Governance Information • Mar 31, 2017
Governance Information
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ai sensi dell'art. 123-bis del TUF
(Relazione approvata dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 23 marzo 2017 disponibile sul sito internet www.telecomitalia.com)
| Glossario | Pag. | 4 | |
|---|---|---|---|
| 1. | Premessa | Pag. | 5 |
| 2. | Tavola di comparazione | Pag. | 7 |
| 3. | Informazioni sugli assetti proprietari (ex art. 123 bis TUF) | Pag. | 18 |
| a) Struttura del capitale sociale |
Pag. | 18 | |
| b) Restrizione al trasferimento di titoli |
Pag. | 18 | |
| c) Partecipazioni rilevanti nel capitale |
Pag. | 18 | |
| d) Titoli che conferiscono diritti speciali |
Pag. | 18 | |
| e) Partecipazione azionaria dei dipendenti: meccanismo di esercizio dei diritti di voto |
Pag. | 19 | |
| f) Restrizioni al diritto di voto |
Pag. | 19 | |
| g) Accordi tra azionisti |
Pag. | 19 | |
| h) Clausole di change of control e disposizioni statutarie in materia di OPA |
Pag. | 19 | |
| i) Deleghe ad aumentare il capitale sociale e autorizzazioni all'acquisto di azioni proprie |
Pag. | 22 | |
| j) Attività di direzione e coordinamento |
Pag. | 22 | |
| 4. | Compliance | Pag. | 22 |
| 5. | Consiglio di Amministrazione | Pag. | 23 |
| 5.1 Nomina e sostituzione | Pag. | 23 | |
| 5.2 Composizione | Pag. | 23 | |
| 5.3 Ruolo del Consiglio di Amministrazione | Pag. | 24 | |
| 5.4 Organi delegati | Pag. | 26 | |
| 5.5 Altri Consiglieri esecutivi | Pag. | 27 | |
| 5.6 Amministratori indipendenti | Pag. | 27 | |
| 5.7 Lead Independent Director | Pag. | 28 | |
| 6. | Trattamento delle informazioni societarie | Pag. | 28 |
| 7. | Comitati interni al consiglio | Pag. | 29 |
| 8. | Comitato per le nomine e la remunerazione | Pag. | 29 |
| 9. | Remunerazione degli amministratori, dei direttori generali e dei dirigenti con responsabilità | ||
| strategiche | Pag. | 30 | |
| 10. Comitato per il controllo e i rischi | Pag. | 30 | |
| 11. Comitato strategico | Pag. | 31 | |
| 12. Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi | Pag. | 32 | |
| 12.1 Amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi | Pag. | 34 | |
| 12.2 Responsabile della direzione audit | Pag. | 35 | |
| 12.3 Modello organizzativo ex d.lgs. 231/2001 | Pag. | 36 | |
| 12.4 Società di revisione | Pag. | 37 | |
| 12.5 Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari e altri ruoli e funzioni | |||
| aziendali 12.6 Coordinamento tra i soggetti coinvolti nel sistema di controllo interno e di gestione dei rischi |
Pag. Pag. |
37 37 |
|
| 13. Interessi degli amministratori e operazioni con parti correlate | Pag. | 38 | |
| 14. Nomina dei sindaci | Pag. | 39 | |
| 15. Composizione e funzionamento del Collegio Sindacale | Pag. | 40 | |
| 16. Rapporti con gli azionisti | Pag. | 41 | |
| 17. Assemblee | Pag. | 41 | |
| 18. Ulteriori pratiche di governo societario | Pag. | 42 | |
| 19. Cambiamenti dalla chiusura dell'esercizio di riferimento | Pag. | 44 |
| Tabelle | ||
|---|---|---|
| Tabella 1 – Informazioni sugli assetti proprietari | Pag. | 45 |
| Struttura del capitale sociale al 31 dicembre 2014 |
Pag. | 45 |
| Altri strumenti finanziari (attribuenti il diritto di sottoscrivere azioni di nuova |
||
| emissione) | Pag. | 45 |
| Partecipazioni rilevanti nel capitale |
Pag. | 46 |
| Tabella 2 – Struttura del Consiglio di Amministrazione e dei Comitati | ||
| e altri incarichi ricoperti | Pag. | 47 |
| Tabella 3 – Struttura del Collegio Sindacale | Pag. | 49 |
Bilancio di Sostenibilità il documento redatto annualmente ed approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società che utilizza un approccio multi-stakeholder, attraverso l'analisi congiunta delle azioni realizzate nei confronti dei principali portatori di interesse con i quali l'azienda interagisce. Si basa sulle Sustainability Reporting Guidelines della Global Reporting Initiative (GRI), standard setter sulla rendicontazione di sostenibilità. Il Bilancio 2016 segue la versione G4, opzione comprehensive e si basa sui principi (inclusività, materialità, rispondenza) dell'AA1000 AccountAbility Principles Standard (APS 2008). Il Bilancio è verificato dalla società di revisione PricewaterhouseCoopers.
Codice di Borsa/Codice di Autodisciplina: il Codice di Autodisciplina delle società quotate approvato nel luglio 2015 dal Comitato per la Corporate Governance e promosso da Borsa Italiana S.p.A., ABI, Ania, Assogestioni, Assonime e Confindustria, disponibile al pubblico alla pagina http://www.borsaitaliana.it/comitato-corporategovernance/codice/2015clean.pdf.
Emittente o Società: Telecom Italia S.p.A., altresì denominata TIM S.p.A.
Principi di Autodisciplina: il documento recante le regole stabilite in via di autodisciplina dal Consiglio di Amministrazione dell'Emittente, a integrazione e completamento di quanto previsto dal Codice di Borsa a cui la Società aderisce
Regolamento Emittenti Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 11971 del 1999 (come successivamente modificato) in materia di emittenti.
Regolamento Mercati: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 16191 del 2007 (come successivamente modificato) in materia di mercati.
Regolamento Parti Correlate Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 17221 del 12 marzo 2010 (come successivamente modificato) in materia di operazioni con parti correlate.
Relazione: la relazione sul governo societario e gli assetti proprietari redatta dall'Emittente ai sensi dell'art. 123-bis TUF.
Relazione sulla Remunerazione: la relazione sulla remunerazione redatta ai sensi dell'art. 123-ter TUF e dell'art. 84 quater Regolamento Emittenti Consob, disponibile ai sensi di legge presso la sede sociale, sul sito internet dell'Emittente all'indirizzo www.telecomitalia.com sezione Il Gruppo canale Remunerazione nonché presso il meccanismo di stoccaggio autorizzato , consultabile al sito .
Testo Unico della Finanza/TUF: il Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (come successivamente modificato).
Il sistema di corporate governance di Telecom Italia è articolato secondo il modello tradizionale, di cui agli artt. 2380 e ss. del Codice Civile.
L'organizzazione della Società si caratterizza per la presenza:
• di un consiglio di amministrazione incaricato di provvedere in ordine alla gestione aziendale;
• di un collegio sindacale chiamato (i) a vigilare circa l'osservanza della legge e dello statuto, nonché sul rispetto dei principi di corretta amministrazione nello svolgimento delle attività sociali, (ii) a vigilare sull'adeguatezza della struttura organizzativa e del sistema amministrativo-contabile della Società, nonché sull'affidabilità di quest'ultimo nel rappresentare correttamente i fatti di gestione, (iii) a vigilare sul processo di informativa finanziaria, sulla revisione legale dei conti annuali e dei conti consolidati, nonché circa l'indipendenza della società di revisione legale dei conti, (iv) a vigilare sulla complessiva adeguatezza del sistema di gestione e controllo dei rischi, (v) a verificare le modalità di concreta attuazione delle regole di governo societario previste dal Codice di Autodisciplina, ed infine (vi) a vigilare sull'adeguatezza delle disposizioni impartite dalla Società alle controllate, sulle operazioni sociali straordinarie e altri eventi rilevanti, nonché sulle operazioni con parti correlate e soggetti collegati;
• dell'assemblea dei soci, competente a deliberare tra l'altro – in sede ordinaria o straordinaria – in merito (i) alla nomina ed alla revoca dei componenti il consiglio di amministrazione ed il collegio sindacale e circa i relativi compensi e responsabilità, (ii) all'approvazione del bilancio ed alla destinazione degli utili, (iii) all'acquisto ed alla alienazione delle azioni proprie, (iv) ai piani di azionariato, (v) alle modificazioni dello statuto sociale (diverse da quelle che rappresentano un mero adeguamento a disposizioni normative), (vi) all'emissione di obbligazioni convertibili.
L'eventuale mancato o parziale allineamento a specifiche disposizioni del Codice di Autodisciplina aggiornato a luglio 2015, al quale Telecom Italia aderisce, è motivata nell'ambito della sezione della Relazione che riguarda la pratica di governo altrimenti applicata dalla Società, come da tavola di raffronto riportata di seguito.
Le informazioni contenute nella presente Relazione sono riferite all'esercizio 2016 e, rispetto a specifici temi, aggiornate alla data della riunione del Consiglio di Amministrazione che l'ha approvata (23 marzo 2017); per dettagli sulla materia dei compensi, si rinvia alla Relazione sulla Remunerazione; in tema di responsabilità sociale si rinvia al Bilancio di Sostenibilità.
PricewaterhouseCoopers S.p.A.
| Collegio Sindacale | |
|---|---|
Presidente Roberto Capone Sindaci Effettivi Gianluca Ponzellini Paola Maiorana Vincenzo Cariello Ugo Rock
| Consiglio di Amministrazione | ||
|---|---|---|
| Presidente | Giuseppe Recchi | |
| Amministratore Delegato | Flavio Cattaneo | |
| Vice Presidente | Arnaud Roy de Puyfontaine | |
| Altri Consiglieri | Tarak Ben Ammar | |
| Davide Benello | ||
| Lucia Calvosa | ||
| Laura Cioli | ||
| Francesca Cornelli | ||
| Jean Paul Fitoussi | ||
| Giorgina Gallo | ||
| Félicité Herzog | ||
| Denise Kingsmill | ||
| Luca Marzotto | ||
| Hervé Philippe | ||
| Stéphane Roussel | ||
| Giorgio Valerio | ||
| Comitato Strategico | Comitato Nomine e Remunerazione Comitato per il Controllo e i Rischi |
||||
|---|---|---|---|---|---|
| Presidente | Arnaud Roy de Puyfontaine |
Presidente Componenti |
Lucia Calvosa Laura Cioli |
Presidente Componenti |
Davide Benello Luca Marzotto |
| Componenti Davide Benello | Francesca Cornelli | Stéphane Roussel | |||
| Flavio Cattaneo Laura Cioli |
Giorgina Gallo Félicité Herzog |
Arnaud Roy de Puyfontaine |
|||
| Giuseppe Recchi | Giorgio Valerio | Giorgio Valerio |
| Art. 1 Ruolo del consiglio di amministrazione | Comply or explain |
|---|---|
| Principi | |
| 1.P.1. L'emittente è guidato da un consiglio di amministrazione che si riunisce | (cfr. Capitolo 5. della Relazione sul |
| con regolare cadenza e che si organizza e opera in modo da garantire un efficace svolgimento delle proprie funzioni. |
Governo Societario e gli Assetti Proprietari - RCG) |
| 1.P.2. Gli amministratori agiscono e deliberano con cognizione di causa e in autonomia, perseguendo l'obiettivo prioritario della creazione di valore per gli azionisti in un orizzonte di medio-lungo periodo. |
(cfr. Capitoli 5.3 e 5.4. della RCG) |
| Criteri applicativi | |
| 1.C.1. Il consiglio di amministrazione: | |
| a) esamina e approva i piani strategici, industriali e finanziari dell'emittente | |
| e del gruppo di cui esso sia a capo, monitorandone periodicamente l'attuazione; definisce il sistema di governo societario dell'emittente e la struttura del gruppo; |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG)) |
| b) definisce la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici dell'emittente, includendo nelle proprie valutazioni tutti i rischi che possono assumere rilievo nell'ottica della sostenibilità nel medio lungo periodo dell'attività dell'emittente; |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| c) valuta l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile dell'emittente nonché quello delle controllate aventi rilevanza strategica, con particolare riferimento al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi; |
(cfr. Capitoli 5.3 e 12 - RCG) |
| d) stabilisce la periodicità, comunque non superiore al trimestre, con la quale gli organi delegati devono riferire al consiglio circa l'attività svolta nell'esercizio delle deleghe loro conferite; |
(cfr. Capitolo 5.4. della RCG) |
| e) valuta il generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in particolare, le informazioni ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli programmati; |
(cfr. Capitoli 5.3 e 5.4. della RCG) |
| f) delibera in merito alle operazioni dell'emittente e delle sue controllate, quando tali operazioni abbiano un significativo rilievo strategico, economico, patrimoniale o finanziario per l'emittente stesso; a tal fine stabilisce criteri generali per individuare le operazioni di significativo rilievo; |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| g) effettua, almeno una volta all'anno, una valutazione sul funzionamento del consiglio stesso e dei suoi comitati nonché sulla loro dimensione e composizione, tenendo anche conto di elementi quali le caratteristiche professionali, di esperienza, anche manageriale, e di genere dei suoi componenti, nonché della loro anzianità di carica. Nel caso in cui il consiglio di amministrazione si avvalga dell'opera di consulenti esterni ai fini dell'autovalutazione, la relazione sul governo societario fornisce informazioni sull'identità di tali consulenti e sugli eventuali ulteriori servizi da essi forniti all'emittente o a società in rapporto di controllo con lo stesso; |
(cfr. Capitolo 5.3 e Tabella 2 della RCG) |
| h) tenuto conto degli esiti della valutazione di cui alla lettera g), esprime agli azionisti, prima della nomina del nuovo consiglio, orientamenti sulle figure manageriali e professionali la cui presenza in consiglio sia ritenuta opportuna; |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| i) fornisce informativa nella relazione sul governo societario: (1) sulla propria composizione, indicando per ciascun componente la qualifica (esecutivo, non esecutivo, indipendente), il ruolo ricoperto all'interno del consiglio (ad esempio presidente o chief executive officer, come definito nell'articolo 2), le principali caratteristiche professionali nonché l'anzianità di carica dalla prima nomina; (2) sulle modalità di applicazione del presente articolo 1 e, in particolare, sul numero e sulla durata media delle riunioni del consiglio e del comitato esecutivo, ove presente, tenutesi nel corso dell'esercizio nonché sulla partecipazione di ciascun amministratore; (3) sulle modalità di svolgimento del processo di valutazione di cui alla precedente lettera g); |
(cfr. Capitoli 5.3 e 5.4. e Tabella 2 della RCG) |
| j) al fine di assicurare la corretta gestione delle informazioni societarie, adotta, su proposta dell'amministratore delegato o del presidente del consiglio di amministrazione, una procedura per la gestione interna e la comunicazione all'esterno di documenti e informazioni riguardanti l'emittente, con particolare riferimento alle informazioni privilegiate. |
(cfr. Capitoli 5.4. e 6 della RCG) |
| 1.C.2. Gli amministratori accettano la carica quando ritengono di poter | (cfr. Capitolo 5.2 e Nota a Tabella 2 |
| dedicare allo svolgimento diligente dei loro compiti il tempo necessario, anche | della RCG) |
|---|---|
| tenendo conto dell'impegno connesso alle proprie attività lavorative e | |
| professionali, del numero di cariche di amministratore o sindaco da essi | |
| ricoperte in altre società quotate in mercati regolamentati (anche esteri), in | |
| società finanziarie, bancarie, assicurative o di rilevanti dimensioni. Il consiglio, | |
| sulla base delle informazioni ricevute dagli amministratori, rileva annualmente | |
| e rende note nella relazione sul governo societario le cariche di amministratore | |
| o sindaco ricoperte dai consiglieri nelle predette società. | |
| 1.C.3. Il consiglio esprime il proprio orientamento in merito al numero massimo | |
| di incarichi di amministratore o sindaco nelle società di cui al paragrafo | |
| precedente che possa essere considerato compatibile con un efficace | |
| svolgimento dell'incarico di amministratore dell'emittente, tenendo conto della | |
| partecipazione dei consiglieri ai comitati costituiti all'interno del consiglio. A tal | (cfr. Capitolo 5.2. della RCG) |
| fine individua criteri generali differenziati in ragione dell'impegno connesso a | |
| ciascun ruolo (di consigliere esecutivo, non esecutivo o indipendente), anche in | |
| relazione alla natura e alle dimensioni delle società in cui gli incarichi sono | |
| ricoperti nonché alla loro eventuale appartenenza al gruppo dell'emittente. | |
| 1.C.4. Qualora l'assemblea, per far fronte ad esigenze di carattere | |
| organizzativo, autorizzi in via generale e preventiva deroghe al divieto di | |
| concorrenza previsto dall'art. 2390 cod. civ., il consiglio di amministrazione | |
| valuta nel merito ciascuna fattispecie problematica e segnala alla prima | (cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| assemblea utile eventuali criticità. A tal fine, ciascun amministratore informa il | |
| consiglio, all'atto dell'accettazione della nomina, di eventuali attività esercitate | |
| in concorrenza con l'emittente e, successivamente, di ogni modifica rilevante. | |
| 1.C.5. Il presidente del consiglio di amministrazione si adopera affinché la | |
| documentazione relativa agli argomenti all'ordine del giorno sia portata a | |
| conoscenza degli amministratori e dei sindaci con congruo anticipo rispetto | |
| alla data della riunione consiliare. Il consiglio fornisce nella relazione sul | |
| governo societario informazioni sulla tempestività e completezza |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| dell'informativa pre-consiliare, fornendo indicazioni, tra l'altro, in merito al | |
| preavviso ritenuto generalmente congruo per l'invio della documentazione e | |
| indicando se tale termine sia stato normalmente rispettato. | |
| 1.C.6. Il presidente del consiglio di amministrazione, anche su richiesta di uno | |
| o più amministratori, può chiedere agli amministratori delegati che i dirigenti | |
| dell'emittente e quelli delle società del gruppo che ad esso fa capo, | |
| responsabili delle funzioni aziendali competenti secondo la materia, |
(cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| intervengano alle riunioni consiliari per fornire gli opportuni approfondimenti | |
| sugli argomenti posti all'ordine del giorno. La relazione sul governo societario | |
| fornisce informazioni sulla loro effettiva partecipazione. | |
| Art. 2 – Composizione del consiglio di amministrazione | |
| Principi | |
| 2.P.1. Il consiglio di amministrazione è composto da amministratori esecutivi e | (cfr. Capitoli 5.2 e 5.3 della RCG) |
| non esecutivi, dotati di adeguata competenza e professionalità. | |
| 2.P.2. Gli amministratori non esecutivi apportano le loro specifiche |
|
| competenze alle discussioni consiliari, contribuendo all'assunzione di decisioni | |
| consapevoli e prestando particolare cura alle aree in cui possono manifestarsi | (cfr. Capitolo 5.3 della RCG) |
| conflitti di interesse. | |
| 2.P.3. Il numero, la competenza, l'autorevolezza e la disponibilità di tempo | |
| degli amministratori non esecutivi sono tali da garantire che il loro giudizio | (cfr. Capitoli 5.2 e 5.3 della RCG) |
| possa avere un peso significativo nell'assunzione delle decisioni consiliari. | |
| 2.P.4. È opportuno evitare la concentrazione di cariche sociali in una sola | |
| persona. | (cfr. Capitoli 5.4 e 5.5 della RCG) |
| 2.P.5. Il consiglio di amministrazione, allorché abbia conferito deleghe | |
| gestionali al presidente, fornisce adeguata informativa nella relazione sul | (cfr. Capitoli 5.4 e 5.5 della RCG) |
| governo societario in merito alle ragioni di tale scelta organizzativa. | |
| Criteri applicativi | |
| 2.C.1. Sono qualificati amministratori esecutivi dell'emittente: | |
| gli amministratori delegati dell'emittente o di una società controllata |
|
| avente rilevanza strategica, ivi compresi i relativi presidenti quando | |
| ad essi vengano attribuite deleghe individuali di gestione o quando | |
| essi abbiano uno specifico ruolo nell'elaborazione delle strategie | |
| aziendali; | |
| gli amministratori che ricoprono incarichi direttivi nell'emittente o in |
(cfr. Capitoli 5.4 e 5.5 della RCG) |
| una società controllata avente rilevanza strategica, ovvero nella | |
| società controllante quando l'incarico riguardi anche l'emittente; | |
| gli amministratori che ricoprono incarichi direttivi nell'emittente o in |
|
| una società controllata avente rilevanza strategica, ovvero nella | |
| società controllante quando l'incarico riguardi anche l'emittente; | |
| gli amministratori che fanno parte del comitato esecutivo dell'emittente, quando manchi l'identificazione di un amministratore delegato o quando la partecipazione al comitato esecutivo, tenuto conto della frequenza delle riunioni e dell'oggetto delle relative |
|
|---|---|
| delibere, comporti, di fatto, il coinvolgimento sistematico dei suoi componenti nella gestione corrente dell'emittente. L'attribuzione di poteri vicari o per i soli casi di urgenza ad amministratori non muniti di deleghe gestionali non vale, di per sé, a configurarli come |
|
| amministratori esecutivi, salvo che tali poteri siano, di fatto, utilizzati con | |
| notevole frequenza. 2.C.2. Gli amministratori sono tenuti a conoscere i compiti e le responsabilità |
|
| inerenti alla carica. | |
| Il presidente del consiglio di amministrazione cura che gli amministratori e i sindaci possano partecipare, successivamente alla nomina e durante il mandato, nelle forme più opportune, a iniziative finalizzate a fornire loro un'adeguata conoscenza del settore di attività in cui opera l'emittente, delle dinamiche aziendali e della loro evoluzione, dei principi di corretta gestione dei rischi nonché del quadro normativo e autoregolamentare di riferimento. L'emittente riporta nella relazione sul governo societario la tipologia e le modalità organizzative delle iniziative che hanno avuto luogo durante |
(cfr. Capitolo 5.2 della RCG) |
| l'esercizio di riferimento. 2.C.3. Il consiglio di amministrazione designa un amministratore indipendente |
|
| quale lead independent director, nei seguenti casi: (i) se il presidente del consiglio di amministrazione è il principale responsabile della gestione dell'impresa (chief executive officer); (ii) se la carica di presidente è ricoperta dalla persona che controlla l'emittente. Il consiglio di amministrazione degli emittenti appartenenti all'indice FTSE-Mib designa un lead independent director se ciò è richiesto dalla maggioranza degli amministratori indipendenti, salvo diversa e motivata valutazione da parte del |
(pur non rientrando in nessuna delle due ipotesi indicate nel criterio applicativo il CdA - su designazione degli amministratori indipendenti - ha nominato un LID - cfr. Capitolo 5.7 RCG) |
| consiglio da rendere nota nell'ambito della relazione sul governo societario. | |
| 2.C.4. Il lead independent director: a) rappresenta un punto di riferimento e di coordinamento delle istanze e dei contributi degli amministratori non esecutivi e, in particolare, di quelli che sono indipendenti ai sensi del successivo articolo 3; b) collabora con il presidente del consiglio di amministrazione al fine di garantire che gli amministratori siano destinatari di flussi informativi completi e tempestivi. |
(cfr. Capitolo 5.7 della RCG) |
| 2.C.5. Il chief executive officer di un emittente (A) non assume l'incarico di | (allo stato il CEO di Telecom Italia |
| amministratore di un altro emittente (B) non appartenente allo stesso gruppo, di cui sia chief executive officer un amministratore dell'emittente (A). |
non ricopre incarichi di amministratore in altre società nelle quali sia CEO un amministratore di Telecom Italia; cfr. Tabella 2 della RCG) |
| Art. 3 – Amministratori indipendenti | |
| Principi | |
| 3.P.1. Un numero adeguato di amministratori non esecutivi sono indipendenti, nel senso che non intrattengono, né hanno di recente intrattenuto, neppure indirettamente, con l'emittente o con soggetti legati all'emittente, relazioni tali da condizionarne attualmente l'autonomia di giudizio. |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| 3.P.2. L'indipendenza degli amministratori è valutata dal consiglio di amministrazione dopo la nomina e, successivamente, con cadenza annuale. L'esito delle valutazioni del consiglio è comunicato al mercato. |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| Criteri applicativi 3.C.1. Il consiglio di amministrazione valuta l'indipendenza dei propri |
|
| componenti non esecutivi avendo riguardo più alla sostanza che alla forma e tenendo presente che un amministratore non appare, di norma, indipendente nelle seguenti ipotesi, da considerarsi come non tassative: a) se, direttamente o indirettamente, anche attraverso società controllate, fiduciari o interposta persona, controlla l'emittente o è in grado di esercitare su di esso un'influenza notevole, o partecipa a un patto parasociale attraverso il quale uno o più soggetti possono esercitare il controllo o un'influenza notevole sull'emittente; |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) |
| b) se è, o è stato nei precedenti tre esercizi, un esponente di rilievo dell'emittente, di una sua controllata avente rilevanza strategica o di una società sottoposta a comune controllo con l'emittente, ovvero di una società o di un ente che, anche insieme con altri attraverso un patto parasociale, controlla l'emittente o è in grado di esercitare sullo stesso un'influenza notevole c) se, direttamente o indirettamente (ad esempio attraverso società |
| controllate o delle quali sia esponente di rilievo, ovvero in qualità di partner di uno studio professionale o di una società di consulenza), |
||
|---|---|---|
| ha, o ha avuto nell'esercizio precedente, una significativa relazione | ||
| commerciale, finanziaria o professionale: | ||
| con l'emittente, una sua controllata, o con alcuno dei relativi esponenti di rilievo; |
||
| con un soggetto che, anche insieme con altri attraverso un |
||
| patto parasociale, controlla l'emittente, ovvero – trattandosi di società o ente – con i relativi esponenti di rilievo; |
||
| ovvero è, o è stato nei precedenti tre esercizi, lavoratore dipendente | ||
| di uno dei predetti soggetti; | ||
| d) | se riceve, o ha ricevuto nei precedenti tre esercizi, dall'emittente o da una società controllata o controllante una significativa |
|
| remunerazione aggiuntiva (rispetto all'emolumento "fisso" di amministratore non esecutivo dell'emittente e al compenso per la |
||
| partecipazione ai comitati raccomandati dal presente Codice) anche sotto forma di partecipazione a piani di incentivazione legati alla |
||
| performance aziendale, anche a base azionaria; | ||
| e) | se è stato amministratore dell'emittente per più di nove anni negli ultimi dodici anni; |
|
| f) | se riveste la carica di amministratore esecutivo in un'altra società nella quale un amministratore esecutivo dell'emittente abbia un |
|
| g) | incarico di amministratore; se è socio o amministratore di una società o di un'entità |
|
| appartenente alla rete della società incaricata della revisione legale dell'emittente; |
||
| h) | se è uno stretto familiare di una persona che si trovi in una delle situazioni di cui ai precedenti punti. |
|
| 3.C.2. Ai fini di quanto sopra, sono da considerarsi "esponenti di rilievo" di una | ||
| società o di un ente: il presidente dell'ente, il presidente del consiglio di amministrazione, gli amministratori esecutivi e i dirigenti con responsabilità |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) | |
| strategiche della società o dell'ente considerato. | ||
| 3.C.3. Il numero e le competenze degli amministratori indipendenti sono | ||
| adeguati in relazione alle dimensioni del consiglio e all'attività svolta dall'emittente; sono inoltre tali da consentire la costituzione di comitati |
||
| all'interno del consiglio, secondo le indicazioni contenute nel Codice. | (cfr. Capitolo 5.6 della RCG) | |
| Negli emittenti appartenenti all'indice FTSE-Mib almeno un terzo del consiglio | ||
| di amministrazione è costituito da amministratori indipendenti. Se a tale quota corrisponde un numero non intero, quest'ultimo è arrotondato per difetto. |
||
| In ogni caso gli amministratori indipendenti non sono meno di due. | ||
| 3.C.4. Dopo la nomina di un amministratore che si qualifica indipendente e | ||
| successivamente, al ricorrere di circostanze rilevanti ai fini dell'indipendenza e comunque almeno una volta all'anno, il consiglio di amministrazione valuta, |
||
| sulla base delle informazioni fornite dall'interessato o a disposizione | ||
| dell'emittente, le relazioni che potrebbero essere o apparire tali da |
||
| compromettere l'autonomia di giudizio di tale amministratore. Il consiglio di amministrazione rende noto l'esito delle proprie valutazioni, dopo |
||
| la nomina, mediante un comunicato diffuso al mercato e, successivamente, | (cfr. Capitolo 5.6 della RCG) | |
| nell'ambito della relazione sul governo societario. | ||
| | In tali documenti il consiglio di amministrazione: riferisce se siano stati adottati e, in tal caso, con quale motivazione, |
|
| parametri di valutazione differenti da quelli indicati nel Codice, anche | ||
| con riferimento a singoli amministratori | ||
| | illustra i criteri quantitativi e/o qualitativi eventualmente utilizzati per valutare la significatività dei rapporti oggetto di valutazione |
|
| 3.C.5. Il collegio sindacale, nell'ambito dei compiti ad esso attribuiti dalla | ||
| legge, verifica la corretta applicazione dei criteri e delle procedure di accertamento adottati dal consiglio per valutare l'indipendenza dei propri |
(cfr. Capitolo 5.6 della RCG) | |
| membri. L'esito di tali controlli è reso noto al mercato nell'ambito della | ||
| relazione sul governo societario o della relazione dei sindaci all'assemblea. 3.C.6. Gli amministratori indipendenti si riuniscono almeno una volta all'anno |
||
| in assenza degli altri amministratori. | (cfr. Capitolo 5.7 della RCG) | |
| Art. 4 – Istituzione e funzionamento dei comitati interni al consiglio di | ||
| amministrazione Principi |
||
| 4.P.1. Il consiglio di amministrazione istituisce al proprio interno uno o più | ||
| comitati con funzioni propositive e consultive secondo quanto indicato nei | (cfr. Capitolo 7 della RCG) | |
| successivi articoli. |
| Criteri applicativi | ||
|---|---|---|
| 4.C.1. L'istituzione e il funzionamento dei comitati previsti dal Codice | ||
| rispondono ai seguenti criteri: | ||
| a) | i comitati sono composti da non meno di tre membri. Tuttavia, negli | |
| emittenti il cui consiglio di amministrazione è composto da non più di | ||
| otto membri, i comitati possono essere composti da due soli | ||
| consiglieri, purché indipendenti. I lavori dei comitati sono coordinati | ||
| da un presidente; | ||
| b) | i compiti dei singoli comitati sono stabiliti con la deliberazione con cui | |
| sono costituiti e possono essere integrati o modificati con successiva | ||
| deliberazione del consiglio di amministrazione; | ||
| c) | le funzioni che il Codice attribuisce a diversi comitati possono essere | |
| distribuite in modo differente o demandate ad un numero di comitati | ||
| inferiore a quello previsto, purché si rispettino le regole per la | ||
| composizione di volta in volta indicate dal Codice e si garantisca il | ||
| raggiungimento degli obiettivi sottostanti; | ||
| d) | le riunioni di ciascun comitato sono verbalizzate e il presidente del | |
| comitato ne dà informazione al primo consiglio di amministrazione | ||
| utile; | ||
| e) | nello svolgimento delle proprie funzioni, i comitati hanno la facoltà di | (cfr. Capitoli 8 e 10 della RCG) |
| accedere alle informazioni e alle funzioni aziendali necessarie per lo | ||
| svolgimento dei loro compiti nonché di avvalersi di consulenti esterni, | ||
| nei termini stabiliti dal consiglio di amministrazione. L'emittente | ||
| mette a disposizione dei comitati risorse finanziarie adeguate per | ||
| l'adempimento dei propri compiti, nei limiti del budget approvato dal | ||
| consiglio; | ||
| f) | alle riunioni di ciascun comitato possono partecipare soggetti che non | |
| ne sono membri, inclusi altri componenti del consiglio o della | ||
| struttura dell'emittente, su invito del comitato stesso, con riferimento | ||
| a singoli punti all'ordine del giorno; | ||
| g) | l'emittente fornisce adeguata informativa, nell'ambito della relazione | |
| sul governo societario, sull'istituzione e sulla composizione dei | ||
| comitati, sul contenuto dell'incarico ad essi conferito nonché, in base | ||
| alle indicazioni fornite da ogni comitato, sull'attività effettivamente | ||
| svolta nel corso dell'esercizio, sul numero e sulla durata media delle | ||
| riunioni tenutesi e sulla relativa percentuale di partecipazione di | ||
| ciascun membro. | ||
| 4.C.2. L'istituzione di uno o più comitati può essere evitata riservando le | ||
| relative funzioni all'intero consiglio, sotto il coordinamento del presidente e alle | ||
| seguenti condizioni: (i) gli amministratori indipendenti rappresentino almeno la | ||
| metà del consiglio di amministrazione, con arrotondamento all'unità inferiore | ||
| qualora il consiglio sia formato da un numero dispari di persone; (ii) | Pur essendo il Consiglio di | |
| all'espletamento delle funzioni che il Codice attribuisce ai comitati medesimi | Amministrazione di Telecom Italia | |
| siano dedicati, all'interno delle sedute consiliari, adeguati spazi, dei quali | composto in maggioranza da | |
| venga dato conto nella relazione sul governo societario; (iii) limitatamente al | consiglieri che si qualificano come | |
| comitato controllo e rischi, l'emittente non sia controllato da un'altra società | indipendenti, sono stati istituiti sia | |
| quotata, o sottoposto a direzione e coordinamento. | il Comitato per il Controllo e Rischi | |
| Il consiglio di amministrazione illustra analiticamente nella relazione sul | che il Comitato per le nomine e la | |
| governo societario i motivi sottesi alla scelta di non istituire uno o più comitati; | remunerazione | |
| in particolare, motiva adeguatamente la scelta di non istituire il comitato | ||
| controllo e rischi in relazione al grado di complessità dell'emittente e al settore | ||
| in cui esso opera. Inoltre il consiglio procede periodicamente a rivalutare la | ||
| scelta effettuata. | ||
| Art. 5 – Nomina degli amministratori | ||
| Principi | ||
| 5.P.1. Il consiglio di amministrazione costituisce al proprio interno un comitato | (cfr. Capitolo 8 della RCG) | |
| per le nomine, composto, in maggioranza, da amministratori indipendenti. | ||
| Criteri applicativi | ||
| 5.C.1. Il comitato per le nomine è investito delle seguenti funzioni: | ||
| a) | formulare pareri al consiglio di amministrazione in merito alla | |
| dimensione e alla composizione dello stesso ed esprimere |
||
| raccomandazioni in merito alle figure professionali la cui presenza | ||
| all'interno del consiglio sia ritenuta opportuna nonché sugli argomenti | (cfr. Capitolo 8 della RCG) | |
| di cui agli artt. 1.C.3 e 1.C.4; | ||
| b) | proporre al consiglio di amministrazione candidati alla carica di | |
| amministratore nei casi di cooptazione, ove occorra sostituire | ||
| amministratori indipendenti. | ||
| 5.C.2. Il consiglio di amministrazione valuta se adottare un piano per la | ||
| successione degli amministratori esecutivi. Nel caso in cui abbia adottato tale | (cfr. Capitolo 5.1 della RCG) |
| piano, l'emittente ne dà informativa nella relazione sul governo societario. | |
|---|---|
| L'istruttoria sulla predisposizione del piano è effettuata dal comitato per le | |
| nomine o da altro comitato interno al consiglio a ciò preposto. | |
| Art. 6 – Remunerazione degli amministratori Principi |
|
| 6.P.1. La remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità | |
| strategiche è stabilita in misura sufficiente ad attrarre, trattenere e motivare | |
| persone dotate delle qualità professionali richieste per gestire con successo | (cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| l'emittente. | |
| 6.P.2. La remunerazione degli amministratori esecutivi e dei dirigenti con | |
| responsabilità strategiche è definita in modo tale da allineare i loro interessi | |
| con il perseguimento dell'obiettivo prioritario della creazione di valore per gli | |
| azionisti in un orizzonte di medio-lungo periodo. Per gli amministratori che sono | |
| destinatari di deleghe gestionali o che svolgono, anche solo di fatto, funzioni | |
| attinenti alla gestione dell'impresa nonché per i dirigenti con responsabilità strategiche, una parte significativa della remunerazione è legata al |
(cfr. Capitolo 9 della RCG) |
| raggiungimento di specifici obiettivi di performance, anche di natura non | |
| economica, preventivamente indicati e determinati in coerenza con le linee | |
| guida contenute nella politica di cui al successivo principio 6.P.4. | |
| La remunerazione degli amministratori non esecutivi è commisurata |
|
| all'impegno richiesto a ciascuno di essi, tenuto anche conto dell'eventuale | |
| partecipazione ad uno o più comitati. | |
| 6.P.3. Il consiglio di amministrazione costituisce al proprio interno un comitato | |
| per la remunerazione, composto da amministratori indipendenti. In alternativa, il comitato può essere composto da amministratori non esecutivi, in |
|
| maggioranza indipendenti; in tal caso, il presidente del comitato è scelto tra gli | |
| amministratori indipendenti. Almeno un componente del comitato possiede | (cfr. Capitolo 8 della RCG ) |
| una adeguata conoscenza ed esperienza in materia finanziaria o di politiche | |
| retributive, da valutarsi dal consiglio di amministrazione al momento della | |
| nomina. | |
| 6.P.4. Il consiglio di amministrazione, su proposta del comitato per la | |
| remunerazione, definisce una politica per la remunerazione degli |
(cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche. 6.P.5. L'emittente, in occasione della cessazione dalla carica e/o dello |
|
| scioglimento del rapporto con un amministratore esecutivo o un direttore | |
| generale, rende note, ad esito dei processi interni che conducono | (cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| all'attribuzione o al riconoscimento di indennità e/o altri benefici, informazioni | |
| dettagliate in merito, mediante un comunicato diffuso al mercato. | |
| Criteri applicativi | |
| 6.C.1. La politica per la remunerazione degli amministratori esecutivi o investiti | |
| di particolari cariche definisce linee guida con riferimento alle tematiche e in coerenza con i criteri di seguito indicati: |
|
| a) la componente fissa e la componente variabile sono adeguatamente |
|
| bilanciate in funzione degli obiettivi strategici e della politica di gestione | |
| dei rischi dell'emittente, tenuto anche conto del settore di attività in cui | |
| esso opera e delle caratteristiche dell'attività d'impresa concretamente | |
| svolta; | |
| b) sono previsti limiti massimi per le componenti variabili; |
|
| c) la componente fissa è sufficiente a remunerare la prestazione dell'amministratore nel caso in cui la componente variabile non fosse |
|
| erogata a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi di |
|
| performance indicati dal consiglio di amministrazione; | (cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| d) gli obiettivi di performance -ovvero i risultati economici e gli eventuali |
|
| altri obiettivi specifici cui è collegata l'erogazione delle componenti | |
| variabili (ivi compresi gli obiettivi definiti per i piani di remunerazione | |
| basati su azioni) -sono predeterminati, misurabili e collegati alla | |
| creazione di valore per gli azionisti in un orizzonte di medio-lungo periodo; |
|
| e) la corresponsione di una porzione rilevante della componente variabile |
|
| della remunerazione è differita di un adeguato lasso temporale rispetto | |
| al momento della maturazione; la misura di tale porzione e la durata | |
| del differimento sono coerenti con le caratteristiche dell'attività | |
| d'impresa svolta e con i connessi profili di rischio; | |
| f) sono previste intese contrattuali che consentono alla società di |
|
| chiedere la restituzione, in tutto o in parte, di componenti variabili della remunerazione versate (o di trattenere somme oggetto di differimento), |
(cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| determinate sulla base di dati che si siano rivelati in seguito | |
| manifestamente errati; | |
| g) l'indennità eventualmente prevista per la cessazione del rapporto di | (cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| amministrazione è definita in modo tale che il suo ammontare | |
|---|---|
| complessivo non superi un determinato importo o un determinato | |
| numero di anni di remunerazione. Tale indennità non è corrisposta se | |
| la cessazione del rapporto è dovuta al raggiungimento di risultati | |
| obiettivamente inadeguati. | |
| 6.C.2. Nel predisporre piani di remunerazione basati su azioni, il consiglio di | |
| amministrazione assicura che: | |
| a) le azioni, le opzioni e ogni altro diritto assegnato agli amministratori di |
|
| acquistare azioni o di essere remunerati sulla base dell'andamento del | |
| prezzo delle azioni abbiano un periodo medio di vesting pari ad almeno | |
| (cfr. Capitolo 9 della RCG ) | |
| tre anni; | |
| b) il vesting di cui al punto a) sia soggetto a obiettivi di performance |
|
| predeterminati e misurabili; | |
| c) gli amministratori mantengano sino al termine del mandato una quota |
|
| delle azioni assegnate o acquistate attraverso l'esercizio dei diritti di cui | |
| al punto a). | |
| 6.C.3. I criteri 6.C.1 e 6.C.2 si applicano, in quanto compatibili, anche alla | |
| determinazione -da parte degli organi a ciò delegati -della remunerazione dei | |
| dirigenti con responsabilità strategiche. | |
| I meccanismi di incentivazione del responsabile della funzione di internal audit | (cfr. Capitolo 9 della RCG ) |
| e del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari sono | |
| coerenti con i compiti ad essi assegnati. | |
| 6.C.4. La remunerazione degli amministratori non esecutivi non è -se non per | |
| una parte non significativa - legata ai risultati economici conseguiti |
|
| dall'emittente. Gli amministratori non esecutivi non sono destinatari di piani di | (cfr. Capitolo 9 della RCG) |
| remunerazione basati su azioni, salvo motivata decisione dell'assemblea dei | |
| soci. | |
| 6.C.5. Il comitato per la remunerazione: | |
| valuta periodicamente l'adeguatezza, la coerenza complessiva e la |
|
| concreta applicazione della politica per la remunerazione degli | |
| amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche, |
|
| avvalendosi a tale ultimo riguardo delle informazioni fornite dagli | |
| amministratori delegati; formula al consiglio di amministrazione | |
| proposte in materia; | (cfr. Capitoli 8 - 9 della RCG) |
| presenta proposte o esprime pareri al consiglio di amministrazione |
|
| sulla remunerazione degli amministratori esecutivi e degli altri | |
| amministratori che ricoprono particolari cariche nonché sulla | |
| fissazione degli obiettivi di performance correlati alla componente | |
| variabile di tale remunerazione; monitora l'applicazione delle | |
| decisioni adottate dal consiglio stesso verificando, in particolare, | |
| l'effettivo raggiungimento degli obiettivi di performance. | |
| 6.C.6. Nessun amministratore prende parte alle riunioni del comitato per la | (cfr. Capitoli 8 - 9 della RCG ed art. |
| remunerazione in cui vengono formulate le proposte al consiglio di | 2.4 del regolamento del Comitato |
| amministrazione relative alla propria remunerazione. | per le nomine e la remunerazione) |
| 6.C.7. Qualora intenda avvalersi dei servizi di un consulente al fine di ottenere | |
| informazioni sulle pratiche di mercato in materia di politiche retributive, il | |
| comitato per le remunerazioni verifica preventivamente che esso non si trovi in | (cfr. Capitoli 8 - 9 della RCG ) |
| situazioni che ne compromettano l'indipendenza di giudizio. | |
| 6.C.8. La comunicazione al mercato di cui al principio 6.P.5 comprende: | |
| a) adeguate informazioni sull'indennità e/o altri benefici, incluso il relativo |
|
| ammontare, la tempistica di erogazione -distinguendo la parte | |
| corrisposta immediatamente da quella eventualmente soggetta a | |
| meccanismi di differimento e distinguendo altresì le componenti | |
| attribuite in forza della carica di amministratore da quelle relative a | |
| eventuali rapporti di lavoro dipendente -ed eventuali clausole di | |
| restituzione, con particolare riferimento a: | |
| indennità di fine carica o di cessazione del rapporto di lavoro, |
|
| specificando la fattispecie che ne giustifica la maturazione (ad | |
| esempio, per scadenza dalla carica, revoca dalla medesima o | (cfr. Capitolo 9 della RCG) |
| accordo transattivo); | |
| mantenimento dei diritti connessi ad eventuali piani di |
|
| incentivazione monetaria o basati su strumenti finanziari; | |
| benefici (monetari o non monetari) successivi alla cessazione dalla |
|
| carica; | |
| impegni di non concorrenza, descrivendone i principali contenuti; |
|
| ogni altro compenso attribuito a qualsiasi titolo e in qualsiasi forma; |
|
| b) informazioni circa la conformità o meno dell'indennità e/o degli altri |
|
| benefici alle indicazioni contenute nella politica per la remunerazione, |
| politica medesima, informazioni sulle procedure deliberative seguite in applicazione della disciplina Consob in materia di operazioni con parti |
|
|---|---|
| correlate; | |
| c) indicazioni circa l'applicazione, o meno, di eventuali meccanismi che |
|
| pongono vincoli o correttivi alla corresponsione dell'indennità nel caso | |
| in cui la cessazione del rapporto sia dovuta al raggiungimento di | |
| risultati obiettivamente inadeguati, nonché circa l'eventuale |
|
| formulazione di richieste di restituzione di compensi già corrisposti; | |
| d) informazione circa il fatto che la sostituzione dell'amministratore |
|
| esecutivo o del direttore generale cessato è regolata da un piano per la | |
| successione eventualmente adottato dalla società e, in ogni caso, | |
| indicazioni in merito alle procedure che sono state o saranno seguite | |
| nella sostituzione dell'amministratore o del direttore. | |
| Art. 7 – Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi | |
| Principi | |
| 7.P.1. Ogni emittente si dota di un sistema di controllo interno e di gestione dei | |
| rischi costituito dall'insieme delle regole, delle procedure e delle strutture | |
| organizzative volte a consentire l'identificazione, la misurazione, la gestione e il | |
| monitoraggio dei principali rischi. Tale sistema è integrato nei più generali | (cfr. Capitolo 12 della RCG) |
| assetti organizzativi e di governo societario adottati dall'emittente e tiene in | |
| adeguata considerazione i modelli di riferimento e le best practices esistenti in | |
| ambito nazionale e internazionale. | |
| 7.P.2. Un efficace sistema di controllo interno e di gestione dei rischi | |
| contribuisce a una conduzione dell'impresa coerente con gli obiettivi aziendali | |
| definiti dal consiglio di amministrazione, favorendo l'assunzione di decisioni | |
| consapevoli. Esso concorre ad assicurare la salvaguardia del patrimonio | (cfr. Capitolo 12 della RCG) |
| sociale, l'efficienza e l'efficacia dei processi aziendali, l'affidabilità delle | |
| informazioni fornite agli organi sociali ed al mercato, il rispetto di leggi e | |
| regolamenti nonché dello statuto sociale e delle procedure interne. | |
| 7.P.3. Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi coinvolge, ciascuno | |
| per le proprie competenze: | |
| a) il consiglio di amministrazione, che svolge un ruolo di indirizzo e di |
|
| valutazione dell'adeguatezza del sistema e individua al suo interno: | (cfr. Capitolo 12 della RCG) |
| i. uno o più amministratori, incaricati dell'istituzione e del |
|
| mantenimento di un efficace sistema di controllo interno e di gestione | (cfr. Capitolo 12.1 della RCG) |
| dei rischi (nel seguito dell'articolo 7, l'"amministratore incaricato del | |
| sistema di controllo interno e di gestione dei rischi"), nonché | |
| ii. un comitato controllo e rischi, avente le caratteristiche indicate nel |
|
| principio 7.P.4, con il compito di supportare, con un'adeguata attività | |
| istruttoria, le valutazioni e le decisioni del consiglio di |
|
| amministrazione relative al sistema di controllo interno e di gestione | (cfr. Capitolo 10 della RCG) |
| dei rischi, nonché quelle relative all'approvazione delle relazioni | |
| finanziarie periodiche; | |
| b) il responsabile della funzione di internal audit, incaricato di verificare che |
|
| il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi sia funzionante e | (cfr. Capitolo 12.2 della RCG) |
| adeguato; | |
| c) gli altri ruoli e funzioni aziendali con specifici compiti in tema di controllo |
|
| interno e gestione dei rischi, articolati in relazione a dimensioni, | (cfr. Capitolo 12.6 della RCG) |
| complessità e profilo di rischio dell'impresa; | |
| d) il collegio sindacale, anche in quanto comitato per il controllo interno e la |
|
| revisione contabile, che vigila sull'efficacia del sistema di controllo interno | |
| e di gestione dei rischi. | |
| L'emittente prevede modalità di coordinamento tra i soggetti sopra elencati al | (cfr. Capitolo 12.6 della RCG) |
| fine di massimizzare l'efficienza del sistema di controllo interno e di gestione | |
| dei rischi e di ridurre le duplicazioni di attività. | |
| 7.P.4. Il comitato controllo e rischi è composto da amministratori indipendenti. | |
| In alternativa, il comitato può essere composto da amministratori non | |
| esecutivi, in maggioranza indipendenti; in tal caso, il presidente del comitato è | |
| scelto tra gli amministratori indipendenti. Se l'emittente è controllato da altra | |
| società quotata o è soggetto all'attività di direzione e coordinamento di un'altra | (cfr. Capitolo 10 della RCG) |
| società, il comitato è comunque composto esclusivamente da amministratori | |
| indipendenti. Almeno un componente del comitato possiede un'adeguata | |
| esperienza in materia contabile e finanziaria o di gestione dei rischi, da | |
| valutarsi da parte del consiglio di amministrazione al momento della nomina. | |
| Criteri applicativi | |
| 7.C.1. Il consiglio di amministrazione, previo parere del comitato controllo e | |
| rischi: | |
| a) definisce le linee di indirizzo del sistema di controllo interno e di |
(cfr. Capitolo 12 della RCG) |
| gestione dei rischi, in modo che i principali rischi afferenti all'emittente |
| e alle sue controllate risultino correttamente identificati, nonché | ||
|---|---|---|
| adeguatamente misurati, gestiti e monitorati, determinando inoltre il | ||
| grado di compatibilità di tali rischi con una gestione dell'impresa | ||
| coerente con gli obiettivi strategici individuati; | ||
| b) | valuta, con cadenza almeno annuale, l'adeguatezza del sistema di | |
| controllo interno e di gestione dei rischi rispetto alle caratteristiche | ||
| dell'impresa e al profilo di rischio assunto, nonché la sua efficacia; | ||
| c) | approva, con cadenza almeno annuale, il piano di lavoro predisposto | |
| dal responsabile della funzione di internal audit, sentiti il collegio | ||
| sindacale e l'amministratore incaricato del sistema di controllo interno | ||
| e di gestione dei rischi; | ||
| d) | descrive, nella relazione sul governo societario, le principali |
|
| caratteristiche del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e | ||
| le modalità di coordinamento tra i soggetti in esso coinvolti, | ||
| esprimendo la propria valutazione sull'adeguatezza dello stesso; | ||
| e) | valuta, sentito il collegio sindacale, i risultati esposti dal revisore legale | |
| nella eventuale lettera di suggerimenti e nella relazione sulle questioni | ||
| fondamentali emerse in sede di revisione legale. | ||
| Il consiglio di amministrazione, su proposta dell'amministratore incaricato del | ||
| (la nomina dell'attuale | ||
| sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e previo parere favorevole | responsabile della funzione | |
| del comitato controllo e rischi, nonché sentito il collegio sindacale: | ||
| | nomina e revoca il responsabile della funzione di internal audit; | Internal Audit è avvenuta - con il |
| coinvolgimento di tutti gli attori | ||
| | assicura che lo stesso sia dotato delle risorse adeguate |
previsti dal Codice di Autodisciplina |
| all'espletamento delle proprie responsabilità; | - secondo il processo riepilogato | |
| | ne definisce la remunerazione coerentemente con le politiche | |
| aziendali. | nel Capitolo 12.2 della RCG) | |
| 7.C.2. | Il comitato controllo e rischi, nell'assistere il consiglio di |
|
| amministrazione: | ||
| a. | valuta, unitamente al dirigente preposto alla redazione dei documenti | |
| contabili societari e sentiti il revisore legale e il collegio sindacale, il | ||
| corretto utilizzo dei principi contabili e, nel caso di gruppi, la loro | ||
| omogeneità ai fini della redazione del bilancio consolidato; | ||
| b. | esprime pareri su specifici aspetti inerenti alla identificazione dei | |
| principali rischi aziendali; | ||
| c. | esamina le relazioni periodiche, aventi per oggetto la valutazione del | |
| sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, e quelle di | ||
| particolare rilevanza predisposte dalla funzione internal audit; | ||
| d. | monitora l'autonomia, l'adeguatezza, l'efficacia e l'efficienza della | (cfr. Capitolo 10 della RCG) |
| funzione di internal audit; | ||
| e. | può chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche | |
| su specifiche aree operative, dandone contestuale comunicazione al | ||
| presidente del collegio sindacale; | ||
| f. | riferisce al consiglio, almeno semestralmente, in occasione |
|
| dell'approvazione della relazione finanziaria annuale e semestrale, | ||
| sull'attività svolta nonché sull'adeguatezza del sistema di controllo | ||
| interno e di gestione dei rischi; | ||
| g. | supporta, con un'adeguata attività istruttoria, le valutazioni e le | |
| decisioni del consiglio di amministrazione relative alla gestione di | ||
| rischi derivanti da fatti pregiudizievoli di cui il consiglio di | ||
| amministrazione sia venuto a conoscenza. | ||
| 7.C.3. Ai lavori del comitato controllo e rischi partecipa il presidente del | ||
| collegio sindacale o altro sindaco da lui designato; possono comunque |
(cfr. Capitolo 10 della RCG) | |
| partecipare anche gli altri sindaci. | ||
| 7.C.4. L'amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione | ||
| dei rischi: | ||
| a) | cura l'identificazione dei principali rischi aziendali, tenendo conto | |
| delle caratteristiche delle attività svolte dall'emittente e dalle sue | ||
| controllate, e li sottopone periodicamente all'esame del consiglio di | ||
| amministrazione; | ||
| b) | dà esecuzione alle linee di indirizzo definite dal consiglio di | |
| amministrazione, curando la progettazione, realizzazione e gestione | ||
| del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e | (cfr. Capitolo 12.1 della RCG) | |
| verificandone costantemente l'adeguatezza e l'efficacia; | ||
| c) | si occupa dell'adattamento di tale sistema alla dinamica delle | |
| condizioni operative e del panorama legislativo e regolamentare; | ||
| d) | può chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche | |
| su specifiche aree operative e sul rispetto delle regole e procedure | ||
| interne nell'esecuzione di operazioni aziendali, dandone contestuale comunicazione al presidente del consiglio di amministrazione, al |
| presidente del comitato controllo e rischi e al presidente del collegio | ||
|---|---|---|
| sindacale; | ||
| e) | riferisce tempestivamente al comitato controllo e rischi (o al consiglio | |
| di amministrazione) in merito a problematiche e criticità emerse nello | ||
| svolgimento della propria attività o di cui abbia avuto comunque notizia, affinché il comitato (o il consiglio) possa prendere le |
||
| opportune iniziative. | ||
| 7.C.5. Il responsabile della funzione di internal audit: | ||
| a) | verifica, sia in via continuativa sia in relazione a specifiche necessità | |
| e nel rispetto degli standard internazionali, l'operatività e l'idoneità | ||
| del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, attraverso un | ||
| piano di audit, approvato dal consiglio di amministrazione, basato su | ||
| un processo strutturato di analisi e prioritizzazione dei principali | ||
| rischi; | ||
| b) | non è responsabile di alcuna area operativa e dipende |
|
| gerarchicamente dal consiglio di amministrazione; | ||
| c) | ha accesso diretto a tutte le informazioni utili per lo svolgimento | |
| d) | dell'incarico; predispone relazioni periodiche contenenti adeguate informazioni |
|
| sulla propria attività, sulle modalità con cui viene condotta la | (cfr. Capitolo 12.2 della RCG) | |
| gestione dei rischi nonché sul rispetto dei piani definiti per il loro | ||
| contenimento. Le relazioni periodiche contengono una valutazione | ||
| sull'idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi; | ||
| e) | predispone tempestivamente relazioni su eventi di particolare | |
| rilevanza; | ||
| f) | trasmette le relazioni di cui ai punti d) ed e) ai presidenti del collegio | |
| sindacale, del comitato controllo e rischi e del consiglio di | ||
| amministrazione nonché all'amministratore incaricato del sistema di | ||
| controllo interno e di gestione dei rischi; | ||
| g) | verifica, nell'ambito del piano di audit, l'affidabilità dei sistemi | |
| informativi inclusi i sistemi di rilevazione contabile. | ||
| 7.C.6. La funzione di internal audit, nel suo complesso o per segmenti di operatività, può essere affidata a un soggetto esterno all'emittente, purché |
N.A. | |
| dotato di adeguati requisiti di professionalità, indipendenza e organizzazione. | (la responsabilità della funzione | |
| L'adozione di tali scelte organizzative, adeguatamente motivata, è comunicata | Internal Audit è affidata ad un | |
| agli azionisti e al mercato nell'ambito della relazione sul governo societario. | dipendente della Società) | |
| Art. 8 – Sindaci | ||
| Principi | ||
| 8.P.1. I sindaci agiscono con autonomia ed indipendenza anche nei confronti | (cfr. Capitoli 14 - 15 e Tabella 3 | |
| degli azionisti che li hanno eletti. | della RCG) | |
| 8.P.2. L'emittente predispone le misure atte a garantire un efficace | (cfr. Capitoli 14 - 15 e Tabella 3 | |
| svolgimento dei compiti propri del collegio sindacale. | della RCG) | |
| Criteri applicativi | ||
| 8.C.1. I sindaci sono scelti tra persone che possono essere qualificate come | ||
| indipendenti anche in base ai criteri previsti dal presente Codice con | ||
| riferimento agli amministratori. Il collegio verifica il rispetto di detti criteri dopo | ||
| la nomina e successivamente con cadenza annuale, trasmettendo l'esito di tali | (cfr. Capitoli 14 – 15 e Tabella 3 | |
| verifiche al consiglio di amministrazione che le espone, dopo la nomina, | della RCG) | |
| mediante un comunicato diffuso al mercato, e, successivamente, nell'ambito | ||
| della relazione sul governo societario con modalità conformi a quelle previste per gli amministratori. |
||
| 8.C.2. I sindaci accettano la carica quando ritengono di poter dedicare allo | (cfr. Capitoli 14 – 15 e Tabella 3 | |
| svolgimento diligente dei loro compiti il tempo necessario. | della RCG) | |
| 8.C.3. La remunerazione dei sindaci è commisurata all'impegno richiesto, alla | ||
| rilevanza del ruolo ricoperto nonché alle caratteristiche dimensionali e | (cfr. Capitolo 15 della RCG) | |
| settoriali dell'impresa. | ||
| 8.C.4. Il sindaco che, per conto proprio o di terzi, abbia un interesse in una | ||
| determinata operazione dell'emittente informa tempestivamente e in modo | (cfr. Capitoli 14 – 15 e Tabella 3 | |
| esauriente gli altri sindaci e il presidente del consiglio di amministrazione circa | della RCG) | |
| natura, termini, origine e portata del proprio interesse. | ||
| 8.C.5. Nell'ambito delle proprie attività, i sindaci possono chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree |
(cfr. Capitolo 12 della RCG) | |
| operative od operazioni aziendali. | ||
| 8.C.6. Il collegio sindacale e il comitato controllo e rischi si scambiano | ||
| tempestivamente le informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi | (cfr. Capitolo 10 della RCG) | |
| compiti. | ||
| Art. 9 – Rapporti con gli azionisti | ||
| Principi 9.P.1. Il consiglio di amministrazione promuove iniziative volte a favorire la |
(cfr. Capitolo 17 della RCG) |
| partecipazione più ampia possibile degli azionisti alle assemblee e a rendere | |
|---|---|
| agevole l'esercizio dei diritti dei soci. | |
| 9.P.2. Il consiglio di amministrazione si adopera per instaurare un dialogo | (cfr. Capitolo 17 della RCG) |
| continuativo con gli azionisti fondato sulla comprensione dei reciproci ruoli. | |
| Criteri applicativi | |
| 9.C.1. Il consiglio di amministrazione assicura che venga identificato un | |
| responsabile incaricato della gestione dei rapporti con gli azionisti e valuta | (cfr. Capitolo 16 della RCG) |
| periodicamente l'opportunità di procedere alla costituzione di una struttura | |
| aziendale incaricata di tale funzione. | |
| 9.C.2. Alle assemblee, di norma, partecipano tutti gli amministratori. Le | |
| assemblee sono occasione anche per la comunicazione agli azionisti di | |
| informazioni sull'emittente, nel rispetto della disciplina sulle informazioni | |
| privilegiate. In particolare, il consiglio di amministrazione riferisce in assemblea | (cfr. Capitolo 17 della RCG) |
| sull'attività svolta e programmata e si adopera per assicurare agli azionisti | |
| un'adeguata informativa circa gli elementi necessari perché essi possano | |
| assumere, con cognizione di causa, le decisioni di competenza assembleare. | |
| 9.C.3. Il consiglio di amministrazione propone all'approvazione dell'assemblea | |
| un regolamento che indichi le procedure da seguire al fine di consentire | (cfr. Capitolo 17 della RCG) |
| l'ordinato e funzionale svolgimento delle riunioni assembleari, garantendo, al | |
| contempo, il diritto di ciascun socio di prendere la parola sugli argomenti posti | |
| in discussione. | |
| 9.C.4. Il consiglio di amministrazione, in caso di variazioni significative nella | |
| capitalizzazione di mercato delle azioni dell'emittente o nella composizione | (cfr. Capitolo 17 della RCG) |
| della sua compagine sociale, valuta l'opportunità di proporre all'assemblea | |
| modifiche dello statuto in merito alle percentuali stabilite per l'esercizio delle | |
| azioni e delle prerogative poste a tutela delle minoranze. |
(ex art. 123-bis, comma 1, TUF) alla data del 31 dicembre 2016
Il capitale sociale sottoscritto e versato è riportato nella Tabella 1 - Struttura del capitale sociale al 31 dicembre 2016. Le azioni ordinarie e di risparmio della Società, prive di indicazione del valore nominale, sono quotate, oltre che alla Borsa Italiana, presso il New York Stock Exchange nella forma di American Depositary Shares, ciascuna corrispondente a n. 10 azioni ordinarie o di risparmio, rappresentate da American Depositary Receipts emesse da JPMorgan Chase Bank.
Le caratteristiche delle azioni di risparmio sono disciplinate all'art. 6 dello Statuto (consultabile sul sito internet www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Statuto Sociale).
In relazione al piano di incentivazione a base azionaria denominato "Piano di stock options 2014-2016" ed all'aumento di capitale al suo servizio, si rinvia alla nota "Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale" del bilancio separato della Società al 31 dicembre 2016 e all'apposito documento informativo consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione il Gruppo, canale Remunerazione.
Non esistono limitazioni statutarie alla disponibilità dei titoli azionari emessi dalla Società.
Telecom Italia è peraltro oggetto dei poteri speciali nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, ex d.l. n. 21/2012, convertito con modificazioni dalla legge n. 56/2012. Per una descrizione delle prerogative che l'autorità governativa è abilitata ad esercitare, si rinvia alla successiva lettera d) ("Titoli che conferiscono diritti speciali"). Il Piano di stock options 2014-2016 non prevede meccanismi di lock up.
Le partecipazioni rilevanti nel capitale ordinario di Telecom Italia alla data del 31 dicembre 2016 oltre a successive evoluzioni, risultano dalla Tabella 1 – Informazioni sugli assetti proprietari.
Lo Statuto non prevede azioni a voto plurimo o maggiorato, né sono emessi titoli che conferiscono diritti speciali di controllo.
Peraltro la normativa sugli attivi strategici nel settore delle comunicazioni (contenuta nei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri d'individuazione de "le reti e gli impianti, i beni e i rapporti di rilevanza strategica per il settore […] delle comunicazioni", come da art. 2 del d.l. n. 21/2012) contempla:
Governo può altresì ingiungere alla Società e all'eventuale controparte di ripristinare la situazione antecedente.
Non sono previste per i dipendenti azionisti modalità o limiti specifici all'esercizio del diritto di voto, a prescindere dalla provenienza (anche da specifici piani azionari loro dedicati) delle azioni detenute.
Non esistono restrizioni al diritto di voto delle azioni costituenti il capitale sociale ordinario di Telecom Italia. Alle azioni di risparmio non è attribuito il diritto di voto nelle assemblee degli azionisti ordinari. Per una descrizione delle restrizioni al diritto di voto derivanti dall'esercizio dei poteri speciali riservati allo Stato, si rimanda al precedente paragrafo d).
Allo stato non sussistono accordi parasociali rilevanti per Telecom Italia ai sensi dell'art. 122 del TUF.
In una serie di accordi di cui Telecom Italia e/o le sue controllate sono parti, è previsto l'onere di comunicazione del cambiamento di controllo e talvolta il fenomeno del change of control comporta una modifica o l'estinzione del rapporto. Si riferisce di seguito delle situazioni in cui il cambio di controllo è significativo, non soggette a vincoli contrattuali di confidenzialità.
Rispetto ai rapporti di finanziamento di seguito indicati:
Telecom Italia deve dare comunicazione del cambiamento di controllo alla banca ovvero all'agente, ove previsto, entro 5 giorni lavorativi e la banca ovvero l'agente, per conto delle banche finanziatrici, negozierà in buona fede come proseguire il rapporto entro un termine di 30 giorni, alla scadenza del quale la banca con la quale non si è raggiunto l'accordo potrà chiedere il rimborso della quota di finanziamento erogata e/o la cancellazione della quota relativa al suo commitment. Non si configura convenzionalmente change of control nel caso in cui il controllo sia acquisito (i) da soci che alla data di firma dell'accordo detenevano, direttamente o indirettamente, più del 13% dei diritti di voto in assemblea, ovvero (ii) dalle parti del Patto Telco (gruppo Generali, Mediobanca S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A., e Telefónica S.A.), ovvero (iii) da una combinazione di soggetti appartenenti alle due categorie. La violazione dell'obbligo di comunicazione dell'avvenuto cambiamento di controllo, ove non rimediato, implica il verificarsi di un Event of Default. Rispetto agli stessi rapporti di finanziamento Telecom Italia ha altresì assunto l'impegno a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale Event of Default può implicare, se richiesto dalla banca, ovvero dall'agente per conto delle banche finanziatrici, a seconda dei casi, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati. ─ ● ─
Per
nel caso di cambio del controllo non autorizzato da tutti i finanziatori, Alfiere dovrà rimborsare anticipatamente l'ammontare complessivo del finanziamento (di circa complessivi 130 milioni di euro). Alfiere deve comunicare entro 15 giorni lavorativi dalla data in cui ne sia venuto a conoscenza qualsiasi mutamento della propria compagine sociale rispetto a quella esistente alla data di sottoscrizione. Eventuali cessioni, anche disgiunte, da parte di Telecom Italia e/o di CDP Immobiliare S.r.l., saranno consentite a soggetti terzi di analogo standing, previo rilascio di un formale consenso da parte di tutti i finanziatori, che non potrà essere irragionevolmente negato. L'inadempimento dell'obbligo informativo della modifica della compagine sociale implica l'applicazione della clausola di risoluzione del Contratto di Finanziamento Nuova finanza e del Contratto di Finanziamento Esistente.
Nel Loan Agreement tra TIM Celular S.A. e KfW e KfW bank Gmbh, con scadenza 15 aprile 2019, per un importo di Reais 182 milioni, è prevista una clausola di change of control che può essere azionata anche per eventi di mutamento di controllo che riguardano Telecom Italia. Nell'ipotesi in cui si verifichi un cambio di controllo è prevista allo scadere di un termine entro il quale porre in essere consultazioni eventualmente richieste dalla banca - la facoltà per quest'ultima di richiedere il rimborso anticipato del prestito.
─ ● ─
Nel contratto di finanziamento sottoscritto tra TIM Celular S.A. e TIM Nordeste S.A. con il Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social (BNDES) il 19 novembre 2008 e scadenza luglio 2022, per un importo di 5.097 miliardi di Reais, TIM Participaçoes S.A., in qualità di controllante interveniente nel contratto, ha assunto, l'obbligazione di sottomettere all'approvazione preventiva della BNDES, tra le altre, qualunque operazione di vendita, acquisizione, incorporazione, fusione, scissione dell'attivo, o qualunque altro atto che comporti o possa comportare una modificazione nella attuale configurazione ovvero il trasferimento del controllo azionario delle beneficiarie (TIM Celular S.A. e Intelig Participaçoes S.A) o la modifica della sua qualità di loro azionista di controllo.
Inoltre, in alcuni contratti di finanziamento stipulati da Tim Celular SA, per un ammontare complessivo equivalente in euro a circa 290 milioni e rimborso nel 2019 e 2020, è prevista una clausola di cambio di controllo che può essere azionata anche per eventi di mutamento di controllo che riguardano Telecom Italia. Nell'ipotesi in cui si verifichi un cambio di controllo è prevista - allo scadere di un termine entro il quale porre in essere consultazioni eventualmente richieste dalla banca - la facoltà per quest'ultima di richiedere il rimborso anticipato del prestito.
─ ● ─ Si segnalano i seguenti accordi che, pur non avendo una vera e propria clausola di change of control, prevedono comunque un impegno da parte di Telecom Italia a non porre in essere operazioni societarie al di fuori del gruppo:
Facility Agreement firmato con CHINA DEVELOPMENT Bank Corp il 23/05/2012 dell'importo di Euro 140.000.000 e scadenza 23 maggio 2022.
Facility Agreement firmato con NORDEA il 30/10/2012 dell'importo di Euro 60.360.263 e scadenza 19 febbraio 2021.
Con riferimento ai prestiti obbligazionari in essere, si precisa quanto segue:
─ ● ─
Infine, nelle relazioni con Banca Europea Investimenti (BEI):
direttamente o indirettamente la maggioranza dei diritti di voto in assemblea ordinaria degli azionisti di cui al punto (i) che precede. Nell'ipotesi in cui si verifichi un cambio di controllo è prevista, in tutti i contratti in esame, allo scadere di un termine entro il quale porre in essere consultazioni eventualmente richieste dalla BEI, la facoltà per quest'ultima di richiedere il rimborso anticipato del prestito.
In relazione alla disciplina dei poteri speciali per le attività di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni, si rinvia al precedente paragrafo d).
L'onere di comunicazione del cambiamento di controllo, previsto dalla legislazione nazionale in materia di titoli abilitativi, è inoltre contenuto nei titoli di autorizzazione generale assentiti a Telecom Italia per l'esercizio e la fornitura della rete e per l'offerta di servizi di comunicazione elettronica, oltre che nei titoli di concessione/autorizzazione generale assentiti alla controllata Persidera per le attività di operatore di rete.
Analogo onere risulta disciplinato in base alla legislazione locale e a quanto previsto nei titoli di concessione/licenza dei servizi di telecomunicazione a favore delle controllate estere del Gruppo, cui si aggiunge, in alcuni Paesi in base alla normativa applicabile, l'obbligo di approvazione specifica da parte delle Autorità competenti.
─ ● ─ Lo Statuto non contiene deroghe alle disposizioni in materia di passivity rule, né l'applicazione di c.d. regole di neutralizzazione in caso di offerta pubblica di acquisto o di scambio avente a oggetto i titoli emessi dalla Società.
In esito all'esercizio della delega ad aumentare il capitale sociale a servizio del "Piano di stock options 2014-2016", avvenuto in data 23 marzo 2017, risultano esaurite tutte le deleghe all'emissione di azioni concesse dall'Assemblea al Consiglio di Amministrazione della Società.
Per una descrizione dello stato al 31 dicembre 2016 del piano di stock option citato, si rinvia alla nota del bilancio separato "Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale". ─ ● ─
Telecom Italia possiede n. 37.672.014 azioni ordinarie proprie; Telecom Italia Finance possiede n. 126.082.374 azioni ordinarie Telecom Italia. Non sono vigenti autorizzazioni all'acquisto di azioni proprie.
Telecom Italia non è soggetta ad attività di direzione e coordinamento ai sensi dell'art. 2497 e seguenti c.c..
Telecom Italia è una società per azioni con sede in Italia, soggetta alla disciplina nazionale e comunitaria. Inoltre,
Come indicato in Premessa, Telecom Italia aderisce al Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana aggiornato a luglio 2015 e adegua il proprio sistema di corporate governance alle best practices nazionali e internazionali. ─ ● ─
Fra le controllate di Telecom Italia al 31 dicembre 2016, sono ricomprese le società del gruppo Tim Brasil, di cui la holding Tim Participações S.A. è società di diritto brasiliano, quotata localmente nonché registrata presso la US Securities and Exchange Commission e quotata presso il New York Stock Exchange. La struttura di corporate governance di Telecom Italia non è influenzata dalle disposizioni di legge cui è soggetta Tim Participações.
Ai sensi dell'art. 9 dello Statuto sociale il Consiglio di Amministrazione (composto da un minimo di 7 a un massimo di 19 Consiglieri) è nominato sulla base di liste presentate da soci che complessivamente posseggano almeno lo 0,5% del capitale ordinario, ovvero la minore misura richiesta dalla Consob.
Requisiti di composizione delle liste sono (i) la presenza di candidati indipendenti ex lege (art. 148 del TUF) e/o Codice di autodisciplina, così che almeno la metà degli esponenti che saranno tratti da ciascuna lista siano in possesso dei relativi requisiti e, (ii) a fronte di un numero di candidati pari o superiore a tre, la presenza di candidati di entrambi i generi, così che i candidati del genere meno rappresentato siano almeno un terzo del totale (con arrotondamento, in caso di numero frazionario, all'unità superiore). Dalla lista che ha ottenuto il maggior numero di voti (c.d. Lista di Maggioranza) sono tratti, nell'ordine con il quale sono in essa elencati, i due terzi degli Amministratori da eleggere, con arrotondamento per difetto. I restanti Consiglieri sono tratti dalle altre liste con criterio proporzionale (c.d. metodo dei quozienti), fermo il rispetto dei requisiti di legge. Almeno la metà degli amministratori tratti da ciascuna lista (con arrotondamento per eccesso) deve possedere i requisiti di indipendenza previsti dall'art. 148 del TUF e/o dal Codice di Autodisciplina. In caso di necessità, gli ultimi eletti di una lista sprovvisti di tali requisiti verranno sostituiti, nell'ordine, dai primi dei non eletti della medesima lista che invece tali requisiti posseggano; in mancanza di candidati indipendenti all'interno della lista in numero sufficiente a procedere alla sostituzione, l'Assemblea integra l'organo con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito. Qualora la composizione dell'organo collegiale derivante dal voto di lista non consenta il rispetto dell'equilibrio tra i generi, gli ultimi eletti della Lista di Maggioranza del genere più rappresentato decadono nel numero necessario ad assicurare l'ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi candidati non eletti della stessa lista del genere meno rappresentato. In mancanza di candidati del genere meno rappresentato all'interno della Lista di Maggioranza in numero sufficiente a procedere alla sostituzione, l'Assemblea integra l'organo con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito.
Per la nomina degli Amministratori, per qualsiasi ragione non nominati ai sensi del procedimento descritto, l'Assemblea delibera con le maggioranze di legge.
Il Consiglio di Amministrazione si è dotato sin dal dicembre 2011 di una procedura per la pianificazione della successione degli Amministratori Esecutivi. Il Consiglio di Amministrazione ha affidato l'impostazione, l'aggiornamento e il monitoraggio del piano di successione al Comitato per le nomine e la remunerazione, che si avvale del supporto della struttura aziendale preposta alla gestione delle risorse umane.
L'architettura del processo si svolge nelle fasi di seguito schematizzate:
| Il CDA delega il | Il CNR propone le | Il CDA approva le | Il CNR garantisce | Il CNR avvalendosi di | Il CNR |
|---|---|---|---|---|---|
| CNR per | caratteristiche dei profili | caratteristiche dei | l'aggiornamento del | PV identifica e | riferisce |
| l'individuazione | dei candidati ideali | candidati ideali | sistema di | monitora annualmente | annualment |
| della rosa delle | integrandoli con eventuali | per la successione | valutazione delle | una rosa di | e al CDA |
| candidature | indicazioni degli | risorse chiave | candidature | sull'attività | |
| Amministratori Esecutivi |
In caso di necessità di sostituzione anticipata di un Amministratore Esecutivo, il Comitato per le nomine e la remunerazione formula e trasferisce raccomandazione non vincolante al Consiglio, il quale definisce le modalità di intervista dei candidati che ritiene più opportune. Peraltro si è previsto che, a fronte della cessazione dell'Amministratore Delegato, le sue deleghe siano di regola provvisoriamente assegnate al Presidente sino all'entrata in carica del nuovo Amministratore Delegato, salvo diversa determinazione consiliare; là dove sia il Presidente a cessare, la sua sostituzione nel ruolo di presidente dell'organo collegiale è regolato da Statuto (che ne prevede l'attribuzione al Vice Presidente, se nominato), mentre le eventuali deleghe gestionali saranno di regola affidate all'Amministratore Delegato, sino all'entrata in carica del nuovo Presidente, salvo diversa determinazione consiliare.
Con l'Assemblea chiamata ad approvare il bilancio 2016 scade l'attuale Consiglio di Amministrazione. Il numero dei componenti del Consiglio uscente nominato nell'Assemblea del 16 aprile 2014 è stato determinato in 13 e in tre esercizi la durata del mandato. Ai sensi della disciplina statutaria in allora applicabile (che prevedeva l'assegnazione alla Lista di Maggioranza di quattro quinti degli Amministratori da eleggere, senza specifici requisiti di indipendenza), sono state presentate tre liste, rispettivamente dall'allora socio di maggioranza relativa Telco S.p.A., da Findim S.p.A. e da un gruppo di SGR e investitori istituzionali (e precisamente: Acomea SGR S.p.A., Anima SGR S.p.A., APG Algemene Pensioen Groep N.V., Arca SGR S.p.A., Eurizon Capital SGR S.p.A., Eurizon Capital S.A., FIL Investments International, Fideuram Gestions S.A., Fideuram Investimenti SGR S.p.A., Interfund Sicav, Mediolanum Gestione Fondi SGR p.A., Pioneer Asset Management S.A., Pioneer Investment Management SGR p.A.). Ad ottenere il maggior numero di voti (50,28% del capitale votante nell'Assemblea) è stata la lista SGR e Investitori Istituzionali, da cui si sarebbero pertanto dovuti trarre 10 Consiglieri. In assenza di altri candidati, sono stati così eletti Lucia Calvosa (indipendente), Davide Benello (indipendente), Francesca Cornelli (indipendente). Alla lista Telco (che ha ottenuto il 45,50% del capitale votante nell'Assemblea) sono stati assegnati i 3 seggi riservati dallo Statuto alle liste "di minoranza", e dunque sono stati così nominati Giuseppe Recchi, Marco Emilio Angelo Patuano e Denise Kingsmill (indipendente). Per i restanti 7 posti di Amministratore si è proceduto a separata votazione, con le maggioranze di legge (maggioranza assoluta dei voti a favore), sulla base di un elenco presentato da Telco, che ha proposto la nomina dei propri candidati già non eletti con voto di lista, con conseguente nomina di: Flavio Cattaneo (indipendente), Giorgina Gallo (indipendente), Tarak Ben Ammar, Laura Cioli (indipendente), Giorgio Valerio (indipendente), Jean Paul Fitoussi (indipendente ex art. 148 TUF), Luca Marzotto (indipendente). La lista Findim non ha ottenuto voti sufficienti a nominare alcun Consigliere (3,49% del capitale votante nell'Assemblea).
In data 15 dicembre 2015 l'Assemblea degli azionisti ordinari, sulla scorta di richiesta di integrazione dell'ordine del giorno formulata dal socio Vivendi S.A., ha rideterminato il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione, incrementandolo da 13 a 17, e nominato Amministratori (con voto favorevole pari al 52,94% del capitale votante) Arnaud Roy de Puyfontaine, Stéphane Roussel, Hervé Philippe e Félicité Herzog (indipendente). I nuovi Amministratori cesseranno alla scadenza del mandato del Consiglio di Amministrazione già in allora in carica, e dunque all'Assemblea convocata per l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2016.
L'Assemblea del 25 maggio 2016, a seguito delle dimissioni rassegnate in data 20 marzo 2016 dal Consigliere Marco Emilio Patuano (che ricopriva altresì la carica di Amministratore Delegato), non ha proceduto alla nomina di alcun sostituto ed ha pertanto rideterminato il numero degli Amministratori in carica in 16.
I curricula vitae di tutti i componenti l'organo amministrativo sono disponibili sul sito internet www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Organi Sociali/Consiglio di Amministrazione.
Nella Tabella 2 sono riportate le informazioni in merito alla composizione del Consiglio di Amministrazione.
Secondo i Principi di Autodisciplina, non è considerato compatibile con lo svolgimento dell'incarico di amministratore dell'Emittente l'essere amministratore o sindaco in più di cinque società, diverse da quelle soggette a direzione e coordinamento di Telecom Italia ovvero da essa controllate o a essa collegate, che siano quotate ricomprese nell'indice FTSE/MIB e/o operanti in via prevalente nel settore finanziario nei confronti del pubblico e/o che svolgano attività bancaria o assicurativa. Ove si tratti di incarichi esecutivi in società con le caratteristiche di cui sopra, il limite è ridotto a tre. Non sono previste soglie diversificate per tener conto della partecipazione degli Amministratori ai comitati endoconsiliari. E' peraltro facoltà del Consiglio di Amministrazione effettuare una diversa valutazione (da render pubblica nell'ambito della Relazione), anche discostandosi dai criteri esposti. Qualora un Amministratore ricopra cariche in più società facenti parte del medesimo gruppo, si tiene conto, ai fini del computo del numero degli incarichi, di una sola carica ricoperta nell'ambito di tale gruppo.
I Consiglieri in carica nel corso dell'esercizio 2016 hanno rispettato i limiti di cumulo indicati innanzi.
Nel corso del 2016 i Consiglieri hanno partecipato a specifici incontri con il management (anche di società controllate), finalizzati a fornire un'adeguata conoscenza del settore di attività in cui opera la Società, dei presidi e delle dinamiche aziendali e della loro evoluzione, anche in vista della discussione del piano industriale. Il Comitato per il controllo e i rischi ha altresì svolto uno specifico approfondimento sui modelli di presidio delle attività di compliance, che ha incluso l'audizione di managers del settore operanti in altre realtà imprenditoriali di complessità comparabile, nazionali ed estere.
A quanti fra i Consiglieri ne abbiano fatto richiesta la Società ha organizzato occasioni personalizzate (o permesso la partecipazione a iniziative esterne) di induction.
Nel corso del 2016 si sono tenute quattordici riunioni del Consiglio di Amministrazione; agli Amministratori è stata trasmessa, con la tempestività compatibile con le circostanze del caso (di regola: il venerdì della settimana precedente il giorno di tenuta della riunione), la documentazione volta a consentire una partecipazione informata ai lavori. In talune circostanze, esigenze di riservatezza o di urgenza hanno impedito il rispetto del suddetto preavviso e l'informazione
necessaria per un esercizio informato dei doveri degli amministratori è stata fornita direttamente in riunione. Quando richiesto dagli argomenti trattati, sono stati invitati a partecipare alle riunioni esponenti del management aziendale e delle società del Gruppo o consulenti esterni, che hanno assicurato il necessario supporto tecnico-professionale.
La durata media delle adunanze è stata di circa 3 ore e venti minuti. La percentuale di presenze è stata del 93,76% (92,20% per gli Amministratori indipendenti).
Le riunioni formali previste per l'anno 2017 sono nove, di cui due già svolte.
Ferma l'applicazione del Codice di Borsa con riferimento alle materie riservate alla competenza del plenum consiliare (in primis: l'approvazione e il monitoraggio dei piani strategici, industriali e finanziari dell'Emittente e del Gruppo, nonché dei rischi connessi), ai sensi dei Principi di autodisciplina si reputa incidano notevolmente sull'attività della Società e del Gruppo, e come tali sono soggetti a preventiva deliberazione consiliare:
La valutazione dell'andamento della gestione avviene di volta in volta nel corso delle diverse riunioni e specificamente, con confronto dei risultati conseguiti con gli obiettivi di budget, in sede di esame delle relazioni finanziarie e dei dati di avanzamento gestionale.
Il Consiglio di Amministrazione valuta l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile generale dell'impresa sulla base delle informazioni rese dal management, che comprendono in via continuativa le evoluzioni dell'organigramma, fino al secondo livello di riporto gerarchico degli Amministratori Esecutivi, e comunque in sede di pianificazione industriale, con l'identificazione della dirigenza strategica dell'impresa. Con riguardo al sistema di controllo interno e gestione dei rischi (e al rinnovo del management a capo delle funzioni di controllo a suo diretto riporto), il Consiglio si avvale dell'istruttoria svolta dal Comitato per il controllo e i rischi.
Anche per il 2016 è stata effettuata, come ogni anno a partire dal 2005, l'autovalutazione del Consiglio e dei suoi Comitati. Tenuto conto della circostanza che il 2016 ha rappresentato il terzo ed ultimo anno di mandato del Consiglio in carica, si è ritenuto opportuno, anche in funzione dell'attività di orientamento nel confronto degli azionisti in vista del rinnovo (cfr. l'apposita relazione all'Assemblea, a commento del punto 3 all'ordine del giorno), ricorrere al supporto di un consulente, individuato in Egon Zehnder, che in Tim ha già effettuato l'autovalutazione del Consiglio e dei suoi Comitati nel 2006.
Il consulente ha predisposto un questionario, condividendolo con il Comitato per le nomine e la remunerazione, e lo ha somministrato a tutti i Consiglieri (nonché al Presidente del Collegio Sindacale), a precedere le interviste, che si sono tenute nel mese di gennaio. Successivamente alla fase individuale è seguito un momento collegiale di condivisione e discussione dei risultati dell'attività, quali riepilogati in apposito summary report. Le aree specificamente considerate sono state Leadership of the Board of Directors, Organisation and Rules, Board membership, Board work e Strategy. Sono stati così identificati i seguenti punti di forza del Consiglio di Amministrazione in carica:
Viceversa si ritiene si dovrebbe lavorare:
sulla continuità, mediante un consolidamento dell'attuale compagine (nella stragrande maggioranza composta da Consiglieri al loro primo mandato in Tim);
sulla tempestività e sulla gestione dei flussi informativi.
La corporate governance comprensibilmente si qualifica sia come area di eccellenza (in termini di solidità delle regole e dei processi interni), sia come ambito che necessita di ulteriore e accresciuto impegno, secondo la logica del continuous improvement, per cui le mete raggiunte non sono che la base di partenza per il perseguimento di nuovi, più sfidanti obiettivi.
Là dove l'Assemblea del 16 aprile 2014 ha autorizzato il proseguimento delle attività indicate nei rispettivi curricula vitae dei Consiglieri in quella sede nominati (con svincolo dal divieto di concorrenza ai sensi dell'art. 2390 c.c., per quanto occorrer possa), l'Assemblea del 15 dicembre 2015 non ha approvato lo svincolo dal divieto di concorrenza dei nuovi Amministratori rispetto a quelle stesse attività, ai sensi dell'art. 2390 c.c., ove applicabile. A questo riguardo, il Consiglio di Amministrazione nella prima successiva riunione ha ritenuto opportuno procedere ad approfondimenti (condotti con il supporto di esperti legali e aziendali), all'esito dei quali ha accertato che - allo stato - non sussistevano profili rilevanti di concorrenza in capo ai Consiglieri de Puyfontaine, Roussel, Philippe e Herzog, avuto riguardo alle attività da questi esercitate così come descritte nei rispettivi curricula vitae. Il Consiglio nel contempo ha condiviso l'importanza di una scrupolosa osservanza da parte di tutti i Consiglieri della normativa in materia d'interessi degli amministratori, oltre che della procedura per l'effettuazione di operazioni con parti correlate, impegnandosi a un attento monitoraggio.
Nel corso del 2016 non si sono verificate fattispecie problematiche alla stregua della specifica disciplina.
Il 16 aprile 2014 l'Assemblea ha nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione Giuseppe Recchi.
Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 18 aprile 2014, ha nominato Amministratore Delegato Marco Patuano (Chief Executive Officer), stabilendo le attribuzioni sue e del Presidente; quest'ultimo ha ricevuto deleghe di supervisione e garanzia, coerenti e funzionali al ruolo attribuitogli dalla legge e dai documenti di autodisciplina in vista del governo delle attività dell'organo consiliare nella sua collegialità, nonché della rappresentanza istituzionale della Società e del Gruppo.
Il 22 marzo 2016 l'Amministratore Delegato dott. Marco Patuano ha rassegnato le dimissioni. E' stato pertanto avviato il processo di successione, a conclusione del quale, nella riunione consiliare del 30 marzo 2016, è stato nominato Amministratore Delegato il consigliere Flavio Cattaneo (che già si qualificava come indipendente, e che non ricopre incarichi di amministrazione in società in cui i restanti Consiglieri di Telecom Italia rivestono la carica di chief executive officers). Nella medesima riunione, oltre a conferire i poteri al neo nominato Flavio Cattaneo, sono state riattribuite, con alcune modifiche, le deleghe al Presidente. Attualmente le deleghe e i poteri risultano pertanto quelli di seguito elencati.
la responsabilità organizzativa della Funzione Corporate Shared Value (inclusa la responsabilità della redazione del bilancio di sostenibilità) e il governo della Fondazione Telecom Italia. ─ ● ─
Attribuzione all'Amministratore Delegato (Chief Executive Officer) di:
In data 23 marzo 2017 il Consiglio di Amministrazione, sulla scorta della revisione organizzativa realizzata nella seconda parte dell'anno 2016, ha accertato la presenza in Azienda di diverse unità produttive, identificate nelle linee di business, nelle funzioni Technology e Business Support Office, nonché nel complesso delle funzioni di Staff. Ha pertanto revocato la deliberazione assunta il 30 marzo 2016 nella parte in cui attribuiva all'Amministratore Delegato la responsabilità di datore di lavoro rispetto all'intera Società, nominando quali datori di lavoro:
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Vista la frequenza con cui il Consiglio di Amministrazione si riunisce, gli Amministratori esecutivi ordinariamente riferiscono dell'attività svolta nel corso dei lavori collegiali, per prassi con la trasmissione preventiva di apposita documentazione informativa.
Alla data del 31 dicembre 2016 si considerano Amministratori esecutivi soltanto il Presidente e l'Amministratore Delegato.
Non dispone in particolare di deleghe gestionali e poteri esecutivi il Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione, Arnauld Roy de Puyfontaine, nominato in data 27 aprile 2016 con funzioni vicarie rispetto al Presidente, come da Statuto.
Telecom Italia ha fatto propri i criteri stabiliti dal Codice di Autodisciplina per la qualificazione dell'indipendenza degli Amministratori.
A valle della nomina alla carica di Amministratore Delegato del consigliere Flavio Cattaneo (che già si qualificava come indipendente), degli attuali 16 Consiglieri in carica, 9 risultano in possesso dei requisiti d'indipendenza stabiliti dal Codice di Borsa. Lo stesso Consiglio, nella riunione del 3 febbraio 2017, ha effettuato la verifica della permanenza dei requisiti di indipendenza dei suoi componenti, ed ha preso atto (i) del possesso dei requisiti d'indipendenza qualificati, di cui al Codice di Autodisciplina, da parte dei Consiglieri Benello, Calvosa, Cioli, Cornelli, Gallo, Herzog, Kingsmill, Marzotto e Valerio e (ii) del possesso dei requisiti d'indipendenza ai sensi del TUF da parte degli stessi Consiglieri, oltre che del Consigliere Fitoussi (che, in particolare, in data 6 maggio 2013 ha compiuto un novennio di carica dalla sua prima nomina nel Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia). Nessuno degli Amministratori indipendenti in carica si è impegnato, in sede di candidatura, a mantenere l'indipendenza per l'intera durata del mandato. I Consiglieri nominati dall'Assemblea del 16 aprile 2014 si sono peraltro impegnati a comunicare tempestivamente alla Società eventuali variazioni delle informazioni rese in sede di accettazione di candidatura nelle rispettive liste di appartenenza. La verifica da parte del Collegio Sindacale sull'accertamento dei requisiti degli Amministratori, ivi inclusa l'applicazione dei criteri d'indipendenza, si è svolta con esito positivo nella riunione del 15 febbraio 2017.
Nella riunione del 5 agosto 2014 il Consiglio di Amministrazione ha stabilito la durata dell'incarico per il Lead Independent Director in un esercizio, così da assicurare, nel corso del mandato consiliare, una turnazione fra diversi amministratori. L'incarico è stato pertanto ricoperto nell'esercizio 2014 dal Consigliere Cornelli e nell'esercizio 2015 dal Consigliere Valerio. Su designazione degli Amministratori indipendenti, nella riunione consiliare del 26 luglio 2016 è stato infine nominato quale Lead Independent Director per il 2016 (vale a dire sino all'approvazione del relativo bilancio da parte dell'Assemblea) il Consigliere Benello.
La figura, ormai consolidata in Telecom Italia (introdotta a partire dal 2004 alla luce delle best practices internazionali e delle suggestioni provenienti dalla prassi statunitense), rappresenta il punto di riferimento e coordinamento delle istanze e dei contributi degli Amministratori indipendenti e in genere degli Amministratori non esecutivi. Al Lead Independent Director è riconosciuta la facoltà di avvalersi delle strutture aziendali per l'esercizio dei compiti affidati e di convocare apposite riunioni di soli Amministratori indipendenti per la discussione di temi che interessino il funzionamento del Consiglio di Amministrazione o la gestione dell'impresa, con possibilità di invitare ai lavori esponenti del management del Gruppo. Nel corso del 2016 dette riunioni sono state tre; l'attenzione si è focalizzata sull'analisi di tematiche organizzative e strategiche, in funzione degli argomenti oggetto di trattazione in sede consiliare. Nel 2017 gli Amministratori indipendenti si sono riuniti una volta.
Telecom Italia ha adottato e consolidato nel tempo un articolato insieme di regole e procedure per la corretta gestione delle informazioni trattate in azienda, nel rispetto delle normative applicabili alle varie tipologie di dati; tali regole agiscono sul piano organizzativo, tecnologico e delle procedure operative. Il trattamento delle informazioni, in particolare, è supportato dai sistemi informativi e i processi legati al loro sviluppo, manutenzione ed esercizio, sui quali insistono specifici requisiti e regole aziendali, sono oggetto di un presidio organizzativo dedicato affidato alla funzione Security per gli aspetti di ICT Risk Management e protezione delle informazioni, e alla funzione IT & Security Compliance per gli aspetti di indirizzo e controllo della conformità.
A seguito dell'entrata in vigore, nel luglio 2016, del Regolamento UE n. 596/2014 (c.d. Regolamento sugli abusi di mercato o MAR), nonostante il mancato completamento/adeguamento del quadro normativo nazionale, il Consiglio di Amministrazione in data 3 febbraio 2017 ha approvato il superamento della Procedura per la gestione e la comunicazione al pubblico delle informazioni privilegiate (già adottata il 5 agosto 2014) e la sua sostituzione con una nuova Procedura informazioni privilegiate e insider dealing, in corso di deployment, oggetto di mandato a Presidente e Amministratore Delegato. Resta inteso che la possibilità di ulteriori interventi da parte del legislatore e/o di Consob potranno comportarne (anche nel breve termine) la modifica.
Il documento sconta peraltro gli orientamenti già espressi da Consob, gli interventi interpretativi di Assonime, oltre che l'adozione di un nuovo applicativo informatico di supporto. In particolare la Procedura rubricata:
regolamenta la fase della comunicazione al pubblico (nonché del ritardo nella comunicazione) dell'informazione privilegiata, precisando ruoli e responsabilità dei diversi attori coinvolti;
descrive le modalità di ottemperanza all'obbligo di redigere gli elenchi delle persone che hanno accesso all'informazione privilegiata, prevedendo l'attivazione di apposita sezione supplementare riservata ai titolari di accesso permanente a tutte le informazioni della Società qualificate come privilegiate (in sintesi: Vertice e funzioni strutturalmente coinvolte nella fase dell'accertamento della natura privilegiata dell'informazione);
La procedura, una volta operativa, sarà accessibile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Procedure. ─ ● ─
Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 17 gennaio 2013, ha deliberato di avvalersi della facoltà di derogare agli obblighi di pubblicazione dei documenti informativi in caso di operazioni significative di fusione, scissione, aumento di capitale mediante conferimento in natura, acquisizione e cessione.
All'interno del Consiglio sono costituiti un Comitato per le nomine e la remunerazione, un Comitato per il controllo e i rischi e, dal 26 luglio 2016, un Comitato strategico, le cui funzioni sono descritte nei Principi di autodisciplina.
Il Presidente di ciascun Comitato consiliare informa il plenum consiliare degli argomenti trattati in occasione della prima riunione utile.
La conclusione di operazioni rilevanti con parti correlate è soggetta all'istruttoria del Comitato per il controllo e i rischi in caso di operazioni di minore rilevanza, ovvero di un Comitato composto da tutti gli Amministratori indipendenti in caso di operazioni di maggiore rilevanza (cfr. par. 13).
La disciplina del Comitato per le nomine e la remunerazione è contenuta, oltre che nei Principi di autodisciplina, nell'apposito Regolamento approvato dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 5 agosto 2014 (documento consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti; ivi è previsto, in particolare, il principio della verbalizzazione dei lavori del Comitato).
Il Comitato è composto da Amministratori non esecutivi, la maggioranza dei quali indipendenti, fra cui almeno un Consigliere tratto da una lista di minoranza presentata a norma di Statuto. I componenti del Comitato devono possedere competenze adeguate in relazione ai compiti che sono chiamati a svolgere; almeno un membro possiede adeguate competenze in materia finanziaria o di politiche retributive. Nell'attuale composizione (passata in data 15 febbraio 2016 da 4 a 5 membri), tutti i Consiglieri che siedono nel Comitato possiedono adeguate competenze in materia finanziaria e di politiche retributive.
Il Comitato nella riunione del 9 maggio 2014 ha nominato quale proprio Presidente il Consigliere Davide Benello. Per la composizione del Comitato si rinvia alla Tabella 2.
Il Comitato, che assomma in sé – in base a considerazioni di efficienza operativa – i compiti e le responsabilità attribuite dal Codice di Borsa al comitato nomine e al comitato remunerazione, ai sensi dei Principi di autodisciplina inoltre
Nel corso del 2016 il Comitato ha definito la programmazione delle proprie attività, in funzione dello svolgimento dei compiti a esso affidati, e le riunioni sono state dodici (durata media: 1 ora e 5 minuti). In particolare il Comitato ha gestito il processo di sostituzione dell'Amministratore Delegato, consentendo il 30 marzo 2016 la nomina dell'attuale Amministratore Delegato, Flavio Cattaneo, a valle delle dimissioni rassegnate in data 22 marzo 2016 dal suo predecessore; ha monitorato il deployment della politica di remunerazione del Presidente e dell'Amministratore Delegato per l'anno; ha finalizzato il regolamento della clausola di claw-back, applicata alle misure di remunerazione variabile rivolte ad Amministratori Esecutivi ed executive officers a partire dall'esercizio 2016; ha istruito (senza la partecipazione dell'interessato, Consigliere de Puyfontaine) la proposta di remunerazione aggiuntiva da attribuire al Vice Presidente ex art. 2389, comma 3, c.c.; ha istruito altresì la proposta di remunerazione per i componenti del Comitato Strategico; ha definito le modalità realizzative della board evaluation 2016; ha curato l'aggiornamento del processo di succession planning per il Vertice Aziendale ed il Top Management.
Per ulteriori informazioni sull'operatività del Comitato in relazione alla politica di remunerazione 2017, si rinvia alla Relazione sulla Remunerazione.
Il Comitato (alle cui riunioni assiste il Presidente del Collegio Sindacale o altro Sindaco da questi designato, ferma la possibilità di partecipazione di tutti i Sindaci) ha avuto la possibilità di accedere alle informazioni e alle funzioni aziendali necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, invitando di volta in volta i manager responsabili delle tematiche oggetto di discussione. Non sono state assegnate al Comitato risorse finanziarie di ammontare predeterminato, ma lo stesso ha avuto la possibilità di attivare autonomamente consulenti esterni. In particolare, ha individuato quale proprio advisor per il biennio 2015-2016 la società Mercer Italia, avendo preventivamente accertato che non si trovasse in situazioni tali da comprometterne l'indipendenza di giudizio.
La percentuale di partecipazione alle riunioni del 2016 è stata dell'89,25%. Nel corso del 2017 si sono già tenute tre riunioni.
Le informazioni sul trattamento economico degli amministratori, dei direttori generali e dei dirigenti con responsabilità strategiche sono riportate nella Relazione sulla Remunerazione (cfr. la tavola di comparazione).
La disciplina del Comitato per il controllo e i rischi è contenuta, oltre che nei Principi di autodisciplina, nell'apposito Regolamento approvato dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 5 agosto 2014 (consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti; ivi è previsto, in particolare, il principio della verbalizzazione dei lavori del Comitato).
Il Comitato è composto da Amministratori non esecutivi, allo stato tutti indipendenti, fra cui almeno due tratti da una lista di minoranza presentata a norma di Statuto. I componenti del Comitato devono avere competenze adeguate in relazione ai compiti che sono chiamati a svolgere e almeno un membro possiede adeguate competenze in materia contabile e finanziaria o di gestione del rischio. Il Comitato nella riunione dell'8 maggio 2014 ha nominato il consigliere Lucia Calvosa suo Presidente. Per la composizione (incrementata in data 15 febbraio 2016 da 5 a 6 membri) si rinvia alla Tabella 2.
Fermi i compiti attribuiti dal Codice di Borsa e dalle regole interne aziendali (che in particolare affidano al Comitato il presidio in merito alle operazioni con parti correlate: cfr. successivo paragrafo 13), il Comitato:
Alle riunioni del Comitato che non si svolgono in forma congiunta con il Collegio Sindacale partecipa il suo Presidente (o, in caso di sua impossibilità, altro Sindaco da lui delegato), ferma la possibilità di partecipazione di tutti i Sindaci. Con riferimento alle tematiche di controllo prende parte ai lavori il Consigliere con ruolo di raccordo fra il Consiglio di Amministrazione e le strutture di controllo che dal Consiglio dipendono gerarchicamente (cfr. paragrafo 12.6); detto ruolo in data 26 giugno 2014 è stato affidato al Consigliere Calvosa, che già ricopriva la carica di Presidente del Comitato.
Nel corso del 2016 il Comitato, fra l'altro: ha istruito il processo di sostituzione dei Responsabili delle Funzioni Audit e Compliance; ha affrontato una serie di tematiche legate alla financial disclosure tra cui (i) la proposta manageriale di confermare nel 2017 la pubblicazione delle relazioni trimestrali, in piena continuità di contenuto e tempistiche di disclosure, (ii) la soluzione di affiancare al management nel processo di impairment test un consulente finanziario (il Professor Lorenzo Pozza) e un aziendalista (individuato nel Professor Carlo Cambini) a garanzia della robustezza del processo, (iii) il piano di revisione di PricewaterhouseCoopers sul bilancio 2016; ha seguito il processo di Enterprise Risk Management, supportando il Consiglio di Amministrazione nella definizione del risk appetite aziendale e monitorando nel tempo l'andamento degli indicatori di risk tolerance; ha espresso i pareri previsti dall'apposita procedura sulle operazioni con parti correlate rilevanti, acquisendo altresì informativa sulle operazioni registrate a sistema (cfr. paragrafo 13 della Relazione); periodicamente ha acquisito i report relativi alla tenuta del registro delle persone aventi accesso a informazioni privilegiate ai sensi dell'art. 115-bis del TUF; ha analizzato i report delle funzioni di controllo, acquisendone la valutazione del sistema di controllo interno e gestione dei rischi, che ha condiviso e fatto propria; ha espresso il proprio parere sulla pianificazione delle attività delle funzioni di controllo, monitorandone l'avanzamento e chiedendo – quando ritenuto necessario – specifici interventi. Di tutto quanto sopra il Consiglio di Amministrazione e il management sono stati informati di volta in volta. Il Comitato ha avuto la possibilità di accedere alle informazioni e alle funzioni aziendali necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti. Allo scopo non sono state assegnate risorse finanziarie di ammontare predeterminato, ma il Comitato ha avuto la possibilità di attivare autonomamente consulenti esterni di propria scelta.
Nel corso del 2016 il Comitato ha tenuto sedici riunioni (di cui 9 in forma congiunta con il Collegio Sindacale), supportate – su invito – dagli Amministratori esecutivi e/o dal contributo specialistico del management aziendale o di consulenti. La durata media delle riunioni è stata di circa 3 ore e cinquantacinque minuti, la percentuale di presenze è stata del 91,17%.
Nel 2017 il Comitato per il controllo e i rischi è già tornato a riunirsi tre volte.
Il Comitato Strategico è stato istituito con delibera del Consiglio di Amministrazione in data 26 luglio 2016; la sua disciplina è contenuta, oltre che nei Principi di autodisciplina, nell'apposito Regolamento (consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti; ivi è previsto, in particolare, il principio della verbalizzazione dei lavori del Comitato).
Il Comitato è composto dal Presidente del Consiglio di Amministrazione e dall'Amministratore Delegato (che ne assicurano il coordinamento con il management del Gruppo), nonché da amministratori non esecutivi con competenze in materia di tecnologia, strategie organizzative e corporate finance. Il Consiglio di Amministrazione nomina e revoca i componenti del Comitato diversi dal Presidente del Consiglio di Amministrazione e dall'Amministratore Delegato, stabilendone il numero (non inferiore a 2 e comunque tale per cui il numero dei suoi componenti sia inferiore alla metà del plenum consiliare, quale stabilito dall'Assemblea) fino a propria diversa deliberazione. Il Comitato si riunisce con la frequenza necessaria per lo svolgimento delle proprie funzioni e, comunque, in coerenza con il calendario di pianificazione industriale del Consiglio di Amministrazione. Il Presidente del Comitato (discrezionalmente scelto dal Comitato medesimo fra tutti i suoi componenti) convoca le riunioni su richiesta del Presidente del Consiglio di Amministrazione o dell'Amministratore Delegato e ne coordina i lavori.
Il Comitato riferisce sull'attività svolta al Consiglio di Amministrazione nelle forme più opportune, e comunque di volta in volta nella prima riunione utile, tramite il suo Presidente.
Per la composizione del Comitato, si rinvia alla Tabella 2.
Il Comitato svolge i compiti di natura istruttoria e consultiva a esso conferiti dai Principi di Autodisciplina. In particolare
Nel corso del 2016 il Comitato si è riunito una volta; la riunione ha avuto una durata di trenta minuti, ha visto la partecipazione di tutti i componenti e si è focalizzata su tematiche organizzative (in primis: la nomina del suo Presidente, individuato nel Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione, Consigliere de Puyfontaine) e di programmazione dei lavori, in funzione dell'attività di programmazione strategica della Società.
Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi (nel seguito, per brevità: il Sistema di controllo interno) si articola ed opera secondo i principi ed i criteri del Codice di Autodisciplina. Esso è parte integrante del generale assetto organizzativo della Società e del Gruppo e contempla una pluralità di attori che agiscono in modo coordinato in funzione delle responsabilità rispettivamente di indirizzo e supervisione strategica del Consiglio di Amministrazione, di presidio e gestione degli Amministratori Esecutivi e del management, di monitoraggio e supporto al Consiglio di Amministrazione del Comitato per il controllo e i rischi e del Responsabile della Direzione Audit, di vigilanza del Collegio Sindacale.
Un efficace sistema di controllo interno e di gestione dei rischi concorre ad assicurare, inter alia, l'affidabilità di tutte le informazioni (non solo finanziarie) fornite agli organi sociali ed al mercato.
In particolare il Sistema di controllo interno è costituito dall'insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative volte a consentire - attraverso un adeguato processo di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi - una conduzione dell'impresa sana, corretta e coerente con gli obiettivi prefissati. Come tale è un processo finalizzato a perseguire i valori di fairness sostanziale e procedurale, di trasparenza e di accountability, ritenuti fondamenti dell'agire d'impresa di Telecom Italia, nel rispetto di quanto statuito dal Codice etico e di condotta del Gruppo (consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Codici) e dai Principi di autodisciplina. Detto processo, oggetto di continua verifica in ottica di progressivo miglioramento, è volto ad assicurare, in particolare, l'efficienza della gestione societaria ed imprenditoriale, la sua conoscibilità e verificabilità, l'affidabilità delle informazioni e dei dati contabili e gestionali, il rispetto delle leggi e dei regolamenti applicabili nonché la salvaguardia dell'integrità aziendale e degli asset dell'impresa, anche al fine di prevenire frodi a danno della Società e dei mercati finanziari.
Il Consiglio di Amministrazione (cui fa carico l'approvazione annuale dei piani di lavoro delle funzioni di controllo a suo diretto riporto gerarchico, sentiti il Collegio Sindacale e gli Amministratori esecutivi) definisce le linee di indirizzo del Sistema di controllo interno, verificandone l'adeguatezza, l'efficacia e il corretto funzionamento, così che i principali rischi aziendali (tra l'altro, quelli operativi, di compliance, economici, di natura finanziaria) siano correttamente identificati e gestiti nel tempo. Nell'effettuare la propria valutazione rispetto al 2016, il Consiglio ha fatto proprio il giudizio espresso dalla Funzione Internal Audit (già condiviso dal Comitato per il controllo e i rischi), secondo cui, con riferimento agli specifici contesti operativi analizzati nell'anno, viste le debolezze di varia intensità riscontrate e valutato il percorso realizzativo delle azioni di miglioramento intraprese dalle funzioni owner per il tempestivo superamento delle debolezze stesse, il Sistema di controllo interno può essere considerato in grado di ridurre i profili di rischio ad un livello accettabile per la corretta operatività dei processi aziendali.
Il Gruppo Telecom Italia ha adottato un Modello di Enterprise Risk Management (di seguito ERM) che consente di individuare, valutare e gestire i rischi in modo omogeneo all'interno delle società del Gruppo, evidenziando potenziali sinergie tra gli attori coinvolti nella valutazione del Sistema di controllo interno. Particolare focus è posto sulla relazione tra il processo ERM e il processo di pianificazione industriale, in particolare nella proposizione del livello di rischio accettabile per il Gruppo (Risk Appetite) nonché nella sua declinazione nei livelli di scostamento accettabili sui principali obiettivi aziendali (Risk Tolerance).
Il processo è diretto dallo Steering Committee ERM. Lo Steering Committee assicura il governo della gestione dei rischi di Gruppo, finalizzato a garantire la continuità operativa del business monitorando l'efficacia delle contromisure adottate. Il processo ERM è progettato per individuare eventi potenziali che possano influire sull'attività d'impresa, per ricondurre il rischio entro limiti accettabili e per fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi aziendali.
Il processo adottato è ciclico e prevede i seguenti output:
all'interno del Piano industriale, sui quali sono espresse le soglie di Risk Tolerance coerenti con la definizione anzidetta di Risk Appetite.
Il monitoraggio del rispetto del Risk Appetite e delle Risk Tolerances è trimestrale ed è oggetto di reporting verso il Comitato per il controllo e i rischi.
2. Identificazione del Profilo di rischio
Il Risk Universe è il documento che contiene la descrizione delle principali caratteristiche di tutti i rischi individuati, mediante un processo che coinvolge l'intera azienda. Tali rischi sono posizionati su un'apposita matrice, le cui dimensioni sono il livello di rischio inerente, legato al potenziale scostamento rispetto al Piano Industriale derivante dal verificarsi di un evento a rischio, e il livello di presidio. La matrice permette di indirizzare le priorità di intervento sui rischi mappati.
3. Azioni di mitigazione
I rischi che presentano livelli di presidio incompleti vengono affrontati con azioni di mitigazione specifiche alle quali sono associati progetti curati dagli owner di processo, con il supporto della funzione Enterprise Risk Management.
4. Reporting
Informativa periodica allo Steering Committee ERM, agli Organi Sociali interessati e al Vertice Esecutivo, riguardo agli output sopra menzionati.
Per quanto riguarda i rischi di natura finanziaria, il Gruppo risulta esposto a:
Tali rischi vengono fronteggiati mediante (i) la definizione di linee guida alle quali deve essere ispirata la gestione operativa, (ii) l'attività di un comitato manageriale interno che monitora il livello di esposizione ai rischi in coerenza con gli obiettivi prefissati, (iii) il monitoraggio dei risultati conseguiti. In particolare, le politiche di gestione prevedono:
L'informativa finanziaria riveste un ruolo centrale nel mantenimento di relazioni positive tra l'impresa e la platea dei suoi interlocutori, contribuendo insieme alle performance aziendali alla creazione di valore per gli azionisti.
Il sistema di controllo interno sul financial reporting è finalizzato a fornire una ragionevole assicurazione circa l'attendibilità, l'accuratezza, l'affidabilità e la tempestività dell'informativa finanziaria. In tale ambito, Telecom Italia ha predisposto e aggiorna costantemente un sistema normativo/documentale, composto di principi contabili di Gruppo, procedure amministrativo-contabili, linee guida, istruzioni operative, manuali contabili e piano dei conti, volto a garantire un efficiente coordinamento e scambio d'informazioni tra la Capogruppo e le società controllate, nonché la corretta formazione del bilancio separato e consolidato. La Società, anche al fine di garantire la compliance rispetto alla normativa italiana e statunitense, gestisce un modello di rilevazione e monitoraggio dei rischi, connessi all'informativa finanziaria, strutturato e documentato, che fa riferimento al framework CoSO 2013. Tale modello, gestito in uno specifico applicativo, accoglie i controlli interni associati ai rischi identificati sull'informativa finanziaria e le conseguenti attività di valutazione, con precise attribuzioni di responsabilità, nel rispetto del principio di accountability.
Il sistema di gestione dei rischi e di controllo interno sul financial reporting di Telecom Italia è un processo operante nel continuo, per il quale sono previste periodiche fasi di assessment, volte a documentarne e valutarne l'efficacia progettuale e operativa.
Il processo prende avvio con l'identificazione e la valutazione dei rischi sull'informativa finanziaria. In tale ambito, Telecom Italia definisce i criteri d'individuazione, sia del perimetro delle entità e dei processi "rilevanti" in termini di potenziale impatto sull'informativa finanziaria (intesa come insieme delle informazioni contenute nei prospetti di bilancio e nelle note esplicative), sia dei rischi conseguenti all'eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi generali di controllo, per effetto di potenziali errori non intenzionali o frodi, qualora suscettibili di incidere in misura rilevante sull'informativa finanziaria. In particolare, il processo annuale inizia con l'identificazione dei conti e disclosure di bilancio giudicati significativi, in base a valutazioni qualitative e con riferimento a parametri aggiornati di materialità. Si individuano quindi le reporting unit che contribuiscono significativamente alla composizione delle voci selezionate in precedenza. Parallelamente si identificano i processi associati a dette voci e, per ciascun processo, sono valutati i rischi inerenti, che contestualizzano, fase per fase, il rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi di controllo generali. La periodicità, almeno annuale, di tale valutazione permette di tenere conto di nuovi rischi inerenti sull'informativa finanziaria, derivanti dall'evoluzione di fattori esogeni o endogeni. Il processo prosegue con una fase più operativa, che riguarda l'identificazione dei controlli a fronte dei rischi individuati, nel corso della quale Telecom Italia aggiorna e documenta i controlli svolti in azienda in grado di mitigare i rischi identificati. Telecom Italia utilizza nel proprio modello tipologie diverse di controlli, con lo scopo di valutare tutte le componenti del sistema di controllo riferite all'obiettivo dell'attendibilità del financial reporting. Gli Entity Level Control sono definiti a livello di Gruppo/Società/Unità organizzativa e hanno un impatto pervasivo sull'efficacia dei controlli definiti a livello di processo, transazione o applicativo; l'insieme di questi controlli fornisce quindi la rappresentazione di quale sia la sensibilità dell'organizzazione sui temi, ad esempio, del governo societario, della gestione del rischio, delle responsabilità relative al sistema di controllo interno, dell'attribuzione di poteri e responsabilità. Gli IT General Control sono controlli che si applicano a tutti i sistemi, processi e dati delle organizzazioni IT, e rispondono a specifici obiettivi 1 . I Process Control sono controlli posti a presidio dei processi aziendali e sono svolti tramite intervento umano e/o da applicazioni IT.
La fase di valutazione dei controlli a fronte dei rischi individuati si realizza attraverso attività di test, gestite in applicazione di una guida metodologica e una strategia aggiornate annualmente. Secondo logiche risk-based e topdown, le attività di test sono differenziate per tempificazione e profondità, in relazione alla tipologia, alla classificazione e alle altre caratteristiche dei controlli. Le attività di test sono volte a verificare sia l'efficacia del disegno sia l'efficacia operativa del controllo. Nel caso di esito negativo, per la mancata efficacia, nel disegno e/o nell'operatività, di un controllo, si procede a valutarne il rischio di errore in termini di probabilità e impatto; il rischio è quindi gestito attraverso l'apertura di una formale carenza di controllo e con la definizione, tempificazione e responsabilizzazione di appositi piani di rimedio.
Il processo di attestazione è guidato da una procedura organizzativa che identifica ruoli e responsabilità in merito alle diverse fasi di svolgimento. Il Chief Financial Officer mantiene la responsabilità finale sull'intero processo, e ha una responsabilità diretta nella definizione periodica del perimetro di applicazione della normativa di riferimento, nella valutazione finale e complessiva del sistema di controllo interno sul financial reporting e nella gestione del rapporto con la società di revisione, coadiuvato da proprie funzioni specialiste. Il management, con il supporto di risorse che coordinano in ciascuna società/funzione aziendale le attività previste nel calendario di attestazione, ha responsabilità in merito a identificazione, realizzazione e valutazione dei controlli a fronte dei rischi individuati, e conseguentemente sulla valutazione e sulla gestione delle carenze di controllo, nonché sulla realizzazione dei piani di rimedio necessari per il loro superamento. Gli uffici del Group Compliance Officer sono responsabili per la definizione e l'aggiornamento della metodologia e per il monitoraggio del processo end-to-end; assieme alla funzione IT & Security Compliance per l'ambito tecnologico, sovraintendono al disegno dei controlli e sono responsabili per le attività di assurance (test indipendenti, follow-up per la verifica della valutazione del superamento delle carenze di controllo) a rafforzamento dell'attestazione del management e prestano supporto al management e al Chief Financial Officer in tutte le fasi del processo. Il Chief Financial Officer è informato periodicamente dal Group Compliance Officer sull'avanzamento delle attività e sulle risultanze del processo d'attestazione. Il Group Compliance Officer porta altresì periodicamente all'attenzione del Comitato per il controllo e i rischi e del Collegio Sindacale le evidenze di quanto sopra descritto (e in particolare le eventuali carenze di controllo valutate significative/materiali in termini di potenziale impatto di errore/frode sul financial reporting), nonché una sintesi dell'evoluzione delle carenze di controllo per l'anno di attestazione in corso.
L'istituzione e il mantenimento del Sistema di controllo interno sono affidati agli Amministratori Esecutivi (i.e. al Presidente ed all'Amministratore Delegato), ciascuno rispetto all'area delegata, e al Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili della Società (i.e. Piergiorgio Peluso) per l'ambito di competenza, così da assicurare l'adeguatezza complessiva del Sistema di controllo interno e la sua concreta funzionalità, in una prospettiva di tipo risk
1 Quali l'integrità dei programmi, dei file e dei dati, il corretto sviluppo e produzione degli applicativi, la corretta gestione delle modifiche agli applicativi.
Gli Amministratori Esecutivi curano nell'ambito del processo di ERM l'identificazione dei principali rischi aziendali (strategici, operativi, finanziari e di compliance) rispetto agli ambiti operativi coperti dalla rispettiva delega. Essi danno esecuzione alle linee di indirizzo definite dal Consiglio, curando la progettazione, realizzazione e gestione del Sistema di controllo interno e verificandone costantemente l'adeguatezza e l'efficacia. Riferiscono al Consiglio di Amministrazione in merito alle problematiche e alle criticità emerse nello svolgimento delle loro attività. Possono inoltre chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree operative e sul rispetto delle regole e procedure interne nell'esecuzione di operazioni aziendali, dandone contestuale comunicazione ai presidenti del Consiglio di Amministrazione, del Comitato per il controllo e i rischi e del Collegio Sindacale.
Ai sensi dei Principi di Autodisciplina, nell'esercizio della responsabilità che compete al Consiglio di Amministrazione sul Sistema di controllo interno, il Consiglio si avvale - oltre che del Comitato per il controllo e i rischi - anche del Responsabile della Direzione Audit, dotato di indipendenza organizzativa e risorse adeguate e sufficienti allo svolgimento della funzione. A questi compete di supportare gli organi di amministrazione e controllo nella verifica dell'adeguatezza, della piena operatività e dell'effettivo funzionamento del Sistema di controllo interno e, conseguentemente, di proporre misure correttive, in caso di sue anomalie o disfunzioni.
Nel rispetto di quanto disposto dal Codice di Autodisciplina, il Responsabile della Direzione Audit:
Il Responsabile della Direzione Audit effettua la propria attività anche nelle società controllate prive di corrispondenti strutture di audit, agendo nel loro interesse e riferendo ai rispettivi organi. Qualora le società controllate siano dotate di proprie funzioni di audit, la Direzione Audit di TIM si interfaccia e collabora con esse, in ottica di coordinamento, omogeneizzazione ed indirizzo metodologici, compatibilmente con il rispetto delle discipline applicabili e delle responsabilità proprie di dette strutture.
La Direzione Audit espleta il proprio mandato con l'esecuzione di servizi di:
I servizi citati riguardano, in particolare, l'ambito:
Il Responsabile della Direzione Audit ricopre, altresì, un ruolo di garanzia del rispetto dei principi e dei valori espressi nel Codice etico e di condotta. A tal fine, cura la ricezione, l'analisi e il trattamento di segnalazioni (c.d. whistleblowing) riguardanti sospette condotte non conformi a leggi, regolamenti ed alla disciplina esterna, comunque, applicabile al Gruppo, al Codice Etico e di Condotta del Gruppo TIM, alla Policy per il Rispetto dei Diritti Umani nel Gruppo, al Modello Organizzativo 231 adottato dal Gruppo, alle procedure interne. Sono oggetto di analisi anche le denunce e gli esposti ricevuti dai Collegi Sindacali (anche eventualmente nel ruolo di Organismo di Vigilanza 231) delle società del Gruppo TIM per tematiche di competenza.
Le segnalazioni possono essere trasmesse (anche in modo anonimo) e vengono gestite tramite un applicativo
informatico, al quale i segnalanti possono accedere dalla intranet aziendale e dal sito internet di Gruppo. Le segnalazioni possono essere effettuate da qualsiasi dipendente, collaboratore, consulente, prestatore di lavoro, nonché terzo in rapporti d'affari con il Gruppo. Per ciascuna segnalazione il sistema assegna un codice identificativo univoco, che consente al segnalante di verificarne lo stato di lavorazione, in modo anonimo.
La Direzione Audit si avvale di risorse professionali e finanziarie congruenti con il proprio mandato organizzativo, nel rispetto dei requisiti di autonomia, adeguatezza, efficacia ed efficienza della funzione richiesti dal Codice di Borsa.
Il Responsabile della Direzione Audit promuove, sviluppa e sostiene un programma di assurance e miglioramento della qualità che copre tutti gli aspetti dell'attività di internal audit. Il programma prevede una valutazione di conformità rispetto all'International Professional Practices Framework (IPPF) e alle procedure di internal audit aziendali, nonché una continua valutazione di efficacia ed efficienza dell'operatività anche con riferimento alle best practice di settore.
Il Responsabile della Direzione Audit informa periodicamente il Consiglio di Amministrazione, per il tramite del Comitato per il controllo e i rischi, in merito ai risultati di tali valutazioni. ─ ● ─
Il Consiglio di Amministrazione nella riunione del 26 luglio 2016 ha nominato, previo parere favorevole del Comitato controllo e rischi e sentito il Collegio Sindacale, quale Responsabile della Direzione Audit il Dottor Daniele Gulinatti (già Responsabile di Security), in sostituzione della Dottoressa Silvia Ponzoni (che ricopriva l'incarico dal 15 settembre 2015 e ha rinunciato alla carica per assumere un diverso ruolo in altra società del Gruppo).
Il Dottor Gulinatti è stato nominato seguendo il processo di designazione e istruttoria previsto nei Principi di Autodisciplina della Società.
Il Sistema di controllo interno si completa con il c.d. Modello Organizzativo 231, vale a dire un modello di organizzazione e gestione, volto a prevenire la commissione dei reati che possono comportare una responsabilità della Società ai sensi del d.lgs. n. 231/2001 (di cui sono considerati i reati presupposto, ad esclusione di quelli valutati di non diretta pertinenza per il Gruppo).
Il Modello Organizzativo risulta adottato, oltre che da Telecom Italia, anche dalle società controllate nazionali del Gruppo e si articola:
Gli schemi di controllo interno sono stati elaborati nel rispetto dei seguenti principi di fondo: (i) la separazione dei ruoli nello svolgimento delle principali attività inerenti ai processi aziendali; (ii) la tracciabilità delle scelte, per consentire l'individuazione di precisi punti di responsabilità e la motivazione delle scelte stesse; (iii) l'oggettivazione dei processi decisionali, in modo che, in sede di assunzione delle decisioni, si prescinda da valutazioni meramente soggettive, facendosi invece riferimento a criteri precostituiti.
Il Modello Organizzativo è uno strumento dinamico, che incide sull'operatività aziendale e che a sua volta deve essere verificato e aggiornato alla luce dei riscontri applicativi, così come dell'evoluzione del quadro normativo di riferimento. Gli interventi modificativi sono elaborati da un comitato manageriale denominato Steering Committee 231, istruiti dall'Organismo di Vigilanza (i.e. il Collegio Sindacale: cfr. infra) e approvati dal Consiglio di Amministrazione quando di significativa entità.
Il Modello Organizzativo costituisce, inoltre, una componente integrante del compliance program di riferimento per l'applicazione delle normative anti-corruzione, quali – in particolare – US Foreign Corrupt Practices Act e UK Bribery Act. In questo ambito risulta altresì definita una sua versione estera, ai fini dell'adozione da parte delle società controllate non nazionali, tenuto anche conto dell'eventuale applicazione di analoghe normative a livello locale. In particolare, risulta adottato specifico Modello Organizzativo a livello di TIM Participaçoes in applicazione alla normativa anti-corruzione brasiliana.
Le funzioni dell'Organismo di Vigilanza sono attribuite al Collegio Sindacale, che come tale vigila sul funzionamento e sull'osservanza del Modello Organizzativo e riferisce al Consiglio in ordine alle attività di presidio e di verifica compiute e ai relativi esiti. Al riguardo, il Collegio Sindacale è supportato da struttura aziendale dedicata nell'ambito della Direzione Compliance.
Sul sito internet di Telecom Italia è presente una sezione dedicata al Modello Organizzativo 231 adottato (www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo, canale Sistema di Governance/Modello Organizzativo 231).
L'Assemblea degli azionisti tenutasi il 29 aprile 2010 ha conferito alla PricewaterhouseCoopers S.p.A. per il novennio 2010 – 2018 l'incarico di revisione legale del bilancio separato e del bilancio consolidato di TIM, nonché l'incarico di revisione contabile limitata del bilancio consolidato semestrale abbreviato di TIM e l'incarico per la revisione contabile completa dell'Annual Report su Form 20-F di TIM ai sensi delle US Securities Laws.
Il revisore incaricato della Capogruppo TIM S.p.A. è il revisore principale dell'intero Gruppo TIM.
Con la revisione legale del bilancio separato e del bilancio consolidato 2018 di TIM verrà a scadere il mandato novennale per la revisione legale dei bilanci di TIM S.p.A. conferito alla PricewaterhouseCoopers S.p.A..
Il nuovo incarico di revisione legale, sempre di durata novennale, verrà conferito nel rispetto della nuova disciplina legislativa e regolamentare emanata in conseguenza della nuova Direttiva UE in materia di revisione legale dei conti nonché del Regolamento UE relativo alla revisione legale dei conti degli Enti di Interesse Pubblico (EIP) .
Come da Statuto (art. 13) è il Consiglio di Amministrazione che nomina il dirigente preposto, previo parere del Collegio Sindacale e - per scelta di autodisciplina - del Comitato per il controllo e i rischi. In sede di nomina ne sono definiti le attribuzioni e i poteri, disciplinati in apposito Regolamento, consultabile sul sito www.telecomitalia.com, Sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti.
Il rinnovo del Consiglio di Amministrazione ha imposto, nella riunione del 18 aprile 2014, di procedere anche al rinnovo del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili della Società. Il Consiglio ha confermato in tale ruolo il Responsabile della Funzione Administration Finance and Control, Piergiorgio Peluso.
In quanto per legge responsabile di predisporre adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio di esercizio e consolidato, nonché di ogni altra comunicazione di carattere finanziario, il Dirigente preposto è uno dei principali soggetti coinvolti nel funzionamento del Sistema di controllo interno e gestione dei rischi. Il Regolamento gli riconosce una responsabilità funzionale (organizzativa e per materia) rispetto ai controlli interni per il financial reporting, chiarendo che, in relazione a tale ambito, è supportato dagli Amministratori esecutivi, oltre che dalla dirigenza della Società. Il Dirigente riferisce al Consiglio di Amministrazione, al Comitato per il controllo e rischi e per quanto di competenza - al Collegio Sindacale.
In tema di controllo interno e gestione dei rischi oltre agli attori "tipici" si aggiungono in Telecom Italia, senza comportare alcun contrasto con i principi del Codice di Borsa, fra gli altri, il responsabile della Direzione Compliance (altrimenti noto come Group Compliance Officer, a oggi Giampaolo Leone) e quello della Funzione IT & Security Compliance (Roberto Mazzilli), che gerarchicamente dipendono dal Consiglio di Amministrazione e ai quali sono attribuiti i presidi di Gruppo, rispettivamente, della compliance istituzionale/normativa e commerciale (Direzione Compliance) e della compliance tecnologica e dei processi di security (Funzione IT & Security Compliance).
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Rispetto alla responsabilità della Direzione Compliance, dopo una preliminare delibazione della rosa di candidature proposte dal management, in riunione congiunta il Comitato per il controllo e i rischi e il Collegio Sindacale hanno espresso parere favorevole alla sostituzione del Dottor Valerio Cavallo (che ha assunto un diverso incarico in altra società del Gruppo) con Giampaolo Leone (già responsabile delle attività di Enterprise Risk Management), ciò che è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 4 novembre 2016.
I principali soggetti coinvolti nel funzionamento del Sistema di controllo interno sono:
A questi attori "tipici" alla data della presente Relazione si aggiungono in Telecom Italia, fra gli altri:
Le attribuzioni delle figure di cui ai numeri 1-6 corrispondono a quelle raccomandate dal Codice di Borsa, al quale sotto questo profilo Telecom Italia aderisce senza eccezioni. L'istituzione delle figure manageriali di cui alla lettera a. risponde alle specifiche necessità del Gruppo in tema di controlli interni e come tale è prevista dal Codice di Autodisciplina, che rimanda alle valutazioni organizzative dell'emittente (anche con riferimento alle corrispondenti relazioni gerarchiche). Il Consigliere "facilitatore" (lettera b.) svolge una funzione essenziale di garanzia, in presenza di un Presidente del Consiglio di Amministrazione con funzioni esecutive. Questo Consigliere non si occupa degli aspetti operativi dei controlli, ma è chiamato ad agevolare il presidio consiliare sulle funzioni di controllo che dal Consiglio di Amministrazione dipendono gerarchicamente.
Agli Amministratori Esecutivi è affidata invece la cura degli aspetti burocratici del rapporto di lavoro dipendente intrattenuto dai managers responsabili delle strutture di controllo che dal Consiglio dipendono gerarchicamente. Questi non hanno un riferimento monocratico, ed è normale che gli accennati aspetti amministrativi siano affidati ai legali rappresentanti (che della volontà del board sono il fisiologico latore all'esterno), evitando la necessità di rilascio di una delega ad hoc.
Quanto al Presidente del Comitato per il controllo e rischi, questi esercita un ruolo servente l'organizzazione e il funzionamento dei lavori collegiali del Comitato: il board è un organo troppo ampio per il governo dei controlli e l'indelegabilità di (e/o la scelta consiliare di non delegare) molte responsabilità in materia di Sistema di controllo interno mette in risalto il Comitato, in quanto sua articolazione interna focalizzata e specializzata.
In Telecom Italia, a livello di autodisciplina, non vige una regola di allontanamento e/o astensione obbligatoria del Consigliere portatore di un interesse extrasociale, ma si applica un regime di disclosure, in coerenza con il sistema di legge. Il tema degli interessi degli amministratori rispetto all'attività aziendale e alle decisioni portate all'attenzione del Consiglio è peraltro oggetto di specifica attenzione (con puntuale memento scritto in occasione delle singole riunioni e richiamo da parte del Presidente in apertura delle singole riunioni), nonché di verifica da parte del Collegio Sindacale.
La procedura aziendale per l'effettuazione delle operazioni con parti correlate, redatta in ottemperanza al Regolamento Parti Correlate e adottata nel novembre 2010, è stata da ultimo aggiornata nel marzo 2016 ed è consultabile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Procedure.
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Rispetto alle precedenti versioni l'attuale procedura affina la disciplina delle "operazioni infragruppo". Queste sono le operazioni con società controllate o collegate, che risultano sottratte dall'ambito di applicazione della procedura, sempre che nella parte correlata infragruppo non vi siano interessi di altra parte correlata non infragruppo, esemplificati in termini di partecipazione al capitale della parte correlata infragruppo sopra la soglia del 5%. Si è ritenuto che questo criterio rigoroso, unito alla facoltà di avocazione/devoluzione discrezionale dell'esame dell'operazione al livello istruttorio superiore, e comunque di escalation autorizzativa (cfr. infra), rappresenti idonea forma di presidio a tutela degli interessi sostanziali alla base della disciplina delle operazioni con parti correlate.
In sintesi, la procedura aziendale classifica le operazioni in diverse categorie, e sulla base di questa griglia di classificazione applica diversi percorsi di validazione e approvazione, quando quelle operazioni debbono essere realizzate con parti correlate. Le distinzioni fondamentali sono due:
Secondo la definizione fornita dalla Consob, sono ordinarie le operazioni che rientrano nell'ordinario esercizio dell'attività operativa e della connessa attività finanziaria, ossia in sintesi (i) tutte le principali attività generatrici di ricavi della società e (ii) tutte le altre attività di gestione, purché non siano classificabili come attività di investimento o di finanziamento.
Tanto premesso circa la natura delle operazioni con parti correlate, la procedura di Telecom Italia prevede che:
La distinzione tra operazioni di maggiore e minore rilevanza avviene alla stregua degli indici di rilevanza stabiliti dalla Consob, secondo la soglia stabilita dalla stessa Autorità nella misura del 5% in termini di rapporto tra controvalore dell'operazione e patrimonio netto (consolidato)/capitalizzazione della società; rapporto tra totale attivo dell'entità oggetto dell'operazione e totale attivo (consolidato) della società; rapporto tra totale delle passività dell'entità acquisita e totale attivo (consolidato) della società.
Per la conclusione delle operazioni di maggior rilevanza la procedura richiede sempre l'approvazione del Consiglio di Amministrazione, previo parere di un Comitato composto da tutti gli amministratori indipendenti in carica. Per le operazioni di minore rilevanza la competenza a decidere resta quella standard: Consiglio di Amministrazione, Amministratore Delegato o management, a seconda dei casi, che devono tuttavia acquisire preventivamente il parere del Comitato per il controllo e i rischi. In base a considerazioni di opportunità, è peraltro facoltà
I pareri riguardano l'interesse della Società al compimento dell'operazione nonché la convenienza e la correttezza sostanziale delle relative condizioni. Per rilasciarli i Comitati svolgono specifica istruttoria, al quale il management è tenuto a prestare la propria collaborazione. Se i pareri su interesse e condizioni delle operazioni sono favorevoli, si procede con la finalizzazione dell'operazione, secondo le competenze citate. L'eventuale parere negativo del Comitato Consiliare è considerato vincolante e non superabile, con la conseguenza che l'operazione non può essere realizzata.
A supporto della corretta applicazione della procedura è attivo un applicativo informatico che consente di effettuare la verifica del rapporto di correlazione e dell'iter autorizzativo necessario per la sua finalizzazione. L'applicativo assicura altresì la tracciabilità delle iniziative con parti correlate.
Ai sensi dell'art. 17 dello Statuto il Collegio Sindacale è composto da cinque sindaci effettivi di cui uno del genere meno
rappresentato. L'Assemblea nomina altresì quattro sindaci supplenti, due per ciascun genere.
La nomina avviene sulla base di liste presentate da soci che da soli o insieme ad altri siano complessivamente titolari di azioni rappresentanti almeno lo 0,5% del capitale con diritto di voto, ovvero la minore misura richiesta dalla Consob. Le liste si articolano in due sezioni: una per i candidati alla carica di sindaco effettivo e l'altra per i candidati alla carica di sindaco supplente. Le sezioni che contengano un numero di candidati pari o superiore a tre debbono assicurare la presenza di entrambi i generi, così che i candidati del genere meno rappresentato siano almeno un terzo del totale, con arrotondamento, in caso di numero frazionario, all'unità superiore. Il primo dei candidati di ciascuna sezione viene individuato tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro che abbiano esercitato l'attività di revisione legale dei conti per un periodo non inferiore a tre anni. Dalla lista che ha ottenuto la maggioranza dei voti (c.d. Lista di Maggioranza) sono tratti tre sindaci effettivi e due sindaci supplenti, mentre i restanti sindaci effettivi e supplenti sono tratti dalle altre liste (c.d. Liste di Minoranza) con criterio proporzionale (c.d. metodo dei quozienti), nel rispetto dei requisiti previsti dalla normativa applicabile. In caso di parità risulta eletto il candidato della lista che non abbia eletto ancora alcun sindaco ovvero in subordine l'Assemblea procede a nuova votazione di ballottaggio.
Qualora la composizione dell'organo collegiale o della categoria dei sindaci supplenti che ne derivi non consenta il rispetto dell'equilibrio tra i generi, tenuto conto del loro ordine di elencazione nella rispettiva sezione, gli ultimi eletti della Lista di Maggioranza del genere più rappresentato decadono nel numero necessario ad assicurare l'ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi candidati non eletti della stessa lista e della stessa sezione del genere meno rappresentato. In assenza di candidati del genere meno rappresentato all'interno della sezione rilevante della Lista di Maggioranza in numero sufficiente a procedere alla sostituzione, l'Assemblea nomina i sindaci effettivi o supplenti mancanti con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito.
In caso di cessazione di un sindaco tratto rispettivamente dalla Lista di Maggioranza o da una delle Liste di Minoranza, subentrano, in ordine di età, i supplenti tratti dalla Lista di Maggioranza ovvero dalle Liste di Minoranza. La nomina di sindaci per l'integrazione del Collegio Sindacale ai sensi dell'art. 2401 del codice civile è deliberata dall'Assemblea a maggioranza assoluta dei votanti, e comunque nel rispetto del principio di necessaria rappresentanza delle minoranze, oltre che dei requisiti statutari in materia di equilibrio tra i generi. Alla cessazione di un sindaco effettivo tratto dalle Liste di Minoranza si intende rispettato il principio di necessaria rappresentanza delle minoranze in caso di nomina al suo posto di uno dei sindaci supplenti tratti dalle Liste di Minoranza.
L'Assemblea del 20 maggio 2015 ha nominato il Collegio Sindacale in carica, che scadrà con l'Assemblea che andrà ad approvare il bilancio dell'esercizio 2017.
Sono state presentate nei termini e con le modalità richieste dalla disciplina applicabile due liste, rispettivamente dall'allora azionista di maggioranza relativa Telco S.p.A. e da un gruppo di Società di Gestione del Risparmio ed investitori istituzionali internazionali (specificamente: Aletti Gestielle S.G.R. S.P.A., Anima S.G.R. S.p.A., APG Asset Management N.V., Arca S.G.R. S.p.A., Eurizon Capital S.G.R. S.P.A., Eurizon Capital S.A., Fil Investments International, Fideuram Investimenti S.G.R. S.p.A., Fideuram Asset Management (Ireland), Interfund Sicav, Legal & General Investment Management Limited - Legal & General Assurance (Pensions Management) Limited, Mediolanum Gestione Fondi S.G.R. S.p.A,, Mediolanum International Funds – Challenge Funds – Challenge Italian Equity; Pioneer Investment Management S.G.R.P.A., Pioneer Asset Management S.A., Standard Life Investments Limited). Dalla lista Telco, che ha ottenuto più voti (78,75% del capitale votante), sono stati tratti tre Sindaci Effettivi e due Sindaci Supplenti: Gianluca Ponzellini (Sindaco Effettivo), Ugo Rock (Sindaco Effettivo), Paola Maiorana (Sindaco Effettivo), Francesco Di Carlo (Sindaco Supplente) e Gabriella Chersicla (Sindaco Supplente). Dalla lista Società di Gestione del Risparmio (che ha ottenuto il 18,52% dei voti) sono stati tratti i restanti nominandi: Roberto Capone (Sindaco Effettivo), Vincenzo Cariello (Sindaco Effettivo), Piera Vitali (Sindaco Supplente) e Riccardo Schioppo (Sindaco Supplente).
L'Assemblea inoltre ha nominato il Presidente del Collegio Sindacale nella persona di Roberto Capone. I compensi annuali sono stati stabiliti, su proposta dell'azionista Telco, in euro 95.000 per ciascuno dei Sindaci Effettivi, ed euro 135.000 per il Presidente del Collegio Sindacale.
I curricula vitae dei componenti l'organo di controllo sono disponibili sul sito internet www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo – canale Organi Sociali/Collegio Sindacale.
La verifica da parte del Collegio Sindacale della sussistenza dei requisiti di indipendenza, ai sensi dell'art. 148, comma 3, del TUF, e di quelli prescritti dal Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana si è svolta nella riunione del 15 febbraio 2017.
─ ● ─ I Sindaci partecipano agli incontri con il management (anche di società controllate), finalizzati a fornire ai componenti del Consiglio di Amministrazione un'adeguata conoscenza del settore di attività in cui opera la Società, dei presidi e delle dinamiche aziendali e della loro evoluzione.
A quanti fra i Sindaci ne abbiano fatto richiesta la Società ha organizzato occasioni personalizzate di induction,
Per prassi i Sindaci segnalano eventuali interessi rispetto agli argomenti oggetto di trattazione.
Il Collegio Sindacale svolge le attività a esso affidate dall'ordinamento nazionale nonché i compiti dell'audit committee ai sensi della disciplina statunitense, in quanto applicabile alla Società nella qualità di foreign issuer quotato presso il New York Stock Exchange. Al Collegio Sindacale sono attribuite altresì le funzioni dell'organismo di vigilanza ai sensi del d.lgs. n. 231/2001.
─ ● ─
Esso ha la possibilità di accedere alle informazioni e alle funzioni aziendali (in primis quelle di controllo) necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti. Non sono state assegnate all'organo di controllo risorse finanziarie di ammontare predeterminato, ma il Collegio Sindacale ha avuto la possibilità di attivare autonomamente consulenti esterni di propria scelta.
Nel corso del 2016 si sono tenute 50 riunioni (di cui 9 in forma congiunta con il Comitato per il controllo e i rischi, ai cui lavori tutti i Sindaci hanno comunque sempre la possibilità di partecipare). La durata media delle riunioni è stata di 2 ore e 43 minuti. La percentuale media di presenze è stata di circa il 90 %.
La Tabella 3 fornisce le informazioni in merito alla composizione del Collegio Sindacale.
Per informazioni dettagliate in merito alle attività svolte dal Collegio Sindacale si rimanda alla relazione all'Assemblea degli Azionisti redatta ai sensi dell'art. 153 del TUF.
Nell'ambito della Funzione Administration Finance and Control è identificato un responsabile incaricato della gestione dei rapporti con la comunità finanziaria e con tutti gli azionisti (Investor Relations Manager), nella persona di Alex Pierre Bolis. I riferimenti sono:
Nell'apposita sezione Investitori del sito internet www.telecomitalia.com sono disponibili informazioni rilevanti per gli azionisti e, in genere, per gli investitori (anche in titoli obbligazionari), attuali e potenziali.
Ai sensi di legge, è legittimato all'intervento in Assemblea e al voto colui per il quale l'intermediario di riferimento abbia trasmesso alla Società l'apposita comunicazione attestante la spettanza del diritto alla record date (settimo giorno di mercato aperto precedente la riunione in prima convocazione).
Inoltre in Telecom Italia gli azionisti ordinari possono esercitare il diritto di voto anche per corrispondenza, ed è facoltà del Consiglio di Amministrazione consentire il voto in via elettronica, specificandone le modalità nell'avviso di convocazione. All'uopo, è prassi l'attivazione di apposita piattaforma accessibile tramite il sito internet della Società. Al fine poi di facilitare la raccolta di deleghe presso gli azionisti ordinari dipendenti della Società e delle sue controllate associati ad associazioni di azionisti che rispondano ai requisiti previsti dalla normativa vigente, sono messi a disposizione appositi spazi e strumenti per la comunicazione e lo svolgimento dell'attività. Più in generale il Consiglio di Amministrazione si adopera per assicurare agli azionisti un'adeguata informativa circa gli elementi necessari per l'assunzione, con cognizione di causa, delle decisioni di competenza assembleare.
L'Assemblea ordinaria delibera sulle materie di legge, ma lo Statuto prevede che sono rimesse alla competenza del Consiglio di Amministrazione le determinazioni di incorporazione in Telecom Italia o di scissione a favore di Telecom Italia delle società possedute almeno al 90%, la riduzione del capitale sociale in caso di recesso del socio, l'adeguamento dello Statuto a disposizioni normative, il trasferimento della sede della Società all'interno del territorio nazionale, nonché l'istituzione o la soppressione di sedi secondarie.
Per permettere il regolare svolgimento dei lavori assembleari, la Società si è dotata fin dal 2000 di un Regolamento Assembleare, reperibile sul sito www.telecomitalia.com, sezione Il Gruppo - canale Sistema di Governance/Regolamenti.
Nell'Assemblea del 25 maggio 2016 sono intervenuti 14 Amministratori, su un totale di 16 Consiglieri in carica. All'atto della convocazione della riunione assembleare, il Consiglio di Amministrazione non ha ritenuto opportuno nominare il rappresentante designato dalla Società per il rilascio delle deleghe alla partecipazione all'Assemblea ed ha invece consentito agli azionisti il voto in via elettronica.
Nel corso dell'esercizio l'azionista di maggioranza relativa è rimasto Vivendi S.A., la cui partecipazione percentuale al capitale con diritto di voto è riportata nella tabella 1 ("Informazioni sugli Assetti Proprietari – Partecipazioni rilevanti nel capitale").
─ ● ─
Il Consiglio di Amministrazione nella riunione del 23 marzo 2017 ha approvato l'abrogazione della c.d. Procedura operazioni Brasile, ritenendo che siano venute meno le motivazioni alla base dell'adozione del documento. ─ ● ─
Inoltre in data 23 marzo 2017 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato le considerazioni svolte dal Collegio Sindacale in ordine al rapporto in essere tra il socio di riferimento Vivendi S.A. e TIM; al riguardo, il Collegio Sindacale ha escluso la qualificazione di detto rapporto in termini di "controllo" ai sensi delle definizioni contenute nel Codice Civile e nel Testo Unico della Finanza (TUF), ma ha concluso, a maggioranza dei propri componenti e in difformità con le conclusioni cui era pervenuto il parere indipendente richiesto dal medesimo organo, che esso si configurerebbe come "controllo" e non quale "influenza notevole" ai fini e nei limiti di cui alla disciplina Consob in materia di operazioni con parti correlate. Sulla scorta di ulteriori pareri pro veritate, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di non condividere la valutazione effettuata dal Collegio Sindacale in ordine ai presupposti di una situazione qualificabile come "controllo di fatto" del socio Vivendi su TIM, sia pure ai sensi e per gli effetti della sola disciplina sulle operazioni con parti correlate.
Si riporta di seguito la nota informativa diffusa al riguardo dalla Società, come da richiesta Consob.
Si fa riferimento al tema della qualificazione del rapporto in essere tra il socio di riferimento Vivendi S.A. e TIM e all'analisi che ne è stata fatta dagli organi di controllo e di gestione della Società.
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Al riguardo, essendo stata informata delle conclusioni raggiunte dal Collegio Sindacale e degli approfondimenti in corso da parte del Consiglio di Amministrazione, con provvedimento Protocollo 0035756/17 del 21 marzo 2017, in vista della riunione del 23 marzo 2017 Consob ha richiesto di mettere a disposizione del pubblico, entro tre giorni dall'assunzione della delibera consiliare sulla questione:
La Società, dopo aver appreso dell'esito dell'accertamento svolto dall'organo di controllo, ha chiesto la pareristica e le evidenze istruttorie a supporto di tali conclusioni, ricevendo:
Il Collegio Sindacale ha inoltre ritenuto opportuno avvalersi del supporto di un consulente indipendente di sua scelta, individuato nello Studio Galbiati, Sacchi e Associati, che si è espresso tuttavia nel senso dell'esclusione dell'integrazione di ogni fattispecie di controllo.
Discostandosi dal suddetto parere, dopo aver espressamente escluso il controllo ai sensi dell'art. 2359 c.c. e dell'art. 93 del TUF, l'analisi del Collegio Sindacale ha riguardato la Delibera Consob n. 17221 del 12 marzo 2010, e in particolare l'Allegato 1, § 2, lettera d), quale interpretato alla luce del combinato disposto dello IAS n. 24 e dell'IFRS n. 10. Il Collegio Sindacale ha ritenuto di poter enucleare, in tali testi regolamentari, una nozione di controllo tale da abbracciare anche il "potere di orientare/influenzare/condizionare stabilmente l'esercizio del diritto di voto della maggioranza degli amministratori" rispetto a "deliberazioni significative", ed ha quindi ripercorso eventi, attività e deliberazioni del Consiglio di Amministrazione di Telecom, a partire dal 2015, per verificare la concreta ricorrenza di una siffatta nozione di controllo.
All'esito della propria disamina, il Collegio Sindacale ha osservato che, salvo minori eccezioni, nelle diverse circostanze l'organo consiliare "si è sempre espresso secondo la posizione proposta ovvero dichiaratamente ed energicamente sostenuta dagli amministratori di provenienza di Vivendi", ed ha ritenuto che una siffatta convergenza di opinioni nei confronti delle posizioni espresse dagli Amministratori di provenienza di Vivendi debba considerarsi fatto sufficiente per poter accertare la sussistenza, ai fini della disciplina delle operazioni con parti correlate, di una posizione di controllo della medesima Vivendi su TIM.
A fronte dell'attività di approfondimento intrapresa dal Collegio Sindacale, la Società ha conferito incarico agli studi Marchetti e Portale/Purpura, i quali hanno rilasciato due separati pareri pro-veritate, integrati poi alla luce del materiale aggiuntivo messo successivamente a disposizione dal Collegio Sindacale.
I consulenti incaricati dalla Società (invero in sintonia con l'approccio sostenuto dallo stesso consulente indipendente nominato in autonomia dal Collegio Sindacale) hanno osservato che la nozione di controllo e le sue possibili declinazioni sono individuate e ricostruibili sulla base delle normative di riferimento e che l'interpretazione elaborata dal Collegio Sindacale non trova riscontro né nella disciplina sulle operazioni con parti correlate, né nei principi contabili internazionali richiamati, secondo i quali il controllo postula il "potere di determinare le politiche finanziarie e gestionali di un'entità al fine di ottenere benefici dalle sue attività". Detto potere – che in ciò differisce dalla mera "influenza notevole", di cui è incontestato Vivendi disponga rispetto a TIM – deve necessariamente derivare dalla titolarità di diritti, e deve poter essere esercitato dal socio in via unilaterale senza il necessario concorso di altri.
Questa circostanza, nel caso del Consiglio di Amministrazione di TIM, non si verifica.
I pareri precisano altresì che è irrilevante per la nozione di controllo la semplice osservazione di una convergenza dei voti, così come l'eventuale capacità fattuale di singoli componenti l'organo amministrativo di esprimere posizioni che raccolgano, volta per volta, l'altrui libero consenso. Tutti i pareri ricevuti puntualizzano che le posizioni espresse da singoli Consiglieri non possono essere intese come mero effetto dell'esercizio di un altrui potere di orientamento e controllo, tanto più nel contesto di un Consiglio di Amministrazione composto da soggetti che, per la più gran parte, hanno assunto la carica ben prima dell'ingresso nel capitale sociale di Vivendi, e comunque formato in larga maggioranza da Consiglieri indipendenti.
Quanto sopra a prescindere da considerazioni di merito sui fondamenti di fatto relativi alle dinamiche interne al Consiglio di Amministrazione assunti a riferimento dal Collegio Sindacale, la cui ricostruzione, per come svolta dal suddetto organo, non è stata condivisa dal Consiglio.
Le considerazioni sopra riepilogate sono state condivise in appositi incontri informali con i Consiglieri di Amministrazione, nel corso dei quali i consulenti della Società hanno fornito chiarimenti e risposto a quesiti, al fine di consentire agli stessi di agire pienamente informati.
Dopo un primo rinvio per consentire a ciascuno l'esame della copiosa documentazione disponibile, in data 23 marzo 2017 il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto di disporre degli elementi necessari per assumere una propria determinazione conclusiva sulla vicenda, e lo ha fatto focalizzandosi sulla "ricostruzione fattuale" elaborata dal Collegio Sindacale.
In particolare, tutti gli amministratori (incluso il consigliere indipendente designato da Vivendi; assente il Consigliere Kingsmill) hanno escluso qualsivoglia "soggezione" rispetto alle posizioni espresse dai Consiglieri non indipendenti designati da Vivendi, confermando di avere sempre assunto le proprie determinazioni con piena e incondizionata autonomia di giudizio, senza vincoli di alcun tipo diversi dalla considerazione dell'obiettivo interesse dalla Società e di tutti i suoi stakeholders, posto alla base di ogni scelta articolata dal Consiglio. Di conseguenza tutti i Consiglieri di Amministrazione si sono espressi nel senso di non dover procedere alla riqualificazione del titolo di correlazione tra Vivendi e TIM da "influenza notevole" (come pacificamente riconosciuto) a "controllo", in linea con le conclusioni raggiunte da tutti i pareri pro veritate prodotti (ivi incluso quello rilasciato dal professionista indipendente nominato dal Collegio Sindacale).
Per completezza si segnala che i Consiglieri Calvosa e Cornelli, pur condividendo le suddette conclusioni del Consiglio di Amministrazione, hanno ritenuto di non concorrere alla votazione in quanto portatrici di una proposta di rafforzamento, su base esclusivamente volontaria, dei presidi sulle operazioni riferibili a Vivendi e ai suoi amministratori. Sul punto, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, richiamati i numerosi presidi in materia di parti correlate (quale comunque si qualifica Vivendi), non da ultimo l'ordinario ricorso a procedure di gara selettive in grado di assicurare concorrenza tra le controparti e trasparenza nella scelta della migliore offerta, a cui tutti i principali fornitori vengono sottoposti, ha evidenziato la necessità di strutturare operativamente la proposta per poterla portare all'esame del Consiglio di Amministrazione, demandano gli opportuni approfondimenti al Comitato per il controllo e i rischi.
Il Vice Presidente e i Consiglieri Philippe e Roussel, che hanno dichiarato di essere portatori di un interesse in materia, rilasciando dichiarazione ex art. 2391 c.c., si sono astenuti dalla votazione.
Nell'anno 2017 il Consiglio di Amministrazione ha abrogato la c.d. Procedura operazioni Brasile (cfr. paragrafo 18).
| N° azioni | % rispetto al c.s. |
Quotato (indicare i mercati) / non quotato |
Diritti e obblighi | |||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Azioni | 15.203.122.583 | Quotate presso | Diritto di voto nelle Assemblee | |||||||
| ordinarie | 71,61% | Borsa Italiana S.p.A. | Ordinarie e Straordinarie della | |||||||
| Società | ||||||||||
| Azioni di risparmio |
6.027.791.699 | 28,39% | Quotate presso Borsa Italiana S.p.A. |
Diritto di voto nelle assemblee speciali della categoria, privilegi patrimoniali previsti dall'art.6 dello Statuto sociale: dividendo privilegiato 5%, trascinamento biennale del diritto al dividendo privilegiato, dividendo maggiorato rispetto alle azioni ordinarie in misura del 2% |
| Quotato (indicare i mercati)/non quotato |
Numero strumenti in circolazione |
Categoria di azioni al servizio della conversione/esercizio |
Numero azioni al servizio della conversione/esercizio |
|
|---|---|---|---|---|
| Obbligazioni Convertibili(1) |
Borsa di Vienna | 20.000 | Ordinarie Telecom Italia | (2) |
(1) Obbligazioni denominate "€2,000,000,000 1.125 per cent. Equity-Linked Bonds due 2022" emesse da Telecom Italia S.p.A.
(2) Al servizio esclusivo del prestito obbligazionario emesso da Telecom Italia S.p.A. è stato deliberato un aumento di capitale a pagamento per un controvalore massimo complessivo, comprensivo di sovrapprezzo, di euro 2,0 miliardi. Il numero massimo di azioni di compendio emettibili è determinato in funzione del prezzo di emissione delle azioni stesse. Ogni strumento in circolazione equivale a 100.000 euro.
Nel corso del 2016 si è proceduto ad aumentare il capitale sociale di 937 milioni di euro a seguito dell'integrale conversione in nuove azioni ordinarie Telecom Italia (le "Nuove Azioni") delle obbligazioni appartenenti al Prestito "€1,300,000,000 6.125 per cent. Guaranteed Subordinated Mandatory Convertible Bonds due 2016" (di seguito, "bond"), emesso da Telecom Italia Finance S.A. e garantito da Telecom Italia S.p.A.. L'emissione per complessive 1.703.210.812 Nuove Azioni si è verificata:
| Partecipazioni rilevanti nel capitale | |||
|---|---|---|---|
| Dichiarante | Azionista diretto | Quota % su capitale ordinario | Quota % su capitale votante |
| Vivendi S.A. | Vivendi S.A.(*) | 23,94% | 23,94% |
(*) Partecipazione desunta a seguito del ricevimento di una comunicazione da parte di Vivendi S.A. ai sensi dell'art. 152-octies, comma 7, del Regolamento Emittenti di Consob.
| Consiglio di Amministrazione | Comitato per il controllo e i rischi |
Comitato per le nomine e la remunerazione |
Comitato Strategico |
|||||||||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Carica | Componenti | Anno di nascita |
Data di prima nomina |
In carica dal | In carica fino al | Lista (M/m) (*) |
Esec | Non esec. |
Indip. Codice |
Indip. TUF | (**) | Numero altri incarichi (***) |
(****) | (**) | (****) | (**) | (****) | (**) |
| Presidente | Giuseppe Recchi(1)(2) | 1964 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LT | X | 14/14 | 2 | M | 1/1 | |||||||
| Amministratore Delegato |
Flavio Cattaneo(1)(2)(3) | 1963 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | 13/14 | 1 | M | 2/2 | M | 1/1 | |||||
| Vice Presidente | Arnaud Roy De Puyfontaine(1)(4) |
1964 | 15/12/2015 | 15/12/2015 | 31/12/2016 | V | X | 13/14 | 1 | M | 10/11 | P | 1/1 | |||||
| Amministratore | Tarak Ben Ammar | 1949 | 14/04/2008 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | 12/14 | 2 | |||||||||
| Amministratore | Davide Benello(1)(5) | 1954 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LSGR | X | X | X | 14/14 | 2 | P | 12/12 | M | 1/1 | |||
| Amministratore | Lucia Calvosa | 1961 | 04/08/2011 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LSGR | X | X | X | 13/14 | 1 | P | 16/16 | |||||
| Amministratore | Laura Cioli(1) | 1963 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 14/14 | = | M | 14/16 | M | 1/1 | |||
| Amministratore | Francesca Cornelli | 1962 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LSGR | X | X | X | 13/14 | 3 | M | 15/16 | |||||
| Amministratore | Jean Paul Fitoussi(6) | 1942 | 06/05/2004 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | 14/14 | 1 | M | 1/1 | ||||||
| Amministratore | Giorgina Gallo | 1960 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 13/14 | 3 | M | 13/16 | |||||
| Amministratore | Félicité Herzog(7) | 1968 | 15/12/2015 | 15/12/2015 | 31/12/2016 | V | X | X | X | 13/14 | = | M | 12/14 | |||||
| Amministratore | Denise Patricia Kingsmill(8) | 1947 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | LT | X | X | X | 9/14 | 4 | M | 5/6 | |||||
| Amministratore | Luca Marzotto | 1971 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 12/14 | 1 | M | 10/12 | |||||
| Amministratore | Hervé Philippe | 1958 | 15/12/2015 | 15/12/2015 | 31/12/2016 | V | X | 14/14 | 1 | |||||||||
| Amministratore | Stéphane Roussel(9) | 1961 | 15/12/2015 | 15/12/2015 | 31/12/2016 | V | X | 14/14 | 1 | M | 10/11 | |||||||
| Amministratore | Giorgio Giannino Valerio(10) | 1966 | 16/04/2014 | 16/04/2014 | 31/12/2016 | T | X | X | X | 14/14 | = | M | 16/16 | M | 5/5 | |||
| Amministratori cessati durante l'esercizio 2016 | ||||||||||||||||||
| Amministratore Delegato |
Marco Patuano | 1964 | 12/04/2011 | 16/04/2014 | 22/03/2016 | LT | X | 4/4 | ||||||||||
| Numero riunioni svolte durante l'esercizio di riferimento: | CDA: 14 | CCR: 16 | CNR: 12 CS: 1 |
|||||||||||||||
| Quorum richiesto per la presentazione delle liste da parte delle minoranze per l'elezione di uno o più membri (ex art. 147-ter TUF): 0,5% |
* In questa colonna (i) rispetto agli Amministratori nominati/confermati dall'Assemblea del 16 aprile 2014 è indicato LSGR in caso di nomina con voto di lista e candidatura da parte della Lista SGR e Investitori Istituzionali, LT in caso di nomina con voto di lista e candidatura da parte della Lista Telco, T in caso di originaria candidatura nella Lista Telco, ma nomina a parte dell'Assemblea con modalità di voto ordinaria (cfr. Paragrafo 5.2), V in caso di nomina di candidati proposti dal socio Vivendi SA avvenuta nel corso dell'Assemblea degli azionisti del 15 dicembre 2015.
** In questa colonna è indicata la partecipazione degli amministratori alle riunioni rispettivamente del CdA e dei Comitati (viene indicato il numero di riunioni cui il Consigliere ha partecipato rispetto al numero complessivo delle riunioni cui avrebbe potuto partecipare n. di presenze/n. di riunioni svolte durante l'effettivo periodo di carica del soggetto interessato).
***In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato in altre società quotate in mercati regolamentati, anche esteri, in società finanziarie, bancarie, assicurative o di rilevanti dimensioni. Di seguito gli incarichi sono indicati per esteso. Per ulteriori informazioni sugli incarichi ricoperti, si rimanda ai curricula vitae disponibili sul sito internet www.telecomitalia.com sezione Il Gruppo canale Organi sociali/Consiglio di Amministrazione **** In questa colonna è indicata la qualifica del Consigliere all'interno del Comitato "P" presidente "M" membro.
(4) Membro del Comitato Nomine e Remunerazione dal 15 febbraio 2016, Vice Presidente dal 27 aprile 2016 e Presidente del Comitato Strategico dal 30 settembre 2016
____________________________________________________________ Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari di Telecom Italia 47 Si indicano per esteso le cariche ricoperte dagli Amministratori.
| Giuseppe Recchi | Consigliere di Amministrazione di Unipol Sai Assicurazioni S.p.A. e di Esaote S.p.A. |
|---|---|
| Flavio Cattaneo | Consigliere di Amministrazione di Nuovo Trasporto Viaggiatori – NTV S.p.A. |
| Arnaud Roy de Puyfontaine | Président du Directoire di Vivendi S.A. |
| Tarak Ben Ammar | Consigliere di Amministrazione di Mediobanca S.p.A. e membro del Consiglio di Sorveglianza di Vivendi S.A. |
| Davide Benello | Consigliere di Amministrazione di Telekom Malaysia Berhad e di Tungsten Corporation plc |
| Lucia Calvosa | Consigliere di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. |
| Laura Cioli | - - - |
| Francesca Cornelli | Consigliere di Amministrazione di Intesa SanPaolo S.p.A., di Swiss RE Europe e di Swiss RE International |
| Jean Paul Fitoussi | Consigliere di Amministrazione di Banca Sella Holding S.p.A. |
| Giorgina Gallo | Consigliere di Amministrazione di Intesa SanPaolo S.p.A., di Autogrill S.p.A. e di Zignago Vetro S.p.A. |
| Félicité Herzog | - - - |
| Denise Patricia Kingsmill | Presidente di Monzo Bank, Membro del Consiglio di Sorveglianza di E.ON SE e Consigliere di Amministrazione di International Airlines Group S.A. e di Inditex |
| Luca Marzotto | Consigliere di Amministrazione di Zignago Vetro S.p.A. |
| Hervé Philippe | Membre du Directoire e Directeur financier di Vivendi S.A. |
| Stephane Roussel | Membre du Directoire e Directeur général en charge des Opérations di Vivendi S.A. |
| Giorgio Giannino Valerio | - - - |
| .TABELLA 3 – STRUTTURA DEL COLLEGIO SINDACALE |
||||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Carica | Componenti | Anno di nascita |
Data di prima nomina * |
In carica dal | In carica fino a | Lista ** |
Indipendenza da Codice |
Partecipazione alle riunioni del Collegio *** |
Numero altri incarichi **** |
|
| Presidente | Roberto Capone | 1955 | 16/9/2012 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | m | X | 50/50 | 18 | |
| Sindaco effettivo | Vincenzo Cariello | 1965 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | 48/50 | = | |
| Sindaco effettivo | Paola Maria Maiorana | 1965 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | m | X | 47/50 | 1 | |
| Sindaco effettivo | Gianluca Ponzellini | 1947 | 8/4/2009 | 25/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | 47/50 | 14 | |
| Sindaco effettivo | Ugo Rock | 1950 | 8/4/2009 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | 33/50 | 7 | |
| Sindaco supplente | Piera Vitali | 1949 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | m | X | = | = | |
| Sindaco supplente | Francesco Di Carlo | 1969 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | = | = | |
| Sindaco supplente | Gabriella Chersica | 1962 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | M | X | = | = | |
| Sindaco supplente | Riccardo Schioppo | 1950 | 20/5/2015 | 20/5/2015 | 31/12/2017 | m | X | = | = | |
| Numero di riunioni svolte durante l'esercizio di riferimento: 50 |
* Per data di prima nomina di ciascun sindaco si intende la data in cui il sindaco è stato nominato per la prima volta (in assoluto) nel collegio sindacale di Telecom Italia.
**In questa colonna è indicata la lista da cui è stato tratto ciascun sindaco ("M": lista di maggioranza; "m": lista di minoranza).
*** In questa colonna è indicata la partecipazione dei sindaci alle riunioni del collegio sindacale (viene indicato il numero di riunioni cui il sindaco ha partecipato rispetto al numero complessivo delle riunioni cui avrebbe potuto partecipare n. di presenze/n. di riunioni svolte durante l'effettivo periodo di carica del soggetto interessato).
**** In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato rilevanti ai sensi dell'art. 148 bis TUF e delle relative disposizioni di attuazione contenute nel Regolamento Emittenti Consob. L'elenco completo degli incarichi è pubblicato dalla Consob sul proprio sito internet ai sensi dell'art. 144 quinquiesdecies del Regolamento Emittenti Consob.
Telecom Italia S.p.A. Sede Legale in Milano Via Gaetano Negri n. 1 Direzione Generale e Sede Secondaria in Roma Corso d'Italia n. 41 Casella PEC: [email protected] Capitale sociale euro 11.677.002.855,10 interamente versato Codice Fiscale/Partita Iva e numero iscrizione al Registro delle Imprese di Milano 00488410010
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