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Quarterly Report May 10, 2023

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Quarterly Report

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ALLEGATI AL COMUNICATO STAMPA

Gruppo TIM – Schemi 2
Gruppo TIM - Conto economico separato consolidato 2
Gruppo TIM - Conto economico complessivo consolidato 3
Gruppo TIM - Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata 4
Gruppo TIM - Rendiconto finanziario consolidato 6
Gruppo TIM - Movimenti del patrimonio netto consolidato 8
Gruppo TIM- Indebitamento finanziario netto 9
Gruppo TIM - Variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato 10
Gruppo TIM - Contratti complessi 11
Gruppo TIM - Informazioni per settore operativo 12
Domestic 12
Brasile 12
Gruppo TIM - Personale 13
Gruppo TIM – Impatto sulle singole voci del conto economico separato consolidato degli eventi e
operazioni di natura non ricorrente
14
Gruppo TIM - Struttura del debito, emissioni obbligazionarie e obbligazioni in scadenza 15
Gruppo TIM - Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti 17
Indicatori alternativi di performance 26

10 maggio 2023

GRUPPO TIM – SCHEMI

Gli schemi di Conto Economico Separato Consolidato, Conto Economico Complessivo Consolidato, Situazione Patrimoniale Finanziaria Consolidata, Rendiconto Finanziario Consolidato, Movimenti del Patrimonio Netto Consolidato, nonché l'Indebitamento Finanziario Netto Consolidato del Gruppo TIM, nel seguito presentati, sono coerenti con gli schemi di bilancio consolidato inclusi nella Relazione finanziaria annuale e nella Relazione finanziaria semestrale. Tali schemi non sono stati oggetto di verifica da parte della società di revisione.

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2022 ai quali si rimanda, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2023.

GRUPPO TIM - CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute %
Ricavi 3.847 3.644 203 5,6
Altri proventi operativi 37 37
Totale ricavi e proventi operativi 3.884 3.681 203 5,5
Acquisti di materie e servizi (1.756) (1.620) (136) (8,4)
Costi del personale (1.089) (731) (358) (49,0)
Altri costi operativi (181) (168) (13) (7,7)
Variazione delle rimanenze 41 20 21
Attività realizzate internamente 140 134 6 4,5
Risultato operativo ante ammortamenti, plusvalenze/
(minusvalenze) e ripristini di valore/(svalutazioni) di
attività non correnti (EBITDA)
1.039 1.316 (277) (21,0)
Ammortamenti (1.201) (1.107) (94) (8,5)
Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti
Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti
Risultato operativo (EBIT) (162) 209 (371)
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e
Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto
(4) 16 (20)
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni
Proventi finanziari 322 325 (3) (0,9)
Oneri finanziari (693) (642) (51) (7,9)
Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività
in funzionamento
(537) (92) (445)
Imposte sul reddito (85) (50) (35) (70,0)
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento (622) (142) (480)
Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute
Utile (perdita) del periodo (622) (142) (480)
Attribuibile a:
Soci della Controllante (689) (204) (485)
Partecipazioni di minoranza 67 62 5 8,1

GRUPPO TIM - CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO CONSOLIDATO

Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio) è di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo Consolidato, comprensivo, oltre che dell'Utile (perdita) del periodo, come da Conto Economico Separato Consolidato, delle altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse dalle transazioni con gli Azionisti.

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Utile (perdita) del periodo
(a)
(622) (142)
Altre componenti del conto economico complessivo consolidato
Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 1 (2)
Effetto fiscale
(b) 1 (2)
Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):
Utili (perdite) attuariali
Effetto fiscale
(c)
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Effetto fiscale
(d)
Totale altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato
(e=b+c+d)
1 (2)
Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 1 (61)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato 2 13
Effetto fiscale 1
(f) 3 (47)
Strumenti derivati di copertura:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value (18) 108
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato 105 (98)
Effetto fiscale (22) (2)
(g) 65 8
Differenze cambio di conversione di attività estere:
Utili (perdite) di conversione di attività estere 31 884
Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto
economico separato consolidato
Effetto fiscale
(h) 31 884
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato
Effetto fiscale
(i)
Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato consolidato
(k=f+g+h+i)
99 845
Totale altre componenti del conto economico complessivo
consolidato
(m=e+k)
100 843
Utile (perdita) complessivo del periodo
(a+m)
(522) 701
Attribuibile a:
Soci della Controllante (599) 366
Partecipazioni di minoranza 77 335

GRUPPO TIM - SITUAZIONE PATRIMONIALE– FINANZIARIA CONSOLIDATA

(milioni di euro) 31.3.2023 31.12.2022 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Attività
Attività non correnti
Attività immateriali
Avviamento 19.118 19.111 7
Attività immateriali a vita utile definita 7.547 7.656 (109)
26.665 26.767 (102)
Attività materiali
Immobili, impianti e macchinari di proprietà 14.094 14.100 (6)
Diritti d'uso su beni di terzi 5.545 5.488 57
Altre attività non correnti
Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
537 539 (2)
Altre partecipazioni 111 116 (5)
Crediti finanziari non correnti per contratti di
locazione attiva
48 49 (1)
Altre attività finanziarie non correnti 1.649 1.602 47
Crediti vari e altre attività non correnti 2.395 2.365 30
Attività per imposte anticipate 779 769 10
5.519 5.440 79
Totale Attività non correnti
(a)
51.823 51.795 28
Attività correnti
Rimanenze di magazzino 363 322 41
Crediti commerciali, vari e altre attività correnti 4.496 4.539 (43)
Crediti per imposte sul reddito 145 147 (2)
Attività finanziarie correnti
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione
attiva
115 69 46
Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti
finanziari e altre attività finanziarie correnti
1.679 1.600 79
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti 2.660 3.555 (895)
4.454 5.224 (770)
Sub-totale Attività correnti 9.458 10.232 (774)
Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad
essere cedute
di natura finanziaria
di natura non finanziaria
Totale Attività correnti
(b)
9.458 10.232 (774)
Totale Attività
(b+a)
61.281 62.027 (746)

(milioni di euro) 31.3.2023 31.12.2022 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Patrimonio netto e Passività
Patrimonio netto
Patrimonio netto attribuibile ai Soci della
Controllante
14.463 15.061 (598)
Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza
3.706 3.664 42
Totale Patrimonio netto (c) 18.169 18.725 (556)
Passività non correnti
Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri
21.177 21.739 (562)
Passività finanziarie non correnti per contratti di
locazione passiva
4.684 4.597 87
Fondi relativi al personale 965 684 281
Passività per imposte differite 172 84 88
Fondi per rischi e oneri 942 910 32
Debiti vari e altre passività non correnti 1.103 1.146 (43)
Totale Passività non correnti (d) 29.043 29.160 (117)
Passività correnti
Passività finanziarie correnti per contratti di
finanziamento e altri
5.163 5.039 124
Passività finanziarie correnti per contratti di
locazione passiva
844 870 (26)
Debiti commerciali, vari e altre passività correnti 8.019 8.199 (180)
Debiti per imposte sul reddito 43 34 9
Sub-totale Passività correnti 14.069 14.142 (73)
Passività direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere
cedute
di natura finanziaria
di natura non finanziaria
Totale Passività correnti (e) 14.069 14.142 (73)
Totale Passività (f=d+e) 43.112 43.302 (190)
Totale Patrimonio netto e passività (c+f) 61.281 62.027 (746)

GRUPPO TIM - RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Flusso monetario da attività operative:
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento (622) (142)
Rettifiche per:
Ammortamenti 1.201 1.107
Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse partecipazioni) 1 7
Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate (differite) 60 36
Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
4 (16)
Variazione dei fondi relativi al personale 243 38
Variazione delle rimanenze (41) (20)
Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti 164 222
Variazione dei debiti commerciali (504) (277)
Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito 8 (2)
Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività 337 122
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative
(a)
851 1.075
Flusso monetario da attività di investimento:
Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi
per cassa
(1.054) (1.151)
Contributi in conto capitale incassati
Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle
disponibilità acquisite
Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni (5) (11)
Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i derivati
attivi di copertura e non)
(98) 405
Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese controllate e di
rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute
Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali e di altre attività non correnti
2 1
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento
(b)
(1.155) (756)
Flusso monetario da attività di finanziamento:
Variazione delle passività finanziarie correnti e altre (82) (628)
Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) 850
Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) (1.323) (3.431)
Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non (3) (16)
Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate)
Dividendi pagati (38) (26)
Variazioni di possesso in imprese controllate
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento
(c)
(596) (4.101)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
(d)
Flusso monetario complessivo
(e=a+b+c+d)
(900) (3.782)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo 3.555
(f)
6.904
Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti nette
(g)
4 144
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo
(h=e+f+g)
2.659 3.266

Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Acquisti di attività immateriali (241) (302)
Acquisti di attività materiali (571) (617)
Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi (335) (268)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per competenza
(1.147) (1.187)
Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti
d'uso su beni di terzi
93 36
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa
(1.054) (1.151)

Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario consolidato

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Imposte sul reddito (pagate)/incassate (28) 2
Interessi pagati (510) (470)
Interessi incassati 113 129
Dividendi incassati

Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo:
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 3.555 6.904
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
3.555 6.904
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo:
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 2.660 3.272
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (1) (6)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
2.659 3.266

GRUPPO TIM - MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO

Movimenti dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezzo
azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato
nelle altre
componenti
di conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversione
di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve
e utili
(perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31
dicembre 2021
11.614 2.133 49 (128) (2.500) (130) 6.376 17.414 4.625 22.039
Movimenti di
patrimonio netto
del periodo:
Dividendi deliberati (11) (11)
Utile (perdita)
complessivo del
periodo
(49) 8 611 (204) 366 335 701
Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto
4 4 4
Altri movimenti 2 2 2
Saldo al 31 Marzo
2022
11.614 2.133 (120) (1.889) (130) 6.178 17.786 4.949 22.735

Movimenti dal 1° gennaio 2023 al 31 marzo 2023

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezzo
azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato
nelle altre
componenti
di conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversione
di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve
e utili
(perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31
dicembre 2022
11.614 2.133 (58) 65 (2.085) (71) 3.463 15.061 3.664 18.725
Movimenti di
patrimonio netto
del periodo:
Dividendi deliberati (36) (36)
Utile (perdita)
complessivo del
periodo
4 65 21 (689) (599) 77 (522)
Assegnazione
azioni proprie per
LTI
6 (6)
Altri movimenti 1 1 1 2
Saldo al 31 Marzo
2023
11.620 2.133 (54) 130 (2.064) (71) 2.769 14.463 3.706 18.169

GRUPPO TIM - INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO

(milioni di euro) 31.3.2023 31.12.2022 Variazione
(a) (b) (a-b)
Passività finanziarie non correnti
Obbligazioni 15.253 15.259 (6)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 5.924 6.480 (556)
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva 4.684 4.597 87
25.861 26.336 (475)
Passività finanziarie correnti (*)
Obbligazioni 2.478 2.799 (321)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 2.685 2.240 445
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 844 870 (26)
6.007 5.909 98
Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Totale debito finanziario lordo 31.868 32.245 (377)
Attività finanziarie non correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva (48) (49) 1
Crediti finanziari e altre attività finanziarie non correnti (1.649) (1.602) (47)
(1.697) (1.651) (46)
Attività finanziarie correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni (1.491) (1.446) (45)
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva (115) (69) (46)
Crediti finanziari e altre attività finanziarie correnti (188) (154) (34)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti (2.660) (3.555) 895
(4.454) (5.224) 770
Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
Totale attività finanziarie (6.151) (6.875) 724
Indebitamento finanziario netto contabile 25.717 25.370 347
Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie
103 (6) 109
Indebitamento finanziario netto rettificato 25.820 25.364 456
Così dettagliato:
Totale debito finanziario lordo rettificato 31.287 31.682 (395)
Totale attività finanziarie rettificate (5.467) (6.318) 851
(*) di cui quota corrente del debito a M/L termine:
Obbligazioni 2.478 2.799 (321)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 1.668 1.139 529
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 817 856 (39)

GRUPPO TIM - VARIAZIONE DELL'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Variazione
(a) (b) (a-b)
EBITDA 1.039 1.316 (277)
Investimenti industriali di competenza (837) (932) 95
Variazione del capitale circolante netto operativo: (157) (91) (66)
Variazione delle rimanenze (41) (20) (21)
Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti 164 222 (58)
Variazione dei debiti commerciali (722) (311) (411)
Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile / spectrum (186) 186
Altre variazioni di crediti/debiti operativi 442 204 238
Variazione dei fondi relativi al personale 243 38 205
Variazione dei fondi operativi e altre variazioni 10 (27) 37
Operating free cash flow netto 298 304 (6)
% sui Ricavi 7,7 8,3 (0,6)pp
Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni 2 1 1
Aumenti/Rimborsi di capitale comprensivi di oneri accessori
Investimenti finanziari (5) (11) 6
Pagamento dividendi (38) (26) (12)
Incrementi di contratti di leasing (310) (255) (55)
Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti, non operativi (403) (465) 62
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
(456) (452) (4)
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto delle
attività cessate/attività non correnti destinate ad essere cedute
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato
(456) (452) (4)

Equity Free Cash Flow

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Variazione
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
(456) (452) (4)
Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i
rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali disdette/estinzioni anticipate di
operazioni di leasing (+))
296 530 (234)
Pagamento delle licenze tlc e per l'utilizzo di frequenze 186 (186)
Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o
cessioni di partecipazioni
5 11 (6)
Pagamento dei dividendi e Change in Equity 38 26 12
Equity Free Cash Flow (117) 301 (418)

GRUPPO TIM - CONTRATTI COMPLESSI

Il Gruppo TIM, nell'ambito di un processo volto ad assicurare l'identificazione e la definizione delle iniziative di evoluzione del sistema di controllo interno di gestione dei rischi aziendali, ha istituito nell'esercizio 2022 un Comitato Tecnico per la supervisione dei contratti complessi (il "Comitato Tecnico").

Il Comitato Tecnico ha definito:

  • i criteri oggettivi in base ai quali classificare un contratto come "contratto complesso";
  • l'iter valutativo e autorizzativo dei contratti complessi che prevede il coinvolgimento di una pluralità di soggetti e di competenze in grado di valutare i diversi profili di rischio (processo decisionale collegiale);
  • l'aggiornamento della policy che disciplina il processo di formalizzazione della contrattualistica nel Gruppo prevedendo una chiara identificazione e formalizzazione dei razionali alla base del processo decisionale di assegnazione dei contratti complessi, nonché dei relativi meccanismi di escalation, rafforzando così il processo di individuazione e la ricostruzione delle fonti, degli elementi informativi e dei controlli eseguiti.

Nel corso dell'esercizio 2021 alcuni contratti per l'offerta di contenuti multimedia connessi alle partnership in essere, fra cui quella fra TIM e DAZN, hanno evidenziato un margine complessivo lungo l'intera durata contrattuale negativo, con la necessità di effettuare un accantonamento per complessivi 548 milioni di euro per l'iscrizione al 31 dicembre 2021 di un Fondo Rischi contrattuali per contratti onerosi.

Nel corso dell'esercizio 2022 TIM S.p.A. ha inoltre registrato un accantonamento di 41 milioni di euro per contratti onerosi riguardante un accordo pluriennale stipulato nel corso del 2021 che impegnava la Società ad acquisti minimi e per il quale nel corso del 2022 si è manifestata l'onerosità complessiva stimata per il periodo di durata residua dell'accordo.

L'utilizzo del Fondo Rischi contrattuali per contratti onerosi lungo la durata contrattuale consente di compensare la componente negativa del margine (EBITDA) - riferibile sia all'andamento operativo dei business sia agli impegni in termini di corrispettivi che TIM è contrattualmente obbligata a riconoscere alle controparti rilevando una marginalità operativa (organica) nulla.

Il Fondo rischi contrattuali per contratti onerosi al 31 marzo 2023 ammonta a complessivi 247 milioni di euro.

Di seguito si evidenzia:

  • l'ammontare utilizzato nel primo trimestre del Fondo rischi a fronte del margine negativo;
  • l'ammontare della marginalità organica complessiva (EBITDA organico) in assenza dell'utilizzo del Fondo rischi per contratti onerosi.
Gruppo TIM Business Unit Domestic
(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
EBITDA ORGANICO (incluso l'utilizzo del Fondo rischi
contratti onerosi)
1.459 1.406 1.000 1.029
- Utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi a fronte del
Margine negativo
(8) (15) (8) (15)
EBITDA ORGANICO (escluso l'utilizzo del Fondo rischi
contratti onerosi)
1.451 1.391 992 1.014

L'importo di 8 milioni di euro rappresenta il margine negativo a fronte del quale è stato utilizzato il fondo.

Sotto il profilo finanziario, il margine negativo coperto dal Fondo rischi, comporta un pari impatto sulla Posizione Finanziaria Netta e sui flussi di cassa.

Con riferimento ai contratti pluriennali che in alcuni casi impegnano TIM a riconoscere alla controparte corrispettivi a titolo di minimo garantito, occorre richiamare come la valutazione di tali contratti e la stima dei costi ad essi associati è soggetta a numerose incertezze che includono fra gli altri dinamiche di mercato, pronunciamenti delle autorità regolatorie del mercato, sviluppo delle nuove tecnologie a supporto del servizio. Tali stime vengono riviste periodicamente sulla base dei dati consuntivati al fine di assicurare che il dato previsionale rimanga nell'ambito di range ragionevolmente prevedibili. Non tutti i fattori citati sono sotto il controllo della società, potrebbero pertanto impattare anche in maniera significativa sulle previsioni future circa l'andamento dei contratti stessi, l'importo di marginalità (positiva o negativa) stimato, i flussi di cassa che verranno generati.

GRUPPO TIM - INFORMAZIONI PER SETTORE OPERATIVO

Domestic

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 2.843 2.846 (3) (0,1) (0,2)
EBITDA 582 962 (380) (39,5) (2,8)
% sui Ricavi 20,5 33,8 (13,3)pp (0,9)pp
EBIT (303) 92 (395) (27,7)
% sui Ricavi (10,7) 3,2 (13,9)pp (1,6)pp
Personale a fine periodo (unità) (°) 40.906 (*)40.984 (78) (0,2)

(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato 38 unità al 31 marzo 2023 (15 unità al 31 dicembre 2022). (*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2022.

Fisso

31.3.2023 31.12.2022 31.3.2022
Accessi totali TIM Retail (migliaia) 8.216 8.290 8.539
di cui NGN (1) 5.487 5.417 5.244
Accessi totali TIM Wholesale (migliaia) 7.453 7.525 7.729
di cui NGN 5.206 5.171 4.997
Accessi broadband TIM Retail attivi (migliaia) 7.379 7.443 7.643
ARPU Consumer (€/mese) (2) 27,3 28,3 28,4
ARPU Broadband (€/mese) (3) 34,5 35,6 33,0

(1) Accessi UltraBroadband in modalità FTTx e FWA, incluse anche le linee "solo dati" e GBE (Gigabit Ethernet).

(2) Ricavi da servizi retail organici Consumer rapportati alla consistenza media degli accessi Consumer.

(3) Ricavi da servizi broadband organici rapportati alla consistenza media degli accessi broadband TIM retail attivi.

Mobile

31.3.2023 31.12.2022 31.3.2022
Consistenza linee a fine periodo (migliaia) 30.201 30.407 30.395
di cui Human 18.297 18.438 18.799
Churn rate (%) (4) 3,7 13,3 3,7
Users broadband (migliaia) (5) 12.584 12.577 12.717
ARPU Retail (€/mese) (6) 6,7 7,1 7,0
ARPU Human (€/mese) (7) 11,1 11,5 11,3

(4) Percentuale di linee totali cessate nel periodo rispetto alla consistenza media totale.

(5) Linee mobili che utilizzano servizi dati.

(6) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee. (7) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media linee human.

Brasile

(milioni di euro) (milioni di reais) Variazioni
1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 1.012 806 5.640 4.727 913 19,3 19,3
EBITDA 459 356 2.559 2.091 468 22,4 21,8
% sui Ricavi 45,4 44,2 45,4 44,2 1,2pp 0,9pp
EBIT 143 120 796 703 93 13,2 11,9
% sui Ricavi 14,1 14,9 14,1 14,9 (0,8)pp (1,0)pp
Personale a fine periodo (unità) 9.424 (°)9.395 29 0,3

(°) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2022.

GRUPPO TIM - PERSONALE

Consistenza media retribuita del personale

(unità equivalenti) 1° Trimestre
2023
Esercizio
2022
1° Trimestre
2022
Variazione
(a) (b) (c) (a-c)
Consistenza media retribuita–Italia 34.746 36.866 37.018 (2.272)
Consistenza media retribuita–Estero 9.243 9.046 8.956 287
Totale consistenza media retribuita (1) 43.989 45.912 45.974 (1.985)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 30 unità medie in Italia nel primo trimestre 2023; 15 unità medie in Italia nell'esercizio 2022; 9 unità medie nel primo trimestre 2022.

Organico a fine periodo

(unità) 31.3.2023 31.12.2022 31.3.2022 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Organico – Italia 40.671 40.752 42.538 (81)
Organico – Estero 9.672 9.640 9.365 32
Totale organico a fine periodo (1) 50.343 50.392 51.903 (49)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 38 unità in Italia al 31.3.2023; 15 unità in Italia al 31.12.2022; 10 unità in Italia al 31.3.2022.

Organico a fine periodo - dettaglio per Business Unit

(unità) 31.3.2023 31.12.2022 31.3.2022 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Domestic 40.906 40.984 42.782 (78)
Brasile 9.424 9.395 9.109 29
Altre attività 13 13 12
Totale 50.343 50.392 51.903 (49)

GRUPPO TIM – IMPATTO SULLE SINGOLE VOCI DEL CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEGLI EVENTI E OPERAZIONI DI NATURA NON RICORRENTE

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DME/RM/9081707 del 16 settembre 2009, vengono di seguito esposte le informazioni circa l'impatto sulle singole voci di Conto Economico Separato Consolidato degli eventi e operazioni non ricorrenti:

(milioni di euro) 1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2022
Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze:
Consulenze, prestazioni professionali e altri costi (4) (5)
Costi del personale:
Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri (416) (60)
Altri costi operativi:
Altri oneri e accantonamenti (6)
Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/(minusvalenze) e
Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
(420) (71)
Impatto su Risultato operativo (EBIT) (420) (71)
Oneri finanziari:
Altri oneri finanziari (9) (1)
Impatto sull'Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento
(429) (72)
Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti 2 19
Impatto sull'Utile (perdita) del periodo (427) (53)

GRUPPO TIM - STRUTTURA DEL DEBITO, EMISSIONI OBBLIGAZIONARIE E OBBLIGAZIONI IN SCADENZA

Revolving Credit Facility e Term Loan

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed(*) disponibili al 31 marzo 2023:

(miliardi di euro) 31.3.2023 31.12.2022
Accordato Utilizzato Accordato Utilizzato
Sustainability-linked RCF – maggio 2026 4,0 4,0
Totale 4,0 4,0

(*) Ai sensi del contratto firmato le Banche sono impegnate a provvedere i fondi a chiamata (con un preavviso di almeno 3 giorni). Trattandosi di una linea "Committed", le banche non hanno meccanismi per non onorare la richiesta di fondi avanzata dalla Società, fatte salve le clausole di cancellazione obbligatoria anticipata standard di mercato (Scadenza naturale del contratto, Cambio di controllo, Borrower Illegality, Events of default, ognuna come definita nel contratto).

Obbligazioni

Relativamente all'evoluzione dei prestiti obbligazionari nel corso del primo trimestre 2023 si segnala quanto segue:

(milioni di valuta originaria) Valuta Importo Data di emissione
Nuove emissioni
TIM S.p.A. 850 milioni di euro 6,875% Euro 850 27/1/2023
(milioni di valuta originaria) Valuta Importo Data di rimborso
Rimborsi

Inoltre, in data 12 aprile 2023 TIM ha concluso con successo la riapertura del prestito obbligazionario emesso in data 27 gennaio 2023 (cedola 6,875%, scadenza 15 febbraio 2028), per un importo pari a 400 milioni di euro ('Tap Issue').

Il valore nominale di rimborso, al netto dei titoli propri riacquistati, dei prestiti obbligazionari in scadenza nei 18 mesi successivi al 31 marzo 2023 emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A. (con garanzia piena e incondizionata da parte di TIM S.p.A.) è pari a 4.806 milioni di euro, come di seguito dettagliato:

  • 427 milioni di euro (controvalore di 375 milioni di GBP), scadenza 19 maggio 2023;
  • 1.000 milioni di euro, scadenza 19 luglio 2023;
  • 750 milioni di euro, scadenza 19 gennaio 2024;
  • 1.250 milioni di euro, scadenza 11 aprile 2024;
  • 1.379 milioni di euro (controvalore di 1.500 milioni di USD), scadenza 30 maggio 2024.

I titoli obbligazionari emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom ltalia Capital S.A. non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di eventi diversi dall'insolvenza del Gruppo TIM; inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..

Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni analoghe effettuate sui medesimi mercati.

Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM con la Banca Europea degli Investimenti ("BEI"), in data 19 maggio 2021 TIM ha sottoscritto un nuovo finanziamento per un ammontare pari a 230 milioni di euro a supporto dei progetti per la digitalizzazione del Paese. Inoltre, nella stessa data, ha ampliato il finanziamento firmato nel 2019 (per un importo iniziale pari a 350 milioni di euro) per un importo addizionale pari a 120 milioni di euro.

Pertanto, alla data del 31 marzo 2023 il totale nominale dei finanziamenti in essere con la BEI è pari a 700 milioni di euro, tutti tirati e non assistiti da garanzia bancaria.

Nei due finanziamenti BEI firmati in data 25 novembre 2019 e 19 maggio 2021 si rilevano i seguenti covenant:

  • nel caso in cui la società sia oggetto di fusione, scissione o conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo TIM, ovvero alieni, dismetta o trasferisca beni o rami d'azienda (ad eccezione di alcuni atti di disposizione espressamente previsti), dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento, oppure, solo per alcuni contratti, il rimborso anticipato del prestito (qualora l'operazione di fusione e scissione al di fuori del Gruppo TIM comprometta l'esecuzione o l'esercizio del Progetto oppure rechi pregiudizio alla BEI nella sua qualità di creditrice);
  • TIM si è impegnata a far sì che, per tutta la durata del prestito, l'indebitamento finanziario complessivo delle società facenti parte del Gruppo TIM diverse da TIM, e fatti salvi i casi in cui tale indebitamento sia interamente e irrevocabilmente garantito da TIM, sia inferiore ad un ammontare pari al 35% (trentacinque per cento) dell'indebitamento finanziario complessivo del Gruppo TIM;
  • "Clausola per inclusione", ai sensi della quale, nel caso in cui TIM si impegni a mantenere in altri contratti di finanziamento parametri finanziari (e anche alcune clausole più stringenti, tra cui, ad esempio, cross default ed impegni di limitazione alla vendita di beni) che non siano presenti o siano più stringenti rispetto a quelli concessi alla BEI, quest'ultima avrà la facoltà di richiedere qualora reputi, a proprio ragionevole giudizio, che tali modifiche possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di TIM, la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento al fine di prevedere una disposizione equivalente a favore della BEI;
  • "Evento Rete", ai sensi della quale a fronte di una cessione totale o di una porzione sostanzialmente rilevante (in ogni caso superiore alla metà in termini quantitativi) della rete fissa in favore di soggetti terzi non controllati oppure nel caso di cessione della partecipazione di controllo nella società a cui la rete o una sua porzione sostanzialmente rilevante sia stata precedentemente ceduta, TIM dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento o una soluzione alternativa.

I contratti di finanziamento di TIM non contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporti l'obbligo di rimborso del prestito in essere ad eccezione del finanziamento sottoscritto in data 6 luglio 2022 che beneficia della "Garanzia Italia" (ai sensi dell'art. 1, comma 1, del Decreto-Legge n. 23 dell'8 aprile 2020 e successive modifiche e integrazioni).

Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l'impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge"), l'impegno a non modificare l'oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.

Nei contratti di finanziamento TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l'eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.

Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.

Nella documentazione dei prestiti concessi ad alcune società del Gruppo TIM, sono generalmente previsti obblighi di rispettare determinati indici finanziari, nonché gli usuali covenant di altro genere, pena la richiesta di rimborso anticipato del prestito.

Si segnala, infine, che al 31 marzo 2023, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.

GRUPPO TIM - CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui le società del Gruppo TIM sono coinvolte al 31 marzo 2023, nonché quelli chiusi nel corso del periodo.

Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, il Gruppo TIM ha iscritto passività per complessivi 271 milioni di euro.

Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura dell'Informativa finanziaria al 31 marzo 2023 e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.

Infine, relativamente ai procedimenti con l'Autorità Antitrust, si rammenta che in base all'art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 ("Norme per la tutela della concorrenza e del mercato"), l'Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.

a) Principali contenziosi e azioni giudiziarie pendenti

Per i seguenti contenziosi e azioni giudiziarie pendenti non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2022:

  • Procedimento Golden Power;
  • Contenziosi Colt Technology Services, Eutelia e Clouditalia Telecomunicazioni (connessi al procedimento Antitrust A428);
  • Procedimento Antitrust A514, I820, A556;
  • Contenzioso Open Fiber (connesso al procedimento A514);
  • Poste;
  • Brasile arbitrato Opportunity;
  • Iliad (winback);
  • Fastweb (migrazione ATM Ethernet).

Contenziosi fiscali e regolatori internazionali

Al 31 marzo 2023 le società della Business Unit Brasile risultano coinvolte in contenziosi di natura fiscale o regolatoria il cui esito è valutato di possibile soccombenza per un ammontare complessivo di circa 18,2 miliardi di reais (18,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2022), corrispondenti a circa 3,3 miliardi di euro al 31 marzo 2023. Sono di seguito evidenziate le principali tipologie di contenzioso, classificate in base all'imposta cui fanno riferimento.

Imposte federali

In relazione all'imposizione a livello federale, si segnalano i seguenti filoni vertenziali:

  • disconoscimento degli effetti fiscali di operazioni di fusione tra società facenti parte del gruppo TIM Brasil;
  • diniego del beneficio fiscale territoriale SUDENE, in ragione di pretese irregolarità nella gestione e nella rendicontazione del beneficio stesso;
  • contestazioni in ordine alle compensazioni con le perdite fiscali pregresse;
  • ulteriori contestazioni in ordine alla deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento;
  • assoggettamento ad imposizione sul reddito di talune tipologie di differenze di cambio;
  • assoggettamento a ritenute alla fonte di talune tipologie di pagamenti effettuati verso l'estero (ad esempio, i pagamenti per roaming internazionale);
  • ulteriori contestazioni in ordine alle compensazioni effettuate tra imposte a debito e posizioni fiscali creditorie delle società del gruppo.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,1 miliardi di reais (3,3 miliardi di reais al 31 dicembre 2022).

Imposte statali

Nell'ambito del prelievo statale, si segnalano molteplici contestazioni in materia di ICMS, ed in particolare:

  • contestazioni riguardanti l'abbattimento della base imponibile del tributo, a fronte di sconti concessi ai clienti, oltre a contestazioni in merito all'utilizzo dei crediti fiscali dichiarati dalle società del gruppo, a fronte della restituzione di terminali telefonici dati in comodato, ed a seguito della rilevazione di frodi da sottoscrizione ai danni delle società;
  • assoggettamento ad ICMS di talune tipologie di canoni, maturati a favore delle società del gruppo e da queste classificati come corrispettivi per servizi diversi da quelli di telecomunicazione;
  • contestazioni sull'utilizzo del beneficio fiscale "PRO-DF" originariamente concesso da taluni Stati, e successivamente dichiarato incostituzionale (la contestazione si riferisce all'effettiva spettanza del credito per ICMS, dichiarato dalla società TIM Celular, ora incorporata in TIM S.A., sulla base delle predette disposizioni agevolative);
  • contestazioni relative all'utilizzo dei crediti per ICMS, rilevati dalle società del gruppo in esito alle acquisizioni di immobilizzazioni materiali, ed in relazione alle somministrazioni di energia elettrica a favore delle società, oltre che in applicazione delle disposizioni in materia di sostituzione d'imposta;
  • sanzioni irrogate alle società del gruppo per irregolarità negli adempimenti dichiarativi;
  • contestazioni dei crediti per ICMS in relazione alla procedura di sostituzione d'imposta, prevista nei casi di acquisto e distribuzione di apparati tra Stati diversi;
  • contestazioni dei crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati, come anticipazione delle successive ricariche.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 9,8 miliardi di reais (9,6 miliardi di reais al 31 dicembre 2022).

Imposte municipali

Tra i contenziosi con un grado di rischio classificato come "possibile", vi sono alcune controversie relative alle imposte comunali (Municipal Taxes) il cui importo complessivo ammonta a circa 1,6 miliardi di reais (circa 1,6 miliardi di reais al 31 dicembre 2022).

FUST e FUNTTEL

Le principali contestazioni in materia di contribuzioni all'ente regolatorio (Anatel), e in particolare in termini di FUST e FUNTTEL, riguardano l'assoggettamento a tali prelievi dei ricavi da interconnessione.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,7 miliardi di reais (3,7 miliardi di reais al 31 dicembre 2022).

Procedimento Antitrust A428

A conclusione del procedimento A428, nel mese di maggio 2013 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha comminato a TIM due sanzioni amministrative, per 88.182.000 euro e 15.612.000 euro, per abuso di posizione dominante. La Società (i) avrebbe ostacolato o ritardato l'attivazione dei servizi di accesso richiesti dagli OLO tramite rifiuti ingiustificati e pretestuosi; (ii) avrebbe offerto i propri servizi di accesso ai clienti finali a condizioni economiche e tecniche asseritamente non eguagliabili da parte dei concorrenti che acquistano servizi di accesso all'ingrosso dalla stessa TIM, nelle sole aree geografiche del Paese in cui sono disponibili i servizi di accesso disaggregato alla rete locale e dove, quindi, gli altri operatori possono svolgere un'azione concorrenziale più efficace nei confronti della Società.

TIM ha impugnato il provvedimento innanzi al TAR Lazio, con istanza di sospensiva del pagamento della sanzione. In particolare ha contestato: la lesione dei diritti di difesa all'interno del procedimento, la circostanza che le presunte scelte organizzative contestate da AGCM e asseritamente alla base dell'abuso in materia di processi di provisioning verso gli OLO fossero state oggetto di specifici provvedimenti dell'Autorità di settore (AGCom), la circostanza che la disamina comparata dei processi di provisioning interni/esterni portasse invero a risultanze migliorative per gli OLO rispetto alla direzione retail di TIM, essendo quindi assente ogni forma di disparità di trattamento e/o di comportamenti opportunistici da parte di TIM, nonché (con riferimento al secondo abuso) la inidoneità strutturale delle condotte contestate a determinare una compressione dei margini degli OLO.

Nel maggio 2014, è stata pubblicata la sentenza con la quale il TAR Lazio ha respinto il ricorso di TIM confermando le sanzioni statuite nel provvedimento impugnato. Avverso tale decisione la Società ha presentato, a settembre 2014, ricorso in appello.

Con sentenza n. 2497/15 del mese di maggio 2015, il Consiglio di Stato ha ritenuto la decisione di primo grado immune dai vizi denunciati da TIM e confermato quanto stabilito dall'AGCM. La società aveva provveduto, già in precedenza, al pagamento delle sanzioni e dei relativi interessi.

Con provvedimento notificato nel luglio 2015, l'AGCM ha infine avviato nei confronti di TIM un procedimento di inottemperanza per verificare se la Società abbia rispettato la diffida a non porre in essere comportamenti analoghi a quelli oggetto dell'infrazione accertata con il provvedimento di conclusione del procedimento A428 del maggio 2013.

Il 13 gennaio 2017 è stata notificata a TIM la valutazione conclusiva dell'AGCM, che riconosce che TIM ha pienamente ottemperato al provvedimento A428 e, dunque, che non sussistono i presupposti per l'irrogazione di alcuna sanzione per inottemperanza.

AGCM riconosce, altresì, che il comportamento di TIM successivo al provvedimento del 2013 è stato orientato a un continuo miglioramento delle performance nella fornitura dei servizi di accesso wholesale che ha riguardato, non solo i servizi oggetto dell'istruttoria, ma anche i nuovi servizi di accesso ultrabroadband. Nella valutazione di ottemperanza AGCM ha riconosciuto l'impatto positivo dell'implementazione, ancorché non

ancora conclusa, del Nuovo Modello di Equivalence (NME) di TIM. La decisione AGCM ha imposto a TIM di: (i) proseguire nell'attuazione del NME, fino al suo completamento previsto entro il 30 aprile 2017; (ii) informare l'Autorità sui livelli di prestazione dei sistemi di fornitura dei servizi di accesso wholesale e sul completamento del relativo progetto di riorganizzazione interna entro maggio 2017. Entrambe le imposizioni sono state oggetto di tempestivo adempimento valutato positivamente dall'Autorità con comunicazione del 9 agosto 2017.

Vodafone ha impugnato innanzi al TAR Lazio il provvedimento finale del procedimento di inottemperanza adottato da AGCM. TIM si è costituita in giudizio, così come negli ulteriori giudizi intentati nel mese di marzo 2017 dagli operatori CloudItalia, KPNQWest Italia e Digitel. Con sentenze rispettivamente 311 e 312/23 del 11 gennaio 2023, il TAR ha respinto i ricorsi di KPNQWest e CloudItalia. In data 11 aprile 2023, KPNQWest , ora Comm 3000, ha presentata ricorso in appello al Consiglio di Stato avverso la sentenza del TAR.

COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) - A428

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma, COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 37 milioni di euro, per asserite condotte abusive e anticoncorrenziali attuate nel periodo 2009-2011, mediante boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi all'ingrosso - KO); tali pretese sono fondate sui contenuti del provvedimento dell'AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. All'esito del giudizio, con sentenza di aprile 2019, il Tribunale di Roma ha accolto parzialmente le domande di COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) condannando TIM al pagamento di un importo significativamente inferiore a quanto oggetto delle pretese risarcitorie di controparte. Nel mese di giugno 2019, TIM ha proposto appello avverso la sentenza. Con sentenza di aprile 2021, la Corte di Appello di Roma ha accolto in parte l'appello di TIM riducendo l'importo del risarcimento dovuto a COMM 3000, che era comunque interamente coperto dal relativo fondo. Nel mese di novembre 2021, TIM ha proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma. L'adunanza in Camera di consiglio è stata fissata per il 13 giugno 2023.

Irideos

Nel mese di gennaio 2022 Irideos ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Roma, avanzando una richiesta di risarcimento dei danni asseritamente subiti in conseguenza delle condotte illecite di TIM sanzionate dall'AGCM con il provvedimento conclusivo del proc. A514 (azione c.d. follow on). La richiesta risarcitoria è pari a 23.204.079,87 euro per danni provocati dai comportamenti anticoncorrenziali posti in essere da TIM dal 2017 al 2019 (con effetti anche negli anni successivi) nel mercato dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa a banda larga e ultra-larga (mercato wholesale) e nel mercato dei servizi di telecomunicazione al dettaglio su rete fissa a banda larga e ultra-larga (mercato retail). TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di controparte. All'udienza del 1° giugno 2022, il giudice istruttore ha (i) assegnato alle parti i termini per il deposito delle memorie istruttorie con decorrenza dal 15 febbraio 2023 e (ii) rinviato la causa all'udienza del 7 giugno 2023. L'udienza per l'assunzione dei mezzi di prova è stata fissata al 5 ottobre 2023.

Eutelia e Voiceplus

Nel mese di giugno 2009, Eutelia e Voiceplus hanno chiesto l'accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium (basato sull'offerta al pubblico di servizi resi tramite le cosiddette Numerazioni Non Geografiche). Le attrici hanno quantificato i loro danni in un importo complessivo pari a circa 730 milioni di euro.

L'azione segue un procedimento cautelare in cui la Corte d'Appello di Milano ha inibito alla Società alcuni comportamenti in materia di gestione delle relazioni economiche con Eutelia e Voiceplus aventi a oggetto le Numerazioni Non Geografiche, per le quali TIM gestiva, per conto di tali OLO e in virtù di obblighi regolatori, l'incasso dai clienti finali. A seguito della sentenza con la quale la Corte d'Appello di Milano ha accolto le eccezioni di TIM dichiarando la propria incompetenza in favore del Tribunale Civile, Eutelia in amministrazione straordinaria e Voiceplus in liquidazione hanno riassunto il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. L'udienza di prima comparizione si è svolta nel mese di marzo 2014. TIM si è costituita in giudizio confutando le tesi delle controparti. A seguito del fallimento di Voiceplus il Tribunale di Milano, con ordinanza del mese di settembre 2015, ha dichiarato l'interruzione del giudizio che è stato successivamente riassunto da Voiceplus.

Con sentenza del mese di febbraio 2018, il Tribunale di Milano, in accoglimento delle tesi difensive di TIM, ha rigettato la domanda risarcitoria delle controparti condannando le stesse, in solido, alla rifusione delle spese legali. Nel mese di marzo 2018, Eutelia e Voiceplus hanno proposto appello avverso la sentenza di primo grado.

TIM si è costituita in appello chiedendo l'integrale conferma della sentenza di primo grado. Con sentenza del 5 agosto 2019, l'appello di Eutelia e di Voiceplus è stato integralmente rigettato. Nel mese di dicembre 2019 Eutelia e Voiceplus hanno proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata. L'udienza in Camera di Consiglio è fissata per il 16 febbraio 2023. All'udienza del 16 febbraio 2023, su istanza delle ricorrenti, è stata disposta la discussione in pubblica udienza, la cui data non è stata ancora fissata.

Fatturazione a 28 giorni

Con la delibera 121/17/CONS AGCom ha introdotto disposizioni sulla cadenza della fatturazione per la telefonia, prescrivendo per la telefonia fissa che essa dovesse essere su base mensile o suoi multipli e per la telefonia mobile su base almeno quadrisettimanale. TIM ha impugnato dinanzi al TAR la delibera n. 121/17/CONS. A febbraio 2018 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza che respinge il ricorso. Tale sentenza è stata impugnata da TIM innanzi al Consiglio di Stato nel giugno 2018. Il 23 settembre 2020 è stata pubblicata la sentenza non definitiva con cui il Consiglio di Stato ha riunito i ricorsi in appello di TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre ed ha disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) in merito alla sussistenza in capo all'Autorità del potere di regolamentare la cadenza di rinnovo delle offerte commerciali e dei periodi di fatturazione, rigettando al contempo gli altri motivi di ricorso degli operatori e sospendendo il giudizio. A febbraio 2021 TIM ha depositato le osservazioni scritte sulle domande di pronuncia pregiudiziale alla CGUE. Su richiesta della CGUE, Il Consiglio di Stato con ordinanza pubblicata il 23 novembre 2021 ha confermato il rinvio alla Corte di Giustizia sulle questioni pregiudiziali poste; il 15 dicembre 2022 sono state

presentate le conclusioni dell'avvocato generale e si attende ora la decisione della CGUE, il giudizio innanzi al Consiglio di Stato resta quindi sospeso.

AGCom, con la delibera 499/17/CONS, accertata la violazione della delibera 121/17/CONS ha applicato a TIM una sanzione di 1.160.000 euro, diffidandola a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese - a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile.

A marzo 2018 con la delibera n. 112/18/CONS AGCom ha (i) revocato la precedente delibera 499/17/CONS nella parte in cui TIM veniva diffidata a stornare gli importi presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale, (ii) diffidato TIM a posticipare, limitatamente ai servizi di telefonia fissa, la data di decorrenza delle fatture emesse dopo il ripristino della fatturazione con cadenza mensile di un numero di giorni pari a quelli presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale.

Con il decreto presidenziale n. 9/18/PRES AGCom, ha modificato la delibera n. 112/18/CONS nelle parti in cui prevedeva che il differimento della fatturazione dovesse avvenire in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o suoi multipli disponendo, altresì, che le tempistiche entro cui adempiere alla diffida sarebbero state individuate a seguito di audizioni con gli operatori e le principali associazioni dei consumatori.

A luglio 2018 AGCom con la delibera 269/18/CONS ha fissato al 31 dicembre 2018 il termine entro cui gli operatori dovevano restituire alla clientela di rete fissa un numero di giorni di servizio pari a quelli erosi per effetto della fatturazione a 28 giorni oppure proporre alla clientela interessata eventuali misure compensative alternative, previa comunicazione all'AGCom. TIM ha impugnato tutte le delibere sopra indicate.

Con dispositivo di sentenza pubblicato nel mese di novembre 2018 il TAR ha annullato la sanzione pecuniaria amministrativa di 1,16 milioni di euro comminata con la delibera 499/17/CONS ed ha confermato l'obbligo di restitutio in integrum alla clientela di rete fissa entro il 31 dicembre 2018, la pubblicazione delle motivazioni della sentenza è invece avvenuta il 10 maggio 2019. TIM ha impugnato la sentenza innanzi al Consiglio di Stato, l'udienza di trattazione del giudizio è stata differita al 10 novembre 2023 in attesa della decisione della Corte UE sulla compatibilità comunitaria del potere esercitato da AGCom di imporre una cadenza di fatturazione non inferiore al mese.

A settembre 2019 TIM ha impugnato dinnanzi al TAR anche la delibera 221/19/CONS con cui la sanzione di cui alla Delibera 499/17/CONS, annullata dal TAR del Lazio, è stata rideterminata in 580.000,00 euro, applicando il massimo edittale previsto dall'art. 98, comma 16 del CCE vigente all'epoca dei fatti. Si attende la fissazione dell'udienza di discussione.

Ad agosto 2019 è stato avviato da parte di AGCom un nuovo procedimento sanzionatorio (CONT 12/19/DTC) per inottemperanza all'ordine di restituzione dei giorni erosi dalla fatturazione a 28 giorni per i clienti di rete fissa e convergente, secondo le modalità stabilite nelle delibere nn. 112/18/CONS e 269/18/CONS. Con la delibera n. 75/20/CONS l'Autorità a conclusione di tale procedimento ha accertato l'inottemperanza di TIM alle delibere sopra indicate comminandole una sanzione di 3 milioni di euro. Il provvedimento è stato impugnato da TIM dinnanzi al TAR a luglio 2020. Si attende la fissazione dell'udienza di discussione.

Peraltro da giugno 2019, TIM offre ai propri clienti di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018 e che sono stati oggetto di fatturazione a 28 giorni, la possibilità di aderire ad una soluzione compensativa, alternativa alla restituzione dei giorni erosi di cui alla delibera AGCom n. 269/18/CONS e da settembre 2019 accoglie le richieste di rimborso dei giorni erosi. In entrambi i casi TIM ha provveduto ad informare la clientela con diversi messaggi in fattura, sul web e sulle principali testate giornalistiche. Le iniziative appena descritte sono state comunicate ad AGCom nell'ambito del sopra richiamato procedimento sanzionatorio.

Sul fronte civilistico con sentenza pubblicata il 14 ottobre 2021 il Tribunale di Milano nell'ambito del giudizio di merito avviato da Associazione Movimento dei Consumatori nel 2018, inerente la tariffazione e rinnovo a 28 giorni per le offerte di telefonia fissa e convergenti, ha confermato l'ordinanza del 4 giugno 2018, adottata dallo stesso Tribunale a chiusura del procedimento di reclamo promosso da TIM ex art 669 terdecies c.p.c., e le misure ivi previste ordinando a TIM di accogliere le richieste di restituzione dei corrispettivi versati per effetto della manovra da parte dei clienti - anche cessati, cosa che come noto TIM sta già facendo dal 2018, estendendo al contempo il periodo rilevante ai fini del riconoscimento del rimborso al 1° aprile 2017, quindi ad una data antecedente al 23 giugno 2017 data entro cui gli operatori dovevano adeguarsi alla Delibera n. 121/17/ CONS. TIM ha impugnato la sentenza del Tribunale di Milano, proponendo contestualmente istanza di sospensione della efficacia esecutiva. Con ordinanza dell'11 gennaio 2022 la Corte d'Appello di Milano ha accolto parzialmente l'istanza di TIM, sospendendo il capo di sentenza relativo all'ordine di inviare una raccomandata a tutti clienti cessati ai quali era stata applicata la fatturazione a 28 giorni per informarli della possibilità di ottenere la restituzione degli importi aggiuntivi versati per effetto della manovra. Con sentenza pubblicata il 9 dicembre 2022 la Corte d'Appello di Milano ha confermato integralmente la sentenza di primo grado. TIM ha notificato in data 12 gennaio 2023 il ricorso innanzi alla Corte di Cassazione e il 16 gennaio 2023 ha depositato anche il ricorso ex art. 373 c.p.c. dinanzi alla Corte di Appello di Milano, chiedendo la sospensione dell'esecuzione della sentenza fino all'esito del giudizio pendente innanzi alla Corte di Cassazione.

Con ordinanza del 14 febbraio 2023, la Corte d'Appello di Milano, in parziale accoglimento dell'istanza di TIM, ha disposto la sospensione della sentenza in relazione all'ordine di inviare le raccomandate agli ex clienti in attesa della decisione della Suprema Corte.

Procedimento Antitrust I850

Con decisione del 15 dicembre 2020 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un'istruttoria nei confronti delle società Telecom Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Teemo Bidco S.r.l., FiberCop S.p.A., Tiscali Italia S.p.A. e KKR & Co. Inc. per accertare l'esistenza di eventuali violazioni dell'articolo 101 del TFUE relativa all'offerta di coinvestimento.

Più precisamente l'istruttoria riguarda i contratti che regolano la costituzione e il funzionamento di FiberCop e gli accordi di fornitura con Fastweb e Tiscali. AGCM intende verificare che tali accordi non creino ostacoli alla concorrenza tra gli operatori nel medio e lungo termine e siano volti ad assicurare il rapido ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione fissa del Paese.

Il 6 agosto 2021 TIM ha presentato ad AGCM una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell'istruttoria ed addivenire alla conclusione del procedimento senza l'irrogazione di alcuna sanzione.

Il 7 settembre 2021 AGCM ha giudicato gli impegni suddetti non manifestamente infondati e ne ha disposto la pubblicazione sul sito internet dell'Autorità a partire dal 13 settembre 2021; ha preso così avvio il c.d. market test che si è concluso il 13 ottobre 2021, data entro la quale tutti i soggetti interessati hanno trasmesso ad AGCM le loro osservazioni in merito agli impegni in questione.

Il 14 dicembre 2021 AGCM ha prorogato il termine di conclusione del procedimento, inizialmente previsto per il 31 dicembre 2021, fissandolo al 15 febbraio 2022.

E proprio nella sua adunanza del 15 febbraio 2022 AGCM ha infine deliberato l'approvazione degli impegni in quanto ritenuti idonei a far venire meno i presunti profili anticoncorrenziali oggetto dell'istruttoria.

Come previsto nel dispositivo del provvedimento finale, il 22 aprile 2022 TIM ha inviato ad AGCM una prima relazione sulle misure adottate per adempiere agli impegni assunti.

L'11 maggio 2022 AGCM ha comunicato a TIM la presa d'atto delle misure illustrate nell'ambito della relazione suddetta.

Il 31 gennaio 2023 TIM ha inviato ad AGCM una seconda relazione sullo stato di attuazione degli impegni assunti.

Con ricorso notificato ad aprile 2022. Open Fiber ha impugnato presso il TAR Lazio previo richiesta di adozione di misure cautelari, il suddetto provvedimento AGCM n. 3002 con cui è stato chiuso il procedimento rendendo obbligatori gli impegni che secondo la ricorrente non sarebbero idonei a rimuovere i profili anticoncorrenziali individuati con il provvedimento di avvio dell'istruttoria.

Ad esito dell'udienza cautelare dello scorso 1° giugno 2022, il TAR ha rigettato la richiesta e fissato il merito al 26 gennaio 2023. All'udienza del 26 gennaio dopo ampia discussione, il giudice si è riservato. Con sentenza del 14 aprile 2023, il TAR ha dichiarato infondato e respinto il ricorso di Open Fiber.

Procedimento Antitrust I857

Il 6 luglio 2021 AGCM ha avviato un'istruttoria nei confronti di TIM e DAZN per possibile intesa restrittiva della concorrenza relativamente all'accordo per la distribuzione, e il supporto tecnologico, per i diritti TV della Serie A di calcio nel triennio 2021-2024.

L'istruttoria è, inoltre, volta a verificare la restrittività dell'intesa con riferimento a ulteriori elementi che riguardano la possibile adozione da parte di TIM di soluzioni tecniche non disponibili per gli operatori di telecomunicazione concorrenti e che potrebbero tradursi in ostacoli all'adozione di soluzioni tecnologiche proprie.

L'Autorità ha contestualmente anche avviato un sub procedimento per l'eventuale adozione di misure cautelari.

Con delibera del 27 luglio 2021 AGCM ha chiuso il procedimento cautelare, ritenendo che le iniziative e le modifiche all'accordo nel frattempo proposte da parte di TIM e di DAZN siano idonee, allo stato, a impedire che durante il procedimento di accertamento si produca un danno grave e irreparabile per la concorrenza.

Infatti, le misure suddette mirano, nel loro complesso, ad evitare possibili discriminazioni nella fruizione del servizio DAZN riconducibili alla sua attivazione da parte di utenti che utilizzano servizi di connessione internet diversi da quelli offerti da TIM. Inoltre, è stato modificato l'accordo tra TIM e DAZN al fine di garantire a DAZN una piena libertà nell'applicare sconti e promozioni. TIM si è anche impegnata a fornire a DAZN un quantitativo sufficiente di set-top-box white label per garantire anche ai clienti di DAZN la visione sul digitale terrestre delle partite in caso di problemi di connessione.

TIM, infine, si è impegnata a fornire servizi wholesale agli OAO interessati per la gestione di picchi di traffico derivanti da trasmissioni dati live, a prescindere dalla tipologia di contenuti trasportati.

Lo scorso 29 ottobre 2021 TIM ha presentato ad AGCM una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell'istruttoria e addivenire alla chiusura del procedimento senza l'accertamento di alcuna infrazione e quindi senza l'irrogazione di sanzione.

Il 14 dicembre 2021 AGCM ha deliberato la pubblicazione, sul sito internet della stessa Autorità, della proposta di impegni succitata in quanto tali impegni appaiono, nel loro complesso, non manifestamente infondati e tali da rimuovere le restrizioni alla concorrenza ipotizzate nel provvedimento di avvio dell'istruttoria in questione.

Il 5 gennaio 2022 con la succitata pubblicazione sul sito internet di AGCM ha preso avvio il c.d. market test.

Il termine per le controdeduzioni e la proposta di eventuali modifiche accessorie agli impegni presentati da TIM e DAZN viene fissato al 7 marzo.

Il 23 febbraio 2022 TIM e DAZN vengono convocati separatamente in audizione dagli Uffici di AGCM. Nel corso dell'audizione, gli Uffici comunicano a TIM – e successivamente confermano nel verbale dell'audizione – che il Collegio, in un'adunanza tenutasi il 15 febbraio, riteneva necessarie alcune modifiche "accessorie" al fine dell'approvazione degli impegni presentati.

TIM e DAZN provvedono il 4 marzo 2022 a richiedere una proroga del termine per la presentazione di osservazioni, anche in considerazione delle novità emerse il 23 febbraio. Il nuovo termine viene fissato al 23 marzo.

In data 22 marzo 2022 TIM rappresenta all'Autorità che le ulteriori modifiche ritenute necessarie dal Collegio al fine dell'approvazione degli impegni avrebbero comportato un completo stravolgimento del contenuto e dell'equilibrio economico degli accordi sottoscritti da TIM e DAZN, tale da non rendere più perseguibile il modello di business ipotizzato. Nel contempo TIM rendeva noto all'Autorità l'avvio di negoziazioni con DAZN aventi come possibile oggetto la revisione della clausola di esclusiva della distribuzione, che costituisce il

principale oggetto dell'attività istruttoria dell'Autorità. Considerata la complessità delle negoziazioni, TIM richiedeva una proroga di ulteriori 30 giorni per la presentazione di osservazioni. La proroga veniva accordata e il nuovo termine fissato al 23 aprile.

Il 20 aprile 2022 DAZN e TIM, in considerazione del protrarsi delle trattative, anche a causa della complessità e rilevanza economica di quanto oggetto di negoziazione, richiedevano un'ulteriore proroga. Il nuovo termine veniva fissato al 9 maggio.

Il 9 maggio 2022 TIM informava l'Autorità di aver manifestato a DAZN la propria disponibilità a rinunciare all'esclusività del rapporto di distribuzione dei diritti calcio della Serie A, come attualmente disciplinato dal Deal Memo, con la conseguente facoltà per DAZN di distribuire tali diritti anche attraverso operatori terzi e che, a fronte della disponibilità alla rinuncia a tale diritto, le Parti avevano avviato una negoziazione per la revisione dell'impegno economico contrattualmente previsto a carico di TIM.

Il 7 giugno 2022 l'Autorità disponeva il rigetto degli impegni presentati, i quali "appaiono, sia complessivamente sia singolarmente considerati, inidonei a far venire meno i profili anticoncorrenziali individuati nella delibera di avvio dell'istruttoria, in quanto non suscettibili di risolvere le preoccupazioni concorrenziali evidenziate nel provvedimento di avvio, laddove non si sono tradotti in modifiche contrattuali condivise, tali da eliminare le criticità concorrenziali" evidenziate dall'Autorità.

Sempre il 7 giugno 2022 l'Autorità disponeva il differimento del termine per la conclusione del procedimento al 31 marzo 2023.

Il 2 agosto 2022 TIM ha informato l'Autorità antitrust del raggiungimento di un nuovo accordo con DAZN, in forza del quale quest'ultima ha la facoltà di distribuire i diritti del calcio tramite qualsiasi terza parte, superando il previgente regime di esclusiva a favore di TIM.

Il 20 gennaio 2023 è stata notificata la comunicazione delle risultanze istruttorie (CRI).

AGCM ritiene che l'accordo del 27 gennaio 2021 (Deal Memo) abbia un contenuto ed abbia prodotto effetti anticoncorrenziali per tutta la sua durata (fino cioè alla sottoscrizione del nuovo accordo del 3 agosto 2022).

Il 31 gennaio 2023 AGCM ha deliberato la proroga del termine di conclusione del procedimento al 31 maggio 2023.

TIM ha depositato la propria memoria difensiva il 28 marzo scorso mentre l'audizione finale presso l'Autorità si è tenuta il 4 aprile 2023.

Procedimento Antitrust PS 12304 "Fatturazione post recesso"

Il 28 aprile 2022 AGCM ha avviato verso TIM un procedimento per pratiche commerciali scorrette contestando presunte indebite fatturazioni successive alla richiesta di cessazione della linea, incluse le casistiche di passaggio ad altro operatore, con riferimento alla telefonia fissa e mobile Seppur convinta della diligenza della propria condotta, TIM ha previsto di dare attuazione ad una serie di misure per rendere ancora più efficienti e trasparenti per il cliente le procedure relative alla cessazione del rapporto contrattuale e, quindi, della relativa fatturazione. Il 31 marzo 2023 l'Autorità ha deliberato la conclusione del procedimento irrogando una sanzione di 200 mila euro, in quanto le azioni rimediali messe in campo da TIM sono state valutate positivamente nella quantificazione della sanzione. Procedimenti analoghi sono stati conclusi dall'Autorità nei confronti dei principali operatori di comunicazione.

Servizio Universale

Con decisione pubblicata nel mese di luglio 2015, il Consiglio di Stato ha rigettato l'appello proposto da AGCom e TIM avverso la sentenza del TAR Lazio in tema di finanziamento degli obblighi di Servizio Universale per il periodo 1999-2003. Con tale sentenza il giudice amministrativo ha accolto i ricorsi proposti da Vodafone annullando le delibere AGCom nn. 106, 107, 109/11/CONS di rinnovazione dei procedimenti relativi, che includevano anche Vodafone tra i soggetti tenuti al contributo, per un importo di circa 38 milioni di euro. La sentenza, in sostanza, afferma che l'Autorità non ha dimostrato quel certo grado di "sostituibilità" tra telefonia fissa e mobile propedeutica all'inclusione dei gestori mobili tra i soggetti tenuti a remunerare il costo del servizio universale, ciò che comporta per l'AGCom la necessità di emettere un nuovo provvedimento. TIM ha presentato istanza di rinnovazione all'AGCom e ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato (la Cassazione ha poi ritenuto inammissibile tale ricorso).

Nel mese di aprile 2016, Vodafone ha proposto ricorso dinanzi al Consiglio di Stato contro il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e nei confronti di TIM, per l'ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato. Tale ricorso si riferisce alla delibera AGCom n. 109/11/CONS (annualità 2003 per la quale Vodafone aveva versato la somma di circa 9 milioni di euro a titolo di contributo di cui chiede la restituzione).

Il Consiglio di Stato, con la sentenza di novembre 2016, ha rigettato il ricorso rinviando al TAR la decisione sulle modalità di ottemperanza. Nel mese di febbraio 2017, Vodafone ha presentato al TAR Lazio quattro nuovi ricorsi contro il MISE e nei confronti di TIM per l'ottemperanza della sentenza, confermata in secondo grado, di annullamento delle delibere per le annualità 1999-2003 e la restituzione dei citati importi di circa 38 milioni di euro già versati al MISE a titolo di contributo.

Il TAR, con sentenze del giugno 2018, ha rigettato tutti ricorsi per l'ottemperanza proposti da Vodafone affermando espressamente, così come chiesto da TIM, l'obbligo in capo all'Autorità di rinnovare i procedimenti con particolare riguardo alla determinazione dell'entità del grado di sostituibilità tra fisso e mobile. Le quattro sentenze sono state impugnate da Vodafone innanzi al Consiglio di Stato, il quale con decisione dell'ottobre del 2019 ha accolto l'appello di Vodafone affermando l'obbligo restitutorio delle somme in questione in capo a TIM.

Con delibera n. 263/20/CIR, AGCom ha avviato il procedimento per la rinnovazione dell'istruttoria relativa alla iniquità del costo netto del servizio universale per gli anni 1999-2009. e la ripartizione degli oneri del contributo. Vodafone ha impugnato dinanzi al TAR la predetta delibera. Il procedimento di rinnovazione si è concluso con la delibera 18/21/CIR che ha sostanzialmente confermato lo schema di provvedimento. Questa stessa delibera è stata impugnata al TAR da TIM esclusivamente per le annualità 1999 e 2000, mentre Vodafone, Wind e Fastweb hanno impugnato con motivazioni opposte la delibera in ordine a tutte le annualità interessate. Con

sentenze pubblicate nel mese di febbraio 2022, la delibera 18/21/CIR è stata parzialmente annullata, infatti il TAR ha respinto la censura principale con cui si denunciava l'esaurimento del potere di rinnovazione e accolto il solo motivo incentrato sulla presunta irragionevolezza della soglia prevista da AGCOM per l'analisi di iniquità seconda facie. Fastweb, Vodafone, Wind, AGCom e la stessa TIM hanno appellato di fronte al Consiglio di Stato la sentenza del TAR; le relative udienze di merito sono state fissate per il 4 aprile e 27 aprile 2023. All'esito dell'udienza del 4 aprile il relativo giudizio è stato trattenuto in decisione. Il 18 aprile il CdS ha emanato un'ordinanza collegiale con la quale ha rimesso alla Corte di Giustizia UE alcune questioni pregiudiziali.

Contenzioso per "Conguagli su canoni di concessione" per gli anni 1994-1998

In ordine ai giudizi promossi negli anni scorsi relativi alla richiesta di pagamento, da parte del Ministero delle Comunicazioni, di conguagli su quanto versato a titolo di canone di concessione per gli anni 1994-1998 (per un importo complessivo di 113 milioni di euro), il TAR Lazio ha respinto il ricorso della Società avverso la richiesta di conguaglio sul canone per l'esercizio 1994 per un importo di circa 11 milioni di euro, di cui 9 milioni di euro a fronte di fatturato non percepito per perdite su crediti. TIM ha proposto ricorso in appello. All'esito del giudizio, con sentenza di dicembre 2019, il Consiglio di Stato ha accolto in parte la tesi di TIM, stabilendo il principio secondo cui avrebbero potuto essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio i crediti riferiti all'annualità 1994 non riscossi per causa non imputabile al gestore. Poiché il MISE non ha dato seguito alle sollecitazioni di TIM finalizzate ad ottenere l'ottemperanza alla sentenza, TIM ha proposto un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato per mancata esecuzione del giudicato, ma con sentenza datata aprile 2022 la domanda di ottemperanza proposta da TIM è stata respinta. Avverso tale sentenza TIM ha presentato ricorso per revocazione al Consiglio di Stato, che con sentenza 3318/2023 è stato dichiarato inammissibile.

Con due ulteriori sentenze il TAR Lazio, ribadendo le motivazioni già espresse in precedenza, ha respinto anche i ricorsi con i quali la Società ha impugnato le richieste di conguagli per canoni di concessione relativi agli anni 1995 e 1996-1997-1998, per un importo di circa 46 milioni di euro. Anche per queste sentenze TIM ha proposto ricorso al Consiglio di Stato. Con sentenza pubblicata ad aprile 2022 il Consiglio di Stato ha ribadito i principi già fissati per l'esercizio 1994, e cioè che i crediti divenuti irrecuperabili per causa non imputabile al gestore, correttamente gestiti a livello contabile, bilancistico e fiscale, potevano essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio.

Con riferimento al conguaglio del canone 1998 (pari a circa 41 milioni di euro), il TAR Lazio con ordinanza del dicembre 2018 ha sospeso il giudizio, sollevando due questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia UE sulla corretta portata della direttiva comunitaria CE n. 97/13 (in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione alla base del contenzioso sul canone 1998 attualmente pendente dinanzi alla corte di appello di Roma ed illustrato in un successivo paragrafo).

Le questioni pregiudiziali si basavano, tra l'altro, sul quesito posto alla Corte di Giustizia in ordine al possibile contrasto tra la citata Direttiva CE 97/13 e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone (commisurato ad una porzione del fatturato) a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. Con sentenza di marzo 2020, la Corte di Giustizia UE ha ritenuto che il sistema normativo comunitario debba essere interpretato nel senso che esso non consenta a una normativa nazionale di prorogare per l'esercizio 1998 l'obbligo imposto a un'impresa di telecomunicazioni, precedentemente concessionaria (come TIM), di versare un canone calcolato in funzione del fatturato e non solo dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all'attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali. La Corte ha, tra l'altro, affermato che il Consiglio di Stato giudicando nella sentenza n. 7506/2009 che il canone imposto per il 1998 a TIM, titolare di un'autorizzazione esistente alla data di entrata in vigore della Direttiva 97/13, fosse dovuto, ha interpretato il diritto nazionale in un senso incompatibile con il diritto dell'UE, quale interpretato dalla Corte nella sua sentenza del 21 febbraio 2008. A seguito della sentenza della Corte di Giustizia UE il giudizio sul conguaglio del canone del 1998 è stato riassunto dinanzi al TAR Lazio che, con sentenza del febbraio scorso, ha dichiarato improcedibile il ricorso di TIM per una motivazione di carattere processuale, e cioè in ragione della prevalenza del giudicato formale rappresentato dalla sentenza n. 7506/09; sul piano sostanziale invece la sentenza della Corte di Giustizia UE ha accertato nuovamente l'illegittimità comunitaria della pretesa creditoria della PA di ottenere il pagamento del canone del 1998 e di conseguenza del conguaglio. La società ha impugnato la sentenza del TAR Lazio.

Fallimento Elinet S.p.A.

La curatela del fallimento Elinet S.p.A., e successivamente le curatele di Elitel S.r.l. e di Elitel Telecom S.p.A (allora controllante del gruppo Elitel), hanno impugnato nel 2014 la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha rigettato le domande risarcitorie delle curatele del Gruppo Elinet-Elitel, riproponendo una pretesa risarcitoria per complessivi 282 milioni di euro. Le contestazioni rivolte alla Società riguardano il presunto svolgimento di attività di direzione e coordinamento sull'attrice, e con essa sul gruppo Elitel (operatore alternativo nel cui capitale la TIM non ha mai avuto alcuna interessenza), che sarebbe stato attuato mediante la leva della gestione dei crediti commerciali. TIM si è costituita in giudizio confutando le pretese di controparte. Il giudizio di appello è stato deciso con sentenza del luglio 2019 che con riferimento a TIM ha confermato la piena liceità dei suoi comportamenti e la completa insussistenza di qualsivoglia elemento di direzione e coordinamento. Le curatele fallimentari Elinet S.p.A. e Elitel Telecom S.p.A. hanno proposto ricorso per Cassazione nel mese di gennaio 2020 per ottenere l'annullamento della sentenza di secondo grado. Ia curatela del fallimento Elitel S.r.l. non ha proposto ricorso per Cassazione e quindi la pretesa risarcitoria complessiva si è ridotta a complessivi 244 milioni di euro. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata.

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Fallimento Elinet e del Fallimento Elitel Telecom, condannando i due fallimenti, in solido tra di loro, alla rifusione in favore di TIM delle spese di lite del grado. La vicenda deve quindi essere considerata definitivamente chiusa.

Iliad (vincoli di durata e costi di recesso)

Con atto di citazione notificato a settembre 2021, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per la asserita applicazione alla clientela di condizioni contrattuali illecite in termini di vincoli temporali ed oneri economici di recesso con riferimento ad offerte di telefonia mobile e fissa, con conseguente richiesta di condanna di TIM al risarcimento del danno al momento quantificato in 120,4 milioni di euro.

La causa è stata rinviata per la precisazione delle conclusioni all'udienza del 28 maggio 2024.

Iliad (INWIT)

Con atto di citazione notificato a luglio 2022 Iliad Italia S.p.A. ha convenuto Telecom, Vodafone e Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. ("INWIT") dinanzi al Tribunale di Milano, per accertare l'asserita illiceità delle condotte di INWIT, Telecom e Vodafone consistenti nel rifiuto di consentire alla stessa Iliad di realizzare degli upgrade ai propri sistemi di trasmissione della telefonia mobile installati su infrastrutture di proprietà di INWIT. Per l'effetto di tali condotte, Iliad ha chiesto che Telecom sia condannata, in solido con INWIT e Vodafone, al risarcimento dei danni asseritamente subiti, che si è riservata di quantificare in corso di causa. L'udienza di prima comparizione si è svolta il 5 aprile 2023, il Giudice si è riservato sull'eccezione di nullità dell'atto di citazione sollevata da TIM.

b) Altre informazioni

Con riferimento alle vicende di seguito elencate non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2022:

  • Telefonia mobile procedimenti penali;
  • TIM S.A. Procedura arbitrale n. 28/2021/SEC8;
  • TIM S.A. Procedura di arbitrato connessa all'acquisizione degli asset di telefonia mobile del gruppo Oi.

Contenzioso canone di concessione per l'anno 1998

TIM ha convenuto in giudizio in sede civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risarcimento del danno causato dallo Stato Italiano attraverso la sentenza d'appello n. 7506/09 pronunciata dal Consiglio di Stato in violazione, ad avviso della Società, dei principi del diritto comunitario.

La domanda principale su cui si fonda l'azione trova il suo fondamento nella giurisprudenza comunitaria che riconosce il diritto di far valere la responsabilità dello Stato rispetto alla violazione dei diritti riconosciuti dall'ordinamento comunitario e lesi da una sentenza divenuta definitiva, rispetto alla quale nessun altro rimedio sia più esperibile. La pronuncia del Consiglio di Stato ha definitivamente negato il diritto di TIM alla restituzione del canone di concessione per l'anno 1998 (pari a 386 milioni di euro per Telecom Italia e 143 milioni di euro per ex TIM, oltre ad interessi), già negato dal TAR Lazio nonostante la pronuncia favorevole e vincolante della Corte di Giustizia UE del mese di febbraio 2008. Tale pronuncia riguardava il contrasto tra la Direttiva CE 97/13 in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. La Società ha poi proposto, nell'ambito del medesimo procedimento, una domanda subordinata di risarcimento per fatto illecito ai sensi dell'art. 2043 c.c.. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 529 milioni di euro, oltre interessi legali e rivalutazione. L'Avvocatura di Stato si è costituita in giudizio avanzando domanda riconvenzionale per pari importo. L'azione è stata sottoposta a un vaglio di ammissibilità da parte del Tribunale, il quale ha dichiarato l'inammissibilità della domanda principale di TIM (azione per danni per manifesta violazione del diritto comunitario ai sensi della legge 117/88). Detta decisione è stata però riformata in appello, in senso favorevole alla Società. Nel mese di marzo 2015 il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza di primo grado dichiarando la domanda della società inammissibile.

TIM nel 2015 ha presentato appello avverso tale decisione ed il giudizio pende in fase di precisazione delle conclusioni. La Corte di Appello ha fissato l'udienza di precisazione delle conclusioni per il 2 aprile 2019. Successivamente, senza che sia intervenuta alcuna nuova attività processuale, la Corte di Appello ha apoditticamente rinviato prima nel 2020 e poi nel 2021 l'udienza di precisazione delle conclusioni (da cui decorrono i termini per conclusioni e repliche che portano in tempi stretti alla emissione della sentenza). A tali rinvii è seguito l'ultimo del 15 gennaio 2021 con fissazione della nuova udienza al 25 gennaio 2022.

Sulle questioni di fondo della causa si deve rilevare quanto segue:

  • sulla ritenuta incompetenza del Tribunale di Roma (oggetto della sentenza del Tribunale di Roma appellata da TIM) a giudicare dell'azione di responsabilità dello Stato Italiano per attività di magistrati di vertice (nella specie, Consiglio di Stato), dalla quale sarebbe derivata la dichiarata inammissibilità dell'azione ai sensi dell'art. 5 legge n. 117/1978 (vecchio testo) – si sono pronunciate le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza 7 giugno 2018, n. 14842, confermando la competenza del Tribunale di Roma e quindi la correttezza della scelta di TIM di radicare nel foro romano la sua azione legale;
  • sulla illiceità del comportamento dello Stato Italiano e pertanto sulla responsabilità dello Stato–Giudice ai sensi della legge n. 117/1998 – si è ancora una volta pronunciata, decidendo sulla questione pregiudiziale sollevata dal TAR Lazio in altro giudizio connesso, la Corte di Giustizia UE con sentenza 4 marzo 2020 in C-34/19, ribadendo che TIM non era tenuta al pagamento del canone preteso dallo Stato per l'anno 1998, e pertanto confermando la manifesta violazione da parte del Consiglio di Stato del diritto comunitario (anche perché in aperto spregio della decisione già resa dalla Corte di Giustizia UE il 21 febbraio 2008, in

C-296/06, come peraltro già statuito dalla stessa Corte di Appello di Roma, sez. I, con decreto 31 gennaio 2012 che ha sancito la ammissibilità processuale della azione legale di TIM);

■ sulla questione del diritto alla ripetizione del canone versato per l'anno 1998 – si è pronunciata la Corte di Cassazione, con sentenza 7 settembre 2020, n. 18603, respingendo il ricorso proposto dalla Presidenza del Consiglio avverso la sentenza con quale la stessa Corte di Appello di Roma aveva accolto la domanda restitutoria proposta da Vodafone (pagamento del canone relativo all'anno 1998) per il medesimo titolo in separato giudizio.

In sostanza, la società ha pagato il canone contestato nel 1998; ha prontamente impugnato dinanzi al giudica amministrativo il provvedimento amministrativo che le aveva ingiustamente imposto tale pagamento; il giudizio amministrativo dinanzi al Consiglio di Stato si è concluso negativamente nel 2009 (nonostante la richiamata sentenza di segno opposto della Corte di Giustizia europea); il giudizio civile di primo grado si è concluso nel marzo 2015 con sentenza di rigetto per motivi di ammissibilità (risolti poi nel senso indicato dalla società con la richiamata sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 14842/18) e a oltre 6 anni dalla sentenza di primo grado – passando di rinvio in rinvio – la sentenza di appello (che non potrà che valorizzare le citate sentenze della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione) non è stata ancora emessa (né sulla base di questi reiterati rinvii la società può prevedere quando sarà emessa).

La società sta esaminando i diversi scenari ed azioni giuridiche (nazionali, comunitarie, ecc.) che possano contribuire alla definizione della vertenza di appello. Si ritiene, infatti, che i principi della durata ragionevole del processo, ai sensi del comma 2 dell'articolo 111 della Costituzione nonché ai sensi dell'articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, risultino vulnerati nella presente vicenda considerando: (i) l'anno del pagamento del canone non dovuto è il 1998; (ii) Il valore di tale canone è di circa 529 milioni di euro cui aggiungere gli interessi da tale data; (iii) Il lunghissimo iter processuale che non ha portato neanche ad una sentenza di appello (il cui avvio è dell'anno 2015 e la cui conclusione non è prevedibile, attesi i continui rinvii); (iv) La circostanza che la questione giuridica appare di pronta soluzione, essendo state emesse ben due sentenze della Corte di Giustizia UE che dichiarano incompatibile il pagamento del canone con la disciplina comunitaria (sentenze che risultano, allo stato, disattese dal giudice nazionale).

Nell'ambito delle citate analisi volte a giungere alla definizione della sentenza di appello si deve segnalare che in data 25 gennaio 2021 la società ha depositato presso la corte di appello di Roma una istanza di anticipazione della udienza (slittata come detto al 25 gennaio 2022); ciò al fine di scongiurare l'ennesimo rinvio della causa, che – come noto - ha ad oggetto l'inottemperanza a ben due decisioni rese inter partes, sul medesimo oggetto, dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per manifesta violazione del diritto europeo da parte dello Stato-Giudice. Con provvedimento dell'8 febbraio 2021, la Corte di Appello di Roma (seconda sezione specializzata in materia di impresa) ha ritenuto di poter accogliere l'istanza di anticipazione, fissando l'udienza al 30 novembre 2021. In tale data la causa è stata assunta in decisione con assegnazione dei termini di legge per comparse conclusionali e repliche. Con ordinanza del 22 febbraio 2022, il Collegio, preso atto che uno dei suoi membri ha dichiarato di astenersi, ha rimesso la causa sul ruolo, disponendo la trasmissione degli atti al Presidente della Corte d'Appello. In data 4 marzo 2022, la causa è stata riassegnata ad altro giudice. Con provvedimento del 31 marzo 2022, il Collegio ha fissato l'udienza del 1° dicembre 2022 per la precisazione delle conclusioni. Il Collegio ha rinviato la causa all'udienza del 19 gennaio 2023 per la discussione orale. A seguito di istanza dell'avvocato dello Stato la causa è stata differita all'udienza del 9 marzo 2023 e risulta trattenuta in decisione.

INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE

In aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, il Gruppo TIM utilizza nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) alcuni indicatori alternativi di performance, al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della propria gestione economica e della propria situazione patrimoniale e finanziaria. Tali indicatori rappresentano, infatti, un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit). Tali indicatori, che sono presentati nelle relazioni finanziarie (annuali e infrannuali), non devono, comunque, essere considerati sostitutivi di quelli convenzionali previsti dagli IFRS. Poiché queste misure non sono definite dagli IFRS, il loro calcolo può differire dagli indicatori alternativi pubblicati da altre società. Per questo motivo, la comparabilità tra le società può essere limitata.

Gli indicatori alternativi di performance normalmente utilizzati sono nel seguito illustrati:

■ EBITDA: tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target in aggiunta all'EBIT. Questi indicatori sono determinati come segue:

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

    • Oneri finanziari
  • Proventi finanziari
  • +/- Altri oneri/(Proventi) da partecipazioni
  • +/- Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

EBIT- Risultato Operativo

  • +/- Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti
  • +/- Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti
    • Ammortamenti

EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività non correnti

  • Variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui Ricavi, sull'EBITDA e sull'EBIT: tali indicatori esprimono la variazione in valore assoluto e/o in percentuale dei Ricavi, dell'EBITDA e dell'EBIT, escludendo, ove presenti, gli effetti della variazione dell'area di consolidamento, delle differenze cambio e degli eventi e operazioni di natura non ricorrente. Il Gruppo TIM presenta la riconciliazione tra il dato "contabile o reported" e quello "organico esclusa la componente non ricorrente".
  • EBITDA margin e EBIT margin: TIM ritiene che tali margini rappresentino degli utili indicatori della capacità del Gruppo, nel suo complesso e a livello di Business Unit di generare profitti attraverso i suoi ricavi. L'EBITDA margin e l'EBIT margin misurano, infatti, la performance operativa di un'entità analizzando le percentuali dei ricavi che diventano, rispettivamente, EBITDA e EBIT.
  • Indebitamento Finanziario Netto: TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rappresenti un indicatore della capacità di far fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria, rappresentate dal Debito Finanziario Lordo ridotto della Cassa e Altre Disponibilità Liquide Equivalenti e di altre Attività Finanziarie. Il Gruppo TIM presenta una tabella che evidenzia i valori della situazione patrimonialefinanziaria utilizzati per il calcolo dell'Indebitamento Finanziario Netto del Gruppo.

Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell'indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito "Indebitamento finanziario netto contabile"), anche una misura denominata "Indebitamento finanziario netto rettificato", che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l'Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell'IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

L'indebitamento finanziario netto viene determinato come segue:

E=(C + D) Indebitamento finanziario netto rettificato
D) Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività / attività finanziarie
C=(A - B) Indebitamento finanziario netto contabile
B) Attività Finanziarie
+ Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
+ Attività finanziarie correnti
+ Attività finanziarie non correnti
A) Debito Finanziario lordo
+ Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
+ Passività finanziarie correnti
+ Passività finanziarie non correnti

■ Equity Free Cash Flow (EFCF): tale indicatore rappresenta il Free Cash Flow disponibile per la remunerazione del capitale proprio, per il rimborso del debito e per la copertura degli eventuali investimenti finanziari e dei pagamenti di licenze e frequenze. L'indicatore, in particolare, evidenzia la variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato senza considerare gli impatti derivanti dal pagamento dei dividendi, dalle variazioni di capitale (change in equity), dalle attività di acquisizione/ cessione di partecipazioni, dagli esborsi per acquisti di licenze e frequenze, dalle variazioni in aumento/ diminuzione del debito relativo alle passività per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing, rinnovi e/ o proroghe, disdette/estinzioni anticipate di operazioni di leasing).

L'Equity Free Cash Flow viene determinato come segue:

  • Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto rettificato delle attività in funzionamento
  • +/- Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali disdette/ estinzioni anticipate di operazioni di leasing (+))
  • Pagamento delle licenze tlc e per l'utilizzo di frequenze
  • +/- Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o cessioni di partecipazioni
  • Pagamento dei dividendi e Change in Equity

Equity Free Cash Flow

  • Investimenti industriali (al netto delle licenze di TLC): questa misura finanziaria rappresenta le attività di investimento industriale al netto degli investimenti per competenza relativi alle licenze di TLC per l'utilizzo delle frequenze.
  • Flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow OFCF) e flusso di cassa della gestione operativa (al netto delle licenze): queste misure finanziarie rappresentano il flusso di cassa disponibile per rimborsare il debito (compresi i debiti per leasing) e per coprire eventuali investimenti finanziari e, nel caso dell'OFCF, i pagamenti delle licenze e delle frequenze.

Il flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow) e il flusso di cassa della gestione operativa (al netto delle licenze) sono calcolati come segue:

EBITDA

  • Investimenti industriali di competenza
  • +/- Variazione del capitale circolante netto operativo (Variazione delle rimanenze, Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti, Variazione dei debiti commerciali, Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile / spectrum, Altre variazioni di crediti/debiti operativi, Variazione dei fondi relativi al personale, Variazione dei fondi operativi e altre variazioni)
  • Operating Free Cash Flow
  • Pagamento delle licenze di TLC e per l'utilizzo delle frequenze
  • Flusso di cassa della gestione operativa (al netto delle licenze)

Indicatori alternativi di performance After Lease

A seguito dell'adozione dell'IFRS 16, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:

  • EBITDA After Lease ("EBITDA-AL"), calcolato rettificando l'EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti, degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing;
  • Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall'Indebitamento finanziario netto rettificato le passività nette connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing. TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria;
  • Equity Free Cash Flow After Lease, calcolato escludendo dall'Equity Free Cash Flow i fabbisogni relativi ai canoni di leasing. Tale indicatore viene determinato come segue:
      • Equity Free Cash Flow
    • Quota capitale dei canoni di leasing

Tale indicatore rappresenta un utile indicatore della capacità di generazione di Free Cash Flow.

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