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Saras

Quarterly Report Jul 29, 2022

4379_10-q_2022-07-29_83c12eb0-6cbe-4002-9b21-998d1e79e4c3.pdf

Quarterly Report

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Il Consiglio di Amministrazione di Saras S.p.A. approva la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 20221

  • EBITDA reported di Gruppo nel Q2/22 pari a 532,2 milioni di Euro (81,6 milioni di Euro in Q2/21) e pari a 688,5 milioni di Euro in H1/22 (108,7 milioni di Euro nel primo semestre 2021) per effetto del forte incremento dei prezzi e dei margini dei prodotti petroliferi registrato a partire dalla fine del mese di febbraio
  • RISULTATO Netto reported di Gruppo pari a 215,9 milioni di Euro nel Q2/22 (24,3 milioni di Euro in Q2/21) e pari a 292,5 milioni di Euro in H1/22 (0,5 milioni di Euro nel primo semestre 2021)
  • EBITDA comparable di Gruppo pari a 458,6 milioni di Euro nel Q2/22 (19,5 milioni di Euro in Q2/21) e pari a 520,6 milioni di Euro in H1/22 (8,3 milioni di Euro nel primo semestre 2021) per gli effetti descritti a livello di risultati reported, al netto degli impatti sulle valutazioni degli inventari
  • RISULTATO Netto comparable pari a 287,1 milioni di Euro nel Q2/22 (negativo per 23,8 milioni di Euro nel secondo trimestre 2021) e pari a 300,5 milioni di Euro in H1/22 (negativo per 70,8 milioni di Euro nel primo semestre del 2021), per gli effetti descritti a livello di risultati reported, al netto degli impatti sulle valutazioni degli inventari
  • Posizione finanziaria netta ante IFRS16 positiva per 64,9 milioni di Euro (negativa per 453 milioni di Euro al 31 dicembre 2021), per effetto della elevata redditività del secondo trimestre.

A margine del Consiglio il Presidente, Dott. Massimo Moratti, ha commentato: "Il secondo trimestre è stato caratterizzato da condizioni di mercato estreme che hanno mostrato in tutta la loro gravità anche l'importanza delle energie "tradizionali" e la necessità di una diversificazione delle fonti. Saras, grazie al suo modello di business, la posizione strategica e la versatilità dei propri impianti, ha saputo far fronte alle richieste del mercato, massimizzando le lavorazioni per soddisfare la crescente domanda. I risultati finanziari sono stati di grande soddisfazione, ci hanno infatti consentito in un solo trimestre di ritrovare la storica capacità del nostro business di generare cassa, azzerando la posizione finanziaria ereditata dal periodo del covid. Nonostante le prospettive per il secondo semestre siano oggi caratterizzate da forte incertezza, vediamo nel medio termine fondamentali positivi nel settore della raffinazione, a cui vogliamo contribuire con il nostro continuo impegno per garantire la sicurezza energetica".

Milano, 29 luglio 2022: ll Consiglio di Amministrazione di Saras SpA si è riunito oggi sotto la presidenza del Dott. Massimo Moratti e ha approvato la Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2022. I dati del secondo trimestre, non sottoposti a revisione contabile, sono riportati per completezza e continuità di informazione.

Milioni di Euro H1 2022 H1 2021 Var % Q2/22 Q2/21 Var %
RICAVI 7.699 3.756 105% 4.749 2.127 123%
EBITDA reported 688,5 108,7 533% 532,2 81,6 552%
EBITDA comparable 520,6 8,3 n.s. 458,6 19,5 n.s.
EBIT reported 595,7 13,6 n.a. 485,0 33,6 n.s.
EBIT comparable 427,8 (86,8) n.a. 411,4 (28,5) n.a.
RISULTATO NETTO reported 292,5 0,5 n.s. 215,9 24,3 n.s.
RISULTATO NETTO comparable 300,5 (70,8) n.a. 287,1 (23,8) n.a.

Principali risultati finanziari ed operativi di Gruppo

Milioni di Euro H1 2022 H1 2021 FY 2021
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA ANTE IFRS 16 64,9 (432,6) (453,1)
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA POST IFRS 16 23,1 (479,0) (494,5)
INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI 50,9 40,2 84,0

Si segnala che gli investimenti rappresentati per il secondo trimestre e il primo semestre 2021 non includono l'investimento relativo all'acquisizione delle società Energia Verde ed Energia Alternativa (relative ai parchi di Macchiareddu) finalizzate nel mese di giugno 2021 e classificate nel Bilancio 2021 tra gli investimenti in partecipazioni.

1 Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Dott. Franco Balsamo, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili della Società.

Commenti ai risultati di Gruppo del primo semestre 2022

Nel primo semestre dell'esercizio 2022 i ricavi del Gruppo sono stati pari a 7.699 milioni di Euro rispetto ai 3.756 milioni di Euro realizzati nei primi sei mesi dello scorso esercizio.

La variazione è da ricondursi prevalentemente al significativo apprezzamento dei principali prodotti petroliferi e all'incremento del prezzo di vendita dell'energia elettrica (regolato all'interno del Regime di Essenzialità) rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Nello specifico il prezzo medio del diesel nel primo semestre del 2022 è stato pari a 1.045 \$/ton (vs 520 \$/ton nel 2021), mentre quello della benzina è stato di 1.076 \$/ton (vs 607 \$/ton nel 2021), il prezzo unico nazionale per la vendita dell'energia elettrica (PUN) è stato 249 €/MWh (vs un prezzo medio di vendita di 82 €/MWh nel primo semestre del 2021 legato sia all'andamento della tariffa CIP6, fino alla relativa scadenza, sia al successivo andamento del PUN regolato all'interno del contratto dell'essenzialità). In aggiunta all'andamento delle quotazioni dei principali prodotti venduti, hanno avuto un effetto positivo anche: l'andamento del cambio €/\$, che nei primi sei mesi del 2022 è stato pari a 1,09 (vs 1,21 nel 2021) e le maggiori produzioni di energia elettrica (influenzato nel primo semestre 2021 sia da maggiori interventi manutentivi sia da diversi assetti produttivi richiesti in Regime di Essenzialità). A parziale compensazione si evidenziano le minori lavorazioni e vendite legate da un lato alle maggiori manutenzioni e dall'altro ai limiti nella movimentazione di materia in ingresso e uscita dal sito produttivo, per effetto del prolungato periodo di chiusura del porto, causato dalle avverse condizioni meteo nei periodi di marzo ed aprile.

L'EBITDA reported di Gruppo dei primi sei mesi del 2022 è stato pari a 688,5 milioni di Euro, in incremento rispetto ai 108,7 milioni di euro dei primi sei mesi dell'esercizio 2021.

La variazione positiva è da ricondursi in primo luogo al miglioramento della gestione caratteristica tra i due periodi dovuto prevalentemente all'incremento dei crack dei principali prodotti ed al rafforzamento del dollaro che sono stati in parte compensati dai maggiori costi di approvvigionamento dei grezzi e dallo straordinario incremento dell'energia elettrica necessaria per il funzionamento degli impianti industriali al netto della quota rimborsata all'interno del Regime dell'Essenzialità.

Dal punto di vista della performance commerciale si segnala un contesto di mercato più complesso sul versante dell'approvvigionamento delle materie prime e maggiori costi derivanti dalla struttura in "backwardation" delle curve dei grezzi e dei principali prodotti petroliferi che generano un maggior costo di copertura delle masse inventariali destinate alla lavorazione o vendita; tali fenomeni sono stati compensati dalle favorevoli condizioni di vendita dei prodotti finiti.

Per quanto concerne gli aspetti produttivi, il semestre è stato caratterizzato da un piano manutentivo più oneroso rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente (prevalentemente nel primo trimestre) e dalle inefficienze indotte dalle chiusure del porto per maltempo nei periodi di marzo e aprile.

Inoltre, per quanto concerne le dinamiche di prezzo delle commodities sulle rimanenze inventariali oil (al netto dei relativi derivati di copertura) nel primo semestre del 2022 queste hanno beneficiato di un apprezzamento di 123,4 milioni di Euro rispetto ad un apprezzamento di 101,0 milioni di Euro realizzato nel medesimo periodo del 2021.

In ultimo, per le poste non ricorrenti si segnala un impatto negativo di 3,8 milioni di Euro nel 2022 legato alla rettifica di alcuni crediti rispetto ad un valore negativo pari a 4,9 milioni di Euro nel 2021 prevalentemente da ricondursi al costo delle emissioni di CO2 di pertinenza del 2020.

Si segnala infine che l'EBITDA reported del primo semestre 2022 riflette l'effetto del Decreto Sostegni Ter rispettivamente a riduzione dei costi energetici per ca 40,1 milioni di Euro e a una limitazione delle tariffe di vendita dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (eolico) per ca 14,8 milioni di Euro.

Il Risultato Netto reported di Gruppo è stato pari a 292,5 milioni di Euro, rispetto ad un valore di 0,5 milioni di Euro conseguiti nei primi sei mesi dell'esercizio 2021. In aggiunta a quanto evidenziato a livello di EBITDA tale scostamento è da ricondursi prevalentemente ai maggiori oneri finanziari ed alle maggiori imposte relative al primo semestre 2022 che sono state impattate dai maggiori oneri fiscali derivanti dalle disposizioni incluse nel D.L. n. 21 del 21 marzo 2022 e successive modifiche, cosiddetta tassazione sugli extra-profitti, oltre alle imposte correnti registrate nel periodo. Relativamente alla tassa sugli extra-profitti la Società ha provveduto a effettuare uno stanziamento che è stato prudenzialmente stimato nel suo massimo ammontare e per il quale la Società si riserva di effettuare ulteriori valutazioni che potrebbero ridurre l'importo.

L'EBITDA comparable di Gruppo si è attestato a 520,6 milioni di Euro nei primi sei mesi dell'esercizio 2022, in incremento rispetto ai 8,3 milioni di Euro conseguiti nei primi sei mesi del 2021. Tale risultato, rispetto all'EBITDA reported, non include il sopracitato effetto positivo dello scenario sulle differenze inventariali tra inizio e fine periodo, include gli impatti dei derivati su cambi (riclassificati nella gestione caratteristica) ed esclude le poste non ricorrenti. Il risultato in incremento rispetto ai primi sei mesi del 2021 si compone di uno scostamento positivo sia nel segmento "Industrial & Marketing" che nel segmento "Renewables" che verranno meglio declinati nella sezione "Analisi dei Segmenti".

Il Risultato Netto comparable di Gruppo nei primi sei mesi del 2022 è stato pari a 300,5 milioni di Euro, rispetto ad una perdita di 70,8 milioni di Euro nel medesimo periodo dell'esercizio precedente, per effetto degli stessi fenomeni descritti per il Risultato Netto Reported, e senza includere l'effetto della tassazione sugli extra-profitti.

Gli investimenti nei primi sei mesi del 2022 sono stati pari a 50,9 milioni di Euro superiori rispetto ai livelli del primo semestre del 2021 (pari a 40,2 milioni di Euro); tale incremento è riconducibile al segmento Industrial & Marketing ed è dovuto alle maggiori attività manutentive realizzate nel 2022. Si segnala che gli investimenti rappresentati per il secondo trimestre e il primo semestre 2021 non includono l'investimento relativo all'acquisizione delle società Energia Verde ed Energia Alternativa (relative ai parchi di Macchiareddu) finalizzate nel mese di giugno 2021 e classificate nel Bilancio 2021 tra gli investimenti in partecipazioni.

Commenti ai risultati di Gruppo del secondo trimestre 2022

Nel secondo trimestre dell'esercizio 2022 i ricavi del Gruppo sono stati pari a 4.749 milioni di Euro rispetto ai 2.127 milioni di Euro realizzati nel secondo trimestre dello scorso esercizio. La significativa variazione è da ricondursi alle medesime dinamiche di mercato evidenziate nel commento ai risultati del semestre caratterizzate da un significativo apprezzamento dei principali prodotti petroliferi, da un incremento del prezzo dell'energia elettrica, regolata all'interno del Regime dell'Essenzialità, e da un rafforzamento del dollaro rispetto all'euro. In aggiunta a questi andamenti di mercato, i ricavi sono stati influenzati positivamente anche dalle maggiori produzioni di energia elettrica, prevalentemente per gli assetti con maggiore potenza richiesta dalle autorità competenti, nonché dalle maggiori lavorazioni e vendite, dovute prevalentemente alle mutate condizioni di mercato.

L'EBITDA reported di Gruppo del secondo trimestre del 2022 è stato pari a 532,2 milioni di Euro, in incremento rispetto ai 81,6 milioni di Euro del secondo trimestre del 2021.

La variazione positiva è da ricondursi in primo luogo al miglioramento della gestione caratteristica tra i due periodi dovuto prevalentemente al miglioramento dei crack dei principali prodotti ed al rafforzamento del dollaro che sono stati in parte compensati dai maggiori costi di approvvigionamento dei grezzi e dallo straordinario incremento dell'energia elettrica necessaria per il funzionamento degli impianti industriali al netto della quota rimborsata all'interno del Regime dell'Essenzialità.

Dal punto di vista della performance commerciale nel trimestre questa è stata positiva con i benefici generati dalla vendita dei prodotti che hanno più che compensato gli effetti negativi generati dalla backwardation e dalle complessità di approvvigionamento delle materie prime.

Le performance produttive sono state inferiori a quelle registrate nel 2021, tuttavia occorre rilevare che gli elevati margini del secondo trimestre hanno amplificato la valorizzazione economica di tutte le attività produttive, rendendo assai più sfidante il raggiungimento dei livelli di performance registrati nell'anno precedente.

Le dinamiche di prezzo delle commodities sulle rimanenze inventariali oil (al netto dei relativi derivati di copertura) nel secondo trimestre del 2022 hanno beneficiato di un apprezzamento di 35,7 milioni di Euro rispetto ad un apprezzamento di 62,8 milioni di Euro realizzato nel medesimo periodo del 2021. In ultimo, per le poste non ricorrenti si segnala un impatto negativo di 2,6 milioni di Euro nel 2022, dovuto prevalentemente alla rettifica di alcuni crediti, rispetto ad un valore pari a 2,1 milioni di Euro nel 2021 dovuto al rilascio di alcuni fondi di ristrutturazione.

Si segnala infine che l'EBITDA reported del secondo trimestre 2022 riflette l'effetto del Decreto Sostegni Ter rispettivamente a riduzione dei costi energetici per ca 24,1 milioni di Euro e ad una limitazione delle tariffe di vendita dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (eolico) per ca 7,6 milioni di Euro.

Il Risultato Netto reported di Gruppo è stato pari a 215,9 milioni di Euro, in incremento rispetto ai 24,3 milioni di Euro conseguiti nel secondo trimestre dell'esercizio 2021 prevalentemente per le medesime dinamiche evidenziate a livello di EBITDA e per l'incremento degli oneri finanziari e delle imposte entrambi legati ai medesimi fenomeni descritti nei commenti ai risultati del semestre. Il Risultato Netto include lo stanziamento relativo alla tassazione per il contributo sugli extra profitti che è stato prudenzialmente stimato nel suo massimo ammontare e la Società si riserva di effettuare ulteriori valutazioni che potrebbero ridurre l'importo.

L'EBITDA comparable di Gruppo si è attestato a 458,6 milioni di Euro nel secondo trimestre dell'esercizio 2022, in incremento rispetto ai 19,5 milioni di Euro conseguiti nel secondo trimestre del 2021. Tale risultato, rispetto all'EBITDA reported non include il sopracitato effetto positivo dello scenario sulle differenze inventariali tra inizio e fine periodo, include gli impatti dei derivati su cambi (riclassificati nella gestione caratteristica) ed esclude le poste non ricorrenti. Il risultato in incremento rispetto al secondo trimestre del 2021 si compone di uno scostamento positivo sia nel segmento "Industrial & Marketing" che nel segmento "Renewables" che verranno meglio declinati nella sezione "Analisi dei Segmenti".

Il Risultato Netto comparable di Gruppo nel secondo trimestre del 2022 è stato pari a 287,1 milioni di Euro, rispetto ad una perdita di 23,8 milioni di Euro nel medesimo periodo dell'esercizio precedente, per effetto degli stessi fenomeni descritti per il Risultato Netto Reported, al netto dell'effetto della tassazione sugli extra-profitti.

Gli investimenti nel secondo trimestre del 2022 sono stati pari a 26,8 milioni di Euro rispetto ai 18,5 milioni di Euro nel medesimo periodo del 2021. L'incremento è riconducibile prevalentemente al segmento Industrial & Marketing ed è dovuto alle maggiori attività manutentive realizzate nel 2022. Si segnala che gli investimenti rappresentati per il secondo trimestre e il primo semestre 2021 non includono l'investimento relativo all'acquisizione delle società Energia Verde ed Energia Alternativa (relative ai parchi di Macchiareddu) finalizzate nel mese di giugno 2021 e classificate nel Bilancio 2021 tra gli investimenti in partecipazioni.

Calcolo dell'EBITDA comparable

Milioni di Euro H1 2022 H1 2021 Q2/22 Q2/21
EBITDA reported 688,5 108,7 532,2 81,6
Utili / (perdite) su inventari e su derivati di copertura degli
inventari
(123,4) (101,0) (35,7) (62,8)
Derivati su cambi (48,2) (4,3) (40,5) 2,8
Poste non ricorrenti 3,8 4,9 2,6 (2,1)
EBITDA comparable 520,6 8,3 458,6 19,5

Calcolo del Risultato Netto comparable

Milioni di Euro H1 2022 H1 2021 Q2/22 Q2/21
RISULTATO NETTO reported 292,5 0,5 215,9 24,3
Utili e (perdite) su inventari e su derivati di copertura degli
inventari al netto delle imposte
(89,0) (72,8) (25,7) (45,3)
Poste non ricorrenti al netto delle imposte 97,0 1,5 97,0 (2,8)
RISULTATO NETTO Comparable 300,5 (70,8) 287,1 (23,8)

Posizione Finanziaria Netta

La Posizione Finanziaria Netta al 30 giugno 2022, ante effetti dell'applicazione dell'IFRS 16, è risultata positiva per 64,9 milioni di Euro, rispetto alla posizione negativa per 453,2 milioni di Euro riportata al 31 dicembre 2021.

Nel primo semestre 2022 la gestione operativa ha generato cassa per 655 milioni di Euro, di cui 123 milioni di Euro sono riconducibili alle dinamiche di prezzo sugli inventari e relativi derivati di copertura. La variazione del capitale circolante ha assorbito 34,0 milioni di Euro. Tale assorbimento è prevalentemente da ricondursi agli incrementi del valore degli inventari (riconducibile, sia all'effetto dell'andamento dei prezzi sopra menzionato, sia all'incremento delle quantità stoccate) e dei crediti commerciali; tali incrementi sono stati quasi interamente compensati dall'incremento dei debiti commerciali e dagli impatti positivi delle dinamiche di pagamento della CO2. Gli investimenti hanno assorbito 51 milioni di Euro ed il pagamento degli interessi ed oneri finanziari e delle tasse ha assorbito 52 milioni di Euro, ivi incluso il pagamento dell'acconto sulla cosiddetta tassazione sugli extraprofitti.

Si segnala inoltre che in data 13 maggio 2022 è stato firmato con Intesa San Paolo, BPM e Unicredit un finanziamento da 312,5 milioni di euro con scadenza marzo 2028 assistito da garanzia emessa da SACE per il 70% del finanziamento. Tale finanziamento ha ridefinito il profilo di maturità del debito, consentendo il rimborso anticipato della linea di credito a medio lungo termine da 50 milioni di euro di Unicredit, in scadenza nel mese di agosto 2023, e il prestito obbligazionario da 200 milioni di euro con scadenza dicembre 2022. Si segnala che queste posizioni debitorie al 31 dicembre 2021 erano esposte rispettivamente fra i "Finanziamenti bancari correnti" e "Quota a breve dei finanziamenti a MLT" (per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione sulla Gestione del bilancio al 31 dicembre 2021).

La Posizione Finanziaria Netta ante effetti dell'applicazione dell'IFRS 16 è risultata positiva per 64,9 milioni di Euro e positiva per 23,1 milioni di Euro considerando l'effetto dell'applicazione dell'IFRS 16.

Per maggiori dettagli si rimanda alla Nota Integrativa.

Milioni di Euro 30-Giu-22 31-Dic-21
Finanziamenti bancari a medio e lungo termine (461,7) (5,6)
Prestiti obbligazionari a medio e lungo termine - -
Altre passività finanziarie a medio e lungo termine (4,8) (5,3)
Altre attività finanziarie a medio e lungo termine 4,1 4,1
Posizione finanziaria netta a medio e lungo termine (462,4) (6,7)
Finanziamenti bancari correnti (118,7) (385,2)
Quota a breve dei finanziamenti bancari a MLT - (199,7)
Debiti verso banche per c/c passivi (118,5) (163,2)
Altre passività finanziarie a breve termine (37,0) (113,8)
Fair value derivati e differenziali netti realizzati 53,7 (9,1)
Altre attività finanziarie 139,2 57,6
Disponibilità liquide ed equivalenti 608,5 367,0
Posizione finanziaria netta a breve termine 527,2 (446,5)
Totale Posizione Finanziaria Netta ante lease liability ex IFRS 16 64,9 (453,2)
Debiti finanziari per beni in leasing ex IFRS 16 (41,7) (41,3)
Totale Posizione Finanziaria Netta post lease liability ex IFRS 16 23,1 (494,5)

Mercato di riferimento

Mercato petrolifero

Di seguito, una breve analisi sull'andamento delle quotazioni del grezzo, sui crack spreads dei principali prodotti raffinati, e sul margine di raffinazione di riferimento (EMC Benchmark) per quanto riguarda il mercato Europeo, che costituisce il contesto principale in cui opera il segmento Raffinazione del Gruppo Saras.

Q1/22 Q2/22 H1/22 Q1/21 Q2/21 H1/21
Prezzi e differenziali Grezzo (\$/bbl)
Brent Datato (FOB Med) 102,5 113,9 108,2 61,1 69,0 65,0
Urals (CIF Med) 91,9 79,9 85,9 60,6 67,8 64,2
Differenziale "heavy-light" -10,6 -34,0 -22,3 -0,5 -1,2 -0,9
Crack spreads prodotti (\$/bbl)
Crack spread ULSD 19,0 44,8 31,9 4,3 4,8 4,6
Crack spread Benzina 9,4 31,9 20,7 6,2 8,9 7,6
Margine di riferimento (\$/bbl)
Reference margin (NEW Benchmark) -0,5 16,9 8,2 -2,2 -2,8 -2,5

Fonte "Platts" per prezzi e crack spreads.

Quotazioni del Grezzo

Nel primo semestre del 2022, il Brent Dtd ha registrato una quotazione media di 108,2 \$/bbl rispetto a una quotazione media di 65,0 \$/bbl nel primo semestre del 2021. Il confronto deve tenere conto di uno scenario profondamente mutato nei due periodi. In particolare, il primo semestre del 2021 era ancora influenzato dalla crisi pandemica e dai consumi petroliferi ridotti, mentre l'inizio del 2022 ha visto una domanda petrolifera a livelli pre-covid già a inizio anno e, a partire dalla fine di febbraio, l'impatto del conflitto russo-ucraino. Nel primo semestre del 2022 il prezzo del Brent è così passato da una media di 87,2 \$/bbl nel mese di gennaio a una media di 123,7 \$/bbl nel mese di giugno.

In particolare, a seguito dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, lo scenario oil è drasticamente mutato, in primis sul lato dell'offerta, per il progressivo e compatto allontanamento dei paesi occidentali dal mercato russo. Anche prima dell'introduzione delle sanzioni, infatti, l'elevato rischio di approvvigionamento che ha da subito interessato le importazioni dal paese ha provocato un crollo della domanda e delle quotazioni del grezzo Ural a favore di grezzi sour alternativi, e un rialzo immediato delle quotazioni del Brent, che hanno toccando picchi di oltre 138 \$/bbl nella prima settimana di marzo.

Queste tensioni si sono andate ad aggiungere a quelle preesistenti al conflitto a fronte di un mercato petrolifero caratterizzato da un'offerta "corta". Nonostante la situazione, inoltre, i paesi produttori dell'alleanza OPEC+ hanno aumentato la produzione in modo significativamente inferiore rispetto a quanto previsto dai precedenti impegni: al di là delle ridotte esportazioni della Russia, causate dalle sanzioni, paesi come Angola e Nigeria hanno riportato difficoltà operative nell'assecondare i target prefissati. Inoltre minori esportazioni dalla Libia e del Kazakistan, gravati dalle tensioni politiche, hanno neutralizzato gli incrementi di produzione dell'Arabia Saudita.

A fronte di questa situazione i 31 paesi membri dell'IEA (Agenzia Internazionale per l'Energia) hanno deciso tra inizio marzo e inizio aprile di rilasciare oltre 180 milioni di barili di scorte di emergenza, da rendere disponibili in soli due mesi, la misura di emergenza più importante adottata nella storia dell'Agenzia. Questi annunci, insieme a una riduzione nella volatilità dei mercati, alle preoccupazioni legate a una recrudescenza della pandemia da covid in Cina e alla crescita dell'inflazione in USA ed Europa, hanno contribuito a ribilanciare le quotazioni del Brent tra marzo e aprile a valori più contenuti e intorno ai 100\$/bbl. Nelle prime settimane di maggio, i rapidi progressi sul sesto round di sanzioni dell'UE sulle esportazioni russe hanno rinnovato le tensioni sui prezzi, con il Brent dtd che si è riportato rapidamente sopra i 110\$/bbl, fino a superare i 130\$/bbl a metà giugno, dopo che la UE ha adottato ufficialmente il sesto pacchetto di sanzioni sul petrolio russo. Nella seconda metà di giugno le quotazioni sono scese pur mantenendosi in media superiori ai 120\$/bbl.

Differenziale di prezzo "heavy-light" tra grezzi pesanti e leggeri ("Urals" vs. "Brent")

Il differenziale "heavy-light" (ovvero tra grezzi "Urals" e "Brent") nel primo semestre del 2022 ha registrato uno sconto medio elevato di 22,3\$/bbl rispetto allo sconto medio di 0,9\$/bbl nello stesso periodo dell'esercizio precedente (nel quarto trimestre del 2021 lo sconto si era invece attestato a una media di 1,0 \$/bbl). Le dinamiche di mercato precedentemente descritte che hanno portato al crollo della domanda di grezzi russi da parte della maggior parte degli operatori americani ed europei hanno determinato il forte ampliamento dello sconto dell'Ural MED. Contemporaneamente si è assistito nel primo semestre ad un apprezzamento dei grezzi sweet (ad es. Azeri): in un contesto di domanda elevata e alti costi energetici, questi sono preferiti ai crudi a più alto contenuto di zolfo, che richiedono processi di desolforazione più onerosi, per i maggiori consumi di energia elettrica, di idrogeno e CO2. Il premio medio del grezzo sweet Azeri nella prima metà dell'anno si è quindi attestato a +5,3 \$/bbl (rispetto a un premio medio di +1,4 \$/bbl nello stesso periodo del 2021).

"Crack spreads" dei principali prodotti raffinati (ovvero la differenza tra valore del prodotto e costo del grezzo)

Il crack della benzina nel primo semestre del 2022 ha registrato una media pari a 20,7 \$/bbl rispetto a una media di 7,6 \$/bbl nei primi sei mesi del 2021. Nel primo trimestre i margini si sono mantenuti mediamente leggermente inferiori (9,4 \$/bbl) rispetto all'ultimo trimestre del 2021, quando la benzina, rispetto ad altri prodotti raffinati, già registrava un recupero dagli effetti della crisi pandemica grazie alla ripresa della circolazione e in particolare della mobilità individuale. Lo scoppio della guerra ha impattato meno sulle esportazioni di benzina rispetto a quelle del diesel, essendo l'Europa sostanzialmente un continente esportatore di benzina, con volumi esigui importati dalla Russia. Gli effetti del conflitto si sono però riflessi nell'aumento del prezzo dei grezzi e soprattutto in termini di minore capacità di raffinazione, a fronte di consumi che nel secondo trimestre si sono dimostrati particolarmente sostenuti con l'avvio della stagione estiva e resilienti all'aumento dei prezzi. Inoltre, il pool delle benzine ha risentito anche della ridotta possibilità di miscelazione della nafta, di cui la Russia ha storicamente rappresentato uno dei maggiori esportatori di nafta in Europa, oltre che della carenza di componenti altoottaniche necessarie.

Il crack del diesel nel primo semestre del 2022 ha registrato una media di 31,9 \$/bbl rispetto a una media di 4,6 \$/bbl nel primo semestre del 2021. Il confronto tra i due periodi deve tenere conto di uno scenario profondamente mutato a distanza di un anno, e in particolare ancora fortemente penalizzato dagli effetti dalla crisi pandemica e dalla ripresa lenta nei consumi di diesel all'inizio del 2021, nonché degli effetti della guerra in Ucraina a partire dalla fine di febbraio 2022. Nel primo trimestre del 2022, nei primi due mesi i margini del diesel si sono mantenuti sostanzialmente in linea con i livelli di fine 2019 (+11,5 \$/bbl) grazie a una domanda in recupero ai livelli pre-covid, fino all'ultima settimana di febbraio, quando lo scoppio del conflitto ha generato un'estrema volatilità e un forte aumento nelle quotazioni. La carenza strutturale di distillati medi dell'Europa era infatti, prima della guerra, compensata dalle importazioni di prodotto russo (fino a 800-900 kbbl/g, ca. il 35% delle importazioni europee di gasolio, pari al 10-12% del totale fabbisogno del vecchio continente2 ). Contemporaneamente, è venuta meno la disponibilità di crudi sour Urals, che rappresentavano circa il 20% del grezzo lavorato nelle raffinerie dei paesi europei OCSE e venivano in buona parte utilizzati nella produzione di distillati medi. I vincoli di numerose raffinerie nella lavorazione di altre qualità di grezzi nella produzione di diesel, a partire dai limiti nell'attività di hydrotreating, hanno costretto diversi impianti a ridurre le lavorazioni.

Questo shock dell'offerta si è sommato a una preesistente scarsa capacità inutilizzata di raffinazione in Europa e negli Stati Uniti, venuta a ridursi sensibilmente nell'ultimo decennio e aggravata negli ultimi due anni dagli impatti della pandemia sul settore (si calcola che negli ultimi 3 anni la capacità di raffinazione globale si sia ridotta di ca. 3mb/g). Le scorte di distillati medi in Europa, che già alla fine del 2021 registravano livelli minimi dal 2017, a fronte delle mancate forniture dalla Russia, hanno quindi visto a un drastico e repentino aumento dei prezzi.

Il crack del jet fuel nel primo semestre del 2022 ha registrato una media di +29,7 \$/bbl, rispetto a una media di 1,8 \$/bbl nei primi sei mesi del 2021. Nel periodo pre-conflitto, il traffico aereo ha continuato il trend di recupero registrato in particolare nell'ultimo trimestre del 2021. Inoltre, in seguito allo scoppio del conflitto russo ucraino, il jet ha ricevuto ulteriore supporto dalle tensioni precedentemente descritte che hanno coinvolto il complesso dei distillati medi. Infine, nonostante le cancellazioni dei voli russi abbiano agito da freno ad una parte del traffico aereo europeo, la chiusura dello spazio aereo russo e ucraino ha fatto aumentare la durata dei numerosi voli intercontinentali tra Europa ed Asia, e ciò ha comportato maggiori consumi di jet fuel. Nel secondo trimestre il crack ha visto un ulteriore aumento, portandosi a una media di 44,1 \$/bbl, grazie al maggiore traffico aereo in Europa (i dati di Eurocontrol mostrano un livello ormai tornato entro l'85% del livello di attività del 2019).

Il crack del VLSFO nel primo semestre ha registrato una media di +5,6 \$/bbl, rispetto a una media di 2,9 \$/bbl nel primo semestre del 2021 (1,6 \$/bbl nell'ultimo trimestre del 2021). I margini del VLSFO avevano seguito un andamento piuttosto costante nel periodo pre-conflitto, rispetto ai valori in ripresa registrati nell'ultimo trimestre del 2021 a fronte dell'aumento del traffico marittimo e dei consumi di olio combustibile utilizzato per la generazione di energia elettrica in sostituzione del

2 Fonte IEA, International Energy Agency, Oil Market Report, March 2022

gas. Dopo lo scoppio del conflitto russo ucraino, i prezzi del VLSFO hanno subito un'ascesa, che si è riflessa anche nei costi di nolo, dovuto al supporto derivato dal valore dei distillati medi (da cui dipende la quotazione di talune componenti di blending come ad es. il GAV). La media del crack VLSFO nel secondo trimestre è stata pari a 7,4 \$/bbl, quasi raddoppiata rispetto alla media di 3,8 \$/bbl nel primo trimestre, con picchi giornalieri oltre i 14 \$/bbl nella prima parte di aprile.

Il crack del LSFO, utilizzato come "blendstock" nella formulazione del VLSFO, ha registrato un valore medio nel primo semestre di -8,8 \$/bbl rispetto a +0,2 nel primo semestre 2021 (-0,5 \$/bbl nell'ultimo trimestre 2021).

Per contro, il crack del HSFO è crollato fino a -32 \$/bbl nella prima settimana del conflitto, poiché gli operatori occidentali hanno drasticamente tagliato gli approvvigionamenti di olio combustibile di origine russa: il crack medio del primo semestre si è attestato a -24,6\$/bbl, rispetto a una media di -10,0 \$/bbl nel primo semestre del 2021 (-13,6 \$/bbl nel quarto trimestre 2021).

Marketing

In Italia, secondo i dati rilevati da Unione Energie per la Mobilità (UNEM), nei primi sei mesi del 2022 i consumi petroliferi sono risultati in aumento dell'1,4% rispetto allo stesso periodo del 2021 ma ancora inferiori del 3,6% rispetto al primo semestre 2019. I consumi di carburanti da autotrazione (benzina e gasolio) hanno mostrato un recupero del 10% rispetto al 2021, ma rimangono ancora inferiori dell'1,2% rispetto al 2019.

Nel secondo trimestre i consumi petroliferi sono risultati in forte aumento del 7,1% rispetto al 2021, ma ancora inferiori rispetto al 2019 (-2,5%) con un andamento che evidenzia una tendenza della domanda in crescita rispetto al primo trimestre di quest'anno.

Passando all'analisi del mercato spagnolo, i dati compilati da CORES finora disponibili fino al mese di maggio, mostrano che durante il solo mese di maggio il consumo dei carburanti autostradali è cresciuto del 6,4% rispetto a maggio 2021. In particolare la domanda di benzina è aumentata del 10,6% e quella di gasolio del 5,4%.

Rispetto alla situazione pre-pandemia il consumo di maggio di carburanti autostradali è ancora inferiore del 3,7%; il consumo di benzina è più elevato (+4,9%) ma inferiore quello di gasolio (-5,6%).

Nei primi cinque mesi del 2022 il consumo di carburanti autostradali è in generale aumentato del 10,4% verso il 2021, con una crescita della domanda importante in particolare per la benzina (+21,3%) oltre che per il gasolio auto (+8,1%).

Energia elettrica e CO2

Il trend fortemente rialzista che ha caratterizzato il mercato del gas naturale e quello, ad esso collegato, dell'energia elettrica a partire dalla seconda metà del 2021, è continuato nel 2022, culminando nelle giornate successive al 24 febbraio 2022, giorno dell'inizio del conflitto in Ucraina, quando il prezzo spot del gas naturale al TTF (il mercato di riferimento europeo per il gas naturale) ha toccato i 208 €/MWh e il PUN (Prezzo Unico Nazionale dell'energia elettrica) ha toccato una media giornaliera record di 588 €/MWh. È infatti cresciuto l'allarme per una possibile estensione delle sanzioni adottate verso la Russia al comparto energetico, con il rischio di un'interruzione parziale o totale delle forniture di gas russe. In questo contesto, nei primi sei mesi dell'anno il PUN ha registrato una quotazione media di 248,6 €/MWh, in ulteriore rialzo rispetto ai valori già molto elevati registrati nell'ultimo trimestre del 2021 (241,6 €/MWh). Nello stesso periodo del 2021 il PUN si era attestato ad una media di 67,0 €/MWh.

Le quotazioni EUA dei permessi europei per le emissioni di anidride carbonica hanno registrato nel primo semestre 2022 una media pari a 83,9 €/ton. Nel primo semestre del 2021 il prezzo della CO2 si era attestato ad una media di 43,9 €/MWh.

Margini di raffinazione e margine Saras Industrial & Marketing

Per quanto concerne l'analisi della redditività del segmento Industrial & Marketing, Saras utilizza come riferimento il margine di raffinazione "EMC Reference Margin" benchmark, rispetto al quale la raffineria di Saras consegue tipicamente un margine superiore grazie alle caratteristiche di elevata flessibilità e complessità dei propri impianti, oltre che dell'andamento delle operazioni industriali e commerciali.

Nel secondo trimestre 2022 l'EMC Reference Margin, alla luce del contesto di mercato descritto nel paragrafo precedente, si è attestato a una media di 16,9 \$/bbl, rispetto a una media negativa di -2,8 \$/bbl nello stesso periodo del 2021. Il margine Saras è stato pari a 22,5 \$/bbl (4,5 \$/bbl nello stesso periodo dell'esercizio precedente), evidenziando un premio di +5,6 \$/bbl (7,2 \$/bbl nel secondo trimestre del 2021).

Nel primo semestre 2022 l'EMC Reference Margin, alla luce del contesto di mercato descritto nel paragrafo precedente, si è attestato a una media di 8,2 \$/bbl. Il margine Saras è stato pari a 16,5 \$/bbl, evidenziando un premio di +8,3 \$/bbl. Nello stesso periodo dell'esercizio precedente l'EMC Reference Margin si attestava a -2,5 \$/bbl, rispetto ad un margine Saras di 3,9 \$/bbl, evidenziando un premio Saras di +6,4 \$/bbl.

Evoluzione prevedibile della Gestione

Il Fondo Monetario Internazionale nel suo ultimo aggiornamento del World Economic Outlook ha leggermente rivisto le stime sulla crescita economica globale, per le dinamiche che l'invasione russa dell'Ucraina hanno innescato sui mercati delle materie prime energetiche. Gli attuali livelli di inflazione potrebbero infatti ulteriormente rallentare l'attività economica globale, rispetto a quanto già previsto dal Fondo ad aprile, con il rischio che una recessione possa colpire nel prossimo anno in particolare i paesi dell'eurozona, maggiormente dipendenti dalle importazioni di gas e petrolio dalla Russia, e gli Stati Uniti. Sulle stime pesa anche il riemergere del Covid in Cina che ha rinvigorito la politica di chiusure e restrizioni nel paese. Il FMI ora prevede una crescita globale al 3,2% nel 2022 e del 2,9% nel 2023 (prima prevista del 3,6% sia nel 2022 che nel 2023). Nell'eurozona è previsto un rallentamento della crescita che passa dal 2,8% al 2,6% nel 2022 e dal 2,3% all'1,2% nel 2023, mentre negli stati Uniti è prevista una decelerazione dal 3,7% al 2,3% nel 2022 e dal 2,3% all'1% nel 2023.

Anche l'International Energy Agency (IEA) nell'ultimo report di luglio ha leggermente ridotto le stime sulla domanda petrolifera globale, prevista comunque in crescita di 1,7 mb/g a poco più di 100 mb/g alla fine dell'anno, toccando una media annua di 99,2 mb/g nel 2022 (ancora leggermente inferiore al 2019, quando era stata pari in media a 100,4 mb/g) e di 2,1 mb/g nel 2023, quando è prevista toccare una media annua di 101,3 mb/g, trainata dalla forte crescita dei paesi emergenti. Tuttavia, l'Agenzia evidenzia come l'attuale decelerazione dell'attività economica aggiunga incertezza a tali previsioni, mentre permangono ancora elevati rischi dal lato dell'offerta. A questo proposito, l'Agenzia evidenzia nel report come "raramente le prospettive sui mercati petroliferi sono state più incerte".

Per ora, infatti, la crescita della domanda di petrolio, che si è mantenuta più debole del previsto nelle economie avanzate, e la resilienza dell'offerta russa, hanno allentato il rischio di squilibri, come mostrato dai future sul Brent e WTI che tra inizio giugno a metà luglio sono scesi di oltre 20 \$/bl, portandosi a metà luglio al di sotto dei 100\$/bl, per poi tornare a valori prossimi ai 105\$/bl. Tuttavia, le persistenti tensioni sui mercati fisici del greggio e gli elevati margini di raffinazione evidenziano il permanere di un sottostante disequilibrio tra domanda e offerta. In particolare, nei paesi dell'OCSE, i prezzi elevati del carburante hanno iniziato a intaccare i consumi petroliferi, ma ciò sembra in questo momento riequilibrato da un rimbalzo della domanda più forte del previsto nelle economie emergenti e in via di sviluppo, guidate dalla Cina, che inizia a ripartire dopo le chiusure per il covid.

Anche dal lato offerta, nella seconda metà dell'anno la IEA prevede un aumento della produzione a 101,3 mb/g alla fine del 2022, grazie al preannunciato riavvio delle esportazioni da Libia e Kazakistan e al ritorno dei paesi del gruppo Opec+ che nel mese di agosto avranno completamente annullato i tagli alla produzione. Tuttavia l'instabilità dei flussi da Libia e Kazakistan e la riduzione della capacità inutilizzata di importanti paesi produttori come Nigeria, Malesia e Angola continuano a rappresentare un rischio rispetto a tali prospettive.

Secondo la IEA, anche un aumento nella produttività globale delle raffinerie nella seconda parte dell'anno potrà consentire un aumento delle scorte, che rimarranno però a livelli inferiori alle medie storiche 2017-21.

L'analisi delle curve dei prezzi nell'ultimo mese e mezzo ha riflesso in parte l'attuale volatilità a seguito di alcuni dei fenomeni appena descritti: i carburanti da trazione, in particolare la benzina, hanno infatti registrato a partire dalla seconda metà di giugno una flessione nei prezzi, che si mantengono molto elevati rispetto alle medie storiche. A fronte di un osservato aumento delle scorte, i prezzi dei prodotti si sono infatti ridotti più che proporzionalmente rispetto a quelli del Brent dtd, rimasti sopra i 110\$/bl, portando a una parziale compressione dei margini.

Contemporaneamente, perdura l'elevata instabilità sui mercati del gas e dell'energia elettrica, aggravata dai recenti timori di una riduzione delle forniture dalla Russia nei prossimi mesi.

Questo scenario rende difficile formulare previsioni anche di breve termine. La lettura delle ipotesi di scenario3 prevalenti delle principali società analiste di settore, insieme a quella dell'andamento delle curve forward delle commodities petrolifere, del gas e dell'energia elettrica, portano a considerare per il secondo semestre uno scenario ancora fortemente volatile con:

• quotazioni del Brent Dtd ancora molto instabili: i rischi menzionati relativi all'offerta di grezzo potrebbero portare a un aumento delle quotazioni. In particolare, il timore che, a seguito dell'introduzione delle sanzioni europee sull'export petrolifero russo a partire dalla fine dell'anno, la Russia possa ridurre la produzione, porta alcuni analisti del settore a ipotizzare nella seconda metà dell'anno quotazioni in forte crescita; d'altra parte, le quotazioni potrebbero anche scontare una forte svalutazione nel caso venissero confermati i timori di un rischio recessivo;

3 Fonti: per il mercato Oil: stime di IHS (Jun'22); e di FGE, Nomisma, Energy Aspects, Platts e WMC (Jul'2022). Per il mercato Elettrico & Gas: stime di AFRY Pöyry, Ref4E e Nomisma (Jul'2022). Nota: per il terzo trimestre 2022 in ottica cautelativa sono state adottate le curve Forward @08/07, e indicazioni SCM (premi/sconti grezzi). Per il quarto trimestre 2022 sono stati adottati valori di raccordo tra l'attuale situazione di mercato e la successiva distensione prevista dalle Fonti sopra elencate per il 2023.

  • premi sui grezzi a basso tenore di zolfo, come l'Azeri, ancora molto elevati a livelli storicamente mai raggiunti, con un'incidenza significativa sul margine Saras;
  • crack della benzina esposti a un potenziale rischio di riduzione dei prezzi a fronte di un eccesso di produzione e di un rallentamento dei consumi, in rapido ribilanciamento verso le medie storiche;
  • crack del gasolio ancora elevati per l'entrata in vigore delle sanzioni sulle importazioni dalla Russia a partire dalla fine del 2022, ma potenzialmente esposto a un'ulteriore volatilità per il rischio di rallentamento dei consumi;
  • l'elevata volatilità del PUN, che già a partire dal mese di luglio ha visto un ulteriore aumento delle quotazioni, legato alle tensioni commerciali con la Russia, rende necessario considerare il rischio di un apprezzamento del gas e con esso dell'energia elettrica;
  • CO2 prevista ancora intorno agli attuali 85€/ton nel secondo semestre del 2022.

Alla luce di tali incertezze e della performance consuntivata nel primo semestre, la Società stima di poter ancora conseguire nel 2022 un premio medio annuo rispetto all'EMC Reference margin compreso tra 6 ÷ 7\$/bl.

Per quanto riguarda il segmento Renewables, a partire dal mese di febbraio, la valorizzazione delle produzioni del segmento tiene conto di quanto previsto dal Decreto-Legge 27 gennaio 2022 n. 4, cosiddetto "Sostegni TER", che istituisce un meccanismo di "compensazione" per le fonti rinnovabili non incentivate, tale per cui i produttori dovranno restituire, sino al termine del 2022, la differenza tra i prezzi che si verificheranno sul mercato e "un'equa remunerazione", riferita alla media storica dei prezzi zonali di mercato, dall'entrata in esercizio dell'impianto fino al 31 dicembre 2020. Per Sardeolica, la compensazione è basata su un prezzo medio storico di circa 61 €/MWh, da applicare alle sezioni produttive non incentivate ed entrate in esercizio prima del 2010 (circa il 63% della capacità installata).

Sempre in ambito Renewables, il Gruppo prosegue tramite la controllata Sardeolica le attività autorizzative per lo sviluppo di nuovi impianti greenfield per cui è atteso l'ottenimento nel corso del 2023 di nuove autorizzazioni per lo sviluppo di ulteriore capacità eolica e fotovoltaica con l'obiettivo di raggiungere una capacità rinnovabile installata complessiva di 500 MW entro il 2025.

È inoltre in fase di progettazione il nuovo parco fotovoltaico Helianto da 80MW di recente autorizzazione la cui operatività è attesa entro la fine del 2023.

Per quanto riguarda gli investimenti del Gruppo, si conferma per il 2022 un ammontare di investimenti pari a circa 150 milioni di Euro. In particolare, nel segmento Industrial & Marketing sono previsti investimenti pari a 123 milioni di Euro necessari, dopo il contenimento della spesa che ha interessato il 2021, a un mantenimento del livello di efficienza e competitività degli impianti della raffineria. Nel segmento Renewable sono previsti investimenti pari a 27 milioni di Euro da destinare principalmente alla realizzazione del parco fotovoltaico di 80MW nell'area di Macchiareddu.

In merito all'andamento atteso della Posizione Finanziaria Netta del Gruppo, ci si attende un miglioramento rispetto alla posizione finanziaria consuntivata alla fine del primo semestre, grazie alla generazione di cassa dalla gestione caratteristica nella seconda metà dell'anno. Tale previsione rimane soggetta alla variabilità dell'evoluzione dello scenario come sopra descritto.

Infine, per quanto riguarda gli altri progetti avviati dal Gruppo nell'ambito della strategia di transizione energetica, nel corso del 2022 è previsto un avanzamento dei progetti relativi all'idrogeno verde e alla "Carbon Capture and Storage" (CCS).

Prosegue infatti il progetto, per cui a febbraio del 2021 Saras ha avviato una collaborazione con Enel Green Power, finalizzata a fornire idrogeno verde alla raffineria di Saras attraverso l'utilizzo di un elettrolizzatore da circa 20MW, alimentato esclusivamente da energia rinnovabile. Il progetto ha da poco superato una nuova seconda fase nell'ambito della procedura di ottenimento del finanziamento richiesto dal programma europeo IPCEI (Important Projects of Common European Interest).

Relativamente al progetto di Carbon Capture and Storage, dopo la conclusione nel 2021 di una la prima fase finalizzata a valutare diverse soluzioni impiantistiche per la cattura della CO2, procede con Air Liquide la fase di studio finalizzata a definire gli aspetti relativi all'intera catena di sviluppo inclusi aspetti di logistica e trasporto, unitamente a una stima dei costi e delle tempistiche.

In ambito biofuel Saras continua a monitorare la possibilità di espandere l'attuale capacità produttiva di Hydrogenated Vegetable Oil in co-processing da circa 100 kton all'anno fino a 250 kton all'anno con investimenti ridotti, in funzione dell'economicità degli oli vegetali grezzi).

Audio-conferenza del 29 luglio 2022 ed ulteriori Informazioni

Il giorno 29 luglio 2022 il Consiglio di Amministrazione di Saras SpA si riunirà per l'approvazione dei risultati del Gruppo del primo semestre 2022. Successivamente verrà diffuso a mezzo SDIR un apposito comunicato stampa e, contestualmente, sarà resa disponibile una presentazione sul sito web della Società (www.saras.it).

Alle ore 16:00 CEST dello stesso giorno si terrà la conference call per gli analisti e gli investitori, durante la quale il management commenterà i risultati e risponderà ad eventuali domande.

Numeri da chiamare per la conference call:

Dall'Italia: +39 02 8020911 Dal Regno Unito: +44 1 212818004 Dagli USA: +1 718 7058796

Il link per collegarsi alla webcast è il seguente: https://87399.choruscall.eu/links/saras220729.html

La registrazione e la trascrizione della webcast saranno altresì disponibili sul sito web della Società.

Per ulteriori informazioni si prega di voler contattare il servizio Investor Relations.

ll presente comunicato stampa è stato redatto ai sensi del Regolamento di attuazione del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 adottato dalla Consob con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999 e s.m.i.. Lo stesso è a disposizione del pubblico sul sito internet della società, nella sezione "Investitori / Comunicati Finanziari" ed anche presso il meccanismo di stoccaggio autorizzato per le informazioni regolamentate, denominato (). Inoltre, la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2022 è a disposizione del pubblico presso la sede legale in Sarroch (CA) S.S. 195 Sulcitana Km. 19, sul sito internet della Società nella sezione "Investitori / Bilanci e Relazioni", e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato .

Saras Investor Relations Ilaria Candotti Tel + 39 02 7737642 [email protected]

Contatti per i media

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IL GRUPPO SARAS

ll Gruppo Saras, fondato da Angelo Moratti nel 1962 è uno dei principali operatori europei nel settore dell'energia e raffinazione del petrolio. Tramite la Capogruppo Saras SpA e le controllate Saras Trading SA, basata a Ginevra, Saras Energia SAU, basata a Madrid, il Gruppo vende e distribuisce prodotti petroliferi sul mercato nazionale e internazionale. Il Gruppo è inoltre attivo anche nel settore della produzione di energia elettrica attraverso le controllate Sarlux Srl (impianto IGCC) e Sardeolica Srl (parco eolico). Il Gruppo offre poi servizi di ingegneria industriale e di ricerca per il settore petrolifero, dell'energia e dell'ambiente attraverso la controllata Sartec Srl. Il Gruppo Saras conta circa 1.572 dipendenti e presenta ricavi pari a circa 8,6 miliardi di Euro al 31 dicembre 2021 (circa 5,3 miliardi di Euro al 31 dicembre 2020).

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