessi netti - Iniziativa For Funding) 1 -
- Voce 160 b) (parziale) Altre spese amministrative (Oneri accessori de-risking) - 1
+ Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Recuperi spese e imposte indirette) 604 649
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.052 -1.020
Voce 180 Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali -481 -477
Voce 190 Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali -721 -718
- Voce 180 (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (Oneri di integrazione)
- Voce 180 (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (Svalutazioni)
41
10
33
3
- Voce 190 (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (Oneri di integrazione) 69 77
- Voce 190 (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (Svalutazioni) 9 40
- Voce 190 (parziale) Rettifiche/riprese di valore su attività immateriali (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) 21 22
Costi operativi -8.556 -8.679
Risultato della gestione operativa 8.098 6.902
Rettifiche di valore nette su crediti -2.061 -2.487
Voce 140 Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni 16 -23
Voce 170 a) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (a) impegni e garanzie rilasciate -57 142
+ Voce 100 a) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito (enti
-193 -154
+ Voce 100 a) (parziale) pubblici, imprese non finanziarie ed altri) -6 5
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti
+ Voce 100 a) (parziale) (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione)
Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (b)
altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Importi ricondotti a rettifiche di valore nette su
78 124
+ Voce 110 b) (parziale) crediti) -122 -
+ Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Finanziamenti
-1.665 -2.563
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
+ Voce 130 a) (parziale) ammortizzato - Finanziamenti (Importi ricondotti ad altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre
attività)
5 -
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
+ Voce 130 a) (parziale) ammortizzato - Titoli di debito (enti pubblici, imprese non finanziarie ed altri)
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al fair value con
-6 18
+ Voce 130 b) (parziale) impatto sulla redditività complessiva - Finanziamenti -26 -
+ Voce 160 b) (parziale) Altre spese amministrative (Oneri accessori de-risking) - -1
- Voce 170 a) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (a) impegni e garanzie rilasciate (Accantonamenti per rischio di
credito relativo a impegni e garanzie rilasciate)
-3 1
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Accantonamenti per oneri non
+ Voce 170 b) (parziale) ricorrenti) -82 -36
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -185 -427
Voce 170 b) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti -248 -123
Voce 230 Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
-35 -20
+ Voce 130 a) (parziale) ammortizzato - Titoli di debito (governi, imprese finanziarie ed assicurazioni)
Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
-3 7
+ Voce 130 a) (parziale) ammortizzato - Finanziamenti (Importi ricondotti ad altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre
attività)
-5 -
- Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Titoli di debito verso banche (Oneri riguardanti il sistema bancario)
2 -
+ Voce 130 b) (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva - Titoli di debito
-22 -16
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (a) impegni e garanzie rilasciate (Accantonamenti per rischio di
+ Voce 170 a) (parziale) credito relativo a impegni e garanzie rilasciate)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Rientro time value fondi rischi ed
3 -1
- Voce 170 b) (parziale) oneri) - -
- Voce 170 b) (parziale)
- Voce 170 b) (parziale)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Oneri di integrazione)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Accantonamenti/Rilasci ricondotti
al Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value)
-3
-
-147
-2
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Accantonamenti per oneri non
- Voce 170 b) (parziale) ricorrenti)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Effetti economici dell'allocazione
82 36
- Voce 170 b) (parziale) dei costi di acquisizione) - -40
- Voce 170 b) (parziale) Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Oneri futuri su partecipazioni di
controllo)
71 -
+ Voce 180 (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (Svalutazioni) -10 -3
+ Voce 190 (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (Svalutazioni) -9 -40
+ Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Effetti valutativi altre attività) - -6
+ Voce 220 (parziale) Utili (Perdite) delle partecipazioni (Rettifiche/Riprese di valore per deterioramento di partecipazioni collegate) -8 -72

(milioni di euro)
Voci 2022
Riesposto
2021
Riesposto
Altri proventi (oneri) netti 146 123
Voce 220 Utili (Perdite) delle partecipazioni 6 -217
Voce 250 Utili (Perdite) da cessione di investimenti 1 89
Voce 100 a) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
(governi, imprese finanziarie ed assicurazioni)
357 310
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
Voce 100 a) (parziale) (Banche) -8 -
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Titoli di debito
- Voce 100 a) (parziale) (governi, imprese finanziarie ed assicurazioni) - Effetto correlato al risultato di negoziazione -349 -310
+ Voce 160 a) (parziale) Spese per il personale (Erogazione liberale a favore del personale) -31 -
+ Voce 200 (parziale) Altri oneri/proventi di gestione (Proventi/oneri non ricorrenti o non correlati alla gestione caratteristica) -21 -40
- Voce 220 (parziale) Utili (Perdite) delle partecipazioni (Valutate al Patrimonio Netto) - -
- Voce 220 (parziale) Utili (Perdite) delle partecipazioni (Rettifiche/Riprese di valore per deterioramento di partecipazioni collegate) 8 72
- Voce 220 (parziale) Utili (Perdite) delle partecipazioni (Impairment su partecipazioni di controllo) 183 219
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 31 66
Voce 290 Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte 21 45
- Voce 290 (parziale) Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte (Imposte) 10 21
Risultato corrente lordo 6.029 4.177
Imposte sul reddito
Voce 270
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente -862
-549
-303
93
+ Voce 290 (parziale) Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte (Imposte) -10 -21
- Voce 270 (parziale) Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Oneri di integrazione) -17 -117
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Effetti economici dell'allocazione dei costi di
- Voce 270 (parziale) acquisizione) -54 -43
- Voce 270 (parziale) Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Rettifiche di valore dell'avviamento) - -
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Utile/Perdite delle partecipazioni - Impairment di
- Voce 270 (parziale) partecipazioni di controllo) -2 -1
- Voce 270 (parziale) Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Contributi ai Fondi di risoluzione e tutela depositi) -223 -213
- Voce 270 (parziale) Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Rettifiche di valore nette su attività finanziarie -
Investimenti per la stabilità del sistema bancario)
-7 -1
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -46 -218
+ Voce 160 a) (parziale) Spese per il personale (Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo) 71 -348
+ Voce 160 b) (parziale)
+ Voce 170 b) (parziale)
Altre spese amministrative (Oneri di integrazione)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Oneri di integrazione)
-32
3
-41
147
+ Voce 180 (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (Oneri di integrazione) -41 -33
+ Voce 190 (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (Oneri di integrazione) -69 -77
+ Voce 200 (parziale)
+ Voce 270 (parziale)
Altri oneri/proventi di gestione (Oneri/proventi di integrazione)
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Oneri di integrazione)
5
17
17
117
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -111 -48
+ Voce 30 (parziale) Margine di interesse (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) -69 -17
+ Voce 80 (parziale) Risultato netto dell'attività di negoziazione (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione) - -16
+ Voce 100 a) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Finanziamenti
(Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione)
-78 -124
+ Voce 100 b) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione)
- 29
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di passività finanziarie (Effetti economici dell'allocazione dei costi di
+ Voce 100 c) (parziale) acquisizione) 3 19
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Effetti economici dell'allocazione
+ Voce 170 b) (parziale)
+ Voce 190 (parziale)
dei costi di acquisizione)
Rettifiche/riprese di valore su attività immateriali (Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione)
-
-21
40
-22
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Effetti economici dell'allocazione dei costi di
+ Voce 270 (parziale) acquisizione) 54 43

(milioni di euro)
Voci 2022
Riesposto
2021
Riesposto
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -474 -442
+ Voce 100 b) (parziale) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva (Oneri riguardanti il sistema bancario)
-4 -
+ Voce 110 b) (parziale) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (b)
altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (Oneri riguardanti il sistema bancario)
-15 -2
+ Voce 130 a) (parziale) Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato - Titoli di debito verso banche (Oneri riguardanti il sistema bancario)
-2 -
+ Voce 160 b) (parziale) Altre spese amministrative (Contributi ai Fondi di risoluzione e tutela depositi) -683 -654
+ Voce 270 (parziale) Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Contributi ai Fondi di risoluzione e tutela depositi) 223 213
+ Voce 270 (parziale) Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Rettifiche di valore nette su attività finanziarie -
Investimenti per la stabilità del sistema bancario)
7 1
Rettifiche di valore dell'avviamento, delle altre attività intangibili e delle partecipazioni di controllo (al netto delle imposte) -252 -218
Voce 240 Rettifiche di valore dell'avviamento - -
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (b) altri accantonamenti netti (Oneri futuri su partecipazioni di
+ Voce 170 b) (parziale) controllo) -71 -
+ Voce 220 (parziale) Utili (Perdite) delle partecipazioni (Impairment su partecipazioni di controllo) -183 -219
+ Voce 270 (parziale) Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Rettifiche di valore dell'avviamento) - -
+ Voce 270 (parziale) Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Utile/Perdite delle partecipazioni - Impairment di
partecipazioni di controllo)
2 1
Risultato netto 4.284 2.948

Conto economico riclassificato - Raccordo con dati rideterminati

Conto economico riclassificato - Raccordo con dati rideterminati

(milioni di euro)
2021 Inclusione
società
incorporate (a)
Cessione rami
attività (b)
2021
Dati
rideterminati
Interessi netti 5.951 96 -67 5.980
Commissioni nette 5.657 - -123 5.534
Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value 1.427 -2 -1 1.424
Altri proventi (oneri) operativi netti 2.546 2 4 2.552
Proventi operativi netti 15.581 96 -187 15.490
Spese del personale -5.453 -13 67 -5.399
Spese amministrative -2.206 -5 22 -2.189
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali -1.020 - - -1.020
Costi operativi -8.679 -18 89 -8.608
Risultato della gestione operativa 6.902 78 -98 6.882
Rettifiche di valore nette su crediti -2.487 33 4 -2.450
Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività -427 -1 - -428
Altri proventi (oneri) netti 123 - - 123
Utile (Perdita) delle attività operative cessate 66 - 73 139
Risultato corrente lordo 4.177 110 -21 4.266
Imposte sul reddito -303 -36 7 -332
Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) -218 -1 - -219
Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) -48 26 1 -21
Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) -442 - 13 -429
Rettifiche di valore dell'avviamento, delle altre attività intangibili e delle
partecipazioni di controllo (al netto delle imposte)
-218 - - -218
Risultato netto 2.948 99 - 3.047

(a) Effetto connesso all'incorporazione di UBI Leasing S.p.A.

(b) Effetto relativo ai rami d'azienda della ex UBI Banca S.p.A. che sono stati oggetto di cessione (ramo costituito da 455 filiali e 132 punti operativi, ceduto a BPER, e ramo composto da 17 filiali bancarie e 9 punti operativi ad esse collegati, ceduto a Banca Popolare di Puglia e Basilicata) e del ramo di 31 sportelli e 2 punti operativi della Capogruppo, ceduto a BPER. Infine, vi sono le risultanze economiche dei rami "Top private" e "Service IW Bank" oggetto di scissione parziale da parte della ex UBI Banca S.p.A. a favore, rispettivamente, di Intesa Sanpaolo Private Banking e Banca Fideuram.

Altri allegati

Corrispettivi di revisione contabile e dei servizi diversi dalla revisione ai sensi dell'art. 149 duodecies del Regolamento Consob n. 11971

Tipologia di servizi INTESA SANPAOLO (milioni di euro)
SOCIETA' DEL GRUPPO(*)
EY Rete EY EY Rete EY
Revisione contabile (**) 9,27 - 9,65 -
Servizi di attestazione (***) 2,62 - 3,93 -
Altri servizi:
procedure di verifica concordate 0,09 - 0,41 -
dichiarazione consolidata non finanziaria 0,12 - - -
Totale 12,10 - 13,99 -

(*) Società del Gruppo controllate e altre società consolidate.

(**) Comprensivi dei costi per revisione legale e revisione volontaria. Non sono inclusi i costi per la revisione dei fondi non consolidati per un controvalore di circa 9 milioni di euro.

(***) Comprensivi dei costi di revisione, su base volontaria, per l'informativa "Pillar 3".

Corrispettivi al netto di IVA, spese vive e Contributo Consob.

Glossario

Si riporta di seguito la definizione di alcuni termini utilizzati nell'informativa di Bilancio e/o di Pillar 3 con esclusione dei termini entrati nel lessico comune italiano oppure inseriti in un contesto che già ne chiarisce il significato.

ABS – Asset Backed Securities

Strumenti finanziari il cui rendimento e rimborso sono garantiti da un portafoglio di attività (collateral) dell'emittente (solitamente uno Special Purpose Vehicle – SPV), destinato in via esclusiva al soddisfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finanziari stessi. Esempi di attività poste a garanzia (collateral) sono i mutui ipotecari, i crediti vantati da società di emissione di carte di credito, i crediti commerciali a breve termine, i finanziamenti per acquisto di auto.

Acquisition finance o Leverage & Acquisition Finance

Finanziamenti al servizio di operazioni di acquisizioni aziendali.

Additional return

Forma di remunerazione dei titoli junior rivenienti da operazioni di cartolarizzazione. Tali titoli, in aggiunta ad una cedola fissa, maturano proventi periodici (trimestrali, semestrali, ecc.) il cui importo è funzione del margine economico prodotto dall'operazione (riflettente a sua volta la performance delle attività cartolarizzate).

Advisor

Intermediario finanziario che assiste l'Autorità Governativa o le società coinvolte in privatizzazioni o altre operazioni di corporate finance, i cui compiti vanno dalla predisposizione di perizie valutative, alla stesura di documenti e consulenza generale in relazione alla specifica operazione.

AIRB (Advanced Internal Rating Based) Approach

Approccio dei rating interni nell'ambito del Nuovo Accordo di Basilea che si distingue nei metodi base (IRB) e avanzato. Il metodo avanzato è utilizzabile solo dagli istituti che soddisfino requisiti minimi più stringenti rispetto all'approccio base. In questo caso tutte le stime degli input (PD, LGD, EAD, Maturity) per la valutazione del rischio di credito avvengono internamente. Nel metodo base invece solo la PD è stimata dalla Banca.

ALM – Asset & Liability Management

Gestione integrata dell'attivo e del passivo finalizzata ad allocare le risorse in un'ottica di ottimizzazione del rapporto rischiorendimento.

Alternative investment

Gli investimenti alternativi comprendono una vasta gamma di forme di investimento tra cui anche investimenti di private equity (vedi) e investimenti in hedge funds (vedi).

Altre parti correlate – stretti familiari

Secondo i principi contabili internazionali, si devono intendere per "stretti familiari" di un soggetto quei familiari che ci si attende possano influenzare, o essere influenzati dal soggetto interessato nei loro rapporti con l'entità. Essi includono il convivente (incluso il coniuge non legalmente separato) ed i figli del soggetto, i figli del convivente e le persone a carico del soggetto o del convivente.

AMA – Advanced Measurement Approach

Approccio introdotto da Basilea 2 per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte di rischio operativo, basato su modelli interni di stima e valutazione. I modelli interni AMA si articolano normalmente in due componenti:

  • (i) quantitativa, basata su dati di perdita interni ed esterni;
  • (ii) qualitativa, normalmente basata su questionari con punteggio ordinale legato alla percezione della rischiosità degli eventi di perdita.

Arrangement (commissione di)

Commissione avente carattere di compenso per il lavoro di assistenza nella fase di strutturazione ed organizzazione di un finanziamento.

Arranger

Nel settore della finanza strutturata è la figura che – pur sotto varie forme e con diverse configurazioni di incarico (mandated lead arranger, joint lead arranger, sole arranger ecc.) – opera come coordinatore degli aspetti organizzativi dell'operazione.

Asset allocation

Decisioni di investimento in mercati, aree geografiche, settori, prodotti.

Asset encumbrance

Legalmente rappresenta un diritto reale a favore di un creditore su un bene di proprietà di un'altra controparte, che può essere il soggetto debitore o un terzo. Tipicamente si configura sotto forma di ipoteca su beni immobili o creazione di collaterale in operazioni di pronti contro termine e per finanziamenti dalla Banca Centrale.

Asset management – Wealth management

Attività rivolta alla gestione e amministrazione, sotto varie forme, di risorse patrimoniali affidate dalla clientela.

Asset stanziabili

Attivi utilizzabili come collaterale presso la BCE per ottenere liquidità a tassi agevolati. Le attività stanziabili si dividono in tre tipologie:

  • (i) credit claim (prestiti bancari);
  • (ii) cartolarizzazioni (vedi) e covered bond (vedi);
  • (iii) titoli di debito;
  • che devono soddisfare alcuni requisiti di qualità minima in termini di:
  • (i) debitori ammessi;
  • (ii) rating della controparte.

In funzione della qualità e del tipo di tasso l'ammontare di liquidità ottenibile è determinato attraverso l'applicazione di haircut (tagli sul valore nominale).

AT1 – Additional Tier 1

Capitale aggiuntivo di Classe 1. Nella categoria dell'AT1 vengono in genere ricompresi gli strumenti di capitale diversi dalle azioni ordinarie (che sono computabili nel Common Equity) e che rispettano i requisiti normativi per l'inclusione in tale livello dei Fondi propri.

Attività intangibile o immateriale

Un'attività immateriale è un'attività non monetaria identificabile priva di consistenza fisica.

Attualizzazione

Processo di determinazione del valore attuale di un pagamento o di flussi di pagamenti da ricevere in futuro.

Audit

Nelle società quotate è l'insieme dei momenti di controllo sull'attività e sulla contabilità societaria che viene svolto sia da strutture interne (internal audit) sia da società di revisione indipendenti (external audit).

AVA – Additional Valuation Adjustment

Aggiustamenti di valutazione supplementari necessari per adattare il valore equo al valore prudente delle posizioni. Per effettuare una prudent valuation delle posizioni misurate al fair value, l'EBA prevede due metodologie di calcolo dell'AVA (Simplified approach e Core approach). I requisiti per la valutazione prudente si applicano a tutte le posizioni valutate al valore equo indipendentemente dal fatto che siano detenute o meno nel portafoglio di negoziazione, dove il termine "posizione" si riferisce unicamente a strumenti finanziari e merci.

β

Coefficiente beta di un emittente o di un gruppo di emittenti comparabili, espressione dell'interrelazione tra il rendimento effettivo di un titolo di capitale e il rendimento complessivo del mercato di riferimento.

Back office

La struttura di una società bancaria o finanziaria che si occupa della trattazione di tutte le operazioni che vengono effettuate dalle unità operative (front office).

Backtesting

Analisi retrospettive volte a verificare l'affidabilità delle misurazioni delle fonti di rischio associate alle posizioni dei portafogli di attività.

Banking book

Solitamente riferito a titoli o comunque a strumenti finanziari in genere, identifica la parte di tale portafoglio destinato all'attività "proprietaria".

Basis swap

Contratto che prevede lo scambio, tra due controparti, di pagamenti legati a tassi variabili basati su un diverso indice.

Best practice

In genere identifica un comportamento commisurato al miglior livello raggiunto dalle conoscenze riferite ad un certo ambito tecnico/professionale.

Bid-ask spread

È la differenza rilevabile tra i prezzi denaro e lettera su un determinato strumento finanziario o gruppo di strumenti finanziari.

Brand name

Il "brand name" rientra tra le attività immateriali legate al marketing identificate dall'IFRS 3 quale potenziale attività immateriale rilevabile in sede di purchase price allocation. Il termine "brand" non è usato nei principi contabili in una accezione restrittiva come sinonimo di "logo" e "nome", ma piuttosto come termine generale di marketing che definisce quell'insieme di asset intangibili fra loro complementari (tra cui, oltre al nome e al logo, le competenze, la fiducia riposta dal consumatore, la qualità dei servizi, ecc.) che concorrono a definire il c.d. "brand equity".

Budget

Stato previsionale dell'andamento dei costi e dei ricavi futuri di un'azienda.

Business combination

Ai sensi del principio contabile internazionale IFRS 3, operazione o altro evento in cui un acquirente acquisisce il controllo di una o più attività aziendali.

Business model

È il modello di business con cui sono gestiti gli strumenti finanziari.

Per quanto riguarda il business model, l'IFRS 9 individua tre fattispecie in relazione alla modalità con cui sono gestiti i flussi di cassa e le vendite delle attività finanziarie: Hold to Collect (HTC), Hold to Collect and Sell (HTCS), Others/Trading.

CAGR – Compound Annual Growth Rate

Tasso di crescita annuale composto di un investimento in un determinato periodo di tempo. Se n è il numero di anni il CAGR è calcolato nel seguente modo: (Valore corrente/Valore iniziale)^(1/n) -1.

Capital Asset Pricing Model (CAPM)

Modello che consente di determinare il "costo opportunità", ovvero l'ammontare del reddito di esercizio necessario a remunerare il costo del capitale.

Capital structure

Costituisce l'insieme di tutte le varie classi di obbligazioni (tranche) emesse da un veicolo (SPV), garantite dal portafoglio acquisito, che hanno rischi e rendimenti diversi per soddisfare le esigenze di diverse categorie di investitori. I rapporti di subordinazione tra le varie tranche sono regolati da una serie di norme che specificano la distribuzione delle perdite generate dal collateral:

  • Senior/Supersenior Tranche: rappresenta la tranche con il più elevato grado di credit enhancement ovvero il maggiore grado di privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso. Essa è comunemente denominata anche super senior tranche e, se rated, presenta un rating pari a AAA.
  • Mezzanine Tranche: rappresenta la tranche con grado di subordinazione intermedio tra quello della tranche junior e quello della tranche senior. La tranche mezzanine è di regola suddivisa in 2-4 tranche con gradi diversi di rischio, subordinate le une alle altre. Esse tipicamente si contraddistinguono per un rating inferiore a quello dei titoli senior.
  • Junior Tranche: rappresenta la porzione più rischiosa del portafoglio, anche conosciuta come "first loss" ed è subordinata a tutte le altre tranche; essa pertanto sopporta per prima le perdite che possono verificarsi nel corso del recupero delle attività sottostanti.

Captive

Termine genericamente riferito a "reti" o società che operano esclusivamente con clientela dell'azienda o del gruppo di appartenenza.

Cartolarizzazione

Operazione di trasferimento del rischio relativo ad attività finanziarie o reali a una Società veicolo, effettuata mediante la cessione delle attività sottostanti ovvero mediante l'utilizzo di contratti derivati. In Italia la materia è regolata principalmente dalla Legge 30 aprile 1999, n. 130 e successive modifiche.

Cartolarizzazioni sintetiche

Le "cartolarizzazioni sintetiche" si distinguono da quelle tradizionali perché - mentre in queste ultime i crediti vengono fisicamente ceduti a una società veicolo e sono cancellati dal bilancio della cedente - nelle prime avviene semplicemente un trasferimento del rischio sugli stessi, tramite contratti derivati su credito o garanzie, e i crediti restano nel bilancio della società cedente.

Cartolarizzazioni STS

Sono considerate Semplici, Trasparenti e Standardizzate le cartolarizzazioni, ad eccezione dei programmi ABCP e delle operazioni ABCP, conformi ai requisiti stabiliti agli articoli 20, 21 e 22 del Regolamento 2017/2402. Per le operazioni e i programmi ABCP i requisiti sono stabiliti rispettivamente dagli articoli 24 e 25-26 del medesimo Regolamento. Per le loro caratteristiche le cartolarizzazioni STS possono beneficiare di un trattamento prudenziale agevolato in base al Regolamento 2017/2401, il quale prevede dei fattori di ponderazione minimi ("floor") più bassi rispetto alle altre operazioni di cartolarizzazione.

Cash flow hedge

È la copertura dell'esposizione alla variabilità dei flussi di cassa riconducibili ad un particolare rischio.

Cash Generating Unit (CGU ovvero unità generatrice di flussi finanziari)

Rappresenta il più piccolo gruppo identificabile di attività che genera flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività.

Certificati di investimento - Certificates

Strumenti finanziari contrattualmente configurabili come derivati di natura opzionale che replicano l'andamento di un'attività sottostante. Mediante l'acquisto di un certificate l'investitore consegue il diritto di ricevere ad una certa data una somma parametrata al valore del sottostante. I certificates, in altre parole, consentono all'investitore di acquisire una posizione indiretta sull'attività sottostante. In alcuni casi, tramite la struttura opzionale, l'investitore può ottenere la protezione totale o parziale del capitale investito che si concretizza nella restituzione, totale o parziale, dei premi pagati qualunque sia l'andamento dei parametri prefissati nei contratti stessi.

I certificates sono strumenti cartolarizzati, in quanto tali sono liberamente negoziabili secondo le modalità dei titoli di credito (sono negoziati sul mercato SeDeX - Securitised Derivatives Exchange - gestito da Borsa Italiana e sul mercato EuroTLX).

Cessione pro-soluto

Trasferimento di un credito senza che il cedente offra alcuna garanzia nel caso in cui il debitore non adempia. Il cedente garantisce dunque al cessionario solo l'esistenza del credito ceduto e non anche la solvibilità del debitore.

Cessione pro-solvendo

Trasferimento di un credito in cui il cedente è garante del pagamento per il terzo obbligato. Il cedente garantisce dunque al cessionario sia l'esistenza del credito ceduto che la solvibilità del debitore.

CCF - Credit Conversion Factor (Fattore di Conversione Creditizio)

Nella determinazione del rischio creditizio, il CCF è il fattore che permette di trasformare l'EAD (Exposure At Default) di una esposizione fuori bilancio in quella di una esposizione per cassa. Ove la banca non utilizzi modelli interni per stimare tali fattori (CCF interni), essi vengono indicati come segue dalle regole di vigilanza (CCF regolamentari):

  • a) 100% nel caso di elemento a rischio pieno;
  • b) 50% nel caso di elemento a rischio medio;
  • c) 20% nel caso di elemento a rischio medio-basso;
  • d) 0% nel caso di elemento a rischio basso.

CCP – Central Counterparty Clearing House

La controparte centrale è il soggetto che, in una transazione, si interpone tra due contraenti evitando che questi siano esposti al rischio di inadempienza della propria controparte contrattuale e garantendo il buon fine dell'operazione. La controparte centrale si tutela dal conseguente rischio assunto raccogliendo garanzie (in titoli e contante, c.d. margini) commisurate al valore dei contratti garantiti e al rischio inerente. Il servizio di controparte centrale può essere esercitato, oltre che sui mercati che prevedono espressamente tale servizio, anche in riferimento a transazioni condotte fuori dai mercati regolamentati (c.d. transazioni over the counter – OTC).

CDO – Collateralised Debt Obligation

Strumenti finanziari emessi nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione, garantiti da un portafoglio costituito da crediti, titoli obbligazionari e altre attività finanziarie (incluse tranche di cartolarizzazioni). Nel caso dei CDO sintetici, il trasferimento del rischio avviene tramite il ricorso a derivati di credito in luogo della vendita di attività (CDO cash).

CLO - Collateralised Loan Obligation

Trattasi di CDO con collaterale rappresentato da finanziamenti concessi a nominativi Corporate.

CMBS - Commercial Mortgage-Backed Securities

Operazioni di cartolarizzazione di crediti garantiti da ipoteche su immobili aventi natura commerciale.

CMO - Collateralised Mortgage Obligation

Titoli emessi a fronte di mutui ipotecari in cui l'ammontare complessivo dell'emissione è frazionato in tranche con differente scadenza e rendimento. Le tranche sono ripagate secondo un ordine specificato all'emissione.

Commercial paper

Titoli a breve termine emessi per raccogliere fondi in alternativa ad altre forme di indebitamento.

Core Business

Attività principale verso la quale sono orientate le scelte strategiche e le politiche aziendali.

Core deposits

I "core deposits" rappresentano un'attività immateriale legata alle relazioni con la clientela ("customer related intangible"), generalmente rilevata in aggregazioni in campo bancario. Il valore di tale intangibile è di fatto inerente ai benefici futuri di cui l'acquirente delle masse raccolte potrà beneficiare grazie al fatto che si tratta di una forma di raccolta che presenta costi normalmente inferiori a quelli di mercato.

Common Equity Tier 1 Ratio (CET1 Ratio)

È il rapporto tra il Capitale primario di classe 1 (CET1) ed il totale delle attività a rischio ponderate.

Corporate

Fascia di clientela corrispondente alle imprese di medie e grandi dimensioni (mid corporate, large corporate).

Costo ammortizzato

Differisce dal costo in quanto prevede l'ammortamento progressivo del differenziale tra il valore di iscrizione ed il valore nominale di un'attività o di una passività sulla base del tasso effettivo di rendimento.

Costi della transazione

Costi marginali direttamente attribuibili all'acquisizione, all'emissione o alla dismissione di un'attività o passività finanziaria. È un costo che non sarebbe stato sostenuto se l'entità non avesse acquisito, emesso o dismesso lo strumento finanziario.

Covenant

Il covenant è una clausola, concordata esplicitamente in fase contrattuale, che riconosce al soggetto finanziatore il diritto di rinegoziare o revocare il credito al verificarsi degli eventi nella clausola stessa, collegando le performance economico-finanziarie del debitore ad eventi risolutivi/modificativi delle condizioni contrattuali (scadenza, tassi, ecc.).

Coverage ratio – Grado di copertura

Rappresenta la copertura percentuale della rettifica di valore a fronte dell'esposizione lorda.

Covered bond – Obbligazioni Bancarie Garantite

Speciale obbligazione bancaria che, oltre alla garanzia della banca emittente può usufruire anche della garanzia di un portafoglio di mutui ipotecari od altri prestiti di alta qualità ceduti, per tale scopo, ad un'apposita società veicolo (fattispecie disciplinata dall'art. 7-bis della Legge 130 del 30 aprile 1999).

CPPI (Constant Proportion Portfolio Insurance)

Tecnica consistente nel formare un portafoglio composto da due asset, uno non rischioso avente un certo tasso di rendimento (risk free) e uno rischioso con un rendimento considerato tendenzialmente superiore. L'obiettivo della procedura di ribilanciamento è quello di evitare che il valore del portafoglio scenda sotto un valore prefissato (floor) che cresce nel tempo al tasso risk free e coincide a scadenza con il capitale da garantire.

Credit default swap/option

Contratto col quale un soggetto, dietro pagamento di un premio, trasferisce ad un altro soggetto il rischio creditizio insito in un prestito o in un titolo, al verificarsi di un determinato evento legato al deterioramento del grado di solvibilità del debitore (nel caso della option occorre anche l'esercizio del diritto da parte dell'acquirente dell'opzione).

Credit derivatives – Derivati sul rischio di credito

Contratti derivati che hanno come sottostante il merito creditizio di un determinato emittente/prenditore, misurato da un'agenzia di rating o comunque definito sulla base di criteri oggettivi, allo scopo di trasferire rischi creditizi. La principale funzione dei derivati sul rischio di credito consiste nella possibilità di gestire il rischio di credito associato ad una determinata attività (obbligazione e/o prestito) senza che l'attività stessa venga ceduta. Inoltre permettono di scindere il rischio di credito (possibilità che il debitore cada in default e non adempia ai propri pagamenti) di una determinata attività, da altre tipologie di rischio, quale ad esempio il rischio di interesse (possibilità che i tassi di mercato si muovano in direzione svantaggiosa per il creditore).

Credit enhancement

Tecniche e strumenti utilizzati dagli emittenti per migliorare il rating delle loro emissioni (costituzione di depositi a garanzia, concessione di linee di liquidità, ecc.).

Credit-linked notes

Assimilabili a titoli obbligazionari emessi dall'acquirente di protezione o da una società veicolo i cui detentori (venditori di protezione) – in cambio di un rendimento pari alla somma del rendimento di un titolo di pari durata e del premio ricevuto per la copertura del rischio di credito – assumono il rischio di perdere (totalmente o parzialmente) il capitale a scadenza ed il connesso flusso di interessi al verificarsi di un determinato evento.

Credit risk adjustment

Tecnica che mira ad evidenziare la penalizzazione dovuta al merito creditizio della controparte ed utilizzata nella determinazione del fair value degli strumenti finanziari derivati non quotati.

Credit spread option

Contratto col quale l'acquirente di protezione si riserva il diritto, dietro il pagamento di un premio, di riscuotere dal venditore di protezione una somma dipendente dalla differenza positiva, tra lo spread di mercato e quello fissato nel contratto, applicata al valore nozionale dell'obbligazione.

Cross selling

Attività finalizzata alla fidelizzazione della clientela tramite la vendita di prodotti e servizi tra loro integrati.

CRM – Credit Risk Mitigation

Tecniche utilizzate dagli enti per ridurre il rischio di credito associato alle esposizioni da essi detenute.

CRP – Country Risk Premium

Premio per il rischio Paese; esprime la componente del costo del capitale volta a remunerare specificamente il rischio implicito di un definito Paese (ossia il rischio connesso all'instabilità economico-finanziaria, politica e valutaria).

CSA – Credit Support Annex

Documento tramite il quale le controparti che negoziano uno strumento derivato over the counter stabiliscono i termini di contribuzione e trasferimento delle garanzie sottostanti al fine di mitigare il rischio di credito nel caso di posizione "in the money" dello strumento stesso. Tale documento, sebbene non obbligatorio ai fini della transazione, rappresenta una delle quattro componenti che contribuiscono alla definizione del Master Agreement secondo gli standard stabiliti dalla ISDA ("International Swaps and Derivatives Association").

Cybersecurity (sicurezza informatica)

Condizione in cui il cyberspazio risulta protetto - grazie ad idonee misure di sicurezza fisica, logica e procedurale - rispetto a eventi di natura volontaria o accidentale, consistenti nell'acquisizione o nel trasferimento indebito di dati, nella loro modifica o nella distruzione illegittima o nel blocco dei sistemi informativi. Le misure di sicurezza informatiche includono: audit di sicurezza, gestione degli aggiornamenti (patches) di sicurezza, procedure di autenticazione, gestione degli accessi, analisi del rischio informatico, rilevazione e reazione a incidenti e attacchi informatici, mitigazione degli impatti, recupero delle componenti oggetto di attacco, addestramento e formazione del personale, nonché verifica e potenziamento della sicurezza fisica dei locali ove sono collocati i sistemi informativi e di comunicazione.

Data di riclassificazione

Primo giorno del primo periodo di riferimento successivo al cambiamento del modello di business che ha comportato la riclassificazione delle attività finanziarie.

Default

Identifica la condizione di dichiarata impossibilità ad onorare i propri debiti e/o il pagamento dei relativi interessi.

Delta

Valore riferito ad un'opzione che esprime la sensibilità del prezzo del titolo sottostante. Nelle opzioni call il delta è positivo, poiché all'aumentare del prezzo del titolo sottostante, il prezzo dell'opzione aumenterà. Nel caso di un'opzione put il delta è negativo, in quanto un rialzo del prezzo del titolo sottostante genera una riduzione nel prezzo dell'opzione.

Derivati embedded o incorporati

I derivati embedded o incorporati sono clausole (termini contrattuali) incluse in uno strumento finanziario, che producono effetti uguali a quelli di un derivato autonomo.

Desk

Generalmente identifica una unità operativa presso la quale è accentrata una particolare attività.

Detenute per la negoziazione – (HFT - Held For Trading)

  • Attività o passività finanziarie che soddisfano una delle condizioni seguenti:
  • sono acquisite o sostenute principalmente al fine di essere vendute o riacquistate a breve;
  • al momento della rilevazione iniziale sono parte di un portafoglio di strumenti finanziari identificati che sono gestiti insieme e per i quali è provata l'esistenza di una recente ed effettiva strategia rivolta all'ottenimento di un utile nel breve periodo;
  • sono derivati diversi da quelli posti in essere quale strumento di copertura designato ed efficace.

Domestic Currency Swap

Contratto regolato in euro il cui effetto economico è uguale a quello di un acquisto o di una vendita a termine di una divisa in cambio di valuta nazionale. Alla data di scadenza viene regolato in euro il differenziale fra il cambio a termine implicito nel contratto ed il cambio corrente a pronti.

Duration

Costituisce un indicatore del rischio di tasso d'interesse a cui è sottoposto un titolo o un portafoglio obbligazionario. Nella sua configurazione più frequente è calcolato come media ponderata delle scadenze dei pagamenti per interessi e capitale associati ad un titolo obbligazionario.

EAD – Exposure At Default

Relativa alle posizioni in o fuori bilancio, è definita come la stima del valore futuro di un'esposizione al momento del default del debitore. Sono legittimate a stimare l'EAD solo le banche che soddisfano i requisiti per l'adozione dell'approccio AIRB (vedi). Per le altre è necessario fare riferimento alle stime regolamentari.

ECAI – External Credit Assessment Institution

Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito.

ECL – Expected Credit Loss (Perdita attesa su crediti)

L'adozione del principio contabile IFRS 9 ha determinato la revisione della modalità di determinazione delle rettifiche di valore su crediti, passando da un concetto di perdita subita (Incurred Credit Loss) ad uno di perdita attesa (Expected Credit Loss, ECL). La quantificazione delle svalutazioni avviene attraverso l'inclusione di scenari prospettici e differisce in funzione del deterioramento della qualità creditizia, con orizzonte temporale ad 1 anno per le posizioni classificate nello Stadio 1 e su tutta la vita dello strumento (lifetime ECL) per quelle incluse negli Stadi 2 e 3.

EHQLA – Extremely High Quality Liquid Asset

Attività vincolate che sono nozionalmente ammissibili alla qualifica di attività aventi una liquidità e una qualità creditizia elevatissima; le EHQLA e le HQLA vincolate nozionalmente ammissibili sono le attività elencate agli articoli 11, 12 e 13 del regolamento delegato (UE) 2015/61 della Commissione.

Embedded value

Trattasi di una misura del valore intrinseco di una compagnia di assicurazione vita. Viene calcolato come somma del patrimonio netto rettificato e dei flussi attualizzati rappresentativi dei margini reddituali lungo il periodo di durata residua del portafoglio polizze in essere al momento della valutazione.

Eonia (Euro overnight index average)

Media ponderata dei tassi overnight comunicati alla BCE da un campione di banche operanti nell'area dell'Euro. Dal 2 ottobre 2019 il tasso Eonia è stato calcolato come €STR (Euro Short-Term Rate, tasso di interesse overnight per i mercati monetari in euro) incrementato di 8,5 punti base. L'Eonia, calcolato secondo questa metodologia, è stato pubblicato fino al 3 gennaio del 2022. Successivamente è stato sostituito in via definitiva dallo €STR addizionato di uno spread fisso pari a 8,5 bps, quantificati e ufficializzati dalla stessa BCE sulla base di evidenze storiche.

ERP (Equity Risk Premium)

Premio per il rischio richiesto dagli investitori nel mercato di riferimento, ovvero il rendimento atteso in eccesso rispetto alle attività prive di rischio. Ai fini dell'impairment test dell'avviamento, ISP utilizza quello calcolato con criterio storico (media geometrica del periodo 1928-2022 della differenza fra i rendimenti azionari e quelli risk free) dalla New York University-Stern School of Business.

ESG

Acronimo di environmental, social and governance (ambientale, sociale e di governo societario), che indica tre dimensioni non strettamente economico-finanziarie che sono sempre più spesso prese in considerazione nella gestione d'impresa e degli investimenti finanziari.

ETD – Exchange Trade Derivatives

Contratti derivati standard (futures e opzioni su diverse tipologie di sottostanti) scambiati su mercati regolamentati.

EVA – Economic Value Added

L'indicatore misura il valore creato (se positivo) o distrutto (se negativo) dalle imprese. A differenza degli altri parametri che misurano le performance aziendali, l'EVA è calcolato al netto del costo del capitale di rischio, cioè dell'investimento effettuato dagli azionisti.

Factoring

Contratto di cessione di crediti commerciali attivato da società specializzate, ai fini di gestione e d'incasso, al quale, di norma, può associarsi un finanziamento a favore del cedente.

Fair value

È il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato (ossia non in una liquidazione forzosa o in una vendita sottocosto) alla data di valutazione.

Fair value hedge

È la copertura dell'esposizione al rischio di variazione del fair value di una posta di bilancio.

Fair Value Option (FVO)

La Fair Value Option costituisce un'opzione per la classificazione di uno strumento finanziario. Attraverso l'esercizio dell'opzione anche uno strumento finanziario non derivato e non detenuto con finalità di trading può essere valutato al fair value con imputazione a conto economico.

Fairness/Legal opinion

Parere rilasciato, su richiesta, da esperti di riconosciuta professionalità e competenza, in merito alla congruità delle condizioni economiche e/o alla legittimità e/o agli aspetti tecnici di una determinata operazione.

Fattore "g" (tasso di crescita "g")

Rappresenta il fattore utilizzato per la proiezione in perpetuità dei flussi finanziari ai fini del cosiddetto "Terminal value".

FIFO: First In First Out

Criterio utilizzato per il riconoscimento a conto economico delle perdite attese (ECL) imputate su un titolo, al momento della sua vendita.

Filtri prudenziali

Nell'ambito delle modalità di calcolo del patrimonio di vigilanza, correzioni apportate alle voci di bilancio, allo scopo di salvaguardare la qualità del patrimonio di vigilanza stesso e di ridurne la potenziale volatilità indotta dall'applicazione dei principi contabili internazionali "IAS/IFRS".

Fondi comuni armonizzati

Fondi comuni rientranti nell'ambito della direttiva CEE 20.12.1985, n. 611, e successive modificazioni, caratterizzati dalla forma aperta, dalla possibilità dell'offerta al pubblico delle quote e da taluni limiti agli investimenti. Con riferimento a questi ultimi si ricorda, tra l'altro, l'obbligo di investire prevalentemente in strumenti finanziari quotati.

Forward Rate Agreement – Forwards

Contratti a termine su tassi di interesse, cambi o indici azionari, generalmente trattati su mercati over the counter, nei quali le condizioni vengono fissate al momento della stipula, ma la cui esecuzione avverrà ad una data futura predeterminata, mediante la ricezione od il pagamento di differenziali calcolati con riferimento a parametri diversi a seconda dell'oggetto del contratto.

Front office

Il complesso delle strutture operative destinate ad operare direttamente con la clientela.

Funding

Approvvigionamento, sotto varie forme, dei fondi necessari al finanziamento dell'attività aziendale o di particolari operazioni finanziarie.

Future

Contratti a termine standardizzati, con cui le parti si impegnano a scambiarsi, a un prezzo predefinito e a una data futura, valori mobiliari o merci. Tali contratti di norma sono negoziati su mercati organizzati, dove viene garantita la loro esecuzione. Nella pratica, i future su valori mobiliari spesso non implicano lo scambio fisico del sottostante valore.

FVTOCI (FVOCI) – Fair Value Through Other Comprehensive Income

Modalità di rilevazione delle variazioni del fair value delle attività finanziarie nell'ambito del prospetto della redditività complessiva (quindi nel patrimonio netto) e non nel conto economico.

FVTPL – Fair Value Through Profit and Loss

Modalità di rilevazione delle variazioni del fair value degli strumenti finanziari con contropartita nel conto economico.

GBV (Gross Book Value)

Valore contabile di un credito considerato al lordo delle rettifiche di valore.

Global custody

Complesso integrato di servizi comprendente, oltre alla custodia dei titoli, lo svolgimento delle attività di carattere amministrativo relative al regolamento titoli, incassi e pagamenti, banca depositaria, gestione della liquidità non investita, nonché varie forme di reporting sulla performance del portafoglio.

GMSLA – Global Master Securities Lending Agreement

Trattasi di contratti di marginazione utilizzati per la mitigazione del rischio di controparte in operazioni di prestito titoli.

GMRA – Global Master Repurchase Agreement

Trattasi di contratti di marginazione utilizzati per la mitigazione del rischio di controparte in operazioni di pronti contro termine.

Goodwill

Identifica l'avviamento pagato per l'acquisizione di una interessenza partecipativa.

Governance

Identifica l'insieme degli strumenti e delle norme che regolano la vita societaria con particolare riferimento alla trasparenza dei documenti e degli atti sociali ed alla completezza dell'informativa al mercato.

Grandfathering

Periodo di transizione per l'entrata a regime della nuova composizione dei fondi propri secondo Basilea 3 ed altre disposizioni di minore rilevanza. In particolare ha riguardato l'esclusione graduale dai fondi propri dei vecchi strumenti ammessi nel patrimonio di vigilanza da Basilea 2 e non più contemplati da Basilea 3.

Greca

Identifica la situazione di maggiore o minore sensibilità con la quale un contratto derivato, tipicamente un'opzione, reagisce a variazioni di valore del sottostante o di altri parametri di riferimento (tipicamente le volatilità implicite, i tassi di interesse, i prezzi azionari, i dividendi, le correlazioni).

Hedge accounting

Regole relative alla contabilizzazione delle operazioni di copertura.

Hedge fund

Fondo comune di investimento che impiega strumenti di copertura allo scopo di raggiungere un risultato migliore in termini di rapporto tra rischio e rendimento.

HQLA (High Quality Liquid Asset)

Attività vincolate che sono nozionalmente ammissibili alla qualifica di attività aventi una liquidità e una qualità creditizia elevata; le EHQLA e le HQLA vincolate nozionalmente ammissibili sono le attività elencate agli articoli 11, 12 e 13 del regolamento delegato (UE) 2015/61 della Commissione.

IAS/IFRS

I principi IAS (International Accounting Standards) sono emanati dall'International Accounting Standards Board (IASB), organismo responsabile dell'emanazione dei principi contabili internazionali. I principi emanati successivamente al luglio 2002 sono denominati IFRS (International Financial Reporting Standards).

ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process

La disciplina del "Secondo Pilastro" richiede alle banche di dotarsi di processi e strumenti di Internal Capital Adequacy Assessment Process (ICAAP) per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, anche diversi da quelli presidiati dal requisito patrimoniale complessivo ("Primo Pilastro"), nell'ambito di una valutazione dell'esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e dell'evoluzione del contesto di riferimento.

IFRS-IC (International Financial Reporting Standards Interpretations Committee)

Comitato dello IASB che statuisce le interpretazioni ufficiali dei principi contabili internazionali IAS/IFRS.

IMA – Internal Models Approach (Metodo dei modelli interni)

Approccio per calcolare il requisito di capitale per il rischio di mercato utilizzando i modelli interni.

IMM – Internal Model Method

Metodo per il calcolo delle Exposure At Default (vedi), nell'ambito delle valutazioni sul rischio di controparte, tramite modelli interni basati sul concetto di Expected Positive Exposure.

Impairment

Con riferimento ad un'attività finanziaria, si individua una situazione di impairment quando il valore di bilancio di tale attività è superiore alla stima dell'ammontare recuperabile della stessa.

Ai sensi dello IAS 36 debbono essere sottoposte annualmente ad impairment test:

  • le attività immateriali a vita utile indefinita;
  • l'avviamento acquisito in un'operazione di aggregazione aziendale;
  • qualsiasi attività, se esiste un'indicazione che possa aver subito una riduzione di valore.

Il test d'impairment consiste nella stima del valore recuperabile (che è il maggiore fra il suo fair value dedotti i costi di vendita e il suo valore d'uso) di un'attività o di un gruppo di attività.

Imposte (attività e passività fiscali) differite

Le passività fiscali differite sono gli importi delle imposte sul reddito dovute negli esercizi futuri riferibili alle differenze temporanee imponibili.

Le attività fiscali differite sono gli importi delle imposte sul reddito recuperabili negli esercizi futuri riferibili a:

  • a) differenze temporanee deducibili;
  • b) riporto a nuovo di perdite fiscali non utilizzate; e
  • c) riporto a nuovo di crediti d'imposta non utilizzati.
  • Le differenze temporanee sono le differenze tra il valore contabile di un'attività o di una passività nello Stato patrimoniale e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali. Le differenze temporanee possono essere:
  • a) differenze temporanee imponibili, cioè differenze temporanee che, nella determinazione del reddito imponibile (perdita fiscale) di esercizi futuri, si tradurranno in importi imponibili quando il valore contabile dell'attività o della passività sarà realizzato o estinto;
  • b) differenze temporanee deducibili, cioè differenze temporanee che, nella determinazione del reddito imponibile (perdita fiscale) di esercizi futuri, si tradurranno in importi deducibili quando il valore contabile dell'attività o della passività sarà realizzato o estinto.

Index linked

Polizze, anche vita, la cui prestazione a scadenza dipende dall'andamento di un parametro di riferimento che può essere un indice azionario, un paniere di titoli o un altro indicatore. La polizza può prevedere la garanzia di un capitale o di un rendimento minimo.

Internal dealing

Coloro che esercitano funzioni di amministrazione, di controllo o di direzione (i soggetti rilevanti) di un emittente quotato, nonché le persone a loro strettamente legate, devono notificare il compimento di operazioni su strumenti finanziari quotati emessi dalla società o su strumenti derivati e ad essi collegati e devono rispettare le restrizioni ad operare su tali strumenti, nei termini previsti dall'art. 19 del Regolamento (UE) n. 596/2014, relativo agli abusi di mercato (c.d. MAR) e dalla normativa delegata (Regolamenti (UE) n. 2016/522 e n. 2016/523).

La normativa europea ha integrato quanto previsto dall'art. 114 comma 7 del D. Lgs. n.58/1998 (Testo Unico della Finanza) relativamente all'obbligo di comunicare le operazioni su titoli per coloro che detengano almeno il 10% del capitale sociale di un emittente quotato e per le persone loro strettamente legate.

Intraday

Si definisce come tale un'operazione di investimento/disinvestimento effettuata nel corso della stessa giornata di contrattazione di un titolo. Il termine è anche impiegato con riferimento a prezzi quotati durante la giornata.

Investimenti immobiliari

Si intendono gli immobili posseduti per ricavarne reddito e/o beneficiare dell'incremento di valore.

Investment grade

Termine utilizzato con riferimento a titoli obbligazionari di alta qualità che hanno ricevuto un rating (vedi) medio-alto (ad esempio non inferiore a BBB- nella scala di S&P Global).

IRC – Incremental Risk Charge

Massima perdita potenziale del portafoglio di trading dovuta a un upgrade/downgrade e fallimento degli emittenti, riferita a un orizzonte temporale annuale, con intervallo di confidenza pari al 99,9%.

IRS – Interest Rate Swap

Contratto che prevede lo scambio di flussi tra le controparti su un determinato nozionale con tasso fisso/variabile o variabile/variabile.

ISDA – International Swaps and Derivatives Association

Associazione dei partecipanti al mercato dei derivati over the counter. Ha sede a New York e ha creato un contratto standardizzato per concludere transazioni in derivati.

Joint venture

Accordo tra due o più imprese per lo svolgimento di una determinata attività economica attraverso, solitamente, la costituzione di una società per azioni.

Junior

In una operazione di cartolarizzazione è la tranche più subordinata dei titoli emessi, che sopporta per prima le perdite che si possono verificare nel corso del recupero delle attività sottostanti.

Ke (Cost of Equity)

Costo del capitale proprio, è il rendimento minimo richiesto per investimenti di pari rischiosità.

Ke – g

Differenza fra il tasso di attualizzazione dei flussi e il tasso di crescita di lungo periodo; a parità di flussi se tale differenza diminuisce si incrementa il value in use.

LCR – Liquidity Coverage Ratio

Requisito prudenziale finalizzato ad assicurare che una banca mantenga un livello adeguato di attività liquide di elevata qualità non vincolate che possano essere convertite in contanti per soddisfare il suo fabbisogno di liquidità nell'arco di 30 giorni di calendario in condizioni di forte stress. Il coefficiente di copertura della liquidità è pari al rapporto tra le riserve di liquidità e deflussi netti di liquidità nell'arco di un periodo di stress di 30 giorni di calendario.

LDA – Loss Distribution Approach

Metodo di valutazione quantitativa del rischio operativo mediante analisi attuariale dei singoli eventi di perdita interni ed esterni; per estensione, con il termine Loss Distribution Approach si intende anche il modello di calcolo del capitale storico per Unità di Business.

Lead manager – Bookrunner

Capofila del sindacato di emissione di un prestito obbligazionario; tratta col debitore, è responsabile della scelta dei "co-lead manager" e degli altri membri del sindacato di garanzia d'accordo col debitore stesso; definisce le modalità dell'operazione, ne gestisce l'esecuzione (quasi sempre impegnandosi a collocare sul mercato la quota più importante) e tiene la contabilità (bookrunner); oltre al rimborso delle spese e alle normali commissioni, percepisce per questa sua funzione una commissione particolare.

LGD – Loss Given Default

Rappresenta la percentuale di credito che si stima essere irrecuperabile in caso di default del debitore.

LTV – Loan to Value Ratio

Rappresenta il rapporto tra l'ammontare del mutuo ed il valore del bene per il quale viene richiesto il finanziamento o il prezzo pagato dal debitore per acquisire la proprietà.

Il LTV è la misura di quanto pesano i mezzi propri impiegati dal debitore per l'acquisto del bene sul valore del bene posto a garanzia del finanziamento. Maggiore è la percentuale espressa dal LTV, minori sono i mezzi propri del debitore impiegati per l'acquisto del bene, minore è la protezione di cui gode il creditore.

M–Maturity

Vita residua di un'esposizione, calcolata secondo regole prudenziali. Per le banche autorizzate all'uso di rating interni viene considerata esplicitamente se si adotta il metodo avanzato, mentre viene fissata a 2,5 anni in caso di utilizzo dell'approccio di base.

Macro-hedging

Utilizzo di macro-coperture. Procedura di copertura mediante un unico prodotto derivato per diverse posizioni.

Mark to Market

Processo di valutazione di un portafoglio di titoli o altri strumenti finanziari sulla base dei prezzi espressi dal mercato.

Market dislocation

Turbolenza nei mercati finanziari caratterizzata da forte diminuzione degli scambi con difficoltà a reperire prezzi significativi su infoproviders specializzati.

Market making

Attività finanziaria svolta da intermediari specializzati il cui compito è quello di garantire liquidità e spessore al mercato, sia attraverso la loro presenza continuativa sia mediante la loro funzione di guida competitiva nella determinazione dei prezzi.

Market neutral

Strategie di operatività in titoli finalizzate ad immunizzare i relativi portafogli dal rischio connesso alle variazioni di mercato.

Mark-down

Differenza tra euribor a 1 mese e tasso sui conti correnti di famiglie e imprese.

Mark-up

Differenza tra tasso applicato al complesso di famiglie ed imprese sui finanziamenti con durata inferiore ad un anno e l'euribor a 1 mese.

Merchant banking

Sotto questa accezione sono ricomprese le attività di sottoscrizione di titoli – azionari o di debito – della clientela corporate per il successivo collocamento sul mercato, l'assunzione di partecipazioni azionarie a carattere più permanente ma sempre con l'obiettivo di una successiva cessione, l'attività di consulenza aziendale ai fini di fusioni e acquisizioni o di ristrutturazioni.

Mezzanine

In una operazione di cartolarizzazione, è la tranche con grado di subordinazione intermedio tra quello della tranche junior e quello della tranche senior.

Monoline

Compagnie assicuratrici che, in cambio di una commissione, garantiscono il rimborso di determinate emissioni obbligazionarie. Nate negli anni '70 per assicurare le emissioni degli enti locali contro l'insolvenza, i loro servizi sono stai poi particolarmente apprezzati per le emissioni di prodotti finanziari complessi: la struttura e le attività sottostanti tali emissioni sono infatti spesso estremamente problematiche; con l'intervento delle monoline, le porzioni di debito garantite da quest'ultime divengono molto più semplici da valutare e più appetibili per gli investitori avversi al rischio, in quanto il rischio di insolvenza viene assunto dall'assicurazione.

NAV – Net Asset Value

È il valore della quota in cui è frazionato il patrimonio del fondo.

NBV – Net Book Value

Valore contabile di un credito considerato al netto delle rettifiche di valore.

Non Performing Exposure (NPE) – Non Performing Loan (NPL)

Termini utilizzati per indicare i crediti deteriorati, ovvero crediti ad andamento non regolare. Al contrario il termine performing si riferisce ad esposizioni creditizie con andamento regolare.

I crediti deteriorati sono classificati in tre categorie:

  • (i) sofferenze: crediti la cui totale riscossione non è certa poiché i soggetti debitori si trovano in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili;
  • (ii) inadempienze probabili (unlikely to pay): esposizioni diverse dalle sofferenze per le quali la banca valuta improbabile, senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie, che il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie (in linea capitale e/o interessi), a prescindere dalla presenza di eventuali rate o importi scaduti e non pagati;
  • (iii) crediti scaduti e/o sconfinanti (past due): esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e che superano una prefissata soglia di materialità.

L'EBA ha inoltre introdotto un'ulteriore categoria, trasversale rispetto alle precedenti, ovvero quella delle esposizioni che siano state oggetto di misure di tolleranza/concessioni (forbearance). Tali esposizioni possono essere sia crediti deteriorati (forborne non performing) sia in bonis (forborne performing). Le misure di tolleranza consistono in concessioni nei confronti di un debitore che si trovi o sia in procinto di trovarsi in difficoltà a rispettare i propri impegni finanziari ("difficoltà finanziarie") e comprendono ad esempio la rinegoziazione dei termini del contratto o il rifinanziamento totale/parziale del debito.

NSFR – Net Stable Funding Ratio

Requisito prudenziale finalizzato a promuovere un maggiore ricorso alla raccolta stabile, evitando che l'operatività a medio e lungo termine possa dare luogo ad eccessivi squilibri da finanziare a breve termine. Il requisito è pari al rapporto tra il finanziamento stabile a disposizione dell'ente e il finanziamento stabile richiesto all'ente ed è espresso in percentuale.

OIS – Overnight Indexed Swap

Contratto che prevede lo scambio del flusso netto derivante dalla differenza tra un tasso di interesse fisso e uno variabile applicata su un capitale di riferimento. Il tasso fisso è stabilito all'inizio del contratto, quello variabile è determinato alla scadenza ed è pari alla media, con capitalizzazione composta, dei tassi giornalieri overnight rilevati nel periodo di durata del contratto.

Option

Rappresenta il diritto, ma non l'impegno, acquisito col pagamento di un premio, di acquistare (call option) o di vendere (put option) uno strumento finanziario ad un prezzo determinato (strike price) entro (American option) oppure ad (European option) una data futura determinata.

O-SII (Other Sistemically Important Institutions)

Trattasi di Istituzioni la cui rilevanza sistemica, riferita sostanzialmente al rischio sistemico che possono generare in caso di fallimento, non è definita a livello globale ma a livello territorialmente più ristretto, ad esempio. a livello di un singolo Paese. Le O-SII devono mantenere una riserva di capitale (buffer) in percentuale delle proprie esposizioni complessive ponderate per il rischio. Nel contesto italiano le O-SII sono identificate dalla Banca d'Italia che, ai sensi delle disposizioni della direttiva CRD IV (Direttiva 2013/36/UE), è tenuta a spiegare i criteri della scelta i quali devono rispettare le linee guida dell'EBA.

A differenza delle precedenti, le G-SII (Global Sistemically Important Institutions) sono Istituzioni a rilevanza sistemica globale. La metodologia per individuare e classificare le G-SII nelle diverse sottocategorie è definita nel Regolamento Delegato UE/2014/1222 della Commissione Europea. La classificazione prevede in totale cinque sottocategorie di G-SII, in ordine crescente di rilevanza sistemica cui sono associate percentuali crescenti di riserve di capitale da mantenere a regime.

OTC – Over The Counter

Definizione relativa ad operazioni concluse direttamente tra le parti, senza utilizzare un mercato organizzato.

Outsourcing

Ricorso ad attività di supporto operativo effettuate da società esterne.

Packages

Strategia costituita da un asset in formato funded il cui rischio di credito è coperto da un credit default swap specificatamente negoziato. Se presenti, gli eventuali rischi di tasso e cambio possono essere coperti con derivati finanziari.

PD – Probability of Default

Rappresenta la probabilità che, su un orizzonte temporale di un anno o pari alla vita attesa dello strumento finanziario, il debitore vada in default.

Plain vanilla (derivati)

Prodotti il cui prezzo dipende da quello dello strumento sottostante, che è quotato sui mercati regolamentati.

POCI - Purchased or Originated Credit Impaired Asset

Attività deteriorate acquisite o originate per le quali al momento dell'iscrizione in bilancio vanno rilevate le perdite attese lungo tutta la vita del credito e sono automaticamente classificate nello Stage 3.

Prestiti sindacati (Syndicated lending)

Prestiti organizzati e garantiti da un consorzio (pool) di banche ed altre istituzioni finanziarie.

Pricing

In senso lato, si riferisce generalmente alle modalità di determinazione dei prezzi degli strumenti finanziari e/o dei costi dei prodotti e servizi offerti dalla Banca.

Prime Broker

Il Prime Broker è un intermediario finanziario su scala internazionale che opera come agente nel processo di settlement (liquidazione delle posizioni) effettuando le transazioni finanziarie disposte dal gestore con la massima riservatezza. Il Prime Broker, inoltre, svolge un ruolo di finanziatore del gestore, concedendo linee di credito e prestando i titoli necessari per dar luogo a vendite allo scoperto e acquisendo direttamente idonee garanzie a fronte del credito erogato al fondo. Contemporaneamente il Prime Broker opera uno stringente controllo sulle esposizioni di rischio dell'hedge fund (vedi), al fine di assicurare condizioni di stabilità finanziaria. Tra i servizi svolti vi sono altresì quelli di detenzione e deposito delle disponibilità liquide e dei valori mobiliari del fondo, la cura del processo di compensazione e liquidazione nonché la registrazione di tutte le operazioni di mercato.

Private banking

Attività diretta a fornire alla clientela primaria gestione di patrimoni, consulenza e servizi personalizzati.

Private equity

Attività mirata all'acquisizione di interessenze partecipative ed alla loro successiva cessione a controparti specifiche, senza collocamento pubblico.

Programma di emissione di commercial paper garantiti da attività (asset-backed commercial paper programme) o "programma ABCP"

Programma di cartolarizzazione i cui titoli assumono in prevalenza la forma di commercial paper garantiti da attività con durata originaria pari o inferiore ad un anno, come definito dal Regolamento (UE) 2017/2402.

Project finance

Tecnica con la quale si finanziano progetti industriali sulla base di una previsione dei flussi di cassa generati dagli stessi. L'esame si fonda su una serie di valutazioni che si discostano da quelle generalmente poste in essere per l'analisi dei rischi creditizi ordinari. Dette valutazioni includono, oltre all'analisi dei flussi di cassa, l'esame tecnico del progetto, l'idoneità degli sponsor che si impegnano a realizzarlo, i mercati di distribuzione del prodotto.

Rating

Valutazione della qualità di una società o delle sue emissioni di titoli di debito sulla base della solidità finanziaria della società stessa e delle sue prospettive. Tale valutazione viene eseguita da agenzie specializzate o dalla banca sulla base di modelli interni.

Real estate (finance)

Operazioni di finanza strutturata nel settore degli immobili.

Retail

Fascia di clientela che comprende principalmente i privati, i professionisti, gli esercenti e gli artigiani.

Risk-free

Rendimento di investimenti privi di rischio: nell'ambito del Gruppo per le CGU Italia e per i Paesi delle CGU Banche Estere con prospettive "normali" di sviluppo è stato adottato il rendimento dei Bund a 10 anni, mentre per i Paesi con prospettive "elevate" di sviluppo è stato utilizzato il rendimento dei Bund a 30 anni.

Risk Management

Attività di acquisizione, misurazione, valutazione e gestione globale delle varie tipologie di rischio e delle relative coperture.

RMBS – Residential Mortgage-Backed Securities

Titoli (ABS) emessi nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione di crediti garantiti da ipoteche su immobili aventi natura residenziale.

ROE – Return On Equity

Esprime la redditività del capitale proprio in termini di utile netto. È l'indicatore di maggior interesse per gli azionisti in quanto consente di valutare la redditività del capitale di rischio.

RTS – Regulatory Technical Standards

Norme tecniche di Regolamentazione emanate dalle Autorità di supervisione europea e destinate a integrare o ad attuare la legislazione dell'Unione europea su aspetti di carattere squisitamente tecnico.

RWA – Risk Weighted Assets

Attività per cassa e fuori bilancio (derivati e garanzie) classificate e ponderate in base a diversi coefficienti legati ai rischi, ai sensi delle normative prudenziali emanate dagli organi di vigilanza per il calcolo dei coefficienti di solvibilità.

Scoring

Sistema di analisi della clientela aziendale che si concretizza in un indicatore ottenuto sia dall'esame dei dati di bilancio sia dalla valutazione delle previsioni di andamento settoriale, analizzati sulla base di metodologie di carattere statistico.

Senior/super senior

In un'operazione di cartolarizzazione è la tranche con il maggiore grado di privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso.

Sensitivity

Identifica la situazione di maggiore o minore sensibilità con la quale determinate attività o passività reagiscono a variazioni dei tassi o di altri parametri di riferimento.

Servicer

Nelle operazioni di cartolarizzazione è il soggetto che – sulla base di un apposito contratto di servicing – continua a gestire i crediti o le attività cartolarizzate dopo che sono state cedute alla società veicolo incaricata dell'emissione dei titoli.

SGR – Società di gestione del risparmio

Società per azioni alle quali è riservata la possibilità di prestare congiuntamente il servizio di gestione collettiva e individuale di patrimoni. In particolare, esse sono autorizzate a istituire fondi comuni di investimento, a gestire fondi comuni di propria o altrui istruzione, nonché patrimoni di Sicav, e a prestare il servizio di gestione su base individuale di portafogli di investimento.

SICR – Significant Inrease in Credit Risk (Incremento significativo del rischio di credito)

Criterio utilizzato per verificare il passaggio di stage: se il rischio di credito dello strumento finanziario è significativamente aumentato dopo la rilevazione iniziale, le rettifiche di valore sono pari alle perdite attese lungo tutta la vita dello strumento (lifetime ECL). La banca stabilisce che si è verificato un incremento significativo del rischio di credito sulla base di evidenze qualitative e quantitative:

  • la variazione (oltre soglie determinate) della probabilità di default (PD) lifetime rispetto al momento dell'iscrizione iniziale in bilancio dello strumento finanziario. Si tratta di una valutazione effettuata adottando un criterio "relativo", che si configura come il "driver" principale;
  • l'eventuale presenza di uno scaduto che, ferme restando le soglie di significatività identificate dalla normativa, risulti tale da almeno 30 giorni. In presenza di tale fattispecie, in altri termini, la rischiosità creditizia dell'esposizione si ritiene presuntivamente "significativamente incrementata" e, dunque, ne consegue il "passaggio" nello Stage 2 (ove l'esposizione precedentemente fosse ricompresa nello Stage 1);
  • l'eventuale presenza di misure di forbearance, che sempre in via presuntiva comportano la classificazione delle esposizioni tra quelle il cui rischio di credito risulta "significativamente incrementato" rispetto all'iscrizione iniziale;
  • per le banche appartenenti al perimetro estero, infine, sono considerati ai fini del passaggio tra stage e ove opportuno anche alcuni degli indicatori dei sistemi di monitoraggio del credito specificatamente utilizzati da ciascuna banca. Il riferimento, in particolare, è alle c.d. "watch-list", ovvero a quei sistemi di monitoraggio del credito che – sulla base della qualità creditizia attuale della controparte debitrice – ricomprendono all'interno di un determinato range le esposizioni in bonis al di sopra di un determinato livello di rischiosità.

SPE/SPV

La Special Purpose Entity o Special Purpose Vehicle è una società appositamente costituita da uno o più soggetti per lo svolgimento di una specifica operazione. Le SPE/SPV, generalmente, non hanno strutture operative e gestionali proprie ma si avvalgono di quelle dei diversi attori coinvolti nell'operazione.

Speculative grade

Termine col quale si identificano gli emittenti con rating basso (per esempio, inferiore a BBB- nella scala di S&P Global).

SPPI (Solely Payment of Principal and Interest) Test

È uno dei due criteri (l'altro è il "business model"), o driver di classificazione, dai quali dipende la classificazione delle attività finanziarie ed il criterio di valutazione. L'obiettivo del SPPI Test è individuare gli strumenti, definibili come "basic lending arrangement" ai sensi del principio, i cui termini contrattuali prevedono a determinate date flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti di capitale e dell'interesse sull'importo del capitale da restituire. Le attività con caratteristiche contrattuali diverse da quelle SPPI devono essere obbligatoriamente valutate al FVTPL (vedi).

Spread

Con questo termine di norma si indicano la differenza tra due tassi di interesse, lo scarto tra le quotazioni denaro e lettera nelle contrattazioni in titoli o la maggiorazione che l'emittente di valori mobiliari riconosce in aggiunta ad un tasso di riferimento.

SRT – Significant Risk Transfer

L'ente cedente in una cartolarizzazione tradizionale può escludere le esposizioni sottostanti dal calcolo degli importi delle esposizioni ponderati per il rischio se un rischio di credito significativo associato alle esposizioni sottostanti è stato trasferito a terzi. In base all'articolo 244 del Regolamento (UE) 2017/2401 vi è un trasferimento significativo del rischio di credito in uno dei seguenti casi: (i) gli importi delle esposizioni ponderati per il rischio delle posizioni verso la cartolarizzazione mezzanine detenute dall'ente cedente nella cartolarizzazione non superano il 50% degli importi delle esposizioni ponderati per il rischio di tutte le posizioni verso la cartolarizzazione mezzanine della cartolarizzazione; (ii) se non vi sono posizioni verso la cartolarizzazione mezzanine, l'ente cedente non detiene più del 20% del valore dell'esposizione del segmento prime perdite nella cartolarizzazione. Condizioni similari per un significativo trasferimento del rischio mediante protezione del credito di tipo reale o di tipo personale sono previste anche per le cartolarizzazioni sintetiche in base all'articolo 245 del Regolamento (UE) 2017/2401.

Stage 1 (Stadio 1)

Rappresenta gli strumenti finanziari il cui rischio di credito non si è incrementato significativamente rispetto alla data di rilevazione iniziale. Per questi strumenti finanziari viene contabilizzata una perdita attesa pari ad un anno.

Stage 2 (Stadio 2)

Rappresenta gli strumenti finanziari il cui rischio di credito si è incrementato significativamente rispetto alla data di rilevazione iniziale. Per questi strumenti finanziari viene contabilizzata una perdita attesa lifetime.

Stage 3 (Stadio 3)

Rappresenta gli strumenti finanziari deteriorati/in default. Per questi strumenti finanziari viene contabilizzata la perdita attesa lifetime.

Stakeholders

Soggetti che, a vario titolo, interagiscono con l'attività dell'impresa, partecipando ai risultati, influenzandone le prestazioni, valutandone l'impatto economico, sociale e ambientale.

Stock option

Termine utilizzato per indicare le opzioni offerte a manager di una società, che consentono di acquistare azioni della società stessa sulla base di un prezzo di esercizio predeterminato (strike price).

Stress test

Procedura di simulazione utilizzata al fine di misurare l'impatto di scenari di mercato estremi sull'esposizione complessiva al rischio della Banca.

Structured export finance

Operazioni di finanza strutturata nel settore del finanziamento all'esportazione di beni e servizi.

Strumenti finanziari quotati in un mercato attivo

Uno strumento finanziario è considerato come quotato su un mercato attivo se le quotazioni, che riflettono normali operazioni di mercato, sono prontamente e regolarmente disponibili tramite Borse, Mediatori, Intermediari, Società del settore, servizi di quotazione o enti autorizzati, e tali prezzi rappresentano effettive e regolari operazioni di mercato verificatesi sulla base di un normale periodo di riferimento.

Subprime

Non esiste una definizione univoca di "mutui subprime". In sintesi, si classificano come subprime i mutui erogati a soggetti con merito creditizio basso, o per una cattiva storia del credito (mancati pagamenti, transazioni sul debito o sofferenze) o per elevato rapporto rata/reddito o ancora per un alto rapporto Loan to Value (LTV).

Per contro sono considerati "prime" i mutui in cui sia i criteri utilizzati per l'erogazione del finanziamento (LTV, debt-to income, ecc.) che la qualità (storia) della controparte sono sufficientemente conservativi per considerare l'erogazione effettuata di "alta qualità" (dal punto di vista della controparte) e di basso profilo di rischio.

Swap

Operazioni consistenti, di norma, nello scambio di flussi finanziari tra operatori secondo diverse modalità contrattuali. Nel caso di uno swap di tassi d'interesse, le controparti si scambiano flussi di pagamento indicizzati o meno a tassi d'interesse, calcolati su un capitale nozionale di riferimento (ad esempio: una controparte corrisponde un flusso sulla base di un tasso fisso, l'altra sulla base di un tasso variabile). Nel caso di uno swap di valute, le controparti si scambiano specifici ammontari di due diverse valute, restituendoli nel tempo secondo modalità predefinite che possono riguardare sia il capitale nozionale sia i flussi indicizzati dei tassi d'interesse.

Tasso di interesse effettivo

Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interesse, all'ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti al credito. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l'effetto economico dei costi/proventi lungo la vita residua attesa del credito.

Tax rate

Aliquota fiscale effettiva, determinata dal rapporto tra le imposte sul reddito e l'utile ante imposte.

Terminal value

Valore di un'impresa al termine del periodo di previsione analitica dei flussi; viene calcolato moltiplicando il flusso di cassa analitico dell'ultimo periodo per (1 + g) e dividendo tale importo per (Ke-g) (vedi).

Tier 1

Il Capitale di classe 1 (Tier 1) comprende il Capitale primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) e il Capitale aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1 - AT1).

Tier 1 ratio

È il rapporto tra il Capitale di classe 1 (Tier 1, vedi) e il totale delle attività ponderate per il rischio (RWA, vedi).

Tier 2

Il Capitale di Classe 2 (Tier 2) è composto principalmente dalle passività subordinate computabili e dalle eventuali eccedenze delle rettifiche di valore rispetto alle perdite attese (excess reserve) per le posizioni ponderate secondo i metodi AIRB (vedi). Anche per gli strumenti subordinati che non rispettano i requisiti previsti dalle nuove disposizioni normative di Basilea 3 sono previste specifiche disposizioni transitorie (grandfathering, vedi), volte all'esclusione graduale dai Fondi propri (in un arco temporale di 8 anni) degli strumenti non più computabili.

Time value

Variazione del valore finanziario di uno strumento in relazione al diverso orizzonte temporale in corrispondenza del quale saranno disponibili od esigibili determinati flussi monetari.

Total capital ratio

Indice di patrimonializzazione riferito al complesso degli elementi costituenti i Fondi propri (Tier 1 e Tier 2, vedi). È rappresentato dal rapporto fra i Fondi propri e il totale della attività ponderate per il rischio (RWA, vedi).

Total return swap

Contratto che prevede l'impegno di una parte, di solito proprietaria del titolo o credito di riferimento, a pagare periodicamente ad un investitore (venditore di protezione) i flussi generati, per capitale ed interessi, dall'attività stessa. Per contro, l'investitore si obbliga a corrispondere un tasso variabile nonché l'eventuale deprezzamento dell'attività rispetto alla data di stipula del contratto.

Trading book

Solitamente riferito a titoli o comunque a strumenti finanziari in genere, identifica la parte di tale portafoglio destinato all'attività di negoziazione.

Trust

Il trust è un istituto giuridico di origine anglosassone con cui i beni del patrimonio di un soggetto vengono separati per perseguire specifici interessi a favore di determinati beneficiari oppure per raggiungere uno scopo determinato. I beni separati vengono gestiti da una persona (trustee) o da una società professionale (trust company).

Underwriting (commissione di)

Commissione percepita dalla banca in via anticipata sulla base dell'assunzione del rischio di sottoscrizione a fronte di un finanziamento.

Valore d'uso

È il valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede abbiano origine da un'attività o da un'unità generatrice di flussi finanziari.

Valutazione collettiva dei crediti in bonis

Con riferimento ad un gruppo omogeneo di attività finanziarie ad andamento regolare, la valutazione collettiva definisce la misura del rischio di credito potenzialmente insito nelle stesse, pur non essendo ancora possibile la sua riconduzione ad una specifica posizione.

VaR – Value at Risk

Valore che indica la massima perdita possibile su un portafoglio per effetto dell'andamento del mercato, con una certa probabilità ed ipotizzando che le posizioni richiedano un determinato periodo di tempo per il relativo smobilizzo.

Vega

Coefficiente che misura la sensibilità del valore di un'opzione in rapporto ad un cambiamento (aumento o diminuzione) della volatilità.

Vintage

Termine utilizzato per indicare l'anzianità degli NPE/NPL (vedi). Da intendersi anche come data di genesi del collaterale sottostante la cartolarizzazione, quale fattore importante per giudicare la rischiosità di tale collaterale.

Vita attesa

Si riferisce alla massima vita contrattuale e prende in considerazione pagamenti anticipati attesi, estensioni, opzioni call e similari. Le eccezioni sono costituite da certi strumenti finanziari revolving come carte di credito, scoperti di conto, che includono sia componenti utilizzate che inutilizzate per le quali la possibilità contrattuale della banca di chiedere il rimborso e annullare le linee inutilizzate non limita l'esposizione a perdite su crediti al periodo contrattuale. La vita attesa di queste linee di credito è la loro vita effettiva. Quando i dati non sono sufficienti o le analisi non definitive, può essere considerato un fattore "maturity" per riflettere la vita stimata sulla base di altri casi sperimentati o casi analoghi di concorrenti. Non sono prese in considerazione future modifiche contrattuali nel determinare la vita attesa, così come l'"Exposure At Default" (vedi), finché non si verificano.

Warrant

Strumento negoziabile che conferisce al detentore il diritto di acquistare dall'emittente o di vendere a quest'ultimo titoli a reddito fisso o azioni secondo precise modalità.

Waterfall

Caratteristica di Cashflow projection di un CDO considerata nel processo di pricing di tali prodotti di credito strutturati per la modellizzazione dei flussi e per la loro allocazione. Essa definisce in che ordine le varie tranche saranno rimborsate nel caso in cui falliscano i Test previsti per la verifica del rapporto di Overcollateralizzazione e di copertura degli interessi.

What-if

Forma di analisi in cui si cerca di definire quale possa essere la reazione di determinate grandezze al variare di parametri di base.

Wholesale banking

Attività orientata prevalentemente verso operazioni di rilevante importanza concluse con primarie controparti.

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Approvazione del Resoconto intermedio al 31 marzo 2023: 5 maggio 2023
Approvazione della Relazione semestrale al 30 giugno 2023: 28 luglio 2023
Approvazione del Resoconto intermedio al 30 settembre 2023: 3 novembre 2023

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