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Quarterly Report May 4, 2022

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Quarterly Report

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ALLEGATI AL COMUNICATO STAMPA

Gruppo TIM – Schemi riclassificati 2
Gruppo TIM - Conto economico separato consolidato 2
Gruppo TIM - Conto economico complessivo consolidato 3
Gruppo TIM - Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata 4
Gruppo TIM - Rendiconto finanziario consolidato 6
Gruppo TIM - Movimenti del patrimonio netto consolidato 8
Gruppo TIM - Indebitamento finanziario netto 9
Gruppo TIM - Variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato 10
Gruppo TIM - Informazioni per settore operativo 11
Domestic 11
Brasile 12
Gruppo TIM - Personale 13
Gruppo TIM – Impatto sulle singole voci del conto economico separato consolidato degli eventi e
operazioni di natura non ricorrente
14
Gruppo TIM - Struttura del debito, emissioni obbligazionarie e obbligazioni in scadenza 15
Gruppo TIM - Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti 17
Indicatori alternativi di performance 24

4 maggio 2022

GRUPPO TIM – SCHEMI RICLASSIFICATI

Gli schemi riclassificati di Conto Economico Separato Consolidato, Conto Economico Complessivo Consolidato, Situazione Patrimoniale–Finanziaria Consolidata, Rendiconto Finanziario Consolidato, Movimenti del Patrimonio Netto Consolidato nonché l'Indebitamento Finanziario Netto Consolidato del Gruppo TIM, nel seguito presentati, sono coerenti con gli schemi di bilancio consolidato inclusi nella Relazione finanziaria annuale e nella Relazione finanziaria semestrale. Tali schemi non sono stati oggetto di verifica da parte della società di revisione.

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2021, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1°gennaio 2022.

Come descritto nel Bilancio consolidato 2021 del Gruppo TIM, nel corso del quarto trimestre dell'esercizio 2021, TIM ha effettuato alcuni affinamenti relativi alla contabilizzazione di taluni accordi commerciali aventi ad oggetto la vendita di beni con consegna differita. Tali affinamenti hanno comportato per il primo, secondo e terzo trimestre dell'esercizio 2021 la rideterminazione della distribuzione temporale dei ricavi e degli acquisti di materie e servizi. In relazione a quanto sopra, si è provveduto alla rideterminazione dei dati economici del primo, del secondo e del terzo trimestre dell'esercizio 2021.

GRUPPO TIM - CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute %
Ricavi 3.644 3.728 (84) (2,3)
Altri proventi operativi 37 109 (72) (66,1)
Totale ricavi e proventi operativi 3.681 3.837 (156) (4,1)
Acquisti di materie e servizi (1.620) (1.568) (52) (3,3)
Costi del personale (731) (1.038) 307 29,6
Altri costi operativi (168) (239) 71 29,7
Variazione delle rimanenze 20 49 (29) (59,2)
Attività realizzate internamente 134 119 15 12,6
Risultato operativo ante ammortamenti,
plusvalenze/(minusvalenze) e ripristini di
valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
1.316 1.160 156 13,4
Ammortamenti (1.107) (1.130) 23 2,0
Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti
(2) 2
Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti
Risultato operativo (EBIT) 209 28 181
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e
Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto
16 11 5 45,5
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni
Proventi finanziari 325 401 (76) (19,0)
Oneri finanziari (642) (689) 47 6,8
Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività
in funzionamento
(92) (249) 157 63,1
Imposte sul reddito (50) 43 (93)
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento (142) (206) 64 31,1
Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute
Utile (perdita) del periodo (142) (206) 64 31,1
Attribuibile a:
Soci della Controllante (204) (228) 24 10,5
Partecipazioni di minoranza 62 22 40

GRUPPO TIM - CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO CONSOLIDATO

Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio) è di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo Consolidato, comprensivo, oltre che dell'Utile (perdita) del periodo, come da Conto Economico Separato Consolidato, delle altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse dalle transazioni con gli Azionisti.

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Utile (perdita) del periodo
(a)
(142) (206)
Altre componenti del conto economico complessivo consolidato
Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value (2) 3
Effetto fiscale
(b) (2) 3
Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):
Utili (perdite) attuariali
Effetto fiscale
(c)
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Effetto fiscale
(d)
Totale altre componenti che non saranno successivamente
(e=b+c+d)
riclassificate nel conto economico separato consolidato
(2) 3
Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value (61) (6)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato 13 (1)
Effetto fiscale 1 1
(f) (47) (6)
Strumenti derivati di copertura:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 108 133
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato (98) (245)
Effetto fiscale (2) 27
(g) 8 (85)
Differenze cambio di conversione di attività estere:
Utili (perdite) di conversione di attività estere 884 (175)
Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto
economico separato consolidato
Effetto fiscale
(h)
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
884 (175)
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato
Effetto fiscale
(i)
Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate
(k=f+g+h+i)
nel conto economico separato consolidato
845 (266)
Totale altre componenti del conto economico complessivo
(m=e+k)
consolidato
843 (263)
Utile (perdita) complessivo del periodo
(a+m)
701 (469)
Attribuibile a:
Soci della Controllante 366 (435)
Partecipazioni di minoranza 335 (34)

GRUPPO TIM - SITUAZIONE PATRIMONIALE– FINANZIARIA CONSOLIDATA

(milioni di euro) 31.3.2022 31.12.2021 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Attività
Attività non correnti
Attività immateriali
Avviamento 18.657 18.568 89
Attività immateriali a vita utile definita 7.406 7.147 259
26.063 25.715 348
Attività materiali
Immobili, impianti e macchinari di proprietà 13.692 13.311 381
Diritti d'uso su beni di terzi 5.177 4.847 330
Altre attività non correnti
Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
3.045 2.979 66
Altre partecipazioni 134 156 (22)
Crediti finanziari non correnti per contratti di
locazione attiva
50 45 5
Altre attività finanziarie non correnti 2.039 2.285 (246)
Crediti vari e altre attività non correnti 2.353 2.266 87
Attività per imposte anticipate 3.470 3.513 (43)
11.091 11.244 (153)
Totale Attività non correnti
(a)
56.023 55.117 906
Attività correnti
Rimanenze di magazzino 309 282 27
Crediti commerciali, vari e altre attività correnti 4.420 4.358 62
Crediti per imposte sul reddito 88 79 9
Attività finanziarie correnti
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione
attiva
61 56 5
Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti
finanziari e altre attività finanziarie correnti
2.122 2.391 (269)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti 3.272 6.904 (3.632)
5.455 9.351 (3.896)
Sub-totale Attività correnti 10.272 14.070 (3.798)
Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad
essere cedute
di natura finanziaria
di natura non finanziaria
Totale Attività correnti
(b)
10.272 14.070 (3.798)
Totale Attività
(b+a)
66.295 69.187 (2.892)
(milioni di euro) 31.3.2022 31.12.2021 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Patrimonio netto e Passività
Patrimonio netto
Patrimonio netto attribuibile ai Soci della
Controllante
17.786 17.414 372
Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza
4.949 4.625 324
Totale Patrimonio netto (c) 22.735 22.039 696
Passività non correnti
Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri
22.185 23.437 (1.252)
Passività finanziarie non correnti per contratti di
locazione passiva
4.394 4.064 330
Fondi relativi al personale 700 699 1
Passività per imposte differite 220 245 (25)
Fondi per rischi e oneri 956 926 30
Debiti vari e altre passività non correnti 1.366 1.413 (47)
Totale Passività non correnti (d) 29.821 30.784 (963)
Passività correnti
Passività finanziarie correnti per contratti di
finanziamento e altri
3.128 5.945 (2.817)
Passività finanziarie correnti per contratti di
locazione passiva
683 651 32
Debiti commerciali, vari e altre passività correnti 9.655 9.473 182
Debiti per imposte sul reddito 273 295 (22)
Sub-totale Passività correnti 13.739 16.364 (2.625)
Passività direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere
cedute
di natura finanziaria
di natura non finanziaria
Totale Passività correnti (e) 13.739 16.364 (2.625)
Totale Passività (f=d+e) 43.560 47.148 (3.588)
Totale Patrimonio netto e passività (c+f) 66.295 69.187 (2.892)

GRUPPO TIM - RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Flusso monetario da attività operative:
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento (142) (206)
Rettifiche per:
Ammortamenti 1.107 1.130
Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse partecipazioni) 7 3
Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate (differite) 36 (84)
Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)
2
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
(16) (11)
Variazione dei fondi relativi al personale 38 262
Variazione delle rimanenze (20) (47)
Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti 222 91
Variazione dei debiti commerciali (277) (129)
Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito (2) 39
Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività 122 211
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative (a)
1.075
1.261
Flusso monetario da attività di investimento:
Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi
per cassa
(1.151) (874)
Contributi in conto capitale incassati
Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle
disponibilità acquisite
Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni (11) (37)
Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i derivati
attivi di copertura e non)
405 67
Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese controllate e di
rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute
Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali e di altre attività non correnti
1 3
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento (b)
(756)
(841)
Flusso monetario da attività di finanziamento:
Variazione delle passività finanziarie correnti e altre (628) (501)
Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) 1.501
Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) (3.431) (1.521)
Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non (16)
Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate)
Dividendi pagati (26) (24)
Variazioni di possesso in imprese controllate
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento (c)
(4.101)
(545)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
(d)
Flusso monetario complessivo
(e=a+b+c+d)
(3.782) (125)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo (f)
6.904
4.508
Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti nette
(g)
144
(14)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo
(h=e+f+g)
3.266 4.369

Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Acquisti di attività immateriali (302) (178)
Acquisti di attività materiali (617) (501)
Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi (268) (120)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per competenza
(1.187) (799)
Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti
d'uso su beni di terzi
36 (75)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa
(1.151) (874)

Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario consolidato

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Imposte sul reddito (pagate)/incassate 2 (9)
Interessi pagati (470) (459)
Interessi incassati 129 84
Dividendi incassati

Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo:
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 6.904 4.829
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (321)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
6.904 4.508
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo:
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 3.272 4.370
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (6) (1)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
3.266 4.369

GRUPPO TIM - MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO

Movimenti dal 1° gennaio 2021 al 31 marzo 2021

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezzo
azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato nelle
altre
componenti
di conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversione di
attività estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate con
il metodo
del
patrimonio
netto
Altre riserve e
utili (perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31
dicembre 2020
11.588 2.133 20 (350) (2.538) (119) 15.481 26.215 2.625 28.840
Movimenti di
patrimonio netto
del periodo:
Dividendi deliberati (318) (318) (318)
Utile (perdita)
complessivo del
periodo
(3) (85) (119) (228) (435) (34) (469)
Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto
4 1 5 5
FiberCop -
aumento di
capitale
(98) (98) 1.848 1.750
Altri movimenti 2 2 2
Saldo al 31 marzo
2021
11.592 2.133 17 (435) (2.657) (119) 14.840 25.371 4.439 29.810

Movimenti dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezzo
azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato nelle
altre
componenti
di conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversione di
attività estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate con
il metodo
del
patrimonio
netto
Altre riserve e
utili (perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31
dicembre 2021
11.614 2.133 49 (128) (2.500) (130) 6.376 17.414 4.625 22.039
Movimenti di
patrimonio netto
del periodo:
Dividendi deliberati (11) (11)
Utile (perdita)
complessivo del
periodo
(49) 8 611 (204) 366 335 701
Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto
4 4 4
Altri movimenti 2 2 2
Saldo al 31 marzo
2022
11.614 2.133 (120) (1.889) (130) 6.178 17.786 4.949 22.735

GRUPPO TIM - INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO

(milioni di euro) 31.3.2022 31.12.2021 Variazione
(a) (b) (a-b)
Passività finanziarie non correnti
Obbligazioni 16.526 17.383 (857)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 5.659 6.054 (395)
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva 4.394 4.064 330
26.579 27.501 (922)
Passività finanziarie correnti (*)
Obbligazioni 1.299 3.512 (2.213)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 1.829 2.433 (604)
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 683 651 32
3.811 6.596 (2.785)
Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute
Totale debito finanziario lordo 30.390 34.097 (3.707)
Attività finanziarie non correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva (50) (45) (5)
Crediti finanziari e altre attività finanziarie (2.039) (2.285) 246
(2.089) (2.330) 241
Attività finanziarie correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni (1.956) (2.249) 293
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva (61) (56) (5)
Crediti finanziari e altre attività finanziarie (166) (142) (24)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti (3.272) (6.904) 3.632
(5.455) (9.351) 3.896
Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
Totale attività finanziarie (7.544) (11.681) 4.137
Indebitamento finanziario netto contabile 22.846 22.416 430
Storno valutazione al fair value di derivati e correlate
passività/attività finanziarie
(207) (229) 22
Indebitamento finanziario netto rettificato 22.639 22.187 452
Così dettagliato:
Totale debito finanziario lordo rettificato 29.213 32.564 (3.351)
Totale attività finanziarie rettificate (6.574) (10.377) 3.803
(*) di cui quota corrente del debito a M/L termine:
Obbligazioni 1.299 3.512 (2.213)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 913 898 15
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 680 648 32

GRUPPO TIM - VARIAZIONE DELL'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Variazione
(a) (b) (a-b)
EBITDA 1.316 1.160 156
Investimenti industriali di competenza (932) (691) (241)
Variazione del capitale circolante netto operativo: (91) 298 (389)
Variazione delle rimanenze (20) (47) 27
Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti 222 91 131
Variazione dei debiti commerciali (311) (312) 1
Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile / spectrum (186) (186)
Altre variazioni di crediti/debiti operativi 204 566 (362)
Variazione dei fondi relativi al personale 38 262 (224)
Variazione dei fondi operativi e altre variazioni (27) (274) 247
Operating free cash flow netto 304 755 (451)
% sui Ricavi 8,3 20,3 (12,0)pp
Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni 1 4 (3)
Aumenti/Rimborsi di capitale comprensivi di oneri accessori
Investimenti finanziari (11) (37) 26
Pagamento dividendi (26) (24) (2)
Incrementi di contratti di leasing (255) (108) (147)
Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti, non operativi (465) 1.581 (2.046)
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
(452) 2.171 (2.623)
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto delle
attività cessate/attività non correnti destinate ad essere cedute
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato
(452) 2.171 (2.623)

Equity Free Cash Flow

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Variazione
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
(452) 2.171 (2.623)
Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i
rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali disdette/estinzioni anticipate di
(5)
operazioni di leasing (+)) 530 535
Pagamento delle licenze tlc e per l'utilizzo di frequenze 186 186
Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o
cessioni di partecipazioni
11 (1.721) 1.732
Pagamento dei dividendi e Change in Equity 26 24 2
Equity Free Cash Flow 301 469 (168)

GRUPPO TIM - INFORMAZIONI PER SETTORE OPERATIVO

Domestic

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 2.846 3.077 (231) (7,5) (7,7)
EBITDA 962 858 104 12,1 (18,3)
% sui Ricavi 33,8 27,9 5,9pp (4,7)pp
EBIT 92 (60) 152 (53,4)
% sui Ricavi 3,2 (1,9) 5,1pp (5,5)pp
Personale a fine periodo (unità) (°) 42.782 (*)42.591 191 0,4

(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato 10 unità al 31 marzo 2022 (16 unità al 31 dicembre 2021) (*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2021

Fisso

31.3.2022 31.12.2021 31.3.2021
Accessi totali TIM Retail (migliaia) 8.539 8.647 8.774
di cui NGN (1) 5.244 5.186 4.695
Accessi totali TIM Wholesale (migliaia) 7.729 7.729 7.908
di cui NGN 4.997 4.819 4.381
Accessi broadband TIM Retail attivi (migliaia) 7.643 7.733 7.746
ARPU Consumer (€/mese) (2) 28,4 30,1 31,8
ARPU Broadband (€/mese) (3) 33,0 33,4 32,2

(1) Accessi UltraBroadband in modalità FTTx e FWA, incluse anche le linee "solo dati" e GBE (Gigabit Ethernet). (2) Ricavi da servizi retail organici Consumer rapportati alla consistenza media degli accessi Consumer. (3) Ricavi da servizi broadband organici rapportati alla consistenza media degli accessi broadband TIM retail attivi.

Mobile

31.3.2022 31.12.2021 31.3.2021
Consistenza linee a fine periodo (migliaia) 30.395 30.466 30.222
di cui Human 18.799 19.054 19.554
Churn rate (%) (4) 3,7 14,7 3,8
Users broadband (migliaia) (5) 12.717 12.783 12.864
ARPU Retail (€/mese) (6) 7,0 7,5 7,5
ARPU Human (€/mese) (7) 11,3 11,7 11,4

(4) Percentuale di linee totali cessate nel periodo rispetto alla consistenza media totale.

(5) Linee mobili che utilizzano servizi dati.

(6) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee. (7) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media linee human.

Nella tabella seguente è riportato il dettaglio dei ricavi conseguiti nel primo trimestre 2022 dalla Business Unit Domestic per segmento di clientela/aree di attività, posti a confronto con il primo trimestre 2021.

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Variazioni
assolute % %
organica
esclusi
non
ricorrenti
Ricavi 2.846 3.077 (231) (7,5) (7,7)
Consumer 1.163 1.347 (184) (13,7) (13,7)
Business 971 983 (12) (1,2) (1,2)
Wholesale National Market 478 533 (55) (10,3) (10,3)
Wholesale International Market 239 218 21 9,6 7,2
Other (5) (4)

Brasile

(milioni di euro) (milioni di reais)
1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Variazioni
assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 806 658 4.727 4.340 387 8,9 8,9
EBITDA 356 304 2.091 2.008 83 4,1 5,1
% sui Ricavi 44,2 46,3 44,2 46,3 (2,1)pp (1,6)pp
EBIT 120 90 703 592 111 18,8 22,1
% sui Ricavi 14,9 13,6 14,9 13,6 1,3pp 1,7pp
Personale a fine periodo (unità) 9.109 (°)9.325 (216) (2,3)

(°) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2021.

GRUPPO TIM - PERSONALE

Consistenza media retribuita del personale

(unità equivalenti) 1° Trim.
2022
Esercizio
2021
1° Trim.
2021
Variazione
(a) (b) (c) (a-c)
Consistenza media retribuita – Italia 37.018 38.826 40.932 (3.914)
Consistenza media retribuita - Estero 8.956 9.116 9.099 (143)
Totale consistenza media retribuita (1) 45.974 47.942 50.031 (4.057)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 9 unità medie in Italia nel primo trimestre 2022; 12 unità medie in Italia nell'esercizio 2021; 12 unità medie in Italia nel primo trimestre 2021.

Organico a fine periodo

(unità) 31.3.2022 31.12.2021 31.3.2021 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Organico – Italia 42.538 42.347 42.759 191
Organico – Estero 9.365 9.582 9.435 (217)
Totale organico a fine periodo (1) 51.903 51.929 52.194 (26)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 10 unità in Italia al 31.3.2022; 16 unità in Italia al 31.12.2021; 12 unità in Italia al 31.3.2021.

Organico a fine periodo - dettaglio per Business Unit

(unità) 31.3.2022 31.12.2021 31.3.2021 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Domestic 42.782 42.591 43.004 191
Brasile 9.109 9.325 9.177 (216)
Altre attività 12 13 13 (1)
Totale 51.903 51.929 52.194 (26)

GRUPPO TIM – IMPATTO SULLE SINGOLE VOCI DEL CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEGLI EVENTI E OPERAZIONI DI NATURA NON RICORRENTE

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DME/RM/9081707 del 16 settembre 2009, vengono di seguito esposte le informazioni circa l'impatto sulle singole voci di Conto Economico Separato Consolidato degli eventi e operazioni non ricorrenti:

(milioni di euro) 1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2021
Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze:
Consulenze, prestazioni professionali e altri costi (5) (10)
Costi del personale:
Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri (60) (311)
Altri costi operativi:
Altri oneri e accantonamenti (6) (80)
Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/(minusvalenze) e
Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
(71) (401)
Impatto su Risultato operativo (EBIT) (71) (401)
Oneri finanziari:
Altri oneri finanziari (1) (1)
Impatto sull'Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento
(72) (402)
Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti 19 92
Impatto sull'Utile (perdita) del periodo (53) (310)

Nel primo trimestre 2022 l'emergenza Covid-19 ha comportato per il Gruppo TIM il sostenimento di oneri non ricorrenti, al lordo degli effetti fiscali per circa 1 milione di euro (circa 12 milioni di euro nel primo trimestre 2021).

GRUPPO TIM - STRUTTURA DEL DEBITO, EMISSIONI OBBLIGAZIONARIE E OBBLIGAZIONI IN SCADENZA

Revolving Credit Facility e Term Loan

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed disponibili al 31 marzo 2022:

(miliardi di euro) 31.3.2022 31.12.2021
Accordato Utilizzato Accordato Utilizzato
Sustainability-linked RCF – scadenza maggio 2026 4,0 4,0
Totale 4,0 4,0

Al 31 marzo 2022 TIM dispone di Term Loan bilaterali con diverse controparti bancarie per complessivi 850 milioni di euro e una linea Hot Money per 200 milioni di euro interamente utilizzata.

Obbligazioni

Relativamente all'evoluzione dei prestiti obbligazionari nel corso del primo trimestre 2022 si segnala quanto segue:

(milioni di valuta originaria) Valuta Importo Data di rimborso
Rimborsi
Telecom Italia S.p.A 2002-2022 riservato in sottoscrizione ai dipendenti Euro 214 1/1/2022
Telecom Italia S.p.A 1.250 milioni di euro 5,25% (1) Euro 884 10/2/2022
Telecom Italia S.p.A. 2.000 milioni di euro 1,125% Convertible bond Euro 2.000 26/3/2022

(1) Al netto dei riacquisti per 366 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.

Il valore nominale di rimborso, al netto dei titoli propri riacquistati, dei prestiti obbligazionari in scadenza nei 18 mesi successivi al 31 marzo 2022 emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A. (con garanzia piena e incondizionata da parte di TIM S.p.A.) è pari a 2.443 milioni di euro. Il dettaglio dei rimborsi è il seguente:

  • 1.000 milioni di euro, scadenza 16 gennaio 2023;
  • 443 milioni di euro, scadenza 19 maggio 2023;
  • 1.000 milioni di euro, scadenza 19 luglio 2023.

I titoli obbligazionari emessi dal Gruppo TIM non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di eventi diversi dall'insolvenza del Gruppo TIM; inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..

Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni analoghe effettuate sui medesimi mercati; sono quindi presenti, ad esempio, impegni a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge").

Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM S.p.A. con la Banca Europea degli Investimenti ("BEI"), in data 19 maggio 2021 TIM ha sottoscritto un nuovo finanziamento per un ammontare pari a 230 milioni di euro a supporto dei progetti per la digitalizzazione del Paese. Inoltre, ha ampliato il finanziamento firmato nel 2019 per un importo pari a 120 milioni di euro. Pertanto, alla data del 31 marzo 2022 il totale nominale dei finanziamenti in essere con la BEI è pari a 1.200 milioni di euro, tutti tirati e non assistiti da garanzia bancaria.

Nei tre finanziamenti BEI firmati in data 14 dicembre 2015, 25 novembre 2019 e 19 maggio 2021 si rilevano i seguenti covenant:

  • nel caso in cui la società sia oggetto di fusione, scissione o conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo, ovvero alieni, dismetta o trasferisca beni o rami d'azienda (ad eccezione di alcuni atti di disposizione espressamente previsti), dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento, oppure, solo per alcuni contratti, il rimborso anticipato del prestito (qualora l'operazione di fusione e scissione al di fuori del Gruppo comprometta l'esecuzione o l'esercizio del Progetto oppure rechi pregiudizio alla BEI nella sua qualità di creditrice);
  • TIM si è impegnata a far sì che, per tutta la durata del prestito, l'indebitamento finanziario complessivo delle società facenti parte del Gruppo diverse da TIM S.p.A., e fatti salvi i casi in cui tale indebitamento sia interamente e irrevocabilmente garantito da TIM S.p.A., sia inferiore ad un ammontare pari al 35% (trentacinque per cento) dell'indebitamento finanziario complessivo del Gruppo;

  • "Clausola per inclusione", ai sensi della quale, nel caso in cui TIM si impegni a mantenere in altri contratti di finanziamento parametri finanziari (e anche alcune clausole più stringenti, tra cui, ad esempio, cross default ed impegni di limitazione alla vendita di beni) che non siano presenti o siano più stringenti rispetto a quelli concessi alla BEI, quest'ultima avrà la facoltà di richiedere qualora reputi, a proprio ragionevole giudizio, che tali modifiche possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di TIM, la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento al fine di prevedere una disposizione equivalente a favore della BEI;

  • "Evento Rete", ai sensi della quale a fronte di una cessione totale o di una porzione sostanzialmente rilevante (in ogni caso superiore alla metà in termini quantitativi) della rete fissa in favore di soggetti terzi non controllati oppure nel caso di cessione della partecipazione di controllo nella società a cui la rete o una sua porzione sostanzialmente rilevante sia stata precedentemente ceduta, TIM dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento o una soluzione alternativa.

I contratti di finanziamento di TIM S.p.A. non contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporti l'obbligo di rimborso del prestito in essere.

Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l'impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge"), l'impegno a non modificare l'oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.

Nei Contratti di Finanziamento e nei Prestiti Obbligazionari, TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l'eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa o per azioni e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.

Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.

Nella documentazione dei prestiti concessi ad alcune società del Gruppo TIM, sono generalmente previsti obblighi di rispettare determinati indici finanziari (di capitalizzazione, di copertura del servizio del debito e di livello di indebitamento), nonché gli usuali covenant di altro genere, pena la richiesta di rimborso anticipato del prestito.

Si segnala, infine, che al 31 marzo 2022, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.

GRUPPO TIM - CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui le società del Gruppo TIM sono coinvolte al 31 marzo 2022, nonché quelli chiusi nel corso del periodo.

Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, il Gruppo TIM ha iscritto passività per complessivi 311 milioni di euro.

Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura dell'Informativa finanziaria al 31 marzo 2022 e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.

Infine, relativamente ai procedimenti con l'Autorità Antitrust, si rammenta che in base all'art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 ("Norme per la tutela della concorrenza e del mercato"), l'Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.

a) Principali contenziosi e azioni giudiziarie pendenti

Per i seguenti contenziosi e azioni giudiziarie pendenti non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2021:

  • Procedimento Golden Power;
  • Procedimento Antitrust A428;
  • Contenziosi Colt Technology Services, COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.), Teleunit, Eutelia e Clouditalia Telecomunicazioni (connessi al procedimento Antitrust A428);
  • Procedimento Antitrust I799;
  • Eutelia e Voiceplus;
  • Procedimento Antitrust I820;
  • Procedimento Antitrust I850;
  • Contenzioso Vodafone Servizio Universale;
  • Poste;
  • Fallimento Elinet S.p.A.;
  • Brasile arbitrato Opportunity;
  • T-Power.

Contenziosi fiscali e regolatori internazionali

Al 31 marzo 2022 le società della Business Unit Brasile risultano coinvolte in contenziosi di natura fiscale o regolatoria il cui esito è valutato di possibile soccombenza per un ammontare complessivo di circa 16,8 miliardi di reais (16,3 miliardi di reais al 31 dicembre 2021). Sono di seguito evidenziate le principali tipologie di contenzioso, classificate in base all'imposta cui fanno riferimento.

Imposte federali

In relazione all'imposizione a livello federale, si segnalano i seguenti filoni vertenziali:

  • disconoscimento degli effetti fiscali di operazioni di fusione tra società facenti parte del gruppo TIM Brasil;
  • diniego del beneficio fiscale territoriale SUDENE, in ragione di pretese irregolarità nella gestione e nella rendicontazione del beneficio stesso;
  • contestazioni in ordine alle compensazioni con le perdite fiscali pregresse;
  • ulteriori contestazioni in ordine alla deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento;
  • assoggettamento ad imposizione sul reddito di talune tipologie di differenze di cambio;
  • assoggettamento a ritenute alla fonte di talune tipologie di pagamenti effettuati verso l'estero (ad esempio, i pagamenti per roaming internazionale);
  • ulteriori contestazioni in ordine alle compensazioni effettuate tra imposte a debito, e posizioni fiscali creditorie delle società del gruppo.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,1 miliardi di reais (3,1 miliardi di reais al 31 dicembre 2021).

Imposte statali

Nell'ambito del prelievo statale, si segnalano molteplici contestazioni in materia di ICMS, ed in particolare:

  • contestazioni riguardanti l'abbattimento della base imponibile del tributo, a fronte di sconti concessi ai clienti, oltre a contestazioni in merito all'utilizzo dei crediti fiscali dichiarati dalle società del gruppo, a fronte della restituzione di terminali telefonici dati in comodato, ed a seguito della rilevazione di frodi da sottoscrizione ai danni delle società;
  • assoggettamento ad ICMS di talune tipologie di canoni, maturati a favore delle società del gruppo e da queste classificati come corrispettivi per servizi diversi da quelli di telecomunicazione;
  • contestazioni sull'utilizzo del beneficio fiscale "PRO-DF" originariamente concesso da taluni Stati, e successivamente dichiarato incostituzionale (la contestazione si riferisce all'effettiva spettanza del credito per ICMS, dichiarato dalla società TIM Celular, ora incorporata in TIM S.A., sulla base delle predette disposizioni agevolative);
  • contestazioni relative all'utilizzo dei crediti per ICMS, rilevati dalle società del gruppo in esito alle acquisizioni di immobilizzazioni materiali, ed in relazione alle somministrazioni di energia elettrica a favore delle società, oltre che in applicazione delle disposizioni in materia di sostituzione d'imposta;
  • sanzioni irrogate alle società del gruppo per irregolarità negli adempimenti dichiarativi;
  • contestazioni dei crediti per ICMS in relazione alla procedura di sostituzione d'imposta, prevista nei casi di acquisto e distribuzione di apparati tra Stati diversi;
  • contestazioni dei crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati, come anticipazione delle successive ricariche.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 9,0 miliardi di reais (8,8 miliardi di reais al 31 dicembre 2021).

Imposte municipali

Tra i contenziosi con un grado di rischio classificato come "possibile", vi sono alcune controversie relative alle imposte comunali (Municipal Taxes) il cui importo complessivo ammonta a circa 1,4 miliardi di reais (circa 1,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2021).

FUST e FUNTTEL

Le principali contestazioni in materia di contribuzioni all'ente regolatorio (Anatel), e in particolare in termini di FUST e FUNTTEL, riguardano l'assoggettamento a tali prelievi dei ricavi da interconnessione.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,3 miliardi di reais (3,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2021).

Procedimento Antitrust A514

Nel mese di giugno 2017 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato il procedimento A514 nei confronti di TIM per accertare un possibile abuso di posizione dominante in violazione dell'art. 102 del "Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea". Il procedimento è stato avviato sulla base di alcune segnalazioni giunte, tra il mese di maggio e di giugno 2017, da parte di Infratel, Enel, Open Fiber, Vodafone e Wind Tre e riguarda un presunto abuso di posizione dominante nei mercati dei servizi di accesso wholesale e dei servizi retail relativi alla rete fissa a banda larga e ultralarga. In particolare, l'AGCM ha ipotizzato che TIM abbia tenuto condotte volte a: i) rallentare e ostacolare lo svolgimento delle gare Infratel, al fine di ritardare o rendere meno remunerativo l'ingresso di un altro operatore sul mercato wholesale; ii) accaparrarsi preventivamente la clientela sul mercato retail dei servizi a banda ultralarga, mediante politiche commerciali volte a restringere lo spazio di contendibilità della clientela residuo per gli operatori concorrenti.

A seguito dell'avvio del procedimento, nel mese di luglio 2017 è stata svolta un'ispezione da parte dei funzionari dell'Autorità presso alcune sedi di TIM. Il 2 novembre 2017 TIM ha depositato una memoria difensiva nella quale, a supporto della correttezza del proprio operato, sono state confutate tutte le ipotesi di illegittimità dei comportamenti asseritamente tenuti da TIM e formanti oggetto del procedimento.

In data 14 febbraio 2018, AGCM ha deliberato di estendere l'oggetto del procedimento per la verifica di ulteriori condotte, concernenti la strategia dei prezzi wholesale di TIM sul mercato dei servizi di accesso all'ingrosso a banda larga e ultralarga, e l'utilizzo di informazioni privilegiate riguardanti la clientela degli operatori alternativi.

In data 5 luglio 2018, TIM ha depositato una proposta di impegni che, ove accettata definitivamente dall'Autorità, comporterebbe la chiusura dell'istruttoria senza accertamento di alcun illecito e irrogazione di sanzione. Gli impegni sono stati ritenuti preliminarmente ammissibili dall'Autorità che li ha sottoposti a market test nei mesi di agosto e settembre.

Il 30 ottobre 2018 TIM ha formulato le proprie repliche rispetto alle osservazioni dei terzi ed ha integrato la proposta di impegni con modifiche accessorie. Con provvedimento notificato in data 4 dicembre 2018, l'AGCM ha definitivamente respinto la proposta di impegni, ritenendoli non idonei alla luce delle contestazioni sollevate.

In data 4 marzo 2019, TIM ha chiesto ad AGCM la proroga del termine di chiusura del procedimento (inizialmente fissato al 31 maggio 2019).

Il 10 aprile 2019 AGCM ha deliberato una proroga del termine di conclusione del procedimento al 30 settembre 2019. Il 17 maggio 2019 AGCM ha comunicato a TIM le risultanze istruttorie (CRI). Nella CRI, AGCM conferma sostanzialmente l'impianto accusatorio ipotizzato nei provvedimenti di avvio ed estensione del procedimento.

Il 12 giugno 2019 AGCM ha esteso i termini per il deposito della memoria finale di TIM al 20 settembre 2019 e per l'audizione finale al 25 settembre 2019.

Il 18 settembre 2019 AGCM ha deliberato una nuova proroga del termine di conclusione del procedimento fissandolo al 28 febbraio 2020.

Il 6 marzo 2020 è stato notificato a TIM il provvedimento di chiusura dell'istruttoria: AGCM ha deliberato la sussistenza di un abuso di posizione dominante di TIM, accertando che TIM ha posto in essere una strategia anticoncorrenziale preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga.

La sanzione irrogata a TIM per l'illecito anticoncorrenziale è pari a 116.099.937,60 euro. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il suddetto provvedimento sanzionatorio. Con sentenza del 28 febbraio 2022, il TAR Lazio ha respinto il ricorso di TIM la quale intende proporre appello innanzi al Consiglio di Stato nei termini di legge.

Il 25 giugno 2020 TIM ha inviato ad AGCM la c.d. relazione di ottemperanza come prescritto nel dispositivo del provvedimento finale. L'udienza di discussione dinanzi al TAR Lazio si è tenuta in data 3 novembre 2021. Con sentenza 1963/2022 il ricorso di TIM è stato respinto; è in corso la predisposizione del ricorso in appello.

La Società ha provveduto a maggio 2021 al pagamento della sanzione.

Open Fiber

Nel mese di marzo 2020 Open Fiber (OF) ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a 1,5 miliardi di euro per danni causati da un presunto abuso di posizione dominante escludente nei confronti di OF. Le presunte condotte contestate consistono in: (i) investimenti pre-emptive in reti FTTC nelle aree bianche; (ii) avvio di azioni legali pretestuose per ostacolare le gare Infratel; (iii) repricing strumentale di alcuni servizi all'ingrosso; (iv) offerte commerciali di lock-in sul mercato retail; (v) comunicazione di informazioni false all'AGCom, in sede di approvazione di una offerta wholesale, e diffusione di voci circa un interesse di TIM ad acquisire OF; (vi) discriminazione nelle condizioni di accesso alle infrastrutture passive di TIM. TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di OF. Enel spa è intervenuta nel giudizio chiedendo di condannare TIM al risarcimento di tutti i danni patiti e patendi dalla stessa Enel e da OF, senza tuttavia quantificarli. Nel corso di causa, Open Fiber ha ridedeterminato il danno asseritamente subito portandolo a 2,6 miliardi di euro oltre interessi e rivalutazione monetaria. Open Fiber ha inoltre chiarito che a suo dire tale danno sarebbe tuttora in divenire. Enel ha poi quantificato il danno asseritamente subito in 228 milioni di euro circa oltre interessi.

Irideos

Nel mese di gennaio 2022 Irideos ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Roma, avanzando una richiesta di risarcimento dei danni asseritamente subiti in conseguenza delle condotte illecite di TIM sanzionate dall'AGCM con il provvedimento conclusivo del proc. A514 (azione c.d. follow on). La richiesta risarcitoria è pari a 23.204.079,87 euro per danni provocati dai comportamenti anticoncorrenziali posti in essere da TIM dal 2017 al 2019 (con effetti anche negli anni successivi) nel mercato dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa a banda larga e ultra-larga (mercato wholesale) e nel mercato dei servizi di telecomunicazione al dettaglio su rete fissa a banda larga e ultra-larga (mercato retail). TIM si costituirà in giudizio contestando le argomentazioni di controparte.

Fatturazione a 28 giorni

Con la delibera 121/17/CONS AGCom ha introdotto disposizioni sulla cadenza della fatturazione per la telefonia, prescrivendo per la telefonia fissa che essa dovesse essere su base mensile o suoi multipli e per la telefonia mobile su base almeno quadrisettimanale. TIM ha impugnato dinanzi al TAR la delibera n. 121/17/CONS. A febbraio 2018 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza che respinge il ricorso. Tale sentenza è stata impugnata da TIM innanzi al Consiglio di Stato nel giugno 2018. Il 23 settembre 2020 è stata pubblicata la sentenza non definitiva con cui il Consiglio di Stato ha riunito i ricorsi in appello di TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre ed ha disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) in merito alla sussistenza in capo all'Autorità del potere di regolamentare la cadenza di rinnovo delle offerte commerciali e dei periodi di fatturazione, rigettando al contempo gli altri motivi di ricorso degli operatori e sospendendo il giudizio. A febbraio 2021 TIM ha depositato le osservazioni scritte sulle domande di pronuncia pregiudiziale alla CGUE. Su richiesta della CGUE, Il Consiglio di Stato con ordinanza pubblicata il 23 novembre 2021 ha confermato il rinvio alla Corte di Giustizia sulle questioni pregiudiziali poste; il giudizio innanzi al Consiglio di Stato resta quindi sospeso in attesa della decisione della CGUE.

AGCom, con la delibera 499/17/CONS, accertata la violazione della delibera 121/17/CONS ha applicato a TIM una sanzione di 1.160.000 euro, diffidandola a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese - a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile.

A marzo 2018 con la delibera n. 112/18/CONS AGCom ha (i) revocato la precedente delibera 499/17/CONS nella parte in cui TIM veniva diffidata a stornare gli importi presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale, (ii) diffidato TIM a posticipare, limitatamente ai servizi di telefonia fissa, la data di decorrenza delle fatture emesse dopo il ripristino della fatturazione con cadenza mensile di un numero di giorni pari a quelli presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale.

Con il decreto presidenziale n. 9/18/PRES AGCom, ha modificato la delibera n. 112/18/CONS nelle parti in cui prevedeva che il differimento della fatturazione dovesse avvenire in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o suoi multipli disponendo, altresì, che le tempistiche entro cui adempiere alla diffida sarebbero state individuate a seguito di audizioni con gli operatori e le principali associazioni dei consumatori.

A luglio 2018 AGCom con la delibera 269/18/CONS ha fissato al 31 dicembre 2018 il termine entro cui gli operatori dovevano restituire alla clientela di rete fissa un numero di giorni di servizio pari a quelli erosi per effetto della fatturazione a 28 giorni oppure proporre alla clientela interessata eventuali misure compensative alternative, previa comunicazione all'AGCom. TIM ha impugnato tutte le delibere sopra indicate.

Con dispositivo di sentenza pubblicato nel mese di novembre 2018 il TAR ha annullato la sanzione pecuniaria amministrativa di 1,16 milioni di euro comminata con la delibera 499/17/CONS ed ha confermato l'obbligo di restitutio in integrum alla clientela di rete fissa entro il 31 dicembre 2018. TIM ha presentato appello cautelare dinnanzi al Consiglio di Stato per la sospensione della esecutività di tale decisione e, con ordinanza del 20 dicembre 2018, il Consiglio di Stato, accogliendo l'appello di TIM, ha sospeso l'efficacia del suddetto dispositivo, limitatamente all'ordine di storno fino al 21 maggio 2019, in attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza.

Si attende ancora la fissazione dell'udienza per la trattazione del merito del ricorso introduttivo e dei motivi aggiunti nel frattempo presentati da TIM. Il 12 luglio 2019 sono invece stati pubblicati i dispositivi di sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto gli analoghi appelli proposti da Vodafone, Wind Tre e Fastweb e nel corso del mese di febbraio 2020 sono state pubblicate le relative sentenze contenenti le motivazioni.

A settembre 2019 TIM ha impugnato dinnanzi al TAR anche la delibera 221/19/CONS con cui la sanzione di cui alla Delibera 499/17/CONS, annullata dal TAR del Lazio, è stata rideterminata in 580.000,00 euro, applicando il massimo edittale previsto dall'art. 98, comma 16 del CCE vigente all'epoca dei fatti.

Ad agosto 2019 è stato avviato da parte di AGCom un nuovo procedimento sanzionatorio (CONT 12/19/DTC) per inottemperanza all'ordine di restituzione dei giorni erosi dalla fatturazione a 28 giorni per i clienti di rete fissa e convergente, secondo le modalità stabilite nelle delibere nn. 112/18/CONS e 269/18/CONS. Con la delibera n. 75/20/CONS l'Autorità a conclusione di tale procedimento ha accertato l'inottemperanza di TIM alle delibere sopra indicate comminandole una sanzione di 3 milioni di euro. Il provvedimento è stato impugnato da TIM dinnanzi al TAR a luglio 2020.

Peraltro da giugno 2019, TIM offre ai propri clienti di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018 e che sono stati oggetto di fatturazione a 28 giorni, la possibilità di aderire ad una soluzione compensativa, alternativa alla restituzione dei giorni erosi di cui alla delibera AGCom n. 269/18/CONS e da settembre 2019 accoglie le richieste di rimborso dei giorni erosi. In entrambi i casi TIM ha provveduto ad informare la clientela con diversi messaggi in fattura, sul web e sulle principali testate giornalistiche. Le iniziative appena descritte sono state comunicate ad AGCom nell'ambito del sopra richiamato procedimento sanzionatorio.

Sul fronte civilistico con sentenza pubblicata il 14 ottobre 2021 il Tribunale di Milano nell'ambito del giudizio di merito avviato da Associazione Movimento dei Consumatori nel 2018, inerente la tariffazione e rinnovo a 28 giorni per le offerte di telefonia fissa e convergenti, ha confermato l'ordinanza del 4 giugno 2018, adottata dallo stesso Tribunale a chiusura del procedimento di reclamo promosso da TIM ex art 669 terdecies c.p.c., e le misure ivi previste ordinando a TIM di accogliere le richieste di restituzione dei corrispettivi versati per effetto della manovra da parte dei clienti - anche cessati, cosa che come noto TIM sta già facendo dal 2018, estendendo al contempo il periodo rilevante ai fini del riconoscimento del rimborso al 1° aprile 2017, quindi ad una data antecedente al 23 giugno 2017 data entro cui gli operatori dovevano adeguarsi alla Delibera n. 121/17/CONS. TIM ha impugnato la sentenza del Tribunale di Milano, proponendo contestualmente istanza di sospensione della efficacia esecutiva. Con ordinanza dell'11 gennaio 2022 la Corte d'Appello di Milano ha accolto parzialmente l'istanza di TIM, sospendendo il capo di sentenza relativo all'ordine di inviare una raccomandata a tutti clienti consumatori cessati ai quali era stata applicata la fatturazione a 28 giorni per informarli della possibilità di ottenere la restituzione degli importi aggiuntivi versati per effetto della manovra. L'udienza di precisazione delle conclusioni è stata fissata al 5 luglio 2022.

Procedimento Antitrust I857

Il 6 luglio 2021 AGCM ha avviato un'istruttoria nei confronti di TIM e DAZN per possibile intesa restrittiva della concorrenza relativamente all'accordo per la distribuzione, e il supporto tecnologico, per i diritti TV della Serie A di calcio nel triennio 2021-2024.

L'istruttoria è, inoltre, volta a verificare la restrittività dell'intesa con riferimento a ulteriori elementi che riguardano la possibile adozione da parte di TIM di soluzioni tecniche non disponibili per gli operatori di telecomunicazione concorrenti e che potrebbero tradursi in ostacoli all'adozione di soluzioni tecnologiche proprie.

L'Autorità ha contestualmente anche avviato un sub procedimento per l'eventuale adozione di misure cautelari.

Con delibera del 27 luglio 2021 AGCM ha chiuso il procedimento cautelare, ritenendo che le iniziative e le modifiche all'accordo nel frattempo proposte da parte di TIM e di DAZN siano idonee, allo stato, a impedire che durante il procedimento di accertamento si produca un danno grave e irreparabile per la concorrenza.

Infatti, le misure suddette mirano, nel loro complesso, ad evitare possibili discriminazioni nella fruizione del servizio DAZN riconducibili alla sua attivazione da parte di utenti che utilizzano servizi di connessione internet diversi da quelli offerti da TIM. Inoltre, è stato modificato l'accordo tra TIM e DAZN al fine di garantire a DAZN una piena libertà nell'applicare sconti e promozioni. TIM si è anche impegnata a fornire a DAZN un quantitativo sufficiente di set-top-box white label per garantire anche ai clienti di DAZN la visione sul digitale terrestre delle partite in caso di problemi di connessione.

TIM, infine, si è impegnata a fornire servizi wholesale agli OAO interessati per la gestione di picchi di traffico derivanti da trasmissioni dati live, a prescindere dalla tipologia di contenuti trasportati.

Lo scorso 29 ottobre 2021 TIM ha presentato ad AGCM una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell'istruttoria e addivenire alla chiusura del procedimento senza l'accertamento di alcuna infrazione e quindi senza l'irrogazione di sanzione.

Il 14 dicembre 2021 AGCM ha deliberato la pubblicazione, sul sito internet della stessa Autorità, della proposta di impegni succitata in quanto tali impegni appaiono, nel loro complesso, non manifestamente infondati e tali da rimuovere le restrizioni alla concorrenza ipotizzate nel provvedimento di avvio dell'istruttoria in questione.

Il 5 gennaio 2022 con la succitata pubblicazione sul sito internet di AGCM ha preso avvio il c.d. market test che si è concluso il 4 febbraio scorso, data entro la quale i soggetti interessati hanno trasmesso all'Autorità le loro osservazioni in merito agli impegni in questione.

La chiusura del procedimento è prevista entro il 30 giugno 2022.

Procedimento Antitrust PS 10888 "TIM Passepartout"

Il 15 giugno 2021 AGCM ha avviato verso TIM un procedimento per pratiche commerciali scorrette avente ad oggetto la presunta mancata trasparenza dell'informativa della piattaforma di gestione dei pagamenti TIM Passepartout e presunte attivazioni di servizi non richiesti. Seppure convinta della legittimità della propria condotta, il 29 luglio 2021 TIM ha scelto di presentare degli impegni con delle misure correttive. Gli impegni presentati si sostanziano nel migliorare gli aspetti informativi rilevati come carenti della piattaforma TIM Passepartout (attiva solo per offerte in customer base) e nel porre in essere una campagna comunicazionale volta a sollecitare un contatto da parte dei clienti che non riconoscono gli addebiti dei servizi non richiesti per valutare gli estremi per il rimborso. L'accoglimento degli impegni da parte dell'Autorità comporta per TIM la conclusione del procedimento senza l'accertamento della violazione e quindi senza la relativa sanzione. Il procedimento si concluderà entro giugno 2022.

Procedimento Antitrust PS 12231 "Offerte fisso TIM" (Premium, Executive, Magnifica)

Il 22 dicembre 2021 AGCM ha avviato verso TIM un procedimento per pratiche commerciali scorrette avente ad oggetto la presunta omissione informativa della valorizzazione a consumo della componente voce delle offerte del fisso Premium ed Executive e di limitazioni tecniche correlate alla modalità in sperimentazione dell'offerta del fisso Magnifica. Seppure convinta della correttezza della propria condotta, il 23 febbraio 2022 TIM ha presentato degli impegni che hanno comportato il superamento dei limiti tecnici contestati per l'offerta in sperimentazione Magnifica, il miglioramento della trasparenza informativa delle componenti a consumo delle offerte Premium ed Executive e la definizione di una campagna comunicazionale mirata nei confronti dei clienti che non riconoscono gli addebiti del consumo della componente voce al fine di valutare gli estremi per il rimborso. L'accoglimento degli impegni comporta la conclusione del procedimento senza l'accertamento della violazione e, quindi, senza la relativa sanzione Il procedimento si concluderà entro maggio 2022.

Contenzioso per "Conguagli su canoni di concessione" per gli anni 1994- 1998

In ordine ai giudizi promossi negli anni scorsi relativi alla richiesta di pagamento, da parte del Ministero delle Comunicazioni, di conguagli su quanto versato a titolo di canone di concessione per gli anni 1994-1998 (per un importo complessivo di 113 milioni di euro), il TAR Lazio ha respinto il ricorso della Società avverso la richiesta di conguaglio sul canone per l'esercizio 1994 per un importo di circa 11 milioni di euro, di cui 9 milioni di euro a fronte di fatturato non percepito per perdite su crediti. TIM ha proposto ricorso in appello. All'esito del giudizio, con sentenza di dicembre 2019, il Consiglio di Stato ha accolto in parte la tesi di TIM, stabilendo il principio secondo cui avrebbero potuto essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio i crediti riferiti all'annualità 1994 non riscossi per causa non imputabile al gestore. Poiché il MISE non ha dato seguito alle sollecitazioni di TIM finalizzate ad ottenere l'ottemperanza alla sentenza, TIM ha proposto un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato per mancata esecuzione del giudicato, discusso nell'udienza dello scorso 24 marzo.

Con due ulteriori sentenze il TAR Lazio, ribadendo le motivazioni già espresse in precedenza, ha respinto anche i ricorsi con i quali la Società ha impugnato le richieste di conguagli per canoni di concessione relativi agli anni 1995 e 1996-1997-1998, per un importo di circa 46 milioni di euro. Anche per queste sentenze TIM ha proposto ricorso al Consiglio di Stato. Con sentenza pubblicata ad aprile 2022 il Consiglio di Stato ha ribadito i principi già fissati per l'esercizio 1994, e cioè che i crediti divenuti irrecuperabili per causa non imputabile al gestore, correttamente gestiti a livello contabile, bilancistico e fiscale, potevano essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio.

Con riferimento al conguaglio del canone 1998 (pari a circa 41 milioni di euro), il TAR Lazio con ordinanza del dicembre 2018 ha sospeso il giudizio, sollevando due questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia UE sulla corretta portata della direttiva comunitaria CE n. 97/13 (in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione alla base del contenzioso sul canone 1998 attualmente pendente dinanzi alla corte di appello di Roma ed illustrato in un successivo paragrafo).

Le questioni pregiudiziali si basavano, tra l'altro, sul quesito posto alla Corte di Giustizia in ordine al possibile contrasto tra la citata Direttiva CE 97/13 e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone (commisurato ad una porzione del fatturato) a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. Con sentenza di marzo 2020, la Corte di Giustizia UE ha ritenuto che il sistema normativo comunitario debba essere interpretato nel senso che esso non consenta a una normativa nazionale di prorogare per l'esercizio 1998 l'obbligo imposto a un'impresa di telecomunicazioni, precedentemente concessionaria (come TIM), di versare un canone calcolato in funzione del fatturato e non solo dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all'attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali. La Corte ha, tra l'altro, affermato che il Consiglio di Stato giudicando nella sentenza n. 7506/2009 che il canone imposto per il 1998 a TIM, titolare di un'autorizzazione esistente alla data di entrata in vigore della Direttiva 97/13, fosse dovuto, ha interpretato il diritto nazionale in un senso incompatibile con il diritto dell'UE, quale interpretato dalla Corte nella sua sentenza del 21 febbraio 2008. A seguito della sentenza della Corte di Giustizia UE il giudizio sul conguaglio del canone del 1998 è stato riassunto dinanzi al TAR Lazio che, con sentenza del febbraio scorso, ha dichiarato improcedibile il ricorso di TIM per una motivazione di carattere processuale, e cioè in ragione della prevalenza del giudicato formale rappresentato dalla sentenza n. 7506/09; sul piano sostanziale invece la sentenza della Corte di Giustizia UE ha accertato nuovamente l'illegittimità comunitaria della pretesa creditoria della PA di ottenere il pagamento del canone del 1998 e di conseguenza del conguaglio. La società ha impugnato la sentenza del TAR Lazio.

Iliad

Con atto di citazione notificato nel corso del primo trimestre 2020, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per presunte condotte anticoncorrenziali, adottate anche tramite il marchio Kena Mobile, asseritamente volte ad ostacolarne l'ingresso ed il consolidamento nel mercato della telefonia mobile in Italia, avanzando pretese risarcitorie per almeno 71,4 milioni di euro.

TIM si è costituita in giudizio sia contestando integralmente le richieste di Iliad Italia S.p.A.; sia proponendo a sua volta domanda riconvenzionale ai sensi dell'art. 2598 c.c., con riferimento alle condotte denigratorie poste in essere da Iliad Italia S.p.A. nei confronti di TIM, e formulando simmetricamente richiesta risarcitoria di danni. Nella prima memoria istruttoria Iliad ha aggiornato le proprie pretese risarcitorie portandole a 242,8 milioni di euro. A scioglimento della riserva sulle istanze istruttorie il Giudice ha rinviato all'udienza del 13 luglio 2022 per la precisazione delle conclusioni.

Iliad

Con atto di citazione notificato a settembre 2021, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per la asserita applicazione alla clientela di condizioni contrattuali illecite in termini di vincoli temporali ed oneri economici di recesso con riferimento ad offerte di telefonia mobile e fissa, con conseguente richiesta di condanna di TIM al risarcimento del danno al momento quantificato in 120,4 milioni di euro. Il 1° febbraio 2022 si è tenuta la prima udienza e sono stati assegnati i termini per le memorie ex art. 183, comma VI, c.p.c.. L'udienza per la discussione delle istanze probatorie è fissata al 14 giugno 2022.

b) Altre informazioni

Telefonia mobile - procedimenti penali

Nel marzo 2012 TIM ha ricevuto la notifica di un avviso di conclusione delle indagini preliminari, dal quale risultava che la Società era indagata dalla Procura della Repubblica di Milano ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 per i delitti di ricettazione e di falso, commessi, in ipotesi d'accusa, da quattordici dipendenti del c.d. "canale etnico", in concorso con alcuni dealer, allo scopo di ottenere indebite provvigioni da TIM.

La Società che, nel corso del 2008 e del 2009 aveva già presentato due atti di querela in quanto persona offesa e danneggiata da simili condotte, e che aveva provveduto a sospendere i dipendenti coinvolti nel procedimento penale (sospensione alla quale è seguito il licenziamento), ha depositato una prima memoria difensiva corredata da una consulenza tecnica di parte, richiedendo l'archiviazione della propria posizione e l'iscrizione degli indagati anche per il delitto di truffa aggravata ai suoi danni. Nel dicembre 2012 la Procura della Repubblica ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 89 imputati e della stessa Società.

Nel corso dell'udienza preliminare, la Società è stata ammessa come parte civile nel processo e, nel novembre 2013, sono state depositate le conclusioni nell'interesse della parte civile, ribadendo nel merito la totale estraneità di TIM agli addebiti mossi.

All'esito dell'udienza preliminare, svoltasi nel marzo 2014, il Giudice dell'Udienza Preliminare ha disposto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati (inclusa TIM) che non hanno richiesto la definizione della propria posizione con riti alternativi, ritenendo necessario "il vaglio dibattimentale". Ad aprile 2016, all'esito dell'istruttoria dibattimentale, il P.M. ha chiesto la condanna di TIM a una sanzione amministrativa pecuniaria di 900 mila euro, mentre ha ritenuto di non chiedere alcuna confisca del presunto profitto dei reati (che in sede di richiesta di rinvio a giudizio era stato quantificato in una somma di diversi milioni di euro), sull'assunto che TIM abbia comunque posto rimedio alle presunte carenze organizzative. La Società, pur dando atto del considerevole ridimensionamento del quadro accusatorio, ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti in questione. Nel mese di novembre 2016 il Tribunale ha pronunciato sentenza di assoluzione della Società perché il fatto non sussiste. Sono, inoltre, stati assolti, a vario titolo, anche tutti gli imputati persone fisiche.

La sentenza di assoluzione è stata impugnata dal P.M. che ha proposto ricorso per Cassazione c.d. "per saltum". A gennaio 2019 la Corte di Cassazione ha riqualificato il ricorso in appello e ha, pertanto, disposto la trasmissione degli atti alla Corte d'Appello di Milano.

Il procedimento è stato assegnato alla Sezione IV della Corte d'Appello di Milano ed inizierà nel maggio 2022.

Contenzioso canone di concessione per l'anno 1998

TIM ha convenuto in giudizio in sede civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risarcimento del danno causato dallo Stato Italiano attraverso la sentenza d'appello n. 7506/09 pronunciata dal Consiglio di Stato in violazione, ad avviso della Società, dei principi del diritto comunitario.

La domanda principale su cui si fonda l'azione trova il suo fondamento nella giurisprudenza comunitaria che riconosce il diritto di far valere la responsabilità dello Stato rispetto alla violazione dei diritti riconosciuti dall'ordinamento comunitario e lesi da una sentenza divenuta definitiva, rispetto alla quale nessun altro rimedio sia più esperibile. La pronuncia del Consiglio di Stato ha definitivamente negato il diritto di TIM alla restituzione del canone di concessione per l'anno 1998 (pari a 386 milioni di euro per Telecom Italia e 143 milioni di euro per ex TIM, oltre ad interessi), già negato dal TAR Lazio nonostante la pronuncia favorevole e vincolante della Corte di Giustizia UE del mese di febbraio 2008. Tale pronuncia riguardava il contrasto tra la Direttiva CE 97/13 in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. La Società ha poi proposto, nell'ambito del medesimo procedimento, una domanda subordinata di risarcimento per fatto illecito ai sensi dell'art. 2043 c.c.. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 529 milioni di euro, oltre interessi legali e rivalutazione. L'Avvocatura di Stato si è costituita in giudizio avanzando domanda riconvenzionale per pari importo. L'azione è stata sottoposta a un vaglio di ammissibilità da parte del Tribunale, il quale ha dichiarato l'inammissibilità della domanda principale di TIM (azione per danni per manifesta violazione del diritto comunitario ai sensi della legge 117/88). Detta decisione è stata però riformata in appello, in senso favorevole alla Società. Nel mese di marzo 2015 il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza di primo grado dichiarando la domanda della società inammissibile.

TIM nel 2015 ha presentato appello avverso tale decisione ed il giudizio pende in fase di precisazione delle conclusioni. La Corte di Appello ha fissato l'udienza di precisazione delle conclusioni per il 2 aprile 2019. Successivamente, senza che sia intervenuta alcuna nuova attività processuale, la Corte di Appello ha apoditticamente rinviato prima nel 2020 e poi nel 2021 l'udienza di precisazione delle conclusioni (da cui decorrono i termini per conclusioni e repliche che portano in tempi stretti alla emissione della sentenza). A tali rinvii è seguito l'ultimo del 15 gennaio 2021 con fissazione della nuova udienza al 25 gennaio 2022.

Sulle questioni di fondo della causa si deve rilevare quanto segue:

  • sulla ritenuta incompetenza del Tribunale di Roma (oggetto della sentenza del Tribunale di Roma appellata da TIM) a giudicare dell'azione di responsabilità dello Stato Italiano per attività di magistrati di vertice (nella specie, Consiglio di Stato), dalla quale sarebbe derivata la dichiarata inammissibilità dell'azione ai sensi dell'art. 5 legge n. 117/1978 (vecchio testo) – si sono pronunciate le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza 7 giugno 2018, n. 14842, confermando la competenza del Tribunale di Roma e quindi la correttezza della scelta di TIM di radicare nel foro romano la sua azione legale;
  • sulla illiceità del comportamento dello Stato Italiano e pertanto sulla responsabilità dello Stato–Giudice ai sensi della legge n. 117/1998 – si è ancora una volta pronunciata, decidendo sulla questione pregiudiziale sollevata dal TAR Lazio in altro giudizio connesso, la Corte di Giustizia UE con sentenza 4 marzo 2020 in C-34/19, ribadendo che TIM non era tenuta al pagamento del canone preteso dallo Stato per l'anno 1998, e pertanto confermando la manifesta violazione da parte del Consiglio di Stato del diritto comunitario (anche perché in aperto spregio della decisione già resa dalla Corte di Giustizia UE il 21 febbraio 2008, in C-296/06, come peraltro già statuito dalla stessa Corte di Appello di Roma, sez. I, con decreto 31 gennaio 2012 che ha sancito la ammissibilità processuale della azione legale di TIM);
  • sulla questione del diritto alla ripetizione del canone versato per l'anno 1998 si è pronunciata la Corte di Cassazione, con sentenza 7 settembre 2020, n. 18603, respingendo il ricorso proposto dalla Presidenza del Consiglio avverso la sentenza con quale la stessa Corte di Appello di Roma aveva accolto la domanda restitutoria proposta da Vodafone (pagamento del canone relativo all'anno 1998) per il medesimo titolo in separato giudizio.

In sostanza, la società ha pagato il canone contestato nel 1998; ha prontamente impugnato dinanzi al giudica amministrativo il provvedimento amministrativo che le aveva ingiustamente imposto tale pagamento; il giudizio amministrativo dinanzi al Consiglio di Stato si è concluso negativamente nel 2009 (nonostante la richiamata sentenza di segno opposto della Corte di Giustizia europea); il giudizio civile di primo grado si è concluso nel marzo 2015 con sentenza di rigetto per motivi di ammissibilità (risolti poi nel senso indicato dalla società con la richiamata sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 14842/18) e a oltre 6 anni dalla sentenza di primo grado – passando di rinvio in rinvio – la sentenza di appello (che non potrà che valorizzare le citate sentenze della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione) non è stata ancora emessa (né sulla base di questi reiterati rinvii la società può prevedere quando sarà emessa).

La società sta esaminando i diversi scenari ed azioni giuridiche (nazionali, comunitarie, ecc.) che possano contribuire alla definizione della vertenza di appello. Si ritiene, infatti, che i principi della durata ragionevole del processo, ai sensi del comma 2 dell'articolo 111 della Costituzione nonché ai sensi dell'articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, risultino vulnerati nella presente vicenda considerando: (i) l'anno del pagamento del canone non dovuto è il 1998; (ii) Il valore di tale canone è di circa 529 milioni di euro cui aggiungere gli interessi da tale data; (iii) Il lunghissimo iter processuale che non ha portato neanche ad una sentenza di appello (il cui avvio è dell'anno 2015 e la cui conclusione non è prevedibile, attesi i continui rinvii); (iv) La circostanza che la questione giuridica appare di pronta soluzione, essendo state emesse ben due sentenze della Corte di Giustizia UE che dichiarano incompatibile il pagamento del canone con la disciplina comunitaria (sentenze che risultano, allo stato, disattese dal giudice nazionale).

Nell'ambito delle citate analisi volte a giungere alla definizione della sentenza di appello si deve segnalare che in data 25 gennaio 2021 la società ha depositato presso la corte di appello di Roma una istanza di anticipazione della udienza (slittata come detto al 25 gennaio 2022); ciò al fine di scongiurare l'ennesimo rinvio della causa, che – come noto - ha ad oggetto l'inottemperanza a ben due decisioni rese inter partes, sul medesimo oggetto, dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per manifesta violazione del diritto europeo da parte dello Stato-Giudice. Con provvedimento dell'8 febbraio 2021, la Corte di Appello di Roma (seconda sezione specializzata in materia di impresa) ha ritenuto di poter accogliere l'istanza di anticipazione, fissando l'udienza al 30 novembre 2021. In tale data la causa è stata assunta in decisione con assegnazione dei termini di legge per comparse conclusionali e repliche. Con ordinanza del 22 febbraio 2022, il Collegio, preso atto che uno dei suoi membri ha dichiarato di astenersi, ha rimesso la causa sul ruolo, disponendo la trasmissione degli atti al Presidente della Corte d'Appello.

INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE

In aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, il Gruppo TIM utilizza nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) alcuni indicatori alternativi di performance, al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della propria gestione economica e della propria situazione patrimoniale e finanziaria. Tali indicatori rappresentano, infatti, un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit).

Tali indicatori, che sono presentati nelle relazioni finanziarie (annuali e infrannuali), non devono, comunque, essere considerati sostitutivi di quelli convenzionali previsti dagli IFRS. Poiché queste misure non sono definite dagli IFRS, il loro calcolo può differire dagli indicatori alternativi pubblicati da altre società. Per questo motivo, la comparabilità tra le società può essere limitata.

Gli indicatori alternativi di performance normalmente utilizzati sono nel seguito illustrati:

■ EBITDA: tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target in aggiunta all'EBIT. Questi indicatori sono determinati come segue:

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

    • Oneri finanziari
  • Proventi finanziari
  • +/- Altri oneri/(Proventi) da partecipazioni
  • +/- Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

EBIT- Risultato Operativo

  • +/- Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti
  • +/- Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti
    • Ammortamenti

EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività non correnti

  • Variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui Ricavi, sull'EBITDA e sull'EBIT: tali indicatori esprimono la variazione in valore assoluto e/o in percentuale dei Ricavi, dell'EBITDA e dell'EBIT, escludendo, ove presenti, gli effetti della variazione dell'area di consolidamento, delle differenze cambio e degli eventi e operazioni di natura non ricorrente. Il Gruppo TIM presenta la riconciliazione tra il dato "contabile o reported" e quello "organico esclusa la componente non ricorrente".
  • EBITDA margin e EBIT margin: TIM ritiene che tali margini rappresentino degli utili indicatori della capacità del Gruppo, nel suo complesso e a livello di Business Unit di generare profitti attraverso i suoi ricavi. L'EBITDA margin e l'EBIT margin misurano, infatti, la performance operativa di un'entità analizzando le percentuali dei ricavi che diventano, rispettivamente, EBITDA e EBIT.
  • Indebitamento Finanziario Netto: TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rappresenti un indicatore della capacità di far fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria, rappresentate dal Debito Finanziario Lordo ridotto della Cassa e Altre Disponibilità Liquide Equivalenti e di altre Attività Finanziarie. Il Gruppo TIM presenta una tabella che evidenzia i valori della situazione patrimonialefinanziaria utilizzati per il calcolo dell'Indebitamento Finanziario Netto del Gruppo.

Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell'indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito "Indebitamento finanziario netto contabile"), anche una misura denominata "Indebitamento finanziario netto rettificato", che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l'Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell'IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

L'indebitamento finanziario netto viene determinato come segue:

+ Passività finanziarie non correnti
+ Passività finanziarie correnti
+ Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere
A) d
Debito Finanziario lordo
+ Attività finanziarie non correnti
+ Attività finanziarie correnti
+ Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
B) Attività Finanziarie
C=(A - B) Indebitamento finanziario netto contabile
D) Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività / attività finanziarie
E=(C + D) Indebitamento finanziario netto rettificato

■ Equity Free Cash Flow (EFCF): tale indicatore rappresenta il Free Cash Flow disponibile per la remunerazione del capitale proprio, per il rimborso del debito e per la copertura degli eventuali investimenti finanziari e dei pagamenti di licenze e frequenze. L'indicatore, in particolare, evidenzia la variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato senza considerare gli impatti derivanti dal pagamento dei dividendi, dalle variazioni di capitale (change in equity), dalle attività di acquisizione/cessione di partecipazioni, dagli esborsi per acquisti di licenze e frequenze, dalle variazioni in aumento/diminuzione del debito delle passività per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing, rinnovi e/o proroghe, disdette/estinzioni anticipate di operazioni di leasing).

L'Equity Free Cash Flow viene determinato come segue:

Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto rettificato delle attività in funzionamento
+/- Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali
disdette/estinzioni anticipate di operazioni di leasing (+))
- Pagamento delle licenze tlc e per l'utilizzo di frequenze
+/- Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o cessioni di partecipazioni
- Pagamento dei dividendi e Change in Equity
Equity Free Cash Flow

Indicatori alternativi di performance After Lease

A seguito dell'adozione dell'IFRS 16, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:

  • EBITDA After Lease ("EBITDA-AL"), calcolato rettificando l'EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti, degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing;
  • Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall'Indebitamento finanziario netto rettificato le passività nette connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing. TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria;
  • Equity Free Cash Flow After Lease, calcolato escludendo dall'Equity Free Cash Flow i fabbisogni relativi ai canoni di leasing. Tale indicatore viene determinato come segue:
+ Equity Free Cash Flow
- Quota capitale dei canoni di leasing

Tale indicatore rappresenta un utile indicatore della capacità di generazione di Free Cash Flow.

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