AGM Information • Jun 1, 2023
AGM Information
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10 maggio 2023
Risposte a domande pervenute prima dell'Assemblea al sensi dell'art, 127-ter del d.les. n. 58/1998

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Assemblea Ordinaria e Straordinaria di Eni SpA |
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PHO THE MOT BOOK MARK MARK THE ST
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MARCO BAVA ................................................................................................................................................................... TITOLARE DI 1 AZIONE ......................................................................................................................................................... GIUSEPPE VALOPP .............................................................................................................................................................. TITOLARE DI 20.000 AZION ..................................................................................................................................................... FONDAZIONE FINANZA ETICA ..................................................................................................................................................... TTOLARE DI 80 AZIONI ......................................................................................................................................................... RECOMMON APS ................................................................................................................................................................. TITOLARE DI 5 AZION .......................................................................................................................................................... COMITATO ARIA PULITA BASILICATA ONLUS E ASSOCIAZIONE LIBERIAMO LA BASILICATA ................................................................................................. TITOLARI DI 1 AZIONE CIASCUNO ................................................................................................................................................
Marco BAVA Titolare di 1 azione
Richiesta di:
A: estrazione dal libro soci (art.2422 cc) dei primi 100 azionisti in un file da inviare prima dell'assemblea gratuitamente prima dell'assemblea all'email [email protected]. In risposta a: Con riferimento alla richiesta di estrazione dal libro soci dei primi 100 azionisti di Maire Tecnimont S.p.A. ed invio gratuito della stessa, si ricorda inoltre che l'art. 43 del "Provvedimento unico sul post-trading della Consob e della Banca d'Italia del 13 agosto 2018" prevede che il diritto di ispezione dei libri sociali di cui all'art. 2422 del codice civile possa essere esercitato solo se attestato da una apposita comunicazione all'emittente rilasciata proprio dall'intermediario: comunicazione che non accompagna suddetta richiesta. Tale richiesta è rispettata dal certificato di ammissione all'assemblea.
Inoltre, si ricorda che lo stesso art. 2422 del codice civile imputa le spese di estrazione a carico del socio richiedente. Il file non ha costi per dati già disponibili.
Nello specifico poi si rappresenta che la richiesta appare generica e, per essere valutata, andrebbe anche meglio specificata con riferimento alla tipologia di dati richiesta e all'arco temporale di riferimento. Ovviamente per gli ultimi disponibili.
Ai fini dell'esercizio del diritto di ispezione dei libri sociali di cui all'art. 2422 c.c., qualora la richiesta riguardi Eni e non Maire Tecnimont è necessario che il socio richiedente attesti il proprio possesso azionario facendosi rilasciare una specifica comunicazione dal proprio intermediario depositario, ai sensi della vigente normativa ed in particolare dell'art. 43 del "Provvedimento unico sul post-trading della Consob e della Banca d'Italia del 13 agosto 2018".
RICHIESTA DI AZIONE DI RESPONSABILITA E DOMANDE DEL SOCIO MARCO BAVA B. Art. 127-ter (D. Lgs n. 58/1998)
(Diritto di porre domande prima dell'assemblea)
I soci possono porre domande sulle materie all'ordine del giorno anche prima dell'assemblea. Alle domande pervenute prima dell'assemblea è data risposta al più tardi durante la stessa. La società può fornire una risposta unitaria alle domande aventi lo stesso contenuto.
Non è dovuta una risposta quando le informazioni richieste siano già disponibili in formato "domanda e risposta" in apposita sezione del sito Internet della società.
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Articolo inserito dall'art. 3 del d.lgs. n. 27 del 27.1.2010. L'art. 7 del d.lgs. n. 27 del 27.1.2010 dispone che tale modifica si applica alle assemblee il cui avviso di convocazione sia pubblicato dopo il 31 ottobre 2010. Fino a tale data continuano ad applicarsi le disposizioni sostituite od abrogate dalle corrispondenti disposizioni del d.lgs. n. 27 del 27.1.2010.
Presentazione di proposte di delibera da parte di coloro a cui spetta il diritto di voto (ex art. 126 -bis,comma 1, terzo periodo, del TUF) In ragione delle modalità di intervento in Assemblea in precedenza indicate - con riferimento a quanto stabilito dall'art. 126-bis, comma 1, terzo periodo, del TUF - colui al quale spetta il diritto di voto può presentare individualmente proposte di deliberazione in Assemblea sui punti all'Ordine del Giorno.
a) L'art. 135-undecies del decreto legislativo 24.02.1998 n.58 non permette la non partecipazione degli azionisti alle assemblee;
b) Il punto 1 del 106 ammette che in deroga a quanto previsto dagli art.2364 2 c, e 2478-bis l'assemblea ordinaria può essere convocata entro 180 gg dalla chiusura dell'esercizio;
c) Quindi non è possibile, secondo il nostro ordinamento vietare per gualche ragione la partecipazione dei soci, per cui basta farlo via internet.
d) Per cui essendo anticostituzionale l'art.106 del decreto è utilizzato per negarmi l'intervento in assemblea.
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PERCHE' Conte e Draghi non hanno disposto per le società quotate l'assemblea obbligatoria ONLINE su piattaforma internet come sancisce lo stesso decreto per tutte le società di capitali, società cooperative e mutue assicuratrici, di prevedere con avviso di convocazione delle assemblee l'espressione del voto in via elettronica o per corrispondenza ed intervento all'assemblea mediante mezzi di telecomunicazione, anche laddove l'utilizzo di tale strumento non sia previsto negli statuti? È possibile prevedere che l'assemblea si svolga, anche esclusivamente, mediante mezzi di telecomunicazione che garantiscano l'identificazione dei partecipanti, la loro partecipazione e l'esercizio del diritto di voto come quelli usati per i consigli di amministrazione. Se non la fanno le società quotate l'assemblea online chi la dovrebbe e potrebbe fare?
Ho sostenuto l'esame da dottore commercialista online e voi non potete fare un'assemblea?
Per di più ora che l'emergenza sanitaria è finita perché continuate a non voler tenere assemblee come prevede il codice?
Chiedo che venga messa al voto l'azione di responsabilità nei confronti del cda. Questa richiesta, ovviamente, non è ai sensi dell'art.126 bis del Tuf ma dell'art.2393 cc e In relazione al fatto che l'intervento in Assemblea è previsto esclusivamente tramite il Rappresentante Designato, ai sensi dell'art.126-bis, comma 1, terzo periodo, del TUF.
La Società ha ritenuto di avvalersi della facoltà prevista dalla legge al comma 4 dell'art. 106 del D. L. n. 18/2020, convertito dalla legge n. 27/2020 nonché del D.L. n. 198/2022, convertito in legge n. 14/2023, che ha esteso l'efficacia delle misure contenute nel predetto art. 106 alle Assemblee tenute entro il 31 luglio 2023, consentendo la partecipazione degli Azionisti in Assemblea esclusivamente attraverso il Rappresentante Designato.
I diritti degli Azionisti stabiliti dalla normativa non vengono in alcun modo lesi dalla scelta adottata dalla Società, che si è avvalsa di una facoltà ammessa dalla legge stessa e che tutela comunque la possibilità di presentare domande prima dell'Assemblea e di presentare proposte di deliberazione, che ricevono anche maggiore pubblicità rispetto a quanto previsto nelle Assemblee in presenza, nonché di formulare interventi, tramite il Rappresentante Designato, che saranno riportati nel verbale assembleare.
Con riferimento all'azione di responsabilità si precisa che la stessa dovrà essere proposta anche in Assemblea, tramite delega al Rappresentante designato, come previsto nell'avviso di convocazione, ferme restando le valutazioni di ammissibilità.
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No. Oltre alle limitazioni previste dalla normativa nazionale e statunitense sullo svolgimento di attività su tematiche fiscali previste per le società di revisione rileva la circostanza che il Gruppo Eni, allo scopo di tutelare il reguisito di indipendenza dei revisori, ha stabilito di non affidare alla società di revisione incaricata, nonché alle società del relativo network, incarichi di consulenza; sono previsti nei limiti delle previsioni delle normative applicabili incarichi per attività strettamente connessi con l'attività di revisione.
Sia in Europa che Italia, con l'accelerazione impressa da Fit for 55 allo sviluppo delle fonti rinnovabili, i sistemi di accumulo diventeranno un fattore chiave per lo sviluppo e la sicurezza dei sistemi e dei mercati elettrici, in quanto consentono di superare i limiti di intermittenza delle fonti rinnovabili e di bilanciare domanda e offerta di elettricità.
Eni sta investendo nello sviluppo, sia interno con progetti R&D, sia all'esterno attraverso l'acquisizione di partecipazioni in start up tecnologiche, su diverse tecnologie di accumulo sia di tipo elettrochimico che termomeccanico.
Energy Dome, in particolare, in virtù delle sue caratteristiche intrinseche potrà affiancarsi allo storage di tipo elettrochimico come importante opzione integrativa. Lo sviluppo di un chiaro disegno regolatorio, già in fase avanzata in Malia (nuovo mercato a termine della capacità di accumulo) sarà fondamentale pen la penetrazione di questo tipo di soluzione tecnologica.

Nell'aprile 2022 è stata firmata una lettera d'intenti con la Repubblica del Congo finalizzata a rafforzare le operazioni nel settore upstream con l'obiettivo di aumentare i flussi di export di gas naturale verso l'Europa. In particolare, l'aumento della produzione di gas nel Paese farà leva sullo sviluppo fast-track del progetto di valorizzazione del gas associato e non associato del blocco Marine XII sia per la produzione di energia elettrica per il mercato domestico sla per l'esportazione di GNL, supportando inoltre il target dello zero routine flaring.
Eni ha messo in campo tutte le proprie competenze per garantire un avvio in tempi record e la produzione di GNL inizierà già alla fine di quest'anno, con un millardo di metri cubi all'anno ed i primi carichi di GNL disponibili già per il prossimo inverno 2023-2024. Con la seconda fase, dal 2025, i volumi di GNL saliranno a 4.5 miliardi di metri cubi, Questo è possibile perché il Congo ha ingenti risorse a gas che sono state sviluppate prima di tutto per il Congo stesso, per garantire l'accesso all'energia (Eni fornisce il gas alla Centrale Elettrica del Congo che produce il 70% dell'energia elettrica nazionale). Le risorse del paese superano la richiesta interna, infatti negli anni si sono stoccate ingenti quantità di gas che ci consentiranno di assicurare volumi per l'export fin dalla prima fase del progetto, mentre verranno predisposti i pozzi e le infrastrutture necessari per la seconda fase.
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avvierà la produzione già nel 2023 mentre il secondo sarà pronto nel 2025. Il gruppo Eni è presente in Congo da plù di 50 anni. Che senso ha continuare ad investre nel gas per di più in paesi a rischio politico?
Il gas naturale non solo gioca un ruolo chiave per l'approvvigionamento energetico, ma rappresenta anche un concreto sostegno alla transizione energetica come combustile ponte nel percorso di decarbonizzazione. La strategia di Eni per raggiungere la neutralità carbonica è basata sulla centralità del gas in grado di rispondere in maniera concreta ed efficace all'esigenza di ridurre le emissioni, data la sua minor impronta carbonica. Eni ha intrapreso un percorso che consentirà di ridurre le emissioni scope 1 e 2 del 65% entro il 2025 rispetto al 2018, in linea con l'obiettivo Net Zero Upstream al 2030.
Nello specifico Congo LNG è parte importante della strategia di diversificazione delle forniture di gas, che consentirà rapidamente di sostituire i volumi dalla Russia con gas proveniente da diversi paesi. Paesi con cui si sono consolidati rapporti negli anni e alleanze basate sulla condivisione dei rischio e sulla promozione dello sviluppo. progetti industriali e di sostenibilità di Eni hanno contribuito alla loro economia e alla loro crescita. Queste relazioni forti hanno permesso l'anno scorso di definire velocemente nuovi accordi e nuovi progetti di produzione di gas, consentendo all'Italia di affrontare nel modo migliore la crisi energetica e mettendo il paese al sicuro per il futuro. Il progetto Congo LNG è un progetto virtuoso, che contribuirà ad aumentare la disponibilità di gas sul mercato e le forniture di LNG all'Italia, e consentirà di valorizzare le risorse del Congo, portando benefici economici al paese. E un progetto zero-flaring, quindi maggiormente sostenibile anche dal punto di vista ambientale.
ha già convertito in bioraffinerie due impianti tradizionali, a Mestre (Ve) e a Gela, ed na gia convertito in biorpansione di quest'ultima per incrementare la produzione di
ora sta lavorando all'espansione di quest'ultima per incrementare la produzione di biocombustibile per gli aerei. Come lo produrrete? Con l'H2? Con quale 5%?
Risposta
Con le materie prime già impiegate per la produzione del biocarburanti: scarti vegetali e animali, sempre più olii vegetali non in competizione con la catena vegetar e animan, senti da colture su terreni desertici o predesertici, quindi non a rischio deforestazione.
Risposta
Eni è stata la prima compagnia energetica a sostenere la ricerca in questo settore Eni e stata la prima confeonizzazione: consapevole del grande valore strategico strategico per la "Gecce della solidità del progetto di ricerca del CFS, fin dal 2018 Eni
dell'energia da fusione e della solidità del progetto di muovo, round, ci ha investito nella società, inoltre a fine 2021 ha partecipato al nuovo round di na investito nella sociota, nontinua a collaborarvi attivamente per accelerare nnanziamento "Grossimo obiettivo di CF-S è arrivare a costruire a costruire a costruire
l'industrializzazione della tecnologia. Il prossimo obiettivo di CFS ERARC SPARC SPA l'industrializzazione dell'i primo impianto pilota che si chiamerà SPARC . SPARC dovrà
e testare entro il 2025 il primo impianto pilota correzione torologio torologio torolo e testare entro il 2025 funzionamento dei magneti per la configurazione toroidale e confermare il con'etto viancio positivo di energia netta in un impianto a confinamento il raggiungimento dei bildabanco di prova per lo sviluppo di ARC: il primo reattore su
magnetico. SPARC farà da banco di prova per lo sviluppo di ARC: il primere di CO-, la magnetto. SPANC faro di immettere in rete elettricità a zero emissioni di CO2, la
scala industriale in grado di immettere in rete electo cui realizzazione è prevista entro i primi anni del 2030.
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Eni sostiene la ricerca in tecnologie fortemente innovative in grado di generare una svolta nella transizione energetica. Una visione, questa, che si concretizza in grandi sfide come lo sviluppo dell'energia da fusione, tecnologia che consentirebbe una vera e propria rivoluzione in campo energetico, perché - una volta portata a livello industriale - permetterebbe di generare grandi quantità di energia a zero emissioni e con un processo sicuro e virtualmente illimitato.
Eni è stata tra le prime aziende energetiche ad investire e a lavorare sull'energia da fusione e continua a puntare nella ricerca scientifica e tecnologica in questo campo, in particolare sulle tecnologie per il confinamento magnetico, perché considera la fusione un vero "game-changer" nel proprio percorso verso la neutralità carbonica al 2050.
Dal primo investimento Eni nel 2018, CFS ha già raggiunto con successo una prima importante tappa del proprio percorso nel settembre 2021, sperimentando il primo prototipo di supermagnete con tecnologia superconduttiva (HTS - High Temperature/ Superconductors): una svolta nel percorso per ottenere il primo ippianto commerciale per l'energia da fusione.
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partecipazione vicina al 19%, ma ha deciso di portare la cooperazione a un livello successivo. L'intesa mira a industrializzare la fusione a confinamento magnetico che sfrutta la combinazione di due isotopi di idrogeno per produrre energia in quantità virtualmente illimitata e a zero emissioni. Eni aiuterà anzitutto Cfs a ottenere i componenti e le autorizzazioni necessarie a sviluppare l'impianto pilota, Sparc, che dovrebbero essere pronto nel 2025, fra meno di tre anni. Il colosso guidato da Claudio Descalzi collaborerà poi alla costruzione della prima centrale, Arc, che dovrebbe essere in grado di immettere elettricità in rete agli inizi del 2030. L'apporto di Eni sarà ingegneristico, progettuale e di pubbliche relazioni con le autorità. Nella nota diramata da Eni si fa cenno, infine, alla distribuzione dell'energia da fusione su scala industriale. Sicche il Cane a Sei Zampe potrebbe diventare in futuro anche partner commerciale di Cfs nei Paesi che si avvarranno delle sue centrali. Fra loro potrebbe figurare l'Italia? A seguito del recente accordo fra Ansaldo, Edison ed Edf, in molti scommettono che il nucleare troverà spazio nel piano energetico al 2030 che il governo dovrà presentare alla Ue entro il 30 giugno. Altrettanti, però, prevedono che il documento si limiterà a prevedere un ruolo più attivo nella ricerca, evitando di riaprire nel Paese la questione, ancora troppo divisiva, delle centrali nucleari. La fusione a confinamento magnetico, ha detto Descalzi, «può cambiare radicalmente lo stile di vita delle persone e anche la geopolitica: non ci saranno tensioni tra Stati a causa delle forniture energetiche, che sono spesso causa di conflitti», ha spiegato, sottolineando che la nuova tecnologia «deve rimanere aperta e inclusiva, così che tutti i Paesi possano aspirare ad averla a disposizione». La tecnologia progettata da Cfs impiega potenti campi magnetici per isolare il plasma generato dall'unione di due isotopi di idrogeno, ricavati dall'acqua di mare e dal litio. L'obiettivo è replicare sulla Terra il processo che alimenta il Sole, fornendo una fonte di energia pulita in grado di sostituire le fonti fossili. La fusione è infatti in grado di generare quattro milloni di volte più energia per chilogrammo rispetto alla combustione del carbone. A differenza della fissione - che comporta la scissione di un atomo pesante (spesso di uranio) e la produzione di scorie - nella fusione nucleare i due isotopi di idrogeno si uniscono per dare vita a un nucleo di elio, sprigionando nella reazione un'enorme quantità di energia. Il problema è riuscire a controllare il processo in modo sicuro, interrompendolo in caso di pericolo. Ed è qui che dovrebbero intervenire i campi magnetici di Cfs che, fondata nel 2017, ha raccolto fondi per oltre 2 miliardi di dollari da investitori del callbro di Temasek, Google e il fondatore di Microsoft, Bill Gates.
La tecnologia dell'energia da fusione è attualmente in fase di sviluppo, una volta portata a livello industriale verrà valutata, come per le altre tecnologie Eni, la sua applicazione nel Paesi in cui Eni opera, tra cui anche l'Italia.
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Per quanto riguarda lo sviluppo della tecnologia dell'energia da fusione, in Italia Eni collabora già con diverse Università e Centri di Eccellenza. In particolare, Eni:
VADO.
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Le decisioni europee non condizioneranno le scelte strategiche di Eni dal momento che vi è una importante domanda di biocarburanti dai Paesi extraeuropei e che il trasporto pesante, aereo e navale rimangono ambiti in cui | biocarburanti costituiscono l'unica soluzione oggi percorribile per ridurne le emissioni. Anche nel caso in cui fosse decisa definitivamente l'esclusione dei biocarburanti nella nuova normativa europea sui motori endotermici, la domanda mondiale di lungo termine di HVO diesel e SAF (Sustainable Aviation Fuel) è attesa in forte crescita da gui al 2050.
Eni sta anticipando la normativa europea producendo già oggi, ad esempio per il settore aviazione l'Eni Biojet, biocarburante HVO che contiene il 100% di componente biogenica, idoneo a essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%. Lo abbiamo già utilizzato in miscela al 20% e ne incrementeremo la produzione: nel 2024 è previsto l'avvio della produzione di Eni Biojet sia a Gela che a Venezia a partire da materie prime rinnovabili, in grado di soddisfare il potenziale obbligo del mercato italiano per il 2025 e siamo pronti per ulteriori conversioni bio per soddisfare gli obblighi crescenti sul diversi mercati mondiali.
Il procedimento istruttorio innanzi all'Autorità Garante della concorrenza e del mercato è un procedimento amministrativo e non si è ancora concluso. Nessun illecito a carico di Eni è stato al momento accertato. Eni ha comunque prestato
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all'Autorità piena collaborazione nell'ambito dell'istruttoria e conferma, in ogni caso, la totale correttezza del suo operato, nonché di avere già adottato da tempo misure contrattuali e operative per prevenire eventuali comportamenti impropri.
Grazie al completamento del progetto Golden Buckle Solar a Brazoria County In Texas, un impianto fotovoltaico da 263 megawatt realizzato in poco più di un anno, la nostra capacità installata negli Stati Uniti ha raggiunto i 0,8 GW alla fine del 2022. I nostri obiettivi di crescita prevedono di superare i 1,7 GW di capacità installata negli USA alla fine del Piano quadriennale nel 2026. Il prossimo progetto che costruiremo negli USA, ancora in Texas, è una grande batteria da 200 MW, localizzata in prossimità di un altro impianto fotovoltaico di nostra proprietà. La batteria ci permetterà di immagazzinare l'energia verde nei periodi di prezzi bassi e rivenderla con profitto, sfruttando l'ampia volatilità dei prezzi sul mercato locale.
Il sistema di trasporto Transmed che collega via gasdotto l'Algeria all'Italia è un asset strategico per Eni e per l'Italia, e ha grandemente contribuito a integrare gli Insport di gas verso l'Italia dall'Algeria (dove Eni è anche presente lato Ugstream), permettendoci di contribuire a sopperire alla riduzione dei flussi russi e garantire la sicurezza energetica del nostro Paese. È inoltre possibile che, hel medio/lungo periodo, il sistema Trasmed possa essere utilizzato anche per il trasporto di idrogeno
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(blu e verde) e come tale contribuire alla transizione energetica. Queste attività si affiancano allo sviluppo di un portafoglio di prodotti diversificato che comprende anche i prodotti derivanti dalla bioraffinazione.
A gennalo 2023, nell'ambito della strategia satellitare di Eni di creare nuove entità dedicate ad accelerare la decarbonizzazione del portafoglio clienti del Gruppo (emissioni Scope 3), è stata costituita Eni Sustainable Mobility. Questa società integrata verticalmente supporterà la transizione energetica di Eni abbinando all'offerta di carburanti sempre più sostenibili, servizi avanzati dedicati agli automobilisti in Italia e in Europa, facendo leva su una rete di 5 mila stazioni di servizio, che saranno potenziate per supportare anche la mobilità elettrica e quella basata sull'idrogeno.
Nella società sono confluiti gli asset della bioraffinazione che includono le bioraffinerie di Venezia e di Gela. Le bioraffinerie ricavano biocarburanti avanzati HVO da oli vegetali, scarti agroalimentari e altre materie prime biologiche e vengono utilizzate cariche bio a sempre maggiore sostenibilità ambientale ed economica.
Nei prossimi anni è prevista una rilevante espansione del segmento dei biocarburanti con un'accelerazione del target di capacità di bioraffinazione con oltre 3 milioni di tonnellate all'anno entro il 2025, grazie al contributo delle iniziative in Italia (una bioraffineria a Livorno), Malesia e Stati Uniti, con una resa in biojet fino a 0,2 milioni di tonnellate al 2026.
l listini di riferimento dei carburanti sono definiti sulla base delle seguenti componenti:
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l parametri sopra individuati, in funzione dei quali è determinato il listino, vengono monitorati quotidianamente.
La partnership con Snam, che ha acquisito il 49,9% delle partecipazioni Eni nelle società che gestiscono i due gruppi di gasdotti internazionali che collegano l'Algeria all'Italia, consente di valorizzare le rispettive competenze sinergiche Eni e Snam su una rotta strategica per la sicurezza degli approvigionamenti di gas naturale in Italia, ma anche favorendo potenziali iniziative di sviluppo nella catena del valore dell'idrogeno.
Lato rinnovabili, a novembre 2018 abbiamo compluto un primo passo per introdurre la tecnologia fotovoltaica in Algeria, inaugurando un impianto a energia solare da 10 MW per contribuire alla decarbonizzazione dei processi produttivi di uno dei siti produttivi che operiamo nel Paese e a novembre 2022 abbiamo posato la prima pietra di un secondo campo fotovoltaico da 10 MW che, una volta avviato, raddoppierà l'energia rinnovabile disponibile per il campo. Il progetto è parte del piano quadriennale di Investimenti di Eni.
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il 14% in Germania, il 12% in UK e solo il 7% nel Nord Africa. Un giorno di produzione della società britannica equivale al 7,4% di quello che in media Eni estrae quotidianamente dai suoi giacimenti. Neptune è stata fondata nel 2015 da Sam Laidlaw, ex amministratore delegato del leader britannico del gas Centrica, con il sostegno dei fondi di private equity Carlyle (30,6%) e Cvc (20,4%). Nel 2017 la società, di cui Laidlaw è presidente esecutivo, ha poi acquisito le attività della francese Engie attraverso un accordo che ha portato il fondo sovrano China Investment Corporation a diventare il suo maggior azionista con il 49%. Negli ultimi anni i soci di Neptune hanno cercato una via d'uscita, tentando senza successo di quotarla in Borsa (allora la valutazione era di circa 8 miliardi di euro) e nel 2021 studiando una potenziale vendita di alcuni asset; poi Cvc, Carlyle e China Investment hanno sospeso le trattative, anche per cavalcare il positivo momento di mercato del settore. Nei primi nove mesi del 2022 il gruppo ha infatti registrato un utile operativo record di 2,29 miliardi di dollari e profitti netti per 852 milioni di dollari, con un debito netto che a fine settembre era sceso a 654 milioni. Secondo Banca Akros i giacimenti di gas e petrolio Neptune hanno ancora riserve per i prossimi 13 anni (604 milioni di barili), pertanto Eni sarebbe capace di creare valore con l'operazione. Per Equita, Eni e Neptune insieme potrebbero infatti realizzare notevoli sinergie sul gas, essendo presenti in molti degli stessi mercati. Infine per Bestinver, anche ipotizzando che Eni paghi 6 millardi di dollari Neptune, sarebbe un buon affare: stando ai risultati dei primi nove mesi l'utile operativo di Eni insieme a Neptune salirebbe del 16% e il valore d'impresa della sua divisione di Estrazione & Produzione aumenterebbe del 10%. L'Italia non può ancora fare a meno del gas russo. Ecco perché l'Eni ha messo mano al portafoglio pagando 20 milioni di euro per risolvere lo stop alle forniture iniziato lo scorso primo ottobre. Dopo giorni di negoziati, il flusso è ripartito dopo «la risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache». Secondo quanto è stato possibile ricostruire, ENI avrebbe pagato 20 milloni di euro per regolarizzare la posizione dei russi nei confronti dell'Austria. Una mossa di realpolitik per evitare un braccio di ferro internazionale che avrebbe soltanto danneggiato l'Italia. E che adesso toglie ogni alibi a Mosca per nuove interruzioni di forniture. Anche se le quantità sono in costante calo. D'altra parte, proprio nei giorni scorsi, dopo lo stop imposto dalle nuove regole approvate da Vienna, l'amministratore delegato del gruppo italiano, Claudio Descalzi, aveva spiegato che Eni stava cercando di capire se poteva «subentrare a Gazprom che non ha pagato 20 milioni di euro di garanzia al trasportatore che deve portare il gas dall'Austria all'Italia». Dal primo ottobre, in Austria è entrata in vigore una norma che modifica le regole per l'accesso al mercato degli operatori internazionali. I russi sono stati gli unici a non adeguarsi e così hanno perso il permesso per raggiungere il punto di consegna definito contrattualmente con Eni: il luogo fisico dove il gas diventa italiano e viene trasportato nel Paese attraverso
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Il punto d'entrata di Tarvisio. Gazprom avrebbe dovuto pagare un deposito di 20 milioni di euro alla società di dispacclamento austriaca, ma i russi hanno proposto di pagare in rubli. Offerta respinta da Vienna. Che ne è di questi 20 milioni?
l 20 milioni di euro sono stati depositati da Eni per conto di Gazprom export su esplicita richiesta di quest'ultima e con l'accettazione della società di dispacciamento austriaca. Di questo versamento si sta tenendo conto nell'ambito delle discussioni commerciali in corso con Il fornitore.
Ad oggi, per quanto riguarda i gasdotti che trasportano gas verso l'Italia, l'unico che richiede un "permesso per trasportare" è il Gasdotto Transtunisino (anche denominato "TTPC", acronimo di Trans Tunisian Pipeline Company). Nello specifico, il permesso in questione è costituito da una concessione contenuta nell'Accordo tra lo Stato tunisino, Eni e TTPC del luglio 2019. In tale Accordo, la Tunisia (che detiene la proprietà dell'infrastruttura) concede alla TTPC - in cambio dell'impegno di quest'ultima a sostenere costi operativi, reinvestimenti e fiscalità sul trasporto - Il diritto esclusivo a commercializzare l'intera capacità di trasporto del gasdotto fino al 30/9/2029. TTPC commercializza tale capacità non solo ad Eni ma anche ad altri operatori interessati a trasportare gas in Italia.
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Relativamente all'ambito della fusione, il combustibile comunemente utilizzato per ottenere la reazione di fusione è una miscela di isotopi dell'idrogeno: il deuterio e il trizio. Il primo si ricava dall'acqua pesante mentre il trizio può essere prodotto da una reazione fisica con il litio all'interno dell'impianto. Relativamente alla produzione di questi due isotopi, il deuterio ha un processo di produzione noto e consolidato; per il trizio è attualmente in fase di studio e sviluppo il processo di autoproduzione all'interno della macchina, processo che verrà applicato in impianti collegati a rete.
Il progetto di quotazione di Plenitude era stato accolto in modo molto favorevole da investitori professionali e banche. Esso è parte della distintiva strategia Eni basata sul modello satellitare che prevede di valorizzare gli asset del Gruppo, liberando al contempo risorse aggiuntive per gli investimenti nella transizione. In Energy
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Evolution, questo prevede la creazione di società dedicate, quali Plenitude, Impegnate nella progressiva riduzione e azzeramento delle emissioni "Scope 3", In grado di far emergere il valore inespresso mediante possibili cessioni di quote minoritarie o la quotazione sul mercato. Queste entità, da un lato, potendo beneficiare delle tecnologie, del know-how e dei servizi Eni, saranno in grado di accedere a capitali specializzati, e dall'altro, consentiranno di aumentare la flessbilità finanziaria del Gruppo. In considerazione della fase di forte incertezza dei mercati equity nel corso dell'intero 2022 il progetto di valorizzazione di Plenitude è stato rimodulato.
Si conferma che Eni ha presentato ricorso al giudice tributario contro il diniego all'istanza di rimborso presentata alla competente Agenzia delle Entrate relativa al
versamento del contributo straordinario istituito dall'art. 37 del D.L. n. 21 del 2022 (decreto Ucraina) e modificato dai commi 120 e 121 della legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio 2023).
Arpa correntemente monitora tramite le proprie centraline la qualità dell'aria del comune di Brindisi e i relativi dati confluiscono nel monitoraggio complessivo a livello comunale, provinciale e regionale.
Le strategie di Gruppo basate sulla disciplina finanziaria, l'evoluzione del business in chiave low carbon per il conseguimento dell'obiettivo net zero riferito alle emissioni scope 3 al 2050 e la focalizzazione delle produzioni sul gas equity hanno dimostrato tutta la loro solidità durante le complesse fasi di mercato dovute alla crisi economica del COVID prima e poi a quella energetica innescata dall'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina. La necessità di azzerare in tempi brevi la dipendenza dal gas russo ci ha portato ad accelerare il programma di sviluppo delle riserve di gas equity.
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Nel 2022, nonostante l'aumento rilevante delle minacce informatiche dovuto al mutato contesto geopolitico (conflitto in atto Russia-Ucraina), l'infrastruttura Eni ha gestito attacchi di varia natura: tentativi di diffusione di virus, di sottrazione di credenziali di accesso alla rete aziendale, di frodi informatiche, che pertanto non hanno avuto impatti sul business aziendale. In particolare, non sono stati registrati attacchi ai dati con richieste di riscatto.
Nel 2022 il gruppo Eni ha investito €55 milioni in Cybersecurity.
Eni attraverso Joule, la sua scuola per l'impresa, dal 2020 supporta lo sviluppo di idee sostenibili attraverso percorsi di formazione imprenditoriale e programmi di accelerazione di startup innovative. In particolare, l'attività della scuola si concretizza in i) percorsi di idea validation, rivolti ad aspiranti imprenditori e imprenditrici che necessitino di supporto per validare il proprio progetto imprenditoriale, e il) programmi di accelerazione, attraverso i quall vengono supportati coloro che hanno già avviato una startup sostenibile con focus sulla transizione energetica.
La scuola si propone di incentivare la crescita di startup innovative e sostenibili grazie allo sviluppo di competenze imprenditoriali incentrate sugli impatti ambientali e sociali nel medio-lungo termine. A tal fine viene fornito un supporto specifico in materia di misurazione degli impatti ESG generati dalle soluzioni proposte e gli innovatori vengono affiancati nel loro percorso tallor-made di valutazione dell'impatto. Attualmente la scuola sta realizzando anche programmi di corporate entrepreneurship rivolti alle persone Eni con l'obiettivo di stimolare la nascita di nuove idee dall'interno.
La scuola ha inoltre messo a disposizione di tutti coloro che siano interessafi (interni o esterni), una plattaforma full distance learning sui temi dell'imprenditorialità ricca di contenuti elaborati insieme alle principali Business School e Università italiane volta a fornire strumenti utili per lo sviluppo di idee innovative.
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Eni SpA ha elaborato fin dal 2009 un sistema di regole e controlli per prevenire i reati di corruzione, caratterizzato dal suo dinamismo e dalla costante attenzione all'evoluzione della legislazione nazionale e internazionale e delle best practice.
Con riferimento alla norma ISO 37001 "Antibribery Management Systems", si evidenzia che Eni SpA è stata la prima società italiana ad aver ricevuto tale certificazione in data 10 gennaio 2017.
Per il mantenimento di tale certificazione, Eni SpA è sottoposta ciclicamente da parte del certificatore accreditato Rina Services S.p.A. ad audit di sorveglianza e ricertificazione che dal 2017 a oggi si sono conclusi tutti con esito positivo. Da ultimo, a dicembre 2022 si è concluso con esito positivo l'audit di riesame completo per il rinnovo della certificazione.
La domanda non è pertinente all'ordine del giorno.
Risposta No.
Non è stata fatta nessuna attività di trading sulle azioni proprie. Le azioni riacquistate sono iscritte in una riserva negativa dello stato patrimoniale di Gruppo come previsto dagli standard contabili IFRS.
Eni seleziona i propri fornitori attraverso un processo di qualifica trasparente e aperto. Tutti i fornitori interessati a proporre beni o servizi alla Società possono
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un'autocandidatura presentare sul y portale EniSpace (https://enispace.eni.com/it_IT/home.page) seguendo le istruzioni indicate nel sito. La fornitura di cioccolatini è effettuata tramite fornitori selezionati mediante gara dalla competente funzione di procurement.
Per quanto riguarda l'invio di proposte di potenziali opportunità di investimento in start-up ci si può rivolgere alla struttura di M&A, mentre per l'attività di gestione dei marchi alla competente funzione di Identity Management e per i brevetti alla Direzione Research & Technological Innovation.
Al momento non sono in valutazione queste iniziative.
Il WACC utilizzato nelle valutazioni di recuperabilità delle attività fisse dell'Eni è pari a circa il 7% come valore base, a cui aggiungere uno spread per il rischio operativo dei vari paesi nei quali opera il Gruppo. Inoltre, è la base rispetto alla quale valutare i TIR dei vari progetti d'investimento.
Eni in passato ha considerato la possibilità di qualificarsi come "società benefit" o certificarsi come benefit corporation, ma ha ritenuto che non fosse necessario per perseguire scopi di utilità sociale. Alcuni tra i principali investitori istituzionali di Eni, interpellati sul punto, non avevano espresso favore per l'assunzione della qualifica. La non assunzione della qualifica di "società benefit" non preclude ad Eni di perseguire scopi di utilità sociale. Una nuova indagine, condotta nel 2021, ha confermato l'importanza di un approccio sostanziale alla materia, basato su concrete dimostrazioni di attenzione della società nei confronti dei propri azionisti a altri stakeholder.
Eni, tra l'altro, ha specificato gli obiettivi di utilità sociale persegbiti nella sua "Mission", rivista a settembre 2019 e che fa ora espresso riferimento/ai "Sustainable Development Goals" (SDGs) delle Nazioni Unite. Per includere gli SDGs nelle fasi
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iniziali di sviluppo dei progetti anche al fine di quantificarne il contributo nell'Paese di miciali di sviel 2020 è stata avviato, relativamente ad alcuni casi pilota, la valutazione rispetto agli SDG dei progetti di business.
rispetto agli SDG dei progeni ha aderito al Codice di Corporate Governance 2020 che individua nel "successo sostenibile" l'obiettivo che deve guidare l'azione dell'organo di amministrazione e che si sostanzia nella creazione di valore nel lungo termine a di annimistrazione e e ci tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società. Eni, peraltro, ha considerato fin dal 2006 l'interesse degli Amministratori diversi dagli azionisti come uno dei riferimenti necessari che gli Amministratori devensi "dagi" une el prendere decisioni consapevoli. A livello di gruppo si segnala che nel corso del 2021 la società Eni Plenitude SpA (già Eni gas e luce SpA) si è qualificata "società benefit"; in precedenza, anche la società controllata Evolvere Spietà leader nel settore della generazione distribuita e del risparmio energetico, aveva assunto la medesima qualificazione.
Per ISO 37001 si veda risposta alla domanda n. 28
Risposta
Eni ha recepito nel proprio statuto la possibilità, prevista dalla direttiva europeazi eni na recepte nel propi consentire la partecipazione all'assemblea con meszi di telecomunicazione e il voto in via elettronica, se previsto nell'avviso di conocazione. telecomunicazione non ha trovato applicazione. Saranno effettuate Al moniento questo e giuridiche, anche nell'ambito delle associazioni di categoria, sulla possibilità di applicarla in futuro.
Nel 2022 Eni non ha utilizzato fondi europei per la formazione.
Il Gruppo monitora costantemente il mercato per valutare eventuali acquisizioni di li oruppo monitori enseguimento degli obiettivi di crescita, sinergiche del postro assecfoglio esistente, e che rispettino i rigorosi parametri di redditività del nostro framework finanziario. Considerazioni analoghe valgono per udari intrineserhi, finalizzate a valorizzare gli asset in portafoglio per fare emergere i valori intrinsechi,
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come nel caso della cessione di quote di minoranza, o per obiettivi di razionalizzazione (es. uscita dal Pakistan).
Risposta No.
Risposta
Eni Spa non ha intenzione di trasferire la propria sede legale o la residenza fiscale al di fuori dell'Italia.
Il Consiglio di Amministrazione aveva esaminato in passato l'eventuale introduzione in statuto del voto maggiorato e aveva deciso di non formulare alcuna proposta all'Assemblea su questo aspetto.
Risposta No.
Eni S.p.A. e le società controllate italiane aderiscono al sistema Confindustria. Nel 2022 stati riconosciuti contributi per un totale di €4,7milioni (di cui €1,5 milioni per le Associazioni Confindustriali Territoriali, a seguito di una specifica Convenzione Nazionale, e €3,2 milloni per le Associazioni di Categoria quali Federchimica, Assorisorse, Unem, ecc.). Eni non sta valutando l'uscita dal sistema di rappresentanz confindustriale.

L'indebitamento finanziario netto a fine 2022 ammontava a circa €7 miliardi (escludendo i leasing finanziari) con una riduzione di circa €2 miliardi rispetto a fine 2021 grazie al flusso di cassa operativo in eccesso rispetto agli investimenti e alla remunerazione degli azionisti. Il leverage - rapporto d'indebitamento - è sceso al minimi storici a 0,13.
Sono indicati alla nota n. 38 del Bilancio Consolidato della Relazione Finanziaria Annuale 2022.
Per espressa previsione del Modello 231, l'Organismo di Vigilanza di Eni SpA è un organo collegiale, composto da un minimo di 3 ad un massimo di 5 componenti, la maggioranza dei quali non appartenenti alle strutture aziendali. Attualmente è composto da cinque componenti, I cui nominativi sono elencati a pagina 33 della Relazione Finanziaria Annuale 2022. I costi annui connessi ai compensi dei componenti esterni dell'Organismo di Viglianza di Eni SpA ammontano complessivamente a €280.000.
Nel 2022 Eni ha sponsorizzato il Meeting di Rimini per un importo in linea con le precedenti edizioni che si sono svolte in presenza.
Il Meeting di Rimini è una grande manifestazione culturale, di respiro Internazionale, che ogni anno propone una riflessione e un confronto aperto su temi culturali, religiosi, politici, artistici, attraverso una serie di incontri, dibattiti, mostre, eventi musicali, letterari, sportivi. Dall'anno della sua prima edizione, il 1980, al Meeting di Rimini arrivano grandi personaggi della politica, manager dell'economia, rappresentanti di religioni e culture diverse, intellettuali e artisti, sportivi e protagonisti dello scenario mondiale. Il Meeting si è svolto per oltre trent'anni nei padiglioni della Fiera, in cui vengono allestite alcune grandi mostre didattiche, un'arena spettacoli dove ogni sera vengono messe in scena opere teatrali e le sale
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per | grandi convegni in programma. Tutto questo nei cinque giorni dell'appuntamento che è diventato negli anni il festival culturale più frequentato al mondo.
L'edizione del 2022 ha registrato 800.000 presenze, 116 convegni, 420 relatori, 3 webinar, 6.539 servizi giornalistici. Inoltre, i convegni in diretta TV e sul web hanno registrato 6.000,000 di visualizzazioni, oltre alle numerose interazioni sui canali social del meeting.
Risposta Eni non effettua versamenti ad alcun soggetto politico.
Risposta No.
Si rinvia alla nota 7 del Bilancio Consolidato della Relazione Finanziaria Annuale 2022 che evidenzia il dettaglio delle attività finanziarie in portafoglio a fine esercizio.
Salvo quanto concerne il servizio di Monte Titoli, le cui tariffe sono regolate, la Società dal 1º aprile 2019 ha affidato la gestione del servizio titoli alla società Computershare S.p.A. per un costo complessivo per il 2022 pari a €48.077,49.
Ad oggi, non sono pianificate riduzioni. Prosegue il programma di turn over peg assicurare alla società Il fabbisogno quali-quantitativo di competenze a supporto della transizione energetica.

Non risultano impegni di riacquisto prodotti da clienti.
Per i contenziosi rilevanti si vedano le note al Bilancio Consolidato della Relazione Finanziaria Annuale 2022, capitolo Contenziosi, pag. 334 e seguenti.
Come già risposto negli anni precedenti, per il Presidente e per gli Amministratori non esecutivi non sono previsti trattamenti di fine mandato, come riportato a pag. 31 e 32 della Relazione sulla Remunerazione 2023.
Per l'Amministratore Delegato e Direttore Generale sono previste indennità connesse alla cessazione anticipata e/o mancato rinnovo del mandato, definite come segue: per il ruolo di AD il trattamento è pari a 2 volte la remunerazione fissa, in coerenza con le raccomandazioni europee, mentre per Il ruolo di DG, Il trattamento di risoluzione consensuale è inferiore alle tutele massime previste dal contratto collettivo nazionale Dirigenti, prevedendo 2 annualità della retribuzione fissa più incentivo di breve termine, come riportato a pag. 40 e 41 della Relazione sulla Remunerazione 2023.
Nessuna indennità potrà essere comunque riconosciuta nei casi di revoca dall'incarico e/o licenziamento per giusta causa ovvero dimissioni non giustificate da una riduzione essenziale delle deleghe
Le valutazioni immobiliari sono effettuate attraverso perizia svolta da advisor specialistici, contrattualizzati tramite gara con criteri stabiliti in base a precise specifiche tecniche tra i quali l'adesione agli standard RICS (standard internazionali che stabiliscono le direttive da seguire per le perizie).
Nel 2022 gli advisor per l'Italia sono stati:
· RTI Prelios Integra spa, Prelios Valuations & E-Services spa, Prelios Agency spa
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in forza di apposito contratto triennale.
Nel 2022 gli advisor per l'estero sono stati:
anch essi con contratto di durata triennale.
Il 25 maggio 2006 l'Assemblea degli Azionisti ha autorizzato il Consiglio alla stipula ed all'estensione agli Amministratori ed ai Sindaci di Eni S.p.A. di una polizza assicurativa D&O, introdotta per il management della Società.
La finalità della polizza è garantire la società, qualora chiamata a risponderne direttamente, o i suoi Directors e Officers da richieste di risarcimento per errori commessi dagli stessi nell'esercizio delle proprie funzioni, escluse ipotesi dolose. Destinatari sono tutti i Directors e Officers dell'Eni S.p.A. e delle sue società controllate.
Ai fini della copertura sono considerati Directors e Officers gli Amministratori e i soggetti che ricoprono una posizione manageriale (la definizione di assicurato in polizza è molto ampia).
I termini e le condizioni sono quelle previste dallo schema internazionale di mercato (CODA Form). Il broker che ha effettuato il piazzamento è AON S.p.A.
La compagnia leader del programma assicurativo è AIG seguita da un panel di una trentina di compagnie internazionali provviste di elevato rating.
La polizza, di durata annuale, ha decorrenza 1º agosto di ogni anno.
Negli ultimi 3 anni è stato pagato un premio medio annuo, al lordo delle tasse, di circa 4,2 millioni di dollari.
No, non è stata stipulata nessuna polizza a garanzia del prospetti informativi relativamente ai prestiti obbligazionari.
Eni, per le coperture assicurative relative ai rischi industriali nel mondo, utilizza tutti i principali brokers assicurativi di caratura internazionale.
Il programma riassicurativo 2022 è stato piazzato, a seguito di un tender, da AON UK sulle principali compagnie assicurative/riassicurative internazionali (circa 100) provviste di un adeguato rating (generalmente minimo S&P A- o AM Best equivalente).
L'attività assicurativa è presidiata da una struttura interna dedicata dell'area CFO che ha il compito di rendere operativo il Programma assicurativo dell'anno, condiviso da un apposito comitato, formato dai principali Top Manager dell'Eni.
Le attività finanziarie valutate al fair value con effetti a conto economico (i cosiddetti marketable securities) e le disponibilità liquide (compresi i depositi bancari esigibili all'origine entro 3 mesi e con vincolo di preavviso inferiore alle 48 ore) per un totale di circa €18,4 mld (31.12.2022) costituiscono una riserva strategica avente l'obiettivo di assicurare al Gruppo la necessaria flessibilità finanziaria in particolari situazioni di mercato, per far fronte a fabbisogni imprevisti e per garantire adeguata elasticità ai programmi di sviluppo.
L'attività di gestione di tale liquidità punta all'ottimizzazione del rendimento, nel rispetto di specifici limiti di rischio autorizzati, con il vincolo di tutela del capitale e disponibilità immediata dei fondi. Maggiori informazioni sono indicate nella nota 6 del bilancio consolidato 2022, compresi gli ammontari vincolati (non significativi).
Gli investimenti in energie innovabili previsti nel quadriennio di piano 2023-2026 ammontano a circa €6 mld (più di €1,5 mld/anno), che ci consentiranno di raggiungere una capacità installata a fine 2026 di oltre 7 GW e sono destinati a
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consolidare la nostra presenza in paesi target come Italia, Spagna, Francia, ma anche in USA e UK, principalmente attraverso lo sviluppo di progetti organici (incluso lo sviluppo di Dogger Bank, offshore wind) e in misura minore attraverso potenziali e selezionate operazioni di acquisizione.
Tali Investimenti verranno finanziati attraverso la cassa generata dalla società e il ricorso a linee di finanziamento sia interne che esterne. Il tempo di ritorno degli investimenti mediamente si attesta intorno ai 15 anni.
Risposta No.
Eni sì impegna a rispettare i 4 standard di lavoro fondamentali dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, come enunciati nella Dichiarazione sui Principi e i Diritti fondamentali nel Lavoro:
· eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione. Tale impegno è anche previsto dal Global Framework Agreement sulle Relazioni Industriali a livello Internazionale e sulla Responsabilità Sociale dell'Impresa sottoscritto da Eni con il sindacato internazionale IndustriAll Global Union e con le Segreterie Generali delle OSL nazionali Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL. A giugno 2022, la Conferenza Internazionale del Lavoro dell'ILO ha incluso tra I diritti fondamentali anche quello ad un ambiente di lavoro sicuro e salubre, un impegno centrale e prioritario per Eni previsto anche dal suo Codice Etico e richiesto anche ai propri fornitori.
E' fatto quindi divieto alle società del gruppo Eni di ricorrere al lavoro minorile, non solo in conformità con le normative del Paesi in cui le stesse operano, ma anche applicando lo standard più elevato previsto dalle Convenzioni fondamentali dell'ILO (Convenzione n. 138 sull'età minima, Convenzione n. 182 sulle forme peggiori d lavoro minorile).
Eni In attuazione dei principi ILO si impegna a tutelare il diritto dei mindri ad essere protetti dallo sfruttamento economico, richiamandolo nel Codice Etico, nella Dichiarazione di Eni sul rispetto dei Diritti Umani, nella policy "Le nostre Persone"
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nella policy "La Sostenibilità", nonché nelle clausole dei contratti con i partner commerciali vincolandoli al rispetto di tale diritto.
Lo standard SA8000 di Social Accountability International (ENAS è probabilmente un refuso) è uno standard internazionale volto a certificare alcuni aspetti della gestione aziendale attinenti alla responsabilità sociale d'impresa e, in particolare, il rispetto dei diritti umani, dei diritti del lavoratori, la tutela contro lo sfruttamento dei minori e le garanzie di sicurezza e salubrità sul posto di lavoro, come identificati dalle Convenzioni fondamentali dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
Enl, come la maggior parte delle società del settore O&G/Energia in Italia e all'estero, non è certificata SA8000 tranne che per la controllata Versalis nel settore della chimica che è certificata dal 2017. Si è deciso di intraprendere questo percorso in Versalis come completamento ed integrazione dell'iter seguito nel tempo con le certificazioni in ambito salute, sicurezza, ambiente, qualità ed energia. Questa tipologia di certificazione è stata anche valutata positivamente per questo settore, in un'ottica di competitività globale poiché risponde alle sempre più emergenti richieste dei clienti nei settori specifici di applicazione. Per quanto riguarda Eni nel suo complesso, come ribadito nel suo Codice Etico e nella Dichiarazione Eni sul rispetto del diritti umani, la società opera in coerenza con la Dichiarazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) sul principi e i diritti fondamentali nel lavoro cul si riferisce lo standard SA8000, e tutte le sue procedure e regole interne sono conformi a tali Convenzioni, In merito alla natura e al bacino di aziende che richiede la certificazione SA8000 si rimanda alle statistiche pubblicate sul sito ufficiale SA8000.
Eni non richiede ai fornitori Il possesso della certificazione SA8000 ma incoraggia lo sviluppo delle competenze dei propri fornitori sulle tematiche di sostenibilità, promuovendo e facendo osservare loro i principali standard ILO. I fornitori vengono sottoposti ad una valutazione strutturata, volta a verificarne e a monitorarne la conformità rispetto a principi quali:
Ulteriori informazioni sono contenute in Eni for A Just Transition, in Eni for Human Rights e nello Slavery and Human Trafficking Statement di Eni.
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A tutti i fornitori è richiesto di sottoscrivere il Codice di Condotta fornitori, che delinea i comportamenti, in linea con i principi adottati da Eni, attesi da parte dei fornitori. Tra questi principi, i diritti umani e il lavoro fanno riferimento alla Dichiarazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) sui principi e i diritti fondamentali nel lavoro, a cui, peraltro, si riferisce anche lo standard SA8000. Con la sottoscrizione del citato Codice è richiesto a tutti i fornitori di impegnarsi a promuovere i principi in esso contenuti lungo la propria catena di fornitura e a richiedere la sottoscrizione da parte del propri appaltatori e subcontraenti della piena condivisione e accettazione dello stesso Codice.
Il Codice di Condotta è pubblicato sul portale fornitori di Eni raggiungibile attraverso Il seguente link https://enispace.eni.com/it_IT/sostenibilita.page.
È inoltre in essere un modello di valutazione e presidio dei diritti umani nella catena di fornitura al fine di identificare, prevenire e mitigare i rischi di violazione del rispetto della disciplina sulla tutela dei diritti umani lungo il processo di procurement. Questo modello consente di applicare presidi di controllo differenziati sulla base del livello di rischio, utilizzando criteri ispirati a standard internazionali, come ad esempio lo standard SA8000.
Risposta No.
Si rinvia al comunicato stampa Eni sui risultati del I trimestre 2023 pubblicato Il 28 aprile sul web site aziendale.
Non sono state comminate multe dalle Autorità indicate.
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Tutte le imposte risultano regolarmente pagate.
Nel primo trimestre 2023, rispetto al bilancio, le partecipazioni sono aumentate di circa €300 milioni per effetto dei risultati di periodo al netto dei dividendi distribuiti e dell'effetto dell'operazione di conferimento delle società del trasporto gas dalla Tunisia nella nuova JV con Snam "SeaCorridor".
| Risposta | ||||
|---|---|---|---|---|
| Corrispondente | |||||
|---|---|---|---|---|---|
| MIn C | Valore di libro (31.12.2022) | Valore di Borsa (04.05.2023) | |||
| Salpem | 645 | 780 | |||
| Var Energi | 763 | 3.470 |
Si rinvia al comunicato stampa Eni sui risultati del i trimestre 2023 pubblicato il 28 aprile sul sito eni.com.
Non vi è nessuna operazione di trading su azioni proprie.
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I dettagli richiesti sono disponibili sul sito internet eni.com.
Le risposte alle domande formulate potranno essere desunte dal verbale assembleare e dall'elenco degli azionisti rappresentati in assemblea tramite delega al Rappresentante designato, allegato al verbale stesso.
Le risposte alle domande formulate potranno essere desunte dal verbale assembleare e dall'elenco degli azionisti rappresentati in assemblea tramite delega al Rappresentante designato, allegato al verbale stesso.
Non sono presenti giornalisti in sala e non è stata organizzata alcuna copertura mediatica in presenza o collegamento dell'incontro assembleare.
Per il processo di pianificazione ed acquisto di spazi media Eni si avvale di un fornitore specializzato ("centro media") selezionato mediante gara. Gli investimenti pubblicitari di Eni sono pianificati dal centro media, sulla base di/obiettivi di comunicazione e di marketing che vengono riportati in obiettivi media. A tal fine
viene definito il media mix che consente di ottimizzare l'investimento in relazione al tipo di campagna.
Gli investimenti pubblicitari sui principali gruppi sono stati così ripartiti:
| PUBLITALIA | 13,2% |
|---|---|
| MANZONI | 8,3% |
| RAI | 14,6% |
| CAIRO/RCS | 6,6% |
| 8,2% | |
| SOLE 24 ORE | 3,7% |
| PIEMME | 2,8% |
| DIGITALIA | 2,4% |
| ટાદપ | 1.5% |
| MEDIAMOND | 1,1% |
| Totale Principali Concessionarie | 62,5% |
| Quota Residuale | 37,5% |
Nella quota residuale sono ricomprese le testate per le quali l'investimento risulta non significativo rispetto al totale.
Non vi sono stati compensi a testate giornalistiche o siti internet per studi o consulenze.
Le informazioni richieste sono contenute al paragrafo 2.1 "Struttura del capitale sociale, partecipazioni rilevanti e patti parasociali" della Relazione sul Governo Societario e gli Assetti proprietari 2022 disponibile sul sito internet della Società, all'indirizzo: https://www.eni.com/it-IT/chi-siamo/governance/relazione-governosocietario.html aggiornati al pagamento della seconda tranche in luogo del dividendo 2022 (novembre 2022).
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Come anche indicato alla precedente risposta alla domanda n. 2, il Gruppo Eni, allo scopo di tutelare il requisito di indipendenza dei revisori, ha stabilito di non affidare alla società di revisione incaricata, nonché alle società del relativo network, incarichi di consulenza; sono previsti nei limiti delle previsioni della normativa nazionale e statunitense applicabili incarichi per attività strettamente connessi con l'attività di revisione.
Le spese di trasporto, vitto e alloggio sostenute dal revisore a seguito della prestazione svolta sono contrattualmente rimborsabili al ragionevole costo documentato a fronte di presentazione dei relativi documenti giustificativi, fino ad un massimo del 10% del compenso riconosciuto. Il Collegio Sindacale di Eni SpA, così come ciascuno dei membri del Collegio, non ha rapporti di consulenza con Eni ne con alcuna società controllata da Eni.
Le trasferte del Collegio Sindacale sono organizzate dalle strutture preposte di En) e l relativi costi sono sostenuti direttamente dalla società.
Non vi sono stati rapporti di finanziamento diretti né tantomeno indiretti nei confronti degli enti/associazioni sovra menzionati. Eni non versa contributi nei confronti di alcun sindacato, partito, fondazioni politiche, politici italiani o esteri. Qualsiasi contributo, diretto o indiretto, sotto qualsiasi forma, a partiti, movimenti, comitati e organizzazioni politiche e sindacali, a loro rappresentanti e candidati è espressamente vietato dal Codice Etico e dalle norme anticorruzione adottate da Eni.
Risposta No. Vedi risposta alla domanda n. 82.
In coerenza con il principio di "zero tolerance" espresso nel Codice Etico, Eni vieta ogni forma di corruzione e ha voluto far fronte ai rischi cui la società va incontro nello svolgimento dell'attività di business dotandosi di un articolato sistema di regole e controlli finalizzati alla prevenzione dei reati di corruzione "Compliance Program Anti-Corruzione", elaborato sin dal 2009 in coerenza con le vigenti disposizioni anticorruzione applicabili e costantemente aggiornato sia all'evoluzione normativa nazionale e internazionale che alle best practice. Le azioni concrete adottate da Eni nel promuovere e supportare, sia a livello organizzativo che operativo, il sistema di prevenzione della corruzione si esplicitano nel continuo rafforzamento del Compliance Program Anti-Corruzione, che ha altresì ottenuto la certificazione ISO 37001, e nella promozione della cultura della compliance mediante attività di formazione e comunicazione in materia anticorruzione dedicate alle persone Eni e ai terzi che operano in settori a rischio corruzione. Con riferimento alla seconda parte della domanda, con il termine "retrocessione" intendiamo, nell'ambito della gestione dei contratti di approvvigionamento, il riconoscimento ad eni da parte dei fornitori di una parte del corrispettivo pattuito, ad esempio a fronte di sconti volume sull'ordinato o del riconoscimento di penali. I meccanismi di retrocessione, quando previsti, vengono gestiti da una pluralità di unità aziendali e non solo dalla funzione approvvigionamenti competente. In particolare, tali meccanismi vengono negoziati da quest'ultima, che li disciplina nei singoli contratti. Al verificarsi delle condizioni contrattuali, essi sono attivati dalle unità operative che gestiscono i contratti, le quali sono proceduralmente tenute a verificare l'applicabilità o meno delle penali e degli eventuali sconti di volume previsti contrattualmente. La gestione delle retrocessioni da parte di Eni vede inoltre il coinvolgimento attivo della funzione amministrativa competente lungo il processo ed in particolare nella verifica della correttezza delle fatture e/o note di credito ricevute rispetto a quanto previsto contrattualmente e certificato dall'unità che gestisce il contratto. L'importo degli sconti volume e delle penali (tipicamente espressi in percentuale sul valore complessivo dell'ordinato), variano da contratto a contratto,
Risposta No

Risposta NO
Risposta NO
Non risultano partecipazioni di dirigenti o amministratori in società fornitrici, che non siano di mero investimento e come tali non censite. Si ricorda che, in base alla normativa interna, gli amministratori sono tenuti a rilasciare periodicamente dichiarazione sui loro "soggetti di interesse". In ogni caso il Codice Etico di Eni prevede espressamente l'obbligo per tutti i dipendenti (e anche per gli Amministratori, a cui si applica il Codice Etico di Eni) di evitare e segnalare conflitti di interesse tra le attività economiche personali e familiari e le mansioni che ricoprono all'interno della struttura od organo aziendale di appartenenza.
Non sono previsti compensi per operazioni straordinarie per gli amministratori. La struttura e i livelli dei compensi nonché gli importi maturati nel 2022 sono decritti della Relazione sulla Remunerazione 2023.
Si rinvia a quanto indicato nelle note n. 38 e n. 33 rispettivamente della nota integrativa del bilancio consolidato e di esercizio di Eni S.p.A. In particolare/ai sensi della Legge 124/2017 e successive modificazioni, è fatto obbligo di fornire nella nota integrativa le erogazioni ricevute da parte di entità pubbliche italiani; inoltre, al sensi dell'art. 1, comma 126 della medesima norma, applicabile a Eni S.p.A. in
quanto società controllata di diritto o di fatto, direttamente o indirettamente, dallo quanto società enche l'indicazione delle erogazioni concesse a imprese, persone ed Stato e prevista annoni italiani ed esteri. In particolare, ai sensi della normativa
enti pubblici e privati italiani ed esteri. In particolare, a fondazioni, enti pubblici associazioni e altri enti per finalità reputazionali, di liberalità e di sostegno ad iniziative benefiche e di solidarietà.
Non ci sono incarichi professionali nei confronti di magistrati togati a ruolo.
Risposta
I contenziosi più significativi sono pubblicati nella Relazione Finanziaria Annuale r contenziosi più 36mnenziosi" del Bilancio Consolidato, a partire dalla pag. 334 e non comprendono contenziosi in materia antitrust.
Risposta
Per i contenziosi rilevanti si vedano le note al Bilancio della Relazione Finanziaria Annuale 2022, capitolo Contenziosi, pag. 334.
Risposta
I bond emessi da Eni sono indicati nella nota n. 19 del Bilancio Consolidato - Passività Finanziarie,
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Il costo del venduto nel 2022 è stato pari a €103 mld (+85% rispetto al 2021 per effetto della crescita del prezzi degli idrocarburi approvvigionati).
Prima delle elisioni delle partite infragruppo la scomposizione del costo del venduto per settore è la seguente: 38% R&M, 30% GGP, 12% Plenitude, 6% E&P e 14% altri settori.
Vorrei conoscere a quanto sono ammontate le spese per:
a. acquisizioni e cessioni di partecipazioni
Nel 2022 le acquisizioni al netto dei disinvestimenti ammontano a €2,5 mld (inclusi i debiti acquisiti e disinvestiti).
Le spese ambientall sostenute da Eni nel 2022 sono state pari a €1.345 min e sono principalmente da attribuire alle bonifiche e ai costi di decomissionig (per un totale di €834 mln), alla gestione dei rifiuti (€246 mln), alle risorse idriche (€142 mln), alla protezione dell'aria (€77 mln) e alla prevenzione di spill (€46 mln).
a. I benefici non monetari ed i bonus ed incentivi come vengono calcolati?
Come glà risposto negli anni precedenti, i benefici non monetari riguardano prevalentemente benefit di natura previdenziale ed assistenziale e l'assegnazione dell'autovettura aziendale ad uso promiscuo. Il valore dei benefits, riportato nella Tabella 1 a pag. 56 della Relazione sulla Remunerazione 2023, è calcolato secondo il criterio di imponibilità fiscale previsto da Consob.
La remunerazione variabile, finalizzata a promuovere il raggiungimento degli obiettivi annuali e la crescita di redditività del business nel lungo periodo, si articola in una componente di breve ed una componente di lungo termine, le cul caratteristiche sono descritte sinteticamente nel "Sommario" e più in dettaglio nelle "Linee Guida di Politica sulla Remunerazione" della Relazione sulla Remunerazione 2023.
Per quanto riguarda l'attuazione dei piani di incentivazione per il 2022, i risultati di performance collegati agli incentivi corrisposti sono riportati nella Sezione Al della Relazione.

b. Quanto sono variati mediamente nell'ultimo anno gli stipendi dei managers e degli ad illuminati, rispetto a quello degli impiegati e degli operai?
La variazione media nell'ultimo anno è stata pari a:
Il rapporto tra costo medio dei dirigenti e non dirigenti è pari a 4,8
d. Vorrei conoscere numero dei dipendenti suddivisi per categoria, ci sono state cause per mobbing, per istigazione al suicidio, incidenti sul lavoro e con quali esiti? Personalmente non posso accettare il dogma della riduzione assoluta del personale.
Il dettaglio dei dipendenti al 2022 è il seguente:
| ralia | Estero | Mondo | |
|---|---|---|---|
| Dirigenti | 763 | 203 | 966 |
| Quadri | 6.488 | 2.645 | 9.133 |
| Impiegati | 10.471 | 5.432 | 15,903 |
| Operal | 3.156 | 3.030 | 6.186 |
| Totale | 20.878 | 11.310 | 32.188 |
Non sono state notificate cause per mobbing.
Non sono state notificate cause per istigazione al suicidio.
Nel 2022 è stata notificata una causa avente ad oggetto un infortunio occorso a un dipendente.
87475/223

e. Quanti sono stati i dipendenti inviati in mobilità prepensionamento e con quale età media.
Nel 2022, 298 risorse hanno usufruito del "contratto di espansione" con un'età media di 60 anni.
Nel corso del 2022 non sono stati effettuati acquisti di opere d'arte.
Considerata la volatilità dello scenario, Eni ha adottato una disciplina finanziaria che prevede il costante monitoraggio dei costi operativi (costi esterni) per preservare i margini di profitto attraverso iniziative volte a compensare le dinamiche inflattive. Le politiche retributive del management sono illustrate nella Relazione sulla Remunerazione 2022.
No.
Gli approvvigionamenti di gas naturale del Gruppo Eni sono commentati nella Relazione sulla Gestione della Relazione Finanziaria Annuale 2022, andamento operativo del settore GGP. I prezzi di approvvigionamento sono un'informazione commercialmente sensibile.
Come già rappresentato lo scorso anno in risposta ad identica domanda, l'avvocato Erede è associato ad un primario studio professionale internazionale che è in elenco Eni ed a cui la società affida degli incarichi relativi a temi legali in conformità alle procedure interne. Con riferimento agli altri soggetti indicati non sono stati affidati Incarichi di consulenza nel corso del 2022. Si veda inoltre la risposta alla domanda n, 110.
Nel 2022 la spesa in ricerca e sviluppo è stata sostenuta interamente in Italia (92% ne 2021).
Il costo medio per le assemblee con presenza fisica degli azionisti è di circa €200.000. l costi comprendono tra l'altro quelli relativi al sistema di voto elettronico, all'attività di verbalizzazione della riunione a cura del Notaio, agli altri adempimenti notarili e alla designazione del Rappresentante degli Azionisti è al catering, mentre non comprendono, per esempio, i costi per le pubblicazioni. Quest'anno, come gli scorsi anni, Il costo sarà notevolmente più basso (di oltre la metà) considerate le modalità di tenuta dell'Assemblea.
Sono pari a 2,7 milioni di euro nel 2022.
La normativa italiana in materia di rifiuti prevede la tracciabilità della filiera dal produttore allo smaltimento finale. Gli adempimenti amministrativi volti alla tracciabilità comprendono registri di carico e scarico, formulari identificativi del rifiuto (FIR) per il trasporto e modello unico di dichiarazione ambientale (MUD) da presentarsi annualmente.
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In particolare, il FIR è emesso in 4 copie, di cui la prima resta al produttore e le restanti accompagnano il trasporto; queste ultime, recanti l'accettazione dell'impianto di destino, restano una al trasportatore, una al destinatario e una al produttore, che in tal modo ha la conferma del buon esito del conferimento.
Dall'8/3/2021 è inoltre operativo il portale Vi.Vi.FIR che, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 art. 193 c. 5, consente la vidimazione digitale dei FIR, alternativa a quella tradizionale presso gli sportelli delle CCIAA o dell'Agenzia delle Entrate. In questo caso il modulo per la produzione del FIR è generato on line già vidimato e viene stampato in due copie, una che resta al produttore e l'altra che accompagna il rifiuto e resta al destinatario; le ulteriori cople necessarie sono fotocopiate da quest'ultima.
Il sistema SISTRI, adottato in Italia per tracciare informaticamente i rifiuti, è stato abrogato nel 2018, a favore di un nuovo sistema (Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti - RENTRI), del quale è stata avviata la sperimentazione di un prototipo nel 2021, sperimentazione alla quale Eni ha preso parte. Il RENTRI sarà disciplinato da un decreto attuativo, atteso nei prossimi mesi.
Eni dispone poi di un sistema normativo interno di procedure e istruzioni operative per assicurare la piena tracciabilità dello smaltimento dei rifiuti, secondo le best practice in materia.
Come già risposto negli anni precedenti, per il Presidente non è prevista l'assegnazione di auto ad uso promiscuo, mentre all'Amministratore Delegato e Direttore Generale, come per tutti i dirigenti, è stata assegnata un auto aziendale ad uso promiscuo in linea con la Policy Eni.
Al 31/12/22 la società Servizi Aerei S.p.A., possiede 3 aerei di produzione Gulfstream più precisamente:
Tali aerei sono esclusivamente utilizzati per le esigenze operative delle società appartenenti al gruppo Eni. Inoltre, soprattutto in relazione a determinate destinazioni estere, l'utilizzo di una flotta aziendale consente di garantire livelli di servizio e di sicurezza elevati, tra i quali la possibilità di trasportare personale in sedi estere dove i collegamenti sono più complessi e quindi ridurre notevolmente i tempi di vlaggio rispetto ai servizi commerciali.
Infine, la disponibilità di aerei in proprietà ha consentito a Eni di far fronte alle esigenze operative, durante la crisi pandemica, nonostante la drastica riduzione dei voli di linea
Per quanto riguarda il costo orario la possibilità di ridurre drasticamente i tempi di attivazione del servizio e la maggior sicurezza garantita da una gestione diretta delle operazioni di terra e di volo rende il costo orario allineato rispetto a quanto proposto sul mercato da analoghi operatori (ove disponibili).
Eni non possiede elicotteri. Ove le esigenze operative presso i campi o le piattaforme petrolifere lo richledano, Eni noleggia servizi di trasporto a mezzo elicottero presso fornitori contrattualizzati attraverso apposite procedure di gara.
Alla data di bilancio 31.12.2022, i crediti in sofferenza scaduti da più di 180 gg ammontavano a €3,95 miliardi, pari a circa il 17% dell'esposizione lorda complessiva, in calo rispetto al 2021. Su tali crediti è iscritto un fondo svalutazione pari a circa Il 55%. Maggiori Informazioni sono fornite nella nota 8 del Bilancio Consolidato.
Eni non riconosce contributi economici diretti a sindacati e/o sindacalisti.
Eni utilizza la cessione di crediti commerciali pro-soluto come strumento di flessibilità finanziaria in relazione al conseguimento di obiettivi operativi di breve termine e per esigenze di elasticità di cassa. Il costo di queste operazioni è allineato alle normall condizioni di mercato, trattandosi di ordinarie operazioni di raccolta.
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correlate all'assemblea degli azionisti." Oltre ad indicare gravi mancanze nel sistema di controllo, la denuncio al collegio sindacale al sensi dell'art.2408 cc.
Il Rappresentante degli Azionisti designato dalla Società, ai sensi dell'art. 135undecies TUF, è lo Studio Legale Trevisan & Associati, nella persona dell'Avv. Dario Trevisan (o suoi sostituti in caso di impedimento). Il costo è pari a massimo €12.500 a seconda del numero di deleghe, oltre spese, IVA e CPA.
Si rinvia alla nota 7 del Bilancio Consolidato della Relazione Finanziaria Annuale 2022 che evidenzia il dettaglio delle attività finanziarie in portafoglio a fine esercizio.
Per Eni SpA, al 31 dicembre 2022, l'indebitamente verso INPS è pari 56 milioni di euro. L'indebitamento, inclusivo dello stanziamento del Contributo di solidarietà istituito con Legge di bilancio per il 2023, verso l'Agenzia delle Entrate risulta parì a 779 milioni di euro.
L'Eni SpA e le principali società italiane hanno esercitato l'opzione per li consolidato fiscale nazionale: nel 2021 le società incluse sono 49. Per l'esercizio 2022 non sono dovute imposte ordinarie sul reddito. L'aliquota d'imposta è quella ordinaria (RES del 24%.
Nel 2022 il margine di contribuzione è stato pari a €39,3 mld.
Azionista Giuseppe VALOPPI Titolare di 20.000 azioni
La domanda potrà sembrar banale ma dalla lettura delle Relazioni non si ricava una adeguata spiegazione. Di certo viene evidenziato il carico della componente domestica che è normalmente in linea con i livelli di tassazione previsti mentre invece non viene data alcuna spiegazione circa l'elevato ammontare di imposte e tasse pagate all'estero. In un momento di ottimizzazione della gestione fiscale risulta difficile per un socio/azionista registrare che dal 2012 ad oggi la società ha registrato profitti lordi per 82,5/MD ma ha pagato imposte e tasse per 63/MD.
Si registra un livello di tassazione pari al 76%. È possibile conoscerne i motivi?
Gli elevati livelli nominali di tassazione del Gruppo Eni riflettono la prevalenza del contributo ai profitti lordi del settore minerario della ricerca, sviluppo e produzione d'idrocarburi, attività svolte prevalentemente all'estero sulla base di contratti con le società statali dei paesi titolari delle riserve d'idrocarburi, che prevedono aliquote sul profitto dell'international company significativamente più elevate rispetto alla tassazione ordinaria di altre attività commerciali.
A questo primo aspetto, si aggiungono gli effetti della congiuntura particolarmente sfavorevole nel decennio considerato che ha registrato il seltore energetico in Europa e in Italia , che in un contesto di debolezza dell'economia europea/italiana, di eccesso di offerta nel mercato del gas e di competizione da parte delle società di Medio ed Estremo Oriente nei prodotti raffinati e nelle plastiche ha comportato risultati negativi delle imprese italiane del Gruppo operanti nei settori della commercializzazione all'ingrosso della raffinazione e della chimica di base. Questo ha Innalzato ovviamente i tax rate del bilancio consolidato, a maggior ragione se si considera che il Gruppo ha consistentemente adottato una politica prudenziale nell'iscrizione di attività d'imposta a fronte della recuperabilità fiscale delle perdite maturate, considerate le incerte prospettive di redditività futura per giurisdizione. Nel 2021/2022, dopo anni di ristrutturazioni e selettività degli investimenti, l'eccesso d'offerta è stato assorbito e grazie al ritorno in positivo delle attività italiane il tax rate di Gruppo è tornato alla misura normale del 40-50%.
La pubblicazione Eni - Country by Country Report, disponibile sul sito Eni fornisce una chiara indicazione di come è ripartito il carico fiscale tra i paesi in cui il Gruppo opera;
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le Linee Guida in Ambito Fiscale (Tax Strategy), anch'esse pubblicate sul sito Eni hanno come primo obiettivo l'assolvimento delle imposte nei diversi Paesi in cui opera il Gruppo e si genera l'imponibile, in adesione non solo alla lettera ma anche allo spirito delle leggi in vigore.
2010 Act

Azionista Fondazione Finanza Etica Titolare di 80 azioni
La scelta di Eni di avvalersi della facoltà di prevedere che l'intervento in Assemblea avvenga esclusivamente tramite il Rappresentante Designato, impedisce di fatto ogni forma di contatto e di dialogo tra la società e i suoi azionisti. Ciò avviene per il quarto anno consecutivo, nonostante l'emergenza pandemica da Covid-19 sia stata da tempo superata.
Nella convocazione dell'assemblea, Eni fa riferimento art. 106 del Decreto Legge n. 18/2020, successivamente convertito e prorogato. L'art. 106 (Norme in materia di svolgimento delle assemblee di società) prevede, appunto, che le società per azioni quotate possano "altresì prevedere nell'avviso di convocazione che l'intervento in assemblea si svolga esclusivamente tramite il rappresentante designato".
Si tratta, quindi, di una facoltà, non di un obbligo. Si noti, a questo proposito, che altre società quotate italiane, come ad esempio Enel, hanno scelto di convocare l'assemblea in presenza, con le stesse modalità previste prima dell'emergenza pandemica da Covid-19.
Avvalendosi della facoltà di prevedere che l'intervento in assemblea avvenga esclusivamente per il tramite del rappresentante designato si penalizzano in particolare i piccoli azionisti, per i quali l'assemblea è spesso l'unica occasione per poter interloquire in modo diretto con il consiglio di amministrazione della società di cui sono comproprietari.
I piccoli azionisti sono spesso i primi a suonare il campanello d'allarme sulle controversie delle aziende, che possono diventare motivo di gravi crisi e rischi
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finanziari in futuro. Scoraggiare la partecipazione dei piccoli azionisti all'assemblea annuale non è solo negativo per la partecipazione e il dialogo tra imprese e azionisti, ma anche per i profitti delle stesse imprese.
Le società quotate, come previsto dal decreto legislativo 27 gennaio 2020, n. 39, che attua la direttiva 2006/43/CE, sono inoltre a tutti gli effetti "enti di interesse pubblico", in quanto - come recita la direttiva UE, emanata come risposta a "una serie di scandali negli Stati Uniti e nell'UE", "hanno una maggiore visibilità ed importanza economica".
Cercare di renderle meno visibili, chiudendo la porta delle assemblee agli azionisti e non prevedendo nemmeno la possibilità di partecipazione ed interazione in forma telematica, scoraggia l'interesse pubblico al corretto funzionamento delle imprese.
Le modalità adottate dalla Società per lo svolgimento dell'Assemblea sono conformi alla normativa vigente, ed in particolare al comma 4 dell'art. 106 del D. L. n. 18/2020, convertito dalla legge n. 27/2020 nonche del D.L. n. 198/2022, convertito in legge n. 14/2023, che ha esteso l'efficacia delle misure contenute nel predetto art. 106 alle Assemblee tenute entro il 31 luglio 2023, consentendo la partecipazione degli Azionisti in Assemblea esclusivamente attraverso il Rappresentante Designato.
| diritti degli Azionisti stabiliti dalla normativa non vengono in alcun modo lesi dalla scelta adottata dalla Società, che si è avvalsa di una facoltà ammessa dalla legge stessa e che tutela comunque la possibilità di presentare domande prima dell'Assemblea e di presentare proposte di deliberazione, che ricevono anche maggiore pubblicità rispetto a quanto previsto nelle Assemblee in presenza, nonché di formulare interventi, tramite il Rappresentante Designato, che saranno riportati nel verbale assembleare.
Con riferimento all'Assemblea degli Azionisti 2024, il Consiglio di Amministrazione effettuerà le valutazioni in merito alle sue modalità di svolgimento alla luce del quadro normativo in vigore al momento della decisione sulla convocazione.
2.1 A quanto ammontano i ricavi totali di ENI dal giacimento di Zubair nel 2021 e nel 2022?
| ricavi totali sono stati pari a 578 milioni di dollari nel 2021 e 535 milioni di dollari nel 2022 e sono relativi al recupero dei costi sostenuti e alla remunerazione prevista contrattualmente.
2.2 Qual è l'attuale produzione totale (glornaliera o annuale) di greggio del giacimento?
La produzione di greggio del giacimento di Zubair nel 2022 è stata di 484.000 barili/giorno.
2.3 Ci risulta che in base all'attuale contratto la produzione dovrebbe raggiungere i 700.000 barili al giorno. Quando ENI prevede di raggiungere questo livello di produzione?
Secondo il contratto, l'oblettivo di 700.000 barill/giorno si dovrebbe raggiungere nel 2025, a seguito del realizzarsi di specifiche condizioni operative. Al momento sono in corso analisi tecnico-economiche con BOC (Basra Oil Company, la società statale del settore energia) per verificare la realizzabilità delle suddette condizioni nei tempi Indicati.
2,4 L'80% dei posti di lavoro nel giacimento dovrebbe essere riservato alla manodopera locale ma fonti interne ad ENI e i sindacati iracheni ci dicono che questo obbligo non è rispettato. Qual è la percentuale di lavoratori iracheni tra il personale impiegato nel giacimento, direttamente o tramite contractors, e quali sono i piani dell'ENI per aumentare questa percentuale?
Attualmente circa il 90% dei posti di lavoro relativi a Zubalr è coperto da personale locale. Sono effettuate regolari attività di formazione e addestramento per il personale iracheno, anche al fine di consolidare ulteriormente tale incidenza.
2.5 Quanto è stato investito nell'impianto di trattamento delle acque di Al Baradiya e nell'ospedale pediatrico per il cancro? Qual è stato, in particolare, l'accordo con l'unicer?
La realizzazione tuttora in corso dell'implanto di trattamento delle acque di Al Baradiya è uno dei progetti chiave per promuovere l'accesso all'acqua a Bassora garantendo acqua potabile a più di 100.000 abitanti. Il relativo budget è pari a 18,9 milioni di USD.
In questo ambito rientra il progetto di Al Baradiya.
Il Basra Cancer Children Hospital (BCCH) è un progetto sanitario comunitario Integrato finalizzato a migliorare l'assistenza sanitaria e il supporto terapeutico
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all'infanzia del Sud Iraq. Il completamento del progetto e' previsto nell'estate 2023. L'investimento è stimato a 7,7 milloni di USD.
Per promuovere l'SDG 17, l'Unione Europea (UE) e l'UNICEF, in collaborazione con Eni, hanno lanciato un progetto in partnership con Il Governatorato di Bassora, con l'obiettivo di migliorare la qualità dell'acqua per 850.000 persone nella città di Bassora, tra cui oltre 160.000 bambini.
La collaborazione tra Eni e UE/UNICEF è considerata una partnership sinergica e complementare (non transazionale e non parte del programma di assistenza sociale) in cui le organizzazioni coinvolte hanno sfruttato le rispettive competenze, capacità e risorse per rispondere alle complessità del settore idrico e dei servizi igienicosanitari e affrontare le esigenze critiche della popolazione di Bassora, in linea con il piano di sviluppo nazionale iracheno,
2.6 Quanta acqua viene utilizzata ogni giorno per l'iniezione di acqua a Zubalr?
Si veda risposta alla domanda n. 2.9.
2.7 Quale percentuale di questa viene prelevata dai fiumi?
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 2.9.
2.8 Da dove viene prelevata la restante percentuale di acqua?
Si veda risposta alla domanda n. 2.9.
2.9 Come è cambiata questa percentuale nel tempo?
Nel 2022 sono stati inlettati mediamente 470.000 barlli/giorno di acqua per poter sostenere la pressione del giacimento e i livelli di produzione.
Sul volume totale di reiniezione d'acqua del 2022 i contributi sono stati per circa due terzi da acqua di produzione naturalmente associata a gas e greggio nel giacimento di provenienza, reiniettata dopo la separazione, e da acque con elevata salinità/da un livello geologico più profondo, opportunamente trattate prima della reiglegione. La rimanente parte è fornita dal consorzio BECL/ROO (Basra Energy Company/Rumalia Operating Organization) attraverso un canale di racchita acque superficiali salmastre denominato Qarmat Ali.
Tali proporzioni sono rimaste pressoché costanti dal 2016.
2.10 ENI finanzia un impianto idrico, attualmente in costruzione, ad Al Khora (Nord di Bassora). Potete fornirci maggiori dettagli sui costi e sullo scopo del progetto?
Risposta Eni non finanzia alcun progetto denominato Al Khora.
2.11 C'è stata una valutazione dell'impatto ambientale? Chi ha condotto la ESIA? Quale autorità locale responsabile l'ha approvata?
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 2.10.
2.12 Quando sono iniziate le attività legate al progetto Al Khora?
Risposta Si veda risposta alla domanda n, 2.10,
2.13 Eni può quantificare il loro impatto in termini di riduzione dell'acqua?
Risposta
Si veda risposta alla domanda n. 2.10.
2.14 In generale, cosa sta facendo ENI in Iraq per limitare l'impatto dell'azienda sull'esaurimento delle risorse idriche?
In linea con il posizionamento di Eni sulla gestione sostenibile dell'acqua e con il Modello di Sostenibilità della Compagnia, le operazioni di Eni Iraq sono condotte secondo l'oblettivo di sviluppo ecocompatibile delle Nazioni Unite n. 6 "Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienicosanitarie". Come base per le operazioni, Eni Iraq ha sviluppato un Piano di Gestione delle Risorse Idriche (Water Management Plan), che fornisce l'indirizzo per minimizzare l'uso della risorsa idrica, in particolare di acqua dolce, secondo i drivers dell'efficienza operativa e del riutilizzo.
Tutte le acque di produzione (acqua naturalmente associata alle fasi gas e ollo in giacimento) vengono trattate e reiniettate in formazione nel soltosuolo, una pratica riconosciuta da IOGP (International Association of Oil and Gas Producers) come la più sostenibile sotto il punto di vista ambientale e dell'uso di risorse. La quota di
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acqua da destinare alla reiniezione per ottimizzare lo sviluppo del giacimento Zubair, in accordo con le Autorità, proviene da fonti idriche selezionate tra quelle a plu bassa qualità, per evitare la competizione anche solo potenziale con altri usi della risorsa idrica: si tratta di acque di media/alta salinità, inutilizzabili per altri scopi. Eni Iraq sta inoltre pianificando e implementando progetti per il trattamento e il riuso delle acque di scarico prodotte dalle attività umane nei propri siti, in un'ottica di circolarità operativa.
2.15 Eni contabilizza le emissioni di CO2 derivanti dalla produzione di Zubair nelle emissioni Scope 3 del Gruppo?
Le emissioni Scope 3 associate alla produzione equity di Zubair sono incluse tra le emissioni Scope 3 del Gruppo relative alla produzione equity Upstream.
2.16 Eni ha dichiarato di aver mandato in flaring 1,2 miliardi di m3 di idrocarburi nel 2021. Questa cifra include il flaring avvenuto a Zubair?
Si veda risposta alla domanda n. 2.18.
2.17 Se sì, qual è il dato relativo a Zubair ? Se no, perché Zubair non è inclusa?
Si veda risposta alla domanda n. 2.18.
2.18 Secondo la World Bank, nel 2021 sono stati bruciati 2,5 miliardi di metri cubi di gas solo a Zubair. Quali sono i piani di Eni per ridurre il flaring a Zubalr?
Eni non ha alcun titolo sul gas di Zubair non utilizzato per le petroleum operations. La titolarità spetta a BOC. Nell'area di Zubair, Eni Iraq nel 2021 ha avviato una centrale elettrica alimentata a gas di 500 MW progettata per soddisfare tutti i futuri bisogni del campo di Zubair. Eni sta inoltre collaborando pro-attivamente con BOC e BGC (società che ha titolo a ritirare il gas di Zubair in nome di BOC), sempre hel rispetto del proprio ruolo nell'ambito del TSC (Technical Service Cohtract), per fornire supporto nella pianificazione di progetti BOC/BGC per l'utflizzo del gas associato.

2.19 Eni ha realizzato studi sull'impatto sanitario dell'inquinamento atmosferico a Zubair?
Eni conduce indagini periodiche per valutare l'inquinamento atmosferico in tutte le aree di attività di business nel campo Zubair. Le indagini comprendono il campionamento e il monitoraggio dell'aria. Al fine di garantire un ambiente salubre, a novembre 2021 Eni ha fornito a BOC i risultati di una indagine di igiene industriale effettuata a Zubair. In questo studio sono stati valutati i rischi ambientali per la salute relativamente ai rischi chimici, fisici e biologici correlati alle operazioni oil & gas. I risultati di questo studio mostrano che i rischi per la salute ambientale sono ben controllati e si trovano negli intervalli accettabili.
2.20 L'azienda è a conoscenza dei tassi di cancro superiori alla media tra le comunità che vivono nell'area?
Eni è consapevole che Bassora, e l'Iraq in generale, devono affrontare una serie di gravi sfide per la salute pubblica. È stato riconosciuto che durante i 2 decenni di guerre irachene negli anni, dal 1991 al 2003, munizioni all'uranio impoverito sono state ampiamente utilizzate principalmente nel sud, dentro e attorno alla città di Bassora. Il registro dei tumori di Bassora ha mostrato un aumento di incidenza del cancro tra i bambini di 9 volte nel 2003 rispetto al 1990; la maggior parte dei nuovi casi proveniva da aree immediatamente ad est del campo di battaglia della guerra del Golfo.
Eni, presente in Iraq dal 2009, si preoccupa di creare sviluppo e stabilità in Iraq, anche migliorando i servizi del sistema sanitario della città di Bassora per consentire il raggiungimento di standard internazionali. I progetti sanitari in corso sono la manutenzione, il miglioramento e la fornitura di attrezzature del Basra Children's Cancer Hospital (BCCH), la costruzione del nuovo reparto di Onco-ematologia e la formazione del personale in collaborazione con l'ospedale Gaslini di Genova. Tra questi progetti vi è la costruzione di un nuovo reparto di medicina nucleare annesso al BCCH che con la fornitura di apparecchiature strumentali all'avanguardia nella diagnostica per immagini, come PET Scan, SPECT CT e Cyclotron, consentirà di condurre campagne di screening essenziali nella prevenzione e cure oncologiche.
2.21 Si può escludere un legame tra le attività industriali del glacimento e gli impatti sulla salute della zona?
Eni si impegna a prevenire i potenziali impatti derivanti dalle sue attività operative sulla salute dei suoi lavoratori nonche sulla comunità circostante adottando le best practice internazionali volte alla tutela della salute secondo i migliori standard.
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Nella scorsa legislatura il governo Draghi puntava al raddoppio delle estrazioni di metano dai giacimenti nazionali, da assegnare a prezzo convenzionato tramite gare. L'ex ministro Roberto Cingolani aveva più volte dichiarato di voler passare dagli attuali 3,343 miliardi di metri cubi (dati 2021, nel 2022 la produzione è diminuita) ad almeno 7 miliardi di metri cubi, attivando un dispositivo di circa 2 miliardi di euro di investimenti dopo anni di blocco a causa delle sospensioni dei permessi e delle istanze dovute al PITESAI. Si prospettava per questa operazione una cabina di regia e un commissario straordinario, con affidamento al GSE (Gestore dei servizi energetici) dell'incarico di bandire diverse gare, per l'assegnazione degli incarichi alle compagnie petrolifere dotate di giacimenti da ripotenziare e contestualmente disposte a rinunziare a vendere il gas estratto all'estero. Tra i candidati c'era anche Eni, che avrebbe dovuto vendere a prezzo convenzionato il cosiddetto "gas nazionale", ma usufruendo di facilitazioni sui giacimenti. I tempi stabiliti per le gare sono scaduti. Così come sono scaduti, il 9 settembre 2022, i 30 giorni di tempo a disposizione per presentare manifestazione di interesse di vendita di gas naturale da parte degli operatori titolari di concessioni di coltivazione sulla terraferma al GSE.
Per quali motivi Eni ha ritenuto di non dover partecipare alle gare? 3.1
L'art. 4 del Decreto Aiuti Quater ha modificato e integrato la disciplina sull'approvvigionamento di lungo termine di gas naturale di produzione nazionale, da destinare a prezzi calmierati, ai clienti finali industriali "energivori", contenuta nell'articolo 16 del D.L. n. 17/2022 (L. n. 34/2022).
A tali modifiche legislative non hanno ancora fatto seguito i necessari decreti attuativi che dovranno stabilire le condizioni definitive di partecipazione. Eni è pertanto in attesa di conoscere i contenuti di tall decreti attuativi, per valutare la sua adesione all'iniziativa.
3.2 Ora che la bolla speculativa sul prezzi del gas sembra essersi quantomeno placata, Eni continuerà a vendere in Italia il gas a prezzi di mercato?

Eni opera sul mercato secondo le regole definite dalle autorità preposte e secondo i consolidati principi del mercato stesso e della concorrenza trasparente.
3.3 Nel caso di una nuova bolla speculativa, con conseguenti, significativi rialzi dei prezzi del gas, Eni si impegnerà a calmierare i prezzi delle bollette di luce e gas per le italiane e gli italiani?
Si veda risposta alla domanda n, 3.2.
3.4 In ripetute occasioni l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ha dichiarato che l'azienda si sarebbe adoperata per diversificare le fonti di approvvigionamento di idrocarburi - e di gas in particolare - per affrancare il nostro Paese dalla dipendenza dalle importazioni russe. Il 20 marzo 2023 "La Staffetta Quotidiana" dava notizia dell'avvio della produzione nel dicembre 2023 dell'unità di liquefazione di gas da 600.000 tonnellate all'anno Tango Fing, in cui ENI è operatore con il 65% assieme al socio russo Lukoil che detiene un 25% nel progetto. Non solo: secondo un dispaccio Reuters del 17 marzo scorso, risulta che ENI e Lukoil abbiano presentato un'offerta congiunta nella gara d'appalto bandita dal governo del Congo per i blocchi Marine 24 e Marine 31, e che risulta che detta offerta sia stata l'unica ad essere presentata. Come si conciliano, da un lato, il fermo proposito di contrarre il più possibile le importazioni di gas dalla Russia, allo scopo di allentare la dipendenza energetica da quel paese, e, dall'altro, le operazioni congiunte con la più importante compagnia petrolifera russa, Lukoil, per lo sfruttamento di idrocarburi in Congo?
Il progetto in Congo fa parte delle iniziative di Eni volte ad affrancare il nostro Paese dalla dipendenza dalle importazioni russe, in coerenza con la strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
Lukoil ha acquisito una partecipazione del 25% in Marine XII nel 2019 dalla società britannica New Age.
I blocchi Marine XXIV e Marine XXXI non sono stati assegnati a Eni è a Lukoil. Nel 2018 è stata effettuata un'offerta congiunta ed il processo di aggiudicazione è stato sospeso nel 2020 e non si è ancora completato. La quota del co-offerente è inferiore al limite dettato dal regime sanzionatorio applicabile.
3.5 Nel 2020 Claudio Descalzi ha dichiarato che Eni si era autoimposta il limite temporale al 2025 per l'attività di prospezione, ricerca, coltivazione, di idrocarburi
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liquidi e gassosi onshore ed offshore in Italia. Ad oggi questa linea viene confermata, oppure il mutato scenario internazionale la deve smentire?
Non ci risulta alcuna dichiarazione in tal senso da parte dell'Amministratore Delegato.
3.6
Quali sono i progetti presentati da Eni al governo Meloni per l'aggiornamento del PNRR alla luce del REPower EU?
Nell'ambito delle consultazioni del Governo per un confronto con diversi stakeholder sul nuovo capitolo REPowerEU, Eni - insieme ad altre partecipate - è stata invitata a prendere parte alla riunione della Cabina di Regia del PNRR per fornire il proprio contributo in termini di proposte progettuali concrete e di realizzazione nei tempi previsti dal Piano.
Eni ha sottoposto al vaglio del Governo alcune linee progettuali finalizzate a contribuire alla sicurezza energetica del Paese, alla decarbonizzazione, in particolare dei settori industriali hard-to-abate e dei trasporti, anche attraverso la proposta di progetti di economia circolare.
3.7 Perché l'azienda, il cui socio di maggioranza è lo Stato, non ha mai ritenuto di dover rendere pubblica questa lista, di cui i giornali fanno congetture da gennaio 2023, visto che le risorse da spendere sono pubbliche ?
Le linee progettuali proposte sono a oggi al vaglio del Governo che dovrà - nelle prossime settimane -sottoporre alla Commissione europea il proprio Piano di aggiornamento del PNRR alla luce del REPowerEU. Riteniamo quindi che sarà il Governo a rendere note le proprie decisioni non appena avrà vagliato e selezionato, fra le diverse proposte ricevute, quelle che intenderà accogliere.
4.1 Dalla relazione finanziaria 2022 e dal sito di Eni si apprende che "la carbon capture and storage (CCS) è una leva fondamentale della strategia di decarbonizzazione di Eni". Lo scopo è quello di poter offrire prodotti decarbonizzati al clienti, in/modo da ridurre gradualmente le emissioni Scope 3. Ma gli studi che criticano/la/CCS e che anzi la giudicano fallimentare sono numerosi: si pensi a quello di Carbon Tracker, quello del centro studi ECCO o quello dell'IEEFA. Sono poi accertate le pressioni
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fossili per far inserire gli implanti per la cattura e lo stoccaggio di carbonio come strumenti utili per la mitigazione del clima. Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia, la capacità annuale di cattura del carbonio dovrebbe aumentare a 1,6 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2030 per allinearsi con un percorso di "zero emissioni nette" entro il 2050: un traguardo allo stato attuale irraggiungibile. Per questo motivo chiediamo a Eni: perché insistere su questa tecnologia dispendiosa e dai risultati modesti?
Tutte le maggiori e accreditate organizzazioni internazionali (IPCC, ONU e IEA) ritengono la CCUS un elemento fondamentale ed imprescindibile di una strategia di decarbonizzazione di medio e lungo termine solida e credibile, in particolare per l settori industriali hard to abate che non hanno altre alternative percorribili. Per questi motivi lo sviluppo industriale su larga scala della CCUS è supportato da diversi stati nazionali (ad es. Regno Unito, Norvegia, Olanda, Danimarca, Canada, Australia, USA) e dall' Unione Europea stessa che ha raccomandato agli Stati membri di includere nelle versioni aggiornate dei propri Piani Nazionali Energia e Clima gli impegni previsti per consentire alle industrie di catturare la CO2 e immagazzinaria in siti di stoccaggio, oltre agli objettivi di capacità di iniezione previsti nella bozza di Net Zero Industry Act proposta dalla Commissione Europea. Gli obiettivi di tutti i percorsi "zero emissioni", sia della IEA che di altre organizzazioni, sono estremamente sfidanti ma ritenuti comunque raggiungibili. Questo non è una caratteristica specifica della CCUS ma riguarda tutte le leve di decarbonizzazione incluse in quelle strategie, dalle rinnovabili all'efficienza energetica, all'idrogeno e al cambiamenti comportamentali. Proprio l'articolazione di queste strategle su più leve di decarbonizzazione le rende più robuste e consente di costruire un sistema flessibile e quindi aumentare le possibilità di raggiungere gli oblettivi di decarbonizzazione fissati per il 2050.
La CCUS è il processo tecnologico più efficace (in termini di volumi di CO2 evitati in atmosfera) ed efficiente (per tempi di realizzazione e costi) di decarbonizzazione per i settori industriali hard to abate per i quali non sono disponibili altre soluzioni che possano fornire gli stessi risultati. Un esempio concreto è il programma olandese SDE++ di sostegno alle tecnologie di decarbonizzazione dove le gare condotte nel corso degli anni, a conferma del principio di neutralità tecnologica, hanno dimostrato che la CCUS è risultata tra le migliori soluzioni in termini assoluti di quantità di CO2 evitata e di costo unitario (€/t).
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4.2 Quali sono le altre strategle messe in campo per azzerare le emissioni Scope 3?
Le emissioni nette verranno azzerate al 2050 grazie alla riduzione della produzione di idrocarburi e all'incremento del portafoglio prodotti energetici low carbon/ green dovuto principalmente allo sviluppo di energia rinnovabile ma anche da fusione magnetica e dalla produzione di biocarburanti. Contribuiscono inoltre alla riduzione delle emissioni scope 3, il phase out dalla raffinazione tradizionale e dalla riduzione degli impegni di acquisto di gas da terzi.
Per quanto riguarda la catena di fornitura, Eni ha sviluppato un modello di procurement che tiene conto in tutte le sue fasi, dalla selezione e qualifica dei fornitori, ai procedimenti di gara fino alla gestione contrattuale e feedback, delle caratteristiche ESG del propri fornitori, con l'obiettivo di coinvolgerli nel conseguimento degli obiettivi di transizione energetica, decarbonizzazione e sviluppo sostenibile. Il Programma di Sustainable Supply Chain vuole perseguire una transizione energetica equa e inclusiva supportando i fornitori con strumenti concreti per facilitare il loro percorso di crescita e miglioramento sulle dimensioni ESG. In particolare, il nostro approccio prevede:
La prima fase del Progetto Ravenna CCS è finanziata con capitale proprio dalla JV Eni-Snam costituita nel dicembre 2022 per lo sviluppo conglunto di Ravenna CCS. Per quanto riguarda la Fase 2 del Progetto la JV potrà beneficiare degli eventuali fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea nel caso si venissero a creare le condizioni di eleggibilità.
4.4 Se, dopo il mancato finanziamento attraverso l'Innovation Found e la prima versione del PNRR, ciò (il mancato finanziamento) dovesse replicarsi anche con il REPower EU, Eni continuerà ancora nella ricerca di fondi europei per l'impianto CCS di Ravenna?
Il progetto CCS di Ravenna per la decarbonizzazione dei settori hard to abate, nel caso si venissero a creare le condizioni per l'eleggibilità, potrà attingere al fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea sia per quanto concerne la sezione della cattura (emettitori) sia per il trasporto e lo stoccaggio della CO2.
4.5 È corretto affermare che senza i fondi europei l'impianto di Ravenna è economicamente insostenibile?
Come per le altre leve di decarbonizzazione (rinnovabili, idrogeno, etc.) anche la CCUS necessita di un modello di business regolato e di politiche di sostegno per promuovere la decarbonizzazione che nel caso della cattura e stoccaggio della CO2 risulta imprescindibile per i settori industriali hard to abate. L'estrema attenzione della comunità europea per la transizione energetica ha portato ad un valore del prezzo della CO2 (sistema ETS) superiore agli 80 €/ton che promuove l'utilizzo della CCUS per raggiungere gli obiettivi climatici e per ridare slancio allo sviluppo industriale sostenibile rendendo ormal prossimo il breakeven dei progetti CCS con il valore della CO2 sul mercato ETS.
5.1 A ottobre 2022 è stato reso pubblico il report del working group sul diritti umani e lavoro delle Nazioni Unite, che nel 2021 aveva viaggiato lungo numerosi luoghi di problematicità ambientali e lavorative - da Taranto a Foggia, passando per la Val d'Agri, Brindisi, Prato e Roma. In quell'occasione le relatrici e i relatori Onu avevano ascoltato sindacati, organizzazioni della società civile, istituzioni e imprese. In Basilicata a essere messo sotto osservazione era stato il COVA, il Centro Oli della Val d'Agri, gestito da Eni. Dal report del working group si apprende che "l'azienda ha
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sottolineato i propri sforzi in materia di protezione ambientale e di coinvolgimento delle comunità. Tuttavia, sono necessari ulteriori sforzi da parte dell'Eni per condurre una due diligence significativa in materia di diritti umani e ambiente e per costruire un rapporto di fiducia tra l'azienda e la comunità, al fine di garantire la disponibilità di dati verificabili in modo indipendente per rispondere a qualsiasi preoccupazione legittima. Inoltre, le attività di monitoraggio devono essere svolte in modo trasparente dalle istituzioni competenti e i dati relativi agli sviluppi intorno al COVA devono essere resi ampiamente accessibili alla popolazione".
Siccome quel che avviene in Val D'Agri è paradigmatico delle attività dell'azienda nel resto d'Italia, qui si Intendono estendere le sollecitazioni sul COVA a tutta Italia. E quindi chiediamo:
Eni ha intenzione, così come chiesto dal working group, di garantire dati trasparenti e verificabili sulle attività in tutta Italia, sui progetti presenti e su quelli futuri, che vadano al di la della comunicazione, per "costruire un rapporto di fiducia tra l'azienda e la comunità"?
Per quanto riguarda l'approccio Eni (valido anche per le attività in Italia) volto a garantire dati trasparenti e verificabili sulle attività relative alla gestione dei diritti umani e delle tematiche ambientali si faccia riferimento alle sezioni: "Rispetto per l'ambiente" (pag. 190-196) e "Diritti Umani" (pag. 196-199) della Dichiarazione consolidata di carattere Non Finanziario (DNF) contenuta nella Relazione Finanziaria Annuale 2022. Si vedano inoltre le sezioni relative a diritti umani dei paragraf "Modelli di gestione e organizzazione" (pagg. 168-169) e "Approccio responsabile e sostenibile" (pagg. 170-171) della DNF. Con riferimento alle attività di coinvolgimento degli stakeholder e relazione con le comunità si vedano le sezioni: "Attività di stakeholder engagement" (pagg. 16-17) e "Alleanze per lo sviluppo" (pagg. 205-207) della DNF.
Per quanto riguarda la Basilicata, sul sito Eni Basilicata è possibile consultare tutti i dati sulla qualità dell'aria e dell'acqua raccolti dalla rete di rilevamento Eni dislocata attorno al Centro Olio Val d'Agri, aggiornati costantemente. Inoltre, sono disponibili approfondimenti dedicati agli impianti, ai numeri dell'occupazione e delle royalties, alla sicurezza delle persone, agli accordi con gli stakeholder istituzionali per la realizzazione di progetti sostenibili.
5.2 A seguito delle sollecitazioni del working group delle Nazioni Unite, Eni prevede di stilare una nuova due diligence italiana in materia di diritti umani e ambiente? Se no, perché?
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Risposta
Per quanto riguarda l'approccio Eni, valido anche per le attività in Italia, relativo alla Per qualità diritti umani e delle tematiche ambientali si faccia riferimento alle gestioni: "Rispetto per l'ambiente" (pag. 190-196), "Diritti Umani" (pag. 196-299) e Sezioni: "Napero (pag. 217) della Dichiarazione consolidata di carattere Non Finanziario (DNF) contenuta nella Relazione Finanziaria Annuale 2022.
Per un approfondimento sulla due diligence di Eni sui diritti umani si vedano anche il report dedicato Eni For Human Rights 2021 (da pag. 33 a pag. 88) e la sezione dedicata all'interno del paragrafo Tassonomia Europea della DNF (pag. 217).
5.3 Se sì, si chiede di indicare tempi e modalità di realizzazione.
Si veda risposta alla domanda n. 5.2.
Il tema dei biocarburanti è diventato l'ennesimo motivo di scontro con le istituzioni n conee, col governo Meloni che ha deciso di intestarsi la battaglia contro il divieto della produzione di nuove auto a combustione termica - diesel, benzina, metano e gpl - dal 2035.
Come si colloca su questo versante Eni?
Come si conoca so che dietro le manovre del governo ci sia Eni, cioè uno degli 6.1 Perche la sensuziolo europeo sui biocarburanti. In particolare, Eni è al momento in prima linea nei cosiddetti blocarburanti di seconda generazione, cioè quelli derivanti da colture marginali o da scarti alimentari, dopo le tante polemiche e i danni ambientali accertati dai biocarburanti di prima generazione (quelli di origine vegetale, come gli oli di palma e di soia), che la stessa Eni ha utilizzato fino all'anno vegetale, come gii on on on avevamo posto una serie di domande sulla filiera, che ci avevano lasciati insoddisfatti. Poniamo dunque ulteriori quesiti;
In occasione dell'assemblea degli azionisti di maggio 2022, Eni scriveva che "i biocarburanti sono destinati a sostituire completamente, assieme alle altre soluzioni biocal buranti sostenibile, i carburanti ottenuti dalla raffinazione del petrollo": si fa riferimento, così come affermato l'anno scorso, esclusivamente al settore dei rrerimento, così "este in special modo aviazione e marittimo (come già sta avvenendo), o, trasporti pesanti, nesantà di produzione dei biocarburanti a 5 millioni di tonnellate l'anno entro il 2030, Eni ha cambiato strategia e prevede di utilizzare i biocarburanti anche nel trasporto privato?
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Confermiamo l'approccio già enunciato lo scorso anno per cui il trasporto pesante, aereo e navale rimangono ambiti chiave in cui i biocarburanti costituiscono l'unica soluzione oggi percorribile per ridurne le emissioni. Il successo della transizione, infatti, dipende dalla capacità di essere neutrali dal punto di vista tecnologico, e la sua sostenibilità implica anche la considerazione delle conseguenze socioeconomiche, che diventano rischiose se si punta con grande prevalenza su una sola soluzione, quella elettrica, che peraltro richiede il ricambio di un intero parco auto continentale, escludendo le altre più immediatamente praticabili. Un approccio integrato e non ideologico, che consideri tutte le soluzioni disponibili sulla base della loro capacità di decarbonizzare il settore dei trasporti ha quindi un vantaggio sia sociale, che economico che ambientale.
6.2 In occasione dell'assemblea degli azionisti di maggio 2022 Eni scriveva che dall'Africa "l'olio di ricino, durante la prima fase di produzione, che durerà un anno, sarà trasportato con flexibag che viaggeranno via mare e saranno caricati nei porti di Palermo e Catania". È ancora così?
I primi mesi dopo l'avvio dell'Agri Hub in Kenya hanno permesso di inviare ad Ottobre 2023 circa 300 tonnellate di oli vegetali in flexibag. Grazie alle produzioni successive, siamo in procinto di inviare il primo carico di oli vegetali pari a circa 4 mila tonnellate in bulk, che si prevede possa scaricare direttamente in bioraffineria utilizzano la banchina dedicata.
6.3 Perché non si è scelto di far approdare i carichi di olio di ricino direttamente nel porto industriale di Gela, per poi lavorarli nella green refinery?
Il porto industriale di Gela al momento non è ancora attrezzato alla ricezione del flexibag.
6.4 In occasione dell'assemblea degli azionisti di maggio 2022, Eni scriveva, sul trasporto dell'olio di ricino, che "sono in fase di perfezionamento i calcoli emissivi associati, comunque sensibilmente inferiori, lungo l'intera catena produttiva". Sono stati completati questi calcoli? E se si, cosa dicono?
L'iniziativa portata a termine in Tunisia è stata di carattere sperimentale. I campi prova di ricino sono stati realizzati in una limitata area predesertica in prossimità della città di Gafsa, in una zona semi-desertica non coltivata e inadatta alla coltivazione. I risultati ottenuti durante la sperimentazione sono in fase di valutazione per decidere su eventuali sviluppi futuri.
6.5 Perché, come vorrebbe la logica industriale, non sono stati effettuati prima di avviare un ciclo produttivo, in modo da poterne valutare costi e benefici?
Si veda risposta alla domanda n. 6.4.
6.6 In occasione dell'assemblea degli azionisti di maggio 2022, sugli oli esausti in Italia Eni scriveva che "per quanto riguarda l'incremento della raccolta, siamo in contatto con varle regioni per favorire questi processi per la massimizzazione del recupero". Ma sia CONOE che RenOils, i due consorzi che effettuano la raccolta degli oli esausti in Italia, hanno affermato plù volte che siamo già quasi al limite massimo di raccolta possibile. Dunque Eni, che intende pure aumentare la produzione di biocarburanti in Italia, dovrà ricorrere alle importazioni estere. Si chiede di indicare le aziende, e gli Stati di provenienza, dal quali Eni importa gli oli esausti, e in quali quantità.
La strategia di approvvigionamento dei feedstocks dipende dalle evoluzioni del quadro normativo dei vari paesi target e con esso anche il peso delle singole tipologie nel mix produttivo.
Le dinamiche di prezzo degli olli esausti possono variare nel corso del tempo e quindi anche il peso proveniente dalle relative aree geografiche. Ad oggi gli approvvigionamenti di olii esausti sono prevalentemente di origine italiana.
6.7 È stata effettuata un'analisi LCA della filiera dell'olio di ricino, degli oli esausti e degli altri oli provenienti dall'Africa - noci di croton, cotone, arbusti oleosi - necessari alla produzione di biocarburanti?
Gli oli provenienti dall'Africa sono certificati secondo gli standard di sostenibilità della REDII, che prevede l'indicazione del bilancio GHG dell'olio stesso attraverso un'analisi LCA. I valori sono stati certificati secondo lo schema volontario ISCC EU.
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6.8 All'assemblea degli azionisti di maggio 2022 Eni chiedeva praticamente un atto di fede: diceva di aver effettuato analisi LCA ma non comunicava a quale ente terzo le avesse commissionate né diffondeva dati utili, dicendo che voleva evitare un presunto "vantaggio competitivo per i competitors". Ricordando a Eni la nuova direttiva europea CSRD che obbliga le grandi imprese europee a rendere pubblici i dati su come il loro modello di business impatta l'ambiente e le persone, nonché i nuovi indicatori di sostenibilità elaborati dall'Istituto di ricerca delle Nazioni Unite per lo sviluppo sociale, e considerato inoltre che a livello internazionale si lavora per favorire l'accessibilità e lo scambio gratuito e libero di dati LCA tramite banche dati pubbliche, torniamo a chiedere di rendere pubbliche le analisi LCA effettuate sulla filiera dei biocarburanti.
I biocarburanti prodotti dalle bioraffinerie eni hanno un'impronta carbonica (GHG) "well to wheel" che rispetta i requisiti della REDII che consente di dichiararii "sostenibili". Tale impronta è la somma del contributo di CO2 equivalente dovuto alla materia prima, quello del processo di lavorazione nelle bloraffinerie e quello relativo a stoccaggio/trasporto e distribuzione fino al punto di immissione in consumo. contributo della materia prima è riportato nelle POS (Proof of sustainability) che accompagnano la materia stessa e che riportano dati certificati da ente terzo secondo schemi predefiniti riconosciuti in ambito EU-REDs. Il contributo dato dal processo di bioraffinazione e tutte le altre componenti fino all'immissione al consumo, è calcolato secondo schema volontario riconosciuto dalla commissione EU o da sistema nazionale Italia (nel ns caso ISCC voluntary scheme) e certificato anchesso da ente terzo (RINA nel ns caso).
Secondo il criterio convenzionale della Direttiva (UE) 2018/2001 "REDII", la riduzione delle emissioni di CO2eq dell'HVOlution lungo la filiera logistico-produttiva nel 2022, è stata tra il 60% e il 90%, rispetto al mix fossile di riferimento (i.e. 94g CO2eq/MJ), a seconda delle materie prime utilizzate per la sua produzione.
6.9 Sul sito di Eni si legge che "a ottobre 2022, il primo cargo di olio vegetale per la bioraffinazione prodotto da Eni in Kenya è partito dal porto di Mombasa, diretto alla bioraffineria di Gela. A soli tre mesi dallo startup dell'agri-hub di Makueni Inizia l'export di olio vegetale per le bioraffinerie". Come è stato possibile realizzare in soli tre mesi il primo carico di export?
A valle dell'avvio dell'impianto a metà luglio 2022, dopo circa due mesi Eni há testato l'esportazione attraverso un carico di 60 tonnellate, grazie principalmente alla
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valorizzazione di co-prodotti disponibili dalle filiere agro-industriali (vedi domanda 6.10) e dalla raccolta dei semi di croton da piante spontanee.
6.10 Quali sono state, e in che quantità, le tipologie di oli prodotti ed esportati verso la Sicilia?
Nel 2022 Eni Kenya ha inviato circa 300 tonnellate di ollo così distribuito:
L'olio di ricino prodotto nel 2022 durante la prima campagna di coltivazione è stato stoccato e verrà inviato in Italia nel corso del 2023.
6.11 In un contesto come il Kenya, storicamente povero d'acqua, come riesce Eni a rendere possibile produttiva una coltivazione come il ricino?
Il ricino e una pianta resistente agli stress idrici, quindi adatta alle aree semi-aride del Kenya, dove è sufficiente il contributo delle piogge.
Le coltivazioni realizzate fino ad oggi in Kenya, in aree storicamente povere di acqua, hanno gia fornito risultati soddisfacenti dal punto di vista produttivo. L'introduzione di sementi migliorate, che Eni metterà a disposizione, e l'adozione di buone pratiche agricole permetterà agli agricoltori di migliorare ulteriormente le rese.
7.1 Sul sito del ministero dell'Ambiente dedicato alle valutazioni e autorizzazioni ambientali l'ultimo documento relativo al progetto del gasdotto Argo Cassiopea risale a marzo 2023: si tratta di note tecniche a supporto della richiesta di alcune prescrizioni ambientall ma, negli allegati dal 2 al 5, che dovrebbero indicare il programma di perforazione e completamento dei pozzi Argo 2, Cassiopea 3 e dei due pozzi Cassiopea 1 e 2 DIR si trovano soltanto pagine bianche. Neanche sul sito di Eni è presente un cronoprogramma del progetto Argo-Cassiopea e le uniche informazioni in tal senso sono le rassicurazioni dei dirigenti i quali continuano ad annunciare che entro il 2024 la produzione di gas dai pozzi antistante la costa tra Gela e Licata sarà attiva. E possibile avere un cronoprogramma dettagliato del progetto?
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Gli allegati dal 2 al 5, che includono i programmi di perforazione e completamento dei 4 pozzi Argo 2, Cassiopea 1DIR, 2 e 3 risultano caricati in data 26/4/2023 sul sito del Ministero.
Il cronoprogramma dettagliato, che conferma l'avvio della produzione nella prima metà del 2024, è allegato all'istanza di proroga VIA presente sempre sul sito del Ministero.
7.2 A che punto è la proroga del decreto Via-Ala per la costruzione del gasdotto Argo-Cassiopea?
L'istanza di proroga VIA è stata presentata a luglio 2022. È stato ricevuto parere positivo dalla Soprintendenza Beni Culturali di Caltanissetta in data 02/02/2023 ed è atteso il provvedimento definitivo di proroga entro la data di scadenza della VIA ovvero il 26/5/2023.
7.3 Ancora su Argo-Cassiopea: quella che era la "CONCESSIONE DI COLTIVAZION IDROCARBURI G.C1.AG", in seguito ridenominata "INTERVENTI DI OTTIMIZZAZIONE DEL PROGETTO OFFSHORE IBLEO - CAMPI GAS ARGO E CASSIOPEA", risale nella sua prima versione al 2014. La Valutazione di Impatto Ambientale è dunque di nove anni fa. Nel frattempo, molte cose sono cambiate. Nell'ambito della procedura della VIA per il gasdotto Melita-Pipeline (che dovrebbe realizzarsi in uno specchio d'acqua antistante a quello di Argo-Cassiopea) è stato realizzato nel 2018 uno studio nel Golfo di Gela per accertare lo stato ecologico degli stati marini: in questo studio sono emerse "perturbazioni nell'ambito degli ecosistemi marini (Habitat 11.10) da parte delle attività industriali presenti a Gela, nonostante la chiusura della raffineria di Gela (2014) e i progetti di messa in sicurezza e bonifica in atto", come si legge nel provvedimento rilasciato dalla Riserva Naturale del Biviere. In tale studio, inoltre, sono emerse concentrazioni preoccupanti di uranio 238 e di torio 234.
Alla luce di tali risultati, Eni non ritiene opportuno presentare una nuova istanza di valutazione di impatto ambientale per il gasdotto Argo-Cassiopea, in modo da fugare ogni dubbio?
Nel 2014 il Ministero dell'Ambiente ha rilasciato il provvedimento VIA-AIA con l'guale è stata decretata la compatibilità ambientale del progetto. Nel 2018 è stato presentato e approvato il nuovo programma lavori che minimizzava gli impatti a mare con esclusione della costruzione della nuova piattaforma Prezioso K e la replizzazione
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dell'implanto di trattamento all'interno della Raffineria di Gela. Il nuovo programma lavori è stato valutato ed è poi stata richiesta una ulteriore proroga VIA, a luglio 2022, all'interno del cui procedimento vengono riprese le valutazioni principali che confermano la piena compatibilità ambientale del progetto.
7.4 In ogni caso, come risponde Eni alle osservazioni e ai dati presentati nello studio citato, che tirano in ballo le attività dell'azienda? Come risponde Eni alle voci secondo le quali sarebbe la stessa azienda la responsabile delle concentrazioni di uranio 238 e di torio 234?
Il Progetto Cassiopea prevede la messa in produzione di giacimenti di gas naturale, composti al 99% da gas metano e non ha nessun tipo di impatto in termini di uranio 238 e di torio 234.
Inoltre, relativamente allo studio citato al precedente punto 7.3, si precisa che lo stesso è stato richiamato nel parere rilasciato dalla Riserva Naturale del Biviere di Gela nell'ambito della procedura di VIA per il gasdotto Melita-Pipeline e che il suddetto parere è stato messo agli atti ed istruito dalla Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale - VIA e VAS, che ha quindi emesso il Parere n. 234 del 28 marzo 2022 sul progetto. A fronte del parere della Commissione Tecnica il Ministero della Transizione Ecologica, di concerto con il Ministero della Cultura, ha emesso il Decreto prot.216 del 27 maggio 2022 che ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sul "Progetto di interconnessione Italia-Malta "Melita Trans Gas (MTG) Pipeline".
7.5 A che punto è l'attuazione delle prescrizioni ambientali inserite dal Comune di Gela nell'autorizzazione del progetto Argo-Cassiopea?
Tutti gli studi sono stati completati e presentati. Eni rimane in attesa della convocazione del tavolo tecnico da parte del Comune di Gela come previsto dal permesso a costruire 22/22 rilasciato dallo stesso Comune.
7.6 Perché l'azienda ha scelto di avviare prima i lavori preparatori dell'infrastruttura invece che attuare le prescrizioni ambientali?
L'ottemperanza delle prescrizioni è stata avviata immediatamente a valle dell'ottenimento del decreto di compatibilità ambientale e successive proroghe e continua ad essere portata avanti in parallelo ai lavori di realizzazione dell'impianto.
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7.7 Ciò non comporterà un costo maggiore?
No, non sono previsti costi maggiori.
7.8 A febbraio 2023 la Regione Siciliana ha destinato la propria parte di royalties previste per il gasdotto Argo-Cassiopea al territorio gelese, mentre l'anno scorso, in occasione dell'assemblea degli azionisti, Eni aveva ricordato che per le produzioni di gas a mare "non sono previste royalties per i Comuni". Alla luce dell'importanza del progetto energetico e dello stato di difficoltà del Comune di Gela, Eni prevede qualche altra forma di compensazione economica oltre i 32 milioni promessi nel 2014, e ancora in parte non corrisposti?
Le compensazioni economiche che Eni corrispondera per il progetto Cassiopea sono stabilite secondo la normativa applicabile e in ottemperanza alle prescrizioni ricevute nell'ambito del decreto di compatibilità ambientale. Eni è impegnata a massimizzarne le ricadute positive sul territorio, come ad esempio nell'ambito della definizione della compensazioni destinate al reparto pesca e dei progetti per la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale regionale.
Tali compensazioni e i relativi benefici vanno inquadrate nel programma più ampio per la riqualificazione e il rilancio del territorio portato avanti da Eni a Gela, sia in termini di transizione energetica, decarbonizzazione e rigenerazione ambientale, sia in ambito di valorizzazione del territorio e di sostegno allo sviluppo socioeconomico locale, in continuità con i principi sanciti nel Protocollo d'Intesa firmato da Eni con il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Sicilia, il Comune di Gela, le Organizzazioni Sindacali, Confindustria Centro Sicilia,
Nel Protocollo 2014 è previsto l'impegno di Eni a fornire il proprio contributo economico, per un totale di 32 milioni di euro, per la realizzazione di interventi, da realizzarsi da parte della Regione Siciliana o del Comune di Gela, atti allo sviluppo sostenibile e alla riqualificazione urbana e culturale del territorio gelese. Da evidenziare che la mancata corresponsione di parte dei 32 milioni previsti dal Protocollo è legata alla necessità di finalizzare gli accordi attuativi con l'Amministrazione Comunale.
7.9 È vero che Eni intende autorizzare l'uso di parte dei fondi delle compensazioni previste nel protocollo d'intesa del 2014 per finanziare i festeggiamen dell'ottantesimo anniversario dello sbarco alleato, previsti in estate a Gela?
Il Protocollo di Intesa per l'area di Gela del 2014 prevede la stipula di accordi attuativi nonché detta i relativi contenuti minimi per l'erogazione di finanziamenti da parte di Eni a favore di interventi per lo sviluppo sostenibile e la riqualificazione urbana e culturale del territorio gelese, da realizzarsi da parte della Regione Siciliana o del Comune di Gela. Nel 2017 è stato firmato un Accordo Quadro tra la Regione Sicilia, il Comune di Gela, Eni SpA, EniMed e RaGe, discendente dal Protocollo d'intesa, che dettaglia una parte dell'impegno della società in specifici Interventi con i relativi contributi per la realizzazione.
Il Comune di Gela ha chiesto a Eni di poter accedere a una parte della quota fondi dedicata all'Intervento "Programma Riqualificazione delle risorse archeologiche e turistiche e artistiche del territorio" - previsto dall'Accordo Quadro del 2017 - al fine di realizzare un programma di iniziative riconducibili alla Ricorrenza dello Sbarco degli Alleati che incentivino lo sviluppo economico locale. Tali iniziative dovranno essere volte alla rigenerazione e alla valorizzazione dei luoghi e del patrimonio materiale e immateriale del territorio e/o destinate al settore della cultura, dell'Istruzione, del turismo e del marketing e promozione territoriale. Eni, che peraltro ai sensi di quanto previsto da Protocollo 2014 non autorizza ma verifica esclusivamente la coerenza degli interventi con gli obiettivi dello stesso, si è resa disponibile a sostenere l'intervento.
È prevista la stipula di un Accordo Attuativo, in linea con l'art. 6 del Protocollo 2014, i cui termini e condizioni sono ancora in fase di definizione, che regolerà il contributo economico previsto per sostenere il programma di iniziative riconducibili alla Ricorrenza dello Sbarco degli Alleati, la cui definizione è ancora in corso da parte del Comitato Tecnico Scientifico del Comune di Gela.
7.11 Per quel che riguarda la bonifica dei terreni insaturi nel sito industriale di Piana del Signore, perché per alcune aree indicate ancora come produttive si prevede soltanto la messa in sicurezza e non la bonifica completa?
Si evidenzia innanzitutto che, per quanto riguarda i progetti già autorizzati dagli Enti competenti, gli interventi di bonifica dei terreni insaturi sono stati completati o sono in corso di esecuzione nel rispetto dei cronoprogrammi comunicati.
Con riferimento al "Progetto di Messa in Sicurezza Operativa dei terreni insaturi di proprietà RaGe oggetto di Analisi di Rischio approvata con Decreto n. 211 del
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09/11/2021" trasmesso con Prot. RAGE/AD/262/T del 18/05/2022 e attualmente in istruttoria, gli interventi di Messa in Sicurezza Operativa (MISO), definiti dal D. LgS. 152/06 e s.m.i., art. 240, comma "n", sono "l'insieme degli interventi eseguiti in sito con attività in esercizio atti a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente, in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica da realizzarsi alla cessazione dell'attività produttiva. Essi comprendono altresi gli interventi di contenimento della contaminazione da mettere in atto in via transitoria fino all'esecuzione della bonifica o della messa in sicurezza permanente, al fine di evitare la diffusione della contaminazione all'interno della stessa matrice o tra matrici differenti. In tali casi devono essere predisposti idonei plani di monitoraggio e controllo che consentano di verificare l'efficacia delle soluzioni adottate per le aree con attività in esercizio".
Premesso quanto sopra, si indica che gli interventi di MISO sono stati previsti esclusivamente in corrispondenza delle aree con attività in esercizio, in particolare nelle subaree di stabilimento denominate "Uffici e Magazzini" e "Impianti e Serbatoi", caratterizzate dalla presenza di strutture e infrastrutture legate alle attività produttive e che risultano tecnicamente e logisticamente non accessibili per l'esecuzione di interventi di bonifica così come definiti all'art. 240 comma 1 lettera "p":
7.12 Nel corso di una riunione ministeriale avvenuta a metà dicembre 2022, all'interno della conferenza dei servizi sulla bonifica dell'ex raffineria di Gela, si tornati a parlare dell'area di Bosco Bulala dove, secondo i dati forniti da Eni in riunioni precedenti, ci sarebbe una contaminazione da mercurio. La stessa azienda aveva parlato della necessità di "un'indagine integrativa", con lo scopo di "preservare per quanto possibile lo stato dell'habitat di Bosco Bulala e Valle Priolo evitando interventi impattanti". Quali sono le attività previste di accertamento e tutela dell'area? Che tempi di realizzazione prevede l'azienda?
Si precisa che è in fase di completamento e sarà trasmesso entro Il mese corrente il Piano di caratterizzazione integrativo dell'area esterna denominata "Bosco Bulala" e "Valle Priolo", di proprietà della Raffineria di Gela S.p.A., in accordo alla prescrizione formulata dagli Enti Pubblici nel conferenza di Servizi istruttoria del 12/12/2022, di stralciare l'area esterna dal Progetto di MISO dei terreni della Raffineria di Gela. Al momento non è possibile indicare i tempi per il completamento delle attività da caratterizzazione in quanto dipendono dalla conclusione dell'iter autorizzativo.

7.13 È lungo l'elenco delle promesse inattuate di Eni a Gela. Solo per rimanere agli ultimi anni, ad aprile 2020, in piena ondata Covid, l'azienda promise di donare alla città un reparto di terapia intensiva da realizzare presso l'ospedale "Vittorio Emanuele". A quanto ci risulta, però, i cantieri non sono ancora stati consegnati. Dalla promessa di Eni sono passati più di tre anni, e nel frattempo di Covid (per fortuna) non si parla quasi più. Lo stanziamento di ENI per questo reparto è ancora attivo o è stato destinato altrove?
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La realizzazione del nuovo reparto di terapia intensiva presso il Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela è una componente di un accordo sottoscritto tra ASP Caltanissetta ed Eni nel marzo del 2021 che ha già consentito, durante la fase Covid, la consegna all'ospedale di 15 ventilatori polmonari ed 1 ecografo. A seguito delle fasi tecniche preliminari, dedicate all'ottenimento delle autorizzazioni previste dalle normative di legge tramite l'indizione di una Conferenza dei Servizi, allo sviluppo ed approvazione della progettazione esecutiva ed allo svolgimento delle procedure di assegnazione dell'opera, la realizzazione del nuovo reparto di terapia intensiva si è conclusa nel mese di aprile 2023. Sono programmati a maggio 2023 i collaudi tecnici delle opere e la successiva chiusura amministrativa del cantiere.
7.14 A maggio 2021 Eni e il Comune di Gela hanno sottoscritto un protocollo per realizzare un banco allmentare; anche in questo caso, però, i lavori all'ex mattatoio (la sede individuata nell'accordo) non sono mai partiti. Perché il banco alimentare non è stato ancora realizzato?
Eni, insieme al Comune di Gela, la Fondazione Banco Alimentare e il Banco Alimentare della Sicilia ONLUS, ha sottoscritto un accordo di collaborazione che prevede l'impegno diretto di Eni nelle attività di rifacimento e adeguamento dell'immobile reso disponibile dal Comune di Gela per la creazione di una sede decentrata del Banco reso unspore, allo scopo di ottimizzare e incrementare la raccolta delle eccedenze alimentari favorendone, poi, la distribuzione.
Il progetto per la realizzazione del Banco Alimentare prosegue, sono stati conclusi gli studi di ingegneria inerenti alla riqualificazione e rifunzionalizzazione dell'immobile ed è stata predisposta la documentazione tecnica propedeutica all'esecuzione della gara per l'assegnazione dei lavori. Siamo in attesa del rilascio dei permessi necessari per procedere con l'emissione del bando di gara, propedeutiche all'avvio dei lavori.
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7.15 Ci sono possibilità concrete che venga realizzato?
Si veda risposta alla domanda precedente. Eni è impegnata in maniera proattiva e collaborativa, insleme con i partner di progetto, al fine di proseguire le attività e conseguire il risultato atteso.
7.16 Nel caso non venga realizzato, Eni ha definito progetti alternativi?
Si veda risposta alla domanda n. 7.14.
7.17 Infine, c'è la vicenda del master universitario: i corsi sono partiti nel 2022 ma studentesse e studenti devono utilizzare una sede del Comune, giudicata inadeguata, mentre Eni aveva promesso di mettere a disposizione l'ex casa albergo di Macchitella, cloè uno stabile di sua proprietà, che aveva fatto ristrutturare a tal proposito. Su questo stabile erano state promesse una sede universitaria e un indotto di start-up. Però lo stabile rimane inutilizzato. E vero che l'ex casa albergo è stata ristrutturata con le compensazioni di Eni destinate teoricamente al Comune di Gela?
Si veda risposta alla domanda n. 7.18
7.18 Se Eni non ritiene di utilizzare questa struttura, perché non la regala alla città, così come richiesto dall'amministrazione comunale ?

Macchitella Lab", secondo il quale Raffineria di Gela si impegnava a riqualificare l'immobile di sua proprietà per pol consegnarlo al Comune di Gela, previa sottoscrizione di un contratto ad hoc che disciplinasse il rapporto tra le parti. I lavori di ristrutturazione dell'immobile si sono conclusi ad aprile 2022; ad oggi tutti gli adempimenti legati alla rifunzionalizzazione dei locali dell'Ex Casa Albergo sono stati eseguiti e completati da Eni. Sono state dunque avviate le interlocuzioni dal Comune di Gela sulla futura gestione.
7.19 Le aree non interessate dal nuovo ciclo produttivo di Eni, che si concentra principalmente sulla produzione di biocarburanti e di gas, sono molto ampie. Eni ha perimetrato queste aree, sia all'interno che all'esterno dell'ex raffineria?
Eni ha correttamente perimetrato le aree che sono mantenute come potenziali siti per nuove iniziative coerenti con la strategia verso il net zero
7.20 A che punto di attuazione è il protocollo di decommissioning del 2019, siglato direttamente dall'ex ministro Sergio Costa e dall'ad Claudio Descalzi?
Con il protocollo di Intesa siglato hel Dicembre 2019, Eni si è impegnata a realizzare un programma di attività di decarbonizzazione, mitigazione ambientale, riqualificazione, valorizzazione e restituzione agli usi civili delle aree del sito di Gela, non più interessate da attività produttive legate al ciclo convenzionale di raffinazione. In tale cornice, è stato delineato un programma, che ha previsto la realizzazione di una prima fase, che ha interessato una superficie pari a 20,2 ettari e che sarà completata entro la fine del 2023, con l'ultimazione della demolizione delle caldaie G100 e G200.
Tra i più importanti interventi già conclusi, si citano i seguenti:
Entro l'anno corrente saranno avviati anche i cantleri per la demolizione dei seguenti impianti:
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Da anni Eni ha avviato a Gela un piano di chiusura mineraria dei pozzi non attivi. Ad oggi sono stati chiusi minerariamente 21 pozzi di cui 2 nel biennio '21-22.
Relativamente alla rimozione delle condotte, ad oggi sono state rimosse nel campo Gela circa 76Km di linee.
7.22 Sono dodici i dirigenti e i responsabili Eni citati a giudizio a dicembre 2022 con l'accusa di mancata bonifica presso il tribunale di Gela. Il provvedimento riguarda, tra le altre cose, l'impianto per il trattamento delle acque di falda, gestito da ENI Rewind, che nel 2021 fu sottoposto a sequestro dalla Procura e ancora oggi risulta affidato a un amministratore giudiziario: un progetto di bonifica che risale addirittura al 2004. In attesa che la magistratura faccia il suo corso, di fronte ad accuse così gravi Eni ha rivisto almeno la struttura e il management di Eni Rewind in Sicilia?
Eni Rewind ritiene che i propri dipendenti abbiano correttamente operato nello svolgimento del loro ruoli e mansioni e rimane fiduciosa di una positiva conclusione del procedimento penale. La Società ritiene che in relazione al procedimento richiamato non vi sia alcuna necessità di operare modifiche nella struttura pvvero nel management.
7.23 Eni prevede un nuovo progetto di bonifica dell'acqua di falda? Se sì, si chiede di fornire informazioni a riguardo.
Eni sta gestendo gli interventi di bonifica della falda secondo quanto previsto dal decreto interministeriale del 06/12/2004 e successive varianti, tra cui l'ultima approvata in data 26/01/21.
I risultati dei monitoraggi, periodicamente eseguiti in contraddittorio con gli enti di controllo, mostrano l'efficacia degli interventi in relazione al contenimento all'estrazione della contaminazione.

7.24 A marzo 2023 Legambiente ha presentato la campagna "C'è puzza di gas" che, che, grazie al supporto di Clean Air Task Force, ha monitorato e documentato le dispersioni di metano di alcuni impianti energetici della Penisola. Tra gli impianti più preoccupanti c'è il Greenstream, il gasdotto che collega la Libia a Gela. Nel comunicato stampa si legge che "a Gela, presso il terminal di ricevimento del gasdotto, nel corso dei monitoraggi sono stati osservati due importanti casi di rilascio volontario continuo in atmosfera (venting) e ben 9 altre perdite di vario genere. A queste si aggiungono quelle rilevate in un impianto di regolazione e misura (REMI), dove sono state individuate 12 emissioni di metano, di cui 2 casi di venting, e 10 perdite da valvole, tubature e contatori". Si tratta di numeri importanti, specie per un impianto che, nelle intenzioni di Eni, dovrebbe vedere aumentare a breve i flussi di gas in arrivo dalla Libia. L'azienda ha riparato definitivamente queste perdite?
Relativamente a quanto segnalato sui dati acquisiti nei pressi di Gela in corrispondenza dell'approdo del sistema di trasporto del gas di provenienza libica, segnaliamo che in tale area sono ubicati la stazione di ricezione e misura del gas e l'allacciamento alla rete nazionale di trasporto.
Nessuno dei due impianti è proprietà di Eni in quanto il primo è proprietà della Greenstream BV (società partecipata da Eni e dalla società di stato libica NOC), avente sede operativa a Tripoli e il secondo è proprietà di Snam S.p.A.
Di tutti i punti oggetto della campagna di monitoraggio, soltanto uno ricade in area Greenstream e si riferisce al collettore del sistema di sfiato del Terminale avente funzione di protezione delle apparecchiature in situazioni di emergenza. In relazione a tale punto Eni ha già trasmesso a Greenstream la segnalazione di Legambiente raccomandando e supportando adeguato intervento a seguito delle verifiche che sono già state attivate ed in corso.
Non ci risultano casi di rilascio volontario e continui.
7.26 È prevista una manutenzione più ampia dell'impianto dopo la denuncia di Legambiente?
Come osservato, l'impianto non è sotto diretta responsabilità di Eni, che da anni esegue sulle installazioni operate campagne periodiche di verifica e controllo delle emissioni fuggitive con l'obiettivo di identificare eventuali perdite (e.g. da flange,
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valvole, ecc.) ed eliminarle a mezzo di tempestivi interventi manutentivi (campagne LDAR - Leak Detection And Repair).
Le campagne sono eseguite col supporto di attrezzature, telecamere e personale qualificato. La programmazione, l'esecuzione e l'analisi dei risultati delle stesse sono oggetto di accurate verifiche tecniche anche col coinvolgimento di società terze certificate.
Analogo monitoraggio è tra le azioni che abbiamo raccomandato a Greenstream. Inoltre, Eni aderisce a numerose iniziative internazionali tra cui l'Oil & Gas Methane Parternship (OGMP 2.0), un'iniziativa promossa dall'UNEP per Il conseguimento del "gold standard" nel monitoraggio e nella rendicontazione delle emissioni di metano, e la Oil & Gas Climate Initiative (OGCI) nel cui ambito abbiamo sottoscritto l'obiettivo di minimizzare le emissioni di metano a una quota definita "near zero" al 2030. Eni, inoltre, ha pubblicamente dichiarato il proprio supporto al Global Methane Pledge (impegno dei Paesi sottoscrittori alla riduzione del 30% delle emissioni di metano al 2030 rispetto al 2020).
Il nostro impegno si è già tradotto nella riduzione del 90% di emissioni fuggitive di metano upstream rispetto al valore 2014 e nel contenere l'intensità di metano nella produzione upstream al di sotto del 0,2%, livello riconosciuto come best standard a livello internazionale.
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8.1 Il BUIG (Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse) del 31 marzo 2022 riportava, a pag.10, l'ordinanza di rigetto dell'istanza di permesso di ricerca «MONTE LI FOI» presentata da Eni. Visto che gran parte delle aree interessate dall'istanza rigettata lo scorso anno in virtu dei criteri del PiTESAI risultano incluse nelle aree idonee per le attività di prospezione e di ricerca, Eni pensa di attivarsi per produrre una nuova istanza di ricerca?
Nessuna nuova istanza di permesso di ricerca è stata presentata o sarà presentata da Eni nell'area della precedente istanza di permesso.
8.2 Con delibera di giunta n.225 del 14.04.2023 la Regione Basilicata ha espresso parere positivo al progetto Eni Rewind valutando anche come positivi alcuni aspetti dell'impianto da realizzare in termini di risparmio dell'acqua da impiegare all'interno del Cova. Il progetto, che si continua a definire, a nostro parere erroneamente, un mini-depuratore, è in grado di garantire la non emissione nel depuratore ASI, e conseguentemente, nel lago Pietra del Pertusillo, di emissioni inquinanti)
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L'Impianto di trattamento Eni Rewind ha lo scopo di trattare l'"acqua di strato", proveniente dai sistemi di separazione (acqua+olio+gas) del Centro Olio Val d'Agri (COVA). L'innovativo processo di trattamento dell'impianto Eni Rewind permette di recuperare uno "stream" di acqua demineralizzata - pari al 97% del flusso di acque in ingresso all'impianto - da trasferire via conduttura dedicata al COVA per il completo riutilizzo industriale. Le innovative tecnologie previste dall'impianto "Blue Water" mirano a massimizzare il recupero di acqua demineralizzata per il successivo riutilizzo, con considerevole risparmio di risorsa idrica pregiata indirizzabile ad altri usi, evitando lo scarico di stream trattati a corpi idrici ricettori e/o reti fognarie come avviene nel caso di trattamenti depurativi convenzionali.
L'impianto di trattamento proposto non genera infatti scarichi nella rete ASI, ai sensi della normativa ambientale vigente (rif. d.lgs. 152/2006 e s.m.i.), a meno:
Non è in essere la costruzione di alcuna nuova conduttura per il trasporto di acqua pulita COVA.
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Come confermato anche da ARPAB nel parere depositato nell'ambito dell'iter di istruttoria per il rilascio dell'autorizzazione dell'impianto Eni Rewind "Blue Water", non si ravvisano controindicazioni di natura radioprotezionistica per quanto riguarda la realizzazione dell'impianto.
La radioattività presente nelle acque da trattare è di tipo NORM (Naturally Occurring Radioactive Material, cioè radioattività naturalmente presente e non originata dalle attività umane quali ad esempio le attività di produzione dell'energia nucleare, etc.), non supera i livelli previsti dal D.lgs. 101/2020 e s.m.i. (Testo Unico di Radioprotezione) e la stessa viene gestita nel rispetto di tutti gli accorgimenti necessari alla tutela dell'ambiente, dei lavoratori e della popolazione.
8.5 Nella delibera di approvazione del progetto Eni Rewind la Regione Basilicata dichiara che intende adottare in ogni caso "una serie di prescrizioni per un sistema di monitoraggio chiamato a scongiurare che si avverino i timori manifestati in più occasione dagli ambientalisti per le acque destinate al consumo umano dell'invaso del Pertusillo, che due chilometri più valle rifornisce circa 2 milioni di cittadini di Basilicata e Puglia. Più 35mila ettari di terreni agricoli a cavallo tra le due regioni". Come giudica Eni i timori della comunità lucana e delle istituzioni sulle attività industriali e sul rischio di contaminazioni sul lago del Pertusillo?
L'impianto di Eni Rewind non prevede nessuno scarico legato al processo di trattamento delle acque del COVA. L'acqua demineralizzata, recuperata tramite il processo di trattamento avanzato "Blue Water" delle "acque di strato", verrà convogliata interamente al COVA per riutilizzo industriale.
9.1 All'assemblea degli azionisti 2022 Eni affermava che stava rivalutando di utilizzare nuovamente il pozzo Granciaro 001, all'interno del progetto del campo di Miglianico nell'omonima concessione. A che punto sono queste rivalutazioni?
Le rivalutazioni per il potenziale utilizzo del pozzo Granciaro 001 sono ancora in corso
9.2 Eni intende riprendere a usare nuovamente il pozzo? O intende dismetterlo?
2 % / 3 /262
La decisione potrà essere presa solo a valle del processo di rivalutazione citato nella risposta alla domanda precedente.
10.1
In premessa al RAPPORTO Nº: D202214897 del febbraio 2023 relativo al progetto di adeguamento delle strutture della raffineria di Taranto per la movimentazione del greggio Tempa Rossa, si chiede di indicare le modalità di trasporto del greggio e il el eba di monitoraggio attualmente praticati, nell'attesa dell'autorizzazione del piano stesso, alla luce delle condizioni ambientali di cui all'articolo 1 punto B.2.A.6, del decreto Via/Aia nº573 del 7 ottobre 2011, in cui si legge che "al fine di evitare eventuali sversamenti, Il proponente dovrà garantire la pavimentazione e l'impermeabilizzazione dell'intero tragitto delle due nuove condotte".
Chiediamo di sapere lo stato dei lavori e le risultanze, anche rispetto ai dati mancanti Chieciano o anno, relativamente all'attuazione dell'accordo con AMIU e AMAT (agenzie municipalizzate per trasporto urbano e raccolta rifluti) per la sperimentazione di Eni Diesel + sui loro mezzi.
Msposta
Le modalità di trasporto del greggio previste nel Progetto Tempa Rossa consistono nella realizzazione di linee dedicate di collegamento dai nuovi serbatol del greggio Tempa Rossa (In corso di realizzazione) al Pontile Petroli di Raffineria (realizzato in accordo al Progetto approvato).
Il piano di monitoraggio Ambientale del Progetto Tempa Rossa è stato autorizzato dai competenti Enti di Controllo e comprende tutte le matrici ambientali interessate. I comperaggi - a cura di Laboratori Esterni Accreditati - sono di due tipologie: on-shore in corrispondenza delle matrici aria, suolo-sottosuolo/falda, rifiuti, rumore, etc e offshore presso il recettore (mare) che prevede tra le altre cose: Indagini batimetriche, analisi chimico-fisiche della colonna d'acqua mare, monitoraggio dei sedimenti marini e bioaccumulo nei mitili, etc.
Per quanto concerne la condizione ambientale di cui all'art. 1 punto B.2.A.6 del decreto VIA/AIA n. 573/2011, il Gestore ha provveduto a trasmettere agli Enti Deerosti, nel mese di Marzo 2023, apposita istanza di verifica di Ottemperanza della suddetta prescrizione. E' stata effettuata un'Analisi di Rischio le cui risultanze hanno evidenziato, per le nuove pipe way previste nel Progetto Tempa Rossa, la necessità di dover eseguire le medesime attività di ispezione e controllo già applicate per le pipe-way esistenti in Raffineria di Taranto (ispezioni non distruttive PnD con
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frequenze di monitoraggio modulate in funzione della vetustà e delle condizioni di esercizio e, in ogni caso, non superiori a cinque anni).
La sperimentazione condotta su quattro mezzi dell'AMIU (avviata a fine 2019), municipalizzata per la raccolta dei rifiuti di Taranto, ha permesso di rilevarne i consumi per la durata di circa un semestre tramite il monitoraggio dei rifornimenti giornalieri di carburante effettuati, registrati mediante la compliazione di questionari da parte degli operatori dei mezzi, e dei percorsi effettuati dai veicoli, attraverso l'analisi dei dati GPS. Ogni velcolo è stato rifornito per un trimestre con un gasolio commerciale e per un altro trimestre con l'Eni Diesel+, carburante contenente il 15% in volume di biocarburante HVO in miscela con tradizionale gasolio fossile.
Al termine dell'attività sperimentale, l'analisi del CNR ha concluso che i dati raccolti sul consumi non consentivano di pervenire a risultati statisticamente significativi a causa dell'elevata dispersione statistica dei dati a disposizione. Il carburante Eni Diesel+ è un prodotto commercialmente distribuito anche nelle stazioni di servizio Eni che rispetta i requisiti della specifica tecnica EN590, la quale disciplina le caratteristiche chimico fisiche del gasolio venduto in Europa.
L'attività sperimentale con AMAT non ha avuto corso perché non è stato possibile strumentare i mezzi del trasporto pubblico con GPS, come previsto dal protocollo sperimentale, per irrisolte tematiche di natura sindacale.
10.2 Si chiede inoltre lo stato del lavori e le risultanze anche del progetto OILA', per il recupero oli esausti da parte dei dipendenti e contrattisti in forza presso la raffineria per la produzione di Eni Diesel+.
Ollal è l'iniziativa lanciata da Eni nel luglio 2018 rivolta alle proprie persone, finalizzata al recupero degli oll alimentari usati e di frittura prodotti nelle proprie abitazioni. Lo scopo è stato quello di trasformare un rifluto potenzialmente dannoso per l'ambiente in una nuova risorsa: circa 6.800 dipendenti delle strutture di Venezia, Roma, Taranto, Sannazzaro e Livorno hanno raccolto 15.565 litri di ollo dall'inizio del progetto a oggi. I dati di raccolta confermano l'impegno dell'azienda anche nell'ambito di iniziative interne, che hanno contribuito alla realizzazione di un processo di economia circolare nei siti in cui Oilà è stato attivato.
Inoltre, la Raffineria di Taranto è stata protagonista del progetto pilota "RicicliamOLl", dedicato al recupero dell'ollo alimentare esausto raccolto attraverso un nuovo sistema digitale di misurazione degli UCO conferiti dai dipendenti in appositi contenitori "smart" dotati di una tecnologia in grado di dialogare con la App RicicliamOLI.
Elemento di novità a supporto dell'iniziativa è stata la "sfida a litri d'olio" a/cui i colleghi di raffineria hanno partecipato, permettendo di raccogliere in soli 6 mesi un
totale di ben 1.741 litri di UCO, dimostrando la bontà di RicicliamOLI che sarà successivamente estesa in altri siti Eni.
Attraverso RicicliamOLI ogni persona ha ricevuto subito un riscontro sulle proprie azioni, acquisendo così maggior consapevolezza sulla cultura del recupero e riciclo di un rifluto potenzialmente dannoso per l'ambiente. Gli UCO raccolti sono stati poi trasformati in biocarburante HVO nelle bioraffinerie Eni di Venezia e Gela, diventando cosi una preziosa risorsa per una mobilità più sostenibile. Anche la tanichetta consegnata in dotazione per l'iniziativa ha abbracciato la cultura circolare, essendo stata realizzata in polietilene Versalls Revive® PE, contenenti fino al 75% di plastica proveniente dal riciclo degli imballaggi urbani.
11.1 Dalle indagini condotte per circa un anno e mezzo dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, coordinati dal procuratore di Velletri Giancarlo Amato e dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, Eni sarebbe responsabile per negligenza dell'inquinamento delle falde acquifere e dei terreni circostanti al deposito di carburanti di Eni a Santa Palomba, frazione di Pomezia, nel Lazio a causa della fuoriuscita di carburante. In una nota stampa l'azienda notifica che "prende atto della notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari e conferma la massima collaborazione con le autorità giudiziarie. Eni confida di poter dimostrare la correttezza del proprio operato seguito nel tempo in attuazione dei protocolli di prevenzione di cui Eni è specificamente dotata in materia".
Se il procedimento giudiziario in corso dovesse accertare le tesi dell'accusa, quali misure di bonifiche, di riparazione agli enti pubblici e di ristoro alla popolazione locale l'azienda dovrebbe perseguire?
Il sito è caratterizzato da contaminazione storica, regolarmente notificata agli Enti di controllo già dal 2001. A partire da tale data, Eni - in accordo con la normativa ambientale e di concerto con tutti gli Enti territorialmente competenti - ha immediatamente attuato le operazioni di Messa in Sicurezza dell'area, con l'ausillo delle migliori tecnologie disponibili. Il procedimento di bonifica è attualmente in corso, in costante coordinamento con gli Enti pubblici.
11.2 Quali sarebbero le procedure interne da seguire rispetto alla presunta responsabilità dei dirigenti dell'azienda?
Eni rimane fiduciosa di una positiva conclusione del procedimento penale nei confronti dei dirigenti attualmente indagati,
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12.1 Ci risulta che Eni stia sviluppando un progetto di estrazione del gas naturale in Australla chiamato Verus gas field (una joint venture al 72% di Eni e al 28% di Petronas). Il progetto, precedentemente indicato come Evans Shoal, dovrebbe arrivare a produrre 10 milioni di tonnellate all'anno di anidride carbonica in tutta l'Australia. Secondo fonti locali avrà un impatto negativo anche sulle comunità locali. Chiediamo maggiori informazioni sul progetto, incluso su eventuali valutazioni di impatto del progetto realizzate e/o previste, su costi e fonti di finanziamento così come sulle tempistiche. E prevista la pubblicazione di informazioni aggiornate sul sito di Eni?
Il progetto è in una fase ancora preliminare di valutazione di fattibilità, tuttavia la quantità prevista di CO2 da sequestrare è stimata in 4 milioni di tonnellate all'anno.
12.2 E vero che Verus dovrebbe produrre circa tre millardi di metri cubi di gas naturale decarbonizzato e che l'anidride carbonica estratta verrà trasportata attraverso un gasdotto per circa 800 km e conservata permanente nel territorio di Bayu Undan, nel Timor Sea?
Il progetto è ancora in una fase preliminare ed il progetto di sviluppo prevede la cattura e stoccaggio della CO2.
12.3 Come impatterà questo progetto sui target net zero per quanto riguarda le emissioni Scope 1 e Scope 2 ?
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 12,2.
12.4 Quali sono le strategie di mitigazione di Eni previste per il progetto Verus?
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 12.2.
13.1 Quanti miliardi di metri cubi di gas ha importato Eni dalla Russia nel corso del 2022?
La fornitura totale di gas di Eni dalla Russia nel 2022 è stata pari a circa 17 miliardi di metri cubi di cui circa 11 miliardi di metri cubi destinati all'Italia e circa 6 millardi di metri cubi destinati alla Turchia attraverso il gasdotto Bluestream.
13.2 Eni ha importato LNG dalla Russia nel 2022? Se si, quanti miliardi di metri cubi di LNG ha importato nel 2022 ?
No, Eni non ha importato LNG dalla Russia nel corso del 2022.
13.3 Il gas importato dalla Russia è legato a contratti di lungo termine. Eni ha in essere degli accordi di lungo termine con Gazprom export per l'importazione di gas dalla Russia verso l'Italia. Tali contratti sono ancora in essere? O sono stati, in parte, sospesi?
l contratti con Gazprom export sono ancora in vigore, anche se a partire dal giugno 2022 Gazprom export ha iniziato ad applicare riduzioni di consegna. Le riduzioni applicate da Gazprom export sono oggetto di contenzioso arbitrale coperto da riservatezza, quindi non possiamo fornire ulteriori informazioni.
13.4 In base a una ricerca della Ong ReCommon (https://blt.ly/423MLSu), nei primi nove mesi del 2022, in seguito all'aumento dei prezzi di gas e petrolio, che è anche una conseguenza della guerra in Ucraina, avrebbe guadagnato extraprofitti per un totale di 8,48 miliardi di euro (in termini di utili).
A quanto ammonta la differenza tra gli utili di Eni nel 2022 e gli utili del 2019?
Si veda risposta alla domanda n. 13.6.
13.5 In quale misura tale differenza è da imputare a aumenti della produzione di Eni o all'ampiamento del perimetro di consolidamento della società?
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13.6 In quale misura tale differenza è da imputare a aumenti dei prezzi di gas e petrolio, che sono anche una conseguenza della guerra in Ucraina?
Eni opera lungo l'intera catena del valore delle commodity energetiche (produzione, trasformazione e commercializzazione). E un mercato caratterizzato da un elevato livello di competizione, nel quale i prezzi sono formati dall'equilibrio tra la domanda e l'offerta giobale di petrollo, gas e prodotti, soggette ai cicli economici e a molteplici variabili globali e dove gli operatori come Eni non hanno "pricing power".
Le leve a disposizione dell'Eni per realizzare una redditività pari almeno al costo del capitale sono la disciplina finanziaria e l'eccellenza operativa. In particolare, nell'attività svolta da Eni di importatore di gas dai paesi produttori e di rivendita nel mercato italiano, Eni si approvvigiona a prezzi di mercato e rivende a prezzi di mercato con margini concorrenziali esposti alla volatilità dei prezzi spot nei vari mercati di riferimento, che la società gestisce attraverso strumenti finanziari derivati. Pertanto, il mercato energetico non consente agli operatori di realizzare c.d. extraprofitti, che sono tipici dei settori economici caratterizzati da posizioni d monopolio o oligopolio, i profitti maggiori nel mercato energetico sono realizzati dagli operatori più efficienti.
Fatta questa premessa, il mercato del gas nel 2022 è stato caratterizzato da uno scenario molto complesso caratterizzato da un'offerta corta di gas a livello globale le un aumento dei prezzi senza precedenti delle quotazioni spot agli hub continentali. Nonostante queste difficili condizioni di mercato, in un contesto caratterizzato da un'elevata volatilità dei prezzi, la forte integrazione verticale con le nostre produzioni equity di gas ed LNG, e un diversificato portafoglio logistico hanno consentito di valorizzare la flessibilità del nostro gas/LNG.
Per ulteriori dettagli si veda il commento ai risultati economico-finanziari a pagina 100 e seguenti della relazione finanziaria annuale 2022.
13.7 Non ci è chiaro come Eni produca cash nel comparto E&P rispetto al comparto GGP. Nel comparto E&P, Eni estrae petrolio e gas dal giacimenti e li vende sul mercato spot e primariamente ottiene cash in questo modo?
Eni opera lungo l'intera catena del valore delle commodity energetiche (produzion trasformazione e commercializzazione).
Il comparto E&P svolge le attività di esplorazione, sviluppo e produzione di idrocarburi. L'attività di commercializzazione del greggio è svolta attraverso la spoletà
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captive di trading ETB mentre il gas prodotto viene venduto dalle società E&P nella maggior parte dei mercati domestici extraeuropel.
L'attività di vendita di gas all'ingrosso in Europa sui mercati spot e a clienti finali, di breve e di lungo termine, è svolta dal comparto GGP, come pure la vendita internazionale delle produzioni equity estere tramite LNG. GGP commercializza sia gas equity che gas acquistato da terzi. L'attività di vendita a clienti retail in Italia e in Europa è svolta da Plenitude.
13.8 Per vendere petrolio e gas sul mercato deve però trasportarli via pipeline o nave (quindi l'attività rientrerebbe nel comparto GGP). Non ci è chiara la distinzione tra i 】【中】【 due comparti. Eni potrebbe fornire chiarimenti a riguardo?
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 13,7.
14.1 Eni è ancora intenzionata a quotare Plenitude in borsa?
Si conferma l'obiettivo di procedere con la quotazione di Plenitude, quando le condizioni del mercato azionario saranno più favorevoli/meno incerte.
14.2 A quale punto sono le trattative per la vendita del 10% di Plenitude al fondo norvegese HitecVision?
Non commentiamo su specifici investitori istituzionali. La vendita di una quota di minoranza di Plenitude ad uno o più investitori istituzionali rimane una possibile opzione.
14.3 Un'eventuale vendita di quote a un partner industriale o finanziario come HitecVision escluderebbe la possibilità di una successiva quotazione in borsa o l'IPO rimarrebbe comunque un'opzione ?
Si conferma l'obiettivo della quotazione di Plenitude, quando le condizioni del mercato azionario saranno più favorevoll/meno incerte, anche con l'evenuale ingresso di un investitore istituzionale.
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14.4 Quante parte della Capex è stata investita nelle energie rinnovabili (inclusi i biocarburanti) nel 2022 (in percentuale della Capex totale e in miliardi di euro)?
Nel 2022 i capex Eni in low and zero carbon sono stati pari a €1,2 mld, circa il 14% del totale investimenti. Di questi circa €0,4 mld sono stati gli investimenti in energie rinnovabili, inclusi i biocarburanti, pari al 5% del totale.
14.5 Di quanto è aumentata la Capex investita nelle energie rinnovabili (inclusi i biocarburanti) nel 2022 rispetto al 2021?
Nel 2022 i capex investiti nelle energie rinnovabili, inclusi i biocarburanti, sono aumentati di circa il 75% rispetto al 2021.
14.6 Perché gli investimenti nell'attività di raffinazione in Italia e all'estero (491 milioni di euro) e di marketing della distribuzione di prodotti petroliferi (132 millioni di euro) pesano di più degli investimenti sostenuti per lo "sviluppo del business delle rinnovabill, acquisizione di nuovi clienti e attività di sviluppo di infrastrutture di rete per veicoli elettrici" (481 milioni di euro)? (fonte: relazione finanziaria annuale 2022),
Gli investimenti nell'attività di raffinazione e marketing (€623 milioni) Includono anche la spesa dedicata agli sviluppi nella bio-raffinazione e iniziative di mobilità sostenibile. La crescita nelle energie rinnovabili, confermata dalla capacità installata a fine 2022, pari a 2.198 megawatt, quasi 2 volte il corrispondente livello del 2021, è avvenuta anche attraverso selettive operazioni di acquisizione
14.7 Entro quale anno Eni prevede che gli investimenti per lo "sviluppo del business delle rinnovabili, acquisizione di nuovi clienti e attività di sviluppo di infrastrutture di rete per velcoli elettrici" superino in volume quelli nell'attività di raffinazione e distribuzione di prodotti petroliferi?
Eni si è impegnata ad allineare i propri piani e decisioni di investimento alla strategia di decarbonizzazione. L'evoluzione verso un portafoglio di prodotti totalmente decarbonizzati sarà supportata da una progressiva crescita della quota di investimenti dedicati a nuove soluzioni energetiche e servizi, che raggiungerà il 30% degli investimenti complessivi nel 2026, il 70% nel 2030 e fino all'85% nel 2040.
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14.8 Le obbligazioni "Eni sustainability-linked 2023/2028" saranno collegate al conseguimento di alcuni target di sostenibilità di Eni, tra cui "Net Carbon Footprint Upstream (Scope 1 e 2) parl o inferiore a 5,2 MtCO2eq al 31 dicembre 2025 (-65% rispetto alla baseline del 2018).
Perché non sono considerate come target anche le emissioni indirette prodotte nella catena del valore dell'azienda, le c.d. Scope 3?
Come richiesto per questa tipologia di strumenti, I KPI ed i target utilizzati nelle obbligazioni "Eni sustainability-linked 2023/2028" sono stati scelti in coerenza con la scadenza dello strumento.
I KPI che includono le emissioni Scope 3 hanno come prima data target il 2030 e quindi non sono stati utilizzati per le obbligazioni "Eni sustainability-linked 2023/2028" che scadranno nel 2028.
Le politiche di risk management sono volte a stabilizzare il risultato gestionale "adjusted". Lo special item rappresenta un correttivo (riallocazione temporale) rispetto al risultato reported ed è influenzato, in un contesto particolarmente volatile, dalle seguenti dinamiche:
Le dinamiche che hanno influito principalmente sugli special item sono quelle dei prezzi, delle esposizioni e degli effetti dell'hedge accounting su derivati gas.
15.3 Quanti utili ha generato la società Eni Global Energy Markets SpA nel 2022?
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Nel 2022 Eni Global Energy Markets SpA ha generato una perdita netta di 190 millioni di euro, dovuta alle imposte sul reddito costituite per €508 milioni dal Contributo Straordinario ex art 37 del D.L. n. 21 del 2022 (c.d. decreto Ucraina) e per € 19 milioni allo stanziamento dal Contributo di Solidarietà temporaneo per l'anno 2023.
15.4 Come si spiega la differenza tra gli utili del 2022 e i 129 milioni di euro di utili del 2021?
La variazione negativa di €320 mln è riconducibile principalmente allo stanziamento delle imposte straordinarie sul reddito sostenute nel 2022.
15.5 Nel 2022 i proventi netti del comparto GGP sono stati pari a €1.667 min (proventi netti di €3.665 min nel quarto trimestre 2022).
Come si spiega il crollo dei proventi netti del comparto nel quarto trimestre del 2022?
I dati richiamati nella domanda si riferiscono non ai proventi netti, ma invece agli speciali item dell'utile operativo registrati nell'anno e nel quarto trimestre 2022. La variabilità di tale voce è principalmente connessa all'effetto del derivati su commodity, la cui dinamica è influenzata da prezzi, esposizioni ed attività di hedge accounting, così come indicato nella risposta 15,1.
16.1 La società ha intrapreso un importante percorso di transizione energetica. L'Impegno è quello di raggiungere la decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi aziendali entro il 2050. A nostro parere, all'interno della lista presentata per il rinnovo del CdA dal MEF, non è presente nessun componente con competenze specifiche sulla transizione energetica, a parte l'attuale amministratore delegato Claudio Descalzi. In base a quanto definito all'interno dell'Orientamento agli Azionisti del Consiglio di Amministrazione 2023, uno dei principali reguisiti, in termini di esperienze, conoscenze e competenze distintive, che il Consiglio valuta opportuno che siano adeguatamente presenti per tutti i Consiglieri, è:
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In quale misura Eni reputa che tale requisito sia rispettato da ognuno dei singoli candidati della lista numero 1?
Le valutazioni in merito alla composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione saranno effettuate nell'ambito del processo annuale di autovalutazione del Consiglio stesso. Di tale processo, verra data informativa nell'ambito della Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari 2023. Resta fermo in ogni caso che la scelta dei candidati è rimessa agli Azionisti.
16.2 Come valuta Eni la candidatura alla carica di presidente della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana, considerando le recenti indagini condotte dalla Guardia di Finanza di cui l'azienda è stata oggetto?
La scelta dei candidati alla carica di amministratore e a quella di presidente è una prerogativa degli Azionisti. In relazione al candidato Presidente si evidenzia che lo stesso, in occasione della candidatura, ha dichiarato di impegnarsi a rassegnare le dimissioni dalla carica di Comandante Generale della Guardia di Finanza all'atto dell'eventuale nomina quale Presidente di Eni S.p.A. Le valutazioni sui requisiti degli amministratori sono di competenza del Consiglio di Amministrazione, che si insedierà dopo l'Assemblea.
16.3 La candidata Federica Seganti siede anche nel CdA di Hera come amministratore indipendente. Anche Hera si occupa della fornitura di servizi energetici e ambientali a cittadini e imprese. In base a quali valutazioni Eni pensa che la candidatura di Federica Seganti e la sua futura, contemporanea presenza nel board di Eni e di Hera non possa generare conflitti di interesse?
La candidata Federica Seganti dal 27 aprile 2023, data dell'assemblea di approvazione del bilancio di Hera SpA, non è più componente del consiglio di amministrazione della società stessa, che è stato rinnovato in occasione della suddetta assemblea.
16.4 L'obiettivo di lungo termine di Eni è quello di aumentare del 3% la presenza di donne entro il 2030. Motivo per il quale sono state individuate una serie di azioni per ottenere tale incremento, tra cui "attrazione dei talenti femminili, attraverso l'organizzazione e promozione di iniziative per gli studenti verso le materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) con focus sulla parità di genere". (fonte: relazione sul governo societario 2021).
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Vi è un riscontro concreto di questo impegno?
Precisiamo che l'aumento di popolazione femminile previsto è di 3 punti percentuali entro il 2030 vs 2020 (dal 24,56% al 27,56%). Ad oggi le azioni messe in campo da Eni, concentrate in particolare in gestione di turnover, hanno già consentito di consuntivare un incremento significativo della presenza femminile di oltre 2 punti percentuali.
16.5 Dove sono state svolte queste iniziative e con quale frequenza?
Attraverso le attività previste dai percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento (ex alternanza scuola-lavoro) Eni Corporate University attiva tutto l'anno programmi a favore degli studenti delle scuole superiori, prediligendo nelle iniziative l'intervento di donne con formazione su discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) per favorire l'orientamento delle ragazze verso tematiche tecniche. Tali iniziative si svolgono principalmente nei pressi dei siti aziendali (stabilimenti o headquarters) e si aggiungono a iniziative territoriali che vedono coinvolte anche le scuole medie inferiori, come nel caso di Gela (CL) in cui le role model aziendali sono intervenute negli ultimi due istituti raccontando la loro esperienza di donne laureate in discipline STEM.
Attualmente nelle iniziative di alta formazione (master), il 30% dei partecipanti è rappresentato da studentesse verso le quali, durante i periodi di pubblicazione del bandi di concorso, vengono attivate delle campagne di attraction che vedono convolte soprattutto testimonial femminii che raccontano la loro esperienza nelle aree tecniche di Eni al fine di scardinare gli stereotipi di genere.
Per guanto riguarda le attività di Employer Branding, nel 2022 sono state svolte diverse iniziative, tra cui 3 eventi specificamente rivolti al supporto della gender equality, dell'empowerment femminile e dell'accesso alle discipline STEM. Tali iniziative sono il "Think About Tomorrow", evento rivolto agli studenti delle 3º- 4º-5º superiore, la "Digital Talent Fair STEM Girls" rivolta alle studentesse neolaureate in ambito STEM e Il "Women X Impact", rivolto a professioniste ed imprenditrici sul territorio nazionale. Nel 2023 a queste iniziative, che sono state riconfermate, si è aggiunto un ampliamento della copertura con l'adesione a nuovi circuiti, tra i quali "Women Hack", rivolto a professioniste in ambito TECH. Alla data del 30/04/23 sgho già state svolte 3 di queste iniziative, mentre le restanti si svolgeranno tra giugno e novembre 2023. Si evidenzia che, il numero di profill femminill con cui abbiamo Interagito direttamente durante queste iniziative, è stato di circa 400 persone.
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16.6 Dal piano strategico 2026 si evince che ENI intende distribulre almeno tra il 25% e il 30% del flusso di cassa operativo annuale attraverso una combinazione di dividendi e buyback. Perché non si utilizzano queste risorse per investire ulteriormente nel percorso di decarbonizzazione, in maniera tale da accelerare tale processo?
In occasione dell'ultimo Capital market Day di fine febbraio 2023, abbiamo confermato pienamente i nostri obiettivi di decarbonizzazione, pur in presenza della emergente necessità di garantire la sicurezza energetica e la conseguente necessità di far fronte ad una forte domanda di energia tradizionale; in tal senso, già nel 2030 le nostre attività Upstream non genereranno più emissioni nette, la capacità di bioraffinazione supererà i 5 milioni di tonnellate e la capacità da energia rinnovabile sarà superiore a 15 GW.
Allo stesso tempo la società è stata profondamente rafforzata dal punto di vista finanziario raggiungendo, a fine 2022, un rapporto indebitamento ante IFRS 16 e patrimonio netto ai minimi storici e pari al 13% e genererà nel futuro un significativo Cash Flow operativo derivante da attività tradizionali e da un crescente contributo delle attività legate alla transizione; tale solidità finanziaria ci consente oggi di creare valore crescente per i nostri azionisti attraverso una politica di remunerazione che è stata potenziata e al contempo semplificata.
Assemblea Ordinaria e Straordinaria di Eni SpA |
Azionista
ReCommon APS Titolare di 5 azioni
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Nel terzo trimestre del 2022, ENI ha dichiarato che: "le attività italiane registrano una perdita netta di circa €1 miliardo che tiene conto principalmente dello stanziamento del contributo straordinario per il settore energia."1
Si, include anche il risultato di tutte le società del gruppo che svolgono attività di vendita di gas a clienti terzi in Italia.
Nella Relazione sulla Gestione della Relazione Finanziaria Annuale 2022, a pag. 73 e seguenti, sono indicati i volumi di gas venduti in Italia. Il dettaglio dei ricavi dalle vendite in Italia non è fornito perché ne deriverebbe una informazione commercialmente sensibile.
Oltre ad Eni SpA nella vendita di gas a clienti terzi in Italia sono coinvolte le società Plenitude (100% Eni) ed Eni Global Energy Market (100% Eni).
https://ww.lsole24ore.com/ar/ENI-ulile-netto-9-mesi-1080-millard-perdita-1-mid-le-attivita-italiane-AEJK W.CCC

Risposta Si veda risposta alla domanda n. 5
Il trend dei crediti è lisiologico e correlato all'andamento dei volumi e dello scenario. A fine 2022 l'ammontare dello scaduto è marginale rispetto al fatturato, in linea con il biennio precedente.
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 5.
La fornitura di carichi GNL da parte Eni alla società turca Botas è regolata da specifici rapporti contrattuali espressamente protetti da clausola di riservatezza.
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 7.
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Eni fornisce gas alla Turchia attraverso il gasdotto Bluestream e LNG attraverso specifici rapporti contrattuali. Le informazioni relative a entrambi | contratti sono commercialmente sensibili e protetti da clausola di riservatezza.
Risposta domanda
Si veda risposta alla domanda n. 9.
Le mancate consegne di GNL alla società Pakistan LNG Ltd sono avvenute al di fuori del ragionevole controllo di Eni e sono state causate o da eventi di forza maggiore che hanno interessato i fornitori a valle di GNL o da interruzioni nella catena di approvvigionamento. Eni non ha in alcun modo beneficiato della situazione ed ha comunque valutato e concordato con le parti interessate soluzioni commerciali alternative, tra cui forniture di carichi sostitutivi, riprogrammazioni e dilazioni delle consegne. Solo laddove non fossero state disponibili soluzioni commerciali accettabili per le parti, sono state applicate le previsioni contrattuali per mancata consegna previste dagli accordi in essere.
Dall'avvio del progetto Coral South a novembre 2022, da fonti pubbliche (Kpler) risulta che sino ad aprile 2023 sono stati effettuati 13 carichi di gas naturale liquefatto corrispondenti a circa 1,2 miliardi di metri cubi, di cui 2 carichi arrivati in Italia per circa 200 milioni di metri cubi.
Qual è lo stato di avanzamento del progetto Rovuma LNG e quali gli aggiornamenti 2 più significativi rispetto a quanto affermato da ENI nel corso dell'Assemblea degli azionisti 2022 ?
Exxon Mobil, operatore del progetto Rovuma LNG prosegue le valutazioni volte alla ottimizzazione del progetto Rovuma LNG che sono allo stato attuale ancora in corso.
Risposta Vedi risposta alla domanda 2.
ENI ha indetto bandi di gara o assegnato commesse riguardanti attività relative al 4. progetto Rovuma LNG?
Eni non ha indetto nuovi bandi di gara o assegnato commesse in relazione al progetto Rovuma LNG che è in fase di revisione da parte dell'operatore Exxon Mobil. In questo ambito Exxon Mobil ha indetto nel primo trimestre 2023 un bando di gara per una espressione di interesse relativa ad attività di front end engineering design (FEED) e potenziale engineering, procurement, construction (EPC) per un impianto onshore di liquefazione del gas naturale. Il processo di gara è attualmente in corso.
ENI ha intenzione di richiedere la garanzia da parte di SACE in merito al progetto 5. Rovuma LNG ?
Risposta Vedi risposta alla domanda 2.
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Vedi risposta alla domanda 2.
I processi di gara gestiti da Eni in Mozambico hanno carattere pubblico e ad essi possono partecipare sia contractor mozambicani che internazionali.
l principali fornitori di cui Eni si avvale in Mozambico ad oggi sono i seguenti:
Relativamente al Memorandum of Undestanding stipulato con con il Ministero della Difesa ed il Ministero degli Interni per la sicurezza delle Operazioni del Progetto Rovuma Basin nella Provincia di Cabo Delgado:
Qual è il numero di personale locale (proveniente dal governorato di Tataouine) 1. - 7 attualmente impiegato da ENI?
Eni ha attività operate al campo di Oued Zar e Djebel Grouz, dove lavorano con contratto diretto circa 120 persone. Di queste, circa il 30% sono personale della regione di Tataouine.
Tutti i dipendenti di Eni Tunisia hanno un contratto a tempo indeterminato.
In che modo ENI ritiene di aver contribuito allo sviluppo economico-sociale nel 3. governatorato di Tataouine?
Negli anni Eni ha dato lavoro ad imprese locali di Tataouine soprattutto per servizi nel campo del trasporti, del catering, della sicurezza, ed ha investito nella formazione dei giovani della regione sia in campo tecnico che nell'area dell'imprenditoria, attraverso progetti di sostenibilità mirati ad aiutare tali risorse a sviluppare attività proprie, o di piccola e media impresa, attraverso la promozione del settore privato, concorrendo alla creazione di nuovi posti di lavoro.
La SSC (South Service Company) società locale svolge i servizi di viglianza a protezione degli asset.
La Premium Multi Services, società locale, svolge servizi di vigilanza a protezione di tutte le stazioni di compressione.
ENI ha mai fatto pressioni sulle autorità tunisine in merito a questioni relative alla 6. sicurezza delle infrastrutture collegate al gasdotto Transmed?
Eni nello svolgimento delle sue attività non fa pressione sulle autorità dello Stato dove opera, certamente collabora affinché tali attività tutelino la sicurezza del personale, delle comunità locali e delle infrastrutture.
L'utilizzo del terreno su cui è posato il gasdotto è regolato dagli Accordi tra lo Stato tunisino e l'Eni, stipulati nel 1977 (per il primo gasdotto), nel 1991 (per Il secondo gasdotto), e recentemente confluiti nell'Accordo del 2019 che ha esteso i diritti di trasporto fino al 2029.
Per entrambi i gasdotti sono stati stipulati dei contratti di servitù con i proprietari del terreni, definendo per ciascuno fasce di rispetto larghe 30 metri.
Per il 1ª gasdotto, i contratti sono stati rinnovati nel 2009 con una durata di 30 anni, ad un prezzo unitario pari a 40.000 DT/ettaro.
Per il 2ª gasdotto, Il rinnovo dei contratti è stato avviato nel 2020 su un periodo di 10 anni - in conformità alla durata dell'Accordo - ad un prezzo unitario di 50.000 DT/ettaro; quest'ultimo è stato definito a seguito di una determina emessa dal Ministero tunisino del Demanio e del Territorio.
Risposta No.

Eni tramite Sergaz contribuisce da molti anni allo sviluppo socio-economico delle comunità limitrofe agli impianti e alle centrali di compressione. L'obiettivo principale è di realizzare progetti che contribuiscano al miglioramento delle condizioni di vita e al benessere dei residenti di queste località che si trovano principalmente in tre governatorati (Kasserine, Kairouan e Nabeul). Per attuare le sue azioni, Sergaz collabora strettamente con l'autorità regionale in questi Governatorati (in Tunisia, il Governatorato è il rappresentante legale regionale dello Stato). Le priorità e necessità sono proposte dal governatorato, studiate e autorizzati dopo un processo ben definito da Eni.
Attualmente Sergaz JV e sue partecipate impiegano direttamente o indirettamente nella delegazione di Feriana e Majel Bel Abbès circa 130 persone, quasi tutte locali.
Riguardo la Convenzione del 2019 stipulata da ENI con lo stato tunisino relativamente al Transmed:
Il nuovo Accordo tra lo Stato tunisino, Eni e TTPC del luglio 2019 fa seguito ai precedenti del 1977 e 1991 e li riunisce, trattando le varie componenti del gasdotto (realizzate in successive fasi storiche) come un sistema integrato. L'Accordo è stato ratificato dal Parlamento tunisino e costituisce pertanto legge dello Stato.
Il punto fondamentale dell'Accordo è l'estensione dal 1/10/2019 al 30/9/2029 del diritto esclusivo sulla capacità del gasdotto a favore della Trans Tunisian Pipeline Company S.p.A. (interamente detenuta da Eni alla data della firma dell'Accordo). Come nei precedenti Accordi, tale diritto è stato concesso dallo Stato turiisino a fronte dell'impegno da parte della TTPC a sostenere i costi operativi e gli investimenti relativi al gasdolto, nonché a versare allo Stato tunisino la fiscalità sul trasporto a carico dello shipper Eni (gli altri shipper provvedono al pagamento della relativa fiscalità autonomamente).
Si segnala infine che è prevista nell'Accordo la facoltà per Eni - esercitabile previo consenso dello Stato tunisino - di cedere in tutto od in parte le proprie partecipazioni
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nelle società di progetto ad una società controllata dallo Stato italiano ed operante nel settore dell'energia. Eni si è avvalsa di tale facoltà in occasione del recente accordo con Snam che ha condotto alla costituzione della nuova società SeaCorridor, congluntamente controllata da Eni e Snam, che possiede le partecipazioni azionarie precedentemente detenute da Eni sul gasdotto che collega Algeria ed Italia,
Con il nuovo Accordo tra lo Stato tunisino, Eni e TTPC del luglio 2019, le transit fees sono aumentate per l'introduzione di una nuova componente di fiscalità di trasporto, indipendente dai volumi effettivamente trasportati.
Si premette innanzitutto che il gasdotto non è di proprietà Eni. Al sensi dell'Accordo, infatti, lo Stato tunisino, infatti, rileva la proprietà di ciascuna istallazione costituente il gasdotto appena essa viene realizzata. Per tale motivo, l'Accordo - come precedenti - non contiene clausole relative alla protezione dell'infrastruttura. Si evidenzia tuttavia che l'infrastruttura è stata classificata come di interesse pubblico e quindi dotata di presidio militare nonché di dotazioni addizionali di security del gasdotto.
Eni non ha presentato proposte in tal senso, ed attualmente non partecipa ad iniziative di generazione di idrogeno in Tunisia. Qualora interpellata da operatori interessati all'immissione nel gasdotto di idrogeno prodotto in Tunisia, Eni ne valuterà la fattibilità tecnico/economica in allineamento con i propri partner (Spam, azionista di SeaCorridor, ed il Governo tunisino).
Si veda risposta alla domanda n. 14
In relazione alla possibilità di trasportare, sul gasdotto trantunisino e transmediterraneo, una miscela di gas naturale ed idrogeno, sono state finora condotte analisi preliminari di tipo esclusivamente tecnico. Tall analisi evidenziano in generale la possibilità di utillzzare il gasdotto per il trasporto di miscele con contenuto di idrogeno fino al 10% in volume, con interventi tecnici di adeguamento di alcuni elementi del sistema (turbine, valvole e porzioni di tubazione) .
Risposta No, Eni non è coinvolta.
L'iniziativa portata a termine in Tunisia è stata di carattere sperimentale. I campi prova di ricino sono stati realizzati in un'area in prossimità della città di Gafsa, in una zona semi-desertica non coltivata e inadatta alla coltivazione, su appezzamenti limitati.
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 18
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 18
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Si veda risposta alla domanda n. 18
Si veda risposta alla domanda n. 18
Si veda risposta alla domanda n. 18
La centrale fotovoltalca di Tataouine è entrata in esercizio nel dicembre 2022 e da allora ha continuato a produrre e immettere energia elettrica nella rete nazionale della società di stato STEG con una media di 1,7 GWh al mese.
Eni era pronta ad avviare la produzione già nel giugno 2020, ma fattori non dipendenti da Eni hanno ritardato l'avvio della centrale. Eni non è a conoscenza di quali accordi siano stati raggiunti tra il sindacato della società STEG ed Il Ministero dell'Industria e dell'Energia.
Eni in linea con il piano di transizione energetica ha già sviluppato a partire dal 2019 in Tunisia due centrali fotovoltaiche:
In continuità con il piano di transizione energetica ed in linea con il nuovo piano strategico è di interesse per Eni valutare nuove gare d'appalto per la costruzione di centrali qualora vi siano le condizioni favorevoli (in termini di requisiti tecnici ed economicità) per la partecipazione alla gara
A maggio 2022, molti media locali hanno riportato una comunicazione2 attribuita al ministero della Giustizia, secondo cui lo stesso ministero avriato un'indagine nel confronti di alcune società e dei loro manager, tra cui la Société Italo-Tunisienne d'exploitation petrolière.
Risposta
E' in corso un'indagine di cui non sono ancora noti gli esiti.
Relativamente al Mozambico, nel corso del 2022 sono stati completati gli studi di fattibilità dei progetto Great Limpopo Trans-frontier Conservation Area situato nel sud-ovest del paese e del progetto Sofala Mangroves situato nella provincia di Sofala Nel 2022, inoltre, sono stati finalizzati accordi a sostegno della sviluppo di futuri progetti in Costa d'Avorio e Kenya per i quali sono in corso studi di fattibilità. Per quanto concerne il Rwanda è in fase di realizzazione un progetto per testare l'applicazione di tecnologie di intelligenza artificiale per la protezione delle foreste.
2 https://universnews.ui/poursuites-contre-des-cadres-de-letap-de-la-silep-et-de-la-sitpm/
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Eni sta inoltre valutando ulteriori iniziative di ripristino e gestione sostenibile degli ecosistemi (e.g. foreste, pascoli naturali e sistemi agro-forestali) in diversi Paesi in Africa, America Latina e Asia.
Oltre al progetto LCFP in Zambia e al progetto Amigos de Calakmul in Messico, Eni ha sottoscritto accordi per il sostegno, tramite l'acquisto di crediti di carbonio, ai progetti Lower Zambesi REDD+ Project e Kafue-Zambezi Community Forests Project, sempre in Zambia, Ntakata Mountain in Tanzania e Kulera in Malawi.
I due progetti sono attualmente in generazione e i crediti sono certificati secondo II VCS di Verra. Il progetto Ntakata prevede la protezione di un'area di progetto considerato un maggiore hotspot di biodiversità, si estende su un'area di più di 200.000 ha e coinvolge oltre 30.000 persone delle comunità locali con progetti sociali relativi alla micro-finanza, all'educazione e il woman empowerment.
Il progetto Lower Zambesi promuove pratiche sostenibili dell'uso del suolo per la protezione delle foreste e la fauna locali, si estende per circa 40.000 ha e colnvolge una popolazione di più di 7000 beneficiari con progetti legati all'agricoltura, all'apicoltura e all'istruzione.
Non sono emerse criticità nell'ambito dei progetti. In generale nello schema REDD+ e nella policy di Eni, le comunità locali sono al centro dei progetti, essendone sia attori che destinatari, ed Eni non ha interesse nell'acquisizione di terreni, che restano nella totale disponibilità delle comunità locali coinvolte dai progetti.
Il coinvolgimento attivo e l'informativa alle comunità dei benefici generati dai progetti volti alla lotta alla deforestazione e al degrado forestale o alla conservazione/gestione sostenibile della foresta sono, inoltre, oggetto di un processo
articolato di FPIC (Free, Prior and Informed Consent), requisito fondamentale dello standard CCB (Climate, Community and Biodiversity) e rigorosamente applicato.
Il progetto LCFP ha generato 1,4 Mton nel 2021 e 1,7 Mton nel 2022. I crediti del 2023 saranno emessi nel secondo semestre ed i volumi attesi sono in linea con quelli precedentemente generati.
Oltre al crediti generati dal progetto Luangwa Community Forests Project (LCFP) in Ontre al Eni ha acquisito nel 2022 crediti generati dai progetti Ntakata Mountains in Tanzania, Lower Zambezi REDD+ Project (LZRP) in Zambia e Kulera in Malawi. Si tratta di Verified Carbon Unit (VCU) emessi nel registro VERRA per progetti con un elevato impatto positivo sulla biodiversità e le comunità che raggiungono il livello Triple Gold dello schema CCB (Climate Community and Biodiversity). L'acquisto dei crediti da parte di Eni finanzia i costi annuali di attuazione di tali progetti naturebased, oltre a consentire alle comunità locali di aver accesso a importanti servizi sociali come la salute e l'istruzione.
Nel 2022 Eni ha acquistato dai suddetti progetti 3.5 Mt di CD2 equivalente.
Eni monitora costantemente l'andamento del progetti nei quali è coinvolta.
Si rileva che in seguito alla pubblicazione dell'articolo del Guardian, Die Zeit e SourceMaterial, che mette in dubbio l'efficacia dei progetti di compensazione delle emissioni, organizzazioni internazionali riconosciute, associazioni e accademici hanno sollevato serie perplessità sui metodi utilizzati e sugli studi citati nell'inchiesta. Tra
3 https://www.theguardian.com/environment/2023/jan/18/revealed-forest-carbon-offsets-biggest-provider-worthlessverra-aoc
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queste l'organizzazione non profit Verra, che ha risposto in modo ampio e articolato all'articolo, pubblicando uno studio tecnico che dettaglia le incongruenze rispetto agli studi menzionati, mostrando le lacune di merito presenti nell'articolo giornalistico. Anche il World Economic Forum ha deciso di prendere posizione sul tema, sostenendo l'uso dei progetti offset come "strumento cruciale nella lotta urgente contro il cambiamento climatico". La compagnia di settore Everland ha messo in luce come "l'articolo si basi in particolare su una ricerca pubblicata nel 2023, che non è stata ancora sottoposta a revisione paritaria" e quindi, di fatto, "non risulta ancora convalidata dalla comunità scientifica". Sul fronte delle posizioni all'interno del mondo accademico, lo scienziato geo-spaziale Ed Mitchard, professore dell'Università di Edimburgo, ha parlato delle carenze nei dataset utilizzati negli studi su cui si basa l'inchiesta, immagini geofisiche di larga scala, lontane da quelle granulari necessarie per valutare in modo accurato l'impatto dei progetti sulle aree interessate. Infine, l'associazione internazionale per lo scambio di quote di emissione IETA ha ribadito come "il sistema europeo di scambio delle emissioni abbia ridotto di quasi un terzo dal 2008 la quota di CO2 prodotta dal settore industriale". Un risultato che non sarebbe stato possibile senza il coinvolgimento degli attori privati, che secondo le Nazioni Unite sono stakeholder chiave nel contrasto alla deforestazione e al degrado forestale, nonché una importante "fonte di implementazione, innovazione e investimento",
Relativamente alla produzione di biocarburanti in Kenya:
Risposta Circa 30 mila ettari di terreni in aree degradate.
Il Kenya ha prodotto nel 2022 circa 2500 tonnellate complessive, a cui si aggiungone circa 2 mila tonnellate prodotte nel primo trimestre del 2023.
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10 Contee, nelle aree individuate di concerto con le autorità nazionali: Kitui, Makueni, Embu, Taita-Taveta, Kilifi, Kuale, Lamu, Nakuru, Barringo, Tanariver.
Risposta Circa 40 mila agricoltori.
Il modello è basato su meccanismo del contract farming, che prevede che sia Eni ad acquistare il prodotto e che gli agricoltori ricevano supporto per gli input agricoli. Le produzioni sono consegnate all'agri-hub da cooperative o gruppi di produttori per facilitare la logistica.
La terra appartiene gli agricoltori che la coltivano.
Risposta Eni non acquista terreni.
A quanto ammonta la superficie di terra attualmente destinata alla coltivazione per 8. conto di ENI?
Risposta Circa 1000 ettari.
Attualmente l'agri-hub è in costruzione e si prevede l'avvio della produzione entro l'anno.
Nelle aree di Loudima (Dip. Bouenza)
Al momento vi sono accordi per iniziative dimostrative con alcune aziende agricole ed alcuni gruppi di piccoli agricoltori.
Per la fase sperimentale e dimostrativa, sono stati stipulati accordi di collaborazione che prevedono la copertura da parte di Eni dei costi sostenuti dall'agricoltore. Per la fase industriale, vedi risposta 5.
Le terre sono di proprietà delle aziende agricole o del piccoll agricoltori o date loro in concessione. La loro destinazione d'uso rimane invariata.
Non è prevista acquisizione del terreni da parte di Eni, Vedi risposta 5, 6 e 7.
Nella relazione annuale del 2022, ENI riporta un volume di idrocarburi inviati a flaring pari a 1,1 miliardi di metri cubi.
Il volume di idrocarburi inviato a flaring è relativo solo agli asset in cui Eni è operatore o operatore congiunto.
Può ENI indicare la lista completa degli asset inclusi nel calcolo dei volumi di l 21 idrocarburi inviati a flaring?
La maggioranza degli asset è concentrata in Libya, Nigeria, Egitto, Algeria e Congo.
Per quanto riguarda i progetti CCS - sia singoli che in gruppi - qual è la portata e l'entità dei rischi che l'azienda si sta assumendo e per quanto tempo? L'ENI ha effettuato una valutazione approfondita dei rischi legati ai progetti CCS proposti e cosa dimostra agli azionisti tale valutazione?
Anche per i progetti CCUS è applicato il processo di risk management integrato di cui Eni si è dotata e che è finalizzato ad assicurare per ogni progetto di qualsiasi natura la valutazione e l'analisi dei rischi (es. industriali, contrattuali) con una vislone integrata, complessiva e prospettica in una ottica di vita intera delle attività di business.
L'analisi viene revisionata periodicamente in funzione dello scenario di riferimento, della normativa e del modello di business applicabili allo specifico progetto. Al momento non si ravvisano elementi di criticità da segnalare.
Si prega di chiarire quali sono i costi del ciclo di vita, i rischi e le responsabilità di questi 2. progetti CCS.
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costi del ciclo di vita a cui deve far fronte l'operatore del servizio di Trasporto e Stoccaggio della CO2 includono oltre agli investimenti necessari per la realizzazione delle infrastrutture di trasporto e stoccaggio, anche i successivi costi operativi per l'esercizio e la manutenzione delle suddette infrastrutture e per il monitoraggio ambientale. Al termine del ciclo di vita verranno sostenuti costi per il decommissioning delle infrastrutture e la chiusura dei pozzi utilizzati per l'iniezione della CO2 in giacimento. Le attività di monitoraggio proseguiranno per un ulteriore periodo in linea con le normative vigenti. Per quanto riguarda i rischi e le responsabilità si rimanda alla risposta della domanda precedente.
Vedi risposta a domanda 1. In aggiunta: i rischi collegati ai progetti CCUS, inclusi quelli di natura economica, sono periodicamente revisionati in funzione dello scenario di riferimento, del livello di maturità di sviluppo del progetto e del modello di business e di conseguenza viene valutato il livello di accantonamento per la gestione del rischio.
Perché ENI ritiene che la CCS sia un'opzione valida per le operazioni aziendall? Qualli alternative alle operazioni CCS ha esplorato il management di ENI?
Vedere risposta alla domanda 4.1 dell'azionista Finanza Etica. In aggiunta, si sottolinea che la CCS è solo una delle leve sulle quali si basa la strategia di decarbonizzazione di Eni, che comprende anche rinnovabili, efficienza energetica, biocarburanti, idrogeno, economia circolare e chimica verde e in prospettiva lo sviluppo della fusione magnetica.
Domande presentate da ReCommon In collaborazione con i gruppi ambientalisti del North West del Regno Unito.
Will EN| operate Liverpool Bay CCS at no public expense until the CO2 permanently stored equates to that produced from burning all fossil gas extracted there by the company?
L'ENI gestirà il Liverpool Bay CCS senza spese pubbliche fino a quando la CO2 immagazzinata in modo permanente non sarà pari a quella prodotta dalla combustione di tutto il gas fossile estratto dalla società?
1 = = = = 294
Il servizio di trasporto e stoccaggio della CO2 sarà erogato e remunerato sulla base di un modello di business regolato in via di definizione da parte delle autorità britanniche. La CCUS è una delle principali leve di decarbonizzazione sostenute dal governo britannico con l'obiettivo di catturare e stoccare 20-30 milioni di tonnellate di CO2 all'anno al 2030. Non vi è alcuna relazione con l'attività upstream.
Vedere risposta a domanda 1.
Secondo la legislazione vigente nel Regno Unito, le attività di misurazione, monitoraggio e verifica (MMV) devono essere garantite dall'Operatore T&S per un periodo di 20 anni dopo la chiusura del sito di stoccaggio. Al termine di questo periodo la licenza termina e le responsabilità passano al governo, ma l'Operatore T&S sosterrà con un contributo finanziario i costi di monitoraggio per un periodo successivo di ulteriori 30 anni
Since the 1970s, ENI has concurrently: (a) understood climate science and, (b) 4. 1 decided to continue with climate-wrecking oil and gas production. Accordingly, will ENI be constructing and operating CCS, both in Liverpool Bay and globally, at zero public cost?
Dagli anni '70, ENI ha contemporaneamente: (a) compreso la scienza del clima e, (b) deciso di continuare con la produzione di petrolio e gas che distrugge il clima. Di conseguenza, ENI costruirà e gestirà CCS, sia a Liverpool Bay che a livello globale, a zero costi pubblici?
Risposta
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Si veda la precedente risposta 1. In aggiunta, nel riconoscere che Eni è consapevole che le emissioni antropiche di gas serra di origine antropica sono la principale causa del cambiamento climatico, si precisa che tale consapevolezza è cresciuta nel tempo, in linea con il progressivo formarsi e consolidarsi del sapere scientifico internazionale. Inoltre, Eni riconosce e sostiene il ruolo dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), quale principale organismo internazionale per lo studio e l'approfondimento dei cambiamenti climatici e considera gli Assessment Report tra le più rilevanti fonti scientifiche in merito al funzionamento del sistema climatico e all'impatto antropogenico sui meccanismi che lo regolano.
In che modo ENI finanzierà, implementerà e monitorerà lo stoccaggio "per sempre della CO2 iniettata nelle strutture geologiche della bala di Liverpool, concordando il monitoraggio e le eventuali misure di riparazione necessarie con le comunità costiere e gli esperti indipendenti?
Vedere risposta a domanda 3. Inoltre, Il plano di monitoraggio dovrà essere autorizzato dalle autorità del Regno Unito e i relativi costi faranno parte delle "allowed revenues" (ricavo consentito) come definito dal modello di business.
Nel 2030, quale percentuale della CO2 totale immessa entro quella data dovrebbe aver subito carbonatazione? Come verrà misurata la percentuale effettiva e, se inferiore, quali misure verranno prese per eguagliare o superare la cifra prevista?
L'anidride carbonica stoccata in formazioni geologiche idonee viene intrappolata in modo permanente grazie a 4 diversi meccanismi: |) la CO2 viene intrappolata dagli strati impermeabill che circondano la roccia serbatoio (intrappolamento strutturale) ii) trattenuta all'interno del pori della roccia (intrappolamento capillare), iii) disciolta nell'acqua di formazione (intrappolamento per solubilità) o, infine, iv) trasformata in carbonati per reazione con i minerali della formazione (intrappolamento minerale o carbonatazione). L'intrappolamento strutturale e quello capillare sono imeccanismi principali e gli stessi che hanno permesso l'accumulo di gas naturale in giacimenti esauriti per milloni di anni: agiscono immediatamente e sono necessari per un sito di stoccaggio; al contrario la carbonatazione è molto più lenta, con un contributo minore sulla scala temporale di interesse industriale.
Il piano di monitoraggio, misurazione e verifica controlla e garantisce il sequestro permanente di CO2, indipendentemente dagli specifici meccanismi di cattura in azione e dal loro contributo individuale.
Nel 2040, quale percentuale della CO2 totale immessa entro quella data dovrebbe aver subito carbonatazione? Come verrà misurata la percentuale effettiva e, se inferiore, quali misure verranno prese per eguagliare o superare la cifra prevista?
Risposta Vedere risposta a domanda 6.
In una risposta scritta fornita prima dell'assemblea generale del 2022, ENI ha comunicato che, durante l'iniezione, le emissioni fuggitive di CO2 sarebbero state monitorate per "l'intero periodo e oltre"? Qual è l'attuale data di scadenza "oltre" di ENI e sarà resa legalmente vincolante per qualsiasi futuro operatore legacy di Liverpool Bay CCS Ltd?
Risposta Vedere risposta a domanda 3.
ENI si impegnerà a porre fine al flaring nella baia di Liverpool prima del 31 dicembre 2023, tranne nei casi in cui un rischio di danni al personale della piattaforma lo renda irrealistico?
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Non viene fatto flaring di routine nella Bala di Liverpool, viene effettuato solo per motivi di sicurezza e per supportare specifiche attività di manutenzione.
Alle 18:10 GMT di lunedì 6 marzo 2023, era in corso un episodio di flaring presso l'impianto di perforazione di ENI a Liverpool Bay. Se ciò non è dovuto a un'emergenza, qual è stato il motivo del flaring e quali sono state le emissioni totali di CO2 equivalente?
Il fiaring di questo episodio era legato alla manutenzione di una delle condutture offshore. L'operazione rientrava nel livello di autorizzazione al flaring offshore.
Alle 21:30 GMT del 14 marzo 2023, era in corso un episodio di flaring presso l'impianto di perforazione di ENI a Liverpool Bay. Se ciò non è dovuto a un'emergenza, qual è stato il motivo del flaring e quali sono state le emissioni totali di CO2 equivalente?
Il flaring di questo episodio era legato alla manutenzione del compressore dell'offgas. L'operazione rientrava nel livello di autorizzazione al flaring offshore.
L'ENI collaborerà con i gruppi della comunità (ad es. i "laureat" dell'alfabetizzazione al carbonio della regione della città di Liverpool e i membri del forum Welsh Wellbeing of Future Generations) per co-progettare, gestire e rendere pubblico il
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monitoraggio delle emissioni fuggitive di CO2 per L'oleodotto del Nord del Galles e i bacini idrici della baia di Liverpool?
Nell'ambito dello sviluppo del progetto di trasporto e lo stoccaggio della CCS nella baia di Liverpool, continuiamo a lavorare a strelto contatto con le autorità competenti relativamente alle modalità inerenti il processo di misurazione, monitoraggio e verifica (MMV) da adottare prima, durante e dopo le operazioni di stoccaggio della CO2
Nell'ambito del nostro processo di coinvolgimento continuo, Eni, come partner principale di HyNet, si confronta regolarmente con una serie di stakeholder sul progetto. Tra questi, i rappresentanti della Regione di Liverpool e del Governo gallese. Avendo operato nella regione della bala di Liverpool per quasi 30 anni, comprendiamo l'importanza di lavorare con le parti interessate e siamo desiderosi di continuare a costruire e mantenere relazioni con gii attori chiave nel Galles settentrionale e nell'Inghilterra nord-occidentale.
13, Increasingly, graduates do not want to work for companies whose portfolio remains dominated by oil and gas. Universities within the HyNet geographical footprint are beginning to ban fossil fuel companies from recruitment fairs (eg Wrexham Glyndwr in December 2022). How will ENI address the resultant skills shortages?
Sempre più spesso, i laureati non vogliono lavorare per aziende il cui portafoglio rimane dominato da petrollo e gas. Le università all'interno dell'impronta geografica di HyNet stanno iniziando a vietare alle aziende di combustibili fossili le fiere di reclutamento (ad esempio Wrexham Glyndwr nel dicembre 2022). In che modo ENI affronterà le conseguenti carenze di competenze?
Correntemente non risultano particolari carenze nella disponibilità di personale.
L'ENI può fornire un resoconto di qualsiasi discussione sul gasdotto di CO2 con l'ufficio del Future Generations Commissioner for Wales, garantendo così
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reciprocamente la compatibilità con il Well-being of Future Generations (Wales) Act 20157
Eni è impegnata in un dialogo continuo con diversi dipartimenti del Senedd (Governo gallese), compreso il loro coinvolgimento attivo come parte interessata nel processi formali di autorizzazione.
Entro maggio 2024, ENI avrà co-presentato, con le ONG del Mozambico, sessioni di domande e risposte su Rovuma per chiunque ne faccia richiesta: (a) Comitato consultivo per l'equità e la giustizia sociale della città di Liverpool; (b) gruppo parlamentare composto da tutti i partiti della regione della città di Liverpool; (c) l'ufficio del Commissario gallese per le generazioni future ?
Il progetto Hynet NW non ha alcun legame con il Mozambico o con i progetti realizzati da Eni in Mozambico e non ha alcun impatto sulla comunità mozambicana.
Il Galles e un membro principale della Beyond Oll and Gas Alliance (BOGA), che "si sta impegnando a porre fine a nuove concessioni, licenze o cicli di leasing e a fissare una data allineata a Parigi per la fine della produzione di petrolio e gas". Può ENI fornire una registrazione degli accordi con il governo gallese, in relazione alla nuova scoperta di petrollo da 200 milioni di barili di ENI nel bacino del Sureste, in Messico, che questa scoperta può essere compatibile con gli impegni BOGA?
Il progetto Hynet NW non ha alcun legame con il Messico o con i progetti realizzati da Eni in Messico.
Durante la plenaria del parlamento gallese del 15 giugno 2022, un membro di Senedd per il Galles del Nord ha fatto riferimento al rischio che il progetto HyNet "renda il Galles il tubo di scarico per le imprese del Cheshire e abbia un impatto ambientale locale e globale". da allora ENI ha fornito ai membri di Senedd in relazione a tali percezioni del colonialismo fossile?
Il progetto di HyNet è stato identificato dal governo britannico come fondamentale per il perseguimento della strategia di decarbonizzazione nazionale e organizzazioni internazional come l'AlE (Agenzia Internazionale dell'Energia) e l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ritengono la CCS un elemento cruciale ed essenziale nella lotta contro il cambiamento climatico. L'ubicazione delle nostre infrastrutture esistenti nella baia di Liverpool in prossimità degli emettitori industriali, crea un'opportunità unica per le industrie del Galles settentrionale e dell'Inghilterra nord-occidentale per catturare e stoccare le loro emissioni di CO2 all'interno dei nostri giacimenti di idrocarburi esauriti.
Ne è un esempio l'impianto industriale della Hanson Cement, uno dei maggiori emettitori del Galles settentrionale, che è stato identificato come una delle prime aziende in grado di accedere al sistema di trasporto e stoccaggio CCS. Nell'impianto di Hanson saranno catturate e stoccate circa 800.000 tonnellate di CO2 all'anno, riducendo notevolmente le emissioni industriali dell'area del Galles settentrionale.
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Da una recente ricerca nei paesi sviluppati, la maggior parte delle giovani generazioni è preoccupata per il cambiamento climatico e questa percentuale cresce di anno in anno. Alcuni dei più grandi gestori patrimoniali globali stanno applicando sempre più criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) nelle decisioni di investimento nelle società. L'ENI non si sta dirigendo verso un disastro finanziario a medio-lungo termine continuando ad espandere in modo significativo il proprio approvvigionamento di combustibili fossili?
L'impegno di Eni di raggiungere l'obiettivo zero emissioni nette entro il 2050 è confermato, in linea con l'accordo di Parigi che prevede di contenere entro 1,5 °C l'aumento massimo della temperatura. Un obiettivo che ha il pieno supporto del nostro Consiglio di Amministrazione, il cui ruolo di supervisione, insieme ai suoi comitati, è fondamentale per la trasformazione strategica dell'azienda.
Nonostante le attuali condizioni di volatilità e incertezza del mercato, appare evidente che l'oblettivo di azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 richieda un percorso sostenibile che può essere raggiunto solamente se accompagnato da energia sicura ed economicamente accessibile. Eni affronta la complessità del "Trilemma Energetico" (inteso come sicurezza-sostenibilità-accessibilità economica) sviluppando un portafoglio di fonti energetiche geograficamente e tecnologicamente diversificato, con la progressiva transizione verso un diverso mix energetico, che combini tecnologie a basse emissioni di anidride carbonica, rinnovabili e innovazione breakthrough. Il perdurare di una domanda molto consistente di gas conferma il ruolo cruciale di questa fonte nel percorso di decarbonizzazione. La strategia di Eni, focalizzata sul gas e la capacità dimostrata nell'accelerare l'esecuzione dei progetti, risultano ancora più rilevanti in questo scenario sfidante. Il nostro percorso verso il Net Zero segue due direttrici principali: la prima, contribuire alla riduzione delle emissioni Scope 3, offrendo servizi e prodotti progressivamente sempre più decarbonizzati ai nostri clienti e assicurando la resilienza competitiva di Eni nel lungo termine; la seconda, concentrarsi sulle emissioni Scope 1 e 2, con l'impegno a ridurre le nostre emissioni operative dirette e le emissioni relative all'energia acquistata. https://www.eni.com/assets/documents/ita/governance/assemblea/2023/Say-on-Climate-ITA.pdf
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inspection regime will not be found by the Health and Safety Executive to 'fail to ensure that dangerous situations are monitored at suitable intervals'?9
Può l'ENI fornire una prova scritta che il governo gallese sia convinto che, a differenza dell'episodio del 2016 di supporti per tubi trunnion nel Mare d'Irlanda, il regime di ispezione del gasdotto di CO2 non sarà considerato dall'Health and Safety Executive come "mancato garantire che le situazioni pericolose siano monitorate a intervalli adeguati' ?
La questione relativa all'episodio trunnion del 2016 è stata completamente risolta con soddisfazione dell'ente regolatore del Regno Unito (Health and Safety Executive). A seguito di quanto emerso, è stato implementato un regime di ispezione potenziato tuttora in vigore.
La progettazione e la costruzione di nuove condotte e/o la riconversione di condotte esistenti per il trasporto e lo stoccaggio di CO2 avverrà nel pieno rispetto di quanto previsto dalla normativa in materia.
Sezione di domande presentate da ReCommon in collaborazione con Greenpeace Italia
Il presupposto di base della partnership con la Federazione Italiana Giuoco Calcio è il valore del calcio come simbolo unificante del nostro Paese e come efficace driver di comunicazione, con un forte interesse e coinvolgimento emotivo della grande maggioranza della popolazione. L'accordo, a fronte del quale Eni, insieme ad altre grandi imprese italiane, ha assunto il ruolo di Top Sponsor della squadra nazionale di
https://www.upstreamonline.com/online/ENI-gets-prohibition-notice-al-douglas/1-1-1179583
calcio e delle altre squadre FIGC, ha garantito, oltre ad un elevata visibilità, anche benefit di ospitalità e promozione nonché la possibilità di veicolare, anche all'interno dell'azienda, valori in cul Eni si identifica: attenzione al benessere delle persone, rispetto delle regole, inclusione, sostegno al Paese e ai territori in cui l'azienda opera. In considerazione della rilevanza strategica dell'accordo, si ritiene che l'eventuale pubblicazione del dato relativo al valore della sponsorship possa arrecare pregiudizio agli interessi economici e commerciali delle parti contraenti.
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A valle della scadenza dell'accordo le Parti hanno avviato un confronto per valutare insieme le possibilità ed i contenuti della prosecuzione della partnership. Gli esti di tale confronto saranno oggetto di apposito comunicato nei modi e nel luoghi definiti in accordo tra le Parti.
Anche per Il 2023 Eni è sponsor della manifestazione.
Le iniziative di sponsorizzazione di Eni sono collegate ad obiettivi di comunicazione con particolare attenzione al territori in cui operiamo. Tra queste, le principali iniziative relative ai settori indicati nel corso del 2022 hanno riguardato: Venezia 1600, Ravenna Festival, Partnership con Coldiretti, 23º Edizione della Triennale di Milano, Internazionali d'Italia, Il festival della visione, La Vuelta, Olimpia Milano oltre alla prosecuzione della partnership con la Federazione Italiana Giuoco Calcio. Le principali partnership già avviate relative all'anno 2023 si riferiscono a: Dadu Children's Museum; Cera Week; Ravenna Festival, iniziative Fondazione Guido Carli,
partnership con Fondazione Milano Cortina.
I valori delle sponsorizzazioni variano in relazione ai benefit riconosciuti ad Eni. Nel complesso, nel corso del 2022 meno del 10% delle iniziative ha avuto un valór superiore a €250 mila. Tutte le altre si collocano al di sotto di tale importo.

La partnership con il Festival di Sanremo è stata per Eni l'occasione per rafforzare la brand Plenitude, la nuova società che unisce vendita al dettaglio di elettricità e gas, rinnovabili e mobilità elettrica, dopo il lancio avvenuto nel 2022. L'evento ha permesso di godere di una notevole visibilità ed ha avuto ottimi riscontri in termini di audience con oltre 360 mln di contatti lordi e 10,6 min di audience media, oltre a 11,4 min di contatti lordi su RaiPlay e 50,3 min di interazioni sui social.
In considerazione della rilevanza strategica dell'accordo, si ritiene che l'eventuale pubblicazione del dato relativo al valore della partnership possa arrecare pregiudizio agli interessi economici e commerciali delle parti contraenti,
Il contributo pagato da Eni per la sponsorizzazione in questione è stato in linea con quello degli anni precedenti.
Nel caso in cui l'importo degli investimenti pubblicitari si sia mantenuto nel complesso in linea con gli anni precedenti, si chiede:
Il dettaglio degli investimenti pubblicitari sui principali gruppi editoriall/Concessionarie, comprensivo della quota residuale, come è stato esplicitato nelle Domande-e-Risposteprima-Assemblea-13-maggio-2020.
Per il 2022 l'importo degli investimenti pubblicitari ha una variazione positiva rispetto al 2021, principalmente dovuta al rebranding Plenitude ed alla emissione obbligazionaria retail di Eni SpA collegata a target di sostenibilità.
Per il processo di planificazione ed acquisto di spazi media Eni si avvale di un fornitore specializzato ("centro media") selezionato mediante gara. Gli investimenti pubblicitari di Eni sono pianificati dal centro media, sulla base di obiettivi di comunicazione e di marketing che vengono riportati in obiettivi media. A tal fine viene definito il media mix che consente di ottimizzare l'investimento in relazione a tipo di campagna. I principali mezzi di comunicazione utilizzati nel 2022 sono stati stampa - principalmente quotidiani - televisione e radio, internet. Sono stati utilizzati molteplici gruppi editoriali.
Nelle conclusioni del messaggio della Presidente del Consiglio di Amministrazione, Lucia Calvosa e dell'Amministratore Delegato, Claudio Descalzi sulla strategia climatica inviato agli azionisti in occasione della scorsa Assemblea svoltasi l'11 maggio 2022, veniva affermato che "Il Consiglio di Amministrazione, viste le incertezze dell'attuale situazione geopolitica e per tenere conto delle opinioni che saranno espresse dagli azionisti in occasione della prossima Assemblea, ha in programma di inserire all'ordine del Assemblea del prossimo anno un voto consultivo sulla strategia climatica della società,"
Nell'attuale scenario di persistente e significativa incertezza del mercato energetico, dovuto all'impatto prolungato della guerra in Ucraina, alle conseguenze della pandemia, tra cui l'inflazione elevata, ed ai vincoll preesistenti legati ad un lungo periodo di investimenti energetici sottodimensionati, stiamo affrontando con successo la sfida del "Trilemma Energetico" (inteso come sicurezza-sostenibilitàaccessibilità economica), continuando a fornire ai nostri clienti energia sicura /ed economicamente accessibile e sviluppando progressivamente il nostro percorso di decarbonizzazione verso il Net Zero Scope 1+2+3 entro il 2050.
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Il nostro impegno di raggiungere l'obiettivo zero emissioni nette entro il 2050 è confermato, in Ilnea con l'accordo di Parigi che prevede di contenere entro 1,5°C l'aumento massimo della temperatura. Si tratta di un obiettivo che ha il pieno supporto del nostro Consiglio di Amministrazione, il cui ruolo di supervisione, insieme al suoi comitati, è fondamentale per la trasformazione strategica di Eni. La nostra strategia di decarbonizzazione continua a fondarsi sul nostro impegno costante e sul dialogo approfondito con i nostri stakeholders, inclusi gli azionisti della coalizione CA100+, il governo, la società civile ed i clienti.
In questo scenario così volatile, di cui continuiamo a monitorare l'evoluzione, riteniamo che questo sia l'approccio più appropriato ed efficace per ricevere il riscontro sulla nostra strategia.
Quali considerazioni ha effettuato il management di ENI per non far svolgere questo 2. voto?
Si veda risposta alla domanda precedente
Le decisioni in materia di strategia climatica e, più in generale, di definizione della strategia non rientrano tra le materie riservate dalla legge alla competenza dell'Assemblea. La materia, infatti, è di competenza esclusiva dell'organo di amministrazione e, pertanto, l'eventuale coinvolgimento assembleare può avere unicamente natura consultiva.
Nel suo rapporto sociale ENI for 2021, la società afferma che: "Come ENI, sentiamo con forza questi imperativi: la responsabilità di contribuire a dare accesso all'energia a tutti, sostenendo lo sviluppo dei Paesi in cui siamo presenti, e contribuire al raggiungimento delle massime ambizioni dell'Accordo di Parigi." (p.4).
En) supporta l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di limitare l'incremento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto all'epoca pre-industriale, perseguendo tutti gli sforzi per limitare l'incremento di temperatura a 1,5°C.
A tal fine, Eni ha sviluppato una strategia di decarbonizzazione che mira a raggiungere l'obiettivo di emissioni Net Zero entro il 2050. L'impegno Net Zero di Eni include le emissioni di GHG Scope 1, 2 e 3 e l'intensità di emissione associata, riferite all'intero ciclo di vita dei prodotti energetici venduti da Eni.
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Per essere efficaci anche nel breve termine, Eni ha anche fissato oblettivi intermedi al 2030 e al 2040, sia in termini di emissioni assolute, sia in termini di intensità di emissioni.
Nel percorso verso la carbon neutrality, Eni sostiene una Just Energy Transition attenta anche alla dimensione sociale della transizione energetica come richiamato nell'ambito dell'Accordo.
Al momento, Eni non aderisce alla "Climate Ambition Alliance: Race to Zero" della Nazioni Unite, in quanto pur avendo implementato una strategia di decarbonizzazione sfidante in termini di target e che include tutte le emissioni di filiera relative ai prodotti venduti (Scope 1, 2 e 3), ha ritenuto di non rientrare in tutti i requisiti previsti dall'iniziativa. In particolare, al momento non è possibile certificare i target Eni come "science based", poiché non esiste una metodologia di target setting approvata e condivisa per il settore O&G.
Nella "Dichiarazione di ENI sul rispetto dei diritti umani" si legge (p.2): "ENI si impegna a svolgere le proprie attività nel rispetto del diritti umani e si attende che i propri Business Partner1 facciano altrettanto nello svolgimento delle attività assegnate o svolte in collaborazione con e/o nell'interesse di ENI. ENI rinnova il suo impegno a rispettare i diritti umani contenuti nella Carta internazionale dei diritti umani, nella Dichiarazione sul Principi e i Diritti fondamentali nel Lavoro dell'Organizzazione internazionale del Lavoro e gli altri diritti umani applicabili, come enunciati nei trattati e nelle norme internazionali. ENI aderisce al Principi guida su imprese e diritti umani delle Nazioni Unite, alle Linee guida OCSE destinate alle imprese multinazionali e ai dieci principi del Global Compact delle Nazioni Unite. Coerentemente con i principi enunciati, ENI si impegna a non violare i diritti umani e a porre rimedio ad ogni criticità sui diritti umani che potrebbe derivare dalle attività in cui è coinvolta."5
https://www.ENl.com/assets/documents/Dichiarazione-ENI-DU-ITA.pdf

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Per quanto riguarda l'approccio Eni relativo alla gestione dei diritti umani si faccia riferimento alla sezione "Diritti Umani" (pag. 196-199) della Dichiarazione consolidata di carattere Non Finanziario (DNF) contenuta nella Relazione Finanziaria Annuale 2022 (tale documento è soggetto a revisione limitata da parte della società di revisione indipendente PwC).
Per un approfondimento sulla due diligence di Eni sui diritti umani si vedano anche il report dedicato Eni For Human Rights 2021 (da pag. 33 a pag. 88) e la sezione dedicata all'interno del paragrafo Tassonomia Europea della DNF (pag. 217).
Risposta Si veda risposta a domanda 6
Lo scorso 26 aprile Reclaim Finance, in collaborazione con Greenpeace and ReCommon, ha Lo scurso un briefing che effettua una valutazione della strategia climatica di ENI rispetto agli scenari forniti dall'Agenzia Internazionale dell'Energia.6
agli scellari lorinti doll Ngoporto, l'ENI prevede di aumentare la produzione di retrolio e gaso. La come documentato nere al mantenere la produzione al livello di plateau fino a 2030. La a L.900 kb0e di giorno e per lo zero netto entro il 2050 prevede "un rapido allontanamento dai combustibili fossili".
B. ENI concorda con i risultati dell'analisi contenuta in tale pubblicazione? Se no, su quali dati non concorda?
Nispostonta la complessità del "Trilemma Energetico" (inteso come sicurezzasostenibilità-accessibilità economica) sviluppando un portafoglio di fonti energetiche geograficamente e tecnologicamente diversificato, con la progressiva transizione verso un diverso mix energetico, che combini tecnologie a basse emissioni di anidride carbonica, rinnovabili e innovazione breakthrough. Il perdurare di una domanda cantro consistente di gas conferma il ruolo cruciale di questa fonte nel percorso di
https://u6p9s9c8.rocketcdn.me/sle/wp-content/uploads/2023/04/20230413-brieflng-climate-strategy-asessment-ENL.pdf
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decarbonizzazione. La strategia di Eni, focalizzata sul gas e la capacità dimostrata nell'accelerare l'esecuzione dei progetti, risultano ancora più rilevanti in questo scenario sfidante. Il nostro percorso verso il Net Zero segue due direttrici principali: la prima, contribuire alla riduzione delle emissioni Scope 3, offrendo servizi e prodotti progressivamente sempre più decarbonizzati ai nostri clienti e assicurando la resilienza competitiva di Eni nel lungo termine; la seconda, concentrarsi sulle emissioni Scope 1 e 2, con l'impegno a ridurre le nostre emissioni operative dirette e le emissioni relative all'energia acquistata.
Sebbene non sia ancora stata sviluppata una metodologia condivisa per la validazione degli obiettivi di GHG nel settore Oll&Gas come "science-based", la strategia di decarbonizzazione di Eni è stata considerata all'obiettivo di 1,5°C nel lungo periodo dalla valutazione della Transition Pathway Initiative (TPI) e riconosciuta come una delle roadmap più complete, credibili e trasparenti del settore Oll&Gas dal Climate Action 100+ 2022's Net Zero Company Benchmark e dallo stesso Carbon Tracker nel recente report "Absolute Impact 2022".
Eni si impegna inoltre ad allineare i propri piani e le proprie decisioni di investimento alla strategia di decarbonizzazione: la quota di spesa relativa alle attività O&G sarà gradualmente ridotta e i principali progetti di investimento saranno valutati anche in considerazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Dal 2014 Eni ha intrapreso un percorso di trasformazione industriale che ha progressivamente permesso all'azienda di creare valore anche in scenari difficili, contribuendo a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e la sostenibilità ambientale. Pur in un contesto di elevata volatilità e incertezza, Eni ha confermato nel 2023 la propria strategia di decarbonizzazione e i principali target emissivi e di business di medio-lungo termine. Il percorso che porterà Eni alla Neutralità Carbonica nel 2050 si compone di una serie di obiettivi intermedi che prevedono prima l'azzeramento delle emissioni nette (Scope 1+2) del business Upstream al 2030 e di tutta Eni al 2035, per poi raggiungere l'azzeramento netto al 2050 di tutte le emissioni GHG Scope 1, 2 e 3 associate all'intera catena del valore di Eni, sia in termini assoluti che di intensità.
La strategia di Eni verso Net Zero è supportata da un piano di crescita e trasformazione industriale che coinvolge l'intera catena del valore, prevedendo l'ottimizzazione e valorizzazione del portafoglio upstream attraverso la progressiva decarbonizzazione, abbinata all'espansione dei business bio, rinnovabili e di economia circolare e all'offerta di nuove soluzioni energetiche e servizi. Circa Il 90%
dell'obiettivo di riduzione assoluta nel lungo termine sarà realizzato attraverso la trasformazione delle attività convenzionali. Per l'upstream, la produzione di idrocarburi si ridurrà nel medio-lungo termine, con plateau atteso entro il 2030 e crescita progressiva della componente gas che traguarderà Il 60% al 2030 e più del 90% dopo il 2040. Per il midstream/downstream le attività contribuiranno alla riduzione delle emissioni, principalmente grazie alla valorizzazione del gas equity e del GNL e alla conversione delle raffinerie tradizionali in bioraffinerie. I progetti di cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2 (CCUS) avranno una funzione complementare per ridurre le emissioni residuali difficili da abbattere con le tecnologie esistenti. Il 5% circa della riduzione assoluta complessiva delle emissioni di filiera al 2050 sarà legata a compensazione attraverso crediti di carbonio, da Natural Climate Solutions e da applicazione di soluzioni tecnologiche.
Eni ritiene che, tra le fonti energetiche fossili, il gas naturale continuerà a svolgere un ruolo centrale nella transizione energetica, come evidenziato anche dagli scenari elaborati dalle più accreditate istituzioni internazionali, come l'IPCC. Si prevede infatti che il gas naturale funga da soluzione ponte per sostituire urgentemente il carbone e garantire la sicurezza e l'equilibrio del sistema elettrico necessari per supportare la penetrazione di volumi crescenti di generazione intermittente rinnovabile su scala globale. Il gas dovrebbe anche essere la fonte preferibile laddove la sostituzione del combustibili fossill (tramite elettrificazione, idrogeno, ecc.) non sia tecnologicamente o economicamente fattibile. In linea anche con la strategia europea di decarbonizzazione, le tecnologie del gas come Natural Gas-to-Hydrogen, Power-to-Gas e CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage), oltre a una crescente integrazione con il biometano, contribuiranno ulteriormente alla sostanziale decarbonizzazione del sistemi energetici. In qualità di fornitore di energia integrato, per ridurre le proprie emissioni di gas serra, Eni punta a un aumento significativo della quota di gas naturale nella sua produzione upstream per favorire la transizione verso un portafoglio progressivamente decarbonizzato.
Eni riconosce l'importanza e l'urgenza della riduzione delle emissioni di metano dell'industria oil&gas per il raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi e sostiene l'implementazione di normative e target diretti per la riduzione delle emissioni di metano lungo la filiera del gas naturale, ad esempio dando esplicito supporto all'obiettivo della Global Methane Alliance di riduzione del 30% delle emissioni di metano al 2030 rispetto al 2020.
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Eni è impegnata nella implementazione di azioni per il monitoraggio e la minimizzazione delle emissioni di metano lungo l'intera filiera, con l'impegno a mantenere una intensità di metano upstream ben al sotto della soglia dello 0,2% del gas commercializzato, valore riconosciuto come best practice di settore. In linea con gli impegni assunti nell'ambito della partnership Oil & Gas Methane Partnership 2.0 (OGMP2) di cui i fa parte, Eni sta progressivamente aumentando la qualità e la trasparenza della rendicontazione delle misure di emissioni di metano nei propri asset.
Il percorso di decarbonizzazione di eni vede un forte sviluppo delle attività low carbon con le rinnovabili che raggiungono al 2030 più di 15 GW di installato gross, i biofuels che superano i 5 min ton di capacità e alcune in fase di avvio che si consolideranno nel lungo termine come il biometano, il blue power e l'idrogeno. Le produzioni upstream, che rappresentano la componente preponderante del mix energetico di eni, vedranno un declino a partire indicativamente dal 2030 quando la componente gas sarà già al 60%.
Dal 1974 ENI insieme alle altre big globali dell'oil&gas è parte dell'International Petroleum Industry Environmental Conservation Association (oggi conosciuta come IPIECA), una associazione internazionale che - si legge sul sito della stessa organizzazione - opera con i suoi membri per far progredire le prestazioni ambientali e sociali dell'industria petrolifera e del gas a livello mondiale.
5.
Tramite la sua società SOGESTA, ENI negli anni Settanta e Ottanta ha mai organizzato in Italia dei corsi di formazione ambientale in collaborazione con UNEP? Se si, quando e su quali temi?
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Con riferimento alle domande da 1 a 6, Eni precisa che Ipieca nasce come associazione di settore per la promozione di best practice e condivisione di conoscenze per la mitigazione dell'impronta ambientale e sociale delle attività del settore oil& gas. Nel tempo, lpieca ha ampliato il proprio focus al temi relativi alla transizione energetica per promuoverne la sostenibilità ambientale e sociale. L'Associazione è stata fondata su richiesta del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente nel 1974 e rimane il principale canale di dialogo del settore con le Nazioni Unite. Infine, per statuto, lpieca non svolge alcuna attività di lobbying/advocacy.
Nel confermare che, ad oggi, Eni partecipa attivamente a diversi Gruppi di Lavoro di Ipieca focalizzati sulla transizione energetica e sulla sostenibilità ambientale e sociale ed è parte dell'Executive Committee dell'Associazione, per quanto concerne Il meeting lpieca di Huston del 1984 e il Gruppo di lavoro sui cambiamenti climatici globali creato da lpieca a fine anni Ottanta Eni non ha, nei propri database sul rapporti con le associazioni, elementi che consentano di affermare se suoi rappresentanti vi abbiamo o meno preso parte.
Eni non è un membro dell'American Petroleum Association e non vi sono rapporti attivi dal 2011.
Ciò detto, Eni non può fornire ulteriori dettagli in merito ai quesiti posti, per via dei contenziosi climatici pendenti in California contro Eni ed altre o&g companies, descritti nell'Eni Annual Report.
Secondo quanto riporta la stampa, di recente ENI SPA è stata interessata da alcune indagini per il reato di inquinamento ambientale nell'area di Santa Palomba (Roma).
Risposta
874 : 3 3 3
Per i contenziosi rilevanti si vedano le note al Bilancio della Relazione Finanziaria Annuale 2022, capitolo Contenziosi, pag. 334 e seguenti.
Eni e le Società del Gruppo non producono ne hanno prodotto in passato PFAS, ad eccezione - per il pregresso - di quanto precisato a pag. 343 della Relazione Finanziaria Annuale 2022 in merito al procedimento riguardante il sito di Trissino. I prodotti nel quali attualmente sono presenti PFAS a basso peso molecolare (quelli meno pericolosi e al momento non ancora considerati dalle attuali proposte di restrizione all'uso) sono gli schiumogeni ad uso antincendio presenti presso i siti. Eni ha già avviato proattivamente uno scouting con i produttori di schiumogeni, anche per valutare valide alternative sia per gli impianti già attivi sia per quelli di nuova costruzione; contemporaneamente Eni sta seguendo gli sviluppi sul tema partecipando alle iniziative dell'ECHA (Eurepean Chemicals Agency), nonché per il tramite delle associazioni di categoria.
Al 31/12/22 la società Servizi Aerei S.p.A., possiede 3 aerei di produzione Gulfstream, più precisamente:
I voli richiesti ed effettuati per Eni nel corso del 2022 sono stati; con aerei di proprietà n. 207 (con due o plù tratte) per un totale complessivo di 1/098 ore di volo;
e con aerei terzi noleggiati n. 5 voli (con due o più tratte) per un totale complessive 23 ore di voli_
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Servizi di chartering sono marginali : nel 2022, Eni Spa tramite Servizi Aerei ha effettuato due voll charter per circa 21 ore di volo.
Per ultimo i voli nazionali effettuati con gli aerei della flotta e con aerei terzi noleggiati sono stati n.131 (con due o più tratte) per un totale di 267 ore di volo.
ENI ha impianti di estrazione nell'area del mediterraneo orientale:
Eni ha diversi giacimenti a gas in produzione nell'area del mediterraneo orientale egiziano, tra cui il più noto è quello di Zohr. Nell'area del levantino (East Med) Eni è presente anche in Cipro dove ha recentemente effettuato le scoperte a gas di Cronos e Zeus ed in Libano, dove sono previste attività esplorative.
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 4.
Eni non ha preso posizione sul gasdotto EastMed.
Complessivamente, nel 2022 i costi per la security in Italia ammontano a €57 min, mentre per la security all'estero sono pari a €167 min.
La partecipazione in Commonwealth Fusion System (CF5), spin-out del MIT, è un investimento importante nell'ambito del portafoglio di investimenti in start up tecnologiche di Eni Next. Per vincoli contrattuali e per motivi di sensibilità commerciale, il dato puntuale di investimenti non è fornito.
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Nel triennio 2020-22, Eni ha effettuato 11 acquisizioni nel settore delle rinnovabili.
Ernesto Ferlenghi si occupa in Eni delle attività di Central Asia Market Development, assicurando l'analisi e il monitoraggio dei trend dei mercati, dell'industria e dei competitor e l'individuazione delle opportunità di sviluppo business nei paesi di riferimento e supporta inoltre il Responsabile Americas & Eurasia Region per la definizione delle strategie di export delle risorse naturali dell'area centro-asiatica.
Nel corso del mese di gennalo 2023 si è tenuto un incontro a Orenburg relativo alla valorizzazione del gas del campo kazako di Karachaganak a cui hanno partecipato i partner che operano il campo di Karachaganak: KPO, Eni e Shell. Per Eni era presente il Dott. Ferlenghi.
Ricordiamo che il gas prodotto ed esportato dal campo kazako di Karachaganak viene lavorato nell'impianto di trattamento di Orenburg in Russia.

Eni stringe accordi con le Università e con i centri di ricerca per unire le conoscenze del mondo accademico con le capacità progettuali dei ricercatori di Eni in modo da portare rapidamente al mercato nuove tecnologie soprattutto nell'ambito della transizione energetica e della decarbonizzazione. Inoltre, attraverso la propria Academy Eni Corporate University, Eni è attiva sul fronte universitario per realizzare iniziative formative rivolte a giovani che vogliono approfondire le competenze tipiche del settore energetico e che possono essere successivamente inseriti nelle strutture aziendali con un grado di specializzazione, consapevolezza e autonomia maggiori.
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In ambito scolastico Eni organizza percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO, ex alternanza scuola-lavoro) che prevedono, tra gli altri, anche approfondimenti in merito ad argomenti di sostenibilità. Tali iniziative non hanno costi diretti verso le scuole fruitrici dei programmi.
A quanto ammonta il finanziamento nel 2022 di ENI nei progetti di ricerca delle m università statali italiane?
Il finanziamento nel 2022 alle Università statall italiane ammonta a circa €10 milioni.
4: Quanti e quali sono i progetti di ricerca attualmente attivi tra ENI e università?
Attualmente sono attivi circa 100 progetti con le Università italiane che spaziono sul vari temi della transizione energetica, della decarbonizzazione, dell'eccellenza operativa e dell'economia circolare.
Sono attivi 20 progetti con CNR ed ENEA per studi sulla fusione magnetica, sulla risorsa idrica, sull'agricoltura, sui cambiamenti climatici, sul supercalcolo, sulle biomasse, sul Concentrating Solar Power, sui fanghi biologici e sul decommissioning dei sistemi utilizzati nelle energie rinnovabili.
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Le borse di dottorato di ricerca finanziate da Eni e sue Società sono 89 (R&D + Versalis+ ECU).
Si veda risposta alla domanda n. 3.
Quante disconnessioni dalla rete elettrica sono state fatte nel 2020, 2021 e 2022 per 2. 1 morosità ?
Si veda risposta alla domanda n. 3.
Il numero delle disconnessioni per morosità e dei clienti morosi evidenzia un trend in costante discesa dal 2019 al 2022 (-30% le disconnessioni 2022 vs 2019; -45% i clienti morosi 2022 vs 2019). Il dato delle disconnessioni per morosità del 2020 è stato influenzato dagli interventi normativi da parte dell'Autorità di Regolazione del settore (ARERA) a tutela della continuità delle forniture durante il periodo dell'emergenza Covid-19.
| DISCONNESSIONI - ITALIA | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 |
|---|---|---|---|---|
| GAS | 22k | 9k | 18k | 17k |
| POWER | gk | 4k | gk | 5k |
| TOTALE | 31K | 13k | 27k | 22k |
| GUENTI MOROSI - ITALIA | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 |
| TOTALE | SBBK | 495k | 383k | 325k |
Assemblea Ordinaria e Straordinaria di Eni SpA |
Domande presentate da ReCommon in collaborazione con il socio di ReCommon Sig. Domenico Nardozza
Relativamente al progetto di messa in produzione del pozzo Pergola 1, nel febbraio 2023, è stata avviata l'istruttoria tecnica presso Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica con la presentazione del relativo Studio di Impatto Ambientale; ad oggi è in corso l'iter di approvazione da parte del Ministero e pertanto non è stata ancora avviata da parte di Eni alcuna attività inerente là realizzazione del tracciato del nuovo oleodotto, in attesa della conclusione del medesimo iter e dell'acquisizione di tutte le autorizzazioni previste dal progetto.
La scelta del tracciato del nuovo oleodotto è stata minimizzando gli impatti dell'opera con riferimento in particolare ad eventuali interazioni con gli habitat naturali. Sull'intero tracciato è previsto il ripristino sla morfologico che vegetazionale ed inoltre l'oleodotto verrà equipaggiato con dei sistemi di controllo in grado di monitorare, in tempo reale dalla sala controllo del Centro Olio Val d'Agri, i dati di funzionamento e di integrità.
La realizzazione del pozzo Alli 5 non è parte del programma lavori della Concessione Val D'Agri.
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Per quanto riguarda l'area cluster CF7-SE1, si ritiene opportuno specificare che la stessa è inclusa dagli anni 90 nel programma lavori per lo sviluppo della Concessione Val d'Agri, la cui proroga è stata autorizzata dal Ministero nel 2022. Eni, nell'ambito dell'ottimizzazione del programma di coltivazione del giacimento alla luce delle attuali produzioni, ha scelto di riavviare l'iter di proroga del provvedimento autorizzativo di compatibilità ambientale nei termini di validità dell'atto, inviando, ad aprile 2023, la richiesta di proroga al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, al quale la norma nazionale di settore ha trasferito la competenza, ai sens dell'art.25, co. 5 del D.Igs. 152/06.
Come trasmesso nella documentazione tecnica propedeutica alla verifica di ottemperanza alle prescrizioni della DGR del 2015, Eni ha redatto un progetto di dettaglio per la gestione degli alberi, ed in particolare delle due querce di grandi dimensioni ubicate in prossimità della piazzola. Tale progetto include le necessarie azioni di mitigazione per ridurre cause di traumi e di stress e per garantirne l'acclimatamento nella nuova posizione con un monitoraggio costante.
Martedi 12 aprile 2023 nella sala Inguscio della regione Basilicata in un incontro pubblico sull'accordo Progetti di sviluppo sottoscritto tra Regione Basilicata e ENI SpA e Shell Italia E&P S.p.A, la dottoressa Francesca Palmisani di ENI, alla presenza degli assessori Alessandro Galella e Cosimo Latronico della regione Basilicata, parlando di investimenti dell'azienda nel settore NO OIL ha portato all'attenzione dei presenti un Progetto denominato AGRI HUB BASILICATA da realizzare su terreni "degradati" da ENI NATURAL ENERGIES. Cosa prevede, nel concreto, ENI di realizzare con questo progetto e dove lo si vorrebbe realizzare in regione? Cosa intende ENI quando parla di terreni "degradati" e dove sarebbero stati individuati detti terrENI?
Si veda anche risposta alla domanda 19 dell'azionista Comitato Aria Pulita Baslicata. Il Progetto prevede la creazione di una filiera agricola lucana per la produzione di semi oleaginosi e realizzazione di un centro di estrazione di olio vegetale (Agri-Hub) a fini energetici.
All'avvio si prevede una fase di prefattibilità per individuare le aree di interesse e i terren) Idonei per lo sviluppo del Progetto. L'area geografica per la coltivazione dei semi, da una prima analisi, potrebbe riguardare le seguenti fasce di interesse agricolo:
le rotazioni pluriennali di oleaginose creando addizionalità rispetto alle 2. 1 produzioni tradizionali;
I terreni che saranno oggetto di coltivazione a pieno campo per la coltivazione di semi per la produzione a regime, così come i terreni in cui realizzare il centro di estrazione dell'olio vegetale (agri-Hub o Frantoio), saranno individuati in stretta collaborazione con gli Enti regionali competenti.
Il Progetto risponderà al criteri di certificazione introdotti dalla comunità Europea, ad esempio la certificazione ISCC (internation Sostanability Carbon Certification).
Domande presentate da ReCommon in collaborazione con HEDA Resource Centre, Nigeria e The Corner House, UK
1995 1997 1997
The OECD Working Group on Bribery, which acts as the guardian of the OECD Convention on Combating Bribery of Foreign Public Officials in International Business Transactions ("OECD Convention"), has ruled that recent Italian court judgments have placed Italy at odds with the Convention. The Working group specifically references the acquittal of ENI, Shell and others by the Milan Court of First Instance in respect of international corruption relating to the acquisition of the OPL 245 oil bloc in Nigeria. The Working Group ruled that the Court's judgment "would not conform to the Convention" (paragraph 128 of Working Groups' Phase 4 report of Italy has been given two years to bring itself into alignment with the Convention.
Being acquitted of corruption by a country that is not in fully alignment with the Convention is not a good look: and exposes ENI to continuing reputation and legal risks. For example, it would be open to the USA, which does not recognise double jeopardy outside of its own jurisdiction, to reopen its now closed investigation into OPL 245, as the Department of Justice has sald it would do "if circumstances change".
7 https://www.oecd.org/daf/anti-bribery/italy-phase-4-report.pdf
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Il gruppo di lavoro dell'OCSE sulla corruzione, che funge da custode della Convenzione OCSE sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle transazioni commerciali internazionali ("Convenzione OCSE"), ha stabilito che le recenti sentenze dei tribunali italiani hanno posto l'Italia in contrasto con la Convenzione. Il Gruppo di lavoro fa specifico riferimento all'assoluzione di ENI, Shell e altri da parte del Tribunale di primo grado di Milano per le accuse di corruzione internazionale relative all'acquisizione del blocco petrolifero OPL 245 in Nigeria. Il gruppo di lavoro ha stabilito che la sentenza della Corte "non sarebbe conforme alla Convenzione" (paragrafo 128 della relazione della fase 4 dei gruppi di lavoro sull'Italia). All'Italia sono stati concessi due anni per allinearsi alla Convenzione.
Essere assolti dall'accusa di corruzione da un Paese che non è pienamente in linea con la Convenzione non è una buona impressione: ed espone ENI a continui rischi reputazionali e legali. Ad esempio, sarebbe aperto agli Stati Uniti, che non riconoscono il doppio rischio al di fuori della propria giurisdizione, riaprire la sua indagine ora chiusa sull'OPL 245, come ha detto il Dipartimento di Giustizia che farebbe "se le circostanze dovessero cambiare".
La domanda è irrilevante ai fini dell'approvazione del bilancio. Ciò che rileva è che Eni è stata assolta in via definitiva nel procedimento penale in Italia. Eni ricorda, altresi, di avere vinto in via definitiva i contenziosi in UK e di essere parte attiva nell'arbitrato ICSID a Washington dove chiede la conversione della licenza da estrattiva in produttiva.
Quali discussioni ha avuto Eni con lo US Department of Justice in relazione all/OPL245 dalla deliberazione dell'OECD? Risposta
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Eni evidenzia che in data 1ª ottobre 2019 il Dipartimento di Giustizia americano (DoJ) ha concluso le proprie indagini ai sensi della normativa anticorruzione USA (FCPA), disponendo la chiusura del procedimento.
Quali nuove procedure anticorruzione introdurrà ENI per garantire la sua conformità alla Convenzione OCSE una volta che la legge italiana sarà riallineata alla Convenzione, in particolare per quanto riguarda i programmi di conformità di ENI (Modello Organizzativo) ai sensi del D.Lgs. 231/2001?
Si veda risposta alla domanda n. 4.
Will the Supervisory Board (Organismo di Vigilanza) take into account the OECD 4.1 ruling? If so, which decisions have been taken?
L'Organismo di Vigilanza terrà conto della sentenza dell'OCSE? In caso affermativo, quali decisioni sono state prese?
Il Modello di Compliance Anti-Corruzione Eni - parte integrante del Modello 231 - è costantemente allineato alle normative, guidance e best practice internazionali, inclusa la Convenzione OCSE e le relative Raccomandazioni di volta in volta aggiornate. All'Organismo di Vigilanza è affidato, tra l'altro, il compito di vigilare sull'effettività del Modello 231 e monitorare le attività di attuazione e aggiornamento del Modello stesso.
ENI has been seeking since 2018 to convert the OPL 245 oil prospecting licence to an oil mining licence. The Nigerian government has declined to make a decision on the conversion until court proceedings relating to the OPL 245 case have been concluded.
ENI's Nigerian subsidiary is currently being prosecuted in Nigeria for OPL 245-related offences. However, in 2021, ENI assured shareholders that: "It is also false that any
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proceedings in Nigeria relating to OPL 245 have been used as basis for the so called "Suspension" 8
In fact, Nigeria's then Minister of Petroleum assured Nigerian civil society organisations in 2017 (thus before ENI applied for a conversion of the licence) that no "far-reaching decisions in terms of its dealings with ENI" would be taken until ongoing court actions in respect of OPL 245 in Nigeria and elsewhere had concluded. The letter is public and was widely publicised at the time.
ENI ha cercato dal 2018 di convertire la licenza di prospezione petrolifera OPL 245 in una licenza di estrazione petrolifera. Il governo nigeriano ha rifiutato di prendere una decisione sulla conversione fino alla conclusione del procedimento giudiziario relativo al caso OPL 245. La controllata nigeriana di ENI è attualmente perseguita in Nigeria per reati legati all'OPL 245. Tuttavia, nel 2021, ENI ha assicurato agli azionisti che: "E falso anche che eventuali procedimenti in Nigeria relativi all'OPL 245 siano stati utilizzati come base per la cosiddetta "Sospensione"".
Infatti, l'allora ministro del petrollo nigeriano aveva assicurato alle organizzazioni della società civile nigeriana nel 2017 (quindi prima che ENI chiedesse la conversione della licenza) che non sarebbero state prese "decisioni di vasta portata in termini di rapporti con ENI" fino a quando le azioni giudiziarie in corso in il rispetto dell'OPL 245 in Nigeria e altrove si era concluso. La lettera è pubblica ed è stata ampiamente pubblicizzata all'epoca.
Quando l'ENI è venuta a conoscenza per la prima volta di questo impegno da parte del governo nigeriano?
Perché l'azionista ENI non è stato informato dell'impegno, che ha profonde implicazioni per la tempistica di qualsiasi decisione sulla conversione della licenza?
Quando prevede che ENI si concluda in Nigeria per i procedimenti relativi all'OPL 2463
8 https://www.ENl.com/asset/documents/eng/governance/sharcholders-mectings/2021/Answers-to-questionssubmitted-during-Shareholders-Meeting-2021.pdf (p.32)
https://cms.hedang.org/investigation-and-prosecution-of-suspects-in-malabu-fraud/
nigeriali!
9. Date le continue incertezze sulla conversione della licenza OPL245, perche bonnuto ancora registrato come attività non deteriorata nei conti di ENI? Perché ENI non ha seguito la Shell (comproprietaria della licenza OPL 245 ormal scaduta) che sta svalutando l'asset?
Eni rittene di avere diritto all'emissione del titolo minerario di sviluppo da parte della Repubblica Federale di Nigeria, Il cui valore è stimato essere superiore rispetto al valore di libro, e ha attivato già nel 2020 un arbitrato internazionale per vedere valore ui propri diritti. Il dato di bilancio riflette questa impostazione. Inoltre, non esiste nessun procedimento penale attivo in Nigeria a carico di Eni.
ENI's new Chair is going to be Giuseppe Zafarana, the outgoing Comandante Generale of the Guardia di Finanza. The appointment raises a number of concerns for shareholders, relating primarily to potential conflicts of interest.
primany to putentify has ENI put in place to ensure that the Comandante Generale, an Italian state official, will safeguard the interests of private shareholders rather than the interests of the Italian state?
Il nuovo Presidente dell'ENI sarà Giuseppe Zafarana, Comandante Generale uscente dell'a Il nuovo di Finanza, La nomina solleva una serie di preoccupazioni per gli azionisti, relative principalmente a potenziali conflitti di interesse.
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 12.
Al fine di garantire che non vi sia la percezione di un conflitto di interessi, il Al Time 'di 'generale sarà escluso da tutti i processi decisionali relativi alle questioni
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fiscali di ENI, dato il ruolo della Guardia di Finanza in eventuali indagini sulle violazioni fiscali di ENI?
Si veda risposta alla domanda n. 12.
Il Comandante Generale sarà parimenti escluso dal processo decisionale relativo agli appalti esteri, visto il ruolo che la Guardia di Finanza svolge nelle indagini sulle accuse di corruzione?
L'interessato ha dichiarato che intende rassegnare le dimissioni dall'incarico nella Guardia di Finanza all'atto della eventuale nomina quale Presidente del Consiglio di Amministrazione. In ogni caso, qualora si manifestasse un conflitto di interessi su questioni specifiche, troveranno applicazione le norme di legge e quelle interne in materia.
Azionista
Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e Associazione Liberiamo la Basilicata Titolari di 1 azione ciascuno
il periodo della pandeima covia:
Infatti i vertici di Eni spa si sono nuovamente avvalsi dell'art 106 D L Infatti i vertici di En spa covid-19 era stata prevista dal comma 4ª dell'art.106 D.L. n.18/17.03.2020, «in deroga» alle disposizioni vigenti.
n. 18/17.03.2020, km de era stata prorogata più volte fino al 31.07.2022 e di recente Detta facoita opzionale Legge n.14/24.02.2023, nella quale il nuovo Parlamento
è stata reintrodotta con la Legge n.14/24.02.2023, nella il comma. Il-somma, 10-undecies italiano, con il parere favorevole del Governo, ha inserito il comma 10-undecies italiano, con il parche 12.2022 (c.d. decreto mille proroghe) in sede di conversione,
all'art.3 D.L. n.198/29.12.2022 (c.d. decreto mille proroghe) in sede di conversione, all'art.3 D.L. n.136/2912912911111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 passare dall'esame delle competenti Commissioni permanenti.
passare dall esame dene la Presidente Lucia Calvosa ha convocato l'assemblea di Così in data '30.05.2023 à Roma "a porte chiuse" con la partecipazione del billancio di Eni Spa del Idio legale Trevisan & Associati (rappresentante designato dal
solo incaricato dello studio legale Trevisan & Associati (rappresentante deloga solo incaricato dullo soci sono stati e sono obbligati a conferire delega.
vertici di Eni spa), a cui i soci so di convocazione la Presidente Lucia Calvosa non ha
Nel contempo, però, nell'avviso di convocazione, della, citata scelta Nei contempo, pero, nell pubblico la motivazione dell'adozione della citata scelta opzionale "a porte chiuse" sulla base di criteri chiari ed espliciti.
opzionale "a porte chiase "Salresidente Lucia Calvosa e all'Amministratore Dellegatori della Clausio Descalzi di indicare doverosamente quali siano state le motivazioni della di bilagcio della Clausio Descalzi di indicare atteso l'adozione di svolgere l'assemblea di bilancio del 10.05.2023 "a porte chiuse", quando la stessa assemblea si sarebbe potuta 10.05.2023 a "porte" aperte" con la partecipazione fisica dei soci. Scelta legittimamente tenere
opzionale con cui i vertici di Eni spa hanno nuovamente negato ad lavori, e al opzionale con curi vertisanto diritto a partecipare dil persona ai lavori e al l'esercizio dell'assemblea, che è la sede in cui avviene il confronto diretto ed dibattito dell'assembled, tici gestionali, cioè tra i due organi collegiall aventi distinte distinte immediato tra i socie è il verde il luogo (morale) nel quale si forma la decisione di maggioranza.
maggioranza.
In tal senso, diversamente da Eni spa, le società Prysmian spa, Mediolanum spa e in tal Senso, ulversuneanno tenuto in aprile 2023 le rispettive assemblee di bilancio "a porte aperte" con la partecipazione fisica dei loro soci.
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Si veda risposta alla domanda n. 2.
Le modalità adottate dalla Società per lo svolgimento dell'Assemblea sono conformi alla normativa vigente, ed in particolare al comma 4 dell'art. 106 del D. L. n. 18/2020, convertito dalla legge n. 27/2020 nonché del D.L. n. 198/2022, convertito in legge n. 14/2023, che ha esteso l'efficacia delle misure contenute nel predetto art. 106 alle Assemblee tenute entro il 31 luglio 2023, consentendo la partecipazione degli Azionisti in Assemblea esclusivamente attraverso il Rappresentante Designato. I diritti degli Azionisti stabiliti dalla normativa non vengono in alcun modo lesi dalla scelta adottata dalla Società, che si è avvalsa di una facoltà ammessa dalla legge stessa e che tutela comunque la possibilità di presentare domande prima dell'Assemblea e di presentare proposte di deliberazione, che ricevono anche maggiore pubblicità rispetto a quanto previsto nelle Assemblee in presenza, nonché di formulare interventi, tramite Il Rappresentante Designato, che saranno riportati nel verbale assembleare.
Con riferimento all'Assemblea 2019, all'apertura dei lavori il capitale sociale rappresentato, in proprio e per delega, era pari al 64,388575% dell'intero capitale sociale. Per ulteriori informazioni si faccia riferimento a quanto indicato nel verbale Assembleare al seguente link: https://www.eni.com/assets/documents/Verbale-Assemblea-Ordinaria-del-14-maggio-2019-versione-navigabile.pdf. Con riferimento all'Assemblea prevista per il 10 maggio 2023, il dato sarà disponibile il giorno dell'Assemblea.
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Quale è la previsione dei costi complessivi fatta dai vertici di Eni spa per svolgere 4. l'assemblea di bilancio del 10.05.2023 "a porte chiuse" con la presenza del solo incaricato dello studio legale Trevisan & Associati (rappresentante designato dai vertici di Eni spa) e in quanto si differenzia (in termini monetari) rispetto alla spesa complessiva dell'ultima assemblea del soci di Eni spa tenuta "a porte aperte" Il 14.05.2019?
Si veda risposta alla domanda n. 5.
Il costo medio per le assemblee con presenza fisica degli azionisti è di circa €200.000. l costi comprendono tra l'altro quelli relativi al sistema di voto elettronico, all'attività di verballzzazione della riunione a cura del Notaio, agli altri adempimenti notarili e alla designazione del Rappresentante degli Azionisti e al catering, mentre non comprendono, per esempio, i costi per le pubblicazioni. Quest'anno, come gli scorsi confi, il costo sarà notevolmente più basso considerate le modalità di tenuta della stessa (di oltre la metà).
Perché i vertici di Eni spa non fanno andare in onda sul sito web istituzionale del gruppo Eni la diretta pubblica audio-video dei lavori dell'assemblea e perché continuano a non attuare la piena e trasparente informativa societaria tramite le continue tecniche di comunicazione, peraltro già in uso da parte di primarie società s.a. dell'eurozona, tra cui cui cui Société Générale (link, http://akah.event.novialys.com/Datas/societe_generale/1206349_5ccff3f981a98/in dex.php ) e Crédit Agricole s.a., come dedotto a pagina 15 (cfr. nota 18) della proposta dex.php / e elettaria di responsabilità nei confronti degli amministratori e alti dirigenti oresentata dal Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e dalla Associazione Liberiamo la Basilicata alla precedente assemblea di bilancio tenuta l'11.05.2022 "a porte chiuse" a Roma
(link,https://www.eni.com/assets/documents/ita/governance/assemblea/2022/pro posta-associazione-liberiamo-basilicata pdf)?
Eni garantisce un'informativa societaria piena e trasparente nel rispetto di quanto previsto dalla normativa in vigore, che non prevede un obbligo di trasmissione del lavori assembleari, che vengono peraltro regolarmente riportati nell'ambito del verbale della riunione redatto da Notaio.
Si veda risposta alla domanda 8.
Eni, anche tramite sue partecipate, o suoi collaboratori o comunque soggetti a loro collegati, non ha avuto relazioni con la Lega, ne con il Sen. Massimo Garavaglia.
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relativi (2,6 millioni di famiglie, cfr, link: https://www.istor.ir/i/archivio/27294), per cui le povertati risultano essere più che raddoppiate negli ultimi dodici anni. I dati istat sono stati risultano essere più eno pubblicato dalla Caritas in occasione della giornata mondiale
confermati nel rapporto pubblicato dalla Caritas in occasione della giornizio in esame contennati nerropportovertà celebrata il 17.10.2022, durante l'esercizio in esame. Estresponsioni durante lo stesso esercizio 2022 sono state confermate le mega corresponsioni elargite da molte importanti società quotate in Borsa ai loro vertici e alti dirigenti, elargite da inforte linità di una casta caratterizzata da insaziabile ingordiga, che finora ven e propri - privilegi e appannaggi stratosferici costruiti con complesse impalcature e nuscita a farsi crative che la società civile non può più tollerare nei tempi moderni. techico-amministrative alla Presidente Lucia Calvosa e alla Presidente del Comitato
Ciò premesso, si chiede alla Presidente Lucia Calvosa e alla Presidente del Comitato Clo premesso, si oni Nathalie Tocci di sapere se sono anacronistiche le loro rispettive per le remunerazioni di €503.000 + €3.000) e di €215.500 (€80.000 + €120.000 + €135.000) percepite nel 2022 (in linea con quelle del precedente esercizio).
Si veda risposta alla domanda n. 10.
Si chiede alla Presidente Lucia Calvosa e alla Presidente del Comitato perle remunerazioni di euro 10. Si chiede alla Presidente se è anacronistica se è anacronistica la remunerazione di euro
Nathalie Tocci di sapere se è anacronistica se è anacronistica la remunerazione di eu 7.490.000 (€1.600.000 + €4.193.000 + €31.000 + €1.666.000) percepita dal / 490.000 (e1:000) Claudio Descalzi nel 2022 (cfr. il prospetto nominativo del consiglio di amministrazione Eni posto nella "Relazione sulla politica in moterio di consigno di amministrazioni corrisposti 2022" a pagina 56 del formato cartaceo, remuneruzione e compensi maturati per gli amministratori" Eni nel 2022 (Ilnk, https://www.enl.com/assets/documents/ita/governance/assemblea/2023/Relazione-remunerazione-remunerazionehttps://www.en.com/asses/becsuperiore di euro 24.000 rispetto a quella stratosferica di 2023.001, Ternunerazione esercizio, a cui vanno aggiunti ulteriori corresponsioni e benefits, inclusi strumenti di tipo incentivante (cfr. pagine 59, 61, 62 della su citata
benefits, inclusi strumenti di tipo incentivante (cfr. pagine 59, 61, 62 de 10,7027 benents, mclosi struito in materia di remunerazione e compensi corrisposti nel 2022 in Eni).
n Eni).
E il citato importo di € 7.490.000 incassato nel 2022 dal solo amministratore delegato e il citato importo Descalzi, risulta essere equivalente a quanto percepità annua lorda di di Eni Spa, Claudio Desci Individualmente destinatari dell'indennità annua lorda di esel Cizio da 320 Sitta mensile lorda di 1.952 euro del Sindaco di Comune in fascia 3.001-5.000 23.424 eUro (indennità melisile loroba di Potenza, cfr. sito web Ministero dell'interno, Area finanza
abitanti, come Marsico Nuovo in provincia di Potenza, cfr. sito palla abitanti, come Marsico Nuovo il proviluistrativa – Indennità Sindaci" nella pagina 2 dell'Allegato A dell'Allegato A dell'Economia, e dell'Economia, e dell'Economia, e locale, "Tabella I di cui alla Kelazione il Ministro dell'Economia e delle Finanze,
D.M. 30 maggio 2022 emesso di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, di D.M. 30 maggio 2022 - enemano al decimentazione/decreto-30-moggio-2022 7.490.000 euro, incassato nell'anno 2022 dall'amministratore delegato di Enl Claudio
7.490.000 euro, incassato nell'anno 2022 dall'amministratore delegato in esame 7.490.000 eulta essere pure equivalente a quanto percepito nell'esercizio in esame
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da 136 Presidenti di Provincia individualmente destinatari dell'indennità annua lorda di 55.152 euro (indennità mensile lorda di 4.596 euro, pari a quella del Sindaco di capoluogo di provincia fino a 100,000 abitanti, come Potenza, cfr. la Tabella 1" dell'Allegato A del D.M. 30 maggio 2022 poc'anzi cit.) o da 73 Consiglieri regionali individualmente destinatari del compenso annuo lordo di 101.880 euro (compenso mensile lordo di 8.490 euro, cfr. sito web del Consiglio della Regione Basilicata, voce "Titolari di incarichi politici di cui all'art. 14 co.1 del DLgs n. 33/2013", https://www.consiglio.basilleato.lt/consiglio.op//file/1092/203759 | Oppure da 59 Parlamentari italiani individualmente destinatari dell'indennità annua lorda di 125.220 euro (Indennità mensile lorda di 10.435,00 euro, cfr. sito web della Camera del Deputati, voce "Trattamento economico", https://www.comera.lt/leg19/3837conoscerelocomero=a | O ancora da 50 magistrati consiglieri di Corte di Appello individualmente destinatari del compenso annuo lordo di circa € 150.000.
Tutti i compensi maturati e percepiti dagli Amministratori Eni e dai Dirigenti con Responsabilità Strategiche, come dettagliatamente illustrati nella Relazione sulla Politica di remunerazione e sui compensi corrisposti, sono stati determinati in stretta coerenza con la politica sulla remunerazione Eni per il mandato 2020-2023, approvata dall'Assemblea del 13 maggio 2020, con oltre il 95% dei voti favorevoli.
Si veda risposta alla domanda n. 13.
Come previsto nell'avviso di convocazione, Eni S.p.A. ha pubblicato il 2 maggio 2023 sul sito la proposta di azione di responsabilità presentata dagli Azionisti Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus e Associazione Liberiamo la Basilicata entro i termini previsti. Le proposte presentate dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e da un raggruppamento di azionisti formato da società di gestione del risparmio e altri investitori sono state pubblicate sul sito web di Eni contestualmente agli adempimenti pubblicitari di legge connessi al deposito delle liste per il rinnovo degli organi sociali, in quanto proposte di delibera funzionali al processo di nomina.
Risposta Si veda risposta alla domanda n. 10
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Eni non commenta le remunerazioni dei professionisti che l'assistono. Certamente i costi sostenuti per la difesa della società e dei suoi manager sono proporzionati all'attività svolta, sulla base di rapporti regolarmente contrattualizzati e non possono essere definiti come "prezzo" di alcunché. Eni ricorda che ai sensi del CCNL di categoria spetta alla società farsi carico dei costi della difesa del dipendenti.
Si veda risposta alla domanda n. 18
Si veda risposta alla domanda n. 18
di impianti chimici e di ingegneria chimica ambientale presso l'Università degli Studi di impianti chimici e di ingegneria (chimico el vice President && Global Business
dell'Aquila), Vladimiro Bonamin (chimico el l'a Refety Division della SGS Group dell'Aquilla), Vilaumi o of Environmental Health & Safety Division della SGS Group
Development Manager of Environmental Health & Safety Il dinartimento di Development Manager of Elherti (professore associato presso il dipartimento di ingegneria civile e ambientale del Politecnico di Milano).
Risposta alle domande in so hiamato, relativo allo sversamento accidentale di ll' procedimento "pensie" nelel COVA rinvenuto nel febbraio 2017, vede Imputati idrocarburi dai serbatolo e o a abbiano correttamente operato nello svolgimento dei figuria e alcuni dirigenti che en idirigenti hanno affidato le proprie difese a legali di fiducia e consulenti tecnici di comprovata esperienza, così da trattare compiutamente le consulenti tecniche e gluridiche sottese alle contestazioni e così evidenziare
questioni tecniche e gluridiche sottese alle contestazione turti i dirigenti della questioni techiche e giorno rivolte. Gli stessi, così come tutti i dirigenti della
l'infondatezza delle accuse loro rivolte. Gli stivo Nazionale di l'avgro che l'infondatezza delle accuse l'orieratto Collettivo Nazionale di Lavoro che
Società, beneficiano delle previsioni del Contratti inorenti inorenti alle funzioni Societa, beneficiano delle previspese legali per i procedimenti inerenti alle funzioni svolte per l'azienda.
svolte per l'azienuti per la difesa della società e dei suoi manager sono Certamente 1 custi sostendi poulla base di rapporti regolarmente contrattualizzati.
proporzionati all'attività svolta, sulla base di rapporti ci carico dei costi proporzionati all'attivitati di categoria spetta alla società farsi carico dei costi della difesa dei dipendenti.
Risposta
Il 15 giugno 2022 la Regione Basilicata, Eni e Shell hanno siglato il Nuovo Prolocollo li 15 giugno 2022 là Regione ee la sostenibilità ambientale e lo sviluppo regionale da realizzarsi nel periodo 2020-2029.
realizzarsi nel periodo 2020 2020 2020
Tra le varie misure previste, vi è la messa a disposizione di un contributo in Progetti Tra le varie misure previste, di €/anno (190 milioni di € complessivi), di cui 9 milioni
di Sviluppo pari a 19 milioni di €/anno (190 milioni della JV Val d'Aeri, nella di Sviluppo pari a 13 minotti direttamente dai Contitolari della JV Val d'Agri nella
di €/anno saranno investiti direttamente dai Contitolari della JV Val d'Agri n
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realizzazione dei cosiddetti progetti "non oll". I progetti si svilupperanno nei seguenti ambiti: bioeconomia circolare e agroenergie; idrogeno, mobilità sostenibile ed energie rinnovabili; agricoltura sostenibile e agritech; diversificazione economica e sviluppo locale.
Eni effettua regolari investimenti pubblicitari su tutte le principali testate nazionali e locali secondo una pianificazione operata attraverso un'agenzia terza che individua KPI quantitativi e qualitativi a supporto delle decisioni aziendali.
Con l'Università della Basllicata è stata attivata nel settembre 2021 una convenzione di partnership per l'attivazione del Master in "Geoscience for Energy Transitions" per l'anno accademico 2021/2022. Tale collaborazione ha previsto nel 2022 l'erogazione di € 20.000 a favore dell'Ateneo quale contributo per l'organizzazione e gestione dell'iniziativa.
Inoltre, con Unibas esiste un rapporto contrattuale per la realizzazione di studi in ambito scientifico.
Con l'Università della Basilicata sono state attivate quattro borse di dottorato di ricerca nel 2019 (terminate nel 2022) per un valore complessivo di ca. 277 k€.
Eni in Basilicata è impegnata a fornire un sostegno concreto allo sviluppo sostenibile anche attraverso la stipula di accordi di lungo periodo con gli stakeholder istituzionali, principalmente connessi agli obiettivi di business. Di seguito si riportano i principali accordi finalizzati nel 2022.
Il 15 giugno 2022 la Regione Basilicata, Eni e Shell hanno siglato il Nuovo Protocollo di Intenti volto a definire un programma di misure di compensazione ambientale al fine di promuovere la sostenibilità ambientale e lo sviluppo regionale. Nel periodo 2020-2029 i Contitolari si impegnano su tre assi a:
Il 2 dicembre 2022 è stato firmato l'Accordo a supporto dei Comuni della Val d'Agri (cd. "Bonus Energetico") tra Eni, Shell e il Comune di Viggiano, in rappresentanza delle altre 10 municipalità dell'area interessata dalla Concessione "Val d'Agri", Con l'Accordo, i cittadini residenti nei comuni di Viggiano, Grumento Nova, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Paterno, Montemurro, Moliterno e Calvello potranno accedere a un contributo economico per sostenere il costo dell'energia e per interventi di efficientamento energetico degli immobili delle famiglie e delle strutture pubbliche a carattere sociale. Il valore complessivo dell'accordo ammonta a 22,5 M€.
Il 5 maggio 2022 Eni, Shell E&P Italia, Total E&P Italia e Mitsui E&P Italia hanno sottoscritto con la Regione Basilicata un Protocollo d'Intesa per lo sviluppo del Progetto LucAS - Lucani tra Ambiente e Salute, che sarà realizzato dalla Regione stessa. Il Progetto è finalizzato a migliorare il livello di conoscenza degli impatti e dei rischi sulla salute connessi al contesto ambientale di riferimento e a individuare le azioni tese a salvaguardare la salute e il benessere delle comunità.
Il Progetto prevede un contributo complessivo massimo di 25 M€ in 5 anni. Le Società contribuiranno al Progetto per un 95% del valore complessivo, mentre il restante 5% sarà finanziato direttamente dalla Regione Basilicata.
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Groko
Ad integrazione di quanto sopra, si rinvia a quanto indicato, ai sensi della Legge 124/2017 e successive modificazioni, nelle note n. 38 e n. 33 rispettivamente della nota integrativa del bilancio consolidato e di esercizio di Eni S.p.A.
(Incluse le seguenti società controllate: Eni Marketing inc. e Eni Oil & Gas inc, entrambe con sede a Dover nello Stato del Delaware; Eni Natural Energies spa con sede a San Donato Milanese; Eni Ambalat Ltd, Eni Arguni | Ltd, Eni Bukat Ltd, Eni East Ganal Ltd, Eni East Sepinggan Ltd, Eni Ganal Ltd, Eni Indonesia Ltd, Enl Krueng Mane Ltd, Eni MOG Ltd in liquidazione, Eni North Ganal Ltd, Eni Rapak Ltd, Enl West Ganal Ltd e Eni West Timor Ltd, aventi tutte sede a Londra; Enl Indonesia Ots 1 Ltd con sede a Grand Cayman; Eni BB Petroleum inc., Eni Marketing inc., Eni Oll & Gas inc. Eni Petroleum US Lic, Eni US Operating Co inc. Eni USA Gas Marketing Lic e Eni USA Inc., aventi tutte sede a Dover nello Stato del Delaware-U.s.a .; Eni TNS Ltd con sede a Aberdeen-UK; First Calgary Petroleums LP con sede a Wilmington nello Stato del Delaware-U.s.a ; First Calgary Petroleums Partner Co ULC con sede a Calgary-Canada.
incluse altresi le seguenti società collegate: Agri-Energy S.r.l. con sede a Jolanda Di Savola-Ferra; Agiba Petroleum Co, Ashrafi Island Petroleum Co in liquidazione, East Delta Gas Co in liquidazione, East Kanayis Petroleum Company, East Obalyed Petroleum Company, El Temsah Petroleum Co, El-Fayrouz Petroleum Co in Ilquiation, Mediterranean Gas Co, Melelha Petroleum Company, Nile Delta Oll Co Nidoco, North Bardawil Petroleum Co , North El Burg Petroleum Company, Petrobel Belayim Petroleum Co, Pharaonic Petroleum Co, Port Said Petroleum Co, Rami Petroleum Co, Ras Qattara Petroleum Co, Shorouk Petroleum Company, Thekah Petroleum Co (n liquidation e West ASHRAFI Petroleum Company in liquidation, aventi tutte sede a Il Cairo-Egitto; Cabo Delgado Gas Development Limitada con sede a Maputo-Mozambico; Compañia Agua Plana SA con sede a Caracas-Venezuela; isatay Operating Company Lip con sede a Nur-sultan-Kazakhstan; Khaleej Petroleum Co Wil con sede a Safat-Kuwalt; Liberty National Development Co Lice Shyp BV PBC con sede a Wilmington nello Stato del Delaware-U.s.a .; Point Resources FPSO AS, Point Resources FPSO Holding AS, PR Jotun DA, Var Energi Marine AS con sede a Sandnes-Norvegia; Livorno LNG Terminal SpA in Ilquidazione con sede a Livorno; South Italy Green Hydrogen s.r.l. con sede a Roma).
Per quanto riguarda gli allegati al bilancio, Eni si attiene alle disposizioni civilistiche in materia. In base all'art. 2429 c.c., il bilancio, con le copie integrali dell'ultimo bilancio delle società controllate e un prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell'ultimo bilancio delle società collegate, deve restare depositato in copia nella sede della società, insieme con le relazioni degli amministratori, del sindaci e del soggetto incaricato della revisione legale dei conti, durante i quindici giorni che precedone l'assemblea, e finché sia approvato. I soci possono prenderne visione
Il deposito delle copie dell'ultimo bilancio delle società controllate può essere sostituito, per quelle incluse nel consolidamento, dal deposito di un prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell'ultimo bilancio delle medesime.
La mancanza di alcune schede, come indicato nel testo della domanda, ha motivazioni precise che sono richiamate nelle schede medesime, ad esempio "la società non redige il bilancio poiché inclusa nel consolidamento di altra società", oppure sono società neocostituite che non hanno ancora concluso il primo esercizio sociale.
Pertanto non sono state applicate né sanzioni né sono intervenute indagini da parte delle Autorità di controllo.
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