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Quarterly Report May 29, 2024

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Quarterly Report

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ALLEGATI AL COMUNICATO STAMPA

Gruppo TIM - Schemi 2
Gruppo TIM - Conto economico separato consolidato 2
Gruppo TIM - Conto economico complessivo consolidato 3
Gruppo TIM - Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata 4
Gruppo TIM - Rendiconto finanziario consolidato 6
Gruppo TIM - Movimenti del patrimonio netto consolidato 8
Gruppo TIM - Indebitamento finanziario netto 9
Gruppo TIM - Variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato 10
Gruppo TIM - Contratti complessi 11
Gruppo TIM - Informazioni per settore operativo 12
Domestic 12
Brasile 12
Gruppo TIM - Verso la nuova Società 13
Gruppo TIM - Personale 15
Gruppo TIM - Impatto sulle singole voci del conto economico separato consolidato degli eventi e
operazioni di natura non ricorrente
16
Gruppo TIM - Struttura del debito, emissioni obbligazionarie e obbligazioni in scadenza 17
Gruppo TIM - Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti 19
Indicatori alternativi di performance 28

29 maggio 2024

GRUPPO TIM – SCHEMI

Gli schemi di Conto Economico Separato Consolidato, Conto Economico Complessivo Consolidato, Situazione Patrimoniale Finanziaria Consolidata, Rendiconto Finanziario Consolidato, Movimenti del Patrimonio Netto Consolidato, nonché l'Indebitamento Finanziario Netto Consolidato del Gruppo TIM, nel seguito presentati, sono coerenti con gli schemi di bilancio consolidato inclusi nella Relazione finanziaria annuale e nella Relazione finanziaria semestrale. Tali schemi non sono stati oggetto di verifica da parte della società di revisione.

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2023 ai quali si rimanda, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2024.

GRUPPO TIM - CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
1° Trimestre
Variazioni
2024
2023
(a-b)
(a) (b) assolute %
Ricavi 3.930 3.847 83 2,2
Altri proventi operativi 34 37 (3) (8,1)
Totale ricavi e proventi operativi 3.964 3.884 80 2,1
Acquisti di materie e servizi (1.816) (1.756) (60) (3,4)
Costi del personale (711) (1.089) 378 34,7
Altri costi operativi (194) (181) (13) (7,2)
Variazione delle rimanenze 27 41 (14) (34,1)
Attività realizzate internamente 150 140 10 7,1
Risultato operativo ante ammortamenti, plusvalenze/
(minusvalenze) e ripristini di valore/(svalutazioni) di
attività non correnti (EBITDA)
1.420 1.039 381 36,7
Ammortamenti (1.204) (1.201) (3) (0,2)
Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti
(1) (1)
Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti (8) (8)
Risultato operativo (EBIT) 207 (162) 369
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e
Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto
(5) (4) (1) (25,0)
Altri proventi/(oneri) da partecipazioni
Proventi finanziari 299 322 (23) (7,1)
Oneri finanziari (801) (693) (108) (15,6)
Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività
in funzionamento
(300) (537) 237 44,1
Imposte sul reddito (42) (85) 43 50,6
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento (342) (622) 280 45,0
Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute
Utile (perdita) del periodo (342) (622) 280 45,0
Attribuibile a:
Soci della Controllante (400) (689) 289 41,9
Partecipazioni di minoranza 58 67 (9) (13,4)

GRUPPO TIM - CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO CONSOLIDATO

Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio) è di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo Consolidato, comprensivo, oltre che dell'Utile (perdita) del periodo, come da Conto Economico Separato Consolidato, delle altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse dalle transazioni con gli Azionisti.

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Utile (perdita) del periodo (a) (342) (622)
Altre componenti del conto economico complessivo consolidato
Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 8 1
Effetto fiscale
(b) 8 1
Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):
Utili (perdite) attuariali
Effetto fiscale
(c)
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Effetto fiscale
(d)
Totale altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato
(e=b+c+d)
8 1
Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato
Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value (3) 1
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato 10 2
Effetto fiscale
(f) 7 3
Strumenti derivati di copertura:
Utili (perdite) da adeguamento al fair value 56 (18)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato (110) 105
Effetto fiscale 14 (22)
(g) (40) 65
Differenze cambio di conversione di attività estere:
Utili (perdite) di conversione di attività estere (39) 31
Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto
economico separato consolidato
Effetto fiscale
(h) (39) 31
Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:
Utili (perdite)
Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato
Effetto fiscale
(i)
Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato consolidato
(k=f+g+h+i)
(72) 99
Totale altre componenti del conto economico complessivo
consolidato
(m=e+k)
(64) 100
Utile (perdita) complessivo del periodo (a+m) (406) (522)
Attribuibile a:
Soci della Controllante (449) (599)
Partecipazioni di minoranza 43 77

GRUPPO TIM - SITUAZIONE PATRIMONIALE – FINANZIARIA CONSOLIDATA

(milioni di euro) 31.3.2024 31.12.2023 Variazioni
(a) (b) (a-b)
Attività
Attività non correnti
Attività immateriali
Avviamento 19.160 19.170 (10)
Attività immateriali a vita utile definita 6.963 7.122 (159)
26.123 26.292 (169)
Attività materiali
Immobili, impianti e macchinari di proprietà 14.743 14.692 51
Diritti d'uso su beni di terzi 5.419 5.515 (96)
Altre attività non correnti
Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
536 537 (1)
Altre partecipazioni 150 140 10
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione
attiva
111 112 (1)
Altre attività finanziarie non correnti 1.067 1.103 (36)
Crediti vari e altre attività non correnti 2.195 2.187 8
Attività per imposte anticipate 700 701 (1)
4.759 4.780 (21)
Totale Attività non correnti 51.044
(a)
51.279 (235)
Attività correnti
Rimanenze di magazzino 388 345 43
Crediti commerciali, vari e altre attività correnti 5.134 4.699 435
Crediti per imposte sul reddito 154 191 (37)
Attività finanziarie correnti
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione
attiva
138 162 (24)
Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti finanziari
e altre attività finanziarie correnti
2.024 2.571 (547)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti 1.285 2.912 (1.627)
3.447 5.645 (2.198)
Sub-totale Attività correnti 9.123 10.880 (1.757)
Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad
essere cedute
di natura finanziaria
di natura non finanziaria
Totale Attività correnti 9.123
(b)
10.880 (1.757)
Totale Attività
(a+b)
60.167 62.159 (1.992)

(milioni di euro) 31.3.2024 31.12.2023 Variazioni
(a)
(b)
(a-b)
Patrimonio netto e Passività
Patrimonio netto
Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante 13.197 13.646 (449)
Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza
3.810 3.867 (57)
Totale Patrimonio netto 17.007
(c)
17.513 (506)
Passività non correnti
Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri
21.285 21.284 1
Passività finanziarie non correnti per contratti di
locazione passiva
4.666 4.743 (77)
Fondi relativi al personale 514
511
3
Passività per imposte differite 97
83
14
Fondi per rischi e oneri 693 679 14
Debiti vari e altre passività non correnti 1.345 1.326 19
Totale Passività non correnti 28.600
(d)
28.626 (26)
Passività correnti
Passività finanziarie correnti per contratti di
finanziamento e altri
4.627 5.771 (1.144)
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione
passiva
857
838
19
Debiti commerciali, vari e altre passività correnti 9.053 9.384 (331)
Debiti per imposte sul reddito 23
27
(4)
Sub-totale Passività correnti 14.560 16.020 (1.460)
Passività direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere
cedute
di natura finanziaria
di natura non finanziaria

Totale Passività correnti 14.560
(e)
16.020 (1.460)
Totale Passività
(f=d+e)
43.160 44.646 (1.486)
Totale Patrimonio netto e passività 60.167
(c+f)
62.159 (1.992)

GRUPPO TIM - RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Flusso monetario da attività operative:
Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento (342) (622)
Rettifiche per:
Ammortamenti 1.204 1.201
Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse partecipazioni) 7 1
Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate (differite) 28 60
Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)
1
Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto
5 4
Variazione dei fondi relativi al personale 24 243
Variazione delle rimanenze (44) (41)
Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti 148 164
Variazione dei debiti commerciali (560) (504)
Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito 33 8
Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività (119) 337
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative (a) 385 851
Flusso monetario da attività di investimento:
Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi
per cassa
(1.076) (1.054)
Contributi in conto impianti incassati
Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle
disponibilità acquisite
Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni (8) (5)
Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i derivati
attivi di copertura e non)
(1) 429 (98)
Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese controllate e di
rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute
Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali e di altre attività non correnti
2 2
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento (b) (653) (1.155)
Flusso monetario da attività di finanziamento:
Variazione delle passività finanziarie correnti e altre (18) (82)
Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) 850
Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente) (1.298) (1.323)
Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non 1 (3)
Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate)
Dividendi pagati (39) (38)
Variazioni di possesso in imprese controllate (1)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento (c) (1.355) (596)
Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
(d)
Flusso monetario complessivo
(e=a+b+c+d)
(1.623) (900)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo (f) 2.912 3.555
Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti nette
(g) (4) 4
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo
(h=e+f+g)
1.285 2.659

(1) La voce include investimenti su titoli negoziabili per 610 milioni di euro nel primo trimestre 2024 (680 milioni di euro nel primo trimestre 2023) e rimborsi di titoli negoziabili per 748 milioni di euro nel primo trimestre 2024 (637 milioni di euro nel primo trimestre 2023) relativi a TIM S.A. e a Telecom Italia Finance S.A..

Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Acquisti di attività immateriali (253) (241)
Acquisti di attività materiali (677) (571)
Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi (246) (335)
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per competenza
(1.176) (1.147)
Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti
d'uso su beni di terzi
100 93
Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa
(1.076) (1.054)

Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario consolidato

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Imposte sul reddito (pagate)/incassate (8) (28)
Interessi pagati (626) (510)
Interessi incassati 122 113
Dividendi incassati

Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio del periodo:
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 2.912 3.555
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
2.912 3.555
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine del periodo:
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento 1.285 2.660
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento (1)
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
1.285 2.659

GRUPPO TIM - MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO

Movimenti dal 1° gennaio 2023 al 31 marzo 2023

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezzo
azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato
nelle altre
componenti
di conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversione
di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve
e utili
(perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31
dicembre 2022
11.614 2.133 (58) 65 (2.085) (71) 3.463 15.061 3.664 18.725
Movimenti di
patrimonio netto
del periodo:
Dividendi deliberati (36) (36)
Utile (perdita)
complessivo del
periodo
4 65 21 (689) (599) 77 (522)
Assegnazione
azioni proprie per
LTI
6 (6)
Altri movimenti 1 1 1 2
Saldo al 31 marzo
2023
11.620 2.133 (54) 130 (2.064) (71) 2.769 14.463 3.706 18.169

Movimenti dal 1° gennaio 2024 al 31 marzo 2024

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante
(milioni di euro) Capitale Riserva da
sovrapprezzo
azioni
Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato
nelle altre
componenti
di conto
economico
complessivo
Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura
Riserva per
differenze
cambio di
conversione
di attività
estere
Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)
Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto
Altre riserve
e utili
(perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita) del
periodo
Totale Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza
Totale
patrimonio
netto
Saldo al 31
dicembre 2023
11.620 575 (22) (80) (1.959) (79) 3.591 13.646 3.867 17.513
Movimenti di
patrimonio netto
del periodo:
Dividendi deliberati (94) (94)
Utile (perdita)
complessivo del
periodo
15 (40) (24) (400) (449) 43 (406)
Assegnazione
azioni proprie per
LTI
4 (4)
Altri movimenti (6) (6)
Saldo al 31 marzo
2024
11.624 575 (7) (120) (1.983) (79) 3.187 13.197 3.810 17.007

GRUPPO TIM - INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO

(milioni di euro) 31.3.2024 31.12.2023 Variazione
(a) (b) (a-b)
Passività finanziarie non correnti
Obbligazioni 15.310 15.297 13
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 5.975 5.987 (12)
Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva 4.666 4.743 (77)
25.951 26.027 (76)
Passività finanziarie correnti (*)
Obbligazioni 2.810 3.266 (456)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 1.817 2.505 (688)
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 857 838 19
5.484 6.609 (1.125)
Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute
Totale debito finanziario lordo 31.435 32.636 (1.201)
Attività finanziarie non correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni
Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva (111) (112) 1
Crediti finanziari e altre attività finanziarie non correnti (1.067) (1.103) 36
(1.178) (1.215) 37
Attività finanziarie correnti
Titoli diversi dalle partecipazioni (1.788) (1.882) 94
Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva (138) (162) 24
Crediti finanziari e altre attività finanziarie correnti (236) (689) 453
Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti (1.285) (2.912) 1.627
(3.447) (5.645) 2.198
Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute
Totale attività finanziarie (4.625) (6.860) 2.235
Indebitamento finanziario netto contabile 26.810 25.776 1.034
Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie
(166) (120) (46)
Indebitamento finanziario netto rettificato 26.644 25.656 988
Così dettagliato:
Totale debito finanziario lordo rettificato 30.845 32.001 (1.156)
Totale attività finanziarie rettificate (4.201) (6.345) 2.144
(*) di cui quota corrente del debito a M/L termine:
Obbligazioni 2.810 3.266 (456)
Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie 598 1.166 (568)
Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva 799 786 13

GRUPPO TIM - VARIAZIONE DELL'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Variazione
(a) (b) (a-b)
EBITDA 1.420 1.039 381
Investimenti industriali di competenza (940) (837) (103)
Variazione del capitale circolante netto operativo: (553) (157) (396)
Variazione delle rimanenze (44) (41) (3)
Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti 148 164 (16)
Variazione dei debiti commerciali (696) (722) 26
Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile / spectrum
Altre variazioni di crediti/debiti operativi 39 442 (403)
Variazione dei fondi relativi al personale 24 243 (219)
Anticipo ricevuto su contributi PNRR
Variazione dei fondi operativi e altre variazioni 47 10 37
Operating free cash flow netto (2) 298 (300)
% sui Ricavi (0,1) 7,7 (7,8)pp
Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni 2 2
Aumenti/Rimborsi di capitale comprensivi di oneri accessori
Investimenti finanziari (9) (5) (4)
Pagamento dividendi (39) (38) (1)
Incrementi di contratti di leasing (236) (310) 74
Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti, non operativi (704) (403) (301)
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
(988) (456) (532)
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto delle
attività cessate/attività non correnti destinate ad essere cedute
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato
(988) (456) (532)

Equity Free Cash Flow

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Variazione
Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento
(988) (456) (532)
Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i
rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali disdette/estinzioni anticipate di
operazioni di leasing (+))
150 296 (146)
Pagamento delle licenze TLC e per l'utilizzo di frequenze
Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o
cessioni di partecipazioni
9 5 4
Pagamento dei dividendi e Change in Equity 39 38 1
Equity Free Cash Flow (790) (117) (673)

GRUPPO TIM - CONTRATTI COMPLESSI

Il Gruppo TIM, nell'ambito di un processo volto ad assicurare l'identificazione e la definizione delle iniziative di evoluzione del sistema di controllo interno di gestione dei rischi aziendali, a partire dal 2022 ha istituito un Comitato Tecnico per la supervisione dei contratti complessi (il "Comitato Tecnico").

Il Comitato Tecnico ha definito:

  • i criteri oggettivi in base ai quali classificare un contratto come "contratto complesso";
  • l'iter valutativo e autorizzativo dei contratti complessi che prevede il coinvolgimento di una pluralità di soggetti e di competenze in grado di valutare i diversi profili di rischio (processo decisionale collegiale);
  • l'aggiornamento della policy che disciplina il processo di formalizzazione della contrattualistica nel Gruppo prevedendo una chiara identificazione e formalizzazione dei razionali alla base del processo decisionale di assegnazione dei contratti complessi, nonché dei relativi meccanismi di escalation, rafforzando così il processo di individuazione e la ricostruzione delle fonti, degli elementi informativi e dei controlli eseguiti.

A partire dall'esercizio 2021 alcuni contratti di durata pluriennale per l'offerta di contenuti multimedia e un accordo di connettività hanno evidenziato un margine complessivo lungo l'intera durata contrattuale negativo, con la necessità di effettuare accantonamenti per l'iscrizione di un Fondo Rischi contrattuali per contratti onerosi per i periodi di durata residua degli accordi. Il valore residuo del Fondo Rischi e le previsioni del margine contrattuale complessivo sono periodicamente rivisti, al fine di confermare o aggiornare le stime iniziali e l'importo residuo del Fondo stesso.

L'utilizzo del Fondo Rischi contrattuali per contratti onerosi consente di compensare la componente negativa del margine (EBITDA) - riferibile sia all'andamento operativo dei business sia agli impegni in termini di corrispettivi che TIM è contrattualmente obbligata a riconoscere alle controparti - rilevando una marginalità operativa (organica) nulla lungo l'intera durata contrattuale.

Al 31 marzo 2024 il Fondo rischi contrattuali per contratti onerosi ammonta a complessivi 208 milioni di euro consentendo di annullare la marginalità negativa lungo l'intera durata contrattuale.

Sotto il profilo finanziario, il margine negativo coperto dal Fondo rischi, comporta un pari impatto sulla Posizione Finanziaria Netta e sui flussi di cassa.

Con riferimento ai contratti pluriennali che in alcuni casi impegnano TIM a riconoscere alla controparte corrispettivi a titolo di minimo garantito, occorre richiamare come la valutazione di tali contratti e la stima dei costi ad essi associati è soggetta a numerose incertezze che includono fra gli altri dinamiche di mercato, pronunciamenti delle autorità regolatorie del mercato, sviluppo delle nuove tecnologie a supporto del servizio. Tali stime vengono riviste periodicamente sulla base dei dati consuntivati al fine di assicurare che il dato previsionale rimanga nell'ambito di range ragionevolmente prevedibili. Non tutti i fattori citati sono sotto il controllo della società, potrebbero pertanto impattare anche in maniera significativa sulle previsioni future circa l'andamento dei contratti stessi, l'importo di marginalità (positiva o negativa) stimato, i flussi di cassa che verranno generati.

GRUPPO TIM - INFORMAZIONI PER SETTORE OPERATIVO

Domestic

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Variazioni
(a-b)
(a) (b) assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
Ricavi 2.806 2.843 (37) (1,3) (1,3)
EBITDA 886 582 304 52,2 (3,4)
% sui Ricavi 31,6 20,5 11,1pp (0,8)pp
EBIT (2) (303) 301 (99,3) (32,2)
% sui Ricavi (0,1) (10,7) 10,6pp (1,2)pp
Personale a fine periodo (unità) (°) 37.888 (*) 37.901 (13)

(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato 7 unità al 31 marzo 2024 (31 unità al 31 dicembre 2023). (*) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2023.

Fisso

31.3.2024 31.12.2023 31.3.2023
Accessi totali TIM Retail (migliaia) 7.881 7.975 8.216
di cui NGN (1) 5.616 5.580 5.487
Accessi totali TIM Wholesale (migliaia) 7.266 7.247 7.453
di cui NGN 5.328 5.280 5.206
Accessi broadband TIM Retail attivi (migliaia) 7.130 7.196 7.379
ARPU Consumer (€/mese) (2) 29,2 28,1 27,3
ARPU Broadband (€/mese) (3) 38,0 38,1 34,5

(1) Accessi UltraBroadband in modalità FTTx e FWA, incluse anche le linee "solo dati" e GBE (Gigabit Ethernet).

(2) Ricavi da servizi retail organici Consumer rapportati alla consistenza media degli accessi Consumer.

(3) Ricavi da servizi broadband organici rapportati alla consistenza media degli accessi broadband TIM retail attivi.

Mobile

31.3.2024 31.12.2023 31.3.2023
Consistenza linee a fine periodo (migliaia) 29.995 30.128 30.201
di cui Human 17.908 18.071 18.297
Churn rate (%) (4) 3,3 12,8 3,7
Users broadband (migliaia) (5) 12.703 12.592 12.584
ARPU Retail (€/mese) (6) 6,5 6,7 (*) 6,5 (*)
ARPU Human (€/mese) (7) 10,8 11,1 (*) 10,7 (*)

(4) Percentuale di linee totali cessate nel periodo rispetto alla consistenza media totale.

(5) Linee mobili che utilizzano servizi dati.

(6) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee.

(7) Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media linee human.

(*) I dati di ARPU Retail e Human al 31.12.2023 e 31.3.2023 sono stati proformati a seguito della revisione dei contratti interni per la fornitura di servizi ai dipendenti di TIM S.p.A. a partire dall'esercizio 2024.

Brasile

(milioni di euro) (milioni di reais)
1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Variazioni
assolute % % organica
esclusi non
ricorrenti
(a) (b) (c) (d) (c-d) (c-d)/d
Ricavi 1.134 1.012 6.096 5.640 456 8,1 8,1
EBITDA 535 459 2.876 2.559 317 12,4 11,8
% sui Ricavi 47,2 45,4 47,2 45,4 1,8pp 1,6pp
EBIT 211 143 1.135 796 339 42,6 40,3
% sui Ricavi 18,6 14,1 18,6 14,1 4,5pp 4,3pp
Personale a fine periodo (unità) 9.267 (°)9.267

(°) La consistenza del personale è relativa al 31 dicembre 2023.

GRUPPO TIM - VERSO LA NUOVA SOCIETA'

Premessa

Al fine di fornire una migliore comprensione dell'andamento del business sono di seguito esposte le informazioni economico finanziarie organiche, relative all'andamento della gestione del primo trimestre 2024 e del primo trimestre 2023 per il perimetro della c.d. ServiceCo, rielaborate sulla base di informazioni gestionali. Tali informazioni organiche, "like for like", sono predisposte simulando l'operazione di separazione della rete fissa, con la creazione della componente NetCo e la conseguente definizione del perimetro ServiceCo, con decorrenza 1° gennaio 2022. Tali dati non devono essere considerati sostitutivi delle informazioni economiche finanziarie di cui forniscono un diverso dettaglio, non sono soggetti a revisione contabile, sono prodotti a soli fini esplicativi e possono differire sostanzialmente da quelli che saranno pubblicati nei bilanci redatti in conformità agli IFRS Accounting Standards.

Nella riunione del 6 luglio 2022, il Consiglio di Amministrazione di TIM ha approvato l'obiettivo strategico di riorganizzazione della Società finalizzata al superamento dell'integrazione verticale.

A novembre 2023 il Consiglio di Amministrazione di TIM S.p.A., all'esito di un ampio e approfondito esame, condotto con l'assistenza di primari advisor finanziari e legali, ha esaminato ed accettato l'offerta vincolante presentata il 16 ottobre 2023 da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. ("KKR") per l'acquisto di attività relative alla rete fissa di TIM e delle partecipazioni detenute in FiberCop S.p.A. e Telenergia S.r.l. ("NetCo"), da parte di Optics BidCo S.p.A. (società controllata da KKR).

In esecuzione delle deliberazioni assunte, TIM S.p.A. ha sottoscritto con Optics BidCo il transaction agreement che disciplina:

  • il conferimento da parte di TIM S.p.A. di un ramo d'azienda costituito da attività relative alla rete primaria, all'attività wholesale e dall'intera partecipazione nella società controllata Telenergia S.r.l. - in FiberCop S.p.A., società che già gestisce le attività relative alla rete secondaria in fibra e rame, e
  • il contestuale acquisto da parte di Optics Bidco dell'intera partecipazione detenuta da TIM S.p.A. in FiberCop S.p.A. medesima, all'esito del predetto conferimento (l'"Acquisizione").

Il transaction agreement prevede che alla data del closing si proceda alla sottoscrizione di master services agreement che regoleranno i termini e le condizioni dei servizi che saranno resi tra NetCo a TIM S.p.A. a seguito del completamento dell'operazione.

Il transaction agreement prevede inoltre che il corrispettivo per la vendita della partecipazione possa essere parzialmente corrisposto anche mediante il trasferimento di parte del debito del Gruppo TIM contestualmente al closing dell'operazione NetCo (c.d. liability management).

In particolare, le tre "Offerte di Scambio" dei titoli obbligazionari emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A. avviate in data 18 aprile 2024 sì sono concluse in data 21 maggio 2024 per un valore nominale pari a 3.669.680.000 euro per le obbligazioni emesse da TIM S.p.A. e Telecom Italia Finance S.A., nonché per un valore nominale pari a 2.000.011.000 USD per le obbligazioni emesse da Telecom Italia Capital S.A.. Le nuove obbligazioni emesse dalle tre società avranno sostanzialmente i medesimi termini delle corrispondenti serie di obbligazioni originali, inclusi la scadenza, il tasso di interesse, le date di pagamento degli interessi e i c.d. restrictive covenants, ad eccezione delle previsioni relative all'Acquisition Exchange e delle disposizioni relative al taglio minimo, ove applicabile, e saranno scambiate alla data del Closing, tramite uno scambio automatico obbligatorio del debito dal Gruppo TIM alla controparte, che ne diventerà titolare. Per ulteriori dettagli si vedano i comunicati stampa diffusi in data 18 aprile 2024, 2 maggio 2024, 17 maggio 2024.

Le attività prodromiche e le condizioni sospensive da soddisfare ai fini del closing riguardano, fra gli altri, il completamento del conferimento della rete primaria, l'autorizzazione Antitrust (la notifica dell'operazione da parte di KKR alla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea è stata effettuata in data 19 aprile 2024), l'autorizzazione in materia di sovvenzioni estere distorsive e la autorizzazione prevista dalla disciplina in materia di Golden Power (quest'ultima già ottenuto nel gennaio 2024).

Quando le citate attività saranno completate e le connesse condizioni sospensive saranno soddisfatte, NetCo, ai sensi dell'IFRS 5, sarà classificata quale Attività disponibile per la vendita.

ServiceCo - like for like view

1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Variazioni %
(milioni di euro) - dati organici (*)
Ricavi 3.503 3.408 2,8
TIM Domestic 2.379 2.367 0,5
di cui TIM Consumer 1.481 1.478 0,2
di cui TIM Enterprise 729 712 2,4
di cui Sparkle 215 227 (5,3)
TIM Brasil 1.134 1.049 8,1
Ricavi da servizi 3.277 3.168 3,4
TIM Domestic 2.188 2.159 1,3
di cui TIM Consumer 1.356 1.346 0,8
di cui TIM Enterprise 665 638 4,3
di cui Sparkle 213 225 (5,3)
TIM Brasil 1.099 1.017 8,1
EBITDA 1.016 910 11,6
TIM Domestic 483 434 11,3
TIM Brasil 535 478 11,8
EBITDA AL 845 725 16,6
TIM Domestic 441 396 11,4
TIM Brasil 406 331 22,7
CAPEX (al netto delle licenze per telecomunicazioni) 543 527 3,0
TIM Domestic 291 287 1,4
TIM Brasil 252 240 5,1
EBITDA AL - CAPEX (al netto delle licenze per telecomunicazioni) 302 198 52,5
TIM Domestic 150 109 37,6
TIM Brasil 154 91 69,2

(*) I risultati organici escludono le partite non ricorrenti e la base comparabile è calcolata al netto dell'effetto di conversione dei bilanci in valuta e della variazione del perimetro di consolidamento.

Si prega di considerare che alcuni importi/trattamenti contabili si basano sullo stato attuale della discussione con la controparte e sono soggetti a possibili modifiche alla data di closing.

GRUPPO TIM - PERSONALE

Consistenza media retribuita del personale

(unità equivalenti) 1° Trimestre
2024
Esercizio
2023
1° Trimestre
2023
Variazione
(a) (b) (c) (a-c)
Consistenza media retribuita–Italia 33.702 33.983 34.746 (1.044)
Consistenza media retribuita–Estero 9.113 9.162 9.243 (130)
Totale consistenza media retribuita (1) 42.815 43.145 43.989 (1.174)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 4 unità medie in Italia nel primo trimestre 2024; 31 unità medie in Italia nell'esercizio 2023; 30 unità media in Italia nel primo trimestre 2023.

Organico a fine periodo

(unità) 31.3.2024 31.12.2023 31.3.2023 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Organico – Italia 37.658 37.670 40.671 (12)
Organico – Estero 9.510 9.510 9.672
Totale organico a fine periodo (1) 47.168 47.180 50.343 (12)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 7 unità in Italia al 31.12.2024; 31 unità in Italia al 31.12.2023; 38 unità in Italia al 31 marzo 2023. .

Organico a fine periodo - dettaglio per Business Unit

(unità) 31.3.2024 31.12.2023 31.3.2023 Variazione
(a) (b) (c) (a-b)
Domestic 37.888 37.901 40.906 (13)
Brasile 9.267 9.267 9.424
Altre attività 13 12 13 1
Totale 47.168 47.180 50.343 (12)

GRUPPO TIM – IMPATTO SULLE SINGOLE VOCI DEL CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO DEGLI EVENTI E OPERAZIONI DI NATURA NON RICORRENTE

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DME/RM/9081707 del 16 settembre 2009, vengono di seguito esposte le informazioni circa l'impatto sulle singole voci di Conto Economico Separato Consolidato degli eventi e operazioni non ricorrenti:

(milioni di euro) 1° Trimestre
2024
1° Trimestre
2023
Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze:
Acquisti di materie e servizi - Oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non
ricorrenti e altri oneri
(15) (4)
Costi del personale:
Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri (53) (416)
Altri costi operativi:
Oneri conseguenti a contenziosi e sanzioni di carattere regolatorio e a potenziali passività
ad essi correlati, altri accantonamenti e oneri
(12)
Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/(minusvalenze) e
Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)
(80) (420)
Impatto su Risultato operativo (EBIT) (80) (420)
Proventi finanziari:
Altri proventi finanziari (2)
Oneri finanziari:
Altri oneri finanziari (11) (9)
Impatto sull'Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento
(93) (429)
Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti 2
Impatto sull'Utile (perdita) del periodo (93) (427)

GRUPPO TIM - STRUTTURA DEL DEBITO, EMISSIONI OBBLIGAZIONARIE E OBBLIGAZIONI IN SCADENZA

Revolving Credit Facility

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed(*) disponibili al 31 marzo 2024:

(miliardi di euro) 31.3.2024 31.12.2023
Accordato Utilizzato Accordato Utilizzato
Sustainability-linked RCF – maggio 2026 4,0 4,0
Totale 4,0 4,0

(*) Ai sensi del contratto firmato le Banche sono impegnate a provvedere i fondi a chiamata (con un preavviso di almeno 3 giorni). Trattandosi di una linea "Committed", le banche non hanno meccanismi per non onorare la richiesta di fondi avanzata dalla Società, fatte salve le clausole di cancellazione obbligatoria anticipata standard di mercato (Scadenza naturale del contratto, Cambio di controllo, Borrower Illegality, Events of default, ognuna come definita nel contratto).

In data 4 aprile 2024, TIM ha sottoscritto un contratto di finanziamento ponte per un ammontare di 1,5 miliardi di euro e scadenza fino a 18 mesi. L'operazione è volta alla copertura delle necessità di rifinanziamento fino alla data di closing della cessione di NetCo, e presenta condizioni in linea con i benchmarks di mercato. Obbligazioni

Relativamente all'evoluzione dei prestiti obbligazionari nel corso del primo trimestre 2024 si segnala quanto segue:

(milioni di valuta originaria) Valuta Importo Data di rimborso
Rimborsi
Telecom Italia S.p.A. 450 milioni di euro 3,625% Euro 450 19/1/2024

Il valore nominale di rimborso, al netto dei titoli propri riacquistati, dei prestiti obbligazionari in scadenza nei 18 mesi successivi al 31 marzo 2024 emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A. (con garanzia piena e incondizionata da parte di TIM S.p.A.) è pari a 4.337 milioni di euro, come di seguito dettagliato:

  • 950 milioni di euro, scadenza 11 aprile 2024;
  • 1.387 milioni di euro (controvalore di 1.500 milioni di USD), scadenza 30 maggio 2024;
  • 1.000 milioni di euro, scadenza 15 aprile 2025;
  • 1.000 milioni di euro, scadenza 30 settembre 2025.

I titoli obbligazionari emessi da TIM S.p.A., Telecom Italia Finance S.A. e Telecom ltalia Capital S.A. non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/EBITDA, EBITDA/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di eventi diversi dall'insolvenza del Gruppo TIM; inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..

Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni analoghe effettuate sui medesimi mercati.

Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM con la Banca Europea degli Investimenti ("BEI"), in data 19 maggio 2021 TIM ha sottoscritto un finanziamento per un ammontare pari a 230 milioni di euro a supporto dei progetti per la digitalizzazione del Paese. Inoltre, nella stessa data, ha ampliato il finanziamento firmato nel 2019 (per un importo iniziale pari a 350 milioni di euro) per un importo addizionale pari a 120 milioni di euro. Tali finanziamenti risultano attualmente parzialmente garantiti.

Inoltre, in data 5 maggio 2023 TIM ha sottoscritto un nuovo finanziamento con la BEI per un ammontare di 360 milioni di euro, garantito parzialmente da SACE.

Pertanto, alla data del 31 marzo 2024 il totale nominale dei finanziamenti in essere con la BEI è pari a 1.060 milioni di euro.

I finanziamenti con la BEI contengono, inter alia, i seguenti covenants e impegni:

■ nel caso in cui la società sia oggetto di fusione, scissione o conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo TIM, ovvero alieni, dismetta o trasferisca beni o rami d'azienda (ad eccezione di alcuni atti di disposizione espressamente previsti), dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento, oppure, solo per alcuni contratti, il rimborso anticipato del prestito (qualora l'operazione di fusione e scissione al di fuori del Gruppo TIM comprometta l'esecuzione o l'esercizio del Progetto oppure rechi pregiudizio alla BEI nella sua qualità di creditrice);

  • TIM si è impegnata a far sì che, per tutta la durata del prestito, l'indebitamento finanziario complessivo delle società facenti parte del Gruppo TIM diverse da TIM, e fatti salvi i casi in cui tale indebitamento sia interamente e irrevocabilmente garantito da TIM, sia inferiore ad un ammontare pari al 35% (trentacinque per cento) dell'indebitamento finanziario complessivo del Gruppo TIM;
  • "Clausola per inclusione", ai sensi della quale, nel caso in cui TIM si impegni a mantenere in altri contratti di finanziamento parametri finanziari (e anche alcune clausole più stringenti, tra cui, ad esempio, cross default ed impegni di limitazione alla vendita di beni) che non siano presenti o siano più stringenti rispetto a quelli concessi alla BEI, quest'ultima avrà la facoltà di richiedere qualora reputi, a proprio ragionevole giudizio, che tali modifiche possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di TIM, la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento al fine di prevedere una disposizione equivalente a favore della BEI;
  • "Evento Rete", ai sensi della quale a fronte di una cessione totale o di una porzione sostanzialmente rilevante (in ogni caso superiore alla metà in termini quantitativi) della rete fissa in favore di soggetti terzi non controllati oppure nel caso di cessione della partecipazione di controllo nella società a cui la rete o una sua porzione sostanzialmente rilevante sia stata precedentemente ceduta, TIM dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento o una soluzione alternativa.

Alcuni contratti di finanziamento di TIM contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/EBITDA, EBITDA/ Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporta l'obbligo di rimborso del prestito in essere, tra cui il finanziamento sottoscritto in data 6 luglio 2022 che beneficia della "Garanzia Italia" (ai sensi dell'art. 1, comma 1, del Decreto-Legge n. 23 dell'8 aprile 2020 e successive modifiche e integrazioni).

Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l'impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge"), l'impegno a non modificare l'oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.

Nei contratti di finanziamento TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l'eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.

Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d'azienda al di fuori del Gruppo a meno che non sussistano specifiche condizioni. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.

Nella documentazione dei prestiti concessi ad alcune società del Gruppo TIM, sono generalmente previsti obblighi di rispettare determinati indici finanziari, nonché gli usuali covenant di altro genere, pena la richiesta di rimborso anticipato del prestito.

Si segnala, infine, che al 31 marzo 2024, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.

GRUPPO TIM - CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui le società del Gruppo TIM sono coinvolte al 31 marzo 2024, nonché quelli chiusi nel corso del periodo.

Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, il Gruppo TIM ha iscritto passività per complessivi 379 milioni di euro.

Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura della presente Informativa finanziaria e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.

Infine, relativamente ai procedimenti con l'Autorità Antitrust, si rammenta che in base all'art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 ("Norme per la tutela della concorrenza e del mercato"), l'Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.

a) Principali contenziosi e azioni giudiziarie pendenti

Per i seguenti contenziosi e azioni giudiziarie pendenti non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2023:

  • Procedimento Golden Power;
  • Procedimento Antitrust A428;
  • Colt Technology Services, COMM 3000, Eutelia e Clouditalia Telecomunicazioni (connessi al procedimento Antitrust A428);
  • Irideos;
  • Fatturazione a 28 giorni;
  • Procedimento Antitrust I850;
  • Servizio Universale;
  • Contenzioso per "Conguagli su canoni di concessione" per gli anni 1994-1998;
  • Iliad (vincoli di durata e costi di recesso);
  • Fastweb (migrazione ATM Ethernet).

Contenziosi fiscali e regolatori internazionali

Al 31 marzo 2024 le società della Business Unit Brasile risultano coinvolte in contenziosi di natura fiscale o regolatoria il cui esito è valutato di possibile soccombenza per un ammontare complessivo di circa 19,4 miliardi di reais (19,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2023), corrispondenti a circa 3,6 miliardi di euro al 31 marzo 2024. Sono di seguito evidenziate le principali tipologie di contenzioso, classificate in base all'imposta cui fanno riferimento.

Imposte federali

In relazione all'imposizione a livello federale, si segnalano i seguenti filoni vertenziali:

  • disconoscimento degli effetti fiscali di operazioni di fusione tra società facenti parte del gruppo TIM Brasil;
  • diniego del beneficio fiscale territoriale SUDENE, in ragione di pretese irregolarità nella gestione e nella rendicontazione del beneficio stesso;
  • contestazioni in ordine alle compensazioni con le perdite fiscali pregresse;
  • ulteriori contestazioni in ordine alla deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento;
  • assoggettamento ad imposizione sul reddito di talune tipologie di differenze di cambio;
  • assoggettamento a ritenute alla fonte di talune tipologie di pagamenti effettuati verso l'estero (ad esempio, i pagamenti per roaming internazionale);
  • ulteriori contestazioni in ordine alle compensazioni effettuate tra imposte a debito e posizioni fiscali creditorie delle società del gruppo.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3,1 miliardi di reais (3,1 miliardi di reais al 31 dicembre 2023).

Imposte statali

Nell'ambito del prelievo statale, si segnalano molteplici contestazioni in materia di ICMS, ed in particolare:

■ contestazioni riguardanti l'abbattimento della base imponibile del tributo, a fronte di sconti concessi ai clienti, oltre a contestazioni in merito all'utilizzo dei crediti fiscali dichiarati dalle società del gruppo, a fronte

della restituzione di terminali telefonici dati in comodato, ed a seguito della rilevazione di frodi da sottoscrizione ai danni delle società;

  • assoggettamento ad ICMS di talune tipologie di canoni, maturati a favore delle società del gruppo e da queste classificati come corrispettivi per servizi diversi da quelli di telecomunicazione;
  • contestazioni sull'utilizzo del beneficio fiscale "PRO-DF" originariamente concesso da taluni Stati, e successivamente dichiarato incostituzionale (la contestazione si riferisce all'effettiva spettanza del credito per ICMS, dichiarato dalla società TIM Celular, ora incorporata in TIM S.A., sulla base delle predette disposizioni agevolative);
  • contestazioni relative all'utilizzo dei crediti per ICMS, rilevati dalle società del gruppo in esito alle acquisizioni di immobilizzazioni materiali, ed in relazione alle somministrazioni di energia elettrica a favore delle società, oltre che in applicazione delle disposizioni in materia di sostituzione d'imposta;
  • sanzioni irrogate alle società del gruppo per irregolarità negli adempimenti dichiarativi;
  • contestazioni dei crediti per ICMS in relazione alla procedura di sostituzione d'imposta, prevista nei casi di acquisto e distribuzione di apparati tra Stati diversi;
  • contestazioni dei crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati, come anticipazione delle successive ricariche.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 10,6 miliardi di reais (10,4 miliardi di reais al 31 dicembre 2023).

Imposte municipali

Tra i contenziosi con un grado di rischio classificato come "possibile", vi sono alcune controversie relative alle imposte comunali (Municipal Taxes) il cui importo complessivo ammonta a circa 1,7 miliardi di reais (circa 1,7 miliardi di reais al 31 dicembre 2023).

FUST e FUNTTEL

Le principali contestazioni in materia di contribuzioni all'ente regolatorio (Anatel), e in particolare in termini di FUST e FUNTTEL, riguardano l'assoggettamento a tali prelievi dei ricavi da interconnessione.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 4,0 miliardi di reais (4,0 miliardi di reais al 31 dicembre 2023).

Procedimento Antitrust A514

Nel mese di giugno 2017 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato il procedimento A514 nei confronti di TIM per accertare un possibile abuso di posizione dominante in violazione dell'art. 102 del "Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea". Il procedimento è stato avviato sulla base di alcune segnalazioni giunte, tra il mese di maggio e di giugno 2017, da parte di Infratel, Enel, Open Fiber, Vodafone e Wind Tre e riguarda un presunto abuso di posizione dominante nei mercati dei servizi di accesso wholesale e dei servizi retail relativi alla rete fissa a banda larga e ultralarga. In particolare, l'AGCM ha ipotizzato che TIM abbia tenuto condotte volte a: i) rallentare e ostacolare lo svolgimento delle gare Infratel, al fine di ritardare o rendere meno remunerativo l'ingresso di un altro operatore sul mercato wholesale; ii) accaparrarsi preventivamente la clientela sul mercato retail dei servizi a banda ultralarga, mediante politiche commerciali volte a restringere lo spazio di contendibilità della clientela residuo per gli operatori concorrenti.

A seguito dell'avvio del procedimento, nel mese di luglio 2017 è stata svolta un'ispezione da parte dei funzionari dell'Autorità presso alcune sedi di TIM. Il 2 novembre 2017 TIM ha depositato una memoria difensiva nella quale, a supporto della correttezza del proprio operato, sono state confutate tutte le ipotesi di illegittimità dei comportamenti asseritamente tenuti da TIM e formanti oggetto del procedimento.

In data 14 febbraio 2018, AGCM ha deliberato di estendere l'oggetto del procedimento per la verifica di ulteriori condotte, concernenti la strategia dei prezzi wholesale di TIM sul mercato dei servizi di accesso all'ingrosso a banda larga e ultralarga, e l'utilizzo di informazioni privilegiate riguardanti la clientela degli operatori alternativi.

In data 5 luglio 2018, TIM ha depositato una proposta di impegni che, ove accettata definitivamente dall'Autorità, comporterebbe la chiusura dell'istruttoria senza accertamento di alcun illecito e irrogazione di sanzione. Gli impegni sono stati ritenuti preliminarmente ammissibili dall'Autorità che li ha sottoposti a market test nei mesi di agosto e settembre.

Il 30 ottobre 2018 TIM ha formulato le proprie repliche rispetto alle osservazioni dei terzi ed ha integrato la proposta di impegni con modifiche accessorie. Con provvedimento notificato in data 4 dicembre 2018, l'AGCM ha definitivamente respinto la proposta di impegni, ritenendoli non idonei alla luce delle contestazioni sollevate.

In data 4 marzo 2019, TIM ha chiesto ad AGCM la proroga del termine di chiusura del procedimento (inizialmente fissato al 31 maggio 2019).

Il 10 aprile 2019 AGCM ha deliberato una proroga del termine di conclusione del procedimento al 30 settembre 2019. Il 17 maggio 2019 AGCM ha comunicato a TIM le risultanze istruttorie (CRI). Nella CRI, AGCM conferma sostanzialmente l'impianto accusatorio ipotizzato nei provvedimenti di avvio ed estensione del procedimento.

Il 12 giugno 2019 AGCM ha esteso i termini per il deposito della memoria finale di TIM al 20 settembre 2019 e per l'audizione finale al 25 settembre 2019.

Il 18 settembre 2019 AGCM ha deliberato una nuova proroga del termine di conclusione del procedimento fissandolo al 28 febbraio 2020.

Il 6 marzo 2020 è stato notificato a TIM il provvedimento di chiusura dell'istruttoria: AGCM ha deliberato la sussistenza di un abuso di posizione dominante di TIM, accertando che TIM ha posto in essere una strategia

anticoncorrenziale preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga. La sanzione irrogata a TIM per l'illecito anticoncorrenziale è pari a 116.099.937,60 euro.

Il 25 giugno 2020 TIM ha inviato ad AGCM la c.d. relazione di ottemperanza come prescritto nel dispositivo del provvedimento finale.

La Società ha comunque provveduto a maggio 2021 al pagamento della sanzione.

TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il suddetto provvedimento sanzionatorio. Con sentenza 1963/2022 del 28 febbraio 2022, il ricorso di TIM è stato respinto; nei confronti della decisione del TAR, TIM ha proposto appello al Consiglio di Stato.

Nell'agosto 2022, Irideos ha notificato atto di intervento ad opponendum rispetto al ricorso principale di TIM.

La relativa udienza di discussione è stata fissata per il 25 maggio 2023. Ad esito dell'udienza il Consiglio di Stato ha disposto una Consulenza Tecnica di Ufficio su tre quesiti in ordine alla redditività dell'investimento nelle zone bianche. Il giorno 11 ottobre 2023 si è regolarmente svolto il giuramento dei CTU in Consiglio di Stato che hanno chiesto una proroga dei termini di conclusione. Secondo i nuovi termini concessi dal Consiglio di Stato, la CTU dovrebbe concludersi entro il mese di maggio 2024, con il deposito della relazione finale.

La trattazione della causa è fissata per l'udienza pubblica del 10 ottobre 2024.

Open Fiber

Nel mese di marzo 2020 Open Fiber (OF) ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a 1,5 miliardi di euro per danni causati da un presunto abuso di posizione dominante escludente nei confronti di OF. Le presunte condotte contestate consistono in: (i) investimenti pre-emptive in reti FTTC nelle aree bianche; (ii) avvio di azioni legali pretestuose per ostacolare le gare Infratel; (iii) repricing strumentale di alcuni servizi all'ingrosso; (iv) offerte commerciali di lock-in sul mercato retail; (v) comunicazione di informazioni false all'AGCOM, in sede di approvazione di un'offerta wholesale, e diffusione di voci circa un interesse di TIM ad acquisire OF; (vi) discriminazione nelle condizioni di accesso alle infrastrutture passive di TIM. TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di OF. Enel S.p.A. è intervenuta nel giudizio chiedendo di condannare TIM al risarcimento di tutti i danni patiti e patendi dalla stessa Enel e da OF, senza tuttavia quantificarli. Nel corso di causa, Open Fiber ha rideterminato il danno asseritamente subito portandolo a 2,6 miliardi di euro oltre interessi e rivalutazione monetaria. Open Fiber ha inoltre chiarito che a suo dire tale danno sarebbe tuttora in divenire. Enel ha poi quantificato il danno asseritamente subito in 228 milioni di euro circa oltre interessi. Il 19 ottobre 2022 si è tenuta l'udienza per l'ammissione dei mezzi istruttori al termine della quale il giudice si è riservato. Con ordinanza del 17 luglio 2023 il Tribunale di Milano ha sciolto la riserva e rinviato all'udienza del 3 aprile 2024 per la precisazione delle conclusioni. All'udienza del 3 aprile, il giudice ha disposto l'acquisizione della CTU resa nel giudizio di impugnazione da parte di TIM dinanzi al Consiglio di Stato, della sentenza sfavorevole del TAR relativa al provvedimento sanzionatorio comminato nell'ambito del procedimento A514, rinviando la causa all'udienza del 12 giugno 2024.

Eutelia e Voiceplus

Nel mese di giugno 2009, Eutelia e Voiceplus hanno chiesto l'accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium (basato sull'offerta al pubblico di servizi resi tramite le cosiddette Numerazioni Non Geografiche). Le attrici hanno quantificato i loro danni in un importo complessivo pari a circa 730 milioni di euro.

L'azione segue un procedimento cautelare in cui la Corte d'Appello di Milano ha inibito alla Società alcuni comportamenti in materia di gestione delle relazioni economiche con Eutelia e Voiceplus aventi a oggetto le Numerazioni Non Geografiche, per le quali TIM gestiva, per conto di tali OLO e in virtù di obblighi regolatori, l'incasso dai clienti finali. A seguito della sentenza con la quale la Corte d'Appello di Milano ha accolto le eccezioni di TIM dichiarando la propria incompetenza in favore del Tribunale Civile, Eutelia in amministrazione straordinaria e Voiceplus in liquidazione hanno riassunto il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. L'udienza di prima comparizione si è svolta nel mese di marzo 2014. TIM si è costituita in giudizio confutando le tesi delle controparti. A seguito del fallimento di Voiceplus il Tribunale di Milano, con ordinanza del mese di settembre 2015, ha dichiarato l'interruzione del giudizio che è stato successivamente riassunto da Voiceplus.

Con sentenza del mese di febbraio 2018, il Tribunale di Milano, in accoglimento delle tesi difensive di TIM, ha rigettato la domanda risarcitoria delle controparti condannando le stesse, in solido, alla rifusione delle spese legali. Nel mese di marzo 2018, Eutelia e Voiceplus hanno proposto appello avverso la sentenza di primo grado.

TIM si è costituita in appello chiedendo l'integrale conferma della sentenza di primo grado. Con sentenza del 5 agosto 2019, l'appello di Eutelia e di Voiceplus è stato integralmente rigettato. Nel mese di dicembre 2019 Eutelia e Voiceplus hanno proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata. L'udienza in Camera di Consiglio è fissata per il 16 febbraio 2023. All'udienza del 16 febbraio 2023, su istanza delle ricorrenti, è stata disposta la discussione in pubblica udienza, fissata per il 12 giugno 2024.

Procedimento Antitrust I820

In data 19 febbraio 2018 l'AGCM ha avviato il procedimento istruttorio I820 nei confronti delle società TIM, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e dell'Associazione di categoria Asstel per verificare l'ipotesi della sussistenza di un'intesa restrittiva della concorrenza tra i principali operatori di telefonia fissa e mobile al fine di coordinare le rispettive strategie commerciali, violando in tal modo l'art. 101 TFUE.

Il presunto coordinamento, secondo il provvedimento di apertura del procedimento da parte di AGCM, si sarebbe concretizzato nelle modalità di attuazione dell'obbligo introdotto dall'articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017) che impone agli operatori di servizi di comunicazione elettronica una cadenza mensile (o di multipli del mese) per la fatturazione e il rinnovo delle offerte dei servizi fissi e mobili.

In data 21 marzo 2018, AGCM ha emanato una misura cautelare provvisoria nei confronti di tutti gli operatori coinvolti nel procedimento con cui ha ordinato di sospendere, nelle more del procedimento, l'attuazione dell'intesa concernente la determinazione del repricing comunicato agli utenti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla Legge 172/17 e di rideterminare autonomamente la propria strategia commerciale. Con provvedimento n. 27112 dell'11 aprile 2018 AGCM ha confermato la misura cautelare.

Il 12 giugno 2018 TIM ha presentato ricorso al TAR per l'annullamento di tale provvedimento.

Il 31 gennaio 2020 a TIM è stato notificato il provvedimento di chiusura dell'istruttoria, con il quale AGCM ha deliberato la sussistenza dell'intesa tra TIM, Vodafone, Fastweb e WindTre, escludendo invece dai partecipanti all'intesa l'associazione Asstel. La sanzione irrogata a TIM per la partecipazione all'intesa anticoncorrenziale è pari a 114.398.325,00 euro. TIM ad aprile 2020 ha impugnato anche il provvedimento sanzionatorio.

Con sentenza pubblicata il 12 luglio 2021 il TAR Lazio ha accolto il ricorso e i motivi aggiunti presentati da TIM, annullando i provvedimenti assunti dall'AGCM, ivi incluso quello relativo alla sussistenza dell'intesa e all'irrogazione della sanzione.

In data 11 settembre 2021 l'AGCM ha presentato ricorso al Consiglio di Stato chiedendo l'annullamento della sentenza del TAR.

Si segnala che il 25 luglio 2023 il Consiglio di Stato ha riformato la decisione del TAR Lazio confermando la validità del provvedimento AGCM sul caso I820, rimandando all'Autorità per la rideterminazione della sanzione a seguito della riduzione della durata dell'infrazione.

In considerazione delle statuizioni del Consiglio di Stato sul quantum della sanzione, con istanza del 28 agosto 2023, TIM ha chiesto all'AGCM che la rideterminazione della sanzione avvenisse nel pieno contradditorio tra le parti nell'ambito di un apposito procedimento istruttorio.

Con provvedimento del 26 settembre 2023, notificato alla Società il 3 ottobre 2023, l'AGCM ha comunicato a TIM di aver quantificato l'ammenda in 100.670.526,00 euro, ritenendo di non avere margini discrezionali nella esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato. TIM in data 12 ottobre 2023 ha presentato ricorso per revocazione avverso la sentenza del Consiglio di Stato ed in data 13 ottobre 2023 ha presentato ricorso avanti al TAR Lazio per l'annullamento del provvedimento di rideterminazione della sanzione, con richiesta di sospensione in via cautelare che è stata respinta con ordinanza del 9 novembre 2023. Per entrambi i giudizi siamo in attesa della fissazione dell'udienza di merito.

Con comunicazione del 6 dicembre 2023, l'Autorità ha sollecitato a TIM il pagamento della sanzione di 100.670.526,00 euro maggiorata degli interessi legali maturati dal 3 novembre 2023 fino al giorno di effettivo pagamento pari a 5.535.913,60 euro.

Con comunicazione del 12 dicembre 2023, TIM ha contestato la debenza di tali interessi per assenza dei presupposti della liquidità ed esigibilità richiesti dall'art. 1282 c.c., nonché un errore nell'individuazione del dies a quo per il calcolo.

L'Ufficio Bilancio dell'Autorità ha risposto il 2 febbraio 2024, riconoscendo un errore nel calcolo degli interessi legali che sono stati dunque rideterminati nella misura di 4.121.837,47 euro, ma ribadendo che gli stessi sono dovuti.

In data 29 marzo 2024, TIM ha presentato ricorso al TAR Lazio avverso la comunicazione dell'Ufficio Bilancio per contestare sia l'errore nel calcolo degli interessi dovuti sia un difetto di competenza dell'Ufficio Bilancio.

Procedimento Antitrust I857

Il 6 luglio 2021 AGCM ha avviato un'istruttoria nei confronti di TIM e DAZN per possibile intesa restrittiva della concorrenza relativamente all'accordo per la distribuzione, e il supporto tecnologico, per i diritti TV della Serie A di calcio nel triennio 2021-2024.

L'istruttoria è, inoltre, volta a verificare la restrittività dell'intesa con riferimento a ulteriori elementi che riguardano la possibile adozione da parte di TIM di soluzioni tecniche non disponibili per gli operatori di telecomunicazione concorrenti e che potrebbero tradursi in ostacoli all'adozione di soluzioni tecnologiche proprie.

L'Autorità ha contestualmente anche avviato un sub procedimento per l'eventuale adozione di misure cautelari.

Con delibera del 27 luglio 2021 AGCM ha chiuso il procedimento cautelare, ritenendo che le iniziative e le modifiche all'accordo nel frattempo proposte da parte di TIM e di DAZN siano idonee, allo stato, a impedire che durante il procedimento di accertamento si produca un danno grave e irreparabile per la concorrenza.

Infatti, le misure suddette mirano, nel loro complesso, ad evitare possibili discriminazioni nella fruizione del servizio DAZN riconducibili alla sua attivazione da parte di utenti che utilizzano servizi di connessione internet diversi da quelli offerti da TIM. Inoltre, è stato modificato l'accordo tra TIM e DAZN al fine di garantire a DAZN una piena libertà nell'applicare sconti e promozioni. TIM si è anche impegnata a fornire a DAZN un quantitativo sufficiente di set-top-box white label per garantire anche ai clienti di DAZN la visione sul digitale terrestre delle partite in caso di problemi di connessione.

TIM, infine, si è impegnata a fornire servizi wholesale agli OAO interessati per la gestione di picchi di traffico derivanti da trasmissioni dati live, a prescindere dalla tipologia di contenuti trasportati.

Il 29 ottobre 2021 TIM ha presentato ad AGCM una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell'istruttoria e addivenire alla chiusura del procedimento senza l'accertamento di alcuna infrazione e quindi senza l'irrogazione di sanzione.

Il 14 dicembre 2021 AGCM ha deliberato la pubblicazione, sul sito internet della stessa Autorità, della proposta di impegni succitata in quanto tali impegni appaiono, nel loro complesso, non manifestamente infondati e tali da rimuovere le restrizioni alla concorrenza ipotizzate nel provvedimento di avvio dell'istruttoria in questione.

Il 5 gennaio 2022 con la succitata pubblicazione sul sito internet di AGCM ha preso avvio il c.d. market test.

Il termine per le controdeduzioni e la proposta di eventuali modifiche accessorie agli impegni presentati da TIM e DAZN viene fissato al 7 marzo 2022.

Il 23 febbraio 2022 TIM e DAZN vengono convocati separatamente in audizione dagli Uffici di AGCM. Nel corso dell'audizione, gli Uffici comunicano a TIM – e successivamente confermano nel verbale dell'audizione – che il Collegio, in un'adunanza tenutasi il 15 febbraio, riteneva necessarie alcune modifiche "accessorie" al fine dell'approvazione degli impegni presentati.

TIM e DAZN provvedono il 4 marzo 2022 a richiedere una proroga del termine per la presentazione di osservazioni, anche in considerazione delle novità emerse il 23 febbraio. Il nuovo termine viene fissato al 23 marzo 2022.

In data 22 marzo 2022 TIM rappresenta all'Autorità che le ulteriori modifiche ritenute necessarie dal Collegio al fine dell'approvazione degli impegni avrebbero comportato un completo stravolgimento del contenuto e dell'equilibrio economico degli accordi sottoscritti da TIM e DAZN, tale da non rendere più perseguibile il modello di business ipotizzato. Nel contempo TIM rendeva noto all'Autorità l'avvio di negoziazioni con DAZN aventi come possibile oggetto la revisione della clausola di esclusiva della distribuzione, che costituisce il principale oggetto dell'attività istruttoria dell'Autorità. Considerata la complessità delle negoziazioni, TIM richiedeva una proroga di ulteriori 30 giorni per la presentazione di osservazioni. La proroga veniva accordata e il nuovo termine fissato al 23 aprile 2022.

Il 20 aprile 2022 DAZN e TIM, in considerazione del protrarsi delle trattative, anche a causa della complessità e rilevanza economica di quanto oggetto di negoziazione, richiedevano un'ulteriore proroga. Il nuovo termine veniva fissato al 9 maggio 2022.

Il 9 maggio 2022 TIM informava l'Autorità di aver manifestato a DAZN la propria disponibilità a rinunciare all'esclusività del rapporto di distribuzione dei diritti calcio della Serie A, come attualmente disciplinato dal Deal Memo, con la conseguente facoltà per DAZN di distribuire tali diritti anche attraverso operatori terzi e che, a fronte della disponibilità alla rinuncia a tale diritto, le Parti avevano avviato una negoziazione per la revisione dell'impegno economico contrattualmente previsto a carico di TIM.

Il 7 giugno 2022 l'Autorità disponeva il rigetto degli impegni presentati, i quali "appaiono, sia complessivamente sia singolarmente considerati, inidonei a far venire meno i profili anticoncorrenziali individuati nella delibera di avvio dell'istruttoria, in quanto non suscettibili di risolvere le preoccupazioni concorrenziali evidenziate nel provvedimento di avvio, laddove non si sono tradotti in modifiche contrattuali condivise, tali da eliminare le criticità concorrenziali" evidenziate dall'Autorità.

Sempre il 7 giugno 2022 l'Autorità disponeva il differimento del termine per la conclusione del procedimento al 31 marzo 2023.

Il 2 agosto 2022 TIM ha informato l'Autorità antitrust del raggiungimento di un nuovo accordo con DAZN, in forza del quale quest'ultima ha la facoltà di distribuire i diritti del calcio tramite qualsiasi terza parte, superando il previgente regime di esclusiva a favore di TIM.

Il 20 gennaio 2023 è stata notificata la comunicazione delle risultanze istruttorie (CRI).

AGCM ritiene che l'accordo del 27 gennaio 2021 (Deal Memo) abbia un contenuto ed abbia prodotto effetti anticoncorrenziali per tutta la sua durata (fino cioè alla sottoscrizione del nuovo accordo del 3 agosto 2022).

Il 31 gennaio 2023 AGCM ha deliberato la proroga del termine di conclusione del procedimento al 31 maggio 2023.

TIM ha depositato la propria memoria difensiva il 28 marzo 2023 mentre l'audizione finale presso l'Autorità si è tenuta il 4 aprile 2023.

Il 18 aprile 2023 AGCM ha deciso di prorogare ulteriormente il termine di conclusione del procedimento al 30 giugno 2023 in ragione della complessità delle argomentazioni difensive svolte dalle Parti nelle memorie presentate.

Il 28 giugno 2023 AGCM ha deliberato che le condotte attuate da TIM e DAZN costituiscono un'intesa restrittiva della concorrenza in violazione dell'articolo 101 TFUE (nel seguito il "Provvedimento AGCM").

Tuttavia, l'intesa, con particolare riferimento all'esclusiva, è durata solamente un mese circa, mentre i suoi effetti potenzialmente restrittivi della concorrenza sono stati sterilizzati dal tempestivo avvio del procedimento istruttorio da parte dell'Autorità avvenuto il 6 luglio 2021.

Il contestuale sub-procedimento cautelare, intervenuto a ridosso dell'avvio della prima stagione calcistica del triennio 2021-2024, ha infatti impedito il prodursi degli effetti dell'intesa, in quanto ad inizio agosto 2021 TIM e DAZN hanno interrotto l'applicazione delle clausole contrattuali contestate adottando misure volontarie. L'originario accordo è stato poi sostituito da un nuovo contratto, stipulato nell' agosto 2022, nel quale veniva meno del tutto l'esclusiva, eliminando così alla radice le preoccupazioni concorrenziali sottese alla sussistenza dell'esclusiva di distribuzione.

Conseguentemente, alla luce anche delle circostanze attenuanti riconosciute, AGCM ha comminato a TIM una sanzione pecuniaria di 760.776,82 euro e a DAZN una sanzione pecuniaria di 7.240.250,84 euro.

Il 20 settembre 2023 TIM ha pagato la sanzione con riserva in considerazione del ricorso avverso il provvedimento di soccombenza che la Società ha presentato al TAR del Lazio.

L'11 maggio 2024 il TAR Lazio ha respinto i ricorsi di TIM e DAZN per l'annullamento del Provvedimento AGCM e, senza annullare il predetto Provvedimento AGCM (che continuerà dunque a essere efficace fino all'eventuale modifica da parte della stessa AGCM), ha dichiarato il dovere dell'AGCM di procedere alla riadozione del provvedimento, in conformità a quanto previsto nella sentenza del TAR Lazio.

In estrema sintesi il TAR Lazio ha valorizzato il seguente motivo comune ai ricorsi di Sky e Fastweb: secondo la CRI l'intesa vietata avrebbe avuto effetti sul mercato dal 27 gennaio 2021 al 4 agosto 2022, mentre il Provvedimento ha ridotto il periodo di durata della violazione dal 1° luglio 2021, data in cui ha avuto inizio la

commercializzazione dei diritti sulla base del Deal Memo, sino all'attuazione ad inizio agosto 2021 delle misure volontarie adottate da TIM e DAZN nell'ambito del sub-procedimento cautelare. Sussisterebbe, perciò, la contraddittorietà del Provvedimento AGCM rispetto alla CRI, senza che il Collegio abbia adeguatamente motivato la propria decisione di discostarsi dalle risultanze istruttorie. L'AGCM potrebbe a questo punto riaprire l'istruttoria oppure presentare ricorso avverso la sentenza del TAR Lazio. Sono allo studio le possibili azioni da intraprendere da parte di TIM avverso la sentenza del TAR Lazio, incluso un potenziale appello.

Wind Tre S.p.A. – I857

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Milano, notificato nel mese di gennaio 2024, l'operatore Wind Tre S.p.A. ha chiesto di condannare TIM S.p.A. e DAZN limited, in solido tra loro, a risarcire a Wind Tre S.p.A. il danno da questa asseritamente subito per effetto della pretesa violazione da parte delle convenute dell'art. 102 TFUE (abuso di posizione dominante), per aver sottoscritto tra di loro nel gennaio 2021 un accordo (il c.d. Deal Memo) da cui – a parere dell'attore – sarebbero derivati danni da quantificarsi in 69.803.012,00 euro .

Inoltre, Wind Tre S.p.A. chiede anche la condanna di TIM S.p.A. al risarcimento del danno asseritamente derivante da campagne pubblicitarie dirette secondo l'attore a suggerire alla clientela che la sottoscrizione del servizio FTTH di TIM, o l'adesione all'offerta TIMVISION, rappresentassero l'unico mezzo per potere accedere ai contenuti del servizio DAZN, da quantificarsi in 10.266.377,00 euro.

In data 29 aprile 2024, TIM ha depositato la comparsa di costituzione e risposta in cui ha richiesto il rigetto delle pretese di Wind e la sospensione del giudizio in attesa della pronuncia del TAR Lazio in merito alla richiesta di annullamento di TIM e DAZN del provvedimento adottato dall'AGCM in data 28 giugno 2023 (con cui l'AGCM ha deliberato che le condotte attuate da TIM e DAZN con la sottoscrizione del Deal Memo costituiscono un'intesa restrittiva della concorrenza). La prima udienza è stata fissata per l'8 luglio 2024.

Brasile - arbitrato Opportunity

Nel maggio 2012, TIM e Telecom Italia International N.V. (oggi fusa in Telecom Italia Finance) hanno ricevuto la notifica di un procedimento arbitrale promosso dal gruppo Opportunity per il risarcimento di danni asseritamente subiti per la presunta violazione di un accordo transattivo firmato nel 2005. Nella prospettazione di parte attrice, i danni sarebbero riconducibili a circostanze emerse nell'ambito dei procedimenti penali innanzi al Tribunale di Milano aventi, fra l'altro, a oggetto attività illecite poste in essere da ex dipendenti di TIM.

Conclusasi la fase istruttoria, nel mese di novembre 2014 si è tenuta l'udienza di discussione, a seguito della quale le parti hanno depositato le proprie memorie conclusionali in vista della decisione del caso.

Nel mese di settembre 2015, il Tribunale Arbitrale ha dichiarato la chiusura del procedimento in vista del deposito del lodo.

Nel settembre 2016 la Corte ICC ha comunicato alle parti il lodo, mediante il quale il Tribunale Arbitrale ha respinto tutte le pretese del gruppo Opportunity e ha deciso per la compensazione fra le parti delle spese legali, per gli esperti e amministrative (il "Lodo 2016").

Ad aprile 2017 il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il Lodo 2016 dinanzi alla Corte d'Appello di Parigi.

Nel novembre 2017, TIM e Telecom Italia Finance hanno ricevuto dal Segretariato della Corte Internazionale di Arbitrato dell'ICC la notifica di una Richiesta per la Revisione dello stesso Lodo 2016 depositata dal gruppo Opportunity, al fine di ottenere l'emissione di un nuovo lodo. Successivamente, è stato costituito il Tribunale Arbitrale.

Ad ottobre 2018, TIM e Telecom Italia Finance hanno chiesto la sospensione del procedimento pendente di fronte alla Corte d'Appello di Parigi, in ragione della pendenza del procedimento di revisione di fronte al Tribunale Arbitrale ICC sullo stesso Lodo 2016. A novembre 2018, la Corte d' Appello di Parigi ha sospeso il procedimento fino alla decisione del Tribunale Arbitrale nel procedimento di revisione.

Relativamente al procedimento di revisione del Lodo 2016, ad ottobre 2019, si è tenuta a Parigi l'udienza di discussione. Ad agosto 2020, il Tribunale Arbitrale ha emesso il lodo rigettando la Richiesta di Revisione presentata dal gruppo Opportunity (il "Lodo 2020").

A dicembre 2020, il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il Lodo 2020 dinanzi alla Corte d'Appello di Parigi. A maggio 2021, il gruppo Opportunity ha chiesto alla Corte d'Appello di Parigi la riassunzione del procedimento iniziato contro il Lodo 2016. Successivamente, il gruppo Opportunity, TIM e Telecom Italia Finance hanno depositato le proprie memorie nei due procedimenti pendenti dinanzi la Corte d'Appello di Parigi, rispettivamente contro il Lodo 2016 e contro il Lodo 2020 e in data 8 gennaio 2024 si è tenuta la relativa udienza di discussione. Con decisione del 2 maggio 2024 la Corte d'Appello di Parigi ha ritenuto di annullare il Lodo 2016 per motivi inerenti alla partecipazione al collegio arbitrale di un componente considerato dalla Corte in conflitto d'interessi. In pari data, con separato provvedimento, la Corte ha invitato le parti a formulare, entro il 24 giugno 2024, osservazioni sulle conseguenze dell'annullamento del Lodo 2016 sulla richiesta afferente al Lodo 2020, il cui relativo procedimento è ancora pendente.

Iliad (winback)

Con atto di citazione notificato nel corso del primo trimestre 2020, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per presunte condotte anticoncorrenziali, adottate anche tramite il marchio Kena Mobile, asseritamente volte ad ostacolarne l'ingresso ed il consolidamento nel mercato della telefonia mobile in Italia, avanzando pretese risarcitorie per almeno 71,4 milioni di euro.

TIM si è costituita in giudizio sia contestando integralmente le richieste di Iliad Italia S.p.A. sia proponendo a sua volta domanda riconvenzionale ai sensi dell'art. 2598 c.c., con riferimento alle condotte denigratorie poste in essere da Iliad Italia S.p.A. nei confronti di TIM, e formulando simmetricamente richiesta risarcitoria di danni. Nella prima memoria istruttoria Iliad ha aggiornato le proprie pretese risarcitorie portandole a 242,8 milioni di euro e successivamente a 292,8 milioni di euro

Il giudizio si è chiuso con sentenza del 25 settembre 2023 senza riconoscimento di danno in favore di Iliad, la domanda riconvenzionale di TIM è stata dichiarata inammissibile.

Con atto di citazione in appello notificata il 15 dicembre 2023 Iliad ha chiesto la parziale riforma della sentenza di primo grado chiedendo tra le altre cose la condanna di TIM all'integrale risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito da Iliad, per un importo non inferiore a 292,8 milioni di euro.

In data 17 aprile 2024 TIM si è costituita in giudizio presentando anche appello incidentale. All'udienza dell'8 maggio 2024 il Giudice si è riservato di decidere sulle istanze istruttorie.

Iliad (INWIT)

Con atto di citazione notificato a luglio 2022 Iliad Italia S.p.A. ha convenuto Telecom, Vodafone e Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. ("INWIT") dinanzi al Tribunale di Milano, per accertare l'asserita illiceità delle condotte di INWIT, Telecom e Vodafone consistenti nel rifiuto di consentire alla stessa Iliad di realizzare degli upgrade ai propri sistemi di trasmissione della telefonia mobile installati su infrastrutture di proprietà di INWIT. Per l'effetto di tali condotte, Iliad ha chiesto che Telecom sia condannata, in solido con INWIT e Vodafone, al risarcimento dei danni asseritamente subiti, che si è riservata di quantificare in corso di causa. L'udienza di prima comparizione si è svolta il 5 aprile 2023, il Giudice si è riservato sull'eccezione di nullità dell'atto di citazione sollevata da TIM. L'udienza di prima comparizione è stata differita all'11 ottobre 2023 a seguito dell'accoglimento dell'eccezione di nullità dell'atto di citazione sollevata da TIM. All'udienza il Giudice ha fissato tre date per lo scambio di memorie tra le parti: 10 novembre 2023, 11 dicembre 2023 e 2 gennaio 2024. L'udienza per la discussione sugli eventuali mezzi istruttori è stata fissata al 24 settembre 2024.

VAS (Servizi a Valore Aggiunto) - Sequestro della Procura di Milano

In data 24 aprile 2024 è stata celebrata l'udienza dinanzi al Tribunale del Riesame di Milano. La Corte era chiamata a pronunciarsi sull'impugnazione presentata da TIM S.p.A. avverso il provvedimento del GIP di Milano con cui veniva disposto ai danni della Società il sequestro sottodettagliato.

All'esito della discussione, il Tribunale del Riesame di Milano, in accoglimento dell'impugnazione proposta dalla Società, con provvedimento depositato il 26 aprile 2024, ha:

  • disposto l'annullamento del decreto di sequestro in favore della TIM S.p.A. per un importo di 248.941.282,30 euro; e
  • ordinato l'integrale restituzione di quanto in precedenza sequestrato a TIM S.p.A..
  • Le motivazioni della decisione saranno rese note nel termine dei successivi 30 giorni.

In particolare si riepiloga di seguito gli elementi che hanno condotto al citato sequestro da parte della Procura di Milano.

In data 29 febbraio 2024, era stato notificato a TIM S.p.A. un provvedimento di sequestro che era stato emesso in data 8 febbraio 2024 dal Giudice per le Indagini Preliminari di Milano, col quale era stato disposto il sequestro preventivo delle somme giacenti sui conti correnti intestati alla Società, per un importo complessivo di 248.941.282,30 euro.

Il provvedimento aveva ad oggetto una asserita frode informatica (art.640-ter cod.pen.) nel settore dei c.d. "VAS" (i.e. Servizi a Valore Aggiunto) erogati da società terze chiamate CSP (i.e. "Content Service Provider").

TIM S.p.A. non è indagata nel procedimento in oggetto, e che il reato in contestazione non rientra tra quelli che, ai sensi del d.lgs. n. 231 del 2001, potrebbero astrattamente costituire presupposto di illecito amministrativo, imputabile alla Società.

Con specifico riferimento a TIM S.p.A., l'evidenza di un possibile fenomeno fraudolento nel settore emergeva solo nel 2019, in ragione del significativo numero di disconoscimenti di servizi VAS registrati in tale anno.

In tale periodo, la Società ha denunciato detti eventi alla Procura della Repubblica di Roma, nel cui procedimento, attualmente in fase di archiviazione, è stato confermato il ruolo della Società quale persona offesa vittima del reato.

Inoltre, la Società ha prontamente effettuato tutte le azioni necessarie finalizzate a neutralizzare il fenomeno delle illecite attivazioni dei servizi VAS.

b) Altre informazioni

Con riferimento alla "Procedura arbitrale n. 28/2021/SEC8 - TIM S.A.", non sono intervenuti fatti significativi rispetto a quanto pubblicato nella Relazione finanziaria annuale 2023.

Vivendi S.E.

In data 15 dicembre 2023, TIM S.p.A. ha ricevuto la notifica di un ordinario atto di citazione da parte dell'azionista Vivendi, nel quale viene contestata la legittimità della delibera consiliare del 5 novembre 2023 di approvazione dell'operazione di cessione delle attività relative alla rete fissa di TIM e delle partecipazioni detenute in FiberCop S.p.A. e Telenergia S.r.l. ("NetCo"), da parte di Optics BidCo S.p.A. (società controllata da KKR). Vivendi non ha formulato alcuna richiesta cautelare, né ha chiesto di inibire in via d'urgenza l'esecuzione della delibera e degli atti negoziali conseguenti. La Società si è costituita nel giudizio per contestare la fondatezza delle argomentazioni e delle richieste formulate da Vivendi, confermando la legittimità delle deliberazioni assunte dal Consiglio di Amministrazione e degli accordi sottoscritti con Optics BidCo per l'operazione che sarà realizzata nei tempi e nei modi previsti.

Alla prima udienza, tenutasi il 21 maggio 2024, ad esito della discussione, dopo aver esperito il tentativo di conciliazione, il giudice si è riservato di decidere.

Contenzioso canone di concessione per l'anno 1998

TIM ha convenuto in giudizio in sede civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risarcimento del danno causato dallo Stato Italiano attraverso la sentenza d'appello n. 7506/09 pronunciata dal Consiglio di Stato in violazione, ad avviso della Società, dei principi del diritto comunitario.

La domanda principale su cui si fonda l'azione trova il suo fondamento nella giurisprudenza comunitaria che riconosce il diritto di far valere la responsabilità dello Stato rispetto alla violazione dei diritti riconosciuti dall'ordinamento comunitario e lesi da una sentenza divenuta definitiva, rispetto alla quale nessun altro rimedio sia più esperibile. La pronuncia del Consiglio di Stato ha definitivamente negato il diritto di TIM alla restituzione del canone di concessione per l'anno 1998 (pari a 386 milioni di euro per Telecom Italia e 143 milioni di euro per ex TIM, oltre ad interessi), già negato dal TAR Lazio nonostante la pronuncia favorevole e vincolante della Corte di Giustizia UE del mese di febbraio 2008. Tale pronuncia riguardava il contrasto tra la Direttiva CE 97/13 in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l'intervenuto processo di liberalizzazione. La Società ha poi proposto, nell'ambito del medesimo procedimento, una domanda subordinata di risarcimento per fatto illecito ai sensi dell'art. 2043 c.c.. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 529 milioni di euro, oltre interessi legali e rivalutazione. L'Avvocatura di Stato si è costituita in giudizio avanzando domanda riconvenzionale per pari importo. L'azione è stata sottoposta a un vaglio di ammissibilità da parte del Tribunale, il quale ha dichiarato l'inammissibilità della domanda principale di TIM (azione per danni per manifesta violazione del diritto comunitario ai sensi della legge 117/88). Detta decisione è stata però riformata in appello, in senso favorevole alla Società. Nel mese di marzo 2015 il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza di primo grado dichiarando la domanda della società inammissibile.

TIM nel 2015 ha presentato appello avverso tale decisione ed il giudizio pende in fase di precisazione delle conclusioni. La Corte di Appello ha fissato l'udienza di precisazione delle conclusioni per il 2 aprile 2019. Successivamente, senza che sia intervenuta alcuna nuova attività processuale, la Corte di Appello ha apoditticamente rinviato prima nel 2020 e poi nel 2021 l'udienza di precisazione delle conclusioni (da cui decorrono i termini per conclusioni e repliche che portano in tempi stretti alla emissione della sentenza). A tali rinvii è seguito l'ultimo del 15 gennaio 2021 con fissazione della nuova udienza al 25 gennaio 2022.

Sulle questioni di fondo della causa si deve rilevare quanto segue:

  • sulla ritenuta incompetenza del Tribunale di Roma (oggetto della sentenza del Tribunale di Roma appellata da TIM) a giudicare dell'azione di responsabilità dello Stato Italiano per attività di magistrati di vertice (nella specie, Consiglio di Stato), dalla quale sarebbe derivata la dichiarata inammissibilità dell'azione ai sensi dell'art. 5 legge n. 117/1978 (vecchio testo) – si sono pronunciate le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza 7 giugno 2018, n. 14842, confermando la competenza del Tribunale di Roma e quindi la correttezza della scelta di TIM di radicare nel foro romano la sua azione legale;
  • sulla illiceità del comportamento dello Stato Italiano e pertanto sulla responsabilità dello Stato–Giudice ai sensi della legge n. 117/1998 – si è ancora una volta pronunciata, decidendo sulla questione pregiudiziale sollevata dal TAR Lazio in altro giudizio connesso, la Corte di Giustizia UE con sentenza 4 marzo 2020 in C-34/19, ribadendo che TIM non era tenuta al pagamento del canone preteso dallo Stato per l'anno 1998, e pertanto confermando la manifesta violazione da parte del Consiglio di Stato del diritto comunitario (anche perché in aperto spregio della decisione già resa dalla Corte di Giustizia UE il 21 febbraio 2008, in C-296/06, come peraltro già statuito dalla stessa Corte di Appello di Roma, sez. I, con decreto 31 gennaio 2012 che ha sancito la ammissibilità processuale della azione legale di TIM);
  • sulla questione del diritto alla ripetizione del canone versato per l'anno 1998 si è pronunciata la Corte di Cassazione, con sentenza 7 settembre 2020, n. 18603, respingendo il ricorso proposto dalla Presidenza del Consiglio avverso la sentenza con quale la stessa Corte di Appello di Roma aveva accolto la domanda restitutoria proposta da Vodafone (pagamento del canone relativo all'anno 1998) per il medesimo titolo in separato giudizio.

In sostanza, la società ha pagato il canone contestato nel 1998; ha prontamente impugnato dinanzi al giudice amministrativo il provvedimento amministrativo che le aveva ingiustamente imposto tale pagamento; il giudizio amministrativo dinanzi al Consiglio di Stato si è concluso negativamente nel 2009 (nonostante la richiamata sentenza di segno opposto della Corte di Giustizia europea); il giudizio civile di primo grado si è concluso nel marzo 2015 con sentenza di rigetto per motivi di ammissibilità (risolti poi nel senso indicato dalla società con la richiamata sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 14842/18) e a oltre 6 anni dalla sentenza di primo grado – passando di rinvio in rinvio – la sentenza di appello (che non potrà che valorizzare le citate sentenze della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione) non è stata ancora emessa (né sulla base di questi reiterati rinvii la società può prevedere quando sarà emessa).

La società sta esaminando i diversi scenari ed azioni giuridiche (nazionali, comunitarie, ecc.) che possano contribuire alla definizione della vertenza di appello. Si ritiene, infatti, che i principi della durata ragionevole del processo, ai sensi del comma 2 dell'articolo 111 della Costituzione nonché ai sensi dell'articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, risultino vulnerati nella presente vicenda considerando: (i) l'anno del pagamento del canone non dovuto è il 1998; (ii) il valore di tale canone è di circa 529 milioni di euro cui aggiungere gli interessi da tale data; (iii) il lunghissimo iter processuale che non ha portato neanche ad una sentenza di appello (il cui avvio è dell'anno 2015 e la cui conclusione non è prevedibile, attesi i continui rinvii); (iv) la circostanza che la questione giuridica appare di pronta soluzione, essendo state emesse ben due sentenze della Corte di Giustizia UE che dichiarano incompatibile il pagamento del canone con la disciplina comunitaria (sentenze che risultano, allo stato, disattese dal giudice nazionale).

Nell'ambito delle citate analisi volte a giungere alla definizione della sentenza di appello si deve segnalare che in data 25 gennaio 2021 la società ha depositato presso la corte di appello di Roma una istanza di anticipazione della udienza (slittata come detto al 25 gennaio 2022); ciò al fine di scongiurare l'ennesimo rinvio della causa, che – come noto - ha ad oggetto l'inottemperanza a ben due decisioni rese inter partes, sul medesimo oggetto, dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per manifesta violazione del diritto europeo da parte dello Stato-Giudice. Con provvedimento dell'8 febbraio 2021, la Corte di Appello di Roma (seconda sezione specializzata in

materia di impresa) ha ritenuto di poter accogliere l'istanza di anticipazione, fissando l'udienza al 30 novembre 2021. In tale data la causa è stata assunta in decisione con assegnazione dei termini di legge per comparse conclusionali e repliche. Con ordinanza del 22 febbraio 2022, il Collegio, preso atto che uno dei suoi membri ha dichiarato di astenersi, ha rimesso la causa sul ruolo, disponendo la trasmissione degli atti al Presidente della Corte d'Appello. In data 4 marzo 2022, la causa è stata riassegnata ad altro giudice. Con provvedimento del 31 marzo 2022, il Collegio ha fissato l'udienza del 1° dicembre 2022 per la precisazione delle conclusioni. Il Collegio ha rinviato la causa all'udienza del 19 gennaio 2023 per la discussione orale e, successivamente, a seguito di istanza dell'avvocato dello Stato al 9 marzo 2023. All'udienza del 13 dicembre 2023, il Collegio ha concesso alle parti termine per le comparse conclusionali e le relative repliche.

Con sentenza n. 2320/2024 pubblicata in data 3 aprile 2024, la Corte d'Appello di Roma, in riforma della sentenza impugnata da TIM, ha accolto la domanda proposta dalla Società, condannando la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento dell'importo di 528.711.476,00 euro, oltre rivalutazione ed interessi legali a far data dal deposito del ricorso, con rifusione delle spese di lite, quantificate in 550.000,00 euro oltre accessori.

INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE

In aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS Accounting Standards, il Gruppo TIM utilizza nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) alcuni indicatori alternativi di performance, al fine di consentire una migliore valutazione dell'andamento della propria gestione economica e della propria situazione patrimoniale e finanziaria. Tali indicatori rappresentano, infatti, un'utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit).

Tali indicatori, che sono presentati nelle relazioni finanziarie (annuali e infrannuali), non devono, comunque, essere considerati sostitutivi di quelli convenzionali previsti dagli IFRS Accounting Standards. Poiché queste misure non sono definite dagli IFRS Accounting Standards, il loro calcolo può differire dagli indicatori alternativi pubblicati da altre società. Per questo motivo, la comparabilità tra le società può essere limitata.

Gli indicatori alternativi di performance normalmente utilizzati sono nel seguito illustrati:

■ EBITDA: tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target in aggiunta all'EBIT. Questi indicatori sono determinati come segue:

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

    • Oneri finanziari
  • Proventi finanziari
  • +/- Altri oneri/(Proventi) da partecipazioni
  • +/- Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

EBIT- Risultato Operativo

  • +/- Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti
  • +/- Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti
    • Ammortamenti

EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività non correnti

  • Variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui Ricavi, sull'EBITDA e sull'EBIT: tali indicatori esprimono la variazione in valore assoluto e/o in percentuale dei Ricavi, dell'EBITDA e dell'EBIT, escludendo, ove presenti, gli effetti della variazione dell'area di consolidamento, delle differenze cambio e degli eventi e operazioni di natura non ricorrente. Il Gruppo TIM presenta la riconciliazione tra il dato "contabile o reported" e quello "organico esclusa la componente non ricorrente".
  • EBITDA margin e EBIT margin: TIM ritiene che tali margini rappresentino degli utili indicatori della capacità del Gruppo, nel suo complesso e a livello di Business Unit, di generare profitti attraverso i suoi ricavi. L'EBITDA margin e l'EBIT margin misurano, infatti, la performance operativa di un'entità analizzando le percentuali dei ricavi che diventano, rispettivamente, EBITDA e EBIT.
  • Indebitamento Finanziario Netto: TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rappresenti un indicatore della capacità di far fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria, rappresentate dal Debito Finanziario Lordo ridotto della Cassa e Altre Disponibilità Liquide Equivalenti e di altre Attività Finanziarie. Il Gruppo TIM presenta una tabella che evidenzia i valori della situazione patrimonialefinanziaria utilizzati per il calcolo dell'Indebitamento Finanziario Netto del Gruppo.

Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell'indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito "Indebitamento finanziario netto contabile"), anche una misura denominata "Indebitamento finanziario netto rettificato", che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l'Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell'IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

L'indebitamento finanziario netto viene determinato come segue:

+ Passività finanziarie non correnti
+ Passività finanziarie correnti
+ Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
A) Debito Finanziario lordo
+ Attività finanziarie non correnti
+ Attività finanziarie correnti
+ Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute
B) Attività Finanziarie
C=(A - B) Indebitamento finanziario netto contabile
D) Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività / attività finanziarie
E=(C + D) Indebitamento finanziario netto rettificato

  • Equity Free Cash Flow (EFCF): tale indicatore rappresenta il Free Cash Flow disponibile per la remunerazione del capitale proprio, per il rimborso del debito e per la copertura degli eventuali investimenti finanziari e dei pagamenti di licenze e frequenze. L'indicatore, in particolare, evidenzia la variazione dell'indebitamento finanziario netto rettificato senza considerare gli impatti derivanti dal pagamento dei dividendi, dalle variazioni di capitale (change in equity), dalle attività di acquisizione/ cessione di partecipazioni, dagli esborsi per acquisti di licenze e frequenze, dalle variazioni in aumento/ diminuzione del debito relativo alle passività per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing, rinnovi e/ o proroghe, disdette/estinzioni anticipate di operazioni di leasing). L'Equity Free Cash Flow viene determinato come segue:
    • Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto rettificato delle attività in funzionamento
    • +/- Impatto per locazioni finanziarie (nuove operazioni di leasing e/o i rinnovi e/o le proroghe (-) / eventuali disdette/ estinzioni anticipate di operazioni di leasing (+))
    • Pagamento delle licenze TLC e per l'utilizzo di frequenze
    • +/- Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o cessioni di partecipazioni
    • Pagamento dei dividendi e Change in Equity
    • Equity Free Cash Flow
  • Investimenti industriali (al netto delle licenze di TLC): questa misura finanziaria rappresenta le attività di investimento industriale al netto degli investimenti per competenza relativi alle licenze di TLC per l'utilizzo delle frequenze.
  • Flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow OFCF) e flusso di cassa della gestione operativa (al netto delle licenze): queste misure finanziarie rappresentano il flusso di cassa disponibile per rimborsare il debito (compresi i debiti per leasing) e per coprire eventuali investimenti finanziari e, nel caso dell'OFCF, i pagamenti delle licenze e delle frequenze.

Il flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow) e il flusso di cassa della gestione operativa (al netto delle licenze) sono calcolati come segue:

EBITDA

  • Investimenti industriali di competenza

  • +/- Variazione del capitale circolante netto operativo (Variazione delle rimanenze, Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti, Variazione dei debiti commerciali, Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile / spectrum, Altre variazioni di crediti/debiti operativi, Variazione dei fondi relativi al personale, Variazione dei fondi operativi e altre variazioni)

  • Operating Free Cash Flow
  • Pagamento delle licenze di TLC e per l'utilizzo delle frequenze
  • Flusso di cassa della gestione operativa (al netto delle licenze)

Indicatori alternativi di performance After Lease

A seguito dell'adozione dell'IFRS 16, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:

  • EBITDA After Lease ("EBITDA-AL"), calcolato rettificando l'EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing;
  • Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall'Indebitamento finanziario netto rettificato le passività nette connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing. TIM ritiene che l'Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria;
  • Equity Free Cash Flow After Lease, calcolato escludendo dall'Equity Free Cash Flow i fabbisogni relativi ai canoni di leasing. Tale indicatore viene determinato come segue:
+
Equity Free Cash Flow
---------------------------- --
  • Quota capitale dei canoni di leasing

Tale indicatore rappresenta un utile indicatore della capacità di generazione di Free Cash Flow.

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