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Investor Presentation Nov 7, 2019

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Investor Presentation

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ALLEGATI AL COMUNICATO STAMPA

ADOZIONE DEL NUOVO PRINCIPIO IFRS 16 (LEASING) __________ 2
GRUPPO TIM – HIGHLIGHTS FINANZIARI __________ 6
GRUPPO TIM – SCHEMI RICLASSIFICATI ___________ 7
CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM __________ 7
CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEL TERZO TRIMESTRE DEL GRUPPO TIM _______ 8
CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM _______ 9
SITUAZIONE PATRIMONIALE–FINANZIARIA CONSOLIDATA DEL GRUPPO TIM ______ 10
RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM ________ 12
MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM _____ 14
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO DEL GRUPPO TIM ______ 15
VARIAZIONE DELL'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO _____ 16
INFORMAZIONI PER SETTORE OPERATIVO DEL GRUPPO TIM _________ 17
DOMESTIC _______________ 17
BRASILE _________________ 19
PERSONALE DEL GRUPPO TIM ___________ 20
GRUPPO TIM – IMPATTO SULLE SINGOLE VOCI DEL CONTO ECONOMICO SEPARATO
CONSOLIDATO DEGLI EVENTI E OPERAZIONI DI NATURA NON RICORRENTE _______ 21
GRUPPO TIM - STRUTTURA DEL DEBITO, EMISSIONI OBBLIGAZIONARIE E OBBLIGAZIONI IN
SCADENZA ________________ 22
INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE ___________ 24
CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI ________ 26

ADOZIONE DEL NUOVO PRINCIPIO IFRS 16 (LEASING)

Si riportano qui di seguito i principali elementi informativi, nonché la sintesi degli impatti derivanti dall'applicazione, a partire dal 1° gennaio 2019, dell'IFRS 16 (Leasing).

In data 31 ottobre 2017 è stato emesso il Regolamento UE n. 2017/1986 che ha recepito a livello comunitario l'IFRS 16 (Leasing).

L'IFRS 16 sostituisce lo IAS 17 (Leasing) e le relative interpretazioni (IFRIC 4 "Determinare se un accordo contiene un leasing"; SIC 15 "Leasing operativo—Incentivi"; SIC 27 "La valutazione della sostanza delle operazioni nella forma legale del leasing").

Così come consentito dal principio contabile, il Gruppo TIM ha applicato il metodo retrospettivo semplificato, con la rilevazione dell'effetto cumulativo della prima applicazione del principio a rettifica del patrimonio netto di apertura, lasciando invariati i periodi comparativi precedenti.

In base a quanto previsto dall'IFRS 16, la rappresentazione contabile dei contratti di locazione passiva (che non costituiscono prestazione di servizi), avviene attraverso l'iscrizione nella situazione patrimoniale-finanziaria di una passività di natura finanziaria, rappresentata dal valore attuale dei canoni futuri, a fronte dell'iscrizione nell'attivo del diritto d'uso dell'attività presa in locazione. Detta passività è successivamente rettificata lungo la durata del contratto di leasing per riflettere il pagamento degli interessi sul debito ed il rimborso della quota capitale; il diritto d'uso dell'attività presa in locazione è ammortizzato lungo la durata del contratto. Rispetto alla precedente modalità di contabilizzazione secondo lo IAS 17, che prevedeva l'iscrizione di costi operativi per i leasing non finanziari, l'adozione dell'IFRS 16 ha determinato minori costi operativi e maggiori ammortamenti ed oneri finanziari; inoltre, differentemente da quanto era richiesto dal precedente principio, i locatari non sono più tenuti ad operare la distinzione tra leasing finanziario e leasing operativo.

Alla data di transizione (1° gennaio 2019), per i leasing precedentemente classificati secondo lo IAS 17 come leasing operativi, il Gruppo TIM ha applicato il metodo retrospettivo semplificato con la rilevazione della passività finanziaria per contratti di leasing e del corrispondente valore del diritto d'uso misurati sui residui canoni contrattuali alla data di transizione.

Nel Gruppo TIM i contratti rientranti nell'ambito di applicazione dell'IFRS 16 si riferiscono principalmente a:

  • terreni e fabbricati per uso ufficio ed industriale,
  • siti infrastrutturali per la rete di telefonia mobile, e
  • infrastrutture di rete (quando non configurabili come servizi).

Con riferimento alle opzioni ed esenzioni previste dall'IFRS 16, il Gruppo TIM ha effettuato le seguenti scelte:

  • l'IFRS 16 non è stato generalmente applicato alle attività immateriali, ai contratti di breve durata (ovvero inferiori a 12 mesi) e di basso valore unitario;
  • i diritti d'uso e le passività finanziarie relative ai contratti di leasing sono stati classificati su specifiche voci nella situazione patrimoniale-finanziaria;
  • l'eventuale componente relativa a prestazioni di servizi inclusa nei canoni di leasing è stata generalmente esclusa dall'ambito IFRS 16;
  • i contratti con caratteristiche simili sono stati valutati utilizzando un unico tasso di attualizzazione;
  • i contratti di leasing precedentemente valutati come leasing finanziari ai sensi dello IAS 17 hanno mantenuto i valori precedentemente iscritti, andando in piena continuità con il passato.

L'applicazione del nuovo principio può essere soggetta a modifiche fino alla pubblicazione del bilancio consolidato 2019 del Gruppo TIM. In particolare sono tuttora in corso alcuni approfondimenti circa il trattamento contabile di talune imposte indirette non recuperabili in Brasile, al momento incluse nel valore evidenziato in sede di prima adozione.

Gli impatti in sede di transizione non sono indicativi degli sviluppi futuri in quanto le scelte di allocazione del capitale potrebbero cambiare con conseguenti riflessi economici e patrimoniali sulla rilevazione in bilancio.

IMPATTI DERIVANTI DALL'ADOZIONE DELL'IFRS 16

Impatti sulla situazione patrimoniale e finanziaria consolidata all'1/1/2019 (data di transizione)

L'adozione dell'IFRS 16 ha comportato, per il Gruppo TIM, maggiori attività non correnti per l'iscrizione del "diritto d'uso dell'attività presa in locazione" in contropartita di maggiori passività di natura finanziaria. In dettaglio, sono nel seguito riepilogati gli impatti in sede di transizione sulle principali voci della Situazione patrimoniale e finanziaria consolidata.

(milioni di euro) 31.12.2018 Riclassifiche
(*)
Impatti
IFRS 16
(**)
1.1.2019
Ridefinito
Attività
Attività non correnti
Attività immateriali 35.658 (445) 35.213
Attività materiali 16.146 (1.923) 14.223
Diritto d'uso su beni di terzi 2.368 3.503 5.871
Altre attività non correnti
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva 54 6 60
Crediti vari e altre attività non correnti 2.291 2.291
Attività per imposte anticipate 1.136 1.136
Attività correnti
Crediti commerciali, vari e altre attività correnti 4.706 (29) 4.677
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva 70 4 74
Totale Attività 65.619 3.484 69.103
Patrimonio netto e Passività
Patrimonio netto
Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante 19.528 19.528
Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di minoranza 2.219 2.219
Totale Patrimonio netto 21.747 21.747
Passività non correnti
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione passiva 1.740 3.021 4.761
Fondo imposte differite 192 192
Passività correnti
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 208 542 750
Debiti commerciali, vari e altre passività correnti 6.901 (79) 6.822
Totale Patrimonio netto e passività 65.619 3.484 69.103

(*) La colonna accoglie la riclassifica nei Diritti d'uso su beni di terzi (2.368 milioni di euro) di: a) Indefeasible Right of Use – IRU (412 milioni di euro) iscritti precedentemente nelle attività immateriali; b) diritti d'uso di infrastrutture in Brasile – "LT Amazonas" (33 milioni di euro) iscritti precedentemente nelle attività immateriali; c) beni in locazione finanziaria (1.895 milioni di euro), iscritti precedentemente nelle attività materiali; d) migliorie apportate su beni di terzi (28 milioni di euro) iscritti precedentemente nelle attività materiali.

(**) La colonna accoglie l'iscrizione dei diritti d'uso su beni di terzi, del relativo debito finanziario e delle connesse voci conseguenti all'adozione dell'IFRS 16.

Il valore delle Passività (Attività) finanziarie nette iscritte per Leasing all'1.1.2019 è il seguente:

(milioni di euro)
Passività finanziarie per contratti di locazione passiva, non correnti e correnti esistenti al 31.12.2018
(Bilancio 2018) 1.948
Ulteriori passività finanziarie iscritte per leasing all'1.1.2019 3.563
Totale passività finanziarie all'1.1.2019 5.511
Attività finanziarie per contratti di locazione attiva, non correnti e correnti esistenti al 31.12.2018
(Bilancio 2018) (124)
Ulteriori attività finanziarie iscritte per leasing all'1.1.2019 (10)
Totale attività finanziarie all'1.1.2019 (134)
Passività (Attività) finanziarie nette per Leasing all'1.1.2019 5.377

Indebitamento finanziario netto rettificato

(milioni di euro)
Indebitamento Finanziario Netto Rettificato 31.12.2018 25.270
Ulteriori passività finanziarie iscritte per leasing all'1.1.2019 3.563
Ulteriori attività finanziarie iscritte per leasing all'1.1.2019 (10)
Indebitamento Finanziario Netto Rettificato 1.1.2019 28.823

Il tasso di sconto medio applicato alle passività per leasing rilevate nel prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria alla data dell'applicazione iniziale (1° gennaio 2019) è stato pari al 5,6%.

Impatto sulle principali voci di conto economico separato consolidato e sulla situazione patrimoniale e finanziaria consolidata dei primi nove mesi del 2019

Qui di seguito viene riportato il dettaglio dell'impatto dell'IFRS 16 sui principali dati economici consolidati dei primi nove mesi del 2019 messi a confronto con i primi nove mesi del 2019 confrontabile.

(milioni di euro) 1.1 - 30.9 Impatto IFRS 16 1.1 - 30.9
2019 2019
confrontabile
(*) (a) (b) (a+b)
Totale ricavi e proventi operativi 14.273 14.273
Costi operativi
(1)
(8.265) 491 (7.774)
EBITDA 6.008 491 6.499
Ammortamenti asset in lease finanziario
(2)
(140) (486) (626)
Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non correnti
(3)
(21) (8) (29)
EBIT 2.717 (5) 2.712
Oneri finanziari su passività per lease finanziario
(4)
(118) (154) (272)
Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento
1.750 (159) 1.591
Imposte sul reddito
(5)
(548) 50 (498)
Utile (perdita) del periodo 1.202 (109) 1.093
Attribuibile a:
Soci della Controllante 931 (79) 852
Partecipazioni di minoranza 271 (30) 241

(*) Nei primi nove mesi del 2019 confrontabile i contratti di leasing sottoscritti a partire dall'1.1.2019 sono sempre classificati come leasing operativi ai fini dello IAS 17.

La diversa natura, qualificazione e classificazione delle spese, con l'iscrizione dell'"Ammortamento del diritto d'uso dell'attività" e di "Oneri finanziari per interessi connessi ai diritti d'uso", in luogo dei "Costi per godimento di beni di terzi canoni per leasing operativo", come da IAS 17, ha comportato un conseguente impatto positivo sull'EBITDA pari a 491 milioni di euro.

In particolare l'applicazione dell'IFRS 16 ai contratti di leasing ha determinato:

  • (1) la riduzione dei Costi operativi per il diverso trattamento contabile dei canoni relativi ai contratti di leasing di terreni, fabbricati per uso ufficio ed industriale, siti infrastrutturali per la rete di telefonia mobile e infrastrutture di rete (quando non configurabili come servizi);
  • (2) l'aumento degli Ammortamenti dei diritti d'uso conseguente all'iscrizione di maggiori attività non correnti ("Diritto d'uso dell'attività presa in locazione") ammortizzate per la durata contrattuale;
  • (3) l'aumento delle Minusvalenze da realizzo di attività non correnti afferenti alla risoluzione anticipata di contratti di leasing finanziari;
  • (4) l'aumento degli Oneri finanziari per interessi connessi ai diritti d'uso conseguente all'iscrizione di maggiori passività di natura finanziaria;
  • (5) la variazione delle Imposte sul reddito che rappresenta l'effetto fiscale delle variazioni precedentemente illustrate.

E' di seguito riportato il dettaglio dell'impatto dell'IFRS 16 sui principali dati della situazione patrimoniale-finanziaria consolidata al 30 settembre 2019.

(milioni di euro) 30.9.2019
confrontabile
Impatto IFRS 16 30.9.2019
(a) (b) (c=a+b)
Attività
Attività non correnti
Attività immateriali 34.464 34.464
Attività materiali 13.995 13.995
Diritto d'uso su beni di terzi 2.247 3.446 5.693
Altre attività non correnti 6.509 14 6.523
Totale Attività non correnti 57.215 3.460 60.675
Attività correnti 8.851 (53) 8.798
Totale Attività 66.066 3.407 69.473
Patrimonio netto e Passività
Patrimonio netto
Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante 20.284 (62) 20.222
Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di minoranza 2.348 (26) 2.322
Totale Patrimonio netto 22.632 (88) 22.544
Passività non correnti 33.147 3.004 36.151
Passività correnti 10.287 491 10.778
Totale Passività 43.434 3.495 46.929
Totale Patrimonio netto e passività 66.066 3.407 69.473

E' di seguito riportato il dettaglio dell'impatto dell'IFRS 16 sull'Indebitamento finanziario netto consolidato.

Indebitamento finanziario netto rettificato

(milioni di euro) 30.9.2019
Indebitamento Finanziario Netto Rettificato confrontabile 24.312
Ulteriori passività finanziarie iscritte in applicazione IFRS 16 3.589
Ulteriori attività finanziarie iscritte in applicazione IFRS 16 (10)
Indebitamento Finanziario Netto Rettificato 27.891

GRUPPO TIM – HIGHLIGHTS FINANZIARI

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2019
confrontabile
1.1 - 30.9
2018
Variazioni %
organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (a-b)
Ricavi 13.423 13.423 14.077 (4,6) (4,3)
EBITDA 6.499
(1)
6.008 5.778 4,0 (3,1)
EBITDA Margin 48,4% 44,8% 41,0% 3,8pp
EBITDA Margin Organico esclusi
non ricorrenti
46,1% 42,5% 42,0% 0,5pp
EBIT ante svalutazione dell'Avviamento 2.712 2.717 2.617 3,8
Svalutazione dell'Avviamento (2.000)
EBIT 2.712
(1)
2.717 617 (11,7)
EBIT Margin 20,2% 20,2% 4,4% 15,8pp
EBIT Margin Organico esclusi non
ricorrenti
17,9% 18,0% 19,5% (1,5)pp
Utile (perdita) del periodo attribuibile ai
Soci della Controllante
852 931 (868)
Investimenti industriali & spectrum 2.276 2.276 2.460 (7,5)
30.9.2019 30.9.2019 31.12.2018 Variazione assoluta
confrontabile
(a) (b) (a-b)
Indebitamento finanziario netto
rettificato
27.891
(1)
24.312 25.270 (958)
(milioni di euro) 3° Trimestre 3° Trimestre 3° Trimestre Variazioni %
2019 2019 2018 organica
esclusi non
ricorrenti
confrontabile
(a) (b) (a-b)
Ricavi 4.429 4.429 4.666 (5,1) (6,1)
EBITDA
(1)
2.108 1.943 2.045 (5,0) (4,5)
EBITDA Margin 47,6% 43,9% 43,8% 0,1pp
EBITDA Margin Organico esclusi non
ricorrenti
48,3% 44,6% 43,9% 0,7pp
EBIT Ante Svalutazioni dell'Avviamento 825 846 1.003 (15,7)
Svalutazioni dell'Avviamento (2.000)
EBIT
(1)
825 846 (997) (13,5)
EBIT Margin 18,6% 19,1% (21,4)%
EBIT Margin Organico esclusi non
ricorrenti
19,3% 19,8% 21,5% (1,7)pp
Utile (perdita) del periodo attribuibile ai
Soci della Controllante
301 339 (1.400)

(1) Per i relativi dettagli si rimanda a quanto riportato nel capitolo "Indicatori alternativi di performance".

GRUPPO TIM – SCHEMI RICLASSIFICATI

Gli schemi riclassificati di Conto Economico Separato Consolidato, Conto Economico Complessivo Consolidato, Situazione Patrimoniale– Finanziaria Consolidata e di Rendiconto Finanziario Consolidato, nonché l'Indebitamento Finanziario Netto Consolidato del Gruppo TIM, nel seguito presentati, sono coerenti con gli schemi di bilancio consolidato inclusi nella Relazione finanziaria annuale e nella Relazione finanziaria semestrale. Tali schemi non sono stati oggetto di verifica da parte della società di revisione.

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2018, fatta eccezione per l'adozione dei nuovi principi contabili adottati a partire dal 1° gennaio 2019, i cui effetti sono illustrati nel capitolo "Adozione del nuovo principio IFRS 16 (Leasing)".

Per permettere la comparabilità delle risultanze economico-patrimoniali dei primi nove mesi e del terzo trimestre 2019 con i corrispondenti periodi dell'esercizio precedente, nel presente comunicato stampa sono esposti i dati economici e i saldi patrimoniali "confrontabili", predisposti secondo i precedenti principi contabili (IAS 17 e relative Interpretazioni).

Come descritto nel Bilancio consolidato 2018 del Gruppo TIM, gli affinamenti anche sui sistemi IT a supporto, relativi al processo di implementazione dei nuovi principi contabili adottati nel 2018, unitamente all'elevato numero di nuove offerte commerciali, hanno comportato la rideterminazione della distribuzione temporale dei ricavi nel corso del primo e del secondo trimestre dell'esercizio 2018, per alcune specifiche fattispecie contrattuali nell'ambito fisso e mobile. Pertanto, sono stati rideterminati i dati economici del primo e del secondo trimestre dell'esercizio 2018. Tali dati non sono oggetto di revisione contabile. I dati di seguito esposti, ove non diversamente indicato, sono da intendersi "reported".

CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2019
confrontabile
1.1 - 30.9
2018
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute %
Ricavi 13.423 13.423 14.077 (654) (4,6)
Altri proventi operativi 850 850 200 650
Totale ricavi e proventi operativi 14.273 14.273 14.277 (4)
Acquisti di materie e servizi (4.746) (5.237) (5.889) 652 11,1
Costi del personale (2.179) (2.179) (2.171) (8) (0,4)
Altri costi operativi (1.160) (1.160) (906) (254) (28,0)
Variazione delle rimanenze (89) (89) 25 (114)
Attività realizzate internamente 400 400 442 (42) (9,5)
Risultato operativo ante ammortamenti,
plusvalenze/(minusvalenze) e ripristini di
valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
6.499 6.008 5.778 230 4,0
Ammortamenti (3.758) (3.270) (3.167) (103) (3,3)
Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti
(29) (21) 6 (27)
Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti (2.000) 2.000
Risultato operativo (EBIT) 2.712 2.717 617 2.100
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate
e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio
netto
(4) (4) (2) (2)
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni 2 2 10 (8) (80,0)
Proventi finanziari 951 950 723 227 31,4
Oneri finanziari (2.070) (1.915) (1.770) (145) (8,2)
Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle
attività in funzionamento
1.591 1.750 (422) 2.172
Imposte sul reddito (498) (548) (254) (294)
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento 1.093 1.202 (676) 1.878
Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute
Utile (perdita) del periodo 1.093 1.202 (676) 1.878
Attribuibile a:
Soci della Controllante 852 931 (868) 1.799
Partecipazioni di minoranza 241 271 192 79 41,1

CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEL TERZO TRIMESTRE DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 3° Trimestre
2019
3° Trimestre
2019
confrontabile
3° Trimestre
2018
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute %
Ricavi 4.429 4.429 4.666 (237) (5,1)
Altri proventi operativi 84 84 56 28 50,0
Totale ricavi e proventi operativi 4.513 4.513 4.722 (209) (4,4)
Acquisti di materie e servizi (1.548) (1.713) (1.909) 196 10,3
Costi del personale (677) (677) (645) (32) (5,0)
Altri costi operativi (289) (289) (245) (44) (18,0)
Variazione delle rimanenze (15) (15) (10) (5) (50,0)
Attività realizzate internamente 124 124 132 (8) (6,1)
Risultato operativo ante ammortamenti,
plusvalenze/(minusvalenze) e ripristini di
valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
2.108 1.943 2.045 (102) (5,0)
Ammortamenti (1.262) (1.084) (1.045) (39) (3,7)
Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti
(21) (13) 3 (16)
Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti (2.000) 2.000
Risultato operativo (EBIT) 825 846 (997) 1.843
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate
e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio
netto
(1) (1) (1)
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni
Proventi finanziari 371 371 172 199
Oneri finanziari (736) (686) (501) (185) (36,9)
Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle
attività in funzionamento
459 530 (1.326) 1.856
Imposte sul reddito (106) (126) 43 (169)
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento 353 404 (1.283) 1.687
Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute
Utile (perdita) del periodo 353 404 (1.283) 1.687
Attribuibile a:
Soci della Controllante 301 339 (1.400) 1.739
Partecipazioni di minoranza 52 65 117 (52) (44,4)

CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM

Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio) è di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo Consolidato, comprensivo, oltre che dell'utile (perdita) del periodo, come da Conto Economico Separato Consolidato, delle altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse dalle transazioni con gli Azionisti.

(milioni di euro) 3° Trimestre 3° Trimestre 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9
2019 2018 2019 2018
Utile (perdita) del periodo
(a)
353 (1.283) 1.093 (676)
Altre componenti del conto economico complessivo consolidato
Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 2 1 5 (2)
Effetto fiscale
(b) 2 1 5 (2)
Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):
Utili (perdite) attuariali (70) 7
Effetto fiscale 17 (3)
(c) (53) 4
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Effetto fiscale
(d)
Totale altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato
(e=b+c+d)
2 1 (48) 2
Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 15 (5) 37 (1)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato (4) (1) (7) 13
Effetto fiscale (2) 3 (3) (5)
(f) 9 (3) 27 7
Strumenti derivati di copertura:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 387 145 486 80
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato (253) (184) (345) (261)
Effetto fiscale (32) 10 (35) 43
(g) 102 (29) 106 (138)
Differenze cambio di conversione di attività estere:
Utili (perdite) di conversione di attività estere (204) (156) (117) (766)
Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto
economico separato consolidato
Effetto fiscale
(h) (204) (156) (117) (766)
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato
Effetto fiscale
(i)
Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato consolidato
(k=f+g+h+i)
(93) (188) 16 (897)
Totale altre componenti del conto economico complessivo
consolidato
(m=e+k)
(91) (187) (32) (895)
Utile (perdita) complessivo del periodo
(a+m)
262 (1.470) 1.061 (1.571)
Attribuibile a:
Soci della Controllante 274 (1.539) 858 (1.530)
Partecipazioni di minoranza (12) 69 203 (41)

SITUAZIONE PATRIMONIALE–FINANZIARIA CONSOLIDATA DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 30.9.2019 31.12.2018 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Attività
Attività non correnti
Attività immateriali
Avviamento 26.750 26.769 (19)
Attività immateriali a vita utile definita 7.714 8.889 (1.175)
34.464 35.658 (1.194)
Attività materiali
Immobili, impianti e macchinari di proprietà 13.995 14.251 (256)
Beni in locazione finanziaria 1.895 (1.895)
13.995 16.146 (2.151)
Diritto d'uso su beni di terzi 5.693 5.693
Altre attività non correnti
Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto 12 16 (4)
Altre partecipazioni 52 49 3
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione
attiva
53 54 (1)
Altre attività finanziarie non correnti 2.584 1.540 1.044
Crediti vari e altre attività non correnti 2.803 2.291 512
Attività per imposte anticipate 1.019 1.136 (117)
6.523 5.086 1.437
Totale Attività non correnti (a) 60.675 56.890 3.785
Attività correnti
Rimanenze di magazzino 299 389 (90)
Crediti commerciali, vari e altre attività correnti 4.940 4.706 234
Crediti per imposte sul reddito 104 251 (147)
Attività finanziarie correnti
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva 61 70 (9)
Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti finanziari e
altre attività finanziarie correnti
1.247 1.396 (149)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti 2.147 1.917 230
3.455 3.383 72
Sub-totale Attività correnti 8.798 8.729 69
Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad
essere cedute
Totale Attività correnti (b) 8.798 8.729 69
Totale Attività (a+b) 69.473 65.619 3.854

(milioni di euro) 30.9.2019
(a)
31.12.2018
(b)
Variazioni
(a-b)
Patrimonio netto e Passività
Patrimonio netto
Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante 20.222 19.528 694
Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza
2.322 2.219 103
Totale Patrimonio netto (c) 22.544 21.747 797
Passività non correnti
Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri
25.546 23.319 2.227
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva
4.716 1.740 2.976
Fondi relativi al personale 1.379 1.567 (188)
Fondo imposte differite 383 192 191
Fondi per rischi e oneri 971 876 95
Debiti vari e altre passività non correnti 3.156 3.297 (141)
Totale Passività non correnti (d) 36.151 30.991 5.160
Passività correnti
Passività finanziarie correnti per contratti di finanziamento
e altri
3.557 5.705 (2.148)
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione
passiva
720 208 512
Debiti commerciali, vari e altre passività correnti 6.459 6.901 (442)
Debiti per imposte sul reddito 42 67 (25)
Sub-totale Passività correnti 10.778 12.881 (2.103)
Passività direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
Totale Passività correnti (e) 10.778 12.881 (2.103)
Totale Passività (f=d+e) 46.929 43.872 3.057
Totale Patrimonio netto e passività (c+f) 69.473 65.619 3.854

RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2018
Flusso monetario da attività operative:
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento 1.093 (676)
Rettifiche per:
Ammortamenti 3.758 3.167
Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse
partecipazioni)
26 2.003
Variazione netta delle attività (fondo) per imposte anticipate (differite) 287 (37)
Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)
28 (5)
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
4 2
Variazione dei fondi relativi al personale (243) (116)
Variazione delle rimanenze 90 (20)
Variazione dei crediti commerciali e dei crediti netti per lavori su commessa (108) (266)
Variazione dei debiti commerciali (418) (511)
Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito 125 (48)
Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività (116) 17
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative (a) 4.526 3.510
Flusso monetario da attività di investimento:
Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi per
cassa
(2.891) (3.190)
Contributi in conto capitale incassati 6 9
Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle
disponibilità acquisite
Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni (4) (3)
Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i derivati
attivi di copertura e non)
17 (7)
Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese controllate e
di rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute
Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali e di altre attività non correnti
7 12
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento (b) (2.865) (3.179)
Flusso monetario da attività di finanziamento:
Variazione delle passività finanziarie correnti e altre 134 9
Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) 3.619 2.182
Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) (4.032) (3.032)
Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non (673) 87
Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate) 10 22
Dividendi pagati (252) (239)
Variazioni di possesso in imprese controllate 2
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento (c) (1.194) (969)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
(d)
Flusso monetario complessivo (e=a+b+c+d) 467 (638)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo (f) 1.631 3.246
Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti nette
(g) 2 (66)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo (h=e+f+g) 2.100 2.542

Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2018
Acquisti di attività immateriali (570) (736)
Acquisti di attività materiali (1) (1.673) (1.772)
Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi (558)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per competenza
(2.801) (2.508)
Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti
d'uso su beni di terzi
(90) (682)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa
(2.891) (3.190)

(1) Includono, per i primi nove mesi del 2018, gli acquisti di beni in locazione finanziaria.

Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario consolidato

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2018
Imposte sul reddito (pagate)/incassate (72) (325)
Interessi pagati (1.415) (1.546)
Interessi incassati 439 695
Dividendi incassati 1

Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette

(milioni di euro) 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9
2019 2018
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 1.917 3.575
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (286) (329)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
1.631 3.246
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 2.147 2.543
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (47) (1)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
2.100 2.542

MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM

Movimenti del Patrimonio netto consolidato dal 1° gennaio 2018 al 30 settembre 2018

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezz
o azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al fair
value rilevato
nelle altre
componenti di
conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversion
e di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve e
utili (perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni
di minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31 dicembre 2017 11.587 2.094 51 (582) (955) (104) 9.383 21.474 2.221 23.695
Movimenti di patrimonio
netto del periodo:
Dividendi deliberati (166) (166) (86) (252)
Utile (perdita) complessivo del
periodo
5 (138) (533) 4 (868) (1.530) (41) (1.571)
Emissione di strumenti
rappresentativi di patrimonio
netto
1 1 1
Altri movimenti 3 3 25 28
Saldo al 30 settembre 2018 11.587 2.094 56 (720) (1.488) (100) 8.353 19.782 2.119 21.901

Movimenti del Patrimonio netto consolidato dal 1° gennaio 2019 al 30 settembre 2019

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezz
o azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al fair
value rilevato
nelle altre
componenti di
conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversion
e di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve e
utili (perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni
di minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31 dicembre 2018 11.587 2.094 30 (563) (1.340) (90) 7.810 19.528 2.219 21.747
Adozione IFRS 16
Saldo rettificato al 31
dicembre 2018
11.587 2.094 30 (563) (1.340) (90) 7.810 19.528 2.219 21.747
Movimenti di patrimonio
netto del periodo:
Dividendi deliberati (166) (166) (112) (278)
Utile (perdita) complessivo del
periodo
32 106 (79) (53) 852 858 203 1.061
Emissione di strumenti
rappresentativi di patrimonio
netto
3 3 3
Altri movimenti (1) (1) 12 11
Saldo al 30 settembre 2019 11.587 2.094 62 (457) (1.419) (143) 8.498 20.222 2.322 22.544

INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 30.9.2019 31.12.2018 Variazione
(a) (b) (a-b)
Passività finanziarie non correnti
Obbligazioni 19.974 18.579 1.395
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 5.572 4.740 832
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva 4.716 1.740 2.976
30.262 25.059 5.203
Passività finanziarie correnti (*)
Obbligazioni 1.863 2.918 (1.055)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 1.694 2.787 (1.093)
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 720 208 512
4.277 5.913 (1.636)
Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
Totale debito finanziario lordo 34.539 30.972 3.567
Attività finanziarie non correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva (53) (54) 1
Crediti finanziari e altre attività finanziarie (2.584) (1.540) (1.044)
(2.637) (1.594) (1.043)
Attività finanziarie correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni (1.106) (1.126) 20
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva (61) (70) 9
Crediti finanziari e altre attività finanziarie (141) (270) 129
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti (2.147) (1.917) (230)
(3.455) (3.383) (72)
Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
Totale attività finanziarie (6.092) (4.977) (1.115)
Indebitamento finanziario netto contabile 28.447 25.995 2.452
Storno valutazione al fair value di derivati e correlate
passività/attività finanziarie
(556) (725) 169
Indebitamento finanziario netto rettificato 27.891 25.270 2.621
Così dettagliato:
Totale debito finanziario lordo rettificato 32.338 29.432 2.906
Totale attività finanziarie rettificate (4.447) (4.162) (285)
(*) di cui quota corrente del debito a M/L termine:
Obbligazioni 1.863 2.918 (1.055)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 572 1.477 (905)
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 720 208 512

VARIAZIONE DELL'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO

1.1 - 30.9 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9 Variazione
(milioni di euro) 2019 2019 2018
confrontabile
(a) (b) (a-b)
EBITDA 6.499 6.008 5.778 230
Investimenti industriali di competenza (2.276) (2.276) (2.460) 184
Investimenti per licenze di telefonia mobile /
spectrum
Variazione del capitale circolante netto operativo: (1.290) (1.342) (1.778) 436
Variazione delle rimanenze 90 90 (20) 110
Variazione dei crediti commerciali e dei crediti
netti per lavori su commessa
(108) (108) (266) 158
Variazione dei debiti commerciali (1.015) (1.038) (1.206) 168
Variazione di debiti per licenze di telefonia
mobile / spectrum
(18) (18) (36) 18
Altre variazioni di crediti/debiti operativi (239) (268) (250) (18)
Variazione dei fondi relativi al personale (243) (243) (116) (127)
Variazione dei fondi operativi e altre variazioni 101 101 33 68
Operating free cash flow netto 2.791 2.248 1.457 791
Di cui Operating Free Cash Flow connesso
all'acquisizione di licenze di telefonia mobile /
spectrum (18) (18) (36) 18
% sui Ricavi 20,8 16,7 10,4 6,3 pp
Flusso cessione di partecipazioni e altre
dismissioni
7 7 14 (7)
Aumenti/Rimborsi di capitale comprensivi di
oneri accessori
10 10 22 (12)
Investimenti finanziari (4) (4) (3) (1)
Pagamento dividendi (252) (252) (239) (13)
Incrementi di contratti di leasing finanziari (525) (26) (48) 22
Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni
netti, non operativi e impatto applicazione IFRS
16
(4.648) (1.025) (1.085) 60
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento
finanziario netto rettificato delle attività in
funzionamento
(2.621) 958 118 840
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento
finanziario netto delle attività cessate/attività
non correnti destinate ad essere cedute
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento
finanziario netto rettificato
(2.621) 958 118 840

INFORMAZIONI PER SETTORE OPERATIVO DEL GRUPPO TIM

DOMESTIC

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2019
confrontabile
1.1 - 30.9
2018
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 10.523 10.523 11.182 (659) (5,9) (5,9)
EBITDA 4.554 4.285 4.739 (454) (9,6) (5,2)
% sui Ricavi 43,3 40,7 42,4 (1,7) pp 0,3 pp
EBIT 1.694 1.690 251 1.439 - (15,0)
% sui Ricavi 16,1 16,1 2,2 13,9 pp (2,0) pp
Personale a fine periodo (unità) (°)46.502 (*)48.200 (1.698) (3,5)

(*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2018.

(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 6 unità al 30 settembre 2019 ( unità al 31 dicembre 2018).

(milioni di euro) 3° Trimestre
2019
3° Trimestre
2019
confrontabile
3° Trimestre
2018
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 3.454 3.454 3.759 (305) (8,1) (8,2)
EBITDA 1.625 1.536 1.702 (166) (9,8) (6,9)
% sui Ricavi 47,0 44,5 45,3 (0,8) pp 0,6 pp
EBIT 665 678 (1.120) 1.798 - (17,4)
% sui Ricavi 19,3 19,6 (29,8) 49,4 pp (2,3) pp

Fisso

30.9.2019 31.12.2018 30.9.2018
Accessi fisici TIM Retail (migliaia) 9.305 10.149 10.450
di cui NGN 3.490 3.166 2.955
Accessi fisici TIM Wholesale (migliaia) 8.050 8.063 8.114
di cui NGN 3.076 2.262 1.904
Accessi broadband TIM Retail attivi (migliaia) 7.532 7.483 7.561
ARPU Consumer (€/mese) (1) 35,1 34,0 33,5
ARPU Broadband (€/mese) (2) 28,3 26,3 25,7

(1) Ricavi da servizi retail Consumer rapportati alla media degli accessi fisici TIM Consumer. (2) Ricavi da servizi broadband rapportati alla media degli accessi broadband TIM retail attivi.

Mobile

30.9.2019 31.12.2018 30.9.2018
Consistenza linee a fine periodo (migliaia) 31.254 31.818 31.994
di cui Human 21.413 22.448 22.738
Churn rate (%) (3) 14,8 26,3 20,1
Users broadband (migliaia) (4) 12.951 13.015 13.365
ARPU Reported (€/mese) (5) 8,8 9,8 10,0
ARPU Human (€/mese) (6) 12,6 13,4 13,6

(3) I dati si riferiscono al totale linee. Il churn rate rappresenta il numero di clienti mobili cessati durante il periodo espresso in percentuale della consistenza media dei clienti.

(4) Linee mobili che utilizzano servizi dati.

(5) Ricavi da servizi retail (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee. (6) Ricavi da servizi retail (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee human.

Core Domestic

(milioni di euro) 3° Trimestre
2019
3° Trimestre
2018
1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2018
Variazioni %
confrontabile
(a)
(b) confrontabile
(c)
(d) (a/b) (c/d) organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 3.282 3.510 9.986 10.453 (6,5) (4,5) (4,3)
Consumer 1.624 1.884 4.969 5.536 (13,8) (10,2) (10,2)
Business 1.119 1.116 3.432 3.421 0,3 0,3 0,3
Wholesale 483 449 1.420 1.326 7,6 7,1 7,1
Other 56 61 165 170 (8,2) (2,9) 5,9
EBITDA 1.508 1.669 4.193 4.669 (9,6) (10,2) (5,6)
% sui Ricavi 45,9 47,5 42,0 44,7 (1,6) pp (2,7) pp (0,6) pp
EBIT 678 (1.125) 1.682 264 - - (15,7)
% sui Ricavi 20,7 (32,1) 16,8 2,5 52,8 pp 14,3 pp (2,8) pp
Personale a fine periodo (unità) (°)45.753 (*)47.455 (3,6)

(*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2018.

(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 6 unità al 30 settembre 2019 (0 unità al 31 dicembre 2018).

International Wholesale

(milioni di euro) 3° Trimestre
2019
confrontabile
3° Trimestre
2018
1.1 - 30.9
2019
confrontabile
1.1 - 30.9
2018
Variazioni %
(a) (b) (c) (d) (a/b) (c/d) organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 228 310 697 919 (26,5) (24,2) (25,2)
di cui verso terzi 184 261 569 777 (29,5) (26,8) (28,0)
EBITDA 30 32 95 85 (6,3) 11,8 9,2
% sui Ricavi 13,2 10,3 13,6 9,2 2,9 pp 4,4 pp 4,3 pp
EBIT 3 8 (1) - - -
% sui Ricavi 1,0 1,1 (0,1) (1,0) pp 1,2 pp 1,2 pp
Personale a fine periodo (unità) 749 (*)745 0,5

(*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2018.

La Cash Generating Unit International Wholesale è costituita dalle società del gruppo Telecom Italia Sparkle; sulla CGU è stata allocata quota parte dell'avviamento del Gruppo TIM.

BRASILE

(milioni di euro) (milioni di reais)
1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2019
confrontabile
1.1 - 30.9
2018
1.1 - 30.9
2019
1.1 - 30.9
2019
confrontabile
1.1 - 30.9
2018
Variazioni
assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 2.930 2.930 2.918 12.791 12.791 12.524 267 2,1 2,1
EBITDA 1.952 1.730 1.050 8.522 7.550 4.509 3.041 67,4 6,2
% sui Ricavi 66,6 59,0 36,0 66,6 59,0 36,0 23,0pp 1,4pp
EBIT 1.025 1.034 378 4.476 4.515 1.621 2.894 8,3
% sui Ricavi 35,0 35,3 12,9 35,0 35,3 12,9 22,4pp 0,8pp
Personale a fine periodo (unità) 9.533 (1) 9.658

(1) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2018

(milioni di euro) (milioni di reais)

Trimestre

Trimestre

Trimestre

Trimestre

Trimestre

Trimestre
Variazioni
2019 2019 2018 2019 2019 2018
confrontabile confrontabile assolute % %
organica
esclusi
non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 984 984 917 4.337 4.337 4.242 95 2,2 2,2
EBITDA 485 409 346 2.152 1.812 1.594 218 13,7 6,8
% sui Ricavi 49,6 41,8 37,6 49,6 41,8 37,6 4,2pp 1,6pp
EBIT 163 171 126 729 766 579 187 32,3 13,3
% sui Ricavi 16,8 17,7 13,6 16,8 17,7 13,6 4,1pp 1,5pp

Consistenza media retribuita del personale

(unità equivalenti) 1.1 - 30.9
2019
(a)
1.1 - 31.12
2018
(b)
1.1 - 30.9
2018
(c)
Variazione
(a-c)
Consistenza media retribuita–Italia 42.968 45.058 45.772 (2.804)
Consistenza media retribuita–Estero 9.225 9.365 9.347 (122)
Totale consistenza media retribuita (1) 52.193 54.423 55.119 (2.926)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 4 unità medie in Italia nei primi nove mesi del 2019; zero unità nei primi nove mesi del 2018 e nell'esercizio 2018.

Organico a fine periodo

(unità) 30.9.2019 31.12.2018 30.9.2018 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Organico – Italia 46.274 48.005 49.349 (1.731)
Organico – Estero 9.774 9.896 9.775 (122)
Totale organico a fine periodo (1) 56.048 57.901 59.124 (1.853)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 6 unità in Italia al 30.9.2019; zero unità al 31.12.2018 e al 30.9.2018.

Organico a fine periodo – dettaglio per Business Unit

(unità) 30.9.2019 31.12.2018 Variazione
Domestic 46.502 48.200 (1.698)
Brasile 9.533 9.658 (125)
Altre attività 13 43 (30)
Totale 56.048 57.901 (1.853)

GRUPPO TIM – IMPATTO SULLE SINGOLE VOCI DEL CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEGLI EVENTI E OPERAZIONI DI NATURA NON RICORRENTE

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DME/RM/9081707 del 16 settembre 2009, vengono di seguito esposte le informazioni circa l'impatto sulle singole voci di Conto Economico Separato Consolidato degli eventi e operazioni non ricorrenti:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9
2019 2018
Ricavi:
Rettifiche ricavi esercizi precedenti (15)
Altri proventi:
Effetto recupero fiscale BU Brasile 693
Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze:
Consulenze, prestazioni professionali e altri costi (12) (11)
Costi del personale:
Oneri connessi ai processi di ristrutturazione, razionalizzazione e altri (77) (12)
Altri costi operativi:
Altri oneri e accantonamenti (289) (105)
Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/(minusvalenze) e
Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
300 (128)
Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti:
Svalutazione dell'Avviamento attribuito alla CGU Core Domestic (2.000)
Impatto su Risultato operativo (EBIT) 300 (2.128)
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni:
Plusvalenze nette su cessione di Altre partecipazioni 1
Oneri finanziari:
Altri oneri finanziari (34) (6)
Impatto sull'Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento
267 (2.134)
Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti (112) 10
Impatto sull'Utile (perdita) del periodo 155 (2.124)

GRUPPO TIM - STRUTTURA DEL DEBITO, EMISSIONI OBBLIGAZIONARIE E OBBLIGAZIONI IN SCADENZA

Revolving Credit Facility e term loan

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed disponibili al 30 settembre 2019:

(miliardi di euro) 30.9.2019 31.12.2018
Accordato Utilizzato Accordato Utilizzato
Revolving Credit Facility – scadenza gennaio 2023 5,0 - 5,0 -
Totale 5,0 - 5,0 -

Al 30 settembre 2019 TIM dispone di Term Loan bilaterali con diverse controparti bancarie per complessivi 1.750 milioni di euro e di linee Hot Money per 290 milioni di euro interamente utilizzate.

Obbligazioni

Relativamente all'evoluzione dei prestiti obbligazionari dei primi nove mesi del 2019 si segnala quanto segue:

(milioni di valuta originaria) Valuta Importo Data di emissione
Nuove emissioni
Telecom Italia S.p.A. 1.250 milioni di euro 4,000% scadenza 11/4/2024 Euro 1.250 11/1/2019
TIM S.A. 1.000 milioni di reais 104,10% CDI scadenza 15/7/2020 BRL 1.000 25/1/2019
Telecom Italia S.p.A. 1.000 milioni di euro 2,750% scadenza 15/4/2025 Euro 1.000 15/4/2019
(milioni di valuta originaria) Valuta Importo Data di rimborso
Rimborsi
Telecom Italia S.p.A. 832 milioni di euro 5,375% (1) Euro 832 29/1/2019
Telecom Italia Capital S.A. 760 milioni di USD 7,175% (2) USD 760 18/6/2019

(1) Al netto dei riacquisti per 418 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.

(2) Al netto dei titoli riacquistati da TIM S.p.A. (240 milioni di USD) in data 20 luglio 2015.

Con riferimento al Prestito obbligazionario 2002-2022 di Telecom Italia S.p.A., riservato in sottoscrizione al personale del Gruppo, si segnala che al 30 settembre 2019 è pari a 204 milioni di euro (valore nominale), in aumento di 1 milione di euro rispetto al 31 dicembre 2018 (203 milioni di euro).

Il valore nominale di rimborso, al netto dei titoli propri riacquistati, dei prestiti obbligazionari in scadenza nei 18 mesi successivi al 30 settembre 2019 emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A. (con garanzia piena ed incondizionata da parte di TIM S.p.A.) è pari a 2.051 milioni di euro. Il dettaglio dei rimborsi è il seguente:

  • 719,5 milioni di euro, scadenza 21 gennaio 2020;
  • 220,5 milioni di euro (controvalore di 1.000 milioni di BRL), scadenza 15 luglio 2020;
  • 547,5 milioni di euro, scadenza 25 settembre 2020;
  • 563,6 milioni di euro, scadenza 25 gennaio 2021.

I titoli obbligazionari emessi dal Gruppo TIM non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di eventi diversi dall'insolvenza del Gruppo TIM(1); inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie

(1) Il caso di change of controlpuò comportare il rimborso anticipato del prestito obbligazionario convertibile di TIM S.p.A., come più oltre dettagliato.

piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..

Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni analoghe effettuate sui medesimi mercati; sono quindi presenti, ad esempio, impegni a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge").

Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM S.p.A. con la Banca Europea degli Investimenti ("BEI"), alla data del 30 settembre 2019 il totale nominale dei finanziamenti in essere è pari a 650 milioni di euro, di cui 500 milioni di euro a rischio diretto e 150 milioni di euro garantiti.

Nel finanziamento BEI non assistito da garanzia bancaria per un ammontare nominale pari a 500 milioni di euro firmato in data 14 dicembre 2015 si rilevano i seguenti covenant:

  • nel caso in cui la società sia oggetto di fusione, scissione o conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo, ovvero alieni, dismetta o trasferisca beni o rami d'azienda (ad eccezione di alcuni atti di disposizione espressamente previsti), dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento, oppure, solo per alcuni contratti, il rimborso anticipato del prestito (qualora l'operazione di fusione e scissione al di fuori del Gruppo comprometta l'esecuzione o l'esercizio del Progetto oppure rechi pregiudizio alla BEI nella sua qualità di creditrice);
  • TIM si è impegnata a far sì che, per tutta la durata del prestito, l'indebitamento finanziario complessivo delle società facenti parte del Gruppo diverse da TIM S.p.A., e fatti salvi i casi in cui tale indebitamento sia interamente e irrevocabilmente garantito da TIM S.p.A., sia inferiore ad un ammontare pari al 35% (trentacinque per cento) dell'indebitamento finanziario complessivo del Gruppo.

In tutti i finanziamenti BEI, sia assistiti da garanzie rilasciate da banche o soggetti di gradimento della BEI sia a rischio diretto, sono previsti alcuni covenant:

  • "Clausola per inclusione", ai sensi della quale, nel caso in cui TIM si impegni a mantenere in altri contratti di finanziamento parametri finanziari (e per il finanziamento a rischio diretto del 2015, anche alcune clausole più stringenti, tra cui, ad esempio, cross default ed impegni di limitazione alla vendita di beni) che non siano presenti o siano più stringenti rispetto a quelli concessi alla BEI, quest'ultima avrà la facoltà di richiedere qualora reputi, a proprio ragionevole giudizio, che tali modifiche possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di TIM, la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento al fine di prevedere una disposizione equivalente a favore della BEI;
  • "Evento Rete", ai sensi della quale a fronte di una cessione totale o di una porzione sostanzialmente rilevante (in ogni caso superiore alla metà in termini quantitativi) della rete fissa in favore di soggetti terzi non controllati oppure nel caso di cessione della partecipazione di controllo nella società a cui la rete o una sua porzione sostanzialmente rilevante sia stata precedentemente ceduta, TIM dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento o una soluzione alternativa.

I contratti di finanziamento di TIM S.p.A. non contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporti l'obbligo di rimborso del prestito in essere.

Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l'impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge"), l'impegno a non modificare l'oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.

Nei Contratti di Finanziamento e nei Prestiti Obbligazionari, TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l'eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa o per azioni e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.

Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.

Nella documentazione dei prestiti concessi ad alcune società del gruppo Tim Brasil, sono generalmente previsti obblighi di rispettare determinati indici finanziari (di capitalizzazione, di copertura del servizio del debito e di livello di indebitamento), nonché gli usuali covenant di altro genere, pena la richiesta di rimborso anticipato del prestito.

Si segnala, infine, che al 30 settembre 2019, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.

INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE

Nel presente comunicato stampa in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, sono presentati alcuni indicatori alternativi di performance, al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria del Gruppo TIM. Tali indicatori, che sono presentati nelle relazioni finanziarie (annuali e infrannuali), non devono, comunque, essere considerati sostitutivi di quelli convenzionali previsti dagli IFRS.

In particolare l'adozione dell'IFRS 16 ha indotto il Gruppo TIM ad utilizzare i seguenti indicatori alternativi di performance:

  • EBITDA adjusted After Lease ("EBITDA-AL"), calcolato rettificando l'EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti, degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing finanziari secondo lo IAS 17 (applicato sino a fine 2018) e secondo l'IFRS 16 (applicato a partire dal 2019). Tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) e rappresenta un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit) in aggiunta all'EBIT;
  • Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall'Indebitamento finanziario netto rettificato le passività connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing finanziari secondo lo IAS 17 (applicato sino a fine 2018) e secondo l'IFRS 16 (applicato a partire dal 2019). TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria.

Gli altri indicatori alternativi di performance normalmente utilizzati sono nel seguito illustrati:

EBITDA: tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) e rappresenta un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit) in aggiunta all'EBIT. Questi indicatori sono determinati come segue:

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento
+ Oneri finanziari
- Proventi finanziari
+/- Altri oneri/(Proventi) da partecipazioni
+/- Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio
netto
EBIT- Risultato Operativo
+/- Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti
+/- Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti
+ Ammortamenti
EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di
  • Attività non correnti
  • Variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui Ricavi, sull'EBITDA e sull'EBIT: tali indicatori esprimono la variazione in valore assoluto e/o in percentuale dei Ricavi, dell'EBITDA e dell'EBIT, escludendo, ove presenti, gli effetti della variazione dell'area di consolidamento, delle differenze cambio e degli eventi e operazioni di natura non ricorrente. TIM ritiene che tale modalità di presentazione permetta di interpretare in maniera più completa ed efficace le performance operative del Gruppo (nel suo complesso e con riferimento alle Business Unit); essa viene pertanto anche utilizzata nelle presentazioni agli analisti e agli investitori. Nell'ambito del presente comunicato stampa è fornita la riconciliazione tra il dato "contabile o reported" e quello "organico esclusa la componente non ricorrente".
  • EBITDA margin e EBIT margin: TIM ritiene che tali margini rappresentino degli utili indicatori della capacità del Gruppo, nel suo complesso e a livello di Business Unit di generare profitti attraverso i suoi ricavi. L'EBITDA margin e l'EBIT margin misurano, infatti, la performance operativa di un'entità analizzando le percentuali dei ricavi che diventano, rispettivamente, EBITDA e EBIT. Questi indicatori sono utilizzati da TIM nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) per illustrare l'andamento della gestione economica anche attraverso il confronto della redditività operativa del periodo di riferimento con quella dei periodi precedenti.

Indebitamento Finanziario Netto: TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria, rappresentate dal Debito Finanziario Lordo ridotto della Cassa e Altre Disponibilità Liquide Equivalenti e di altre Attività Finanziarie. Nell'ambito del presente comunicato stampa è inserita una tabella che evidenzia i valori della situazione patrimoniale-finanziaria utilizzati per il calcolo dell'Indebitamento Finanziario Netto del Gruppo.

Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell'indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito "Indebitamento finanziario netto contabile"), anche una misura denominata "Indebitamento finanziario netto rettificato", che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l'Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell'IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

L'indebitamento finanziario netto viene determinato come segue:

+ Passività finanziarie non correnti
+ Passività finanziarie correnti
+ Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
A) Debito Finanziario lordo
+ Attività finanziarie non correnti
+ Attività finanziarie correnti
+ Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
B) Attività Finanziarie
C=(A - B) Indebitamento finanziario netto contabile
D) Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività / attività finanziarie
E=(C + D) Indebitamento finanziario netto rettificato

CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui le società del Gruppo TIM sono coinvolte al 30 settembre 2019, nonché quelli chiusi nel corso del periodo.

Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, il Gruppo TIM ha iscritto passività per complessivi 726 milioni di euro.

Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura della presente Informativa finanziaria al 30 settembre 2019 e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.

Infine, relativamente ai procedimenti con l'Autorità Antitrust, si rammenta che in base all'art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 ("Norme per la tutela della concorrenza e del mercato"), l'Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.

A) PRINCIPALI CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI

Per i seguenti contenziosi e azioni giudiziarie pendenti non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2018:

  • Contestazione di illecito amministrativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001 per la c.d. Vicenda Security di TIM;
  • Procedimento Antitrust A428;
  • Contenziosi VODAFONE, COLT TECHNOLOGY SERVICES, TELEUNIT, SIPORTAL, MC-Link (connessi al procedimento Antitrust A428);
  • Procedimento Antitrust I-761;
  • Contenziosi WIND e VODAFONE (connessi al procedimento Antitrust I-761);
  • Contenzioso VODAFONE (connesso ai servizi di accesso);
  • Contenzioso per "Conguagli su canoni di concessione" per gli anni 1994-1998.

Contenziosi fiscali e regolatori internazionali

Al 30 settembre 2019 le società della Business Unit Brasile risultano coinvolte in contenziosi di natura fiscale o regolatoria il cui esito è valutato di possibile soccombenza per un ammontare complessivo di circa 16,1 miliardi di reais (16,5 miliardi di reais al 31 dicembre 2018). Sono di seguito evidenziate le principali tipologie di contenzioso, classificate in base all'imposta cui fanno riferimento.

Imposte federali

In data 22 marzo 2011 TIM Celular S.A. (società incorporata in TIM S.A. a far data dal 31 ottobre 2018) ha ricevuto notifica di un accertamento fiscale emesso dall'Amministrazione Fiscale Federale del Brasile, per un importo complessivo pari, alla data di contestazione, a 1.265 milioni di reais, incluse le sanzioni e gli interessi, in esito all'ultimazione di una verifica fiscale relativa agli esercizi 2006, 2007, 2008 e 2009 per le società TIM Nordeste Telecomunicações S.A. e TIM Nordeste S.A. (precedentemente denominata Maxitel), società che sono state progressivamente incorporate in TIM Celular con l'obiettivo di razionalizzare la struttura societaria in Brasile.

L'avviso di accertamento include varie rettifiche; le contestazioni principali sono così sintetizzabili:

  • disconoscimento degli effetti fiscali della fusione tra TIM Nordeste Telecomunicações S.A. e Maxitel S.A.;
  • disconoscimento della deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento relativo all'acquisizione di Tele Nordeste Celular Participações S.A. ("TNC");
  • disconoscimento di talune compensazioni fiscali;
  • diniego del beneficio fiscale territoriale SUDENE, in ragione di pretese irregolarità nella gestione e nella rendicontazione del beneficio stesso.

Le rettifiche incluse nell'avviso di accertamento sono state contestate da TIM Celular, in sede amministrativa, con la presentazione di una prima difesa in data 20 aprile 2011. Il 20 aprile 2012, TIM Celular ha ricevuto la notifica della decisione di primo grado amministrativo che ha confermato i rilievi dell'avviso di accertamento contro tale decisione; TIM Celular ha presentato tempestivo appello, sempre in sede amministrativa, in data 21 maggio 2012.

La società, come confermato da appositi pareri legali, non ritiene probabile che ci si possa attendere esborsi significativi.

Sempre in relazione al livello federale dell'imposizione, si segnalano i seguenti, ulteriori filoni vertenziali:

  • contestazioni in ordine alle compensazioni con le perdite fiscali pregresse;
  • ulteriori contestazioni in ordine alla deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento;
  • assoggettamento ad imposizione sul reddito di talune tipologie di differenze di cambio;
  • assoggettamento a ritenute alla fonte di talune tipologie di pagamenti effettuati verso l'estero (ad esempio, i pagamenti per roaming internazionale);
  • ulteriori contestazioni in ordine alle compensazioni effettuate tra imposte a debito, e posizioni fiscali creditorie delle società del gruppo.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 4,3 miliardi di reais (4 miliardi di reais al 31 dicembre 2018).

Imposte statali

Nell'ambito del prelievo statale, si segnalano molteplici contestazioni in materia di ICMS, ed in particolare:

  • contestazioni riguardanti l'abbattimento della base imponibile del tributo, a fronte di sconti concessi ai clienti, oltre a contestazioni in merito all'utilizzo dei crediti fiscali dichiarati dalle società del gruppo, a fronte della restituzione di terminali telefonici dati in comodato, ed a seguito della rilevazione di frodi da sottoscrizione ai danni delle società;
  • assoggettamento ad ICMS di talune tipologie di canoni, maturati a favore delle società del gruppo e da queste classificati come corrispettivi per servizi diversi da quelli di telecomunicazione;
  • contestazioni sull'utilizzo del beneficio fiscale "PRO-DF" originariamente concesso da taluni Stati, e successivamente dichiarato incostituzionale (la contestazione si riferisce all'effettiva spettanza del credito per ICMS, dichiarato dalla società TIM Celular sulla base delle predette disposizioni agevolative);
  • contestazioni relative all'utilizzo dei crediti per ICMS, rilevati dalle società del Gruppo in esito alle acquisizioni di immobilizzazioni materiali, ed in relazione alle somministrazioni di energia elettrica a favore delle società, oltre che in applicazione delle disposizioni in materia di sostituzione d'imposta;
  • sanzioni irrogate alle società del gruppo per irregolarità negli adempimenti dichiarativi.

Nel mese di febbraio 2018, lo Stato di San Paolo ha notificato nei confronti di TIM Celular due avvisi di accertamento in materia di ICMS, per un importo complessivo pari a 679 milioni di reais (alla data di contestazione, incluse le sanzioni e gli interessi). Il primo accertamento (344 milioni di reais) reca una contestazione sui crediti per ICMS in relazione alla procedura di sostituzione d'imposta, prevista nei casi di acquisto e distribuzione di apparati tra Stati diversi. Il secondo avviso di accertamento (335 milioni di reais) contesta i crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti pre-paid, quale anticipazione delle successive ricariche.

Nel mese di giugno 2018, lo Stato di San Paolo ha emesso un ulteriore avviso di accertamento nei confronti di TIM Celular, sempre in materia di ICMS, per un importo complessivo di 369 milioni di reais (alla data della contestazione, comprese sanzioni e interessi). Anche questa contestazione è relativa – oltre che all'irrogazione di sanzioni per violazioni nel comparto dell'ICMS - a crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati come anticipazione delle successive ricariche. La società ha deciso – per una parte minoritaria della contestazione complessiva – di dare corso al pagamento di quanto richiesto, in alternativa all'instaurazione del contenzioso, beneficiando di un abbattimento delle sanzioni. La controversia procede quindi per l'importo residuo, pari a 296 milioni di reais.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 8,2 miliardi di reais (8,9 miliardi di reais al 31 dicembre 2018).

Imposte municipali

Tra i contenziosi con un grado di rischio classificato come "possibile", vi sono alcune controversie relative alle imposte comunali (Municipal Taxes) il cui importo complessivo ammonta a circa 0,7 miliardi di reais (circa 0,7 miliardi di reais al 31 dicembre 2018).

FUST e FUNTTEL

Le principali contestazioni in materia di contribuzioni all'ente regolatorio (Anatel), e in particolare in termini di FUST e FUNTTEL, riguardano l'assoggettamento a tali prelievi dei ricavi da interconnessione.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 2,9 miliardi di reais (2,9 miliardi di reais al 31 dicembre 2018).

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Attività potenziale relativa all'esclusione dell'ICMS dalla base imponibile PIS/COFINS

A marzo del 2017 la Suprema Corte Federale del Brasile ha riconosciuto l'incostituzionalità dell'inclusione dell'ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS. Le società del gruppo TIM Brasil (ex TIM Nordeste, ex TIM Celular e TIM S.A.) stanno agendo in giudizio sin dal 2006, con richieste di rimborso riferite – come consentito – ai cinque anni precedenti, e dunque con effetti a partire dal 2001.

Nel corso del 2018, a seguito di una decisione definitiva e inappellabile, la società aveva iscritto un credito complessivo di 353 milioni di reais, di cui 159 milioni di reais per imposta e 194 milioni di reais per rivalutazioni di legge (importi relativi all'allora TIM Nordeste).

Nei primi nove mesi del 2019, in esito a due decisioni conclusive (TIM Celular S.A. e TIM S.A.), la società ha iscritto un ulteriore credito di 3.024 milioni di reais, di cui 1.795 milioni di reais per imposta e 1.229 milioni di reais per rivalutazione di legge, come dettagliato nella tabella seguente:

(milioni di euro) (milioni di reais)
1.1 - 30.9 1.1 - 30.9
2019 2019
Recupero imposta indiretta ICMS: 693 3.024
• Imposta (Principal) 411 1.795
• Rivalutazione di legge (Monetary adjustment) 282 1.229
Imposte sul reddito
Imposte differite (236) (1.028)
Impatto netto 457 1.996

L'utilizzo dei crediti fiscali iscritti è previsto a partire dalla fine del 2019 o dal primo semestre del 2020, in conformità alle procedure di certificazione formale previste dalle autorità fiscali brasiliane con un orizzonte ipotizzato di tre anni, e sarà assoggettato a imposizione fiscale; sono pertanto state iscritte le imposte dirette differite con un orizzonte di circa quattro anni.

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Procedimento Golden Power

Nell'agosto 2017 la Presidenza del Consiglio ha avviato nei confronti di TIM (ed anche di Vivendi) un procedimento volto a verificare l'esistenza, in capo a TIM dell'obbligo di notificare, ai sensi della disciplina cd. Golden Power, l'acquisto da parte di Vivendi del controllo societario di TIM e degli attivi strategici da questa detenuti. Nel settembre 2017, il procedimento in questione si è concluso con l'accertamento dell'esistenza di tale obbligo in capo a TIM con decorrenza dal 4 maggio 2017 (data dell'Assemblea degli Azionisti che ha rinnovato gli organi sociali di TIM).

Per l'effetto di tale decisione della Presidenza del Consiglio, è stato avviato un nuovo procedimento amministrativo per la irrogazione in capo a TIM di una sanzione pecuniaria prevista dalla disciplina Golden Power per inottemperanza al citato obbligo di notifica. Tale procedimento si è concluso in data 8 maggio 2018 con l'irrogazione di una sanzione pecuniaria pari a 74,3 milioni di euro.

La Società essendo convinta di disporre di argomentazioni giuridiche volte a dimostrare che alcun obbligo di notifica del controllo di Vivendi su di essa gravava, ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per richiedere l'annullamento del provvedimento del settembre 2017 e ha presentato ricorso al TAR Lazio contro il citato provvedimento dell'8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, con richiesta di sospensione in via cautelare dell'efficacia dello stesso. Il TAR Lazio, dopo aver accolto nel luglio 2018 l'istanza cautelare della Società e sospeso per l'effetto il pagamento della sanzione, successivamente, con sentenza non definitiva del maggio 2019 ha: respinto l'eccezione di inammissibilità del ricorso sulla sanzione di 74,3 milioni di euro; sospeso il giudizio per pregiudizialità rispetto al ricorso straordinario avente ad oggetto l'obbligo di notifica ai sensi della disciplina della Golden Power; sospeso ulteriormente l'esecuzione del provvedimento impugnato.

Si segnala, altresì, il rilascio a maggio 2018 di una fideiussione a favore della Presidenza del Consiglio di 74,3 milioni di euro, richiesta per la presentazione da parte di TIM dinanzi al TAR Lazio dell'istanza di sospensione cautelare della riscossione della sanzione irrogata per l'asserita violazione dell'art. 2 del D.L. 15/3/2012, n. 21 (Golden Power).

Per altro verso, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha esercitato i poteri speciali previsti dalla disciplina della Golden Power attraverso due specifici provvedimenti dell'ottobre e del novembre 2017 tramite i quali ha imposto specifiche prescrizioni e condizioni a TIM S.p.A. e alle società del gruppo Telecom Italia Sparkle e Telsy Elettronica e Telecomunicazioni.

Le prescrizioni, secondo l'Autorità Amministrativa, sono sostanzialmente connesse alla circostanza che tali società svolgono, in parte, attività rilevanti per la sicurezza nazionale e per ciò che riguarda TIM alla circostanza che questa è anche titolare delle infrastrutture e degli impianti utilizzati per la fornitura dell'accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale.

L'eventuale mancata esecuzione, da parte dei destinatari dei provvedimenti, delle condizioni e prescrizioni è sanzionata con le stesse modalità previste dalla mancata notifica di atti rilevanti ai fini dell'applicazione della disciplina della cd. Golden Power.

Le società soggette alle prescrizioni sono tenute a inviare relazioni periodiche ad un apposito Comitato di Monitoraggio costituito presso la Presidenza del Consiglio con la finalità di verificare l'ottemperanza alle suddette prescrizioni.

La prima relazione di ottemperanza che illustra tutte le proposte e le attività poste in essere per dar corso alle prescrizioni è già stata inviata dal Gruppo alla Presidenza del Consiglio nel dicembre 2017. A tale relazione sono poi seguite relazioni semestrali, come previsto dalla disciplina vigente.

Non di meno anche in tale caso TIM ha già presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per richiedere l'annullamento dei provvedimenti in questione.

Come detto, Il presupposto dell'esercizio dei poteri speciali era (erroneamente, secondo la Società) racchiuso nel controllo di fatto risultante dall'esito della assemblea del 4 maggio 2017 e nella direzione e coordinamento di Vivendi su TIM. Entrambe queste circostanze sono venute meno, in quanto: nell'assemblea del 4 maggio 2018 ha prevalso la lista presentata dai soci Elliott lnternational LP, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partnership; il Consiglio di Amministrazione rinnovato è composto da 13 amministratori indipendenti su 15 e solo 5 provengono dalla lista di Vivendi; sono venuti meno la direzione e coordinamento di Vivendi, così come il controllo di fatto.

Conseguentemente, la Società ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la revoca dei due Decreti manifestando, comunque, in via subordinata, la propria disponibilità a concorrere a una rielaborazione delle prescrizioni in capo a TIM che tenesse conto della mutata realtà.

La Presidenza del Consiglio, con decreto del 6 luglio 2018, ha ritenuto di non disporre un ulteriore esercizio dei poteri speciali, ribadendo la validità dei due Decreti già emessi, e ne ha respinto l'istanza di revoca.

La motivazione di tale diniego risiede nell'asserita circostanza che i nuovi assetti di governance della Società sarebbero allo stato caratterizzati da una estrema variabilità; il che non consentirebbe, ferme le esigenze di tutela degli interessi pubblici relativi alla sicurezza ed al funzionamento delle reti, di superare i provvedimenti con i quali sono stati esercitati i poteri speciali.

Conseguentemente la Società ha presentato ricorso per motivi aggiunti, nell'ambito dei già pendenti ricorsi avverso i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre e del 2 novembre 2017, avverso la delibera del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 luglio 2018, con cui è stata respinta l'istanza di revoca presentata dalla Società, all'esito della mutata situazione della corporate governance.

COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.)

Con atto di citazione innanzi al Tribunale di Roma, COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 37 milioni di euro, per asserite condotte abusive e anticoncorrenziali attuate nel periodo 2009-2011, mediante boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi all'ingrosso - KO); tali pretese sono fondate sui contenuti del provvedimento dell'AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. All'esito del giudizio, con sentenza di aprile 2019, il Tribunale di Roma ha accolto parzialmente le domande di COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) condannando TIM al pagamento di un importo significativamente inferiore a quanto oggetto delle pretese risarcitorie di controparte. Nel mese di giugno 2019, TIM ha proposto appello avverso la sentenza richiedendo il rigetto integrale delle domande proposte da COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) nel giudizio di primo grado ed ha ottenuto la sospensione del pagamento di una quota rilevante rispetto a quanto definito nella sentenza.

Procedimento Antitrust A514

Nel mese di giugno 2017 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato il procedimento A514 nei confronti di TIM per accertare un possibile abuso di posizione dominante in violazione dell'art. 102 del "Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea". Il procedimento è stato avviato sulla base di alcune segnalazioni giunte, tra il mese di maggio e di giugno 2017, da parte di Infratel, Enel, Open Fiber, Vodafone e Wind Tre e riguarda un presunto abuso di posizione dominante nei mercati dei servizi di accesso wholesale e dei servizi retail relativi alla rete fissa a banda larga e ultralarga. In particolare, l'AGCM ha ipotizzato che TIM abbia tenuto condotte volte a: i) rallentare e ostacolare lo svolgimento delle gare Infratel, al fine di ritardare o rendere meno remunerativo l'ingresso di un altro operatore sul mercato wholesale; ii) accaparrarsi preventivamente la clientela sul mercato retail dei servizi a banda ultralarga, mediante politiche commerciali volte a restringere lo spazio di contendibilità della clientela residuo per gli operatori concorrenti.

A seguito dell'avvio del procedimento, nel mese di luglio 2017 è stata svolta un'ispezione da parte dei funzionari dell'Autorità presso alcune sedi di TIM. Il 2 novembre 2017 TIM ha depositato una memoria difensiva nella quale, a supporto della correttezza del proprio operato, sono state confutate tutte le ipotesi di illegittimità dei comportamenti asseritamente tenuti da TIM e formanti oggetto del procedimento.

In data 14 febbraio 2018, AGCM ha deliberato di estendere l'oggetto del procedimento per la verifica di ulteriori condotte, concernenti la strategia dei prezzi wholesale di TIM sul mercato dei servizi di accesso all'ingrosso a banda larga e ultralarga, e l'utilizzo di informazioni privilegiate riguardanti la clientela degli operatori alternativi.

In data 5 luglio 2018, TIM ha depositato una proposta di impegni che, ove accettata definitivamente dall'Autorità, comporterebbe la chiusura dell'istruttoria senza accertamento di alcun illecito e irrogazione di

sanzione. Gli impegni sono stati ritenuti preliminarmente ammissibili dall'Autorità che li ha sottoposti a market test nei mesi di agosto e settembre.

Il 30 ottobre 2018 TIM ha formulato le proprie repliche rispetto alle osservazioni dei terzi ed ha integrato la proposta di impegni con modifiche accessorie. Con provvedimento notificato in data 4 dicembre 2018, l'AGCM ha definitivamente respinto la proposta di impegni, ritenendoli non idonei alla luce delle contestazioni sollevate.

In data 4 marzo 2019, TIM ha chiesto ad AGCM la proroga del termine di chiusura del procedimento (inizialmente fissato al 31 maggio 2019).

Il 10 aprile 2019 AGCM ha deliberato una proroga del termine di conclusione del procedimento al 30 settembre 2019. Il 17 maggio 2019 AGCM ha comunicato a TIM le risultanze istruttorie (CRI). Nella CRI, AGCM conferma sostanzialmente l'impianto accusatorio ipotizzato nei provvedimenti di avvio ed estensione del procedimento.

Il 12 giugno 2019 AGCM ha esteso i termini per il deposito della memoria finale di TIM al 20 settembre 2019 e per l'audizione finale al 25 settembre 2019.

Il 18 settembre 2019 AGCM ha deliberato una nuova proroga del termine di conclusione del procedimento fissandolo al 28 febbraio 2020.

Procedimento Antitrust I799

Nella sua adunanza del 1° febbraio 2017, AGCM ha avviato un procedimento istruttorio per possibile violazione dell'articolo 101 TFUE (divieto di intese restrittive della concorrenza) nei confronti di TIM S.p.A. e Fastweb S.p.A., a seguito della sottoscrizione di un accordo volto alla costituzione di una impresa comune cooperativa denominata Flash Fiber S.r.l.. TIM, d'intesa con Fastweb, ha presentato ad AGCM, sotto forma di proposta di impegni, alcune modifiche agli accordi sottoscritti, finalizzate a chiudere il procedimento senza accertare l'infrazione e, quindi, senza alcuna sanzione pecuniaria.

Il 28 marzo 2018 AGCM ha deliberato l'approvazione degli impegni rendendoli obbligatori per le parti e ha chiuso il procedimento senza l'imposizione di alcuna sanzione.

Il 30 gennaio 2019 TIM ha inviato ad AGCM la prevista relazione annuale sulla copertura realizzata, integrata con successiva comunicazione del 29 marzo 2019.

Con distinti ricorsi, entrambi notificati in data 11 giugno 2018, Open Fiber S.p.A. e Wind Tre S.p.A. hanno impugnato dinnanzi al TAR Lazio il provvedimento di chiusura del procedimento I799 con l'accettazione degli impegni. A loro dire, tale provvedimento sarebbe viziato da una serie di motivi procedimentali e sostanziali. Open Fiber S.p.A. ha anche chiesto la sospensione in via cautelare del provvedimento. Con ordinanza del 19 luglio 2018, il TAR ha respinto la richiesta cautelare di Open Fiber per assenza di periculum; l'udienza di merito è stata successivamente fissata a febbraio 2020.

Il ricorso di Wind Tre sarà con ogni probabilità discusso nella medesima udienza del ricorso Open Fiber.

EUTELIA e VOICEPLUS

Nel mese di giugno 2009, Eutelia e Voiceplus hanno chiesto l'accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium (basato sull'offerta al pubblico di servizi resi tramite le cosiddette Numerazioni Non Geografiche). Le attrici hanno quantificato i loro danni in un importo complessivo pari a circa 730 milioni di euro.

L'azione segue un procedimento cautelare in cui la Corte d'Appello di Milano ha inibito alla Società alcuni comportamenti in materia di gestione delle relazioni economiche con Eutelia e Voiceplus aventi a oggetto le Numerazioni Non Geografiche, per le quali TIM gestiva, per conto di tali OLO e in virtù di obblighi regolatori, l'incasso dai clienti finali. A seguito della sentenza con la quale la Corte d'Appello di Milano ha accolto le eccezioni di TIM dichiarando la propria incompetenza in favore del Tribunale Civile, Eutelia in amministrazione straordinaria e Voiceplus in liquidazione hanno riassunto il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. L'udienza di prima comparizione si è svolta nel mese di marzo 2014. TIM si è costituita in giudizio confutando le tesi delle controparti. A seguito del fallimento di Voiceplus il Tribunale di Milano, con ordinanza del mese di settembre 2015, ha dichiarato l'interruzione del giudizio che è stato successivamente riassunto da Voiceplus.

Con sentenza del mese di febbraio 2018, il Tribunale di Milano, in accoglimento delle tesi difensive di TIM, ha rigettato la domanda risarcitoria delle controparti condannando le stesse, in solido, alla rifusione delle spese legali. Nel mese di marzo 2018, Eutelia e Voiceplus hanno proposto appello avverso la sentenza di primo grado. TIM si è costituita in appello chiedendo l'integrale conferma della sentenza di primo grado. Con sentenza del 5 agosto 2019, l'appello di Eutelia e di Voiceplus è stato integralmente rigettato. Pende il termine, per controparte, per proporre ricorso in Cassazione.

SKY

Nel 2016 TIM ha promosso un'azione giudiziale civile avanti il Tribunale di Milano nei confronti di SKY Italia, ai fini dell'accertamento della nullità, per abuso di posizione dominante imputabile alla controparte, del contratto di partnership stipulato tra le società ad aprile 2014 per la veicolazione e commercializzazione, nel periodo 2015-2019, dell'offerta SKY IPTV (Internet Protocol Television) sulla piattaforma IPTV di TIM.

La Società ha anche richiesto, in subordine, la riduzione a equità degli importi pretesi da SKY a titolo di c.d. Minimi Garantiti ("penali") stabiliti a vantaggio di SKY e correlati a predeterminate soglie di acquisizione di clientela e di churn-rate nel quinquennio della partnership.

SKY si è costituita in giudizio a febbraio 2017, contestando la richiesta di TIM e chiedendo il pagamento dei Minimi Garantiti asseritamente maturati, richiesta cui la Società si è opposta. La causa si è definita con la firma ad agosto 2019 di un accordo transattivo.

Fatturazione a 28 giorni

La delibera 121/17/CONS di marzo 2017 con la quale l'AGCom ha integrato la n. 252/16/CONS costituisce l'esito conclusivo di un percorso regolamentare che ha sempre avuto in via esclusiva la finalità di tutela della trasparenza delle tariffe e della comparazione delle condizioni economiche.

Detta delibera 121/17/CONS ha tra l'altro introdotto disposizioni sulla cadenza della fatturazione per la telefonia, prescrivendo in particolare per la telefonia fissa che essa dovesse essere su base mensile o suoi multipli e per la telefonia mobile su base almeno quadrisettimanale.

TIM ha impugnato dinanzi al TAR la delibera n. 121/17/CONS per difetto assoluto di attribuzione. In data 12 febbraio 2018 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza che respinge il ricorso, le cui motivazioni sono state pubblicate in data 4 maggio 2018. Tale sentenza è stata impugnata da TIM innanzi al Consiglio di Stato in data 18 giugno 2018 e l'udienza per la discussione del merito è fissata al 7 maggio 2020.

Nel corso del mese di dicembre 2017 AGCom, con la delibera 499/17/CONS, accertata la violazione da parte di TIM di quanto disposto nella delibera 121/17/CONS per non aver adottato una cadenza di rinnovo delle offerte di telefonia fissa e di fatturazione su base mensile o suoi multipli, ha applicato a TIM una sanzione di 1.160.000 euro, diffidandola a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese - a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile.

TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio anche questa seconda delibera con richiesta di sospensione cautelare che, in data 22 febbraio 2018, è stata accolta dal TAR limitatamente alla parte relativa agli ordini di rimborso.

Inoltre la Legge 4 dicembre 2017 n. 172 ha stabilito che i contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica prevedano obbligatoriamente la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi su base mensile o di multipli del mese.

TIM si è adeguata a tale dispositivo nei tempi previsti dalla legge, e cioè entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore (5 aprile 2018).

In data 7 marzo 2018, è stata notificata a TIM un'ulteriore delibera (la n. 112/2018/CONS) con cui AGCom ha (i) diffidato la Società a posticipare, limitatamente ai servizi di telefonia fissa, la data di decorrenza delle fatture emesse dopo il ripristino della fatturazione con cadenza mensile di un numero di giorni pari a quelli presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale; e (ii) revocato la precedente delibera 499/17/CONS nella parte in cui TIM veniva diffidata a stornare gli importi presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale.

La predetta delibera è stata impugnata il 16 marzo 2018 da TIM con atto di motivi aggiunti innestato nell'ambito del ricorso contro la delibera 499/17/CONS con richiesta di misure cautelari monocratiche, accolte in via provvisoria fino alla camera di consiglio dell'11 aprile 2018 con decreto presidenziale pubblicato il 26 marzo 2017.

A seguito della notifica il 9 aprile 2018 da parte di AGCom del decreto presidenziale n. 9/18/PRES – che ha modificato la delibera n. 112/18/CONS nelle parti in cui prevedeva che il differimento della fatturazione dovesse avvenire in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o suoi multipli disponendo, altresì, che le tempistiche entro cui adempiere alla diffida sarebbero state individuate a seguito di audizioni con gli operatori e le principali associazioni dei consumatori – TIM e gli altri operatori interessati dal decreto presidenziale hanno rinunciato all'istanza cautelare.

Il 7 maggio 2018 TIM ha impugnato altresì il decreto presidenziale AGCom n. 9/18/PRES e la delibera n. 187/18/CONS che ha ratificato tale decreto. Il 3 luglio 2018 AGCom ha pubblicato la nuova delibera 269/18/CONS con cui ha fissato al 31 dicembre 2018 il termine entro cui gli operatori debbono restituire alla clientela di rete fissa un numero di giorni di servizio pari a quelli erosi per effetto della fatturazione a 28 giorni oppure proporre alla clientela interessata eventuali misure compensative alternative, previa comunicazione all'AGCom. TIM, in continuità con le azioni intraprese e le argomentazioni già spese, ha impugnato anche tale delibera.

A settembre 2018 TIM ha impugnato anche la delibera 297/18/CONS con cui AGCom le ha comminato la sanzione di euro 696.000 per aver continuato ad applicare – in violazione della delibera AGCom 121/17/CONS – una fatturazione e rinnovo settimanale delle offerte a decorrere dal 16 febbraio 2018.

Con dispositivo di sentenza pubblicato nel mese di novembre 2018 il TAR ha annullato la sanzione pecuniaria amministrativa di 1,16 milioni di euro comminata con la delibera 499/17/CONS ed ha confermato l'obbligo di restitutio in integrum alla clientela di rete fissa entro il 31 dicembre 2018. TIM ha presentato appello cautelare dinnanzi al Consiglio di Stato per la sospensione della esecutività di tale decisione e con ordinanza del 20 dicembre 2018 il Consiglio di Stato, accogliendo l'appello di TIM, ha sospeso l'efficacia del suddetto dispositivo, limitatamente all'ordine di storno, fino al 31 marzo 2019

Il 30 novembre 2018 AGCom ha pubblicato la delibera 521/18/CONS con cui ha comminato a TIM una sanzione di 1.044.000 euro. La sanzione è stata imposta per violazione delle regole di trasparenza e dei diritti di recesso nella modifica delle condizioni contrattuali delle offerte mobili applicate ai clienti dal 8 aprile 2018 a seguito del ripristino della fatturazione mensile. TIM a gennaio 2019 ha impugnato dinnanzi al TAR anche tale delibera.

A seguito di una nuova istanza formulata da TIM il Consiglio di Stato, con ordinanza pubblicata il 20 marzo 2019, ha prolungato l'effetto della misura cautelare di sospensione degli effetti del dispositivo della sentenza fino al 21 maggio 2019 in attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza.

Nella camera di consiglio del 21 maggio 2019, preso atto della intervenuta pubblicazione delle motivazioni della sentenza avvenuta il 10 maggio 2019, è stato disposto il differimento della trattazione della domanda cautelare alla camera di consiglio del 4 luglio 2019 per consentire a TIM la finalizzazione dei motivi aggiunti con una nuova istanza cautelare. A seguito di tale udienza, con ordinanza pubblicata il 5 luglio 2019 il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di TIM di sospensione dell'esecutività della sentenza del TAR, che quindi è operativa dal 21 maggio 2019. Si attende la fissazione dell'udienza per la trattazione del merito del ricorso introduttivo e dei motivi aggiunti nel frattempo presentati da TIM.

Il 12 luglio 2019 sono stati pubblicati i dispositivi di sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto gli analoghi appelli proposti da Vodafone, Wind Tre e Fastweb.

A settembre 2019 TIM ha impugnato dinnanzi al TAR anche la delibera AGCom 221/19/CONS notificata a TIM nel mese di giugno, con cui la sanzione di cui alla Delibera 499/17/CONS, annullata dal TAR del Lazio, è stata rideterminata in 580.000,00 euro, applicando il massimo edittale previsto dall'art. 98, comma 16 del CCE vigente all'epoca dei fatti.

Procedimento Antitrust I820

In data 19 febbraio 2018 l'AGCM ha avviato il procedimento istruttorio I820 nei confronti delle società TIM, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e dell'Associazione di categoria Asstel per verificare l'ipotesi della sussistenza di un'intesa restrittiva della concorrenza tra i principali operatori di telefonia fissa e mobile al fine di coordinare le rispettive strategie commerciali, violando in tal modo l'art. 101 TFUE.

Il presunto coordinamento, secondo il provvedimento di apertura del procedimento da parte di AGCM, si sarebbe concretizzato nelle modalità di attuazione dell'obbligo introdotto dall'articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017) che impone agli operatori di servizi di comunicazione elettronica una cadenza mensile (o di multipli del mese) per la fatturazione e il rinnovo delle offerte dei servizi fissi e mobili.

In data 21 marzo 2018, AGCM ha emanato una misura cautelare provvisoria nei confronti di tutti gli operatori coinvolti nel procedimento con cui ha ordinato di sospendere, nelle more del procedimento, l'attuazione dell'intesa concernente la determinazione del repricing comunicato agli utenti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla Legge 172/17 e di rideterminare autonomamente la propria strategia commerciale. Con provvedimento n. 27112 dell'11 aprile 2018 AGCM ha confermato la misura cautelare.

Il 12 giugno 2018 TIM ha presentato ricorso al TAR per l'annullamento di tale provvedimento.

L'Autorità nell'adunanza del 27 giugno 2018 ha preso atto della relazione presentata da TIM in merito all'ottemperanza alla misura cautelare.

Il 17 luglio 2019 AGCM ha deliberato la proroga del termine di conclusione del procedimento al 31 gennaio 2020.

Nelle risultanze istruttorie (CRI) comunicate da AGCM a TIM, gli Uffici confermano la sussistenza di un'intesa restrittiva della concorrenza unica, complessa e continuata tra Telecom, Vodafone, Fastweb e Wind Tre, con l'agevolazione dell'Associazione di categoria Asstel.

Il 10 ottobre TIM ha depositato la sua memoria finale ed il successivo 15 ottobre si è tenuta l'audizione finale presso AGCM.

Contenzioso Vodafone - Servizio Universale

Con decisione pubblicata nel mese di luglio 2015, il Consiglio di Stato ha rigettato l'appello proposto da AGCom e TIM avverso la sentenza del TAR Lazio in tema di finanziamento degli obblighi di Servizio Universale per il periodo 1999-2003. Con tale sentenza il giudice amministrativo ha accolto i ricorsi proposti da Vodafone annullando le delibere AGCom nn. 106, 107, 109/11/CONS di rinnovazione dei procedimenti relativi, che includevano anche Vodafone tra i soggetti tenuti al contributo, per un importo di circa 38 milioni di euro. La sentenza, in sostanza, afferma che l'Autorità non ha dimostrato quel certo grado di "sostituibilità" tra telefonia fissa e mobile propedeutica all'inclusione dei gestori mobili tra i soggetti tenuti a remunerare il costo del servizio universale, ciò che comporta per l'AGCom la necessità di emettere un nuovo provvedimento.

TIM ha presentato istanza di rinnovazione all'AGCom e ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato (la Cassazione ha poi ritenuto inammissibile tale ricorso).

Nel mese di aprile 2016, Vodafone ha proposto ricorso innanzi al Consiglio di Stato contro il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e nei confronti di TIM, per l'ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato. Tale ricorso si riferisce alla delibera AGCom n. 109/11/CONS (annualità 2003 per la quale Vodafone aveva versato la somma di circa 9 milioni di euro a titolo di contributo di cui chiede la restituzione).

Il Consiglio di Stato, con la sentenza di novembre 2016, ha rigettato il ricorso rinviando al TAR la decisione sulle modalità di ottemperanza. Nel mese di febbraio 2017, Vodafone ha presentato al TAR Lazio quattro nuovi ricorsi contro il MISE e nei confronti di TIM per l'ottemperanza della sentenza, confermata in secondo grado, di annullamento delle delibere per le annualità 1999-2003 e la restituzione dei citati importi di circa 38 milioni di euro già versati al MISE a titolo di contributo.

Il TAR, con sentenze del giugno 2018, ha rigettato tutti ricorsi per l'ottemperanza proposti da Vodafone affermando espressamente, così come chiesto da TIM, l'obbligo in capo all'Autorità di rinnovare i procedimenti con particolare riguardo alla determinazione dell'entità del grado di sostituibilità tra fisso e mobile. Le quattro sentenze sono state impugnate da Vodafone innanzi al Consiglio di Stato, il quale con decisione dell'ottobre del 2019 ha accolto l'appello di Vodafone affermando l'obbligo restitutorio delle somme in questione in capo a TIM.

Olivetti – Esposizione amianto

Nel mese di settembre 2014 la Procura della Repubblica di Ivrea ha chiuso le indagini relative alla presunta esposizione ad amianto di 15 ex lavoratori delle società "Ing. C. Olivetti S.p.A." (oggi TIM S.p.A.), "Olivetti Controllo Numerico S.p.A.", "Olivetti Peripheral Equipment S.p.A.", "Sixtel S.p.A." e "Olteco S.p.A." e ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini a 39 indagati (fra cui ex Amministratori delle società indicate).

Nel mese di dicembre 2014 la Procura della Repubblica di Ivrea ha formulato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 33 dei 39 indagati originari, chiedendo contestualmente l'archiviazione per 6 posizioni.

Nel corso dell'udienza preliminare, che ha preso avvio nel mese di aprile 2015, TIM ha assunto il ruolo di responsabile civile, essendo stata formalmente citata da tutte le 26 parti civili (enti e persone fisiche) costituite nel procedimento. All'esito dell'udienza preliminare, è stato disposto il rinvio a giudizio nei confronti di 18 degli originari 33 imputati. A novembre 2015 ha preso avvio il dibattimento e la Società, quale responsabile civile, ha raggiunto un accordo transattivo con 12 delle 18 persone fisiche (eredi/persone offese/familiari) costituite parte civile che, pertanto, hanno provveduto alla revoca della citazione nei confronti di TIM.

All'esito del giudizio di primo grado, che si è concluso nel luglio 2016, sono stati condannati 13 dei 18 imputati persone fisiche con pene comprese fra 1 anno e 5 anni di reclusione: 4 imputati sono stati viceversa assolti ed una posizione è stata stralciata per motivi di salute. Gli imputati sono stati altresì condannati a risarcire in solido con il responsabile civile TIM una somma complessiva di circa 1,9 milioni di euro a titolo di provvisionale a favore dell'INAIL e dei 6 eredi che non hanno aderito alla proposta transattiva. E' stata viceversa inflitta una condanna generica al risarcimento del danno a favore delle restanti parti civili (enti/sindacati/associazioni), che dovranno dunque rivolgersi al giudice civile per la quantificazione del danno. La Società ha impugnato le motivazioni della sentenza di primo grado e, prima del giudizio di secondo grado ha sottoscritto accordi transattivi anche con gli ultimi 6 eredi costituiti parte civile. Nel giudizio d'appello, quindi, le uniche parti civili costituite erano enti e associazioni.

Ad aprile 2018 la Corte d'Appello di Torino, in riforma della sentenza di condanna di primo grado, ha assolto tutti gli imputati per tutti i capi di imputazione con la formula più ampia: "perché il fatto non sussiste".

Nelle motivazioni, depositate ad ottobre 2018, la Corte ha riconosciuto l'insussistenza del nesso causale tra le singole condotte ascritte agli imputati e il decesso degli ex lavoratori.

La Procura Generale presso la Corte d'Appello di Torino ha proposto ricorso per Cassazione avverso tale sentenza. Ad ottobre 2019, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando definitivamente la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d'Appello di Torino.

Wind Tre

Con atto di citazione dinnanzi al Tribunale di Milano, notificato nel mese di aprile 2019, Wind Tre S.p.A. ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 255 milioni di euro, per asserite condotte anticoncorrenziali e abusive attuate negli anni 2014-2018. In particolare, secondo Wind Tre, TIM avrebbe utilizzato illecitamente attraverso la propria divisione commerciale informazioni ottenute nella fornitura delle prestazioni di provisioning e assurance di servizi wholesale convincendo i clienti a tornare in TIM o ad attivare la nuova utenza con TIM; effettuato attività di promozione commerciale in favore di TIM attraverso il proprio personale tecnico in concomitanza degli interventi di riparazione di guasti o di attivazione di utenze Wind Tre; attuato altri comportamenti sleali volti ad ottenere il passaggio a TIM di clienti Wind Tre. A sostegno delle proprie argomentazioni Wind Tre adduce anche alcuni elementi emersi durante l'istruttoria del procedimento AGCM A514. TIM si costituirà in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte.

Poste

Sono pendenti alcuni contenziosi instaurati, alla fine degli anni '90, dalla Ing. C. Olivetti & C. S.p.A. (oggi TIM) avverso le Poste, riguardanti il mancato pagamento di prestazioni rese nell'ambito di una serie di contratti di fornitura di beni e servizi informatici. Le sentenze, già emesse in primo grado, hanno stabilito un esito parzialmente favorevole alla ex Olivetti e sono state impugnate da Poste in singoli giudizi d'appello.

A tale riguardo, mentre una sentenza della Corte d'Appello di Roma del 2009 ha confermato una delle partite creditorie a favore di TIM, un'altra sentenza della stessa Corte ha dichiarato la nullità di uno dei contratti controversi. A seguito di tale pronuncia, Poste aveva notificato un atto di precetto per la restituzione di circa 58 milioni di euro, opposto da TIM data la pendenza del giudizio di Cassazione per la riforma della suddetta decisione.

A seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 2012 che ha cassato con rinvio la decisione della Corte di Appello a fondamento del precetto, il Tribunale di Roma ha dichiarato cessata la materia del contendere nell'ambito del procedimento esecutivo, essendo venuto meno il titolo azionato da Poste. Il giudizio è stato riassunto innanzi ad altra sezione della Corte d'Appello di Roma. Con sentenza n. 563 del 25 gennaio 2019, la Corte d'Appello di Roma in sede di rinvio, ribaltando la precedente pronuncia d'appello sfavorevole alla Società, ha confermato la validità del contratto e, con esso, la legittimità della percezione da parte di TIM del corrispettivo già incassato e di cui Poste pretendeva la restituzione. Tale pronuncia è stata impugnata da Poste con ricorso innanzi alla Corte di Cassazione, notificato in data 31 luglio 2019, al quale TIM si è opposta con relativo controricorso.

Fallimento Elinet S.p.A.

La curatela del fallimento Elinet S.p.A., e successivamente le curatele di Elitel S.r.l. e di Elitel Telecom S.p.A (allora controllante del gruppo Elitel), hanno impugnato nel 2014 la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha rigettato le domande risarcitorie delle curatele del Gruppo Elinet-Elitel, riproponendo una pretesa risarcitoria per complessivi 282 milioni di euro. Le contestazioni rivolte alla Società riguardano il presunto svolgimento di attività di direzione e coordinamento sull'attrice, e con essa sul gruppo Elitel (operatore alternativo nel cui capitale la TIM non ha mai avuto alcuna interessenza), che sarebbe stato attuato mediante la leva della gestione dei crediti commerciali. TIM si è costituita in giudizio confutando le pretese di controparte. Il giudizio di appello è stato deciso con sentenza del luglio 2019 che con riferimento a TIM ha confermato la piena liceità dei suoi comportamenti e la completa insussistenza di qualsivoglia elemento di direzione e coordinamento. Le procedure fallimentari possono proporre ricorso per Cassazione.

Procedimento Antitrust PS11379 – azioni di winback nel mobile

Avviato il 26 febbraio 2019 su segnalazione di Iliad, il procedimento ha ad oggetto la presunta scorrettezza delle azioni mobili di winback. Gli aspetti contestati riguardano l'ingannevolezza della comunicazione effettuata verso il target di riferimento e l'aggressività della condotta, in quanto ad avviso dell'Autorità AGCM nelle offerte proposte ai clienti sarebbero presenti servizi pre-attivati. TIM ritiene che la proposizione commerciale delle proprie offerte mobili sia corretta, ma per garantire una sempre migliore trasparenza nei confronti della propria clientela, nel corso del procedimento TIM ha presentato degli impegni principalmente volti a migliorare l'informativa relativamente alle componenti dell'offerta oggetto di contestazione. Nonostante il rigetto degli impegni, a dimostrazione della buona fede e correttezza della propria condotta, TIM ha avviato l'implementazione dei rimedi proposti. La chiusura del procedimento è stata prorogata al 17 novembre 2019. Analoghi procedimenti sono stati avviati anche nei confronti di altri maggiori operatori.

Procedimento Antitrust IP 312 - inottemperanza Fibra

Avviato il 18 febbraio 2019 su attività d'ufficio dell'Autorità, il procedimento ha ad oggetto la presunta inottemperanza al provvedimento del PS10696 sulle comunicazioni pubblicitarie delle offerte in Fibra. Gli aspetti contestati da AGCM riguardano la non adeguata evidenza delle informazioni a disposizione dei consumatori relative alle limitazioni di carattere tecnico e geografico e al test di performance. TIM ritiene che la comunicazione delle offerte in Fibra sia conforme alla normativa di settore, come anche accertato dalla delibera AGCom 35/19/CONS. Tuttavia, per garantire una sempre migliore trasparenza dei confronti della propria clientela, TIM nel corso del procedimento ha presentato impegni principalmente volti a migliorare l'informativa. Il procedimento si è chiuso il 1 agosto 2019 con una sanzione di 200.000 euro essendo state valutate positivamente da AGCM le misure adottate da TIM per il miglioramento della trasparenza. Contemporaneamente l'Autorità ha concluso analoghi procedimenti avviati nei confronti degli altri operatori.

Brasile - arbitrato Opportunity

Nel maggio 2012, TIM e Telecom Italia International N.V. (oggi fusa in Telecom Italia Finance) hanno ricevuto la notifica di un procedimento arbitrale promosso dal gruppo Opportunity per il risarcimento di danni asseritamente subiti per la presunta violazione di un accordo transattivo firmato nel 2005. Nella prospettazione di parte attrice, i danni sarebbero riconducibili a circostanze emerse nell'ambito dei procedimenti penali innanzi al Tribunale di Milano aventi, fra l'altro, a oggetto attività illecite poste in essere da ex dipendenti di TIM.

Conclusasi la fase istruttoria, nel mese di novembre 2014 si è tenuta l'udienza di discussione, a seguito della quale le parti hanno depositato le proprie memorie conclusionali in vista della decisione del caso.

Nel mese di settembre 2015, il Tribunale Arbitrale ha dichiarato la chiusura del procedimento in vista del deposito del lodo.

Successivamente, il Tribunale Arbitrale ha consentito alle parti uno scambio di brevi memorie e la Corte ICC ha prorogato il termine per il deposito del lodo.

Nel settembre 2016 la Corte ICC ha comunicato alle parti il lodo, mediante il quale il Tribunale Arbitrale ha respinto tutte le pretese del gruppo Opportunity e ha deciso per la compensazione fra le parti delle spese legali, per gli esperti e amministrative.

Ad aprile 2017 il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il lodo arbitrale avanti alla Corte d'Appello di Parigi.

Nel novembre 2017, TIM e Telecom Italia Finance hanno ricevuto dal Segretariato della Corte Internazionale di Arbitrato dell'ICC la notifica di una Richiesta per la Revisione dello stesso lodo arbitrale depositata dal gruppo Opportunity, al fine di ottenere l'emissione di un nuovo lodo. Successivamente, è stato costituito il Tribunale Arbitrale.

Ad ottobre 2018, TIM e Telecom Italia Finance hanno chiesto la sospensione del procedimento pendente di fronte alla Corte d'Appello di Parigi, in ragione della pendenza del procedimento di revisione di fronte al Tribunale Arbitrale ICC sullo stesso lodo arbitrale. A novembre 2018, la Corte d' Appello di Parigi ha sospeso il procedimento fino alla decisione del Tribunale Arbitrale nel procedimento di revisione.

Relativamente al procedimento di revisione del lodo ICC, a ottobre 2019, si è tenuta a Parigi l'udienza di discussione.

B) ALTRE INFORMAZIONI

Fra i contenziosi con dette caratteristiche, per quelli elencati di seguito non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2018:

  • Telefonia mobile procedimenti penali;
  • Contenzioso canone di concessione per l'anno 1998;
  • Vodafone (già TELETU).

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