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Saras

Earnings Release May 10, 2023

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Earnings Release

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Il Consiglio di Amministrazione di Saras S.p.A. approva il Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2023 1

  • EBITDA reported di Gruppo pari a 246,4 milioni di euro (pari a 156,3 milioni di euro in Q1/22) grazie agli elevati crack spread dei prodotti raffinati e alla performance operativa della raffineria
  • RISULTATO Netto reported di Gruppo pari a 139,1 milioni di euro (pari a 76,6 milioni di euro in Q1/22)
  • EBITDA comparable di Gruppo pari a 285,3 milioni di euro (pari a 62,0 milioni di Euro in Q1/22) per gli effetti descritti a livello di risultati reported, esclusi gli impatti sulle valutazioni degli inventari
  • RISULTATO Netto comparable di Gruppo pari a 162,0 milioni di euro (pari a 13,3 milioni di Euro in Q1/22)
  • Posizione Finanziaria Netta ante IFRS16 positiva per 354,9 milioni di Euro (pari a 268,6 milioni di Euro al 31 dicembre 2022)

Milano, 10 maggio 2023: : Il Consiglio di Amministrazione di Saras SpA si è riunito oggi e ha approvato il Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2023 non sottoposto a revisione contabile. Si evidenzia che il Resoconto è redatto su base volontaria, nel rispetto della Direttiva 2013/50/UE, recepita con il D.lgs. 15 febbraio 2016, n.25 che ha abrogato l'obbligo di predisposizione dei Resoconti intermedi di gestione, al fine di garantire continuità con le precedenti informative periodiche trimestrali.

Principali risultati finanziari ed operativi di Gruppo

Milioni di Euro Q1/23 Q1/22 Var %
RICAVI 3.466 2.950 18%
EBITDA reported 246,4 156,3 58%
EBITDA comparable 285,3 62,0 360%
EBIT reported 200,0 110,7 81%
EBIT comparable 238,9 16,4 n.s
RISULTATO NETTO reported 139,1 76,6 82%
RISULTATO NETTO comparable 162,0 13,3 n.s
Milioni di Euro Q1/23 Q1/22 Anno 2022
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA ANTE IFRS 16 354,9 (445,2) 268,6
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA POST IFRS 16 315,7 (488,8) 227,5
INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI 41,1 24,1 105,7

1 Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Ing. Fabio Peretti, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili della Società.

GAAP e Non-GAAP measure

Indicatori alternativi di performance

Al fine di dare una rappresentazione della performance operativa del Gruppo che meglio rifletta le dinamiche del mercato, in linea con la prassi consolidata del settore petrolifero, i risultati a livello operativo e a livello di Risultato Netto comparable, misure non contabili elaborate nella presente relazione sulla gestione, sono esposti valutando gli inventari sulla base della metodologia FIFO però escludendo utili e perdite non realizzate su inventari derivanti dalle variazioni di scenario calcolate attraverso la valutazione delle rimanenze iniziali (comprensive dei derivati ad esse associati) agli stessi valori unitari delle rimanenze finali (con quantità crescenti nel periodo), e delle rimanenze finali agli stessi valori unitari delle rimanenze iniziali (con quantità decrescenti nel periodo). Sono escluse, sia a livello operativo che di Risultato Netto comparable, le poste non ricorrenti per natura, rilevanza e frequenza.

I risultati così ottenuti, denominati "comparable", sono indicatori non definiti nei principi contabili internazionali (IAS/IFRS) e non sono soggetti a revisione contabile. L'informativa finanziaria NON-GAAP deve essere considerata come complementare e non sostituisce le informazioni redatte secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS).

Impatti del conflitto russo-ucraino

I risultati del primo trimestre 2023 si inseriscono in un contesto di mercato petrolifero ancora alterato, se pur in misura inferiore rispetto al 2022, dalle conseguenze del conflitto russo ucraino. I margini dei principali prodotti distillati si sono infatti mantenuti in media ancora superiori ai valori storici, evidenziando la permanente pressione sui prezzi causata dall'assenza di importazioni dalla Russia, principale fornitore di distillati medi all'Europa sino allo scoppio del conflitto, in un contesto caratterizzato da scarsa capacità di raffinazione inutilizzata, sia in Europa sia in USA. Il pool dei distillati medi, tuttavia, pur essendo stato nel corso del 2022 il più colpito dalla riduzione delle importazioni dalla Russia, registrando livelli senza precedenti, ha mostrato nel corso del primo trimestre del 2023 una tendenza decrescente dei prezzi e dei margini, determinato da una parte da un progressivo aumento dell'offerta dai paesi asiatici, e in particolare Cina, India e Turchia, che non hanno aderito alle sanzioni, dall'altra da un rallentamento della domanda del settore industriale registrato nei principali paesi dell'area OECD.

Commenti ai risultati di Gruppo dei primi tre mesi del 2023

Nel primo trimestre 2023 i ricavi del Gruppo sono stati pari a 3.466 milioni di Euro rispetto ai 2.950 milioni di Euro realizzati nel medesimo periodo dello scorso esercizio. Il significativo incremento è dovuto ai maggiori volumi prodotti e venduti che hanno più che compensato gli impatti negativi delle mutate condizioni di scenario tra i due periodi. Dal punto di vista delle produzioni industriali si segnala che le principali variabili produttive sono risultate superiori ai valori registrati nel 2022. Nello specifico le lavorazioni di raffineria nel primo trimestre 2023 sono state pari a 24,9 milioni di barili (vs 20,5 milioni di barili nel 2022), le produzioni di energia elettrica non rinnovabile sono state pari a 1.089 GWh (vs 840 GWh nel 2022). Dal punto di vista dello scenario gli impatti negativi delle riduzioni delle quotazioni dei principali prodotti petroliferi e del prezzo di vendita dell'energia elettrica (regolato all'interno del Regime di Essenzialità) sono stati solo in parte compensati dall'andamento del cambio che è stato caratterizzato dall'indebolimento del dollaro nei confronti dell'euro. Nello specifico nel primo trimestre del 2023 il prezzo medio del diesel è stato pari a 835 \$/ton (vs 906 \$/ton nel 2022), il prezzo medio della benzina è stato pari a 840 \$/ton (vs 934 \$/ton nel 2022), il prezzo unico nazionale per la vendita dell'energia elettrica (PUN) è stato 157 €/MWh (vs 249 €/MWh nel 2022) ed il cambio €/\$ è stato pari a 1,07 (vs cambio €/\$ di 1,12 nel 2022).

L'EBITDA reported di Gruppo è stato pari a 246,4 milioni di Euro, in incremento rispetto ai 156,3 M€ del primo trimestre del 2022. La variazione positiva è da ricondursi prevalentemente alle migliori condizioni di scenario caratterizzato da un forte incremento dei crack del diesel e della benzina, da una riduzione del prezzo del Brent (in parte compensato dal persistere delle elevate premialità richieste per l'approvvigionamento di grezzi leggeri ed a basso tenore di zolfo) e da una riduzione dei costi energetici per effetto della riduzione del prezzo unico nazionale. Anche la performance è risultata superiore sia sul fronte produttivo che su quello commerciale e anche nel primo trimestre del 2023 ha continuato a beneficiare di un contesto favorevole alla valorizzazione delle produzioni di raffineria su tutti i canali di vendita. Per quanto concerne le dinamiche di prezzo delle commodities sulle rimanenze inventariali oil (al netto dei relativi derivati di copertura) queste hanno subito una riduzione di 31,8 milioni di Euro rispetto ad un apprezzamento di 87,8 M€ realizzato nel medesimo periodo del 2022. Nel primo trimestre del 2023 non si registrano poste non ricorrenti rispetto ad un valore negativo per 1,1 milioni di Euro nel 2022. Si segnala infine che l'EBITDA reported del 2023 riflette l'effetto del Decreto Sostegni Ter e della Legge di Bilancio 2023, rispettivamente a riduzione dei costi energetici per 24,8 milioni di Euro e ad una limitazione delle tariffe di vendita dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (eolico) per 3,3 milioni di Euro.

Il Risultato Netto reported di Gruppo è stato pari a 139,1 milioni di Euro, rispetto ad un valore di 76,6 milioni di Euro conseguiti nei primi tre mesi dell'esercizio 2022. In aggiunta a quanto evidenziato a livello di EBITDA tale scostamento è da ricondursi prevalentemente alle maggiori imposte correnti, dovute all'incremento dell'imponibile dell'esercizio.

L'EBITDA comparable di Gruppo si è attestato a 285,3 milioni di Euro, in incremento rispetto ai 62,0 milioni di Euro conseguiti nel primo trimestre del 2022. Tale risultato, rispetto all'EBITDA reported non include il sopracitato effetto negativo dello scenario sulle differenze inventariali tra inizio e fine periodo, include gli impatti dei derivati su cambi (riclassificati nella gestione caratteristica) ed esclude le poste non ricorrenti. Il risultato in incremento rispetto al primo trimestre del 2022 è da ricondursi al maggiore contributo generato dal segmento "Industrial & Marketing" in parte compensato da una lieve riduzione del contributo del segmento "Renewables".

Il Risultato Netto comparable di Gruppo è stato pari a 162,0 milioni di Euro, in incremento rispetto ai 13,3 milioni di Euro conseguiti nel primo trimestre del 2022, per effetto degli stessi fenomeni descritti per il Risultato Netto Reported, al netto dell'effetto negativo dello scenario sulle differenze inventariali tra inizio e fine periodo

Gli investimenti nel 2023 sono stati pari a 41,1 milioni di Euro superiori rispetto ai livelli del primo trimestre del 2022 (pari a 24,1 milioni di Euro); tale incremento è riconducibile al segmento Industrial & Marketing ed è dovuto alle maggiori attività di turn around e alla sostituzione di alcuni catalizzatori.

Calcolo dell'EBITDA comparable

Milioni di Euro Q1/23 Q1/22 Var %
EBITDA reported 246,4 156,3 58%
Utili / (perdite) su inventari e su derivati di copertura degli
inventari
31,8 (87,8) -136%
Derivati su cambi 7,2 (7,7) -193%
Poste non ricorrenti 0,0 1,1 n.s
EBITDA comparable 285,3 62,0 360%

Calcolo del Risultato Netto comparable

Milioni di Euro Q1/23 Q1/22 Var %
RISULTATO NETTO reported 139,1 76,6 82%
Utili e (perdite) su inventari e su derivati di copertura degli
inventari al netto delle imposte
22,9 (63,3) -136%
Poste non ricorrenti al netto delle imposte - - n.s
RISULTATO NETTO Comparable 162,0 13,3 n.s

Posizione Finanziaria Netta

La Posizione Finanziaria Netta al 31 marzo 2023, ante effetti dell'applicazione dell'IFRS 16, è risultata positiva per 354,9 milioni di Euro, rispetto alla posizione positiva per 268,6 milioni di Euro riportata al 31 dicembre 2022.

Nel primo trimestre del 2023 il flusso di cassa è stato complessivamente pari a 88 milioni di Euro. Tale flusso è da ricondursi in primo luogo alla gestione operativa, che grazie agli elevati margini, ha generato 251 milioni di Euro. La variazione del capitale circolante ha assorbito 114 milioni di Euro, ed è prevalentemente riconducibile a una riduzione dei debiti commerciali. Gli investimenti hanno assorbito 41 milioni di Euro, mentre il pagamento degli interessi e oneri finanziari ha assorbito 8 milioni di Euro.

In ultimo si segnala che le disponibilità liquide ed equivalenti al 31 marzo 2023 ammontano a 756 milioni di Euro e che tale importo verrà in parte utilizzato per il pagamento del dividendo relativo all'esercizio 2022, delle imposte ordinarie e della quota restante della cosiddetta "tassazione sugli extraprofitti".

Milioni di Euro 31-Mar-23 31-Dec-22
Finanziamenti bancari a medio e lungo termine (373,3) (401,4)
Prestiti obbligazionari a medio e lungo termine - -
Altre passività finanziarie a medio e lungo termine (4,1) (4,4)
Altre attività finanziarie a medio e lungo termine 4,1 4,1
Posizione finanziaria netta a medio e lungo termine (373,3) (401,7)
Finanziamenti bancari correnti (118,1) (118,6)
Quota a breve dei finanziamenti bancari a MLT - -
Debiti verso banche per c/c passivi (12,4) (12,1)
Altre passività finanziarie a breve termine (17,4) (22,3)
Fair value derivati e differenziali netti realizzati 43,5 6,6
Altre attività finanziarie 76,7 109,6
Disponibilità liquide ed equivalenti 756,0 707,1
Posizione finanziaria netta a breve termine 728,3 670,3
Totale Posizione Finanziaria Netta ante lease liability ex IFRS 16 354,9 268,6
Debiti finanziari per beni in leasing ex IFRS 16 (39,2) (41,1)
Totale Posizione Finanziaria Netta post lease liability ex IFRS 16 315,7 227,5

Mercato di riferimento

Mercato petrolifero

Di seguito, una breve analisi sull'andamento delle quotazioni del grezzo, sui crack spreads dei principali prodotti raffinati, e sul margine di raffinazione di riferimento (EMC Benchmark) per quanto riguarda il mercato Europeo, che costituisce il contesto principale in cui opera il segmento Raffinazione del Gruppo Saras.

Q1/23 Q1/22
Prezzi e differenziali Grezzo (\$/bbl)
Brent Dated 81,3 102,5
Diff. Bashra Medium (CIF Med) vs. Brent Dtd -7,1 -3,2
Diff. Azeri Light (CIF Med) vs. Brent Dtd +6,2 +4,1
Crack spreads prodotti (\$/bbl)
Crack spread ULSD 30,6 19,0
Crack spread Benzina 19,2 9,4
Margine di riferimento (\$/bbl)
Reference margin (NEW Benchmark) 10,1 -0,5

Fonte "Platts" e Official Selling Prices per prezzi e crack spreads.

Quotazioni del Grezzo

Nei primi tre mesi del 2023, il Brent Dtd ha registrato una quotazione media di 81,3 \$/bbl rispetto a una quotazione media di 102,5 \$/bbl nello stesso periodo del 2022, in calo se confrontata con i valori registrati in media nell'ultimo trimestre del 2022 (88,9 \$/bbl).

Le previsioni di crescita della domanda petrolifera globale, principalmente legata alla ripartenza della Cina dopo il periodo di restrizioni contro la pandemia, sono state compensate nella prima parte del trimestre dai timori di un rallentamento della crescita economica globale, per l'inasprimento delle politiche restrittive delle banche centrali occidentali a contrasto dell'inflazione. Nel mese di marzo le preoccupazioni macroeconomiche si sono intensificate a seguito del crollo di alcune banche statunitensi legate al comparto tech, e della crisi di Credit Suisse: il timore di ripercussioni sull'intero settore bancario e di un impatto recessivo sull'economia, ha pesato ulteriormente sulle quotazioni del Brent che nella terza settimana di marzo ha toccato i 71 \$/bbl. A fine trimestre, l'intervento delle autorità bancarie mirato a evitare una crisi del sistema creditizio, insieme a dati macroeconomici che hanno evidenziato un rallentamento dell'inflazione sia in alcuni paesi europei che in USA, hanno riportato fiducia sui mercati. Il Brent si è quindi rapidamente riportato intorno agli 80\$/bbl.

Infine, va evidenziato come il mercato non abbia sofferto una minore offerta di grezzi. In particolare, i volumi complessivi di esportazioni dalla Russia non si sono ridotti rispetto al periodo precedente il conflitto: il grezzo russo, soggetto all'embargo dei paesi occidentali, ha trovato nuove destinazioni, reindirizzandosi dal mercato europeo a quello asiatico (in particolare Cina, India e Turchia).

La media del primo trimestre 2023 si confronta con un Brent Dtd che nello stesso periodo dell'anno precedente vedeva una tendenza al rialzo spinta da una domanda petrolifera in ripresa a livelli pre-Covid e, da fine febbraio, dallo shock alle importazioni dalla Russia a seguito dell'invasione dell'Ucraina.

Diversamente dal passato, si è scelto di considerare come riferimento per i grezzi ad alto tenore di zolfo non più il grezzo russo "Urals" (in quanto soggetto ad embargo), ma un grezzo iracheno, il Basrah Medium, regolarmente commercializzato sia in Europa che nei paesi asiatici.

Nel primo trimestre 2023 il Basrah Medium CIF Med ha registrato uno sconto medio rispetto al Brent Dated pari a -7,1\$/bbl (vs. sconto medio di -3,2 \$/bbl nello stesso periodo dell'esercizio precedente), in ulteriore ampliamento rispetto a una media di -6,6 \$/bbl nell'ultimo trimestre del 2022. Tale andamento, con uno sconto in progressivo ampliamento a partire dallo scoppio del conflitto russo ucraino, riflette la minore domanda da parte degli acquirenti asiatici (Cina e India in particolare) che, non aderendo all'embargo alla Russia, hanno preferito ricorrere ai grezzi russi, il cui sconto rispetto al Brent si è fortemente ampliato per effetto delle sanzioni occidentali.

Dall'altra parte nel corso del 2022 si è registrato un significativo apprezzamento dei grezzi sweet (vd. Azeri), supportati dagli alti margini di benzina e gasolio e preferiti ai crudi ad alto contenuto di zolfo, in un contesto di elevati costi energetici, in virtù dei processi di desolforazione meno onerosi da essi richiesti. Il premio medio del grezzo sweet Azeri nei primi tre mesi dell'anno si è attestato a +6,2\$/bbl (+4,1\$/bbl in Q1/22), in aumento rispetto alla media di +4,5\$/bbl registrata nell'ultimo trimestre del 2022, supportato dall'elevato crack della benzina.

"Crack spreads" dei principali prodotti raffinati (differenza tra valore del prodotto e costo del grezzo)

Il crack della benzina nei primi tre mesi del 2023 ha registrato una media pari a +19,2 \$/bbl (+9,4 \$/bbl nel primo trimestre del 2022), in aumento rispetto all'ultimo trimestre del 2022 (+13,4\$/bbl). Dopo l'andamento altalenante registrato nella seconda metà del 2022 e la marcata flessione stagionale registrata a dicembre, il crack della benzina si è riportato a livelli molto sostenuti, supportato dalla tenuta dei consumi in Europa e oltreoceano, pur in un contesto economico frenato dall'inflazione, e da una stagione di manutenzioni più intensa rispetto agli anni precedenti, sia in Europa che in USA. In Europa, le fermate per gli scioperi in alcune raffinerie francesi hanno ulteriormente ridotto la produzione. La media del crack della benzina ha così segnato un aumento del 44% rispetto ai valori medi del quarto trimestre 2022 (+13,4\$/bbl).

Il crack del diesel (ULSD) nei primi tre mesi del 2023 ha registrato una media di +30,6 \$/bbl (+19,0 \$/bbl nello stesso periodo del 2022), in calo rispetto all'ultimo trimestre del 2022 (+45,1\$/bbl), ma sempre nettamente più alta rispetto alle medie storiche, per gli effetti delle sanzioni europee sulle importazioni di gasolio russo. Dopo i valori ancora molto elevati di gennaio (40,4\$/bbl), il crack è calato tra febbraio e marzo intorno a 25\$/bbl. Tra le cause principali si riportano gli elevati stoccaggi realizzati in vista dell'embargo della Russia, e l'aumento delle importazioni dall'Asia (Turchia, India e Cina). In generale, con riferimento ai principali prodotti raffinati, e in particolare con riferimento ai distillati medi, analogamente a quanto descritto per il Brent, va notato come nonostante le sanzioni imposte dai paesi occidentali, la Russia abbia aumentato i volumi destinati ai paesi non aderenti all'embargo, i quali, destinando il prodotto russo, più conveniente, al consumo interno, hanno aumentato le esportazioni delle raffinerie locali. Dal lato della domanda sulla riduzione dei margini ha inciso un minore ricorso al gasolio in sostituzione al gas a fronte di un prezzo del gas che ha continuato a scendere nel corso del 2023, e di temperature invernali più miti rispetto alla media stagionale.

Il crack del jet fuel, nei primi tre mesi del 2023, ha registrato una media di +29,3 \$/bbl, (vs. una media di +15,3 \$/bbl nei primi tre mesi del 2022), in riduzione anche in questo caso rispetto all'ultimo trimestre del 2022 (36,6\$/bbl), per effetto - analogamente a quanto descritto per il diesel - degli elevati volumi importati da raffinerie extracomunitarie.

Il crack del VLSFO nei primi tre mesi del 2023 ha registrato una media di -0,2 \$/bbl (rispetto a una media di 3,8 \$/bbl nel primo trimestre del 2022), in incremento rispetto ad una media di -3,7\$/bbl nel Q4 2022. Tra le motivazioni di questa ripresa, si registrano minori importazioni dal Medio Oriente rispetto ai mesi precedenti, a seguito di alcune difficoltà operative registrate nella nuova raffineria di Al-Zour in Kuwait. Inoltre, a fronte della forte marginalità della benzina, nel corso del trimestre molte raffinerie hanno preferito destinare il residuo Light Sweet al ciclo dei distillati leggeri, piuttosto che utilizzarlo nelle formulazioni VLSFO.

Il crack dell'olio combustibile HSFO, pur nel contesto depresso per i grezzi ATZ, ha registrato una media di -25,3\$/bbl nel primo trimestre del 2023 (vs. una media di -21\$/bbl nel primo trimestre del 2022) in rialzo del 32% rispetto alla media dell'ultimo trimestre del 2022 (-31,9\$/bbl). Tale tendenza, secondo le indicazioni di alcuni analisti, è da ricondursi al crescente numero di navi dotate di scrubber che consente l'utilizzo di HSFO, a scapito del più costoso VLSFO, nei traffici navali "East of Suez".

Marketing

In Italia, secondo i dati rilevati da Unione Energie per la Mobilità (UNEM), nei primi tre mesi del 2023 i consumi di prodotti petroliferi mostrano un incremento del +1,6% rispetto allo stesso periodo del 2022, ma ancora inferiori (-1,4%) rispetto ai primi tre mesi del 2019. La domanda di benzina continua a crescere (+10,2% vs '22 e +9,4% vs '19) mentre si è ridotta nel primo trimestre quella di gasolio (-0,6% vs '22 e -1,0% vs '19).

In Spagna, i dati compilati da CORES disponibili fino al mese di febbraio, mostrano che nei primi due mesi del 2023 il consumo di carburanti autostradali in Spagna è in generale diminuito del -4,5% verso lo stesso periodo del 2022, con una crescita della domanda di benzina (+1,3%) e una riduzione di quella di gasolio auto (-5,9%). Durante il solo mese di febbraio, analogamente, il consumo dei carburanti autostradali è diminuito del -4,3% rispetto a febbraio 2022. In particolare, la domanda di benzina è cresciuta (+1,7%) mentre si è ridotto il consumo di gasolio (-5,7%).

Energia elettrica e CO2

Nei primi tre mesi del 2023 il PUN, in linea con il trend registrato dal gas naturale, ha registrato una quotazione media di 157 €/MWh (249 €/MWh in Q1 2022), in netto calo rispetto alla media di 244 €/MWh registrata nell'ultimo trimestre del 2022.

La flessione delle quotazioni del gas naturale va ricondotta alle elevate importazioni di gas naturale liquefatto (LNG) in sostituzione dei ridotti flussi via pipeline dalla Russia, e ai minori consumi rispetto alle medie storiche stagionali, a fronte dell'inverno particolarmente mite.

Le quotazioni EUA dei permessi europei per le emissioni di anidride carbonica hanno registrato nei primi tre mesi del 2023 una media pari a 87 €/ton, rispetto a una media di ca. 84 €/ton nel primo trimestre del 2022, e in aumento rispetto alla media di ca. 77€/ton registrata negli ultimi tre mesi del 2022.

Margini di raffinazione e margine Saras Industrial & Marketing

Per quanto concerne l'analisi della redditività del segmento Industrial & Marketing, Saras utilizza come riferimento il margine di raffinazione "EMC Reference Margin" benchmark, rispetto al quale la raffineria di Saras consegue tipicamente un margine superiore grazie alle caratteristiche di elevata flessibilità e complessità dei propri impianti, oltre che alle proprie performance industriali e commerciali.

Nel Q1 2023 l'EMC Reference Margin, alla luce del contesto di mercato descritto nel paragrafo precedente, si è attestato a una media di 10,1 \$/bbl (vs una media negativa di -0,5 \$/bbl in Q1/22). Il margine Saras è stato pari a 16,2 \$/bbl (8,4 \$/bbl nello stesso periodo dell'esercizio precedente), evidenziando un premio di +6,1 \$/bbl (+8,9 \$/bbl nel Q1 del 2022).

Il premio realizzato nel primo trimestre si colloca sulla parte alta della forchetta di guidance 2023 (che prevede un premio atteso annuo di 5÷6 \$/bbl); si ricorda che in contesti caratterizzati da elevata marginalità le azioni del management sono volte al

conseguimento del margine offerto dal mercato e alla massimizzazione della lavorazione talvolta anche a discapito di "ottimizzazioni di secondo livello" che possono incidere sul premio relativo rispetto al benchmark di riferimento.

Evoluzione prevedibile della Gestione

Nell'aggiornamento di metà aprile del WEO (World Economic Outlook), il Fondo Monetario Internazionale ha mantenuto previsioni caute sulla crescita del PIL globale, con stime sostanzialmente invariate rispetto all'outlook di gennaio: la crescita registrata nel 2022, pari al 3,4%, si limiterà al 2,8% quest'anno e al 3% nel 2024 (inferiore dello 0,1% in entrambi i periodi rispetto alle stime di gennaio). La ripartenza della Cina, elemento trainante della crescita di quest'anno, è stata confermata al 5,2%. La crescita per Europa e USA è invece attesa rispettivamente allo 0,8% e 1,6%. Eurozona e USA dovranno infatti scontare gli effetti delle politiche restrittive delle Banche centrali a contrasto dell'inflazione elevata, e solo in parziale rientro quest'anno, oltre a dover gestire i rischi legati a tassi di interesse in rapido aumento nel sistema bancario.

L'International Energy Agency (IEA) nell'Oil Market Report rilasciato a metà aprile 2023 conferma le ultime stime che vedono la domanda petrolifera globale aumentare quest'anno di 2 mb/g, passando a una media di 101,9 mb/g un dato che supera la domanda annua media pre-Covid del 2019 (100,4 mb/g), e superando potenzialmente i 103 mb/g nella seconda metà dell'anno. Tale aspettativa riflette una forte disparità geografica: i paesi non OCSE, sostenuti da una Cina in ripresa, rappresenteranno la maggior parte della crescita, e più che compenseranno la riduzione della domanda nei paesi OCSE. Questi ultimi, alla fine di marzo hanno registrato per il secondo trimestre consecutivo una domanda inferiore rispetto allo stesso periodo del 2022. Le cause principali sono da ricondursi al rallentamento dell'industria e ai minori consumi di combustibile legati da un lato a un inverno più mite del previsto, dall'altro al maggiore ricorso al gas, il cui prezzo si è progressivamente ridotto negli ultimi mesi. Questi fenomeni impattano principalmente sulla domanda di distillati medi, maggiormente legati all'andamento dell'industria, mentre la domanda del settore privato, e in particolare di benzina, continua a mostrare resilienza. Nella seconda parte dell'anno, tuttavia, è attesa una forte spinta alla domanda anche per i distillati medi grazie alla ripresa del jet/cherosene, con il ritorno del traffico aereo asiatico, che darà un indiretto impulso alla marginalità del pool dei distillati medi.

Dal punto di vista dell'offerta, l'inatteso annuncio del 2 aprile da parte dei principali paesi membri dell'Opec+ su un ulteriore taglio della produzione - per 1 mb/g circa a partire da maggio e per tutto il resto del 2023 - ha condizionato le attese dei principali analisti di settore, che già indicavano un mercato petrolifero in potenziale disavanzo a partire dalla seconda metà dell'anno. Gli ultimi tagli annunciati dall'Opec+ si inseriscono infatti in un mercato dei grezzi già teso e caratterizzato da una politica poco espansiva da parte dei paesi membri dell'organizzazione, a cui si sono aggiunti i tagli alla produzione annunciati a febbraio dalla Russia per ca. 500 kb/g da maggio e per tutto il 2023. In questo contesto, l'offerta globale di grezzo è conseguentemente guidata dai paesi non-OPEC+ (Stati Uniti e Brasile in primis). Le ultime stime della IEA successive all'annuncio dei tagli dell'OPEC+ prevedono che l'offerta petrolifera si attesterà a una media di 101,1 mb/g nel 2023, evidenziando uno squilibrio tra domanda e offerta, particolarmente evidente nella seconda metà dell'anno.

Guardando all'andamento del mercato nel mese di aprile, questo ha visto le quotazioni del Brent dtd salire rapidamente oltre gli 88 \$/bbl a valle dell'annuncio del taglio alla produzione dei paesi dell'Opec+, per ritornare a livelli inferiori intorno agli 82 \$/bbl alla fine del mese, in attesa degli annunci della Banche centrali sui tassi di interesse. Per quanto riguarda i margini dei prodotti raffinati, benzina e diesel hanno registrato una media rispettivamente di ca. 19 e 15 \$/bbl: in particolare i margini del diesel, pur mantenendosi superiori alle medie storiche, hanno registrato un trend calante, riflettendo l'aumento delle scorte precedentemente descritto, causato da un parziale rallentamento della domanda industriale dei paesi OECD, e da volumi di importazioni elevati da Asia e Medio Oriente. I prezzi di energia elettrica e CO2 nel corso di aprile hanno registrato una media rispettivamente di ca. 136€/MWh, inferiore rispetto a quella del primo trimestre (157€/MWh), e di 91€/ton, leggermente superiore alla media del primo trimestre (87 €/ton).

Lo scenario appena descritto, ancora volatile, insieme alle ipotesi di scenario prevalenti tra gli analisti di settore2 e all'andamento delle curve forward delle commodities petrolifere, del gas e dell'energia elettrica, portano a considerare per il 2023 uno scenario sempre positivo, ma più conservativo rispetto a quanto ipotizzato a inizio marzo, in particolare con riferimento ai margini del diesel, alla luce del recente indebolimento della domanda. Tuttavia, il consenso di mercato continua a prevedere un recupero della domanda di distillati medi nella seconda metà dell'anno trainato dalla ripresa cinese e da un aumento della domanda di jet fuel. I margini della benzina sono previsti mantenersi a livelli elevati in particolare nel secondo e terzo trimestre, grazie alla forte domanda stagionale, in particolare nell'area americana. Alla luce di tali previsioni, l'EMC Reference Margin nel 2023 è atteso ancora superiore alle medie storiche, sebbene inferiore ai livelli 2022.

Da un punto di vista operativo, si conferma il piano manutentivo previsto. Nel primo trimestre sono state realizzate manutenzioni sul reforming catalitico, su un hydrocracker (MHC2) e su alcune unità di distillazione (T2 e V2). Nel secondo trimestre come da programma sono confermate le attività di turnaround pluriennale dell'impianto di gassificazione a ciclo combinato IGGC;

2 Mercato Petrolifero: stime Platts, WMC, FGE e Nomisma (Apr'23); Mercato Elettrico & Gas: stime di Ref4E, Nomisma ed Elemens (Apr'23); Nota: per Q2_23 curve Forward @07/04 per Brent e Cracks; indicazione Supply Chain Management Saras per premi/sconti grezzI.

contestualmente saranno manutenuti il secondo hydrocracker (MHC1) e un'ulteriore unità topping (T1). Nella seconda metà dell'anno non sono previsti rilevanti interventi manutentivi, se non alcune attività minori ("slowdown" della gassificazione e la manutenzione di una delle unità di desolforazione). Nel complesso per quanto riguarda la lavorazione annuale di grezzo questa è confermata nell'ordine delle circa 12 ÷ 13 milioni di tonnellate (ovvero 88 ÷ 95 milioni di barili), a cui si aggiungerà circa 1 milioni di tonnellate di carica impianti complementare al grezzo (corrispondenti a circa 7 milioni di barili). La produzione di energia elettrica è confermata - coerentemente con gli interventi manutentivi previsti e in base ad una potenza essenziale richiesta ipotizzata - leggermente inferiore (-5%) rispetto ai livelli del 2022.

A fronte di tali condizioni la Società conferma la guidance per il 2023 di realizzare un premio medio rispetto all'EMC Reference margin compreso tra 5 ÷ 6 \$/bbl.

Per quanto riguarda il segmento Renewables, la capacità installata nel 2023 si conferma invariata a 171 MW. La valorizzazione della produzione 2023, la misura introdotta dal Decreto-Legge 27/2022 n. 4, cosiddetto "Sostegni TER", è stata estesa a tutto il primo semestre: pertanto, circa il 53% della produzione prevista nell'anno sarà valorizzato con una limitazione al prezzo massimo di circa 61 €/MWh. In aggiunta a tale misura la Legge di Bilancio 2023 in attuazione del regolamento Ue 2022/1854 ha stabilito che, per il primo semestre del 2023, la restante parte della produzione sarà soggetta a una limitazione di prezzo massimo di circa 180 €/MWh. Al momento, non sono previste estensioni di tali meccanismi per la seconda parte dell'anno.

Per quanto riguarda le attività di sviluppo delle rinnovabili, Sardeolica è attualmente impegnata nella costruzione dell'impianto fotovoltaico da 80MW Helianto, che procede come da programma, e la cui operatività è prevista entro la fine del primo semestre 2024. È inoltre in fase avanzata il processo autorizzativo per lo sviluppo di oltre 100MW di nuova capacità eolica greenfield in Sardegna.

Per quanto riguarda gli altri progetti avviati dal Gruppo nell'ambito della strategia di transizione energetica ("New Energies") Saras prosegue la collaborazione con Enel Green Power, finalizzata a fornire idrogeno verde alla raffineria di Saras attraverso l'utilizzo di un elettrolizzatore da circa 20MW alimentato da energia rinnovabile. Dopo il riconoscimento di SardHy Green Hydrogen tra le quattro aziende italiane ammesse al programma europeo IPCEI Hy2Use (l'iniziativa dell'Unione Europea che supporta i migliori progetti legati alla catena del valore dell'idrogeno), sono in corso le interlocuzioni con il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ed è stata presentata la domanda di agevolazione finanziaria, in base a quanto previsto dal decreto ministeriale di attivazione dell'intervento del fondo IPCEI per tali progetti di comune interesse europeo dell'idrogeno. Inoltre, sono state avviate le attività preliminari di negoziazione e definizione dei contratti per la fornitura dei materiali e per gli appalti dei lavori.

Relativamente al progetto di Carbon Capture and Storage, procede con Air Liquide la collaborazione finalizzata a definire gli aspetti relativi all'intera catena di sviluppo inclusi quelli relativi alla logistica e trasporto, unitamente a una stima dei costi e delle tempistiche. Sono inoltre in corso le attività avviate nel 2022 per accedere ai fondi europei Green New Deal e Horizon dedicati a progetti CCS e CCU (Carbon Capture and Utilisation).

Con riferimento agli investimenti del Gruppo nel 2023, si conferma per il segmento Industrial & Marketing un ammontare pari a circa 180-190 milioni di Euro, destinato all'efficientamento e mantenimento della competitività degli impianti anche alla luce dei ridotti investimenti del biennio passato, e pari a 60-70 milioni di Euro per il segmento Renewables. In particolare, nel segmento Industrial & Marketing gli investimenti saranno principalmente concentrati nel tornaround pluriennale dell'impianto IGCC, nonché in ambito HSE (Health, Safety & Environment) e nello sviluppo dei progetti ICT, Digital e Cybersecurity. Nel segmento Renewable gli investimenti saranno principalmente finalizzati alla realizzazione del parco fotovoltaico Helianto.

In merito all'andamento atteso della Posizione Finanziaria Netta del Gruppo, nel proseguo dell'anno questa sarà influenzata dal pagamento di imposte (incluse quelle sugli "extra-profitti"), dei dividendi relativi al 2022 e degli investimenti; tuttavia, le previsioni di generazione di cassa caratteristica e dell'andamento del capitale circolante (in virtù delle assunzioni di scenario e di performance ipotizzate dalla Società), consentono di ipotizzare una Posizione Finanziaria Netta di Gruppo di fine anno ancora in attivo sebbene in riduzione rispetto ai livelli attuali.

Audio-conferenza del 10 maggio 2023 e ulteriori Informazioni

Il giorno 10 maggio 2023 il Consiglio di Amministrazione di Saras SpA si riunirà per l'approvazione dei risultati del Gruppo per il primo trimestre 2023. Successivamente verrà diffuso a mezzo SDIR un apposito comunicato stampa e, contestualmente, sarà resa disponibile una presentazione sul sito web della Società (www.saras.it).

Alle ore 16:30 CEST dello stesso giorno si terrà la conference call per gli analisti e gli investitori, durante la quale il management commenterà i risultati e risponderà ad eventuali domande.

Numeri da chiamare per la conference call:

Dall'Italia: +39 02 8020911
Dal Regno Unito: +44 1 212818004
Dagli USA: +1 718 7058796

Il link per collegarsi alla webcast è il seguente:https://87399.choruscall.eu/links/saras230510.html

La registrazione e la trascrizione della webcast saranno altresì disponibili sul sito web della Società.

Per ulteriori informazioni si prega di voler contattare il servizio Investor Relations.

ll presente comunicato stampa è stato redatto ai sensi del Regolamento di attuazione del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 adottato dalla Consob con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999 e s.m.i.. Lo stesso è a disposizione del pubblico sul sito internet della società, nella sezione "Investitori / Comunicati Finanziari" ed anche presso il meccanismo di stoccaggio autorizzato per le informazioni regolamentate, denominato (). Inoltre, il Resoconto Intermedio sulla Gestione al 31 marzo 2023 è a disposizione del pubblico presso la sede legale in Sarroch (CA) S.S. 195 Sulcitana Km. 19, sul sito internet della Società nella sezione "Investitori / Bilanci e Relazioni", e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato .

Investor Relations Ilaria Candotti Phone + 39 02 7737642 [email protected]

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ll Gruppo Saras, fondato da Angelo Moratti nel 1962 è uno dei principali operatori europei nel settore dell'energia e raffinazione del petrolio. Tramite la Capogruppo Saras SpA e le controllate Saras Trading SA, basata a Ginevra, Saras Energia SAU, basata a Madrid, il Gruppo vende e distribuisce prodotti petroliferi sul mercato nazionale e internazionale. Il Gruppo è inoltre attivo anche nel settore della produzione di energia elettrica attraverso le controllate Sarlux Srl (impianto IGCC) e Sardeolica Srl (parco eolico). Il Gruppo offre poi servizi di ingegneria industriale e di ricerca per il settore petrolifero, dell'energia e dell'ambiente attraverso la controllata Sartec Srl. Il Gruppo Saras conta circa 1.576 dipendenti e presenta ricavi pari a circa 15,8 miliardi di Euro al 31 dicembre 2022.

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