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Quarterly Report Nov 10, 2020

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ALLEGATI AL COMUNICATO STAMPA

GRUPPO TIM – HIGHLIGHTS FINANZIARI __________ 2
GRUPPO TIM – SCHEMI RICLASSIFICATI ___________ 3
CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM __________ 3
CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM _______ 4
SITUAZIONE PATRIMONIALE–FINANZIARIA CONSOLIDATA DEL GRUPPO TIM _______ 5
RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM _________ 7
MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM ______ 9
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO DEL GRUPPO TIM ______ 10
VARIAZIONE DELL'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO _____ 11
INFORMAZIONI PER SETTORE OPERATIVO DEL GRUPPO TIM _________ 12
DOMESTIC ________________ 12
BRASILE ____________ 14
PERSONALE DEL GRUPPO TIM ___________ 15
GRUPPO TIM – IMPATTO SULLE SINGOLE VOCI DEL CONTO ECONOMICO SEPARATO
CONSOLIDATO DEGLI EVENTI E OPERAZIONI DI NATURA NON RICORRENTE _______ 16
GRUPPO TIM - STRUTTURA DEL DEBITO, EMISSIONI OBBLIGAZIONARIE E OBBLIGAZIONI IN
SCADENZA ________________ 17
CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI ________ 19
INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE ___________ 28

GRUPPO TIM – HIGHLIGHTS FINANZIARI

(milioni di euro) 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9 Variazioni %
2020 2019 organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (a-b)
Ricavi 11.657 13.423 (13,2) (7,9)
EBITDA
(1)
5.118 6.499 (21,2) (7,3)
EBITDA Margin 43,9% 48,4% (4,5)pp
EBITDA Margin Organico esclusi
non ricorrenti
45,3% 45,0% 0,3pp
EBIT
(1)
1.627 2.712 (40,0) (17,9)
EBIT Margin 14,0% 20,2% (6,2)pp
EBIT Margin Organico esclusi non
ricorrenti
15,5% 17,3% (1,8)pp
Utile (perdita) del periodo attribuibile ai
Soci della Controllante
1.178 852 38,3
Investimenti industriali & spectrum 2.006 2.276 (11,9) (5,0)
30.9.2020 31.12.2019 Variazione assoluta
(a) (b) (a-b)
Indebitamento finanziario netto
rettificato
(1)
25.469 27.668 (2.199)
(milioni di euro) 3° Trimestre
2020
3° Trimestre
2019
Variazioni %
organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (a-b)
Ricavi 3.898 4.429 (12,0) (5,0)
EBITDA
(1)
1.720 2.108 (18,4) (7,9)
EBITDA Margin 44,1% 47,6% (3,5)pp
EBITDA Margin Organico esclusi non
ricorrenti
45,2% 46,7% (1,5)pp
EBIT
(1)
585 825 (29,1) (17,2)
EBIT Margin 15,0% 18,6% (3,6)pp
EBIT Margin Organico esclusi non
ricorrenti
16,1% 18,5% (2,4)pp
Utile (perdita) del periodo attribuibile ai
Soci della Controllante
500 301 66,1

(1) Per i relativi dettagli si rimanda a quanto riportato nel capitolo "Indicatori alternativi di performance".

GRUPPO TIM – SCHEMI RICLASSIFICATI

Gli schemi riclassificati di Conto Economico Separato Consolidato, Conto Economico Complessivo Consolidato, Situazione Patrimoniale–Finanziaria Consolidata, Rendiconto Finanziario Consolidato, Movimenti del Patrimonio Netto Consolidato nonché l'Indebitamento Finanziario Netto Consolidato del Gruppo TIM, nel seguito presentati, sono coerenti con gli schemi di bilancio consolidato inclusi nella Relazione finanziaria annuale e nella Relazione finanziaria semestrale. Tali schemi non sono stati oggetto di verifica da parte della società di revisione.

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2019 ai quali si rimanda, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1°gennaio 2020.

CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 3° Trimestre 3° Trimestre 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9 Variazioni
2020 2019 2020
(a)
2019
(b)
(a-b)
assolute
%
Ricavi 3.898 4.429 11.657 13.423 (1.766) (13,2)
Altri proventi operativi 31 84 121 850 (729) (85,8)
Totale ricavi e proventi operativi 3.929 4.513 11.778 14.273 (2.495) (17,5)
Acquisti di materie e servizi (1.593) (1.548) (4.433) (4.746) 313 6,6
Costi del personale (574) (677) (1.946) (2.179) 233 10,7
Altri costi operativi (179) (289) (681) (1.160) 479 41,3
Variazione delle rimanenze 18 (15) 24 (89) 113
Attività realizzate internamente 119 124 376 400 (24) (6,0)
Risultato operativo ante ammortamenti,
plusvalenze/(minusvalenze) e ripristini di
valore/(svalutazioni) di attività non
correnti (EBITDA) 1.720 2.108 5.118 6.499 (1.381) (21,2)
Ammortamenti (1.134) (1.262) (3.482) (3.758) 276 7,3
Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di
attività non correnti
(1) (21) (9) (29) 20 69,0
Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività
non correnti
-
Risultato operativo (EBIT) 585 825 1.627 2.712 (1.085) (40,0)
Quota dei risultati delle partecipazioni in
imprese collegate e Joint Ventures valutate
con il metodo del patrimonio netto
10 (1) 12 (4) 16
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni 448 2 446
Proventi finanziari 342 371 843 951 (108) (11,4)
Oneri finanziari (648) (736) (1.752) (2.070) 318 15,4
Utile (perdita) prima delle imposte
derivante dalle attività in funzionamento
289 459 1.178 1.591 (413) (26,0)
Imposte sul reddito 232 (106) 66 (498) 564
Utile (perdita) derivante dalle attività in
funzionamento
521 353 1.244 1.093 151 13,8
Utile (perdita) da Attività cessate/Attività
non correnti destinate ad essere cedute
Utile (perdita) del periodo 521 353 1.244 1.093 151 13,8
Attribuibile a:
Soci della Controllante 500 301 1.178 852 326 38,3
Partecipazioni di minoranza 21 52 66 241 (175) (72,6)

CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM

Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio) è di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo Consolidato, comprensivo, oltre che dell'utile (perdita) del periodo, come da Conto Economico Separato Consolidato, delle altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse dalle transazioni con gli Azionisti.

(milioni di euro) 3° Trimestre
2020
3° Trimestre
2019
1.1 - 30.9
2020
1.1 - 30.9
2019
Utile (perdita) del periodo
(a)
521 353 1.244 1.093
Altre componenti del conto economico complessivo
consolidato
Altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 2 (7) 5
Effetto fiscale
(b) 2 (7) 5
Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):
Utili (perdite) attuariali (3) (70)
Effetto fiscale 1 17
(c)
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures
(2) (53)
valutate con il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Effetto fiscale
(d)




Totale altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato
(e=b+c+d)
2 (9) (48)
Altre componenti che saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 6 15 3 37
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato (4) (7)
Effetto fiscale (2) (1) (3)
(f) 6 9 2 27
Strumenti derivati di copertura:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value (397) 387 213 486
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato 202 (253) 173 (345)
Effetto fiscale 48 (32) (94) (35)
(g) (147) 102 292 106
Differenze cambio di conversione di attività estere:
Utili (perdite) di conversione di attività estere
(307) (204) (1.750) (117)
Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto
economico separato consolidato
Effetto fiscale
(h) (307) (204) (1.750) (117)
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato
Effetto fiscale
(i)
Totale altre componenti che saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato
(k=f+g+h+i)
(448) (93) (1.456) 16
Totale altre componenti del conto economico complessivo
consolidato
(m=e+k)
(448) (91) (1.465) (32)
Utile (perdita) complessivo del periodo
(a+m)
73 262 (221) 1.061
Attribuibile a:
Soci della Controllante 145 274 249 858
Partecipazioni di minoranza (72) (12) (470) 203

SITUAZIONE PATRIMONIALE–FINANZIARIA CONSOLIDATA DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 30.9.2020 31.12.2019 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Attività
Attività non correnti
Attività immateriali
Avviamento 22.825 23.083 (258)
Attività immateriali a vita utile definita 6.627 7.667 (1.040)
29.452 30.750 (1.298)
Attività materiali
Immobili, impianti e macchinari di proprietà 12.800 14.011 (1.211)
Diritti d'uso su beni di terzi 4.879 5.494 (615)
Altre attività non correnti
Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
2.987 11 2.976
Altre partecipazioni 52 52
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione
attiva
42 51 (9)
Altre attività finanziarie non correnti 2.477 2.100 377
Crediti vari e altre attività non correnti 2.050 2.585 (535)
Attività per imposte anticipate 1.080 942 138
8.688 5.741 2.947
Totale Attività non correnti (a) 55.819 55.996 (177)
Attività correnti
Rimanenze di magazzino 272 260 12
Crediti commerciali, vari e altre attività correnti 4.580 4.857 (277)
Crediti per imposte sul reddito 46 149 (103)
Attività finanziarie correnti
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva 34 58 (24)
Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti finanziari e
altre attività finanziarie correnti
1.246 999 247
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti 2.858 3.138 (280)
4.138 4.195 (57)
Sub-totale Attività correnti 9.036 9.461 (425)
Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad
essere cedute
di natura finanziaria 65 (65)
di natura non finanziaria 4.582 (4.582)
4.647 (4.647)
Totale Attività correnti (b) 9.036 14.108 (5.072)
Totale Attività (a+b) 64.855 70.104 (5.249)

La società non ha evidenziato elementi che possano far presumere perdite durevoli di valore delle attività a vita indefinita rispetto a quanto valutato ai fini del Bilancio 2019.

(milioni di euro) 30.9.2020 31.12.2019 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Patrimonio netto e Passività
Patrimonio netto
Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante 20.227 20.280 (53)
Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza
1.246 2.346 (1.100)
Totale Patrimonio netto (c) 21.473 22.626 (1.153)
Passività non correnti
Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri
23.766 25.605 (1.839)
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva
4.107 4.576 (469)
Fondi relativi al personale 830 1.182 (352)
Passività per imposte differite 323 248 75
Fondi per rischi e oneri 750 725 25
Debiti vari e altre passività non correnti 3.226 3.214 12
Totale Passività non correnti (d) 33.002 35.550 (2.548)
Passività correnti
Passività finanziarie correnti per contratti di finanziamento
e altri
3.773 3.182 591
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione
passiva
643 639 4
Debiti commerciali, vari e altre passività correnti 5.908 7.218 (1.310)
Debiti per imposte sul reddito 56 84 (28)
Sub-totale Passività correnti 10.380 11.123 (743)
Passività direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
di natura finanziaria 655 (655)
di natura non finanziaria 150 (150)
805 (805)
Totale Passività correnti (e) 10.380 11.928 (1.548)
Totale Passività (f=d+e) 43.382 47.478 (4.096)
Totale Patrimonio netto e passività (c+f) 64.855 70.104 (5.249)

RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2020
1.1 - 30.9
2019
Flusso monetario da attività operative:
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento 1.244 1.093
Rettifiche per:
Ammortamenti 3.482 3.758
Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse
partecipazioni)
23 26
Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate (differite) (138) 287
Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)
(439) 28
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
(12) 4
Variazione dei fondi relativi al personale (534) (243)
Variazione delle rimanenze (10) 90
Variazione dei crediti commerciali e dei crediti netti per lavori su commessa 401 (108)
Variazione dei debiti commerciali (580) (418)
Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito 87 125
Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività 2.023 (116)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative (a) 5.547 4.526
Flusso monetario da attività di investimento:
Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi
per cassa
(2.769) (2.891)
Contributi in conto capitale incassati 23 6
Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle
disponibilità acquisite
(7)
Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni (8) (4)
Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i derivati
attivi di copertura e non)
(186) 17
Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese controllate e
di rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute
(33)
Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali e di altre attività non correnti
406 7
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento (b) (2.574) (2.865)
Flusso monetario da attività di finanziamento:
Variazione delle passività finanziarie correnti e altre (1.590) 134
Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) 1.270 3.619
Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) (2.410) (4.032)
Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non (233) (673)
Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate) 12 10
Dividendi pagati (356) (252)
Variazioni di possesso in imprese controllate (1)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento (c) (3.308) (1.194)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
(d)
Flusso monetario complessivo (e=a+b+c+d) (335) 467
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo (f) 3.202 1.631
Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti nette
(g) (159) 2
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo (h=e+f+g) 2.708 2.100

Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2020
1.1 - 30.9
2019
Acquisti di attività immateriali (720) (570)
Acquisti di attività materiali (1.256) (1.673)
Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi (1.029) (558)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per competenza
(3.005) (2.801)
Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti
d'uso su beni di terzi
236 (90)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa
(2.769) (2.891)

Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario consolidato

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2020
1.1 - 30.9
2019
Imposte sul reddito (pagate)/incassate 93 (72)
Interessi pagati (1.240) (1.415)
Interessi incassati 302 439
Dividendi incassati 256

Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2020
1.1 - 30.9
2019
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 3.138 1.917
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (1) (286)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
65
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
3.202 1.631
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 2.858 2.147
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (150) (47)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
2.708 2.100

MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO DEL GRUPPO TIM

Movimenti del Patrimonio netto consolidato dal 1° gennaio 2019 al 30 settembre 2019

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezz
o azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al fair
value rilevato
nelle altre
componenti di
conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversion
e di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve e
utili (perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni
di minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31 dicembre 2018 11.587 2.094 30 (563) (1.340) (90) 7.810 19.528 2.219 21.747
Movimenti di patrimonio
netto del periodo:
Dividendi deliberati (166) (166) (112) (278)
Utile (perdita) complessivo del
periodo
32 106 (79) (53) 852 858 203 1.061
Emissione di strumenti
rappresentativi di patrimonio
netto
3 3 3
Altri movimenti (1) (1) 12 11
Saldo al 30 settembre 2019 11.587 2.094 62 (457) (1.419) (143) 8.498 20.222 2.322 22.544

Movimenti del Patrimonio netto consolidato dal 1° gennaio 2020 al 30 settembre 2020

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezz
o azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al fair
value rilevato
nelle altre
componenti di
conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversion
e di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve e
utili (perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni
di minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31 dicembre 2019 11.587 2.094 19 (440) (1.417) (124) 8.561 20.280 2.346 22.626
Movimenti di patrimonio
netto del periodo:
Dividendi deliberati (316) (316) (316)
Utile (perdita) complessivo del
periodo
(5) 292 (1.214) (2) 1.178 249 (470) (221)
Emissione di strumenti
rappresentativi di patrimonio
netto
(5) (5) (5)
INWIT - deconsolidamento (644) (644)
Altri movimenti 1 18 19 14 33
Saldo al 30 settembre 2020 11.588 2.094 14 (148) (2.631) (126) 9.436 20.227 1.246 21.473

INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO DEL GRUPPO TIM

(milioni di euro) 30.9.2020 31.12.2019 Variazione
(a) (b) (a-b)
Passività finanziarie non correnti
Obbligazioni 19.054 19.773 (719)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 4.712 5.832 (1.120)
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva 4.107 4.576 (469)
27.873 30.181 (2.308)
Passività finanziarie correnti (*)
Obbligazioni 910 1.958 (1.048)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 2.863 1.224 1.639
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 643 639 4
4.416 3.821 595
Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
655 (655)
Totale debito finanziario lordo 32.289 34.657 (2.368)
Attività finanziarie non correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva (42) (51) 9
Crediti finanziari e altre attività finanziarie (2.477) (2.100) (377)
(2.519) (2.151) (368)
Attività finanziarie correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni (1.050) (877) (173)
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva (34) (58) 24
Crediti finanziari e altre attività finanziarie (196) (122) (74)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti (2.858) (3.138) 280
(4.138) (4.195) 57
Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
(65) 65
Totale attività finanziarie (6.657) (6.411) (246)
Indebitamento finanziario netto contabile 25.632 28.246 (2.614)
Storno valutazione al fair value di derivati e correlate
passività/attività finanziarie
(163) (578) 415
Indebitamento finanziario netto rettificato 25.469 27.668 (2.199)
Così dettagliato:
Totale debito finanziario lordo rettificato 30.319 32.782 (2.463)
Totale attività finanziarie rettificate (4.850) (5.114) 264
(*) di cui quota corrente del debito a M/L termine:
Obbligazioni 910 1.958 (1.048)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 1.760 446 1.314
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 643 639 4

VARIAZIONE DELL'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2020
(a)
1.1 - 30.9
2019
(b)
Variazione
(a-b)
EBITDA 5.118 6.499 (1.381)
Investimenti industriali di competenza (2.006) (2.276) 270
Variazione del capitale circolante netto operativo: (60) (1.290) 1.230
Variazione delle rimanenze (10) 90 (100)
Variazione dei crediti commerciali e dei crediti netti per
lavori su commessa
401 (108) 509
Variazione dei debiti commerciali (1.234) (1.015) (219)
Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile /
spectrum
(110) (18) (92)
Altre variazioni di crediti/debiti operativi 893 (239) 1.132
Variazione dei fondi relativi al personale (534) (243) (291)
Variazione dei fondi operativi e altre variazioni (144) 101 (245)
Operating free cash flow netto 2.374 2.791 (417)
Di cui Operating Free Cash Flow connesso all'acquisizione di
licenze di telefonia mobile / spectrum
(110) (18) (92)
% sui Ricavi 20,4 20,8 (0,4) pp
Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni 1.022 7 1.015
Aumenti/Rimborsi di capitale comprensivi di oneri accessori 12 10 2
Investimenti finanziari (22) (4) (18)
Pagamento dividendi (356) (252) (104)
Incrementi di contratti di leasing (999) (525) (474)
Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti, non
operativi
168 (1.095) 1.263
Impatto applicazione IFRS 16 al 1.1.2019 (3.553) 3.553
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
2.199 (2.621) 4.820
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
delle attività cessate/attività non correnti destinate ad essere
cedute
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato
2.199 (2.621) 4.820

Equity Free Cash Flow

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2020
1.1 - 30.9
2019
Variazione
OPERATING FREE CASH FLOW NETTO 2.374 2.791 (417)
Licenze di telefonia mobile / spectrum 110 18 92
Gestione finanziaria (904) (1.031) 127
Imposte sul reddito e altri 86 (86) 172
EQUITY FREE CASH FLOW 1.666 1.692 (26)

INFORMAZIONI PER SETTORE OPERATIVO DEL GRUPPO TIM

DOMESTIC

(milioni di euro) 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9 Variazioni
(a-b)
2020 2019
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 9.472 10.523 (1.051) (10,0) (9,3)
EBITDA 4.081 4.554 (473) (10,4) (9,6)
% sui Ricavi 43,1 43,3 (0,2) pp (0,1) pp
EBIT 1.312 1.694 (382) (22,6) (21,7)
% sui Ricavi 13,9 16,1 (2,2) pp (2,5) pp
Personale a fine periodo (unità) (°) 43.069 (*) 45.496 (2.427) (5,3)

(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 16 unità al 30 settembre 2020 (5 unità al 31 dicembre 2019)

(*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2019

(milioni di euro) 3° Trimestre 3° Trimestre Variazioni
(a-b)
2020 2019
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 3.213 3.454 (241) (7,0) (6,4)
EBITDA 1.397 1.625 (228) (14,0) (9,7)
% sui Ricavi 43,5 47,0 (3,5) pp (1,7) pp
EBIT 479 665 (186) (28,0) (21,2)
% sui Ricavi 14,9 19,3 (4,4) pp (3,0) pp

Fisso

30.9.2020 31.12.2019 30.9.2019
Accessi totali TIM Retail (migliaia) 8.761 9.166 9.381
di cui NGN (1) 4.127 3.670 3.567
Accessi totali TIM Wholesale (migliaia) 8.053 8.051 8.050
di cui NGN 4.063 3.309 3.076
Accessi broadband TIM Retail attivi (migliaia) 7.519 7.592 7.532
ARPU Consumer (€/mese) (2) 33,1 34,9 35,1
ARPU Broadband (€/mese) (3) 25,5 27,7 28,3

(1) Accessi UltraBroadband in modalità FTTx e FWA, incluse anche le linee "solo dati".

(2) Ricavi da servizi retail organici Consumer rapportati alla consistenza media degli accessi Consumer.

(3) Ricavi da servizi broadband organici rapportati alla consistenza media degli accessi broadband TIM retail attivi.

Mobile

30.9.2020 31.12.2019 30.9.2019
Consistenza linee a fine periodo (migliaia) 30.165 30.895 31.254
di cui Human 19.894 21.003 21.413
Churn rate (%) (4) 14,4 20,4 14,8
Users broadband (migliaia) (5) 12.920 12.823 12.951
ARPU Retail (€/mese) (6) 8,1 8,7 8,8
ARPU Human (€/mese) (7) 12,1 12,6 12,6

(4) Percentuale di linee totali cessate nel periodo rispetto alla consistenza media totale.

(5) Linee mobili che utilizzano servizi dati.

(6) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee. (7) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media linee human.

Nella tabella seguente è riportato il dettaglio dei ricavi conseguiti nei primi nove mesi del 2020 dalla Business Unit Domestic per segmento di clientela/aree di attività, posti a confronto con i primi nove mesi del 2019.

(milioni di euro) 3° Trimestre 3° Trimestre 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9 Variazioni %
2020 2019 2020 2019
(a) (b) (c) (d) (a/b) (c/d) organica
esclusi non
ricorrenti
(a/b)
organica
esclusi non
ricorrenti
(c/d)
Ricavi 3.213 3.454 9.472 10.523 (7,0) (10,0) (6,4) (9,3)
Consumer 1.469 1.624 4.374 4.969 (9,6) (12,0) (9,6) (11,8)
Business 1.001 1.118 2.980 3.430 (10,5) (13,1) (10,4) (12,3)
Wholesale National Market 468 468 1.404 1.387 0,1 1,3 0,1 1,3
Wholesale International Market 259 228 704 697 13,6 1,0 15,1 1,0
Other 16 16 10 40 (75,0)

***

BRASILE

(milioni di euro) (milioni di reais)
1.1 - 30.9 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9
2020 2019 2020 2019 Variazioni
assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 2.208 2.930 12.590 12.791 (201) (1,6) (1,6)
EBITDA 1.043 1.952 5.946 8.522 (2.576) (30,2) 3,2
% sui Ricavi 47,2 66,6 47,2 66,6 (19,4) pp 2,2 pp
EBIT 320 1.025 1.827 4.476 (2.649) (59,2) 6,5
% sui Ricavi 14,5 35,0 14,5 35,0 (20,5) pp 1,1 pp
Personale a fine periodo (unità) 9.397 (*)9.689 (292) (3,0)

(*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2019

(milioni di euro) (milioni di reais)
3°Trimestre 3°Trimestre 3°Trimestre 3°Trimestre Variazioni
2020 2019 2020 2019
assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 691 984 4.388 4.337 51 1,2 1,2
EBITDA 325 485 2.063 2.152 (89) (4,1) 1,0
% sui Ricavi 47,0 49,6 47,0 49,6 (2,6) pp (0,1 pp)
EBIT 108 163 683 729 (46) (6,3) 10,3
% sui Ricavi 15,6 16,8 15,6 16,8 (1,2) pp 1,3 pp

Consistenza media retribuita del personale

(unità equivalenti) 1. 1 - 30.9
2020
Esercizio
2019
1. 1 - 30.9
2019
Variazione
(a) (b) (c) (a-c)
Consistenza media retribuita–Italia 39.917 42.630 42.968 (3.051)
Consistenza media retribuita-Estero 8.897 9.287 9.225 (328)
Totale consistenza media retribuita (1) 48.814 51.917 52.193 (3.379)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 7 unità medie in Italia nei primi nove mesi del 2020; 5 unità medie in Italia nell'esercizio 2019; 4 unità medie nei primi nove mesi del 2019.

Organico a fine periodo

(unità) 30.9.2020 31.12.2019 30.9.2019 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Organico – Italia 42.827 45.266 46.274 (2.439)
Organico – Estero 9.653 9.932 9.774 (279)
Totale organico a fine periodo (1) 52.480 55.198 56.048 (2.718)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 16 unità in Italia al 30.9.2020; 5 unità in Italia al 31.12.2019; 6 unità in Italia al 30.9.2019.

Organico a fine periodo – dettaglio per Business Unit

(unità) 30.9.2020
(a)
31.12.2019
(b)
30.9.2019
(c)
Variazione
(a-b)
Domestic 43.069 45.496 46.502 (2.427)
Brasile 9.397 9.689 9.533 (292)
Altre attività 14 13 13 1
Totale 52.480 55.198 56.048 (2.718)

GRUPPO TIM – IMPATTO SULLE SINGOLE VOCI DEL CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEGLI EVENTI E OPERAZIONI DI NATURA NON RICORRENTE

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DME/RM/9081707 del 16 settembre 2009, vengono di seguito esposte le informazioni circa l'impatto sulle singole voci di Conto Economico Separato Consolidato degli eventi e operazioni non ricorrenti:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9 1.1 - 30.9
2020 2019
Ricavi:
Rettifiche ricavi (38) (15)
Altri proventi:
Effetto recupero fiscale BU Brasile 693
Assorbimento altri fondi operativi 1
Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze:
Consulenze, prestazioni professionali e altri costi (37) (12)
Costi del personale:
Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri (41) (77)
Altri costi operativi:
Altri oneri e accantonamenti (66) (289)
Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/(minusvalenze) e
Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
(181) 300
Impatto su Risultato operativo (EBIT) (181) 300
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni:
Plusvalenza netta operazioni INWIT 448
Plusvalenze nette su cessione di partecipazioni in imprese collegate e joint ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
1
Oneri finanziari:
Altri oneri finanziari (4) (34)
Impatto sull'Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento
263 267
Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti 43 (112)
Impatto sull'Utile (perdita) del periodo 306 155

L'emergenza Covid-19, dovuta alla diffusione del virus SARS-CoV-2 e qualificata come pandemia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in data 11 marzo 2020, ha comportato per il Gruppo TIM il sostenimento di oneri non ricorrenti, al lordo degli effetti fiscali, per complessivi 89 milioni di euro. Le rettifiche di ricavi non ricorrenti dei primi nove mesi del 2020 (-38 milioni di euro) sono connesse alle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell'emergenza Covid-19, mentre i primi nove mesi del 2019 scontavano oneri non ricorrenti per 15 milioni di euro riferibili a rettifiche di ricavi di esercizi precedenti., oltre agli impatti delle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela, sono stati sostenuti costi operativi riferibili principalmente agli approvvigionamenti e agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione dei crediti derivanti dal deterioramento del quadro macroeconomico.

GRUPPO TIM - STRUTTURA DEL DEBITO, EMISSIONI OBBLIGAZIONARIE E OBBLIGAZIONI IN SCADENZA

Revolving Credit Facility e Term Loan

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed disponibili al 30 settembre 2020:

(miliardi di euro) 30.9.2020 31.12.2019
Accordato Utilizzato Accordato Utilizzato
Revolving Credit Facility – scadenza gennaio 2023 5,0 - 5,0 -
Bridge to Bond Facility – scadenza maggio 2021 1,7 - - -
Totale 6,7 - 5,0 -

Al 30 settembre 2020 TIM dispone di Term Loan bilaterali con diverse controparti bancarie per complessivi 1.700milioni di euro e di linee Hot Money per 390 milioni di euro interamente utilizzate.

In data 18 maggio 2020 TIM ha stipulato una nuova Linea di Credito strutturata come Bridge to Bond per successive emissioni sul mercato obbligazionario per un importo pari a 1,7 miliardi di euro ed una scadenza iniziale di 12 mesi con opzione di estensione per ulteriori 12 mesi.

Obbligazioni

Relativamente all'evoluzione dei prestiti obbligazionari nei primi nove mesi del 2020 si segnala quanto segue:

(milioni di valuta originaria) Valuta Importo Data di rimborso
Rimborsi
Telecom Italia S.p.A. 719 milioni di euro 4,000% (1) Euro 719 21/1/2020
TIM S.A. 1.000 milioni di BRL 104,10% CDI BRL 1.000 15/7/2020
Telecom Italia S.p.A. 547 milioni di euro 4,875% (2) Euro 547 25/9/2020

(1) Al netto dei riacquisti per 281 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015. (2) Al netto dei riacquisti per 453 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.

Con riferimento al Prestito obbligazionario 2002-2022 di Telecom Italia S.p.A., riservato in sottoscrizione al personale del Gruppo, si segnala che al 30 settembre 2020 è pari a 212 milioni di euro (valore nominale), in aumento di 7 milioni di euro

Il valore nominale di rimborso, al netto dei titoli propri riacquistati, dei prestiti obbligazionari in scadenza nei 18 mesi successivi al 30 settembre 2020 emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A. (con garanzia piena e incondizionata da parte di TIM S.p.A.) è pari a 3.659 milioni di euro. Il dettaglio dei rimborsi è il seguente:

563,6 milioni di euro, scadenza 25 gennaio 2021;

rispetto al 31 dicembre 2019 (205 milioni di euro).

  • 211,9 milioni di euro, scadenza 1° gennaio 2022;
  • 883,9 milioni di euro, scadenza 10 febbraio 2022;
  • 2.000 milioni di euro, scadenza 26 marzo 2022.

I titoli obbligazionari emessi dal Gruppo TIM non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di eventi diversi dall'insolvenza del Gruppo TIM(1); inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..

Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni

(1) Il caso di change of control può comportare il rimborso anticipato del prestito obbligazionario convertibile di TIM S.p.A., come più oltre dettagliato.

analoghe effettuate sui medesimi mercati; sono quindi presenti, ad esempio, impegni a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge").

Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM S.p.A. con la Banca Europea degli Investimenti ("BEI"), alla data del 30 settembre 2020 il totale nominale dei finanziamenti in essere è pari a 850 milioni di euro, tutti non assistiti da garanzia bancaria.

Nei due finanziamenti BEI firmati in data 14 dicembre 2015 e in data 25 novembre 2019 si rilevano i seguenti covenant:

  • nel caso in cui la società sia oggetto di fusione, scissione o conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo, ovvero alieni, dismetta o trasferisca beni o rami d'azienda (ad eccezione di alcuni atti di disposizione espressamente previsti), dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento, oppure, solo per alcuni contratti, il rimborso anticipato del prestito (qualora l'operazione di fusione e scissione al di fuori del Gruppo comprometta l'esecuzione o l'esercizio del Progetto oppure rechi pregiudizio alla BEI nella sua qualità di creditrice);
  • TIM si è impegnata a far sì che, per tutta la durata del prestito, l'indebitamento finanziario complessivo delle società facenti parte del Gruppo diverse da TIM S.p.A., e fatti salvi i casi in cui tale indebitamento sia interamente e irrevocabilmente garantito da TIM S.p.A., sia inferiore ad un ammontare pari al 35% (trentacinque per cento) dell'indebitamento finanziario complessivo del Gruppo;
  • "Clausola per inclusione", ai sensi della quale, nel caso in cui TIM si impegni a mantenere in altri contratti di finanziamento parametri finanziari (e per il finanziamento a rischio diretto del 2015, anche alcune clausole più stringenti, tra cui, ad esempio, cross default ed impegni di limitazione alla vendita di beni) che non siano presenti o siano più stringenti rispetto a quelli concessi alla BEI, quest'ultima avrà la facoltà di richiedere qualora reputi, a proprio ragionevole giudizio, che tali modifiche possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di TIM, la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento al fine di prevedere una disposizione equivalente a favore della BEI;
  • "Evento Rete", ai sensi della quale a fronte di una cessione totale o di una porzione sostanzialmente rilevante (in ogni caso superiore alla metà in termini quantitativi) della rete fissa in favore di soggetti terzi non controllati oppure nel caso di cessione della partecipazione di controllo nella società a cui la rete o una sua porzione sostanzialmente rilevante sia stata precedentemente ceduta, TIM dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento o una soluzione alternativa.

I contratti di finanziamento di TIM S.p.A. non contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/EBITDA, EBITDA/Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporti l'obbligo di rimborso del prestito in essere.

Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l'impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge"), l'impegno a non modificare l'oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.

Nei Contratti di Finanziamento e nei Prestiti Obbligazionari, TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l'eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa o per azioni e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.

Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.

Nella documentazione dei prestiti concessi ad alcune società del gruppo Tim Brasil, sono generalmente previsti obblighi di rispettare determinati indici finanziari (di capitalizzazione, di copertura del servizio del debito e di livello di indebitamento), nonché gli usuali covenant di altro genere, pena la richiesta di rimborso anticipato del prestito.

Si segnala, infine, che al 30 settembre 2020, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.

CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui le società del Gruppo TIM sono coinvolte al 30 settembre 2020, nonché quelli chiusi nel corso del periodo.

Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, il Gruppo TIM ha iscritto passività per complessivi 597 milioni di euro.

Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura dell'Informativa finanziaria al 30 settembre 2020 e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.

Infine, relativamente ai procedimenti con l'Autorità Antitrust, si rammenta che in base all'art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 ("Norme per la tutela della concorrenza e del mercato"), l'Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.

A) PRINCIPALI CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI

Per i seguenti contenziosi e azioni giudiziarie pendenti non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2019:

  • Contestazione di illecito amministrativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001 per la c.d. Vicenda Security di TIM;
  • Procedimento Antitrust A428;
  • Contenziosi Vodafone, Colt Technology Services, COMM 3000, MC-Link (connessi al procedimento Antitrust A428);
  • Procedimento Antitrust I761;
  • Wind (I761);
  • Vodafone (I761);
  • Procedimento Antitrust I799;
  • Vodafone;
  • Eutelia e Voiceplus;
  • Contenzioso Vodafone Servizio Universale;
  • Contenzioso per "Conguagli su canoni di concessione" per gli anni 1994-1998;
  • Poste;
  • Fallimento Elinet S.p.A.

Contenziosi fiscali e regolatori internazionali

Al 30 settembre 2020 le società della Business Unit Brasile risultano coinvolte in contenziosi di natura fiscale o regolatoria il cui esito è valutato di possibile soccombenza per un ammontare complessivo di circa 16,2 miliardi di reais (16,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2019). Sono di seguito evidenziate le principali tipologie di contenzioso, classificate in base all'imposta cui fanno riferimento.

Imposte federali

In data 22 marzo 2011 TIM Celular S.A. (società incorporata in TIM S.A. a far data dal 31 ottobre 2018) ha ricevuto notifica di un accertamento fiscale emesso dall'Amministrazione Fiscale Federale del Brasile, per un importo complessivo pari, alla data di contestazione, a 1.265 milioni di reais, incluse le sanzioni e gli interessi, in esito all'ultimazione di una verifica fiscale relativa agli esercizi 2006, 2007, 2008 e 2009 per le società TIM Nordeste Telecomunicações S.A. e TIM Nordeste S.A. (precedentemente denominata Maxitel), società che sono state progressivamente incorporate in TIM Celular con l'obiettivo di razionalizzare la struttura societaria in Brasile.

L'avviso di accertamento include varie rettifiche; le contestazioni principali sono così sintetizzabili:

  • disconoscimento degli effetti fiscali della fusione tra TIM Nordeste Telecomunicações S.A. e Maxitel S.A.;
  • disconoscimento della deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento relativo all'acquisizione di Tele Nordeste Celular Participações S.A. ("TNC");
  • disconoscimento di talune compensazioni fiscali;
  • diniego del beneficio fiscale territoriale SUDENE, in ragione di pretese irregolarità nella gestione e nella rendicontazione del beneficio stesso.

Le rettifiche incluse nell'avviso di accertamento sono state contestate da TIM Celular, in sede amministrativa, con la presentazione di una prima difesa in data 20 aprile 2011. Il 20 aprile 2012, TIM Celular ha ricevuto la notifica della decisione di primo grado amministrativo che ha confermato i rilievi dell'avviso di accertamento; contro tale decisione, TIM Celular ha presentato tempestivo appello, sempre in sede amministrativa, in data 21 maggio 2012.

La società, come confermato da appositi pareri legali, non ritiene probabile che ci si possa attendere esborsi significativi.

Sempre in relazione al livello federale dell'imposizione, si segnalano i seguenti, ulteriori filoni vertenziali:

  • contestazioni in ordine alle compensazioni con le perdite fiscali pregresse;
  • ulteriori contestazioni in ordine alla deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento;
  • assoggettamento ad imposizione sul reddito di talune tipologie di differenze di cambio;
  • assoggettamento a ritenute alla fonte di talune tipologie di pagamenti effettuati verso l'estero (ad esempio, i pagamenti per roaming internazionale);
  • ulteriori contestazioni in ordine alle compensazioni effettuate tra imposte a debito, e posizioni fiscali creditorie delle società del gruppo.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 4,2 miliardi di reais (4,3 miliardi di reais al 31 dicembre 2019).

Imposte statali

Nell'ambito del prelievo statale, si segnalano molteplici contestazioni in materia di ICMS, ed in particolare:

  • contestazioni riguardanti l'abbattimento della base imponibile del tributo, a fronte di sconti concessi ai clienti, oltre a contestazioni in merito all'utilizzo dei crediti fiscali dichiarati dalle società del gruppo, a fronte della restituzione di terminali telefonici dati in comodato, ed a seguito della rilevazione di frodi da sottoscrizione ai danni delle società;
  • assoggettamento ad ICMS di talune tipologie di canoni, maturati a favore delle società del gruppo e da queste classificati come corrispettivi per servizi diversi da quelli di telecomunicazione;
  • contestazioni sull'utilizzo del beneficio fiscale "PRO-DF" originariamente concesso da taluni Stati, e successivamente dichiarato incostituzionale (la contestazione si riferisce all'effettiva spettanza del credito per ICMS, dichiarato dalla società TIM Celular sulla base delle predette disposizioni agevolative);
  • contestazioni relative all'utilizzo dei crediti per ICMS, rilevati dalle società del gruppo in esito alle acquisizioni di immobilizzazioni materiali, ed in relazione alle somministrazioni di energia elettrica a favore delle società, oltre che in applicazione delle disposizioni in materia di sostituzione d'imposta;
  • sanzioni irrogate alle società del gruppo per irregolarità negli adempimenti dichiarativi.

Nel mese di febbraio 2018, lo Stato di San Paolo ha notificato nei confronti di TIM Celular due avvisi di accertamento in materia di ICMS, per un importo complessivo pari a 679 milioni di reais (alla data di contestazione, incluse le sanzioni e gli interessi). Il primo accertamento (344 milioni di reais) reca una contestazione sui crediti per ICMS in relazione alla procedura di sostituzione d'imposta, prevista nei casi di acquisto e distribuzione di apparati tra Stati diversi. Il secondo avviso di accertamento (335 milioni di reais) contesta i crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti pre-paid, quale anticipazione delle successive ricariche.

Nel mese di giugno 2018, lo Stato di San Paolo ha emesso un ulteriore avviso di accertamento nei confronti di TIM Celular, sempre in materia di ICMS, per un importo complessivo di 369 milioni di reais (alla data della contestazione, comprese sanzioni e interessi). Anche questa contestazione è relativa – oltre che all'irrogazione di sanzioni per violazioni nel comparto dell'ICMS - a crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati come anticipazione delle successive ricariche. La società ha deciso – per una parte minoritaria della contestazione complessiva – di dare corso al pagamento di quanto richiesto, in alternativa all'instaurazione del contenzioso, beneficiando di un abbattimento delle sanzioni. La controversia procede quindi per l'importo residuo, pari a 296 milioni di reais.

Da ultimo, a fine marzo 2020, lo Stato di San Paolo ha emesso un ulteriore avviso di accertamento nei confronti della società (i.e. TIM S.A. quale incorporante di TIM Celular) per un importo complessivo (alla data di contestazione, incluse le sanzioni e gli interessi) di 362 milioni di reais. L'accertamento si basa su due presunte infrazioni: (i) la contestazione dei crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati come anticipazione della successiva ricarica, per il periodo aprile - ottobre 2015; e (ii) la discrepanza tra le informazioni trasmesse con le comunicazioni periodiche e i dati sulle imposte versate (discrepanza dovuta a divergenze nelle modalità di rendicontazione).

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 8,3 miliardi di reais (8,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2019).

Imposte municipali

Tra i contenziosi con un grado di rischio classificato come "possibile", vi sono alcune controversie relative alle imposte comunali (Municipal Taxes) il cui importo complessivo ammonta a circa 0,7 miliardi di reais (circa 0,7 miliardi di reais al 31 dicembre 2019).

FUST e FUNTTEL

Le principali contestazioni in materia di contribuzioni all'ente regolatorio (Anatel), e in particolare in termini di FUST e FUNTTEL, riguardano l'assoggettamento a tali prelievi dei ricavi da interconnessione.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3 miliardi di reais (3 miliardi di reais al 31 dicembre 2019).

***

Con riferimento ai crediti fiscali iscritti a seguito dell'esito favorevole di contenziosi fiscali relativi all'inclusione dell'ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS si rimanda a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2019. Peraltro, anche nel corso dei primi nove mesi del 2020, TIM S.A. ha proceduto con l'utilizzo dei crediti d'imposta iscritti, in conformità alle procedure di certificazione formale previste dalle autorità fiscali brasiliane.

Procedimento Golden Power

Nell'agosto 2017 la Presidenza del Consiglio ha avviato nei confronti di TIM (ed anche di Vivendi) un procedimento volto a verificare l'esistenza, in capo a TIM dell'obbligo di notificare, ai sensi della disciplina cd. Golden Power, l'acquisto da parte di Vivendi del controllo societario di TIM e degli attivi strategici da questa detenuti. Nel settembre 2017, il procedimento in questione si è concluso con l'affermazione dell'esistenza di tale obbligo in capo a TIM con decorrenza dal 4 maggio 2017 (data dell'Assemblea degli Azionisti che ha rinnovato gli organi sociali di TIM).

Per l'effetto di tale decisione della Presidenza del Consiglio, è stato avviato un nuovo procedimento amministrativo per la irrogazione in capo a TIM di una sanzione pecuniaria prevista dalla disciplina Golden Power per inottemperanza al citato obbligo di notifica. Tale procedimento si è concluso in data 8 maggio 2018 con l'irrogazione di una sanzione pecuniaria pari a 74,3 milioni di euro.

La Società, essendo convinta di disporre di argomentazioni giuridiche volte a dimostrare che alcun obbligo di notifica del controllo di Vivendi su di essa gravava, ha presentato distinti ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica per richiedere l'annullamento del provvedimento del settembre 2017 e avanti il TAR Lazio contro il citato provvedimento dell'8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, con richiesta di sospensione in via cautelare dell'efficacia dello stesso. Quanto al ricorso al TAR Lazio contro il citato provvedimento dell'8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, il Tribunale, dopo aver accolto nel luglio 2018 l'istanza cautelare della Società e sospeso per l'effetto il pagamento della sanzione, successivamente, con sentenza non definitiva del maggio 2019 ha: respinto l'eccezione di inammissibilità del ricorso sulla sanzione di 74,3 milioni di euro; sospeso il giudizio per pregiudizialità rispetto al ricorso straordinario avente ad oggetto l'obbligo di notifica ai sensi della disciplina della Golden Power; sospeso ulteriormente l'esecuzione del provvedimento impugnato.

Si segnala, altresì, il rilascio a maggio 2018 di una fideiussione a favore della Presidenza del Consiglio di 74,3 milioni di euro, richiesta per la presentazione da parte di TIM dinanzi al TAR Lazio dell'istanza di sospensione cautelare della riscossione della sanzione irrogata per l'asserita violazione dell'art. 2 del D.L. 15/3/2012, n. 21 (Golden Power).

Inoltre, TIM impugnava avanti il TAR Lazio e poi appellava avanti il Consiglio di Stato il provvedimento con il quale Consob, il 13 settembre 2017, affermava l'esistenza del controllo di Vivendi su TIM.

Per altro verso, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha esercitato i poteri speciali previsti dalla disciplina della Golden Power attraverso due specifici provvedimenti dell'ottobre e del novembre 2017 tramite i quali ha imposto specifiche prescrizioni e condizioni a TIM S.p.A. e alle società del gruppo Telecom Italia Sparkle e Telsy Elettronica e Telecomunicazioni (ora Telsy S.p.A.).

Le prescrizioni, secondo l'Autorità Amministrativa, sono sostanzialmente connesse alla circostanza che tali società svolgono, in parte, attività rilevanti per la sicurezza nazionale e per ciò che riguarda TIM alla circostanza che questa è anche titolare delle infrastrutture e degli impianti utilizzati per la fornitura dell'accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale.

L'eventuale mancata esecuzione, da parte dei destinatari dei provvedimenti, delle condizioni e prescrizioni è sanzionata con le stesse modalità previste dalla mancata notifica di atti rilevanti ai fini dell'applicazione della disciplina della cd. Golden Power.

Le società soggette alle prescrizioni sono tenute a inviare relazioni periodiche ad un apposito Comitato di Monitoraggio costituito presso la Presidenza del Consiglio con la finalità di verificare l'ottemperanza alle suddette prescrizioni.

La prima relazione di ottemperanza che illustra tutte le proposte e le attività poste in essere per dar corso alle prescrizioni è già stata inviata dal Gruppo alla Presidenza del Consiglio nel dicembre 2017. A tale relazione sono poi seguite relazioni semestrali, come previsto dalla disciplina vigente.

Non di meno anche in tale caso TIM ha già presentato due ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica per richiedere l'annullamento (i) dell'irrogazione delle misure ex art. 1 D.L. 21/2012 e (i) dell'irrogazione delle misure ex art. 1 D.L. 21/2012.

Come detto, il presupposto dell'esercizio dei poteri speciali era (erroneamente, secondo la Società) racchiuso nel controllo di fatto risultante dall'esito della assemblea del 4 maggio 2017 e nella direzione e coordinamento di Vivendi su TIM. Entrambe queste circostanze sono venute meno, in quanto: nell'assemblea del 4 maggio 2018 ha prevalso la lista presentata dai soci Elliott lnternational LP, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partnership; il Consiglio di Amministrazione rinnovato è composto da 13 amministratori indipendenti su 15 e solo 5 provengono dalla lista di Vivendi; sono venuti meno la direzione e coordinamento di Vivendi, così come il controllo di fatto.

Conseguentemente, la Società ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la revoca dei due Decreti manifestando, comunque, in via subordinata, la propria disponibilità a concorrere a una rielaborazione delle prescrizioni in capo a TIM che tenesse conto della mutata realtà.

La Presidenza del Consiglio, con decreto del 6 luglio 2018, ha ritenuto di non disporre un ulteriore esercizio dei poteri speciali, ribadendo la validità dei due Decreti già emessi, e ne ha respinto l'istanza di revoca.

La motivazione di tale diniego risiede nell'asserita circostanza che i nuovi assetti di governance della Società sarebbero allo stato caratterizzati da una estrema variabilità; il che non consentirebbe, ferme le esigenze di tutela degli interessi pubblici relativi alla sicurezza ed al funzionamento delle reti, di superare i provvedimenti con i quali sono stati esercitati i poteri speciali.

Conseguentemente la Società ha presentato ricorso per motivi aggiunti, nell'ambito dei già pendenti ricorsi avverso i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre e del 2 novembre 2017, avverso la delibera del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 luglio 2018, con cui è stata respinta l'istanza di revoca presentata dalla Società, all'esito della mutata situazione della corporate governance. Con sentenza non definitiva pubblicata a maggio 2019, il TAR Lazio: (i) ha accolto la richiesta TIM di provvedimenti provvisori per la sospensione dell'ammenda condizionata all'offerta della garanzia; (ii) concesso la sospensione del procedimento al fine di attendere la sentenza definitiva nella causa (pregiudizievole) pendente dinanzi al Presidente della Repubblica in merito all'obbligo di notifica, ai sensi delle disposizioni Golden Power; (iii) respinto la richiesta di archiviare il caso.

Teleunit

Con atto di citazione innanzi al Tribunale di Roma Teleunit ha avanzato pretese risarcitorie nei confronti di TIM per 35,4 milioni di euro fondando la propria azione sul noto provvedimento AGCM che ha definito il procedimento A428. In particolare, la controparte lamenta di aver subito da parte di TIM, nel periodo 2009/2010, sia condotte abusive di boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi di accesso alla rete – KO) sia pratiche anticoncorrenziali di "margin squeeze" (eccesso di compressione dei margini di sconto ritenuti abusivi perché non replicabili dai concorrenti). TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. Nel mese di ottobre 2020 la vertenza è stata conciliata tra le parti senza oneri aggiuntivi per la società sul conto economico.

Con atto di citazione dell'ottobre 2009 dinanzi alla Corte d'Appello di Milano, Teleunit ha chiesto l'accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium. L'attrice ha quantificato i danni in un importo di circa 362 milioni di euro. TIM si è costituita in giudizio contestando le pretese di controparte.

A seguito della sentenza del gennaio 2014 con la quale la Corte d'Appello ha dichiarato la propria incompetenza, in favore del Tribunale, Teleunit ha riassunto, nel successivo mese di aprile, il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. TIM si è costituita nel giudizio riassunto confutando le tesi di controparte.

Con sentenza del maggio 2017 il Tribunale di Milano ha integralmente rigettato la domanda di Teleunit, condannando la stessa alla rifusione delle spese di lite. Tale sentenza è stata impugnata da Teleunit, nel mese di giugno 2017, innanzi alla Corte d'Appello di Milano. TIM si è costituita nel giudizio d'appello confutando le argomentazioni di controparte e chiedendo l'integrale conferma della sentenza di primo grado. Con ordinanza del mese di marzo 2018 la Corte d'Appello di Milano, ha dichiarato inammissibile l'appello di Teleunit ex art. 348-bis c.p.c., in quanto manifestamente infondato. Teleunit ha proposto ricorso per Cassazione, nel mese di maggio 2018, avverso l'ordinanza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha proposto controricorso chiedendo l'integrale conferma della ordinanza impugnata (e quindi della sentenza di primo grado).

Siportal

Siportal ha promosso dinanzi al Tribunale di Roma un giudizio risarcitorio nei confronti di TIM, con pretese complessivamente indicate in circa 48,4 milioni di euro per asseriti danni derivanti dalla condotta di boicottaggio tecnico attuata nel periodo dal 2009-2011 e dagli effetti inerziali dell'abuso sino al 2015 con la perdita di partner commerciali e di ulteriori acquisizioni di clienti (tale ultima voce di danno è stata quantificata in 25 milioni di euro). L'azione è fondata sul provvedimento AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte. Il Tribunale di Roma ha deciso a favore di Siportal sull'an della pretesa attorea; il giudizio proseguirà con la CTU. TIM si riserva ogni rimedio a tutela delle proprie ragioni. Nel mese di ottobre 2020 la vertenza è stata conciliata tra le parti senza oneri aggiuntivi per la società sul conto economico.

Eutelia e Clouditalia Telecomunicazioni

Con atto di citazione di maggio 2020, Eutelia in Amministrazione Straordinaria e Clouditalia Telecomunicazioni S.p.A., acquirente del ramo TLC di Eutelia, hanno convenuto in giudizio TIM, dinanzi al Tribunale di Roma, avanzando pretese risarcitorie, per circa 40 milioni di euro, per i danni asseritamente subiti, nel periodo 2009- 2012, a seguito delle condotte di boicottaggio tecnico e margin squeeze, oggetto del procedimento AGCM A428. TIM si costituirà in giudizio contestando le pretese di controparte.

Procedimento Antitrust A514

Nel mese di giugno 2017 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato il procedimento A514 nei confronti di TIM per accertare un possibile abuso di posizione dominante in violazione dell'art. 102 del "Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea". Il procedimento è stato avviato sulla base di alcune segnalazioni giunte, tra il mese di maggio e di giugno 2017, da parte di Infratel, Enel, Open Fiber, Vodafone e Wind Tre e riguarda un presunto abuso di posizione dominante nei mercati dei servizi di accesso wholesale e dei servizi retail relativi alla rete fissa a banda larga e ultralarga. In particolare, l'AGCM ha ipotizzato che TIM abbia tenuto condotte volte a: i) rallentare e ostacolare lo svolgimento delle gare Infratel, al fine di ritardare o rendere meno remunerativo l'ingresso di un altro operatore sul mercato wholesale; ii) accaparrarsi preventivamente la clientela sul mercato retail dei servizi a banda ultralarga, mediante politiche commerciali volte a restringere lo spazio di contendibilità della clientela residuo per gli operatori concorrenti.

A seguito dell'avvio del procedimento, nel mese di luglio 2017 è stata svolta un'ispezione da parte dei funzionari dell'Autorità presso alcune sedi di TIM. Il 2 novembre 2017 TIM ha depositato una memoria difensiva nella quale, a supporto della correttezza del proprio operato, sono state confutate tutte le ipotesi di illegittimità dei comportamenti asseritamente tenuti da TIM e formanti oggetto del procedimento.

In data 14 febbraio 2018, AGCM ha deliberato di estendere l'oggetto del procedimento per la verifica di ulteriori condotte, concernenti la strategia dei prezzi wholesale di TIM sul mercato dei servizi di accesso all'ingrosso a banda larga e ultralarga, e l'utilizzo di informazioni privilegiate riguardanti la clientela degli operatori alternativi.

In data 5 luglio 2018, TIM ha depositato una proposta di impegni che, ove accettata definitivamente dall'Autorità, comporterebbe la chiusura dell'istruttoria senza accertamento di alcun illecito e irrogazione di sanzione. Gli impegni sono stati ritenuti preliminarmente ammissibili dall'Autorità che li ha sottoposti a market test nei mesi di agosto e settembre.

Il 30 ottobre 2018 TIM ha formulato le proprie repliche rispetto alle osservazioni dei terzi ed ha integrato la proposta di impegni con modifiche accessorie. Con provvedimento notificato in data 4 dicembre 2018, l'AGCM ha definitivamente respinto la proposta di impegni, ritenendoli non idonei alla luce delle contestazioni sollevate.

In data 4 marzo 2019, TIM ha chiesto ad AGCM la proroga del termine di chiusura del procedimento (inizialmente fissato al 31 maggio 2019).

Il 10 aprile 2019 AGCM ha deliberato una proroga del termine di conclusione del procedimento al 30 settembre 2019. Il 17 maggio 2019 AGCM ha comunicato a TIM le risultanze istruttorie (CRI). Nella CRI, AGCM conferma sostanzialmente l'impianto accusatorio ipotizzato nei provvedimenti di avvio ed estensione del procedimento.

Il 12 giugno 2019 AGCM ha esteso i termini per il deposito della memoria finale di TIM al 20 settembre 2019 e per l'audizione finale al 25 settembre 2019.

Il 18 settembre 2019 AGCM ha deliberato una nuova proroga del termine di conclusione del procedimento fissandolo al 28 febbraio 2020.

Il 6 marzo 2020 è stato notificato a TIM il provvedimento di chiusura dell'istruttoria: AGCM ha deliberato la sussistenza di un abuso di posizione dominante di TIM, accertando che TIM ha posto in essere una strategia anticoncorrenziale preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga.

La sanzione irrogata a TIM per l'illecito anticoncorrenziale è pari a 116.099.937,60 di euro. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il suddetto provvedimento sanzionatorio contestando tanto il merito delle accuse, quanto l'ammontare della sanzione irrogata.

Il 25 giugno 2020 TIM ha inviato ad AGCM la c.d. relazione di ottemperanza come prescritto nel dispositivo del provvedimento finale.

Fatturazione a 28 giorni

Con la delibera 121/17/CONS AGCom ha introdotto disposizioni sulla cadenza della fatturazione per la telefonia, prescrivendo per la telefonia fissa che essa dovesse essere su base mensile o suoi multipli e per la telefonia mobile su base almeno quadrisettimanale. TIM ha impugnato dinanzi al TAR la delibera n. 121/17/CONS. A febbraio 2018 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza che respinge il ricorso. Tale sentenza è stata impugnata da TIM innanzi al Consiglio di Stato nel giugno 2018. Il 23 settembre 2020 è stata pubblicata la sentenza non definitiva con cui il Consiglio di Stato ha riunito i ricorsi in appello di TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre ed ha disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) in merito alla sussistenza in capo all'Autorità del potere di regolamentare la cadenza di rinnovo delle offerte commerciali e

dei periodi di fatturazione, rigettando al contempo gli altri motivi di ricorso degli operatori e sospendendo il giudizio.

AGCom, con la delibera 499/17/CONS, accertata la violazione della delibera 121/17/CONS ha applicato a TIM una sanzione di 1.160.000 euro, diffidandola a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese - a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio anche questa seconda delibera con richiesta di sospensione cautelare che, in data 22 febbraio 2018, è stata accolta dal TAR limitatamente alla parte relativa agli ordini di rimborso.

Successivamente la Legge 4 dicembre 2017 n. 172 ha stabilito che i contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica prevedano obbligatoriamente la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi su base mensile o di multipli del mese. TIM si è adeguata a tale dispositivo nei tempi previsti dalla legge, e cioè entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore (5 aprile 2018).

A marzo 2018 con la delibera n. 112/18/CONS AGCom ha (i) diffidato TIM a posticipare, limitatamente ai servizi di telefonia fissa, la data di decorrenza delle fatture emesse dopo il ripristino della fatturazione con cadenza mensile di un numero di giorni pari a quelli presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale; e (ii) revocato la precedente delibera 499/17/CONS nella parte in cui TIM veniva diffidata a stornare gli importi presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale. Anche tale delibera è stata impugnata con atto di motivi aggiunti innestato nell'ambito del ricorso contro la delibera 499/17/CONS con richiesta di misure cautelari monocratiche, accolte in via provvisoria fino alla camera di consiglio dell'11 aprile 2018 con decreto presidenziale pubblicato il 26 marzo 2017.

AGCom, con il decreto presidenziale n. 9/18/PRES, ha modificato la delibera n. 112/18/CONS nelle parti in cui prevedeva che il differimento della fatturazione dovesse avvenire in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o suoi multipli disponendo, altresì, che le tempistiche entro cui adempiere alla diffida sarebbero state individuate a seguito di audizioni con gli operatori e le principali associazioni dei consumatori. TIM e gli altri operatori interessati dal decreto presidenziale hanno rinunciato all'istanza cautelare verso la delibera 112/18/CONS. A maggio 2018 TIM ha quindi impugnato il decreto presidenziale AGCom n. 9/18/PRES e la relativa delibera n. 187/18/CONS di ratifica.

A luglio 2018 AGCom con la delibera 269/18/CONS ha fissato al 31 dicembre 2018 il termine entro cui gli operatori debbono restituire alla clientela di rete fissa un numero di giorni di servizio pari a quelli erosi per effetto della fatturazione a 28 giorni oppure proporre alla clientela interessata eventuali misure compensative alternative, previa comunicazione all'AGCom. TIM, in continuità con le azioni intraprese e le argomentazioni già spese, ha impugnato anche tale delibera.

A settembre 2018 TIM ha impugnato la delibera 297/18/CONS con cui AGCom le ha comminato la sanzione di euro 696.000 per aver continuato ad applicare – in violazione della delibera AGCom 121/17/CONS – una fatturazione e rinnovo quadrisettimanale delle offerte consumer a decorrere dal 16 febbraio 2018 (e fino al 31 marzo 2018).

Con dispositivo di sentenza pubblicato nel mese di novembre 2018 il TAR ha annullato la sanzione pecuniaria amministrativa di 1,16 milioni di euro comminata con la delibera 499/17/CONS ed ha confermato l'obbligo di restitutio in integrum alla clientela di rete fissa entro il 31 dicembre 2018. TIM ha presentato appello cautelare dinnanzi al Consiglio di Stato per la sospensione della esecutività di tale decisione e, con ordinanza del 20 dicembre 2018, il Consiglio di Stato, accogliendo l'appello di TIM, ha sospeso l'efficacia del suddetto dispositivo, limitatamente all'ordine di storno, fino al 31 marzo 2019.

A novembre 2018 AGCom ha pubblicato la delibera 521/18/CONS, con cui ha comminato a TIM una sanzione di 1.044.000 euro. La sanzione è stata imposta per violazione delle regole di trasparenza e dei diritti di recesso nella modifica delle condizioni contrattuali delle offerte mobili applicate ai clienti dal 8 aprile 2018 a seguito del ripristino della fatturazione mensile. TIM a gennaio 2019 ha impugnato dinnanzi al TAR anche tale delibera. A seguito di una nuova istanza formulata da TIM il Consiglio di Stato, con ordinanza pubblicata il 20 marzo 2019, ha prolungato l'effetto della misura cautelare di sospensione degli effetti del dispositivo della sentenza fino al 21 maggio 2019, in attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza.

Nella camera di consiglio del 21 maggio 2019, preso atto della intervenuta pubblicazione delle motivazioni della sentenza avvenuta il 10 maggio 2019, è stato disposto il differimento della trattazione della domanda cautelare alla camera di consiglio del 4 luglio 2019, per consentire a TIM la finalizzazione dei motivi aggiunti con una nuova istanza cautelare. A seguito di tale udienza, con ordinanza pubblicata il 5 luglio 2019, il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di TIM di sospensione dell'esecutività della sentenza del TAR, che quindi è operativa dal 21 maggio 2019. Si attende ad oggi ancora la fissazione dell'udienza per la trattazione del merito del ricorso introduttivo e dei motivi aggiunti nel frattempo presentati da TIM. Il 12 luglio 2019 sono stati pubblicati i dispositivi di sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto gli analoghi appelli proposti da Vodafone, Wind Tre e Fastweb e nel corso del mese di febbraio 2020 sono state pubblicate le relative sentenze contenenti le motivazioni.

A settembre 2019 TIM ha impugnato dinnanzi al TAR anche la delibera 221/19/CONS con cui la sanzione di cui alla Delibera 499/17/CONS, annullata dal TAR del Lazio, è stata rideterminata in 580.000,00 euro, applicando il massimo edittale previsto dall'art. 98, comma 16 del CCE vigente all'epoca dei fatti.

Ad agosto 2019 è stato avviato da parte di AGCom un nuovo procedimento sanzionatorio (CONT 12/19/DTC) per inottemperanza all'ordine di restituzione dei giorni erosi dalla fatturazione a 28 giorni per i clienti di rete fissa e convergente, secondo le modalità stabilite nelle delibere nn. 112/18/CONS e 269/18/CONS. Con la delibera n. 75/20/CONS l'Autorità a conclusione di tale procedimento ha accertato l'inottemperanza di TIM alle delibere sopra indicate comminandole una sanzione di 3 milioni di euro. Il provvedimento è stato impugnato da TIM dinnanzi al TAR a luglio 2020.

Da giugno 2019, TIM comunque aveva deciso di offrire ai propri clienti di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018 e che sono stati oggetto di fatturazione a 28 giorni, la possibilità di aderire ad una soluzione

compensativa, alternativa alla restituzione dei giorni erosi di cui alla delibera AGCom n. 269/18/CONS. Successivamente, da settembre 2019, TIM ha deciso di accogliere anche le richieste di rimborso dei giorni erosi. In entrambi i casi TIM ha provveduto ad informare la clientela con diversi messaggi in fattura, sul web e sulle principali testate giornalistiche. Le iniziative appena descritte sono state comunicate ad AGCom nell'ambito del sopra richiamato procedimento sanzionatorio.

Procedimento Antitrust I820

In data 19 febbraio 2018 l'AGCM ha avviato il procedimento istruttorio I820 nei confronti delle società TIM, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e dell'Associazione di categoria Asstel per verificare l'ipotesi della sussistenza di un'intesa restrittiva della concorrenza tra i principali operatori di telefonia fissa e mobile al fine di coordinare le rispettive strategie commerciali, violando in tal modo l'art. 101 TFUE.

Il presunto coordinamento, secondo il provvedimento di apertura del procedimento da parte di AGCM, si sarebbe concretizzato nelle modalità di attuazione dell'obbligo introdotto dall'articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017) che impone agli operatori di servizi di comunicazione elettronica una cadenza mensile (o di multipli del mese) per la fatturazione e il rinnovo delle offerte dei servizi fissi e mobili.

In data 21 marzo 2018, AGCM ha emanato una misura cautelare provvisoria nei confronti di tutti gli operatori coinvolti nel procedimento con cui ha ordinato di sospendere, nelle more del procedimento, l'attuazione dell'intesa concernente la determinazione del repricing comunicato agli utenti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla Legge 172/17 e di rideterminare autonomamente la propria strategia commerciale. Con provvedimento n. 27112 dell'11 aprile 2018 AGCM ha confermato la misura cautelare.

Il 12 giugno 2018 TIM ha presentato ricorso al TAR per l'annullamento di tale provvedimento.

L'Autorità nell'adunanza del 27 giugno 2018 ha preso atto della relazione presentata da TIM in merito all'ottemperanza alla misura cautelare.

Il 17 luglio 2019 AGCM ha deliberato la proroga del termine di conclusione del procedimento al 31 gennaio 2020.

Nelle risultanze istruttorie (CRI) comunicate da AGCM a TIM, gli Uffici confermano la sussistenza di un'intesa restrittiva della concorrenza unica, complessa e continuata tra Telecom, Vodafone, Fastweb e Wind Tre, con l'agevolazione dell'Associazione di categoria Asstel.

Il 10 ottobre TIM ha depositato la sua memoria finale ed il successivo 15 ottobre si è tenuta l'audizione finale presso AGCM.

Il 31 gennaio 2020 a TIM è stato notificato il provvedimento di chiusura dell'istruttoria, con il quale AGCM ha deliberato la sussistenza dell'intesa tra Telecom, Vodafone, Fastweb e WindTre, escludendo invece dai partecipanti all'intesa l'associazione Asstel. La sanzione irrogata a TIM per la partecipazione all'intesa anticoncorrenziale è pari a 114.398.325 euro. TIM ad aprile 2020 ha impugnato anche il provvedimento sanzionatorio e a seguito di istanza di prelievo l'udienza pubblica è stata fissata al 26 maggio 2021.

Wind Tre

Con atto di citazione dinnanzi al Tribunale di Milano, notificato nel mese di aprile 2019, Wind Tre S.p.A. ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 255 milioni di euro, per asserite condotte anticoncorrenziali e abusive attuate negli anni 2014-2018. In particolare, secondo Wind Tre, TIM avrebbe utilizzato illecitamente attraverso la propria divisione commerciale informazioni ottenute nella fornitura delle prestazioni di provisioning e assurance di servizi wholesale convincendo i clienti a tornare in TIM o ad attivare la nuova utenza con TIM; effettuato attività di promozione commerciale in favore di TIM attraverso il proprio personale tecnico in concomitanza degli interventi di riparazione di guasti o di attivazione di utenze Wind Tre; attuato altri comportamenti sleali volti ad ottenere il passaggio a TIM di clienti Wind Tre. A sostegno delle proprie argomentazioni Wind Tre adduce anche alcuni elementi emersi durante l'istruttoria del procedimento AGCM A514. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte e formulando domanda riconvenzionale, fondata su fatti analoghi a quelli dedotti dall'attrice riservandosi di quantificare i danni subiti. Nelle prime memorie istruttorie, Wind Tre ha esteso le proprie domande fino a giugno 2019 e ha riquantificato i danni richiesti in ca. 346 milioni di euro; TIM ha precisato la propria domanda riconvenzionale chiedendo un importo di ca. 20 milioni di euro a titolo di danno all'immagine commerciale, oltre al danno da perdita di clienti da quantificare in corso di causa anche in via equitativa.

Procedimento Antitrust PS11532 – "TIM in Nave"

Avviato il 4 dicembre 2019 su segnalazione di alcuni consumatori, il procedimento ha ad oggetto il servizio "TIM in Nave" con la contestazione di profili di ingannevolezza sull'informativa al cliente e profili di aggressività. "TIM in Nave" non è un servizio accessorio, ma, in piena compliance con la regolamentazione di settore, una tipologia di tariffazione di roaming che si attiva quando il cliente è sotto la rete di copertura marittima. Sono stati presentati impegni consistenti nel migliorare gli aspetti informativi rendendo quindi il consumatore pienamente consapevole del funzionamento del "TIM in Nave". Il procedimento si è chiuso il 28 luglio 2020 con l'irrogazione di una sanzione pari a 1,8 milioni di euro. Analoghi procedimenti si sono conclusi anche nei

confronti degli altri maggiori operatori. TIM ha impugnato il provvedimento dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio chiedendone l'annullamento ed in subordine la riduzione della sanzione.

Procedimento Antitrust IP 327 - inottemperanza IBAN discrimination

Avviato il 23 dicembre 2019 su attività d'ufficio dell'Autorità, il procedimento ha ad oggetto la presunta inottemperanza al provvedimento del PV4 relativo alla IBAN Discrimination dell'aprile 2019. In particolare AGCM contestava che il processo di domiciliazione sul canale web non fosse ancora automatizzato e quindi il cliente non fosse autonomo per gestire tale attività. TIM ha eliminato ogni forma di discriminazione fra le domiciliazioni su banche italiane e banche dell'area SEPA con la completa automazione del processo di domiciliazione da web. Il procedimento si è chiuso il 3 luglio 2020 con l'irrogazione di una sanzione pari a 500.000 euro. Analoghi procedimenti si sono conclusi anche nei confronti degli altri maggiori operatori.

Brasile - arbitrato Opportunity

Nel maggio 2012, TIM e Telecom Italia International N.V. (oggi fusa in Telecom Italia Finance) hanno ricevuto la notifica di un procedimento arbitrale promosso dal gruppo Opportunity per il risarcimento di danni asseritamente subiti per la presunta violazione di un accordo transattivo firmato nel 2005. Nella prospettazione di parte attrice, i danni sarebbero riconducibili a circostanze emerse nell'ambito dei procedimenti penali innanzi al Tribunale di Milano aventi, fra l'altro, a oggetto attività illecite poste in essere da ex dipendenti di TIM.

Conclusasi la fase istruttoria, nel mese di novembre 2014 si è tenuta l'udienza di discussione, a seguito della quale le parti hanno depositato le proprie memorie conclusionali in vista della decisione del caso.

Nel mese di settembre 2015, il Tribunale Arbitrale ha dichiarato la chiusura del procedimento in vista del deposito del lodo.

Successivamente, il Tribunale Arbitrale ha consentito alle parti uno scambio di brevi memorie e la Corte ICC ha prorogato il termine per il deposito del lodo.

Nel settembre 2016 la Corte ICC ha comunicato alle parti il lodo, mediante il quale il Tribunale Arbitrale ha respinto tutte le pretese del gruppo Opportunity e ha deciso per la compensazione fra le parti delle spese legali, per gli esperti e amministrative.

Ad aprile 2017 il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il lodo arbitrale avanti alla Corte d'Appello di Parigi.

Nel novembre 2017, TIM e Telecom Italia Finance hanno ricevuto dal Segretariato della Corte Internazionale di Arbitrato dell'ICC la notifica di una Richiesta per la Revisione dello stesso lodo arbitrale depositata dal gruppo Opportunity, al fine di ottenere l'emissione di un nuovo lodo. Successivamente, è stato costituito il Tribunale Arbitrale.

Ad ottobre 2018, TIM e Telecom Italia Finance hanno chiesto la sospensione del procedimento pendente di fronte alla Corte d'Appello di Parigi, in ragione della pendenza del procedimento di revisione di fronte al Tribunale Arbitrale ICC sullo stesso lodo arbitrale. A novembre 2018, la Corte d' Appello di Parigi ha sospeso il procedimento fino alla decisione del Tribunale Arbitrale nel procedimento di revisione.

Relativamente al procedimento di revisione del lodo ICC, a ottobre 2019, si è tenuta a Parigi l'udienza di discussione. Ad agosto 2020, il Tribunale Arbitrale ha emesso il lodo rigettando la Richiesta di Revisione presentata dal gruppo Opportunity.

Open Fiber

Nel mese di marzo 2020 Open Fiber (OF) ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a 1,5 miliardi di euro per danni causati da un presunto abuso di posizione dominante escludente nei confronti di OF. Le presunte condotte contestate consistono in: (i) investimenti pre-emptive in reti FTTC nelle aree bianche; (ii) avvio di azioni legali pretestuose per ostacolare le gare Infratel; (iii) repricing strumentale di alcuni servizi all'ingrosso; (iv) offerte commerciali di lock-in sul mercato retail; (v) comunicazione di informazioni false all'AGCom, in sede di approvazione di una offerta wholesale, e diffusione di voci circa un interesse di TIM ad acquisire OF; (vi) discriminazione nelle condizioni di accesso alle infrastrutture passive di TIM. TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di OF. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il provvedimento sanzionatorio A514, richiamato ampiamente da controparte nella citazione.

Iliad

Con atto di citazione notificato nel corso del primo trimestre 2020, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per presunte condotte anticoncorrenziali, adottate anche tramite il marchio Kena Mobile, asseritamente volte ad ostacolarne l'ingresso ed il consolidamento nel mercato della telefonia mobile in Italia, avanzando pretese risarcitorie per almeno 71,4 milioni di euro.

TIM si è costituita in giudizio sia contestando integralmente le richieste di Iliad Italia S.p.A; sia proponendo a sua volta domanda riconvenzionale ai sensi dell'art. 2598 c.c, con riferimento alle condotte denigratorie poste in essere da Iliad Italia S.p.A nei confronti di TIM, e formulando simmetricamente richiesta risarcitoria di danni.

B) ALTRE INFORMAZIONI

Fra i contenziosi con dette caratteristiche, per quelli elencati di seguito non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2019:

  • Telefonia mobile procedimenti penali;
  • Contenzioso canone di concessione per l'anno 1998;
  • Vodafone (già TELETU).

INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE

Nel presente comunicato stampa, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, sono presentati alcuni indicatori alternativi di performance, al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria del Gruppo TIM. Tali indicatori, che sono presentati nelle relazioni finanziarie (annuali e infrannuali), non devono, comunque, essere considerati sostitutivi di quelli convenzionali previsti dagli IFRS.

In particolare, a seguito dell'adozione dell'IFRS 16, il Gruppo TIM presenta i seguenti indicatori alternativi di performance:

  • EBITDA adjusted After Lease ("EBITDA-AL"), calcolato rettificando l'EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti, degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing secondo l'IFRS 16 (applicato a partire dal 2019). Tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) e rappresenta un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit) in aggiunta all'EBIT;
  • Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall'Indebitamento finanziario netto rettificato le passività connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing secondo l'IFRS 16 (applicato a partire dal 2019). TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria;
  • Equity Free Cash Flow After Lease, calcolato escludendo dall'Equity Free Cash Flow i fabbisogni relativi ai canoni di leasing. Tale indicatore viene determinato come segue:
+ Equity Free Cash Flow
- Quota capitale dei canoni di leasing

Tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) e rappresenta un'utile indicatore della capacità di generazione di Free Cash Flow.

Gli altri indicatori alternativi di performance normalmente utilizzati sono nel seguito illustrati:

EBITDA: tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) e rappresenta un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit) in aggiunta all'EBIT. Questi indicatori sono determinati come segue:

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

+ Oneri finanziari
- Proventi finanziari
+/- Altri oneri/(Proventi) da partecipazioni
+/- Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio
netto
EBIT- Risultato Operativo
+/- Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti
+/- Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti
  • Ammortamenti

EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività non correnti

  • Variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui Ricavi, sull'EBITDA e sull'EBIT: tali indicatori esprimono la variazione in valore assoluto e/o in percentuale dei Ricavi, dell'EBITDA e dell'EBIT, escludendo, ove presenti, gli effetti della variazione dell'area di consolidamento, delle differenze cambio e degli eventi e operazioni di natura non ricorrente. TIM ritiene che tale modalità di presentazione permetta di interpretare in maniera più completa ed efficace le performance operative del Gruppo (nel suo complesso e con riferimento alle Business Unit); essa viene pertanto anche utilizzata nelle presentazioni agli analisti e agli investitori. Nell'ambito del presente comunicato stampa è fornita la riconciliazione tra il dato "contabile o reported" e quello "organico esclusa la componente non ricorrente".
  • EBITDA margin e EBIT margin: TIM ritiene che tali margini rappresentino degli utili indicatori della capacità del Gruppo, nel suo complesso e a livello di Business Unit di generare profitti attraverso i suoi ricavi. L'EBITDA margin e l'EBIT margin misurano, infatti, la performance operativa di un'entità analizzando le percentuali dei ricavi che diventano, rispettivamente, EBITDA e EBIT. Questi indicatori sono utilizzati da TIM

nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) per illustrare l'andamento della gestione economica anche attraverso il confronto della redditività operativa del periodo di riferimento con quella dei periodi precedenti.

Indebitamento Finanziario Netto: TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria, rappresentate dal Debito Finanziario Lordo ridotto della Cassa e Altre Disponibilità Liquide Equivalenti e di altre Attività Finanziarie. Nell'ambito del presente comunicato stampa è inserita una tabella che evidenzia i valori della situazione patrimoniale-finanziaria utilizzati per il calcolo dell'Indebitamento Finanziario Netto del Gruppo. Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell'indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito "Indebitamento finanziario netto contabile"), anche una misura denominata "Indebitamento finanziario netto rettificato", che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l'Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell'IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

L'indebitamento finanziario netto viene determinato come segue:

+ Passività finanziarie non correnti
+ Passività finanziarie correnti
+ Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
A) Debito Finanziario lordo
+ Attività finanziarie non correnti
+ Attività finanziarie correnti
+ Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
B) Attività Finanziarie
C=(A - B) Indebitamento finanziario netto contabile
D) Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività / attività finanziarie
E=(C + D) Indebitamento finanziario netto rettificato

Equity Free Cash Flow (EFCF): tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) ed evidenzia la generazione di cassa ed è inteso come il flusso di cassa netto prima degli esborsi relativi al pagamento dei dividendi e agli investimenti in frequenze. Pertanto, rappresenta il Free Cash Flow disponibile per il pagamento dei dividendi, il rimborso del debito, gli impatti derivanti da operazioni di leasing e l'investimento in frequenze. Tale indicatore esclude l'impatto finanziario di eventuali operazioni di acquisizione e/o cessione di partecipazioni.

L'Equity Free Cash Flow viene determinato come segue:

+ Operating Net Free Cash Flow
- Impatto per leasing
- Pagamento delle licenze
- Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o cessioni di partecipazioni
- Pagamento dei dividendi e Change in Equity

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