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Telecom Italia Rsp

Earnings Release Nov 10, 2022

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Earnings Release

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INFORMATIVA FINANZIARIA AL 30 SETTEMBRE 2022

INDICE

Highlights 3
Contratti complessi 6
Diritti d'uso frequenze 5G in Italia 7
Performance ESG 8
Premessa 10
Principali variazioni del perimetro di consolidamento del Gruppo TIM 10
Risultati del Gruppo TIM per i primi nove mesi del 2022 11
I risultati delle Business Unit 16
Indicatori After Lease 19
Evoluzione prevedibile della gestione per l'esercizio 2022 20
Eventi successivi al 30 settembre 2022 20
Principali rischi e incertezze 20
ALLEGATI 22
Gruppo TIM – Schemi riclassificati 22
Gruppo TIM - Conto economico separato consolidato 22
Gruppo TIM - Conto economico complessivo consolidato 23
Gruppo TIM - Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata 24
Gruppo TIM - Rendiconto finanziario consolidato 26
Gruppo TIM - Movimenti del patrimonio netto consolidato 28
Gruppo TIM - Indebitamento finanziario netto 29
Gruppo TIM - Variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato 30
Gruppo TIM - Informazioni per settore operativo 31
Domestic 31
Brasile 32
Gruppo TIM - Domestic - Piano Industriale 2022-2024: informazioni sulle nuove entità 33
Gruppo TIM - Personale 34
Gruppo TIM – Impatto sulle singole voci del conto economico separato consolidato degli eventi e
operazioni di natura non ricorrente
35
Gruppo TIM - Struttura del debito, emissioni obbligazionarie e obbligazioni in scadenza 36
Gruppo TIM - Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti 38
Indicatori alternativi di performance 50

TIM S.p.A.

Sede Legale in Milano, Via Gaetano Negri n. 1 Direzione Generale e Sede Secondaria in Roma, Corso d'Italia n. 41 Casella PEC: [email protected] Capitale sociale euro 11.677.002.855,10 interamente versato Codice Fiscale/Partita IVA e numero iscrizione al Registro delle Imprese di Milano-Monza Brianza-Lodi 00488410010

Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi il 9 novembre 2022 sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha approvato l'Informativa finanziaria del Gruppo TIM al 30 settembre 2022.

HIGHLIGHTS

I risultati di Gruppo nel terzo trimestre, durante il quale è proseguita l'azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l'accelerazione dello sviluppo di TIM Brasil, sono pienamente in linea con i target per l'esercizio 2022 che erano stati in parte rivisti al rialzo lo scorso agosto (EBITDA organico di Gruppo 'high single digit decrease' da 'low teens decrease', EBITDA After Lease di Gruppo 'low teens decrease' da 'mid to high teens decrease').

In particolare, rispetto al terzo trimestre 2021, a livello di Gruppo i ricavi totali sono in crescita dell'1,1% YoY a 4,0 miliardi di euro (-1,4% YoY nel secondo trimestre e -4,5% YoY nel primo), i ricavi da servizi aumentano per il secondo trimestre consecutivo (+3,0% YoY a 3,7 miliardi di euro, +1,0% YoY nel secondo trimestre e -2,5% YoY nel primo trimestre) grazie al contributo positivo sia del Business Domestico sia del Brasile. In Italia è proseguita la strategia di posizionamento premium 'Value vs. Volume' che ha visto limitare al massimo le attività promozionali e che ha contribuito a una maggiore razionalità del mercato sia fisso sia mobile, in Brasile è proseguita l'integrazione degli asset di Oi e la strategia di crescita organica nel fisso.

L'EBITDA di Gruppo rallenta la crescita negativa (-6,5% YoY a 1,6 miliardi di euro, -8,5% YoY nel secondo trimestre e -13,3% YoY nel primo trimestre), nonostante il trimestre luglio-settembre 2021 avesse beneficiato di partite non ricorrenti. In particolare, l'EBITDA della Business Unit Domestic è stato pari a 1,1 miliardi di euro (-16,2% YoY) e quello di TIM Brasil è risultato pari a 0,5 miliardi di euro. La flessione dell'EBITDA organico della Business Unit Domestic (-16,3% YoY) oltre che alla riduzione dei ricavi, è legata alla crescita dei costi operativi (+2,5% rispetto al terzo trimestre 2021), dovuta principalmente a un aumento dei costi del personale, che nel terzo trimestre 2021 erano stati influenzati da benefici che non si sono ripetuti nell'esercizio corrente nonché da un maggior numero di giornate di solidarietà.

L'EBITDA After Lease si è attestato a 1,3 miliardi di euro (-11,2% YoY): 1,0 miliardi di euro a livello di Business Unit Domestic (-18,0% YoY) e 0,3 miliardi di euro per TIM Brasil (+14,3% YoY).

Nel corso del trimestre sono inoltre proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale di TIM Domestic ('Piano di Trasformazione', target cumulato di riduzione dei cash cost di 1,5 miliardi di euro entro il 2024 rispetto all'andamento inerziale). Al 30 settembre, la riduzione dei costi operativi rispetto al trend inerziale è stata pari a circa 270 milioni di euro, il 90% circa del target fissato per il 2022.

È inoltre proseguita l'attenta gestione del rischio legato alla crescita dei costi dell'energia (come specificato nel paragrafo ESG) che consentirà di limitare l'impatto atteso per l'intero esercizio 2022 a una crescita 'mid single digit' e che prevede delle azioni di contenimento dei consumi nel corso del 2023 a fronte dell'incremento previsto per l'espansione della rete e dei Data Center.

L'indebitamento finanziario netto after lease al 30 settembre 2022 si attesta a 20,1 miliardi di euro, in aumento di 2,5 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2021. L'indebitamento finanziario netto è pari a 25,5 miliardi di euro, in aumento di 3,3 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2021.

A supporto della propria posizione di liquidità, nel mese di agosto TIM ha incassato 1,3 miliardi di euro dalla cessione della quota indiretta in Inwit e nel mese di luglio 2 miliardi di euro relativi al finanziamento sindacato con primarie banche nazionali ed internazionali che beneficia della garanzia SACE.

L'Equity free cash flow dei nove mesi è negativo per 235 milioni di euro su base after lease (positivo per 261 milioni di euro l'equity free cash flow).

Sul fronte delle iniziative strategiche, di seguito un aggiornamento del piano presentato lo scorso 7 luglio in occasione del Capital Market Day, che ha come obiettivo il superamento dell'integrazione verticale attraverso la separazione degli asset infrastrutturali di rete fissa (NetCo) dai Servizi (ServiceCo con TIM Consumer, TIM Enterprise e TIM Brasil) e la riduzione dell'indebitamento attraverso operazioni di trasferimento e valorizzazione di alcuni asset.

Per ciascuna delle quattro entità si riporta una sintesi dei parametri di performance:

■ TIM Consumer ha registrato ricavi totali e ricavi da servizi in calo rispettivamente del 9,6% YoY e del 7,4% YoY nei nove mesi, con un miglioramento nel terzo trimestre (-8,6% YoY e -6,0% YoY rispettivamente).

Positivo l'andamento dei trend operativi nel trimestre, con un tasso di disattivazione dei clienti (churn) in netto calo sul fisso e sul mobile, dove ha registrato il livello più basso di sempre.

Sono proseguite le iniziative volte a implementare la strategia di posizionamento premium 'Value vs. Volume', tra cui il lancio di un nuovo portafoglio di offerta che include la prima connessione a 10 Gbps disponibile sul mercato italiano e il re-pricing selettivo della customer base fissa e mobile, con un beneficio atteso di circa 50 milioni di euro a regime. Mentre le attività di re-pricing proseguiranno nei prossimi trimestri, entro fine anno sarà introdotto nei nuovi contratti un meccanismo di indicizzazione dei prezzi all'inflazione.

TimVision, nel terzo trimestre, ha registrato una crescita nel numero complessivo dei clienti (+2% YoY) e di quelli che hanno sottoscritto il pacchetto Calcio (+44% YoY), nonostante la rinuncia da parte di TIM all'esclusiva nella distribuzione della Serie A a seguito della rinegoziazione dell'accordo con DAZN.

■ TIM Enterprise nei nove mesi ha confermato una crescita superiore a quella del mercato con un incremento dei ricavi totali e dei ricavi da servizi rispettivamente del 5,9% YoY e dell'8,8% YoY (+5,5% YoY e +7,4% YoY rispettivamente nel terzo trimestre).

Il mix dei ricavi nei nove mesi ha mostrato un andamento in linea con le attese:

• Connettività (-4% YoY)

  • Cloud (+56% YoY)
  • IoT (+7% YoY)
  • Security (+35% YoY)

Nel loro complesso, i servizi ICT hanno generato il 56% dei ricavi complessivi rispetto al 51% nei primi nove mesi del 2021.

Migliora ulteriormente la visibilità sulla crescita futura che sarà trainata, tra gli altri, dal contributo del Polo Strategico Nazionale (ricavi cumulati attesi pari a 1,1 miliardi di euro in 13 anni), dalla recente aggiudicazione delle gare 'Scuole Connesse/Sanità Connessa', dalle trattative in corso per un valore complessivo di 0,6 miliardi di euro e dai contratti con le Pubbliche Amministrazioni in corso di attivazione per un valore complessivo di 1,1 miliardi di euro.

■ NetCo ha riportato ricavi totali e ricavi da servizi in calo rispettivamente del 4,8% YoY e del 3,8% YoY nei nove mesi, con un miglioramento nel terzo trimestre (-2,6% YoY e -2,7% YoY rispettivamente). La riduzione è dovuta principalmente a transazioni one-off contabilizzate nel primo semestre dell'anno scorso che hanno avuto un impatto di circa 3,2 punti percentuali sulla riduzione dei ricavi totali e di 1,7 punti percentuali su quella dei ricavi da servizi.

Al 30 settembre, NetCo gestiva 16 milioni di accessi fissi (di cui oltre 71% in tecnologie FTTx) con una quota di mercato dell'82% e una copertura in FTTx superiore al 94% delle linee attive (oltre 57% con velocità superiore a 100 Mbps). Le unità tecniche raggiunte con tecnologia FTTH erano 7,2 milioni, pari a una copertura di circa il 29%, in crescita di 4 punti percentuali rispetto a fine 2021.

Nel mese di ottobre AGCom ha avviato una consultazione pubblica volta a stabilire i prezzi regolati nel mercato Wholesale per il 2023. Le nuove tariffe, che prevedono una riduzione per i servizi di accesso in fibra e un aumento per quelli in rame, puntano a incentivare la migrazione alla fibra e a ridurre il significativo gap tra i prezzi regolamentati per il rame nel mercato italiano rispetto ai principali paesi europei.

Sempre nel mese di ottobre, AGCom ha approvato l'avvio di un market test della durata di 30 giorni sul meccanismo di indicizzazione dei prezzi introdotto da TIM nell'ambito dell'Offerta di coinvestimento.

Infine, per quanto riguarda il processo di integrazione delle reti di TIM e Open Fiber, lo scorso 29 ottobre TIM ha reso noto di aver siglato con CDP Equity (CDPE), società interamente partecipata da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Teemco Bidco S.à.r.l., società lussemburghese controllata da uno o più fondi gestiti da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR), Macquarie Asset Management (Macquarie) e Open Fiber un accordo di modifica del protocollo di intesa non vincolante (Memorandum of Understanding) relativo al progetto di integrazione tra le reti di TIM e Open Fiber, sottoscritto lo scorso 29 maggio, che ne proroga l'efficacia al 30 novembre 2022, fatta eccezione per gli obblighi di esclusiva che vengono meno a far data dal 31 ottobre.

■ TIM Brasil ha registrato nei nove mesi ricavi totali e ricavi da servizi in crescita rispettivamente del 18,5% YoY e del 18,4% YoY e un EBITDA in aumento del 16,2% YoY. Nel terzo trimestre si è riscontrata un'ulteriore accelerazione nella crescita dei ricavi da servizi (+24,7% YoY), dell'EBITDA (+24,5% YoY) e della generazione di cassa operativa (EBITDA-Capex +36% YoY) grazie a una solida performance organica e agli asset di Oi che, essendo stati integrati a partire da maggio, per la prima volta hanno contribuito per un intero trimestre.

Numerosi i fattori che hanno sostenuto la performance, tra cui l'integrazione degli asset mobili di Oi che procede in linea con le aspettative (già migrati 2,3 milioni di clienti), le azioni di re-pricing della customer base, il vantaggio competitivo sul 5G (TIM Brasil è leader nella copertura 5G) e la riduzione della tassa ICMS (imposta sulla circolazione delle merci e dei servizi) che sta sostenendo la domanda dei consumatori finali.

Principali indicatori operativi Domestic

Nel terzo trimestre il tasso di abbandono ('churn') nel segmento mobile si è portato ai livelli più bassi degli ultimi 16 anni (3,1%, -0,5pp YoY) ed è migliorato anche nel fisso (2,9%, -0,1pp YoY).

Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 30,5 milioni, in crescita rispetto al trimestre precedente di 88 mila unità. In un mercato che rimane competitivo nella parte a minor valore (clientela lowspending), prosegue il trend di stabilizzazione della base clienti: nella 'mobile number portability' (ovvero il flusso verso altri operatori) TIM registra il miglior risultato tra gli operatori infrastrutturati con un saldo netto pari a -42 mila linee. Al tempo stesso il settore vede il flusso delle portabilità ridursi complessivamente di oltre il 5% YoY, a dimostrazione del raffreddamento della competizione nella parte a maggior valore (clientela highspending).

Pur in assenza del piano voucher per i clienti Consumer che aveva avuto un impatto positivo anche sulle performance del terzo trimestre 2021, l'andamento delle linee fisse è in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti (-59 mila). In aumento del 6,2% YoY il ricavo medio dei clienti retail (ARPU BB+ICT). Nel terzo trimestre sono state attivate oltre 100 mila nuove linee retail e wholesale a banda ultralarga, raggiungendo 10,5 milioni di unità con un incremento di oltre l'8% YoY.

Highlights finanziari

(milioni di euro) - dati reported 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
Variazioni % 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni %
(a) (b) (a-b) (a) (b) (a-b)
Ricavi 3.972 3.797 4,6 11.529 11.340 1,7
EBITDA
(1)
1.287 1.596 (19,4) 3.945 4.349 (9,3)
EBITDA Margin
(1)
32,4% 42,0% (9,6)pp 34,2% 38,4% (4,2)pp
EBIT
(1)
41 456 (91,0) 438 940 (53,4)
EBIT Margin
(1)
1,0% 12,0% (11,0)pp 3,8% 8,3% (4,5)pp
Utile (perdita) del periodo attribuibile ai Soci della
Controllante
(2.245) 139 (2.728) (10)
Investimenti industriali & spectrum 856 912 (6,1) 2.762 2.720 1,5
30.9.2022 31.12.2021 Variazione
assoluta
(a) (b) (a-b)
Indebitamento finanziario netto rettificato
(1)
25.504 22.187 3.317

(1) Per i relativi dettagli si rimanda a quanto riportato nel capitolo "Indicatori alternativi di performance".

Risultati organici (1)

(milioni di euro) - dati organici 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
Variazioni % 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni %
(a) (b) (a) (b)
RICAVI TOTALI 3.972 3.930 1,1 11.529 11.712 (1,6)
Domestic 2.919 3.083 (5,3) 8.673 9.306 (6,8)
Brasile 1.061 853 24,4 2.880 2.426 18,5
Altre attività, rettifiche e elisioni (8) (6) (24) (20)
RICAVI DA SERVIZI 3.720 3.613 3,0 10.750 10.692 0,5
Domestic 2.694 2.791 (3,5) 7.977 8.356 (4,5)
o/w Wireline 2.020 2.102 (3,9) 6.096 6.410 (4,9)
o/w Mobile 802 821 (2,2) 2.281 2.361 (3,4)
Brasile 1.034 828 24,7 2.797 2.356 18,4
Altre attività, rettifiche e elisioni (8) (6) (24) (20)
EBITDA 1.589 1.700 (6,5) 4.539 5.008 (9,4)
Domestic 1.085 1.295 (16,2) 3.215 3.871 (16,9)
Brasile 506 406 24,5 1.332 1.144 16,2
Altre attività, rettifiche e elisioni (2) (1) (8) (7)
EBITDA After Lease 1.313 1.479 (11,2) 3.785 4.362 (13,2)
Domestic 958 1.169 (18,0) 2.834 3.490 (18,8)
Brasile 357 311 14,3 959 879 8,9
Altre attività, rettifiche e elisioni (2) (1) (8) (7)
CAPEX (al netto delle licenze per telecomunicazioni) 846 936 (9,6) 2.682 2.562 4,7
Domestic 660 765 (13,7) 2.068 1.990 3,9
Brasile 186 171 9,0 614 572 7,3

(1) I risultati organici escludono le partite non ricorrenti e la base comparabile è calcolata al netto dell'effetto di conversione dei bilanci in valuta e della variazione del perimetro di consolidamento.

(milioni di euro) - dati reported 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
Variazioni % 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni %
(a) (b) (a) (b)
Equity Free Cash Flow (77) 97 261 460 (43,3)
Equity Free Cash Flow After Lease (251) (61) (235) 28
Indebitamento Finanziario Netto Rettificato (2) 25.504 22.164 15,1
Indebitamento Finanziario Netto After Lease(2) 20.100 17.613 14,1

(2) Indebitamento finanziario netto rettificato. La variazione del fair value dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie è rettificata dall'Indebitamento Finanziario Netto contabile non avendo effetti monetari.

CONTRATTI COMPLESSI

Come dettagliato nella Relazione Finanziaria 2021, alcuni contratti per l'offerta di contenuti multimedia connessi alle partnership in essere, fra cui quella fra TIM e DAZN, hanno evidenziato un margine complessivo lungo l'intera durata contrattuale negativo, con la necessità di effettuare un accantonamento per complessivi 548 milioni di euro per l'iscrizione al 31 dicembre 2021 di un Fondo Rischi contrattuali per contratti onerosi.

A partire dal 2022, l'utilizzo del citato Fondo lungo la durata contrattuale consente di compensare la componente negativa del margine (EBITDA) - riferibile sia all'andamento operativo dei business sia agli impegni in termini di corrispettivi che TIM è contrattualmente obbligata a riconoscere alle controparti rilevando per il business dei contenuti una marginalità operativa (organica) nulla.

Si segnala inoltre che nel mese di agosto 2022 TIM e DAZN hanno raggiunto un accordo che – modificando le pattuizioni precedentemente in essere – consente a DAZN di distribuire i diritti del calcio per la visione delle partite del Campionato di Serie A TIM tramite qualsiasi terza parte, superando il previgente regime di esclusiva a favore di TIM. TIM ha informato l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del raggiungimento del nuovo accordo. Il nuovo assetto contrattuale non genera impatti sui clienti TIM, che continuano a fruire delle partite attraverso TimVision, la piattaforma streaming più vantaggiosa e ricca di contenuti sul mercato. Al contempo si è raggiunto l'obiettivo di distribuire i diritti su una pluralità di piattaforme nell'ottica di realizzare un modello economico maggiormente sostenibile e soggetto a minore volatilità.

La valutazione del Fondo contratti onerosi tiene conto del nuovo scenario. Il Fondo al 30 settembre 2022 ammonta a 213 milioni di euro.

Di seguito si evidenzia:

  • l'ammontare utilizzato del Fondo rischi a fronte del margine negativo;
  • l'ammontare della marginalità organica complessiva (EBITDA organico) in assenza dell'utilizzo del Fondo rischi per contratti onerosi.

(milioni di euro) 1.1 - 30.9. 2022

Gruppo TIM Business Unit
Domestic
EBITDA ORGANICO (incluso l'utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi) 4.539 3.215
- Utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi a fronte del Margine negativo (338) (338)
EBITDA ORGANICO (escluso l'utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi) 4.201 2.877

L'importo di 338 milioni di euro rappresenta il margine negativo a fronte del quale è stato utilizzato il fondo. Per la quota relativa al contratto calcio con DAZN tale importo comprende sia l'andamento operativo del business sia la componente legata ai corrispettivi che TIM è contrattualmente obbligata a riconoscere a DAZN, oggetto di registrazione al termine di ciascuna stagione calcistica (30 giugno di ciascun anno), contestualmente all'utilizzo del relativo Fondo accantonato.

Sotto il profilo finanziario, il margine negativo coperto dal Fondo rischi, comporta un pari impatto sulla Posizione Finanziaria Netta e sui flussi di cassa. Per il contratto DAZN, TIM è contrattualmente obbligata a versare rate anticipate relative a ciascuna annualità (1° luglio-30 giugno, corrispondente a ciascuna stagione di campionato).

Con riferimento ai contratti pluriennali di contenuti multimedia che in alcuni casi impegnano TIM a riconoscere alla controparte corrispettivi a titolo di minimo garantito, occorre richiamare come la valutazione di tali contratti e la stima dei costi ad essi associati è soggetta a numerose incertezze che includono fra gli altri dinamiche di mercato, pronunciamenti delle autorità regolatorie del mercato, sviluppo delle nuove tecnologie a supporto del servizio. Tali stime vengono riviste periodicamente sulla base dei dati consuntivati al fine di assicurare che il dato previsionale rimanga nell'ambito di range ragionevolmente prevedibili. Non tutti i fattori citati sono sotto il controllo della società, potrebbero pertanto impattare anche in maniera significativa sulle previsioni future circa l'andamento dei contratti stessi, l'importo di marginalità (positiva o negativa) stimato, i flussi di cassa che verranno generati.

DIRITTI D'USO FREQUENZE 5G IN ITALIA

Il 30 settembre 2022 TIM ha corrisposto la quinta e ultima rata, pari a 1,7 miliardi di euro, dei complessivi 2,4 miliardi di euro dovuti in ottemperanza agli impegni assunti dalla Società a seguito dell'aggiudicazione dei diritti d'uso delle bande di frequenza di telefonia mobile di cui alla "Gara 5G", posta in essere nel 2018 dal Ministero per lo Sviluppo Economico.

In dettaglio:

a ottobre 2018, ad esito di una gara pubblica cui hanno partecipato i 5 operatori mobili italiani (Iliad, Fastweb, TIM, Vodafone e Wind3), TIM si è aggiudicata i diritti d'uso su tutte le bande messe all'asta. In particolare, TIM è risultata aggiudicataria di 2x10 MHz in banda 700 MHz (blocchi disponibili dal 1° luglio 2022), 80 MHz banda 3,6-3,8 GHz e 200 MHz in banda 26 GHz (entrambe le bande disponibili dal 1° gennaio 2019).

L'importo totale di aggiudicazione è stato di 2,4 miliardi di euro, da pagare in cinque rate annuali, in accordo con le previsioni di incasso della legge di Bilancio 2017, così suddivise:

(euro) 2018 2019 2020 2021 2022 Totale
Telecom Italia S.p.A. 477.473.285,00 18.342.110,83 110.052.665,01 55.026.332,50 1.738.485.952,97 2.399.380.346,32

A seguito del pagamento dell'ultima rata il MiSE, in data 4 ottobre 2022, ha comunicato alle banche garanti lo svincolo definitivo delle fideiussioni a suo tempo costituite a garanzia degli obblighi di pagamento.

Le frequenze 5G consentono a TIM, unitamente alle altre bande di frequenza già in suo possesso, di coprire tutti i casi d'uso previsti dall'International Telecommunication Union (ITU) per il 5G (IMT-2020 5G), soddisfacendo così le esigenze del mondo, in fortissima crescita, del IoT grazie alla possibilità di gestire contemporaneamente migliaia di connessioni, dell'Industry 4.0 grazie alle latenze bassissime, dell'entertainment grazie alle elevate velocità di trasmissione sopra i 2 Gbps ed infine delle applicazioni automotive e mission critical (Public Safety e Public Protection/ Disaster Releif) grazie all'elevata affidabilità delle connessioni.

Va messo in evidenza che TIM, nella banda 3,4-3,8 GHz è l'unico operatore mobile italiano a disporre di 100 MHz (20 MHz in banda 3,4-3,6 GHz e 80 MHz in banda 3,6-3,8 GHz) e quindi in grado di offrire throughput e latenza significativamente migliori dei competitor nazionali.

Il valore dei diritti d'uso sulle bande di frequenza 5G (in Italia) e le relative vite utili al 30 settembre 2022 sono così dettagliate:

Valore di
acquisizione
(milioni di euro)
Valore residuo
al 30.9.2022
(milioni di euro)
Vita utile Scadenza
Banda 700 MHz 680 669 15 anni e 6 mesi 31.12.2037
Banda 3600-3800 MHz 1.686 1.353 19 anni 31.12.2037
Banda 26 GHz 33 27 19 anni 31.12.2037
2.399 2.049

PERFORMANCE ESG

Nel Piano Strategico 2022-2024, TIM ha rafforzato i propri impegni ambientali, sociali e di governance introducendo nuovi e più ambiziosi obiettivi ESG.

TIM Domestic

■ AMBIENTE

Nel corso del terzo trimestre è proseguita l'attività di efficientamento del consumo dell'energia operando in modo specifico su infrastrutture di rete e data center grazie ad operazioni di decommissioning degli impianti meno efficienti.

Ad oggi TIM ha completato in tutta Italia lo spegnimento del servizio 3G sulla rete mobile, riducendo a regime le emissioni complessive del 4,3%.

Per contenere il consumo energetico all'interno degli uffici, TIM ha inoltre promosso una campagna di sensibilizzazione delle proprie persone per incoraggiare comportamenti virtuosi con un decalogo che indica le "dieci abitudini per un ufficio sostenibile".

L'insieme di queste attività contribuisce ad un'attenta gestione del rischio legato alla crescita dei costi dell'energia, limitando l'impatto atteso sul loro aumento per l'intero esercizio 2022 e contribuendo al contenimento delle emissioni di CO2 come da Piano.

Nel terzo trimestre prosegue come da Piano l'approvvigionamento di energia green grazie all'accordo di PPA (Power Purchase Agreement) con ERG e al programma di acquisto di Garanzie di Origine1 .

È stato poi avviato il servizio carpooling per i dipendenti TIM su alcune sedi, per valutarne un'estensione del servizio all'intero territorio sulla base dei risparmi attesi di carburante e delle emissioni di CO2, in considerazione del fatto che questa iniziativa può contribuire al raggiungimento del target di Piano di Scope 3 che prevede il -47% di CO2 al 2030.

Sempre con riferimento all'obiettivo di Scope 3, nel terzo trimestre TIM ha stipulato una partnership con Eni sul progetto Open-es2 con l'obiettivo di rilevare le performance di sostenibilità dei propri fornitori, rafforzare il processo di qualificazione con standard ESG di mercato e costruire percorsi condivisi di crescita in questo ambito.

Infine, nel corso del terzo trimestre, TIM è entrata a far parte della European Green Deal Coalition, l'alleanza formata dai leader europei del settore ICT con il sostegno della Commissione Europea e del Parlamento Europeo, che mira a valorizzare il ruolo centrale della digitalizzazione nella riduzione delle emissioni di CO2 attraverso tecnologie innovative a basso impatto ambientale.

■ SOCIAL

Sviluppo digitale

L'obiettivo di TIM è traghettare il sistema imprenditoriale italiano verso un percorso di trasformazione che porti più efficienza, sicurezza, velocità nei cambiamenti e meno sprechi di risorse per minimizzare l'impatto sull'ambiente.

Con l'acquisizione di Mindicity, TIM Enterprise conferma il suo focus sullo sviluppo delle Smart city, realizzando un vero e proprio strumento di intelligenza urbana utilizzabile da tutte le amministrazioni italiane e capace di migliorare la mobilità e la sicurezza delle città.

TIM ha lanciato a fine ottobre la "TIM Smarter City Challenge", insieme a Banca Intesa ed Edison, con l'obiettivo di individuare soluzioni verticali per arricchire la piattaforma a beneficio di imprese, PA e cittadini.

Nel trimestre prosegue il piano di realizzazione relativo a scuole e sanità connesse, due gare previste dal PNRR che TIM si è aggiudicata.

Sono partite le attività del Polo Strategico Nazionale, la società di progetto partecipata da TIM, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti e Sogei che entro fine anno doterà il nostro Paese di una infrastruttura cloud efficiente, affidabile e sicura grazie alla quale gli enti pubblici potranno digitalizzarsi per semplificare la burocrazia e offrire ai cittadini servizi di maggiore qualità.

Il Polo Strategico Nazionale è una delle principali attività promosse dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell'ambito della prima missione del PNRR ed ospiterà i dati e i servizi critici e strategici delle Pubbliche Amministrazioni Centrali, delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e delle altre Pubbliche Amministrazioni locali. Le Amministrazioni potranno inoltre scegliere il Polo Strategico Nazionale anche per la gestione dei dati ordinari.

Connettività

Al 30 settembre 2022 oltre il 94% dei clienti su rete fissa TIM è raggiunto dalle reti FTTH o FTTC a livello nazionale; nelle aree bianche tale percentuale si attesta al 76%. Prosegue, inoltre, la crescita della copertura FTTH di TIM che ha raggiunto circa il 29% delle unità immobiliari.

La rete 4G di TIM copre oltre il 99% della popolazione nazionale, mentre la rete 5G di TIM al 30 settembre 2022 ha raggiunto 261 Comuni.

Nei primi nove mesi del 2022 il volume di dati gestito sulla rete ultra-broadband mobile di TIM è cresciuto del 31,4% rispetto ai primi nove mesi del 2021.

1 I dati relativi ad approvvigionamento ed efficientamento verranno comunicati a chiusura di anno.

2 Open-es, lanciata ad inizio 2021 da Eni in collaborazione con Boston Consulting Group e Google Cloud, conta oggi più di 7.600 imprese da 66 settori industriali differenti impegnate nel percorso di misurazione, miglioramento e condivisione delle performance ESG.

Data Center

Noovle, cloud company del Gruppo TIM e Società Benefit, dispone di 16 Data Center realizzati secondo i massimi livelli di sicurezza, protezione, operatività ed efficienza energetica che hanno gestito un volume di dati che al 30 settembre risulta pari a 79,5 Pbyte continuamente ottimizzato grazie a operazioni di efficientamento che consentono di utilizzare in ogni momento la minor quantità di risorse informatiche senza incidere sull'erogazione dei servizi.

■ GOVERNANCE

Nel terzo trimestre TIM ha avviato un importante processo di digitalizzazione dei processi di rendicontazione del bilancio non finanziario. Va avanti inoltre il deployment della tassonomia europea secondo le modalità previste dai tavoli europei.

Nel corso dell'ultimo Comitato endoconsiliare di Sostenibilità è stata approvata la lista dei nuovi temi di impatto ESG da considerare per le attività di rendicontazione e per la focalizzazione delle attività ESG del 2023.

Nel corso del 2022 è stata avvita l'attività di riorganizzazione dei Consigli di Amministrazione per incrementare il numero di donne. Nell'ultimo trimestre sono stati rinnovati i Board di Tim Retail, Telsy e Olivetti, portando il numero di consigliere donne ad oltre il 60%.

Per quanto riguarda gli indici ESG , ad agosto TIM è stata confermata da Ecovadis, piattaforma internazionale di valutazione di sostenibilità aziendale di supply chain, nella top list delle aziende valutate; mentre a settembre da Refinitiv Diversity & Inclusion, uno dei principali indici di riferimento per gli investitori sostenibili, come il primo gruppo nel settore delle telecomunicazioni e la prima azienda in Italia e in Sud America (tramite TIM S.A.) per le politiche di inclusione e promozione della diversity.

Brasile

■ CONNETTIVITA'

TIM Brasil si è impegnata pubblicamente a estendere la connettività 4G a tutti i comuni del Brasile entro il 2023. A settembre, la percentuale di copertura era pari al 92,6%. L'operatore inoltre continua l'espansione della copertura della rete mobile 5G nel Paese. Alla fine del terzo trimestre, 22 capitali dispongono già del segnale 5G di TIM.

■ SETTORE AGROALIMENTARE

Dal 2020, TIM fa parte dell'associazione ConectaAGRO, che mira a promuovere la diffusione dell'utilizzo di Internet nelle varie regioni agricole e rurali del Brasile. Nel 2022, TIM Brasil ha raggiunto oltre 7 milioni di ettari di copertura 4G nelle aree rurali e ha stretto una partnership con Agtech Garage, l'hub di start-up di LATAM AgriBusiness, per la rete 5G nell'industria agroalimentare. Ad agosto, la società ha annunciato il primo progetto 4G TIM sul campo nello stato di Minas Gerais, grazie a una partnership con Usina Santa Vitória Açúcar e Álcool, un'azienda di riferimento nel settore dello zucchero e dell'etanolo. La partnership con TIM porterà la copertura 4G a 160 proprietà del complesso e alle comunità vicine, raggiungendo oltre 37.000 ettari di produzione di canna da zucchero, a beneficio di circa 20.000 abitanti e 1.500 dipendenti.

■ SERVIZI DIGITALI E PARTNERSHIP

Grazie a TIM Brasil è stato creato il primo Marketplace IoT del Brasile, con soluzioni per agribusiness, smart city, utenze elettriche e Industria 4.0. Inoltre, per promuovere l'innovazione attraverso la tecnologia 5G, TIM Brasil ha inaugurato il 5G HUB, in collaborazione con Cubo Itaú, uno dei più importanti centri per l'imprenditorialità tecnologica in America Latina.

■ COMPETENZE DIGITALI

TIM Brasil si prefigge come obiettivo la formazione di più di 5.000 dipendenti sulle competenze digitali entro il 2023, soprattutto attraverso Journey to Cloud e Agile Journey. A settembre sono già stati formati 3.814 dipendenti.

PREMESSA

TIM redige e pubblica in via volontaria le informazioni finanziarie periodiche riferite al primo e al terzo trimestre di ciascun esercizio, nell'ambito di una policy aziendale di regolare informativa sulle performance finanziarie e operative rivolta al mercato e agli investitori, in linea con le migliori prassi di mercato.

I dati consolidati inclusi nelle informazioni finanziarie periodiche al 30 settembre 2022 del Gruppo TIM sono stati predisposti in conformità ai principi contabili internazionali IFRS emessi dall'International Accounting Standards Board e omologati dall'Unione Europea (definiti come "IFRS"); detti dati non sono sottoposti a revisione contabile.

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio Consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2021 ai quali si rimanda, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2022.

Al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, il Gruppo TIM utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance.

In particolare, gli indicatori alternativi di performance si riferiscono a: EBITDA; EBIT; variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui ricavi, sull'EBITDA e sull'EBIT; EBITDA margin e EBIT margin; Indebitamento finanziario netto contabile e rettificato; Equity free cash flow. A seguito dell'adozione dell'IFRS 16, inoltre, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance: EBITDA After Lease ("EBITDA-AL"), Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, Equity free cash flow After Lease.

In linea con gli orientamenti dell'ESMA sugli indicatori alternativi di performance (Orientamenti ESMA/2015/1415), il significato ed il contenuto degli stessi sono illustrati in allegato ed è anche fornito il dettaglio analitico degli importi delle riclassifiche apportate e delle modalità di determinazione degli indicatori.

Come descritto nel Bilancio consolidato 2021 del Gruppo TIM, nel corso del quarto trimestre dell'esercizio 2021, TIM ha effettuato alcuni affinamenti relativi alla contabilizzazione di taluni accordi commerciali aventi ad oggetto la vendita di beni con consegna differita. Tali affinamenti hanno comportato per il primo, secondo e terzo trimestre dell'esercizio 2021 la rideterminazione della distribuzione temporale dei ricavi e degli acquisti di materie e servizi. In relazione a quanto sopra, si è provveduto alla rideterminazione dei dati economici dei primi nove mesi e del terzo trimestre dell'esercizio 2021 qui esposti a fini comparativi.

Si segnala, infine, che il capitolo "Evoluzione prevedibile della gestione per l'esercizio 2022" contiene dichiarazioni previsionali (forward-looking statements) riguardanti intenzioni, convinzioni o attuali aspettative del Gruppo in relazione ai risultati finanziari e ad altri aspetti delle attività e strategie del Gruppo. Il lettore del presente comunicato non deve porre un indebito affidamento su tali dichiarazioni previsionali, in quanto i risultati consuntivi potrebbero differire significativamente da quelli contenuti in dette previsioni come conseguenza di rischi e incertezze dipendenti da molteplici fattori, la maggior parte dei quali è al di fuori della sfera di controllo del Gruppo. Per maggiori dettagli, si rimanda a quanto illustrato nel capitolo "Principali rischi e incertezze", nonché nella Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2021, in cui sono dettagliatamente riportati i principali rischi afferenti all'attività di business del Gruppo TIM che possono incidere, anche in modo considerevole, sulla capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.

∂ PRINCIPALI VARIAZIONI DEL PERIMETRO DI CONSOLIDAMENTO DEL GRUPPO TIM

Le principali variazioni del perimetro di consolidamento dei primi nove mesi del 2022 sono state le seguenti:

  • Cozani RJ Infraestrutura e Rede de Telecomunicações S.A. (entrata nel perimetro della Business Unit Brasile): in data 20 aprile 2022, TIM S.A. (società brasiliana controllata del Gruppo TIM), ha acquisito il 100% del capitale sociale di Cozani, società in cui è confluito il ramo d'azienda relativo alla quota parte delle attività, dei diritti e degli obblighi di telefonia mobile di Oi Móvel - Em Recuperação Judicial;
  • Mindicity S.r.l. (entrata nel perimetro della Business Unit Domestic): in data 30 maggio 2022 Olivetti S.p.A. ha acquisito il 70% del capitale sociale della società. Mindicity gestisce una piattaforma software e attività nell'ambito delle Smart City;
  • Movenda S.p.A. (entrata nel perimetro della Business Unit Domestic): nel mese di luglio 2022 TIM S.p.A, ha acquisito il 100% del capitale sociale della società. Movenda offre soluzioni di Digital Identity. In data 29 settembre 2022 il Consiglio di Amministrazione di TIM S.p.A. e l'Assemblea degli Azionisti di Movenda S.p.A. hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione di Movenda S.p.A. in TIM S.p.A. con decorrenza degli effetti contabili e fiscali dal 1° luglio 2022;
  • Daphne 3 S.p.A. (uscita dal perimetro della Business Unit Domestic): in data 4 agosto 2022 TIM S.p.A. ha ceduto il 41% del capitale sociale della holding Daphne 3, che detiene una partecipazione del 30,2% in Infrastrutture Wireless Italiane ("INWIT") a un consorzio di investitori guidato da Ardian.

Si segnala inoltre:

Polo Strategico Nazionale S.p.A.: in data 4 agosto 2022 è stata costituita la società, di cui TIM S.p.A. detiene il 45% del capitale sociale, che si occupa della progettazione, predisposizione, allestimento e gestione dell'infrastruttura per l'erogazione di soluzioni e servizi cloud per la Pubblica Amministrazione.

Nei primi nove mesi del 2021 le principali operazioni societarie erano state le seguenti:

  • Noovle S.p.A. (Business Unit Domestic): dal 1° gennaio 2021 è divenuto efficace il conferimento a Noovle S.p.A. del ramo di azienda di TIM S.p.A. costituito dalle attività e passività e dal personale dipendente riconducibili all'erogazione di servizi relativi al Cloud e Edge Computing;
  • FiberCop S.p.A.; Flash Fiber S.r.l. (Business Unit Domestic): dal 31 marzo 2021 è divenuto efficace il conferimento a FiberCop S.p.A. del ramo di azienda di TIM S.p.A. costituito dall'insieme di beni, attività e passività e rapporti giuridici organizzati funzionalmente per la fornitura di servizi di accesso passivi mediante la rete secondaria in rame o fibra. Al tempo stesso si è concluso l'acquisto da parte di Teemo Bidco, società indirettamente controllata da KKR Global Infrastructure Investors III L.P., del 37,5% di FiberCop da TIM e Fastweb ha sottoscritto azioni FiberCop corrispondenti al 4,5% del capitale della società, mediante conferimento della quota detenuta in Flash Fiber, che è stata contestualmente incorporata in FiberCop;
  • TIM Tank S.r.l. (Altre attività): in data 1° aprile 2021 è stata fusa in Telecom Italia Ventures S.r.l. con effetti contabili e fiscali retroattivi al 1° gennaio 2021;
  • Telecom Italia Trust Technologies S.r.l. (Business Unit Domestic): con decorrenza 1° aprile 2021 la partecipazione nella società è stata conferita da TIM S.p.A. a Olivetti S.p.A.;
  • TIM S.p.A. (Business Unit Domestic): in data 30 giugno 2021 è stata perfezionata l'operazione di acquisizione delle Business Unit di BT Italia che offrivano servizi ai clienti della Pubblica Amministrazione e ai clienti Small & Medium Business (SMB) ovvero alle piccole e medie imprese. L'operazione di acquisizione ha incluso anche le attività di supporto ai clienti della Business Unit SMB fornite da Atlanet, il Contact Center BT di Palermo;
  • TIM Servizi Digitali S.p.A. (Business Unit Domestic): società costituita in data 30 luglio 2021; la società ha come oggetto sociale le attività di realizzazione e manutenzione di impianti per la fornitura di servizi di telecomunicazioni; a tale proposito si segnala che nel mese di settembre 2021 la società ha stipulato con Sittel S.p.A. un contratto per l'affitto di un ramo d'azienda consistente nelle attività di construction, delivery e assurance di reti e impianti di telecomunicazione;
  • Panama Digital Gateway S.A. (Business Unit Domestic): società costituita a luglio 2021 per la costruzione di un hub digitale che si propone come snodo di riferimento per tutto il Centro America, la regione andina e i Caraibi;
  • Staer Sistemi S.r.l. (Business Unit Domestic): società acquisita da Olivetti S.p.A. in data 30 settembre 2021. La società ha come oggetto sociale lo svolgimento di attività connesse all'iter di produzione e commercializzazione di programmi e sistemi elettronici ed attività connesse ad impianti di efficientamento energetico.

RISULTATI DEL GRUPPO TIM PER I PRIMI NOVE MESI DEL 2022

I ricavi totali del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2022 ammontano a 11.529 milioni di euro, +1,7% rispetto ai primi nove mesi del 2021 (11.340 milioni di euro). Escludendo i ricavi delle attività mobili del gruppo Oi acquisite in Brasile i ricavi consolidati ammonterebbero a 11.349 milioni di euro.

L'analisi dei ricavi totali dei primi nove mesi del 2022 ripartiti per settore operativo in confronto ai primi nove mesi del 2021 è la seguente:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
peso % peso % assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Domestic 8.673 75,2 9.281 81,8 (608) (6,6) (6,8)
Brasile 2.880 25,0 2.079 18,3 801 38,5 18,5
Altre attività
Rettifiche ed elisioni (24) (0,2) (20) (0,1) (4)
Totale consolidato 11.529 100,0 11.340 100,0 189 1,7 (1,6)

La variazione organica dei ricavi consolidati di Gruppo è calcolata escludendo l'effetto delle variazioni dei tassi di cambio1 (+372 milioni di euro), nonché eventuali componenti non ricorrenti.

I ricavi del terzo trimestre 2022 ammontano a 3.972 milioni di euro (3.797 milioni di euro nel terzo trimestre 2021).

L'EBITDA del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2022 è pari a 3.945 milioni di euro (4.349 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021, -9,3% in termini reported, -9,4% in termini organici). Escludendo i risultati delle attività mobili del gruppo Oi acquisite in Brasile l'EBITDA consolidato ammonterebbe a 3.843 milioni di euro.

Il dettaglio dell'EBITDA e dell'incidenza percentuale del margine sui ricavi ripartiti per settore operativo dei primi nove mesi del 2022 in confronto con i primi nove mesi del 2021 sono i seguenti:

1 I tassi di cambio medi utilizzati per la conversione in euro (espressi in termini di unità di valuta locale per 1 euro) sono per il real brasiliano pari a 5,46570 nei primi nove mesi del 2022 e a 6,37804 nei primi nove mesi del 2021; per il dollaro americano sono pari a 1,06408 nei primi nove mesi del 2022 e a 1,19616 nei primi nove mesi del 2021. L'impatto della variazione dei tassi di cambio è calcolato applicando al periodo posto a confronto i tassi di conversione delle valute estere utilizzati per il periodo corrente.

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
peso % peso % assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Domestic 2.641 66,9 3.379 77,7 (738) (21,8) (16,9)
% sui Ricavi 30,5 36,4 (5,9)pp (4,5)pp
Brasile 1.315 33,3 977 22,5 338 34,6 16,2
% sui Ricavi 45,6 47,0 (1,4)pp (1,0)pp
Altre attività (11) (0,2) (6) (0,2) (5)
Rettifiche ed elisioni (1) 1
Totale consolidato 3.945 100,0 4.349 100,0 (404) (9,3) (9,4)

L'EBITDA organico al netto della componente non ricorrente si attesta a 4.539 milioni di euro con un'incidenza sui ricavi del 39,4% (5.008 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021, con un'incidenza sui ricavi del 42,8%).

L'EBITDA dei primi nove mesi del 2022 sconta oneri netti non ricorrenti per complessivi 594 milioni di euro principalmente connessi a costi del personale per processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale (pari a 548 milioni di euro principalmente per accantonamenti ed oneri correlati alle uscite di personale dirigente e non dirigente, previste anche in base all'applicazione dell'art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92 ed all'ex-art. 41, comma 5bis, d.lgs. n. 148/2015, come da accordi siglati, nel periodo giugno-settembre 2022 con le OO.SS. e riferiti interamente alle società italiane della business unit Domestic) nonché a oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti e ad accantonamenti e oneri per contenziosi, a sanzioni di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate.

Nei primi nove mesi del 2021 il Gruppo TIM aveva registrato oneri non ricorrenti per complessivi 493 milioni di euro principalmente relativi a costi del personale connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale oltre ad accantonamenti per contenziosi, transazioni, sanzioni di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate, oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti nonché oneri connessi all'emergenza Covid-19 principalmente per accantonamenti relativi alla gestione dei crediti di una parte della clientela.

L'EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute %
EBITDA 3.945 4.349 (404) (9,3)
Effetto conversione bilanci in valuta 166 (166)
Oneri/(Proventi) non ricorrenti 594 492 102
Effetto conversione Oneri/(Proventi) non ricorrenti in valuta 1 (1)
EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente 4.539 5.008 (469) (9,4)
% sui Ricavi 39,4 42,8 (3,4)pp

L'effetto della variazione dei cambi è principalmente relativo alla Business Unit Brasile.

L'EBITDA organico escluso l'utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi dei primi nove mesi del 2022 è pari a 4.201 milioni di euro.

L'EBITDA del terzo trimestre 2022 ammonta a 1.287 milioni di euro (1.596 milioni di euro nel terzo trimestre 2021).

L'EBITDA organico al netto della componente non ricorrente del terzo trimestre 2022 è pari a 1.589 milioni di euro (1.700 milioni di euro nel terzo trimestre 2022).

L'EBIT del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2022 è pari a 438 milioni di euro (940 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021).

L'EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 1.032 milioni di euro (1.486 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021) con un'incidenza sui ricavi del 9,0% (12,7%nei primi nove mesi del 2021).

L'EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, è calcolato come segue:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute %
EBIT 438 940 (502) (53,4)
Effetto conversione bilanci in valuta 53 (53)
Oneri/(Proventi) non ricorrenti 594 492 102
Effetto conversione Oneri/(Proventi) non ricorrenti in valuta 1 (1)
EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente 1.032 1.486 (454) (30,6)

Gli altri proventi (oneri) da partecipazioni ammontano a 174 milioni di euro (12 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021) e si riferiscono principalmente alla plusvalenza netta connessa alla cessione, intervenuta ad agosto 2022, del 41% del capitale sociale della holding Daphne 3, che detiene una partecipazione del 30,2% in Infrastrutture Wireless Italiane ("INWIT").

Nei primi nove mesi del 2022 la voce imposte sul reddito è negativa per 2.109 milioni di euro (positiva per 43 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021).

Il Consiglio di Amministrazione di TIM del 9 novembre 2022 ha deliberato la revoca del riallineamento dell'avviamento, come consentito dalla Legge di Bilancio di previsione dello Stato Italiano per l'anno finanziario 2022 e come dettagliato nel Provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate, pubblicato il 29 settembre 2022.

In particolare la Società - preso atto della pubblicazione nel citato Provvedimento di tempi, condizioni e modalità operative per l'effettuazione della revoca - ha operato una valutazione di convenienza economico finanziaria e ha considerato prioritario rafforzare nell'anno in corso e nei successivi il percorso di investimenti a carattere industriale per il sostegno dei diversi ambiti di business, che si pongono quale alternativa rispetto all'impiego finanziario correlato al pagamento dell'imposta sostitutiva sul riallineamento.

Non sussistendo pertanto più i presupposti alla base dell'iscrizione delle Attività per imposte anticipate, esse sono state interamente stralciate, per un importo netto di 1.964 milioni di euro, così dettagliato:

  • onere di -2.656 milioni di euro per lo stralcio delle attività per imposte anticipate di TIM S.p.A.:
    • nel Bilancio al 31 dicembre 2020 di TIM S.p.A. erano state iscritte imposte differite attive (Deferred Tax Asset) per un importo pari a 6.569 milioni di euro a fronte del riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi del D.L. 104/2020 art. 110, co. 8 e 8 bis, che stabiliva in 18 anni, a partire dal 2021, la deducibilità dell'ammortamento fiscale del valore riallineato, a fronte di una imposta sostitutiva pari al 3% del valore riallineato (692 milioni di euro, da versare in 3 rate annuali di pari importo);
    • nel Bilancio al 31 dicembre 2021 era stata effettuata una parziale svalutazione per un importo pari a -3.913 milioni di euro, principalmente connesso all'allungamento a 50 anni del periodo di assorbimento del Tax asset, introdotto dall'art. 160 della Legge di Bilancio per il 2022 (L. 234/2021) e alla mutata valutazione circa la distribuzione temporale della recuperabilità delle attività per imposte anticipate di TIM S.p.A.;
  • provento di 692 milioni di euro per lo storno dell'imposta sostitutiva che era stata stanziata per il riallineamento; in dettaglio iscrizione di un credito di 231 milioni di euro relativi alla prima rata, versata il 30.06.2021 e storno di un debito per 461 milioni di euro per la seconda e la terza rata che non verranno versate a seguito dell'esercizio della revoca del riallineamento. La prima rata, come previsto dal Provvedimento, verrà recuperata finanziariamente compensandola con i futuri versamenti di imposta effettuati con il "modello F24", che la Società eseguirà successivamente alla presentazione della dichiarazione integrativa (entro il 28 novembre 2022) in cui sarà formalizzata la revoca del riallineamento.

Il Risultato netto dei primi nove mesi del 2022 attribuibile ai Soci della Controllante registra una perdita di -2.728 milioni di euro (-10 milioni di euro nei primi nove del 2021); escludendo l'impatto delle partite non ricorrenti il risultato netto dei primi nove mesi del 2022 è pari a -361 milioni di euro (nei primi nove del 2021 era positivo per 310 milioni di euro).

Il personale del Gruppo TIM al 30 settembre 2022 è pari a 51.906 unità, di cui 42.341 in Italia (51.929 unità al 31 dicembre 2021, di cui 42.347 in Italia).

Nei primi nove mesi del 2022 gli investimenti industriali e per licenze di telefonia mobile/spectrum sono pari a 2.762 milioni di euro (2.720 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021).

Gli investimenti industriali sono così ripartiti per settore operativo:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazione
peso % peso %
Domestic 2.148 77,8 2.230 82,0 (82)
Brasile 614 22,2 490 18,0 124
Altre attività
Rettifiche ed elisioni
Totale consolidato 2.762 100,0 2.720 100,0 42
% sui Ricavi 24,0 24,0 0,0pp

In particolare:

  • la Business Unit Domestic presenta investimenti industriali per 2.148 milioni di euro (comprensivi di 80 milioni di euro per acquisizioni di licenze di telecomunicazioni) con un decremento di 82 milioni di euro rispetto ai primi nove del 2021, principalmente connesso allo sviluppo delle reti FTTC/FTTH;
  • la Business Unit Brasile ha registrato nei primi nove del 2022 investimenti industriali per 614 milioni di euro (490 milioni di euro nei primi nove del 2021). Escludendo l'impatto dovuto alla dinamica dei tassi di cambio (+82 milioni di euro), gli investimenti industriali sono sostanzialmente stabili rispetto ai primi nove del 2021.

Il flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow) di Gruppo dei primi nove mesi del 2022 si attesta a -1.128 milioni di euro: alla generazione di cassa operativa, positiva per 1.089 milioni di euro, si sono contrapposti il citato pagamento dell'ultima tranche del diritto d'uso delle frequenze 5G in Italia (1.738 milioni di euro) nonché altri pagamenti per l'acquisizione di diritti d'uso di frequenze per servizi di telecomunicazioni in Brasile e in Italia per 479 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2021 l'operating free cash flow era positivo per 1.083 milioni di euro (+1.378 milioni di euro la generazione di cassa operativa cui si erano contrapposti 295 milioni di euro per l'acquisizione di diritti d'uso di frequenze per servizi di telecomunicazioni).

L'Indebitamento Finanziario Netto rettificato ammonta a 25.504 milioni di euro al 30 settembre 2022, in aumento di 3.317 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2021 (22.187 milioni di euro). Nonostante un positivo flusso di cassa derivante dalla gestione operativa-finanziaria, l'incremento dell'indebitamento è ascrivibile:

  • all'acquisizione in Brasile delle attività mobili del gruppo Oi, per complessivi 1.741 milioni di euro;
  • al pagamento di frequenze di telecomunicazioni e di impegni correlati in Italia e in Brasile per 2.217 milioni di euro;
  • all'impatto contabile di rinegoziazioni di contratti di lease IFRS16, 728 milioni di euro al netto dei contratti di lease IFRS16 considerati nel valore di acquisizione di Oi (557 milioni di euro);

a parziale copertura, si evidenzia la cessione del 41% ed il conseguente deconsolidamento della holding Daphne 3, che detiene una partecipazione del 30,2% in Infrastrutture Wireless Italiane ("INWIT"), per complessivi 1.184 milioni di euro.

Per una migliore comprensione dell'informativa, nella tabella che segue sono illustrate le diverse modalità di rappresentazione dell'Indebitamento Finanziario Netto:

(milioni di euro) 30.9.2022 31.12.2021 Variazione
(a) (b) (a-b)
Indebitamento Finanziario Netto contabile 25.499 22.416 3.083
Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie
5 (229) 234
Indebitamento Finanziario Netto rettificato 25.504 22.187 3.317
Leasing (5.404) (4.614) (790)
Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease 20.100 17.573 2.527

L'Indebitamento Finanziario Netto contabile al 30 settembre 2022 è pari a 25.499 milioni di euro, in aumento di 3.083 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2021 (22.416 milioni di euro). Lo storno della valutazione al fair value di derivati e correlate passività/attività finanziarie registra una variazione di 234 milioni di euro sostanzialmente a seguito del maggior impatto dell'incremento dei tassi di interesse Euro rispetto ai tassi USD, che ha l'effetto di rivalutare le coperture in cash flow hedge. Tale variazione è rettificata nell'Indebitamento Finanziario Netto contabile non avendo effetti monetari.

L'Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease (al netto dei contratti di lease), metrica adottata dai principali peers europei, al 30 settembre 2022 risulta pari a 20.100 milioni di euro, in aumento di 2.527 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2021 (17.573 milioni di euro).

Al 30 settembre 2022 l'indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 25.504 milioni di euro, in aumento di 850 milioni di euro rispetto al 30 giugno 2022 (24.654 milioni di euro). La variazione in aumento è sostanzialmente indotta dal pagamento dell'ultima rata afferente alla licenza 5G in Italia (1.738 milioni di euro) ed all'impatto contabile della rinegoziazione di contratti di lease IFRS16 (192 milioni di euro): a parziale copertura dei fabbisogni la cessione del 41% ed il conseguente deconsolidamento della holding Daphne 3, che

detiene una partecipazione del 30,2% in Infrastrutture Wireless Italiane ("INWIT"), per complessivi 1.184 milioni di euro.

(milioni di euro) 30.9.2022 30.6.2022 Variazione
(a) (b) (a-b)
Indebitamento finanziario netto contabile 25.499 24.680 819
Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie
5 (26) 31
Indebitamento finanziario netto rettificato 25.504 24.654 850
Così dettagliato:
Totale debito finanziario lordo rettificato 32.671 30.188 2.483
Totale attività finanziarie rettificate (7.167) (5.534) (1.633)

Il margine di liquidità disponibile per il Gruppo TIM è pari a 9.261 milioni di euro ed è calcolato considerando:

  • la "Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti" e i "Titoli correnti diversi dalle partecipazioni" per complessivi 5.261 milioni di euro (9.153 milioni di euro al 31 dicembre 2021), comprensivi anche di 306 milioni di euro di pronti contro termine scadenti entro novembre 2022;
  • l'ammontare della Sustainability-linked Revolving Credit Facility pari a 4.000 milioni di euro, totalmente disponibile.

Tale margine consente una copertura delle passività finanziarie (correnti e non) di Gruppo in scadenza per i prossimi 21 mesi.

Si segnala che le cessioni di crediti commerciali pro soluto a società di factoring perfezionate nei primi nove del 2022 hanno comportato un effetto positivo sull'indebitamento finanziario netto rettificato al 30 settembre 2022 pari a 1.020 milioni di euro (1.536 milioni di euro al 31 dicembre 2021; 1.504 milioni di euro al 30 settembre 2021).

I RISULTATI DELLE BUSINESS UNIT

Domestic

I ricavi della Business Unit Domestic ammontano a 8.673 milioni di euro, in diminuzione di 608 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-6,6%). In termini organici si riducono di 633 milioni di euro (-6,8% rispetto ai primi nove mesi del 2021).

I ricavi da Servizi stand alone ammontano a 7.977 milioni di euro (-354 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, -4,2%) e scontano gli impatti del contesto competitivo sulla customer base nonché una riduzione dei livelli di ARPU; in termini organici, si riducono di 379 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-4,5%).

In dettaglio:

  • i ricavi da Servizi stand alone del mercato Fisso sono pari, in termini organici, a 6.096 milioni di euro, con una variazione negativa rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-4,9%) dovuta prevalentemente alla diminuzione degli accessi dei livelli di ARPU ed alla presenza nei primi nove mesi del 2021, di transazioni non ripetibili sul segmento Wholesale, parzialmente compensata dalla crescita dei ricavi da soluzioni ICT (+175 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, +20,1%);
  • i ricavi da Servizi stand alone del mercato Mobile sono pari a 2.281 milioni di euro (-79 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, -3,4%) principalmente per effetto della contrazione della customer base connessa a linee Human e dei livelli di ARPU.

I ricavi Handset e Bundle & Handset, inclusa la variazione dei lavori in corso, sono pari, in termini organici, a 696 milioni di euro nei primi nove mesi del 2022, in diminuzione di -254 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, in maggior parte attribuibile al comparto Fisso.

Relativamente ai segmenti di mercato della Business Unit Domestic si segnalano le seguenti dinamiche rispetto ai primi nove mesi del 2021:

  • Consumer (il perimetro di riferimento è costituito dall'insieme dei servizi e prodotti di fonia e internet gestiti e sviluppati per le persone e le famiglie nel Fisso e nel Mobile, dalla telefonia pubblica, dalle attività di caring e gestione amministrativa dei clienti; è inclusa la società TIM Retail, che coordina l'attività dei negozi di proprietà): in termini organici, i ricavi del segmento Consumer sono pari a 3.553 milioni di euro (-424 milioni di euro, -10,7%) e presentano un andamento, rispetto ai primi nove mesi del 2021, che sconta l'impatto dello sfidante contesto competitivo. La dinamica osservata sui ricavi complessivi è presente anche sui ricavi da servizi, che sono pari a 3.192 milioni di euro, con una diminuzione di 271 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-7,8%). In particolare:
    • i ricavi da Servizi del Mobile ammontano, in termini organici, a 1.421 milioni di euro (-89 milioni di euro, -5,9% rispetto ai primi nove mesi del 2021). Permane l'impatto della dinamica competitiva seppur con una minore riduzione della customer base calling; in riduzione i ricavi da traffico entrante per la progressiva riduzione delle tariffe di interconnessione;
    • i ricavi da Servizi del Fisso ammontano, in termini organici, a 1.789 milioni di euro (-190 milioni di euro, -9,6% rispetto ai primi nove mesi del 2021), prevalentemente per effetto della riduzione dei livelli di ARPU e della minore customer base che nei primi nove mesi del 2021 beneficiava dei programmi di incentivazione del Governo, quali il riconoscimento dei voucher per redditi ISEE inferiori a 20.000 euro. Si evidenzia la crescita dei clienti UltraBroadBand.

I ricavi Handset e Bundle & Handset del segmento Consumer sono pari a 362 milioni di euro, in riduzione di 154 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-29,8%), il delta è principalmente dovuto al termine del programma voucher fase 1 con la riduzione delle vendite di PC e Tablet.

  • Business (il perimetro di riferimento è costituito dall'insieme dei servizi e prodotti di fonia, dati, internet e soluzioni ICT gestiti e sviluppati per la clientela delle PMI (Piccole e medie imprese), SOHO (Small Office Home Office), Top, Public Sector, Large Account ed Enterprise nel Fisso e nel Mobile. Sono incluse le società: Olivetti, TI Trust Technologies e Telsy e il gruppo Noovle): in termini organici, i ricavi del segmento Business sono pari a 2.946 milioni di euro (-35 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, -1,2%, di cui +0,9% per la componente dei ricavi da servizi stand alone). In particolare:
    • i ricavi totali del Mobile evidenziano una performance organica negativa rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-1,1%) dovuta al contributo negativo dei ricavi da servizi stand alone (-0,8%);
    • i ricavi totali del Fisso in termini organici hanno subito una variazione di -29 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-1,2%) generata dalla riduzione dei ricavi da vendita; i ricavi da servizi mostrano infatti una crescita dell'1,3%, principalmente trainati dall'incremento dei ricavi da servizi ICT.
  • Wholesale National Market (il perimetro di riferimento è costituito dalla gestione e sviluppo del portafoglio dei servizi wholesale, regolamentati e non, diretti agli operatori di telecomunicazioni del mercato domestico sia del Fisso che del Mobile, e degli MVNOs. Sono incluse le società: TI San Marino e Telefonia Mobile Sammarinese): il segmento Wholesale National Market presenta nei primi nove mesi del 2022 ricavi pari a 1.459 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai primi nove mesi del 2021 di -141 milioni di euro (-8,8%), con una performance negativa dovuta prevalentemente alla presenza, nei primi nove mesi del 2021, di transazioni non ripetibili.
  • Wholesale International Market (in tale ambito sono ricomprese le attività del gruppo Telecom Italia Sparkle che opera nel mercato dei servizi internazionali voce, dati e internet destinati agli operatori di telecomunicazioni fisse e mobili, agli ISP/ASP (mercato Wholesale) e alle aziende multinazionali attraverso reti proprietarie nei mercati Europei, nel Mediterraneo e in Sud America): i ricavi dei primi nove mesi del 2022 del segmento Wholesale International Market sono pari a 723 milioni di euro, in crescita (+4 milioni di euro, +0,6%) rispetto ai primi nove mesi del 2021, per effetto dell'andamento positivo dei tassi di cambio. Nel mix

di ricavi si registra una crescita dei ricavi dati (ad alta marginalità) a cui si affianca una strategia di riduzione dei ricavi voce (bassa marginalità) che permette di salvaguardare il margine complessivo.

L'EBITDA dei primi nove mesi del 2022 della Business Unit Domestic è pari a 2.641 milioni di euro, (-738 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, -21,8%), con un'incidenza sui ricavi pari al 30,5% (-5,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2021).

L'EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 3.215 milioni di euro, (-656 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021 -16,9%). In particolare, l'EBITDA dei primi nove mesi del 2022 sconta partite non ricorrenti per 574 milioni di euro, mentre i primi nove mesi del 2021 scontavano un impatto complessivo di 489 milioni di euro di partite non ricorrenti, di cui 20 milioni di euro ricollegabili all'emergenza Covid-19 in Italia.

L'EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute %
EBITDA 2.641 3.379 (738) (21,8)
Effetto conversione bilanci in valuta 3 (3)
Oneri/ (Proventi) non ricorrenti 574 489 85
EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente 3.215 3.871 (656) (16,9)

L'EBITDA del terzo trimestre 2022 è pari a 787 milioni di euro (-463 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2021, -37,0%)

L'EBITDA organico escluso l'utilizzo del Fondo rischi contratti onerosi dei primi nove mesi del 2022 è pari a 2.877 milioni di euro.

L'EBIT nei primi nove mesi del 2022 della Business Unit Domestic è pari a 40 milioni di euro, (-591 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021), con un'incidenza sui ricavi pari al 0,5% (-6,3 punti percentuali rispetto ai primi nove mesi del 2021).

L'EBIT organico, al netto della componente non ricorrente si attesta a 614 milioni di euro (-506 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, -45,2%) con un'incidenza sui ricavi del 7,1% (in riduzione di 4,9 punti percentuali rispetto al 12,0% dei primi nove mesi del 2021).

L'EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, è calcolato come segue:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute %
EBIT 40 631 (591) (93,7)
Oneri/ (Proventi) non ricorrenti 574 489 85
EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente 614 1.120 (506) (45,2)

L'EBIT del terzo trimestre 2022 è pari a -106 milioni di euro (-441 milioni di euro rispetto al terzo trimestre 2021). Il personale al 30 settembre 2022 è pari a 42.578 unità (42.591 unità al 31 dicembre 2021).

Brasile (cambio medio real/euro 5,46570)

I ricavi dei primi nove mesi del 2022 della Business Unit Brasile (gruppo TIM Brasil) ammontano a 15.706 milioni di reais (13.259 milioni di reais nei primi nove mesi del 2021, +18,5%) in accelerazione rispetto ai livelli registrati a partire dal terzo trimestre 2021. Escludendo i ricavi delle attività mobili del gruppo Oi (Cozani, acquisita il 20 aprile 2022), i ricavi dei primi nove mesi del 2022 sono pari a 14.756 milioni di reais.

L'accelerazione è stata determinata dai ricavi da servizi (15.250 milioni di reais rispetto ai 12.877 milioni di reais nei primi nove mesi del 2021, +18,4%) con i ricavi da servizi di telefonia mobile in crescita del 19,2% rispetto ai primi nove mesi del 2021. Questa performance è riconducibile principalmente al recupero continuo dei segmenti pre-paid e post-paid. I ricavi da servizi di telefonia fissa hanno mostrato una crescita del 7,1% rispetto ai primi nove mesi del 2021, determinata soprattutto dal ritmo di espansione di TIM Live.

I ricavi da vendite di prodotti si sono attestati a 456 milioni di reais (382 milioni di reais nei primi nove mesi del 2021).

I ricavi del terzo trimestre 2022 ammontano a 5.611 milioni di reais, in crescita del 24,4% rispetto al terzo trimestre 2021 (4.512 milioni di reais). Escludendo i ricavi di Cozani, i ricavi del terzo trimestre 2022 crescono di 555 milioni di reais (+ 12,3%).

L'ARPU mobile dei primi nove mesi del 2022 è stato di 25,9 reais, in linea con il dato registrato nei primi nove mesi del 2021 grazie al generale riposizionamento verso il segmento post-paid e a nuove iniziative commerciali volte a promuovere l'utilizzo dei dati e la spesa media per cliente che compensano la riduzione dell'ARPU connessa all'acquisizione della base clienti del gruppo Oi.

Le linee mobili complessive al 30 settembre 2022 sono pari a 68,8 milioni, +16,7 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 (52,1 milioni) principalmente a seguito dell'acquisizione della base clienti di Cozani. L'incremento complessivo è relativo al segmento pre-paid per +9,9 milioni e al segmento post-paid per +6,8 milioni, anche

per effetto del consolidamento in atto sul mercato delle seconde SIM. Al 30 settembre 2022 i clienti post-paid rappresentano il 43,1% della base clienti (43,9% a dicembre 2021).

Le attività BroadBand di TIM Live hanno registrato, al 30 settembre 2022, una crescita netta positiva della base clienti di 23 mila unità rispetto al 31 dicembre 2021. Inoltre, la base clienti continua a concentrarsi nelle connessioni ad alta velocità, con più del 50% che supera i 100Mbps.

L'EBITDA dei primi nove mesi del 2022 ammonta a 7.169 milioni di reais (6.232 milioni di reais nei primi nove mesi del 2021, + 15,0%) e il margine sui ricavi è pari al 45,6% (47,0% nei primi nove mesi del 2021).

L'EBITDA dei primi nove mesi del 2022 sconta oneri non ricorrenti per 94 milioni di reais principalmente connessi allo sviluppo di progetti non ricorrenti e processi di riorganizzazione aziendale.

L'EBITDA organico al netto della componente non ricorrente è in crescita del 16,2% ed è calcolato come segue:

(milioni di reais) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute %
EBITDA 7.169 6.232 937 15,0
Oneri/(Proventi) non ricorrenti 94 21 73
EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente 7.263 6.253 1.010 16,2

La crescita dell'EBITDA è attribuibile ai maggiori ricavi oltre che al consolidamento di Cozani (537 milioni di reais).

Il relativo margine sui ricavi, in termini organici si attesta al 46,2% (47,2% nei primi nove mesi del 2021).

L'EBITDA del terzo trimestre 2022 è pari a 2.657 milioni di reais, in crescita del 23,8% rispetto al terzo trimestre 2021 (2.146 milioni di reais).

Al netto degli oneri non ricorrenti il margine sui ricavi del terzo trimestre 2022 si attesta al 47,8% (47,7% nel terzo trimestre 2021).

L'EBIT dei primi nove mesi del 2022 è pari a 2.242 milioni di reais (2.011 milioni di reais nei primi nove mesi del 2021, +11,5%).

L'EBIT organico al netto della componente non ricorrente si attesta nei primi nove mesi del 2022 a 2.336 milioni di reais (2.032 milioni di reais nei primi nove mesi del 2021) con un margine sui ricavi del 14,9% (15,3% nei primi nove mesi del 2021).

L'EBIT organico al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:

(milioni di reais) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute %
EBIT 2.242 2.011 231 11,5
Oneri/(Proventi) non ricorrenti 94 21 73
EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente 2.336 2.032 304 15,0

L'EBIT del terzo trimestre 2022 è pari a 793 milioni di reais (755 milioni di reais nel terzo trimestre 2021).

Al netto degli oneri non ricorrenti il margine sui ricavi del terzo trimestre 2022 è pari al 14,5%, (16,9% nel terzo trimestre 2021).

Il personale al 30 settembre 2022 è pari a 9.316 unità (9.325 unità al 31 dicembre 2021).

INDICATORI AFTER LEASE

Al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, il Gruppo TIM utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance. In particolare a seguito dell'adozione dell'IFRS 16 il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:

EBITDA AFTER LEASE GRUPPO TIM

(milioni di euro) 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
Variazioni 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute % assolute %
EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente 1.589 1.700 (111) (6,5) 4.539 5.008 (469) (9,4)
Canoni per leasing (276) (221) (55) (24,9) (754) (646) (108) (16,7)
EBITDA After Lease (EBITDA-AL) 1.313 1.479 (166) (11,2) 3.785 4.362 (577) (13,2)

EBITDA AFTER LEASE DOMESTIC

(milioni di euro) 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
Variazioni 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute % assolute %
EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente 1.085 1.295 (210) (16,2) 3.215 3.871 (656) (16,9)
Canoni per leasing (127) (126) (1) (0,8) (381) (381)
EBITDA After Lease (EBITDA-AL) 958 1.169 (211) (18,0) 2.834 3.490 (656) (18,8)

EBITDA AFTER LEASE BRASILE

(milioni di euro) 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
Variazioni 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute % assolute %
EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente 506 406 100 24,5 1.332 1.144 188 16,2
Canoni per leasing (149) (95) (54) (56,8) (373) (265) (108) (40,8)
EBITDA After Lease (EBITDA-AL) 357 311 46 14,3 959 879 80 8,9

INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO AFTER LEASE GRUPPO TIM

(milioni di euro) 30.9.2022 31.12.2021 Variazione
Indebitamento Finanziario Netto Rettificato 25.504 22.187 3.317
Leasing (5.404) (4.614) (790)
Indebitamento Finanziario Netto Rettificato - After Lease 20.100 17.573 2.527

EQUITY FREE CASH FLOW AFTER LEASE GRUPPO TIM

(milioni di euro) 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
Variazione 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazione
Equity Free Cash Flow (77) 97 (174) 261 460 (199)
Variazione contratti di Leasing (quota capitale) (174) (158) (16) (496) (432) (64)
Equity Free Cash Flow After Lease (251) (61) (190) (235) 28 (263)

EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE PER L'ESERCIZIO 2022

La guidance comunicata nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2022 del Gruppo TIM è confermata.

EVENTI SUCCESSIVI AL 30 SETTEMBRE 2022

TIM: siglato l'accordo per la proroga del Memorandum of Understanding con CDP Equity, Macquarie, KKR e Open Fiber

Si veda il comunicato stampa diffuso in data 29 ottobre 2022.

PRINCIPALI RISCHI E INCERTEZZE

Il governo dei rischi rappresenta uno strumento strategico per la creazione di valore.

Il Gruppo TIM ha adottato un Modello di Risk Management in continua evoluzione, allineato con normative e standard internazionali, per consentire di individuare e gestire i rischi in modo omogeneo all'interno delle società del Gruppo, evidenziando potenziali sinergie tra gli attori coinvolti nella valutazione del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi.

Il processo Enterprise Risk Management è progettato per individuare eventi potenziali che possono influire sull'attività d'impresa, per gestire il rischio entro limiti accettabili e per fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi aziendali.

Il Modello di Enterprise Risk Management adottato dal Gruppo TIM

  • individua i rischi, sia endogeni che esogeni, analizzando il contesto di business, gli obiettivi del Piano Industriale ed i Business Plan dei progetti di investimento più significativi;
  • valuta i rischi non solo singolarmente, ma anche in un'ottica di portafoglio (analisi delle correlazioni);
  • aggiorna, in collaborazione con i Risk Owner, l'insieme complessivo dei rischi ai quali è esposto il Gruppo monitorando eventuali variazioni e/o nuovi scenari di contesto (macroeconomico, regolatorio, ecc.). L'evoluzione prevedibile della gestione per l'esercizio 2022 potrebbe essere influenzata da rischi e incertezze dipendenti da molteplici fattori, molti dei quali sono al di fuori della sfera di controllo del Gruppo.

In tale ambito, si evidenzia il perdurare del conflitto Russia-Ucraina e i possibili incrementi dei costi connessi alle pressioni inflattive. Inoltre, a titolo non esaustivo si richiamano i seguenti ulteriori fattori: il cambiamento del contesto di mercato, l'ingresso di nuovi potenziali competitors in ambito fisso e mobile, l'avvio di procedimenti da parte delle Autorità e i conseguenti ritardi nell'implementazione delle nuove strategie, gli adempimenti connessi all'esercizio dei Poteri Speciali da parte del Governo (Golden Power) con effetti da valutare in termini di scelte strategiche e di sviluppo temporale degli obiettivi di Piano.

Rischi connessi ai fattori macroeconomici

La situazione economico-finanziaria del Gruppo TIM, ivi compresa la sua capacità di sostenere il livello atteso dei flussi di cassa e la marginalità del business, dipende dall'influenza di molteplici fattori macroeconomici come la crescita economica, la fiducia dei consumatori, i tassi di interesse, l'aumento del tasso di inflazione e dei tassi di cambio dei mercati in cui è presente.

A questi fattori si aggiungono le incertezze collegate all'evolversi della guerra in Ucraina e la trasformazione strutturale dei mercati energetici.

Le aspettative di crescita del PIL italiano nel 2022 sono state riviste al rialzo (chiusura di anno prevista superiore al 3%) considerando il buon risultato del secondo trimestre (+1,1% sul trimestre precedente, +4,7% rispetto al secondo trimestre 2021) raggiunto grazie al contributo positivo del settore manifatturiero e del turismo, per contro, il protrarsi della guerra in Ucraina e l'andamento dei prezzi delle materie prime largamente al di sopra dei livelli medi, avrà un impatto negativo sui prossimi mesi per i quali è prevista una contrazione dell'attività economica.

Quest'ultima è conseguenza degli alti livelli di inflazione (7,3% medio annuo) non più limitata soltanto al settore energetico che sta riducendo il potere di acquisto e il valore degli asset finanziari delle famiglie ed imprese e che ha portato la BCE ad alzare i tassi d'interesse sui prestiti. Lo scenario ipotizzato non contempla una recrudescenza del virus Covid-19, ulteriori picchi nei prezzi delle materie prime ed un'estensione della guerra in Ucraina.

L'incremento dei prezzi del gas naturale e del petrolio greggio colpiscono l'industria europea, soprattutto i settori più energivori. Lo shock dell'offerta energetica ha evidenziato la dipendenza dei paesi europei dalle fonti di energia fossili. Si aggiungono inoltre rischi di instabilità finanziaria di imprese e banche dipendenti da investimenti fatti nei settori energetici.

In ragione degli esiti incerti della guerra in Ucraina e del perdurare delle pressioni sui prezzi del settore energetico, l'inflazione nel breve periodo dovrebbe mantenersi su livelli elevati.

I consumi hanno registrato una buona performance nel secondo trimestre 2022 (+2,6% rispetto al primo trimestre, +5,6% rispetto al secondo trimestre 2021) grazie al settore servizi; tuttavia, non si attende un livello dei consumi ai livelli pre Covid-19 prima del secondo semestre 2025. Le conseguenze future del conflitto tra Russia e Ucraina sull'equilibrio politico ed economico mondiale sono in evoluzione e allo stato difficilmente prevedibili nella loro interezza. L'Unione Europea e molti altri paesi hanno imposto delle sanzioni economiche nei confronti della Russia e della Bielorussia, con riferimento ad alcuni settori economici-finanziari e nei confronti di alcune persone fisiche e giuridiche vicine al Governo russo. Ulteriori sanzioni potranno essere introdotte nei prossimi mesi.

Per il Gruppo TIM, in particolare per Telecom Italia Sparkle, potranno esserci ricadute nelle relazioni commerciali, nell'incasso di crediti commerciali e negli assets presenti nel paese, la cui valorizzazione, pur dipendente dagli sviluppi del conflitto, è ritenuta, al momento, non significativa.

Con riferimento al costo dell'energia, va segnalato che il Gruppo TIM ha implementato un programma di coperture che, sul perimetro domestico, hanno consentito di coprire con anticipo la maggior parte dei fabbisogni 2022 e buona parte di quelli 2023.

Anche per il Brasile le previsioni di crescita per il 2022 sono state riviste al rialzo (2,7%) ma in generale il Brasile risente del rallentamento dell'economia globale, in particolare USA e Cina.

Il secondo trimestre ha registrato una buona performance grazie agli investimenti dei privati e ai consumi. In calo le esportazioni (-3,5% rispetto al primo trimestre) e in crescita le importazioni (+7,6% rispetto al primo trimestre). La politica monetaria restrittiva sta facendo recuperare credibilità alla moneta brasiliana (il real ha registrato una crescita del 16% nei confronti del dollaro) ma l'inflazione rimane superiore al 10% penalizzando il potere di acquisto delle famiglie e determinando il rischio di una brusca riduzione della domanda aggregata.

Un punto di particolare attenzione merita l'impatto che l'attuale contesto geopolitico può far registrare sulla supply chain. In particolare, uno scenario inflattivo dei costi dell'energia può incidere sui costi di trasporto e su quelli delle materie prime. Inoltre, il protrarsi del lock-down cinese ha causato la congestione dei principali porti, l'aumento dei tempi medi di consegna e difficoltà nell'approvvigionamento di alcuni materiali e apparati necessari allo sviluppo della rete e di alcuni contratti.

Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Adrian Calaza Noia, dichiara ai sensi del comma 2 dell'art. 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

ALLEGATI GRUPPO TIM – SCHEMI RICLASSIFICATI

Gli schemi riclassificati di Conto Economico Separato Consolidato, Conto Economico Complessivo Consolidato, Situazione Patrimoniale Finanziaria Consolidata, Rendiconto Finanziario Consolidato, Movimenti del Patrimonio Netto Consolidato, nonché l'Indebitamento Finanziario Netto Consolidato del Gruppo TIM, nel seguito presentati, sono coerenti con gli schemi di bilancio consolidato inclusi nella Relazione finanziaria annuale e nella Relazione finanziaria semestrale. Tali schemi non sono stati oggetto di verifica da parte della società di revisione.

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2021 ai quali si rimanda, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2022.

Come descritto nel Bilancio consolidato 2021 del Gruppo TIM, nel corso del quarto trimestre dell'esercizio 2021, TIM ha effettuato alcuni affinamenti relativi alla contabilizzazione di taluni accordi commerciali aventi ad oggetto la vendita di beni con consegna differita. Tali affinamenti hanno comportato per il primo, secondo e terzo trimestre dell'esercizio 2021 la rideterminazione della distribuzione temporale dei ricavi e degli acquisti di materie e servizi. In relazione a quanto sopra, si è provveduto alla rideterminazione dei dati economici dei primi nove mesi e del terzo trimestre dell'esercizio 2021 qui esposti a fini comparativi.

GRUPPO TIM - CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO

(milioni di euro) 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute %
Ricavi 3.972 3.797 11.529 11.340 189 1,7
Altri proventi operativi 49 42 127 211 (84) (39,8)
Totale ricavi e proventi operativi 4.021 3.839 11.656 11.551 105 0,9
Acquisti di materie e servizi (1.810) (1.631) (5.195) (4.744) (451) (9,5)
Costi del personale (882) (526) (2.436) (2.241) (195) (8,7)
Altri costi operativi (183) (201) (525) (625) 100 16,0
Variazione delle rimanenze 19 2 54 51 3 5,9
Attività realizzate internamente 122 113 391 357 34 9,5
Risultato operativo ante ammortamenti, plusvalenze/
(minusvalenze) e ripristini di valore/(svalutazioni) di
attività non correnti (EBITDA)
1.287 1.596 3.945 4.349 (404) (9,3)
Ammortamenti (1.245) (1.143) (3.540) (3.411) (129) (3,8)
Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti
(1) 3 33 2 31
Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti
Risultato operativo (EBIT) 41 456 438 940 (502)
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e
Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto
(2) 10 29 32 (3) (9,4)
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni 174 174 12 162
Proventi finanziari 508 413 1.281 959 322 33,6
Oneri finanziari (897) (693) (2.356) (1.821) (535) (29,4)
Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività
in funzionamento
(176) 186 (434) 122 (556)
Imposte sul reddito (2.007) 36 (2.109) 43 (2.152)
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento (2.183) 222 (2.543) 165 (2.708)
Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute
Utile (perdita) del periodo (2.183) 222 (2.543) 165 (2.708)
Attribuibile a:
Soci della Controllante (2.245) 139 (2.728) (10) (2.718)
Partecipazioni di minoranza 62 83 185 175 10 5,7

GRUPPO TIM - CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO CONSOLIDATO

Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio) è di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo Consolidato, comprensivo, oltre che dell'Utile (perdita) del periodo, come da Conto Economico Separato Consolidato, delle altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse dalle transazioni con gli Azionisti.

(milioni di euro) 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Utile (perdita) del periodo (a) (2.183) 222 (2.543) 165
Altre componenti del conto economico complessivo consolidato
Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 1 (4) 6
Effetto fiscale
(b) 1 (4) 6
Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):
Utili (perdite) attuariali 58 22
Effetto fiscale (14) (5)
(c) 44 17
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Effetto fiscale
(d)
Totale altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato
(e=b+c+d) 1 40 23
Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value (49) 18 (137) 6
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato 1 (3) 15 (6)
Effetto fiscale 1 4 1
(f) (47) 15 (118) 1
Strumenti derivati di copertura:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 369 (140) 1.000 425
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato (308) 175 (692) (252)
Effetto fiscale (15) (9) (74) (42)
(g) 46 26 234 131
Differenze cambio di conversione di attività estere:
Utili (perdite) di conversione di attività estere 175 (244) 890 63
Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto
economico separato consolidato
Effetto fiscale
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con (h) 175 (244) 890 63
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato
Effetto fiscale
(i)
Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato consolidato
(k=f+g+h+i) 174 (203) 1.006 195
Totale altre componenti del conto economico complessivo
consolidato
(m=e+k) 174 (202) 1.046 218
Utile (perdita) complessivo del periodo (a+m) (2.009) 20 (1.497) 383
Attribuibile a:
Soci della Controllante (2.121) 16 (1.951) 191
Partecipazioni di minoranza 112 4 454 192

GRUPPO TIM - SITUAZIONE PATRIMONIALE– FINANZIARIA CONSOLIDATA

(milioni di euro) 30.9.2022 31.12.2021 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Attività
Attività non correnti
Attività immateriali
Avviamento 19.082 18.568 514
Attività immateriali a vita utile definita 7.847 7.147 700
26.929 25.715 1.214
Attività materiali
Immobili, impianti e macchinari di proprietà 14.022 13.311 711
Diritti d'uso su beni di terzi 5.517 4.847 670
Altre attività non correnti
Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
558 2.979 (2.421)
Altre partecipazioni 105 156 (51)
Crediti finanziari non correnti per contratti di
locazione attiva
49 45 4
Altre attività finanziarie non correnti 2.091 2.285 (194)
Crediti vari e altre attività non correnti 2.356 2.266 90
Attività per imposte anticipate 772 3.513 (2.741)
5.931 11.244 (5.313)
Totale Attività non correnti
(a)
52.399 55.117 (2.718)
Attività correnti
Rimanenze di magazzino 344 282 62
Crediti commerciali, vari e altre attività correnti 4.527 4.358 169
Crediti per imposte sul reddito 336 79 257
Attività finanziarie correnti
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione
attiva
55 56 (1)
Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti
finanziari e altre attività finanziarie correnti
1.907 2.391 (484)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti 3.519 6.904 (3.385)
5.481 9.351 (3.870)
Sub-totale Attività correnti 10.688 14.070 (3.382)
Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad
essere cedute
di natura finanziaria
di natura non finanziaria 20 20
20 20
Totale Attività correnti
(b)
10.708 14.070 (3.362)
Totale Attività
(b+a)
63.107 69.187 (6.080)

(milioni di euro) 30.9.2022 31.12.2021 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Patrimonio netto e Passività
Patrimonio netto
Patrimonio netto attribuibile ai Soci della
Controllante
15.461 17.414 (1.953)
Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza
3.690 4.625 (935)
Totale Patrimonio netto 19.151
(c)
22.039 (2.888)
Passività non correnti
Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri
22.804 23.437 (633)
Passività finanziarie non correnti per contratti di
locazione passiva
4.702 4.064 638
Fondi relativi al personale 972 699 273
Passività per imposte differite 237 245 (8)
Fondi per rischi e oneri 1.010 926 84
Debiti vari e altre passività non correnti 1.017 1.413 (396)
Totale Passività non correnti 30.742
(d)
30.784 (42)
Passività correnti
Passività finanziarie correnti per contratti di
finanziamento e altri
4.808 5.945 (1.137)
Passività finanziarie correnti per contratti di
locazione passiva
806 651 155
Debiti commerciali, vari e altre passività correnti 7.591 9.473 (1.882)
Debiti per imposte sul reddito 9 295 (286)
Sub-totale Passività correnti 13.214 16.364 (3.150)
Passività direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere
cedute
di natura finanziaria
di natura non finanziaria
Totale Passività correnti 13.214
(e)
16.364 (3.150)
Totale Passività
(f=d+e)
43.956 47.148 (3.192)
Totale Patrimonio netto e passività 63.107
(c+f)
69.187 (6.080)

GRUPPO TIM - RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Flusso monetario da attività operative:
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento (2.543) 165
Rettifiche per:
Ammortamenti 3.540 3.412
Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse partecipazioni) 9 (10)
Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate (differite) 2.753 (25)
Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)
(209) (2)
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
(29) (32)
Variazione dei fondi relativi al personale 474 10
Variazione delle rimanenze (55) (73)
Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti 32 150
Variazione dei debiti commerciali (62) (281)
Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito (742) (325)
Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività 337 (26)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative (a) 3.505 2.963
Flusso monetario da attività di investimento:
Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi
per cassa
(5.302) (2.933)
Contributi in conto capitale incassati 3
Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle
disponibilità acquisite
(1.183)
Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni (30) (86)
Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i derivati
attivi di copertura e non)
672 (290)
Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese controllate e di
rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute
1.278
Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali e di altre attività non correnti
4 6
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento (b) (4.558) (3.303)
Flusso monetario da attività di finanziamento:
Variazione delle passività finanziarie correnti e altre (570) (137)
Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) 2.230 1.920
Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) (3.902) (2.885)
Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non (34)
Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate) 9 (42)
Dividendi pagati (53) (354)
Variazioni di possesso in imprese controllate (4) 1.757
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento (c) (2.324) 259
Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
(d)
Flusso monetario complessivo (e=a+b+c+d) (3.377) (81)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo (f) 6.904 4.508
Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti nette
(g) (8) 13
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo (h=e+f+g) 3.519 4.440

Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Acquisti di attività immateriali (826) (932)
Acquisti di attività materiali (1.892) (1.740)
Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi (583) (445)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per competenza
(3.301) (3.117)
Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti
d'uso su beni di terzi
(2.001) 184
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa
(5.302) (2.933)

Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario consolidato

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Imposte sul reddito (pagate)/incassate (43) (262)
Interessi pagati (1.242) (1.140)
Interessi incassati 387 305
Dividendi incassati 153 88

Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo:
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 6.904 4.829
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (321)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
6.904 4.508
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo:
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 3.519 4.443
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (3)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
3.519 4.440

GRUPPO TIM - MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO

Movimenti dal 1° gennaio 2021 al 30 settembre 2021

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezzo
azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato
nelle altre
componenti
di conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversione
di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve
e utili
(perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31
dicembre 2020
11.588 2.133 20 (350) (2.538) (119) 15.481 26.215 2.625 28.840
Movimenti di
patrimonio netto
del periodo:
Dividendi deliberati (318) (318) (26) (344)
Utile (perdita)
complessivo del
periodo
7 131 46 17 (10) 191 192 383
Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto
4 18 22 22
FiberCop -
aumento di
capitale
(98) (98) 1.848 1.750
Daphne 3 -
distribuzione ris.
sovrapprezzo
azioni
(42) (42)
Altri movimenti (2) (2) 1 (1)
Saldo al 30
settembre 2021
11.592 2.133 27 (219) (2.492) (102) 15.071 26.010 4.598 30.608

Movimenti dal 1° gennaio 2022 al 30 settembre 2022

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante

(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezzo
azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato
nelle altre
componenti
di conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversione
di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve
e utili
(perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31
dicembre 2021
11.614 2.133 49 (128) (2.500) (130) 6.376 17.414 4.625 22.039
Movimenti di
patrimonio netto
del periodo:
Dividendi deliberati (58) (58)
Utile (perdita)
complessivo del
periodo
(122) 234 621 44 (2.728) (1.951) 454 (1.497)
Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto
7 7 7
Daphne 3 -
deconsolidamento
(1.332) (1.332)
Altri movimenti (9) (9) 1 (8)
Saldo al 30
settembre 2022
11.614 2.133 (73) 106 (1.879) (86) 3.646 15.461 3.690 19.151

GRUPPO TIM - INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO

(milioni di euro) 30.9.2022 31.12.2021 Variazione
(a) (b) (a-b)
Passività finanziarie non correnti
Obbligazioni 15.761 17.383 (1.622)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 7.043 6.054 989
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva 4.702 4.064 638
27.506 27.501 5
Passività finanziarie correnti (*)
Obbligazioni 2.755 3.512 (757)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 2.053 2.433 (380)
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 806 651 155
5.614 6.596 (982)
Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Totale debito finanziario lordo 33.120 34.097 (977)
Attività finanziarie non correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva (49) (45) (4)
Crediti finanziari e altre attività finanziarie non correnti (2.091) (2.285) 194
(2.140) (2.330) 190
Attività finanziarie correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni (1.742) (2.249) 507
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva (55) (56) 1
Crediti finanziari e altre attività finanziarie correnti (165) (142) (23)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti (3.519) (6.904) 3.385
(5.481) (9.351) 3.870
Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
Totale attività finanziarie (7.621) (11.681) 4.060
Indebitamento finanziario netto contabile 25.499 22.416 3.083
Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie
5 (229) 234
Indebitamento finanziario netto rettificato 25.504 22.187 3.317
Così dettagliato:
Totale debito finanziario lordo rettificato 32.671 32.564 107
Totale attività finanziarie rettificate (7.167) (10.377) 3.210
(*) di cui quota corrente del debito a M/L termine:
Obbligazioni 2.755 3.512 (757)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 1.074 898 176
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 801 648 153

GRUPPO TIM - VARIAZIONE DELL'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazione
(a) (b) (a-b)
EBITDA 3.945 4.349 (404)
Investimenti industriali di competenza (2.762) (2.720) (42)
Variazione del capitale circolante netto operativo: (2.389) (258) (2.131)
Variazione delle rimanenze (55) (73) 18
Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti 32 150 (118)
Variazione dei debiti commerciali (485) (440) (45)
Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile / spectrum (2.119) (55) (2.064)
Altre variazioni di crediti/debiti operativi 238 160 78
Variazione dei fondi relativi al personale 474 10 464
Variazione dei fondi operativi e altre variazioni (396) (298) (98)
Operating free cash flow netto (1.128) 1.083 (2.211)
% sui Ricavi (9,8) 9,6 (19,4)pp
Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni 1.283 1.765 (482)
Aumenti/Rimborsi di capitale comprensivi di oneri accessori 9 (42) 51
Investimenti finanziari (1.775) (88) (1.687)
Pagamento dividendi (53) (354) 301
Incrementi di contratti di leasing (539) (397) (142)
Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti, non operativi (1.114) (805) (309)
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
(3.317) 1.162 (4.479)
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto delle
attività cessate/attività non correnti destinate ad essere cedute
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato
(3.317) 1.162 (4.479)

Equity Free Cash Flow

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazione
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
(3.317) 1.162 (4.479)
Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i
rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali disdette/estinzioni anticipate di
operazioni di leasing (+))
728 252 476
Pagamento delle licenze tlc e per l'utilizzo di frequenze 2.217 295 1.922
Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o
cessioni di partecipazioni
589 (1.645) 2.234
Pagamento dei dividendi e Change in Equity 44 396 (352)
Equity Free Cash Flow 261 460 (199)

GRUPPO TIM - INFORMAZIONI PER SETTORE OPERATIVO

Domestic

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 8.673 9.281 (608) (6,6) (6,8)
EBITDA 2.641 3.379 (738) (21,8) (16,9)
% sui Ricavi 30,5 36,4 (5,9) pp (4,5)pp
EBIT 40 631 (591) (93,7) (45,2)
% sui Ricavi 0,5 6,8 (6,3) pp (4,9)pp
Personale a fine periodo (unità) (°) 42.578 (*)42.591 (13)

(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato 19 unità al 30 settembre 2022 (16 unità al 31 dicembre 2021). (*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2021.

(milioni di euro) 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 2.919 3.072 (153) (5,0) (5,3)
EBITDA 787 1.250 (463) (37,0) (16,2)
% sui Ricavi 27,0 40,7 (13,7) pp (4,8)pp
EBIT (106) 335 (441) (49,3)
% sui Ricavi (3,6) 10,9 (14,5) pp (5,7) pp

Fisso

30.9.2022 31.12.2021 30.9.2021
Accessi totali TIM Retail (migliaia) 8.383 8.647 8.729
di cui NGN (1) 5.372 5.186 5.084
Accessi totali TIM Wholesale (migliaia) 7.604 7.729 7.734
di cui NGN 5.147 4.819 4.619
Accessi broadband TIM Retail attivi (migliaia) 7.523 7.733 7.811
ARPU Consumer (€/mese) (2) 28,4 30,1 30,6
ARPU Broadband (€/mese) (3) 34,1 33,4 32,5

(1) Accessi UltraBroadband in modalità FTTx e FWA, incluse anche le linee "solo dati" e GBE (Gigabit Ethernet).

(2) Ricavi da servizi retail organici Consumer rapportati alla consistenza media degli accessi Consumer. (3) Ricavi da servizi broadband organici rapportati alla consistenza media degli accessi broadband TIM retail attivi.

Mobile

30.9.2022 31.12.2021 30.9.2021
Consistenza linee a fine periodo (migliaia) 30.515 30.466 30.473
di cui Human 18.590 19.054 19.172
Churn rate (%) (4) 10,0 14,7 11,1
Users broadband (migliaia) (5) 12.685 12.783 12.863
ARPU Retail (€/mese) (6) 7,0 7,5 7,5
ARPU Human (€/mese) (7) 11,4 11,7 11,6

(4) Percentuale di linee totali cessate nel periodo rispetto alla consistenza media totale.

(5) Linee mobili che utilizzano servizi dati.

(6) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee. (7) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media linee human.

Nella tabella seguente è riportato il dettaglio dei ricavi conseguiti nel terzo trimestre e nei primi nove mesi del 2022 dalla Business Unit Domestic per segmento di clientela/aree di attività, posti a confronto con il terzo trimestre e i primi nove mesi del 2021.

(milioni di euro) 3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni %
(a) (b) (c) (d) (a/b) (c/d) organica
esclusi
non
ricorrenti
(a/b)
organica
esclusi
non
ricorrenti
(c/d)
Ricavi 2.919 3.072 8.673 9.281 (5,0) (6,6) (5,3) (6,8)
Consumer 1.213 1.342 3.553 3.978 (9,6) (10,7) (9,6) (10,7)
Business 966 982 2.946 2.981 (1,6) (1,2) (1,6) (1,2)
Wholesale National Market 501 495 1.459 1.600 1,3 (8,8) 1,3 (8,8)
Wholesale International Market 239 251 723 719 (4,8) 0,6 (8,8) (2,8)
Other 2 (8) 3

Brasile

(milioni di euro) (milioni di reais)
1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 2.880 2.079 15.706 13.259 2.447 18,5 18,5
EBITDA 1.315 977 7.169 6.232 937 15,0 16,2
% sui Ricavi 45,6 47,0 45,6 47,0 (1,4) pp (1,0)pp
EBIT 409 315 2.242 2.011 231 11,5 15,0
% sui Ricavi 14,3 15,2 14,3 15,2 (0,9)pp (0,4)pp
Personale a fine periodo (unità) 9.316 (°)9.325 (9) (0,1)

(°) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2021.

(milioni di euro) (milioni di reais) Variazioni
3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
3° Trimestre
2022
3° Trimestre
2021
assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 1.061 731 5.611 4.512 1.099 24,4 24,4
EBITDA 502 347 2.657 2.146 511 23,8 24,5
% sui Ricavi 47,4 47,6 47,4 47,6 (0,2) pp 0,1pp
EBIT 149 121 793 755 38 5,0 7,1
% sui Ricavi 14,1 16,7 14,1 16,7 (2,6) pp (2,4)pp

GRUPPO TIM - DOMESTIC PIANO INDUSTRIALE 2022-2024: INFORMAZIONI SULLE NUOVE ENTITA'

I settori operativi del Gruppo TIM riportati nell'Informativa Finanziaria al 30 settembre 2022, in coerenza e continuità rispetto a quanto esposto nella Relazione finanziaria annuale consolidata al 31 dicembre 2021, sono rappresentati per la parte relativa al business delle telecomunicazioni, sulla base della relativa localizzazione geografica (Domestic e Brasile).

Il Piano Industriale del Gruppo TIM 2022-2024 ha avviato un percorso di trasformazione del Gruppo volto a superare il modello verticalmente integrato, e pertanto basato su quattro entità separate con focus industriali ed economici diversi (NetCo, TIM Consumer, TIM Enterprise e TIM Brasil). Tali entità non possono ad oggi essere considerate un "settore operativo" ai sensi dell'IFRS 8 – Settori operativi, ciò in quanto da un lato le stesse nuove entità sono tutt'ora in una fase di disegno analitico e non dispongono pertanto di un set informativo economico finanziario analitico e, dall'altro, nel 2022 il Consiglio di Amministrazione di TIM sta assumendo le decisioni sull'allocazione delle risorse e sta valutando gli andamenti economico finanziari sulla base sia della rappresentazione storica delle business unit sia, per quanto disponibile, delle nuove entità in fase di creazione.

Le informazioni finanziarie delle nuove entità nel seguito presentate, sono state pertanto predisposte dal management di TIM a soli fini informativi ed illustrativi, non sono state verificate da terzi indipendenti e, quindi, non devono essere considerate complete ed esaustive. I principi contabili e di consolidamento applicati sono gli stessi adottati nel Bilancio Consolidato Annuale del Gruppo TIM al 31 dicembre 2021, a cui si rimanda, ad eccezione delle modifiche ai principi emesse dallo IASB e adottate a partire dal 1° gennaio 2022.

Nel corso dei primi nove mesi del 2022 le entità dell'ambito domestico definite dal Piano Industriale 2022-2024 del Gruppo TIM hanno raggiunto, in termini organici, le seguenti performance operative:

NetCo TIM Enterprise TIM Consumer
(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
%
1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
%
1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Variazioni
%
Ricavi 3.910 4.106 (4,8) 2.185 2.063 5,9 4.943 5.470 (9,6)
Ricavi da Servizi 3.822 3.972 (3,8) 2.018 1.856 8,8 4.500 4.860 (7,4)

In particolare:

  • NetCo: include la rete fissa, primaria e secondaria, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali (Sparkle);
  • TIM Enterprise: include tutte le attività commerciali nel mercato Enterprise, le digital companies Noovle, Olivetti e Telsy e gli asset relativi ai data center;
  • TIM Consumer: concentra al suo interno tutte le attività commerciali fisso e mobile nel mercato retail Consumer e Small and Medium Business (SMB). Comprende inoltre gli asset di rete mobile e le piattaforme di servizio.

GRUPPO TIM - PERSONALE

Consistenza media retribuita del personale

(unità equivalenti) 1.1 - 30.9
2022
Esercizio
2021
1.1 - 30.9
2021
Variazione
(a) (b) (c) (a-c)
Consistenza media retribuita – Italia 37.411 38.826 39.163 (1.752)
Consistenza media retribuita - Estero 8.993 9.116 9.096 (103)
Totale consistenza media retribuita (1) 46.404 47.942 48.259 (1.855)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 14 unità medie in Italia nei primi nove mesi del 2022; 12 unità medie in Italia nell'esercizio 2021; 12 unità medie in Italia nei primi nove mesi del 2021.

Organico a fine periodo

(unità) 30.9.2022 31.12.2021 30.9.2021 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Organico – Italia 42.341 42.347 42.565 (6)
Organico – Estero 9.565 9.582 9.625 (17)
Totale organico a fine periodo (1) 51.906 51.929 52.190 (23)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 19 unità in Italia al 30.9.2022; 16 unità in Italia al 31.12.2021; 13 unità in Italia al 30.9.2021.

Organico a fine periodo - dettaglio per Business Unit

(unità) 30.9.2022 31.12.2021 30.9.2021 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Domestic 42.578 42.591 42.811 (13)
Brasile 9.316 9.325 9.366 (9)
Altre attività 12 13 13 (1)
Totale 51.906 51.929 52.190 (23)

GRUPPO TIM – IMPATTO SULLE SINGOLE VOCI DEL CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEGLI EVENTI E OPERAZIONI DI NATURA NON RICORRENTE

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DME/RM/9081707 del 16 settembre 2009, vengono di seguito esposte le informazioni circa l'impatto sulle singole voci di Conto Economico Separato Consolidato degli eventi e operazioni non ricorrenti:

(milioni di euro) 1.1 - 30.9
2022
1.1 - 30.9
2021
Altri proventi operativi:
Recupero costi operativi 12
Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze:
Consulenze, prestazioni professionali e altri costi (40) (39)
Costi del personale:
Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri (548) (344)
Altri costi operativi:
Altri oneri e accantonamenti (6) (121)
Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/(minusvalenze) e
Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
(594) (492)
Impatto su Risultato operativo (EBIT) (594) (492)
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni:
Plusvalenza netta su operazioni societarie 174
Proventi finanziari:
Altri proventi finanziari 1
Oneri finanziari:
Altri oneri finanziari (5) (1)
Impatto sull'Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento
(425) (492)
Riallineamento fiscale ex DL 104/2020 art.110 (1.964)
Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti 18 199
Impatto sull'Utile (perdita) del periodo (2.371) (293)

GRUPPO TIM - STRUTTURA DEL DEBITO, EMISSIONI OBBLIGAZIONARIE E OBBLIGAZIONI IN SCADENZA

Revolving Credit Facility e Term Loan

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed(*) disponibili al 30 settembre 2022:

(miliardi di euro) 30.9.2022 31.12.2021
Accordato Utilizzato Accordato Utilizzato
Sustainability-linked RCF – maggio 2026 4,0 4,0
Totale 4,0 4,0

(*) Ai sensi del contratto firmato le Banche sono impegnate a provvedere i fondi a chiamata (con un preavviso di almeno 3 giorni). Trattandosi di una linea "Committed", le banche non hanno meccanismi per non onorare la richiesta di fondi avanzata dalla Società, fatte salve le clausole di cancellazione obbligatoria anticipata standard di mercato (Scadenza naturale del contratto, Cambio di controllo, Borrower Illegality, Events of default).

In data 6 luglio 2022 TIM ha stipulato con un pool di primarie banche internazionali un nuovo finanziamento che beneficia della "Garanzia Italia" (ai sensi dell'art. 1, comma 1, del Decreto-Legge n. 23 dell'8 aprile 2020 e successive modifiche e integrazioni) per un importo pari a 2 miliardi di euro.

Obbligazioni

Relativamente all'evoluzione dei prestiti obbligazionari nel corso dei primi nove mesi del 2022 si segnala quanto segue:

(milioni di valuta originaria) Valuta Importo Data di rimborso
Rimborsi
Telecom Italia S.p.A. 2002-2022 riservato in sottoscrizione ai dipendenti Euro 214 1/1/2022
Telecom Italia S.p.A. 1.250 milioni di euro 5,25% (1) Euro 884 10/2/2022
Telecom Italia S.p.A. 2.000 milioni di euro 1,125% Convertible bond Euro 2.000 26/3/2022

(1) Al netto dei riacquisti per 366 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.

Il valore nominale di rimborso, al netto dei titoli propri riacquistati, dei prestiti obbligazionari in scadenza nei 18 mesi successivi al 30 settembre 2022 emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A. (con garanzia piena e incondizionata da parte di TIM S.p.A.) è pari a 3.175 milioni di euro. Il dettaglio dei rimborsi è il seguente:

  • 1.000 milioni di euro, scadenza 16 gennaio 2023;
  • 425 milioni di euro, scadenza 19 maggio 2023;
  • 1.000 milioni di euro, scadenza 19 luglio 2023;
  • 750 milioni di euro, scadenza 19 gennaio 2024.

I titoli obbligazionari emessi dal Gruppo TIM non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di eventi diversi dall'insolvenza del Gruppo TIM; inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..

Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni analoghe effettuate sui medesimi mercati; sono quindi presenti, ad esempio, impegni a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge").

Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM S.p.A. con la Banca Europea degli Investimenti ("BEI"), in data 19 maggio 2021 TIM ha sottoscritto un nuovo finanziamento per un ammontare pari a 230 milioni di euro a supporto dei progetti per la digitalizzazione del Paese. Inoltre, ha ampliato il finanziamento firmato nel 2019 per un importo pari a 120 milioni di euro. Pertanto, alla data del 30 settembre 2022 il totale nominale dei finanziamenti in essere con la BEI è pari a 1.200 milioni di euro, tutti tirati e non assistiti da garanzia bancaria.

Nei tre finanziamenti BEI firmati in data 14 dicembre 2015, 25 novembre 2019 e 19 maggio 2021 si rilevano i seguenti covenant:

■ nel caso in cui la società sia oggetto di fusione, scissione o conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo, ovvero alieni, dismetta o trasferisca beni o rami d'azienda (ad eccezione di alcuni atti di disposizione espressamente previsti), dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento, oppure, solo per alcuni contratti, il rimborso anticipato del prestito (qualora l'operazione di fusione e scissione al di fuori del Gruppo comprometta l'esecuzione o l'esercizio del Progetto oppure rechi pregiudizio alla BEI nella sua qualità di creditrice);

  • TIM si è impegnata a far sì che, per tutta la durata del prestito, l'indebitamento finanziario complessivo delle società facenti parte del Gruppo diverse da TIM S.p.A., e fatti salvi i casi in cui tale indebitamento sia interamente e irrevocabilmente garantito da TIM S.p.A., sia inferiore ad un ammontare pari al 35% (trentacinque per cento) dell'indebitamento finanziario complessivo del Gruppo;
  • "Clausola per inclusione", ai sensi della quale, nel caso in cui TIM si impegni a mantenere in altri contratti di finanziamento parametri finanziari (e anche alcune clausole più stringenti, tra cui, ad esempio, cross default ed impegni di limitazione alla vendita di beni) che non siano presenti o siano più stringenti rispetto a quelli concessi alla BEI, quest'ultima avrà la facoltà di richiedere qualora reputi, a proprio ragionevole giudizio, che tali modifiche possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di TIM, la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento al fine di prevedere una disposizione equivalente a favore della BEI;
  • "Evento Rete", ai sensi della quale a fronte di una cessione totale o di una porzione sostanzialmente rilevante (in ogni caso superiore alla metà in termini quantitativi) della rete fissa in favore di soggetti terzi non controllati oppure nel caso di cessione della partecipazione di controllo nella società a cui la rete o una sua porzione sostanzialmente rilevante sia stata precedentemente ceduta, TIM dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento o una soluzione alternativa.

I contratti di finanziamento di TIM S.p.A. non contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/ Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporti l'obbligo di rimborso del prestito in essere ad eccezione del finanziamento sottoscritto in data 6 luglio 2022 che beneficia della "Garanzia Italia" (ai sensi dell'art. 1, comma 1, del Decreto-Legge n. 23 dell'8 aprile 2020 e successive modifiche e integrazioni).

Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l'impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge"), l'impegno a non modificare l'oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.

Nei contratti di finanziamento e nei prestiti obbligazionari, TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l'eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa o per azioni e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.

Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.

Nella documentazione dei prestiti concessi ad alcune società del Gruppo TIM, sono generalmente previsti obblighi di rispettare determinati indici finanziari, nonché gli usuali covenant di altro genere, pena la richiesta di rimborso anticipato del prestito.

Si segnala, infine, che al 30 settembre 2022, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.

GRUPPO TIM - CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui le società del Gruppo TIM sono coinvolte al 30 settembre 2022, nonché quelli chiusi nel corso del periodo.

Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, il Gruppo TIM ha iscritto passività per complessivi 276 milioni di euro.

Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura dell'Informativa finanziaria al 30 settembre 2022 e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.

Infine, relativamente ai procedimenti con l'Autorità Antitrust, si rammenta che in base all'art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 ("Norme per la tutela della concorrenza e del mercato"), l'Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.

a) Principali contenziosi e azioni giudiziarie pendenti

Per i seguenti contenziosi e azioni giudiziarie pendenti non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2021:

  • Procedimento Antitrust A428;
  • Eutelia e Voiceplus;
  • Poste;
  • Fallimento Elinet S.p.A..

Contenziosi fiscali e regolatori internazionali

Al 30 settembre 2022 le società della Business Unit Brasile risultano coinvolte in contenziosi di natura fiscale o regolatoria il cui esito è valutato di possibile soccombenza per un ammontare complessivo di circa 17,5 miliardi di reais (16,3 miliardi di reais al 31 dicembre 2021). Sono di seguito evidenziate le principali tipologie di contenzioso, classificate in base all'imposta cui fanno riferimento.

Imposte federali

In relazione all'imposizione a livello federale, si segnalano i seguenti filoni vertenziali:

  • disconoscimento degli effetti fiscali di operazioni di fusione tra società facenti parte del gruppo TIM Brasil;
  • diniego del beneficio fiscale territoriale SUDENE, in ragione di pretese irregolarità nella gestione e nella rendicontazione del beneficio stesso;
  • contestazioni in ordine alle compensazioni con le perdite fiscali pregresse;
  • ulteriori contestazioni in ordine alla deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento;
  • assoggettamento ad imposizione sul reddito di talune tipologie di differenze di cambio;
  • assoggettamento a ritenute alla fonte di talune tipologie di pagamenti effettuati verso l'estero (ad esempio, i pagamenti per roaming internazionale);
  • ulteriori contestazioni in ordine alle compensazioni effettuate tra imposte a debito, e posizioni fiscali creditorie delle società del gruppo.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,3 miliardi di reais (3,1 miliardi di reais al 31 dicembre 2021).

Imposte statali

Nell'ambito del prelievo statale, si segnalano molteplici contestazioni in materia di ICMS, ed in particolare:

  • contestazioni riguardanti l'abbattimento della base imponibile del tributo, a fronte di sconti concessi ai clienti, oltre a contestazioni in merito all'utilizzo dei crediti fiscali dichiarati dalle società del gruppo, a fronte della restituzione di terminali telefonici dati in comodato, ed a seguito della rilevazione di frodi da sottoscrizione ai danni delle società;
  • assoggettamento ad ICMS di talune tipologie di canoni, maturati a favore delle società del gruppo e da queste classificati come corrispettivi per servizi diversi da quelli di telecomunicazione;
  • contestazioni sull'utilizzo del beneficio fiscale "PRO-DF" originariamente concesso da taluni Stati, e successivamente dichiarato incostituzionale (la contestazione si riferisce all'effettiva spettanza del credito per ICMS, dichiarato dalla società TIM Celular, ora incorporata in TIM S.A., sulla base delle predette disposizioni agevolative);

  • contestazioni relative all'utilizzo dei crediti per ICMS, rilevati dalle società del gruppo in esito alle acquisizioni di immobilizzazioni materiali, ed in relazione alle somministrazioni di energia elettrica a favore delle società, oltre che in applicazione delle disposizioni in materia di sostituzione d'imposta;
  • sanzioni irrogate alle società del gruppo per irregolarità negli adempimenti dichiarativi;
  • contestazioni dei crediti per ICMS in relazione alla procedura di sostituzione d'imposta, prevista nei casi di acquisto e distribuzione di apparati tra Stati diversi;
  • contestazioni dei crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati, come anticipazione delle successive ricariche.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 9,3 miliardi di reais (8,8 miliardi di reais al 31 dicembre 2021).

Imposte municipali

Tra i contenziosi con un grado di rischio classificato come "possibile", vi sono alcune controversie relative alle imposte comunali (Municipal Taxes) il cui importo complessivo ammonta a circa 1,4 miliardi di reais (circa 1,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2021).

FUST e FUNTTEL

Le principali contestazioni in materia di contribuzioni all'ente regolatorio (Anatel), e in particolare in termini di FUST e FUNTTEL, riguardano l'assoggettamento a tali prelievi dei ricavi da interconnessione.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,5 miliardi di reais (3,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2021).

Procedimento Golden Power

Nell'agosto 2017 la Presidenza del Consiglio ha avviato nei confronti di TIM (ed anche di Vivendi) un procedimento volto a verificare l'esistenza in capo a TIM dell'obbligo di notificare, ai sensi della disciplina c.d. "Golden Power", l'acquisto da parte di Vivendi del controllo societario di TIM e degli attivi strategici da questa detenuti. Nel settembre 2017, il procedimento in questione si è concluso con l'affermazione dell'esistenza di tale obbligo in capo a TIM con decorrenza dal 4 maggio 2017 (data dell'Assemblea degli Azionisti che ha rinnovato gli organi sociali di TIM).

Per l'effetto di tale decisione della Presidenza del Consiglio, è stato avviato un nuovo procedimento amministrativo per la irrogazione in capo a TIM della sanzione pecuniaria prevista dalla disciplina Golden Power per inottemperanza al citato obbligo di notifica. Tale procedimento si è concluso in data 8 maggio 2018 con l'irrogazione di una sanzione pecuniaria pari a 74,3 milioni di euro.

La Società, essendo convinta di disporre di argomentazioni giuridiche volte a dimostrare che nessun obbligo di notifica del controllo di Vivendi su di essa gravava, ha presentato distinti ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica per richiedere l'annullamento del provvedimento del settembre 2017 e dinanzi al TAR Lazio contro il citato provvedimento dell'8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, con richiesta di sospensione in via cautelare dell'efficacia dello stesso. Quanto al ricorso al TAR Lazio contro il provvedimento dell'8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, il TAR, accogliendo nel luglio 2018 l'istanza cautelare della Società, ha sospeso il pagamento della sanzione. Successivamente, con sentenza non definitiva del maggio 2019, il TAR Lazio: (i) ha accolto la richiesta TIM di provvedimenti provvisori per la sospensione dell'ammenda condizionata all'offerta della garanzia; (ii) concesso la sospensione del procedimento al fine di attendere la sentenza definitiva nella causa (pregiudiziale) pendente dinanzi al Presidente della Repubblica in merito all'obbligo di notifica, ai sensi delle disposizioni Golden Power; (iii) respinto le eccezioni processuali sollevate dalle amministrazioni resistenti.

Si segnala, altresì, il rilascio a maggio 2018 di una fideiussione a favore della Presidenza del Consiglio di 74,3 milioni di euro, richiesta per la presentazione da parte di TIM dinanzi al TAR Lazio dell'istanza di sospensione cautelare della riscossione della sanzione irrogata per l'asserita violazione dell'art. 2 del D.L. 15/3/2012, n. 21 (Golden Power). Tale fideiussione è stata rinnovata nel maggio 2021.

Inoltre, TIM impugnava dinanzi al TAR Lazio e poi appellava dinanzi al Consiglio di Stato il provvedimento con il quale Consob, il 13 settembre 2017, affermava l'esistenza del controllo di Vivendi su TIM. Nel dicembre 2020 il Consiglio di Stato, con sentenza definitiva, ha accolto il ricorso di TIM ed annullato il provvedimento di Consob, significativa premessa dell'intero procedimento successivo della Presidenza del Consiglio relativo all'obbligo di notifica Golden Power del quale s'è detto sopra. In data 14 giugno 2021, la Consob ha presentato ricorso straordinario dinanzi la Corte di Cassazione per motivi giurisdizionali; TIM si è costituita in giudizio, eccependo l'illegittimità e inammissibilità del ricorso. La Camera di Consiglio si è tenuta il giorno 11 ottobre 2022.

Colt Technology Services - A428

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Milano, notificato nel mese di agosto 2015, l'operatore Colt Technology Services ha avanzato pretese risarcitorie fondate sul provvedimento decisorio del procedimento A428, e riferite ad asseriti danni subiti nell'arco temporale 2009/2011, in ragione della presunta condotta inefficiente e discriminatoria di TIM nel processo di fornitura dei servizi wholesale. La richiesta risarcitoria è stata quantificata in 27 milioni di euro a titolo di lucro cessante per l'asserita mancata acquisizione di nuovi clienti, ovvero per la ritenuta impossibilità di fornire nuovi servizi alla clientela già acquisita; la controparte ha formulato inoltre richiesta di risarcimento del danno all'immagine e alla reputazione commerciale. Tale giudizio fa seguito alla pretesa stragiudiziale di circa 23 milioni di euro già formulata da Colt nel mese di giugno 2015, che la Società ha respinto integralmente. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte. L'udienza di discussione davanti al TAR è stata fissata per il 12 dicembre 2022.

COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) - A428

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma, COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 37 milioni di euro, per

asserite condotte abusive e anticoncorrenziali attuate nel periodo 2009-2011, mediante boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi all'ingrosso - KO); tali pretese sono fondate sui contenuti del provvedimento dell'AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. All'esito del giudizio, con sentenza di aprile 2019, il Tribunale di Roma ha accolto parzialmente le domande di COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) condannando TIM al pagamento di un importo significativamente inferiore a quanto oggetto delle pretese risarcitorie di controparte. Nel mese di giugno 2019, TIM ha proposto appello avverso la sentenza. Con sentenza di aprile 2021, la Corte di Appello di Roma ha accolto in parte l'appello di TIM riducendo l'importo del risarcimento dovuto a COMM 3000, che era comunque interamente coperto dal relativo fondo. Nel mese di novembre 2021, TIM ha proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma. L'udienza di discussione davanti al TAR è stata fissata per il 12 dicembre 2022.

Teleunit

Con atto di citazione dell'ottobre 2009 dinanzi alla Corte d'Appello di Milano, Teleunit ha chiesto l'accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium. L'attrice ha quantificato i danni in un importo di circa 362 milioni di euro. TIM si è costituita in giudizio contestando le pretese di controparte.

A seguito della sentenza del gennaio 2014 con la quale la Corte d'Appello ha dichiarato la propria incompetenza, in favore del Tribunale, Teleunit ha riassunto, nel successivo mese di aprile, il giudizio dinanzi al Tribunale di Milano. TIM si è costituita nel giudizio riassunto confutando le tesi di controparte.

Con sentenza del maggio 2017 il Tribunale di Milano ha integralmente rigettato la domanda di Teleunit, condannando la stessa alla rifusione delle spese di lite. Tale sentenza è stata impugnata da Teleunit, nel mese di giugno 2017, dinanzi alla Corte d'Appello di Milano. TIM si è costituita nel giudizio d'appello confutando le argomentazioni di controparte e chiedendo l'integrale conferma della sentenza di primo grado. Con ordinanza del mese di marzo 2018, la Corte d'Appello di Milano, ha dichiarato inammissibile l'appello di Teleunit ex art. 348-bis c.p.c., in quanto manifestamente infondato. Teleunit ha proposto ricorso per Cassazione, nel mese di maggio 2018, avverso l'ordinanza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha proposto controricorso chiedendo l'integrale conferma della ordinanza impugnata (e quindi della sentenza di primo grado). Udienza in Camera di Consiglio svoltasi il 22 settembre 2022. Con ordinanza pubblicata in data 19 ottobre 2022, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Teleunit Ltd, condannando la stessa alla rifusione delle spese di lite in favore di TIM.

Eutelia e Clouditalia Telecomunicazioni

Con atto di citazione di maggio 2020, Eutelia in Amministrazione Straordinaria e Clouditalia Telecomunicazioni S.p.A., acquirente del ramo TLC di Eutelia, hanno convenuto in giudizio TIM, dinanzi al Tribunale di Roma, avanzando pretese risarcitorie, per circa 40 milioni di euro, per i danni asseritamente subiti, nel periodo 2009-2012, a seguito delle condotte di boicottaggio tecnico e margin squeeze, oggetto del procedimento AGCM A428. TIM si è costituita in giudizio contestando le pretese di controparte e formulando domanda riconvenzionale con riserva di quantificare i danni subiti in corso di causa. In data 1° aprile 2022, l'AGCM ha depositato il parere previsto dall'art. 14, terzo comma, del d. lgs. 3/2017, con cui ha: (i) proposto alcuni benchmark utilizzabili per definire lo scenario controfattuale sulla cui base quantificare i danni asseritamente subiti da Eutelia e Clouditalia; (ii) fornito alcune ulteriori indicazioni e criteri per stimare le diverse voci di danno richieste da Eutelia e Clouditalia. All'udienza del 15 giugno 2022, il G.I. ha assegnato termine alle parti fino all'8 luglio 2022 per il deposito di note scritte sulle implicazioni del parere dell'AGCM e sul contenuto degli eventuali quesiti da porre al CTU. Il 24 ottobre il giudice ha sciolto la riserva e ha disposto una CTU sull'an delle condotte di TIM e sul quantum del danno eventualmente subito da Eutelia e Irideos a causa delle stesse. Ha quindi fissato l'udienza del 15 novembre 2022 per il giuramento e il conferimento dell'incarico al CTU.

Procedimento Antitrust A514

Nel mese di giugno 2017 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato il procedimento A514 nei confronti di TIM per accertare un possibile abuso di posizione dominante in violazione dell'art. 102 del "Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea". Il procedimento è stato avviato sulla base di alcune segnalazioni giunte, tra il mese di maggio e di giugno 2017, da parte di Infratel, Enel, Open Fiber, Vodafone e Wind Tre e riguarda un presunto abuso di posizione dominante nei mercati dei servizi di accesso wholesale e dei servizi retail relativi alla rete fissa a banda larga e ultralarga. In particolare, l'AGCM ha ipotizzato che TIM abbia tenuto condotte volte a: i) rallentare e ostacolare lo svolgimento delle gare Infratel, al fine di ritardare o rendere meno remunerativo l'ingresso di un altro operatore sul mercato wholesale; ii) accaparrarsi preventivamente la clientela sul mercato retail dei servizi a banda ultralarga, mediante politiche commerciali volte a restringere lo spazio di contendibilità della clientela residuo per gli operatori concorrenti.

A seguito dell'avvio del procedimento, nel mese di luglio 2017 è stata svolta un'ispezione da parte dei funzionari dell'Autorità presso alcune sedi di TIM. Il 2 novembre 2017 TIM ha depositato una memoria difensiva nella quale, a supporto della correttezza del proprio operato, sono state confutate tutte le ipotesi di illegittimità dei comportamenti asseritamente tenuti da TIM e formanti oggetto del procedimento.

In data 14 febbraio 2018, AGCM ha deliberato di estendere l'oggetto del procedimento per la verifica di ulteriori condotte, concernenti la strategia dei prezzi wholesale di TIM sul mercato dei servizi di accesso all'ingrosso a banda larga e ultralarga, e l'utilizzo di informazioni privilegiate riguardanti la clientela degli operatori alternativi.

In data 5 luglio 2018, TIM ha depositato una proposta di impegni che, ove accettata definitivamente dall'Autorità, comporterebbe la chiusura dell'istruttoria senza accertamento di alcun illecito e irrogazione di sanzione. Gli impegni sono stati ritenuti preliminarmente ammissibili dall'Autorità che li ha sottoposti a market test nei mesi di agosto e settembre.

Il 30 ottobre 2018 TIM ha formulato le proprie repliche rispetto alle osservazioni dei terzi ed ha integrato la proposta di impegni con modifiche accessorie. Con provvedimento notificato in data 4 dicembre 2018, l'AGCM ha definitivamente respinto la proposta di impegni, ritenendoli non idonei alla luce delle contestazioni sollevate.

In data 4 marzo 2019, TIM ha chiesto ad AGCM la proroga del termine di chiusura del procedimento (inizialmente fissato al 31 maggio 2019).

Il 10 aprile 2019 AGCM ha deliberato una proroga del termine di conclusione del procedimento al 30 settembre 2019. Il 17 maggio 2019 AGCM ha comunicato a TIM le risultanze istruttorie (CRI). Nella CRI, AGCM conferma sostanzialmente l'impianto accusatorio ipotizzato nei provvedimenti di avvio ed estensione del procedimento.

Il 12 giugno 2019 AGCM ha esteso i termini per il deposito della memoria finale di TIM al 20 settembre 2019 e per l'audizione finale al 25 settembre 2019.

Il 18 settembre 2019 AGCM ha deliberato una nuova proroga del termine di conclusione del procedimento fissandolo al 28 febbraio 2020.

Il 6 marzo 2020 è stato notificato a TIM il provvedimento di chiusura dell'istruttoria: AGCM ha deliberato la sussistenza di un abuso di posizione dominante di TIM, accertando che TIM ha posto in essere una strategia anticoncorrenziale preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga.

La sanzione irrogata a TIM per l'illecito anticoncorrenziale è pari a 116.099.937,60 euro. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il suddetto provvedimento sanzionatorio. Con sentenza del 28 febbraio 2022, il TAR Lazio ha respinto il ricorso di TIM la quale intende proporre appello innanzi al Consiglio di Stato nei termini di legge.

Il 25 giugno 2020 TIM ha inviato ad AGCM la c.d. relazione di ottemperanza come prescritto nel dispositivo del provvedimento finale. L'udienza di discussione dinanzi al TAR Lazio si è tenuta in data 3 novembre 2021. Con sentenza 1963/2022 il ricorso di TIM è stato respinto; nei confronti della decisione del TAR, TIM ha proposto appello. Nell'agosto 2022, Irideos ha notificato atto di intervento ad opponendum. La relativa udienza di discussione non risulta ancora fissata.

La Società ha provveduto a maggio 2021 al pagamento della sanzione.

Open Fiber

Nel mese di marzo 2020 Open Fiber (OF) ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a 1,5 miliardi di euro per danni causati da un presunto abuso di posizione dominante escludente nei confronti di OF. Le presunte condotte contestate consistono in: (i) investimenti pre-emptive in reti FTTC nelle aree bianche; (ii) avvio di azioni legali pretestuose per ostacolare le gare Infratel; (iii) repricing strumentale di alcuni servizi all'ingrosso; (iv) offerte commerciali di lock-in sul mercato retail; (v) comunicazione di informazioni false all'AGCom, in sede di approvazione di una offerta wholesale, e diffusione di voci circa un interesse di TIM ad acquisire OF; (vi) discriminazione nelle condizioni di accesso alle infrastrutture passive di TIM. TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di OF. Enel spa è intervenuta nel giudizio chiedendo di condannare TIM al risarcimento di tutti i danni patiti e patendi dalla stessa Enel e da OF, senza tuttavia quantificarli. Nel corso di causa, Open Fiber ha ridedeterminato il danno asseritamente subito portandolo a 2,6 miliardi di euro oltre interessi e rivalutazione monetaria. Open Fiber ha inoltre chiarito che a suo dire tale danno sarebbe tuttora in divenire. Enel ha poi quantificato il danno asseritamente subito in 228 milioni di euro circa oltre interessi. Pende il termine per il deposito della terza memoria istruttoria. Il 19 ottobre 2022 si è tenuta l'udienza per l'ammissione dei mezzi istruttori al termine della quale il giudice si è riservato.

Irideos

Nel mese di gennaio 2022 Irideos ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Roma, avanzando una richiesta di risarcimento dei danni asseritamente subiti in conseguenza delle condotte illecite di TIM sanzionate dall'AGCM con il provvedimento conclusivo del proc. A514 (azione c.d. follow on). La richiesta risarcitoria è pari a 23.204.079,87 euro per danni provocati dai comportamenti anticoncorrenziali posti in essere da TIM dal 2017 al 2019 (con effetti anche negli anni successivi) nel mercato dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa a banda larga e ultra-larga (mercato wholesale) e nel mercato dei servizi di telecomunicazione al dettaglio su rete fissa a banda larga e ultra-larga (mercato retail). TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di controparte. All'udienza del 1° giugno 2022, il giudice istruttore ha (i) assegnato alle parti i termini per il deposito delle memorie istruttorie con decorrenza dal 15 febbraio 2023 e (ii) rinviato la causa all'udienza del 7 giugno 2023.

Procedimento Antitrust I799

Nella sua adunanza del 1° febbraio 2017, AGCM ha avviato un procedimento istruttorio per possibile violazione dell'articolo 101 TFUE (divieto di intese restrittive della concorrenza) nei confronti di TIM S.p.A. e Fastweb S.p.A., a seguito della sottoscrizione di un accordo volto alla costituzione di una impresa comune cooperativa denominata Flash Fiber S.r.l.. TIM, d'intesa con Fastweb, ha presentato ad AGCM, sotto forma di proposta di impegni, alcune modifiche agli accordi sottoscritti, finalizzate a chiudere il procedimento senza accertare l'infrazione e, quindi, senza alcuna sanzione pecuniaria.

Il 28 marzo 2018 AGCM ha deliberato l'approvazione degli impegni rendendoli obbligatori per le parti e ha chiuso il procedimento senza l'imposizione di alcuna sanzione.

Il 30 gennaio 2019 TIM ha inviato ad AGCM la prevista relazione annuale sulla copertura realizzata, integrata con successiva comunicazione del 29 marzo 2019. TIM ha trasmesso ad AGCM ulteriori informazioni nel mese di luglio ed AGCM ha preso atto delle suddette il 15 ottobre 2019. Il 31 gennaio 2020 TIM ha inviato ad AGCM la terza relazione relativa all'attuazione degli impegni assunti. Infine, il 29 gennaio 2021 TIM ha inviato ad AGCM la quarta ed ultima relazione relativa all'attuazione degli impegni assunti.

Con distinti ricorsi, entrambi notificati in data 11 giugno 2018, Open Fiber S.p.A. e Wind Tre S.p.A. hanno impugnato dinanzi al TAR Lazio il provvedimento di chiusura del procedimento I799 con l'accettazione degli impegni. A loro dire, tale provvedimento sarebbe viziato da una serie di motivi procedimentali e sostanziali.

Open Fiber S.p.A. ha anche chiesto la sospensione in via cautelare del provvedimento. Con sentenza di marzo 2020, il TAR ha integralmente respinto il ricorso di Open Fiber.

L'udienza per la discussione del merito del ricorso presentato da Wind Tre si è tenuta il 12 ottobre 2022 e il TAR ha pubblicato il 23 ottobre il provvedimento di estinzione del giudizio.

Fatturazione a 28 giorni

Con la delibera 121/17/CONS AGCom ha introdotto disposizioni sulla cadenza della fatturazione per la telefonia, prescrivendo per la telefonia fissa che essa dovesse essere su base mensile o suoi multipli e per la telefonia mobile su base almeno quadrisettimanale. TIM ha impugnato dinanzi al TAR la delibera n. 121/17/CONS. A febbraio 2018 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza che respinge il ricorso. Tale sentenza è stata impugnata da TIM innanzi al Consiglio di Stato nel giugno 2018. Il 23 settembre 2020 è stata pubblicata la sentenza non definitiva con cui il Consiglio di Stato ha riunito i ricorsi in appello di TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre ed ha disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) in merito alla sussistenza in capo all'Autorità del potere di regolamentare la cadenza di rinnovo delle offerte commerciali e dei periodi di fatturazione, rigettando al contempo gli altri motivi di ricorso degli operatori e sospendendo il giudizio. A febbraio 2021 TIM ha depositato le osservazioni scritte sulle domande di pronuncia pregiudiziale alla CGUE. Su richiesta della CGUE, Il Consiglio di Stato con ordinanza pubblicata il 23 novembre 2021 ha confermato il rinvio alla Corte di Giustizia sulle questioni pregiudiziali poste; il giudizio innanzi al Consiglio di Stato resta quindi sospeso in attesa della decisione della CGUE.

AGCom, con la delibera 499/17/CONS, accertata la violazione della delibera 121/17/CONS ha applicato a TIM una sanzione di 1.160.000 euro, diffidandola a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese - a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile.

A marzo 2018 con la delibera n. 112/18/CONS AGCom ha (i) revocato la precedente delibera 499/17/CONS nella parte in cui TIM veniva diffidata a stornare gli importi presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale, (ii) diffidato TIM a posticipare, limitatamente ai servizi di telefonia fissa, la data di decorrenza delle fatture emesse dopo il ripristino della fatturazione con cadenza mensile di un numero di giorni pari a quelli presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale.

Con il decreto presidenziale n. 9/18/PRES AGCom, ha modificato la delibera n. 112/18/CONS nelle parti in cui prevedeva che il differimento della fatturazione dovesse avvenire in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o suoi multipli disponendo, altresì, che le tempistiche entro cui adempiere alla diffida sarebbero state individuate a seguito di audizioni con gli operatori e le principali associazioni dei consumatori.

A luglio 2018 AGCom con la delibera 269/18/CONS ha fissato al 31 dicembre 2018 il termine entro cui gli operatori dovevano restituire alla clientela di rete fissa un numero di giorni di servizio pari a quelli erosi per effetto della fatturazione a 28 giorni oppure proporre alla clientela interessata eventuali misure compensative alternative, previa comunicazione all'AGCom. TIM ha impugnato tutte le delibere sopra indicate.

Con dispositivo di sentenza pubblicato nel mese di novembre 2018 il TAR ha annullato la sanzione pecuniaria amministrativa di 1,16 milioni di euro comminata con la delibera 499/17/CONS ed ha confermato l'obbligo di restitutio in integrum alla clientela di rete fissa entro il 31 dicembre 2018. TIM ha presentato appello cautelare dinnanzi al Consiglio di Stato per la sospensione della esecutività di tale decisione e, con ordinanza del 20 dicembre 2018, il Consiglio di Stato, accogliendo l'appello di TIM, ha sospeso l'efficacia del suddetto dispositivo, limitatamente all'ordine di storno fino al 21 maggio 2019, in attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza.

Si attende ancora la fissazione dell'udienza per la trattazione del merito del ricorso introduttivo e dei motivi aggiunti nel frattempo presentati da TIM. Il 12 luglio 2019 sono invece stati pubblicati i dispositivi di sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto gli analoghi appelli proposti da Vodafone, Wind Tre e Fastweb e nel corso del mese di febbraio 2020 sono state pubblicate le relative sentenze contenenti le motivazioni.

A settembre 2019 TIM ha impugnato dinnanzi al TAR anche la delibera 221/19/CONS con cui la sanzione di cui alla Delibera 499/17/CONS, annullata dal TAR del Lazio, è stata rideterminata in 580.000,00 euro, applicando il massimo edittale previsto dall'art. 98, comma 16 del CCE vigente all'epoca dei fatti.

Ad agosto 2019 è stato avviato da parte di AGCom un nuovo procedimento sanzionatorio (CONT 12/19/DTC) per inottemperanza all'ordine di restituzione dei giorni erosi dalla fatturazione a 28 giorni per i clienti di rete fissa e convergente, secondo le modalità stabilite nelle delibere nn. 112/18/CONS e 269/18/CONS. Con la delibera n. 75/20/CONS l'Autorità a conclusione di tale procedimento ha accertato l'inottemperanza di TIM alle delibere sopra indicate comminandole una sanzione di 3 milioni di euro. Il provvedimento è stato impugnato da TIM dinnanzi al TAR a luglio 2020.

Peraltro da giugno 2019, TIM offre ai propri clienti di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018 e che sono stati oggetto di fatturazione a 28 giorni, la possibilità di aderire ad una soluzione compensativa, alternativa alla restituzione dei giorni erosi di cui alla delibera AGCom n. 269/18/CONS e da settembre 2019 accoglie le richieste di rimborso dei giorni erosi. In entrambi i casi TIM ha provveduto ad informare la clientela con diversi messaggi in fattura, sul web e sulle principali testate giornalistiche. Le iniziative appena descritte sono state comunicate ad AGCom nell'ambito del sopra richiamato procedimento sanzionatorio.

Sul fronte civilistico con sentenza pubblicata il 14 ottobre 2021 il Tribunale di Milano nell'ambito del giudizio di merito avviato da Associazione Movimento dei Consumatori nel 2018, inerente la tariffazione e rinnovo a 28 giorni per le offerte di telefonia fissa e convergenti, ha confermato l'ordinanza del 4 giugno 2018, adottata dallo stesso Tribunale a chiusura del procedimento di reclamo promosso da TIM ex art 669 terdecies c.p.c., e le misure ivi previste ordinando a TIM di accogliere le richieste di restituzione dei corrispettivi versati per effetto della manovra da parte dei clienti - anche cessati, cosa che come noto TIM sta già facendo dal 2018, estendendo al contempo il periodo rilevante ai fini del riconoscimento del rimborso al 1° aprile 2017, quindi ad una data antecedente al 23 giugno 2017 data entro cui gli operatori dovevano adeguarsi alla Delibera n. 121/17/ CONS. TIM ha impugnato la sentenza del Tribunale di Milano, proponendo contestualmente istanza di sospensione della efficacia esecutiva. Con ordinanza dell'11 gennaio 2022 la Corte d'Appello di Milano ha accolto parzialmente l'istanza di TIM, sospendendo il capo di sentenza relativo all'ordine di inviare una raccomandata a tutti clienti consumatori cessati ai quali era stata applicata la fatturazione a 28 giorni per informarli della possibilità di ottenere la restituzione degli importi aggiuntivi versati per effetto della manovra.

A seguito dell'udienza del 5 luglio 2022 la Corte ha assegnato i termini per le comparse conclusionali e le memorie di replica.

Procedimento Antitrust I820

In data 19 febbraio 2018 l'AGCM ha avviato il procedimento istruttorio I820 nei confronti delle società TIM, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e dell'Associazione di categoria Asstel per verificare l'ipotesi della sussistenza di un'intesa restrittiva della concorrenza tra i principali operatori di telefonia fissa e mobile al fine di coordinare le rispettive strategie commerciali, violando in tal modo l'art. 101 TFUE.

Il presunto coordinamento, secondo il provvedimento di apertura del procedimento da parte di AGCM, si sarebbe concretizzato nelle modalità di attuazione dell'obbligo introdotto dall'articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017) che impone agli operatori di servizi di comunicazione elettronica una cadenza mensile (o di multipli del mese) per la fatturazione e il rinnovo delle offerte dei servizi fissi e mobili.

In data 21 marzo 2018, AGCM ha emanato una misura cautelare provvisoria nei confronti di tutti gli operatori coinvolti nel procedimento con cui ha ordinato di sospendere, nelle more del procedimento, l'attuazione dell'intesa concernente la determinazione del repricing comunicato agli utenti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla Legge 172/17 e di rideterminare autonomamente la propria strategia commerciale. Con provvedimento n. 27112 dell'11 aprile 2018 AGCM ha confermato la misura cautelare.

Il 12 giugno 2018 TIM ha presentato ricorso al TAR per l'annullamento di tale provvedimento.

Il 31 gennaio 2020 a TIM è stato notificato il provvedimento di chiusura dell'istruttoria, con il quale AGCM ha deliberato la sussistenza dell'intesa tra Telecom, Vodafone, Fastweb e WindTre, escludendo invece dai partecipanti all'intesa l'associazione Asstel. La sanzione irrogata a TIM per la partecipazione all'intesa anticoncorrenziale è pari a 114.398.325 euro. TIM ad aprile 2020 ha impugnato anche il provvedimento sanzionatorio.

Con sentenza pubblicata il 12 luglio 2021 il TAR Lazio ha accolto il ricorso e i motivi aggiunti presentati da TIM, annullando i provvedimenti assunti dall'AGCM, ivi incluso quello relativo alla sussistenza dell'intesa e all'irrogazione della sanzione.

In data 11 settembre 2021 l'AGCM ha presentato ricorso al Consiglio di Stato chiedendo l'annullamento della sentenza del TAR, l'udienza di discussione del ricorso è stata fissata a gennaio 2023.

Procedimento Antitrust I850

Con decisione del 15 dicembre 2020 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un'istruttoria nei confronti delle società Telecom Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Teemo Bidco S.r.l., FiberCop S.p.A., Tiscali Italia S.p.A. e KKR & Co. Inc. per accertare l'esistenza di eventuali violazioni dell'articolo 101 del TFUE.

Più precisamente l'istruttoria riguarda i contratti che regolano la costituzione e il funzionamento di FiberCop e gli accordi di fornitura con Fastweb e Tiscali. AGCM intende verificare che tali accordi non creino ostacoli alla concorrenza tra gli operatori nel medio e lungo termine e siano volti ad assicurare il rapido ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione fissa del Paese.

Il 6 agosto 2021 TIM ha presentato ad AGCM una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell'istruttoria ed addivenire alla conclusione del procedimento senza l'irrogazione di alcuna sanzione.

Il 7 settembre 2021 AGCM ha giudicato gli impegni suddetti non manifestamente infondati e ne ha disposto la pubblicazione sul sito internet dell'Autorità a partire dal 13 settembre 2021; ha preso così avvio il c.d. market test che si è concluso il 13 ottobre 2021, data entro la quale tutti i soggetti interessati hanno trasmesso ad AGCM le loro osservazioni in merito agli impegni in questione.

Il 14 dicembre 2021 AGCM ha prorogato il termine di conclusione del procedimento, inizialmente previsto per il 31 dicembre 2021, fissandolo al 15 febbraio 2022.

E proprio nella sua adunanza del 15 febbraio 2022 AGCM ha infine deliberato l'approvazione degli impegni in quanto ritenuti idonei a far venire meno i presunti profili anticoncorrenziali oggetto dell'istruttoria.

Con ricorso notificato ad aprile 2022. Open Fiber ha impugnato presso il TAR Lazio previo richiesta di adozione di misure cautelari, il suddetto provvedimento AGCM n. 3002 con cui è stato chiuso il procedimento rendendo obbligatori gli impegni che secondo la ricorrente non sarebbero idonei a rimuovere i profili anticoncorrenziali individuati con il provvedimento di avvio dell'istruttoria.

Ad esito dell'udienza cautelare dello scorso 1° giugno, il TAR ha rigettato la richiesta e fissato il merito al 25 gennaio 2023.

Procedimento Antitrust I857

Il 6 luglio 2021 AGCM ha avviato un'istruttoria nei confronti di TIM e DAZN per possibile intesa restrittiva della concorrenza relativamente all'accordo per la distribuzione, e il supporto tecnologico, per i diritti TV della Serie A di calcio nel triennio 2021-2024.

L'istruttoria è, inoltre, volta a verificare la restrittività dell'intesa con riferimento a ulteriori elementi che riguardano la possibile adozione da parte di TIM di soluzioni tecniche non disponibili per gli operatori di telecomunicazione concorrenti e che potrebbero tradursi in ostacoli all'adozione di soluzioni tecnologiche proprie.

L'Autorità ha contestualmente anche avviato un sub procedimento per l'eventuale adozione di misure cautelari.

Con delibera del 27 luglio 2021 AGCM ha chiuso il procedimento cautelare, ritenendo che le iniziative e le modifiche all'accordo nel frattempo proposte da parte di TIM e di DAZN siano idonee, allo stato, a impedire che durante il procedimento di accertamento si produca un danno grave e irreparabile per la concorrenza.

Infatti, le misure suddette mirano, nel loro complesso, ad evitare possibili discriminazioni nella fruizione del servizio DAZN riconducibili alla sua attivazione da parte di utenti che utilizzano servizi di connessione internet diversi da quelli offerti da TIM. Inoltre, è stato modificato l'accordo tra TIM e DAZN al fine di garantire a DAZN una piena libertà nell'applicare sconti e promozioni. TIM si è anche impegnata a fornire a DAZN un quantitativo sufficiente di set-top-box white label per garantire anche ai clienti di DAZN la visione sul digitale terrestre delle partite in caso di problemi di connessione.

TIM, infine, si è impegnata a fornire servizi wholesale agli OAO interessati per la gestione di picchi di traffico derivanti da trasmissioni dati live, a prescindere dalla tipologia di contenuti trasportati.

Lo scorso 29 ottobre 2021 TIM ha presentato ad AGCM una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell'istruttoria e addivenire alla chiusura del procedimento senza l'accertamento di alcuna infrazione e quindi senza l'irrogazione di sanzione.

Il 14 dicembre 2021 AGCM ha deliberato la pubblicazione, sul sito internet della stessa Autorità, della proposta di impegni succitata in quanto tali impegni appaiono, nel loro complesso, non manifestamente infondati e tali da rimuovere le restrizioni alla concorrenza ipotizzate nel provvedimento di avvio dell'istruttoria in questione.

Il 5 gennaio 2022 con la succitata pubblicazione sul sito internet di AGCM ha preso avvio il c.d. market test.

Il termine per le controdeduzioni e la proposta di eventuali modifiche accessorie agli impegni presentati da TIM e DAZN viene fissato al 7 marzo.

Il 23 febbraio 2022 TIM e DAZN vengono convocati separatamente in audizione dagli Uffici di AGCM. Nel corso dell'audizione, gli Uffici comunicano a TIM – e successivamente confermano nel verbale dell'audizione – che il Collegio, in un'adunanza tenutasi il 15 febbraio, riteneva necessarie alcune modifiche "accessorie" al fine dell'approvazione degli impegni presentati.

TIM e DAZN provvedono il 4 marzo 2022 a richiedere una proroga del termine per la presentazione di osservazioni, anche in considerazione delle novità emerse il 23 febbraio. Il nuovo termine viene fissato al 23 marzo.

In data 22 marzo 2022 TIM rappresenta all'Autorità che le ulteriori modifiche ritenute necessarie dal Collegio al fine dell'approvazione degli impegni avrebbero comportato un completo stravolgimento del contenuto e dell'equilibrio economico degli accordi sottoscritti da TIM e DAZN, tale da non rendere più perseguibile il modello di business ipotizzato. Nel contempo TIM rendeva noto all'Autorità l'avvio di negoziazioni con DAZN aventi come possibile oggetto la revisione della clausola di esclusiva della distribuzione, che costituisce il principale oggetto dell'attività istruttoria dell'Autorità. Considerata la complessità delle negoziazioni, TIM richiedeva una proroga di ulteriori 30 giorni per la presentazione di osservazioni. La proroga veniva accordata e il nuovo termine fissato al 23 aprile.

Il 20 aprile 2022 DAZN e TIM, in considerazione del protrarsi delle trattative, anche a causa della complessità e rilevanza economica di quanto oggetto di negoziazione, richiedevano un'ulteriore proroga. Il nuovo termine veniva fissato al 9 maggio.

Il 9 maggio 2022 TIM informava l'Autorità di aver manifestato a DAZN la propria disponibilità a rinunciare all'esclusività del rapporto di distribuzione dei diritti calcio della Serie A, come attualmente disciplinato dal Deal Memo, con la conseguente facoltà per DAZN di distribuire tali diritti anche attraverso operatori terzi e che, a fronte della disponibilità alla rinuncia a tale diritto, le Parti avevano avviato una negoziazione per la revisione dell'impegno economico contrattualmente previsto a carico di TIM.

Il 7 giugno 2022 l'Autorità disponeva il rigetto degli impegni presentati, i quali "appaiono, sia complessivamente sia singolarmente considerati, inidonei a far venire meno i profili anticoncorrenziali individuati nella delibera di avvio dell'istruttoria, in quanto non suscettibili di risolvere le preoccupazioni concorrenziali evidenziate nel provvedimento di avvio, laddove non si sono tradotti in modifiche contrattuali condivise, tali da eliminare le criticità concorrenziali" evidenziate dall'Autorità.

Sempre il 7 giugno 2022 l'Autorità disponeva il differimento del termine per la conclusione del procedimento al 31 marzo 2023.

Il 2 agosto 2022 TIM ha informato l'Autorità antitrust del raggiungimento di un nuovo accordo con DAZN, in forza del quale quest'ultima ha la facoltà di distribuire i diritti del calcio tramite qualsiasi terza parte, superando il previgente regime di esclusiva a favore di TIM.

Procedimento Antitrust PS 10888 "TIM Passepartout"

Il 15 giugno 2021 AGCM ha avviato verso TIM un procedimento per pratiche commerciali scorrette avente ad oggetto la presunta mancata trasparenza dell'informativa della piattaforma di gestione dei pagamenti TIM Passepartout e presunte attivazioni di servizi non richiesti. Seppure convinta della legittimità della propria condotta, il 29 luglio 2021 TIM ha scelto di presentare degli impegni con delle misure correttive. Gli impegni presentati si sostanziano nel migliorare gli aspetti informativi rilevati come carenti della piattaforma TIM Passepartout (attiva solo per offerte in customer base) e nel porre in essere una campagna comunicazionale volta a sollecitare un contatto da parte dei clienti che non riconoscono gli addebiti dei servizi non richiesti per valutare gli estremi per il rimborso. L'Autorità ha accettato gli impegni presentati da TIM, per cui il procedimento si è concluso senza l'accertamento della presunta condotta scorretta e l'irrogazione della sanzione.

Procedimento Antitrust PS 12231 "Offerte fisso TIM" (Premium, Executive, Magnifica)

Il 22 dicembre 2021 AGCM ha avviato verso TIM un procedimento per pratiche commerciali scorrette avente ad oggetto la presunta omissione informativa della valorizzazione a consumo della componente voce delle offerte

del fisso Premium ed Executive e di limitazioni tecniche correlate alla modalità in sperimentazione dell'offerta del fisso Magnifica. Seppure convinta della correttezza della propria condotta, il 23 febbraio 2022 TIM ha presentato degli impegni che hanno comportato il superamento dei limiti tecnici contestati per l'offerta in sperimentazione Magnifica, il miglioramento della trasparenza informativa delle componenti a consumo delle offerte Premium ed Executive e la definizione di una campagna comunicazionale mirata nei confronti dei clienti che non riconoscono gli addebiti del consumo della componente voce al fine di valutare gli estremi per il rimborso. L'Autorità ha rigettato gli impegni, ma ha ritenuto che le misure messe in campo da TIM sono state idonee ad interrompere la condotta contestata. La conclusione del procedimento è stata prorogata al 15 novembre 2022.

Procedimento Antitrust PS 12304 "Fatturazione anomala"

Il 28 aprile 2022 AGCM ha avviato verso TIM un procedimento per pratiche commerciali scorrette contestando presunte indebite fatturazioni successive alla richiesta di cessazione della linea, incluse le casistiche di passaggio ad altro operatore. Seppur convinta della diligenza della propria condotta TIM ha presentato degli impegni per migliorare ulteriormente le casistiche oggetto di rilievo da parte dell'Autorità. La conclusione del procedimento è prorogata al 24 novembre 2022.

Procedimento Antitrust PS 12384 "Giga aggiuntivi"

Il 5 agosto 2022 AGCM ha avviato verso TIM un procedimento per pratiche commerciali scorrette contestando la presunta non corretta applicazione dell'art. 65 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 per un supposto servizio aggiuntivo (giga) presente nelle offerte della manovra del mobile con effetto dal 1° settembre 2022. TIM confuta la contestazione mossa da AGCM, convinta della correttezza della propria condotta. La conclusione del procedimento è prevista per il 5 gennaio 2023.

Servizio Universale

Con decisione pubblicata nel mese di luglio 2015, il Consiglio di Stato ha rigettato l'appello proposto da AGCom e TIM avverso la sentenza del TAR Lazio in tema di finanziamento degli obblighi di Servizio Universale per il periodo 1999-2003. Con tale sentenza il giudice amministrativo ha accolto i ricorsi proposti da Vodafone annullando le delibere AGCom nn. 106, 107, 109/11/CONS di rinnovazione dei procedimenti relativi, che includevano anche Vodafone tra i soggetti tenuti al contributo, per un importo di circa 38 milioni di euro. La sentenza, in sostanza, afferma che l'Autorità non ha dimostrato quel certo grado di "sostituibilità" tra telefonia fissa e mobile propedeutica all'inclusione dei gestori mobili tra i soggetti tenuti a remunerare il costo del servizio universale, ciò che comporta per l'AGCom la necessità di emettere un nuovo provvedimento.

TIM ha presentato istanza di rinnovazione all'AGCom e ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato (la Cassazione ha poi ritenuto inammissibile tale ricorso).

Nel mese di aprile 2016, Vodafone ha proposto ricorso dinanzi al Consiglio di Stato contro il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e nei confronti di TIM, per l'ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato. Tale ricorso si riferisce alla delibera AGCom n. 109/11/CONS (annualità 2003 per la quale Vodafone aveva versato la somma di circa 9 milioni di euro a titolo di contributo di cui chiede la restituzione).

Il Consiglio di Stato, con la sentenza di novembre 2016, ha rigettato il ricorso rinviando al TAR la decisione sulle modalità di ottemperanza. Nel mese di febbraio 2017, Vodafone ha presentato al TAR Lazio quattro nuovi ricorsi contro il MISE e nei confronti di TIM per l'ottemperanza della sentenza, confermata in secondo grado, di annullamento delle delibere per le annualità 1999-2003 e la restituzione dei citati importi di circa 38 milioni di euro già versati al MISE a titolo di contributo.

Il TAR, con sentenze del giugno 2018, ha rigettato tutti ricorsi per l'ottemperanza proposti da Vodafone affermando espressamente, così come chiesto da TIM, l'obbligo in capo all'Autorità di rinnovare i procedimenti con particolare riguardo alla determinazione dell'entità del grado di sostituibilità tra fisso e mobile. Le quattro sentenze sono state impugnate da Vodafone innanzi al Consiglio di Stato, il quale con decisione dell'ottobre del 2019 ha accolto l'appello di Vodafone affermando l'obbligo restitutorio delle somme in questione in capo a TIM.

Con delibera n. 263/20/CIR, AGCom ha avviato il procedimento per la rinnovazione dell'istruttoria relativa alla iniquità del costo netto del servizio universale per gli anni 1999-2009. e la ripartizione degli oneri del contributo. Vodafone ha impugnato dinanzi al TAR la predetta delibera. Il procedimento di rinnovazione si è concluso con la delibera 18/21/CIR che ha sostanzialmente confermato lo schema di provvedimento. Questa stessa delibera è stata impugnata al TAR da TIM esclusivamente per le annualità 1999 e 2000, mentre Vodafone, Wind e Fastweb hanno impugnato con motivazioni opposte la delibera in ordine a tutte le annualità interessate. Con sentenze pubblicate nel mese di febbraio 2022, la delibera 18/21/CIR è stata parzialmente annullata, infatti il TAR ha respinto la censura principale con cui si denunciava l'esaurimento del potere di rinnovazione e accolto il solo motivo incentrato sulla presunta irragionevolezza della soglia prevista da AGCOM per l'analisi di iniquità seconda facie. Fastweb, Vodafone, Wind e la stessa TIM hanno appellato di fronte al Consiglio di Stato la sentenza del TAR e le relative udienze di merito non sono stata ancora fissate.

Contenzioso per "Conguagli su canoni di concessione" per gli anni 1994-1998

In ordine ai giudizi promossi negli anni scorsi relativi alla richiesta di pagamento, da parte del Ministero delle Comunicazioni, di conguagli su quanto versato a titolo di canone di concessione per gli anni 1994-1998 (per un importo complessivo di 113 milioni di euro), il TAR Lazio ha respinto il ricorso della Società avverso la richiesta di conguaglio sul canone per l'esercizio 1994 per un importo di circa 11 milioni di euro, di cui 9 milioni di euro a fronte di fatturato non percepito per perdite su crediti. TIM ha proposto ricorso in appello. All'esito del giudizio, con sentenza di dicembre 2019, il Consiglio di Stato ha accolto in parte la tesi di TIM, stabilendo il principio secondo cui avrebbero potuto essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio i crediti riferiti all'annualità 1994 non riscossi per causa non imputabile al gestore. Poiché il MISE non ha dato seguito alle sollecitazioni di TIM finalizzate ad ottenere l'ottemperanza alla sentenza, TIM ha proposto un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato per mancata esecuzione del giudicato, ma con sentenza datata aprile 2022 la domanda di ottemperanza proposta da TIM è stata respinta.

Con due ulteriori sentenze il TAR Lazio, ribadendo le motivazioni già espresse in precedenza, ha respinto anche i ricorsi con i quali la Società ha impugnato le richieste di conguagli per canoni di concessione relativi agli anni 1995 e 1996-1997-1998, per un importo di circa 46 milioni di euro. Anche per queste sentenze TIM ha proposto ricorso al Consiglio di Stato. Con sentenza pubblicata ad aprile 2022 il Consiglio di Stato ha ribadito i principi già fissati per l'esercizio 1994, e cioè che i crediti divenuti irrecuperabili per causa non imputabile al gestore, correttamente gestiti a livello contabile, bilancistico e fiscale, potevano essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio.

Con riferimento al conguaglio del canone 1998 (pari a circa 41 milioni di euro), il TAR Lazio con ordinanza del dicembre 2018 ha sospeso il giudizio, sollevando due questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia UE sulla corretta portata della direttiva comunitaria CE n. 97/13 (in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione alla base del contenzioso sul canone 1998 attualmente pendente dinanzi alla corte di appello di Roma ed illustrato in un successivo paragrafo).

Le questioni pregiudiziali si basavano, tra l'altro, sul quesito posto alla Corte di Giustizia in ordine al possibile contrasto tra la citata Direttiva CE 97/13 e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone (commisurato ad una porzione del fatturato) a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. Con sentenza di marzo 2020, la Corte di Giustizia UE ha ritenuto che il sistema normativo comunitario debba essere interpretato nel senso che esso non consenta a una normativa nazionale di prorogare per l'esercizio 1998 l'obbligo imposto a un'impresa di telecomunicazioni, precedentemente concessionaria (come TIM), di versare un canone calcolato in funzione del fatturato e non solo dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all'attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali. La Corte ha, tra l'altro, affermato che il Consiglio di Stato giudicando nella sentenza n. 7506/2009 che il canone imposto per il 1998 a TIM, titolare di un'autorizzazione esistente alla data di entrata in vigore della Direttiva 97/13, fosse dovuto, ha interpretato il diritto nazionale in un senso incompatibile con il diritto dell'UE, quale interpretato dalla Corte nella sua sentenza del 21 febbraio 2008. A seguito della sentenza della Corte di Giustizia UE il giudizio sul conguaglio del canone del 1998 è stato riassunto dinanzi al TAR Lazio che, con sentenza del febbraio scorso, ha dichiarato improcedibile il ricorso di TIM per una motivazione di carattere processuale, e cioè in ragione della prevalenza del giudicato formale rappresentato dalla sentenza n. 7506/09; sul piano sostanziale invece la sentenza della Corte di Giustizia UE ha accertato nuovamente l'illegittimità comunitaria della pretesa creditoria della PA di ottenere il pagamento del canone del 1998 e di conseguenza del conguaglio. La società ha impugnato la sentenza del TAR Lazio.

Brasile - arbitrato Opportunity

Nel maggio 2012, TIM e Telecom Italia International N.V. (oggi fusa in Telecom Italia Finance) hanno ricevuto la notifica di un procedimento arbitrale promosso dal gruppo Opportunity per il risarcimento di danni asseritamente subiti per la presunta violazione di un accordo transattivo firmato nel 2005. Nella prospettazione di parte attrice, i danni sarebbero riconducibili a circostanze emerse nell'ambito dei procedimenti penali innanzi al Tribunale di Milano aventi, fra l'altro, a oggetto attività illecite poste in essere da ex dipendenti di TIM.

Conclusasi la fase istruttoria, nel mese di novembre 2014 si è tenuta l'udienza di discussione, a seguito della quale le parti hanno depositato le proprie memorie conclusionali in vista della decisione del caso.

Nel mese di settembre 2015, il Tribunale Arbitrale ha dichiarato la chiusura del procedimento in vista del deposito del lodo.

Nel settembre 2016 la Corte ICC ha comunicato alle parti il lodo, mediante il quale il Tribunale Arbitrale ha respinto tutte le pretese del gruppo Opportunity e ha deciso per la compensazione fra le parti delle spese legali, per gli esperti e amministrative (il "Lodo 2016").

Ad aprile 2017 il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il Lodo 2016 dinanzi alla Corte d'Appello di Parigi.

Nel novembre 2017, TIM e Telecom Italia Finance hanno ricevuto dal Segretariato della Corte Internazionale di Arbitrato dell'ICC la notifica di una Richiesta per la Revisione dello stesso Lodo 2016 depositata dal gruppo Opportunity, al fine di ottenere l'emissione di un nuovo lodo. Successivamente, è stato costituito il Tribunale Arbitrale.

Ad ottobre 2018, TIM e Telecom Italia Finance hanno chiesto la sospensione del procedimento pendente di fronte alla Corte d'Appello di Parigi, in ragione della pendenza del procedimento di revisione di fronte al Tribunale Arbitrale ICC sullo stesso Lodo 2016. A novembre 2018, la Corte d' Appello di Parigi ha sospeso il procedimento fino alla decisione del Tribunale Arbitrale nel procedimento di revisione.

Relativamente al procedimento di revisione del Lodo 2016, ad ottobre 2019, si è tenuta a Parigi l'udienza di discussione. Ad agosto 2020, il Tribunale Arbitrale ha emesso il lodo rigettando la Richiesta di Revisione presentata dal gruppo Opportunity (il "Lodo 2020"). A dicembre 2020, il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il Lodo 2020 dinanzi alla Corte d'Appello di Parigi. A maggio 2021, il gruppo Opportunity ha chiesto alla Corte d'Appello di Parigi la riassunzione del procedimento iniziato contro il Lodo 2016. Il 10 ottobre 2022 TIM ha depositato le memorie difensive presso la Corte d'Appello di Parigi; l'11 ottobre si è tenuta l'udienza procedurale in cui sono stati fissati: al 25 gennaio 2023 il termine per il deposito delle memorie conclusionali di Opportunity; al 26 aprile 2023 il termine per il deposito dele memorie conclusionali di TIM; al 23 maggio 2023 il termine ultimo per il deposito di nuove prove; ed al 5 giugno 2023 l'udienza dibattimentale per la discussione di entrambi i procedimenti di appello verrà fissato il calendario per le prossime attività. Le due decisioni della Corte d'Appello dovrebbero intervenire nel corso del 2023.

Iliad

Con atto di citazione notificato nel corso del primo trimestre 2020, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per presunte condotte anticoncorrenziali, adottate anche tramite il marchio Kena Mobile, asseritamente volte ad ostacolarne l'ingresso ed il consolidamento nel mercato della telefonia mobile in Italia, avanzando pretese risarcitorie per almeno 71,4 milioni di euro.

TIM si è costituita in giudizio sia contestando integralmente le richieste di Iliad Italia S.p.A.; sia proponendo a sua volta domanda riconvenzionale ai sensi dell'art. 2598 c.c., con riferimento alle condotte denigratorie poste

in essere da Iliad Italia S.p.A. nei confronti di TIM, e formulando simmetricamente richiesta risarcitoria di danni. Nella prima memoria istruttoria Iliad ha aggiornato le proprie pretese risarcitorie portandole a 242,8 milioni di euro. L'udienza per la precisazione delle conclusioni è fissata al 6 dicembre 2022.

Iliad

Con atto di citazione notificato a settembre 2021, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per la asserita applicazione alla clientela di condizioni contrattuali illecite in termini di vincoli temporali ed oneri economici di recesso con riferimento ad offerte di telefonia mobile e fissa, con conseguente richiesta di condanna di TIM al risarcimento del danno al momento quantificato in 120,4 milioni di euro. Il 1° febbraio 2022 si è tenuta la prima udienza e sono stati assegnati i termini per le memorie ex art. 183, comma VI, c.p.c.. L'udienza per la discussione delle istanze probatorie è stata rinviata al 5 aprile 2023.

T-Power

Con atto di citazione notificato a dicembre 2021 T-Power s.r.l., ex Agente per il settore consumer, ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Roma perché gli venga riconosciuto il diritto al pagamento di un importo complessivo massimo di circa 85 milioni di euro a titolo di provvigioni, di indennità di preavviso e di cessazione del rapporto nonché di risarcimento del danno. Alla prima udienza del 27 aprile 2022 il Giudice ha concesso i termini ex art. 183 c.p.c. ed ha rinviato la causa al 22 maggio 2023 per l'ammissione dei mezzi istruttori.

Fastweb (migrazione ATM Ethernet)

Con atto di citazione notificato a dicembre 2021 TIM ha convenuto Fastweb dinanzi al Tribunale di Milano, chiedendo di accertare e dichiarare che Fastweb non ha raggiunto gli obiettivi minimi di migrazione dalla tecnologia bitstream ATM alla tecnologia bitstream Ethernet in nessuna delle 30 Aree di Raccolta in cui è suddiviso il territorio nazionale entro i termini previsti dalla regolamentazione di settore e dal piano di migrazione concordato tra le parti; accertare e dichiarare che Telecom ha pertanto diritto a: (a) stornare a Fastweb i benefici economici relativi a tale migrazione, già concessi retroattivamente a partire dal 12.4.2016, e (b) ottenere da Fastweb i corrispettivi per la banda ATM previsti dal contratto concluso tra le parti e dalle OR vigenti ratione temporis; (c) per l'effetto, dichiarare tenuta e condannare Fastweb a corrispondere a Telecom l'importo complessivo di 79.240.329,47 euro (o il diverso importo, anche maggiore, accertato in corso di causa).

Fastweb si è costituita in giudizio avanzando una domanda riconvenzionale per abuso di posizione dominante e inadempimento contrattuale. La domanda di Fastweb è essenzialmente fondata su asseriti ritardi nella realizzazione della copertura Ethernet. Controparte lamenta un danno di circa 81,4 milioni di euro. Il G.I., avendo constatato che la domanda riconvenzionale avanzata da Fastweb sembra esorbitare dal profilo dell'inadempimento contrattuale e che, in tal caso, potrebbe affermarsi la competenza della Sezione specializzata imprese, ha rimesso il fascicolo al Presidente di sezione per le opportune valutazioni. Il presidente di sezione ha trasmesso il fascicolo al Presidente della Sezione specializzata imprese. L'udienza di prima comparizione è stata fissata al 14 dicembre 2022.

Wind Tre

Con atto di citazione notificato a luglio 2022 Wind Tre ha convenuto in giudizio Tim, Inwit e Vodafone dinanzi al Tribunale di Milano, chiedendo di accertare le condotte ostruzionistiche di INWIT volte ad impedire a Wind Tre l'upgrade degli apparati della propria rete mobile attualmente ubicati nei siti INWIT sulla base dei contratti di ospitalità vigenti inter partes. Tali condotte costituirebbero inadempimenti contrattuali e sfruttamento abusivo della posizione di dominanza ai sensi dell'art. 3 legge antitrust, nonché atti di concorrenza sleale per interposta persona realizzati nella forma anche del boicottaggio secondario, imputabili, a INWIT S.p.A., TIM S.p.A. e Vodafone Italia S.p.A. Controparte richiede al Giudice di accertare e dichiarare INWIT S.p.A., TIM S.p.A. e Vodafone Italia S.p.A. responsabili in solido tra loro, al risarcimento del danno sofferto da Wind Tre in dipendenza di tali atti illeciti, da quantificarsi in 50 milioni di euro. L'udienza di prima comparizione è stata fissata al 1° marzo 2023.

Iliad

Con atto di citazione notificato a luglio 2022 Iliad Italia S.p.A. ha convenuto Telecom, Vodafone e Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. ("INWIT") dinanzi al Tribunale di Milano, per accertare l'asserita illiceità delle condotte di INWIT, Telecom e Vodafone consistenti nel rifiuto di consentire alla stessa Iliad di realizzare degli upgrade ai propri sistemi di trasmissione della telefonia mobile installati su infrastrutture di proprietà di INWIT. Per l'effetto di tali condotte, Iliad ha chiesto che Telecom sia condannata, in solido con INWIT e Vodafone, al risarcimento dei danni asseritamente subiti, che si è riservata di quantificare in corso di causa. L'udienza di prima comparizione è stata fissata al 28 febbraio 2023.

b) Altre informazioni

Telefonia mobile - procedimenti penali

Nel marzo 2012 TIM ha ricevuto la notifica di un avviso di conclusione delle indagini preliminari, dal quale risultava che la Società era indagata dalla Procura della Repubblica di Milano ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 per i delitti di ricettazione e di falso, commessi, in ipotesi d'accusa, da quattordici dipendenti del c.d. "canale etnico", in concorso con alcuni dealer, allo scopo di ottenere indebite provvigioni da TIM.

La Società che, nel corso del 2008 e del 2009 aveva già presentato due atti di querela in quanto persona offesa e danneggiata da simili condotte, e che aveva provveduto a sospendere i dipendenti coinvolti nel procedimento penale (sospensione alla quale è seguito il licenziamento), ha depositato una prima memoria difensiva corredata da una consulenza tecnica di parte, richiedendo l'archiviazione della propria posizione e l'iscrizione degli indagati anche per il delitto di truffa aggravata ai suoi danni. Nel dicembre 2012 la Procura della Repubblica ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 89 imputati e della stessa Società.

Nel corso dell'udienza preliminare, la Società è stata ammessa come parte civile nel processo e, nel novembre 2013, sono state depositate le conclusioni nell'interesse della parte civile, ribadendo nel merito la totale estraneità di TIM agli addebiti mossi.

All'esito dell'udienza preliminare, svoltasi nel marzo 2014, il Giudice dell'Udienza Preliminare ha disposto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati (inclusa TIM) che non hanno richiesto la definizione della propria posizione con riti alternativi, ritenendo necessario "il vaglio dibattimentale". Ad aprile 2016, all'esito dell'istruttoria dibattimentale, il P.M. ha chiesto la condanna di TIM a una sanzione amministrativa pecuniaria di 900 mila euro, mentre ha ritenuto di non chiedere alcuna confisca del presunto profitto dei reati (che in sede di richiesta di rinvio a giudizio era stato quantificato in una somma di diversi milioni di euro), sull'assunto che TIM abbia comunque posto rimedio alle presunte carenze organizzative. La Società, pur dando atto del considerevole ridimensionamento del quadro accusatorio, ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti in questione. Nel mese di novembre 2016 il Tribunale ha pronunciato sentenza di assoluzione della Società perché il fatto non sussiste. Sono, inoltre, stati assolti, a vario titolo, anche tutti gli imputati persone fisiche.

La sentenza di assoluzione è stata impugnata dal P.M. che ha proposto ricorso per Cassazione c.d. "per saltum". A gennaio 2019 la Corte di Cassazione ha riqualificato il ricorso in appello e ha, pertanto, disposto la trasmissione degli atti alla Corte d'Appello di Milano.

Il procedimento, assegnato alla Sezione IV della Corte d'Appello di Milano e avviato nel maggio 2022, si è concluso ad ottobre.

La Corte d'Appello, all'esito della fase, ha pronunciato conferma della sentenza impugnata, ribadendo l'assoluzione di TIM e disattendendo le richieste di condanna della Procura Generale nei confronti della Società.

La Corte ha indicato altresì, in 15 giorni, il termine per il deposito delle motivazioni.

Contenzioso canone di concessione per l'anno 1998

TIM ha convenuto in giudizio in sede civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risarcimento del danno causato dallo Stato Italiano attraverso la sentenza d'appello n. 7506/09 pronunciata dal Consiglio di Stato in violazione, ad avviso della Società, dei principi del diritto comunitario.

La domanda principale su cui si fonda l'azione trova il suo fondamento nella giurisprudenza comunitaria che riconosce il diritto di far valere la responsabilità dello Stato rispetto alla violazione dei diritti riconosciuti dall'ordinamento comunitario e lesi da una sentenza divenuta definitiva, rispetto alla quale nessun altro rimedio sia più esperibile. La pronuncia del Consiglio di Stato ha definitivamente negato il diritto di TIM alla restituzione del canone di concessione per l'anno 1998 (pari a 386 milioni di euro per Telecom Italia e 143 milioni di euro per ex TIM, oltre ad interessi), già negato dal TAR Lazio nonostante la pronuncia favorevole e vincolante della Corte di Giustizia UE del mese di febbraio 2008. Tale pronuncia riguardava il contrasto tra la Direttiva CE 97/13 in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. La Società ha poi proposto, nell'ambito del medesimo procedimento, una domanda subordinata di risarcimento per fatto illecito ai sensi dell'art. 2043 c.c.. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 529 milioni di euro, oltre interessi legali e rivalutazione. L'Avvocatura di Stato si è costituita in giudizio avanzando domanda riconvenzionale per pari importo. L'azione è stata sottoposta a un vaglio di ammissibilità da parte del Tribunale, il quale ha dichiarato l'inammissibilità della domanda principale di TIM (azione per danni per manifesta violazione del diritto comunitario ai sensi della legge 117/88). Detta decisione è stata però riformata in appello, in senso favorevole alla Società. Nel mese di marzo 2015 il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza di primo grado dichiarando la domanda della società inammissibile.

TIM nel 2015 ha presentato appello avverso tale decisione ed il giudizio pende in fase di precisazione delle conclusioni. La Corte di Appello ha fissato l'udienza di precisazione delle conclusioni per il 2 aprile 2019. Successivamente, senza che sia intervenuta alcuna nuova attività processuale, la Corte di Appello ha apoditticamente rinviato prima nel 2020 e poi nel 2021 l'udienza di precisazione delle conclusioni (da cui decorrono i termini per conclusioni e repliche che portano in tempi stretti alla emissione della sentenza). A tali rinvii è seguito l'ultimo del 15 gennaio 2021 con fissazione della nuova udienza al 25 gennaio 2022.

Sulle questioni di fondo della causa si deve rilevare quanto segue:

  • sulla ritenuta incompetenza del Tribunale di Roma (oggetto della sentenza del Tribunale di Roma appellata da TIM) a giudicare dell'azione di responsabilità dello Stato Italiano per attività di magistrati di vertice (nella specie, Consiglio di Stato), dalla quale sarebbe derivata la dichiarata inammissibilità dell'azione ai sensi dell'art. 5 legge n. 117/1978 (vecchio testo) – si sono pronunciate le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza 7 giugno 2018, n. 14842, confermando la competenza del Tribunale di Roma e quindi la correttezza della scelta di TIM di radicare nel foro romano la sua azione legale;
  • sulla illiceità del comportamento dello Stato Italiano e pertanto sulla responsabilità dello Stato–Giudice ai sensi della legge n. 117/1998 – si è ancora una volta pronunciata, decidendo sulla questione pregiudiziale sollevata dal TAR Lazio in altro giudizio connesso, la Corte di Giustizia UE con sentenza 4 marzo 2020 in C-34/19, ribadendo che TIM non era tenuta al pagamento del canone preteso dallo Stato per l'anno 1998, e pertanto confermando la manifesta violazione da parte del Consiglio di Stato del diritto comunitario (anche perché in aperto spregio della decisione già resa dalla Corte di Giustizia UE il 21 febbraio 2008, in C-296/06, come peraltro già statuito dalla stessa Corte di Appello di Roma, sez. I, con decreto 31 gennaio 2012 che ha sancito la ammissibilità processuale della azione legale di TIM);
  • sulla questione del diritto alla ripetizione del canone versato per l'anno 1998 si è pronunciata la Corte di Cassazione, con sentenza 7 settembre 2020, n. 18603, respingendo il ricorso proposto dalla Presidenza del Consiglio avverso la sentenza con quale la stessa Corte di Appello di Roma aveva accolto la domanda restitutoria proposta da Vodafone (pagamento del canone relativo all'anno 1998) per il medesimo titolo in separato giudizio.

In sostanza, la società ha pagato il canone contestato nel 1998; ha prontamente impugnato dinanzi al giudica amministrativo il provvedimento amministrativo che le aveva ingiustamente imposto tale pagamento; il giudizio amministrativo dinanzi al Consiglio di Stato si è concluso negativamente nel 2009 (nonostante la

richiamata sentenza di segno opposto della Corte di Giustizia europea); il giudizio civile di primo grado si è concluso nel marzo 2015 con sentenza di rigetto per motivi di ammissibilità (risolti poi nel senso indicato dalla società con la richiamata sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 14842/18) e a oltre 6 anni dalla sentenza di primo grado – passando di rinvio in rinvio – la sentenza di appello (che non potrà che valorizzare le citate sentenze della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione) non è stata ancora emessa (né sulla base di questi reiterati rinvii la società può prevedere quando sarà emessa).

La società sta esaminando i diversi scenari ed azioni giuridiche (nazionali, comunitarie, ecc.) che possano contribuire alla definizione della vertenza di appello. Si ritiene, infatti, che i principi della durata ragionevole del processo, ai sensi del comma 2 dell'articolo 111 della Costituzione nonché ai sensi dell'articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, risultino vulnerati nella presente vicenda considerando: (i) l'anno del pagamento del canone non dovuto è il 1998; (ii) Il valore di tale canone è di circa 529 milioni di euro cui aggiungere gli interessi da tale data; (iii) Il lunghissimo iter processuale che non ha portato neanche ad una sentenza di appello (il cui avvio è dell'anno 2015 e la cui conclusione non è prevedibile, attesi i continui rinvii); (iv) La circostanza che la questione giuridica appare di pronta soluzione, essendo state emesse ben due sentenze della Corte di Giustizia UE che dichiarano incompatibile il pagamento del canone con la disciplina comunitaria (sentenze che risultano, allo stato, disattese dal giudice nazionale).

Nell'ambito delle citate analisi volte a giungere alla definizione della sentenza di appello si deve segnalare che in data 25 gennaio 2021 la società ha depositato presso la corte di appello di Roma una istanza di anticipazione della udienza (slittata come detto al 25 gennaio 2022); ciò al fine di scongiurare l'ennesimo rinvio della causa, che – come noto - ha ad oggetto l'inottemperanza a ben due decisioni rese inter partes, sul medesimo oggetto, dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per manifesta violazione del diritto europeo da parte dello Stato-Giudice. Con provvedimento dell'8 febbraio 2021, la Corte di Appello di Roma (seconda sezione specializzata in materia di impresa) ha ritenuto di poter accogliere l'istanza di anticipazione, fissando l'udienza al 30 novembre 2021. In tale data la causa è stata assunta in decisione con assegnazione dei termini di legge per comparse conclusionali e repliche. Con ordinanza del 22 febbraio 2022, il Collegio, preso atto che uno dei suoi membri ha dichiarato di astenersi, ha rimesso la causa sul ruolo, disponendo la trasmissione degli atti al Presidente della Corte d'Appello. In data 4 marzo 2022, la causa è stata riassegnata ad altro giudice. Con provvedimento del 31 marzo 2022, il Collegio ha fissato l'udienza del 1° dicembre 2022 per la precisazione delle conclusioni.

TIM S.A. - Procedura arbitrale n. 28/2021/SEC8

Nel marzo 2020, TIM S.A. ha concluso la trattativa con C6 e, nell'aprile 2020, ha lanciato offerte esclusive per i clienti TIM legate all'apertura di conti bancari presso C6 e all'utilizzo dei relativi servizi. A titolo di remunerazione per questo contratto, TIM S.A. riceve una commissione per ogni conto attivato e l'opzione di ottenere una partecipazione nella banca al raggiungimento di obiettivi relativi al numero di conti attivi.

Il numero di azioni ottenute per ogni obiettivo raggiunto varia per tutta la durata del contratto, con percentuali iniziali più vantaggiose per TIM legate al maggiore effort richiesto per l'avvio di una nuova azienda digitale.

Nonostante il successo del progetto, nel 2021 le divergenze tra i partner hanno portato all'avvio di una procedura arbitrale.

La Procedura arbitrale n. 28/2021/SEC8 è stata depositata presso il Centro di Arbitrato e Mediazione della Camera di Commercio Brasile-Canada da TIM contro Banco C6 S.A., Carbon Holding Financeira S.A. e Carbon Holding S.A. attraverso la quale verrà discussa l'interpretazione di alcune clausole dei contratti che regolano la partnership tra le parti. In caso di perdita, la partnership potrà essere sciolta.

TIM S.A. - Procedura di arbitrato connessa all'acquisizione degli asset di telefonia mobile del gruppo Oi

Il 19 settembre 2022 TIM S.A., società controllata brasiliana del gruppo TIM, ha comunicato che gli Acquirenti (TIM S.A., Telefônica Brasil S.A. e Claro S.A.) degli asset di telefonia mobile di Oi Móvel S.A. ("Venditore") hanno individuato delle differenze nei presupposti e nei criteri di calcolo che giustificano, ai sensi dello Share Purchase Agreement and Other Covenants (SPA) una proposta di modifica del Prezzo di Chiusura Adjusted (Adjusted Closing Price) da parte di TIM di circa 1,4 miliardi di reais. Oltre a quelle relative all'Adjusted Closing Price, sono state individuate delle differenze relative ai contratti di Cozani (società in cui è confluito il ramo d'azienda relativo alla quota parte di TIM S.A. delle attività, dei diritti e degli obblighi di telefonia mobile di Oi Móvel) con società che forniscono servizi di infrastruttura mobile (affitto di siti/torri), che comportano un indennizzo di circa 231 milioni di reais da parte del Venditore, secondo quanto previsto dallo SPA. A seguito delle differenze riscontrate, TIM S.A. ha trattenuto un importo pari a 634 milioni di reais.

Il 3 ottobre 2022, considerata l'espressa violazione da parte del Venditore dei meccanismi di risoluzione dei contenziosi previsti dallo SPA, TIM S.A. ha comunicato che l'unica alternativa possibile per gli Acquirenti era avviare una procedura arbitrale presso la Camera Arbitrale di Mercato (Câmara de Arbitragem do Mercado) di B3 S.A. - Brasil, Bolsa, Balcão contro Oi per determinare l'effettivo ammontare dell'adeguamento dell'Adjusted Closing Price, nella forma prevista dallo SPA.

Il 4 ottobre 2022, TIM S.A. ha accolto con sorpresa le notizie della stampa e il "Material Fact" pubblicato dal Venditore, secondo cui il 7° Tribunale degli Affari del Distretto Giudiziario di Rio de Janeiro aveva emesso una decisione preliminare, stabilendo il deposito giudiziale da parte degli Acquirenti di circa 1,53 miliardi di reais - di cui circa 670 milioni di reais da parte di TIM S.A.- su un conto collegato al processo di riorganizzazione giudiziaria di Oi, dove rimarrà fino a una successiva decisione del tribunale arbitrale. Tale deposito è già stato effettuato su un conto collegato al Tribunale, in attesa dell'insediamento del Tribunale arbitrale.

TIM S.A. ha impugnato la decisione e, il 17 ottobre 2022, il Tribunale Superiore di Giustizia, con decisione monocratica, ha respinto il ricorso di TIM S.A. e degli altri Acquirenti. Pertanto, il 19 ottobre 2022, TIM S.A. ha depositato l'importo di 670 milioni di reais a garanzia del Tribunale del 7° Tribunale degli Affari del Distretto Giudiziario di Rio de Janeiro.

INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE

In aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, il Gruppo TIM utilizza nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) alcuni indicatori alternativi di performance, al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della propria gestione economica e della propria situazione patrimoniale e finanziaria. Tali indicatori rappresentano, infatti, un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit).

Tali indicatori, che sono presentati nelle relazioni finanziarie (annuali e infrannuali), non devono, comunque, essere considerati sostitutivi di quelli convenzionali previsti dagli IFRS. Poiché queste misure non sono definite dagli IFRS, il loro calcolo può differire dagli indicatori alternativi pubblicati da altre società. Per questo motivo, la comparabilità tra le società può essere limitata.

Gli indicatori alternativi di performance normalmente utilizzati sono nel seguito illustrati:

■ EBITDA: tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target in aggiunta all'EBIT. Questi indicatori sono determinati come segue:

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

    • Oneri finanziari
  • Proventi finanziari
  • +/- Altri oneri/(Proventi) da partecipazioni
  • +/- Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

EBIT- Risultato Operativo

+/- Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti

+/- Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti

  • Ammortamenti

EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività non correnti

  • Variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui Ricavi, sull'EBITDA e sull'EBIT: tali indicatori esprimono la variazione in valore assoluto e/o in percentuale dei Ricavi, dell'EBITDA e dell'EBIT, escludendo, ove presenti, gli effetti della variazione dell'area di consolidamento, delle differenze cambio e degli eventi e operazioni di natura non ricorrente. Il Gruppo TIM presenta la riconciliazione tra il dato "contabile o reported" e quello "organico esclusa la componente non ricorrente".
  • EBITDA margin e EBIT margin: TIM ritiene che tali margini rappresentino degli utili indicatori della capacità del Gruppo, nel suo complesso e a livello di Business Unit di generare profitti attraverso i suoi ricavi. L'EBITDA margin e l'EBIT margin misurano, infatti, la performance operativa di un'entità analizzando le percentuali dei ricavi che diventano, rispettivamente, EBITDA e EBIT.
  • Indebitamento Finanziario Netto: TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rappresenti un indicatore della capacità di far fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria, rappresentate dal Debito Finanziario Lordo ridotto della Cassa e Altre Disponibilità Liquide Equivalenti e di altre Attività Finanziarie. Il Gruppo TIM presenta una tabella che evidenzia i valori della situazione patrimonialefinanziaria utilizzati per il calcolo dell'Indebitamento Finanziario Netto del Gruppo.

Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell'indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito "Indebitamento finanziario netto contabile"), anche una misura denominata "Indebitamento finanziario netto rettificato", che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l'Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell'IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

L'indebitamento finanziario netto viene determinato come segue:

+ Passività finanziarie non correnti
+ Passività finanziarie correnti
+ Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
A) Debito Finanziario lordo
+ Attività finanziarie non correnti
+ Attività finanziarie correnti
+ Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
B) Attività Finanziarie
C=(A - B) Indebitamento finanziario netto contabile
D) Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività / attività finanziarie
E=(C + D) Indebitamento finanziario netto rettificato

■ Equity Free Cash Flow (EFCF): tale indicatore rappresenta il Free Cash Flow disponibile per la remunerazione del capitale proprio, per il rimborso del debito e per la copertura degli eventuali investimenti finanziari e dei pagamenti di licenze e frequenze. L'indicatore, in particolare, evidenzia la variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato senza considerare gli impatti derivanti dal pagamento dei dividendi, dalle variazioni di capitale (change in equity), dalle attività di acquisizione/ cessione di partecipazioni, dagli esborsi per acquisti di licenze e frequenze, dalle variazioni in aumento/ diminuzione del debito relativo alle passività per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing, rinnovi e/ o proroghe, disdette/estinzioni anticipate di operazioni di leasing).

L'Equity Free Cash Flow viene determinato come segue:

Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto rettificato delle attività in funzionamento
--------------------------------------------------------------------------------------------------------- --
  • +/- Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali disdette/ estinzioni anticipate di operazioni di leasing (+))
  • Pagamento delle licenze tlc e per l'utilizzo di frequenze

+/- Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o cessioni di partecipazioni

  • Pagamento dei dividendi e Change in Equity
  • Equity Free Cash Flow

Indicatori alternativi di performance After Lease

A seguito dell'adozione dell'IFRS 16, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:

  • EBITDA After Lease ("EBITDA-AL"), calcolato rettificando l'EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti, degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing;
  • Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall'Indebitamento finanziario netto rettificato le passività nette connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing. TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria;
  • Equity Free Cash Flow After Lease, calcolato escludendo dall'Equity Free Cash Flow i fabbisogni relativi ai canoni di leasing. Tale indicatore viene determinato come segue:
+ Equity Free Cash Flow
--- -----------------------
  • Quota capitale dei canoni di leasing

Tale indicatore rappresenta un utile indicatore della capacità di generazione di Free Cash Flow.

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