Quarterly Report • May 14, 2024
Quarterly Report
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Biesse S.p.A.
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| IL GRUPPO BIESSE 3 | |
|---|---|
| STRUTTURA DEL GRUPPO BIESSE 3 | |
| PROFILO DEL GRUPPO BIESSE 4 | |
| INTRODUZIONE 4 | |
| INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE 4 | |
| FINANCIAL HIGHLIGHTS 5 | |
| COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI SOCIALI 8 | |
| RELAZIONE SULL'ANDAMENTO DELLA GESTIONE 9 | |
| IL CONTESTO ECONOMICO 9 | |
| IL SETTORE DI RIFERIMENTO 11 | |
| L'EVOLUZIONE DELLA GESTIONE12 | |
| PRINCIPALI EVENTI 13 | |
| DATI ECONOMICI14 | |
| DATI PATRIMONIALI16 | |
| SEGMENT REPORTING 17 | |
| ATTESTAZIONE AI SENSI DEL COMMA 2 ART. 154 BIS TUF 18 |

IL GRUPPO BIESSE
Le società appartenenti al Gruppo Biesse rientranti all'interno dell'area di consolidamento sono le seguenti:


Il Gruppo Biesse è un'azienda internazionale che produce linee integrate e macchine per la lavorazione del legno, del vetro, della pietra, della plastica, dei materiali compositi. Nato in Italia nel 1969 e quotato al segmento Euronext STAR di Borsa Italiana, il Gruppo supporta l'evoluzione del business dei clienti che operano nei settori del mobile, del forniture & construction, dell'automotive e dell'aerospace. Oggi, circa l'80% del fatturato consolidato è realizzato all'estero grazie ad una rete globale in continua crescita con 12 siti produttivi e oltre 20 showroom nel mondo. Grazie alle competenze dei nostri 4.400 dipendenti, si incoraggia l'immaginazione di aziende leader dei propri settori e dei nomi prestigiosi del design italiano e internazionale per dar luce alle potenzialità di qualsiasi materiale.
Rispetto al bilancio consolidato chiuso al 31 dicembre 2023, si segnala che in data 29 gennaio 2024 si è perfezionata l'acquisizione dell'intero capitale sociale di GMM Finance S.r.l., holding a capo del Gruppo GMM di cui fanno parte le società GMM S.p.A., Bavelloni S.p.A. e Techni Waterjet Ltd., nonché le rispettive controllate italiane ed estere, attive nei settori delle macchine utensili per la lavorazione della pietra, del vetro e di altri materiali.
Pertanto, la situazione economica e patrimoniale del Gruppo Biesse al 31 marzo 2024 risulta influenzata dal consolidamento integrale del Gruppo GMM. Ai fini del consolidamento, la data di acquisizione contabile è stata assunta al 1° gennaio 2024; la situazione patrimoniale di primo consolidamento è quindi rappresentata dai saldi del Gruppo GMM alla data del 31 dicembre 2023, data di riferimento per il processo di "Purchase Price Allocation" (PPA) previsto dal principio contabile IFRS 3. L'IFRS 3 prevede che alla data di acquisizione venga determinata la differenza tra il costo dell'aggregazione – pari al prezzo provvisorio pagato per l'acquisizione - e il fair value delle attività nette identificabili acquisite, comprese le passività potenziali. Alla data del 31 marzo 2024, l'allocazione del costo dell'aggregazione sopra illustrata (PPA) deve considerarsi ancora come provvisoria; ai sensi del principio IFRS 3 la contabilizzazione delle operazioni di aggregazione aziendale può infatti essere completata in maniera definitiva entro dodici mesi dalla data di acquisizione. Assumendo a riferimento il patrimonio netto del Gruppo acquisito quale espressione del fair value netto delle attività e passività acquisite, in considerazione del prezzo provvisorio pari a Euro 69 milioni è emersa una differenza positiva di consolidamento. Detta differenza, determinata in via provvisoria, è iscritta come "avviamento" nella voce dell'attivo dello stato patrimoniale consolidato e riclassificato tra le "Attività immateriali". In linea con le disposizioni contenute con il principio IFRS 3, la suddetta differenza e più in generale gli schemi patrimoniali ed economici resi pubblici saranno oggetto di restatement una volta che il fair valuedelle attività e passività acquisite sarà stato determinato in modo definitivo.
La relazione trimestrale consolidata del Gruppo Biesse al 31 marzo 2024, non sottoposta a revisione contabile, redatta ai sensi dell'art. 154-ter, comma 2, del Testo Unico della Finanza, è predisposta conformemente ai criteri di valutazione e di misurazione stabiliti dagli International Financial Reporting Standards (IFRS).
I principi contabili ed i criteri di valutazione sono conformi a quelli del bilancio al 31/12/2023 ai quali si fa rinvio. In questa sede, inoltre, si evidenzia quanto segue:
Il Management utilizza alcuni indicatori di performance, che non sono identificati come misure contabili nell'ambito degli IFRS (NON-GAAP measures), per consentire una migliore valutazione dell'andamento del Gruppo Biesse. Il criterio di determinazione applicato dal Gruppo Biesse potrebbe non essere omogeneo con quello adottato da altri Gruppi e gli indicatori potrebbero non essere comparabili con quelli determinati da questi ultimi. Tali indicatori di performance, determinati in conformità a quanto stabilito dagli Orientamenti sugli indicatori di performance emessi dall'ESMA/2015/1415 e adottati dalla CONSOB con comunicazione n.92543 del 3 dicembre 2015, si riferiscono alla performance del periodo contabile oggetto del presente Resoconto Annuale di Gestione e dell'esercizio precedente posto a confronto.

Gli indicatori di performance devono essere considerati come complementari e non sostituiscono i dati finanziari redatti secondo gli IFRS. Di seguito la descrizione dei principali indicatori adottati.
| 31 Marzo 2024 |
% su ricavi |
31 Marzo 2023 |
% su ricavi |
Delta % | |
|---|---|---|---|---|---|
| Migliaia di euro | |||||
| Ricavi delle vendite e delle prestazioni | 195.801 | 100,0% | 209.515 | 100,0% | (6,5)% |
| EBITDA adjusted(1) | 16.801 | 8,6% | 27.969 | 13,3% | (39,9)% |
| EBIT adjusted (1) | 7.648 | 3,9% | 16.464 | 7,9% | (53,5)% |
| EBIT (1) | 6.614 | 3,4% | 18.401 | 8,8% | (64,1)% |
| Risultato dell'esercizio | 2.847 | 1,5% | 12.330 | 5,9% | (76,9)% |


| 31 Marzo | 31 Dice mbre | |
|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | |
| Migliaia di euro | ||
| Capitale Investito Netto (1) | 264.506 | 168.495 |
| Patrimonio Netto | 266.808 | 261.448 |
| Posizione Finanziaria Netta (1) | 2.302 | 92.953 |
| Capitale Circolante Netto Operativo (1) | 84.024 | 41.682 |
| Portafoglio ordini | 297.448 | 282.320 |
(1) grandezze riferite a livelli intermedi di risultato e ad aggregati patrimoniali e finanziari per le quali sono forniti nella Relazione sulla Gestione e nelle Note al Bilancio i criteri adottati per la loro determinazione.


| 31 Marzo | 31 Dice mbre | |
|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | |
| Numero dipendenti a fine periodo | 4.274 | 3.924 |

* sono inclusi nel dato i lavoratori somministrati.

| Presidente | Roberto Selci |
|---|---|
| Amministratore delegato | Massimo Potenza |
| Consigliere non esecutivo | Alessandra Baronciani |
| Consigliere indipendente ( Lead Indipendent Director |
) Rossella Schiavini |
| Consigliere indipendente | Massimiliano Bruni |
| Consigliere indipendente | Federica Ricceri |
| Consigliere indipendente | Cristina Sgubin |
| Presidente | Paolo De Mitri |
|---|---|
| Sindaco effettivo | Giovanni Ciurlo |
| Sindaco effettivo | Benedetta Pinna |
| Sindaco supplente | Silvia Muzi |
| Sindaco supplente | Maurizio Gennari |
Rossella Schiavini (Presidente) Federica Ricceri Massimiliano Bruni
Federica Ricceri (Presidente) Rossella Schiavini
Rossella Schiavini (Presidente) Cristina Sgubin
Deloitte & Touche S.p.A.

La crescita economica mondiale si è moderata al volgere dell'anno, in un contesto in cui l'inasprimento della politica monetaria si è trasmesso all'economia. A livello globale si stima che la crescita del PIL in termini reali sia scesa allo 0,8 per cento nel quarto trimestre del 2023 dall'1,0 del terzo, e che l'attività economica complessiva sia aumentata del 3,5 per cento nel 2023, cioè con un andamento analogo a quello dell'anno precedente e al tasso di crescita medio osservato nell'ultimo decennio. I dati più recenti disponibili suggeriscono che la crescita dei consumi a livello mondiale stia subendo una moderazione, a seguito del graduale venire meno dei fattori positivi che hanno riguardato la spesa per consumi. Permangono relative tensioni sui mercati del lavoro, pur affievolendosi gradualmente nelle principali economie avanzate, come evidenziato dal calo del rapporto fra posti di lavoro disponibili e disoccupazione, mentre si registra una progressiva diminuzione anche della crescita dei salari nominali. Inoltre, si è in gran parte dato fondo alle riserve di risparmi in eccesso accumulate durante la pandemia. A febbraio, l'indice composito a livello globale dei responsabili degli acquisti (PMI) è salito lievemente, come risultato di un'espansione dell'attività sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi; tale segnale dovrebbe essere, tuttavia, considerato alla luce di un insieme più ampio di dati aggiornati, che continuano a indicare una contrazione complessiva dell'attività mondiale. Il lieve rallentamento della crescita nell'anno in corso rispecchia il fatto che continuino a venire meno i fattori positivi che avevano sostenuto la spesa per consumi nelle economie avanzate nel periodo successivo alla pandemia. A tali andamenti hanno contribuito gli effetti del passato inasprimento della politica monetaria, nonché l'elevata incertezza dovuta alle tensioni geopolitiche. Nel complesso, secondo le proiezioni, la crescita del PIL in termini reali a livello mondiale dovrebbe collocarsi al 3,2 per cento sia nell'anno in corso che nel periodo 2025-2026, un livello lievemente inferiore a quello osservato nell'ultimo decennio. Rispetto alle proiezioni di dicembre 2023, per l'anno in corso la crescita mondiale è stata rivista al rialzo, principalmente grazie all'effetto di trascinamento dei migliori risultati registrati negli Stati Uniti. Le interruzioni del trasporto marittimo nel Mar Rosso potrebbero esercitare un freno sulla ripresa del commercio di beni a livello mondiale, sebbene il loro impatto allo stato attuale sia considerato contenuto. I volumi di transito attraverso il Mar Rosso sono scesi in misura significativa, dal momento che le compagnie di navigazione stanno evitando quel tratto di mare, dirottando le proprie imbarcazioni sulla rotta attorno al Capo di Buona Speranza. Finora, comunque, le catene di approvvigionamento mondiali nel complesso si sono mantenute solide: nell'anno in corso i tempi di consegna dei fornitori si sono allungati solo lievemente su scala mondiale, mantenendosi in linea con le medie storiche e ben al di sotto dei livelli osservati nel 2021 e 2022, quando le catene di approvvigionamento globali erano sottoposte a gravi tensioni. Sono in gioco vari fattori attenuanti; in primo luogo, la capacità di trasporto inutilizzata sembra ampia, in un contesto in cui a livello mondiale la domanda di beni è relativamente modesta e la flotta mercantile ha visto aumentare la propria consistenza. In secondo luogo, i livelli di congestione dei porti nel mondo rimangono sostanzialmente invariati, a indicare l'esistenza di capacità sufficiente ad accogliere le navi dirottate. Infine, le ampie scorte nel settore manifatturiero stanno contribuendo ad attutire l'impatto dell'allungamento dei tempi di consegna sulla produzione. Tuttavia, i rischi per l'inflazione e il commercio internazionale persisteranno se le turbative nel Mar Rosso dovessero intensificarsi e rivelarsi durature.
Negli Stati Uniti la crescita si conferma solida, ma nell'anno in corso è atteso un indebolimento. Gli indicatori ad alta frequenza, quali il clima di fiducia dei consumatori e le vendite al dettaglio, forniscono segnali contrastanti in merito alla spesa per consumi all'inizio del 2024, dopo i buoni risultati raggiunti nel quarto trimestre del 2023. L'aumento dei casi di insolvenza dei crediti al consumo indica che i bilanci delle famiglie sono sottoposti a crescenti pressioni, con il relativo tasso di risparmio che si colloca a un basso livello del 4 per cento. Anche l'orientamento restrittivo della politica monetaria del Federal Reserve System continua a esercitare effetti negativi sull'attività economica. Le condizioni del mercato del lavoro, pur rimanendo tese in termini storici, si stanno allentando gradualmente e la crescita salariale è lievemente calata, seppure confermandosi su un livello ancora elevato. L'inflazione complessiva misurata sull'IPC è lievemente diminuita a gennaio al 3,1 per cento, per effetto dei prezzi dei beni energetici, mentre l'inflazione di fondo sui dodici mesi è rimasta stabile al 3,9 per cento. I prezzi dei servizi essenziali hanno registrato una ripresa, dovuta principalmente a una nuova accelerazione delle componenti diverse da quella abitativa. Una scomposizione per settore dell'inflazione relativa alle spese per consumi personali (SCP) mostra l'efficace trasmissione della politica monetaria della Federal Reserve durante l'attuale ciclo di inasprimento, con i settori sensibili ai tassi di interesse che mostrano un calo di entità maggiore rispetto a quelli che non ne risentono.

In Giappone il PIL in termini reali ha subito un calo inatteso nell'ultimo trimestre del 2023. L'attività economica è scesa di nuovo nel quarto trimestre dello 0,1 per cento, dopo la contrazione dello 0,8 per cento osservata nel terzo trimestre e rivista al ribasso. Tale risultato riflette la debolezza della domanda interna, relativamente generalizzata. È probabile che la crescita torni positiva all'inizio del 2024, supportata da valori più elevati degli indicatori desunti dalle indagini, in particolare per il settore dei servizi, e dalla crescente fiducia dei consumatori. L'inflazione complessiva sui dodici mesi a gennaio 2024 si è collocata al 2,2 per cento, superiore alle attese dei mercati, ma inferiore ai livelli osservati verso la fine dello scorso anno. Il raffreddamento dell'inflazione complessiva riflette in misura preponderante l'andamento della componente alimentare e la diminuzione dei prezzi dei beni energetici. Anche l'inflazione di fondo misurata sull'IPC a gennaio ha subito una flessione, al 2,6 per cento, dal 2,8 a dicembre.
Nel Regno Unito l'attività economica ha registrato un altro calo nel quarto trimestre. La crescita del PIL in termini reali nel quarto trimestre ha sorpreso al ribasso scendendo dal -0,1 al -0,3 per cento rispetto al trimestre precedente. Tale contrazione è stata determinata da una flessione nell'interscambio netto, a sua volta dovuto a una marcata diminuzione delle esportazioni di servizi. Risultati negativi hanno interessato anche i consumi privati e la spesa pubblica, quest'ultima a seguito delle ricadute degli scioperi ricorrenti nel settore pubblico. L'indice PMI composito, le vendite al dettaglio e gli indicatori del clima di fiducia hanno tutti continuato a salire a gennaio 2024, segnalando un recupero dell'andamento della crescita nel Regno Unito: i minori costi di finanziamento, il reddito disponibile in termini reali in crescita e la tenuta del mercato del lavoro supportano la domanda interna. Nel mercato del lavoro le tensioni si stanno gradualmente allentando, pur restando intense nel confronto storico. Le posizioni vacanti sono diminuite, ma il grado di rigidità sul mercato del lavoro, misurato in termini di posti disponibili per lavoratore non occupato, si conferma superiore alle medie storiche. I dati più recenti relativi agli utili privati suggeriscono che la crescita dei salari nominali è scesa al 6,2 per cento nei tre mesi fino a dicembre, in diminuzione rispetto al 6,6 registrato nel trimestre fino a novembre, e ci si attende un ulteriore rallentamento. A gennaio l'inflazione complessiva e quella di fondo misurate sull'IPC sono rimaste stabili al 4,0 e 5,1 per cento, rispettivamente. Ci si aspetta che nei prossimi mesi l'inflazione complessiva scenda, approssimandosi all'obiettivo del 2 per cento fissato dalla Banca d'Inghilterra, seppure solo temporaneamente a causa degli effetti base derivanti dai precedenti aumenti delle bollette energetiche nel mercato regolamentato.
In Cina i recenti indicatori dell'attività forniscono segnali contrastanti, in un contesto in cui il mercato dell'edilizia residenziale è in fase di adattamento. Mentre la crescita della produzione industriale sui dodici mesi è lievemente aumentata a dicembre, al 6,5 per cento, dalle indagini si evincono segnali contrastanti per i primi mesi dell'anno in corso. La debolezza del settore dell'edilizia residenziale si conferma il fattore negativo determinante per l'attività economica, con ripercussioni in particolare sulla crescita dei consumi privati. L'aggiustamento nel settore degli immobili residenziali è proseguito anche nel 2024: infatti le vendite di nuove abitazioni sono diminuite bruscamente e le costruzioni di nuove abitazioni rimangono stagnanti a livelli molto bassi, insieme alle compravendite immobiliari. Tali andamenti avversi fanno da sfondo alla grave volatilità osservata recentemente nel mercato azionario, mentre la fiducia dei consumatori si è stabilizzata a livelli storicamente bassi. L'inflazione complessiva sui dodici mesi misurata sull'IPC è scesa al -0,8 per cento a gennaio, in calo dal -0,3 nel mese precedente, rispecchiando principalmente ulteriori diminuzioni dei prezzi dei beni alimentari. L'inflazione di fondo sui dodici mesi misurata sull'IPC al netto dei beni alimentari ed energetici è rimasta positiva, allo 0,4 per cento. Tale bassa rilevazione dell'inflazione di fondo rispecchia una domanda di consumi estremamente contenuta.
Il prodotto dell'area dell'euro è rimasto stagnante alla fine del 2023, risentendo della debolezza del commercio mondiale, del decumulo delle scorte e della trasmissione dell'inasprimento della politica monetaria della BCE. L'attività dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo e recuperare gradualmente nel prosieguo dell'anno, grazie al calo dell'inflazione, alla robusta dinamica salariale e al rafforzamento della domanda estera. I dati delle indagini continuano a segnalare una crescita modesta o nulla nel breve periodo, ma gli indicatori prospettici di più lungo periodo basati sulle indagini congiunturali mostrano alcuni segnali di ripresa. I consumi privati sono ancora deboli in quanto i consumatori restano sensibili ai prezzi e rimandano gli acquisti importanti; dovrebbero tuttavia migliorare con la ripresa del reddito disponibile reale. L'evasione degli ordini arretrati e l'inasprimento della politica monetaria gravano sulle prospettive di investimento a breve termine delle imprese, sebbene un miglioramento del clima di fiducia degli investitori lasci intendere che possano sussistere i presupposti per una ripresa nel prosieguo dell'anno. Per contro, è probabile che gli investimenti nel settore dell'edilizia residenziale restino deboli. Sebbene la domanda di lavoro continui a rallentare, l'occupazione è aumentata ulteriormente nel quarto

trimestre del 2023, di pari passo con l'aumento della forza lavoro. Nel medio periodo, la ripresa sarà sostenuta anche dal graduale venir meno dell'impatto della politica monetaria restrittiva. Tali prospettive si riflettono nelle proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate dagli esperti della BCE a marzo 2024, che indicano una crescita annua del PIL in termini reali dello 0,6 per cento nel 2024, in aumento all'1,5 e all'1,6 per cento rispettivamente nel 2025 e nel 2026. Rispetto all'esercizio di dicembre 2023 condotto dagli esperti dell'Eurosistema per l'area dell'euro, le prospettive di crescita del PIL sono state riviste al ribasso per il 2024, mentre rimangono sostanzialmente invariate per il 2025 e il 2026.
Nell'ultimo trimestre del 2023 il PIL in Italia ha continuato a crescere, pur se a ritmi contenuti. Al calo dei consumi si è contrapposto il deciso incremento degli investimenti. Questi ultimi sono aumentati soprattutto nel comparto edile, che ha beneficiato dell'accelerazione dei lavori in vista della riduzione degli incentivi fiscali. La lenta espansione del prodotto è proseguita nei primi mesi dell'anno in corso, con un contributo positivo dei servizi a fronte della perdurante debolezza della manifattura. Nel quarto trimestre dello scorso anno il PIL ha segnato una lieve espansione sul periodo precedente (0,2 per cento), sospinto soprattutto la crescita degli investimenti in costruzioni (3,8 per cento). Per contro, i consumi delle famiglie sono diminuiti a causa di un calo significativo degli acquisti di servizi, in particolare di alloggio e ristorazione; la spesa per beni non durevoli è rimasta stabile, quella in beni durevoli è salita. Il valore aggiunto è molto aumentato nelle costruzioni, riflettendo l'accelerazione nel completamento dei lavori in vista della graduale riduzione degli incentivi fiscali; l'attività si è mantenuta invece sostanzialmente stabile sia nell'industria in senso stretto sia nei servizi. Sulla base dei conti annuali, nel 2023 il PIL è cresciuto dello 0,9 per cento (dal 4,0 nel 2022, rivisto da 3,7). Dai modelli previsivi di Banca d'Italia, emerge che nel primo trimestre il prodotto sarebbe lievemente aumentato. La produzione industriale ha continuato a scendere, anche a causa della debolezza della fase congiunturale dei principali partner commerciali italiani, in particolare della Germania, mentre nei servizi gli indicatori anticipatori segnalano un recupero dell'attività. Il comparto delle costruzioni avrebbe rallentato a seguito della rimodulazione degli incentivi, rimanendo in espansione; la produzione è nuovamente cresciuta in gennaio e, secondo le indagini condotte dall'Istat, l'ammontare dei lavori in corso o ancora da eseguire resta elevato nonostante il calo delle nuove commesse. Dal lato della domanda, la fiacchezza dei consumi si sarebbe accompagnata a un ulteriore lieve incremento degli investimenti. L'indicatore Ita-coin è tornato positivo nella media del primo trimestre, evidenziando una ripresa anche per la dinamica del PIL. Sulla base delle proiezioni più recenti di Banca d'Italia, il prodotto crescerebbe dello 0,6 per cento nel 2024, dell'1,0 nel 2025 e dell'1,2 nel 2026.
Nel primo trimestre 2024, l'indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE segna un calo del 18,9% rispetto al periodo gennaio-marzo 2023. In valore assoluto l'indice si è attestato a 77,9 (base 100 nel 2021). Il risultato negativo è stato determinato dalla riduzione degli ordinativi raccolti dai costruttori italiani sia sul mercato interno che estero. In particolare, gli ordini raccolti oltreconfine sono risultati in calo del 18,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il valore assoluto dell'indice si è attestato a 91. Sul fronte interno, gli ordini hanno segnato un arretramento del 19,4%, rispetto al primo trimestre del 2023, per un valore assoluto di 55,1. Barbara Colombo, presidente UCIMU ha affermato: "comincia dunque con segno negativo il 2024 dei costruttori italiani di macchine utensili e, sebbene si tratti di una conferma rispetto a ciò che ci attendevamo, occorre ora superare la fase di impasse, dando al mercato un segnale chiaro di distensione e stabilità, condizione fondamentale per chi deve fare investimenti in macchine di ultima generazione. Sul fronte estero dopo un 2023 positivo questo primo scorcio dell'anno mostra un avvio piuttosto cauto della raccolta ordini oltreconfine. Pesano il rischio dell'allargamento delle tensioni oltre l'Area israelopalestinese e il prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina. Ma pesano certamente anche le incognite legate alla transizione energetica e all'indirizzo che prenderà l'Europa dopo l'appuntamento elettorale di giugno. Detto ciò, rispetto all'export, le nostre aspettative per l'anno in corso sono positive: ci attendiamo un andamento a ritmo moderato della nostra attività negli Stati Uniti, e un incremento delle vendite in alcuni paesi europei e in paesi che cominciano a scalare la classifica delle aree di destinazione del made in Italy settoriale quali, Turchia, Messico e India. Di differente tenore è invece la valutazione del mercato interno la cui domanda - ha sottolineato Barbara Colombo è in stand-by da diversi (troppi) mesi, in attesa dell'operatività dei nuovi provvedimenti per la competitività. Noi costruttori continuiamo a ricevere dai nostri clienti richieste di quotazioni di offerte per progetti anche importanti che restano però in sospeso perché manca certezza sugli incentivi che saranno resi disponibili dal governo. La situazione attuale appare, incredibilmente, più nebulosa rispetto anche solo ad un mese e mezzo fa quando fu presentato il decreto-legge con l'impianto di Transizione 5.0. Su questo fronte, oggi, mancano ancora i decreti attuativi; su quello di Transizione 4.0, invece, il cambio in corsa delle regole con cui si può accedere alla misura

rischia di bloccare in modo irreparabile la domanda domestica. Il Governo deve mettere ordine al più presto a questo capitolo fondamentale per lo sviluppo del manifatturiero del paese così da permettere alle aziende di finalizzare i necessari investimenti in tecnologia di produzione. D'altra parte, la crescente richiesta di adesione a 34.BI-MU, in programma il prossimo ottobre a Fiera Milano Rho, da parte di espositori italiani ed esteri, dimostra la fiducia riposta dalle aziende del settore nel mercato. Per le misure previste dal 5.0, il tempo comincia davvero a scarseggiare. L'utilizzo della misura, che vuole premiare gli investimenti in grado di abbinare il tema della digitalizzazione a quello del risparmio energetico, ha infatti una durata limitata. Nel rispetto delle scadenze imposte dal PNRR, per poter usufruire dei benefici del 5.0, il termine ultimo di consegna del bene è fissato al 31 dicembre 2025. Ciò significa che le regole di ingaggio, vale a dire i decreti attuativi, per fruire di queste misure devono essere disponibili a strettissimo giro altrimenti una così pesante compressione temporale tra il momento dell'ordine e quello della consegna ci obbligherà a rinunciare ad una parte consistente delle richieste del mercato. Per il 4.0, invece, ha moderatamente destabilizzato il mercato la decisione del governo di prevedere l'obbligo di comunicazione preventiva del valore dell'investimento che si intende realizzare e della ripartizione, rispetto alle quote annuali, del credito di imposta di cui si beneficia, sul modello di quanto previsto anche da Transizione 5.0. Sebbene comprendiamo la necessità della ragioneria dello Stato di avere, con anticipo, un quadro puntuale delle risorse economiche necessarie a coprire le operazioni di acquisto fatti in regime 4.0, è altrettanto vero che cambiare le regole del gioco in corso d'opera crea grande diffidenza tra coloro i quali stanno valutando l'opportunità di fare nuovi investimenti.
Per tale ragione ci si auspica un intervento immediato da parte delle autorità per illustrare tutti questi aspetti, certi che la chiarezza e la rapidità con cui il Governo darà conto dei dettagli che ancora mancano permetteranno alla domanda italiana di nuove tecnologie di produzione di ripartire con pieno slancio.
Come noto, il prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina e il rischio dell'allargamento delle tensioni oltre l'Area israelo-palestinese hanno continuato ad avere importanti ripercussioni sui mercati internazionali, sia in termini di andamento dei mercati finanziari che sui prezzi delle commodities.
Il quadro di riferimento è stato pertanto caratterizzato da incertezze dovute all'evolversi del contesto geopolitico internazionale sopra descritto e della politica monetaria, con conseguenti riflessi sulle catene di approvvigionamento, che hanno continuato tuttavia a rimanere piuttosto solide nonostante il persistere dei rischi per l'inflazione e il commercio internazionale legati all'intensificarsi e al perdurare delle turbative nel Mar Rosso.
Il contesto mondiale in cui il Gruppo Biesse si colloca presenta quindi difficoltà politiche ed economiche che inevitabilmente si ripercuoteranno nell'andamento del Gruppo stesso. In particolare, il rallentamento degli ordini evidenziato nel corso del 2023 e le difficoltà finanziarie dovute agli alti tassi di interesse, che i clienti del Gruppo Biesse si troveranno ad affrontare, influenzeranno le dinamiche dell'andamento del fatturato della restante parte dell'anno.
Alla fine del primo trimestre 2024, il portafoglio del Gruppo Biesse si attesta a € 297.448 mila, in aumento del 5,4% rispetto a dicembre 2023 (€ 282.320 mila), positivamente influenzato dall'acquisizione del Gruppo GMM, nonostante il rallentamento generalizzato dell'ingresso ordini manifestatosi nel corso del primo trimestre dell'anno.
In questo scenario, i ricavi al 31 marzo 2024 del Gruppo Biesse sono stati pari a € 195.801 mila, in diminuzione del 6,5% rispetto al 31 marzo 2023. Tale performance è stata caratterizzata dal ridimensionamento delle dinamiche delle vendite in determinate aree geografiche, fenomeno parzialmente attutito dalla consistenza del portafoglio ordini presente a inizio anno e dall'acquisizione del Gruppo GMM.
L'analisi del fatturato per aree geografiche evidenzia come il decremento ha unicamente riguardato l'Europa Occidentale (20,9%), mentre Asia-Oceania ed Europa Orientale registrano invece un incremento rispettivamente del 11,1% e del 8,3%. Altro incremento (seppur meno significativo in valori assoluti) ha riguardato il Resto del Mondo, mentre il Nord America rimane pressoché stabile.
L'Europa Occidentale conferma il suo ruolo di mercato di riferimento del Gruppo Biesse, chiudendo con un fatturato pari a € 92.293 mila, rappresentando il 47,1% del totale. Se analizziamo invece la ripartizione dei ricavi per segmenti operativi (Macchine-Sistemi e Meccatronica) essi registrano un decremento sul primo trimestre del 2023 rispettivamente del 4,6% e del 24,9%.
La riduzione dei volumi si è di fatto riflessa sulla redditività operativa di periodo, così come indicato dall'Ebitda Adjusted, che, al lordo degli oneri non ricorrenti, si attesta a € 16.801 mila, in decremento del 39,9% rispetto al pari periodo dell'esercizio precedente. Contestualmente si rileva la diminuzione del

risultato operativo prima degli eventi non ricorrenti (EBIT Adjusted) (€ 7.648 mila nel primo trimestre 2024 contro € 16.464 mila nel primo trimestre 2023) con un delta negativo di € 8.816 mila e un'incidenza sui ricavi in riduzione, che passa dal 7,9% al 3,9%.
Si segnala che il risultato economico del Gruppo Biesse, per il periodo in esame, è influenzato negativamente da "eventi non ricorrenti" pari a € 1.034 mila, unicamente riferibili ai costi sostenuti legati all'acquisizione delle quote del Gruppo GMM.
In aggiunta a quanto fin qui descritto sull'andamento della performance economica, si evidenzia come la performance finanziaria sia influenzata anche dalle dinamiche del capitale circolante netto operativo che aumenta rispetto a dicembre 2023 per € 42.342 mila, con una conseguente contrazione nella generazione di cassa. Tale fenomeno è prevalentemente attribuito alla variazione del perimetro di consolidamento per effetto dell'acquisizione del Gruppo GMM, che ha significativamente impattato nel saldo delle rimanenze di magazzino, crediti e debiti commerciali del primo trimestre 2024. Il decremento delle passività contrattuali (pari a € 10.988 mila) è invece influenzato dal rallentamento dell'ingresso ordini manifestatosi già a partire dal corso dell'anno 2023.
La Posizione Finanziaria Netta (di seguito anche "PFN") di Gruppo Biesse al 31 marzo 2024 è positiva per € 2.302 mila, in diminuzione di € 90.651 mila rispetto al dato del 31 dicembre 2023 (positiva per € 92.953 mila). La variazione è principalmente influenzata dal perfezionamento dell'operazione di acquisizione del Gruppo GMM (che ha comportato il pagamento di un corrispettivo provvisorio pari a circa € 69 milioni), mentre la restante parte di tale variazione è attribuibile al consolidamento dei saldi del Gruppo GMM, oltre che dalle dinamiche del capitale circolante netto operativo sopra commentante, compensati dai positivi risultati ottenuti a livello di gestione operativa.
Il Gruppo Biesse, nonostante il contesto sopra descritto, proseguirà per l'intero esercizio 2024 nell'implementare l'integrazione del Gruppo GMM, nel rafforzamento della presenza sui mercati internazionali, e manterrà al contempo un focus sul contenimento dei costi e del monitoraggio delle dinamiche di cassa.
In data 29 gennaio 2024 (facendo seguito a quanto annunciato nel comunicato stampa diffuso in data 21 dicembre 2023) essendosi avverate le condizioni sospensive previste nel contratto di acquisizione, si è perfezionata l'acquisizione dell'intero capitale sociale di GMM Finance S.r.l., holding a capo del Gruppo GMM di cui fanno parte le società GMM S.p.A., Bavelloni S.p.A. e Techni Waterjet Ltd., nonché le rispettive controllate italiane ed estere, attive nei settori delle macchine utensili per la lavorazione della pietra, del vetro e di altri materiali. Il corrispettivo provvisorio dell'acquisizione (c.d. Equity Value), pari a circa 69 milioni di euro, è stato integralmente regolato per cassa partendo da un Enterprise Value di 86,5 milioni di euro al netto della Posizione Finanziaria Netta debitoria. Il prezzo definitivo, che verrà calcolato nelle prossime settimane, prevede i consueti meccanismi di aggiustamento del prezzo (in rialzo ovvero in riduzione), in base alla variazione della posizione finanziaria netta di GMM Finance S.r.l. alla data del 31 dicembre 2023.
In data 29 aprile 2024, l'Assemblea di Biesse S.p.A., ha approvato:

| 31 marzo 20 24 |
% ricavi | 31 marzo 20 23 |
% ricavi | DELTA % | ||
|---|---|---|---|---|---|---|
| migliaia di euro | ||||||
| R icavi de lle ve ndite e de lle pre stazio ni | 19 5 .80 1 | 10 0 ,0 % | 20 9 .5 15 | 10 0 ,0 % | (6 ,5 )% | |
| Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti |
6.914 | 3,5% | 541 | 0,3% | 1179,1% | |
| Altri Proventi | 2.173 | 1,1% | 2.116 | 1,0% | 2,7% | |
| Valo re de lla pro duzio ne | 20 4.888 | 10 4,6 % | 212.172 | 10 1,3% | (3,4)% | |
| Consumi di materie prime e materiali di consumo e merci | (82.239) | (42,0)% | (86.565) | (41,3)% | (5,0)% | |
| Altre spese operative | (40.241) | (20,6)% | (35.679) | (17,0)% | 12,8% | |
| Costi del personale | (65.607) | (33,5)% | (61.959) | (29,6)% | 5,9% | |
| Ebitda adjuste d | 16 .80 1 | 8,6 % | 27.9 6 9 | 13,3% | (39 ,9 )% | |
| Ammortamenti | (8.063) | (4,1)% | (7.811) | (3,7)% | 3,2% | |
| Accantonamenti e Impairment | (1.089) | (0,6)% | (3.694) | (1,8)% | (70,5)% | |
| Ebit adjuste d | 7.6 48 | 3,9 % | 16 .46 4 | 7,9 % | (5 3,5 )% | |
| Componenti non ricorrenti | (1.034) | (0,5)% | 1.937 | 0,9% | (153,4)% | |
| Ebit | 6 .6 14 | 3,4% | 18.40 1 | 8,8% | (6 4,1)% | |
| Proventi finanziari | 605 | 0,3% | 284 | 0,1% | 112,8% | |
| Oneri finanziari | (1.212) | (0,6)% | (604) | (0,3)% | 100,5% | |
| Proventi (oneri) netti su cambi | (710) | (0,4)% | (579) | (0,3)% | 22,7% | |
| R isultato ante impo ste | 5 .29 7 | 2,7% | 17.5 0 2 | 8,4% | (6 9 ,7)% | |
| Imposte sul reddito | (2.450) | (1,3)% | (5.173) | (2,5)% | (52,6)% | |
| R isultato de ll'e se rcizio | 2.847 | 1,5 % | 12.330 | 5 ,9 % | (76 ,9 )% |
Si precisa che i risultati intermedi esposti in tabella non sono identificati come una misura contabile nell'ambito dei Principi contabili internazionali e, pertanto, non devono essere considerati una misura sostitutiva per la valutazione dell'andamento e del risultato del Gruppo Biesse. Si segnala inoltre che il criterio di determinazione dei risultati intermedi applicato dal Gruppo Biesse potrebbe non essere omogeneo con quello adottato da altre società e/o gruppi del settore e, conseguentemente, che tali dati potrebbero non essere comparabili.
I ricavi al 31 marzo 2024 sono pari a € 195.801 mila, in diminuzione del 6,5% rispetto al dato dello stesso periodo del 2023 (ricavi pari a € 209.515 mila), in linea con il trend delle vendite di periodo e positivamente influenzati dall'acquisizione del Gruppo GMM.
Il valore della produzione è pari a € 204.888 mila, in diminuzione del 3,4% rispetto al dato relativo al primo trimestre 2023 (€ 212.172 mila).
L'incidenza percentuale dei consumi al netto della variazione delle rimanenze registra un lieve decremento di 2,6 p.p. sulle vendite complice la diversa composizione del mix prodotto e delle minori svalutazioni di magazzino.
Le altre spese operative aumentano in valore assoluto per € 4.548 mila, incrementando il proprio peso percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (passando dal 17,0% al 20,6%). Tale fenomeno è unicamente riconducibile al consolidamento del Gruppo GMM, che ha comportato un aumento generalizzato di tutte le categorie ricomprese all'interno delle spese operative.
Il costo del personale al 31 marzo del 2024 è pari ad € 65.607 mila e registra un incremento di valore di € 3.647 mila rispetto al dato dello stesso periodo del 2023 (€ 61.959) mila, +5,9% sul pari periodo 2023, sostanzialmente legato alla componente salari, stipendi e relativi oneri sociali riconducibile all'aumento delle teste per effetto del processo di integrazione del Gruppo GMM (4.274 unità al 31 marzo 2024 rispetto a 3.924 unità al 31 dicembre 2023), parzialmente compensato dalla riduzione di costo realizzato grazie all'azionamento dell'istituto della solidarietà coerentemente al modello di business definito nell'ambito del progetto One Company avviato in esercizi precedenti ed ai volumi di attività generati. In particolare, il contratto di solidarietà difensivo per il periodo novembre 2023 – ottobre 2024 e la razionalizzazione delle sedi operative del Gruppo, nel corso del prossimo futuro comporterà, probabilmente, la gestione di esuberi

già individuati al 31 dicembre 2023 sulla base di criteri tecnico organizzativi, della localizzazione territoriale e del principio della non opposizione al licenziamento favorito da esodi incentivati economicamente.
L'EBITDA adjusted del primo trimestre 2024 è positivo per € 16.801 mila, mentre nello stesso periodo del 2023 era positivo per € 27.969 mila, in calo del 39,9%.
Gli ammortamenti registrano nel complesso un aumento pari al 3,2% (passando da € 7.811 mila al 31 marzo 2023 a € 8.063 mila al 31 marzo 2024): la componente relativa alle immobilizzazioni materiali (comprensive dei diritti d'uso) aumenta di € 991 mila (+19,2%), mentre quella relativa alle immobilizzazioni immateriali diminuisce di € 660 mila (-21,4%).
La voce accantonamenti e impairment ammonta a € 1.089 mila, ed include accantonamenti prevalentemente riconducibili a € 674 mila per svalutazione crediti commerciali, a € 175 mila per adeguamenti fondi rischi e oneri futuri, a € 306 mila per fondo indennità supplettiva di clientela ed infine a € 129 mila per l'adeguamento di stima del fondo garanzia prodotti, al netto degli utilizzi effettuati nel primo trimestre del 2024.
L'EBIT adjusted è positivo per € 7.648 mila, in diminuzione del 53,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno (pari a € 16.464 mila).
I componenti non ricorrenti evidenziano un valore negativo pari a € 1.034 mila, unicamente riferibili ai costi sostenuti per l'acquisizione delle quote del Gruppo GMM.
In riferimento alla gestione finanziaria si registrano oneri netti per € 607 mila, in aumento rispetto al dato di marzo 2023 (oneri netti pari ad € 320 mila), di cui € 605 mila relativi a interessi attivi e proventi finanziari ed € 1.212 mila relativi a interessi passivi e oneri finanziari.
Per quanto riguarda la gestione del rischio cambio, si registrano componenti negative nette per € 710 mila, in aumento rispetto al pari periodo dell'anno precedente (negativo per € 579 mila).
Il risultato prima delle imposte è quindi positivo per € 5.297 mila in diminuzione rispetto al 2023 (pari a € 17.502 mila).
La stima del saldo delle componenti fiscali è negativa per complessivi € 2.450 mila. L'incidenza relativa alle imposte correnti è negativa per € 3.277 mila (IRES: € 494 mila, IRAP: € 528 mila; imposte giurisdizioni estere: € 1.694 mila; altre imposte sul reddito e imposte relative ad esercizi precedenti: negative per € 561 mila), mentre l'incidenza relativa alle imposte differite è positiva e pari a € 827 mila.
Ne consegue che il risultato netto al 31 marzo 2024 è positivo per € 2.847 mila.

| Marzo | Dice mbre | |
|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | |
| migliaia di euro | ||
| Immateriali | 130.994 | 83.446 |
| Materiali | 130.579 | 117.213 |
| Finanziarie | 2.939 | 3.519 |
| Immo bilizzazio ni | 26 4.5 12 | 20 4.179 |
| Rimanenze | 217.689 | 168.393 |
| Crediti commerciali e attività contrattuali | 131.288 | 116.619 |
| Debiti commerciali | (167.892) | (135.281) |
| Passività contrattuali | (97.061) | (108.049) |
| Capitale Circo lante Ne tto O pe rativo | 84.0 24 | 41.6 82 |
| Fondi relativi al personale | (13.341) | (10.041) |
| Fondi per rischi e oneri | (37.147) | (37.512) |
| Altri debiti/crediti netti | (51.764) | (47.175) |
| Attività nette per imposte anticipate | 18.223 | 17.362 |
| Altre attività/passività ne tte | (84.0 29 ) | (77.36 5 ) |
| Capitale Inve stito Ne tto | 26 4.5 0 6 | 16 8.49 5 |
| Capitale sociale | 27.403 | 27.403 |
| Risultato del periodo precedente e altre riserve | 236.559 | 221.562 |
| Utile/(Perdita) del periodo | 2.847 | 12.483 |
| Patrimonio netto di terzi | - | 0 |
| P atrimo nio Ne tto | 26 6 .80 8 | 26 1.448 |
| Debiti finanziari verso banche e altri finanziatori | 115.240 | 28.279 |
| Attività finanziarie correnti | (16.696) | (16.758) |
| Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | (100.846) | (104.473) |
| P o sizio ne Finanziaria Ne tta | (2.30 2) | (9 2.9 5 3) |
| To tale fo nti di finanziame nto | 26 4.5 0 6 | 16 8.49 5 |
Il capitale investito netto è pari a € 264.506 mila in aumento rispetto al 31 dicembre 2023 (€ 168.495 mila).
Rispetto al 31 dicembre 2023, le immobilizzazioni nette sono aumentate di € 60.333 mila, incremento derivante principalmente dal consolidamento del Gruppo GMM a seguito della già citata acquisizione e principalmente riferito al valore dell'avviamento (provvisoriamente determinato).
Il capitale circolante netto operativo aumenta di € 42.342 mila rispetto al 31 dicembre 2023. L'incremento è principalmente attribuibile alla variazione del perimetro di consolidamento per effetto dall'acquisizione del Gruppo GMM, che ha significativamente impattato nel saldo delle rimanenze di magazzino, crediti e debiti commerciali del primo trimestre 2024. Il decremento delle passività contrattuali (pari a € 10.988 mila) è invece influenzato dal rallentamento dell'ingresso ordini manifestatosi già a partire dal corso dell'anno 2023.
Il patrimonio netto è pari a € 266.808 mila (€ 261.448 mila al 31 dicembre 2023).

| (Dati consolidati in migliaia di Euro) | 31 Marzo | 31 Dice mbre | 31 S e tte mbre | 31 G iugno | 31 Marzo |
|---|---|---|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | 20 23 | 20 23 | 20 23 | |
| migliaia di euro | |||||
| Attività Finanziarie | 117.542 | 121.232 | 116.498 | 115.812 | 132.381 |
| Attività finanziarie correnti | 16.696 | 16.758 | 21.435 | 28.682 | 20.696 |
| Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | 100.846 | 104.473 | 95.063 | 87.130 | 111.685 |
| Debiti per locazioni finanziarie a breve termine | (9.111) | (7.027) | (6.252) | (6.553) | (7.072) |
| Debiti bancari e altri debiti finanziari a breve termine | (85.093) | (2.358) | (5.436) | (1.464) | (1.412) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta a bre ve te rmine | 23.339 | 111.847 | 10 4.810 | 10 7.79 5 | 123.89 7 |
| Debiti per locazioni finanziarie a medio/lungo termine | (20.849) | (18.478) | (14.249) | (15.528) | (16.114) |
| Debiti bancari e altri debiti finanziari a medio/lungo termine | (46) | (264) | (284) | (284) | (320) |
| Debiti commerciali e altri debiti a medio/lungo termine | (142) | (152) | (163) | (128) | (140) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta a me dio /lungo te rmine | (21.0 36 ) | (18.89 4) | (14.6 9 6 ) | (15 .9 41) | (16 .5 75 ) |
| P o sizio ne finanziaria ne tta to tale | 2.30 2 | 9 2.9 5 3 | 9 0 .115 | 9 1.85 5 | 10 7.322 |
Nello schema di PFN al 31.03.2024, in applicazione delle disposizioni contenute nella Comunicazione n. 5/21 del 29 aprile 2021 emessa da Consob che rimanda alle Raccomandazioni ESMA del 4 marzo 2021, sono stati ricompresi i debiti commerciali scadenti oltre l'esercizio.
Ai fini di una migliore rappresentazione sono inoltre stati esclusi dalle attività finanziarie il fair value attivo dei derivati.
La Posizione Finanziaria Netta di Gruppo Biesse al 31 marzo 2024 è positiva per € 2.302 mila, in diminuzione rispetto al dato del 31 dicembre 2023 (positiva per € 92.953 mila), mentre il valore consuntivo senza considerare gli effetti dei debiti per affitti e leasing derivanti dall'applicazione dell'IFRS 16, sarebbe stato positivo per € 32.262 mila (positivo per € 118.457 mila al 31 dicembre 2023). Nel confronto con il fine anno 2023 l'indicatore diminuisce di € 90.651 mila, principalmente influenzato dal perfezionamento dell'operazione di acquisizione del Gruppo GMM (che ha comportato il pagamento di un corrispettivo provvisorio pari a circa € 69 milioni), mentre la restante parte di tale variazione è attribuibile al consolidamento dei saldi del Gruppo GMM, oltre che dalle dinamiche del capitale circolante netto operativo sopra commentante, compensati dai positivi risultati ottenuti a livello di gestione operativa.
Alla data di approvazione della presente relazione, il Gruppo Biesse ha linee di credito superiori a € 291 milioni, di cui € 91,0 milioni a revoca con duration entro i 12 mesi e di conseguenza € 200,0 milioni committed con duration entro i 12 mesi; di queste ultime € 60,0 milioni risultano utilizzati al 31 marzo 2024. Tutte le linee di credito sono chirografarie ed esenti da ogni garanzia reale.
| 31 Marzo 20 24 |
% | 31 Marzo 20 23 |
% | Var % 20 24/20 23 |
|
|---|---|---|---|---|---|
| migliaia di euro | |||||
| Segmento Macchine e Sistemi | 182.091 | 93,0% | 190.828 | 91,1% | (4,6)% |
| Segmento Meccatronica | 20.348 | 10,4% | 27.090 | 12,9% | (24,9)% |
| Elisioni Inter segmento | (6.638) | (3,4)% | (8.403) | (4,0)% | (21,0)% |
| To tale | 19 5 .80 1 | 10 0 ,0 % | 20 9 .5 15 | 10 0 ,0 % | (6 ,5 )% |

| 31 Marzo | % | 31 Marzo | Var % 20 24/20 23 |
||
|---|---|---|---|---|---|
| 20 24 | 20 23 | % | |||
| migliaia di euro | |||||
| Europa Occidentale | 92.293 | 47,1% | 116.749 | 55,7% | (20,9)% |
| Asia – Oceania | 26.439 | 13,5% | 23.788 | 11,4% | 11,1% |
| Europa Orientale | 29.621 | 15,1% | 27.343 | 13,1% | 8,3% |
| Nord America | 36.865 | 18,8% | 36.794 | 17,6% | 0,2% |
| Resto del Mondo | 10.582 | 5,4% | 4.842 | 2,3% | 118,5% |
| To tale | 19 5 .80 1 | 10 0 ,0 % | 20 9 .5 15 | 10 0 ,0 % | (6 ,5 )% |
La ripartizione dei ricavi per segmento operativo risente dell'acquisizione del Gruppo GMM (con il segmento Macchine-Sistemi che arriva a rappresentare il 93,0% del fatturato di Gruppo Biesse), mentre entrambi i segmenti registrano un decremento rispettivamente del 4,6% per Macchine-Sistemi e 24,9% per la Meccatronica.
L'analisi del fatturato per aree geografiche evidenzia come il decremento ha unicamente riguardato l'Europa Occidentale (20,9%), mentre Asia-Oceania ed Europa Orientale registrano invece un incremento rispettivamente del 11,1%, 8,3%. Altro incremento (seppur meno significativo in valori assoluti) ha riguardato il Resto del Mondo, mentre il Nord America rimane pressoché stabile.
Pesaro, 14 maggio 2024
Roberto Selci
Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari dichiara, ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza, che l'informativa contabile contenuta nel presente documento corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili
Pesaro, 14 maggio 2024
Nicola Sautto
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